Voce 2013 39

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L Corte di Cassazione, qualche settimana fa, ha condanLa nato una scuola milanese, rea di far giocare i bambini nel n ssuo cortile, dando ragione a un vicino troppo molestato dai rumori dei piccoli. A nulla è valso il fatto che fosse d sstato il Comune stesso a impugnare la sentenza di appello, ricorrendo in Cassazione con la speranza di ottep nere n spazio al diritto dei bambini di giocare all’aria aperta. t CosĂŹ questa scuola può usare i suoi spazi esterni solo ta per p un’ora e mezzo al giorno (tanto è risaputo che in Italia pe abbondiamo a abb di spazi per i ragazzi). La Corte riesce cosĂŹ in un u solo so colpo a ferire gravemente la Costituzione almeno in due sancisce, di fatto, la supremazia dei diritti dei singod punti: pu li sui dir diritti comuni e confina il diritto allo studio in uno spazio silenzioso. Soli e muti. Si può educare, ma senza tanto rumore. Il si Consiglio Co reg regionale lombardo all’unanimitĂ ha appena approvato una legge che stabilisce una minima distanza dei video poker dalle scuole l stabi e dagli oratori. Bene... anche se non vorrei che, tra silenzio e distanza, qualcuno si dimenticasse che, per educare, occorre rumore e vicinanza. dim

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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Esine. Le proteste per quei 200 metri mai finiti

ÍšÍ? ……Ž‡•‹ƒ Giornata mondiale Missionari sulle strade del mondo

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Í›Í? …‘Â?‘Â?‹ƒ Legge di stabilitĂ . Meno tasse, ma senza esagerare

͛͞ ’‘”– Brescia calcio. La fiducia ritrovata

”‡Â?†‡”‡ ‹ •‘Ž†‹ †‘˜‡ …‹ •‘Â?‘ La manovra per rimettere qualche soldo in piĂš in busta paga agli italiani e ridurre le tasse sul costo del lavoro alle aziende si sta rivelando piĂš una carta d’intenti che una scelta capace di dare un po’ di respiro alle tasche degli italiani. Va apprezzata la buona volontĂ del governo e la strada intrapresa, ma non è possibile non denunciare la mancanza di coraggio per reperire le risorse soprattutto laddove i soldi pare ci siano. Il caso piĂš emblematico è la vicenda sui soldi dei “signori del gioco d’azzardoâ€?. I numeri del fenomeno, lo sappiamo, sono da urlo: 80 miliardi l’anno di fatturato; 400mila le slot-machine in Italia; 15 milioni i giocatori abituali. Brescia brilla, come tutta la Lombardia,

per punti gioco e giocatori. Pare però che i bergamaschi siano “piĂš braviâ€? di noi: primi in Europa e terzi al mondo per numero di giocate con una spesa pro capite passata dai 330 euro nel 2001 ai 1703 euro del 2012. Una tragedia umana per una malattia (la ludopatia) che si pone ormai tra le piĂš gravi dipendenze del nostro tempo e di cui, come sempre, si fatica a prendere coscienza. Per tornare alla legge di stabilitĂ e alle risorse che dovrebbero finanziare l’abbattimento del cosiddetto cuneo fiscale, la domanda che molti si fanno è perchĂŠ a questo ricco settore non si fanno pagare i soldi che sarebbero dovuti. Non parliamo di briciole, ma di miliardi. E se per i lavoratori il governo stanzia 5 miliardi in tre anni (che si ridurranno a pochi euro in busta paga) e ad altri 5 miliardi alle aziende, per l’azzardo, pare che la cifra dovuta allo Stato sarebbe stata di 98,5 miliardi di euro. Ma facciamo un passo indietro. Per la Corte dei Conti e

per la Guardia di finanza i “signori dell’azzardoâ€? avrebbero dovuto pagare all’erario 98,5 miliardi di euro per il mancato collegamento delle slot che verifica le giocate e incassi nel periodo tra settembre 2004 e gennaio 2007. Per i giudici contabili, che confermarono successivamente l’impianto accusatorio, la penale era però da ricalcolarsi in 2,5 miliardi (incredibile!). L’estate scorsa il Governo decise di coprire parte del taglio dell’Imu con una sanatoria a favore di dieci societĂ concessionarie delle slot consentendo alle stesse di versare solo 620 milioni e chiudere cosĂŹ il contenzioso. MartedĂŹ scorso le porte della generositĂ dell’esecutivo Letta e dei partiti che lo sostengono si sono spalancate di nuovo. E come d’incanto la giĂ deprezzata quota di 620 milioni è stata ulteriormente ritoccata. Nuovo sconto: l’aliquota della sanatoria, cioè la percentuale da pagare su quella somma, si abbassa dal 25 al 20% (piĂš o meno

altri 100 milioni di euro in meno). Grandioso! Insomma i soldi ci sarebbero, ma la sudditanza del governo alle lobbies, la connivenza della maggioranza del Parlamento che diviene, di fatto, patto scellerato con le concessionarie dell’azzardo farĂ sĂŹ che ancora una volta a pagare siano le famiglie. Sul dramma del gioco un segno di speranza viene da Regione Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimitĂ una legge restrittiva sulle slot machine. Un buon segno per non abbassare la guardia, un passo di civiltĂ . In ogni caso, però, resta il problema delle risorse per far ripartire il Paese. E se il caso gioco d’azzardo è emblematico, altri sarebbero i capitoli da indagare per reperire ulteriori risorse: le pensioni d’oro e un possibile contributo di solidarietĂ , i mai sufficienti tagli ai costi della politica e agli sprechi... Insomma, la tentazione di pescare dove è piĂš semplice (le tasche dei cittadini) resta troppo forte.


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Verso una nuova idea di oratorio —”ƒ–‹ „”‡•…‹ƒÂ?‹ ‹Â? ƒ••‡Â?„Ž‡ƒ Â?‡‹ ‰‹‘”Â?‹ •…‘”•‹ ’‡” ‹Â?‹œ‹ƒ”‡ ‹Ž …ƒÂ?Â?‹Â?‘ †‹ …‘Â?ˆ”‘Â?–‘ ’‡” Žƒ †‡ˆ‹Â?‹œ‹‘Â?‡ †‹ —Â? Â?—‘˜‘ Â?‘†‡ŽŽ‘ †‹ ‘”ƒ–‘”‹‘ …ƒ’ƒ…‡ †‹ ”‹•’‘Â?†‡”‡ …‘Â? ‡ˆˆ‹…ƒ…‹ƒ ƒŽŽ‡ Â?—‘˜‡ •ˆ‹†‡Ǥ ‡ ‹Â?†‹…ƒœ‹‘Â?‹ †‹ …Š‹ DzÂ•Â–Â—Â†Â‹ÂƒÇł Žƒ ’ƒ•–‘”ƒŽ‡ ‰‹‘˜ƒÂ?‹Ž‡ ‡ †‹ …Š‹ ‘’‡”ƒ •—Ž …ƒÂ?’‘

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’evangelizzazione dei giovani, mediante la presenza amabile e proposte adatte ed esigenti ci obbliga a ridare slancio, coraggio e profonditĂ di fede alla pastorale giovanile, che può rischiare di restare pastorale di intrattenimento o di sola educazione civica, di formazione culturale o di generica apertura al trascendente. Generica elencazione di possibili rischi o cruda raffigurazione della realtĂ attuale di tanti oratori, quelli bresciani compresi? Queste parole di don Pascual ChĂĄvez che don Rossano Sala, docente di teologia fondamentale e di pastorale giovanile alla pontificia UniversitĂ salesiana di Roma, ha fatto proprie in apertura del suo intervento alla assemblea dei curati bresciani, tenuta a Brescia il 14 e 15 ottobre scorso, sono di quelle che obbligano a riflettere, a porsi delle domande, al di lĂ della loro fondatezza. Sono provocazioni, inviti alla riflessione utili in un momento in cui la Chiesa bresciana si avvia sul cammino che dovrebbe portarla alla definizione di un nuovo progetto educativo dei suoi oratori. Problema da preti? No, o meglio, non solo perchĂŠ per decenni l’oratorio, luogo fisico e figurato per esperienze assolutizzanti per intere (e numerose) generazioni, è diventato presenza centrale nella vita delle persone. Una sua revisione, come quella che ha in animo di

affrontare la Chiesa bresciana, dovrĂ coinvolgere tutti. Non a caso, come conferma don Marco Mori, direttore del Centro oratori bresciani, in queste pagine il cammino che parte dal basso interesserĂ chi abitualmente vive l’oratorio e, dunque, non solo i preti. A questi, però, si è rivolto don Rossano Sala camminando con loro in mezzo a quelli che potenzialmente sono i rischi e le derive a cui oratorio, ancorato a schemi e progetti che non sono piĂš attuali negli odierni contesti storici ed ecclesiali, rischia di essere esposto. Con toni tutt’altro che accusatori il salesiano ha dato degli oratori e della pastorale giovanile una lettura critica, che non nasconde ombre e derive preoccupanti. “Una lettura – afferma don Rossano Sala – che parte dalla voglia, che è tipica di tanti nostri oratori, di non perdere nessuno, mentre il Vangelo pone

delle esigenze che non possono banalizzare il fatto che qualcuno, nella logica di questo mondo, si perda per poi essere recuperato attraverso il sacrificioâ€?. D’altra parte lo GesĂš dinanzi all’esigente dono di sĂŠ, alla radicalitĂ della sua proposta, non ha domandato anche agli apostoli se se ne volevano andare? Allo stesso modo anche gli oratori e le proposte che questi mettono in campo non devono temere la chiarezze, l’adesione al Vangelo, anzi. “Questo – continua – è esattamente il momento di tirare fuori quella che è la differenza cristiana proprio per metterla nel mercato globale, ma come identificante. Per dirla in termini commerciali dobbiamo interrogarci su quello che è il brand cristiano. Bisogna chiarire questo aspetto in un contesto in cui tutto si identifica con una marca. Qual è quella cristiana? Qual è la sua caratteristica?â€? Non rispondere a queste domande apre la strada alla deriva di cui il salesiano, facendo proprie le parole di don Pascual ChĂĄvez, ha parlato ai curati bresciani in assemblea. Non ha nascosto, don Sala, la fascinazione che la “tentazione dei numeriâ€? esercita anche su chi vive l’oratorio e si impegna nella pastorale giovanile. “La tentazione di riempire un oratorio senza fare una proposta cristiana esiste, ma a questo punto qual è la convenienza di essere cristiani?â€? è la domanda pro-

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vocatoriamente posta dal salesiano. “Nell’ultima parte del suo pontificato – continua don Sala – Benedetto XVI

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ha sognato una Chiesa come minoranza profetica e significativa per il nostro tempo. Non dobbiamo farci sedurre dalla logica del ricondurre le masse massificandole, ma piuttosto da quella evangelica che è quella del lievito, del sale, della luce che sono qualitĂ che fecondano le masseâ€?. Rivolgendosi ai curati bresciani, protagonisti di questo primo passo verso una nuova idea di oratorio, di pastorale giovanile, don Rossano Sala ha raccomandato loro di essere all’altezza di ciò che predicano, per essere credibili e autorevoli. “Sta proprio in questo – ricorda indicando la via di una nuova progettualitĂ che affida alle persone prima ancora


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ǣ Aumentano i giovani che dicono di non credere. Ma tra costoro sono sempre meno coloro che si professano atei. Chi crede alla pratica religiosa, affianca l’impegno nel sociale e nel volontariato. Si trasforma anche la partecipazione ai riti. Si va meno a Messa, ma si partecipa di più a pellegrinaggi e processioni, forme riscoperte come nuovo modo di vivere la fede. Questo è il parziale identikit dei giovani lombardi che emerge dalla ricerca “Giovani

e fede. Identità, appartenenza, pratica religiosa dei 20-30enni”, realizzata dagli Oratori delle diocesi lombarde, presentata oggi nel corso del convegno regionale di Pastorale giovanile, intitolato “Vite da giovani”. Il volume “Giovani e fede. Identità, appartenenza e pratica religiosa” rientra nella collana “Gli sguardi di Odl” frutto del lavoro corale coordinato dagli Oratori delle diocesi lombarde. Rivolgendo l’attenzione in particolare ai

20-30enni della Lombardia, (l’11,2% della popolazione residente), si può osservare un fenomeno che in questa zona appare più accentuato che in altre: si evidenzia una radicalizzazione delle due posizioni più “estreme” rispetto alla Chiesa cattolica, cioè quella di coloro che si classificano come “non credenti” e, dall’altro lato, quella dei “credenti impegnati”. in Lombardia si dichiara “non credente” il 29,9% dei 20-30enni, contro il 27,6% dei loro coetanei in tutta Italia.

che alle strutture – la maggior fatica del nostro tempo: ripartire dalla qualità. In questo senso mi sembra l’idea di nuova evangelizzazione come conversione interna alla Chiesa sia un dato che deve essere preso molto sul serio. La Chiesa deve vuole convertire il mondo da deve prima tornare al Vangelo”. Un primo, semplice pilastro, attorno a cui va costruito tutto il resto. Dimenticarlo, in contesti che sono perennemente in divenire, a partire dall’orizzonte delle unità pastorali a cui la Chiesa bresciana sta guardando, rischia di far accellerare il processo di avvicinamento alla deriva indicata, con le parole di don Chavez, ai curati bresciani.

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Al di lĂ delle dichiarazioni piĂš o meno ufficiali solo lui, Erich Priebke, può sapere se si è davvero pentito. Detto questo, appare un po’ sopra le righe l’ondata emotiva scatenatasi all’indomani della morte dell’aguzzino nazista. Sulle esequie, va detto, che secondo il Diritto canonico possono essere negate dall’ordinario, cioè dal vescovo, “ai peccatori manifestiâ€? che prima della morte non abbiano dato segno di pentimento e ai quali “non è possibile concedere le

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esequie senza pubblico scandalo dei fedeliâ€?. Se gli sbagli terreni di Priebke sono giĂ stati evidenziati dalla storia, la misericordia di Dio va oltre le vicende umane. Si troveranno faccia a faccia. Se la vedranno loro, direbbe qualcuno. La sepoltura, però, non si nega a nessuno. O forse vorremmo anche noi farci prendere dalla bestialitĂ di Achille che nell’Iliade, dopo aver vinto Ettore, non vuole restituire il corpo? Nell’antichitĂ classica non restituire o profanare

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a preso il via nei giorni scorsi l’operazione militare umanitaria denominata “Mare nostrumâ€? con cui il governo, dopo la strage di Lampedusa, ha deciso di fronteggiare l’emergenza profughi. Nell’operazione sono utilizzate quattro navi della Marina (due pattugliatori e due fregate), oltre a una nave e a un paio di Drone, piccoli veivoli radiocomandati che, dotati di telecamera, dovrebbero consentire di tenere sotto controllo il confine delle acque territoriali italiane. L’operazione Mare Nostrum è uno strumento che, insieme a Frontex e Eurosur, dovrebbe rendere piĂš sicuro il mare e le coste europee. “Sottolineo – ha affermato il ministro della Difesa Mario Mauro presentando l’avvio dell’operazione – che ci muoviamo per primi e al limite delle nostre possibilitĂ nell’ambito di Eurosur, finalmente varato, che consentirĂ di controllare le frontiere all’interno di Frontex per dare un esempio chiaro e forteâ€?. L’Italia ha comunque intenzione di risollevare il problema in occasione del vertice europeo previsto il 24 ottobre prossimo. Un maggiore impegno dell’Europa è ciò che il premier Letta ha chiesto anche al Primo ministro finlandese nel corso di un incontro a Palazzo Chigi dei giorni scorsi. â€œĂˆ importante – ha affermato Letta – che insieme cambiamo le politiche

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infatti sbarcati sulle coste italiane 35.085 persone, 9.805 siriani, 8.443, 3140 somali, 1.058 arrivano invece dal Mali e 879 dall’Afghanistan. I dati sono stati diffusi dal prefetto Riccardo Compagnucci, vice capo dipartimento libertĂ civili e immigrazione del ministero dell’Interno, nel corso del convegno tenuto nei giorni scorsi a Roma dal Cir dal titolo “Accesso alle frontiere – accesso alla protezioneâ€?. Nel corso del convegno è stato messo in risalto come negli anni sia andata mutando la realtĂ del fenomeno migratorio, tanto che la maggior parte degli

il corpo dell’avversario significava condannarlo all’ignominia estrema. La mancata sepoltura impediva all’anima dell’eroe di varcare le porte dell’Ade. Ovviamente Priebke non ha niente a che fare con l’eroe omerico: è stato ed è un criminale che ha commesso azioni atroci contro l’umanitĂ . Non concedere la sepoltura, a mio avviso, altro non è però che cedere alla sete di vendetta. E nella vendetta non spicca mai l’umanitĂ dell’uomo. (Luciano Zanardini)

sbarchi di quest’anno sono motivati da ragioni di protezione internazionale. Il convegno promosso dal Cir aveva lo scopo di presentare il rapporto sull’accesso alla protezione finanziato dal Network of european foundation nell’ambito del Programma europeo per l’integrazione e la migrazione che intende favorire il passaggio da una visione incentrata prevalentemente sulla sicurezza e sulle attività di contrasto all’immigrazione irregolare ad un approccio che bilanci tali esigenze con il rispetto dei diritti umani, in particolare del principio di non-refoulement.

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&UHVFH OD FRQWD GHOOH WUDJHGLH La commozione e l’ondata di sdegno causata dalla tragedia di Lampedusa e dai suoi oltre 300 morti non è servita a evitare il ripetersi di drammi analoghi. Sarebbe di 50 morti, di cui 10 bambini, il primo bilancio di una nuova tragedia del Mediterraneo. Nel tardo pomeriggio dell’11 ottobre scorso, infatti. è stata data la notizia di un nuovo naufragio. Un barcone con a bordo almeno 250

migranti si è rovesciato a circa 60 miglia da Lampedusa. Secondo la Marina maltese, il naufragio sarebbe avvenuto intorno alle 17. I migranti avrebbero visto un aereo militare e avrebbero cominciato ad agitarsi per farsi notare. Di qui il capovolgimento dell’imbarcazione. Le autoritĂ di Malta hanno coordinato i soccorsi, con l’aiuto delle autoritĂ italiane. Il naufragio, in-

fatti, è avvenuto in acque di competenza Maltesi. Tra i migranti sono stati tratti in salvo 150 persone, tra cui 17 bambini, soccorsi da una nave maltese. Altre 56 persone, tra cui 9 minori, sono state tratte in salvo dalla marina militare. Nella stessa notte, poi, un altro sbarco: un barcone con 183 persone a bordo è giunto sull’isola di Lampedusa: tra i migranti anche 49 bambini che sono stati accom-

pagnati nel centro di accoglienza, ormai al collasso. “La nuova tragedia avvenuta nel Mediterraneo dimostra come sia sempre piĂš urgente lanciare una grande operazione Frontex di soccorso e ricerca nel Mediterraneo, da Cipro alla Spagnaâ€?, ha affermato il commissario per gli Affari interni dell’Unione europea Cecilia MalmstrĂśm. “Senza azioni concrete le espressioni di solidarietĂ restano parole vuoteâ€?.


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† ‘”•ƒ ƒ –”‡ ’‡” Žƒ •‡‰”‡–‡”‹ƒ ’”‘˜‹Â?…‹ƒŽ‡ Con l’ufďŹ cializzazione della candidatura del segretario uscente Pietro Bisinella (nella foto) si sono chiusi i giochi per la segreteria provinciale del Pd. Si sottoporranno al voto anche Antonio Vivenzi, sindaco di Paderno Franciacorta, e Michele Orlando, primo cittadino di Roncadelle. Una corsa a tre che non è particolarmente piaciuta a proprio Bisinella che, annunciando la propria ricandidatura, non ne ha fatto mistero. “Ho aspettato sino all’ultimo a presentare la

mia ricandidatura Č‚ ha affermato il segretario uscente Č‚ perchĂŠ ritenevo, e continuo a ritenere, che per il bene del partito fosse piĂš opportuno un progetto unitarioâ€?. Una prospettiva per la quale Bisinella sarebbe stato disponibile anche ad un passo indietro. Sotto la segreteria provinciale Bisinella il Pd di riconquistato tanti Comuni: Brescia, Desenzano, Palazzolo, Manerbio, Ospitaletto, Flero Darfo Boario Terme. “In quale squadra che vince si cambia

l’allenatore? – si è domandato Bisinella – Avrei preferito una stagione congressuale fatta di ampia e aperta partecipazione e con tempi adeguati per parlare di contenuti e programmiâ€?. Domenica 27 ottobre saranno i soli tesserati Pd a scegliere il nuovo segretario provinciale e i 100 membri dell’assemblea provinciale, a cui toccherĂ , nel caso nessuno dei tre candidati raggiunga il 50% piĂš uno dei voti validi, la scelta tra i due piĂš votati il 9 novembre. (m.v.)

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a Regione Lombardia ha la sua legge di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Il 15 ottobre scorso il Consiglio regionale, presieduto da Raffaele Cattaneo e alla presenza del governatore Roberto Maroni, ha approvato all’unanimitĂ con 73 voti favorevoli il progetto che accorpava quattro precedenti iniziative di Fratelli d’Italia, Lega Nord, Pd e della Giunta. Il progetto di legge 58, affidato alla IV Commissione AttivitĂ produttive e poi perfezionato da un tavolo di lavoro ristretto, è stato illustrato in aula dal bresicano Fabio Rolfi (Lega Nord). “I tredici articoli per la prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico – ha spiegato Rolfi – mirano non solo al contenimento della dipendenza da slot machine e gioco elettronico, ma dettano anche precise indicazioni per il coinvolgimento delle Asl e del Terzo settore nel sostegno ai ludopatici e alle loro famiglie, con l’indicazione di inserire il contrasto al “Gapâ€? (Gioco d’azzardo patologico) nel piano di azione regionale e nel monitoraggio degli osservatori lombardiâ€?. Uno dei principi cardine della legge consiste nella possibilitĂ di concedere agevolazioni fiscali ai fini Irap, con una riduzione dello 0,92% (il presidente della IV Commissione, Angelo Ciocca ha

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ziali o semiresidenziali di ambito socio-sanitario, centri giovanili e oratori. Ai Comuni sono concessi poteri di individuare altri luoghi sensibili e di prevedere forme premianti per i locali “no slotâ€?. I dipartimenti dipendenze e i servizi multidisciplinari accreditati dovranno garantire ai ludopatici e ai famigliari accoglienza, valutazione diagnostica, presa in carico e cura, reinserimento e coordinamento con le associazioni che si occupano di gap. I gestori dei locali in cui sono presenti slot dovranno frequentare corsi di formazione mirati (pena sanzioni fino a 5000 euro) e in caso di violazione delle norme potranno essere sanzionati con multe. Ogni anno la Regione stilerĂ infine un rapporto ad hoc sulla attivitĂ svolta, sui risultati ottenuti dalla legge e sulle criticitĂ riscontrate. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Giunta predisporrĂ un apposito marchio “No slotâ€?, rilasciato poi dai Comuni. L’aula ha anche approvato due ordini del giorno, uno a firma Pd, l’altro della Lega Nord, per destinare eventuali maggiori entrate da Irap all’assistenza dei ludopatici e delle loro famiglie e per sostenere, anche con consulenze legali, i gestori dei locali che avessero difficoltĂ o minacce di sanzioni per la disinstallazione delle apparecchiature.

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‘––‘˜‘…‡ ƒ…‡„‘‘Â? ‡ ‹Ž Žƒ––‡ ˜‡”•ƒ–‘ La cronaca bresciana ci restituisce in questi giorni la storia di una ragazzina di 12 anni della Bassa adescata da un “amicoâ€? svizzero di 26 conosciuto su Facebook e che ha rischiato di trasformarsi per lei, se non fossero intervenute le forze dell’ordine, in una gran brutta esperienza. E riparte il ritornello: è giusto permettere ai figli adolescenti di usare i social network? Facebook è davvero cosĂŹ pericoloso? Quando parlo di questo ai genitori uso spesso

un esempio. Ăˆ giusto permettere ai figli di guidare la macchina? Non è pericoloso? La risposta è immediata: se un figlio ha compiuto 18 anni, ha preso la patente gli si deve permettere di imparare a guidare. Questo non evita purtroppo tutti gli incidenti stradali che possono a volte mettere a rischio la vita. Analogamente il ragionamento potrebbe valere anche per Facebook. Nell’epoca della comunicazione e dei nativi

digitali è assurdo e forse nemmeno utile pensare che un ragazzo oggi non usi internet o non si iscriva a Facebook. Il problema semmai è quando è in grado di gestire responsabilmente le dinamiche che la rete e i social network attivano. La risposta non è scontata. Ogni genitore conosce i suoi figli e ne valuta la maturitĂ Mi permetto però di ricordare che qualche limite c’è. Troppi sono i bambini sotto i

13 anni presenti in rete con il permesso dei genitori. I limiti servono a volte per tutelare, ma se si scavalcano agevolmente? �Ma i ragazzi vogliono Facebook!� Anche l’introduzione alla rete e ai diversi ambienti della rete dovrebbe essere graduale. Se a 10 anni regaliamo ai figli uno smartphone con il collegamento ad internet, come pretendere di limitarli quando gli abbiamo dato lo strumento per entrare in rete? (Adriano Bianchi)

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L’Europa si allontana dalla moneta unica Non passa mese ormai che non si assista ad uno scossone monetario (...). Gli esperti sanno perchĂŠ questo avvenga (...). Ma la gente, l’opinione pubblica non si raccapezza gran che di fronte alla lira che scivola, al marco che scoppia per la troppa salute, al fiorino olandese che si trova esso pure in difficoltĂ , al dollaro colpito ormai da un malanno cronico di non facile pronta guarigione. Eppure la spiegazione non è difficile da dare. Sul futuro del dollaro si nutrono dubbi e paure non perchĂŠ l’economia degli Stati Uniti sia in ginocchio. Anzi. Ma perchĂŠ di dollari ce ne sono troppi in giro per il mondo, e quando una merce abbonda rispetto alle necessitĂ (ed anche la moneta è in un certo senso una merce) finisce per perdere valore, e la gente, i risparmiatori, gli operatori tendono a disfarsene. La cosa non sarebbe gran che pericolosa e preoccupante se il dollaro fosse una qualsiasi moneta come la lira italiana o il franco francese. Ăˆ stata la moneta con la quale, da piĂš di un quarto di secolo, si scambiano tutte le merci in ogni parte del mondo: da Los Angeles a Francoforte, a Tokio, a Hong Kong; e con la

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moneta che tende inesorabilmente a deprezzarsi; per via insomma della baraonda monetaria che ha detronizzato l’unica moneta internazionale (il dollaro) in rispettata e stimata circolazione sino all’altro ieri. Con che sostituirla? Non con l’oro, e per due motivi essenziali: il primo, perchĂŠ di oro ce n’è parecchio tesaurizzato dentro i materassi dei contadini francesi, o nei preziosi

della borghesia medio-grande di tutti i Paesi, o nei forzieri delle banche centrali; ma ce n’è una quantitĂ insufficiente per il mondo come mezzo con cui scambiare le merci fra un Paese e l’altro. Il secondo motivo – senz’altro il piĂš importante – è che i produttori del metallo giallo sono il Sud Africa e l’Unione Sovietica, due Paesi ai quali l’Occidente industrializzato non è disposto a far gestire

il rubinetto della liquiditĂ internazionale (...). In questa situazione di assenza di un metro monetario che valga sotto tutte le latitudini (...) sta avvenendo la corsa all’acquisto del marco tedesco ritenuto la moneta piĂš robusta di un edificio monetario traballante. Lo chiedono gli sceicchi del petrolio in cambio appunto del petrolio; lo chiedono le societĂ multinazionali anche nella speranza di guadagnarci su; (...). Per l’Europa del Mec questa situazione è pericolosa, e a rendersene conto si fa presto. L’incremento di valore del marco non dipende soltanto dalla robustezza dell’economia tedesca, ma soprattutto dalla crisi del sistema monetario internazionale. Rimanere legati al marco da un rapporto quasi fisso significherebbe farsi trainare dalla moneta tedesca per i sentieri in salita di una rivalutazione monetaria che altri Paesi europei difficilmente potrebbero sostenere senza veder cadere le loro esportazioni e prosciugare le loro riserve valutarie. La recente rivalutazione solitaria del marco significa questo, e significa anche che l’Europa dalla moneta unica, anzichĂŠ avvicinarsi, tende ad allontanarsi.


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Tre cori insieme per celebrare l’autunno. Sabato 19 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di San Giorgio di Villa Pedergnano, si esibiranno tre prestigiosi cori nell’ormai affermato “Concerto d’autunnoâ€?. Il coro è una forma di espressione diffusa nelle culture umane e presso le civiltĂ antiche. I greci assegnarono alla coralitĂ , presente nella tragedia, un notevole valore educativo. Dal canto gregoriano alle composizioni del Novecento, il coro è parte

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essenziale della storia della musica occidentale Lo spettacolo avrĂ inizio alle ore 20.30 con ingresso libero. I cori che si esibiranno sono: il coro “Aqua Ciaraâ€? di Vicenza che sotto la guida del direttore Franco Zini ha creato un repertorio vasto tra canti popolari di montagna a composizioni piĂš signiďŹ cative sia a livello nazionale che internazionale; il coro “Corale Savaniâ€? di Modena diretto da Giampaolo Violi che ormai dal 1986 rievoca grandi classici come

Vivaldi, Mozart, Bach sconďŹ nando a volte anche nel pop-rock o nel folk e inďŹ ne il coro Prealpi con il direttore Samuele Pedergnani. Il coro Prealpi è nato nel 1970 da un gruppo di amici che condividevano la passione per il canto, portando alla ribalta pagine classiche e operistiche ma anche canti della tradizione dialettale bresciana. Per la prima volta questi tre cori si trovano insieme in un’esibizione che riserverĂ spettacolo nonchĂŠ piacere a tutti gli spettatori.

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siamo a quattro. Anni. Tanti ne sono serviti finora all’Anas per un pezzo di strada lungo 200 metri che non è ancora finito. Il nuovo svincolo dell’ospedale di Esine sulla statale 42 è impantanato nella selva di leggi, decreti e regolamenti che disciplinano il sequestro di un cantiere edile da quando, a marzo, al suo interno vennero ritrovati “rifiutiâ€? che, almeno stando a quanto raccontano i protagonisti della vicenda, altro non sono che materiale da demolizione proveniente dallo stesso cantiere. Eppure questo basta per bloccare un’opera la cui realizzazione era iniziata nell’ottobre del 2009 e che, stando a quanto riportava il primo cartello esposto all’esterno del cantiere, dovevano durante “210 giorniâ€?. “CosĂŹ non si può andare avanti – esclama il sindaco di Esine Fiorino Fenini, fresco di nomina in ComunitĂ montana nelle vesti di assessore ai lavori pubblici – e nel mio nuovo ruolo prometto di impegnarmi al massimo per risolvere questa vicendaâ€?. Vicenda sintomatica di come funzionino gli appalti pubblici in Italia, dei ritardi che li accompagnano e dell’inevitabile spreco di risorse (se non finanziarie, quanto meno di tempo e di impegno amministrativo). Cinque anni fa la ComunitĂ montana e l’Anas avevano raggiunto un accordo per realizzare il collegamento diretto tra l’ospedale e

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70% di questa cifra pur di far aprire e chiudere i lavori in sette mesi. Il primo inverno se ne era andato con lo scavo lasciato a metà : faceva freddo e non si potevano spostare i tubi del metano. In tutto il 2010 non era stato fatto praticamente nulla, mentre a marzo del 2011 era stata realizzata una bretella alternativa per consentire lo sbancamento sotto l’attuale tracciato della statale 42. Ebbene, quella bretella era rimasta aperta un solo giorno perchÊ poi aveva ceduto sotto il peso di camion e rimorchi. Di fronte a quel disastro, l’Anas si era decisa a rescindere il contratto con la Coges srl, una

pratica che aveva bloccato l’opera per un altro anno. E si arriva a 12 mesi fa, quando l’Anas riesce a riappaltare l’opera alla Torrente di Parma che ha ceduto un ramo di azienda alla Igea Spa di Fontevivo, che a sua volta ha subappaltato i lavori alla Pedretti di Bienno. E la Pedretti di Bienno, dopo aver lavorato inizialmente di buona lena, già a novembre del 2012 si era interrotta perchÊ i soldi non le arrivavano puntuali nonostante i vari stati di avanzamento dei lavori. Tra un continuo tira e molla, si era arrivati alla mattina del 21 marzo scorso quando i carabinieri misero i sigilli.

$QDOIDEHWLVPR VXOO¡DPRUH La commissione per la pastorale sociale della zona del Sebino organizza una serie di incontri. La scelta del tema è legata alle violenze che avvengono all’interno della famiglia e/o nei rapporti di coppia. Fino a qualche anno fa si catalogavano questi delitti nella categoria della follia individuale. Oggi non si può sfuggire all’idea che la follia abbia assunto dimensioni collettive. Al centro della crisi un analfabetismo di ritorno sull’amore. Per

questo è stato elaborato un percorso per una riflessione sull’amore e dintorni con “L’amore è ancora una cosa meravigliosa?â€?. Il primo è mercoledĂŹ 23 ottobre alle 20.30 presso il cinema teatro di Provaglio d’Iseo: l’attore Luciano Bertoli, accompagnato dalla chitarrista Ombretta Ghidini, legge gli ultimi quattro capitoli de “La sonata a Kreutzerâ€? di Lev Tolstoj sull’amore possessivo e la gelosia. MercoledĂŹ 20 novembre, alle 20.30, presso il teatro

dell’oratorio di Passirano, si discute su “La crisi dei modelli familiariâ€? (Ileana Montini, sociologa, psicologa e psicoterapeuta). Gli altri due incontri sono il 22 gennaio presso la sala della comunitĂ di Marone su “Il valore della sessualitĂ nella vita della personaâ€? (Lucia Pelamatti, psicoterapeuta, sessuologa) e il 19 febbraio presso il cinema di Sale Marasino su “Fatti a immagine e somiglianza di Dio amoreâ€? (Valeria Boldini, teologa, nella foto).

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Nava, docente di Letteratura italiana presso l’UniversitĂ di Siena, che fornirĂ i riferimenti per la comprensione del proďŹ lo letterario delle celebri Lezioni americane di Calvino, preparate dallo scrittore italiano nel 1985 per un ciclo di sei lezioni all’UniversitĂ di Harvard previsto per l’autunno di quell’anno, ma mai tenutosi a causa della morte dell’autore, avvenuta nel settembre 1985. Ogni lezione prende spunto da un valore della letteratura che Calvino considerava importante

e alla base della letteratura per il nuovo millennio. L’ordine delle lezioni non è casuale, ma segue una gerarchia decrescente: si comincia dalla caratteristica piĂš importante, la leggerezza, per procedere con la trattazione di quelle meno essenziali, rapiditĂ , esattezza, visibilitĂ , molteplicitĂ . Gabriele Lolli (nella foto), professore di ďŹ losoďŹ a della matematica e di logica matematica presso la Normale superiore di Pisa, dedica tre lezioni alle caratteristiche di leggerezza

(venerdĂŹ 25 ottobre), esattezza (mercoledĂŹ 30 ottobre) e visibilitĂ (venerdĂŹ 8 novembre). L’obiettivo delle lezioni, che si tengono sempre alle 16 presso il Museo di Scienze Naturali di via Ozanam 4, è fornire un’idea del vero potenziale formativo della matematica e di come il pensiero matematico non sia estraneo a quello poetico e piĂš in generale letterario, nel tentativo di scardinare il pregiudizio che vuole la matematica una disciplina arida, distante dal pensiero umanistico.

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bbiamo molte persone che non riescono ad arrivare a fine mese o che non riescono a pagare l’affitto. Sappiamo delle liste d’attesa per le case popolari, sappiamo degli sfratti per morositĂ incolpevole. Il sapere che ci sono migliaia di persone in lista d’attesa pone in risalto il “problema casaâ€?, questo senza mettere in secondo piano o dimenticare altre problematiche. Penso che avere l’esigenza di dover introitare 60 milioni di euro, avendone solo 10 nelle casse comunali, significa dover fare tagli drasticiâ€?. Questa la premessa dell’assessore ai Lavori pubblici e alla Sicurezza del Comune di Brescia, Valter Muchetti. Da qui la necessitĂ di fare delle variazioni n seno al Piano delle opere pubbliche. PrioritĂ al sociale. Questo l’indirizzo dell’amministrazione targata Del Bono, sebbene vi siano interventi – come ha spiegato Muchetti – che non possono essere posticipati ulteriormente, a partire dalla messa a norma antisismica degli edifici. Il non poter effettuare tutti gli interventi previsti implica la rivisitazione di alcuni progetti, compresi quelli che, dopo un primo step, sono stati bloccati, come nel caso della ristrutturazione della pinacoteca cittadina. 10 milioni di euro, a tanto ammonta il preventi-

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secondo l’assessore, “dire eccessiva è ancora pocoâ€?. La giunta deciderĂ in merito nei prossimi giorni, ma l’esborso dei restanti 8 milioni viene escluso a priori: “bisognerĂ quindi prevedere una revisione alle speseâ€?, tenendo sempre presente, sottolinea ulteriormente Muchetti, che “prima dobbiamo dare risposte alla cittadinanza per quanto concerne i beni primari, verrĂ poi il restoâ€?. Fra le prioritĂ rientra anche il tema della sicurezza nei quartieri, un argomento che la giunta ha affrontato mettendo in campo “le sentinelleâ€?, che nulla hanno a che spartire, sot-

tolinea l’assessore, con le ronde che, “come progetto, oltre a non essere decollato nĂŠ a Brescia nĂŠ nel nord Italia e men che meno nel resto del Paese, era una contraddizione, una cosa illogica e senza sensoâ€?. Al contrario, “insegnare ai cittadini a guardare la realtĂ con l’occhio della poliziaâ€?, analizzando certe situazioni con lenti tecniche, sarebbe giĂ un atto di prevenzione nei confronti di certi fenomeni di microcriminalitĂ .â€?Se dovessimo avere nei quartieri due o tre persone che si fanno carico di raccogliere le indicazioni, con il filtro della poliziaâ€?, potrebbe essere un monito per i malintenzionati. Talvolta il pericolo piĂš grande è l’indifferenza – evidenzia l’assessore-. “Se invece mi sta a cuore la sorte del mio vicinoâ€?, e la cosa fosse reciproca, probabilmente “andremmo a rilegare quei tessuti sociali tipici dei quartieri, delle periferie, che possono fare la differenzaâ€? anche in merito all’azione delle forze dell’ordine. Riappropriarsi della cittĂ attraverso una rinnovata coscienza civica, questo il messaggio dell’assessorato presieduto da Muchetti che, per raggiungere l’obiettivo, ha intenzione di partire dagli studenti:â€?Tutto ciò che i ragazzi imparano a scuola lo portano a casa, innescando poi un processo virtuosoâ€?, a tutto vantaggio per la qualitĂ di vita della cittĂ .

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8Q FRQIURQWR VXOO¡XPDQR Stabilire un confronto tra le visioni dell’umano nelle principali religioni. Questo è l’obiettivo dell’Acccademia cattolica che, dopo aver riettuto sul tema “Religioni e convivenza civileâ€? per veriďŹ care se le religioni siano ostacolo o risorsa per la convivenza civile, prosegue la ricerca domandandosi come si possa costruire un nuovo umanesimo, in dialogo con le religioni e con le varie forme di sapere. La scelta nasce dalla considerazione che i paradigmi dell’umano che la tradizione ci ha trasmesso sono radicalmente messi in crisi, ma si fatica a intravederne di nuovi. Si vuole veriďŹ care come i diversi saperi si pongano in rapporto all’umano. Che visione dell’umano suppongono, presentano, vogliono realizzare? Questa prospettiva potrebbe riprendere la dimensione antropologica inclusa nel lavoro dei borsisti e approfondirla in confronto

con la fede cristiana e le altre fedi, in vista della costruzione di una cittĂ interculturale e multireligiosa. Suppone un confronto e dialogo sul modo di pensare la fede, la ragione, la ďŹ losoďŹ a, l’economia, il diritto, l’universo, la donna, l’uomo, la famiglia... Il primo anno (2013-2014), dopo un incontro introduttivo sull’orizzonte che l’attuale situazione ďŹ nanziaria delinea (anche in questo settore della convivenza è in gioco l’umano), propone un dialogo con i rappresentanti delle principali religioni mondiali. A ciascuno di essi verranno poste le seguenti domande: come nella sua religione si pensa l’uguaglianza tra le persone umane, in particolare della donna? Che considerazione si ha in genere della Carta dei diritti dell’uomo? Su quali basi si pensa si possa costruire una convivenza paciďŹ ca? In che modo la fede da lei professata incide nelle

relazioni con gli appartenenti ad altre religioni o con gli atei? Come si pone la sua religione in rapporto al progresso scientiďŹ co? Che visione si ha della vita umana (nascita, malattia, amore, morte) nel mondo? Il calendario è il seguente: il 23 ottobre alle 18 GaĂŤl Giraud con “L’illusione ďŹ nanziariaâ€? presso l’aula magna dell’UniversitĂ cattolica in via Trieste 17; il 20 novembre alle 18 confronto coll’islam con Kamel Layachi; il 13 dicembre, alle 18, il buddismo con Bruno Tonoletti; il 16 gennaio alle 18 l’induismo con Suamini Hamsananda; il 12 febbraio alle 18 l’ebraismo con Giuseppe Laras; il 13 marzo il cristianesimo con Giovanni Ferretti; il 31 maggio alle 9.15 con Daniele Menozzi il percorso che ha portato alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Gli incontri si tengono presso la sede dell’Accademia in via Gabriele Rosa.


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partecipazione. “Servire è donare – ha esordito il Governatore – e questo luogo ne è la migliore testimonianzaâ€?. La struttura è nata in occasione del Giubileo del 2000 su iniziativa di Caritas diocesana, delle Suore Ancelle della CaritĂ (è dedicata alla memoria della nona superiora generale della Congregazione fondata da S. Maria Crocifissa di Rosa) e di altre realtĂ caritative della Diocesi ed è gestita dall’associazione “Casa Betel 2000â€?. Ogni giorno

la mensa sforna pasti per 160 indigenti, che sono serviti da decine di volontari. Coloro che di solito “non riusciamo a vedereâ€? vengono accolti come fratelli, viene loro offerto un pasto caldo quotidiano e la possibilitĂ di parlare con operatori preparati. Ma non solo. “Nell’edificio – ha spiegato Giorgio Cotelli, direttore della Caritas di Brescia – trovano spazio una struttura permanente per donne in difficoltĂ e una stagionale legata all’emergenza

freddoâ€?. “Dare appuntamento per un evento cosĂŹ importante quale la visita del Governatore – ha precisato Leombruno – in un luogo solitamente frequentato dai piĂš umili della societĂ , i senza tetto, e consumare lĂŹ la cena, a prima vista può apparire insolita per un Rotary Club. Ma quel luogo, quella mensa, è di sollievo alla sofferenza e quindi rappresenta un simbolo dell’impegno rotarianoâ€?. Ben riassunto nel motto: vivere il rotary per cambiare vite. (v.b.)

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’Aido festeggia i suoi primi 40 anni. Lo fa a livello nazionale perchĂŠ è nata a Bergamo nel febbraio 1973 e lo fa a Brescia perchĂŠ è stata fondata il mese dopo. I primi incontri del gruppo promotore bresciano si sono tenuti negli uffici della “Voceâ€? in via Tosio e la prima sede dell’associazione fu per anni in Palazzo San Paolo. Fra le iniziative promosse per celebrare l’anniversario, ha avuto una partecipazione significativa il convegno di studio tenutosi sabato 12 ottobre presso la sede provinciale dell’Avis, intitolato “Passato-presente-futuro: per la donazione, per il trapiantoâ€?. Il passato è stato rievocato dal prof. Rosario Maiorca e da Angelo Onger, perchĂŠ l’idea è nata dopo che il secondo aveva intervistato il primo (intervista pubblicata su “Voceâ€? nel febbraio 1973). Il prof. Maiorca ha impiantato, a partire dal suo arrivo a Brescia nel 1970, il reparto di nefrologia degli Spedali Civili e ne è stato il primario, e direttore della cattedra universitaria di nefrologia, fino al 2003. Nel suo intervento Onger ha ricordato che fu il prof. Maiorca durante l’intervista a indicare la necessitĂ di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessitĂ della donazione, mentre la scienza medica apriva la strada dei trapianti come ancora di salvezza per molti pazienti altrimenti destinati a morire. Il prof. Maiorca

ha raccontato la storia medica della nefrologia. Un cammino che è stato integrato dalle relazioni di Mario Scalamogna e Giovanni Piccolo, passato e presente del Nord Italia Transplant program (NITp) che da Milano coordina l’attivitĂ trapiantistica nel Nord (comprende un’area di circa 19 milioni di abitanti in Lombardia, Veneto, Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Marche). Hanno completato il quadro del presente Paolo Geraci

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del S. Matteo di Pavia e Giampaolo Azzoni dell’UniversitĂ di Pavia. Il futuro è stato descritto dall’ing. Andrea Remuzzi ricercatore dell’Istituto Mario Negri e docente dell’UniversitĂ di Bergamo. L’ing. Remuzzi ha illustrato le ricerche in corso che si sviluppano intorno alla possibilitĂ , in un futuro senza tempo, di “restaurareâ€?, tramite la rigenerazione delle cellule, gli organi malati per rendere possibile l’autotrapianto. Il presente è caratterizzato da una situazione di stallo: le liste d’attesa (in media 10mila pazienti) restano costanti perchĂŠ i circa 3000 trapianti annuali non vanno oltre la copertura del fabbisogno insorgente ogni anno. Tra i dati presentati sabato scorso ne segnaliamo uno: dal 1972 al 2012 nella zona del NITp i donatori sono stati 9300 per 28mila pazienti su 48mila in attesa. Il numero di donatori italiani è di 20 per un milione di abitanti contro una media europea di 15. Al primo posto c’è la Spagna con una media superiore a 30. Brescia è a metĂ strada fra l’Italia e la Spagna. Tuttavia è ancora alta la media delle opposizioni dei familiari al prelievo: 30% a livello nazionale, 28,6% in Lombardia. La nota positiva riguarda l’innalzamento dell’etĂ dei possibili donatori. Fino a non molti anni fa non si andava oltre la soglia dei 60 anni: uno degli ultimi prelievi a Brescia è stato eseguito su una persona di 82 anni. Il futuro è nelle mani di tutti.

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—‘”‡ Â?‹…‘ ”‡ Â˜Â‘ÂŽÂ–Â‹ÇĄ –”‡ •–‘”‹‡ †ƒ ’”‡Â?‹ƒ”‡ La bontĂ 2013 di Cuore Amico ha il volto di Piera Tortore, missionaria in Congo, padre Giorgio Nonni, missionario in PerĂš, e suor Paola Battagliola (nella foto), che presta la sua opera in Timor Est. La consegna dei premi si terrĂ sabato 19 ottobre alle 9.30 a Brescia, all’auditorium Mons. Capretti in via Piamarta. Piera Tortore prepara la valigia. Medico con tre specializzazioni, lascia il suo piccolo paesino in provincia di

Cuneo alla volta della Repubblica democratica del Congo. Sa che andrĂ ad aiutare gente povera. Quello che ancora non sa è che in quel Paese martoriato ďŹ nirĂ per rimanere la bellezza di 23 anni. Vive l’orrore di tre lunghe guerre, si prodiga molto per i malati, costruendo un reparto per i pazienti terminali e ristrutturando il dispensario. Ma ancora di piĂš fa per i bambini: ne “adottaâ€? 20, ospitandoli nella casetta in cui vive, all’interno

dell’ospedale. La storia “missionariaâ€? di padre Giorgio Nonni, classe 1953, originario di Faenza, nasce tra le ďŹ la dell’Operazione Mato Grosso, di cui conosce il fondatore, il salesiano Ugo De Censi. Dopo varie esperienze di volontariato, diventa sacerdote a Chacas e viene inviato dal vescovo locale a Lamellin, una sierra vasta e poverissima. Si occupa di questa missione e ne fa nascere altre. Nella parrocchia apre cinque

scuole professionali gratuite per i giovani. La terza premiata, suor Paola Battagliola, è bresciana, di Manerbio. Nata nel 1952, religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, viene inviata per la prima volta in missione nel 1988 a Timor Est. L’anno dopo apre un ambulatorio. Rivolge molta attenzione alle ragazze: per loro, apre le porte di una scuola professionale, di tre comunitĂ salesiane, del noviziato, di una scuola materna e di una scuola elementare. (m.v.)

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el quartiere Casazza, a Brescia, domenica 13 ottobre si è tenuta l’inaugurazione del nuovo teatro della comunitĂ , ristrutturato dopo tre anni di lavoro. L’evento si è aperto con uno spettacolo e una performance dei giovani con canti e musiche dal vivo. All’evento ha portato il suo saluto anche il vescovo Luciano Monari, che ha avuto parole di elogio per la struttura: “Il teatro è bello perchĂŠ in linea con la crescita dei ragazzi, il vero punto cardine di una societĂ â€?. I lavori di ristrutturazione non hanno implicato solo il teatro stesso, ma anche tutti i locali adibiti ai servizi, ad esempio, l’area cucina e il garage. Il parroco don Gianmario Biemmi ha esposto i motivi per i quali la comunitĂ ha ritenuto opportuno investire nel rinnovo dei locali dell’oratorio: “Era necessario ed era da fare‌ Ăˆ stato un recupero per la comunitĂ per far sĂŹ che i ragazzi si esprimanoâ€?. Dal 2010 il parroco della comunitĂ cittadina dedicata a Maria Madre della Chiesa è don Gian Mario Biemmi. Il teatro può essere visto come un elemento da valorizzare per incontrare il mondo giovanile. “Lo abbiamo fatto per anni. Risponde – commenta Monari – alle esigenze contemporanee e nuove: capacitĂ di stare insieme necessariaâ€?. PiĂš in generale l’oratorio resta un punto di

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in condizioni pessime con un grave deficit riguardante principalmente la copertura e le gronde; l’interno presentava impianti fatiscenti e non a norma cosĂŹ pure gli ambienti annessi al teatro. Si è deciso il suo “restylingâ€? con l’adeguamento alla normativa degli impianti esistenti, la trasformazione della sala platea da 240 posti a 90 posti, l’allungamento del palco e la formazione di un retro palco per l’allestimento delle scenografie. Sono stati risistemati gli ambienti che erano adibiti a garage e i vecchi spogliatoi (edificati negli anni Ottanta) annessi al teatro, realizzando, oltre agli spogliatoi degli artisti (con annessi servizi e docce), dei nuovi ser-

vizi igienici ad uso dell’oratorio per le attivitĂ all’aperto. Con l’edificazione del vano a servizio ristoro con fuoco a barbecue, l’intervento nel suo insieme ha permesso di riqualificare interamente quella parte esterna di oratorio che era fatiscente. Massima attenzione al superamento delle barriere architettoniche eliminando i dislivelli attraverso rampe di raccordo. Il rinnovamento strutturale può diventare un’occasione per la parrocchia Maria Madre della Chiesa di avvicinare i giovani all’arte della recitazione e della musica per renderli protagonisti e interpreti della profonda carica umana e simbolica che la cultura riesce a trasmettere.

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Grosso – Associazione Don Bosco 3A e della parrocchia di Santa Maria Assunta. “Tutto quello che è stato prodotto – ricordano gli organizzatori – lo si deve a giovani intagliatori e scultori peruviani delle varie “Famiglia de Artesanos Don Boscoâ€?, scelti tra i piĂš poveri delle vaste parrocchie di quel Paese. Accolti per 5 anni nella casa-scuola ed educati al lavoro, all’arte e all’amore verso la propria terra, questi ragazzi, terminata la scuola, ricevono una cassetta con tutti gli attrezzi con i quali

guadagnarsi il pane e dare un senso alla propria vitaâ€?. Le “Famiglia de Artesanosâ€? raccolgono una serie di persone che condividono l’insegnamento di padre Ugo De Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, che invita a non pensare solo a se stessi, ma ad aiutare chi è piĂš povero sostenendo i bisogni dei vari villaggi del Terzo Mondo. Attualmente sono circa 650 i giovani dislocati nelle 14 “Famiglia de Artesanosâ€?: “Il nostro obiettivo – concludono gli ideatori dell’esposizione – è

che, attraverso i lavori di artigianato esposti, si possa offrire una speranza di vita piĂš dignitosa per tanta povera genteâ€?. Acquistare un mobile o uno dei tanti oggetti tipici della cultura peruviana, dunque, equivale a compiere una buona azione sostenendo concretamente iniziative solidali. La mostra “Arte e caritĂ â€? osserva i seguenti orari: il venerdĂŹ dalle 9 alle 12, il sabato dalle 15 alle 20, la domenica dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 20. Per informazioni ci si può rivolgere all’Oasi dello spirito. (f.m.)

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nuando una comunitĂ si rimbocca le maniche e orgogliosa del suo passato interviene per ristrutturare e sistemare le sue strutture, investendo tempo e impegno e soprattutto scommettendo sul futuro. Un intero anno di grandi interventi nell’ambito della parrocchia di Pavone Mella per recuperare strutture ed ammodernare impianti nell’oratorio e nell’edificio della chiesa di San Benedetto Abate attualmente chiusa per completare il nuovo pavimento, ma che “contiamo di riaprire per Natale. Intanto celebriamo all’oratorio. SarĂ l’ultimo grosso disagio che sopportiamoâ€? parola del parroco don Lorenzo Boldrini. In chiesa s’era iniziato dal coro ligneo che risale al 600-700, dell’edificio successivamente oggetto di interventi fino ai primi anni del Novecento quando assunse l’attuale aspetto su progetto dell’architetto Tagliaferri. Per il coro i lavori diretti da Marini Vincenzo hanno portato alla luce le reali condizioni critiche dell’impianto strutturale del manufatto che aveva subito negli anni passati un intervento di restauro molto approssimativo. Per questo motivo si è deciso pur privilegiando un restauro conservativo di smontarlo in tutte le sue parti consegnando il materiale al labo

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mosse le sei finestre, ricostruite sull’originale in modo da sistemare i vetri istoriati spendendo mille euro; le sei vetrate hanno comportato una spesa di 3000 euro; sei vetri monocromatici gialli della trifora della facciata sono stati sostituiti da vetri istoriati che simboleggiano le chiese del paese a due santi cui è legata la comunitĂ : San Benedetto e San Piamarta. Altro costo di cinquemila euro riguarda i due confessionali rimossi per essere collocati sulla parete di fondo a fianco della bussola d’ingresso e spesa identica è per ciascuno dei mobili della sacrestia di fine Settecento disegnati dal curato Cimi. Se saranno trovati i fondi necessari (7000 euro) saranno sostituite le due porte laterali inadatte per stile e qualitĂ . All’interno della chiesa si pensa anche ad un nuovo ambone per il presbiterio, alla realizzazione di una nuova mensa per l’altare maggiore e al restauro dei sei altari laterali mentre è giĂ stato ripristinato lo splendido capocielo del Settecento che ha riacquistato la primitiva bellezza. Lavori importanti ai quali si aggiungono l’impianto di automatizzazione delle campane e le ristrutturazioni in oratorio dove la sala di proiezioni è stata dotata di un impianto di proiezione in digitale tra i piĂš moderni offerti dal mercato.

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Žˆ‹ƒÂ?‡ŽŽ‘ ƒ •ƒ‰”ƒ †‡ŽŽƒ ƒ†‘Â?Â?ƒ †‡Ž ‘•ƒ”‹‘ Domenica 20 ottobre il paese di Alfianello è in festa per la sagra che celebra la Madonna del Rosario. Organizza la parrocchia, guidata dal parroco don Mauro Manuini, con la collaborazione dell’associazione di promozione sociale Liber. VenerdĂŹ 18 ottobre, alle 21 nella chiesa di San Rocco lettura di brani inerenti la ricorrenza. Sabato 19 ottobre, alle 21, concerto del coro del liceo musicale Stradivari di Cremona nella parrocchiale. Nell’intervallo consegna del “Bolidino d’oroâ€? (in

ricordo del meteorite caduto in un campo il 16 febbraio del 1883) a persona o associazione che attraverso la cultura, l’arte, lo sport, la solidarietà o l’imprenditoria ha contribuito a dar lustro al paese. Inoltre premi a studenti che si sono distinti nel profitto scolastico. Domenica 20 ottobre nella parrocchiale dei Santi Ippolito e Cassiano funzioni religiose nei consueti orari domenicali. Dalle 9 per le strade bancarelle di hobbisti e di varie associazioni. Ore 11.30

aperitivo in Piazza Pavoni offerto dall’associazione Liber. Nel pomeriggio degustazione di prodotti tipici locali, giochi e divertimento per bambini: presente il gruppo “Coloradoâ€? con artisti di strada, giocolieri, mangiafuoco, trampoli e torneo di scacchi nella piazza del comune. La giornata si chiuderĂ con la celebrazione delle ore 18.30 cui seguirĂ per le contrade del paese la tradizionale processione con la Sacra immagine della Vergine del Santo Rosario. (f.pio)

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ono passati 60 anni e la comunitĂ di Borgosatollo si coccola ancora la sua Casa di riposo che nel tempo ha sicuramente attraversato momenti non facili. Per celebrare al meglio il passato, per festeggiare il presente e per guardare al futuro la ComunitĂ residenziale per anziani ha pensato a una settimana di appuntamenti in collaborazione con la parrocchia, il Comune e la cooperativa sociale La Rondine che gestisce la struttura. Sul piano istituzionale è stato pensato il convegno “Quali prospettive per gli anziani: sperimentazioni e nuovi sviluppiâ€? in programma, a partire dalle 20.30, giovedĂŹ 24 ottobre al Palazzo Facchi. L’obiettivo del convegno (aperto a tutti) è di attivare una riflessione e un confronto sulle prospettive in tema di cura, tutela e servizi per gli anziani, considerando il contesto annuale (crisi del welfare, aumento dei bisogni, necessitĂ di collaborazione tra gli enti locali) e gli attuali orientamenti dei soggetti pubblici che determinano le linee politiche del settore. Da alcuni anni è forte l’intenzione, in quel di Borgosatollo, di superare lo stato attuale del servizio agli anziani. Purtroppo il coinvolgimento degli altri Comuni del Distretto tre dell’Asl si è arenato nel tempo, complice la crisi economica. Quando si parla di un tavolo aperto ai Comuni limitrofi (Poncarale, San Zeno...) si ipotizza la rimessa in moto di un progetto ampio e oneroso al tempo stesso: una nuova casa per gli anziani e uno spazio dedicato anche all’assistenza dell’handicap. Ovviamente non può bastare la fin qui meritoria raccolta di piccoli o grandi obo-

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ze per il miglioramento della qualitĂ della vita nell’anziano; ci sarĂ , inoltre, la dott.ssa Carla Ferrari Aggradi (presidente dell’Azienda speciale consortile per i servizi alla persona dell’Ambito distrettuale tre) illustrerĂ il panorama locale: le strutture presenti, il divario tra domanda e offerta a livello distrettuale. L’incontro sarĂ moderato da Erminio Bissolotti. Alla serata, che vuole anche essere un punto di partenza per una eventuale riflessione con gli attori sociali del territorio, sono stati invitati anche i sindaci e gli assessori dei Comuni del Distretto. Le celebrazioni prevedono anche lo spettacolo teatrale dialettale (“L’amur el ga migĂś etĂ â€?) realizzato dalla locale compagnia dell’oratorio “La tenda della gioiaâ€? che viene messo in scena sabato 26 ottobre alle 20.45 e domenica 27 alle 16 nel teatro comunale: il ricavato va alla Casa di riposo. Parallelamente sono state pensate anche una serie di iniziative collaterali per coinvolgere il mondo scolastico: si va dalle visite alla struttura ai concorsi di scrittura per gli alunni della primaria e per quelli della secondaria di primo grado. Questi ultimi hanno proprio raccolto, grazie a delle interviste agli ospiti, dei “Racconti di vitaâ€?. Per concludere, infine, domenica 27 alle 11 viene celebrata la Santa Messa con partenza, a piedi, dalla Casa di riposo. Segue il pranzo a base di spiedo preparato dagli Alpini. Alle famiglie di Borgosatollo sarĂ distribuita la Rivista sulla storia della Fondazione, mentre le premiazioni del concorso di scrittura e di pittura per gli alunni delle scuole si terranno nella Giornata del Ringraziamento a novembre.

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scendono a valle riportando le vacche nelle stalle. Per il quarto anno consecutivo questo momento a Bagolino è diventato un’occasione per risentire le emozioni di un mondo antico. “Sono 22 le famiglie che ancora vivono della produzione di Bagossâ€? spiega l’assessore Giacomolli. Tra loro, il premio dell’Onaff per il miglior formaggio se l’è aggiudicato Foglio Luciana, al secondo posto Scalvini Diego e terzo Salvatori Amerigo. Sabato si è tenuto il convengo “Valorizzare

la qualitĂ delle produzioni di montagna: strumenti per una scelta efficaceâ€? mentre domenica si è aperta con il corteo dei trattori d’epoca, la sfilata bovina, gli stand gastronomici con assaggi a ogni angolo e il pranzo a base di polenta carbonera, salmĂŹ e bagoss. La premiazione del concorso fotografico “Momenti di Vita in Montagnaâ€? è stata solo l’apice di una manifestazione vissuta con entusiasmo da bagossi e turisti che hanno affollato il parco comunale

della Pineta. Le fotografie premiate, che ora resteranno esposte nell’ufficio del turismo, sono quelle di Ivano Igini “Transumanzaâ€?, Rosita Alberti “La fatica nelle maniâ€? e Giuseppe Franchi “Mucche al pascoloâ€?. â€?L’anno prossimo – dice il presidente della Pro loco Michele Novara – allargheremo ancora lo spazio perchĂŠ ogni anno i turisti aumentanoâ€?. La frisona, la bruna e la maculata rossa: sono loro, senz’altro, le protagoniste della transumanza. (Lara Ortolani)

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agolino è una realtĂ che giĂ conosco abbastanza, si tratta di una comunitĂ molto unita, anche in virtĂš della posizione geografica, ma quello che mi preme sottolineare è che si tratta di una comunitĂ ancora ricca di fede, legata a delle tradizioni molto fortiâ€? ha commentato don Paolo Morbio che, dalla parrocchia di Vestone – Nozza, e precedentemente da Villanuova sul Clisi, si appresta a raggiungere quella Valsabbina, domenica 20 ottobre. Ordinato a Brescia nel 2001, don Paolo sta per affrontare la sua prima esperienza in qualitĂ di parroco, dopo due precedenti esperienze da curato. “Mi metterò al servizio di tutti – afferma don Paolo – dai piĂš piccoli ai piĂš grandi, dagli anziani alle famiglie, fino agli ammalatiâ€?. La parrocchia di Bagolino, proprio per il suo relativo isolamento dagli altri centri, è una realtĂ particolare e don Paolo, essendo solo nella sua azione, dovrĂ essere prete a 360°, dando tutto sĂŠ stesso. Proprio per questa situazione, sarĂ importante,nell’ambito dell’unitĂ pastorale, creare una comunione con le altre parrocchie, “con gli altri preti che servono la comunitĂ del lago d’Idro, per non isolarci come sacerdotiâ€?. “Anche perchĂŠ è importante – ricorda do Paolo – un’apertura di noi sacerdoti nella collaborazione comuneâ€?. Tra le sue tante peculiaritĂ , Bagolino è stata prima parrocchia della zona a intraprendere il cammino dell’iniziazio-

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don Paolo si porterĂ nel cuore è l’esperienza di accompagnamento nella fede fatta con i piĂš giovani, senza però dimenticare il rapporto con la cittadinanza e le sue varie realtĂ , associative e non. “Il mio voler bene ai ragazzi rappresentato dall’accoglienza, tenendo loro la porta apertaâ€?. In un periodo in cui i giovani si allontanano progressivamente dalle parrocchie, don Paolo usa un motto efficace che può essere spunto di numerose riflessioni: “Conoscerli per volergli beneâ€? ,, afferma don Paolo, prendendo in prestito le parole di don Bosco. Negli ultimi anni l’oratorio di Vestone è stato rimesso a nuovo, una ristrutturazione che “non ha interessato solo le muraâ€?, ma anche le anime.

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6SD]LR DOO¡KRXVLQJ VRFLDOH Grazie alla generositĂ della Fondazione Cariplo di Milano, il Comune di Bedizzole potrĂ ristrutturare un ediďŹ cio di sua proprietĂ in localitĂ San Vito da destinare a progetti nobili come l’housing sociale. La donazione, un contributo di 250mila euro, permetterĂ la realizzazione di alloggi d’emergenza da destinare a soggetti in situazione di particolare disagio sociale come nuclei famigliari a basso reddito o rischio emarginazione, oppure sog-

getti sottoposti a procedure esecutive di rilascio come ex carcerati o ex tossicodipendenti. L’iniziativa, curata dall’Assessorato ai servizi sociali, è unica sul territorio bedizzolese. La struttura, composta da tre bilocali di cui uno a destinazione Erp (Edilizia residenziale pubblica), verrĂ ampliata a cinque appartamenti destinati all’autonomia e all’inclusione sociale. Fissato ďŹ no a venti anni il vincolo d’utilizzo della struttura, ogni ospite al suo

interno potrĂ disporre di un percorso di autonomia ed aiuto personalizzato in base alla propria storia. Per ciascuno verranno ďŹ ssate le condizioni iniziali e gli obbiettivi da raggiungere, in un periodo di tempo e soggiorno dove sarĂ impegnato nella ricostruzione di un nuovo legame con il territorio e la propria comunitĂ di appartenenza. L’ospite sarĂ quindi soggetto attivo del proprio percorso: ne deďŹ nirĂ gli obblighi e gli obbiettivi su una scala di prio-

ritĂ da raggiungere passo dopo passo, sia nella realtĂ lavorativa che in quella di autonomia sociale. Fondamentale l’intervento e il monitoraggio costante dei servizi sociali che, a ďŹ ne percorso, determinerĂ l’eventuale miglioramento dell’ospite e la successiva uscita dalla struttura. Oggi l’housing sociale rappresenta una valida alternativa per l’incremento del patrimonio in afďŹ tto di enti o amministrazioni comunali a prezzi controllati.


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‹ŽŽƒ ƒ”…‹Â?ƒ Â? •‡Â?–‹‡”‘ ’‡” ”‹…‘”†ƒ”‡ ‹Â?ƒŽ†‘ ƒŽŽ‡”ƒ “Cinquanta anni di passione per la montagna, di impegno disinteressato, che hanno consentito di realizzare le molteplici attivitĂ di escursionismo, alpinismo e di impegno sociale. Ora, afďŹ nchĂŠ tutto ciò non vada disperso o dimenticato, è necessario rinnovare il nostro impegno per far conoscere alle nuove leve quanto, pur nella ristrettezza di mezzi, è stato realizzatoâ€?. Questo quanto riportato dal sito del Cai

www.caivillacarcina.it di Villa Carcina, per festeggiare i 50 anni di vita del Club e per ricordare Rinaldo Dallera, socio storico, nonchÊ fondatore e presidente del Geps (Gruppo escursionistico pensionati seniores). Scomparso nel settembre scorso, Dallera è stato una delle colonne portante del Cai valtriumplino. I festeggiamenti prenderanno il via venerdÏ 18 alle 20.30 con un concerto di musica classica, a cui seguirà la lettura pensieri

e poesie dedicati agli uomini di montagna, alla vita fra le vette, ai racconti dei “vecchiâ€?. Le celebrazioni continueranno domenica con l’intitolazione di a Rinaldo Dallera del nuovo sentiero che congiunge“Zoadelloâ€? a “Sella dell’ocaâ€?. L’appuntamento è stato ďŹ ssato per le 9 alla Casa delle associazioni. Da qui partirĂ il “serpentoneâ€? compatto che raggiungerĂ il sentiero per la deposizione delle targhe celebrative in memoria

del socio scomparso. Alle 10 il gruppo partirĂ poi alla volta della “Madonnina dei sentieriâ€? per la celebrazione della Messa commemorativa, celebrata da don Cesare Verzini. Un appuntamento immancabile per tutte le penne nere della Valle e non, come per tutti gli amanti della montagna. Non fosse altro che per ricordare e celebrare chi ha fatto dell’alpinismo e della vita fra le vette, fra le montagne, la propria ragione di vita. (r.g.c.)

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ul tavolo, in Regione, all’interno della recentissima variazione di bilancio, c’erano 16 miliardi disponibili grazie alla legge 31 che destina fondi a interventi lungo i fiumi ed opere di stabilizzazione versanti, con prioritĂ basata sul rischio diretto o indiretto per centri abitati e attivitĂ produttive. Le domande venute da tutto il territorio ritenute idonee erano 196 con preventivi per 64 milioni. La scrematura basata sull’urgenza e pericoli le ha ridotte a 47 finanziate, su proposta dell’assessore Viviana Beccalossi, per 11 miliardi di fondi specifici nel triennio 2013-2015. Una bella fetta è venuta a Brescia: 2.895 milioni dei quali 620mila euro in Valtrompia per 5 progetti a Collio, Lodrino, Pezzaze, Sarezzo. É una bella notizia per l’ente presieduto da Bruno Bettinsoli a premiarne il ruolo di coordinamento collegiale coi sindaci sui problemi del territorio valtrumplino che si aggiunge al recente raddoppio del contributo regionale ( da 150mila a 300mila euro) per la gestione dei 13 servizi associati giĂ attivati con capofila la ComunitĂ e

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altri 65mila euro per due progetti informatici specifici a sostegno. I cinque interventi valtrumplini sono tra quelli individuati nello “studio idrogeologico ed idraulicoâ€? nel sottobacino dei due fiumi Mella e Garza, affidato al geologo Luca Albertelli e all´ingegnere Luca Campana, a costo zero per i Comuni perchĂŠ cofinanziato da ComunitĂ Montana e Regione. Ha rilevato in Valtrompia 800 opere di sistemazione e difesa idraulica, realizzate negli anni, bisognose di ÂŤcureÂť puntualmente indicate in progetti e preventivi nelle varie schede,

proponendo anche 120 nuovi interventi per prevenire rischi. Il costo complessivo: 9 milioni dei quali, 1,9 per “alta prioritĂ â€?. Nel dettaglio, a Collio si interviene sul Gambidolo per una nuova scogliera in massi ciclopici (30mila euro) e sul Bavorgo nella zona del ponte in pieno centro abitato per una nuova corazzatura del fondo alveo mediante selciato in pietrame antiusura esteso per 25 metri a monte e a valle del ponte stesso (125mila euro). A Pezzaze sul Molinorso nel tratto fiancheggiato dalla provinciale (per un pezzo mezza careggiata è transennata) con sottomurazioni dei muri d’argine, pulitura sponde ( 150mila euro). A Lodrino sul Biogno (130mila euro) per scogliera, ripulitura, sistemazione dissesti. A Sarezzo sul Redocla con 185mila intervenendo sul muro d’argine e sull’alveo. La stessa Beccalossi ha commentato che non è tutto quello che si sperava ma bisognava cominciare: “Coloro che non hanno potuto accedere ai finanziamenti se idonei potranno usufruirne nei prossimi anni: un po’ per volta metteremo in sicurezza buona parte del nostro territorioâ€?.

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´, JLRUQL GL 0DU\Âľ QHJOL VFDWWL GL %LDQFKHWWL VenerdĂŹ 11 ottobre è stata inaugurata presso palazzo Avogadro a Zanano, la mostra fotografica “I giorni di Maryâ€? che, grazie agli scatti di Felice Bianchetti, mostra il mondo del volontariato che gravita attorno all’Ant, facendone conoscere i risvolti piĂš nascosti, piĂš intimi. Il soggetto, i malati oncologici che la fondazione Ant Italia onlus (delegazione di Brescia) aiuta in silenzio, all’ombra dei riflettori. Presente a Brescia dal 1998, la Fondazione, a partire dal 2001, offre assistenza domiciliare ai malati oncologici di

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Brescia e provincia, oltre che operare nei comuni della Valtrompia e dal 2012 in quelli della Valtenesi. Attualmente, l’ospedale oncologico domiciliare è composto da otto medici, cinque infermieri e una psicologa. Classe 1953, Felice Bianchetti si è avvicinato all’obiettivo della macchina fotografica fin da giovanissimo, da autodidatta, quando, di ritorno dalle scampagnate montane, portava a casa gli scatti piĂš significativi. Una passione che lo ha accompagnato negli anni, tanto da portarlo a fondare, nel 1993, il “Gruppo fotografico Click di Fleroâ€?, di cui è tutt’ora guida e fonte inesauribile d’idee. Affascinato dalle tematiche sociali, dalle tematiche poco conosciute, Bianchetti si è cosĂŹ avvicinato alla delegazione bresciana di Ant. “Le istantanee esposte raccontano la giornata di Mary, una donna assistita nella sua casa dall’Êquipe medico-infermieristica dell’Ant. Le fotografie di Bianchetti raccontano momenti della giornata di Mary, malata di tumore, e di sua figlia Greta che le è stata sempre accanto. Accolto in casa da queste due forti donne, Bianchetti ha potuto constatare come agiscono con competenza, delicatezza e discrezione una dottoressa e un’infermiera dell’Êquipe di Ant. “Vivere quest’esperienza con la Fondazione Ant – afferma Bianchetti – mi ha permesso di capire quanto siano importanti i momenti di serenitĂ quando si è immersi nel dolore di una malattiaâ€?. La mostra è visitabile nei giorni 19 - 20 ottobre, dalle ore 15 alle 19, a Palazzo Avogadro. (r.g.c.)


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”ƒÂ?†‡ •—……‡••‘ ’‡” ‹Ž …‘Â?…‘”•‘ Dz ‹‰Ž‹‘” ›‘‰—”– †‹ ÂˆÂƒÂ–Â–Â‘Â”Â‹ÂƒÇł In occasione della 18ÂŞ edizione di “Franciacorta in Biancoâ€? svoltasi dall’11 al 13 ottobre, Bevilatte-Agenzia di servizi per l’agricoltura, in collaborazione con Castegnato Servizi srl, Fd Store e Onaf, ha indetto la 4ÂŞ edizione del concorso “Miglior yogurt di fattoriaâ€?, riservato alle sole aziende agricole con propria produzione e trasformazione. Al concorso hanno partecipato 21 aziende agricole con 36 yogurt, suddivisi nelle categorie: vaccino

naturale, vaccino al gusto di frutti di bosco, e caprino naturale. I prodotti provenivano da aziende poste in nove province e sei regioni italiane. Gli yogurt di fattoria sono prodotti da piccole realtà agricole che uniscono alla produzione, la trasformazione e la vendita diretta al consumatore. Gli yogurt sono stati esaminati da una commissione composta da 16 valutatori, scelti tra tecnici, giornalisti del settore e consumatori valutando l’aspetto

visivo del prodotto e le qualitĂ olfattive e gustative. Per la categoria yogurt vaccino naturale il primo premio se l’è aggiudicato l’azienda agricola Filippini Giuseppe di Mazzano, Per la categoria yogurt vaccino al gusto frutti di bosco ha conquistato il primo premio la SocietĂ cooperativa agricola Urbaniidea di Valdidentro (So), mentre per la categoria yogurt caprino naturale ha vinto l’azienda agricola Bettina di Monica Mezzana di Caino.

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on il convegno di studio “La man veloce che percorrea la faticosa tela. Tessere nel Bresciano fra passato e presenteâ€? ha preso il via, sabato scorso all’Iseo lago hotel, la 12ÂŞ Biennale della Franciacorta e del Sebino che, fino a domenica, movimenterĂ lago e colline tra libri, mostre e musei aperti. In scaletta spicca la presentazione dell’opera “Resistenza nonviolenta 1943-1945â€? di Ercole Ongaro, nella ricorrenza del 70° anniversario dell’8 settembre 1943. Sabato alle 16 nel Palazzo Bornati a Bornato (di fronte alle scuole) l’autore bornatese, ora residente a Lodi, presenterĂ infatti la sua ultima fatica. Ex docente di lettere nella scuola media superiore dal 1971 al 2004, Ongaro è autore di molti testi di spettacoli teatrali di timbro storico i cui temi spaziano dalla nascita della Costituzione (1998), ai diritti violati dei bambini (1999), all’acqua come diritto universale (2007), fino a toccare quelli piĂš recenti e inerenti il razzismo xenofobo (2009) e la crisi finanziaria (2012). Parallelamente alla presentazione, coordinata da Valentina Armiento che intercalerĂ la lettura di alcuni stralci di brani affidati alla voce di Denise Messali, verrĂ inoltre allestita nella sala civica, la mostra fotografica e di pittura “La natura da un’altra prospettiva e le forme del silenzioâ€?, curata

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nard Giannadda, visitabile fino al 3 novembre nell’Azienda agricola Ricci Curbastro di Capriolo. Porte aperte anche ai musei del circondario come: Museo dell’industria e del lavoro di Rodengo Saiano; Il Borgo del maglio di Ome; Museo del baco da seta e del lino di padre Mansueto nei pressi del Santuario Madonna della Neve di Adro e i due musei capriolesi: Agricolo e del vino e delle Carte da gioco. Per chiudere ufficialmente la Biennale, domenica 20 ottobre è prevista infine un’uscita culturale a Villa Verdi e Reggia di Colorno, sulle tracce di Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita. Info su www.centroculturaledifranciacortaesebino.blogspot.it.

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8Q¡RSHUD LQ PXVLFD SHU 3DROR 9, In occasione dei 50 anni dal concilio Vaticano II e dell’Anno della fede, la parrocchia S. Maria Assunta di Erbusco propone per domenica 20 ottobre alle ore 20.45 l’opera in musica per voce narrante, voci soliste, archi ed ensemble misto “Paolo VI, profeta della civiltĂ dell’amoreâ€?, dell’Ensemble Locus Amoenus diretta da Mauro Occhionero (nella foto). L’opera, composta e diretta dallo stesso Occhionero, si basa su

testi liberamente tratti dagli scritti di Giovanni Battista Montini. Dall’introduzione alla composizione leggiamo che “svariati sono i motivi per ricordare oggi l’austera e profondamente umana ďŹ gura di papa Montini, proprio a partire dal suo magistero incentrato in special modo sui concetti di pace, dialogo interreligioso e caritĂ â€?. Considerata la mole degli scritti montiniani, per realizzare l’opera in

musica si sono identiďŹ cati nel “Pensiero alla morteâ€? e nel “Testamentoâ€? la summa delle riessioni e delle meditazioni piĂš consistenti del Papa bresciano. “Ritengo – scrive Occhionero – che ‘Pensiero alla morte’ sia un testo d’amore profondo verso l’umano e di altrettanta profonda passione verso la Chiesa, generati e nutriti entrambi attraverso l’amore per Dio. La drammaticitĂ del suo contenuto testimonia con quanta se-

rietĂ egli affrontò i temi che caratterizzano la vita stessa dell’uomo, della Chiesa e della relazione, sempre insufďŹ ciente, che si determina tra la creatura e il Signore del mondoâ€?. Nell’opera in musica si è cercato di recuperare la dimensione estetica della spiritualitĂ che contrasta con la diffusa prassi estetizzante che tutto concepisce come accumulo di emozioni che ďŹ niscono con il diventare solo ornamento.



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celebrata da don Redento alle 19 e il concerto del gruppo “La cattiva stradaâ€? alle 21. Per chi vorrĂ partecipare alla festa sarĂ una occasione per stare assieme e incontrare o ritrovare persone con le quali si è trascorso un pezzo della propria vita e si sono condivisi sentimenti, gioie e difďŹ coltĂ . Persone che non si vedono piĂš da tempo, perchĂŠ le vite e le scelte le hanno portate in direzioni diverse. La visione di don Redento Tignonsini dagli anni Settanta è piĂš

che mai attuale: “Gli uomini sono quello che sono non quello che vorremmo fosseroâ€?; “Dobbiamo accompagnare le persone a partire dalla loro condizioneâ€?; “Si devono tamponare e curare le ferite perchĂŠ le persone non muoiano. Per tutto il resto ci sarĂ tempo dopoâ€?. La Cooperativa di Bessimo ancora oggi riette su questi stessi concetti, che costituiscono una efďŹ cace sintesi dello stile che don Redento ha cercato di concretizzare attraverso le sue

prime comunitĂ di accoglienza per persone con problematiche di dipendenza. Ăˆ anche grazie a tali principi che la Cooperativa di Bessimo ha avuto la possibilitĂ nel corso degli anni di diversiďŹ care molto i propri interventi nel campo delle dipendenze, sviluppando servizi che tentano ancora oggi di rispondere ai bisogni della singola persona attraverso l’attivazione di progetti personalizzati piĂš che offrire modelli di intervento eccessivamente omogenei.

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on i tempi che corrono disporre di 1,3 milioni di euro per un progetto di promozione culturale e turistica è un caso raro. Se poi tutto ciò riguarda una zona periferica come Sellero e Cedegolo, sorprende ancor di piĂš. La sfida è, però, che questo fiume di denaro non si perda nei meandri istituzionali, ma predisponga e strutturi un effettivo sviluppo del territorio con ricadute tangibili sul fronte occupazionale. Portare turisti e scolaresche, offrire un prodotto di cui in loco si possa andare fieri e che soddisfi gli ospiti. Questa sfida è il Sistema idroelettrico e minerario (Sim) finanziato dalla Fondazione Cariplo con 700mila euro e dall’Unione europea con 600mila. Per accedere a questo denaro è stato necessario superare campanilismi politico-istituzionali di non poco conto. Risultano, cosĂŹ, coinvolti a vario titolo il Museo dell’energia idroelettrica di Cedegolo, la Fondazione Musil, i Comuni di Sellero e Cedegolo, il Consorzio forestale e minerario della Valle Allione, nonchĂŠ Distretto culturale di Valle Camonica, ComunitĂ Montana, Provincia e Regione, tutti degnamente rappresentati alla vernice ufficiale dell’iniziativa, fra gli altri da Pier Paolo Poggio, Pierpaolo Camadini e Marco Vitale. Nel concreto si attende il recupero e

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pero della vecchia vasca di carico; ci si aspetta la messa in sicurezza per un completo uso didattico della miniera “Azzurraâ€?, circa 270 metri di sviluppo nell’ambito del polo estrattivo di Carona, sui monti di Sellero; si punta pure sull’eliminazione delle barriere architettoniche per l’accesso e fruizione del piano di carico delle fornaci per la calce della Sefe, alla Scianica di Sellero, sede del Centro 3T. Tutte questi siti, carichi di tradizione lavorativa, si collocano in un’area geograficamente omogenea e dovrebbero poter venir collegati con percorsi ciclopedonali. Soprattutto dovrebbero entrare a far parte di un’offerta didattica per le scuole e una proposta turistico-culturale gestita in modo unitario. La valorizzazione delle risorse presenti sul territorio si amplierebbe dal mero ambito naturalistico e rupestre fino a comprendere utilmente le tracce di una cultura del lavoro che molti oggi credono perduta anche fra i monti camuni. Dalla “cultura della minieraâ€? assai diffusa nell’area Sellero-Berzo-Paisco-Malonno almeno fino a fine Ottocento, si passò quasi naturalmente alla ‘cultura dell’acqua’ con le grandi realizzazioni idroelettriche, che necessitarono dello scavo di lunghi canali-tunnel, oltre che del sacrificio di molte vite umane. GiĂ pronto il sito www.simvallecamonica.it.

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•’‡––‹ –‡…Â?‹…‹ ƒ •–‘”‹ƒ †‡Ž Dz ‘ŽŽ‘“—‹—Â?Çł ‡ ‹ Â?—Â?‡”‹ †‹ “—‡•–ƒ ‡†‹œ‹‘Â?‡ “Colloquium dentalâ€? è giunto alla sua 8ÂŞ edizione. La prima con 2000 partecipanti e 40 stand espositivi si è tenuta nel 1996 a Roncadelle; hanno fatto seguito: Riva del Garda nel 1997; ancora Roncadelle, sempre con 2000 partecipanti e 40 stand espositivi; Brescia nel 2002 presso il Palatenda con 1800 partecipanti; Sirmione del Garda nel 2006; Brescia nel 2010 con oltre 2000 iscritti al convegno e 80 stand espositivi; Brescia nel 2011 con

oltre 5000 partecipanti e 120 stand espositivi e ora nuovamente Brescia dove sono previsti oltre 2000 iscritti al convegno, 200 stand espositivi e oltre 5000 visitatori. Tutti questi eventi sono partecipati da un pubblico internazionale. Quanto ai dati tecnici sul congresso, la sala sarĂ allestita con oltre 2000 sedie; la proiezione delle diapositive avverrĂ con due proiettori sincronizzati di 20mila AnsiLumen ciascuno e con uno schermo, appositamente costruito

per questo evento, che presenta dimensioni di 16 metri di larghezza e 9 metri di altezza, il piĂš grande schermo mai usato nel settore dentale nel mondo. Quanto all’esposizione, tutti gli stand hanno le stesse dimensioni e lo stesso outfit. Caratteristica unica di questa esposizione è il passaggio obbligatorio per i partecipanti che garantisce sicuramente agli espositori il passaggio di tutti davanti al proprio stand.

zioni è prevista la partecipazione di numerosi relatori stranieri, pertanto tutte le conferenze verranno tradotte simultaneamente da traduttori specializzati nel dentale in lingua italiana, tedesca, inglese, bulgara. La tradizione del congresso, fondata su relazioni di alto livello scientifico e supportata da tecnologie audiovisive ultramoderne, proporrĂ come sempre anche la possibilitĂ di incontrare vecchi colleghi, favorirĂ lo scambio di opinioni, alimenterĂ discussioni sulle attuali tecnologie e faciliterĂ la nascita di nuove amicizie tra operatori, anche stranieri. Il congresso e l’esposizione sono

stati oggetto di un’intensa campagna pubblicitaria internazionale tramite tutte le riviste del gruppo editoriale Global dental media. Per gli abbonati alle riviste Teamwork media srl e Siced, nonchÊ per gli iscritti ad Assopadana, l’ingresso all’evento sarà gratuito.

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al 24 al 26 ottobre alla Fiera di Brescia torna Colloquium dental 2013 – 5° odontotecnicamadeinitaly, il piĂš importante congresso internazionale di odontoiatria e odontotecnica. Al congresso internazionale si aggiunge una relativa rassegna espositiva delle aziende nazionali ed estere produttrici di materiali dentali. Numerosi e qualificati gli organizzatori dell’evento che sono Assopadana-Claai, l’associazione dell’artigianato con sede a Brescia

(in via Lecco, 5) e le sue associate Teamwork media srl e Siced. Teamwork è una casa editrice con sede a Brescia che opera nel settore dentale da un ventennio. L’editrice è ormai il punto di riferimento dell’informazione specializzata per l’odontoiatra e l’odontotecnico con le riviste “Teamwork-clinicâ€? e “Dental dialogueâ€?, e con i libri della propria biblioteca. Quanto alla Siced, leader ormai indiscussa nel settore dentale e nell’organizzazione di convegni a livello internazionale e rassegne fieristiche specializzate, l’acroni-

mo sta per SocietĂ italiana ceramica dentale, ed è editrice della rivista per odontotecnici “Dental laborâ€? nonchĂŠ organizzatrice di corsi specializzati per odontotecnici e odontoiatri presso il suo Centro di formazione che ha sede a Concesio. “Il piano di trattamento. Aspetti clinici e tecniciâ€? sarĂ il tema conduttore della manifestazione. I relatori, professionisti italiani e stranieri dei rispettivi settori di fama internazionale presenteranno le loro esperienze. Come in tutte le precedenti edi-

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Â?‹œ‹ƒ–‹˜‡ …‘ŽŽ‡‰ƒ–‡ ‡ ”‹…ƒ†—–‡ ‡…‘Â?‘Â?‹…Š‡ Gli organizzatori hanno pensato anche a coloro che non hanno tempo per le giornate congressuali: l’ingresso è libero all’esposizione merceologica. Nello stesso padiglione della Fiera, oltre alla sala congressuale sarĂ allestita un’esposizione di materiali e attrezzature odontoiatriche e odontotecniche, il “Colloquium expoâ€?. Oltre 150 delle piĂš affermate aziende del settore hanno confermato la loro adesione all’evento,

unico nel suo genere nel nord Italia. Sempre nella sala espositiva verranno organizzati dei workshop gratuiti per i visitatori con nomi prestigiosi del mondo odontoiatrico e odontotecnico. Obiettivo principale degli organizzatori è la valorizzazione della qualitĂ dei prodotti utilizzati e made in Italy, ottenuti attraverso una professionalitĂ consolidata, un’esperienza, un’efficienza, una disponibilitĂ e una passione che

necessariamente conducono alla soddisfazione del cliente. La manifestazione prevede il coinvolgimento, tra organizzatori, relatori, partecipanti ed espositori, di circa 6000 persone, delle quali almeno 5000 provengono da fuori provincia e soggiorneranno nella nostra città e sui laghi per almeno una settimana. Si è calcolato che il volume complessivo di denaro mosso dalla Manifestazione sarà di circa 5 milioni di euro.

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asser Shademan è un odontotecnico eccellente; nello stesso tempo egli si sente artista. L’autore mostra come arte e odontotecnica si compenetrino per dare origine a opere straordinarie, che si inseriscono nel contesto della vita pratica: arte applicata, appunto. Si mette al lavoro guidato dal pensiero artistico. Shademan vorrebbe apportare all’odontotecnica maggiore libertĂ di creazione, affinchĂŠ gli odontotecnici potessero testare e sviluppare le proprie capacitĂ . Il suo intento è quello di trovare il giusto

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re in modo flessibile colore, forma e disegno alla situazione contingente. Troppo tempo (e denaro) verrebbe sprecato se si dovesse rettificare la tinta di un dente singolo successivamente in bocca al paziente. La cera si modella rapidamente e può essere utile in questo caso. Nasser Shademan esegue un dente standard in cera che adatta per colore, forma, posizione e tessitura superficiale ai denti adiacenti. Le diffuse sfumature di colore di un dente in ceramica non si possono certo riprodurre con la stessa naturalezza in cera, ma la sua tecnica di modellazione

in cera, se utilizzata correttamente, consente di coprire un’ampia gamma di tinte e di riprodurre con esattezza la sottile struttura superficiale. Nasser Shademan integra opere d’arte microscopiche in denti dall’aspetto naturale. Egli riproduce preferibilmente le grandi opere d’arte del Rinascimento, come lavori di Michelangelo o Leonardo da Vinci, come pure personaggi famosi, figure mitiche o animali. A tale scopo utilizza pennelli sottilissimi e ceramiche dentali, rinunciando a strumenti rotanti. L’autore incominciò questo lavoro di

precisione 14 anni fa e, per quanto sappiamo, è il primo a inserire piccole figure artistiche ricche di dettagli all’interno di denti in ceramica. Shademan tiene corsi e conferenze internazionali sui suoi metodi. I suoi saggi sull’estetica in odontoiatria sono stati pubblicati in tutto il mondo.

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In quel tempo, GesĂš diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessitĂ di pregare sempre, senza stancarsi mai: “In una cittĂ viveva un giudice, che non temeva Dio nĂŠ aveva riguardo per alcuno. In quella cittĂ c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversarioâ€?. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sĂŠ: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dĂ tanto fastidio, le farò giustizia perchĂŠ non venga continuamente a importunarmiâ€?. E il Signore soggiunse: “Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farĂ forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farĂ forse aspettare a lungo? Io vi dico che farĂ loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrĂ , troverĂ la fede sulla terra?â€?.

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idarsi. GesĂš connette la fede con il bisogno. A noi sembra, spesso, che legare la fede al bisogno sia sminuire la fede, farla diventare qualcosa di utilitaristico. Pensiamo che la fede sia una cosa pura e la richiesta una cosa sporca: chiedere è sempre compromettersi. Ma chiedere è anche riconoscere che si ha bisogno. E troppo spesso non siamo disposti a dire che abbiamo bisogno. Ammettere il bisogno è ammettere che non si ha l’autonomia totale su se stessi, sulle proprie scelte, sulla propria vita. Decidere che tutto è nelle nostre mani è eliminare insieme la richiesta, la fede e Dio. Ăˆ un’affermazione troppo forte? Non penso. Credere è fidarsi e per fidarsi bisogna accettare che qualcuno può fare qualcosa che non possiamo fare da soli. Ăˆ l’opposto dell’autosufficienza. Credere è accorgersi di essere una parte e di aspettare il completamento dall’altra parte. CosĂŹ è nelle cose umane; cosĂŹ è nelle cose di Dio. Non a caso GesĂš si chiede se, al suo ritorno, troverĂ ancora fede

sulla terra: ci sarĂ ancora qualcuno disposto a chiedere? Ci sarĂ qualcuno ancora disposto ad ammettere di non farcela da solo? Chiedere non è una cosa sporca se costringe ad ammettere che da soli non possiamo far tutto. Chiedere non è approfittare quando il bisogno riguarda la parte piĂš interiore di noi stessi. Rifiutarsi di chiedere è rifiutarsi di ammettere che Dio è un bisogno; è rifiutare la fede. Paradossalmente una fede che non chiede è una fede solo di parole. Chi, se crede in una persona, non gli chiederĂ qualcosa, anche solo un consiglio? Credere in qualcuno è confrontarsi con lui e chiedersi in cosa ci completa; e quindi è capacitĂ di chiedere a lui quello che ci manca. CosĂŹ è tra uomini. CosĂŹ è con Dio. Solo che tra uomini ci può essere anche chi dovrebbe fare, dovrebbe rispondere alla richiesta, e non lo fa. Davanti a Dio questo non è possibile: Dio, dice GesĂš, è giusto e quindi ascolta. Piuttosto è quel che si chiede che, forse, non corrisponde al nostro piĂš profondo sentimento. Non a caso GesĂš utilizza l’immagine del giudice e

della richiesta di giustizia: chiedere a Dio parte dal profondo, dalla necessitĂ vera, dal bisogno che vien fuori dall’interno di sĂŠ. Altrimenti è superstizione: che è come dire che di Dio non ci si fida, ma si tenta la sua capacitĂ di fare. Questo sĂŹ sporca la fede. Ma questo non è credere perchĂŠ non è fede ma lo stesso vizio del peccato originale: fammi vedere se ce la fai! Lo stesso vizio della tentazione diabolica a GesĂš all’inizio della sua missione. Chiedere cosĂŹ è tentare, è giudicare. Non è chiedere giustizia. PerchĂŠ per chiedere giustizia bisogna avere ben chiare le idee su cosa sia giustizia e su cosa ci spetti; e su cosa si possa chiedere che sia di completamento, giusto, al nostro essere. Questo verrĂ dato, e velocemente, da Dio. Mentre il resto, che rischia di diventare piuttosto tentazione di Dio, non merita di essere chiamato richiesta. Ăˆ il modo per credersi Dio e di pretendere, e di tentare; e di vedere Dio come giudice ingiusto, lento e incapace. Di dichiararlo colpevole per le nostre incapacitĂ e i nostri errori.

/D FURFH H L VDQGDOL Si chiama George Walter, ma per tutti è il “pellegrino Georgeâ€?. Negli ultimi 43 anni ha percorso a piedi 65mila chilometri per portare la parola di GesĂš tra la gente. Dopo aver camminato per giorni nell’America del Nord, in Europa, in Siberia, nel Medio Oriente e in Asia, il pellegrino George è oggi un 72enne con una fluente barba bianca. Ma è ancora robusto e pieno di energie, e non rinuncia a scarpinare. Come sempre viaggia senza soldi, confidando nella provvidenza. E a chi gli chiede dove è diretto, risponde: “Vado in cieloâ€?. “Dio ti ama infinitamenteâ€?. Avvolto in una cappa di jeans, con un’icona della Vergine al collo e un inseparabile bastone sormontato da una croce, è partito per il suo annuale pellegrinaggio il 20 maggio scor-

so, con transito nel ventre agricolo del Midwest statunitense. “Il mio messaggio è sempliceâ€?, racconta al Sir: “Dio ti ama infinitamente. Se apri il cuore al suo amore, troverai pace, gioia e felicitĂ â€?. Cresciuto vicino a Pittsburgh, in Pennsylvania, da ragazzo ha preso la via del seminario con l’idea di farsi prete. Eppure, dopo otto anni di formazione, non si sentiva ancora pronto. “Sono stato ordinato diaconoâ€?, dice, “ma la mia fede era deboleâ€?. “Avevo tutte le nozioni in testa, ma mi sembrava di avere il cuore vuoto. Per cui mi sono preso una pausa per ascoltare il Signoreâ€?. Sul finire degli anni ‘60 si è unito a un gruppo di hippy che sfamavano i senzatetto di Los Angeles. Poi ha frequentato in Colorado una compagnia di ragazzi che vati-

cinavano la fine del mondo. “Quando si sono accorti che il pianeta non era giunto al capolinea, ognuno è andato per conto suo, e io sono salito in montagna per pregare e cercare Dioâ€?. Ăˆ stato durante questi periodi di ritiro e contemplazione che Walter ha “conosciuto l’amore del Padreâ€? e ha accolto la chiamata ad avviarsi in pellegrinaggio. Era il 1970, lui aveva 29 anni. S’imbarcò all’alba, una mattina d’estate, a New Orleans, e qualche giorno dopo sbarcò in Spagna da dove poi proseguĂŹ a piedi fino a Gerusalemme per ripercorrere le strade attraversate da GesĂš. “Sentii un messaggio risuonare nel cuoreâ€?, spiega Walter. “Quella voce diceva ‘ora sarai un pellegrino per tutta la tua vita e camminerai nei deserti della cittĂ dell’uomo’â€?.


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di famiglia, dov’è l’urgenza?â€?. L’urgenza non è tanto nel fatto che ancora una volta la Chiesa ricordi alla societĂ l’importanza di investire sulla famiglia, ma che vi sono sďŹ de pastorali imprescindibili. Tra queste c’è la questione dei divorziati risposati, delle situazioni irregolari e del loro accesso ai sacramenti. Il tema è d’attualitĂ non tanto perchĂŠ la stampa ne ha parlato a causa di una serie di indicazioni “nuoveâ€? che un ufďŹ cio della diocesi di Friburgo avrebbe diffuso e che conterrebbero

una svolta nell’atteggiamento verso le situazioni irregolari, ma perchĂŠ è attuale nella vita pastorale di ogni giorno. L’attualità è data da ciò che accade in parrocchia ogni volta che bisogna segnalare il padrino per il battesimo e la cresima e si scopre che non è idoneo, ogni volta che si entra in confessionale e ci si trova a dover riďŹ utare l’assoluzione con grave dolore per il ministro e per il penitente, ogni volta che nella coscienza di una persona non idonea si fa strada il desiderio di

accostarsi all’eucaristia pur sapendo di non poterlo fare, ogni volta che si tratta di argomentare a una persona che si sente riďŹ utata la vicinanza dell’amore e della misericordia di Dio e della comunitĂ cristiana nonostante l’incoerenza della propria situazione di vita. Un tema, una sďŹ da, forse tra le piĂš dolenti. Tante altre ce ne sono. Il metodo di Francesco segnala la volontĂ di trattarle, anzitutto, nel contesto dell’evangelizzazione. (Adriano Bianchi)

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uardando a Maria, vorrei riflettere con voi su tre realtĂ : prima, Dio ci sorprende; seconda, Dio ci chiede fedeltĂ ; terza, Dio è la nostra forzaâ€?. Lo ha detto domenica mattina papa Francesco nell’omelia della Messa in piazza San Pietro, davanti alla statua della Madonna di Fatima e a oltre 100mila persone, in occasione della Giornata mariana. Innanzitutto, “Dio ci sorprende; è proprio nella povertĂ , nella debolezza, nell’umiltĂ che si manifesta e ci dona il suo amore che ci salva, ci guarisce, ci dĂ forza. Chiede solo che seguiamo la sua parola e ci fidiamo di Luiâ€?. Come dimostra la scelta di Maria, “una semplice ragazza di Nazaret, che non vive nei palazzi del potere e della ricchezza, che non ha compiuto imprese straordinarieâ€? come madre del Signore, “Dio ci sorprende sempre, rompe i nostri schemi, mette in crisi i nostri progetti, e ci dice: fidati di me, non avere paura, lasciati sorprendere, esci da te stesso e seguimi!â€?. Di qui l’invito: “Oggi chiediamoci tutti se abbiamo paura di quello che Dio potrebbe chiederci o di quello che ci chiede. Mi lascio sorprendere da Dio, come ha fatto Maria, o mi chiudo nelle mie sicurezze, sicurezze materiali, sicurezze intellettuali, sicurezze ideologiche, sicurezze dei miei progetti? Lascio veramente entrare Dio nella mia vita? Co-

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mo diventare ‘non fedeli’, ma Lui non può, Lui è ‘il fedele’ e chiede da noi la stessa fedeltĂ â€?. Il Papa ha chiesto di pensare “a quante volte ci siamo entusiasmati per qualcosa, per qualche iniziativa, per qualche impegno, ma poi, di fronte ai primi problemi, abbiamo gettato la spugna. E questo purtroppo, avviene anche nelle scelte fondamentali, come quella del matrimonio. La difficoltĂ di essere costanti, di essere fedeli alle decisioni prese, agli impegni assunti. Spesso è facile dire ‘sÏ’, ma poi non si riesce a ripetere questo ‘sÏ’ ogni giorno. Non si rie-

sce ad essere fedeliâ€?. Il Pontefice si è, quindi, domandato: “Sono un cristiano ‘a singhiozzo’, o sono un cristiano sempre? La cultura del provvisorio, del relativo entra anche nel vivere la fedeâ€?. Ma “Dio ci chiede di essergli fedeli, ogni giorno, nelle azioni quotidiane e aggiunge che, anche se a volte non gli siamo fedeli, Lui è sempre fedele e con la sua misericordia non si stanca di tenderci la mano per risollevarci, di incoraggiarci a riprendere il cammino, di ritornare a Lui e dirgli la nostra debolezza perchĂŠ ci doni la sua forzaâ€?. Questo, ha chiarito il Santo Padre, è “il cammino definitivo: sempre col Signore, anche nelle nostre debolezze, anche nei nostri peccati. Mai andare sulla strada del provvisorio. Questo ci uccide. La fede è fedeltĂ definitiva, come quella di Mariaâ€?. Infine, l’ultimo punto: “Dio è la nostra forzaâ€?. Noi dobbiamo “saper ringraziare, saper lodare per quanto il Signore fa per noiâ€? perchĂŠ “tutto è suo dono. Se noi possiamo capire che tutto è dono di Dio, quanta felicitĂ nel nostro cuore! Tutto è suo dono. Lui è la nostra forza!â€?. Per il Papa, “dire grazie è cosĂŹ facile, eppure cosĂŹ difficile! Quante volte ci diciamo grazie in famiglia? Ăˆ una delle parole chiave della convivenza. ‘Permesso’, ‘scusa’, ‘grazie’: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avantiâ€?. E ancora: “Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dioâ€?.

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´(VVHUH &KLHVD &RVu DLXWLDPR O¡(XURSDÂľ Da cinque anni è al servizio della collegialitĂ e della comunione tra tutte le Chiese del continente europeo. Mons. Duarte da Cunha è stato votato all’unanimitĂ dai vescovi del Consiglio delle Conferenze episcopali europee alla carica di segretario generale dell’organismo ecclesiale per altri cinque anni e cioè ďŹ no al 2018. Classe 1968, Da Cunha è un sacerdote del Patriarcato di Lisbona. Ăˆ stato ordinato nel 1993; ha svolto studi teologici nel suo Paese e a Roma. Quando ha saputo della conferma ha provato un sentimento di gioia o un peso? Gioia, sicuramente. Gioia perchĂŠ è un segno di riconoscimento positivo di quello che con la presidenza e l’aiuto di tutti i membri del segretariato è stato fatto. Nello stesso tempo c’è un senso di responsabilitĂ accresciuta. La comunione tra i vescovi è nel cuore

della nuova evangelizzazione e quindi poter in un certo senso essere strumento di Dio nella Chiesa per questa ďŹ nalità è una grande responsabilitĂ . Cinque anni nel cuore dell’Europa. Che idea si è fatto? L’impressione che ho è che l’Europa sia una realtĂ sempre piĂš complessa. Da una parte, vedo l’emergere di una grande depressione: è un continente che rischia di vivere sempre piĂš radicato nell’istante, che non pensa piĂš al futuro, che non guarda a quello che va oltre il presente, e quindi è un continente che non riesce piĂš credere in Dio. C’è una specie di tristezza e di distrazione. Distrazione perchĂŠ ci sono tanti stimoli. Tristezza perchĂŠ questi stimoli non riescono a dare gioia vera agli uomini e alle donne che abitano nei nostri Paesi. C’è poi un segno molto generalizzato di sďŹ ducia verso i nostri responsabili politici. Non so

dire se sia una sďŹ ducia giustiďŹ cata o ingiustiďŹ cata. Sta di fatto che questa perdita progressiva di ďŹ ducia verso le nostre classi politiche è un sentimento generalizzato. Si ha l’impressione che le persone ormai non pensino piĂš che la politica possa fare qualcosa per loro. Manca una visione, un ideale grande. Del resto, se perdi la fede, perdi anche i grandi ideali e se perdi gli ideali, non sei piĂš capace di attirare il cuore delle persone. Questo l’aspetto negativo. Il positivo? C’è un continente ricco di vitalitĂ . Anche la Chiesa in questo continente è una Chiesa viva. Noi andiamo in giro dall’Est e all’Ovest, e questa vitalitĂ la veriďŹ chiamo sempre. Nell’Europa occidentale, per esempio, vediamo tanti gruppi di giovani e di famiglie che rinascono, vescovi e sacerdoti impegnati fortemente nelle nuove

generazioni, pellegrinaggi, incontri di formazione e di preghiera. C’è un livello di esigenza spirituale molto alta e anche se numericamente poco visibile, molto seria, molto profonda. Nell’est dell’Europa c’è una Chiesa viva, magari meno organizzata ma piĂš spirituale. Quale il ruolo che viene richiesto oggi alle Chiese? La principale missione è essere Chiesa, e quindi popolo che adora Dio, che vive la comunione, e che si apre nella caritĂ verso tutti. E questo essere Chiesa radicata nella fede, nella comunione e nella carità è il grande dono che possiamo dare a tutto il continente. Non è la Chiesa a dover risolvere tecnicamente i problemi economici e politici dell’Europa ma l’essere Chiesa è il contributo piĂš forte che possiamo dare. Essere lievito, sale e luce della terraâ€?.

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VenerdĂŹ 18 ottobre Ore 6.50 – Brescia − S. Messa presso il Seminario minore. Ore 9.30 – Brescia − Incontro con i direttori di Curia presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 18 – Brescia − Incontro con i genitori degli studenti dell’Istituto Canossa. Sabato 19 ottobre Ore 10 – Clusane − Incontro con la comunitĂ Mamrè.

Ore 15.30 – Brescia − Cresime in Cattedrale. Ore 20.30 – Brescia − Veglia missionaria diocesana in Cattedrale. Domenica 20 ottobre Ore 10 – Capriolo − Cresime e prime comunioni. Ore 15.30 – Bossico − Cresime e prime comunioni. MartedĂŹ 22 ottobre Ore 20.30 – Gussago − Incontro di preghiera con gli operatori pastorali. MercoledĂŹ 23 ottobre Ore 9.30 – Brescia − Consiglio presbiterale diocesano. GiovedĂŹ 24 ottobre Ore 9.30 – Brescia − Incontro per i sacerdoti sul Vangelo di Matteo presso il Centro pastorale Paolo VI.

Ore 17 – Brescia − Incontro con mons. Felice Montagnini presso l’UniversitĂ cattolica.

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?ƒ La Cancelleria della Curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario: La nomina del rev.do don Domenico Baruselli, giĂ parroco della parrocchia di Pian di Costa Volpino, a presbitero collaboratore delle parrocchie di Capodiponte e Pescarzo di Capodiponte.

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amrè è una comunitĂ cristiana femminile, fondata nel 1971 da don Pierino Ferrari, che si impegna a vivere il battesimo e a testimoniare la cresima in uno stato di vita laicale, nella consacrazione a Dio e nel servizio in condivisione di vita ai fratelli in difficoltĂ . Il nome Mamrè fa riferimento ad un brano biblico, contenuto nel libro della Genesi: “Il Signore apparve a lui alle Querce di Mamrè, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora piĂš calda del giorno...â€?. Don Piero ha posto, come icona rappresentativa della ComunitĂ , Abramo, che ospita i tre misteriosi viandanti alle querce di Mamrè, dov’era attendato con la moglie Sara. L’accoglienza manifestata ai tre, simbolo della TrinitĂ , e la fede esercitata da Abramo con l’espressione “C’è forse qualcosa di impossibile a Dio?â€? sono per la ComunitĂ , costituita in Associazione nel 1975, stimolo all’accoglienza, genera-

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cifico momento di approfondimento della fede, a partire dall’esperienza del patriarca Abramo. Tale circostanza è parsa alle appartenenti di Mamrè occasione ideale anche per presentare un nuovo volume postumo di don Pierino, che raccoglie le meditazioni dei ritiri tenuti da don Piero alle stesse dal 1991 al 2000. Il volume si intitola: “Mamrè. Mistero da scandagliareâ€?. Scandagliare il mistero è stimolazione a non spegnere mai lo stupore per la relazione di dipendenza tra Dio e la ComunitĂ come diceva don Pierino: “La ComunitĂ dipende dal Principio che l’ha fatta esistere, è sospesa a Dio in tutto il suo essere, e perciò, in tutto il suo operareâ€? . CosĂŹ per la ComunitĂ , come per ogni creatura. Interverranno alla presentazione del volume, in cui emerge la figura poliedrica di don Pierino, mons. Gabriele Filippini e Anselmo Palini, scrittore, entrambi amici di don Piero e profondi conoscitori della sua spiritualitĂ . La prima sollecitudine apostolica di Don Pierino, sti-

molata dalla quotidiana esperienza, fu quella di avvicinare le coscienze al mistero di Cristo e della sua Chiesa. Fin dagli anni ‘60 ha sentito forte la necessitĂ di promuovere nella Chiesa una “presenzaâ€?, semplice, ma significativa, di testimoni di GesĂš che, imitando il suo esempio, vivessero in piccole comunitĂ , dove condividere la vita con i poveri, considerati persone

degne del piĂš alto rispetto. “Si rivela il valore di una società – affermava don Pierino – non tanto dal suo grado di efficienza, quanto dal suo potere umanizzante. La persona in difficoltĂ , sia essa anziana, malata o disabile, non è spenta nei desideri ed estranea ad ogni sentimento; è e resta una persona capace di sensibilitĂ e di relazione, che esige rispetto e dignitĂ â€?. Nel 1959, giovane sacerdote, incontrò a Fiesole Madre Giovanna Francesca dello Spirito Santo, fondatrice delle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato: attinse al carisma della Madre per fondare le due istituzioni laicali che prenderanno avvio: il Cenacolo (comunitĂ formata da laici non legati da vincoli matrimoniali e da sacerdoti diocesani) e MamrĂŠ.

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‹‰‡”‹ƒ ÂˆÂ”ÂƒÇĄ —Â?ƒ ˜‹–ƒ †‘Â?ƒ–ƒ ˆ‹Â?‘ ƒŽŽƒ ˆ‹Â?‡ “Afra, il suo nome dice tuttoâ€?, anche il suo destino. Ăˆ con una voce commossa che Enrico Martinelli ricorda la ďŹ gura della sorella Afra e di come, ďŹ n da piccola, nacque in lei la vocazione missionaria che l’ha portata a morire a migliaia di chilometri lontano da casa, in Nigeria, fra la gente che amava. Da 30 anni in Nigeria come missionaria laica e originaria di Ciliverghe, la 78enne Afra Martinelli è morta la scorsa settimana, a causa delle ferite riportate a seguito di una

rapina avvenuta nella notte del 26 settembre. “Da bambina diceva io voglio andare in Africa, io voglio andare in Africa!â€? racconta Enrico. “Era la sbarazzina di casa. Noi abbiamo perso la mamma quando lei aveva 14 anniâ€?. Da grande avvenne l’incontro che le cambiò la vita, l’incontro con il vescovo di Ibardan, la seconda cittĂ , per popolazione, della Nigeria. “Con il vescovo aveva concordato di trasferirsi a Ibardan, dove era stato istituito un centro

di evangelizzazioneâ€?. Una volta lĂŹ, Afra cominciò ad ambientarsi, conoscendo le persone che lavoravano e gravitavano attorno al Centro, di cui prese in mano l’organizzazione, grazie all’inglese. Da Ibardan, in cerca di un contatto diretto con le persone che aiutava, Afra si spostò in “una zona piĂš interna dove ha cominciato la sua attivitĂ evangelicaâ€?. A OgwashiUkwu, nella zona del Delta del Niger, la missionaria bresciana avviò prima un Centro di formazione e

poi una scuola informatica, l’attuale Centro Regina Mundi. Qui Afra incontrava i ragazzi, “indirizzandoli verso l’azione caritativaâ€?, afďŹ ancando le lezioni di informatica. “Era diventato un centro di grande animazione – ricorda Enrico –di grande attivitĂ â€?. Ăˆ soprattutto sull’azione caritativa che il fratello si sofferma maggiormente: “Aveva creato un gruppo di ragazzi, i servitori del Cristo povero, che andavano ad aiutare i malati, i sofferenti e gli anzianiâ€?.

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el 1926, l’Opera della Propagazione della Fede, su suggerimento del Circolo missionario del Seminario di Sassari, propose a Pio XI di indire una giornata annuale in favore dell’attivitĂ missionaria della Chiesa. La richiesta venne accolta e l’anno successivo (1927) fu celebrata la prima Giornata missionaria mondiale per la propagazione della fede, stabilendo che ciò avvenisse ogni penultima domenica di ottobre. In questo giorno i fedeli sono chiamati ad aprire il loro cuore alle esigenze spirituali della missione e a impegnarsi con gesti concreti di solidarietĂ a sostegno di tutte le giovani Chiese. Vengono sostenuti con le offerte della Giornata progetti per consolidare la Chiesa mediante l’aiuto ai catechisti, ai seminari e all’assistenza socio-sanitaria dell’infanzia. “In questa complessa situazione, dove l’orizzonte del presente e del futuro sem-

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brano percorsi da nubi minacciose, si rende – ha scritto il Papa nel messaggio per la Giornata mondiale – ancora piÚ urgente portare con coraggio

in ogni realtĂ il Vangelo di Cristo, che è annuncio di speranza, di riconciliazione, di comunione, annuncio della vicinanza di Dio, della sua misericordia, della sua salvezza, annuncio che la potenza di amore di Dio è capace di vincere le tenebre del male e guidare sulla via del bene. L’uomo del nostro tempo ha bisogno di una luce sicura che rischiara la sua strada e che solo l’incontro con Cristo può donareâ€?. E per la diocesi sono pronti ad andare sulle strade del mondo, dopo che avranno ricevuto il crocifisso dalle mani del vescovo Monari nella celebrazione in Cattedrale del 19 ottobre, quattro missionari: don Nicola Signorini, fidei donum in Mozambico; suor Bruna Chiarini, religiosa marista da 30 anni in Burundi; Luisa Lorenzini, laica missionaria, che riparte per il Mozambico; Nicola Bonvicini che da anni segue la questione Kiremba in Burundi per la diocesi. Se don Nicola è alla prima esperienza in terra di missione, gli altri continuano la loro missione nel Sud del mondo. L’ottobre missionario per Brescia significa

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Accanto alle signiďŹ cative proposte di adorazione eucaristica nelle singole parrocchie, in cittĂ si segnala l’adorazione eucaristica presso la cappella del Ss. Sacramento in via Moretto 35: dopo la celebrazione eucaristica delle 7.30 nei giorni feriali e delle 9 nei giorni festivi, l’esposizione eucaristica ďŹ no alle 12.45, segue la celebrazione eucaristica. Al termine riprende l’adorazione ďŹ no alla benedizione serale dopo il Vespro alle 18.

Ăˆ prevista per venerdĂŹ 25 ottobre, in Cattedrale alle 20.30 la Veglia di apertura degli itinerari di spiritualitĂ zonali per giovani: l’itinerario avrĂ per tema “Incontro‌ al limiteâ€?. La Veglia sarĂ presieduta dal Vescovo con una meditazione su “Andate anche voi nella vignaâ€? (Mt 20,1-16). La prima assemblea per gli animatori vocazionali presenta il tema dell’anno, martedĂŹ 29 ottobre, presso il Centro pastorale Paolo VI alle 20.30. Interviene il Vescovo sul tema “Nelle periferie esistenzialiâ€?.

L’èquipe Sesa Italia organizza per tutti i sacerdoti e per il giovane clero il corso Mosè dal 18 al 20 novembre presso la Casa Sant’Antonio di via Garzetta 61 a Brescia. Nel corso Mosè si traccia il proďŹ lo di una delle ďŹ gure piĂš avvincenti della storia della salvezza. Si scoprirĂ non solo lo splendore del volto di Mosè, ma la sorgente stessa da cui quella luce emana. Scopriremo perchĂŠ il pastore di pecore, acceso dal fuoco del roveto dell’Oreb, si avventurò a condividere la sua vita con quel

Al Centro pastorale Paolo VI sono in corso due mostre: la prima “Segno dei tempiâ€? raccoglie le opere d’arte contemporanea dei giovani artisti bresciani selezionate nel concorso Punto. Art 2013 ed è visitabile ďŹ no al 3 novembre. La seconda mostra a pannelli illustrativi è dedicata all’arte popolare e artigianale “Andate e fate discepoli tutti i popoliâ€?, realizzata appositamente per essere itinerante e dedicata alla Gmg di Rio de Janeiro.

Dio nascosto. Il corso presenta il cammino della comunitĂ cristiana che si dirige verso la terra della promessa, ma mostra l’itinerario di un leader e pastore della chiesa. Per info, si può contattare don Luca Paitoni al 3355401040 o via email donluca@nuovaevangelizzazione.it o consultare il sito www.nuovaevangelizzazione.it. La quota di partecipazione al corso è di 50 euro. Il numero dei partecipanti è limitato: l’iscrizione va fatto entro il 2 novembre 2013.

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i sono sacerdoti che donano l’intera vita ad alcune particolari e singolari esperienze che sono al di fuori della pastorale parrocchiale e don Renato Giacomelli è stato uno di questi. Il suo ministero sacerdotale è stato principalmente legato all’Istituto Gerolamo Emiliani, prima orfanotrofio e poi convitto universitario. E fra i giovani è rimasto, in qualitĂ di assistente dell’Isu, nuovo gestore dello stesso convitto, fino ad oltre gli 80 anni. Ed è significativo che nel suo testamento spirituale, vergato nel 1995, il suo “ultimo commosso ricordoâ€? con l’invito a pregare per lui, sia andato “alle molte centinaia di giovani, ora sparsi un po’ dappertutto, che ho avvicinato all’Istituto Orfani e dopo al Convitto S. Gerolamo Emilianiâ€?. Originario di Gardone, dopo l’ordinazione sacerdotale fu inviato nel 1944 come curato a Sale Marasino. Vi rimase fino al 1953. Anni difficili, nei quali il giovane prete seppe avvicinare non solo i giovani ma anche le famiglie. Alla povertĂ dei mezzi supplivano le ottime e tante qualitĂ del curato. E proprio a causa di queste mons. Tredici, preoccupato delle difficoltĂ dell’Istituto Orfani (la guerra ne aveva creati tanti!) affiancò allo storico direttore don Galeazzi il giovane vicerettore

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non reggeva piĂš. Don Renato si presentava come la risposta: esuberante, energico, moderno, manageriale ma, nel contempo anche dolce, pensoso, amante piĂš dei fatti che delle parole, capace di ascoltare e, soprattutto, fiducioso della grazia di Dio e del bene che c’è in ogni persona. Accettò la responsabilitĂ di quella “masnadaâ€? di ragazzi irrequieti. Volle come “prefettiâ€? i seminaristi invece delle classiche figure che si ispiravano ai secondini. Al paternalismo preferĂŹ la via della responsabilizzazione: coi ragazzi giocava e scherzava,

ma sapeva anche essere severo ed esigente. Una severitĂ disciplinare accettata dai ragazzi perchĂŠ vedevano che il loro direttore prima era severo con se stesso. Se moltissimi ospiti dell’Istituto si sono realizzati nella vita, imparando un mestiere, lo devono certo a don Renato. Riuniti nell’Associazione ex alunni, nutrono ancora oggi verso il loro antico educatore riconoscenza e affetto grandi. Questo stile educativo don Giacomelli lo trasferĂŹ, dopo la chiusura sofferta e discussa, dell’Istituto degli Orfani di via Bassiche, nella nuova struttura di Viale Europa che, però, venne destinata agli studenti universitari. Era il 1966 e ormai Brescia, dopo l’arrivo dell’UniversitĂ cattolica, aveva aperto le porte anche all’UniversitĂ statale e le esigenze erano quelle di dare possibilitĂ di alloggio agli studenti provenienti da fuori cittĂ . Don Giacomelli per decenni è stato la discreta, non appariscente ma preziosa presenza educativa nel Convitto che ha visto passare centinaia di giovani. Per loro non è stato solo un “superioreâ€? ma un amico, un maestro, una guida spirituale. Apparentemente burbero e di vecchio stampo nei confronti dei gusti delle ultime generazioni, nel rapporto personale era un vero educatore, capace di far crescere le persone. Esaurite le sue forze, ha saputo ritirarsi di buon animo nella Casa del clero Mons. Pinzoni, dove è morto serenamente alla soglia dei 92 anni di vita.

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$WWHQWR DOOD SHUVRQH SHUFKp DWWHQWR DO 6LJQRUH Nel suo 78° anno di vita e 52° di sacerdozio, don Giuseppe Minelli è stato chiamato alla vita eterna, per ricevere dal Signore il premio riservato ai suoi servi buoni e fedeli del Vangelo. Se ne è andato dopo quasi un decennio di lento declino, quello che stende sulla mente quel velo che oscura parola, pensieri e ricordi, ma non il sorriso e i moti indecifrabili del cuore. A causa di questa malattia, don Giuseppe aveva lasciato la parrocchia di Corticelle Pieve anzitempo. Per una breve stagione era stato ospite a Casa Fiamma, residenza per sacerdoti, gestita dalla ComunitĂ Agape a Gorzone, poi si era ritirato presso i familiari, a Castelcovati, suo paese natio, dove ha lasciato una ultima buona testimonianza: quella esemplare nell’accettazione

della volontĂ di Dio che andava via via dipanandosi con il volto doloroso della sofferenza e della solitudine. Don Giuseppe Minelli è stato un sacerdote che ha sempre svolto il suo ministero in semplicitĂ e serenitĂ . Non ha mai cercato le luci della ribalta o posti al sole. Ha sempre fatto tanto, senza preoccuparsi di tornaconti o degli onori della cronaca. Uno stile che ha mantenuto negli anni, quasi per un ventennio, nei quali ha fatto il curato in oratorio, prima a Erbusco e poi in cittĂ a San Francesco da Paola. A Erbusco S. Maria arrivava con l’entusiasmo giovanile che, unito ai fermenti causati dal Concilio, lo portò a qualche dissenso col parroco. A S. Francesco da Paola rimase piĂš a lungo,

giĂ temprato dalla precedente esperienza. Successivamente il suo ministero lo ha condotto a Corticelle Pieve, nella Bassa, come parroco per 23 anni e dentro questa lunga presenza, per 15 anni ha svolto il compito di Consulente ecclesiastico provinciale della Coldiretti. Nella parrocchia di Corticelle ha lasciato il ricordo di un pastore solido nella formazione tradizionale ricevuta e moderno nell’attuare il suo ministero. Era attento alle persone perchĂŠ attento al Signore. Ha servito la comunitĂ afďŹ ancato dalle dorotee e da un nutrito numero di laici volontari che hanno garantito il funzionamento delle strutture parrocchiali a cominciare dall’oratorio. Una particolare predilezione l’ha

riservata al Santuario della Madonna della Formigola. Ne volle un accurato restauro, affrontando anche la fatica di una preziosa pubblicazione storicoartistica. Accanto al Santuario favorĂŹ la nascita del Centro di spiritualitĂ dedicato al Servo di Dio fra Giacomo Bulgaro, nativo di Corticelle. Nel mondo agricolo della Coldiretti si è trovato bene ed è stato ri cambiato con la stima e l’affetto di tutti. Ben conosceva i valori degli ambienti rurali in quanto proveniva lui stesso da un paese che ai tempi della sua infanzia era prettamente agricolo. Anche a Corticelle ha mantenuto un rapporto importante col mondo dei campi e di chi li lavora, sperimentando un interscambio fra l’azione pastorale in parrocchia

e quella di Consulente nella associazione provinciale. Nella Coldiretti, come in parrocchia, è rimasto fedele ai suoi doveri pur nei limiti creati dalla malattia che lo ha unito alla croce di Cristo. Ora riposa nel cimitero di Castelcovati.


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‡Â?–”‘ ƒ–‡” ‹˜‹Â?ƒ‡ ”ƒ–‹ƒ‡ …—‘Žƒ †‹ ’”‡‰Š‹‡”ƒ ‡ ƒ†‘”ƒœ‹‘Â?‡ ‡—…ƒ”‹•–‹…ƒ La Scuola di preghiera “Incontrare il Signore nella liturgiaâ€? è un percorso personale e di gruppo che introduce all’arte del pregare (adatto a giovani e adulti). Gli anni scorsi veniva proposta nel mese di gennaio, quest’anno invece avrĂ inizio il prossimo 23 ottobre. Di seguito il calendario completo degli incontri: mercoledĂŹ 23 ottobre “Celebrare il Sacramento della Riconciliazione; mercoledĂŹ 30 ottobre “Celebrare il Sacramento della Riconciliazioneâ€?; mercoledĂŹ

6 novembre “Pregare con Maria, Madre della Chiesaâ€?; mercoledĂŹ 13 novembre “Pregare nella comunione dei Santiâ€? (dalle ore 20.45 alle 22.15). La meditazione e l’animazione sono curate da don Marco Busca e da don Sergio Passeri. C’è spazio anche per la proposta dell’adorazione eucaristica personale: un luogo e un tempo per stare in silenzio, personalmente, in compagnia di GesĂš eucaristia, ogni giovedĂŹ sera

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Â?…‘Â?–”‘ …‘Â? Žƒ ƒ”‘Žƒ †‹ ‹‘ dal 10 ottobre a ďŹ ne maggio, dalle ore 20.30 alle 22.30. Un sabato al mese viene proposta, invece, una serata di preghiera con gli amici di Taizè. Il prossimo appuntamento è per sabato 26 ottobre (dalle 21 alle 22). Gli incontri si svolgono presso il Centro Mater Divinae Gratiae in via S. Emiliano 30 a Brescia. Per conoscere altre iniziative ed avere maggiori informazioni, www. materdivinaegratiae.it oppure telefonare allo 030.3047212/210 negli orari di segreteria.

L’esperienza di molti gruppi di catechesi o di animazione biblica insegna quanto sia difďŹ cile coinvolgere i ragazzi e i loro genitori. In particolare per “realizzare un incontro autenticoâ€? tra Parola di Dio e la loro vita. A fronte di tali esigenze, i formatori dell’Associazione italiana bibliodramma, coordinati da Giovanni Brichetti, offrono anche a Brescia un breve e intenso percorso formativo, realizzato anche grazie alla collaborazione dei salesiani

e dell’UfďŹ cio per la catechesi. Un approccio metodologico al gruppo e all’uso del testo biblico, che prevede la possibile proposta di 30 semplici e diversiďŹ cati strumenti attivi. ModalitĂ che favoriscono il coinvolgimento del gruppo, l’approfondimento della Parola e il rispecchiamento personale. Gli incontri si articolano nei quattro mercoledĂŹ sera di novembre, presso i salesiani in via San Giovanni Bosco. Per info ed iscrizioni, info@ bibliodrama.it o 030 6017042.

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i sta avvicinando il tempo in cui l’Anno della fede, aperto nel novembre 2012 da Benedetto XVI, giungerĂ a conclusione. Molte comunitĂ della diocesi hanno messo in calendario o hanno giĂ realizzato (come è stato per le parrocchie della zona pastorale VII che hanno vissuto a fine settembre il loro festival della fede) iniziative per chiudere nel migliore dei modi un anno tanto importante. A livello centrale l’esigenza di una chiusura che fosse all’altezza del profondo significato dell’anno vissuto ha portato all’incontro fra Diocesi e “Voceâ€?. Anche il settimanale, infatti, andava progettando una proposta che desse sostanza al suo 120°. Le iniziative realizzate (la festa di Voce) e quelle prossime (la crociera) sono importanti certo, serviva però qualcosa che lasciasse il segno. Di qui l’idea di una lettura integrale e continuata del Nuovo Testamento. Si tratta di un’esperienza che, sulla scorta della lettura integrale della Bibbia realizzata negli anni scorsi a Roma che aveva avuto tra suoi lettori anche papa Ratzinger, era stata sperimentata con successo anche in altre diocesi. Pavia e Bologna, piĂš recentemente, hanno messo in campo e realizzato inizia-

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Trieste per diventare l’iniziativa con cui la Chiesa bresciana chiuderĂ ufficialmente l’anno della fede. La proposta sta sviluppandosi proprio in queste settimane grazie anche a una condivisione tra diverse realtĂ , a partire dai biblisti del Seminario che si sono prestati per aiutare il pubblico che parteciperĂ alla lettura a comprendere il significato dei libri che formano il Nuovo Testamento. Proprio a sottolineare la continuitĂ della lettura è stato scelto il titolo “Notte e giornoâ€? per l’iniziazia-

tiva che prenderĂ il via nel tardo pomeriggio di venerdĂŹ 22 novembre per concludersi nella tarda serata di domenica 24. Il luogo scelto per quella che resta comunque una proposta strettamente religiosa (non è prevista infatti nessuna concessione ad aspetti spettacolari) è il Duomo vecchio, la Rotonda. All’ambone si alterneranno qualcosa come 250 lettori, intervallati da momenti musicali (anche questi scelti rigorosamente dal repertorio sacro) affidati al coordinamento di don Alberto Donini, direttore della scuola diocesana di musica “Santa Ceciliaâ€?. Il progetto con il passare dei giorni sta conquistando sempre maggiore interesse, sia per il suo indubbio elemento di novitĂ , ma anche per la sua portata spirituale. A breve inizierĂ anche l’opera di “reclutamentoâ€? dei lettori, dal momento che resta un “espressione di fedeâ€? di popolo. E in quanto popolo si cercherĂ , per quanto possibile, di fare in modo che tutte le sue espressioni possano salire all’ambone allestito in Duomo vecchio ad annunciare una parte di Nuovo testamento. Poche le notizie che ad oggi si possono dare se non quella che anche il vescovo Luciano Monari ha accolto con entusiasmo l’invito ad essere nel numero dei lettori, insieme a tanti altri bresciani che si renderanno disponibili. p

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‘Â?‰”‡‰ƒ ƒÂ?†‘ ’‡” ƒŽŽ‘‰‰‹ ’‘’‘Žƒ”‹ La Congrega ha indetto un bando per l’assegnazione in locazione di alloggi a canone moderato ristrutturati con coďŹ nanziamento regionale nell’ambito di un accordo tra la Regione Lombardia e il Comune di Brescia. Gli alloggi che la Congrega mette attualmente a disposizione sono quattro, e sono tutti ubicati presso il quartiere Mazzucchelli di Brescia. Due appartamenti possono

ospitare una persona, il terzo è per due persone e il quarto per tre persone. La graduatoria che risulterĂ dalla presentazione delle domande resterĂ valida per due anni e per tutti gli alloggi a canone moderato che si renderanno disponibili in questo lasso di tempo (via Mazzucchelli e via Monti). Come speciďŹ cato nel bando i requisiti fondamentali per accedere sono la residenza in un Comune della Lombardia da

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almeno cinque anni e il reddito familiare compreso tra 7.001 e 23mila euro annui. Le domande di partecipazione, corredate dalla necessaria documentazione, dovranno essere consegnate presso la sede di via Mazzini 5 a Brescia entro e non oltre le ore 12 del prossimo 4 novembre. Per ulteriori informazioni e per scaricare il bando completo, gli interessati possono consultare il sito www.congrega.it

Sabato 19 ottobre 2013 alle ore 16 in Rua Confettora 23/27 sarĂ inaugurato il nuovo centro dentistico “Ecodentalâ€? promosso dalla Cooperativa sociale S. Angela in locali di proprietĂ della Congrega, ove sorgono i minialloggi protetti per anziani di Casa Bonicelli.Dopo i saluti istituzionali, seguiranno la benedizione ed un piccolo rinfresco e sarĂ possibile conoscere gli operatori e visionare gli ambulatori. Per ulteriori informazioni www.ecodental.it

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l 17 ottobre cade la giornata mondiale di lotta alla povertĂ indetta dall’Onu. A Brescia, il Centro servizi per il volontariato e il Forum del terzo settore, con il patrocinio del Comune, organizzano una settimana di eventi, incontri e riflessioni presso varie istituzioni cittadine, nel corso dei quali saranno indagate le risposte del variegato sistema non profit bresciano nelle sue piĂš svariate forme. Il 15 ottobre in Congrega si è parlato di “emergenzacasaâ€?con i rappresentanti di una serie di realtĂ che si occupano di housing sociale: oltre alla Congrega, l’Immobiliare Sociale Bresciana, la cooperativa Il mosaico e la cooperativa Scalabrini Bonomelli. Margherita Rocco, portavoce del Forum terzo settore, ha introdotto l’argomento ricordando il “dramma degli sfratti per morositĂ incolpevoleâ€?, ossia perchĂŠ “manca il redditoâ€?. Si tratta di oltre 500 casi a Brescia e piĂš di 2mila in provincia. Il mancato pagamento degli affitti non è però l’unico problema rilevato: la necessitĂ della manutenzione degli immobili proprio a causa delle insolvenze diventa “straordinariaâ€? – sottolinea Donatella Molinari, vicepresidente della cooperativa Scalabrini Bonomelli; inoltre – asserisce Giorgio Grazioli, segretario generale della Congrega – l’esigenza di “un presidio sociale nelle abitazioniâ€? è sempre piĂš urgente, nelle situazioni in cui tra vecchi e nuovi inquilini si crea “un mix delicatissimoâ€?. Le realtĂ riunite hanno lanciato sollecitazioni costruttive: sembra necessario “cercare di rimettere in mo-

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illustrando l’esperienza del “condominio solidaleâ€? che Isb sta realizzando in uno stabile di Bornato con una famiglia che da gennaio gestirĂ lo stabile ristrutturato. Infine si lancia un appello al privato sociale, in particolare alle fondazioni, ma anche all’ente pubblico, sottolineando, in particolare, l’urgenza di strumenti fiscali e normativi per fronteggiare questa “emergenza socialeâ€?. L’incontro ha messo in luce la complessitĂ del far fronte a un’emergenza sempre piĂš diffusa, soprattutto a causa di una generalizzata diminuzione delle risorse da mettere in campo. Tuttavia le proposte e le idee non sono mancate: compito di tutti sarĂ concretizzarle al meglio.

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oio volevam savoir l’indirissâ€? chiedeva il principe De Curtis, rivolgendosi a un vigile meneghino, nel celebre “Totò, Peppino e la malafemmenaâ€?. Un capolavoro del cinema comico che, a distanza di 57 anni, offre ancora spunti e riflessioni sulle profonde differenze culturali che dividono il nord dal sud della penisola. Differenze che, inevitabilmente, si riflettono sull’economia, da qui la sempre verde “questione meridionaleâ€?, gioia e letizia di schiere di politici che dall’unitĂ d’Italia a oggi hanno fatto le proprie fortune speculando sulla miseria della popolazione del meridione. D’altro canto il dissesto economico del sud e i fiumi di fondi pubblici che nel corso di piĂš di un secolo sono affluiti nelle mani di amministratori pubblici dalla dubbia moralitĂ sono da sempre l’argomento preferito di chi, ancora oggi, preferirebbe dividere il Paese, senza per altro accorgersi del proces-

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nizza, fondatore della ComunitĂ progetto Sud e il sociologo di origini altoatesine, Aldo Bonomi. Ed è stato proprio quest’ultimo a indicare al pubblico la necessitĂ di affrontare la “questione meridionaleâ€? soffermandosi, innanzitutto, sul fattore sociale. “Borgomeo, partendo dalla sua esperienza di sindacalista della Cisl, giunge alle mie medesime conclusioniâ€? ha affermato Bonomi. Secondo il sociologo, la crisi del modello partito, soprattutto se vista sotto il profilo della militanza, è indicativa del cambiamento in atto nel Paese.â€?Dalla crisi della militanza all’importanza della figura del volontarioâ€?. Ăˆ questo il percorso indicato da Bonomi. Con il venir meno delle risorse destinate al welfare e l’assenza endemica di attivitĂ produttive stabili, il destino del sud Italia sarebbe segnato, se non fosse che negli ultimi anni qualcosa è cambiato: l’associazionismo – la forma mentis che ne è alla base – ha iniziato a prendere piede

anche al sud. “L’unica speranza possibile per il meridione d’Italia è in mano al volontariato, all’associazionismo, ha sottolineato il sociologo -. E il testimone di questa speranza è don Giacomo Panizzaâ€?. Migrante alla rovescia, Panizza è nato a Brescia ma, dal 1976, vive stabilmente in Calabria, a Lamezia Terme dove ha dato vita a una fitta rete solidale; una comunitĂ nella comunitĂ che sopperisce alle mancanze dello Stato. Un risultato ottenuto grazie ai tanti volontari che negli anni hanno aiutato il sacerdote venuto dal nord a costruire centri di riabilitazione, centri residenziali per persone affette da handicap e per tossicodipendenti, centri di formazione e cooperative finalizzate all’inserimento lavorativo. “Una delle prime cose che mi hanno portato a vedere, una volta arrivato in Calabria – racconta don Giacomo – è stata l’area industriale, o meglio, la zona che giĂ all’epoca si chiamava ex area industriale di Lamezia Termeâ€?. Secondo

Borgomeo, il piĂš grande abbaglio della politica italiana, nel tentativo di risollevare economicamente il sud, è stato il processo d’industrializzazione avviato al sud e che ha portato a costruire “cattedrali nel deserto e deserti nelle cattedraliâ€?. Nel secolo scorso, infatti, si è fatto l’errore di pensare che la coesione sociale, necessaria per lo sviluppo di una comunitĂ autonoma, fosse la diretta conseguenza dello sviluppo economico. â€œĂˆ il contrarioâ€? ha dichiarato Borgomeo. Tale processo, i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti, è parte integrante del grande “equivocoâ€? del sud: “fatto di luoghi comuni, di malapolitica, di criminalitĂ , ma fatto anche di grandi capacitĂ e di grandi speranzeâ€?. Un equivoco che ha portato i relatori ad affermare che, in assenza di una solida comunitĂ sociale, o “comunitĂ di curaâ€? come ha voluto definirla Bonomi, “non saranno di certo i contributi economici a risolvere l’annosa questioneâ€?.

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Tv2000 sta lavorando alla preparazione di un nuovo programma televisivo di prima serata. Nella scaletta della nuova produzione è previsto anche uno spazio per i cori. Di qui l’invito, esteso a tutto il Paese, a cori professionisti o meno, maschili o femminili, parrocchiali o di montagna, a mettersi in contatto con la redazione chiamando lo 0666508937 o inviando una mail all’indirizzo nuoviprogrammi@ tv2000.it con il video di

Il1° novembre prossimo, su iniziativa della diocesi, del Centro oratori bresciani, delle Suore operaie della Santa Casa di Nazareth viene proposto al Pala Banco di Brescia di via Ziziola, lo spettacolo di evangelizzazione “Ruth, un’amica da non perdereâ€?, realizzato dalla compagnia allievi Omega che fa parte del progetto Holy dance, promosso da suor Anna Nobili. Si tratta di un progetto che individua nella danza il luogo e lo strumento attraverso il quale ognuno viene

un’esibizione. Tra i cori che risponderanno all’annuncio nei prossimi mesi verranno individuati quelli che, a partire dal gennaio 2014, diventeranno protagonisti i protagonisti di una prima serata che li vedrĂ impegnati, in diretta, in una vera e propria competizione con tanto di prove e scrutinio della giuria. Dalle prossime settimane i video pervenuti verranno mandati in onda nello spazio pomeridiano “Nel cuore dei giorniâ€?.

considerato come persona, come valore fondamentale ed irripetibile e pertanto accolto e valorizzato per se stesso. La centralità della persona umana si traduce in uno stile che privilegia il rapporto personale come via educativa. Lo spettacolo andrà in scena alle 21. I biglietti d’ingresso (intero 20 euro, 10 per i gruppi di oratorio e 7 per gli under 15) si possono acquistare presso Ticketone, il Centro oratori bresciani e lo stesso Pala Banco di Brescia.

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uona la prima!. Il Grande “archiviaâ€? l’inagurazione della stagione d’opera e balletto, con un sostanziale successo de “L’elisir d’amoreâ€? di Gaetano Donizetti, andato in scena l’11 e il 13 ottobre. Il pubblico che ha affollato il teatro ha dimostrato di gradire la proposta. Particolarmente apprezzata la giovane compagnia di canto (in cui ha spiccato il Nemorino di Enea Scala) che ha dato ulteriore credibilitĂ alla messa in scena pensata da Arnaud Bernard. Il regista francese ha infatti trasportato le vicende del melodramma giocoso in due tempi, agli anni ‘50 del secolo scorso, chiedendo a tutto il cast notevoli doti interpretative per dare vita a un mondo agricolo in cui fa la sua irruzione la modernitĂ efficacemente rappresentata dalla Citroen 2 cavalli con cui fa il suo ingresso in scena Dulcamara. La direzione del giovane Andrea Battistoni, 26 anni soltanto, ha assecondato il progetto, non sacrificando, però, (come lo stesso direttore d’orchestra aveva evidenziato nel corso della conferenza stampa di presentazione dello spettacolo) nes-

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che manca a Brescia da 42 anni, il Grande chiude, dopo il Macbeth del 2007 e il Falstaff dell’anno successivo, il filone progettuale dedicato ai titoli verdiani legati al nome di William Shakespeare. Sarà un nuovo allestimento che ha iniziato la sua tournÊe dal Teatro Sociale di Como e che vede nel ruolo del moro il tenore Walter Fraccaro. Accanto a lui nel ruolo di Jago Alberto Gazale, definito il baritono verdiano per eccezione, il soprano Daria Masiero che sarà Desdemona. La regia dell’opera porta la firma di Stefano De Luca, assistente alla regia di Giorgio Strehler in numerosi suoi spettacoli e che da alcuni anni si dedica anche alla regia d’opera. Scene e costumi sono di Leila Fteita, mentre la direzione d’orchestra sarà affidata al talento di Giampaolo Bisanti.

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7L SUHVHQWR /ROHN O¡DWOHWD GL 'LR Per iniziativa dell’amministrazione comunale di Rezzato, sabato 19 ottobre viene proposto per la prima volta nel Bresciano, lo spettacolo “Ti presento Lolek! Storia di Karol Wojtyla, l’atleta di Dioâ€?, scritto da Massimiliano Paganini e messo in scena dalla compagnia teatrale “Entrata di sicurezzaâ€? di Castellanza, che dopo cinque anni torna a proporre un nuovo spettacolo musicale questa volta incentrato sulla figura di Karol Wojtyla. La storia dell’â€?atleta di Dioâ€? è raccontata con la leggerezza con la quale un padre può raccontarla alla figlia di otto anni pur affrontando le vicende salienti della vita di Wojtyla: la giovinezza in Polonia, il nazismo, l’elezione a Papa, il comunismo, l’attentato, i viaggi, la vecchiaia e il ritorno alla Casa del Padre. Nello spettacolo di Massiliano Paganini, infatti, vengono percorsi i passaggi piĂš significativi della vita di Giovanni Paolo II, dagli anni della gioventĂš in una Polonia schiacciata dall’occupazione nazista, ai primi passi da sacerdote, in un Paese passato da una forma di schiavitĂš all’altra; il suo cammino sino all’elezione a successore di Pietro. Il tutto raccontato con la recitazione, il canto, la danza, forme espressive particolarmente care al Papa che sarĂ canonizzato il 27 aprile 2014 e che nel 1999 scrisse una lettera agli artisti in cui ricordava “Nessuno meglio di voi, geniali costruttori di bellezza, può intuire qualcosa del pathos con cui Dio, all’alba della creazione,

guardò all’opera delle sue maniâ€?. La compagnia “Entrata di sicurezzaâ€? nata poco piĂš di 25 anni fa, vanta giĂ trascorsi nel campo dello spettacolo musicale, avendo portato in scena, parallelamente a spettacoli di prosa, la giullarata musicale “Francesco d’Assisi, di Dio lo Jullareâ€?. “Ti presento Lolek! Storia di Karol Wojtyla, l’atleta di Dioâ€?, verrĂ proposto alle 20.45 di sabato 19 ottobre al teatro comunale Ctm di Rezzato. L’ingresso è libero.

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‡‰”‹–ƒ ƒŽ ƒŽƒ ƒÂ?…‘ †‹ ”‡•…‹ƒ Ăˆ ricca e decisamente interessante la programmazione autunnale del Cipiesse. Ancora quattro, dopo quello inagurale del 3 ottobre con il “Banco del mutuo soccorsoâ€? al Ctm, i concerti in programma. Il 26 ottobre, al Pala Banco di Brescia, arrivano i “Negritaâ€?con il loro “Updlugged tour 2103â€?. Sempre al teatro di via Ziziola arriveranno il 14 novembre i “Poohâ€? con “Opera seconda in concertoâ€?. Il giorno successivo Lella Costa, Orsetta De Rossi, Giorgia Cardaci e Rita Pelusio

sono protagoniste dello piece “Ferite a morte� di Serena Dandini, che ha attinto dalla cronaca e dalle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex�. Per una volta, sono loro a parlare in prima persona. Come in una “Spoon River� del femminicidio. Chiude la serie degli appuntamenti “targati� Cipiesse il “Sun tour� di Mario Biondi al Pala Banco di Brescia il 30 novembre. Info www.cipiesse-bs.it.

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i è tenuta il 9 ottobre scorso presso i Saveriani di via Piamarta a Brescia la presentazione del libro “La lsita di Bergoglio. I salvati da Francesco durante la dittatura. La storia mai raccontataâ€?. Si tratta di un’inchiesta del giornalista di “Avvenireâ€? Nello Scavo che per la prima volta fa luce in maniera ampia e grazie a documenti inediti sul ruolo dell’allora padre Mario Jorge Bergoglio durante gli anni della dittatura argentina (1976-1983). A presentare la pubblicazione lo stesso autore, Mauro Castagnaro, redattore di “Missione oggiâ€? per l’America Latina. Nel corso della presentazione è stato evidenziato come l’allora provinciale dei gesuiti d’Argentina, oggi papa Francesco, ha compiuto un’azione da vero “007 del beneâ€? istituendo una rete clandestina informale per portare in salvo decine e decine di ricercati. L’inchiesta di Scavo, che si è recato in Argentina e in altri Paesi sudamericani, mette in luce come siano state oltre un centinaio le persone che padre Bergoglio ha messo al sicuro grazie a stratagemmi da consumato uomo d’azione: l’utilizzo del centro gesuita di San Miguel come nascondiglio di presunti “giovani in ritiro spiritualeâ€?, quando invece si trattava di perseguitati dal regime; fughe sulla propria auto di notte; telefonate criptiche e

realizzate da telefoni pubblici per evitare intercettazioni; corrispondenza fatta recapitare attraverso originali stratagemmi; organizzazione di fughe all’estero lungo l’asse ArgentinaBrasile-Europa; complicitĂ con diplomatici stranieri per l’ottenimento di passaporti e lasciapassare. Sono numerose le storie di cui Scavo dĂ conto nel suo libro-inchiesta: quella del sindacalista Gonzalo Mosca, nascosto al Colegio MĂĄximo e poi fatto espatriare in Brasile: ÂŤPadre Jorge non solo mi accompagnò in aeroporto, ma venne fino al portellone dell’aereoÂť, per assicurarsi che il suo protetto potesse

veramente fuggire sano e salvo; Alicia Oliveira, l’attivista civile, entrata in clandestinitĂ perchè ricercata dai militari, che Bergoglio faceva incontrare con i figli in strutture dei gesuiti andandola a prendere di nascosto in auto; Alfredo Somoza, all’epoca giovane studente universitario di sinistra, oggi residente in Lombardia, per il quale Bergoglio approntò una via di fuga verso l’Europa attraverso il Brasile. Scavo getta inoltre piena luce sul caso Jalics-Yorio, ovvero la drammatica vicenda dei due gesuiti rapiti e torturati dai militari. Per la prima volta viene nel libro mostrata la lettera che Bergoglio scrisse alla famiglia di padre Jalics, in cui manifestava tutto il suo impegno per riavere salvo il suo confratello. Inoltre, anche grazie all’interrogatorio che Bergoglio ebbe nel 2010 in qualitĂ di testimone al processo Esma a Buenos Aires e che viene pubblicato in esclusiva mondiale in appendice al libro, Scavo ricostruisce per la prima volta l’incontro tra il futuro papa Francesco e l’ammiraglio Massera durante il quale il gesuita chiese con forza la liberazione dei due religiosi. Nelle pagine de “La lista di Bergoglioâ€? sono raccontate le vicende di molte altre persone salvata grazie all’azione del gesuita, tanto che, come conclude lo stesso autore, il loro numero arriva a 100.

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Da lunedì 21 ottobre Radio Voce propone la rubrica “In cammino con Gesù: riflessioni di mons. Vincenzo Paglia”. L’appuntamento è a cura di don Adriano Bianchi.

La diretta della Santa Messa del sabato alle 18.30 ha luogo, in queste settimane, dalla chiesa di Concesio Pieve su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Si è svolto il 14 e 15 ottobre al centro pastorale Paolo VI il convegno dedicato agli oratori bresciani. Due giorni di confronto e dibattito per delineare un nuovo progetto educativo. Ai lavori, aperti da don Marco Mori, sono intervenuti don Rossano Sala, sul tema “Per un ripensamento della prospettiva pastorale, tra antropologia e vangeloâ€? e Carla Bisleri su “Attivare processi educativi di comunitĂ : come organizzare il lavoro in oratorioâ€?.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio sull’assemblea dei curati tenuta per analizzare la gestione degli oratori bresciani. A seguire: Start up, la Festa della Fede, per i ragazzi delle parrocchie che stanno completando il cammino di iniziazione cristiana; i festeggiamenti per il 25° anno dalla fondazione del Monastero delle Clarisse a Bienno; l’inaugurazione del teatro parrocchiale a Casazza.

Ne parliamo in Primo Piano in onda alle 9.30. La Buona novella, a cura di Betty Cattaneo, va in onda in due parti dalle 9 alle 10 e dalle 11 alle 12 (all’interno, la S. Messa dalla cattedrale), e in differita su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche si possono riascoltare sul sito www.radiovoce.it nella sezione podcast.

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La rubrica “4 parole...â€? è con don Carlo Tartari, direttore dell’UfďŹ cio per le missioni, per la Giornata missionaria mondiale. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 14.00 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su TeleBoario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda lo speciale “La bambina abbracciata alla croceâ€?, di p. Antonio Maria Sicari.

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´*UDQGH )UDWHOORÂľ LO QXOOD QRQ KD PDL ILQH Al via le selezioni per partecipare alla 13ÂŞ edizione del “Grande Fratelloâ€?. Sul sito internet di Mediaset “16mmâ€? si possono vedere in anteprima alcuni video-messaggi dei primi astanti. Roba per stomaci forti. Si è calcolato che nel corso degli anni, dalla prima edizione del 2000 a oggi, le persone che hanno sostenuto il provino per entrare nella casa piĂš finta d’Italia siano state circa 260mila. Non è un numero scioccante: infatti l’obiettivo di questa industria culturale non è quello di avere file chilometriche di gente fuori dagli studi televisivi. Chi veicola questa propaganda mediatica votata al

trionfo dell’auto-celebrazione ha un fine ben preciso: la fila dobbiamo farla, certamente, ma davanti ai negozi, per procurarci il feticcio di turno (smartphone, automobili, vestiti) che ci renderĂ splendidi, unici, irresistibili, in una sola parola, televisivi. Ormai la vita reale è una grande televisione, multiforme, infinita e adattabile a ogni singolo individuo. Lo spettacolo è qui in mezzo a noi. La nostra è un’epoca di visibilitĂ aumentata. A far girare il mondo ormai sono gli ingranaggi virtuali dei social network su internet, le tonnellate di foto che scattiamo per documentare la nostra vita, le sgangherate frasi

a effetto che scriviamo per attirare l’attenzione sulla nostra pagina facebook. C’è chi filma la propria proposta di matrimonio, chi ne fa addirittura un flash-mob, chi riempie l’etere di foto dei propri bambini senza nemmeno chiedersi se sia etico o no. Dobbiamo avvisare la collettivitĂ di qualsiasi mossa facciamo, che sia andare dal dentista o cucinare un piatto prelibato. Non c’è piĂš filtro tra sfera privata e sfera collettiva, come se fossimo tutti milioni di cari e intimi amici che si raccontano i propri segreti. E c’è di piĂš. I social network non sono solo una pentola nella quale impastiamo i fatti nostri

con quelli degli altri: nel gridare con fierezza al mondo le nostre spettacolari miserie, abbiamo consegnato la nostra sacra privacy nelle mani di scaltri calcolatori che astutamente la usano per catalogare, misurare e stilare rapporti su consumi, desideri, prospettive future. Per tutto questo, e per ciò che non abbiamo ancora visto, dobbiamo ringraziare fenomeni sociali “apripistaâ€? come il “Grande Fratelloâ€?. Ammirando qualche poveraccio che per qualche mese fa la vita da gran signore davanti alle telecamere abbiamo imparato che tutto sommato non è cosĂŹ male vivere ogni giorno come se reci-

tassimo in un grande spettacolo, al quale tutti sono invitati, anche se non hanno nulla da dire. Se gli antichi romani puntavano su “panem et circensesâ€? oggi i nostri imperatori mediatici si limitano ai “circensesâ€?. L’importante è partecipare. Il ruolo non è cosĂŹ fondamentale: a volte siamo protagonisti, a volte comparse, ma ciò che conta è che nella nostra vita possiamo prolungare all’infinito quei famosi “15 minuti di notorietĂ â€?. E mentre giochiamo amabilmente come se fossimo nella casa del Gf non ci accorgiamo che la pensione dei genitori diminuisce e la nostra non aumenta affatto. Anzi.


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Non esistono più i cattivi di una volta. Almeno nel cinema d’animazione. La prova la troviamo in “Cattivissimo me 2”, seguito del fortunatissimo film di qualche anno fa. Gru, il protagonista della pellicola, e il suo esercito di minions (buffi animaletti gialli) che dovrebbero essere dei super-cattivi sono in realtà buoni, goffi, sensibili e teneri, tanto che Gru, che aveva già adottato tre orfanelle nella prima pellicola, in questa seconda si dedica a fare il padre affettuoso e addirittura si

innamora. In questo film, infatti, il buffo protagonista, super-cattivo che si è scoperto super-buono, viene chiamato a lavorare con l’agenzia degli agenti segreti che lottano per il bene e deve sventare, insieme ad una giovane agente con cui sboccerà l’amore, un complotto contro la terra ad opera di un criminale mascherato. Ormai Gru è diventato il buono che lotta contro il male, altro che “cattivissimo me”. Ma non è sempre stato così. Anzi. Il primo film di Walt Disney, “Biancaneve”

del 1937, raccontava della cattiva per eccellenza: la matrigna di Biancaneve. E che dire della matrigna e delle due sorellastre di Cenerentola? E di Crudelia Demon della “Carica dei 101”? Si arriva poi all’oggi… Insomma, oggi i cattivi non spaventano più nessuno, ma fanno ridere e divertire, all’interno di fiabe in cui però la morale rimane ben precisa: il bene vince su tutto e l’amore, la famiglia, l’amicizia sono i pilastri su cui edificare le proprie vite. (Paola Della Torre).

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“La fabbrica intelligente. L’industria del futuro tra sogno e realtĂ â€? è il titolo scelto per l’edizione 2013 di Summit, appuntamento dedicato all’innovazione e alle nuove tecnologie informatiche, promosso dall’Associazione industriale bresciana nel quadro delle settimane della cultura d’impresa. Il filo conduttore dell’appuntamento del 19 novembre, in programma al Musil di Rodengo Saiano, guarderĂ ai nuovi modelli di fabbrica che

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dovrà essere dotata di soluzioni avanzate e integrate. Summit 2013 si rivolge ad imprenditori, manager e professionisti, per raccontare loro come le tecnologie digitali stiano abilitando l’innovazione dei prodotti, dei processi e dei modelli di business dell’industria manifatturiera, difendendo l’industria Italiana e rafforzando la sua posizione in Europa e nel mondo, coinvolgendo esperti dal mondo accademico, industriale e istituzionale

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l governo Letta ha varato l’attesa legge di stabilitĂ 2014. Le misure adottate realizzano, come ha specificato lo stesso premier presentando la legge, le due prioritĂ di politica economica del governo: favorire la crescita e promuovere l’occupazione. “Con le misure disposte nel provvedimento – sono state le parole di Letta – si avvia un percorso di riduzione del carico fiscale sulle famiglie e sulle impreseâ€?. Ulteriori risorse per procedere sul campo della riduzione della pressione fiscale dovrebbero arrivare dalla spending review che, come annunciato dal premier, verrĂ progressivamente implementata nel corso del 2014. La manovra non presenta i tagli alla sanitĂ che molti davano per certo. Nel dettaglio, la legge di stabilitĂ prevede interventi per 27,3 miliardi di euro nel triennio 2014-2016, di cui 11,6 nel solo 2014. Nel triennio saranno 14,6 miliardi destinati agli sgravi fiscali (rispettivamente 9 per le famiglie e 5,6 per le imprese). Nel 2014 sono 3,7- 2,5 per le famiglie (1,5 riguardano l’Irpef) e per 1,2 per le imprese. Sul fronte del sociale la manovra varata dal governo Letta prevede 11,2 miliardi per il triennio, destinati a progetti di investimento e impegni internazionali. Per il 2014 si prevedono 6,4 miliardi. “Questi interventi – si legge in un comunicato diramato da Palazzo Chigi a commento delle legge di sta-

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bilità – sono stati programmati con soluzioni che consentono di rispettare l’impegno di contenere il deficit nell’ambito degli obiettivi comunitari e invertire la tendenza del debito pubblicoâ€?. Alcuni punti piĂš di altri caratterizzano la legge di stabilitĂ Il primo è quello del cuneo fiscale (la differenza tra lo stipendio netto del lavoratore e il salario lordo in carico all’azienda, comprensivo anche delle trattenute fi-

scali). Per rilanciare la competività il governo ha deciso un suo taglio di 5 miliardi per il lavoratore e 5,6 per le imprese nell’arco del triennio. Misura che dovrebbe comportare una busta paga leggermente piÚ pesante. La legge di stabilità interviene anche sulle pensioni bloccando l’adeguamento al costo della vita di quelle superiori a 3mila euro mensili. Saranno adegutate al 90% quelle superiori a tre volte il

trattamento minimo dell’Inps; al 75% quelle che superano di quattro volte il minimo e al 50% quelle cinque volte maggiori. Tra le misure previste per la pubblica amministrazione, l’introduzione di tetti alle maxi retribuzioni e un taglio del 10% degli straordinari e la rateizzazione in due tranche del trattamento di fine rapporto. Il governo Letta ha abolito definitivamente l’Imu introducendo però la nuova service tax, ancora difficile da presentare, denominata “Triseâ€?. La legge di stabilitĂ conferma anche per il 2014 gli eco bonus per ristrutturazioni e risparmio energetico. Tra i punti significativi anche detrazioni per agevolare l’assunzione di nuovi lavoratori. Caute sono state le prime reazioni alla legge che deve passare al vaglio del Parlamento. Sindacati e imprenditori giudicano troppo timide le misure per il lavoro e il rilancio dell’economia. I dipendenti pubblici denunciano l’ennesima azione repressiva nei loro confronti. La politica si divide tra chi approva (le forze di maggioranza) e chi critica.

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/H YLH GHO ULODQFLR VHFRQGR L VLQGDFDWL Le federazioni dei trasporti di Cgil Cisl Uil Brescia chiedono un ripensamento del Sistema integrato dei trasporti, unica via per un rilancio dell’Aeroporto di Brescia-Montichiari, “nella prospettiva di un nuovo sviluppo territoriale, regionale e nazionale, in contrasto alla grave crisi economica e all’altezza dei piĂš moderni servizi europeiâ€?. I sindacati confederali parlano di un aeroporto “sottoutilizzato e sprecato rispetto alle sue

potenzialitĂ â€? e chiamano la “Regione Lombardia a concretizzare gli obiettivi lungamente discussi e adottati nel maggio 2011 con il Piano territoriale d’area quali: la salvaguardia del sito aeroportuale e dei corridoi infrastrutturali; l’orientamento e lo sviluppo di processi in diretta relazione con il sito aeroportuale e lo sviluppo localeâ€?. “Non siamo interessati ad alimentare un dibattito che verte sull’alternativa fra nuove partecipazioni o cessioni di

ramo d’azienda – scrivono Cgil Cisl Uil Trasporti – quanto a rivendicare un piano industriale serio e credibile, che si misuri con i bisogni e le dinamiche attuali dei trasporti di persone e di merci, e trovi lo spazio per sviluppare una sua specializzazione, all’interno del sistema aeroportuale del Nord Italia e dell’Europaâ€?. Le “non scelteâ€? di questi anni stanno trascinando una situazione non piĂš sopportabile sul piano economico, a

livello locale, regionale e nazionale. “Dopo due anni di cassa integrazione – si legge ancora nel documento sindacale – permane una forte preoccupazione per le prospettive occupazionali. Cgil Cisl Uil sono impegnate con le rispettive Federazioni di categoria a promuovere le necessarie iniziative afďŹ nchĂŠ i diversi attori istituzionali, economici e sociali si attivino per l’adozione di scelte credibili e di contrasto alla crisiâ€?.


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Ăˆ iniziato con una netta vittoria il campionato nazionale di pallamano di serie A2 femminile per la Leonessa Brescia. Le ragazze di De La Garza hanno espugnato il campo di Mezzocorona portando a Casa Brescia i primi tre punti di stagione. Savoldi S. e compagne hanno raggiunto il successo senza mai soffrire e staccano le avversarie di ben 12 lunghezze. Spazio anche all’intera panchina

bresciana ed il finale è tutto giovanile. “All’inizio ho visto alcuni errori ma è normale per la prima di campionato – commenta De La Garza – sono contento, le ragazze hanno imposto la giusta intensitĂ in difesa realizzando in contropiede. Stasera ci godiamo la vittoria e domani pensiamo a Taufersâ€?. Prossimo turno sabato 19 ottobre al Pala San Filippo alle ore 18 per la sfida Leonessa Brescia contro Taufers. L’ingresso è gratuito.

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ergodi ha portato a casa un altro pareggio. Da La Spezia con un punto, ma forse ne avrebbe meritati tre, visto il rigore generoso concesso ai padroni di casa e il gol del definitivo 2 a 2 subito abbondantemente in recupero. Peccato. Le Rondinelle hanno dimostrato, soprattutto nel secondo tempo con un Juan Antonio che dalla panchina ha portato brillantezza (appunto come scritto la settimana scorsa: dateci un fantasista), di saper ancora giocare a calcio. Insomma, la sbornia, non certo piacevole, del dopo Giampaolo (ascoltato mercoledĂŹ in questura a Teramo dalla Digos di Brescia per capire se l’abbandono di Brescia sia stato una conseguenza di una pressione, poco lecita, da parte della tifoseria) pare essere stata superata grazie anche alla serenitĂ e fiducia che Cristiano Bergodi sa dare al gruppo. Sul pareggio ottenuto dal Brescia con lo Spezia c’è anche chi suggerisce al presidente Corioni, assieme ad altri presidenti, di reclamare contro gli arbitri e spingere, visto la situazione, ad una moviola in campo con un arbitro che possa vedere i replay televisivi. Certo la visione in tempo reale del replay in rallenty risolverebbe molti problemi su alcune scelte, ma non tutti. Ma tornando

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al calcio giocato, lasciando queste decisioni nel campo delle ipotesi, ricordando che con i se e i ma non si fa la storia e nemmeno il calcio, la testa del mister e della squadra è già proiettata alla sfida di sabato 19 ottobre, in casa, con il Cittadella. Al Rigamonti ora ci si aspetta la vittoria. Dopo gli ultimi due pareggi ci si aspetta la vittoria, quella vittoria che potrebbe sancire, fi-

nalmente, il cambio di marcia e di rotta. La sensazione è stata confermata in questa settimana dai giocatori che hanno parlato nelle conferenze stampa: Paci e Sodinha. Il difensore, rientrato contro lo Spezia dopo un infortunio in sostituzione di Freddi (lungo stop per lui a causa della lussazione alla spalla) ha suggerito che “i pareggi in queste partite vanno bene. Ăˆ importante

non aver perso in un momento cosĂŹ delicato. Certo ora i pareggi vanno sommati alle vittorieâ€?; il fantasista brasiliano, poco usato e, a suo dire, fuori ruolo da Giampaolo visto che lui si sente un trequartista e non una punta dice che il “Brescia dovrebbe essere nelle prime quattro posizioni e non dove è adesso. Penso che con la prima vittoria cominceremo la risalitaâ€? e poi aggiunge “La vittoria arriverĂ alla prossima, sono sicuroâ€?. Insomma esempi di fiducia ritrovata. Le Rondinelle ci credono. Di nuovo. Tutti si aspettano la vittoria al Rigamonti contro il Cittadella che in classifica ora si giocherebbe i play off. Ma la classifica, ora, non ci interessa. Ora a Brescia interessa credere che si possa ricominciare a giocare e a immaginare la massima serie. Noi lo diciamo a voce bassa, ma Sodinha ci crede e lo dichiara. Con il Cittadella si vince.

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'XH VXH GXH ( DGHVVR WRFFD DO %DUFHOORQD Due su due... Dopo il positivo esordio con Upea Capo d’Orlando, ribadito dalla prima trasferta contro Aquila Basket Trento, la Centrale del Latte Basket Brescia Leonessa è attesa da un’altra prova del fuoco. Sul parquet del PalaSanFilippo domenica 20 alle 18 bisogna affrontare un altro impegnativo ostacolo: Barcellona. Il valore dell’avversario non si discute e anche se nell’ultimo impegno casalingo ha dovuto sudare piĂš del previsto per

venire a capo della non irresistibile Ferentino, il match si preannuncia caldo. Ma i segnali in casa Leonessa, arrivati dai primi due incontri, sono incoraggianti. A Trento, particolare non trascurabile, tutti gli uomini sono andati a canestro. Merito del coach Martelossi che conosce ogni sfumatura del suo roster e gioca al meglio le sue carte. La squadra sta trovando gli equilibri che saranno fondamentali nel prosieguo di una stagione che giĂ

dai primi risultati non ha fatto mancare le sorprese: la sconfitta di Trapani ad opera di ForlĂŹ, docet. In occasione del match riparte “Fireballâ€?, la simpatica iniziativa remake del tiro da metĂ campo che imperversa nei palazzetti americani; quest’anno si chiamerĂ â€œFireball Fully Reloadedâ€? e per partecipare basta avere dai 14 anni in su. Nel corso della partita verranno sorteggiati cinque nominativi. I prescelti proveranno le proprie capaci-

tĂ balistiche decidendo se tirare da metĂ campo oppure da tre punti. Chi segnerĂ il canestro da metĂ campo si aggiudicherĂ un abbonamento per la prossima stagione, mentre per il tiro da tre, il premio sarĂ una simpatica mug con Giddens in versione “comicâ€? stampato sopra. Per essere eleggibile basterĂ inserire nel vaso all’interno del palazzetto un biglietto con il proprio nome e cognome. Un altro motivo per raggiungere il PalaSanFilippo.


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ƒŽ…‹‘ ‹ˆŽ‡––‘”‹ ƒ……‡•‹ Il 2014 sarĂ l’anno del primo Almanacco arancioblĂš dedicato alle formazioni di calcio a 11, 7 e 5 giocatori (femminile compreso). A ciascuna compagine sarĂ dedicata una pagina con foto della squadra, logo, rosa, recapiti e sponsor, ma sono previsti anche contenuti speciali. SarĂ un prodotto che darĂ grande visibilitĂ al movimento calcistico amatoriale e alla passione che lo accompagna, diventando un pezzo di storia da conservare nel tempo. Il progetto

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è ambizioso. Per realizzarlo è necessario il sostegno delle società . Il contributo richiesto è di 80 euro. Considerando il numero dei componenti di ciascuna squadra si tratterebbe di circa 4 euro a persona per le squadre di calcio a 11; 5 euro per il calcio a 7 e 6,5 euro per il calcio a 5. In molti hanno già aderito, ma vogliamo dare a tutti la possibilità di disporre della migliore vetrina possibile, per questo il termine è stato prorogato al 25 ottobre.

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tempo di allacciare le scarpe e partire. Questa sera avrĂ inizio la terza edizione di “Corri X Bresciaâ€?, con il suo calendario podistico che accompagnerĂ gli appassionati ogni giovedĂŹ fino al 5 giugno. Nel corso della presentazione a Palazzo Loggia il presidente del comitato organizzatore Mario Visentini ha descritto cosĂŹ un progetto che negli anni scorsi ha riscosso grande successo: “L’obiettivo primario di Corri X Brescia è quello di garantire alla cittadinanza un’occasione per concorrere al benessere psicofisico dell’individuo, perchĂŠ una cittĂ piĂš sportiva è una cittĂ piĂš sana. Le serate podistiche sono aperte a tutti e consentono di fare sport scoprendo gli angoli piĂš belli di Bresciaâ€?. I primi tre appuntamenti (17, 24 e 31 ottobre) saranno in piazzale Arnaldo. Il 7, 14 e 21 novembre trasferimento in piazza Loggia, ma c’è un’importante novitĂ : “Un giovedĂŹ al mese ci trasferiremo in periferia per portare i nostri colori e la nostra passione anche nei territori limitrofi alla cittĂ â€?. Insieme a Corri X Brescia scendono in strada anche gli enti di promozione sportiva: Csi, Aics e Uisp, uniti per gli ambiziosi obiettivi comuni che ha sottolineato il sindaco Emilio Del Bono: “Si tratta di un’inizia-

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il mio sostegno. Veder vivere la città è un valore inestimabile dal punto di vista socialeâ€?.Ogni corsa della manifestazione avrĂ inizio alle 19.30, con gruppi suddivisi in base alla preparazione atletica dei partecipanti. Da quest’anno saranno presenti anche una scuola di running e il gruppo “corri e camminaâ€? per consentire a tutti di affacciarsi alla pratica del podismo. In programma percorsi di 4 e 8 chilometri che cambieranno ogni mese, al termine dei quali verrĂ sempre offerto un rinfresco. Per ulteriori informazioni corrixbrescia.blogspot.it.

ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE DEL TRIBUNALE DI BRESCIA

Via Dalmazia, 135 25125 Brescia - Tel. 030.348410 - Fax 030.3542433 - Internet: www.ivbrescia.com www.tribunale.brescia.it - E-mail:ivgbresciaď˜łivgbrescia.com TRIBUNALE DI BRESCIA CORPI DI REATO SABATO 19/10/13 ALLE ORE 8.30 CON PARTENZA DALLA SEDE I.V.G PRESSO I VARI LUOGHI DI CUSTODIA LOTTO 809/CRT: ALLE ORE 9.00 E SEGUENTI IN BEDIZZOLE VIA TREBOCCHE PRESSO SOCCORSO ACI ORA: CRT 1/13: AUTOVETTURA FIAT PANDA TG. BM349FH ANNO 2000 CON CHIAVE, MANCANTE DI DOCUMENTI DI CIRCOLAZIONE BASE ASTA EURO 500,00. ALLE ORE 9.30 E SEGUENTI IN ROVATO VIA FRANCIACORTA 116 PRESSO SOCCORSO ACI LAZZARONI:CRT 25/13: AUTOVETTURA OPEL CORSA TRE PORTE 1.0 16V COLORE GRIGIO TG. AZ648PB ANNO 1998 CON CHIAVE, MANCANTE DI DOCUMENTI DI CIRCOLAZIONE BASE ASTA EURO 500,00. IN CASO DI ASTA DESERTA AL PREZZO BASE DI STIMA SI PROCEDERA’ SUBITO ALLA VENDITA AL MAGGIOR OFFERENTE SUCCESSIVAMENTE ALLE ORE 16.00 E SEGUENTI PRESSO LA SEDE I.V.G. IN BRESCIA VIA DALMAZIA 135: CRT 29/13: N°4 PNEUMATICI BRIDGESTONE CON CERCHI IN LEGA PER VEICOLO FORD, MINIMOTO POLINI BASE ASTA EURO 200,00. IN CASO DI ASTA DESERTA AL PREZZO BASE DI STIMA SI PROCEDERA’ SUBITO ALLA VENDITA AL MAGGIOR OFFERENTE ELENCO CORPI DI REATO VENDUTI COME ROTTAME N°4 CISTERNE IN PLASTICA, UNA POMPA ELETTRICA, DEPOSITATE IN PREVALLE VIA INDUSTRIALE 12, PRESSO CARROZZERIA FANTONI;AUTOVETTURA FIAT REGATA TG BG/705489 DEPOSITATA IN BRESCIA VIA BORGOSATOLLO, PRESSO CENTRO SERVIZI BRESCIA CENTRO. EVENTUALI OFFERTE SCRITTE, PER I CORPI DI REATO VENDUTI COME ROTTAME, DOVRANNO PERVENIRE SABATO 19/10/13 ENTRO LE ORE 12.00; ALL’OFFERTA PIU’ ALTA DEPOSITATA I BENI VERRANNO AGGIUDICATI

TRIBUNALE DI BRESCIA FALL: 50/13 SABATO 19/10/13 ALLE ORE 16.00 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA DALMAZIA N°135, PRESSO LA SEDE I.V.G. LOTTO 14/F LOTTO DI DISPOSITIVI AD IMPIANTI VISIVI E SONORI PER SEGNALETICA STRADALE, COMPOSTO DA 5 BANCALI; EVENTUALI INTERESSATI POSSONO RICHIEDERE IN UFFICIO, COPIA DELL’INVENTARIO BASE ASTA EURO 14.250,00. IN CASO DI ASTA DESERTA IL TERZO ESPERIMENTO, CON PREZZO BASE RIDOTTO DEL 25%, AVRA’ LUOGO IL 26/10/13 ORE 16.00 E SEGUENTI PRESSO LA SEDE I.V.G.

PROGRAMMA DELLE VENDITE IN SEDE DEL 19/10/13 ORE 16.00 E SEGUENTI LOTTO 28/F BENI RADIOMETRO PER CONTROLLO RADIOATTIVITA’ DEI CAMION, BASE ASTA EURO 1.000,00. STAMPANTE EPSON CX 16, N°6 NEON BASE ASTA EURO 350,00. CARRELLO PORTA UTENSILI BETA BASE ASTA EURO 300,00. CESOIA BASE ASTA EURO 300,00. MULETTO OM D25 DIESEL 4 RUOTE CON CHIAVE BASE ASTA EURO 800,00. AUTOVETTURA OPLE ASTA STATION WAGON COLORE GRIGIO 1.4 BENZINA TG. CF436JD ANNO 2003, KW 66, CON LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE, CERTIFICATO DI PROPRIETA’ E UNA CHIAVE BASE ASTA EURO 3.500,00. EURO 5.950,00. LOTTO 735 BENI DIVANO TRE POSTI STOFFA MARRONE, TV LCD SHARP, PARETE ATTREZZATA CON TRE CASSETTI E PENISOLA, TAVOLINO IN LEGNO, MOBILE LEGNO CON 4 ANTE, FORNO MICROONDE WHIRPOOL, AFFETTATRICE RGV, DUE TAPPETI, TV SONY, COMPUTER OPTIQUEST, STAMPANTE CANON, DUE SCRIVANIE IN LEGNO CON CASSETTIERA

BASE ASTA EURO 1.696,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 622 BENI DIVANO ANGOLARE STOFFA CHIARA, TAVOLINO LEGNO MARRONE, TV PHILIPS LCD 32 POLLICI, TAVOLO OVALE IN LEGNO MARRONE CON 5 SEDIE , CREDENZA IN LEGNO CON ANTE E CASSETTI, LIBRERIA CON ALZATA BASE ASTA EURO 1.080,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 565 BENI DIVANO TRE POSTI STOFFA ROSA, DUE POLTRONE CON STRUTTURA IN FERRO, TAVOLO CON STRUTTURA IN FERRO CON PIANO IN VETRO, SEI SEDIE IN FERRO, TV LCD SABA, LETTORE DVD MAJESTIC, VETRINA IN LEGNO , OROLOGIO CON STRUTTURA IN LEGNO, TAVOLINO RETTANGOLARE IN LEGNO MARRONE, TRE QUADRI BASE ASTA EURO 944,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 733 BENI AUTOVETTURA MERCEDES CLS 320 CDI AUTOMATICA TG. DK636HT ANNO 2006 CON CHIAVE, LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE, MANCANTE DI CERTIFICATO DI PROPRIETA’ CIRCA 200 METRI DI TUBO CORRUGATO, CIRCA 600 METRI DI TUBO PER IMPIANTI DI IRRIGAZIONE COMPUTER COMPOSTO DA UNITA’ CENTRALE HP, MONITOR ACER, TASTIERA, MOUSE, GRUPPO DI CONTINUITA’ APC, COMPUTER COMPOSTO DA UNITA’ CENTRALE HP, MONITOR ACER, TASTIERA, MOUSE, GRUPPO CONTINUITA’ APC, COMPUTER COMPOSTO DA UNITA’ CENTRALE COMPAQ, MONITOR, TASTIERA, MOUSE, COMPUTER COMPOSTO DA UNITA’ CENTRALE HP, MONITOR, TASTIERA MOUSE, STAMPANTE EPSON BASE ASTA EURO 15.360,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 726 BENI N°100 CAMICIE UOMO IN COTONE, VARI MODELLI E COLORI BASE ASTA EURO 2.400,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 562 BENI MULETTO A GASOLIO DOOSAN D25G GX TELAIO K260424 CON UNA CHIAVE BASE ASTA EURO 8.000,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 640 BENI FOTOCOPIATRICE LANIER 5618 BASE ASTA EURO 2.000,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 615 BENI SPAZZATRICE PORTOTECNICA LION 8000 ME COLORE ROSSO BASE ASTA EURO 2.400,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE


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linghetto, or. Capriano del Colle e or. San Luigi Lodetto. Negli Over35, dopo due sconfitte consecutive tornano alla vittoria i campioni della passata stagione ovvero la squadra del Bar Cantuccio Odolo che vincono di misura sul campo del Borgo Calcio. Al vertice con tre vittorie consecutive troviamo l’Asd Old boys e Mcm football club. Terminato il quadro degli amatori, veniamo alle categorie che sicuramente ricevono un maggiore consenso. Domenica 13 ottobre, le

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circa 100 squadre dei piccoli atleti, sono scese tutte in campo dando vita ad uno spettacolo che sicuramente ha lasciato soddisfatti gli intenditori del calcio. La categoria Scarabocchio ha disputato la seconda giornata la seconda giornata e già le classifiche si delineano. Nel girone A, tre squadre al comando: Castrezzato A, Samber 84 e Orzivecchi. Segue a una lunghezza il Collebeato Blu. Nel girone B la Nuova Beton, AC Botticino e Uso Botticino sono al vertice della classifica e guidano a punteggio pieno. Paolo VI S. Gervasio, Poncarale Rosso e Rigamonti 2003 al vertice del girone C. Buono l’inizio di campionato della Pol. Agnosine che vince le prime due gare e guida il girone D. seguono Gsp Casto e ASCO Vestone A. La categoria Miniscarabocchio ha giocato la prima gara e sono subito arrivate le prime vittorie. Seconda giornata anche per i Micro che vede quattro squadre al comando nel girone A: Anspi Palazzolo, Giovanili Gussago, Aurora Travagliato e Sarnico.

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ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE DEL TRIBUNALE DI BRESCIA

Via Dalmazia, 135 25125 Brescia - Tel. 030.348410 - Fax 030.3542433 - Internet: www.ivbrescia.com www.tribunale.brescia.it - E-mail:ivgbresciaď˜łivgbrescia.com TRIBUNALE DI BRESCIA PROGRAMMA DELLE VENDITE IN LUOGO DEL 21/10/13 ORE 8.30 E SEGUENTI LOTTO 665 ALLE ORE 8.45 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA VERZIANO 126/B BENI MACCHINA OPERATRICE SEMOVENTE TIPO TERNA CON SOLLEVATORE ANTERIORE CON FORCHE, MARCA FAI 90EDT TG. BSAE352 CON UNA CHIAVE, MANCANTE DI LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE E CERTIFICATO DI PROPRIETA’ BASE ASTA EURO 4.000,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 13/F ALLE ORE 9.00 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA ALLEGRI N°115 LOTTO DI MOBILI E ATTREZZATURA PER UFFICIO, SCRIVANIE, COMPUTER, FOTOCOPIATRICE, STAMPANTI, CALCOLATRICI, FRIGO INDESIT, STUFA ELETTRICA, 22 SCANSIE IN METALLO ROSSO ALTE CIRCA 5 METRI, DUE CASSONI IN ACCIAIO, 200 SCATOLE DI MATERIALE PER PRODUZIONE FILTRI, CALANDA ELETTRICA, INCOLLATRICE, CARRELLO, BANCO LAVORO, SCANSIA, 8 BANCHI LAVORO, FOGLI IN ACCIAIO PER FILTRI, PIASRA A CALDO, PRESSA STAMPA FONDELLI, COMPRESSORE, CARRELLO CON MORSA, ARMADIO IN FERRO, BILANCERE DI GROSSE DIMENSIONI, SPAZZOLATRICE, PUNTATRICE ELETTIRICA, MOLA, COMPRESSORE, PRESSA IDRAULICA, DUE MOTORI, PIEGATRICE MANUALE, DUE CARRELLI IN ACCIAIO, 30 STAMPI VARI, TRAPANO A COLONNA, SEGATRICE, DUE TRANSPALLET, IMBALLATORE, TAGLIERINA A PEDALE, DUE CARRELLI, 50 SCATOLE VARIE DIMENSIONI CON VARI UTENSILI, 21 BANCALI DI CARTONE, SCALA, MOBILE AD ANGOLO, 16 ROTOLI FILTRANTI, 12 TANICHE, CONTENENTI MATERIALE CHIMICO, TRE ARMADIETTI, CASSETTIERA, ARMADIO BASE ASTA EURO 4.500,00. LOTTO 606 ALLE ORE 9.15 E SEGUENTI IN BEDIZZOLE VIA TREBOCCHE N°2 BENI N°320 TELAI PREFABBRICATI MARCA NUOVA GOFFI BASE ASTA EURO 12.800,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 605 ALLE ORE 9.15 E SEGUENTI IN BEDIZZOLE VIA TREBOCCHE N°2 BENI N°180 TELAI PREFABBRICATI MARCA NUOVA GOFFI BASE ASTA EURO 7.200,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 608 ALLE ORE 9.30 E SEGUENTI IN BEDIZZOLE VIA TREBOCCHE 7/R BENI TAGLIERINA

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‘••‹nj ‹Â?‹ǥ ÂŽÇŻÂƒÂ?Â?‡‰ƒÂ?‡Â?ÇŚ –‘ †‡‹ †‹”‹––‹ —Â?ƒÂ?‹ Egr. direttore, ancora pochi giorni e i riflettori dei media spegneranno la loro attenzione su Lampedusa. Nel frattempo chi ha una responsabilitĂ indiretta in questa vicenda, ossia la legge Bossi-Fini, rimarrĂ indisturbata al suo posto, all’asciutto. La legge Bossi-Fini ha infatti la responsabilitĂ indiretta di aver causato centinaia di morti, spingendo i pescatori che possono soccorrere chi è in pericolo di vita a non intervenire, per non essere denunciati per il reato di favoreggiamento della clandestinitĂ (cosa giĂ successa ad alcuni di loro). Come può considerarsi civile un Paese nel quale è denunciato chi cerca di salvare una vita umana? Nessuna legge è in grado di arginare e salvare un esercito di disperati che scappano dalla guerra e da situazioni di povertĂ estrema. I dati Censis parlano chiaro: da quando sono cominciate le rivolte nei Paesi del Nord Africa, i flussi irregolari verso l’Italia sono cresciuti: nel 2011 sono giunte in Italia oltre 60mila persone, contro le 4mila del 2010. Nei primi otto mesi del 2013 si registrano giĂ oltre 21mila migranti, di cui oltre la metĂ arrivati nei mesi di luglio e agosto. Ăˆ ingiusto considerare clandestino una persona che scappa da un Paese in guerra, prima ancora che possa dimostrare di aver diritto allo status di rifugiato politico. Con la conseguenza (tra l’altro) di riempire le carceri italiane, che sappiamo essere in una situazione estremamente

critica. Se vogliamo dare almeno un briciolo di senso a tante morti, dobbiamo chiedere con forza al Parlamento che intervenga in maniera radicale su questa legge. Con la Bossi-Fini annegano i diritti. Ma non solo quelli scritti con le lettere, quelli in carne ed ossa. Roberto Rossini, Presidente Acli provinciali

ÂŽ ”—‘Ž‘ †‹ •ƒ ’‡” Žƒ ’”‡˜‡Â?œ‹‘Â?‡ Egr. direttore, quest’estate Esa–Educazione alla Salute Attiva onlus, costituita a Brescia nel 2007 con la finalitĂ di informare e sensibilizzare le donne giovani sulla prevenzione del tumore al seno, aveva lanciato sul nostro territorio, in collaborazione con EuropaDonna, una raccolta firme per presentare una mozione in Regione Lombardia al fine di aiutare le donne con alto rischio ereditario di sviluppare un tumore al seno o all’ovaio. Il tema che si è voluto affrontare con la mozione parte da una serie di dati scientifici noti in base alle rilevazioni statistiche piĂš recenti, secondo cui il tumore al seno colpisce una donna su otto nell’arco della vita ed è la prima causa di mortalitĂ per tumore nel sesso femminile, con un tasso di mortalitĂ del 16% di tutti i decessi per morte oncologica; il 5% di questi tumori è ereditario, cioè dovuto ad alterazione genetica e si sviluppa in famiglie ad alto rischio (come ad esempio con almeno due casi di cancro mammario precoce cioè prima dei 40 anni, magari bilaterale, o con un caso di cancro ovarico

sempre in parenti molto prossimi fra loro); la donna portatrice di mutazione genetica ha un rischio di contrarre la malattia tumorale al seno nell’arco della vita sino all’80%, oltre al rischio di contrarre cancro all’ovaio fra il 20 e il 40%, rischio al contrario, assai ridotto nella popolazione generale; accanto a questi dati che spaventano si deve assolutamente tener conto del fatto che la percentuale di guarigione supera il 95% se la diagnosi è precoce e la cura è idonea e specializzata. A fronte di questa elevata propensione a contrarre la malattia, purtroppo le donne in queste condizioni devono oggi sostenere a proprie spese tutti i controlli senologici ravvicinati o comunque predisposti in base ad uno screening personalizzato con cifre che possono raggiungere anche i 500 euro annui. Si è allora pensato di portare avanti un progetto che avesse quali obiettivi quello da un lato di offrire alla donna e alla sua famiglia uno screening personalizzato per abbassare la quota di rischio con interventi mirati quali la diagnosi genetica, la mammografia, la risonanza magnetica, la chirurgia esplorativa e profilattica tarati sulle esigenze delle singole pazienti, dall’altro quello di espandere questa cultura della prevenzione sul territorio, facilitando la formazione di una rete fra centri in grado di effettuare i test genetici e puntando sulla formazione del personale medico-ospedaliero e dei medici di base, con l’aiuto delle Istituzioni coinvolte nella gestione della sanitĂ , cioè, per noi, la Regione Lom-

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bardia. CosĂŹ, quest’estate abbiamo aderito alla campagna lanciata da EuropaDonna per la raccolta di firme per presentare una mozione urgente alla Giunta regionale; raggiunto il milione di firme in tutta la Lombardia, è stata presentata la mozione. Lo scorso 8 ottobre è stata discussa in aula; con l’aiuto del consigliere regionale Mauro Parolini e di altri consiglieri mostratisi sensibili al tema la mozione è passata, recependo l’invito alla Giunta di valutare l’estensione del progetto Ral (rete alti rischi) in tutto il territorio lombardo e soprattutto a trovare le risorse sul bilancio 2014 â€œâ€Ś. per l’abolizione del ticket sanitario per gli esami riguardanti la prevenzione del tumore al seno e patologie collegate per il target di donne ad alto rischio individuate tramite lo screening genetico.â€?. Siamo davvero soddisfatte di questo risultato che è soltanto il primo step per giungere alla giusta difesa delle donne che vivono con un grado di rischio elevatissimo di contrarre una malattia grave, che, se diagnosticata in tempo consente un’alta percentuale di guarigione, ma che se individuata tardi porta ancora alla morte. Esa sarĂ in prima linea nel portare avanti con tutte le Istituzioni coinvolte e sensibili il progetto ricordando che la prevenzione è un diritto ma anche un dovere di ogni cittadino per sĂŠ e per la propria famiglia, oltre che per la collettivitĂ che, contribuendo a mantenere piĂš sani i cittadini, avrĂ anche piĂš risorse per curare i malati piĂš gravi. Nini Ferrari Presidente Esa

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