Voce 2013 38

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Adro. Una domenica in fabbrica con la famiglia

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Unitalsi. Monari a Lourdes per il 90°di fondazione

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͛͘ —Ž–—”ƒ ‡ …‘�—�‹…ƒœ‹‘�‡ Teatro Grande. Lirica: pronti l Elisir per l’Elisir

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speranza e Alimentata dalla sper speculazione, strutturata sulla spec la tratta, uno dei piÚ floridi commerci del mondo fine: globalizzato, sembra senzai suoi spietata, con la sua logica spi che profitti, il carico di morte, il ato a Lampedusa ha emozion ati mondo, persino i compass europea. ne dell’Unio vertici del Per sconfiggere i negrieri una XXI secolo ci vorrebbe ill e o una

Regola le sagre e le feste Ǥ ”‡•…‹ƒ ͙͘ ‘––‘„”‡ ͚͙͛͘

e soluzione vera, innescar (e meccanismi di sviluppo Paesi nei prima ancora di pace) l’esodo d’origine, che rendano nte. convenie non e inutile Apparentemente non c’è della lĂ soluzione, dunque, al di non è pietĂ per le vittime. Ma sul cosĂŹ. Oltre a farci riflettere â€?, nostro “modello di sviluppopapa fare come non si stanca di relazioni sulle e Francesco, ci, tra sistemi economico-politi di tanto piĂš in questo tempo due globalizzazione, ci sono questioni da affrontare. La prima, di politica europea la e internazionale, riguarda e necessitĂ di una convinta tra strutturata partnership che Nord e Sud Mediterraneo, â€?

strumentalizzazioni e deve one terreno l’Italia, per una rivisitazi nceâ€? diventare veramente un di della complessiva “governa di “larghe inteseâ€?. Il punto la “legge anche dell’immigrazione. Tra partenza, guadagnato a Martelliâ€? del 1989, la “Turcosulla scorta di una spontane e la “BossiNapolitanoâ€? del 1998 e zione delle coscienz mobilita ne legislazio ultima e Finiâ€? del 2002, la dopo le recenti stragi, zzata sa, è sempre stata caratteri piĂš grave quella di Lampedu ze. Alla dalla rincorsa di emergen una riforma della proprio è sa, da prova della strage di Lampedu legislazione attuale, cosĂŹ limiti re il rispetto per la la legge del 2002 mostra ione del far coincide gli uomini con la vistosi, a partire dall’illus tutti di dignitĂ e. quadro pugno di ferro risolutor realistica percezione del in Ma sarebbe improduttivo geopolitico e degli interessi cultura lasciare il dibattito sulla gioco, in un tessuto di e revisione allo sterile civica forte, cioè di diritti e aâ€? e chiari pendolarismo tra “chiusur doveri di cittadinanza insomma passare “aperturaâ€?, buttarla precisi per tutti. CosĂŹ da parole, ti, impoten ancora una volta in politica, dalle troppe, questo che ovvero combattere su ai fatti, per piccoli e iniziali guerra cronaca tema la vecchia e stracca siano. Anche perchĂŠ la diventa aspetta. A tra gli schieramenti, che dell’immigrazione non poveri. la in concreto guerra tra dusa mentre continua L

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A volte anche la politica riesce a muoversi in anticipo e a non affrontare i problemi quando questi si presentano ormai come emergenze. In questo caso siamo al Pirellone dove una mozione (a ďŹ rma dei consiglieri d’opposizione Michele Busi, Giantonio Girelli e Giampietro Maccabiani) è stata approvata all’unanimitĂ (ma per questo un po’ annacquata) dal consiglio. Con la mozione si impegna la Regione a bloccare la possibilitĂ di nuovi impianti di trattamento riďŹ uti: i consiglieri avevano chiesto di bloccare il trattamento di riďŹ uti a Mazzano. La vicenda era iniziata nel 2009 con la prima richiesta da parte della ditta Portamb, ma sia il Comune di Mazzano che i Comuni limitroďŹ di Castenedolo, Calcinato e Rezzato avevano espresso ripetuti pareri negativi. Era sorto anche un comitato di cittadini che aveva raccolto oltre 12mila ďŹ rme per scongiurare tale insediamento. Il territorio ospita giĂ siti che hanno avuto e hanno effetti negativi sulla vivibilitĂ come la ex discarica di Rsu (in fase di boniďŹ ca), la cementeria e la cava di calcare dell’Italcementi, la Fassa Bortolo e altri ancora. Per non parlare della qualitĂ dell’aria. I cittadini hanno avuto la forza di far sentire la loro voce e sono stati ascoltati in un tempo ancora utile per fermare l’avvio della procedura. Mazzano ha vinto la sua sďŹ da, ma ora toccherĂ alla Regione capire se e dove ci sono i presupposti per collocare l’impianto: è probabile che la ditta avanzi altre richieste. Visto che è difďŹ cile, nel breve periodo, cambiare stile di vita (quindi consumare meno), è meglio confrontarsi sulla sostenibilitĂ ambientale di un determinato territorio per non ripetere gli errori del passato.

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Carceri. Amnistia e responsabilitĂ del Parlamento

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fatta a impertinente, soprattutto La domanda è abbastanza cambieresti del tuo oratorio?â€?. un adolescente: “Che cosa u di piĂš, sapendo, per altro, L risposta osa forse ancora La utilizzata al convegno nazionacche deve essere letta ed PerchĂŠ non mi bili. responsa dei l degli oratori: “Alcuni le Anzi, perchĂŠ mi fanno fare ffanno fare quello che voglio. La risposta sarebbe nella quello che vogliono loroâ€?. s solo che un adolescente voglia se si fermasse a metĂ : n no norma è nella definizione stessa quello che ce ne ha voglia f far fare e voglia direttamente nza. Ma che poi prosegua mettendoci del suo a d adolesce di ria re alla vita sociale e comunita p parte partecipa si dirĂ che poi manca di Certo o. proprio evento quotidian competenze sono cosĂŹ e cosĂŹ. n èp non to, che le disordina è che , Non chiede c costanza testa e con la sua volontĂ . M intanto c’è. Con la suae di cambiare le cose e anche un po’ le Ma di andarsenee, ma di restare ci manca oggi, visto che tutti vogliono esattam nte quello che le regole rischiano regole: esattame non cambieranno mai e nti! fuggire perchĂŠ tanto le cose miopi. W gli adolesce sempre piĂš insensate e di diventare se

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Entro dicembre terminano i lavori di ampliamento all’ospedale dove, con l’entrata in funzione della nuova ala, la capacitĂ ricettiva passerĂ da 136 a 169 posti letto. La vera novità è la richiesta avanzata alla Regione di dotare anche l’ospedale dell’emodinamica, vero salvavita per chi ha problemi di cuore.

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Nell’anno trascorso sono state 113 le persone (o gruppi familiari) che hanno bussato alle porte della Caritas, 30 persone in piĂš rispetto al 2011, di cui solo 10 di nazionalitĂ italiana. Dagli anni ’90 ďŹ no al 2008, la Valsabbia aveva accolto numerosi stranieri, soprattutto dal Marocco, che avevano trovato un’occupazione nel territorio. Ed è proprio con quest’ultimi, con gli immigrati, con le fasce piĂš deboli che la Caritas s’interfaccia maggiormente. Se 27 sono gli italiani che nel 2012 si sono rivolti all’ente caritatevole, i restanti 86 appartengono alle nazionalitĂ piĂš disparate: Marocco, Burkina Faso, ex Jugoslavia, Senegal, Costa d’Avorio, Pakistan, Egitto, Benin, Nigeria e Romania.1.060 borse alimentari, 255 capi di abbigliamento e 47 mobili. Ǥ ͙ͥ


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