La Voce del Popolo 2010 37

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DEL POPOLO

LAVOCE Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - € 1,00

n° 37

Creatura di Francesca Bernacchia

Sono una creatura. Non lo dico con l’accento greve di un Ungaretti smarrito, ma con gli occhi aperti e il respiro fresco dello stesso poeta che, sotto il cielo di guerra, si riconosce con stupore primordiale “immagine/ passeggera/ presa in un giro/ immortale” (Sereno, 1918). Lo dico con la leggera consistenza dell’argilla nelle mani di un vasaio, del vaso compiuto rigirato e sorretto da chi lo ha creato. Che si sa di qualcuno. Sono tua creatura: un giorno hai voluto plasmare carne e sangue, e soffiarvi dentro il mio nome. Nome sospeso nell’universo, preso in un giro immortale, tra miliardi di stelle e fili d’erbe e mari. Io esisto, e sono una creatura. Parlare al presente di creaturalità è sciogliere le maschere di cera di tutti noi che camminiamo lungo Corso Zanardelli, vuoti di fretta. Qui è offrire una mano a questo scioglimento, per provare a sentire che forse c’è un Altro che ci sostiene sul filo, invisibile cordone mai reciso, del suo sguardo. La dolce sospensione della fragilità, resa luogo di esistenza.

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SETTIMANALE SETTIMANA SETTIMAN ANAL DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 1 OTTOBRE 2010

Popolo in cammino

Dal 4 all’8 ottobre il vescovo Luciano Monari incontra i laici per presentare la Lettera pastorale. Le sedi della terza tappa di Agorà sono Inzino, Boario Terme, Salò, Manerbio e Roncadelle


sommario Il fatto

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Lavoro: le risposte alle attese dei giovani

Il desiderio di pregare è da solo una preghiera (Georges Bernanos)

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Domenica 3 ottobre: in piazza Loggia arriva “Cento piazze per la sfida educativa”

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti Medio Oriente. La pace: via possibile solo se condivisa

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a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia Convitto S. Giorgio. Per essere un laboratorio di creatività

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di Laura Di Palma

Paesi e parrocchie Il ministro Fazio a Brescia. L’ammalato non deve sentirsi solo

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di Luciano Zanardini

Sante Capitanio e Gerosa. L’adorazione eucaristica perpetua

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di Laura Di Palma

Nessuno è perfetto

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di Giovanni Formichella

Incontri. Luigi Zoja Chi è il mio prossimo?

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di Angelo Onger

Economia e lavoro Famiglia. Un “fattore” per un fisco amico

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione L’indifferenza: possibile conseguenza della tecnica

L’Associazione italiana maestri cattolici di Brescia organizza il 3 ottobre, in Piazza Loggia, a partire dalle 15 “Cento piazze per la sfida educativa”. La manifestazione s’inserisce nell’ambito delle iniziative promosse dall’Aimc nazionale in occasione del LXV anno di fondazione ed è organizzata in collaborazione con l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei con il patrocinio dell’Associazione nazionale Comuni d’Italia. A Brescia l’iniziativa è sostenuta dal coordinamento delle associazioni scolastiche “Comunità e scuola” e ha il patrocinio del Sindaco. La data vuole anche essere un modo per vivere, in anticipo, la Giornata mondiale dell’insegnante (5 ottobre), istituita dall’Unesco nel 1993 per ricordare la Raccomandazione sulla condizione degli insegnanti adottata nel 5 ottobre 1966. L’evento che si svolge su tutto il territorio, assume il significato di un “invito in piazza”, nel luogo simbolo del ritrovo e delle relazioni, per richiamare l’attenzione di tutti sulla necessità di considerare l’educazione priorità irrinunciabile su cui investire in corresponsabilità tutti e ciascuno. L’educazione non è questione riservata al contesto familiare e scolastico, ma coinvolge le dimensioni e contesti in cui si vive e cresce (lavoro, sport, media, parrocchia, spettacolo) ed è una priorità per il Paese. In Piazza Loggia sarà allestito un gazebo e distribuito materiale informativo e di sensibilizzazione sulle questioni principali dell’educazione e della scuola. Sarà anche proposta l’iniziativa “Un quaderno per un amico” per la raccolta fondi da destinare alla costruzione di aule di scuola della Comunità “Progetto Famiglia” in Africa e all’istituzione di borse di studio per giovani laureati su tematiche legate all’educazione o all’associazionismo professionale. In piazza anche insegnanti dell’Uciim, genitori dell’Age e le scuole della Fidae. Informazioni al numero 03046781.

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a cura di Massimo Venturelli

Mi ha colpito la coralità con cui in molti Paesi, soprattutto in Europa, ci si è mossi per salvare Sakineh, l’adultera iraniana condannata a morte. Al contrario è calato il silenzio, o quasi, sull’uccisione di Teresa Lewis, 41 anni, nella prigione di Greensville, in Virginia, negli Stati Uniti. Aveva organizzato l’omicidio del marito e del figliastro, ma era psicolabile. La morte di Teresa Lewis, purtroppo, fa segnare un triste primato: è stata la prima donna a essere giustiziata in Virginia nell’ultimo secolo e la prima donna negli Stati Uniti dal 2005. Incoerenze di cui le cronache quotidiane sono piene. Incominciamo dal partito dell’amore. Cosa succederebbe se fosse appena il partito dell’invidia, visto che l’amore provoca campagne feroci contro gli amici disobbedienti? A proposito di ferocia, i direttori de “Il giornale” e di “Libero” sostengono che il loro acca-

nimento nei confronti di Fini è frutto di un serio lavoro giornalistico. Personalmente ho molti dubbi su quel tipo di giornalismo, ma se avessero ragione mi domando dove sarebbero oggi il loro Padrone o Dell’Utri se avessero usato nei loro confronti gli stessi metodi che hanno ‘regalato’ a Boffo e a Fini. In questo momento dall’altra parte della barricata c’è l’on. Italo Bocchino. Quando fa la faccia feroce contro i killer di Fini dovrebbe ricordare che tra il 2002 e il 2005 è stato uno dei più accaniti accusatori nei confronti di Prodi e Fassino nello scandalo Telekom-Serbia, in cui si sprecarono i testimoni falsi, le spie corrotte e i documenti taroccati. Nel 2005 il caso fu archiviato e buttato nella spazzatura, ma dalla richiesta di archiviazione emergeva un particolare (non penalmente rilevante): l’on. Bocchino aveva ricevuto dalla Finbroker, so-

Sport A tutto basket in diretta su RadioVoce

LA VOCE DEL POPOLO

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di Mario Ricci

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Adriano Bianchi

La fiducia necessaria “Fasti e splendori dei Gambara”, dalla ricerca sul campo a una pubblicazione

In palazzo Gambara a San Vito di Bedizzole è stato presentato il volume “Fasti e splendori dei Gambara - L’apice della potente famiglia bresciana in età rinascimentale e barocca”. Il tomo di 432 pagine riccamente illustrate, nel formato 24x30, edito dalla Grafo Edizioni e dall’associzione Amici Fondazione civiltà bresciana della Bassa e del Parco dell’Oglio, rappresenta il risultato di una ricerca avviata nel 2005 organizzata con viaggi su itinerari guidati verso mete specifiche di località e territori nei quali i Gambara hanno operato. “Siamo venuti, così, in contatto con studiosi locali assai appprezzati che hanno aperto scenari ben più ampi di quanto conoscevamo sulle opere e le personalità della potente famiglia brescana” osserva Dezio Paoletti, architetto, presidente dell’associazione amici di Civiltà Bresciana. Il libro è diviso in tre capitoli principali, preceduti da brevi comunicazioni dei sindaci delle comunità definite più “gambaresche”: Maria Carlotta Bragadina, di Verolanuova; Domenico Migliorati, di Pralboino; Tiziana Panigara, di Gambara e dell’assessore della Provincia di Brescia Stefano Dotti. Il coordinamento è stato a cura dell’arch. Dezio Paoletti, che ha presieduto la presentazione aperta dall’intervento del direttore della Biblioteca Queriniana, Ennio Ferraglio autore della prefazione. Di mons. Antonio Fappani, presidente della Fondazione civiltà bresciana il commento alla “ricerca sul campo”. Autori dei testi sono: Sandro Guerrini, Angelo Locatelli, Giuseppe Adani, Stefano Perini, Carla Bernardini, Giuseppe Declarin, Mario Marubbi, Gabriele Fabbrici, Renza Bolognesi e Dezio Paoletti. Le fotografie per la maggior parte sono di Virginio Gilberti e fotostudio Rapuzzi con contributi di Giancarlo Moretti, Bruno Decca, Pino dell’Aquila e Franco Piovani. La pubblicazione vede la luce grazie ai sostegni tra i quali il gruppo d’imprese Lazzaroni di Berlingo-Rudiano. (pio)

cietà finanziaria con sede a San Marino, 2 miliardi e 400 milioni di lire per il quotidiano napoletano “Roma” (del quale l’on. Bocchino era editore), denaro che proveniva dai 14 miliardi di lire in contanti che erano stati percepiti dal conte Gianni Vitali per la sua mediazione nell’affare Telekom Serbia. Per andare sul leggero, ma non tanto, in questi giorni abbiamo saputo che il ministro degli Esteri Frattini percepisce dall’Europa un’indennità di disoccupazione (poverino) pari a 96mila euro annui per tre anni, come ex commissario. Ha fatto dire ai suoi collaboratori che è “una garanzia per l’indipendenza”. Adesso abbiamo capito perché quelli che hanno la pensione minima non sono indipendenti. Passiamo all’altra sponda. È noto che il Partito democratico soffre di sindrome suicida. Il problema è trovare un analista o uno psichiatra all’altezza (o alla bassezza) della situazione. Comunque il paradosso più pesante che caratterizza l’opposizione in Italia

Agenzia fotografica: Foto Eden Stampa: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI Spa Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel. 030.7725511 - Fax. 030.7725566 Progetto grafico: Maurizio Castrezzati - Coop. La nuvola nel sacco Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 184 - 1/12/1961

è che sono tutti d’accordo sull’obiettivo di mandare a casa Berlusconi, ma molti pensano che per raggiungerlo bisogna trovare un leader che abbia le caratteristiche di Berlusconi. Per questo molti altri preferiscono tenersi l’originale. In fondo, o quasi, ci sono Bossi e i leghisti. Pochi giorni fa hanno votato una legge per Roma capitale voluta per foraggiare Roma ladrona, come la chiamano loro. Adesso si sfogano con le battute (vecchie come il cucco) sui romani porci. Lo scandalo non è questo. Lo scandalo è la mancanza di pudore da parte di chi sguazza nelle prebende di Roma ladrona (Bossi è stipendiato da noi dal 1987, con gli altri in coda) e sputa nel piatto in cui mangia. Pensierino finale dedicato al Sindaco più cliccato del momento. Questo Sindaco ha venduto (idealmente) la scuola pubblica alla Padania pagana, il cui dio è Bossi, ma manda il figlio a studiare alla scuola privata cattolica. Va bene la propaganda, ma mica è scemo.

Associato

Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributi di cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

Avranno già votato, quando i nostri lettori leggeranno queste parole. Mi riferisco ai parlamentari chiamati a esprimere un voto di fiducia al governo Berlusconi. Al momento della stesura di questo articolo non è ancora dato saperne l’esito (i tempi della stampa ci impongono di chiudere). Poco importa ai fini delle considerazioni di oggi. L’esito di quel voto né le invalida né le smentisce, di certo ne aprirà altre. Ciò che, invece, mi sta a cuore è fissare l’attenzione sul tema della fiducia necessaria. Anche nella politica accade, infatti, come nella vita, che nei momenti cruciali si rimandi all’urgenza di questo valore. Nel caso specifico si tratta di un atto pubblico come la prosecuzione dell’azione di governo, e la fiducia va espressa, perché senza di essa “non si può andare avanti”. La fiducia, infatti, sta all’inizio di tutto. Ne sono consapevoli i credenti che su un atto di fiducia in Dio (fede) fondano tutta la loro esistenza, ma, forse, lo sanno bene tutti gli uomini poiché la fiducia è al fondo di ogni vita e di ogni scelta. Quella dei genitori, infatti, ci permette di nascere, di crescere, di vivere, di amare; quella degli altri ci abilita a essere persone equilibrate, felici forse, certo ci dà la forza per affrontare le difficoltà di ogni giorno. La fiducia è essenziale, senza siamo perduti. Domandarla a volte è richiesto dalle situazioni; darla o toglierla è un atto di verità che coinvolge la responsabilità delle parti. Meritarla è, altresì, un impegno per chi la riceve. La fiducia sempre: che sia privata come quella degli affetti, o pubblica se coinvolge aspetti professionali, ma anche economici, politici e sociali. Non è quindi né un caso e né un gesto senza valore che, davanti a ciò che è accaduto nella politica italiana in questi mesi, si sia richiesto ora un voto di fiducia da parte del Parlamento. E bene ha fatto il governo a chiederla. “La fiducia è un modo che salutiamo favorevolmente – commentava nei giorni scorsi Italo Bocchino – perché fa appello, e consente di esprimersi, a tutta la maggioranza. Essa è la presa di distanza dalla politica dell’autosufficienza praticata fin qui, una presa di distanza che è esattamente quello che noi volevamo. In generale è un passo avanti sulla strada dell’intesa”. Pierferdinando Casini, invece, parla di “atto di trasparenza”. Parole condivisibili queste. Resta il fatto che lo spettacolo che molti protagonisti della politica hanno dato e che ha portato il Paese a questo passaggio parlamentare è squallido e logorante. L’Italia sembra purtroppo sempre quella. Pure il card. Angelo Bagnasco, parlando al Consiglio episcopale permanente, usa parole amare: “Siamo – ha detto – angustiati per l’Italia”. Da noi tutto sembra sempre tornare al punto di partenza: “L’Italia istruisce i problemi, comincia a metter mano alle soluzioni, ma non riesce a restare concentrata sull’opera fino a concluderla”. La causa fondamentale di questa sensazione di eterno ritorno inconcludente, spiega il presidente della Cei, è la sostanziale incapacità degli italiani di occuparsi positivamente di ciò “che è pubblico ed è comune”, di guardare agli obiettivi comuni. Riconoscerlo è il punto di partenza realistico per invitare concretamente a costruire qualcosa di utile e di durevole. Serve, perciò, nuovo impegno e nuova fiducia, ricorda Bagnasco, che non smette di credere nel Paese, nelle sue capacità, nei giovani da cui dovrà nascere una “generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fatto importante e decisivo, che credono fermamente nella politica come forma di carità autentica perché volta a segnare il destino di tutti”. Coraggio, verità, intelligenza, allora, e la fiducia necessaria.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Società Preoccupano i dati dell’Istat

Lavoro: le risposte alle attese dei giovani In Italia un giovane su tre è senza occupazione. Nel Bresciano la situazione è leggermente diversa (uno su cinque) ma non meno preoccupante. Le riflessioni di chi ha voce in capitolo su un problema che deve essere risolto

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La disoccupazione in Italia sale all’8,5%: è il livello più alto dal terzo trimestre del 2003. Il dato è stato comunicato nei giorni scorsi dall’Istat che ha diffuso dati relativi ai secondi tre mesi dell’anno. Le notizie peggiori, purtroppo, sono quelle che riguardano i giovani: il tasso di disoccupazione fra ragazzi dai 15 ai 24 anni raggiunge il 27,9%. In pratica, uno sui tre è senza lavoro. Nel secondo trimestre 2010 il numero di occupati risulta pari a 22 milioni 915mila unità segnalando un aumento rispetto al trimestre precedente pari allo 0,1%. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente la riduzione è stata pari allo 0,8% (-195mi-

a cura di Massimo Venturelli Dopo la laurea quale lavoro?

la unità), a sintesi di una sostenuta riduzione della componente italiana (-366mila unità) e di una significativa crescita di quella straniera (+171mila unità). Persiste la forte riduzione del numero degli occupati nell’industria in senso stretto, soprattutto nel Nord: al sensibile calo dei dipendenti permanenti a tempo pieno si contrappone l’ulteriore incremento dell’occupazione a orario ridotto. Il tasso di occupazione è pari al 57,2%, con una flessione di sette decimi di punto percentuale rispetto al secondo trimestre 2009. Il numero delle persone in cerca di occupazione raggiunge (in termini destagionalizzati) quota 2 milioni

e 136mila, con un aumento dell’1,1% rispetto al primo trimestre (+24mila unità). Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente l’aumento è del 13,8%. Per quanto riguarda la disoccupazione, il tasso di quella maschile sale dal 6,3% del secondo trimestre 2009 al 7,6%; quello femminile passa dall’8,8 al 9,4%. Nel Nord l’innalzamento dell’indicatore (dal 5 al 5,9%) riguarda sia gli uomini sia le donne; nel Centro il tasso si porta al 7,1% (6,7% un anno prima), per una crescita dovuta solo agli uomini. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione risulta pari al 13,4% (dall’11,9% di un anno prima), con una punta del 16,4 per cento per le donne.

Il tasso di disoccupazione dei giovani di 15-24 anni raggiunge il 27,9%, con un massimo del 40,3% per le donne del Mezzogiorno. Sono dati che preoccupano, numeri sui quali da più parti si sono levate osservazioni. A Brescia, realtà che pure conosce il fenomeno, la Cisl va da tempo chiedendo un patto territoriale “perché – afferma il segretario provinciale Zaltieri – non possiamo aspettare sempre e soltanto risposte che arrivano dal centro”. I numeri sempre più preoccupanti della disoccupazione nel Bresciano chiedono un salto di qualità. Per Zaltieri, in sostanza, non è ulteriormente procrastinabile il passaggio dal terreno delle

L’assessore provinciale Giorgio Bontempi

Una risposta nella formazione professionale Una disoccupazione giovanile che anche nel Bresciano raggiunge livelli significativi (un giovane su cinque non ha lavoro) non può non interpellare chi istituzionalmente deve proprio occuparsi di lavoro e di formazione allo stesso delle giovani generazioni. “Quelli comunicati dall’Istat − sono considerazioni di Giorgio Bontempi, assessore provinciale al lavoro e alla formazione professionale − preoccupano ma devono anche rappresentare uno stimolo per azioni concrete”. Per l’Assessore provinciale ci sono i margini per rimediare a una situazione oggettivamente critica, confermata per altro anche dai dati che arrivano in Broletto dai diversi centri per l’impiego presenti sul territorio. “C’è un passaggio culturale che dobbiamo affrontare − afferma Bontempi − . I giovani devono comprendere che il mondo richiede una grande capacità di adattamento a cambiamenti repentini”. Secondo dati in possesso della Provincia i giovani nel Bresciano trovano una occupazione. Solo in rari casi, però, è quello di tutta la vita. E questa è sicuramente una fonte di preoccupazione che fa il paio con la sorte dei cinquantenni che per diversi motivi escono dal mercato del lavoro.

“Sono due aspetti dello stesso problema − ricorda Bontempi − su cui è necessario profondere un di più di impegno perchè possono alla lunga mettere anche in crisi la tenuta sociale”. Accanto al tema della disoccupazione c’è anche quello della sottoccupazione: giovani che hanno seguito un percorso di studi e che non riescono a trovare adeguati sbocchi professionali. Anche questo tema è ben presente nell’agenda dell’assessore Bontempi. “Il nostro sistema formativo − afferma al proposito Giorgio Bontempi − non può continuare ad andare avanti facendo finta di niente, alimentando settori che difficilmente potranno garantire sbocchi professionali futuri”. Serve un sistema che, pur garantendo il libero accesso a ogni settore della formazioni sappia informare correttamente in modo che un ragazzo e la sua famiglia possono scegliere al meglio. Nonostante il grande lavoro svolto negli anni resta da molto da fare anche nel campo della formazione professionale che, in una realtà ancora a forte vocazione industriale come quella bresciana, potrebbe dare un aiuto consistente alla risoluzione del problema della disoccupazione giovanile.

Giorgio Bontempi


LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Luigi Morgano, direttore di sede della Cattolica

Università e occupazione: binomio che tiene nonostante tutto

Luigi Morgano

buone intenzioni a quello delle azioni concrete. Ma perché questo avvenga è necessario che gli attori da coinvolgere in questo processo siano disponibili e soprattutto credibili. A preoccupare non sono solo i dati relativi alla disoccupazione giovanile che a Brescia, secondo i dati in possesso della Cisl, si attesta intorno al 20% (un giovane su cinque è senza lavoro) ma anche quella dei cinquantenni. “Oggi il mondo del lavoro – è l’efficace metafora utilizzata dal segretario generale della Cisl di Brescia – tende ad espellere quali corpi estranei i cinquantenni e i giovani. Se non poniamo rimedio a questa situazione il futuro rischia di essere

incerto”. Ci sono, però, altri attori, altri soggetti che a fianco del sindacato hanno voce in capitolo in tema di giovani e lavoro, realtà che non possono non essere interpellate dagli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile. Si tratta delle istituzioni, Provincia in testa, e del mondo dell’università. Di qui la scelta di coinvolgere nel dibattito Luigi Morgano, direttore di sede dell’Università cattolica di Brescia, e Giorgio Bontempi, assessore provinciale al lavoro e alla formazione professionale e che con i centri per l’impiego dispone di importanti “antenne” sul territorio per monitorare il fenomeno.

Fra le cause che diversi osservatori indicano alla crescente disoccupazione giovanile ci sono la crisi che ha comportato una contrazione dell’offerta occupazionale e un sistema formativo che, probabilmente, non sa dare quelle risposte che il sistema Paese richiede. La traduzione in termini comprensibili è semplice: la scuola non è più in grado di fornire risposte significative alle richieste del mercato del lavoro. C’è sempre qualcuno che guarda al passato, quando il sistema formativo riusciva a immettere sul mercato del lavoro le professionalità di cui il Paese aveva bisogno. E, laddove, non riusciva il sistema scolastico intervenivano le imprese realizzando vere e proprie scuole professionali “ad uso interno”. Certo, da allora parecchia acqua è passata sotto i ponti. È cambiato profondamente il mercato del lavoro, con imprese che hanno cominciato a chiedere professionalità sempre più alte per reggere le sfide sempre nuove. La scuola, secondo un’opinione abbastanza diffusa, non sarebbe stata in grado di correre alla stessa velocità. E quando le sfide, come quelle della globalizzazione, si sono fatte ardue il sisteme Italia ha dovuto segnare il passo. I numeri della disoccupazione giovanile sarebbero la conseguenza di tutto questo. Da questa analisi non sarebbe esclusa nemmeno l’università ritenuta da tanti osservatori non più in grado di riverstire, come in passato, il ruolo di porta d’accesso per eccellenza di professioni di alto livello. Non sembra pensarla in questo modo Luigi Morgano, direttore di sede dell’Università cattolica di Brescia che, interpellato in merito al tema della disoccupazione giovanile, ha fornito una lettura in controtendenza della realtà. Dati alla mano ricorda come l’Ateneo di via Trieste non si è mai risparmiato non solo sul versante della formazione dei suoi studenti, ma anche su quello, per certi versi più importante, della lettura delle esigenze del territorio. “La nostra università − ha ricordato Morgano al proposito −- è sempre stata in prima fila nel cercare di leggere, interpretare e capire i cambiamenti che andavano profilandosi”. E quando a Brescia, ben prima che la crisi economica scoppiasse in tutta la sua virulenza, si iniziava a parlare di recessione la Cattolica ha accettato la sfida degli Stati generali dell’economia e della società bresciana (gennaio 2006) e ha portato a termine l’azione pilota che le era stata affidata. “Non analoga fortuna − afferma Morgano − hanno avuto le altre azioni che erano emerse da quell’occasione di confronto”. Gruppi di lavoro dell’Università cattolica avevano elaborato studi in cui si indicavano abbastanza chiaramente quelli che sarebbero stati gli sviluppi del mercato del lavoro bresciano e, conseguentemente, i suoi bisogni. Azioni, quelle ricordate da Morgano, che rientrano in quella che il direttore di sede dell’Ateneo indica come una delle mission dell’Università. Accanto alla formazione degli studenti l’Università deve sapere leggere, anticipare quello che sarà il futuro e conseguentemente pensare ad azioni mirate. Dall’analisi dei dati elaborati dal Nucleo di valutazione dell’Ateneo emergono numeri in controtendenza. Le percentuali preoccupanti della disoccupazione giovanile non sembrano essere alimentate da chi ha compiuto il proprio percorso di studi in Cattolica. La stragrande maggioranza dei laureati trovano entro un anno dalla fine degli studi un’occupazione, con un grado di soddisfazione vicino alla soglia del 90%. “Dati significati − conclude Morgano − ma che non possono fare dimenticare una domanda a cui non è ancora stata data risposta: quali sono le intenzioni della città e della sue istituzioni sul mondo universitario?”

Il parere dei giovani

Il futuro preoccupa, ma non scoraggia! Molti giovani si apprestano a compiere il lungo cammino degli studi universitari e guardano fiduciosi al futuro, nella speranza che, seminando bene, un giorno raccoglieranno i frutti. In realtà i dati dell’Istat fotografano una situazione tutt’altro che confortante: circa il 28% dei giovani non trova lavoro al termine degli studi (il 20% nel Bresciano). Se un tempo il diploma poteva garantire un posto di lavoro, ora neppure l’università sembra sufficiente. Per far luce su questo fenomeno, Radio Voce ha intervistato i giovani della nostra città. La scelta dell’università risulta determinante e in molti ormai, anziché seguire i propri interessi, calcolano le opportunità: “Ho scelto Scienze motorie, un corso universitario a numero chiuso per avere più sbocchi alla fine degli studi, per questo non penso di avere problemi. Per chi sceglie altre facoltà diventa più difficile perché si fanno lavori che non danno garanzie per il futuro” racconta un giovane intervistato. Chi si appresta a frequentare un corso di laurea ad indirizzo umanistico è decisamente più preoccupato, come confessa Marina: “Sono spaventata per il futuro, vorrei fare psicologia, ma

tutti mi dicono che non troverò mai lavoro”. In realtà, si prospetta un futuro difficile anche per chi intraprende la strada della ricerca scientifica: senza la garanzia di retribuzione, la via per l’estero sembra l’unica soluzione. Questa situazione è in parte causata dalla crisi economica, ma d’altro canto non tutte le università preparano in modo adeguato al mondo del lavoro. Negli anni dell’università, gli studenti beneficiano di pochissime occasioni di contatto con le aziende, occasioni d’oro per “farsi conoscere”. Anche i master, un tempo considerati quasi un’assicurazione sul futuro, non portano ai risultati sperati a fronte dell’investimento economico che comportano. Gli intervistati che hanno già avuto esperienze lavorative sono sicuri, bisogna rimboccarsi le maniche: “Per un giovane che cerca lavoro dopo la scuola è complicato, ma a volte bisogna sapersi adattare e lasciare da parte la puzza sotto il naso. Bisogna mettersi in gioco, quest’anno ho lavorato, ma la scuola non mi ha messo in contatto con le aziende” racconta Giovanni. Il lavoro è ancora troppo lontano dai banchi di scuola e dalle aule universitarie. (Elisa Bassini)


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LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Opinioni

di Dino Capra

di Savio Girelli

Liturgia

Spiritualità

Non solo Messa

La croce senza crocifisso La croce senza il crocifisso rimane il più universale dei simboli elementari, non solo in ambito cristiano: ogni ‘croce’ ha il suo significato a partire dalla cultura che la assume a simbolo di se stessa. La croce senza il crocifisso può essere simbolo religioso, astronomico, geometrico, cabalistico, esoterico …e divenire persino, come racconta la storia, simbolo di insanabili contrapposizioni sfociate nel sangue. Storia di ieri e cronaca di oggi. La croce che porta il crocifisso è altra cosa. Quella senza il crocifisso è roba nostra, roba di uomini. Quella con appeso il crocifisso è rivelazione del Dio unico. La croce con appeso il crocifisso ha un significato inequivocabile: umiliazione ed esaltazione del Verbo di Dio fatto carne nell’uomo Gesù di Nazareth, passione e gloria, soprattutto riconciliazione tra Dio e uomo e tra gli uomini nemici tra di loro. Nella comunità cristiana di Efeso, cristiani della prima ora, di origine sia giudaica che pagana, separati prima da un odio insanabile radicato nelle rispettive culture e religioni e ora affratellati nella comunità fondata sull’unica fede nel Cristo crocifisso e glorificato, spiegavano così ciò che li aveva resi da nemici fratelli: “Cristo è la nostra pace, colui che dei due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia”. La croce dei cristiani è questo, è il crocifisso appeso alla croce, non la croce senza Crocifisso cementata o imbullonata sui muri. Tutti i tentativi di farla diventare altro da questo hanno un che di patetico e di idolatrico, sia da parte dei sostenitori del “politicamente corretto”, sia soprattutto da parte di quei sedicenti credenti che nella prassi mostrano di non avere intelligenza alcuna del mistero abbagliante della croce di Gesù, il Cristo di Dio: trionfo divino dell’inermità, sapienza “politica” del consegnarsi non più per vincere ma per farsi prossimo e capace di convivere con i diversi, arte di eliminare l’inimicizia non il nemico. Questa “ignoranza” della Croce di Cristo non è di oggi: era già successo agli abitanti della Galazia (Turchia settentrionale, dove si erano stanziate tribù celtiche), di preferire alla predicazione apostolica del Cristo Crocifisso più appaganti suggestioni religiose. Storia di ieri, cronaca di oggi. Risuonano, ammonitrici per noi, le parole del Crocifisso: “…Alla vista della città pianse su di essa dicendo: ‘Se avessi compreso quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi’”.

Capita ormai anche nella nostra diocesi, per il sensibile calo delle vocazioni sacerdotali, che i parroci, con più parrocchie da curare, non riescano a garantire la quotidiana celebrazione eucaristica, suscitando una certa amarezza tra i fedeli. In talune parrocchie, tuttavia, le chiese non rimangono chiuse nel loro buio silenzio ma gli stessi fedeli affezionati alla Messa quotidiana si riuniscono per la celebrazione delle lodi mattutine e dei vespri. Questa prassi liturgica – fatta di cantici, salmi, inni, letture bibliche e patristiche – che accompagna la vita della Chiesa fin dal suo sbocciare non è da considerarsi una liturgia di ripiego, un surrogato, un alternativa di serie B. Infatti, la liturgia delle ore trova il suo avvio dai Vangeli stessi dai quali si ricava che la preghiera ha punteggiato tutta la vita di Gesù e della prima comunità apostolica, tanto da formare l’anima del suo ministero messianico, del suo esodo pasquale, fino a diventare l’elemento caratterizzante della Chiesa (IU 4). Se l’eucaristia è l’esercizio più rilevante della dignità sacerdotale di Cristo e della Chiesa, la liturgia delle ore è l’attuazione più alta della dimensione orante affidata da Cristo ai suoi discepoli. L’Ufficio divino scaturisce dal mistero eucaristico ed è orientato all’altare, fonte e culmine della vita cristiana. È interessante osservare che nessun’altra preghiera, legata all’incedere del tempo, è maggiormente praticata, sia pure in strutture diverse, per consuetudine o per modalità, dal clero, dai religiosi e dai laici in tutti i riti d’Oriente e d’Occidente, comprese diverse confessioni riformate. Inoltre nel panorama planetario, considerando i diversi fusi orari, si realizza effettivamente una rotazione e continuità fra le assemblee che nei vari luoghi della terra celebrano l’ufficio divino. Così la lode perenne a cui è chiamata la comunità cristiana si compie nella santificazione del tempo che scorre e nell’anticipazione “qui ed ora” della lode eterna. Infatti se la liturgia nella sua materialità sacramentale, cesserà un giorno in paradiso, la lode perenne a Dio sarà l’eterno e gioioso compito dell’assemblea celeste. Certo, alcuni problemi pratici sono ricorrenti: gli anziani quando dimenticano gli occhiali rimangono in silenzio; i fedeli dell’ultimo minuto, passano tutto il tempo a sfogliare il libretto per cercare il giorno del salterio. Per ovviare a questo problema, in una parrocchia austriaca vidi una semplice lavagna, in armonia con l’architettura dell’aula liturgica, riportante il giorno e la settimana del salterio. Per quel che riguarda gli anziani, la sola loro presenza alla liturgia è già il segno vivente della continuità della fede celebrata di generazione in generazione.

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LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Italia La prolusione del Presidente della Cei

Preoccupazioni per conflitti insanabili Il card. Angelo Bagnasco ha richiamato, a poche ore dall’intervento del Premier alle Camere, alcuni nodi critici che stringono d’assedio il Paese

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Sono stati molti i temi che il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha affrontato nella sua prolusione ai lavori del Consiglio episcopale permanente. Il presidente del Vescovi italiani ha ricordato, tra l’altro, il significato del viaggio compiuto nelle scorse settimane da Benedetto XVI nel Regno Unito, ma ha anche richiamato il martirio del vescovo Luigi Padovese e degli otto medici occidentali uccisi in Afghanistan, oltre che di tanti altri cristiani in varie parti del mondo, il diffondersi di un’intolleranza religiosa che assume allora la forma della cristianofobia. Grande risalto, anche in considerazione del clima politico che il Paese sta attraversando, è stato dato dalla

In “diretta” dalla Camera

Le reazioni di Paroli e Corsini

a cura di Massimo Venturelli

stampo a quel passaggio della sua prolusione che il card. Bagnasco ha dedicato ai temi dell’attualità politica e sociale. Così ha parlato “di momenti di grande sconcerto e di acuta pena per discordie personali che, diventando presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno di conflitti apparentemente insanabili” col risultato di “bloccare i pensieri di un’intera Nazione” all’interno di una “drammatizzazione mediatica che sembra dedita alla rappresentazione di un Paese ciclicamente depresso”. Ai cattolici impegnati nel sociale, in particolare, ha chiesto di “buttarsi nell’agone, di investire il loro patrimonio di credibilità”, con un “protagonismo costruttivo”, senza trascurare

l’affermazione di quei “valori non negoziabili” che fanno riferimento soprattutto ai temi della famiglia, vita e bioetica e che si collegano alla “morale naturale”. L’imminente Settimana sociale dei cattolici italiani, in programma a Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre prossimi – ha aggiunto – “non farà mancare, dalla visuale che le è propria, un apporto di sviluppo coerente”. Sono poi seguiti passaggi dedicati alla crisi economica, alla disoccupazione giovanile, alla salvaguardia della scuola e della sua “qualità”. Le vicende della sanità, specie quelle recenti “con vittime innocenti e famiglie disperate”, sono state definite dal Cardinale “uno spregio non tollerabile, che offusca la dedizione di tanti professionisti” del settore. Allo stesso modo ha parlato delle condizioni delle carceri, della violenza sulle donne, dell’“ospitalità che va offerta ai Rom”, e del federalismo, definito un processo “irreversibile”. Su quest’ultimo tema ha detto tra l’altro: “Gestire un Paese come il nostro in chiave federalista presuppone una diffusa capacità di selezionare con rigore gli obiettivi, scadenzarli, argomentare le scelte, e saper dire dei no an-

Al momento di mandare in stampa questo numero di “Voce” è ancora in pieno svolgimento il dibattito parlamentare sul discorso pronunciato nella tarda mattinata del 29 settembre dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Salvo sorprese il Premier dovrebbe avere la fiducia richiesta sul suo discorso programmatico in cinque punti. Subito dopo il suo intervento alla Camera sono stati raggiunti gli onorevoli bresciani Paolo Corsini (Pd) e Adriano Paroli (Pdl) per un commento a caldo. Per l’attuale primo cittadino di Brescia quello del Presidente del consiglio è stato un discorso alto, fatto di contenuti e che è tornato a mettere la centralità della persona quale punto di riferimento dell’azione di governo. “Berlusconi − ha sottolineato Paroli − anche dal punto di vista fiscale ha rilanciato l’attenzione che il Paese deve dare alla famiglia riattualizzando un tema come quello del quoziente familiare”. È stato, secondo l’onorevole del Pdl, anche un discorso di chi sa di avere la responsabilità della guida del Paese e la vuole condividere

che a chi si conosce”. Nella parte conclusiva della prolusione ha poi parlato di fisco, crollo demografico e di politiche di sostegno alla famiglia, citando anche il grande tema della fame nel mondo e delle catastrofi naturali. La prolusione del Presidente della Cei ha preceduto solo di qualche giorno il discorso pronunciato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi prima alla Camera e poi al Senato. Un passaggio istituzionale che è giunto al termine di un’estate segnata dalle polemiche e dall’alta tensione tra parti del centro destra. Una tensione, polarizzatasi nello scontro Berlusconi-Fini, che per qualche settimana ha fatto balenare addirittura la fine anticipata di una legislatura che, sino a poche settimane fa, pareva caratterizzata dalla più granitica (e consistente) maggioranza della storia repubblicana. Il discorso del Premier non ha toccato il tema delle discordie personali ricordate anche dal card. Bagnasco, ma non ha nemmeno fugato le ombre di una loro messa da parte a vantaggio del bene comune del Paese. L’Italia, insomma, rischia di restare bloccata come affermato dal presidente della Cei.

cion tutti i moderati. “È stato un discorso caratterizzato da un alto senso dello Stato − sono ancora considerazioni di Adriano Paroli − e un punto di ripartenza per il centro-destra”. Di segno opposto, invece, le considerazioni di Paolo Corsini del Pd. “Mi pare che Berlusconi abbia presentato un’immagine del Paese completamente stravolta − ha affermato −. È stata, sono ancora considerazioni di Corsini, la continuazione di un discorso illusorio, ultimo tentativo per cercare di recuperare un consenso ormai in dissolvimento anche per la propensione del premier a occuparsi più di problemi monegaschi e caraibici che di quelli del Paese. “Con l’intervento di Berlusconi − ha concluso l’ex sindaco di Brescia − si è andato approfondendo il divario tra il Pdl e Fli perché nel suo intervento non ha mai preso in considerazione il Presidente della Camera, riproponendo invece il Pdl come riferimento unico dei moderati italiani”. Per Corsini quello che si è presentato alla Camera è stato un Presidente del Consiglio moderato solo nei toni ma non nei fatti.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Medio Oriente Una testimonianza da Gaza

La pace: via possibile solo se condivisa Nei giorni scorsi Majed Abuselama, un educatore di un centro giovanile nella città palestinese, è passato da Brescia. Ai microfoni di Radio Voce ha portato la testimonianza di chi vive sulla propria pelle una situazione di grande difficoltà

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a cura di Massimo Venturelli Un’immagine di Gaza e, a destra, Majed Abuselama

Il mondo guarda con legittima apprensione all’ennesimo tentativo di colloqui di pace fra Isreale e la Palestina in corso in queste settimane. Si interroga su quelli che potrebbero essere ostacoli insormontabili (la moratoria degli insediamenti nei Territori occupati) e sull’atteggiamento dei negoziatori. Non molto spazio viene riservato al sentire della gente comune, che vive in quelle zone che nella geografia dei colloqui rappresentano soltanto segni su una carta. Nei giorni scorsi è passato da Brescia Majed Abuselama, un giovane educatore di un centro giovanile di Gaza, un centro in cui, a dispet-

to di tante difficoltà, si pratica la non violenza, il dialogo e la cultura come concreti percorsi di pace. L’educatore palestinese è stato invitato in Italia da Pax Christi per una serie di conferenze. Nel corso della sua permanenza a Brescia è stato intervistato da Radio Voce. La sua è ovviamente una posizione di parte, il racconto di chi ha vissuto sulla propria pelle vicende, tragedie e violenze che solitamente occupano i resoconti dei telegiornali. “La gente – ha raccontato – è stanca. Sono stanche le persone che vivono nella Striscia di Gaza, ma lo sono anche quelle costrette all’esilio forzato in Libano, in Siria”.

È una stanchezza, quella raccontata da Majed Abuselama, che nasce dalla constatazione che, al di là di tante dichiarazioni di principio, Israele dimostra negli atti di non essere realmente interessato al perseguimento della pace. Non arrivano in Occidente, secondo il giovane educatore, le notizie di una quotidianità segnata della prosecuzione della costruzione di insediamenti nei territori occupati, dalla sistematica distruzione delle abitazioni dei musulmani e dei cristiani che risiedono in questi territori. Il giovane palestinese non guarda con eccessiva fiducia all’ennesima ripresa dei collo-

qui di pace. “In quelle sedi – ha affermato – non si parla dell’umanità della gente, non si dice che le tre grandi religioni predicano la pace e l’amore. Si discute di grandi questioni politiche. Non si riporta la voce della gente, il sentire di chi vuole realmente un avvenire diverso”. Chi vive a Gaza così come chi è impossibilitato a farvi ritorno non chiede molto, o almeno chiede cose profondamente diverse rispetto a quelle messe sul piatto della bilancia dai negoziatori. “Quello che vogliamo – ha affermato Majed Abuselama – è solo libertà e giustizia”, quanto cioè sancito, senza trovare ma una tradu-

Uno scambio tra giovani

Brescia, Argentina, Bolivia, nel segno dell’educazione Nelle scorse settimane si è svolto uno scambio culturale tra studenti bresciani e studenti di Santiago del Estero (Argentina) e di Tarija (Bolivia). L’iniziativa di mettere in contatto studenti bresciani con studenti del Sud del mondo è iniziata con il nuovo millennio e si è ripetuta ininterrottamente per 10 anni. Il bisogno di promuovere concretamente la pace e di vivere una concreta solidarietà sono stati i motivi costanti dell’iniziativa che ha suscitato un notevole interesse negli studenti e nelle loro famiglie. L’esperienza è resa possibile dall’impegno della Fondazione Tovini che ne cura la realizzazione, dal contributo del Comune di Brescia che finanzia il viaggio degli studenti del Sud, e dall’adesione delle scuole superiori bresciane che a turno selezionano gli studenti partecipanti. Lo scambio è stato preparato da un corso di 50 ore che si tiene presso la sede della Fondazione Tovini e che vede coinvolte le due Università bresciane, la Cattolica e la Statale, che mettono a disposizione l’esperienza e la competenza dei loro docenti. Il risultato è una competenza specifica

appresa dai singoli partecipanti e una forte motivazione all’incontro e al confronto reciproco facendo leva sui principali problemi giovanili. All’esperienza di quest’anno hanno partecipato studenti del Lunardi, del Leonardo, della Canossiane, del Gambara e alcuni studenti universitari che erano accompagnati da Giuseppe Mattei, collaboratore della Fondazione Tovini e Claudio Zucchi. Il fulcro dell’esperienza è stato l’incontro con il modello educativo operante in alcune realtà dei Paesi sudamericani e conosciuto come “Casa della Gioventù”. L’anima della proposta, che ha nell’educazione integrale il suo fulcro fondamentale, è una religiosa bresciana delle Dorotee da Cemmo, suor Saveria Menni, che vive in Argentina da oltre 25 anni. Questa singolare figura ha dedicato la sua vita alla loro formazione che si è concretizzata in questi anni in scuole di ogni ordine e grado, in centri di salute, in iniziative imprenditoriali e produttive. Sono ormai centinaia i giovani che fanno riferimento alle varie Case della gioventù promosse in Argentina, Bolivia, Brasile, Perù e

Guatemala. Gli studenti bresciani, accostando un modello educativo laicale di straordinaria attualità, hanno potuto apprezzare il fatto che a sostegno di ogni impresa educativa autentica ci deve essere una spiritualità profonda che conduce a vivere la passione per l’educazione dei giovani in termini vocazionali. Tanti i contatti, i confronti, le esperienze vissute, le località visitate in 15 giorni caratterizzati da una copiosa serie di iniziative. Il comune denominatore che si è immediatamente evidenziato è stato la passione per la costruzione di giovani formati e solidali, capaci di vivere tutti gli aspetti della quotidianità con coerenza etica e con una costante attenzione ai più poveri. In una società come attraversata da preoccupanti chiusure il poter condividere una visione diversa della vita, una visione cioè impostata attorno a una scala di valori etici vissuti è stato particolarmente importante e ha condotto a rivedere tanti atteggiamenti nei giovani partecipanti. A metà ottobre i “gemelli” dell’argentina e della Bolivia, saranno ospitati a Brescia.


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Pakistan

Aiuti a rischio corruzione Non accenna a migliorare la situazione dei profughi in Pakistan. Secondo la Comunità di Sant’Egidio, presente nel Paese con più di 200 rappresentanti, la situazione è drammatica. Gli sfollati ancora non sono stati registrati dagli uffici governativi, non ricevendo per tanto tempo gli aiuti previsti. Solo le ong si starebbero occupando di queste persone. Altre ong hanno denunciato come siano ancora migliaia i profughi “inesistenti” o “invisibili”. Tra queste “La Commissione per i diritti umani in Pakistan” riporta le voci dei profughi, secondo cui, alla base della mancata registrazione vi sia l’impossibilità di pagare tangenti agli ufficiali governativi. L’assenza della registrazione impedisce al governo di avere dati certi ma soltanto delle stime che non inquadrano la situazione reale. Le famiglie vivrebbero accampate in alloggi di fortuna o ammassate in sterminati campi profughi.

Venezuela

Chávez vince ma non troppo Anche se non ancora ufficiali i dati delle elezioni legislative tenute in Venezuela confermano che il ‘Partido Socialista Unido de Venezuela’ (Psuv) del presidente Hugo Chávez è ancora vittorioso, ma registrano anche l’importante e massiccio rientro dell’opposizione in parlamento, da cui era assente dal 2005. Il risultato non basta al partito di Chávez per mantenere il controllo dell’Assemblea legislativa: la Costituzione richiede almeno 110 seggi per l’approvazione di leggi fondamentali e la designazione dei posti chiave in seno alla magistratura. I seggi ancora da assegnare saranno determinanti per stabilire se lo schieramento al governo otterrà i 99 necessari per la ‘ley habilitante’, legge che consentirebbe al presidente di legiferare attraverso decreti e di cui Chávez ha usufruito già in quattro occasioni, dal suo insediamento nel 1999.

zione pratica, dai negoziati e dai trattati che si sono succeduti negli anni. “Non chiediamo a Israele nulla di più – ha più volte ribadito l’educatore –. Non vogliano che gli israeliani abbiano a patire quello che per anni abbiamo subito”. Svegliarsi sotto le bombe, non poter fare ritorno nelle proprie abitazioni, essere impossibilitati a raggiungere il posto di lavoro, vivere in esilio: sono sofferenze che il popolo palestinese, che non è quello che si siede ai tavoli delle trattative e nemmeno quello che predica il radicalismo, non vuole fare conoscere a Israele. “Vogliamo una pace che sia

condivisa, realizzata insieme perché – ha continuato l’educatore di Gaza – non ha senso che ci sia qualcuno che gioisce e qualcun altro che soffre. La vittoria di una parte non può essere la sconfitta dell’altra”. Questo il sentire della gente che come Majed Abuselama ha vissuto per anni sulla propria pelle una situazione diversamente difficile da comprendere. Ma sono in tanti come lui a pensare che la pace sia una via possibile, a patto di tornare a parlare di persone, di umanità, di rapporto, di cultura, argomenti che non sempre, purtroppo trovano spazio ai tavoli della politica.

Medio Oriente

Negoziati di pace a rischio? Si dovrà aspettare la prossima settimana, il 4 ottobre per la precisione, per sapere se i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi, faticosamente riavviati e mediati dall’amministrazione statunitense, proseguiranno o si areneranno dopo due soli incontri. Lo ha annunciato il 26 settembre in occasione della scadenza della moratoria di 10 mesi stabilita dal governo israeliano per la costruzione di insediamenti e colonie in Cisgiordania, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas. La decisione, ha reso noto il rappresentante palestinese che aveva più volte minacciato di ritirarsi dalle trattative se le ruspe avessero ripreso a funzionare e aveva esortato il governo israeliano a prorogare il blocco delle costruzioni, sarà presa nel corso di un vertice dei Paesi della Lega Araba convocato per quella data al Cairo in Egitto.

Onu

Task force con l’Ua per il continente Si è tenuta nei giorni scorsi la prima riunione operativa della neonata “task-force” congiunta su pace e sicurezza creata da Nazioni Unite e Unione africana (Ua) per aumentare la cooperazione tra i due organismi nell’ambito della prevenzione dei conflitti, del mantenimento e della costruzione della pace nel continente africano. L’iniziativa è stata lanciata ufficialmente nelle scorse settimane a New York, a margine dell’apertura della 65ª assemblea generale dell’Onu, dal segretario generale Onu, Ban Ki Moon, e dal presidente della Commissione dell’Ua, Jean Ping. La nuova struttura congiunta (Joint task force, Jtf) si incontrerà due volte l’anno ai massimi livelli per affrontare le questioni strategiche di corto e lungo termine. Nel presentare la nuova iniziativa, Ping e Ban Ki Moon hanno sottolineato di essere determinati a rafforzare la cooperazione già esistente sui temi della pace e della sicurezza tra Onu e Ua e che negli ultimi anni ha visto i due organismi collaborare in Sudan, Guinea e Somalia. Il lavoro della commissione mista si svolgerà in coordinamento con le rispettive rappresentanze diplomatiche di Onu e Unione africana nate proprio nei giorni scorsi.


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Popoli e continenti Europa

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Unione europea I lavori del Parlamento

Quali risposte alla recessione? Il tema della ripresa economica da una crisi che ancora continua a far sentire i suoi effetti ha occupato i lavori dell’assemblea parlamentare. C’è ancora molto da fare sul versante disoccupazione

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Le possibili risposte alla recessione e le modalità per prevenire future crisi finanziarie hanno ancora una volta segnato la settimana delle istituzioni Ue. La recente sessione dell’Europarlamento a Strasburgo, i lavori della Commissione, l’azione del Consiglio si sono per lo più incentrati su questi argomenti. Non sono però mancati nel dibattito europeo la questione della presenza dei rom negli Stati aderenti (che ha aperto una spaccatura tra Parigi e Bruxelles) e le sfide poste dalla politica internazionale. Sono molteplici le varie misure che l’Ue nel suo insieme sta progettando sul fronte economico e finanziario. Nei giorni scorsi è stata presentata una proposta della Commissione sulla riforma della governance economica, mentre il Consiglio di fine ottobre dovrebbe valutare le conclusioni della task force istituita dai 27 che si occupa dello

stesso tema. Nel frattempo l’Euroassemblea ha votato in settimana un pacchetto legislativo che stabilisce un controllo più efficace su banche, assicurazioni e mercati azionari, istituisce un sistema di sorveglianza per evitare rischi di sistema e tende a una migliore tutela dei consumatori. Si tratta, come è stato detto in emiciclo, di una “riforma profonda della supervisione finanziaria europea”. Saranno per questo create tre autorità di vigilanza “per sostituire gli attuali comitati con poteri consultivi”. Gli eurodeputati si sono inoltre espressi a favore della creazione del “Comitato europeo per il rischio sistemico” che dovrà vigilare sui mercati al fine di allertare l’Ue in caso di rischio per l’economia continentale. Le autorità di vigilanza avranno fra l’altro il potere di dirimere gli eventuali conflitti fra i supervisori finanziari nazionali e “potranno adottare

un divieto temporaneo su specifici prodotti finanziari”. Soddisfazione, su questo punto, è stata espressa dai leader dei principali gruppi politici che hanno collaborato per giungere al nuovo pacchetto. Ma in aula sono più volte risuonate le preoccupazioni di vari eurodeputati, volte a sottolineare come la crisi sia tutt’altro che alle spalle e che occorre spingere gli Stati a politiche di sviluppo per creare occupazione. Argomentazioni, queste, che però stridono con la necessità di perseguire il rigore dei bilanci pubblici sul quale insistono la Commissione e alcuni Stati più “virtuosi”. Il Parlamento europeo ha visto anche un dibattito fra parlamentari, rappresentanti della Commissione e del Consiglio, concentrandosi proprio su economica e politica estera. Herman Van Rompuy ha inteso specificare le azioni assunte per contrastare la crisi (“abbiamo agito

bene, cercando di prevenire ricadute peggiori di quelle che abbiamo potuto misurare; la collaborazione europea, pur con alcune fatiche, ha funzionato; stiamo operando anche in sede internazionale, soprattutto con il G20, per azioni di più vasta portata”). Il presidente del Consiglio Ue ha affermato (convincendo però solo una parte dell’aula): “Al prossimo Consiglio di ottobre” sarà definito il lavoro della task force “che sta lavorando alle misure di regolazione finanziaria intese a prevenire nuove crisi e l’instabilità dei mercati”. “Diversi governi hanno assunto” nei mesi scorsi “decisioni coraggiose per rimettere in sesto le economie nazionali e i bilanci interni. Chi di noi – ha aggiunto – avrebbe pensato, anche solo l’anno scorso, che avremmo intravisto la ripresa economica già in questa fase? Resta però molto da fare, ad esempio per contrastare la disoccupazione”.

“Youth on the move”

Un progetto per aiutare i giovani europei che cercano lavoro La Commissione europea ha dato il via a “Youth on the move” (gioventù in movimento), una nuova iniziativa faro destinata ad aiutare i cinque milioni di giovani europei alla ricerca di lavoro, cui mancano le opportunità per mancanza di qualifiche o di esperienza, ad acquisire le conoscenze, le abilità e le esperienze di cui hanno bisogno per trovare il loro primo posto di lavoro. L’iniziativa, che rientra nella nuova strategia dell’Ue “Europa 2020”, propone 28 azioni per migliorare istruzione e formazione e incoraggiare un maggior numero di giovani ad avvalersi delle borse Ue per studiare o ricevere una formazione in un altro Paese. L’obiettivo europeo è quello di far scendere la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente la scuola dal 15% al 10% e di aumentare il numero di giovani dotati di un titolo

d’istruzione terziaria o equivalente portandolo dal 31% ad almeno il 40% entro il 2020. Il tasso di occupazione giovanile dovrà arrivare al 75% se si vuole garantire la competitività del sistema e il futuro dei servizi sociali. Entro il 2020 il 35% dei nuovi posti di lavoro richiederà qualifiche di alto livello e il 50% di livello medio. La crisi ha peggiorato i dati: il numero di giovani che cercano lavoro è aumentato da 4 a 5 milioni. L’Ue e gli Stati che la compongono lavoreranno insieme per raggiungere questi obiettivi, favorendo la mobilità dei giovani e stimolando il loro spirito imprenditoriale. La Commissione ha già una lunga tradizione di sostegno alla mobilità tramite le borse previste dai programmi Erasmus, Leonardo da Vinci, Grundtvig e Marie Curie. Le azioni che partono ora sono 10: il sito di “Youth on the Move”

(http://europa.eu/youthonthemove) conterrà tutte le opportunità europee per i giovani, di studio o di lavoro all’estero. La rete Eures fornirà aiuto nella ricerca di posti di lavoro e sostegno ai giovani che vogliono lavorare all’estero per la loro impresa. Verrà tenuta una valutazione aggiornata sugli ostacoli alla mobilità dei giovani, e la Banca europea per gli investimenti sta definendo uno strumento di prestito agli studenti per lavorare o formarsi all’estero. La Commissione europea sta inoltre valutando se è possibile creare un sistema di confronto dei risultati dell’istruzione a livello di scuola superiore, per accedere all’università. La carta “Youth on the Move” offrirà sconti e prestazioni agevolate ai giovani, e un sistema di monitoraggio delle offerte di lavoro in tutta Europa entrerà in vigore entro la fine del 2010.


LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Romania

Famiglie a rischio per la crisi In Romania la crisi finanziaria spinge le famiglie ad abbandonare i figli in istituto. L’associazione “Telefonul Copilului”, (Telefono del Bambino) negli ultimi otto mesi ha ricevuto quasi 200 richieste di affido da parte di minori in situazione di difficoltà familiare. Aumenta il numero dei bambini che chiede espressamente di lasciare la propria famiglia per tornare in istituto. “I bambini reintegrati nella propria famiglia di origine chiamano il nostro numero per chiedere di essere reintegrati nuovamente in istituto a causa dei maltrattamenti a cui sono stati sottoposti dalle famiglie naturali” dichiara all’agenzia Mediafax Catalina Florea, direttrice esecutiva dell’associazione. “Nella maggior parte dei casi i bambini chiamano da zone rurali, i genitori, a causa della situazione di miseria in cui si trovano, costringono i bambini ad abbandonare la scuola per andare a lavorare nei campi.”

Spagna

La visita del Papa on line

Le misure anticrisi della Commissione Anche la Commissione europea, così come tutte le altre istituzioni dell’Unione, si sta occupando di quelle misure necessarie per attenuare gli effetti della crisi economica che ha duramente colpito anche la realtà Ue. “Trasformare le proposte politiche più urgenti in concreti strumenti giuridici”: è con questo intento che la Commissione Ue ha annunciato una serie di misure (una direttiva e cinque regolamenti) nel settore della governance economica, studiate per affrontare la crisi in atto. I testi presentati sono passati al vaglio del Consiglio e dell’Europarlamento, prima di pter diventare effettivamente operativi dall’inizio del 2011. Le misure elaborate dalla Commissione europea fanno seguito ad altri interventi adottati quest’anno dai 27: fra questi, il rafforzamento dei poteri di controllo di Eurostat sui bilanci statali e l’istituzione delle autorità di controllo su banche, assicurazioni e mercati azionari. Le proposte saranno rese note dal presidente José Manuel Barroso e dal commissario Olli Rehn e riguarderanno, fra l’altro, il Patto di stabilità e crescita, la disciplina di budget, le riforme strutturali intese a dar seguito alla strategia Europa 2020 per la crescita e l’occupazione, i meccanismi per prevenire futuri squilibri macroeconomici. Già nel maggio scorso la Commissione aveva definito alcune proposte mentre il 30 giugno aveva pubblicato un testo con i principi per rafforzare il coordinamento delle politiche economiche dei Paesi membri dell’Unione. Le linee indicate dall’Esecutivo saranno analizzate dai ministri economici e finanziari nel corso dell’Ecofin. La crisi economica e, ancora di più, lo studio delle misure atte ad arginarla hanno messo in campo, anche a livello europeo, una vera e propria task force che non ha precendenti nella storia decennale dell’Europa unita.

La Conferenza episcopale spagnola ha avviato una pagina web ufficiale (www.visitadelpapa2010.org), dalla quale si può seguire tutto ciò che concerne il viaggio di Benedetto XVI a Santiago de Compostela e Barcellona, che si terrà il 6 e il 7 novembre. Nella pagina web, che si può consultare in spagnolo, italiano, inglese e francese, è disponibile il programma ufficiale, un’ampia documentazione biografica sul Papa, numerosi dettagli degli altri viaggi del Pontefice in Spagna e dati riguardanti la Chiesa spagnola. La pagina offrirà anche la possibilità di seguire in diretta la visita. Così, ad esempio, dal sito web si potrà seguire la trasmissione on line dei principali momenti del viaggio e si collega ai profili creati nei social network Facebook y Twitter per essere informati di quanto sta accadendo da ora al 7 novembre.

Ue

Internet: acquisti più sicuri Acquistare in internet prodotti elettronici di largo consumo, come macchine fotografiche digitali e apparecchi di ascolto, è ora divenuto più sicuro grazie a una campagna di repressione sui siti web che presentano aspetti problematici. L’84% dei siti web che vendono prodotti elettronici, ispezionati per controllare se contravvenivano a norme Ue di tutela dei consumatori, risulta ora conforme alla legislazione Ue: nel 2009 erano solo il 44%. L’indagine “operazione di pulizia”, partita nel maggio 2009, è stata effettuata dalle autorità nazionali dei 27 Stati dell’Ue, della Norvegia e dell’Islanda su problemi legati alle informazioni sui diritti dei consumatori, sul prezzo finale e sull’identità del venditore. I siti web sono stati corretti e dove necessario sono state applicate sanzioni, dalla multa alla chiusura del sito. La Commissione ha anche annunciato i primi risultati di operazioni simili effettuate nel 2010 su siti destinati alla vendita online di biglietti per eventi culturali e sportivi.


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Fabrizio Clerici (Milano 1913-Roma 1993) Dopo la formazione romana intraprende, a partire dagli anni Cinquanta, un’attività che lo porta a realizzare paesaggi fantastici ricchi di simbolismi metafisici e surreali. “L’ora del deserto” Concesio, Collezione Arte e Spiritualità.

La misura e l’assurdo di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (17, 5-10) In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: “Accresci in noi la fede!”. Il Signore rispose: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: ‘Sràdicati e vai a piantarti nel mare’, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: ‘Vieni subito e mettiti a tavola’? Non gli dirà piuttosto: ‘Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu’? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare’ ”.

Tra le tante cose che non ammetteremo mai c’è anche quella che, in qualche modo, siamo inutili. L’inutilità è percepita come uno dei massimi della nostra irrealizzazione. Anzi: essere inutili è il traguardo al quale arriva chi ha perso tutto. È il limite della mancanza esistenziale. Ecco perché non lo possiamo ammettere, sarebbe come dire che abbiamo fallito, abbiamo mancato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Così quell’essere servi inutili colpisce e uccide il nostro pensarci, anche in rapporto a Dio. E allora cerchiamo di interpretarlo in maniera più dolce: servi senza diritti, servi che non possono vantare pretese. Basterebbe. Ma Gesù dice proprio inutili o, se vogliamo (ma è alla stessa maniera duro e tagliente), sostituibili, non necessari. Come a dire che uno vale l’altro, che, come i servi, non possiamo vantare individualità. È una sorta di annullamento di tutte le prerogative del nostro io. È lanciarsi senza paracadute. E pare in contraddizione con l’idea amorevole di un Dio che ci tratta come individui, che ci conosce uno per uno, che ci ama uno per uno. Ma la contraddizione è, come sempre, apparente perché qui Gesù ci chiede, in controluce, fino a che punto la nostra fede è governata dal nostro controllo e quanto è lasciata nelle mani di Dio. L’assurdo della fede è la sua misura illimitata, è grandezza e piccolezza, frutto e nascondimento. Un granello di senape, come al solito; un infinitesimo, un niente. E allo stesso tempo capacità di muovere tutto, di spostare tutto, di possedere

tutto. Tutto obbedisce alla fede, ma, paradossalmente, è necessario obbedire alle regole della fede, alle sue misure. È scoprire che la nostra nullità, la nostra inutilità è il nutrimento della possibilità di credere e di fare. Come a dire che la nostra inutilità, sostituibilità, non necessità sono la base per mettere Dio al lavoro, per costringerlo ad agire attraverso di noi. Come un servo inutile che fa quanto gli si ordina e non può (e non deve) credere che il suo compito lo elevi sopra agli altri o costringa a qualcosa il padrone. È la misura dell’annullamento e del potere, la contraddizione più stridente con quello che noi crediamo e speriamo sia la logica di Dio: fare il necessario per possederlo. Invece non c’è nulla che potremmo fare per piegarlo a essere in nostro possesso e al nostro servizio. Tranne che la fede. Che, in altre parole, è il senso più profondo dell’amore. Ed è solo lì che l’inutilità del servo si tramuta nell’intimità più assoluta dell’amico. Il passaggio lo esprime Gesù stesso: non vi chiamo più servi ma amici perché avete conosciuto attraverso di me chi è il Padre. Il servo è muto e inutile e obbedisce, come le cose a Dio. La fede e la sua misura mettono su una strada più alta, più difficile e complessa che non risponde alla necessità ma all’amore. Lì si apre l’amicizia con Dio. Lì si comincia a comprendere cosa significhi davvero essere individui davanti a Lui. Ma solo dopo essere passati per quella inutilità che tanto ci spaventa perché ci chiede di perdere il controllo e la misura. Ma è solo controllo e misura umani.


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Ecclesia

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4 ottobre Festa di San Francesco

onger@lavocedelpopolo.it

Il Cantico delle creature e le ragioni del cuore

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A forza di leggerlo alla luce (in questo caso all’ombra) della fascinazione della figura di Francesco d’Assisi, il Cantico delle creature rischia di perdere paradossalmente la sua dimensione di opera d’arte poetica. Caricandolo del valore che certamente esso possiede, quello di manifesto cantato (perché abbiamo dei documenti che parlano della funzione anche musicale del Cantico) dell’intero spirito francescano, la dimensione strettamente poetica passa in second’ordine. Eppure la poeticità c’è, ed è talmente forte da formare un tutt’uno con il messaggio, in un nesso inestricabile di pensiero e forma. E questo è un altro bel pregio, in tempi in cui l’immagine tende a essere scissa dal contenuto. Sul Cantico, come raramente accade, critica laica e critica di ispirazione cristiana si trovano d’accordo. La poesia di un uomo che aveva scelto la povertà – anche in senso culturale – è diventata una delle opere d’arte più lette e citate nel mondo intero. Semplice paradosso, o c’è qualcosa di più profondo da dire? C’è, ed è sicuramente scomodo, perché da tempo ci hanno abituato a pensare l’opera d’arte come

di Marco Testi

costruzione puramente intellettuale e culturale, una sorta di aristocratico tempio in cui regnano sovrane la ragione e la raffinatissima citazione. Il Cantico dimostra che le cose non stanno così, per una serie di motivi, il primo dei quali è la grande importanza di quello che noi chiamiamo metaforicamente cuore. Le ragioni del cuore, del non razionalizzabile e non quantificabile in questa poesia sono fortissime, perché fanno tutt’uno con la fede nel trascendente. Il colpo di grazia per gli smaliziati critici che vedono trucchi e tranelli in qualsiasi testo è che questa fede non si manifesta automaticamente con una “traduzione” in poesia di elementi liturgici, ma sgorga dallo spirito, in modo del tutto personale. Ma c’è dell’altro. Questa ispirazione non è sprovveduta, si nutre di una cultura, che però non prevarica mai sulla genuinità dell’ispirazione, perché è un tassello complessivo in cui il totale delle parti non è mai pari alla somma: c’è da calcolare l’imponderabile che si chiama genio, in senso di predisposizione nativa e genetica, diremmo oggi. La cultura presente nel Cantico è biblica, e si articola soprattutto su due

modelli: il Salmo 148 e l’episodio dei tre giovanetti nella fornace presente in Daniele, soprattutto 3,51-90. Qui i giovani salvati dall’angelo del Signore sciolgono un lunghissimo elenco di benedizioni, che certamente il Santo di Assisi aveva presente, come del resto le lodi che il sole e la luna, le “fulgide stelle”, il tempo atmosferico e le altre creature debbono a Dio nel Salmo citato. Poi si può anche parlare di particolari, come hanno fatto gli studiosi prima nominati: la veste linguistica umbra è davvero di Francesco o è quella del primo copista, umbro anche lui? Dove è stato davvero scritto? La data 1224 è davvero l’unica possibile, o si deve spostarla in avanti? Infine, il Cantico è davvero stato composto in diverse fasi, forse tre? Nessuna di queste domande mette a repentaglio la straordinaria poeticità di un Cantico in grado di parlare al cuore e alla mente: la sua cantabilità è assicurata dalle assonanze e da un gioco sapiente di accenti (il cosiddetto cursus), i suoi contenuti sono di grande profondità ma nel contempo espressi in modo che tutti possano capire. E soprattutto sono orientati, in chiave anti manichea, specialmente contro i Càtari: la natura è bene, ed è bella, sotto tutte le sue forme, perché il Dio che l’ha creata è bene ed è bellezza, e la sua creazione non può mentire.

Benedetto XVI sulla carità

L’esempio di Chiara Badano, un raggio di luce Nel commentare le letture di domenica scorsa, papa Benedetto ha affermato non solo che il Signore aveva detto ai suoi discepoli: beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Il messaggio della parabola di Lazzaro e del ricco epulone va oltre: “Ricorda che, mentre siamo in questo mondo, dobbiamo ascoltare il Signore che ci parla mediante le Sacre Scritture e vivere secondo la sua volontà, altrimenti, dopo la morte, sarà troppo tardi per ravvedersi”. La parabola, ha commentato il Papa, ci dice due cose: “La prima è che Dio ama i poveri e li solleva dalla loro umiliazione; la seconda è che il nostro destino eterno è condizionato dal nostro atteggiamento, sta a noi seguire la strada che Dio ci ha mostrato per giungere alla vita, e questa strada è l’amore, non inteso come sentimento, ma come servizio agli altri, nella carità di Cristo”. Così è Paolo che nella lettera a Timoteo mette in guardia dai falsi maestri; gli scrive di tendere “alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza”; e gli “ordina” di dire a coloro che in questo mondo sono ricchi “di non essere orgogliosi, di non porre la speranza sull’instabilità delle

ricchezze, ma in Dio che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne”. Amore, carità. Papa Benedetto li coniuga con due figure di santi, distanti tra loro solo negli anni, non in quell’amore con la “A” maiuscola che dona la felicità: san Vincenzo de’ Paoli e Chiara Badano, proclamata beata al Divino Amore, il pomeriggio di sabato 25 settembre. Nella Francia del Seicento San Vincenzo “toccò con mano proprio il forte contrasto tra i più ricchi e i più poveri”. “Spinto dall’amore di Cristo”, ha ricordato il Papa, “seppe organizzare forme stabili di servizio alle persone emarginate, dando vita alle cosiddette Charitées, le “Carità”, cioè gruppi di donne che mettevano tempo e beni a disposizione dei più emarginati”. Chiara Badano, una giovane morta a soli 19 anni, è stata nella sua breve vita “un raggio di luce”, dice papa Benedetto, ed “esempio di coerenza cristiana”. Il suo amore, ricorda ancora il Papa, è stato “più forte del male e della morte”. Nelle difficoltà e nelle sofferenze, sottolinea il Papa parlando da Castelgandolfo, Chiara Badano è stata guidata dalla Madonna “a innamorarsi di Gesù e a scoprire la bellezza della vita”.


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Ecclesia

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Concesio Colloquio internazionale

Paolo VI e la civiltà dell’amore Quello di papa Montini non era un “vago programma umanistico, né un sogno romantico”, ma un impegno realistico nel nome di Cristo; non “un grido sentimentale”, ma un vero programma che egli propose “come dono a tutta la Chiesa”

A

A Concesio, dal 24 al 26 settembre, si è svolto presso l’Istituto Paolo VI l’11º Colloquio internazionale dedicato al magistero del Papa bresciano. Il tema era “Verso la civiltà dell’amore. Paolo VI e la costruzione della comunità umana”. Il tema del Colloquio, come ha sottolineato nei saluti di apertura il dott. Giuseppe Camadini, “costituisce l’indicazione di una chiave interpretativa, penetrante e riassuntiva dell’ispirazione e dell’ottica culturale che animarono il pensiero e l’azione di papa Montini”. Continuità e prospettive congressuali rispetto al percorso di ricerca dell’Istituto sono state tracciate dall’introduzione del card. Paul

a cura di Silvia Zavoli Da sinistra, mons. Monari, il card. Poupard e il presidente dell’Istituto Camadini

Poupard, che, dopo aver ricordato come per la prima volta i lavori si sono svolti nella nuova sede, accanto alla casa natale di papa Montini, ha illustrato il senso dell’espressione “civiltà dell’amore”. Non un “vago programma umanistico, né un sogno romantico” ma un impegno realistico nel nome di Cristo; “non un grido sentimentale nato nell’emozione della notte di Natale” – ha ricordato il porporato –, ma un vero programma che il Pontefice propose “come dono a tutta la Chiesa”. Un percorso, quello di Giovanni Battista Montini, ben documentato dalla raccolta antologica di testi montiniani dal 1967 al 1978 riuniti e predisposti

dall’Istituto per i partecipanti, con una introduzione di padre Gian Paolo Salvini. Nella prima giornata si sono registrati gli interventi degli storici Fulvio De Giorgi e Danilo Veneruso (Giovanni Battista Montini dal 1945 al 1978: da una nozione di “civiltà cristiana” (Pio XII) a quella di una civiltà dell’amore”). Il primo ha evidenziato come il giovane Montini non espresse mai, né tanto meno tematizzò esplicitamente, il motivo della “civiltà dell’amore” nel lungo periodo della sua vita che giunge alle soglie dell’episcopato ambrosiano, anche se la sua “riflessione non mancò di svolgersi attorno alle questioni sottese a tale concetto, da

lui poi compiutamente formulato negli anni del pontificato”. Un motivo che si registra già negli anni giovanili, quando nella Chiesa predominava ancora il paradigma intransigente della “Civiltà Cattolica” – dal titolo della battagliera rivista dei gesuiti – fino al periodo della sua maturità, nel secondo dopoguerra e fino alla metà degli anni ’50 quando prevalse l’ideale pacelliano della “civiltà cristiana”. Prospettiva su cui si è innestato il discorso di Veneruso in cui le radici bresciane e lombarde di Giovanni Battista Montini sono poste come presupposto importante del suo pensiero e del magistero. A margine dei lavori il card. Giovanni Batti-

L’intervento di mons. Luciano Monari

Una intuizione da illuminare e, soprattutto, da incarnare “Se ci sarà un futuro per lo sviluppo della convivenza umana, questo dipenderà dalla nostra capacità di edificare una ‘civiltà dell’amore’. Non nel senso, come nota giustamente padre Salvini nell’introduzione al testo-guida, di un ‘generico e astratto invito alla benevolenza’; e nemmeno, credo, come utopia di una società senza conflitti. Ma piuttosto come instaurazione di un ordine sociale nel quale i diversi valori che danno senso alle scelte dell’uomo e le giustificano si raccolgono e trovano unità nel valore supremo dell’amore: Col 3,14. I valori della convivenza umana sono molteplici e a volte anche opposti tra loro; c’è bisogno di un vertice che li colleghi nel momento stesso in cui li limita: appunto la carità, l’amore”. Con queste espressioni mons. Luciano Monari ha aperto il suo saluto ai partecipanti al Colloquio internazionale di Concesio. “Alla radice di questa intuizione di Paolo VI sta, naturalmente, tutta la storia del pensiero cristiano e biblico”, ha detto ancora il Vescovo, citando alcuni passaggi fondamentali della Parola di Dio sull’amore del prossimo, fino alla parabola evangelica del buon samaritano, individuato come il portatore di “un dinamismo creativo, che si apre sempre di nuovo alle persone che entrano nel proprio raggio di esperienza e di azione: senza esclusioni previe, quindi, ma con un’apertura concreta sempre nuova e aperta”. “Non è possibile – ha detto ancora il Presule – e probabilmente non è nemmeno augurabile, cancellare tutti i conflitti e creare una società da paradiso terrestre;

ma bisogna che i conflitti siano interpretati e vissuti in modo tale da poter essere integrati in un ordine superiore, appunto l’ordine dell’amore. (…)La prospettiva è teoricamente chiara; ma cercare le vie concrete di questo cammino è un compito difficile e complesso; richiede competenze specifiche per tutti i campi dell’azione umana; richiede anche un impulso di amore, quell’impulso che appassiona e rende creativi e impedisce ogni forma di rassegnazione. A questo livello diventa prezioso il riferimento religioso. Dietro al desiderio umano di una civiltà dell’amore sta il dono originario dell’amore di Dio che ha creato il mondo e che lo sostiene con la sua fedeltà: Sap 11,24-25. Ma soprattutto sta il dono dello Spirito legato all’evento di Cristo, alla sua Pasqua: ‘L’amore di Dio – scrive Paolo ai Romani – è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato’. È la forza di questo Spirito che, immessa nei nostri cuori, li illumina, li rigenera, li appassiona”. Mons. Monari ha così concluso il suo intervento: “Tutto questo e altro ancora sta alla radice della stupenda intuizione di Paolo VI. Mi auguro che i diversi esperti che interverranno riescano a illuminare quella intuizione e ad incarnarla, a farla entrare dentro la riflessione sui diversi ambiti dell’esperienza umana. In questo modo il nostro desiderio, che è robusto, avrà davanti a sé strade concrete da percorrere per un impegno politico, culturale, economico, tecnologico; sapremmo un po’ meglio cosa dobbiamo fare”,


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Ottobre, mese missionario

La costruzione della comunità è la chiave della missione

Da sinistra, i proff. Veneruso e Monticone

sta Re ha sottolineato come “Paolo VI indicò all’umanità l’ideale della costruzione della civiltà dell’amore. Egli era convinto che l’amore, solo l’amore è la forza costruttiva di ogni positivo cammino dell’umanità. Dopo la densa giornata di apertura, dedicata all’inquadramento tematico, soprattutto dal punto di vista storico, i lavori dell’11° Colloquio internazionale di studio dell’Istituto Paolo VI hanno sviluppato il concetto montiniano della “civiltà dell’amore” durante gli anni del pontificato. La prospettiva è stata più teologicoantropologica, senza trascurare però un robusto radicamento storiogra-

fico e un costante rimando documentario. L’incontro, che ha visto i densi interventi di Jean-Dominique Durand, di Bernard Sesboüé e di Joseph Joblin, è stato animato da una vivace discussione che ha stimolato sottolineature, revisioni critiche e approfondimenti inediti. Il Colloquio ha avuto il suo epilogo, nella mattinata di domenica 26 settembre con la relazione di Pierangelo Sequeri, docente della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dal titolo: “Paolo VI e il legame sociale”, nella quale sono stati presi in esame alcuni tratti, ancor oggi stimolanti, del suo magistero ‘sociale’.

Domenica 26 settembre nella Basilica delle Grazie con una celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo, è stato ricordato il 113° anniversario della nascita di Paolo VI

Per gli ‘aficionados’ delle nostre chiese non sarà difficile ricordare le innumerevoli volte in cui si sono sentiti ripetere che “la Chiesa è, per sua natura, missionaria” e che “missionari non sono soltanto coloro che lasciano la loro terra e partono verso Paesi lontani”. Senza nulla togliere a queste profonde verità, c’è però il fondato rischio che spesso ci si dimentichi di gettare lo sguardo oltre i confini dei nostri abituali ambienti di vita e di pensare ai ‘Paesi lontani’ e a quanti hanno scelto di testimoniarvi l’amore di Dio. Ben venga, allora, un periodo dell’anno, il tradizionale mese di ottobre, durante il quale la Chiesa ci invita a condividere riflessioni, preghiere e beni materiali con le comunità cristiane di altri continenti e i missionari in esse presenti. Le proposte di riflessione ci provengono dalle tematiche offerte per l’occasione sia dal messaggio di papa Benedetto per la Giornata missionaria mondiale, che ha come tema: “La costruzione della comunità ecclesiale è la chiave della missione”, sia dal tema datoci dalle Pontificie opere missionarie italiane: “Spezzare pane per tutti i popoli”. Il messaggio del Papa ben si colloca nel cammino che la nostra Chiesa bresciana sta attuando a partire dalla Lettera pastorale del vescovo Luciano “Tutti siano una cosa sola”, appunto sull’identità e la missione della comunità cristiana. Lo stesso vescovo Luciano ha detto a noi preti, nell’incontro di presentazione della Lettera, che sta pensando a una quarta Lettera pastorale per il prossimo anno pastorale, avente come tema la missione. Non possiamo che sostenere il nostro Vescovo in questa prospettiva e in questa riflessione, consapevoli, come ci ricorda il Papa, che questo deve essere l’impegno di ogni battezzato: “In una società multietnica che sempre più sperimenta forme di solitudine e di indifferenza preoccupanti, i cristiani devono imparare a offrire segni di speranza e a divenire fratelli universali, coltivando i grandi ideali che trasformano la storia e, senza false illusioni o inutili paure, impegnarsi a rendere il pianeta la casa di tutti i popoli”. Ogni comunità diocesana e parrocchiale, si legge nel messaggio, è chiamata “a un rinnovamento integrale e ad aprirsi sempre più alla cooperazione missionaria tra le Chiese, per promuovere l’annuncio del Vangelo nel cuore di ogni persona, di ogni popolo, cultura, razza, nazionalità, ad ogni latitudine”. La proposta delle Pontificie opere missionarie, che mette l’eucaristia al centro della missione, continua e prosegue, per noi bresciani, il tema dell’eucaristia dello scorso anno pastorale, anche in vista del Congresso eucaristico nazionale che si celebrerà nel settembre 2011 ad Ancona. A parte i vincitori dell’annuale “Premio Bontà”, dobbiamo ammettere che da bambini, quando a scuola ci chiedevano un pezzo della nostra gustosa merenda, non è che facessimo i salti di gioia... a meno che non fosse per qualche amico del tutto simpatico. Insomma, fin da piccoli abbiamo capito che condividere il ‘companatico’ non è mai facile, soprattutto quando, avendo molta fame, abbiamo a disposizione solo uno spuntino! Al di là di tanti proclami teologici o sociologici, il tema missionario scelto. in Italia, per questo anno pastorale, “Spezzare pane per tutti i popoli”, vuole richiamare, al contrario, la bellezza e la gioia della condivisione, specie se si tratta del bene più prezioso che abbiamo a disposizione: l’amore di Dio che si manifesta in tanti modi, primo e più importante fra tutti, nel dono dell’eucaristia. E così, come su di un improbabile bancone da fornaio, con diverse tipologie di pane appena sfornato dalle appetitose fragranze, possiamo pensare a ‘quanti pani’ possiamo spezzare con i nostri fratelli e sorelle: il pane della vita; il pane dell’amicizia, il pane del perdono, il pane del martirio e il pane della speranza. Il miracolo della condivisione dei pani, dello spezzare il pane per tutti, è l’episodio più raccontato nei quattro Vangeli. Lo ritroviamo, infatti, in ben sei racconti. Nemmeno l’istituzione dell’eucaristia ne ha così tanti, probabilmente perché da subito Gesù ha voluto far capire che il pane va spezzato in strada, fra la gente, insieme ai poveri, insieme a tutti... e non solo al riparo dalla pioggia, sugli altari dell’indifferenza. “Date voi stessi da mangiare” (Mc 6,37) non è solo un invito a distribuire il pane ma ad essere noi stessi pane per i poveri, senza risparmiarci in nulla, dando tutto noi stessi. Termino con le parole del messaggio del Papa, che richiamano anche alla generosità, sia nella preghiera che nella solidarietà: “Rinnovo, pertanto, a tutti l’invito alla preghiera e, nonostante le difficoltà economiche, all’impegno dell’aiuto fraterno e concreto a sostegno delle giovani Chiese. Tale gesto di amore e di condivisione, che il servizio prezioso delle Pontificie opere missionarie, cui va la mia gratitudine, provvederà a distribuire, sosterrà la formazione di sacerdoti, seminaristi e catechisti nelle più lontane terre di missione e incoraggerà le giovani comunità ecclesiali”. A tutti l’augurio di un buon mese missionario. (Raffaele Donneschi)


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Ecclesia Chiesa bresciana

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Convitto S. Giorgio Ristrutturato l’ambiente

Per essere un laboratorio di creatività Una struttura che offre ospitalità a un centinaio di giovani, in una locazione sobria e funzionale, dotata di ambienti attrezzati modernamente

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“La riqualificazione della struttura è stata realizzata per istanza della diocesi, grazie alla convinta determinazione del Consiglio di amministrazione e alla cooperazione di tanti… Così si offre, ora, ospitalità a un centinaio di giovani, in una locazione sobria e funzionale, dotata di ambienti attrezzati modernamente, ecologicamente aggiornata, adeguata allo studio personale e alla dimensione comunitaria, radicata sul territorio ecclesiale e sociale”. Con queste parole, l’avv. Michele Bonetti presidente dell’Opera diocesana Ven. Alessandro Luzzago, ha accolto le numerose persone accorse presso la rinnovata sede del Convitto vescovile S. Giorgio di via Galilei, in città, per assistere alla sua inaugurazione ufficiale, in seguito ai lavori di riqualificazione degli ambienti. Molte le autorità presen-

di Laura Di Palma

ti, numerosi volti noti della cultura bresciana, diversi membri del clero, tantissimi studenti, molta gente comune, cittadini e ospiti hanno infatti presenziato al momento di riflessione e festa offerto dall’Odal alla cittadinanza nel tardo pomeriggio di martedì 28 settembre. Oltre all’avvocato Bonetti, nel corso della serata hanno preso la parola, portando il proprio personale e diverso contributo, don Alessandro Camadini, rettore del Convitto, don Roberto Lombardi, direttore della pastorale universitaria diocesana, monsignor Vincenzo Zani, sottosegretario della Pontificia congregazione per l’educazione, l’architetto Roberto Pellegrini, responsabile dei progetti di riqualificazione e il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari. Significativo l’intervento del Pasto-

La nuova entrata del Convitto S. Giorgio

re della nostra diocesi, che ha scelto di proporre all’assemblea riunita una lezione biblica sul tema della grammatica della Parola, a servizio di un’educazione integrale della persona. Introdotto dalla lettura di un passo biblico tratto dal libro del profeta Ezechiele, il Vescovo ha guidato i presenti in una riflessione profonda sul significato della Parola di Dio nella vita dell’uomo. “La Parola di Dio – ha detto mons. Monari – produce parresia in coloro che la ascoltano e la mettono in pratica, mettendoli così in condizione di sentirsi completamente liberi di pensare e agire in bene nei confronti degli altri, in virtù della Parola stessa. Una volta pronunciata la Parola del Signore diviene immediatamente missione per coloro ai quali essa è stata rivolta”. Infatti, “quanto più ricca è la persona che si rivolge a noi, tanto più forte è la sua parola, in grado anche di aiutarci a capire i nostri limiti e farne ricchezza”. Questo, ci porta a comprendere come “alla luce della Parola di Dio, la parola dell’uomo deve nascere dalla

Una ristrutturazione realizzata in chiave ecologica

libertà e produrre libertà, per essere al servizio di tutti”. Anche il motto del Convitto “Boni cives veritate fiunt et caritate” pare essere l’essenza di quanto affermato dal Vescovo durante la sua riflessione. “Chi vuol far proprio il motto, infatti deve non accontentarsi del semplice ‘un tetto, un letto, un piatto’ logisticamente intesi, ma deve invece simbolicamente interpretarli come il tetto della familiarità comunitaria, il letto della confortevolezza dei servizi e il piatto della condivisione dei talenti” ha affermato don Camadini nel suo discorso introduttivo. Nell’ottica di un nuovo e più aperto stile educativo non più incentrato solo sull’insegnamento, ma, in forma maggiore sull’apprendimento e il coinvolgimento degli studenti, quindi, “un collegio universitario non deve limitarsi alla pura ospitalità ma divenire un laboratorio di creatività” – ha affermato mons. Zani – “dando spessore allo studio, costruendo solide relazioni, coltivando l’apertura al sapere e favorendo un apprendimento non formale”.

di Emma Bettinardi

Per tradurre in metri un nuovo progetto educativo L’attuale Convitto S. Giorgio venne fondato a Brescia nel 1897, con il nome di Pensionato scolastico, per iniziativa della Società Cesare Arici. La struttura, che iniziò la sua attività nel 1897 negli stessi ambienti dell’Istituto Arici, venne da subito denominato Pensionato scolastico vescovile. Nel 1947, in occasione del 50°di fondazione, subentrò tuttavia l’attuale denominazione in segno di riconoscenza a Giorgio Montini, padre del futuro papa Paolo VI, che aveva a lungo sostenuto e diretto il Pensionato. L’intervento di ristrutturazione è stato reso necessario dallo scorrere del tempo, ma, con esso si è colta l’occasione “per tradurre in metri quadri un progetto educativo”. Con la nuova veste, finalizzata all’ottenimento della classificazione energetica della classe B, il massimo che si possa ottenere per un edificio già esistente, il convitto offre cento posti letto a studenti provenienti, oggi, da tutto il mondo.

I lavori, iniziati nel giugno 2008, sono stati conclusi in anticipo rendendo la struttura agibile al 100% già dall’inizio dell’anno scolastico. Le modifiche strutturali sono visibili a partire dai tetti dove sono stati rimossi i pannelli di eternit, tramite adeguato trattamento, e sostituiti con impianti solare-termico che andranno a integrare l’energia ottenuta dal teleriscaldamento e con pannelli fotovoltaici con un picco di produzione elettrica pari a 20 Kw. Sono state installate vasche di raccolta dell’acqua piovana con rete duale per il suo riutilizzo nell’edificio per sciacquoni e l’irrigazione dei giardini pensili, deliziosi spazi verdi per studiare all’aperto. Il progetto di rinnovamento ha previsto anche canali di ventilazione posti all’ultimo piano e aperti nella parte superiore finalizzati all’innesco di un moto d’aria verticale per favorire, nella stagione estiva, il raffrescamento naturale dell’edificio.

La tecnologia della ristrutturazione, che ha lasciato intatta la struttura originale dell’edificio nella parte esterna dove le 480 finestre sono state dotate di nuovi infissi in Pvc e alluminio, per un miglior isolamento termico, si estende anche all’interno della struttura con una particolare cura per gli ospiti. Sono state abbattute le barriere architettoniche per favorire l’accesso agli ambienti anche agli studenti disabili, ogni stanza è stata dotata di un collegamento internet e della postazione telefonica Skype, per poter comunicare in tutto il mondo a costi contenuti. Ultimo e non meno importante dettaglio la nuova mensa, aperta a tutti, che in armonia con l’idea di risparmio energetico elimina la plastica delle bottiglie sfruttando i distributori a fonte di acqua, anche gassata. Insomma un nuovo, importante, gioiello dell’architettura ecosostenibile offerto agli studenti di tutto il mondo.


Brevi

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Mostre missionarie

L’evangelizzazione della Cina Il Centro studi Giulio Aleni e la Fondazione Civiltà bresciana, con l’appoggio della diocesi e quello del Centro missionario diocesano, hanno promosso tre mostre per ricordare la figura di Matteo Ricci di cui si sono celebrati i 400 anni dalla morte e, insieme con lui, il gesuita bresciano Giulio Aleni (vissuto a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento) e il vescovo bresciano di Hong Kong, mons. Lorenzo Bianchi. Le mostre saranno inaugurate il 2 di ottobre, alle ore 17 presso i chiostri della chiesa di San Giuseppe, vicolo S. Giuseppe, 5, presso la sede di Fondazione Civiltà bresciana. Il 13 ottobre è stato organizzato un incontro con padre Gianni Criveller del Pime, esperto di cultura e religioni orientali, con la presentazione del libro di Giulio Aleni “La vita di Matteo Ricci”. L’incontro sarà presso la sede della Fondazione Civiltà Bresciana alle ore 17.30. Il 25 ottobre alle ore 20.30, presso i Missionari Saveriani, è in programma una tavola rotonda su “L’evangelizzazione in Cina”.

Ingresso I nove diaconi ordinati sabato 25 settembre

Vocazioni Programmazione 2010-2011

Per formare una sola Chiesa

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Siamo così diversi, eppure siamo un’unica Chiesa. È creativa e sempre nuova la fantasia dello Spirito che ci fa sperimentare la bellezza di camminare insieme seguendo Gesù, nostro Salvatore. La varietà di vocazioni, carismi, ministeri ci mostra l’unità della Chiesa come l’esperienza in cui ogni credente trova valorizzata, nella comunione, la propria unicità. Le proposte dell’anno sono accompagnate e orientate dalla lettera pastorale del vescovo Luciano, “Tutti siano una cosa sola” e – per diverse esperienze – il riferimento biblico è il Vangelo secondo Giovanni, dal quale è tratta la citazione (17,21). Una costante dei percorsi sarà evidenziare la realtà della Chiesa locale, con un’attenzione particolare alla parrocchia. Rivolgendosi ai Vescovi italiani papa Benedetto XVI definisce la parrocchia “fontana del villaggio, luogo ed esperienza che inizia alla fede nel tessuto delle relazioni quotidiane” e il nostro Vescovo, nella sua Lettera pastorale, afferma che “la parrocchia unisce più famiglie e le raccoglie attorno alla medesima eucaristia” (n. 36). Così fontane e campanili accompagneranno, simbolicamente, le iniziative. Perché la sete di Vita ci unisce e ci fa incontrare il Salvatore che ci parla.

di Alessandro Tuccinardi

Perché l’ascolto e l’adesione all’essere convocati insieme (ecclesia significa questo), ci fa diventare a nostra volta ‘campana’ per ricordare ai fratelli la festa della comunione che ci attende. Eredità dell’Anno sacerdotale è la proposta di continuare a invocare nella preghiera il dono di presbiteri santi per la nostra diocesi: la santità dei pastori non potrà che coltivare vocazioni sante, in tutti i campi della vita cristiana. Con questa certezza e rinnovato desiderio, ogni parrocchia promuoverà, a scadenza regolare, un tempo di preghiera presieduto dalla vocazione presbiterale per tutte le vocazioni. Secondo l’intenzione affidata dal nostro vescovo Luciano all’Apostolato della preghiera, quotidianamente ci rivolgeremo al Signore “Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più ‘una cosa sola’ in Cristo”. Qui ricordiamo l’avvio di Sichar, gruppo vocazionale diocesano, aperto alle giovani e ai giovani desiderosi di cercare luce per la propria scelta di vita, con attenzione a tutte le vocazioni. Gli incontri si tengono presso il Seminario diocesano dalle 9 alle 17, con questo calendario per il 2010: 10 ottobre; 14 novembre; 12 dicembre.

Don Luigi Guerini a Passirano e Monterotondo Le parrocchie di Passirano e Monterotondo costituiscono, da domenica 19 settembre, il primo nucleo della futura unità pastorale e hanno ora un parroco in comune nella persona di don Luigi Guerini, della parrocchia di Marone, sacerdote dal 1982. L’immissione, officiata dal vicario zonale don Giuliano Baronio, nelle due parrocchie è avvenuta in momenti distinti: domenica 19 appunto a Passirano e sabato 25 a Monterotondo. Nei suoi interventi, don Luigi ha proposto una riflessione sul ruolo del sacerdote nella comunità, incentrato sull’annuncio del Vangelo. Ha indicato i punti di attenzione della sua azione pastorale nella famiglia, nella catechesi, nella gioventù, negli ammalati. Sabato 25 don Luigi ha raggiunto la parrocchiale di Monterotondo a piedi partendo dalla chiesa di Passirano insieme con un gruppo di fedeli passiranesi.

Ingresso

Don Plebani a Cologne Don Agostino Plebani, il nuovo parroco di Cologne, ha fatto l’ingresso nella comunità domenica 26 settembre. Nato a Palosco nel 1945, è stato ordinato sacerdote nel paese natale nel 1971. È stato vicario cooperatore a Castrezzato fino al 1987, quando si è trasferito a Orzinuovi con lo stesso incarico. Nel 2004 è stato nominato parroco di Castelcovati, che ora ha lasciato appunto per trasferirsi a Cologne. È stato immesso nella nuova sede dal vicario zonale don Gian Mario Chiari. Nel suo intervento programmatico, don Agostino ha invitato la comunità a crescere nella comunione intorno all’unico Signore.

Pellegrinaggio

A San Giovanni Rotondo Il gruppo “Mater Christi-S. Padre Pio” organizza un pellegrinaggio in pullman dal 21 al 24 ottobre a San Giovanni Rotondo con Loreto, Lanciano e un’escursione a Monte S. Angelo, con guida spirituale. Per informazioni e iscrizioni telefonare ore pasti al n. 0302731010 oppure 3484208785.

Ordinazioni

Nove diaconi Sabato 25 settembre alle ore 16 presso la Cattedrale di Brescia il vescovo Luciano Monari ha ordinato sei nuovi diaconi del nostro Seminario in cammino verso il sacerdozio. Si tratta di sei giovani della diocesi: don Francesco Bezzi di Castenedolo, don Matteo Busi di Virle Treponti, don Paolo Corsetti di Lumezzane Fontana, don Stefano Fontana di Borgo San Giacomo, don Andrea Maffina di Gardone Valtrompia, don Gianluca Mangeri di Isorella. Insieme con loro sono stati ordinati anche due frati dell’ordine dei Carmelitani Scalzi, fra Luca di S. Giuseppe e fra Rosario dell’Immacolata, e un giovane dell’ordine dei Frati Minori Francescani, fra Raffaele Casiraghi.


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LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Ecclesia Agenda

Agenda del Vescovo Domenica 3 ottobre

Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno

Appuntamenti di ottobre Dal mese di ottobre la Santa Messa domenicale all’Eremo è alle ore 16.30, il Rosario alle 16. Sabato 9: ritiro per le religiose e le consacrate, ore 9.15. Sabato 9 e domenica 10: ritiro per giovani “Sulle orme del Beato Innocenzo”, inizio ore 16.30. Domenica 10: incontro vocazionale per le ragazze , ore 14.30. Mercoledì 13: ritiro per le donne, ore 9.15 e “Preghiera semplice”: rosario meditato e adorazione eucaristica, ore 20-21.30. Giovedì 14: ritiro per i sacerdoti, ore 9.30. Venerdì 15: convegno su “Famiglia, comunità di comunione”, giornata per i sacerdoti e le persone consacrate, ore 9-16. Sabato 16: Convegno su “Famiglia, comunità di comunione”, giornata per i laici al servizio della pastorale familiare, ore 9-16 e Santa Messa per i figli in Cielo, ore 16.30. Lunedì 18: corso per catechisti (incontri sul Credo), ore 20.15. Giovedì 21: Unione apostolica del clero, ore 10.30 e Gruppo Galilea (incontro per separati, divorziati, risposati), ore 20. Sabato 23: scuola di formazione all’impegno sociale e politico (incontro introduttivo) dalle ore 9 alle ore 12 e incontro dell’Ucid con Mario Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, ore 17, aperto a tutti. Domenica 24: in ascolto della Parola, lectio divina per giovani e adulti, ore 9.15-12, crediti Idrc e Cori all’Eremo, ore 16.30 Santa Messa con il coro Voci dalla Rocca di Breno e incontro di spiritualità per giovani, ore 18-19.30. Lunedì 25: Corso per catechisti. Prosegue il corso per catechisti e insegnanti (crediti Idrc), per appropriarsi della Lettera pastorale del Vescovo, “Tutti siano una cosa sola”. Gli incontri vanno dalle ore 20.15 alle ore 22 e avrà come tema: “La comunione nella Chiesa”. Questi i prossimi appuntamenti: lunedì 4 ottobre e lunedì 11 ottobre “La comunione nella Chiesa”, con don Francesco Pedrazzi. Info: tel 036440081 info@eremodibienno.it www.eremodibienno.it

Eremo di Montecastello

Appuntamenti di ottobre Laici (giovani e adulti). Domenica 10, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno. Donne. Martedì 12, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi. Mercoledì 13, dalle 9.30 alle 14, ritiro spirituale per il presbiterio e i religiosi delle due zone Gardesane (XVI e XVII). Il servizio della Parola è offerto da mons. Franco Bretoni, il ministero della riconciliazione dai Padri Cappuccini di Barbarano. Fidanzati della zona XVI. Domenica 24, dalle 9.30 alle 17, primo ritiro spirituale per le coppie di fidanzati che si preparano alla celebrazione cristiana del matrimonio nella zona pastorale XVI di S. Ercolano. Esercizi spirituali. “…Ti conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono …” (Gb 42,5), esercizio spirituale della lectio divina con il Libro di Giobbe. Religiose e consacrate: dai Vespri di sabato 16 al mattino di sabato 23 ottobre (con don Dino Capra e le Suore Dorotee di Cemmo dell’Eremo). Presbiteri, diaconi e religiosi: dai Vespri di domenica 7 al pranzo di venerdì 12 novembre (con il card. Silvano Piovanelli). Info: Eremo di Montecastello, 25080 Tignale Bs Tel 0365 7 60255 - Fax 0365 760055 e-mail: informazioni@montecastello.org www.montecastello.org

In memoria

Mons. Emilio Magrinello Venerdì 17 settembre è mancato mons. Emilio Magrinello, uno dei sacerdoti più anziani della diocesi. Era nato a Chiari 1l 24 ottobre 1921 ed è giunto quindi sulla soglia dei novant’anni. Ordinato sacerdote il 3 giugno 1944, fu per due anni vicario parrocchiale a S. Pancrazio di Palazzolo, proseguendo poi il ministero a Toscolano (’45-’53) e in S. Francesco di Paola in città (’53’56). Nel 1956 fu nominato parroco di S. Gottardo in città, dove rimase fino al 1966, anno in cui si trasferì a Carcina. Ritornò in città, parroco a S. Afra nel 1974 e qui rimase fino al 2004. In seguito è stato presbitero collaboratore ancora in S. Agata fino al 2007. È deceduto presso la clinica Città di Brescia ed è stato funerato il 20 settembre. Mentre lo raccomandiamo al Padre, lo ricorderemo adeguatamente in una prossima occasione.

Ore 11 – Mairano – S. Messa in occasione delle feste quinquennali in onore della Madonna. Ore 16 – Brandico – S. Messa in occasione delle feste quinquennali in onore della Madonna. Ore 18 – Capriano del Colle - S. Messa in occasione delle feste quinquennali in onore della Madonna.

Lunedì 4 ottobre Ore 20.30 – Inzino – Presentazione della Lettera pastorale alla macrozona della Valtrompia presso la Sala della comunità.

Martedì 5 ottobre Ore 20.30 – Boario Terme – Presentazione della Lettera pastorale alla macrozona della Valle Camonica presso il Centro congressi.

Mercoledì 6 ottobre Ore 20.30 – Salò – Presentazione della Lettera pastorale alla macrozona Garda-Valsabbia presso la Sala della comunità.

Giovedì 7 ottobre Ore 20.30 – Manerbio – Presentazione della Lettera pastorale alla macrozona della Bassa orientale presso la Sala della comunità Politeama.

Vantiniano e Basilica delle Grazie

Preghiera per i bambini mai nati e per la vita Come ogni primo sabato del mese, il 2 ottobre presso il Cimitero vantiniano, alle ore 15.30, si tiene la preghiera per la vita sulle tombe dei bimbi mai nati (aborti naturali). Come ogni prima domenica del mese, il 5 settembre, alle ore 16 nella Basilica delle Grazie si celebra la S. Messa animata dal Movimento per la vita.

Villa Pace di Gussago

La preghiera del primo venerdì Nei programmi di Villa Pace di Gussago è inserita la preghiera del 1º venerdì. Un momento di preghiera in cui la Parola, interpellata dalla vita, diventa criterio fondante e indicazione del cammino. Si inizia venerdì 1º ottobre e, a seguire, il 5 novembre, il 3 dicembre, il 7 gennaio, il 4 febbraio, il 4 marzo il 1º aprile, il 6 maggio. Info: tel 0302772399 fax 0302770616 info@villapace.org www.villapace.org

Vocazioni e tempi dello Spirito

Adorazione eucaristica Ogni primo venerdì del mese, da ottobre a giugno, l’Ufficio vocazioni e tempi dello Spirito invita alla adorazione eucaristica mensile per le vocazioni presso la cappella del SS. Sacramento in via Moretto, 37 in Città. Si inizia alle ore 21 con la celebrazione eucaristica e l’adorazione continua fino alle ore 24.

Apostolato della preghiera

Intenzioni per il mese di ottobre Per il mese di ottobre (mese missionario, mese del Rosario) sono state affidate all’Adp le seguenti intenzioni (che trasmettiamo in forma abbreviata): Generale: Perché nelle Università cattoliche sia possibile sperimentare l’armonia tra fede e ragione. Missionaria: Perché la Giornata missionaria rafforzi la convinzione che annunciare Cristo è un servizio necessario all’umanità. Dei Vescovi: Perché gli sposi cristiani sappiano vivere nella fedeltà alle loro promesse. Del vescovo Luciano per l’anno 2010/11: Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più “una cosa sola” in Cristo. Le attività diocesane Adp riprenderanno al più presto. Chi desidera riceverne il calendario, può contattare l’assistente diocesano don Diego, presso il Seminario diocesano - Tel. 030.37.12.236 – 340.58.59.709 – dondiegofacchetti@interfree.it

Missionari di passaggio Il missionario Giuseppe Contessi dei Frati Conventuali, impegnato in Ghana, è in Italia, presso i familiari di Sarezzo. Rimarrà tra noi fino al 20 novembre.


Acli

Agenzia delle entrate Riconoscimento buono ma tardivo

Ridotta la tassazione a chi lavora di notte di Valentina Rivetti

Oltre ai freddi mattutini e alle castagne, l’autunno ci porta anche qualche buona notizia. L’ultima viene dall’Agenzia delle entrate: tassazione ridotta per i lavoratori notturni, che godranno dello stesso trattamento riservato a chi fa un lavoro straordinario che determina un incremento di produttività. Si potrà recuperare questo bonus indiretto, che riconoscerà il lavoro svolto a partire dal 2008, nel 2011 attraverso i Caf e il sostituto d’imposta. Le Acli apprezzano lo sforzo fatto dallo Stato per questi lavoratori, anche se non possono trascurare di fare due osservazioni. Una riguarda la puntualità. Si tratta di un riconoscimento importante, ma tardivo se pensate che si è lavorato nel 2008 e si è riconosciuti nel 2011. L’altra è un rilievo di sostanza. Perché se è vero che il lavoro notturno sottrae significative presenze alla famiglia e produce disagi quotidiani, è pur vero che anche le famiglie “ordinarie” (che sono molte più dei due milioni e mezzo di lavoratori notturni) si confrontano ogni giorno con notevoli disagi. Due genitori che lavorano, un affitto

o un mutuo sulle spalle, due figli a scuola, straordinari “obbligatori”, turni domenicali a orari impossibili, l’inflazione e la crisi, gli impegni che non si incastrano e i figli da crescere: e se i soldi sono un problema, sembra che quanto a tempo da dedicare alle relazioni le famiglie italiane non siano messe meglio. Facciamo un confronto. La legge stabilisce il divieto assoluto di attività lavorativa notturna (è tale se si lavora per almeno tre ore nella fascia che va da mezzanotte alle 5) alle donne in gravidanza e fino all’anno del bambino. Non sono obbligati a prestare lavoro notturno casi come: la lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a tre anni/il lavoratore padre convivente con la stessa o la lavoratrice o il lavoratore che sia l’unico genitore affidatario di un figlio di età inferiore a 12 anni. E la mamma di Andrea, cinque anni, che deve lavorare ogni domenica nel centro commerciale della sua città? E Giulia, mamma single, che lavora dal lunedì al sabato dalle 8 alle 18? Certo, c’è sempre la nonna. C’è sempre il welfare-fai-da-te. Con i dovuti distinguo, ci permettiamo di dire che forse il “nòcciolo” della faccenda non è nel lavoro notturno. È autunno: quando apriamo anche le altre “castagne”?.

Dsc pillole (commentate) di Dottrina sociale della Chiesa

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“Fabula Mundi”: un occhio all’Africa di Roberto Toninelli Sabato 2 ottobre riprenderà “Fabula Mundi”, corso di geopolitica organizzato dalle Acli provinciali e da Ipsia Brescia: una proposta innovativa nella realtà bresciana, che è stata molto apprezzata e che sta avendo un’ottima partecipazione. Il corso è diviso in 3 moduli: il 1° (dedicato all’America Latina) si è tenuto nella primavera scorsa. Gli incontri di questo 2° modulo sono invece dedicati al continente africano mentre l’ultima parte (dal 12 febbraio 2011) avrà come focus l’Asia. Ogni modulo è composto da 4 incontri: si parte con la lezione storica tenuta da Michele Brunelli (l’incontro di sabato 2 ottobre avrà come tema “L’Africa tra colonialismo e neocolonialismo”), a cui segue quella economica con Mario Mazzoleni, e quella giuridica con Francesco Bestagno. Il modulo si chiude con un incontro più strettamente politico con Claudio Gandolfo. Gli iscritti al corso hanno superato nei giorni scorso la soglia dei 50 partecipanti, che si sono dimostrati molto interessati ad un argomento che non solo è di stretta attualità, ma pure in continua evoluzione. Pensando per esempio al continente sudamericano, solo pochi anni fa sarebbe stato difficile immaginare il ruolo che il Brasile si sta costruendo sulla scena mondiale, visto che da molti osservatori viene ormai indicato come una delle potenze mondiali che (insieme a Usa e Cina) dominerà la scena mondiale dei prossimi decenni.

di Salvatore Del Vecchio

L’inviolabile dignità della persona umana Nella Caritas in veritate, Benedetto XVI lancia un severo ammonimento circa “un certo abuso dell’aggettivo ‘etico’ che, adoperato in modo generico, si presta a designare contenuti anche molto diversi, al punto da far passare sotto la sua copertura decisioni e scelte contrarie alla giustizia e al vero bene dell’uomo”. Convinto che “l’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento”, osserva con soddisfazione la nascita di vari organismi finalizzati alla responsabilità sociale dell’impresa e apprezza che nel campo economico e finanziario si recepisca almeno a parole il concetto di etica. Tuttavia invita ad elaborare un valido criterio di discernimento in modo che i pronunciamenti etici si traducano in comportamenti che riconoscano il valore della persona: c’è bisogno

di un’etica “amica della persona”. In tale contesto, papa Ratzinger sottolinea il contributo positivo che può fornire all’umanità la Dottrina sociale della Chiesa che affonda le sue radici nel fatto che “Dio creò gli uomini secondo la sua immagine; a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò” (Gn 1,27). Da qui “discende l’inviolabile dignità della persona umana, come anche il trascendente valore delle norme morali naturali”. Bisogna che nascano non solo “settori o segmenti ‘etici’ dell’economia o della finanza”, ma che “l’intera economia e l’intera finanza siano etiche e lo siano non per un’etichettatura dall’esterno, ma per il rispetto di esigenze intrinseche alla loro stessa natura”. Il riferimento alla Populorum progressio di Paolo VI è esplicito. Papa Montini ammoniva: “Lo svi-

luppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere sviluppo autentico, dev’essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo. Com’è stato giustamente sottolineato da un eminente esperto: “Noi non accettiamo di separare l’economico dall’umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l’uomo, ogni uomo, ogni gruppo d’uomini, fino a comprendere l’umanità intera”. Benedetto XVI chiosa: “Se un tempo il fattore decisivo della produzione era la terra e più tardi il capitale, oggi il fattore decisivo è sempre più l’uomo stesso, e cioè la sua capacità di conoscenza che viene in luce mediante il sapere scientifico, la sua capacità di organizzazione solidale, la sua capacità di intuire e soddisfare il bisogno dell’altro”.


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Adasm Fism

Adasm Fism Brescia

Associazione degli asili e delle scuole materne della provincia di Brescia

Quando le parole sono rivoluzionarie Dalla Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” del Vescovo Luciano numero 42: “Se nelle nostre comunità ci sono tensioni e liti, vuol dire che non abbiamo messo al centro di tutto i deboli, ma i forti, non ci stiamo occupando dei piccoli, ma dei nostri interessi che riteniamo grandi… Al centro dell’interesse della comunità debbono essere collocati i bambini, che non hanno ancora alcun potere, gli anziani, che non hanno più potere, i malati o i deboli in genere; e questo non perché queste persone siano migliori, ma semplicemente perché sono i più deboli. È un modo rivoluzionario di considerare la famiglia umana e il dinamismo della vita sociale”. Da “Lancet” maggio 2009: “Le carte dei diritti lasciano il bambino invisibile quando non obbligano a un cambiamento di mentalità degli adulti, ingranaggi di un meccanismo produttivo in cui ci si sente accettati solo se si passa al vaglio dell´omologazione genetica e culturale. Non stupiamoci allora se non riescono ad accettare il bimbo, il non ancora omologato per eccellenza: la società pedofobica per sua natura seleziona e discrimina; e se riconosce dei diritti, finisce per riconoscerli in maniera ridotta. La società deve capire che i minori, non sono un riflesso dei desideri dei genitori che li accettano solo dopo esami genetici prenatali, o cui fanno spazio in città e scuole fatte a misura dei grandi. La violenza sui bambini ha varie gradazioni e sfumature, ma ha una matrice culturale unica: dimenticare che i figli nascono da noi ma non sono nostri”.

Lesic L’8 ottobre scade il termine per l’iscrizione ai corsi

Laboratori e atelier per la formazione pagina a cura di Mario Sissa

Scade il prossimo 8 ottobre il termine per iscriversi ai numerosi corsi, laboratori e atelier promossi da Lesic, il Centro di formazione dell’Adasm-Fism di Brescia che ha visto riconosciuta la qualità della sua proposta come fondazione certificata. Le educatrici dell’infanzia e degli asili nido, le coordinatrici delle scuole possono approfittare di un ricchissimo ventaglio di proposte, attento alla formazione e al sostegno di ciascun profilo professionale ed educativo. Le proposte sono rivolte non solo agli educatori delle scuole associate all’Adasm, ma a tutti coloro che desiderano approfondire le tematiche offerte nel catalogo o altri diversi argomenti eventualmente indicati da gruppi di scuole per un numero congruo di partecipanti. Il gruppo di coordinatori della Lesic vanta un’esperienza pluriennale nel campo formativo della scuola dell’infanzia, avendo operato nell’ambito dell’Adasm Fism fin dai tempi della sua istituzione. Mettendo a fuoco alcune delle tante idee presenti in catalogo, parte ad ottobre il corso biennale di formazione per le coordinatrici delle scuole

A vent’anni dalla convenzione sui diritti

dell’infanzia, con l’obiettivo di approfondire le competenze giuridiche, comunicative e relazionali, psico-pedagogico-didattiche, gestionali, di questo delicato ruolo professionale. Inoltre, è in programma un corso per educatrici della prima infanzia, in attesa di assunzione presso asili nido, micro nidi, centri per la prima infanzia, sezioni primavera. Continua l’apprezzata esperienza dei laboratori, per definire nuovi spazi propositivi nella didattica, anche alla luce di quanto previsto nelle indicazioni ministeriali per la scuola dell’infanzia. Fra gli altri, il laboratorio del colore, quello su autismo e intervento educativo, la gestione delle relazioni con genitori e famiglie, il gioco teatrale, la psicomotricità… Infine, gli atelier, cioè una sorta di “mini” laboratori della durata di sei ore ciascuno che si svolgono in un’unica giornata (di norma il sabato) nei quali è possibile imparare una tecnica e acquisire la padronanza di alcuni strumenti, per il raggiungimento di abilità e competenze subito spendibili con i bambini, i genitori, le scuole. Fra le tematiche, “Colazione al museo”, “Librarsi nei libri”, “Stimolazione sensoriale e handicap grave”, “Come usare la tivù”. Per informazioni e iscrizioni: Lesic, tel. 03043494, www.lesic.it. di Angelo Chiappa

I bambini invisibili “Il 2 settembre 1990 entrava in vigore la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell´infanzia. Vent´anni e un triste bilancio: nonostante le dichiarazioni di intenti, i bambini restano ancora ‘invisibili’. A cosa si deve questo fallimento? Alla mancata attuazione di politiche transnazionali. Ma soprattutto al fatto che respiriamo propagande antinatalistiche, trasformiamo il figlio in un ‘diritto’, lo accettiamo solo se è ‘su misura’, prima che nasca e dopo che è nato. Il bambino ha diritti solo se è “conforme” e sa scimmiottare gli adulti: pessima premessa per i diritti universali. Ma da dove viene quest´incapacità ad accettare il bimbo come tale? Dal fatto che il bambino – dall’embrione in poi – ci obbliga a riconoscere l´essenza della natura umana che è dipendenza dall´altro: eresia, nell’epoca che

sacralizza l’autodeterminazione solitaria; e obbliga a riconoscere la nostra personale fragilità e dipendenza, cosa che al fondo ci spaventa. Viviamo infatti in una società intimorita dalla stessa idea di “figlio”, come scriveva Bob Dylan in Masters of War (1963): “Avete sparso la peggior paura: di mettere figli al mondo. Poiché insidiate il mio figlio non nato e senza nome, voi non meritate il sangue che scorre nelle vostre vene’” (di Carla Bellieni da “L’Osservatore Romano” del 2 settembre). Non solo: in Italia è in vigore una legislazione infame che non concede ai bimbi di stranieri che nascono sul nostro suolo di accedere alla cittadinanza italiana; i tagli agli enti locali dell’ultima “sforbiciata orizzontale nei conti pubblici” farà aumentare il numero dei sindaci che scaricano sulle famiglie

i costi della politica sociale. In terra bresciana stiamo vivendo l’esempio preclaro di una amministrazione comunale che ha guadagnato le pagine della cronaca per aver scelto di escludere dalla mensa scolastica i figli dei meno abbienti, indigeni e stranieri insieme. Ho fatto fatica a digerire l’articolo di Carla Bellieni, perché – grazie a Dio –, come assistente dell’Adasm, vivo un atteggiamento mistico verso i bambini: tanta dedizione di genitori, di amministratori, di educatrici; un’immensa onda di energia che invade le strade dei nostri paesi per garantire ai bambini la miglior qualità possibile di vita e di percorsi educativi. Che fare? Vivere la speranza continuando nell’impegno. come scrive il Vescovo nella Lettera pastorale: “Linea vincente sulla quale dovremo camminare anche in futuro”.


LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Rogno Alto Sebino

Un asilo come punto di riferimento Da 27 anni don Paolo Gheza guida la comunità con un’unica missione, quella di non tralasciare i gruppi che da tempo segue con impegno e dedizione. Con la nuova struttura si offre uno spazio per le giovani coppie

La nuova sezione della scuola materna parrocchiale

Scuola materna parrocchiale

Una sezione tutta nuova Continua a crescere la scuola materna parrocchiale di Rogno: dopo l’ampliamento dei locali dell’asilo, dopo la costruzione del micronido, ora è pronto il nuovo stabile che da alcuni giorni ospita la sezione primavera. L’opera, costata 200mila euro, verrà solennemente inaugurata domenica mattina da mons. Gianfranco Mascher, vicario generale della diocesi. La sezione primavera, quella per i bambini di due e tre anni, è stata ricavata in un nuovo stabile posto alle spalle dell’asilo. L’edificio, che potrà accogliere fino a 25 bambini, è stato realizzato con colori caldi e naturali: un grande tetto in legno lamellare assicurerà copertura e protezione per tutti i piccoli; i giochi, le attrezzature, le pareti si caratterizzano per i colori caldi e accoglienti, capaci di mettere a loro agio tutti gli ospiti dell’asilo. “Il nostro asilo – spiega Fiorella Sangalli, presidente della scuola materna “Giovanni XXIII” - è aperto dalle 7 alle 18 dal lunedì al venerdì e anche il sabato mattina alcune educatrici sono presenti all’asilo per accogliere i bambini che hanno i genitori e i nonni al lavoro. Credo infatti che il nostro punto di forza sia la qualità della nostra proposta: qualità non solo nelle strutture, tutte rifatte di recente, messe a norma e adeguate alle esigenze del giorno d’oggi, ma qualità anche del personale e qualità della nostra proposta formativa. Le nostre maestre seguono infatti continui corsi di aggiornamento, sono state a Reggio Emilia e a Verona per vedere come funzionano gli asili in quelle realtà, considerate il riferimento per tutta l’Italia. E poi siamo convinti che i valori cristiani che caratterizzano la nostra scuola siano fondamentali per educare al meglio i bambini”. Le considerazioni della presidente sono condivise anche dalle tante famiglie che scelgono la scuola materna “Giovanni XXIII” per mandare all’asilo i loro figli: in tutto i bambini sono più di 120. Oltre ai 25 della sezione primavera, bisogna contare i 21 del micro nido e gli 80 dell’asilo che hanno fra i tre e i sei anni di età. Tra loro ci sono anche diversi stranieri: cinesi, marocchini, polacchi, ecuadoregni e rumeni, tutti riconosciuti come una ricchezza culturale e sociale dai loro compagni e da tutti i genitori. “Il complimento più bello – aggiunge ancora la presidente Sangalli – che il nostro asilo riceve è quando ci dicono che i bambini qui da noi si sentono un po’ come a casa loro. Per loro è difficile staccarsi dalla mamma o dal papà al mattino presto, ma siamo in grado di offrire un ambiente accogliente dove possono divertirsi e crescere insieme agli altri”. Nell’asilo di Rogno lavorano stabilmente 15 persone, alle quali nel corso dell’anno si affiancano docenti e consulenti esterni che propongono laboratori didattici per stimolare la capacità di apprendimento dei bambini. Il programma dell’inaugurazione di domenica mattina prevede alle 10.30 la celebrazione della Messa in parrocchia e poi il taglio del nastro.

S

Senza andare a spulciare nell’annuarrio che la diocesi di Brescia pubblica ogni anno, possiamo andare sul sicuro dicendo che don Paolo Gheza, parroco di Rogno, detiene un “primato”: da 27 anni è il pastore di questa comunità, dove vivono 1300 anime. C’è qualcuno in diocesi con una permanenza in parrocchia superiore alla sua? Sì, si pensi a don Vittorino Bracchi, da 28 anni a Timoline. Il “primato” non sembra però interessare più di tanto a don Paolo, nato a Esine nel 1948 e ordinato sacerdote nel 1977. Quel che sta a

di Giuseppe Arrighetti

cuore a questo simpatico e affabile sacerdote è di continuare nella sua missione, partendo dalla realtà parrocchiale senza tralasciare i gruppi che da tempo segue con impegno e dedizione. Osservando la nuova ala dell’asilo che verrà inaugurata domenica, don Paolo ci mostra orgoglioso il libro stampato a Rogno in occasione dei suoi 25 anni di permanenza in questa parrocchia. Apre a pagina 115, dove si parla di don Agostino Ghida, il parroco che volle la costruzione del primo nucleo della scuola materna parrocchiale: “Sapeva quanto fosse importante – spiega ora don Paolo – lavorare per l’educazione e la formazione delle giovani generazioni. Seguendo il suo insegnamento ancora oggi, con il nostro asilo, vogliamo offrire una struttura per le giovani coppie e le famiglie in cui sia possibile confrontarsi, incontrarsi e dialogare, salvaguardando i valori cristiani così importanti al giorno d’oggi. Da più di 80 anni (l’asilo venne inaugurato nel 1929, ndr) questa scuola è un punto di riferimento per tutta la comunità”. Don Paolo opera in una delle parrocchie bergamasche della diocesi bresciana (le altre, oltre a quelle del comune di Rogno, sono situate a Costa Volpino, Lovere e Bossico). Crea qualche disagio questa situazione? “Direi di no: da una parte c’è il forte legame con la Chiesa bresciana, dall’altra i miei parrocchiani si sentono più bergamaschi, ma essendo una terra di confine le due anime del nostro paese convivono senza problemi e anzi diventano un’occasione di crescita e di arricchimento per tutti”.


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Paesi e parrocchie CittĂ e hinterland

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Brescia Il ministro della Salute Fazio all’Afar

L’ammalato non deve sentirsi solo In evidenza l’impegno nella ricerca e nella promozione di una sanità che metta al centro, con il contributo degli operatori, la persona Il ministro Ferruccio Fazio

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di Luciano Zanardini

La sanitĂ e le politiche sanitarie devono essere intese come strumento migliorativo della salute del cittadino e, quindi, come via per migliorare la qualitĂ e la quantitĂ della vita del cittadino. In un momento storico nel quale l’aspettativa di vita si è notevolmente allungata grazie al progresso della medicina, della ricerca scientiďŹ ca e alle migliori tecniche di diagnosi e di prevenzione. Il ministro della salute Ferruccio Fazio nel pomeriggio di lunedĂŹ 27 settembre ha preso parte al Centro pastorale Paolo VI ai lavori dell’Afar, l’Associazione Fatebenefratelli per la

ricerca, sul tema la “Ricerca nella sanitĂ pubblicaâ€?. Al X Convegno erano presenti circa 300 strutture sanitarie Fatebenefratelli d’Italia e d’Europa. Fazio ha evidenziato l’impegno del Ministero nel campo della ricerca e della promozione per una sanitĂ che valorizzi, con il contributo di tutti i suoi operatori, la persona. Nei fatti il Ministro ha delineato un quadro positivo della situazione, nonostante la cronaca (si pensi ai fatti recenti sui parti) riporti notizie negative. “Si sta creando dell’eccessivo allarmismo. Dobbiamo – ha spiegato Fazio – dare ďŹ ducia ai nostri medici, rimettiamo il medico al centro dell’atto medicoâ€?. Non c’è motivo di preoccupazione, perchĂŠ statisticamente non si segnalano particolari differenze rispetto al passato, è altrettanto vero “che dobbiamo migliorarci: l’eccesso di parti cesarei non

è una buona cosa, perchĂŠ è associato comunque a un’operazione. A breve – sottolinea il Ministro – emetteremo una circolare su quelli che devono essere i punti parto ottimali e regole ministeriali per speciďŹ care meglio alcune norme dell’Istituto superiore di sanitĂ . Poi agiremo sulla formazioneâ€?. Spesso, soprattutto in tempi di ristrettezze economiche, l’attivita di ricerca passa in secondo piano, anche se, secondo il ministro Fazio, “la sanitĂ non è stata direttamente penalizzata dalla manovra economica. In Italia si spende poco in generale per la ricerca e questo vale anche per la sanitĂ â€?. Ci sono, però, delle eccellenze con una intensa attivitĂ di ricerca scientiďŹ ca che ha contribuito, ad esempio, al riconoscimento dell’Istituto Fatebenefratelli come Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientiďŹ co) per la ri-

abilitazione psichiatrica e per la riabilitazione della malattia di Alzheimer. “L’obiettivo resta quello di razionalizzare per avere maggiori risorse da investire nel campo della ricercaâ€?. Migliora l’aspettativa di vita, ma non sempre a questo si accompagna una maggiore qualitĂ . Sono, inoltre, molti quelli che lamentano un servizio non sempre impeccabile. Riportare o consolidare “il cittadino, l’uomo, al centro dell’atto medicoâ€? deve essere l’obiettivo di tutti quelli che operano nella sanitĂ . “L’ammalato – per utilizzare un’espressione del Ministro – non si deve sentire solo e in un ambiente ostileâ€?. Fra i risultati raggiunti, il Ministero presenta l’adozione del codice argento: gli anziani cosĂŹ possono avere qualcuno che li assiste in ambito ospedaliero e li può guidare nel percorso di cura.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Areopago in Tunisia

“L’avventura della libertà”: gli amministratori si confrontano

Sante Capitanio e Gerosa Il 2 ottobre l’inizio

L’adorazione eucaristica perpetua

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Dopo la festa dell’oratorio appena conclusasi, la parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa, si appresta a iniziare il nuovo anno pastorale e catechistico. Alle 18.30 di sabato 2 ottobre, infatti, dopo l’avvio dei catechismi nel primo pomeriggio, i fedeli saranno invitati a prendere parte aduna solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale della diocesi, mons. Gianfranco Mascher. La Santa Messa prefestiva, infatti, vedrà la consegna del mandato agli adoratori resisi disponibili per coprire i vari turni dedicati all’adorazione perpetua, che prenderà ufficialmente il via lunedì 4 ottobre. L’adorazione eucaristica è un tempo trascorso in preghiera davanti al sacramento dell’eucaristia esposto solennemente. Generalmente il momento dell’Adorazione si trascorre in silenzio, in preghiera e in meditazione, lasciandosi amare da Dio, così da imparare ad amare i fratelli. Da alcuni anni a questa parte, la comunità parrocchiale delle due Sante dedica il tardo

L’esperienza formativa di Areopago prosegue per l’ottavo anno consecutivo in Tunisia con il ciclo di incontri “L’avventura della libertà”, dal 29 settembre al 4 ottobre nella cittadina costiera di Sousse. Presente sul territorio da diversi anni, l’associazione culturale “Areopago” (www.associazioneareopago.it) ha rinnovato il consiglio direttivo con l’avvicendamento alla presidenza fra Paola Vilardi e Maurizio Vanzani. “Il rinnovamento del consiglio – dice Vanzani – è stato dettato dal fatto che molti soci ricoprono incarichi istituzionali e dal desiderio di inserire forze fresche che possano portare nuova vitalità. Vogliamo dare continuità al lavoro già fatto, promuovendo formazione culturale, sociale e professionale sia tra gli aderenti sia tra tutti i cittadini. In particolare, vogliamo valorizzare di più la territorialità, dando spazio e risalto a eventi non solo in città ma in tutta la provincia”. Un proposito ambizioso, che vuole aumentare il suo radicamento senza che vengano meno due capisaldi: il rispetto per la persona e un sentimento di amicizia fra gli associati. “Chi vuole fare politica – ricorda Paola Vilardi, presidente uscente e assessore all’Urbanistica del Comune di Brescia – deve avere una predisposizione al dialogo. Oggi chi fa politica è visto con disgusto, mentre la politica è qualcosa di positivo, perché significa confrontarsi sugli aspetti della nostra vita, perseguendo il bene di tutti”. Potendo contare su circa 300 soci ma su un migliaio di simpatizzanti, l’associazione culturale intende perseguire questi obiettivi confrontandosi su vari temi, come avverrà durante il corso per amministratori di formazione a Sousse. “Abbiamo voluto intitolare il corso ‘L’avventura della libertà’ – spiega Mauro Parolini, consigliere regionale –, perché compito di ogni uomo è la libertà, cioè capire quale sia la natura dell’altro. E la politica serve a mettere d’accordo gli interessi di tutti nel nome del pubblico bene, educando ciascuno a fare qualcosa di buono per questo”. Il percorso è iniziato il 30 settembre con la lezione del prof. Franco Nembrini “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” su alcuni canti della Divina Commedia di Dante Alighieri. Venerdì 1° ottobre la proiezione del video “La pianista che commosse Stalin”, ossia la musicista Marija Judina e il suo rifiuto di compromettersi con il regime; segue un intervento di Graziano Tarantini, presidente della Fondazione San Benedetto. Sabato 2 ottobre Camillo Zola, presidente della Compagnia delle Opere di Brescia, presenta la mostra “Il bene di tutti” sugli affreschi del “Buon governo” realizzati da Ambrogio Lorenzetti nella sala del Palazzo pubblico di Siena. Infine, il 3 ottobre l’incontro “Europa e Mediterraneo” con l’europarlamentare Mario Mauro e il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia. (a.a.)

di Laura Di Palma

Teatro Sancarlino

Reietti per Anna Politkovskaja pomeriggio del venerdì, dalle 18 alle 20, a un momento di adorazione; ora, guidata dall’amore di Cristo, e chiamata da Lui a essere Sua testimone, ha scelto di iniziare un nuovo cammino, lasciando maggior spazio all’adorazione eucaristica alla quale sarà possibile accostarsi, in modo continuativo, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 22. Il primo venerdì del mese inoltre, l’adorazione si prolungherà per tutta la notte, sino alle 8 del mattino seguente. La chiesa parrocchiale diverrà quindi un luogo aperto a quanti vorranno dedicare parte del loro tempo alla preghiera intima davanti all’eucaristia, e un luogo accogliente per quanti decideranno di provare questa nuova esperienza o di unirsi al gruppo di circa 100 adoratori che già hanno dato la loro piena disponibilità. L’esperienza dell’adorazione perpetua, sarà quindi un’occasione di crescita spirituale e di grazia, per la comunità delle Sante Capitanio e Gerosa e per coloro che a essa vorranno affiancarsi.

“Reietti per Anna Politkovskaja” è uno spettacolo teatrale a cura di Marzio Manenti con il Teatro dei Lumi, promosso dalla Provincia, dal Comune di Brescia e dalla Casa della Memoria - Associazione famigliari caduti Strage di Piazza Loggia. Segue un incontro sul tema “Anna Politkovskaja, ovvero per la libertà di stampa”. La Politkovskaja è stata una giornalista russa, conosciuta per il suo impegno per i diritti umani. Il 7 ottobre 2006 viene assassinata. La sua morte ha prodotto una mobilitazione in Russia e nel mondo. L’appuntamento è per giovedì 7 ottobre alle ore 20.45 presso il Teatro Sancarlino. L’ingresso è gratuito.

Palazzo Broletto

Tra inchieste e bilanci L’intero Consiglio provinciale (con la sola astensione di Giulio Arrighini) ha approvato la mozione proposta dal Pd per l’istituzione di una commissione che indagherà sugli atti amministrativi in merito alla gestione del personale di Palazzo Broletto a partire dal 1985. La collocazione temporale è stata espressamente richiesta dalla maggioranza di centrodestra. Passiamo in rassegna i fatti. Il problema sollevato dal Partito democratico riguarda l’assunzione di 8 istruttori amministrativi per un concorso bandito nel giugno 2008 dalla giunta Cavalli. La graduatoria finale vide tra i primi classificati sette candidate riconducibili all’area leghista. L’opposizione ha lamentato anche qualche sospetto su due assunzioni al Cfp Zanardelli. La maggioranza ha accettato la Commissione, ma ha, però, chiesto di andare a ritroso nel tempo per verificare anche eventuali inadempienze delle precedenti amministrazioni. Nel frattempo tiene banco l’argomento bilancio con il presidente Molgora che sottolinea l’equilibrio tra entrate e uscite: a cinque mesi dal Preventivo 2010 ha approvato a maggioranza la ricognizione dello stato di attuazione dei programmi. Il Pd è preoccupato, invece, dell’andamento delle entrate, pur apprezzando il tentativo di riduzione della spesa (forse il vero problema da affrontare).


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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Inchiesta La Voce della Bassa Bresciana

Sottovoce

Vendesi, vendesi, vendesi! Anche a Orzinuovi, là dove c’era il mercato immobiliare, sono presenti cartelli “vendesi” e case che invecchiano senza che nessuno le abiti

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Un desolante spettacolo fatto di case e appartamenti, tutti nuovi di zecca, ancora intatti ma soprattutto vuoti. È questo lo scenario che si presenta nella Bassa: metri quadrati sottratti al verde della campagna, enormi colate di cemento che si sono divorate prati e alberi, in un paesaggio già martoriato dalla costruzione di nuove strade, rotonde e centri commerciali. In ogni Comune ci sono aree più o meno ampie dove case nuovissime aspettano un proprietario. Sono tempi duri per il mercato del mattone che, dopo il boom edilizio iniziato negli anni No-

vanta, ha subìto una brusca frenata. Tutti puntano il dito contro le banche che non concedono più prestiti come un tempo. Nella corsa al guadagno non si è fatto i conti con le effettive esigenze del mercato, ormai saturo, e con le possibili battute d’arresto. Non è esente dal fenomeno Orzinuovi, che negli anni si è sempre distinta per un mercato in forte espansione. L’acquisto di una casa nella cittadina della Bassa è stato per i più un investimento sicuro e nel corso degli anni le cifre al metro quadrato hanno raggiunto numeri paragonabili a quelle 70

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La prima pagina di settembre

dei Comuni dell’hinterland di Brescia. Oggi le agenzie immobiliari parlano di almeno 150 immobili costruiti e rimasti vuoti solo nel Comune orceano. Nell’ultimo anno molti terreni edificabili sono rimasti invenduti, un fatto impensabile fino a qualche tempo fa quando, una volta urbanizzati, venivano immediatamente acquistati. Senza contare i molti cantieri bloccati, con i lavori rimasti a metà, in attesa di tempi migliori. L’unica certezza è che il mercato immobiliare non potrà più essere quello di prima. Sono molti gli immobili invenduti a Orzinuovi che ha visto, soprattutto negli anni scorsi, un mercato immobiliare in forte crescita. Grazie alla continua richiesta, i prezzi al metro quadrato sono lievitati fino a raggiungere cifre dai 1600 ai 2000 euro in base alla tipologia edilizia. Cifre raggiunte dalla vicina Manerbio che

Chiedersi quante case vuote, sfitte o in vendita ci sono nella Bassa o in provincia di Brescia in tempo di crisi economica potrebbe sembrare retorico e sortire una risposta scontata. Se non ci sono soldi la gente non compra, le banche non fanno mutui perché non ci sono garanzie, soprattutto se a chiederli sono i giovani che spesso hanno un lavoro ancora precario. Liquidare, quindi, con la crisi un mercato immobiliare che pare fermo per le difficoltà economiche delle famiglie potrebbe essere insufficiente. La nostra piccola inchiesta cerca di fare anzitutto una stima numerica: quante case vuote ci sono? La risposta è perlomeno imprecisa perché i dati risultano contrastanti, negati, vecchi e comunque approssimativi. Nessuno vuole dire che nei nostri paesi le case ci sono, ma non sono abitate. Interessi? Anche questi, tanti.

può garantire diversi servizi al cittadino grazie alla presenza dell’ospedale, del casello autostradale e della stazione ferroviaria. Una vocazione commerciale quella di Orzinuovi che ha permesso a diverse realtà di investire (e di speculare) nel mercato del mattone. Se per anni costruire è stato sinonimo di guadagno facile, la crisi economica ha fatto il resto. Dopo un 2009 in lieve ribasso, nel 2010 i prezzi si sono confermati stabili, ma le operazioni di compravendita hanno subìto cali rilevanti. Se le banche concedono meno finanziamenti, chi cerca casa deve accontentarsi di soluzioni più economiche, soprattutto nei Comuni limitrofi, dove i prezzi sono più contenuti, dai 1300 ai 1600 euro al metro quadrato. Qui l’invenduto registra numeri inferiori, grazie ai prezzi concorrenziali che hanno assorbito le richieste.


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LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Chiari

L’ospedale avrà il suo obitorio L’ospedale “Mellino Mellini” avrà finalmente un obitorio. I lavori inizieranno entro pochi mesi. Lo ha riferito l’amministratore dell’azienda ospedaliera Russo che assicura l’appalto dei lavori entro quest’anno per concludersi con tutta probabilità entro l’estate 2011. Fino ai primi anni del 2000 l’obitorio era localizzato dove si trova l’ingresso del Pronto soccorso, in un immobile in muratura. Con il maxi progetto di potenziamento dell’ospedale di Chiari l’obitorio dovette traslocare e fu spostato vicino allo storico complesso dei poliambulatori.

Verolavecchia

Concerto in onore di Paolo VI

Manerbio Corso settimanale

Il Cai alla scoperta di Dante

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Un’insolita iniziativa nell’ambito Cai. La sottosezione manerbiese, presieduta dal medico Fabrizio Bonera, propone un corso di introduzione e di approfondimento alla lettura della Divina Commedia. Il titolo suggestivo “Dall’abisso al sublime”: una trentina di lezioni del dott. Bonera appunto, da ottobre a marzo, a cadenza settimanale, di lunedì dalle 20.15 per circa un’ora e mezza, nella sede Cai, via Palestro 55 B. Se ne è parlato nell’incontro di presentazione, nei giorni scorsi a soci, insegnanti e simpatizzanti: un bel gruppo che sentiva Fabrizio Bonera fare affermazioni all’apparenza azzardate: “Dante alpinista! Addirittura, il più grande alpinista mai esistito! Dante e il senso di verticalità – sottolineava Fabrizio Bonera, allargando l’interpretazione puramente fisica del termine –. Verticalità, da un punto estremamente basso, il più basso che si possa concepire proprio dal fondo dell’abisso, al punto più alto, che attinge al massimo delle altezze!”. Abisso e sublime: luoghi vissuti e metaforicamente visitati da Dante nel suo viaggio. “Dante è un cardine – osservava il dott. Bonera,

Nel 32° anniversario della morte del Servo di Dio Paolo VI nella parrocchiale di Verolavecchia la comunità ha commemorato l’evento con il concerto eseguito dal coro La Rocchetta di Palazzolo diretta dal maestro Renzo Pagani e dall’orchestra L’Incanto Armonico diretta dal maestro Giuseppe Orizio. Gli applausi hanno dimostrato l’apprezzamento per l’esecuzione del programma e l’elogio per il parroco don Pierino Boselli, promotore dell’iniziativa cui si deve l’impegno per altri due appuntamenti in occasione delle feste per la Madonna del Rosario. Sabato 9 ottobre, alle ore 21, in programma il concerto per oboe e organo con il maestro Ivan Ronda alla consolle e Franco Jacobacci all’oboe; in cartellone musiche di Marcello, Hasse, Albinoni, Morandi, Handel.

Amici Fondazione Civiltà Bresciana

La Venezia dei bresciani Pronto il programma del mese di ottobre dell’associazione Amici Fondazione Civiltà Bresciana della Bassa e del Parco dell’Oglio. Sabato e domenica 2 e 3 ottobre è organizzato il viaggio a Venezia e isole comprese per conoscere, come spiega il presidente Dezio Paoletti, “la Venezia dei bresciani, cioè come i lombardi del Cremasco e delle province di Bergamo e di Brescia, dal 142627 al 1797 considerarono la loro capitale. Il viaggio in pulman prevede soste a Pontevico ore 6.30; Bettolino 6.40; Volta di Brescia 7.10. Il rientro a Brescia per le 21.30 di domenica e a Pontevico per le 22.10.

di Lina Agnelli

Manerbio

L’orgorglio di essere aclisti supportato dall’amico Massimo Pè, coordinatore dell’iniziativa – e chi ha avuto la fortuna di esservi introdotto da un maestro come il mio non può più farne a meno”. Il grato riconoscimento era per il prof. Angelo Bellini che indossava idealmente l’abito della festa per parlare di Dante ai suoi studenti. Lo farà a suo modo, da ottobre, anche il dott. Bonera di fronte al suo pubblico composito: soci da scarponi e zaino, ma anche tanti altri interessati a un Dante che parla da alpinista di cenge, roccioni e appigli nell’Inferno, che vede la vita come cammino, che conosce in maniera umania tenebre e luce, che è attuale nel suo ragionare di giustizia, amore, convivenza civile. Uno stimolo dunque all’impegno della cultura alta. E si rimarca impegno, iscrivendolo nello spirito del sodalizio Cai che ha per fondanti solidarietà e volontariato. Non per nulla il ricavato delle iscrizioni (50 euro i soci; 100 gli altri) sosterrà la riabilitazione psichiatrica e la montagnaterapia della “Fraternità” di Ospitaletto con la quale collabora il Cai di Manerbio. Informazioni allo 030 9380356.

L’orgoglio dell’appartenenza è stato premiato con una targa consegnata a un gruppo di amici alla conclusione della tre giorni di Fest’Acli zonale realizzata a Manerbio dal circolo locale col conivolgimento di quelli di Verolanuova, Milzano, Motella e Bassano Bresciano. Al centro della fotografia, che testimonia l’evento, affiancati al presidente Acli, Vincenzo Fiorani, e ai promotori dell’iniziativa, tra i quali Angelo Bertelli (presidente a Manerbio) e Angelo Fredi: Franco Caffi di Motella, che ha ricevuto il riconoscimento assegnato alla memoria del fratello Pietro; Mario Migliorati di Bassano Bresciano impegnato nel sodalizio dal 1958, anno della sua adesione; Francesco Ronchi di San Gervasio, di 70 anni, iscritto a 18 anni; Agostino Boffini di Verolanuova; Bianca Albertinelli di Milzano; Domenica Brusinelli, tesserata dal 1945, mezzo secolo nel sindacato per 35 anni dipendente della Marzotto; Arturo Redolfi, anziano artigiano tra i fondatori delle Acli a Manerbio e da sempre impegnato nelle attività culturali e sociali del sodalizio. (pio)


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Darfo Boario Terme Dall’1 al 17 ottobre

Gli Alpini si ritrovano nel Bresciano Sono tante le iniziative legate al Raduno annuale del 2° Raggruppamento alpino, che comprende le regioni Lombardia ed Emilia Romagna

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Sarà un ottobre alpino quello della Valle Camonica, con un cuore speciale a Darfo Boario Terme: a partire da venerdì 1 e fino a domenica 17 ottobre sono in calendario tante iniziative legate al Raduno annuale del 2° Raggruppamento alpino, che comprende le Regioni Lombardia ed Emilia Romagna. Si tratta dell’appuntamento più importante dopo l’Adunata nazionale, che quest’anno si è svolta a Bergamo nei giorni 8 e 9 maggio. La sezione Ana di Valle Camonica ha affidato la parte logistica al gruppo di Darfo Boario Terme: e il capogruppo Mario

di Franco Garattini

Sala ha coinvolto la città, dall’Amministrazione comunale alle Terme di Boario, dagli albergatori alle attività commerciali e di volontariato. Ne è nato un programma che il presidente della sezione Giacomo Cappellini ha presentato venerdì 1° ottobre alla stampa nella sala Antica Fonte delle Terme. In attesa dei tre giorni centrali del Raggruppamento, da venerdì 15 a domenica 17 ottobre, ci sarà un’anteprima venerdì 8 ottobre con l’inaugurazione nel parco delle Terme di una Mostra in tre sezioni, a cura della Commissione cultura dell’Ana camu-

na, dedicata alle due guerre mondiali e alle attività degli alpini di oggi, che sarà aperta fino a domenica 17 ottobre. Quindi sempre venerdì 8 ci sarà una serata speciale nella chiesa degli Alpini di Boario nella quale il Coro Valle Camonica presenta il recital “Angeli con la penna nera”, dedicato al Beato don Carlo Gnocchi e a don Guido Maurilio Turla, entrambi cappellani militari sul fronte del Don nella Seconda guerra mondiale. Giovedì 15 ottobre ci sarà la serata cori alle Terme, con il Coro Valle Camonica, il Coro Val S. Martino di Caprino Bergamasco e il Coro Monte Orsaro di Parma. Sabato 16 ottobre è fissata la riunione dell’Ana e delle commissioni Cultura e Protezione civile; a seguire prevista la cerimonia della deposizione delle corone ai Monumenti ai Caduti e alle 17 nella chiesa degli Alpini ci sarà

la S. Messa in suffragio dei Caduti in guerra, presieduta da mons. Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena e ordinario militare emerito. Sabato sera le Terme ospitano la cerimonia di gala dell’Ana: suona la Fanfara alpina di Scanzorosciate, mentre la sezione di Valle Camonica presenta il “Libro verde della solidarietà” e l’ambulanza donata all’Ospedale di Esine. Domenica 17 sarà il giorno della grande sfilata: sono attesi oltre 10mila alpini per il corteo che partirà da via Quarteroni a Darfo, attraverserà Corna e Boario, per raggiungere lo spiazzo del Centro congressi dove ci sarà la conclusione del Raduno. Il tema, ancora una volta, sarà quello della riaffermazione dei valori di sempre: dalla solidarietà al tema della Patria e dell’impegno per i valori dell’uomo, di ogni uomo, senza alcuna etichetta.

Montecchio di Darfo

L’”Isola sul fiume” ovvero un parco giochi Elvira Pianta, assessore al Verde pubblico del Comune di Darfo Boario Terme, annuncia con grande soddisfazione l’inaugurazione dell’“Isola sul fiume”, ovvero del parco giochi della frazione darfense di Montecchio. Si tratta di un’iniziativa autunnale che viene a completare un nutrito elenco di realizzazioni da inserirsi nel più vasto contesto che nel corso del 2010 ha visto la prima edizione della manifestazione “Darfo Boario Terme in fiore”, una serie di concerti e il dono al Comune di un’opera pittorica dell’artista Antonio Gallinelli di Erbanno. La festa che si riferisce ai fiori (svoltasi nel maggio scorso) ha presentato il centro storico della città in una veste nuova e gradevole e ha permesso di vivere una giornata in un ambiente più verde e fiorito. Gli espositori e i laboratori hanno proposto il tema floreale attraverso forme di espressione naturale, artistica, persino culinaria e artigianale. I giovani talenti (Conservatorio “Luca Marenzio” di Darfo, Liceo artistico “Decio Celeri” di Lovere e Cfp e infine il coro polifonico”Luca Marenzio”) hanno offerto esibizioni di rilievo e valorizzato i contenuti dello spettacolo. Poi la donazione del dipinto cui s’è già fatto cenno. Si tratta della riproduzione di un castagno secolare. Durante il triste periodo della

Seconda guerra mondiale, per necessità, si decide di abbattere la pianta per farne legna da ardere. Dopo non poche resistenze l’albero cede, anche per gli scavi che parecchi operai gli fanno intorno. La partita era vinta, ma un enorme patrimonio naturale e culturale era andato perduto. Ma torniamo al parco giochi. È stato realizzato su un’area demaniale che fiancheggia il fiume Oglio, in un contesto naturale, nelle immediate vicinanze del centro storico e in posizione favorevole per tutta la frazione di Montecchio. L’area è inoltre servita da parcheggio di recente realizzazione. L’attigua passerella pedonale che collega il ponte romanico alla piazza del Porto consente poi piacevoli passeggiate sia ai residenti che agli ospiti cosiddetti termali. Il parco per bimbi e ragazzi permette a tutti (quindi anche agli adulti che accompagnano i più piccoli) di usufruire di uno spazio verde e di “viverlo”: un’area da condividere tranquillamente con altre persone. A ben vedere il luogo funge anche da “occasione” d’incontro che permette di entrare in relazione, stimolare lo spirito di quartiere, osservare il prossimo, imparare a confrontarsi con gli altri: insomma tutti elementi finalizzati a una vera, autentica crescita della comunità.


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Breno

Il turismo e la cultura sono al centro del dibattito politico

Ossimo Inferiore Chiesa parrocchiale

La dedicazione e il restauro dell’organo

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La parrocchia dei Santi Cosma e Damino, patroni di Ossimo Inferiore, quest’anno ha celebrato solennemente la dedicazione della parrocchiale con una serie di manifestazioni ed eventi. L’avvenimento attorno a cui ruotava il tutto è stato però il restauro e l’inaugurazione dell’antico organo muto da circa 50 anni. Solo i più anziani, si ricordavano d’aver udito il suono del sacro strumento che accompagnava un tempo le celebrazioni liturgiche. L’organo ossimese è opera dell’organaro veneto Gaetano Antonio Callido (1727-1813). Esso ritorna a far sentire i suoi echi musicali sotto le volte della chiesa, per merito del restauratore Barthelemy Formentelli, che nel cognome tradisce le sue origini di Ono san Pietro. In 45 anni Formentelli costruisce 80 nuovi strumenti e ne restaura 170. I lavori eseguiti a Ossimo hanno ottenuto il positivo collaudo da parte dell’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici e per l’arte sacra, che ha certificato il “soddisfacente risultato raggiunto”. Lo strumento si è rivelato ineccepibile in ogni sua parte, rivelando, alla prova, un’accurata intonazione

Il turismo e la cultura sono al centro delle preoccupazioni dell’Amministrazione comunale di Breno, diretta dal sindaco Sandro Farisoglio. La giunta municipale medita di raccogliere, a questo proposito un budget di oltre due milioni di euro di investimenti, la metà dei quali provenienti da fondi regionali. “Inizia così a prendere forma – viene ribadito in un comunicato stampa – il progetto di valorizzazione turistica e culturale della cittadina, immaginato durante la campagna elettorale e già messo in atto a 10 mesi dalle elezioni”. In questi ultimi giorni sono maturati progetti e finanziamenti che riguardano da vicino il Castello. L’iter burocratico di ammissione alle erogazioni era stato avviato già da Gian Piero Pezzucchi, della precedente amministrazione. Nell’ambito del Por regionale, progetto coordinato dalla Comunità montana di Valle Camonica, sono arrivati 150mila euro, cui il Comune di Breno ne aggiungerà altrettanti per il restauro conservativo delle tre torri: quella d’ingresso, quella del cortile interno e le torre maggiore (o di Fortunato Canevali (1856-1930). L’intervento mira a rendere fruibili a scopo didattico e turistico l’interno del maniero (compreso il completamento del percorso degli scavi) per metterlo a disposizione delle scolaresche e dei turisti (sono previsti anche passerelle adeguate e pannelli esplicativi). In particolare è annunciato il consolidamento delle murature esterne e interne, la sistemazione delle coperture della torre del cortile, della torre maggiore e il rifacimento della copertura della torre d’ingresso. Per ogni manufatto sarà poi installato l’impianto elettrico e i serramenti. Novità previste anche per l’unica strada di accesso alla Rocca, da anni dissestata e poco fruibile, insufficiente a garantire un decoroso utilizzo dell’area. Per il recupero serviranno 300mila euro, di cui la metà arriva dal fondo regionale sulla montagna e il resto dal Comune. Sono molti gli interventi previsti: allargamento di alcune porzioni; modifica parziale del tracciato dei tornanti, con diminuzione della pendenza; formazione della fognatura per la canalizzazione dell’acqua; interramento delle linee elettriche aeree; rifacimento dei punti luce (13 su palo e 40 a incasso nelle murature); ripristino completo della pavimentazione stradale in acciottolato; posa di barriere di protezione in ferro e sistemazione del verde delle scarpate.

pagina a cura di Ermete Giorgi

Fondazione Cocchetti

Di fronte alla morte e una brillante sonorità complessiva. Per inaugurare registri, canne, pedaliere, giustamente il parroco don Francesco Bacchetti ha invitato alla tastiera: Jean Paul Lécot, maestro di cappella e organista del santuario di Lourdes e Maria Cecilia Farina del Conservatorio “G. Verdi” di Milano; Antonella Antonioli ha cantato come soprano; Riccardo Vartolo s’è prodotto al violino e Michele Antonello all’oboe. Nel dépliant di presentazione don Francesco ha scritto: “L’organo ritorna così a essere vicino a tutti come nel passato: sia nei momenti lieti che in quelli tristi. Per gli sposi, nel giorno splendido delle nozze, quando essi si sentivano investiti dagli sciami di note e dagli scrosci di accordi provenienti festanti dalle canne sollecitate da dita maestre; o nei giorni mesti di dipartita dei propri cari: confortati da struggenti note tra un sommesso e comune recitare di Miserere e De profundis”. Ovviamente non sono stati dimenticati i patroni Cosma e Damiano: la tradizionale processione s’è snodata per le vie del borgo alpino; alla fine benedizione e bacio delle reliquie dei Santi Martiri.

Un convegno in memoria di Angelo Pedersoli, già funzionario della Provincia a Brescia, è stato organizzato dal Comune di Rogno e dalla Fondazione “Cocchetti” delle suore Dorotee di Cemmo. L’incontro è fissato per il 9 ottobre alle ore 15 presso il salone parrocchiale della chiesa di Rondinera di Rogno e recherà il titolo abbastanza suggestivo di “Inesorabili e senso del tempo: di fronte alla morte tra cultura e fede”. Moderatore sarà mons. Giacomo Bulgari e relatori: Nadia Pedersoli, Lucia Pelamatti, psicoterapeuta; mons. Giacomo Canobbio; Cristina Baldo, insegnante di storia della musica nel Conservatorio “Luca Marenzio” di Darfo Boario Terme; Ornella Bardelli, docente di Lettere nel liceo “Decio Celeri” di Lovere. Alle varie relazioni seguirà una conclusione musicale, nel corso della quale eseguiranno brani il chitarrista Antonio Pedersoli e i solisti dell’orchestra “Vivaldi” di Valle Camonica. Nel dépliant della Fondazione è sottolineato che si tratta di un incontro in memoria di un amico che ha condiviso con l’istituzione culturale cemmese valori, idee e progetti sin dai primi anni di attività. Il percorso di un singolo uomo vuole aprirsi ad una riflessione più ampia e collettiva sul tema della morte.

Mons. Giacomo Canobbio


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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Provaglio d’Iseo Fino al 4 ottobre

In festa per la Madonna d’ottobre Il paese viene addobbato di bianco e di azzurro per la tradizionale settimana dedicata a Maria. Le celebrazioni sono iniziate il 26 settembre

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Addobbi, festoni, luci, il paese decorato di bianco e azzurro. Tutto ciò a Provaglio d’Iseo significa solo una cosa: festa della Madonna d’ottobre. Il paese si è preparato a celebrare la settimana dedicata a Maria e come sempre anche il suo aspetto si trasforma. Le case, le ringhiere, le santelle, tutto è addobbato con decorazioni e fiori in carta. Già parecchi giorni prima della festa gli abitanti iniziano ad abbellire la contrada, pronti ad accogliere la statua di Maria che, nel corso della settimana, verrà portata in processione per le

di Natalia Franchini

vie del paese. Le celebrazioni hanno preso il via domenica 26 con l’intronizzazione della statua della Madonna durante la Santa Messa delle ore 10. La festa della Madonna di ottobre è un avvenimento particolarmente caro ai provagliesi: oltre a essere un momento di riflessione e preghiera, diventa anche un’occasione per festeggiare con amici e parenti. Dopo l’illuminazione della nuova facciata della chiesa parrocchiale, ha preso il via, nei giorni scorsi, la processione che, nelle diverse sere, ha portato la statua dalla chiesa al monastero di

La parrocchiale

San Pietro in Lamosa, poi alla scuola materna “La Vittoria”, alla casa di riposo “Il Focolare” e, infine, alla chiesetta di San Bernardo. Qui, questa sera alle ore 20, verranno recitati i vespri meditati. Al termine della funzione riprenderà la processione che riporterà la statua della Madonna in chiesa, dove sarà celebrata la Santa Messa, accompagnata dalle voci del coro di Cortefranca. Sabato alle ore 18 in programma la Messa, allietata dal coro africano. Per la giornata di domenica sono previste le funzioni ai soliti orari. Alle 7.30 verrà celebrata la Messa, durante la funzione delle ore 10 sarà letto il mandato ai catechisti, alle 17 verranno recitati i vespri a cui seguirà la processione con l’accompagnamento della banda musicale. La celebrazione sarà presieduta da mons. Bruno Foresti e

allietata dalle voci del coro di Credaro. La settimana mariana si conclude lunedì 4 ottobre con la celebrazione della Santa Messa al monastero alle ore 10 e alle ore 15 la Messa per gli ammalati e gli anziani della parrocchia. All’oratorio, invece, è previsto un fine settimana di festa con concerti, tornei di carte, mostre d’arte, la tombolata, il palo della cuccagna e la pesca di beneficenza. Inoltre, durante tutta la festa, presso la Sala della comunità Cinema Teatro Pax ci saranno alcuni momenti per sensibilizzare i presenti sulla tematica del dono, con la partecipazione di Avis, Admo, Aido e Ail. Nella zona feste (vicino al cimitero) sarà allestito, come consuetudine, un luna park con giostre, autoscontri, musica e bancarelle di dolciumi.


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Calino

Collettiva d’arte Fino al 3 ottobre l’associazione Accoglienza e fratellanza onlus in collaborazione con il Gruppo comunale pittori “E. Pasini” di Cazzago San Martino organizza una Collettiva d’arte presso l’oratorio San Domenico Savio di Calino. La mostra è aperta il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 22. Il ricavato sarà interamente devoluto a favore delle suore di madre Teresa di Calcutta che operano a Gomel, in Bielorussia. L’ingresso è libero.

Castegnato

I giovani puliscono il parco Giulio Andreotti

Castegnato Centro Alcide De Gasperi

Andreotti e un secolo visto da vicino

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Dopo don Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani e Aldo Moro, il Centro iniziative di cultura politica “Alcide De Gasperi” tratta, martedì 5 ottobre, la figura di Giulio Andreotti. Dopo la pausa estiva riprendono gli appuntamenti del suo programma dedicato ai grandi personaggi dell’area cattolico–liberale, protagonisti della storia italiana. Andreotti ha calpestato la scena politica degli ultimi 60 anni: sette volte presidente del Consiglio, otto volte ministro della Difesa, cinque volte ministro degli Esteri, due volte delle Finanze, del Bilancio e dell’Industria, una volta ministro del Tesoro e una ministro dell’Interno, sempre in Parlamento dal 1945 a oggi, ma mai segretario della Dc. Nei suoi 90 anni di vita attraversa tutte le fasi di nascita e cambiamento della democrazia italiana, dove a momenti di crescita e benessere si alternano fasi di crisi economica e istituzionale che fronteggia in prima persona. A metà degli anni Novanta dovrà affrontare due processi mossi dalle procure di Perugia e di Pa-

Un gruppo di ragazzi e ragazze di Castegnato e il parco “Put de preda” da pulire. Questo gruppo di ragazze e ragazzi si ritrova spesso per pulire da fogliame e cartacce gli spazi in cui si incontrano. L’assessore all’Ambiente Edoardo Corongiu ha proposto a questi giovani castegnatesi dai 16 ai 19 anni di prendersi cura del parco in maniera più sistematica e questi, anche dopo un incontro di approfondimento col sindaco Orizio, hanno confermato la loro disponibilità ad accudire il loro parco. Dalle parole ai fatti ed ecco che in pochi pomeriggi, il parco “Put de preda” è tornato a splendere con le panchine e i muretti dell’anfiteatro tinteggiati a nuovo con vivaci colori scelti dai ragazzi.

Castegnato

Il monumento ai Caduti È iniziato il restauro del monumento ai Caduti e l’evento è una delle tappe significative del percorso di celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. “Grazie al contributo della ditta Ghial e dell’Immobiliare Magenta per l’impalcatura – spiega il sindaco Giuseppe Orizio – dopo le regolari autorizzazioni della Sovrintendenza ai beni architettonici e culturali, è iniziato il restauro di questo nostro monumento che, come ci ricordano Gabriella Inverardi e Roberta Gozio nel libro sulla storia di Castegnato “Il Novecento” è stato realizzato dallo scultore Claudio Botta nel 1925. Il monumento sarà inaugurato il 7 novembre.

Cogeme

Per una Franciacorta sostenibile lermo e difendersi rispettivamente dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli e quella di essere colluso con la mafia. Autore di diversi libri che fotografano la storia recente del nostro Paese, Andreotti conserva tutt’oggi una personalità brillante, intelligenza e acume politico. Relatore della serata il prof. Walter Montini, laureato in lettere all’Università di Parma è capo gabinetto del Sindaco di Cremona. È stato sindaco del Comune di Gabbionata, senatore della Repubblica, funzionario della Regione Lombardia e del Comune di Roma. Docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università degli studi di Brescia, Montini è uno dei più intimi amici di Giulio Andreotti, uniti da un’identità di vedute e dalla condivisione di una forte fede religiosa, tra i due c’è un sodalizio politico che dura dal 1990 e che continua tuttora sul piano culturale. L’incontro si tiene al Centro civico di Castegnato in via Marconi 2 alle ore 20.45.

Dopo tre anni di percorso è stata presentata la campagna di monitoraggio ambientale 2010 in Franciacorta, promossa dalla Fondazione Cogeme Onlus nell’ambito del progetto “Franciacorta Sostenibile”. Hanno aderito a questo progetto, destinato a durare nel tempo, tutti i 20 Comuni dell’area, dimostrando la volontà di elaborare politiche ambientali condivise. Il progetto, patrocinato dagli Assessorati al Territorio della Provincia di Brescia e della Regione Lombardia, da Arpa, Asl e Cogeme, è partito dalla necessità di fornire alcuni indicatori agli strumenti urbanistici comunali. Sono 35 gli indicatori ambientali e di contesto raccolti, che coprono la demografia, le politiche urbanistiche, l’energia, i rifiuti, l’acqua, l’aria il rumore e il traffico. Tutti i dati raccolti presso i Comuni, le società di servizi pubblici, i consulenti e le banche dati – è il lavoro più impegnativo – vengono dapprima controllati, corretti, commentati sul piano scientifico e, successivamente, inseriti nel sito internet dedicato. “È un progetto innovativo di valenza strategica – afferma Giovanni Frassi, presidente della Fondazione Cogeme Onlus – perché dimostra l’interesse dei Comuni a ragionare sul futuro del territorio, oltretutto risparmiando risorse e denaro”.


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Maniva Cerimonia del Cai

La croce brilla alta nel cielo Sulla cima più alta delle Colombine spicca il sigillo del 50° del sodalizio. Una Santa Messa ha celebrato l’evento tra commozione e preghiera

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Sulla cima più alta delle Colombine (2214 metri), al Maniva, brilla una nuova croce: semplice, stilizzata, con sullo sfondo il fregio della prima neve. È il “sigillo” del 50° voluto dal Cai Sottosezione di Collio proprio là dove il 2 giugno del 1960 venne inaugurato il suo labaro. L’ha benedetta e poi ha celebrato la Santa Messa don Fausto Gnutti presbitero a Montichiari. Severo è stato il suo richiamo alla “fame del mondo”, ad allargare anche gli orizzonti del cuore perché sulle Colombine sembrava di esser davvero in cima al mondo: il cielo terso spazzato

di Edmondo Bertussi

dal vento a rendere pulita alla vista tutta la cerchia delle Alpi, dal Rosa e Cervino al vicino Blumone, fino al Garda azzurro e poi di qua al Gölem e sotto, distese, le tre valli bresciane. Una giornata indimenticabile per tanti, valtrumplini, valsabbini e cittadini, saliti a far festa e a rinnovare la loro fede sulla cima. Un momento toccante per tutti è stato lo scoprimento del Crocifisso con in capo la corona fatta con filo spinato delle trincee del Maniva durante la Grande Guerra: messaggio di pace, con la “memoria” simboleggiata dal chiodo ai piedi re-

cuperato nella antica chiesa di Tizio a Collio. Vicina c’è la Rosa dei Venti donata dal Lyons Club Valtrompia, a fianco la lapide con la scritta: “1960 – 2010 50° di Fondazione Sottosezione Cai Collio Valtrompia – Ossequiosi a tanto spessore umano questa Croce umilmente posero a perenne memoria dei fondatori i soci della Sottosezione Club Alpino Italiano – Collio Valtrompia 26 settembre 2010”. Commosso il reggente Oreste Mozzoni ha portato il saluto dell’ultimo vivente del consiglio dei fondatori, Renato Zanardelli. Gli altri erano Luigi Zampedri, Samuele Lazzari, Roberto Tabladini, Rita Fracassi, mons. Giuseppe Bonomini, autore della “Preghiera degli alpinisti e degli sciatori”, che il reggente onorario Sergio Danieli ha letto. Si è chiuso così sulle cime l’anno memorabile dedicato alla bella storia del sodalizio

con quest’ultimo “segno” aggiunto alla ristampa di “Pregare è salire” del cofondatore mons. Giuseppe Bonomini, il recupero del Sentiero dei Minatori, il restauro della Croce sulla Corna Blacca, il volume “Quassù le nuvole sono come pensieri che volano”, enciclopedia della storia del paese scritta attraverso le pietre che “raccontano”. Un’opera corale che ha coinvolto soci, volontari e associazioni a cominciare dalle sezioni valtrumpline del Cai con la madre storica, la sezione di Gardone Valtrompia col presidente Mauro Baglioni. E Mozzoni ha ringraziato con questa considerazione: “Nel chiedere abbiamo trovato subito una pronta collaborazione entusiasta di privati ditte e associazioni interpellate, segno che il simbolo cristiano della croce sulla cima di una montagna risveglia ancora i nobili sentimenti delle persone”.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Bovezzo

Il Comune punta sul fotovoltaico negli edifici pubblici

La pieve di San Giorgio

Inzino Settembre inzinese

Ultimi incontri per un mese intenso

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Mezzo secolo è trascorso da quando il giovane curato don Nicola Bragadina diede slancio vitale alla frazione di Inzino, fondando con intraprendenza e tenacia tutta valtrumplina la “Associazione Madonna del Castello”. Era il 1960 e nello statuto stavano scritte come allora la finalità: “Obiettivo dell’associazione è sempre stato di condecorare con manifestazioni esterne (culturali, folcloristiche, ricreative, sportive) le tradizionali festività della Madonna del Castello della Valle di Inzino, a completamento e in armonia con le iniziative di carattere spirituale promosse dall’autorità religiosa”. Così, è arrivato il consueto appuntamento con il “Settembre inzinese”, patrocinato da Provincia di Brescia, Comunità montana di Valle Trompia e Comune di Gardone. Consueto ma a suo modo speciale e parte di un percorso di eventi promossi sin dalla primavera e che proseguirà sino a fine 2010. “Nell’anno del 50° – spiega il presidente dell’Associazione Ladislao Mattiuzzo –, oltre a condecorare la lunga festa

Con l’autunno il progetto messo in campo dal Comune di Bovezzo per riconvertire alcuni edifici pubblici al fotovoltaico diventa realtà: il paese a breve renderà le coperture di alcuni immobili di pubblica proprietà superfici atte ad accogliere i raggi del sole e trasformarli in energia costantemente rinnovabile. Un progetto di grossa portata che impegnerà il Comune con un investimento di poco superiore al milione di euro (1 milione e 54mila euro) e i cui lavori sono già stati appaltati alla ditta bresciana Energeco, vincitrice del bando comunale che prevedeva alcuni vincoli, fra cui quello di collegarsi al Gestore servizi elettrici entro il 15 dicembre del 2010. “Il progetto – spiegano l’assessore ai Lavori pubblici Mario Folli e il tecnico comunale Maurizio Ventura – è stato redatto dall’ingegnere Giovanni Palmisano e riguarda diverse strutture a disposizione della collettività di Bovezzo: il bocciodromo presente al ‘Parco urbano 2 Aprile’ recentemente rinnovato, il Centro diurno per anziani sito in via Paolo VI, la scuola media e la palestra di via Canossi ed elementari, materne e nido di via Veneto. Se sommiamo i vari interventi arriviamo ad avere una superficie di circa 3.000 metri quadrati, grazie alla quale saremo in grado di produrre una potenza massima di 283 kW, sufficiente a garantire la completa autonomia energetica degli edifici in questione”. La spesa per la realizzazione degli impianti fotovoltaici sarà sostenuta dalla “Patrimonio Bovezzo Srl”, una società partecipata al 100% dal Comune. Soprattutto, un intervento che verrà realizzato in tempi abbastanza brevi e che abbraccia gli edifici scolastici nell’ottica di un’educazione al risparmio energetico che possa partire proprio dai giovani. “L’investimento fatto è oneroso – dice il sindaco di Bovezzo, Antonio Bazzani –, ma questa è una sfida che abbiamo intrapreso molto volentieri, perché la tecnologia del fotovoltaico ci permette di utilizzare energia rinnovabile nel tempo abbattendo contemporaneamente i costi di gestione, con un risparmio in termini finanziari che abbiamo calcolato nell’ordine dei 150mila euro annui. Inoltre, proprio partendo dagli edifici scolastici possiamo portare avanti i programmi e le iniziative di educazione ambientale che in questi anni l’assessorato all’Ambiente sta mettendo in campo di concerto con le diverse sezioni didattiche del territorio. I pannelli solari – chiosa il primo cittadino bovezzese – sono già arrivati dalla Germania e verranno posizionati sui vari edifici con la ferma intenzione di attivare la connessione entro la fine dell’anno 2010”.

pagina a cura di Andrea Alesci

Concesio

Il Premio della Bontà a Bregantini del ‘Settembre inzinese’, abbiamo voluto che ogni mese tutti potessero ricordare l’importante cammino compiuto sin qui, con l’ultimo evento previsto a dicembre e dedicato alla mostra personale del pittore Massimo Zuppelli”. Ora, il programma del Settembre inzinese volge alla fine con gli ultimi due appuntamenti di ottobre: sabato 2 alle ore 20.30 alla chiesa parrocchiale di S. Giorgio il concerto dell’orchestra di mandolini e chitarre “Il Plettro”; mentre sabato 9 ottobre alle 20.45 al cinema teatro andrà in scena la 17ª edizione della rassegna di canti corali della montagna a cura del Coro di Inzino, di cui quest’anno ricorre il 55° anniversario. Un “Settembre inzinese” animato dal volontariato puro, che ogni anno cerca di rendere più ricca la festa dedicata alla Vergine Maria e, col piccolo surplus economico, raccogliere somme per la manutenzione del santuario. Info sulla storia dell’associazione Madonna del Castello all’indirizzo web www.comune.gardonevaltrompia.bs.it.

All’interno dell’XI Settimana montiniana sabato 25 settembre c’è stato uno dei momenti che da sempre accompagnano il programma culturale della manifestazione: l’assegnazione del “Premio della Bontà Paolo VI”. Il premio è stato consegnato quest’anno a mons. Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano per la sua lotta contro la malavita organizzata. Nato in provincia di Trento nel 1948, mons. Bregantini è stato ordinato sacerdote stimmatino nella cattedrale di Crotone l’1 luglio 1978; divenuto vescovo di Locri-Gerace nel febbraio 1994, nel 2007 ha ricevuto da papa Benedetto XVI l’incarico di occuparsi dell’arcidiocesi molisana di Campobasso-Boiano. “Sono molto contento – ha detto mons. Bregantini – di ricevere questo importante riconoscimento. Un premio non tanto a me, quanto alla gente: quando la gente si muove vuol dire che il popolo cresce, vuol dire che non c’è una democrazia spenta bensì intensamente viva e di qualità. Tante gocce fanno un fiume e tanti fiumi fanno un mare, in modo che tutti possano crescere. Solo in questo modo, insieme, una città cresce, e così le gioie moltiplicate diventano più belle, i dolori condivisi diventano più piccoli”.

Da sinistra, mons. Osio con il vescovo Bregantini


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Gavardo Inaugurazione

Una scuola tutta nuova L’edificio scolastico elementare è stato dedicato alla figura di mons. Luigi Ferretti

U

Una nuova scuola primaria dedicata alla figura di mons. Luigi Ferretti. I lavori per la costruzione del nuovo, moderno edificio erano iniziati nel 2008 e si sono conclusi nel luglio scorso. Dal 2003 si sentiva l’esigenza di una nuova scuola elementare vista la continua crescita demografica della comunità di Gavardo e la necessità, in base alle normative, di avere a disposizione più classi. Nella nuova struttura possono svolgere il loro percorso scolastico 320 bambini, divisi in tre sezioni da cinque classi. In tutto, nel complesso hanno trovato posto 25 aule. 10 aule didattiche al primo piano, altrettante al secondo piano, un’aula collettiva e quattro aule speciali adibite a laboratori, spazi informatici e altre attività complementari a quella didattica. La nuova

di Luciano Febbrari

scuola si sviluppa su una superficie di spazi coperti di quasi 3000 metri quadrati, con facile accesso anche agli spazi esterni ricreativi. Situata nel cuore di Gavardo, vede l’accesso principale da via Dossolo. All’interno dell’istituto, anche in funzione dei moderni orari scolastici, è stata situata una mensa. Doppia la possibilità che si potrà sfruttare in futuro: quella di utilizzare cibi precotti, forniti dall’esterno, oppure di cucinarli direttamente e servirli a bambini e personale. L’edificio è stato realizzato seguendo le nuove normative antisismiche, essendo Gavardo un Comune inserito nella zona sismica di seconda categoria. “Gavardo – spiega il sindaco Emanuele Vezzola – sta giocando a passi spediti le sue sfide per lo sviluppo,

pur guardando con molta attenzione al bisogno. Abbiamo inaugurato la nuova scuola e fra poco più di un anno inaugureremo il nuovo ospedale. Da pochissimo tempo è stato tenuto a battesimo il centro sportivo di Sopraponte e prima ancora era stato fatto con Soprazocco, frazione alla quale contiamo di consegnare una moderna sala civica per il periodo natalizio”. Nel progetto del nuovo plesso scolastico si è tenuto conto anche della possibilità di edificare un secondo e un terzo stralcio, che potrebbe comprendere la palestra, aule speciali, un centro di aggregazione giovanile e la direzione didattica. Tutte strutture da considerare nel complesso del riordino degli edifici pubblici nel centro di Gavardo, che comprende anche l’ormai ex scuo-

la elementare e il consorzio agrario. L’opera, che ha visto un ribasso d’asta di oltre 350 mila euro nelle procedure di affidamento dei lavori, ha avuto un costo complessivo di circa 4 milioni di euro. La comunità gavardese nella giornata del 30 settembre ha ricevuto anche il Prefetto, che, fra l’altro, ha visitato la scuola “San Giovanni Bosco”, la chiesa e il monastero, recentemente restaurati dopo i danni provocati dal sisma del 2004. Ultimi appuntamenti della mattinata, la visita al cantiere per l’ampliamento dell’ospedale e alla caserma dei Carabinieri. “Quella che abbiamo mostrato – ha chiosato il Sindaco – è una comunità che sta crescendo in fretta, ma anche con cognizione di causa e lungimiranza”.

Brevi

Desenzano

Musei Mazzucchelli

L’Ospedale presenta le nuove strutture

“Eccellenze del gusto”

“Un giorno di festa per la sanità lombarda”. Così si è espresso l’Assessore regionale alla sanità Luciano Bresciani presente a Desenzano giovedì 23 settembre all’inaugurazione delle nuove strutture realizzate all’Ospedale con un investimento di oltre nove milioni di euro. “Le novità – ha spiegato Mara Azzi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera – riguardano il Comparto Operatorio con quattro moderne sale, dotate di sala risveglio e sistemi di elaborazione e acquisizione delle immagini all’avanguardia, il rinnovato Pronto soccorso, che rispetto al passato offre spazi più ampi e migliori condizioni di comfort per pazienti e gli accompagnatori e il servizio di Emodinamica che garantisce risposte immediate e qualificate in campo cardiologico evitando così il trasferimento dei pazienti in altre strutture”. Le realizzazioni permettono al nosocomio gardesano di crescere strutturalmente e nell’offerta di servizi, fornendo una risposta sempre più concreta e fattiva alle esigenze del paziente.

“Eccellenze del gusto”, sabato 2 e domenica 3, nella cornice settecentesca dei Musei Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano: in degustazione e vendita le eccellenze culinarie tipiche della provincia bresciana (salumi, formaggi, pasticceria, gelato artigianale, prodotti senza glutine) e i vini di selezionate aziende vinicole. Dopo il successo delle prime edizioni del Festival del vino bresciano, i Musei Mazzucchelli, il Centro vitivinicolo provinciale e l’assessorato all’Agricoltura, agriturismo e alimentazione completano, con le “Eccellenze del Gusto”, la manifestazione riservando uno spazio ai prodotti gastronomici selezionati del territorio. I cancelli dei Musei rimangono aperti dalle 16 alle 23. Il biglietto di ingresso è di 7 euro.


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Cultura e comunicazione

Ccdc Primo appuntamento alla Pace

L’indifferenza: possibile conseguenza della tecnica

leombruno@lavocedelpopolo.it

Adriano Fabris

I

di Giovanni Formichella

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Il nostro tempo fa emergere una paradossale contraddizione: da una parte mostra un’enorme ricchezza di mezzi, di tecnologia, di progresso scientifico; da un’altra parte rivela, sul piano dei rapporti umani, un crescente impoverimento che, spesso, si traduce in indifferenza e in comportamenti che denotano una forte crisi dei valori etici. Da dove nasce tale contrasto drammatico che connota l’esistenza dell’uomo contemporaneo? A questo interrogativo ha cercato di rispondere Adriano Fabris, docente di Filosofia della morale, presso l’Università di Pisa, nella sua conferenza dal titolo “Siamo tutti indifferenti? La relazione nell’epoca del social network”, organizzata dalla Ccdc, nella Sala Bevilacqua dei padri filippini della Pace, il 23 settembre scorso. Secondo il relatore la nostra epoca è alquanto complessa per cui non è possibile comprenderla appieno nella filosofia. Si rende quindi indispensabile riflettere sul proprio tempo, al fine di individuare percorsi di ricerca che possano darci delle occasioni di crescita umana e culturale. Il punto di partenza è cercare di capire le cause del fenomeno dell’indifferenza. Senza dubbio, as-

“La filosofia – dice un noto detto di Hegel – è il proprio tempo appreso con il pensiero”. Si tratta di una frase che viene ripetuta, ancora oggi, per qualificare l’esercizio filosofico che sembra poter dominare retrospettivamente, e dare senso narrativamente, a tutto ciò che accade. Oggi questo detto non può più essere riproposto

sistiamo all’egemonia della tecnica in tutti i campi della nostra vita. Essa ha una sua “razionalità”, una sua logica che non dipende del tutto da noi. Infatti, la tecnica ha, come sua essenza, la funzionalità, l’efficienza: nel suo mondo, tutto deve funzionare, essere efficiente; questo è il suo unico fine. E l’uomo rischia di diventare succube di tale logica, per cui i rapporti umani e l’etica rischiano di essere mortificati dalla fredda e asettica razionalità legata all’efficienza. Possiamo vedere tale tendenza in vari campi della nostra esperienza. I mass-media, a esempio, al loro interno mettono tutto sullo stesso piano, annullando le differenze e creando, quindi, “indifferenza”. La televisione mette in onda, nello stesso programma, temi insulsi quando non osceni, con temi nobili e profondi, senza un criterio valoriale di giudizio. Lo stesso internet che sta diventando uno dei principali mezzi di comunicazione, si basa su un appiattimento di temi per cui, navigando, è possibile trovare siti seri, culturali, insieme con siti che offendono la dignità delle persone. Si parla dell’epoca del “web partecipato”, in cui sono protagonisti i giovani. A questo riguardo, ricorda Fabris, la comunicazione svolta su

internet rischia di cancellare la differenza tra il reale e il virtuale, in una dimensione in cui tutto diventa indifferente e in cui si perdono le vere identità personali. La tecnica, di conseguenza, impone all’uomo la sua logica impersonale, caratterizzata dalla funzionalità, dall’efficienza fine a se stessa. Cosa possiamo fare? La tecnica è un mezzo, quindi può essere usato in modo negativo e in modo positivo. Noi dobbiamo cercare di cogliere le opportunità del nostro tempo, i lati positivi della tecnica, come la possibilità di comunicare, senza, però, diventare schiavi dei mezzi che abbiamo creato. L’uomo deve continuare a coltivare se stesso, la parte migliore di sé: esso deve dialogare con il prossimo, pensare, fantasticare, studiare, cercare le risposte ai problemi della vita. Solo in questo modo possiamo superare la crisi etica che ci tormenta. La filosofia, secondo Fabris, può aiutarci non, come dice Hegel, come la civetta di Minerva che spicca il volo sul far del tramonto e che comprende il proprio tempo, ma come il ragno che tesse la propria tela, aprendo dei percorsi di ricerca che restano aperti all’infinito, in quel cammino mai esaurito che ha come fine la verità.


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Cultura e comunicazione Incontri

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Luigi Zoja, milanese, è nato nel 1943. Psicoterapeuta, è stato presidente dell’Iaap, l’associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, ha lavorato a Zurigo, a New York e, soprattutto, a Milano dove opera tuttora. I suoi testi sono stati pubblicati in 10 lingue. Le sue opere principali sono: “Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo” ( Moretti & Vitali); “Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza” (Bollati Boringhieri); “La morte del prossimo” (Einaudi); “Giustizia e bellezza” (Bollati Boringhieri); “Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre” (Bollati Boringhieri, ha vinto il Gradiva Award 2002); “Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza” (Cortina Raffaello); “Coltivare l’anima” (Moretti & Vitali). È uscito in questi giorni “Centauri. Mito e violenza maschile” (Laterza) che tratta, attraverso miti, esempi storici e tragiche attualità, il problema della violenza sessuale di gruppo.

LUIGI ZOJA Chi è il mio prossimo?

L

Luigi Zoja è un personaggio molto noto nell’ambito della psicoterapia. Nell’ultimo anno ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica con una pubblicazione che è stata recensita e commentata da molti. Si tratta de “La morte del prossimo”. Il 3 settembre è stato invitato a discuterne a Brescia nell’ambito delle manifestazioni dell’Agorá, che aveva al centro dell’attenzione il tema della comunità, in riferimento alla Lettera pastorale del Vescovo. Per mettere a fuoco il suo pensiero, abbiamo avuto una conversazione con lui, i cui contenuti essenziali potete leggere qui di seguito. Ci può indicare innanzitutto, in breve naturalmente, la specificità dell’insegnamento di Jung? A differenza di Freud, Jung non ha voluto fondare una disciplina e una scuola di pensiero. È quindi difficilissimo da riassumere perché non ci ha

di Angelo Onger

lasciato un sistema teorico. Di questo tra l’altro approfittano molte pessime divulgazioni, somministrandoci uno Jung commerciale e New Age. Per i nostri fini concentriamoci su un punto centrale. Mentre Freud rimane un positivista che ricerca la causa, generalizzabile, per mali psichici ugualmente generalizzabili (e punta a risultati misurabili con parametri di sanità), Jung si lascia alle spalle il modello medico. Inaugura un ramo delle scienze umane e ritiene che ogni mente sofferente sia in disarmonia non tanto con parametri standard, ma con se stessa. Propone cioè come scopo non una guarigione uguale per tutti, ma una ‘individuazione’: conoscenza e sviluppo di quello che si è, dei propri potenziali. Per venire a noi, pone un compito etico: non una ricerca di sanità ma di sincerità. L’altro aspetto del suo pensiero che tocca i problemi morali che dibattia-

mo è l’estendere l’analisi dalla psiche individuale a quella collettiva. Qual è il tema di fondo della sua pubblicazione sulla morte del prossimo? La parola greca che indica il prossimo significa letteralmente l’altro che ci sta vicino ovvero la persona che senti, che vedi, che puoi toccare. Il doppio comandamento su cui si è basata per millenni la civiltà ebraico-cristiana, ama Dio e ama il prossimo tuo come te stesso, è diventato difficile da rispettare. Non solo perché, come ha sanzionato il XIX secolo, Dio è morto – l’annuncio nicciano è diventato regola pratica per milioni di persone nel corso dell’ultimo secolo – ma anche perché l’ampliarsi delle dimensioni del mondo rende sempre più problematico sapere davvero chi è il nostro prossimo. Nel mondo di oggi domina la lontananza, il rapporto mediato e mediatico. La globalizzazione – e la fine delle diffidenze della guerra fredda – favoriscono la solidarietà con persone lontane. Questo amore per il distante sembra promosso anche dalle comunicazioni elettroniche e dai viaggi più facili. Ma quello che

amiamo così è spesso un’astrazione e chi ne paga il prezzo è l’amore del prossimo insegnato per millenni dalla morale giudaico-cristiana. Il mondo di oggi a volte sembra un cumulo di tessere di un puzzle di cui non esiste la chiave di lettura. Quali sono le tessere con le quali si potrebbe incominciare a costruire il domani? Purtroppo ci sono molti pezzi in giro, non solo delle tessere del puzzle, ma anche di macerie prodotte dal crollo di edifici tradizionali. Certamente qualcosa possiamo costruire ma è molto difficile dire che cosa. In questi giorni devo fare una relazione al Festival della mente a Sarzana e parlerò della giovane generazione che, a differenza di quelle precedenti, è molto critica. Oggigiorno non vedo, come si dice spesso, una generazione completamente passiva, inerte, solo consumista. Naturalmente c’è sempre stata, purtroppo negli essere umani, una maggioranza conformista. Si legge anche nel Vangelo che bisogna suonare la sveglia altrimenti tutti dormono. Semplicemente la parte più critica, più sensibile, della generazione attuale è particolarmen-


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te introversa. Forse perché la maggioranza della società è estroversa, troppo veloce e quindi la protesta incomincia nel rifiuto delle modalità di vita prevalenti che per certi versi sono frenetiche, maniacali. Questi giovani hanno per me delle grosse potenzialità e rappresentano, per non restare nell’astratto, tra il 10 e il 20 per cento della gioventù. Come hanno raccontato recenti statistiche preferiscono leggere piuttosto che guardare la tv, ed è un sintomo significativo. A proposito di velocità, nel suo libro scrive che l’accelerazione imposta alla società dalla rivoluzione informatica e dalla competizione del mercato ha eliminato le persone dotate di fedeltà, cautele e scrupoli, favorendo l’emergere di tipi intuitivi, cinici, opportunisti. Praticamente favorisce le psicopatie. È ancora di questa opinione? Gli americani fanno degli studi in cui cercano di misurare le qualità morali, in pratica cercano di radiografare l’anima. Sono ricerche da prendere con le pinze perché siamo di fronte a entità, quelle dello spirito, non misurabili. Tuttavia , a livello sperimentale è sbagliato non tentare di farle. Queste ricerche dicono che in tutte le reazioni umane in qualche modo dotate di contenuto etico-morale, per rispondere sono necessari un certo numero di secondi, difficilmente al di sotto dei dieci (le nostre mamme e nonne ci insegnavano di contare fino a dieci prima di parlare – ndr). Questo nelle relazioni via computer (le famose chat line) fa problema perché si richiedo-

no risposte immediate se non si vuole essere scavalcati da altri interlocutori. Il che non avviene, o non dovrebbe avvenire, nelle conversazioni dirette. Di fatto con l’elettronica si tende a privilegiare la funzionalità anche a scapito della profondità delle nostre valutazioni. Qualcuno sostiene che il nostro è un tempo senza passioni, a partire proprio dai giovani. Sono valutazioni non di laboratorio, ma soggettive, che posso fare come individuo per un certo interesse in merito e che estrapolo dalla pratica professionale. Da questo punto di vista mi pare che esista un rischio del genere. Tenendo però conto che la popolazione che viene in analisi è un po’ particolare in quanto si tratta di persone di solito abbastanza complesse. Quali sono le motivazioni che generano un calo a livello delle passioni? Bisogna stare attenti a non cadere nei giochi di parole, cioè in tautologie perché una cosa è legata all’altra ed è difficile dire qual è la causa. Comunque credo che sia collegata alla sempre più schiacciante forza del mercato e del consumismo. L’attenzione agli oggetti materiali e alla quantità va a scapito della qualità. Mi capita di discuterne con i pazienti a proposito di passione amorosa. Oggi l’incontro mira ad arrivare rapidamente al risultato, ovviamente mi riferisco al risultato di carattere sessuale, in cui il sesso diventa uno degli oggetti da consumare. E non solo quello. Parlandome anche con i miei tre figli, che hanno tra i venti e i

trent’anni, ho l’impressione che nella ricerca del fidanzato/a ci sia anche il tentativo di sfuggire alla solitudine, il che porta alla strumentalizzazione dell’altro. La Rete poi favorisce sì gli incontri, ma più questo fenomeno avanza, sviluppa non dei rapporti approfonditi ma semplicemente li moltiplica numericamente. Nelle relazioni umane di oggi non c’e anche una sovrapposizione fra reale e virtuale? Qualcuno sostiene che nell’oggi il virtuale è talmente diffuso da far parte del reale. Starei molto attento su questo terreno. Perché il virtuale non può sostituire il reale. Ci sono degli studi sperimentali che lo confermano. Purtroppo l’empatia (termine usato soprattutto in psicologia), cioè il patire insieme con chi sta male, si allontana. Quando guardo la tragedia del Darfur in televisione, vedo cose spaventose ma che non hanno profondità perché è facile vederle ed è facile anche comandare ai sentimenti (non voglio con questo dire che siano insinceri) e indignarmi, magari staccare anche un assegno per portare un aiuto però poi con il televisore spengo anche la mia partecipazione. Sarebbe del tutto diverso se fossi in Darfur e mi sporcassi veramente le mani con il sangue delle vittime: non potrei schiacciare il tasto del telecomando e spegnere. La com-passione diventa un fatto tecnologico e molto borghese: sto tra le mura della mia casa e le mie mani non si sporcano mai veramente, non corro alcun rischio e l’empatia la vivo a grande distanza. Dal punto di vista storico la caduta del Muro di Berlino ha segnato il fallimento della ideologia comunista e il trionfo del pensiero unico, secondo il quale il libero mercato (fondato sul consumo) è la chiave di volta dello sviluppo infinito. Tutto questo ha favorito la globalizzazione negativa. Non crede che sia ora di pensare anche a una dimensione mondiale dell’etica con il concorso di tutti? È un grosso problema perché la globalizzazione è una grande opportunità di mercato e qui i pescecani e i profittatori ci si buttano sopra. La tecnologia, la caduta delle barriere, la fine della guerra fredda ci permettono di girare tutto il mondo, di conoscerlo, senza che dietro tutto questo ci sia un interesse economico a promuovere una nuova etica. L’approfondimento morale è un compito delle singole coscienze: non ne viene in tasca niente a nessuno. Invece lo sfruttamento economico, più o meno cinico, del mercato globale ha dietro di sé capitali inimmaginabili. Una multinazionale controlla risorse pari a quelle di dieci Stati africani. La globalizzazione etica ha dietro di sé solo la coscienza di ciascuno di noi e il mercato è sempre più forte mentre la coscienza è rima-

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sta quella di un tempo. La formazione delle coscienze è un compito educativo da perseguire sin dalla nascita di un nuovo essere umano. Quale può essere il ruolo delle Chiesa a questo proposito? A mio avviso la Chiesa dovrebbe impegnarsi su queste tematiche, allargando la propria visuale oltre l’ambito della sessualità, formando le coscienze, per esempio, sulla difesa dell’ambiente, sulla non violenza, sulla sobrietà. Anche perché la realtà propone ogni giorno interrogativi inquietanti. Mi ha colpito molto il fatto che il regista Roman Polanski sia stato messo sotto accusa per un abuso sessuale commesso molto tempo fa. Non mi sorprende tanto il giusto perseguimento di un reato, ma il fatto che nessuno pensi che si possa discutere sulla decisione dello stesso Polanski di avere dei figli dall’ultimo matrimonio, quando aveva più di settant’anni. Mi domando se è etico che una persona abbia figli a quell’età. È molto importante, per un padre, accompagnare i figli che crescono, ma se si mettono al mondo sapendo in anticipo che difficilmente si potrà fare fronte a questo impegno, mi pare che tutto ciò sia eticamente discutibile. È una delle tante frontiere della nuova medicina. Un interrogativo che riguarda anche la maternità della Nannini a 54 anni? Mi hanno chiesto un intervento su questa notizia e non l’ho scritto, perche c’è di mezzo anche la omosessualità che complica ulteriormente le cose. Di fronte a questi fatti si ha l’impressione che molti non vedano, non sentano, non parlino come le scimmiette di Vienna. Recentemente ho rifiutato, a malincuore, di prendere in analisi una paziente che mi aveva dichiarato che stava cercando di avere un figlio con un compagno, ma con il proposito di crescerlo da sola o insieme con un’altra donna. Siccome sono padre e ho scritto un libro sulla paternità, le ho detto che non potevo seguirla perché entravo in contraddizione con principi in cui credo. L’analisi richiede sintonia con il paziente? Se la persona che si presenta ha fatto in passato delle scelte che giudico negativamente, penso che capiterà spesso di discuterne, ma il dialogo è possibile. Se invece le sta facendo e ne è convinto, mancano i presupposti per una base comune di dialogo. Come se venisse un cinese in analisi e fosse in grado di parlare solo nella sua lingua che io non conosco. Una certa empatia è necessaria, e importante. Funzionerei male se prendessi in analisi una persona che non vorrei mai incontrare nella vita. Anche perché mi farei pagare per un aiuto che non sarei in grado di dargli.


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Cultura e comunicazione Famiglia

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Può sembrare strano che per dare più tempo ai figli occorra alzarsi più presto, star fuori mezz’ora in più e andare a dormire prima; ma è una questione di ‘qualità del tempo’. Se la sveglia è affannosa, agitata, urlante; se il rientro dopo il lavoro è un correre dai problemi professionali ai problemi familiari, se la sera non ci decidiamo mai a coricarci e facciamo le ore piccole, il tempo che dedichiamo alla famiglia può essere anche enorme, ma sarà di pessima qualità, quindi addirittura controproducente

Genitori e figli L’organizzazione dei rapporti

Alla ricerca del tempo perduto per guadagnare tempo

N

Non ho tempo! Quante volte abbiamo detto questa frase e la dicono spesso anche mamme e papà quando si accorgono di esser quasi assenti dalla vita dei loro figli. È certamente la frase più pronunciata in questi tempi; il tempo è diventato un bene prezioso, non ce n’è mai abbastanza; ma tutto sommato la frase suddetta non è vera, perché volendo il tempo si trova. E allora… Come ritrovare il tempo? Comincerei con alcune proposte che riguardano noi stessi (poi passeremo ad altre circa il rapporto con i figli). Il primo consiglio è proprio quello di ‘prevenire’ cioè di organizzare la giornata di modo che le cose si possano fare per bene, con calma e senza affanni. Cominciamo con la sveglia: “Il mattino ha l’oro in bocca”, dicevano i nostri avi e forse è vero, quindi… basta alzarsi prima; mezz’ora prima (incredibile: solo mezz’ora!), che la giornata cambia:

di Luigi Domenighini pedagogista

non ci sono più le corse per prepararsi, le colazioni saltate, le fughe per non arrivare in ritardo. Soprattutto non c’è più l’urlo della mamma: “Alzati, che è tardi”, che è un ordine e che è – perciò – il modo peggiore di incominciare la giornata del suo bambino. Mezz’ora (solo mezz’ora!) affinché tutto sia più rilassato e tutto funzioni meglio. La seconda proposta chiede ancora mezz’ora, ma la sera, mezz’ora per lasciare il lavoro fuori dalla porta di casa. È indispensabile tenere separata la vita lavorativa dalla vita familiare (anche la nostra salute mentale richiede che, chiusa la porta dell’ufficio o abbassata la saracinesca del negozio, il lavoro sia terminato, quindi è vietato portarsi il lavoro a casa); ma non basta, occorre creare un break temporale tra il lavoro e il rientro in famiglia. Prendetevi anche in questo caso la vostra mezz’ora di relax. Chi vi accudisce i bambini

può regalarvi questa mezz’ora. Non fatevi prendere dalla smania di essere subito a casa, pur stanchi morti, pur stressati, pieni di aspettative per la vostra bella famigliola: se non siete pronti e rilassati, tali aspettative provocheranno disastri. Parlo soprattutto alle donne lavoratrici che sentono il dovere di rientrare immediatamente. Due passi, una piccola spesa, un caffè, quattro chiacchiere con l’amica (durata non superiore alla mezz’ora) possono consentirvi di lasciare lo stress e arrivare sorridenti e disponibili. La terza proposta: andare a letto mezz’ora prima! Punto e basta… senza altri commenti! Si richiedono semplicemente tre mezze orette, di cui la prima é dedicata al risveglio dei figli che potrebbe così cominciare con un bacetto, con un bel: “Buongiorno… nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”; la seconda riguarda noi stessi per non portarci a casa il peso del lavoro e per predisporci a un miglior rapporto con i nostri amati, la terza recupera semplicemente quella del mattino. Certo può sembrare strano che per dare più tempo ai figli occorra alzarsi più presto, star fuori

mezz’ora in più e andare a dormire prima; ma è una questione di ‘qualità del tempo’. Se la sveglia è affannosa, agitata, urlante; se il rientro dopo il lavoro è un correre dai problemi professionali ai problemi familiari, se la sera non ci decidiamo mai a coricarci e facciamo le ore piccole, il tempo che dedichiamo alla famiglia può essere anche enorme, ma sarà di pessima qualità, quindi addirittura controproducente. E per quanto riguarda il tempo da dedicare al nostro rapporto con i figli il problema sta nel fatto che, a differenza di quanto facevano i miei genitori con me (allora per necessità), noi non li coinvolgiamo più nella vita, nelle faccende e nei lavori di famiglia. Proviamo, invece, ad esempio a concordare con loro che cosa preparare per cena; se abbiamo detto pizza, chiediamo il loro preziosissimo contributo. Se facciamo il bucato facciamoci aiutare a separare i bianchi dai colorati, ad accoppiare i calzini e a distinguerli tra quelli di papà, di mamma e dei bambini; dimostriamo stima e fiducia in loro e implichiamoli nei lavoretti dell’orto, del giardino, e quant’altro. I bambini si sentono importanti e utili se viene loro offerta la possibilità di collabo-


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Provincia di Brescia Convegno delle pari opportunitĂ

La legge contro gli atti persecutori alla prova dei fatti

Vad Un corso per l’assistenza domiciliare

Con amore accanto al dolore Vad è una associazione di volontari laici che opera, senza scopi di lucro, da quasi 20 anni a Brescia assistendo a domicilio in forma assolutamente gratuita gli ammalati, fornendo nel contempo supporto alle loro famiglie. Il Vad assiste, in via preferenziale, gli ammalati seguiti dall’Êquipe domiciliare dell’UnitĂ operativa di cure continuative della Domus Salutis di Brescia. L’Êquipe è composta da medici, infermieri, psicologi, e, ove richiesto da volontari del Vad. L’associazione è garanzia verso l’ammalato e la famiglia per la serietĂ , afďŹ dabilitĂ e assoluta discrezione dei propri volontari; e per la preparazione dei volontari mediante una continua opera di formazione e afďŹ namento delle tecniche di approccio e comunicazione anche nei casi piĂš delicati. L’attivitĂ dei volontari è assolutamente gratuita. Il Vad è un’associazione (onlus) costituita con atto notarile, riconosciuta e iscritta nel Registro regionale del volontario, regolata da uno statuto conforme alle leggi nazionali e norme regionali vigenti. Il Consiglio direttivo è periodicamente letto dall’assemblea dei soci. Per garantire appunto la formazione dei volontari, il Vad organizza periodicamente un corso informativo. Quest’anno il corso intitolato “Con amore accanto al doloreâ€? e si svolgerĂ dal 4 ottobre al 29 novembre, per un complesso di otto incontri che si svolgeranno presso l’Auditorium Domus Salutis di via Lazzaretto, 3 a Brescia. Gli incontri iniziano alle ore 20. Info 0303709421 segreteria@vadassociazione.it

rare in casa; comprendono che sono apprezzati e che noi contiamo su di loro; che sono preziosi, indispensabili‌ senza il loro apporto che si farebbe? Certo, ogni singolo lavoro fatto coi ďŹ gli richiede ‘piĂš tempo’, ma sarĂ ben speso nella costruzione di un legame tra noi e loro. Ăˆ chiaro che talune cose si fanno insieme: mamma, papĂ e ďŹ gli; ma è altrettanto chiaro che altre si possono fare separati. I bambini amano stare anche con un genitore solo, magari creando una specie di complicitĂ della serie: “Domani lasciamo qui mamma ed Elisa e io e te ce ne andiamo a pescareâ€?. Ricorderanno per sempre e con tenerezza questi momenti di intimitĂ con il papĂ ; tant’è che passati gli anni racconteranno: “Noi andavamo sempre a pescare insiemeâ€? (anche se sono andati poche volte); e anche: “Quanti pomeriggi abbiamo passa-

to io e mamma in questa camera a suonare la chitarraâ€?. Sono cari ricordi perchĂŠ riportano alla memoria ‘il bel tempo’ in cui il genitore era impegnato con il ďŹ glio per un traguardo comune. Può esser utile in tal senso creare delle abitudini. Ogni giorno, tornando dalla scuola dell’infanzia, mamma e bimbo vanno a piedi, mano nella mano, come due innamorati e parlano, ďŹ tto ďŹ tto; raccontano, hanno cose importanti da dirsi e si danno tutto il tempo necessario. Tutte le domeniche la mattina il papà – bimbo in spalla – fa una corsa ďŹ no al parco e con lui segue tutto il percorso vita. La sera, ogni sera, la mamma sta ad ascoltare il suo bambino prima che si addormenti che gli racconta “le cose piĂš belle della giornataâ€?. Utilissimo! Chi piĂš ne ha piĂš ne metta, c’è posto per tutte le idee positive. Volendo il tempo si trova.

di Franco Armocida L’Aula Magna del Liceo Artistico Olivieri – in luogo del previsto teatro Sancarlino, rivelatosi insufďŹ ciente per il numero elevato di adesioni pervenute – ha ospitato nei giorni scorsi il convegno “Lo stalking a un anno dalla leggeâ€?, promosso dalla Commissione provinciale pari opportunitĂ e dall’omonimo assessorato della Provincia di Brescia. Si è trattato di un evento principalmente tecnico, le cui tematiche hanno interessato piĂš gli avvocati che un pubblico generale, che non ha comunque disertato i lavori. Fino all’anno scorso e precisamente all’entrata in vigore della L.38 del 23 aprile 2009, l’autore di ‘atti persecutori’ – questa la corretta traduzione e deďŹ nizione dello stalking – non incorreva in alcun tipo di sanzione, mentre adesso, è prevista la reclusione da sei mesi a quattro anni, salvo che i fatti debbano essere inquadrati in piĂš grave reato, con aggravanti in casi particolari. “Le vittime dello stalking sono principalmente donne, in quanto la loro percentuale raggiunge l’89% e i danni che ne derivano sono enormi – ha detto la presidente della Commissione provinciale pari opportunitĂ Anna Rocca – da quelli materiali e psichici a quelli ďŹ sici, che talvolta sfociano in tragedie. Un grave errore in cui spesso ricade la vittima è quello di rimanere in silenzio, mentre oggi la persona offesa può, anche se sarebbe opportuno dire che deve, rivolgersi all’autoritĂ di Pubblica Sicurezza, cui spetta in un primo tempo l’ammonimento dell’autore della condotta lesiva, ma che, in caso di situazioni che lo richiedano, può arrivare anche alla querela, dando cosĂŹ avvio ad un giudizio penaleâ€?. “Dall’entrata in vigore della legge – ha detto l’assessore provinciale Aristide Peli – nella nostra provincia vi sono state 126 denunce che hanno condotto a 43 arresti, dati riferiti al 2009, mentre il 2010 al momento registra 14 arresti. Ăˆ fondamentale comunque, pur se ancora difďŹ cile, data la ‘gioventÚ’ della norma quando, cosa e come debba fare la vittima, perchĂŠ al momento il nostro sforzo è quello di incardinare il tema nelle strutture esistentiâ€?. I lavori sono successivamente entrati nel vivo, dove i vari aspetti della legge sono stati spiegati e dibattuti dai relatori. Il procuratore aggiunto della Repubblica Sandro Raimondi ha dibattuto sulla tutela penale contro lo stalking, mentre il sostituto procuratore Leonardo Lesti è entrato nei dettagli delle indagini e delle misure cautelari penali a tutela della vittima. A Eliana Dolce, anch’essa sostituto procuratore della Repubblica, il bilancio tra prassi applicativa e statistica, mentre Francesca Montereali, primo dirigente della Ps della Questura di Brescia, ha trattato delle attivitĂ di contrasto, precedendo l’avv. Carla Loda, del Foro di Brescia e del direttivo nazionale Aiaf, che si è soffermata su stalking e violenza all’interno della famiglia. Ne è uscito un quadro a tinte diverse, poichĂŠ è innegabile che ora vi è una legge che va rispettata, ma permangono alcune lacune che non ne consentono la piena attuazione. Quando inizia lo stalking? Come uscirne senza arrivare all’aspetto penale? Dove reperire le necessarie risorse? I centri di ascolto speciďŹ ci sono solamente sei in tutta Italia. Tuttavia l’impegno a trovare soluzioni attuabili è molto piĂš sentito di quanto si possa supporre, perchĂŠ i casi denunciati di stalking sono migliaia e a questo reato si può e si deve porre ďŹ ne.

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Cultura e comunicazione Eventi

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Brescia Sabato 2 ottobre

La crisi pesa, ma la Notte Bianca resta L’atteso evento di respiro internazionale legato alla cultura e all’arte quest’anno rinuncia ai momenti di puro spettacolo

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di Mario Leombruno

Forte del successo delle passate edizioni torna anche quest’anno la Notte Bianca dell’arte e della cultura. Certo, l’evento che ha la città di Parigi come ente capofila, è stato ripensato a causa della crisi economica, ma i bresciani potranno comunque godere, dalle 20 alle 2 del mattino, di una straordinaria occasione per conoscere la città e i suoi luoghi più suggestivi che magari le urgenze quotidiane ci hanno impedito di godere in passato. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia, Andrea Arcai. La crisi morde ma la cultura non si ferma. È un modo per ribadire che la cultura non è un costo ma un investimento? Sì, questo è un aspetto che non deve mai essere trascurato. Certo, abbiamo dovuto tener conto delle difficoltà di bilancio che questa crisi economica che tutti stiamo vivendo ha creato e dei vincoli di spesa imposti dal Patto di stabilità, vincoli che penalizzano in particolare i Comuni virtuosi come il nostro. Ciò nonostante, la Notte Bianca resta una priorità cui non abbiamo voluto rinunciare pur ripensandola con meno momenti di puro spettacolo e intrattenimento, quasi un ritorno

La performance in Broletto per la passata Notte Bianca

alle origini, al 2008. La Notte Bianca è legata all’arte e alla cultura e a questo abbiamo voluto restare fedeli. Secondo la formula già conosciuta e promossa dai bresciani di valorizzare tutta la città e non solo il centro storico... Esattamente. A parte il centro che, ovviamente, è il luogo in cui c’è la massima concentrazione di iniziative e di luoghi di interesse, anche quest’anno abbiamo voluto che la città intera partecipasse alla Notte. Tutti i quartieri hanno punti e realtà che meritano di essere valorizzati, dal Museo di Scienze naturali all’Archivio di Stato con i suoi 25 chilometri di documenti sulle vicende della città, e poi le tante biblioteche. Inoltre, abbiamo cercato di legare un evento specifico a ogni luogo per rendere l’incontro più gradevole. Certo, il centro è un concentrato, dalle tante Gallerie d’arte al Museo diocesano alla Loggia a Santa Giulia. In quest’ultima, per esempio, proponiamo una contaminazione del tutto originale: nove giovani artisti bresciani reinterpreteranno il museo e vedremo così il mix tra arte contemporanea molto giovanile e i bellissimi reperti custoditi. Nella Queriniana avrà luogo

un omaggio alla poesia visiva fatta di pittura e bellissime pubblicazioni, un aggancio credo molto suggestivo con il luogo principe della lettura. A proposito di lettura, c’è una interessante novità che è stata realizzata in anticipo rispetto al tradizionale appuntamento. Abbiamo realizzato una vera e propria contaminazione tra la Notte Bianca e la Fiera del libro. Normalmente questo appuntamento con la lettura era in primavera, quest’anno la facciamo in autunno in piazza Duomo. Inaugurata venerdì pomeriggio, la Fiera porterà alla Notte Bianca Federico Moccia. In chiusura parliamo del sito internet dedicato all’evento. L’indirizzo è www.nottebiancabrescia. it. Presenta tutte le informazioni utili, comprese quelle cosiddette “di servizio”: i parcheggi di interscambio, le navette, le altre opportunità di sosta e i prezzi previsti perché per la Notte Bianca il centro sarà tutto pedonalizzato. E poi i luoghi, le iniziative e tutto ciò che è legato all’evento. Tra l’altro mi fa piacere dire che il sito piace molto, anche al Comune capofila, la città di Parigi, che per realizzare il suo si è “ispirata” veramente molto al nostro.

Brescia

L’associazione Capitolium e la grande letteratura

Una sala della Queriniana

In occasione della “Fiera del libro”, l’associazione culturale Capitolium promuove le “Passeggiate letterarie”, due itinerari di cinque tappe ciascuno tra arte, letteratura e musica nei luoghi più suggestivi di Brescia. Il primo percorso prenderà le mosse sabato 2 e domenica 3 ottobre, mentre il secondo avrà luogo sabato 9 e domenica 10 ottobre. Tappa dopo tappa il pubblico sarà guidato tra le pagine immortali dei grandi scrittori legati a Brescia, da Catullo a Manzoni, passando per Dante, Petrarca, Carducci e Foscolo negli edifici e nelle piazze del centro storico. La lettura sarà affidata ad attori e giovani interpreti del Centro universitario teatrale “La stanza” diretto da Candida Toaldo, accompagnati da musicisti professionisti e dagli allievi del corso di musica della scuola media

Marconi. Ogni spettacolo sarà preceduto da una presentazione storico-artistica del luogo che fa da cornice alla rappresentazione. La Biblioteca Queriniana, che ospiterà due appuntamenti, esporrà per l’occasione quattro preziosi volumi manoscritti e a stampa della sua collezione. Entrambi i percorsi si concluderanno in piazza Duomo con l’opportunità per i partecipanti di acquistare i libri in esposizione alla Fiera del libro. L’iniziativa è patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Brescia, grazie al sostegno della Fondazione Asm, Cab e Bcc Agro Bresciano. Il primo itinerario partirà sabato 2 ottobre dal chiostro di San Salvatore alle 14.30 e alle 15.15. L’appuntamento replicherà la domenica successiva. La partecipazione a ciascuna tappa è gratuita. (e.b.)


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Calvisano

Alla ricerca delle origini tra epoca romana e longobarda Calvisano si rivela sempre più come centro di diffusione della cultura nella Bassa orientale. Da anni sta recuperando il proprio patrimonio artistico e ripercorrendo le tappe della propria identità storica che affonda le sue radici nell’antichità romana ma che emerge in maniera più distinta con l’insediamento di un importante nucleo di Longobardi, di cui restano numerose vestigia. Il prossimo 9 ottobre, con inizio alle ore 10, la cittadina della Bassa ospiterà un convegno in cui, partendo dai Longobardi, si analizzeranno alcuni aspetti della sua storia e della sua cultura artistica, esaminando il ruolo delle maggiori famiglie di Calvisano tra Medioevo ed Età moderna e il ruolo di alcuni personaggi che hanno animato la vita culturale bresciana. Nel pomeriggio (ore 14.15) si presenteranno gli Atti del Convegno dello scorso anno “Dal Tardogotico al Manierismo”. Sarà l’occasione per approfondire alcuni aspetti dell’arte, del SeiSettecento (Giuseppe Tortelli) e della devozione. Per partecipare, rivolgersi al Comune di Calvisano o alla Fondazione Civiltà Bresciana (tel.0303774365). (a.z.) Il Trio di Parma: Ivan Rabaglia, Alberto Miodini, Enrico Bronzi

Brescia La Stagione della Società dei Concerti

Dal 7 ottobre al via la 142ª 13 appuntamenti tra solisti della classica ed eccellenti formazioni da camera

I

Il cartellone della 142ª Stagione della Società dei Concerti di Brescia, si sviluppa tra giovedì 7 ottobre 2010 e il 7 aprile 2011. Sono attesi, fra gli altri, la pianista canadese Angela Hewitt, il giovanissimo pianista americano Kit Armstrong, il grande violista russo Yuri Bashmet, il rinomato Trio di Parma, il Quartetto d’archi di Cremona e l’ensemble Capella Savaria. Nonostante il periodo di grave crisi che penalizza duramente le attività musicali, la Società dei Concerti di Brescia punta ancora una volta sulla qualità e sulla tradizione, privilegiando la musica da camera e programmi dedicati ai grandi compositori del Sette e dell’Ottocento: Bach, Vivaldi, Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, Brahms. Il tutto senza escludere qualche incursione nel Novecento, sia sul fronte delle avanguardie storiche (Arnold Schoenberg), sia su quello del repertorio ad alta diffusione popolare (Astor Piazzolla). Come sempre, la maggior parte dei concerti si terrà nell’auditorium San Barnaba in corso Magenta, ma è allo studio la possibilità di portare al teatro Grande

di Marco Bizzarini

almeno una parte degli appuntamenti del 2011. La serata inaugurale di giovedì 7 ottobre (ore 20.45) vede l’atteso ritorno a Brescia del Trio di Parma composto dal pianista Alberto Miodini, dal violinista Ivan Rabaglia e dal violoncellista Enrico Bronzi: in programma l’esecuzione integrale dei Trii con pianoforte di Schumann, autore di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita. Tra gli altri appuntamenti da non perdere, segnaliamo il concerto del Quartetto di Cremona con musiche di Bartók e Beethoven (14 dicembre) e il recital della pianista Angela Hewitt (13 gennaio) con un programma dedicato a Beethoven e Fauré. Per sottoscrivere gli abbonamenti alla stagione (ordinario 200 euro, studenti 90 euro) il botteghino del Teatro Grande resterà aperto dal 4 al 7 ottobre con i consueti orari, dalle 11 alle 14 e dalle 16 alle 19. I biglietti serali si possono invece acquistare direttamente in San Barnaba al prezzo di 25 euro per la serata inaugurale e 20 euro per quelle successive, con opportune riduzioni per bambini, studenti e anziani.

Il palazzo comunale di Calvisano

Brescia

Abbonamenti alla prosa Dal 1° al 9 ottobre (esclusi i giorni 3, 5 e 6) saranno in vendita al Teatro Sociale (via Felice Cavallotti, 20 - ore 11-14 e 16-19) gli Abbonamenti a otto spettacoli serie “gialla” e “azzurra” (che comprendono cinque spettacoli al Sociale, due al Teatro Santa Chiara e uno a scelta della rassegna “Altri Percorsi” oppure lo spettacolo “Lo Scarfalietto” al Sociale). Prezzi degli abbonamenti: da 83 a 138 euro (per l’abbonamento intero) ma sono previste anche agevolazioni per particolari categorie di spettatori. Info: www.ctbteatrostabile.it

Lonato

Tra conferenze e visite “Lonato tra arte e storia” è il titolo del ciclo di conferenze gratuite che, dal 13 ottobre al 27 novembre, si terranno ogni mercoledì sera presso la Sala della musica, nell’attuale sede della Biblioteca civica. Gli incontri sono a cura delle associazioni La Polada e Amici della Fondazione Ugo Da Como, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura di Lonato del Garda, della Biblioteca civica e della Fondazione Ugo Da Como, in collaborazione con l’Osservatorio per il territorio e il paesaggio. A ogni incontro “in aula” seguirà una visita in loco, accompagnata da un docente, da un esperto o una guida professionista.

Lonato, Gussago, Gottolengo

Per imparare a recitare “La Scuola dell’Attore” è un progetto articolato di didattica teatrale fondato nel 1990 da Pietro Arrigoni, organizzato e sviluppato con successo da Il nodo teatro dal 1997. Per l’anno accademico 2010-2011 la scuola sarà presente a Lonato d/G (presentazione il 12 ottobre), Gussago (14 ottobre) e Gottolengo (19 ottobre). In anni di attività la scuola, aperta a tutti, ha permesso ai partecipanti di decidere se l’avventura teatrale poteva diventare un impegno per la vita. La scuola si articola su due anni di corso integrati da un successivo laboratorio sperimentale. Info: 0309109210 (dal lunedì al venerdì) - www.scuoladellattore.it


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Editoria Una nuova collana

La Scuola e l’“Alfabeto dell’educare” La sede dell’Editrice La Scuola

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L’Editrice La Scuola continua a credere nell’importanza di fare educazione e di mettere a disposizione dei pedagogisti e dei docenti, ma anche dei genitori, e degli educatori in genere, strumenti di riflessione e di confronto utili a favorire percorsi di crescita culturale. Anche per questo ha appena varato una nuova collana dal titolo programmatico “Alfabeto dell’educare”, che vuole presentare, in formato agile e con parole accessibili a tutti (dall’educatore al genitore, dal docente al pedagogista), saggi monografici su temi di attualità legati alla sfera dell’educazione nel senso più ampio del termine. Ad aprire la serie, diretta da Paola Bignardi, il volume di Susanna Cancelli (esperta dei processi formativi con particolare attenzione alle competenze comunicative, all’interazione e alla negoziazione interculturale, nonché supervisore di tirocinio nel corso di

laurea in Scienze della formazione primaria presso l’Università Cattolica di Brescia), dal titolo “Il peso delle parole. Linguaggi e comunicazione” (pp. 128, euro 9), un’opera in grado di spiegarci come e perché il linguaggio “parli” di noi più di quanto pensiamo, nella certezza che un termine, un’espressione, uno sguardo, un gesto, persino un silenzio, offrano sempre informazioni sulla nostra personalità all’interlocutore che abbiamo di fronte. Segue poi, di Paola Dal Toso (docente di Storia dell’educazione e della pedagogia all’Università di Verona, oltre che segretario generale della Consulta nazionale delle aggregazioni laicali), “Per una persona sociale. Il valore dell’esperienza e dei luoghi associativi” (pp. 128, euro 9): un libro per riflettere sul senso e sul valore educativo dell’esperienza aggregativa per i giovani, in un tempo dominato da forti individualismi e il dif-

fondersi del disagio sociale. Insomma, pagine che – pur non rinunciando ad aprire nuovi interrogativi – sottendono una premessa: imparare a stare con gli altri rispettandoli e condividendone gli obiettivi è una straordinaria opportunità di formazione per i futuri cittadini. Il terzo titolo che apre la nuova collana dell’Editrice La Scuola è di Giovanni Grandi: Persona felicità educazione. I legami che aiutano a crescere (pp. 144, euro 9,30). L’autore (ricercatore presso il Dipartimento di filosofia dell’Università di Padova e presidente del Centro Studi Jacques Maritain) analizza qui l’educazione a partire dal desiderio, sovente frustrato, di una vita felice e duratura, affrontato alla luce di approcci ben esplorati dall’antropologia cristiana e traendone spunti per decostruire alcuni miti diffusi, rivedere legami e orientamenti, proponendo così una sua visione integrale della persona.

Voce Libri

Essere se stessi VALERIO ALBISETTI PAOLINE, MILANO 2010, EURO 10,50

Come è ribadito nel sottotitolo di quest’opera di Albisetti, essere se stessi è innanzitutto un impegno e solo in un secondo momento può essere difeso come un diritto. Essere se stessi significa aver individuato quella zona profonda della propria anima dove la persona si incontra con ciò che la identifica: ideali, valori e principi. È a partire da questa solidità che la persona perviene alla pienezza. Quindi essere se stessi non è un dato acquisito una volta per tutte, ma piuttosto un viaggio per giungere alla meta, appunto diventare se stessi e sperimentare uno stato di pienezza, al quale tutti siamo chiamati e che, se vogliamo, possiamo raggiungere. Secondo l’Autore per raggiungere questi obiettivi è necessario superare la paura, alimentare la fiducia e ammettere le proprie debolezze. È necessario anche accettare se stessi, coltivare l’indipendenza e la responsabilità personale e acquisire una buona autostima; soprattutto costruire relazioni fatte di lealtà, rispetto e gratuità.

Chi è Gesù per Matteo? GASTONE BOSCOLO MESSAGGERO, PADOVA 2010, EURO 18,00

La lettura attenta del Vangelo di Matteo e il confronto con gli altri sinottici e scritti neotestamentari rivelano che il primo evangelista ha una particolare predilezione per il verbo greco prosérchomai (= avvicinarsi). Matteo lo utilizza con notevole frequenza rispetto agli altri scritti neotestamentari. Gli incontri con Gesù introdotti da questo verbo contribuiscono a manifestare al lettore l’eccezionalità della persona di Gesù e, nello stesso tempo, lo invitano a porsi la domanda sulla sua vera natura e identità. “Prosérchomai” diviene un espediente letterario al quale l’evangelista fa ricorso per presentare Gesù come il Dio con noi in azione e per manifestare la natura di questa presenza: Gesù è in mezzo agli uomini per aiutare, salvare, insegnare, illuminare. Gastone Boscolo, presbitero della diocesi di Padova, è docente di Sacra Scrittura presso la Facoltà teologica del Triveneto (Padova). Collabora con alcune riviste: “Servizio della Parola”, “Parole di Vita”, “Credereoggi”.


LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Brescia

Il Mulino Farsi un’idea

La Fiera del Libro cambia stagione e veste colori autunnali

Alzheimer: malato e familiari di fronte alla perdita del passato

Presentata in Loggia la “Fiera del Libro”, un’iniziativa nata oltre cinquant’anni fa per iniziativa di un gruppo di librai indipendenti e che è diventata in breve tempo una delle principali e più attese manifestazioni dell’agenda culturale bresciana. Organizzata dagli assessorati alla Cultura, al Marketing ed alle Politiche per lo sviluppo del centro cittadino del Comune di Brescia, assieme all’Associazione culturale “Il leggìo”, l’edizione di quest’anno, lasciato il tradizionale periodo primaverile, si terrà dal 1 al 10 ottobre in piazza Paolo VI, in una tensostruttura appositamente allestita. “Il programma è particolarmente nutrito e ricco di novità – ha detto l’assessore alla Cultura Andrea Arcai – e i 10 giorni della manifestazione saranno caratterizzati da incontri con i migliori autori, letture, passeggiate letterarie, dibattiti e confronti. Il cambio di data è stato anche fatto per arricchire la ‘Notte bianca dell’arte e della cultura 2010’ del 2 ottobre, nel cui ambito vi sarà l’incontro con uno degli autori più amati dai giovani, Federico Moccia. Tra i molti eventi – ha aggiunto Arcai – l’anteprima nazionale de ‘L’uomo che amava i cani’, di Leonardo Padura Fuentes, presente l’autore”. “Le restrizioni cui la crisi economica ci ha costretti – ha detto l’assessore al Centro storico Mario Labolani – ci hanno impedito di dare un taglio più ‘bresciano’ a questa edizione, che vedrà comunque i nostri autori ben presenti e che confidiamo di aumentare in futuro”. “La Fiera del Libro è un’altra delle manifestazioni tese al rilancio della città e del suo centro – ha soggiunto l’assessore al Marketing Maurizio Margaroli – e il nostro grazie va a tutte quelle associazioni che ne hanno reso possibile la realizzazione”. Per i primi tre giorni, venerdì, sabato e domenica, vi sarà la concomitanza con la seconda edizione di ‘Piazze d’Europa’, organizzata da Confesercenti, che porterà a Brescia prodotti artigianali ed enogastronomici da tutta Europa. Ai ringraziamenti si è aggiunta la voce della presidenza dell’Associazione ‘Il Leggìo’, in cui Monica Ferrata ha sottolineato “come questa edizione guardi particolarmente ai giovani, con l’intento di avvicinarli sempre più alla lettura. La novità saranno le ‘passeggiate letterarie’ che prevedono due itinerari nel centro storico che ruoteranno attorno ai nomi della letteratura legati ai luoghi toccati”. La manifestazione resterà aperta dalle 9 alle 22 di ogni giorno, fatta eccezione per il 2 ottobre, in cui la chiusura avverrà alle 24. Il programma completo dell’iniziativa è disponibile sul sito www.comune.brescia.it. (fr.a.)

Miriam scelta fra tutte THIERRY LEROY MESSAGGERO, PADOVA 2010, EURO 8,00

“Questa è la storia di una ragazza ebrea di nome Maria”. Sono le prime parole di quest’opera e servono a indicarne subito il contenuto e gli intenti. Si tratta dunque del racconto della vita di Maria, la madre di Gesù; vita di cui poco si conosce, anche se ha ispirato numerosi artisti, poeti, musicisti. Il racconto scorre avvincente come un romanzo. Ma non “romanzato”. L’autore infatti si è ispirato, oltre che ai Vangeli, alle scoperte dell’archeologia, della storia, degli studi biblici. Ma tutta questa “scienza” rimane nel sottofondo, senza appesantire la narrazione. Di Maria viene messo in evidenza l’aspetto “umano”, di ragazza, sposa e madre; le sue vicende s’intrecciano con quelle di altri personaggi, dal carattere e dalla psicologia ben delineati, in un contesto storico e sociale ricostruito con fedeltà. Thierry Leroy è un autore francese specializzato in narrativa giovanile, specie di tematiche religiose. Ha pubblicato altri due libri: “Il Testamento di Luca” e “Il Battista”.

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L’Alzheimer è una forma di demenza senile che altera alcune delle funzioni cognitive più preziose per una persona, come il pensare o il ricordare. Una malattia di lungo periodo che crea sofferenza e paura. Che oltre a produrre effetti diretti sul malato, provoca implicazioni psicologiche anche sui familiari. Dopo anni di ricerca e di esperienza sul campo, Marco Trabucchi (docente di Neuropsicofarmacologia a Roma-Tor Vergata e direttore scientifico del Gruppo di ricerca geriatrica di Brescia) e Angelo Bianchetti (primario dell’Unità di medicina dell’Istituto clinico Sant’Anna di Brescia) raccolgono in un volume le caratteristiche cliniche dell’Alzheimer e le indicazioni necessarie per affrontare i problemi esistenziali quotidiani. Nelle 120 pagine di questo volumetto tascabile di facile per quanto profonda lettura (prezzo euro 9,80), gli autori si soffermano sui sintomi della malattia, sulle possibili cause, sulle terapie, sulle ipotesi di prevenzione. Due esperti che scrivono sull’Alzheimer fornendo consigli ai propri colleghi – i medici devono avere la capacità di guidare pazienti e familiari lungo un percorso fatto, sì, di dolore, ma anche di aspetti positivi – ed evidenziando come le ricerche scientifiche sulla malattia siano un trentesimo di quelle sui tumori a parità di incidenza. Chiudono il volume una serie di informazioni utili sui servizi per la diagnosi, la cura e l’assistenza in Italia, i recapiti delle principali associazioni che si dedicano alla malattia, nonché una rassegna di precedenti pubblicazioni sull’Alzheimer. (m.n.)

Giuseppe da Copertino GIUSEPPE CELSO MATTELLINI MESSAGGERO, PADOVA 2010, EURO 7,50

La scadenza del quarto centenario dalla nascita ha ridestato l’interesse per San Giuseppe da Copertino. Ma l’approccio a questa straordinaria figura che caratterizza la presente opera è senz’altro originale. L’autore ha cercato di mostrare come la santità non può essere separata dall’umanità in cui si radica, intesa come temperamento, carattere, educazione, psicologia. Soprattutto quest’ultima dimensione viene scandagliata, con stile rapido e immediato. La vicenda biografica del “santo dei voli” offre diversi spunti per tale indagine: gli anni duri dell’infanzia, la difficoltà di essere accolto tra i frati e di accedere al sacerdozio anche per certi limiti dell’intelligenza; e poi l’incomprensione da parte dei confratelli e dei superiori, culminata nel processo da parte del Sant’Uffizio e l’esilio ad Assisi. L’unicità della sua esperienza umana è alla base anche dell’originalità della sua esperienza spirituale così ricca di doni straordinari, che la scienza non sa spiegare.


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Cultura e comunicazione

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Televisione Alla ricerca del senso

Informazione o infotainment? Questo il problema

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Da decenni la televisione racconta e spesso crea la realtà. La quotidianità delle persone è strettamente legata a ciò che nasce dallo schermo. Assistiamo a un paradosso: siamo ormai convinti che ciò che accade in tv accada di conseguenza anche nel mondo reale, perché la tv è la realtà, la vera unica realtà in cui viviamo. Ora il nostro mondo è nello schermo, e ciò che non può entrarci sembra mancare di potere e fascino. Il confine che divide la vita dallo spettacolo, la verità dalla finzione, si è da tempo trasformato in una nuvola da attraversare in ogni momento. Informare, educare, intrattenere. Sono i tre obiettivi fondamentali che la “Paleo Tv”, ovvero la televisione delle origini, si è sempre impegnata a raggiungere. Tre strade da percorrere, tre punti di vista per leggere la realtà. Ma la vera essenza della comunicazione televisiva sta nel fondere questi tre mondi in uno solo, un solo prodotto. Fare in modo quindi che l’informazione, oltre a essere efficace, sia utile per la crescita culturale dello spettatore e, nello stesso tempo, sia piacevole e accattivante. Con questo metro di misura è possibile analizzare il mondo dell’informazione televisiva. Nel panorama attuale della televisione italiana la maggior parte dei programmi che si definiscono “di informazione” non fanno altro che attuare la formula televisiva dell’“infotainment”, trasformando l’informazione in intrattenimento, creando uno spettacolo che dia forti emozioni e faccia appassionare il pubblico. Senza più curarsi dei contenuti, della loro validità e soprattutto della loro utilità. Molti telegiornali nazionali rischiano di perdersi in questa deriva sensazionalistica. Non è forse già la realtà stessa l’ingrediente segreto che crea audience? A condizione, ovviamente, che sia raccontata nel modo adeguato… Il reportage cerca di arrivare a questo obiettivo, raccontando storie vere, utili e spettacolari allo stesso tempo. In queste settimane abbiamo potuto apprezzare il lavoro della redazione di “Presa diretta”, programma di approfondimento giornalistico ideato e condotto da Riccardo Iacona. La trasmissione è nata nel febbraio del 2009 e dopo un anno e mezzo è già arrivata alla quarta serie. I reportage proposti offrono pos-

di Alberto Averoldi

sibilità di capire qualcosa di più riguardo alla complessa realtà sociale, culturale ed economica dell’Italia. Dalla gestione della cosa pubblica allo sfruttamento delle risorse energetiche, dal problema dell’evasione fiscale alla crisi economica. Se pensiamo che ogni puntata, dedicata interamente a una tematica, riesce appena a tracciare un quadro generale di quella realtà, capiamo quanto sia diverso fare informazione dal “riportare notizie”, peculiarità questa del telegiornale: una vetrina di immagini, suoni, movimento, che ci convince di aver visto il mondo, ma che non ambisce certo a farcelo conoscere. È l’informazione take-away, veloce e semplice per chi la guarda come per chi la propone. Curare un reportage, invece, richiede molto tempo e molte risorse; per questo motivo tutte le edizioni di programmi come “Presa diretta” o il più famoso “Report” di Milena Gabanelli sono composte da poche puntate e fanno lunghi periodi di pausa dalla programmazione, durante i quali si svolge il vero e proprio lavoro di ricerca e approfondimento delle informazioni. Le repliche delle puntate di “Presa diretta” sono disponibili sul web all’indirizzo www.presadiretta.rai.it.

Riccardo Iacona

SAB

DOM

Rai Due, h. 6.45 TG2 EAT PARADE Una rubrica dedicata al settore alimentare: i trend del momento, i piatti stagionali, con un occhio di riguardo alla salute e alla corretta alimentazione.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS WEEK END La redazione del telegiornale di La 7 ci presenta i più accesi dibattiti politici riguardanti le numerose questioni sociali, culturali e gestionali della cosa pubblica italiana.

Rai Due, h. 7 35 ART ATTACK Dedicato ai più piccoli ma anche ai grandi che vogliono esprimere la loro fantasia. Giovanni Muciaccia ci insegna come sfruttare materiale di scarto casalingo per realizzare utili giochi e per divertirsi con poco.

National Geogr., h. 10.00 MEGA FABBRICHE Canale Sky 402. Serie di interessanti documentari realizzati nei luoghi più incredibili che l’uomo abbia creato: immensi stabilimenti in giro per il mondo dove vengono applicati i più avanzati studi di ingegneria applicata.

Rai Tre, h. 10.20 IL GRAN CONCERTO Rubrica settimanale dedicata alla musica classica. Alessandro Greco gira i migliori teatri d’Italia alla ricerca dei concerti più famosi e spesso originali.

Rai Uno, h. 10.30 A SUA IMMAGINE Rubrica settimanale dedicata alla religione cattolica in Italia. Rosario Carello intervista ospiti dal mondo ecclesiale e laico e propone interessanti servizi sulla vita della Chiesa nel mondo.

Fox Retrò, h. 21.00 MAGNUM P.I. Canale Sky 121. Tornano ad appassionare gli affezionati dei telefilm anni ’80 le avventure dell’ex agente segreto al servizio del milionario J.Q. Higgins. Un poliziesco ricco di azione e divertimento. Discovery Channel, h. 23.00 INGEGNERIA ESTREMA Canale Sky 401. Una serie di interessanti documentari di nuova concezione che ci illustrano le invenzioni più impensabili studiate per migliorare i traffici commerciali e la vita delle persone. Dai giganteschi ponti mobili sul mare alle piattaforme costruite per spostare le navi petroliere…

Cielo, h. 21.00 X-FILES Digitale Terrestre. Telefilm americano che ha appassionato tutto il mondo negli anni ’90, con David Duchovny e Gillian Anderson. Due agenti dell’Fbi sono assegnati a misteriosi casi che hanno a che fare con la sfera paranormale. Lui è un fanatico di avvistamenti Ufo, lei è scettica su molti aspetti del loro lavoro. Storie intriganti e misteri da risolvere. Due puntate a serata.

Tv2000, h. 12.15 ANTIVIRUS Digitale Terrestre. Il poeta e giornalista Davide Rondoni presenta una striscia settimanale dedicata alla poesia. In un quarto d’ora scopriremo scrittori italiani e internazionali, stili e nuove avanguardie poetiche. Comedy Central, h. 15.10 COMEDY SHOW Canale Sky 117. Ogni domenica pomeriggio vengono proposti in versione integrale i migliori spettacoli dei grandi comici italiani contemporanei: da Giobbe Covatta, a Claudio Bisio, da Raul Cremona a Michele Foresta, in arte Mago Forest.

Tv2000, h. 21.00 GLI STATI DEL WELFARE La Duea, casa di produzione di Pupi e Antonio Avati, presenta un’interessante serie di recenti documentari che raccontano la vita nei Paesi europei simbolo di una gestione virtuosa della cosa pubblica: Svezia, Germania, Danimarca e molti altri. Paragoni con la situazione dell’Italia e possibili scenari futuri.


Telecomando

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LUN

MAR

MER

GIOV

VEN

Rai Tre, h. 7.00 TGR BUONGIORNO REGIONE Rubrica dedicata al territorio. Informazioni sulla viabilità e sul meteo, collegamenti in diretta per i fatti del giorno, rubriche e inchieste dedicate al sociale, all’economia e al mondo del lavoro.

Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta uno storico appuntamento quotidiano che si occupa dei consumatori italiani: ogni puntata potremo conoscere le caratteristiche di un alimento di uso comune e scoprire come scegliere la qualità. Oggi si parlerà di insalate invernali: indivia e scarola.

Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Un ottimo telefilm poliziesco ambientato nei sobborghi di Los Angeles. Rick Hunter e la sua collega McCall lavorano per la squadra omicidi.

Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione.

Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla salute. Le ultime notizie riguardanti le scoperte scientifiche applicate alla medicina.

Rai Tre, h. 6.45 ITALIA, ISTRUZIONI PER L’USO Un appuntamento quotidiano di servizio al cittadino: i consigli e i trucchi per riuscire a districarsi nella fitta trama di impedimenti burocratici che l’Italia spesso lamenta.

Tv2000, h. 9.00 LA GRANDE MUSICA Digitale terrestre. Appuntamento quotidiano con i grandi compositori di musica classica. Le registrazioni dei più celebri concerti, realizzati dalle più famose orchestre internazionali.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli ci racconta il secolo appena trascorso attraverso interessanti documentari dedicati ai personaggi e ai fatti più significativi del ’900. Rete Quattro, h. 16.15 INVIATI MOLTO SPECIALI Peter Brackett, affermato giornalista di Chicago, si trova sulla scena di una tragedia con Sabrina Peterson, giovane collega di un quotidiano avversario. Tra i due all’inizio sono scintille, ma poi sono costretti a risolvere insieme un intricato caso… Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Serie Tv degli anni ’90 che racconta le avventure di alcuni ranger che difendono i più deboli dai loschi traffici di pericolosi criminali. Rai Due, h. 21.05 INDIANA JONES E IL TEMPIO MALEDETTO Secondo episodio della saga di Indiana Jones: la storia è ambientata sui monti dell’India: qui l’archeologo, in compagnia del piccolo Shorty e della cantante “Willie”, dovrà rifugiarsi in un tempio dove i seguaci della dea Kalì compiono sacrifici umani…

Rete Quattro, h. 23.25 GANGS OF NEW YORK Ottima pellicola firmata Martin Scorsese, con Leonardo Di Caprio, Liam Neeson e Daniel Day-Lewis. Le origini della moderna America: nel 1846 le strade di New York sono la scena di cruenti scontri fra bande rivali che vogliono conquistare il potere sulla città. Un ragazzo che vuole vendicare l’assassinio del padre riesce a infiltrarsi nella fazione rivale. Per un pubblico adulto.

Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias torna anche per questa stagione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show. La puntata di oggi è dedicata alle carenze linguistiche del popolo italiano. La7, h. 20.00 TG LA7 Riscuote sempre molto successo la nuova edizione del tg di Enrico Mentana, tornato nel mondo dell’informazione televisiva dopo la rottura con Mediaset nel febbraio del 2009. Un giornalismo d’inchiesta che riesce a trovare la sua dimensione nonostante i pochi minuti a disposizione. La7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber cura dal 2008 questa mezz’ora di approfondimento sui temi caldi della politica italiana. Italia Uno, h. 22.10 ALE & FRANZ SKETCH SHOW La coppia di comici più in voga del momento ha uno spazio privilegiato dove esibirsi in divertenti gag comiche.

Rete Quattro, h. 21.10 IL GLADIATORE Kolossal di nuova generazione diretto da Ridley Scott e interpretato da Russell Crowe. La storia di Spartaco rivisitata per il grande schermo: nel 180 d.C. a Roma governa il terribile Commodo, usurpatore del trono del padre, che per mantenere il potere deve liberarsi del valoroso generale Massimo, uccidendo la sua famiglia e deportandolo come schiavo.

Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli della tv degli anni ’90. L’attrice Angela Lansbury è Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli alle prese, in ogni puntata, con casi d’omicidio da risolvere. Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia. Axn, h. 21.00 NEL NOME DEL PADRE Sconvolgente film di denuncia che racconta la vera storia di Gerry Conlon e suo padre, Giuseppe Conlon, entrambi accusati negli anni ’70 di essere terroristi dell’Ira, incarcerati ingiustamente per anni e poi dichiarati innocenti.

Rete Quattro, h. 21.10 BEHIND ENEMY LINES Film di guerra del 2001, con Gene Hackman e Owen Wilson. Guerra dei Balcani. Un pilota della Marina militare sta sorvolando il territorio per scattare delle foto strategiche e viene abbattuto. Si ritrova in territorio nemico, in piena zona di guerra. Un ufficiale decide di aiutarlo e portarlo in salvo.

Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. Rai Tre, h. 21.05 007 – IL DOMANI NON MUORE MAI Film d’avventura del 1997, con Pierce Brosnan e Jonathan Priece. James Bond è incaricato si sventare un complotto ordito da un magnate delle telecomunicazioni: l’uomo vorrebbe scatenare una guerra fra Inghilterra e Cina per poter poi avere l’esclusiva sul racconto televisivo del conflitto… Tv2000, h. 22.00 AD EST DI DOVE? Una serie di documentari realizzati da Pupi Avati che raccontano la vita e la società dei Paesi dell’Est europeo.

Italia Uno, h. 21.10 ROCKY Storico film del 1976, che lanciò la carriera di Sylvester Stallone. Nella periferia di Philadelphia la vita quotidiana di un pugile di serie B che fra un lavoro e l’altro coltiva la passione per la boxe. Arriva l’occasione della vita: sfidare il campione mondiale Apollo Creed per la categoria dei pesi massimi. La fatica e la perseveranza nel conquistare un obiettivo.

Fx, h. 14.05 FRASIER Canale Sky 119. Divertente sitcom americana con Kesley Grammer che racconta la vita privata di uno speaker radiofonico di Seattle. Il mondo snob e sofisticato che lo circonda è spunto per simpatiche gag. Rete Quattro, h. 16.15 EL DORADO Film western con John Wayne e Robert Mitchum. Il pistolero Cole Torton, nonostante gli acciacchi e il vizio dell’alcol, accetta di aiutare uno sceriffo nella battaglia contro alcuni mercenari che trafficano illegalmente bestiame. Tv2000, h. 17.30 TESORI D’ARTE SACRA Un viaggio a puntate per l’Italia delle chiese e dei santuari, alla scoperta delle bellezze artistiche che spesso vengono sottovalutate, ma che fanno parte di un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia. Sky Uno, h. 20.00 DAVID LETTERMAN SHOW Canale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale. In onda la replica della puntata del giorno precedente.

Rai Tre, h. 21.05 UNO SU DUE Film italiano del 2006, con Fabio Volo, Ninetto Davoli e Giuseppe Battiston. Un cinico avvocato rampante di Genova conduce una vita dedita al lavoro, non si accorge di chi ha intorno e vive solo in base ai suoi interessi. Un giorno scopre di avere un tumore. In ospedale incontra un uomo eccezionale che sarà suo compagno di sventura. Un’esperienza che lo cambierà profondamente.


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LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Cultura e comunicazione Radio e Media

Musica Doppio album

Cremonini greatest hits

Q

Quella di Cesare Cremonini è una carriera artistica particolare, segnata da improvvisi quanto azzeccati cambi di direzione. Bolognese, pianistacantante innamoratosi da piccolo dei Queen diventa, dopo l’incontro con l’amico chitarrista Gabriele Gallassi, leader dei Luna pop, una simil boy band frizzante e sbarazzina, artefice nel 1999 del cd “Squérez?”, molto leggero e probabilmente per questo molto ascoltato dai ragazzini, grazie anche alla spinta decisiva del singolo “50 Special” (la canzone della Vespa, ricordate?). Un disco di grande successo, ricco di brani sicuramente piacevoli che mette assieme le due anime della band, quella più legata alle radici italiane e quella figlia del brit pop. Un trionfo, al quale però gli equilibri del gruppo non riescono a reggere. Cesare Cremonini decide di andare da solo, allontanandosi progressivamente dai suoni troppo facili degli esordi. Primo disco da solista nel 2002, “Bagus”, termine indonesiano che indica tutto ciò che è positivo. Il disco successivo è “Maggese” (2005), registrato in parte negli storici Abbey Road Studios di beatlesiana memoria. Grazie a questi due cd Cremonini si svincola dall’immagine artisticamente fragile degli esordi e diventa nel giro di pochi anni un autore sempre amato dal pubblico ma stimato anche dalla critica. Un percorso il suo che ricorda vagamente quello del giovane Jovanotti, seppur

di Ricky Barone

attraverso sonorità e personalità diverse. Se i Luna pop avevano sfondato grazie a brani iper giovanili come “50 Special”, Cremonini nella sua carriera da solista ha cercato di mantenere le sembianze del pop aumentando però il tasso contenutistico dei suoi testi, che seguono di pari passo la sua crescita umana. E dopo quattro album da solista (il 24 novembre 2006, anniversario della morte di Freddy Mercury venne pubblicato il live “1+8+24” e nel 2008 il fortunato album “Il primo bacio sulla luna”) è ora sul mercato la prima compilation della sua carriera, “1999-2010, The greatest hits”. “Mondo” è il primo brano estratto da questo doppio album

che ha conquistato il platino con oltre 30mila download e si è aggiudicato il premio della critica “Mtv the Summer Song”, con il voto unanime di una giuria composta da diversi giornalisti. “1999-2010, The greatest hits”, è uno spaccato sull’evoluzione artistica del cantautore bolognese che ripercorre i suoi primi 10 anni di carriera e ripropone tutte le canzoni più note: “Qualcosa di grande”, “Vorrei”, “Un giorno migliore”, “50 Special”, “Latin lover”, “Padremadre”, “Le tue parole fanno male”, “Maggese”, “Marmellata#25”, “Dicono di me”, “Le sei e ventisei”, “Figlio di un re”, “Il pagliaccio”. Una compilation pubblicata a due anni di distanza dall’album “Il primo bacio sulla luna” e dopo due trionfali tour, che mette in evidenza le qualità di Cesare Cremonini, in questo momento uno dei più carismatici e completi performer della nuova scena musicale italiana.

LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il contenitore della domenica va in onda in due parti, dalle 9 alle 12. All’interno riprendono le rubriche Ecclesia – in collaborazione con gli Uffici diocesani – e un nuovo ciclo di Letture per lo spirito. Continuano i Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine, il commento al Vangelo, l’approfondimento di Primo Piano. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

Web Nuova veste grafica per il settimanale diocesano on line

Il sito di “Voce” valorizza servizi e interattività Da qualche giorno è attivo il nuovo sito www.lavocedelpopolo.it. Nuovo aspetto, nuovi colori, nuove sezioni. La pagina si presenta sostanzialmente simile a quella precedente, con alcune rilevanti

Programmazione

innovazioni. In primis, la sezione dedicata al settimanale cartaceo. È possibile, infatti, scaricare in pdf la copia de “La Voce del Popolo”, oppure sfogliarlo online. In questo modo i lettori avranno la possibilità di immergersi nella lettura, stando comodamente seduti davanti al computer. Sono state inserite, poi, nuove sezioni, tra cui “Previsioni meteo” e “Film nelle Sale della Comunità”, spazio dedicato alle pellicole in programmazione nelle sale cinematografiche che lavorano con Voce Sas, il Servizio diocesano di assistenza sale. Un’altra novità, la webcam sulla città di Brescia attiva 24 ore su 24, grazie alla quale è possibile

ammirare il panorama visto dal Castello. Le altre sezioni rimangono pressoché invariate. Viene dedicato, come sempre, ampio spazio alle notizie. È possibile dare un’occhiata alle 10 notizie che compaiono in prima pagina, oppure selezionare dalla barra arancione la sezione (Editoriali, Ecclesia, Cultura, Paesi e parrocchie, Sport, Popoli e continenti) e leggere le news relative. È sempre presente la sezione dedicata ai freepress che, come il giornale, possono essere sfogliati online. Non manca, poi, il “Vox Populi!”, questionario rivolto direttamente al pubblico. Invariata anche la sezione “Cara Voce” e “Video”. (n.f.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati nella puntata: l’anniversario della nascita di papa Paolo VI; l’inaugurazione del Convitto S. Giorgio; i nuovi diaconi; Agorà: popolo in cammino; e i nuovi palinsesti di Voce Media. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Tra canzoni, giochi, e ospiti in diretta, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.


LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco story

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana -Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Missionaria -Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.45 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con A. Gardenato - mer: Bs music play con R. Barone - giov: Voce live - ven: Soul power con A. Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Tra le pagine di un libro Da lunedì a giovedì 20.30 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Letture: biografie, saggistica e non solo Venerdì 11.39 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Sul filo della memoria Martedì 10.09 Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09

“VOCEGIORNALE” notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. “VOCEFLASH” notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. “RASSEGNA DELLA STAMPA QUOTIDIANA” appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. “ALMANACCO” previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. “STREMADÈS” storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. “TERZA PAGINA” attualità culturale. Mercoledì alle 17. “UNA PROPOSTA MUSICALE AL GIORNO” programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. “TITOLI DI CODA” striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora “MERCATINO” (10.20 - 12.20 - 18.20).i&Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45). Vivilavalle (9 - 12 - 18). ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

“Inception” Con Di Caprio e Marion Cotillard

Il ladro entra dalla finestra del sogno Il regista Nolan si conferma capace di catturare l’attenzione dello spettatore, dopo le prove di “Memento” e “Il cavaliere oscuro”; nella nuova pellicola lo porta in un mondo onirico all’interno della mente umana

Leonardo DiCaprio sul set di “Inception” con Christopher Nolan

PROGRAMMAZIONE Ormai 17enne, Andy si prepara a partire per il college. I giocattoli che lo hanno accompagnato per tanti anni sono in ansia: deve scegliere quali tenere, quali buttare via, quali regalare ai bambini dell’asilo. Andy sembra volere conservare solo il cowboy Woody. Ma all’asilo hanno l’amara sorpresa di vedersi maltrattati come in una prigione. Grazie al coraggio di Woody, tutti tornano insieme...

Shrek fa il padre di famiglia e sembra contento. Ma un giorno il ripetersi delle situazioni quotidiane lo fanno svegliare dal torpore. Sente nostaglia per quando era un vero ‘orco’. Il perfido nano Tremotino ha quindi buon gioco nel convincerlo: Shrek tornerà l’orco di un tempo e in cambio rinuncerà a un giorno della sua vita passata. L’incantesimo è compiuto, ma solo quando incontra l’amico Ciuchino... Shrek e vissero felici e contenti di Mike Mitchell

Toy Story 3 – La grande fuga di Lee Unkrich

North Face di Philipp Stölz

Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 2 ottobre ore 21.00; domenica 3 ottobre ore 15.00, 17.30; LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 2 ottobre ore 20.30; domenica 3 ottobre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 4 ottobre ore 20.30; AURORA – PALAZZOLO: sabato 2 ottobre ore 21.00; domenica 3 ottobre ore 16.00, 20.30; AURORA – RONCADELLE: sabato 2 ottobre ore 20.30; domenica 3 ottobre ore 15.00

Sale della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 3 ottobre ore 15.00; IDEAL – CASTENDOLO: domenica 3 ottobre ore 15.00; AURORA – PAVONE MELLA: domenica 3 ottobre ore 15.00, 20.45.

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 2 ottobre ore 20.45; domenica 3 ottobre ore 20.45; lunedì 4 ottobre ore 20.45.

The blind side di John Lee Hancock

Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo

La prima cosa bella di Paolo Virzì

I mercenari di Sylvester Stallone

20 sigarette di Aureliano Amadei

Sala della Comunità SAN COSTANZO – NAVE: giovedì 7 ottobre ore 20.030

Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 2 ottobre ore 21.00

Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: lunedì 4 ottobre ore 21.00

Sala della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 2 ottobre ore 21.00; domenica 3 ottobre ore 21.00

Sala della comunità SANTA GIULIA – VILL. PREALPINO: domenica 3 ottobre ore 20.45; martedì 5 ottobre ore 20.45

CINEFORUM

CINEFORUM

CINEFORUM


LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

C

di Nicola Rocchi

Christopher Nolan è un geniale inventore di intricati congegni narrativi. Con “Inception” aggiunge alla sua collezione – che comprende almeno due magnifici film, “Memento” e “Il cavaliere oscuro” – un marchingegno ottimamente oliato: capace di tenere l’attenzione degli spettatori appesa alla caduta di un furgone da un ponte, dilatata per un tempo che sarebbe inimmaginabile nella realtà ma che è del tutto credibile nell’universo creato dal regista. Ci muoviamo infatti sull’impalpabile telone dei sogni, dove in pochi minuti di sonno si può proiettare la storia

di una vita. Il protagonista, Dom Cobb (Leonardo Di Caprio), in questa materia si muove a suo agio: specializzato nel furto di informazioni, le carpisce ai suoi bersagli insinuandosi nei loro sogni e spingendoli a svelare segreti che da svegli terrebbero per sé. Fatta salva l’ambientazione onirica, il film si sviluppa come la più classica delle storie di ladri: c’è un grande colpo da organizzare e nella parte introduttiva – piuttosto prolissa – Dom riunisce e addestra la squadra che dovrà compiere l’impresa. Spiega con calma quello che sta per fare e come lo farà: si trat-

ta di entrare nella mente di Robert Fischer jr. (Cillian Murphy), erede di un impero finanziario, e impiantarvi la convinzione che le proprietà devono essere smembrate. Ad avvantaggiarsene sarà il rivale in affari Saito (Ken Watanabe), che in cambio garantisce a Dom la possibilità di rientrare negli Stati Uniti, da dove è fuggito perché accusato di omicidio. Dom imbarca nel gruppo Ariadne (Ellen Page), un architetto capace di creare mondi labirintici che diventano le scenografie dei sogni in cui i personaggi si muovono. La sequenza in cui Di Caprio e la sua aiutante si allenano in una Parigi manipolata come un cubo di Rubik è il momento più sorprendente del film. Che è affascinante nella parte meccanica – il gruppo deve sprofondare nell’inconscio di Fischer, incastrando e sincronizzando tra loro tre strati di so-

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gni – ma un po’ deludente proprio nel modo di rappresentare l’ambiente nel quale ci introduce. Con l’inconscio, si sa, c’è poco da scherzare. È descritto in genere come un magma oscuro, imprevedibile e caotico. Nella versione di Nolan, però, il pericolo si riduce a una serie ripetitiva di inseguimenti, con i protagonisti incalzati da “anticorpi killer” che – poiché siamo in uno spazio del tutto mentale – non fanno mai realmente fremere per la loro sorte. Tra alberghi di lusso, scale che finiscono nel nulla e fortezze sulla neve che citano la saga di James Bond, l’unico vero rischio viene dall’amore: quello di Dom per la moglie defunta (Marion Cotillard), che si insinua nelle sue avventure e lo incatena in un sogno più affascinante della vita, in una vertigine del sentimento che avrebbe meritato più spazio e attenzione.

L’uomo che verrà di Giorgio Diritti

Resident Evill: Afterlife di Paul W. S. Anderson

Eclipse di David Slade

L’apprendista stregone di Jon Turteltaub

The karate kid – La leggenda... di Harald Zwart

Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI (in digitale con microcinema): sabato 2 ottobre ore 20.30

Sala della comunità AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 2 ottobre ore 21.00; domenica 3 ottobre ore 21.00; lunedì 4 ottobre ore 21.00.

Sala della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 2 ottobre ore 20.30; domenica 3 ottobre ore 14.30, 20.30

Sale della comunità EDEN – ESINE: venerdì 1 ottobre ore 20.30; sabato 2 ottobre ore 20.30; domenica 3 ottobre ore 20.30; LA ROCCA - SABBIO CHIESE: sabato 2 ottobre ore 21.00; domenica 3 ottobre ore 15.00, 21.00

Sale della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 1 ottobre ore 20.45; sabato 2 ottobre ore 20.45; domenica 3 ottobre ore 20.45; GLORIA - MONTICHIARI: domenica 3 ottobre ore 15.00, 21.00; lunedì 4 ottobre ore 21.00

SERATA DEDICATA A CARLO MISSIDENTI

Il reale va bene, l'interessante è meglio RICK K STANLEY KUBRICK VOCE S.A.S.

Roncadelle Anche una proiezione per i sacerdoti

Diocesi di Brescia Ottobre 2010

Anteprima di “Uomini di Dio” Il titolo originale è “Des hommes et des dieux” di Xavier Beauvois. A Cannes è stato accolto con applausi e in Francia ha avuto successo anche al botteghino. La storia è vera: un monastero in mezzo ai monti del Maghreb, anni ‘90. Otto monaci cistercensi francesi vivono serenamente in mezzo alla popolazione musulmana di un vicino villaggio, aiutando le persone con la medicina e dando loro ciò che manca e di cui hanno bisogno. Il massacro di un gruppo di operai stranieri porta scompiglio e panico tra gli abitanti del villaggio. Le autorità locali cercano di dare ai monaci una protezione, ma costoro rifiutano la proposta e poco tempo dopo ricevono la visita di un gruppo integralista, capeggiato da Ali Fayattia, che rivendica di essere l’autore del massa-

cro. Da quel momento la vita dei monaci non sarà più la stessa, fino alla necessaria presa di posizione... Il finale tragico si conosce già visto che i fatti sono stati cronaca nel 1996 e i monaci definiti martiri. Due le proiezioni in programma in anteprima nazionale; il film uscirà solo il 22 ottobre. Lunedì 11 ottobre presso la Sala della Comunità Aurora di Roncadelle alle 20.30; sono invitati i responsabili dei gruppi missionari e delle Sale della Comunità. Introdurranno la proiezione don Italo Uberti sulla pellicola e p. Mario Menin dei Saveriani con un intervento “Il senso del martirio nel cristianesimo oggi”. Martedì 12 ottobre alle 9.15 sono invitati i sacerdoti; presentazione e poi intervento sul tema “Il senso del martirio nel sacerdozio oggi”.

Sala della Comunità

La Sala della Comunità del Villaggio Sereno

IL FILM DEL MESE Adèle e l'enigma del faraone

PROGRAMMAZIONE Tutti i film programmati nelle Sale della Comunità

I CINEFORUM I film d'essai nelle Sale della Comunità di Desenzano, Nave e Lovere

SIPARIO La compagnia teatrale "Uno di noi"

Ritorna SdC In distribuzione gratuita il numero di ottobre. Presentata la Sala del Villaggio Sereno, la programmazione...

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ORGANIZZAZIONE:

CON IL PATROCINIO DI: Centro Studi Ecologia ed Ambiente Istituto Tecnico Professionale dal 1993 al servizio dell’Ambiente

SEDE DEL CORSO: Comune di Brescia

Collegio dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Brescia

Ordine degli Architetti, PianiďŹ catori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia

In ottemperanza alle nuove Direttive Comunitarie e viste le recenti novitĂ legislative sui riďŹ uti a cui devono rispondere le Industrie, Aziende Pubbliche e Private, Enti e Studi Professionali di Brescia e Provincia, informiamo: L’ORGANIZZAZIONE DEL:

CORSO DI FORMAZIONE PER

“CONSULENTE AMBIENTALE� Il programma del Corso, curato da docenti altamente qualificati (Funzionari e Dirigenti della Provincia di Brescia, Tecnici specializzati che operano nel settore pubblico di Brescia e Provincia e i migliori professionisti in campo ambientale della Regione Lombardia) prevede l’analisi e la discussione delle principali tematiche ambientali con approfondimenti tecnici e normativi: RIFIUTI : Inquadramento legislativo e tecnologie di smaltimento e recupero, RUMORE : Inquinamento acustico, normativa di riferimento, misurazioni e raccolta differenziata, autorizzazioni e iter amministrativi, sanzioni. Sistema di gestione degli imballaggi e piattaforme CONAI. Compilazione nuovo MUD � SISTRI.

ACQUA : Normativa di riferimento, tutela e ciclo delle acque, valutazione dell’inquinamento, processi depurativi, autorizzazioni allo scarico, sanzioni. ARIA : Emissioni in atmosfera, normativa e tecnologie di abbattimento degli inquinanti.

FONTI RINNOVABILI : nuove tecnologie di risparmio energetico, solare termico, fotovoltaico, eolico, ecc

tecnologie di protezione. INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO : Normativa e aspetti tecnici.

SUOLO : Bonifiche siti inquinati. Amianto. Impianti Termici, Energia e Stoccaggio Oli Minerali. Industrie a rischio di incidente rilevante.

VIA : Valutazione di impatto ambientale – legislazione di riferimento e applicazioni tecniche. CERTIFICAZIONI AMBIENTALI : ISO 14001, regolamento EMAS, ECOLABEL ecc.

IPPC : Prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento. DIRETTIVE CEE, Normative Statali e Specifiche Regionali.

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INIZIO DEL CORSO: Sabato 23 Ottobre 2010 presso CNA (Confederazione dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) in Via Orzinuovi n° 3 in Brescia. (Parcheggio interno gratuito riservato ai partecipanti al Corso).

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Tutti gli interessati alla Professione, che desiderano partecipare alla selezione motivazionale, dove verrĂ mostrato il programma dettagliato del Corso con l’elenco docenti, possono rivolgersi: all’CENTRO STUDI ECOLOGIA ED AMBIENTE (Istituto Tecnico Professionale ) tel. 0523-941406 (PC) dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19, compreso sabato mattina dalle 9,30 alle 12,30. Requisito minimo di accesso: Diploma di Scuola Media Superiore. Il corso viene effettuato in esclusiva in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Veneto. IL CORSO Ăˆ CERTIFICANTE PER CREDITI FORMATIVI DEI COLLEGI E DEGLI ORDINI PROFESSIONALI 5HVSRQVDELOH GHOOD 6HOH]LRQH H &RRUGLQDWRUH GHO &RUVR ,QJ (QULFR 6jODPD ,O &RUVR SUHYHGH XQD TXRWD GL SDUWHFLSD]LRQH HG q D QXPHUR FKLXVR

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LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Famiglia Una nuova proposta

Un “fattore” per un fisco amico Il Forum delle associazioni familiari ha lanciato un’idea che supera, semplificandolo, il già noto “quoziente”. La famiglia non può essere tassata senza tenere conto di alcune situazioni come il numero dei suoi componenti

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“Tutti riconoscono che l’attuale sistema fiscale è iniquo verso le famiglie con figli, che occorrono interventi di sostegno alla natalità e alla responsabilità familiare, che la famiglia è una risorsa insostituibile di coesione sociale, fiducia e sviluppo economico. È ora di passare dalle parole ai fatti”. Con questa motivazione, il Forum delle associazioni familiari ha lanciato nei giorni scorsi una nuova proposta di riforma del sistema fiscale, il “Fattorefamiglia”, capace di “costruire un

Presentato nei giorni scorsi

Parte il “Microcredito per Brescia”

a cura di Massimo Venturelli

sistema finalmente equo per le famiglie con carichi familiari, e capace di valorizzare il grande dibattito sul quoziente familiare in corso, superandone i limiti”. “Il ‘Fattorefamiglia’ – si legge in una nota – modifica l’attuale sistema facendo sì che a parità di reddito, una famiglia con tre figli paghi meno tasse rispetto a una famiglia che non ha figli; esso può inoltre riconoscere altri fattori di difficoltà familiare (quale, ad esempio, presenza di disabili), sostenendo così la famiglia

nei suoi compiti di cura. Il ‘Fattorefamiglia’ introduce una ‘no tax area familiare’ determinata dai costi di mantenimento e accrescimento dei singoli componenti del nucleo familiare. La ‘no tax area’ si calcola moltiplicando il costo di mantenimento del dichiarante per un coefficiente (il ‘Fattorefamiglia’, appunto) dedotto da una scala di equivalenza definita dal numero dei componenti e dalle problematiche del nucleo; adotta il criterio della quota fissa: la quota di reddito sarà esente dalla tassazione dell’aliquota più bassa (oggi il 23%); adotta criteri oggettivi e aggiornabili anno per anno per misurare la no tax area. In particolare adotta la soglia di povertà misurata dall’Istat annualmente (circa 7000 euro per persona sola, oggi). Usa un ‘coefficiente familiare’ progressivo rispetto al numero di figli: in altre parole il peso dei figli viene adeguatamente riconosciuto (oltre il doppio di quanto faccia og-

È stato presentato nei giorni scorsi il progetto “Microcredito per Brescia”, uno strumento di accesso al credito finalizzato alla creazione di micro realtà economiche sostenute da giovani, donne, immigrati o soggetti che abbiano perso il posto di lavoro. Soggetti, insomma, che difficilmente potrebbero accedere ai normali strumenti di finaziamento. Il microcredito erogato grazie al progetto (sino a 10mila euro rimborsabili tra i 12 e i 48 mesi) può essere utilizzato per l’acquisto di strumenti di lavoro e di tutto quanto necessario dall’avvio di una attività lavorativa o per accedere alla formazione professionale. A Brescia il progetto è giunto grazie a Permico, una società specializzata in microcredito nata a Torino e operante su tutto il territorio nazionale, partecipata anche da Ubi Banca. Nel Bresciano il progetto è sostenuto, anche dal punto di vista finanziario da Cisl, Acli, Fondazione Comunità Bresciana, Banco di Brescia e Caritas, realtà diocesana che da tempo è impegnata sul versante del microcredito. Ogni

gi l’Isee). Fissa il reddito familiare a livello nazionale, in modo universalistico, e offre al federalismo fiscale una misura della ricchezza familiare che assicura parità di trattamento a livello nazionale”. Il ‘Fattore famiglia” lanciato dal Forum delle associazioni familiari sostituisce quel quoziente familiare di cui a lungo si è discusso senza che i governi succedutisi negli anni l’abbiano mai di fatto preso seriamente in considerazione. “Tanti – affermano dal Forum – hanno parlato di quoziente familiare sonza di fatto conoscerne sino in fondo il significato”. Per semplificare la discussione (e magari favorirne l’adozione) è stata introdotta la già ricordata “no tax area”, sistema per assecondare anche il dettame costituzionale che all’art.53 afferma che ciascuno deve contribuire alle spese pubbliche (attraverso il prelievo fiscale, ndr.) in ragione della loro capacità contributiva, ispirata a criteri di progressività.

realtà partecipante ha contribuito con 10mila euro alla creazione di un fondo di garanzia, poi raddoppiato da Permico. È stato così costituito un plafond con cui finanziare 10 attività imprenditoriali. L’iniziativa, come è stato più volte in occasione della presentazione, va ben oltre i suoi significati bancari e cerca di rispondere con criteri nuovi ai bisogni creati dalla crisi economica che ancora non ne vuole sapere di mollare la presa. Nell’illustrazione del progetto sono state sottolineate anche le modalità per accedere allo stesso. Possono così avanzare richiesta di finanziamento i residenti in provincia di Brescia che intendano avviare un’impresa e che appartengono a quelle categorie deboli ricordate in apertura. Il progetto, ovviamente, è sperimentale e in caso di successo, come è stato evidenziato, potrebbe addirittura essere incrementato nella sua dotazione per accogliere un numero maggiore di richiesta di finanziamento. Ampia soddisfazione è stata espressa da tutti i soggetti che hanno reso possibile l’iniziativa a Brescia.


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Economia e lavoro Franciacorta in Bianco

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Castegnato Dall’8 al 10 ottobre e

Franciacorta in Bianco numero 15 100 espositori e oltre 400 formaggi in vetrina a tra convegni e degustazioni ni

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Irrinunciabile appuntamento per appassionati e operatori del settore lattiero-caseario, “Franciacorta in Bianco” si appresta a celebrare la sua 15ª edizione. A Castegnato, infatti, stanno lavoramdo a pieno ritmo per fare in modo che tutto sia pronto per l’avvio della manifestazione fissato per l’8 ottobre prossimo. Nata nel 1996 per valorizzare il latte prodotto dagli allevatori bresciani, “Franciacorta in Bianco” si è via via sviluppata, fino a divenire, secondo l’autorevole opinione di Corrado Barberis, presidente

di Massimo Venturelli

dell’Istituto nazionale di sociologia rurale, la più autorevole rassegna dell’arte casearia nazionale. A Castegnato la macchina organizzativa, formata dal Comune e dall’azienda Castegnato servizi, sta mettendo a punto gli ultimi dettagli della manifestazione. Saranno un centinaio gli espositori, 400 le tipologie di formaggi, prodotti eccezionali per qualità e ricercatezza, che accompagneranno i visitatori in un viaggio ideale tra sperdute malghe, consorzi di tutela dei più prestigiosi formaggi, importanti

aziende e piccoli casari, alla scoperta dei sapori più autentici e genuini della nostra tradizione gastronomica. “Franciacorta in Bianco” aprirà ufficialmente i battenti alle 19 di venerdì 8 ottobre. Nel corso di questa prima serata i visitatori potranno accedere gratuitamente negli spazi espositivi allestiti. Sabato 9 la rassegna riaprirà i battenti con il convegno storico-culturale, alle 10.30, su “Lo sta’el del Gaì, un formaggio dell’alta Valle Camonica”. A seguire si terrà la consegna del premio “Alla memoria ing. Aldo Artioli”, giunto alla seconda edizione, e del terzo premio gionalistico “La Fasera”. Nel pomeriggio, con inizio alle 15.30, un nuovo convegno, questa volta di taglio scientifico, su “La salute parte dal latte”. Alle 17 una lezione di golosità con il “Gelato show” e la 1ª edizio-

ne del concorso nazionale “Il miglior yogurt di fattoria”, promosso (come si legge in altra parte del giornale) da Bevilatte e Onaf. Il programma della giornata di domenica 10 ottobre prevede alle 11 la presentazione e la degustazione di formaggi del mondo in abbinamento con i vini bresciani. A seguire la 12ª edizione del concorso nazionale “Assaggio formaggi a latte vaccino-ovino-caprino” e la premiazione del “Miglior yogurt di fattoria”. Alle 15.30 si terrà il talk show “La carta dei formaggi: i carrelli più gustosi del paese” e, alle 17.30, la presentazione e la degustazione di formaggi cretesi in abbinamento a vini di Franciacorta. Nel corso delle giornate di apertura non mancheranno le degustazioni guidate, al prezzo di cinque euro e solo su prenotazione (tel. 030/2146881-3).


Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

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Concorsi Una singolare proposta

Qual è il miglior yogurt prodotto in fattoria? A Franciacorta in Bianco la prima edizione di una iniziativa pensata da Bevilatte

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Sempre più aziende propongono presso i loro spacci o nei propri distributori automatici, oltre al latte crudo, anche lo yogurt di fattoria, cioè simpatici barattoli di questo prodotto, da bere o da mangiare, ad esempio al gusto naturale, o alla frutta, prodotti rigorosamente da aziende agricole locali. In questo modo il consumatore trova presso i distributori di latte nuovi prodotti, sani, genuini e di origine certa. “Questa iniziativa – dice Fausto Cavalli, amministratore di Bevilatte, l’agenzia di servizi per l’agricoltu-

a cura di VoceMedia Pubblicità

ra –, così come l’idea di vendere latte crudo con distributori automatici in piazza, è stata da noi proposta con sempre maggior successo agli allevatori locali”. L’obiettivo dell’iniziativa lanciata da Bevilatte è quello di promuovere i prodotti degli agricoltori, favorendo l’incontro con i consumatori. Così, oltre al latte e allo yogurt commercializzati direttamente dagli stessi produttori, Bevilatte ha realizzato alcuni Mercati contadini, a Ghedi, Iseo, Montichiari e Gussago, dove è possibile acquistare prodotti locali

con un occhio al risparmio. “Nasce con questi presupposti – prosegue Cavalli – l’idea di valorizzare tramite uno specifico concorso lo yogurt prodotto dagli agricoltori”. Così in occasione della 15ª edizione di “Franciacorta in bianco”, e in collaborazione con Castegnato Servizi srl e l’Onaf, Bevilatte ha indetto la prima edizione del concorso “Miglior yogurt di fattoria”, riservato alle sole aziende agricole con propria produzione e trasformazione. Il concorso avrà luogo nella sede della rassegna con una selezione dei prodotti provenienti dai diversi ambiti del territorio italiano. Le aziende partecipanti saranno una ventina, con più di 50 yogurt in gara, suddivisi nelle specifiche categorie di gusto: naturale o frutti di bosco di vacca o di capra, alla liquirizia con

latte di vacca. Bevilatte ha pensato la proposta con l’intento di valorizzare i migliori yogurt prodotti direttamente dalle aziende agricole e provenienti dai diversi ambiti del territorio italiano. Altro intento del concorso è quello di stimolare i produttori al miglioramento della qualità del prodotto e alla diversificazione delle produzioni aziendali. Favorire il confronto tra produttori e promuovere lo yogurt di fattoria presso i consumatori sono altri due obiettivi che il concorso che animerà la giornate di “Franciacorta in Bianco” si è proposto. A giudicare i prodotti che parteciperanno al concorso sarà una giuria composta da assaaggiatori nominati da Bevilatte tra esperti assaggiatori dell’Onaf e qualificati rappresentanti del mondo del latte.

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Economia e lavoro Franciacorta in Bianco

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Ome L’esperienza di un’azienda agricola

Una filiera nel nome degli Angeli L’esperienza della famiglia Musatti conosciuta oltre i confini di Franciacorta

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Quando la scelta della denominazione può prestarsi a diverse intrepretazioni. Chiamare un agriturismo “I due Angeli” può essere segno di un profondo legame con il cielo (e anche questo, probabilmente può starci). Più semplicemente la famiglia Musatti ha scelto questa denominazione per la propria attività in quel di Ome perché nonno e nipote portano il nome Angelo. L’azienda agricola “I due Angeli” per la sua posizione è comunque a portata di cielo, dal momenti che dalle colli-

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ne di Ome si affaccia su una splendida balconata naturale. È nata nel 2001 quando Giuseppe e Adelaide, figlio e nuora di uno dei due “Angeli”, hanno scelto di cambiare vita, avviando una attività agricola su un appezzamento di 20 ettari che i Musatti possedevano a Ome. Lo “start up” è stato con l’azienda agricola e con l’acquisto di quattro mucche a Brunico, quattro esemplari di “pezzata rossa”. Una razza, quella scelta, che produce ottimo latte e buona carne. Oggi l’azienda di Ome è una

delle 10 realtà di tutto il territorio nazionale in cui si allevano le pezzate rosse. Latte, derivati e carni sono messe in vendita nello spaccio aziendale e vanno a costituire anche la materia prima dell’attività agrituristica. L’azienda agricola di Ome conta oggi su una trentina di capi (“tutti rigorosamente iscritti al registro genealogico” affermano) permettono ai Musatti di lavorare tutto il latte e di trasformarlo nel caseificio di famiglia in formaggi di tutte le tipologie, al fresco allo stagionato ma sempre e rigorosamente marchiato “pezzata rossa”. A fianco di formaggi e carne l’azienda agricola puà vantare anche la produzione di vino rosso Curtefranca, grazie a cinque ettari di vite. In questo modo la famiglia Musatti riesce prati-

camente a realizzare l’intera filiera agroalimentare con risultati che sono facilmente valutabili. Non è solo lo spaccio aziendale a essere diventato un punto di riferimento per chi è alla ricerca di prodotti genuini e di qualità. Anche l’agriturismo “I due Angeli” ha ormai conquistato una visibilità e un gradimento che va ben oltre gli ambiti della Franciacorta. La qualità della sua cucina e la capacità di chi vi lavora di utilizzare al meglio le carni e i formaggi prodotti dall’azienda agricola sono i biglietti da visita dell’azienda. Per una attività che può contare su una vita che non arriva al decennio si tratta di risultati importanti, traguardi che toccherà al secondo dei “due Angeli” (il nipote) migliorare con la stessa passione dei nonni e dei genitori.


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Scuola Una presenza a Castegnato

Turismo a servizio... del formaggio L’istituto Euroscuola invierà alcuni suoi studenti a “Franciacorta in Bianco”

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Come ogni anno l’istituto Euroscuola di Brescia parteciperà all’evento “Franciacorta in Bianco” che si terrà dall’8 al 10 ottobre presso il polo fieristico di via 2 Giugno a Castegnato. Grazie alla disponibilità della direzione gli studenti che frequentano il corso per conseguire il diploma di perito del turismo supporteranno la Segreteria organizzativa durante la manifestazione, e acquisiranno così ulteriori crediti formativi utili per il curriculum scolastico. Manifestazione nata 15 anni fa con l’intento di

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valorizzare il latte e i suoi derivati e divenuta ormai la più autorevole rassegna d’arte casearia nazionale, “Franciacorta in Bianco” rappresenta dunque un’ottima occasione per conoscere e gustare formaggi di straordinaria qualità, e per scoprire le bellezze di un territorio ricco di storia e di tradizioni come la Franciacorta. Gli studenti di Euroscuola affiancheranno dunque gli organizzatori in questa kermesse gastronomica durante i tre giorni della manifestazione, assumendo mansioni

differenti. Alcuni studenti saranno presenti alle casse della manifestazione come supporto, altri saranno addetti al punto informazioni della fiera, distribuendo materiale illustrativo e fornendo informazioni utili ai visitatori anche in lingua straniera (inglese, francese e spagnolo). Gli studenti della classe V turismo saranno invece disponibili come hostess e steward della manifestazione, presenziando anche agli interessanti convegni che si terranno nel corso delle tre giornate. “Lo Sta’el dei Gaì, un formaggio dell’alta Valle Camonica”, “La salute parte dal latte”, “La carta dei formaggi: i carrelli più gustosi della Lombardia” sono i titoli degli appuntamenti che diventeranno occasioni d’incontro, confronto e scambio con

scienziati, nutrizionisti, giornalisti ed esperti del settore. Un gruppo di studenti affiancherà inoltre l’organizzazione nello svolgimento del concorso “Miglior yogurt di fattoria 2010”, un’ ulteriore iniziativa curiosa da segnalare per il 15° anniversario della manifestazione, promossa da Bevilatte, agenzia di servizi per l’Agricoltura, Onaf sezione locale e Mercato contadino. Gli studenti di Euroscuola porteranno dunque la loro conoscenza, acquisita durante un percorso scolastico fatto di studio e sacrificio, ma anche la loro competenza pratica acquisita negli anni partecipando con serietà e professionalità a innumerevoli eventi e manifestazioni del territorio bresciano e lombardo. Sicuramente, porteranno anche il loro sorriso.

Az.agr. BIOBIÒ di Rizzardini dott.ssa Sara L’azienda agricola BIOBIO’ è un’azienda a REGIME BIOLOGICO situata a: Vobarno(BS) via Ardiccio 29 Tel 0365 61624 cell.3358446710 email info@aziendaagricolabiobio.eu Dove trovarci: •Mercato Meglio Bio Cascina Maggia a Brescia in via della Maggia 3, tutti i sabato mattina •Mercato produttori lungolago Salò tutti i martedì mattina

I FORMAGGI: primo sale, formaggio stagionato di montagna, ricotta e il caprino. La CARNE: ottenuta dai vitelli nati e cresciuti nelle nostre stalle. Le FATTORIE DIDATTICHE

Il LATTE CRUDO prodotto dalle nostre vacche viene venduto attraverso i distributori automatici Vobarno (via Ardiccio), Moniga del Garda (p.zza San Martino) e Manerba del Garda (Crociale).


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Economia e lavoro Settimane della gastronomia

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Valle Camonica La 9ª edizione

Settimane tra gastronomia e territorio L’iniziativa vede coinvolte molte realtà camune. In programma anche visite culturali

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Ha preso il via il 25 settembre scorso la 9ª edizione delle “Settimane della gastronomia camuna”, sei settimane di alta gastronomia che si protrarranno sino al 7 novembre in Valle Camonica. La rassegna, organizzata da Fiepet Confesercenti e dal Gruppo Ristoratori Valle Camonica con il sostegno della Comunità montana di Valle Camonica, della Camera di Commercio, della Provincia di Brescia e con il patrocinio della Regione Lombardia, è resa possibile grazie alla partecipazione numerosa dei

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ristoratori e dei gestori di rifugi che proporranno menù ad hoc composti da ricette antiche della tradizione camuna rielaborate dalla fantasia dei diversi chef. Protagonisti delle “settimane” saranno i prodotti tipici della zona della Valle Camonica quali: formaggi, salumi, casoncelli, salmì di cervo, stracotto d’asino, polenta, e molti altri ancora. Al fianco dei gustosi piaceri gastronomici non mancherà quest’anno un’attenzione al prezzo: infatti i menù proposti dai ristoranti punteranno sulla grande qualità dei

prodotti e sulla provenienza esclusivamente valligiana, mantenendo però un prezzo accessibile a tutti. A far da cornice alla rassegna non mancheranno una serie di eventi collaterali: escursioni, passeggiate, degustazioni, visite guidate, feste, incontri tecnici e convegni, tra cui il convegno organizzato dalla Condotta di Slow Food di Vallecamonica il 30 ottobre 2010 e la grande festa della polenta che si svolgerà in tutti i ristoranti convenzionati. La rassegna non è solo gastronomia. Gli organizzatori hanno sempre accompagnato il momento del gusto nei ristoranti e trattorie alle occasioni di conoscenza del territorio e dei prodotti di qualità che in Valle Camonica si producono. Numerosi gli incontri il cui programma si può trovare sul sito web www.ga-

stronomiabresciana.it oppure telefonando alla segreteria Confesercenti tel. 030/2421697. Tra i tanti sono da ricordare le tradizionali passeggiate che porteranno sabato 2 ottobre a visitare l’azienda agrituristica Le Frise ad Artogne, con partenza alle 14.15 presso il campanile della chiesetta all’ingresso del paese. Per domenica 17 ottobre è in programma la visita della Concarena mentre sabato 16, alle ore 14.30 si visiterà la chiesa di Santa Maria ad Esine con gli affreschi di Pietro da Cemmo. A chiudere la manifestazione, come da tradizione, è in programma una cena di gala a scopo benefico che si terrà alla Terme di Boario il 15 novembre e il cui ricavato andrà a sostegno delle onlus camune Pia Fondazione e Anffas.


camuna Paesi e parrocchie Bassa

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Associazioni Una realtà per valorizzare la Valle

Ristorazione, formazione e promozione Questi gli impegni che comporta l’associazione al gruppo che organizza le “Settimane”

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Costituito nell’ambito della Fiepet, la Federazione italiana esercenti pubblici e turistici, aderente alla Confesercenti, il “Gruppo ristoratori Valle Camonica” è fra i promotori delle Settimane enogastronomiche camune. Il gruppo si propone di attivare ogni iniziativa utile alla valorizzazione, alla promozione e alla tutela della ristorazione di qualità. Rientrano in questa prospettiva l’utilizzo dei prodotti agroalimentari locali e quelle azioni atte a favorire la produzione sul territorio della

Comunità di tutti quei prodotti che possono risultare utili alla enogastronomia ed alle espressioni culinarie tradizionali e/o innovative degli aderenti. Il gruppo si fa anche carico dell’organizzazione di manifestazioni, convegni, tavole rotonde, corsi di cucina, eventi, dimostrazioni, occasioni conviviali e ogni altra iniziativa di carattere culturale e informativo volta a divulgare, sostenere e affermare le produzioni agroalimentari locali e la ristorazione camuna di qualità.

Il “Gruppo ristoratori Valle Camonica”, sotto l’egida Fiepet-Confesercenti si fa carico di rappresentare i suoi soci a fiere e iniziative fuori dal territorio camuno, sia in Italia che all’estero. Precisi sono anche gli impegni e le responsabilità che l’associazione al gruppo comporta. Ogni associato, infatti, deve assicurare alla clientela una accoglienza qualificata e garantendo il migliore comfort. Come già ricordato ogni associato è tenuto all’utilizzo dei prodotti agroalimentari della Valle Camonica e a favorire la ripresa delle produzioni di alimenti aventi marcate caratteristiche territoriali utili a migliorare la proposta gastronomica. L’adesione al Gruppo comporta poi l’utilizzo di materie prime di qualità, la conoscenza delle pro-

duzioni del territorio perché possano essere poi proposti ai clienti, sapendone descrivere caratteristiche e metodologie produttive. L’adesione al Gruppo, come prescritto dallo statuto è aperta a tutti gli esercenti attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande operanti nel territorio della Valle Camonica che condividono gli scopi sociali qui richiamati e sono regolarmente iscritti alla Fiepet-Confesercenti. Attualmente il comitato direttivo del Gruppo è composto dal presidente Marco Bezzi di Ponte di Legno, dal suo Mino Damico di Darfo e dai consiglieri Gabriella Fioletti di Sonico, Giacomo Bontempi di Esine, Fabio Scalvinoni di Darfo, Alberto Giurini di Esine e Luca Rolandi di Artogne. Consulente del gruppo è Silvano Nember.

Con il patrocinio e il contributo di:

Comunità Montana di Valle Camonica

Assessorato all’Agricoltura e all’Alimentazione CONSORZIO COMUNI B.I.M. DI VALLECAMONICA

Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici

Ventotto esercizi vi aspettano nona edizione per farvi scoprire le loro proposte. 25 settembre - 7 novembre 2010 “Settimane della Gastronomia Camuna” è un progetto ideato e realizzato da Sivano Nember per conto di: Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici Federazione di Brescia Via Emilio Salgari, 2/6 tel. 030 2421697

Informazioni Settimane della gastronomia camuna le trovi su: www.gastronomiabresciana.it www.comservizi.it (news) www.fiepet.it (attività) Segreteria organizzativa Confesercenti Brescia - Tel. 030 2421697 gastronomia@comservizi.it


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Economia e lavoro Sposi

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Ricevimento Consigli per il giorno del sĂŹ

Una festa a misura di sposi Diverse le soluzioni disponibili, a seconda del momento in cui si celebra il matrimonio

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A conclusione della celebrazione del matrimonio, per salutare amici e parenti, sposi e invitati si ritroveranno con gioia e gaudio nel luogo preďŹ ssato per la prosecuzione dei festeggiamenti per i quali, tra l’altro, sono previste diverse e variegate tipologie di soluzioni legate, principalmente, a due fattori decisivi: la preferenza degli sposi nonchĂŠ, l’ora in cui si celebrano le nozze stesse. Buon senso vuole che, chi si sposa di mattina, offra ai propri invitati il tradizionale pranzo oppure il piĂš semplice

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banchetto; per chi si sposa nel primo pomeriggio, un rinfresco o una merenda preferibilmente preparata all’aperto, che includa una discreta scelta di succhi di frutta, spremute e tè serviti con salatini, tramezzini, biscotti e naturalmente dolce nuziale; per chi, inďŹ ne, decide di celebrare il matrimonio nel tardo pomeriggio, sarĂ buona regola orientarsi su una cena formale oppure su un cocktail o ancora, su un buffet seguiti da un’allegra festa danzante. Dopo una tale premessa è facile capire quanto

ampia sia la scelta, quante siano le soluzioni adatte a incontrare i gusti e le preferenze di tutti gli sposi che si apprestano a compiere “il gran passoâ€? e che, intendano rendere ancor piĂš speciale questo giorno suggellandolo con un allegro e festoso ricevimento nuziale. I futuri sposi potranno tranquillamente esercitare la propria facoltĂ di scelta, trovando la giusta soluzione che equilibri “tradizioneâ€? e “fantasiaâ€? in modo che si possa accontentare un po’ tutti, dagli inguaribili romantici a coloro che sono sempre alla ricerca della novitĂ dell’ultimo momento e che, in tal modo, desiderano stupire a tutti i costi i propri invitati rendendo “unicoâ€? e “indimenticabileâ€? il proprio matrimonio. A prescindere comunque dalla

soluzione prescelta, il galateo prevede che sia la madre della sposa a ricevere per prima gli ospiti della cerimonia, seguita dal padre della sposa quindi, dai genitori dello sposo e inďŹ ne, dalla nuova coppia. Se si preferisce, avendo a disposizione un bel locale da allestire o uno spazio aperto abbastanza capiente, si può afďŹ dare a una societĂ di catering la sola fornitura alimentare oppure, a un’agenzia di banqueting l’intera organizzazione del dopo cerimonia. In tutti i casi, per garantire maggiore tranquillitĂ e rispetto ai propri ospiti, sarebbe buona cosa pensare anche alla presenza, per quel giorno, di una baby-sitter qualiďŹ cata o un animatore professionista che possano seguire gli ospiti piĂš piccini.

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Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro Salute

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Corso Promosso dall’associazione Wu wei

A scuola di massaggio cinese

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La proposta è biennale, più un terzo anno di specializzazione a cura di VoceMedia Pubblicità

Mai come in questo momento tutto quello che sa di Cina è guardato con sospetto. Per questa ragione chi con rigore, competenza e professionalità cerca di far conoscere ciò che di buono e positivo arriva da questa cultura millenaria chiede attenzione e chiarezza. È il caso dell’associazione Wu wei di Brescia che ha in Gabriele Filippini il suo presidente. L’associazione propone a Brescia una scuola di massaggio tradizionale Tui Na e Qi Gong. Si tratta di tecniche antichissime, citate nel Neijing, testo classico e fondamentale della medicina tradizionale cinese risalente al 400 a.C. L’associazione, che ha la sua sede in

via Cucca, 75 a Brescia propone una serie di corsi per preparare operatori che sappiano poi praticare le tecniche di massaggio cinese. “I corsi proposti – afferma Gabriele Filippini – si ispirano a un principio fondamentale della filosofia taoista, quel Wu wei che dà il nome all’associazione”. All’interno dei corsi la solida preparazione teorica è strettamente integrata con la pratica. Gli allievi saranno portati dai docenti del corso a conoscere i fondamenti della medicina tradizionale cinese. Il corso base proposto dall’associazione Wu wei è biennale, per un totale di 430 ore di lezioni articolate, ogni anno, in otto

week end, un seminario residenziale di tre giorni e 80 ore di tirocinio e autoformazione. Quest’ultima parte del corso può essere svolta presso strutture convenzionate, a garanzia della serietà della proposta. Al termine del corso biennale è previsto un esame teorico-pratico per il rilascio di un diploma valido per l’iscrizione alla Federazione italiana Tui Na e Qi Gong come soci professionisti e necessario per l’accesso ai corsi di specializzazione presso le università cinesi. Dopo il biennio gli interessati possono iscriversi a un ulteriore terzo anno di specializzazione che consente di raggiungere 650 ore complessive di formazione, come richiesto dal Comitato tecnico scientifico della Regione Lombardia. Il corso biennale proposto è patrocinato dalle Università di medicina tradizionale cinese di Nanchino e Shanghai e ne segue fedelmente l’impostazione didattica volta

da un lato al recupero del significato più antico e tradizionale di questa medicina e, dall’altro, alla ricerca continua di nuove applicazioni. L’associazione Wu wei, inoltre, organizza ogni anno seminari di approfondimenti tenuti dal dott. Carlo Di Stanislao, presidente dell’Associazione medica per lo studio dell’agopuntura. Affiancano Gabriele Filippini, in qualità di docenti del corso, When Zhog You, maestro di Qi Gong, Cinzia Milini, medico chirurgo, specialista in ortopedia, fisioterapia e agopuntore, Davide Lombardi e Cinzia Capoferri, terapisti della riabilitazione, Luciano Belotti, medico chirurgo, agopuntore e specializzato in Tui Na e il dott. Gabriele Nani, responsabile del tirocinio. Per ulteriori informazioni gli interessati possono contattare direttamente Gabriele Filippini allo 030/311200 o consultare il sito www. wuweituina.it

:8 :(, Scuola di Tuina e Qigong (Massaggio Tradizionale Cinese) in colalborazione con F.I.T.E.Q. (Federazione Italiana Tuina e Qi Gong) - O.T.T.O.( Operatori Tuina Tecniche Orientali) - Nanjing University of TCM Il corso proposto è biennale e comporta globalmente

280 ore di lezione più 150 ore di pratica/tirocinio e autoformazione.

Avrà sede a Brescia a partire dal mese di ottobre prossimo Alla fine del biennio è previsto un esame teorico-pratico, al superamento del quale verrà rilasciato un diploma riconosciuto da F.I.T.E.Q., che consentirà inoltre l’accesso ai corsi di formazione presso l’Università di Nanchino. Un terzo anno di specializzazione consentirà di raggiungere 650 ore complessive come richiesto dal CTS della Regione Lombardia. IL PROGRAMMA - Medicina tradizionale cinese (meridiani, punti, organi e visceri, 7 sentimenti, meridiani curiosi, meridiani Luo, meridiani Tendino -Muscolari valutazione energetica, lingua e polso - Qi Gong (Zhan Zhuang gong, ginnastica taoista, Zifagong, Budigong, Liu Zi Jue) - Tui na (tecniche base ed accessorie, trattamento completo, sequenze per squilibri energetici specifici,trattamenti articolari) - Moxa, Coppettazione, Stretching Attivo. Direttore del corso: Gabriele Filippini( responsabile Tuina F.I.T.E.Q. ) Docenti: Prof. When Zhong You (Università di Pechino) Dott. Carlo Di Stanislao, Dott.Cinzia Milini

Per informazioni e iscrizioni: Associazione WuWei Tel. 030321200 Cell. 3356289071 email: wuwei1965@libero.it www.wuweituina.it


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Economia e lavoro Giardinaggio

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Consigli Cure per la brutta stagione

Giardinaggio fai da te per piante e fiori Alcuni semplici suggerimenti per quelli che hanno il “pollice verde”

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L’estate è ormai un ricordo da consegnare agli archivi e nonostante la presenza di alcune belle giornate di sole i primi freddi iniziano a farsi sentire. A patire i primi rigori climatici non sono soltanto le persone. Soffrono anche le piante e i fiori, soffre anche il giardino. Per questo motivo coloro che hanno il pollice verde possono correre ai ripari prima che il clima produca danni irreparabili. Per questo motivo, come consigliano i migliori esperti di giardinaggio, durante l’inverno

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quando il sole non è più in grado di riscaldare foglie e terra, le notti si fanno fredde e il gelo indebolisce le piante è il momento di riparare quelle più sensibili al freddo. L’ideale è trasferire in ambiente luminoso e non troppo caldo come un veranda o una serra le piante che temono il gelo, se non è possibile occorre adottare delle semplici contromisure al fine di limitare i danni del freddo inverno e mantenere in vita le piante mediterranee o tropicali. Non sempre è necessario ricorrere

ai professionisti del settore. Alcuni semplici accorgimenti possono essere fatti in casa. Ecco delle semplici tecniche fai da te per riparare dal freddo le piante. Esemplari particolarmente delicati in vaso possono essere protetti imballando il vaso con della plastica a bolle e coprendo con terriccio con foglie o paglia. È bene poi avvolgere la chioma della pianta con un telo e fissarlo con della rafia. Per proteggere le piante è possibile anche utilizzare un telo di tessuto non tessuto traspirante e idoneo a far passare la luce per avvolgere le piante che temono il gelo. In un numero sempre maggiore di giardini (pubblici e privati) bresciani ha cominciato a prendere piede la presenza dalle palme. Si tratta di piante che sentono parti-

colarmente il freddo. Per ovvie ragioni non sono trasportabili e per riporle al riparo dal freddo, legare i rami con una corda assecondando la loro posizione senza schiacciarli, avvolgere la pianta con un cannicciato fissandolo con del filo di ferro e avvolgerne la chioma con un telo di tessuto non tessuto per permettere alla pianta di prendere la luce. È possibile acquistare delle serre in kit di montaggio da posizionare nel nostro giardino per riporre le piante durante il periodo invernale. In commercio è possibile trovare un vasto assortimento di serre per tutte le esigenze, dalle piccole da un mq per riporre piccoli vasi o per coprire le lattughe nell’orto alle serre più grandi dove poter entrare di persona a riporre le piante.


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Sport

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Calcio Domenica 3 ottobre Lazio-Brescia

Il Brescia con i piedi per terra

redazione@lavocedelpopolo.it

Archiviata la sconfitta contro il Bari, gli uomini di Iachini si preparano a incontrare a Roma i biancocelesti guidati da Eddy Reja che sono in cima alla classifica. In questa settimana una conferma per uno dei nuovi talenti bresciani: Hetemaj è stato convocato dalla Nazionale finlandese

C Roberto Baronio e Perparim Hetemaj

Lazio-Brescia è la sfida del cuore per il bresciano Roberto Baronio, ex Brescia ed ex Lazio. Ora il centrocampista gioca nell’Atletico Roma in Lega Pro. In settimana è stato ospite ai microfoni di Radio Voce nella trasmissione “100% Brescia”. Sulle voci che lo vedevano con la maglia dalla V bianca smentisce ogni interessamento: “ A Brescia sarei venuto a piedi. All’interno della società ci sono dirigenti a cui non piaccio. Loro fanno il loro lavoro e hanno scelto così, ci mancherebbe. Non voglio fare polemiche”. Sulla sfida di domenica: “Il cuore direbbe 2, ma devo dire X. Un pareggio sarebbe positivo per entrambe”

Certo è che non si può pretendere di vincerle tutte. Messaggio chiaro quello di Beppe Iachini dopo la sconfitta, per certi versi immeritata, contro il Bari di Ventura. Nessuno l’ha mai pensato, per la verità, ma un po’ tutti, società, stampa, tifosi e giornalisti hanno creduto nell’arco temporale che è trascorso dal minuto 47° del secondo tempo di Roma-Lazio, sabato sera, al fischio dopo il gol (10° minuto) su rigore di Barreto, domenica pomeriggio in un Brescia primo in classifica. Quel poco di delusione forse è nata proprio lì, da desiderio di vedere lassù i colori della Leonessa, con la coscienza comunque di essere una squadra che mira alla salvezza, in primis. Tutto il resto, qualsiasi cosa dovesse arrivare, sarebbe in più; nessuno lo rifiuta ma si faccia un passo alla volta. Grandi le prestazioni di Hetemaj che si è meritato così la chiamata in Nazionale. Il finlandese sembra essere ora un insostituibile per il centrocampo di Iachini. In campionato il percorso del Brescia passa da Roma, contro la Lazio, ora prima in classifica, con l’Inter. Il fischio d’inizio alle 15. In settimana è stato ospite ai microfoni di Radio Voce in “100% Brescia” (trasmissione dedicata al Brescia calcio in onda sugli 88.3 e 88.5 dalle 14 alle 15 dal lunedì al venerdì) Roberto Baronio, ex di Brescia e Lazio. Ora gioca con l’Atletico Roma, ex Lodigiani, in Lega Pro. Quanto ti manca Brescia? Mi manca perché lì ho la famiglia e gli amici veri. Dopo averla vissuta due anni fa, per la prima volta perché me ne andai a 16 anni, mi manca parecchio. Come è finita con la Lazio?

di Mauro Toninelli

Non ci sono mai stati grandi dissapori. Il Presidente mi aveva promesso il rinnovo, poi per altre situazioni non si è arrivati lì. Comunque non posso parlare male del Presidente, anche se mi sarei aspettato un finale diverso. Si era parlato di un interessamento del Brescia nei tuoi confronti. Non mi risulta, ma mi sarebbe piaciuto. A Brescia sarei venuto a piedi. Son venuto due anni fa a zero lire e non ne avrei fatto una questione economica. Però all’interno della società Brescia ci sono dirigenti a cui non piaccio e quindi non c’erano e non ci sono possibilità. Non mi rivolgo al presidente, con il quale ho un buonissimo rapporto. Non posso piacere a tutti; porto loro rispetto. Come tifoso mi dispiace non essere tornato a Brescia ma loro fanno il loro lavoro e hanno scelto così, ci mancherebbe. Non voglio fare polemiche. Ti aspettavi un Brescia positivo? Me lo auguravo; si è rinforzata e ha un attacco invidiabile. Se poi pensi che il Brescia può tenere in panchina Possanzini e Taddei... Ho tutte le speranze che il Brescia possa fare un buon campionato. La Lazio è prima in classifica. Sarà una bella sfida... Sì, sarà una bella sfida, difficile per entrambe le squadre. La Lazio sta facendo bene, sono entusiasti, il pubblico si è avvicinato. Se il Brescia giocherà come a Bari sarà dura anche per la Lazio. Un pronostico? Il cuore direbbe 2, ma devo dire X. La Lazio mi ha comunque dato tanto. Un pareggio sarebbe positivo per entrambe.


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Sport

LA VOCE DEL POPOLO 1 OTTOBRE 2010

Pallacanestro Serie A Dilettanti

A tutto basket in diretta su RadioVoce La programmazione sportiva si arricchisce con le radiocronache del Basket Brescia Leonessa Alberto Banzola

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Ci siamo. Dopo il calcio anche il basket, per rendere sempre di più Radio Voce la “radio dello sport bresciano”. Non solo Brescia Calcio, dunque, ma anche la pallacanestro sbarca sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3 – 88.5) in coda al contenitore domenicale “Diretta Sport” in onda a partire dalle 14.45. Oltre alle rondinelle e alle bresciane di Lega Pro (Lumezzane, Montichiari, Feralpi Salò e Rodengo Saiano), i riflettori della domenica bresciana sportiva si accenderan-

di Mario Ricci

no anche sul Basket Brescia Leonessa, al secondo anno della serie A Dilettanti. Squadra costruita per il salto di categoria. Due anni fa, abbiamo dato “Voce” al Rugby Calvisano brindando allo scudetto, lo scorso anno al Brescia Calcio con il ritorno sul palcoscenico che conta dopo cinque anni di purgatorio in B. E, se tanto mi da tanto, vogliamo chiudere il filotto con il classico detto: “Non c’è due senza tre”. La scelta è ricaduta sul Basket Brescia, grazie anche alla

forte richiesta da parte dei nostri ascoltatori. Sempre più esigenti, sempre più desiderosi di un prodotto di qualità, che oltre a dare spazio alla cronaca si soffermi ad ascoltare i loro pareri. Che possa interagire con il cronista e scambiare sensazioni in presa diretta. Detto, fatto. Nelle partite casalinghe saremo in mezzo a loro, a fine gara potranno interagire con il solito numero sms (3383636104) diventando parte attiva della redazione. Come accade già per il calcio. Dopo Ciro Corradini, abbiamo scelto un altro numero uno per raccontare le gesta dei biancoazzurri della palla a spicchi: Alberto Banzola, esperto conoscitore di basket nonché di vicende bresciane. Cresciuto a pane e pallacanestro, ed

ex giornalista del canale televisivo Sportitalia, ha deciso di sposare il nostro progetto. Sarà lui il punto di riferimento in casa e in trasferta grazie anche alla stretta collaborazione con la Lega nazionale pallacanestro che supporterà Radio Voce ogni qualvolta il Basket Brescia scenderà sul parquet. Il primo appuntamento sarà domenica 3 ottobre in occasione del debutto interno del San Filippo contro Riva del Garda. Una sorta di derby che arriva dopo la vittoria di Omegna di sette giorni prima all’esordio. Per tutti gli ascoltatori, infine, la possibilità di vincere – durante la programmazione sportiva settimanale – gadget e biglietti gratuiti in occasione delle gare casalinghe.

diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 3 ottobre 2010 ore 17:50

vs Brescia Leonessa

La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it

in collaborazione con

Riva del Garda


Centro Sportivo Italiano

Tema associativo Scrive il Consulente ecclesiastico nazionale

Uno sport per la vita, frontiera educativa di Claudio Paganini

La scelta del Csi di conservare per il secondo anno consecutivo lo stesso tema associativo, “Uno sport per la vita”, che invita a educare alla vita attraverso lo sport, nasce dalla constatazione che serve del tempo fisiologico per rafforzare i principi e programmare le iniziative, tanto più quando l’argomento è così vasto e impegnativo. Infatti, tra il tempo dell’annuncio di un tema (solitamente a dicembre, nella Convention di Assisi) e la conclusione dell’anno associativo (giugnoluglio), passano troppi pochi mesi. Un secondo anno è pertanto utilissimo per superare la logica dell’educare attraverso lo slogan sostituendola con l’educare attraverso il dialogo, il confronto e l’approfondimento. Alcune considerazioni segnano il cammino: non di solo sport vive l’uomo. La frenesia e la complessità della vita richiede dirigenti di qualità, che alla competenza sportiva affianchino conoscenze sociali ed ecclesiali tali da renderli dei veri punti di riferimento, esperti in umanità. Non è quindi tempo perso, ma piuttosto un investimento culturale, il tempo dedicato alla formazione personale e all’approfon-

dimento di temi legati alla vita e all’educazione. Il Csi infatti non si estranea del vissuto sociale, anzi, in molteplici situazioni si è distinto per essere elemento di profezia sociale: prima che altri giungano a porre questioni il Csi è già in grado di offrire soluzioni. Un tema legato all’attualità. La scelta del tema “vita”, nasce dai costanti richiami della Conferenza episcopale italiana ad approfondire culturalmente e tradurre in esperienze concrete i principi della dottrina della Chiesa sulla persona umana. E lo sport, frontiera educativa con i non cristiani e i non credenti, si presta tantissimo alla promozione umana e alla testimonianza di come i cristiani accolgano la vita nelle sue molteplici forme: dal nascere al morire; dall’accoglienza alla promozione; dalla carità al sostegno educativo. Un tema declinato in forme molteplici. Sul territorio il tema è stato tradotto dai singoli comitati con abbondanza di creatività: da convegni diocesani a giornate di riflessione; da slogan sui manifesti e intestazione nelle mail e sulla carta associativa; da riflessioni per il Natale a confronti coi genitori sulla fatica di educare. Insomma, lo spartito ha generato grandi direttori d’orchestra che son divenuti ricchezza associativa per tutti.

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Calcio a 5: la stagione al via La caccia al titolo provinciale è iniziata nel mondo del calcio a 5. I funamboli del pallone arancioblu hanno dato il via alla stagione 2010/2011 con il fischio d’inizio della prima giornata di campionato. Nel girone A di Eccellenza spicca la valanga di gol del match di Urago d’Oglio, dove San Giovanni Bosco si è imposto 8-6 su Salute e Benessere. La gara più emozionante è stata quella tra Retificio Far Coffetti costruzioni e Gritti Elettrotecnica, terminata 5-4 per gli ospiti. Equilibrio tra Faggi di Eva e Virtus Capriolese, bloccate sull’1-1, mentre Corte Franca (5-1), Caffè Danesi (7-0) e Fratelli Costa Rovato (5-1) s’impongono senza problemi su Valverde Giardini, Tubettificio Pedercini e Vegeteam Adro. Nel girone B i campioni provinciali in carica de Il Giglio Costruzioni partono vincendo 4-1 il match contro Orzinuovi. Lograto travolge Ospitaletto 6-1, mentre Travagliato, Quinzano e Giulia Superstar la spuntano di misura su Manerbio A, Maclodio e Manerbio B. Futsal Brescia – Futsal Gavardo finisce a reti inviolate. Scendendo in Promozione spiccano i successi di Tony Team e Naturalmente Berlingo nel girone A, capaci di imporre un roboante 7-1 a Castrezzato Five e Sonset. Nel gruppo A vincono anche Ros Cologne, River Oglio e Bar La Corsina. Nel gruppo B Polpenazze disintegra Turboden sport (14-1) e guida la classifica insieme a Filippini Rettifiche, Iseo, Dotti Costruzioni e Logistica Petrosino.

Agenda di ottobre Sabato 16: inizio campionato minibasket Polisportivo Lunedì 18: inizio campionato pallacanestro

Polisportivo, atletica e pallavolo

L’attività come momento di crescita Crescere attraverso lo sport. La missione del polisportivo è chiara in vista della stagione che si apre domenica al campo Calvesi di Brescia, dove in mattinata si svolge la prima tappa del campionato provinciale di atletica. L’annata si apre con la prima festa polisportiva, cuore pulsante dell’attività stagionale che a intervalli di tempo più o meno regolari blocca i campionati di calcio, volley e basket per vivere giornate ad alto contenuto di socializzazione, dove i bambini possono fare amicizia con i “rivali” stagionali e cimentarsi nelle nuove discipline sportive proposte dagli animatori, imparando ad amare discipline diverse da quelle tradizionali. Non è un caso se la stagione ha inizio nel tempio dell’atletica bresciana, dove ragazzi e ragazze saranno messi alla prova nella corsa, nel salto in lungo

e nel lancio del vortex. Attualmente le società iscritte al campionato polisportivo sono 66, ma mancano ancora all’appello i cestisti. La categoria più popolosa è quella degli under 10 del calcio, che vantano 24 squadre ai nastri di partenza. Il programma domenicale prevede l’arrivo di under 8 e under 10 alle 14, mentre under 10 maxi e under 12 giungeranno al Calvesi alle 15.30. Atletica. Il campionato provinciale di atletica leggera avrà inizio nella mattinata di domenica al campo Calvesi di Brescia. Gli atleti partecipanti potranno cimentarsi in tre specialità: 400 metri, salto in lungo e lancio del peso. La partecipazione è aperta a tutti, dai bambini ai veterani, con diciotto categorie in lizza: nove maschili e nove femminili. L’appuntamento è fissato alle 9 al campo Calvesi. Ci sarà tempo fino alle 9.15 per

iscriversi, mentre la manifestazione avrà inizio alle 9.30 con i primi salti in lungo. Alle 10.15 appuntamento con il lancio del peso, mentre i 400 metri costituiranno la gara conclusiva dell’evento. La stagione dell’atletica ciessina avrà altre tre tappe stagionali. A gennaio sarà la volta delle gare indoor, mentre a marzo Castegnato ospiterà la corsa su strada. Il titolo provinciale verrà assegnato nel mese di maggio. Pallavolo. Il conto alla rovescia è iniziato. Sono 118 le compagini iscritte ai campionati di pallavolo. Si va dalle categorie giovanili (under 14, juniores, top junior) a quelle open, con femminile, maschile e misto. L’appuntamento per i calendari sarà scaglionato tra il 9 e il 16 ottobre. Il 22 e il 23 si torna sotto rete per il fischio d’inizio della stagione 2010/2011.


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In ginocchio o in piedi davanti all’eucaristia? Egr. direttore, a proposito di “inginocchiarsi” durante l’Eucaristia (Messa), perché non dare la precedenza alle ragioni storico-teologiche più che a quelle psicologicolocali? Per Tertulliano (II-III secolo), la domenica, giorno della Resurrezione, non si deve né digiunare, né mettersi in ginocchio (PL 2c. 79b). Il Concilio di Nicea, dell’anno 325, decide al canone 20: “Siccome qualcuno piega le ginocchia la domenica (allude al giorno della Eucaristia) e nel periodo della Pentecoste (quando Pasqua, Ascensione, Pentecoste erano una festa unica) il Santo Concilio ha deciso che, per osservare una regola uniforme, tutti devono indirizzare le loro preghiere a Dio restando in piedi”. Basilio di Cesarea (330-379) in un’omelia sullo Spirito Santo afferma: “Noi preghiamo in piedi il primo giorno della settimana (domenica)… non solo perché risorti con Cristo, …ma perché questo giorno si mostra in qualche modo come l’immagine del secolo futuro”. “In piedi” è l’atteggiamento del viaggiatore, degli Ebrei che mangiano la Pasqua “in fretta, in piedi, col bastone in mano”. Atteggiamento di coloro che attendono la venuta del Figlio dell’Uomo. Davanti a lui stanno in piedi coloro che hanno nulla da temere dalla sua giustizia (Ml 3,2). Atteggiamento dell’azione di grazie degli eletti nell’Apocalisse (7,9). Bisogna attendere il movimento eucaristico

del XIII secolo perché si introduca una nuova abitudine, l’inginocchiarsi durante la consacrazione (J.A. Jungmann, Missarum Solemmia, tome 1, Paris, Aubier,1950 pag.294). Perché non dare alle nostre comunità cristiane queste motivazioni? Ci sono altre convocazioni dell’Assemblea, dove si utilizza la posizione “in ginocchio “, diverse dall’Eucaristia. Ho presente che il Messale Romano, nei prolegomena, resta ambiguo su questo tema. Ho anche chiaro che tutta un’Assemblea celebrante, per esprimere la situazione comunionale anche con la corporeità, dovrebbe assumere la stessa posizione: o tutti in piedi, o tutti seduti o tutti in ginocchio. Comunque, dalle fonti più antiche sembra che per l’Eucaristia si stesse in piedi o seduti. Si dovrebbe quindi rimandare la posizione “in ginocchio” ad assemblee di adorazione o penitenziali. Credo si possa abbandonare l’ottica del “rispetto umano” e catechizzare le nostre assemblee per avvalersi invece del patrimonio liturgico più antico e autentico. don Luigi Ghitti

La grazia di Lourdes Egr. direttore, quest’anno ho voluto staccare la spina dal quotidiano mondo virtuale e passare le mie vacanze in pellegrinaggio con i malati, tutti insieme in viaggio verso Lourdes. Il perché ancora oggi non mi è perfettamente chiaro ma voglio credere che sia stata la Beata Vergine Maria a vo-

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

lermi lì con lei, con le persone sofferenti e con quel meraviglioso mondo che sono i volontari dell’Oftal. Li ho incontrati durante le riunioni preparatorie, ma solo una volta salito sul treno ho avuto modo di conoscerli davvero. Per me questo rappresentava il primo anno a Lourdes, non conoscevo nessuno, i volti mi erano tutti estranei. Sono stato accolto da sorrisi sinceri, strette di mano e vera amicizia. Il lavoro sul treno, il caricare e scaricare bagagli e vettovaglie, il servire i pasti durante il viaggio, il sistemare i letti

dei pellegrini o il turno di notte alle porte del vagone sono state occasioni uniche per meravigliarmi di quanta bontà e generosità esiste nel cuore delle persone incontrate. Queste emozioni sono state il carburante che mi ha dato la forza e la serenità necessarie per compiere al meglio i servizi affidati. Anche la preghiera, così presente e frequente durante il viaggio, non ha mai mancato di cadenzare il ritmo delle giornate passate nel Santuario. Mi sono così imbattuto nella trasparente e genuina fede dei malati e

2 ottobre 1967 Thurgood Marshall presta giuramento come primo giudice afro-americano della Corte suprema degli Stati Uniti

3 ottobre 1866 Viene firmata la Pace di Vienna, documento che chiude la terza guerra d’indipendenza italiana

Omnibus

Avvenimenti 1° ottobre 1989 Migliaia di cittadini della Germania Est vengono accolti nella Germania Ovest: il governo comunista ha acconsentito al loro passaggio “oltre il Muro”

Le ricette della settimana Braciole di vitello

Cotechino con lenticchie

Ingredienti: 12 braciole di vitello, 150 g di pangrattato, 100 g di formaggio pecorino grattugiato, prezzemolo, aglio, olio d’oliva, sale, pepe.

Ingredienti: 2 cotechini, lenticchie, 300 g di pomodori pelati, sale.

Preparazione: Mettere in una terrina il pangrattato, il pecorino, il prezzemolo e l’aglio tritati, il pepe, il sale e mescolare. Passare in questo composto le braciole, avvolgere ognuna su se stessa, infilarle negli spiedini e cuocerle sulla graticola ungendole con l`olio. Servire gli spiedini ben caldi.

Preparazione: Lavare i cotechini con l’acqua calda, bucherellarli e metterli a cuocere con le lenticchie precedentemente tenute a bagno. Levare le lenticchie appena saranno cotte, unire la salsa di pomodori e il sale e far terminare la cottura dei cotechini. Far raffreddare i cotechini, tagliarli a fette, adagiarle su un piatto da portata, unire le lenticchie e servire


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dei pellegrini. Il mio compito infatti era quello di accompagnarli alle funzioni, al S. Rosario o alla Grotta dove è apparsa la Madonna. Spingere le carrozzine o i risciò non è mai stato tanto dolce e leggero. Il sole, il caldo o la pioggia estiva erano annullati dalla compagnia degli ammalati. È il loro esempio che serbo in cuore: non ho mai sentito nessuno lamentarsi della fatica di passare tante ore fuori dal letto o dalla stanza, per molti sicuro rifugio, della sofferenza causata dalla malattia, non ho mai visto il dubbio sui loro visi. A Lourdes ho capito ancor di più che il soffrire non è vano se visto nella sola e unica prospettiva a noi accessibile: quella cristologica. La croce, il portarla e offrirla a Gesù Cristo è impresa impossibile senza l’aiuto della nostra Madre Maria. Certo, per me che scrivo e che non vivo in prima persona i limiti di una malattia invalidante è facile esprimere questi pensieri, ma è così! Mi sono meravigliato della forza d’animo, del credere a prescindere, del dare senza ricevere di tutti gli ammalati incontrati. Loro per tutti i volontari avevano sempre una parola gentile e una promessa: ricordarci nelle loro preghiere per il poco del nostro servizio offerto. Chi va a Lourdes bene o male ha sempre qualche grazia, grande o piccola che sia, da chiedere alla Madonna: io, prima di venire via dal Santuario, mi sono accorto con stupore di averne ricevute più di una. La serenità, la certezza di continuare il cammino di fede intrapreso, il bello di vivere ogni giornata con cuore legge-

ro, la voglia di essere ancora volontario nell’Oftal e soprattutto il dono delle persone incontrate. Lettera firmata

4 ottobre 1582 Entra in vigore il calendario gregoriano. Il ritardo accumulato nei secoli, dal precedente calendario giuliano, verrà recuperato con un salto di 10 giorni, passando direttamente al 15 ottobre

5 ottobre 1965 La colonna sonora della “Pantera rosa”, scritta da Henry Mancini, riceve il disco d’oro per aver superato il milione di copie vendute

Grazie a don Felice Egr. direttore, don Felice Frattini si è congedato dalla comunità di Fiesse, che ha guidato per 21 anni, domenica 26 settembre nella S. Messa solenne delle ore 19. Durante questi anni don Felice si è adoperato senza riserve per assicurare ai bambini una scuola materna parrocchiale sempre funzionante a livelli ottimali sia per l’educazione che per l’assistenza dei piccoli; da alcuni anni è stata aperta una sezione di micro-nido per i piccolissimi grazie anche alla corretta e costruttiva collaborazione tra la parrocchia e l’Amministrazione comunale. Gli adolescenti e i giovani ringraziano don Felice perché per loro ogni estate ha organizzato in parrocchia il Grest e i turni di campeggio al mare di cui hanno beneficiato ogni anno anche i ragazzi del piccolo clero. Originale iniziativa che rimarrà nella memoria dei fiessesi per aver creato un clima di collaborazione tra i ragazzi e le famiglie. L’ultima opera portata a termine è stata la ristrutturazione della casa parrocchiale che l’ha resa decorosa e funzionale, con sale per riunioni e incontri e una cappella. Gli alunni, gli insegnanti e tutto il personale della scuola superiore “Capirola” di Leno si uniscono alla comunità di Fiesse ricordando,

riconoscenti, i 21 anni vissuti nel difficile impegno educativo, caratterizzato dalla sua capacità di relazionarsi con i giovani e i genitori specialmente nei momenti più problematici della vita. Auguriamo a don Felice di poter agire sempre per il bene di ogni persona che incontrerà nell’unità pastorale di Offlaga-CignanoFaverzano dove farà il suo ingresso sabato 9 ottobre alle ore 16. Di nuovo grazie e auguri al nostro don! Le comunità di Fiesse e Cadimarco

Egr. direttore, da una parte il dogma, il precetto, la fede, dall’altra la coscienza individuale, non sempre allineati. Che cos’è l’eutanasia per un credente? È lecito lasciarsi morire? È lecito lasciarsi ammazzare? Farsi seppellire o cremare? La morte qualunque sia il modo, ci ricorda come il morire sia una esperienza terrificante. Non c’è da meravigliarsi che congetture e mistero abbondino ogni volta che una vita si conclude, la morte è la sola cosa che conosciamo. Di tutte le creature esistenti su questa terra, solo l’uomo è in grado di pensare alla propria morte. È anche l’unico a seppellire i suoi morti, quasi a simboleggiare l’istintiva incapacità o il rifiuto di accettare la morte come un iter conclusivo della vita umana. Che cos’è dunque la morte? Per l’uomo che si è sforzato di fare il bene, la morte è liberazione dalla prigionia del cor-

po o il riscatto dell’anima dall’inganno del mondo sensibile per la visione della verità. La morte è il passaggio naturale dell’anima alla vita della verità. Allora è lecito lasciarsi morire? No. È come un suicidio, è contro natura che grida alla vita fino all’ultimo momento, è usurpazione dei supremi diritti di Dio sulla vita e sulla morte, è ribellione alla sua legge e alla sua volontà. E a lume della scienza, della ragione e della fede merita la più categorica condanna l’eutanasia, l’accettazione della morte anche se voluta dal morente. Alcuni dicono: ognuno è libero di scegliere se vivere o morire. Io penso che l’uomo non ha nessun diritto di scelta, perché è fuori discussione che la vita è un dono di Dio e che bisogna salvaguardarla. Farsi seppellire o farsi cremare? Farsi seppellire è un’osservanza delle sette opere di misericordia corporale. La fede cristiana ha sempre collegato la risurrezione con il giudizio. Nella risurrezione è implicita l’espressione della speranza che Dio ci farà risorgere per donarci la vita eterna. Certamente non è un segno di civiltà la cremazione dei morti, anche se la Chiesa la consente. La concessione non mi pare un progresso della società civile perché in essa non c‘è alcunché di cristiano, c’è solo l’indulgenza alla moda, alla forma, all’imitazione di ciò che avviene in altri Paesi. Non può scomparire la sepoltura cristiana verso i defunti ancor oggi voluta e praticata dalla stragrande maggioranza degli italiani. Edmondo Del Prete

6 ottobre 1927 Nelle sale cinematografiche esce il primo film sonoro “Il cantante di jazz” (“The jazz singer”). La pellicola è diretta da Alan Crosland e interpretata da Al Jolson

7 ottobre 1985 La nave da crociera “Achille Lauro”, con a bordo 400 persone, viene dirottata da un gruppo di terroristi palestinesi

La morte non si sceglie

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Auguri a...

D.: Sono un pensionato e ho sentito parlare della possibilità di non pagare il canone Rai. Volevo sapere se ciò era vero e quali sono i requisiti per averne diritto.

Calino

R.: L’esenzione dal canone Rai, introdotta dalla Finanziaria 2008, spetta a decorrere dall’anno 2008 ai contribuenti con almeno 75 anni di età, per il televisore che si trova nella casa di residenza. Per avere diritto all’esonero, il richiedente non deve convivere con soggetti, diversi dal coniuge, che siano titolari di un reddito proprio. Inoltre il richiedente e il coniuge, nell’anno precedente a quello in cui si intende usufruire dell’esenzione, non devono avere complessivamente un reddito superiore a 6.713,98 euro. Per poter fruire dell’esenzione il richiedente deve compilare una dichiarazione, mediante apposito modulo disponibile anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Tale dichiarazione deve essere presentata entro il 30 novembre 2010 la prima volta (30 aprile a regime) per coloro che richiedono l’agevolazione e non va rinnovata per le annualità successive. Il modulo va consegnato presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Coloro che hanno pagato il canone 2008, 2009 e 2010 possono inoltre chiederne il rimborso mediante apposito modulo. Per ulteriori informazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 0302409884.

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94 anni per Giacomina Venerdì 24 settembre Giacomina Breda, vedova Sartori, ha compiuto 94 anni. Nonostante l’infermità, gode di buona salute. Ha festeggiato il traguardo circondata dall’affetto del figlio Remo, della nuora Assunta e dei sei nipoti. La signora Giacomina è molta conosciuta in paese perché per molti anni ha svolto il servizio come custode e barista dell’oratorio. La redazione si unisce agli auguri.


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