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L Corte di Cassazione, qualche settimana fa, ha condanLa nato una scuola milanese, rea di far giocare i bambini nel n ssuo cortile, dando ragione a un vicino troppo molestato dai rumori dei piccoli. A nulla è valso il fatto che fosse d sstato il Comune stesso a impugnare la sentenza di appello, ricorrendo in Cassazione con la speranza di ottep nere n spazio al diritto dei bambini di giocare all’aria aperta. t CosÏ questa scuola può usare i suoi spazi esterni solo ta per p un’ora e mezzo al giorno (tanto è risaputo che in Italia pe abbondiamo a abb di spazi per i ragazzi). La Corte riesce cosÏ in un u solo so colpo a ferire gravemente la Costituzione almeno in due sancisce, di fatto, la supremazia dei diritti dei singod punti: pu li sui dir diritti comuni e confina il diritto allo studio in uno spazio silenzioso. Soli e muti. Si può educare, ma senza tanto rumore. Il si Consiglio Co reg regionale lombardo all’unanimità ha appena approvato una legge che stabilisce una minima distanza dei video poker dalle scuole l stabi e dagli oratori. Bene... anche se non vorrei che, tra silenzio e distanza, qualcuno si dimenticasse che, per educare, occorre rumore e vicinanza. dim
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͛͞ ’‘”– Brescia calcio. La fiducia ritrovata
”‡Â?†‡”‡ ‹ •‘ކ‹ †‘˜‡ …‹ •‘Â?‘ La manovra per rimettere qualche soldo in piĂš in busta paga agli italiani e ridurre le tasse sul costo del lavoro alle aziende si sta rivelando piĂš una carta d’intenti che una scelta capace di dare un po’ di respiro alle tasche degli italiani. Va apprezzata la buona volontĂ del governo e la strada intrapresa, ma non è possibile non denunciare la mancanza di coraggio per reperire le risorse soprattutto laddove i soldi pare ci siano. Il caso piĂš emblematico è la vicenda sui soldi dei “signori del gioco d’azzardoâ€?. I numeri del fenomeno, lo sappiamo, sono da urlo: 80 miliardi l’anno di fatturato; 400mila le slot-machine in Italia; 15 milioni i giocatori abituali. Brescia brilla, come tutta la Lombardia,
per punti gioco e giocatori. Pare però che i bergamaschi siano “piĂš braviâ€? di noi: primi in Europa e terzi al mondo per numero di giocate con una spesa pro capite passata dai 330 euro nel 2001 ai 1703 euro del 2012. Una tragedia umana per una malattia (la ludopatia) che si pone ormai tra le piĂš gravi dipendenze del nostro tempo e di cui, come sempre, si fatica a prendere coscienza. Per tornare alla legge di stabilitĂ e alle risorse che dovrebbero finanziare l’abbattimento del cosiddetto cuneo fiscale, la domanda che molti si fanno è perchĂŠ a questo ricco settore non si fanno pagare i soldi che sarebbero dovuti. Non parliamo di briciole, ma di miliardi. E se per i lavoratori il governo stanzia 5 miliardi in tre anni (che si ridurranno a pochi euro in busta paga) e ad altri 5 miliardi alle aziende, per l’azzardo, pare che la cifra dovuta allo Stato sarebbe stata di 98,5 miliardi di euro. Ma facciamo un passo indietro. Per la Corte dei Conti e
per la Guardia di finanza i “signori dell’azzardoâ€? avrebbero dovuto pagare all’erario 98,5 miliardi di euro per il mancato collegamento delle slot che verifica le giocate e incassi nel periodo tra settembre 2004 e gennaio 2007. Per i giudici contabili, che confermarono successivamente l’impianto accusatorio, la penale era però da ricalcolarsi in 2,5 miliardi (incredibile!). L’estate scorsa il Governo decise di coprire parte del taglio dell’Imu con una sanatoria a favore di dieci societĂ concessionarie delle slot consentendo alle stesse di versare solo 620 milioni e chiudere cosĂŹ il contenzioso. MartedĂŹ scorso le porte della generositĂ dell’esecutivo Letta e dei partiti che lo sostengono si sono spalancate di nuovo. E come d’incanto la giĂ deprezzata quota di 620 milioni è stata ulteriormente ritoccata. Nuovo sconto: l’aliquota della sanatoria, cioè la percentuale da pagare su quella somma, si abbassa dal 25 al 20% (piĂš o meno
altri 100 milioni di euro in meno). Grandioso! Insomma i soldi ci sarebbero, ma la sudditanza del governo alle lobbies, la connivenza della maggioranza del Parlamento che diviene, di fatto, patto scellerato con le concessionarie dell’azzardo farà sÏ che ancora una volta a pagare siano le famiglie. Sul dramma del gioco un segno di speranza viene da Regione Lombardia. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge restrittiva sulle slot machine. Un buon segno per non abbassare la guardia, un passo di civiltà . In ogni caso, però, resta il problema delle risorse per far ripartire il Paese. E se il caso gioco d’azzardo è emblematico, altri sarebbero i capitoli da indagare per reperire ulteriori risorse: le pensioni d’oro e un possibile contributo di solidarietà , i mai sufficienti tagli ai costi della politica e agli sprechi... Insomma, la tentazione di pescare dove è piÚ semplice (le tasche dei cittadini) resta troppo forte.