DEL POPOLO
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n° 34
Due sedie di Giancarlo Paris, ofm conv.
Negli anni della giovinezza le relazioni si sono essenzializzate. Eravamo un gruppo di ragazzi che si ritrovava per il fine settimana. Di quel gruppo solo Davide ha tenuto in piedi l’amicizia con me. Non io, ma lui: devo a lui il fatto che questa amicizia abbia retto al tempo e alla distanza. Davide è sempre stato una persona leale. Porta al collo una medaglietta con San Cristoforo, perché deve viaggiare molto: gliel’ha regalata Tim. In questi giorni d’estate ci siamo rivisti per un pomeriggio a Milano. Invece della piscina programmata, abbiamo optato per Brera dove erano in mostra opere di Burri e Fontana. Due ore e più a guardare i quadri, a commentarli sottovoce. Poi rapiti dalla Cena di Emmaus del Caravaggio e dalle due sedie che Davide mi ha fatto notare: messe giuste in prospettiva davanti al quadro, pronte per due commensali. Sembrava che Gesù ci invitasse a vivere la nostra amicizia alla sua tavola e che ci chiedesse di condivide la sua con noi: accogliendo nelle nostre mani quel Pane che stava per spezzare.
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SETTIMANALE SETTIMANA NALE DIOCESANO
FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO
BRESCIA 10 SETTEMBRE 2010
Alleanze educative
Lunedì 13 settembre riaprono le scuole per oltre 180mila ragazzi bresciani. Domenica si celebra la Giornata diocesana. Scuola, famiglia, parrocchia e territorio chiamati a un rinnovato impegno per essere comunità educativa
sommario Il fatto
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Pronti ad affrontare la grande sfida dell’educare
Nessuno sale troppo in alto se sale con le sue ali (William Blake)
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Lumezzane Pieve: il 75° del Gruppo alpini e il 25° di sistemazione della chiesetta
a cura di Massimo Venturelli
Popoli e continenti Verso la Gmg del 2011. Giovani in un’Europa che fatica
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di Stefan Lunte
Ecclesia Agorà. Gesù, un amico che ci aiuta a crescere
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di Laura Di Palma
Il patrimonio documentario diocesano
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di Mario Taccolini
Paesi e parrocchie XI Settimana montiniana. Paolo VI, “esperto di umanità”
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di Andrea Alesci
I barbari della corsa al buio
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di Mauro Toninelli
Festival Antegnati. La musica, gli organi, i musicisti
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di Fabio Larovere
Economia e lavoro Fare sindacato oggi: un impegno a “viso aperto”
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Corsivo di Angelo Onger
Cultura e comunicazione Festival del cinema. Alla scoperta del vero significato della kermesse
Doppio, significativo, anniversario. Il Gruppo alpini di Lumezzane Pieve ha festeggiato il 5 settembre il 75° anniversario del Gruppo e il 25° della ristrutturazione della chiesetta di San Bernardo. Sono molteplici le attività che hanno visto coinvolto il sodalizio in questi anni. In particolare va ricordata la visita a Rossosch in Russia nel 2003; nel 2004 è stata la volta della visita a Lagozuoi, nel 2005 il pellegrinaggio a Lourdes, nel 2006 sul Pasubio, nel 2007 a Rovereto. A questi si aggiungono i diversi pellegrinaggi sull’Adamello e sull’Ortigara. Ogni anno, inoltre, si svolge la Festa alpina di solidarietà, giunta ormai alla 15ª edizione, che rappresenta un’occasione di confronto e di condivisione. La solidarietà è un valore radicato nel corpo degli Alpini. Ogni anno il Gruppo sostiene con il ricavato della festa sia la cooperativa Cvl di Lumezzane sia la scuola Nikolajewka di Brescia. Viene anche organizzata una giornata di animazione alle Rondini per portare un sorriso agli anziani con l’allegria tipicamente di marca alpina. Ogni anno risulta imperdibile l’appuntamento con l’adunata nazionale, nel corso della quale è sempre presente una comitiva di Alpini di Pieve, che sanno vivere momenti di incontro con tutti coloro che amano e sentono propri i valori dell’alpinità. L’alfiere del Gruppo ha messo a segno oltre 50 presenze in altrettante manifestazioni. Non bisogna tralasciare tutte quelle iniziative che quotidianamente vengono messe in campo. Le parole “Ad excelsa tendo” contenute nel motto degli Alpini sintetizzano pienamente lo spirito e la vitalità che guida da sempre l’operato degli Alpini di Lumezzane Pieve.
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a cura di Massimo Venturelli
La scorsa settimana, nell’ambito delle iniziative dell’Agorà, il sociologo Luca Diotallevi ha presentato ai sacerdoti bresciani una sua lettura della società, percorsa da tendenze contrastanti, se non opposte, tra individualismo e voglia di comunità. Ha invitato tutti a prendere atto che stiamo vivendo la fine di un mondo, lasciandoci alle spalle culture e tradizioni secolari. Secondo Diotallevi è un dramma e non una tragedia (spesso, aggiungo io, è una farsa), ma è bene cancellare tutte le possibili forme di nostalgia e fare i conti con una situazione che, insieme ai rischi, offre grandi opportunità. È difficile contestare tale approccio alla realtà. La vera difficoltà nasce nel momento in cui ci si interroga sulla strada da percorrere per andare oltre la terra di nessuno che stiamo attraversando. Mons. Bruno Forte, intervenuto subito dopo, ha detto
che per un mondo che muore, ne nasce uno nuovo, costruito sulla speranza cristiana. Se avessimo persa la speranza, saremmo morti noi prima del mondo. Tuttavia resta l’interrogativo sul futuro. Alla fine di agosto (il 26 per l’esattezza), su “la Repubblica” è apparso un articolo di Alessandro Baricco con il titolo “2026 - La vittoria dei barbari”. Quattro anni fa aveva scritto una serie di articoli sullo stesso giornale, ricavandone poi un libro di successo intitolato “I barbari”. Nell’articolo agostano Baricco sostiene che i moderni inventarono la profondità della conoscenza e vi collocarono il senso, mentre i barbari – tra i quali si colloca ed è per questo che data il suo articolo nel luglio del 2026 – hanno smantellato il concetto di profondità e l’hanno sostituito con quello di superficialità e lì hanno collocato il senso. Baricco non giudica affatto
Sport Basket. La Leonessa chiama i suoi tifosi
LA VOCE DEL POPOLO
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di Mario Ricci
Cara Voce
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Buone notizie
editoriale
di Adriano Bianchi
Abbiatene cura Molinetto: dal 10 al 12 settembre in oratorio la festa della cooperazione
“Un sistema responsabile al servizio della comunità”: così si presentano le cooperative sociali La Rondine, Approdo e LiberaMente che da venerdì 10 a domenica 12 settembre saranno impegnate nella seconda edizione della “Festa della Cooperazione sociale mazzanese”. Il programma si svolge presso l’oratorio della parrocchia di Molinetto. Sono previsti alcuni momenti di svago sabato 11 e domenica 12, ristorazione a cura del Gruppo alpini di Molinetto e animazione nelle serate, ma anche di riflessione su alcune tematiche sociali e legate al mondo della cooperazione sociale. Venerdì 10 alle 16 presso il salone dell’oratorio di Molinetto incontro con il dott. Angelo Bianchetti sul tema “La gestione del malato di Alzheimer al domicilio”; venerdì 10 alle 21 proiezione del film “Piovono mucche” di Luca Vendruscolo, con introduzione del dott. Enrico Danesi. La cooperativa sociale LiberaMente prende il via nel 2001 da un processo di spin-off della cooperativa sociale La Rondine, attiva dal 1986 sul territorio di Brescia est in servizi socio-sanitari in favore di anziani, portatori di handicap e malati psichici. Negli anni successivi (e dopo aver effettuato un primo spin-off, dando origine nel 1995 alla cooperativa Approdo) La Rondine ha intrapreso cammini di professionalizzazione e di formazione, che hanno portato alla definizione di processi di specializzazione per aree di disagio. Da uno di questi processi nasce dunque LiberaMente che, rivolgendosi a persone con patologie psichiatriche, gestisce una comunità residenziale ad alta protezione a Brescia, accreditata dalla Regione per 10 posti; eroga svariati servizi educativi domiciliari e attività semiresidenziali e risocializzanti nella zona del lago di Garda; gestisce progetti di sostegno alle abilità domestiche in alloggi protetti.
come negativa questa operazione culturale, che vive da protagonista. Il passaggio dalla cultura della profondità a quella della superficialità lo descrive così: “Viaggiamo velocemente e fermandoci poco, ascoltiamo frammenti e non tutto, scriviamo nei telefoni, non ci sposiamo per sempre, guardiamo il cinema senza più entrare nei cinema, ascoltiamo letture in rete senza più leggere libri e tutto questo andare senza radici e senza peso genera tuttavia una vita che appare sensata e bella. La superficie è tutto e in essa è scritto il senso”. Ci sono mille altri punti di vista per guardare alla società di oggi e alle sue barbarie. Credo che questo sia uno dei più efficaci, giudizio finale a parte. Nel senso che, se riflettiamo un attimo, c’è nella descrizione di Baricco tutta la leggerezza di un mondo che, forse perché sta morendo e si dibatte per sopravvivere, corre di qua e di là senza domandarsi se va nella direzione giusta. Penso a San Tommaso
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d’Aquino che in un suo commento su Giovanni, cita una frase di Sant’Agostino: “Cammina attraverso l’uomo e giungerai a Dio” e commenta “È meglio zoppicare sulla via, che camminare a forte andatura fuori strada. Chi zoppica sulla strada, anche se avanza poco, si avvicina tuttavia al termine. Chi invece cammina fuori strada, quanto più velocemente corre, tanto più si allontana dalla meta” (un po’ per sfizio, vorrei sottolineare che molti predicatori, ingannati dal riferimento iniziale, attribuiscono il pensiero a Sant’Agostino e il loro errore è oggi ‘globalizzato’ dai motori di ricerca della Rete). Penso a tutti coloro che, nella confusione, vorrebbero buttare tutto all’aria, all’insegna del “tanto peggio, tanto meglio”. Eppure “anche la lotta per il cambiamento graduale può essere eroica. Olof Palme, protagonista del riformismo scandinavo, la pagò con la vita come Che Guevara” (Luigi Zoja). Anche se il Che è un mito e Palme un quasi sconosciuto.
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FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
VOCE•MEDIA
Nove bambini morti in una sola estate per Brescia sono davvero troppi. I bambini sono il tesoro più prezioso. Con la loro vivacità, i loro sorrisi, lo stupore davanti alle cose nuove della vita ci aprono il cuore, donano anche agli adulti che vivono accanto a loro un entusiasmo e una freschezza che, nell’avanzare dell’età, sembrava perduta. I bambini sono un tesoro che va custodito con cura. È chiaro per la comunità ecclesiale, che nei giorni scorsi ha gioito del loro incontro con il vescovo Luciano in piazza Loggia. È altrettanto chiaro per le famiglie che fanno del loro bene la preoccupazione maggiore, lo è pure per gli insegnanti e gli educatori che li riaccoglieranno presto a scuola. Lo è, infine, pure per le parrocchie che con la catechesi e la vita degli oratori non mancheranno di renderli ancora una volta protagonisti della loro crescita umana e cristiana con molteplici attività. Ecco perché percepiamo la morte dei bambini come una delle perdite più dolorose nella vita della comunità. Come ogni nascita ci fa intravedere una qualche benedizione dal Cielo, così ogni morte di un innocente lascia in noi il sospetto che la divina Provvidenza ci abbia abbandonato. Il racconto delle morti innocenti di questi giorni, perciò, ferisce tutti. Segna famiglie e affetti che non saranno probabilmente più gli stessi, sgomenta la società e obbliga tutti a pensare al senso della vita. Non ci sono parole per spiegare questi fatti. Non ci sono e non possiamo trovarne. La pretesa di capire la ragione ultima di queste morti ci trova spiazzati. “A questo interrogativo – ha commentato il teologo mons. Giacomo Canobbio – nessuno è in grado di dare risposta ed è inutile arrampicarsi sui vetri”. Ma se non ci è lecito chiederci il perché della morte dei piccoli, ci è lecito piangere, tacere, e stringerci in un abbraccio comune perché sia il più caldo e solidale possibile in una condivisione profonda quanto sofferta. A questa va aggiunta però la necessaria cura dei piccoli. È un’urgenza e una responsabilità. “Molte volte le tragedie capitano – ha continuato il teologo – perché questi bambini non sono sufficientemente custoditi”. Non è un giudizio, ma un’appello ad avere più cura di loro, a non averlo solo per garantire la loro incolumità fisica, a non abbassare la guardia perché investire sulle giovani generazioni significa investire sul futuro, dare strumenti adeguati alla loro crescita è un’esigenza sociale che non può essere mai taciuta. In questo si gioca la resposabilità degli adulti, delle famiglie, delle istituzioni educative, della politica il cui compito fondamentale è costruire e promuovere alleanze e patti che vadano oltre i particolarismi per servire il bene dei bambini, i più deboli, quelli che il Vescovo ha definito, nella sua Lettera pastorale, “la forza della comunità”. Amarli, custodirli e sperare con loro e per loro. Anche per i nove angeli che piangiamo in queste ore, come per tutti gli innocenti del mondo, “abbiamo speranza – ha ripreso mons. Giacomo Canobbio – che ciò che noi umani non siamo stati in grado di offrire pensiamo Dio sia in grado di darglielo”. È la forza della speranza cristiana, quella che per la risurrezione di Gesù, sa guardare oltre la morte per celebrare la potenza della vita. Una vita che, anche se strappata dalla terra, non è mai perduta, ma in Dio gode di una nuova pienezza. Una vita non consegnata all’oscurità di una tomba, ma esaltata ed eterna, come eterno resterà il sorriso dei piccoli bresciani che oggi crediamo in Cielo.
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Il fatto
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Scuola A poche ore dal suono della campanella
Pronti ad affrontare la grande sfida dell’educare Intervista alla dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Maria Rosa Raimondi. La scuola bresciana, pur con limiti, conta su insegnanti che mettono in campo professionalità e passione
M
Mancano ormai pochissime ore all’avvio del nuovo anno scolastico, fissato per la Lombardia a lunedì 13 settembre. Se alunni e studenti delle scuole di ogni ordine e grado sono alle prese con gli ultimi adempimenti (compiti delle vacanze in testa, ndr.) c’è chi da settimane sta lavorando perché in occasione del suono della prima campanella non ci sia classe che abbia a conoscere una partenza a handicap. A guidare la squadra di chi ha lavorato per un avvio di anno quanto più regolare possibile c’è sicuramente Maria Rosa Raimondi, da due anni dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale. Il suo ufficio di via Sant’Antonino a Brescia è luogo privilegiato per conoscere lo stato di salute della scuola bresciana. Quello che sino a qualche anno fa era conosciuto come Provveditorato agli studi continua a essere lo snodo del sistema scolastico provinciale, con le sue gioie e i suoi dolori. È in questi uffici che si registrano gli umori di chi vive della scuola e per la scuola. Qui si alimentano grandi speranze e, probabilmente, si sperimentano delusioni e amarezze. Chi è chiamato a dirigere tutto questo diventa giocoforza il riferimento per una panoramica sullo stato di salute della scuola bresciana, parte del più ampio sistema nazionale che non riesce mai a uscire dall’occhio del ciclone della contestazione e della polemica. Dott.ssa Raimondi, a poche ore dall’avvio del nuovo anno scolasti-
a cura di Massimo Venturelli
co quali sono le condizioni di salute della scuola bresciana? Credo, senza timore di essere smentita, che quella bresciana, che pure è affetta da problemi e limiti, sia una scuola vivace, attiva e attenta all’attualità. È certamente una scuola complessa che, per dimensioni, è seconda solo a quella milanese. Sono infatti 150mila gli studenti e oltre 7100 le classi (i dati si riferiscono alla sola scuola pubblica, ndr.) che con il loro carico di problemi, di attese e di speranze si apprestano a iniziare un nuovo anno. E se come per ogni avvio non mancano le incertezze, posso assicurare che la scuola bresciana in tutte le sue articolazioni è pronta per affrontare al meglio le sfide. Quelli trascorsi sono stati per i vostri uffici giorni di lavoro frenetico. L’anno scolastico partirà dunque senza intoppi? Sì, gli ultimi sono stati giorni di lavoro a pieno ritmo, quasi totalmente dedicati a comporre il delicato puzzle dell’assegnazione delle cattedre. È stata una autentica corsa contro il tempo. Basti pensare che nel solo mese di agosto sono stati sottoscritti presso i nostri uffici qualcosa come 3000 contratti (tra nomine annuali e immissioni in ruolo). Un grande lavoro per consentire un avvio di anno scolastico il più regolare possibile. La palla, ora, è nelle mani dei dirigenti dei singoli istituti. Quello che sta per prendere il via è stato definito da molti anche co-
me l’anno zero per la scuola superiore. Dopo tante polemiche entra a regime la riforma promossa dal ministro Gelmini... Dirigenti e docenti dei 41 istituti superiori (statali) del Bresciano sono stati impegnati nell’approfondimento delle linee guida della riforma ministeriale. Un impegno non indifferente per rispondere alle attese dell’utenza e per trasformare la lettera scritta in prassi formativa. Il tutto, però, è stato facilitato dalla professionalità e dalla passione che anima la grande maggioranza dei docenti delle scuole bresciane. Quest’ultima affermazione apre a un altro tema particolarmente scottante e particolarmente caro al Ministro dell’istruzione: quello della valutazione dei docenti... È evidente che non ci può essere uniformità nella professionalità dei docenti. Tanti sono i modi possibili per interpretare l’insegnamento così come l’imvestimento che ogni singolo docente fa sulla sua professionalità. Si tratta, dunque, di un tema controverso che va affrontato con lucidità, liberandolo per quanto possibile da letture ideologiche. L’atto dell’insegnamento è estremamente complicato e sottoposto a una lunga serie di variabili. Per questo serve una riflessione attenta sul concetto di valutazione degli insegnanti. Discorso più semplice a dirsi che a farsi però... Sono d’accordo. Infatti più che sulla contrapposizione valutazione sì valutazione no credo opportuno che si debba riflettere sulle modalità di valutazione. La qualità di un insegnante non può essere misurata solo in base al numero delle attività svolte al di fuori dall’aula. Bisogna deteminare
gli strumenti per valutare anche la sua azione all’interno dell’aula, la sua capacità di rapportarsi con gli studenti, la capacità di comunicare con loro andando al di là della semplice trasmissione delle nozioni. Un altro tema su cui il Ministro torna con continuità è quello del riequilibrio tra spese per il personale e investimenti destinati a una scuola di qualità. Troppo quello che si spende per i docenti in rapporto alle risorse disponibili... Personalmente non mi scandalizzo per il fatto che gran parte delle risorse vadano per pagare gli stipendi di chi opera nella scuola. Non bisogna infatti dimenticare che il processo educativo non può essere assimilato a nessun altra modalità produttiva. Detto questo non bisogna nemmeno essere pregiudizialmente contrari, soprattutto in una stagione di difficoltà, come è quella attuale, a tentativi di utilizzare al meglio le risorse disponibili. Non pochi, però, sostengono che la restrizione delle risorse porta a decadimento della qualità della scuola italiana... Non vorrei enfatizzare troppo il discorso delle risorse perché se è vero che esistono limiti strutturali sotto i quali non è possibile scendere è altrettanto vero che esistono studi internazionali che certificano che in una scuola di qualità quella delle disponibilità illimitata di risorse non è una variabile determinante. Molto più importante è creare all’interno della scuola un clima comunicativo e culturale, un ambiente che sappia collaborare con il territorio. Molto più importante è che la scuola, nel suo insieme, ritrovi l’orogoglio che deve derivarle dal fatto di essere opportunità per la vita.
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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12 settembre La Giornata della scuola
Anche la comunità cristiana ha grandi responsabilità
Il Vescovo e gli studenti delle scuole della Fidae
Emergenza educativa e statistiche
Patti intergenerazionali e aiuto nella strutturazione del pensiero Una scuola di qualità, questo in sintesi il pensiero di Maria Rosa Raimondi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, non è tanto quella che può contare su risorse illimitate, ma quella che sa creare rapporti virtuosi anche con il territorio in cui è inserita. Una caratteristica, questa, che consente alla scuola di giocare un ruolo importante in quella che molti definiscono “sfida educativa”. “La scuola – afferma Maria Rosa Raimondi – ha la consapevolezza di non essere l’unica agenzia educativa e, nel contempo, di essere chiamata a costruire tutte le alleanze possibili per la costruzione di un patto intergenerazionale capace di favorire una reale crescita dei giovani”. Ci sono scuole, anche nel Bresciano, che già stanno lavorando in questa direzione. Si tratta di un impegno gravoso che non viene, però, tenuto in considerazione quanto si tratta di elaborare statistiche sulla qualità della scuola. “È per questo – afferma al proposito la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – che considero sempre molto parziali gli studi e le graduatorie che sistematicamente mettono agli ultimi posti la scuola italiana”. Si tratta, secondo Maria Rosa Raimondi, di studi che non tengono conto delle effettive differenziazioni che esistono anche nella scuola italiana, che quasi mai procedono a una lettura scorporata del sistema scolastico italiano. Una scuola, quella italiana in generale e bresciana in particolare, che spesso viene valutata solo in base alla capacità di trasmettere nozioni e conoscenze ai suoi studenti e ai risultati che questi ottengono, ma che non viene riconosciuta nello sforzo che compie nell’educazione degli studenti alla strutturazione del loro pensiero. “Si tratta di un elemento non facilmente quantificabile – afferma Maria Rosa Raimondi – che è determinante nel processo di crescita di ogni persona”.
Domenica 12 settembre, vigilia del nuovo anno scolastico, la Chiesa bresciana celebra la Giornata diocesana della scuola. Si tratta di un appuntamento ormai entrato nella tradizione e che, sin dalla sua prima edizione, intende mettere al centro di una riflessione comune il tema dell’educazione e della scuola. In questo 2010, inoltre, la celebrazione della Giornata appare ancora più significativa perché è in piena sintonia con gli orientamenti della Chiesa italiana, che ha scelto come indirizzo pastorale per il prossimo decennio il tema dell’impegno educativo. Anche il messaggio che il vescovo Luciano Monari ha indirizzato a tutte le comunità della diocesi per la Giornata si richiama a questo impegno. “Ne percepiamo tutta l’importanza e l’urgenza di fronte alle sfide delle trasformazioni che stiamo vivendo – è il primo passaggio del messaggio in cui il Vescovo richiama anche la sua ultima Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” –; e ne percepiamo anche la difficoltà; qualcuno teorizza addirittura l’impossibilità di educare oggi. La comunità cristiana ha il suo apporto specifico da dare all’opera educativa della società”. In modo particolare, continua mons. Luciano Monari dopo aver citato nel suo messaggio altri passaggi della sua Lettera pastorale, il tema “Alleanze: scuola, famiglia, parrocchia e territorio per una comunità educativa” scelto per la Giornata del 12 settembre rappresenta un forte appello per una vera collaborazione nell’impegno educativo. “Il reciproco riconoscimento fra le agenzie educative – scrive il Vescovo –, la valorizzazione delle specificità di ciascuno e la definizione di un terreno condiviso di valori e di pratiche devono trovare ulteriori stimoli proprio recuperando il significato più profondo di una autentica comunità impegnata con attenzione e amorevolezza per la crescita delle giovani generazioni”. Una comunità, quella evocata dal Vescovo, che deve essere ispirata dall’amore di Cristo e che pone al centro i più deboli non per un atto paternalistico, ma come stimolo e forza della comunione, concentra il suo interesse sui minori, bambini, ragazzi e adolescenti, per superare le contrapposizioni fra adulti e per esercitare lo sforzo della domanda e della ricerca, per lavorare a una finalità condivisa. Una comunità, insomma, che si pone alcune domande e che si impegna per trovare risposte adeguate: “Quali domande ci pongono i nostri ragazzi? Quali bisogni educativi esprimono? Quali provocazioni ci pongono?”: sono queste le domande evidenziate da mons. Monari nel suo messaggio. “L’invito – prosegue – affinché si stringano nel territorio autentici patti educativi vuole esser quest’anno ancora più pressante, alla luce delle riflessioni sulla comunità, sulla necessità di creare legami di conoscenza e di aiuto reciproco, anche superando l’isolamento di genitori, educatori e docenti: solo se le diverse individualità, sia pure belle e splendide, contamineranno l’intera comunità, risuciremo davvero a plasmare il mondo della scuola e dell’educazione”. A sostegno delle parole del Vescovo l’Ufficio diocesano per la pastorale scolastica ha predisposto un sussidio per aiutare le parrocchie nella preghiera che deve caratterizzare la giornata di domenica 12 settembre. Nel sussidio per la celebrazione eucaristica sono contenute preghiere e meditazioni che possono essere utilizzate nelle celebrazioni per evidenziare come l’avvio di un nuovo anno scolastico chiami a un forte impegno e a una grande generosità non solo i ragazzi e gli adolescenti, ma anche le famiglie, gli insegnanti, tutto il personale della scuola e più in generale ogni persona.
Una grande realtà I numeri della scuola
Il popolo dei 180mila studenti
Maria Rosa Raimondi, direttrice dell’Ufficio scolastico provinciale
L’ha affermato anche la direttrice dell’Ufficio scolastico nell’intervista pubblicata in queste pagine: quella bresciana è una grande scuola, seconda per dimensioni solo a quella di Milano. Non sono solo i dati della scuola di Stato a farla importante numericamente. Certo i 150mila studenti delle scuole di ogni ordine e grado e le 7100 classi presenti sul territorio provinciale sono numeri importanti, così come i 165 istituti che complessivamente fanno capo all’ufficio diretto da Maria Rosa Raimondi. A questi numeri vanno assommati quelli non meno significativi dell’istruzione paritaria. Nel Bresciano sono 265 le scuole dell’infanzia che fanno riferimento all’Adasm-Fism e che si prendono cura di oltre 20mila bambini. Sono 35, invece, gli istituti che hanno nella Fidae la loro federazione. Scuole cattoliche che si occupano della formazione di 10mila studenti, dalle elementari alle superiori. Scuole che, pur completando e molto spesso integrando l’offerta formativa del territorio, ancora non godono di una completa parità.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Opinioni
di Alberto Zaina
di Chiara Buizza
Beni culturali
Caritas
La ricchezza del turismo culturale
La povertà e i colibrì L’anno in corso può segnare una tappa significativa nell’elaborazione di politiche di contrasto alla povertà: a livello europeo, il 2010 è stato proclamato l’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale; a livello mondiale, il 2010 vede l’Organizzazione delle Nazioni Unite impegnata a promuovere gli Obiettivi di sviluppo del millennio, a 10 anni dalla loro proclamazione. La posta in gioco è certamente alta, così come il rischio che le iniziative istituzionali in materia non acquistino rinnovato vigore. Nondimeno si va sempre più diffondendo la consapevolezza che il contrasto alla povertà e la costruzione di una società più inclusiva non siano questioni che dipendono solo dall’“agenda politica”, ma anche dalla partecipazione sociale. Emblematici al riguardo due degli slogan che stanno facendo tam-tam (troppo sotto-tono?) in questi mesi: “Zero Poverty. Act Now” e “Stand up. Take action”. “Zero Poverty. Act Now” ovvero “Povertà Zero. Agisci ora” è il messaggio centrale della campagna di raccolta firme che Caritas Europa, in collaborazione con le Caritas nazionali, ha promosso in occasione dell’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. “Stand up. Take action” ovvero “Alzati in piedi. Fai qualcosa” è il titolo della tre giorni (17-19 settembre) di mobilitazione mondiale contro la povertà, volta a lanciare un appello ai Capi di Stato e di Governo per il rispetto degli Obiettivi di sviluppo del millennio. Due slogan, due diverse iniziative, una parola comune: agire. Firmare una petizione o alzarsi in piedi rappresentano lo stesso modo di “decidersi per”, di non rimanere indifferenti verso lo scandalo della povertà. Azioni di poco conto per contrastare la povertà e il rischio di esclusione sociale? Non seguendo le suggestioni di una fiaba africana, con protagonisti un leone e un colibrì: “Un giorno nella foresta scoppiò un incendio devastante. Tutti gli animali si diedero alla fuga. Un leone scorse un colibrì che volava in direzione dell’incendio: preoccupato, cercò di fermare il colibrì per fargli cambiare direzione, ma l’uccellino spiegò che stava andando a spegnere l’incendio. Il leone, meravigliato, replicò che era impossibile spegnere l’incendio con la goccia d’acqua che portava nel becco, ma il colibrì con decisione replicò: ‘Io faccio la mia parte’”. L’azione e le parole del colibrì, tra gli uccelli più piccoli al mondo, suonano come un appello a risvegliare il senso di responsabilità e a prendere consapevolmente parte alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, anche a partire da piccoli segni; nel contempo invitano a riflettere sul fatto che la riuscita di quest’ultima dipende dal numero di coloro che partecipano all’impresa. Facciamo la nostra parte, dunque.
Accanto alla vacanza “classica”, al mare o in montagna, ora si sta sempre più diffondendo il “turismo culturale” nelle città d’arte. Ma è bene sottolineare che, secondo un vecchio adagio, l’occhio, il cervello e l’anima non vanno, o non dovrebbero andare in vacanza. In realtà la distinzione tra turismo “culturale” e “di svago o relax” è solo pratica e dipende dalle scelte che si vogliono fare recandosi in posti diversi da quelli in cui abitualmente viviamo. Ma in ogni dove è possibile fare del turismo “culturale”, perché i beni culturali sono in ogni dove: nella storia e nella memoria di ogni popolazione. In tutta la civiltà occidentale, così impregnata di cristianesimo nella propria storia, particolare rilevanza hanno i beni culturali “ecclesiastici”, non solo per gli edifici sacri veri e propri che conservano tesori inestimabili d’arte, ma anche per gli stessi “paesaggi”. Beni culturali veri propri sono i paesaggi costruiti dall’uomo trasformazione del paesaggio naturale, dove, anche, qui, si può trovare il segno del sacro. Le chiesette di montagna segnano i passi sulla via delle escursioni alpine, ma indicano anche una “sacralizzazione” del paesaggio che un tempo era fatto ben percepito e ben presente alle nostre popolazioni, quando il sacro si intrecciava dappertutto con il “profano”, o meglio la società “civile” era strettamente connessa a quella religiosa. Ma nell’Occidente “cristiano”, in Italia, nonostante la laicizzazione sempre più forte, lo sviluppo abnorme della realtà cementificatoria in ogni dove, è possibile ancora scorgere i segni del sacro nel paesaggio “costruito” dall’uomo. Pensiamo al nostro territorio, dove, in una diocesi che ha l’intitolazione della Cattedrale, la “chiesa matrice”, alla Vergine Assunta, le molte pievi medioevali sono per tale motivo in gran parte dedicate alla Vergine; una volta isolate a chiamare a raccolta dalle campagne il popolo, ancora oggi si pongono come elemento che segna il paesaggio costruito dagli uomini che ha raggruppato intorno ad esse. Nelle campagne e nelle valli chiesette “rustiche” si accompagnavano ad altre chiesette e santelle ogni strada o viottolo aveva la sua santella (edicola o chiesetta vera e propria) dove si potevano esprimere i sentimenti, le preghiere, le devozioni, le implorazioni di grazie. Più tardi, dopo il Concilio di Trento nel Seicento e Settecento, sono le grandi parrocchiali tardobarocche a imporsi nel gran teatro del paesaggio, anch’esse ancora dominanti nei nostri paesi grandi e piccoli. Sono solo piccoli esempi di come i beni culturali “ecclesiastici” siano diffusi e ci possano offrire occasione di “vacanza intelligente” anche senza andare in posti esotici.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it
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Politica In atto una crisi “particolare”
Tra Berlusconi e Fini rischia l’Italia La frattura ormai insanabile sta conducendo il Paese alle elezioni anticipate, con buona pace di problemi mai affrontati e del bene comune
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a cura di Massimo Venturelli
La situazione politica appare (e forse lo è veramente) ingarbugliata e in preda a una sorta di isteria che porta i suoi protagonisti a dire tutto e il contrario di tutto. Quello che oggi viene dato per certo rischia di essere completamente stravolto domani, rendendo così difficili anche le più caute previsioni. Ad aggravare ulteriormente la situazione c’è anche una dilagante ignoranza istituzionale che porta alla formulazioni delle ipotesi più bizzarre. Per questo occorre procedere con cautela, a partire della situazione di oggettiva crisi tra Berlusconi e Fini che di fatto sta minando ogni giorno di più un alleanza che solo due anni fa aveva consentito la definizione di maggioranze parlamentari mai così nette e schiaccianti nella storia repubblicana.
Scenari
In movimento tra alleanze
Una frattura, quella tra i due cofondatori del Pdl, che diventa ogni giorno più ampia, alimentata (probabilmente ad arte) da questioni di cui con grande difficoltà si percepiscono i contorni. Cosa è realmente intervenuto tra i due? Il disegno politico premiato dagli elettori nel 2008 è stato cambiato? Dalle dichiarazioni ufficiali sembrebbe di no, se è vero che i finiani rimasti fedeli al Presidente della Camera epurati dal Pdl si sono dichiarati disponibili a votare i cinque punti del documento politico-programmatico su cui il Governo intende chiedere la fiducia all’ormai prossima ripresa dell’attività parlamentare. Certo, chiedono di poter discutere nel merito dei provvedimenti proposti. Ma basta un po’ di dialettica interna per mandare tutto
all’aria? Chi si dichiara pubblicamente erede della grande tradizione moderata dovrebbe conoscere le vicende della prima repubblica, dovrebbe fare tesoro dell’esperienza della Democrazia cristiana. Squassata da movimenti correntizi interni, è riuscita a governare il Paese per un quarantennio. Ogni leader che vanti ambizioni non dovrebbe considerare ricchezza le diversità, anche quelle interne, e uscire rafforzato dal confronto e dalla successiva sintesi? Le ultime vicende confermano il contrario. Non c’è volontà di confronto, si procede con gli aut aut anche quando si corre il rischio di fare pagare al Paese il prezzo più ampio di questo scontro. Può il Paese permettersi il lusso di un ritorno anticipato alle urne quando non c’è una delle urgenze dettate della crisi che sia stata affrontata e risolta? Sono pochi, pochissimi quelli che affermano che la prematura fine di questa legislatura debba essere considerata una iattura. Molti di più che fanno i conti, che hanno già iniziato da tempo a stilare la lista dei pro e dei contro di un prossimo ritorno alle urne, magari ancora prima della fine dell’anno. Una dinamica, quella in atto, che rende palese una carenza di quel senso dello Stato che fa percepire come prioritario, praticamente as-
Andare subito alle urne, facendo afffidamento su sondaggi francesi che darebbero Berlusconi premiato da una schiacciante maggioranza e Fini messo fuori gioco, o cercare una mediazione che consenta di condurre a termine la legislatura in corso? Non sono poi molte le ipotesi in queste ore al vaglio delle forze politiche del Paese. Certo, c’è anche una terza ipotesi, per altro prevista dalla Costituzione. Qualora il Premier si ritrovasse senza una maggioranza parlamentare dovrebbe presentarsi al Capo dello Stato per formalizzare l’apertura della crisi di Governo. Carta costituzionale alla mano il presidente della Repubblica dovrebbe verificare l’effettiva indisponibilità del Parlamento a mettere in campo una maggioranza diversa a quella che attualmente sostiene Berlusconi. Molti considerano questa ipotesi un’eresia. Portare a Palazzo Chigi chi non è stato premiato dall’elettorato suonerebbe quasi come un attentato alla volontà popolare.
soluto, il bene del Paese. Tutto il resto, rendite politiche, beghe personali, interessi di bottega viene dopo. Più che interrogarsi su quando si tornerà alle urne, quali saranno le alleanze che si sottoporranno al giudizio degli elettori e sui meccanismi elettorali (preoccupazioni sacrosante, certo) sarebbe forse necessario aprire un momento di riflessione per ribadire alcune priorità, importanti risposte che il Paese attende da troppo tempo. Non è un caso che l’ormai imminente Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre, abbia messo al centro dei suoi lavori il tema “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”, questione più che mai attuale e urgente, che ha bisogno di essere declinata in rapporto ad alcuni problemi concreti del Paese. L’idea di un’agenda di speranza, da compilare non a tavolino ma compiendo un’opera di riflessione che permetta di coinvolgere, da subito, molti di coloro che si stanno impegnando seriamente per il bene comune del Paese, non dovrebbe essere preoccupazione solo dei cattolici, dovrebbe trovare anche la partecipazione di quelli (e sono molti) in queste ore impegnati nella definizione di delicate alchimie elettorali.
C’è però in questo ragionamento una forzatura di fondo. È vero, infatti, che il voto del 2008 ha premiato largamente Berlusconi, ma sarebbe scorretto affermare che il Paese abbia scelto il suo premier. In Italia, infatti, non c’è ancora l’istituto dell’elezione diretta del presidente del Consiglio. La scelta spetta ancora al Capo dello Stato. Solo l’estrema personalizzazione della politica venuta avanti negli ultimi anni ha di fatto portato all’assegnazione del compito di formare il governo a quei leader (in sostanza solo Berlusconi e Prodi) che si sono accreditati presso l’opinione pubblica delle vesti di candidato premier in pectore. Questi, però, sono ragionamenti di architettura istituzionale. Quello che oggi sembra interessare, visto che gran parte delle forze politiche danno per scontato il ritorno alle urne, è pensare alla definizione di coalizioni e, soprattutto nel centro sinistra, la definizione di una nuova leadership capace di reggere la sfida con Berlusconi.
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Popoli e continenti Mondo
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Terra Santa Un accordo storico
A Betlemme per un nuovo miracolo La Chiesa cattolica, quella ortodossa e quella armena, lavorano insieme per il restauro del tetto della Basilica della Natività
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a cura di Massimo Venturelli
Il mondo intero guarda con grande interesse alla ripresa del dialogo tra Israele e Palestina. Le dichiarazioni di intenti espresse dalle parti in causa aprono la porta alla speranza che possa aver preso definitivamente il via il processo di pace. C’è però un’altra notizia che giunge della Terra Santa e che, ugualmente, può essere definita storica. Nei giorni scorsi, infatti, l’agenzia stampa Zenit ha rilanciato la notizia di un accordo tra le Chiese cattolica, ortodossa e armena per il restauro del tetto della chiesa della Natività a Betlemme. Promosso dall’Autorità Palestinese, l’accordo ha realmente una portata storica, stante l’atavica incapacità delle Chiesa presenti nella Basilica di parlarsi. L’agenzia Zenit ha riportato le dichiarazioni che padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, uno dei sottoscrittori dell’accordo insieme al patriarca
greco-ortodosso Theophilos III e il rappresentante del patriarca armeno, Torkom II Manoogian, ha rilasciato al Franciscan Media Center. “L’accordo – ha dichiarato – rappresenta l’inizio di un nuovo modo di stare insieme a Betlemme”. La basilica, antichissima, aveva bisogno infatti di interventi di restauri urgenti. Il non riuscire a condurli in porto rappresentava per padre Pizzaballa “il simbolo della nostra incapacità a parlarci e che invece adesso spero diventerà il luogo nuovo dove le Chiese dimostrano di sapere collaborare”. In effetti, per qualsiasi restauro della Basilica della Natività, come di tutti i santuari retti dallo Statu Quo, è necessario l’accordo dei tre “co-proprietari”. L’insistenza del Presidente dell’Autorità nazionale palestinese è stata fondamentale per raggiungere l’accordo. Già nel
novembre 2008, Mahmoud Abbas aveva esortato le Chiese a trovare un’intesa. L’Autorità palestinese ha anche destinato un milione di dollari ai lavori, secondo l’Agence France Presse. All’atto di firma dell’accordo era presente anche il responsabile del gruppo internazionale di esperti che si occuperà del restauro, il professor Remigio Rossi. È previsto che i lavori durino 150 giorni, e per il momento non è nota la data di inizio. Quella che è invece evidente è l’urgenza dei lavori di restauro del tempio; visitandolo nei giorni di pioggia, si possono vedere delle pozze d’acqua in vari punti dell’interno. Dagli ultimi restauri del 1832, infatti, non sono state effettuate opere di mantenimento del tetto, che è quindi molto danneggiato. Ciò sta provocando anche il deterioramento dei resti di mosaici e affreschi. Oltre a essere uno dei luoghi santi più importanti della cristianità, dove secondo la tradizione è nato Gesù, la Basilica della Natività di Betlemme è una delle chiese più antiche del mondo. Costruita all’inizio del IV secolo
dall’imperatore Costantino e ricostruita agli inizi del VI dall’imperatore Giustiniano, si salvò durante le invasioni arabe del VII secolo perché i Re Magi raffigurati al suo interno indossavano abiti orientali. Lo scheletro della struttura attuale del tetto risale al restauro principale, svoltosi tra il 1435 e il 1479. Nel rapporto che l’Unesco ha dedicato al tetto della Basilica della Natività nel 2000, gli esperti hanno affermato che l’antichità di un tetto si stima in genere intorno ai 150 anni e si sono detti molto colpiti dal fatto che questo sia resistito per un periodo tre volte superiore. L’accordo, che è stato firmato alla presenza del Primo ministro palestinese M. Salam Fayyad, del consigliere del presidente per le Questioni cristiane, Mahmoud Abbas e del presidente del Comitato per il rinnovamento della chiesa, M. Ziad Al Bandak, può dunque aprire una nuova stagione nella storia dei rapporti spesso difficili tra le tre Chiese. La speranza è che possa essere di buon auspicio anche per i più importanti dialoghi di pace tra Israele e la Palestina.
Una proposta dello Svi
Dodici mesi in Brasile grazie al servizio civile Brescia è da sempre aperta al mondo. Lo testimoniano, oggi come nel passato, le molte persone (sacerdoti, religiosi e laici) che hanno scelto le vie dell’impegno missionario e le tante realtà che hanno battuto la strada della operazione internazionale. Una “vocazione” che, anche in tempi come quelli attuali non più così sensibili a questa dimensione, ha trovato conferma nella recente accettazione da parte dell’Ufficio nazionale servizio civile della domanda presentata dallo Svi di Brescia, in partnership con Focsiv, per l’assegnazione di volontari da inviare al proprio progetto di Santa Luzia in Brasile, progetto che ha l’obiettivo di rafforzare le conoscenze in ambito agrario e agrozootecnico della popolazione della zona e di promuovere e rafforzare l’associazionismo di mutuo aiuto per l’autosviluppo del territorio tramite la scuola agraria Ecrama e il sostegno alla Red Bragantina, un coordinamento di cooperative, associazioni e agenzie produttive, commerciali e di organizzazione popolare presenti nell’area. Il progetto di cooperazione che vedrà l’impiego dei due volontari è realizzato in collaborazione con la parrocchia
e municipio di Santa Luzia, con la cooperativa Coomar, la segreteria esecutiva dello Stato per l’Educazione e la rappresentanza di molte altre istituzioni dello Stato brasiliano. L’Ufficio nazionale servizio civile ha dunque assegnato allo Svi di Brescia i due volontari richiesti. Normato dalla legge 64 del 2001, il servizio civile volontario offre a ragazze o ragazzi tra i 18 e i 28 anni la possibilità di dedicare 12 mesi (ricompensati con una retribuzione mensile di 433,80 euro, ndr.) della propria vita al servizio di persone e comunità del Nord e del Sud del mondo. I giovani interessati alla proposta possono dunque presentare allo Svi la propria candidatura entro il 4 ottobre. Oltre al requisito dell’età i “candidati” devono essere cittadini italiani; devono godere dei diritti civili e politici e non devono avere riportato condanne. Devono inoltre essere in possesso dell’idoneità fisica, con riferimento allo specifico settore d’impiego. Per ulteriori informazioni gli interessati possono prendere contatto con la Segreteria Svi (Stefano Savardi), in viale Venezia, 116 a Brescia, (tel. 030/3367915 – email: segreteria@svibrescia.it).
Popoli e continenti Europa
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Spagna Verso la Gmg del 2011
Giovani in un’Europa che fatica Le centinaia di migliaia di partecipanti all’incontro di Madrid avranno modo di conoscere una realtà che non costruisce futuro
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Alla fine del mese di agosto del 2010, 200 giovani provenienti da tutta la Francia si sono riuniti sulla collina di Taizé per preparare la prossima Giornata mondiale della gioventù, in programma a Madrid nell’agosto 2011. A oltre 20 anni di distanza dalla prima Gmg in Europa, tenuta nel 1989 a Santiago di Compostela, il sentimento europeo è diventato più naturale tra i giovani. Un sondaggio ha dimostrato che gli aspetti più caratterizzanti per i giovani che partecipano alle Gmg sono gli incontri con gli altri giovani (48%) oltre all’esperienza spirituale (38%). Il ritorno della Gmg in Spagna nel 2011 sarà un evento di massa. A Madrid sono attesi tra gli 1,5 e i 2 milioni di giovani per la messa finale con Benedetto XVI sullo spiazzo dei “Cuatro Vientos”. La più grande delegazione estera sarà quella proveniente dall’Italia, seguita dai 50-60mila giovani della Francia. Venerdì 19 agosto, i giovani parteci-
di Stefan Lunte
peranno al Cammino della Croce, che commemorerà la Passione del Cristo. Questa celebrazione offrirà l’occasione di scoprire la ricchezza della cultura e delle tradizioni spagnole, mettendo in scena le Confraternite che passano in processione il Venerdì Santo nelle strade spagnole. Ma i giovani vedranno anche un Paese che è stato duramente colpito dalla crisi economica. La bolla immobiliare è scoppiata e il sistema finanziario, con le casse di risparmio come veicoli di trasmissione del finanziamento locale e regionale, è fortemente scosso. In Spagna, la disoccupazione ha raggiunto il 20,1 % nel giugno 2010. È il livello più alto all’interno dell’Unione europea. Tra i giovani la situazione è ancora peggiore: oltre il 40% delle persone di età compresa tra i 16 e i 24 anni è senza lavoro. La maggior parte di questi giovani continua a studiare pur restan-
do disponibile sul mercato del lavoro, ma la cifra resta spaventosa. Nel 2010, il tasso di disoccupazione dei giovani nell’Unione europea è raddoppiato rispetto al 2009. Con il 19,6 %, quasi un giovane su cinque è senza lavoro, secondo le cifre di Eurostat relative al mese di luglio. La situazione è simile in tutti i Paesi sviluppati. Secondo un documento di lavoro dell’Ocse in vista del prossimo forum sull’impiego, i giovani sono stati toccati in modo molto grave dalla crisi economica globale. Nella zona Ocse, “il tasso di disoccupazione dei giovani (15-24) è aumentato di 6,5 punti percentuali tra la fine del 2007 e la fine del 2009 per arrivare quasi al 20 % (livello destagionalizzato). Ci sono attualmente circa 15 milioni di giovani disoccupati nella zona Ocse, ossia circa quattro milioni in più rispetto alla fine del 2007”. Gli autori del documento prevedono “che il tasso di disoccupazione resti a un livello elevato per i prossimi due anni e numerosi giovani disoccupati saranno esposti a una disoccupazione a lungo termine”. A livello mondiale, il rapporto del Bureau International de Travail (Bit, l’Ufficio internazionale del lavo-
ro), Tendances mondiales de l’emploi des jeunes, del mese scorso ha indicato che, dei 620 milioni di giovani economicamente attivi di età compresa tra i 15 e i 24 anni, 81 milioni erano senza lavoro alla fine del 2009 - la cifra più alta mai raggiunta. Il tasso di disoccupazione dei giovani a livello mondiale è passato dall’11,9% del 2007 al 13% del 2009. Quindi, l’incontro dei giovani di tutto il mondo che si terrà il prossimo anno in Spagna si rivela un’occasione particolarmente favorevole per una riflessione sulla fede, in quanto – per riprendere il tema scelto dal Papa per le Gmg – è in un contesto difficile che essa si afferma e noi ci radichiamo e ci fondiamo nel Cristo (cfr. Col 2,7). Nel suo intervento, padre Timothy Radcliffe raccomandava ai giovani riuniti a Taizé di rendere presenti il volto del Cristo, le sue orecchie, la sua bocca e le sue mani. Un Cristo che si mostra nei momenti di tristezza, che ascolta le testimonianze degli sforzi non ricompensati ma che proclama tuttavia la sua speranza e che tocca anche questi giovani in Spagna in Europa e in tutto il mondo, che non trovano lavoro!
Gran Bretagna
Cresce l’attesa per la visita di Benedetto XVI La prima visita di Stato di un Papa in Scozia e in Inghilterra dopo la Riforma protestante. Quella di Giovanni Paolo II nel 1982 fu, infatti, una visita pastorale. Benedetto XVI sarà ospite della regina Elisabetta dal 16 al 19 settembre. “Un evento storico” l’ha definita Lord Christopher Patten, incaricato del Primo ministro britannico per la visita papale nel Regno Unito, in una conferenza stampa tenuta insieme all’arcivescovo cattolico, mons. Vincent Nichols. “La nuova coalizione di governo guarda a questa visita come a un momento speciale per tutti, cristiani, cattolici e non”. Di questo storico viaggio ha parlato mons. Andrew Summersgill, coordinatore della visita per conto della Conferenza episcopale inglese, in questa intervista. Che visita sarà quella di Benedetto XVI in terra inglese? “Si tratta di un viaggio nel corso del quale il Pontefice avrà modo di incontrare una società molto secolarizzata. Tante persone avranno modo di conoscere la fede cristiana per la prima volta. Una convinzione che si è rafforzata anche in questi
mesi di lavoro condiviso con i rappresentanti dello Stato inglese, un lavoro impegnativo ma molto interessante”. La prima visita di Stato di un Papa dopo la Riforma… “Sarà un momento significativo sottolineato dal fatto che il primo appuntamento di Benedetto XVI è proprio con la Regina. Il Papa è ospite dello Stato e non solo della Chiesa cattolica locale”. Il Papa e la Regina sono in una situazione molto simile perché la Regina è capo di Stato ma è anche governatore supremo della Chiesa di Inghilterra e il Papa è il successore di Pietro ma è anche un capo di Stato. Potranno capirsi a vicenda”. Come vedono gli anglicani la visita ormai prossima? È la prima volta che il Papa va, si può dire, a casa dell’Arcivescovo a Lambeth Palace, ricambiando quindi così le visite che ha ricevuto. È un momento importante di dialogo il fatto che sia il Papa ad andare in casa anglicana questa volta. Gli anglicani vedono il Papa come un fratello e un padre spirituale.
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Franco Bianchetti (Capriolo 1956) Dopo gli studi a Bergamo e Bologna si accosta alla tecnica della lavorazione del vetro fondando l’Officina Santhomé. La sua poetica, aniconica e antiformale, indaga il tema dell’energia vitale intrinseca nella natura. “Solo Cristo” (2000). Bozzetto per le vetrate dell’Auditorium Calvin di Ginevra. Concesio, Collezione Arte e Spiritualità.
Andare e ritornare di Giuseppe Fusari
Il Vangelo della domenica XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (15, 1-32) In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Ed egli disse loro questa parabola: “Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: ‘Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta’. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: ‘Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto’. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”. (...)
Forse conosciamo bene solo quello che abbiamo perduto, o quello che abbiamo rischiato di perdere. Una donna perde una moneta e per ritrovarla accende il lume, spazza la casa; un uomo perde una pecora, si alza nel cuore della notte, la va a cercare e non smette finché non l’ha trovata; un padre aspetta il ritorno del figlio che lo ha lasciato. Lui non si muove: pecore e monete non hanno libertà, l’uomo sì. Così cercare una cosa non è cercare una persona; così cercare diventa aspettare. L’andata e il ritorno. È il movimento della libertà. Non è sufficiente accendere una lampada e cercare per casa, accendere un lume e girare le campagne. La luce deve venire da dentro per chi se n’è andato. È questo l’abisso che separa le prime due parabole dall’altra: è la luce della libertà che indica il cammino del ritorno. E se c’è gioia a trovare una cosa o un animale, quale sarà la gioia per aver ritrovato una persona? Perché per una persona ritrovare è ritornare. Il padre aspetta, anche se il suo spirito ha vagato più della donna nella sua casa e più del pastore tra i campi e sulle montagne. Lo spirito del padre ha seguito il figlio così lontano che il ritorno non lo sorprende. Lo vede da lontano. Non potrebbe essere differente da così quell’incontro: l’attesa è lunga come la capacità di vedere lontano. È una dimensione dello spirito che fa coincidere la capacità di aspettare con quella di cercare. Senza muoversi. Nel padre agisce la speranza che la sua lampada, la sua luce, possa a un certo punto rischiarare il buio che c’è nel figlio, così come si rischiara la casa della donna e il cammi-
no del pastore. Ma questa luce, questa illuminazione avviene (e può avvenire) solo da lontano, per contagio. La luce del padre riaccende la luce nell’interiorità del figlio: riesce a guardarsi dentro, a capire, a sàpere (in senso latino, cioè a gustare la vita che aveva quando era con il padre) e quindi a sapére cosa fare: alzarsi, tornare. Anche se fosse la notte più oscura troverebbe la strada, saprebbe la via e ci sarebbe un padre che, nel cuore della notte, lo vede da lontano perché è sempre stato con lui, fin dall’inizio, con quella luce che anche lui credeva spenta, assopita a sufficienza per sperperarsi, per uccidersi, per allontanarsi. La donna spazza la casa, accende la luce e trova la moneta perduta; il pastore si alza nella notte e va a cercare quello che non c’è, accende la sua lampada e cerca finché non trova. Il padre non può rincorrere, ma solo lasciare che la luce sua riempia ancora l’interiorità del figlio, che lo recuperi alla sua strada, che lo riporti alla sua casa. C’è gioia, e quanta, a quel ritorno. Perché non è uguale perdere una moneta o una pecora e perdere un figlio, perdere un uomo. È consegnarlo alla sua libertà, rischiare che il suo andare non significhi ritornare, che possa perdersi e smarrire il perché del suo vivere e così non rintracciare la necessità del ritorno a casa. Ma l’uomo non è una moneta e nemmeno una pecora. Non può essere strappato alla sua libertà. Per questo la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno vinta: perché è solo così, con questo meccanismo di amore libero, che la libertà di Dio diventa libertà dell’uomo. Solo in Cristo.
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it
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Benedetto XVI Trasmettere sapienza
I pastori della Chiesa e l’esempio di Leone XIII
È
di Fabio Zavattaro
È attraverso le letture di Luca e Paolo che possiamo cogliere il senso della riflessione domenicale di papa Benedetto, svoltasi in due momenti diversi: prima a Carpineto Romano, durante la Messa nel paese natale di papa Pecci, Leone XIII; poi a Castelgandolfo per il consueto appuntamento dell’Angelus. Luca ricorda con chiarezza le tre condizioni per essere discepoli di Gesù: amarlo più di ogni altra persona e della stessa vita; prendere la propria croce e seguirlo; rinunciare a tutti i propri averi. Seguire Gesù è impegnativo, commenta papa Benedetto, “non può dipendere da entusiasmi e opportunismi; deve essere una decisione ponderata, presa dopo essersi domandati in coscienza: chi è Gesù per me? È veramente il Signore”. In lui ricorda ancora il Papa “trovano risposta le domande dell’uomo di ogni tempo che cerca la verità su Dio e su se stesso. Dio è al di là della nostra portata, e
i suoi disegni sono imperscrutabili”. L’essere discepoli di Cristo significa ritrovarsi fratelli, superare le differenze, la separazione tra schiavi e liberi “e innesca nella storia un principio di promozione della persona che porterà all’abolizione della schiavitù, ma anche a oltrepassare altre barriere che tuttora esistono”. C’è una “spinta di promozione umana” che il cristianesimo porta nel cammino della civiltà, e questo significa che i cristiani devono essere seme e lievito all’interno della realtà storica: “agendo come singoli cittadini, o in forma associata, costituiscono una forza benefica e pacifica di cambiamento profondo, favorendo lo sviluppo delle potenzialità interne alla realtà stessa. È questa la forma di presenza e di azione nel mondo proposta dalla dottrina sociale della Chiesa, che punta sempre alla maturazione delle coscienze quale condizione di valide e durature trasformazioni”. In un’epoca di aspro anticlericalismo e di accese manifestazioni contro il Papa, Leone XIII – ha affermato Benedetto XVI – “seppe guidare e sostenere i cattolici sulla via di una partecipazione costruttiva, ricca di
contenuti, ferma sui principi e capace di apertura”. Nell’Europa del dopo Rivoluzione francese la Chiesa e le espressioni della cultura cristiana erano messe in discussione; emergeva poi con forza la questione operaia. papa Pecci intuì tutto questo e avviò una lettura complessiva della società e del suo bene comune: è l’inizio della dottrina sociale della Chiesa e l’insegnamento di Leone XIII è stato che “la questione sociale si poteva affrontare positivamente ed efficacemente con il dialogo e la mediazione”. Ecco allora l’enciclica Rerum novarum che portò a una “autentica esplosione di iniziative”: associazioni, casse rurali e artigiane, giornali; un vasto movimento che ebbe in Giuseppe Toniolo “l’illuminato animatore”. Commenta Benedetto XVI: “un Papa molto anziano, ma saggio e lungimirante, poté così introdurre nel XX secolo una Chiesa ringiovanita, con l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide. Era un Papa ancora politicamente e fisicamente prigioniero in Vaticano, ma in realtà, con il suo Magistero, rappresentava una Chiesa capace di affrontare senza complessi le grandi questioni della contemporaneità”.
Il pellegrinaggio ecologico delle Conferenze episcopali europee
Se vuoi coltivare la pace, proteggi il creato Il 1° settembre 2010, circa 50 delegati delle Conferenze episcopali europee provenienti da oltre 15 Paesi sono partiti dalla Basilica di Esztergom, in Ungheria, per un pellegrinaggio di speranza per tutto il creato avente come destinazione il Santuario di Mariazell in Austria, passando per la Slovacchia, dove sono stati accolti dall’arcivescovo di Bratislava, mons. Stanislav Zvolenský. L’iniziativa è stata ispirata dal messaggio di papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2010, dal titolo: “Se vuoi coltivare la pace, proteggi il creato”. L’idea di un pellegrinaggio è stata scelta come azione che simboleggia il cammino di riflessione, formazione e conversione, che sono necessarie se l’umanità vuole affrontare le dimensioni della sfida ambientale. Un pellegrinaggio è tanto un’espressione di fede quanto un impegno per il cambiamento. Il pellegrinaggio è cominciato con una benedizione e aspersione per mano del cardinal Péter Erdö, per ricordare che, nel battesimo, attraverso il fondamentale dono di Dio dell’acqua, diventiamo parte della Chiesa, essa stessa pellegrina. È stata dedicata una particolare attenzione al tema dell’acqua, un elemento della creazione che è ricco di significati biblici e sacramentali. La decisione di fare parte del pellegrinaggio in barca lungo il magnifico fiume Danubio – il fiume che attraversa il maggior numero di Paesi europei – ha dato espressione alla preoccupazione che, nelle parole di papa Benedetto XVI, “L’accaparramento delle risorse,
specialmente dell’acqua, può provocare gravi conflitti tra le popolazioni coinvolte. Un pacifico accordo sull’uso delle risorse può salvaguardare la natura e, contemporaneamente, il benessere delle società interessate”. I delegati hanno dedicato una particolare attenzione all’iniziativa ecumenica congiunta del Consiglio nazionale delle Chiese cristiane del Brasile (Conic), sostenuta da alcune Conferenze episcopali cattoliche in Europa, intitolata Dichiarazione ecumenica sull’acqua come diritto umano e bene pubblico. L’acqua è anche un elemento propulsore condiviso e fondamentale di fede e sta diventando una risorsa scarsa per molti esseri umani. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata al problema dell’energia e al bisogno di risparmiarla, dove possibile. È stata sottolineata l’importanza dell’uso delle fonti rinnovabili di energia, quali l’energia eolica, l’energia solare, i bio-combustibili, la biomassa, le piccole installazioni idroelettriche (“small-hydro”), le tecnologie che sfruttano le onde marine e altri combustibile non di origine fossile. Si è concordato che è necessario affrontare il problema dei rifiuti attraverso la prevenzione, il riciclo, e incoraggiando lo sviluppo di tecnologie efficienti. Si è tuttavia sottolineato il bisogno di una valutazione completa e rigorosa dell’impatto ambientale netto di tutte le dimensioni di tali tecnologie. Una tematica fondamentale è la conversione della mente e del cuore tramite un’educazione che porti al cambiamento nei modelli di vita.
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Ecclesia Chiesa bresciana
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Agorà L’incontro con i bambini
Gesù, un amico che ci aiuta a crescere Il Vescovo ha offerto alle generazioni dei giovanissimi la chiave di lettura della vita cristiana fondata sulla bontà e sull’amore
V
“Volevo ringraziarvi, cari bambini, per la vostra grande capacità di donare quotidianamente, a noi adulti, gioia e serenità”. Con queste parole ha esordito il nostro vescovo Luciano giovedì 2 settembre durante l’incontro tra lui e i bambini della diocesi, svoltosi nell’ambito della seconda tappa di Agorà 2010-2011. Agorà è l’insieme delle iniziative per la presentazione della Lettera del Vescovo all’inizio del nuovo anno pastorale. Una lettera, la sua, pubblicata lo scorso luglio, nella quale mons. Monari ha voluto riflettere su temi come la nascita della comunità cristiana, il dono dell’amore, l’essere corpo di Cristo e il divenire una cosa sola, affinché potessero accompagnare il singolo cammino di ogni comunità cristiana della diocesi durante l’imminente anno pastorale. Prendendo spunto dal capitolo 17 del Vangelo di Giovanni, la lettera è stata intitolata “Tutti siano una cosa sola”
di Laura Di Palma I bambini intorno al Vescovo in piazza Loggia
ed è stata affiancata da altre sette lettere più brevi, indirizzate alle comunità educative e ai giovani impegnati negli oratori in preparazione alla Giornata mondiale della gioventù che si svolgerà l’anno prossimo a Madrid. Sono stati proprio questi scritti del Vescovo a fare da leitmotiv all’incontro con i bambini, in una gremita piazza Loggia, che ha visto la presenza di numerosi bambini e ragazzi, accompagnati dai loro sacerdoti ed educatori. Dopo un inizio all’insegna dei canti, dei balli e dei giochi, i piccoli ospiti del Vescovo hanno potuto assistere alla messa in scena di un breve spettacolo sulla vita di don Bosco, il santo piemontese che, sulla scia di San Filippo Neri, diffuse l’idea dell’oratorio come nuovo luogo di aggregazione e formazione, sia religiosa che umana. Una volta terminato lo spettacolo, ha quindi avuto inizio l’incontro vero e proprio, con un momento di preghiera
guidato proprio dal Pastore della nostra diocesi e la presenza, accanto a lui, di alcuni bambini, che hanno letto, a turno, diversi spezzoni estratti dalle sette lettere del Vescovo, affinché lui stesso potesse spiegarne loro il significato. “ Si nasce bambini, ma a poco a poco si cresce e si diventa grandi” ha detto il Vescovo, “anche se, per diventare grandi davvero, bisogna imparare ad amare, a vivere con il cuore e a fare del bene”. Infatti, “vivere significa crescere progressivamente verso la capacità e la scelta di porre atti di bontà e di amore verso gli altri”. “Il rapporto con Dio ci rende responsabili e ci fa crescere verso un livello più alto di umanità […]”: infatti, “il rapporto con il Signore deve essere un vero e proprio rapporto di amicizia. Il Signore non ci dà sempre ragione ma ci aiuta a crescere in salute, bontà e saggezza; per questo dobbiamo camminare con lui, come faremmo con
un amico, e fidarci di Gesù come ci fidiamo dei nostri genitori”. Il nostro rapporto con Dio “si chiama fede e assomiglia all’atteggiamento del bambino, che affronta il mondo tenendo la mano di suo padre”. In un momento di profonda apertura e dolcezza, quindi, mons. Monari ha raccontato ai più piccoli di come i suoi genitori fossero segno della presenza di Dio nella sua vita e di come fosse cresciuto grazie “alla mano robusta di suo padre e al sorriso di sua madre”. “Per fare amicizia ci vuole tempo… infatti, prima di instaurare un solido rapporto le persone devono maturare insieme”. “Può sembrare deludente un cammino dove non si arriva mai ma esso è motivato se la nostra meta è l’amore. La vita dell’uomo, infatti, è un progresso continuo… abbiamo sempre da imparare… Ed è solo grazie al Signore, che essa è un’avventura bella, aperta e creativa”.
A Canton Mombello l’incontro sulla fragilità
La comunità, l’etica della legge e quella della responsabilità Come vive la comunità il contatto, il confronto con le sue fragilità? Questa la domanda a cui “Chiesa nella città” ha cercato di rispondere, programmando uno dei suoi incontri nella Casa circondariale di Canton Mombello. Perché il carcere? “Perchè – ha spiegato don Adriano Santus, cappellano della struttura carceraria – più ancora dell’ospedale è il luogo della sofferenza, del dolore. perché è uno dei luoghi più espressivi dell’umanità ferita”. Non può esserci comunità, nemmeno quella tratteggiata dal vescovo Monari nella sua nuova Lettera pastorale, se questa non arriva a confrontarsi, a comprendere le sue fragilità. “Tra il carcere e la comunità – ha esordito mons. Monari dopo avere ascoltato con partecipazione gli indirizzi di saluto che gli sono giunti da chi vive questo luogo di sof-
ferenza – c’è un legame effettivo. Entrambe sono l’uno per l’altra specchio in cui ci si può comprendere e riconoscere”. Il carcere diventa il luogo centrale di una sfida a cui è chiamata la comunità cristiana che vive sul Vangelo, annuncio di salvezza. “Un annuncio – ha proseguito il Vescovo – che si comprende proprio in quei luoghi, come il carcere, in cui la speranza è messa in difficoltà. Se così non fosse il Vangelo dovrebbe denunciare i suoi limiti. La Parola, invece, pretende di raggiungere l’uomo in tutte le sue condizioni”. Anche in carcere, dove c’è chi ha sperimentato l’esperienza del peccato, non ci sono quelle che mons. Monari ha definito “bocce perse, persone che non siano recuperabili”. Esperienze di grande fragilità possono diventare opportunità se, alla luce del Vangelo, fanno nascere carità,
solidarietà. È una prospettiva, quella indicata dal Vescovo, che si comprende nel passaggio dall’etica della legge (quella che permette alcuni comportamente e ne vieta altri) a quella della realizzazione personale caratterizzata dalla ricerca costante di ciò che rende la vita più umana. “La Lettera pastorale – ha affermato al proposito il vescovo Monari – orienta verso questa etica, riassumendo un precetto tanto semplice quanto importante come il comandamento nuovo dato da Gesù perché gli uomini si amino gli uni gli altri come lui li ha amati”. Un precetto importante che può rinsaldare anche il legame tra la comunità e i suoi luoghi della fragilità. “Certo – ha concluso il Vescovo – il cammino da compiere è ancora lungo, tanti gli ostacoli che possono insorgere. Ma la Parola di Dio aiuta la comunità nel raggiungimento del traguardo”.
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Notte nella Città
Un cammino di preghiera
Il dibattito all’Auditorium della Confartigianato
Alleanza educativa e impegno civico Quale contributo può dare la Chiesa all’impegno educativo nella nostra società? Il vescovo Luciano, prendendo come spunto la lettera agli Efesini, è partito da queste domande per affrontare il tema “Alleanze per una comunità educativa” presso l’Auditorium Balestrieri. L’unica ricchezza della Chiesa è Gesù Cristo: “Il compito della Chiesa è di annunciare Gesù Cristo come trasmissione di memoria, come speranza e come modello di vita”. Nella nostra vita non possiamo vivere senza memoria (“la vita non è solo codice genetico: ciascuno incomincia la sua esperienza sulla base di qualcosa che riceve”) e senza speranza. Gesù Cristo è “quell’amore che all’inizio mi permette di dire un sì radicale”. Cos’è, invece, la speranza dell’uomo? La pienezza della sua vita. C’è una speranza (Gesù) che supera qualsiasi realizzazione concreta. Per Ivo Lizzola, docente di pedagogia all’Università di Bergamo, “l’educazione è un’esperienza di alleanza, è la prima esperienza di alleanza tra donne e uomini e tra generazioni, nella quale prende forma il tempo in un modo tutto particolare, perché nell’educazione abbiamo il gioco, particolare, delicato e difficile, tra una consegna e un’assunzione di responsabilità”. Nella società contemporanea si registra, però, una tentazione antieducativa (mancano “narrazioni di vita”). Per superare questa tendenza ci vuole un gioco plurale di ruoli, di esperienze e di storie che va al di là della pura prestazione di una competenza o la pura erogazione di un servizio… Sono necessarie storie buone, adulte, sul territorio, magari custodite dentro le nostre istituzioni educative o dentro le esperienze di volontariato sociali. “Ci vogliono buone storie per crescere. L’evidenza concreta di lasciti – spiega Lizzola – che sono l’esempio di come la convivenza continua a nascere; è fatta di inizi, di capacità di osare e rischiare una novità di relazione nonostante l’evidenza delle nostre piccolezze. Le istituzioni sono il continuo istituirsi: solo se si fanno abitare dalla vita, diventano esperienza”. Venerdì sera 3 settembre, la Confartigianato ha ospitato il dibattito che ha avuto come protagonisti lo psicanalista Luigi Zoja e padre Bartolomeo Sorge, chiamati a riflettere su “La morte del prossimo” (tema di un libro dello stesso Zoja) e la vita della comunità. Il professor Zoja ha spiegato come la tecnologia possa mortificare le relazioni umane, cancellando l’altro, il che impoverisce lo scambio, il dialogo, il confronto, cioè tutto ciò può aprire la mente e far crescere insieme. È necessario quindi approcciarsi con maggiore consapevolezza, agli strumenti telematici che hanno reso il mondo più piccolo, a portata di mano, ma freddo e spento, costringendo l’individuo in un isolamento che uccide. L’anonimato e l’alienazione sono la diretta conseguenza dei nuovi stili metropolitani di vita, diventano allora, paradossalmente, le facce della televisione, che arrivano da freddi schermi, gli unici volti davvero familiari per l’individuo. Una familiarità che non scalda e non permette confronto o conforto. Macchine e schermi si interpongono fra le persone e la relazione diviene artificiale. Ma è veramente morto il prossimo? Si è aperto con questo importante interrogativo l’intervento di padre Sorge. Lo strumento non ha in sé il potere di uccidere. Questa è la sfida del nostro tempo: dare un’anima alle nuove tecnologie perché lo strumento diventi apertura e vita per il prossimo. Ha sottolineato poi come la cultura e l’etica individualistiche di questi ultimi anni abbiano preso il posto delle grandi ideologie dello scorso secolo che, certo non erano perfette, ma non così focalizzate sul singolo. Citando la Lettera del Vescovo, padre Sorge ha ricordato il dovere del cristiano a impegnarsi nella vita sociale. Il contributo specifico del cittadino credente è quell’anima di cui il mondo ha bisogno e il l servizio al prossimo. Sono parole permeate dalla passione quelle di padre Sorge, passione che trasmette e raccomanda ai giovani della scuola diocesana di formazione di formazione impegno sociale e politico diretta da Michele Busi e coordinata da don Mario Benedini In conclusione alla serata agli studenti sono stati consegnati, dal Vescovo, gli attestati di partecipazione al biennio formativo in un clima di ‘scolastica’ serenità che più di tutto è stata lo specchio della vita della comunità che vuole allontanarsi dall’isolamento.
Una notte di preghiera per Brescia sabato 4 settembre nell’ambito di Agorà. Quattro i temi di attualità sociale che, partendo dalla chiesa della Pace, con la meditazione di Valerio Onida (presidente emerito della Corte Costituzionale) sulla politica e “La comunione che salva e il pregiudizio che esclude”, si sono svelati nelle più rappresentative chiese di Brescia con oratori d’eccezione. Di economia e crisi nel rapporto con il prossimo si è occupato Elia Zamboni, vicedirettore del “Sole 24 ore”, affrontando i temi della fiducia e del tradimento. La storia dell’economia moderna nasce nel 1700 fortemente legata all’idea di bene comune, che poneva al centro le persone, mentre oggi pone al centro la cosa. È importante lavorare, dice Zamboni, su cinque aspetti fondanti della comunità: la famiglia, che la stessa Costituzione riconosce e protegge, perché venga tutelata da nuove leggi; la formazione dei giovani e il tema della scuola; la tutela degli ultimi vittime di una società che, troppo veloce, non si accorge dei bisognosi, perpetuando un eccessivo divario economico; infine i lontani e i dimenticati, con un pensiero ai Paesi poveri e alla cancellazione del debito con l’Occidente. Tutti sono chiamati a riflettere quotidianamente attraverso il confronto per non cadere nel tradimento. “La comunione patria di tutte le culture e l’isolamento che uccide” è il tema presentato nella chiesa di San Giuseppe. Padre Gino Toppan, carmelitano, ha raccontato la storia dell’uomo come grido verso Dio, attraverso la strada del cosmo alla ricerca dell’origine, il senso, la fragilità. Tutte le realtà interrogate hanno portato sempre più in là, fino a delineare il volto del Creatore. Il mondo senza Dio, ricorda Benedetto XVI, diventa inferno. Chiusi nel recinto del pregiudizio si rischia di finire prigionieri dell’isolamento che uccide ogni desiderio di vita. Il percorso si è chiuso in Duomo Vecchio con una riflessione di padre Ermes Ronchi, servo di Maria, su “La verità della comunione e la falsità che divide”. La fede connette la vita con infinite vite, è libertà dal giudizio degli altri laddove conta solo lo sguardo del Signore. Il segno universale di Dio è la comunione. Ancora un pensiero all’unità dei singoli che crea felicità che non può mai essere solitaria. Il cammino che umanizza è sempre un cammino con gli altri. La notte è poi proseguita nella preghiera in Duomo fino alla mattina della domenica, che è iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher. La tarda serata di sabato, fino all’una di notte, si è rinnovata nella chiesa di Sant’Afra l’adorazione continua curata dal Seminario e dall’Ufficio vocazioni e tempo dello Spirito. (Emma Bettinardi)
Congrega
La storia del Vangelo della carità Un momento significativo dell’Agorà si è svolto presso la Congrega della Carità apostolica. L’incontro si è svolto all’interno di un piccolo gioiello cittadino, ai più sconosciuto, come la cappella della Congrega, che riassume e rappresenta la storia della carità bresciana; accompagnato dalle note del violino di Francesca Cherubini, don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano di Arte sacra, ha illustrato in maniera coinvolgente i dipinti e l’arte rappresentate nella cappella. La costruzione è indissolubilmente legata alla necessità e all’obbligo che nasce quando la carità diventa istituzione; “in particolare – ha ricordato don Fusari – quando la carità diventa istituzionalizzata ha bisogno di un luogo fisico dove essere celebrata”. Nel suo intervento il prof. Mario Taccolini, presidente della Congrega ha ricordato come la Lettera pastorale del Vescovo si propone di rileggere, nel suo significato più profondo ed essenziale, le pagine del Vangelo della carità. Sono molti, in terra bresciana, dal III secolo ai giorni nostri, i segni e le testimonianze dell’appartenenza cristiana che, alla sequela di Cristo, hanno interpretato il Vangelo della carità. Ricordando uno scritto (febbraio 2005) di Giovanni Paolo II, il Presidente della Congrega della Carità apostolica ha ricordato come la Chiesa oltre che custode della storia dell’uomo, conservi le tracce e i segni indelebili che la carità cristiana ha impresso nella storia. “Il Vangelo della carità – ha continuato il prof. Taccolini – ha trovato nei Santi bresciani dei realizzatori attenti alle esigenze e ai bisogni del tempo; campioni di elevazione sociale che anticiparono la realtà che, moltissimi anni dopo, diventerà quello che noi conosciamo come stato sociale”. Terminando il suo intervento, il Presidente della Congrega della Carità apostolica (la Regola originale risale al 1578: si configura l’assetto istituzionale dell’ente orientato verso l’assistenza e la beneficenza nel segno di una vocazione sempre più sviluppatosi nel corso del tempo) ha ricordato come “esercizio del Vangelo della carità è quello di affrontare con lucido discernimento le sfide che comprendono le nuove povertà”. Ma l’opera caritatevole, seppur meritoria, non ha nessun valore o valenza storica se si chiude in sé stessa; per farla crescere è necessario farla conoscere, ma bisogna scegliere adeguatamente il modo con cui si comunica la carità: un linguaggio ‘delicato’ nei confronti di coloro che usufruiscono del bene, senza sentimentalismi e cedimenti dogmatici. Serve il buon annuncio con le parole, ma soprattutto con le opere, le opere della carità. (Anna Tomasoni)
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Ecclesia Chiesa bresciana
Religiose e religiosi riuniti nell’Auditorium San Barnaba
L’assemblea dei catechisti al PalaBrescia
Catechisti L’assemblea diocesana al PalaBrescia
Tessitori di comunione Dove esiste un’esperienza autentica di amore, di superamento dell’egocentrismo, del bisogno che abbiamo di essere i primi, là c’è una scintilla del progetto di Dio, della sua gloria che illumina il cosmo
I
di Fabio Larovere
I catechisti, discepoli dell’unico Maestro, anch’essi come Lui, non del mondo, ma nel mondo per annunciarne la Parola e vivere nel servizio. Un uditorio attento di oltre 1000 catechisti ha ascoltato la meditazione del vescovo mons. Luciano Monari nel corso dell’annuale assemblea diocesana svoltasi al PalaBrescia nell’ambito di Agorà, sabato 4 settembre. “Tessitori di comunione. La competenza relazionale e comunitaria dei catechisti” era il tema dell’appuntamento, che ha visto anche l’intervento del prof. Giuseppe Mari, ordinario di Pedagogia in Cattolica, e di don Paolo Sartor, responsabile del Servizio per il catecumenato della diocesi di Milano.
Mons. Monari, per la sua riflessione, è partito dalla Parola proposta alla meditazione dell’assemblea, ossia parte dello stupendo discorso sacerdotale di Gesù contenuto nel capitolo 17 del Vangelo di Giovanni. E ha individuato nella lavanda dei piedi il “gesto sintetico che vuole interpretare il senso della sua vita e il legame con i suoi. Gesù – ha proseguito il Vescovo – ha pensato e vissuto la sua vita come servizio, fino al dono estremo di sé nella croce. In questo lungo discorso ai discepoli trasmette le cose che dovranno illuminare la loro vita. È una preghiera commovente perché contiene i suoi sogni, i suoi desideri, contiene quella luce e quella gloria che devono illuminare
il percorso della Chiesa nella storia”. Ma la gloria, ha ammonito Monari, non va cercata in eventi straordinari, che potrebbero deformare l’immagine di Dio. Essa al contrario va trovata nei gesti semplici, come quello di San Francesco che abbraccia il lebbroso: “Dove c’è un gesto di accoglienza che supera le difficoltà delle relazioni umane, là c’è l’amore di Dio. Dove esiste un’esperienza autentica di amore, di superamento dell’egocentrismo, del bisogno che abbiamo di essere i primi, là c’è una scintilla del progetto di Dio, della sua gloria che illumina il cosmo intero”. I discepoli, che non sono del mondo perché raggiunti dall’amore di Dio che viene da fuori il mondo, esprimono così comportamenti e desideri plasmati da questo amore: “Col mondo – ha detto Monari – c’è così un rapporto di tensione e comunione insieme”. Le Beatitudini sono il germe che rovina le sicurezze del mondo, che ha reagito rifiutando i discepoli di Cristo.
Fate attenzione che dietro il vostro amore non ci sia un egoismo camuffato, l’orgoglio, la volontà di apparire. L’amore di Dio è anche la sua Verità: “che la vostra fede nell’amore di Dio – ha concluso il Presule – sia robusta e vinca tutti gli ostacoli”. Sull’individualismo si è focalizzata la relazione del professor Mari, che ha indicato anche alcune possibili vie da percorrere nella pratica educativa: la valorizzazione della dimensione estetica, il contenere l’ansia didattica, l’impegno pratico nella carità, la socialità come solidarietà, l’attenzione a relazioni significative. Contro l’individualismo a tutti i costi don Sartor ha dato ai catechisti indicazioni precise: “L’azione concreta di catechesi non può consentire che esistano battitori liberi, perché serve un tessuto di comunione – ha sottolineato – sarebbe come un allenatore che, pur bravissimo nella teoria, non sa infondere il senso di squadra”.
Religiose e religiosi all’Auditorium San Barnaba
La vita consacrata, risorsa preziosa per la comunità Centinaia di religiose, religiosi e consacrati degli Istituti secolari, sabato 4 settembre, si sono messi in ascolto del vescovo Luciano che, nel cuore della città all’Auditorium San Barnaba, ha presentato la Lettera pastorale, sottolineando come ciò che fonda la vita consacrata non è quanto la differenzia dalle altre vocazioni, ma ciò che l’accomuna: il battesimo, il rapporto con Gesù Cristo. Con la loro vita scrivono a caratteri cubitali ciò che gli altri cristiani scrivono a piccole lettere. “Potere, sesso, denaro sono realtà trasformate secondo la logica dell’amore che viene da Dio, la logica del Vangelo”. (…) ”Praticando la verginità, la povertà e l’obbedienza, i consacrati vivono uno stile che è all’opposto dello stile mondano”. Innestati nella comunità cristiana, i consacrati hanno
valore soprattutto per quello che sono: “Il valore della loro presenza precede la loro attività”. Il vescovo Luciano li ha sollecitati a leggere e rileggere il Vangelo, a prenderlo “a dosi da cavallo”; ha chiesto di pregare per lui, per i sacerdoti e per tutta la diocesi; ha invitato a un rapporto di conoscenza e di stima tra Istituti diversi e, soprattutto, a una creatività che permetta di inserire il Vangelo dentro gli interessi e i desideri dell’uomo di oggi. La mattinata si è conclusa con una relazione vivace e appassionata di Maria Rosa Zamboni, coordinatrice regionale della Ciis, guidata dalla domanda provocatoria: “La vita consacrata, nella Chiesa locale, è risorsa preziosa per l’ecclesiologia di comunione?”, come diceva il tema del seminario tenutosi a Roma
nel marzo scorso. La risposta è affermativa: la vita consacrata è risorsa preziosa, ma risorsa fragile, che ha bisogno di attenzione e di cura. L’invito ai sacerdoti è che sappiano presentare la vita consacrata come vita bella, piena, felice, soprattutto ai giovani. Il contributo che le donne e gli uomini consacrati possono dare alla comunione è grande e possibile, se la loro vita si fonda sull’essenziale, cioè su un profondo rapporto con Cristo, vivendo la bellezza e la gratuità della loro esistenza. Gli spunti offerti sono stati molti e stimolanti. Ora sta alla Chiesa tutta – clero, consacrati e laici – raccoglierli e rispondervi con impegno e gioia, perché sempre più la nostra Chiesa di Brescia sia comunità, ‘unità nella pluralità’ delle vocazioni e dei carismi. (Sabrina Pianta)
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Piazza Loggia La festa delle famiglie
La rappresentazione nel cortile del Broletto
Le proposte nella settimana della Lettera
Teatro e comunità, un legame intenso Il teatro vive nella comunità, da essa trova stimolo, di essa racconta l’identità e l’essenza e, al tempo stesso, a essa offre stimoli per riflettere su se stessa, stimoli capaci di commuovere, emozionare, irritare e provocare. Non è dunque stato un caso che il primo approccio di “Chiesa nella città” per raccontare la Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” sulla comunità sia stato lo spettacolo teatrale “Una cosa sola” tratto dal testo del vescovo Luciano Monari. L’opera, interpretata da diversi giovani, è stata curata da Carlo Susa e diretta dall’attore e regista Fausto Ghirardini. Nella chiesa di San Giuseppe ha preso così forma la fisica e corporea la parola scritta. Le frasi del pastore della terra bresciana hanno assunto corporeità e tonalità, acquistando, se mai ce ne fosse stato bisogno, quella concretezza che il teatro sa dare; “Il teatro è fatto di conflitti e punti di vista che si intrecciano. È stato interessante – racconta Roxana, una delle giovani attrici – interpretare con il corpo il testo del Vescovo. Questo permette di cogliere sfumature e aspetti che prima non si erano notati. Si entra nel testo in modo diverso e lo si comunica in questo modo”. Il pensiero di uno per raccontare l’esperienza di molti. “Bisogna portare a casa un angolo di esperienza. Di questa – racconta Fabrizio – mi rimane un senso religioso più maturo, che possa essere concreto nella vita”; gli fa eco anche Andrea: “Questa esperienza è il tassello di un mosaico. Se mancasse perderesti qualcosa della vita”. Più semplice, da un punto di vista narrativo e tematico, ma altrettanto significativo e coinvolgente il racconto interpretato nel cortile del Broletto dalle attrici Bruna Gozio ed Edi Gambara, dirette da Sara Poli. Il testo, interpretato dalle due signore (settant’anni per entrambe), curato da Bruna Gozio e Paola Carmignani, racconta le vicende della leggenda dei Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia, il tutto simpaticamente intervallato dalle preoccupazioni domestiche per la preparazione del pranzo del monsignore che, il giorno dopo, il 15 febbraio sarebbe stato ospite delle due sorelle. Uno spettacolo di 50 minuti che riesce con simpatia a raccontare le origini della fede cristiana a Brescia tra verità e leggende, con la certezza che Brescia è città di fede. L’ultimo spettacolo proposto per la settimana di “Chiesa nella città” è stato “Dolci imitatori d’Amore” tratto dalla Lettera a Diogneto. Il testo, curato da Carla Bino e interpretato da Luciano Bertoli, è stato intervallato dalla lettura di brani tratti dal Vangelo eseguita da rappresentanti della città o, se si vuole, della comunità: la famiglia, l’insegnante, il sacerdote e via di seguito. La Lettera a Diogneto riesce a coinvolgere e toccare i presenti, grazie all’interpretazione di Bertoli e grazie all’effetto scenografico: alle spalle il Capitolium illuminato, così d’effetto da rendere ancor più vere le parole del testo trovato sulla bancarella di un pescivendolo. Visivamente a indicare il punto di origine di quella riflessione, l’antichità dei primi secoli dopo Cristo, per passare attraverso l’attore fino al raggiungimento del pubblico,che rappresenta la modernità e allo stesso tempo il valore sempre attuale di quelle parole.
La lettura della Lettera a Diogneto
Una domenica nel segno dell’amore
D
di Elisa Bassini
Dopo un’intensa settimana di appuntamenti che hanno portato la lettera pastorale di mons. Luciano Monari in città, Agorà si è conclusa domenica scorsa con la festa delle famiglie. Tra musica e giochi per bambini, il folto pubblico ha assistito a un talk show in piazza Loggia, condotto dalla giornalista Clara Camplani e da don Adriano Bianchi. Il dibattito si è aperto con la proiezione dell’intervista a don Antonio Mazzi. Il sacerdote ha dedicato il suo intervento ai genitori ricordando loro quanto sia importante che gli adolescenti e i giovani, spesso disorientati dall’incertezza del futuro, siano amati e abbiano come punto di riferimento la testimonianza degli adulti. All’intervista sono seguite le testimonianze di laici e religiosi invitati sul palco: Eleonora Feroldi, mamma e lavoratrice, Pia Cittadini, imprenditrice, Giuseppe Borleri, operatore sanitario, Giuseppe Vitali, papà disoccupato, Ivan Silva, rappresentante della comunità cingalese, don Fabio Corazzina, parroco di Santa Maria in Silva e suor Manuela Tomasoni, suora operaia. Grazie ai loro racconti è stato possibile riflettere sull’importanza della
domenica come giorno da dedicare al Signore e alla famiglia. La discussione ha inoltre messo in luce la necessità di adeguate misure sociali nelle aziende per venire incontro alle esigenze delle mamme e dei papà che lavorano, anche ai numerosi genitori stranieri che lavorano nella nostra città. Anche per loro il giorno del Signore è un momento da vivere in famiglia con felicità e in comunione con i fratelli italiani, come una “festa aperta”, accantonando le diversità di cultura e religione. Cuore della riflessione è stato il discorso del Vescovo che ha richiamato l’attenzione sulla celebrazione della domenica come “festa in memoria dell’amore di Dio per noi”. Il suo pensiero è andato infine agli stranieri con l’augurio che quella appena trascorsa sia stata per loro una festa di solidarietà e un’occasione per la comunità di pregare insieme, per vivere meglio e per costruire una società migliore. La giornata di domenica è stata un momento di confronto grazie alle testimonianze di laici e religiosi, ma anche un’occasione di festeggiare con i cori e con i gruppi di danza etnici e della città che si sono avvicendati sul palco. La festa si è conclusa con la Santa Messa in Cattedrale, celebrata da don Cesare Polvara, provicario generale della diocesi, seguita da un momento di aggregazione per le famiglie nel cortile della Curia.
La festa delle famiglie in piazza Loggia
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Archivi Evidenze su cui riflettere
Il patrimonio documentario diocesano Dopo la ristrutturazione, l’Archivio storico diocesano si pone al servizio delle parrocchie per la valorizzazione dei depositi parrocchiali L’Archivio storico diocesano
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Lo scorso 12 dicembre 2009 veniva inaugurato, dopo una completa ristrutturazione, l’Archivio storico diocesano. Tale istituto, ideato e promosso nel 2005 dal vescovo emerito mons. Giulio Sanguineti, con il decreto di istituzione dell’Archivio stesso, non intende solamente mettere a disposizione dei ricercatori un edificio rinnovato nei locali e negli spazi, ma si propone di riservare una particolare attenzione e cura al patrimonio documentario diocesano, come pure alla sua conservazione e valorizzazione. L’intento preminente dunque è quello di offrire alla nostra Chiesa locale, ma al tempo stesso alla comunità civile, agli studiosi e ai giovani studenti, un servizio qualificato ed efficiente volto a tutelare e tramandare la memoria storica, favorendone un’adeguata fruizione. Altra coerente finalità dell’Archivio
di Mario Taccolini
storico diocesano attiene alla valorizzazione degli archivi parrocchiali, custodi e testimoni preziosi dell’incessante vitalità della Chiesa bresciana radicata nel vasto e composito territorio lungo i secoli. In tale contesto, l’Archivio storico diocesano intende offrirsi come strumento al servizio dei parroci per le necessità che riguardano la salvaguardia, la conservazione e la valorizzazione degli archivi parrocchiali. Si segnalano pertanto di seguito alcune evidenze. L’Archivio storico diocesano si pone, nei confronti delle parrocchie, come l’interlocutore principale con funzioni di coordinamento, consulenza e indirizzo delle attività relative agli archivi delle parrocchie; don Mario Trebeschi ricopre l’incarico di collaboratore presso l’Archivio storico diocesano per gli archivi parrocchiali e a lui si raccoman-
da di rivolgersi per qualsiasi questione inerente gli archivi stessi. Si ricorda altresì che “è dovere del parroco conservare e ordinare nel modo conveniente” l’archivio parrocchiale, che non solo appartiene al patrimonio della parrocchia (Regolamento degli archivi della diocesi, 1992), ma è una fonte storica di singolare rilevanza anche per l’intera comunità civile. Relativamente a progetti volti alla salvaguardia e alla tutela dell’archivio, come la predisposizione di nuovi locali o arredi, come pure interventi di riordino e inventariazione, si ricorda che la prassi più corretta al riguardo prevede un’intesa tra il responsabile dell’archivio stesso, nella persona del parroco e l’Archivio storico diocesano, nella persona del collaboratore per gli archivi parrocchiali. Si osserva che, nonostante la disponibilità e la buona volontà delle persone che intendono occuparsi dell’archivio parrocchiale, ciò tuttavia non costituisce garanzia sufficiente per l’attuazione di un progetto che abbia caratteristiche di scientificità. Quanto alla consultazione degli archivi parrocchiali, l’ultimo Sinodo diocesano
prevede che sia rivolta domanda scritta al parroco, da parte dello studioso, e che l’incaricato diocesano vi apponga il suo ‘visto’. Quest’ultimo atto assume la funzione di convalida dell’idoneità del ricercatore ad accedere e a consultare l’archivio parrocchiale. Tale atto non sostituisce la competenza del parroco ad autorizzare l’accesso all’archivio, anche in ragione delle condizioni logistiche e di fruizione dello stesso (se ordinato e provvisto di inventario). La domanda di autorizzazione è richiesta a tutti coloro che intendano consultare l’archivio parrocchiale, senza eccezione. Il modulo della domanda è disponibile presso don Mario Trebeschi o presso l’Archivio storico diocesano. Giova ribadire infine una norma stabilita dal Regolamento per gli archivi della diocesi, n. 11, valida soprattutto oggigiorno ove si dispone agevolmente di strumenti di riproduzione: “La fotoriproduzione d’interi fondi d’archivio o di parti notevoli di esso, è, di regola, vietata”, anche se si confida nella ragionevolezza e responsabilità del parroco circa l’eventuale riproduzione parziale per fini di studio e di ricerca.
Iscrizioni entro il 17 settembre
Un corso biennale di archivistica ecclesiale L’importanza che rivestono gli archivi ecclesiastici (diocesani, parrocchiali, di ordini, congregazioni e istituti religiosi) è sempre più riconosciuta. Per questo motivo è indispensabile che tali archivi siano frequentati e curati da persone che dispongano di un’adeguata padronanza e consapevolezza degli strumenti conoscitivi, teorici e pratici necessari per un approccio corretto e pertinente. Con l’intento di corrispondere a queste esigenze, l’Archivio storico diocesano promuove un corso di archivistica ecclesiastica articolato in due annualità. L’obiettivo del corso non mira a formare degli archivisti – professione per cui è necessaria una preparazione teorica e tecnica più approfondita – ma persone che, a conclusione del corso, abbiano
maturato consapevolezza culturale e conoscenze adeguate per fungere da referenti di tali archivi. Il corso è rivolto quindi a coloro che a vario titolo si occupano di archivi ecclesiastici (parrocchiali, di ordini, congregazioni e istituti religiosi) per motivi di studio, di ricerca, di gestione minima (ad esempio nelle parrocchie) e altro. Non sono richiesti particolari titoli per accedervi. Come abbiamo già detto, il corso è articolato in due annualità (Anno A 2010, Anno B 2011-2012), tuttavia l’iscrizione al primo anno non vincola l’iscrizione al secondo anno. Il corso del primo anno è articolato in sei lezioni che si svolgeranno dal 16 ottobre al 27 novembre 2010, il sabato mattina dalle ore 9.15 alle ore 12.15, presso l’Ar-
chivio storico diocesano, per una durata complessiva di 18 ore. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. La domanda di iscrizione deve pervenire entro il 17 settembre, via e-mail, fax o recapitata presso l’Archivio storico diocesano (dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13) o presso la portineria della Curia diocesana in via Trieste 13. Saranno ammesse non più di 60 persone. L’accettazione della domanda di ammissione verrà comunicata ai richiedenti con congruo anticipo sull’inizio delle lezioni. Info: Archivio storico diocesano, via Gabriele Rosa, 13- 25121 - Brescia Tel. 030.3722. 314 archiviostorico@diocesi.brescia.it
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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Agorà
Il popolo in cammino
Catechesi Cresima degli adulti
Itinerari diocesani di formazione
G
Gli itinerari diocesani in preparazione alla cresima degli adulti intendono essere soltanto un aiuto a quelle comunità ecclesiali che hanno grosse difficoltà a preparare tali adulti in parrocchia. Rimane sempre perciò la possibilità, anzi l’auspicio, che questi itinerari vengano offerti in loco direttamente dalle parrocchie o dalle zone pastorali, onde facilitare l’inserimento dei cresimandi adulti nelle proprie comunità. La proposta è rivolta ai giovani (con più di 14 anni) e agli adulti che, per scelta personale o in vista del matrimonio, intendono accostarsi al sacramento della confermazione e così continuare (o riprendere) un cammino di maturazione cristiana. Ogni itinerario, che consta di 17 incontri con frequenza obbligatoria, prevede lavori di gruppo, momenti di catechesi, celebrazioni liturgiche ed esperienze di testimonianza. Le iscrizioni ai vari itinerari vanno effettuate direttamente dai parroci (anche per telefono) presso l’Ufficio catechistico (Tel. 030/3722245). Ai parroci si richiede anche: di interessarsi del cammino dei propri cresi-
a cura di Sergio D’Amico
mandi; di offrire una lettera di presentazione (da consegnare all’inizio del percorso); di trovare, possibilmente, per ogni cresimando un “accompagnatore” della parrocchia (potrebbe essere anche il padrino), che sia presente al primo incontro e alle celebrazioni liturgiche (consegna del Padre nostro, del Simbolo, cresime, e altro), e che nella seconda metà del cammino, accompagni il cresimando all’eucaristia domenicale, favorendo l’inserimento nella comunità parrocchiale. Per il 2010-2011 i percorsi diocesani in preparazione alla cresima degli adulti sono tre e si svolgeranno secondo un calendario preciso. Essi sono collegati ad alcune parrocchie, per far conoscere ed esperimentare la realtà concreta di una comunità cristiana: 1° percorso: nella parrocchia di Santa Maria Madre della Chiesa - Via Casazza, 42 – Brescia. Tel. 030/2001789; 2° percorso: nella parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa - Via S. Botticelli, 5 – Brescia. Tel. 030/2301955; 3° percorso: nella parrocchia di S. Francesco da Paola - Via Benacense, 19 – Brescia. Tel. 030/362112.
Giovedì 9 settembre, presso l’Auditorium S. Filippo Neri a Gardone Vt, ha avuto inizio il terzo momento dell’Agorà, che ha come titolo “Popolo in cammino” e si svolge in due tempi. Ricordiamo che domenica scorsa si è coclusa la seconda fase “Chiesa nella città”, mentre la prima fase, “Terre di fede”, si è svolta in luglio. Nel mese di settembre il Vescovo incontra i sacerdoti delle macrozone pastorali; nel mese di ottobre sarà la volta dei laici, sempre a livello di macrozone. Al centro dell’attenzione è sempre la Lettera pastorale sulla comunità. I prossimi appuntamenti sono: per la Bassa orientale, a Leno mercoledì 15 settembre, nella Sala della comunità dell’oratorio; per la Valle Camonica a Bienno giovedì 16 settembre, presso l’Eremo dei Santi Pietro e Paolo; per la Bassa occidentale a Frontignano giovedì 23 settembre, presso il Centro Luce; zona della Città a Brescia domenica 29 settembre, presso il Centro pastorale Paolo VI; per il Garda e la Valsabbia, a Gavardo lunedì 30 settembre, presso l’Auditorium Oratorio Pio XII. Tutti gli incontri si svolgeranno dalle ore 10 alle ore 12, meno quello di Brescia che sarà dalle 16 alle 18. Gli incontri per i laici inizieranno alle ore 20.30 con un’elevazione spirituale e l’intervento del Vescovo. Le tappe sono le seguenti: Valtrompia lunedì 4 ottobre, presso la Sala della Comunità di Inzino; Valcamonica martedì 5 ottobre, presso il Centro Congressi a Boario Terme; Garda-Valsabbia mercoledì 6 ottobre presso la Sala della Comunità Salò; Bassa orientale giovedì 7 ottobre presso la Sala della Comunità Politeama di Manerbio; Bassa occidentale venerdì 8 ottobre presso la Sala della Comunità Agorà di Ospitaletto.
Curia
Il nuovo calendario pastorale Com’è ormai tradizione, all’inizio del nuovo anno pastorale è stato pubblicato, il calendario diocesano. Con una novità riscontrabile sin dalla copertina dove sotto il titolo “In cammino” si può leggere: “Calendario diocesano e proposta di mediazione della Lettera pastorale ‘Tutti siano una cosa sola’ per l’anno 2010-2011 a cura degli uffici pastorali della curia diocesana”. La novità è rappresentata dal fatto che insieme al calendario vero e proprio scandito dall’elenco mensile degli appuntamenti che impegneranno tutta la diocesi, è stata aggiunta una corposa parte iniziale che altro non è se non una galleria degli Uffici diocesani, che oltre a presentare i dati essenziali degli Uffici stessi offre la possibilità di conoscere quelle che vengono definite le “attenzioni” che ogni Ufficio ha messo in primo piano, insieme con le iniziative e gli appuntamenti che si ritrovano nel calendario. Uno strumento di lavoro che gioverà alla crescita della comunità proposto dalla Lettera del Vescovo. Per la cronaca sono 17 gli Uffici che sono impegnati nella promozione della vita pastorale della Chiesa bresciana.
Riflessi
Risanati dalla Parola “Riflessi”, associazione per la formazione, propone il terzo ciclo di incontri anno 2010-2011, intitolato “Risanati dalla Parola” (Dimorare nell’amore di Dio e dei fratelli attraverso la via interiore). Questo il programma degli incontri: sabato 25 settembre: Il bisogno di Dio, la fede e la via interiore. Optional o necessità esistenziale? La fede nel potere di guarigione. Le esperienze di ingresso. Sabato 27 novembre: L’ombra. Tra apparenza e verità interiore. La crisi che apre la via alla verità. Sabato 29 gennaio 2011: Essere presenti al proprio sé. Riconoscere le parti in gioco dentro di noi; la coerenza interiore. Sabato 3 aprile: Il femminile e il maschile in noi; verso l’integrazione e l’interezza. Sabato 28 maggio: Relazioni “da Regno dei cieli”! Dal centro del Sé alla trasformazione delle relazioni. Cogliere Realizzare il Regno di Dio nel proprio quotidiano; nella propria Comunità. Si tratta di un percorso con la metodologia del bibliodramma, attraverso la meditazione e l’immaginazione guidata di brani biblici appositamente scelti, per fare luce su di noi e approfondire il nostro cammino cristiano. Un’esperienza condivisa, volta a cogliere, ascoltare, entrare nelle emozioni dei testi biblici, ma anche un percorso esplorativo. Gli incontri inizieranno alle ore 9 del sabato e si concluderanno alle ore 18.30. Facilitatore: Giovanni Brichetti, bibliodrammatista e psicodrammatista. Sede degli incontri: Santuari Antoniani - Camposampiero (Pd). Iscrizione (entro e non oltre il 12 settembre). Info: Associazione Riflessi, via Conter 17 - 25080 Calvagese d.r. Tel. 030 6017042 - Corso G. Matteotti 23 – 25123 Brescia Cel. 333 9529206 associazione.riflessi@teletu.it – info@ bibliodrama.it - www.bibliodrama.it
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Ecclesia Chiesa bresciana
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Garda Incontro interdiocesano a Peschiera
In preghiera con la Regina del lago Ricordati i 500 anni dell’apparizione della Madonna del Frassino, meta di tanti pellegrinaggi locali e meta delle prime gite oratoriane
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di Claudio Zanardini
Domenica 5 settembre, nel pomeriggio, si è svolta la celebrazione che le diocesi che si affacciano sul lago, Brescia – Verona – Trento, e questa volta anche Mantova, hanno programmato a Peschiera del Garda. L’evento che ha suscitato questo incontro interdiocesano è stata la commemorazione dei 500 anni dell’apparizione della Madonna del Frassino, meta di tanti pellegrinaggi locali e forse, per numerosi adulti, meta di una delle prime gite oratoriane del tempo che fu. La celebrazione si è voluta sul porto
di Peschiera e non nel santuario perché, ottant’anni fa, la Madonna del Frassino veniva proclamata Regina del Garda. Titolo molto profetico, se lo leggiamo alla luce di quell’impegno che le Chiese stanno vivendo per la salvaguardia del creato. La più bella, la più riuscita delle creature di Dio, Regina di un lago che risplendeva come espressione delle meraviglie del Creatore. All’inizio dell’eucaristia, dopo il saluto del Sindaco di Peschiera, il vescovo Luciano ha salutato i presenti a nome anche degli altri Vescovi. Due pensieri essenziali ci ha ricordato: Maria ha dato carne alla Parola e anche noi siamo chiamati a dare carne alla Parola con la nostra vita, nella nostra storia; l’eucaristia si fa con il pane e il vino, frutti della terra e del
Un momento della celebrazione di Peschiera del Garda
lavoro dell’uomo. In quanto frutti sono un dono del Creato, ma affinché siano pane e vino occorre l’impegno dell’uomo. Il Creato è dono di Dio, ma necessita di tutta la nostra collaborazione. Il vescovo Giuseppe di Verona, che ospitava la celebrazione nella sua diocesi, ha presieduto l’eucaristia e nell’omelia, dopo un commento alle letture, facendo riferimento al Concilio Vaticano II ha insistito sul ruolo della Vergine nel condurre l’umanità a Cristo, unico mediatore di salvezza. Ha poi fatto un forte appello perché il lago non metta a repentaglio la vita spirituale dei giovani, residenti e turisti. Il vescovo Roberto di Mantova, partendo dalla bellezza del quadro ambientale in cui si è svolta la celebrazione, ha sottolineato l’impegno di cu-
stodire la bellezza che ci circonda, segno del conservare una bellezza interiore, quella che Maria ci testimonia. Il vescovo Luigi di Trento, trovandosi a Lourdes, ha inviato un messaggio ricordando che una preghiera sul lago per la salvaguardia del Creato ci invita a riflettere sul grave problema idrico in tante parti del mondo. Dopo la celebrazione eucaristica, i Vescovi e sacerdoti concelebranti, alcune autorità e due ministri di altre Chiese cristiane, la pastora valdese di Brescia Anne Zelle e il sacerdote ortodosso padre Vladimir Zelinsky, si sono recati su un battello e appena staccati dalla riva hanno fatto una preghiera ecumenica per la salvaguardia del Creato. La Pastora ha introdotto questo momento ricordando il ministero di Gesù sul lago di Gennesaret.
Ecclesia Agenda
LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 10 SETTEMBRE 2010 6 MARZO 2009
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Agenda del Vescovo Venerdì 10 settembre Ore 7.30 – Brescia – S. Messa per i partecipanti al Convegno di Scholé presso il Centro Mater divinae gratiae. Ore 15 – Brescia – Saluto al Convegno per il 60° della Cisl di Brescia presso l’Auditorium S. Giulia.
Sabato 11 settembre
Festa dell’Esaltazione
L’esposizione del Tesoro delle Sante Croci Il 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Croce, è una delle due occasioni (l’altra coincide con l’ultimo venerdì di marzo in Quaresima) viene aperto il forziere che lo contiene per esporre il Tesoro delle Sante Croci. Anche quest’anno l’esposizione verrà accompagnata da una serie di iniziative di carattere religioso e culturale, a cura della Compagnia dei custodi delle Sante Croci. Si apre con un’introduzione di carattere storico e culturale venerdì 10 settembre con una conferenza su “Reliquie e reliquiari della Croce”, alle 18 nel salone Madonna della Strada, in via Mazzini 4. Sabato 11 la reliquia verrà portata nella chiesetta di via Musei 41, un tempo nota come San Faustino in riposo e oggi dedicata a Santa Rita. Secondo una leggenda, lì si sarebbe fermato per un miracolo il corteo della traslazione dei corpi dei Santi martiri Faustino e Giovita e il duca Namo di Baviera in seguito alla conversione avrebbe donato a Brescia la reliquia ricevuta da Carlo Magno. Venerdì 10 la reliquia rimane esposta, dal canto delle Lodi alle 8.30 alla recita dei Vespri, alle 17.15. Alle 21 nella chiesa di San Giuseppe si tiene il Concerto dell’Esaltazione: “Ars Cantus”, coro e orchestra di 180 giovani interpreti, esegue la Quinta sinfonia in do minore opera 67 di Ludwig van Beethoven e il Te Deum in do maggiore di Anton Bruckner. Domenica 12 la reliquia tornerà in Duomo Vecchio, per l’esposizione del Tesoro alle 8.45, con recita della Via Crucis seguita alle 9 dalla Santa Messa capitolare. Alle ore 16 è prevista la Via Crucis e alle 18.30 seguirà la Messa solenne con la reposizione del Tesoro nella cappella.
Bornato
Feste quinquennali della Madonna della Zucchella Secondo quella che dal lontano 1956 è divenuta ormai tradizione si celebrano solennemente a Bornato le feste quinquennali dedicate, nell’anniversario della sua miracolosa apparizione, alla Madonna della Zucchella, con un’intera settimana, da sabato 11 a domenica 19 settembre, densa di preghiera, di riflessione, di attenzione agli ammalati, alle famiglie, ai giovani e ai ragazzi. Il tema di quest’anno è “Avvenga di me secondo la tua parola”; per la predicazione saranno presenti i padri Oblati di Maria Immacolata. Le celebrazioni si aprono sabato 11 alle 19.30 con la processione dell’immagine della Madonna della Zucchella dal santuario alla chiesa parrocchiale, dove la venerata icona resterà esposta otto giorni. Sono due gli appuntamenti che sigleranno ogni giornata dal lunedì al sabato: alle ore 9 la S. Messa con la riflessione; alle 20.30 l’assemblea liturgica o la S. Messa. Giovedì 16 l’eucaristia delle 20.30 sarà presieduta dal vescovo Monari. Mentre venerdì 17 l’appuntamento è nella sala polivalente dell’oratorio, alle 20.30, per “L’omaggio a Maria”, un’elevazione spirituale tuale con testi e musica. Sempre venerdì rdì apre la mostra “Maria nella nostraa terra”. Sabato 18 alle 0.30 in chiesa è previsto il canto dell’Akathistos e a seguire l’adorazione per tutti fino alle 24. Le feste quinquennali 2010 si concluderanno domenica 19, quando, dopo la messa delle 19.30, l’immagine della Madonna della Zucchella ritornerà processionalmente nel piccolo santuario che si erge nella verdee ni) campagna bornatese. (Luisa Mangiarini)
Ore 17 – Branico – S. Messa e inaugurazione dell’oratorio.
Domenica 12 settembre Ore 10.15 – Brescia – S. Messa in occasione del centenario di presenza dei Frati Minori presso gli Spedali Civili. Ore 18 – Cadignano – S. Messa.
Lunedì 13 settembre Ore 9.30 – Brescia – Incontra i predicatori dei ritiri dei sacerdoti presso il Centro pastorale Paolo VI.
Mercoledì 15 settembre Ore 10 – Leno – Incontro dei sacerdoti della macrozona della Bassa orientale presso l’oratorio.
Giovedì 16 settembre Ore 10 – Bienno – Incontro dei sacerdoti della Valle Camonica presso l’Eremo dei SS. Pietro e Paolo. Ore 20.30 – Bornato – S. Messa in occasione delle feste quinquennali della Madonna della Zucchella.
Ufficio per i beni ecclesiastici
Il dovere della sorveglianza Avviso a tutti i parroci e responsabili delle chiese: si apprende dai giornali diocesani delle diocesi di Bergamo, Pavia e Cremona che si susseguono con sempre maggiore frequenza (all’incirca cinque volte al mese) di furti nelle chiese. Vengono asportati specialmente putti, crocifissi, candelabri e Via Crucis e oggetti di piccola, media dimensione, soprattutto in vicinanza delle porte e in chiese aperte non custodite e senza adeguati controlli. Si sospetta della presenza di un auto di color rosso, già avvistata anche nella nostra diocesi. Si invitano i sacerdoti ad aumentare i controlli, a non lasciare aperte le chiese senza sorveglianza. Allertare eventualmente in via precauzionale le forze dell’ordine.
Alfianello
Incontro su Mazzolari La parrocchia e il Comune di Alfianello, in collaborazione con altre realtà locali, organizzano per venerdì 17 settembre un incontro su “Il messaggio sociale di don Primo Mazzolari”. Intervengono: Marco Fenaroli, già segretario generale della Cgil e Anselmo Palini, autore di varie pubblicazioni su don Mazzolari. L’appuntamento è alle 21 presso la sala dell’oratorio.
Sito della diocesi
Aggiornamento degli orari delle Messe Il sito della diocesi è uno strumento valido e prezioso per il lavoro di collegamento tra la vita delle comunità parrocchiali e i servizi che offre la Curia diocesana. È comunque importante migliorare la qualità della proposta e soprattutto essere aggiornati nell’immissione dei dati. Nella pagina del sito http://www.diocesi.brescia.it/diocesi/notizie/orario_messe/orario_messe.php è possibile conoscere gli orari delle Messe feriali e festive di ciascuna delle comunità parrocchiali. A titolo di cronaca – e con non poca sorpresa – vi possiamo dire che questa pagina, nel periodo che va da dicembre 2009 ad agosto 2010, è stata consultata 18.537 volte (più di 2000 volte al mese). Per questo motivo si chiede alle parrocchie di collaborare facendo pervenire (al numero di fax 030 3722.256) una scheda che è stata spedita ma che si può trovare anche in http://www.diocesi.brescia.it/diocesi/notizie/orario_messe/orario_messe.php. Annualmente è in corso una verifica, ma si prega di comunicare tempestivamente le variazioni d’orario che si verificassero durante l’anno. Si può farlo anche telefonicamente contattando la segreteria del Vicario generale al n. 030 3722.229/260.
Centro missionario
Serate per giovani e adolescenti La Commissione giovani del centro missionario diocesano propone serate per giovani e adolescenti sul tema “Come in cielo così in terra. Piccoli passi di form-Azione missionaria sulla strada del Regno”. Queste alcune indicazioni propositive: testimonianza di un giovane rientrato da un’esperienza missionaria, gioco di simulazione, cineforum. Per informazioni e richieste: tel 3206361495 (dalle 19 alle 21); giovaniemissione.cmd@gmail.com
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Contributi sui canoni di affitto di Annalisa Scundi Hanno preso il via le attese domande per il contributo affitto 2010 erogato dalla Regione Lombardia in collaborazione con i Comuni. Questa è l’11ª edizione che si è aperta il 30 agosto e che vedrà fino al 20 ottobre numerosi cittadini chiedere un contributo sulle spese relative al canone di locazione per la prima casa che è sempre più insostenibile per le famiglie a basso reddito, colpite dall’ormai conosciuta crisi ancora così forte nelle sue conseguenze in particolare per la rilevante disoccupazione. Segnaliamo con piacere alcune iniziative quali quelle del settore servizi sociali del Comune di Brescia che ha previsto nel provvedimento di apertura dello sportello affitto, la possibilità di erogare il contributo anche al proprietario in caso di morosità. In questo modo la famiglia che si è trovata in un momento di difficoltà, potrà tirare un sospiro di sollievo sapendo che il Comune erogherà i soldi direttamente al proprietario di casa (previo consenso dell’inquilino). Un’altra novità è che nei redditi non verranno considerate le indennità di accompagnamento speciali riconosciute a portatori di handicap totali o parziali. Piccoli passi in avanti per cercare di andare incontro alle esigenze della popolazione; il Caf Mcl sarà a disposizione di tutti gli interessati abitanti in qualsiasi località della provincia, con le sue sedi di corso Garibaldi 29/a, via Calatafimi 8/a e via Cremona 11, aperte tutto il giorno e tutti i giorni della settimana. Per le informazioni e per la prenotazione del servizio si prega di telefonare allo 03049492. L’elenco dei documenti necessari è consultabile sul sito www.mclbrescia.it.
Mcl
Cooperazione internazionale Le missioni piamartine
Volontari in Brasile nel campo scolastico di Gianluca Ghidoni
Nella settentrionale regione del Maranhao, in Brasile, contornata da un’interminabile pianura paludosa, sorge una cittadina di nome Sao Bento. In questa realtà ancora povera e rurale, da 53 anni è presente la prima missione piamartina in America Latina. È ormai il terzo anno consecutivo che alcuni giovani, ex alunni e amici dell’Istituto Piamarta di Brescia (raccolti nel Circolo Mcl Piamarta), spinti dalla proposta del direttore, padre Andrea Andretto, decidono di uscire dai soliti schemi vacanzieri per compiere un’esperienza emozionante e allo stesso tempo stupefacente: quella di mettersi in prima persona al servizio, e al lavoro, per far sì che quella povertà e quel disagio culturale che siamo soliti vedere “a debita distanza” potessero essere alleviati dalla loro presenza. L’esperienza nel 2010 ha toccato 14 giovani, che dopo quasi due giorni di viaggio, hanno potuto constatare con i loro occhi la difficile situazione del posto. L’accoglienza dei bresciani padre Lorenzo Franzoni, padre Battista Franzoni, padre Davide Togni fa subito capire la passione di questi sacerdoti, ormai non più giovanissimi, per il loro impegno costante nell’ambito educativo e sociale. Negli
anni, la missione ha fatto nascere tre scuole, di cui una per portatori di handicap, denomitata “recanto da Paz” (angolo di pace). È proprio su una di queste scuole che quest’anno si è concentrato il lavoro mattutino dei ragazzi: la scuola agraria, in cui studiano ogni giorno, su più turni, centinaia di bambini, che è stata riammodernata attraverso opere di ristrutturazione, ritinteggiamento e sistemazione dei vari locali. La differenza con le scuole italiane che siamo abituati a vedere è pesante, ma allo stesso tempo può essere capita la grande importanza di una scuola a Sao Bento: dare un’adeguata formazione non solo professionale, ma anche, attraverso il carisma di padre Piamarta, un insegnamento sul valore del fare del bene all’interno della propria realtà. I pomeriggi erano dedicati all’animazione sulla base di un tipico grest estivo per un centinaio di bambini per lo più alunni delle varie scuole e per i portatori di handicap. L’esperienza vissuta in questi anni è molto forte e difficile da spiegare. L’affetto ricevuto dai bambini e dalle persone del posto rinfranca la stanchezza provata nelle varie giornate e riempie il cuore di gioia. Solo attraverso opere come quelle dei padri, gli abitanti della cittadina potranno sperare di uscire da una pesante assenza di cultura e di società.
La Giornata per la salvaguardia del creato
di Marco Archetti
La necessità di un rinnovato impegno per l’ambiente Lo scorso 1° settembre si è svolta in Italia la quinta Giornata per la salvaguardia del creato organizzata dalla Cei in coincidenza con il pellegrinaggio “per la custodia del creato” organizzato dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Due importanti occasioni che hanno messo in evidenza, e uso le parole di papa Benedetto XVI, la necessità di un “rinnovato impegno per la tutela dell’ambiente”. Le parole del Papa sono un forte richiamo a correggere i nostri comportamenti nei confronti dell’ambiente, dobbiamo riuscire a comprendere appieno che la nostra azione deve essere improntata a un uso sostenibile delle “cose” del creato affinché le generazioni future possano trovare un ambiente ancora sano, vivibile, accogliente e migliore di quello da noi vissuto. “Lascia il mondo un
po’ meglio di come l’hai trovato”. È in questo contesto che deve essere letto il richiamo del Papa che nella Caritas in veritate richiama a un “dovere gravissimo quello di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla”. In questi ultimi decenni, viceversa, assistiamo a un susseguirsi di catastrofi ambientali spesso causate dall’intervento dell’uomo e da un potere economico miope, teso più al profitto immediato che non a una visione complessiva e generale di un benessere futuro! Nonostante questo siamo ancora in tempo per modificare lo stato delle cose, dobbiamo agire velocemente e i governanti hanno il dovere di promuovere politiche di risparmio energetico e di sviluppo sostenibile.
Tale dovere però esige una profonda revisione dei modelli di sviluppo economico, un impegno di vasta portata che tocca le scelte politiche e i grandi interessi economici ma che investe anche la dimensione morale di ogni essere umano attraverso comportamenti singoli o comunitari più sobri evitando i consumi superflui e privilegiando le energie rinnovabili. Nella sua enciclica il Santo Padre rivolge infine un appello alla comunità internazionale “affinché sia impegnata nella ricerca di una via istituzionale per disciplinare lo sfruttamento delle risorse non rinnovabili affinchè anche i Paesi poveri possano partecipare a pianificare insieme il futuro. Solo “un pacifico accordo sull’uso delle risorse può salvaguardare la natura e, contemporaneamente, il benessere delle società interessate”.
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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it
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Concesio XI Settimana montiniana
Paolo VI, “esperto di umanità” L’Amministrazione comunale e le cinque parrocchie hanno allestito il consueto programma di approfondimento della figura di papa Paolo VI. In particolare si ricorda il 45° anniversario del suo discorso all’Onu
La celebrazione dell’anno scorso con i parroci dei paesi natale dei Pontefici
Il calendario dall’11 settembre al 17 ottobre
Il Premio della bontà a Bregantini Ricordare le profezie di quel Giovanni Battista Montini che fu papa Paolo VI è la missione portata avanti da 11 anni a questa parte dall’Amministrazione e dalle cinque parrocchie di Concesio come snodo culturale del paese. Così, da sabato 11 settembre sino a domenica 17 ottobre una costellazione di eventi musicali, spirituali, letterari arricchisce il programma della XI Settimana montiniana. “Dai sette giorni iniziali – dice il sindaco Stefano Retali – siamo passati alle cinque settimane di oggi, con un calendario molto impegnativo e ricco di appuntamenti, avvalendoci anche della collaborazione dell’Istituto Paolo VI, inaugurato lo scorso novembre da papa Benedetto XVI”. Una Settimana montiniana che si apre, come tradizione, con una mostra d’arte promossa dall’associazione per l’arte “Le Stelle”. Visitabile sino al 3 ottobre (ore 16/19, escluso il lunedì) e allestita nell’antica chiesa di S. Andrea a Concesio e nella piccola galleria Ucai in vicolo S. Zenone a Brescia, la mostra “Oltre l’attesa” è stata realizzata dallo scultore altoatesino Hermann Josef Runggaldier, capace di levigare nelle sue opere in legno, bronzo, terracotta e vetroresina corpi di donne e uomini fermati nell’istante del pensiero che rende manifesta la loro storia interiore. Una ricerca sull’uomo che fa tornare alla mente le parole di papa Paolo VI, quando si riferiva all’opera d’arte come “potenziale veicolo di un messaggio religioso, [che quando si fa] cristiano parla di un Dio che si è incarnato prendendo forma umana e vivendo e morendo da uomo”. “Se l’edizione del 2009 – spiega Claudio Fiorini, presidente della Settimana montiniana – è stata una sorta di pausa, un momento retrospettivo sulla Chiesa conciliare, quest’anno siamo tornati alle profezie di Paolo VI e già domenica 19 settembre nella chiesa di Sant’Antonino ci sarà una rappresentazione teatrale sulla vita e sul pensiero del Papa bresciano: ‘Dialoghi su Paolo VI, ciò che conta è amare’, mentre il 5 ottobre andrà in scena ‘Il sostegno di Paolo VI all’opera di mons. Oscar Romero, vescovo martire’ a cura del professor Anselmo Palini”. Sabato 25 settembre l’assegnazione del consueto “Premio della Bontà Paolo VI”, quest’anno assegnato a mons. Giancarlo Maria Bregantini, già vescovo di Locri e ora arcivescovo di Campobasso-Boiano per la sua lotta contro la malavita organizzata; mentre domenica 26 sarà una giornata particolare: alle 9 presso la chiesa della Pieve S. Messa presieduta dal cardinale Paul Poupard, alle 16 pellegrinaggio al santuario della Madonna delle Grazie a Brescia con la celebrazione del vescovo Luciano Monari e chiusura alle 21 col concerto in onore di Giuditta Alghisi (madre di Paolo VI) nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Verolavecchia. “Crediamo in Paolo VI – riferisce don Dino Osio, parroco della Pieve –, crediamo nel suo magistero, nella sua santità e vogliamo renderne viva l’esemplarità, specie nel saper cogliere il valore rivelatore dell’arte, che celebreremo il 17 ottobre nella giornata di chiusura con le visite guidate alla Collezione Paolo VI e alla casa natale del Papa”.
E
Era il 4 ottobre 1965 quando papa Paolo VI pronunciava il suo discorso nel Palazzo di vetro dell’Onu a New York. E proprio nel 45° anniversario di quell’importante momento storico il ricco programma della Settimana montiniana intende ricordarne la viva presenza e le intense parole in tre momenti distinti, portando avanti una riflessione sui diritti dell’uomo e dei popoli che abitano la Terra. Il primo dei tre appuntamenti sarà quello di giovedì 16 settembre alle ore 20.45 presso la biblioteca comu-
Benedetto XVI davanti al battistero di Paolo VI
di Andrea Alesci
nale: “Lo sviluppo umano, la pace, i diritti umani – Note sul discorso all’Onu di Paolo VI”, con interventi curati dai professori Marco Mascia e Antonio Papisca dell’Università di Padova e moderati da don Antonio Lanzoni, vice postulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio Paolo VI. Martedì 28 settembre, invece, al teatro parrocchiale di S. Vigilio si terrà una tavola rotonda curata dalle Acli bresciane dal titolo “Il magistero sociale di Paolo VI: l’uomo, i diritti, il lavoro, l’economia”, con Roberto Rossini a moderare le relazioni di Anna Chiara Valle (direttrice della rivista “Madre”) e Laura Valgiovio (segretaria provinciale Fim-Cisl). Un percorso di riflessione seguendo le parole pronunciate nel 1965 da papa Montini davanti al consesso delle Nazioni Unite, e che verrà completato con una terza serata venerdì 1° ottobre. “Sulla scia del recente pellegrinaggio in Armenia – riferisce mons. Dino Osio, parroco della Pieve –, abbiamo deciso di collegare il pensiero di Paolo VI a una realtà che abbiamo tutti dinanzi agli occhi. Ecco perché nell’accogliente spazio della biblioteca comunale si terrà ‘Storie di diritti umani negati: il genocidio armeno’, con l’intervento del professor Baykar Sivazliyan, docente dell’Università di Milano e presidente dell’Unione armeni d’Italia; un incontro cui teniamo molto e che concretizza le parole pronunciate 45 anni fa da papa Montini, allorché in un passaggio del suo discorso disse ‘Sono qui semplicemente come esperto di umanità’”.
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Paesi e parrocchie Città e hinterland
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Brescia I 200 anni del Teatro Grande
Il rilancio tra passato e futuro Da luglio è operativa la Fondazione, i cui soci fondatori sono la Regione, il Comune, A2A e Ubi Banco di Brescia. Ricco il programma
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di Fabio Larovere
Brescia, una delle città più operose d’Italia, risponde ai tagli governativi alla cultura con un fattivo coinvolgimento dei privati. E lo fa per rilanciare l’attività del Teatro Grande, che proprio quest’anno festeggia i 200 anni di vita: la stupenda sala, opera dell’architetto milanese Luigi Canonica, fu inaugurata il 26 dicembre 1810 e dedicata a Napoleone, “il Grande”. L’importante anniversario è stato occasione per l’Amministrazione comunale cittadina per dare vita alla Fondazione Teatro Grande, operativa da luglio 2010, i cui soci fondatori sono la Regione, il Co-
mune di Brescia, A2A e Ubi Banco di Brescia. Al loro fianco, una decina di imprenditori bresciani che hanno raccolto l’appello del sindaco di Brescia e presidente della Fondazione Teatro Grande, Adriano Paroli, per dotare la Fondazione di un adeguato budget che consenta una programmazione rinnovata, nel segno della tradizione e dell’apertura al futuro. A cominciare dalla festa che celebra i 200 anni, voluta dal Comune con il sostegno di Metalcam, per questo fine settimana, 11 e 12 settembre. Concepita come un ponte tra passato e futuro, la festa 70
Cosa ti manca per sentirti al sicuro?
propone visite guidate gratuite al teatro, accompagnate dai musicisti del Conservatorio Marenzio, e la possibilità di vedere ambienti inediti, come lo stupendo retropalco reale con gli originali arredi napoleonici, la saletta della Deputazione, con la sedia che fu di Zanardelli, la bellissima sala delle scenografie. Domenica 12 settembre alle 11 nel Ridotto ci sarà una tavola rotonda con l’assessore Andrea Arcai, lo storico Vasco Frati, il vicepresidente della Fondazione Teatro Grande Renato Borsoni, la partecipazione del soprano Paola Romanò che canta Rossini e di due attori del Cut che leggono Stendhal. La star internazionale John Cale si esibisce sabato 11 alle 21 con un progetto speciale presentato in prima italiana, in sinergia con il festival Mito, “When Past & Future Collide: John Cale’s Paris 1919 with orchestra”,
ARMANDO RIGOBELLO
VITA E RICERCA
con la partecipazione dell’Orchestra da Camera di Brescia diretta da Filippo Lama. Domenica 12 settembre, sempre alle 21, si è scelta l’eccellenza dei giovani professionisti, con l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala e il talentuoso direttore neppure trentenne, Daniele Rustioni. In programma, la Terza sinfonia “Eroica” di Beethoven, anch’essa – come il Grande – dedicata a Napoleone; la serata prevede anche il saluto del Sindaco e del presidente della Regione Roberto Formigoni. Concerto, quest’ultimo, a ingresso gratuito: i biglietti sono in distribuzione alla biglietteria del teatro da giovedì 9 settembre (ogni persona può ritirare al massimo due biglietti di platea e quattro di altri settori). Per le visite guidate, gratuite, le prenotazioni si ricevono al numero 0302979311. info: www.faigrandeilgrande.org.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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Madri Canossiane
“Una luce nella notte”, un cammino per i giovani
Sant’Anna 50 anni di storia
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La comunità nella vita di quartiere
Il quartiere di Sant’Anna è tra quelli periferici che, nell’immediato dopoguerra, hanno vissuto una maggiore esplosione. Cinquant’anni dopo si presenta invecchiato e, forse, non ancora propriamente comunità, cioè manca un forte senso identitario pur essendo una realtà di fatto slegata dal centro. Il traguardo del mezzo secolo è stato festeggiato attraverso alcune celebrazioni (un concerto, una commedia, una dibattito e una Santa Messa) che senza dubbio hanno creato una maggiore coesione. Dal 2008 il parroco è don Faustino Pari, che dal 2004 guida la realtà limitrofa di Sant’Antonio. In una zona nella quale vi sono molti anziani soli diventa una priorità l’attenzione al vicino. Da questo punto di vista il Parroco, riprendendo i concetti espressi dal Vescovo nella Lettera pastorale, non ha dubbi: “Dobbiamo creare comunione nella carità”. Come? Non si può semplicemente domandare l’intervento e chiedere una maggiore presenza delle istituzioni nei confronti delle persone
Tutto ebbe inizio un sabato di ottobre a Costalunga, in via Val Bottesa, nella casa delle Madri Canossiane. Una cinquantina di giovani bresciani, desiderosi di rendersi utili a qualcuno, si radunano per accogliere la proposta delle Madri e conoscere le tappe del cammino di “Una luce nella notte”. Il progetto, nato circa otto anni fa, permette ai giovani di dedicare un sabato al mese alle persone bisognose di tempo e sostegno, soprattutto affettivo, e di approfondire la conoscenza di se stessi e del rapporto con Dio. Tutto ciò è possibile grazie a un programma fitto di impegni con cadenza mensile; ogni pomeriggio del cammino, infatti, è organizzato in quattro momenti principali: il servizio, la formazione cristiana, la preghiera e la meritata cena. Per quanto riguarda il servizio, ognuno ha la possibilità di scegliere tra quattro proposte: la casa di riposo “Casa di Industria” nel centro di Brescia, la comunità per disabili “Sichem” a S. Polo, la comunità per disabili “Tonini” a Brescia e la comunità per tossicodipendenti “Il Calabrone” a Collebeato. Nonostante la diversità degli ospiti incontrati, gli obiettivi della presenza dei giovani sono sempre gli stessi: portare una ventata di aria fresca nelle giornate, spesso monotone, di queste persone e diventare consapevoli del significato concreto della carità cristiana. Il pomeriggio prosegue, dopo un piccolo momento comune di merenda, con la formazione; il tema affrontato in questo anno è “Il senso di...”; in particolare hanno riflettuto sul senso della libertà, della gioia, della sofferenza e della morte. Divisi in due gruppi, per fasce d’età, sono stati trattati gli argomenti in due modalità differenti: un laboratorio espressivo–teatrale e un book workshop (riflessione sull’argomento a partire dalla lettura di un libro). Al termine della formazione, ci si ritrova per la preghiera dove ognuno ha la possibilità di interiorizzare le riflessioni maturate nel servizio e nella formazione. La giornata si conclude con una cena che permette, oltre che di nutrire il corpo, di conoscersi meglio alimentando nuove relazioni. Oltre a questi otto sabato è stata offerta la possibilità di approfondire la formazione spirituale e il senso del servizio attraverso alcuni weekend. Per chi fosse interessato a intraprendere questo percorso, l’appuntamento è per sabato 18 settembre a Costalunga. Per maggiori informazioni contattate Alessandra (3470700049) o Linda (3385065320) o Daniela (3299761263) o madre Marisa (030/901213).
di Luciano Zanardini
Convento di San Francesco
A piedi fino alla Formicola più deboli, ma bisogna “interessarsi del vicino, superando una forma di falso rispetto”. La speranza della comunità religiosa è legata al ricambio generazionale, perché, se si pensa al cammino di iniziazione cristiana (giunto al quinto anno), per alcune fasce di età sono riusciti a partire dei gruppi che si ritrovano con una buona presenza di famiglie giovani. Siamo in un “periodo di transizione”: le attività non sono molto partecipate, ma la presenza dei bambini (e di conseguenza dei genitori) potrebbe modificare il quadro generale. Nel frattempo prende forma il progetto di ristrutturazione dell’oratorio (i lavori dovrebbero terminare entro la fine dell’anno). In particolare al centro della ristrutturazione c’è il seminterrato con una sala polifunzionale e la creazione di tre spogliatoi: tre anni fa, infatti, sono ripartite le squadre di calcio dei bambini. Può essere il primo segno della rinascita di un quartiere che, se pur con qualche difficoltà, guarda avanti.
Il Convento San Francesco d’Assisi di Brescia organizza, l’11 settembre, il consueto pellegrinaggio dalla chiesa di San Francesco in Brescia alla Pieve della Formicola di Corticelle. La partenza, con benedizione dei pellegrini, è prevista alle ore 6.30 dal piazzale antistante la chiesa e proseguirà fino a Corticelle lungo il sentiero che costeggia il fiume Mella. Vi saranno alcune soste di preghiera e a Pontegatello una pausa per il pranzo al sacco. All’arrivo alla Pieve, previsto per le 14.30 sarà celebrata la Santa Messa. Il rientro è previsto per le ore 15.30, chi vuole può prenotare in portineria, un posto sul pullman che lo riporta in città; l’offerta è libera. Il pellegrinaggio è un’occasione per rientrare in se stessi per ripercorrere un viaggio interiore alla ricerca del proprio centro spirituale, guidati dal silenzio, dalla preghiera, dalla natura e da alcune riflessioni tratte dagli scritti del Servo di Dio, fra Giacomo Bulgaro, che proprio alla Pieve fu toccato nel cuore dalla presenza viva di Maria e del suo Figlio Gesù. Lì fra Giacomo sperimentò la misericordia di Dio, la guarigione del corpo e dello spirito. Chi intende partecipare può richiedere informazioni e dare la propria adesione al numero 0302926701.
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Paesi e parrocchie Bassa
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Manerbio “Meccaniche della Meraviglia”
Antichi palazzi come custodi dell’arte Torna dal 18 settembre per la 7ª edizione il percorso in sei località: Cigole, Gambara, Leno, Manerbio, San Gervasio e Verolanuova Palazzo Cigola Martinoni
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di Franco Piovani
Settima edizione di “Meccaniche della Meraviglia” percorso in sei località della Bassa bresciana, in spazi architettonici di particolare valenza storico-artistica con opere di artisti contemporanei. L’iniziativa è aperta dal 18 settembre al 10 ottobre con i seguenti orari: sabato e domenica delle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. A Manerbio, nel palazzo Luzzago, Renata Bianconi presenta il faentino Carlo Zauli (1926-2002) artista della ceramica autore di sculture in porcellana rivestite con smalti di notevole corposità materica, considerato uno dei massimi rinnovatori di quest’arte cui la familia ha aperto il “Museo Carlo Zauli” in via della Croce a Faenza. Il Palazzo municipale di Manerbio ospiterà anche la rassegna curata da Orio Vergani con sculture di Michele Mazzanti che orneranno pure l’ingresso al Parco del Lusignolo di San Gervasio Bresciano. Mazzanti è milanese vincitore del concorso della televisione giapponese curato da Kuma e Takeshi. In anni recenti ha partecipato a collettive a Milano e Belgrado, e personali alla Galle-
ria Nowwhere-Gallery di Milano. Sempre a San Gervasio in palazzo Ferrazzi, sono esposte opere del bergamasco Salvatore Falci, a cura di Piero Cavellini, fondatore, con Stefano Fontana e Pino Modica, del “Gruppo di Piombino” e promotore di varie iniziative artistiche. È docente all’Accademia Carrara di Belle Arti di Bergamo ed è diventato docente di arti visive anche all’accademia Laba (Libera accademia di belle arti di Brescia). A Verolanuova nel palazzo Gambara, Carla Pellegrini è curatrice della mostra di Alexander Brodsky, artista russo formato al Moscow Architecture Institute, apparso sulla scena dell’arte contemporanea a metà degli anni Ottanta, insieme ad altri architetti sovietici che, nell’impossibilità di realizzare concretamente le loro ambizioni professionali, iniziarono una feconda ricerca estetica. I loro progetti, definiti da alcuni critici delle “architetture su carta”, si distinguevano per forza immaginativa e potenza visionaria. Alla Filanda di Gambara opere di Armida Gandini, a cura di Alberto Zanchetta, insegnante di ana-
tomia dell’immagine, pedagogia e didattica dell’arte presso la Laba. Nelle sue opere la figura umana è ambientata in ambienti ed atteggiamenti. A Cigole, in palazzo Cigola Martinoni, sono presentate opere di Roberto Dolzanelli di Gussago a cura di Alberto Mattia Martini, il quale dal 1985 espone in personali e collettive, è ideatore e fondatore di spazi d’arte contemporanea alternativi: “L’Aura” (1992 a Brescia); “Campoblu” (Milano 1994); ‘Primopiano’ (Brescia 1995). È ideatore e socio fondatore della Laba di cui è direttore. Infine a Leno, in Villa Badia, Mauro Corradini presenta Luigi Compagnoni, valtellinese, docente di Pittura presso la Laba. L’inaugurazione delle mostre è fissata per sabato 18 settembre: a Manerbio alle ore 11, a Verolanuova alle ore 13 e a San Gervasio alle ore 16. Domenica 19 settembre: alle ore 11 a Cigole, presso il Palazzo Cigola Martinoni; alle ore 13 a Gambara, presso La Filanda; alle ore 16 a Leno, presso Villa Badia.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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Carpenedolo
La Pro loco supera i 1000 iscritti in soli sei anni di attività
Montichiari Centro diurno Casa Bianca
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Autunno all’insegna dei corsi
L’autunno ormai alle porte segna l’avvio, come consuetudine, dell’attività del Centro diurno Casa Bianca di Montichiari il cui direttivo ha programmato un ricco calendario di eventi sino al prossimo mese di febbraio. L’11 settembre si aprirà ufficialmente la stagione con una festa aperta a tutti, mentre dal 14 e per tutti i successivi martedì fino a giugno si terrà il corso “Incontriamoci con l’arte” sotto la guida di Maria Rosa Farinelli e Livia Bertoli, uno spazio libero dove sbizzarrirsi con tela e pennello. Dal 19 e per le domeniche successive è in programma l’immancabile appuntamento con il ballo liscio mentre il 26 ritorna la biciclettata. Durante la stagione sono previsti, poi, incontri specifici su vari temi: da quello sulla mostra tuttora in corso al Museo Bergomi e dedicata allo stabilimento Poli, in programma il 29 settembre e il 6 ottobre e tenuto da Paolo Boifava, a quelli in tema di salute con riferimento ai disturbi uditivi (il 20 e il 27 settembre a cura della dottoressa Antonella Di Gioia). Nel
L’associazionismo carpenedolese raggiunge un altro, importante traguardo e stavolta, ma meglio sarebbe dire ancora una volta, il merito è della Pro loco. Il sodalizio presieduto da Mario Ferrari, infatti, ha superato nel 2010 i 1000 iscritti in soli sei anni di attività. Durante la cerimonia dell’inaugurazione della 39ª Fiera di S. Bartolomeo svoltasi lo scorso agosto, è stata consegnata a Vera Magri, millesima iscritta, una bella “vittoria alata”. “La Pro Loco ha saputo rilanciare quella che è la tradizione locale a un livello alto – afferma lo stesso Ferrari – con una forte visibilità esterna. Si sono intessute relazioni con il mondo esterno creando collaborazione e scambio di esperienze e si è ridata a Carpenedolo un’immagine fattiva e costruttiva animando il mondo del volontariato interno già fortemente presente e sostenendo le varie realtà”. Se c’è un elemento che più di tutti ne ha fatto la fortuna, questo è sicuramente stato la capacità della Pro Loco “di saper entrare nelle case, dialogare e farsi conoscere con le persone presentando una cultura popolare all’altezza di tutti. La reazione non si è fatta attendere: è stato riconosciuto lo sforzo fatto e si è dimostrata grande gratitudine. Con questi risultati – conclude Ferrari – la Pro loco di Carpenedolo è diventata la più numerosa e tra le più operative del territorio nazionale attirando l’attenzione dei massimi dirigenti che ne hanno elogiato la vitalità. È un patrimonio prezioso che dovrà essere conservato e ulteriormente sviluppato con molta attenzione soprattutto da parte delle istituzioni”. Le sfide che il futuro pone di fronte all’associazione sono tante, ma la certezza di vincerle è il motore che anima le centinaia di suoi volontari. (f.m.)
Corticelle
“La Pieve in festa” Da giovedì 9 a domenica 12 settembre all’oratorio di Corticelle Pieve (frazione di Dello) è di scena la decima edizione de “La Pieve in festa”, la manifestazione organizzata dall’oratorio che ha, fra le finalità, la raccolta di fondi da destinare alle opere parrocchiali. La sagra, divenuta un appuntamento tradizionale, propone appuntamenti culinari, con piatti tipici locali (fra questi l’immancabile piatto di casoncelli e lo spiedo con polenta) e appuntamenti con musica dal vivo: rock italiano e internazionale con i Daloosma e musica remix anni 60-70-80. Prevista anche animazione per i più piccoli.
di Federico Migliorati
Dello
Il nuovo look del campo di calcio mese di ottobre si alterneranno la festa a Villa Lucia (il 3), l’avvio del corso di ricamo e cucito a cura di Zemira Mazzoni e Albarosa Moreni (dal 4 e per i successivi lunedì fino a maggio), un’escursione sul Brenta (il 7), un incontro sull’arte di Dino Coffani (il 12), una tombolata (il 22) e la Festa dell’uva (il 17) senza dimenticare la lezione su Pablo Neruda (il 13, tenuta da Antonella Busseni). “Come ogni anno – afferma l’assessore ai Servizi Sociali Gianluca Imperadori – siamo stati in grado di predisporre un significativo calendario di iniziative che, sono certo, riscuoteranno il consenso di molti cittadini. Il gruppo di volontari della Casa Bianca guidato da Enrico Rossi costituisce un sodalizio encomiabile a cui andrà sempre il sostegno dell’amministrazione comunale. Per ulteriori informazioni si può chiamare il Centro diurno Casa Bianca al numero 030/9961938 o visitare il sito www.montichiari.it dove scaricare l’intero calendario di eventi.
Domenica 12 settembre, a Dello, viene inaugurato il campo di calcio, la struttura che negli ultimi mesi si è sottoposta a un importante lavoro di riqualificazione. La data non è casuale: coincide con la prima partita casalinga che la Dellese, che milita nel campionato nazionale di Eccellenza, disputerà contro il Rigamonti Nuvolera. Dopo anni di attesa, dunque la Dellese torna a casa. “I lavori alla struttura sportiva – racconta il sindaco Ettore Monaco – erano stati avviati nel 2003 dalla precedente amministrazione ma fra un’interruzione e l’altra il cantiere è rimasto bloccato fino al 2009. L’anno scorso, dopo essere diventato sindaco, uno dei primi problemi che ho affrontato è stato proprio quello del campo sportivo. Abbiamo rivisto tutte le condizioni dei vecchi appalti e dopo aver chiuso ogni rapporto con la ditta Ghidini, che ha realizzato una parte degli interventi, siamo riusciti a riappaltare i lavori, che in questi giorni si sono conclusi”. Tra gli interventi è stata rifatta completamente la copertura della tribuna, sono stati costruiti gli spogliatoi e rifatti i servizi. “La struttura sportiva è pronta per le partite di questo campionato – ha concluso il sindaco –. Ma non solo. In questa struttura torneranno a giocare anche i bambini del settore giovanile, una realtà che coinvolge quasi 200 mini atleti. (mtm)
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Paesi e parrocchie Bassa
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Bagnolo Mella Dal 12 al 26 settembre
La riflessione con le Feste quinquennali Due gli approfondimenti per un appuntamento molto sentito: il culto della Vergine e il tema della vita come dono di Dio
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Le Feste quinquennali sono una ricorrenza importante la cui origine risale alla metĂ dell’Ottocento. “Nel 1855 – spiega il parroco don Severino Chiari – il territorio della Bassa era agellato dal colera. Nell’occasione si pregò molto la Madonna della Stella. Poi, per ricordare la liberazione da quella calamitĂ , il voto di celebrare ogni cinque anni delle feste dedicate a Mariaâ€?. Memoria di tempi lontani, dunque e di fede, occasione di crescita, come sottolinea don Severino Chiari. Due gli argomenti degli appuntamenti: il culto della Vergine e il tema della vita come
di Lina Agnelli
dono di Dio. Nutrito il calendario delle iniziative organizzate dalla parrocchia. SempliďŹ cando: domenica 12 settembre alle 18.30 processione di apertura delle feste mentre la domenica successiva, il 19, in basilica ore 18.30 S. Messa concertata “Missa Brevisâ€? di Mozart per soli coro e orchestra, con il maestro Massimo Paioli a dirigere la Schola Cantorum di Bagnolo e il Coro dell’Abbazia di Leno insieme a strumentisti bresciani. Durante la settimana alle 20.30 liturgia della Parola con un percorso di approfondimento sulla morale. Domenica 26 settembre alle
18.30 la Messa e la processione. Anche l’Amministrazione comunale, come rimarca il sindaco Giuseppe Panzini, è in pieno fermento nella predisposizione di un calendario di manifestazioni. Diverse le mostre, dall’11 settembre al 26 settembre. Tra queste, con la collaborazione della Pro Loco e del Gruppo artistico bagnolese, “I maestri bresciani del Novecentoâ€?, nella Galleria di palazzo Bertazzoli, con quadri di collezionisti bagnolesi; “L’arte incontra il legnoâ€?, nella Filanda, con opere lignee dello scultore Fortunato Bulla. A cura del gruppo fotograďŹ co, due esposizioni: nel cortile di palazzo Bertazzoli, un collage di scatti fotograďŹ ci di pregio, e presso la Loggetta, foto e documenti che attraversano il Novecento. Nelle vetrine dei negozi, invece, le immagini di Bagnolo dall’alto, riprese dalla mostra “Voli‌ amo Bagnoloâ€? del 2005. Ci
sarĂ una mostra su Brie Compte Robert nella sala riunioni del Bertazzoli, nel 10° anniversario del gemellaggio, sabato 11 settembre alle 10.30 nella Filanda. Da sottolineare la presentazione del libro edito dall’Amministrazione “Lo splendido teatro del doloreâ€? sul Compianto del santuario della Stella di recente restaurato (sabato 11 settembre alle 20.30 alla Filanda). Gli spettacoli teatrali: sabato 18, in piazza 4 novembre alle 21 di scena il gruppo “Insieme colla collaâ€? con “Stellestalle. A/R: un viaggio nelle paroleâ€? e venerdĂŹ 24 settembre, alle 21, alla Filanda di Palazzo Bertazzoli, Cara... mella , con il suggestivo spettacolo “Madri di Dioâ€?. In chiusura, sabato 25 settembre, ore 21 in piazza 4 novembre, “Concerto in onore delle Feste Quinquennaliâ€? proposto dal locale corpo bandistico diretto da Cristian Chiampesan.
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San Gervasio
Pianoforte, violino, percussioni, sax e chitarra all’Accademia L’Accademia dell’arte e della musica di San Gervasio intitolata a Lino Fassoli, già sindaco del paese, cantore e grande amante della musica, si prepara al nuovo anno accademico 2010-2011. Il presidente dell’Accademia è Erminia Micheletti. Le adesioni all’indirizzo aamlinofassoli@gmail.com o al numero 327 7715438. .
Verolavecchia
La Madonna di San Vito Il Municipio
Bagnolo Mella La soddisfazione del Sindaco
La Fiera? Un successo da ripetere
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Chiusura in bellezza. La 17ª Fiera della Bassa bresciana va in archivio come manifestazione particolarmente ben riuscita: sono state superate in meglio le previsioni che si facevano al riguardo. “Siamo molto contenti di come siano andate le cose – sottolinea con soddisfazione il sindaco Giuseppe Panzini –. Non ci aspettavamo un simile riscontro in fatto di apprezzamento e di presenze”. Qualche timore, l’amministrazione locale, che ha organizzato l’evento, ce l’aveva. In effetti la 17ª Fiera della Bassa, l’ultima che Panzini ha potuto inaugurare in qualità di sindaco, è stata la Fiera delle novità. “Abbiamo voluto cambiare dislocazione – rimarca l’assessore alle Attività produttive Agostino Frizza –, portando la Fiera nel cuore del paese. Sapevamo che il passaggio avrebbe creato non pochi disagi rispetto alla predisposizione logistica. Ma eravamo pronti ad affrontarli”. Così, sostenuti dal comitato della Fiera presieduto dall’infaticabile
Mercoledì 8 la comunità ha festeggiato la Madonna di San Vito per le feste quinquennali. “L’evento – commenta il parroco don Pierino Boselli – rinnova l’omaggio alla Madonna secondo un’antica tradizione, a dimostrazione della devozione che unisce e coinvolge la comunità”. Per l’occasione il Parroco ha composto musica e parole di tre brani dedicati alla Madonna di S. Vito (Maria di S. Vito, donna della speranza; Maria di S. Vito nella storia della salvezza e Magnificat della Madonna di S. Vito). Da lunedì 13 la statua sarà trasportata per le vie del paese facendo tappa nelle abitazioni di alcune famiglie; un pellegrinaggio che si concluderà domenica 17 ottobre con la celebrazione della Madonna del Rosario e il ritorno della statua al santuario di San Vito.
Padernello
“Un asino per amico” Nel borgo di Padernello in collaborazione con la Fondazione iniziative zooprofilattiche e zootecniche, sabato e domenica 11 e 12 settembre va in scena la prima mostra dell’Asino da Compagnia, in occasione dell’antica festa patronale del Redentore del borgo. Sono due giornate dedicate a convegni, incontri, attività scientifico-psicologiche e ricreative per riscoprire l’asino come amico dell’uomo, sotto il titolo “Un asino per amico”. Informazioni: Castello di Padernello, tel. 030. 9408766 – info@castellodipadernello.it - www.castellodipadernello.it.
di Lina Agnelli
Borgo San Giacomo
Un nuovo asilo dell’infanzia Angelo Barbieri, l’assessore e tutta quanta l’Amministrazione comunale hanno gestito “la trasferta” presso gli spazi sportivi delle scuole medie pianificando per tempo. Si era partiti con la progettazione a febbraio, ed è occorsa tutta l’estate per i lavori. Però alla tre giorni si è giunti puntuali, con tutto quanto era nelle necessità di 100 espositori – molti venuti da fuori – e di un pubblico a tratti debordante: tanto da dover mettere in conto una certa rotazione nel punto ristoro gestito dall’Avis, capace di ospitare 400 posti a sedere. Dunque, visitatori nell’ordine di parecchie migliaia, circa 10mila, e scambi, prenotazioni, acquisti come non era successo nelle edizioni precedenti. Il compiacimento dunque è palpabile anche se qualcosa andrà messo a punto nell’edizione 2011. “Naturalmente potremo migliorare – dicono Panzini e Frizza – ma è pure buona cosa esprimere apprezzamento per quanto è stato fatto”.
I piccoli di Borgo San Giacomo hanno una nuova e funzionale scuola per l’infanzia. Situata in via Italo Nicoletto, la nuova scuola materna “Ferrari” sostituisce la vecchia struttura del centro, ormai inadatta a ospitare un numero sempre crescente di bambini. Il nuovo asilo si sviluppa su un unico piano nel rispetto delle norme di sicurezza e del risparmio energetico e comprende grandi e luminose verande, le aule, il refettorio, gli spazi interni ed esterni dedicati al gioco, su un lotto totale di 6000 mq. Le aule accolgono dalle sei alle otto sezioni e la loro ampiezza permette ai piccoli ospiti di consumare il pranzo con i propri compagni di classe. L’installazione di pannelli solari garantirà l’autosufficienza energetica della struttura. Grazie allo sforzo dell’Amministrazione comunale e di molti volontari, è stato possibile completare i lavori entro il 1° settembre, quando i bambini hanno varcato la soglia del nuovo asilo. L’inaugurazione ufficiale avrà luogo domenica 12 settembre alle ore 11 con la benedizione del Parroco e i saluti del sindaco Giovanni Sora e del presidente della scuola Claudio Brunelli. L’evento è preceduto dall’incontro con lo psicologo Paolo Crepet che interviene sul tema “La gioia di educare”, venerdì 10 settembre alle ore 21 presso l’Auditorium Cra. (e.b.)
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Paesi e parrocchie Valtrompia
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Concesio Sant’Andrea Nuovo Parroco
Il contatto umano Don Antonio Franceschini lascia Muscoline e Castrezzone per la comunità valtrumplina
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Don Antonio Franceschini è il nuovo parroco di Concesio Sant’Andrea. Succede a don Piero Minelli, che ha fatto ritorno in Africa, precisamente in Mozambico, come sacerdote Fidei Donum. Don Antonio lascia alle spalle una bella esperienza vissuta a Muscoline (9 anni) e Castrezzone (5 anni). Un servizio ai “confini” della diocesi: non bisogna, infatti, dimenticare che le parrocchie limitrofe appartengono alla diocesi di Verona. Immersi nel paesaggio delle colline moreniche, siamo in una realtà semituristica, che ha sofferto e soffre un po’ un complesso di inferiorità, ma – come sottolinea il Parroco – piangersi addosso è più facile che lavorare”. In presenza di un campanilismo marcato, don Franceschini ha cercato di unire due realtà divise: “Nell’ottica del-
di Luciano Zanardini
le unità pastorali, tutto può sembrare così scontato, ma non è così: serve pazienza e tempo per raggiungere gli obiettivi prefissati”. Ha ereditato un lungo parrocchiato: il suo primo obiettivo, quindi, è stato quello di superare una fase tradizionalista. “Abbiamo cercato – spiega don Antonio – di coinvolgere sempre di più le famiglie” grazie anche all’ausilio dei centri di ascolto e del percorso di catechesi. La mission pastorale è proprio quella di aiutare la comunità a essere matura e autonoma e non incentrata necessariamente sulla figura del presbitero. Prima ancora dell’unità pastorale, il Parroco ha dovuto fare i conti con i danni causati dal terremoto del novembre 2004: su un territorio molto frastagliato di 11 chilometri quadrati sorgono le due parrocchiali, il san-
tuario di San Quirico e una chiesa per ogni frazione (sono sette). In questi anni sono stati messi a nuovo i luoghi di culto. In precedenza don Franceschini ha svolto il suo ministero sacerdotale come curato a Pavone Mella (dal 1989 al 1996) e a Cellatica (dal 1996 al 2001). Non è mai semplice calarsi nella nuova dimensione di parroco e non è stato semplice neanche per don Antonio, che ha sofferto per la “mancanza di un contatto diretto con le giovani generazioni”. Se al primo impatto c’è stata una sorta di normale diffidenza, poi con le due comunità moreniche si è sviluppato un sentimento di fiducia e di amicizia. Sono state realizzate diverse iniziative come il Grest o momenti di animazione-formazione che hanno permesso di superare la fase iniziale.
Don Franceschini, forte della sua esperienza, farà il suo ingresso nella comunità valtrumplina domenica 3 ottobre alle 15.30. La parrocchia di Sant’Andrea Apostolo venne istituita nel 1961 e ufficialmente riconosciuta con apposito decreto nel 1962. Il distaccarsi della rettoria di Sant’Andrea dalla parrocchia della Pieve si rese necessario in conseguenza dello sviluppo edilizio degli anni del dopoguerra e dell’espandersi della popolazione. Nel 1988 si iniziava così la costruzione della nuova chiesa che veniva consacrata nel 1990 da mons. Bruno Foresti, vescovo di Brescia. Il lavoro sulle unità pastorali portato avanti a Muscoline e Castrezzone sarà un buon biglietto da visita per incentivare la collaborazione delle parrocchie del Comune di Concesio.
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Concesio San Vigilio
Villa Carcina
La comunità in Palio
“Naturalife 2010”
La storia del Palio di San Vigilio comincia nell’autunno del 1984 quando un gruppo di abitanti della frazione concesiana decide di anticipare a settembre la tradizionale festa ottobrina dedicata ai Santi Luigi e Rocco. Nato su iniziativa dell’oratorio e delle Acli e giunto alla 24ª edizione, il Palio animerà le quattro contrade (Césa, Müra, Bornöf, Semàs) da venerdì 10 a domenica 19 settembre. “Due sfide tradizionali – dice il fondatore Augusto Faroni – sono la gara dei cori e la corsa a dorso di asino; poi, staffetta con sacchi e trampoli, lancio delle uova, torneo di calcio, sfida a freccette, musichiere, rubabandiera e gara dei palloncini per i più piccoli, duello dei taglialegna e corsa con macchine a pedali, anche se il momento clou rimane la sfilata dell’ultima domenica in abiti cinquecenteschi”. Un ricco appuntamento che inizierà domenica 10 settembre con la biciclettata e lo spiedo per tutti, proseguendo tra giochi, serate danzanti, karaoke e stand gastronomico. Info su www.concesio.net o alle Acli di S. Vigilio (via Rizzardi 11)..
Venerdì 10 settembre alle 20.30 il Comune di Villa Carcina e l’associazione Naturalife di Sarezzo inaugurano la mostra “Naturalife 2010”. Sino a domenica 12 saranno esposte le immagini che ritraggono luoghi, insetti e animali. “La mostra – dice Marco Guerrini, uno dei fondatori dell’associazione – intende celebrare il primo compleanno del gruppo e farsi punto di incontro per tutti quelli che amano contemplare la natura. Con un calendario di uscite in ambiente, incontri e un forum (www.fotoperpassione.com), l’associazione vuole essere una comunità fotografica che faccia scoprire luoghi sconosciuti delle nostre valli”. La mostra rimane aperta sabato 11 (ore 15/19) e domenica 12 (ore 10/12 e 15/19). Ingresso libero.
Paesi e parrocchie Garda Valsabbia
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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Lago di Garda A partire da sabato 11
In mostra “I giardini del Benaco” I Comuni di Gardone Riviera, Salò e Limone organizzano due fine settimana dedicati al mondo del vivaismo e della paesaggistica
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Organizzato dai Comuni di Gardone Riviera, Salò e da quest’anno si è aggiunto il Comune di Limone sul Garda e in cooperazione con i più prestigiosi enti turistici e culturali del territorio come il Giardino Heller, la Riviera dei Limoni e dei Castelli, il Vittoriale degli Italiani si terrà, in questo territorio della sponda bresciana del lago di Garda, “I giardini del Benaco”. Sono una serie di eventi che si svolgono nel secondo e nel terzo fine settimana di settembre e che hanno come tema il giardino. Questo
di Vittorio Bertoni
evento sta riscuotendo un grande interesse nel mondo del vivaismo e della paesaggistica tanto che hanno accettato l’invito a essere presenti tutti i direttori delle principali riviste di settore come Acer, Architettura del Paesaggio-Paysage, Case&Country, Gardenia, Giardinaggio, Nemeton e VilleGiardini. Inoltre saranno presenti i principali presidenti degli Ordini degli Architetti e degli Agronomi e i presidenti delle Associazioni florovivaisti di Bergamo, Brescia, Trento e Verona. Tre splendide perle gardesane ospi-
tano, quindi, in quattro giorni di settembre, “I giardini del Benaco”, serie di eventi che hanno nella cura dello spazio verde di casa il filo conduttore. Il via sabato 11 sul lungolago di Salò con la Mostra mercato che riunisce prestigiosi espositori internazionali: dal settore botanico ai complementi di arredo per il giardino e per la casa, dall’illuminazione da outdoor alle librerie specializzate nella stampa di argomenti botanici. E nelle piazze salodiane si potranno ammirare particolari allestimenti di giardini da poter riproporre nelle proprie abitazioni. Domenica 12 il lungolago di Gardone accompagna il Floral designer competition ovvero l’arte della composizione floreale che offre ai visitatori l’occasione di ammirare
Soiano
La novità della Casa della Cultura A partire dal 19 settembre quello che era uno degli obiettivi del programma elettorale 2006 di Paolo Festa si trasforma in splendida realtà a disposizione non solo di Soiano, ma di tutta la Valtenesi. La Casa della Cultura, nella sede ristrutturata dell’ex Municipio in via Ciucani, diventa il luogo, in posizione centrale, dove le persone possono incontrarsi, tenere conferenze e riunioni, organizzare spettacoli, mostre e attività culturali di vario genere. La Casa si sviluppa su due piani e comprende biblioteca, sale lettura e sale polivalenti, ariose e con vista sulle colline e sul lago. Nella ristrutturazione, costata 700mila euro, di particolare rilevanza l’utilizzo di impianti tecnologici che garantiscono autonomia dal punto di vista energetico. “Ho cercato di fare qualcosa per il mio paese – spiega il sindaco Festa – e ho trovato nei cittadini, soprattutto tra i più giovani, entusiasmo, volontà e un valido aiuto”. Un apposito comitato, costituito dai giovani amministratori del Comune valtenesino, ha preparato, per tutta la settimana fino al 26, una serie di manifestazioni che “in nuce” fanno già capire le potenzialità del nuovo contenitore culturale. Per la giornata di apertura il programma prevede a partire dalle 10 la S. Messa nella chiesa parrocchiale, a seguire il corteo fino alla Casa della Cultura con l’esibizione della Banda Marchiori
di Polpenazze. I saluti delle autorità, il taglio del nastro e la benedizione a opera del parroco don Damiano Busselli consegneranno la rinnovata struttura. Nel pomeriggio e per tutta la settimana apertura della biblioteca con letture di poesie e testi, rappresentazioni teatrali, laboratori di burattini ed esecuzioni musicali dal vivo. L’evento principale della settimana è dedicato alla pittura con l’allestimento della mostra di opere di Edgardo Beccalossi, il “pittore della Valtenesi”. La mostra e il ricco catalogo monografico che l’accompagna, curati da Andrea Crescini, sindaco di Mura e storico dell’arte e da Alberto Rigoni, appassionato storico e caro amico di Beccalossi, sono il riconoscimento da parte di una comunità all’artista, che a Soiano ha vissuto ed è sepolto, e insieme all’uomo, che rimane nel ricordo per il suo carattere allegro, simpatico e comunicativo. L’inaugurazione della Casa della Cultura ha indotto Poste italiane a realizzare due significative iniziative: uno speciale annullo filatelico, che riporta una bella prospettiva dell’ingresso al Castello e tre cartoline, che riproducono un quadro di Beccalossi, una veduta del Castello e una foto d’epoca del centro storico. Alla Casa della Cultura di Soiano manca solo il nome che sarà scelto, tra una rosa di candidati, direttamente dai cittadini. La proclamazione avverrà il 26.
la creatività e la perizia degli operatori invitati a realizzare ed esporre i propri lavori. Sabato 18 e domenica 19 l’auditorium del Vittoriale degli Italiani ospita la Rassegna internazionale del paesaggio e del giardino che vede la partecipazione come relatori di paesaggisti di fama mondiale. Sempre sabato 18 e domenica 19, sul lungolago di Limone, va in scena la Mostra mercato internazionale simile a quella che si svolgerà la settimana precedente a Salò, ma con una maggior attenzione all’esposizione di frutti antichi e di varietà di piante commestibili dei nostri nonni. Per informazioni, si può consultare il sito www.igiardinidelbenaco.it o, per avere riferimenti sulle strutture ricettive, www.rivieradeilimoni.it.
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Paesi e parrocchie Valle Camonica
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Darfo Boario Presso le Terme
Progettare da responsabili “Settembre Architettura Boario” si è aperta con l’architetto Shirley McNamara
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L’apertura di “Settembre Architettura Boario” è avvenuta nel migliore dei modi con l’architetto Shirley McNamara di Dublino, dello studio Grafton Architects. Scorrendo velocemente immagini e progetti, l’arch. McNamara ha rappresentato gli elementi essenziali della cultura che sta alla base della sua progettazione: essenzialità, efficacia, rispetto dell’uomo e dell’ambiente, ragionamento lineare e funzionale, capacità di cogliere i simboli significanti dell’ambiente, accettazione della realtà e desiderio di renderla accettabile attraverso la funzionalità, la bellezza, la razionalità efficiente. Particolare attenzione ha destato il lavoro della sua équipe su Milano e altri luoghi significativi dell’inurbamento massiccio del
dopoguerra. Sia i professionisti di maggior esperienza che quelli ancora molto giovani, presenti alla serata, hanno colto con estrema attenzione le indicazioni sensibili che sono sgorgate da immagini, parole e pensieri: tra tutte, la capacità di cogliere un umanesimo diverso e nuovo che esce da un progetto, che prima di tutto è un atto d’amore per quanto si sta facendo e di rispetto per l’opera che diventa elemento compositivo di un ambiente e quindi costituente della società nella quale si colloca. Rispetto, ma anche grande responsabilità: un pilastro, una fuga di linee, un materiale, una finestra, un basamento, non sono solo elementi di ingegneria costruttiva, bensì sviluppo logico di un pensiero che
prima di tutto sa cogliere l’insieme di un progetto e quindi gli dà progressivamente corpo. L’architetto, insomma, è un educatore neo-umanista: e come tale deve sentire anche un peso emozionale, educativo, formativo, sociale e culturale nel suo lavoro, dal più semplice al più complesso. Soddisfatti gli organizzatori: gli architetti Michela Vielmi ed Edoardo Milesi, sia per il successo importante della serata che per i messaggi che sono stati colti dal pubblico appassionato e competente. L’intervento di Shirley McNamara è stato integralmente registrato e farà parte degli “atti” di Settembre Architettura Boario che verranno messi a disposizione dei partecipanti. Venerdì 10 settembre si replica: il
programma una serata attesa proprio con Edoardo Milesi che a Siloe, in Toscana, ha realizzato un monastero del terzo millennio, una delle opere mistiche più affascinanti di questi ultimi anni. La serata ha inizio alle 18.30 e l’ingresso è libero e gratuito. Si prosegue anche venerdi 17 settembre con l’architetto Daniel Bonilla. Colombiano, insegna nell’Università de Los Andes di Bogotà. Il 24 settembre tocca a Michele De Lucchi, architetto fiorentino, che negli anni si è occupato di progetti di varia natura, raccogliendo competenza nel campo dell’urbanistica, dell’architettura, del disegno di interni e di prodotti, degli allestimenti di mostre e musei e della definizione di corporate identity.
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Mortirolo
Darfo
Celebrazioni per ricordare la guerra
Le fotografie dell’alluvione
In questi giorni le Fiamme Verdi si son date ancora una volta appuntamento al Mortirolo (in Comune di Monno in alta Valcamonica, a 1800 metri di altitudine) per celebrare le due battaglie che qui ebbero luogo nel 1945, ormai alla tragica conclusione della Seconda guerra mondiale. La prima fu combattuta, dal 22 al 27 febbraio tra i partigiani delle Fiamme Verdi (movimento di ispirazione cattolica) e i militi della Repubblica sociale italiana (Repubblica di Salò). La seconda ebbe luogo dal 9 aprile al 2 maggio. Entrambi gli scontri videro vincenti quei volontari della libertà che il martire Teresio Olivelli, nella sua famosa “Preghiera”, definì “Ribelli per amore”. Enzo Abeni, nel suo “La storia bresciana” scrive che i nazi-fascisti, per stanare ed annientare i partigiani camuni, impiegarono la tristemente nota legione “Tagliamento”, che poteva contare su circa 2000 uomini, sei mortai, due mitragliere. Il 1 maggio fu la giornata più aspra di tutta la guerra partigiana nel bresciano.
Correva l’anno 1960. Una terribile alluvione sconvolse buona parte della Valle Camonica. Lungo il solco montano dell’Oglio si scatenò il finimondo. Tra i borghi camuni maggiormente colpiti vi fu quello di Darfo Boario Terme. In uno studio sull’argomento di qualche anno fa dal titolo “La lunga alluvione”, lo storico Giacomo Sebastiano Pedersoli pubblica parecchie foto che ritraggono vie inondate e auto sommerse. Fortunatamente (a differenza del famoso disastro del Gleno del 1° dicembre 1923) questo non procura vittime, ma lascia uno strascico di danni. Per ricordare l’evento calamitoso, il Comune di Darfo Boario Terme ha allestito una mostra fotografica presso la chiesetta dell’ex convento in via Quarteroni.
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
La Voce di Palazzolo palazzolo@lavocedelpopolo.it
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Iniziative Dal 17 settembre una nuova edizione
Mura, una festa senza tempo, lunga vent’anni Per tre giorni le vie e i vicoli dello storico quartiere tornano ad assumere colori e suoni del passato. Molti gli appuntamenti in programma dal comitato organizzatore che lavora, instancabilmente, dal 1991
D Turismo
Il “richiamo” della Torre del popolo L’apertura domenicale della Torre del popolo tra marzo e luglio ha riportato un considerevole successo di pubblico. Dopo la pausa agostana l’iniziativa ha ripreso il via il 5 settembre scorso, abbinata, come in precedenza, all’apertura di altri importanti monumenti palazzolesi come il castello e il torrione posto nel quartiere di Mura. Grazie al volontariato locale, istruito e preparato dallo storico Francesco Ghidotti, per tutte le domeniche di settembre verranno garantite le aperture e le visite guidate, gratuite, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 15 alle 18. Con la fine di settembre si chiuderà l’esperimento turistico di apertura dei monumenti palazzolesi; il progetto-pilota, voluto dall’Amministrazione comunale, si è sviluppato lungo 21 giornate grazie alla collaborazione di un nutrito gruppo di realtà del volontariato cittadino. Le aperture di settembre coincideranno anche con feste, sagre ed eventi culturali e musicali già programmati e anzi potrebbero esserci delle estensioni di orari proprio per far fronte alle richieste del pubblico, in particolare in occasione della festa di Mura. Per l’ultima domenica di apertura, quella del 26 settembre, potrebbe registrarsi anche un interessante fuori programma. L’associazione culturale “La Maschera San Sebastiano” sta infatti lavorando per proporre una lettura di alcune scene de “Il popolo della Torre”, il testo teatrale che Angelo Ghidotti ha dedicato alle vicende della torre civica e che dovrebbe essere messo in scenqa nel 2011, in occasione del 170° anniversario di edificazione della stessa torre. Nelle scorse settimane è stata fornita la statistica delle persone che hanno visitato i monumenti cittadini: dal 21 marzo al 27 giugno, nonostante una primavera piuttosto piovosa e fredda, sono state registrate 6717 presenze, con una media giornaliera di 395 unità e una presenza oraria di 79 persone. Il 25 aprile è stato il giorno clou, con gran mole di lavoro per i volontari alle prese con 983 visitatori. Il monumento più gettonato è stato, ovviamente, l’ottocentesca Torre del popolo, con la statua del patrono San Fedele sulla sommità: 2767 ingressi; segue il castello con 2.628 visitatori, mentre 1.322 sono stati contati al torrione di Mura, dove era ed è possibile visitare anche la quattrocentesca cappella di San Rocco, annessa alla chiesa di San Giovanni Evangelista, con il suo ciclo di affreschi. Anche i dati relativi alla provenienza dei visitatori sono interessanti: il 29% sono palazzolesi, il restante 71% sono “forestieri” e fra questi il 9%% sono lombardi (per lo più bresciani, bergamaschi e milanesi), il 2,5% provengono da altre regioni italiane mentre il 2% sono stranieri con rappresentanze, tra l’altro, da Irlanda, Spagna, Cina, Germania, Brasile e Canada. Si tratta di turisti già in vacanza sui laghi lombardi che hanno approfittato per compiere l’ascesa della Torre del popolo, 92 metri di altezza.
Da venerdì 17 a domenica 19 settembre si svolgerà a Palazzolo la Festa di Mura che, quest’anno, giunge alla sua 20ª edizione, anche le sue origini sono molto più lontane nel tempo. La Sagra di Mura o Festa di San Gerolamo prese infatti il via nel settembre 1936 come festa patronale dell’antico quartiere e si ripeté con successo per altri due anni. Fu sospesa per la guerra e solamente nel 1952 venne riproposta da un apposito comitato. Rimasero memorabili le edizioni del 1953 e del 1954, poi un altro periodo di silenzio fino a che nel 1991 un gruppo di volontari la ripensò come Sagra di Quartiere, occasione di ricerca e di ritrovo di tradizioni, memento di incontro e di socializzazione dei suoi abitanti e di tutti i visitatori. Da allora l’impegno del comitato è stato costante e a quella prima rievocazione ne sono seguite altre 18. Quest’anno, dunque, si arriva al numero 20 e come da tradizione lo storico quartiere palazzolese tornerà a vestire “panni medievali”. È già stata collocata la porta all’imbocco di via Gorini, così come sono in fase di ultimazione le
di Luciano Demasi
locande in cui, nei giorni della festa, sarà possibile mangiare e bere pagando con l’apposita “palanca”. Nel programma messo a punto per l’edizione del ventennale non mancano appuntamenti tradizionali come la rievocazione della consegna della dote alle nubende (domenica 19 alle 16), come previsto da un apposito lascito testamentario, della battaglia tra bresciani e bergamaschi per il controllo della quadra (sabato 18 alle 20,45), la sfilata storica e il grandioso spettacolo pirotecnico di chiusura. La festa, comunque, prenderà il via alle 20,15 di venerdì 17 con un programma talmente articolato da rendere problematico qualsiasi tentativo di sintesi. Tra le molteplici proposte meritano, però, una segnalazione l’allestimento di un campo medievale, le esibizioni del gruppo arceri di Brusaporto e di quello dei falconieri del Re da Siena e del Grifone. Particolarmente interessante anche la presenza del Gruppo arti e mestieri di Villongo, del mercatino dell’artigianato e dell’antiquariato per le vie del quartiere.
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La Voce di Palazzolo
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Esperienze La Protezione civile
Un’estate realmente calda I volontari del gruppo comunale hanno vissuto due mesi molto intensi tra esercitazioni, operazioni sul territorio e partecipazione a particolari situazioni di emergenza. Garantita anche la presenza all’operazione “monumenti aperti”
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L’estate non ha lasciato a riposo i volontari del Gruppo comunale di protezione civile di Palazzolo sull’Oglio, impegnato su tutti i fronti anche in un periodo che per i più è considerato di vacanza e di svago. In primo luogo il Gruppo è stato impegnato nell’esercitazione denominata “Tromba d’aria 2010”. Il 4 luglio scorso, infatti, i volontari sono stati chiamati all’opera in due distinti scenari allestiti sul territorio comunale. Filo conduttore dell’esercitazione era legato alle conseguenze di un
ipotetica tromba d’aria abbattutasi sulla cittadina palazzolese (evento per altro già verificatosi in un recente passato). I volontari hanno affrontato inoltre prove dal vero, per le conseguenze del maltempo che ha flagellato la provincia bresciana tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, con interventi durati fino a notte fonda mirati al ripristino della normalità e delle condizioni di sicurezza all’interno di parchi pubblici e lungo le principali vie alberate della rete stradale comunale. Altri interventi del Gruppo pa-
lazzolese sono quelli del periodico monitoraggio del fiume e del recupero piante, intensificati durante e dopo l’ultima ondata di maltempo che ha caratterizzato la prima parte del mese di agosto. L’azione condotta dai volontari della Protezione civile è stata messa in campo al fine di prevenire e limitare il più possibile gli effetti di future perturbazioni sul territorio. Non sono mancate, putroppo, nemmeno le pagine tragiche. Il gruppo palazzolese è stato coinvolto in un evento che ha avuto un epilogo doloroso. Due squadre di volontari palazzolesi impegnati sono state chiamate nelle scorse settimane a prendere parte alle ricerche del piccolo Kevin, il bimbo di Roccafranca scomparso e poi ritrovato morto in un canale d’ir-
rigazione ad alcuni chilometri di distanza dal luogo in cui abitava. Nei giorni scorsi, infine, il gruppo palazzolese della Protezione civile ha vissuto l’ormai tradizionale momento di festa. Per tre giorni, dal 4 al 6 settembre scorsi, nel parco esercitazioni posto dinanzi alla chiesa di S. Alberto, è andata in scena la 4ª edizione della Festa della Protezione civile con appuntamenti e iniziative che hanno permesso agli intervenuti di conoscere più da vicino questa preziosa realtà cittadina. Una presenza, per altro, che in tanti hanno apprezzato e apprezzano anche per il contributo che, al pari di tante altre realtà associative palazzolesi, sta dando nella gestione dell’apertura domenicale dei monunenti cittadini, Torre del popolo in testa.
La scomparsa di Battista Benedetti
Testimone del cambiamento di Palazzolo Lo scorso 1° settembre è morto all’età di 93 anni Battista Benedetti. Negli ultimi anni della sua vita ha dedicato gran parte del suo tempo alla Fondazione Cicogna Rampana. La sua è stata una passione “tardiva” sbocciata, come ha ricordato Francesco Ghidotti, una sera dell’autunno 1989. Era quella la stagione in cui l’istituzione culturale cittadina stava prendendo forma, anche fisicamente. Battista Benedetti, ormai in pensione, diede la propria disponibilità. Durante le giornate trascorse a sistemare i materiali degli archivi della Fondazione rivelò che, durante una degenza in ospedale, aveva messo sulla carta i “ricordi” degli anni passati in guerra. L’opera venne completata e data alle stampe con il titolo di “Storielle di una guerra dimenticata” Dal successo del racconto della campagna di Jugoslavia, fu stimolato a cimentarsi su un altro fronte: raccontare, lui, che aveva una fervida memoria, i fatti della sua infanzia e giovinezza. Scrisse “Abitare in Piazza-Ricordi della Palazzolo Anni venti”, stampato nel 1994. Si offriva volentieri per accompagnare i visitatori della Fondazione, ai quali offriva i suoi ricordi
di vecchio “piazzaiolo” palazzolese. Fra i suoi interessi anche il sostegno all’Associazione Anziani della Marzoli, di cui era stato prima consigliere e poi, per un decennio, presidente. Osservava con acutezza i cambiamenti anche urbanistici della nostra città. Quando iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo ponte sul fiume, lui, che frequentava la bella passeggiata del Lungo Oglio, divenne testimone quotidiano del progredire dei lavori. Teneva tutto scritto su un diario pensato per le generazioni future. Nell’annuncio mortuario, la famiglia lo ricorda come “maestro del lavoro” riassumendo così il senso della sua esistenza. Aveva ricevuto infatti nel 1998 la Stella al merito del lavoro, nel 1992 l’Amministrazione Comunale gli aveva assegnato la Benemerenza Civica. Sabato scorso, in occasione del centenario della fonderia Ariotti, è uscita una pubblicazione, in cui si possono leggere le pagine che Benedetti aveva dedicato alla fonderia Marzoli e a un personaggio, Alessandro Urgnani, rimasto nella sua memoria di ragazzo, come “Nerone”, responsabile di quel reparto.
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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La vita amministrativa La ripresa dopo le ferie
Pgt, riprende la discussione Fra le priorità il cammino per giungere alla definizione dell’importante strumento di programmazione urbanistica, oggetto di osservazioni e di proposte da parte di tante realtà cittadine. Altri i nodi, anche politici, Palazzolo è chiamata ad affrontare
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Finita l’estate anche l’attività amministrativa cittadina è ripresa a pieno ritmo. Diversi sono le questioni da affrontare: alcune attengono alla realizzazione di programmi annunciati, altre a nodi politici e pratici. Appartiene alla prima categoria (ed è forse la più significativa per il futuro della comunità palazzolese) la definizione del Pgt, il piano di governo del territorio che ha preso il posto del piano regolatore generale. Il documento di piano e il piano delle regole sono già stati abbozzati. Condivisa la filosofia generale
espressa dai nuovi estensori del Pgt che, recentemente, hanno presentato alle forze politiche gli indirizzi della pianificazione, tenendo conto degli auspici presentati al Sindaco dalle forze politiche presenti in consiglio, anche se non sono poche le osservazioni avanzate dalle opposizioni circa il modo con cui stava procedendo la stesura e la redazione del Pgt, nonché sulla necessità di definire linee di indirizzo chiare e condivisibili. Particolare rilevanza riveste il recupero dei centri storici, possibile
solamente con incentivi per la residenza e il miglioramento di alcuni servizi pubblici; importanti le garanzie sulle manutenzioni, la concentrazione di aree standard senza possibilità di monetizzazione e l’individuazione di nuovi spazi per incontri culturali e ricreativi. Sul piano concreto e operativo, ma con ricadute e implicazioni politiche, la maggioranza in carica deve mettere la parola fine alla vicenda delle incompatibilità del consigliere Pdl Francesco Beghetti votata in occasione del consiglio comunale del 22 luglio scorso ma che, con ogni probabilità, ritornerà al centro del dibattito del “parlamento”, così come l’accertamento delle responsabilità correlate alla vicenda del bar piattaforma galleggiante, travolto dalla piena del fiume Oglio
di cui, anche negli ultimi interventi, non è stato possibile procedere al recupero. Queste, in sintesi, le “urgenze” della vita politica e amministrativa cittadina. Non mancano però altre iniziative. Fra le tante merita una segnalazione particolare quella promossa dalla Commissione pari opportunità del Comune che ha chiesto all’amministrazione di prendere parte alla mobilitazione nazionale messa in campo per indurre il Governo iraniano a sospendere la lapidazione di Sakineh, la donna accusata di adulterio e di assassinio del marito. La Commissione ha protocollato una mozione che dovrebbe andare in discussione in occasione del prossimo consiglio comunale in programma, probabilmente, per il 13 settembre prossimo.
CITTÀ di PALAZZOLO SULL’OGLIO Assessorato Cultura e Turismo
propone
Apertura al pubblico TUTTE LE DOMENICHE DI SETTEMBRE Torre del popolo Castello Torrione di Mura Tutte le domeniche dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
“La musica accompagna lo sguardo nei luoghi storici da scoprire” Dalle 16.30 alle 18.00 alla Torre Civica, al Torrione ed al Castello, momenti musicali itineranti a cura del Centro di Formazione Musicale “Riccardo Mosca” direzione artistica M° Giuseppe Orizio
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Paesi e parrocchie Gussago
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Fiera della caccia 11 e 12 settembre
Una passione condivisa in vetrina La manifestazione, che precede l’apertura ufficiale della stagione venatoria, si tiene presso il centro sportivo nella frazione di Casaglio
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Nel paese franciacortino, la caccia si apre l’11 e 12 settembre con la 64ª edizione della “Fiera della Caccia”. La tradizionale manifestazione si tiene come ogni anno presso il centro sportivo dedicato al dottor Carlo Concione, nella frazione di Casaglio. Centro che ospiterà più di 200 stand di abbigliamento e accessori per sportivi e cacciatori, oltre alle esposizioni in mostra che spaziano da quelle scientifiche come apparati scheletrici di volpi, cinghiali e lepri, uccelli imbalsamati, funghi, a quelle di armi da caccia, animali da
pagine a cura di Davide Lorenzini
cortile, bonsai e razze canine, oltre alla possibilità di improvvisarsi arcieri con il campo di tiro con l’arco. La manifestazione si apre sabato alle 6.30 con la prova di caccia pratica su starne senza sparo presso zona di addestramento Fidc località Barco di Gussago, continuando poi dalle 13.30 presso il Centro sportivo in cui alle 14 si terrà la 17ª edizione del quadrangolare di tamburello, memorial Carlo Corcine. Alle 16 l’inaugurazione alla presenza delle autorità, a cui seguirà il rinfresco e la seconda assemblea straordinaria
dei presidenti Federcaccia in cui saranno in discussione le nuove norme sulla caccia in deroga che sono state protagoniste del confronto tra mondo venatorio e istituzioni locali. In serata dalle 20 andrà in scena la classica e attesa sfilata di moda, intervallata dall’esibizione del gruppo di ginnastica “Le muse” e da quattro piccoli grandi artisti tra i nove e gli 11 anni che esibendosi come veterani daranno prova delle proprie capacità canore e di intrattenimento come nel caso della Maga Serena. Domenica 12 settembre la manifestazione aprirà alle 5 per il 15° “Master Ornitologico” Amov, gara di canto per uccelli canori, proseguendo alle 10.30 con le esibizioni del gruppo cinofilo di Protezione civile “Argo” e di Chioccolatori. Mentre gli oltre 200 espositori vedranno passare tra le pro-
prie bancarelle grandi e piccini decisi a passare insieme una giornata diversa, accompagnati dai genitori o dai nonni. Nel pomeriggio alle 14 l’8ª edizione di “Il mio migliore amico”, la mostra canina aperta a tutte le razze e taglie riservata ai ragazzi fino ai 14 anni. Novità dell’edizione 2010 è la possibilità di una prova pratica di quanto visto nel campo gara della Federcaccia del Barco, dove alle 9 ci saranno il tiro al piattello e il percorso di caccia curati dalla Compagnia Monte Orfano di Cologne. Chiuderanno la manifestazione dalle 17.30 il gruppo Frantic dance, liscio e latino americano seguito dal convegno della Società italiana Pro Segugio “Regolamento delle prove cinofile su selvaggina” previsto per le 18 e l’evento più atteso l’esibizione di Charlie Cinelli alle 19.
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Paesi e parrocchie Bassa
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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Festa dell’Uva 43ª edizione
Profumi e colori d’autunno Nell’arco di cinque giorni, da mercoledì 22 settembre, si susseguono eventi di carattere culturale, sportivo e gastronomico
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Torna l’autunno e puntuale torna anche la Festa dell’Uva giunta alle 43ª edizione. Una festa che quest’anno si propone in veste rinnovata e più “snella” come è stata definita dallo stesso sindaco di Gussago Lucia Lazzari. “La nuova edizione curata direttamente dall’Amministrazione comunale – spiega il primo cittadino – si presenta in una veste più vicina all’aspetto originario del tradizionale appuntamento di inizio autunno. Nell’arco di cinque giorni si susseguono eventi di carattere culturale, sportivo e gastronomico che richiamano sotto diverse forme i temi dell’uva e del vino attraverso piatti della tradizione come lo spiedo bresciano servito in piazza dai ristoratoti locali, e la sfilata di carri allegorici allestiti dalla fantasia creativa degli abitanti delle contrade”. La prestigiosa rassegna capace di richiamare ogni anno migliaia di bresciani verrà aperta mercoledì 22 settembre alle 20.30 dal taglio del nastro della mostra fotografica allestita nella chiesa di San Lorenzo “Famiglie e Gruppi Storici da fine Ottocento”, curata dall’Associazione famiglie gussaghesi. Alla prima dell’esposizione
seguirà alle 21 sempre nella chiesa di San Lorenzo, l’esibizione del rinomato coro alpini “La Zerla”. Protagonista indiscusso di giovedì 23 settembre sarà invece lo spiedo bresciano, con il Gran Galà delle ore 20 in Piazza Vittorio Veneto. Nell’occasione a 20 euro si potrà assaporare grazie ai coupon in prevendita il menù di abbinamento tipico dello spiedo gussaghese e bresciano, composto di un antipasto di salame, una “minestra sporca”, spiedo, patate al forno, formaggio locale, dessert, grappe e caffè il tutto accompagnato dal migliore Cellatica Doc prodotto dalle cantine locali. Venerdì 24 settembre dopo la corsa podistica a staffetta prevista per le 19, doppio appuntamento per gli amanti del ballo e delle risate. In piazza Vittorio Veneto alle 21 sarà infatti di scena l’orchestra spettacolo Claudio Bonelli e Rosita, mentre alle 20.30 nella chiesa di San Lorenzo andrà in scena lo spettacolo teatrale “Per colpa di Bacco”, una rappresentazione come recita la locandina “da ubriacarsi di risate” (7 euro prevendita Ufficio cultura). La Compagnia Donati
e Olesen su testo di Christian Massas proporrà una serie di pantomime di storie bibliche con personaggi noti rappresentati in imbarazzanti situazioni etiliche attraverso i secoli. Sarà l’inaugurazione della scuola di scherma “Sala d’armi Attilio Calatroni” ad aprire la giornata di sabato 25 settebre, ospitata alle 18 all’interno della sala civica Camillo Togni, anticipando l’esibizione dell’orchestra spettacolo Devis e Rebecca in programma per le 21 in piazza Vittorio Veneto. Domenica 26 settembre il gran finale, che inizierà già dalle 8 della mattina, con l’apertura del mercato contadino sotto lo sguardo vigile dei due leoni che dominano la piazza. Dalle 14 l’immancabile sfilata dei carri allegorici allestiti con maestria dalle contrade, una sfilata che verrà accompagnata dalla Banda musicale Santa Maria Assunta e dalla Fanfara provinciale di Brescia Nastro Azzurro, in contemporanea andrà in scena anche la rievocazione di antichi mestieri. La giornata intensa sarà conclusa magistralmente dalle note di Mario Gregorio, nella serata musicale in programma dalle 20.30 in piazza Vittorio Veneto.
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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Branico di Costa Volpino Inaugurazione
L’oratorio, luogo deputato alla formazione L’11 settembre il vescovo Monari sarĂ presente alla benedizione del nuovo spazio ricreativo e aggregativo che servirĂ quattro comunitĂ
U
di Mattia Cantamessa
Una data da ricordare. L’11 settembre per i cristiani della piccola comunitĂ parrocchiale di Branico di Costa Volpino verrĂ benedetto e inaugurato dal vescovo Luciano Monari il nuovo oratorio a soli 15 mesi dalla posa della prima pietra benedetta da mons. Bruno Foresti. “Ciò che ha spinto la nostra piccola comunitĂ a realizzare una simile struttura − dice don Mario Pietro Zanardini parroco di Branico, Qualino, Flaccanico e Ceratello − è prima di tutto l’esigenza di unire le strutture giĂ esistenti ma che erano in un forte stato di degrado. Una struttura cosĂŹ grande e bella, sicuro dono della Divina provvidenza, potrĂ essere un centro non solo per branichesi ma anche per i parrocchiani limitroďŹ : giĂ nella catechesi e in altre iniziative le mie altre parrocchie fanno riferimento a Branicoâ€?. Negli anni, per forza o per volontĂ , le quattro parrocchie che condividono un solo pastore hanno imparato a vivere alcuni momenti insieme: catechesi, il grest estivo e i sacramenti. “Abbiamo deciso di affrontare anche la grande spesa del
Il nuovo oratorio
campo sportivo: è stato ricoperto dall’erba sintetica proprio per rendere migliore il campo per i nostri bambini e per le quattro squadre parrocchialiâ€? continua il Parroco. La struttura che verrĂ inaugurata infatti comprende il campo sportivo rimesso a nuovo e al posto dei vecchi spogliatoi l’ediďŹ cio del nuovo oratorio: al piano terra pongono le basi i nuovi e moderni spogliatoi, al primo piano le aule di catechismo piĂš un grande salone polifunzionale (riunioni, commedie, incontri‌), mentre al secondo conclude la struttura il piano con bar, salone, cucina e segreteria. Il tutto è stato possibile grazie alla generositĂ dei parrocchiani con una raccolta tra le famiglie e con la vendita del vecchio asilo parrocchiale. “Un grosso grazie va a tutte le famiglie che nonostante le loro spese,i loro mutui, hanno contribuito ogni mese alle spese parrocchialiâ€? sottolinea l’Arciprete. L’entusiasmo è alto: piĂš di 30 persone si sono offerte come volontari per il bar e il gruppo di adolescenti ha giĂ organizzato giochi per il giorno che seguirĂ la benedizione.
“Certo, è un grosso rischio al giorno d’oggi realizzare una struttura del genere − sostiene don Mario Pietro Zanardini − alla societĂ che non vuole piĂš credere in certi valori, la nostra comunitĂ vuole dare una sua risposta tutta cristiana. Tuttavia sono molto ďŹ ducioso in Dio che ci ha permesso di realizzare ciò: infatti molte sono anche le famiglie di giovani che cominciano a prendere in mano la struttura e che dedicano il loro tempo come nella realizzazione dei ravioliâ€?. La creazione di una nuova struttura dĂ uno slancio particolare: anche prima venivano organizzate diverse iniziative, ma nell’aria c’è qualcosa di nuovo, qualcosa che coinvolge davvero tante persone, anche quelle che erano partite piĂš pessimiste perchĂŠ in tasca non c’era un soldo per realizzare il progetto. L’augurio è quello di vedere l’oratorio vissuto davvero da tutti e sentito come il concretizzarsi del sacramento che si vive in chiesa. Eucaristia e oratorio sono i polmoni di una comunitĂ parrocchiale e Branico ha deciso di puntare tutto su GesĂš.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it
Il palazzo del cinema di Venezia
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di Mauro Toninelli
C’è chi dice che la 67ª edizione del Festival internazionale del cinema di Venezia sia sotto tono. Chi lo dice, solitamente, si trova a casa e la conoscenza che ha dell’evento è legata a quanto dicono tv e media. Purtroppo, al di là dei canali speciali o delle trasmissioni dedicate al festival, il resto è legato alla presenza o meno di vip che calcano il red carpet. Nei telegiornali, solo collegamenti e servizi legati alla passerella e solo in seguito si parla dei film in proiezione. Per la verità molto poco. Da vedere a Venezia c’è quello che da casa non si vede ma che nella città lagunare riempie le giornate. Non è un gioco di parole ma la realtà di una macchina che propone film ed eventi a raffica, una macchina che non può essere raccontata con brevi flash. La macchina non si ferma che poche ore al giorno. Le proiezioni si susseguono con ritmo frenetico, una dietro l’altra, dalle 8.30 del mattino fino a notte fonda nelle otto sale in cui si svolge il festival. Molti di questi film non saranno mai proposti nelle sale, mai saranno offerti al pubblico e al mercato; alcuni riusciranno a ritagliarsi qualche angolo come film d’essai; qualche altro passerà direttamente al mercato dell’home video; qualcuno avrà esaurito la sua
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Venezia Festival del cinema
Alla scoperta del vero significato della kermesse Si conclude l’11 settembre la 67ª Mostra internazionale d’Arte cinematografica. La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di tolleranza. La Mostra include retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema
fortuna di pubblico, soprattutto occidentale, in questa sede. Certamente per tutte le pellicole, siano esse in concorso, fuori concorso, di categorie parallele, è una grande occasione per raccontare ai molti presenti un pezzo di storia, qualcosa su cui produttori, registi e tutti coloro che sono stati coinvolti hanno ritenuto utile investire. La festa del cinema, si potrebbe dire; meglio: la festa del mondo del cinema e di tutti coloro che gli ruotano attorno, perché in fondo di questo si tratta. Gustare pellicole che arrivano dalla Cina, dall’India o da altri Paesi del mondo, che raccontano in un modo diverso dal nostro storie attraverso immagini; scoprire sempre più, soprattutto qui, la possibilità di fare un percorso umano e culturale grazie ai film; emozionarsi alla fine di una pellicola che mai avremmo immaginato di vedere e che solo l’orario della proiezione ci ha consentito di ammirare; sono solo alcuni dei tanti aspetti che non si vedono ma che sono la sostanza del Festival di Venezia. E non dimentichiamo la possibilità che da qui esca qualcosa che nessuno si aspetta ma che può scoprirsi vincente perché ha qualcosa di importante da dire al mondo e lo dice in modo coinvolgente – “Le-
banon”, il film dell’anno scorso del regista Samuel Maoz insegna –. Ci sta anche questo. Il Festival del cinema è una vetrina. Qui non accorrono solo giornalisti, vip e curiosi a caccia del volto famoso. Qui accorrono anche coloro che saranno i promotori dei film nelle sale, coloro che faranno le programmazioni, coloro che per lavoro o per passione qui sono indicati come “accrediti culturali”, cioè coloro che il cinema lo promuovono, lo spiegano e lo discutono. Qui c’è di tutto. Qualcuno l’ha definita una fiera. C’è, in effetti, anche l’aspetto delle fiere, c’è l’aspetto del mercato e della pubblicità, c’è il desiderio di scovare vip e per questi c’è il voler esserci perché anche per loro Venezia è una vetrina importante, ma soprattutto c’è il cinema come arte e come cultura. Da casa non si vede quello che Venezia è, e se a tutti fa piacere salutare il tal vip, farsi una foto con lui o lei o avere l’autografo (questo spinge molti a venire al Lido), quando si è qui si scopre quanto piccolo è il red carpet rispetto a tutto quello che sta dietro, anche fisicamente, nascosto a chi si ferma alla sola facciata, attraente e bella ma che resta solo una facciata. Venezia è quello che non si vede a casa ma che si guarda qui.
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Cultura e comunicazione Famiglia
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Un adulto non può fermarsi a puntare il dito verso i genitori: deve accettare i loro limiti e i loro non intenzionali errori; non deve tentare di cambiarli, ma rimboccarsi le maniche e cercare di rimediare alle conseguenze negative dei loro errori. Una persona non è responsabile dei genitori che ha avuto (non ha potuto sceglierli), ma è responsabile della scelta di mettere in atto o meno dei cambiamenti nella sua vita che possano portare benessere a sé e agli altri
Psicologia Egocentrismo e relazioni umane
Gli altri inadeguati per chi si sente superiore
S di Rossella De Peri psicologa
Stefania è ospite da un paio di mesi presso una comunità di suore. Ha chiesto l’aspettativa dal lavoro per poter avere un periodo di riflessione, lontana da tutti e da tutto. Stefania lavora presso una grande azienda, con numerose filiali; prima di questo periodo di ritiro aveva cambiato sette o otto filiali (ha perso il conto) e anche nell’ultima le cose non andavano bene. Un leggerissimo, appena appena consapevole dubbio stava spuntando nella sua testa: forse che il problema non era all’esterno, ma all’interno di lei? Aveva cambiato tutte queste filiali perché a un certo punto si faceva terra bruciata attorno a lei: il rapporto con i superiori e con i colleghi si guastava irreparabilmente. Stefania si dimostrava altezzosa, rigida, ipercritica; nessuno, a suo giudizio, era capace di lavorare bene: solo lei sapeva farlo e nessun altro come lei. Nemmeno i suoi superiori sapevano svolgere bene il loro lavoro. Lei avrebbe senz’altro fatto di meglio, a detta sua. A volte
esplicitava i suoi giudizi, altre volte li faceva comunque trapelare, senza incertezze. Le era già stato tolto il rapporto diretto con la clientela perché era brusca, aggressiva, svalorizzante. Stefania è molto concentrata su di sé, sui suoi bisogni; è spesso inopportuna perché non riesce a vedere le esigenze degli altri, ma solo le proprie. È la tipica persona che anche se le dici che hai fretta, non ti molla fino a che non ti ha detto tutto ciò che ha in mente. Non si interrompe neanche se ti squilla il telefono, perché il suo mondo è più importante del tuo. Anche nella comunità delle suore che la ospitano Stefania sta avendo problemi perché critica in continuazione tutte e attacca le regole della loro convivenza: le giudica ingiuste, penalizzanti nei suoi confronti. Dopo un periodo di paziente accettazione, ora le suore la stanno tartassando e mettendo alle strette sulle sue problematiche modalità di relazione. Ecco che allora Stefania, come per
le filiali aziendali, comincia a starci stretta in questa realtà sociale. Comincia a farsi strada in lei il desiderio di andarsene. Ma qual è la realtà che l’aspetta fuori? Se stessa con i suoi grossi problemi relazionali. Anche il ragazzo l’ha lasciata; anche lui, a detta di Stefania, non si era comportato bene con lei, la accusava di cose ingiuste, pretendeva cose ingiuste, lei si meritava un diverso trattamento. Nemmeno lui aveva passato il fitto setaccio di Stefania. Ma anche allora non si era messa in dubbio, era il ragazzo che aveva tutte le responsabilità del rapporto andato male. La madre di Stefania è ipercritica, svalorizzante. Pretende tantissimo da lei. Lei fa di tutto per essere all’altezza delle aspettative della madre, senza riuscirci. Queste aspettative non sono esplicitate: sono subdole e come tali più difficili da attaccare, da opporvi resistenza. Per contrastare e non soccombere all’immagine svalorizzante che la madre le riflette, Stefania ha cominciato fin da piccola a
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Discriminazioni Anche nei parchi giochi
La monorotaia negata al ragazzo Down
Pastorale familiare Incontro con il Vescovo
La santitĂ nella comunione familiare Sabato 18 settembre alle ore 18 tutti gli operatori di pastorale familiare sono invitati alla Santa Messa con il vescovo Luciano. Tema dell’incontro è “La santitĂ come meta e sorgente della comunione familiareâ€? e si svolgerĂ presso il santuario Sant’Arcangelo Tadini, nella parrocchia di Botticino Sera. La chiamata alla santità è l’universale disegno di comunione con Dio, TrinitĂ di amore, e per sua forza con tutti i fratelli. La comunitĂ familiare si fonda sull’amore divino “versato deďŹ nitivamenteâ€? tra gli sposi, legame di comunione che diviene sacramento: mistero grande della comunione di Cristo con la sua Chiesa e strumento efďŹ cace di salvezza per gli stessi sposi e, attraverso di essi, per tutta l’umanitĂ . Si vuole iniziare l’anno nel segno di un Santo bresciano amico delle famiglie, percorrendo poi alcune vite di sposi esemplari sulla “Promessaâ€? (foglio di collegamento), per concludere con il pellegrinaggio del 1Âş maggio presso lo stesso Santuario. Al Vescovo è stato chiesto di avviare questo cammino e di indicare le strade piĂš autentiche di comunione nel mondo familiare. In particolare, mons. Luciano Monari conferirĂ simbolicamente il mandato agli animatori di pastorale familiare. Ăˆ necessaria la segnalazione/iscrizione (almeno zonale) presso l’UfďŹ cio di pastorale familiare, attraverso mail o telefono (vicedirettore Chiara: 030/3722232; segretario Alessandro: 030/3722245). L’occasione è propizia anche per conoscere ufďŹ cialmente il calendario degli eventi diocesani e le principali strutture che lavorano a favore della famiglia nella nostra diocesi.
ostentare un’immagine sovrastimata di sĂŠ, ad ‘auto-incensarsi’, a cercare disperatamente di emergere, anche a danno degli altri. Critica tutti per innalzarsi. PiĂš abbassa gli altri, piĂš si sente superiore. In particolare, Stefania critica i superiori perchĂŠ di fatto sono superiori appunto e questo fa emergere in lei tutte le paure di inferioritĂ , di piccolezza, di scarso valore. Stefania approďŹ tta della visita di una psicologa in comunitĂ per chiederle, in maniera inopportuna come è suo solito, di fare due chiacchiere. Esordisce dicendo di essere giĂ stata in precedenza, anni prima, da uno psicologo per un solo incontro, durante il quale afferma di aver percepito che lui era attratto sessualmente da lei; per cui l’ha abbandonato e non ha piĂš chiesto aiuto a nessun altro specialista. Anche in questa circostanza era quindi emersa la sua modalitĂ di difesa piĂš usata, la critica, per avere l’alibi per abbandonare una situazione che avrebbe messo a nudo un’immagine che lei temeva: se stessa. Altrimenti perchĂŠ non cambiare pro-
fessionista, magari di diverso sesso? Stefania forse comincia ad avvertire che qualcosa dentro di sÊ non va, ma non ha proprio idea di cosa; Stefania cioè non ha la consapevolezza delle sue disfunzionali modalità di relazione. Al di là delle cause di un problema psicologico (che si possono solo ipotizzare, senza avere la certezza) è importante porvi mano e cercare la soluzione. Fermarsi a cercare la causa, un presunto colpevole (in questo caso la madre) a volte paralizza in un ruolo di vittima. Ma a un certo punto un adulto, come tale, non può fermarsi a puntare il dito verso i genitori: deve accettare i loro limiti e i loro non intenzionali errori; non deve tentare di cambiarli, ma rimboccarsi le maniche e cercare di rimediare alle conseguenze negative dei loro errori. Una persona non è responsabile dei genitori che ha avuto (non ha potuto sceglierli), ma è responsabile della scelta di mettere in atto o meno dei cambiamenti nella sua vita che possano portare benessere a sÊ e a chi la circonda.
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Vi raccontiamo cosa è accaduto a Gardaland ad Adalberto, un ragazzo Down. Sui giornali avrete letto storie simili. Noi vorremmo, oltre alla cronaca, cercare di riettere sulla questione. A ďŹ ne luglio ci siamo recati nel famoso parco divertimenti e all’ingresso ci è stato consegnato un opuscolo informativo sulle attrazioni accessibili o meno agli ospiti con disabilitĂ , in base alle diverse tipologie: Adalberto, in quanto ragazzo con la sindrome di Down, viene considerato “ospite con problemi di disabilitĂ comportamentale o intellettivaâ€?. All’inizio pensavamo fosse davvero un supporto alla visita del parco e solo piĂš tardi, presentandoci ai vari giochi, ci siamo resi conto di quanto la situazione fosse problematica. Eccetto le attrazioni per i bimbi piccoli, Adalberto poteva salire solo su quattro giochi: gli sono stati proibiti anche quelli piĂš banali, frequentati da bambini, anziani e persone sulla sedia a rotelle. Abbiamo allora chiesto informazioni al direttore, il quale ci ha spiegato che queste limitazioni sono state decise in collaborazione con un team specializzato sulla sicurezza e sulla disabilitĂ , al ďŹ ne di garantire e tutelare la sicurezza e la salute di ciascun ospite, considerando anche l’eventualitĂ d’emergenza. Ăˆ giusto allora che Adalberto non salga: è per il suo bene! Molti la pensano cosi. E se vi diciamo che non può salire su “Fuga da Atlantideâ€? (un’attrazione in cui una sorta di barca passa nell’acqua e fa alcune salite e discese), perchĂŠ mancano gli elevatori per disabili alle scale delle rampe? Tra l’altro Adalberto è capace di camminare autonomamente, ma secondo loro, in caso di pericolo potrebbe impuntarsi e non voler scendere. Un altro esempio? Non può salire sul trenino “Monorotaiaâ€? (un semplice trenino che in alcuni punti è sopraelevato), perchĂŠ “potrebbe venirgli voglia di buttarsi giĂšâ€?: sono le parole del direttore! Una persona qualunque, o con schizofrenia, o con inclinazione al suicidio non potrebbe farlo? A loro non viene proibito di salire? Sapete perchĂŠ? PerchĂŠ una persona cosĂŹ non è facilmente riconoscibile all’apparenza. Adalberto invece è Down, ha dei tratti somatici perfettamente evidenti e quindi è semplice escluderlo dalle attrazioni. Solo perchĂŠ ha gli occhi a mandorla, le orecchie piccole e basse e il collo corto potrebbe lanciarsi nel vuoto o non voler scendere le scale. Questa è secondo noi discriminazione! Le persone con la sindrome di Down vengono inserite nella categoria “ospiti con problemi di disabilitĂ comportamentale e intellettivaâ€? a priori, senza attuare delle opportune differenziazioni. Ăˆ vero, hanno delle limitazioni a livello motorio e cognitivo, ma non tutti le hanno allo stesso livello. Ci sono Down che praticano sport a livello agonistico, ci sono Down che affrontano dignitosamente la carriera scolastica, ma viene proibito loro di salire su un banale trenino. Siamo consapevoli che non siano uguali in tutto e per tutto alle altre persone e non pretendiamo che siano trattati esattamente come tutti gli altri. Non dimentichiamoci però che prima sono persone con una dignitĂ , e solo poi sono individui con una patologia. Vivono in una societĂ , in mezzo ad altri, ognuno caratterizzato dalla sua unicitĂ e diversitĂ . Qualcuno potrebbe pensare che ogni volta che succede qualcosa a un Down, o a un disabile, si crea un caso mediatico e si additano subito i responsabili. In questo caso, cosa c’è di male se un ragazzo Down non può salire su alcune giostre di Gardaland? Anche noi crediamo che non sia una questione vitale in sĂŠ e che una persona disabile deve affrontare ben altre battaglie nella vita, ma un ragazzo, una bambina, una qualsiasi persona Down non deve essere discriminata a priori. Anche loro sono diversi uno dall’altro, con diverse limitazioni motorie, con una diversa capacitĂ cognitiva, con diverse reazioni comportamentali. Devono essere trattati come gli altri, ovviamente tenendo conto dei loro limiti. Adalberto frequenta una scuola superiore con dei buoni voti, suona il pianoforte, parla inglese e francese, nuota, legge e visita l’Italia e l’Europa, ma non può salire su un gioco, sul quale tra l’altro era giĂ salito in passato. Siamo consapevoli che non sia semplice trovare una soluzione, ma quella attuata da Gardaland negli ultimi anni è ďŹ nalizzata piĂš a tutelare il parco che i diritti di ogni persona, soprattutto disabile. Forse un’assicurazione diversa e l’inserimento di strutture che permettano a tutti di usufruire delle attrazioni potrebbe essere un buon inizio. A ciò si potrebbe aggiungere una collaborazione con gli accompagnatori dei disabili, i quali conoscono i loro limiti e capacitĂ . (La famiglia di Adalberto)
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Cultura e comunicazione Eventi
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Brescia Lediecigiornate, 5ª edizione
Incantevole palcoscenico per la città Dal 17 al 26 settembre torna il festival diretto dal maestro Daniele Alberti Volti “storici” de Lediecigiornate
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Maestro Alberti, a poco più di una settimana dal via, ci presenta la rassegna da lei ideata? Più che una manifestazione, Lediecigiornate intende essere una rivoluzione nel rapporto tra musicisti e ascoltatori. Ci sono, è ovvio, le stelle più luminose del concertismo internazionale, i protagonisti della cultura o i giovani talenti. Ma sarà il pubblico, con le sue preferenze, a decidere davvero come saranno Lediecigiornate. Il festival è l’ultima tappa di un percorso che quest’anno ha coinvolto anche la provincia. Sì, Lediecigiornate non sono più “solo” un festival d’autunno, ma un modo nuovo di pensare la cultura, uno spazio artistico dominato da qualità e fantasia. Per un simile progetto i confini della città erano troppo stretti. Così siamo sbarcati in provincia con gli spettacoli di “Generazione 1810”: un tour tra Orzinuovi e Pisogne e, prossimamente, Corte Franca e Calcinato. Come sempre non mancano i grandi nomi del concertismo... Tra le serate “classiche”, cito l’apertura al Teatro Grande con
Nikolaj Luganski e l’Orchestra del Teatro Regio di Parma, ma non dimentico solisti del calibro di Pietro De Maria e Giovanni Bellucci. Tre gli appuntamenti riservati al cross-over, tutti da non perdere: Elio delle Storie Tese sarà Schumann in uno spettacolo-parodia del Grande Fratello, Stefano Bollani – oggi il più grande jazzista italiano – improvviserà a partire da temi romantici, mentre il violoncellista Enrico Dindo chiuderà il festival nel segno del tango. Spicca anche il suo ritorno sul palcoscenico per l’integrale delle sonate di Beethoven con il violinista Pierre Hommage. Sono tornato a suonare in marzo per il 10° compleanno delle “Settimane musicali bresciane” e una volta riassaporato il piacere del concerto… è stato impossibile smettere di nuovo. Così ho deciso di dedicare tre serate a uno dei cicli più belli della musica da camera di tutti i tempi, le 10 sonate per violino e pianoforte di Beethoven. Lediecigiornate hanno una nuova madrina, Ambra Angiolini. È un’attrice formidabile, che ci ac-
compagnerà in molti appuntamenti del festival, dal “Cappuccino ben temperato” al “Notturnino”. Un’altra novità: le maratone. Tre ore di musica non-stop, con oltre 30 interpreti coinvolti: la maratona è un progetto realizzato in collaborazione con l’Accademia “Santa Cecilia” di Bergamo. Saranno cinque i pomeriggi di musica tutta d’un fiato, dedicati a Chopin, Schumann, Liszt, Mendelssohn e al jazz. Scorrendo il programma, si scovano numerosi progetti speciali. Molte cose il pubblico le scoprirà direttamente a Lediecigiornate, ma voglio segnalare almeno due chicche. La prima è la collaborazione con Topolino, che seguirà il festival con due speciali sulla rivista e dedicherà una storia a fumetti a Lediecigiornate: saremo topolinizzati! Infine, voglio ricordare la festa della musica di domenica 26 settembre. Ospiteremo sette cori della provincia, sei bande impegnate nel concorso di classificazione e persino una milonga sotto le stelle: sarà davvero la musica come non si era mai vista!
Brescia
La nota in più: Musica per tutti
Daniele Alberti
L’obiettivo dell’Associazione Soldano è realizzare un centro di musicoterapia orchestrale riservato ai disabili che si rivolga a bambini, ragazzi e adulti secondo un metodo standard per l’evoluzione dei progetti riabilitativi. Ispirato all’esperienza quasi trentennale del Centro Esagramma di Milano nell’ambito del disagio psichico e mentale – nata da una felice intuizione di mons. Pierangelo Sequeri, figura di spicco della cultura musicale italiana – il progetto sarà presentato nel corso de Lediecigiornate, nel pomeriggio di domenica 19 settembre. Nella tensostruttura di via S. Faustino, alle ore 15, la terapia – che consente a chi vive forme di disabilità anche gravi di accostarsi allo studio di uno strumento – sarà illustrata dalla prof. ssa Licia Sbattella, direttrice di Esagramma. A seguire, il con-
certo dell’Orchestra sinfonica Esagramma diretta dal maestro Marco Sciammarella, orchestra composta prevalentemente da ragazzi disabili. Il pomeriggio si inserisce nel quadro delle iniziative organizzate dalla parrocchia di S. Faustino per celebrare i patroni della città esplorando il tema della speranza, come spiega il parroco don Armando Nolli: “La possibilità di offrire a chi soffre un’opportunità di riscatto attraverso l’arte e la bellezza mi sembra davvero l’emblema della speranza e un modo di riscoprire la grande forza dello spirito umano. Il concerto dell’orchestra Esagramma e l’idea di un centro che possa costituire un punto di riferimento per i disabili e le loro famiglie rappresentano quindi la miglior anteprima possibile delle iniziative che la parrocchia attiverà per celebrare le festività di S. Faustino”.
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San Clemente
Le proposte del Centro culturale per le prossime stagioni Il nuovo catalogo del San Clemente offre circa 160 corsi annuali pensati per rispondere in modo concreto alle più diverse esigenze formative e ricreative nelle aree “Lingue”, “Informatica”, “Cultura, comunicazione & benessere – Fitness”, “Arte & Musica”, “Hobby & Manualità”. Le diverse annualità avranno inizio scaglionato, a partire da lunedì 27 settembre. Oltre ai percorsi “storici”, il Centro propone diverse novità in particolare nell’area Fitness, introdotta lo scorso anno e ora ampliata sia come progetti che come disponibilità di fasce orarie. I corsi si terranno nelle due sedi di Brescia – via Alessandro Luzzago 1 e via Nicolò Tommaseo 49 –, entrambe dotate di parcheggio interno, aule multimediali e laboratori attrezzati per garantire una formazione d’avanguardia e di qualità. Per la maggior parte delle iniziative è prevista una serata di presentazione gratuita durante la quale gli interessati avranno modo di conoscere il programma e chiarire eventuali dubbi direttamente con il docente. Il Centro, che nello scorso anno ha avuto più di 2000 iscritti, si conferma come storica realtà bresciana per la formazione permanente di giovani e adulti. Info: 0303770554 - www.centrosanclemente.it
PalaBrescia
Pronto il cartellone definitivo La Stagione spettacolare del PalaBrescia 2010-2011 sarà strutturata sui seguenti temi: Ma che Musical!, Gran Cabaret, Universi e linguaggi, Danza, CircoTeatro, Con mamma e papà, Percorso Scuola ed ExtraStagione. Un cartellone ricco, dunque, in grado di soddisfare tutti i gusti e tutte le età. Tanti gli spettacoli previsti nella Stagione, ancora di più gli appuntamenti ExtraStagione e il cui numero, tra l’altro, è in continua evoluzione. Ci limitiamo, pertanto a segnalarne solo alcuni e non in base al loro valore. Nella sezione “Ma che Musical!” sono proposti, tra gli altri, “Aladin, Il musical” (con Manuel Frattini nel ruolo di Aladin e la partecipazione straordinaria di Roberto Ciufoli). Testi e liriche di Stefano D’Orazio, musiche dei Pooh. “Gian Burrasca”, con Elio e, infine “Oblivion Show”. “Gran Cabaret” porterà a Brescia Michelle Hunziker con lo spettacolo “Mi scappa da ridere” e Giuseppe Giacobazzi che torna con “Una vita da pavura”. La sezione “Universi e linguaggi” inaugura con Marco Paolini in “A baita” (spettacolo dedicato a Mario Rigoni Stern) e prosegue con Moni Ovadia e “Il registro dei peccati”. Per la danza, infine, segnaliamo “Certe notti” con Aterballetto e coreografie di Mauro Bigonzetti, canzoni e poesie di Luciano Ligabue e dialoghi dal film Radiofreccia di Luciano Ligabue. Questo solo per cominciare a gustare la stagione. Numerose le possibilità di abbonamento. Si va dai tre “Carnet free” (Small che prevede sei spettacoli a libera scelta dell’abbonato; Medium con nove spettacoli e Large da 12) a quello “Ma che musical!” (comprende gli spettacoli del genere Ma che musical ! più uno spettacolo a scelta tra “Certe Notti”, “L’Arca” e “Thomas Kubinek”). Altre forme di abbonamento sono il carnet “Gran cabaret”, “Universi e linguaggi”, “Con mamma e papà” e da ultimo il Carnet “PalaBrescia”. La campagna sottoscrizione dei carnet prenderà il via il 15 settembre e proseguirà fino al 15 ottobre con scadenze differenziate a seconda della forma preferita. Resta, ovviamente, la possibilità di acquisto dei biglietti per i singoli spettacoli. Sono previste riduzioni per Over 65, Studenti, Convenzioni (tra cui Teatro Amico), Famiglie (genitore/i con figli/o under 16) e Bambini Under 12. Tra le novità della Stagione c’è la possibilità, offerta agli abbonati 2009-2010, di presentare un amico per la sottoscrizione di un nuovo abbonamento. Al “vecchio” abbonato viene riconosciuto uno sconto sul suo abbonamento; al nuovo abbonato viene invece dato il vantaggio di poter sottoscrivere il suo abbonamento in tempi particolarmente brevi. E poi la Convenzione Teatro Amico e tanto altro. Info: www.palabrescia.it – 030348888.
Virle Treponti
Sguardo ricognitivo La pittrice Lara Binetti afferma che i dipinti vengono influenzati dai sentimenti e da quello che l’anima sente. Ogni dipinto cela un messaggio da scoprire, e lo spettatore interpreta quanto l’artista a sua volta ha voluto comunicare con le sue opere. Quello che è certo è che l’uomo diventa un essere eletto solo nel momento in cui ascolta la sua anima che lo porta a una ricerca di Dio. Nell’incontro con lui, l’uomo non si sente più solo, perché attraverso Dio conosce il vero amore che lo rende un tutt’uno con le persone e la natura. La mostra di lavori di Lara Binetti viene inaugurata l’11 settembre alle ore 17 ed è visitabile anche domenica 12 (10.30-12 e 17-20) con ingresso gratuito. Info: www.larabinetti.it
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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Festival Antegnati Scuola diocesana Santa Cecilia
La musica, gli organi, i musicisti L’organo Antegnati del Duomo Vecchio (part.)
Q
Quattro concerti organistici con i maggiori interpreti internazionali su altrettanti dei più pregiati organi antichi esistenti. È, in estrema sintesi, il Festival organistico Antegnati, giunto alla XXIII edizione, promosso dalla Scuola diocesana di musica Santa Cecilia di Brescia con la direzione artistica di don Tullio Stefani. Gli appuntamenti, tutti con inizio alle ore 21 e con ingresso libero, hanno lo scopo di far apprezzare al pubblico il suono degli strumenti costruiti dalla celebre famiglia di organari lumezzanese, attiva tra il Cinquecento e il Settecento in tutto il nord Italia. Quattro in tutto quelli ancora presenti
a
di Fabio Larovere
in città. Si comincia sabato 11 settembre in Duomo Vecchio con Monserrat Torrent Serra, cattedratica emerita a Barcellona, che esegue un programma quasi interamente dedicato a compositori iberici tra Cinque e Settecento. Musica capace di valorizzare il meraviglioso strumento costruito dai fratelli Serassi nel 1826 utilizzando pressoché tutto il materiale fonico dell’organo di Gian Giacomo Antegnati del 1536. Giovedì 16 settembre tocca a una leggenda vivente della musica antica, l’olandese Gustav Leonhardt, che invece si esibisce nella chiesa di Santa Maria del Carmine sull’organo costruito da Tomaso Meiari-
ni nel 1629 ed eretto da Graziadio Antegnati II nel 1633. Tedeschi e olandesi gli autori in programma, quasi tutti attivi in epoca barocca, la stessa di costruzione dello strumento. L’organo della chiesa di San Giuseppe, opera di Graziadio e Costanzo Antegnati nel 1581, sarà suonato da Christopher Stembridge lunedì 27 settembre. Il grande musicista inglese alterna pagine di Frescobaldi ad altre dello spagnolo Antonio de Cabezon, compositore cinquecentesco non vedente. Chiude la rassegna l’olandese Jan Raas lunedì 4 ottobre nella piccola chiesa di San Carlo (via Moretto, 6), che conserva un organo dei primi anni del XVIII secolo, tradizionalmente attribuito a Graziadio Antegnati II. Articolato il programma, che si muove tra diverse aree geografiche, quella fiamminga (Sweelinck, van den Kerckhoven), francese (Roberday, Jullien) e tedesca (Carl Philipp Emanuel Bach), con due
Intermezzi, improvvisazioni su tema dato, opera dello stesso Raas. La Scuola diocesana è pure promotrice degli Itinerari organistici bresciani, manifestazione che riguarda la diocesi. I prossimi appuntamenti sono il 12 settembre a Cellatica con Giampietro Rosato, il 25 settembre a Ossimo con Maria Cecilia Farina, il 3 ottobre a Bienno con Saki Aoki, il 9 a Concesio Pieve con Rino Rizzato. Il 16 ottobre è la volta di Francesco Finotti sul nuovo organo Mascioni di Pontevico, mentre il 17 Margherita Gianola si esibisce a Palosco. Doppio appuntamento il 23 ottobre: Eva Frick Galliera in San Gaetano a Brescia e Adriano Dallapè a Castenedolo. Il 6 novembre Liuwe Tamminga suona a Rovato, il 27 Giancarlo Parodi a Brescia (santuario di Sant’Angela Merici) e il 18 dicembre Marco Ruggeri a Pontoglio. Tutti i concerti sono a ingresso libero; info: www.santaceciliabrescia.it.
Voce Libri
Una fede feriale VITTORIO MORETTO EMI, BOLOGNA 2010, EURO 13,00
In questo libro l’autore pone una domanda fondamentale: che senso ha la mia vita, la tua vita? È possibile mantenere la gioia di vivere anche quando le circostanze ci impongono fatiche e sofferenze? L’Autore ha trovato la risposta nel seguire Cristo e ne dà testimonianza in termini concreti, rifacendosi al proprio vissuto e alle storie di alcune persone incontrate negli anni: vicende vere, solo i nomi sono stati cambiati. Anche la storia di Gesù, il Vangelo, è presentata in maniera da potervi facilmente collegare il proprio vissuto più profondo. Per camminare con Gesù bisogna imparare a mettere le proprie ferite sotto le sue mani. Questa presentazione colloquiale della vita cristiana prosegue con la spiegazione della Chiesa, della sua natura e delle sue attività, e si conclude rendendo ragione di un elemento tradizionale tra i cattolici: la venerazione di Maria Vergine. Vittorio Moretto è un missionario comboniano e ha svolto buona parte del suo ministero come formatore di giovani missionari.
La confessione MATTEO ZUPPI SAN PAOLO, CINISELLO B. (MI) 2010, EURO 10,00
Una riflessione importante sul sacramento della confessione. In alcune persone la confessione suscita paura, un senso oscuro, negativo, che la rende lontana e molto faticosa. Secondo altre, è un esercizio inutile, perché la regola è lasciare che il cuore vada dove vuole, criterio che mette al riparo da ogni colpa. In realtà, nella confessione viviamo l’esperienza del presentarci nudi davanti a Dio, scoprendo la nostra vergogna, perché non scappiamo più ascoltando i suoi passi, ma veniamo rivestiti dalla misericordia del Padre e liberati dalla solitudine, dall’individualismo e dalla diffidenza. Il sacramento della confessione aiuta infatti ad affrontare l’abisso del cuore e dona la beatitudine dello Spirito Santo che fa nascere di nuovo ciò che è vecchio, ridona l’innocenza al peccatore, ci riconcilia con noi stessi e ci rende nuovamente fratelli. Matteo Zuppi, nato a Roma nel 1955, è parroco della Basilica di Santa Maria in Trastevere e assistente della comunità di Sant’Egidio. 993
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Brescia e Concesio
Marco Serra Tarantola Libro e solidarietà
L’associazione per l’arte “Le stelle” e l’XI Settimana montiniana
Al Festival “I Primi d’Italia” c’è il volume “Cuore divino”
In occasione dell’annuale appuntamento di riflessione sul pensiero del pontefice bresciano Paolo VI, l’Associazione, che ha come obiettivo quello di esaltare lo spazio sacro attraverso l’inserimento dell’arte contemporanea, propone la seconda tappa di un progetto specificamente pensato per i due luoghi di Sant’Andrea a Concesio e San Zenone a Brescia. “Oltre l’attesa” intende infatti proseguire la riflessione sullo spazio sacro avviata nel 2009 con la mostra “Nella luce”, presentando nelle due chiese, in forma di istallazione temporanea, il porsi dell’uomo davanti a Dio attraverso l’opera scultorea di Hermann Josef Runggaldier. Lo scultore gardenese – vive e lavora a Ortisei – da tempo indaga la figura umana con una inquietudine creativa che trasmette all’opera scultorea una tensione immediatamente palpabile. Formatosi nel cuore della tradizione plastica di cultura sudtirolese, se ne discosta con l’autonomia di un lavoro teso a dare valore all’espressività del linguaggio corporeo, capace di sperimentazioni coraggiose senza mai abbandonare la leggibilità figurativa. Uomini e donne, asciugati nella fisicità levigata di materiali diversi (legno, bronzo, terracotta, vetroresina) sono fermati nell’istante che fissa nel tempo un pensiero, un atteggiamento, ne rende manifesta la storia interiore. I temi fondanti della vita fin dalla sua genesi trovano nella coppia, nella maternità, nella famiglia il campo di indagine privilegiato per un percorso artistico di rara eleganza che si snoda in forma di istallazione nelle due chiese, creando teorie di figure dense di forza drammatica e narrativa, nel racconto di una umanità che attende, che cerca, che combatte in solitudine. Il tutto alla luce delle profetiche e incoraggianti parole di Paolo VI: “Noi siamo convinti che, anche oggi, l’opera d’arte, nulla sacrificando della giusta autonomia che le compete e che già San Tommaso le riconosceva, sia potenziale veicolo di un messaggio religioso. Quando poi il messaggio religioso è quello cristiano, che parla di un Dio che si è incarnato prendendo forma umana e vivendo e morendo da uomo, allora la sua traduzione artistica si presenta per così dire spontanea e connaturale”. L’inaugurazione della sezione cittadina della mostra “Oltre l’attesa” è fissata in San Zenone all’Arco sabato 11 settembre alle 15.30 mentre a Concesio l’inaugurazione sarà strutturata su due appuntamenti alle 17 e alle 18. Il primo, un incontro sul tema “Oltre l’attesa”, avrà luogo nell’Auditorium delle Scuole medie Sant’Andrea; il secondo, l’inaugurazione, nell’antica parrocchiale. (b.l.)
Il genocidio silenziato JOSEPH SAGAHUTU EMI, BOLOGNA 2010, EURO 11,00
Un giovane prete ruandese prende la via dell’esilio sotto la bufera del genocidio in Ruanda. Ma nemmeno nell’Est dello Zaire, l’odierna Repubblica democratica del Congo, trova pace. Da Bukavu, dove continua a essere braccato, deve riprendere la fuga. Una fuga che dura anni e si fa sempre più angosciosa, come documenta questo libro. Attraverso la vicenda dell’autore assistiamo all’infinita serie di massacri che hanno insanguinato quelle contrade ricche di materie prime. L’esercito del nuovo potere insediatosi in Ruanda ha continuato infatti per anni la sua “controffensiva” oltre frontiera, ben al di là delle invocate ragioni di sicurezza. Da allora, la regione non ha più avuto pace. Joseph Sagahutu è nato nel 1963 a Mugali, in Ruanda. Ordinato nel 1992 iniziò il suo ministero come viceparroco di Muganza, diocesi di Gikongoro. Esiliatosi in Zaire (Rd Congo) in conseguenza del genocidio del 1994, viene accolto dal vescovo di Bukavu. Dopo varie peripezie riesce a raggiungere il Belgio nel 1999.
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Dal 23 al 26 settembre si accendono i riflettori sulla 12ª edizione de “I Primi d’Italia”, il Festival nazionale dei primi piatti organizzato da Epta Confcommercio a Foligno. Per quattro giorni le location medioevali del centro storico folignate si animeranno con gli originali villaggi degustativi per un viaggio nell’Italia del gusto e non solo. Oltre a uno spazio dedicato ai bambini (I Primi d’Italia Junior), il programma prevede un ricco calendario di mostre, seminari e attività culturali tra le quali il Salotto letterario animato da Claudia Ferraresi, ideatrice del concorso “Libri da Gustare 2010”, al quale salotto parteciperà anche Enrica Bortolazzi, coautrice del volume “Cuore divino” insieme con Giuliana Zaglio. Il libro, edito da Marco Serra Tarantola, è un concentrato di storie di vita, di memorie, di riflessioni degli uomini e donne del vino e, infatti, il sottotitolo del volume è “Grandi firme dell’arte vitivinicola italiana si raccontano”. Produttori, sommelier, enologi, agronomi, vignaioli, giornalisti, tutti legati dalla comune passione per i tre colori – rosso, bianco e rosè – di uno dei prodotti della terra italiana più invidiati al mondo. Tra i tanti cognomi, ed etichette note, leggiamo tra i bresciani quello di Pia Berlucchi, Riccardo Ricci Curbastro, Paola Rabotti, Sante Bonomo mentre tra gli altri nomi del vino ecco Piero Antinori e Francesco Spadafora. 125 scatti e altrettante storie per mantenere viva l’attenzione sul Tibet e proprio per questo l’intero ricavato dalla vendita del libro è destinato ai bambini tibetani di Dharamsala (India), per la loro formazione scolastica. (b.l.)
Tutta la Vita davanti HENRI BISSONNIER EFFATÀ, TORINO 2010, EURO 10,50
Come tutte le età della vita, anche la vecchiaia rappresenta una svolta decisiva nell’esistenza di una persona: un periodo critico ma anche, come le pagine di questo libro dimostrano, una grande opportunità, se illuminata dalla fede cristiana. L’autore invita a vivere in pienezza la terza e quarta età, cercando di mantenere una buona forma fisica e mentale e dando respiro a quell’interiorità forse rimasta troppe volte soffocata dagli impegni quotidiani. Posso vivere la sera della mia esistenza come il tempo di una grande speranza, della speranza nella vita piena? Sì, ho tutta la Vita davanti a me! Henri Bissonnier (1911-2004), sacerdote francese, è stato un pioniere nella pastorale degli ammalati e dei portatori di handicap, di cui fu cappellano. Professore in varie università europee e americane, ha ricoperto anche importanti incarichi internazionali. È autore di numerose opere, dedicate in particolare all’educazione cristiana delle persone colpite da handicap fisico, mentale o psichico.
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Cultura e comunicazione
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Televisione La sfida di La7
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Il tg di Mentana e il modo nuovo di informare
L’informazione televisiva in Italia sta passando un momento di crisi. Lo si può riscontrare seguendo i telegiornali nazionali durante la fascia serale di programmazione che va dalle 19 alle 21. Il sensazionalismo ha guadagnato un importante posto nella strategia comunicativa. Conta di più il modo in cui si dà una notizia piuttosto che la validità o la rilevanza della stessa. Il gioco delle forti emozioni all’ora di cena è un vecchio trucco che la televisione mette in scena da anni. Un gioco al rialzo, che sfrutta la necessità insita nell’uomo di partecipare collettivamente alle questioni sociali del contesto in cui è inserito. Il telegiornale da sempre è strumento di inclusione civile. Chi non sa “come va il mondo” è considerato un emarginato, un indifferente, un anti-sociale. Seguire il telegiornale dà invece la sensazione di controllare ciò che succede, di far parte di un sistema che è a contatto con tutto il pianeta, che può arrivare ovunque. Un po’ come se i giornalisti inviati all’estero fossero il prolungamento della nostra persona, che viaggia alla ricerca di un mondo da conoscere, da possedere. È ovvio che in mezzora di tempo non si possa affrontare e approfondire tutto ciò che è accaduto nel mondo in una giornata. Bisogna scegliere quali notizie dare e come darle. Ecco quindi il problema che sta alla base: con quale criterio selezionare i fatti? Quale taglio dare alle notizie? Quanto prendere posizione o mantenersi in campo neutrale? Sfumature impercettibili, come il tono con cui si parla o la scelta di un’immagine al posto di un’altra, possono fare una grande differenza se amplificate dal potere comunicativo della televisione. Chi fa informazione televisiva sceglie sempre cosa e come comunicare, nulla è lasciato al caso. È per questo che gli operatori dell’informazione che invece decidono di non adeguarsi al trend nazionale, compiono una scelta doppiamente coraggiosa: stanno offrendo un prodotto diverso dagli altri e lo stanno facendo controcorrente, rischiando di perdere la scommessa. Ma c’è chi questa scommessa la sta vincendo, dimostrando che fare un’informazione costruttiva, dinamica e fresca è possibile e soprattutto è fonte di forti guadagni. È il caso del nuovo telegiornale di La7, canale nazionale che fa capo a Telecom e che negli ultimi tempi ha vissuto un periodo di forti
di Alberto Averoldi
cambiamenti dalle alte sfere al settore tecnico. L’arrivo di Enrico Mentana alla conduzione del Tg La7 ha apportato una grossa novità, non solo per il suo passato di amore-odio con Mediaset, ma soprattutto per il nuovo stile del telegiornale, molto vicino a quelli d’oltreoceano. L’anchorman, il mattatore dell’informazione che non si limita a leggere una serie di notizie scritte da altri, ma che dà un taglio personale anche solo nel salutare il suo pubblico, nell’introdurre le notizie, nel commentare i fatti del giorno. Anche grazie a queste caratteristiche Mentana sta conquistando gli italiani, soprattutto quelli che, alla ricerca di novità e di oggettività, abbandonano i più blasonati Tg1 e Tg5. Il continuo record di ascolti che raggiunge ogni sera lo sta dimostrando. Del resto il Tg La7 offre notizie che nessun’altra rete nazionale darebbe. Un esempio? Un approfondimento sugli interessi economici che il dittatore Gheddafi ha con le banche e le aziende italiane, reportage che molto ha fatto discutere la scorsa settimana. È il momento di Enrico Mentana, è il momento di La 7, resuscitata grazie al suo nuovo tg. Ora può offrire finalmente una valida alternativa al resto dell’offerta della tv italiana. Provare per credere.
Enrico Mentana
SAB Rai Tre, h. 9.45 L’ISPETTORE DERRICK Uno dei telefilm cult del genere poliziesco. Horst Tappert veste i panni di un ispettore della squadra omicidi di Monaco. Rai Tre, h. 12.55 OKKUPATI Federica Gentile conduce un magazine settimanale dedicato al mondo del lavoro italiano. Quattro servizi a puntata per imprese virtuose e lavoratori che hanno trovato la loro dimensione professionale. Rai Uno, h. 14.00 LINEA BLU Reportage dalle località marittime più belle d’Italia e del Mediterraneo in generale. Per scoprire le culture e le usanze dei popoli attraverso la bellezza del territorio. Tv2000, h. 16.10 IL VANGELO DELLA DOMENICA Digitale Terrestre. Rubrica a cura di Marinella Perroni, studiosa delle Scritture. La lettura del Vangelo del giorno dopo, seguita da un breve ma profondo commento. Canale Cinque, h. 21.10 WHAT WOMEN WANT Commedia americana del 2000 con Mel Gibson e Helen Hunt. Un cinico pubblicitario di successo a seguito di una misteriosa carica elettrica acquista il potere di leggere nella mente delle donne: è il primo passo per riuscire a capirle meglio e per avvicinarsi all’anima gemella.
Italia Uno, h. 19.00 ZATHURA – UN’AVVENTURA SPAZIALE Cosa succederebbe se un innocuo gioco in scatola si trasformasse in realtà? È quello che capita a Denny e Walter, due bambini alle prese con un gioco ambientato nello spazio che li risucchia in un mondo parallelo. Dovranno seguire il percorso e affrontare reali pericoli. Un’avvincente avventura per tutta la famiglia.
DOM Rai Uno, h. 10.30 A SUA IMMAGINE Rubrica settimanale dedicata alla religione cattolica in Italia. Rosario Carello intervista ospiti dal mondo ecclesiale e laico e propone interessanti servizi sulla vita della Chiesa nel mondo. La7, h. 11.15 TOTÒ NELLA FOSSA DEI LEONI Commedia italiana del 1943. Per star vicino all’amata Laura, Totò s’imbarca clandestinamente sulla nave che va in Africa con una spedizione alla ricerca di uno scienziato scomparso, padre della sua bella... Rai Tre, h. 13.25 PASSEPARTOUT Appuntamento con la cultura. In questa puntata Philippe Daverio, esperto d’arte, analizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia e nell’epoca contemporanea. Tv2000, h. 21.00 GLI STATI DEL WELFARE Digitale Terrestre. Serie di documentari prodotti da Pupi Avati che ci raccontano la gestione della cosa pubblica negli Stati europei più virtuosi per l’attenzione al cittadino. La puntata di stasera è dedicata all’Islanda. Rai Tre, h. 23.20 BENVENUTI A DETROIT Film-documentario realizzato da Andrea Salvatore. Nel gennaio del 2009 la Fiat sigla uno storico accordo con la Chrysler. Dall’alleanza nasce il personaggio dell’amministratore delegato Sergio Marchionne. Luci e ombre sugli affari tra i grandi.
La7, h. 23.45 UN EROE BORGHESE Film di denuncia diretto e interpretato da Michele Placido, tratto dall’omonimo libro-inchiesta di Corrado Stajano. Nel 1974 l’avvocato civilista milanese Giorgio Ambrosoli è nominato commissario liquidatore di una banca del finanziere Michele Sindona. Scopre un groviglio di interessi politici e criminali che gli costerà la vita.
Telecomando
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Rai Tre, h. 6.45 ITALIA, ISTRUZIONI PER L’USO Un appuntamento quotidiano di servizio al cittadino: i consigli e i trucchi per riuscire a districarsi nella fitta trama di impedimenti burocratici che l’Italia spesso lamenta.
Rai Due, h. 6.00 DOCUMENTARI La mattina di Rai Due inizia con un documentario intitolato “Stella del sud: Creta e Rodi”. Scopriremo le bellezze di due isole magiche.
Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione. All’interno anche le avventure di Winnie The Pooh, alle 8.30.
Rai Tre, h. 9.00 SCUSI, DOV’È IL FRONTE? Commedia americana del 1970 con Jerry Lewis. Un giovane stravagante miliardario, riformato alla visita di leva, decide di partecipare ugualmente alla Seconda guerra mondiale...
La 7, h. 7.00 OMNIBUS Iniziare la giornata con l’approfondimento giornalistico della redazione del Tg di La7. all’ordine del giorno l’attualità politica e culturale dell’Italia.
Rete Quattro, h. 9.05 HUNTER Un classico dei telefilm polizieschi americani, ambientato a Los Angeles. In questa puntata Hunter aiuta un collega ingiustamente incriminato.
Rai Due, h. 10.10 TRACY E POLPETTA Imparare la lingua inglese divertendosi. Una sit-comedy recitata in italiano e in inglese per insegnare ai più piccoli le basi della grammatica e della sintassi.
Fx, h. 14.05 FRASIER Canale Sky 119. Divertente sitcom americana con Kesley Grammer che racconta la vita privata di uno speaker radiofonico di Seattle. Il mondo snob e sofisticato che lo circonda è spunto per simpatiche gag.
Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Le avventure della scrittrice di gialli Jessica Fletcher, alle prese con intricati casi di omicidio, si spostano da Rai Uno al secondo canale.
Rete Quattro, h. 16.40 LA CONGIURA DEGLI INNOCENTI Commedia-thriller di Alfred Hitchcock, con Shirley MacLaine. Un bambino scopre in un bosco il cadavere di un uomo che sarà sotterrato e dissotterrato quattro volte...
Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra.
Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia.
Tv2000, h. 16.15 AD EST DI DOVE? Digitale Terrestre. Una serie di documentari realizzati da Pupi Avati che raccontano la vita e la società dei Paesi dell’Est Europeo, in lenta ricrescita dopo la caduta del regime sovietico. Ogni puntata racconta di una delle ex capitali della cortina di ferro.
Rai Tre, h. 21.05 SOLO DUE ORE Poliziesco del 2006 con Bruce Willis. Mosley, detective della polizia di New York, ha da tempo problemi con l’alcool. Gli viene affidato un compito di routine: trasportare un detenuto di colore...
Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Serie tv americana che narra le avventure di due ranger americani specializzati in arti marziali. Con Chuck Norris e Clarence Gilyard.
La 7, h. 23.25 THE CELL – LA CELLULA Thriller psicologico diretto dal visionario Tarsem Singh, con Jennifer Lopez e Vince Vaughn. Una clinica psichiatrica d’avanguardia collabora con la polizia per entrare nella mente di un serial killer che prima di entrare in coma ha rapito e imprigionato una ragazza. La dottoressa Deane si ri-materializza nell’inconscio del criminale alla ricerca di una risposta.
Italia Uno, h. 21.10 NESSUNA VERITÀ Thriller politico diretto da Ridley Scott, con Leonardo Di Caprio e Russell Crowe. Un agente segreto della Cia è in Medio Oriente per patteggiare con un pericoloso leader politico che minaccia l’America. Scoprirà che la sua agenzia è responsabile di numerosi incidenti diplomatici e invischiata in questioni economiche che vanno ben oltre il patriottismo americano.
Rai Due, h. 9.45 PROTESTANTESIMO Un focus sulla realtà della religione cristiana protestante in Italia. Il programma è curato dalla Federazione delle Chiese evangeliche italiane. Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla salute e all’informazione riguardo le ultime scoperte scientifiche applicate alla medicina. La7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Ritorna il quotidiano appuntamento con l’approfondimento giornalistico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber. La7, h. 21.10 L’INFEDELE Riparte la stagione autunnale dell’arena di discussione condotta da Gad Lerner. Sul tavolo l’attualità politico-culturale dell’Italia. Uno spazio dedicato per comprendere meglio i problemi del nostro Paese.
Rai Tre, h. 21.05 FRANTIC Ottimo thriller diretto nel 1987 da Roman Polansky, con Harrison Ford. Il dottor Walker e sua moglie sono a Parigi per partecipare a un congresso, ma in albergo la donna sparisce. La scomparsa viene presa da tutti come una fuga d’amore. Ma Walker è convinto che si tratti di un rapimento. Decide di indagare da solo e viene catapultato in una spirale di intrighi internazionali.
Tv2000, h. 9.00 LA GRANDE MUSICA Digitale Terrestre. Tv2000 propone ogni giorno per tutta la mattina numerosi concerti di musica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica. Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro ci insegna a riconoscere le diverse varietà dell’uva e ci guida verso un acquisto consapevole di prodotti di qualità. Rete Quattro, h. 16.55 IL PISTOLERO Western del 1976 con John Wayne. Un vecchio e malato pistolero ormai in declino arriva nel 1901 a Carson City per mettere ordine nella sua vita, affrontando per l’ultima volta i nemici di un tempo. Italia Uno, h. 23.30 ALIEN VERSUS PREDATOR Pellicola del 2004. Per gli appassionati del filone horrorfantascientifico un connubio fra due dei più famosi mostri del cinema di fantascienza. Una spedizione scientifica sotto i ghiacci dell’Antartide riporta in vita due specie aliene, letali e in guerra fra loro. Gli umani si troveranno in mezzo alla battaglia.
Italia Uno, h. 21.10 LA GUERRA DEI MONDI Ottimo film diretto da Steven Spielberg nel 2005, remake dell’omonimo originale degli anni ’50. Ray è un padre separato dalla moglie che si prepara a passare il weekend con i due figli. Non sa che una inimmaginabile forza aliena sta per attaccare la Terra. Scenari apocalittici e combattimenti per gli appassionati del genere.
Tv2000, h. 18.30 NOVECENTO CONTROLUCE Digitale Terrestre. Paola Saluzzi intervista un personaggio del mondo dell’arte, dello spettacolo, dello sport, che abbia vissuto significativamente il secolo appena trascorso. Una lettura della storia attraverso la vita dei personaggi che l’hanno vissuta. Sky Uno, h. 20.00 DAVID LETTERMAN SHOW Canale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale. In onda la replica della puntata del giorno precedente.
Rete Quattro, h. 23.20 AMERICAN HISTORY X Film del 1998 con Edward Norton. Un film di denuncia sul difficile tema del razzismo. Un giovane americano, emulato dal fratello minore, milita in un gruppo di neonazisti. In seguito all’omicidio di un uomo di colore viene incarcerato. Durante la detenzione dovrà rivedere drasticamente le sue idee. Per un pubblico adulto.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Cultura e comunicazione Radio e Media
Musica I Beatlesiani al “lavoro”
Dai Fab four a Hendrix
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C’è un personaggio che i bresciani conoscono e stimano per la sua dedizione verso la musica. Si chiama Rolando Giambelli ed è noto, non solo nella nostra città ma oserei dire in tutto il mondo, per il suo impegno verso la diffusione delle canzoni dei Beatles, la più grande band di pop-rock di tutti i tempi. La sua passione nei confronti degli “scarafaggi” è nata negli anni Sessanta dall’incontro con i dischi dei Beatles, ascoltati e fotografati in occasione del loro mitico tour italiano del 1965. Fotografati, perché Rolando Giambelli è in primis un fotografo, professione nella quale si è ritagliano uno spazio importante nella nostra città. Dopo di che è musicista, con una passione particolare verso il quartetto di Liverpool, che l’ha portato a fondare la Beatlesiani d’Italia Associati, ente che organizza molteplici attività dedicate soprattutto ai Beatles. L’associazione in questi ultimi tempi è molto impegnata in una serie di manifestazioni diverse ma tutte di assoluto livello. Il primo momento è stato sostenuto da Rolando Giambelli e Marco Zappa con l’Acoustic Beatles Quintet, che si sono esibiti a Liverpool dal 27 al 30 agosto durante la “Liverpool International Beatlesweek 2010”, suonando nei locali (tra cui il mitico “The Cavern”) che ospitarono i Beatles a inizio carriera.
di Ricky Barone
Seconda iniziativa, che non riguarda i Beatles ma Jimi Hendrix, è il primo “Jimi Hendrix Day”, organizzato per celebrare con un grande concerto il 40° anniversario della misteriosa scomparsa del grande chitarrista americano nato a Seattle il 27 novembre 1942 e morto a Londra il 18 settembre 1970, a soli 27 anni. Si terrà a Brescia il 18 settembre dalle ore 18, presso il Teatro Sant’Afra di vicolo dell’Ortaglia, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Brescia. Lo stesso Giambelli spiega così i motivi che lo hanno spinto a dar vita a questa iniziativa: “Ho pensato di organizzare il Jimi
Hendrix Day perché il 15 settembre 1967, quando ancora suonavo come chitarra solista nei Some Souls (un gruppo pop di cinque amici amanti del blues e del rock), il nostro cantante tolse da una busta colorata un lp invitandoci ad ascoltarlo. Già il primo brano ci lasciò stupefatti e alla fine del disco eravamo addirittura annichiliti…! Avevamo sentito per la prima volta Jimi Hendrix con il suo favoloso album ‘Are You Experienced’ con etichetta Barclay”. Ultima iniziativa organizzata dai Beatlesiani è la crociera Beatles’ Festival, dal 26 ottobre al 3 novembre 2010, con partenza da Genova e tappe a Malaga, Cadice, Lisbona, Gibilterra, Alicante, Barcellona, per poi tornare a Genova il 3 novembre. Una crociera con musica live, film, dibattiti, presentazioni di libri e quant’altro, tutto naturalmente dedicato ai Beatles.
Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla chiesa di Concesio Pieve. LA BUONA NOVELLA In estate l’edizione del sabato va in onda dalle 18.15 alle 18.30, quella domenicale dalle 11 alle 12. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda: su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte Manerbio, Radio Raphaël. RITRATTI DI SACERDOTI BRESCIANI Ogni domenica, all’interno del contenitore “La Buona Novella”, don Franco Frassine presenta i suoi ritratti di preti bresciani. La rubrica, avviata in occasione dell’Anno sacerdotale recentemente concluso, prosegue per tutta l’estate. In onda alle 11.25. VOCE MATTINA Aria d’estate nel contenitore condotto da Marco Vignoletti che propone gli itinerari turistici bresciani a cura di Giacomo Danesi, la rubrica del martedì “Di paese in paese” e simpatici aneddoti sulle rondinelle del passato con Roberto Barucco.
Gli indimenticabili Beatles
Live Tante occasioni a Brescia e non solo
Con settembre torna la musica “dal vivo” Settembre è solitamente il mese in cui tutto riprende dopo le vacanze estive. Anche la musica in questo periodo riparte, con molte proposte che riguardano in particolare la dimensione live. Su scala nazionale segnaliamo il “Ligabue stadi 2010” ripartito il 4 settembre dallo stadio Dall’Ara di Bologna e che approderà l’11 settembre all’Arena Vittoria di Bari (sold out), per chiudere con tre appuntamenti il 16, 17 e 18 settembre al Pala Olimpico di Torino (tutte e tre le date sono sold out). Molto interessante e contaminato è il MiTo Settembre Musica, nato dal gemellaggio culturale tra Milano e Torino. Con un’offerta di grande musica a prezzi popolari, per tutto il mese di settembre gli appuntamenti del Festival invadono teatri, auditorium, chiese, cortili e piazze, trasformando Milano e Torino in un’immensa platea. Il Festival si pone infatti come avanguardia nei processi di integrazione tra le due città e come esempio di vita-
lità culturale. Il numero di iniziative proposte ha, nelle ultime edizioni, superato il centinaio per ciascuna città, con una media di tre appuntamenti giornalieri. Tra i presenti in questa edizione citiamo Riccardo Chailly, Enrico Dindo, Billy Cobham, Chick Corea, Stefano Bollani, Francesco Guccini, Moni Ovadia, Carlo Fava, Toni Servillo, Franco Cerri. Veniamo infine alla nostra provincia segnalando la chiusura del festival “Acoustic Franciacorta”, diretto artisticamente da Giorgio Cordini. Concerti in Franciacorta quasi tutte le sere (il programma è consultabile su internet) fino a domenica 12 settembre, giornata nella quale il festival chiude con i concerti di Lorenzo Riccardi e dei Bluegrass Stuff, a palazzo Francesconi di Provaglio dalle ore 17 e del trio Camilla Finardi (mandolino), Gabriele Zanetti (chitarra classica) e Vincenzo Zitello (arpa celtica) alle 20.30 al monastero di San Pietro in Lamosa. (r.b.)
LA BUONA NOTIZIA In questo periodo la trasmissione televisiva settimanale presenta una serie di servizi dedicati al pellegrinaggio diocesano in Turchia. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. PRIMO PIANO Dopo la pausa agostana torna l’appuntamento di approfondimento giornalistico, in onda dal lunedì al venerdì alle 9.15. LOS CINCOS DE LA PLAYA L’appuntamento dal lunedì al venerdì alle 17 è con “Los cincos de la playa”. Di sera in sera potrete ascoltare Aldo, Carlo, Alessandro, Fabrizio e Tony in un programma dedicato all’estate bresciana, con interviste e biglietti gratis per i principali concerti. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
SABATO
Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it
Le nostre frequenze
7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.15 Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - commento al Vangelo di don Gualtiero Pasini - Vita dei santi a cura di padre Antonio Sicari 18.50 Pane per il viaggio 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco story
Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500
DOMENICA
8.10 Non un giorno qualsiasi a cura della Radio Vaticana 10.00 S. Messa 11.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - commento al Vangelo di don Gualtiero Pasini Sette giorni in diocesi - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di Franco Frassine - Primo Piano - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari 12.00 Recita dell’Angelus 12.25 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.30 S. Messa 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.30 Rassegna stampa locale 7.50 Pane per il viaggio (replica) 8.30 Rassegna stampa nazionale inBlu 9.15 Primo piano 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Bresciaconsiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Los cincos de la playa 18.50 Pane per il viaggio (replica) 19.00 Ecclesia 19.50 Zona Relax 21.00 Disco Story 22.00 Effetto notte
Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30
Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia
S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze
Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it
Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47
Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Tra le pagine di un libro Da lunedì a giovedì 20.30 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Letture: biografie, saggistica e non solo Venerdì 11.39 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00
Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Sul filo della memoria Martedì 10.09 Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09
“VOCEGIORNALE” notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. “VOCEFLASH” notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. “RASSEGNA DELLA STAMPA QUOTIDIANA” appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. “ALMANACCO” previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. “STREMADÈS” storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. “TERZA PAGINA” attualità culturale. Mercoledì alle 17. “UNA PROPOSTA MUSICALE AL GIORNO” programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. “TITOLI DI CODA” striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora “MERCATINO” (10.20 - 12.20 - 18.20).i&Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45). Vivilavalle (9 - 12 - 18). ecc.
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Cultura e comunicazione Sala della comunità
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PROGRAMMAZIONE PROGRAMMAZIONE
Il segreto dei suoi occhi di Juan Josè Campanella Sala della comunità SERENO - BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 11 settembre ore 20.45; domenica 12 settembre ore 20.45; lunedì 13 settembre ore 20.45
La regista Sofia Coppola sul set del suo “Somewhere”
“Somewhere” Sofia Coppola in concorso a Venezia
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Vagando senza meta nell’hotel dei divi
“Se devi trovarti nei guai, fallo allo Chateau Marmont”. Parole di Harry Cohn, il fondatore della Columbia Pictures, datate 1939 e scolpite nel sito internet dell’hotel californiano. Lo Chateau Marmont, inaugurato nel 1929 al numero civico 8221 di Sunset Boulevard, è un concentrato di mitologia hollywoodiana. Nelle sue stanze hanno transitato Greta Garbo e James Dean, Francis Scott Fitzgerald e Jim Morrison, Montgomery Clift, Liz Taylor e infinite altre stelle. John Belushi è morto qui per overdose nel 1982; e i musicisti dei Led Zeppelin hanno percorso la hall in sella alle loro Harley Davidson. Confrontata col vivace passato, la vita che nell’hotel conduce l’attore Johnny Marco pare quella d’un impiegato di banca. Il protagonista di “Somewhere” di Sofia Coppola (interpretato con apatico fascino da Stephen Dorff) è un divo del cine-
di Nicola Rocchi
ma costretto da un incidente al riposo forzato. Le sue giornate trascorrono immerse in una paradossale monotonia del piacere. Corse senza meta a bordo della sua Ferrari nera; desolanti esibizioni di lap dance di due gemelle bionde ai piedi del letto; incontri e conferenze stampa a cui Johnny si presenta imbambolato, subendo in silenzio domande insensate; bevute e incontri occasionali con belle donne che gli si parano davanti disponibili a ogni angolo. Johnny attraversa questa vita spinto da una forza inerziale, amplificata dallo stile distaccato della messa in scena. Niente sembra scuoterlo, almeno fino a quando la figlia undicenne Cleo (Elle Fanning) viene parcheggiata in albergo dalla ex moglie in crisi. Johnny si abitua alla presenza di Cleo, la fa partecipe del suo andirivieni quotidiano. La figlia cucina, lui la porta con sé al casinò.
Fanno insieme anche una trasferta a Milano: è proprio qui che, durante una premiazione dei Telegatti, l’apparizione congiunta di Simona Ventura, Nino Frassica e Valeria Marini fa scattare in Johnny la prima scintilla del dubbio.Con “Somewhere” la figlia di Francis Ford Coppola torna alle atmosfere di stralunato disorientamento esistenziale di “Lost in Translation”, il suo film finora migliore. Segue il protagonista in luoghi e situazioni che lei certamente conosce bene, con lunghe sequenze che scavano nel vuoto della sua condizione senza imbrigliarsi in dialoghi didascalici. Le immagini raggiungono talvolta l’effetto di profondità continuamente ricercato: l’esibizione sui pattini di Cleo che fa da contrappunto alle interminabili sessioni di lap dance; il lento zoom che avvicina il volto di Johnny completamente ricoperto da un calco durante una sessione di trucco. Scene che si ricordano, in un film che lascia però un’impressione di cerebralità troppo programmatica; e che ogni tanto appare inerte come il suo protagonista, perso lungo una strada che si potrebbe percorrere all’infinito.
Sansone di Tom Dey Sala della comunità GLORIA - MONTICHIARI: sabato 11 settembre ore 21.00; domenica 12 ore 15.00, 21.00; lunedì 13 settembre ore 21.00; AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 11 settembre ore 21.00; domenica 12 settembre ore 21.00; lunedì 143 settembre ore 21.00.
Prince of Persia – Le sabbie... di Mike Newell Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: sabato 11 settembre ore 20.45; domenica 12 settembre ore 15.00, 20.45
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Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it
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Anniversari Un libro per i 60 anni della Cisl
Fare sindacato oggi: un impegno a “viso aperto” Una pubblicazione ripercorre i sei decenni di vita della sigla sindacale. Una rilettura compiuta attraverso i documenti e le testimonianze di chi è stato parte diretta di questa storia
Renato Zaltieri e, a destra, Carlo Borio
G
a cura di Massimo Venturelli
Già sull’ultimo numero di “Voce” era stata data la notizia della presentazione di un libro edito dalla Cisl di Brescia con cui il sindacato di via Altopiano d’Asiago intendeva celebrare i suoi 60 anni di vita. Nei giorni scorsi la segreteria provinciale al gran completo ha spiegato le ragioni che hanno spinto all’iniziativa editoriale. Ma la conferenza stampa indetta per presentare l’appuntamento messo in calendario per il tardo pomeriggio di questo 10 settembre, ha fornito a Renato Zaltieri e ai suoi più stretti collaboratori l’occasione per una riflessione sul ruolo e
Testimoni
Riattualizzare valori sempre alti
sui compiti a cui un sindacato come la Cisl può attendere oggi. Per l’appuntamento celebrativo (in programma presso l’auditorium Santa Giulia di via Piamarta a Brescia) è stato scelto il titolo “Leggere la storia per capire il presente”. Una scelta azzeccata vista la stagione di grave confusione in cui sembra versare il sindacalismo italiano. “Una considerazione – ha affermato al proposito il segretario generale Renato Zaltieri – che, almeno come Cisl, rigettiamo”. Perché, ha continuato il sindacalista, se c’è un elemento che ha caratterizzato i
sessant’anni della Cisl è stata una coerenza di fondo che ha sempre avuto nell’autonomia, nella contrattazione e nella partecipazione i suoi precisi punti di riferimento. Se dunque il sindacato italiano versa in condizioni per certi versi critiche la colpa non deve essere cercata negli ambienti della Cisl. “Altri – sono ancora considerazioni di Zaltieri – non hanno saputo tenere fede all’autonomia che deve caratterizzare ogni azione sindacale, altri hanno finito col cedere al collateralismo con la politica”. Scelte che sono state pagate con una perdita di autorevolezza da parte del sindacalismo. Proprio per questo la Cisl di Brescia ha pensato al volume “A viso aperto”, un’opera che non si limita a ripercorrere sei decenni di storia attraverso i documenti. Li integra, li completa con le testimonianze di personaggi che hanno fatto la storia della Cisl, con la ricostruzione dei contesti socio-economici locali in cui la Cisl ha vissuto i suoi primi 60 anni. I testimoni chiamati a raccontarsi e a raccontare pagine di storia del sindacalismo
C’è una lacuna dichiarata nel libro che la Cisl di Brescia ha dato alle stampe per ricordare i suoi 60 anni. Una “mancanza” sottolineata dallo stesso Renato Zaltieri. “Avremmo voluto aprire il capitolo delle interviste – afferma il segretario generale – con quella a Carlo Albini, testimone delle vicende che tra luglio e agosto del 1948 determinarono l’uscita della corrente cristiana dall’esperienza sindacale unitaria e che in meno di due anni portarono anche a Brescia alla nascita della Cisl, della quale fu prima vice segretario e poi segretario generale aggiunto sino al 1961”. Carlo Albini, però, non ha potuto rilasciare la sua testimonianza. Scomparso nel febbraio di quest’anno non ha avuto modo di raccontare la sua Cisl. La lacuna, però, è colmata dalla lunga testimonianza di impegno e di serietà, di ricerca di un bene più grande e più alto degli interessi personali, di un’azione sociale iscritta in un grande progetto di dignità per i lavoratori e per ogni persona. “Una serenità – commenta ancora Zaltieri – che sicuramente derivava a Carlo Albini dall’en-
cislino sono Melino Pilitteri, dal 1962 al 1978 alla guida della Cisl bresciana, il suo successore Franco Castrezzati (il cui nome resterà per sempre legato all’attentato del 28 maggio 1974 in piazza Loggia), Emanuele Braghini, Aldo Gregorelli, Diego Peli, Carlo Borio, Angelo Valetti, Gianpietro Usanza, Alcide Cattabriga, Luigi Compagnoni, Mario Clerici, Marino Gamba, Angelo Boniotti, Mario Borgognoni, Roberto Ravelli Damioli. Nomi che hanno fatto la storia della Cisl, nomi ed esperienze a cui attingere per riuscire, proprio come cita il tema indicato per la presentazione del 10 settembre, a “leggere la storia per capire il presente”. Un aiuto alla comprensione può giungere anche da quelle pagine che la pubblicazione “A viso aperto” dedica ai dati. Numeri e statistiche che indicano come negli ultimi anni il sindacato di via Altopiano d’Asiago abbia incrementato i propri iscritti in percentuale maggiore rispetto alle altre sigle sindacali. “Numeri – ha evidenziato Lorenzo Torri della segreteria provinciale – che testimiano la serietà del nostro impegno”.
tusiasmo della giovane età ma anche dal sentirsi parte di una grande idea, di un grande progetto, di una grande speranza; e poi la consapevolezza, che era il risultato del prendere le cose sul serio e del fare tutto con il massimo impegno”. Valori alti, nobili che hanno segnato la storia della Cisl e che oggi devono essere riattualizzati e ricontestualizzati. Un fronte in cui è impegnata l’associazione “I Cislini”; presieduta da Emanuele Braghini l’associazione riunisce una cinquantina di ex dirigenti dell’organizzazione sindacale oggi in pensione. “La nostra – afferma il Presidente – non è una realtà che intende sostituirsi o sovrapporsi ad articolazioni dell’organizzazione sindacale, né intende interferire con le sue scelte”. “I Cislini” intendono soltanto offrire il loro contributo perché quelli che furono i valori fondanti della Cisl, primo su tutti una solidarietà autentica e non opportunistica, possano continuare ad animare l’azione sindacale in contesti oggi diventuti oggettivamente più difficili.
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Economia e lavoro
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Iniziative Un bando promosso dalla Provincia
Investire nelle abilità e riqualificare Da Palazzo Broletto 69 doti lavoro per soggetti in condizioni di fragilità
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Analisi e osservatori economici avevano “profetizzato” che alla crisi economica sarebbero sopravvisute solo quelle realtà imprenditoriali capaci di rinnovarsi, di riqualificarsi. Oggi non è ancora tempo per verificare se le previsioni abbiano fondamento nella realtà. La crisi, infatti, è ancora in corso e lo scenario è quello di un gran numero di imprese che cercano di galleggiare in attesa che le acque si plachino. Non sono state molte le realtà che in tempo di crisi hanno avuto il coraggio (ma anche le risorse) di investire.
di Massimo Venturelli
Si può affermare, però, che per certi versi gli esperti abbiano azzeccato le loro previsioni. Qualcuno che è stato espulso (o rischia di esserlo) dai circuiti economici effettivamente c’è. Non si tratta di imprese, ma di lavoratori di una certa età, magari affetti da qualche disagio che li ha posti giocoforza ai margini dei processi produttivi. Con queste persone la crisi è stata più dura. È a queste persone, già in carico ai servizi sociali dei Comuni di appartenenza, che la Provincia ha pensato con il Progetto “Investire nelle abilità” desti-
NOVITÀ 2010 Liceo linguistico Visita l’istituto in via Monti, 14 - Brescia Prenota la tua visita al sito www.luzzago.it info@luzzago.it - T. 030 3757998 Istituto “Ven. A.LUZZAGO” Liceo scientifico e Liceo linguistico
nato appunto a sostenere, attraverso i singoli Comuni, quei lavoratori bresciani esclusi dal mercato del lavoro che versano in particolari condizioni di fragilità personale e professionale. Sul progetto, supportato da un apposito bando di concorso, la Provincia ha messo 350mila euro. Andranno a finanziare 69 doti lavoro, 39 destinate ai Comuni della provincia e 30 a Brescia. Saranno i singoli Comuni che aderiranno al progetto (la scadenza dei termini per la presentazione delle domande è stata fissata al 30 settembre prossimo) a segnalare i soggetti (tra quelli in carico ai servizi sociali) che potranno utilizzare le doti per una riqualificazione professionale. Nel bando elaborato dalla Provincia, come ha sottolineato l’assessore Giorgio Bontempi, sono già indicati alcuni
requisiti. Potranno essere destinatari, sulla scorta di quanto previsto da apposite normative regionali, della dote lavoro (4500 gli euro complessivamente erogabili) uomini e donne residenti in uno dei Comuni del Bresciano, con età uguale o maggiore di 45 anni, senza una professionalità specifica o obsoleta e donne di tutte le età con carichi familiari. Per entrambe le categorie è necessario, poi, l’acquisizione dello status di disoccupati ai sensi del decreto legislativo 181/2000. Saranno i singoli Comuni, direttamente o tramite soggetti accreditati, a progettare percorsi di qualificazione calibrati sulle esigenze e sulla capacità dei soggetti ammessi. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.provincia.brescia.it alla sezione “economia e lavoro”.
Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro Scuola
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
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Redazionale Il nuovo anno scolastico al via
La scuola: investimento a lungo termine Giorgio Bontempi
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Il nuovo anno scolastico è alle porte: ragazzi ed educatori si accingono a vivere una nuova esperienza educativa. Le consuete polemiche non mancano e quest’anno sono legate agli interventi di razionalizzazione, fino ad oggi da più parti auspicati ma mai attuati – la riforma, che si applica da quest’anno, pare ormai metabolizzata. L’avvio del nuovo anno scolastico è occasione per Giorgio Bontempi, assessore provinciale alla formazione e al lavoro, per alcune considerazioni. “Solo una breve riflessione – sono le sue prime parole
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–: quando si spendono soldi della collettività bisogna essere doppiamente oculati”. Secondo l’Assessore provinciale oggi le scuole paritarie e le istituzioni formative riescono a erogare un servizio pubblico educativo a livello di eccellenza con costi decisamente inferiori rispetto al costo medio sostenuto dallo Stato per ogni alunno. “Sono certo – continua – che anche i nostri istituti statali, guidati da ottimi dirigenti, sono in grado di limitare i costi senza incidere sulla qualità del servizio”. Sono però quelli dell’istruzione e della formazione dei ragazzi i temi
Gli auspici e gli inviti dell’assessore provinciale Giorgio Bontempi che stanno particolarmente a cuore all’assessore Bontempi. “Auguro a tutti gli studenti di iniziare il nuovo anno scolastico serenamente – afferma al proposito – con rinnovato interesse ed impegno. Dovete credere e investire su voi stessi; la scuola è un investimento a lungo termine e i frutti si raccolgono a distanza, lungo tutto l’arco della vita. Per raccogliere i frutti però bisogna prima seminare e la semina, come lo studio, costa fatica e non ne basta più una sola con copiosi frutti, come avveniva in passato”. Per potersi integrare socialmente e partecipare alla società della conoscenza, inserirsi con familiarità nell’attuale economia, è infatti necessaria un’istruzione e formazione permanente e continua. Per cui, non stancatevi mai di apprendere”. L’assessore Bontempi ha un pensiero anche per i genitori, che a volte
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con soddisfazione, a volte con fatica, accompagnano i loro ragazzi nel percorso formativo scelto. È un invito a non cedere allo scoramento qualora i figli dovessero incontrare difficoltà, ma a continuare a trasmettere loro la forza per superare gli ostacoli e la voglia di dare sempre il meglio. “Ai docenti, chiamati al difficile compito di far crescere le giovani generazioni nella capacità di costruirsi un futuro – continua Bontempi – auguro di riuscire a trasmettere ai nostri giovani la passione per lo studio e la conoscenza ed a non tralasciate di incoraggiate la creatività, l’innovazione e lo spirito di iniziativa e imprenditorialità”. Più formazione e più istruzione, specie se di elevata qualità, sono infatti fondamentali per competere in maniera efficace nell’economia globalizzata.
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Economia e lavoro Scuola
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Redazionale L’Istituto San Bernardino
Lo spirito salesiano anima la scuola L’istituzione scolastica clarense affianca alle proposte educative il confronto con i giovani
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L’Istituto salesiano “San Bernardino” in Chiari ha una lunga storia. Dapprima convento e centro di studi francescano, poi collegio dei gesuiti, in seguito monastero benedettino, infine acquistato nel 1926 dai Salesiani a cui viene affidata la cura pastorale della zona. Da noviziato e preseminario con la riforma del 1962 apre la scuola media, ampliando poi l’offerta formativa con l’apertura di altri istituti scolastici. Attualmente l’istituto salesiano è una scuola paritaria, libera e pubblica e compren-
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de la scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado, la scuola secondaria di secondo grado (negli indirizzi di liceo scientifico e istituto professionale con orientamento grafico). Come scuola pubblica, paritaria e libera è riconosciuta dallo Stato (decreti del 1962, del 2001 e del 2004) ed è aperta ad accogliere tutti coloro che la scelgono, senza distinzioni di nazionalità, religione, opinioni politiche, condizioni economiche. Tutto l’Istituto salesiano è fortemente connotato dall’essere scuola cattolica
e salesiana. Come scuola cattolica si ispira a un pluralismo di stili e di metodi educativi fondati sul Vangelo. Come scuola salesiana si ispira allo stile di famiglia voluto da Don Bosco che privilegia un’educazione fatta di rapporti personali, per guidare gradualmente l’alunno alla sua realizzazione umana, culturale e cristiana. Proprio perché salesiana la scuola possiede alcune caratteristiche fondamentali: uno sguardo continuo di confronto col mondo giovanile attuale; la scelta di un’educazione che ha come fine la maturazione globale di ogni ragazzo-a; il primato del ‘Sistema preventivo’, lasciatoci da San Giovanni Bosco. Il ‘sistema preventivo’ guida l’agire di tutti i docenti e gli educatori dell’opera: fondamento sono ‘ragione, religione,
amorevolezza’. Ragione: basato sul dialogo il confronto continuo con tutti; religione: ogni insegnamento è mutuato dai principi del Vangelo; amorevolezza: il clima di famiglia permette di sentirsi accettati e amati per quello che si è. La scuola offre il suo servizio alla città di Chiari, ma accoglie anche alunni provenienti dai Comuni limitrofi della provincia di Brescia e di Bergamo. L’Istituto salesiano legge i segni dei tempi e offre risposte concrete ai bisogni delle famiglie: bisogno di un ambiente scolastico protetto che prepari a fare scelte giuste nella società (“Buoni cittadini, onesti cristiani” diceva don Bosco); esigenza di serietà e attualità nello svolgimento della didattica per offrire garanzie sull’istruzione successiva.
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Redazionale Le preoccupazioni della Cisl
Un confronto serio per una nuova scuola Le considerazioni di Enrico Franceschini a poche ore dall’avvio dell’anno scolastico Enrico Franceschini
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Si apre un nuovo anno scolastico che, ancora una volta, non sarà facile per vari problemi che ormai si trascinano da troppo tempo. In primis le difficoltà e il disagio vissuti da tutto il personale scolastico le cui condizioni di lavoro sono nettamente peggiorate negli ultimi anni. “Quanti operano nella scuola – afferma Enrico Franceschini, segretario generale della Cisl scuola di Brescia – sono ormai da anni oggetto di una costante denigrazione, che porta a un progressivo disconoscimento del ruolo professionale, con la conseguen-
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te svalutazione economica della funzione svolta”. Eppure quella che opera nel mondo della scuola dovrebbe essere considerata una categoria di lavoratori fondamentale per i destini di ogni Paese. Al contrario, sono ancora considerazioni dell’esponente sindacale “viene costantemente depressa da scelte politiche poco lungimiranti, frutto di una prospettiva miope e disattenta rispetto ai reali problemi del sistema di istruzione e formazione del Paese. L’ultima manovra economica pare in linea con questa tendenza e so-
lo una paziente e incisiva azione della Cisl scuola ha impedito che con essa si scaricasse sul personale della scuola, che già tanto ha dato, anche l’iniquità della sterilizzazione della progressione economica”. Ma questa e altre problematiche devono essere interpretate a partire da una questione di fondo più generale. “Qualsiasi Paese, che abbia a cuore il proprio futuro e sappia programmare a lungo termine, al di là di politiche asfittiche legate al mero presente – afferma Franceschini –, investe nel settore dell’istruzione e della formazione quale elemento strategico di crescita integrale della persona e quindi di sviluppo civile, sociale ed economico. Così avviene in altri Paesi europei che pur vivono la stessa nostra fase di crisi economico-finanziaria”. In Italia, secondo il Segretario
della Cisl scuola, i conclamati obiettivi di qualità, efficacia ed efficienza della realtà scolastico-formativa non riescono a nascondere una politica che, considerando questo sistema una spesa piuttosto che un ambito di investimento, ha sacrificato la qualità del medesimo in nome di esigenze di cassa, con conseguenze pericolose per il futuro delle nuove generazioni. Nell’indifferenza della politica e nel silenzio della società civile, il sistema scolastico-formativo è ridotto a fornire i servizi essenziali. “Per superare questa situazione – conclude Franceschini – è prioritario che, superando schemi ideologici e sterili contrapposizioni, si riapra un confronto di tutti, con serietà, intelligenza, responsabilità, per giungere a scelte politiche lungimiranti e condivise”.
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Economia e lavoro Scuola
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Redazionale Le proposte del Cidaf
Progetti educativi per adolescenti Un settore che vede un impegno che dura ormai da alcuni anni
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Quando il mondo degli adulti parla di adolescenti ricorre spesso al luogo comune della difficoltà di approccio a un universo votato per principio alla contestazione preventiva. L’adolescenza, insomma, viene bollata come periodo critico, una stagione evolutiva caratterizzata da “traguardi non ancora raggiunti”, da esperienze di vita vissute con i genitori o comunque con degli adulti ai quali si è legati affettivamente, ma verso i quali nasce una forma di “rifiuto” non va-
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loriale, ma evolutivo. “Essere autonomi” significa fare scelte proprie, gestire la propria vita, e la propria giornata, senza le regole dettate dagli adulti, nei riguardi delle quali si manifesta una contrapposizione di principio. Un progetto educativo per adolescenti richiede spesso un “coraggio” a 360°. Una prima caratteristica di un progetto educativo per adolescenti è certamente la dinamicità. Ciò che oggi sembra essere indistruttibile, domani non ha più alcun senso; ciò che ieri non
contava nulla, oggi diventa una realtà indispensabile. La persona che fino a ieri era “da demolire”, oggi si trasforma in amico e compagno di viaggio. Un’altra peculiarità della progettualità per adolescenti, riconosciuta a tutti i livelli, è la condivisione. L’adolescente accetta a fatica anche il frutto della sua “pensata”; ma nella forma più decisa scarica quanto gli viene proposto a scatola chiusa dall’esterno. Un sottile, quotidiano e diplomatico lavoro di coinvolgimento pone le basi per una possibile accettazione da parte degli adolescenti di un progetto elaborato, o meglio, pensato dagli adulti. Il lavoro di condivisione prevede ed esige una larga azione di presentazione e motivazione di una proposta, ma soprat-
tutto la pazienza di accogliere le osservazioni, le critiche, le proposte di modifica nate esclusivamente dall’esigenza di voler cambiare una proposta proprio e solo perché presentata dall’adulto più che da un bisogno di “migliorare la proposta stessa”. Il consultorio Cidaf, con la collaborazione degli esperti già impegnati nel quotidiano lavoro di consulenza, da anni ormai si dedica all’educazione degli adolescenti, con evidenti traguardi già raggiunti, ma anche nella certezza che il lavoro da compiere è ancora impegnativo, ma non irraggiungibile nella meta ultima, come dimostra chiaramente il contenuto dei due progetti in atto, con il compito e l’ambizione di coinvolgere quasi un migliaio di adolescenti.
Agenzia di Formazione iscritta nell’elenco definitivo degli Enti accreditati per la formazione del personale della scuola. Legalmente Riconosciuto dalla Regione Lombardia. Il Cidaf, anche per l'anno scolastico 2010-2011, è impegnato nella realizzazione di due Progetti a favore degli adolescenti: Il Consultorio di Brescia sta attuando il progetto HUMUS, con in coinvolgimento di tre strutture educative. L'Oratorio della Parrocchia di San Faustino vede al lavoro gli educatori dell'Oratorio, sotto la guida del curato. Il CFP di Via Gamba ha fatto la scelta di rivolgersi in modo privilegiato a tutte le classi prime, riservando alle classi seconde e terze alcuni incontri formativi. Il CFP degli Artigianelli, invece, concentra l'attenzione sui genitori degli alunni di tutte le classi Il consultorio di Travagliato.è impegnato in forma massiccia presso la Scuola Agraria di Bargnano per la realizzazione del progetto RECIPROCITA' E AMICIZIA:COLORIAMO LA CITTA'. Tutti e due i progetti si caratterizzano per tre scelte essenziali: il coinvolgimento degli operatori – educatori delle strutture educative; la condivisione del percorso con gli adolescenti; la disponibilità ad offrire ai genitori momenti di ascolto e incontri formativi. I progetti sono finanziati dalla Regione Lombardia – ASL di Brescia Chi fosse interessato a conoscere più a fondo lo sviluppo dei progetti, può rivolgersi direttamente a:
Cidaf di Brescia, Viale Stazione 63 Tel. 030 43359 Fax 030 43190 - info@cidaf.it Cidaf di Travagliato, Via c. Golini n.6 Tel. 030 6862064 Fax 030 6624640 - travagliato@cidaf.it
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Novità Il nuovo rettore del Franciscanum
Attenzione alla comunità “scuola” Le attese di p. Giampaolo Possenti, da pochi giorni a Brescia P. Giampaolo Possenti
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È arrivato da pochissimi giorni a Brescia è già si trova a dover inaugurare un nuovo anno scolastico e anche se la “macchina” dell’istituto Franciscanum Luzzago di Brescia è già stata messa a punto dal suo predecessore p. Francesco Ielpo, il nuovo rettore, p. Giampaolo Possenti vive queste ore di attesa con trepidazione. Il “Franciscanum”, voluto e realizzato dai Frati Francescani di Lombardia, è un centro di vita e cultura dedicato ai giovani, per dare loro uno
di Massimo Venturelli
spazio di studio, di formazione e di spiritualità. Cerca dunque di rispondere alle esigenze di formazione e cultura richieste dai tempi moderni. Ispirandosi nel nome, nel programma e negli ideali all’esempio e all’apostolato di San Francesco, esso svolge molteplici attività e intende promuovere una formazione responsabile, cosciente e impegnata. Proprio questo è l’aspetto a cui il nuovo rettore intende dedicarsi in questa sua nuova esperienza. “La macchina organizzativa del no-
stro istituto – afferma p. Giampaolo – è collaudata e ha saputo rispondere alle novità introdotte anche dalla recente riforma dell’istruzione superiore. Può inoltre contare su un gruppo di lavoro qualificato e che negli anni ha dato prova di saper abbinare a una grande professionalità una assoluta fedeltà ai valori e ai principi che hanno ispirato la nostra proposta educativa”. Negli ultimi dieci anni p. Giampaolo Possenti, che in passato era già stato nel Bresciano (prima a Rezzato e poi in San Gaetano, ndr.), è stato parroco a Varese, ministero che gli ha permesso di sviluppare una spiccata sensibilità pastorale per la cura e la valorizzazione di quei rapporti che aiutano a costruire la comunità. “Anche in questo mio muovo inca-
rico – afferma al proposito il nuovo rettore – intendo dedicarmi a questo aspetto perchè anche quella scolastica è una comunità che va curata e alimentata”. C’è dunque in questa attenzione sintonia con quanto scritto dal vescovo Monari nella sua Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” in queste settimane oggetto di presentazione alla più ampia comunità bresciana. Ad oggi l’Istituto Franciscanum è a tutti gli effetti una comunità che “intercetta” la vita di tante persone. Comprende infatti il liceo scientifico “Ven. A. Luzzago”, nella sede di via Monti, mentre, nel nuovo complesso di via Callegari è presente il Convitto, il Collegio Universitario, l’Auditorium, numerose aule didattiche e sale riunioni.
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Economia e lavoro Scuola
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Redazionali Un nuovo centro studi
“Dedalo” per contrastare il disagio L’iniziativa è della cooperativa sociale “La Rete” di via Milano, 59 a Brescia
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La cooperativa sociale “La Rete” ha avviato nello scorso anno lo studio di psicoterapia, consulenza e formazione “Dedalo” per sostenere persone e famiglie in difficoltà e per contribuire a contrastare il disagio sociale nella città. Sentirsi parte di un mondo che cambia così rapidamente sta diventando per molte persone troppo difficile. Per sentirsi all’altezza delle aspettative che la società, nella sua crescente complessità, sembra presentare all’individuo, ogni persona deve compiere grandi sforzi quotidiani sentendosi
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spesso totalmente impreparata verso i compiti che le sono richiesti. Sapersi creare un gruppo di amici, cavarsela a scuola, inserirsi nel mondo del lavoro, formare una famiglia, allevare i figli, comprendere un adolescente, affrontare le lacerazioni di una separazione, una malattia, la mancanza del lavoro è spesso molto complesso. Per questo la cooperativa ha costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da psicologhe e psicoterapeute che hanno maturato esperienze nella gestione sia di servizi pubblici che del
privato sociale e con alle spalle diversi anni di esperienza e di comprovata professionalità in grado di prendersi cura di situazioni anche molto complesse. Pensiamo infatti di poter offrire l’esperienza e la competenza de “La Rete”, che da vent’anni promuove servizi e attività per sostenere le persone in difficoltà, anche nel sostenere quelle situazioni di malessere e disagio che sempre più investono le persone e le famiglie con poche possibilità di intraprendere percorsi psico-terapeutici e consulenziali (psicoterapie brevi, psicodiagnostica, sostegno psico-educativo, sostegno alla genitorialità etc...). L’accesso alle prestazioni dello “Studio Dedalo” avviene su appuntamento, è rivolto ad adulti, famiglie, giovani e adolescenti; le tariffe sono modulate attraverso lo strumento Isee per po-
ter offrire anche a persone e famiglie con basso reddito percorsi di cura e di sostegno, garantendo loro in questo modo il diritto alla salute. Lo “Studio Dedalo” offre percorsi di psicoterapia individuale e di coppia e psicoterapia di gruppo; interventi di consulenza al ruolo; consulenza psicologica individuale e di coppia; Gruppi di sostegno; Gruppi tematici. Inoltre, attraverso la collaborazione con la società cooperativa di formazione Koinòn, offre anche percorsi di formazione e di supervisione a équipe che operano nei settori dei servizi alla persona e alla comunità sia pubblici che privati. Lo “Studio Dedalo” è situato in via Milano 59 a Brescia; per maggiori informazioni o per appuntamenti telefonare in orari di ufficio da lunedì a venerdì allo 030 311736 o 340 6764903.
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Sport
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Basket Serie A Dilettanti
redazione@lavocedelpopolo.it
La Leonessa chiama i suoi tifosi Dopo la presentazione in Loggia della squadra, la Centrale del Latte ha svelato le novità della campagna abbonamenti 2010/2011. Nel carnet da 15 gare, cinque sono in omaggio. Previste convenzioni con ditte, istituzioni e universitari. Nel fine settimana l’esordio in Coppa Italia a Trento
I La presentazione della campagna abbonamenti
“Abbiamo compiuto uno sforzo notevole – ha spiegato in fase di presentazione della campagna abbonamenti il patron Graziella Bragaglio – per mantenere i prezzi sia degli abbonamenti che delle partite a livelli popolari. Volevamo ringraziare tutti i bresciani che l’anno scorso ci hanno sempre sostenuto. Nel contempo cerchiamo sostenitori che credano nel nostro progetto e a cui offriremo servizi e agevolazioni al passo con i tempi e con altri sport”. In attesa dell’inizio del campionato, è tempo di impegni ufficiali già questo fine settimana a Trento per centrare la qualificazione in Coppa Italia
Il tempo degli esperimenti è finito o quasi. Dopo la presentazione ufficiale in Loggia della nuova squadra che si appresta a iniziare l’annata 2010/2011 (la seconda nel campionato di serie A Dilettanti, in pratica il terzo torneo nazionale maschile per importanza), la Centrale del Latte di Brescia scalda i motori verso un unico e preciso obiettivo. Quello che, in campionato, significa promozione. Inseguita lo scorso anno, assaporata e poi vista svanire ai play off. Stavolta, però, la squadra è stata rafforzata a dovere così come la società che ha investito su un certo Ario Costa nel ruolo di Direttore generale o – se preferite – tutto fare. A lui è toccato presentare anche la campagna abbonamenti. “ Non fatemi parlare di numeri – esordisce mettendo subito le cose in chiaro – mi piacerebbe che si crei lo stesso entusiasmo dello scorso anno possibilmente aumentandolo”. Allora quale occasione migliore se non cercare di contenere i prezzi per diventare il più possibile competitivi anche – e soprattutto – in un momento di crisi? Detto, fatto. “Offriamo un carnet di 15 partite casalinghe a 100 euro ma che il tifoso paga come fossero 10. Quindi cinque sono in omaggio; l’offerta diventa vantaggiosa se si considera che di media si spende attorno ai 10 euro per ogni singolo biglietto comprato separatamente al botteghino”. Questo per quanto riguarda l’ingresso in Gradinata mentre 200 euro costa per il Parterre numerato. In più, un trattamento di riguardo verrà adottato da chi sottoscriverà la tessera “socio sostenitore” al costo di 500 euro. Una
di Mario Ricci
sorta di fidelity card “che consente – aggiunge Costa – l’accesso all’area Hospitality anche per le eventuali gare di play off”. Obiettivo della Società, coinvolgere non solo coloro che già l’anno scorso hanno fatto sentire il proprio calore, ma stimolare anche la presenza di nuovi appassionati. Novità di quest’anno sono le agevolazioni previste per tutti i tesserati di Brescia e provincia alla Fip e le convenzioni con ditte, istituzioni, gruppi e università. “Siamo convinti di avere fatto il possibile – conclude Ario Costa – per avvicinare sempre di più i bresciani alla squadra e alla nostra realtà, consci che siamo in fase di crescita sia sportiva che organizzativa e per questo abbiamo bisogno del calore dei nostri tifosi”. “Abbiamo compiuto uno sforzo notevole – ha aggiunto la presidentessa Graziella Bragaglio – per mantenere i prezzi sia degli abbonamenti che delle partite a livelli popolari per ringraziare tutti i bresciani che l’anno scorso ci hanno sempre sostenuto. Nel contempo cerchiamo però sostenitori che credano nel nostro progetto e a cui offriremo servizi e agevolazioni al passo con i tempi e con altri sport.” Ora la palla passa ai tifosi bresciani mentre alla squadra toccherà cominciare a fare sul serio. In attesa dell’inizio del campionato, è tempo di impegni ufficiali già questo fine settimana a Trento per centrare la qualificazione in Coppa Italia. Capitan Quaroni e compagni saranno impegnati sabato a Trento contro i padroni di casa: in caso di vittoria, il giorno successivo (sempre a Trento) sfida alla vincente di Riva del Garda-Treviglio.
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Sport
Brescia L’attesa è finita
Serie A: si riparte Archiviata la sconfitta di Parma all’esordio, torna questo fine settimana il campionato dopo la sosta per gli impegni della Nazionale azzurra. Voltare pagina e ricominciare tutto da capo è il monito di mister Iachini che non dà troppo peso al 2-0 incassato al debutto al Tardini. La squadra era ancora incompleta (il mercato si sarebbe chiuso tre giorni dopo), mancava lo squalificato Hetemaj
oltre all’infortunato Mareco. Da quella sconfitta, ne è passata di acqua sotto i ponti. A partire dall’arrivo di Fabio Daprela e Jonathan Zebina, ultima punta di diamante di un mercato di notevole spessore (vedi in precedenza l’acquisto di Eder dall’Empoli e Diamanti dal West Ham tanto per citarne alcuni). Adesso non ci sono più alibi: contro il Palermo comincia, di fatto, il campionato
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delle rondinelle. Gara che si giocherà domenica 12 alle 12,30 fra le mura amiche del ristrutturato Rigamonti. Sfida che potrà essere seguita anche su Radio Voce (Fm 88,3-88,5 e radiovoce.it) all’interno del contenitore domenicale “Diretta Sport” che, per l’occasione, andrà in onda a partire dalle 12.25. Collegamenti dal Rigamonti a cura di Ciro Corradini e Roberto Moscarella. A fine
partita, poi, diretta dagli spogliatoi per ascoltare le voci dei protagonisti. A seguire, tutto il calcio di Lega Pro in diretta dai campi delle bresciane. Tutti gli approfondimenti sul mondo delle rondinelle, le news in tempo reale, i commenti dei tifosi si sposteranno dal lunedì al venerdì nel contenitore “100% Brescia” in onda dalle 14 alle 15 sempre su Radio Voce.
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Sport
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Calcio femminile Al via la serie A
Nozze d’argento per il Brescia Il club presieduto dal patron Cesari, protagonista del mercato nella campagna di rafforzamento, da 25 anni è sulla scena del calcio nazionale
N
di Fabio Cimmino
Nel 25° anno dalla fondazione del Brescia Femminile, comincia forse la stagione più importante della storia del club. Il patron Cesari dopo la salvezza sofferta dello scorso anno ha deciso di iniziare la scalata verso i piani alti della classifica, e grazie a una campagna acquisti scoppiettante si è già aggiudicato il titolo di “re” del mercato estivo. I nuovi innesti sono stati otto e tutti di spessore. Dal Bardolino Verona sono arrivate Boni, D’Adda, Paliotti, Brunozzi e Schiavi, tutte calciatrici con svariate presenze in Nazionale. Dall’Atalanta è stata prelevata Gamba, mentre dalla Reggiana è arrivata la punta di diamante Daniela Sabatino, centravanti di razza, che vanta uno score di 66 reti in 88 presenze in serie A. Infine, per puntellare la difesa, l’ultimo colpo in ordine di tempo è stato quello di Fagiolini, centrale ex Reggiana e Atalanta. Rispetto allo scorso anno cambia anche il mister, quest’anno infatti siederà sulla panchina delle rondinelle Nazzarena Grilli, ex Milan, già vincitrice di uno scudetto e di una
esclusiv a
La rosa 2010-2011
supercoppa italiana nel 2005 con il Fiammamonza. La caratura dei nuovi acquisti, nonché del mister, la dicono lunga sugli obiettivi futuri della società, che nel giro di tre anni punta ad arrivare al tricolore: “Dopo la salvezza dello scorso anno che per noi valeva uno scudetto – ha dichiarato Giuseppe Cesari, presidente del Brescia Femminile – quest’anno abbiamo cercato di rinforzarci al massimo per puntare da subito ai primi posti. Tuttavia il nostro programma è triennale, dunque senza fretta arriveremo lì dove ci compete. Ho visto già un ottimo amalgama e spero che le buone impressioni possano da subito rivelarsi giuste. Abbiamo un inizio di campionato duro, con la Torres e la Reggiana, ma siamo attrezzati per giocarcela a viso aperto con tutti. Quest’anno abbiamo voglia di fare bene anche in coppa Italia, è un obiettivo che ci interessa”. La compagine di mister Grilli dopo aver svolto una settimana di ritiro in quel di San Zeno di Montagna, mercoledì 1° settembre ha festeggiato i 25 anni dalla nascita della
100 % BRESCIA a cura di Mario Ricci
A PARTIRE DAL 23 AGOSTO radiovoce.it
Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15
società con un’amichevole contro il Franciacorta. A margine del match ci sono stati i festeggiamenti per l’anniversario ed è stata inaugurata la nuova stagione agonistica. Zizioli e compagne sono ora impegnate negli allenamenti settimanali al Centro sportivo Rigamonti, dove saranno svolte anche due amichevoli contro il Sud Tirol (domenica 12 settembre ore 14.30) e il Tradate (sabato 18 settembre ore 14.30). La prima giornata di campionato è fissata per sabato 25 settembre, quando tra le mura amiche le rondinelle sfideranno le campionesse d’Italia in carica della Torres, mentre l’esordio in Coppa Italia avverrà il 3 ottobre. Dal 31 agosto sono tornate in campo anche le altre cinque formazioni del Brescia Femminile, con la Primavera di mister Miro pronta a confermare, o migliorare, il terzo posto assoluto in Italia dello scorso anno, e le Giovanissime che cercano la pronta rivincita dopo l’amaro secondo posto dello scorso anno. Pulcine, Esordienti e Csi a 7 a ottobre partiranno con i rispettivi campionati.
Centro Sportivo Italiano
Sirmione Tradizionale raduno arbitri, giudici e animatori
La stagione prende forma di Bruno Forza
Il fischio d’inizio della stagione 2010/2011 si è levato nel cielo di Sirmione, dove da tre anni a questa parte si radunano gli arbitri, i giudici e gli animatori del polisportivo. Il weekend gardesano è stato inaugurato dalla presidente del Csi Amelia Morgano: “Questo fine settimana ha inizio la stagione sportiva del Csi. La tre giorni sirmionese non è un semplice corso di formazione ed aggiornamento, ma anche un importante momento di aggregazione, incontro e confronto”. Nel pomeriggio ha raggiunto la località gardesana anche Paolo Mazzoleni, ospite d’onore e amico del Csi Brescia: “È nata una bellissima amicizia – afferma l’arbitro di serie A – sono onorato di essere qui a condividere la mia esperienza con quelli che, come il sottoscritto, sono arbitri a tutti gli effetti”. Il fischietto bergamasco si è soffermato sull’importanza del servizio fornito dagli arbitri al calcio: “Senza gli arbitri che coprono tutte le gare amatoriali – che sono il vero succo del calcio – questo sport non potrebbe andare avanti, per cui tanto di cappello agli arbitri del Csi, che mettono in campo tanta passione e tanto attacca-
mento alla divisa”. Dalla serie A al Csi. Il salto è notevole, ma Mazzoleni pone i due palcoscenici sullo stesso piano: “Non mi sento di dare consigli. La cosa più bella è ciò che ci accomuna, ovvero la passione. Ciò che conta è che l’impegno sia sempre massimo. La moviola in campo? Mi auguro che si parli più spesso delle gesta dei campioni tralasciando i processi post partita perché questi discorsi non arricchiscono il calcio”. I numeri danno ragione all’iniziativa promossa dal comitato provinciale. 200 arbitri hanno preso parte all’evento a testimonianza di una sempre crescente passione unita alla voglia di migliorarsi. Il responsabile degli arbitri Emiliano Scalfi non può che essere soddisfatto: “Le presenze aumentano di anno in anno. Questo stage è un’esperienza di livello. Cosa chiedo agli arbitri? Consapevolezza del ruolo che vanno a ricoprire, soprattutto negli oratori. Essere arbitro nel nostro contesto non è facile, perché oltre a dirigere una gara dobbiamo riuscire a educare”. L’avvio dei campionati è alle porte ma la “campagna acquisti” arbitrale è sempre in corso: “La caccia alle nuove leve – afferma Scalfi – continua. Faccio un appello alle società perché ci aiutino a scovare giovani arbitri”.
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Il Trofeo del Sebino in dirittura d’arrivo Meno uno. Manca una gara per incoronare il vincitore della quinta edizione del Trofeo del Sebino e sarà quella del 17 ottobre a Piancamuno sui 13 km delle mülatere de Pià. È tempo di celebrare i vincitori della terza tappa, ovvero il II Trofeo Sale in Zucca, corsa che si è disputata domenica a Sale Marasino. Al via 150 atleti, di cui 126 competitivi e 24 non competitivi. Il percorso ha ricalcato – in linea di massima – quello della passata stagione. Andrea Bottarelli della Gp Legnami Pellegrinelli ha rispettato i pronostici della vigilia conquistando il primato nella categoria seniores maschile e centrando la terza vittoria consecutiva in altrettante gare. Dopo un avvio in sordina il pettorale 645 è giunto alla prima salita staccando i rivali e percorrendo gli 8,46 km del percorso in 30’38” alla media di 3’33” km/h. Ivan Bressanelli si è piazzato sul secondo gradino del podio, mentre Paolo Tomasoni ha conquistato la terza piazza. Tra le donne ha trionfato Roberta Illini dell’Atletica Vighenzi di Padenghe, che ha chiuso la sua gara in 38’20’’ bissando il successo ottenuto a Marone. Dietro di lei Elena Apolone ed Elisa Pelliccioli. Archiviata la gara di Sale Marasino il pensiero di atleti e addetti ai lavori vola al 17 ottobre. Partenza alle 9 dalla palestra comunale di Piancamuno, poi 13 km di fatica per conquistare la coppa più ambita.
Agenda di settembre Lunedì 13 - ore 20.30: riunione basket Brescia Dal 24 al 26: 1° Torneo nazionale a squadre di ping pong - Coppa Città di Perugia Sabato 25 - ore 17: riunione Minibasket
Cascina Foret
“Lo sport in un ambiente educativo: l’oratorio” Con un trionfale e liberatorio giro di pista, la Rigoletto Mantova ha festeggiato a Celle Ligure la conquista del sesto titolo consecutivo assoluto del Gran Premio nazionale Csi di atletica leggera. A tenere alti i colori bresciani ci ha pensato Motus Atletica Castegnato, che è riuscita nell’impresa di entrare nella top ten dell’atletica leggera nazionale piazzandosi al decimo posto nella graduatoria comprendente le 76 compagini partecipanti. Calcio a 11. La stagione 2010/2011 ha inizio questa sera con le prime gare di coppa Leonessa. Il trofeo ciessino inaugura l’annata con la fase eliminatoria, che prevede tre giornate nelle quali le 28 partecipanti si affronteranno in sette gironi da quattro con partite di sola andata. In palio c’è il passaggio agli ottavi di finale,
che verrà conquistato dalle prime due classificate di ciascun gruppo e dalle due migliori terze. Dagli ottavi alle semifinali il passaggio del turno sarà conteso in gare di andata e ritorno, mentre l’atto conclusivo della competizione sarà – come da tradizione – una finale secca. L’anno scorso ad alzare la coppa al cielo furono i ragazzi del Fuorimisura calcio, capaci di imporre un roboante 7-1 all’Intrepida Zanano nella finalissima. Calcio femminile. Il calcio d’inizio di “Tutte in rete” è previsto per sabato alle 10 al centro sportivo San Filippo. La dodici ore di calcio femminile a sette è giunta alla sua terza edizione e quest’anno i proventi raccolti andranno a sostenere la cooperativa “La Mongolfiera”. L’obiettivo principe dell’evento, dunque, è aiutare chi ha più bisogno, ma anche promuovere i valo-
ri dello sport e dare visibilità al calcio femminile. Da quest’anno prenderanno parte alla giornata di sport e solidarietà anche alcune formazioni di calcio maschile, rigorosamente mescolate tra loro per favorire la diffusione di uno spirito aggregativo. Formazione. La cascina Foret di via Asti ospita nella giornata di domenica il corso di aggiornamento per allenatori di calcio e pallavolo. Il programma prevede un’introduzione di don Marco Mori sul tema “Lo sport in un ambiente educativo: l’oratorio”. Segue una conferenza della dott.ssa Vermi sullo sviluppo psicomotorio nell’età evolutiva. Dopo la pausa pranzo largo agli aggiornamenti tecnici. Per il calcio approfondimenti sulla figura e i metodi di allenamento del portiere; per la pallavolo un focus sui fondamentali della ricezione.
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LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
Il valore del matrimonio Egr. direttore, il matrimonio non è per i cristiani un’alleanza puramente naturale, un patto meramente umano, è un patto sacro, santificato da Cristo, reso sacramento. Quindi, società naturale, voluta da Dio, come proseguimento della sua opera creatrice e propagatrice del genere umano. Perché la Chiesa dice no alla convivenza? Perché la Chiesa dice no al divorzio? Perché la Chiesa dice no ai divorziati risposati che vogliono ricevere la Comunione? La sensazione che la Chiesa dica sempre no, è senza dubbio ciò che maggiormente impedisce a tanti giovani di accostarsi serenamente al matrimonio cristiano. Come mai la Chiesa, che dovrebbe essere l’annunciatrice del Vangelo dà questa impressione? La risposta non è difficile; c’è la dà San Paolo nel monito: “Chi mangia e beve indegnamente il corpo e il sangue di Cristo, mangia la propria condanna”. Ha ragione il card. Tettamanzi quando dice: è sbagliato escludere i risposati dalla Chiesa? È giusto che il card. Martini, don Verzè e altri prelati invitino il Papa a concedere l’eucaristia a chi convive con questo peccato? La Chiesa cattolica è troppo lontana dalla realtà, scrivono in tanti e mandano un invito a Benedetto XVI, affinché affronti questo problema. Il Papa ha detto cose molto ragionevoli sul conto dei divorziati e dei risposati, ma viene aggredito perché gli si vuole far subire la dittatura ideale del mondo postmo-
derno e del suo relativismo etico. Dice San Ambrogio: “Se è necessario santificare il matrimonio con la benedizione sacerdotale, come si può dire che c’è matrimonio dove non c’è concordia?”. E lo stesso ancora: “Sappiamo che Dio è un po’ il custode del matrimonio e che non permetterebbe di macchiarlo, che se alcuno lo facesse, pecca contro Dio, di cui viola la legge. E quindi, siccome pecca contro Dio, perde il consorzio del Sacramento celeste”. Bisogna realizzare con perseveranza l’unione di due anime che fino a un certo tempo vedevano la vita ognuno sotto il suo piccolo cielo. So che dopo il matrimonio subentra la paura, anzi l’ossessione di non farcela, la colpa di non essere all’altezza di formare una famiglia; e così ogni rapporto diventa penoso e angosciante, talmente carico di tensione da lasciare vuoti e insoddisfatti. Ecco perché non è giusto ammettere i divorziati o risposati nella Chiesa. No! La Chiesa vuole esattamente il contrario; che si viva intensamente la propria vita coniugale, in tutte le sue espressioni – due in una sola carne – nell’ambito di un progetto cristiano, il matrimonio sacramento liberamente accettato e condiviso. Il motto “il sesso è tutto” serpeggia sempre tra i cattolici e anche tra alcuni sacerdoti, ma è il cuore che bisogna seguire; la ragione e la morale non servono a nulla. Il matrimonio è una stupenda vocazione, ma una vocazione che va presa sul serio, così essa si realizzerà in modo perfetto e vi si troverà molta più felicità di quanto non
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si aspetti. Nel matrimonio trionfi l’amore come re e regina che si fanno portare su un carro trionfale. Edmondo Del Prete
Estate in Romania Egr. direttore, anche quest’anno, per il settimo anno, alcuni giovani della bassa (Orzinuovi, Borgo San Giacomo, Quinzano, Pompiano, Coniolo, Faverzano) con il gruppo “Fatti di speranza”, hanno vissuto due settima-
ne di carità e servizio in una delle zone più povere della Romania. Con l’aiuto degli animatori locali hanno dato vita a quattro Grest in altrettanti villaggi. È stata un’occasione di incontro con una Chiesa povera e un popolo spesso disprezzato. Ma è stato anche un modo per confrontarsi con la Parola e, attraverso la carità e il servizio, porsi domande per la propria vita. Riportiamo la riflessione di uno dei partecipanti. “Ogni giorno nasconde un invito che il Signore ci rivolge. Un invito che posso
Concorso Fotogrest Nel territorio provinciale sono attivi circa 300 grest che vedono ogni anno l’impegno di oltre 8.000 animatori e circa 40mila tra bambini e ragazzi. Il tema del Cre-Grest 2010 era quello della terra. È il luogo dove poggiano i nostri piedi – e dunque dove viviamo, ci muoviamo – ma è anche l’estensione, le diverse regioni, paesi, territori abitati. È il pianeta dove si svolge la vita e la storia dell’umanità. Se il tema del cielo poteva essere definito come immenso, la terra di per sé non è una realtà “immensa”: al contrario ha dei confini ben delimitati. La terra è grande in quanto luogo della nostra vita, luogo dove si svolge la nostra esistenza e dove possiamo sperimentare l’immensità di Dio. La storia degli uomini non ha altro per svolgersi. La terra è il luogo della manifestazione di Dio.
Sale di Gussago
Pedrocca
Il grest è un’esperienza di animazione e formazione offerta dagli oratori bresciani ai bambini e ai ragazzi nel periodo estivo. Ormai da molti anni gli oratori hanno saputo, grazie al grest, offrire una risposta attiva al bisogno dei genitori di un luogo sicuro per i propri bambini durante le vacanze scolastiche. Il grest normalmente dura tre settimane, ma ci sono molti grest di quattro o sei settimane. In questo periodo prescolastico una quarantina di oratori della diocesi hanno offerto il grest, il minigrest o uno spazio compiti.
LA VOCE DEL POPOLO 10 SETTEMBRE 2010
accogliere o rifiutare. L’invito è a partecipare a un grande banchetto: Egli vuole per tutti la pienezza della vita. Passare 15 giorni in Romania d’estate a fianco dei più poveri e a contatto dei più piccoli è stato uno di questi inviti. Accogliere l’esperienza di farsi prossimo di un popolo povero e martoriato è rispondere all’invito del Signore e accettare di mettersi all’ultimo posto. Mettersi all’ultimo posto per stare con i poveri e servire. Mettersi all’ultimo posto per non vergognarsi di giocare e cercare di far divertire i bambini. Mettersi all’ultimo posto per provare la fatica del viaggio, della condivisione, dall’adattarsi, rinunciando a qualche comodità. Mettersi all’ultimo posto per spogliarsi del proprio orgoglio, delle proprie certezze, dei propri titoli, dei propri studi per farsi semplice presenza, disponibile a chi ti è affidato. Mettersi all’ultimo posto per ascoltare la Parola di Vita e servire i fratelli, nella preghiera e nella condivisione. Ed è proprio vero, come dice il Vangelo, che quando hai l’umiltà di metterti all’ultimo posto succede qualcosa di straordinario. Non sai chi, non sai come, eppure hai la percezione che chi all’inizio ti aveva invitato ti ha riservato il primo posto: mentre credevi di servire ti sei trovato servito come un ospite d’onore. Mentre mi sono trovato a prendermi cura degli altri ho sperimentato che era il Signore che si prendeva cura di me. ‘Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi,
li farà mettere a tavola e passerà a servirli’ (Lc 12, 37). Farsi ultimi con gli ultimi per sentirsi alla fine primi. Sottrarre, togliere, semplificare per trovarsi, non impoveriti, ma ricchi della totalità, della pienezza, della gioia… È questo il mistero nascosto della pienezza della vita che ci insegna il Vangelo. In Romania ho avuto conferma che funziona davvero… Grazie, Signore, perché mantieni davvero le tue promesse!”. Mauro Cinquetti
Difendere la vita dall’inizio Egr. direttore, l’embrione umano che è geneticamente appartenente alla specie umana, ma non ha ancora visibilità e nome, è uomo? Il tempo della gravidanza è fatto di una duplice attenzione: quella dell’attesa e quella dell’atteso. È un tempo particolare, perché è riempito da una vita umana. La gravidanza costringe a riflettere sulle ragioni della vita. La vita è un dono, un dono prezioso che ci è stato dato senza chiedere, in modo gratuito, è il bene supremo. Ma allora mi chiedo: tutte le piccole vite che vengono rifiutate hanno meno diritto di me di esistere? Come si può non capire che uccidendo il germoglio non potrà crescere nessuna pianta? Come si può negare agli altri una cosa che si è per prima cosa ricevuta? E con quali motivi si può giustificare? La Dichiarazione universale dei diritti umani afferma all’articolo tre: “Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla si-
curezza della propria persona”, con la stessa Dichiarazione viene approvata una legge che permette di scegliere della vita di un altro, inoltre di una persona innocente, umile e indifesa come un bambino ancora nel grembo. L’aborto viene presentato come conquista sociale, come affermazione di libertà della donna: gestire una vita o sopprimerla. L’aborto è la conquista sociale che a molte donne ha aperto la strada dell’angoscia per aver negato l’alterità del nascituro. Il bambino che una donna porta nel grembo non ha nessuna colpa, ma su di lui si rovescia, come un’orda barbarica, un tumultuoso fiume di pretesi diritti. Per tutti. Tranne che per lui. Resta il fatto che un figlio è sempre un dono e che la vita umana viene prima di tutte le istituzioni, per tutti dovrebbe valere una sola condizione: il rispetto della vita di chi è indifeso. E cosa c’è di più indifeso al mondo di un bambino ancora nel grembo? L’atteso infatti non ha alcun potere di imporre la propria esistenza. Gli esseri umani non sono merce. La vita è un dono fuori commercio e non ha prezzo. Nessuno può appropriarsi della vita di un’altra persona e usarla, perché nessuno può dare la vita ad un altro essere umano e nessuno può toglierla. Manuela Corazza
Una scuola di serie B Egr. direttore, la scuola italiana è da bocciare. Alle molte ore di scuola non corrisponde
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un eguale livello di apprendimento. A onor del vero i livelli di istruzione non sono male: i tassi di diploma in Italia coincidono con la media europea, 85%, e il tasso di passaggio all’università è del 53%, solo due punti in meno, e in entrambi i casi le femmine sono più numerose dei maschi. I dati sugli abbandoni universitari segnano un miglioramento, ma temo che scontino l’effetto di recupero esercitato dall’introduzione della laurea triennale, effetto che sta lentamente svanendo e riportandoci ai vecchi e pesanti livelli di abbandono. Pur concordando sul fatto che l’efficacia della scuola italiana è bassa, e certamente migliorabile, vorrei ricordare che è importante fare riferimento agli andamenti: in 10 anni la quota di italiani fra 25 e 64 anni in possesso del solo obbligo è diminuita di 11 punti, quella di diplomati è aumentata di sette punti e quella di laureati di nove, con un aumento annuo del 5,2% che è il più alto fra i Paesi europei dopo Polonia (+6,4%) e Portogallo (+6,2%). I dati finanziari sono da sempre la nota dolente. Trovo grave, piuttosto, che la quota maggiore della spesa, oltre l’80%, vada per le retribuzioni, confermando l’idea che la scuola italiana (ma forse anche i servizi sociali) sono pensati innanzitutto per gli operatori e non per gli utenti. Noto anche che il 92,3% dei fondi per l’istruzione vengono dal pubblico, il 6,0% dalle famiglie e solo l’1,7% dai privati. Paolo Tardini
Arriva dall’oratorio di Bione la fotografia che si aggiudica il concorso Fotogrest 2010. Succede nell’albo d’oro alla parrocchia di Sale di Gussago. Anche per questa edizione i vincitori si aggiudicano una macchina fotografica digitale e un abbonamento annuale al nostro settimanale. Nell’immagine vincitrice i ragazzi hanno raffigurato il logo dell’estate 2010: Sottosopra, come in cielo così in terra. Anche quest’anno sono molti gli oratori che hanno deciso di prendere parte al concorso, a tutti va il nostro sentito ringraziamento per aver condiviso con noi un momento importante della vita dell’oratorio. Ogni estate, infatti, tra giochi, laboratori e bans gli oratori si animano grazie al contributo dei tanti animatori e dei genitori. Molto spesso sono educatori che a loro volta sono stati educati e da piccoli hanno vissuto un’esperienza di socializzazione negli spazi offerti dal grest. Diventa un’occasione importante per fare al tempo stesso formazione e aggregazione. Certo non è da meno, per impegno e fatica, l’attività tradizionale che prosegue durante l’arco dell’anno. A tutti, ai curati e all’intera comunità educativa, l’incoraggiamento e il plauso di “Voce”.