DISCOVER VICENZA E PROVINCIA

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VICENZA

euro 6,00

DISCOVER

The Great Beauty

© Leo Maria Scordo

THE CITY OF PALLADIO . HISTORY . ART . TRADITIONS . ENJOY . SHOPPING . (ITA/ENG)


INDICE

ITINERARI

ITINERARIO PALLADIANO - La carriera di un genio - il sogno palladiano

ITINERARIO ARTISTICO

- Musei, Chiese, Palazzi - Il Rinascimento vicentino

ITINERARIO STORICO

- Dall’Età romana al Rinascimento - Musei civici e religiosi

ITINERARIO M. BERICO

- Santuario Monte Berico - Ville, parchi e musei

ITINERARIO TRADIZIONI - Feste e tradizioni - Rievocazioni in costume

DISCOVER VICENZA Discover Vicenza è una guida alle informazioni turistiche indispensabili per conoscere gli aspetti storici, artistici e culturali più importanti della città attraverso le risorse disponibili in internet. Si può accedere alle informazioni utilizzando la funzione di lettura del codice QR presente negli Smart Phone.

DISCOVER VICENZA DiscoverVicenza is a guide concerning tourist information which is indispensable in order to know the most important historical, artistic and cultural features of the town through the resources available on the internet. Tourist information access is granted using the QR code reading function of your Smart Phone. VISIT VICENZA

Informazioni turistiche

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Tourist Informations


DISCOVER

VICENZA

Patrocinio Provincia di Vicenza

THE GREAT BEAUTY

© Ruggero Acqua DISCOVER VICENZA

A Jewel of Renaissance

VICENZA DISCOVER

LA GRANDE BELLEZZA

La città del Palladio/ The city of Palladio SCOPRI VICENZA IN 3 GIORNI / DISCOVER VICENZA IN 3 DAYS

1. Itinerario palladiano Primo giorno/First day

2. Itinerario storico - artistico Secondo giorno/Second day

3. Itinerario Monte Berico Terzo giorno/Third day

PATRIMONIO UNESCO © Leo Maria Scordo

I. ITINERARIO PALLADIANO E MONTE BERICO

I. DISCOVER PALLADIO

II. DISCOVER HISTORY

IV. DISCOVER THE HILLS

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Palladio Museum Palazzo Barbarano Palazzo Thiene Palazzo Porto Iseppi Loggia del Capitaniato Loggie della Basilica Palazzo Chiericati Teatro Olimpico Palazzo Valmarana Braga Palazzo Bonin Longare Palazzo Da Porto Casa Cogollo Arco delle Scalette Villa Capra “La Rotonda”

Museo Diocesano Cattedrale S. Maria Annunciata Area archeologica romana Museo naturalistico archeologico Museo risorgimento e resistenza

Santuario Monte Berico I portici del Rosario Le ville sui colli I Tiepolo a Vicenza La Grande Bellezza

III. DISCOVER ART

V. DISCOVER TRADITIONS

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- La festa della “Rua” - La processione del Gioiello - La tradizione del Baccalà - Gli spettacoli Olimpici - Castelli di Giulietta e Romeo - Gli scacchi di Marostica - Bassano e il Ponte vecchio

Pinacoteca Chiericati Tempio S. Corona Altare Garzadori Tempio S. Lorenzo Gallerie d’Italia Leoni Montanari Collezioni Palazzo Thiene Museo del Gioiello

Italiano/English QR code reader

Discover Vicenza III^ Edizione Maggio 2018 Guida realizzata con il contributo dei fotografi vicentini. Distribuita nelle librerie, edicole e tabaccherie del centro storico. www.venetovogue.org N.1 DISCOVER PALLADIO E MONTE BERICO

La versione ridotta 21x21 (senza pubblicità) è disponibile su ordinazione può essere personalizzata per la comunicazione aziendale o istituzionale. Realizzazione editoriale Edizioni VenetoVogue info@venetovogue.it contatto: 340.8671494 3


DISCOVERVICENZA

Palazzo Trissino

Scopri Vicenza

Città Unesco

Calendario Eventi

COMUNE DI VICENZA

© Mia Battaglia

Scriveva Goethe di Vicenza nel 1786 : “Sono qua da poche ore e ho già percorso la città, ho visto il teatro Olimpico e gli edifici del Palladio. (…) Se queste opere non si vedono di persona, uno non può farsene un’dea. Il Palladio è stato un uomo del tutto interiore, che ha saputo esternare la grandezza della propria interiorità. Nell’architettura civile la maggior difficoltà sta sempre nella disposizione degli ordini di colonne..(...). Ma con quale perizia egli ha saputo associare il tutto, com’è riuscito ad imporsi con l’immanenza delle sue opere, facendo dimenticare quanto c’è in loro di spropositato. C’è veramente qualcosa di divino nelle sue strutture, c’è tutta la forza del grande poeta che dalla verità e dalla menzogna ricava un terzo elemento, che ci affascina” (Viaggio in Italia 1786 - 1788) Il disegno della Basilica Palladiana pubblicato da Palladio nei ‘Quattro libri dell’Architttettura’ (1570) 4


DISCOVERVICENZA

Wonderful Town

VICENZA BELLISSIMA Benvenuti a Vicenza, la città con il più alto numero di siti tutelati dall’Unesco, a testimonianza dell’altissimo pregio del patrimonio culturale espressione di una ricchezza di contenuti storici-artistici-umanistici che non ha eguali in Italia e nel mondo. La fondazione della città risale al VI sec. A.C., nel 49 a.C. ottiene la cittadinanza romana di cui conserva numerose testimonianze; nel Medioevo si cinge di mura fortificate e dal 1404 al 1797 entra a far parte della Repubblica Serenissima Veneta. Per tutto il Cinquecento prospera il commercio della seta e le famiglie nobili affidano il compito di edificare palazzi e ville di campagna ad Andrea Palladio, il genio creativo in grado di far risplendere quell’inimitabile modello di architettura classica che divenne l’impronta sensibile di “Città Bellissima”, appellativo con cui i visitatori di passaggio descrivevano l’emozione di stupore e meraviglia suscitata dalle sue opere. Non è possibile scoprire la ‘grande bellezza’ di Vicenza in un solo giorno. Lo scrigno dei tesori storici-artistici si apre lentamente man mano che ci si immerge nel ‘sogno palladiano’ e appare la forma perfetta di un gioiello prezioso, ricco di molteplici sfaccettature che non finiranno mai di sorprendere.

Welcome to Vicenza, the city with the highest number of UNESCO protected sites, reflecting the very high quality of its cultural heritage, expression of a abundance of historicalartistic-humanistic contents which is unmatched in Italy and throughout the world. The foundation of the town dates back to the sixth century. BC, in 49 BC it became a province of the Roman Empire preserving several historical temonies; in the Middle Ages it was surrounded by fortified walls, from 1404 to 1797 it became part of the Serenissima Republic of Venice. Throughout the sixteenth century the silk trade was thriving and aristocratic families entrusted Andrea Palladio with the task of building palaces and country villas, the creative genius capable to give shine to such a unique classical architecture model, which became the significant footprint of the so-called “Città Bellissima, i.e. Wonderful Town”, a name with which passing travellers used to describe the thrill of awe and wonder aroused by his works. It is impossible to discover the ‘great beauty’ of Vicenza on a single day. The chest of historical-artistic treasures opens slowly as we get immersed into the ‘Palladian dream’ and the perfect form of a precious jewel appears, rich with multiple facets which will never cease to amaze. © Pettinà Giuseppe

VISIT VICENZA

Vicenza Unesco

Musei Civici

Palladio Museum

Eventi culturali

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LE OPERE DI ANDREA PALLADIO Architetto della Repubblica Veneta

Fotografia di Ruggero Acqua

Piazzetta Palladio

IL SOGNO PALLADIANO - THE PALLADIAN DREAM Andrea Palladio, pseudonimo di Andrea di Pietro della Gondola (30 novembre 1508 – 19 agosto 1580), è stato l’architetto più importante della Repubblica di Venezia nel cui territorio progettò numerose ville che lo resero famoso, oltre a chiese e palazzi, questi ultimi prevalentemente a Vicenza. A Vicenza il giovane scalpellino venne istruito all’arte antica, si formò come architetto e visse realizzando l’anelito degli umanisti di far rinascere i canoni dell’armonia codificati da Vitruvio, ispiratore di una visione di bellezza che Palladio ricercò per tutta la sua vita.

Andrea Palladio, pseudonym of Andrea di Pietro della Gondola (November 30, 1508 August 19, 1580), was the most important architect of the Venetian Republic in whose territory he designed several villas, what made him famous, as well as churches and palaces, these latter mainly in Vicenza. In Vicenza the young stonemason was fully acquainted with ancient art, he trained as an architect and lived realizing the desire of the humanists to revive the harmony canons codified by Vitruvius, who inspired a dream of beauty which Palladio sought throughout his life.

VISIT PALLADIO ITINERARI/ITINERARY

A. Corso Palladio

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B. Piazza dei Signori

C. Piazza Duomo

D. Corso Fogazzaro

E. Contrà Porti

Visit Palladio


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Fotografia di Sergio Vezzaro

LA CARRIERA DI UN GENIO (1534 - 1580) Da scalpellino a Proto di San Marco

Nel panorama dell’architettura del sedicesimo secolo, Palladio è una figura d’eccezione. Non comune anche il suo tirocinio, che non fu da pittore, né da scultore, ma da tagliapietra. Infatti, se non fosse stato per i suoi contatti, a partire dalla seconda metà degli anni trenta, con il nobile e scrittore vicentino GianGiorgio Trissino (1478-1550), Palladio sarebbe probabilmente rimasto un abile ed intelligente artigiano, capace forse di disegnare portali e monumenti funebri, ma senza la cultura e l’abilità intellettuale che in questo momento erano necessarie ad un vero architetto. Guido Piovene scrisse che la genialità di Palladio è nell’aspetto visionario della gente veneta: “L’autentico genio veneto, in molte delle sue espressioni più grandi, è appunto qualità visionaria... e prima di Palladio, lo fu col Mantegna, e dopo col Piranesi; tutti visionari attraverso il mezzo loro offerto, che era un’ idea del mondo antico.” Andrea Palladio costruì a Venezia le più importanti chiese, la cui straordinarietà non è solo data dall’aspetto architettonico, ma anche dal loro inserimento urbanistico: la chiesa del Redentore, la chiesa e il monastero di San Giorgio Maggiore, la chiesa delle Zitelle, costituiscono la quinta scenografica più incantevole al mondo per chi la osserva da Piazza San Marco. Ma le opere più ammirate nel corso dei secoli seguenti furono quelle realizzate a Vicenza, in quanto espressione di un equilibrio estetico-formale perfettamente idoneo a rappresentare l’immagine di un classe sociale, capace di esaltare, contenere e infine sublimare le ambizioni individuali all’interno di quel “palladianesimo democratico” che ebbe uno straordinario influsso culturale in tutta Europa e nella nascente società americana.

Villa Caldogno di A. Palladio

Palladio is an exceptional representative of 16th century architecture. His internship was also uncommon, because carried out not as a painter or sculptor as could have been expected, but as a stonecutter. If it wasn’t for his contact in the second half of the thirties with the Vicenza nobleman and writer GianGiorgio Trissino (1478-1550), Palladio would probably have remained a skilled and intelligent craftsman, maybe able to design portals and memorials, but without the culture and intellectual ability that were demanded from a true architect of that period. According to Guido Piovene, Palladio’s genius lies in the visionary aspect of the Veneto people: “The authentic Veneto genius, in many of its greatest expressions, is visionary quality. The same thing is true for Magenta, who came before Palladio, and with Piranesi, who came later; they were all visionaries through the means offered to them, which was an idea of the ancient world.” Andrea Palladio built his most important churches in Venice. Their extraordinariness is not just a result of their architectural aspect, but also of their urban insertion: the Chiesa del Redentore (Church of the Redeemer), the church and monastery of San Giorgio Maggiore, the Le Zitelle church, are the most enchanting scenery flat in the world when observed from St. Mark’s Square. The works that were admired most during the following centuries were those of Vicenza, because they were an expression of aesthetic-formal equilibrium that was perfectly suited to representing the image of a social class that could intensify, contain and finally elevate the individual ambitions inside that “democratic Palladianism” that had an extraordinary cultural influence throughout Europe and in the new American society. 7


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LA CARRIERA DI UN GENIO (1537 - 1549)

Fotografia di Antonio Tafuro

Ville rurali produttive

Tra il 1537 e il 1549 Andrea Palladio progettò numerose ville di campagna che rispondevano alla necessità di un nuovo tipo di residenza rurale. I suoi disegni riconoscono implicitamente che non era necessario avere un grande palazzo in campagna modellato direttamente su quelli di città: qualcosa di più piccolo, spesso con un unico piano principale abitabile, era adatto come centro per controllare l’attività produttiva, da cui derivava probabilmente la maggior parte del reddito del proprietario, e per impressionare gli affittuari e i vicini oltre che per intrattenere gli ospiti importanti. Queste residenze stabilivano una presenza sociale e politica nelle campagne ed erano adatte per il riposo, la caccia, e per sfuggire dalla città, sempre potenzialmente malsana. Le facciate, dominate da frontoni di solito decorati con le insegne del proprietario, annunciavano una potente presenza in un vasto territorio pianeggiante. Negli interni Palladio distribuiva le funzioni sia verticalmente che orizzontalmente. Cucine, dispense, lavanderie e cantine si trovavano al piano terreno: l’ampio spazio sotto il tetto veniva impiegato per conservare il prodotto più prezioso della tenuta: il grano, che incidentalmente serviva anche per isolare gli ambienti abitabili sottostanti. Al piano principale, abitato dalla famiglia e dai suoi ospiti, le stanze più pubbliche (la loggia e il salone) si trovavano sull’asse centrale mentre a destra e a sinistra vi erano delle infilate simmetriche di stanze.

Villa Pojana a Pojana Maggiore (1549) 8

Villa Saraceno a Finale di Agugliaro (1548)

Viilla Trissimo ai Cricoli

From 1537 to 1549 Andrea Palladio designed numerous country villas that answered the need for a new type of rural residence. His designs implicitly highlighted that a large villa in the countryside modelled directly on those of the city was not necessary: something smaller, often with a single inhabitable main floor, was fitting as a centre for controlling production, from which the majority of the owner’s income probably came, for making an impression on tenants and neighbours and also for entertaining important guests. These residences established a social and political presence in the countryside and were suitable for resting and hunting, as well as for escaping from the city, which was (and still is) always potentially unhealthy. The façades, dominated by pediments usually decorated with the owner’s crest, announced a powerful presence in a vast, flat land. Inside, Palladio distributed the services both vertically and horizontally. Kitchens, pantries, laundries and cellars were on the ground floor: the large space under the roof was used to preserve the most precious product of the estate: wheat, which also helped insulate the living quarters below. The family and its guests lived on the main floor. The most public rooms (the loggia and the hall) were on the central axis, with rooms inserted symmetrically to the left and right.

Villa Pisani a Bagnolo (1542)

Villa Valmarana a Monticello C. Otto(1542)


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Fotografia di Sergio Vezzaro

LA CARRIERA DI UN GENIO (1540 - 1552) Palazzi e ville per famiglie nobili vicentine

Dal 1540 al 1552 Palladio è completamente dedito alla progettazione di importanti palazzi di città, tutti a Vicenza: il palazzo Thiene, il palazzo Porto, e il palazzo Chiericati. Se la base economica delle principali famiglie delle città venete derivava dalla campagna, la vita politica convergeva invece nei centri urbani, dove la maggior parte di coloro che costruivano e possedevano palazzi controllavano gli affari cittadini come consiglieri. Il primo tra i più importanti palazzi di cui Palladio si occupò, il palazzo Thiene, venne iniziato nel 1542 per Marcantonio Thiene e suo fratello, che in quel momento erano i personaggi più ricchi della città. Poco dopo Palladio progettò il palazzo per Iseppo Porto, che aveva sposato la sorella dei Thiene. Ma è con palazzo Chiericati che egli “si laurea” definitivamente architetto: inventa qualcosa che prima non esisteva, un palazzo integrato con il tessuto urbano tanto da avere al piano terreno un portico pubblico, che si ispira direttamente alle grandi architetture antiche, con poderose colonne che sorreggono i piani superiori. Se palazzo Chiericati rappresenta un tipo inedito di dimora urbana, con le logge del palazzo della Ragione Palladio realizza il più imponente palazzo pubblico dell’Italia settentrionale. Egli crea una quinta monumentale di particolare magnificenza intorno ad un nucleo pre-esistente (con le botteghe al piano terra, e la grande sala dei consigli cittadini sovrastante). La struttura, realizzata in solida pietra, è, nonostante il suo aspetto romano, quasi gotica nel combinare leggerezza e solidità. L’adozione del motivo della serliana fa sì che il massimo di luce penetri all’interno dell’edificio e che le inevitabili irregolarità dell’alzato siano assimilate in maniera discreta, quasi impercettibile, negli spazi tra l’ordine minore e i pilastri, lasciando gli elementi principali, pilastri ed archi, uguali e regolari.

Palazzo Chiericati con giochi di luce

From 1540 to 1552 Palladio dedicated himself completely to designing important city villas, all in Vicenza: Palazzo Thiene, Palazzo Porto and Palazzo Chiericati. If the economic base of the main Veneto city families derived from the countryside, the political life instead met in the urban centres, where the majority of those who built and owned villas controlled city business as councellors. From among his most important villas, Palladio dedicated himself firstly to Palazzo Thiene. Work began in 1542 for Marcantonio Thiene and his brother, who at that moment were the richest people in the city. Shortly after, Palladio designed the villa for Iseppo Porto, who had married the Thiene sister. It was with Palazzo Chiericati, however, that he indubitably “graduated” as an architect: he invented something that did not yet exist, a villa which blended in with the urban tissue, so much so that there was a public portico on the ground floor that took its inspiration directly from the large ancient architectural buildings, with awe-inspiring columns that supported the floors above. If Palazzo Chiericati represents an innovative type of urban dwelling, the loggias of the Palazzo della Ragione must surely be considered as Palladio’s most impressive public building in northern Italy. He created a monumental scenery flat of particular magnificence around an already-existing nucleus (with workshops on the ground floor and the great hall for citizen advice above them). In spite of its Roman aspect, the structure, made of solid stone, combines lightness and solidity in an almost Gothic style. The use of the serliana motif ensured that as much light as possible would enter the building and that the inevitable irregularities of the elevation were absorbed discreetly, almost imperceptibly, by the spaces between the lower floor and the pillars, leaving the main elements, pillars and arches, equal and regular. 9


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LA CARRIERA DI UN GENIO (1552 - 1564)

Fotografia aerea di Stefano Maruzzo

Le Ville per la nobiltà patrizia veneziana

Con la realizzazione degli straordinari palazzi vicentini, Palladio è pronto per salire un gradino più alto: diventare l’architetto dei grandi aristocratici veneziani. Per tutti gli anni Cinquanta Palladio realizza ville per i grandi patrizi della capitale: villa Cornaro a Piombino Dese, villa Emo a Fanzolo, villa Barbaro a Maser, villa Foscari a Mira, villa Badoer a Fratta Polesine. Non si tratta più delle piccole ville degli anni vicentini, ma dei poderosi complessi edilizi, per altro decorati da sontuose campagne decorative affidate ai grandi pittori del momento, come Paolo Veronese o Battista Zelotti. Con le “ville per i veneziani”, Palladio compie altresì un percorso di avvicinamento alla capitale: dopo averlo sperimentato nelle proprie residenze in campagna, i patrizi veneziani cominciano a coinvolgere Palladio in progetti a Venezia. Va detto che la maggior parte di essi fa parte di un preciso gruppo di potere che punta alla razionalizzazione della vita politica e amministrativa veneziana, anche a costo di cambiamenti radicali. Palladio, con la sua architettura razionale e basata sulla ragione, diviene la metafora di un futuro possibile per una Venezia riformata nel diritto, nella organizzazione amministrativa e persino militare.

Villa Barbaro a Maser (1554) 10

Villa Emo a Fanzolo di Vedelago (1559)

Villa Badoer a Fratta Polesine

Following the realisation of the extraordinary villas in Vicenza, Palladio was ready to take a big step forward: to become the architect of the great Venetian aristocrats. During all the years of the Fifties, Palladio created villas for the great patricians of the capital: Villa Cornaro in Piombino Dese, Villa Emo in Franzolo, Villa Barbaro in Maser, Villa Foscari in Mira, Villa Badoer in Fratta Polesine. They were no longer the small villas of the Vicenza years, but aweinspiring complexes, decorated with lavish decorative campaigns entrusted to the greatest artists of the moments, such as Paolo Veronese or Battista Zelotti. With his “villas for Venetians”, Palladio also moved closer to the capital: after having tested him with their own country residences, the Venetian aristocrats started involving Palladio in projects in Venice. It must be said that the majority of them was part of a precise group of power aimed at rationalising the Venetian political and administrative life, even if it involved radical changes. Palladio’s architecture was logical and based on reason, therefore he became the metaphor of a possible future Venice with reformed rights, and better administrative and military organisation.

Villa Cornaro a Piombino Dese (1552)

Villa Foscari a Mira (1554)


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LA CARRIERA DI UN GENIO (1564 - 1580) L’arrivo a Venezia e la consacrazione

Fotografia di Angela Semilia

Venezia - Chiesa del Redentore

Sono i potenti fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro a procurare a Palladio i primi progetti per Venezia: il rifacimento della facciata di San Pietro di Castello (mai completata), ma soprattutto un intervento complessivo sul monastero benedettino dell’isola di San Giorgio, che porta alla realizzazione del grande Refettorio, e quindi della chiesa e del chiostro. Quasi contemporaneamente, i Canonici Lateranensi gli commissionano la fabbrica del loro convento della Carità, quello che oggi ospita le gallerie dell’Accademia. Palladio si trova quindi a lavorare per due potentissime compagini religiose in città. Ormai è una figura emergente nel panorama della capitale, tanto da riuscire a scalzare il potente Jacopo Sansovino dalla realizzazione della facciata della chiesa di San Francesco della Vigna. Giorgio Vasari include le opere di Palladio nella seconda edizione delle sue Vite degli artisti nel 1568: è la consacrazione. Due anni più tardi Palladio stesso dà alle stampe il suo trattato “I Quattro Libri dell’Architettura” che tanta parte avrà nella sua fortuna internazionale. Anche se Palladio non riesce a conseguire un incarico formale come architetto stipendiato della Repubblica veneta, di fatto per le sue mani passano tutti i progetti più importanti: a lui è affidata la costruzione della chiesa del Redentore dopo la peste del 1576, e il rifacimento di sale in palazzo Ducale. E’ richiesto in Savoia da Emanuele Filiberto, a Bologna per la facciata di San Petronio, mentre a Vicenza realizza diversi palazzi e la grande loggia del Capitaniato. Palladio muore improvvisamente nell’agosto del 1580: non sappiamo esattamente in che giorno, né dove e nemmeno per quale causa. Non è chiaro nemmeno dove sia stato sepolto il suo corpo, come se avesse voluto cancellare ogni traccia di sé e vivere attraverso la fama dei suoi edifici e nelle pagine dei suoi libri.

It was the powerful Barbaro brothers, Daniele and Marcantonio, who obtained the first Venetian projects for Palladio: restoration of the façade of San Pietro di Castello (never completed), but above all a full intervention on the Benedictine monastery on the island of St. George, which led to the realisation of the great Refectory, and then of the church and the cloister. Almost contemporaneously, the Canons Regular of the Lateran commissioned him to build their convent, which today holds the galleries of the Academy. Palladio therefore found himself having to work for two very powerful religious groups in the city. At this point he was an emerging figure in the capital, so much so that he managed to steal the job of producing the façade of the Church of San Francesco della Vigna from the powerful Jacopo Sansovino. Giorgio Vasari included the works of Palladio in the second edition of his Lives of Artists in 1568: it was his initiation. Two years later, it was Palladio himself who had his own work “I Quattro Libri dell’Architettura” (The four books of architecture) printed, which played an important role in his international fame. Even if Palladio could not obtain the formal office of salaried architect from the Veneto Republic, all the most important works passed through his hands: he was commissioned to build the Redentore church after the plague of 1576, and he renovated rooms in Palazzo Ducale. He was called to Savoy by Emanuele Filiberto and to Bologna for the façade of San Petronio. He also built various villas in Vicenza, and the grand loggia of the Capitaniato. Palladio died suddenly in August 1580: we do not know the exact date, nor where and not even why. It is not even clear where his body was buried, almost as if he wanted to eliminate trace of himself and live through the fame of his buildings and in the pages of his books. 11


ITINERARIO PALLADIANO/PALLADIAN ITINERY Primo Giorno/ First Day

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© Ruggero Acqua

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DISCOVER PALLADIO 1. Palladio Museum - Contrà Porti 2. Palazzo Barbarano da Porto - Contrà Porti 3. Palazzo Thiene - Contrà Porti 4. Palazzo di Iseppo Porto - Contrà Porti 5. Loggia del Capitanio - Piazza dei Signori 6. Logge del Palazzo della Ragione - Basilica Palladiana - Piazza dei Signori 12

7. Palazzo Chiericati - Piazza Matteotti 8. Teatro Olimpico - Piazza Matteotti 9. Palazzo Valmarana - Corso Fogazzaro 10. Palazzo Porto Breganze - Piazza Castello 11. Palazzo Thiene Bonin Longare - Corso Palladio 12. Casa Cogollo - Corso Palladio

13. Cappella Valmarana - Tempio S. Corona - Contrà S. Corona 14. Portale Chiesa dei Servi - Contrà S. Barbara 15. Portale laterale Cattedrale - Contrà Lampertico DISCOVER HILLS 16. Arco delle Scalette 17. Villa Almerico Capra detta “La Rotonda”


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DISCOVER PALLADIO PALLADIO MUSEUM

Informazioni

Informations

Mostre

Exhibitions

1 Il Palladio Museum ha sede a palazzo Barbarano, l’unico che Palladio riuscì a vedere concluso e di cui poté controllare l’esecuzione e gli apparati decorativi. Il percorso espositivo ha inizio con la Sala del libro, dove si racconta l’enorme fortuna editoriale dei Quattro Libri e quello della Rotonda, replicata su tre continenti. Segue la Sala della pietra, dedicata alle tecnologie che Palladio mette a punto per costruire con la pietra, oppure con gli altri materiali. A Vicenza è dedicata la Sala della seta, perché fu la produzione e il commercio internazionale della seta a costruire la mentalità cosmopolita necessaria ai vicentini per comprendere una architettura rivoluzionaria come quella palladiana. Il Salone del grano e della gloria è dedicato alle grandi ville e all’epopea della bonifica che trasformò il Veneto del Cinquecento, ma anche ai sogni di gloria dei committenti palladiani. Chiude la Sala di Venezia dedicata alla chiesa del Redentore, in cui ogni elemento è in rapporto aureo con gli altri e con il tutto. Indirizzo: Contrà Porti, 11 tel. (+039) 0444 323014 accoglienza@palladiummuseum.org

The Palladio Museum has its seat in Palazzo Barbarano, it is the only one that Palladio could see completed supervising both the construction and the decoration items. The exhibition itinerary begins with the Hall of the book, boasting the huge editorial success of the Four Books and the Rotonda, replicated over three continents. Following the Hall of stone, showing the technologies that Palladio conceived to build with stone, or even without such material. The Hall of silk, is devoted to Vicenza, because silk manifacturing and international trading gave rise to such cosmopolitan mindset which was necessary to Vicenza to understand a revolutionary architecture like the Palladian one. The the grain and glory Hall, is dedicated to the great villas and to the apogee of land reclamation that transformed the Veneto of sixteenth century, but also to the dreams of glory of Palladio’s patrons. Eventually the Sala di Venezia, i.e. Hall of Venice, dedicated to Chiesa del Redentore, in which each item is contrived on a golden ratio base in relation to the others and with the whole. orari: mart-dom 10,00-18,00 Ultimo ingresso: 30’ prima della chiusura chiuso il Lunedì, 25 Dicembre e 1Gennaio 13


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PALAZZO BARBARANO DA PORTO (1569) La fastosa residenza realizzata fra il 1569 e il 1575 per il nobile vicentino Montano Barbarano è il solo grande palazzo di città che Andrea Palladio riuscì a realizzare integralmente. Il Barbarano chiede a Palladio di tener conto dell’esistenza di diverse case appartenenti alla sua famiglia già presenti sull’area del nuovo palazzo e, a progetto già definito, acquista un’ulteriore casa adiacente col risultato di rendere asimmetrica la posizione del portone d’ingresso. In ogni caso i vincoli posti dal sito e da un committente esigente, diventano occasione di soluzioni coraggiose e raffinate. L’intervento palladiano è magistrale, elaborando un sofisticato progetto di “ristrutturazione” che fonde le diverse preesistenze in un edificio unitario. Al pianterreno, un magnifico atrio a quattro colonne salda insieme le due unità edilizie. Nella decorazione del palazzo, Montano coinvolge a più riprese alcuni grandi artisti del suo tempo: Battista Zelotti, Anselmo Canera, Andrea Vicentino, Lorenzo e Agostino Rubini. The sumptuous residence built between 1569 and 1575 for the Vicentine nobleman Montano Barbarano is the only great city palace that Andrea Palladio was able to fully implement. Barbarano requested Palladio to take into account the existence of several houses belonging to his family and already existing on the new building and, following the completion of the design, he purchased yet another adjoining house, resulting in an asymmetric position of the main doorway. Anyway, the constraints imposed by the site and by a demanding patron, became the occasion for courageous and refined solutions: Palladio’s intervention was masterful, working out a sophisticated plan for “restoration” combining the a different existing buildings in a single one. On the ground floor, a magnificent hall with four columns, binds together the two units. For the decoration of the building, Montano entrusted, repeatedly some leading artists of his time: Baptist Zelotti, Anselmo Canera, Andrea Vicentino, Lorenzo and Agostino Rubini.

Palazzo Barbarano ospita il CISA - Centro Internazionazionale Studi di Architettura “Andrea Palladio”, istitituto di ricerca fondato nel 1958. Organizza mostre, convegni, workshop sull’architettura palladiana Informazioni

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Informations

Info CISA (It)

Info CISA (En)


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PALAZZO ISEPPO DA PORTO (1544)

Informazioni

Informations

© Giorgio Marino

È molto probabile che Iseppo (Giuseppe) Porto intraprenda la costruzione di un grande palazzo nella contrada dei Porti spinto dall’emulazione nei confronti di quanto i suoi cognati Adriano e Marcantonio Thiene avevano cominciato a realizzare a poche decine di metri di distanza, nel 1542. Il palazzo era abitabile nel 1549 ma la facciata fu conclusa tre anni più nel 1552. Numerosi disegni autografi palladiani testimoniano un iter progettuale complesso, che prevedeva sin dall’inizio l’idea di due blocchi residenziali distinti, il primo lungo la strada e un secondo attestato sulla parete di fondo del cortile. Nei Quattro Libri i due blocchi edilizi sono collegati fra loro da un maestoso cortile con enormi colonne composite: si tratta chiaramente di una rielaborazione di quell’idea originaria ai fini della pubblicazione.

It is very likely that Iseppo (Giuseppe) Porto undertook the construction of a large building in Contrada dei Porti driven by the desire to emulate what his brothers in law Adriano and Marcantonio Thiene, he had begun to build few tens of meters away, in 1542. It is possible that just the marriage of Iseppo with Livia Thiene, in the first half of the 40s, was the concrete occasion for entrusting Andrea Palladio. The palace was habitable in 1549, but the façade was completed three years later in 1552. Several autograph drawings by Palladio testify the complex design process, which included from the beginning the idea of two separate residential blocks, the first on the road and a second located near the back wall of the courtyard. In the “Quattro Libri!”, i.e. Four Books, the two blocks are connected by a majestic courtyard with enormous Composite columns: it is clearly a reworking of the original idea for widespreading purposes. 15


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PALAZZO THIENE (1542)

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© Giorgio Marino

Nell’ottobre del 1542 Marcantonio e Adriano Thiene danno inizio alla ristrutturazione del quattrocentesco palazzo di famiglia, secondo un progetto grandioso che avrebbe occupato un intero isolato. Ricchi e potenti, i sofisticati fratelli Thiene hanno bisogno di un palcoscenico adeguato a frequentazioni cosmopolite e alla nobiltà dei propri ospiti. Al tempo stesso vogliono rimarcare il proprio ruolo in città con un palazzo principesco, segno di vera e propria potenza signorile. È molto probabile che l’ideazione di palazzo Thiene sia da attribuirsi al maturo ed esperto Giulio Romano e che il giovane Palladio sia piuttosto responsabile della progettazione esecutiva e della realizzazione dell’edificio, un ruolo essenziale, soprattutto dopo la morte di Giulio Romano nel 1546. Il cantiere dell’edificio ha inizio nel 1542, ma i lavori procedono a rilento. Sul prospetto esterno è incisa la data 1556 e sul cortile la data 1558. Del grandioso progetto fu quindi realizzato solo una minima porzione.

Indirizzo: Contrà Porti tel. (+039) 0444.339216 0444.339519 Informazioni

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In October of 1542 Marcantonio and Adriano Thiene began the restructuring of the fifteenth century family mansion, according to a grandiose project that would have occupied up an entire block. Rich and powerful, the sophisticated Thiene brothers needed a proper stage for their cosmopolitan acquaintances and noble guests. At the same time they were aimed at giving prominence to their role in the town with a princely palace, as a sign of real aristocratic power. It is very probable that the conception of Palazzo Thiene is to be attributed to the mature and experienced Giulio Romano, whereas the young Palladio was on the other hand responsible for the final design and construction of the building, a crucial task, especially after the death Giulio in 1546. The construction of the building was started in 1542. The work proceeded slowly: on the external façade an inscription dates back to 1556, while the one in courtyard to 1558. Of the stately project only a small portion was realized.

Visite guidate riservato agli studenti delle scuole primarie e secondarie di I° e II° grado. Prenotazione gruppi: 0444.544341 almeno 15 gg prima del giorno prescelto.


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LOGGIA DEL CAPITANIO (1565)

© Ruggero Acqua

Il progetto per la sede del Capitanio, rappresentante del potere politico della Serenissima, venne affidato nel 1570 a Palladio che per la prima volta si cimenta con un monumento di natura politica. La Loggia palladiana sostituisce un’analoga struttura esistente sin dal Medioevo costituita da una loggia pubblica coperta al piano terreno e un salone per le udienze al piano superiore. I lavori cominciano nel 1571. Palladio fornisce gli ultimi disegni per le sagome delle modanature nel marzo del 1572 e per la fine dell’anno è realizzata la copertura della fabbrica, tanto che Giannantonio Fasolo può dipingere i lacunari del salone e Lorenzo Rubini realizzare gli stucchi e le statue. Palladio progetta in modo radicalmente diverso la facciata sulla piazza e quella su contra’ del Monte, per dare la risposta adeguata a due situazioni differenti. L’ampia visuale frontale dalla piazza impone lo slancio potente della dimensione verticale delle colonne giganti; le ridotte dimensioni della visuale, sia del fianco dell’edificio sia di contrà del Monte, obbligano a un ordine più misurato.

The project for the headquarters of the Capitanio, representing the political power of the Serenissima, was commissioned to Palladio in 1570 who for the first time is entrusted with a political monument. The Palladian Loggia has replaced a similar existing structure since the Middle Ages: an indoor public loggia on the ground floor and a hall for the hearings on the upper floor. The work was begun in 1571, Palladio provided the latest designs for trim bars in the March of 1572 and within the end of the year the flooring coverage was implemented, so that Giannantonio Fasolo could paint the lacunars of the audience hall and Lorenzo Rubini carried out frescoes and statues. Palladio designed the façade overlooking the square and the one facing Contra ‘del Monte in a radically different way, so as to give adequate response to two different issues: the wide front view from the square needed a powerful thrust in the vertical dimension by means of giant columns ; the small size of both the side of the building and Contra ‘del Monte required a more measured canon.

Sul lato destro dell’edificio, quello che si affaccia su contrà del Monte, venne realizzato un arco di trionfo celebrativo in ricordo della battaglia di Lepanto del 7 ottobre 1571, quando una flotta Informazioni

di 208 navi armata dal re di Spagna Filippo II e guidata dai veneziani Sebastiano Venier e Agostino Barbarigo, sconfisse in un terribile scontro le 290 navi dell’esercito turco.

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BASILICA PALLADIANA (1546)

© Giorgio Marino

Conosciuta anche come Palazzo della Regione, la Basilica è il monumento simbolo della città di Vicenza e nel 2014 le è stato conferito il riconoscimento di Monumento nazionale. Esso ingloba i preesistenti edifici gotici del ‘400 con un doppio ordine di logge scandite da archi e colonne, mentre una volta a carena rovesciata in rame copre la fabbrica.

Also known as Palazzo della Ragione, the Basilica is the symbol of the City of Vicenza and in 2015 it was acknowledged as National Monument. It incorporates the preexisting Gothic buildings of the fifteenth century with a double row of loggias featured by archways and columns, while the overturned keel of the vault covers the floor.

Breve storia. Nel 1546 il Consiglio cittadino approva il progetto di Palladio per le logge del palazzo della Ragione. La soluzione proposta è una struttura per così dire elastica, in grado di tener conto dei necessari allineamenti con le aperture e i varchi del preesistente palazzo quattrocentesco. Il sistema si basa sull’iterazione della così detta “serliana”, vale a dire una struttura composta da un arco a luce costante affiancato da due aperture laterali rettangolari, di larghezza variabile e quindi in grado di assorbire le differenze di ampiezza delle campate. Il funzionamento “elastico” è evidente nelle arcate angolari, dove le aperture architravate sono ridotte quasi a zero. Con una certa enfasi retorica, lo stesso Palladio stesso definisce “basilica” il palazzo della Ragione circondato dalle nuove logge in pietra, in omaggio alle strutture della Roma antica dove si discuteva di politica e si trattavano affari. Il cantiere procederà a rilento. Il primo ordine di arcate settentrionali e occidentali sarà concluso nel 1561, il secondo livello, avviato nel 1564, sarà completato nel 1597, il prospetto su piazza delle Erbe nel 1614.

Brief history. In 1546 the City Council approved the draft by Palladio for the loggias of Palazzo della Ragione. The proposed solution is a structure so to say elastic, suitable for taking into account the necessary alignment with the openings and the gates of the former fifteenth century building. The architecture is based on the iteration of the so-called “Serlian window”, i.e. a structure consisting of a constant light arch adjacent to two rectangular side openings of variable width and hence suitable to absorb the differences in amplitude of the spans: the structure is evident with regard to angular arches, where the architraved openings are almost reduced to zero. With a certain rhetorical emphasis, the same Palladio describes Palazzo della Ragione with the term “basilica”, surrounded by new stone loggias, as a tribute to the structures of ancient Rome where political and commercial issues were discussed. The works at the construction site, will proceed at a slow pace: the first order of northern and western arches will be achieved in 1561, the second level, started in 1564, will be completed in 1597, the façade overlooking Piazza delle Erbe in 1614.

Informazioni L’interno della Basilica Palladiana è adibita per ospitare grandi mostre ed eventi culturali. Vista panoramica dalla terrazza “City Rooftop”, location ideale per matrimoni, eventi, feste.

Informations The interior of the Basilica Palladiana is used to host major exhibitions and cultural events. Panoramic view from “City Rooftop”, ideal for weddings location

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Eventi e mostre

Events and exhibitions

City Rooftop


DISCOVERDESIGN

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MUSEO DEL GIOIELLO

© RIccardo Contarin

Il Museo del Gioiello è uno dei pochi al mondo dedicato esclusivamente all’arte orafa e alla gioielleria, settore in cui gli artigiani e i maestri orafi vicentini hanno raggiunto nei decenni scorsi livelli eccelsi di qualità e fantasia. Nelle nove sale tematiche del Museo, collocato all’interno della Basilica, Vicenza “Città dell’Oro” conserva circa 400 opere di splendida manifattura, antica e contemporanea e offre al visitatore una originale ed esclusiva esperienza estetica che si arricchisce di spunti culturali stimolanti in occasione delle mostre temporanee. Al piano terreno il bookshop è il punto di riferimento culturale che raccoglie testi nazionali e internazionali sul design orafo.

The Museo del Gioiello (Jewellery Museum) is one of the few museums in the world dedicated exclusively to goldsmithing and jewellery, a sector in which the craftsmen and master goldsmiths from Vicenza have reached sublime levels of quality and fantasy over the decades. In the nine theme halls of the Museum, located on the ground floor of the Basilica, Vicenza “Città dell’Oro” (City of Gold) preserves around 400 splendidly made ancient and contemporary works, and offers visitors an original and exclusive aesthetic experience that is enriched with stimulating cultural sparks during the temporary exhibitions. The bookshop, on the ground floor, is a cultural reference point that holds national and international texts on goldsmithing design.

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PALAZZO CHIERICATI (1550)

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© Ruggero Acqua

© Tiziano Casanova

Nel novembre del 1550, Girolamo Chiericati registra nel proprio “libro dei conti” un pagamento a favore di Palladio per i progetti del proprio palazzo in città, tracciati all’inizio dell’anno. Il cantiere prende avvio nel 1551, per arrestarsi nel 1557, alla morte di Girolamo, il cui figlio Valerio si limita a decorare gli ambienti interni, coinvolgendo una straordinaria équipe di artisti: Ridolfi, Zelotti, Fasolo, Forbicini e Battista Franco. Per più di un secolo palazzo Chiericati rimane un maestoso frammento interrotto a metà della quarta campata. Solo alla fine del Seicento sarà completato secondo la tavola dei Quattro Libri. La straordinaria novità costituita da palazzo Chiericati nel panorama delle residenze urbane rinascimentali deve moltissimo alla capacità palladiana di interpretare il luogo in cui sorge: un grande spazio aperto ai margini della città, davanti al fiume, contesto che lo rende un edificio ambiguo, nel contempo palazzo e villa suburbana. Dal 1855 è sede della Pinacoteca del Museo Civico.

In November 1550, Girolamo Chiericati recorded a payment to Palladio in his “accounting book” for the design of his own palace in the city, drafted at the beginning of the year. The site was started in 1551, but then stopped in 1557, due to the death of Girolamo, whose son Valerio merely decorated the interiors, involving an extraordinary team of artists: Ridolfi, Zelotti, Fasolo, Forbicini and Battista Franco. For more than a century Palazzo Chiericati remained a majestic unfinished, work of art, interrupted in the middle of the construction of the fourth span. Only at the end of the seventeenth century it will be completed according to the tavola dei Quattro Libri (i.e. Four Books’ architecture board). The extraordinary innovation represented by Palazzo Chiericati in the world of Renaissance urban residences owes a great deal to Palladio’s ability to exploit the place where it stands: a large open area on the outskirts of town, facing the river, a context which renders it an ambiguous building, as palace and suburban villa as well. Since 1855 it is the seat of the Pinacoteca del Museo Civico

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DISCOVERART

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PINACOTECA PALAZZO CHIERICATI

© Saverio Bortolamei

Il 18 Agosto 1855 il Museo Civico di Vicenza viene inaugurato all’interno del prestigioso palazzo palladiano della nobile famiglia Chiericati acquistato dal Comune dagli eredi nel 1838. Per un secolo il Museo si configura come una raccolta di documenti, reperti, opere strettamente legate al contesto storico-artistico della città, ma nel corso del Novecento, con l’affermazione di nuove concezioni museali inerenti la specializzazione disciplinare, il Museo diventa essenzialmente Pinacoteca. Nella collezione Ottocentesca figurano i capisaldi della cultura pittorica vicentina e veneta a cavallo del XV e XV sec.: Montagna, Buonconsiglio, Fogolino, Speranza, Cima da Conegliano, le cui opere costituiscono il nucleo più omogeneo e importante della Pinacoteca e del rinascimento vicentino. A questo primo gruppo di opere seguono importanti lasciti di dipinti di artisti importanti, tra cui Carpioni, Giordano, Tiepolo, Jacopo Bassano e Maffei. Il recente restauro ha reso idoneo il piano interrato ad ospitare eventi e mostre di arte e fotografia contemporanea.

On August 18, 1855 the Museo Civico di Vicenza (i.e. Vicenza Civic Museum) was inaugurated in the prestigious Palladian mansion of the noble family Chiericati, purchased from the Municipality in 1838 by the heirs. For a century, the museum hosted a collection of documents, finds, workpieces closely related to the historical and artistic context of the town, but during the twentieth century, with the emergence of new museum conceptions linked to subject area specialization the Museum became essentially a Picture Gallery. The nineteenth-century collection included the cornerstones of Vicenza and Venetian pictorial culture at the turn of XV and XV century: Montagna, Buonconsiglio, Fogolino, Speranza, Cima da Conegliano, whose artistic works are the most important and homogenous core of the Picture Gallery. This first group of works was followed by significant legacies of paintings by major artists, including Carpioni, Giordano, Tiepolo, Jacopo Bassano and Maffei. The recent restoration has rendered the basement floor suitable to host events and exhibitions of contemporary art and photography.

Indirizzo: Piazza Matteotti tel. (+039) 0444.222811 museocivico@comune.vicenza.it Informazioni

Orari: da settembre a giugno mart - dom 9,00 - 17,00 luglio e agosto mart - dom 10,00 - 14,00 chiuso lunedì, 25 dicembre

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TEATRO OLIMPICO (1580)

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© Riccardo Contarin

Nel 1580 l’Accademia Olimpica dà inizio al cantiere di un teatro, su progetto del proprio accademico Andrea Palladio. Ma nell’agosto dello stesso anno l’architetto muore senza poter vedere la fine dei lavori. Dopo la morte di Palladio è Vincenzo Scamozzi a intervenire sul teatro, inserendo oltre la scena le scenografie allestite per la rappresentazione inaugurale del 1585, le Sette vie di Tebe, destinate a diventare parte integrante dell’edificio. Il progetto palladiano ricostruisce il teatro dei romani con precisione archeologica, fondata sullo studio accurato del testo di Vitruvio e delle rovine del teatro Berga, ancora ben visibili in quel periodo. In ciò costituisce una sorta di testamento spirituale del grande architetto vicentino. Con l’Olimpico rinasce il teatro degli Antichi, e nel farlo Palladio raggiunge una consonanza assoluta con il linguaggio della grande architettura classica, di cui per una vita aveva cercato di ritrovare le leggi della segreta armonia.

In 1580 the Accademia Olimpica began the construction of a theater, on the basis of the project of its academic Andrea Palladio. But in August of that year the architect died without witnessing the completion of work. After Palladio, Vincenzo Scamozzi devoted himself to the implementation of the theater, inserting beyond the proscenium the set design prepared for the inaugural representation of 1585, “Le Sette vie di Tebe, i.e. The Seven streets of Thebes, destined to become an integral part of the building. The Palladian design reconstructed the Roman theater with archaeological precision, based on the careful study of the text by Vitruvius and the ruins of ancient theatrical plexuses. In this perspective it is a sort of spiritual legacy of the great architect from Vicenza. With the Olimpico the theater of the Ancients was reborn, and by this way Palladio attained an absolute consonance with the canons of the great classical architecture, of which for a lifetime he had tried to rediscover the laws of secret harmony.

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Indirizzo: Piazza Matteotti tel. (+039) 0444.2228000 chiusura settimanale: lunedì

Orari:da settembre a giugno mart - dom 9,00 - 17,00 luglio e agosto mart - dom 10,00 - 18,00

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Soundtouring

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DISCOVERTRADITIONS

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SPETTACOLI CLASSICI

Calendario Spettacoli

Calendario Eventi e Mostre

Settimane musicali

Orchestra O.T.O.

Coro e Orchetra di Vicenza

© Angelo Nicoletti

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PALAZZO VALMARANA (1565)

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La medaglia di fondazione porta incisa la data 1566 e il profilo di Isabella Nogarola Valmarana, ed è quest’ultima a firmare i contratti per la costruzione coi muratori nel dicembre del 1565. La facciata di palazzo Valmarana è una delle realizzazioni palladiane più sofisticate. Per la prima volta in un palazzo, un ordine gigante abbraccia l’intero sviluppo verticale dell’edificio. Si tratta evidentemente di una soluzione che prende origine dalle sperimentazioni palladiane sui prospetti di edifici religiosi, come nella contemporanea facciata di San Francesco della Vigna. Come nella chiesa, anche sulla facciata di palazzo Valmarana appare evidente la stratificazione di due sistemi: l’ordine gigante delle sei paraste composite sembra sovrapporsi all’ordine minore di paraste corinzie, in modo tanto più evidente ai margini dove la mancanza della parasta finale rivela il sistema sottostante, che sostiene il bassorilievo di un armato che regge le insegne Valmarana. The foundation medal was engraved with the date of 1566 and Isabella Nogarola Valmarana’s effigy, being the latter to sign the contracts for the construction with the builders for the construction in December 1565. Valmarana mansion facade is one of the most elegant Palladian achievements. For the first time in a palace, a giant order encompasses the entire vertical perspective of the building: this is clearly a solution that stems from Palladio trials on the facades of religious buildings, such as the almost contemporary façade by San Francesco della Vigna. As in the church, even on the Valmarana mansion facade there is a clear layering of two systems: the giant order of six composite pilasters seems to overlap on a minor order of Corinthian pilasters, in a way that becomes more evident at the edges, whereas the lack of the final pillar reveals the underlying setting, which supports the relief of armed man holding the insignia of Valmarana. © Giorgio Marino

Indirizzo: Corso Fogazzaro, 16 (+39) 347.7204658 Orari visite su prenotazione Informazioni

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da Settembre a Maggio dal Lunedí al Venerdí dalle ore 10 alle 13 . Visite gruppi su prenotazione: info@palazzovalmaranabraga.it


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CASA COGOLLO (1559)

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Nota come “casa del Palladio” l’edificio non ha nulla a che spartire con l’abitazione del maestro vicentino. In realtà, la ristrutturazione della facciata della propria casa quattrocentesca è imposta dal Maggior Consiglio al notaio Pietro Cogollo come contributo al “decoro della città”, vincolante la positiva accettazione della sua richiesta di conseguire la cittadinanza vicentina. I vincoli posti da uno spazio angusto e dalla impossibilità di aprire finestre al centro del piano nobile per la presenza di un camino, spingono Palladio a porre l’enfasi sull’asse della facciata, realizzando una struttura costituita a piano terra da un’arcata affiancata da semicolonne e al piano superiore da una sorta di tabernacolo che incorniciava un affresco di Fasolo. L’esito è una composizione di grande forza monumentale ed espressiva, pur nella semplicità dei mezzi a disposizione Known as the “home of Palladio”, the building has indeed nothing to do with the home of the master artist from Vicenza. In fact, the renovation of the facade concerning his fifteenth century mansion was commissioned by the Maggior Consiglio to the notary Pietro Cogollo as a contribution to the “decorum of the town”, upon positive acceptance of his request to obtain the Vicentine citizenship. The constraints resulting from a cramped space and the inability to open the windows in the middle of the main floor because of the presence of a fireplace (and its chimney) rod guide Palladio to focus on the facade axis, creating a structure consisting of a ground floor arcade complemented by columns and on the upper floor of a sort of tabernacle framing a fresco by Giovanni Antonio Fasolo. The result is a composition of great monumental and expressive force, despite the simplicity of the available means.

© Carmen Menguzzato

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PALAZZO PORTO BREGANZE (1571)

© Ruggero Acqua

L’impressionante sezione di palazzo che fa da quinta scenografica alla piazza del Castello è l’evidente testimonianza dell’esito sfortunato di un cantiere palladiano. Alla sinistra del frammento è chiaramente visibile la vecchia casa quattrocentesca della famiglia Porto, destinata ad essere progressivamente demolita con l’avanzare del cantiere del nuovo palazzo. Visti gli esiti, non si può che apprezzare la lungimirante prudenza del committente, Alessandro Porto. La datazione è incerta, ma senz’altro posteriore al 1570. Il palazzo avrebbe dovuto svilupparsi in sette campate e avere un cortile concluso ad esedra, come prova un’analisi delle murature superstiti e la posizione stessa del palazzo, fondale della piazza, a rendere necessaria un’accentuata monumentalità, in grado di dominare il grande spazio aperto. Non è chiara la ragione del blocco del cantiere. Vincenzo Scamozzi dichiara nel 1615 di aver portato personalmente alla attuale, parziale conclusione.

The impressive mansion section that serves as scenic backdrop for the Castle Square is the obvious evidence of the unfortunate outcome of a Palladian building site. On the left of the unit the old fifteenth century house of the Porto family, which was destined to be gradually demolished with the progress of the new mansion construction site, is clearly visible: given the results, one can not but appreciate the far-sighted prudence of the patron, Alessandro Porto. The date is uncertain, but surely next to 1570, the same location of the building, backdrop of the square, necessitates a marked monumentality suited to dominate the large open area. In all probability the building should have been developed consisting of seven bays and be complemented by a courtyard with an exedra shape final part, as highlighted by an analysis of the remaining walls. The reason for the interruption of the work at the construction site, considering that Vincenzo Scamozzi declared in 1615 that he personally led to the current, partial conclusion, it is not clear.

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PALAZZO BONIN LONGARE (1572)

© Giorgio Marino

Sulla storia del palazzo che Francesco Thiene fece realizzare sulle proprietà di famiglia all’estremità occidentale della Strada Maggiore (l’attuale corso Palladio) presso il Castello sussistono più dubbi che certezze, a partire dalla data esatta della costruzione. Alla morte di Palladio l’edificio non è ancora realizzato. Da un documento del 1586 risulta quanto meno iniziato il cantiere e sicuramente nel 1593, alla morte del committente Francesco Thiene, il palazzo è costruito per almeno un terzo. Enea Thiene, che eredita i beni di suo zio Francesco, porta a conclusione la fabbrica, probabilmente entro il primo decennio del Seicento. Il palazzo sarà acquistato nel 1835 da Lelio Bonin Longare. Nel suo trattato L’idea della architettura universale (edito a Venezia nel 1615), Vincenzo Scamozzi scrive di aver portato a compimento il cantiere dell’edificio sulla base di un progetto altrui (senza specificare di chi si tratti) con qualche variazione rispetto all’originale (di cui non chiarisce l’entità).

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Cappella Valmarana (1576)

About the history of the building, which Francesco Thiene built on his family property in the western end of Strada Maggiore (the current Corso Palladio) at the Castle, there are more doubts than certainties, starting from the exact date of the construction. Upon the death of Palladio, the building was not yet realized. On the base of a document drafted in 1586 the construction resulted at least begun and certainly in 1593, upon the death of the patron Francesco Thiene, the mansion was completed for at least a third. Enea Thiene, who inherited the estate of his uncle Francesco, led to the completion of the work, probably within the first decade of the seventeenth century. The palace was acquired by Lelio Bonin Longare in 1835. In his treatise L’idea della Architettura Universale, i.e. The Idea of Universal Architecture (published in Venice in 1615), Vincenzo Scamozzi wrote that he had brought to fulfilment the building construction on the basis of the design drawn by someone else (without specifying who he is) with some revisions to the original (without explaining the relevant scope)

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Portale Chiesa dei Servi (1531)

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Portale laterale Cattedrale (1564) 27


DISCOVERART

AUDIO GUIDA/SOUNDTOURING for Smarthphone

AUDIO GUIDA DIGITALE soundtouring for smarphone

Italiano - English - Espanol Deutsch- Francais L’audio guida digitale offre una suggestiva presentazione dei capolavori palladiani e delle opere di maggior rilievo artistico e storico. Seguite il numero nel simbolo e il codice QR corrispondente The digital audio guide offers a suggestive presentation of Palladio’s works of art and the most important artistic and historical works. Follow the symbol number and the corresponding QR code.

1 LUOGHI DI ASCOLTO GUIDE/ LISTENING GUIDE PLACES 1. Teatro Olimpico: nella corte / In the court 2. Teatro Olimpico: nell’ Odeo/ in the Odeon 3. Teatro Olimpico: all’interno/ inside 4. Palazzo Chiericati 5. Casa Cogollo 6. Tempio S. Corona 7. Altare Garzadori 8. Palazzo Leoni Montanari 9. Palazzo Thiene 10. Contrà Porti 11. Piazza Duomo 12. Piazza Castello 13. Piazza dei Signori

© Arch. Romano Concato BAsilica di Monte Berico: statua di S. Vincenzo con il “gioiello di Vicenza”

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ITINERARIO STORICO - ARTISTICO Secondo Giorno/ Second Day

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DISCOVER ART 1. Pinacoteca Chiericati 2. Tempio S. Corona 3. Tempio S. Lorenzo 4. Gallerie Pallazzo Leoni Montanari 5. Collezioni Palazzo Thiene 6. Museo del Gioiello

DISCOVER HISTORY 1. Teatro Berga 2. Area Archelogica romana 3. Museo naturalistico archeologico 4. Mura di cinta e torrione 5. Museo Diocesano 6. Cattedrale S. Maria Annunciata

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ENJOY TRADITIONS - Spettacoli Olimpici - La festa della Rua - Il Gioiello di Vicenza - La tradizione del Baccalà - La festa del Baccalà - Il ponte degli Alpini

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DISCOVER ART

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Palladio

© Giorgio Marino

Biglietti prenotazioni

Entrance Tickets



DISCOVERART

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PINACOTECA PALAZZO CHIERICATI Dal 1404 nasce una Vicenza ricca e sicura di sé, risoluta anche nell’affermazione della propria immagine urbana all’interno dello Stato veneziano, a cui lavorano grandi maestri come Buonconsiglio e Bartolomeo Montagna. Già un secolo prima dell’avvento del genio di Palladio, capace di donare alla città un aspetto sempre più antico, romano e vitruviano, ispirato dai resti ancora ben visibili del teatro Berga, Vicenza fu epicentro del rinascimento artistico-umanistico veneto che ebbe grande influenza sulle opere di grandi artisti come Veronese, Bellini, Lotto e Durer. Negli anni che vanno dal 1480 al 1520 la pittura vicentina conobbe esiti straordinari e inattesi, che ebbero la loro più alta espressione nelle monumentali pale d’altare della chiesa di San Bartolomeo, attualmente conservate nella Pinacoteca civica. Questi grandiosi dipinti, insieme ad alcune altre preziose opere d’arte, riuscirono miracolosamente a salvarsi dopo che la chiesa e il convento ad essa annesso furono manomessi tra il Settecento e l’Ottocento, trasformati in strutture ospedaliere e poi rasi al suolo nel 1838. Si tratta di veri e propri capolavori realizzati da quegli artisti - Bartolomeo Montagna, Giovanni Bonconsiglio, Giovanni Speranza de’Vajenti, Giambattista Cima da Conegliano e Marcello Fogolino - che divennero protagonisti della pittura rinascimentale vicentina, inaugurata dallo stesso Montagna. In the years between 1480 and 1520 there were extraordinary and unexpected developments in painting in Vicenza, reaching their highest expression in the monumental altar pieces of the church of San Bartolomeo, now housed in the Civic Art Gallery. These grandiose paintings, along with a few other precious works of art, were miraculously saved after the church and the adjoining convent were violated between the eighteenth and the nineteenth century, transformed into hospitals, then razed to the ground in 1838. They are real masterpieces by the same artists – Bartolomeo Montagna, Giovanni Bonconsiglio, Giovanni Speranza de’ Vajenti, Giambattista Cima da Conegliano and Marcello Fogolino – who were to become the prominent figures of Renaissance painting in Vicenza, inaugurated by Montagna himself.

Bartolomeo Montagna

Bartolomeo Montagna 34

Bartolomeo Montagna

Paolo Caliari - Veronese

Percorso espositivo

Exhibition Route


SALE ESPOSITIVE

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TEMPIO S.CORONA La chiesa, di fondazione domenicana, fu iniziata nel 1261 per accogliervi la reliquia della sacra spina, donata da Luigi IX, re di Francia, al vescovo di Vicenza, Beato Bartolomeo da Breganze. L’interno gotico, con presbiterio realizzato da Lorenzo da Bologna nella seconda metà del XV secolo, ospita numerose e importanti opere pittoriche e scultoree. Tra queste, il capolavoro di Giovanni Bellini “Il Battesimo di Cristo”, collocato sull’altare Garzadori, opera attribuita a Rocco da Vicenza e l’”Adorazione dei Magi” di Paolo Veronese. Inoltre la “Madonna delle stelle” di Lorenzo Veneziano e Marcello Fogolino, la grande pala della “Maddalena e Santi” di Bartolomeo Montagna, la “Madonna con Bambino e Santi” di Giambattista Pittoni. Nell’abside della chiesa, il notevole coro ligneo, intagliato e intarsiato, opera di Pier Antonio dell’Abate. Tra le decorazioni più antiche, gli affreschi di Michelino da Besozzo della Cappella Thiene, dei primi anni del Quattrocento, importante testimonianza del più aggiornato gotico internazionale. La chiesa di Santa Corona è dotata di una guida digitale gratuita, accessibile attraverso smartphone e tablet, sia in italiano sia in inglese. È sufficiente inquadrare il codice QR posto all’ingresso della chiesa con un’app per la loro lettura, oppure scaricare l’app della guida digitale su Apple store o Play store, oppure collegarsi al sito http://www.chiesadisantacorona.vicenza.it/. The Dominican church was built in 1261 to house the relic of the Holy Thorn donated by Louis IX, king of France, to the bishop of Vicenza, the Blessed Bartolomeo da Breganze. The Gothic interior, with chancel by Lorenzo da Bologna from the second half of the fifteenth century, houses many important paintings and sculptural works. These include Giovanni Bellini’s masterpiece “The Baptism of Christ”, in the Garzadori altar, attributed to Rocco da Vicenza, and the “Adoration of the Magi” by Paolo Veronese. There is also a “Madonna of the Stars”, by Lorenzo Veneziano and Marcello Fogolino, a “Magdalen and Saints” by Bartolomeo Montagna and a “Virgin, Child and Saints” by Giambattista Pittoni. The apse is furnished with a fine wooden choir, carved and inlaid by Pier Antonio dell’Abate. The frescoes by Michelino da Besozzo in the Thiene Chapel are among the earliest decorations, dating from the early fifteenth century and offering a mature example of the International Gothic style.

© Giuseppe Pettinà

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DIGITAL GUIDE The Church of Santa Corona is equipped with a free digital guide, accessible through smartphones and tablets, in both Italian and English. Scan the QR code at the entrance with an appropriete app, or download the guide from the Apple store or Play store, or visit the website http://www.chiesadisantacorona.vicenza.it/


ALTARE GARZADORI La storia dell’altare inizia nella Vicenza del 1400. La città era una delle capitali dell’industria tessile. Molte famiglie della città si arricchirono svolgendo mansioni legate allo sviluppo della seta, della lana e di tutte quelle materie prime destinate a diventare capi di abbigliamento e non solo. Una delle famiglie più importanti fu quella dei Garzatores. Questi, erano così chiamati perché addetti alla cardatura della lana. La loro attività consisteva nel separare e raddrizzare il vello della pecora usando delle spazzole, in modo che questa potesse trasformarsi in fibre o filo per fabbricare poi la maglia. Uno degli esponenti di maggior rilievo di questa famiglia era Battista Graziani detto “Il Grazadori”, un uomo di una certa cultura che ricopriva varie mansioni e cariche di rilevo all’interno della città. Il Garzadori, sul finire del secolo, compì un viaggio in Terra Santa e quando giunse sulle rive del fiume Giordano, fiume che ha visto il battesimo di Cristo, fece voto di offrire un altare al suo Santo eponimo “San Giovanni Battista” nell’atto di benedire Gesù, se fosse tornato salvo in patria. Il 26 novembre del 1500, per tenere fede al voto, domandò al priore di Santa Corona di Vicenza di poter erigere all’interno della chiesa un altare come promesso.Questo altare è ancora visibile oggi, così come venne realizzato tra il 1501 e il 1502 nella quinta cappella di sinistra. La cornice lapidea che circonda il dipinto venne realizzata da Tommaso da Lugano, Bernardo da Como con, con apporti di Rocco da Vicenza, e racconta il viaggio che intraprese il Garzadori in Terra Santa sia nelle forme, con i suoi basso rilievi, che nella sostanza, con i marmi policromi. Per la sua realizzazione vennero portati marmi dalla Palestina e dalla Grecia, e da tutti quei luoghi visitati dal mecenate durante il suo lungo viaggio. I bassorilievi, in essa rappresentati, raccontano la vittoria del cristianesimo sul paganesimo con tritoni, sirene, centauri e altri Dei pagani. La lettura della composizione nel suo insieme, cornice e dipinto, va dall’alto verso il basso. Nel punto più alto, a 14 metri di altezza, è presente la statua del Cristo risorto.Subito sotto nel basso rilevo è presente la figura della Madonna che allatta il bambino Gesù. Il dipinto di Giovanni Bellini è formato dalla figura di Dio Padre circondato da cherubini, con lo Spirito Santo rappresentato da una candida colomba. In asse con questa raffigurazione e al di sotto di essa c’è la mano di Giovanni Battista nell’atto di benedire e la figura di Cristo che guarda l’osservatore. Sulla sinistra sono presenti tre figure femminili che rappresentano rispettivamente: Fede Speranza e Carità.A coronamento del dipinto, sullo sfondo, c’è lo splendido paesaggio collinare veneto con i castelli e le strade sinuose. Il dipinto, realizzato dal Bellini all’età di 65 anni, fu di fondamentale importanza per artisti del calibro di Giorgione, Tiziano e altri ricchi di talento negli anni a seguire. (arch. Romano Concato)

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DISCOVERART

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TEMPIO S.LORENZO

© Cristiano Spolverato

Iniziata nel 1280, il tempio francescano e uno dei più importanti esempi di architettura veneta capace di fondere elementi cistercensi e romanici. La bella facciata a capanna presenta il registro superiore caratterizzato da un grande rosone centrale, archetti e oculi tondi in pietra bianca e cotto. Quello inferiore, con alte e profonde arcate gotiche a ogiva è invece dominato dal grande protiro aggettante con fasci di colonne, leoni stilofori, e la preziosa decorazione scultorea di Andriolo de’ Santi e bottega (1342-44). L’interno, diviso in tre navate con volte a crociera costolonate impostate su enormi pilastri, si conclude in altrettante absidi. La ricca decorazione offre opere che vanno dal ‘300 al ‘600, tra cui la Decollazione di san Paolo attribuita a Bartolomeo Montagna e il rilevante Altare dei Pojana. Sull’altare maggiore un tempo si trovava la Dormitio Viriginis di Paolo Veneziano che si trova ora alla Pinacoteca di Palazzo Chiericati.

Informazioni

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Portale

Altare Pojana

Started in 1280, the Franciscan temple is one of the most important examples of Veneto architecture that merges Cistercian and Romanic elements. The beautiful gabled façade presents a large central wheel window, arches and round oculi edged by white stone and fired brick. The lower section of the building, that presents deep pointed arches of gothic style, is instead dominated by the large jutting prothyrum with columns being supported by lions, and the precious sculpted decoration of Andriolo de’ Santi and workshop (1342-44). The interior is divided into three naves, each one with ribbed vaults set on enormous pillars and ending with an apse. The rich decoration offers works that date from the 14th to the 17th century, among which the Beheading of St. Paul, attributed to Bartolomeo Montagna, and the significant Pojana Altar. The Dormitio Viriginis by Paolo Veneziano once use to sit on the high altar, but can now be found in the Art Gallery in Palazzo Chiericati.


GALLERIE PALAZZO LEONI MONTANARI

DISCOVERART

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COLLEZIONI PALAZZO THIENE

Unica residenza vicentina in stile barocco, il Palazzo venne costruito nel 1687 per soddisfare l’esigenza della famiglia Leoni Montanari di promuoversi socialmente all’interno della nobiltà vicentina. La famiglia si era infatti guadagnata nel corso della seconda metà del Seicento una solida posizione nella produzione e commercio dei tessuti e la costruzione dell’edificio serviva da testimonianza alle proprie ambizioni di emancipazione sociale. Il Palazzo, caratterizzato per le eccezionali decorazioni dei suoi stucchi, affreschi e sculture ispirate alla poetica del meraviglioso, è sede delle Gallerie D’Italia, polo museale e culturale della Banca Intesa S. Paolo. Vi sono esposte tre pregevoli raccolte di arte antica: la più importante collezione di icone russe conservate in Occidente, una collezione di pitture del Settecento e una collezione di vasi attici e magnogreci.

Il palazzo contiene un ricca collezione di dipinti, sculture, ceramiche, monete e stampe di grandissimo valore storico e artistico. La pinacoteca raccoglie dipinti dal XV al XIX di grandi maestri veneti, da Bartolomeo Montagna a Jacopo Bassano, Jacopo Robusti detto il Tintoretto, Giulio Carpioni, Tiepolo. E’ presente una preziosa e suggestiva esposizione permanente composta di oltre 150 piatti popolari veneti dell’Ottocento, testimonianza altissima dell’estro e della verve creativa dei tanti anonimi, autentici artisti vicentini, quali furono i decoratori, pittori e disegnatori della ceramica popolare. Di grande pregio la raccolta di Oselle veneziane. Le monete furono coniate dai Dogi ininterrottamente dal 1521 fino alla caduta della Serenissima, che include rarissimi esemplari di Oselle doppie ed Oselle d’oro. Palazzo Thiene ospita inoltre un prezioso nucleo di trecento incisioni settecentesche uscite dai torchi della celebre stamperia dei Remondini di Bassano.

The only Vicenza residence in Baroque style, the Palazzo was built in 1687 to satisfy the Leoni Montanari family, which requested a residence that would boost its social advancement in the Vicenza nobility. The family, during the second half of the 17th century, did in fact reach a solid position in the production and sale of fabrics, and the building served as proof of their ambitions for social emancipation. The Palazzo, characterised by its exceptional stuccoes, frescoes and sculptures inspired by fantasy poetics, is home of the Galleria d’Italia (Italian Gallery), a museum and culture pole of Banca Intesa S. Paolo. It presents three prestigious ancient art collections: the most important collection of Russian icons held in the West, a collection of 17th century paintings, and a collection of vases of Attica and Magna Graecia.

The building holds a rich collection of paintings, sculptures, pottery, coins and prints of great historical and artistic value. The art gallery contains paintings from the 15th to the 19th century by great Veneto masters: Bartolomeo Montagna, Jacopo Bassano, Jacopo Robusti (known as Tintoretto), Giulio Carpioni, Tiepolo. There is a precious and suggestive permanent exhibition which includes more than 150 popular Veneto plates from the 19th century, certain proof of the flair and creative verve of the many anonymous, authentic Vicenza artists who decorated, painted and designed the pottery of the people. The collection of Venetian coins is extremely prestigious. Called Oselle, they were minted by the Doges uninterruptedly from 1521 until when the Serenissima fell. The collection includes extremely rare examples of Oselle doppie (double oselle) and Oselle d’oro (golden Oselle). Palazzo Thiene also contains a precious nucleus of three hundred etchings from the 18th century that came from the presses of the famous Remondini print house in Bassano.

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Collezioni

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Collezioni

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Dalla Torre Bissara di Piazza dei Signori DISCOVER HISTORY

© Arch. Romano Concato


DISCOVERHISTORY

VICENZA ROMANA

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La romanizzazione del Veneto fu un processo graduale, senza interventi militari. La città romana di Vicetia, come altre città del Veneto, si sviluppò pertanto senza soluzione di continuità sul preesistente nucleo urbano. In seguito alla concessione della cittadinanza di diritto romano alle comunità dell’Italia settentrionale nel 49 a.C., Vicenza divenne un municipium dotato di propri magistrati, di un territorio da gestire e di tutte le strutture pubbliche necessarie per la sua nuova funzione. L’edificio più importante, il teatro, è ancora riconoscibile nel tessuto urbano, grazie alle costruzioni di età posteriore che si sono impostate sulle sue rovine conservandone planimetria e parte delle murature. Gli elementi di decorazione architettonica e le statue appartenenti ad un ciclo celebrativo della famiglia imperiale giulio-claudia ne datano la principale fase costruttiva ai decenni centrali del I sec. d.C. Nel chiostro sono esposte iscrizioni funerarie, votive e pubbliche provenienti soprattutto da Vicenza e dal Vicentino, ma anche dal territorio padovano, veronese e atestino.Il grande mosaico figurato da piazza Biade, della fine del IV sec. d.C., presenta pannelli con scene di caccia eroica e di lotta di eroi contro animali inseriti in una fitta trama decorativa.

Età Romana

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Roman Age

Romanisation in the Veneto Region was a gradual process that did not involve the military. The Roman city of Vicetia, like other cities in Veneto, thus developed uninterrupted on the site of the existing urban nucleus. After communities in Northern Italy were granted citizenship in 49 B.C., Vicenza became a municipium with its own magistrates, a territory to manage and all the public structures it required for its new role. The most important building, the theatre, can still be recognised in today’s urban fabric, thanks to later constructions on the site of its ruins that have preserved its layout and part of the walls. Elements of architectonic decoration and statues belonging to a celebration cycle of the imperial family Julio-Claudia date its main building phase to the central decades of the 1st Century B.C. The cloister houses a collection of funeral, votive and public inscriptions, mainly from Vicenza and from the province of Vicenza, but also from the areas around Padua, Verona and Alto Adige. The large pictorial mosaic from Piazza Biade, late 4th Century A.D., features panels with scenes of heroic hunting and heroes fighting animals inserted into a busy decorative weave.


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LA RISCOPERTA DEL TEATRO BERGA

La prima pianta del teatro realizzata da Andrea Palladio

DISCOVER HISTORY

La ricostruzione 3D del Teatro dell’architetto Fabris basata sui disegni del Miglioranza

Il Teatro Berga era il teatro romano di Vicenza, la romana Vicetia, e sorgeva nell’omonimo quartiere del centro storico di Borgo Berga, in corrispondenza degli attuali edifici compresi tra contra’ Santi Apostoli, piazzetta San Giuseppe, contra’ Porton del Luzzo, piazzetta Gualdi, stradella Pozzetto e contra’ Lioy, con la cavea rivolta verso sud e la scena verso nord. Il teatro, edificato verso la fine del I secolo a.C., si trovava nell’area a sudest del centro cittadino edificata oltre il fiume Retrone e che era collegata con il centro tramite un ponte che sorgeva in corrispondenza dell’attuale ponte San Paolo. In età Claudia la scena fu arricchita di ulteriori statue di membri della classe imperiale. Il complesso del Teatro Berga, realizzato principalmente con la pietra estratta nelle cave di Costozza, era costituito da una parte meridionale, che includeva il teatro vero e proprio, e una vasta area porticata posta a nord (porticus post scaenam) di circa 70-80 metri. Il diametro esterno della cavea era pari a circa 82 metri. Si stima che il teatro potesse contenere oltre 5000 spettatori. La scena era ornata da statue in marmo, alcune delle quali sono state rinvenute nel corso di scavi e sono conservate nel museo archeologico-naturalistico di Santa Corona di Vicenza. Il teatro fu utilizzato per le rappresentazioni almeno fino al III secolo d.C.:. Dopo esser stato utilizzato come carcere nella seconda metà del XIII secolo, il teatro andò in rovina e su di esso furono poi edificati, verso la prima metà del XVIIII secolo, edifici ad uso abitativo, tuttora esistenti. Mentre è evidente la sua forma, conservata dall’andamento delle strade, si conserva poco della sua struttura. I muri di sostruzione della cavea sono stati in parte inglobati nelle costruzioni successive. Il teatro fu rilevato per la prima volta già da Andrea Palladio, che poté così redigere una pianta dettagliata. Nei due secoli successivi Ortensio Zago e Ottavio Bertotti Scamozzi ebbero modo di redigere tavole con disegni del teatro. Ma fu solo all’inizio dell’Ottocento con l’architetto vicentino Giovanni Miglioranza che abbiamo la prima indagine metodica sul teatro, cui dedicò della sua vita. 35


AREA ARCHEOLOGICA EPOCA ROMANA

DISCOVERHISTORY

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MUSEO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO

Sotto il Duomo di Vicenza si conservano tracce del quartiere sud-occidentale del municipium di Vicenza. Il quartiere si articolava in isolati di circa 80 m di lato il cui orientamento coincide con quello del decumano massimo, corrispondente all’odierno Corso Palladio. Le strutture rinvenute di epoca romana consistono in resti di muri e di pavimentazioni probabilmente riferibili a edifici privati e in un tratto di strada basolata. Il tratto di strada si trova a circa 3 m di profondità dall’attuale livello di calpestio. L’infrastruttura è riferibile genericamente a un periodo compreso tra la fine del I sec. a.C. e l’inizio del I sec. d.C . Oltre a ciò, è attestata la presenza di costruzioni pertinenti l’edilizia privata della città romana con tracce di una grande domus che si inserisce nel contesto del quartiere residenziale di Vicetia romana di cui faceva parte anche la “famosa” domus del criptoportico. Uno spazio di grande suggestione, denso di storia tutta da scoprire!

Il Museo Naturalistico-Archeologico, allestito dal 1991 nel complesso dei chiostri di Santa Corona, è suddiviso in due sezioni. La prima sezione è dedicata all’illustrazione delle caratteristiche degli ambienti ed ecosistemi dei colli Berici. La seconda sezione ospita una ricca documentazione di strumenti litici del Paleolitico medio e reperti degli abitati neolitici e dell’età del Bronzo delle Valli di Fimon, da dove provengono i famosi vasi a bocca quadrata. L’età del Ferro si segnala per le decine di laminette votive figurate in bronzo che attestano l’attività del centro storico come luogo di culto dal IV al I sec. a. C. L’età romana è rappresentata soprattutto dai reperti decorativi e architettonici del teatro romano di Berga. L’esposizione si conclude con una ricca documentazione della presenza dei longobardi nel territorio vicentino. Di grande pregio un mosaico con scene di caccia risalente al IV sec.

Below the Vicenza Duomo there are still traces of the south-western quarter of the Municipium of Vicenza. The quarter was divided into blocks of about 80 m, the direction of which coincided with that of the Decumanus Maximus, corresponding to today’s Corso Palladio. Walls and flooring, probably of private buildings, from the Roman era were uncovered, in addition to a stretch of paved road that lies about 3 m below the current walking surface. The infrastructure is believed to date back, in a general manner, to the period between the end of the 1st century BC and the beginning of the 1st century AD. In addition to this, the presence of private buildings from the Roman city is confirmed, with traces of a large domus in the context of the residential district of Roman Vicetia, of which even the “famous” domus of the cryptoporticus was a part. An extremely suggestive space, thick with a history that still has to be discovered!

The Nature-Archaeology Museum, located since 1991 in the complex of the Santa Corona cloisters, is divided into two sections. The first section illustrates the characteristics of the environment and ecosystems of the Berici hills. The second section has extensive documentation on the stone tools of the Middle Palaeolithic and evidence of areas that were inhabited during the Neolithic and Bronze ages in the Valli di Fimon (Fimon Valleys), from where the famous square-mouthed vases come. The Iron Age stands out for the many bronze laminas in the form of votive tablets that confirm the activity of the old town as a place of cult from the 4th to the 1st century BC. The Roman age is represented above all by the decorative and architectural finds of the Roman Berga theatre. The display ends with a wealth of documentation on the presence of the Lombards in the Vicenza area. The very prestigious mosaic with hunting scenes that dates back to the 4th century is an important piece.

Criptoportico

Sotto il Duomo

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VICENZA MEDIOEVALE

© Riccardo Contarin

Il Salone dei Quattrocento - interno Basilica Palladiana

Nel XII secolo la struttura urbanistica della città era simile a quella di altre città venete. Al centro dell’insediamento più antico – vicino a dove si presume fosse il Foro romano – il Palatium vetus, prima sede del Comune nella seconda metà del XII secolo, il Salone dei Quattrocento sostenuto da archivolti sotto il quale passava l’antico cardo maximus e dove si riuniva il Consiglio di Credenza e, più ad est, il Palazzo del Podestà, affiancato a nord dalla Torre dei Bissari e a sud da quella del Tormento, rappresentavano la sede del potere pubblico. Tutt’intorno le piazze dei mercati di vendita al minuto: la piazza delle Biave, cioè del foraggio e delle sementi, la piazza del Vino, la piazza delle Erbe, le Pescherie vecchie e quelle Nuove, contrà Muscheria dove si vendevano guanti e oggetti in pelle e le strade occupate dalle professioni giuridiche, come i Nodari, e finanziarie come la contrà dei Giude.A poca distanza la cittadella, ancora in parte fortificata, degli edifici religiosi: la cattedrale, il palazzo del vescovo e le abitazioni dei canonici.

© Saverio Bortolamei

Veduta del 1750 di F. Zucchi - Le mure medioevali sono ancora integre 32

In the twelfth century the urban structure of the city was similar to that of other Venetian cities. At the center of the oldest settlement - near where the Roman Forum was supposed to be - the Palatium vetus, the first seat of the Municipality in the second half of the 12th century, the Hall of the Quattrocento supported by archivolts under which passed the ancient cardo maximus and where the Council of Credenza met and, further to the east, the Palazzo del Podestà, flanked to the north by the Torre dei Bissari and to the south by the Torment, represented the seat of public power. All around the squares of the retail markets: the Piazza delle Biave, ie the fodder and the seeds, the Piazza del Vino, the Piazza delle Erbe, the old and new fish farms, contrà Muscheria where they sold gloves and objects in skin and the streets occupied by the legal professions, such as the Nodari, and financial as the contrà dei Giude.A little distance from the citadel, still partly fortified, of religious buildings: the cathedral, the bishop’s palace and the houses of the canons.


DISCOVERHISTORY

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LE MURA DI CINTA E IL TORRIONE Nel XIII secolo la città si arricchisce dei palazzi comunali che si affacciano sulla piazza, mentre crescono le case turrite dell’aristocrazia feudale inurbata. Vicenza diventa la città dalle cento torri, difesa da un perimetro di mura su cui si aprono 7 porte. Tra il 1337 e il 1387 gli Scaligeri rinforzano lanterna e merlatura del torrione di Porta Castello, costruiscono la nuova cinta di Borgo S. Pietro con Porta Santa Lucia e Porta Padova. Nel 1381 erigono il fortilizio della Rocchetta con mura e torri, in parte ancora conservate, che dal Ponte delle Bele arrivano a porta S. Croce. Il castello Scaligero fu restaurato dai Veneziani nel 1507 e intorno al 1630 venduto alla famiglia Valmarana che lo collegherà alle loro proprietà prospicienti il bel giardino di antico loro possesso oltre la Seriola, l’attuale giardino Salvi. Nei secoli successivi è stato modificato per permettere l’accesso viario e pedonale e successivamente ripristinato ad uso abitativo tra il 1947 e il 1950 a causa dei danni subiti dell’ultimo conflitto mondiale. In the 13th century the city was enriched with municipal buildings that face the square, while the turreted homes of the feudal aristocracy that had moved to the town grew. Vicenza became the city of the hundred towers, defended by a city wall with 7 doors. Between 1337 and 1387 the Scaliger family reinforced the lantern and battlements of the Porta Castello tower, and built the new city wall of Borgo S. Pietro with Porta Santa Lucia and Porta Padova. In 1381, they built the Rocchetta fort with walls and towers, still preserved, which go from Ponte delle Bele to Porta S. Croce. The Scaligero castle was restored by the Venetians in 1507 and in around 1630 it was sold to the Valmarana family, which connected it to their property overlooking the beautiful ancient garden that had belonged to them for years beyond the Seriola, the current Salvi park. In the centuries that followed, the castle was modified to permit traffic and pedestrian access, then returned to residential use between 1947 and 1950 because of the damage it suffered during the Second World War.

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PIAZZA DUOMO IL MUSEO DIOCESANO

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LA CATTEDRALE S. MARIA ANNUNCIATA

Il Museo Diocesano è situato nel “cuore sacro” della città, la piazza del Duomo, che raccoglie varie e suggestive architetture: la Cattedrale, l’ Area Archeologica, il Palazzo Vescovile, il Palazzo delle Opere Sociali, la torre campanaria altomedioevale, l’Oratorio del Gonfalone, il Criptoportico Romano. Il Museo è allestito all’interno degli ampi spazi del Palazzo Vescovile e raccoglie e racconta oltre duemila anni di arte sacra vicentina, offrendo un percorso storico e artistico diviso in aree tematiche che si sviluppa dall’età romana e paleocristiana fino all’età contemporanea. Al suo interno sono presenti alcune delle opere più preziose e significative del percorso storico, artistico e culturale della Chiesa vicentina, ed espone il Gioiello di Vicenza, una riproduzione in scala della città di VicenzaIl Museo Diocesano gestisce anche gli accessi all’area Archeologica della Cattedrale.

Dedicata a Santa Maria Annunciata e di origine paleocristiana, la cattedrale fu ricostruita e modificata varie volte. La cupola fu progettata da Andrea Palladio, così come probabilmente il portale laterale di settentrione e la cappella Almerico. La facciata e l’interno si presenta in stile gotico, con una unica navata coperta a volta con crociera. Alla navata centrale corrisponde l’abside, il cui presbiterio, sopraelevato come nelle abbazie di architettura gotico cistercense, ospita moderni arredi liturgici. La parete dell’abside, con al centro l’altare maggiore, è decorata dal pregevole ‘Paramento Civran’, costituito da varie tele collocate all’interno di un’architettura in stucco e marmorino sormontata da statue di angeli. Le tele di sinistra raffigurano scene dall’Antico Testamento, mentre quelle di destra riguardano Costantino e la Vera Croce. Il tema escatologico è quello del trionfo della Croce che conduce l’umanità alla salvezza.

The Museo Diocesano (Diocese Museum) is located in the “sacred heart” of the city, in Piazza del Duomo, and it holds striking architectural works: the Cathedral, the Archaeological Area, Palazzo Vescovile, Palazzo delle Opere Sociali, the early medieval bell tower, the Oratorio del Gonfalone, the Roman Cryptoporticus. The Museum is located inside the wide spaces of Palazzo Vescovile, and it holds and tells about more than two thousand years of sacred art from Vicenza, offering a historical and artistic route divided into three theme areas that develop from the Roman and early Christian era to the contemporary age. It also holds some of the most precious and important works from the historical, artistic and cultural path of the Vicenza Church, and displays the Gioiello di Vicenza (the Jewel of Vicenza), a scaled reproduction of the city of Vicenza. The Museo Diocesano also manages access to the Archaeological area of the Cathedral.

The cathedral dedicated to Santa Maria Annunciata and from the early Middle Ages, was rebuilt and modified various times. The dome was designed by Andrea Palladio, probably also the door on the northern side and the Almerico chapel. The façade and interior are in gothic style, with a single nave covered with crossing. The central nave connects with the apse, the presbytery of which, raised in the same manner as the abbeys of Gothic Cistercian architecture, holds modern liturgical furnishings. The apse wall, with the high altar in the centre, is decorated with the exquisite “Paramento Civran”, (Civran wall facing), made of various canvases positioned inside an architecture of plaster and marmorino with statues of angels above it. The canvases on the left show scenes from the Old Testament, while those on the right present Constantine and the True Cross. The eschatological theme is the triumph of the Cross that leads humanity to salvation.

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VICENZA SERENISSIMA (1404 - 1797)

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© Saverio Bortolamei

Vicenza fu sempre soggetta alle più potenti città confinanti, ma non fu mai conquistata con le armi. Nel 1266 governarono i Carraresi di Padova, nel 1311 i Della Scala da Verona; i Visconti con Gian Galeazzo nel 1387, infine nel 1404 la Repubblica di Venezia, sino alla sua fine nel 1797. Nel 1404, alla morte di Gian Galeazzo, i Carraresi attaccarono Vicenza con 14 mila soldati tra cavalieri e fanti padovani. I vicentini inviarono allora ambasciatori al Doge di Venezia per trattare la dedizione alla Repubblica Serenissima., impegnandosi, in cambio di protezione, a rispettare il suo Statuto e le sue Leggi. Il conflitto nella terraferma veneziana si concluse rapidamente con la sconfitta dei Carraresi e la Serenissima, nata come Repubblica marinara ma diventata egemone nell’entroterra fino a Brescia, fonda lo “Stato de Tera” collocando nelle città governate dal Podestà i simboli della Repubblica: il leone alato di San Marco e il Cristo Redentore. La dedizione di Vicenza assicurò alla città molti privilegi e per quattro secoli la pace e il benessere favorirono lo sviluppo delle arti e dell’economia fondata sulla produzione e il commercio della seta. Sulla piazza si affacciano la Basilica Palladiana, la Loggia del Capitanio e il palazzo del Monte di Pietà che racchiude al suo interno la chiesa barocca di S. Vincenzo. CALENDARIO EVENTI CITTADINI MENSILI arte, sport e tempo libero, cinema, musica, teatro, danza, salute e benessere, bambini, cittadinanza

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Vicenza had always been subjected to the more powerful boundary cities, but was never conquered using arms. In 1233 the Da Carrara family from Padua governed, in 1311 it was the turn of the Della Scala family from Verona. The Visconti with Gian Galeazzo took over in 1387, and finally the Republic of Venice, from 1404 until its end in 1797. In 1404, upon the death of Gian Galeazzo, the Carraresi attacked Vicenza. The people from Vicenza sent their then ambassador to the Doge of Venice to negotiate adhesion to the Serenissima Republic, committing itself, in exchange for protection, to respect the Serenissima Statute and laws. The conflict on Venetian land ended quickly, with the Carraresi being beaten. The Serenissima, established as a marine Republic but which had become dominant in the hinterland until Brescia, established the “Stato de Tera” (Land State), placing the symbols of the Republic in the cities governed by the Chief Magistrate: the winged lion of St. Mark and Christ the Redeemer. Vicenza’s adhesion guaranteed many privileges to the city. Peace and wellbeing reigned for four centuries, favouring the development of the arts and the economy based on the production and sale of silk. The Basilica Palladiana, the Loggia del Capitanio and the Palazzo del Monte di Pietà, with the Baroque church of San Vincenzo inside, all face the square.

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Dal campanile della Basilica di Monte Berico DISCOVER TRADITIONS

© Arch. Romano Concato


DISCOVERVICENZA

SCENOGRAFIE CITTADINE / CITY SCENOGRAPHIES ITINERARIO FOTOGRAFICO 1

2 Parco Querini

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Carmen Menguzzato

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SCENOGRAFIA URBANA EDIFICI DA FOTOGRAFARE 1. Loggia Valmarana (neoclassico) 1 1. Loggia Valmarana (neoclassico) 2. Tempietto Parco Querini (neoclassico) 2. Tempietto Parco Querini (neoclassico) 3. Ponte S. Michele (neoclassico) 3. Ponte S. Michele (neoclassico) 4. Ponte Barche (romano) 4. Ponte alle alle Barche (romano) 5. Tempio S. Lorenzo (medioevale) 5. Tempio S. Lorenzo (medioevale) 6. Chiesa dei Carmini (medievale) 6. Chiesa dei Carmini (medievale) 7. Ponte di ferro (liberty) 7. Ponte di ferro (liberty) 8. Palazzo Garzadori Braga (gotico) 8. Palazzo Garzadori Braga (gotico) 9. Palazzo da Schio Cà D’oro (gotico) 9. Palazzo da Schio Cà D’oro (gotico) 10. Palazzo Regaù (gotico) 10. Palazzo Regaù (gotico) 11. Casa Pigafetta (gotico) 11. Casa Pigafetta (gotico) 12. Palazzo Cordellina (neoclassico) 12. Palazzo Cordellina (neoclassico) 13. Palazzo Angarano (rinascenza) 13. Palazzo Angarano (rinascenza)

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Tiziano Casanova

PUNTI DI VISTA/POINT OF VIEW SCORCI, PANORAMI E STREET VIEW 1. Dalle logge della Basilica Palladiana 1. Dalle logge della Basilica Palladiana 2. Dalle due colonne di Piazza 2. Dalle due colonne di Piazza 3. Dal piazzale Vittoria (monte Berico) 3. Dal piazzale Vittoria (monte Berico) 4. Da corso Fogazzaro 4. Da corso Fogazzaro 5. Da piazza Castello e piazza Matteotti 5. Da Piazza Castello e Piazza Matteotti 6. Dal giardino Salvi 6. Dal giardino Salvi 7. Da ponte Furo (vista sulla Basilica) 7. Da ponte Furo (vista sulla Basilica) 8. Da ponte S. Paolo (vista sul fiume) 8. Da Ponte S. Paolo (vista sul fiume) 9. Da contrà Porti (palazzi gotici) 9. Da contrà Porti (palazzi gotici) 10. Da contrà S. Apostoli (palazzi gotici) 10. Da contrà S. Apostoli (palazzi gotici) 11. Da viale Dalmazia (campo Marzio) 11. Da Dalmazia (campo 12.viale Da corso Palladio verso Marzio) la Basilica 12. Da Corso Palladio verso la Basilica 13. Da contrà Pasini (palazzi gotici) 13. Da Contrà Pasini (palazzi gotici)

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3 Fotografia di Szilvia Veghely

Antonio Tafuro

Da Piazzale della Vittoria - Monte Berico

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Fotografia di Ruggero Acqua

Da Corso Fogazzaro

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Giorgio Marino

Mia Battaglia

Da Ponte San Paolo 8

Ruggero Acqua

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Antonino Firriolo

5 Fotografia di Mia Battaglia

5

Cristiano Spolverato

6 Fotografia di Ruggero Acqua

Dal Giardino Salvi 6

Szilvia Veghely

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DISCOVERTRADITIONS

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FESTE E TRADIZIONI

© Giuseppe Pettinà

Nel Seicento la Piazza Grande (Piazza dei Signori) diventa per la nobiltà luogo di feste, competizioni, tornei cavallereschi, cacce di tori e di una famosa giostra a cavallo che interpretava il mito degli Argonauti. Ma la festa popolare più importante avveniva nel mese di Giugno con la processione della Rua, una grande “macchina” alta 50 braccia (33 metri) piena di figure e personaggi concernenti la festa dell’Eucarestia. La Rua è la giostra che dal 1444 al 1928, data della sua ultima processione, ha rappresentato un simbolo di unità civile e religiosa dei vicentini. Dal 2010 la città ha ripreso la tradizione e nel mese di Settembre, con cadenza biennale, la Rua rimane in Piazza dei Signori dopo essere stata accesa con solenne cerimonia durante la festa della Madonna di Monte Berico (8 Settembre). Dal 2013 si svolge annualmente la processione del “Gioiello di Vicenza, una tradizione che risale al 1577, in cui la città festeggia la fine improvvisa dalla peste. Nel corso dei secoli la connotazione religiosa della Rua, il cui nome fa riferimento alla ruota per i bambini montata al centro e simbolo dell’antico ordine dei notai, è divenuto un elemento di riconoscibilità civica che ha accompagnato i momenti storici salienti e le personalità più illustri di passaggio a Vicenza. Oltre alla Rua, Vicenza aveva un suo palio, come Siena o Asti, che accompagnava il Giro con una partecipazione davvero straordinaria di persone e mezzi. L’attuale modello è una copia in scala minore della “grande macchina” costruita per volontà del “Collegio dei Notai” per partecipare alle fastose processioni del “Corpus Domini”. Nel 1928, sotto una pioggia battente, la Rua compì il suo ultimo giro. Con i bombardamenti della seconda guerra mondiale la Rua venne distrutta e si perdette anche il macchinario. 36 40

In the seventeenth century Piazza Grande (Piazza dei Signori) becomes a place for noble feasts, competitions, tournaments, bull hunt, moreover a famous horse carousel reminds to the myth of the Argonauts. However the most important popular festival took place in June with the procession of the Rua, a big 50 fathoms (33 meters) high “machine” full of figures and characters concerning the celebration of the Eucharist. The Rua is the joust that from 1444 to 1928, date of the last parade, was a symbol of civil and religious unity for the people of Vicenza. Since 2010 the city has revived the tradition and in the month of September the Rua, reconstructed in a reduced form (24 meters high and weighing a total of 300 tons), it gets installed in Piazza dei Signori after being “ set on fire” in the day when we celebrate the recurrence of Madonna di Monte Berico (on September, 8). Over the centuries the religious connotation of the Rua, whose name refers to the wheel for children mounted in the center and symbol of the Order of Notaries, has become an element of civic recognition that accompanied the key historical moments and most eminent personalities passing through Vicenza. In addition to the Rua, Vicenza had its Palio, like, Siena or Asti, who accompanied the Spinning with a really extraordinary participation of people and means. The current model is a smaller scale copy of the “big machine” created by will of the “Board of Notaries” to participate in the magnificent processions of “Corpus Christi”. In 1928, under a pouring rain, the, Rua made his last round. With the bombings of World War II the machinery was even lost.


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LA PROCESSIONE DELLA RUA

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© Giovanni Bersani 1928 - Ultima processione della grande Rua

2015 - Dopo la sfilata la “Ruetta” entra nel Palazzo del Capitaniato

La manifestazione della Rua si tiene dal 2010 in centro storico nei primi giorni di settembre. Per l’occasione si può assistere al giro della “Ruetta”, la riproduzione della Rua in scala ridotta (400 kg di peso e 8 metri d’altezza), realizzata nel 1949 e di recente restaurata, che si presenta con una cascata di fiori biancorossi, come i colori della città. La sfilata della “Ruetta” vede la presenza di un corteo di persone che rappresentano le associazioni, i gruppi sportivi, le confraternite, gli ordini militari e gli ordini professionali del territorio. La processione della “Ruetta” è un evento che si svolge lungo un percorso di vie del centro storico, fino a confluire in Piazza dei Signori, dove viene infine collocata all’interno del Palazzo del Capitaniato.

The Rua event is held since 2010 in the old town in early September. On such occasion you can admire the parade of “Ruetta”, reducedscale reproduction of the Rua (weighing 400 kg and 8 meters high), made in 1949 and recently restored, featuring a waterfall of red and white flowers, like the colors of the town. The parade of the “Ruetta” consists of a procession of people representing the associations, sports teams, confraternities, military orders and professional bodies of the territory. The procession of “Ruetta” is an event taking place along a path through the historical centre, until reaching Piazza dei Signori, where it is then placed inside the Palace of the Captain.

Tradizioni

Storia

History 41


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IL GIOIELLO DI VICENZA

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Il Gioiello è in esposizione permanente al Museo Diocesano in Piazza Duomo. Il progetto è dell’Arch.Romano Concato.

Progetto del Gioiello Arch. Romano Concato via Ghisa 45 - Arzignano (VI) email: info@vi1544.it Storia del Gioiello

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Museo Diocesano

Il Gioiello - il progetto


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LA PROCESSIONE DEL GIOIELLO

© Romano Concato

Il gioiello di Vicenza è un modello della città realizzato con 15 Kg. di argento montato su un piatto circolare che ha un diametro di cm 58 e una altezza di 23 cm, collocato all’interno del Museo Diocesano situato in Piazza Duomo. Realizzato nel 2013 dalle abili mani dell’argentiere Carlo Rossi, il gioiello è frutto di uno lavoro d’equipe che ha visto all’opera i migliori artigiani e aziende del settore orafo in cui eccelle per tradizione la città di Vicenza. L’origine storica del modellino risale al 1577 quando il Consiglio Cittadino decise di realizzare “Vicenza d’argento” come ex-voto per preservare la città dal peste. Fino al 1797 il Gioiello venne trasportato in processione dalla Chiesa di San Vincenzo, patrono della città, fino al Santuario di Monte Berico per essere offerto alla Madonna in segno di ringraziamento. L’antica tradizione è stato ripresa e il 7 Settembre 2013 il “Gioiello di Vicenza” è stato riconsegnato ai cittadini e portato nuovamente in processione attraverso l’Arco progettato da Palladio.

The Jewel of Vicenza is a scale model of the town made with 15 Kg. of silver fixed on a circular plate which has a diameter of 58 cm and is 23 cm high, placed inside the Museo Diocesano situated in Piazza Duomo. Realized in 2013 by the skilled hands of the silversmith Carlo Rossi, the jewel is the result of a collaborative work thanks to the commitment of the best craftsmen and companies in the gold sector in which the city of Vicenza is distinguished by tradition. The historical origin of the model dates back to 1577 when the City Council decided to create “ Vicenza d’argento, i.e. Silver Vicenza” as a votive offering to preserve the town from the plague. Until 1797 the Jewel was carried in procession from the Church of San Vincenzo, patron saint of the town, to the Sanctuary of Monte Berico to be offered to the Virgin Mary as thanksgiving. The ancient tradition was revived, and on September 7, 2013 the “Jewel of Vicenza” was returned to the citizens, then brought in procession once again through the Arch designed by Palladio 43


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LA TRADIZIONE DEL BACCALA’ Il Baccalà alla vicentina è la ricetta simbolo della città di Vicenza. La fortuna di questa celeberrima ricetta, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, è sicuramente la sua semplicità ma allo stesso tempo il suo inconfondibile sapore. La lunga cottura rende le carni del baccalà (stoccafisso) molto tenere, complice anche l’aggiunta del latte che ingentilisce il gusto deciso tipico del merluzzo essiccato. Il merluzzo seccato ai venti del Nord richiede un lunghissimo tempo di preparazione e cottura. A Vicenza veniva venduto nelle piazze dei mercati cittadini, ma nel dopoguerra Aldo Gaspari fu il primo a mettere in vendita il “baccalà cotto alla vicentina”, divenendo subito meta obbligata di turisti e forestieri, oltre che dei residenti. Baccalà alla vicentina, i.e. Vicentine stockfish, is the recipe symbol of the city of Vicenza, the fortune of this famous recipe, known and appreciated throughout the world, is certainly its simplicity but at the same time its matchless taste. The long cooking time makes the meat of baccalà (stockfish) very tender, also because of the addition of milk that softens the typical strong taste of salt cod. The cod dried through the Northern winds requires a very long preparation and cooking time. In Vicenza, it was sold in the local market squares, but during the postwar period Aldo Gaspari was the first to sell the “cooked baccalà alla vicentina”, so that it immediately became a must for tourists, foreigners, and inhabitants as well ‘.

RISTORANTI DEL BACALA’ IN CENTRO STORICO 1. RISTORANTE DA RIGHETTI 2. OSTERIA AL CURSORE 3. BISTROT AL CEPPO 4. TRATTORIA PONTE DELLE BELE 5. CAFFE’ RISTORANTE GARIBALDI 8. RISTORANTE MIeLE’

Sapori Vicentini

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RISTORANTI DEL BACALA’ FUORI MURA 1. RISTORANTE AL CERVO 2. RISTORANTE DA REMO 3. RISTORANTE AL QUERINI 4. TRATTORIA DA BERNO - Sant’Agostino 5. RISTORANTE STORIONE 6. RISTORANTE GIORGIO & CHIARA

Ristoranti Confraternita

La festa del Bacalà

RISTORANTI BACALA’ MAX 15 KM 1. TRATTORIA ZAMBONI - Arcugnano 2. TRATTORIA LEONCINO - Altavilla 3. TRATTORIA DA LOVISE -Costabissara 4. TRATTORIA AL PERGOLINO - Longare 5. RISTORANTE GOLF COLLI BERICI - Brendola 6. RISTORANTE ALLE VESCOVANE - Longare -

Bacco e Bacalà

Ricette Baccalà


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LA FESTA DEL BACALA’

© Leo Maria Scordo Isole Lofoten: stoccafisso essicato al vento gelido

Le origini del baccalà alla vicentina sono da far risalire al 1432 quando una spedizione guidata dal mercante veneziano Pietro Querini naufragò. L’equipaggio si salvò raggiungendo l’isola di Røst in Norvegia dove, alcuni giorni dopo, arrivarono in soccorso gli abitanti di un’isola vicina che li accolsero ed accudirono. Essi erano soliti conservare il merluzzo in un modo insolito: essiccato, come l’attuale stoccafisso. Tornando a casa, il mercante decise di portare con se un po’ di quel pesce secco. Arrivato in patria i gastronomi vicentini furono incuriositi dallo stoccafisso e si resero conto che poteva essere un’alternativa al costosissimo pesce fresco che oltretutto era facilmente deperibile. Proprio per questo motivo iniziarono ad elaborare un modo per rendere unico questo nuovo alimento e a quanto pare lo trovarono: era nato il baccalà alla vicentina!

The origins of baccalà alla vicentina date back to 1432 when an expedition led by the Venetian merchant Pietro Querini shipwrecked. The crew survived reaching the island of Røst in Norway where, a few days later, the inhabitants of a neighboring island came to the rescue of the castaways welcoming and taking care of them. They used to store the cod in an unusual way: dried, like today’s stockfish. Returning home, the merchant decided to take away a little ‘of the dried fish. When he arrived home, the Vicentine gastronomists, were curious about stockfish as they realized that it could be an alternative to the expensive fresh fish which moreover was easily perishable. Precisely for this reason they began to develop a way to render this new food unique and in fact they succeeded: baccalà alla vicentina was born!

La cosiddetta Via Querinissima – l’incredibile percorso intrapreso nei secoli per portare il mitico stoccafisso sulle tavole della Penisola – diventa European Cultural Route, percorso storico-culturale riconosciuto e tutelato dal Consiglio d’Europa al pari della Via Francigena e del Cammino di Santiago

La mappa della Via Querinissima

The so-called Via Querinissima – the incredible journey made over the centuries to bring the mythical stockfish to the tables of the Peninsula – has become a European Cultural Route, a historical-cultural trail recognises and protected by the European Committee, on the same level as the Via Francigena and the Cammino di Santiago (St. James’s Way).

Il Bacalà alla vicentina Ingredienti (per 12 persone): Kg 1 di stoccafisso secco gr. 500 di cipolle Litri 1 di olio d’oliva extravergine 3-4 acciughe ½ litro di latte fresco poca farina bianca g. 50 di formaggio grana grattugiato un ciuffo di prezzemolo sale e pepe

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RIEVOCAZIONI STORICHE

LA PARTITA A SCACCHI DI MAROSTICA

Foto di Riccardo Baggio

LA PARTITA A SCACCHI DI MAROSTICA La leggenda della Partita risale al lontano 1454, quando Marostica era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia ed il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di San Marco. La leggenda narra che Rinaldo da Angarano e Vieri da Vallonara giocarono a Marostica una partita con scacchi viventi su un’enorme scacchiera appositamente dipinta nella piazza del Castello, per ottenere la mano di Lionora, la figlia del castellano Taddeo Parisio. Dal 1954 questa fantastica sfida viene riproposta ogni due anni e costituisce una vera e propria festa cittadina, con tanto di sfoggio di tipici costumi del Quattrocento. Oggi, come allora, l’emozione si rinnova, in una fastosa cornice di costumi preziosi e di gonfaloni, affascinanti dame ed intrepidi cavalieri, scherzosi zanni, giocolieri e sputafuoco. La Partita a Scacchi a personaggi viventi viene giocata sulla Piazza di Marostica, negli anni pari. Per assistere alle rappresentazioni e’ necessario prenotare il posto mumerato. I preziosi costumi dello spettacolo possono essere ammirati in ogni momento dell’anno presso la mostra permanente allestita al Castello inferiore. 50

LA FAIDA MONTECCHI - CAPULETI A MONTECCHIO MAGGIORE La Faida propone la sfida per l’assegnazione del palio tra Montecchi e Capuleti e l’elezione della Giulietta e del Romeo dell’anno, ambientando tutto l’evento al Quattrocento, con una fedele ricostruzione degli abiti e delle situazioni cittadine dell’epoca. La Faida nasce tra i Castelli di Giuletta e Romeo, dove si svolge, per l’intera domenica, la rievocazione storica con momenti di spettacolo e intrattenimento, con giocolieri, danze medievali, tamburini, mendicanti, buffoni, folli e trampolieri nel mercatino medievale tra i due castelli, ad animare e divertire i visitatori. In particolare il Castello di Romeo ospita uno spettacolo di arti circensi, dal contorsionismo all’equilibrismo, ripetuto più volte durante la giornata. Nella terrazza adiacente il castello la fiera degli antichi mestieri, e nella grande terrazza d’erba giostre antiche per il divertimento di adulti e bambini. Il Castello di Giuletta invece ospita un accampamento ricostruito fedelmente con soldati, scudieri e cavalieri. La domenica successiva il Torneo di Arco storico in costume storico si svolge coinvolgendo una ventina di spazi diversi nel paese. Una bellissima rievocazione che accende curiosità dei turisti per la storia d’amore più famosa al mondo.


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RIEVOCAZIONI STORICHE

NEI CASTELLI DI GIULIETTA E ROMEO

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Foto di Tino Carpentiere

GIULIETTA E ROMEO - UNA STORIA TUTTA VICENTINA Nel 1300 Montecchio entra nell’interesse degli Scaligeri e con Cangrande II della Scala e i due castelli vengono ampliati tra il 1354 e il 1356. E’ nel 1300 infatti che il conte Luigi da Porto (Vicenza 1485-1529) vi ambienta, forse ispirato da precedenti scritti, la storia tragica di due nobili amanti e li battezza con il nome di Giulietta Cappelletti e Romeo Montecchi che poi diventeranno immortali gra-

zie all’intervento magistrale di William Shakespeare. Il drammaturgo inglese sviluppa il racconto del Da Porto con gli stessi ingredienti: rivalità delle famiglie, festa di carnevale teatro dell’incontro, duelli, veleno e morte, con una piccola variazione nel cognome di Giulietta, foss’anche dovuto a manoscritti e traduzioni venuti in suo possesso. Sembra infatti che Shakespeare non abbia mai viaggiato da queste parti né a Verona.

RIEVOCAZIONI STORICHE VICENTINE: CARTIGLIANO - CUCCAGNA DEI MOROSINI - prima domenica di luglio - / MAROSTICA / PARTITA A SCACCHI - biennale, negli anni pari, fine settembre / MONTECCHIO MAGGIORE - FAIDA MONTECCHI-CAPULETI - primo maggio / POVE DEL GRAPPA - IL DIVIN CROCIFISSO- settembre / RECOARO TERME - CIAMAR MARSO (CHIAMATA DI MARZO) - ultima domenica febbraio (biennale: anni pari) / ROMANO D’EZZELINO - PALIO DELLE CONTRADE - ultima domenica di aprile THIENE / MERCATO RINASCIMENTALE EUROPEO “THIENE 1492” - prima domenica di ottobre

Cartigliano

Marostica

Montecchio Mag.

Pove del Grappa

Recoaro Terme

Romano d’Ezz.

Thiene

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ITINERARIO MONTE BERICO Terzo giorno / Third day

Salendo i 192 gradini delle scalette che partono dall’Arco Palladiano, inizia il percorso che conduce al Santuario di Monte Berico, meta di milioni di pellegrini ogni anno. La Basilica di Monte Berico fu edificata in seguito all’apparizione della Madonna durante la terribile pestilenza che, ultimati i lavori in soli tre mesi, cessò miracolosamente nel 1428. L’antica chiesa gotica fu successivamente incorporata dal progetto di Andrea Palladio del 1562, successivamente realizzato e modificato nel 1688 nell’imponente struttura barocca che domina la città. Climbing the 192 steps of the socalled “Scalette” (ie stairways) that depart from the Palladian Arch, begins the path that leads to the Sanctuary of Monte Berico, visited by millions of pilgrims every year. The Basilica of Monte Berico was built after the apparition of the Virgin Mary during the terrible plague which, miraculously ceased in 1428 after the completion of the works that lasted only three months. The old Gothic church was subsequently incorporated in the plan drafted by Andrea Palladio in 1562, which was subsequently realized and modified in 1688 in the context of the impressive baroque structure overlooking the city.

3. Itinerario Monte Berico 1. Arco delle Scalette 2. Santuario Monte Berico 3. Portici del Rosario 4. Le Ville di Monte Berico 5. I Tiepolo a Villa Valmarana ai nani 6. Villa Capra la Rotonda

© Saverio Bartolamei

Informazioni Santuario

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Portale Servi di Maria

Ristoranti Buone tavole dei Berici

Sentiero del Risorgimento


DISCOVERHILLS

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ARCO DELLE SCALETTE (1595)

Salendo lungo il percorso dei pellegrini

© Augusto Mia Battaglia

Poco chiara appare la genesi e l’autografia dell’arco che dava inizio al percorso di accesso al Santuario di Monte Berico prima della realizzazione, a metà Settecento, dei portici di Francesco Muttoni. Certe appaiono la data di costruzione, fissata al 1595, e l’identità del committente, il Capitano veneziano Giacomo Bragadino. Altrettanto documentate sono le richieste dei frati del Santuario, risalenti al 1574- 1576, che chiedono alla Comunità un sostegno finanziario per la ristrutturazione dell’intero percorso delle Scalette, ma nulla prova che l’arco fosse incluso del processo di rinnovamento generale, che per altro investe anche lo stesso Santuario. Altrettanto incerta è l’originale configurazione dell’arco, che in immagini seicentesce mostra nicchie frontali, successivamente spostate nell’intradosso per accogliere l’Annunciazione di Orazio Marinali.

Both the origin and the authorship of the arch which gave start to the access path towards the Sanctuary of Monte Berico before the realization of the porticoes of Francesco Muttoni in the mid eighteenth century, appear indefinite. The date of construction, i.e. 1595, and the identity of the patron, the Venetian Captain James Bragadino, seem to be ascertained. The demands by the friars of the Sanctuary, dating back to 1574- 1576, who called for financial support from the Community for restoring the entire path of the so-called Scalette (i..e. stairways) , are also documented, but there is no evidence that the arch was included in the overall renovation, which moreover concerned the Sanctuary as well. The original configuration of the arch, which in seventeenth-century pictures is featured by frontal niches, then placed in the intrados so as to allow room for the Annunciazione (i.e. Annunciation) by Orazio Marinali, remains equally uncertain.

Informazioni

Nolo Biciclette

Informations

Tour in bicicletta

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SANTUARIO MADONNA DI MONTE BERICO

© Diego Cuccarollo

Fondato nel 1428 un seguito alle due apparizioni mariane sul colle, il Santuario testimonia la devozione profonda dei vicentini per la Madonna ne corso dei secoli attraverso donazioni ed ex voto. A tutti gli effetti il Santuario è un museo diffuso dove diversi capolavori di arte sacra sono collocati all’interno di una cornice architettonica stratificatasi nel corso di sei secoli di storia. Il fulcro del Santuario è la statua della “Mater Misericordiae” realizzata nel Quattrocento che raffigura la Vergine nel gesto di accogliere e proteggere sotto il suo manto i devoti in preghiera. Altra immagine mariana molto suggestiva è la Pietà collocata nell’altare dell’Addolorata, un dipinto realizzato da Bartolomeo Montagna nel 1500. La parte conventuale del Santuario include la Biblioteca, l’archivio storico e il Museo degli ex- voto, visitabile su appuntamento.

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Built in 1428 after the two Marian apparitions on the hill, the sanctuary witnesses the profound devotion of the inhabitants of Vicenza towards the Virgin Mary, expressed over the centuries through donations and votive offerings.. Actually the Sanctuary is an articulate museum where several masterpieces of religious art are exhibited in an architectural frame, which has been consolidated over the course of six centuries of history. The centrepiece the Sanctuary is the statue of “Mater Misericordiae” achieved in the fifteenth century, depicting the Virgin Mary in the gesture of welcoming and protecting under her mantle the praying devotees. The Pietà situated in the altar of the Addolorata, a painting by Bartolomeo Montagna realized in 1500, is another highly evocative Marian representation. The convent of the Sanctuary includes the Library, the historical archive and the Museum of votive offerings, open by appointment.


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I PORTICI DEL ROSARIO Il percorso dei pellegrini fu molto valorizzato nel corso dell’Ottocento con il collegamento della città attraverso la diagonale di Campo Marzio con il lunghissimo portico progettato dall’arch. Muttoni e realizzato a partire dal 1746. Dal punto di vista estetico, mentre le Scalette si rinserrano in un incavo di monte, il portico del Muttoni si apre tutto immediatamente sin dalle prime battute al respiro del paesaggio. La bella strada coperta, oltre ad incanalare i pellegrini di tutti giorni, cominciò a servire nelle festività per le rivendite di oggetti religiosi, divenne il percorso delle cerimonie e processioni integrandosi perfettamente nella complessa organizzazione culturale del santuario. I portici hanno uno sviluppo di 700 metri con 150 arcate, ripartite a gruppo di 10, ognuno dei quali con un breve ripiano a forma di cappella, a simboleggiare i 15 Misteri del Rosario. Muttoni si avvalse di un sobrio stile neoclassico rinforzato da un razionalismo illuminista tipico della Vicenza del Settecento. The function of the pilgrims’ path was much enhanced during the nineteenth century by being connected to the city via the diagonal line of the Campo Marzo alley, reaching the arcades going up the hill, which were designed by the architect Francesco Muttoni and built, from 1746 onwards. Looking at the two access ways to Monte Berico, it can be said that while the Scalette stairway climbing up the hill on the other side are someway shut inside the slope, Muttoni’s arcades open towards the lively landscape. The beautiful covered path lead the pilgrims arriving day by day to the holy shrine and served at the same time as little marketplace for religious objects; along the way ceremonies and processions took place as well, as part of the complex activities around of the sanctuary. The arcades develop along 700 meters with 150 arches divided in groups of 10 by small chapellike mezzanines to symbolize the 15 Mysteries of the Holy Rosary. Muttoni designed the arcades basing on an austere neoclassical style, stressed by the typical rationalism by the Age of Enlightenment that inspired Vicenza as well.

© Anna M. Rossi

Museo Ex Voto

Orari funzioni religiose

Itinerario religioso

Viaggi Pellegrini

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© Ruggero Acqua

© Riccardo Contarin

© Claudio Gioseffi

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LE VILLE SUL MONTE La prima importante villa costruita sulle pendici orientali del Monte fu Villa Almerico Capra detta la Rotonda, che restò a lungo isolata, incastonata in un panorama di rara bellezza, circondata dalla campagna, dalla Valletta del Silenzio e dalla collina. Seguì, nel secolo successivo, la costruzione della Villa Valmarana ai Nani, uno splendido sito architettonico e artistico composto da una Palazzina (1669), la Foresteria e la Scuderia (1720). La Palazzina e la Foresteria sono affrescate da Giambattista e Giandomenico Tiepolo, chiamati nel 1757 da Giustino Valmarana. La Villa prende il nome dalle statue dei 17 nani in pietra, un tempo disseminati nel giardino, ora disposti sul muro di cinta che circonda la proprietà. Poco oltre il santuario sul colle Ambellicopoli, fu relizzata nel 1788 Villa Guiccioli, ora sede del Museo del Risorgimento e della Resistenza, dotata di un parco di circa 4 ettari in cui sono presenti complessivamente 536 piante appartenenti sia alla flora locale che a specie esotiche. The first important villa built on the eastern slopes of the Mount was Villa Almerico Capra, known as the Rotonda, which remained isolated for a long time, set in a landscape of a rare beauty, surrounded by the countryside, by the Valletta del Silenzio, i.e. Valley of Silence, and by the hill. In the following century it was followed by the construction of Villa Valmarana ai Nani, a magnificent architectural and artistic site consisting of a Luxury Apartment Building (1669), the Lodge and the Stables (1720). The Luxury Apartment Building and the Lodge were frescoed by Giambattista and Giandomenico Tiepolo, entrusted in 1757 by Giustino Valmarana. The Villa is named after the statues of the 17 stone dwarfs, once spread in the garden, now placed on the walls surrounding the property. Not far from the sanctuary on the hill Ambellicopoli, Villa Guiccioli was built in 1788, now it is the seat of the Museum of the Risorgimento and Resistance, with a park of about 4 hectares in which there are a total of 536 plants belonging to both local flora and exotic species.

Villa Guiccioli Museo Risorgimento


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I TIEPOLO A VILLA VALMARANA AI NANI Villa Valmarana ai Nani è lo straordinario complesso monumentale composto da Palazzina e Foresteria, affrescate nel 1757 da Giambattista e Giandomenico Tiepolo, dalla Scuderia e da un parco storico; è circondato da un muro di cinta con statue di nani dell’epoca, protagonisti di numerose leggende.
 Vi si può ammirare l’arte del padre, Giambattista (in Palazzina), accanto a quella del figlio, Giandomenico (in Foresteria). Undici stanze interamente affrescate dove è possibile ospitare eventi unici, a pochi minuti dal centro storico. › Eventi culturali › Pranzi e cene di gala per privati e aziende › Matrimoni
 › Riunioni e convention aziendali › Servizi fotografici
 › Spot pubblicitari e riprese cinematografiche
 Villa Valmarana ai Nani is the extraordinary monumental complex that includes the Palazzina and its Guest Rooms, which were frescoed in 1757 by Giambattista and Giandomenico Tiepoli, the Stables, and a historical garden; it is surrounded by a wall with statues of dwarfs from the period, the protagonists of numerous legends.You can admire the father Giambattista’s art (in the Palazzina), next to that of the son, Giandomenico (Guest Rooms). Eleven fully frescoed rooms where unique events can be held, just a few minutes from the old town. › Cultural events › Lunches and gala dinners for privates and companies › Weddings
 › Company meetings and conventions › Photo services
 › Adverts and filming

Contatti Villa Valmarana ai Nani Stradella dei Nani, 8 tel. +39 0444 321803 info@villavalmarana.com www.villavalmarana.com 59


DISCOVERVICENZA

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© Ruggero Acqua

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LA GRANDE BELLEZZA


DISCOVERPALLADIO

VILLA CAPRA - LA ROTONDA (1566) Icona universale delle ville palladiane, la Rotonda in realtà è considerata dal suo proprietario, il canonico Paolo Almerico, come una residenza urbana o, più propriamente, come una villa suburbana. Lo stesso Palladio, nei Quattro Libri, pubblica la Rotonda fra i palazzi e non già fra le ville. Progettata nel 1566, la villa è già abitabile nel 1569, ma ancora incompleta. Subentrato a Palladio dopo il 1580, Scamozzi completa il progetto con interferenze che studi recenti tendono a considerare molto limitate. La Rotonda è una villa-tempio, una astrazione, specchio di un ordine e una armonia superiori. Orientata con gli spigoli verso i quattro punti cardinali, vuole essere letta innanzitutto come un volume, cubo e sfera, quasi si richiamasse alle figure base dell’universo platonico. La Rotonda resta un unicum nell’architettura di ogni tempo, come se, realizzando un edificio perfettamente simmetrico, Palladio avesse voluto costruire un modello ideale del proprio sogno di Bellezza Universale.

Universal icon within Palladian villas, the Rotonda was actually considered by its owner, the Canon Paul Almerico, as an urban residence or, more properly, like a suburban villa. The same Palladio, in I Quattro Libri (i.e. Four Books), includes the Rotonda among the palaces and not in the context of the villas. Designed in 1566, the villa was already habitable in 1569, but still incomplete. Taking over from Palladio after 1580, Scamozzi completed the project with innovative elements, which recent studies tend to consider of extremely limited scope. The Rotonda is a villa-temple, an abstraction, a mirror of a higher order and harmony. With its corners oriented to the four cardinal points, it is conceived first and foremost, to boast a volumetric appearance, with cube and sphere shapes, almost recalling the basic solid geometrical figures of the Platonic universe. The Rotonda is a unique exemplar in relation to the architecture of every age, as if Palladio, creating a perfectly symmetrical construction, had aimed at building an ideal model of his own dream of Universal Beauty.

Informazioni

Informations

Web site 61


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IL TERRITORIO VICENTINO

© Stefano Maruzzo

ASSOCIAZIONI GUIDE Assoguide Veneto

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Associazione WeTour

Associazione TourGuide

Guide - Elenco Provinciale


DISCOVERVICENZA

TRA VILLE PALLADIANE E CITTA’ D’ARTE I beni artistici d’eccezione, ampie zone ciclabili o pedonalizzate, morbidi colli immersi nel verde fanno della provincia di Vicenza una zona ideale per gli amanti della bicicletta. Nei centri storici sarete sorpresi da logge classiche, chiese gotiche e palazzi del Rinascimento ben conservati. Riconosciuta nel 1994 come Patrimonio Mondiale dall’Unesco, Vicenza è tra le città che possiedono un maggior numero di complessi monumentali in rapporto all’estensione. Lasciando piazze ariose, stradine ricche di fascino, dai balconi fioriti, potrete inoltrarvi nel verde, alla scoperta di saliscendi tra colli o delle famose ville venete di cui è ricca la provincia. Per i buongustai sarà d’obbligo una pausa in un locale tipico per uno sfizioso spuntino o per centellinare i famosi vini locali. Its exceptional artistic assets, wide bike paths or pedestrian areas, and soft hills immersed in green make the province of Vicenza the perfect place for those who love cycling. The old town will surprise you with its classic loggias, gothic churches and Renaissance villas that are still in good condition. Vicenza became part of the Unesco World Heritage list in 1994, and it is among the cities that hold the highest number of monumental buildings in relation to its extension. Leaving the city’s spacious squares and extremely fascinating roads with flowered balconies behind, you can venture into the greenery, discovering the ups and downs of the hills or the famous Veneto villas that the province is rich with. For those who enjoy their food, a stop at a typical eatery for a tasty snack or to savour the famous local wines is a must.

Le Ville del Palladio in Provincia DISCOVER PALLADIO (in libreria e nelle edicole) Villa Capra Valmarana detta “La Rotonda” (1566) Villa Gazzotti Grimani Curti (1542) - Bertesina Villa Thiene (1542) - Quinto Vicentino Villa Valmarana Scagnaroli Zen (1563) - Bolzano Vicentino Villa Valmarana Bressan (1541) - Vigardolo di Monticello Villa Caldogno (1545) - Caldogno Villa Trissino Rossi (1558) - Meledo di Sarego Villa Chiericati (1550) - Vancimuglio di Grumolo d. Abb.sse Villa Saraceno (1543) - Finale di Agugliaro Villa Pojana (1546) - Poiana Maggiore Villa Pisani Bonetti (1542) - Bagnolo di Lonigo Villa Trissino a Cricoli (1531) - Strada Marosticana Villa Forni Cerato (1565) - Montecchio Precalcino Villa Godi Malinverni (1537) - Lonedo di Lugo Vicentino Villa Piovene Porti Godi (1539) - Lonedo di Lugo Vicentino Villa Angarano Bianchi Michiel (1548) - Bassano del Grappa Villa Repeta (1560) - Campiglia dei Berici - distrutta Villa Porto (1570) - Molina di Malo - incompiuta Villa Porto Pedrotti (1554) - Dueville - attribuzione incerta

TUTTE LE VILLE DEL VICENTINO

IST. REGIONALE VILLE VENETE Informazioni turistiche

Tourist informations

Informazioni turistiche

Tourist informations

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ITINERARIO CITTA’ D’ARTE

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© Stefano Maruzzo

Partita Scacchi

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Città d’arte


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MAROSTICA E LA PIAZZA DEGLI SCACCHI La piazza Castello che fa da scenografica quinta alla Partita a scacchi è una delle piazze più belle e suggestive del Veneto. Porticata da tre lati, vi si accede attraversando il trecentesco Castello inferiore. Alle sue spalle, sulla collina, domina il centro storico e l’abitato il Castello superiore, con le due fila di mura, le cosiddette briglie, che abbracciano la città. Una cinta muraria maestosa, e che di recente è stata riaperta quasi interamente, cosicché è possibile percorrerla in gran parte, salendo fino al Castello superiore. In alternativa, un sentiero breve ma piuttosto ripido permettere di raggiungere la sommità, da cui si gode un’insolita vista panoramica sulla città e sulla scacchiera. La partita a scacchi una tenzone che rischiava di degenerare in guerra. All’epoca (era il 1454) Marostica era alleata di Venezia. Due cavalieri, Rinaldo d’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono entrambi della bella Lionora, figlia del governatore di Marostica, e per lei si sfidarono a duello. Il governatore, che non voleva inimicarsi nessuno dei due, decise che avrebbe dato in sposa la figlia a colui che avesse vinto una partita “al nobile giuoco degli scacchi” tenuta con pezzi viventi nella piazza d’armi. Lo sconfitto sarebbe diventato lo stesso suo parente sposando la sorella minore di Lionora, Oldrada. Non potendo riprodurre le mosse originali dei due contendenti, andate perdute, si è scelto di rifarsi a classicissime degli scacchi, ovvero due partite note come l’Immortale e la Sempreverde.

© Marco Gnata

Piazza Castello, which is the backdrop for the Chess Game, is one of the most beautiful and evocative squares in the Veneto region. Portico on three sides, accessed through the fourteenth-century Lower Castle. Behind it, on the hill, dominates the old town and the inhabited area the Upper Castle, with the two rows of walls, the so-called bridles, that embrace the city. A majestic city wall, which has recently been reopened almost entirely, so that it is possible to cover it largely, climbing up to the Upper Castle. Alternatively, a short but rather steep path allows you to reach the summit, where you can enjoy an unusual panoramic view of the city and the chessboard. The game of chess was a battle that risked degenerating into war. At the time (it was 1454) Marostica was an ally of Venice. Two knights, Rinaldo d’Angarano and Vieri da Vallonara, both fell in love with the beautiful Lionora, daughter of the governor of Marostica, and they challenged each other to a duel. The governor, who did not want to antagonize either, decided that he would marry his daughter to the one who had won a game “to the noble game of chess” held with living pieces in the parade ground. The loser would become his own relative by marrying Lionora’s younger sister, Oldrada. Not being able to reproduce the original moves of the two contenders, lost, we chose to refer to classicissimo chess, or two games known as the Immortal and the Evergreen.

Magico Veneto

Festa ceramica

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ITINERARIO CITTA’ D’ARTE

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Franco Maruzzo Oliveri ©© Stefano

Musei civici

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Opera Estate


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BASSANO E IL PONTE DEGLI ALPINI Mille anni di storia per una delle più belle città della provincia italiana: se ne legge il passato nella leggiadra piazza della Libertà, nelle chiese e nei palazzi, nel ponte palladiano sul Brenta, nelle ville che impreziosiscono i dintorni, nelle vetrine della ceramica d’arte al museo di Palazzo Sturm come nelle vie cittadine. Il contesto architettonico di Bassano del Grappa è un tuffo nell’arte: le vie del centro sono adornate dalle opere di autori come Palladio, Canova, Jacopo Da Ponte, Marinali e Dall’Acqua. A Bassano si trova il Museo Civico più antico nel Veneto che merita una visita assieme alla suggestiva Loggia dei Potestà. Ma il monumento simbolo della città è il Ponte Vecchio, costruito sul progetto del Palladio che lega la sua immagine all’epopea degli alpini della Grande Guerra. Nei secoli, a causa di improvvise piene, è stato ripetutamente ricostruito rispettando ogni volta l’originario disegno palladiano. Ad un imbocco del ponte si trova il piccolo ma affascinante Museo degli Alpini che conserva al suo interno documenti storici e cimeli d’epoca. Ma Bassano del Grappa è conosciuta anche per le due grandi tradizioni che l’hanno resa famosa: la ceramica, le cui produzioni, legate al prestigiosa famiglia Antonibon, sono ammirabili nel Museo della ceramica a Palazzo Sturm, e la tipografia sviluppata tra il 1600 e il 1800 dai Remondini, illustre famiglia di editori e calcografi artefici della più importante industria tipografica d’Italia. A thousand years of history for one of the most beautiful cities in the Italian province: we read the past in the graceful Piazza della Libertà, in the churches and palaces, in the Palladian bridge on the Brenta, in the villas that embellish the surroundings, in the windows of the ceramic art at the Palazzo Sturm museum as in the city streets. The architectural context of Bassano del Grappa is a dive into art: the streets of the center are adorned by the works of authors such as Palladio, Canova, Jacopo Da Ponte, Marinali and Dall’Acqua. In Bassano there is the oldest Civic Museum in the Veneto that deserves a visit together with the suggestive Loggia dei Potestà. But the symbol of the city is the Ponte Vecchio, built on the project of Palladio that binds his image to the epic of the Great War Alpine. Over the centuries, due to sudden floods, it has been repeatedly rebuilt respecting the original Palladian design every time. At an entrance to the bridge is the small but fascinating Museo degli Alpini which preserves historical documents and period memorabilia. But Bassano del Grappa is also known for the two great traditions that made it famous: ceramics, whose productions, linked to the prestigious Antonibon family, are admirable in the Museum of ceramics at Palazzo Sturm, and the typography developed between 1600 and the 1800s by the Remondini family, an illustrious family of publishers and calcographers, makers of the most important Italian printing industry.

Museo Hemingway

Museo degli Alpini

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DISCOVERVICENZA

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ITINERARIO CITTA’ D’ARTE La città di Schio, è nota per essere divenuta intorno al 1870 la capitale dell’industria tessile nazionale, tanto da meritarsi l’appellativo di Manchester d’Italia. Grazie alla dirompente personalità dell’imprenditore Alessandro Rossi, che ne costituì la civitas, ossia il modello socio-culturale imperniato su una sorta di capitalismo “paternalistico”, Schio divenne uno dei principali poli produttivi d’Europa.Il centro abitato si venne organizzando, fin dall’epoca romana e soprattutto medievale, allo sbocco in pianura della pittoresca Val Leogra. La ricchezza d’acqua favorì attraverso il sistema delle canalizzazioni la nascita e lo sviluppo di molteplici attività produttive. La pagina più gloriosa della rivoluzione industriale della città di Schio e del suo circondario, che già si era distinta nella produzione della seta, è, senza dubbio, segnata dalla vicenda del Lanificio Rossi, fondamentale non solo per la portata storica delle innovazioni introdotte nel tempo nelle tecnologie della lavorazione della lana ma anche nei moduli e stili costruttivi degli stabilimenti legati alle diverse fonti di energia, a partire dalla Francesco Rossi (1817-1849) fino alla Fabbrica Alta (1862), agli innovativi stabilimenti industriali di Pievebelvicino, Torrebelvicino e Piovene Rocchette (1869-1882), ai padiglioni in cemento armato del Novecento e all’organizzazione del lavoro e della società con le istituzioni operaie. Interprete per oltre quarant’anni del pensiero rossiano in termini urbanistico-architettonici è il vicentino Antonio Caregaro Negrin, esperto di architetture industriali, termali e di complessi paesaggistici.

© Roberto Gramola Stefano Maruzzo

Archeologia industriale

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The town of Schio, in the province of Vicenza, is known to have become in 1870 the domestic textile industry capital , earning the nickname Manchester of Italy. Thanks to the explosive personality of ‘ entrepreneur Alessandro Rossi , who formed the civitas, that is, the socio-cultural model based on a kind of capitalism “patronizing”, Schio became one of the main production centers of Europe. The town center was organizing, since Roman and especially medieval, at the mouth in the plains of the picturesque Val Leogra. The abundance of water favored by the system of channeling the birth and development of many productive activities. The most glorious page of the industrial revolution in the city of Schio and its surroundings, who had already distinguished itself in the production of silk, is, without doubt, marked by the story of the Wool Mill Rossi, crucial not only to the historic significance of the innovations introduced over time in the processing of wool technologies but also in the building modules and styles of establishments related to various sources of energy, starting from Francesco Rossi (1817-1849) until the Fabbrica Alta (1862), to innovative industrial establishments Pievebelvicino, Torrebelvicino and Piovene Rocchette (1869-1882), the concrete halls of the twentieth century and the organization of work and society with workers’ institutions.Interpreter for over forty years of rossiano thought in urban planning and architectural terms is the Vicenza Antonio Caregaro Negrin, expert in industrial architecture, spa and landscaped complex.


DISCOVERVICENZA

SCHIO E L’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE

© Roberto Gramola

© Roberto Gramola

Itinerari turistici e laboratori

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DISCOVERVICENZA

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I LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA

Antonino Firriolo © ©Stefano Maruzzo

Tramonto dal Sacrario m dei Cima Grappa - 22.950 salme Il 23 maggio 1915, quando fu annunciata l’entrata in guerra dell’Italia, la città e la provincia di Vicenza furono dichiarate “Zona di guerra” e si trovarono immediatamente coinvolte nelle operazioni. Nei giorni precedenti contingenti militari si erano acquartierati in alcuni collegi della città e il Seminario vescovile era stato destinato ad ospedale militare e lo sarebbe stato per tutta la durata della guerra, accogliendo quasi 150.000 feriti. Scattò l’obbligo dell’oscuramento e 4.000 abitanti dell’alta Valle dell’Astico furono evacuati dai loro paesi e spostati nella parte occidentale della provincia. I primi mesi di guerra furono abbastanza tranquilli - a parte alcune incursioni aeree, di cui una in città nel mese di settembre - ma il 15 maggio 1916 ebbe inizio la Strafexpedition: le truppe asburgiche sfondarono il fronte italiano, dilagarono sugli altopiani di Tonezza e di Asiago e calarono in pianura fino ad occupare Arsiero. L’ordine di evacuazione interessò decine di migliaia di persone della montagna e della fascia pedemontana

e per qualche giorno sembrò dovesse essere applicato anche al capoluogo. Nel mese seguente il tempestivo afflusso di rinforzi italiani riuscì a bloccare l’avanzata degli austriaci, che si attestarono su posizioni più arretrate e la situazione rimase in stallo per un altro anno, con battaglie cruente che però cambiavano di poco le rispettive posizioni. Vicenza viveva però la sensazione di pericolo incombente, rammentato quasi quotidianamente dalle incursioni aeree che martellavano la città e la pianura. La vita in città era molto pesante: il centro storico e i sobborghi erano sovraffollati per la presenza sia dei profughi che dei militari, la legna e il carbone coke per il riscaldamento e per la cucina (l’inverno 1916-17 fu uno dei più nevosi e gelidi del secolo) erano razionati, così come i viveri e il petrolio per l’illuminazione. La rotta di Caporetto peggiorò ulteriormente la situazione alla fine di ottobre 1917. Il timore dell’avanzata austriaca provocò un nuovo esodo della popolazione vicentina; una consistente parte della

Itinerari Grande Guerra

Escursioni storiche

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Guide dell’Altopiano

Escursioni naturalistiche


DISCOVERVICENZA

L’ALTOPIANO DI ASIAGO E I GLI OSSARI AI CADUTI borghesia cittadina se ne andò, facendo così spazio a folle di profughi e di militari che provenivano dal fronte. Il problema degli approvvigionamenti si aggravò, anche perché il Supremo Comando ordinò la requisizione dei depositi di viveri e la distruzione degli impianti industriali, per evitare che cadessero in mano nemica. Il capo della I^Armata dislocata sugli altopiani, il generale Pecori Giraldi, che risiedeva stabilmente a Palazzo Trissino, concordò con l’Armata francese, arrivata come rinforzo, un piano per trincerare i dintorni della città, che divennero così durante l’inverno 1917-18 un enorme cantiere. Nel 1918 la situazione volse nuovamente in favore degli italiani. Alla fine di gennaio con la battaglia “dei tre monti” ricominciò la controffensiva italiana e la vittoria ridiede vigore alle truppe, che sfilarono a Vicenza il 3 febbraio in un’imponente manifestazione. Il 15 maggio al generale Pecori Giraldi venne conferita la cittadinanza onoraria della città nelle trincee del Monte Cengio. Poi, a poco a poco e nonostante la tenace resistenza austriaca, tutto il territorio, dall’Altopiano fino a Trento, fu riconquistato. Il 4 novembre entrò in vigore l’armistizio e Vicenza festeggiò l’evento con manifestazioni di riconoscimento verso i giovani soldati che avevano combattuto con uno straordinario spirito di sacrificio. L’Ossario del Pasubio , del Monte Cimone, di Cima Grappa e di Asiamo raccolgono complessivamente le spoglie di 84.000 caduti tra italiani e austriaci e la loro immagine forma lo stemma della Provincia. Si può comprendere le ragioni del profondo legame che lega la città al corpo degli Alpini che partecipò alla Grande Guerra con 240.000 soldati, subendo 24.876 morti, 76.670 feriti, 18.305 dispersi. Sull’Altopiano sono inoltre presenti cinque cimiteri inglesi che accolgono 1400 caduti dei 36000 soldati accorsi sul fronte vicentino.

© Adriana Benetti Longhini

Il Sacrario Leiten di Asiago custodiisce le salme di 33.086 caduti italiani e di 18.505 caduti austroungarici.

La Guerra nell’Altopiano

Sacrario di Asiago

Sacrario deI Pasubio

Sacrario del Grappa

Musei Grande Guerra Area Bassano

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DEGUSTAZIONI VICENTINE

DISTILLERIE - CANTINE - AZIENDE AGRICOLE

© Distillerie Schiavo

DISTILLERIE

STRADE DEL VINO - CANTINE E AZIENDE AGRICOLE

Visitare una distilleria è una piacevole gita che conduce alla scoperta di un prodotto, la grappa, frutto della tradizione e del sapiente lavoro dei mastri distillatori. DISTILLERIE APERTE - ogni anno ad OTTOBRE - info 0444 994750 Le visite e degustazioni sono possibili tutto l’anno su prenotazione

Le STRADE DEL VINO sono i percorsi di interesse paesaggistico-ambientale, culturale e ricreativo, segnati e guidati – con cartelli, punti informativi, pubblicazioni, ecc. – lungo i quali sono presenti cantine aperte al pubblico e altre aziende e luoghi di offerta gastronomica e di prodotti tipici locali. Esse rappresentano lo strumento attraverso il quale pubblicizzare l’offerta turistica di alcune aree venete, apprezzate per le loro produzioni, soprattutto vinicole, ma anche di altri prodotti tipici a denominazione di origine DOP e IGP. (info dal sito del Consorzio Vicenzaè) “Cantine Aperte” si svolge annualmente nell’ultima domenica di maggio. Le cantine aderenti all’iniziativa aprono la porta ai turisti e ai curiosi interessanti a conoscere meglio il mondo del vino attraverso visite e degustazioni. info 0444 994750

POLI DISTILLERIE - Via Marconi, 46 - Schiavon Tel. 0444 665007 - www.poligrappa.com Poli Museo della Grappa - Ponte Vecchio – Bassano del Grappa 0424.524426 - www.grappa.com DISTILLERIA F.LLI BRUNELLO - Via G. Roi, 33 - Montegalda 0444.737253 - www.brunello.it DISTILLERIA SCHIAVO - Via Mazzini, 39 - Costabissara 0444. 971025 - www.schiavograppa.com DISTILLERIA ZANIN - Via Cinquevie, 20 - Zugliano 0445.330105 - www.zanin.it DISTILLERIA DAL TOSO RINO E FIGLI - Via Pila, 8 -Ponte di Barbarano 0444.896608 - www.distilleriadaltoso.it DISTILLERIA LI.DI.A - Str. Prov. Berico Euganea, 30 - Villaga 0444.885074 LIQUORERIA CARLOTTO - Via Garibaldi 34 - Valdagno 0445.480814 - www.carlotto.it DISTILLERIA BORTOLO NARDINI Bolle (stabilimento): via Madonna di Monte Berico, 7 - Bassano del Grappa 0424. 227741 Grapperia: Ponte Vecchio, 2 - Bassano del Grappa CAPOVILLA AZIENDA AGRICOLA DI CAPOVILLA VITTORIO Via Giardini, 12 – Rosà - 0424.581222

La APP “Sapori Vicentini - Proposte di turismo enogastonomico nella provincia del Palladio”, realizzata dal Consorzio Vicenzaè, ti permette di rimanere sempre aggiornato su tutte le novità e le proposte riguardanti l’enogastronomia vicentina.

Distillerie 48

Cantine

Strade dei vini

STRADA DEL TORCOLATO E DEI VINI DI BREGANZE Breganze - 0445. 300595 stradadeltorcolato@gmail.com

AZ. AGR. BASTIA DI MARIO SACCARDO - Montecchio P. - 0445.864923 AZ. AGR. VIT. BONOLLO GIUSEPPE - Fara Vicentino - 0445.897149 AZ. AGR.CÀ BIASI - Breganze - 0445.851069 CANTINA BEATO BARTOLOMEO DA BREGANZE - Breganze - 0445.873112 SOC. AGR. VIT. COL DOVIGO S.S. - Breganze - 0445.874264 IO MAZZUCCATO SOC. AGR. - Breganze - 0445.308348 LE VIGNE DI ROBERTO - Fara Vicentino - 345.7982799 MACULAN SOC. AGR. - Breganze - 0445.873733 AZ. AGR. MIOTTI FIRMINO - Breganze - 0445.87300 SOC. AGRICOLA TRANSIT FARM - Fara Vicentino - 0445 397083 AZ. AGR. VIGNAIOLI CONTRÀ SOARDA - Bassano del Grappa - 0424.505562 AZ. AGR. VIGNETO DUE SANTI - Bassano del Grappa - 0424.502074 VILLA ANGARANO SRL - Bassano del Grappa - 0424.503086 AZ. AGR. VILLA MAGNA - Sandrigo (VI) - 0444.659219 AZ. AGR. EREDI VITACCHIO CAV. GUERRINO - Breganze (VI) - 0445.873689

Sapori Vicentini

Strada Torcolato

Strada Recioto

Strada Colli Berici


ITINERARI ENOGASTROMICI

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LE STRADE DEL VINO E I PRODOTTI TIPICI

© Lucio Frigo

© Lucio Frigo

STRADA DEL RECIOTO E DEI VINI DI GAMBELLARA D.O.C. Gambellara - 0444 .444183 stradadelrecioto@libero.it AZ. AGR. MONTECROCETTA - Gambellara - 0444.444001 AZ. AGR. SORDATO LINO S.S. Selva di Montebello Vic. – 0444.649156 AZ. AGR. VIGNATO DAVIDE - Gambellara – 0444.444144 AZ. AGR. VIGNATO VIRGILIO - Gambellara - 0444.444262 AZ. AGR. ZONIN GUIDO - Gambellara - 0444.444216 AZ. VITIVINICOLA MARCHETTO S.S.A. Gambellara - 0444.444172 AZ. VITIVINICOLA ZONIN ROBERTO - Gambellara - 0444.444214 CANTINA TONELLO - Montorso V.no - 0444.686205 CANTINA DI GAMBELLARA Gambellara - 0444.444037 CANTINA COLLI VICENTINI Alte di Montecchio Maggiore - 0444.491360 CASA VINICOLA ZONIN SPA Gambellara - 0444.640111 CAVAZZA WINE - Selva di Montebello Vicentino - 0444.649166 CIELO E TERRA S.P.A. - Montorso Vicentino LA BIANCARA SOC. AGR. - Gambellara - 0444.444244 MENTI VINI SRL - Montebello Vicentino - 0444.440117 TENUTA GRANDI - FRAMARIN - Gambellara - 0444.444102 AZIENDA AGR. DAL MASO - Montebello Vic. - 0444 649104

STRADA DEI VINI DEI COLLI BERICI Lonigo (VI) - 0444.896598 info@stradavinicolliberici.it

AZIENDA AGRICOLA ARCUGNANO - Arcugnano - 331.4261913 AZIENDA AGRICOLA BRAZZALE LINO - Riviera Berica - 338.3022437 CANTINA MATTIELLO - Longare - 0444.555258 AZ. VITIVINICOLA MURARO - Longare - 0444.555137 CANTINA PRETTO LIDIO -Barbarano Vicentino - 0444.886168 CANTINA SAN VALENTINO - Brendola - 0444 401382 AZ.AGRICOLA CA’ BASSO Longare 0444.555366

Vini DOC

Prodotti De.Co.

Prodotti IGP

CA’ ROVERE - Alonte - 0444.436234 COLLE DI BUGANO - Longare - 0444.533469 COSTALUNGA ANTONIO - Castegnero - 0444.639083 DA SAGRARO S.A.S - Mossano - 347.2907072 FATTORIA LE VEGRE - Arcugnano - 0444.550040 - 338.5349883 LA MIRA VITIVINICOLA - Perarolo di Arcugnano - 346. 8259690 LA PRIA - Alonte - 0444.436225 MAGIA DI BARBARANO - Barbarano Vicentino - 339.4278548 NANI 1967 - Nanto - 0444.638226 PEGORARO - Mossano - 0444 .886461 PIOVENE PORTO GODI - Toara di Villaga - 0444.885142 PUNTO ZERO - Lonigo - 347.5008201 TENUTA MARAVEJA -Brendola - 338.6629977 CRIS VINI DOC - Lonigo - 0444.832002 AZIENDA AGRICOLA DEL RÈBENE - Zovencedo - 0444.893021

AGRITURISMI - TRATTORIE E RISTORANTI TIPICI AGRITURISMO LE VESCOVANE - Longare (VI) - 0444.273570 AGRITURISMO RIVA RATTA - Montecchio Maggiore - 0444.493694 AGRITURISMO MONTE DEGLI AROMI - Villaga 0444.868582 329. 9061778 AGRITURISMO “LE MANDOLARE” - Villaga -0444.776072 - 348.3669215 AGRITURISMO IL PALAZZONE - Montegalda - 0444.737253 - 335.7634817 AGRITURISMO DA SAGRARO - Mossano - 347.2907072 AGRITURISMO POZZETTO - Molvena - 0424.419051 AGRITURISMO DAI GOBBI - Fara Vicentina - 0445.851002 VECCHIA OSTARIA TONI CUCO - Grancona 0444.889548 - 347.8275992 TRATTORIA ZAMBONI - Lapio di Arcugnano - 0444.273079 - 333.2268977 TRATTORIA ISETTA - Grancona - 0444.889521 TRATTORIA CULATA - Montegalda - 0444.636033 RISTORANTE PICCOLO MONDO - Zovencedo -0444.893053 - 333.3986293 ANTICA TRATTORIA AL SOLE - Castegnero - 0444 .730211 ANTICO RISTORANTE PRIMON - Noventa Vicentina - 0444.787149 RISTORANTE “LA MARESCIALLA” - Selva di Montebello Vic. - 0444.649216 RISTORANTE GIULIETTA E ROMEO -Montorso Vicentino - 0444.686188 TRATTORIA DA PALMERINO - Sandrigo - 0444.659034 RSTORANTE AL CAPPELLO - Breganze - 0445.873147

Prodotti DOP

Prodotti tipici

Specialità De.Co

Life in the Hill 49



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