La Voce del Popolo 2010 38

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DEL POPOLO

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n° 38

Cuore del cosmo di Francesca Bernacchia

È stata una notte insonne a regalarmi il sentore di un nuovo lato del mistero. Nel silenzio della collina, nell’immobilità tacita di ogni vita, al buio, ho udito l’amore premere sulla terra. Calava il suo abbraccio lieve, quasi nascosto, per non forzare. Raggiungeva, vitale, ogni più recondito anfratto, ogni piega di terra, erbe chinate e vuoti solchi fermi. Tutto il silenzio era pieno, e gridava amore. C’è un centro nel cosmo: come un cuore che pulsa. Forza di attrazione e propulsione che sorregge atomi e vite, informa secoli e tempo, irradia bellezza penetrando l’opaco. Attraversa anche emozioni, intrecci di mani e parole. È il cuore che ha generato l’umano passando dentro la carne. È il cuore della terra da cui la vita s’irradia e, soprattutto, l’amore. C’è un punto della storia: come un taglio mai richiuso. È l’evento della croce, quando, da un eccesso di gratuità incondizionata, è schizzato fuori un fiotto di acqua e sangue che il petto non poteva più contenere. Ogni creatura è retta da questo istante.

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SETTIMANALE SETTIMANA SETTIMAN ANAL DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 8 OTTOBRE 2010

Febbre da gioco Quasi 160 milioni di euro! A tanto ammonta il superpremio del concorso più famoso d’Italia. Dietro questo fenomeno storie di dipendenza, e un enorme giro d’affari. A Brescia, per ogni abitante, si giocano oltre 1000 euro l’anno


sommario Il fatto

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Febbre da gioco: una “malattia” da curare

Quando ho piantato il mio dolore nel campo della pazienza, mi ha dato il frutto della felicità (Kahlil Gibran)

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Villaggio Prealpino: in ricordo di Valeria due giornate per la solidarietà

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti Il Mediterraneo è ancora cuore dell’Europa

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a cura di Andrea Alesci

Ecclesia Settimana sociale. Educare al bene comune

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di Emma Bettinardi

Paesi e parrocchie Pontevico. La malattia affrontata in un Hospice

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di Franco Piovani

La Voce della Franciacorta. Si continua a costruire

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di Luciano Febbrari

Alla scuola delle armi

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di Giovanni Formichella

Viaggi. Santiago, quando la meta diventa il cammino

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di Adriano Bianchi

Economia e lavoro Cseab. Un Centro per le energie rinnovabili

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione La meraviglia di fronte alla bellezza dell’Assoluto

Sabato 25 settembre e domenica 26 hanno avuto luogo al Villaggio Prealpino due giornate dedicate al ricordo di Valeria Begni, una ragazza scomparsa prematuramente nel 2006. Al fine di valorizzare il suo ricordo, le ex compagne di classe del liceo hanno organizzato anche quest’anno in suo onore la “4ª Giornata che Vale”, un fulgido esempio di come i giovani siano ancora in grado di trasformare la propria volontà in beneficenza. Grazie ad un banchetto guarnito di ravioli, torte, pasticcini e presepi – tutto rigorosamente casereccio – allestito sul sagrato della parrocchia di Santa Giulia, le generose ragazze hanno raccolto importanti fondi. Questi ultimi in seguito sono stati consegnati al missionario Giovanni Zucchi durante la cena ugualmente benefica svoltasi la sera del 25 in oratorio. Zucchi ha allietato i presenti mostrando immagini che illustrano la vita all’orfanotrofio di San, che dista 500 km da Bamako, capitale del Mali. Con i proventi delle passate edizioni della “Giornata che Vale”, le ex compagne di classe di Valeria, in collaborazione con la famiglia della ragazza e gli amici, hanno permesso al missionario di comprare in loco latte in polvere, zucchero, riso e altri generi alimentari di prima necessità, nonché medicinali. I bambini ospitati nell’orfanotrofio sono all’incirca 50, orfani oppure riscattati dalla strada sulla quale erano stati abbandonati. La metà di questi non raggiunge l’anno d’età. Nella struttura suor Marie Pascal da 25 anni si dedica alle cure di questi bambini e alla loro scolarizzazione con l’aiuto di due consorelle. All’esterno dell’orfanotrofio viene piantato per ogni bimbo della comunità un albero da frutto in segno di amore alla vita. Anche per Valeria ne è stato piantato uno, in modo che germogli e dia i suoi frutti. Perché la tragedia della sua prematura scomparsa non cada nel vuoto. (Barbara Fenotti)

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di Massimo Venturelli

In occasione del dibattito sul governo svoltosi la scorsa settimana, nel suo intervento al Senato il signor B, in preda a uno dei suoi frequenti attacchi di modestia, ha rivelato di avere salvato le banche americane dal disastro, convincendo Obama a varare il più grande piano di aiuti della storia americana; di avere salvato la Russia, convincendo l’amico Putin a non attaccare la “nemica” Georgia; un’altra volta di avere salvato il mondo, convincendo Obama a firmare con Putin il trattato sulla riduzione degli arsenali atomici. Probabilmente siamo alla vigilia della soluzione del mistero più grande: la scoperta del vero creatore del mondo. A questo punto se il signor B bestemmia non si può considerare un’offesa a Dio, è solo un insulto a se stesso. Intanto la scuola italiana è alle prese con le banali questioni di tutti i giorni. Il paradosso

è che tutti sono preoccupatissimi, o almeno fingono di esserlo, e nella realtà ogni giorno affiorano notizie che lasciano più che perplessi. L’ultima, o quasi, riguarda l’addestramento militare dei ragazzi. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa e la collega dell’Istruzione Mariastella Gelmini (ahinoi!) hanno firmato un protocollo d’intesa con la direzione scolastica della Regione Lombardia e col comando militare dell’Esercito per dare il via a un corso di “addestramento militare” nelle scuole pubbliche. Si chiama “Allenati per la vita” ed è un percorso didattico che viene proposto negli istituti superiori della Lombardia a tutti quegli studenti che vorranno spontaneamente approfondire la conoscenza delle arti militari e acquisire le tecniche di sopravvivenza. Dalla teoria alla pratica, gli allievi potranno cimen-

Sport Pallamano. La Leonessa Brescia entra in scena

LA VOCE DEL POPOLO

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di Luana Vollero

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Francesco Bonini

Non aver paura Corso Avo per la formazione di volontari ospedalieri

Sono molte le persone che, per svariate ragioni, si trovano a dover trascorrere del tempo come degenti all’interno di un ospedale. Nonostante il personale medico-infermieristico offra ai pazienti un adeguato trattamento sia a livello medico che a livello socio-emotivo, la condizione di degenza in sé può provocare, situazioni di disagio, a livello fisico e psichico. Per questo motivo, la presenza di volontari che si occupino di rendere un servizio qualificato e amorevole ai pazienti più o meno gravi ricoverati all’interno di una struttura ospedaliera ha assunto, nel corso degli anni, un’importanza sempre maggiore. Ispirandosi ai principi evangelici (art 2 statuto), l’Associazione volontari ospedalieri prepara da anni coloro che a essa aderiscono, a fornire un servizio di sostegno, ascolto e presenza ai degenti e ai sofferenti, cercando di perseguire l’importante scopo di sostenere l’istituzione ospedaliera. Strumento fondamentale per far ciò è senza dubbio l’annuale Corso di formazione, giunto quest’anno alla sua 32ª edizione; come ogni anno, il corso Avo è indirizzato e aperto a coloro che intendano svolgere un servizio volontario all’interno di una struttura ospedaliera o che siano particolarmente sensibili a iniziative di solidarietà di questo tipo. 11 gli incontri previsti, di cui otto a carattere formativo e tre a carattere prettamente spirituale. Coloro che parteciperanno al corso, che ha preso il via mercoledì 6 ottobre e si concluderà con l’assemblea finale, domenica 5 giugno 2011, prima di ottenere il distintivo ufficiale Avo, devono sostenere un colloquio iniziale, prendere parte agli incontri di formazione, frequentare il tirocinio e, infine, affrontare un colloquio finale. Al volontario Avo verrà poi richiesto un turno di servizio settimanale della durata di tre ore consecutive, la partecipazione alle riunioni di gruppo e quella all’annuale corso di aggiornamento. (Laura Di Palma)

tarsi nello studio del diritto costituzionale e della “cultura militare”, senza tralasciare la parte più “muscolare” del corso che prevede l’utilizzo delle armi, la sopravvivenza in ambienti ostili. Alla base della “militaresca” iniziativa, la volontà di spronare i giovani alle attività di squadra al fine di cementare “sodalizi” duraturi in grado di accrescere il senso di appartenenza. Non solo, per gli ideatori del progetto, “Allenati per la vita” potrebbe rappresentare anche l’antidoto ideale al bullismo. In verità si tratta di un’iniziativa che è giunta alla quarta edizione, ma è la prima volta che il programma riceve l’investitura ufficiale da parte di due Ministri. I dirigenti scolastici regionali difendono il progetto in nome di una normale attività conoscitiva all’interno della scuola, in questo caso diretta a far conoscere una istituzione come l’esercito, al pari dei vigili del fuoco e della Croce rossa. In questo senso dicono: “C’è una relazione stretta tra la scuola e le forze

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più vitali della nostra società. Noi non possiamo essere neutri, la scuola non può essere neutra, deve affrontare il mondo e la sua varietà”. In casi come questo è spontaneo pensare alla torre di Babele, cioè al luogo della confusione delle lingue. Perché è vero che i ragazzi devono essere educati ad affrontare la realtà, ma l’ultima cosa da fare è quella di mettere loro in mano delle armi per aiutarli a crescere. C’è una bella differenza fra la conoscenza di una istituzione e l’addestramento al combattimento. Il messaggio subliminale, ma non tanto, è chiaro: il mondo là fuori è una giungla, preparati a difenderti con tutti i mezzi. Penso che molti bulli abbiano alle spalle dei padri che gli hanno insegnato a non farsi mettere i piedi in testa, a rendere pan per focaccia: fagli vedere chi sei. Addestrare militarmente per combattere il bullismo equivale a pensare che la pace si difende con le bombe. Così i bulli si creano in laboratorio.

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Centro diocesano per le comunicazioni sociali

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FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

Ha soprattutto cercato di radicare la speranza, papa Benedetto XVI a Palermo. È stata una visita breve e molto intensa, una folla grande e festosa, l’incontro con la gente, con le forze vive della Chiesa, i sacerdoti e i religiosi, i giovani, le famiglie. Non ha solo detto parole di speranza, ma ha cercato di andare in profondità. Perché la speranza non è un sentimento, non è uno stato d’animo, è un percorso di vita. La speranza è un percorso di vita che parte dalla realtà delle cose e porta a intraprendere, a operare, a vivere pienamente e testimoniare. La realtà, non solo in Sicilia, è chiara, “la tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione, viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare”. Nascono qui le diverse possibilità, tanto nelle scelte individuali, quanto in quelle relative al destino della società. Qui si radica l’originalità sempre viva della presenza e dell’opera dei cristiani, in forza della fede: “Chi è saldamente fondato sulla fede, chi ha piena fiducia in Dio e vive nella Chiesa, è capace di portare la forza dirompente del Vangelo”, ribadisce il Papa nell’omelia della messa al Foro italico. È l’esempio dei santi, ma è anche una strada credibile nella quotidianità. Di qui un appello collettivo, che conclude la celebrazione: “Popolo di Sicilia, guarda con speranza al tuo futuro! Fa’ emergere in tutta la sua luce il bene che vuoi, che cerchi e che hai! Vivi con coraggio i valori del Vangelo per far risplendere la luce del bene! Con la forza di Dio tutto è possibile!”. Dentro questo percorso di speranza e dunque di coraggio, il Papa rilancia il “non avere paura”, rilancia l’esempio dei santi di oggi, a partire da don Pino Puglisi, martire della mafia, ma soprattutto testimone di una passione educativa e di una testimonianza cristiana che appunto permettono di radicare la speranza. “Così si sono comportati i santi e le sante, fioriti, nel corso dei secoli, a Palermo e in tutta la Sicilia, come pure laici e sacerdoti di oggi a voi ben noti, come, ad esempio, don Pino Puglisi. Siano essi a custodirvi sempre uniti e ad alimentare in ciascuno il desiderio di proclamare, con le parole e con le opere, la presenza e l’amore di Cristo”. Il “no” alla mafia, la condanna della mafia è allora un punto naturale di questo percorso, che parte da una scelta di vita. Benedetto XVI lo afferma nell’appassionato incontro con i giovani, perché la mafia può fare presa, ma condanna al sottosviluppo: “Insieme, sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo”. Lasciando Palermo il Papa ha reso omaggio a Capaci alle vittime della strage mafiosa: nonostante la potenza di fuoco della mafia si può cominciare a vincere.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Fenomeni Superenalotto & co dal sogno all’incubo

Febbre da gioco: una “malattia” da curare Ogni anno nel Bresciano si giocano quasi due miliardi di euro. La rincorsa del miraggio della ricchezza facile sta trasformandosi per un numero sempre maggiore di persone in una dipendenza dai grandi costi umani e sociali

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Sino a oggi puntato sulla dimensione del sogno per invitare gli italiani a giocare. Immaginare cosa accadrebbe se dalla sera alla mattina ci si trovasse sul conto corrente i (quasi) 160 milioni di euro che al momento di mandare in stampa questa edizione di “Voce” costituiscono il jackpot del Superenalotto. Andare con la mente ai tanti sfizi che ci si potrebbe togliere con i 6000 euro al mese per i prossimi 20 anni messi in palio 15 volte al giorno dal concorso Win for life. Sono stati (ma lo sono tuttora) questi, insieme a quelli (passati di moda) delle sale Bingo e di tante altre attrazioni, i potenti stimoli che hanno spinto al gioco mi-

a cura di Massimo Venturelli

lioni di italiani. Il risultato è che ogni giorno si spendono 80 milioni di euro per inseguire un sogno, per un totale annuo (i dati sono quelli del 2009) che raggiunge quasi i 54,5 miliardi di euro, cifra da cui esula tutto il mondo dell’illegale (ma questo è un altro capitolo). Non c’è nulla di illegale perché si tratta di giochi autorizzarti dai Monopoli di Stato e che portano nelle casse statali 8,8 miliardi di entrate erariali. Non c’è però nessuno che avvisa gli italiani sulla pericolosità di sogni che potrebbero trasformarsi in incubo. Lo Stato “avvisa” che il gioco è riservato ai maggiorenni e invia per mail informative sul “gioco sicuro”, ma riguardano la

garanzia che carte e bancomat usate per il gioco non saranno clonate. Un po’ poco, anche in considerazione del numero sempre maggiore di persone che con questi giochi legali hanno letteralmente perso gran parte della loro vita. Certo, c’è sempre stato chi si è rovinato al gioco. Bische fumose e fanno parte dell’immaginario collettivo in tema di “perdizione”. Oggi la situazione è drammaticamente diversa. Oggi per rovinarsi e per trascinare nel baratro famiglia, affetti, lavoro e relazioni sociali bastano una slot machine (350mila quelle installate oggi in Italia), un computer per i giochi a distanza. Ma sono sufficienti anche

L’attenzione della Lega consumatori delle Acli

Un problema ampio ma non del tutto riconosciuto Fra le prime realtà a occuparsi di gioco a Brescia è stata la Lega Consumatori delle Acli. “L’approccio − racconta il suo presidente Fabio Scozzesi − è stato singolare”. Sul finire del 2008 i giornali locali avevano dato conto di una serie di furti commessi da studenti per finanziare la passione del gioco. Qualche mese dopo, approfittando di un bando della Camera di commercio di Brescia, la Lega consumatori aveva messo mano a un progetto sull’educazione del consumatore rispetto alla problematica del gioco d’azzardo, con un occhio di riguardo al pianeta dell’adolescenza. Il progetto aveva permesso alla Lega consumatori di entrare in due istituti superiori bresciani per incontri di sensibilizzazione con gli studenti delle classi IV e V: un consistente campione di giovani a cui era stato sottoposto un test sulla frequenza col gioco. Quasi 550 erano stati gli studenti classificati come giocatori sociali (“quelli che giocano per semplice divertimento” specifica Scozzesi); una cinquantina i giocatori problematici (quelli che hanno avviato già la pericolosa sfida con il gioco) e tre quelli patologici (per i quali il gioco è già dipendenza con tutto quello che ciò com-

porta). La Lega consumatori ha programmato altre iniziative, momenti di approfondimento per cercare di conoscere meglio il fenomeno e di leggere alla luce di alcune sue manifestazioni tipiche anche alcune richieste, prima di difficile interpretazione, giunte ai suoi sportelli. La conoscenza dei problemi di un mondo che ancora è sotterraneo ha spinto la Lega consumatori, in coerenza con quella che è la sua mission, a chiedere allo Stato precisi impegni. “Il primo − afferma Fabio Scozzesi − è che, per quel che concerne il Superenalotto, si metta un limite al jackpot perché una crescita illimitata rischia davvero di trascinare tanti alla follia”. Una seconda richiesta è quella formulata alle istituzioni competenti perché quella del gioco compulsivo sia considerata una malattia primaria e in quanto tale vengano messe in campo quelle iniziative necessarie a curarla o a prevenirla. “Oggi − sono ancora considerazioni di Scozzesi − il gioco è considerato conseguenza di altre dipendenze e mancano misure e strumenti di prevenzione”. Quel poco che c’è (e Brescia in questo è fortunata) è lasciato all’intuizione di qualche istituzione, al privato sociale o all’autoaiuto.

una ricevitoria del lotto o del superenalotto, addirittura un tagliando del gratta e vinci. Non sono leggende metropolitane, ma storie vere accadute nel Bresciano. Vicende drammatiche raccontate, ovviamente salvaguardando l’anonimato dei protagonisti da chi ha voluto conoscere da vicino il fenomeno del gioco a Brescia. C’è così l’imprenditore che si è giocato l’azienda e molto di più scommettendo su tutto quanto era possibile scommettere (addirittura sulla traiettoria che avrebbero assunto sul tavolo da biliardo mosche a cui erano state strappate le ali); c’è la casalinga che in poco più di tre mesi ha bruciato nelle slot


LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Parlano i gestori di ricevitoria

Jackpot, croce dei giocatori, delizia per le casse dello Stato In attesa che uno fra i milioni di italiani che giocano il Superenalotto riesca ad aggiudicarsi il jackpot da capogiro un vincitore c’è già. I monopoli di Stato sembrano avere infatti trovato la classica gallina dalle uova d’oro. La corsa ai sei numeri vincenti ha ormai sorpassato il vecchio gioco del lotto. La conferma arriva anche da Brescia. Nei giorni scorsi ai microfoni di Radio Voce alcuni gestori di ricevitorie del centro storico (ma la situazione è analoga in ogni angolo del Bresciano) hanno confermato il trend. Certo, sono ancora molti gli esercizi abilitati alla vendita di schedine del lotto, ma le giocate raggiungono punte massime di 10-20mila euro settimanali. “Il lotto − ha affermato uno dei gestori intervistati − è diventato un gioco da intenditori. È al Superenalotto che sono state affidate tante speranza di vincite in grado di cambiare la vita”. “In occasione di una delle ultime estrazioni − afferma il gestore di una ricevitoria di corso Zanardelli − sono state giocate 3000 schedine in due giorni”. È evidente che una tale mole di giocare vada a ingrossare le casse dello Stato più che quelle dei giocatori, considerando le irrisorie possibilità di vincita. “La cifra da capogiro raggiunta dal jackpot - affermano ancora i gestori intervistati - lascia immaginare che la crisi economica non abbia frenato le giocate. In realtà, con il portafoglio sempre più vuoto, le puntate si sono notevolmente ridotte”. Lo afferma il gestore di un’altra ricevitoria del centro: “L’anno scorso con un montepremi simile si giocava molto di più. Quest’anno il jackpot è addirittura superiore, ma non abbiamo ancora raggiunto i livelli di giocate dell’agosto 2009, con una percentuale del 40-50 % in meno rispetto all’anno scorso”. Non sembra incontrare grande simpatia, dopo le impennate iniziali, il “Win for life”, che permette di accaparrarsi il premio di 6000 euro al mese per vent’anni in una delle 15 estrazioni giornaliere. (elisa bassini)

Le attese dei giocatori machine qualcosa come 11mila euro e che nella fase acuta di questa febbre da gioco usciva di casa alle prime luci dell’alba per essere la prima a giocare sulla “macchinetta” lasciata al bar solo poche ore prima. Sono storie di dolore e sofferenza, fatte di menzogne, di sotterfugi, di fughe dalla realtà, di debiti su debiti. Ogni bresciano nel 2008 (gli ultimi dati ufficiali comunicati dai Monopoli di Stato) ha giocato 1066 euro. Una cifra che moltiplicata per gli abitanti della provincia (1 milione 125mila) ha portato a poco meno di due miliardi di euro. Facile immaginare (anche alla luce delle storie prima raccontate) che non essendo tutti i

bresciani accaniti giocatori ve se siano parecchi che manifestano al proposito tendenze patologiche. Una situazione che ha messo sull’avviso istituzioni e realtà del privato sociale che hanno cominciato a guardare al gioco portato alle estreme conseguenze come a una malattia da seguire con attenzione e se possibile da curare. Come per tutte le dipendenze, perché chi arriva a giocarsi tutto soffre di una dipendenza, anche per il gioco patologico (così come per l’alcolismo) hanno cominciato a prendere piede gruppi di auto aiuto dove il parlarsi, il confrontarsi, il mettere a nudo le proprie difficoltà può essere una prima via di riscatto.

Superenalotto, gratta e vinci e altro... tanti giochi per un sogno Le possibilità di vincere al Superenalotto sono decisamente irrilevanti. Eppure, a giudicare dal numero di schedine giocate in occasione delle ultime estrazioni e dalle file che puntualmente si verificano davanti alle ricevitorie tantissimi bresciani sperano ancora in un colpo di fortuna. “La crisi economica − afferma un giocatore in attesa del suo turno alla ricevitoria − mi ha fatto stringere i cordoni della borsa, ma non mi ha fatto rinunciare al sogno di una vincita milionaria”. Schedina alla mano, si continua dunque a giocare, magari con cifre meno importanti del passato. Ma tra una giocata del Superenalotto e l’altra c’è chi non disdegna il gratta e vinci. Molti lo fanno ancora per spirito di divertimento. “Acquisto spesso il gratta e vinci − afferma tra il serio e il faceto un anziano intento a “grattare” il tagliando appena acquistato − e gioco al Superenalotto sempre all’oscuro di mia moglie con la speranza di poter aiutare i miei quattro figli e gli otto nipoti”. La simpatica risposta fornite apre la strada a riflessioni su quanti, e sono tanti, giocano all’insaputa di tutto e di tutti mettendo una seria ipoteca sulla propria vita.

Istituzioni e privato sociale

Le prime risposte bresciane a quella che è una dipendenza Brescia è stata nel 2008 la 16ª provincia d’Italia per somme giocate fra Superenalotto, lotto, concorsi vari, slot machine e altro regolarmente permesso dallo Stato. Un tale contesto ha “favorito” (come riportato in queste pagine) l’insorgere di fenomeni problematici a cui “istituzionalmente” si fatica ancora a porre rimedio. Nel Bresciano le prime risposte sono arrivate con modalità simili a quelle con cui “tradizionalmente” si affrontano la tossicodipendenza o l’alcolismo. Così presso la Casa delle associazioni in via Cimabue (tel 3889257719) a Brescia ogni mercoledì si riunisce l’Associazione giocatori anomimi che con la modalità dell’autoaiuto cerca di accompagnare chi è coinvolto in prima persona e, con un percorso parallelo, anche la sua famiglia. Sul fronte pubblico l’Asl di Brescia ha attivato un servizio per la ludopatia, presso il Sert di Orzinuovi. Importanti risposte sono giunte dal privato sociale. Il Mago di Oz, una cooperativa della galassia “Fraternità” ha attivato nel 2007 il servizio multidisciplinare integrato (smi), con sede operativa a Ospitaletto (tel. 030/8360856). “L’idea del servizio − racconta il responsabile Ermete Cominelli − ci è venuta dalla constatazio-

ne che quella del gioco era una dipendenza associata ad altre che andavamo trattando. Di qui la scelta di aprire un servizio specifico su questo genere di problematica”. In questi primi tre anni sono state 80 le persone affette prese in carico da “Il Mago di Oz”. Non c’è un gioco che più di un altro crei dipendenza. Lo conferma lo stesso Cominelli ricordando come fra i casi trattati vi siano stati “dipendenti” da slot machine, da poker a distanza, da videogiochi. “Quello che colpisce − racconta ancora il responsabile del servizio − è la normalità di chi cade nella dipendenza dal gioco. Giovani, meno giovani, uomini e donne in carriera, pensionati usciti dai circuiti produttivi e che vedono nel gioco un’occasione per sfuggire alla noia. Ben presto però si cade nella dipendenza”. La vita viene occupata da una serie infinita di bugie per nascondere il problema alla famiglia, di sotterfugi per procurarsi il denaro per il gioco. Un circolo vizioso che per essere interrotto ha bisogno di un aiuto. Proprio quello che cerca di fornire il Mago di Oz; per accedere ai suoi servizi è necessaria un prescrizione del medico di base che certifichi la situazione patologica.


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LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Opinioni

di Luciano Pace

Scuola

La deriva pragmatista È evidente, a tutti coloro che intendano vederlo, come il sistema scolastico italiano stia subendo un ridimensionamento organizzativo che non facilita gli insegnanti precari, men che meno in un periodo di crisi economica. E su questo c’è poco da dire: la scuola è ormai iniziata sulla scia di tali ritocchi economici e organizzativi. Tuttavia, quello che può essere meno visibile ai più, è un altro tipo di ridimensionamento che la scuola sta subendo da un po’ di tempo: il tacito cambiamento della cultura civica che ne definisce il valore come istituzione. In particolare, si assiste a un latente slittamento di senso da una concezione della scuola come istituzione deputata alla “formazione integrale delle persone” come esseri umani e cittadini, verso un’idea dell’istruzione di tipo strumentalista o pragmatista, secondo cui la scuola dovrebbe solo limitarsi ad avviare alla pratica di un mestiere. Ciò risulta ancora più sorprendente se si pensa che lo stesso padre fondatore dello strumentalismo, il filosofo statunitense John Dewey, non avrebbe mai sposato un simile orizzonte di significato abbinato all’istruzione scolastica. Infatti, come egli ebbe modo di asserire nel suo volume intitolato “Democrazia ed educazione” (1916), “il solo sentiero diretto per migliorare permanentemente i metodi dell’istruzione e dell’insegnamento consiste nel concentrarsi sulle condizioni che esigono, promuovono e mettono alla prova il pensiero. Il pensiero è il metodo dell’apprendimento intelligente, dell’imparare che impiega e appaga la mente. Noi parliamo, abbastanza legittimamente, del metodo di pensare, ma la cosa importante da ricordare circa il metodo è che il pensiero è metodo, il metodo di esperienza intelligente nel corso che esso prende” (J. Dewey, “Democrazia ed educazione”, La Nuova Italia, Firenze, 1963, p. 205). Il problema di immaginare la scuola solo come un propedeutico avviamento a una professione è dunque triplice. Anzitutto, laddove la formazione all’utilizzo del pensiero non è il traguardo a cui la scuola ambisce, essa si riduce a formare solo efficienti professionisti e non persone capaci di pensare autonomamente. In secondo luogo, e di conseguenza, essa non si abilita nemmeno a promuovere il senso civico delle giovani generazioni, le quali corrono il rischio di rinunciare a definirsi come cittadini consapevoli di là delle professioni che intendono esercitare. Infine, li conduce a credere che il valore di una professione, e dell’istruzione a essa necessariamente collegata, sia da calcolare solo in funzione della quantità di denaro da essa ricavabile. Perciò, siamo cosi sicuri che la cultura scolastica debba ridursi inevitabilmente a tutto questo?

di Adriana Pozzi

Ecumenismo

Ebrei in festa per l’unico Dio In un commento al Talmud babilonese riferito al salmo 16, si legge che il versetto 8 “Io pongo sempre innanzi a me il Signore” rappresenta l’essenza costitutiva della vita giudaica poiché significa che l’intera esperienza umana va vissuta all’insegna della volontà di Dio. Questo spiega e giustifica anche le numerosissime festività celebrate dagli ebrei. Nel periodo tra settembre e ottobre se ne contano ben cinque, che durano più giorni: due giorni per roš hašanà (capodanno), due giorni per jom kippur, giorno dell’espiazione, due giorni festivi e cinque semi-festivi per sukkot, festa delle capanne, un giorno per shemini atzereth, festa dell’ottavo giorno, un giorno per simchat tora, festa della gioia della legge. Si tratta di feste tutte molto sentite e partecipate, nelle quali la liturgia delle preghiere e dei canti nella sinagoga è per lo più centrata sul tema della transitorietà della vita, sul giudizio di Dio e sulla sua misericordia, sulla necessità del pentimento e dell’espiazione a cui si aggiungono, però, l’espressione della ferma fiducia nella mano di Dio che guida sempre il suo popolo e la lode per i doni che Egli fa, soprattutto i frutti della terra e la pioggia. I riti sono molto ricchi di simboli, di danze che si compiono girando più volte nella sinagoga, di inni accompagnati dal suono dello šofar, il tradizionale corno d’ariete, di gesti particolari e carichi di significato, come il cadere in ginocchio, cosa molto insolita per il mondo ebraico, durante le preghiere per roš hašanà. La conoscenza di questi elementi dell’ebraismo, lungi dall’essere pura informazione, ci è utile non solo per comprendere la continuità della professione di fede nel Dio unico che ha attraversato i secoli, ha resistito a persecuzioni di ogni genere e ha conservato, pur in manifestazioni diverse per tradizioni, abitudini e luoghi, la sua forza aggregativa e identitaria, ma anche e soprattutto per sentire sempre più forte il legame con quelli che Giovanni Paolo II ha definito “i nostri fratelli maggiori nella fede”, condividendo, almeno idealmente, le loro festività e i motivi di fondo che le ispirano. La consapevolezza del tempo come dono di Dio, la necessità costante di una conversione che ristabilisca l’armonia tra Dio e l’uomo, il pentimento per le colpe commesse contro Dio e contro gli altri uomini, la gratitudine per quanto Dio ci dà, l’umile e fiduciosa richiesta di benedizioni sulla nostra vita e sulle nostre attività, la gioia festosa che viene dall’osservanza della volontà di Dio sono sentimenti e atteggiamenti interiori che non appartengono a una religione particolare, ma connotano la nostra comune umanità: sapere che in questo periodo gli ebrei di tutto il mondo li sottolineano e li celebrano in modo particolare non può che avvicinarci a loro e aiutarci a essere sempre più attenti e sensibili.


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Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Società Il Nobel per la medicina a Edwards

Un premio pagato dagli embrioni? Le riflessioni di Massimo Gandolfini sui fronti preoccupanti che l’assegnazione del riconoscimento al ricercatore rischia di aprire

A sinistra il prof. Robert Edwards

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La recente assegnazione del premio Nobel 2010 per la medicina a Robert Edwards, che i mass media hanno battezzato come il “padre della fecondazione in vitro”, ha aperto un forte dibattito non solo all’interno della comunità scientifica, ma anche nel mondo dei movimenti che hanno come obiettivo la tutela della vita umana in tutte le sue manifestazioni, dal concepimento alla sua fine naturale Il dibattito si è esteso anche a Brescia dove non sono mancate reazioni critiche alla decisione assunta dall’Accademia delle scienze. Una delle più autorevoli è quella di Massimo Gandolfini, neurochirurgo della Poliambulanza e esponente di primo piano dell’associazione “Scienza&vita”. Interpellato da “Voce” così si è espres-

Carlo Casini

Altre reazioni

Le perplessità più forti dei consensi

so sull’assegnazione del Nobel 2010 per la medicina. “L’assegnazione del premio a Robert Edwards, − ha affermato Massimo Gandolfini − richiede qualche pacata precisazione e riflessione. La prima è di sostanza: il dottor Edwards non è l’inventore della fecondazione artificiale”. Il presidente provinciale di Scienza&vita ha ricordoto infatti che queste tecniche erano e sono ampiamente utilizzate con successo da molti anni in ambito di fecondazione animale. “Il ‘merito’ del premio Nobel − ha sottolineato Gandolfini − è quello di aver azzardato l’applicazione all’uomo, senza avere una concreta previsione di successo (quanti embrioni umani sono stati utilizzati e dispersi prima di giungere all’esito positivo ?) e senza sapere le

possibili conseguenze sul nascituro”. Critica è la posizione del neurochirurgo anche nei conforti di quanti, commentando l’assegnazione del Nobel a Edwards, hanno definito i suoi studi e le sue tecniche come”terapia della sterilità”. “In realtà − ha evidenziato Gandolfini − esse scavalcano il problema dando la possibilità di avere un figlio alla coppia sterile, senza affrontare le cause dell’infertilità della coppia stessa. In questa prospettiva, sarebbe più corretto assegnare un ipotetico Nobel per la tecnica medica, piuttosto che per la “medicina”, posto che questa ha da sempre il compito di curare e prevenire le malattie”. L’assegnazione di questo Nobel apre per Gandolfini la via a una riflessione che va posta su tutto ciò che ruota intorno al mondo della fecondazione in vitro. Produzione, distruzione e/o congelamento di innumerevoli embrioni umani, utilizzo di gameti provenienti da terze persone esterne alla coppia (fecondazione eterologa), uteri in affitto e madri surrogate, diagnosi preimpianto con selezione di embrioni (quelli “non idonei” vengono distrutti), riduzione embrionale (leggi, aborto selettivo) per gli embrioni impiantati e attecchiti in eccedenza, dissociazione fra genitorialità biologica

Molti consensi e non poche perplessità. In queste poche parole possono essere ricomprese le reazioni all’assegnazione del Nobel per la medicina 2010. Parole a cui ha fatto ricorso anche mons. Ignazio Carrasco de Paula, presidente della Pontificia accademia per la vita, per commentare, su sollecitazione di alcuni giornalisti l’assegnazione del premio Nobel a Robert Edwards (autore dell’esperimento che il 25 luglio 1978 permise la nascita Louise Brown, il primo essere umano concepito in una provetta, seguita da altri quattro milioni i bimbi concepiti con le tecniche di fecondazione artificiale extracorporea, cioè al di fuori dell’utero materno e senza rapporto sessuale, ndr.). “Lo scienziato britannico – ha spiegato mons. Carrasco – non è un personaggio che si possa sottovalutare: ha inaugurato un capitolo nuovo e importante nel campo della riproduzione umana, i cui risultati migliori stanno alla vista di tutti, a cominciare da Louise Brown la prima bambina nata dalla Fivet, ormai trentenne e a sua volta mamma – in modo assolutamente natu-

(mantenuta segreta) e giuridica, che comporta il vulnus, per il bimbo, di non conoscere mai chi l’ha realmente generato: sono enormi problemi etici, antropologici e sociali che non si possono e non si devono eludere. Alla luce di tutto questo trovano giustificazioni le perplessità del Presidente di Scienza&vita sul Nobel assegnato. “Perplessità − ha affermato ancora Gandolfini − che non attiengono né tanto né principalmente la persona dello studioso, quanto la valutazione delle ricadute negative che la fecondazione artificiale porta con sé in termini di rispetto e difesa della vita umana, dal concepimento alla morte naturale”. Anche in Italia, dove pure è stata varata una legislazione che cerca di porsi a “garanzia” dell’embrione, non mancano per Gandolfini motivi di preoccupazione, viste le recenti sentenze di tribunali che hanno riaperto la porta alla selezione “eugenetica” degli embrioni. “Non vorremmo − sono ancora sue considerazioni − che la smagliante luce del premio Nobel costituisca un pretesto in più per accelerare verso revisioni utilitaristiche della legge 40, riaprendo la ferita dell’embrione umano, cioè uno di noi, trattato come cosa e non come persona”.

rale – di un bambino”. Le perplessità? Tante: “Senza Edwards – spiega mons. Carrasco - non ci sarebbe il mercato di ovociti; senza Edwards non ci sarebbero congelatori pieni di embrioni in attesa di essere trasferiti in utero o, più probabilmente, di essere usati per la ricerca oppure di morire abbandonati e dimenticati da tutti”. “Direi che Edwards – conclude l’esponente vaticano – inaugurò una casa ma aprì la porta sbagliata dal momento che puntò tutto sulla fecondazione in vitro e consentì implicitamente il ricorso a donazioni e a compravendite che coinvolgono esseri umani. Così non ha modificato minimamente né il quadro patologico né il quadro epidemiologico dell’infertilità”. Più drastico il commento di Carlo Casini, presidente nazionale del movimento per la vita che ha provato profondo dolore per l’assegnazione di un premio Nobel che, ha dichiarato, “non tiene conto delle centinaia di milioni di esseri umani allo stato embrionale, figli, di cui proprio la fecondazione in vitro ha causato deliberatamente la morte”.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Incontri P. Alex Zanotelli a Brescia

Le nuove frontiere della solidarietà Il missionario comboniano invita a una nuova “ecogiustizia” che possa aiutare i poveri superando l’individualismo oggi imperante

L

L’individualismo e la solidarietà, e più ancora la povertà, la privatizzazione dell’acqua, l’immigrazione, le ingenti risorse destinate alle armi, il problema dei rifiuti e la sostenibilità ambientale: questioni che dovrebbero interrogare tutte le persone in quanto cittadini e, più ancora, quelle che si dicono cristiane sono stati al centro della riflessione proposta da p. Alex Zanotelli. Il missionario comboniano ha portato la sua concreta esperienza e ha richiamato l’attenzione e la buona volontà dei presenti all’incontro all’impegno concreto in direzione di uno stile di vita diverso, attento ai fratelli e al contesto in cui si vive. Padre Zanotelli si è appellato in modo particolare ai giovani ai quali purtroppo stiamo consegnando un mondo gravemente malato. “Dobbiamo puntare sui ragazzi – ha sottolineato Zanotelli – loro sono l’unico presente che abbiamo, o i ragazzini cominciano ad interessarsi dei problemi

Dall’Africa a Napoli di Anna Tomasoni

o non c’è nulla da fare. Ritengo importante parlare ai giovani, coinvolgerli, incontrarli nelle scuole”. Zanotelli ha citato il summit organizzato dall’Onu a settembre a New York per fare il punto sugli Obiettivi del millennio e a cui hanno preso parte molti capi di Stato. Otto obiettivi, tra i quali quello di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015, che richiamano un maggiore impegno da parte degli Stati in quanto non sono state mantenute le promesse fatte. In particolare la povertà sta assumendo proporzioni nuove a causa dei cambiamenti climatici e della crescente disuguaglianza tra ricci e poveri. A fine novembre a Cancun in Messico si terrà il vertice sul clima. “Cosa significa parlare di solidarietà davanti al grido dei poveri che diventa sempre più forte e al grido della terra che sta soffrendo sempre più? – questa la domanda posta dal comboniano -. Significa innanzitutto abbandonare questo

modello consumistico che abbiamo costruito per perseguire un’‘eco-giustizia’, una distribuzione dei beni che rispetti gli altri e il pianeta, secondo l’insegnamento del Vangelo, per questo diventa fondamentale l’aspetto della solidarietà”. Altrettanto importante, la questione della privatizzazione dell’acqua, da anni Zanotelli si batte per evitare la privatizzazione dell’acqua, partecipando a conferenze, eventi e marce in tutta Italia. “L’acqua è un diritto fondamentale umano – ha proseguito – è fonte della vita, non va sottoposta alle leggi di mercato, chiediamo che l’acqua venga gestita dalle comunità locali”. In poco più di due mesi sono state raccolte oltre un milione e 400mila firme per chiedere un referendum contro la privatizzazione dell’acqua. La cittadinanza attiva italiana ha ottenuto una straordinaria vittoria. Secondo Zanotelli la sfida è nel passare dall’individualismo alla solidarietà. “Bisogna – è stata la sua conclusione – incominciare a cambiare nel cuore: tornare a trovare la gioia nell’incontro con l’altro, richiamare i valori dei volti per trovarci ricchi gli uni negli altri. Diamoci da fare, ascoltiamo il grido dei poveri!”.

Testimone in prima linea Nelle scorse settimane p. Alex Zanotelli ha tenuto un incontro sul tema della solidarietà, nell’ambito del ciclo di conferenze “Dall’individualità alla solidarietà: tra provocazioni e speranze” promosso dai Missionari Comboniani di Brescia in collaborazione con il Centro missionario diocesano. Moltissimi i giovani in sala per ascoltare il missionario comboniano che ha vissuto per 12 anni nelle baraccopoli di Korogocho in Kenya, è stato direttore di Nigrizia e ora opera nel rione “Sanità” di Napoli nella comunità “Crescere Insieme”dove trovano rifugio i tossicodipendenti più emarginati del rione, si impegna inoltre nell’animazione di gruppi, comunità e associazioni in tutta Italia. Zanotelli è autore di molte pubblicazioni degne di nota tra cui si ricordano “I poveri non ci lasceranno dormire”, “Nel cuore del sistema: quale Missione?”e “Da Korogocho con passione. Lettere dai sotterranei della vita e della storia”.

Onu

Due imperativi morali per gli Obiettivi del millennio Dal 1945 capi di Stato e di governo e ministri degli Esteri di tutti i continenti si ritrovano annualmente nella sede Onu di New York per trovare le risposte da dare alle grandi questioni relative alla gestione comune degli affari mondiali, specialmente in materia di pace, di sicurezza collettiva, di disarmo, di difesa dei diritti dell’uomo, di cooperazione allo sviluppo e di protezione dell’ambiente. “Malgrado le imperfezioni delle sue strutture e del suo funzionamento – ha affermato mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati – l’Onu ha cercato di trovare soluzioni ai problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale e umanitario”. Talvolta, però, il dialogo tra i leader delle Nazioni è stato un confronto di ideologie opposte e di posizioni inconciliabili. Guardando ai risultati raggiunti nell’ultimo anno, mons. Mamberti ha evidenziato i passi avanti segnati sulla via del disarmo, dal Trattato che vieta l’uso delle armi a grappolo, in vigore dal primo agosto, alla conclusione positiva in maggio dell’8ª Conferenza sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, alla decisione di convocare per

il 2012 una Conferenza per un Medio Oriente libero dalle armi nucleari e dalle altri armi di distruzione di massa; ed ancora in luglio la prima sessione del Comitato preparatorio della Conferenza convocata nel 2012 sul Trattato per il commercio di armi e infine la firma del Trattato “New Start”, tra Stati Uniti e Russia, per la riduzione ulteriore e limitazione delle armi strategiche offensive. Ma a fronte di tali progressi restano, secondo il rappresentante vaticano, alcuni problemi. Tra questi mons. Mamberti ha ricordato gli Obiettivi del millennio da raggiungere entro il 2015, difficili da raggiungere senza il rispetto di quelli che mons. Mamberti ha definito due grandi imperativi morali”. Da un lato, per il rappresentante vaticano è necessario che i Paesi ricchi ed emergenti realizzino pienamente i loro impegni d’aiuto allo sviluppo e si crei “un ambiente finanziario e commerciale nettamente favorevole ai Paesi più deboli; “d’altro lato – ha proseguito – tutti, poveri e ricchi, devono assicurare una svolta etica della politica e dell’economia, che garantisca un buon governo ed elimini ogni forma di corruzione”.


Popoli e continenti Europa

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Riflessioni Un incontro in Tunisia

Il Mediterraneo è ancora cuore dell’Europa Da sinistra a destra Stefano Saglia, Bruno Faustini e Mario Mauro

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Se risaliamo il corso dei secoli ci accorgiamo che le civiltà europee sono ancora lì, imperturbabili al loro posto, occupano territori che il tempo può aver modificato nei rispettivi confini ma non nel cuore: il mar Mediterraneo. “Europa e Mediterraneo” è stato il tema di un incontro organizzato dall’associazione Areopago nell’ambito della recente scuola per amministratori tenuta in Tunisia. Relatore dell’incontro il vice presidente del Parlamento europeo Mario Mauro. “L’Europa è Mediterraneo − ha affermato − e le civiltà che vi si affacciano affondano le radici in un passato più antico di quanto possa apparire, e un dialogo tra il continente europeo e le terre sulla sponda sud del Mediterraneo è naturale”. Con l’unificazione tra le due Germanie (di cui in queste settimane si celebra il ventennale, ndr.) l’Europa ha cominciato a rivolgere il proprio sguardo a est per una crescita

a cura di Andrea Alesci

e una stabilizzazione economica; “trascurando − ha continuato il vice presidente del Parlamento europeo − di guardare ciò che avveniva in un sud” da tempo e per mille ragioni tornato d’attualità. “La sponda sud del Mediterraneo − sono ancora considerazioni proposte nel corso dell’incontro − è ridiventata il centro del mondo”. I suoi Paesi hanno un ritmo di crescita del 4% annuo, possono contare su una percentuale di persone tra 0 e 15 anni tre volte superiore a quella europea (l’Egitto ha 80 milioni di abitanti dei quali 50 milioni giovani) e costituiscono una piattaforma di sbocco per la migrazione dal Sud del mondo verso l’Europa continentale. La possibilità di una mutua comprensione tra Europa e Mediterrano per Mauro non è impossibile ma non certo facile. Ranti gli scenari geopolitici con cui il Mediterraneo deve fare i conti: dalla difficile ricomposizione politica dei

Il vice presidente del Parlamento europeo Mario Mauro è intervenuto alla recente scuola per amministratori dell’associazione Areopago Balcani, al conflitto israelo-palestinese, dai corridoi dell’energia all’ingresso della Turchia nell’Ue. “Siamo figli di una storia recente − ha continuato il relatore − che ci ha visto produrre una serie di errori mostruosi, con la convinzione che la politica estera debba limitarsi a contentare i desideri dei vari Stati nel gioco dei pretesti identitari a vantaggio di potere e interessi economici”. Tuttavia l’opportunità offerta dal Mediterraneo è immensa, è come un catino dove si riversano le materie prime che la sponda nord non ha ed è ponte verso un mercato di 600 milioni di persone. Per questo secondo Mauro è necessaria una collaborazione che non guardi alla storia “come un prodotto delle identità bensì come luogo dove le identità si manifestano per trovare soluzioni ai problemi emergenti. Il dialogo è un travaso di buone intensioni come base per costruire la civiltà, la messa in comune di storie, imprese, realtà che realizzano grandi opere: pensiamo agli acquedotti romani, al canale di Suez, ai gasdotti sviluppati”. Tre sono gli universi ricordati da Mario Mauro e che s’incontrano nel Mediterraneo: cristiano, musulma-

no, greco. Un importante terreno di confronto, certo, che per Mauro deve però alimentarsi del dialogo fra le persone prima ancora che di quello tra le religioni.”Come ha ricordato Benedetto XVI − ha affermato ancora il vice presidente del Parlamento europeo − dobbiamo evitare che si producano fenomeni come il fondamentalismo e il relativismo: il primo perché fa esplodere la civiltà dell’Occidente ed è all’origine della devastazione violenta che possiamo ritrovare in tanti episodi”. Mario Mauro ha citato al proposito i numeri delle Torri Gemelle, il massacro di Srebrenica, i musulmani uccisi in Algeria. “Il relativismo − ha continuato − va osteggiato perché provoca un’implosione della civiltà: pensiamo agli aborti che avvengono in Europa al ritmo di uno ogni 23 secondi oppure al fatto che ci siano alcuni distretti produttivi portati sull’orlo della crisi per casi di separazioni matrimoniali e conseguente disgregazione delle piccole e medie imprese. Dobbiamo guardare alle cose, immedesimarci nelle ragioni dell’altro e cercare di riportare una nuova antropologia dentro un’area così complicata eppur così ricca”.

L’intervento del sottosegretario Stefano Saglia

La politica energetica italiana deve guardare a sud Il dibattito su “Europa e Mediterraneo” (ricordato in questa pagina) ha chiuso l’esperienza tunisina dell’associazione culturale Areopago, in una serata che, accanto all’europarlamentare Mario Mauro, ha visto protagonista il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia che ha parlato del futuro della politica energetica italiana in un dialogo sempre più stretto con i Paesi del Mediterraneo. “L’economia è fatta non solo di commerci ma anche di rapporti, tanto che il trattato di amicizia sottoscritto nel 2008 tra Italia e Libia è di enorme portata storica, perché per la prima volta un Paese colonizzatore ha riconosciuto le sue colpe e si è messo a livello paritario dell’altro” ha esordito Saglia. La crisi economica ha portato un mondo diverso, più insicuro, con nuovi protagonisti energetici “e − sono ancora considerazioni del Sottosegretario − come Governo italiano godiamo all’estero di una forte credibilità da questo punto di vista”. Saglia ha anche delinato nuovi scenari geopolitici. “Guardando alla sponda est del Mediterraneo − ha affermato − possiamo cogliere l’opportunità offerta dalla Serbia, la quale ha

un accordo di libero scambio con la Russia, verso cui anche per noi si può aprire una strada commerciale libera dai dazi”. Per Saglia è il Mediterraneo il nuovo eldorado per le fonti energetiche: l’Algeria e la Libia si preoccupano di essere troppo petrolio-dipendenti e con Marocco e Tunisia hanno offerto aree per lo sfruttamento dell’energia, divenendo anche punto d’appoggio per un’espansione nel continente. “A fine ottobre − ha dichiarato al proposito − vedrò il presidente della Tunisia per un nuovo elettrodotto che collega le due sponde del Mediterraneo e per un piano solare che presenteremo a Tunisi. Inoltre, con il gasdotto della Libia si sposteranno otto miliardi di metri cubi di gas all’anno e anche in Algeria stiamo portando avanti un medesimo progetto, arrivando a convogliarne 10 miliardi di metri cubi”. Per il Sottogretario è tempo che l’Italia usi la sua posizione geopolitica di vantaggio, favorendo di concerto con i Paesi mediterranei una mobilità che consenta alle popolazioni di vivere pacificamente. Siamo la piattaforma del Mediterraneo e dobbiamo dare nuova centralità all’Europa e all’Italia.


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Carlo Baciocchi (attivo 1657-1672) Ha lasciato alcune sue opere oltre che a Quinzano d’Oglio anche nella parrocchiale di Bornato. Allineato con la cultura figurativa della metà del Seicento presenta scene di semplice lettura e di intonazione quasi devozionale. “Sant’Antonio da Padova guarisce gli infermi”, Quinzano d’Oglio, Parrocchiale

Credere e capire di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (17, 11-19) Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: “Gesù maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!”.

Vangelo, come al solito, di opposizioni forti, di chiari e scuri marcati; Vangelo dove emerge il carattere di contestazione dei luoghi comuni, che mette in scena gli estremi, la malattia, la diversità, la separazione. Insieme mette davanti la possibilità della speranza, il bisogno di essere reintegrati nella salute e nella società, l’ansia di essere guariti. In mezzo la discriminante dell’atteggiamento diverso di nove rispetto a uno, di nove senza patria e di un samaritano, di nove che vanno e di uno solo che ritorna. Il centro potrebbe sembrare la necessità di ringraziare Dio per il dono ricevuto. E non è errato sottolineare questo aspetto che anche Gesù mette in evidenza, ma quello che è davvero fondamentale è quello che Gesù dice all’uomo risanato: “La tua fede ti ha salvato”. Sta qui la vera discriminante: sapere perché è successo quello che è successo. Gli altri nove sanno di essere stati guariti da Gesù, vanno dai sacerdoti, sono reintegrati nella società. Ma in loro non si accende il desiderio di capire. A loro basta l’effetto che riconosce nella ‘causa Gesù’ il motivo per il quale la guarigione è avvenuta. Loro non sentono la parola di Gesù che indica nella loro fede la causa della guarigione. A loro manca il senso di quanto è avvenuto. Si accontentano dell’effetto e nella guarigione miracolosa riconoscono semmai un misterioso agire, una magica presenza, un’inspiegabile risultato. Tornare indietro non è solo ringraziare ma conoscere. E capire. La parola di Gesù non è mai così necessaria come in questo caso: illumina, rende chiaro che quanto è accaduto non è opera

magica ma è l’azione della fede. Chiede di capire questo. Chiede di non accontentarsi degli effetti, di non connettere la fede agli effetti ma di generare gli effetti attraverso la fede. In fondo la richiesta dei dieci era impastata solo di speranza e di fiducia; altra cosa è la fede e quel solo che ritorna può capirne la differenza. Per gli altri si tratta di una fede nel risultato, per lui è la fede che genera il risultato. In altri termini: gli altri credono perché vedono gli effetti, quello che ritorna crede perché riconosce. E non è diverso dagli altri finché non ritorna da Gesù. E non è diverso dagli altri perché ringrazia e loda Dio. È diverso perché Gesù gli spiega cosa è accaduto, gli spiega, cioè, che il meccanismo è l’opposto di quello che anche lui ha veduto e che anche lui ha sperimentato: non c’è prima il risultato e poi la fede, ma la fede genera il risultato. Come a dire: il dono di Dio, quello vero, non è l’aver riacquistato la salute, ma aver capito che quello che genera il cambiamento precede il cambiamento e non, come sembra, lo segue. È un altro paradosso al quale difficilmente ci abituiamo; perché per credere abbiamo bisogno di vedere, anche solo per frammenti, mentre Gesù ci chiede di imparare a capire che dentro di noi la fede genera e non è generata, cambia e non è cambiata, muove e non è mossa. È necessario capire questo altrimenti saremo solo alla ricerca di motivi (pur legittimi) per credere, metteremo alla prova ma non arriveremo alla radice, chiederemo per vedere e non per essere guariti.


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Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it

Benedetto XVI Il dono della forza

La Sicilia, terra di testimoni coraggiosi

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Benedetto XVI, domenica 3 ottobre per la prima volta in Sicilia da Papa, ha detto di essere nell’isola per condividere gioie e speranza, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni; per dare un forte incoraggiamento a non aver paura di testimoniare con chiarezza i valori umani e cristiani. Per dire ai giovani di non cadere nella spirale della criminalità mafiosa, di reagire, appunto, guidati dai valori evangelici. Non solo parole, ma anche gesti, come quel fermarsi, sulla strada per l’aeroporto la sera di domenica, nei pressi di Capaci, là dove una lapide ricorda il sacrificio del giudice Falcone, della moglie e degli uomini della scorta. Ricorda alcune figure-simbolo, il Papa. Innanzitutto don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 17 anni fa; ricorda, con i giovani, Rosario Livatino, il giudice ucciso a 38 anni mentre nella sua vettura andava, senza scorta, a svolgere il suo compito di magistrato. Terra di santi, la Sicilia, afferma. Per questo ai laici ripete: “Non abbiate timore di vivere e testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili”. Ed ecco che riecheggia la frase del profeta Abacuc: “La fede vi dona la forza di Dio per essere sempre fiduciosi e coraggiosi, per andare avanti con

di Fabio Zavattaro

nuova decisione, per prendere le iniziative necessarie a dare un volto sempre più bello alla vostra terra”. Il viaggio diventa così occasione per lanciare alcuni messaggi; innanzitutto ai laici, ai quali chiede di non aver timore di vivere e testimoniare la fede “nei vari ambiti della società e nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana, soprattutto in quelle difficili”. Come fece don Pino Puglisi, lo ricorda alla messa, ma anche al clero e ai seminaristi, riuniti in cattedrale. Un sacerdote come tanti altri, don Puglisi, non un prete antimafia, non un uomo che decide di incatenarsi ai cancelli dei palazzi del potere; ma un prete, appunto, che sceglie di vivere e testimoniare fino in fondo la sua fedeltà al Vangelo e il suo amore per gli uomini e le donne di Brancaccio. Ed è proprio questa sua fedeltà, questo suo amore, quel sorriso, e la frase “me l’aspettavo”, a toccare e convertire il cuore del suo assassino. Così ai laici il Papa dice: non vergognatevi di dare testimonianza al Signore. Ci si deve vergognare del male “che si arreca alla comunità civile e religiosa, con azioni che non amano venire alla luce”. Ancora: “La tentazione dello scoraggiamento, della rassegnazione viene a chi è debole nella fede, a chi confonde il male

con il bene, a chi pensa che davanti al male, spesso profondo, non ci sia nulla da fare”. Con i giovani è messaggio di speranza, di coraggio nella fede. Con loro conclude la sua giornata palermitana, una visita segnata dalla presenza di folle alla celebrazione della mattina – p. Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, ha parlato di 200mila persone – e lungo le strade percorse dal corteo papale. Folla di giovani anche a piazza Politeama, per quella che si può benissimo definire una vera festa per il Papa. Dice loro Benedetto XVI: non rassegnatevi al male, non abbiate paura di andare contro corrente. L’immagine che usa è quella degli alberi; proprio come alberi, dice ai giovani, dovete avere radici ben piantate nel grande fiume del bene: “Non cedete alle tentazioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo”. Siate invece “come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra”. Ai giovani dice ancora di conoscere le loro difficoltà nell’attuale contesto sociale: sono le difficoltà dei giovani e delle famiglie di oggi, in particolare nel Sud d’Italia. “E conosco anche l’impegno con cui voi cercate di reagire e di affrontare questi problemi, affiancati dai vostri sacerdoti, che sono per voi autentici padri e fratelli nella fede”. Voi siete “segno di speranza non solo per la Sicilia, ma per tutta l’Italia”.


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Ecclesia Chiesa bresciana

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Reggio Calabria Settimana sociale

Educare al bene comune Il tradizionale appuntamento dei cattolici italiani incentrato sulla stesura di un’agenda ideale di scelte che ridiano speranza al futuro del Paese

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Riprendere a crescere. Da questo imperativo necessario oggi all’Italia ed espresso nel 2009 dal cardinal Angelo Bagnasco inizieranno i dibattiti della 46ª Settimana sociale. Per questo evento 2010 gli organizzatori hanno basato l’agenda sulla fotografia di un Paese allo stremo delle forze e con una serie di problematiche che la Chiesa cattolica non può e non vuole ignorare. Un richiamo alla responsabilità di ciascuno al bene comune, in primo luogo a quei soggetti che hanno doveri politico-amministrativi, economico-finanziari, sociali, culturali e informativi. Un impegno che esula dal credo politico personale e che pone l’attenzione su problemi cruciali del Paese e dalla cui soluzione può iniziare il processo di crescita verso il bene comune.

di Emma Bettinardi

Doveroso, in anni di crisi economica così violenta, è partire dal tema del lavoro, dell’intraprendere un’attività. Il mercato del lavoro diventa il luogo dove esercitare responsabilità verso se stessi e gli altri. Solo generando comportamenti di fiducia e solidarietà si può costruire una base necessaria da cui partire per riprendere a investire. Un’attenzione particolare va ai giovani, sempre più precari nel mondo del lavoro, ma che sono una grande risorsa di energia e idee per il Paese. Fondamentale, in quest’ambito, porre cura e attenzione a quali politiche fiscali e sociali introdurre per sostenere la famiglia con figli come generatrice di valori economicamente rilevanti. Gli aiuti alle famiglie sono da sempre troppo esigui e la pressione fiscale grava

maggiormente sui lavoratori dipendenti, questi i primi elementi da riconsiderare per garantire il benestare della famiglia e una nuova spinta per far fronte al fenomeno della denatalità. I figli infatti sono un costo che troppe famiglie non si possono più permettere, tanto che è sempre più difficile raggiungere, per i membri di nuclei numerosi, livelli di istruzione più elevati. Un fatto che non può essere trascurato perché i lavoratori, elettori e contribuenti di domani sono educati e formati nelle famiglie di oggi. Educare è una funzione fondamentale della famiglia. Non c’è bene comune se ai soggetti educativi non viene riconosciuta l’insostituibilità e il valore del proprio ruolo, anche pubblico. Ed è proprio sull’educazione che si basa la seconda assemblea della Settimana sociale. Oltre al problema della preparazione degli studenti verrà affrontata la tematica dell’emergenza educativa nella scuola che, sempre più,

si trova a scontrarsi con la problematicità giovanile che oscilla dai fenomeni di bullismo fino ad arrivare alla vera e propria delinquenza. Questa degenerazione pone gli educatori, dalle famiglie agli insegnanti ai catechisti, di fronte a difficoltà mai incontrate dai loro predecessori nella gestione del rapporto educativo. Uno spunto di apertura al dibattito sulle problematiche di comunicazione tra scuola e famiglia e sul valore dei vituperati no educativi che, con sempre maggiore difficoltà, possono essere pronunciati dagli educatori per riflettere sull’importanza dell’interazione dei ruoli nell’educazione delle nuove generazioni. Partirà da qui il lavoro dei cattolici italiani per portare l’attenzione e il dibattito su quelli che sono stati identificati come problemi cruciali dell’Italia d’oggi continuando poi con temi quali l’immigrazione, la mobilità sociale e il tanto atteso completamento della transizione istituzionale.

Il programma dei lavori che si svolgeranno dal 14 al 17 ottobre

Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese Con il titolo “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese” si terrà a Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre prossimi, la 46ª Settimana sociale dei cattolici italiani. L’introduzione dell’evento verrà affidata a mons. Arrigo Miglio, vescovo di Ivrea e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali. Si terranno poi una serie di cinque assemblee tematiche di riflessione dedicate ad altrettanti argomenti di grande attualità quali “Intraprendere nel lavoro e nell’impresa”, “Educare per crescere”, “Includere le nuove presenze”, “Slegare la mobilità sociale”, “Completare la transizione istituzionale”. Erede, questa 46ª Settimana, dell’importante messaggio e della partecipazione che hanno animato la precedente edizione richiamando l’attualità dell’idea di bene comune, si pone come obiettivo di dare una

concreta risposta con riflessioni, seguite da azioni, al richiamo di Benedetto XVI sull’urgenza di lavorare alla formazione di una ‘nuova generazione’ di uomini e donne credenti in grado di assumere su di sé responsabilità e cariche pubbliche nella vita civile e politica di un Paese, l’Italia, in grave affanno. In questo senso saranno sollecitati alla riflessione e al confronto i cattolici che giungeranno a Reggio Calabria nei prossimi giorni. L’invito è a declinare la nozione di bene comune riferendola, in modo particolare, alle difficoltà del Paese. Brescia ha già iniziato il suo cammino di riflessione sul bene comune e i grandi temi sociali negli scorsi giorni con la settimana dedicata alla Lettera del vescovo Luciano Monari che, attraverso la lungimiranza dei temi trattati, molto si è avvicinato al sentimento che ha mosso l’organizzazione della Settimana so-

ciale. I cattolici bresciani saranno presenti a Reggio Calabria, guidati da don Mario Benedini che, nel suo percorso pastorale, già tanto ha dato alla formazione delle nuove generazioni in campo sociale e politico con la direzione della Scuola di formazione politica. Un ulteriore spunto e una concreta esperienza, dunque, accompagnerà Brescia alla Settimana sociale. L’augurio del comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani è quello di vivere l’evento di Reggio Calabria come uno spunto di crescita per tutta la Chiesa italiana nell’impegno a servizio del bene comune. “L’agenda – ha rilevato il presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali – presenta dei problemi e non ha la pretesa di trovare tutte le soluzioni, soprattutto quelle politiche”. (e.m.)


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Canonizzazione domenica 17 ottobre

Santa Camilla Battista da Varano Il prossimo 17 ottobre, la Chiesa proclamerà Santa Camilla Battista da Varano, richiamando l’attenzione dei credenti su questa donna, vissuta tra il 1458 e il 1524. Figlia naturale del principe Giulio Cesare da Varano, nacque a Camerino (Macerata), il 9 aprile 1458, in quella signoria opulenta e famosa che i suoi antenati, e suo padre, si erano procacciata con intelligenza e astuzia politica, con matrimoni ben programmati e, spesso, col sangue. Educata a corte, Camilla vi rimase fino ai suoi 21 anni quando entrò nel monastero delle Clarisse in Urbino, arrendendosi a questa volontà di Dio dopo una strenua resistenza, poiché come è scritto nell’autobiografia, – certe voci che avvertiva nell’anima e che la sollecitavano a entrare nel chiostro – le sembravano più amare del fiele. Ricorda Camilla: “Per la grande agonia, che mi procuravano, corporalmente, sudai”. È bella questa relazione con Dio che non teme la resistenza, la lotta e perfino la ribellione. Dice familiarità e confidenza. Ed è bello, alfine, arrendersi a Lui, in piena libertà. Camilla ne è testimone. Dal monastero di Urbino la nostra passò, dopo alcuni anni, in quello di Camerino, fatto appositamente costruire per la sua primogenita, dal principe. Il ritorno nella città natale non costituì affatto un privilegio, chè anzi, la vicinanza alla famiglia d’origine rese ancor più dolorosa l’eco degli odi politici, delle violenze, dei misfatti perpetrati dalla sua casata e contro di essa.

Casa Foresti Programmi 2010-2011

La formazione per gli oratori

S

di Gabriele Bazzoli

Si apre la stagione dei corsi per animatori e operatori di oratorio a Casa Foresti, la casa di formazione diocesana dedicata agli oratori. Il calendario, presentato nei giorni scorsi insieme all’itinerario oratoriano e alla preparazione per la Giornata mondiale della gioventù di Madrid, si presenta composto e ricco di interessanti appuntamenti. Da ottobre a maggio si alternano corsi consolidati, operativi o di aggiornamento a interessanti proposte nuove nella forma e nei contenuti. Certamente innovativi sono, ad esempio, i “Giovedì della formazione”, un appuntamento mensile di approfondimento su temi legati alla pastorale giovanile o alla vita dell’oratorio con testimoni significativi del mondo ecclesiale o delle istituzioni e con la “Cattedra degli oratori”, un’occasione nella quale gli oratori racconteranno le proprie esperienze positive su temi o problemi di attualità. Il primo appuntamento vedrà gli oratori in cattedra per raccontare, confrontarsi e trovare nuovi stimoli legati alla presenza di minori stranieri all’interno delle strutture orientale. Nei mesi di novembre e di marzo saranno sperimentati due stage di pastorale giovanile, pensati per gli educatori

dei gruppi adolescenti, uno dedicato al tema della vita e l’altro a quello della liturgia. Tra gli appuntamenti consolidati sono da segnalare un corso di quattro incontri per animatori di teatro con bambini, ragazzi e adolescenti, uno sulla gestione del bar dell’oratorio, con aggiornamenti normativi e spunti pastorali e il “Sai fischiare”, corso giunto quest’anno alla quarta edizione, per animatori di oratorio tra i 16 e 19 anni pronti ad approfondire il proprio ruolo e scoprire nuove tecniche di animazione. Inoltre vengono offerte alle parrocchie alcune opportunità di formazione su temi molto specifici: quattro incontri laboratoriali sulla costruzione del progetto educativo dell’oratorio, un breve percorso formativo dedicato agli operatori professionali per approfondire la metodologia educativa dell’oratorio, un corso per allenatori e dirigenti sportivi pensato e organizzato in collaborazione con il Csi di Brescia e un corso strutturato con quattro incontri frontali e un laboratorio tecnico dedicato agli educatori che in oratorio vogliono lavorare con adolescenti e giovani attraverso i media. Altre occasioni verranno presentate nel corso dell’anno, sempre con un’attenzione rivolta soprattutto alla cosiddetta formazione di secondo livello. Per ogni informazione il calendario dettagliato è disponibile sul sito www. oratori.brescia.it, i corsi sono a numero chiuso con iscrizione obbligatoria.

La nuova Santa, Camilla Battista da Varano

L’itinerario spirituale della nostra ha inizio quand’ella ha otto o dieci anni. È un Venerdì Santo e nella chiesa francescana di Camerino, frate Domenico celebra la liturgia della passione del Signore. Camilla ascolta con attenzione, coinvolgendosi emotivamente nel racconto, come è proprio dei bambini. Perché – si chiede – Gesù, non si difende, di fronte a Pilato e a Erode? Il danno è suo, perché non ha risposto? Pare che esso stesso voglia morire, pensa la ragazzina, quasi per togliersi quella pena che ne sente. Più tardi aggiungerà: “Era così, Signore mio benigno, ma io non lo comprendevo”. Il frate conclude la predica esortando ognuno a ricordarsi, almeno il venerdì, della passione del Signore e a versare anche una sola lacrima, in memoria di quella. Camilla, di lì a poco, fa della auspicata lacrimuccia, l’oggetto di un voto: ogni venerdì ella vorrà spremere dagli occhi almeno una lacrima per quel Signore che ha dato per lei tutto il suo sangue. Decide di rimanere per tutta la vita ai piedi del suo Signore crocifisso. La risolutezza di Camilla Battista è senza rimpianti. La sua orazione sgorga come supplica per poter conoscere l’Amore e l’inestimabile suo prezzo; la sua preghiera, chiede alfine, di poterGli rendere amore per amore, pena per pena, sangue per sangue, morte per morte. Invero, dobbiamo tutti ammettere di sentirci un po’ lontani dall’orizzonte di suppliche simili. Ai nostri giorni, ‘qualcosa è sbiancato nella evangelizzazione, proprio in tema di Croce’. Siamo tutti presi da altro: ci sono problemi gravi da risolvere, molte cose urgenti, esigenze inderogabili. Il nostro impegno cristiano – quando c’è – è proteso ad affrontare e ad intervenire sui molteplici fronti che ci affliggono e un poco anche ci impauriscono. Eppure il cuore della fede cristiana e dell’azione che ne deve conseguire, rimane, oggi come ieri, la Pasqua del Signore, cioè la sua croce che è già gloria e vita, come racconta il Vangelo di Giovanni (e non solo). Da quel solo Crocifisso Risorto e dalle sue piaghe indistruttibili è sgorgata tutta la salvezza. Camilla Battista, la novella santa della famiglia francescana, ritorna a noi per ricordarcelo. (Maria Veronica Migliorati, clarissa di Lovere)


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Ecclesia Chiesa bresciana

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Itinerari spirituali L’inizio in Cattedrale

L’Unigenito per l’unità di tutti L’incontro di apertura, presieduto dal Vescovo per il mandato ai giovani e a tutti gli animatori e predicatori delle tappe zonali, è previsto per martedì 12 ottobre, e sarà segnato da una sezione del Prologo del quarto Vangelo

I

di Alessandro Tuccinardi Un’immagine d’archivio degli incontri in Cattedrale

I giovani sono una pro-vocazione per l’unità della Chiesa. Non solo perché sono chiamati a costruirla insieme a tutti gli altri battezzati. Ma anche perché la loro stagione di vita, in modo singolare, fa sperimentare diversità di esperienze e di prospettive. Per la comunità credente, la sfida è quella di offrire la possibilità di riconoscere la grazia della novità nella possibilità sempre viva di riconoscersi parte del Corpo di Cristo, incarnato in questo nostro mondo in continua evoluzione e movimento. Davanti al rischio della dispersione e della frammentazione, la possibi-

lità di unità che Cristo offre è dono per e con le nuove generazioni. Così l’itinerario di spiritualità offerto ai giovani per quest’anno, in sintonia con la Lettera pastorale del vescovo Luciano, è intitolato “Uno per tutti”. l’Unigenito per l’unità di tutti i figli di Dio. Con citazioni tratte dal Vangelo secondo Giovanni, l’itinerario presenta alcuni dialoghi in cui è presente il desiderio di comunione che Dio vive nei confronti di ciascuno di noi, desiderio che, a sua immagine e somiglianza, è riposto nel nostro intimo. Accogliere la Parola costituisce opportunità per dare a questo deside-

rio lo spazio di maturare e di fare scelte coerenti. L’incontro di apertura, presieduto dal Vescovo per il mandato ai giovani e a tutti gli animatori e predicatori delle tappe zonali, è previsto per martedì 12 ottobre alle ore 20.30 in Cattedrale, e sarà segnato da una sezione del Prologo del quarto Vangelo: il Figlio unigenito lo ha rivelato (Gv 1,14-18). In questa veglia di apertura, verrà benedetta una campana che accompagnerà le proposte vocazionali diocesane: invito a essere, reciprocamente, richiamo verso tutte le occasioni di incontro con Cristo e con la sua presenza vi-

Domenica 3 ottobre a Botticino

Il sì a Dio di Erika e Chiara La chiesa parrocchiale di Botticino Sera (ora Basilica e Santuario dedicato a S. Arcangelo Tadini), si era già vestita a festa nell’ottobre del 2009 per accogliere la visita di Benedetto XVI. In quell’occasione, la Chiesa di Brescia si univa intorno al Papa, ringraziando il Signore per l’esempio di Sant’Arcangelo Tadini e chiedendo la sua intercessione di sacerdote santo, apostolo delle famiglie e protettore dei lavoratori. Domenica 3 ottobre, dopo più o meno un anno, Botticino ha fatto nuovamente festa. Due giovani bresciane, Erika Guaragni, della parrocchia di Borgo S. Giacomo, e Chiara Pozzi, della parrocchia di San Luigi Gonzaga a San Polo in Brescia, hanno detto il loro sì consacrandosi a Dio nella Congregazione delle Suore Operaie della S. Casa di Nazaret. Alla presenza di suor Emma Arrighini (madre generale), tra l’affetto e la preghiera di numerosi parenti, amici, sorelle e sacerdoti (tra cui l’immancabile padre Natale Merelli, celebrante), sotto lo sguardo attento di Sant’Arcangelo, Chiara e Erika hanno fatto voto di castità, povertà e obbedienza, gridando con la vita e testimoniando con la gioia che, anche oggi, è bello e possibile credere in un Amore più grande e lasciare che Dio sia il Tutto della vita! Il protagonista è sempre lo stesso: Dio. Lui, che attraverso i passi di un Papa, il sorriso di due giovani, la gioia dello stare insieme, la sua Parola o le parole di un prete, un sì coraggioso e fedele e il silenzio, ricco di parole, di un sacerdote santo, ancora una volta ci dice che ci ama e che vale la pena dare la vita per Amore.

va nella comunità credente. L’acqua benedetta proveniente da alcuni fonti battesimali delle nostre parrocchie ci ricorderà che la chiamata all’unità si radica nella personale vocazione battesimale. In Cristo, ogni singolo cristiano è parte viva, insostituibile, di tutto il suo Corpo. L’itinerario continuerà poi nelle diverse zone della diocesi, a cura delle équipe locali, con sussidi offerti dall’Ufficio in collaborazione con la Pastorale giovanile e il Servizio di pastorale universitaria. Si tratta di quattro appuntamenti mensili, collocati nei luoghi e nelle date che ogni zona riterrà più opportuni.


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Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro

Realizzato un dvd sulla enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI Un dvd sulla Caritas in veritate, l’ultima enciclica di papa Benedetto XVI. Su idea dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, un gruppo di ragazzi partecipanti alla Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico (Sfisp) hanno realizzato il supporto che si propone di essere un sussidio per l’approfondimento dell’Enciclica. Oltre a contenerne il testo integrale, il dvd presenta 10 schede ognuna delle quali approfondisce una particolare tematica della Caritas in veritate: Non padroni ma cercatori della verità; Sviluppo, solidarietà e umanesimo; La carità è la via maestra della dottrina sociale; La giustizia; Il bene comune; La fraternità; La gratuità e i nuovi stili di relazione; La reciprocità sociale, economica, culturale e interreligiosa; Economia sociale e responsabilità sociale dell’impresa; Nuovi stili di vita e tutela del creato. Ciascuna scheda contiene riflessioni sulla tematica attraverso preghiere, testi di canzoni, titoli di film e di libri, nonché continui rimandi al compendio della dottrina sociale della Chiesa. Chiude ogni capitolo una presentazione di power point, nella quale sono riportati due video di spiegazione, gentilmente concessi dalla Caritas Ticino, una serie di domande critiche che possono stimolare la discussione e numerosi riferimenti bibliografici per l’approfondimento personale. Il dvd è disponibile, al prezzo di 15 euro, in Curia negli uffici della pastorale sociale e del lavoro. Dove è inoltre richiedibile un ulteriore dvd prodotto dalla Cei: quindici lezioni video sul compendio della dottrina sociale cristiana destinate a un pubblico giovanile.

La campana che accompagnerà gli itinerari

Questi i riferimenti evangelici proposti: Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito (Gv 3,921); disceso dal cielo perché nessuno si perda (Gv 6,35-51); offro la mia vita perché siano un solo gregge (Gv 10,1-18); vi prenderò con me (Gv 14,1-21). Tra i predicatori delle tappe mensili, anche il vescovo Luciano ha offerto la sua disponibilità e offrirà le sue meditazioni ai giovani della città presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie, alle ore 21 del secondo venerdì, a partire dal mese di novembre.L’itinerario zonale ha come complementare proposta dioce-

Ricordato il 2 e il 3 ottobre in via dei Mille

sana le due celebrazioni penitenziali per giovani presso il Centro pastorale Paolo VI (una all’inizio dell’Avvento, la sera di venerdì 3 dicembre alle ore 21 e l’altra prima della Veglia delle Palme, il 16 aprile alle ore 18). L’itinerario si apre, la pro-vocazione all’unità vedrà i giovani protagonisti e tanti animatori, laici e religiosi, mandati dalla Chiesa “una”, pronti a farsi compagni di cammino. Accanto ad essi i pastori, a servizio di tutte le vocazioni, perché cresca la comunione nella Chiesa resa ricca e bella dalla diversità non solo di età, ma anche di vocazioni, carismi e ministeri.

Il 150° anniversario della Chiesa valdese nella nostra Città La Chiesa evangelica valdese di Brescia, oggi una vivace comunità internazionale, aperta alla città e ai rapporti con le altre confessioni cristiane e le altre fedi, ha origine nel lontano 1860. Fu un certo signor Pugno, predicatore itinerante inviato a Brescia dal Comitato di evangelizzazione, a raccogliere intorno a sé un piccolo gruppo di credenti. Quanto alla collocazione, dopo varie peregrinazioni, nel 1915 fu finalmente inaugurato l’attuale locale di culto (o ‘tempio’) in via dei Mille, su un terreno ricavato dall’abbattimento delle antiche mura venete. Molte cose sono cambiate e oggi la presenza della Chiesa evangelica valdese a Brescia è fonte di stimolo per un dialogo costruttivo interreligioso. La Chiesa valdese di Brescia è in una fase di trasformazione, dovuta sia all’arrivo di nuovi credenti che scelgono di vivere la propria fede nella libertà dell’Evangelo, sia perché negli ultimi 15 anni si sono inseriti nella comunità numerosi evangelici stranieri, in maggioranza dall’Africa. Per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più internazionale, il culto e i vari incontri contemplano l’uso della lingua inglese accanto all’italiano. Si cerca così di “Essere Chiesa insieme” fra persone che provengono da contesti culturali diversi. La ricorrenza è stata celebrata il 2 e il 3 ottobre con la presenza di alcuni pastori, che avevano lavorato nella comunità di Brescia.

Ufficio catechistico

Corso di formazione di catechisti per adolescenti e adulti In risposta alle molteplici richieste delle parrocchie e delle zone pastorali, gli Uffici coordinati della Curia (Catechesi, Famiglia, Liturgia, Oratori e Pastorale giovanile, Scuola, Vocazione e Tempi dello spirito), a partire dall’anno 2008-2009, offrono alla diocesi la possibilità di un corso biennale di formazione di “nuovi” catechisti per preadolescenti/adolescenti e adulti. La richiesta è strettamente collegata con le esigenze del nuovo modello di “iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi”, che, da un lato, richiede numerosi e preparati accompagnatori dei genitori e, dall’altro, esige di continuare l’accompagnamento del cammino di fede dei preadolescenti e adolescenti dopo il loro percorso di iniziazione cristiana. Il corso si propone di preparare persone “nuove” (rispetto a quelle che hanno già frequentato il corso triennale) disponibili a diventare catechisti per preadolescenti/adolescenti e catechisti per adulti (soprattutto come accompagnatori dei genitori dei ragazzi dell’Ic). Il corso ha preferibilmente carattere interzonale, cioè riguarda più zone pastorali attigue. Eventuali eccezioni saranno vagliate dagli Uffici. La doman-

da di attivazione del corso va fatta da parte dei vicari zonali almeno un anno prima. Il corso consta di due anni. Il primo è comune a tutti gli iscritti e ha lo scopo di fornire alcuni elementi basilari dal punto di vista teologico, biblico e pastorale; il secondo è più di tipo metodologico-didattico e si svolge, distintamente, secondo i due indirizzi sopra citati (adolescentiadulti). Il corso si tiene in una parrocchia della/e zona/e alla sera (dalle 20.30 alle 22.30) in un giorno fisso della settimana, dalla metà di settembre alla fine di maggio (circa). Per accedere al corso bisogna aver compiuto almeno i venti anni. Il corso viene attivato, su richiesta preventiva dei vicari zonali, a condizione che vi siano, per ogni zona, almeno 25 persone disponibili a diventare catechisti per adulti e 20 a diventare catechisti per preadolescenti/adolescenti. Corsi attivati per il 2010-2011: Chiari (zona Bassa Occidentale dell’Oglio e Franciacorta); Iseo (zona del Sebino); Flero (zona Suburbana IV); Salò (zona del Garda); Ghedi (zona Bassa Orientale); Centro Pastorale “Paolo VI” (zona Brescia Centro storico).


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Ecclesia In memoria

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Salò Ricordo di Vittorio Comini

Per la famiglia, per la Chiesa, per la società Ha lasciato una appassionata e cristallina testimonianza di vita vissuta in coerenza ai principi della sua limpida fede cristiana e quale partecipe attivo alla vita civile

M

Mercoledì 11 agosto, alla veneranda età di 96 anni e mezzo, è tornato alla casa del Padre Vittorio Comini di Salò, riunendosi alla amatissima sposa Rina defunta nel 2004. Si è serenamente estinto per vecchiaia dopo una lunga vita vissuta a servizio della famiglia, della comunità ecclesiale e della società civile. Lo hanno accompagnato al camposanto i suoi sei figli con le nuore e i generi, i nipoti e i pronipoti. “La Voce del Popolo” lo annovera tra i suoi più antichi, fedeli e attenti lettori. La sua lunga vita è stata spesa in primis a servizio della numerosa famiglia per sostenere la quale il lavoro diurno e serale lo ha visto

impegnato per decenni. Ciò non gli ha impedito di dedicarsi sin da giovane alla catechesi e alla vita oratoriana e numerosissimi sono ancora oggi gli adulti che lo riconoscevano come loro valente catechista. Discepolo di Pierino Ebranati, all’Eremo di Montecastello ha dedicato molte delle sue energie anche come amministratore di quella Casa di esercizi spirituali che i gardesani sentivano come loro. Non va inoltre dimenticato il suo lungo impegno quale dirigente dell’Azione cattolica gardesana. Preme anche sottolineare la forte amicizia che lo aveva legato a Vittorino Chizzolini che egli, dopo la sua morte, pregava quale santo

entrato nella gloria del Signore. Il suo impegno pubblico lo ha visto anche protagonista della vita della Democrazia cristiana e appassionato amministratore pubblico della sua città e presidente dell’allora nosocomio di Salò e Gavardo. I tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato lo hanno accompagnato nel rito funebre. Il Duomo di Salò era gremito. In tutti era vivo il ricordo della sua appassionata e cristallina testimonianza di vita vissuta in coerenza ai principi della sua limpida fede cristiana e anche nella partecipazione attiva alla vita civile in un servizio agli altri che tutti sempre gli hanno riconosciuto.

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Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 8 OTTOBRE 2010 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo Venerdì 8 ottobre Ore 20.30 – Roncadelle – Presentazione della Lettera pastorale.

Domenica 10 ottobre Ore 10 – Ponte S. Marco – S. Messa e inaugurazione dell’oratorio. Ore 18 – Calcinato – S. Messa in occasione delle feste decennali dei Santi Martiri.

Lunedì 11 ottobre

Centro Mater divinae gratiae

Appuntamenti di ottobre Per adulti. Sabato 9 (ore 16-17.30): Attraversiamo insieme il guado! Un cammino per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante. Martedì 12, 19 e 26 (ore 9-10.30): Lectio divina settimanale sul Vangelo di Giovanni. Sabato 30 e domenica 31: Meditazione cristiana (corso base e avanzato) con padre Andrea Schnöller. Per giovani. Domenica 10 (ore 9-16): 1° incontro di formazione per giovani animatori. Domenica 17 (ore 17.30-22.30): Giornata di spiritualità dal tema “La ricerca della felicità” (Marco 1,35-39). Esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici. Dal 17 al 24: “Vidi un nuovo cielo e una nuova terra” (Ap 21,1). L’Apocalisse: leggere la storia nella speranza. Predicatore: fr. Luca Fallica (benedettino). Informazioni e/o iscrizioni: tel. 030.38472127210 – info@ materdivinaegratiae.it –www.materdivinaegratiae.it

Cresima degli adulti

Incontri di preparazione Sabato 16 ottobre avrà inizio il primo percorso in preparazione alla cresima degli adulti presso la parrocchia di Sant’Antonino di Concesio (via s. Gervasio, 95 – tel. 0302751184). Anche gli incontri successivi si terranno a Concesio (e non a Brescia, in via Casazza, come nell’anno 2009-2010).

Un invito per i sacerdoti

Un film sul martirio Il titolo originale è “Des hommes et des dieux” di Xavier Beauvois. A Cannes è stato accolto con applausi e in Francia ha avuto successo anche al botteghino. La storia è vera e racconta del martirio di un gruppo di monaci avvenuto in un monastero in mezzo ai monti del Maghreb, anni ‘90. Il film uscirà nelle sale il 22 ottobre. Ma due proiezioni in anteprima nazionale sono programmate lunedì 11 ottobre presso la Sala della Comunità Aurora di Roncadelle alle 20.30; sono invitati i responsabili dei gruppi missionari e delle Sale della Comunità. Introdurranno la proiezione don Italo Uberti per la critica cinematografica e padre Mario Menin dei Saveriani con un intervento su: “Il senso del martirio nel cristianesimo oggi”. Con lo stesso programma e nello stesso luogo la proiezione si ripete martedì 12 ottobre alle 9.15 per i sacerdoti.

Festa del Patrono

La Polizia celebra S. Michele Mercoledì 29 settembre la Polizia ha festeggiato il patrono San Michele Arcangelo nella chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa, nel quartiere Casazza. La Santa Messa è stata celebrata da mons. Luciano Monari che riferendosi alla lotta di San Michele contro Satana ha detto che “La vittoria del bene sul male si manifesta in tutte le occasioni in cui qualcuno è disposto a rimetterci di persona per costruire la giustizia, il bene, la comunione tra gli uomini”.

Ore 10.30 – Pralboino – S. Messa nel centenario di dedicazione della chiesa. Lunedì 11 e martedì 12 ottobre partecipa alla Conferenza episcopale lombarda.

Martedì 12 ottobre Ore 20.30 – Brescia – Apertura itinerari di spiritualità per i giovani in Cattedrale.

Mercoledì 13 ottobre Ore 17.30 – Brescia – S. Messa e incontro con i volontari in carcere presso i Comboniani.

Curia

Nomine e provvedimenti La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Valentino Picozzi, già presbitero collaboratore festivo di Urago Mella in Città, è stato nominato presbitero collaboratore festivo di Corzano, Bargnano e Frontignano. Il rev.do sac. Gian Mario Biemmi, già fidei donum presso il Patriarcato latino di Gerusalemme, è stato nominato parroco di Maria Madre della Chiesa in Città. Il rev.do sac. Luciano Macchina, parroco di Gambara, è stato nominato vicario zonale ad interim della zona XII della Bassa centrale est. Il rev.do sac. Vincenzo Peroni, già direttore spirituale dei diaconi permanenti e cerimoniere vescovile, è stato nominato officiale dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo pontefice.

Cei

I nostri Vescovi nelle commissioni Nel corso dei lavori della sessione autunnale, il Consiglio episcopale permanente riunitosi la scorsa settimana, ha provveduto alla nomina dei membri delle commissioni episcopali, i cui presidenti erano stati eletti nel corso dell’Assemblea generale tenuta nel maggio 2010. Mons. Luciano Monari fa parte della commissione per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi; mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, della commissione per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese; mons. Giulio Sanguineti della commissione per la famiglia e la vita; mons. Domenico Sigalini è stato confermato presidente della commissione per il laicato.

Cattedrale

Orari delle funzioni Si avvisa che il 31 ottobre le cresime degli adulti non si celebreranno in Cattedrale, contrariamente a quanto riportato sul calendario diocesano. Si celebreranno invece nella chiesa di Sant’Angela Merici (in via Crispi in Città). Inoltre dal 31 ottobre all’ultimo sabato di marzo 2011 (cioè durante l’ora solare) le funzioni serali in Cattedrale saranno alle ore 17.30 e non alle 18.30.

Gargnano

Corso per catechisti Mercoledì 13 ottobre alle ore 20.30, presso l’oratorio di Gargnano, si terrà il primo incontro del corso per catechisti “Catechismo, sì… ma come? Un metodo semplice”, organizzato dall’oratorio Giovanni Paolo II di Gargnano in collaborazione con l’Ufficio catechistico diocesano. Il corso prevede altre tre date (20 e 27 ottobre, 3 novembre) ed è aperto a tutte le parrocchie della zona dell’Alto Garda (e non solo). Interverrà don Antonio Scattolini, direttore dell’Ufficio catechistico di Verona e responsabile del Servizio per la pastorale dell’arte sul tema: “Come fare catechesi. Tecniche e strumenti per catechizzare. La catechesi attraverso l’arte”.

Ingresso parrocchiale

Don Gregori a Gianico Sabato pomeriggio 2 ottobre ha fatto il suo ingresso a Gianico il nuovo parroco don Fausto Gregori. Nato nel 1947 a Brescia, è stato ordinato sacerdote nel 1973. Ha svolto il primo ministero a S. Bartolomeo in città, è stato parroco a Carzano di Montisola dal 1979 al 1985, vicerettore in Seminario fino al 1989, parroco di Nigoline fino al 2001 e di Angolo e Anfurro fino a quest’anno. Lo ha immesso il vicario di zona don Danilo Vezzoli. Don Gregori ha esposto tra i punti programmatici la formazione della comunità e l’eucaristia.


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Partire da famiglia e lavoro “Una riforma del fisco che non parta da famiglia e lavoro sarebbe ingiusta e tesa solo a ottenere consensi nelle fasce medio-alte piuttosto che puntare a una prospettiva di crescita”: così il presidente Mcl Luca Pezzoli introducendo l’incontro ”Meno tasse per famiglia e lavoro” tenutosi nella sede con la partecipazione di Mario Sberna, presidente nazionale Associazione famiglie numerose e di Renato Zaltieri, segretario Cisl. Noè Ghidoni, vicepresidente nazionale Mcl insiste sulla necessità di investire sulla capacità sussidiaria della famiglia (e sul sostegno alla natalità) come fattore non solo valoriale ma anche per le ricadute economiche; unite a riduzioni d’imposta per imprese e lavoratori, con contestuale abbattimento dell’evasione, della spesa pubblica centrale, nonché degli intrecci politicaaffari che continuano a evidenziarsi. Colpisce la passionalità di Sberna, concreta negli argomenti delle sue tesi: dalle promesse disattese dei passati governi, si è passati alla critica all’attuale governo: non per contrapposizione politica, ma perché è quello in carica, cioè responsabile di politiche inesistenti sulla famiglia (il “disvalore fiscale” dei figli; scaglioni di consumo energetici e idrici insostenibili per le famiglie, irrisori per chi usa saltuariamente le “seconde ville”). Bene il Comune di Brescia che ha concesso dal quarto figlio la gratuità su mense scolastiche e trasporti. I dati di Zaltieri dipingono un panorama poco confortante: aumento della Cig straordinaria e in deroga (nel 2011 i fondi finiranno). A Brescia siamo al 6% di disoccupazione (20% giovanile). Tassazione iniqua per i lavoratori e per le imprese le quali, se assumono di più, pagano più tasse (vedi l’Irap).

Mcl

Settimana sociale Movimenti e associazioni in cammino

Da Emmaus verso Gerusalemme di Luca Pezzoli

“In questo viaggio siamo già arrivati a Emmaus: è ora di tornare a Gerusalemme come fecero i due discepoli” esorta mons.Rosso all’apertura dei lavori del Seminario nazionale Mcl di Senigallia “Un’agenda di riforme per un futuro di speranza”. Invito rilanciato dal vicepresidente nazionale Noè Ghidoni: l’esserci dei cattolici deve essere vissuto come testimonianza, in diversi ambiti di impegno, come la politica, l’economia, la cultura. È una storia di presenza quella dei cattolici in Italia lo ha ricordato Mario Taccolini (Università cattolica) fatta di associazioni e congregazioni che dal primo Ottocento a metà Novecento hanno contribuito a creare il tessuto sociale ed economico nel nostro Paese: una preziosa tradizione che si rispetta con un atteggiamento creativo e propositivo. Una storia da rinnovare, attendendo quell’“Agenda di riforme per un futuro di speranza” che delineerà la 46ª Settimana sociale di Reggio Calabria, avendo di fronte come nuova frontiera della questione sociale la famiglia e la questione antropologica (lo ha detto mons. Arrigo Miglio, presidente del comitato scientifico delle Settimane sociali): la chiave per recuperare una visione unitaria tra la dimensione orizzontale (sociale) e quella verticale (etica) è la paro-

Dal 14 ottobre

la amore che discende da Dio, agisce sul prossimo e ritorna a Dio. Luigi Marino, presidente nazionale Confcooperative, insiste su riforme che partano dal basso ma con una particolare attenzione a controlli più ampi che regolino la “globalizzazione” in modo che le famiglie non rimangano in balia di trafficanti extranazionali che agiscono senza una adeguata regolamentazione. Natale Forlani, portavoce Forum delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, è chiaro: chi può salvare l’Italia è la cultura della sussidiarietà, che ora non funziona perché è diventata una supplenza della società civile nei confronti dello Stato; senza sussidiarietà il federalismo fiscale è solo un moltiplicarsi di centri di costo. Su questa linea Massimo Ferlini (vicepresidente Cdo) per cui è necessario finanziare non le strutture, ma il bisogno delle persone in modo che possano scegliere con libertà in un mercato con una regolazione più forte vista la penuria di risorse. Per Mimmo Delle Foglie (portavoce Scienza&Vita) l’incrocio tra le questioni antropologica e sociale dà la possibilità ai cattolici di incidere sul futuro: come governare ciò che ora la biotecnologia rende possibile; se tutto è definibile nell’ambito del reato allora la strada del tutto possibile porta solo al criterio di legalità, dove viene confinato quello etico e valoriale? di Sandro Piardi

Un corso sull’amministratore di sostegno Sono trascorsi sei anni dall’entrata in vigore della Legge n. 6 del 2004, l’atto normativo che ha istituito l’amministratore di sostegno, una figura che integra i già presenti istituti della tutela e della curatela nell’assistenza al compimento di atti giuridici e amministrativi delle persone incapaci o parzialmente inabili a causa di menomazioni fisiche o psichiche. Un tempo significativo non solo per tracciare un primo bilancio dell’applicazione della legge, ma anche per offrire un percorso di formazione teso a fornire la conoscenza tanto della normativa quanto delle realtà che l’amministratore di sostegno deve affrontare e delle competenze che deve possedere. Un compito che va al di là del puro ruolo giuridico, essendo anzitutto una missione etica e sociale di sequela del prossimo; l’amministratore di

sostegno, a favore del quale pure è previsto dalla legge un equo indennizzo per il lavoro svolto, è una figura votata all’assistenza ed è pertanto necessario che senta l’alta dimensione valoriale della sua mansione. È quanto si propone di trasmettere Mcl – per vocazione attento alle tematiche riguardanti il sostegno sociale alla persona – con il corso di formazione per amministratori di sostegno che partirà giovedì 14 ottobre, dalle ore 15 alle 18, presso la sala conferenze della sede di corso Garibaldi n. 29. Il corso di snoderà in sei incontri, il primo dei quali, di carattere introduttivo, vedrà le prestigiose presenze istituzionali dell’Ufficio per la pastorale della salute della diocesi, dell’assessorato alla Famiglia e alla persona del Comune di Brescia, della Presidenza del tribunale civile, della Presidenza

della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi e della Direzione dell’Asl, chiamate a presentare l’attuale quadro applicativo dell’istituto. Seguiranno cinque moduli tematici, affrontanti martedì 19 ottobre la relazione tra il dato etico e quello normativo sostanziale, giovedì 21 la fase procedurale, martedì 26 gli aspetti contabili, fiscali e amministrativi, giovedì 28 il rapporto tra l’amministratore e la tutela sanitaria; giovedì 4 novembre verranno presentate alcune esperienze di amministrazioni di sostegno e di servizi a tale scopo organizzati e gestiti da enti presenti sul territorio. Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza; per le iscrizioni e le informazioni, rivolgersi alla segreteria al numero 030/2807812 oppure all’indirizzo segreteria@mclbrescia.it.


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Berzo Inferiore Anno innocenziano

Una terra ricca di santità quotidiana I frati minori cappuccini e le suore dorotee di Cemmo hanno predisposto una serie di iniziative per Innocenzo da Berzo e Annunciata Cocchetti, in occasione del 50° e del 20° anniversario di beatificazione

Berzo Inferiore

Convegno all’Eremo di Bienno

Sulla Via dei Santi All’Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno è andato in scena un convegno sulle figure dei Santi camuni e sulla “Via dei Santi”, pellegrinaggi nella vallata dell’Oglio. Tre tipi diversi di logo apprestati per l’occasione: c’è il ritratto del Beato Innocenzo da Berzo incamminato in salita verso il convento dell’Annunciata di Piancogno; c’è un cerchio azzurro d’infinito, lambito da fiamme di fuoco, con la dicitura “Venti d’infinito”, dedicato ovviamente a madre Annunciata Cocchetti. Infine c’è un santo stilizzato con le braccia aperte a formare una croce. Serenella Valentini – tra l’altro addetto-stampa di tutta l’operazione – ha disegnato il simbolo, offrendo la seguente spiegazione: “La figura vuole rappresentare ogni santo e beato nell’atteggiamento più comune della preghiera. La posizione poi richiama le braccia aperte di Gesù sulla croce. Sullo sfondo il pizzo Badile, montagna simbolo della Valle Camonica”. Per quanto concerne direttamente il convegno occorrerà ricordare che ai lavori hanno partecipato: padre Serafico Lorenzi cappuccino dell’Annunciata, vice postulatore della causa di canonizzazione del Beato; padre Alessandro Ferrari, ministro provinciale dei frati minori cappuccini della Lombardia; suor CecIlia Signorotto delle Dorotee di Cemmo; don Claudio Zanardini, direttore dell’Ufficio pastorale turismo e pellegrinaggi. Lorenzi ha ricordato in particolare una virtù delle tante del Beato Innocenzo: l’obbedienza. Morto da un paio di giorni, il cadavere dello Scalvinoni non voleva saperne di raffreddarsi e ormai il funerale incombeva. Allora il padre provinciale si portò davanti alla salma e le ingiunse, per la santa obbedienza, di predisporsi alle esequie. La salma del frate eseguì l’ordine immediatamente. Ferrari s’è soffermato sulla santità tutt’altro che “esplosiva” del cappuccino: nascondimento; annientamento di sé; umiltà estrema. Suor Cecilia ha affermato della Cocchetti che la Valle Camonica è rimasta come impregnata della santità della fondatrice. “Celebrare un anniversario è anche sognare – ha sottolineato la religiosa –, cioè desiderio di vivere nel quotidiano la straordinarietà della vita cristiana”. Da ultimo don Paganini ha illustrato il progetto “Valle Camonica, sulla Via dei Santi” di cui abbiamo trattato diffusamente due settimane fa. Due parole a parte meritano i volumetti omaggiati dall’organizzazione a tutti i presenti: “Il Beato Innocenzo parla ai giovani” a cura di Serenella Valentini, edito della Provincia di Lombardia dei frati minori cappuccini. L’autrice sostiene la tesi che Innocenzo sia un santo moderno e quindi assai vicino ai giovani d’oggi. “Celebrazioni in onore del Beato Innocenzo da Berzo, sacerdote cappuccino” è un prontuario ad uso liturgico ove abbiamo trovato le “Litanie dei santi francescani”. L’ultimo volume è un profilo biografico della Cocchetti di Giovanni Scarabelli.

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Le manifestazioni dell’Anno innocenziano, che si protrarranno dal 2010 a tutto il 2011, sono già iniziate per fine settembre a Triuggio in Brianza. Un vescovo missionario cappuccino ha celebrato e impartito la benedizione apostolica. Poi, in questi ultimi giorni il convegno all’Eremo di Bienno. Dal 9 al 10 ottobre, sempre presso l’Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno, un ritiro per i giovani, organizzato dalla pastorale giovanile vocazionale. Il 26 febbraio 2011, a Berzo Inferio-

Annunciata Cocchetti

di Ermete Giorgi

re, organizzata dalla parrocchia, è in programma una fiaccolata notturna in onore del Beato. Il 3 marzo, sempre a Berzo Inferiore, celebrazione liturgica a ricordo del giorno della morte di Innocenzo. Il 6 marzo, nel convento cappuccino di Bergamo, celebrazione liturgica, presieduta dal vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi. Il 17 marzo, all’Eremo ritiro per sacerdoti, a cura di padre Costanzo Carnioni, curatore degli scritti del Beato. Il 29 aprile, al convento dell’Annunciata, pellegrinaggio provinciale a ricordo della professione religiosa del Beato (1875). In maggio a Niardo (paese natale dello Scalvinoni) giornata di studio su “Il Beato Innocenzo e la religiosità camuna”. Le celebrazioni per il ventennale di beatificazione di Annunciata Cocchetti inizieranno il 9 ottobre 2010 con una veglia presso l’urna nel convento di Cemmo. Il 10 ottobre alle ore 15 pellegrinaggio da Capo di Ponte a Cemmo “Il viaggio di una vita”, memoria dell’arrivo di Annunciata in Valle Camonica. Il 22 maggio 2011 a Cemmo “Festincontro”, giornata di festa e gioia tra preadolescenti. “Giugno 2011: “Verso Cemmo”, pellegrinaggio di alcuni paesi della vallata dell’Oglio, per giovani e adulti. L’8 maggio, alle ore 17.30, nella parrocchiale di Cemmo, celebrazione eucaristica presieduta da mons. Luciano Monari. L’anno celebrativo si conclude il 9 ottobre. Sono in preparazione altri momenti celebrativi di cui si darà informazione in seguito.


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Paesi e parrocchie Città e hinterland

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Brescia Ufficio Oratori

SP@CEbook: aggregazione e formazione In collaborazione con il Comune è partito anche quest’anno lo spazio compiti pomeridiano: coinvolte 11 parrocchie

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Dallo spazio virtuale di Facebook al mondo reale, cioè a un luogo che dia spazio alla formazione e alla socializzazione. Partito l’anno scorso come progetto sperimentale, Sp@cebook si struttura e si amplia, coinvolgendo 11 parrocchie (nel 2009 erano sette per un totale di 300 bambini e ragazzi iscritti, anche se il servizio ha interessato complessivamente 2.700 persone) e toccando le zone della città maggiormente scoperte come Casazza e Mompiano. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Uf-

di Luciano Zanardini

ficio oratori e il Comune di Brescia (assessorato alla Famiglia, persona e servizi sociali) e si inserisce nel lavoro introdotto dall’Accordo quadro sottoscritto nel settembre 2009. Sp@cebook vuole essere un momento di scambio fra le diverse agenzie educative presenti nella vita di ogni ragazzo: la famiglia, la scuola, l’oratorio e la società civile. In uno spazio educativo e sano come quello degli oratori si propongono laboratori, uno spazio compiti e alcuni momenti di gioco libero e strutturato. La risposta positiva

delle famiglie che hanno aderito è la testimonianza che il mondo oratoriano è stato in grado di intercettare un bisogno reale. Sono coinvolte le parrocchie di Sant’Afra, San Benedetto Abate, San Luigi Gonzaga, Sant’Angela Merici, Madonna del Rosario, San Gaudenzio a Mompiano, Maria Madre della Chiesa a Casazza, Santa Maria in Silva, Natività della Beata Vergine di Urago Mella, Santa Maria Assunta a Chiesanuova e San Barnaba Apostolo. L’accreditamento (il servizio è gratuito) non è scontato e richiede una verifica costante del programma educativo. Ogni oratorio poi mette in campo una propria specificità: c’è chi punta sulla danza, chi sulla recitazione o sul canto, sulla cucina o su un lavoro di tipo ambientale, so-

lo per citare alcune delle proposte pensate e portate avanti. Il progetto promuove la dimensione di gruppo come spazio di socializzazione e costruzione di relazioni significative dove i ragazzi possono esprimere la propria unicità nella complessità della vita di gruppo. Sappiamo, inoltre, che in una realtà come Brescia l’esperienza del momento dei compiti diventa anche un’occasione per sperimentare concretamente l’integrazione e lo scambio culturale. È stata pensata, inoltre, un’attività trasversale per tutti oltre ai momenti di formazione per gli educatori coinvolti presso la Casa Foresti: un laboratorio di produzione cinematografica con il coinvolgimento diretto dei ragazzi nell’elaborazione di cortometraggi, telegiornali e videoclip musicali.

L’Associazione bresciana impegnata all’Ospedale civile

Dutur Kaos: un sorriso in corsia Dottor Cacao e dottor Spumiglia. Non siamo in un cartone animato, ma nei reparti dei bambini dell’Ospedale civile in una domenica pomeriggio qualsiasi. Cacao e Spumiglia sono solo due degli 80 volontari dell’associazione Dutur Kaos, nata a Brescia nel 2002 per portare un sorriso ai bambini ricoverati nel nosocomio cittadino. Ogni domenica, quindi, dalle 14 alle 18.30 le corsie sono prese d’assalto da tanti clown che utilizzano nomi di fantasia per facilitare l’incontro con i più piccoli. Il direttivo è composto da cinque persone e resta in carica tre anni. Al tesoriere Fabio Bicelli (in arte dottor Ciuchino) il compito di descrivere una onlus (con l’obbligo di un bilancio in regola) che punta tutto sul volontariato. Un servizio che, però, richiede una formazione iniziale (un corso di due mesi con operatori e docenti esterni) e un aggiornamento costante. La preparazione sia psicologica che tecnica (l’arte del clown consiste nel saper divertire con palloncini, spettacoli di magia, giochi e scenette) è doverosa, anche “perché lo dobbiamo alla struttura ospedaliera: siamo ospiti”. Non mancano le idee per il futuro, fra queste la creazione di un giornalino con giochi e disegni da distribuire in Ospedale o la distribuzione di gadget. Visto e considerato che l’associazione

si autofinanzia, nel corso dell’anno i dottori con il naso rosso si rendono disponibili anche per l’animazione di altri momenti fuori dall’Ospedale. Interessante anche il progetto portato avanti con l’Istituto Canossiano: in pratica hanno affiancato gli studenti di terza in un corso geriatrico. Il dottor Ciuchino, forte della sua esperienza, si emoziona nel raccontare le sensazioni che prova, quando – nel reparto di oncologia – vede sorridere il bambino al di là del vetro per le sue facce: “Il sorriso aiuta a superare le difficoltà. Per un attimo il bambino viene come catapultato fuori dall’Ospedale”. Alcune ore di svago e divertimento aiutano i bambini e i genitori a liberarsi delle tensioni, ma al tempo stesso arricchisce il volontario che si mette in gioco e cerca di trasformare un volto triste in uno sorridente. Non è facile certo. Anche per questo occorre una buona preparazione psicologica di fronte alle diverse situazioni che si possono incontrare. Non bisogna, inoltre, dimenticare che non tutte le patologie sono uguali: non è la medesima cosa rapportarsi con un paziente temporaneo e uno lungodegente. L’Associazione è aperta ad accogliere nuovi volontari. Per informazioni, si può consultare il sito internet www.duturkaos.it.


Brevi

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Lega italiana per la lotta contro i tumori

Ottobre, mese della prevenzione con la “Campagna Nastro Rosa”

Il municipio

San Zeno L’inaugurazione il 9 ottobre

La tangenziale tanto attesa diventa realtà

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Sabato 9 ottobre 2010. A San Zeno Naviglio arriva la tangenziale. “Una giornata storica e indimenticabile – sentenzia il sindaco Angiolino Serpelloni – nella vita del nostro Comune. Un’opera che tutta la popolazione attendeva da oltre 30 anni. Una promessa e un impegno celebrati nel logo della nostra prima campagna elettorale ‘Con noi per San Zeno verso una nuova strada’ e ora finalmente mantenuti”. Poco meno di 3000 metri di lunghezza, tre nuovi ponti, un sovrappasso a gettata unica in ferro sull’autostrada, il più lungo della nostra provincia con i suoi 50 metri, un sovrappasso sulla linea ferroviaria, un sottopasso, due rotatorie e circa 10 milioni di investimento – 2 milioni e 600mila dal Comune, 1 milione e 250mila dalla Regione Lombardia e il resto dalla Provincia di Brescia - sono i numeri che sintetizzano il complesso progetto di costruzione della variante alla 45 bis “Gardesana occidentale” di San Zeno. “Il progetto originale – spiega il Sindaco – coinvolgeva anche i Comuni di Brescia e di Borgosatollo. Viste le lungaggini, dovute a dubbi motivi di

“Il mese di ottobre è dedicato alla ‘Campagna Nastro Rosa’ che consiste – ha illustrato la presidente della sezione di Brescia della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, Monica Miglioli – in una serie di iniziative tese a sensibilizzare le donne sulla prevenzione e diagnosi precoce del tumore alla mammella”. In tutto il mondo occidentale il tumore alla mammella è il primo tumore femminile per numero di casi e la sua incidenza è in costante aumento. “La sezione di Brescia e provincia della Lilt, in collaborazione con Estée Lauder Companies – ha spiegato Monica Miglioli – grazie alla generosa collaborazione di 21 strutture ospedaliere e sanitarie di città e provincia e in cui saranno presenti i nostri volontari che accoglieranno le donne che si presenteranno per aderire alla campagna, ha organizzato una serie di incontri che prevedono un’intervista, tesa alla verifica della presenza della malattia nell’ambito familiare, una successiva visita e la conseguente mammografia. Prevediamo di monitorare oltre 400 donne, ma vi sono ancora posti disponibili. Il nostro più sentito grazie al personale di queste 21 strutture, lo scorso anno furono 11 – ha precisato la presidente Lilt – e uno dei sogni consiste nel rendere permanente questa campagna. Un grazie anche all’Italmark, che metterà a disposizione degli spazi nei propri supermercati per la diffusione dell’iniziativa e per la raccolta delle adesioni”. “In Italia si calcola che nel 2010 i nuovi casi di tumore alla mammella saliranno a circa 42mila – ha detto Lorenzo Magno, oncologo radioterapista e componente il comitato scientifico della Lilt Brescia – ma va altresì registrato come la mortalità sia marcatamente calata, a fronte dell’incremento del numero dei casi rilevati, grazie alla diagnosi precoce e alle nuove terapie. La vera prevenzione – ha precisato Magno – non è tanto la mammografia, in quanto con essa si vede quanto già c’è, ma l’individuazione delle persone a rischio attraverso le applicazioni nei nuovi campi della genetica e dell’epigenetica, che ci consentono di prevedere se il tumore alla mammella è imputabile a cause genetiche o a modificazioni dei geni che lo possono generare”. “Le nuove tecnologie e l’analisi del genoma – ha aggiunto il direttore della Sezione di Biologia e genetica dell’Università degli Studi di Brescia Sergio Barlati – permettono gli studi di molti fattori, consentendo una genomica personalizzata, passo determinante per la prevenzione dell’insorgere di qualunque forma tumorale, con la conseguenza di poter adottare gli opportuni provvedimenti in grado di evitarla”. L’elenco delle 21 strutture che ospiteranno la campagna è sul sito www.legatumoribs.it e per ogni informazione è possibile chiamare la sede dalla Lilt Brescia allo 0303775471. (fr.a.)

di Vittorio Bertoni

Associazione “6 in Compagnia”

Pronta la nuova sede impatto ambientale, a partire dal 2005 abbiamo deciso che i lavori sarebbero stati eseguiti completamente sul territorio del nostro Comune”. L’intervento, classificato tra i più importanti fra quelli messi in campo dall’assessorato ai Lavori pubblici della nostra provincia, affronta e porta a soluzione le problematiche che affliggono l’abitato, assillato quotidianamente da oltre 20mila veicoli e sono moltissimi quelli pesanti, e i residenti, costretti per buona parte della giornata a convivere con il traffico, i rumori e lo smog. “Sono particolarmente soddisfatto – conclude Serpelloni – perché il percorso della deviante si snoda tutto vicino all’autostrada, con un impatto ambientale veramente contenuto, perché abbiamo salvaguardato le nostre peculiarità, come il laghetto comunale e la passeggiata di via XXV aprile, ma soprattutto perché abbiamo avuto la fattiva collaborazione della nostra gente”. Oggi, finalmente, si parte, con la speranza che, grazie a questi 3000 metri di tangenziale, le code, i rallentamenti e gli intasamenti… prendano un’altra strada.

Nella notte tra l’8 e il 9 novembre 2009 la sede dell’associazione “6 in Compagnia” ha subito un incendio doloso che ha reso impossibile l’utilizzo della struttura nei messi successivi. Domenica 10, ottobre, finalmente viene inaugurata la struttura: partecipano il vicesindaco Fabio Rolfi, l’assessore ai Servizi sociali Giorgio Maione e Giacomo Lini, presidente della Circoscrizione Sud. Per l’occasione è stato predisposto uno spiedo per 120 persone nell’ambito del progetto “Vicino al tuo vicino”. L’Associazione, nata sei anni fa in seguito alla chiusura del Centro per anziani dell’ex sesta circoscrizione, è una tra le realtà più grandi del territorio con più di 800 iscritti. Si rivolge principalmente alla popolazione fragile del quartiere Lamarmora e organizza iniziative ricreative e culturali che coinvolgono anche i portatori di handicap. Per la rilevanza della loro presenza hanno ricevuto in dono un automezzo per il trasporto delle persone anziane e dei disabili. “6 in Compagnia” collabora con l’assessorato alla Famiglia del Comune e ha aderito al progetto “Vicino al tuo vicino” per la rilevazione e il monitoraggio della popolazione anziana, per quei soggetti soli, senza figli, maggiormente a rischio di isolamento sociale.


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Paesi e parrocchie Bassa

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Pontevico Sollievo nel dolore

La malattia affrontata in un Hospice A metĂ agosto è stata aperta la struttura gestita dalla cooperativa “Il Gabbianoâ€?. Garantisce cure palliative a pazienti in situazioni croniche

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di Franco Piovani

Di fronte a certe malattie anche la scienza nulla può. Non può guarire del tutto, ma può alleviare il dolore e accompagnare il paziente per non lasciarlo solo in questa difďŹ cile situazione. Il ďŹ losofo, Pitagora, dava un consiglio ai suoi discepoli: “Eleggasi ciascuno – diceva – un modo di vivere molto buono, e non si sgomenti, per parergli da principio faticoso e difficile; perchĂŠ di poi, colla consuetudine, gli riuscirĂ molto facileâ€?. Giacomo Bazzoni, presidente della cooperativa “Il Gabbianoâ€? si trova in linea col principio dell’antico ďŹ losofo e coadiuvato da amici ha realizzato l’organizzazione che ha sede a Pontevico e diramazioni in vari settori del sociale. Ăˆ cosĂŹ che da metĂ agosto, a Pontevico, è stato aperto l’Hospice che ha fatto assumere un nuovo ruolo all’antica costruzione che fu sede dell’ospedale zonale, chiuso da decenni nel piano di riorganizzazione della sanitĂ regionale. Un anno fa il cardinale Angelo Bagnasco ha visitato il cantiere aperto nell’ex ospedale, nel paese dov’è nato nel 1943.

La cooperativa ha acquistato l’immobile e progettato l’Hospice aperto non appena al presidente Bazzoni sono state rilasciate le autorizzazioni dalla Regione. La direzione Ă affidata al dottor Giuseppe Luani, coadiuvato dal dottor Maurizio De Gasperi che guida l’Êquipe medica nella quale è presente la psicoterapeuta Sandra Soldi e Luisa Oprandi è caposala responsabile del personale a disposizione del paziente in qualsiasi ora del giorno e della notte, cercando di rimanere a ďŹ anco del malato per tutte le sue esigenze e per le cure necessarie in ogni singolo caso. â€œĂˆ l’ennesima conferma della professionalitĂ raggiunta in oltre 20 anni dalla Cooperativa il Gabbiano che occupa ben 900 persone e rappresenta, a buon diritto, un punto di riferimento quasi irrinunciabile a livello socio-sanitario in diversi territori della Lombardia e del Piemonteâ€? commenta Bazzoni spiegando che nel nuovo Hospice aperto a Pontevico è stato instaurato un rapporto estremamente umano con il paziente e i suoi fa-

migliari, che possono mantenere i loro legami personali all’interno della struttura. L’Hospice garantisce cure palliative a pazienti che si trovano in situazioni critiche di malattia per far loro raggiungere la miglior qualitĂ di vita possibile, attraverso interventi di tipo terapeutico e assistenziale ďŹ nalizzati al controllo del dolore e dei sintomi e al sostegno psicologico, sociale e spirituale. Per questo nel recupero della struttura è stata conservata la cappella dedicata a Maria Bambina e su richiesta del paziente è disponibile un sacerdote che ha libero accesso all’insieme delle 18 camere singole dotate ciascuna di servizi, televisore, telefono, frigo bar, aria condizionata e accesso a internet. I famigliari che il malato ricoverato vorrĂ accanto possono soggiornare gratuitamente avendo a disposizione poltrona letto, la sala pranzo dotata di cucina, zona relax, libri e riviste all’interno del reparto, e l’area verde all’esterno del centro. L’accesso – evidenzia la direzione – avviene gratuitamente con l’impegnativa del Sistema sanitario nazionale.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Montichiari

La stagione teatrale debutta con “Il berretto a sonagli”

Capriano del Colle La differenziata al 60,24%

La calotta per la raccolta innovativa

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Dallo scorso primo agosto a Capriano del Colle è stato introdotto un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti. In tutto il paese sono stati posizionati cassonetti a “calotta” con chiave elettronica. Si tratta di un sistema gestito dalla società Aprica del Gruppo A2A. In pratica la differenziata viene portata ai cassonetti che possono essere aperti con la chiave elettronica. “Questo sistema – spiega il sindaco Alberto Lussignoli – ha creato un po’ di problemi, soprattutto agli anziani, ma, alla luce dei primi risultati, possiamo affermare che il sistema sta già dando buoni risultati”. Con questa nuova riorganizzazione dei servizi di raccolta rifiuti dai primi giorni del mese di agosto è stata raggiunta una percentuale di raccolta differenziata pari al 60,24% rispetto al 33% del mese precedente. Estrapolando i dati dei primi quattro giorni di agosto, data di completamento delle operazioni di montaggio delle calotte, il dato della raccolta differenziata ha raggiunto addirittura il 66%. “Visti questi primi risultati – ha

di Federico Migliorati

“Le difficoltà finanziarie a cui tutti i Comuni devono far fronte in questo periodo di crisi globale non ci hanno impedito, anche quest’anno, di dar vita a una Stagione teatrale di primissimo livello capace di far invidia a città ben più blasonate della nostra”. Con queste parole il sindaco Elena Zanola ha presentato, assieme al presidente Ferdinando Lazzari, la Stagione di Teatro Bonoris 2010/2011 che prende il via sabato 23 ottobre con “Il berretto a sonagli” dei Guitti. Per la prosa, sul palcoscenico arriveranno Marina Suma con “Pene d’amor perdute”, Raffaele Pisu in “Chat a due piazze”, Paola Gassman con “Divorzio a sorpresa” oltre ai Guitti, compagnia che porterà in scena ben 4 spettacoli (“Il berretto a sonagli”, “La figlia del maggiore”, “Il fu Mattia Pascal” e “L’amore quasi una fantasia”). Riconfermata anche la Rassegna concertistica Città di Montichiari (partenza il 28 novembre) con otto Conservatori in lizza alla conquista delle borse di studio in palio: si va da Brescia a Mantova passando per Milano, Verona, Padova, Parma, Piacenza e la new-entry Bolzano. Per gli amanti del vernacolo una rassegna dialettale grazie a compagnie provenienti da tutta la Provincia e dal Mantovano: ad aprire e chiudere le danze sarà il Café di Piöcc il 30 ottobre con “El sul el fa madurà apò le söche” e il 10 aprile 2011 con “Pötost che pès l’è mei isé”. Nel cartellone è inserita anche l’opera lirica Gianni Schicchi di Puccini e “Operetta ieri, oggi… e domani?”, pot-pourri di celebri arie di operetta. A dicembre si terranno il concerto di Santa Lucia a cura della Scuola d’archi Pellegrino da Montechiaro (l’11) e il concerto di Natale della Banda cittadina (il 23). Per info, 030/961115. (f.m.)

Corzano

Una nuova scuola dell’infanzia Nei giorni scorsi a Corzano è stata inaugurata la nuova scuola dell’infanzia. “Si tratta di un’opera pubblica di fondamentale importanza per la nostra comunità – ha affermato il sindaco Francesco Fontana – che ha raggiunto i 1300 residenti. Sicuramente una cifra che, se presa in valore assoluto, può far sorridere, ma se si pensa che agli inizi degli anni Novanta i cittadini erano 900, si capisce che si tratta di un Comune che, in questi anni, ha avuto un forte incremento demografico, quindi un aumento del numero dei bambini”. Quest’anno, infatti, alla scuola dell’infanzia di via Garibaldi sono iscritti 48 bambini. Nel 1998 gli iscritti erano 10. L’opera è costata 1 milione di euro. (mtm)

Carpenedolo

Frati in missione fra la gente commentato soddisfatto il Sindaco – credo che il Comune, già dal primo mese, abbia centrato l’obiettivo che si era prefissato entro il 2012. La qualità del materiale raccolto in forma differenziata è ottima con qualche eccezione per l’organico. Ma verde, carta e plastica sono molto puliti. A metà agosto abbiamo dovuto raddoppiare le frequenze di raccolta per carta e plastica perché i contenitori si riempivano subito. Questi dati sono la conferma che i cittadini di Capriano, non solo hanno capito la necessità di una moderna ed intelligente raccolta differenziata, ma hanno anche dimostrato un forte senso civico. Sono convinto – ha concluso il sindaco – che con questi dati i miei concittadini saranno orgogliosi di aver adottato un modello di raccolta moderno che non solo è l’unico in Provincia di Brescia ma il primo in Lombardia”. Si ricorda che è attivo anche il servizio gratuito di ritiro a domicilio dei rifiuti ingombranti. Per informazioni telefonare al numero verde 800437678.

La comunità carpenedolese il 30 settembre ha vissuto il ritorno di missione di un gruppo di frati provenienti da ben quattro Paesi europei (Italia, Francia, Malta e Portogallo) in formazione presso l’Istituto teologico di Padova. Un ventata di allegria, di comunione, di iniziative impegnative e non per i ragazzi e i giovani del paese ma anche per tutta la comunità. Per tre mattine si è vissuto nella palestra della scuola un momento di preghiera allietato dai canti di alcuni frati: si pregava e si cantava prima di iniziare ciascuno l’impegno scolastico. Poi con il parroco, don Franco Tortelli, hanno visitato alcune fabbriche, cascine e hanno toccato con mano la vita quotidiana del paese. Hanno visitato gli istituti scolastici della zona e varie scuole. La sera era dedicata ai giovani: si sono vissute serate “a tema” tratte dallo slogan “Fermati, guarda, ascolta”. Nella prima serata, dopo l’allegra presentazione personale di ogni frate svoltasi nel teatro parrocchiale, i presenti si sono recati in chiesa per pregare e in seguito al Santuario in processione dove a conclusione dell’incontro è stato regalato un rosario. La seconda serata, dal tema “guarda”, si è concentrata sull’osservazione e interpretazione del crocifisso di San Damiano. Sabato pomeriggio è stato dato spazio anche ai bambini delle elementari intrattenuti con una rappresentazione sottoforma di fiaba della storia di San Francesco, balli e giochi.


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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Castelcovati Nuovo Parroco

Contento di essere prete Don Marco Zanotti da S. Giovanni di Polaveno si appresta a guidare la comunità della Bassa

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Don Marco Zanotti, sacerdote della nostra diocesi proveniente dalla parrocchia di San Giovanni di Polaveno, fa il suo ingresso nella parrocchia di S. Antonio abate in Castelcovati domenica 10 ottobre. Ne abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande riguardanti il suo ministero, le sue aspettative e le sue speranze per questo nuovo capitolo della sua vita sacerdotale. Quali sono state finora le tappe del suo ministero? Dopo l’ordinazione sacerdotale, sono stato inviato a Dello come vicario parrocchiale e là sono rimasto per sette anni. Successivamente sono stato assegnato alla parrocchia di Cristo Re in città e infine, prima del mio trasferimento a Castelcovati, ho trascorso gli ultimi 13 an-

di Francesco Uberti

Don Marco Zanotti

ni come parroco di San Giovanni di Polaveno. Quali sono le sue prime impressioni in questi giorni che precedono il suo ingresso in parrocchia? Mi sono accorto di una particolare cura nel preparare la celebrazione, a partire dall’adorazione eucaristica in programma per la serata di giovedì 7 ottobre. Domenica l’accoglienza avverrà presso la chiesa di San Martino fuori dal centro del paese alle ore 17 con una preghiera di affidamento alla Madonna, destinataria di particolare devozione in questa comunità, e una di suffragio per i sacerdoti defunti che a questa parrocchia sono legati. Successivamente si formerà un corteo diretto verso il centro del paese dove, nei pressi della tor-

re civica, il Sindaco porgerà il saluto della cittadinanza. A quel punto ci si sposterà nella chiesa parrocchiale per la celebrazione della Santa Messa e del rito di ingresso. E quali le sue aspettative per il nuovo servizio al quale è chiamato? Vengo volentieri in questa comunità, ne entro a far parte con entusiasmo pronto ad assolvere alla mia missione nel nome del Signore, secondo i suoi comandamenti. In questo compito mi conforta e rafforza il mandato del vescovo Luciano, che mi ha scelto per affidare alle mie cure questa parrocchia. Spero di arrivare a essere per la gente di Castelcovati un buon pastore e, pur essendo consapevole di quelli che possono essere i miei limiti, sarà mio impegno

quello di riuscire a mettere a disposizione e a beneficio dei miei nuovi parrocchiani tutte quelle buone qualità che il Signore ha voluto donarmi. Un’ultima domanda: se dovesse riassumere in poche parole l’aspetto che ritiene caratterizzi il suo sacerdozio, che cosa direbbe? Semplicemente che sono contento di essere prete: sono felice della mia vita, della strada che ho percorso e di quanto il Signore ha voluto mettere su di essa. Ne sono così contento che, se potessi per caso riprendere il mio cammino dall’inizio e avere la possibilità di compiere nuovamente quelle scelte che già ho affrontato, non credo che cambierei nulla, vorrei rifare tutto esattamente come l’ho fatto.

Brevi

Verolanuova

Pralboino

35 anni per “L’Angelo”

Feste quinquennali

“L’Angelo di Verola” è il mensile della parrocchia che, da 35 anni, la prima domenica di ogni mese, arriva nelle case dei verolesi. La parrocchia è stata tra le prime a dotarsi di un vero e proprio Centro delle Comunicazioni. Per celebrare l’anniversario sono state organizzate una serie di manifestazioni. Nella chiesa dei Disciplini è presente la mostra “I disegni dell’angelo” realizzata da Massimo Calvi in esclusiva per “L’Angelo di Verola” dal 10 al 24 ottobre. Domenica 10 alle 10.30 l’inaugurazione. Venerdì 15 alle ore 20.30 “Ricordi in poesia” con Rosetta Mor, Tiziano Cervati e Pietro Carini. Domenica 17 alle 15.30 l’organo Lingiardi e la Disciplina. Venerdì 22 si riflette, a partire dalle 20.30, su cosa ha portato il bollettino alla comunità. Intervengono mons. Gabriele Filippini e mons. Luigi Corrini. Sabato 23 alle 18.30, nella Basilica, si concludono le celebrazioni con la Messa presieduta da don Adriano Bianchi. La mostra è aperta il giovedì (9-12), il venerdì (20-22), il sabato (10-12, 15-18 e 20-22), la domenica (10-12 e 15-22).

Tre giorni per le festività patronali in onore di San Flaviano martire: sabato 9 ottobre si provvede allo scoprimento dell’urna del Santo Patrono a cui farà seguito la messa solenne; nella giornata di domenica, dopo la messa del mattino celebrata dal card. Ennio Antonelli, si snoda in serata per le vie del paese la tradizionale processione. Il tragitto non verrà percorso trasportando l’urna contenente i resti mortali del Santo, bensì una statua lignea realizzata per l’occasione, mentre le reliquie verranno utilizzate per la benedizione. Lunedì la Messa celebrata dal vescovo Monari riunisce i sacerdoti della zona, i nativi di Pralboino e quanti vi hanno prestato servizio. In serata la copertura dell’urna del Santo.


Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Tavernole Forno fusorio

Gli oggetti della memoria di Ganzola L’allestimento permanente della donazione Ganzola: attrezzi domestici, arnesi di lavoro, armi bianche e uno stampo per le particole Giuseppe Ganzola

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di Edmondo Bertussi

Il Forno fusorio di Tavernole, sito museale della Via del Ferro valtrumplina, offre un nuovo motivo per visitare e ammirare il monumento industriale che il sommo Leonardo Da Vinci volle conoscere per scoprirne i segreti: l’allestimento permanente della donazione Ganzola. Si tratta di 115 pezzi: attrezzi domestici, arnesi di lavoro, armi bianche dal XVI al XX secolo, anche un antico stampo per le particole da Messa. Giuseppe Ganzola, tavernolese nato a Cimmo nel 1935, figlio di contadini e allevatori emigrò in Svizzera a 19 anni, prima garzone agricolo, poi

camionista e infine autista. Spiega che proprio questo mestiere gli diede occasione di alimentare la passione coltivata fin da ragazzo per gli oggetti della “memoria”, i più disparati appartenenti al passato: sul pullman che guidava si informava dai passeggeri, andava a trovarli e portava a casa i pezzi interessanti. Si è trovato così a studiare e scoprire i segreti del legno, del ferro, del rame, l’uso degli utensili di ogni epoca atti a lavorarli, restaurarli: lui li trova, “aggiusta”, come aveva visto fare in casa fin da ragazzo in montagna per roncole o altro, creando incastro

nel punto di rottura e poi fissando coi “robatì” (chiodi teneri ribattuti) le due parti staccate. E la mostra dei suoi pezzi oltre che risvegliare memorie di cose viste magari proprio in casa (dalle molle per il fuoco, allo spiedo fatto girare manualmente, o l’incudinella che fissata nel terreno serviva per ridare sul posto col martello ricurvo il filo alla falce) suscita altra curiosità e meraviglia per queste “riparazioni”: c’è una splendida e lucente caffettiera in rame del Settecento dei Canton Grigioni così recuperata esposta sulla cappa del camino della stanza nobile del forno. In 50 anni ha messo insieme nella sua casa di Genestrerio a Mendrisio una collezione di mille pezzi: mobili del Sei-Settecento, quadri, utensili e attrezzi in ferro e poi, affascinato dai meccanismi di funzionamento, 135 fucili di ogni epoca, da quelli a pietra fo-

Comunità montana

Tra progetti realizzati e quelli in cantiere La Comunità montana di Valle Trompia fa il resoconto dei progetti messi in opera e di quelli in cantiere. “Sul fronte energetico – dice l’assessore a Territorio e Lavori pubblici Marco Bassolini – possiamo constatare che i pannelli fotovoltaici installati un anno fa hanno dato un risparmio di 4.500 euro e un introito di 11.700 euro derivante dalla tariffa incentivante. Per le opere esterne, i lavori alla scuola consortile di Lavone proseguono serrati e termineranno entro la fine dell’anno, mentre sono finiti gli interventi 2008 per la manutenzione delle strade intercomunali e in corso quelli per il 2009”. Una serie di lavori che coinvolgono immobili, viabilità ma anche elementi idrografici e geologici che caratterizzano il territorio valtrumplino. “Lungo il fiume Mella – spiega l’assessore Bassolini – la sistemazione idraulica nei Comuni di Gardone, Marcheno, Tavernole, Pezzaze, Bovegno e Collio terminerà entro dicembre e da poco è stato avviato il censimento degli scarichi di Garza, Mella e affluenti, così come sono partite le progettazioni per la sistemazione idraulica-forestale lungo la strada comunale delle Stese e la Valle del Bandera a Pezzaze e per le opere di difesa del suolo in località Val Bertone a Caino (fondi Ato di 209mila euro) ed è quasi finito l’intervento sulla

frana in località Croci-Pezzeda a Collio”. Una serie di opere che vanno concludendosi e altri progetti che guardano all’immediato futuro. “Di recente – illustra l’assessore in Comunità montana – è stata rinnovata la convenzione con Tavernole, Pezzaze, Marmentino e Irma per il contratto di comodato relativo a scuola media e palestra polivalente di Pezzaze. Poi, come Comunità abbiamo aderito insieme ai 18 Comuni della Valle al Patto dei sindaci promosso dalla Commissione europea e ora stiamo redigendo il Seap (Piano di azione per l’energia sostenibile). Nel piano delle opere pubbliche abbiamo inserito un intervento per la Val Grigna e l’adeguamento igienico-sanitario della Malga Mà. Infine, abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con Asl e Comuni di Marcheno, Gardone, Sarezzo, Lumezzane, Villa Carcina, Concesio, Bovezzo, Nave per la georeferenziazione dei dati geografici ed epidemiologici del territorio e la creazione di una banca dati. Per il 2011, invece, sono previsti altri interventi di sistemazione idrogeologica, manutenzione delle strade intervallive, completamento della pista ciclabile a Collebeato e Villa Carcina e realizzazione di impianti di fitodepurazione nei Comuni di Brione, Sarezzo, Marcheno, Marmentino e Irma”. (a.a.)

caia a quelli a cartuccia, raffinati orologi da tasca d’oro e d’argento caricati con chiavetta, le pendole francesi. Non ha mai dimenticato la sua Cimmo e le sue radici anche di fede: è nel consiglio della sua parrocchia in Svizzera. Sei anni fa sollecitato dagli Amici del Forno accettò di fare una mostra, poi l’idea di donarli per una “permanente” nel suo paese. Dopo un periodo in magazzino hanno trovato casa nel grande monumento all’arte del ferro di Tavernole, con bel allestimento, risultato della collaborazione tra Amici del Forno, Comune, Comunità montana col suo Sistema museale. Ora è contento: “Volevo lasciare ai ragazzi i riferimenti del nostro passato, delle nostre radici” ha detto semplice e commosso alla sua gente che gremiva l’auditorium del Forno ricevendo dal sindaco Andrea Porteri una targa ricordo.


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Limone Referendum verso il Trentino

Molgora si sfoga a tutto campo Il Presidente della Provincia analizza la situazione del Garda: la richiesta di Limone, il turismo, la qualitĂ delle acque e la sicurezza

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di Vittorio Bertoni

“La Provincia non può fare favoritismiâ€?. Non usa mezze misure il presidente della Provincia Daniele Molgora nella conferenza stampa indetta per rispondere al sindaco di Limone Francesco Risatti che lo aveva accusato di nutrire scarso interesse nei confronti del Garda, proponendo un referendum per passare in Trentino. E per avallare le risposte Molgora snocciola date e dati. Questione pista ciclabile. “La Provincia ha partecipato a un bando insieme ad alcuni Comuni gardesani per un importo complessivo di 12 milioni di euro. Alla scadenza del 31 agosto erano in regola tre punti su cinque. Il 14 settembre si è cercato di raccogliere tutte le parti mancanti per avere i necessari nulla osta da parte della Sovrintendenza. Ora occorre aspettare l’assenso della Regione Lombardia. Spiace constatare che Risatti se ne esca una settimana dopo senza sapere esattamente come stanno le coseâ€?. E continua precisando che Limone, a differenza dei Comuni del Basso Garda, non partecipa alla spesa nemmeno con un euro. Progetti per il Garda. “Risatti afferma che per il Garda si fa poco? In maggio, nel corso di un nostro incontro, sono stati presentati

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Il presidente della Provincia Daniele Molgora

ben sei progetti di ampio respiro. La creazione di un marchio enogastronomico nella ristorazione, garanzia dei prodotti locali e insieme volano all’industria ricettiva e la stipula di un accordo con l’Aci per una serie di sconti sul territorio gardesano. La realizzazione di collegamenti autostradali con gli aeroporti per facilitare gli arrivi dei turisti e l’intensiďŹ cazione dell’attivitĂ di promozione mediante i cinque ufďŹ ci Iat disseminati sul Garda. Il completamento della rete gps sulle piste ciclabili con l’indicazione dei luoghi da visitare e l’elenco delle strutture ricettive e la costituzione di un osservatorio turistico in collaborazione con l’UniversitĂ cattolica per tradurre in termini qualitativi i dati turistici rilevati. Sono passati oltre quattro mesi e stiamo ancora aspettando una rispostaâ€?. Ma la Provincia si sta muovendo e per favorire gli arrivi turistici gioca la carta delle infrastrutture. QualitĂ delle acque. “Nell’ottobre 2009 abbiamo inaugurato il depuratore di Limone, Tignale e Tremosine con un ďŹ nanziamento da parte della provincia di quattro milioni su sei. Negli ultimi tre anni sono stati investiti per la qualitĂ delle acque del Garda qualcosa

come 15 milioni di euro. E sempre alta è l’attenzione nei confronti del depuratore del Basso Garda con le due ipotesi: ampliamento di quello esistente a Peschiera o realizzazione di uno ex novo a Lonatoâ€?. ViabilitĂ . “Negli ultimi tre anni è stato impegnato un milione e mezzo solo per la manutenzione delle stradeâ€?. Sicurezza. â€œĂˆ una condizione strettamente legata al turismo, quasi un elemento strategico: la gente si muove se sa che il territorio è sicuro. Il “Patto per la sicurezza dell’area del Gardaâ€? siglato con il ministro Maroni sta dando i suoi frutti e stiamo lavorando al progetto “Avviso di burrascaâ€? per segnalare tempestivamente ai naviganti il sopraggiungere di condizioni atmosferiche pericoloseâ€?. E chiude, ma non del tutto. “Risatti ha deciso cosa promuovere e vuole i soldi della Provincia. Tale atteggiamento non può essere condiviso. Non siamo il bancomat di Limone. Siamo comunque disponibili ad ascoltare e valutare questioni e progetti. E se è vero che la Provincia non ha un assessore al turismo, è pure vero che è il suo Presidente che se ne occupa, insieme al bilancio, e quindi ha una garanzia in piĂšâ€?.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Rivoltella

“Happy L’ago” per la mente e per stuzzicare il palato “Happy L’ago” è la proposta che l’Associazione culturale “De benaco” ha predisposto l’8, il 15 e il 22 ottobre con inizio alle 18.30 a Villa Brunati. Una chiacchierata con tre autori: apre Giorgio Mora con “Gimme five”, prosegue Letizia Monti con “Nulla per caso” e conclude Tiziana Silvestrin con “I leoni d’Europa”.

Odolo

“Gioca et labora” al Museo

Bedizzole Premio allo studio della Bcc

Gli studenti come risorsa per il futuro

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La comunicazione è da intendersi come strumento e come tale da ancorare a una solida bussola valoriale che ne segni la direzione. Questo il messaggio emerso nel convegno organizzato dalla Bcc di Bedizzole Turano Valvestino su “Comunicazione come scommessa generazionale. I giovani tra nuovi codici e strumenti di comunicazione”, svoltosi lo scorso 24 settembre presso il teatro don Gorini di Bedizzole. L’occasione è stata inserita nella serata del “Premio allo studio della Bcc”, animata dalle esperienze e dalle domande di 90 giovani che hanno raggiunto risultati di eccellenza nel proprio percorso scolastico. Con loro i rappresentanti delle scuole, presidi e docenti, in un incontro davvero significativo e inusuale che per una volta ha lanciato un messaggio positivo su giovani e impegno nella vita. Il Premio allo studio, istituito nel 1992 e giunto alla sua 19ª edizione, raggiunge, con i 93 studenti premiati quest’anno, provenienti da 27 istituti scolastici della nostra provincia e da 15 facoltà universitarie sparse sul territorio nazionale, il prestigioso traguardo delle 1.500 borse di studio

Da domenica 17 ottobre fino a sabato 6 novembre presso il Museo del Ferro - Fucina di Pamparane sarà possibile visitare la mostra “Gioca et labora”, promossa dal Comune di Odolo e dalla cooperativa La Melagrana con un contributo della Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella. Il visitatore attraverso una selezione di modellini, oggetti etnografici e fotografie, potrà compiere un viaggio alla scoperta degli antichi mestieri di una volta. La mostra sarà aperta al pubblico nei giorni di martedì, giovedì, e venerdì dalle 9 alle 12; sabato e domenica dalle 15 alle 18. Inoltre, per i bambini della scuola dell’infanzia e delle elementari sul territorio di competenza della Cassa Rurale vi è la possibilità di partecipare su prenotazione e gratuitamente a visite guidate e laboratori. (n.t.)

Padenghe

A scuola in sicurezza “Insieme a scuola in sicurezza” è lo slogan che sottende il progetto “Pedibus” a Padenghe dall’Assessorato alla cultura e istruzione guidato da Luisella Girardi. L’”autobus umano”, gratuito e rivolto agli alunni della scuola elementare del Comune valtenesino, muoverà i primi passi in via sperimentale con due linee, per il momento di sola andata, dirette alla scuola: “Villa” dal parcheggio della Filza in via F.lli Beretta e “Centro” da piazza Caduti. I bambini sono accompagnati nel percorso da alcuni adulti, residenti a Padenghe, preparati e incaricati dal Comune.

di Vittorio Bertoni

Anfo

Itinerari del gusto erogate. “La manifestazione – ha ricordato il presidente Vanni Zecchi – rappresenta la più importante iniziativa sociale della banca, a testimonianza di una scelta, concreta e duratura, a favore dei giovani e delle loro famiglie. Ci piace pensare si tratti di un investimento a lungo termine. Ci piace pensare che questo contributo possa supportare sia il percorso del singolo studente che favorire la promozione della comunità locale nella quale la Bcc opera. Per la Bcc l’occasione privilegiata di incontrare volti e storie di giovani che ogni anno raggiungono risultati di eccellenza”. Senza dimenticare le altre operazioni che la Bcc promuove all’interno della comunità locale per il suo benessere e per il suo sviluppo economico, sociale e culturale. Come “Bcc con il territorio” che mette in evidenza alcuni progetti con il sostegno a iniziative di natura diversa tra loro – dall’aiuto a gruppi che operano nel volontariato sociale a favore di categorie svantaggiate, alla valorizzazione dei valori culturali della tradizione locale e del patrimonio artistico – tutte radicate nel territorio.

Martedì 28 settembre si è aperta ad Anfo la 10ª edizione di “Itinerari del Gusto – Rassegna enogastronomica in Valle Sabbia”, patrocinata dalla Comunità montana di Valle Sabbia e dall’Agenzia territoriale per il turismo Valle Sabbia e lago d’Idro. La rassegna coinvolge diversi paesi con l’obiettivo di “incentivare e valorizzare per promuovere le eccellenze del territorio e portarle a conoscenza di una cerchia sempre più folta di persone”. Giunta alla sua 10ª edizione, è diventata un appuntamento ideale che coinvolge nel periodo autunnale i ristoratori di alcuni paesi fra Serle e Bagolino: Anfo, da dove è cominciata questa edizione, Bagolino (La Trattoria del Viandante, 7 – 8 ottobre), Treviso Bresciano (Trattoria La Marta 12 – 13 ottobre, di Graziella e Rubina, le signore che hanno partecipato al programma televisivo “La prova del cuoco”), Barghe (ristorante Al Poggio Verde, 19 – 20 ottobre), Idro (trattoria Da Genny, 28 – 29 ottobre), Gavardo (ristorante Alle Trote, 3 – 4 novembre), Agnosine (trattoria La Campagnola, 11 – 12 novembre), Villanuova sul Clisi (ristorante Il Canneto, 16 – 18 novembre), Serle (trattoria Castello, 22 – 24 novembre) e Vallio Terme (ristorante Il Mirto, 30 novembre – 1 dicembre). Tutti i ristoratori proporranno dalle 20 diverse specialità del territorio a prezzo fisso (l’elenco completo con i menu e i prodotti è consultabile su www.vallesabbia.info e www.cmvs.it). (n.t.)


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Breno Anno scolastico 2010-2011

L’Accademia riprende l’attività Alcune proposte innovative per la scuola nata dall’idea di dare una risposta al territorio e basata sul carisma delle Suore messicane

L

di Franco Garattini

L’Accademia Arte e Vita di Breno ha riaperto i battenti per l’anno scolastico 2010-2011 con proposte innovative, accanto all’ormai consolidata tradizione di questi primi anni. Nata dall’idea di dare una risposta articolata al territorio e basata sul “carismaâ€? della congregazione delle Suore messicane di Guadalupe che ospitano l’Accademia dentro la loro casa. Tutto è stato pensato in funzione della bellezza: dall’architettura ai parati pittorici, dall’organizzazione del lavoro alle attivitĂ comunitarie. Qui le suore sono giunte nel 1961; il nome esatto della

Congregazione è quello di “Serve del Sacro Cuore di GesĂš e dei Poveriâ€?, ma sono chiamate da sempre “Suore messicaneâ€?. Aiutare i poveri a tutto campo, con la caritĂ concreta e con l’elevazione dello spirito, tramite l’arte, soprattutto musica, pittura, disegno, teatro, recitazione, danza, ma anche tramite tutte le forme possibili di attivitĂ per la valorizzazione della creativitĂ umana. Ecco dunque da dove nasce questa “spintaâ€? energetica positiva a creare e diffondere il pensiero dell’arte, a ogni livello, a ogni etĂ e per ogni capacitĂ . I corsi dell’anno accademico appena 70

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L’Accademia Arte e Vita

iniziato prevedono l’insegnamento e il perfezionamento per chi desidera suonare l’arpa, la batteria, il basso elettrico, la chitarra classica, acustica ed elettrica, il clarinetto e il saxofono, la ďŹ sarmonica, il auto, il pianoforte, la tromba, il violino, il canto lirico e moderno, il canto corale, la pratica strumentale d’insieme. Ci sono sezioni di grande interesse, tra cui la musicoterapia e la propedeutica musicale per l’infanzia e la musicoterapia per disabili. Questo delicato percorso si avvale di suoni e rumori, in modo creativo, con ritmo e movimento, con giochi e attivitĂ elementari, musiche e canzoni; nonchĂŠ gli strumenti musicali per favorire il movimento libero e giungere allo scarico delle tensioni muscolari per un rilassamento psicoďŹ sico. La musica a tutto campo sembra essere la parte preponderante del percorso formativo

dell’Accademia, che ha strutturato, negli anni, con notevole successo anche corsi di teatro, recitazione e danza, di disegno, di incisione calcograďŹ ca, di creazione e disegno del fumetto, di pittura, scultura in legno in ferro. Di notevole interesse i corsi di mosaico veneziano e ravennate, di decorazione in porcellana e di vetrate Tiffany, ma anche di taglio e cucito. Non mancano nemmeno le lingue straniere e l’informatica. Si tratta di una scuola particolare dove l’uomo è al centro di ogni interesse: scuola volontaristica, libera, ricca di motivazioni, aperta alle sperimentazioni e attenta alla storia e alla tradizione. L’esperienza della bellezza che parte da Guadalupe nel lontano Messico, dei colori di quella terra e dei sogni di gente lontana, oggi porta in Valle Camonica un grande messaggio di civiltĂ .

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Darfo Boario

“Mina contro Morandi” L’assessorato alla Cultura di Darfo e l’Avis intercomunale di Darfo, Angolo, Artogne, Gianico e Piancamuno organizzano “Mina contro Morandi”, una sfida canora fra i grandi della canzone italiana. L’iniziativa, una serata musicale dal vivo, si colloca nell’ambito dei festeggiamenti del 55° anno di fondazione dell’Associazione di solidarietà. L’appuntamento è, per venerdì 15 ottobre alle 21, presso il Teatro di San Filippo di Darfo Boario Terme.

Breno

Master per operatori autismo

Distretto culturale Settima edizione

Alla scoperta “Del bene e del bello”

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La rassegna “Del bene e del bello”, una delle poche manifestazioni che riguarda e coinvolge ogni Comune della Valle Camonica, quest’anno arriva al suo settimo anno di vita. Ne continua la tradizione Simona Ferrarini, assessore alla cultura comunitario, presidente del Distretto culturale, vicesindaco di Breno. Un mese (quello di ottobre 2010, da sabato 2 sino a domenica 24) dedicato alla scoperta del patrimonio culturale della vallata dell’Oglio. I quattro week end interessati dalla manifestazione sono caratterizzati da un programma ricco di eventi: la presentazione della nuova rivista del Distretto culturale; Archeoweek e l’importante iniziativa “Arte: un ponte tra culture”. Sabato 9 e domenica 10: i cicli pittorici del Romanino, di Callisto Piazza, Pietro da Cemmo, Johannes da Volpino. Sabato 16 e domenica 17 una novità: mediatori culturali illustreranno ai loro connazionali la valenza storicoculturale locale. Visite quindi in lingua (italiano, inglese, francese, spagnolo, russo, rumeno, albanese, arabo). Sabato 23 e domenica 24: percorsi tra

La Fondazione Tassara di Breno ha stanziato un contributo di 2000 euro a favore di due partecipanti al Master 1° livello in Applied behavior analysis e Modelli di intervento comportamentale Intensivo e Precoce che inizierà il 19 novembre prossimo. La scelta sarà fatta sulla base dei migliori risultati conseguiti nell’esame finale, avendo una particolare attenzione ai corsisti provenienti dalla Valle Camonica. Il termine per le iscrizioni al Master, promosso da Fobap Onlus, Koinon e Iescum (Istituto europeo per lo studio del comportamento umano), in collaborazione con il Centro Studi disabilità di Anffas Brescia Onlus, è il 21 ottobre prossimo. Il Master intende formare figure professionali, preparate sia sul piano teorico sia sul piano pratico, per implementare interventi intensivi e precoci basati sui principi dell’Applied behavior analysis (Aba) con i bambini autistici e, più in generale, con persone affette da disabilità intellettiva. Il programma, unico in Italia, dà diritto di accesso all’esame di certificazione da parte del Bacb per divenire assistente analista del comportamento certificato (Bacb). Il percorso formativo si articola in tre diversi livelli: lezioni frontali (150 ore di aula), tirocinio formativo (1000 ore) e supervisione dell’attività di tirocinio (50 ore). La quota di iscrizione è di € 1.700 + Iva (€ 2.040 Iva compresa). Per scaricare il programma e il modulo di iscrizione vedi nel sito www.fobap.it.

Fondazione Cocchetti

“Sul filo della memoria”

le incisioni rupestri e “Archeoweek”. Eventi collaterali: i concerti ad Edolo, Cevo, Piancamuno. “Una domenica al museo” vede alcuni dei più significativi musei della Valle aperti al pubblico per visite guidate e laboratori. Al museo dell’energia di Cedegolo: convegni e conferenze sui musei della scienza e della tecnica. A Breno, presso il palazzo della Cultura: convegno e mostra su “Giuseppe Zanardelli” (nel 150° dell’Unità d’Italia). Uscita del primo numero di “Tam tam” la nuova rivista del Distretto culturale. “Culture in movimento”: un’esposizione itinerante alla scoperta dei beni immateriali della Lombardia. “Alla cieca”: il 17 ottobre, alle ore 18 al santuario di Minerva in Breno, presentazione del lavoro di 15 fotografi che hanno partecipato al concorso fotografico “Le cose e il paesaggio”. Settimane della gastronomia camuna: il programma prevede momenti dedicati alla tradizione enogastronomica locale. Un volumetto a parte elenca e illustra il monumento di cui ogni Comune propone la visita, da Angolo Terme a Vione, per un lento sgranarsi di quasi ben 40 municipalità.

La Fondazione Cocchetti delle suore Dorotee di Cemmo annuncia la ripresa delle passeggiate culturali “Sul filo della memoria”, che inizieranno quest’autunno per terminare nella prossima primavera. Per la 10ª edizione viene proposto un percorso sulla via della devozione fra basso Medioevo e pieno Rinascimento, alla scoperta di architetture e apparati pittorici. “C’è un filo invisibile – sottolinea un dépliant – che lega l’uomo alla propria terra e unisce la zona alla comunità che lo trasforma. Si tratta di una relazione profonda che lascia tracce durevoli e significative. Individuarle è l’intento delle passeggiate culturali che ci conducono alla scoperta di luoghi e memorie rilevanti”. Per domenica 10 ottobre è prevista la prima uscita dalle 15 alle 17 per la visita delle chiese dei Santi Nazzaro e Celso di Andrista e di San Sisto a Cevo. Il primo edificio sacro è una costruzione rustica, di impostazione romanica ed è una delle poche chiese camune a conservare il cimitero attorno alle proprie mura. Notevoli sono gli affreschi attribuiti a Giovan Pietro da Cemmo, uno dei più interessanti pittori bresciani della seconda metà del XV secolo. Per informazioni, www.fondazionecocchetti.bs.it, oppure telefonare allo 0364/331284.


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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Inchiesta La Voce della Franciacorta

Sottovoce

Si continua a costruire Le abitazioni vuote e invendute sono tante, ma i Comuni sembrano non tenerne conto

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Anche in Franciacorta le vendite sono ferme. In questa mini inchiesta abbiamo contattato sei agenzie immobiliari che operano sul territorio e che di fatto hanno testimoniato lo stato di crisi del mercato immobiliare. Non si vende, ma si continua a costruire. Basti pensare alla situazione di Rodengo Saiano che ha 400 case invendute e nell’arco di un anno ne avrà altre 500. Lo stesso si può dire per altri Comuni che confinano con la Franciacorta come Ospitaletto (700 abitazioni vuote) e Travagliato (400 abitazioni vuote). Altre realtà del territorio non hanno (o non vogliono comunicare) dati aggiornati, ma la sensazione è che siano troppe le case vuote o non finite.

di Luciano Febbrari

La prima pagina di ottobre

L’attenzione al territorio passa da scelte politiche lungimiranti, che puntano a mantenere un tessuto comunitario e non a far diventare il proprio paese l’ennesimo quartiere dormitorio. In pagina presentiamo l’esempio positivo di Paderno Franciacorta che ha saputo coniugare le esigenze di bilancio e l’attenzione al territorio. Non si raccolgono gli oneri, ma non si demolisce nemmeno il territorio. Oggi più che mai visto che il mercato è saturo di abitazioni vuote. A Paderno Franciacorta si può. Si può adottare (aprile 2009) e poi approvare (gennaio 2010) all’unanimità un Pgt senza concedere neppure un metro quadrato all’urbanizzazione. Come? Con una filosofia precisa portata avanti dal sindaco

Antonio Vivenzi, che sta affrontando il suo secondo mandato. Se i paesi limitrofi hanno numeri elevati di invenduto (si pensi al solo esempio di Rodengo Saiano), lo stesso non si può dire di Paderno che ha bloccato di fatto ogni possibile speculazione edilizia, rinnovando quanto sviluppato nel 2000 dopo che negli anni Novanta, forse, si era lasciato troppo spazio all’edificazione. In centro si arriva attraverso la campagna e già questo potrebbe essere un buon indicatore. Si tratta di fare delle scelte, magari anche apparentemente impopolari. E non può essere una mera coincidenza. Si sa che con gli oneri di urbanizzazione si finanziano le grandi opere, si sa anche che così facendo si dà il via libera alla cementifica-

Il dato osservabile da tutti è quello empirico: provate a contare i cartelli con scritte “vendesi” e “affittasi” in Franciacorta e vi renderete conto. Suonano come un appello quasi disperato. In attesa di tempi migliori, le famiglie che possono investono i risparmi nel mattone. Nessuno, poi, è disponibile ad abbassare i prezzi e le case costano sempre troppo. Di mezzo ci va pure l’ambiente con una cementificazione selvaggia. In questo si giocano le responsabilità degli amministratori locali soprattutto quando mettono mano ai piani di governo del territorio (Pgt). C’è da sperare che abbiano a cuore il nostro vero bene.

zione, spesso selvaggia. Anche se la chiara volontà politica è stata premiata dal buon esito elettorale. In costruzione ci sono solo quattro/ cinque case in un mercato segnato dal rapporto acquisto-vendita. Il Comune franciacortino è impegnato da alcuni anni nell’attenzione al territorio. Può vantare diversi primati: è stato il primo paese a installare una rete di microteleriscaldamento per plessi comunali; tra i primi a dotare di fotovoltaico scuole e plessi sportivi e il primo paese a introdurre la raccolta differenziata totale, raggiunto il 78%. Sono in fase di ultimazione le piste ciclabili, a breve ci sarà un rapporto tra km di strade urbane e piste ciclabili tra i più alti in tutta la Franciacorta.

Brevi

Rovato

Cazzago S. Martino

Fa discutere il progetto del depuratore

Il Giro dei boschi

L’Aato sta portando avanti il progetto di realizzare un nuovo depuratore a Rovato, un nuovo impianto per gestire gli scarichi di 90mila abitanti. Nella comunità della frazione Duomo serpeggia, però, un certo malumore. Un apposito comitato “Giù le mani dal Duomo”, guidato dal suo presidente Pierino Danesi, ha preso carta e penna e ha raccolto le firme per bloccare il progetto. Le firme sono state consegnate in Provincia. Non si discute sulla necessità deI depuratore. Il motivo principale della protesta è la collocazione in una zona (la frazione Duomo) che è stata bonificata 300 anni fa ed è molto fertile. Danesi, consigliere comunale e cavaliere della Repubblica, sottolinea “che il depuratore va fatto, ma senza distruggere un territorio che ha già dato la Brebemi e l’Alta Velocità. Basta spostarlo di 300 metri nel mezzo di queste nuove infrastrutture, dove di fatto non potranno essere fatte altre costruzioni”.

Il Comune di Cazzago San Martino con l’assessorato allo Sport e tempo libero e in collaborazione con l’associazione sportiva “Avis Sport Cazzago San Martino” organizza, domenica 17 ottobre, a Calino di Cazzago San Martino, la prima edizione del Giro dei boschi, una corsa su strada provinciale Fidal competitiva per Assoluti, Amatori e Master. Accanto alla prova competitiva di 8 km (inizio alle 9.30), gli appassionati si possono misurare in una camminata in collina di quattro km con partenza dalle 8.45 in Piazza Caduti di Calino. Per la gara competitiva il costo è di cinque euro, mentre per quella non competitiva il costo è di tre euro con riconoscimento finale (1,50 euro senza riconoscimento).


LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

La Voce di Palazzolo palazzolo@lavocedelpopolo.it

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Concerti Ancora cinque appuntamenti

Chopin e Schumann per l’“Autunno” Ha preso il via lo scorso 2 ottobre la 18ª edizione della manifestazione quest’anno dedicata ai due grandi compositori nel bicentenario della loro nascita. Le serate, a ingresso libero, all’auditorium San Fedele

Una recente gara di canoa sull’Oglio

Una passione diffusa

Il fiume riscoperto grazie alla canoa Il fiume Oglio segna da sempre la storia di Palazzolo. Ha contribuito in passato a decretarne la crescita economica e non ha mancato di procurare anche qualche guaio, così come documentano le cronache delle numerose esondazioni. Da sempre è stato anche il lido di tanti palazzolesi, sia negli anni in cui il termine “vacanza” era sconosciuto al vocabolario della popolazione, sia in tempi più recenti. Il corso del fiume, soprattutto nel suo tratto cittadino che va dall’Isola al ponte sulla provinciale, è diventato anche palestra per un numero sempre maggiore di appassionati della canoa. Basta trascorrere qualche minuto sul vecchio ponte romano e guardare lo scorrere del fiume per rendersi conto di quanto sia diffusa a Palazzolo la passione per la navigazione. Si tratta di una pratica trasversale. Pagaiano fianco a fianco giovani, meno giovani e giovanissimi, uomini e donne. Il merito di un movimento che ha portato tanti palazzolesi a riscoprire l’ambiente fluviale, è anche del locale Kayak canoa club che ha fatto molto per diffondere fra la popolazione questa pratica sportiva, affiancando a momenti promozionali anche occasioni sportive. Capita così che in certe occasioni l’Oglio si trasformi anche in campo di gara. Recentemente si è svolta lungo il tratto del fiume Oglio che scorre tra l’Isola e la Rosta, la 14ª edizione della Gara nazionale di canoa kayak. Quasi 200 atleti in rappresentanza di 23 squadre di canoa kayak, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno animato un’intensa kermesse sportiva sulle acque del fiume Oglio che colloca ormai da anni la cittadina posta sul fiume Oglio al primo posto nella graduatoria delle gare nazionali a squadre, sia per l’organizzazione sportiva che per l’accoglienza agli atleti e accompagnatori. La gara era valevole per il Campionato nazionele di discesa sprint, 14° Memorial Roberto Teroni. Tra le varie squadre partecipanti, la squadra canoistica della Marina militare che si è presentata al via della competizione con 21 atleti iscritti nelle diverse specialità, sia maschili che femminili, l’ha fatta un po’ da padrona, mettendo in luce la propria compattezza e piazzando atleti in tutte le discipline. In evidenza i risultati ottenuti nella specialità canadese che ha visto la vittoria finale del’atleta palazzolese Marco Salogni cat. C1 Senior Maschile che si è pure aggiudicato la Coppa Vladi, attribuita all’atleta con il miglior tempo totale nella disciplina. L’apprezzamento per il bacino naturale di gara, l’esemplare lavoro degli organizzatori, come per tutta la logistica curata nei minimi particolari, la disponibilità di cittadinanza e autorità locali, sono state unanimemente apprezzate da tutte le squadre convenute.

H

Ha preso avvio il 2 ottobre scorso a Palazzolo una nuova edizione dell“Autunno musicale palazzolese 2010” Il festival internazionale, affidaro alla direzione artistica di Simone Pagani giunge quest’anno alla sua 18ª edizione. Con il concerto inaugurale la manifestazione musicale intende celebrare i 200 della nascita dei due maestri del calibro di Schumann e Chopin. Il ciclo di cinque concerti è promosso dall’associazione MusicArte, in collaborazione con l’associazione culturale Sconfinarte e El sonido y el tiempo, con il patrocinio e il contributo del Comune, della Regione Lombardia e della Provincia di Brescia. L’evento è sempre molto atteso dai palazzolesi, che custodiscono gelosamente nel loro dna l’amore e la passione per la musica. Il festival ha preso il già il 2 ottobre all’Auditorium San Fedele con il concerto “Omaggio a R. Schumann”. Gli altri appuntamenti sono in programma per domenica 10 ottobre con il concerto “Il Settecento strumentale”. Sabato 23 ottobre sarà la volta del con-

L’ingresso dell’auditorium San Fedele

di Natalia Franchini

certo “Omaggio a Fryderyck Chopin”, sabato 6 novembre “Da Mozart a Schumann”. L’ultimo appuntamento è previsto per sabato 20 novembre con la rappresentazione “Omaggio a Robert Schumann”. Molti gli ospiti attesi. C’è grande attesa, per esempio, per l’esibizione de “I musici di Vivaldi”, un gruppo da camera fra i più apprezzati nel panorama italiano ed estero che sarà presente a Palazzolo domenica 10 ottobre. L’orchestra, specializzata nel repertorio barocco e classico, si esibisce senza direttore e con strumenti originali adottando accordature e temperamenti adeguati. Per la serata di chiusura è attesa Jitka Cechova, artista di fama internazionale, molto apprezzata dalla critica in Europa, Sud Africa, Sud America e Giappone. Viene invitata regolarmente ai maggiori festival europei, quali Primavera di Praga, Parigi, l’Alte Oper di Francoforte e tanti altri. Tutti i concerti si tengono nel centrale auditorium San Fedele e sono a ingreso libero.


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La Voce di Palazzolo

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Sport Le fortune del calcio palazzolese

Il Palazzolo viaggia piano Una stagione per ora con il freno a mano tirato quella della squadra allenata dal mister Zobbio

Un’immagine del Palazzolo

U

Un passo indietro a un anno fa è necessario quando si parla di calcio palazzolese. La squadra era alle prese con i suoi problemi societari: cambiavano sempre i presidenti, prima Lanzani, poi Mulazzi, ma in effetti il presidente era sempre (ed è tutt’ora) Mario Liborio. Risolta questa situazione, in un anno molto tribolato, con trasferte e levatacce per andare a Pordenone (per dirne una) al mattino per giocare al pomeriggio. Ora la sostanza è cambiata di poco, nel senso che se prima non c’era la società, ora non ci sono i soldi e c’è chi vede la situazione come il fa-

moso bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Ma quello che più ha fatto arricciare il naso ai palazzolesi, tifosi e non, è stata l’illusione del ripescaggio lasciata vagheggiare dopo la retrocessione in Eccellenza: è stato fatto credere infatti che si sarebbe presentata domanda per il ripescaggio. Purtroppo ora la verità è venuta a galla e si è venuti a sapere che la domanda non è stata presentata. Finanziariamente la società naviga in acque poco brillanti, perché è difficile trovare chi investe nella squadra palazzolese: i soldi non li tira fuori nessuno, e così si vive al-

la annata se non alla giornata. In questo nuovo campionato la squadra di mister Zobbio era partita alla grande, vincendo con il S. Paolo D’Argon (20): poi due sconfitte con la Ghisalbese e la Valcalepio, allenata dal palazzolese Giovanni Rubagotti. Nulla togliendo alla squadra avversaria, la squadra palazzolese si è dimostrata poco incisiva all’attacco, sprecando gol a più non posso. Alla vigilia di questo campionato la squadra di Mario Liborio aveva tutte le credenziali, se non per vincere il campionato, almeno per una stagione da protagonista, come aveva fatto presagire la vittoria in casa contro il Real Mornico, guidato dalla panchina da quel Garbelli che faceva entusiasmare il pubblico palazzolese quando eravamo in serie C, vent’anni fa. Il Palazzolo era riuscito a vincere per 4-1, pur partendo da una situazio-

ne di svantaggio, essendo sotto di un gol. La sostituzione di Valli, estremo difensore ospite, ha spianato la strada al Palazzolo, perché Cortese si è dimostrato ancora troppo immaturo per difendere il proprio risultato. Dunque, dopo cinque partite il Palazzolo si trova con sette punti ma il campionato è ancora lungo. Domenica prossima arriva il Sarnico, squadra capitanata dal palazzolese Corrado Bertoli; la squadra palazzolese, se vuol ritornare a fare la protagonista, deve vincere. La seconda squadra palazzolese, il San Pancrazio di Chiari che milita in seconda categoria anche se esiliata in terra bergamasca, con la vittoria sulla prima in classifica, la Valcavallina (3-0) sta dando ossigeno alla propria classifica, tanto più meritevole se si considera che la maggior parte dei suoi giocatori sono giovani.


Brevi

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San Sebastiano

Ripresa l’attività della Sala Aurora Dopo la pausa estiva con la festa dell’oratorio dello scorso fine settimana ha ripreso il via la programmazione cinematografica della Sala Aurora dell’oratorio di San Sebastiano. Per questo fine settimana (sabato alle 21 e domenica alle 20.30) è in programma il film “Giustizia privata”.

Successo per l’iniziativa

Monumenti aperti: buona la prima I pellegrini palazzolesi a Santiago de Compostela

Viaggi Due parrocchie a Fatima e Santiago

Pellegrinaggio: esperienza per la comunità

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Il pellegrinaggio ha rappresentato nei secoli il desiderio della persona di andare alla radice delle proprie convinzioni religiose. È stata una pratica di pietà, sostenuta dalla fede, che ha impegnato i pellegrini in uno sforzo di cambiamento di esistenza, avendo assaporato la gioia del ritrovare se stessi, attraverso un cammino non solo fisico e geografico, ma di ripensamento della propria vita. Camminare diventava in secoli antichi persino pericoloso, per la propria vita e per le difficoltà intrinseche al viaggio. Si sperimentava la fragilità e la provvisorietà della vita, invitati a pensare alle realtà escatologiche. Camminare significava confrontarsi con il tempo, con la propria resistenza, con la salute, con gli imprevisti. È con questo spirito che le parrocchie palazzolesi del Sacro Cuore e di Santa Maria Assunta hanno affrontato nelle scorse settimane l’esperienza del pellegrinaggio a Fatima e Santiago. Per le due comunità si è trattato di un ulteriore passo di quel cammino verso l’unità avviato nel 2007 con la

Successo. È proprio con questo termine che i protagonisti dell’iniziativa “Apertura monumenti 2010” hanno preso congedo da una proposta destinata a sicura ripresentazione. Quasi 10mila sono state le persone che hanno visitato nelle domeniche di apertura la Torre di San Fedele, il Torrione e il Castello con i suoi camminamenti sotterranei. La sperimentazione voluta dall’amministrazione comunale è stata possibile grazie alla disponibilità di 12 associazioni di volontariato. I visitatori sono giunti da diverse regioni d’Italia e hanno avuto modo di apprezzare la bellezza dei monumenti palazzolesi. La giornata di chiusura del 26 settembre è stata caratterizzata da susseguirsi di eventi aperti dall’esibizione del Corpo musicale “Città di Palazzolo sull’Oglio” nel cortile interno del palazzo comunale gremito in ogni posto. Piazza Roma ha ospitato lo spettacolo della compagnia “Il magico baule” che ha riscosso un grande successo, e nella serata l’anteprima teatrale di alcune scene de “Il popolo della torre”, spettacolo che verrà presentato l’anno prossimo, curato da Angelo Ghidotti con la regia di Massimo Venturelli, un omaggio al grande monumento che sovrasta la città.

Memorie illustri di Palazzolo

Fotografie di fine Ottocento A cura dello storico palazzolese Francesco Ghidotti gli ultimi l’ultimo numero della rivista “Memorie illustri di Palazzolo” raccoglie riproduzioni fotografiche di fine Ottocento dell’abitato palazzolese. Il repertorio fotografico è fatto di immagini di luoghi e persone che animano le scene e sono ritratti dal fotografo Giovanni Battista Rampana, con fotografie scattate durante l’esondazione dell’Oglio del 1888, della torre, del castello e di vari esterni. Sono aggiunte foto provenienti da altre collezioni, custodite presso la Fondazione Cicogna-Rampana.

nomina di don Angelo Anni, già al Sacro Cuore dal 2004, a parroco di Santa Maria Assunta. Un cammino che in questi anni si è già alimentato di tante occasioni, ma che da questa esperienza di pellegrinaggio ha tratto ulteriore linfa. Il pellegrinaggio scelto per le due comunità parrocchiali proponeva, attraverso le mete di Fatima e Santiago de Compostela di passare da Maria per andare alla fonte apostolica, in un cammino un po’ speciale. “Fatima – affermano alcuni dei partecipanti al pellegrinaggtio – è stata il racconto della semplicità, del messaggio di salvezza rivelato dalla Signora ai pastorelli. Santiago de Compostela invece ci ha permesso di confrontarci con la figura di un apostolo spintosi sino a quelle che al suo tempo era il confine della terra per diffondere la buona notizia, prima di ricevere il martirio in Palestina. Due percorsi diversi ma che, dopo le precedenti esperienze di pellegrinaggio in Terra Santa, Giordania e Cipro, hanno arricchito di nuove motivazioni la nostra fede”.

Parrocchia di San Paolo in San Rocco

Il 40° di consacrazione Questo 2010 è un anno particolarmente importante per la comunità parrocchiale di San Paolo in Rocco, affidata alle cure pastorali del parroco don Giovanni Mondini e del curato don Paolo Gregorini. Dopo la missione parrocchiale e il rinnovo dei componenti degli organismi parrocchiali di partecipazione la comunità si appresta a vivere un importante anniversario come quello del 40° di dedicazione della nuova chiesa parrocchiale. Era infatti il 1970 quando la parrocchiale, costruita per far fronte alle esigenze di una comunità che tra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta del secolo scorso aveva conosciuto una grande espansione, veniva consacrata.

Le vetrate della parrocchiale di San Paolo in San Rocco


CONVEGNO ANNUALE

La Voce del Popolo Anche quest’anno, è in programma il Convegno annuale dei delegati e delle delegate de “La Voce del Popolo”. Il Convegno si terrà sabato 30 ottobre presso il “Centro pastorale Paolo VI” di Brescia - via Gezio Calini 3

Programma ore 9.30 - Arrivi e accoglienza ore 10.00 - Santa Messa presieduta da mons. Cesare Polvara ore 11.00 - Saluto del vescovo Luciano Monari Incontro con don Adriano Bianchi, direttore de “La Voce del Popolo” e Annachiara Valle, direttrice di “Madre” ore 12.30 - Pranzo in loco ore 15.30 - Saluti e partenze

NOTE TECNICHE È indispensabile confermare la partecipazione sia al Convegno che al pranzo, telefonando al 030/44250 entro e non oltre il 20 ottobre 2010. Per coloro che vengono con mezzi propri possibilità di parcheggio presso il Centro pastorale Paolo VI. Per i residenti in Valle Camonica è previsto un pullman della ditta Maroni con partenza da Ponte di Legno alle ore 7.30 (fermate intermedie su prenotazione). Per tutti coloro che intendono usufruire del servizio pullman (fino ad esaurimento posti) è obbligatoria la prenotazione.


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Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it

Arnoldo Mosca Mondadori

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di Giovanni Formichella

Nella Libreria dell’Università cattolica di Brescia, è stato presentato nei giorni scorsi il libro di Arnoldo Mosca Mondadori, “La seconda intelligenza”, casa editrice Morcelliana. Sono intervenuti l’autore, Ilario Bertoletti e mons. Giacomo Canobbio. Nel corso dell’incontro, l’attrice bresciana Giuseppina Turra ha letto alcuni brani poetici del testo. La presentazione è stata molto ricca di spunti di riflessione teoretica, perché ha posto l’accento sulla complessità dell’esperienza e del linguaggio umani. Nella nostra epoca, infatti, ci stiamo abituando ad avere a che fare solo con la realtà definibile, misurabile, visibile, perdendo di vista altre dimensioni del nostro essere, più profonde, anche se non quantificabili. La stessa parola si sta impoverendo, in quanto viene usata, spesso, solo per descrivere, definire, catalogare, secondo i canoni della logica scientifica. Il linguaggio umano, invece, come sottolinea Bertoletti, è infinitamente ricco di potenzialità, che vanno ben al di là degli schemi della prosa e che possono aprire orizzonti di assolutezza, di eternità, di trascendenza.

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Brescia Presentazione libro

La meraviglia di fronte alla bellezza dell’Assoluto Laureato in filosofia, Arnoldo Mosca Mondadori dirige l’omonima casa editrice. È stato il curatore dell’opera mistica della poetessa Alda Merini tra il 1998 e il 2009. Promotore nel 2008 del progetto “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”, scultura di Mimmo Paladino dedicata ai migranti morti e scomparsi in mare, è attivo in campo sociale. Presidente del Conservatorio Verdi di Milano. È ministro straordinario dell’eucaristia

Il testo di Mondadori affronta proprio il tema dell’esperienza mistica, del rapporto tra l’uomo e Dio, con brevi riflessioni, con poesie che aprono squarci sulla dimensione dell’indicibile, dell’indefinibile. Canobbio, nel suo intenso intervento cita l’Agostino della “Trinità”, per cui “Il pensiero è più vero della parola e la realtà è più vera del pensiero”. Esiste, secondo lui, un abisso incolmabile tra il linguaggio umano e la trascendenza: più ci avviciniamo a essa, più ci sentiamo inadeguati. Quando entriamo nella sfera dell’Assoluto, di Dio, dobbiamo abbandonare il linguaggio logico, che non è sufficiente per tale esperienza, e adoperare altre forme di espressione, come la metafora, l’ossimoro, l’analogia. L’incontro con Dio sfugge a ogni definizione, poiché noi entriamo in contatto con qualcosa di “eccedente” le nostre capacità. Perciò, afferma Canobbio, ci vuole una “seconda intelligenza”, legata allo spirito, che ci faccia “comprendere” il senso profondo delle cose, al di là delle apparenze. Egli cita San Paolo che dice che solo una sapienza interiore ci fa capire Dio, mentre i “dominatori

del mondo”, cioè coloro che vivono solo per il mondo, non possono capire. Mondadori presenta la propria esperienza con l’entusiasmo di un innamorato che ha scoperto Cristo come unica guida dell’esistenza umana. Per lui, tale rapporto mistico non è, però, privo di momenti difficili: prima di vedere la luce, l’uomo deve attraversare la “notte” del dubbio, dello smarrimento. Lo stesso San Giovanni della Croce parla della notte del senso e dello spirito, che precedono la luce della fede. Secondo Mondadori, in particolare, nel cristianesimo il fulcro centrale è l’eucaristia che dà un senso a tutto ciò che facciamo: in essa, Dio entra nell’orizzonte umano per salvarlo, per elevare il finito verso l’infinito, per dare un significato alla storia tormentata dell’uomo. Nel nostro tempo, in cui spesso domina la mancanza del senso, il testo di Mondadori è un invito ad aprirsi al di là dell’esperienza finita del mondo, per usare l’intelligenza e “vedere” che la nostra realtà non si giustifica da sola ma ha un’origine assoluta, Dio, fonte e fine di tutto ciò che esiste.


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Cultura e comunicazione Viaggi

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Il pellegrinaggio diocesano 2010 guidato dal vicario generale di Brescia mons. Gianfranco Mascher nel mese di settembre, a cui hanno partecipato circa 50 bresciani, si è svolto in Spagna e Portogallo, terre legate alla devozione all’apostolo Giacomo, il maggiore. Nell’itinerario di Brevivet cultura, fede, tradizioni e ottima assistenza

Spagna I bresciani con Brevivet all’Anno santo Compotelano

Santiago, quando la meta diventa il cammino

L

Quando nelle gambe hai la lunga fatica di 800 chilometri di cammino, da Roncisvalle alla Galizia, la cima della collina che sovrasta Santiago

Nelle foto: in alto, le cupole del monastero di Santa Tecla a Maaloulaa. In questa pagina il cortile della Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco e, qui accanto, un momento della celebrazione eucaristica nel luogo che ricorda la conversione di San Paolo.

di Adriano Bianchi

de Compostela e da cui s’intravvedono per la prima volta le guglie della Cattedrale dell’apostolo Giacomo, è veramente percepita come il monte

della Gioia. È capitato ai tanti pellegrini che dal Medioevo hanno percorso una delle vie più battute della cristianità, insieme a Roma e a Gerusalemme, e capita a tantissimi che a piedi, in bici o a cavallo ancora oggi la percorrono per fede, sfida o turismo. Inevitabilmente però, alla vista della città, la fatica non può che trasformarsi in un’esperienza di gioia interiore. Anche i bresciani che nel-

lo scorso mese di settembre hanno vissuto il pellegrinaggio a Santiago, guidati dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher, hanno assaporato un poco di quella gioia percorrendo i cinque chilometri che dal Monte Gozo portano alla città. Questa è Santiago, soprattutto nell’Anno santo. Storicamente la città deve la sua origine alle spoglie di San Giacomo, apostolo e martire cristiano, che


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Brevivet Il prossimo anno in Libano con il Vescovo

Dalla Siria, a Santiago de Compostela alla terra dei cedri Brevivet continua ad accompagnare l’itinerario dei pellegrinaggi diocesani organizzati dall’Ufficio diocesano turismo e pellegrinaggi diretto da don Claudio Zanardini. Per l’anno 2010-2011 in particolare sono prevesti il pellegrinaggio con il vescovo Luciano Monari in Libano dal 3 all’8 luglio 2011 e a settembre nelle Marche e ad Ancona in occasione del Congresso eucaristico nazionale. Rispetto al Libano, Giovanni Sesana, presidente di Brevivet ha tenuto a sottolineare il completamento del percorso che icon il Vescovo è stato intrapreso dal 2008 a partire dalla Terra santa, alla Turchia, alla Siria e ora in Libano nella regione culla del cristianesimo. Come sempre l’agenzia bresciana puntuale e attenta anche nell’assistenza ai momenti liturgici quotidiani ha predisposto un’accompagnamento di qualità apprezzato dai pellegrini. La professionalità riconosciuta di Brevivet in Portogallo e in Spagna è stata garantita dalla collaborazione con le autorità locali e da un rapporto consolidato con gli operatori turistici del territorio. Per informazioni sugli itinerari del 2010-2011 chiamare la sede di via Monti a Brescia allo 030 2895311.

si narra sarebbero custodite nella Cattedrale a lui dedicata. Giacomo fu martirizzato nella Gerusalemme del 44 d.C., ma la leggenda vuole che egli abbia predicato in Spagna per tutta la sua vita; fu così che, dopo la sua morte, le sue spoglia vennero riportate in Spagna da parte di due suoi discepoli. Nel IX secolo, il sepolcro venne scoperto da un’eremita grazie pare ad una stella che ne guidò il percorso e ne decise il cammino. Nacque così uno dei luoghi di pellegrinaggio più conosciuti del mondo. Sul luogo oggi c’è una splendida cattedrale dalla imponente struttura in stile architettonico romanico e con una facciata in stile barocco. Le sue origini risalgono al 1075. Nei secoli il santuario è stato raggiunto con tutti i mezzi possibili, a piedi o via carro; attraverso strade tortuose che iniziavano anche dalla Francia per poi arrivare in Spagna. Le lunghe stra-

de e i distanti percorsi effettuati dai pellegrini si sono fatti conoscere nel tempo con il nome di “El camino de Santiago”. Nella città galiziana anche i bresciani hanno vissuto l’esperienza spirituale del passaggio della Porta santa, aperta nell’anno in cui la festa di San Giacomo (25 luglio) cade di domenica, l’abbraccio alla statua dell’apostolo, la visita alla tomba e soprattutto la Messa del pellegrino con il caratteristico rito del “botafumeiro”, un antico incensiere. Cultura, fede e antiche tradizioni religiose, visibili in una terra che sarà meta di pellegrinaggio anche per papa Benedetto XVI il prossimo 6 novembre. L’itinerario proposto dall’Ufficio diocesano pellegrinaggi e ottimamente coordinato da Brevivet ha inoltre compreso tappe a La Coruna. Città molto antica nell’estremo nord ovest della Spagna ed incastonata in un paesaggio da favola: una vera

finestra sull’Atlantico. La Coruña è una città dai vari volti: dalla calma del lungomare alle vie cosmopolite del centro storico, ricche di taverne, ristoranti, locali. È inoltre città culturale e d’arte, che accoglie musei e palazzi storici, nonchè la celebre Torre di Ercole: un faro dell’epoca dell’Impero Romano. In Portogallo, poi, nella bella regione del Migno, la visita a Braga e Oporto. Braga è una delle città più antiche del Portogallo, fondata dai romani. Nel XII secolo fu trasformata in sede episcopale e conobbe quindi un periodo di splendore specialmente nel XVIII secolo quando divenne centro dell’arte barocca e fu soprannominata Roma portoghese. Da visitare la Cattedrale (Sé) del XII secolo in stile romanico e manuelino, la Igreja da Misericordia, la Casa dos Coimbras, la Capela dos Coímbras, l’Arco da Porta Nova che è l’ingresso settecentesco delle

mura cittadine. La città ha molti edifici ricoperti di Azulejos. Nelle vicinanze di Braga è il santuario del Bom Jésus do Monte, costruito su una collina tra il 1784 e il 1857 da cui si gode un bel panorama sulla città. Infine Oporto, bella città, seconda per grandezza del Portogallo. La città è situata in una scenografica posizione alla foce del Douro, è conosciuta anche come città dei ponti. Di origine romana ha interessanti monumenti come la Cattedrale. Poco lontano, in tipico stile Manuelino è la chiesa dell’antico convento di Santa Clara (XV secolo), il Palacio da Bolsa e la Igreja di São Francisco. La barocca Igreja dos Clérigos con l’omonima torre, alta 75 metri, è il simbolo della città. A Oporto è infine d’obbligo la visita a una delle tante cantine dove si produce e invecchia il tipico vino Porto. L’occasione anche per dono da fare ad amici e parenti.

Nelle foto: in alto, una bella immagine del Cardo Massimo di Apamea In questa pagina la via colonnata di Palmira e, qui accanto, il vescovo Monari e i pellegrini bresciani in visita al Krak dei cavalieri


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Cultura e comunicazione Famiglia

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La percezione della propria immagine priva di stima e di fiducia da parte del padre e della madre portano i figli a comportarsi e atteggiarsi come degli incapaci. Senza consapevolezza, si comportano come i genitori si aspettano. In questo modo non crescono mai, non si responsabilizzano. Neanche il matrimonio e la nascita dei figli possono realizzare miracoli, come a volte i genitori sperano. Ma se un uomo o una donna non sono cresciuti interiormente, non maturano automaticamente dopo il matrimonio: come coniugi e come genitori riversano tutti i loro limiti psicologici anche nei nuovi ruoli

Psicologia Rifarsi una vita

I figli abbandonati a se stessi, possono crescere storti

R di Rossella De Peri psicologa

Riccardo ha una quarantina d’anni. Ha avuto un passato burrascoso, da ragazzo irresponsabile. Interruppe al terzo anno, dopo due bocciature, la scuola superiore. Andò a lavorare dal padre, artigiano, che lo impiegò in ufficio, non perché avesse la qualifica o dei meriti, ma perché suo figlio. Di questo Riccardo approfittò, assentandosi spesso, arrivando in ritardo, andandosene prima e lavorando male, sfruttando i colleghi, che dovevano avere per forza un occhio di riguardo nei suoi confronti, essendo il figlio del ‘capo’. Faceva spesso tardi la sera, abusando di alcol e spinelli, per cui il giorno dopo naturalmente la quantità e qualità del lavoro ne risentivano: era stanco, distratto, demotivato. I colleghi più e più volte dovevano rispiegargli le procedure e rimediare ai suoi errori: alla fine non pagava mai di persona i suoi sbagli. Il padre lo rimproverava, ma non prendeva provvedimenti nei suoi confronti. Lo considerava il

meno capace dei suoi figli; era come se ritenesse che da lui non potesse pretendere più di tanto; sperava che il tempo lo facesse maturare. Ma non si può responsabilizzare il tempo, con il suo semplice trascorrere, della crescita matura dei figli! La maturità psicologica, morale, affettiva non è automatica col passare del tempo se l’ambiente circostante non la favorisce. Un sano sviluppo interiore non è avulso dal contesto sociale, in particolare familiare.E come una profezia che si auto-avvera, la percezione della sua immagine priva di stima e di fiducia da parte del padre e della madre portavano Riccardo a comportarsi e atteggiarsi come un incapace. Senza consapevolezza, Riccardo si comportava come i suoi genitori si aspettavano. In questo modo non cresceva mai, non si responsabilizzava. Neanche il matrimonio e la nascita di una figlia realizzarono il miracolo, come i genitori speravano. Ma se un uomo o

una donna non sono cresciuti interiormente, non maturano automaticamente dopo il matrimonio: come coniugi e come genitori riverseranno tutti i loro limiti psicologici anche in questi nuovi ruoli. Naturalmente le spese del matrimonio furono sostenute tutte dai genitori di Riccardo perché lui non era stato capace di risparmiare nulla e, anzi, essi continuarono a sobbarcarsi le falle del bilancio economico fallimentare del figlio. Questo non lo aiutava certo a responsabilizzarsi. Il trattamento privilegiato verso Riccardo provocò malcontento negli altri figli, che lo isolavano sempre più dalle loro relazioni. Il matrimonio di Riccardo durò solo qualche anno e la figlia, mano a mano che passava il tempo, redarguiva sempre più spesso il padre per i suoi comportamenti e le sue mancanze. Era lei che spesso gli faceva da madre: i ruoli si invertivano. Spinelli, vino e superalcolici non mancavano


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mai, anche in presenza della figlia, durante le frequenti cene che Riccardo organizzava a casa sua. Dato un paio di convivenze fallimentari, il rapporto sempre più conflittuale con la figlia, rapporti amicali insoddisfacenti, relazioni familiari sempre più difficili, Riccardo cominciò a sentire che la sua vita non poteva andare avanti così e chiese aiuto a una psicologa. La specialista lo aiutò a rendersi consapevole che doveva prendere in mano la sua vita con responsabilità e lo sostenne in ciò. Riccardo decise fermamente che lo stipendio mensile doveva essere amministrato meglio: niente più ricorso al padre per tappare i suoi buchi economici. Con i debitori (banca, aziende fornitrici di servizi) contrattò un piano rateale per sanare i suoi bilanci. Sparse voce e annunci in cui si rendeva disponibile per piccoli lavori manuali. Eliminò dalle cene l’uso di droga: la figlia apprezzò molto; decise di dedicarle molto più tempo, ingegnandosi a trovare cose da fare insieme che potessero interessarla (corsa, cinema…). Riccardo non sempre tiene fede ai propositi: ha delle ricadute in atteggiamenti e comportamenti che hanno fatto parte di lui per tanto tempo, ma non demorde. A volte non tiene fede nemmeno all’appuntamento con la psicologa, ma disdicendo (con giustificazioni varie) ne fissa subito un altro.

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Milano 2012 Il 7º Incontro mondiale delle famiglie cattoliche

Il tema riguarda un problema cruciale: la conciliazione del lavoro con la festa A conclusione del 6º Incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a Città del Messico nel gennaio 2009, Benedetto XVI annunciò che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero con il Papa avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”. L’evento si sta preparando e si svolgerà nel capoluogo lombardo dal 30 maggio al 3 giugno del 2012. In previsione di quell’appuntamento il Pontefice ha inviato, nel mese di agosto, agli organizzatori un messaggio nel quale scrive, far l’altro: “Il lavoro e la festa sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra i genitori e i figli, incidono sul rapporto della famiglia con la società e con la Chiesa. La Sacra Scrittura (Gen 12) ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pienamente umana. L’esperienza quotidiana attesta che lo sviluppo autentico della persona comprende sia la dimensione individuale, familiare e comunitaria, sia le attività e le relazioni funzionali, come pure l’apertura alla speranza e al bene senza limiti. Ai nostri giorni, purtroppo, l’organizzazione del lavoro, pensata e attuata in funzione della concorrenza di mercato e del massimo profitto, e la concezione della festa come occasione di evasione e di consumo, contribuiscono a disgregare la famiglia e la comunità e a diffondere uno stile di vita individualistico. Occorre perciò promuovere una riflessione e un impegno rivolti a conciliare le esigenze e i tempi del lavoro con quelli della famiglia e a ricuperare il senso vero della festa, specialmente della domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore e giorno dell’uomo, giorno della famiglia, della comunità e della solidarietà”. “Il prossimo Incontro mondiale delle famiglie

– continua il Papa – costituisce un’occasione privilegiata per ripensare il lavoro e la festa nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa, attenta alla qualità delle relazioni oltre che all’economia dello stesso nucleo familiare. L’evento, per riuscire davvero fruttuoso, non dovrebbe però rimanere isolato, ma collocarsi entro un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale. Auspico pertanto che già nel corso dell’anno 2011, 30º anniversario dell’esortazione apostolica Familiaris consortio, magna charta della pastorale familiare, possa essere intrapreso un valido itinerario con iniziative a livello parrocchiale, diocesano e nazionale, mirate a mettere in luce esperienze di lavoro e di festa nei loro aspetti più veri e positivi, con particolare riguardo all’incidenza sul vissuto concreto delle famiglie. Famiglie cristiane e comunità ecclesiali di tutto il mondo si sentano perciò interpellate e coinvolte e si pongano sollecitamente in cammino verso Milano 2012. Il 7º Incontro mondiale avrà, come i precedenti, una durata di cinque giorni e culminerà il sabato sera con la ‘Festa delle testimonianze’ e domenica mattina con la Messa solenne. Queste due celebrazioni, da me presiedute, ci vedranno tutti riuniti come ‘famiglia di famiglie’. Lo svolgimento complessivo dell’evento sarà curato in modo da armonizzare compiutamente le varie dimensioni: preghiera comunitaria, riflessione teologica e pastorale, momenti di fraternità e di scambio fra le famiglie ospiti con quelle del territorio, risonanza mediatica”. Gli Incontri mondiali sono stati avviati, per desiderio di Giovanni Paolo II, in occasione dell’Anno internazionale della famiglia nel 1994. I precedenti Incontri si sono tenuti a: Roma (1994), Rio de Janeiro (1997), Roma (2000, nel contesto del Giubileo delle famiglie), Manila (2003), Valencia (2006), Città del Messico (2009).


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Cultura e comunicazione Eventi

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Lumezzane Inaugurazione il 29 ottobre

Bergonzoni torna e apre con “Urge” La tradizionale stagione dell’Odeon, eccellenza provinciale, presenta quest’anno molte novità legate soprattutto al discorso musicale

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La nuova stagione del Teatro Odeon promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Lumezzane spicca per importanza del cartellone e per completezza della proposta culturale. Un risultato costruito su un impegno ultradecennale e che prosegue nella ferma convinzione che la cultura sia un bene prezioso da proteggere e coltivare, imprescindibile elemento di crescita d’ogni persona e testimonianza diffusa dello sviluppo della comunità tutta. Novità della stagione in ambito musicale è Odeon Classic: tre appuntamenti per una sezione inedita, voluta dall’assessore alla Cultura Lucio Facchinetti con l’intento di dare risalto alla viva tradizione musicale del territorio. È prevista una serata a scopo benefico in cui sarà eseguita “La Nona Sinfonia di Beethoven” (21 novembre). Il giovane talento bresciano del pianoforte Mauro Bertoli e il violinista Wolfgang David propongono “Celebrando Schumann” (5 novembre). “O dolce incanto. Omaggio a Giacinto Prandelli” (14 giugno), curato da Roberta Pedrotti, celebra a un anno dalla scomparsa la figura e l’opera del grande tenore lumezzanese.

Alessandro Bergonzoni

La prosa, con un pacchetto di 11 spettacoli, affianca le produzioni dei teatri stabili e di compagnie a grande visibilità. Come Claudio Misculin (17 novembre) che con la sua Accademia della Follia mette in scena la malattia mentale, o Saverio La Ruina, (24 marzo) che in “La Borto” affronta un tema delicato e drammatico eguagliando gli esiti del suo pluripremiato “Dissonorata”. Sono attesi beniamini del vasto pubblico e nuove rivelazioni. Apre il 29 ottobre Alessandro Bergonzoni, inaugurando la stagione per la seconda volta consecutiva con uno spettacolo fresco di debutto dopo l’acclamato “Nel” che gli è valso il premio Ubu come miglior attore. Per l’allestimento goldoniano tratto dai “Rusteghi” (17 febbraio) il regista Gabriele Vacis, compone un cast in cui spiccano i nomi di Eugenio Allegri, Natalino Balasso e Jurij Ferrini. Una doppia coppia di attori assai noti assicura messinscene di richiamo: Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti in “Niente progetti per il futuro” (1 febbraio), Lello Arena e Roberto Herlitzka nel riadattamento del grande classico di Cervantes, “Don Chisciotte” (18 marzo).

Straordinaria la partecipazione dello scrittore Erri De Luca, in scena con la versione teatrale del suo romanzo “In nome della madre” (30 novembre), come pure quella di Elio Germano, nuovo astro del cinema italiano che dà voce al capolavoro di Céline “Viaggio al termine della notte” (10 febbraio). Brillano le presenze femminili: Maddalena Crippa in un cult di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, “E pensare che c’era il pensiero” (14 dicembre), la siciliana Teresa Mannino (13 aprile) e su tutte Maria Paiato, qui strepitosa Erodiade testoriana (18 gennaio). Da segnalare l’incisiva presenza musicale anche nella prosa: il teatro-canzone di Gaber per Maddalena Crippa; i prediletti Gianmaria Testa e Fabrizio De André per Erri De Luca; per Saverio La Ruina l’esecuzione dal vivo di Gianfranco De Franco e per Elio Germano le partiture di Teho Teardo. Completano il cartellone le rassegne collaterali: le apprezzate “Schegge di cinema” a cura di Enrico Danesi e la variegata locandina di “Vers e Ùs”, che dà spazio alle voci e alle tradizioni popolari. La direzione artistica della stagione Odeon è curata da Vittorio Pedrali. Info: www.teatro-odeon.it

Brescia

Corso avanzato di elementi base della danza

La coreografa Giulia Gussago

L’anno accademico di Compagnia Lyria ha appena preso il via e con la coreografa e direttrice artistica Giulia Gussago facciamo il punto su due iniziative. La prima è l’avvio di un percorso di Danzabile, cui la direttrice tiene veramente molto e che da anni porta avanti con passione: l’integrazione tra danzatori con diverse abilità. Il progetto si sviluppa tutti i lunedì a Spazio Lyria dalle 19 allle 21. “È un progetto annuale – ci dice Giulia Gussago – che seguirà l’anno accademico tradizionale con lezioni dedicate ad attività di formazione e ricerca e non ad attività performative come invece si è fatto l’anno scorso in quanto finalizzate alla realizzazione degli spettacoli estivi. L’obiettivo di quest’anno è favorire la partecipazione di nuovi danzatori che potrebbero avere difficoltà a immaginarsi in scena. Chi invece si sentirà pron-

to, potrà lavorare per realizzare questa sua aspettativa in altri momenti”. L’altra iniziativa, di estrema importanza è il ciclo di 10 incontri nella pausa pranzo del mercoledì che terminerà prima di Natale. “Questo progetto – conclude Giulia Gussago –, sollecitato da alcuni insegnanti di danza, si propone di individuare, al di là delle specificità stilistiche delle numerose scuole presenti tra Brescia e provincia, quelli che sono i punti in comune della danza. Ognuno supera il proprio stile, il proprio linguaggio, la propria espressività, per una ricerca degli elementi comuni, per capire cosa apportano le nuove generazioni della danza e per entrare in una relazione di crescita reciproca. Forse non tutte le scuole aderiranno subito, ma il percorso di crescita è tracciato”. Info: www.compagnialyria.it - tel. 0303702422. (m.l.)


Brevi

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Brescia

Prossime “Scintille”: Elena Baronio e il quartetto ConCorde Inaugurata martedì scorso con il Duo violoncello e pianoforte di Roberto Ranieri e Gerardo Chimini, la 6ª edizione della rassegna “Scintille di musica” dell’associazione musicale Franco Margola prosegue nel suo programma proponendo, martedì 12 ottobre, la chitarra di Elena Baronio e il Quartetto ConcCorde concentrati, per lo più, sui Quintetti per chitarra di Luigi Boccherini. Il 19 l’appuntamento è con “I migliori dal Conservatorio” nelle persone di Tatiana Alquati (arpa) e Daniele Richiedei (violino). Le due trombe, il corno, il trombone e la tuba del Quintetto d’ottoni dell’Arena di Verona sono attesi il 25. Due, infine, gli appuntamenti in novembre: il 9 e il 16. Il primo, caratterizzato dai Melologhi di Liszt, Schumann, Ullmann e Ugoletti vedrà sotto i riflettori Pinuccia Giarmanà che al pianoforte accompagnerà la voce recitante di Arnaldo Ragni; l’ultimo, porterà in scena il Trio Aurora composto da Rossella Borsoni (violino), Marzia Saottini (violoncello) ed Emanuela Baronio (pianoforte). Tutti gli appuntamenti sono alle 21 nell’Auditorium Santa Giulia con ingresso libero fino a esaurimento dei posti e possibilità di parcheggio agli Artigianelli. (m.l.) Vincenzo Mollica

Festival 8, 9 e 14 ottobre

Dallo sciamano allo showman Tre appuntamenti straordinari tra Leno e il capoluogo provinciale firmati Ctb

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L’8ª edizione del Festival camuno “Dallo sciamano allo showman” porta ben tre appuntamenti fuori dai consueti scenari. Il primo è previsto a Leno l’8 ottobre alle ore 11. All’Istituto “V. Capirola”, si terrà “Archeologia del cabaret”, una rivisitazione del mondo del cabaret milanese nella seconda metà degli anni ‘60 contrappuntata da cinque brani cantautorali di quegli anni, scritti da Mario De Luigi e da lui proposti nella lezione-incontro. Si passerà poi a Brescia dove, il 9 ottobre, alle ore 21 al Teatro Sociale (ingresso 10 euro), avrà luogo una serata organizzata in collaborazione con Ctb Teatro stabile. Saranno in scena il giornalista Rai Vincenzo Mollica in “Prima che mi dimentichi di tutto” e le Cordepazze. Il tono del primo appuntamento non sarà tanto quello di una lezione di giornalismo quanto piuttosto quello di una vera autobiografia dell’uomo Mollica. Il gruppo siciliano, invece, propone fin nel nome un omaggio al conterraneo Pirandello. Capitanate da Alfonso “Fofò” Moscato, un mattatore spontaneo che sul palco dà il meglio di sé senza mai essere fuori luogo, le

di Bruno Leoni

Cordepazze sono in concorso per la Targa Bigi Barbieri che verrà consegnata proprio nel corso della serata così come la Targa Shomano (Info e prenotazioni: 0302928617/620, biglietteria Teatro Sociale 0302808600). Ancora a Brescia, il 14 ottobre alle 21 al teatro San Carlino, Nini Giacomelli presenterà il suo libro “Occhi di ragazzo. Sergio Bardotti” (Ed. Rugginenti) curato insieme a Lucia Carenini. Condurranno Enrico De Angelis e Milena Moneta. Ospite della serata sarà Ornella Vanoni. Parteciperanno Max Manfredi e Peppe Voltarelli che interpreteranno alcune canzoni di Bardotti. La serata, a ingresso gratuito, fa parte della sezione “Pagine di musica”, curata da Enrico De Angelis. “Dallo sciamano allo showman” coniuga l’attenzione per lo sciamanesimo (ispirato ai riti millenari raffigurati nelle celebri incisioni rupestri camune) con proposte artistiche che fondono umorismo e musica. L’organizzazione e l’ideazione del festival sono del Centro culturale Teatro camuno con la direzione artistica di Nini Giacomelli. Info: www.shomano.it – 0364320889.

Elena Baronio

Brescia

Pronta la 4ª di “Cinema Africa” Dall’11 al 16 ottobre si svolgerà presso il cinema Borgo Trento, in via Filzi 3, l’edizione 2010 della rassegna di cinema africano “Cinema Africa”. L’iniziativa, giunta alla 4ª edizione, è dell’Associazione Kamenge in collaborazione con il Centro orientamento educativo di Milano, Fondazione Tovini e Centro servizi per il volontariato. La rassegna avrà proiezioni sia il mattino, con un cartellone appositamente pensato per le scuole, che la sera, con corto e lungometraggi. 16 film in sei giorni e la scoperta di produzioni sorprendenti. Info: 3386850516.

Calvisano

Rinviato il convegno storico Il Convegno “Dai Longobardi al Settecento: la diffusione della cultura storico-artistica nella Bassa orientale” in programma a Calvisano per il 9 ottobre è stato sospeso per questioni tecnico-organizzative, ed è stato rinviato, col medesimo programma, al 6 novembre, sempre con inizio la mattina alle ore 10, nella Sala delle Tele di Santa Maria della Rosa (prima parte, di carattere storico). Prosegue nel pomeriggio (inizio ore 14.15) con la presentazione degli atti del convegno “Dal Tardogotico al Manierismo” e l’esame di altri aspetti artistici (in particolare il pittore Giuseppe Tortelli).

Pianico

Concerto del neonato Trio Maurizio Trapletti (clarinetto), Andrea Pecelli (violoncello), Luca Marchetti (pianoforte). Sono loro il Trio che, evoluzione del duo Arnold, sabato 9 ottobre si esibiranno nel concerto di esordio della nuova formazione alle 20.45 nel teatro dell’oratorio. L’iniziativa, a ingresso libero, è proposta dall’associazione Amici del Conservatorio di Darfo Boario Terme. Sono stati l’amore per la musica da camera e la stima reciproca che hanno spinto alla costituzione della nuova ensemble. Il programma della serata che i tre musicisti propongono spazia da Beethoven a Schumann, da Mendelssohn-Bartholdy a Brahms.


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

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Pezzo Un convegno storico-artistico

Alla scoperta di Johannes da Volpino Uno dei lavori del maestro di Volpino

J di Ermete Giorgi

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Johannes da Volpino è il primo pittore della Valle Camonica, ma anche di tutto il territorio bresciano, che può essere identificato con un nome. È un artista attivo nella decorazione di ambienti sacri di una vasta area del settentrione della penisola nella seconda metà del Trecento ed è notevole rappresentante di quella che gli storici dell’arte chiamano “pittura votiva”. È autore di un vasto numero di affreschi a partire dalla sua terra natìa tra lago d’Iseo e bassa vallata dell’Oglio e precisamente a Cambianica di Tavernola Bergamasca nella chiesa di San Michele (1365) e a Branico di Costa Volpino (“Ultima cena”). Il pittore, successivamente risale la Valle e a Sellero troviamo lacerti di alcune sue figure di santi in San Desiderio. In Sant’Apollonio di Plan Pezzo, a Ponte di Legno, dipinge l’abside con teorie di Apostoli e Profeti attorno al Cristo

inserito in una “mandorla” e circondato dai quattro evangelisti. Varca poi il Tonale per raggiungere il Trentino e in seguito – si presume – il Veronese. Proprio in Val di Sole e in Val di Non ripete alcuni motivi che gli sono propri: il San Cristoforo del campanile di Cogolo, l’“Ultima Cena” di Cles, la “Crocifissione e i Santi Sarnonico e Pavillo, per concludere ad Arcè e a Sommacampagna con figure di santi e “la Madonna del Latte” già presente all’esterno di San Michele di Cambianica. La tecnica del maestro di Volpino è molto realistica, a tratti addirittura aggressiva, di matrice ovviamente popolare. I suoi affreschi nell’abside della chiesetta di Sant’Apollonio – che fatta risalire all’XI secolo è considerata una delle più antiche della Valle ed è stata recentemente restaurata a cura del Bim di Valle Camonica –, ripetono motivi già presenti a Cambianica

(i quattro evangelisti). La sua opera costituisce quindi l’attestazione, seppure in ambito di “pittura minore”, di una originalità artistica che seppe farsi apprezzare e valere ben al di fuori dei propri confini. Vi è da sottolineare, inoltre, che la pittura del Trecento è rarissima e poco conosciuta e Johannes appare quasi come l’unico rappresentante di quel secolo in una vasta area. Durante le Giornate del patrimonio culturale della Valle Camonica denominate “Del Bene e del Bello” si organizza un convegno a cui partecipano studiosi di tutte le zone dove l’artista ha operato. Il programma prevede per il 10 ottobre, con inizio alle ore 9, presso il Centro sociale di Pezzo, gli interventi di Giancarlo Maculotti, Alberto Zaina, Roberta Bonomelli, Alessandra Mazzucchelli, Gabriele Foresti, Nicola Zanotti, Fausta Piccoli, Francesca Stroppa.

Voce Libri

Ripartire dalla famiglia FRANCESCO BELLETTI PAOLINE, MILANO 2010, EURO 12,00

Frutto di incontri, conferenze, interviste, letture, confronti, il volume (con Prefazione di don Antonio Sciortino, direttore di “Famiglia Cristiana”) si interroga sul presente e sul futuro della famiglia in Italia. Occorre innanzi tutto individuare un concetto preciso della parola “famiglia” – afferma l’autore – e quindi custodirne con rigore il significato, perché ogni ambiguità può costituire un attacco alla sua identità. La famiglia è prima di tutto “risorsa”, per le persone e per la società; da questa evidenza bisogna partire per comprenderne la natura, le modalità di interazione con la storia e con il mondo, le fatiche e le potenzialità. Tra le vicende della storia, la famiglia si presenta come un “soggetto responsabile”, anche se non autosufficiente; capace di generare vita, solidarietà, senso civico, ma anche “bisognoso di adeguate interazioni con il contesto esterno”, non ultima l’esperienza lavorativa, sfida che la nostra società contemporanea propone in modi assolutamente nuovi.

Dalla parte dell’Assemblea FELICE FERRARIS PAOLINE, MILANO 2010, EURO 12,00

“Felice Ferraris, laico impegnato, ha intuito immediatamente che l’emergenza educativa, individuata dai Vescovi italiani come il nodo pastorale attualmente più urgente per la nostra Chiesa, non può prescindere dall’affermazione teologica che la liturgia è per antonomasia il ‘luogo educativo e rivelativo’ della fede. La liturgia, e bisogna ribadirlo con forza, ‘è la prima e per di più necessaria sorgente dalla quale i fedeli possano attingere uno spirito veramente cristiano’ (Sacrosanctum Concilium 14). Ciò significa che senza liturgia non è possibile educare correttamente un cristiano” (dalla Prefazione di don Silvano Sirboni). Felice Ferraris, giornalista pubblicista dal 1977, anima la pastorale liturgica nella sua parrocchia di San Domenico in Casale Monferrato. Membro della Commissione diocesana per la liturgia e del Consiglio pastorale diocesano, è stato relatore, dal 1985 al 1995, per i seminari di liturgia dell’Istituto superiore di scienze religiose (sezione di Alessandria).


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Chiari - Villa Mazzotti

Gussago Festival della letteratura

Fino al 1° novembre “Gli anni della ricostruzione: 1945-1956”

1300 alunni gussaghesi a confronto con “Mangiastorie”

I primi 10 anni del Secondo dopoguerra costituiscono uno snodo essenziale nella nostra storia culturale; sono stati anni di speranze, di aperture, di recuperi e proposte. Milano e la Lombardia sono stati luoghi peculiari di quella stagione: a Milano si tenne la 1ª mostra italiana di “Arte astratta”, ma anche la 1ª mostra del “Fronte nuovo delle arti” (entrambe nel 1947); a Milano presero vita numerosi sodalizi, sull’eco di quel nucleo legato a “Corrente di vita giovanile”, rivista, bottega d’arte, centro di dibattito; ancora a Milano nacque il Movimento arte concreta (Mac) e prese vita lo Spazialismo; e sempre nel capoluogo lombardo videro la luce la rivista “Realismo” e il gruppo dei “Nucleari”, connesso con la poetica degli Spaziali. L’aver ristretto, per ragioni oggettive di forza organizzativa, alla sola nostra regione l’indagine, di fatto non ha limitato l’intera ricerca: la nostra regione, e Milano in particolare, hanno espresso una vivacità propositiva per cui non costituiscono certo una lente parziale di quanto accaduto. L’intento della mostra, poco meno di 90 opere, è quello di documentare un ricchissimo decennio, esponendo materiali (opere) che costituiscono un utile e ampio scandaglio dell’accaduto. Si sono cercate a Suzzara (sede di un importante Premio) e nella Raccolta Ada e Mario De Micheli le testimonianze della componente neorealista; in prestigiose Collezioni e importanti Gallerie, Archivi e Centri-studio si sono cercati i materiali relativi a quel mondo che in un limitato periodo di tempo ha posto le basi perché poi tutto cambiasse (nella successiva stagione delle neo-avanguardie). In questa rassegna corale non si sono volute fornire formule, interpretazioni e letture più o meno confezionate quanto piuttosto si è cercato di documentare il senso di una varietà, che di quel decennio costituisce il sale e lo stimolo; dall’insieme delle proposte, dei progetti e delle realizzazioni emerge soprattutto il senso di quello sguardo partecipato che ha consentito all’arte italiana in generale, e lombarda in particolare, di collocarsi nel contesto internazionale. Da Francese a Treccani e Cassinari, da Soldati a Munari e Veronesi, da Fontana a Crippa e Manzoni, da Birolli a Morlotti e Chighine, ma anche da Gorni a Somaini e Milani, tra gli scultori, il complesso panorama del Secondo dopoguerra viene ai visitatori con la sua forza e le sue contraddizioni; rileggerlo con appassionata attenzione è compito necessario, se vogliamo comprendere da dove veniamo e dove stiamo andando. 90 opere non chiudono un decennio assai fertile e tutBruno Cassinari, tavia il percorso rivisitato traduce l’esperien“La fenêtre de l’atelier” za di un importante decennio post bellico.

Don Giovanni Vespa… SANDRO GORNI ISTITUTO DI CULTURA “G.DE LUCA” PER LA STORIA DEL PRETE 2010

“Don Sandro grazie ai suoi ricordi, alle testimonianze raccolte e alla ricerca storica, ricostruisce il quadro della situazione sociale di Botticino da fine ‘800 agli anni ’70 del secolo scorso. Dopo un’introduzione che abbraccia tutto Botticino, l’autore si sofferma principalmente su Mattina, perché stante il tema è a Mattina che la ‘questione sociale’ fu vissuta più intensamente ed ebbe i maggiori sviluppi e ciò soprattutto per la presenza delle cave, che se da un lato hanno avuto un peso determinante nell’economia del paese, dall’altro sono state crocevia di numerosi problemi. Io che sono più giovane di don Sandro, ho vissuto solo alcuni ultimi echi della situazione che lui descrive, ma mi pare che il ‘filo rosso’, che attraversa tutto lo spaccato storico che presenta è proprio quanto lui dice nelle prime pagine del libro: ‘È buona gente, che si commuove facilmente, che sente forte il vincolo sociale, che si aiuta e si ama nella solidarietà’” (dalla presentazione di don Italo Gorni).

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Arriva per la prima volta a Gussago il festival della letteratura dedicato a bambini e ragazzi compresi tra i cinque e gli 11 anni. La rassegna denominata “Mangiastorie” è in programma dall’11 al 17 ottobre e permetterà agli oltre 1300 alunni delle scuole gussaghesi di incontrare i propri scrittori preferiti tra letture, laboratori e spettacoli. Il festival, nato sotto la direzione artistica di Cosetta Zanotti, aiuterà i piccoli lettori a confrontarsi con temi vari (le emozioni, le lingue straniere, i giochi della tradizione, l’handicap, il cibo), in un viaggio intenso percorso a fianco di autori quali Vincenzo Beschi, Marisa Bonomi, Shafali Mathur, Eleonora Mor. Numerose anche le occasioni di approfondimento aperte a tutta la cittadinanza, da lunedì 11 ottobre alle 20.45 nella chiesa di San Lorenzo con Giusi Quarenghi, autrice del libro “Io ti domando. Storie dall’Antico Testamento”. Il giorno seguente, alle 16, la psicoterapeuta Marisa Bonomi incontrerà gli insegnanti sul tema “La ricchezza della diversità. Lavorare con le famiglie immigrate e i loro bambini”. Alle domande “Come scegliere un libro per i nostri bambini?”, “A che età iniziare a leggere?”, “Quali sono i titoli senza tempo per la letteratura dell’infanzia?”, risponderà invece giovedì 14 alle 20.30 Gigi Paladin, responsabile del progetto “Nati per leggere”, in un incontro-dibattito ospitato dalla Scuola primaria della frazione di Casaglio. Infine lo spettacolo teatrale “i musicanti di Brema” del Teatro a Pedali, domenica 17 ottobre alle 16, nel salone mons. Bazzani, chiuderà la rassegna rinviando al prossimo anno. (d.l.)

Matteo Ricci AAVV MESSAGGERO, PADOVA 2010, EURO 10,00

Nel 2010 ricorre il IV centenario della morte di Matteo Ricci (1552-1610), grande missionario e uomo di cultura che ha posto le basi per la diffusione del Vangelo in Cina e per il dialogo tra l’Occidente e l’Oriente. La sua opera è attualissima in quanto tappa fondamentale nella pratica dell’inculturazione del Vangelo. Egli ha sviluppato una metodologia di evangelizzazione che si è dimostrata capace di trasmettere il messaggio cristiano nel linguaggio anche di culture molto lontane da quella europea. La via che egli ha preferito è stata quella dell’incontro, del rapporto personale con l’altro, cercando soprattutto di comprenderne la cultura, il suo modo proprio di vedere il mondo. Seppe captare la compatibilità della ritualità confuciana con il cristianesimo. Tutta la materia divenne poi oggetto di controversia fino alla prima metà del secolo scorso. Su tali questioni in particolare si sofferma il fascicolo nel tentativo di fare tesoro di una vicenda densa di significato anche per oggi.


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Televisione Le proposte si adeguano ai tempi

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Quando mutano gli scenari commerciali

L’Italia invecchia, un problema sociale e culturale per tutti tranne che per la televisione italiana che trasforma anche questo fenomeno in oro per le sue tasche. L’età media dei telespettatori italiani si avvicina alla cinquantina, il pubblico cambia e di conseguenza deve cambiare anche lo spettacolo. È nato il nuovo business per le tasche dei produttori televisivi: i bambini. Saranno loro ad animare sempre più spesso le serate degli italiani: i bambini dietro al vetro luminoso, quasi a portata di mano, come in un’esposizione di rarissime creature. Guardare ma non toccare. Ed ecco che nascono programmi come “Ti lascio una canzone”, prodotto Rai affidato ad Antonella Clerici, che è stato clonato da Mediaset in “Io canto”, condotto da Gerry Scotti su Canale Cinque. Contest musicali per piccole promettenti voci dai 10 ai 16 anni di età per nonna Clerici e addirittura dai cinque ai 16 anni di età per i concorrenti di nonno Scotti. Sul palco i piccoli ballano e cantano i pezzi più famosi della musica contemporanea. E lo fanno anche bene, ovviamente. Le selezioni per arrivare sotto i riflettori sono spietate e la tv esige prodotti perfetti, senza difetti. Caratteristica paradossale se si parla di esseri umani, per di più bambini. I loro genitori, azzerati dalla vanità di un successo “fast-food”, permettono che il mondo dello spettacolo trasformi i loro figli in animali da palcoscenico. Seduti in prima fila durante la registrazione dello show controllano ansiosi che tutto vada bene, che il figlio si comporti come altri sconosciuti adulti gli hanno insegnato. E il pubblico s’infiamma: le prime edizioni hanno avuto fino a sette milioni di spettatori. Ora i numeri si sono stabilizzati intorno ai cinque milioni; Rai e Mediaset trasmettono i due programmi nelle stesse settimane ma in giorni diversi, rispettivamente il mercoledì e il venerdì. I produttori hanno capito che di dividendi ce n’è per tutti e per andare in onda non si può aspettare la conclusione del programma antagonista, come era accaduto nella scorsa edizione invernale. La febbre del pubblico va sfruttata senza perdere tempo. Piccoli di cinque o sei anni, truccati, laccati e vestiti in giacca e cravatta, cantano canzoni di artisti del passato che tanto piacciono al

di Alberto Averoldi

pubblico di anziani e che probabilmente i loro coetanei “normali” mai nemmeno sentiranno in tutta la loro vita. Le bambine ammiccano i primi movimenti d’anca scimmiottando le ballerine in minigonna. Cantare parole che non si possono capire, interpretare ruoli ben lontani dalle proprie naturali attitudini, esibire una voce di gran lunga più adulta ed educata di quella che dovrebbe essere la normale voce di un bambino. Ma soprattutto provare un gratificante piacere nel ricevere applausi, assaporare l’adrenalina delle luci della ribalta. È l’idea di un bambino-non-bambino, la proiezione infantile di chi dalla poltrona di casa può ritrovare la propria fanciullezza ormai dimenticata. Lo spettacolo televisivo cammuffa tutto questo coprendolo di luci e movimento. Ma alla base c’è un errore di prospettiva, un utilizzo malizioso e calcolato dell’ingenuità e dell’inconsapevolezza. E il pubblico è il primo complice di questa violenza. Se tempo fa i bambini erano il target della televisione, che li ammaliava e li teneva davanti al suo schermo, ora i piccoli figli dell’uomo sono dentro lo spettacolo, ne fanno parte e devono assecondare le sue esigenze. Con il beneplacito dei genitori.

SAB Rai Due, h. 7.35 ART ATTACK Dedicato ai più piccoli ma anche ai grandi che vogliono esprimere la loro fantasia. Giovanni Muciaccia ci insegna come sfruttare materiale di scarto casalingo per realizzare utili giochi e per divertirsi con poco. Rai Tre, h. 12.55 OKKUPATI Federica Gentile presenta un programma dedicato a chi cerca lavoro. Racconta di esperienze virtuose di cooperative e aziende italiane, fornisce spunti su come e dove cercare un’occupazione. Rai Uno, h. 14.00 EASY DRIVER I motori e il territorio italiano: il programma settimanale di Marcellino Mariucci e Ilaria Moscato, alla scoperta dei nuovi modelli di automobili, testate lungo le strade italiane. Rai Tre, h. 14.55 TV TALK Cambia orario ma mantiene le stesse interessanti caratteristiche il programma di critica e analisi televisiva di Rai Tre. In studio professori universitari e studenti leggono la settimana televisiva e ne commentano le novità. Current, h. 20.20 PASSAPAROLA L’appuntamento settimanale del giornalista Marco Travaglio è dedicato ai problemi e ai misteri della politica italiana.

Discovery Channel, h. 23.00 INGEGNERIA ESTREMA Canale Sky 401. La curiosità e il fascino dell’ingegneria applicata. Una serie di interessanti documentari ci illustrano le invenzioni più impensabili studiate per migliorare i traffici commerciali e la vita delle persone. Dai giganteschi ponti mobili sul mare alle piattaforme costruite per spostare le navi petroliere… Antonella Clerici e Gerry Scotti

DOM Rai Due, h. 8.35 TUTTI ODIANO CHRIS Telefilm americano creato dal comico Chris Rock, basato sull’infanzia dell’attore. Divertenti scene di vita quotidiana e incredibili personaggi. Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Edoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bellezze del nostro territorio. Dall’agricoltura all’enogastronomia, senza dimenticare le affascinanti sfumature culturali del Belpaese. Rai Tre, h. 13.25 PASSEPARTOUT Appuntamento con la cultura. In questa puntata Philippe Daverio, esperto d’arte, analizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia e nell’epoca contemporanea. Comedy Central, h. 18.00 PALCO, DOPPIO PALCO E CONTROPALCOTTO Dal teatro Bonci di Cesena le registrazioni di divertenti spettacoli messi in scena dai migliori attori comici del momento. Tv2000, h. 21.00 GLI STATI DEL WELFARE Digitale Terrestre. Serie di documentari prodotti da Pupi Avati che ci raccontano la gestione della cosa pubblica negli Stati europei più virtuosi per l’attenzione al cittadino. La puntata di stasera è dedicata all’Islanda.

Tv2000, h. 22.30 DON MATTEO Continua il successo della commedia poliziesca che per anni ha appassionato il pubblico italiano. In scena Terence Hill, Flavio Insinna, Nino Frassica e Milena Miconi. Ogni puntata è un caso da risolvere per i Carabinieri di Gubbio, aiutati dal parroco del paese. Nonostante la semplicità della sceneggiatura spicca la bravura della coppia FrassicaInsinna.


Telecomando

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Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm americano anni ’90 ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ci propone ogni giorno interessanti documentari storici sui fatti più importanti dell’ultimo secolo.

Rai Tre, h. 7.00 TGR BUONGIORNO REGIONE Rubrica dedicata al territorio. Informazioni sulla viabilità e sul meteo, collegamenti in diretta per i fatti del giorno, inchieste dedicate al sociale, all’economia e al mondo del lavoro.

Rai Due, h. 9.30 PROTESTANTESIMO Un focus sulla realtà della religione cristiana protestante in Italia. Il programma è curato dalla Federazione delle Chiese evangeliche italiane.

Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta un appuntamento quotidiano che si occupa dei consumatori: ogni puntata potremo conoscere le caratteristiche di un alimento di uso comune e scoprire come scegliere sempre la qualità. Oggi si parla di ricotta.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un tavolo di discussione dove leggere i titoli più importanti dei quotidiani nazionali e assistere al commento delle notizie del giorno. In studio giornalisti, politici, esperti di comunicazione, esponenti del mondo della cultura.

Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione. A seguire le avventure degli amici de “L’albero azzurro”.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi problemi dell’Italia. Rete Quattro, h. 16.45 MICKEY OCCHI BLU Commedia americana del 1999 con Hugh Grant e James Caan. Alla vigilia delle nozze, Michael, un elegante banditore d’asta, viene a sapere una scomoda verità sulla famiglia della futura moglie: il suocero è un boss della mafia… Rete Quattro, h. 23.30 SFERA Ottimo thriller di fantascienza con Sharon Stone, Dustin Hoffman e Samuel L. Jackson. Il Governo degli Stati Uniti scopre una misteriosa sfera aliena negli abissi dell’oceano. Tre studiosi vengono spediti a studiarla, ma una terribile energia sta per sconvolgere le loro vite. Ottima sceneggiatura.

Rai Due, h. 21.05 INDIANA JONES E L’ULTIMA CROCIATA Forse l’episodio più completo e avvincente della saga di Indiana Jones: l’archeologo è sulle tracce del Santo Graal, la coppa in cui bevve Gesù Cristo nell’Ultma Cena. Con lui c’è suo padre, interpretato magistralmente da Sean Connery. Da Venezia a Berlino fino al deserto della Turchia, sfuggendo in tutti i modi all’esercito nazista che vuole mettere le mani sul tesoro.

Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla salute e all’informazione riguardo le ultime scoperte scientifiche applicate alla medicina. Tv2000, h. 18.30 NOVECENTO CONTROLUCE Digitale Terrestre. Paola Saluzzi intervista un personaggio del mondo dell’arte, dello spettacolo, dello sport, che abbia vissuto significativamente il secolo appena trascorso. Rete Quattro, h. 21.10 MONTECRISTO Trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Alexandre Dumas. Un giovane promettente, in procinto di sposarsi, viene incastrato da un amico invidioso del suo successo. Rinchiuso per anni in prigione cova vendetta e una volta evaso decide di farsi giustizia.

Italia Uno, h. 21.10 LA GANG DEL BOSCO Un divertente cartone animato di ultima generazione per tutta la famiglia. Al risveglio dal letargo gli animali del bosco si accorgono che gli esseri umani hanno rubato terreno alla loro riserva di cibo per l’inverno. Un procione s’improvvisa loro leader per fare razzie nei frigoriferi delle nuove case. Ma in realtà nasconde un segreto… avvincente e ben curato.

Tv2000, h. 9.00 LA GRANDE MUSICA Digitale Terrestre. Tv2000 propone ogni giorno per tutta la mattina numerosi concerti di musica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Continuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse da full-contact tengono pulite le strade americane. In questa puntata Walker perde la vista a causa di un esplosione: in convalescenza incontra un vecchio capo indiano… La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Quotidiano appuntamento con l’approfondimento giornalistico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber. Rete Quattro, h. 21.10 S.W.A.T. SQUADRA SPECIALE ANTICRIMINE Film d’azione con Colin Farrell. Un potente boss della mafia è stato arrestato dalla polizia. Ma in un’intervista tv dichiara di offrire cento milioni di dollari a chi riuscirà a farlo evadere…

La 7, h. 21.10 EXIT – USCITA DI SICUREZZA È iniziata la nuova stagione del programma di approfondimento condotto da Ilaria D’Amico, che oltre a dilettarsi di calcio ogni domenica su SkySport sa anche approfondire tematiche scottanti della gestione della cosa pubblica italiana: brevi reportage presentano i problemi del Belpaese, da nord a sud.

Rai Due, h. 10.10 TRACY E POLPETTA Imparare la lingua inglese divertendosi. Una sit-comedy recitata in italiano e in inglese per insegnare ai più piccoli le basi della grammatica e della sintassi. Fox Retrò, h. 18.00 MAC GYVER Canale Sky 121. Tutte le stagioni di un telefilm cult degli anni ’80 e ’90: un ex agente segreto, ora al servizio della Fondazione Phoenix, aiuta i più deboli grazie alle sue ingegnose invenzioni. Tv2000, h. 20.00 FESTE STORICHE ITALIANE Digitale Terrestre. Una serie di documentari prodotti dalla Duea, società di Antonio e Pupi Avati. I reportage raccontano l’Italia delle antiche tradizioni, delle feste popolari che ancora oggi dopo secoli vengono celebrate da tutti con partecipazione e passione. La puntata di stasera è dedicata al Palio di Ferrara. Rai Tre, h. 21.05 007 – IL MONDO NON BASTA James Bond, interpretato da Pierce Brosnan, deve proteggere la bella figlia di un ricco petroliere ucciso da un terrorista che vuole concludere il lavoro eliminando anche lei…

Italia Uno, h. 21.10 ROCKY II Film del 1979 con Sylvester Stallone e Carl Weathers. In seguito alla vittoria morale conquistata nel match contro il campione del Mondo Apollo Creed, Rocky Balboa, ricevuto un cospicuo compenso in denaro, decide di sposarsi e di dedicarsi alla sua famiglia. Ma una volta abbandonato il ring la vita quotidiana non è così facile come sembrava. Creed gli offre un’altra possibilità...

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE La nuova stagione per il settimanale dedicato al mondo della montagna italiana in tutte le sue sfaccettature. Ospite della prima puntata è Marco Paolini. Fx, h. 14.05 FRASIER Canale Sky 119. Divertente sitcom americana con Kesley Grammer che racconta la vita privata di uno speaker radiofonico di Seattle. Il mondo snob e sofisticato che lo circonda è spunto per simpatiche gag. Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli della tv degli anni ’90. L’attrice Angela Lansbury è Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli alle prese, in ogni puntata, con casi d’omicidio da risolvere. Italia Uno, h. 21.10 ALE & FRANZ SKETCH SHOW In prima serata le divertenti gag del duo comico più in voga del momento: dal palcoscenico di un teatro i due attori presentato brevi filmati e recitano davanti al pubblico.

Iris, h. 21.05 ALIEN Uno dei migliori film di fantascienza, realizzato nel 1979 da Ridley Scott, interpretato da Sigourney Weaver. Un’astronave cargo nelle profondità dello spazio risponde al segnale di sos proveniente da un pianeta sconosciuto. Lì, l’equipaggio verrà a contatto con una pericolosa forma di vita aliena che inizia a mietere vittime. La saga di “Alien” continua a riscuotere un grande successo.


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Cultura e comunicazione Radio e Media

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Musica Renato Zero spegne le sue prime 60 candeline

Il regalo ai “sorcini”

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Artista polivalente, Renato Fiacchini – in arte Renato Zero – nasce a Roma il 30 settembre del 1950 da Ada, infermiera, e Domenico, poliziotto di origine marchigiana. Renato vive la sua adolescenza nella borgata della Montagnola e fin da piccolo manifesta una spiccata propensione verso l’espressione artistica e il palcoscenico. Inizia quattordicenne a esibirsi come giovane ballerino, notato da Don Lurio, a fianco dell’allora in voga Rita Pavone. Sono molte le forme artistiche che Renato Zero approccia, dal ballo alla danza, dalla recitazione alla musica, aiutato anche da frequentazioni con personaggi come Federico Fellini, Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Patty Pravo, Gianni Minà e quelle che diventeranno le sue amiche del cuore, Loredana e Mimì Berté. Sul finire degli anni Sessanta pubblica le sue prime canzoni, ancora acerbe, che sono però il preludio al grande successo nel decennio seguente. Negli anni Settanta si sviluppa quella che viene definita la “Zerofobia”, dal titolo di uno dei suoi dischi più noti, contenente la canzone “Mi vendo”. Da lì in poi è tutto un crescendo, e se all’inizio a colpire erano i suoi travestimenti e lo slancio verso i “sorcini”, strada facendo Renato Zero acquisisce un maggior equilibrio e alza il tasso qualitativo delle sue canzoni, consolidando allo stesso tempo fama e stima. La canzone “Il carrozzone” (1979) confer-

di Ricky Barone

ma la sua crescita, così come l’album “Artide Antartide”. Negli anni Ottanta Renato Zero abbandona definitivamente i travestimenti a favore di una veste più sobria. Contemporaneamente continua l’evoluzione musicale che culmina con l’album “Voyer” del 1989 registrato con musicisti di fama internazionale come Geoff Westley e Phil Palmer, collaboratore quest’ultimo di Paul McCartney. Nel 1991 approda a Sanremo con una canzone scritta per lui da Mariella Nava, “Spalle al muro”, bissando la partecipazione nel 1993 con la toccante “Ave Maria”. Importantissima la sua partecipazione con sei brani alla soundtrack del film di Tim

Burton “Nightmare before Christmas”, così come, nel 2005, la sua prima volta in Vaticano, dove si esibisce nell’aula Paolo VI con “La vita è un dono”, canzone dedicata a Giovanni Paolo II. Trionfo dopo trionfo, Renato Zero non ha mai cessato di lavorare con grande zelo e ancora oggi si conferma tra gli artisti più amati dal pubblico italiano. Per il suo 60° compleanno ha pensato di offrire al suo pubblico capitolino “Sei Zero”, un grande evento che si concluderà l’8 ottobre. La performance è a Villa Borghese, nella splendida piazza di Siena, con esibizioni dal vivo (sette concerti in totale) arricchite dalla partecipazione di colleghi e amici. È prevista anche la creazione di un vero e proprio “Zero Village”, con una mostra fotografica, una sala cinema dove proiettare filmati di concerti e documenti video, e una mostra dei costumi di scena indossati durante la sua carriera.

LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo festivo è a cura di don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano. La rubrica Ecclesia in ottobre è in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria. Continuano gli appuntamenti di Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia e i Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

Renato Zero

Live Per il suo cd un esordio di successo

Roberta Di Lorenzo, finalista al Premio Tenco È stata tra i protagonisti del recente festival “Acoustic Franciacorta”, diretto artisticamente da Giorgio Cordini. Lei è Roberta Di Lorenzo, che dopo aver ricevuto unanimi consensi di critica e di pubblico per il suo album d’esordio “L’occhio della luna” (prodotto da Eugenio Finardi), entra nella rosa dei finalisti del prestigioso Premio Tenco, in lizza per la Targa come miglior disco d’esordio dell’anno. Questo prestigioso risultato è un’ulteriore conferma dell’originalità di questa autentica cantautrice che ha saputo toccare con le sue canzoni le corde più segrete dell’animo con una freschezza e una personalità molto spiccate.

Programmazione

L’album, sebbene di produzione assolutamente indipendente, è stato realizzato con la massima cura artistica e tecnica, registrato nelle Officine Meccaniche del bresciano Mauro Pagani e si avvale di musicisti di grande caratura tra cui spicca Pierangelo Negri, Primo violino del Teatro alla Scala e artefice del suono degli archi di cui si sono giovati i Muse nel loro ultimo disco. Finardi è rimasto affascinato dalla scrittura di Roberta, tanto da lasciarla intatta limitandosi alla cura degli arrangiamenti per sottolineare le qualità dei brani, composti alternando la chitarra al pianoforte, strumenti che utilizza dal vivo

e in studio con grande padronanza. Una novella cantautrice capace di presentare canzoni che dal punto di vista musicale godono di una melodia sopraffina, mentre sul versante lirico si avvicinano in taluni passaggi alla poesia. Quella di Roberta è una sensibilità profonda, che ama raccontare storie che si nascondono e si svelano attraverso le parole. Come ha scritto qualcuno, “L’occhio della luna” è un disco pensato, mentale, non di stomaco. All’album hanno collaborato, oltre a Eugenio Finardi alla produzione artistica e alla voce, anche il chitarrista bresciano Giorgio Cordini, nel brano “Antigone”. (r.b.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati nella puntata: l’ottobre missionario; Agorà: Popolo in cammino; Rogno: l’inaugurazione del nuovo asilo; le feste quinquennali a Capriano del Colle. La rubrica “4 parole” è con don Tuccinardi. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Tra canzoni, giochi, e ospiti in diretta, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.


LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco story

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria - Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.30 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

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“La pecora nera” Di e con Ascanio Celestini

Quei matti così vicini a noi Trasposizione cinematografica di quello che è considerato il più bello fra i monologhi dell’affabulatore. È il racconto di Nicola e dei 35 anni che ha trascorso in manicomio Ascanio Celestini e altri interpreti de “La pecora nera”

PROGRAMMAZIONE Johnny vive a Hollywood nel leggendario hotel Chateau Marmont e se ne va in giro sulla sua Ferrari. Totalmente a proprio agio in questa situazione di torpore, Johnny vive senza preoccupazioni. Fino a quando giunge inaspettatamente allo Chateau la figlia undicenne, Cleo (Elle Fanning), nata dal suo matrimonio precedentemente fallito. Il loro incontro spinge Johnny a riflessioni esistenziali e sulla sua posizione nel mondo.

1984, 1991, 1998, 2007. Lungo questi anni le vite di Mattia e Alice scorrono parallele senza mai riuscire a congiungersi. Due infanzie difficili, compromesse da un avvenimento terribile che segnerà le fragili esistenze dei protagonisti fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia, sul lavoro, Mattia e Alice, portano dentro e fuori di loro i segni del passato. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa che accrescere le barriere che li separano dal mondo. La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo

Somewhere di Sofia Coppola

L’apprendista stregone di Jon Turteltaub

Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 9 ottobre ore 21, domenica 10 ottobre ore 21; SPLENDOR – ODOLO: sabato 9 ottobre ore 20.45; domenica 10 ottobre ore 20.30

Sale della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA VILL.PREALPINO: domenica 10 ottobre ore 20.45, martedì 12 ottobre ore 20.45; GLORIA – MONTICHIARI: domenica 10 ottobre ore 15, 21, lunedì 11 ottobre ore 21

Sale della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: domenica 10 ottobre ore 15.30, 18, 20.30; lunedì 11 ottobre oer 20.30: AURORA – PAVONE MELLA: sabato 9 ottobre ore 20.45; domenica 10 ottobre ore 15, 20.45

Ormai 17enne, Andy si prepara a partire per il college. I giocattoli che lo hanno accompagnato per tanti anni sono in ansia: deve scegliere quali tenere, quali buttare via, quali regalare ai bambini dell’asilo. Andy sembra volere conservare solo il cowboy Woody. Ma all’asilo hanno l’amara sorpresa di vedersi maltrattati come in una prigione. Grazie al coraggio di Woody, tutti tornano insieme... The American di Anton Corbijn

Happy family di Gabriele Salvatores

Giustizia privata di F. Gary Gray

Toy Story 3 – La grande fuga di Lee Unkrich

Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 8 ottobre ore 20.45, sabato 9 ottobre ore 20.45, domenica 10 ottobre ore 20.45

Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: lunedì 11 ottobre ore 21

Sale della comunità AURORA – PALAZZOLO: sabato 9 ottobre ore 21, domenica 10 ottobre ore 20.30; AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 9 ottobre ore 21, domenica 10 ottobre ore 21, lunedì 11 ottobre ore 21

Sale della comunità DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 10 ottobre ore 16.15; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 9 ottobre ore 20.30, domenica 10 ottobre ore 15.30; IL GABBIANO – GHEDI: sabato 9 ottobre ore 21, domenica 10 ottobre ore 15.30


LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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di Nicola Rocchi

Ascanio Celestini appartiene alla razza dei grandi affabulatori – il più noto: Marco Paolini – che vagano per i teatri italiani tenendo il pubblico incollato ai loro monologhi. Sono quasi tutti figli (o nipoti) d’arte di Dario Fo, ma ognuno ha sviluppato una personale cifra espressiva. Celestini sparge sulle tematiche civili e sociali che mette al centro del suo lavoro (gli spettacoli sono sempre preparati con interviste e laboratori) una patina di tenera stralunatezza. Rafforzata da quella sua barba affilata di cantastorie furbo e dall’uso di cadenzare il racconto con frasi che

periodicamente si ripetono, come ritornelli di filastrocche di volta in volta dolci o amare. “La pecora nera” è forse il più bello dei suoi monologhi, e chi l’ha visto in teatro non lo dimentica. È il racconto di Nicola, dei suoi 35 anni trascorsi in manicomio, della sua disgraziata storia famigliare e dei pochi sventurati con cui condivide il rosario di giorni sempre uguali. Il racconto è diventato un libro, poi un film accolto con molti elogi all’ultimo Festival di Venezia. Protagonista è lo stesso Celestini, voce narrante e attore nei panni di Nico-

Per Phil e Debbie Winslow trasferirsi dal Kansas a Orange County è un grosso miglioramento. Per il loro enorme cane Sansone, però, lo spostamento significa mutare il proprio stile di vita. La casa è immersa nel caos e i Winslow lottano per tenere sotto controllo la furia canina dell’alano. Il film realizzato è tratto dal fumetto creato nel 1954 da Brad Anderson che vede protagonista un grande cane alano combinaguai di nome Marmaduke.

la adulto; mentre da ragazzino lo interpreta l’esordiente Luigi Fedele, bravo a incarnare i patimenti silenziosi di un matto che è tale perché, come ha spiegato l’autore, “non ha speranza di vivere relazioni vere”. La madre è in manicomio, la nonna alleva galline e distribuisce uova fresche al circondario, il padre è inesistente, i fratelli sono due pastori selvatici e violenti. In questa deriva, nella periferia dai toni neorealisti assai ben fotografata da Daniele Ciprì, il triste palazzone manicomiale si innalza come un “condominio di santi”, gestito da suore metodiche che, imponendo l’ordine, tengono ferme anche le menti volatili dei ricoverati. Nel suo micromondo, Nicola comunica con un amico che appare e scompare (Giorgio Tirabassi) e con un amore di gioventù (Maya Sansa, deliziosa) che offre cialde di caffè tra

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gli scaffali del supermercato, l’unica valvola di scambio fra il protagonista e l’esterno. A teatro, nel racconto affidato alla sola voce di Celestini, la tristezza e l’assurdità della condizione manicomiale sfumano in mille rivoli surreali e divertenti, che nel film risultano inevitabilmente attenuati. L’immagine è più spietata, l’effetto che si crea è piuttosto di contrasto fra ciò che la realtà mette davanti ai nostri occhi e gli svagati frammenti di monologo ripresi dal testo originale. Si conserva però la commozione che la storia sa suscitare, il senso di disagio legato al sospetto che la distanza tra “dentro” e “fuori” non sia insormontabile come quei 99 muri che i matti non vogliono mai varcare. Basta, a volte, indossare o togliere un camice da infermiere per ritrovarsi sull’una o sull’altra sponda del disagio.

Shrek è ormai felicemente sposato con Fiona, padre amorevole e impegnato e le sue giornate si ripetono tutte uguali a se stesse. Insoddisfatto e incastrato in una routine che sente tarpargli le ali, l’orco desidera unicamente poter tornare alla sua vecchia vita, quella in cui era temuto e lasciato in pace. Pane per i denti di Tremotino, che gli propone uno dei suoi terribili accordi: rivivere la sua vecchia vita in cambio di un giorno a caso (ma non tanto) del suo passato. La scelta lo catapulterà in una realtà in cui non è mai nato, dunque non ha mai salvato Fiona e gli orchi sono cacciati proprio da Tremotino il quale, grazie a quei cambiamenti, ha preso il potere del regno. Ma come tutte le storie a lieto fine, Shrek farà di tutto per ritornare alla realtà nella speranza di salvare i suoi amici, ripristinando il suo mondo e reclamando il suo unico vero amore, Fiona.

Sansone Sanso di Tom Dey

Shrek e vissero felici e contenti di Mike Mitchell

Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 9 ottobre ore 21, domenica 10 ottobre ore 15, 17.30; CRYSTAL – LOVERE: domenica 10 ottobre ore 15; AURORA – RONCADELLE: sabato 9 ottobre ore 20.30, domenica 10 ottobre ore 15

Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – BIENNO: sabato 9 ottobre ore 20.30; domenica 10 ottobre ore 15; SALA DELLA COMUNITÁ - COLOGNE: sabato 9 ottobre ore 20.45; domenica 10 ottobre ore 17.30, 20.45; IDEAL – CASTENEDOLO: domenica 10 ottobre ore 15; ASTRA – LUMEZZANE S.APOLLONIO: sabato 9 ottobre ore 20.30; domenica 10 ottobre ore 17.30, 20.30; SAN COSTANZO – NAVE: domenica 10 ottobre ore 14.30, 17, 20.30; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 9 ottobre ore 20.45; domenica 10 ore 16; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 9 ottobre ore 21; domenica 10 ottobre ore 15, 21; CORALLO – VILLANUOVA SUL CLISI: sabato 9 ottobre ore 20.30; domenica 10 ottobre ore 14.30, 20.30

Edizione 2010-2011 In sei Sale della comunità

Riparte “Buongiorno Cinema!”

20 sigarette di Aureliano Amadei

The karate kid – La leggenda ... di Harald Zwart

Sala della comunità SERENO– BRESCIA VILL. SERENO: sabato 9 ottobre ore 20.45, domenica

Sale della comunità ITALIA – LONATO: domenica 10 ottobre, ore 15

È ormai prossima alla partenza l’edizione 2010-2011 di “Buongiorno Cinema!”, il percorso di proiezioni mattutine per le scuole della provincia di Brescia. Il progetto, voluto da Provincia di Brescia e Regione Lombardia e realizzato da Voce Sas, prevede la proiezione commentata in sei Sale della comunità del Bresciano. Le Sale scelte sono il cinema parrocchiale Pavanelli della comunità di S.Afra in Brescia, la sala Giovanni Paolo II di Agnosine, il Lux di Lumezzane Pieve, il San Giovanni Bosco di Bienno, l’Agorà di Ospitaletto e il Gloria di Montichiari. Prima di ogni proiezione sarà presentata una scheda della pellicola con attenzione a ogni fascia di età a cui il film è rivolto. Al termine, poi, sarà proposto un dibattito, animato da un esperto sui con-

tenuti. Nel corso delle proiezioni verranno anche distribuite le schede per partecipare al concorso “Piccolo critico” come da tradizione abbinato a “Buongiorno Cinema!”. Alla fine dell’edizione 2010-2011 sarà organizzata una mattinata per la premiazione dei migliori elaborati. “Buongiorno Cinema!” prevede anche la realizzazione di laboratori condotti del regista Claudio Uberti per un dialogo sul lavoro cinematografico con proiezione e commenti di alcune sue realizzazioni. La proposta porterà i ragazzi a misurarsi con la costruzione di un prodotto audiovisivo, dalla stesura del soggetto al realizzazione di un cortometraggio. Ogni singolo laboratorio può essere adattato alle specifiche esigenze delle scuole che partecipano al progetto.


Ti aspettiamo.


LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Economia Avviato il Cseab

Un Centro per le energie rinnovabili La nuova struttura, che ha in Aib il suo capofila, sarà pronta nel giro di due anni. In un container provvisorio ha già però avviato la sua attività di ricerca che avrà ricadute importanti sul sistema economico bresciano

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Brescia si avvia a diventare uno dei poli nazionali di studio e ricerca sulle energie rinnovabili. Il via al percorso è stato dato nei giorni scorsi quando, nella sede dell’Associazione industriale bresciana, è stato annunciato l’avvio del programma sperimentale che porterà alla creazione (fisica) del Cseab, il Centro studi energetici e ambientali Brescia. Due gli anni preventivati (anche se Alberto Volpi, vice presidente Aib e responsabile del settore Eco 90 e di Ramet e Saverio

Richiesto da Confartigianato

Valle Camonica: un patto territoriale

di Massimo Venturelli

Gaboardi, presidente del neonato Centro hanno auspicato tempi minori) per arrivare alla realizzazione nei pressi del polo espositivo di via Caprera del nuovo Centro, anche se sin da subito lo stesso è funzionante in spazi provvisori allestiti a fianco di quella che sarà la sede definitiva. Grazie a un accordo con l’Enea il Centro studi potrà installare presso gli impianti di Saluggia, alcuni sistemi che poi torneranno a Brescia. Due i filoni in cui in nuovo Centro andrà

a operare. Il primo sarà di carattere prettamente energetico/tecnologico; il secondo, invece, sarà ambientale. Il primo filone, come è stato evidenziato in sede di presentazione, rappresenta il primario interesse del Centro, il secondo, invece, aiutare le imprese bresciane nella soluzione dei problemi ambientali che le stesse spesso incontrano nella loro attività. Cseab è frutto di una cordata che ha in Aib l’ente capofila e a cui partecipano Camera di commercio, Comune di Brescia, Enea, A2A e le due Università bresciane. Da tempo i partner dell’iniziativa erano pronti al lancio del Centro, con tanto di progetti esecutivi già pronti per la realizzazione della struttura che avrebbe dovuto chiamarsi “Testing Station” e sorgere in quello che oggi è il parco Tarello che sarebbe stato battezzato “Energy Park”. Le scelte amministrative hanno invece destinato questa parte della città a

Patto territoriale della Valle Camonica e aiuti forti alle imprese per far ripartire l’economia della Valle. Questa la richiesta fatta da Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia, all’Amministrazione provinciale, in virtù dello sblocco dei fondi. “Le imprese della Valle Camonica stanno vivendo una situazione difficile e questo va a colpire direttamente anche i lavoratori dipendenti di queste aziende. È necessario che la Provincia convochi un tavolo di lavoro, in cui si discuta su come s’intenda spendere questi fondi, coinvolgendo ovviamente anche le imprese artigiane”, sottolinea il presidente di Confartigianato. È importante che si trovi un accordo tra Amministrazione provinciale e Sindacati dei lavoratori, ma è altrettanto corretto che una parte di questi fondi siano destinati agli artigiani, che in questo momento stanno soffrendo, più di altre realtà della provincia, proprio per lo svantaggio logistico della Valle. Le opportunità che si possono trovare sono diverse, dagli incentivi, agli interventi economici, senza tralasciare sostegni per finanziamenti o per interessi bancari. “Vo-

altro e ai promotori del Centro non è rimasto che pensare a soluzioni diverse. Il nuovo centro sarà un punto importante per la ricerca nel campo delle energie rinnovabili, settore in cui Brescia vanta una presenza tutt’altro che marginale. 125 imprese, 3000 addetti, un fatturato annuo di 1,2 miliardi di euro: numeri che potranno trovare grande giovamento dalla presenza del Centro. Presso la struttura provvisoria, affidata alla direzione di Aldo Pilisi, sono già in fase di sperientazione tecnologie fotovoltaiche e di coibentazione per testarne l’efficacia in ambiente bresciano, perché in questo contesto dovranno poi essere applicate. Il costo per la realizzazione del nuovo Centro è di 2,7 milioni di euro, messi a disposizione da Aib che a questo capitolo ha girato fondi avuti dalla Camera di commercio per programmi relativi alle energie rinnovabili.

gliamo un tavolo di confronto, anche perché sono otto mesi che chiediamo di essere convocati, ma tranne alcune note di stampa, ciò non si è verificato”, sottolinea Carlo Piccinato, segretario generale dell’organizzazione. La sigla di via Orzinuovi si era già avviata nei mesi scorsi per far sbloccare i fondi per il Patto territoriale, proprio sollecitando la Provincia. Questo intervento rientra nell’attenzione che da sempre la Confartigianato ha posto verso le aree di montagna. “Il nostro forte impegno per lo sviluppo della Valle con l’aumento degli investimenti era iniziato già da inizio decennio. Nel 2005 abbiamo poi organizzato una serie di convegni ed esposizioni, coinvolgendo tutti i politici che a più livelli erano interessati nel progetto, dalla Comunità montana, alla Regione e alla Provincia. Un impegno che Confartigianato ha portato sino in fondo, tanto che oggi questi fondi sono fruibili”, conclude Carlo Piccinato, segretario generale dell’Organizzazione. È anni, infatti, che la Confartigianato guarda con interesse allo sviluppo economico delle valli.


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Economia e lavoro

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Agricoltura Prandini al fianco di Massetti

Made in Italy: c’è anche Coldiretti Dopo la presa di posizione del Presidente di Confartigianato anche il sindacato dei coltivatori scende in campo

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“La battaglia di Confartigianato Brescia e del suo presidente Massetti a difesa del vero made in Italy è anche la battaglia di Coldiretti. Ne condividiamo le ragioni perché le fortune dell’economia nazionale e il grande prestigio conquistato dal nostro Paese a livello internazionale nell’agroalimentare, nella moda, nel tessile e nel manifatturiero sono per massima parte il frutto unico e inimitabile della storia, della sapienza e dell’ingegno dei nostri imprenditori, così come sono unici ed inimitabili il territorio, il pae-

saggio e l’ambiente che generano le eccellenze dell’agricoltura italiana. Tutelare un vero made in Italy e le imprese che lo producono significa difendere la spina dorsale dell’economia nazionale”. Questo il commento di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia, all’allarme lanciato dal collega di Confartigianato che ha denunciato la “sparizione” della legge ReguzzoniVersace, nata per etichettare in modo riconoscibile i prodotti nazionali, norma che pare essersi persa tra Bruxelles e Roma. “Un mercato globale che

Ettore Prandini con l’ex ministro all’Agricoltura Zaia

regola la concorrenza solamente sulla base del prezzo più basso, rendendo anonimo tutto il resto – prosegue Prandini – è la tomba delle imprese italiane. È necessario che i consumatori possano distinguere il vero dal falso, riconoscere la qualità vera da quella solamente reclamizzata. Si deve anche poter distinguere tra produzioni realizzate secondo standard e norme più o meno restrittive a tutela dei consumatori e dei lavoratori”. L’assenza di una legge sull’etichettatura chiara e semplice sta infatti creando grosse difficoltà all’agroalimentare italiano, come pure ad altri comparti di eccellenza dell’economia italiana, letteralmente distrutti da quest’assenza di tutela: basti pensare al settore tessile, calzaturiero e del mobile. “Quella intrapresa a Brescia da Confartigianato

e Coldiretti non è, come affermato da Prandini, una crociata contro la libera concorrenza, al contrario: si tratta di pretendere una competizione effettivamente libera perché giocata ad armi pari rispetto alle multinazionali e ai grandi gruppi internazionali che acquistano dove costa meno, spesso producono dove si può inquinare di più e rivendono poi nei mercati europei poiché sono quelli dove i consumatori hanno un maggior potere d’acquisto e possono pagare di più. “Crediamo – continua Prandini – che in questa battaglia, che è di civiltà e di interesse generale, anche i sindacati dei lavoratori dovrebbero alzare la voce, una volta tanto, senza assecondare il tentativo di quella grande industria che passo dopo passo sta delocalizzando le proprie fabbriche”.

Le proposte del San Clemente

Un catalogo pensato per le imprese

Il Centro San Clemente

“Abbiamo ritenuto di istituzionalizzare una iniziativa non nuova, pensando specificatamente ai soggetti cui è diretta”. Questo è il principio espresso dal direttore generale del Centro linguistico San Clemente Giovanni Lodrini nel presentare il catalogo dei corsi che la struttura ha predisposto per l’anno 2010-2011 per le aziende. “Non è un semplice catalogo, ma è un’idea di una pagina nuova nella storia del nostro Centro, che da 60 anni è al servizio della collettività”. I corsi riguardano le lingue per l’impresa, l’informatica per l’ufficio, la sicurezza e i processi produttivi e il marketing, la comunicazione e la gestione dell’impresa. “Si tratta di un catalogo ad hoc, istituito non per fare concorrenza ad alcuno – ha specificato Lodrini – ma per continuare un servizio, specializzandolo e per offrirlo, in un momento di particolare difficoltà economica per le imprese, a costi estremamente accessibili. Abbiamo compiuto uno sforzo per sostenere le aziende facendo loro spendere il meno possibile – ha chiosato Lodrini – mettendoci a disposizione sia delle aziende stesse sia dei lavoratori, con uno sguardo a quelli che, per le più disparate necessità, devono ‘convertirsi’, passando da un settore a un altro”. “Le quattro grandi aree tematiche in cui la proposta è articolata – ha spiegato la responsabile organizzativa Benedetta Albini – sono il frutto delle richieste pervenute dal territorio negli scorsi anni e quanto messo a catalogo è stato progettato al fine di rispondere in maniera efficace ai bisogni di crescita professionale di dirigen-

ti, impiegati e lavoratori, con un’offerta completa studiata per offrire una formazione di qualità. I corsi, circa 80, inizieranno dal mese di novembre e verranno proposti ciclicamente fino alla primavera prossima. Al fine di incrementarne l’efficacia, abbiamo pensato a moduli più brevi per un massimo di 10 persone ciascuno, affinché i loro contenuti possano essere riportati quanto prima in azienda”. I corsi si terranno nelle due sedi di Brescia, in via Luzzago 1 e in via Niccolò Tommaseo 49, entrambe parimenti attrezzate e la segreteria di via Luzzago è aperta per le iscrizioni dal lunedì al venerdì con orario 8-19, ridotto a 9 -12 per il sabato. È possibile iscriversi anche sul sito www.bresciacorsi.it e per ogni informazione si può contattare lo 030.3770554. È stato evidenziato come per l’area lingue vi sia la prevalenza dell’inglese, senza però escludere altre lingue, mentre per l’informatica ne sono state accennate sia la forma base sia quelle più avanzate. L’area sicurezza e processi produttivi rappresenta una novità, così come è ampia e completa la panoramica riguardante l’area marketing, comunicazione e gestione d’impresa. “Sono più di 2500 le aziende che in questi anni si sono rivolte a noi con specifiche richieste – ha aggiunto Giovanni Lodrini – e riteniamo che queste siano le premesse per un buon lavoro e per come è impostato il catalogo, riteniamo di aver rispettato la nostra filosofia e mission, perché aiutare un’azienda e i lavoratori è visto da noi come un servizio sociale”. (fr.a.)


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Bagnolo Mella Una societĂ che opera da 20 anni

Progettare pensando alla persona

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La societĂ di ingegneria Europroject engineering consulting di Bagnolo Mella, si è aggiudicata il primo premio per il “Concorso internazionale di progettazione per la riqualiďŹ cazione dell’ex ospedale di Riva-Cittadella dell’accoglienzaâ€?, promosso dall’Azienda pubblica di servizi alla persona “CittĂ di Rivaâ€?. Il concorso internazionale si è svolto tra una selezione di 10 gruppi, in cui ďŹ guravano grandi nomi dell’architettura internazionale (tra cui David ChipperďŹ eld, Ipostudio, Metrogramma, Carmassi ed altri). La Europroject s.r.l. (capogruppo dell’associazione temporanea d’imper-

Della Europroject il progetto e la costruzione di una rsa a Riva del Garda a cura di VoceMedia PubblicitĂ

se vincitrice), ha svolto il concorso in collaborazione con lo studio dell’arch. Cino Zucchi di Milano, costruendo un gruppo di professionisti completo ed efďŹ cace, sia per conoscenza tecnica ed esperienza nell’ambito delle strutture socio-sanitarie, sia per capacitĂ ed innovazione nella progettazione architettonica. Il progetto è risultato vincitore con ampio margine per la completezza della proposta, in cui si è distinto “per la particolare sensibilitĂ con cui è stato interpretato il tema delle relazioni urbane e delle preesistenze ambientali, per originalitĂ di impianto e per la deďŹ nizione degli spazi di accoglienza e di residenzaâ€? (cosĂŹ

si è espresso il presidente della giuria Fulvio Irace). Il progetto prevede la realizzazione di una rsa (residenza sanitaria assistita) di 120 posti letto, comprensiva di centro diurno e centro servizi per anziani per un importo complessivo di circa 12 milioni di euro. La nuova struttura, situata in pieno centro storico, ha permesso la deďŹ nizione di un progetto caratterizzato dalla volontĂ di integrazione con il tessuto urbano, rifuggendo la condizione di segregazione sociale che spesso accumuna molte strutture residenziali per anziani. L’idea di partenza è stata quella di immaginare un nuovo modello di rsa per anziani che riďŹ uta la logica organizzativa di tipo ospedaliero, preferendo mettere al centro l’utente fragile, creando un ambiente familiare, ma al tempo stesso terapeutico, efďŹ ciente e funzionale. La nuova “Cittadella

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dell’accoglienzaâ€?, è concepita come luogo urbano che interagisce sia con l’ospite anziano-esaltandone il ruolo terapeutico-sia con il contesto esterno. Un luogo che dona un nuovo equilibrio all’area circostante, rendendo cosĂŹ la struttura viva ed integrata alla comunitĂ di appartenenza. La nuova rsa di 120 posti letto sarĂ caratterizzata da due ediďŹ ci diversi per vocazione ma complementari per specializzazione. Quella esistente è una struttura introversa, con nuclei di degenza a grande intensitĂ sanitaria; quella nuova sarĂ estroversa, aperta sul territorio, pensata come ediďŹ cio terapeutico, con grandi patii verdi e spazi per la riabilitazione complessiva. L’opera realizzata risponde ai piĂš moderni parametri di biosostenibilitĂ e risparmio energetico. Infatti il progetto prevede per l’ediďŹ cio la classe energetica A, oltre all’utilizzo di materiali ecocompatibili.

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Economia e lavoro Salute e terza età

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Un congresso Le patologie dello scheletro

Osteoporosi: malattia per cinque milioni Tante sono le persone che in Italia soffrono di questa grave patologia

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Gli specialisti di malattie dello scheletro si sono dati appuntamento nelle scorse settimane a Brescia per il simposio nazionale della società scientifica Siommms, che si occupa dell’osteoporosi in Italia. Si tratta di una patologia che nel Paese colpisce cinque milioni di persone. Ciò significa che, in media, una famiglia italiana su quattro ha in casa un malato di osteoporosi o di una qualsiasi delle tante patologie dello scheletro. Sono stati più di mille gli specialisti di questo vastissimo

di Massimo Venturelli

settore sanitario (endocrinologi, reumatologi, ortopedici, geriatri, fisiatri, internisti) che si sono confrontati a Brescia, nel corso del loro X congresso nazionale. Presentando alla stampa il congresso, il presidente della società Salvatore Minisola (Università Sapienza di Roma) e del congresso Andrea Giustina (Università di Brescia), hanno messo in risalto la qualità dei contributi scientifici insieme al valore dei relatori che si sono succeduti nel corso del congresso ospitato

dalla facoltà di medicina. E affiancati dal professor Sergio Pecorelli, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), hanno anticipato anche alcune delle maggiori novità presentate poi nel corso del congresso. Nonostante la ristrettezza delle risorse che l’Italia mette a disposizione della ricerca, nel corso del congresso sono stati evidenziati gli straordinari progressi intervenuti sul terreno della diagnostica, della prevenzione e della farmacologia. Le giornate bresciane hanno permesso anche di evidenziare il deficit di formazione universitaria in materia di malattie metaboliche dello scheletro. Nelle facoltà di medicina italiane non esiste un programma di studi specifico, non c’è alcun approccio sistematico, né una

vera formazione specialistica. Si offre solo un sapere settoriale nell’ambito di svariate discipline. E qua e là, affidati per lo più al volontariato, alcuni rari master. Dunque non esiste neppure una specializzazione riconosciuta. È più che ovvio che per fronteggiare in una società che invecchia un fenomeno sempre più esteso come quello delle malattie delle ossa, anche l’Università deve fare e bene la sua parte. “Comincino i più esperti tra i docenti e i Centri di eccellenza”, ha suggerito Minisola, “Noi della Siommms contribuiremo senz’altro. Abbiamo già due progetti: un censimento dei Centri dedicati alla gestione delle malattie dello scheletro e corsi di formazione permanente che possano costituire la base per un’educazione continua”.


Paesi e parrocchie Bassae lavoro Sposi Economia

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

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Brescia Un’esperienza quarantennale

Per gli sposi una presenza preziosa

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Spesso non è la paura del grande passo a intimorire i futuri sposi. Chi si appresta a programmare il matrimonio deve fare fronte a una nutrita serie di incombenze relative all’organizzazione della casa. Sono così andate moltiplicandosi le realtà che si fanno carico di seguire passo per passo i futuri sposi nell’organizzazione pratica del giorno del sì. In molti casi di tratta di realtà improvvisate o con poca esperienza. Fortunatamente, però, esistono seri operatori del settore che sanno consigliare al meglio. Appartengono a questa seconda categoria

a cura di VoceMedia Pubblicità

i professionisti di Punto Casa di Brescia, capaci assecondare e di consigliare i futuri sposi in ogni loro richiesta. All’interno di un vecchio palazzo, una volta sede di struttura ospedaliera, nel centro storico di Brescia, da oltre 40 anni Punto Casa è sinonimo di stile e famigliarità. Una notorietà che nasce dalla capacità di porsi e proporsi come punto d’incontro tra innovazione e tradizione, con il prezioso contributo di un’esperienza ormai affermata. Una storia nata dalla passione che la famiglia Bicelli ha dedicato in tutti questi anni a un’attività, an-

Una realtà specializzata nell’affiancare la coppia in preparativi non secondari cor oggi, importante punto di riferimento per la città e non solo. Dal gusto classico al design più moderno, dall’elegante cristalleria al pratico casalingo passando attraverso un famigliare dialogo che ha costruito nel tempo un forte legame con la nostra clientela. Particolare attenzione ai futuri sposi e a chi ha il piacere di regalare e regalarsi emozioni per vivere meglio la propria casa. Punto Case offre un servizio completo e un consiglio “amichevole” per un giusto connubio tra l’utile e il dilettevole. Sono stati anche i primi a Brescia a offrire un servizio completo anche in internet per le liste di nozze. Nel sito www.puntocasabs i futuri sposi possono trovare le risposte più opportune per quel che concerne la lista di nozze e le opportunità di scelta offerte agli invitati.

Punto Casa

Liste nozze on line ǡ ͝Ȁ Ǥ ͔͔͗ ͙͗͛͛͛͗͘ ǣ ̷ Ǥ

Ma Punto Casa ha pensato anche a uno spazio loro dedicato perché anche i preparativi del matrimonio non diventino oggetto di ulteriori preoccupazioni. Nelle pagine del sito la coppia trova una serie di consigli particolareggiati che li accompagnano nel count down del grande giorno. Non mancano poi note relative al galateo per fare in modo che il giorno del matrimonio e tutto ciò che a esso è connesso si svolga in maniera impeccabile. Una lettura delle pagine del sito e una visita alla sede di via San Martino della battaglia, 9 a Brescia consente ai futuri sposi di vivere con relativa tranquillità la programmazione del giorno del sì e a parenti e amici, chiamati a condividere questo importante appuntamento, di affrontare senza troppa ansia la rincorsa al regalo gradito

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La sede di Punto Casa


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Economia e lavoro Sposi

LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Consigli Organizzare la luna di miele

Un viaggio di nozze indimenticabile I futuri sposi non devono farsi abbagliare da proposte suggestive

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Il viaggio di nozze, oltre a costituire un periodo di meritata e rilassante vacanza in seguito a giornate pregne di impegni e di intensi preparativi prematrimoniali, rappresenta ancora oggi qualcosa di veramente unico e indimenticabile. La scelta della meta è di fondamentale importanza; trattandosi per l’appunto di un viaggio fortemente simbolico è necessario che, la relativa scelta, custodisca in sĂŠ soluzioni tali da poter soddisfare ambo le parti anche perchĂŠ, è bene ricordare che non si tratta affatto di una vacanza qualun-

a cura di VoceMedia PubblicitĂ

que bensĂŹ, di un momento irripetibile, un’esperienza che dovrebbe essere custodita per sempre fra i ricordi personali piĂš cari, come una fase assolutamente irripetibile! PerchĂŠ dunque rappresenti non solo una “felice parentesiâ€? bensĂŹ, un vero e proprio “inizio di vita per la giovane coppia di sposiâ€?, è necessario fugare ogni dubbio sin dal principio e cercare di chiarirsi le idee in merito a quello che, insieme, si desidera realizzare. Considerato infatti che, in genere, per la luna di miele, gli sposi investono gran parte del proprio

budget matrimoniale, è senz’altro giusto pretendere una vacanza entusiasmante e, possibilmente organizzata a meno che, la coppia in questione non preferisca l’avventura e prediliga, tra l’altro, anche il “brivido del non previstoâ€?. Tuttavia, per evitare qualsiasi inconveniente di sorta (rischi, imprevisti, cibi strani, notti in bianco, alberghi fatiscenti, perdita dei bagagli, o addirittura agenzie fantasma), è sicuramente preferibile afďŹ darsi ad agenzie di viaggio serie e qualiďŹ cate, che siano quindi in grado di consigliare le soluzioni migliori, sia per la scelta del luogo in relazione al tipo di stagione, sia per il non trascurabile rapporto qualitĂ -prezzo. In ogni caso, ancor prima di recarsi in agenzia, è meglio chiarirsi bene le idee in merito a diversi fattori che, presi dall’euforia e

della smania di partire, potrebbero essere invece trascurati con il possibile rischio poi, di non godersi a pieno la meritata vacanza a due. Ăˆ bene infatti non farsi soltanto “abbagliareâ€? dalle foto da sogno che verranno mostrate in agenzia; un’agenzia seria e organizzata saprĂ soddisfare sicuramente tutte le aspettative dei futuri sposi che, pure, non dovranno disdegnare di porgere agli addetti preposti ai loro sportelli tutte le domande ritenute legittime. Gli operatori, del resto, dovrebbero essere ben lieti di fornire tutte le risposte del caso, essendo il loro primario obiettivo quello di soddisfare al meglio nella logica prospettiva che la soddisfazione e il benessere durante il viaggio di nozze da loro organizzato, costituirĂ per l’agenzia stessa, la migliore pubblicitĂ che esista!

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Paesi e parrocchie Economia e lavoroBassa Digitale terrestre

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Brescia Consigli utili per i telespettatori

I “segreti” del digitale terrestre

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Districarsi tra decoder, parabole e tutto quanto necessario per il “passaggio” a cura di VoceMedia Pubblicità

Entro il 20 ottobre tutti i canali televisivi non saranno più visibili con il segnale tradizione, quello analogico, ma solamente in digitale terrestre. Per poter continuare a vedere le trasmissioni è necessario (per chi ancora non l’avesse fatto) acquistare un decoder e collegarlo a ogni televisore. Non è infatti sufficiente un solo decoder per appartamento. Una volta acquistato il decoder basta collegarlo alla vecchia presa d’antenna, avviare la ricerca automatica dei canali e attendere che la scansione sia completata. Dopo un rapido controllo sul numero e sulla qualità dei canali me-

morizzati è possibile considerare conclusa con successo l’operazione del passaggio dall’analogico al digitale terrestre. C’è, però, anche un’altra via ed è quella della sostituzione del vecchio apparecchio con un nuovo televisore Lcd dotato di decoder incorporato. I prezzi sono alla porata di tutti, a partire dai 189 euro per un televisore lcd da 19 pollici. I prezzi, ovviamente, aumentano con il crescere delle dimensioni del televisore. Ci possono essere però zone particolari non raggiunte dal digitale terrrestre. In questo caso con

2% Entro il 20 Ottobre 2010, nella provincia di Brescia la Tv diventerà Digitale Terrestre

la messa in pensione del segnale analogico ricevere i canali televisivi potrebbe diventare un serio problema. In questi casi, una volta accertata da un tecnico o attraverso la consultazione del sito www. digitaleterrestre.it, l’impossibilità tecnica non resta altra soluzione che quella del satellite con la parabola, utilizzando la piattaforma appositamente creata da Rai, Mediaset e Telecom. Tale piattaforma, denominata Tv sat, trasmette in esclusiva da satellite tutti i canali dell’emittenza di Stato (la Rai), Mediaset e La7. Le trasmissioni sono completamente gratuite e necessitano dell’attivazione dell’apposita smart card che si trova all’interno del decoder tv sat che deve essere necessariamente acquistato. Sono molte le persone già in possesso di una parabola e relativo decoder Sky. In questo

caso è sufficiente acquistare il decoder tv sat e uno “splitter” e collegarli entrambi al televisore. Sia con decoder satellitare che con quello di Sky i canali Rai, Mediaset e La7 potrebbero essere criptati (resi non visibili) in qualsiasi momento. Il decoder tv sat consente di ovviare anche a questo rischio. Quelle appena descritte sono operazioni che i tecnici di OB Elettronica di via Genova a Brescia forniscono quotidianamente ai tanti clienti che chiedono lumi su una questione che, anche a causa di campagna informative non sempre brillanti per chiarezza, qualche difficoltà la crea. I tecnici del centro sono comunque sempre a disposizione non solo per consigliare il migliore acquisto ma anche per fornire i chiarimenti necessari al migliore utilizzo dei prodotti acquistati.

Lo specialista per Brescia e Provincia è O.B. Elettronica dove troverai personale qualificato che soddisferà tutte le tue esigenze

O.B. srl Via Genova, 4 (Trav di Via Orzinuovi) - Brescia Tel. 030.3530994 - 030.3530880 E-mail: info@ob-elettronica.it www.ob-elettronica.it


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Economia e lavoro Stufe e camini

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Concesio Un’azienda con 20 anni di esperienza

Stufe e camini targati Danimarca Si tratta di prodotti caratterizzati da design innovativo, bassi consumi e combustione pulita

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a cura di VoceMedia Pubblicità

Stufe e camini stanno prendendo sempre più piede anche nelle case dei bresciani. Non sono più semplicemente finalizzati al riscaldamento degli ambienti. Chi oggi sceglie una stufa o un camino lo fa anche riservando un occhio particolare all’estetica, alla funzionalità, alla salubrità e, perché no, all’economicità. Molte sono le aziende che operano nel settore. Alcune più di altre possono contare su un background di tutto rispetto. È il caso di Scandinavia Design di Concesio, il mag-

giore importatore e distributore esclusivo in Italia di stufe a legna prodotte in Danimarca. Il successo di questa azienda, che ha superato i 20 anni di attività nel settore, è stato garantito dall’aver individuato stufe di alta qualità, design innovativo, bassi consumi e combustione pulita. I marchi allora selezionati e distribuiti sono ancora a oggi i più interessanti nel campo del riscaldamento a legna danese: morsØ, Hwam e Wiking. Il design scandinavo sia moderno sia

classico e le più avanzate tecniche di combustione si coniugano perfettamente in queste stufe, diventando esempi mirabili di estetica e funzionalità. Facile per chi le sceglie ambientarle creando un legame tra ambiente abitativo e macchina da riscaldamento talmente stretto che rende questi elementi quasi sovrapponibili, un’identificazione che esprime l’importanza attribuita da secoli a una casa accogliente poiché calda. Motivo d’orgoglio della Scandinavia Design è la combustione pulita delle sue stufe. Tutti i modelli distribuiti garantiscono comfort d’utilizzo, bassi consumi ed emissioni estremamente pulite. Per l’azienda sono sempre stati fondamentali sia la protezione che il rispetto dell’am-

biente. Le nostre stufe, pensate per durare nel tempo e darvi sicurezza, sono tutte conformi ai requisiti richiesti dalle norme europee e certificate secondo le più severe norme nazionali danesi. Queste sono conformi agli standard richiesti non solo da ora, ma lo erano, per la maggior parte dei modelli, già molti anni fa. Lo testimonia ad esempio il sistema di controllo automatico di combustione brevettato dalla Abc Hwam, montato su tutte le stufe della gamma già da più di 10 anni. Una stufa Scandinavia Design è quindi una fonte di calore in grado di darvi benessere, con bassi consumi e resa termica molto elevata, nel massimo rispetto dell’ambiente.

stufe e camini

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Sport

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Pallamano Serie A2 Femminile

La Leonessa Brescia entra in scena

redazione@lavocedelpopolo.it

Subito un esordio in campionato in salita. L’appuntamento con la prima partita in casa, al palazzetto San Filippo di via Bazoli, sarà per sabato 16 ottobre alle ore 18 contro Mestrino, la vincitrice dello scorso campionato. “La squadra è pronta” ha dichiarato il riconfermato tecnico Paolo Baresi

Il capitano Simona Savoldi

Calcio serie A: tegola in casa Brescia Turno di sosta per il massimo torneo nazionale che tornerà fra due domeniche. In casa Brescia urge l’obbligo di invertire la rotta dopo le due sconfitte consecutive. Domenica 17 arriva al Rigamonti il fanalino di coda Udinese (ore 15 con collegamenti su Radio Voce Fm 88.3-88.5 e radio voce.it a cura di Ciro Corradini). Ma a tenere banco, nel club di via Bazoli, sono i tre turni di squalifica inflitti ad Alessandro Diamanti. Espulso per doppia ammonizione contro la Lazio, ha pure mandato a “quel paese” l’arbitro che gli ha rifilato a referto il maxi stop. Oltre al danno anche la beffa: il fantasista biancoblù è stato ripreso da Iachini e dal patron Corioni che lo ha multato. La società ha presentato ricorso per lo sconto di almeno una giornata. Tornando alle vicende dal campo, Iachini riavrà a disposizione i quattro nazionali ad inizio settimana (Berardi, Daprelà, Kone ed Hetemaj) mentre contro l’Udinese potrebbero essere convocati Zebina che Mareco. Entrambi non hanno ancora mai debuttato in questa stagione.

Sci Alpino: bentornata Nadia Fanchini Il circo bianco riapre le porte a Nadia Fanchini, precisamente nove mesi dopo. Era lo scorso 31 gennaio quando a Saint Moritz, le urla di dolore dell’atleta camuna, hanno fatto il giro del mondo. Un grave infortunio, risolto chirurgicamente, che ora è alle spalle: nella lista dei convocati azzurri c’è anche Nadia che punta a tornare in forma in vista dei prossimi mondiali a febbraio. “Ho temuto di non tornare più in pista e di smettere con lo sci – ha confessato la campionessa di Montecampione – ho avuto una grande forza di reazione e ora sono pronta a ricominciare senza però pormi degli obiettivi. Ringrazio la mia famiglia e tutti gli amici che mi sono stati vicini in un momento davvero delicato per la mia carriera sportiva”. Non solo Nadia rappresenterà la truppa bresciana in azzurro perché, per il collegiale in corso di svolgimento allo Stelvio, sono state convocate anche la sorella Elena e Daniela Merighetti.

Atletica: di corsa a Bedizzole Domenica 10 ottobre torna la 5 Castelli Half Marathon, gara podistica giunta alla 14ª edizione e che gode del patrocinio della Regione Lombardia. La competizione di 21 chilometri è valida anche per la terza prova del campionato provinciale di società di corsa su strada (categorie Assoluti maschile e femminile), quinta prova del campionato provinciale di società di maratonina Amatori e Master sia maschile che femminile, oltre che per i campionati provinciali individuali di maratonina uomini e donne (categoria Master). Il via alla gara verrà dato da via XX Settembre a Bedizzole, luogo che ospiterà anche l’arrivo. La 5 Castelli Half Marathon è organizzata dall’Associazione sportiva dilettantistica atletica Bedizzole. Per tutte le informazioni, contattare il numero telefonico 030.676090 oppure visitare il sito internet www.5castellibedizzole.it.

P

Presentata nella sala consiliare di Palazzo Loggia a Brescia la squadra di pallamano femminile che rappresenterà la nostra città nel campionato nazionale di serie A2: la Pallamano Leonessa Brescia. In tale occasione è stata mostrata al pubblico anche la maglia ufficiale che le ragazze indosseranno per la prima volta durante la prima sfida del campionato che si terrà a Taufers sabato 9 ottobre. Molte le autorità che hanno partecipato alla conferenza stampa, tra cui il vice sindaco Fabio Rolfi, l’assessore allo Sport del Comune Massimo Bianchini e quello della Provincia Fabio Mandelli, che hanno espresso il loro entusiasmo per questa nuova società e hanno voluto sostenere la squadra con il loro in bocca al lupo. La squadra si è allenata duramente per tutto il mese, ha affrontato diverse amichevoli, dall’under 16 di Cologne, a Malo, a Raluca, a squadre di A1 come Teramo e Vigasio, alternando belle vittorie a prestazioni meno convincenti, ma lasciando sempre intendere che valore tecnico e preparazione atletica sono già a un buon livello. “La squadra è pronta, abbiamo lavorato – afferma il mister Paolo Baresi – un mese e mezzo alla ricerca della fluidità di gioco e della velocità. L’ultima settimana di allenamenti permetterà di rifinire i dettagli, ma si può già partire con il piede giusto. Le leonesse hanno tutte le carte in regola per essere tra le possibili protagoniste”. Durante

di Luana Vollero

la conferenza stampa è intervenuto ovviamente anche il presidente Ivano Lattuchella che, ringraziando amici e sponsor, ha voluto dare il suo personale sostegno alla squadra in procinto di iniziare questa grande avventura: “Finalmente ci siamo. Pronti a partire per un campionato che credo ci darà grandi soddisfazioni, un in bocca al lupo a tutte le ragazze e a tutto il team, e un ringraziamento particolare a tutti coloro che ci sono stati di supporto nella ricostruzione di una squadra che nel panorama di uno sport femminile porterà avanti con massimo impegno e serietà i colori della città di Brescia”. E, a proposito di colori bianco e azzurro, saranno quelli della divisa delle leonesse, tappezzata, come di consueto, da sponsor e partner ufficiali: Brescia Mobilità, Antico Eremo, Sirius, S. Filippo S.p.A e Centrale del Latte. “Abbiamo accolto con grande piacere la proposta di sostenere Pallamano Leonessa – dice Michela Maccarini di Sirius –. Qui non si dà spazio solo alla prima squadra, ma si dedica moltissima attenzione anche al settore giovanile e ai progetti nelle scuole. Molti di noi hanno figli giovani che hanno bisogno di imparare i veri valori derivati dallo sport, credo che la pallamano possa essere un buon punto di partenza”. L’appuntamento con la prima partita in casa, al palazzetto S. Filippo di via Bazoli, sarà per sabato 16 ottobre ore 18 contro Mestrino, la vincitrice dello scorso campionato.


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Sport

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Pallanuoto Avvio positivo

La Brixia pronta a volare in Coppa Italia Dopo aver superato il turno di Eurolega, i biancoazzurri accedono alla Final Four

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Chi ben comincia è a metà dell’opera. E l’inizio di stagione della Brixia ha piacevolmente sorpreso gli addetti ai lavori e la stessa dirigenza del club di via Rodi. Superato a pieni voti il turno preliminare di Eurolega a Istanbul, è in arrivo anche il passaggio del turno in Coppa Italia. Il tutto in attesa dell’esordio nel massimo campionato sabato 16 contro il Bogliasco. Tornando alla Coppa Italia, i biancoazzurri hanno zoppicato proprio

di Alessio Andreoli

contro i liguri (pareggio) per poi piazzare la zampata vincente contro Savona e Florentia. Brixia, dunque, che accede alle semifinali che si giocheranno il 18 e 19 marzo con la sede ancora da definire. Oltre alla Leonessa, si affronteranno Florentia, Pro Recco e Camogli. “Non me lo sarei mai aspettato – commenta il team manager Piero Borelli – ero sicuro che sarei andato a vedere una squadra con i lavori in corso ma mi sono dovuto ricre-

dere. Ora sono davvero curioso di vedere a che livello saremo a marzo se questi sono i presupposti”. Lo storico dirigente biancoazzurro ha poi elogiato i singoli. “Grande prova per il nostro giovane portiere Dian che ha saputo affrontare il suo esordio da titolare. In acqua ho visto un bel lavoro al centro, una bella difesa molto bene anche in attacco. La vecchia guardia è sempre da Oscar, non delude mai”. Soddisfatto di questo inizio di stagione anche il tecnico Sandro Bovo. “Qualificazione meritata. Sicuramente è stato un turno impegnativo, giocare tre partite nell’arco di 24 ore è uno sforzo non indifferente sia a livello fisico che psicologico, ma lo abbiamo affrontato più che bene. Buono il nostro livello di gio-

co considerando che in squadra ci sono sei giocatori nuovi. Siamo pronti a rimetterci in gioco”. Il cerchio ora va chiuso anche in campionato, con l’esordio che avverrà al PalaSystema di via Rodi sabato 16. Di fronte ancora quel Bogliasco che ha imposto il pari nella prima gara di qualificazione di Coppa Italia. “Stiamo facendo il possibile per impostare il nostro gioco come quello dello scorso anno – aggiunge il bomber Christian Presciutti – per consentire ai nuovi arrivi di integrarsi con il resto del gruppo. Dovremo soprattutto trovare quel feeling e intesa di squadra che a causa della scarsa conoscenza tra circa la metà di noi è ancora un po’ acerba”.

diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Sabato 9 Ottobre 2010 ore 20:55

vs Virtus Siena

La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it

in collaborazione con

Brescia Leonessa


Centro Sportivo Italiano

Ciclismo Assegnati i vincitori del campionato provinciale

Le due ruote sugli scudi di Bruno Forza

Le due ruote sono state le assolute protagoniste del fine settimana arancioblù, che ha celebrato i vincitori del campionato provinciale su strada 2010 e ha assegnato i titoli di regolarità del Challenge delle Tre Province oltre all’alloro dell’Endurance di mountain bike. La manifestazione in linea decisiva per l’assegnazione delle maglie ai campioni provinciali si è svolta a Gavardo dove 90 corridori si sono presentati al via. L’arrivo è stato in volata, con Guido Damiani (Zippo+) a transitare per primo sul traguardo davanti a Roberto Marinoni e Alberto Placidi (Borgosatollo Cycling Team). L’esito finale ha delineato la graduatoria conclusiva del campionato, assegnando i titoli provinciali al cadetto Emanuele Tonelli (Zippo +) e agli junior Claudio Pizzoferrato (Borgosatollo Cycling) e Giovanni Tiburzi (Gs Ospitaletto). Tra i senior gioiscono Gianbattista Marchina (Gs Ospitaletto) e Giordano Datteri (Team Bike Gavardo), mentre il migliore dei gentlemen è stato Attilio Calatrò (Ped. Orceano Sachesghinghem Piemonti Costruzioni). Domenica è stata una giornata importante anche per la regolarità.

Il quarto trofeo Padre Giosuè – disputato a Bordolano (Cremona) – ha incoronato Danilo Gambarelli (Gs M. Marastoni). Nel bilancio della classifica generale relativa al campionato nazionale di regolarità individuale, invece, sorride Ugo Maestrelli del Pedale Cremonese, mentre la società Cicli Marastoni di Reggio Emilia si è aggiudicata il secondo trofeo memorial Alessandro Volpi. Le ruote grasse hanno disputato la quarta e ultima prova di Endurance Mtb Urcis. 450 corridori si sono presentati per affrontare il tracciato di 12 km che si è sviluppato all’interno del Parco Fiume Oglio Nord. Allo scadere delle sei ore ha conquistato il podio il Team Super Bici Crema, con 15 giri e 180 km all’attivo. Argento per il Pedale Orceano Sachesghinghem Piemonti Costruzioni, bronzo per Mtb Torrazzo. Tra i team a due vince Super Bike Team Leno davanti ad Arici Castelmella e Montorfano Bike Team. Gabriele Tacchinardi, invece, è il primatista della solitario under 40, mentre l’oro degli over è andato al collo di Pierluigi Bolli. Tra le donne trionfa Simona Etossi. Questo weekend i riflettori saranno puntati sul I Memorial Alessandro Volpi e IV Memorial Vincenzo Ceriani con il X Gp di Fine Stagione, cronometro a squadre riservata ai tesserati Csi.

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Sud Africa: Mondiale under 12 di Massimo Achini Sono arrivato a Johannesburg questa settimana. Sono venuto per il Mondiale. No, non sono clamorosamente in ritardo di due mesi. In questi giorni in Sud Africa si sta disputando un altro Mondiale. Partecipano squadre under 12 provenienti da 40 Paesi di ogni parte del mondo. Il bello è che l’Italia è rappresentata da due squadre del Csi: il Tor Tre Teste Roma e il Lattedolce Sassari. Sono le squadre che negli ultimi due anni hanno vinto la fase italiana del torneo, staccando così il biglietto per Johannesburg. Siamo orgogliosi che sia il Csi a rappresentare il nostro Paese in quella che è la manifestazione mondiale più rilevante (almeno per numeri) di questa fascia di età. Qui è uno spettacolo, ve lo assicuro. Vedere ragazzi provenienti da tutto il mondo vivere e giocare insieme per tre giorni, regala emozioni che non si possono mettere nero su bianco. Vedere ragazzi di Paesi diversi che si incontrano in aeroporto senza conoscersi e che dopo poche ore sembrano amici da sempre, fa riflettere. Le potenzialità educative dello sport sono proprio devastanti e non conoscono limiti insuperabili. Fa riflettere anche la mentalità africana. Atterrando a Johannesburg si vedono subito tanti campetti da calcio. In tutti (e per strada) è vietato giocare senza gioia e allegria. Qui funziona così, punto e basta.

Agenda di ottobre Lunedì 11: consegna calendari basket Mercoledì 13: riunione arbitri pallavolo Venerdì 15: riunione commissione calcio

Tennis tavolo, Elite a 7 e pallavolo

In campo o in palestra quasi a pieno regime Con l’avvento del campionato polisportivo l’attività del Csi è quasi a pieno regime. Domenica scorsa i più piccoli del comitato hanno dato inizio alla stagione 2010/2011 al campo Calvesi, dove si è svolta la prima festa stagionale dedicata all’atletica. I 300 bambini presenti si sono cimentati in gare di velocità, salto in lungo e lancio del vortex conquistando i primi punti della nuova annata. Questo fine settimana, invece, partono i campionati di calcio. Tennis tavolo. La prima pallina della stagione 2010/2011 è rimbalzata mercoledì sera sui tavoli da gioco di Montichiari, dove la sfida di Eccellenza tra Benaco e Salò e quella di Promozione tra Montichiari B e Calcinato B hanno inaugurato la nuova annata del tennis tavolo provinciale. Sarà un campionato speciale,

visto che il Csi nazionale ha dichiarato il 2011 l’anno del ping pong, con l’intento di dare lustro all’attività sportiva, facendo lievitare tutta la passione che ruota intorno ai tavoli sparsi per lo Stivale, molti dei quali collocati all’interno degli oratori. Nel comitato ci sono 14 compagini divise in due categorie. Chi vincerà il girone di Eccellenza sarà campione provinciale, mentre le ultime due classificate retrocedono in Promozione. Elite a 7. Nella massima categoria del calcio a 7 si è completata la terza giornata di campionato. Nei quattro gironi l’equilibrio la fa da padrone, ma ci sono già i primi acuti. A punteggio pieno, infatti, ci sono Master Pubblicità e Verolavecchia nero nel girone A, Cigolese e Invicta 1991 nel gruppo C. La neopromossa Noce, invece, è già capolista solitaria nel girone D.

Pallavolo. L’avvio della stagione pallavolistica è ormai alle porte. Il comitato provinciale, infatti, ha diramato le convocazioni per la visione dei calendari da parte delle società iscritte ai campionati under 14 e juniores. L’appuntamento è fissato per domani, quando i responsabili delle compagini bresciane giungeranno in via Chiusure a turni dalle 14 alle 16.30. Alle 15 si terrà il corso per refertisti under 14, juniores e top junior. Arti marziali. L’Oriente torna protagonista domenica pomeriggio dalle 15 alle 18 alla palestra Bushido di via Sondrio, dove l’associazione scuole Ju-Jitsu arte e scuola organizza l’XI memorial Graziano Olivieri. La manifestazione propone momenti di intrattenimento per bambini ed esibizioni di Ju-Jitsu, difesa personale, Kick Boxing, Taiji Quan e Qi Gong.


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Il Nobel per la medicina Egr. direttore, grande vittoria della scienza sull’oscurantismo cattolico, hanno esultato laici e laicisti all’indomani dell’assegnazione del premio Nobel per la medicina assegnato al prof. Robert Edwards. In realtà al padre della fecondazione in provetta, i massoni di Stoccolma avrebbero dovuto assegnare ben altri premi. Se è vero che la medicina cura le patologie, che rapporto ha la fecondazione in vitro con la cura dell’infertilità? Ha dunque senso aver assegnato un Nobel per la medicina a un alchimista che ha giocato a fare Dio, ma che non ha risolto le cause della sterilità né dal punto di vista patologico, né da quello epidemiologico? Come ha precisato il presidente della Pontificia accademia della vita mons. Ignasco Carrasco de Paula, Edwards “è la causa del mercato di milioni di ovociti, degli embrioni abbandonati che finiranno per morire e dello stato confusionale sulla procreazione assistita con figli nati da nonne o mamme in affitto”. Verità, logica, buon senso e onestà intellettuale avrebbero consigliato che al novello Frankenstein venisse assegnato lo stesso premio che avrebbe senz’altro conseguito il dottor Mengele se il nazismo non fosse stato sconfitto. Come spiegare che il comitato di Stoccolma abbia ignorato che l’applicazione della selezione innaturale della specie tramite fecondazione in vitro è una pratica nazista darwinista che disattende qualsiasi problematica

di ordine etico e che riduce l’uomo da soggetto a oggetto? Quando si rimuove il concetto di Padre Creatore dall’orizzonte umano, l’uomo si acceca di superbia sino al punto di credere di essere Dio. Che altro sono l’illuminismo, il razionalismo e lo scientismo, se non goffi e tragici tentativi di scimmiottare il Padre Eterno con le conseguenze che tutti sappiamo? La sanguinosa storia del Novecento insegna. E che dire degli orfani che languono in qualche freddo istituto nell’attesa di essere adottati, e che, “grazie” al premio Nobel, non vedranno mai avversarsi il loro sogno? Gianni Toffali

Il calcio deve tornare in oratorio Egr. direttore, leggo che “il calcio europeo non sta molto bene (e mi viene da aggiungere che anche il pubblico è ammalato) in quanto le perdite dei club stanno aumentando a conferma che un intervento è diventato ormai indispensabile”. Ad affermarlo è Michel Platini, presidente dell’Uefa in un’intervista rilasciata al ‘Sole 24 Ore’. Spero proprio che anche le società del calcio non diano corso a petulanti richieste per ottenere finanziamenti pubblici. E dire che una settimana fa i giocatori minacciarono di scioperare, non ho ben capito per quali motivazione (ma non importa). Se veramente i bilanci delle società sono un disastro c’è da chiedersi per quale motivo e con quale obiettivo

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

le spese sono eccessive, non certo per colpa degli spettatori che pagano fior di biglietti d’ingresso agli stadi mentre le società sono sempre più esigenti nel richiedere compensi elevati per concedere riprese tv. Qualcosa non va certamente nel verso giusto. E mi domando: che necessità abbiamo d’andare per il mondo a ingaggiare giocatori definiti di gran classe che poi, in definitiva, di classe ne hanno pochina? Un tempo, nemmeno tanto lontano le squadre giovanili (i cosiddetti vivai) fornivano rincalzi

eccellenti che hanno portato il calcio italiano a livelli altissimi. La finiscano i presidenti delle società di fare a gara a chi spende di più per poi pietire soccorso (ricordiamo il caso Lazio che ha spalmato il debito con lo Stato sul periodo di un quarto di secolo) e lamentare bilancio pesanti nella parte registrata nelle sole uscite. Si torni agli oratori dove i ragazzi hanno spazio e sostegno per quello che è definito il più bello spettacolo al mondo. Franco Piovani

9 ottobre 1963 2.000 persone vengono uccise quando una frana caduta nel bacino del Vajont produce una gigantesca onda che supera la diga e si riversa a valle

10 ottobre 732 Nei pressi di Poitiers, in Francia, il capo dei Franchi, Carlo Martello, e i suoi uomini, sconfiggono una grande armata musulmana proveniente dalla Spagna

Omnibus

Avvenimenti 8 ottobre 2001 Un bimotore Cessna e un aereo della Sas si scontrano nella nebbia in fase di decollo all’aeroporto di Linate causando la morte di 118 persone

Le ricette della settimana Scaloppe alla fontina Ingredienti: 4 scaloppe di vitello, un limone, un bicchierino di brandy, burro, pasta di tartufo, formaggio fontina e sale. Preparazione: Far marinare con il brandy e il succo di limone le scaloppe. Asciugarle, spalmarle con un velo di pasta di tartufo, farle rosolare nel burro e salarle. Coprirle con lamelle di fontina, coprire, far sciogliere il formaggio e servire.

Spezzatino di maiale in agrodolce Ingredienti : 600 grammi di spezzatino di maiale, 1 bicchierino di brandy, 4 cucchiai di salsa di soia, 3 peperoni verdi, 3 pepero-

ni rossi, una cipolla, 4 cetriolini sott’aceto, un cucchiaio di aceto di vino, un cucchiaio di ketchup, 25 grammi di zucchero, 60 grammi di burro, olio d’oliva, sale, pepe. Preparazione: In una terrina fare marinare per circa 2 ore lo spezzatino con il brandy e la soia. Nel frattempo preparare la salsa. Pulire e lavare i peperoni, tritarli finemente insieme alla cipolla e ai cetriolini sott’aceto. In un tegame scaldare metà burro e due cucchiai d’olio, aggiungere le verdure e farle insaporire per alcuni minuti mescolandole. Quindi bagnarle con mezzo bicchiere d’acqua e un cucchiaio d’aceto. Aggiungere lo zucchero e il ketchup. Salare e pepare. Cuocere per circa 20 minuti. Scaldare in un altro tegame il burro avanzato e due cucchiai d’olio, rosolarvi la carne sgocciolata. Quando è colorita versarvi sopra la salsa e proseguire la cottura per mezz’ora.


LA VOCE DEL POPOLO 8 OTTOBRE 2010

Perplessità sui monsignori Egr. direttore, ho appena letto la notizia della nomina dei nuovi monsignori e relativi titoli e non ho resistito all’impulso di scrivere! A che servono queste nomine? Che significato ha il termine “Monsignore”? Si diventa più “signori” o più “servi” del popolo di Dio? Così da oggi questi sacerdoti potranno sedere ai primi posti alle tavole di politici e potenti, riceveranno ossequi e reverenze, omaggi e citazioni. Noi, umile popolo, fatichiamo a capire queste gerarchizzazioni, nemmeno ne sentiamo il bisogno. Forse ci infastidiscono un pochino soprattutto quando pensiamo che Cristo ha lavato i piedi agli apostoli, si è fatto ultimo tra gli ultimi, senza titoli e onoreficenze se non una corona di spine e una croce come pulpito. Scusate lo sfogo, scusate la mia ignoranza del diritto canonico, la mia presunzione di interpretare un comune sentire. Perdonate se sogno una Chiesa umile, senza sovrastrutture che creano categorie e primati al suo interno. Stefano Catena

La prima cosa bella Egr. direttore, ogni anno, di questi tempi, la scelta del film italiano da far correre per l’Oscar al miglior film in lingua straniera (straniera per Hollywood, ovvero non inglese: si gioca in casa loro), fa sempre un po’ discutere. Quest’anno la commissione

11 ottobre 1962 Papa Giovanni XXIII (al secolo Angelo Giuseppe Roncalli) apre, nella Basilica di San Pietro a Roma, la prima sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II

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dell’Anica, l’Associazione delle industrie cinematografiche (con produttori, distributori, giornalisti e critici e due “artisti”: il regista Gabriele Salvatores e lo scenografo Dante Ferretti), ha puntato su “La prima cosa bella” di Paolo Virzì, e di polemiche non ce ne sono state poi molte. A parte quelle di uno dei favoriti della vigilia (saper perdere, come noto, non è mai facile), quel sorprendente outsider che era Luca Guadagnino con il suo “Io sono l’amore” che, dopo un passaggio alla Mostra di Venezia 2009 senza squilli e un’uscita disastrosa nei cinema italiani, ha girato per il mondo con gran successo. In particolare proprio in America, dove da settimane miete consensi e persino incassi. Forse sospinto dalla presenza di una star internazionale come Tilda Swinton, o per il “decor” che ricorda i film di Visconti, certo è che si tratta di un fenomeno a dir poco curioso. All’estero lo considerano un capolavoro, da noi – a parte qualche critico caduto in deliquio – le ironie sul film e sulla presunzione del regista si sono sprecate. Per la cronaca, chi scrive sposa la seconda tesi. È allora giusto il verdetto della commissione selezionatrice? Diciamo che è corretto, in funzione dello scopo. In questo “grado di giudizio”, non si sceglie il film più bello ma quello che ha più chance di arrivare alla Notte degli Oscar del 27 febbraio (al Kodak Theatre di Los Angeles), quindi nella cinquina delle nomination che saranno annunciate il 25 gennaio. E magari di vincere la statuetta. Cosa un tempo facile per i nostri film

(tra il 1947 e il 1975 ne abbiamo vinti nove, cui si aggiungono i tre degli anni 90: “Nuovo cinema Paradiso”, “Mediterraneo” e “La vita è bella”), forti di un cinema che aveva da insegnare al mondo intero con i suoi De Sica, Fellini, Visconti, Rossellini e così via, e anche di una concorrenza ridotta. Oggi corrono quasi 70 Paesi e anche cinematografie povere o “minori” possono piazzare la sorpresa. Da “La vita è bella”, nel 1999 non solo non vinciamo ma abbiamo conquistato una sola nomination con “La bestia nel cuore”; eppure altre volte avevamo anche film più belli. Ma la corsa all’Oscar “straniero” è davvero difficile: due anni fa “Gomorra” sembrava vincitore sicuro, spinto da americani eccellenti come Martin Scorsese; non finì nemmeno nella scrematura dei nove prefinalisti. Antonio Autieri

Egr. direttore, per le donne italiane sarebbe meglio essere nate in Norvegia. Basta vedere il ritratto della latitanza italiana delle donne dai posti di potere in politica, sul lavoro e in generale nella vita pubblica, accostandola al ruolo da protagonista che al gentil sesso sembra essere riservato nel Paese nordico. La via norvegese è esemplare: l’ampia presenza femminile in Parlamento, nel governo, nei consigli di amministrazione, salvaguardata dal meccanismo delle cosiddette “quote”.

Ma uguale, se non maggiore considerazione meritano altri aspetti, magari meno “spendibili” in un discorso puramente egualitarista: come quelli legati alla flessibilità lavorativa e alla dedizione familiare. Oltre a una copertura nazionale di asili nido praticamente equivalente alla domanda (che resta l’oscuro oggetto del desiderio nostrano), i lavoratori norvegesi possono contare su una diffusione del part-time tra le più alte al mondo – della quale dalle nostre parti tuttora si parla come di una felice eccezione. Ancora, i genitori lavoratori norvegesi hanno diritto a un congedo di paternità/maternità obbligatorio e retribuito di nove settimane per le donne e quattro per gli uomini (ma solo se la madre ha lavorato almeno con un parttime al 50%; in caso contrario non è previsto alcun congedo paterno); e facoltativo (e retribuito fino tra l’80 e il 100%) per ulteriori 38 settimane, estensibile a ulteriori 52 non retribuite per ciascun genitore (quindi oltre i due anni di vita del bambino). In altri termini, chi abita a Oslo non si trova di fronte a una scelta obbligata – abbandonare la famiglia o rinunciare al lavoro – ma ha una pluralità di alternative, che consentono di salvaguardare tanto le istanze dei genitori lavoratori, dettate da aspirazioni professionali o da necessità economiche, quanto quelle dei loro figli, cui è consentito restare con madri e padri ben oltre i pochi mesi di vita consentiti dalle politiche familiari italiane. Lettera firmata

12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo sbarca sull’isola Guanahani, da lui ribattezzata San Salvador: è l’inizio dell’esplorazione dell’America

13 ottobre 1963 Prima apparizione televisiva del gruppo inglese dei Beatles che, al Palladium di Londra, tengono uno spettacolo per la Bbc

14 ottobre 1964 Il premio Nobel per la pace viene assegnato al 35enne leader del movimento per i diritti civili, Martin Luther King

Per le donne è meglio nascere in Norvegia

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Aforismi

D.: Ho 37 anni di contributi da dipendente e il 3 gennaio dell’anno prossimo compio 59 anni di età, so quindi che dovrò andare in pensione con le nuove finestre, ma non ho capito quando sarà?!

In qualunque direzione vai, vacci con tutto il cuore (Confucio)

R.: Purtroppo per lei, non compiendo 59 anni entro la fine del 2010, è doppiamente penalizzato. Infatti dal 2010 (e fino alla fine del 2012) il requisito anagrafico dei lavoratori dipendenti è di 60 anni di età e non più di 59, inoltre per chi matura i requisiti dal 2011 è in vigore il nuovo sistema di decorrenze. Nel suo caso, la maturazione dei requisiti (60 anni, almeno 35 anni di contributi e quota 97) avverrà il 3 gennaio 2012 e potrà quindi andare in pensione dal febbraio del 2013.

Il più grande sbaglio della mia vita è quello di avere sempre paura di sbagliare (Elbert Hubbard) Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa (Albert Einstein)



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