La Voce del Popolo 2010 39

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DEL POPOLO

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n° 39

Silenzio di Francesca Bernacchia

C’è un segmento, sulla linea del suono, che non ha suoni: è l’istante del silenzio di Dio, del silenzio del Figlio, che non parlano più, che forse non si parlano più (“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Mt 27,46) troppo pieni di amore. La nostra esistenza trascorre in condizioni di ignoranza: ignoriamo il peso di gloria (l’ebraico kabôd) in cui consiste tale luminoso silenzio. Taci perché ogni parola potrebbe ferirci, ricordando la nostra umanità; taci perché intento al perdono; taci perché memore della perla nascosta nel cuore di miliardi di uomini esistiti e viventi; taci perché memore del rischio che la nostra ricevuta libertà possa far saltare tutta questa bellezza. C’è uno stupore che nasce dalla mitezza. Afferma il teologo ortodosso Sergej Bulgakov: «Il mondo è stato creato dalla croce, eretta da Dio su di sé per amore. La creazione è compiuta perché l’“altro”, il relativo gioisca dell’essere, in nome del “molto buono” creaturale, amore sconfinato per la creazione» (“La luce senza tramonto”, Lipa, 2002, p. 208).

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SETTIMANAL SETTIMANA SETTIMANALE NAL DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 15 OTTOBRE 2010

Mille buone notizie Da un’idea di Fulvio Manzoni e don Eridano Torri, nel 1987 prendeva il via “La buona notizia”, programma televisivo d’informazione religiosa prodotto da Voce Audiovisivi. Domenica 17 ottobre la millesima puntata. Nato con Teletutto, è oggi visibile anche su Telepace, Telenord, SuperTv, TeleBoario e Più Valli Tv


sommario Il fatto

Non esiste una strada verso la felicità. La felicità è la strada (Confucio)

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Al servizio della “notizia” sempre buona

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Leno: nel vecchio ospedale è stato realizzato l’”Autismo point”

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti Haiti. Tre progetti nel segno dell’educazione

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di Massimo Venturelli

Ecclesia Messaggeri dell’amore nel mondo

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di Raffaele Donneschi

Paesi e parrocchie Ponte San Marco. Attenti al bisogno e alle esigenze

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di Federico Migliorati

Lodrino. Il saluto commosso alle Dorotee

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di Edmondo Bertussi

Senza alcun pudore

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di Mario Menin

Incontri. Umberto Fanni Sulle ali della lirica

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di Massimo Venturelli

Economia e lavoro La Scuola di sussidiarietà. Alla riscoperta del lavoro manuale

«

Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Gli “Uomini di Dio” rivelano un “Dio di uomini”

In tre locali del vecchio ospedale è stato realizzato l’”Autismo point” per il trattamento dei bambini e adulti autistici. “Per noi è un punto d’arrivo dopo un lungo percorso durato alcuni anni” afferma il responsabile del reparto, dott. Carlo Benvenuti, che dispone di un’équipe medica con: Annalisa Brunella, psicologa; Anna Maria Cipani, neuropsichiatra; Marinella Ferrari, logopedista; e le psicomotriciste Monica Gennari e Carla Siboni. All’inaugurazione del reparto, che gradualmente recupera alle funzioni di presidio ospedaliero l’edificio di Leno, era presente Mara Azzi, direttrice dell’azienda di Desenzano del Garda per affermare che si tratta di “una novità altamente qualificata per le famiglie del territorio” aggiunta ai poli di Salò e Lonato. Nella maggioranza dei casi l’autismo si manifesta tra i 10 e i 20 mesi di età del bambino che evidenzia sintomi riferibili a un disturbo dell’interazione e della comunicazione sociale. Ma per una diagnosi certa è indispensabile l’intervento di équipe specializzate come questa di Leno in quanto l’autismo è un disturbo complesso e invalidante per il quale necessitano terapie specifiche individuate su misura per ogni singolo soggetto attraverso controlli non solo clinici, ma anche funzionali, approfonditi. Nell’intera zona “sono censiti 79 casi con diagnosi di disturbo nello spettro acustico o generalizzato di sviluppo su una popolazione in età da zero a 18 anni” informa Benvenuti nell’avvertire che i trattamenti “non guariscono l’autismo ma possono indurre notevoli miglioramenti fino a produrre discrete condizioni di adattabilità all’ambiente sociale e di funzionamento in senso relazionale”. Conclude il dott Michele Corsetti, direttore del presidio ospedaliero Manerbio-Leno: “I dati sono importanti ed evidenziano la necessità di spazi e professionalità adeguati per la cura di pazienti”. (pio)

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di Vittorio Bertoni

Ancora una volta si può dire che davvero non c’è mai fine al peggio. Mi riferisco alle violenze, continuate anche dopo la morte, che uno zio ha compiuto contro la nipote Sarah. Nei giorni precedenti in una famiglia pakistana padre e figlio avevano infierito mortalmente contro la moglie e la sorella per una questione di matrimoni combinati e non conclusi. Per dire che la violenza purtroppo è senza colore e può portare la morte ovunque, con o senza tradizioni tribali. Potremmo chiudere qui i commenti, inginocchiandoci davanti al mistero del male. Ma dobbiamo registrare ancora una volta l’invasione, certamente violenta, degli strumenti della comunicazione dentro questi eventi crudeli. Mezza Italia ha assistito all’agghiacciante trasmissione di “Chi

l’ha visto?”, con il volto pietrificato della madre di Sarah, informata in diretta sulla morte della figlia. Ho ascoltato la sera dopo le giustificazioni della conduttrice Federica Sciarelli, preoccupata innanzitutto di difendere la trasmissione e perciò disposta ad attirare su di sé tutte le critiche (una protomartire della tv), che ha tentato in tutti i modi di spiegare come e perché non si poteva fare diversamente. Avrebbe dovuto dire, con onestà, che chiunque al suo posto avrebbe fatto quello che ha fatto lei, perché la tv divora tutto e tutti. Perché, come sempre, “lo spettacolo deve continuare”. E infatti la trasmissione ha raggiunto picchi di ascolto molto alti. Naturalmente non vorrei che qualcuno pensasse che la colpa è dei conduttori televisivi. C’è ben altro. C’è un’assuefazione allo

Sport Calcio. La violenza nel ventre degli stadi

LA VOCE DEL POPOLO

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di Luciano Zanardini

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Luciano Eusebi

Un’idea di pace Brescia: alla scoperta della Torre dell’Orologio con i volontari del Fai

Non esiste angolo del nostro Paese che non possa vantare un monumento, chiesa o villa che sia, o un’area naturalistica di grande interesse. Purtroppo questo patrimonio può diventare facile preda dell’incuria dell’uomo che ne minaccia la sopravvivenza nella memoria delle generazioni future. Proteggere e salvaguardare alcuni luoghi di rara bellezza è l’obiettivo della campagna nazionale promossa dal Fondo ambiente italiano e chiamata “Difendi l’Italia del tuo cuore”. Per raccogliere fondi a sostegno dell’iniziativa, la delegazione di Brescia organizza delle visite guidate a uno dei simboli della città, la Torre dell’Orologio di Piazza Loggia. Sabato 16 ottobre i volontari del Fai guideranno i visitatori alla scoperta della torre dei Macc de le ure dalle 15.30 alle 17.30, tra storia, cultura e curiosità cittadine. Un’iniziativa per far conoscere un monumento straordinario per eleganza e tecnologia, restaurato nel 2000 grazie all’impegno della delegazione di Brescia. Le visite sono a offerta libera e il ricavato verrà devoluto ai progetti che il Fai ha all’attivo su tutto il territorio nazionale. Quest’anno la Fondazione sta terminando due progetti importanti: il recupero del bosco di San Francesco ad Assisi e il restauro della Fontana delle 99 Cannelle a L’Aquila, danneggiata dal terremoto del 6 aprile 2009. Sono invece quattro i nuovi progetti che puntano alla salvaguardia di altrettanti “luoghi del cuore”: Villa Fogazzaro Roi in Valsolda (Como), appartenuta allo scrittore Antonio Fogazzaro e resa celebre dal romanzo “Piccolo mondo antico”, l’area costiera di Punta Don Diego a Palau, nel nord della Sardegna, la splendida casa-torre Campatelli a San Gimignano e l’incantevole Baia di Ieranto a Massa Lubrense (Napoli). Per aderire alla raccolta fondi, è possibile donare 2 euro inviando un sms da cellulare al numero 45504 oppure destinare 5 o 10 euro chiamando da telefono fisso fino al 31 ottobre. (e.b.)

spettacolo del male che dovrebbe spaventare. E che travolge le stesse vittime. Due sere prima a “Porta a porta” gli esperti (e de che?) di turno avevano spiegato alla stessa mamma che Sarah non poteva essere viva. Il giorno dopo la macabra scoperta, il fratello di Sarah ha partecipato a “La vita in diretta”, con il padre che lo seguiva dietro le quinte. Invece Sabrina, la cugina di Sarah e figlia dell’assassino, ha dialogato in diretta con la Rai tramite sms e poi ha concesso l’esclusiva al Tg5. Tutto ridotto a un mercato, in tutti i sensi. Quello che sto per citare apparentemente non c’entra nulla, ma invece il collegamento c’è. Negli stessi giorni in cui è stata uccisa Sarah, i giornali e le tv hanno dedicato molto spazio alle confessioni di un cantante molto noto che ha voluto far sapere a tutti che è omosessuale ed è felice. Figurarsi se qualcuno può essere invidioso del suo benessere.

Agenzia fotografica: Foto Eden Stampa: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI Spa Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel. 030.7725511 - Fax. 030.7725566 Progetto grafico: Maurizio Castrezzati - Coop. La nuvola nel sacco Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 184 - 1/12/1961

Ma mi pare già difficile sopportare che qualcuno voglia a tutti i costi farti sapere le cose della sua vita (omosessuali o no, c’è sempre di mezzo una questione di pudore, di riservatezza). Ma la cosa diventa insopportabile se alle spalle c’è un libro da vendere, perché allora siamo di fronte alla mercificazione della vita. E allo spettacolo della morte. Tutto in piazza. Senza pudore, appunto. Qualcuno ha evocato la banalità del male. È un riferimento fastidioso perché rimanda al nazismo e all’Olocausto. Tuttavia il senso della banalità che travolge si sente anche oggi. Banalità che molto spesso fa rima con volgarità. E c’è qualcuno che cerca di giustificare il tutto con la necessità di contestualizzare le parole e le opere. Come dire: se viviamo in un letamaio, facciamocene una ragione. Non so che effetto fa a voi un letamaio. A me fa schifo. E non c’è alcunché da contestualizzare.

Associato

Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributi di cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

La tristezza infinita per la morte di giovani militari chiamati a compiti delicatissimi, con un intreccio poco districabile fra aiuto umanitario e azioni vere e proprie di guerra, impone l’obbligo morale di non lasciar cadere la riflessione sui modi con cui affrontare situazioni di crisi come quelle dell’Afghanistan. È fuori di dubbio che sono presenti, nel contesto afghano come in altre aree, comportamenti di entità armate disponibili a un uso del tutto inaccettabile della violenza e a violazioni molto gravi dei diritti umani. Ma resta ineludibile domandarsi quale sia il progetto positivo con cui s’intende affrontare una realtà negativa, posto che non basta la constatazione del sussistere di una tale realtà per legittimare un contrasto che si giochi essenzialmente sul piano della forza. La riflessione morale della Chiesa orienta a ritenere che il ricorso alle armi può giustificarsi solo nei limiti di un’attività paragonabile a quella della polizia che difende innocenti da un’aggressione in atto. Ciò in quanto il ricorso alla guerra come strumento di gestione di una crisi implica sofferenze inaccettabili e costituisce pur sempre l’anello di una catena che genera le premesse di ulteriori disponibilità, in tutte le parti coinvolte, all’utilizzo degli strumenti bellici. Si tratta dunque di interrogarsi apertamente sull’effettiva sussistenza, nello scenario afghano e altrove, di condizioni riconducibili ai limiti di cui sopra. E comunque si tratta di riportare la politica del nostro Paese, che tanti esempi ci offre di una superficialità degli atteggiamenti ormai insopportabile, a riportare al centro della riflessione e della progettazione i grandi temi morali del nostro tempo. Quali sono le politiche di pace del nostro Paese? Quali sono le strategie intese a favorire un giusto sviluppo economico nei contesti più deboli? Qual è la disponibilità ad accettare, per questo, alcuni costi? Qual è la visione culturale nel rapporto col mondo islamico, che di certo non può essere banalmente identificato, anche in rapporto alla religiosità che esprime, con determinate utilizzazioni strumentali del riferimento alla fede? Abbiamo un’idea, che non sia affidata agli impegni militari, per il futuro di pace del mondo? Il modo migliore per onorare chi è caduto è di non farne l’alibi per non interrogarsi: in altre parole, è ridare spessore morale al dibattito politico. Considerare tutti i fattori in gioco nelle situazioni di crisi, meditare su scelte sbagliate del passato anche in rapporto all’aiuto militare verso realtà o regimi moralmente inaccettabili, esigere una informazione completa, anche rispetto a tutte le vittime, su ciò che accade davvero dove, di fatto, si combatte, richiedere iniziative non solo formali per il dialogo possibile (iniziative che non possono riguardare solo associazioni benemerite come la Comunità di S. Egidio) è necessario per non accettare un disimpegno troppo comodo e troppo facile. Un disimpegno il quale lascia soli anche coloro che nelle aree più difficili sono direttamente impegnati.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Televisione Mille candeline per il rotocalco

Al servizio della “notizia” sempre buona Era il 2 maggio 1987 quando Teletutto mandava in onda la prima puntata del programma settimanale “inventato” da don Eridano Torri e da Fulvio Manzoni per raccontare la vita della Chiesa bresciana

M

Mille puntate, 23 anni di programmazione ininterrotta, centinaia di ore prodotte, migliaia di servizi realizzati per raccontare tutte le sfaccettature della Chiesa bresciana. Con l’edizione ormai prossima alla messa in onda, “La buona notizia” il rotocalco settimanale prodotto dal Centro diocesano per le comunicazioni sociali e trasmesso dalle più importanti emittenti televisive locali, taglia lo storico traguardo della puntata a quattro cifre. Non sono molte, nel panorama televisivo bresciano, le produzioni che possono vantare analoga longevità. La fortuna del rotocalco risiede probabilmente nella formula del racconto agile ed efficace,

a cura di Massimo Venturelli Lo studio de “La buona notizia”

attraverso immagini e parole, della vita della Chiesa locale, ma anche nella freschezza di una “buona notizia” che si riattualizza costantemente. Una intuizione felice ancora oggi valida che affonda, però, le sue radici più lontano nel tempo rispetto a quel 2 maggio 1987, data della messa in onda della prima puntata. Fulvio Manzoni, redattore di Teletutto quando faceva capo a don Mario Pasini, voleva raccontare Brescia in positivo. Nelle intenzioni del giornalista prematuramente scomparso c’era la volontà di dare spazio al mondo delle buone notizie, molto più vasto di quelle delle cattive anche se televisivamente, meno appetibile. Pre-

Un traguardo significativo

sero così forma alcune puntate pilota di quello che sarebbe diventato un format importante. Naturale, anche grazie ai buoni rapporti personali, che prima o poi il giornalista delle “buone notizie” si incontrasse, anche professionalmente, con chi la buona notizia aveva scelto di raccontarla per missione, con chi credeva fortemente che la buona notizia si poteva annunciare anche con i più moderni strumenti della comunicazione. Dalle dichiarazioni di intenti alla concreta operatività il passo fu breve. Dal binomio Fulvio Manzoni-don Eridano Torri “nacque” così la “Buona notizia” , “un rotocalco dedicato alla vita della Chiesa”, come

evidenziava l’allora responsabile del centro audiovisivi del Centro pastorale Paolo VI nell’editoriale del primo numero andato in onda il 2 maggio di 23 anni fa. A ripercorrere la stagione che segnò la nascita de “La buona notizia” è mons. Gabriele Filippini, in quegli anni in forza al settimanale diocesano di cui avrebbe poi assunto la direzione nel 1989. “Teletutto, la televisione dei bresciani, ma pur sempre strumento laico – ricorda il parroco della comunità dei Ss. Nazaro e Celso in città – si apriva una collaborazione con la Chiesa bresciana e con il tanto di buono che questa aveva da raccontare”. Il numero uno andato in

di Adriano Bianchi

Mille volte buona notizia Quanto sia difficile dare buone notizie nel mondo di oggi è un’evidenza. Le buone notizie non bucano lo schermo, non fanno parlare la gente, non fanno comprare i giornali. Tantomeno aumentano l’audience dei programmi radiofonici o televisivi. Eppure ne abbiamo bisogno per vivere. Una notizia, infatti, risuona in noi come buona se, una volta conosciuta, genera ragioni di vita, di fiducia e di speranza e ci apre a comportamenti buoni. Da cristiani sappiamo che il Vangelo è “buona notizia” e non solo etimologicamente. Lo è perché ha in sé la forza dirompente di Gesù e della sua storia, la notizia che Dio ha dato al mondo perché il mondo abbia vita in abbondanza. Da cristiani sappiamo che accogliere Gesù rende bella la nostra vita. Per questo motivo dare buone notizie è un po’ un’arte e per farlo serve una dose maggiorata di professionalità nel mestiere di giornalisti, serve un di più che solo può dare la fede e la passione per il proprio lavoro. Bisogna essere bravi davvero per far sì che queste notizie tocchino il

cuore e l’intelligenza della gente, non appaiano melense o stucchevoli, magari ricche di buoni sentimenti, ma prive di sostanza. È necessario essere “persone buone” per dare autenticamente “buone notizie”. Fulvio Manzoni e don Eridano Torri che hanno inventato nel 1987 il programma “La buona notizia”, il magazine televisivo d’informazione religiosa prodotto da Voce Audiovisivi, e che ci hanno prematuramente lasciato, sono unanimemente ricordati dai bresciani come persone buone, ma soprattutto appassionate del loro lavoro. E in questi giorni in cui il programma compie il giro di boa delle mille puntate non possiamo che ricordarne lo spirito che mille volte ci ha permesso di incontrare i telespettatori. Continuiamo a credere che sia necessario darvi notizie nel nome di Gesù, farlo proponendovi, ogni settimana, il cammino della Chiesa bresciana, il volto e le storie delle sue comunità parrocchiali, le parole dei pastori, dei giovani e degli amici più lontani. Alle televisioni bresciane che ci ospitano e a voi che non mancate di seguirci, mille volte grazie.

Don Adriano Bianchi


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Intervista a Nunzia Vallini

Una stella polare per chi opera nella comunicazione

Fulvio Manzoni

onda 23 anni fa era in qualche modo sperimentale. Lo sviluppo tecnologico e la disponibilità di tante persone a collaborare al progetto avrebbe affinato il lavoro di don Torri e di quel “manipolo” di giovani volontari che il sacerdote aveva chiamato attorno a sé per affrontare questa nuova e affascinante sfida. Venne poi la stagione delle sinergie. “Il centro audiovisivi e il settimanale diocesano intrapresero una proficua collaborazione per fare del rotocalco televisivo uno strumento sempre più efficace nel raccontare la Chiesa locale – ricorda mons. Filippini –. Veniva gettato in quegli anni il seme di quella sinergia che molto tempo

dopo avrebbe portato alla nascita del Centro diocesano per le comunicazioni sociali, casa comune di tutti i mass media a servizio dell’azione evangelizzatrice della Chiesa bresciana”. Molti i meriti de “La buona notizia”; uno su tutti, secondo mons. Filippini, va evidenziato: il risalto dato alla vocazione missionaria della Chiesa bresciana. “Le immagini girate in ogni angolo del mondo da don Eridano e da don Italo Uberti per documentare l’impegno missionario di tanti bresciani, sacerdoti, laici e religiosi, ha raccontato con grande efficacia la capacità di tanti bresciani di passare dalla buona notizia predicata a quella pratica”.

Tra chi ha visto da vicino gran parte della storia de “La buona notizia” c’è Nunzia Vallini. La giornalista bresciana, oggi direttore di Teletutto , ha avuto modo di seguire “da dentro” la vicenda del rotocalco televisivo “inventato“ da Fulvio Manzoni e da don Eridano Torri. Era redattrice dell’emittente televisiva quando venne lanciata la proposta di inserire nel palinsesto una trasmissione che raccontasse la Chiesa bresciana, è il direttore chiamato a festeggiare il prestigioso traguardo delle mille puntate, il record di una produzione televisiva frutto della collaborazione tra una realtà laica, com’è Teletutto, e il Centro diocesano per le comunicazioni sociali. “Il traguardo delle mille puntate de ‘La buona notizia’ – afferma Nunzia Vallini – conferma la bontà di una proposta televisiva che ha saputo rinnovarsi nel tempo pur mantendendosi fedele all’intuizione originale di presentare ai bresciani la vita della loro Chiesa. Un’intuizione evidentemente ancora attuale”. L’ormai prossima messa in onda dell’edizione numero mille del rotocalco televisivo è, per il direttore di Teletutto, la conferma che ancora grande è lo spazio per le buone notizie. “Uno spazio − continua la giornalista – che merita di essere ampliato, come testimonia il gradimento che a oltre 23 anni dalla prima puntata continua a incontrare un prodotto televisivo per certi versi unico”. Unico perché, contrariamente a quanto il titolo scelto potrebbe far pensare, “La buona notizia” in questi anni non si è occupata solo di eventi, di racconti gioiosi, ma ha cercato di dare conto di una Chiesa che non ha mai evitato, nella sua storia, di confrontarsi anche con criticità e momenti dolorosi. “La buona notizia ha raccontato la Chiesa locale non solo per dire qualcosa di positivo – sono ancora considerazioni del direttore di Teletutto − ma con spirito autenticamente costruttivo”. Uno spirito che, secondo la giornalista bresciana, dovrebbe guidare l’azione di chi si occupa di comunicazioni. “La buona notizia − afferma − dovrebbe essere la bussola del giornalista, del comunicatore”. In una società che gli esperti definiscono sempre più laica e secolarizzata le “cose” di Chiesa trovano uno spazio sempre maggiore. Una tale apertura non rischia, secondo il direttore di Teletutto, di vanificare il ruolo e il percorso de “La buona notizia”. “La televisione, come ogni altro mezzo di comunicazione − sostiene Nunzia Vallini − racconta le mille espressioni del territorio in cui è inserita, compresa la Chiesa. Questo, però, non rende superflua la presenza di una trasmissione come quella inventata da Fulvio Manzoni e da don Eridano Torri che sin dall’inizio ha cercato di raccontare in termini giornalistici il punto di vista della Chiesa locale”. In questa prospettiva il rotocalco religioso diventa complementare al racconto quotidiano che i mezzi di comunicazione bresciani fanno del territorio in cui sono inseriti. Per il direttore di Teletutto che in queste ore sta lavorando a una prima serata “celebrativa” che andrà in onda il 22 ottobre prossimo, il mondo della comunicazione bresciana è per certi versi debitore nei confronti de “La buona notizia”. “È stato proprio attraverso questa trasmissione che i mass media bresciani hanno conosciuto la dimensione missionaria della Chiesa bresciana e, contestualmente, la vicinanza della città e della provincia a chi ha fatto la scelta dell’evangelizzazione in terra di missione”.

La “festa” su Teletutto

Candeline guardando al passato e pensando al futuro

Don Eridano Torri

Il traguardo delle mille puntate meritava una festa adeguata. Così i diversi attori dell’avventura de “La buona notizia” hanno deciso di festeggiare “in famiglia” l’evento. Teletutto e il Centro diocesano per le comunicazioni sociali hanno programmato per la prima serata di venerdì 22 ottobre una trasmissione celebrativa nel corso della quale saranno ripercorse le origini della trasmissione e, attraverso diverse testimonianze, si affronterà il tema dell’attualità di una trasmissione come “La buona notizia”. Largo spazio verrà dato a quel primo numero del 1987. Una trasmissione di 30 minuti, presentata da don Eridano Torri che, oltre a dichiarare gli “intenti programmatici” del rotocalco, apriva con tre servizi che, letti a oltre 23 anni di distanza, suonano ancora di grande attualità. In quel primo numero si parlava del convegno giovanile diocesano e della sempre maggiore distanza dei giovani dalla politica. Era quella la domenica in cui si celebrava anche la Giornata dell’Università cattolica. Nel servizio realizzato da

don Torri si dava conto di un convegno in cui si sarenne dibattuto della necessità di giungere in tempi brevi alla riforma del sistema scolastico italiano. Un terzo servizio dava conto di una delle tante opere di carità promosse dalla Chiesa bresciana. Comunità nuova era una realtà realizzata con il significativo contributo delle Ancelle della carità che si faceva carico del reiserimento sociale dei detenuti prossimi alla scarcerazione. Temi di cui si dibatte ancora oggi non solo a Brescia. “La buona notizia” va in onda settimanalmente oltre che su Teletutto, anche sulle frequenze di Telenord, SuperTv. Teleboario e Più Valli Tv. Un’apertura realizzatasi verso la fine degli anni Novanta per portare il rotocalco a una platea sempre più ampia. La produzione del Centro diocesano per le comunicazioni sociali può essere vista anche in internet sul sito www.vocemediatv.it. Novità tecnologiche che confermano che da quell’ormai lontano 2 maggio 1987 la strada percorsa è stata molta lunga, impegnativa ma non priva di soddisfazioni.


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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Opinioni

di Maurilio Lovatti

di Marco Deriu

Comunicazioni

Ambiente

Brescia sempre più inquinata Brescia è sempre più inquinata: peggiorano la qualità dell’acqua e dell’aria. Tra il 2008 e il 2009, su oltre 400 pozzi controllati nel territorio comunale, oltre venti sono stati posti sotto sequestro per la presenza di cromo esavalente, una sostanza pericolosissima per la salute umana. La presenza di cromo è emersa per caso nel maggio 2008, durante controlli dell’Arpa ad un’azienda di cromatura a sud di via Orzinuovi, a Chiesanuova. La magistratura ha fatto perquisire il sito, e così è emerso che, a fronte di un limite di legge di cinque microgrammi per litro, in via Orzinuovi, a 18 metri di profondità, ve n’erano ben 450mila! Anche in Valtrompia la falda risulta inquinata da cromo. Ancora non si conosce esattamente la diffusione dell’inquinamento da cromo e l’entità dei danni sulla salute umana. Per fortuna l’acqua dell’acquedotto comunale è controllata e sicura e quindi non ci sono pericoli nell’immediato, ma è grande la preoccupazione per l’ambiente, che rischia di essere compromesso irrimediabilmente. Per quanto riguarda l’aria, ampiamente diffusa da giornali e televisioni è stata la notizia che per l’inquinamento atmosferico Brescia è tra le tre situazioni peggiori in Italia e nei primi posti in Europa. La notizia non può lasciarci indifferenti: sono circa 310mila gli europei che muoiono ogni anno prematuramente per le conseguenze dell’inquinamento atmosferico (39mila in Italia). Lo smog accorcia la vita dei cittadini Ue in media di nove mesi. Secondo l’indagine Ue, la causa principale sono le polveri sottili emesse dai gas di scarico di auto, ciclomotori, dalle industrie e dal riscaldamento domestico. Le particelle microscopiche disperse nell’aria possono penetrare nelle vie respiratorie e aumentare il rischio di malattie, in particolare di attacchi cardiaci. Questo almeno è quanto era emerso da uno studio del 2005 sulla qualità dell’aria del Cafe (Clean air for Europe), ma in questi ultimi anni, almeno da noi, la situazione è peggiorata! A fronte di questa difficile situazione ambientale l’azione degli enti locali (Regione Lombardia, Provincia e Comune di Brescia) risulta quantomeno lacunosa e inefficace, oltre ad apparire fondata su un atteggiamento di grave sottovalutazione del problema dell’inquinamento. Se teniamo presente che a Brescia, per merito di teleriscaldamento e diffusione del metano (che riducono l’inquinamento da combustione civile e industriale), circa il 70% delle polveri fini nell’aria è dovuto al traffico, appare evidente l’inerzia della Regione (competente per le autostrade e il traffico extraurbano) e del Comune, che addirittura progetta un parcheggio sotto il Cidneo, col duplice risultato di aumentare il traffico privato e creare difficoltà economiche alla metropolitana in costruzione, sottraendole migliaia di passeggeri.

Quale rispetto per Sarah? Poteva la triste storia di Sarah Scazzi subire un trattamento mediatico diverso da quello che le è stato riservato? Sì, secondo le regole del buon senso. No, in base alle leggi dell’audience e del mercato della comunicazione di massa. Giornali e tv non hanno lesinato. Ha destato scandalo soprattutto il momento più drammatico della vicenda, quando Federica Sciarelli, giornalista conduttrice di “Chi l’ha visto?”, ha informato in diretta televisiva la madre della ragazza che lo zio ne aveva confessato l’assassinio e che era stato trovato il luogo in cui l’omicida aveva nascosto il cadavere. Con il senno di poi, è facile dire che la Sciarelli avrebbe dovuto sospendere il collegamento e consentire alla donna e ai famigliari di Sarah di apprendere a telecamere spente la notizia che non avrebbero mai voluto sentire: la ragazza è stata uccisa. Ma la conduttrice si è limitata a chiedere in diretta alla madre cosa volesse fare e la donna non ha avuto la prontezza di sottrarsi all’occhio onnivoro della televisione. Così è andata in onda la morte in diretta: per la madre, per i famigliari, per gli amici e per il pubblico che ha seguito la vicenda, Sarah è morta in quel momento, quando è stata annunciata la tragica svolta nelle indagini. In tempo reale. Non è il primo caso (c’è da temere che non sia nemmeno l’ultimo) di un genere diffuso, che ha origini ormai lontane: chi non ricorda il racconto della morte di Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano e da lì non uscito più vivo? Era il 1981, RaiUno e RaiDue trasmisero per 18 ore a reti unificate un collegamento che doveva raccontare il salvataggio del bambino; invece una serie di imprevisti non permisero di chiudere con un lieto fine. Lo sconforto dei genitori e dei famigliari impietriti e impotenti di fronte alla tragica realtà che si stava materializzando di fronte ai loro occhi e a quelli di milioni di telespettatori. Quella stessa impotenza l’abbiamo vista sul volto terreo della madre di Sarah, inquadrata in primo piano dalle telecamere della Rai, mentre le veniva comunicata la notizia ferale. Così si è chiuso – tragicamente – il cortocircuito mediatico innescato dalla scomparsa della ragazza e alimentato dalla costante presenza della madre e dei famigliari davanti a microfoni, telecamere, registratori e taccuini dei giornalisti. Ancora una volta è stata varcata la soglia di un confine già più volte violato. Anche il pubblico ha le sue responsabilità. È un controsenso gridare allo scandalo da parte di chi non si è perso una frazione di secondo della trasmissione in questione o non ha tralasciato una riga degli articoli giornalistici. Se siamo pronti a scandalizzarci per la cinica invadenza dei media di fronte a una tragedia, dobbiamo essere i primi a boicottarli quando alzano il livello emotivo saccheggiando a mani basse i sentimenti dei diretti interessati e il senso di pietà di un pubblico sempre più incapace di reagire a tono di fronte allo sciacallaggio del dolore altrui.

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TUNISIA

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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Afghanistan Si riapre il dibattito

Una missione dal prezzo troppo alto La morte di altri quattro militari italiani ha riacceso un confronto sulla presenza e sul ruolo dell’esercito nel Paese che fu dei talebani

I funerali degli alpini caduti in Afghanistan

È

a cura di Massimo Venturelli

È ormai prossimo il decimo anniversario dell’intervento militare in Afghanistan: è un momento importante che pone una serie di domande. In quel lontano e tragico 7 ottobre 2001 il governo Usa, appoggiato dalla Coalizione internazionale contro il terrorismo, ha lanciato un attacco aereo contro l’Afghanistan. Questa guerra continua nel silenzio e nell’indifferenza, nonostante l’infinita processione di poco meno di 2000 bare dei soldati morti. Che si tratti di guerra è ormai certo, sia perché tutti gli eserciti coinvolti la definiscono tale, sia perché il numero dei soldati che la combattono e le armi che usano non lasciano spazio a chi continua a chiamarla “missione di pace”. Si parla di 40mi-

Adro

È come il Duomo di Milano: senza fine!

la morti afghani (militari e civili), e il meccanismo di odio, testimoniato anche dall’attentato costato la vita nei giorni scorsi ad altri quattro alpini italiani, che non ha niente a che vedere con la pace. L’intervento militare in Afghanistan ha trovato in Italia in questi quasi 10 anni unanime consenso da parte di tutti i partiti − soprattutto quando erano nella maggioranza − e di tutti i governi. Il dibattito si è riaperto in questi giorni. Nessuno nel mondo della politica (fatto salvo l’Idv di Antonio Di Pietro), anche dopo la recente morte dei quattro alpini ha messo in dubbio la permanenza dei militari. Il dibattito si è aperto sull’ipotesi di dotare di bombe gli

aerei italiani. Il Ministro (che pure sarebbe titolato a compiere la scelta) ha affermato di volere preventivamente conoscere il parere delle commissioni dei due rami del Parlamento. Su questo tema, però, rischia di sfaldarsi quell’unanimità che le camere avevano manifestato sulla missione in Afghanistan. Il Pd ha dichiarato la propria perplessità sulla proposta La Russa. Preoccupano il partito di Bersani tanto quanto l’incolumità dei militari italiani, i danni prodotti per errore in questi anni: 10mila civili, innocenti ed estranei alla stessa guerriglia, uccisi per errore dalle bombe sganciate dagli aerei. Il tema è di quelli destinati a riscaldare il dibattito parlamentare e, probabilmente, a farlo decollare rispetto alle bassezze delle ultime settimane. In attesa che la politica di pronunci c’è da registare la presa di posizione di alcuni strati della società civile. Nei giorni immediatamente successivi all’attentato che ha causato la morte dei militari italiani, la presidenza della Conferenza episcopale italiana con un comunicato ha rimarcato il profondo cordoglio per la “tragica scomparsa di quattro giovani militari italiani mentre

Quello imboccato pare essere ormai il classico vicolo cieco. La vicenda di Adro, infatti, non sembra presentare significativi punti di svolta. Ci sono stati, è vero, pronunciamenti “istituzionali” che hanno chiesto al sindaco Lancini la rimozione dei soli delle Alpi sparsi a piene mani nel nuovo polo scolastico “Gianfranco Miglio”. Il collegio docenti si è poi espresso contro la presenza di simboli di parte all’interno della scuola. Sulla scorta di questo pronunciamento è stata avviata la rimozione (o più semplicemente l’oscuramento) dei simboli oggetto dello scontro. Quello che continua a mancare, però, è stata una consistente dose di buon senso. Il susseguirsi di azioni eclatanti, non contribuisce a dare una svolta costruttiva alla vicenda, così come la costante presenza di telecamere al di fuori della scuola. Da una parte, infatti, il primo cittadino di Adro, dichiarando di non aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale che formalmente lo invitasse a rimuovere i “soli” ha diffidato chiunque dall’intraprendere iniziative particolari sulle strutture del po-

compivano con dedizione e professionalità il loro quotidiano lavoro a servizio della pace in Afghanistan”. Onore e silenzio per le vittime, per tutte le vittime che quotidianamente dal 2001 in poi la guerra in Afghanistan ha causato, è quanto richiesto invece da Pax Christi che, per voce del suo coordinatore nazionale don Nandino Capovilla, ha invitato a guardare in faccia alla dura realtà di un conflitto che ha causato tantissime vittime, sia militari che civili. Per il coordinatore nazionale di Pax Christi l’unico mezzo che può garantire la pace e il futuro è la pace stessa, attraverso le vie della politica e della diplomazia. La strategia d’uscita dalla guerra (‘exit strategy’ il termine inglese usato da una parte della stampa) ha, sottolinea don Capovilla, ha una strada ben precisa: “Strategia d’uscita non significa mettere le bombe sugli aerei, ma passare dalla guerra alla politica, confrontarsi con la società afghana. La situazione in quel Paese non può essere risolta con un impegno militare. Né serve tirar fuori l’Italia dal disastro, ma chiedersi cosa fare al di là delle armi e della violenza”.

lo scolastico pena l’avvio di una azione legale e l’immediato ripristino di quanto manomesso. Sul versante opposto, ossia su quello dei cittadini che contestano al Sindaco la scelta di “politicizzare” la scuola, sono continuate le manifestazioni di protesta. In una conferenza stampa indetta davanti ai cancelli della “Gianfranco Miglio”, dopo la rimozione di alcuni dei simboli contestati, rappresentati del gruppo “Genitori per la scuola pubblica” hanno presentato un documento inviato al Prefetto, ai ministri dell’Interno, dell’Istruzione, al Presidente del Consiglio e a quello della Repubblica in cui, ricostruita la vicenda, indicano nel 4 dicembre la data ultima per la rimozione definitiva dei “soli delle Alpi”. “Trascorso inutilmente tale termine i soggetti firmatari si vedranno costretti a esercitare una azione di supplenza per porre rimedio alla colpevole latitanza di chi ha il preciso dovere istituzionale di intervenire”. Tra le azioni al vaglio di un movimento che ha travalicato i confini adrensi, la pacifica occupazione della scuola.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Haiti L’impegno della Caritas diocesana

Tre progetti nel segno dell’educazione Presentate nei giorni scorsi le realtà che saranno sostenute grazie alla raccolta avviata nel Bresciano all’indomani del sisma del 12 gennaio scorso

D

Dopo il sisma che il 12 gennaio scorso ha colpito Haiti, provocando oltre 230mila vittime, 300mila feriti e più di un milione di senza tetto, la Caritas diocesana di Brescia, in costante collegamento con l’intera rete di Caritas italiana, si è posta come punto di raccolta e coordinamento della solidarietà bresciana. Anche grazie alla colletta straordinaria di domenica 24 gennaio, realizzata in tutte le parrocchie su indicazione di Benedetto XVI, al 30 settembre scorso, la raccolta di donazioni pro Haiti ha raggiunto la quota di 1 milione 107mila 673 euro. A questa cifra, aggiornata al 30 settembre 2010, vanno aggiunti i 150mila euro stanziati sin dai primi giorni per volere del vescovo Monari. 500mila euro della raccolta avviata per aiutare Haiti sono stati inviati nell’immediato a Caritas italiana per la gestione della fase di emergenza,

Le iniziative di Massimo Venturelli

mentre in seno al Coordinamento emergenze internazionali di Caritas diocesana Brescia si è costituito un Tavolo emergenza Haiti per la verifica di progetti in loco legati a realtà presenti nella diocesi di Brescia. Il Tavolo emergenza Haiti, composto da diacono Giorgio Cotelli, padre Mario Toffari, don Armando Nolli, don Raffaele Donneschi; don Fabio Corazzina, don Piero Lanzi, Maurizio Zanini, ha valutato l’opportunità di compartecipare a “Tre Progetti per Haiti”. Si tratta di progetti di grande impatto sociale e finalizzati alle quelle fasce più deboli della popolazione haitiana duramente colpite dal sisma. Si tratta di progetti presentati e portati avanti da realtà già da tempo presenti e operanti nell’isola caraibica. 640mila, complessivamente, sono i fondi che la Caritas investirà sui tre progetti. 210mila

andranno a un progetto scolastico sostenuto dall’Agenzia scalabriniana per la cooperazione allo sviluppo e dalla missione scalabriniana presente a Saint Charles de Bouques, nella prima periferia della capitale Port au Prince. La Caritas diocesana, insiema a quella nazionale, intende sostenere l’opera formativa avviata dagli scalabriniani. Il secondo progetto sostenuto dalla Caritas bresciana con 250mila euro è finalizzato alla costruzione di case famiglia per i bambini che il terremoto ha reso orfani. Si tratta di un progetto che ha in Cuore Amico Fraternità il referente principale. La realizzazione sorgerà a Dajabon, nella Repubblica dominicana, dove si sono concentrati molti degli sfollati del terremoto. Il terzo progetto sostenuto (180mila gli euro messi a disposizione) è del Mlal ed è stato denominato “Scuole per la rinascita”. A Léogane, a una trentina di chilometri dalla capitale haitiana, verranno ricostruite due scuole rurali duramente colpite dal sisma. Partner della Caritas bresciana sono quella nazionale e quella siciliana.

Lavorare per domani Tr e p r o g e t t i n e l s e g n o dell’educazione. È questo l’ideale filo rosso, oltre a quello della solidarietà nei confronti di chi si trova nel bisogno, che tiene insieme le opere che la Caritas diocesana, grazie alla generosità di tanti bresciani, ha scelto di sostenere ad Haiti. Progetti che non puntano soltanto alla ricostruzione fisica di ambienti duramente colpiti dal terremoto del 12 gennaio scorso, ma che hanno l’obiettivo di dare concrete speranze di futuro anche a chi, a causa del sisma, ha perso tutto. Altre caratteristiche dei progetti sostenuti dalla Caritas è quella di essere proposti da realtà presenti nell’isola caraibica già prima del sisma, di avere tempi certi di realizzazione e soprattutto di puntare a una valorizzazione delle risorse locali perché si facciano esse stesse promotrici della continuità nel tempo dell’attività collegata alle progettualità scelte.

Africa

Proposte per una concreta promozione della donna Colmare il vuoto giuridico e legislativo ma anche dare a governi e parlamenti mezzi finanziari necessari per attuare politiche di promozione dei diritti delle donne: sono queste le richieste giunte dalla città sudafricana di Midrand, dove la sede del Parlamento panafricano ha ospitato nelle scorse settimane una conferenza dell’Organizzazione panafricana delle donne (Opf), l’istituzione careata il 31 luglio 1962 a Dar es-Salam, in Tanzania su iniziativa di otto organizzazioni femminili in lotta per la liberazione nazionale. Tra gli strumenti giuridici indicati dall’Opf e che gli Stati africani devono approvare, figuranola Carta africana dei diritti delle donne ma anche quella della democrazia, delle elezioni e del buon governo, finora varata da solo sette Paesi. A insistere su questo punto è la presidente dell’Opf, Astou Koita, che ha ricordato il ruolo cruciale della donna nella società sul fronte dell’alfabetizzazione, della salute infantile ma anche il suo contributo decisivo nella lotta alla povertà e nella crescita del continente. Tra le difficoltà patite dalla mag-

gioranza delle africane sono state citate pratiche tradizionali discriminatorie, come le mutilazioni genitali, difficile accesso alla proprietà, all’istruzione, al lavoro e a cure sanitarie adeguate. “La storia delle donne africane non manca però di belle figure eroiche che hanno opposto resistenza durante il periodo coloniale e hanno contribuito allo sviluppo del continente” ha detto nel suo intervento Nomvula Mokonyane, governatrice della provincia sudafricana del Gauteng, deplorando che “troppe africane, prime vittime nei conflitti armati, abbiano dovuto lottare per la sopravvivenza della propria famiglia”. La terza conferenza sul programma d’azione 2010 dell’Organizzazione panafricana delle donne si è conclusa con una serie di raccomandazioni indirizzate a governi e parlamenti a favore dell’adozione di “bilanci nazionali che tengano maggiormente conto dei bisogni specifici delle donne: lotta alla mortalità materno-infantile, sostegno nella lotta alla malaria e promozione dei loro diritti” ha insistito la vice-presidente dell’Opf, Mary Mugyenyi.


Popoli e continenti Europa

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Documento Le richieste delle Chiese europee

Per un’Europa sociale più forte 14 sono le raccomandazioni per una concreta lotta alla povertà nei Paesi dell’Ue duramente colpiti dalla crisi economica

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Raccomandazioni alle istituzioni dell’Ue e agli Stati membri per costruire “un’Europa sociale più forte”, ma soprattutto per combattere la povertà e l’esclusione sociale nell’Unione europea. A redigerle in un sussidio − dal titolo ‘Non negate la giustizia ai vostri poveri’ − sono un cartello di associazioni e organismi legati alle Chiese a cui hanno aderito Caritas Europa, la Commissione Chiesa e società della Conferenza delle Chiese europee (Csc of Cec), il Segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) e Eurodiaconia. Sulla base del comune riferimento alla Charta oecumenica, che recita: “Sul fondamento della nostra fede cristiana ci impegniamo per un’Europa umana e sociale, in cui si facciano valere i diritti umani e i valori basilari della pace, della giustizia, della libertà, della tolleranza, della partecipazione e della solidarietà”, le Chiese, nelle scor-

a cura di Massimo Venturelli

se settimane, hanno predisposto un documento che delinea la situazione del continente, definisce che cosa sia “povertà”, spiega i fondamenti etici delle proposte delle Chiese e formula alcune raccomandazioni politiche. Ma soprattutto lancia un appello: “Chiediamo all’Unione europea e agli Stati membri un impegno politico forte per costruire una società che mette al primo posto il benessere degli individui in modo che tutti possano vivere una vita dignitosa”. La lotta contro la povertà è stata avviata nel 2000, ma la successiva crisi economico-finanziaria che ha colpito l’Europa ha addirittura aggravato la situazione sociale del continente, in misura tale per cui il numero delle persone a rischio povertà (che vivono con il 60% o meno di uno stipendio medio) è passata da 80 a 84 milioni. In termini percentuali dal 16% al 17% della popolazione europea. La povertà va combattuta non solo per-

ché costringe le persone a vivere in ristrettezze materiali, ma anche perché “corrode la possibilità di una piena partecipazione alla vita sociale, ponendo le persone in una posizione vulnerabile e spesso stigmatizzata”. Per questo, i cristiani fanno appello al diritto di “ogni persona a una vita dignitosa, nel rispetto delle capacità individuali, contribuendo e partecipando alla vita sociale”, sulla base dei principi-giuda della destinazione universale dei beni a servizio dell’umanità e delle generazioni future, della uguale accessibilità ai beni e ai servizi per tutti. Il 2010 è stato l’anno in cui la stabilità dell’euro e dell’unione monetaria europea è stata messa alla prova. Ed è stato anche l’anno − osservano le Chiese nel documento − in cui le istituzioni europee hanno dovuto pensare a strumenti che, al di là della gestione a breve termine della crisi, sappiano proporre nel lungo termine una riforma del modello socio-economico attuale, “sulla base della solidarietà e della giustizia”. Per questo le Chiese, alla luce delle proprie esperienze e convinzioni, e dopo aver analizzato cause ed effetti della povertà hanno presentato le loro raccomandazioni alle istituzioni

dell’Ue e agli Stati membri per un’Europa sociale più forte. Le Chiese hanno chiesto l’implementazione di una nuova clausola sociale nella strategia politica annuale della Commissione europea e che il presidente del Consiglio europeo prenda atto di questa clausola. Il documento affronta anche la questione casa. C’è poi la richiesta di promuovere nuovi e alternativi stili di consumo e di utilizzare nuovi indicatori per misurare l’impatto della povertà e della esclusione sociale sugli uomini e le donne. Alle Chiese stanno particolarmente a cuore la condizione dei lavoratori non pagati, affinché anche a essi possa essere riconosciuto il diritto all’assistenza sanitaria e alla pensione. Alle istituzioni si chiede un supporto alle famiglie a rischio povertà nonché la protezione della domenica come giorno settimanale non lavorativo. Le Chiese invocano inoltre che nella piattaforma europea pianificata per la lotta contro la povertà abbiano un maggiore coinvolgimento i rappresentanti della società civile e delle Chiese. L’ultima raccomandazione è che l’obiettivo di ridurre il numero delle persone a rischio povertà sia primario per l’Unione europea.

Alcuni dati contenuti

Anziani, donne e disabili sono i più esposti al rischio povertà Nel documento elaborato dalle Chiese europee per la lotta alla povertà emerge anche l’indicazione di quei gruppi sociali a più alto rischio di esclusione. Alcuni devono addirittura affrontare discriminazioni multiple, per esempio, le donne disabili o i migranti anziani. Gli anziani sono generalmente le persone più esposte alla povertà a causa delle basse pensioni. Il loro tasso di povertà raggiunge il 25% in alcuni Paesi. Nella maggior parte dei Paesi dell’Ue, le famiglie con bambini sono a maggior rischio di povertà rispetto alla popolazione generale (19% tra i bambini contro il 17% tra gli adulti). Emerge inoltre che i bambini che vivono in famiglie senza lavoro o occupate in posti di lavoro che non pagano abbastanza, che vivono con un solo genitore o in una famiglia numerosa sono particolarmente a rischio, in quanto questo tipo di famiglie spesso non sono adeguatamente supportate dalla società. Molto spesso, una trasmissione intergenerazionale della povertà limita le opportunità e le scelte fin dalla

prima infanzia, esponendo i bambini a più ostacoli in futuro a causa della loro scarsa formazione, salute e prospettive lavorative. Nell’Unione europea, la povertà e l’esclusione sociale hanno per lo più un volto femminile. Questo perché − si legge nel rapporto − occupazione, lavoro e retribuzione non sono ancora equamente distribuiti in tutti gli Stati membri dell’Unione europea. I fattori che rendono le donne più povere rispetto agli uomini sono complessi. In molti casi è ancora difficile conciliare le responsabilità familiari con il lavoro retribuito. Se poi si verifica una separazione familiare, sono spesso le donne a correre il rischio più elevato di povertà. Persistono inoltre ancora degli stereotipi che limitano le scelte di occupazione fatta da donne e uomini. Questo influenza le probabilità che hanno le donne di accedere a pari risorse finanziarie, soprattutto se vivono da sole o se il loro stato dipende dal marito (ad esempio nel caso di molte donne migranti).


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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Giovanni Antonio on nio Birago rag go Attivo nel nord Italia lia nel n XV secolo si segnala ala nel n Bresciano per la realizzazione azio one dei Corali per il Duomo uom mo Vecchio. Il gusto antiquario quarrio delle sue opere è allineato to con c le altre espressioni dell’arte ll’arrte del periodo, in particolare re con c le ornamentazioni scultoree ltorree della cultura milanese. anese. “Davide orante”, Corale ralee 7.

Fede e durata di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (18, 1-8) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”.

Siamo abituati a pensare la fede come qualcosa che c’è o non c’è; non pensiamo che questa possa avere un progresso o un regresso, che si indebolisca o si rafforzi. Piuttosto pensiamo che siano le occasioni della vita a far emergere la fede o a stroncarla. In altre parole: pensiamo che la fede sia da gestire, non da vivere. Pensiamo sia l’atto supremo, puntuale, assoluto del santo o, viceversa, segni il confine (talvolta non voluto) di chi non può credere. Gesù, al contrario, anche nel Vangelo di questa domenica parla di una fede in progresso cui pregio maggiore è la tenacia. E individua, come modello della fede, non l’istante ma la durata. In fondo chiede: quanto tempo saresti disposto a insistere per avere quello che desideri? È una questione di resistenza, di prova e, insieme, di capacità di vagliare. L’insistenza e la durata sono il metro per capire quanto sia importante quello che chiediamo prima ancora che verifica della nostra fede. Sarebbero molte le cose da chiedere ma per quali vale la pena davvero insistere? Insistere costa, anche perché segna la nostra dipendenza da altro. E la dipendenza è segnale della nostra finitezza. Così come la fede che è la coscienza del nostro limite data nelle mani dell’Altro. Ma non in maniera puntuale, in un attimo indeterminato. È la consegna all’Altro del nostro essere e delle nostre impossibilità che matura nel tempo, che si struttura come insistenza e quindi come sempre maggiore capacità di resistere e insieme di discernere cosa sia davvero importante e necessario.

La fede e la tenacia portano con sé proprio questo risultato: portano a galla ciò che è davvero necessario, ciò di cui non si potrebbe fare a meno. Ma segnano anche il terreno di quello che non possiamo dominare, circoscrivono l’area della nostra incapacità, della nostra limitazione. È probabilmente per questo che Gesù conclude il suo discorso domandandosi se, al suo ritorno, troverà ancora la fede sulla terra. Perché la fede si scontra sì con il limite dell’uomo, ma l’uomo ogni giorno cerca di spostare il suo limite e in questa operazione infinita potrebbe credere di non aver più bisogno, di non avere più limite. È un desiderio che sta nella radice dell’uomo e lo spinge verso il futuro ma rischia di chiudere all’uomo la prospettiva del futuro di Dio, di schiacciarlo solo nella dimensione dell’annullamento del limite, di non concedergli più lo spazio della speranza. Chiedere è sperare, soprattutto quando si chiede con tenacia, quando il chiedere si fa durata e interessa la radice stessa della vita. È un rischio appiattirsi solo nella ricerca del superamento del limite e in qualche modo apre ai risultati disumani che hanno costellato l’ultimo secolo ma, più sottilmente, destruttura il bisogno di Dio e quindi la fede come atteggiamento quotidiano. Porta al bisogno di tutto e alla necessità della sua soddisfazione, ma non alla sazietà; porta a non vedere più nella soluzione Dio la strada per avere il necessario; porta a perdere il bisogno di Dio senza poterlo sostituire con qualcosa di altrettanto assoluto.


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it

Benedetto XVI Aperto il Sinodo per il Medio Oriente

La Buona Novella annunciata a tutte le genti

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di Fabio Zavattaro

L’assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, sul tema “La Chiesa cattolica nel Medio Oriente: comunione e testimonianza”, “dimostra l’interesse dell’intera Chiesa per la preziosa e amata porzione del Popolo di Dio che vive in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente”. Lo ha detto Benedetto XVI, nella celebrazione eucaristica nella basilica vaticana, in occasione dell’apertura del Sinodo, domenica 10 ottobre. Hanno concelebrato con il Papa 177 padri sinodali e 69 presbiteri collaboratori del Sinodo a vario titolo. “Anzitutto – ha affermato il Santo Padre – eleviamo il nostro ringraziamento al Signore della storia, perché ha permesso che, nonostante vicende spesso difficili e tormentate, il Medio Oriente vedesse sempre, dai tempi di Gesù fino ad oggi, la continuità della presenza dei cristiani”. Il Medio Oriente, nella prospettiva di Dio, ha proseguito Benedetto XVI, “è la terra di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; la terra dell’esodo e del ritorno dall’esilio; la terra del tempio e dei profeti; la terra in cui il Figlio Unigenito è nato da Maria, dove ha vissuto, è morto ed è risorto; la culla della Chiesa, costituita per portare il Vangelo di Cri-

sto sino ai confini del mondo. E noi pure, come credenti, guardiamo al Medio Oriente con questo sguardo, nella prospettiva della storia della salvezza”. La Chiesa è costituita per essere, in mezzo agli uomini, “segno e strumento dell’unico e universale progetto salvifico di Dio; essa adempie questa missione semplicemente essendo se stessa, cioè ‘comunione e testimonianza’, come recita il tema dell’assemblea sinodale”. Senza comunione “non può esserci testimonianza: la grande testimonianza è proprio la vita di comunione”. Il Sinodo dei vescovi, ha precisato, “è un momento privilegiato in cui si può rinnovare nel cammino della Chiesa la grazia della Pentecoste, affinché la Buona Novella sia annunciata con franchezza e possa essere accolta da tutte le genti”. Lo scopo del Sinodo “è prevalentemente pastorale”: “Pur non potendo ignorare la delicata e a volte drammatica situazione sociale e politica di alcuni Paesi, i Pastori delle Chiese in Medio Oriente desiderano concentrarsi sugli aspetti propri della loro missione”, ha dichiarato il Santo Padre. Tra gli obiettivi dell’assemblea, “ravvivare la comunione della Chiesa cattolica in Medio Oriente”, anzitutto “all’interno di ciascuna Chiesa” e, quindi, “nei rapporti con le altre Chiese”. “Questa occasione è poi propizia – ha sottolineato – per proseguire costruttivamente il dialogo con gli ebrei, ai quali ci lega in

modo indissolubile la lunga storia dell’Alleanza, come pure con i musulmani”. I lavori del Sinodo sono, inoltre, orientati “alla testimonianza dei cristiani a livello personale, familiare e sociale”. L’auspicio è che “i fedeli sentano la gioia di vivere in Terra Santa”. “Nonostante le difficoltà – ha sostenuto Benedetto XVI –, i cristiani di Terra Santa sono chiamati a ravvivare la coscienza di essere pietre vive della Chiesa in Medio Oriente, presso i Luoghi santi della nostra salvezza”. Ma quello di vivere dignitosamente nella propria patria è “anzitutto un diritto umano fondamentale: perciò occorre favorire condizioni di pace e di giustizia, indispensabili per uno sviluppo armonioso di tutti gli abitanti della regione”. Tutti dunque “sono chiamati a dare il proprio contributo: la comunità internazionale, sostenendo un cammino affidabile, leale e costruttivo verso la pace; le religioni maggiormente presenti nella regione, nel promuovere i valori spirituali e culturali che uniscono gli uomini ed escludono ogni espressione di violenza”. “I cristiani – ha evidenziato il Papa – continueranno a dare il loro contributo non soltanto con le opere di promozione sociale, quali gli istituti di educazione e di sanità, ma soprattutto con lo spirito delle Beatitudini evangeliche, che anima la pratica del perdono e della riconciliazione. In tale impegno essi avranno sempre l’appoggio di tutta la Chiesa”.


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Ecclesia Chiesa bresciana

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Settimana sociale La partecipazione bresciana

Un’agenda di speranza per il futuro del Paese I partecipanti della nostra diocesi sono soprattutto giovani che hanno contribuito a studiare i temi che vengono affrontati dall’assise che si svolge in questi giorni a Reggio Calabria

L

di Emma Bettinardi

La nostra città ha iniziato il suo cammino di preparazione alla 46° Settimana sociale di Reggio Calabria già nel novembre scorso con la presenza del prof. Luca Diotallevi, dell’Università Tor Vergata di Roma e vicepresidente della commissione preparatoria nazionale. La commissione diocesana pastorale, seguendo le sue indicazioni, ha scelto quattro percorsi utili per tratteggiare una fotografia di Brescia in questi anni: “il mondo del lavoro” con particolare attenzione al lavoro femminile e all’immigrazione; la famiglia; il tema dell’ecologia; infine, ma non certo ultimo, il tema della formazione dei giovani, collegato alla scuola diocesana di politica. Sono stati formati quattro gruppi che hanno lavorato ai relativi temi fino al febbraio 2010, ogni gruppo ha eletto poi un rappresen-

tante che seguirà la Settimana sociale. Paolo Sarti della Sfisp per il gruppo dei giovani , suor Luisa delle Suore operaie per il gruppo sul tema della famiglia; Enzo Torri per il mondo del lavoro; e Enza Cardile della pastorale del creato. La segreteria di Roma ha poi chiamato di sua iniziativa Francesco Messali, Sofia Cemmi, Giulia Ghidini della Sfisp, che avevano partecipato alla convention preparatoria, regionale e nazionale, alle Settimane sociali. Guidati da don Mario Benedini, coordinatore della Sfisp il gruppo partirà per essere a Reggio Calabria il 14 ottobre. Insieme per dare il contributo di Brescia ai cinque temi oggetto di discussione: intraprendere; educare; includere nuove presenze; slegare la mobilità sociale, completare la transazione istituzionale. I temi sviluppati dai bresciani bene si sposano con quelli nazionali grazie in modo particolare alla presenza della scuola di formazione politica che negli ultimi due anni ha saputo occuparsi, nella sua quotidianità, di includere le “nuove presenze”, provenienti da diverse parti

La Cattedrale di Reggio Calabria

del globo e che si sentono italiane a pieno titolo. Ragazzi di diverse nazioni, nati in Italia o presenti da molti anni sul territorio, tanto da assimilarne lingua e cultura, affrontano la difficoltà di inserirsi nel mondo del lavoro e farsi accettare da un tessuto sociale non sempre ospitale. Compito fondamentale del cattolico è quello di non lasciare solo chi si sente straniero, anche con le difficoltà che in questi anni i divari culturali hanno presentato. L’inclusione è l’incontro di atteggiamenti responsabili, parte di comportamenti permeati da carità matura e intelligente. Riconoscere e far rispettare i diritti dei figli dell’immigrazione è una responsabilità collettiva di istituzioni e individui. Per riprendere a crescere, tema di fondo dell’agenda, servono nuove e giovani energie. Non solo quelle frutto dell’immigrazione, ma anche quelle dei molti giovani che in questo momento pagano più di tutti i costi della crisi non riuscendo a sviluppare pienamente le loro capacità e potenzialità umane e professionali. L’arresto dell’ascensore

della mobilità sociale passa attraverso il fermo delle università, con lo scarso riconoscimento dei meriti individuali; la pochezza degli aiuti e il mancato riconoscimento del valore dei ricercatori, tutto ciò influisce negativamente sul rango scientifico della nazione; sul dinamismo dell’economia e sull’incentivazione alla responsabilizzazione e all’impegni dei giovani. Per queste ragioni occorre abbandonare le sterili dichiarazioni a favore dei giovani e iniziare ad abbattere le barriere che ne impediscono la crescita. Da questo passaggio non possono esimersi le istituzioni politiche. La transazione istituzionale è infatti incompleta e tale incompiutezza nuoce al bene comune. Molto è stato fatto, ma il mutare del contesto sociale e politico richiede un’adeguata evoluzione delle istituzioni. I cattolici non possono abdicare alla vita politica perché essa è un atto d’amore al bene comune. Brescia, con la Sfisp, si è fatta carico di questo e altri impegni che porterà con i suoi giovani rappresentanti a Reggio Calabria.

Corso per animatori della cultura e della comunicazione

Da bollettino parrocchiale a giornale della comunità Nei mesi di novembre 2008 e di febbraio 2009 l’Ufficio diocesano per le comunicazioni ha organizzato un corso per animatori della cultura e della comunicazione sui bollettini parrocchiali. Si trattava di un primo modulo di carattere teorico. A partire dal 23 ottobre e durante il mese di novembre si realizza ora il secondo modulo che ha per titolo: “Ieri bollettino parrocchiale, domani giornale della comunità” e che riguarda gli aspetti pratici. Gli incontri si terranno presso il Centro pastorale Paolo VI dalle ore 20.15 alle ore 22.30 nei

giorni 3, 10, 17, 24 novembre. Il primo incontro del 23 ottobre avrà carattere sintetico rispetto al primo modulo del percorso formativo iniziato due anni fa. I temi che verranno presentati dagli esperti: Il giornale della comunità: dal “pensare” al “realizzare”; Che argomenti scegliere e quali notizie?; Comporre il “timone” del giornale; Come disegnare la pagina? Come trattare una notizia? Come comporre i titoli? E le foto?; Creare una pagina di giornale. Le iscrizioni si ricevono presso la segreteria della Curia 030372226.


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Vocazioni Domenica 24 ottobre

Si inaugura il nuovo Seminario minore La sede del Seminario minore

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di Silvia Zavoli

Domenica 24 ottobre verrà inaugurata la nuova sede del Seminario minore che da via Bollani si è trasferito presso la sede dell’ex-oratorio della parrocchia di Santa Maria in Calchera in via Musei 58 in Città. Dell’evento abbiamo parlato con don Giorgio Gitti che dal 2004 è vicerettore del Seminario minore. Gli abbiamo chiesto innanzitutto cosa succederà domenica prossima. “Sarà una cerimonia molto semplice. Avremo con noi il Vescovo che taglierà il nastro e benedirà il nuovo ambiente. Poi ci trasferiremo nella chiesa parrocchiale di Santa Maria in Calchera per la celebrazione eucaristica e concluderemo con un momento di festa. Saranno presenti anche i genitori e i parrocchiani”. Qual è stato il percorso che ha condotto alla scelta di separare il Seminario minore da quello maggiore?

“C’è stata una riflessione che è durata qualche anno. È stata sondata anche l’opinione dei sacerdoti sul da farsi e una buona parte di loro ha suggerito la necessità di perseguire una nuova modalità sganciando il Seminario minore da quello maggiore. La ragione fondamentale che alla fine ha portato alla separazione è nata dalla percezione della inadeguatezza della sede di via Bollani a causa del numero esiguo dei ragazzi che frequentano il Seminario minore. Lo spazio precedente era troppo ampio, causando una dispersione nell’anonimato. per questa ragione si è cercato un ambiente più piccolo e più familiare. Non sono mancate le preoccupazioni di tipo economico per il peso dei costi generali, ma la preoccupazione di fondo è stata quella di carattere educativo, perché un’educazione efficace deve misurarsi anche con i luoghi. Queste prime settimane di sperimentazione hanno offerto riscontri positivi raccogliendo il consenso degli stessi genitori”. Quanti sono i ragazzi che attualmen-

Con l’inizio del nuovo anno scolastico i ragazzi che frequentano le medie e le superiori si sono trasferiti nell’edificio dell’ex-oratorio di Santa Maria in Calchera in Città te frequentano il Seminario minore? “Come ho già detto, sono esigui. Siamo un gruppo di 21 persone: i ragazzi sono 18, ai quali vanno aggiunti il vicerettore e due prefetti, cioè assistenti. I ragazzi che frequentano la seconda e la terza media sono quattro; non c’è nessuno in prima perché nel futuro si accoglieranno soltanto ragazzi che frequentano le superiori. Questi attualmente sono 14, sette del primo biennio e sette degli anni seguenti. Frequentano le scuole esterne, all’Arici o dalle Canossiane”. Che rapporto c’è fra il cammino vocazionale di questi ragazzi e il percorso teologico? “Di primo acchito direi che anche questi ragazzi nel loro piccolo vivono in uno stato di ricerca vocazionale. Li abbiamo però separati dal Seminario teologico per non farli sentire dei piccoli preti, ma aiutarli a capire cosa vuole il Signore da loro, dopo che hanno fatto il passo coraggioso di separarsi dalla famiglia, dagli amici/amiche almeno durante la settimana perché il sabato e la domenica rientrano in casa. Come edu-

catori vogliamo sostenerli nell’impegno di discernimento rispetto al loro futuro. Per questa ragione favoriamo non solo i loro rapporti familiari ma anche quelli parrocchiali, nella comuntà in cui siamo inseriti, quella di S. Afra. Alcuni di loro fanno catechismo. Vogliamo che la loro crescita educativa cresca in rete, con il contributo della famiglia, della scuola, della parrocchia. Si tratta di un’educazione vocazionale a 360 gradi, che può approdare anche verso altre scelte esistenziali oltre a quella sacerdotale. Questi sono i nostri pensieri. Sulla loro efficacia giudicheremo dai frutti”. Quali sono i numeri per quanto riguarda il passaggio dal Seminario minore a quello teologico? “Non ho fatto una statistica nei sette anni della mia esperienza. Posso dirle che quest’anno i ragazzi che sono approdati in teologia sono stati quattro, ma nei due anni precedenti nessuno lo aveva fatto. Quindi le percentuali sono basse. Penso che dei 18 ragazzi oggi con noi, tre o quattro continueranno il percorso in Seminario”.

Inaugurazione dell’anno accademico in Seminario

Prolusione su mass media ed emergenza educativa Lunedì 25 ottobre presso il Seminario vescovile diocesano di Brescia, lo studio teologico “Paolo VI” inaugura l’anno accademico 2010-2011 con il seguente programma: ore 15 Preghiera; saluto del Rettore; introduzione del Prefetto agli Studi. Ore 15.30: relazione della prof.ssa Chiara Giaccardi su “Emergenza educativa tra media tradizionali e nuovi media: problemi e prospettive”. La prof.ssa Giaccardi, laureata in Filosofia presso l’Università cattolica di Milano con una tesi su McLuhan, ha poi conseguito un diploma in semiotica

presso la stessa università e un PhD. in Social Sciences alla University of Kent (U.K.). Attualmente è professore straordinario di Sociologia dei processi culturali presso l’Università cattolica, dove insegna sociologia e antropologia dei media alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Gli interessi di ricerca comprendono la comunicazione e le trasformazioni culturali e sociali legate ai processi di globalizzazione. Info: Seminario diocesano via D. Bollani, 20 - 25123 Brescia; tel.: 030.37121; fax: 030.3712227 www.seminariobrescia.


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Ecclesia Chiesa bresciana

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Agorà Popoli in cammino

Il Signore vuole che tutti siano uno Si è conclusa anche la terza fase delle iniziative programmate per la presentazione della Lettera pastorale del Vescovo, ora affidata alle comunità

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Si è concluso lo scorso venerdì 8 ottobre il percorso di incontri tenuto da mons. Luciano Monari in occasione della terza fase dell’Agorà, “Popoli in cammino”. Un itinerario fitto di incontri che ha toccato le principali macro zone della diocesi partendo dalla Valtrompia il 4 ottobre scorso, passando per Valle Camonica, GardaValsabbia, Manerbio e infine, venerdì 8 appunto presso la sala della Comunità Aurora di Roncadelle. Dopo un momento di preghiera insieme ai numerosi fedeli, il Vescovo ha voluto sottolineare la continuità di significati tra le lettere pastorali dei due anni scorsi e quella di oggi. Ha richiamato alla memoria la prima Lettera, dedicata alla “Parola di Dio” che dà inizio a tutta l’avventura di fede: Dio apre il suo cuore agli uomini e chiede loro di essere con lui prota-

di Emma Bettinardi

gonisti della storia per raccogliere un unico popolo, portatore della memoria di ciò che Egli ha fatto per l’umanità. La Parola è poi divenuta carne nel corpo di Cristo, vita ed esempio di amore incarnato. L’eucaristia è stata protagonista della seconda Lettera: in essa si concretizzano e concentrano 2000 anni di storia che separano il cristiano da Gesù, un evento unico che fa tutti partecipi dell’esperienza di Cristo. La terza Lettera, quest’anno, ha voluto raccogliere quanto già detto per dare un’immagine di ciò che la Parola di Dio e l’eucaristia hanno fatto cambiando, rigenerando, rinnovando l’umanità, dandole una nuova forma, la forma del corpo di Cristo che è il volto della comunità. La comunità cristiana, dunque, è effettivamente il corpo di cui Cristo è

Un’immagine dell’incontro di Roncadelle

il capo, ma non nasce corpo, si deve formare e deve agire per esserlo. L’uomo nasce come cosa da fare, deve svilupparsi, così la comunità cristiana che, celebrando l’eucaristia, diviene un corpo solo, non perfetto, ma basato sul legame che il Signore le ha donato e che è necessario coltivare perché maturi attraverso ‘l’esercizio’ della comunione e tramite esso la comunità possa esprimere l’amore di Cristo. Tutto il senso della vita pastorale è riassunto nell’estensione della crescita verso Gesù Cristo. L’invito di riflessione per i laici è quello di partire dalle parrocchie per realizzare la Chiesa ponendo al centro l’eucaristia domenicale che unisce e fa la forza della parrocchia stessa, senza però dimenticare di guardare ai confini non come muri che chiudono, ma come cammini che mettono in comunicazione con l’esterno. Il Vescovo ricorda ai presenti, con le parole “tutti siano una cosa sola”, il valore della comunità che deve andare oltre i suoi confini e imparare ad ascoltare e includere l’altro.

È necessaria, nelle raccomandazioni del Vescovo, una pastorale pensata che permetta di andare oltre i confini e unisca, in un solo progetto, diverse parrocchie permettendo loro di farsi corpo di Cristo senza perdere la propria, indispensabile, individualità. Un grande progetto di unità pastorale fatta di progetti, pianificazioni e verifiche da attuare insieme perché ci sia una reale continuità tra le comunità. E ancora nel cuore della comunità per non dimenticare il valore dell’incontrarsi e ri-conoscersi nella parrocchia e nel Vangelo per non correre il grave rischio di vivere nell’anonimato che isola e uccide la comunità. Un accenno importante infine all’attualità sociale ricordando che la comunità parrocchiale non è fatta delle polarizzazioni politiche, non c’è necessità quindi di vincere, di prevalere sull’altro, ma di comprendere il valore del reciproco rispetto e aiuto perché ciò che il Signore vuole dai suoi figli non è far prevalere qualcosa, ma trovare una via di condivisione che sia più ricca per entrambe le parti.

Ingressi parrocchiali

Don Frattini a Offlaga, don Menolfi ad Angolo, don Zanotti a Castelcovati L’ingresso del nuovo parroco dell’unità pastorale don Felice Frattini, trasferito da Fiesse per assumere l’incarico di guida spirituale dalla nuova realtà alla quale sono aggregate le parrocchie di Cignano e Faverzano. Don Frattini, originario di Paderno FC e sacerdote dal 1974, ha svolto il ministero pastorale a Monticelli Brusati e a Ponte Zanano, prima di approdare a Fiesse nel 1989. La cerimonia si è svolta in tre tempi diversi nelle tre parrocchie che compongono l’unità: nel pomeriggio di sabato 9 ottobre in Sant’Imerio di Offlaga; nella mattinata di domenica a Sant’Andrea apostolo di Cignano; nel pomeriggio, sempre di domenica, a Faverzano, dove il parroco ha fissato la sua abitazione. I riti di immissione sono stati presieduti dall’arciprete di Manerbio nella sua qualità di delegato del vescovo, mons. Tino Clementi. Con don Frattini collabore-

rà don Daniele Botticini incaricato direttore degli oratori delle tre comunità. Al suo arrivo, il sindaco Ferdinando Moretti, con l’intera giunta, l’ha salutato con l’augurio che possa proseguire l’opera dei parroci che l’hanno preceduto. Sabato 9 ottobre, nel pomeriggio, le comunità parrocchiali di Angolo e Anfurro hanno accolto il nuovo parroco don Guido Menolfi. È stato accolto nella piazza del municipio e salutato dal commissario prefettizio Romano Zaira. Nella parrocchiale di San Lorenzo si è svolta la cerimonia di immissione, presieduta dal vicario zonale don Danilo Vezzoli, seguita dalla celebrazione eucaristica. Don Guido, originario della parrocchia di Villachiara, è sacerdote dal 1988 e ha prestato il servizio pastorale a Branico e Ceratello, al Convitto San Giorgio, a Nuvolera, a Villa Carcina, a Breno, infine a Losine (dal

1999) e a Cerveno (dal 2002), parrocchie in cui è stato parroco fino al suo trasferimento ad Angolo. Nel nuovo incarico sostituisce don Fausto Gregori, diventato parroco di Gianico. Infine nella serata di domenica 10 ottobre si è svolto il solenne rito d’ingresso di don Marco Zanotti nella sua nuova parrocchia di Sant’Antonio Abate in Castelcovati. Presso la chiesetta di San Marino ha pregato sulla tomba dei sacerdoti defunti e ha invocato la protezione della Vergine Addolorata. Poi, si è snodato un lungo corteo aperto dalla banda di San Giovanni di Polaveno, sua precedente sistemazione, e chiuso da quella di Castelcovati, dopo aver reso omaggio ai caduti, si è diretto verso la chiesa parrocchiale dove c’è stato il rito di immissione presieduto dal vicario zonale e ha celebrato la Messa.


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La Dedicazione della chiesa domenica 24 ottobre

In nome di Sant’Angela Merici

Clero Settimane teologico-pastorali

Il ministero dentro le novità

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Come indicava il decreto conciliare Presbyterorum ordinis, anche i presbiteri “immersi e agitati da un gran numero di impegni derivanti dalla loro missione, possono domandarsi con vera angoscia come fare ad armonizzare la vita interiore con le esigenze dell’azione esterna”. Per venire incontro a questi interrogativi dei sacerdoti, la nostra diocesi, dopo le settimane sinodali e dopo l’esperienza dello scorso anno, ripropone loro l’appuntamento con le Settimane teologico-pastorale. Il tema di quest’anno è: “Ministero del presbitero e processi educativi”. Due le date e i luoghi: dal 21 al 26 novembre 2010 presso l’Eremo di Montecastello; dal 20 al 25 febbraio 2011 presso l’Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno. Segnaliamo i momenti essenziali del programma. Lunedì: Le difficoltà dell’educare oggi. Ore 9 lectio divina su 2Tm 2, 14-26. Ore 9.30 introduzione ai lavori di gruppo; ore 9.45 confronto in gruppo: problemi e difficoltà nell’educazione alla fede delle nuove generazioni. Ore 16 tavola rotonda: problemi e difficoltà nell’educazione in famiglia e nella scuola. Martedì: Alla ricerca delle cause.

Ore 9: lectio divina su Gal 4, 1-11. Ore 10 intervento: Mentalità tecnica e nuova concezione di uomo (prof. Giuseppe Mari). Ore 16 intervento: L’uomo digitale e la frattura educativa (prof. Chiara Giaccardi). Mercoledì: Quali nuove attenzioni educative per il ministero presbiterale? Ore 9: lectio divina su 1Cor 8, 1-13. Ore 9.30 intervento: Libertà, disciplina e testimonianza nel processo educativo (prof. Pier Paolo Triani). Ore 16 intervento: Esigenza di una nuova alleanza educativa (dott.ssa Paola Bignardi). Giovedì: Quali proposte? Ore 9: lectio divina su Es 12, 24-28 o Es 19, 1-8. Ore 9.30 intervento: Di fronte alle nuove sfide educative, quale formazione è richiesta al presbitero? (prof. don Stefano Guarinelli). Ore 16 confronto in gruppo: tra le molte cose ascoltate su ministero e processi educativi, cosa ritieni più urgente e importante da proporre al presbiterio diocesano? Venerdì: Sintesi propositiva. Ore 9 sintesi delle proposte emerse dai lavori di gruppo; ore 10.30 intervento del Vescovo e confronto in assemblea. Le meditazioni saranno tenute dal vescovo mons. Luciano Monari. Si ricevono le iscrizioni fino all’esaurimento dei posti disponibili. Le iscrizioni si chiudono quindici giorni prima dell’inizio della settimana; si ricevono in Curia, telefonando al numero 030.3722229/260.

Il 24 ottobre alle ore 16 nel Santuario di S. Angela Merici si svolgerà il rito della Dedicazione. Il Santuario è stato chiesa parrocchiale di S. Afra fino al bombardamento del 2 marzo 1945. Rimase così gravemente danneggiata che per la ricostruzione sarebbero stati necessari tempi lunghi e fondi adeguati. Venne perciò deciso di rendere parrocchiale la chiesa di S. Eufemia, e di affidare la chiesa danneggiata alla Compagnia di S. Angela: una volta ricostruita venne dedicata a proprio a S. Angela. La ricostruzione prima e i restauri poi richiesero tempi più lunghi del previsto, praticamente fino ai nostri giorni, con la sistemazione del presbiterio secondo le indicazioni del Concilio e la dotazione di un nuovo organo a canne. Ora, a opere compiute, si può celebrare il rito della Dedicazione. Il rito della Dedicazione di una chiesa inizia con la benedizione dell’acqua e con l’aspersione dei fedeli e delle pareti della chiesa stessa, per ricordare che i battezzati, morti e risorti a vita nuova con Cristo, vero tempio della presenza di Dio tra noi, e diventati membra del suo corpo ed eredi del suo Regno, sono come pietre vive, unite a Cristo pietra angolare, e formano il tempio santo di Dio, che è la sua Chiesa. La chiesa di pietre materiali diventa così segno di questa santità donata ai battezzati; è un edificio santo perché lì invochiamo il santo nome di Dio, ci nutriamo della sua Parola, viviamo dei suoi sacramenti. È segno anche della Chiesa celeste, il cui tempio è l’Agnello, che chiamiamo Paradiso o Gerusalemme celeste. La nostra fede ci assicura che, per la comunione dei Santi, Chiesa terrestre e Chiesa celeste formano un’unica meravigliosa realtà, come dice il catechismo della Chiesa cattolica. Di singolare importanza è l’unzione delle pareti della chiesa in dodici punti: si vuol ricordare che la Chiesa, celeste e terrestre, è ‘apostolica’, cioè fondata sugli Apostoli: “Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello”. Per l’unzione delle pareti si usa il sacro crisma per ricordarci ancora una volta che il fondamento unico è Gesù Cristo, l’Unto di Dio (cfr. Lc 9,20). Dal gesto dell’unzione deriva anche il fatto della titolarità: cioè insieme alla dedicazione a Dio viene dato alla chiesa il titolo di uno o più Santi. Questo continuo intreccio tra santità di Dio, il suo tempio santo che è il corpo di Cristo e il suo corpo mistico che è la Chiesa, sia celeste che terrestre, ci aiuta a comprendere anche il motivo per cui una chiesa venga dedicata a un particolare santo. Nel nostro caso essa viene dedicata a S. Angela Merici, in quanto visse gli ultimi anni proprio in un piccolo appartamento adiacente alla chiesa di S. Afra, in essa diede inizio alla Compagnia di ‘vergini elette spose del Figliuol di Dio’ e in essa, dopo la morte, il suo corpo venne custodito e venerato fino al presente. Con la dedicazione si prevede un ulteriore incremento del culto a S. Angela Merici, tanto più che il 24 gennaio scorso è stata proclamata patrona secondaria della città e della diocesi, unito a una rinnovata fiducia nella sua protezione e nel suo aiuto da parte di coloro che vi si raccoglieranno per partecipare ai santi Misteri. Tutti potranno incontrare in lei un modello da imitare nelle scelte della vita, un riferimento di fedeltà a Dio e alla Chiesa, un incitamento a essere testimoni di Cristo nelle situazioni concrete e secondo la propria vocazione, nel cammino verso la Patria. In particolare le donne sostando in preghiera scopriranno in lei i tratti sicuri della propria identità e le giovani il singolare dono della consacrazione verginale. Tutti, stimolati dall’amore con cui S. Angela ha improntato la sua vita, sapranno diffondere nella vita il buon profumo di Cristo. Ci aiuterà in questo anche Maria Santissima, che ebbe la mirabile grazia di offrire il suo corpo come primo tempio della presenza di Dio in mezzo a noi, e ci sosterrà nel proposito di trasformare i nostri corpi in un vero e autentico tempio santo di Dio. (Federico Pellegrini)

La chiesa di Sant’Angela Merici


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Veglia Il mandato ai nuovi missionari

Messaggeri dell’amore nel mondo Sono sei i figli della nostra Chiesa che saranno inviati: due laiche missionarie, una volontaria internazionale, due religiose e un sacerdote

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di Raffaele Donneschi

Il 23 ottobre prossimo, alle 20.30 in Cattedrale, il vescovo Luciano durante la Veglia missionaria darà il mandato missionario a sei nostri fratelli e sorelle che partiranno per la missione. Ma ha ancora senso oggi il partire? E se ha un senso perché una Chiesa locale continua a ritenere importante che qualcuno dei suoi fratelli e sorelle sia mandato in missione? La risposta è semplice, ed è questa: ciascuno di loro, nel suo ambiente, nella sua vita di infermiera, di studente, di segretaria, di religiosa o di sacerdote, ha udito la stessa parola di Gesù: “Andate!”. Andate più lontano! Uscite dalla vostra città o dal vostro Paese, dal vostro posto di lavoro o di apostolato! Partite e portate frutto ! E ciò che manterrà ciascuno nella fedeltà alla sua missione, è la pienezza, è la crescita di questo amore di amicizia,

iniziato nel battesimo, che esiste tra Dio e ciascuno di coloro che stanno per partire. Amicizia con Dio, amicizia con il prossimo. “Vi riconosceranno in questo come miei discepoli: dall’amore che avrete gli uni verso gli altri” (Gv 13, 35). In una comunità cristiana, nella Chiesa, non vi è un miglior messaggio di questo: l’amore. Tutto il resto è tradimento. Tutto il resto è un baccano vuoto e senza frutto. Vogliamo allora dare un nome e un volto a questi sei nostri fratelli e sorelle che saranno inviati: due laiche missionarie, una volontaria internazionale, due religiose e un sacerdote diocesano. Luisa Lorenzini, di Gussago, ha già alle spalle cinque anni di missione in Mozambico negli scorsi anni: ha ascoltato l’appello del Vescovo di Balsas, Brasile, diocesi che per molti anni vide la presenza del non dimenticato nostro

Luisa Lorenzini

concittadino dom Franco Masserdotti come vescovo, fino alla sua tragica morte, che la vuole affiancata a un’altra volontaria bresciana, Annamaria Panegalli, in un progetto di Scuola familiare agricola, come insegnante ed educatrice. Gabriella Romano, di San Zeno, infermiera, da anni va e viene da Viseu, diocesi di Bragança, nel Nord del Brasile e ha maturato con il Vescovo di là un progetto per seguire i ragazzi con qualche difficoltà e disagio, raccogliendoli durante la giornata. Nicoletta Quartini, di Gussago, realizza la sua ‘passione per l’Africa’ continuando un progetto dello Svi di Brescia nella diocesi di Ngozi, in Burundi: progetto nato per i Batwa (pigmei) ma che oggi coinvolge altre persone nel migliorare la propria agricoltura e la propria organizzazione sociale. Suor Patrizia Livraga, canossiana, di Orzinuovi, è già stata a Hong Kong; ha seguito e animato per anni il movimento del Volontariato internazionale canossiano (Voica) e ora tocca a lei ritornare in missione, e precisamente in Togo. Suor Sabina Gasparini, ha una storia

tutta da raccontare: già laica missionaria in Mozambico per oltre due anni, al ritorno in Italia si ‘innamora’ del carisma di S. Arcangelo Tadini e entra nelle Suore Operaie di Botticino. Adesso che è juniora (professa non ancora perpetua) parte per il Brasile e andrà nella diocesi di Serrinha, Bahia, nella comunità che le Suore Operaie hanno aperto da poco, rispondendo all’invito di un Vescovo bergamasco, della Congregazione della Sacra Famiglia di Martinengo. Don Marco Pozzi, di Borgo Poncarale, sacerdote diocesano, ultimamente in servizio pastorale nella parrocchia di Ghedi, dopo essere stato curato a Castelcovati, partirà per la diocesi brasiliana di Castanhal, dove è vescovo il bresciano dom Carlos Verzeletti e dove già operano don Pierino Bodei e don Renato Soregaroli, sostituendo don Marco Marelli che si sposterà nella diocesi di Ciudad Guayana in Venezuela. A coloro che partono e a noi che rimaniamo l’augurio e l’impegno di vivere la nostra vita come una missione senza confini.

La 20ª edizione del premio Cuore amico ai missionari

Per far conoscere la generosità dei tanti che dedicano la loro vita agli altri Sabato 23 ottobre alle 9.30 è programmata la celebrazione della 20ª edizione del premio Cuore amico. Si svolgerà nella chiesa di San Cristo nel complesso dell’Istituto Saveriano (via Piamarta 9 – Brescia). Don Mario Pasini, fondatore di Cuore amico, nel numero di ottobre 1991 della omonima rivista scriveva: “Scopo del premio non è tanto l’aiuto economico ai missionari – grazie alla generosità dei benefattori ogni anno distribuiamo milioni di euro –, ma di richiamare l’attenzione, e quindi l’impegno degli italiani, su questa silenziosa ma grandiosa opera della Chiesa per la promozione dei poveri nel mondo”. Sottolineava ancora don Mario, con parole che sono più attuali che mai: “L’attività missionaria, pur essendo squisitamente religiosa, è insieme altamente umanitaria perché il messaggio liberatore del Vangelo non viene annunciato solo

attraverso la predicazione verbale, ma con una serie di opere concrete che sono le scuole, da quelle elementari alle professionali, gli ambulatori, gli ospedali, gli acquedotti, i pozzi e tutte le iniziative che creano la base indispensabile per liberare i popoli del Terzo Mondo dalla fame, dall’ignoranza e dalle malattie”. Ed aggiungeva: “Un’attività, quella missionaria, di concreta promozione umana e di autentica civiltà che rappresenta, di fronte al mondo, la pagina più fulgida della Chiesa. Il Premio, almeno per ora, è destinato ai missionari italiani e vuol far conoscere queste storie di vita bellissime che fanno onore all’Italia. In questa società afflitta da autoflagellazione, più portata a sottolineare i propri difetti, è altamente educativo far conoscere pagine di generosità umana oltre che cristiana, scritte silenziosamente da migliaia di missionari e

da milioni di cittadini italiani che, senza salire in cattedra e senza tanti proclami, con i loro sacrifici personali, fanno dell’Italia, in proporzione alla sua popolazione, il Paese più generoso verso il Terzo Mondo. La finalità del Premio rientra a pieno titolo nell’attività missionaria che è I’impegno di Cuore amico. Da questa maggior conoscenza delle opere è lecito attendersi un aumento di sostegno concreto. Il premio di Cuore amico, al di là del suo evidente valore di riconoscimento morale ai missionari, va visto come un investimento per ottenere una ulteriore crescita dell’impegno degli italiani per i Paesi più poveri del mondo”. Per il 2010 sono stati scelti per i sacerdoti la Congregazione dei Padri Somaschi; per le religiose suor Eleonora Liberini della Congregazione delle Suore di Maria Bambina e per i laici Luisa Flisi della diocesi di Parma.


Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 15 OTTOBRE 2010 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo Lunedì 18 ottobre Ore 19.45 – Carzago Riviera – S. Messa in occasione delle feste quinquennali.

Martedì 19 ottobre Ore 16 – Seminario maggiore – Udienze e S. Messa.

Mercoledì 20 ottobre Visita ai sacerdoti della zona XVII dell’Alto Garda.

Familiari del clero

Incontro di spiritualità All’inizio del nuovo anno pastorale i familiari del clero riprendono i loro appuntamenti per il cammino di formazione. Tutti sono invitati a partecipare all’incontro di spiritualità martedì 19 ottobre, dalle ore 9 alle ore 15, presso il Centro pastorale Paolo VI.

Apostolato della preghiera

Programmi per i prossimi mesi L’Adp propone un cammino di spiritualità, aperto a tutte le vocazioni e illuminato dall’amore del Cuore di Gesù e di Maria. Anche quest’anno vengono offerti alcuni momenti di riflessione, di adorazione, di formazione, di confronto. Nel programma di quest’anno ci sono due novità: gli incontri per studenti (in Seminario e in Università cattolica) e il pellegrinaggio a Paray-le-Monial (città del S. Cuore) e Ars (parrocchia del S. Curato) dal 27 al 29 maggio. Il primo incontro si terrà presso il Centro pastorale Paolo VI mercoledì 27 ottobre dalle ore 9.30 alle ore 17, con ritiro e assemblea. Info: Apostolato della preghiera, centro diocesano, via Trieste 13 25121 Brescia Tel. 030.37.22. Assistente: don Diego Facchetti, Seminario diocesano, via Bollani 20 - 25123 Brescia. Tel. 030.37.12.236 - 340.58.59.709 dondiegofacchetti@interfree.it Presidente: Anna Maria Toscani Guarneri.

Sabato 16 ottobre

Giornata mondiale contro la povertà Sabato 16 ottobre si celebra nella nostra città la Giornata mondiale contro la povertà, promossa da una lunga serie di associazioni ed enti bresciani. Nella mattinata si svolgerà presso l’Auditorium Capretti dell’istituto Artigianelli di via Piamarta un convegno di riflessione che prevede l’intervento di vari relatori. Nel pomeriggio in piazza Paolo VI una serie di manifestazioni artistiche di carattere vario.

Giovedì 21 ottobre Visita ai sacerdoti della zona XVIII dell’Alta Valsabbia.

Parrocchia di San Giovanni Evangelista

In onore di Paolo VI In occasione del 32° anniversario della morte di papa Paolo VI, la parrocchia di San Giovanni Evangelista, dove la famiglia Montini aveva storica dimora, intende celebrare la memoria del Pontefice bresciano con una doppia iniziativa di carattere artistico e culturale. Il primo appuntamento – giovedì 14 ottobre – prevedeva un approfondimento e una riflessione su una tematica tanto cara a Paolo VI: il legame tra fede e cultura. Mons. Giacomo Canobbio, docente di Teologia dogmatica e delegato vescovile per la pastorale della Cultura, ha indagato e illustrato le profondità del pensiero montiniano. Il secondo appuntamento – sabato 16 ottobre – sarà invece di carattere artistico. Il concerto per pianoforte e orchestra, diretto dal m° Giuseppe Orizio ed evocativamente intitolato “Ecco la via maestra”, vuol essere un significativo omaggio al Papa bresciano che ha indicato nell’arte e nella bellezza una delle strade maestre per il dialogo con Dio e con gli uomini di ogni condizione e latitudine.

Pastorale universitaria

Incontri per l’animazione Giovedì 21 ottobre il Cecud (Gruppo di universitari per l’animazione delle iniziative di pastorale universitaria) apre la serie di incontri che si terranno ogni 3° giovedì del mese presso il Centro universitario diocesano (via della Rocca, 16 – 25122 Brescia tel 0303751047.

Seminario

Meeting diocesano chierichetti Giovedì 21 ottobre dalle ore 14.30 alle ore 17.30 presso il Seminario diocesano di via Bollani, 20 in città si svolgerà un incontro e una festa con la consegna del mandato e della tessera del chierichetto.

Gargnano

Corso per catechisti Mercoledì 20 ottobre alle ore 20.30, presso l’oratorio di Gargnano, si terrà il secondo incontro del Corso interzonale per catechisti “Catechismo, sì… ma come? Un metodo semplice”, organizzato dall’oratorio “Giovanni Paolo II” di Gargnano in collaborazione con l’Ufficio catechistico diocesano. Interverrà dott.sa Mariella Bombardieri, psico-pedagogista e docente presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Tema: “La sfida educativa della catechesi. Aspetti psicologici della fanciullezza e della preadolescenza. Il ruolo decisivo dei genitori nella trasmissione della fede”.

Biblioteca del Seminario

Chiusura e orari La Biblioteca del Seminario diocesano resterà chiusa dal 28 ottobre al 4 novembre. Venerdì 5 novembre l’apertura pomeridiana è invece garantita. Dal 13 ottobre al 1 dicembre la Biblioteca chiuderà il mercoledì pomeriggio ma sarà aperta la mattina del lunedì.

Nave

Festa e raccolta fondi per l’America latina “Perunprofe” è il nome scelto dall’associazione “Amici casa della gioventù” per la festa latina di raccolta fondi di sabato 16 ottobre all’oratorio di Nave. I giovani organizzatori sostengono il progetto di suor Saveria Menni da Cemmo, operaia, impegnata nelle missioni dell’America latina. Il ricavato verrà devoluto alla scuola della Casa della gioventù Victor Raùl-Perù, per consentire il pagamento degli stipendi dei professori, che garantiscono l’educazione a 520 alunni indigenti. La festa avrà inizio alle 16 con la merenda insieme agli organizzatori che porteranno la loro esperienza nelle missioni e proseguirà con letture, concerti e stand gastronomici tipici peruviani fino a sera.


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Segni che parlano

di Giancarlo Paris, ofm conv.

Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno preparato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi sono nudi, perchĂŠ si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma. Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi proteso a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. CosĂŹ anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua boccaâ€?, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerĂ onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo. SETTIMANALE DIOCESANO

FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO n° 30

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GIORNATA DI VOCE 7 NOVEMBRE 2010 10


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Ponte San Marco Vita pastorale

Attenti al bisogno e alle esigenze Il parroco don Riccardo Bergamaschi, guida della comunità dal 2002, descrive le tre macroaree della carità, della catechesi e della pastorale giovanile. Emerge un quadro positivo di una realtà in costante crescita

Il taglio del nastro dell’oratorio con il Sindaco, il Vescovo e il Parroco

Inaugurazione dell’oratorio dedicato a Piergiorgio Frassati

Un obiettivo desiderato a lungo La comunità parrocchiale di Ponte San Marco ha vissuto un 10 ottobre fuori dall’ordinario con i grandi festeggiamenti per l’inaugurazione del nuovo oratorio intitolato a Piergiorgio Frassati. La lunga mattinata di eventi è iniziata con la celebrazione della Messa nella chiesa della frazione, concelebrata alla presenza del vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, il quale ha richiamato l’importanza “di considerare la vita per quello che essa rappresenta, cioè un dono. E così come ognuno di noi ha ricevuto questo dono allo stesso modo dobbiamo comportarci come quel lebbroso che, guarito, rende testimonianza e aiuta gli altri nelle difficoltà. L’obiettivo – ha continuato il Vescovo – è far sì che si diventi tutti una cosa sola, con le proprie differenze e la propria specificità”. Al termine della celebrazione eucaristica il folto pubblico presente ha raggiunto la vicina palestra per i saluti delle autorità civili e religiose con in testa il sindaco di Calcinato, Marika Legati: “Oggi, con l’avvio delle attività nel nostro bellissimo oratorio – ha dichiarato il primo cittadino – assistiamo al compimento di un percorso che viene da lontano e che costituisce un esempio straordinario di valorizzazione sociale con vocazione educativa. Proprio l’oratorio rappresenta la concretizzazione dell’accoglienza perché qui ci si confronta con l’altro e si arriva al riconoscimento delle relazioni comuni, con particolare riferimento ai giovani”. Sul ruolo che ha avuto la Divina Provvidenza nel compimento di questo “sogno” ha parlato il parroco, don Riccardo Bergamaschi, per il quale “non noi uomini, ma lo Spirito che è dentro il nostro cuore ha permesso di raggiungere un obiettivo tanto desiderato e a lungo rincorso”. Parole di stimolo e di speranza per nuove vocazioni di preti e suore sono giunte dalla Madre generale delle Missionarie di Gesù Sacerdote, Maria Patrizia Mereu, che ha esortato i genitori “a sentirsi pieni della grazia di Dio quando un loro figlio o una loro figlia scelgono la vita religiosa”. Quanto alle cifre e ai numeri del nuovo oratorio, Armando Casella, progettista dell’impianto, ha relazionato sui cinque anni di lavori e sui tre lotti che “hanno riguardato la canonica e la chiesa parrocchiale, con interventi di manutenzione straordinaria e rifacimento del tetto oltre alla creazione di una nuova chiesetta invernale passando per le 5 nuove aule, la palestra con gli spogliatoi e la ristrutturazione della sala polivalente che ora si presenta molto più capiente con ben 250 posti a sedere, adatta anche a incontri di pallavolo e pallacanestro. Il terzo e ultimo lotto, invece, è consistito nella realizzazione di campi sportivi in sintetico con sistemazione dei piazzali esterni”. L’opera complessiva si caratterizza per l’abbattimento delle barriere architettoniche e un basso impatto ambientale grazie all’installazione di impianti fotovoltaici sul tetto della palestra. La giornata di festa si è quindi conclusa con un rinfresco e con alcuni spettacoli ideati dai ragazzi e dalle famiglie.

C

Con oltre 3000 anime la parrocchia di Ponte San Marco costituisce una delle realtà più importanti presenti sul territorio del Comune di Calcinato. Alla sua guida, dal 2002, c’è don Riccardo Bergamaschi che ci accompagna in questo “viaggio” nelle tre macroaree della carità, della catechesi e della pastorale giovanile in cui si sostanzia l’operato religioso. “La prima – afferma don Riccardo – è in continuo fermento, penso all’iniziativa della ‘Mano fraterna’ che, assieme alle altre due parrocchie di Calcinatello e Calcinato, segue le situazioni

di Federico Migliorati

più difficili e ha permesso la nascita di tre punti di ascolto nei quali, dopo una lettura del bisogno, si arriva all’approccio relazionale e, unitamente ai Servizi Sociali comunali, all’individuazione di una soluzione alle necessità come è il caso del microcredito o dei pacchi famiglia alimentari; fondamentale, poi, è la continua assistenza fornita a malati e anziani”. Altro settore particolarmente curato è quello della catechesi: “A Ponte San Marco, nella prossima festività di Cristo Re – continua don Riccardo – verranno infatti cresimati i primi gruppi di ragazzi che iniziarono sei anni fa il percorso di iniziazione cristiana, un momento importante che ha visto abnegazione e impegno continui”. Grande attenzione viene posta anche nei confronti della realtà giovanile “per la quale abbiamo dato vita a uno spazio dal titolo “Non solo compiti”, tre pomeriggi alla settimana all’oratorio dove, accanto a momenti ludici e ricreativi, non mancano spazi per l’accoglimento di un progetto educativo cristiano e per la crescita morale dei nostri ragazzi”. E sempre in questa struttura parte a breve “Sabati all’oratorio”, realtà che vedrà di volta in volta gruppi diversi (famiglie, catechisti, giovani) organizzare momenti di accoglienza aperti a tutti. La parrocchia di Ponte San Marco, in virtù anche di una presenza massiccia di immigrati (oltre il 18% dei residenti) ha promosso un’interessante iniziativa a loro destinata, vale a dire una Messa che, una volta al mese, viene celebrata in inglese, un modo per sentirsi integrati nella comunità.


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Paesi e parrocchie Città

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Brescia Proposta dell’Anmil alle scuole superiori

La salute dei lavoratori è in pericolo Celebrata la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Solo in Italia oltre mille persone nel 2009 hanno perso la vita

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Nel 2010 la sicurezza sul lavoro non è ancora una certezza. Anche a Brescia è stata celebrata la 60ª edizione della fondazione dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, istituzionalizzata nel 1998 dal Governo. Nel 2009 in Italia oltre mille persone hanno perso la vita per incidenti sul lavoro, mentre circa 300 sono decedute a seguito di una malattia professionale. Gli infortunati sono stati circa 790mila. Sono cifre impressionanti, che dimostrano quanta strada vi sia ancora da percorrere per tutelare la salute dei lavoratori, da parte sia della socie-

di Franco Armocida

tà civile sia delle istituzioni. La manifestazione si è aperta con una Santa Messa in suffragio delle Vittime nella chiesa di San Lorenzo, cui è seguita la deposizione di corone di alloro presso i monumenti ai Caduti sul lavoro in via Benedetto Croce e ai Caduti in piazza Loggia e che si è conclusa con la cerimonia civile in Loggia nel Salone Vanvitelliano, alla presenza di numerose autorità civili e militari. “Il 2010 registra nel Bresciano, ad oggi, 14 caduti mentre la media annuale degli infortuni si attesta sulle 18mila unità – ha detto il presidente provinciale Anmil

Angelo Piovanelli

Angelo Piovanelli – e anche queste sono cifre che inducono a riflettere. A livello nazionale rivendichiamo come elemento risarcitorio del danno la rendita da infortunio, quindi non soggetta ad alcuna tassazione – ha continuato Piovanelli – così come chiediamo che la percentuale imputabile ad infortunio torni dall’attuale 16% all’originale 11%”. Sul piano delle cure, soprattutto in ambito protesi, “vorremmo tempi di intervento da parte Inail più qualificati. A Brescia vogliamo lanciare una campagna che veda gli enti locali aderire all’Anmil, perché, pur essendo un atto simbolico – ha evidenziato Piovanelli – è il segnale di una maggiore vicinanza e sensibilità da parte di un Comune nei confronti del cittadino, quale atto di una maggiore cultura della sicurezza”. Il secondo obiettivo è la scuola, “affinché si possa estendere

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alle elementari la nostra presenza, in quanto già a 7-8 anni inizia la formazione del carattere di una persona. Vogliamo anche – ha sottolineato Angelo Piovanelli – che il progetto Silos, acronimo di ‘Scuola, innovazione, lavoro, organizzazione, sicurezza’, frutto della sinergia di Anmil, Inail e ministeri del Lavoro e dell’Istruzione e mirato ai giovani delle quarte e quinte superiori, prenda corpo quanto prima perché ciò che lo rende veramente innovativo è il coinvolgimento del personale docente, inserendo nella propria materia messaggi tesi all’affermazione della sicurezza del lavoro, completando in tale ambito la funzione educativa della scuola. Chiederemo agli studenti di sottoscrivere un ‘patto d’onore’, affinché anch’essi siano, nel momento dell’inserimento nella società civile, portatori di tali messaggi”.


Brevi

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Sette giorni di politica

Tra pcb e Comparto Milano Il Pd alza la voce contro la giunta Paroli per la decisione di non assegnare più i contributi (lo scorso anno erano 355mila euro) per le oltre 2000 famiglie che risiedono nella zona sud-est e nel sito inquinato Caffaro. Il Consiglio comunale ha dato il via libera alle modifiche sul Comparto Milano. In Regione arriva l’ok, invece, in Commissione “Ambiente e Protezione civile” al piano di gestione dei rifiuti della Provincia di Brescia, con il voto favorevole dei gruppi Pdl e Lega Nord e il voto contrario espresso da Pd, Italia dei Valori e Udc.

Una donazione all’Università degli Studi

Il manichino che salva il cuore

Canton Mombello

Brescia Reinserimento dei detenuti

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“Ripuliamo le cattive strade”

“Questo è un progetto importante e innovativo perché dà ai detenuti l’opportunità di uscire dalla routine quotidiana del carcere così da collaborare con l’Amministrazione comunale per il bene della comunità”. Con queste parole, Fabio Rolfi, vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Brescia ha presentato l’importante progetto “Ripuliamo le cattive strade”, nato dalla collaborazione tra Provincia e Comune, associazione Carcere e Territorio e gli istituti di pena della città, Canton Mombello e Verziano. Obiettivo principale del progetto (iniziato lo scorso 7 ottobre, si conclude il prossimo dicembre) è quello di favorire il reinserimento sociale di alcuni detenuti nella fase finale della pena; reinserimento che dovrebbe avvenire per tappe, anche grazie alla realizzazione di attività di volontariato che saranno portate a compimento accanto ad alcuni membri di importanti Associazioni e onlus cittadine, come il “Gruppo Val Carobbio Onlus”, “Coda Onlus”, “Protezione Civile, gruppo Oltremella” e, infine l’Ana di Brescia”. “La realizzazione di un simile progetto

di Laura Di Palma

è un momento importante per la nostra comunità”, gli ha fatto eco Carlo Alberto Romano, criminologo e presidente di Carcere e Territorio. “In ottemperanza all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, che ammette la possibilità per i carcerati di svolgere lavoro all’esterno dell’istituto di pena, infatti, si cerca un passaggio diretto tra un modello ormai obsoleto come quello rieducativo, dimostratosi fallimentare e un modello che indubbiamente funziona, come quello riparativo”. Al progetto possono prendere parte circa una ventina di detenuti, a gruppi di dieci per volta, che si misureranno con lavori come la pulizia di torrenti, fossati e sentieri, la raccolta di rifiuti, il disboscamento programmato di alcune aree boschive o la vigilanza antincendio. I detenuti affiancheranno i volontari di quattro associazioni, a loro volta formati grazie alla partecipazione a un corso specifico di quattro giornate.“ Grazie a progetti simili si può vedere come il sistema possa fare rete per il bene comune” – ha affermato Aristide Peli, assessore provinciale al Lavoro e alle attività produttive.

Ogni anno in Italia muoiono improvvisamente quasi 60mila persone, una ogni nove minuti, per arresto cardiocircolatorio, quando, in alcuni casi un intervento immediato da parte di una persona a conoscenza delle procedure di rianimazione, in attesa dell’arrivo del 118, potrebbe ridurre tale valore. Questo il principio che ha ispirato il protocollo d’intesa siglato tra la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Brescia e l’associazione di volontariato per la lotta alle malattie cardiovascolari “Amici per il cuore” di Chiari, che ha visto la consegna all’ateneo da parte del sodalizio clarense di 50 kit manichino “Laerdal Mini Anne”, completi di ogni accessorio e di un dvd illustrativo delle procedure da adottare in caso di emergenza. “Tra i nostri obiettivi, pur essendo una piccola onlus – ha detto il presidente degli ‘Amici per il cuore’ Giacomo Fogliata – vi è quello di creare una popolazione abituata a intervenire, con un’azione estesa a ogni livello scolastico”. Il primario di Cardiologia dell’Azienda ospedaliera Melino Mellini di Chiari Claudio Gentilini, supportato da una operatrice, ha effettuato una dimostrazione pratica dell’uso del mini-manichino, spiegando le varie manovre di rianimazione con i dettagli cui prestare attenzione. “Questo manichino è comodo perché è piccolo – ha illustrato Gentilini – e tra i nostri scopi vi è quello di creare una potenziale rete capillare di rianimatori, perché, in tempi brevi, si possono acquisire le conoscenze di base della rianimazione cardiopolmonare”. “Il grazie più sentito agli ‘Amici’ di Chiari – ha detto il Rettore Augusto Preti – che da tempo sostengono l’università e questo dono sarà a disposizione dei corsi di laurea”. (fr.a.)

Lunedì 18 ottobre

Convegno su Pietro Padula Lunedì 18 ottobre si tiene in Città un convegno su “Politica, autonomie locali e federalismo” per ricordare la figura di Pietro Padula, uno dei politici più significativi della Brescia del secolo scorso, morto nel marzo 2009. Il programma dell’incontro prevede alle 18 il saluto del sindaco Adriano Paroli, quindi la relazione del sen. Lucio Alessio d’Ubaldo su “Il contributo di Pietro Padula in favore delle autonomie locali”. Segue un dibattito moderato da Tino Bino su “Comuni, comunità, federalismo fiscale” con la partecipazione di Lorenzo Dellai, presidente della Provincia di Trento, del sen. Guido Galperti e di Oreste Perri, sindaco di Cremona. Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci, ha scritto: “Apprezzo la volontà che ha portato all’organizzazione di un convegno dedicato alla memoria del senatore Pietro Padula. Un uomo che ricorderemo per essere stato un vero servitore delle istituzioni, se mi permettete questa formula, forse un po’ desueta, ma così consona per chi, sindaco, presidente dell’Anci, senatore, seppe mantenere il profilo di uomo attento alla concretezza e alle esigenze. Amministratore lungimirante, capace di scelte dai risvolti impopolari (penso ai progetti del termovalorizzatore o della metropolitana). È questo il miglior ricordo di Pietro Padula: la capacità concreta e quotidiana di lavorare per la cosa pubblica nell’interesse superiore dei cittadini”.

Pietro Padula


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Paesi e parrocchie Città

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Convegno interassociativo Sabato 23 ottobre

Cristiani nella città Il tema “Sì bella e perduta” è incentrato sulla comunità tra nostalgia e legami sempre più labili

D

Da 14 anni le nostre associazioni, e i cattolici bresciani, trovano attraverso questo convegno un momento e uno spazio per offrire una testimonianza d’unità nella diversità. È un’iniziativa che, se confrontata col livello nazionale, continua a rimanere un modello di riferimento. In altre diocesi non succede: persone e associazioni, con sensibilità politiche anche diverse, condividono un pensiero, un linguaggio, un luogo per stare insieme e parlare di società e di politica. A Brescia succede. Gli “storici” ancora ricordano la tradizione dei corsi di formazione estivi a Fai della Paganella che, tra i promotori, annovera le Acli, Azione Cattolica, Fuci e Agesci. Dopo qualche anno d’interruzione, nel 1997, sotto la direzione culturale (e morale) di Mario Cattaneo, rinasce l’idea. La nuova

di Michele Busi e Roberto Rossini

via cerca di evitare l’autoreferenzialità associativa. Per questo la rete tiene lo sguardo non solo all’interno della comunità cristiana, ma al di fuori: i cattolici provano a vedere, giudicare e agire nella realtà che è stata loro affidata. Nella città. Potremmo sintetizzare proprio così: nel Convegno interassociativo si riflette sulla relazione tra i cristiani e la città. Poche settimane fa, Agorà ha ripresentato la Lettera a Diogneto. Essa ben esprime lo spirito di questo Convegno: dimorare sulla terra sentendosi cittadini del Cielo. Come ebbe ad affermare Enzo Bianchi, si cerca quell’atteggiamento positivo, rappacificato del saper restare in mezzo agli altri uomini senza rinnegare il Vangelo, con simpatia, senza separarsi da loro, solidali, tesi a costruire insieme una città più umana, senza ca-

dere preda dell’angoscia o della paura d’essere minoranza, vero lievito e sale della pasta del mondo. Il Convegno di quest’anno, dal titolo “Sì bella e perduta”, che si svolgerà il prossimo 23 ottobre a Brescia presso l’Università cattolica, è incentrato sul tema della comunità, uno degli snodi del nostro tempo. Assistiamo infatti da un lato a forme di nostalgia e di mitizzazioni di comunità del passato e dall’altro a un tessuto di legami sempre più labile in cui sembra dissolversi la comunità reale. In tutto ciò i cattolici che ruolo hanno? Quale contributo può dare la comunità cristiana? Come ci ricorda il Vescovo nella lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, proprio sul tema della comunità cristiana: “Se la Chiesa rinunciasse a trasformare il mondo e si rinchiudesse in se stessa,

paga di affermare un’ipotetica superiorità morale, preoccupata solo di gustare le gioie intime della fraternità, diventerebbe sterile e, poco alla volta, scomparirebbe”. Al convegno interverrà Mauro Magatti, noto sociologo e attento osservatore dei fenomeni sociali (tra i suoi studi, ricordiamo solo L’io globale. Dinamiche della socialità contemporanea) che dialogherà con Ilario Bertoletti, direttore dell’Editrice La Scuola e della Morcelliana. Nel pomeriggio vi saranno dei laboratori che svilupperanno alcuni aspetti riferiti alla realtà bresciana (dalla comunità cristiana, a quella scolastica, a quella del tempo libero). Chiude la giornata la testimonianza di padre Fabrizio Valletti, parroco di Scampia, su come “fare comunità” dove ciò pare impossibile.

Brevi

Nuova formula

Giuseppe De Rita

L’organizzazione

Silvana Platto, segretaria generale della Cdal

Altri tre appuntamenti in programma

In campo il mondo laicale

Il XIII Convegno interassociativo non si esaurisce in un incontro. Sono in programma altri tre appuntamenti su binomi chiave a Villa Pace di Gussago. Si incomincia venerdì 19 novembre alle 18 con la presentazione dell’icona biblica, alle 18.30 si parla di “Federalismo e responsabilità” Massimo Bordignon, docente di Scienze delle finanze presso l’Università cattolica di Milano; si conclude alle 20.30 con un buffet in fraternità. L’11 febbraio, invece, tocca a Roberto Mancini, filosofo dell’Università di Macerata, soffermarsi, sempre alle 18.30 dopo la presentazione dell’icona biblica, sul tema “Sussidiarietà e solidarietà”. Giovedì 10 marzo, infine, Giuseppe De Rita, segretario generale della Fondazione Censis affronta l’argomento di grande attualità “Pubblico e privato”. Tutti gli incontri, che si aprono alle 18 con la presentazione dell’icona biblica, terminano alle 20.30 con un momento di fraternità.

Con il patrocinio dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e della Cdal si rinnova l’appuntamento con il XIII Convegno interassociativo dal titolo “Sì bella e perduta”. Sono tante le associazioni e i movimenti coinvolti nell’organizzazione: Acli, Age, Agesci, Associazione centro migranti, Associazione nazionale famiglie numerose, Azione cattolica, Cisl, Città dell’uomo, Comunità e Scuola, Confcooperative, Fondazione Cocchetti, Forum delle associazioni familiari, Mcl, Meic, Movimento dei focolari, Pax Christi, Società San Vincenzo de’ Paoli, Ucid, Unione giuristi cattolici italiani, Università popolare Lunardi.


Paesi e parrocchie Bassa

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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Borgosatollo

“Porta un amico in Biblioteca” e ricevi un simpatico omaggio Sabato 16 ottobre dalle 9 alle 12 la Biblioteca comunale di Borgosatollo apre le porte con l’iniziativa “Porta un amico in Biblioteca”. L’iniziativa è chiaramente un modo per far apprezzare “il piacere della lettura” e si rivolge agli utenti della Biblioteca di piazza Italo Calvino.

Castenedolo

Un premio per il gallo canterino

Montichiari Assessorato all’Ecologia

Il volantinaggio selvaggio è vietato

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Niente più volantinaggio selvaggio a Montichiari. Un apposito regolamento di Polizia urbana approvato recentemente in consiglio comunale, infatti, prevede assoluti divieti in materia e sanziona in maniera forte tutte quelle aziende e quei privati che riempiono all’inverosimile le caselle di posta dei monteclarensi con volantini, opuscoli, foglietti e quant’altro. Attenzione, però, il divieto del Comune riguarda anche quei volantini posizionati dietro i tergicristalli delle auto in sosta oppure nei bar e negli esercizi commerciali del territorio. E coloro che invece fossero intenzionati a non rinunciare a tali forme di promozione “a domicilio”? Nessun problema. Sarà sufficiente che, fuori dall’abitazione o dall’azienda, sia posizionato un apposito contenitore recante la dicitura “Pubblicità” e nel giro di qualche giorno verrà riempito con celere attenzione, tenendo così distinta la corrispondenza importante da tutto il resto.

Lo splendido “gallo livorno nero”: un anno di vita nato e cresciuto alla cascina San Francesco di Castenedolo nell’allevamento amatoriale di Ugo Cavagnini, ha vinto la gara canora tra galli di razze italiane di Guastalla. 18 i pennuti in competizione con le loro colorate livree che alle 6 del mattino hanno espresso con le loro ugole i canti migliori nell’arco di 10 minuti per poter cantare almeno tre volte, cronometrati da giudici ufficiali che hanno verificato la durata complessiva dei tre canti per ogni gallo. Il rappresentante bresciano ha superato i concorrenti canterini, aggiudicandosi la coccarda, mentre l’allevatore Ugo Cavagnini, proprietario del pollaio con razze di rara bellezza, si è portata a casa formaggi e salumi. (pio)

Orzinuovi

La pittura su “Luoghi e gente” Il Bar Florian (piazza Vittorio Emanuele II) con il Patrocinio del Comune e dell’Assessorato al Commercio e alla Cultura organizza il 1° Concorso di Pittura estemporanea “Luoghi e Gente a Orzinuovi”. Le opere dovranno essere eseguite durante la giornata del 17 ottobre. L’iniziativa si prefigge lo scopo di far conoscere e valorizzare “Luoghi e gente” della Città di Orzinuovi e nel contempo dare vita ad un socievole conviviale tra partecipanti e popolazione. Per informazioni, telefonare al numero 3388366532. La quota d’iscrizione al concorso è di 20 euro.

di Federico Migliorati

Manerbio

L’asilo intitolato a Marzotto “Con questo provvedimento – afferma l’assessore all’Ecologia Sandro Zampedri – l’amministrazione comunale intende porre un freno non solo alla diffusione ingombrante di ogni genere di pubblicità porta a porta che crea disagio specie per la popolazione anziana, ma anche all’aumento di rifiuti che tale attività comporta, basti pensare alla carta che rimane per terra in prossimità delle caselle di posta e che, ovviamente, tocca poi al Comune provvedere a smaltire. Da marzo è stato, infatti, attivato il nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta che sta dando ottimi risultati: ora si vuole ulteriormente puntare sulla pulizia sul nostro territorio applicando, se ne ricorre il caso, sanzioni severe per punire i comportamenti illeciti”. La diffusione di volantini, manifesti, opuscoli e quant’altro sarà comunque soggetta a specifica comunicazione da effettuarsi al comando di Polizia Locale che fornirà ogni ragguaglio utile per non incorrere in eventuali sanzioni.

“C’era una volta, tanti e tanti fa, il signor Gaetano Marzotto. Un giorno decise di costruire un asilo per i bambini delle mamme che lavoravano nella sua fabbrica. I bambini erano tantissimi e venivano custoditi dalle suore. Ora questo asilo c’è ancora, è bellissimo e si chiama scuola per l’infanzia”. Questo è quanto si leggeva su manifesti stesi a terra dinanzi agli allievi, autori della semplice descrizioni, circondati da nonni che hanno passato gli anni della loro nella costruzione edificata nel 1939 con criteri urbanistici avanzati che consentono ancora ampi spazi nei quali dar corso alla didattica attuale. Lo ha riconosciuto la direttrice del circolo didattico Maria Ferraboschi nel prendere la parola alla breve cerimonia di intitolazione della costruzione al “Cavaliere del lavoro Gaetano Marzotto” decisa dalla giunta comunale. Un riconoscimento alla famiglia che ha dato impulso allo sviluppo della comunità manerbiese e del circondario com’è stato affermato nei discorsi che hanno preceduto il lancio di palloncini colorati da parte di bimbi festanti alla conclusione della cerimonia. Significativa la presenza di Paolo e Pietro Marzotto, con le consorti, e dei sindaci Alberto Neri di Valdagno e Cesare Meletti di Manerbio. Al suono dell’inno nazionale eseguito dalla civica banda Santa Cecilia diretta dal maestro Arturo Andreoli è stata scoperta la lapide a ricordo dell’evento.


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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Casaglia Nuovo Parroco

Una Parola che parla e che guida Don Edoardo Sartori, dal 1995 a Bargnano e Frontignano, il 24 ottobre fa l’ingresso nella parrocchia di S. Filastrio vescovo

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di Luciano Febbrari

“Come un pescatore che ogni volta getta le sue reti”. Nella diversità delle esperienze che fin qui ha vissuto, don Edoardo Sartori non ha mi perso di vista il punto focale del suo ministero: l’annuncio del Vangelo, “una Parola che ogni volta ci parla e ci guida”. Nessuna alchimia, ma semplicemente la capacità di non perdere di vista l’essenza e il fondamento dell’essere prete per e in mezzo alla gente. Questo è stato il filo rosso che ha fin qui accompagnato don Sartori in tutto il suo sacerdozio.

Dal 1995 don Edoardo era parroco di Bargnano e di Frontignano, due piccole comunità ecclesiali divise (il termine è troppo forte) dall’inevitabile campanilismo. “Ci siamo messi in cammino – racconta don Edoardo –. La comunità ecclesiale è vissuta come valore. Qui le persone spendono il tempo nelle attività oratoriane e nel servizio di volontariato”. Inutile sottolineare che queste attività, che uniscono formazione e aggregazione, sono “al centro dell’interesse” della parrocchia.

Don Edoardo Sartori

Negli ultimi quattro anni la parrocchia ha lavorato sull’iniziazione cristiana, facendo partire dei percorsi che di fatto coinvolgono Bargnano, Frontignano e Corzano. Il tutto nell’ottica del progetto di un’unità pastorale che, con il successore di don Edoardo, interesserà Corzano, Bargnano e Frontignano. Un’unica parrocchia che verterà su due Comuni: Barbariga (Frontignano) e Corzano (Bargnano e Corzano). Di fatto Bargnano e Frontignano, pur essendo due territori distinti sul piano civile, sono più vicine rispetto alla distanza che c’è tra Bargnano e Corzano. Sul versante giovanile in un panorama piuttosto complesso si possono trovare situazioni di emarginazione e al tempo stesso persone che vivono un cammino di forma-

zione. Il quadro non è certo lontano da quello che emerge nel resto della diocesi. In precedenza don Edoardo Sartori, originario della parrocchia di Calino, era stato curato a Gianico (1981-1987) e a Cazzago San Martino (1987-1995), prima di finire a Bargnano e Frontignano. Chiaramente sono esempi differenti, se non altro perché sia a Gianico che a Cazzago San Martino ha operato direttamente in oratorio con mansioni e compiti specifici. Nella Bassa bresciana ha, invece, sperimentato la responsabilità di essere parroco e, quindi, punto di riferimento di tutte le persone e dei relativi gruppi. A Gianico e Cazzago San Martino, inoltre, ha lavorato su un unico oratorio, un unico spazio dedicato ai più piccoli.

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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Bassano Bresciano

La Madonna del Rosario Il paese di Bassano Bresciano in festa domenica 17 ottobre. Si rinnova la tradizione con la sagra dedicata alla Madonna del Rosario che culminerà nella processione per le strade. Cerimonie religiose nella chiesa di San Michele Arcangelo. In paese previste bancarelle, mostra di veicoli a motore, estemporanea di pittura e madonnari. Dalle 9 alle 20 in palestra la mostra d’arte (inaugurazione alle ore 11); alle ore 17 la sfilata della pellicceria Canali di Soncino e della sartoria “Le spose di Barbara Montagnoli” di Crema.

Rudiano

Il punto sull’area del cimitero

I nuovi spogliatoi

Bagnolo Mella Inaugurazione campo da calcio

L’oratorio rinnova i luoghi sportivi

S

Spogliatoi all’avanguardia all’oratorio di Bagnolo, nati dalla necessità di mettere a posto, secondo regola, le vecchie fatiscenti strutture, inaugurati con il campo di erba sintetica domenica 10 ottobre: un intervento significativo, anche in termini finanziari, dove ragioni pratiche si sono congiunte a ragioni ideali. Le ragioni pratiche sono spiegate dal parroco, don Severino Chiari, che dice come, avendo pensato a un rifacimento ex novo che ottimizzasse gli spazi senza creare impatto visivo, ci si era avvalsi del progetto del’ing. Adriano Ferrari gratuitamente redatto (il geom. Angelo Ghizzardi, gratuitamente responsabile del piano sicurezza) che prevedeva di costruire sotto il livello del suolo, innalzandocisi solo di un piano all’esterno. Perciò a settembre del 2009 la ditta di Battista Scolari scese quattro metri in profondità scontrandosi con una falda gagliarda che richiese lavori imponenti per creare impermeabilizzazione degli ambienti e garanzia di tenuta. Quindi realizzazione di un grande tunnel di sicurezza intorno al fabbricato sotterraneo con soluzioni interessantissime in

Nella mattinata di venerdì 8 ottobre si è tenuto presso il cimitero di Rudiano un incontro con la stampa per presentare un esempio di virtuosa gestione del complesso cimiteriale. L’iniziativa nasce sull’onda dell’attenzione suscitata da quanto è avvenuto a Roncadelle, dove le esigenze di un ampliamento del cimitero hanno dovuto cedere di fronte al patto di stabilità. A illustrare la situazione del Comune della Bassa vi erano il sindaco Simona Moletta e il vicesindaco Pietro Vavassori insieme al presidente della società Cogeme, a cui sono appaltati i servizi cimiteriali, Gianluca Delbarba, al direttore Paolo Saurgnani e al responsabile del servizio Mauro Corradi. Sono stati così resi noti i frutti della collaborazione tra il Comune e la società che si è occupata, oltre che della gestione ordinaria, anche dell’ampliamento della struttura: dapprima infatti è stato precisato che non si tratta di una privatizzazione del servizio, quanto di una fruttuosa sinergia tra l’ente locale e un operatore qualificato in un ambito così delicato per il cittadino. In seguito quindi si è presentato l’intervento che non ha riguardato solamente l’area del cimitero, ma un complesso più ampio che, tramite la creazione di un parcheggio e di una pista ciclabile, ha valorizzato il percorso che mette in comunicazione con la valle dell’Oglio e l’antico sito cluniacense della chiesa di San Martino. (f.u.)

Pontevico

“Grande concerto d’organo”

fatto di aerazione e di luminosità: spesa, circa 700mila euro e ambienti per 450 metri di superficie. Sei spogliatoi al piano di sotto, con magazzino e corridoio. Al piano di sopra, bagni per gli arbitri, infermeria, segreteria, caldaia, più un locale per il disbrigo: il tutto servito da un impianto fotovoltaico capace di riscaldare a 50° 3000 litri di acqua, azzerando il costo dell’acqua per le docce. Sopra gli spogliatoi interrati, poi, una piastra e lo spazio giochi per ragazzi, con attrezzature e verde. Dopo gli spogliatoi si decise la realizzazione di un campo da calcio a 11, per la terza categoria, in erba sintetica. L’inizio dei lavori risale allo scorso luglio. L’intervento, che ha previsto recinzione e collocazione di due torri di illuminazione, e il cui costo si aggira intorno ai 400mila euro, non è del tutto terminato a causa anche dell’inclemenza del tempo. Ma non è un problema, perché l’erba sintetica cresce alla svelta. In quanto alle ragioni ideali dell’intervento: il valore educativo dello sport, inserito nel progetto di crescita umana, oltre che spirituale, che l’oratorio sostiene.

Sabato, 16 ottobre, alle ore 21, nella chiesa abbaziale di Pontevico “Grande concerto d’organo”. Concertista il maestro Francesco Finotti, allievo di Istvan Koloss (Budapest) e Jean Guillou (Parigi), nel 1978 primo premio al Concorso Internazionale d’Organo “Franz Liszt” di Budapest. Egli si avvale di un suo sistema di calcolo al computer dei corpi sonori (1997), con il quale esegue la parametrazione dei singoli registri di cui si compongono i suoi progetti, alla ricerca di nuove prospettive acustiche, proponendo in tal modo la figura del musicista-progettista del proprio strumento, un ruolo a tutt’oggi pressoché sconosciuto in Italia. Il maestro è impegnato in moltissimi concerti; svolge l’attività didattica della Scuola d’Organo della Romani al Franciscanum di Brescia. È spesso chiamato a far parte della Giuria di importanti Concorsi Internazionali e a collaborare con solisti in qualità di accompagnatore all’organo, al pianoforte o clavicembalo, coltivando in tal modo il repertorio cameristico. Il programma proposto nella serata di Pontevico comprende il Concerto in Do maggiore BWV di Jean Sebastian Bach (16851750); Fantasia in La maggiore Idylle di Cesar Frank (1822-1809); Quattroizzi op.58 di Roberyt Schumann (1810-1856); trascrizione e adattamento per organo di Francesco Finatti da Sergei Vasilievich Rachmaninoff (1873-1943).

Sergei Rachmaninoff


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Lodrino Cerimonia

Il saluto commosso alle Dorotee Si è sciolta la piccola comunità di suore che era presente sul territorio con alcuni servizi dal 4 novembre 1949

L

di Edmondo Bertussi

Le suore maestre dell’ordine di Santa Dorotea hanno chiuso la loro casa di Lodrino: tutto il paese le ha salutate in una grande festa con il parroco don Viatore Vianini e con il sindaco Iside Bettinsoli. Si è cosĂŹ sciolta la piccola comunitĂ dell’ordine che dal 4 novembre 1949 operava a Lodrino. Giusto un anno prima era arrivato il nuovo parroco don Luigi Baronio, succedendo a don Pietro Zanetti che aveva guidato il paese dal 1899 per ben 49 anni. Don Baronio tenne negli anni della sua presenza un “Croniconâ€? quasi quotidiano poi recuperato e stampato a cura del parroco-scrittore don Sandro Gorni. Al tempo Lodrino aveva circa 1000 abitanti e lui annota che 290 erano iscritti all’Azione Cattolica. Sono gli anni in cui (scrive don Baronio) il 1° maggio (festa del Lavoro del 1950) “Onde sottrarre gli operai, dall’andare a Gardone Valtrompia dove sono in programma adunate comuniste, si pensa per la prima volta la processione al Santello con la insigne reliquia della S.Croceâ€?: pieno successo e dopo la S. Mes-

sa “fraterno pranzo al sacco e al ďŹ ascoâ€?. La sua cronaca del giorno dell’ingresso è precisa: arrivarono suor Nunzia come direttrice, suor Redenta e suor Apollonia. Provvisoriamente alloggiate a Invico nella casa “curazialeâ€? si misero subito all’opera all’asilo parrocchiale “Innocente Prandiniâ€?, che era sistemato al piano terra delle elementari comunali. Come maestre sostituirono le indimenticate insegnanti Caterina Mineni e Angelica Plebani alla quale in questi giorni è stata intitolata la nuova biblioteca del paese. Un mese dopo l’arrivo avevano istituito una sezione dell’asilo anche a Invico, e insieme due “scuole di lavoroâ€? nei due asili: una diurna e l’altra serale. Un attivismo entusiasta che contagiò letteralmente la comunitĂ : dopo pochi mesi, siamo nel maggio del 1950, parte la sottoscrizione per la nuova casa delle suore e il 9 luglio è giĂ inaugurata. Poi arriveranno il nuovo asilo (1969 con don Giuseppe Benigna), i suoi ampliamenti con don Valerio Scolari e don Sandro Gorni che l’ha

completato col grande salone sopra il teatro parrocchiale. E le suore sempre impegnate a 360°, arrivarono anche a cinque: asilo (ďŹ no a 70 ragazzi, ora una cinquantina), catechismo, assistenza anziani, vicinanza alle famiglie. Sono state impegnate nell’insegnamento alla materna con suor Silvia ďŹ no al 1966. Poi l’etĂ , l’impossibilitĂ di ricambi per mancanza di vocazioni e l’Ordine che sceglie, come in tanti altri paesi, l’impegno in parrocchia rimanendo vicine col volontariato all’asilo, nel Grest. InďŹ ne l’obbligata decisione di chiudere: l’ha spiegata alla gente in chiesa per salutarle la superiora suor Assunta Tonini. Suor Angelica è andata a Brescia, suor Paolina la piĂš anziana nella loro Casa di Riposo, suor Iole a rinforzare la presenza nella loro piccola comunitĂ di Marcheno dove pure hanno scandito la storia del centenario asilo. Il sindaco Iside Bettinsoli, con il parroco don Viatore Vianini, ha consegnato a ognuna di loro una bella riproduzione fotograďŹ ca incorniciata del paese dove sono state protagoniste per 61 anni.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Lumezzane

“Vers e ùs” e “Percorsi superiori”: la cultura in autunno e in inverno

Bruno Bettinsoli

Comunità montana 55 le persone segnalate

Lavoro e crisi: bene il piano integrato

N

Nel momento di crisi produttiva e occupazionale che continua a coinvolgere il settore industriale valligiano, la Comunità montana si è mossa in prima persona per offrire sostegno a chi fatica a rientrare nel circuito lavorativo perché privo di specializzazioni. “A marzo 2010 – spiega il presidente della Comunità montana, Bruno Bettinsoli – abbiamo costituito un tavolo di Politiche del lavoro (Pal) di concerto con i Servizi sociali dei Comuni e il Consorzio Valli, perché sappiamo che progetti del genere hanno un’effettiva ricaduta sociale nel territorio, specie in quello valtrumplino dove il lavoro è tutto”. Un tavolo che ha individuato come bisogno primario il recupero dell’identità lavorativa. “Valutati insufficienti i sostegni economici a fondo perduto – spiegano Andrea Porteri e Daniela Dalola, rispettivamente assessore e responsabile dei Servizi sociali in Comunità –, abbiamo elaborato un piano operativo con azioni di contrasto ai problemi occupazionali, monitoraggio del servizio relativo ai disabili e riqualificazione dei soggetti

di Andrea Alesci

“L’importanza delle associazioni è fondamentale per la vita culturale di Lumezzane e la rassegna ‘Vers e ùs’ (prosegue fino a maggio) ne è la prova principale. Questa manifestazione – dice l’assessore alla Cultura, Lucio Facchinetti – è fondamentale passaggio nella costruzione di un’identità culturale che diventi territoriale”. Una lunga rassegna che parte sabato 23 ottobre con il “Concerto d’autunno” del corpo musicale S. Apollonio seguito il 19 novembre dal “Concerto di S. Cecilia 2010” a cura della banda cittadina di S. Sebastiano. Sabato 11 dicembre il concerto natalizio della Fondazione Le Rondini, mentre il 18 dicembre il coro voci Incanto presenta “Cantico di Natale”, tratto dall’opera di Charles Dickens. Il mese di ottobre porta con sé anche una lunga proposta culturale: Percorsi superiori. Nata nel 2000 e scon il sostegno del Lions Club Valtrompia, la proposta riguarda una serie di corsi per adulti e giovani ed è strutturata dalla biblioteca “Felice Saleri” con l’aiuto dell’Agenzia formativa “Don Angelo Tedoldi” e degli universitari dell’associazione culturale “Il lume della ragione” per la parte organizzativa. “Un’iniziativa meritevole – dice Lucio Facchinetti – che quest’anno passa da sei a nove corsi, con la conferma di quelli di dizione, internet, fotografia digitale, scrittura creativa, psicologia e filosofia. Inoltre ci sono le novità di montagna, astronomia e letteratura e storia del melodramma, con quest’ultimo corso incentrato sull’opera italiana e percorso da un omaggio a Giacinto Prandelli, tenore lumezzanese scomparso l’anno scorso e al quale verrà dedicato a giugno un appuntamento”. Informazioni presso la biblioteca (tel. 0308929259) o sul sito www.comune.lumezzane.bs.it.

Lumezzane

Il 50° dell’Avis Questa settimana hanno avuto inizio i festeggiamenti per il 50° anniversario di Fondazione di Avis Lumezzane. Venerdì 15, alle 20.30, l’Avis Lumezzane invita gli avisini effettivi presso il centro polivalente di Lumezzane Gazzolo: si esibiscono otto bande musicali che intrattengono il pubblico suonando musica acustica e passando ai complessi Rock in seconda serata. L’ingresso all’evento è gratuito: sarà attivo uno stand gastronomico. L’ultima tappa della manifestazione è prevista per domenica con la premiazione degli avisini. A conclusione dei festeggiamenti per l’anniversario ci si sposta per il pranzo al ristorante La Campagnola a Binzago. (d.f.)

Sarezzo

Volti e storie nel borgo disoccupati. Da luglio 2010 possiamo contare su un fondo di 103mila euro (15mila erogati dalla Comunità montana) sfruttabile fino a dicembre per tradurre i contributi economici comunali in ‘buoni lavoro’. In sostanza, i soggetti beneficiari usufruiscono della possibilità di svolgere attività lavorative in aziende private, cooperative sociali o enti pubblici”. Un piano integrato che coinvolge tutte le realtà lavorative della Valle, avendo come interlocutore privilegiato i Comuni. “Da marzo – dice Giuseppe Bruni, referente per le Pal – lavoro con le varie amministrazioni e non solo: al 30 settembre sono state 55 le persone segnalate e 41 i progetti lavorativi realizzati (19 di tirocinio formativo presso i Comuni, 11 in cooperative sociali e 11 assunzioni in aziende private). Mentre sul fronte della disabilità, dopo la dismissione del Nil (Nucleo di integrazione lavorativa) da parte di Asl, in Valtrompia è il Consorzio Valli a essersi preso in carico il servizio su delega di Acb, seguendo finora 198 persone e avendone portate 19 all’assunzione”.

Da un vecchio mobile dimenticato può venire alla luce qualcosa di sorprendente. È ciò che è accaduto nella piccola frazione marchenese di Aleno, quando Fernando Contessa ha ritrovato delle vecchie lastre fotografiche risalenti all’inizio del XX secolo. Così è nata “Volti e storie di un borgo triumplino all’alba del ‘900”, mostra fotografica curata dalle associazioni Valtrompia Storica e in collaborazione con il Gruppo fotografico Sarezzo. “Quando un nostro associato – riferisce il presidente di Valtrompia Storica, Armando Signorini – ha ritrovato queste lastre abbiamo allestito una mostra per far conoscere uno stralcio della storia e della cultura della Valle attraverso i suoi personaggi. Siamo arrivati a comporre 28 pannelli da 50x75 cm disposti su supporto rigido e collocati nella bella chiesa di S. Rocco a Collio”. La mostra rimarrà aperta sino a domenica 17 ottobre dalle 10 alle 19. “Ci sono alcune situazioni – spiega Alberto Contessi del Gruppo fotografico Sarezzo – in cui il fotografo dilettante (tale Ottorino Foccoli) ha ricreato le condizioni di uno studio, apponendo alle spalle dei soggetti un lenzuolo bianco. La collezione di Ottorino Foccoli è dispersa fra i parenti, ma con questo ritrovamento si possono cominciare a rintracciare altre foto e documenti”. Una mostra che potrebbe diventare itinerante in altri Comuni, ma che fino a domenica 17 riempirà gli spazi sacri di San Rocco.


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Lonato 27 ottobre

Incontri nel passato tra arte e storia Le associazioni “La Polada� e “Amici della Fondazione Ugo da Como� propongono degli appuntamenti presso Palazzo Zambelli

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di Vittorio Bertoni

Per approfondire la conoscenza di Lonato e del suo territorio ricco di reperti archeologici, artistici e storici le associazioni “La Poladaâ€? e “Amici della Fondazione Ugo Da Comoâ€?, da anni impegnate nella promozione della cultura locale, propongono “Lonato tra arte e storiaâ€?. Si tratta di un ciclo di incontri, nella forma di quattro conferenze, il mercoledĂŹ con inizio alle 20.45 presso la sala della musica al secondo piano di Palazzo Zambelli sede della Biblioteca civica e di altrettante visite guidate ‘sul campo’, il sabato pomeriggio a partire dalle 15. Il prossimo incontro è in programma il 27 ottobre con “Lonato e il basso Garda dal paleolitico all’etĂ del ferroâ€?. “Lonato tra arte e storia esprime l’importanza della collaborazione con le associazioni del territorio comunale, che si richiamano agli aspetti culturali della nostra vita quotidianaâ€?, dichiara Valerio Silvestri, consigliere delegato alla Cultura e “rappresenta un’occasione per riscoprire gli aspetti del presente e le radici del nostro passato di cittadini lonatesiâ€?. Le tematiche si susseguono in ordine cronolo-

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La Fondazione Ugo Da Como

gico, con lo scopo di offrire, nelle varie tappe, un quadro completo di come si è evoluta la storia del territorio lonatese. Le visite sul posto a luoghi, monumenti e palazzi offriranno la possibilitĂ di prendere visione, con l’accompagnamento di docenti, di esperti e di guide, delle principali realtĂ che hanno fatto la storia del paese, passando attraverso un arco temporale continuo di oltre 5.000 anni. “L’Associazione Amici della Fondazione Ugo Da Como – spiega la presidente Maria Rosa Zattarin Canali – è nata nel 1997 dall’iniziativa di un gruppo di estimatori del patrimonio allora piuttosto sconosciuto della Fondazione. Tra gli obiettivi la pubblicizzazione e la diffusione della conoscenza di quanto era presente nella Casa del podestĂ veneto, culla delle raccolte artistiche e librarie del senatore e nella Rocca viscontea di Lonato. Tra i soci, un gruppo di volontari contribuĂŹ all’apertura al pubblico degli spazi della Casa-Museo del senatore Ugo Da Como, il cui patrimonio espositivo è in continua espansione. Nel 2001 è stato istituito il Centro di documentazione lonatese, che rac-

coglie un immenso patrimonio artistico, culturale, storico e ambientale. Un gran numero di documenti storici saranno presto catalogati in una sezione speciďŹ ca, nella nuova sede di Palazzo Zambelliâ€?. “L’Associazione La Polada – ricorda la presidente Giovanna Scalvini – è nata nel 1995 per continuare l’opera di sensibilizzazione in ambito storico, archeologico e naturalistico sul territorio lonatese. Il nome ‘Polada’ deriva da un’omonima localitĂ di Lonato, nota come stazione palaďŹ tticola dell’etĂ del Bronzo e identiďŹ ca anche la “Cultura di Poladaâ€?, ossia l’orizzonte culturale che caratterizzò l’etĂ del Bronzo antico (2000-1800 a.C. circa) nel Nord Italia. Obiettivo primario del sodalizio sono la salvaguardia, lo studio e la valorizzazione del patrimonio artistico, monumentale, archeologico e paesaggistico di Lonato e delle zone limitrofe, attraverso approfondimenti di storia locale, conferenze e l’accompagnamento turistico di visitatori e scolaresche ai vari monumenti presenti sul territorioâ€?. Ulteriori informazioni sul sito www. associazionelapolada.it.

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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Gavardo

Equopertutti ospita Ruth Saltidos, produttrice delle Filippine

Sante Bonomo

Consorzio tutela vini Progetto Valtenesi

Sante Bonomo confermato presidente

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Nel segno della continuità. Sante Bonomo è stato riconfermato per il prossimo triennio presidente del Consorzio tutela vini Garda Classico. Al suo fianco, a seguito dell’elezione del nuovo consiglio di amministrazione del consorzio vitivinicolo gardesano, siedono due nuovi vicepresidenti, Mattia Vezzola e Fabio Contato, figure rappresentative del mondo del vino bresciano. Il primo, enologo in Franciacorta per le cantine Bellavista, ma anche produttore sulle sponde del Benaco presso la Cantina Costaripa di famiglia in quel di Moniga, il secondo, dell’azienda Provenza di Desenzano, ricopre anche la carica di vicepresidente del Consorzio del Lugana. “Il Garda Classico si rafforza nella direzione della continuità – afferma Bonomo, che a Moniga presiede e dirige la Civielle Cantine della Valtenesi e della Lugana – con la soddisfazione del lavoro svolto e insieme con l’aiuto di tutto il consiglio che darà nuovi impulsi alla strategia consortile”. Continua così, per il Consorzio, il “Progetto Valtènesi”: “Un program-

In occasione della seconda edizione di Equopertutti, in programma fino al 17 ottobre, la Cooperativa Solidarietà ha organizzato presso l’auditorium della biblioteca civica di Gavardo un incontro aperto con Ruth Saltidos, produttrice del mercato equosolidale nelle Filippine. La signora Saltidos dal 2001 è la direttrice di Fair trade foundation-panay, un’organizzazione non governativa che fornisce assistenza, tutela legale, servizi e corsi di formazione ai piccoli produttori, ai lavoratori e alle organizzazioni di donne ed è collegata al Panay fair trade center, ente che esporta dall’isola di Panay, a circa 600 chilometri dalla capitale Manila, lo zucchero Mascobado e le banana chips (fette di banana fritte ed essiccate aromatizzate) verso quasi le organizzazioni europee di commercio equo. Il Mascobado, che ha ricevuto la certificazione da agricoltura biologica è lo zucchero tradizionale non centrifugato prodotto dall’ebollizione ripetuta del succo della canna, ricco di vitamine e minerali, dall’aroma alla liquirizia. La storia dell’organizzazione inizia negli anni Ottanta, negli ultimi anni della dittatura di Ferdinand Marcos, in cui era attiva l’organizzazione composta da donne Kabalaka in difesa dei diritti delle donne. Ancora oggi la signora Saltidos è impegnata nella difesa dei diritti umani e sociali. Con Ctm Altromercato iniziarono a studiare un progetto per la produzione della banana sab-a per favorire il coinvolgimento di lavoratori nelle campagne, da dove provengono i frutti, e in città, dove avviene la lavorazione. Dal 2001 i prodotti vengono coltivati biologicamente. Per informazioni www.coopsolidarieta. org; www.altromercato.it. (n.t.)

Polpenazze

Il Polo fieristico non si ferma A Polpenazze la verde oasi del Polo fieristico enogastronomico del Garda doppia il giro di boa del suo mese di feste. Tiene banco a “Ottobre in Festa” questo weekend la “Festa delle castagne e del vino nuovo”, la più storica delle feste organizzate dal Gruppo podistico Sport Felter. Si prosegue, da venerdì 22 a domenica 24, con la festa del tartufo. In prima fila, l’enogastronomia, con i piatti delle feste insieme a quelli tipici, innaffiati dai vini della Valtenesi. E poi l’intrattenimento e il divertimento a suon di musica, le prove sportive e gli stand. Ospiti fissi gli “Amici della Guinea Bissau” che qui raccolgono gli utili per il “Progetto Fahne”. Tutte le informazioni su www.ottobreinfesta.it.

di Vittorio Bertoni

La Valle Sabbia investe sul turismo

Inglese per tutti ma ambizioso che punta a un progetto di riposizionamento strategico dei vini del Garda – dettaglia Bonomo – e ora a rafforzare l’attività di ricerca e sperimentazione sul vitigno Groppello, l’autoctono di quest’area”. A caratterizzare la fase promozionale in atto, i “Rossi della Valtènesi”, ovvero i vini contrassegnati dal nuovo marchio registrato dal Consorzio, che ha come obiettivo quello di unificare le migliori produzioni vinicole dell’entroterra, per rafforzare l’identità enoica della riviera bresciana. “Punto di arrivo di questa strategia – conclude Bonomo – sarà la nuova ‘Doc Valtènesi’, approvata dai soci del Consorzio con l’obiettivo di sintetizzare in un’unica denominazione le diverse sfaccettature del terroir Valtènesi. Un passaggio di grande importanza, che si concretizzerà con ogni probabilità a partire dalla vendemmia 2011”. E fra i progetti anche quello di varare in via definitiva la sede autonoma del Consorzio già disponibile a Padenghe.

Ogni giorno capita più volte di leggere sugli articoli di giornale, sentire in televisione o parlando con amici e colleghi parole in lingua inglese, ormai entrate nell’uso comune del linguaggio, non senza qualche problema per chi, magari, non l’ha mai studiata a scuola. Per risolvere questa situazione, spesso Comuni e biblioteche organizzano corsi di lingua base, anche per coloro che hanno voglia di imparare l’inglese e conoscere un po’ di più la cultura dei Paesi anglofoni. In Valle Sabbia stanno per iniziare i classici corsi organizzati dalle rispettive biblioteche per principianti sia ad Agnosine che a Odolo, ma quest’anno c’è una possibilità in più: il Bed & Breakfast Allegra di Sabbio Chiese propone un corso di inglese specifico per il turismo, partendo da un livello pre-intermedio da giovedì 21 ottobre a giovedì 20 dicembre, per un totale di 10 incontri in orario da concordare con gli eventuali iscritti. L’obiettivo è quello di “fornire gli strumenti linguistici per affrontare situazioni specifiche quali il servizio ai tavoli e alle camere, l’accoglienza, telefonate e corrispondenza necessaria ai relativi servizi erogati”. Per informazioni: gardallegra@yahoo.com. (n.t.)


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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Corte Franca Dal 15 al 24 ottobre

La Biennale per conoscere il territorio Il Centro culturale artistico di Franciacorta e del Sebino organizza l’11ª edizione fra convegni, giornate di studio, corsi e visite guidate

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Anche quest’anno il Centro culturale artistico di Franciacorta e del Sebino – associazione che da piÚ di trent’anni opera sul territorio, promuovendo iniziative di valorizzazione e tutela delle espressioni locali, attraverso l’organizzazione di convegni, giornate di studio, corsi e visite guidate – si conferma come una realtà attiva e ricca di proposte culturali, capaci di attirare l’attenzione del pubblico. In occasione dell’11ª Biennale della Franciacorta e del Sebino, che si tiene dal 15 al 24 ottobre, si propone di riettere sulle tematiche piÚ attuali che inve-

di Paola Alberti

stono il territorio. VenerdĂŹ 15 ottobre alle 20.30 al Borgo Antico San Vitale di Borgonato di Corte Franca l’apertura ufďŹ ciale della Biennale con i “ricordiâ€? di Marcello Berlucchi, per poi proseguire durante la settimana con gli incontri curati da Angelo Baronio, Tino Bino e Mauro Corradini. Concerti, musei e mostre afďŹ ancheranno un calendario di proposte. Fulcro della rassegna è il convegno “Il senso del luogo. Paesaggi di Franciacorta e Sebinoâ€? che si terrĂ sabato 16 ottobre dalle 9, presso l’Iseo Lago Hotel di Iseo, coordinato da Ivana Passamani, membro

del Dipartimento di ingegneria civile, architettura, territorio e ambiente dell’UniversitĂ degli Studi di Brescia. Durante la giornata Pietro Gibellini e Maria Luisa Lazzari introdurranno una serie d’interventi che indagheranno lo scenario paesaggistico sotto molteplici punti di vista. Ci si soffermerĂ sulle trasformazioni urbanistiche, succedutesi nell’ultimo cinquantennio, afďŹ ancate da una solida vocazione agraria, rinnovata nelle sue componenti tecnologiche. Un territorio omogeneo che, con il passare degli anni, si stratiďŹ ca e diversiďŹ ca sempre piĂš, privilegiando la coltivazione della vite e ammettendo in questo modo un rinnovamento dell’assetto socio-economico della comunitĂ che avrĂ ripercussioni anche sulle componenti insediative. Il paesaggio come palinsesto di esperienze storiche e attuali, guidate dalla volon-

tĂ di una coesistenza sostenibile tra le diverse esigenze che lo permeano: abitazioni, coltivazioni, aree industriali e verdi. Non solo una fotograďŹ a di ciò che è stato e di ciò che vediamo oggi, ma anche una valutazione relativa a quello che ci si aspetta da e per il futuro. A relazioni di carattere prettamente architettonico-paesaggistico, si afďŹ ancheranno contributi dal contenuto eterogeneo. Attraverso esperienze di lettura locale e divagazioni piĂš ampie si toccheranno tematiche storiche, artistiche, letterarie, economiche, sociali, botaniche e biograďŹ che corredate da un nutrito repertorio iconograďŹ co che condensa nelle immagini il vero “senso del luogoâ€?. Ăˆ possibile richiedere il programma della manifestazione telefonando allo 0307255014 o inviando una e-mail giovanni.castellini1@alice.it, biennalefranciacorta@libero.it.


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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Rovato

La famiglia Bonomelli nella storia “La famiglia Bonomelli a Rovato nel Novecento. Un secolo di storia non solo locale”. Con questo tema l’incontro del 21 ottobre, alle 20.30 presso il Palazzo municipale, apre le iniziative di approfondimento curate da Brixia Sacra, parrocchia di Rovato, Comune e Cogeme. Attraverso la famiglia Bonomelli (Emilio e Oreste) si ripercorrono le vicende di Rovato: entrambi giornalisti si opposero al fascismo l’uno come segretario del Partito popolare, l’altro fondatore del Partito socialista, deputato e membro della Costituente.

Provaglio d’Iseo

“La nave dei Fogli”

Palazzolo Prima struttura sanitaria in provincia

La dipendenza dall’alcol si può superare

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Il Presidio ospedaliero di Palazzolo assegna 10 posti letto del Reparto di Geriatria per la cura delle patologie alcol-correlate, all’interno di un progetto nato dalla collaborazione che il sindaco di Palazzolo Alessandro Sala definisce “storica e significativa” fra amministrazioni comunali, Asl, Fondazione Richiedei e Azienda ospedaliera Mellino Mellini di Chiari e dalla sinergia con i Nuclei operativi alcologia (Noa) dell’Asl che invieranno i loro assistiti per un trattamento in regime ospedaliero. Tale programma riabilitativo residenziale rappresenta, anche a detta del direttore generale Asl Brescia Carmelo Scarcella, una fase del percorso terapeutico che coinvolge la persona affetta da problemi di alcol ma anche la sua famiglia in quanto nido del problema, laddove l’approccio a queste patologie è di tipo medico-psicologico oltre che sociale. Si traduce nell’offerta di interventi terapeutici integrati da parte delle figure professionali che compongono l’équipe curante ossia educatori, medici, psicologi,

di Michele Compagnoni

infermieri, fisioterapisti e operatori socio-sanitari. A fonte di un incremento considerevole dell’utenza, l’Asl ha ritenuto necessario creare nel territorio la prima struttura sanitaria in provincia di Brescia che rispondesse alle esigenze in modo da favorire la continuità assistenziale; questo costituisce motivo di orgoglio per Gardoni, presidente della Fondazione Richiedei. Margherita Peroni, presidente della commissione Sanità e assistenza della Regione Lombardia, ha sollevato la questione urgente della cura e prevenzione delle dipendenze, in particolare quella legata al consumo di alcol: un sempre più allarmante campanello di allarme per i danni alla salute. Il tutto implica il continuo aumento degli utenti presi a carico dal Dipartimento delle dipendenze dell’Asl, da tempo impegnata nella promozione di iniziative di educazione alla salute e prevenzione. Sono infatti 4911 i ricoveri nel quinquennio 2005-2009 riconducibili ad alcol-dipendenze, e oltre 30mila i decessi.

Domenica 10 ottobre presso la sede del monastero cluniacense di San Pietro in Lamosa, nel Comune di Provaglio d’Iseo, si terrà “La nave dei Fogli” prima giornata dedicata ai gruppi di lettura bresciani. Promotrici dell’iniziativa sono le Biblioteche di Provaglio d’Iseo e di Calvagese della Riviera che insieme ai rispettivi gruppi di lettura hanno pensato di organizzare un momento di scambio d’esperienze e di intrattenimento che abbia come filo conduttore la passione che condividono: i libri e la lettura. Ogni partecipante legge da solo il libro scelto all’interno di un percorso tematico o proposto dai partecipanti e successivamente, il più delle volte coordinati dal bibliotecario, ci si incontra e si discute dell’opera letta. La giornata si apre con un convegno. Questo spazio sarà condotto da Marilena Cortesini, bibliotecaria di Cologno Monzese e tra le massime esperte di organizzazione e promozione per i gruppi di lettura. Il pomeriggio sarà dedicato all’intrattenimento ma sempre a sfondo artisticoletterario: ospiti la poetessa Vivian Lamarque e l’illustratore vincitore del premio Andersen Alessandro Sanna. Un intermezzo di danza moderna con Silvia Dante, anticipa l’intervento della poetessa bresciana Franca Grisoni. Conclude la giornata lo scrittore-cantautore Alan Zamboni che presenta il suo ultimo libro e concept album dal titolo “L’ultimo quadro di Van Gogh”. Il buffet del pranzo sarà curato dagli alunni del Cfp Zanardelli di Clusane d’Iseo. Sarà inoltre presente uno spazio-libreria gestito da Bookstop Cafè di Brescia. Durante la giornata sarà possibile effettuare la visita guidata del complesso monasteriale. La partecipazione alla giornata è libera e aperta a tutti.

A Borgonato il complesso di Borgo San Vitale

La casa del distillato Dai ruderi a nuova vita in soli otto anni. Nel periodo a cavallo fra il 2002 e il 2010, i fratelli Gozio delle Distillerie Franciacorta e dell’azienda vitivinicola Castello di Gussago sono riusciti a riportare all’antico splendore a Borgonato di Corte Franca il complesso medievale di Borgo San Vitale, oggi trasformato in un centro d’eccellenza per la produzione enogastronomica della Franciacorta. Nel Borgo trovano spazio un innovativo centro di ricerca internazionale su grappe e derivati (Forum Aquavitae), un percorso museale ed esperienziale sul percorso di produzione degli spiriti, una distilleria artigianale nelle forme e nell’attenzione verso le tradizioni ma all’avanguardia per quanto riguarda la tecnica applicata. Borgo San Vitale, però, non è solo questo, come dimostra lo splendido restauro della chiesa omonima che impreziosisce l’intera area e la contemporanea presenza di un moderno auditorium. Nelle intenzioni dei fratelli Antonio, Giuliano e Luigi, il nuovo complesso si propone quale vetrina e volàno della storia e della cultura di tutto un territorio: la Franciacorta. Il progetto delle Distillerie Franciacorta è di certo molto ambizioso, ma i piedi dei proprietari sono ben piantati nella sana e feconda terra dell’Ovest Bresciano. Non è un semplice sfizio, quindi, ma un investimento importante fatto con cuore e cervello. Per informazioni: www.borgosanvitale.it. (d.p.)


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Paesi e parrocchie Valle Camonica Darfo

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

2° Raggruppamento alpino Il programma

Ottobre alpino in Valle Anche le Terme nel cuore della festa con un’esposizione, con i concerti di cori e fanfare e manifestazioni collaterali

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pagine a cura di Franco Garattini

L’animo, l’impegno e la solidarietĂ degli Alpini sono pronti a contagiare la cittĂ delle Terme. Ottobre alpino a Boario Terme e in tutta la Vallecamonica: oltre 15mila alpini della regione Lombardia e dell’Emilia Romagna raggiungeranno la cittadina termale per l’appuntamento del 2° Raggruppamento alpino. Il raduno dei raggruppamenti (quattro in tutta Italia) è secondo, per importanza numerica, alla sola Adunata nazionale che quest’anno

si è svolta a Bergamo nei giorni 8 e 9 maggio. Il Raggruppamento è il rinnovarsi degli impegni reciproci, la testimonianza di fratellanza alpina e la fedeltĂ ai valori che l’Associazione nazionale alpini propone e promuove da 92 anni a questa parte. La Sezione Ana di Valle Camonica ospita nel 2010 il Raduno del raggruppamento regionale di cui la stessa Sezione fa parte: con la Sezione collabora attivamente su ogni aspetto operativo e organiz-

zativo il Gruppo Ana della CittĂ di Darfo Boario Terme. E le Terme, in particolare, saranno nel cuore della festa: ospiteranno la conferenza stampa, la mostra a tema sulle attivitĂ alpine, concerti di Cori e Fanfare e la serata Ana ufďŹ ciale, oltre e ad altre numerose manifestazioni collaterali. VenerdĂŹ 15 ottobre alle 17 l’omaggio ai Monumenti ai Caduti della CittĂ di Darfo Boario Terme; alle 21 il Concerto dei Cori nel Parco delle Terme. Sabato 16 ottobre alle 9.30 la riunione dei Presidenti di Sezione del 2° Raggruppamento; alle 15.30 l’esibizione delle Fanfare da Piazza Aldo Moro alla sede del Gruppo Alpini di Darfo Boario Terme in via Quarteroni; alle 16.30 l’arrivo del

Labaro nazionale, alle 16.45 l’alzabandiera. Alle 17 gli alpini sďŹ lano per il Tempio Madonna degli Alpini con Onore ai Caduti. Alle 18.15 la S. Messa solenne a ricordo di tutti i Caduti, con la celebrazione presieduta da mons. Gaetano Bonicelli, Ordinario militare emerito. Presso il Parco delle Terme di Boario, alle 21, va in scena la serata in onore dell’Ana. i festeggiamenti si concludono domenica 17 ottobre con il Ritrovo e ammassamento in via Rigamonti (zona Stadio comunale) alle 8.30. Alle 9.30 l’alzabandiera e gli onori al Labaro nazionale, segue alle 9.45 la sďŹ lata. Nel piazzale del Centro congressi, inďŹ ne, spazio alle 11.45 ai discorsi ufďŹ ciali prima dello scioglimento.

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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Comune Intervista al Sindaco

Le Penne nere si mettono in vetrina La grande prova di solidarietà, di impegno e di amicizia è sottolineata dal primo cittadino, emozionato per questo appuntamento

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Esprime “gioia ed emozione” il Sindaco di Darfo Boario Terme per questo importante avvenimento, il primo nella lunga storia degli alpini camuni (91 anni compiuti per la Sezione). Non si tratta solo di numeri imponenti e unici nella storia della Valle: ma di contenuti e di iniziative, di valori riaffermati e di incontro con una civiltà moderna che fa fatica a mantenersi unita sotto un simbolo. Eppure gli Alpini ci riescono, pur con le loro sfumature e i personali distinguo. Francesco Abondio saluta anche le città di Fiorano Mode-

nese, Maranello e Sassuolo che hanno ospitato il Raduno del 2009, al termine del quale il primo cittadino di Darfo ha raccolto il testimone e, da quel momento, ha partecipato con i suoi all’organizzazione di questo appuntamento così importante. “La grande prova organizzativa – afferma Abondio – ci consente di toccare con mano la rete di solidarietà, di impegno e di amicizia che in tutta Italia i Gruppi alpini hanno saputo costruire e consolidare”. Sono quegli stessi Gruppi che si vedono sulle strade a collaborare

con le manifestazioni sportive, nelle parrocchie e nei centri di aggregazione per giovani e anziani a dare un aiuto concreto nelle cose piccole e umili, nelle esercitazioni e negli interventi a sostegno dell’ambiente, contro il fuoco, l’acqua, le calamità naturali, nelle emergenze dei terremoti, come anche in questi giorni in Abruzzo e, silenziosamente ma concretamente, in altre parti del mondo. Il Sindaco di Darfo ha una sua predilezione per gli Alpini, riconoscendo alla sua città questo valore aggiunto dell’aggregazione che fa solidarietà: come con gli Autieri, gli Ex-Combattenti e Reduci, i Bersaglieri, i Fanti, l’Avis, gli Emigranti e tanti altri che proprio a Darfo Boario Terme tornano annualmente per festeggiare e testimoniare. Per questo speciale appuntamento, il sindaco Francesco

Abondio vuole porgere uno speciale omaggio alle Penne nere: “… fatto di rispetto e gratitudine al glorioso Corpo degli Alpini, sempre pronto al compimento del dovere fino alle prove più estreme…”. Parole dettate dal cuore di chi, oggi, come pubblico amministratore, vede e tocca con mano il mare di bene fatto da tutti gli Alpini e in particolare dai “suoi” gruppi della città: Darfo, Fucine e Angone, ai quali sono iscritti oltre 500 Alpini in congedo e numerosi soci e amici simpatizzanti di tutte le età. Il Sindaco e i suoi sono pronti ad accogliere il mare della solidarietà che si concretizza sotto migliaia e migliaia di cappelli con la penna. E li saluta così: “Grazie di cuore, Alpini, per la vostra presenza e per i vostri ideali elevati e solidaristici e benvenuti a Darfo Boario Terme”.


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Paesi e parrocchie Valle Camonica Darfo

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Terme di Boario Cinque sezioni

Semplicità e concretezza in primo piano Si tratta del secondo momento significativo per emiliani e lombardi dopo l’Adunata nazionale. Fra le proposte, una mostra didattica

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di Franco Garattini

Il raduno del Secondo raggruppamento alpino italiano, che comprende le regioni Lombardia ed Emilia Romagna, è il momento più significativo per emiliani e lombardi dopo l’Adunata nazionale. L’Italia alpina e la sua Associazione nazionale si è data, infatti, un’organizzazione nazionale (che comprende anche le Sezioni all’Estero), una interregionale (i “Raggruppamenti”, appunto), una provinciale (le Sezioni) e una locale (i Gruppi). Il secondo Raggruppamento alpino comprende così 22 Sezioni e ben 1.345 Gruppi, in rappresentanza di oltre 22mila iscritti. Si tratta di una manifestazione imponente per numeri in campo, nella quale solitamente i vari comitati organizzatori dedicano molto spazio alla cerimonia conclusiva o di congedo. La manifestazione si svolge con una sfilata, gli onori alla bandiera, al labaro nazionale, ai gonfaloni delle istituzioni, con allocuzioni e la conclusione che solitamente viene proposta dal Presidente nazionale dell’Associazione. Si tratta di un appuntamento nel

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Il coro Vallecamonica

quale vengono riaffermati i “valori” che assurgono a particolare livello durante l’Adunata nazionale e che vengono così confermati da tutti gli Alpini in congedo, facenti parte dell’Ana, territorio per territorio, fino alle più piccole realtà associative. Il Raduno di Darfo Boario Terme, che diventa un appuntamento per tutta la Valle Camonica e per le terre vicine, bresciane e bergamasche innanzitutto, ha voluto essere qualcosa di più rispetto alla tradizione di altri luoghi. Non si tratta, secondo gli organizzatori, di mettersi in mostra e “far vedere”, ma di accogliere con particolare decoro e festa gli amici che vengono anche da molto lontano. È il segno della semplicità e della concretezza alpina: “…se faccio qualcosa di bello – sembrano dire gli Alpini – lo faccio per te che vieni a trovarmi per stare assieme…”. Ecco dunque il senso della festa che si arricchisce con una bella mostra didattica in cinque sezioni, ospitata dalle Terme di Boario (Prima e Seconda guerra mondiale, Alpini in Adamello, i campi di lavoro

nelle emergenze umanitarie e nelle calamità, l’Abruzzo del terremoto). Ma anche con una speciale serata dedicata alla cultura tipica degli Alpini: il “loro” canto, che è diventato canto internazionale e patrimonio ormai di tutti i cori. E una serata di gala, nella quale il suono di una bella fanfara alpina accompagnerà lo snocciolarsi discreto dei dati dell’ormai famoso “libro verde” della solidarietà alpina. Tre i momenti particolarmente solenni: la deposizione della corona d’alloro a tutti i Monumenti ai Caduti della città ospitante, la Santa Messa in suffragio di tutti gli Alpini e i militari italiani caduti in ogni missioni, di ieri e di oggi, la solenne sfilata di domenica mattina. Gli Alpini camuni hanno avuto ancora due momenti speciali: la serata dedicata a don Gnocchi e a don Turla con il Coro Vallecamonica che ha rappresentato “Angeli con la penna nera”; a Mestre, invece, erano presenti gli Alpini della terra bresciana per l’offerta dell’olio votivo alla veneratissima icona della Madonna del Don.


Paesi e parrocchie Valle Camonica

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Capo di Ponte Dal 18 al 24 ottobre

Archeoweek, la preistoria in un Festival Anche i Comuni di Ceto, Cimbergo, Paspardo e Sonico ospitano la manifestazione dal tema “Le origini” con studiosi, attori e critici d’arte

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Dopo il successo della prima edizione 2009, torna anche quest’anno “Archeoweek, Festival della Preistoria”, nato con la volontà di valorizzare le risorse culturali e turistiche camune, coniugando teatro, musica, conferenze, laboratori, visite guidate. Dal 18 al 24 ottobre 2010, i Comuni di Capo di Ponte, Ceto, Cimbergo, Paspardo e Sonico ospiteranno il festival che avrà un programma ricco ed eterogeneo. Si tratta di un importante evento promosso da Comunità montana di Valcamonica, Centro camuno di studi preistorici e Agenzia turistico

di Ermete Giorgi

culturale di Capo di Ponte. L’iniziativa ospita studiosi, attori, critici d’arte che faranno emergere i legami che accumunano gli uomini d’oggi a quelli del passato, interagendo con l’affascinante tema di questa edizione: le origini. L’edizione 2010 prevede un’apposita sezione dedicata all’arte visiva (vignette e video mostre) con la collaborazione del brenese Centro culturale teatro camuno di Nini Giacomelli e Bibi Bertelli. Lunedì 18 ottobre la sala del Comune di Ceto, alle 20.30, ospiterà “Archeocabaret” con Debora Caprioglio e Stefano Ar-

tissunch, una divertente commedia che ricerca le origini della satira e le mette in relazione col mondo contemporaneo. Martedì 19, alle ore 11, presso l’auditorium dalla “Cittadella della Cultura a Cemmo, “Fumetto e canzoni” a cura di Sergio Secondiano Sacchi. In serata, allo stesso posto: bilancio dei flussi turistici e nuove scoperte. Da giovedì 21, in concomitanza con l’inaugurazione del convegno “L’Arte rupestre nelle Alpi” (a cura del Centro camuno di studi preistorici e di Federbim), i cui lavori chiuderanno domenica 24, Archeoweek entrerà nel vivo della sua programmazione. Venerdì 22, a Cemmo, presso la Cittadella della Cultura, alle 18.30: “Incontro tra Emmanuel Anati e Luigi Luca Cavalli Sforza (noto genetista e scienziato italiano), coordinato dal

Breno

Il successo di “Malga in piazza” Grande manifestazione a Breno nelle centrali piazza Sant’Antonio e Mercato. La rassegna “Malga in piazza” ha felicemente raggiunto la sua 10ª edizione, aggiungendo al programma la novità della prima fiera dei “Salumi Di Versi”. Comune e Pro loco hanno preparato un fitto manifesto di eventi che s’è protratto da giovedì 7 sino a domenica 10: degustazione dei formaggi del consorzio per la tutela del “Silter” e premiazioni dei vincitori del concorso, animali in piazza Mercato, stand gastronomici, bancarelle espositori, convegno nella chiesa di Sant’Antonio sulla “Denominazione comunale”, serate musicali, assaggi guidati di salumi di struzzo e d’oca, salumi equini, pranzo del contadino, sfilata del bestiame di ritorno dagli alpeggi, benedizione degli animali, salumi di capra, salsiccia di castrato e insaccati bovini, salumi di animali selvatici, lavorazione del latte, tosatura della pecora, battesimo della sella (per i più piccoli), ferratura del cavallo, prodotti tipici, caldarroste, ecc. Grande regista del tutto Riccardo Lagorio. Conoscitore profondo dei prodotti tradizionali, da 15 anni si occupa di ricercare, scoprire e portare agli onori della cronaca le risorse agroalimentari di un’Italia che sta scomparendo.

Sull’argomento ha pubblicato ben quattro libri. È coordinatore dei Comuni che hanno adottato, o stanno per adottare la “De.C.O.” (Denominazione comunale d’origine). “Breno si trasforma in un teatro a cielo aperto, immerso nei colori dell’autunno – ha affermato lo studioso nel corso del suo intervento al convegno “La denominazione comunale: identità e stimolo per il territorio” – e celebra la salsiccia di castrato, simbolo del territorio, insieme ai salumi ‘diversi’, elaborati partendo dalla carne di altri animali che non siano il più celebre dei protagonisti: il suino. Così ecco il prosciutto e i salami d’oca, anche quelli ‘ecumenici’, cioè apprezzati dalle tre religioni monoteistiche, i ‘violini’ e le salsicce di capra, le ‘slinzeghe’ e le bresaole bovine, i salumi di bufalo. Ma non mancano anche autentiche curiosità, come il salame di tonno, e di coniglio, le ‘soppresse’ di struzzo, la mortadelle di tacchino”. Ciascuno dei prodotti è stato offerto in degustazione guidata gratuita, abbinato a uno dei vini di Valle Camonica, grazie alla collaborazione con il consorzio per la tutela Igt. Il “Silter” ha come zona di produzione la Vallata dell’Oglio. Un tempo veniva prodotto esclusivamente negli alpeggi estivi.

giornalista Francesco Gheza. Domenica 24 il festival chiuderà con uno dei più noti critici e storici dell’arte italiani: Philippe Daverio. L’oratore accompagnerà il pubblico in un viaggio nel tempo alla scoperta delle origini, utilizzando quel taglio estremamente divulgativo che caratterizza la sua storica trasmissione televisiva “Passepartout”. Daverio è nato nel 1949 in Alsazia e vive a Milano dove ha avuto inizio la sua attività di mercante d’arte. Quattro le gallerie d’arte moderne da lui inaugurate, di cui due a New York. S’è occupato del restauro e del rilancio del Palazzo Reale. Opinionista per “Panorama”, “Liberal”, “Vogue”, “Gente”, consulente per la casa editrice “Skira”, si è sempre definito uno storico dell’arte. Docente di storia, ha scoperto il pubblico televisivo con “Passepartout”.


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Paesi e parrocchie Chiari

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Salone Marchetti Convegno nazionale dell’Aias

La disabilità a scuola e sul lavoro Famiglie, operatori e il mondo politico si sono confrontati nell’appuntamento organizzato dall’Associazione italiana assistenza spastici

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di Paolo Festa

L’esigenza di fare rete, per un utilizzo completo dei servizi alla persona: è quanto è emerso dal convegno nazionale dell’Aias (Associazione italiana assistenza spastici), che si è tenuto a Chiari venerdì 8 ottobre. All’interno del Salone Marchetti, ci si è confrontati chiedendosi se la persona con disabilità è posta al centro dei processi di riabilitazione, scolarizzazione, inserimento lavorativo e inserimento socio-integrativo. In particolare si è cercato di capire come si armonizzano i diversi attori nell’interesse della persona. A discuterne tecnici del settore, famiglie, operatori, associazioni e politici. Durante la mattinata è intervenuta Margherita Peroni, consigliere regionale, che ha parlato del progetto di Regione Lombardia per le persone con disabilità. Sono seguiti gli interventi della dott.ssa Claudia Carera sul progetto riabilitativo e della prof. ssa Biancamaria Girardi sul progetto educativo-didattico. Claudio Bitelli, ingegnere, ha parlato di ausili e tecnologie per vivere meglio, mentre il tema del diurnato riabilitativo è stato affrontato con alcuni

Un momento del convegno nazionale

filmati e la dott.ssa Maria Monetti ha analizzato le componenti nella terapia con il bambino. Sull’idea che fare rete, armonizzando tra loro i diversi interventi, sia condizione indispensabile per il raggiungimento di buoni risultati e per passare dall’obbligo dell’assistenza al miglior utilizzo delle risorse, si è ritornati anche nel pomeriggio, prima con l’intervento di Pietro Vavassori, vicepresidente di Cogeme e tecnico comunale di Iseo, che ha parlato dell’esigenza di una “progettazione accessibile” nelle scelte delle diverse amministrazioni, poi con la tavola rotonda “Oltre a noi”. Si è cercato di analizzare come possono operare famiglia, servizi, associazioni e territorio a sostegno della domiciliarità. Alla tavola rotonda, dopo l’intervento della dott.ssa Rosa Simoni per il Distretto sanitario 7 - Oglio Ovest, si è parlato più specificatamente dei servizi a favore della disabilità. La cooperativa sociale “La Nuvola” ha presentato l’esperienza del centro diurno disabili e dell’Oasi del Sollievo, così come la Coop. Sociale “Il Cammino” ha illustrato le caratteri-

Adesso c’è una banca con cui parlare!

Sede Legale 25032 Chiari (Brescia), via Quartieri, 39 – tel. 030 7014911 fax 030 7014922 Albo delle Banche n. 5683 – ABI 03367 CAB 54340 – Capitale Sociale deliberato euro 30.000.000

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stiche del Centro socio-educativo e del Servizio formazione all’autonomia. Sono intervenuti anche, presentando il proprio operato, i rappresentanti del Nucleo Inserimento lavorativo, dell’Associazione Mafalda, dell’Aias di Cazzago San Martino e dell’Associazione “DisEgual”. Quest’ultima associazione ha poi presentato il cortometraggio “6 tu”, che vede come protagonisti sei bambini disabili, a conclusione della giornata. Molti quindi gli argomenti trattati, cercando di analizzare tutte le componenti che vanno a toccare l’esperienza della famiglia di un disabile, dando indicazioni concrete a chi, scuola, politica e territorio, ha la funzione di fare rete. Un’attenzione, quella alle famiglie, che contraddistingue l’Aias da quando, nel 1954, nacque come Associazione di genitori, amici e persone interessate all’inserimento sociale e scolastico di bambini con neurolesioni. Attualmente conta 120 sezioni sparse in tutta Italia, che continuano, anche attraverso convegni come questo, il percorsi di attenzione ai disabili intrapreso anni fa.


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Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it

I monaci di Tibhirine

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di Mario Menin

Un’onda d’emozione ha attraversato la Francia, anche quella più laica (e laicista), in occasione della proiezione del film “Des hommes e des dieux” sui sette monaci trappisti assassinati in Algeria il 21 maggio 1996. Ora, mentre quell’onda si sta infrangendo sulla spiaggia di altre emozioni emergenti, le comunità cristiane – che non vivono solo di emozioni –, sono invitate, anzi obbligate a riflettere sul messaggio che viene da Tibhirine, da un evento così tragico eppure così normale, da un punto di vista cristiano. Mentre nel nostro immaginario il martirio abita soprattutto il cristianesimo primitivo, il XX secolo ce lo propone come una realtà attuale e quotidiana. Ci sono stati più martiri nel XX secolo che in tutti i 1900 anni precedenti! Il martirio dei sette monaci di Tibhirine, seppure così diverso – soprattutto come processo comunitario –, è purtroppo solo un episodio tra i tanti della violenza contro i cristiani nel mondo. È solo la punta di un iceberg più grande della violenza che sta colpendo i cristiani, anche nei Paesi cosiddetti “cristiani”. Ma ritorniamo a Tibhirine. Come spiegare l’amore viscerale per la terra e gli abitanti dell’Algeria di

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Tibhirine 21 maggio 1996

Gli “Uomini di Dio” rivelano un “Dio di uomini” Padre Mario Menin da metà settembre 2008 è il rettore della comunità saveriana di Brescia. Nato in una piccola frazione di Chioggia (Ve), nel 1970 decide di entrare tra i saveriani ed è ordinato sacerdote nel 1974. Dottorato in missiologia presso la Gregoriana di Roma, ha trascorso oltre 10 anni in Brasile. La riflessione che pubblichiamo è parte della sua introduzione al film “Uomini di Dio” di cui parliamo nelle pagine di VoceSas

questi sette monaci, che, pur avendo la possibilità di lasciare il monastero, sono rimasti con la “loro” gente, soprattutto i poveri e i malati? La spiegazione la troviamo forse, anzi senz’altro, nelle parole che il padre Christian, superiore della comunità, aveva pensato di inviare il 28 ottobre 1993 a Sayah Attiya, capo del Gruppo islamico armato (Gia), che la vigilia di Natale di quello stesso anno avrebbe “visitato” il monastero: “Fratello, mi permetta di rivolgermi a lei, da uomo a uomo, da credente a credente (…). Nel conflitto attuale che sta vivendo il paese, ci pare impossibile prendere partito. La nostra condizione di stranieri ce lo proibisce. Il nostro stato di monaci ci vincola alla scelta di Dio su di noi, che è quella di una vita di preghiera e di semplicità, di lavoro manuale, di accoglienza e di condivisione con tutti, specialmente con i più poveri (…). Queste ragioni di vita costituiscono una scelta libera di ciascuno di noi. Ci impegnano fino alla morte. Non penso che sia volontà di Dio che questa morte ci venga da voi (…). Se un giorno gli algerini riterranno che siamo di troppo, rispetteremo il loro desiderio di vederci partire.

Certamente con grande dolore. So che continueremo ad amare tutti e fra questi anche lei. Quando e come questo messaggio le arriverà? Poco importa. Sentivo il bisogno di scriverlo oggi. E l’Unico di ogni vita ci guidi. Amen”. Il martirio dei sette monaci di Tibhirine è anzitutto un grido d’amore e di fede, come quello di Gesù sulla croce, un grido inarticolato – compreso da pochi – di amore per l’uomo, per tutti gli uomini, perfino per gli assassini e i carnefici, per quanti agiscono nelle tenebre, pronti a trattarci “come animali da macello” (Sal 43). Di fronte all’abisso sacrificale in cui si stava intrappolando la società algerina, dalle gole sgozzate dei sette monaci di Tibhirine sale il canto più “antisacrificalista” della storia, la continuazione del grido d’amore del Dio crocifisso, un invito purtroppo inascoltato a non sacralizzare nessun sistema, a non divinizzare alcuna struttura, nemmeno quella religiosa. Un grido d’amore che squarcia le tenebre dell’odio che avvolgono il mondo, profumando di risurrezione tutta la storia. Da Tibhirine soffia uno spirito nuovo: “Uomini di Dio” che ci rivelano un “Dio di uomini”!


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Cultura e comunicazione Incontri

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Musica di Brescia, Umberto Fanni è stato direttore generale e consulente artistico dell’Orchestra del Teatro Donizetti di Bergamo”; ha ricoperto sino al 1996 l’incarico di assistente alla direzione artistica de “I Solisti Veneti”; dal 1997 al 2008 è stato direttore artistico della stagione concertistica “Note di Colore - I Concerti di Palazzo Martinengo” a Brescia. Nel 2006 è stato scelto dalla Deputazione come direttore artistico del Grande, incarico a cui ha affiancato la direzione artistica della Fondazione Teatro Lirico “G. Verdi” di Trieste e, dal gennaio di quest’anno, anche quella della Fondazione Arena di Verona. È sposato con Carla Bino

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Come nasce “artisticamente” Umberto Fanni e a cosa si deve il suo arrivo a Brescia? Artisticamente nasco come pianista, allievo della prof.ssa Costa a Cagliari e diplomato, poi, a Brescia sotto la guida del maestro Orizio. Dopo un perfezionamento a Ginevra ho ricevuto una proposta lavorativa di tipo organizzativo e artistico dai Solisti veneti di Claudio Scimone. Pur non tralasciando l’attività di solista ho accettato questa proposta che prevedeva la vice direzione artistica dell’importante ensemble. Il mio arrivo al Teatro Grande è frutto in qualche modo della casualità. Accanto all’attività di gestione, organizzazione e direzione artistica fui chiamato dall’Università cattolica di Brescia per tenere delle lezioni di organizzazione di spettacolo. La col-

Umberto Fanni

UMBERTO FANNI Sulle ali della lirica di Massimo Venturelli

laborazione è poi proseguita con la creazione di un master per la gestione dell’impresa dello spettacolo che aveva come “history case” proprio il Grande del 2005. L’allora Deputazione, sulla scorta di quell’esperienza, mi sottopose la proposta della direzione artistica del massimo cittadino. Si è trattato di una importante opportunità che ha preceduto di poco altre occasioni come la direzione artistica al Verdi di Trieste e, da quest’anno, anche della Fondazione Arena di Verona. Verona e Trieste sono due città che, anche dal punto di vista musicale, hanno profonde radici musicali. Ci sono differenze nel lavorare artisticamente in queste città piuttosto che a Brescia? C’è una prima, grande differenza: il Grande è un teatro di tradizione,

Trieste e Verona, invece, sono delle fondazioni lirico-sinfoniche. Si tratta di realtà profondamente diverse per quel che concerne i criteri di programmazione e le disponibilità economiche e produttive. In più storicamente il Grande di Brescia programma la propria stagione lirica e di balletto in coproduzione con gli altri teatri del circuito lirico lombardo (Ponchielli di Cremona, Fraschini di Pavia, Sociale di Como), portando avanti un discorso tanto importante quanto necessario per il contenimento dei costi di produzione. Differente è il caso dell’Arena di Verona che ha una sua identità. È una struttura della Fondazione che affianca al Festival areniano anche la programmazione invernale del Filarmonico con stagione lirica, di balletto e sinfonica. Si tratta di una realtà che nel periodo estivo conta su un migliaio di dipendenti che in inverno si riducono soltanto a 400. Il Grande è una struttura completamente diversa che allo stato attuale è soprattutto un contenitore che ambisce a diventare anche un modello produttivo ov-

viamente pensato su scala ridotta. Verona e Trieste, dal punto di vista musicale, vantano però un background culturale che a Brescia, per mille motivi, manca. Questo limite si traduce in un diverso rapporto tra il teatro e il suo pubblico? Progettare una stagione Verona piuttosto che a Trieste è lo stesso che farlo a Brescia? No, sono situazioni completamente diverse. Il pubblico bresciano, che non si esaurisce in quello della città, ha bisogno di entrare in confidenza con il suo teatro che necessita di stimoli ben maggiori di quelli richiesti da spazi storicamente importanti. Basti pensare, per esempio, che a Trieste, città di 170mila abitanti il Verdi ha una programmazione con più di 5000 abbonati. L’Arena movimenta ogni estate oltre mezzo milioni di abitanti. Brescia è ancora un po’ indietro anche se gli ultimi dati certificano un aumento del 10% degli abbonati. Una crescita, probabilmente, dovuta ad alcune scelte operate ad alcuni titoli portati in cartellone, ad alcune operazioni progettate per rendere più


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Una scena di “Medea” rappresentata al Grande

visibile il Grande. La speranza per il futuro è di costruire per il Grande un pubblico nuovo, che non è necessariamente quello dei giovani, per altro categoria indefinita e di cui si è abusato, ma un pubblico fatto di quelle persone che non sono mai state a teatro. Questa è la grande sfida che dovranno assumere i responsabili dei futuri assetti che si vanno definendo. Da tempo si sente parlare di un Grande, culla della cultura bresciana, che deve aprirsi alla città, che deve vivere per 365 giorni all’anno, ben di più delle aperture necessarie per la realizzazione della stagione lirica. Cosa manca per arrivare al traguardo prefissato? Credo che occorra che la neonata

fondazione indichi a chi dovrà essere assegnata la governance dal punto di vista artistico. In questa prospettiva diventa prioritario individuare la figura del sopraintendente che sappia far quadrare i bilanci ma anche indicare alcune linee operative e direttive che dovranno spaziare su territori ben più ampi di quelli della sola lirica e del balletto, per aprirsi a tutte quelle forme di espressione artistica compatibili con la programmazione del Grande. Obiettivo condiviso già oggi è quello di arrivare a tenere il teatro aperto il più a lungo possibile, a disposizione di tutti coloro che troveranno un richiamo nella programmazione che dovrà necessariamente spaziare fra tradizione e innovazione. Una progettazione, in-

somma, pensata per tenere aperto il Grande almeno per un centinaio di serate all’anno. Un numero che dovrà essere frutto del lavoro di programmazione della Fondazione e che potrà essere implementato dal numero di serate di eventi ospiti del Grande, come i concerti del Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo. Il Festival appena ricordato insieme a tante altre realtà rappresenta una delle punte culturali di Brescia. Si potrà mai giungere in futuro a una sinergia tra le diverse eccellenze bresciane per una grande stagione del Grande? È innanzitutto necessario che il Grande si doti di una propria programmazione forte, magari anche in grado di ampliare la stagione lirica, e di collaborazioni. Importantissimo è il capitolo delle sinergie con tutte quelle realtà che operano sul territorio. Non dimentichiamo che oltre alla realtà del Festival pianistico Brescia può contare sulla Società dei concerti, sulle Settimane musicali barocche, su un piano musicale, e su quello teatrale di una realtà di primo piano come il Centro teatrale bresciano. Come si programma a Brescia una stagione lirica? Come ho già ricordato si tratta di un lavoro di valutazione realizzato in collaborazione con gli altri direttori artistici teatri del Circuito lirico lombardo. Un lavoro che chiede la conoscenza del territorio di appartenenza e che non può prescindere da una serie di valutazioni legate alla popolarità di un titolo o alla disponibilità a scommettere su titoli mai rappresentati, come il caso della “Medea” che ha aperto la stagione lirica 2010 del Grande (recensita in queste stesse pagine, ndr.) titolo difficile ma accolto dal pubblico con un caloroso successo. Questo lavoro consente di mettere a punto cartelloni, stagioni che accanto a titoli della tradizione puntano sulla specificità di opere mai rappresentate o su filoni che raramente vengono eseguiti.

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Fra i titoli portati a Brescia in qualità di direttore artistico del Grande qual è quello di cui va maggiormente fiero? Devo dire che dal 2006 ho avuto modo di mettere a punto cinque cartelloni che, per aspetti diversi, mi hanno completamente soddisfatto. Certo c’è stata una produzione della stagione lirica 2009/2010 che è stata particolarmente apprezzata dalla critica e dal pubblico e che risponde appieno al criterio prima ricordato di affiancare opere della tradizione a significative novità. Si tratta del dittico “I sette peccati capitali” di Kurt Weill e di “Trouble in Tahiti” di Leonard Bernstein prodotto a Trieste e proposto poi al Circuito come attenzione alla produzione del Novecento e, come capita in tutte le famiglie, l’ultima nata, quella “Medea” di cui ho già parlato. Se potesse progettare una stagione lirica libero da qualsiasi vincolo o condizionamento, quale cartellone realizzerebbe? Sicuramente non verrei meno alla linea già citata di un giusto equilibrio tra i titoli della tradizione e quelli di repertori poco frequentati E se potesse scegliere un cantante o un direttore d’orchestra, chi porterebbe a Brescia, magari per lanciarli? Dovrei portarne tantissimi perché sono molti i giovani in possesso di grandi doti. Quello che manca, soprattutto nel campo delle voci tenorili, è una scuola di perfezionamento. Prima di pensare a lanciarli nei grandi teatri del mondo mi piacerebbe dare loro l’opportunità di perfezionarsi. Più volte nel corso degli ultimi anni, probabilmente anche in virtù degli incarichi dai lei ricoperti a Trieste e Verona, si è parlato dalla nascita di un ipotetico “asse lirico” del nord est. A che punto è questo progetto? Sarà compito della futura Fondazione del Teatro Grande pensare a nuove collaborazioni. Per quella che è la mia persona resto a completa disposizione per progettualità di questo tipo.

Vivo successo per l’opera che ha inaugurato la stagione lirica

Una “Medea” di alta intensità emotiva È stata una scommessa vinta quella di aprire una stagione lirica con la “Medea” di Cherubini, mai stata rappresentata al Grande. L’occasione di vederla finalmente in scena è stata fornita dal 250° anniversario della nascita del compositore fiorentino. Brescia ha accolto questa produzione nel migliore dei modi, con un pubblico numeroso (molti i giovani presenti alla seconda recita), attento e appagato. Fattore decisivo di questo successo, oltre alla scelta di un titolo affascinante, è stata l’elevata qualità artistica dello spettacolo. La vicenda di Medea è quella classica, narrata nelle “Argonautiche” di Apollonio Rodio, nella tragedia di Euripide e nella rivisitazione di Corneille. Cherubini trattò questo soggetto nel 1797, appog-

giandosi a un libretto francese: nell’originale le varie sezioni musicali si alternavano a parti recitate. Solo nel 1909 Carlo Zangarini, cui si deve anche il libretto della “Fanciulla del West” di Puccini, tradusse in italiano il testo. Al Grande è andata in scena, per l’appunto, la versione di Zangarini che per la parte musicale accoglie una revisione di metà Ottocento in cui i dialoghi parlati sono sostituiti da recitativi musicali. Il risultato è un lavoro con una complessa stratificazione storica: la vocalità fiorita di alcune arie ricorda ancora quella della mozartiana “Regina della Notte”, ma altri momenti proiettano la partitura in avanti nel tempo, facendo già pensare a certo Donizetti o perfino alla “Norma” di Bellini. Il soprano Maria Billeri,

nel ruolo di Medea, è stata artefice di una prova di straordinaria intensità emotiva ed è riuscita nel difficilissimo compito di dimostrare che la drammaturgia musicale, nell’accezione più alta del termine, non è una mera rappresentazione teatrale con aggiunta di musica, ma una forma di spettacolo che sublima l’interazione fra diverse espressioni artistiche. Apprezzabile anche la messa in scena del regista Carmelo Rifici che ha deciso di ambientare “Medea” all’interno di un museo, nella Parigi di fine Settecento, con costumi ispirati all’epoca. Un’idea interessante, che ha anche avuto il merito di ben armonizzarsi con la musica di Cherubini e con la felice interpretazione offerta dal direttore d’orchestra Antonio Pirolli. (Marco Bizzarini)


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Cultura e comunicazione Famiglia

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

“Cresce la comunità, se circola la comunione”: in questo slogan sono spiegate le motivazioni del nome del ritrovo (circoli) e le modalità di realizzazione (nella fraternità casalinga). Ovviamente, l’unione degli sposi, come pure la loro storia di vita umana e cristiana sono alla base di questo incontrarsi nella piccola Chiesa domestica, quale è la famiglia

Ufficio famiglia Una proposta per raccogliere l’invito del Vescovo

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Prendendo lo spunto da quanto afferma il vescovo Luciano al n. 37 della lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” (anno 2010-2011), l’Ufficio famiglia della diocesi intende offrire una modalità concreta di vivere le “piccole comunità territoriali”, con una proposta che riesca a mettere insieme la necessità di maggiore formazione cristiana, con la voglia di creare legami solidi tra sposi. Mons Monari scrive: “… Credo allora sia utile che si formino, all’interno del territorio parrocchiale, legami concreti tra gruppi di famiglie che si conoscono a vicenda e si riconoscono come credenti vivendo alcuni momenti insieme” (37). Ci viene incontro anche una felice situazione, ossia il trentennio di pubblicazione della esortazione apostolica post sinodale Familiaris consortio (1981), di Giovanni Paolo II. Si tratta di un documento fondamentale per la Chiesa di oggi, di un messaggio veramente evangelico e profetico, sia per gli sposi cristiani che per l’intero

Creiamo circoli di comunione coniugali di Giorgio Comini

corpo ecclesiale. Con la Familiaris consortio il Concilio Vaticano II viene declinato per il mondo familiare, trovando illuminanti approfondimenti e dischiudendo orizzonti a tutt’oggi ai più ancora ignoti. La comunione tra Dio e gli uomini nell’essere sua immagine e somiglianza, l’universale vocazione all’amore pieno e duraturo, l’importanza del sacramento del matrimonio, la bellezza della famiglia come “intima comunità di vita e d’amore” (Gaudium et spes), gli imprescindibili compiti educativi di questo tessuto casalingo e le strutture di servizio alla pastorale familiare, sono solo alcune delle perle preziose che compongono il tesoro di questo messaggio ecclesiale. La felice proposta delle “piccole comunità territoriali” prenderà il nome di “Circoli di comunione”: gruppi di sposi che si ritrovano in casa per ascoltare e incarnare insieme l’insegnamento del Magistero della Chiesa. La Familiaris consortio rappresenta

una sintesi mirabile di esperienza di vita e di sapienza pastorale, di dottrina teologica e di ascolto obbediente della rivelazione biblica. In questa maniera, si viene ad aggiungere un ulteriore tassello al mosaico delle possibilità formative per gli adulti, prendendo come sguardo di fondo la vocazione matrimoniale e la cellula fondamentale della comunità cristiana, la famiglia. Ci inseriamo umilmente, così, nell’invito dei Vescovi italiani per il prossimo decennio di comunione pastorale, dove si richiedono maggiori sforzi per rispondere all’urgenza educativa, fenomeno manifesto e trasversale in tutti i livelli della vita, in ogni ambito ecclesiale e sociale. “Cresce la comunità, se circola la comunione”: in uno slogan ecco spiegate le motivazioni del nome del ritrovo (circoli) e le modalità di realizzazione (nella fraternità casalinga). Ovviamente, l’unione degli sposi, come pure la loro storia di vita umana e cristiana sono alla base di questo incontrarsi nella piccola Chiesa domestica, quale è la famiglia. È vero, tutti conosciamo le fragilità odierne di questi legami e di queste istituzioni, ma è altrettanto veritiero che non tutti si rendono conto che si può fare tanto per rafforzare e prevenire,

per curare e consolare. Gli sposi cristiani hanno ricevuto una grazia potente, un amore vincente, per il bene proprio e di tutta la Chiesa: bisogna liberare l’identità dell’amore coniugale, troppo incatenato dalle banalità e dai pregiudizi odierni, svilito spesso da legami di compromesso e da una mentalità utilitaristica. Nel matrimonio cristiano viene conferito anche un compito specifico, un servizio (ministero) ecclesiale, quello cioè di amarsi come Cristo ama la sua Chiesa, di accogliere la vita dei figli e di educarli secondo la via tracciata da Gesù. Ecco allora un’ulteriore modalità concreta per dar seguito al “Fate questo in memoria di me” dell’Ultima Cena, l’invito posto a fondamento della nostra salvezza e del sorgere della comunità cristiana. Alla fine, l’intento di questi “Circoli di comunione” sarà quello di accrescere la vita coniugale e offrire la possibilità di rafforzare i legami fraterni, quelli appunto che formano il tessuto connettivo di ogni vivere comunitario. Per saperne di più, sarà utile consultare il sito della diocesi, nel settore dell’Ufficio famiglia, come pure partecipare all’incontro di lancio dell’iniziativa che si terrà la sera del 22 ottobre, presso il Centro pastorale Paolo VI (ore 20.30).


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Corsi fidanzati Per chi chiede di più

Tobia e Sara: nuovi cammini verso il matrimonio É sotto gli occhi di tutti che il vasto e variopinto mondo dei fidanzati oggi pone grosse domande alla comunità cristiana. I giovani adulti scelgono di stare insieme indipendentemente della propria dimensione di fede, intraprendendo una storia relazionale stile coniugale (more uxorio) con parametri morali propri, spesso distillati da un fai da te o presi dalla moda del tempo. I matrimoni celebrati in chiesa, poi, sono diminuiti drasticamente, tanto da diventare eventi eccezionali anche in parrocchie di media grandezza. Di diversa tendenza, invece, sono le cosiddette convivenze, insieme alle interruzioni dei rapporti con separazioni e divorzi. La comunità cristiana rischia di rimanere spettatrice inerte di uno spettacolo in cui non riconosce più né canovaccio, né attori, né scene. Sembra che manchino le parole educative che partono da lontano, prima ancora della fatidica adolescenza; addirittura, si ha l’impressione di non riuscire a motivare a se stessi il perché, tra cristiani, l’amore coniugale non può non avere la dignità sacramentale. Comunque, diventa addirittura pleonastico sottolineare che così non va; ossia, di come improvvisazione e trascuratezza non possano più essere tollerate nell’accompagnamento verso il matrimonio. Bisogna invertire la rotta, c’è bisogno di conversione pastorale, sia dei sacerdoti che delle coppie di sposi. In questo panorama di depressione ecclesiale e pastorale, ecco che nascono da tempo anche segni im-

portanti di lievito efficace: coppie di sposi entusiaste; movimenti religiosi e congregazioni che si danno da fare per il matrimonio; coppie di fidanzati eroiche nel difendere la propria identità e dignità; sacerdoti che si innamorano della famiglia, riscoprendo l’origine e il sostegno della propria vocazione. Soprattutto, un vangelo dell’amore umano sempre nuovo e affascinante, magari fatto risuonare da figure profetiche come papa Giovanni Paolo II o da testimoni coraggiosi, come tanti sposi e genitori. Insomma, la speranza non può venire meno ed è tempo di rafforzare la pastorale che educa ad accogliere l’amore di Dio nell’amore umano, che insiste sulla vita come cammino vocazione alla comunione, con i passi della gratuità e della misericordia. In piena sintonia con tutta la Chiesa italiana, che sin dal 1975 ci diede un documento fondamentale per l’accompagnamento dei fidanzati, l’Ufficio famiglia della diocesi insiste nel migliorare ogni percorso di fede verso il matrimonio e nell’accompagnare soprattutto i primi anni della nascente famigliola. Per volontà di mons. Giulio Sanguineti , prima, e di mons. Luciano Monari, adesso, si sono assunti criteri chiari in merito all’identità del percorso, ai contenuti, ai soggetti, alle metodologie e agli accompagnatori. É gravissima la responsabilità di chi pensa di poterli disattendere alla leggera, prescindendo dalla prassi di comunione pastorale e dal mandato ecclesiale. Come tentativo di stimolo e di appro-

fondimento, quest’anno è partito un nuovo percorso per fidanzati “Tobia e Sara”, con la precisa volontà di offrire un accompagnamento ecclesiale e di insegnare uno stile cristiano di vita di coppia. Certo, i fidanzati che vi possono partecipare sono veramente pochi, ma questo non si pone come problema, vista l’intenzione della proposta: a chi chiede di più, dare risposte forti. Di ritorno, con un’esperienza così intensa si potranno migliorare anche i percorsi ritenuti più ordinari. La modalità di gruppo ecclesiale e l’impegno di condivisione di vita ne fanno a tutt’oggi un percorso unico nel suo genere nel panorama di tutta la Lombardia. La vicenda personale e il messaggio biblico di Tobia e Sara offrono a tutti il Vangelo speranzoso che Dio abita la relazione coniugale, cura le ferite e assiste le fragilità, con la sua guida sicura si può giungere alla meta dell’amore indissolubile e fedele, totale e fecondo. La descrizione completa di questo itinerario può essere facilmente trovata sul sito della diocesi nel settore dell’Ufficio famiglia. Per quest’anno il percorso viene realizzato nella zona di Gussago, presso la chiesa della Santa Famiglia di Nazareth (Cellatica), ma rimane un chiaro intento poter trovare accoglienza in altri luoghi della nostra diocesi, così da diffondere uno stile nuovo nel preparare al matrimonio sacramento. Info: via Trieste, 13 - 25121 Brescia; telefono: 030 37 22 234; email: famiglia@diocesi.brescia.it

Minori Una rete di sostegno e di scambio

Il Consultorio diocesano organizza i gruppi di parola per i figli dei genitori separati I bambini sono sempre coinvolti nella separazione dei genitori ed è spesso difficile per loro trovare uno spazio in cui riporre pensieri, emozioni, preoccupazioni e sentimenti nuovi spesso fino a quel momento mai sentiti. La nuova vita che li attende è spesso fonte di preoccupazioni che non possono essere depositate perché fanno paura. Il gruppo di parola sostiene lo scambio fra pari e offre la possibilità di liberare la testa dei bambini da fantasie in cui sperimentano sia onnipotenza che impotenza. Partecipare a un gruppo permette ai bambini di... sentire cha altri bambini vivono la loro stessa situazione; trovare una rete di sostegno e scambio; dare la parola alle emozioni sentite attraverso il disegno, la scrittura, il gioco, la lettura; individuare strategie di adattamento alla nuova situazione; trovare modi per dialogare con i genitori; sentire che della separazione dei genitori si può parlare. I gruppi saranno costituiti con un massimo otto bambini/e che vivono la realtà della separazione fra i genitori di età compresa fra i 6 e gli 11 anni. È possibile iscrivere fino a due fratelli nel-

lo stesso gruppo. Gli incontri sono programmati nei seguenti giorni: 18 e 25 novembre; 2 e 9 dicembre. Sede degli incontri: Consultorio diocesano via Schivardi n.58, Brescia. Struttura dell’attività: un primo incontro di presentazione ai genitori, tre incontri di due ore ciascuno solo per i figli, un quinto incontro di due ore (nella seconda ora è prevista anche la presenza dei genitori). Il 9 dicembre dalle 15.30 alle 16.30 è prevista la presenza delle mamme e dei papà per uno scambio fra genitori e figli. I genitori possono richiedere un colloquio successivo con la conduttrice, che è la dott.ssa Ilaria Marchetti, mediatrice familiare ed esperta in conduzione dei gruppi di parola. Si invitano tutti i genitori interessati a un incontro il 21 ottobre dalle ore 18.30 alle 19.30 presso il Consultorio diocesano. Sarà l’occasione per conoscere la conduttrice, rispondere ai dubbi e alle domande e, per chi lo desidera, iscrivere i figli. Per iscrizioni e/o informazioni telefonare al numero 030.39.66.13 oppure inviare una mail a: consultoriodiocesano@consultoriodiocesanobrescia.it

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Cultura e comunicazione Eventi

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Teatro Grande Stagione lirica e di balletto

Lambertini dirige l’opera di Bellini Il soprano anglo-australiano Jessica Pratt e il tenore ragusano Enea Scala protagonisti de “La sonnambula” targata Stefano Vizioli

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di Paolo Bolpagni

Il 1831 è un anno mirabile nella breve vita di Vincenzo Bellini (Catania, 1801 - Puteaux [Parigi], 1835): il 26 dicembre debuttò alla Scala “Norma”, ma il 6 marzo era stata la volta de “La sonnambula”, l’altro capolavoro assoluto e indiscutibile della sua produzione melodrammatica, andato in scena per la prima volta al Teatro Carcano di Milano. Realizzata su libretto di Felice Romani, tratto da un balletto-pantomima e da un vaudeville, l’opera è una sorta di favola pastorale ambientata in un immaginario villaggio svizzero d’epoca indeterminata. La vicenda è colma di grazia e poesia, leggera come una brezza di primavera. Protagonista è Amina, povera orfanella adottata e cresciuta dalla buona mugnaia Teresa; la ragazza, creatura eterea e trasognata, per di più soggetta a sonnambulismo, è la promessa sposa dell’agiato possidente Elvino, al quale può portare in dote “il cor soltanto”. Ma i due giovani sono teneramente innamorati l’uno dell’altra, e le differenze di censo e di ceto nulla possono contro la loro unione perfetta; che però è insidiata dalla strana “malattia” di Amina

Jessica Pratt

– di cui nessuno è ancora al corrente – e dalla meschineria dell’ostessa Lisa, infatuata di Elvino e delle sue ricchezze. A scatenare l’incidente drammatico è il ritorno nel villaggio, dopo molti anni, del conte Rodolfo, un gran signore di nobile sentire, che si ritrova la sfortunata sonnambula, in stato d’incoscienza, giusto nella propria camera da letto, all’interno della locanda della perfida Lisa. La quale cerca di sfruttare a suo vantaggio l’evenienza correndo a chiamare Elvino, che di fronte all’equivoca situazione decide di rinunciare alle nozze, malgrado Amina si proclami innocente e manifesti un ignaro e sbigottito stupore. Ma ogni tentativo di rappacificazione è vano, anzi si arriva rapidamente al fidanzamento tra Lisa ed Elvino. È lo stesso Rodolfo, allora, ad adoperarsi per convincere l’impulsivo giovanotto della rettitudine di Amina. Decisivi per la felice soluzione dell’intreccio si rivelano, invece, due provvidenziali episodi: il ritrovamento del fazzoletto dell’ostessa nella camera del conte (nemmeno lei, dunque, è esente da dubbi e sospetti) e, soprattutto, l’improvviso

apparire della protagonista in preda al sonnambulismo, mentre cammina sul cornicione del tetto di casa contemplando il fiore appassito che Elvino le aveva donato il giorno precedente. È finalmente la prova inoppugnabile della sua innocenza, che prelude alla bellissima conclusione dell’opera, in cui Amina esprime la propria gioia incontenibile con meravigliosi arabeschi vocali. Innumerevoli i momenti memorabili e le melodie soavi, intrise di lirismo, malinconia o candida letizia, a fronte di una scrittura orchestrale essenziale e parca. Tremende, d’altra parte, sono le difficoltà vocali imposte agli interpreti; il che non stupisce, considerando che la compagnia di canto per la quale Bellini compose ‘La sonnambula’ era formata, tra gli altri, dal soprano Giuditta Pasta e dal tenore Giovanni Battista Rubini, leggendario per la morbidezza dell’emissione e per l’estensione strabiliante verso le note acute. Il melodramma in due atti “La sonnambula” di Vincenzo Bellini sarà rappresentata al Teatro Grande venerdì 22 novembre alle 20.30 e domenica 24 alle 15.30.

Brescia

“Ecco la via maestra”, sabato in San Giovanni

Papa Paolo VI

Si terrà sabato 16 ottobre alle ore 21 in San Giovanni il concerto “Ecco la via maestra”. L’evento si presenta come un vero e proprio omaggio a papa Paolo VI che – attraverso i documenti magisteriali, l’approfondimento teologico, gli incontri e le amicizie personali – ha cercato di riannodare dopo decenni di profondo distacco il rapporto tra la Chiesa e gli artisti. Nel pensiero montiniano l’arte, in tutte le sue forme espressive, costituisce una esperienza fondamentale nel percorso di ogni uomo e di ogni credente, essendo in grado di mostrare tracce del mistero profondo che è l’uomo in quanto tale, creatura di Dio in cerca del Padre. All’importanza dell’appuntamento in sé, si unisce anche la scelta del luogo in cui risuoneranno le note, all’interno di quello scrigno di arte e bellezza che è la chiesa parrocchiale dedicata all’evangelista Giovanni. L’obiettivo è di

offrire alla riflessione e alla contemplazione dei partecipanti un programma capace di far incontrare il genio musicale di Vivaldi, Mozart e Bach con i capolavori del Cinquecento bresciano di Moretto e Romanino. Capolavori che nascono – in un caso e nell’altro – da un fecondo, inquieto, folgorante incontro tra la profondità umana degli artisti e la loro inesausta ricerca di fede, di senso, di Dio. Il programma prevede il Concerto per archi F. XI n. 4 di Antonio Vivaldi, quindi il Concerto da chiesa Op. 2 n. 4 di Felice Evaristo Dall’Abaco. Sarà poi riproposto il Divertimento I per archi K 136 di Wolfgang Amadeus Mozart mentre a chiudere la serata sarà il Concerto per pianoforte e orchestra d’archi BWV 1052 di Johann Sebastian Bach. Sotto i riflettori sarà l’orchestra “L’Incanto Armonico” diretta dal m° Giuseppe Orizio. Al piano sarà il m° Alberto Cavoli. (m.l.)


Brevi

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Al PalaBrescia Ale e Franz

Quando la normalità sa essere comicità e racconto di umanità Arriva al PalaBrescia un duo comico tra i più noti del panorama italiano contemporaneo: Ale e Franz. La grandezza di due spiriti che hanno saputo negli anni raccontare la normalità e la quotidianità della vita, trovando il lato comico e, allo stesso tempo, quello in grado di fotografare la realtà. Giovedì 21 ottobre alle 21 vanno in scena con “Aria precaria” di Alessandro Besentini e Francesco Villa, scritto con Martino Clericetti, Antonio De Santis, Rocco Tanica, Fabrizio Testini, regia e scene di Leo Muscato. Lo spettacolo racconta 10 incontri, a volte scontri, tra uomini a volte amici, altre nemici o sconosciuti. 10 momenti che capitano a tutti nella quotidianità. Uomini che incrociano i loro destini sul ciglio di una strada, in un rumoroso nido d’ospedale, su una panchina al fresco di un parco... Uomini che si incontrano e che mettono a nudo la propria realtà e di riflesso la propria fragile umanità, in cui tutti si possono rispecchiare. Ma questa presenza non è una novità, quanto una forza nel loro teatro. Biglietti in prevendita da 25 a 40 euro e la sera dello spettacolo da 22 a 37 euro. Informazioni www.palabrescia.it. (m.t.) Dallo spettacolo “Le quattro stagioni”

Teatro Telaio Dal 7 novembre al 28 marzo

La rassegna per ragazzi

Ale & Franz

Confermata l’apertura provinciale del progetto che si sviluppa tra Capoluogo e otto Comuni

Brescia

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Teatro Telaio ha presentato il cartellone della sua 14ª edizione di “Storie storie storie”, rassegna di teatro ragazzi e scuola che conferma la tendenza di sviluppo provinciale del progetto. Alle rappresentazioni nel Capoluogo, infatti, si aggiungono quelle nei teatri di Rezzato, Seriate e Castel Mella (in collaborazione con Cipiesse), Ome, Odolo, Verolanuova, Castegnato e Cologne (in collaborazione con la parrocchia di Cologne). L’inaugurazione della stagione, il 6 novembre, anche quest’anno sarà in carcere e rivolta alle famiglie dei detenuti per la convinzione che quello delle strutture carcerarie sia un problema “della” città e non “per” la città. Lo spettacolo scelto è l’ultima produzione realizzata dal Teatro Telaio, “Mappe”. La prima replica per le altre famiglie sarà, invece, il giorno seguente, presso l’Auditorium Bettinzoli in via Caleppe a Brescia con “Il brutto anatroccolo”, dalla celebre fiaba di Andersen. Il programma di “Storie storie storie” presenta, come sempre, alcuni spettacoli basati sulla proposta di storie, fiabe, o leggende della tradizione clas-

di Bruno Leoni

sica, letteraria, colta o popolare, in versioni fedeli o, in qualche caso, reinterpretate secondo sensibilità e letture diverse, o contestualizzate in direzioni originali. Un secondo filone presta attenzione a temi didattici o sociali rivisti creativamente, o di rielaborazione fantastica legata ai fenomeni naturali. Tre i debutti di quest’anno del Telaio: “Aspettando Natale”; un Pollicino contemporaneo (“Il bambino Oceano”) e un progetto di letture sull’Unità d’Italia per alunni di scuole primaria e secondaria di primo grado. Il progetto “Storie di classe”, infine, porterà alcuni spettacoli direttamente nelle scuole che ne faranno richiesta. Poiché infatti molte scuole hanno problemi di trasporto, con questa nuova sezione di “Storie storie storie” sarà il teatro a recarsi nelle scuole a condizioni analoghe al resto della stagione. La rassegna proseguirà fino al 28 marzo tra repliche domenicali e repliche scolastiche. Biglietti a 7 euro per gli adulti e 5 per i bambini; 4 euro per le scuole. Sono previste diverse forme di abbonamento e convenzioni. Info: www.teatrotelaio.it - 03046535.

Romanino e i pittori anticlassici L’ambizione di questa mostra, promossa dall’Associazione AcuTo, è di spostare le persone anziché le opere; ripercorrere la carriera di Romanino e degli anticlassici da Altobello Melone a Gianfrancesco Bembo a Lorenzo Lotto in un itinerario che tocca i luoghi più importanti della loro attività. L’inaugurazione dell’evento sarà il 15 ottobre ad Asola e sabato 16 a Cremona. L’inaugurazione bresciana è fissata per domenica 17 ottobre al Museo diocesano di via Gasparo da Salò, 13 con una relazione di Giuseppe Fusari (direttore del Museo).

Brescia

Scuola di musica Santa Cecilia La Scuola diocesana di musica Santa Cecilia propone alcuni corsi orientati alla formazione di persone che già prestano, o potrebbero prestare, la loro opera nell’animazione all’interno delle comunità, specialmente parrocchiali. Tra i corsi con articolazione annuale (ottobre 2010 - maggio 2011) segnaliamo “Organo” e “Direzione di coro” mentre tra quelli con articolazione modulare citiamo “Canto liturgico” che prevede lezioni di Educazione della voce, Lettura intonata della musica, Pratica del canto liturgico, Elementi di musicologia liturgica. Info: 030371223 – www.santaceciliabrescia.it

Breno

Per il 150° dall’Unità d’Italia È dedicato all’unico presidente del Consiglio dei ministri bresciano il convegno “Giuseppe Zanardelli un bresciano e la Nazione da ricostruire” che si svolgerà a Breno, presso il Palazzo della Cultura dalle 9.30 alle 12 di sabato 16 ottobre. Moderatore Pier Luigi Milani, presidente del circolo culturale “Ghislandi”; relatori: Francesca Avancini Pezzotti sul tema “L’ambiente brenese negli anni di Zanardelli”, Alessandro Bertoli che riferirà su “Zanardelli e l’equilibrio d’Europa (1901-1903) e Paolo Corsini “Giuseppe Zanardelli e la sofferta trasposizione degli ideali risorgimentali nell’Italia liberale”.


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

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Capo di Ponte Archeologia

L’epoca in cui le “tele” erano rocce alpine Dal 21 al 24 ottobre, tre giorni di confronto con studiosi di fama internazionale

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di Ermete Giorgi

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Il Centro camuno di studi preistorici organizza presso la “Cittàdella Cultura” di Capo di Ponte il convegno “L’arte rupestre delle Alpi” dal 21 al 24 ottobre 2010 per presentare un quadro aggiornato delle scoperte e dello stato della ricerca sull’arte rupestre alpina, con una sessione speciale dedicata ai confronti con le altre grandi aree rupestri europee. In particolare si intende aprire un dibattito sulle problematiche comuni e cercare un proficuo scambio metodologico e interpretativo fra gli istituti e i singoli ricercatori della macro-area alpina ed europea, fornendo le basi per futuri sviluppi di indagine. In concomitanza coll’assise – che si svolge nell’ambito del programma “Archeoweek”, ovvero la settimana dell’archeologia –, verranno ospitati in Valle Camonica alcuni importanti studiosi, tra cui Luca Cavalli Sforza. È prevista la pubblicazione dei preatti cui poi farà seguito un volume scien-

La “rosa camuna”

tifico-divulgativo in tre lingue (italiana, francese e inglese) che possa circolare nei principali Paesi alpini. Tale opera – da realizzare entro il 2011 – vuole porsi come punto fermo circa la raccolta dati e lo stato delle ricerche nel panorama dell’arte rupestre, per mettersi a disposizione di Università, Istituti di ricerca ma anche del grande pubblico che vuole accostarsi all’argomento. L’avvenimento ha il patrocinio dell’Unesco e si sviluppa all’interno del progetto “Forum” del dipartimento Valcamonica del Centro camuno di studi preistorici, sede di Niardo, di cui è responsabile lo studioso e ricercatore Umberto Sansoni. È a buon punto – presso la sede di Capo di Ponte del Centro – l’immissione in rete dell’archivio Wara (“World Archives of Rock Art”), il cui completamento è previsto per i primi mesi del 2011. A questo proposito scrive Emmanuel Anati: “La più grande raccolta che l’umanità possegga

sul proprio passato remoto è costituita da immagini lasciate nel corso degli ultimi 50mila anni dalle comunità che si sono diffuse sul pianeta, raggiungendo tutte le aree abitabili del globo. L’immensità delle scoperte che di anno in anno arricchiscono questo patrimonio, la consapevolezza di ciò che esso possa costituire per la cultura contemporanea e per quella delle future generazioni, hanno suggerito di creare una banca dati mondiale che assicuri l’accessibilità delle informazioni e la loro sopravvivenza”. In tale quadro è nato il progetto Wara, coordinato a livello mondiale da Emmanuel Anati che in 40 anni di studio e ricerca ha raccolto un’immensa documentazione: 210mila fotografie su supporto negativo; 130mila diapositive a colori; 3000 fotografie digitali, cui si aggiungono rilievi a contatto, calchi, centinaia di rapporti e di mappe dei siti d’arte rupestre dei cinque continenti.

Voce Libri

La carità, cuore della chiesa GIOVANNI NERVO MESSAGGERO, PADOVA 2010, EURO 11,00

Il presente volume parte dai fondamenti della carità nell’eucaristia e nel Vangelo; richiama gli indirizzi del convegno di Loreto del 1985; ricorda il posto centrale della carità nel grande Giubileo del Duemila; indica gli strumenti per l’educazione alla carità, in particolare la pasqua settimanale e la Caritas. Presenta il rapporto fra carità e giustizia e la conversione che esso richiede. Analizza poi le frontiere della carità di fronte alle nuove povertà. Sviluppa una serie di riflessioni sul documento della Conferenza episcopale italiana, “Evangelizzazione e testimonianza della carità”, con gli orientamenti pastorali per gli anni Novanta, ancora attuali. Conclude con alcune riflessioni su Maria serva di Dio e degli uomini e sui messaggi per il nostro tempo. Giovanni Nervo, fondatore e per anni presidente della Caritas italiana, presidente onorario della Fondazione Zancan e Centro studi e formazione sociale, da decenni svolge attività formativa e culturale sulle politiche sociali.

Benedizionale ANGELO LAMERI (A CURA DI) MESSAGGERO, PADOVA 2010, EURO 12,00

Il Benedizionale è un libro liturgico attraverso il quale la Chiesa mostra in modo particolare la sua dimensione popolare, rivela il suo volto di madre premurosa che sta accanto ai suoi figli. In questo sussidio sono per la prima volta raccolte, in modo organico, le introduzioni ai vari capitoli del Benedizionale, i Praenotanda generalia e le introduzioni curate dalla Cei. Un utile strumento corredato da un commento e da indici analitici, per conoscere e quindi per utilizzare al meglio questo ricchissimo e ancora inesplorato libro liturgico. Angelo Lameri, sacerdote della diocesi di Crema, si è laureato in teologia presso l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina di Padova. Docente di liturgia e sacramentaria generale presso la Pontificia università lateranense e presso la Pontificia università della S. Croce, insegna anche presso lo Studio teologico e l’Istituto superiore di scienze religiose della propria diocesi. È collaboratore dell’Ufficio liturgico nazionale della Cei.


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

XI Settimana montiniana

Brescia San Zenone all’Arco

Tre voci a confronto per ripensare l’unione tra arte e architettura

C’è tempo fino al 24 ottobre per visitare la mostra targata Ucai

“La sfida della modernità: l’arte ripensa l’architettura sacra” è il titolo della serata che ha visto protagonisti, nel penultimo evento della XI Settimana montiniana, l’artista originario di Buenos Aires Raul Gabriel, lo storico dell’arte Paolo Bolpagni e il teologo gesuita Paolo Gamberini, chiamati a riflettere sul tentativo dell’artista argentino di ripensare un edificio liturgico realizzato negli anni Cinquanta a Perugia. “Lo spazio che mi trovai davanti a Santa Maria del Colle era meraviglioso – ha spiegato Raul Gabriel – un’intelaiatura in cemento armato di una potenza estrema eppure riempita da arredi liturgici svuotati di senso. L’edificio era basato sullo sbilanciamento, provocando un senso di inquietudine che, nelle intenzioni dell’architetto Vincenzo Tutarini, rispecchiava il clima preconciliare. Era un posto in movimento e io ho cercato di rendere il senso del divenire attraverso gli elementi interni: l’ambone come pietra che si spacca davanti alla parola di vetro; il fonte battesimale, goccia di vetro che entra nella pietra angolare; la bussola d’entrata coacervo di linee inclinate; il portale che ricorda una tenda; il pavimento che riflette la geometria della volta e schiarisce verso la zona presbiterale, dove una serie di scalini vanno spegnendo morbidamente il movimento sino al solido quadrato dell’altare”. Un’architettura come palinsesto su cui è possibile intervenire, comunque sintomo e simbolo della vitalità dell’edificio. “Per Raul Gabriel il disegno non bastava a se stesso – ha affermato Paolo Bolpagni –. Bisognava trovare la radice dell’architettura originaria e renderne espliciti i segni già presenti. La sua è stata una ricerca magmatica, così che ogni gesto artistico avesse una rispondenza spirituale. C’è in Gabriel qualcosa di neomedievale, un desiderio che l’architettura sia un linguaggio e testimoni la ricerca di senso”. Una dinamicità che rispecchia quella della Chiesa dopo il Concilio, con un senso molto forte del segno. “La struttura è di cemento armato – ha sottolineato Paolo Gamberini –, la materia con cui la città andava costruendosi. Il cemento diviene comunicazione, membrana che permette un’osmosi sovversiva tra due fluidi: la città e la chiesa. Ma il paradosso simbolico più grande che Raul Gabriel ha reso è quello della ‘debolezza forte’, specie nell’incontro/scontro dei materiali di ambone e fonte battesimale. Siamo di fronte a un dinamismo che implica una lotta, lotta che avviene nella struttura e si ricompone nell’abbraccio riconciliante dell’altare. Una chiesa non è solo luogo di culto, è spazio della testimonianza e il lavoro fatto da Gabriel sprona a imparare la fede scoprendone la Raul Gabriel simbologia”. (a.a.)

Solženicyn LJUDMILLA SARASKINA SAN PAOLO, MILANO 2010, EURO 84,00

Dalla prigionia nei gulag al Nobel, dall’esilio forzato al ritorno in patria, la parabola di Aleksandr Solženicyn nella sua unica biografia autorizzata. Aleksandr Solženicyn (1918-2008) è uno dei grandi scrittori del XX secolo. Testimone della rivoluzione russa, della Seconda guerra mondiale, dell’oppressione staliniana e del crescente dominio del materialismo, si considerava erede della grande tradizione del cristianesimo ortodosso. Divenne progressivamente sostenitore degli umili e accusatore della violenza della rivoluzione, e fu quindi costretto all’esilio. Fuori dalla Russia, tuttavia, Solženicyn si sentiva come un leone in gabbia. Trascorse la seconda parte della sua vita a denunciare congiuntamente il trionfo del materialismo occidentale e sovietico. Ljudmilla Saraskina, nota studiosa di letteratura russa, è tra i massimi esperti mondiali di Dostoevskij. Per questa biografia – vincitrice di numerosi riconoscimenti in patria – ha lavorato fianco a fianco con Solženicyn.

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Anche quest’anno, ed è il terzo, l’apertura dell’anno espositivo dell’Unione cattolica artisti italiani (Ucai) è dedicata ai giovani incisori e se l’evento di inizio 2009 aveva come tema “S’incamminò verso il Padre” (l’anno precedente era stato “Scendeva verso Gerico”), quest’anno il tema sul quale gli artisti si sono confrontati è stato “E la porta fu chiusa”, con evidente riferimento al racconto evangelico delle vergini stolte e di quelle prudenti. In esposizione (da martedi a domenica, tra le 15.30 e le 19.30) i lavori dei maestri bresciani Luciano Pea e Alberto Balletti e dei loro migliori allievi. “La parabola ha una grande forza narrativa – afferma Carmela Perucchetti, consulente artistica dell’Unione – ed è proprio nelle ‘corde’ dell’Ucai proporre, sollecitare i giovani incisori con temi che affondino in una importante tradizione iconografica. La sfida, però, è anche quella di utilizzare le categorie dell’incisione contemporanea quali gusto, leggibilità e tecniche, per riprendere nella maniera più innovativa possibile un tema della tradizione cristiana. Da questo punto di vista l’Ucai vuole essere di stimolo per artisti e pubblico, e proprio il visitatore è portato attraverso i lavori esposti a riflettere sul significato del messaggio e a individuare i legami tra l’opera e il racconto. Si tratta – conclude Perucchetti – di una sorta di scommessa: l’arte sacra contemporanea vive molte difficoltà ma continua la ricerca di nuove forme di rappresentazione; altrettanto importante è che la ricerca la proseguano nel loro intimo anche i visitatori”. (m.l.)

Alberto Balletti, “La sciocca” (particolare)

Dio non esiste! GERHARD LOHFINK SAN PAOLO, MILANO 2010, EURO 14,00

Una difesa della religione dagli attacchi delle nuove forme di ateismo. Il volume di Lohfink si propone di compiere una disamina dei principali asserti dell’ateismo e di confutare tra gli altri, partendo dalle loro citazioni: Feuerbach, Nietzsche, Schopenhauer, Darwin e Richard Dawkins. “Chi ha in mano la risposta migliore ai grandi interrogativi della vita, colui che crede in Gesù Cristo o colui che si rifiuta di aderire a ogni fede in Dio? Per quanti sono rimasti cristiani può essere soltanto un bene questo dover rendere nuovamente conto della propria fede a sé e agli altri. Nei primi secoli della Chiesa ciò veniva ancora considerato un fatto normale. Nel XXI secolo occorre riprendere l’abitudine e farlo in modo nuovo”. Gerhard Lohfink è stato professore di esegesi neotestamentaria all’Università di Tubinga. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato “Dio ha bisogno della Chiesa? Sulla teologia del popolo di Dio” e “Gesù come voleva la sua comunità? La Chiesa quale dovrebbe essere oggi”.


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Televisione Il caso “Chi l’ha visto?”

U

Superficialità o voluta ricerca dello scoop?

Un incremento record di telespettatori rispetto alla media stagionale degli ascolti. È il valore aggiunto per la puntata della scorsa settimana della trasmissione “Chi l’ha visto?”, che ha potuto seguire in diretta l’epilogo della triste vicenda dell’omicidio di Sarah Scazzi, una quindicenne della provincia di Taranto uccisa e sepolta lo scorso agosto dallo zio, reo confesso durante un interrogatorio avvenuto in contemporanea con la trasmissione. Da più di un mese i telegiornali seguivano la scomparsa della ragazzina, e il programma d’inchiesta di Rai Tre, che da tempo si occupava del caso, ha dato la notizia della sua morte in diretta: la madre di Sarah, presente in studio fino all’ultimo attraverso un collegamento dal suo paese, ha saputo della morte della figlia davanti all’Italia, sotto i riflettori televisivi. Poi il suo avvocato le ha consigliato di abbandonare la trasmissione, ma il peggio era già accaduto. Uno sguardo assente, quello di una madre sconvolta per ciò che le stava accadendo e che non era comprensibilmente in grado di prendere decisioni razionali come, per esempio, lasciare subito il programma. Il suo primo piano invece è stato il protagonista della mezz’ora di diretta durante la quale le notizie e gli aggiornamenti Ansa si avvicendavano sul resoconto dell’omicidio. Il fatto ha ovviamente suscitato numerose polemiche: era giusto permetterle di restare in onda? Si doveva interrompere la puntata? Federica Sciarelli, la conduttrice del programma, è stata criticata anche dal presidente nazionale dell’associazione degli spettatori Aiart, che ha dichiarato: “È stato un esempio di mala-televisione”. La giornalista risponde: “Se ho sbagliato mi dispiace. Siamo il programma degli scomparsi: dal primo momento abbiamo sostenuto che quello di Sarah non era stato un allontanamento volontario, avremmo preferito che fosse stata trovata viva”. La “tv della verità” si trasforma in tv dell’imbarazzo. L’imbarazzo di essere i primi, in diretta, a informare una madre che sua figlia è morta. Sono questi i confini della televisione, quei segnali allarmanti che ci dimostrano quanto questo mezzo di comunicazione sia inadegua-

di Alberto Averoldi

to e sopravvalutato nel suo ruolo di cronista della realtà. Un inaccettabile errore di valutazione, quello dei responsabili di “Chi l’ha visto?”, che non hanno saputo o voluto fermarsi davanti a una tragedia familiare che si svolgeva sotto gli occhi del pubblico. Da sempre la tv si avventa sulla cronaca nera per offrirla ai suoi spettatori come piatto forte della sua programmazione. Basti pensare al caso di Cogne o alla strage di Erba. Il pubblico accorre in una mistica ideale assemblea, per esercitare il proprio giudizio, sentirsi partecipe di una realtà che, seppur lontana e impalpabile, coinvolge e attira morbosamente. Una valvola di sfogo per il malessere della società: unirsi per una sentenza, sentirsi un unico corpo, scaricare la rabbia, proprio come avveniva per una lapidazione. Ciò che conta non è il fatto in sé ma la possibilità di partecipare. E la tv è un’arena con spazi infiniti. Il caso paradossale di “Chi l’ha visto?” rimette in questione le modalità con cui questa rappresentazione mimetica del tribunale mediatico si svolge: fino a che punto ci si può spingere?

SAB Rai Due, h. 6.45 TG2 EAT PARADE Una rubrica dedicata al settore alimentare: i trend del momento, i piatti stagionali, con un occhio di riguardo alla salute e alla corretta alimentazione. Rai Due, h. 10.15 SULLA VIA DI DAMASCO Approfondimento religioso. Don Giovanni D’Ercole presenta una rubrica settimanale dedicata alla divulgazione della cultura cattolica e all’analisi delle Sacre Scritture. Rai Tre, h. 14.55 TV TALK Massimo Bernardini presenta un’ottima rubrica settimanale dedicata all’analisi delle novità televisive in fatto di comunicazione mediatica. In studio docenti e studenti universitari. Tv2000, h. 16.15 IL VANGELO DELLA DOMENICA Digitale Terrestre. Rubrica a cura di Marinella Perroni, studiosa delle Scritture. La lettura del Vangelo del giorno dopo, seguita da un breve ma profondo commento. Rai Tre, h. 23.35 PALCO E RETROPALCO Rubrica settimanale dedicata al teatro italiano. Dai palchi più famosi d’Italia i reportage che ci fanno conoscere in anteprima gli spettacoli in preparazione per la stagione.

Rete Quattro, h. 21.10 LIE TO ME Tempi duri per chi mente alla polizia: Cal Lightman è uno psicologo al servizio della polizia che ha una spiccata dote nel saper riconoscere chi mente, dal linguaggio del corpo: lo sguardo, la posizione delle mani, la postura, la voce; tutto può tornare utile per scoprire la verità. Casi intricati e storie avvincenti. Federica Sciarelli

DOM Canale Cinque, h. 8.50 LE FRONTIERE DELLO SPIRITO Settimanale dedicato all’attualità del cattolicesimo in Italia e nel mondo. Mons. Gianfranco Ravasi ci parlerà delle letture della domenica. Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Alla scoperta delle bellezze del territorio Italiano. Edoardo Raspelli ed Ellen Hidding a spasso per l’Italia fra prodotti tipici e aziende agricole. Rai Tre, h. 12.55 RACCONTI DI VITA Giovanni Anversa è alle prese con le piccole grandi storie delle famiglie italiane. Le testimonianze di chi, nonostante numerosi problemi, ha saputo trovare nei suoi cari la forza per combattere. Rai Tre, h. 14.30 IN ½ ORA La giornalista Lucia Annunziata intervista nell’arco di 30 minuti personaggi del mondo della politica ed esponenti della vita pubblica italiana. Domande argute e stile incalzante, per una mezz’ora all’insegna dell’informazione. Discovery Channel, h. 21.00 LAVORI SPORCHI Canale Sky 401. Serie di divertenti e ironici documentari basati sui lavori che nessuno vorrebbe fare. Il coraggioso Mike si misura con disgustosi compiti, spesso anche pericolosi, lavorando con insetti, pulendo silos di bitume, pulendo fogne e smaltendo i rifiuti delle fabbriche.

Rai Tre, h. 20.10 CHE TEMPO CHE FA Fabio Fazio presenta uno dei più brillanti talk-show italiani degli ultimi tempi: con una mesta ironia e grazie all’intervento di ospiti d’eccezione dal mondo della cultura internazionale, Fazio riflette sui problemi della società contemporanea e più precisamente di quella italiana. Nel cast di comici invitati in ogni puntata spicca la figura istrionica di Antonio Albanese.


Telecomando

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La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schieramenti politici, giornalisti e opinionisti.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Interessanti documentari storici sui fatti più importanti del secolo ormai alle spalle. I personaggi che hanno fatto la differenza, gli avvenimenti decisivi, i cambiamenti di una società.

Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Per essere informati quotidianamente sugli sviluppi politici, economici, culturali, della propria Regione d’appartenenza. Un tg differente per ogni Regione d’Italia.

Rai Due, h. 9.45 TRACY E POLPETTA Per gettare le basi di una lingua straniera anche nei più piccoli telespettatori è stata creata questa sit-comedy recitata in parte in un facile inglese. La puntata di oggi s’intitola “Cena a sorpresa”.

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE Una rubrica settimanale che si occupa di farci scoprire il meraviglioso territorio montano dell’Italia, non solo risorsa turistica, ma anche economica ed energetica.

Rai Due, h. 9.30 SORGENTE DI VITA Settimanale di informazione religiosa dedicato alla Comunità ebraica in Italia. Gli ultimi aggiornamenti, gli appuntamenti culturali e la storia dell’ebraismo raccontata e spiegata da esperti del settore. Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Le notizie più interessanti dal mondo della scienza e della tecnologia. Le ultime scoperte e i nuovi traguardi da raggiungere. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber presenta un’interessante rubrica di approfondimento giornalistico dedicata all’attualità dell’Italia. In studio intervengono leader politici, giornalisti, esponenti del mondo culturale, esperti di comunicazione. La 7, h. 21.10 L’INFEDELE Il giornalista Gad Lerner ci conduce con professionalità nel mondo dell’Italia che deve cambiare. Affilato commento al mondo della politica a 360 gradi.

Rai Due, h. 21.05 INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO Film d’avventura firmato Steven Spielberg, con Harrison Ford. In questo ultimo episodio ambientato nel 1957 il dottor Jones, nonostante l’età che avanza, si lascia trascinare in un’altra pericolosa avventura. Dovrà recuperare un misterioso teschio nascosto nei monti del Perù. Insieme a lui ci sono il giovane Mutt e Marion, sua compagna di avventure nel primo episodio.

Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Ottimo telefilm poliziesco degli anni ’90. Le avventure della squadra omicidi di Los Angeles. Un’ottima fotografia e ambientazioni realistiche per storie avvincenti. Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Inchieste giornalistiche condotte da Corrado Augias. Il titolo della puntata è “Il Risorgimento visto dal Sud: l’Unità d’Italia non ha mai risolto la questione meridionale”. Tv2000, h. 20.00 EFFETTO NOTTE Digitale Terrestre. Fabio Falzone ci introduce con professionalità nel mondo del cinema, presentandoci le ultime uscite in sala e commentando con esperti del settore le scelte dei registi. In studio giovani laureati in cinema e giornalisti nazionali intervistano gli attori più in voga del momento. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Chuck Norris interpreta un Texas Ranger che difende i diritti dei più deboli e dà la caccia a pericolosi criminali.

Italia Uno, h. 21.10 IO SONO LEGGENDA Un misto fra thriller, horror e fantascienza per questo avvincente film di Francis Lawrence, remake del celebre “The omega man”. Un virus ha decimato la popolazione mondiale e trasformato quasi tutti i superstiti in mostri cannibali. Un uomo vive da due anni a New York in completa solitudine, per trovare una cura. Di notte deve difendersi dagli attacchi dei mutanti...

Rai Due, h. 8.00 L’ALBERO AZZURRO Intrattenimento per i più piccoli, da somministrare a piccole dosi. Le simpatiche avventure del pupazzo Dodò e dei suoi inseparabili amici. La 7, h. 15.55 ATLANTIDE – STORIE DI UOMINI E DI MONDI Una serie di interessanti documentari che riguardano la storia e la scienza. Luoghi e volti, storie del passato e scenari dal futuro. Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero conducono in coppia un interessante talk-show che si occupa di tutto ciò che gravita intorno al mondo della famiglia. Crisi economica, istruzione, affettività, divorzio, lavoro… Rai Tre, h. 20.00 BLOB Appuntamento quotidiano con i montaggi estremi degli spezzoni più curiosi della televisione di tutti i tempi, con una particolare attenzione agli scenari politici attuali.

Sky Cinema Mania, h. 20.00 UOMINI CHE ODIANO LE DONNE Canale Sky 312. Ottimo thriller del regista svedese Niels Arden Oplev. Una storia di intrighi di potere, le indagini su una serie di omicidi, una donna scomparsa da rintracciare, una ragazza con un terribile passato alle spalle… Un’ottima ambientazione e una storia avvincente, il tutto incorniciato da musiche incalzanti e da un perfetto montaggio. Per adulti.

Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Rubrica quotidiana dalla parte del consumatore: consigli e notizie utili alla scelta del prodotto migliore al supermercato. Oggi Alessandro Di Pietro mostra come preparare bruschette e tramezzini leggeri e nutrienti. Tv 2000, h. 13.00 DANIEL BOONE Digitale Terrestre. Com’era la vita dei primi coloni americani? Questo simpatico telefilm degli anni ’60 ci racconta storie di amicizia e avventura. Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. Tv2000, h. 16.10 TESORI DI ARTE SACRA Digitale Terrestre. Serie di interessanti documentari che illustrano con precisione e professionalità le innumerevoli opere d’arte sacra presenti in Italia.

Rai Tre, h. 21.05 007 – LA MORTE PUÒ ATTENDERE Film di spionaggio del 2002, con Pierce Brosnan. Catturato durante una missione in Corea del Nord Bond viene torturato e rilasciato solo dopo un anno. La sua agenzia è convinta che sia lui il responsabile di una fuga di notizie. Solo contro tutti 007 si mette alla ricerca del vero responsabile del tradimento…

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Rubrica di attualità condotta da Michele Mirabella. Nella puntata di oggi ci chiederemo quanto gli italiani siano romantici, paragonando il trend attuale con gli anni passati. Rete Quattro, h. 16.10 LA STANGATA Ben sette Oscar per questa commedia noir del 1973, con Paul Newman e Robert Redford. America, anni ’30. Per vendicare la morte di un amico, ucciso da un potente gangster, un ladro di professione chiede aiuto a un mago della truffa ormai in pensione... La 7, h. 21.10 LE INVASIONI BARBARICHE Talk-show di attualità, cultura, politica e spettacolo condotto da Daria Bignardi. Ogni settimana a confrontarsi con la giornalista e con il pubblico importanti personaggi della vita pubblica italiana. Rai Quattro, h. 21.10 STAR TREK – GENERAZIONI Storico film di fantascienza della saga che racconta le avventure dell’astronave Enterprise. In questo episodio il capitano Kirk e il capitano Jean-Luc Picard si incontrano e uniscono le forze per salvare il mondo da un pericoloso fanatico...

Iris, h. 21.00 ALIENS – SCONTRO FINALE Il sequel di “Alien” riesce a mantenere lo stesso fascino e la stessa forza del primo episodio nonostante il regista non sia più Ridley Scott bensì James Cameron: un nuovo incubo per il tenente Ripley. Ritorna con una spedizione militare sul pianeta del contagio per distruggere la forma di vita aliena che ha sterminato il suo equipaggio. Ma nessuno di loro sa cosa li aspetta. Per un pubblico adulto.


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Cultura e comunicazione Radio e Media

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Musica Giovanni Allevi, l’alieno della classica

“Alien”, il nuovo cd

È

È probabile che Giovanni Allevi non sia un genio, come qualcuno vorrebbe invece farci intendere. Però è indubbio che sia un personaggio, oltre che un artista di talento. Lo è in primis per le sue qualità musicali ma anche per la sua attitudine a generare sentimenti contrastanti, segno di carattere e personalità. Nel giro di poche stagioni è riuscito a diventare una star internazionale, con oltre 500mila copie di album sinora venduti e centinaia di concerti “all around the world”. Tutto questo grazie ad alcuni dischi sicuramente piacevoli (“No concept”, “Joy”, “Evolution”) ma anche all’originalità e all’anticonformismo della sua figura, soprattutto se paragonata alla tradizione del mondo classico dal quale proviene. Non stupisce quindi che Allevi abbia scelto come titolo del suo nuovo recente disco di inediti “Alien”, strategicamente molto azzeccato anche in termini promozionali. Giovanni Allevi ammette di considerarsi un po’ un alieno, capitato in questo mondo da un altro mondo, e il suo sguardo si perde e si confonde al confronto con gli altri esseri umani. Paradossalmente dice di più il titolo di questo album, l’unica parola di un disco strumentale, delle molte parole cantate che abitualmente ci capitano addosso attraverso le canzoni che quotidianamente ascoltiamo. Un disco registrato nel prestigioso Auditorio della Radio Svizzera italiana a Lugano, luogo “sacro” della

di Ricky Barone

musica classica, dove hanno suonato negli anni grandissimi artisti, da Igor Strawinsky a Martha Argerich. “La creazione musicale – racconta Allevi – mi porta in luoghi talmente lontani dalla quotidianità, astratti e al tempo stesso emotivi, che ogni volta mi ritrovo a guardare il mondo con occhi nuovi, tanto da sentirmi un alieno circondato da alieni. ‘Alien’ è un disco sperimentale, dove la ricerca musicale è tesa verso la dilatazione delle forme e il raggiungimento di una purezza maniacale del suono, volti a esaltare le sonorità e i ritmi della contemporaneità”. Giovanni Allevi ha appena concluso un lungo tour internazionale di pia-

noforte solo, che lo ha visto impegnato in Italia ed Estremo Oriente (Cina, Corea e Giappone), ma che non gli ha impedito di immergersi in studio di registrazione per la realizzazione di questo nuovo album. Un disco che porta qualcosa di nuovo alla musica del compositore marchigiano: brani più lunghi del solito ma soprattutto il tentativo di sviluppare l’ambito della sonata, lavorando sulla forma e dando vita a composizioni come “Tokio station” e “Sonata in Mib maggiore”, che sono le cose più diverse da quelle fatte sino ad ora. Un disco nel quale Allevi inserisce con maggior forza rispetto al passato elementi tratti dal jazz, influenzato da musicisti come Thelonius Monk, Keith Jarrett e Chick Corea. Altra sferzata al mondo classico è l’utilizzo della ritmica, retaggio del suo rapporto importante con Jovanotti, a cui va il merito di aver lanciato nel firmamento musicale Giovanni Allevi.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo festivo è a cura di don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano. La rubrica Ecclesia in ottobre è in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria. Continuano gli appuntamenti di Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia e i Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

Giovanni Allevi

Facebook Un continuo contatto tra fan e conduttori

Anche Radio Voce ha il suo profilo Da sempre molto attenta al rapporto coi propri ascoltatori, Radio Voce approda ufficialmente su Facebook, il social network fondato nel 2004 dall’americano Mark Zuckerberg. Dopo un periodo sperimentale, che ha riguardato con successo alcuni programmi legati allo sport, constatate le infinite possibilità del “canale”, la direzione ha dato il via libera immaginando un indirizzo ufficiale dove si potesse seguire, minuto dopo minuto, la vita quotidiana della radio. Detto fatto: rimboccate le maniche, l’idea è stata tradotta ben presto in realtà. D’ora in poi sarà sufficiente

andare sul sito radiovoce.it e cliccare sul link “Ritrovaci su Facebook”. Da quel momento, i tantissimi appassionati del calcio bresciano potranno leggere e scrivere commenti durante le dirette, gli amanti dell’intrattenimento conosceranno in tempo reale ospiti, argomenti e le immancabili sorprese, con la possibilità di interagire con i conduttori. La redazione sarà in onda tutti i giorni della settimana a distanza più che mai ravvicinata. La grande famiglia radiofonica continua così a crescere, con passione ed entusiasmo.

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: la puntata numero 1000 della rubrica; l’inaugurazione dell’oratorio di Ponte San Marco; l’anteprima del film “Uomini di Dio”. La rubrica “4 parole” è con don Carlo Bresciani, direttore del Seminario diocesano. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Tra canzoni, giochi, e ospiti in diretta, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco story

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria - Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.30 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Cinema Il film di Beauvois sul massacro di Tibhirine

“Uomini di Dio” in una comunità di fede I fatti si svolgono in Algeria, nel 1996, nel pieno del periodo di violenze e terrore innescato dal colpo di stato che quattro anni prima ha messo fuorilegge il Fronte islamico di salvezza. Sette monaci e la storia vera di un martirio per amore

Uno dei momenti più importanti della comunità: il capitolo. Al centro il priore padre Christian (Lambert Wilson)

PROGRAMMAZIONE Liz ha tutto ciò che una donna può sognare. Ma cosa fare quando tutta la tua vita sembra destinata ad andare a rotoli? Partire per un viaggio alla scoperta di sé. È questo quello che decide fare Elizabeth Gilbert, nel corso di un anno e in vari Paesi tra cui la nostra Italia, per andare alla sua personalissima ricerca della felicità e di una nuova e meravigliosa vita...

Gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza di Mattia e Alice scorrono paralleli senza congiungersi mai. Sono stati anni difficili per entrambi, compromessi da avvenimenti terribili che segneranno le loro fragili esistenze fino alla maturità e renderanno difficili i rapporti con gli amici, in famiglia, sul lavoro. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non farà che accrescere le barriere che separano Mattia e Alice dal resto del mondo...

L’apprendista stregone di Jon Turteltaub

Mangia, prega e ama di Ryan Murphy

La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo

Sale della comunità DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 17 ottobre ore 16.15; PAOLO VI - PREVALLE: sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 15.30; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 16 ottobre ore 20.45; domenica 17 ottobre ore 16.00. AURORA – RONCADELLE: sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 15.00.

Sala della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 21.00; LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 18 ottobre ore 20.30. GLORIA – MONTICHIARI: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 15.00, 21.00; lunedì 18 ottobre ore 21.00; SPLENDOR - ODOLO: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 16.00, 21.00.

Sale della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 17 ottobre ore 20.45; martedì 19 ottobre ore 20.45; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 15 ottobre ore 20.45; sabato 16 ottobre ore 20.45; domenica 17 ottobre ore 20.45; AURORA - PONTE CAFFARO: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 21.00; lunedì 18 ottobre ore 21.00

I mercenari di Sylvester Stallone

L’amore buio di Antonio Capuano

Sansone di Tom Dey

Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo

An education di Lone Scherfig

Sala della comunità LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 21.00.

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 16 ottobre ore 20.45; domenica 17 ottobre ore 20.45; lunedì 18 ottobre ore 20.45.

Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: domenica 17 ottobre ore 15.00; ITALIA – LONATO: domenica 17 ottobre ore 15.00.

Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: giovedì 21 ottobre ore 15.00

Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 16 ottobre ore 21.00

CINEFORUM

CINEFORUM


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

I

di Nicola Rocchi

In una bella scena di “Uomini di Dio”, i monaci di Tibhirine avvertono gli amici che potrebbero andarsene presto. La vita per loro si è fatta difficile: siamo in Algeria nel 1996, nel pieno del periodo di violenze e terrore innescato dal colpo di Stato che, quattro anni prima, ha messo fuorilegge il Fis, Fronte islamico di salvezza, vincitore delle elezioni. Sono già molti i cristiani massacrati dai terroristi del Gia (Gruppo islamico armato) e di altre formazioni estremiste. La morte è nei dintorni, e anche il governo algerino sollecita i trappisti francesi a tornare a casa.

“Siamo come uccelli sul ramo” dicono dunque i monaci. “No, voi siete il ramo” è la risposta. In questo dialogo c’è molto del film di Xavier Beauvois, che ha commosso la Francia e ha vinto a Cannes 2010 il Gran Premio della Giuria. Il fatto a cui si ispira è realmente accaduto: nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, un commando del Gia rapisce sette dei nove monaci di Tibhirine. Due mesi dopo, di loro saranno ritrovate soltanto le teste. Il film però non racconta una storia di eroi, ma una vicenda di uomini la cui forza scaturisce dalla consapevolezza del li-

Ormai 17enne, Andy si prepara a partire per il college. I giocattoli che lo hanno accompagnato per tanti anni sono in ansia: deve scegliere quali tenere, quali buttare via, quali regalare ai bambini dell’asilo. Andy sembra volere conservare solo il cowboy Woody. Ma all’asilo hanno l’amara sorpresa di vedersi maltrattati come in una prigione. Grazie al coraggio di Woody, tutti tornano insieme...

mite, della fragile condizione in cui gli esseri umani vivono accomunati. Così gli uccelli diventano rami, e le loro radici sono nella fede. Nella consapevolezza, espressa nel film dal priore Christian de Chergé, che la loro vita “è già stata donata” molto tempo prima di concludersi. Con ammirevole pacatezza il film afferma, attraverso i suoi protagonisti, che la fratellanza non è un’utopia, anche tra chi non condivide lo stesso credo. Lo fa mostrando la vita quotidiana dei monaci. “Oranti in mezzo ad altri oranti”, si mescolano alla popolazione musulmana senza fare proselitismo, partecipano alle cerimonie del villaggio, forniscono assistenza medica. Nel monastero pregano e meditano insieme, praticano in silenzio i lavori quotidiani. E si confrontano, con franchezza, sul da farsi: andare o rimanere? C’è

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chi non ha timore della morte, come il colto medico Luc (Michael Lonsdale). Ma c’è anche qualcuno che, come Christophe (Olivier Rabourdin), è travolto dalla paura e preme perché il gruppo lasci l’Algeria. Frère Christian – Lambert Wilson ne restituisce bene lo spessore intellettuale ed emotivo – ascolta le ragioni di tutti; tiene testa ai terroristi quando (la notte di Natale) irrompono nel monastero; invita i confratelli alla riflessione e alla preghiera. Quella di restare, alla fine, è una decisione condivisa in cui si esprime la forza della comunità, dove anche le debolezze dei singoli possono mutarsi in linfa vitale. Il regista, saggiamente, non mostra la morte orribile dei monaci. Ci lascia invece ricordare i loro volti che, inquadrati uno a uno, passano dal riso al pianto in un’“ultima cena” di toccante asciuttezza.

Shrek è sposato con Fiona, è un padre amorevole e impegnato e le sue giornate si ripetono tutte uguali. Insoddisfatto e incastrato in una routine desidera poter tornare alla sua vecchia vita. Pane per i denti di Tremotino, che gli propone uno dei suoi terribili accordi: rivivere la sua vecchia vita in cambio di un giorno del suo passato. La scelta lo catapulterà in una realtà in cui non è mai nato...

Toy story 3 – La grande fuga di Lee Unkrich

Shrek 4 e vissero felici e contenti di Mike Mitchell

Karate arate Kid: la leggenda continua di Harald Zwart

Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 15.00, 17.30; SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: sabato 16 ottobre ore 20.45; domenica 17 ottobre ore 17.30, 20.45; INZINO – INZINO: sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 17.30, 20.45; AURORA – PALAZZOLO: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 16.00, 21.00.

Sale della comunità EDEN – ESINE: venerdì 15 ottobre ore 20.30; sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 20.30; IL GABBIANO – GHEDI: sabato 16 ottobre ore 21.00; domenica 17 ottobre ore 15.30. SALA DELLA COMUNITÀ - MARONE: sabato 16 ottobre ore 20.45; domenica 17 ottobre ore16.00, 20.45.

Sale della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 14.30, 17.30, 20.30; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 16 ottobre ore 20.45; domenica 17 ottobre ore 15.00, 20.45; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 16 ottobre ore 20.30; domenica 17 ottobre ore 14.30, 20.30.

Roncadelle Anteprima “Uomini di Dio”

Non eroi, ma martiri in comunità

Agorà di Alejandro Amenabar

Dieci inverni di Valerio Mieli

Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: martedì 19 ottobre ore 20.45.

Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: lunedì 18 ottobre ore 21.00.

CINEFORUM

CINEFORUM

L’anteprima nazionale del film “Uomini di Dio” si è svolta nella Sala della Comunità di Roncadelle lunedì 11 ottobre per i gruppi missionari e per i responsabili delle Sale della Comunità e martedì 12 ottobre per i sacerdoti. Un evento e un’occasione che ha sancito l’importanza delle Sale della Comunità parrocchiali nel contesto culturale italiano. Prima del film, padre Mario Menin, saveriano, ha raccontato come il martirio cristiano sia oggi tanto importante quanto in passato. “Nel XX secolo – racconta padre Mario − si sono verificati più martiri che in tutti gli altri 1900 anni di storia cristiana. Su 100 morti per motivi religiosi, 75 sono cristiani”. Tra i presenti alle due proiezioni alta la soddisfazione e il plauso alla pellicola del regista laico e non

credente. “Mi è piaciuto scoprire che il regista utilizzi nel film molte parole della Bibbia e il fatto che la comunità aiuta nel cammino” racconta uno dei presenti. In sala anche critici cinematografici e docenti universitari tra cui Carlo Susa: “Non riesco a immaginare nulla da tagliare. È l’espressione reale. La lentezza del racconto non toglie la tensione e permette di entrare in contatto con la loro vita”. Don Italo Uberti, che ha spiegato il film, ha sottolineato l’importanza della comunità nel racconto e nella vita, invitando a utilizzare la pellicola nel percorso pastorale delle parrocchie; dello stesso avviso don Claudio Zanardini, direttore dell’Ufficio turismo e pellegrinaggi: “Una comunità che cerca un’unità e che ci arriva per strade diverse senza appiattirsi”.


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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Economia La Scuola di sussidiarietà

Alla riscoperta del lavoro manuale L’inaugurazione della quinta edizione dell’iniziativa proposta dalla Fondazione San Benedetto è stata occasione per un confronto a più voci sul tema della disoccupazione, in modo particolare su quella che interessa tanti giovani

L

L’inaugurazione della quinta edizione della “Scuola di sussidiarietà” promossa dalla Fondazione San Benedetto è stata occasione, lo scorso 8 ottobre, per un confronto sul tema “Disoccupazione, disoccupazione giovanile e pratica del lavoro” tra Graziano Tarantini, presidente della Fondazione, Giuseppe Bertagna, ordinario di pedagogia generale presso l’Università degli studi di Bergamo e Maurizio Lupi, vice presidente della Camera dei Deputati. È Tarantini a

Curiosità e perplessità

Quanto sono attendibili le guide?

di Vittorio Bertoni

introdurre il tema “Occorre sfatare l’idea che il lavoro intellettuale sia contrapposto a quello manuale – afferma -. Occorre ridare piena dignità al lavoro manuale. La cultura è qualcosa che appartiene alla vita. Dove si fa cultura cresce anche l’intelligenza. Ma la cultura non è solo per addetti ai lavori: la cultura è anche sudore, è anche fatica. Lo studio deve servire alla vita, deve arricchire la persona. Oggigiorno si manifesta una emergenza educativa: per fronteggiarla

più che maestri servono testimoni”. Al prof. Bertagna, invece, il compito di fotografare, anche impietosamente, la realtà. “Negli ultimi 40 anni – è stato in sintesi il suo intervento - si è scelta la strada di mandare tutti a scuola e all’università, ma fin dai primi anni si manifestano problemi di compatibilità e il tasso di disoccupazione tra i giovani raggiunge percentuali tra le più alte al mondo”. La predicata ‘massificazione scolastica’, ha portato, da un lato, a un progressivo impoverimento culturale e, dall’altro, ha contribuito a creare un solco sempre più ampio tra scuola e lavoro. L’on. Lupi si è spinto oltre, parlando di crisi, ma anche di opportunità a questa legate. “È proprio nei momenti più difficili che nascono le grandi idee, perché è necessario mettersi in gioco per sopravvivere. Ce lo ha insegnato la storia”. È la crisi, secondo il vicepresidente della Camera di Deputati che ha insegnato a vivere

Nel campo dell’enogastronomia l’Associazione italiana sommelier nomina il bresciano Nicola Bonera, trentun anni, miglior sommelier italiano dell’anno 2010. Bonera lavora come wine consultant per ristoranti ed enoteche, ha vinto il Premio Franciacorta, aggiudicandosi, tra 16 concorrenti selezionati, la competizione svoltasi a Perugia in occasione del congresso nazionale dell’associazione. Meno positive invece le valutazioni della “Guida ai vini d’Italia 2010” annuale pubblicazione dell’Espresso curata dal bresciano Enzo Vizzeri che assegna grande spazio ai prodotti del Piemonte e di altre regioni, certamente più blasonate e con lunga tradizione nella produzione dei vini. Ma se il miglior sommelier nazionale è un bresciano, non conquistano onori i vini delle terre lombarde con l’unica eccezione dei Franciacorta. I citati sono: tra i bianchi il Lugana Brolettino 2008 Cà dei Frati; tra i rossi: Valtellina Superiore Sassella Riserva Rocce Rosse 1999 Ar.pe.pe., Valtellina Superiore Giupa 2004 Caven, Valtellina Superiore Prestigio 2006 Triacca; tra gli spumanti: Franciacorta Brut Cuvée Annamaria Clementi 2003 Cà del Bosco, Franciacorta Extra Brut Ebb 2006 Il Mosnel; Franciacorta Brut 2005 Gatti Enrico; Franciacorta Extra Brut Pas

giorno per giorno, “a prendere il meglio di ogni momento, a comprendere i valori della famiglia e dell’amicizia, a voler cambiare, a fare delle scelte che in altri momenti non si sarebbero affrontate, a mettersi in discussione”. La crisi, dunque, ha messo in gioco la persona e la persona deve tornare ad essere protagonista. Nel lavoro passa la realizzazione della persona: bisogna ripartire dall’educazione della persona”. Si riparte dunque dalla persona, dal suo desiderio che è come la scintilla che accende il motore e dalla sua educazione che è parte più grande della formazione tecnica. E dal lavoro che nobilita l’uomo e diventa un mezzo di santificazione, come cita l’art. 4 della Costituzione italiana: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorrano al progresso materiale o spirituale della società”.

Operé Gran Cuvée 2004 Bellavista; Franciacorta Pas Dosé Riserva Qde 2004 Il Mosnel. In contrapposizione all’Espresso arriveranno, come normalmente accade, altri e più confortanti giudizi. Intanto ci dobbiamo accontentare, come dalla guida ai ristoranti. Nella pubblicazione uscita in questi giorni sono tenuti in considerazione i soli bresciani: Miramonti l’altro di Concesio; Gambero di Calvisano; Villa Fiordaliso di Gardone Riviera; Capriccio Manerba del Garda. Questo per dire delle eccellenza a giudizio degli esperti. Ruggero Bonometti, ristoratore, segretario dell’Arthob Brescia è molto dubbioso sulle valutazione effettuate dai critici gastronomici e si domanda “se queste guide vengono stilate solamente per sostenere un meccanismo che si è creato negli anni” mentre scrive delle difficolta della ristorazione e dei costi elevati in un sistema che si sta rompendo senza una probabile cura in vista. “Non sarebbe meglio sedersi a ragionare e cambiare il sistema” si domanda auspicando un prezzo uguale per tutti sui 25/30 euro. Forse ha ragione chi si trova ogni giorno a confrontarsi con la clientela che cerca un buon bicchiere di vino o un piatto sapido senza il rischio di restare col borsellino a secco. (pio.)


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Economia e lavoro Digitale terrestre

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Conto alla rovescia Verso lo switch off

Ciao analogico, arriva il digitale terrestre A partite dal 25 ottobre il passaggio definitivo a una tecnologia dalle grandi potenzialità

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Tra il 25 ottobre e il 26 novembre prossimi si completerà, secondo il più recente cronogramma stilato dalle autorità competenti, il passaggio definitivo della Lombardia (Brescia, ovviamente, compresa) al digitale terrestre. Con il passaggio al digitale si moltiplicherà il numero dei canali a disposizione degli spettatori, accompagnati da una migliore qualità dell’immagine e del suono. Con il passaggio definitivo al digitale (ma questo è solo un esempio per rendere l’idea delle possibilità che si apro-

no) i telespettatori, tradizionalmente abituati ai tre canali dell’emittente di Stato, potranno prendere visione dell’intera proposta Rai. Accanto a Rai1, Rai2, Rai3, grazie al digitale si potranno sintonizzare i televisori su Rai4, Rai5, Rai movie, Rai storia, Rai news, Rai yoyo, Rai gulp, Rai sport1, Rai sport2, Rai Hd. Insomma: una proposta quasi quintuplicata solo per quel che concerne l’emittente di Stato, a cui andranno ad aggiungersi tutti i canali a disposizione dei network commerciali (Mediaset e La7) più

2% Entro il 20 Ottobre 2010, nella provincia di Brescia la Tv diventerà Digitale Terrestre

quelli delle televisioni locali. Molto è stato detto sulle tecnologie richieste per la ricezione del segnale digitale: l’acquisto di un decoder esterno o di un apparecchio televisivo dotato di decoder integrato. Poco o nulla è stato invece detto sull’impiantistica. Le antenne per ricevere la televisione digitale terrestre sono le stesse usate fino a ora per la ricezione analogica e, pertanto, non necessitano di sostituzione. Le autorità competenti hanno anche stabilito che le nuove reti digitali si avvalgano degli stessi siti di trasmissione della tv analogica. Per i non addetti ai lavori questo significa che non si dovrebbe mettere mano nemmeno al riorientamento delle antenne. Tuttavia, in alcune zone limitate, i segnali digitali potrebbero provenire da siti diversi da quelli abituali e,

dunque, potrebbe risultare necessario chiamare un tecnico per un intervento di sistemazione dell’antenna. Che il tema del passaggio al digitale terrestre si piuttosto ostico è testimoniato anche dalle giornate di superlavoro a cui furono chiamati tecnici, installatori e antennisti in occasione dello switch off della primavera scorsa. Per ovviare a possibili inconvenienti il dipartimento Comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico ha attivato il sito www.decoder.comunicazioni. it e il numero verde 800022000 a cui è possibile rivolgersi per tutte le informazioni del caso. C’è poi il sito www.dgtvi.it in cui sono presentati i cronogrammi per il passaggio dal digitale di ogni singola regione, provincia per provincia.

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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Decoder Una guida all’acquisto

Scegliere tra mille proposte Sono moltissimi i modelli disponibili. Non tutti, però, usufruiscono del contributo statale

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Ormai dovrebbero saperlo tutti: per ricevere i canali digitali è necessario un apparecchio televisivo di ultima generazione, dotato di decoder integrato oppure è necessario acquistare un decoder da applicare alla vecchia televisione. Le proposte del mercato sono tantissime, a portata delle diverse tasche. Il Stato, che ha praticamente imposto ai cittadini, il passaggio dall’analogico al digitale, ha messo a disposizione contributi per l’acquisto del decoder. Quelli ammessi al contributo statale, però,

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sono solo i decoder conformi alle specifiche prescrizioni normative e accreditati dal Ministero. I decoder non interattivi non sono compresi nel contributo statale. Hanno diritto all’agevolazione dal 12 aprile scorso gli abbonati della Lombardia di età pari o superiore a 65 anni (da compiersi entro il 31 dicembre) e che abbiano dichiarato nel 2009 (redditi 2008) un reddito pari o inferiore a euro 10mila. Per usufruire dell’agevolazione basterà recarsi in un negozio che ha aderito

all’iniziativa ed essere pronti a fornire gli estremi del proprio abbonamento tv per l’anno in corso, di un documento di riconoscimento e del proprio codice fiscale. Il negoziante applicherà immediatamente uno sconto di 50 euro sul prezzo di vendita su un qualunque modello di decoder accreditato dal Ministero. Come già ricordato sono coperti dal contributo statale solo i decoder interattivi, decoder digitali terrestri dotati sia della piattaforma interattiva mhp sia dei sistemi di accesso condizionato integrati (Cas) per la decodifica dei canali a pagamento. La televisione digitale interattiva è l’occasione per una diffusione di servizi più efficienti, a minore costo per la collettività e utilizzabili comodamente da casa. Solo i decoder che

consentono la fruizione diretta e senza restrizione dei contenuti e servizi in chiaro e che forniscono prestazioni di interattività, anche da remoto, attraverso interfacce di programmi (Api) aperte e riconosciute tali, conformi alla normativa comunitaria, nonché supportati da un modem abilitato a sostenere, per tale tipo di accesso, la classe di velocità V90/V92, fino a 56 Kbits, ovvero una velocità almeno equivalente per le altre tecnologie trasmissive di collegamento alle reti pubbliche di telecomunicazioni, possono assicurare l’utilizzo di tali servizi. (I requisiti sono stabiliti nella legge 266/2005, art.1, comma 572). I decoder non interattivi possono essere utili per adeguare, in un secondo tempo a costo contenuto, il secondo o il terzo televisore di casa.

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Economia e lavoro Ottica

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Oculistica Consigli pratici

Malattia, difetto? Chiedi all’optometrista La vista è spesso soggetta a problemi piccoli, facilmente risolvibili

L

La vista spesso è soggetta a problemi piccoli, risolvibili presso un ottimo optometrista, o a problemi complessi per i quali è necessario l’intervento del medico oculista. I difetti refrattivi non sono una malattia, ma semplicemente una mancata coincidenza tra la posizione dell’immagine e quella della retina. Gli oggetti che ci circondano possono essere visti solo grazie alla luce che li illumina e che viene riflessa ai nostri occhi. L’occhio attraverso le sue lenti (cornee e cristallino) cercherà di focalizzare la

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luce sullo schermo (retina) per consentire la visione dell’oggetto. I difetti refrattivi sono: la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo. Nell’occhio miope, l’immagine dell’oggetto osservato si focalizza prima della retina, quindi, quando la luce arriva sulla retina, l’immagine è sfocata; nell’occhio ipermetrope, l’immagine dell’oggetto osservato dovrebbe focalizzarsi dopo la retina, ma viene bloccata prima, pertanto l’immagine risulta sfocata. A differenza dell’occhio miope quello ipermetrope, grazie all’aiuto del cri-

stallino, a volte riesce a correggere provvisoriamente la focalizzazione portandola sulla retina. L’astigmatismo è dovuto principalmente alla forma della cornea, la quale può provocare una distorsione dell’immagine anche se la focalizzazione della luce è sulla retina. Spesso l’astigmatismo è abbinato alla miopia o alla ipermetropia. La presbiopia non è una malattia e nemmeno un difetto refrattivo, ma semplicemente un problema dovuto all’invecchiamento del cristallino (lente all’interno dell’occhio) che perde la sua capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini. La presbiopia è indipendente da tutti i refrattivi e si presenta in tutti gli esseri umani dopo una certa età, che nei Paesi occidentali come l’Italia è di circa 40 – 45 anni. Per la buona salute dell’occhio è

necessario effettuare controlli periodici, si consiglia una cadenza annuale soprattutto se si manifestano sintomi come dolore, fastidio, bruciore, alterazioni visive, appannamento, sdoppiamento dell’immagine, calo della vista di qualsiasi entità. È importante affidarsi a professionisti che sappiano individuare con precisione la tipologia del problema per essere in grado di consigliare una visita oculistica oppure se il difetto può essere risolto con l’aiuto di un optometrista. Sono numerosi nel Bresciano gli ottici-optometristi qualificati, in questa pagina dedicata al mese della vista citiamo Otticart che da anni opera in viale Piave a Brescia con competenza e serietà, presupposti fondamentali affinché si possa dare valido aiuto a chi presenta difficoltà visive.

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Paesi eEconomia parrocchiee Bassa lavoro Agricoltura

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Agricoltura Presentata la nuova legge

Un’etichetta per raccontare un prodotto

È

È, dovrebbe essere (il condizionale quando si tratta di politica è sempre d’obbligo, ndr.) in dirittura d’arrivo la normativa per l’etichettatura dei prodotti agroalimentari. A presentarla la parlamentare bresciana Viviana Beccalossi che della legge è stata relatrice sia in commissione che in sede parlamentare. Per la definitiva approvazione della nuova normativa manca soltanto la terza lettura da parte del Senato. “La nuova legge − ha affermato Viviana Beccalossi aprendo la conferenza stampa tenuta presso la sede dell’assessorato provinciale all’Agricoltura − risponde a una duplice esigenza: quella di tutelare i consumato-

A Villa Barboglio l’on. Beccalossi ha spiegato la normativa sull’etichettatura obbligatoria di Massimo Venturelli

ri e, contemporaneamente, anche gli operatori della filiera agroalimentare”. Con l’obbligatorietà dell’etichettatura, infatti, chi compra un prodotto potrà conoscere, attraverso i dati stampigliati sulla stessa, l’origine, la provenienza e, in conformità con le direttive europee, l’utilizzo di ingredienti in cui vi sia la presenza di ogm. Per gli operatori della filiera agroalimentare la presenza di un’etichetta tanto “ricca” di informazioni rappresenta una sorta di garanzia contro la concorrenza sleale di chi spaccia per italiani prodotti confezionati con materie prime provenienti dall’estero. “La definizione del testo della nuova legge

− ha sottolineato Viviana Beccalossi − è il frutto di un lavoro di confronto tra i diversi attori del settore agroalimentare”. Soggetti, ha ricordato la relatrice, animati dalla volontà di tutelare il made in Italy, ma portatori di interessi diversi che hanno avuto bisogno di un’azione di mediazione. Il cuore del provvedimento, come evidenziato da Viviana Beccalossi, sta nell’art. 6: “Al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari, è obbligatorio (...) riportare nell’etichettatura di tali prodotti (...) l’indicazione del luogo di origine e di provenienza e, in conformità alla normativa dell’Unione europea, dell’eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di

organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale”. La normativa, caso abbastanza raro nell’attuale contesto parlamentare italiano, ha avuto in tutti i suoi passaggi l’appoggio incondizionato di tutte le forze politiche (“a eccezione dei radicali − ha ricordato la Beccalossi − che hanno votato contro non per ragioni di sostanza ma di forma”). La nuova normativa giunge a colmare un vuoto lamentato dall’intera filiera dell’agroalimentare nazionale costretta in questi anni a combattere senza i mezzi adeguati la battaglia del made in Italy non solo contro operatori stranieri, ma a volte anche contro “attori” italiani che hanno approfittato dell’assenza di regole che imponevano loro di dichiarare l’orgine delle materie utilizzate per la trasformazione di prodotti bollati poi con il marchio della tradizione italiana.

Valtenesi

Successo per la nuova formula di “Profumi di mosto” La nuova formula di “Profumi di mosto” passa il “test” degli appassionati di enologia e mette in archivio un nuovo risultato positivo: l’itinerario enogastronomico organizzato dal Consorzio Garda Classico, andato in scena nelle cantine della riviera bresciana del lago di Garda, si conferma come una delle più coinvolgenti e significative manifestazioni dell’autunno gardesano, grazie a una nona edizione capace di convincere non solo sotto il profilo puramente numerico ma anche sotto quello qualitativo. Sono stati infatti circa 1500 i visitatori, provenienti da tutta la Lombardia e dalle regioni vicine, che hanno attraversato la Valtenesi con il calice a tracolla per gustare colori, profumi e sapori dell’autunno del Garda Classico, visitando le 21 cantine che hanno proposto i loro vini abbinati a piatti preparati dagli chef di alcuni fra i più apprezzati a rinomati ristoranti e agriturismo del territorio. In totale si sono stimate oltre 10mila degustazioni, grazie anche al grande successo dell’Oasi della Valtenesi, ospitata quest’anno dal Castello di Puegnago, dove appositi pannelli hanno descritto il Progetto Valtenesi e la strategia di comunicazione e riposizionamento strategico dei vini del Garda Classico. I sommellier dell’Ais sono stati impegnati nelle degustazioni guidate dei 21 “rossi della Valtenesi”, molto apprezzate da un pubblico di degustatori attenti e già appassionati al discorso di rinnovamento intrapreso dai vini del territorio. Vini per lo più a base di Groppello, scoperti o riscoperti in questa manifestazione che ha alzato il tiro della

qualità in vista di un futuro enologico che si può sintetizzare in un solo nome:“Il Valtenesi”. “Il profilo dei visitatori è senza dubbio cambiato con questa edizione – commenta il presidente del Consorzio Garda Classico Sante Bonomo –. Questo era del resto il risultato che ci eravamo prefissati con questa nuova formula organizzativa maggiormente selettiva, finalizzata a focalizzare l’attenzione sul miglioramento qualitativo dei vini rossi del territorio che si registra anno dopo anno. Un obbiettivo avvalorato tra l’altro dalla presenza di sommelier Ais in ogni cantina, insieme a ragazzi della Scuola alberghiera di Gardone Riviera e Desenzano”. La giornata si è conclusa con un grande brindisi finale alle fortune della vendemmia 2010 con i Rosè a base di Chiaretto nell’Oasi di Puegnago, dove tra l’altro sono andati felicemente esauriti i Rossi della Valtenesi messi a disposizione per sostenere il progetto Abe per i bimbi emopatici. Un finale positivo per una formula alla quale il Consorzio non esclude fin d’ora qualche ritocco per la prossima edizione, già in programma per domenica 9 ottobre 2011.“Abbiamo colto fra i visitatori una generale indicazione di minore rigidità per le tappe dei tre percorsi che abbiamo adottato quest’anno con l’idea di condurre i visitatori a scoprire nuove cantine e angoli meno noti del territorio – spiega il presidente Bonomo –. Già stiamo pensando all’idea di istituire per la prossima edizione dei tagliandi jolly da utilizzare per visitare cantine di percorsi diversi”.


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Economia e lavoro Salute

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Brescia Alla Poliambulanza

Nervi periferici e patologie: un convegno Un’occasione di confronto fra operatori su aspetti clinici, chirurgici e riabilitativi

dici di medicina generale utili conoscenze finalizzate all’inquadramento clinico e strumentale dei pazienti con neuropatie periferiche quali, per citare le più note, la sindrome del tunnel carpale, le lombosciatalgie e le paralisi del nervo facciale. Patologie queste che possono determinare nei pazienti casi gravi di deficit motori. Risulta per questo fondamentale identificare subito la corretta patologia per pianificare un efficace approccio terapeutico medico, chirurgico e riabilitativo. La metodica utilizzata nella giornata

PIANO FORMATIVO AZIENDALE 2010

LE PATOLOGIE DEI NERVI PERIFERICI: ASPETTI CLINICI, CHIRURGICI E RIABILITATIVI

Sabato 16 ottobre 2010 (dalle ore 8:30 alle ore 16.45)

SEDE Sala Congressi, Fondazione Poliambulanza Via Bissolati, 57 - 25124 Brescia

RELATORI E MODERATORI

Il 16 ottobre a partire dalle ore 8.30 presso la sala convegni di Poliambulanza si terrà il Convegno dal titolo “Le patologie dei nervi periferici: aspetti clinici, chirurgici e riabilitativi”. Il coordinatore scientifico del convegno sarà la dr.ssa Gianna Santus, responsabile dell’unità operativa di medicina riabilitativa dell’ospedale S. Orsola di Fondazione Poliambulanza. Nel corso del convegno saranno anche presentati i contributi di alcuni medici interni alla struttura. L’obiettivo dell’incontro è offrire a medici, fisioterapisti e me-

sarà imperniata su lezioni interattive e discussione di casi clinici. Le malattie dei nervi periferici sono numerose e complesse. Tra i vari gruppi di neuropatie, le mononeuropatie sono le forme maggiormente circoscritte dei nervi periferici e possono essere determinate da diverse cause come traumi, compressioni o processi infiammatori. Richiedono un inquadramento clinico e topografico con diverse metodiche tra cui l’elettromiografia e più recentemente l’imaging del nervo periferico con risonanza magnetica. Saranno argomento di aggiornamento le patologie del nervo facciale e in particolare i trattamenti con tossina botulinica. Nel corso verranno presentati i casi clinici relativi alle sindromi da intrappolamento dei nervi periferici sia all’arto superiore

che inferiore cause di dolori, alterazioni motorie e sensitive. Queste patologie devono essere identificate nella pratica clinica per l’impostazione di un efficace trattamento medico, chirurgico e riabilitativo. Un approfondimento verrà riservato al monitoraggio e alle metodiche riabilitative nel recupero delle lesioni del sistema nervoso periferico e alle novità in tema di tutori ortopedici per l’arto superiore e inferiore. “L’importanza della nostra proposta sta nell’interdisciplinarità dell’approccio alle patologie dei nervi periferici – riferisce la dr.ssa Santus – .Crediamo fondamentale che tutti gli operatori sanitari condividano l’approccio alla patologia per offrire ai nostri pazienti risposte rapide ed efficaci nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione”.

Dr. A. Cabrioli

Medico U.O. Ortopedia e Traumatologia Fondazione Poliambulanza Brescia

Moderatore: Massimo Gandolfini 8.00

Registrazione partecipanti

Prof. S. Cavazza

Fisiatra – Settore Medicina Riabilitativa “San Giorgio”, Dipartimento di Neuroscienze/Riabilitazione; AO Universitaria di Ferrara

8.30

Presentazione del percorso formativo Alessandro Signorini - Gianna Santus

9.00

Clinica ed iter diagnostico delle patologie del nervo periferico Edoardo Donati

9.30

La diagnostica neurofisiologica Anna Maria Perotti

10.00

L’imaging nella patologia del nervo Marco Pavia

10.30

Coffee Break

10.45

Le patologie del nervo facciale Domenico De Grandis

11.15

Le sindromi da intrappolamento dei nervi periferici dell’arto superiore: dalle più comuni alle più rare Adolfo Vigasio

11.45

Le lombosciatalgie Gianna Santus

12.15

Discussione

13.00

Lunch

14.00

Le lesioni del nervo periferico nella chirurgia artroscopica e protesica dell’arto inferiore Alfredo Cabrioli

Prof. D. De Grandis

Direttore U.O. Neurologia Rovigo Presidente Società Italiana di Neurofisiologia Clinica

Dr. E. Donati

Responsabile U.O. Neurologia Fondazione Poliambulanza Brescia

Dr. M. Gandolfini

Direttore Dipartimento di Neuroscienze Fondazione Poliambulanza Brescia

Sig.ra D. Marinoni

Fisioterapista U.O. Medicina Riabilitativa Fondazione Poliambulanza Ospedale S. Orsola Brescia

Dr. M. Pavia

Responsabile Neuroradiologia Fondazione Poliambulanza Brescia

PROGRAMMA DEL CORSO

I

a cura di VoceMedia Pubblicità

Dr.ssa A. M. Perotti

Medico Servizio Neurofisiopatologia Fondazione Poliambulanza Brescia

Dr.ssa G. Santus

Responsabile U.O. Medicina Riabilitativa Ospedale S. Orsola Fondazione Poliambulanza Brescia

14.30

Evidenze di efficacia delle metodiche riabilitative nelle lesioni del Sistema Nervoso Periferico Stefano Cavazza

Dr. A. Signorini

Direttore Sanitario Fondazione Poliambulanza Brescia

15.00

Novità sulle ortesi nelle patologie del nervo periferico Franco Zucchini

15.30 Dr. A. Vigasio

Responsabile Chirurgia della mano e Microchirurgia Ortopedica Istituto Clinico Città di Brescia

L’intervento del fisioterapista: presentazione di un caso clinico Daria Marinoni

16.00

Discussione

Dr. F. Zucchini

Tecnico Ortopedico

16.30

Valutazione apprendimento

16.45

Chiusura dei lavori


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Sport

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Genova Italia-Serbia

La violenza nel ventre degli stadi

redazione@lavocedelpopolo.it

Una gara sospesa dopo soli sei minuti e tanta paura. L’ennesimo episodio che testimonia quanto le curve siano ostaggio della politica. Non si può ridurre il problema alla sola questione del nazionalismo serbo, ma piuttosto serve un’analisi seria per evitare che certe situazioni si possano ripetere

Gli incidenti di Genova

Calcio: accordo Pavoniana-Milan È una delle più importanti società calcistiche, a livello giovanile, della nostra città. Da questa estate l’Ac Pavoniana di via Dan Donino ha stretto una collaborazione con il Milan. Accordo presentato ufficialmente nei giorni scorsi per una durata triennale. Intervenuti, al taglio del nastro, il responsabile del settore giovanile rossonero Filippo Galli (ex giocatore del Brescia per tre stagioni e pluricampione con la maglia del Milan), Silvio Broli (bresciano passato proprio a inizio anno dal Brescia al Milan nel ruolo di responsabile dell’attività di base) e Edy Zanolli, coordinatore nazionale del progetto Scuole Calcio. “ Siamo orgogliosi di esserci legati alla Pavoniana – ha commentato Filippo Galli – il nostro è un progetto ambizioso e poi sappiamo quanti talenti sono nati proprio a Brescia”. Il Milan subentra al Brescia dopo nemmeno un anno di collaborazione. “Abbiamo deciso di cambiare e ci spiace – spiega Gualtiero Cervati, presidente della Pavoniana – ma non ci rispecchiavamo più nei progetti del Brescia. Col Milan, invece, siamo sicuri di aver fatto anche un salto di qualità”. (ma.ric.)

Ginnastica artistica: Mondiali in Ferrari Al via sabato 16, a Rotterdam in Olanda, i mondiali di ginnastica artistica con due protagoniste bresciane: Vanessa Ferrari e Lia Parolari. Entrambe sono reduci da un periodo difficile e inseguono un pronto riscatto con il body azzurro e i colori cittadini della Brixia Gym (Vanessa) ed Estate ’83 Galleria del Tiro Lograto (Lia). Proprio quest’ultima torna in pedana dopo un grave infortunio al ginocchio che l’ha tenuta lontana per diverso tempo dai riflettori. “Per me è già un vittoria aver riconquistato la maglia azzurra – spiega la Parolari – cercherò di dare il meglio per onorarla”. Discorso a parte, invece, per Vanessa Ferrari. “Finalmente sto bene e mi sento bene dopo tre anni travagliati – confessa l’ex campionessa mondiale – punto a un buon piazzamento nel concorso generale e togliermi qualche sfizio nelle finali di specialità”. Assieme alle due, si chiude il trittico bresciano con il tecnico Enrico Casella. I Mondiali di ginnastica artistica si concluderanno sabato 23 e domenica 24 con le finali di specialità. (al.a.)

Un concorso in ricordo di Sbaraini Presentata la prima edizione del concorso letterario dedicato alla memoria del giornalista Giorgio Sbaraini “Il bambino e il calciatore”, riservato agli alunni delle Scuole Primaria e Secondaria di Gussago. Il vicepresidente della Società del Gussago Calcio Giorgio Mazzini ha illustrato il progetto. “Da due anni abbiamo dato vita al bimestrale Il Giornale del Gussago Calcio, che si propone anche di dialogare con i ragazzi, con le loro famiglie, con gli sportivi, con i cittadini. Pubblicare notizie per informare sulle molteplici attività sociali, era cosa scontata e ovvia; abbiamo ritenuto importante lavorare anche per dare utili informazioni, idee sulla valenza dello sport nella crescita dei ragazzi, uscire con articoli, anche critici, che possano servire per riflettere e creare dibattito”. L’iniziativa ha riscosso l’apprezzamento della dirigente scolastica Enrica Massetti che si sta prodigando per la buona riuscita del concorso letterario. (al.a.)

A

Allo stadio Marassi di Genova c’erano molte famiglie con i bambini che, per l’ennesima volta, hanno assistito a una serata di guerriglia. Il fascino della nazionale e la possibilità per i genovesi di vedere dal primo minuto i propri beniamini Cassano e Pazzini aveva portato molte persone alla gara ItaliaSerbia valevole per le qualificazioni europee. Sei minuti di gioco prima e dopo gli incidenti scatenati dalla tifoseria ospite, che ha scelto il palcoscenico italiano come vetrina sulla Serbia, sull’Europa e sul mondo. Delinquenti con il passamontagna hanno lanciato alcuni segnali ai loro giocatori, rei di aver perso in casa nella precedente partita contro la cenerentola Estonia. Il secondo segnale è stato mandato all’Europa e al mondo bruciando la bandiera dell’Albania. In particolare il tifoso arrampicandosi sulla rete di recinzione ha messo in bella mostra il tatuaggio con la scritta “1389” ovvero l’anno della battaglia del Kosovo persa contro gli Ottomani e diventata nel tempo simbolo dell’indipendentismo serbo. Il nazionalismo si era già fatto notare negli striscioni che inneggiavano al criminale Arkan. Le tigri di Arkan sono tornate, ma forse erano sparite solo dagli occhi dell’opinione pubblica. La politica, quindi, ancora una volta è entrata negli stadi o cerca di contaminare i luoghi deputati alla pratica sportiva. Difficile comprendere il gesto dei giocatori serbi che per placare i loro tifosi li hanno prima applauditi e poi hanno fatto il gesto delle tre dita: pollice, indice e medio, tre, a indicare il simbolo della croce ortodossa che nel corso del tempo ha avuto varie

di Luciano Zanardini

declinazioni, ma che ha da sempre indicato nei gruppi nazionalisti la Grande Serbia. Nessun sepolcro imbiancato, però. Anche in Italia le curve sono ostaggio della politica. Del resto si è visto anche con la tessera del tifoso. La violenza, senza scomodare i più recenti fatti di cronaca, è di casa anche nel Bel Paese. Per fare un esempio basterebbe citare il derby romano sospeso per la morte annunciata (e poi smentita) di un bambino. Questi sono poi i fatti più eclatanti, ma ogni domenica c’è chi si ritrova in difficoltà ad assistere, in tranquillità, a 90 minuti di gioco. Tornando al match contro la Serbia bisogna anche segnalare l’incapacità dell’Uefa di prendere una posizione netta: la gara non doveva neppure cominciare. Non è sport quello che impedisce a un giocatore (l’estremo difensore serbo Vladimir Stojkovic) di scendere in campo, perché al centro di minacce e insulti da parte dei tifosi sul pullman. Non è sport quando i giocatori hanno paura di scendere su un terreno di gioco. La colpa di Stojkovic? Quella di non aver impedito la vittoria dell’Estonia e soprattutto di essere passato dalla Stella Rossa ai rivali del Partizan. Resta da appurare anche il coordinamento tra la polizia serba e quella italiana, soprattutto se è vero che gli stessi facinorosi erano stati protagonisti in negativo di alcuni incidenti in occasione del Gay Pride. Fatte tutte queste considerazioni, rimangono la conta dei feriti e i vetri rotti per le strade di Genova. Per alcuni momenti la Città della Lanterna ha rivisto le tristi immagini del G8 con le strade occupate dai cortei di protesta.


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Sport

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Calcio Domenica arriva l’Udinese

Torna a casa Brescia Dopo 25 giorni lontano dalle mura amiche e due giornate giocate fuori casa contro Bari e Lazio il Rigamonti si prepara ad accogliere i propri campioni. Atteso l’ipotetico cambio di modulo, con il ritorno al 3-5-2 e forse la prima uscita con la V bianca sul petto

D

Domenica si riparte. La Serie A torna a Brescia dopo la serata che ha visto le Rondinelle vincitrici sulla Roma di Ranieri. Passano ben 25 giorni da quel 22 settembre. In mezzo due partite fuori casa contro Bari e Lazio. Con entrambe risultati negativi. Sconfitta per 2 a 1 contro i galletti pugliesi e per 1 a 0 con le aquile biancocelesti. Sconfitte immeritate per il gioco dimostrato dalle Rondinelle. Ritorno al Rigamonti dove in questa stagione il Brescia non ha ancora perso. Arriva l’Udinese che si trova

di Mauro Toninelli

in fondo alla classifica ma che nelle ultime due gare ha collezionato una vittoria e un pareggio. Attesa di Serie A per la città e allo stesso tempo attesa per tutto quello che questa gara sta raccogliendo. Sono anche altri i motivi di interesse: la squalifica di Diamanti, che genererà forse il cambio di modulo da parte di Iachini, magari in corsa e il possibile rientro di Jonathan Zebina. Il giocatore ex Juve e ex Roma non ha ancora vestito la maglia dalla V bianca sul petto in una partita ufficiale, vi-

Lo stadio Rigamonti

sto il lungo recupero da un infortunio. Il cambio di modulo che mister Iachini in settimana non ha escluso porterebbe la squadra a giocare dal 4-3-1-2 al 3-5-2 che l’anno scorso ha accompagnato il Brescia in serie A. Ci sarebbe l’abbandono del trequartista a vantaggio di un modulo che predilige la corsa delle fasce; modulo che si adatta in maniera perfetta alle caratteristiche di Zambelli. Domenica alle 15 il fischio d’inizio di Brescia-Udinese. A quell’ora saranno svelati tutti i dubbi e i punti di domanda sulle formazioni e sui moduli. Nonostante ciò ci sono alcune certezze. In settimana Filippo Galli, ospite a “100% Brescia” (trasmissione dedicata al Brescia calcio in onda sugli 88.3 e 88.85 dalle 14 alle 15 dal lunedì al venerdì; integrale su radio-

voce.it), così si è espresso: “Un gruppo forte e consolidato, con una guida come quella di Beppe Iachini che sa trasmettere grinta e determinazione ai propri ragazzi. Poi la società ha fatto sforzi importanti andando a prendere Diamanti ed Eder. Ha aggiunto a un attacco prolifico un numero di gol sulla carta importanti che speriamo regali la salvezza più presto possibile al Brescia”. Alla domanda su cosa aspettarsi dal Brescia è concreto Galli: “I tifosi vogliono la salvezza; quanto tranquilla penso che a loro importi poco. Tutto quello che viene in più, ben venga; penso che anche il presidente sia d’accordo”. Anche noi siamo d’accordo; anche Brescia è d’accordo e finalmente può riunirsi attorno ai propri campioni.

diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 17 Ottobre 2010 ore 17:45

vs Brescia Leonessa

La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it

in collaborazione con

Liomatic Perugia


Centro Sportivo Italiano

Roma Il Csi entra a far parte del Comitato italiano paralimpico

L’attenzione per la disabilità di Bruno Forza

Il Csi mette un altro sigillo importante nella sua storia entrando ufficialmente a far parte del Comitato italiano paralimpico. Il presidente arancioblu Massimo Achini festeggia questo importante traguardo: “Siamo il primo ente di promozione sportiva a entrare in questa grande famiglia. Dobbiamo dire grazie a un uomo che per coraggio e sensibilità educativa non è secondo a nessuno: Luca Pancalli, un grande dirigente dello sport italiano”. L’impegno e l’attenzione del Csi nei confronti dello sport per diversamente abili hanno radici lontane. “Non tutti sanno – racconta Achini – che lo sport per disabili nel nostro Paese è stato fondato nei primi anni Cinquanta da un gruppo di nostri dirigenti lungimiranti, che aprirono allo sport per non vedenti”. Nel corso degli anni l’attività è cresciuta su tutto in territorio nazionale: “Oggi nei nostri Comitati e nelle nostre società sportive l’attenzione per questa dimensione dello sport è alta e concreta. In giro per l’Italia ci sono esperienze meravigliose che meriterebbero di essere raccontate una per una. Ora l’impegno deve crescere ancor di più. Uno

dei primi obiettivi è lavorare affinché ogni parrocchia e ogni oratorio, attraverso lo sport, possanono accogliere in modo più incisivo ragazzi disabili che abitano nel quartiere, nel Comune, nel territorio”. Il Csi, dunque, punta con decisione a regalare un sorriso proprio a tutti. Se poi arrivano anche i risultati, ancora meglio. A tal proposito sono già arrivate belle notizie da Varsavia, dove agli Europei di Special Olympics gli atleti azzurri ciessini hanno conquistato 12 medaglie: tre ori, cinque argenti e quattro bronzi. In attesa dei prossimi trionfi il comitato nazionale ha già definito i prossimi passi da compiere: realizzazione di un sito internet; inserimento della categoria “diversamente abili” per calcio a 5, campestre e atletica con approfondimento relativo al tennis tavolo; promozione sul territorio; formazione per supportare il lavoro di educatori sportivi e dirigenti; sinergie con altri enti che lavorano in questo ambito sportivo. Intanto il comitato di Brescia non resta a guardare e lancia un corso di attività motoria rivolto proprio a ragazzi e ragazze diversamente abili, che inizia mercoledì 20 alla palestra della scuola elementare di Travagliato dalle 16 alle 18. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla segreteria (030.312328).

LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Dopo lo scudetto, la crisi del Bovezzo A fine gara hanno ricevuto l’ennesimo riconoscimento, con la premiazione del sindaco Bazzani per il successo ottenuto lo scorso giugno, quando si sono cucite sul petto il secondo tricolore consecutivo. Le ragazze del Bovezzo dopo tre turni di campionato non sono ancora riuscite a vincere e si trovano nei bassifondi della classifica. L’allarme rosso è suonato lo scorso fine settimana, quando le rivali storiche del Brescia femminile hanno espugnato Bovezzo con un sonoro 4 a 0. Nelle prime due giornate non era andata molto meglio, con il 2-2 interno con il Castenedolo e il 4-4 ottenuto a Chiari sul campo della Fin Beton. Intanto il Nave comanda la graduatoria a punteggio pieno per effetto di tre vittorie consecutive, l’ultima delle quali ottenuta a Ghisalba (4-1). Dietro alla capolista (insieme alle Rondinelle biancoblù) ci sono Sale e Castenedolo, capaci di strapazzare San Faustino e Longobarda a suon di gol. Spettacolare pareggio tra Nuvolera e San Benedetto: 6-6 il finale. I risultati della terza giornata: Real Ghisalba – Nave 1-4; Timoline il Focolare - Fin Beton 2-2; Longobarda Casaloldo - Castenedolo 3-10; Bovezzo - Brescia Femminile 0-4; Nuvolera - San Benedetto 6-6. Classifica: Nave 9; Castenedolo, Sale Brescia Femminile 7; Longobarda Casaloldo 6; Timoline il Focolare 4; Virtus S.Faustino 3; Fin Beton, Bovezzo 2; San Benedetto 1; Nuvolera 1; Real Ghisalba 0.

Atletica, tennis tavolo e pallavolo

Occhi puntati sul Trofeo del Sebino A Piancamuno tutto è pronto per l’ultima tappa della rassegna podistica che incoronerà i vincitori della V edizione del Trofeo del Sebino. Si corre sulle Mülatere de Pià, per 13 km di corsa in montagna con 600 metri di dislivello e poco più di quattro km di salita, preceduti da un avvio tranquillo e seguiti da una discesa spettacolare. I giochi sono già quasi fatti per tutte le categorie, ma è importante partecipare per prendere punti preziosi. La formula del Trofeo premia la qualità ma anche la costanza nelle presenze. La gara è valevole anche come ultima tappa del campionato provinciale di corsa in montagna. Mentre il Trofeo del Sebino volge al termine il basket è pronto a partire. Da mercoledì 20 a sabato 23 ottobre vivrà la prima giornata della fase eliminatoria di coppa Leonessa,

dove le dodici squadre partecipanti sono state suddivise in tre gironi da quattro. Nel tennis tavolo, intanto, arrivano i primi risultati della nuova stagione. La prima giornata di Eccellenza ha dato segnali positivi a Benaco e Montichiari A, vittoriose per 4-3 e 5-2 su Salò e Calcinato. In Promozione l’esordio stagionale ha arriso a San Pancrazio, Toscolano e Montichiari B. Il conto alla rovescia della pallavolo, invece, sta per finire. Sabato la sede provinciale ospiterà i responsabili delle società delle categorie top junior e open per la visione dei calendari. Ecco le convocazioni. Top junior ore 14: Violino, Mompiano, Paratico, S. Giacinto, Abcf Comero, Calcinato, Offlaghese, Bagolino, Paolo VI Mura, Paolo VI Sarezzo. Open femminile ore 14.30: S. Giacinto blu, Prevalle, Mompiano, Polisportiva Trenza-

nese, S. Angela Merici, Violino, S. Faustino, Castenedolo, Serafica S. Carlo. Ore 15: Polaveno, Ponte Zanano, Resto del Maury, Inzino Aido, Khem Plast Lumezzane, Vallio Terme, Vestone, Bagolino, Bione, Nave. Ore 15.30: Piemonti costruzioni, Bassano, Calvisano, Volley ’96 Gottolengo, S. Giacinto rosso, Life Manerbio, Crazy Cow, S. Pancrazio, Star Volley Academy Nord, Carpenedolo Consorzio Vela. Open misto ore 16: Olimpia Paitone, Ponte Zanano, Le 2 Sante, Ome, Quinzano, Volley Borgo, All Star, Unicorn, Somain Cortefranca, Camignone, Provaglio. Maschile ore 16.30: Gioielleria Cropelli 1, S. Giacinto, Nuove Legioni Calcinatesi, Ambrosini Arredamenti, Resto del Maury Sarezzo, Serafica San Carlo, Paolo VI Mura, Le Iene, Virtus San Lorenzo, Rudiano 1992, Gioielleria Cropelli 2.


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LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

Imbarazzo per il Premier Egr. direttore, le scrivo in riferimento agli ultimi avvenimenti politici, riguardanti il nostro governo. Alcuni osservatori di animo buono, hanno definito i conflitti politici-legali-finanziari del premier e company il “teatrino della politica” ma io non ho alcun dubbio ad affermare che trattasi della “tragedia” di questa classe politica. Nel discorso del Premier alla Camera per la conferma della fiducia, recitato come si leggesse la guida telefonica,con i ripetuti programmi, ripetuti ad ogni stormir di fronda e mai mantenuti, fa riscontro il silenzio su tre milioni di persone che vivono sotto la soglia della povertà e altri sette milioni che dividono l’uovo sodo tra il pranzo e la cena. Queste persone hanno esultato alla notizia che si farà il ponte sullo stretto di Messina, disponibili alla più nera indigenza purché non si tocchino” i privilegi e le ingiustizie” che soffocano la nostra democrazia e la nostra libertà. Si fa per dire. Pure “L’Osservatore Romano” si è immediatamente compiaciuto, nell’edizione dello stesso pomeriggio, del discorso del Cavaliere, giudicandolo di ampio respiro, non ricordando che ogni qual volta la Chiesa si è accordata o accodata al potente di turno, ci ha sempre rimesso e certe volte in modo pesante. Non sono servi del potere, le aggregazioni di volontariato (e sono milioni di persone) che servono il Regno facendosi prossimo ai poveri, agli ultimi, agli emarginati, e che agli occhi

di chi sta sopra sono considerati “persone” non degne di menzione. Ma la memoria di Dio è immensa e paga sempre. L’accanimento xenofobo contro i rom (perché non sono ricchi ma molti sono cittadini italiani), contro i disgraziati immigrati, molti dei quali catturati dal dittatore Gheddafi e fatti morire dopo atroci torture e stupri, nelle orrende carceri libiche, non turbano la coscienza di chi ci governa perché la pietà non trova alloggio nella loro coscienza. Meglio farebbe chi veste di “porpora e lino finissimo” di astenersi dalle cene in attici lussuosi per conciliare lo “stimato” Cavaliere con un’altra aggregazione politica. Sicuramente, con animo benevolo, va ricordato che S. Giovanni Bosco si recava al palazzo del re, non per adularlo, ma per richiamarlo a comportamenti più consoni e corretti. Non ultima la bestemmia ostentata in pubblico tra barzellette oscene e adulanti volgari schiamazzi che il “nostro” Premier con sagacia ogni tanto ci propina. Quanti cristiani delusi e offesi per la sponsorizzazione a questo governo da parte di alcuni vescovi o preti, che hanno smarrito l’indirizzo di casa dello Spirito Santo. Sono un povero cristiano, padre di un prete missionario che si spende in territori ostili, e non sono di sinistra, come vengo apostrofato per le mie idee, ma certi atteggiamenti mi fanno schifo. L’imperatore Caligola rese al senato romano il suo cavallo; al nostro parlamento ci sono condannati o collusi con

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

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la malavita, i ladri della cricca, adulatori genuflessi del culto della personalità. Ai secondi, preferisco il primo. Almeno il cavallo non aveva colpa alcuna. Per fortuna che c’è “l’iman della Lombardia” il grande cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, il vescovo Luciano e molti, anzi moltissimi vescovi e preti, luci sopra il moggio che illuminano le ombre che tentano di offuscare lo splendore della Croce. Per me e per tutti: Signore, aumenta la mia fede. Silvano Esti

La confessione, sacramento dimenticato

16 ottobre 1978 Fumata bianca in Vaticano: il cardinale polacco Karol Wojtyla viene eletto papa. Assume il nome di Giovanni Paolo II

17 ottobre 1933 Lo scienziato ebreo-tedesco Albert Einstein, vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 1921, giunge negli Stati Uniti d’America

Egr. direttore, il sacramento della penitenza non gode oggi di buona salute, nel senso che è sempre meno praticato. Purtroppo sono riuscito a trovare solo percentuali datate, risalenti a una decina di anni or sono e riferite alla sola Italia: si tratta di una ricerca sociologica curata dall’Università cattolica. Le riporto comunque, nella consapevolezza che nel frattempo non

Omnibus

Avvenimenti 15 ottobre 1940 Esce nelle sale cinematografiche “Il grande dittatore”, un film di satira sul regime nazista, di cui Charlie Chaplin è attore protagonista e regista

Le ricette della settimana Lesso casalingo

Brasato

Ingredienti: 1 kg di carne di manzo, un gambo di sedano, una cipolla, una carota, sale.

Ingredienti: 600 g di carne di manzo magra, 50 g di lardo, olio d’oliva, mezza carota, un gambo di sedano, mezza cipolla, sale, pepe.

Preparazione: Per il lesso le parti più adatte sono lo scamone e il biancostato. Questo piatto, anche se semplice e casalingo, richiede un pezzo di carne piuttosto grande e magro. Perché il lesso sia gustoso mettere sempre la carne nell’acqua calda prima lasciata sobbollire con le verdure per una ventina di minuti. Salare e cuocere a fiamma bassa per circa 2 ore. Ritirare dal fuoco, fare riposare 10 minuti, poi disporre la carne sul piatto da portata. Servire con salsa verde e patate lessate di contorno. Filtrare il brodo e offrirlo bollente in tazza.

Preparazione: Legare il pezzo di carne con filetti di lardo tagliati grossi rotolati in sale e pepe. Mettere sul fuoco in una casseruola stretta con i bordi piuttosto alti un po` di olio con la cipolla, la carota ed il sedano tritati grossolanamente e sulle verdure collocare il pezzo di carne. Versare due o tre volte sul fondo poca acqua per ammorbidire le verdure e quando queste sono quasi consumate, versare nella casseruola una tazza di acqua calda. Coprire mettendo tra la casseruola e il coperchio un foglio di carta. Continuare la cottura a fuoco lento.


LA VOCE DEL POPOLO 15 OTTOBRE 2010

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Nord c’è; la fatica nel capire dove va la classe politica italiana pure. È la frammentazione autarchica, la zizzania che imperversa e che genera la presunzione del giudizio di fariseismo o di superiorità, di lontananza da questa persona o da quell’altra associazione. Qualcosa sta cambiando, però. Da 14 anni un gruppo di associazioni ecclesiali sta tentando di fare, insieme, riflessione sociale. Ben 45 associazioni laicali, riunite nella Consulta diocesana, sta provando a coniugare “insieme” la propria fede e la propria cittadinanza. Per rompere quelle chiusure che attraversano comunque anche la nostra realtà civile. Con serenità, mi pare sia corretto sottolineare che esiste nel vissuto ecclesiale e in quello della società civile, molta più vivacità e creatività di quanto si supponga. Alla quale sarebbe opportuno dare attenzione. Per non essere ideologici. Mario Benedini

Egr. direttore, due parroci in prima pagina sul Bresciaoggi del 13 ottobre scorso. Non è cosa da poco. Con una riflessione con firma prestigiosa. Non può non incuriosire, nonostante la delusione che provo, visto che i testi citati sono ormai vecchi di mesi. Ma un pensierino viene anche a me e lo offro al lettore. Mi fa sobbalzare la domanda (senza punto interrogativo) che entra per inciso nelle prime righe: “Mi chiedo se esista a Brescia un sacerdote che abbia la libertà di esprimere opinioni diverse”. Presume opinioni diverse da

quelle dei sacerdoti citati. Mi pare una domanda strana: basta passare in rassegna i bollettini parrocchiali, partecipare ad incontri associativi, verificare resoconti di convention culturali, di accedere ai siti “ecclesiali” per accorgersi che detta libertà esiste e in abbondanza. Pare un vezzo consolidato cercare la figura di prete che più si adatta alla ideologia dei vari gruppi, oppure di fare reprimende perché i preti non parlano contro questo o contro quell’altro. Come vi sono sacerdoti attenti animatori del volontariato, amici che animano la riflessione politica, partecipi di fondazioni sociali le più diverse. Solitamente in percorsi individuali. E qui vorrei toccare il nocciolo del mio pensare: esiste anche tra i cattolici bresciani l’insieme di divergenze che si riscontrano a livello nazionale nel proliferare di partiti e correnti, fondazioni e giornali. Lo slogan dominante è “la mia erba è sempre la più verde”. La frase citata dal “grande” Cossiga non si adatta bene al terreno di casa nostra. Esattamente l’opposto di quanto propone a Reggio Calabria proprio in questi giorni la Chiesa italiana (Vescovi, laici e preti, parrocchie e movimenti) con la Settimana sociale dei cattolici italiani: il coraggio della diversità e del confronto, nella ricerca di una agenda di speranza per l’Italia. L’invito a confrontarsi sui problemi quotidiani che travagliano le nostre comunità. Tornando allo scritto che sto chiosando, e, lo affermo con cognizione, nelle nostre parrocchie il disagio di fronte alle scelte della Lega

Egr. direttore, è uscito il 1° ottobre 2010 il rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti dell’uomo sui crimini commessi nella Repubblica democratica del Congo tra il marzo 1993 e il giugno del 2003. Il fatto di pubblicare questo rapporto (quasi 600 pagine che descrivono 617 violazioni gravi dei diritti umani, con decine di migliaia di morti!) è molto importante perché è la prima volta che in un rapporto dell’Onu vien

fatta un’analisi completa e documentata di avvenimenti svoltisi nel volgere di 10 anni. Due paesi (Ruanda e Uganda) sono soprattutto indicati a dito come complici dell’esercito di Laurent Désiré Kabila (che nel 1977 sconfisse Mobutu, l’allora presidente dello Zaire, arrivando a Kinshasa nel maggio di quell’anno) e fautori di stupri collettivi sulle donne, violenze inaudite (donne sventrate...), torture, mutilazioni, assassini, reclutamento e sfruttamento di bambini-soldato, crimini di guerra. Ruanda e Uganda hanno entrambi minacciato di ritirare le loro truppe dalle operazioni di mantenimento della pace in Darfur e Somalia. A reagire più violentemente è stato il Ruanda perché il rapporto mette in causa le forze armate ruandesi le cui esazioni nell’est della Repubblica democratica del Congo tra il 1996 e il 1998 sono qualificate come “crimini contro l’umanità, crimini di guerra, se non addirittura genocidio”. Usare il termine “genocidio” ha fatto imbufalire le autorità di Kigali, perché per loro il genocidio è solo quello dei tutsi nel 1994 (in 100 giorni vennero ammazzate 800mila persone, tutsi e hutu moderati). Hanno liquidato il rapporto come “cattivo e pericoloso” oltreché “malevolo, scioccante e ridicolo”. Scopo di ogni rapporto dell’Onu, e di questo in particolare, non è quello di attribuire responsabilità individuali o di accusare un gruppo piuttosto che un altro. Suo scopo è solo quello di riportare i fatti. E i fatti sono terrificanti. Giulia Banfi

18 ottobre 1931 Muore, 84enne, Thomas Alva Edison. Ha brevettato oltre 1000 invenzioni, tra cui la lampadina elettrica

19 ottobre 2003 Con una solenne cerimonia in piazza San Pietro, madre Teresa di Calcutta viene beatificata da papa Giovanni Paolo II

20 ottobre 1997 Riapre a Milano la Biblioteca Ambrosiana. Tra i preziosi documenti che vi sono conservati, c’è il “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci

21 ottobre 1879 Thomas Alva Edison testa la prima lampadina funzionante in modo efficace. Resterà accesa per 13 ore e mezza prima di bruciarsi

ci sono stati miglioramenti, semmai uno scivolare silenzioso nella stessa china. Il 30% dei cattolici intervistati non ritiene necessaria la presenza dei preti nei confessionali; il 10% vede, anzi, proprio nei preti un impedimento a un rapporto diretto e libero con il Signore; il 20%, poi, ha un certo imbarazzo a parlare dei propri peccati con un’altra persona; non mancano infine lamentele sulla poca delicatezza e accoglienza dei preti stessi. Sembra dunque che allo sconto di maniche larghe che molti fanno a se stessi, per cui la riconciliazione sacramentale è del tutto accantonata, si aggiunga una larga fascia che vive una certa insoddisfazione legata alla figura del sacerdote confessore, di volta in volta ritenuta inadatta, condizionante, comunque non invitante. Lettera firmata

Per non essere ideologici

Il genocidio in Congo

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Aforismi

D.: Alcuni giorni fa il mio datore di lavoro mi ha consegnato un documento che mi permette di usufruire di un’aliquota agevolata sui redditi percepiti nel 2008 e nel 2009 per il lavoro notturno. Volevo sapere che cosa devo fare.

Un arcobaleno che dura un quarto d’ora non lo si guarda più (Johann Wolfgang Goethe)

R.: L’agenzia delle entrate con la risoluzione n. 83 del 17 agosto 2010 ha chiarito che può essere assoggettato all’imposta sostitutiva del 10 per cento (anziché a tassazione ordinaria) anche l’intero compenso erogato per lavoro notturno (e non solo la maggiorazione). Per venire incontro ai lavoratori, anche su richiesta dei Caf, l’Agenzia delle Entrare ha specificato con la circolare n. 48 del 27.09.2010 che il datore di lavoro dovrà indicare le somme erogate nel 2008 e nel 2009 che possono usufruire della tassazione favorevole nel Cud2011, che verrà rilasciato l’anno prossimo. I lavoratori poi potranno recuperare il loro credito mediante dichiarazione dei redditi. Nel suo Cud verranno riportate anche le somme che le ha già certificato il datore di lavoro. Quindi lei dovrà semplicemente aspettare il Cud e presentare la dichiarazione dei redditi nel 2011. Per ulteriori informazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 030.2409884.

Bisogna sempre giocare lealmente, quando si hanno in mano le carte vincenti (Oscar Wilde) Chi non osa nulla, non speri nulla (Friedrich Schiller)



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