DEL POPOLO
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Sorgente di Francesca Bernacchia
Dentro di noi. Dove sgorga sorgente dobbiamo arrivare: lĂŹ incontriamo la vena di quella medesima acqua, che - da quando è spillata - tocca ogni risvolto di umano; niente è lontano e nessuno è escluso da questo tocco. Per arrivare dove sgorga sorgente c’è la via della trasparenza, che ci porta al fondo limpido della nostra veritĂ piĂš profonda. Temerla è come coprirla di sabbia bagnata, maldestramente e senza vantaggio; ripudiarla è privarsi della serenante dolcezza di chi è disarmato davanti a se stesso, e davanti a te, mio fratello, che cerchi come me la tua nuditĂ . Trasparenza è luce che corre entro un vetro, fedele e indifeso. “Quando sei nato non puoi piĂš nascondertiâ€? dice il titolo del ďŹ lm di Giordana (2005). C’è un lieve corso d’acqua sotto il cuore, che attende i nostri occhi; perchĂŠ temere di scendere, guardarlo e toccarlo?
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FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO
BRESCIA 22 OTTOBRE 2010
Il mondo che ci piace Non viene meno l’impegno dei missionari nel mondo. Vite evangeliche a favore della dignità umana. Mentre la Chiesa celebra la Giornata mondiale, Cuore Amico premia la bresciana suor Eleonora Liberini, i padri Somaschi e la missionaria laica Luisa Flisi
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sommario Il fatto
Se l’amore vi chiama seguitelo, anche se ha vie lunghe e tortuose (Kahlil Gibran)
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È grande il cuore missionario di Brescia
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Cellatica: tre giorni con il Festival della letteratura per tutte le età
a cura di Massimo Venturelli
Popoli e continenti Congo. Pellegrinaggio laico nei luoghi della violenza
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a cura di Francesca Volpi
Ecclesia Centro pastorale Paolo VI. La casa della diocesi, aperta alla città 13 a cura di Silvia Zavoli
Paesi e parrocchie Bagnolo Mella. Vent’anni di presenza in Africa
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di Lina Agnelli
La Voce della Valtrompia. Infrastrutture solo per sport
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di Paola Bottinelli
Matrimoni usa e getta?
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di Giovanni Formichella
Per i 100 anni di Gillo Dorfles, il “pittore senza etichette”
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di Luca Bressanini
Economia e lavoro Toscolano Maderno. La comunità fa fronte unito
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Corsivo di Angelo Onger
Cultura e comunicazione Il rapporto tra fede e cultura nel magistero di Paolo VI
Tre giorni di eventi, incontri con scrittori e giornalisti, esibizioni di musica-narrazione, laboratori e una festa finale rivolta ai lettori di qualsiasi generazione. Questo e altro per la prima edizione del Festival di letteratura “Leggere… che avventura” che si terrà dal 22 al 24 ottobre a Cellatica organizzato dal Comune con il patrocinio della Provincia. Sarà il Palazzo della Cultura il “magico” contenitore di questa ricca tre giorni, i cui vari momenti saranno introdotti dalla giornalista ed esperta Laura Ogna. “Un luogo dove le storie si fanno, si creano, si srotolano come fili per costruire infiniti percorsi entro la fiaba, la fantasia, dentro frammenti di vita e di realtà, dentro i sogni e la loro possibilità di realizzarli”, come dichiara l’assessore alla cultura Angelica Lantieri De Paratico. La manifestazione è stata ideata come un modo per mettere in comunicazione i lettori con chi immagina, crea e illustra i libri. Ogni appuntamento vedrà protagonista un personaggio che racconterà la genesi della sua opera. È il caso di Roberto Ghidoni, sportivo estremo (presente venerdì 22 ottobre) che si racconterà in parole e immagini con la proiezione del film “Tracce” di Marco Preti, o dei “Canti e Racconti” del noto scrittore comasco Andrea Vitali che sarà accompagnato sabato 23 ottobre dal gruppo musicale dei Sulutumana. Ci sarà spazio anche per racconti di vita giornalistica con l’intervento di Emanuele Turelli e Rosario Rampulla che domenica 24 ottobre, assieme ai volontari di protezione civile, racconteranno il terremoto in Abruzzo e del come si scrive “in emergenza”. Per i lettori più giovani, il Festival propone incontri specifici nelle scuole con autori del settore (Anna Lavatelli, Giovanni Caviezel, Annalisa Strada e Giorgio Reali) e una grande festa finale (domenica pomeriggio) con tanti giochi e una sfida al Quiddich. Informazioni al 0302526866 o www.comune.cellatica.bs.it.
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di Massimo Venturelli
Si chiamerà McWedding, dove Mc sta per McDonald’s naturalmente e wedding per matrimonio. La celebre multinazionale ha infatti annunciato che a Hong Kong dal primo gennaio del 2011 sarà possibile acquistare uno speciale ‘pacchetto matrimonio’, che comprende una torta di mele formato nuziale, un intrattenimento in pieno stile ‘festa per bambini’ e ovviamente il catering firmato Ronald Mc Donald. Nel menu mancano solo gli alcolici perché nessuno dei ristoranti di Hong Kong possiede la licenza per venderli. Colpisce, ma non tanto, il fatto che alcuni mesi fa l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani (Ami), avesse parlato di matrimoni fast food (che scivolano via in fretta come i pasti delle paninoteche)
perché aveva spiegato: “Sono sempre più frequenti le unioni celebrate dopo pochi mesi di fidanzamento e che hanno poche possibilità di tenuta”. Ogni anno, secondo i dati della stessa Ami, in Italia si celebrano 240mila matrimoni, di cui almeno il 20% (quindi circa 48mila) nasce da fidanzamenti di durata non superiore ai sei mesi. Di questi, almeno la metà fallisce entro tre anni. Aggiungeva Gassani: “Le regioni che meglio resistono alla crisi del matrimonio sono senza dubbio la Campania e la Sicilia, vere roccaforti in cui si registra il maggior numero di unioni e il minor numero di separazioni”. Quindi la trovata della McDonald’s è in linea con i tempi. Della proposta, più che il cibo, a fare gola sono i prezzi: un banchetto completo costa solo qualche centinaia di
Sport Sci alpino. Intervista a Nadia Fanchini Il coraggio di ripartire con fiducia 59 di Luciano Zanardini
Cara Voce
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Buone notizie
editoriale
di Guido Costa
Toscolano e dintorni Brescia: sabato 23 ottobre in cinque oratori la Giornata del riuso
Chissà quanti oggetti giacciono abbandonati nelle nostre case, ammucchiati in soffitta o in cantina, che non utilizziamo nonostante siano in buono stato. Sabato 23 ottobre avremo l’occasione per dare loro una nuova vita grazie alla prima delle “Giornate del riuso”, promossa dalla Regione Lombardia e avviata dal Comune di Brescia e da Aprica Spa. Dalle ore 7 alle 18 i cittadini potranno portare i loro oggetti, ancora efficienti e in buono stato, presso i cinque oratori che aderiscono all’iniziativa: Sant’Angela Merici, Urago Mella, San Gaudenzio, Santa Maria in Silva e San Francesco da Paola. Si possono portare mobili, elettrodomestici, giocattoli, attrezzi sportivi e da giardino, vestiti e accessori, computer e stoviglie. I materiali raccolti negli spazi degli oratori verranno messi a disposizione di coloro che desiderano riutilizzarli. I mobili e gli elettrodomestici ingombranti possono essere lasciati sul piano stradale dopo aver compilato una cartolina, disponibile presso gli oratori, che verrà affissa in bacheca consentendo agli interessati di visionare gli oggetti depositati. Al termine della giornata, i materiali non ritirati verranno prelevati dalla società di smaltimento Aprica. L’iniziativa, inserita nel Piano d’azione per la riduzione dei rifiuti, punta a prolungare la vita di molti oggetti che altrimenti finirebbero in discarica e a ridurre la quantità di rifiuti da smaltire. Purtroppo la nostra città si distingue per un triste primato regionale, classificandosi prima per produzione di rifiuti, ben 722 kg annui a persona. Le “Giornate del riuso” hanno anche l’obiettivo di promuovere un’idea solidale di riciclo contro la mentalità corrente dell’”usa e getta”, perché un oggetto scartato può diventare una risorsa per chi ne ha bisogno. In questa ottica, risulta determinante il contributo degli oratori, che diventano veri e propri promotori dell’educazione ambientale. (e.b.)
euro. L’idea è nata quando due fidanzati, che si erano conosciuti e dati il primo appuntamento da McDonald’s, hanno deciso di festeggiare proprio nel ‘galeotto fast food’ il loro matrimonio. “Da allora la voce si è sparsa – ha raccontato Hellen Cheung, responsabile delle pubbliche relazioni per McDonald Hong Kong al “South China Morning Post” – e ci sono arrivate circa 10 telefonate al mese, chiedendoci questo particolare servizio”. Sull’onda del successo, la catena ha annunciato che si accettano anche prenotazioni per feste di fidanzamento e anniversari. D’altronde, se negli ultimi anni si è diffusa la moda degli incontri di tre minuti per conoscere l’altra persona, non c’è da sorprendersi se ora si è arrivati al matrimonio veloce. “Le agenzie matrimoniali e i siti di incontri on line stanno facendo affari d’oro – spiega Gassani –. C’è un’organizzazione sommersa di società che offrono dalla semplice avventura al proget-
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to che dura ‘per sempre’. Ed è facile cedere alla tentazione di scegliere il partner su un catalogo”. Non bisogna dimenticare che dietro questo fenomeno ci sono anche ragioni sociali profonde, che spingono a portare avanti nel tempo il momento del matrimonio, e poi ci si ritrova a fare tutto di corsa: “L’indipendenza economica – prosegue Gassani – si raggiunge sempre più tardi, verso i 28-30 anni, e si fa molta fatica a trovare casa, visti i prezzi dei mutui. Allora, anche il progetto di una vita a due si sposta in là nel tempo”. Se fino ai trent’anni non si ha fretta di trovare l’anima gemella, sorpassata la fatidica soglia, però, l’ansia sale, anche per motivi biologici. “Quando ci si fidanza a 33-34 anni, chiaramente non si ha più tempo per stare insieme 10 anni prima di sposarsi. Se prima il fidanzamento durava almeno due-tre anni, adesso si aspettano soltanto pochi mesi, un anno al massimo”.
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Se ne discute. Non abbastanza, purtroppo. Forse perché la si pensa questione di specialisti. In parte è vero, ma lo è anche il fatto che buone relazioni industriali concorrono in maniera determinante ad una migliore convivenza civile. Vale dunque la pena parlarne, interessarsi. E la cronaca ne offre spunto quasi tutti i giorni dando conto degli effetti della crisi economica e finanziaria con la quale siamo alle prese ormai da quasi due anni. Crisi dalla quale alcuni Paesi europei stanno uscendo meglio di quanto non riesca a fare l’Italia dove si è risposto con efficacia all’emergenza ma non si è colta l’occasione per una seria riprogettazione delle politiche industriali, per dare al sistema-paese una visione, una strategia. Numerose capitali europee restano, comunque, teatro di manifestazioni politiche e sindacali. Milioni di persone stanno chiedendo di distribuire in modo diverso il peso della crisi. Qualche settimana fa lavoratori di tutta Europa si sono concentrati a Bruxelles paralizzando pacificamente la città. In Spagna i lavoratori, che hanno bloccato i trasporti pubblici interni per due giorni, hanno costretto Zapatero a elaborare una riforma economica più concertata. In Grecia le leggi del governo, dopo il rischio di default sul debito, continuano a generare una tensione sociale simbolicamente rappresentata dal blocco dell’Acropoli trasmesso in mondovisione. Le manifestazioni maggiori si stanno svolgendo in Francia, dove il governo sta tentando una riforma delle pensioni che non incontra il consenso dei lavoratori. E mentre si fa terribilmente concreta l’ipotesi di una ripresa economica senza occupazione, anche le relazioni industriali sembrano avere perso l’opportunità di definire contenuti e modalità nuove, a cominciare dal tema della partecipazione dei lavoratori alle scelte che presiedono alla vita e allo sviluppo delle imprese. In questi giorni sono i lavoratori della Cartiera di Toscolano a misurarne tutta l’inadeguatezza. La fabbrica dipende dal gruppo Burgo, uno dei principali produttori mondiali di carta, con 12 stabilimenti in Italia, uno in Belgio e complessivamente quasi 4500 addetti. La direzione ha fatto sapere che a Toscolano intende chiudere il reparto produttivo delle carte naturali. Rischiano di perdere il posto un centinaio di lavoratori. Colpa della crisi? Non sembra. Basta andare sul sito internet del gruppo industriale per leggere che dopo la flessione dello scorso anno i risultati del primo semestre 2010 sono più che positivi: fatturato + 12,7%, margine operativo + 14,9%, ricavi + 6,8%. Che sia allora un problema specifico della Cartiera di Toscolano? Assolutamente no: l’unità produttiva gardesana ha fatto meglio di altre fabbriche del gruppo. Ed allora? Di fronte alla richiesta di un confronto avanzata dal sindacato, alla mobilitazione dei lavoratori, della popolazione e delle istituzioni, la direzione del gruppo si è limitata a confermare le sue intenzioni, senza presentare un piano industriale organico, senza fornire indicazioni sul futuro dei lavoratori in esubero, senza un pronunciamento sulle intenzioni relative all’intero insediamento industriale gardesano. Sarebbe possibile questo comportamento con relazioni industriali più moderne e avanzate? Assolutamente no, anche senza pensare al modello svedese che vede il sindacato nei consigli di amministrazione, o a quello tedesco, dove i rappresentati dei lavoratori sono nei consigli aziendali e in quelli di sorveglianza. La ricerca di un mediazione più alta tra capitale e lavoro, tra gli interessi dell’impresa e quelli dei lavoratori, è nel nostro Paese un problema aperto. Anche dalla sua definizione dipende la tenuta del clima sociale che in queste ultime settimane ha mostrato segni di preoccupante deterioramento.
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Il fatto
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Missioni Due importanti appuntamenti
È grande il cuore missionario di Brescia Con la consegna del Premio Cuore Amico e la Veglia missionaria in cattedrale la Chiesa bresciana si prepara a celebrare la Giornata missionaria mondiale di domenica 24 ottobre
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Brescia si appresta a vivere un fine settimana all’insegna della missionarietà. La celebrazione della Giornata missionaria mondiale, in calendario per domenica 24 ottobre, è preceduta, sabato 23, dalla consegna del premio Cuore Amico, ormai universalmente noto come il “Nobel” dei missionari. Sono trascorsi 20 anni da quando Cuore Amico, l’associazione fondata nel 1980 da don Mario Pasini per dare sostegno all’attività dei missionari nel mondo, in occasione del proprio decennale, istituì un “Premio missionario”. Era un modo, facilmente leggibile anche da chi aveva poca dimestichezza con il mondo missionario,
a cura di Massimo Venturelli
con cui ogni anno era possibile sottolineare l’opera di persone che hanno scelto di dedicare la loro vita agli altri in terre lontane. Sin dalla prima edizione si pensò a un premio che riconoscesse l’impegno di un sacerdote o religioso, di una religiosa e di una laico. In 20 anni l’associazione, grazie alla dotazione del Premio, è riuscita a distribuire qualcosa come tre milioni di euro. Per il 2010 sono stati scelti per i sacerdoti la Congregazione dei Padri Somaschi; per le religiose suor Eleonora Liberini della Congregazione delle Suore di Maria Bambina e per i laici Luisa Flisi della diocesi di Parma. La cerimonia di consegna del premio si terrà alle 9.30 di saba-
to 23 ottobre presso la chiesa di San Cristo, nel complesso dell’Istituto Saveriano di via Piamarta 9 a Brescia. Don Mario Pasini, fondatore di Cuore Amico, nel numero di ottobre 1991 della rivista scriveva: “Scopo del Premio non è tanto l’aiuto economico ai missionari (grazie alla generosità dei benefattori ogni anno vengono distribuiti milioni di euro, ndr.), ma di richiamare l’attenzione, e quindi l’impegno degli italiani, su questa silenziosa ma grandiosa opera della Chiesa per la promozione dei poveri nel mondo”. Sottolineava ancora don Mario, con parole che sono più attuali che mai: “L’attività missionaria, pur essendo squisitamente religiosa, è in-
sieme altamente umanitaria perché il messaggio liberatore del Vangelo non viene annunciato solo attraverso la predicazione verbale, ma con una serie di opere concrete che sono le scuole, da quelle elementari alle professionali, gli ambulatori, gli ospedali, gli acquedotti, i pozzi e tutte le iniziative che creano la base indispensabile per liberare i popoli del Terzo Mondo dalla fame, dall’ignoranza e dalle malattie”. E aggiungeva: “Un’attività, quella missionaria, di concreta promozione umana e di autentica civiltà che rappresenta, di fronte al mondo, la pagina più fulgida della Chiesa. Il Premio, almeno per ora, è destina-
Un legame significativo
La forza di una testimonianza che si rinnova Anche la Chiesa bresciana, come quella universale, celebra domenica 24 ottobre la Giornata missionaria. Molte le iniziative che l’ufficio missionario ha messo in campo; su tutte la veglia missionaria in programma per le 20.30 di sabato 23 in Cattedrale. Il vescovo Monari consegnerà il mandato a sei giovani che, per vie diverse, hanno scelto la via dell’impegno missionario. La celebrazione della Veglia seguirà soltanto di poche ore un altro importante evento missionario come la consegna del premio Cuore Amico, ricordato in queste pagine. Due iniziative di grande importanza che hanno più di un legame. Tanto la Veglia quanto la consegna della 20ª edizione del riconoscimento ideato da don Mario Pasini dicono della grande attenzione della Chiesa bresciana per la missione. C’è, però, un aspetto non meno importante che lega indissolubilmente i due eventi ed è quello della “continuità” della testimonianza. Tra i missionari (sacerdoti, religiosi, religiose e laici) che negli anni sono stati insigniti del premio Cuore Amico e i giovani che, do-
po aver ricevuto il mandato dalle mani di mons. Monari, partiranno alla volta della missione c’è una sorta di continuità, di rinnovamento di una passione e di un’attenzione che ha Brescia non è mai venuta meno. Chi oggi si appresta a partire ha nella vita dei destinatari del “Nobel” dei missionari un’esempio costante di quanto possa essere piena una vita spesa in questa dimensione. A loro volta i missionari “premiati” hanno l’opportunitò di vedere nei loro giovani successori, la certezza di un impegno che si rinnova. Gli uni e gli altri, poi, sono stimolo nel mantenere costante la tensione missionaria che anima le comunità della Chiesa bresciana. Dall’associazione Cuore Amico affermano che non c’è niente di più forte della testimonanianza resa dai premiati per stimolare la generosità e la sensibilità di tanti (la dotazione del Premio è frutto delle offerte silenziose che giungono alla associazione, ndr.). Ma è altrettanto vero che non c’è nulla di più efficace della scelta missionaria di tanti giovani per far conoscere a tanti altri coetanei che intorno a loro
c’è tutto un mondo che chiede di mettersi in gioco e che quello della missionarietà è, come ricorda Benedetto XVI, un compito a cui tutti sono chiamati. La loro diventa una testimonanza efficace per far passare l’universalità di una chiamata che non solo per “supereroi”, per persone sopra la norma, dotate di poteri paranormali. Basta leggere quanto i giovani a cui mons. Monari consegnerà il mandato hanno scritto su sollecitazione dell’Ufficio missionario. Non c’è nulla di eroico nei loro scritti; sono racconti di giovani, come tanti altri, che hanno accolto una sfida, si sono lasciati interpellare, hanno risposto positivamente a una chiamata che li porterà a impegnarsi in Paesi lontani, in realtà distanti anni luce da quelli in cui sono cresciuti. Nei loro scritti c’è la risposta alla domanda che si è posta Luisa Lorenzini, una delle missionarie prossime alla partenza per il Brasile “Perché lasciare un contratto a tempo indeterminato, una splendida famiglia, tanti amici?”. Non è una scelta controcorrente. È una scelta, uno snodo che molti, purtroppo, continuano a rinviare.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
I premiati del 2010
Missionari, esempi di impegno sparsi per il mondo Congregazione dei Padri Somaschi La congregazione dei Padri Somaschi è stata fondata nel ‘500 da S. Girolamo Emiliani per il servizio agli orfani, alla gioventù abbandonata, ai poveri. Nei primi anni Venti Pio XI (la cui madre era una gran devota di San Girolamo) ha proposto ai Somaschi di recarsi come missionari in America Latina. Da lì, più tardi, hanno gettato le reti per altri continenti: Asia e, recentemente, Africa ed Australia. Le principali attenzioni della Congregazione sono per gli orfani e i ragazzi di strada, I padri Somaschi sono impegnati nell’apostolato della scuola per la formazione dei ragazzi che provengono dai ceti più bassi e in quello a servizio di diverse parrocchie, spesso di periferia, in aiuto a tanta povera gente.
Suor Eleonora Liberini to ai missionari italiani e vuol far conoscere queste storie di vita bellissime che fanno onore all’Italia. Storie che acquistano ulteriore importanza anche alla luce della Giornata mondiale che si celebra il 24 ottobre. Così come il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata punta a far risaltare l’importanza del servizio all’umanità, specialmente di quella più sofferente ed emarginata, anche l’individuazione di figure a cui assegnare il premio Cuore Amico ha una valenza altamente educativa. Far conoscere pagine di generosità umana oltre che cristiana, scritte silenziosamente da migliaia di missionari e da milioni di cittadini italiani che, senza salire in cattedra e senza tanti procla-
mi, con i loro sacrifici personali, fanno dell’Italia, in proporzione alla sua popolazione, il Paese più generoso verso il Terzo Mondo è, secondo l’associazione voluta da don Pasini, opera importante tanto quanto l’impegno missionario che, con il Premio, si vuole riconoscere. La finalità del Premio rientra a pieno titolo nell’attività missionaria che è l’impegno di Cuore Amico. Da questa maggiore conoscenza delle opere è lecito attendersi un aumento di sostegno concreto. Il Premio di Cuore Amico, al di là del suo evidente valore di riconoscimento morale ai missionari, va visto come un investimento per ottenere una ulteriore crescita dell’impegno degli italiani per i Paesi più poveri del mondo”.
Suor Eleonora Liberini è nata a Nave nel 1949. A 23 anni, è entrata nella Congregazione delle Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa, dette di Maria Bambina, oggi presenti in Europa, Africa, Asia e America. Suor Eleonora nel 1987 è stata inviata nello Zambia, uno dei Paesi più poveri del continente. Ha reso i suoi servizi per 15 anni a Chirundu, un villaggio vicino al fiume Zambesi, in cui sorge un ospedale dove prestano servizio le sue consorelle. Da poco tempo è stata trasferita a Kadwe, sempre nello Zambia dove è impegnata in iniziative di lotta alle situazioni di sfruttamento delle donne africane e per la loro emancipazione.
Luisa Flisi
Una veglia missionaria
Luisa Flisi, nata nel 1944 a Castelbaroncolo, piccolo centro a pochi chilometri da Parma, ha scoperto la propria vocazione missionaria dopo un incontro con padre Meo Elia, missionario saveriano. È partita per l’Africa, come laica missionaria, nel settembre 1972, dove è stata impegnata nella diocesi di Uvira per l’emancipazione della donna e l’educazione sanitaria per la prevenzione di alcune malattie. Nel 1976 con padre Elia e un’altra missionaria laica fondava la parrocchia di Bunyakiri, nella diocesi di Bukavu. Nel 1999 inizia a collaborare con il Gruppo per l’accompagnamento dei malati (Gram), divenendone coordinatrice, impegnata nell’accompagnamento dei malati di aids.
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LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Opinioni
di Luciano Pace
di Alberto Zaina
Scuola
Beni culturali
Ma le nozioni fanno male?
Non sempre è tutto “bello” “Del bene e del bello” così intitola la Valle Camonica la sua rassegna annuale sui “beni culturali”. Quest’anno, tra le molte iniziative, quella dedicata a un pressoché sconosciuto, pittore del secondo Trecento, Giovanni da Volpino, non molto raffinato esteticamente, il quale però seppe farsi valere ampiamente, non solo nella sua valle, ma anche “all’estero”: salendo per i solitari sentieri delle montagne. Pezzo, il paese più alto della Valle, sulla strada per il Gavia, dove il pittore nel 1362 dipinse tutta l’antica chiesetta di S. Apollonia, conserva ancora i suoi affreschi, gli ha intitolato un convegno. La rivalutazione dell’arte medioevale camuna ha fatto da palcoscenico “bello” alla grande operatività di questo pittore, piuttosto modesto, “popolaresco” che con i suoi modi espressivi, sa farsi ben riconoscere anche, e soprattutto “all’estero”: risalendo la Valle Camonica e scendendo poi nel Trentino, dove al di là del Tonale, soprattutto nella conca di Cles, ancor oggi non c’è chiesetta, anche la più sperduta che non abbia un’immagine di questo prolificissimo pittore: e poi nelle vali intorno a Trento, e quindi giù per l’Adige, fino allo sbocco in pianura nel Veronese: sono centinaia i riquadri effigiati a fresco sui muri delle chiese: di Madonne e santi invocati ognuno per una specifica protezione di carattere “materiale”, ma anche spirituale: gli enormi San Cristoforo effigiati sui campanili o sulle porte delle chiese, osservabili da lontano, così che i viandanti potessero invocare la protezione “materiale” del viaggio (così come anche oggi gli automobilisti custodiscono il suo santino sul cruscotto) ma anche a protezione “spirituale”, contro la morte improvvisa non in stato di grazia. E poi quante Ultime cene, Crocifissioni, il Pantocratore, Apostoli e Profeti, Storie di Cristo per ricordare le principali verità della fede e della vita cristiana. Pochi i colori che usava, una tecnica veloce, con visi e atteggiamenti ripetuti centinaia di volte. Certo non un grande, eppure, ebbe a suo tempo tante committenze, in posti assai lontani, spesso impervi, lungo gli ardui sentieri delle valli; significa che aveva una importante “rete” di committenza sapendo rispondere al sentimento religioso della gente, con le sue opere, dove a certa dolcezza piuttosto stereotipata delle Madonne fa riscontro l’espressività rude e talvolta quasi violenta, ma intensa, delle Crocifissioni. Sapeva però parlare al cuore degli uomini, che ancora è alla base dei nostri modi di vita, la nostra “cultura”. E di cui dobbiamo conservare la memoria. Anche se non sempre si è nell’empireo dell’esteticamente e superlativamente “bello”.
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“La scuola fa male”. È questo il titolo di un libro apparso in Italia nell’agosto scorso. Il testo è scritto da James Marcus Bach, figlio del celeberrimo scrittore Richard Bach, autore del best seller internazionale “Il gabbiano Jonathan Livngston”. Come J.M. Bach dichiara nelle prime pagine del testo, il libro non parla della scuola, ma dell’istruzione; in particolare di come ci si possa istruire autonomamente facendo volontariamente a meno della scuola e, al contempo, giungere ugualmente ad elevatissimi livelli di competenza in un determinato settore disciplinare. Infatti, ciò che colpisce il lettore in prima analisi è che l’autore, volontariamente ritiratosi dalla scuola superiore a 16 anni (“perché sentivo che era una perdita di tempo” – annota), parla da esperto internazionale in ambito informatico e da docente universitario che a soli 24 anni fu assunto nell’équipe dirigenziale della “Apple”, la nota azienda informatica. In maniera affascinante ed originale (facendo uso della metafora del “bucaniere” per descrivere il suo modo di interpretare la metodica dell’apprendimento) egli cerca di dar ragione di una sua idea di istruzione che, in linea di principio, potrebbe apparire corretta. Infatti, secondo tale idea: “l’istruzione non è un cumulo di nozioni. Non è rappresentata dalle ore che passiamo in classe, o dal modo in cui superiamo prove ed esami. Non è indottrinamento, né ossequio a un retaggio culturale; non significa allineamento intellettuale né prendere per oro colato le parole di altri. L’istruzione è la parte di noi che emerge dal nostro apprendimento” (J.M. Bach, “La scuola fa male” (tr. dall’inglese), Sperling & Kupfer, 2010, p. 7). Coerentemente con l’angolo di visuale proposto dall’autore, l’indottrinamento nozionistico sarebbe il modo scolastico di istruirsi, contrapposto al modo con cui egli ha condotto il suo personale processo di apprendimento. Ora, poiché il sottotitolo recita “il libro che tutti gli insegnanti dovrebbero adottare”, in definitiva ciò che l’autore intende comunicare, di là dal tono provocatorio del titolo, non è che la scuola fa male in quanto scuola, ma che la scuola fa male quando tende a promuovere apprendimenti nozionistici. Eppure – parlo da insegnante – è proprio la testimonianza esperienziale dell’autore a porsi in contrasto con questa sua idea di istruzione. Infatti durante tutto il testo egli dichiara di aver dovuto imparare precise nozioni per diventare un vero asso in informatica. Quindi è contraddittorio sostenere che la scuola fa male quando promuove un’istruzione nozionistica se poi si giunge a dire che, per altra via, il processo di apprendimento deve comunque condurre al possesso e all’utilizzo pertinente di precise nozioni.
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Società Una proposta del Forum
Famiglia: dal quoziente al fattore Non si tratta di una formula matematica ma di un sistema fiscale che tenga in considerazione la composizione del nucleo familiare
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a cura di Massimo Venturelli
“La proposta del fattore famiglia nasce come un perfezionamento del quoziente familiare, soprattutto per ciò che riguarda l’attenzione ai redditi più bassi. Potremo dire che mandiamo in pensione il quoziente familiare per puntare su un sistema che mostra una maggiore equità fiscale, elemento per noi assolutamente irrinunciabile”. Così Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari, a Roma in occasione di un convegno sulla riforma fiscale organizzato insieme alla Cisl, ha parlato della nuova proposta fiscale per aiutare le famiglie con figli e in particolare quelle più fragili (della proposta si era già occupata anche Voce nelle scorse settimane, ndr.).
Tv2000
Dino Boffo nuovo direttore editoriale
“In sostanza – ha spiegato Belletti − chiediamo di restituire possibilità di spesa alle famiglie con figli, che oggi sono le più affaticate: inoltre, poiché siamo pronti a scommettere che ogni beneficio fiscale sarà utilizzato immediatamente da queste famiglie, e che dunque ci sarà un aumento dei consumi, scegliere il fattore famiglia significa dare una iniezione di fiducia nel sistema paese”. Anche perché, sono ancora considerazioni di Belletti, i consumi si indirizzerebbero in settori chiave come quello alimentare e quello del vestiario, rafforzando anche il sistema delle imprese italiane. “Ci aspettiamo che il sistema paese consideri la famiglia come un capitale e che la prossima Con-
ferenza sulla famiglia di Milano segni un’inversione di tendenza e che il Forum sia coinvolto nelle scelte sulla famiglia: gli ultimi governi, di destra e di sinistra, hanno ignorato la nostra presenza e anche oggi sull’avvio della riforma fiscale il ministro Tremonti ha convocato le parti sociali, ma non ci ha considerato. Un tempo accadeva il contrario: speriamo che le cose cambino e siamo pronti in ogni momento al confronto con gli uffici tecnici del ministero e dell’Agenzia delle entrate per valutare ed eventualmente perfezionare la proposta del Fattore famiglia”. Si tratta di una proposta che ha il suo principale pregio nell’agire partendo dal basso, cioè dalla parte bassa del reddito e non dalla parte alta, come invece fanno il quoziente familiare applicato in Francia e il metodo delle deduzioni fiscali (Bif, Basic Income Family). Il fattore famiglia, in sostanza, non è altro che un coefficiente che tiene conto del numero delle persone a carico e della situazione oggettiva della famiglia e che, moltiplicato per il reddito familiare, aiuta ad individuare una “no tax area”, cioè quella quota del reddito familiare
Dino Boffo è il nuovo direttore editoriale di Tv2000, il canale televisivo promosso dalla Conferenza episcopale italiana. L’annuncio, dato nei giorni scorsi, ha trovato unanimi consensi non solo nel mondo ecclesiale. Boffo, lo ricordiamo, nell’agosto dello scorso anno era stato oggetto di una squallida vicenda di cattivo giornalismo orchestrata da “il Giornale” allora diretto da Vittorio Feltri. Con dignità aveva preferito lasciare la direzione di “Avvenire” piuttosto che trascinare il quotidiano diretto dal 1994 nel fango della polemica. Sin dalla prima ora a Dino Boffo erano giunte attestazioni di stima e di solidarietà. A più riprese Marco Tarquinio succedutogli alla direzione del quotidiano, ha rimarcato le qualità di Dino Boffo. In occasione della tavola rotonda conclusiva di “Testimoni digitali” tenuto a Roma nell’aprile scorso le parole di sentito apprezzamento per un professionista infangato ingiustamente erano state accolte con un lungo applauso da un aula Nervi gremita di operatori della comunicazione cattolica. Per Dino Boffo la
sul quale la pressione fiscale sarà pari allo zero. Neppure un euro pagato al fisco, insomma, per quella parte di reddito che coincide con le necessità primarie dei componenti del nucleo familiare: quota che, va da sé, sarà tanto più alta quanto maggiore sarà il numero delle persone a carico (figli, coniuge, eventuali altri familiari) e quanto più diffuse saranno situazioni di disagio e di bisogno quali la disabilità, la non autosufficienza, la monogenitorialità, la vedovanza, e così via. Il principio di fondo è quello di individuare un’area non tassabile proporzionale alle necessità basilari della famiglia, necessità che “non possono costituire – afferma il Forum – capacità contributiva e che quindi non possono essere tassate”. Superata tale soglia, si applicano la aliquote progressive normalmente previste, che scattano ai livelli predefiniti, uguali per tutti. Il fattore famiglia è l’ultima proposta avanzata al mondo della politica dal Forum delle associazioni familiari, il network a cui fanno capo numerose (oltre una cinquantina) organizzazioni del mondo cattolico.
nomina a responsabile editoriale di Tv2000 rappresenta una sorta di ritorno a casa. Per 11 anni l’ex direttore di “Avvenire” aveva guidato la testata televisiva di via Aurelia a Roma. Tv2000 è la televisione dei cattolici italiani, nata nel 1998 con il nome di Sat2000. Si tratta di una emittente con una identità precisa, capace però di rivolgersi a tutti nella consapevolezza che l’ispirazione cristiana non è un limite ma una risorsa da spendere in un campo tanto ampio e vario come quello della comunicazione. Un’idea che rappresenta la traduzione in ambito giornalistico del lavoro svolto da Dino Boffo per affrancare “Avvenire” dall’immagine di “giornale dei Vescovi”. La nomina del nuovo responsabile editoriale di Tv2000 è stata accolta con grande soddisfazione dal comitato di redazione della testata giornalistica Tg2000 diretta da Stefano De Martis. “Una scelta coraggiosa − si legge in una nota diramata dal cdr − che rende giustizia a un uomo e a un giornalista che 13 mesi fa si è fatto da parte con generosità e spirito di servizio”.
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Popoli e continenti Mondo
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Congo La Marcia mondiale delle donne
Pellegrinaggio laico nei luoghi della violenza Nei giorni scorsi 3000 donne sono scese in piazza a Bukavu per richiamare l’attenzione del mondo su una pratica usata come arma di guerra
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“Finché tutte le donne del mondo non saranno libere, noi marceremo”. Questo lo slogan delle circa 3000 donne che sono scese in strada per partecipare alla Marcia mondiale delle donne che si è nei giorni scorsi a Bukavu, capitale della regione del Sud Kivu, provincia orientale della Repubblica democratica del Congo, a pochi chilometri dal Ruanda. Uno sfogo quello delle donne Congolesi e di tutto il mondo che arriva proprio qualche settimana dopo casi di stupri di massa riportati nelle zone limitrofe a Bukavu, e nella zona di Walikale a pochi chilometri dalla base delle Nazioni Unite, dove 303 civili, di cui 235 donne, 13 uomini, 52 bambine e tre bambini sono stati violentati da ribelli ruandesi e soldati dello stesso esercito governativo congolese. La marcia è stata l’evento conclusivo di quattro giorni di incontri e dibattiti con l’obiettivo di attirare l’attenzione internazionale
Dorotee di Cemmo a cura di Francesca Volpi
su una zona del mondo martoriata da 15 anni di guerra civile e che detiene il primato per la particolare atrocità e il numero di violenze contro le donne. Gli incontri sono stati promossi dall’organizzazione Marcia mondiale delle donne, una rete internazionale che riunisce oltre 6000 associazioni presenti in più di 150 Paesi e che si propone di lottare contro la disuguaglianza sociale, l’oppressione di genere, il razzismo, la violenza sulle donne e l’omofobia. “È importante venire qui, dove la violenza sulle donne è sistematicamente usata come arma di guerra” dice Miriam Nombre, organizzatrice della Marcia. L’iniziativa è stata organizzata con l’obbiettivo di combattere la violenza contro le donne e mostrare solidarietà con le vittime di stupro. Specialmente nell’est del Congo – dove si trova la Regione dei Grandi Laghi, etichettata dalle Nazioni Unite e da varie organizzazioni per
i diritti umani come ‘la capitale mondiale dello stupro’, dove sono avvenuti 9000 dei circa 17mila casi di violenza registrati nel 2009 e documentati dalla “Monusco” la missione delle Nazioni Unite sul suolo della Repubblica democratica del Congo. Pace e demilitarizzazione è stato il tema centrale degli incontri in cui si è discusso delle cause e delle conseguenze delle violenze sulle donne. “Lo stupro − ha spiegato Mathilde Muhindo, direttrice di un’organizzazione della diocesi di Bukavu a sostegno delle donne − è utilizzato come arma di guerra per distruggere la figura della donna che è la colonna portante della vita della società congolese”. “È straordinario che le donne congolesi abbiano avuto la forza e la possibilità di esprimere il loro pensiero ed il loro dolore, superando la paura. Stanno vivendo un momento di rivendicazione del ruolo della donna” è questo il pensiero di suor Giuliana Fadani, suora bresciana che lavora a Bukavu dal 1991. Intanto gli stupri e i soprusi continuano in alcune zone del Paese dove gruppi armati di ribelli si aggirano senza essere contrastati da milizie governative che dovrebbero proteggere la popolazione civile.
Suore al fronte Le suore dorotee di Cemmo della missione di Cimpunda, sulle colline della città di Bukavu, festeggiano quest’anno i loro 25 anni di presenza nella Repubblica democratica del Congo. Da anni si impegnano per il recupero della dignità delle giovani donne congolesi. Sin dall’inizio si sono occupate delle ragazze madri offrendo loro la possibilità di imparare a leggere e a scrivere e di apprendere un mestiere. Nella missione operano un totale di otto suore; due sono bresciane: suor Giuliana Fadani e suor Ferruccia Barezzani. Coordinate da suor Giuliana Fadani sono attive nell’ambito sanitario e nutrizionale, e gestiscono una scuola con 1400 alunni. Sempre a Bukavu, nella zona di Ibanda, sono stanziate altre suore dorotee impegnate in attività di alfabetizzazione della donna e assistenza medica. Le suore bresciane spinte da grande fede, determinazione e coraggio, sono rimaste a Bukavu durante tutti gli anni della guerra.
Alcuni incontri della Marcia
Una testimonianza sulle atrocità della guerra Sabato 17 ottobre, prima dell’evento conclusivo, le partecipanti alla Marcia mondiale delle donne ha organizzato un viaggio di visita a Mwenga, zona a sud est di Bukavu, dove si sono verificati due dei più agghiaccianti tra gli abusi di potere. Sono servite cinque ore per percorrere i 140 chilometri che separano Bukavu da Mwenga. Le partecipanti alla Marcia, scortate da alcuni militari delle Nazioni Unite, sono state accolte con striscioni, canti e balli. La prima sosta è stata nella località di Kasika, dove nell’agosto del 1998, i guerriglieri armati dell’Rcd (Raggruppamento congolese per la democrazia sostenuti da Ruanda e Uganda) attaccarono – durante la messa − la chiesa cattolica di Kasika e massacrarono a colpi di macete 37 civili, un prete, tre suore e vari parrocchiani. Una delle suore, dopo che i guerriglieri non riuscirono a violentarla − fu appesa ad un albero e squartata mentre i corpi dei bambini furono gettati nelle latrine. Una suora presente durante la visita ha riportato la vicenda in questi termi-
ni: “Erano in chiesa, ad un certo punto due soldati entrarono e in ruandese si dissero: ‘falli fuori tutti.’ Il prete capì quello che si dissero in ruandese e nella lingua locale incomprensibile ai guerriglieri disse ai presenti ‘chi di voi è pronto a morire rimanga, gli altri fuggano.’ Alcuni riuscirono a scappare, altri furono catturati ed uccisi”. Una delle suore riuscite a sfuggire è con noi in quel luogo per la prima volta dal massacro e si commuove ricordando quei tragici momenti – mentre riprendiamo la dissestata strada verso la nostra destinazione. La seconda visita è alla località di Mwenga dove, nell’ottobre del 1999, 14 tra donne-mamme-ragazze ed un uomo furono sotterrati vivi in una fossa comune, dopo aver subito violenze sessuali e torture, perché accusati di stregoneria. Parroco di Mwenga al tempo era il bresciano don Giuseppe Davo che, vista la situazione, si prodigò per condurre la popolazione del villaggio nella foresta, dove rimase nascosto per due mesi assieme a molti civili.
Popoli e continenti Europa
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Unione europea Un fenomeno diffuso
Soluzioni per una protesta senza frontiere Non c’è Paese fra i 27 che non sia attraversato da un’ondata di contrarietà per le misure messe in campo per combattere la crisi economica
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di Riccardo Moro
Il fenomeno non è particolarmente seguito dai media italiani, ma da qualche mese numerose capitali europee sono teatro di grandi manifestazioni politiche e sindacali legate alla crisi economica. Qualche attenzione in più, per via dell’eccezionalità dell’evento, viene data in questi giorni alle proteste che hanno paralizzato la Francia. I quotidiani francesi aggiornano in tempo reale la mappa delle manifestazioni. Nonostante il solito balletto di cifre ufficiali e ufficiose, tutti riconoscono che da diversi giorni sono milioni le persone che scendono in piazza in tutta la Francia. Le contestazioni principali riguardano l’innalzamento dell’età in cui si può andare in pensione (da 60 a 62 anni con retribuzione ridotta, da 65 a 67 con retribuzione piena). Troppo elevata l’età, dicono i lavoratori, inadeguate le eccezioni per i lavori usuranti e, ciò che più conta, troppo difficile l’inserimento dei gio-
vani nel mondo del lavoro applicando queste norme. La dimensione delle proteste in Francia permette di collocare anche la manifestazione sindacale di sabato scorso a Roma in questo ampio disagio che sta vivendo l’Europa e che non può essere liquidato usando il metro del proprio ombelico, come da troppo tempo avviene nella politica italiana. È urgente sviluppare una riflessione coraggiosa. Quali prospettive abbiamo in Europa per costruire un equilibrio tra occupazione, sostenibilità economica e ambientale e mantenimento del benessere? Viviamo in un contesto internazionale mutato, sia per la globalizzazione che pur impoverendo gli ultimi coinvolge nuovi attori, sia per la crisi che crea vantaggi relativi nei Paesi emergenti. L’assenza della politica europea però preoccupa. Se la tensione tra sindacati e governi è pesante, non sembra emergere una visione del futuro che
indichi e offra nuovi ruoli di cittadinanza economica e politica. L’azione di Sarkozy pare seguire più l’attualità che un programma di governo divenuto vecchio, con la crisi, pochi mesi dopo la sua presentazione. In Germania Angela Merkel, dopo aver ostacolato il consenso europeo nell’azione di stabilità con la Grecia, pare ossessionata dagli appuntamenti elettorali regionali. L’ultima battuta pronunciata sul fallimento della multiculturalità e sull’esigenza che gli stranieri lavorino in Germania senza pesare sui servizi del Paese rivela, al di là del severo giudizio etico e politico che suscita, quantomeno un’inadeguatezza nella cura della comunicazione che un leader, nazionale se non europeo, dovrebbe avere. Dappertutto la crisi, come in Italia, genera difficoltà sia al governo sia all’opposizione, premiando, come è avvenuto recentemente in Svezia, in Olanda e in Belgio, le frange estremiste. Sono segnali di una crisi culturale e politica della quale l’Europa deve trovare soluzioni nuove, con un passo che consenta di camminare insieme a Est e Ovest, evitando il doppio rischio insidioso di guardare al breve periodo e alle competizioni tra Paesi. Nella cri-
si che stiamo vivendo i governi tendono a contenere la spesa pubblica minacciata dalle misure straordinarie di sostegno all’economia. I grandi Paesi della vecchia Europa quindi litigano con le forze sociali, mentre Paesi con minori preoccupazioni finanziarie gareggiano ad attirare nuove imprese e occupazione offrendo consistenti sconti fiscali, come stanno facendo alcune nazioni dell’Est Europa. Senza governare queste tendenze l’Europa si farà male da sola, indebolendosi a favore di Paesi emergenti extraeuropei e senza raggiungere nuovi equilibri interni. Per evitare queste derive, Paesi come la Finlandia cercano di riequilibrare la propria spesa in favore della scuola e della ricerca, strumenti leggeri ma fondamentali per favorire in futuro occupazione e investimenti. Apparentemente possono farlo perché non vincolati da un bilancio pubblico oberato dal peso del debito come quello italiano. In realtà possiamo farlo anche noi. Anzi dobbiamo farlo. È proprio quando le risorse sono scarse che occorre cercare il confronto e lanciare nuove sfide, con progetti politici che facciano scelte chiare non accontentandosi solo di contenere la spesa.
Approvata una nuova direttiva europea
Amministrazioni pubbliche più celeri nei loro pagamenti Il Parlamento europeo ha votato nei giorni scorsi a favore della nuova direttiva per ridurre i ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali, con 612 voti a favore, 12 astensioni e 21 voti contrari: una maggioranza nettissima che ha coinvolto tutti i principali gruppi politici. La direttiva tutela i creditori, che sono nella maggior parte dei casi delle piccole e medie imprese. Gli enti pubblici dovranno pagare le fatture entro 30 giorni, e se non lo faranno pagheranno un interesse di mora dell’8 per cento. La direttiva è una risposta indiretta a tantissime imprese che, in questa stagione di crisi, si sentivano ulteriormente oppresse dai sistematici ritardi nei pagamenti delle amministrazioni pubbliche. Il problema, nonostante l’attenzione europea, è tipicamente italiano e si è aggravato recentemente: nel 2008 la media dei ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione era di 40 giorni, in due soli anni la cifra è più che raddoppiata: 86 giorni di ritardo in media nel 2010, mentre la Francia è a 21 giorni, la Germania a 11, il Regno Unito a 19 e la Finlandia a 4. La principale novità
introdotta dalla norma approvata è che il termine dei pagamenti per i beni e i servizi che gli enti pubblici acquistano dalle imprese viene fissato a 30 giorni, ed esteso a 60 giorni in circostanze del tutto eccezionali o in settori particolari come ad esempio quello della sanità. Per assicurare l’autonomia contrattuale delle imprese nelle transazioni commerciali tra privati, esse devono regolare le fatture entro 60 giorni, a meno che non abbiano espressamente concordato altrimenti e che ciò non costituisca una condizione manifestamente iniqua. Le imprese avranno il diritto automatico di esigere il pagamento degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo fisso minimo di 40 euro a titolo d’indennizzo dei costi di recupero del credito. Le imprese potranno comunque esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. Viene reso più facile per le imprese contestare in tribunale termini e pratiche manifestamente iniqui, e viene introdotta maggiore trasparenza e un’accresciuta sensibilizzazione del pubblico.
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Virginio Faggian (1929-2003) Ha accostato alla carriera di illustratore quella di pittore, scultore e intarsiatore. Sue opere di tematica sacra si trovano in diverse chiese di Brescia, in particolare a Santa Maria della Vittoria e alla Volta bresciana. “Il peccatore”, Sant’Eufemia della Fonte, parrocchiale.
L’ordine delle cose di Giuseppe Fusari
Il Vangelo della domenica XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (18, 9-14) In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
È innegabile che, a una prima lettura, la nostra simpatia vada al pubblicano: troppo altezzoso l’altro, troppo perfetto, troppo sicuro di sé e delle sue ragioni. Andando più in profondo, però, l’atteggiamento del fariseo è quello che più facilmente ci rappresenta: facciamo quello che dobbiamo fare, non abbiamo debiti né con gli uomini né con Dio, siamo sufficientemente onesti. Insomma: non abbiamo niente da rimproverarci. E quindi non abbiamo niente da chiedere a Dio, soprattutto non dobbiamo chiedere la sua misericordia. E perché dovremmo? Forse non siamo spudorati come il fariseo che si sente così superiore agli altri da ringraziare Dio per questa sua distinzione. Ma, sottilmente, siamo sicuri di non aver bisogno di niente. Forse, addirittura, non sentiamo nemmeno il bisogno di ringraziare. Ci basta la tranquillità della nostra coscienza. Siamo così a posto da non aver bisogno di niente. E neanche di Dio. Siamo riusciti a barattarlo con la tranquillità della nostra coscienza e con le nostre misure. Né più né meno di quanto faceva il fariseo stando nelle misure della legge. E come dargli torto? E come darci torto? La sua e la nostra coerenza si reggono sul non aver bisogno di altro che della tranquillità della coscienza. Quindi nessun bisogno di Dio e nessun bisogno degli altri. Questa idea di coscienza maschera l’autosufficienza e l’autoreferenzialità nell’agire e nel pensare. Ci mette al riparo da quello che non ci piace e ci interroga. È una coscienza che non si interroga perché sente di non averne bisogno. Perché fa tutto
quello che è necessario, mette in ordine le cose secondo un criterio soggettivo, di comodo e di autoassoluzione. Il fariseo in piedi davanti a Dio non ha bisogno di Dio per ritenersi giusto; esattamente come noi. Chi può scalfire il nostro punto di vista? Per che cosa potremmo barattarlo? Chi ci può far cambiare idea? E per che motivo? C’è un pubblicano in fondo al tempio. Lui sa che su di lui pesa il giudizio, prima il suo e poi quello degli altri. Sa che contro di lui c’è tutto, fuori e dentro. La sua grande fortuna è di saperlo, di accorgersi, di esserne consapevole. E di mettersi in rapporto con l’Altro. A lui Dio è necessario. Non potrebbe esserci per lui soluzione alla situazione esistenziale che sta vivendo se non guardando a Dio. In altri termini: sa che non può essere lui a darsi la soluzione, ad assolversi, a giustificarsi. È disposto a cambiare idea, ma anche a cambiare strada. La sua coscienza lo interroga. Sa dove è andato e dove non dovrà più andare. Mette in ordine le cose secondo il criterio di Dio, riconosce la sua distanza da Lui, sente che da solo non potrà colmare questa distanza. Non si sente giusto. Ma ne sente il bisogno. Dei due è l’unico che guarda il futuro e lo intende come possibile; per l’altro esiste l’eterno presente del sentirsi già perfetto così, l’immobilità del non avere bisogno. Al pubblicano Gesù concede il ritorno a casa giustificato mentre per l’altro solo un cenno per segnare l’immobilità della statua, l’impenetrabilità granitica di chi è degno di stare nel tempio come dio di se stesso.
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Benedetto XVI I cristiani e la preghiera
Pregare sempre, senza stancarsi
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di Fabio Zavattaro
Nella Bibbia la vedova e l’orfano sono le categorie più bisognose, perché indifese e senza mezzi. Ed è proprio una vedova che Luca pone in primo piano nel racconto evangelico di domenica scorsa, assieme a un giudice che cerca solo il proprio interesse, “non ha timore del giudizio di Dio e non ha rispetto per il prossimo”, dice papa Benedetto. Come si articola il racconto? La vedova, una donna in situazione di debolezza, cerca giustizia e la chiede al giudice, pur sapendo che le sue possibilità di essere ascoltata sono praticamente nulle, “perché il giudice la disprezza ed ella non può fare nessuna pressione su di lui. Non può nemmeno appellarsi a principi religiosi, poiché il giudice non teme Dio”. Possibilità quasi nulle ricorda il Papa, ma la donna insiste e alla fine riesce ad ottenere dal giudice il risultato. Luca fa dire queste parole al giudice: “anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. Ottiene, dunque, giustizia, la donna.
Commenta il Papa: “se un giudice disonesto alla fine si lascia convincere dalla preghiera di una vedova, quanto più Dio, che è buono, esaudirà chi lo prega. Dio infatti è la generosità in persona, è misericordioso, e quindi è sempre disposto ad ascoltare le preghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera”. Luca scrive: “Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?”. Proviamo a riflettere su questo brano. Tre parole mi sembra sia opportuno cogliere: preghiera, giustizia, eletti. Il primo insegnamento, “fondamentale” dice il Papa, è “la necessità di pregare sempre, senza stancarsi. Talvolta noi ci stanchiamo di pregare, abbiamo l’impressione che la preghiera non sia tanto utile per la vita, che sia poco efficace. Perciò siamo tentati di dedicarci all’attività, di impiegare tutti i mezzi umani per raggiungere i nostri scopi, e non ricorriamo a Dio”. Ed è proprio l’immagine del giudice disonesto che si fa convincere dalla preghiera insistente della vedova a dirci l’importanza di pregare e di guardare al giudice buono e misericordioso. E la sicurezza che l’appello sarà accolto, per il credente, è nella terza parola: eletti. Chi è l’eletto per eccellenza? Colui che nella prova ha saputo guardare e crede-
re nella vittoria di Dio ed ha ottenuto giustizia nella resurrezione. Cosa dobbiamo temere allora? “Dio infatti è la generosità in persona, è misericordioso, e quindi è sempre disposto ad ascoltare le preghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera”. Ci interpella, infine, l’interrogativo che troviamo a conclusione del brano di Luca; domanda che interpella la nostra coscienza di credenti: “il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. È una domanda che va letta nel significato giusto; ricorda il Papa: con questa frase Luca vuole scuoterci, “vuole suscitare un aumento di fede da parte nostra. È chiaro infatti che la preghiera deve essere espressione di fede, altrimenti non è vera preghiera. Se uno non crede nella bontà di Dio, non può pregare in modo veramente adeguato. La fede è essenziale come base dell’atteggiamento della preghiera”. E questo è anche il messaggio che viene dai sei nuovi santi che il Papa ha proclamato in piazza San Pietro. Tra queste figure ricordiamo le due italiane, Giulia Salzano, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù, la monaca clarissa Battista Camilla Varano; e la prima santa australiana, Mary MacKillop, che venne sospesa dal suo Vescovo per alcuni mesi per disobbedienza.
Caritas Europa, Chiesa e società della Conferenza delle Chiese e altri
Solidarietà ecumenica nella battaglia contro la povertà L’impegno per contrastare la povertà non si improvvisa e richiede un’ampia alleanza tra soggetti pubblici, società civile, volontariato di varia ispirazione; si tratta di una battaglia a largo raggio e di lungo periodo, il quale esige al contempo azioni che vadano in profondità, laddove affondano le molteplici radici dell’indigenza. La recente iniziativa ecumenica, che s’inserisce nell’Anno europeo contro la povertà, lascia intravvedere questi e altri punti fermi, solo attraverso i quali è possibile oggi pensare a efficaci interventi per ‘imbrigliare’ le diverse forme di povertà e di esclusione sociale, in Europa e nel resto del mondo. Caritas Europa, la Commissione Chiesa e società della Conferenza delle Chiese europee (Cec), il segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) ed Eurodiaconia hanno realizzato una pubblicazione intitolata “Non negate la giustizia ai vostri poveri”, con una convincente analisi della realtà e formulato 14 raccomandazioni politiche alle istituzioni nazionali e all’Unione europea, che toccano svariati settori, dal sostegno alla famiglia al lavoro, dalla casa ai servizi pubblici, fino ad alcune condizioni particolari, come quelle dei soggetti svantaggiati. Il documento è stato poi presentato al Parlamento Ue (30 settembre) alla presenza,
fra gli altri, del presidente Jerzy Buzek e dell’arcivescovo di Monaco, mons. Reinhard Marx. Al di là dei pur pregevoli risultati di questa specifica iniziativa, l’approfondito lavoro di preparazione dell’evento e l’apprezzamento che esso ha ricevuto suggeriscono ancora alcune riflessioni. Anzitutto Caritas Europa, Cec, Comece ed Eurodiaconia indicano chiaramente che chi si pone dinanzi alla condizione di povertà deve subito darsi l’obiettivo di un’azione di ‘respiro universale’, senza limitarsi a valutare le necessità di una singola persona o di un gruppo sociale o di un territorio: la vastità delle cause (storiche, sociali, culturali, ambientali…) e degli effetti della povertà sono infatti pari ai disagi, ai dolori, alle solitudini che essa provoca nelle persone. In secondo luogo occorre realizzare – in tale ambito – una stretta collaborazione tra pubblico e privato che, pur nel rispetto dei differenti ruoli, si origina dal senso della condivisa responsabilità verso chi è nel bisogno. In questo senso – terza annotazione, emersa anche nel dibattito svoltosi nella sede dell’Euroassemblea – ogni persona deve sentirsi chiamata in causa dall’indigenza e dalla esclusione sociale e nessuno può in coscienza delegare ad altri quanto potrebbe e dovrebbe fare per aiutare il povero e i poveri che così numerosi abitano nelle nostre città.
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Ecclesia Chiesa bresciana
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Il convegno di Reggio Calabria non è stato un evento fine a se stesso ma un punto d’incontro nel quale i partecipanti hanno fatto convergere le riflessioni maturate durante il percorso che lo ha preceduto e dal quale tutti hanno potuto ripartire arricchiti di nuove idee e nuovo impegno da diffondere nelle singole comunità di appartenenza
Settimana sociale La partecipazione bresciana
Un confronto a tutto campo sull’agenda per sperare
S di Emma Bettinardi
Si è conclusa, la scorsa domenica, la 46° Settimana sociale dei cattolici italiani di Reggio Calabria, che si era aperta giovedì 14 ottobre. Ci sarà tempo per fare bilanci approfonditi sui risultati dell’assise. Intanto abbiamo raccolto la testimonianza del gruppo bresciano. Il gruppo di ritorno dai quattro intensi giorni trascorsi a Reggio Calabria, ha portato con sé una diffusa sensazione di soddisfazione per il lavoro svolto. I cattolici bresciani hanno potuto farsi portatori di una concreta preparazione tecnica agli incontri che, insieme alle esperienze delle oltre 1200 persone presenti, ha contribuito a dare senso e valore alla definizione che era stata scelta: “un’agenda per sperare”. Una preparazione che i giovani partecipanti hanno costruito partendo
da lontano. Da un anno, infatti, i cattolici della città avevano iniziato un percorso di lavoro attorno ai cinque temi del convegno. Gli incontri e i relatori di Reggio Calabria si sono rivolti ai presenti con impegno e qualità comunicative non indifferenti e hanno permesso a ognuno di lavorare e portare il proprio contributo in maniera ben strutturata nei laboratori e nei forum. L’organizzazione è partita dalla nostra città come da altre, con l’idea che Reggio Calabria non fosse un evento unico ma una svolta, un punto d’incontro al quale portare le riflessioni maturate durante il percorso che lo ha preceduto e dal quale ripartire arricchiti di nuove idee e nuovo impegno da diffondere nelle singole parrocchie di appartenenza. Il gruppo dei giovani bresciani del-
la Sfisp e della pastorale sociale ha espresso attraverso le parole dei suoi componenti la soddisfazione di vedere concretizzarsi l’impegno profuso durante l’anno preparatorio nel momento dell’incontro con gruppi caratterizzati da maggiore esperienza nell’ambito sociale e da tempo attivi sul campo. L’entusiasmo dei più giovani è stato accolto e premiato da uno svolgimento democratico e all’insegna del rispetto reciproco degli incontri dove, davvero a tutti, è stato dato spazio di parola e di ascolto. Incontrare così tante persone, di ogni età, disposte a impegnarsi socialmente in prima persona ha permesso di guardare al lavoro educativo e di formazione che attende i cattolici con una prospettiva di speranza concreta. Nonostante si siano trattate tematiche impegna-
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Intervista Mons. Mascher sul Centro pastorale Paolo VI
La casa della diocesi, aperta alla città a cura di Silvia Zavoli
tive nell’ambito di un percorso comunque faticoso, non sono mancati, proprio grazie all’ottima organizzazione, momenti di condivisione non strutturati, ma che hanno lasciato la possibilità di confrontarsi e a volte scontrarsi mantenendo alti i valori di rispetto e cordialità e favorendo l’inizio della costruzione di una rete di rapporti basati proprio sull’impegno sociale dei cattolici. Infine non è da trascurare l’impatto che una realtà come quella della Calabria e dei suoi cittadini impegnati nella lotta alla criminalità organizzata, ha avuto sui ragazzi bresciani non certo abituati a una vita di lotta, ma aperti e disposti a diffonderne i principi. Il gruppo di Brescia ha potuto avere un rappresentante per ognuno dei cinque temi trattati: Giulia Ghidini, Sofia Cemmi e suor Luisa, delle Suore Operaie nel gruppo “Includere nuove presenze”; Francesco Messali in “Slegare la mobilità sociale”; Paolo Sarti “Completare la transizione istituzionale”; Enzo Torri “Intraprendere”; Enza Cardile della pastorale del creato e don Mario Benedini “Educare”. Il gruppo si riunirà a breve per amalgamare e dare continuità lavorativa alle tematiche proseguendo e concretizzando così il percorso di lavoro che hanno condotto e condiviso a Reggio Calabria.
Il 20 e 21 settembre si sono riuniti all’Eremo di Montecastello i vicari zonali confermati o rinnovati nella consultazione del giugno scorso. Tema centrale della discussione introdotta dal Vescovo sono state le unità pastorali, ma nel corso dell’incontro sono state fornite informazioni su alcuni aspetti della vita diocesana. Fra l’altro, il vicario generale mons. Gianfranco Mascher ha
olo VI è semplicemente la ‘casa’ della diocesi. Non si fa pubblicità dei servizi disponibili presso il Centro. Come mai? Il Paolo VI, nel corso della sua storia, non ha mai fatto nessun tipo di attività pubblicitaria o di marketing; questa è stata ed è una scelta precisa in quanto il Centro pastorale non è e non vuole essere un albergo né un
presentato una relazione informativa sull’attività del Centro pastorale Paolo VI. Sull’argomento abbiamo posto a mons. Mascher alcune domande. Innanzitutto gli abbiamo chiesto di ricordare come è nata l’idea del Centro pastorale e con quali obiettivi. Come è noto, all’inizio degli anni settanta del secolo scorso, il Seminario vescovile diocesano, trovò collocazione nella nuova sede di via Bollani e l’allora vescovo di Brescia, mons. Luigi Morstabilini, decise di istituire nella sede del vecchio Seminario Santangelo un Centro pastorale, intitolandolo al bresciano papa Paolo VI. L’istituzione del Centro divenne espressione concreta del desiderio e dell’impegno di tradurre nell’esperienza della Chiesa diocesana lo spirito e le direttive del Concilio ecumenico Vaticano II. Gli obiettivi vennero chiaramente determinati nello statuto che recita: “Il Centro ha lo scopo di promuovere la formazione permanente del clero, dei religiosi e delle religiose e l’animazione apostolica del laicato”. Da sempre il Consiglio di presidenza del Centro opera attenendosi a quanto previsto dallo statuto e dal relativo regolamento, e seguendo, in quanto condivise, le indicazioni che, man mano, i Vescovi che si sono succeduti, hanno offerto. Nella sua relazione c’è un dato molto significativo: i servizi resi alla diocesi rappresentano il 25% dell’attività del Centro e il 4,5% dei ricavi. È un segnale preciso, forse non sempre conosciuto. O sbaglio? Vale davvero la pena di essere precisi. Nel 2009 sono stati promossi incontri di formazione per il clero, iniziative organizzate da Uffici di curia o da gruppi che fanno riferimento alla diocesi o alle istituzioni presenti sul territorio per un numero totale di 1154 incontri, pari al 73% dell’attività svolta dal Paolo VI. Più specificatamente, le attività promosse dagli Uffici della curia diocesana (riunioni, convegni, corsi di aggiornamento, corsi di formazione e servizio di appoggio logistico) sono state, nel 2009, 383, pari al 25% delle attività ospitate dal Paolo VI. Per i servizi resi per queste attività, il Centro ha emesso regolari fatture alla diocesi per un fatturato che corrisponde al 4,5% del fatturato totale del Centro pastorale. Nessuna meraviglia: il Centro Pa-
qualsivoglia Centro congressi. Le varie iniziative vengono accolte non prima di essere attentamente valutate e chiaramente giudicate non in contrasto con le finalità del Centro. Chiesa e Città. Il Centro è solo un punto di incontro o qualcosa in più? Il Centro pastorale si pone, primariamente, a servizio degli Uffici pastorali e dell’intera diocesi, ma è anche luogo fisico di incontro, segno forte di apertura al mondo, e, perciò, anche a realtà non immediatamente riconducibile alla Chiesa. Proprio in questa prospettiva, il Centro ha raccolto la sfida della Chiesa che è in Brescia allo scopo di rafforzare il rapporto con la comunità bresciana in ogni suo volto, nel considerare propria la capacità di essere ponte tra Chiesa e realtà laicali. Oggi il Centro è considerato ‘casa’, casa aperta e sicura, tranquilla e accogliente, serena e riservata: un luogo di incontro sopra le parti, aperto a quanti condividono i principi e le finalità che lo ispirano, un vero punto di incontro tra la Chiesa e la Civitas. Non poche istituzioni trovano nel Centro il luogo adatto e privilegiato, l’ambiente serio e rigoroso presso il quale realizzare iniziative istituzionali e corsi di formazione. Nel 2009 tali istituzioni hanno promosso iniziative pari all’8% del totale delle attività ospitate presso il Centro e incontri di formazione pari al 9%. Negli anni, sono state realizzate importanti opere di ristrutturazione. Come sono state pagate? Dopo la sistemazione sommaria che è stata realizzata nei primi 15 anni di attività, dal 1990 a oggi, il Centro, al fine di adempiere agli obblighi previsti dalla legge e di rendere gli ambienti accoglienti e in linea con le richieste dell’utenza, ha realizzato numerosi e onerosi interventi, utilizzando risorse proprie, provenienti, in massima parte, dalle attività svolte. Per far fronte all’ingente spesa, il Centro ha dovuto ricorrere a mutui che vengono regolarmente affrontati rispettando piani finanziari ben precisi. Per la gestione ordinaria, negli ultimi 20 anni, il Centro non ha mai avuto bisogno di ricevere un sostegno economico da parte della Curia diocesana.
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Ecclesia Chiesa
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Mons. Elias Lahham La Tunisia e il Sinodo
Per costruire la comunione tra i popoli Il Medio Oriente è un mosaico, ma è forte quando c’è unità. Bisogna dare un appoggio morale alla cristianità
L di Mauro Toninelli
L’arcivescovo di Tunisi mons. Maroun Elias Nimeh Lahham è stato ospite della nostra diocesi sabato 16 e domenica 17 ottobre: ha visitato in particolare le parrocchie di Lumezzane Gazzolo, S. Antonio e San Francesco da Paola in città. La sua presenza in Italia è dovuta al Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente; abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo in occasione di un educational in Tunisia organizzato da Brevivet e lo abbiamo intervistato. Ci sono molti tunisini cattolici? Ce ne sono alcuni, ma si contano con le mani. Noi facciamo un’esperienza di pellegrini perché la maggior parte dei cattolici qui è di passaggio; c’è chi resta uno, due anni o chi arriva a 20. Con una pensione italiana qui vivono da re. Dunque la comunità cattolica a Tunisi è una comunità diversificata e pluralista, da un punto di vista culturale. Come sono i rapporti con le autorità locali? Ottimi. La Tunisia è un Paese arabomusulmano ma è giovane, aperto al turismo e all’Occidente. I rapporti sono buoni e la Chiesa è rispettatissi-
Mons. Elias Lahham con Giovanni Sesana
ma. Quando c’è un piccolo problema parlo con i responsabili: il Sindaco o il Ministero. La Chiesa sa che ci sono delle linee rosse da non oltrepassare. Quali sono? Fa quello che vuoi, ma non toccare la politica. La politica non è il mio mondo. C’è la libertà di professare la propria fede, pure la libertà di cambiare la propria fede. È l’unico Paese arabo a concederlo. Secondo la concezione tunisina un musulmano può ricevere il battesimo, se è adulto e lo chiede lui. Proibito invece fare il proselitismo. Io non posso andare in piazza e dire “Ragazzi, devo parlare della Croce”. Questo non si può fare, umanamente. Anche in piazza Navona si metterebbero a ridere. Qui non si può fare anche per rispetto dell’autorità. La comunità cattolica è in espansione, costante, in flessione? Costante, ma in movimento continuo. Ogni quattro anni cambiamo fedeli: turisti, studenti, diplomatici, lavoratori... C’è un residuo, ma non è più del 20%. La diocesi è una sola. Ci sono 40 preti che seguono le scuole, gli studenti, i centri di educazione e altro. Che difficoltà incontra?
Io mi sono sempre detto il vescovo più felice del mondo, perché non ho difficoltà, se non assicurare il rinnovo delle persone religiose. Assicurare le attività delle parrocchie, delle scuole e delle altre realtà. Dal Sinodo che cosa si attende? Che risposte può dare la Chiesa di Roma a quelle del Medio Oriente? Le risposte devono venire dal Medio Oriente e non da Roma. Il Medio Oriente è un mosaico, ma è forte quando c’è unità. Ci sono due problemi: dare un appoggio morale alla cristianità e provare a fermare l’emigrazione cristiana che ci priva delle forze migliori; lavorare alla comunione fra le varie Chiese. L’Oriente è una realtà complessa. Mi auguro che possiamo lavorare alla comunione, liberi dai piccoli ghetti che ci siamo creati, in cui ognuno vive da solo. Spero che il Sinodo rompa questi muri. I nostri fedeli hanno diritto ad avere dei responsabili religiosi più aperti, più pluralisti, più semplici. I nostri fedeli arabi hanno bisogno della testimonianza di una Chiesa umile, meno attaccata alle ricchezze terrene e più libera dalle paure; comprensibili. Spero che sia come acqua e sapone.
Il Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente
Il dovere dell’annuncio e la missione di pace
Conferenza stampa per il Sinodo
“Confermare e rafforzare i cristiani nella loro identità e rinnovare la comunione ecclesiale per offrire ai cristiani le ragioni della loro presenza, per confermarli nella loro missione di rimanere testimoni di Cristo”. Gli scopi del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente sono stati ribaditi dal relatore generale dell’assemblea, Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti, che, il 18 ottobre, ha tenuto una relazione nella quale ha riassunto gli interventi dei Padri sinodali. “La nostra regione – ha detto – rimane fedele alla Parola di Dio, fonte di ispirazione della nostra missionarietà e testimonianza”. Naguib ha puntualizzato che “l’annuncio è un dovere”, e “se rispettoso e pacifico non è proselitismo. La formazione missionaria è indispensabile”. Il patriarca Naguib “pur condannando la violenza da dovunque provenga e invocando una soluzione
giusta e durevole del conflitto israelo-palestinese” ha espresso la solidarietà del Sinodo ai palestinesi, “la cui situazione attuale favorisce il fondamentalismo. Chiediamo alla politica mondiale di tener sufficientemente conto della drammatica situazione dei cristiani in Iraq”. Il Sinodo condanna anche “l’avanzata dell’Islam politico che colpisce i cristiani nel mondo arabo” poiché “vuole imporre un modello di vita islamico a volte con la violenza e ciò costituisce una minaccia per tutti” . “Le nostre Chiese rifiutano l’antisemitismo e l’antiebraismo. Le difficoltà dei rapporti fra i popoli arabi e il popolo ebreo sono dovute piuttosto alla situazione politica conflittuale. Noi distinguiamo tra realtà politica e religiosa. I cristiani hanno la missione di essere artefici di riconciliazione e di pace, basate sulla giustizia per entrambe le parti”.
Paesi e parrocchie Ecclesia Bassa Chiesa bresciana
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Stampa cattolica Il tempo della diffusione
Un impegno per l’oggi e per il futuro Sabato 30 ottobre il convegno annuale dei delegati e domenica 7 novembre la giornata diocesana per “La Voce del Popolo”
B
Benedetto XVI ha rivolto, il 7 ottobre, un discorso ai partecipanti al Congresso sulla stampa cattolica promosso dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, in cui ha detto, fra l’altro: “Il vostro compito, cari operatori della stampa cattolica, è quello di aiutare l’uomo contemporaneo a orientarsi a Cristo, unico Salvatore, e a tenere accesa nel mondo la fiaccola della speranza, per vivere degnamente l’oggi e costruire adeguatamente il futuro. Per questo vi esorto a rinnovare costantemente la vostra
di Renato Longhi
scelta personale per Cristo, attingendo da quelle risorse spirituali che la mentalità mondana sottovaluta, mentre sono preziose, anzi, indispensabili. Cari amici, vi incoraggio a proseguire nel vostro non facile impegno e vi accompagno con la preghiera, perché lo Spirito Santo lo renda sempre proficuo. La mia benedizione, piena di affetto e di gratitudine, che volentieri imparto, vuole abbracciare voi qui presenti e quanti operano nella stampa cattolica in tutto il mondo”. Queste parole del Papa sono una in-
troduzione appropriata a due appuntamenti che richiamano l’attenzione degli animatori bresciani e di tutta la comunità diocesana intorno alla stampa cattolica. Sabato 30 ottobre è previsto il convegno dei delegati parrocchiali appunto per la stampa cattolica. Si svolgerà presso il Centro pastorale Paolo VI, con questo programma: ore 9.30 Arrivi e accoglienza; ore 10 Santa Messa presieduta da mons. Cesare Polvara; ore 11 Saluto del vescovo Luciano Monari; incontro con don Adriano Bianchi, direttore de “La Voce del Popolo” e Annachiara Valle, direttrice di “Madre”; ore 12.30 pranzo. Ricordiamo alle delegate e ai delegati che è indispensabile confermare la partecipazione sia al Convegno che al pranzo, telefonando allo 030/44250. Per co-
loro che vengono con mezzi propri possibilità di parcheggio presso il Centro pastorale Paolo VI. Per i residenti in Valle Camonica è previsto un pullman della ditta Maroni con partenza da Ponte di Legno alle ore 7.30 (fermate intermedie su prenotazione). Per tutti coloro che intendono usufruire del servizio pullman (fino a esaurimento posti) è obbligatoria la prenotazione. Domenica 7 novembre invece le parrocchie sono invitate a celebrare la giornata de “La Voce del Popolo”. Chi lo desidera può chiedere copie del settimanale per una diffusione straordinaria del settimanale. Ricordiamo che quanti vorranno promuovere la diffusione della “Voce”, soprattutto i gruppi parrocchiali, potranno trattenere il 40% delle quote incassate.
Partenze in aereo per itinerario di 8 giorni con la formula “tutto compreso” in pensione completa 6/13 dicembre
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LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Ecclesia Agenda
Agenda del Vescovo Sabato 23 ottobre
Parrocchia SS. Trinità
I 40 anni di sacerdozio di don Elio Don Elio Pitozzi, parroco dal 2003 alla SS. Trinità di Brescia, ha celebrato, domenica 17 ottobre, 40 anni di ordinazione presbiterale.“Rendo grazie al Signore per l’aiuto ricevuto – ha detto don Elio nell’omelia – e ringrazio i miei genitori, fondamentali nell’educazione e nella trasmissione della fede, il Seminario per la formazione e la maturazione sacerdotale e tutte le esperienze vissute in questi 40 anni nelle parrocchie di Pontevico, Erbusco, Monte Isola, S. Stefano e la SS. Trinità a Brescia, nella missione in Africa e nell’Ufficio missionario, perché ho avuto modo di incontrare tante realtà: da ognuna ho ricevuto qualcosa e ho imparato che bisogna far tesoro di ogni momento della nostra storia. Per tutto questo ringrazio il Signore”.
Ingressi
Mons. Bassi a Cerveno e Losine Sabato 16 e domenica 17 ottobre, mons. Angelo Bassi ha dato inizio al nuovo impegno ministeriale come parroco di Cerveno e di Losine. L’ingresso ha avuto due momenti distinti, sabato pomeriggio a Cerveno e domenica a Losine. A presiedere i riti di immissione è stato il vicario zonale don Aldo Mariotti. Mons. Bassi è originario di Ossimo superiore, sacerdote dal 1977. Già religioso francescano, è stato cappellano militare dal 1984 al 2009. Nelle omelie pronunciate durante le celebrazioni eucaristiche, il nuovo Parroco ha sottolineato la sua volontà di spendersi in uguale maniera per le due parrocchie senza alcuna distinzione, nel nome dell’unico Cristo della fede. Commentando le letture della Parola di Dio incentrate sulla preghiera e sulla fede, ha richiamato la necessità di pregare senza stancarsi per imparare a camminare insieme verso il Signore.
Mercoledì 27 ottobre presso il Centro Paolo VI
Corso per i bollettini parrocchiali Si ricorda che l’incontro d’apertura del corso per animatori della cultura e della comunicazione sui bollettini parrocchiali si terrà mercoledì 27 ottobre con inizio alle ore 20.15 presso il Centro pastorale Paolo VI.
Chiari
Settimana Antoniana Un legame particolare unisce Chiari a Padova in questi giorni di fine ottobre: dal 24 al 31, infatti, si celebra quella che è stata chiamata la Settimana Antoniana. Per tutta la settimana verrà esposto nella chiesa dei Ss. Faustino e Giovita un busto-reliquia del Santo. Un’altra reliquia più piccola invece, negli stessi giorni, verrà portata in diversi luoghi della parrocchia, dalla Casa di riposo, all’ospedale, al Centro Giovanile 2000. Nella giornata di venerdì 29 ottobre sempre il Centro giovanile ospiterà un cineforum in cui verrà proiettato il film “Antonio guerriero di Dio”, alla presenza del regista Antonello Belluco. La presenza dei Padri conventuali e di quello che viene conosciuto come “il Santo dei miracoli”, in quella che potrebbe essere quasi una piccola “missione antoniana”, vuole diventare occasione di preghiera anche per le parrocchie vicine, invitate a organizzare piccoli pellegrinaggi.
Missionari di passaggio Il sacerdote diocesano don Bruno Moreschi, fidei donum in Mozambico dal 1997, dopo essere stato missionario in Zaire dal 1983 al 1990, è rientrato ed è ospite della Casa del clero a tempo indeterminato per motivi di salute. Il suo numero di cellulare è 3396144213. Padre Vincenzo Savoldi della congregazione degli Scalabriniani, missionario in Brasile, trascorre un periodo di riposo in Italia presso la famiglia a Ciliverghe. Resta fino al 2 dicembre.
Ore 9.30 – Brescia – Partecipa al premio Cuore Amico nella chiesa di San Cristo. Ore 16 – Esenta di Lonato – Incontro e Santa Messa con il Grimm. Ore 20.30 – Brescia – Veglia missionaria in Cattedrale.
Domenica 24 ottobre Ore 10.30 – Villa di Salò – Cresime e prime comunioni. Ore 18 – Brescia – Inaugurazione Seminario minore e S. Messa nella chiesa di S. Maria in Calchera.
Lunedì 25 ottobre Ore 18.30 – Brescia – S. Messa per l’inaugurazione dell’anno accademico dello studio teologico Paolo VI del Seminario maggiore.
Martedì 26 ottobre Ore 20.30 – Brescia – Assemblea degli animatori vocazionali della diocesi presso il Centro pastorale Paolo VI.
Mercoledì 27 ottobre Visita ai sacerdoti della zona XIX della Bassa Valsabbia.
Giovedì 28 ottobre Visita ai sacerdoti della zona XX dell’Alta Valtrompia.
Cancelleria
Nomine e provvedimenti La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Arturo Balduzzi, già parroco di Chiesanuova e Noce in Brescia, è stato nominato parroco di Gottolengo. Il rev.do sac. Daniele Faita, direttore spirituale del Seminario, è stato nominato parroco di Cellatica. Il rev.do sac. Francesco Monchieri, già parroco di Mura, Casto e Comero, è stato nominato parroco di Sabbio Chiese e Clibbio. Il rev.mo mons. Giulio Sembeni, docente del Seminario diocesano, è stato nominato parroco di Fiesse. Il rev.do sac. George Houry, del clero maronita di Cipro, è stato nominato vicario parrocchiale di Inzino. Il vescovo mons. Luciano Monari, ha costituito il Servizio diocesano per la pastorale delle persone con disabilità. Il rev.do sac. Roberto Lombardi è stato nominato responsabile del Servizio stesso.
Apostolato della preghiera
Ritiro e assemblea L’Apostolato della preghiera invita al primo incontro dell’anno 2010-2011. L’appuntamento è fissato per mercoledì 27 ottobre al Centro pastorale Paolo VI, dalle ore 9.30 alle ore 17. Nella mattinata: ritiro con meditazione sulla Lettera pastorale del Vescovo e S. Messa. Nel pomeriggio: assemblea, con inizio preparazione al pellegrinaggio a Paray-le-Monial e Ars 2011. In conclusione: adorazione eucaristica e vespri. L’incontro è aperto a tutti, anche a coloro che possono partecipare solo ad alcuni momenti.
Movimento apostolico ciechi
Giornata dell’amicizia Il gruppo diocesano del Movimento apostolico ciechi di Brescia (Mac), domenica 31 ottobre celebra, presso i Padri Oblati, via Spalto S. Marco n.37/ bis, (stesso cortile Acli) l’annuale Giornata dell’amicizia nella condivisione. Nello spirito del movimento il Consiglio del gruppo ha deliberato di assegnare l’attestato dell’amicizia nella condivisione a due amici che si sono particolarmente distinti nell’aiutare il prossimo. Il programma della manifestazione prevede alle 10.30 il saluto della Presidente, una riflessione sul tema dell’amicizia e la consegna degli attestati dell’amicizia. Seguirà alle 11.30 la Santa Messa e alle 12.30 il pranzo sociale
Gargnano
Corso per catechisti Mercoledì 27 ottobre alle ore 20.30, presso l’oratorio di Gargnano, si terrà il quarto incontro del Corso interzonale per catechisti “Catechismo, sì… ma come? Un metodo semplice”, organizzato dallo stesso oratorio in collaborazione con l’Ufficio catechistico diocesano. Interverrà p. Ezio Gazzotti, catecheta dehoniano, redattore della rivista “Evangelizzare”. Tema dell’incontro: “Programmare la catechesi".
Caritas
Avvento di Carità 2009 All’insegna delle briciole
Il posto degli ultimi, forza di comunione pagina a cura di Chiara Buizza
L’Avvento di Carità 2009, muovendo dall’invito del Vescovo, a soffermarsi sulla centralità essenziale dell’eucaristia nella vita delle comunità cristiane (Lettera pastorale 2009/10), si è sviluppato attorno alla dimensione del dono. Il titolo della proposta, “Le stagioni del pane”, suonava infatti come un richiamo alla dinamica relazionale del dono: il ciclo del dono (dare, ricevere, reciprocare, moltiplicare) tende a ripetersi, così come il ciclo delle stagioni. Il pane distribuito e “ricevuto” durante la Giornata del Pane si è fatto infatti dapprima “spezzato”, poi “condiviso” e infine “moltiplicato”. “Pane moltiplicato” ha contraddistinto l’ultima tappa delle “Stagioni del pane” e ha accompagnato anche l’inizio dell’ “Anno Europeo per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale”: la sensibilizzazione verso l’obiettivo “Zero Poverty” è cominciata da un segno semplice, il pane. Nel sostare sull’esperienza dello scorso anno, una consapevolezza: affinché il pane sia condiviso e moltiplicato, si faccia “pane nostro”, ha bisogno di essere spezzato: “anche voi fate della vostra
vita un dono d’amore perché anche la vostra vita diventi realmente pane spezzato e sangue versato per la vita del mondo” (Lettera pastorale 2009/10: p. 29). E nello spezzarsi del pane, la possibilità del dono, ma anche il prodursi di briciole. Tanti i significati che potrebbe assumere un Avvento di Carità all’insegna delle briciole: dalla sobrietà degli stili di consumo alla riscoperta del valore dei piccoli atti d’amore. Alla luce della Lettera pastorale 2010/11, le briciole sembrano rimandare agli ultimi. E con San Paolo ai Corinzi “proprio le membra del corpo che sembrano deboli sono le più necessarie”, le briciole suonano come un richiamo al “posto degli ultimi, forza della comunione”: “Al centro dell’interesse della comunità debbono essere collocati i bambini, che non hanno ancora nessun potere, gli anziani, che non hanno più potere, i malati o i deboli in genere; e tutto questo non perché queste persone siano migliori delle altre, ma semplicemente perché sono più deboli. È un modo rivoluzionario di considerare la famiglia umana e il dinamismo della vita sociale (p.55).” Facendo nostro l’invito del Vescovo, l’Avvento di Carità 2010 sarà dunque all’insegna degli ultimi, briciole lucenti.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Carcere: specchio di comunità di Chiara Tomasi “Quali fragilità nella città. Quale comunità dalle fragilità”. Due affermazioni che suonano come due interrogativi. Due provocazioni sulle quali si è soffermato il vescovo Luciano durante l’incontro di presentazione della lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” all’interno del carcere di Canton Mombello, lo scorso 3 settembre in occasione della settimana di Agorà. Il carcere è una comunità nella comunità; il carcere, dice mons. Monari, è “uno specchio nel quale ci possiamo riconoscere e comprendere meglio”. Se è vero che esso rappresenta le fragilità della città, è anche vero che ogni fragilità è occasione di crescita perché “dentro la fragilità possono nascere sentimenti di solidarietà, sentimenti di collaborazione...”. Con l’intento di condividere questa esperienza è stato realizzato un dvd che racchiude alcuni dei momenti vissuti durante l’incontro: in apertura l’intervento della direttrice della Casa Circondariale di Canton Mombello, Francesca Gioieni; a seguire il video nel quale la comunità del carcere si presenta, dal titolo “Carcere: specchio di comunità”; successivamente, la presentazione della lettera pastorale da parte del vescovo Luciano Monari; per finire, le conclusioni affidate al diacono Giorgio Cotelli, direttore della Caritas diocesana. Per richiedere il dvd contattare gli uffici della Caritas diocesana (tel 030 3757746 – email: caritas.brescia@caritas.it).
Caleidociclo della carità “Nella comunità”
L’esperienza della Caritas parrocchiale di Montichiari Padre Giacomo: Ecco un’altra prospettiva con cui possiamo rileggere la nostra esperienza di uomini e donne della carità: la traccia “nella comunità”. È importante saper cogliere come si vive insieme, come si lavora, in che modo si affidano l’uno all’altro le responsabilità, come si risolvono i conflitti, come si cerca la comunione. Mario: qualche anno fa abbiamo deciso di partire dal basso, riformulando un’esperienza di Caritas parrocchiale. O meglio, un’esperienza di Caritas parrocchiale che potesse permettere di collegare le quattro parrocchie presenti nel nostro Comune e magari far suonare insieme i quattro campanili. Già questa era una scommessa. È stato un periodo di discernimento in cui, più volte, ci siamo trovati a pregare per cercare di capire se era una nostra volontà o una volontà Sua. Così, nel maggio 2005 abbiamo avviato un laboratorio
di carità ed è stato come tessere una ragnatela. Abbiamo costituito un embrione di Caritas che coinvolgeva i gruppi presenti sul territorio, fino ad arrivare a un coinvolgimento di tutte e quattro le parrocchie. Padre Giacomo: Ci puoi dire qualcosa sul lavoro di coinvolgimento? Mario: Non è stato un lavoro semplice, perché se è difficile coniugare insieme, intorno a un tavolo, i gruppi della stessa parrocchia (dove è facile sentire discorsi del tipo: “Io ho i miei poveri, tu i tuoi!”), è ancora più difficile pensare di far suonare insieme quattro campanili! Ma la scommessa che il Vescovo ha dato alla nostra diocesi è quella della costituzione delle unità pastorali e credo che noi abbiamo giocato un po’ in anticipo, perché intorno ai bisogni è più facile giocare in anticipo! C’è voluta pazienza,
ci sono volute tenacia e pazienza![…]. Abbiamo iniziato questa esperienza e subito abbiamo dovuto fermarci (abbiamo dovuto sostare), per prendere fiato, per pregare, per riflettere, cercando un coinvolgimento il più largo possibile.. Un coinvolgimento che costa fatica, ma non fa abbassare la guardia e tiene desta la comunità, la responsabilizza. La Caritas è un gruppo che lavora a nome di tutti, quindi tutti devono essere partecipi. Quando mi dicono: “Voi della Caritas…” Rispondo: “Se tu sei un cristiano, sei anche tu Caritas!”. Padre Giacomo: il sostare nelle difficoltà, ha portato a un altro modo di essere nella comunità: il cercare l’aiuto di altri, implicandoli e rendendoli corresponsabili. Un passo avanti fatto nel modo di lavorare insieme: da un ridotto gruppo di persone, piano piano, l’esperienza si è fatta di comunità.
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CSV
Parlamento Una proposta non concordata che fa discutere
Manca un dialogo costruttivo Alla Camera si discute la revisione della Legge quadro sul volontariato. Le associazioni unite esprimono profonda preoccupazione e dissenso in merito all’ipotesi di modifica. Anche a Brescia sale la protesta pagina a cura di Nicola Migliorati
Da anni si parla di una riforma organica della legge 266 del 1991, la cosiddetta “Legge quadro sul volontariato”, nel senso di un maggior riconoscimento e valore sociale delle tante organizzazioni di volontariato italiane. Ecco perché coglie ancor più di sorpresa ciò che sta accadendo in Parlamento. Andando per ordine dobbiamo riferire che le maggiori realtà associative di volontariato italiane sono venute a conoscenza che alla V Commissione della Camera dei Deputati è in discussione il Progetto di Legge 41 “disposizioni in favore dei territori di montagna”, il cui art. 5 modifica profondamente e in modo quantomeno inusuale anche la Legge quadro sul volontariato. Csvnet, il Forum del terzo settore, la Consulta nazionale del volontariato presso il Forum e la ConVol – ossia l’intero panorama delle Organizzazioni che in Italia rappresentano il mondo del volontariato e del privato sociale – esprimono profonda preoccupazione e dissenso in merito alle ipotesi di modifica contenute nel testo. Nel dettaglio la modifica prevede di aggiungere sia a chi gestisce
i Csv e sia a chi usufruisce dei loro benefici, oltre alle organizzazioni di volontariato, anche tutte le onlus, le cooperative sociali, le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni bandistiche, i cori amatoriali, le filodrammatiche, le associazioni dilettantistiche di musica e danza popolare; di destinare almeno il 10% delle risorse di tutti i Csv ai soli Csv che operano in territori montani e di consentire che la quota eventualmente eccedente le loro attività di servizio venga utilizzata per acquistare attrezzature, materiali e mezzi il cui utilizzo sia strettamente connesso alle attività di natura sociale; di estendere la tipologia di progetti finanziabili dall’Osservatorio nazionale del volontariato dalle emergenze sociali, tradizionale area di intervento dei progetti, agli interventi nei territori montani e nelle aree territorialmente marginali. Il modo e i contenuti del progetto di legge hanno fortemente stupito: “Questa iniziativa legislativa ci sconcerta sia nel metodo che nei contenuti – affermano i quattro promotori della protesta – . Riguardo al metodo, ci sconcerta che su modifiche di tale impatto, che intervengono su uno strumento di sostegno destinato specificatamente al volontariato, am-
Area formazione
Proposte per i volontari L’area formazione del Csv mette in campo due nuove proposte indirizzate a responsabili e volontari delle associazioni di volontariato bresciane. La prima si compone di due serate in cui si intende formare i partecipanti sulle modalità di gestione contabile e amministrativa delle associazioni senza fini di lucro, sulla corretta impostazione del bilancio, sulle normative in vigore e sulle modalità di adempiere agli obblighi derivanti. Conoscere e gestire i principali documenti collegati alle operazioni amministrative e i relativi adempimenti fiscali risulta ormai fondamentale per rispondere non solo agli obblighi di legge, ma anche e soprattutto per rappresentare in modo completo e corretto agli associati le operazioni stesse. La seconda proposta (sempre due sera-
te per un totale di quattro ore) vuole invece fornire utili strumenti per la stipula di convenzioni basate su corretti rapporti tra le Organizzazioni di volontariato e gli Enti pubblici. Il rapporto di convenzione costituisce una azione efficace nella costruzione e nel consolidamento delle relazioni tra Organizzazioni di Volontariato e Istituzioni, non solo per “gestire” servizi ma anche per il coinvolgimento delle associazioni nelle funzioni di progettazione e di programmazione dei servizi di pubblica utilità. Gli incontri si terranno a novembre (10 e 17 il primo corso, 15 e 18 il secondo) presso la Sala Formazione del Centro servizi per il volontariato in via Salgari, 43/b a Brescia. Scheda d’iscrizione sul sito www.bresciavolontariato.it.
pliandone la fruizione a moltissimi altri soggetti senza modificare l’entità delle risorse disponibili, non si interpellino le organizzazioni che il mondo del volontariato collettivamente rappresentano. Inoltre spiace constatare che ancora una volta si tenti di modificare alcuni articoli della legge sul volontariato non affrontandola direttamente, ma attraverso modifiche singole inserite in provvedimenti normativi che si occupano di altri temi”. Una normativa che si presenta come mirata sul tema della montagna, se così approvata, rischia di andare a intaccare risorse ordinarie destinate al volontariato che, dopo trattative e accordi, sembravano aver trovato un seppur difficile equilibrio. Anche il Centro servizi per il volontariato di Brescia si è unito al coro di protesta (una lettera è stata inviata ai parlamentari per spiegare le ragioni del dissenso) per far sì che venga modificato il progetto di legge: la normativa in materia di volontariato ha probabilmente bisogno di essere rivista e aggiornata, ma con un intervento che affronti l’argomento in modo organico, evitando di intervenire con progetti che nascono per regolamentare altre materie e che nulla hanno a che fare con esso.
Congrega carità apostolica
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Protagonisti Per sua volontà sono state avviate molte opere di solidarietà
Gaetano Bonoris, benefattore La figura di questo nobile bresciano non è mai stata oggetto di studi approfonditi per mancanza di fonti documentarie a lui relative di Angela Iussig
La figura del conte Gaetano Bonoris non è stata oggetto sino ad oggi di studi approfonditi, sia in ragione dello stile di vita schivo, sia a causa della relativa carenza di fonti documentarie a lui relative. Gaetano nacque il 21 gennaio 1861 da Achille e Marianna Soncini – discendente da un’antica e nobile famiglia bresciana – la quale morì quando il piccolo aveva tre anni. I Bonoris erano un’attivissima famiglia della borghesia mantovana, tradizionalmente dedita all’imprenditoria e al commercio: nel 1870 il padre di Gaetano era un riconosciuto esponente del mondo finanziario, “censore della Banca nazionale del Regno d’Italia, amministratore della Banca provinciale bresciana e titolare dell’esattoria di imposte e dazi per il governo”. Sappiamo che il futuro conte condusse i propri studi all’estero, in particolare presso il Politecnico di Zurigo, anche se nel 1884 – con l’avanzare dell’età del padre – fu costretto a rientrare in patria per gestire in prima persona il patrimonio familiare. Poco più che ventenne, dimostrò ca-
pacità e prudenza tali da riuscire addirittura ad ampliare la sostanza paterna: da allora scelse di condurre una vita signorile, seppur appartata, trasferendo la propria residenza a Montichiari, dove nel 1890 poté offrire ospitalità ad Umberto I. Gaetano Bonoris, all’epoca ventinovenne, aveva contribuito con cura alla preparazione delle manovre militari che richiesero la presenza del re a Montichiari: “Sessantamila uomini in arme e una spesa valutata in 800mila lire. La brughiera torna a essere quel colossale Campo di Marte ch’era stato ai tempi di Napoleone Bonaparte: il luogo ideale per innalzare uno smisurato bivacco, simulare scontri d’artiglieria e di cavalleria, ma anche per impressionare gl’infiltrati osservatori stranieri. Un grandioso spettacolo per centomila curiosi”. Grazie anche a tale patriottica dimostrazione, nel 1891 gli fu conferita l’investitura a conte. A tale titolo Gaetano Bonoris tenne molto, come dimostra anche la progettazione e l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione del castello acquistato nel 1890 dal Comune di Montichiari: all’impresa il conte dedicò ogni attenzione, dispiegando in essa gusto artistico e sensibili-
tà architettonica, oltre che rivelando il proprio carattere non facile, se non eccentrico. I lavori diretti dall’architetto Antonio Tagliaferri iniziarono nel 1892 e proseguirono sino al 1900, portando alla realizzazione di un modello ideale di fortificazione medievale subito prescelta dal conte come propria dimora. Nello stesso anno Bonoris fu eletto parlamentare della XXI legislatura, durante la quale il bresciano Giuseppe Zanardelli fu a capo del governo: a convincerlo a candidarsi nelle file del partito liberale fu molto probabilmente l’autorevole senatore Ugo da Como, che aveva stabilito la propria residenza nella vicina rocca di Lonato. L’attenzione per i meno abbienti caratterizzò tutta l’esistenza di Gaetano Bonoris. Gli aiuti individuali andavano di pari passo con le largizioni a favore di enti ed istituzioni benefiche in Brescia e Mantova, con particolare attenzione alle necessità dei minori; attenzione che ebbe come esito naturale e coerente la volontà di affidare il proprio patrimonio alla Congrega della carità apostolica “perché la gioventù infelice di Brescia e di Mantova ritrovasse la speranza in Dio padre e le cure di una madre”.
La Fondazione amministrata dalla Congrega
Da quasi 100 anni a sostegno dei giovani
Gaetano Bonoris
Nel 1923 il conte Gaetano Bonoris dispose un lascito a favore della Congrega della carità apostolica, mirato ad istituire una fondazione che portasse il suo nome. Indicato quale amministratore del nuovo ente, l’antico Sodalizio fu di fatto investito della cura di un vasto patrimonio, mentre dell’erogazione delle rendite fu incaricata un’apposita Commissione composta da tre membri, rispettivamente indicati dal Vescovo di Brescia, dal Vescovo di Mantova e dalla famiglia Soncini. Gran parte dell’impegno della Fondazione fu dispiegato nella gestione dell’istituto “Bonoris” di Mompiano in Brescia – inaugurato il 28 ottobre 1940 ed attivo sino alla metà degli anni Settanta – distintosi per decenni nell’assistenza ai bambini più bisognosi
delle province di Brescia e Mantova, e in particolare a quelli affetti dalle varie forme di disabilità psichica. Lo Statuto della Fondazione attribuisce alla Congrega della carità apostolica la responsabilità di vagliare le richieste pervenute, e di formulare proposte di erogazione da sottoporre all’approvazione della Commissione consultiva. Nel 2011 ricorrerà il 150° anniversario della nascita del conte Bonoris: per celebrare la significativa ricorrenza, la Congrega della carità apostolica e la Fondazione conte Gaetano Bonoris intendono organizzare, tra Brescia e Mantova, eventi culturali ed incontri scientifici dedicati all’approfondimento del profilo biografico di tale indiscusso protagonista della storia politica e sociale, non solo bresciana.
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Bagnolo Mella Progetto Tanzania onlus
Vent’anni di presenza in Africa L’Associazione, coordinata da Gigi Marini, è operativa in Tanzania. Sostiene progetti umanitari: da quasi 10 anni è impegnata nel “Villaggio della speranza”, una struttura che ospita bambini orfani e contagiati dall’Aids
I nuovi spazi dell’oratorio
Intervista al Parroco
Una comunità controcorrente “Una comunità che ha conservato la propria identità nonostante i tempi di bufera e di stravolgimento che stiamo vivendo, rischiando massificazione e indifferenza”. Così, di primo acchito, il parere di mons. Severino Chiari, parroco a Bagnolo da otto anni, da subito immerso, con passione, nella realtà bagnolese. L’immersione gli è stata facile grazie alla spiccata predisposizione alle relazioni; il fatto poi di poter poggiare con una certa sicurezza i piedi su terreno riconoscibile, era ed è dovuta alla precisa circostanza che Bagnolo ha ancora confini di paese, culturalmente intesi. Un paese, dice don Severino, che dal punto di vista dell’attenzione pastorale e devozionale ha due poli di riferimento: il santuario della Stella e l’oratorio. Non spende parole, il parroco, a proposito delle Feste quinquennali da poco concluse, ma se un dato è evidente, quello è riferito alla grande partecipazione a manifestazioni corali, in buona parte legate alla tradizione, quali sono state ad esempio le processioni. In quanto all’oratorio (di cui sono stati inaugurati la scorsa settimana gli spogliatoi e il campo di erba sintetica) esso ha una ricca storia alle spalle, con curati estremamente coinvolti. Risultato: l’alta frequenza alla catechesi e alle varie attività ora coordinate dal giovane don Gabriele Fada, giunto a settembre fresco di ordinazione e già ben addentro nella realtà parrocchiale e oratoriana. Nello specifico settore della catechesi – ma non solo – una realtà estremamente significativa, anche se molto discreta nel proporsi, è quella delle Suore Canossiane, presenti in paese da oltre 100 anni: uno dei conventi dell’ordine più attivo e numeroso, con quattro religiose coordinate con evidente sensibilità pastorale da madre Liliana carica di preziose energie. Tutto questo, dalle considerazioni di don Severino Chiari che sottolinea anche il fatto che la comunità bagnolese si caratterizza per numerose esperienze di solidarietà e di vicinanza, fondate su quel patrimonio di un’identità mantenuta. E, allora, l’elenco dei gruppi è lungo. “Ci sono i volontari della Casa di riposo che sono un’ottantina. Il Mato Grosso bresciano, quasi quasi, nacque a Bagnolo. Ancora, i Giovani sempre, gli Alpini, la Protezione civile solleciti nei momenti di bisogno, e oltre. C’è pure il Centro Santa Elisabetta, per madri in difficoltà, e da vent’anni – un anniversario che festeggiamo proprio domenica 24 ottobre – è attivo il gruppo Progetto Tanzania, coordinato da Gigi Marini”. Certo, Bagnolo non è un’isola felice e non sfugge ai problemi dei nostri giorni. “I matrimoni religiosi, in otto anni, da quando sono arrivato a Bagnolo – dice don Severino – sono dimezzati, ed è calato notevolmente anche il numero dei matrimoni civili. Il numero dei battesimi però è inalterato. Una scelta dettata dalla tradizione, dalle pressioni sociali? Teniamo acceso il lumicino…”. Un lumicino che si alimenta di speranza e fiducia.
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Ventesimo anniversario dell’associazione “Progetto Tanzania onlus”, a favore delle missioni in terra d’Africa. L’associazione coordinata da Gigi Marini, con un attivo gruppo di amici all’opera, è intervenuta decine di volte in Tanzania sostenendo progetti con finalità sociali e umanitarie promossi da suor Rosaria Gargiuolo e don Vincenzo Boselli, bagnolese. Da quasi 10 anni è impegnata a favore del grande “Villaggio della speranza”, a Dodoma, capitale tanzaniana. Lì, in struttura protetta e familiare, aperta comunque al territorio e alle
di Lina Agnelli
sue necessità, sono ospitati, curati ed educati più di 100 bambini, orfani e contagiati dal virus dell’Aids. Parlare di “miracolo”, forse, non è azzardato considerate le premesse dell’operazione e gli esiti. Gli esiti: bambini negativizzati, cioè guariti; donne contagiate che provenendo dall’esterno, seguite con opportuni medicinali prima e dopo il parto, hanno speranza di mettere al mondo bimbi sani; la scuola primaria frequentata da circa 500 ragazzini provenienti da ogni dove. Ed ora, al giro di boa, la scuola secondaria per ragazze, capace di dare accoglienza tra un paio di anni a circa 500 adolescenti, già nella condizione di essere frequentata da 160 alunne. Questo per dire, in parte, quanto da Bagnolo si è cercato di fare, con varie alleanze e collaborazioni. Dunque, festa del ventesimo anno di fondazione del gruppo. Come sottolinea Gigi Marini, sarà occasione per riflettere sul lavoro condotto negli anni, sui risultati raggiunti, sulle prospettive. Significativo perciò, sarà incontrare benefattori, sostenitori, suore e sacerdoti missionari che hanno condiviso il lungo percorso dell’associazione. Il programma delle celebrazioni vede due momenti importanti. Il primo è per sabato 23 ottobre. Alle 14.30 presso la Filanda di Palazzo Bertazzoli ad associati, responsabili delle congregazioni missionarie e a quanti vorranno esserci, verrà presentato un video e una pubblicazione sull’attività svolta. Domenica, invece, alle 10 verrà celebrata la messa in basilica in occasione della Giornata missionaria, aperta a tutta la comunità.
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Paesi e parrocchie Città
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Brescia Trasporti e mobilità sostenibile
Metropolitana, un oggetto sconosciuto? Nicola Gallizioli, presidente della commissione consiliare Metro, e il consigliere del Pd, nonché membro della Commissione, Federico Manzoni, descrivono progetti, speranze e perplessità legate alla nuova infrastruttura cittadina
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Chi ha la fortuna di viaggiare si accorge, ogni volta che arriva in una città importante, della comodità della metropolitana. Se questa possa essere anche una soluzione per una città medio-piccola come Brescia è ancora presto per dirlo, di certo il tentativo di decongestionare il traffico è positivo. In attesa che il Consiglio comunale si prepari ad affrontare la questione metropolitana, si segnala la presenza di una Commissione ad hoc presieduta dall’esponente della Lega Nord Nicola Gallizioli che sta seguendo direttamente i lavori. “Per il momento – spiega Federico Manzoni, membro della Commissione e rappresentante
di Luciano Zanardini
del Pd – do un giudizio positivo sulla Commissione, sulle discussioni e sui rapporti che si sono creati”. L’opposizione non discute l’utilità della Commissione, ma “le scelte unilaterali. Bisogna capire se si può invertire la rotta o se l’Amministrazione vuole andare avanti con il suo programma, sapendo che la metropolitana per essere ripagata in termini sociali ed economici necessita di politiche mirate”. “La scelta del Sindaco di voler costituire la commissione della metropolitana – afferma Gallizioli – nasce proprio dall’esigenza di fare un po’ il punto sullo stato di avanzamento dei lavori”. “Per due anni – ribatte Manzoni – non
si è parlato di stato di avanzamento dei lavori, del rispetto della tempistica dei cantieri, dei conti e dell’equilibrio economico finanziario. Si sono interrotti una serie di canali informativi che BresciaMobilità faceva ogni sei mesi in Consiglio comunale”. Ma qual è il reale stato di avanzamento dei lavori? “La metropolitana è al 7075%, il problema è tutto il resto: il problema economico, il costo del biglietto, il piano finanziario dell’opera e di quelle complementari”. Per mesi si è discusso se i conti erano stati fatti correttamente o se erano stati sottovalutati degli aspetti. “La prima volontà mia e della Commissione – specifica l’esponente della Lega – è stata quella di riportare l’attenzione sull’opera”. A Manzoni non bastano, però, le intenzioni, ma si esorta la maggioranza a una maggiore “coerenza perché un’opera di tale portata deve essere accompagnata da politiche del traffi-
co, del trasporto pubblico, della sosta, coerenti con questo investimento”. “La politica del centro storico – continua Manzoni – va verso una liberalizzazione del traffico con la limitazione delle Ztl. Lo stesso vale per via Cremona con la corsia riservata alle Lam, per non parlare del progetto della Lam 3 che doveva collegare l’Oltremella al centro storico e non è più stata presa in considerazione”. Manzoni rimarca il fatto che in passato c’era una maggiore attenzione per le aree pedonalizzate con più limitazioni al traffico privato e, quindi, una maggiore tutela del centro storico. “La giunta Paroli ha voluto dare un segnale di discontinuità rispetto a questi temi, mentre la metropolitana richiedeva interventi sulla mobilità sostenibile, l’interscambio bus-ferrovia e una serie di opere ora al palo”. Resta il problema dei conti. “Nel 2011 il Comune – dice Gallizioli – de-
Pareri a confronto
La necessità di legare il Pgt alla metro Entro due anni dovrebbe entrare in funzione la metropolitana, ma, oltre a controllare lo stato di avanzamento dei lavori, l’attenzione corre alla fase due, quella che dovrebbe raggiungere le zone maggiormente scoperte della città e dell’hinterland cittadino. “Il nuovo piano di governo del territorio – esordisce Manzoni – non può prescindere dal fatto che tra poco più di due anni ci sarà in servizio una infrastruttura come la metropolitana. Alcune scelte fatte non ci sembrano in linea con la metropolitana come l’idea di fare una nuova sede degli Uffici comunali, spostando gli uffici dalla zona di via Marconi (sorgerà una stazione della metropolitana) o di piazzale Repubblica (vicina alla zona della stazione e servita dai trasporti) a una zona periferica come quella degli ex Magazzini generali. Vogliamo capire se il nuovo Pgt manterrà lungo l’asse del metrobus le funzioni essenziali di una città, cioè quelle che creano domanda di movimento, traffico, mobilità e spostamento delle persone. Lo stesso stadio può andare in una zona dove la metropolitana non arriva? Chiediamo
all’Amministrazione di sfruttare il Pgt non solo come occasione per confermare la scelta della metropolitana ma anche per motivare ulteriormente tale scelta. Laddove si fanno delle scelte dovrebbero coincidere con le aree più servite dalla metropolitana per una valorizzazione di questo investimento”. “Anche la zona di piazzale Repubblica – evidenzia Gallizioli – non è direttamente collegata alla metropolitana, ma noi pensiamo già alla fase due con la linea Lamarmora-Fiera che potrebbe risolvere il problema”. L’altro punto dibattuto è sullo stadio: “Faremo un collegamento con il parco dello sport, mentre dove oggi c’è lo stadio arriva la metropolitana e non il trasporto privato (mancano i parcheggi). Nel Pgt metteremo queste opere (stadio, sede unica e parcheggio sotto il Castello) e disegneremo un nuovo Pianoche tenga conto della metropolitana uno e due, cosa che invece l’opposizione non ha fatto”.L’argomento metropolitana è un tema discusso che ha attraversato ben due referendum (1998 e 2001) e che, ancora oggi, continua a dividere. Di questo
ne sono consapevoli sia Gallizioli che Manzoni. Maggioranza e opposizione concordano sul fatto che bisogna far comprendere ai bresciani l’importanza di questa nuova infrastruttura che di fatto stravolgerà la città. I bresciani, secondo Gallizioli, stanno ancora subendo la decisione: “La metropolitana è concepita come un problema. I cantieri bloccano la città e in molti si domandano che senso ha una metropolitana che va da Sant’Eufemia e arriva all’Ospedale lasciando fuori molte zone”. Non a caso la Lega, che dichiara di voler dare una propria impronta al tema della mobilità cittadina, organizza il convegno “Metropolitana: problema o opportunità?” venerdì 22 alle 18 nella sede di Confartigianato. La sede non è casuale, perché il tracciato della fase uno e i futuri collegamenti possono essere delle zone dove investire e aprire nuove attività. Fra un po’ arriverà l’Alta velocità: sostanzialmente si arriverà da Milano a Brescia in venti minuti. Una volta che si arriva a Brescia, la metropolitana diventa strategica per chi vuole posizionare servizi o uffici in città”.
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Santa Maria in Calchera
Si inaugura il Seminario minore
La cerimonia della posa della prima pietra nel novembre 2003
ve pagare una maxi rata di 54 milioni di euro; per il costo annuo della metropolitana a regime sono altri 20/25 milioni di euro, in più BresciaMobilità ha 16 milioni di euro di mutuo annuo. E poi ci sono i costi (80 milioni, ma a disposizione ne abbiamo 20) delle opere complementari. Ci sono, inoltre, le riserve che Ansaldo ha chiesto per tutte le problematiche legate alla costruzione. Il piano economico è complesso, ma lo si risolve se si rivede quello finanziario, che sta in piedi se il biglietto viene portato a 1,90 euro: di fatto è impossibile perché una legge regionale impone a 1,25 il prezzo massimo del biglietto per il trasporto pubblico. Vedremo come attrarre nuove utenze e come coprire i costi di gestione. Vogliamo coinvolgere altri enti, i Comuni limitrofi, la Provincia e la Regione. BresciaMobilità potrebbe chiedere un mutuo di 54 milioni: per poterlo fare deve essere ricapitalizza-
ta, cioè qualche bene comunale deve passare a BresciaMobilità”. “È chiaro che questo provvedimento – sul quale non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci – deve passare in Consiglio comunale” chiosa Manzoni.La maggioranza sta studiando insieme a BresciaTrasporti e a BresciaMobilità il biglietto unico: “Un biglietto – prosegue Gallizioli– che possa essere utilizzato per parcheggiare, per prendere l’autobus o la metropolitana e per Bicimia. Un biglietto che sia una sorta di carta di credito. Il mezzo pubblico non deve essere concepito come alternativa a quello privato ma complementare: così si spiega un parcheggio nuovo in centro o l’ingresso delle auto in centro. È il cittadino che in base alle sue esigenze deve scegliere quale mezzo usare, non deve essere forzato come ha fatto la giunta Corsini: vogliamo rendere il mezzo pubblico più competitivo di quello privato”.
Domenica 24 ottobre il Vescovo alle 18 celebra una Santa Messa nella parrocchiale di Santa Maria in Calchera per l’inaugurazione del Seminario minore che trova spazio negli ambienti dell’oratorio. Il Vescovo taglierà il nastro e benedirà la nuova struttura prima della Santa Messa. La serata si concluderà con un momento di festa. La parrocchia accoglie con soddisfazione nel proprio oratorio la sede del Seminario minore e contemporaneamente prosegue la tradizionale attività oratoriale di catechesi e di animazione per ragazzi. Grazie a un gesto di collaborazione, quest’anno ai catechisti già presenti si aggiungeranno quattro studenti del Seminario. Non è semplice portare avanti un discorso di pastorale giovanile all’interno della città, anche per questo l’iniziativa può avere un riscontro positivo. Da 50 anni l’oratorio di Santa Maria in Calchera porta avanti la propria attività catechistica e ludico-educativa nei confronti dei ragazzi, che, anche quest’anno, sono iscritti in 169. Con questa decisione “favoriamo – ha spiegato don Giorgio Gitti, vicerettore del Seminario minore dal 2004 sullo scorso numero di ‘Voce’ – non solo i rapporti familiari ma anche quelli parrocchiali, nella comunità in cui siamo inseriti. Vogliamo che la loro crescita educativa maturi in rete, con il contributo della famiglia, della scuola, della parrocchia. Si tratta di una vocazione a 360°, che può approdare anche verso altre scelte esistenziali oltre a quella sacerdotale”. In seguito alle dimissioni per raggiunti limiti di età di don Giuseppe Ansoldi, la parrocchia di Santa Maria in Calchera dal 24 settembre è stata affidata al parroco di Sant’Afra, don Nino Prevosti, che da 13 anni guida la comunità di via Spalto San Marco. Anche questa realtà rientra nel progetto dell’unità pastorale del Centro storico dove le nove parrocchie non avranno tutte la presenza di un Parroco, ma manterranno la specificità tipica delle parrocchie. Attualmente la zona del Centro storico è coperta dalla presenza di sei parroci. Tornando alla realtà di Santa Maria in Calchera e di Sant’Afra, è giusto ricordare che il vescovo Monari ha nominato – oltre a don Nino Prevosti – due collaboratori per le due parrocchie: don Giorgio Rosina e don Marino Cotali. Don Giorgio, che era curato a Gussago dal 2002, si occuperà della gestione dei due oratori e, più in generale, aiuterà don Manuel Donzelli per tutto quanto concerne la pastorale giovanile del Centro storico. Don Marino, invece, arriva dall’esperienza di San Colombano di Collio dove dal 2002 era parroco: risiederà nella canonica di Santa Maria in Calchera e collaborerà al servizio di tutta la pastorale.
San Luigi Gonzaga
“Facciamo la cena giusta” Fino al 31 ottobre sono in programma a livello nazionale 15 giorni di appuntamenti, iniziative e cene per promuovere e diffondere i prodotti certificati Fairtrade: “Io faccio la spesa giusta” rappresenta un’occasione ulteriore per sostenere i produttori e il commercio equo. Focsiv con lo Svi di Brescia inaugura l’iniziativa con una “Cena giusta” a sostegno dei progetti Svi in Africa e America Latina. Chi vuole può partecipare a “Facciamo la cena giusta”, sabato 30 ottobre a Brescia alle 19.30. Dove? Presso l’oratorio di San Luigi Gonzaga (San Polo nuovo). Si può prenotare allo Svi entro il 25 ottobre al numero 0303367915 o mandare un’email a info@svibrescia.it.
San Gaetano
Un concerto per ricordare Scarpat La figura e l’opera di Giuseppe Scarpat, docente universitario, fondatore della Casa editrice Paideia e appassionato musicofilo, saranno ricordati sabato 23 ottobre alle 17, nella chiesa di San Gaetano in città (via Callegari, 7) su iniziativa della Scuola diocesana di Musica Santa Cecilia. Eva Frick Galliera, concertista di fama internazionale, si esibisce in un concerto d’organo con brani di Frescobaldi, Bach, Franck, Arnaldo Galliera e Vincenzo Petrali, tutti editi da Paideia e cari al Professore; a metà concerto, don Antonio Zani, studioso di Patrologia, tiene una prolusione dal titolo “Giuseppe Scarpat editore”. L’ingresso è libero. “La posizione accademica unita alla passione e alla cultura musicale facevano del prof. Scarpat una personalità di spicco nel territorio bresciano – dice don Tullio Stefani, direttore della Scuola diocesana –, alla quale Scarpat ha lasciato il suo fondo librario musicale. Molti titoli sono editi da Paideia: specializzata nella filologia greca e latina oltre che nella saggistica biblica e orientalistica antica, Paideia esprime gli interessi anche musicali del fondatore. “L’omaggio alla memoria di Giuseppe Scarpat – spiega don Stefani –, oltre che un dovere, significa per noi l’impegno a non cessare di promuovere, anche con la nostra attività didattica e concertistica, la formazione di persone come lui colte, appassionate, disinteressate, generose, che alla professione affiancano la voluptas di sani e mai sufficientemente celebrati otia, anche musicali”. (f.l.)
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Brescia Maria Madre della Chiesa
Insieme sulla strada pensata da Dio Don Gianmario Biemmi, già Fidei donum in Terra Santa, succede a don Evandro Della Dote
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Arriva con alle spalle un’esperienza intensa, “immerso in una Chiesa locale (il Patriarcato latino di Gerusalemme), a contatto con un caleidoscopio di culture, razze, lingue sulle tre piste delle tre grandi religioni monoteiste”. Don Gianmario Biemmi, già fidei donum presso il patriarcato latino di Gerusalemme, è stato nominato parroco di Maria Madre della Chiesa in città. Nativo di Provaglio d’Iseo, a Gerusalemme è stato anche rettore del santuario “Nostra Signora di Palestina” e del Centro di accoglienza per gruppi
di Luciano Febbrari
e singoli. Nella terra della Bibbia, là dove il cielo costellato di stelle è stato contemplato da Gesù, si è reso disponibile per il sacramento della riconciliazione per sacerdoti e religiosi, oltre a essere canonico nella basilica del Santo Sepolcro quando c’erano le celebrazioni del Patriarca. A Gerusalemme (“la pupilla dell’occhio di Dio, città unica al mondo che non appartiene a nessuno, ma solamente a Dio: è un mistero che si rivela in parte e non in tutto”) ha avuto modo di stare alla sequela del card. Martini, rac-
Don Gianmario Biemmi
cogliendo anche il suo pensiero come fonte di ispirazione: “Noi dobbiamo essere pellegrini come tutti i nostri antichi padri e camminare insieme, mettendo una mano sulla spalla dell’uno e un’altra mano sulla spalla dell’altro. Intercedere insieme sulla strada degli uomini alla ricerca del volto di Dio”. Torna in una Brescia mutata nei suoi aspetti. L’uomo però rimane sempre quello che “a volte si lascia condizionare dall’ambiente, ma rimane sempre uomo con le sue gioie e i suoi dolori, le sue fatiche e le sue speranze”. Si appresta a iniziare il suo nuovo ministero con l’auspicio di camminare giorno per giorno per “scoprire i segni della tenerezza di Dio. A livello personale e comunitario, lasciamoci guidare da Lui per co-
gliere in ogni uomo il volto di Dio”. Ha già ricoperto l’incarico di parroco a Tremosine (1977-1982) e a Sulzano (1987-1995). La parrocchia Maria Madre della Chiesa è giovane (36 anni di storia) con un buon numero di collaboratori: “Cercherò di essere attento – spiega don Gianmario – a chi incontro sulle strade di questo nuovo quartiere. Non mancherò di cogliere istanze e bisogni”. Nell’agenda di don Biemmi non ci sono programmi predefiniti, perché “l’esperienza che mi viene dal cammino fatto fin qui mi sarà più facile nel sentirmi uno di loro per percorrere insieme il tratto di strada preparato dal Signore. Se saremo attenti all’altro, faremo famiglia, superando i nostri egoismi e quella sete di primeggiare propria del nostro tempo”.
Iniziativa dell’Asl di Brescia per le categorie a rischio
Dal 3 novembre la vaccinazione è gratuita Con l’avvicinarsi della stagione influenzale, l’Asl di Brescia ha predisposto, con il Servizio sanitario regionale, la campagna per la vaccinazione gratuita e facoltativa rivolta a una serie di categorie di utenti. “Dal 3 novembre – ha detto il direttore generale dell’Asl cittadina Carmelo Scarcella – le categorie individuate potranno rivolgersi al proprio medico curante o pediatra di libera scelta che aderiscono all’iniziativa. Avremo a disposizione 175mila vaccini – ha continuato Scarcella – valore definito dal trend storico, con il quale riteniamo di poter coprire tutte le categorie interessate. Va sottolineato che la collaborazione dei medici è determinante e lo dimostra l’elevata adesione degli stessi all’iniziativa, che negli scorsi anni ha superato l’80%. I pazienti di chi non aderisse, potranno avvalersi delle strutture dell’Asl, le cui sedi e orari saranno pubblicizzate con appositi manifesti presso le farmacie, i municipi e gli ambulatori distrettuali. L’obiettivo del programma – ha chiosato Scarcella – è il raggiungimento della copertura vaccinale del 75% delle persone a rischio e va rilevato come l’Asl di Brescia, per gli over 65, ha raggiunto una delle percentuali più alte della Lombardia, attestandosi mediamente negli anni scorsi al 74.39%”. “Il vaccino è trivalente - ha precisato il direttore sanitario Francesco Vassallo – com-
prendente anche l’H1N1, il ceppo che lo scorso anno determinò la pandemia influenzale, ora declassata a semplice influenza. Le categorie interessate, come per gli scorsi anni – sono gli over 65, i soggetti portatori di malattie croniche, le donne in gravidanza, gli operatori e i pazienti delle strutture socio-sanitarie, gli appartenenti alle forze dell’ordine, i bambini con età inferiore ai 10 anni, che richiedono un richiamo del vaccino, ed altri ancora. Sono altresì importanti – ha sottolineato Vassallo – le misure da adottare per la protezione personale, utili a ridurre la trasmissione del virus, quali, ad esempio, il lavarsi spesso le mani o un isolamento volontario in casa se affetti da malattia respiratoria febbrile”. Queste sono alcune indicazioni fornite dall’Asl di Brescia e gli elenchi dei soggetti che potranno vaccinarsi gratuitamente, presso il proprio medico curante o tramite le strutture pubbliche, sono disponibili, oltre che nei luoghi già citati, sul sito www.alsbrescia.it. Il termine della campagna è previsto per il 26 novembre, mentre il picco influenzale è atteso per la fine dell’anno. “Dei 175mila vaccini richiesti, 160mila saranno di tipo ‘split’ – ha illustrato il direttore Dipartimento di prevenzione medico dell’Asl Fabrizio Speziani – cioè con virus frammentati e con basso livello di effetti collaterali”. (fr.a.)
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Roccafranca
La comunità è in festa per il nuovo anno pastorale Domenica 24 ottobre comunità in festa a Roccafranca. Dopo la messa mattutina, all’interno della quale i catechisti ricevono il mandato, il ritrovo è previsto alle 14 presso l’oratorio. I più piccoli potranno divertirsi con i giochi dedicati a San Luigi, gli adulti e gli anziani con la tombolata. Nel pomeriggio la castagnata.
Travagliato
Le liriche di Orlandi
Montichiari Collaborazione con le parrocchie
Il sostegno scolastico è una priorità
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L’attenzione per le persone in difficoltà e per l’ambito scolastico continua a rimanere alta a Montichiari e si esplicita in 600mila euro a ciò destinati. In merito al primo aspetto si può affermare come esso costituisca uno dei fiori all’occhiello nell’ambito dei servizi sociali “un settore che – afferma l’assessore Gianluca Imperadori – l’amministrazione comunale intende continuare a finanziare e a supportare con grande impegno. Anche nel 2010, nonostante la difficoltà economica generale, abbiamo deciso di mantenere e garantire con ingenti risorse e personale questo importante ambito”. Corrisponde a 270mila euro, con un aumento rispetto allo scorso anno, il contributo stanziato dal Comune al quale va aggiunto l’apporto di tre giovani volontari i quali andranno ad affiancare i docenti e gli assistenti professionisti. “Inoltre – continua Imperadori – il ministero dell’Istruzione, attraverso l’Ufficio scolastico provinciale, ha assegnato due nuovi insegnanti che completeranno l’organigramma garan-
Sulla copertina la silhouette di una donna che si libra con gesto armonico sul mare, mentre l’acqua e le nubi si arrossano per i raggi del sole: a ben pensarci nessuna immagine sembra più adatta alle parole che la sovrastano: “Spiccando il volo”. È questo il titolo della nuova raccolta di 60 liriche di Patrizia Orlandi, che viene presentata alle 20.30 di sabato 23 ottobre presso la sala Nicolini di Travagliato. Nonostante la disabilità, causata da una malattia nel periodo dell’infanzia e il deteriorarsi della vista che l’ha condotta sino alla completa cecità, la poetessa travagliatese, nata in Francia da genitori italiani, continua a incantare i lettori con versi essenziali e profondi, come si addice a una poesia che fiorisce nel buio e nel silenzio. (f.u.)
Leno
Fa discutere la chiusura dell’Arpa Chiuso l’ufficio Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) di Leno. La decisione è della Regione che ha disposto il trasferimento di personale e struttura presso la sede provinciale di Brescia. Ma la questione allarma i sindaci della Bassa i quali prevedono, per eventuali emergenze, tempi di intervento lunghi mentre dovrebbero essere rapidi e tempestivi per la tutela del territorio caratterizzato da agricoltura e allevamento intensivi, con tutte le problematiche derivanti dall’utilizzo dei presidi chimici nel trattamento delle colture e dallo sversamento dei liquami zootecnici e dei fanghi sui terreni.
di Federico Migliorati
Padernello
Fiera del gusto e dei sapori locali tendo così un livello di assistenza ai nostri bambini diversamente abili molto alto, addirittura maggiore rispetto a quello riconosciuto negli scorsi anni”. Per quanto riguarda le scuole, in questo caso un ruolo fondamentale lo rivestono le convenzioni con le parrocchie tramite le quali l’amministrazione comunale offre alle famiglie monteclarensi e ai loro figli l’attività di doposcuola utilizzando gli spazi del Centro giovanile San Giovanni Bosco della parrocchia di Santa Maria Assunta, del Centro San Lorenzo di Novagli e dei locali della parrocchia Santa Maria Immacolata di Borgosotto. “Le convenzioni, che hanno visto un contributo complessivo da parte del Comune di oltre 320mila euro – conclude Imperadori – garantiscono un servizio di qualità e una compartecipazione ridotta da parte delle famiglie, segno dell’importanza che l’amministrazione comunale pone a questo riguardo”. Comune e parrocchie, dunque, sono sempre unite nel segno dell’educazione e della crescita dei nostri ragazzi.
Fiera del gusto e dei sapori locali a Padernello: uno sfizioso viaggio alla riscoperta della tradizione culinaria bresciana che diventa anche storia del territorio e della civiltà che l’ha caratterizzato. Domenica 24 ottobre dalle 9.30 alle 18.30, nell’ambito dell’iniziativa “Buono, pulito e giusto”, sotto il prestigioso patrocinio dell’associazione Slow Food International, si terrà nella splendida cornice del famoso castello un mercato dei prodotti tipici della nostra provincia e in particolare della Bassa bresciana. L’appuntamento consentirà ai visitatori di venire a conoscenza di alcune delle eccellenze enogastronomiche presenti sul territorio. Saranno in vendita i casoncelli di Cigole, preparati con farina di monococco, le birre artigianali da Manerbio, la marronata e altre confetture da Gottolengo, oltre a numerose varietà di farine, miele, salumi e formaggi. Con un piccolo sforzo di immaginazione sembrerà di fare un salto indietro nel tempo, seppure per un giorno soltanto: volgendo lo sguardo dal castello e dal suo fossato fino alla campagna circostante, abbastanza lontana dal traffico e dai segni più evidenti della modernità, si potrebbe persino pensare di essere capitati in pieno Medioevo, quando dal contado gli abitanti giungevano a vendere prodotti. Era quello giorno di mercato, giorno di incontri e di allegria, di scherzi e di risate, la cui eco risuona ancora tra le volte dell’antico castello. (f.u.)
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Paesi e parrocchie Bassa
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Carpenedolo Oratorio femminile
La dama vivente in costume Il card. Re ha benedetto i nuovi spazi esterni e un busto dedicato a Paolo VI. Nel cortile è andata poi in scena una singolare rappresentazione
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sentazione vivente del gioco della dama. Il cortile, gremito all’inverosimile di bambini e adulti, ha fatto riaffiorare il ricordo di come era vivo e gioioso l’oratorio femminile alcune decine di anni fa. Prima dell’inizio della sfida, il parroco don Franco Tortelli ha presentato a tutti il card. Giovanni Battista Re, per la prima volta a Carpenedolo, che ha rivolto un bellissimo pensiero a tutti i presenti; ha elogiato i bambini e i ragazzi presenti invitandoli a frequentare l’oratorio e a farlo diventare la
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Un corteo aperto dalla banda musicale cittadina diretta dal maestro Mario Mazza ha rallegrato la sfilata delle 24 “pedine”, in costumi medioevali appositamente confezionati da Lucia Piva, Sandra Rodella, Nadia Bonazza e Flavia Franzoni, dal piazzale della Casa di riposo fino all’oratorio femminile. Nel cortile dell’oratorio femminile, completamente ristrutturato, attorno alla scacchiera ricavata sul selciato erano disposte più di 250 sedie messe a disposizione di coloro che volevano godersi la doppia rappre-
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stato di parità. L’ingresso nel cortile, la disposizione delle pedine sulla damiera, le mosse annunciate, le mangiate e ogni arrivo a dama sono stati eseguiti con movimenti coreografici al ritmo di tamburo suonato da Roberto Rodella. Unico neo la troppa luce solare che non ha permesso di utilizzare il maxi schermo appeso sotto il balcone, sul quale dovevano essere proiettate in diretta le mosse eseguite sulla damiera. Solo verso la fine della manifestazione il pubblico ancora presente ha potuto riconoscersi nelle immagini trasmesse in diretta con particolare gioia dei bambini e dei ragazzi. Visto il successo dell’iniziativa, si sta già pensando a una prossima edizione d’estate in notturna, magari preceduta da un torneo aperto ai ragazzi.
loro seconda casa e ha esortato i genitori a rimanere sempre accanto ai loro figli in modo vigile e costruttivo. Ha recitato una preghiera all’interno della chiesetta recentemente restaurata e ha benedetto il busto raffigurante il papa bresciano Paolo VI, che in seguito verrà posizionato davanti all’ingresso principale della nuova sala polivalente. All’inizio della prima grande sfida di dama vivente a Carpenedolo erano presenti anche il sindaco Gianni Desenzani e l’assessore alla cultura Antonio Tafelli. Si sono sfidati due maestri di dama italiana e internazionale, Pierluigi Perani di Carpenedolo e Diego Signorini di San Polo, campioni italiani individuali e a squadre. In due partite hanno mostrato le loro migliori mosse e alla fine il verdetto finale è
Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Cellatica Nuovo Parroco
Testimoniare la speranza del Vangelo Don Daniele Faita
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di Luciano Febbrari
In 13 anni, tanto il tempo trascorso nel suo servizio in Seminario, ha potuto conoscere da vicino tanti ragazzi e giovani. Molti di questi oggi sono diventati sacerdoti o genitori e lo vedono ancora come il loro padre spirituale. Dal 1998 don Daniele Faita segue nel loro percorso i ragazzi che vanno dalla prima media all’ultimo anno delle superiori. Adesso si prepara al nuovo incarico, anche se per il momento mantiene il contatto con il Seminario minore, come parroco di Cellatica. “Ho chiesto al Vescovo – spiega don Daniele – di dedicarmi
a qualcosa di nuovo, anche perchè il Seminario minore ha bisogno di una guida spirituale piĂš giovane e piĂš vicina ai linguaggi dei ragazzi. Posso, però, dire di aver instaurato con tutti i ragazzi un buon rapporto che è proseguito nel tempoâ€?. Dal suo osservatorio privilegiato don Faita ha potuto leggere le pieghe della vita dei ragazzi e dei giovani a cavallo tra il XX e il XXI secolo: “Ho sempre desiderato che i giovani – sottolinea – facessero esperienza di Dio, l’unico capace di realizzare i desideri piĂš grandi delle persone. Ho cercato di aiutarli a
Dopo 13 anni di guida spirituale nel Seminario minore, don Daniele Faita si prepara alla nuova comunitĂ senza che nessuno si senta escluso scoprire la bellezza e il valore della Parola di Dio, puntando sull’imitazione di GesĂš possibile solo attraverso il Vangelo. Con tutti i limiti umani mi sono impegnato a comunicare la speranza del Vangeloâ€?. Gli incontri con le persone fatti in Seminario occupano un posto stabile nel suo cuore. “Ho imparato il valore e l’importanza della dimensione spirituale, ponendo una grande attenzione alla capacitĂ di discernimento e a trovare modalitĂ di aiutare a guardare con speranza il cammino indicato da Dio a ciascunoâ€?. Nel periodo in via Bollani si è licenziato anche in Teologia spirituale presso la facoltĂ di Milano, riflettendo in modo particolare sulla vita cristiana dei santi. Prima dell’esperienza in Seminario era stato curato a Marcheno e Castegnato. Tornando
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al presente, in attesa di incontrare il consiglio pastorale e di mettersi in ascolto della nuova realtĂ , don Faita non nasconde che avrĂ un’attenzione speciďŹ ca per la dimensione spirituale: “Mi piacerebbe che i giovani facessero l’esperienza di GesĂšâ€?. Un altro aspetto da evidenziare è che il suo ingresso si colloca all’interno del cammino della diocesi alla luce della Lettera pastorale, cioè “che le comunitĂ siano modelli di comunione nella societĂ â€?. La conclusione del pensiero di don Daniele si ricollega a quanto detto dal Vescovo nell’incontro con i sacerdoti durante l’AgorĂ ovvero di “prodigarsi perchĂŠ davvero nessuno si senta abbandonato e solo. Cercherò in modo particolare di essere attento agli ultimi e alle famiglie in difďŹ coltĂ â€?.
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Paesi e parrocchie Valtrompia
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Pezzaze Anniversario
L’incontro nell’attività sportiva In una piccola realtà permangono significativi i valori legati allo sport, strumento per unire e rafforzare l’unità : l’esempio della Polisportiva
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di Edmondo Bertussi
La Polisportiva Pezzaze ha compiuto 35 anni. Una storia importante per tutto il paese di circa 1600 abitanti. Da due generazioni, chi fa sport è cresciuto nel sodalizio, che coinvolge almeno 200 persone di tutte le età . Nella ricorrenza dei 35 anni è stata celebrata la Festa della Montagna alla Stese, una tradizione ormai importantissima per raccogliere le risorse necessarie alla sua intensa attività , e che è durata ben 10 giorni, impegnando un centinaio di volontari. Per l’occasione è stato redatto un opuscolo speciale che ha ricordato i 35 anni con pagine particolari dedicate alle discipline sportive che vedono impegnati i colori della società . Fondata nel 1975 da alcuni volontari con primo presidente Felice Richiedei e il sostegno dell’Amministrazione comunale (mai venuto meno), si era posta un chiaro obiettivo: promuovere le attività sportive non solo come momento di attività fisica competitiva ma come momento di incontro, divertimento e reciproco rispetto nella
La Polisportiva
competizione sportiva e nella vita. Altra caratteristica: partecipare a campionati ufficiali e promuovere eventi in tutte le stagioni capaci di coinvolgere il paese intero. CosÏ sono nate, con occhio particolare ai giovanissimi, le diverse formazioni di calcio (una sessantina di soci), lo sport piÚ amato in paese con tradizionali rivalità delle tifoserie locali. La Polisportiva ha partecipato l’anno scorso onorevolmente al campionato Csi maschile con una squadra under 10 e quest’anno grazie all’aiuto di genitori e amici sponsor si è aggiunta una squadra under 14. Gioca poi nel campionato eccellenza la collaudata squadra open adulti: l’anno scorso si è laureata campione con un’ultima partita al cardiopalma contro il Sarezzo. Sempre piÚ importante la pallavolo nel 2009 (e continua nel 2010) ha debuttato nel campionato Csi Giovanissime la squadra femminile, disputando poi anche il Trofeo Leonessa. Alla fine le è stato assegnato un premio di grande significato: la Coppa Disciplina riservata alla
squadra piÚ corretta della categoria. Da segnalare poi annuali corsi di nuoto a Gardone per le scuole (30 alunni) e quelli di karate. Con presidente Alex Zilberti gli ultimi cinque anni sono stati particolarmente intensi. Nella scorsa stagione ci sono state due gare di sci con la partecipazione di una quarantina di soci. E si è guardato oltre i confini del paese: la Ciaspolata al Prato Nuovo (due edizioni); la Half Marathon con partner la Promosport Valli Bresciane, giunta alla terza edizione e già classica gara di corsa in montagna (150 concorrenti nell’ultima). Infine fiore all’occhiello, il Palio della Montagna inventato quattro anni fa: nel 2010 ha coinvolto sei Comuni (Pezzaze, Marcheno, Collio, Lodrino, Bovegno, Tavernole) con 600 atleti nelle diverse sfide: tornei di calciobalilla, bocce, calcio, briscola, tiro al piattello, staffetta podistica, pesca. Recentemente il sodalizio ha rinnovato il suo direttivo: tocca a Cristian Gipponi raccogliere i frutti positivi seminati da Zilberti.
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LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Inchiesta La Voce della Valtrompia
Sottovoce Oggi c’è lo sport da copertina e da tv; c’è lo sport professionistico ma con meno attenzione mediatica, e c’è lo sport, quello che a noi più interessa, che pratica la gente valtrumplina. Per praticare uno sport, qualunque esso sia, non serve essere campioni ma avere passione. Quella passione che ha permesso alla Valle di raggiungere tanti traguardi, in più campi. La passione poi si sposa con strutture che possano permettere ai cittadini di praticare lo sport che più piace. A questi va aggiunto il mondo degli oratori e delle parrocchie, dove lo sport è pastorale, progetto educativo in maniera chiara e decisa. Lo sport, qualunque esso sia, oltre a sviluppare il fisico e la fisicità, fortifica la persona, la educa, la aiuta a crescere, le insegna a stare con gli altri e ad affrontare sfide e difficoltà.
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Nella routine quotidiana, fatta di corse e rincorse, con la difficoltà di ritagliarsi del tempo libero, un importante spazio è quello che si dedica allo sport, quello praticato. Lo sport è da sempre, a tutti i livelli, un tema che affascina l’uomo. Associazioni sportive, più o meno professionistiche, nascono, crescono e si sviluppano in tutta la Valle Trompia; alcune sono storiche e altre meno. Proposte sportive che annoverano i classici calcio, pallavolo o nuoto ma che non tralasciano ciclismo, bocce, danza, tennis e basket per citarne alcuni; e poi
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Infrastrutture solo per sport La prima pagina di ottobre
di Paola Bottinelli
il tema degli sport invernali, presenti in alta Valle. Indubbio il valore sociale dello sport; ma l’inchiesta di questo numero ha voluto sondare lo status di alcune infrastrutture cogliendo l’occasione della conclusione e dell’annuncio della fine dei lavori di ristrutturazione e sistemazione. L’apertura dell’inchiesta è dedicata alla situazione degli impianti sportivi lumezzanesi. Il paese valgobbino negli ultimi 10 anni ha avuto diverse questioni legate alle infratrutture sportive. Una su tutte il campo per il rugby: “Il sindaco e la sua giunta hanno deciso di
La Valtrompia è ricca di proposte e di attività sportive. Focus su Lumezzane, Gardone e sulla pista ciclopedonale. Dicono la loro gli oratori
destinare la Val de Put alla realizzazione del campo da rugby. Con esso sorgerà una pista da pattinaggio e un parco che farà da sfondo al centro sportivo – dice l’assessore allo sport del Comune valtrumplino Lucio Facchinetti –. Mi auguro che entro la fine del mandato dell’attuale amministrazione il nuovo campo possa essere completato”. Nell’intervista l’assessore tocca la situazione di altri impianti: il palafiera, il campo sportivo del Villaggio e le piscine. Altra infrastruttura che si è andata a chiudere è quella realizzata dal Comune di Gardone nel parco di Rovedolo, dove l’amministrazione ha trovato e realizzato una struttura che possa ospitare le squadre di pallavolo, calcio, pallacanestro e le classi scolastiche. Spazio richiesto dai cittadini e in breve tempo realizzato. E poi un’altra questione è aperta nell’intera Val-
Gardone Val Trompia
Le associazioni unite da un unico obiettivo Associarsi significa avere più forza nel perseguire uno stesso obiettivo e condividere le stesse passioni contando l’uno sull’entusiasmo dell’altro. Questo il senso della festa delle associazioni organizzata a Gardone Val Trompia da venerdì 22 a domenica 24 ottobre. Cornice della manifestazione sono i Capannoncini al Parco del Mella, animati nella serata di venerdì dal concerto della banda musicale “C. Gottardi”, cui fa seguito un repertorio di canzoni tradizionali a cura del “Gruppo Stella Canta con noi”. Sabato 23, invece, il pomeriggio si aprirà alle ore 15 con un’animazione per i più piccoli realizzata dai Pionieri della Croce Rossa e dall’Ecomuseo “La montagna e l’industria”, mentre alle 20.30 i Gruppi giovanili gardonesi tratterranno il pubblico con un concerto di musica rock. “Sabato 23 – dice l’assessore alla Cultura in Comunità montana, Elisa Fontana – la festa entra nel vivo con un’intensa giornata di appuntamenti scanditi da un convegno sullo spirito del fare associazione e sul pratico esempio di Valtrompiacuore, che dirige i suoi sforzi nel tentativo di far conoscere a quante più persone possibili quali siano le malattie cardiovascolari e come si possano prevenire”. Una giornata particolare quella di domenica 24, che comincia all’insegna di “Volontariato in rete: la nuova sfida dell’associazionismo”, convegno a
cura della Comunità montana di Valle Trompia e con il fattivo coinvolgimento delle associazioni culturali e sociali di Gardone. Il via ai lavori alle ore 9.50 con l’intervento di Diego Mesa su “L’associazionismo triumplino: spunti e provocazioni da una ricerca sul campo” e alle 10.30 Maria Paola Mostarda con “Tra il dire e il fare: linee progettuali per un lavoro in rete”. Due esposizioni seguite alle 11.10 dalla presentazione delle consulte, delle associazioni e del Forum territoriale del terzo settore Valle Trompia. Una giornata che prosegue con lo spiedo (ricavato devoluto all’associazione Valtrompiacuore) e nel pomeriggio, alle 15, una lettura animata a cura degli Amici della biblioteca; sempre alle 15 presso il reparto di Cardiologia dell’ospedale di Gardone la possibilità di effettuare uno screening cardiologico (prenotazioni venerdì e sabato durante la festa). In particolare, quest’ultimo è l’appendice di un evento nell’evento: la ‘Giornata cardiologica’, con una conferenza sulle problematiche legate alle malattie cardiovascolari e, appunto, gli esami con rilevazione pressione arteriosa, rilevazione colesterolo, Ecg (Elettrocardiogramma) e stima del rischio cardiovascolare spalmati su cinque turni (ore 8, 10, 12, 14, 16). Info su Valtrompiacuore al numero di telefono 030.8912382 o a info@valtrompiacuore.it. (a.a.)
le: la conclusione della pista ciclopedonale e che permetterebbe di salire da Brescia, fino a Marcheno senza incontrare la strada carrabile. Progetto presentato in Regione e in attesa del finanziamento. Grande importanza nel mondo dello sport ce l’hanno anche gli oratori. Non esiste oratorio che non abbia almeno un piccolo campetto da calcio, un canestro o un cortile dove praticare attività sportiva, per non pensare a realtà parrocchiali ben più organizzate e attrezzate con infrastrutture degne dei migliori centri sportivi. In molti possono praticare attività sportiva grazie al Csi (Centro sportivo italiano) a cui proprio le realtà oratoriane, e quindi cristiane, si affiliano. Sarebbe lungo farne l’elenco; ciascuna parrocchia, più d’una, coscienti che anche lo sport possa crescere un uomo prima, un cristiano poi.
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Paesi e parrocchie Valle Camonica
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Darfo Boario Terme A partire da ottobre
Prevenire per combattere il raffreddore Presso le Terme è stata ideata unâ&#x20AC;&#x2122;iniziativa rivolta a genitori, scuole e societĂ sportive per aumentare le difese personali
C
di Franco Garattini
Con lâ&#x20AC;&#x2122;arrivo dei mesi autunnali e invernali diventa sempre piĂš di attualitĂ la prevenzione contro le malattie da freddo. In questo delicato settore, che colpisce vasti strati di popolazione con ricadute sociali e sanitarie, ma anche economiche, da sempre le Terme italiane si adoperano per trovare la migliore risposta, preventiva e curativa. Infatti, la prevenzione a tutto campo è sempre il metodo migliore per scongiurare il ripetersi di fenomeni legati alle improvvise comparse di raffreddori, tosse, lacrimazione e muco nasale, con le ben note complicanze che
possono diventare anche serie. In questi ultimi anni è diventato, poi, sempre piĂš drammatico il tema dellâ&#x20AC;&#x2122;inquinamento ambientale e delle polluzioni industriali e da trafďŹ co: particelle sempre piĂš insidiose e velenose colpiscono con frequenza e con particolare accanimento soprattutto le fasce di etĂ piĂš esposte: i bambini che camminano a livello dei gas di scarico delle auto e che respirano anche la porzione piĂš pesante delle particelle inquinanti che si depositano a terra. Anche per questa ragione, dallâ&#x20AC;&#x2122;ottobre di questâ&#x20AC;&#x2122;anno le Terme di Boario hanno ideato una
campagna di prevenzione con cicli di cure inalatorie con le acque particolarmente ricche di calcio, zolfo, magnesio e bicarbonato: acque della salute in grado di migliorare la pervietĂ delle vie aeree superiori, aiutare a rinforzare le difese immunitarie dei tessuti respiratori, creare uno scambio veloce tra materiale inalato espellendo le sostanze tossiche. Le Terme hanno aperto la campagna con un appello ai genitori, alle scuole, agli educatori sportivi, ai medici di famiglia e ai pediatri perchĂŠ provvedano per tempo a sensibilizzare soprattutto i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, sulla necessitĂ di una robusta campagna di prevenzione contro quelle che genericamente vengono deďŹ nite â&#x20AC;&#x153;malattie da raffreddamentoâ&#x20AC;?. Si tratta di un progetto su vasta scala che, con la collaborazione di tutti, può portare tanti bambini (dai tre anni di
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etĂ in avanti) a migliorare le proprie difese personali contro i tanti insulti che quotidianamente colpiscono lâ&#x20AC;&#x2122;albero respiratorio. Il progetto si avvale di cicli di terapie inalatorie (uno o due cicli, a distanza di sei-otto mesi tra loro), che comprendono ciascuno 12 aerosol piĂš 12 inalazioni. Le acque di Boario, che contengono zolfo molto ben tollerato perchĂŠ inglobato in molecole di ossigeno (quindi acque ottime anche per lâ&#x20AC;&#x2122;alimentazione), sono indicate come presidio dellâ&#x20AC;&#x2122;albero respiratorio. Ma anche il calcio è un ulteriore aiuto proprio nella fase di crescita del corpo. Per dare un aiuto concreto alle famiglie, il reparto inalazioni delle Terme sarĂ aperto nei giorni feriali dalle 16 alle 18, oltre che al mattino, consentendo quindi ai bambini ed ai ragazzi che escono da scuola di poter effettuare la cura termale.
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Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Darfo Boario Terme
Un successo il raduno alpino Nonostante la pioggia, il cattivo tempo non ha fermato la sfilata delle penne di Darfo Boario Terme in occasione del raduno alpino “Secondo Raggruppamento” di Lombardia ed Emilia Romagna. La sfilata, che ha visto partecipare 10mila persone, è iniziata allo stadio comunale di Darfo, proseguendo poi per via Quartieroni, corso Lepetiti, viale Tassara, corso Italia, viale Repubblica e via Manifattura. La popolazione ha vissuto con partecipazione i vari momenti ben orchestrati dalla sezione locale e dall’Ana di Valle Camonica.
Darfo Boario Terme
Quando l’acqua racconta
Assocamuna Prima annualità
Al via la Scuola di alta formazione
I
Il prossimo 29 ottobre prende il via la prima annualità della Scuola di alta formazione di Assocamuna, nata dalla partnership tra l’associazione degli imprenditori e il “Mip School of management” del Politecnico di Milano, una tra le più importanti “Business school” riconosciute a livello nazionale e internazionale. La scuola apre le porte a laureandi e neo imprenditori attraverso l’erogazione di quattro borse di studio di formazione, sostenute da imprese ed enti del territorio. Banca di credito cooperativo di Brescia, Gtm s.r.l., AbraBeta s.p.a. e Consorzio servizi Valcamonica sono le realtà che insieme ad Assocamuna hanno deciso di investire sul futuro dei giovani del territorio camuno-sebino, offrendo quindi un’opportunità veramente unica di crescita e di confronto con gli imprenditori per laureandi e neo impresari. Il bando è aperto da subito. Per i laureandi sarà necessario aver compiuto i 26 anni d’età; che siano laureandi in discipline economiche o ingegneristiche; che
di Ermete Giorgi
abbiano superato l’80% degli esami previsti dal piano di studi, o alternativamente abbiano conseguito la laurea di primo livello e siano iscritti al secondo livello; che siano residenti in uno dei Comuni della Valle Camonica, del Sebino, o della Valle di Scalve. Requisiti preferenziali: buona conoscenza della lingua inglese; valutazione media negli esami sostenuti; forte motivazione allo sviluppo delle competenze professionali nel territorio d’origine; esperienza di stage, o lavorativa pregressa in aziende del territorio di riferimento. Per i neo imprenditori invece i seguenti requisiti: aver avviato attività imprenditoriale nel territorio a partire dal 2009; rappresentare un’impresa che potrebbe svilupparsi anche all’estero; non aver superato i 40 anni; l’attività imprenditoriale dev’esser stata avviata ex-novo. Domande (entro il 25 ottobre 2010) ed ulteriori informazioni ad Assocamuna, piazza Medaglie d’oro, 3G 25047 Darfo Boario Terme, telefono 0364/534580.
Presso l’Istituto comprensivo “Darfo 2” di via Polline a Boario Terme, è aperta la mostra “Quando l’acqua racconta: un itinerario fotografico tra l’Adamello e il lago d’Iseo” dell’insegnante e formatore Alessio Domenighini, col patrocinio dell’ Università popolare di Valcamonica-Sebino ed il contributo dell’amministrazione comunale di Darfo Boario Terme. “Questa rassegna – ha sottolineato l’autore in sede di presentazione – nasce dal bisogno di riflettere su uno dei beni naturali più preziosi per il nostro territorio. L’urgenza di questa considerazione-valutazione è suggerita da una legge, la quale prevede che la gestione del prezioso elemento venga affidata a qualche società privata. Giusto il caso di chiedersi che cosa rimarrà ai Camuni? Quanto pagheranno? Quale possibilità avranno ancora di godere di un bene che da sempre è stato di proprietà collettiva”?. Tre sono i filoni attorno ai quali ruotano idealmente le immagini presentate. Il primo riguarda l’acqua nei suoi aspetti culturali e simbolici. Essa è all’origine della vita di tutti gli esseri viventi e costituisce uno dei diritti fondamentali, come ha recentemente dichiarato anche l’Onu. Molte culture l’hanno eletta a fondamento della loro esistenza. Già le incisioni rupestri l’hanno raffigurata; i romani, a “Spinéra” di Breno hanno creato un luogo-santuario-ospedale dedicato ai riti delle polle sorgive. Il secondo aspetto concerne l’acqua come bene naturale e come modellatrice di paesaggi. Il terzo e ultimo grande aspetto attorno a cui si coagulano molte immagini riguarda il rapporto dell’acqua con il lavoro e le attività umane nel corso dei secoli.
Breno
La relazione tra cose e paesaggio Per la manifestazione “Del Bene e del Bello”, all’interno della quattrocentesca chiesa di Sant’Antonio abate nel centro storico di Breno si è svolta la presentazione-premiazione dell’iniziativa “Alla cieca”. 15 fotografi selezionati hanno presentato i loro scatti per il concorso “Le cose e il paesaggio”. Si è trattato di raccontare il loro viaggio in Valle Camonica. L’obiettivo di questa ricerca, per sole fotografie, era quello di sondare la relazione tra cose e paesaggio. Questo incontro era il luogo privilegiato di quest’indagine; un colloquio difficile da cogliere per la mancanza di corrispondenza tra le due aree; altero il paesaggio, domestiche le cose. Unico strumento a disposizione del partecipante: un obiettivo, in grado di far migrare in pochi centimetri di pellicola e poi di carta lo spessore di un racconto. 15 poeti della camera oscura, lungo la vallata dell’Oglio, dal 3 luglio al 15 settembre hanno vagabondato alla ricerca della relazione tra cose e paesaggio, 15 sguardi impegnati a scavare nella cultura materiale valligiana, dentro e fuori i musei, per comprendere un territorio in profondità, farlo proprio e trattenere una parte cospicua della sua storia. Fra qualche giorno verranno fornite le immagini vincitrici, perché siano rese pubbliche.
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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Vobarno Tra concorsi, visite guidate e riflessioni
Proposte d’autunno Sono molteplici le iniziative, fra queste alcuni appuntamenti sulla realtà dell’affido in Valle
A
Anche la Valle Sabbia non sta certo a guardare. L’autunno è appena cominciato e se per fare una passeggiata o una gita magari fa un po’ freddo, non manca comunque una rosa di iniziative a cui prendere parte nel tempo libero e non solo. Il Comune di Vobarno e le associazioni presenti sul territorio, offrono ai loro abitanti a ottobre e novembre diverse opportunità che vanno dallo svago all’impegno e coprono più fasce d’età. L’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Biblioteca comunale, organizza il 23° Premio d’Arte denominato: “Vobarno, i suoi colori” 2010, terzo concorso di pittura a tema dal titolo: “Vobarno: l’uomo, l’ambiente, il lavoro”. Il concorso si svolgerà a Vobarno
di Nicoletta Tonoli
presso la biblioteca dal 30 ottobre al 14 novembre 2010, dove verrà allestita una mostra delle opere, ed è aperto a tutti gli artisti, italiani e stranieri, che possono partecipare con una sola opera incorniciata e munita di attaccaglia. Sempre l’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con la Biblioteca comunale e l’Anpi – sezione di Vobarno e le Associazioni d’Arma, organizzano una serie di incontri di dibattito e riflessione sulla storia in occasione del 4 novembre, iniziati mercoledì 20 con la visita al sito storico di Solferino della Battaglia. Venerdì 29 ottobre alle 20.30 presso il teatro comunale ci sarà la proiezione del film del 1959 “La Grande Guerra” di Mario Monicelli. La mattina di domenica 7 novem-
bre sarà dedicata alla commemorazione della festa dell’Unità nazionale, in ricordo dei caduti di tutte le guerre: a partire dalle 9.15 con il Saluto del Sindaco, la Santa Messa alle 10 e la successiva deposizione di una corona d’alloro al Monumento dei Caduti. Infine martedì 23 novembre dalle 7.30 è in programma una visita sul Piave al sacrari di Fagarè della Battaglia e del Montello (Nervosa) e al Museo della Grande Guerra di Vittorio Veneto. Proseguono le iniziative gratuite organizzate dal gruppo Anziani Insieme incominciate a settembre che si concludono momentaneamente con il torneo di bocce di venerdì 29 ottobre presso il bocciodromo. Si segnalano, inoltre,
due incontri patrocinati dai Comuni di Vobarno, Roè Volciano, Salò, Gavardo e Villanuova sul Clisi in cui l’Aibi – Associazione amici dei bambini illustreranno la realtà dell’affido in Valle Sabbia e su come si può diventare coppia adottiva, con testimonianze di famiglie affidatarie e adottive. Aibi è un’organizzazione non governativa costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie che dal 1986 lavora ogni giorno al fianco dei bambini ospiti negli istituti di tutto il mondo per combattere l’emergenza abbandono. Gli incontri si terranno nella sala consiliare del Comune di Villanuova venerdì 22 ottobre e venerdì 5 novembre dalle ore 20.30 e non è necessaria l’iscrizione.
Brevi
Padenghe
Salò
“Il libro parlante” e “Lettori si nasce”
Il 150° dell’Unità d’Italia
La Biblioteca comunale ha attivato anche quest’anno una serie di iniziative per incentivarne la fruizione in modo intelligente, facendo diventare i locali di via Roma, un ambiente di socializzazione oltre che di cultura. Per i lettori “adulti” è stato avviato “Il libro parlante”. Ogni terza domenica del mese, dalle 16 alle 18, tra un caffè e un dolcetto, viene dato spazio ai lettori che potranno diventare protagonisti, raccontando e commentando un libro, o assistere da spettatori. Per i lettori più piccoli prosegue “Lettori si nasce”, una serie di appuntamenti all’insegna di letture animate e laboratori creativi. L’agenda, domenica 7 novembre, propone, a partire dalle 16, un appuntamento in cui i bambini sono attesi con i costumi dei personaggi più amati. Le due iniziative sono un modo per condividere il piacere della lettura, per conoscere nuovi autori e nuovi libri, per dare e ricevere suggerimenti, ma soprattutto per un piacevole pomeriggio in biblioteca.
Il 15 dicembre 1860 veniva conferito al Borgo di Salò, da Eugenio di Savoia, il titolo di Città, con nomina a capoluogo di circondario. E la cittadina gardesana è la prima, nella provincia, a ottenere tale conferimento. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia sabato 23 e domenica 24 Salò ospita due appuntamenti celebrativi incentrati su un aspetto della vicenda unitaria: quello legato alla moneta. Nella Sala dei Provveditori del Palazzo municipale sabato alle 16 il prof. Giuseppe Avantaggiati tiene una conferenza sulla “Storia monetaria dall’Unità d’Italia a oggi”, mentre il Circolo filatelico numismatico della cittadina allestisce la “Mostra della Lira, con l’avvento dell’Unità d’Italia”, visitabile nelle due giornate.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it
Giacomo Canobbio
L
di Giovanni Formichella
L’Occidente, nell’età moderna e contemporanea, vive un forte processo di secolarizzazione, per cui viene svalutato tutto ciò che richiama la dimensione della trascendenza. In questo modo, si tende a separare nettamente la fede dalla cultura, assumendoli come fenomeni incompatibili tra di loro, come due mondi distinti. Da una parte viene vista la cultura, come sinonimo di ragione, di ricerca scientifica, di lettura dell’esperienza umana; da un’altra parte viene collocata la fede, come sinonimo di scelta irrazionale, di soggettiva visione del mondo, di rifugio sentimentale dell’uomo. Proprio su questo argomento si è soffermato mons. Giacomo Canobbio nella sua conferenza dello scorso 14 ottobre tenuta presso il Chiostro di San Giovanni, a Brescia. Secondo il teologo, lo iato che si è creato tra fede e cultura nasce da una concezione errata, tipica dell’Occidente, che identifica tale rapporto con la relazione antinomica fede-ragione. In realtà, la cultura non si può esaurire nella ragione ma è un fenomeno ben più complesso, che implica il “vissuto” dell’uomo, i suoi valori, le sue visioni del mondo, la
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Brescia Nel 32° anniversario dalla morte
Il rapporto tra fede e cultura nel magistero di Paolo VI Si è tenuto nel Chiostro di San Giovanni un approfondimento sul legame tra fede e cultura nel magistero di Paolo VI. Mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la pastorale della Cultura e docente di Teologia dogmatica nello Studio teologico Paolo VI di Brescia e nella Facoltà teologica di Milano, ha sviluppato una riflessione sul pensiero e sugli scritti di papa Montini
sua memoria. Nello stesso tempo, la fede non è sinonimo di irrazionalità ma, come atto umano di volontà, coinvolge anche il pensiero, l’intelligenza. Canobbio ricorda, a questo proposito, la sorprendente attualità del magistero di Paolo VI che, nella Evangelii nuntiandi, approfondisce il legame tra il Vangelo e la cultura. L’essere umano, secondo il Papa bresciano, vive sempre in un contesto culturale, in un ambiente ricco di tradizioni, porta con sé un “ethos”, con cui filtra la realtà. Non esiste, infatti, né un pensiero puro, scisso da ogni riferimento concreto della realtà, né una fede pura, che prescinde da ogni vissuto umano. Paolo VI considera la cultura come un sistema simbolico, con cui l’uomo comprende la sua esistenza. Ogni civiltà ha un suo sistema di cultura, in cui bisogna discernere una parte “buona”, che viene da Dio, e una parte cattiva, frutto del peccato. La vera evangelizzazione, secondo il Papa, si attua quando il Vangelo riesce a dialogare con le varie culture, a capirle, a cogliere la loro parte buona per inverarla nell’unità universale della verità. Con questa opera, secondo Canobbio, la Chiesa si rivela “cattolica”,
nel senso etimologico di apertura universale a tutta l’umanità. È significativo, a tale riguardo, il discorso di Paolo VI del 1969, a Kampala, in Uganda, in cui parla della necessità di far nascere una Chiesa africana che, rispettando i principi basilari del cristianesimo, sia capace di salvare anche i caratteri della cultura africana, in una sintesi che conservi sia l’unità della dottrina sia la molteplicità delle tradizioni culturali. Il discorso del Papa evita il pericolo di costruire gerarchie di culture, per cui esistono civiltà superiori, che devono “civilizzare” il mondo, e civiltà inferiori. I testi di Paolo VI ci offrono preziosi spunti di riflessione, nella loro evidente attualità. La cultura umana è una ricerca finita, ricca di lati deboli e di momenti di elevazione: ogni popolo ha la sua dignità legata al suo percorso culturale. La Chiesa cattolica, nella sua apertura universale al mondo secondo lo spirito del Concilio Vaticano II, si arricchisce infinitamente dialogando con le varie culture, dando e ricevendo luce, in un unico percorso che ci orienta tutti verso la Verità che, nella sua unicità, fonda la molteplicità delle realizzazioni umane.
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Cultura e comunicazione Famiglia
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
L’emergenza educativa non è uno slogan ma un problema serio di cui farsi carico tornando a chiedersi come adulti quali valori guidino le nostre scelte. L’educazione deve considerare, accanto alla dimensione psicologica e sociale, anche quella legata ai principi di rispetto, dignità, solidarietà, giustizia. Certo non è facile passare dalla teoria alla pratica. Probabilmente le parole non sono sufficienti ed è necessario utilizzare il linguaggio delle cose concrete. Le persone non vedono i nostri valori, vedono piuttosto i nostri comportamenti
Genitori e figli Le radici della violenza
I
Educare ai valori per sconfiggere l’aggressività
In queste settimane spesso abbiamo sentito parlare di violenza, di uccisioni, di reazioni incontrollate ma anche di indifferenza, freddezza, egoismo, collusione da parte di coloro che assistevano a questi fatti. Come società stiamo vivendo oggi una grave crisi valoriale. Mancano precisi riferimenti al bene e al male; tutto sembra possibile in nome di una libertà che rischia però di distruggere la persona e le sue relazioni. Alcuni tra i fatti più gravi accaduti in questo periodo hanno coinvolto non solo adulti ma anche adolescenti e giovani. Facilmente si perde il controllo, si cancellano anche i legami familiari più profondi, si utilizza il dolore per mostrarsi e per affermarsi. L’educazione ai valori coinvolge tutti: bambini, giovani,
di Mariella Bombardieri psicopedagogista, formatrice
adulti ma è ai più piccoli, a coloro che stanno crescendo e che saranno il nostro futuro che si deve dare maggiore attenzione. Le difficoltà non sempre portano a cose negative; a volte le crisi servono per recuperare aspetti importanti che si sono persi lungo la strada. Come educatori dobbiamo credere che l’emergenza può portare a un nuovo impegno verso il buono e il giusto. Troppo spesso queste due parole vengono associate al diritto del singolo: “basta che io mi realizzi”, “basta che io stia bene”. Ma che bene può essere quello che fa del male agli altri? Di queste cose dobbiamo parlare in famiglia, a scuola, negli oratori. Nella società di oggi troppo spesso predomina il soggettivismo,
l’edonismo e il narcisismo portati all’eccesso con una grande attenzione al singolo, al culto dell’io e delle capacità individuali. Ciò crea difficoltà rilevanti a mettersi in relazione profonda con gli altri, a tessere legami costruttivi, ad andare incontro all’altro. Il sociologo Bauman definisce la nostra società “liquida” dove è facile cambiare forma, dove molte relazioni sono strumentali e dove è forte il senso di solitudine e di impotenza di fronte ai problemi. L’emergenza educativa non è uno slogan ma un problema serio di cui farsi carico tornando a chiedersi come adulti quali valori guidino le nostre scelte. L’educazione deve considerare, accanto alla dimensione psicologica e sociale, anche quella legata ai principi di rispetto, dignità, solidarietà, giustizia. Certo non è facile passare dalla teoria alla pratica. Probabilmente le parole non sono sufficienti ed è necessario utilizzare il linguaggio delle cose concrete. Le persone non vedo-
no i nostri valori vedono piuttosto i nostri comportamenti. Come adulti dobbiamo essere autocritici e chiederci quale esempio stiamo dando con le nostre scelte di vita. I valori restano come un faro e non si modificano perché non si riesce ad attuarli, perché c’è confusione, perché richiederebbero un impegno; i valori restano e servono soprattutto nei momenti difficili. Ai nostri figli, alunni, ragazzi dell’oratorio dobbiamo insegnare con la vita che ogni persona è importante perché racchiude in sé un’enorme ricchezza. Ogni persona ha valore anche se è diversa da noi per sesso, cultura, età, provenienza. Considerare la persona come valore vuol dire educare al dono. Donare è un atto di fiducia e spesso è difficile da mettere in atto. Ci sono molte persone che non sanno riconoscere i doni degli altri, che non sanno ricambiare e dire grazie. La famiglia può divenire luogo dove imparare l’arte del gratuito non solo perché i genitori donano ma perché anche ai figli vie-
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Convegno Un problema che tocca famiglie e societĂ
I bambini e il dramma della detenzione dei genitori Nei Paesi dellâ&#x20AC;&#x2122;Unione europea sono circa 800mila i bambini separati ogni anno dai loro genitori detenuti. In Italia sono circa 4500 i bambini che hanno la mamma in carcere, mentre 90mila quelli che hanno il padre in cella. Cosa succede a un bambino quando il genitore vive lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza della carcerazione? Chi si prende cura di lui? Come mantenere i legami familiari durante la detenzione? I bambini come vivono la lontananza dal genitore? Qual è il ruolo del volontariato? Sono questioni che riguardano tutta la comunitĂ , ma a cui purtroppo non si pensa mai con sufďŹ cienza. Questi i temi affrontati, lo scorso martedĂŹ 12 ottobre, nel corso di un partecipato convegno che si è tenuto presso i Missionari Saveriani di Brescia.â&#x20AC;&#x153;I bambini e il dramma della detenzione dei genitoriâ&#x20AC;? il titolo dellâ&#x20AC;&#x2122;incontro, organizzato dallâ&#x20AC;&#x2122;Associazione solidarietĂ in cammino in collaborazione con il Centro servizi volontariato, il Forum del turismo sociale e una rete di organizzazioni no proďŹ t che operano nellâ&#x20AC;&#x2122;ambito del carcere, con il patrocinio del Comune di Brescia. Nella nostra cittĂ attualmente non ci sono bambini in carcere, ma in passato a Verziano sono stati ospitati alcuni bambini di etnia rom. Ma circa la metĂ di chi sta scontando una pena ha dei ďŹ gli. I bambini di genitori detenuti sono â&#x20AC;&#x2DC;doppiamenteâ&#x20AC;&#x2122; colpiti, perchĂŠ non soffrono solo per la separazione dal proprio genitore, ma soffrono quotidianamente, anche a causa del marchio del reato, della vergogna, del riďŹ uto sociale e del conseguente isolamento che ne deriva. Spesso i ďŹ gli soffrono della detenzione piĂš del genitore stesso, pagando il prezzo di una colpa che non hanno commesso. I bambini subiscono un trauma che si ripercuote
ne richiesto di fare la propria parte. Come genitore so benissimo che questo non è facile; a volte per fretta, senso di colpa o altro siamo portati a sostituire i nostri ďŹ gli anche nei compiti che spetterebbero a loro. Allâ&#x20AC;&#x2122;altruismo ci si educa non solo vedendo persone generose ma anche facendosi carico di piccoli compiti quotidiani. Se i nostri ďŹ gli si sono assunti degli impegni non dobbiamo fare al loro posto, dobbiamo spronarli ad assumersi le proprie responsabilitĂ . Spesso nelle famiglie ci sono relazioni a senso unico: chi si impegna e chi attende sempre di ricevere. Ai ďŹ gli va anche insegnato il senso della giustizia una parola che oggi pare in disuso. Essere giu-
sul comportamento e col passare del tempo, sullo sviluppo psicologico. Dopo i saluti introduttivi è intervenuta Indira Rana Magar, fondatrice e presidente dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione â&#x20AC;&#x153;Pa (Prisoners assistance) Nepalâ&#x20AC;? che opera a favore dei ďŹ gli dei detenuti. Indira ha raccontato la sua ventennale esperienza e lâ&#x20AC;&#x2122;impegno con i bambini ďŹ gli di detenuti. I prigionieri nepalesi sono circa 8000: 7500 uomini e 500 donne, ma dal momento che gli uomini hanno piĂš mogli il problema coinvolge moltissime famiglie. Lâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione fornisce assistenza residenziale per oltre 120 bambini a Kathmandu, Sankhu, e Palpa e sostiene progetti educativi volti ad aiutare i minori delle comunitĂ piĂš povere. Delle attivitĂ e dellâ&#x20AC;&#x2122;impegno della onlus â&#x20AC;&#x153;Bambini senza sbarreâ&#x20AC;? ha parlato la presidente Lia Sacerdote. â&#x20AC;&#x2DC;Bambinisenzasbarreâ&#x20AC;&#x2122; oggi è attiva presso le carceri milanesi dove organizza spazi di attesa per i bambini in visita e laboratori sulla genitorialitĂ . La missione di â&#x20AC;&#x2DC;Bambinisenzasbarreâ&#x20AC;&#x2122; è promuovere il mantenimento della relazione ďŹ glio-genitore durante la detenzione e sensibilizzare la societĂ civile perchĂŠ si faccia carico dei diritti umani, sanciti dalle convenzioni internazionali, in favore dei minori separati dai propri genitori detenuti, afďŹ nchĂŠ il diritto alla genitorialitĂ venga garantito, culturalmente assimilato e reso parte del sistema valoriale. â&#x20AC;&#x153;Il carcere è il luogo in cui è maggiormente necessario tutelare il diritto alla genitorialitĂ â&#x20AC;&#x201C; ha spiegato Lia Sacerdote â&#x20AC;&#x201C; per contrastare le possibili conseguenze dovute allâ&#x20AC;&#x2122;interruzione dei legami affettivi, dannose anche per la comunitĂ , che vede, come statisticamente provato, aumentare i casi di detenzione nelle biograďŹ e dei ďŹ gli di genitori detenuti,
sti vuol dire ammettere i propri errori, restituire qualcosa che abbiamo tolto a unâ&#x20AC;&#x2122;altra persona senza un buon motivo, modiďŹ care comportamenti che ledono la dignitĂ degli altri. Eppure anche in questo caso vi sono genitori che pur di difendere il proprio ďŹ glio fanno gravi ingiustizie verso gli altri. â&#x20AC;&#x153;Non è stato mio ďŹ glioâ&#x20AC;?, â&#x20AC;?Mio ďŹ glio è stato provocatoâ&#x20AC;?, â&#x20AC;&#x153;Conosco bene mio ďŹ glioâ&#x20AC;?: parole di genitori che non sono disponibili a interrogarsi, che difendono a spada tratta senza nemmeno avere considerato ciò che è accaduto. Vi sono genitori che insegnano lâ&#x20AC;&#x2122;ingiustizia come strada per arrivare davanti agli altri, a discapito degli altri, magari anche dei piĂš deboli. Ma
di Anna Tomasoni incrementare fenomeni di abbandono scolastico, devianza giovanile, disoccupazione, illegalitĂ , disagio socialeâ&#x20AC;?. Un intervento di sostegno e accompagnamento della relazione genitoriale, durante lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza della carcerazione si conďŹ gura quindi come intervento di prevenzione sociale. Ă&#x2C6; un intervento che si rivela duplice in termini di prevenzione: aiuta a prevenire le difďŹ coltĂ emozionali e relazionali del bambino e il loro effetto negativo sul suo sviluppo psicoaffettivo e aiuta il genitore a conservare e continuare a svolgere il suo ruolo genitoriale. Carlo Alberto Romano, presidente dellâ&#x20AC;&#x2122;associazione â&#x20AC;&#x2DC;Carcere e territorioâ&#x20AC;&#x2122; dopo aver illustrato la disciplina normativa in merito e le misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto tra detenute e ďŹ gli ha ribadito la necessitĂ di intervenire su entrambi i poli della diade: il genitore e il soggetto in etĂ educativa lavorando anche sulla famiglia allâ&#x20AC;&#x2122;esterno. Su questo fronte lâ&#x20AC;&#x2122;associazione â&#x20AC;&#x2DC;Carcere e territorioâ&#x20AC;&#x2122; ha attivato a Brescia il progetto â&#x20AC;&#x153;AffettivitĂ oltre le sbarreâ&#x20AC;? che mira a tutelare i ďŹ gli dei carcerati e rafforzare lâ&#x20AC;&#x2122;identitĂ genitoriale. Nella parte ďŹ nale dellâ&#x20AC;&#x2122;incontro hanno preso la parola alcuni rappresentanti delle associazioni che operano nellâ&#x20AC;&#x2122;ambito della detenzione: Angelo Canori, presidente del Volca (Volontariato carcere), suor Marisa Buffoli, responsabile di Casa Emmaus accompagnata da Roberta che ha portato la propria testimonianza come mamma che ha vissuto il dramma della carcerazione e la lontananza dai ďŹ gli. La strada da percorrere per favorire al meglio la relazione genitoriale anche nella separazione causata dalla detenzione è ancora lunga e richiede lâ&#x20AC;&#x2122;impegno di tutta la societĂ .
lâ&#x20AC;&#x2122;ingiustizia semina rancore, rabbia e lascia soli. Per questo come genitori dobbiamo educare alla solidarietĂ e alla cura degli altri. PerchĂŠ il senso del nostro esistere sta nelle relazioni con gli altri e non solo con noi stessi. PerchĂŠ quando un ďŹ glio ha raggiunto grandi mete ma da solo non potrĂ gioirne con alcuno. Paolo Donati, noto sociologo italiano, parla di capitale sociale come di un insieme di relazioni sociali, e precisamente quelle relazioni in cui le persone mostrano e praticano la ďŹ ducia reciproca e seguono norme di cooperazione, solidarietĂ , reciprocitĂ . Esso non è un attributo degli individui o delle strutture sociali, nĂŠ una qualitĂ di
tutte e qualsivoglia le relazioni, ma unicamente delle relazioni sociali che valorizzano i beni relazionali. La famiglia aumenta il capitale sociale quando le persone che la compongono agiscono in modo da valorizzare le relazioni familiari stesse: quelle tra i membri e quelle con lâ&#x20AC;&#x2122;esterno, con la comunitĂ ; quando le persone investono nella famiglia e non solo la usano; quando non si pensa solo ai propri vantaggi ma anche a quelli degli altri. Se aumenta il capitale sociale le persone vivono meglio e si sentono meno sole. Lâ&#x20AC;&#x2122;immagine è quella di tante mani, piccole e grandi che si tendono non per derubarsi o farsi del male ma per sostenersi e aiutarsi reciprocamente.
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Cultura e comunicazione Eventi
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Teatro Grande Stagione lirica
Un Flauto per sognare l’amore Il capolavoro mozartiano sulla lotta interiore, in scena il 29 ottobre alle 20.30 e il 31 alle 15.30 Foto di scena da “Il flauto magico”
W
di Piergiorgio Vittorini
Wolfgang Amadeus Mozart conclude la stesura del “Flauto magico” alla fine di settembre 1791. Completerà la sinfonia solo poche ore prima del debutto. Di lì a un mese morirà, il 5 dicembre. Raccontano che si ritirasse in un gazebo posto nel giardino del teatro per comporre. Segno emblematico di un isolamento dell’artista dall’ambiente paludato nel quale aveva cercato di consolidare il proprio successo. Probabile. Segno, altresì, della presa di distanza dal mondo, quasi una premonizione della morte imminente? Affascinante prospettazione, ma pura ipotesi storiografica. Non esiste riscontro su qualsivoglia evidente preannuncio di malattia del Nostro. Certo il tempo dei fulgori era svanito, se mai esistito. La moda lo stava abbandonando, ma non pare che egli ne traesse conclusioni eccedenti la constatazione di oggettive ristrettezze economiche. Quel 1791 evidenzia una produzione quantitativamente ridotta rispetto alle consuetudini mozartiane e dei compositori suoi contemporanei. Inoltre a eccellenze superlative (concerto per clarinetto K 622, per dirne una) si accompagnano esercizi su commissione, destinati a pubblici ed esecuzioni dozzinali. Il
bisogno di denaro non esclude scelte coscienti, che pure non elidono il sospetto di equivalente desiderio di giocare con la propria arte, di divertirsi e divertire un pubblico nuovo, lontano dal sussiego della corte imperiale, ma per questo spontaneo e ingenuo. In sintonia con quella spontaneità (spesso grossolana, se non addirittura greve) riscontrabile nell’epistolario mozartiano. Per altro verso è indubbio che il “Flauto magico” suggerisca più di un’illazione per congetturare che nell’opera si dissimuli una sorta di commiato, un lungo dolcissimo e struggente addio. Si rifletta sull’argomento favolistico, sulla libertà assoluta della narrazione, sulla commistione del magico e dell’umano; tutti elementi che depongono coerentemente per il distacco dal reale e la ricerca di una dimensione rasserenata dove l’autore volesse rifugiarsi in un mondo meno refrattario. E ciò senza limitarsi alla grama condizione economica del momento. Anche i rapporti personali più intimi (specie coniugali) apparivano compromessi. Cosicché un Mozart solo per scelta e (felicemente?) ritirato nel gazebo alla periferia di Vienna ammetterebbe
l’idea di una marginalità gradita e consapevole. E senza scandalo per l’ardire deduttivo. Tuttavia può essere consigliabile anche solo abbandonarsi con virtuosa umiltà al piacere di gustare tutti i suggerimenti che l’invenzione mozartiana ci propone. Perché, per tale via, si percepiscono – sulla pelle e nell’anima – la vitalità profonda del genio di Salisburgo, la suggestione della vita come itinerario, la dinamica inesauribile del male e del bene, la valenza di scelte morali interiori, il rifiuto di ipocrisie di comodo. E soprattutto la forza incommensurabile e cristallina dell’amore, descritto nei suoi più spontanei caparbi modi nelle giovanili figure di Tamino e Pamina, uniti e liberi nella scelta di superare insieme ogni avversità. Se mai lo spettatore volesse aggiungere qualcosa di suo a questo piacere così perfetto, gli suggerisco di accomodarsi in teatro con l’ingenuità di un bambino, e, nella penombra che precederà l’attacco della sinfonia, sillabare a se stesso un “C’era una volta…”. Ritroverà i suoi sentimenti più profondi, magari dimenticati, la bellezza del proprio vissuto, insieme alla nostalgia di un futuro migliore.
Brescia
Presentata l’11ª edizione de “Il Sociale dei bambini”
Immagine della passata edizione
Il Centro teatrale bresciano - Teatro stabile di Brescia, dopo le esperienze maturate con “Nell’antro del teatro, alla corte del prof. Propp” e “Vita, morte e miracoli di Pinocchio, burattino di legno” – percorsi spettacolari sull’arte scenica all’interno dei teatri di tradizione dedicati ai ragazzi – propone un “viaggio” dedicato al teatro di Shakespeare con lo spettacolo “Il Gran Teatro del mondo” della Compagnia teatro Città Murata. I piccoli spettatori (circa 100 a replica) di età compresa tra i sei e gli 11 anni verranno accompagnati attraverso la struttura del teatro Sociale ad assistere a una vera e propria rappresentazione teatrale itinerante, suddivisa in vari momenti spettacolari riferiti ai testi delle più famose opere shakespeariane. “Otello e Desdemona” accompagneranno i giovani spettato-
ri che incontreranno anche il mago “Prospero”, assisteranno all’apparizione improvvisa, dagli angoli più bui del teatro, di Ariele (da “La Tempesta”) e infine assisteranno alla triste storia di “Romeo e Giulietta” dalla voce stessa dei personaggi. Tutto questo e altre sorprese ancora aspettano i piccoli spettatori i quali, oltre a partecipare allo spettacolo, prenderanno confidenza con i personaggi e scopriranno, percorrendoli, gli spazi teatrali, le funzioni e i segreti dei principali meccanismi scenici. Hanno aderito all’iniziativa, che si svolgerà dal 25 al 28 ottobre, 16 Istituti scolastici di Brescia per un totale di 915 bambini e 85 insegnanti. A conclusione del percorso, “Il gran teatro del mondo” sarà stato replicato nei quattro giorni 16 volte (alle ore 9 e poi alle 10.30, 12 e 15). Biglietto d’ingresso 1 euro.
Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Brescia
Al Museo diocesano una mostra all’insegna dell’ecumenismo
Daniela Cima, presidente di Dèdalo ensemble
Sono state presentate al Museo diocesano di via Gasparo da Salò le attività correlate alla mostra “San Francesco nel cuore dei russi” che si terrà nello stesso Museo dal 30 ottobre al 14 novembre. In esposizione 40 quadri raffiguranti episodi della vita di San Francesco, dipinti da artisti russi di confessione ortodossa. L’inaugurazione della mostra sarà preceduta da una conferenza sul tema “San Francesco, il santo dell’incontro tra l’Est e l’Ovest” mentre in chiusura, la chiesa di San Giuseppe ospiterà il concerto del quartetto d’archi Elysion di Milano. “Ho un’idea nel cuore – ha affermato padre Fiorenzo Reati, francescano dell’Accademia di S. Pietroburgo –, un’idea che coltivo da anni, che i santi monaci Est Ovest sono i pionieri dell’incontro ecumenico delle chiese perché i santi non conoscono barriere ecclesiastiche. Ecco perché San Francesco è un santo nostro, cattolico, italiano, ma è anche un santo molto amato dai russi, anche per i tratti del carattere. Francesco ha un carattere simile a quello tipico russo e quindi riteniamo che sia un santo che ci aiuta a ritrovare l’unità cristiana perduta”.
Brescia
Dèdalo, i concerti “in ricordo di Fiore” L’Associazione Dèdalo ensemble ha presentato la 16ª edizione di “Sulle ali del Novecento”. Nonostante le ristrettezze economiche che caratterizzano questo 2010-2011, dunque, e grazie al sostegno di tanti soggetti pubblici e privati, anche quest’anno Daniela Cima e Vittorio Parisi sono giunti a proporre alla cittadinanza la rassegna di concerti gratuiti mirata alla diffusione della musica del XX secolo e contemporanea, nata, ancora una volta, dalla comunanza di obiettivi con il “Gruppo musica insieme” di Cremona e “Diabolus in musica” di Mantova. Due le produzioni di Dèdalo ensemble: “Urlicht-Luce delle origini”, il 23 ottobre, per celebrare Gustav Mahler attraverso un lavoro di trascrizione di Mauro Bonifacio con il quale si inaugura la stagione; “In viaggio con Dèdalo” il 6 novembre, per ricordare le trasferte all’estero dell’ensemble, attraverso una dedica del socio e violoncellista Guido Boselli. Prosegue la collaborazione con la Galleria Aab con la quale si è realizzato l’appuntamento “Un’ora con…”, il 24 novembre. In cartellone formazioni cameristiche e interpreti di prestigio: l’11 dicembre le musiche di Gabrio Taglietti ispirate alla figura di Hölderlin, con Luciano Bertoli; i Solistas de Sevilla il 4 dicembre; i pianisti Leonardo Zunica il 13 novembre e Ruggero Ruocco in chiusura (dialogando con Giancarlo Facchinetti). L’incentivo alle nuove generazioni e alla divulgazione della nuova musica ha portato Dèdalo a consolidare alcune esperienze tra le quali lo “Spazio giovani” con l’Ensemble del Conservatorio di Como (20 novembre); l’impegno didattico con le lezioni-concerto per gli studenti del Liceo musicale V. Gambara (23 ottobre e 11 dicembre); la collaborazione con l’associazione Piano Nobile che ospita l’ultimo appuntamento. Continuano anche le brevi guide all’ascolto. Il 31 ottobre serata “In ricordo di Fiore” con la presenza del Gaetano Liguori Jazz Trio; l’obiettivo è la divulgazione delle tematiche riguardanti la donazione di midollo osseo per la cura delle leucemie nel ricordo di una persona molto cara all’Associazione. Segnaliamo inoltre che nel marzo 2011, in occasione della presenza a Brescia della Giuria del Concorso “... a Camillo Togni”, verrà eseguita dai musicisti di Dèdalo ensemble la Sonata op. 9 per pianoforte e violoncello di Camillo Togni, prima ripresa dal 1940. Il 30 maggio 2011 si terrà invece il concerto di premiazione del Concorso al quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito quest’anno una propria targa di rappresentanza, tanto inattesa quanto gradita da Dèdalo.
Uno dei quadri esposti (particolare)
Brescia
Torna il “Città di Brescia” Proseguono fino al 24 ottobre le prove eliminatorie dei 64 giovani talentuosi strumentisti provenienti da tutto il mondo esaminati da una giuria internazionale formata da violinisti del calibrio di Suna Kan, Alexey Lundin, Mihaela Martin, Marco Rizzi, Dora Schwarzberg, Kyoko Takezawa una delle più straordinarie e ricercate violiniste del nostro tempo (ha recentemente ricevuto il prestigioso Idemitsu Award), e da Filippo Juvarra. Sabato 30 ottobre il Museo di Santa Giulia, ospiterà la Cerimonia di premiazione e il Concerto di Gala dei vincitori. Il concorso “Città di Brescia” nasce nel 1979, per volontà di Mario Conter, con lo scopo di valorizzare i grandi talenti. Organizzato dalla Fondazione Romano Romanini, con la direzione artistica di Domenico Nordio, è stato ammesso nel 2005 alla Federation Mondiale des Concours di Ginevra.
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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Mostre d’arte Colossi arte contemporanea
Per i 100 anni di Gillo Dorfles, il “pittore senza etichette”
G
Già presente nel contesto della mostra “Luna e l’altra, the art side of the moon”, dedicata allo sbarco dell’uomo sulla luna nel suo quarantesimo anniversario, Gillo Dorfles torna a esporre alla galleria Colossi arte contemporanea, che per l’occasione gli dedica un’antologica. Il modo migliore, dunque, per celebrare i 100 anni di vita del maestro, nato a Gorizia nel 1910. Filosofo e critico d’arte, Dorfles inizia a dipingere verso la fine degli anni ’20, anni in cui realizza opere di carattere strettamente privato. Suo primo modello è il concittadino Arturo Nathan, dal quale gli derivano certi impasti cromatici e un’atmosfera vi-
a
di Luca Bressanini
sionaria e fiabesca. La sua vocazione di pittore rimane pressoché sconosciuta al grande pubblico per circa due decenni, fino a quando decide di aderire al movimento Arte concreta, fondato a Milano nel 1948 insieme a Atanasio Soldati e Bruno Munari, basato su un astrattismo prevalentemente geometrico. Sono anche gli anni in cui escono alcune pubblicazioni con le quali Dorfles traccia il profilo artistico di Klee, Kandinsky, Mondrian, Mirò e altri artisti delle avanguardie del ’900 e nei quali si possono rintracciare le radici della sua vena artistica. Dorfles si definisce pittore senza eti-
Gillo Dorfles, “L’incubo cornuto”, 1999, acrilico su tela
chette e la sua ispirazione nasce in particolare proprio da Klee e Mirò ma anche da quegli artisti che recensisce, fra i quali Capogrossi, Fontana e Scialoja, oltre che da istanze espressioniste e surrealiste che rivendicano il potere del sogno, dell’inconscio, della libertà gestuale e segnica. Tra le opere in mostra ne è un esempio “La mezza luna nera”, realizzata nel 1992, dai toni scuri e drammatici, nella quale il tema e l’importanza dell’astro lunare sono un motivo onirico e surreale, spesso presente nelle sue opere, come osserva Ilaria Bignotti. Dipinti che allo stesso modo richiamano il tema del viaggio, motivo che accomuna l’operato di Dorfles alle ricerche di Riccardo Gusmaroli, il cui lavoro è visibile in “3 oceani, 7 mari, 149mila km quadrati di terra”, mostra alla quale la Colossi arte dedica una sezione in contemporanea a quella di Dorfles. Un viaggio, quello
di Gusmaroli, evanescente e incalzante al contempo, solcando gli oceani e attraversando migliaia di chilometri di mondo, alla ricerca di un diverso modo di guardare e vivere i giorni e i luoghi, le notti e i cieli che accolgono la nostra individualità. Tornando a Dorfles, la sua pittura si può definire un perfetto connubio tra segno e colore, quest’ultimo interpretato in maniera libera e personale, priva di calcoli cromatici e rapporti ottico-percettivi. Dice Dorfles a proposito del colore: “Che sia figurativo, astratto, tridimensionale, luminoso, è un mezzo espressivo straordinario, irrrinuciabile”. E aggiunge: “Non ho niente da dire sulla mia pittura, oltretutto non credo che la pittura debba dire qualcosa se non forme colorate”. Entrambe le mostre resteranno aperte fino al 18 dicembre, da martedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 15 alle 19.
Voce Libri
Quanti misteri in questa chiesa PIER GIORDANO CABRA QUERINIANA, BRESCIA 2010, EURO 8,50
Un piccolo libro per riflettere sul mistero della Chiesa nel momento presente, percorrendo la via delle immagini e dei simboli. Una lettura molto godibile e arricchente, scritta con sincera passione. Il titolo è intrigante: “Quanti misteri in questa chiesa”. I capitoletti lo sono ancor di più: “Il mistero della luna”, “Il mistero dell’arca”, “Il mistero di Ulisse”, “Il mistero delle due città”, “Il mistero della madre e della figlia”, “Il mistero della casta prostituta”, “Il mistero della colomba”, “Il mistero della scala”, “Il mistero del bacio”, “Il mistero della luce trisolare”. Dai Padri al giorno d’oggi: attorno a immagini della tradizione, si sviluppa una appassionata riflessione sulla Chiesa nella temperie presente. Pier Giordano Cabra è autore di scritti di spiritualità, tradotti in varie lingue. In questa collana (dal titolo “Meditazioni”), presso l’Editrice Queriniana, ha pubblicato: “Con tutto il cuore”(2008); “Con tutte le forze”(2001); “Con tutta l’anima”(2002).
Pregare il Rosario con le Icone DOMENICA GHIDOTTI ÀNCORA, MILANO 2010, EURO 11,50
Pregare il rosario con le icone è metterci in silenzio davanti al mistero che vogliamo celebrare e che l’icona rende a noi visibile, lasciarci guardare, lasciarci cambiare il cuore, farci accompagnare dalla sua presenza nel cammino della vita. Preghiamo il rosario con le icone in compagnia di Maria, lasciandoci trasformare dal mistero che celebriamo per riprendere il cammino con rinnovata gioia e con vera pace. Domenica Ghidotti, nata a Tremosine, nel 1963, si è diplomata alla Scuola d’arte di Gargnano. Dopo aver frequentato per tre anni i corsi di iconografia presso il Centro Russia Cristiana di Seriate, in provincia di Bergamo, con il maestro padre Egon Sendler, ha seguito corsi di specializzazione in Russia, presso l’Accademia teologica di San Pietroburgo, e in Italia, sotto la guida del maestro padre Andrej Davidov. Ha presentato le sue opere in diverse mostre sia personali che collettive. Con Àncora ha pubblicato nel 2003 “Icone per pregare” e nel 2008 “Nuove icone per pregare”.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Calendario delle mostre Galleria Ucai Vicolo San Zenone, 4 – Brescia Ultimi giorni per visitare “E la porta fu chiusa”, mostra dedicata al racconto evangelico delle vergini stolte e prudenti, con protagoniste le opere di alcuni artisti bresciani e dei rispettivi allievi. Fino al 24 ottobre, dalle 15.30 alle 19.30. Kanalidarte Via Alberto Mario, 55 – Brescia “Le Condition d’instabilitè de la vision”. In esposizione opere del Grav, Group de ricerche d’Arte visuel, nato a Parigi nel 1960 che fa dell’arte una ricerca di alterazioni otticovisive. Tra gli artisti in mostra H. Garcia Rossi, J. Le Parc, F. Morellec, F. Sobrino, J. Stein, Yvaral. Fino al 18 dicembre, da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19.30, sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Domenica su appuntamento. Ken Damy e Spazio Contemporanea Corsetto Sant’Agata, 22 – Brescia “Verso il 2014”. In occasione del 20° anniversario della scomparsa di Guglielmo Achille Cavellini, il museo Ken Damy dedica una mostra all’artista bresciano, presentando i momenti più salienti del suo percorso artistico. Fino al 27 novembre, da martedì a sabato, dalle 15.30 alle 19.30. Ab Arte Vicolo San Nicola, 6 – Brescia “Dopo Corrente” presenta alcune opere del gruppo Corrente, che si diffuse a Milano tra il 1938 e il 1943 e che si distinse per l’intento di aprirsi alla cultura moderna europea, rifiutando l’isolamento culturale imposto dal regime fascista. “Corrente – osserva Andrea Barretta, curatore della mostra –, fu l’unico movimento a esprimere nuovi impulsi creativi in un’Italia sonnecchiante agli eventi che pur si prefiguravano con toni minacciosi; e la sua storia è ancora tutta da scrivere insieme all’altro importante movimento, il Futurismo, che l’aveva preceduto e poi perso in quelle vicissitudini che Corrente invece pose come cardine del suo agire”. In mostra opere di Domenico Cantatore, Emilio Vedova, Aligi Sassu, Gabriele Mucchi, Ennio Morlotti, Giuseppe Migneco, Renato Guttuso, Piero Gauli, Bruno Cassinari e Domenico Cantatore. Fino al 27 novembre, giovedì dalle 15.30 alle 19.30, vener-
Il Santuario della Madonna di... DINO MARINO TOGNALI PARROCCHIA S. REMIGIO DI VIONE, 2010
dì e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Allegrini Arte Contemporanea Piazza Cesare Battisti, 17 – Brescia “Stratofilm”, presenta gli ultimi “ready made” di Renzo Nucara, esponente dal ’93 del Cracking Art Group, che intercalano strati di legno e plexiglass traforato sublimando le immagini degli oggetti/cellule incastonati. La sua è un’arte che coagula naturale e artificiale puntando su alchimie di trasparente e ruvido, metamorfosi ed ebollizioni, senza mai rinunciare a un retrogusto giocoso e ironico. Fino al 20 novembre, da martedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Marchina Arte Contemporanea Via Violino di Sopra, 10 – Brescia “La storia si ripete”. In un momento di totale appiattimento e conformismo imperante l’artista Johan Friso frantuma il muro della grigia normalità estetica imponendo all’attenzione degli appassionati dell’arte contemporanea una serie di manifesti politici rivisitati con aggressiva ironia perfettamente aderente al clima politico reale. Fino al 20 novembre, da lunedì a sabato dalle 15 alle 19. Galleria delle battaglie Via delle Battaglie, 69/a – Brescia “Cartacea” è la mostra collettiva di 34 artisti contemporanei che presenta opere interamente eseguite su supporto cartaceo. Sono affiancati artisti affermati da anni ad artisti emergenti tra i più promettenti sulla scena dell’arte contemporanea, con particolare attenzione alla ricerca e sperimentazione nel campo della figurazione. Fino al 18 novembre, da martedì a sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19. Galleria dell’incisione Via Bezzecca, 4 – Brescia “Le fate operose” è l’esposizione di una quarantina di opere dell’artista sarda Maria Lai, realizzate in carta e collages, ceramiche, tele e libri cuciti. Tra i lavori più suggestivi la serie “Fate operose”, carte realizzate con fili d’oro e d’argento e stoffe preziose. Fino al 23 novembre, tutti i giorni dalle 17 alle 20 escluso il lunedì.
“Saluto con particolare gioia la pubblicazione di questo piccolo volume che narra le origini, la storia e la devozione legate al Santuario della Madonna Annunciata di Cortaiolo. (…) In una parrocchia dove è presente un Santuario dedicato a Maria viene coltivata con particolare intensità la devozione alla Madonna, infatti le varie celebrazioni che vi si svolgono vedono l’accorrere di numerose persone (…). Questo libro vuole raccontare la vera storia, riccamente documentata, del luogo sacro con un’ampia spiegazione delle opere d’arte ivi contenute. Interessante il capitolo riguardante la devozione che il mondo cattolico riserva alla Madre di Dio. Apprezzabile è la nota finale che descrive il ‘Santèl di Rive’ posto all’imbocco della strada che conduce a Cortaiolo, quasi a preparare l’anima all’incontro con la Madre di tutti noi. (…) Auguro che questa pubblicazione contribuisca ad incrementare la fiducia e l’amore verso la Madre di Dio” (dalla Presentazione di don Ermanno Magnolini).
“Violent Paintings” e “In memoriam” “Violent Paintings” è il titolo della mostra presente in questi giorni alla Fabio Paris Art Gallery, la seconda personale del collettivo artistico “Alterazioni video”. Nato a Milano nel 2004, il gruppo è composto da cinque artisti attivi tra Milano, New York e Berlino. Distanti fra loro, i “Alterazioni video”, Car Wash protagonisti fanno della loro comunicazione, per lo più mediata tra telefono e internet, un aspetto chiave del fare arte; “Violent Paintings” sono infatti il risultato di immagini trovate in rete e manipolate attraverso software con risultati bizzarri a creare visioni fantastiche e surreali. Un divertente lavoro di taglia e incolla di fotografie trasferite attraverso stampa serigrafica su lastre in pvc deformate, che danno l’idea di fogli di carta stampata accartocciati. I “Violent Paintings” non sono solo una sorta di provocazione nei confronti della comunicazione mediata che, ostacolata da fusi orari e caratterizzata spesso da brevi messaggi via chat, rende più labile la comunicazione verbale, ma anche l’intenzione di dimostrare la pervasività di internet e dei social network. Fino al 20 novembre, dalle 15 alle 19 tutti i giorni escluso i festivi. In memoriam, presso la galleria Maurer Zilioli, presenta invece alcune opere della fotografa ticinese Stefania Beretta, immagini in bianco e nero di paesaggi devastati da incendi in Italia, Francia e Ticino. La scelta dell’artista di non utilizzare il colore conferisce alle opere maggiore malinconia, contribuendo inoltre a creare un’atmosfera di silenzio e inquietudine. Fino al 20 novembre, da mercoledì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. (l.b.)
Il caporale Lituma sulle Ande MARIO VARGAS LLOSA EINAUDI, TORINO 2010, EURO 12,00
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“Voi non dovete pagare nulla a nessuno per vivere insicuri e timorosi come siete”. È tra ironia, inquietudine, superstizione, giustizia sociale, sangue e vino che s’intreccia la trama di questo romanzo di Vargas Llosa che vede il caporale Lituma, affiancato dal malinconico Tomasito, alle prese con tre improvvise sparizioni in quel di Naccos, desolata località andina occupata solamente dai manovali di un cantiere minerario. Sullo sfondo di un paesaggio dal clima austero quanto i suoi abitanti, Lituma compirà le prime indagini seguendo le azioni sanguinarie dei terrucos – movimento rivoluzionario d’ispirazione maoista – e lasciandosi coinvolgere dai racconti sui pishtaco (creature demoniache) di una donna che tutti chiamano strega. In evidenza la miseria del vivere quotidiano dei manovali. Un’esistenza fatta di fragilità, paura, stenti e una voglia di riscatto che non trova realizzazione e soccombe in un bicchiere di vino scaltramente versato dall’ammaliatore cantiniere Dionisio. (recensione a cura della Libreria Ferrata)
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Cultura e comunicazione
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Televisione Ecco la ricetta per fare un bambino
Desta perplessità il programma legato a Peter Pan
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Sicuramente tutti avremo visto almeno una volta in tv immagini di scimmie vestite come esseri umani, messe intorno a un tavolo e che fingono di prendere il tè o che fumano vere sigarette. Animali privati della loro natura, usati per dare spettacolo al circo o in qualche telefilm. Un divertimento che, se sussiste, dura pochi secondi e che comunque tende a scadere in un simpatico pietismo, pieno di tenerezza e stupore. Snaturare una creatura e rivestirla di atteggiamenti grotteschi che non le appartengono, ricostruirla a proprio piacere, secondo le proprie idee. È lo stesso procedimento simbolico, ovviamente quest’ultimo più politicamente corretto, del programma di Canale Cinque “Chi ha incastrato Peter Pan?”, giunto alla sua quarta edizione, in onda ogni giovedì sera. Il titolo si riferisce a quel mondo infantile che molti rimpiangono, ricordando quanto fosse facile la vita, come la sincerità vincesse sulla falsità, e quanto la spensieratezza rimuovesse i piccoli problemi di tutti i giorni. Una squadretta di bambini in tenera età, dai cinque ai nove anni, si misura con il mondo dei grandi ponendo domande a personaggi dello spettacolo. Peccato però che a suscitare questi nobili sentimenti sia solo il titolo del programma perché il mondo infantile è stato perfettamente ricostruito in base al volere degli autori del programma. Pochi e semplici accorgimenti rendono possibile questa vera e propria aberrazione. Innanzitutto per poter partecipare al programma i piccoli astanti devono superare una selezione, un controsenso che già sconfessa l’impostazione del programma: i bambini devono essere “di un certo tipo”. Quindi esistono bambini giusti e bambini sbagliati. Peter Pan non sarebbe d’accordo. Ma c’è un aspetto più determinante che svela la malizia di Bonolis e amici: le domande che i bambini pongono ai grandi sono palesemente scritte da un adulto e recitate pedissequamente dai piccoli malcapitati, che non sono credibili nemmeno per un attimo. Sbagliano nell’esporre la domanda e ricominciano daccapo; hanno il classico sguardo di chi sta recitando una poesia e che deve ricordare come va a finire; se incalzati dalla risposta dell’adulto non sanno cosa rispondere: il tono delle domande ha una malizia e un’ironia da adulti, politicamente corretta anche quando la
di Alberto Averoldi
domanda sembra scomoda. Gli autori hanno messo in bocca ai bambini la loro personale idea di “uomo in miniatura”, e li fanno recitare contro la loro natura. La caricatura di un bambino, costretto a recitare la parte dell’adulto rimasto piccolo. È da un pezzo che la psicologia ha confermato che i bambini non sono “uomini piccoli”, come in passato si pensava. Bonolis vorrebbe fare un salto indietro nella crescita sociale, etica e culturale dell’umanità? Vada pure, il problema sono i sei milioni di telespettatori che abboccano a un’esca che per di più dal punto di vista estetico non è affatto piacevole: la trasmissione è registrata e poi messa in onda, questo per tagliare ed eliminare, con un pessimo montaggio di recupero, i punti in cui molto probabilmente i bambini sono realmente sinceri ma non seguono le regole del programma: mi piace immaginare che si alzino dalle loro poltrone per farsi una corsa, si stanchino e mettano a piangere, vadano a cercare i genitori nel pubblico, facciano scena muta al momento di fare la domanda assegnata… insomma dei veri bambini, duri da mettere alle strette, da incastrare. La tv invece ci illude di essere riuscita a fare anche questo. Bonolis non ha incastrato Peter Pan, ma solo il suo riflesso.
SAB Rai Tre, h. 7.00 LA GRANDE VALLATA Un classico dei telefilm western, realizzato negli anni Sessanta. La storia, ambientata nella San Joaquin Valley, in California, narra le avventure quotidiane della famiglia Barkley, proprietaria di un ranch. Rai Tre, h. 10.20 IL GRAN CONCERTO Settimanale dedicato alla musica d’orchestra. Alessandro Greco introduce i bambini nel favoloso mondo della musica. Rai Uno, h. 14.00 EASY DRIVER Marcellino Mariucci e Ilaria Moscato presentano una rubrica settimanale dedicata ai motori. Al volante delle ultime novità in commercio attraversano l’Italia scoprendone le bellezze paesaggistiche. Rete Quattro, h. 15.15 PERRY MASON In onda i migliori film-tv realizzati sulla scorta del successo della serie di telefilm che da 50 anni appassionano il grande pubblico. La 7, h. 20.30 IN ONDA Spazio al giornalismo d’inchiesta politica con Luca Telese e Luisella Costamagna. In discussione i fatti più significativi della settimana politica appena conclusasi.
Tv2000, h. 10.25 RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRO Digitale Terrestre. Approfondimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Attraverso reportage interessanti e molto curati Sciancalepore viaggia attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano. Interviste ad attori e registi, scoprendo cosa ci aspetta per la prossima stagione teatrale. Paolo Bonolis
DOM Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Edoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bellezze del nostro territorio. Dall’agricoltura all’enogastronomia, senza dimenticare le affascinanti sfumature culturali del Belpaese. Tv2000, h. 12.15 ANTIVIRUS Digitale Terrestre. Il poeta e giornalista Davide Rondoni presenta una striscia settimanale dedicata alla poesia. In un quarto d’ora scopriremo scrittori italiani e internazionali, stili e nuove avanguardie poetiche. Rai Tre, h. 13.25 PASSEPARTOUT In questa puntata Philippe Daverio, esperto d’arte, analizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia contemporanea. Rai Tre, h. 18.00 PER UN PUGNO DI LIBRI L’attore Neri Marcorè conduce un divertente e leggero quizshow dedicato alla passione per la lettura. Due squadre, formate da studenti delle scuole superiori, si affrontano sulle domande relative a un romanzo sul quale si sono preparati in gruppo. Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia.
Rai Tre, h. 21.30 REPORT Tornano ad appassionare gli italiani le inchieste dei giornalisti coordinati da Milena Gabanelli, alla ricerca di storie per raccontare un’Italia che, nonostante tutto, ha la voglia di rialzarsi e risolvere i suoi problemi. Il programma ha più di 15 anni; nelle puntate della scorsa stagione si sono raggiunti picchi di ascolto di quattro milioni di telespettatori.
Telecomando
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Rai Tre , h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ci propone ogni giorno interessanti documentari storici sui fatti più importanti dell’ultimo secolo.
Rai Tre, h. 7.00 TGR BUONGIORNO REGIONE Rubrica dedicata al territorio. Informazioni sulla viabilità e sul meteo, collegamenti in diretta per i fatti del giorno, rubriche e inchieste dedicate al sociale, all’economia e al mondo del lavoro.
Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi problemi dell’Italia.
Rai Due, h. 8.00 L’ALBERO AZZURRO In onda la nuova serie del programma per bambini con il famoso pupazzo Dodò e i suoi curiosi amici. Nuove avventure e tante storie per appassionare i più piccoli.
Rete Quattro, h. 8.10 STARSKY E HUTCH Serie tv squisitamente americana prodotta nella seconda metà degli anni 70. Le avventure di una delle più famose coppie di poliziotti della televisione.
Tv2000, h. 13.00 DANIEL BOONE Digitale Terrestre. Divertente e avvincente telefilm della vecchia scuola. Un pioniere americano vive in ogni puntata incredibile avventure, vissute insieme all’inseparabile amico, un indiano Sioux.
Rai Due, h. 9.45 TRACY E POLPETTA Per gettare le basi di una lingua straniera anche nei più piccoli telespettatori è stata creata questa sit-comedy recitata in parte in un facile inglese.
Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta uno storico appuntamento quotidiano che si occupa dei consumatori italiani: ogni puntata potremo conoscere le caratteristiche di un alimento di uso comune e scoprire come scegliere sempre la qualità. Oggi parleremo di castagne. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Quotidiano appuntamento con l’approfondimento giornalistico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Continuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse da full-contact tengono pulite le strade americane. In questa puntata Walker perde la vista a causa di un esplosione: in convalescenza incontra un vecchio capo indiano… Italia Uno, h. 21.10 ROCKY IV Forse il più celebre degli episodi che raccontano la vita e la carriera di Rocky Balboa, il personaggio che ha reso celebre l’attore Sylvester Stallone. Rocky, all’apice del successo, viene sfidato dal temibile Ivan Drago.
Rete Quattro, h. 21.10 DON CAMILLO MONSIGNORE.. MA NON TROPPO Un classico del cinema italiano. Dal genio dello scrittore Giovannino Guareschi una storia stupenda che racconta quell’Italia che è ormai un bel ricordo. La lotta fra l’ex sindaco comunista Peppone, ora senatore e don Camillo, diventato monsignore, continua nonostante non vivano più a Brescello. Vi ritorneranno per sistemare certe cose…
Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm americano anni 90 ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia. Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias torna anche per questa stagione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show. Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli della tv degli anni 90. L’attrice Angela Lansbury è Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli alle prese, in ogni puntata, con casi d’omicidio da risolvere. Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia.
Tv2000, h. 21.00 TG TG Digitale Terrestre. Il tg dei telegiornali nazionali: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi. Confrontare l’offerta complessiva per giudicare i metodi comunicativi di infotainment.
Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla salute e all’informazione riguardo le ultime scoperte scientifiche applicate alla medicina. Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Le notizie più interessanti dal mondo della scienza e della tecnologia. Le ultime scoperte e i nuovi traguardi da raggiungere. Tv2000, h. 22.30 LA GRANDE MUSICA Digitale Terrestre. Tv2000 propone ogni giorno per tutta la mattina e in tarda serata numerosi concerti di musica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica.
Sky Cinema Hits, h. 23.30 TWILIGHT Canale Sky 306. Nonostante sia diventato un cult-movie per teenager questo film del 2008 ha parecchi spunti interessanti: lei è una bella e misteriosa ragazza, lui è un vampiro “gentiluomo”, ha scelto di non uccidere umani e sceglie di amarla senza però poterla avvicinare. Tematiche interessanti nonostante prevalga una certa vena commerciale.
Tv2000, h. 17.30 TESORI D’ARTE SACRA Digitale Terrestre. Un viaggio a puntate per l’Italia delle chiese e dei santuari, alla scoperta delle bellezze artistiche che spesso vengono sottovalutate, ma che fanno parte di un patrimonio culturale che tutto il mondo ci invidia.
Fox Retrò, h. 18.00 MAC GYVER Canale Sky 121. Tutte le stagioni di un telefilm cult degli anni ’80 e ’90: un ex agente segreto, ora al servizio della Fondazione Phoenix, corre sempre in aiuto dei più deboli grazie alle sue ingegnose invenzioni.
Sky Uno, h. 20.00 DAVID LETTERMAN SHOW Canale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale.
Iris, h. 21.00 ALIEN 3 Digitale Terrestre. Ottimo seguito della saga affidato al regista David Fincher. Il tenente Ripley arriva con una navetta di salvataggio su un pianeta-penitenziario, dove vivono criminali di ogni specie, abbandonati dalla società…
Tv2000, h. 20.00 FESTE STORICHE ITALIANE Digitale Terrestre. Una serie di documentari prodotti dalla Duea, società di Antonio e Pupi Avati. I reportage raccontano l’Italia delle antiche tradizioni, delle feste popolari che ancora oggi dopo secoli vengono celebrate.
Italia Uno, h. 21.10 ALE & FRANZ SKETCH SHOW In prima serata le divertenti gag del duo comico più in voga del momento: dal palcoscenico di un teatro i due attori presentato brevi filmati e recitano davanti al pubblico.
Rete Quattro, h. 21.10 THE ILLUSIONIST Ottimo film del 2005 con Edward Norton e Paul Giamatti. Vienna, fine ‘800. Un abile illusionista, dopo aver appreso l’arte in giro per il mondo, torna nella sua città natale per riscattare il suo passato. Ritrova la donna che ha sempre amato e che lo ricambia, ma è promessa sposa all’erede al trono. Cercherà di risolvere la situazione utilizzando le sue abilità. Da vedere.
Rete Quattro, h. 16.10 SEABISCUIT Una storia vera, avvincente e che da speranza. Stati Uniti, anni ’30. Un imprenditore di successo compra un cavallo in cui nessuno crede, nonostante sia il figlio di uno stallone vincente. Lo farà plasmare dai modi rudi di un anziano cowboy e dall’affetto di un improbabile fantino. Un cast eccezionale: Jeff Bridges, Tobey Maguire e Chris Cooper. Per tutta la famiglia.
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LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Cultura e comunicazione Radio e Media
Musica Robbie Williams da membro di una boy band a solista
Una carriera sfolgorante
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Robbie Williams, nonostante o forse grazie ad alcuni atteggiamenti decisamente sopra le righe, è uno degli artisti più amati del circuito internazionale. Artisticamente parlando è un fenomeno, dotato di voce cristallina, tipicamente pop e tipicamente inglese, che lo rende assolutamente piacevole, sia che canti brani per adolescenti, come all’epoca dei Take That, sia che interpreti classici dello swing, come nel notevole cd “Swing when you’re winning”. Certo, alla voce Robbie abbina un ego esasperato che lo spinge ad atteggiarsi volentieri a star, categoria alla quale del resto effettivamente appartiene. Non è il caso di scandalizzarsi però di fronte a certi suoi atteggiamenti, è l’eterno dilemma della musica pop, che mescola ontologicamente slanci artistici ad aspetti più marcatamente commerciali e di facciata. Sulle sue qualità di cantante non ci sono però dubbi, è uno che ha lasciato senz’altro il segno e che ora, dopo 20 anni di carriera, pubblica un doppio cd presentato – a torto – come la sua prima raccolta di successi: “In and out of consciousness - The Greatest Hits 1990-2010”. L’uscita del disco è stata anticipata dal singolo “Shame”, al quale partecipa Gary Barclow, l’ex Take That con cui Williams non collaborava dal 1995, mentre in un’altra canzone del cd, “Supreme, Kids” è ospite la cantante Kylie Minogue. Ritorna quindi in questo disco un po’ di
di Ricky Barone
Take That, la boyband più osannata degli ultimi decenni, campioni di vendite grazie alle loro splendide “canzonette” capaci di conquistare schiere di ragazzini. C’è voluto però l’abbandono dei Take That per far ripartire il cantante inglese, oggi neo-sposo. Si è spalancata per lui una nuova storia costellata talvolta da pose provocatorie ma indubbiamente riqualificata da un punto di vista musicale e – cosa che non guasta – gratificata da un successo “commerciale” notevolissimo. I numeri della carriera di Robbie Williams sono infatti impressionanti. Le vendite dei suoi album sono sbalorditive (oltre 57 milioni di copie ven-
dute), come quelle dei singoli (oltre 11 milioni). Ci sono poi i sette album “Numero uno” nelle classifiche inglesi e i 16 Brit Awards conquistati. Alla base di queste cifre ci sono le sue canzoni, puro pop di classe adamantina, che si possono ascoltare o riascoltare in questo nuovo cd nel quale troviamo brani che hanno attraversato il tempo, come “Angel”, premiata come miglior singolo degli ultimi 25 anni. In definitiva Robbie Williams con questa raccolta si conferma ancora una volta un cantante favoloso, in grado di adattare la sua voce a tutti i tipi di canzoni, da quelle sentimentali a quelle d’assalto. La sua bravura trova riscontro in concerto, autentico banco di prova per tutti i cantanti, come dimostra il cd “Live at Knebworth”, pubblicato nel 2003 durante la strepitosa performance nel villaggio in cui si tiene il più grande concerto all’aperto d’Inghilterra.
Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo festivo è di don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano. La rubrica “Ecclesia” in ottobre è in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria. Continuano gli appuntamenti di Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia e i Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.
Robbie Williams
Cd Il primo disco di Andrea Romano
La poesia miscelata con il nonsense e la concretezza Andrea Romano, bresciano, è un personaggio atipico e un uomo dalle mille risorse, artista, cantante, musicista, produttore, imprenditore, che ha da poco pubblicato il suo primo disco, “Specchio nel blu”. Il disco inizia proprio con la title track, con il piano subito in prima linea. Un piano che lascia poi spazio alla ritmica, che si dilegua lieve quando è la melodia vincente – caratteristica di tutte le canzoni – a entrare in gioco con decisione. Un disco moderatamente leggero, che avvolge ma è capace di inebriare, sia quando il sound diventa giocoso sia quando pare declinare verso la malinconia, come in “Piove”. Con lo stile che lo contraddistingue Andrea Romano è riuscito a colpire con un disco che denota la sua visione poetica della vita, fatta di poesia, talvolta miscelata al nonsense, ma anche di concretezza. L’arma vincente di questo disco ci pare la capacità di fusione e di sintesi di vari elementi, anche apparentemente lontani,
che Romano riesce però a tenere a bada con grande “equilibrio e simmetria”. Un equilibrio musicale che consente allo chansonnier bresciano di dosare sapientemente i suoni, trasformando l’elettronica, materia difficile da trattare, in un pop elegante e maturo, che lascia vibrare echi cantautorali, risalenti agli ascolti dei vari Paolo Conte, Lucio Dalla e Domenico Modugno. Un disco nato quasi per gioco, con canzoni uscite da serate attorno al piano a far baldoria con gli amici, riprese e trattate poi con grande accuratezza, grazie anche all’aiuto di musicisti di qualità ed esperienza comprovate, come Roberto Giribardi, Max Comincini, Giovanni Rovati e il cantautore bresciano Daniele Gozzetti. Tra le canzoni dell’album ne scegliamo una, quella più vivace ed estiva “Cornetto gelato”, nobilitata dai cori di Elena Sbalchiero e dal wurlitzer di Lino Sabbadini e che ci ricorda il buon vecchio Sergio Caputo. (r.b.)
LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: il prossimo Convegno interassociativo; la Giornata contro la povertà; la Settimana sociale; il concerto di musica barocca in San Giovanni. La rubrica “4 parole” è con don Armando Nolli, sul premio Cuore amico 2010. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Tra canzoni, giochi, e ospiti in diretta, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
SABATO
Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it
6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco story
Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500
DOMENICA
7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria - Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.30 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana
Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30
Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia
S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze
Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it
Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte
Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00
Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40
Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.
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Cultura e comunicazione Sala della comunità
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Cinema Seconda opera per la regia di Ben Affleck
“The Town” e il rapinatore con un’anima A Boston si svolgono circa 300 rapine di banche all’anno e i rapinatori risiedono quasi tutti a Charlestown, quartiere della città. Il canovaccio del gangster anni ‘20 è rispettato e aggiornato: un’etica nuova che offre provocatorie soluzioni
Claire (Rebecca Hall) e Doug (Ben Affleck) in una scena del film
PROGRAMMAZIONE Shrek è sposato con Fiona, è un padre amorevole e impegnato e le sue giornate si ripetono tutte uguali. Insoddisfatto e incastrato in una noiosa routine desidera poter tornare alla sua vecchia vita. Pane per i denti di Tremotino, che gli propone uno dei suoi terribili accordi: rivivere la sua vecchia vita in cambio di un giorno del suo passato. La scelta lo catapulterà in una realtà in cui non è mai nato...
È da quasi un secolo che la Nazione del Fuoco porta avanti la sua campagna mortale per il dominio globale contro le altre nazioni di Aria, Acqua e Terra. Non offre che una scelta: la resa completa o il completo annientamento. Sostenuti da possenti eserciti e armi di distruzione, i dominatori del fuoco hanno già eliminato tutti i dominatori dell’aria del pianeta. Ma qualcosa è destinato a cambiare...
Karate Kid – La leggenda... di Harald Zwart
Shrek e vissero felici e contenti di Mike Mitchell
L’ultimo dominatore dell’aria di M. Night Shyamalan
Sale della comunità AURORA – PALAZZOLO: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 16.00, 21.00; AURORA – RONCADELLE: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 15.00.
Sale della comunità PAOLO VI – DESENZANO: domenica 24 ottobre ore 15.00; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 24 ottobre ore 16.15; PAOLO VI - PREVALLE: sabato 24 ottobre ore 20.30; domenica 25 ottobre ore 15.30; SAN DOMENICO - SERLE: sabato 24 ottobre ore 20.30; domenica 25 settembre ore 15.30.
Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 15.00, 17.30. SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 22 ottobre ore 20.45; sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 20.45.
La passione di Carlo Mazzacurati
Eclipse di David Slade
La solitudine dei numeri primi di Saverio Costanzo
Toy story 3 – La grande fuga di Lee Unkrick
Mordimi di Jason Frieberg
Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 24 ottobre ore 20.45; martedì 26 ottobre ore 20.45.
Sala della comunità IL GABBIANO - GHEDI: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 15.30.
Sale della comunità SERENO – BRESCIA. VILL. SERENO: sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 20.45; INZINO – INZINO: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 15.00.
Sala della comunità PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 16.00.
Sala della comunità AURORA – PONTE CAFFARO: venerdì 22 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 21.00; lunedì 25 ottobre ore 21.00.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
T
di Mauro Toninelli
“The town”, la città, quella di Boston che nel film con la regia di Ben Affleck non è una città casuale. Affleck torna alla città che l’ha adottato e che è stata anche la location del suo primo film “Gone baby gone”. Nel nuovo lavoro però la città è una protagonista e si muove con gli altri protagonisti della vicenda. Ma c’è anche un altro motivo: a Boston ci sono 300 rapine in banca all’anno e la maggior parte dei rapinatori vive nel quartiere di Charlestown. Storie di gangster; quelle di un tempo, quello secondo il canone della storia del cinema che collezionavano ambientazioni cittadine
o metropolitane, amori impossibili, sparatorie, l’ingresso a più livelli della società comtemporanea al film, un antieroe sul limite della redenzione e la presenza di una donna solitamente bruna, simbolo della possibilità di redenzione e il suo alter ego biondo, con un passato più o meno lontano di amore con il protagonista e che prima della fine del film lo tradisce. Canovaccio che Affleck prende, rispetta e rielabora, proponendolo aggiornato. Ben Affleck è anche il protagonista della pellicola. Interpreta Doug Mac Ray, leader di una banda di rapinatori mascherati. Pur essendo il loro capo è diverso
da loro , di un’altra pasta: avrebbe potuto essere qualcuno nella vita e nello sport. Avrebbe potuto, ma segue le orme del padre. Ogni rapina della banda è segnata da un travestimento diverso e dalla legge chiara di non spargere sangue e non fare ostaggi. Tutto bene fino alla rapina con cui inizia il film, subito dopo aver presentato Boston. Jem, interpretato da Jeremy Renner, prende in ostaggio anche se per poco tempo la direttrice della banca Claire, interpretata dalla brava e bella Rebecca Hall. È la mora, c’è anche la bionda nel film, e secondo il canovaccio descritto poco prima si può subito intuirne il ruolo. La lasciano andare; è ovvio che la polizia e l’Fbi le stanno addosso. Su tutti l’agente Frawley, il John Hamm noto per il telefilm “Mad Men”. Doug, che conosce il grilletto facile dell’amico e quasi fratello Jem, decide di avvicinarla per capire
Dom Cobb possiede una facoltà speciale: è in grado di inserirsi nei sogni altrui per prelevare i segreti nascosti nel più profondo del subconscio. Viene contattato da Saito, un potentissimo industriale di origine giapponese, il quale gli chiede di tentare l’operazione opposta. Non deve prelevare pensieri celati ma inserire un’idea che si radichi nella mente di una persona. Costui è Robert Fischer Jr...
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quanto sa e cosa sa. Inutile dire che da qui la storia non sarà più la stessa. Doug si svela a poco a poco, tanto a Claire, quanto a se stesso e allo stesso tempo allo spettatore. Attore protagonista in tutto questo anche la città. Cinematograficamente parlando, reali i personaggi, ben tratteggiati anche nei loro rapporti e nelle loro reazioni. Affleck si muove bene tra ritmo, azione e primi piani dei dialoghi. Ma c’è una differenza sostanziale dal canovaccio del gangster, datati soprattutto anni ‘20. Affleck racconta un antieroe, protagonista della pellicola, con uno spessore morale, con un’intelligenza e un’anima che lo mettono in crisi e lo costringono a fare il punto della situazione su di sé e sulla propria vita. Una seconda occasione offerta da un’etica che è disposta a non condannare a priori chi si rende conto di aver sbagliato. In questo senso, provocatorio.
Tutto ebbe inizio con la fine di Merlino. Una storia di scontri fra stregoni che continua da secoli per trovare la fine nella Manhattan dei giorni nostri. Per i discepoli di Morgana, capitanati da Maxim Horvath, l’obiettivo è la liberazione della strega e il dominio del mondo intero. Per l’unico seguace di Merlino Balthazar Blake l’obiettivo è impedire la liberazione della strega e, più ancora, la ricerca del “Sommo Merliniano”...
Inception Incept di Christopher Nolan
L’apprendista stregone di Jon Turteltaub
Sansone di Tom Dey
Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: domenica 24 ottobre ore 20.45; ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 14.30, 17.30, 20.30; GLORIA – MONTICHIARI: domenica 24 ottobre ore 21.00; lunedì 25 ottobre ore 21.00.
Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 23 ottobre ore 21.00; domenica 24 ottobre ore 15.00, 21.00, ITALIA – LONATO: domenica 24 ottobre ore 15.00; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 14.30, 20.30.
Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – BIENNO: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore15.00; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 24 ottobre ore 15.00, 21.00
Cineforum Terra madre di Ermanno Olmi Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 23 ottobre ore 21.00
Tata Matilda e il grande botto di Susanna White
Sharm el Sheik – Un’estate... di Ugo Fabrizio Giordani
Cani e gatti – La vendetta... di Brad Peyton
Benvenuti al sud di Luca Miniero
Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 15.00, 20.45.
Sala della comunità SPLENDOR – ODOLO: sabato 23 ottobre ore 20.45; domenica 24 ottobre ore 20.30.
Sale della comunità GLORIA – MONTICHIARI: domenica 24 ottobre ore 15.00; SAN COSTANZO – NAVE: domenica 24 ottobre ore 14.00, 17.00, 20.30.
Sala della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 23 ottobre ore 20.30; domenica 24 ottobre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 25 ottobre ore 20.30.
The Hurt Locker di Kathryn Bigelow Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: martedì 26 ottobre ore 20.45. Il mio amico Eric di Ken loach Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: lunedì 25 ottobre ore 21.00.
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LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it
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Toscolano Maderno Tagli alla Cartiera?
La comunità fa fronte unito La Burgo ha comunicato il 28 settembre scorso l’intenzione di chiudere la “macchina 11” dello storico complesso gardesano. La notizia ha unito l’intera realtà gardesana nel chiedere al gruppo un ripensamento
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Il 28 settembre scorso, in concomitanza con la pubblicazione dei risultati del primo semestre 2010 della Burgo group (che certificava una prima timida ripresa dopo anni di crisi), nel corso di un incontro tra la direzione aziendale della Cartiera di Toscolano (gruppo Burgo) e le rappresentanze sindacali unitarie, veniva presentato, in modo del tutto inaspettato, un piano di ristrutturazione che prevede di fermare parte della lavorazione dello stesso impianto gardesano, quello
Un impegno condiviso
La crisi non è solo della Cartiera
di Massimo Venturelli
realizzato dalla “macchina 11” per la produzione di carte naturali, utilizzate per i libri, agende e block notes. Una scelta, quella annunciata, che secondo le sigle sindacali non avrebbe precise ragioni industriali. A rischio, se le intenzioni espresse dall’azienda saranno confermate, ci sarebbero tra i 100 e i 120 posti di lavoro a fronte dei 300 occupati, senza dimenticare l’indotto. La cartiera di Toscolano è infatti l’ultima grande impresa presente sulla sponda bresciana del Garda ed è im-
portante elemento per il tessuto sociale di Toscolano e di alcuni comuni limitrofi. Immediata è stata la risposta all’annuncio della proprietà e a difesa della cartiera e dei suoi posti lavoro non si sono mossi solo i sindacati e le amministrazioni comunali coinvolte. Quello che si è creato è un vero e proprio movimento popolare che non tiene conto di appartenenze politicosindacali e sociali. È l’intera comunità che si è mossa chiedendo alla Burgo di indicare chiaramente le ragioni di una scelta che rischia di mettere in ginocchio tantissime famiglie della zona. A guidare questo movimento è il sindaco di Toscolano Maderno, Roberto Righettini, che della Cartiera è anche dipendente. “Abbiamo più volte chiesto alla dirigenza del gruppo Burgo di darci spiegazioni sul perché di questa scelta − afferma − dichiarando tutta la nostra disponibilità a metterci intorno a un tavolo per cercare di trovare una soluzione”. Ma le iniziative sino a oggi
“No, non ci sentiamo soli in questa nostra battaglia. Sappiamo di potere contare sull’appoggio di tanti” e questo è un elemento non indifferente per Roberto Righettini, sindaco di Toscolano Maderno e, allo stesso tempo, dipendente della Cartiera su cui nelle scorse settimane si è abbattuta la scure della Burgo. Il primo cittadino ha assunto sin da subito, insieme alle rappresentanze sindacali dell’azienda, la difesa dei posti di lavoro messi a rischio dalla volontà di chiudere una parte della produzione realizzata in riva al lago. “Sin da subito − afferma − abbiamo avuto il pieno sostegno da parte della politica. Il sottosegretario Stefano Saglia si è infatti messo a disposizione della nostra causa”. Analoga disponibilità è giunta da tutte le forze politiche e istituzionail. Importanti risposte sono giunte dalla Provincia e dalla Regione che si sono dichiarate disponibili a operare, secondo le proprie competenze, per fare in modo che la scelta della Burgo (che mette a rischio 100/120 posti di lavoro sui 300 dell’azienda) non produca gravi conseguenze sul tessuto produttivo e sociale locale. Per il primo cittadino esistono però ancora margini per cercare un confronto con la Burgo. “Anche se i termini indicati dalla Burgo sono
realizzate non sembrano aver prodotto grandi risultati. A un primo tavolo istituzionale la Burgo ha confermato l’intenzione di “spegnere” macchina 11 dal 1° gennaio prossimo. Altrettanto netta è stata la posizione assunta dalla comunità che in una affollata assemblea ha chiesto a gran voce alla Burgo di spiegare la volontà di fermare una linea di produzione che ha chiuso il 2009 in attivo. 3000 persone hanno poi partecipato alla fiaccolata organizzata per la serata del 14 ottobre scorso. Con le rappresentanze sindacali, le amministrazioni locali e le parrocchie ha sfilato tantissima gente a testimoniare che quello della Cartiera non è un problema che riguarda l’azienda e chi ci lavora ma è un tema che interpella l’intera comunità. Quella stessa comunità che seguirà con apprensione le prossime iniziative che saranno programmate a tutela di quella che non è solo una fabbrica ma parte integrante della storia locale.
abbastanza ravvicinati − sono ancora considerazioni del Sindaco − non disperiamo di poter trovare una soluzione”. Per i prossimi giorni sono in programma un consiglio comunale e un incontro del tavolo istituzionale per cercare qualche passo in avanti. Nel frattempo il primo cittadino di Toscolano e i lavoratori che sarebbero colpiti dalla chiusura di “macchina 11” possono contare sul sostegno dell’intera comunità, parrocchie in testa. Anche mons. Monari ha preso carta e penna e ha scritto alla Burgo per invitare l’azienda ha ripensare alla decisione assunta. Particolarmente apprezzati sono stati gli interventi alla fiaccolata del 14 ottobre scorso di don Leonardo Farina e di don Carlo Moro, parroco e curato di Maderno, che hanno invitato la comunità a procedere unita in questo momento di grande difficoltà. “La gente e non solo quella direttamente toccata dall’eventuale riduzione di personale alla Cartiera − ha affermato don Carlo Moro − ha condiviso la scelta che anche le parrocchie, come parte integrante del tessuto comunitario locale, abbiamo scelto di condividere questo momento di grande difficoltà rimanendo fisicamente al fianco di chi si sta impegnando per scongiurare questa grave crisi”.
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Economia e lavoro
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Ascom A Brescia i vertici nazionali
Una politica attenta al commercio Al presidente nazionale Sangalli le richieste di un comparto ancora in difficoltà Carlo Sangalli
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di Franco Armocida
I vertici nazionali di Confcommercio, con il presidente Carlo Sangalli e il vice presidente vicario Renato Borghi, per la prima volta a Brescia per fare il punto della situazione sia locale che nazionale delle problematiche che gravano sulla categoria. A fare gli onori di casa il presidente provinciale Carlo Massoletti, e i circa 150 rappresentanti delle sezioni comunali di Ascom della provincia e i presidenti dei sindacati di settore aderenti alla Federazione. “Il momento, pur intravedendo la luce in fondo al tunnel, rimane molto difficile
– ha detto Carlo Massoletti – perché le piccole imprese fanno molta fatica a riprendersi, poiché in Italia non si è ancora verificata la ripresa dei consumi come in Germania, Austria, Svizzera e Olanda”. Brescia avrebbe bisogno, secondo Massoletti, di una politica che permetta la ripresa dei consumi, di un maggiore credito alle imprese da parte delle banche, (“pur se il nostro Confidi – ha precisato – ha più che raddoppiato nell’ultimo anno le garanzie verso le imprese) e di un incremento delle infrastrutture che possano favorire il
2% Entro il 20 Ottobre 2010, nella provincia di Brescia la Tv diventerà Digitale Terrestre
turismo e il terziario, colonne fondamentali dell’economia locale. Il presidente Ascom ha ricordato ai vertici nazionali di aver chiesto alle istituzioni locali maggiore attenzione verso il territorio per favorire l’incremento dell’affluenza del pubblico. Tra centro storico e immediato circondario sono oltre 1500 le imprese commerciali che potrebbero trarre vantaggio da questa nuova attenzione. Invece sono sempre di più quelle costrette ad abbassare definitivamente le serrande. La provincia bresciana ha la più alta densità commerciale d’Italia, grazie all’esplosione dei centri commerciali che si è verificata negli ultimi anni, e questo è uno dei fattori che hanno determinato il calo dei fatturati, cui non ha corrisposto un’analoga diminuzione dei costi”. “Siamo di fronte
a una prospettiva di crescita lenta e fragile – ha detto Carlo Sangalli – e per una sua accelerazione e irrobustimento serve una ‘buona politica’, che, oltre a favorire l’accesso al credito e a incrementare le infrastrutture, favorisca l’innovazione e, nel settore turistico, uno dei più trainanti, consenta di allineare le aliquote Iva alle nazioni nostre competitrici dirette, in un quadro di legalità e sicurezza, senza le quali non vi può essere sviluppo”. Anche il Presidente nazionale di Confcommercio ha ribadito la necessità di un ‘patto sociale’ in cui le piccole/ medie imprese, l’ossatura dell’economia nazionale, possano giocare il ruolo che loro compete. Le ‘buone politiche’ – ha chiosato Sangalli – si fanno anche tramite le riforme, la cui madre è quella fiscale”.
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Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro Stufe e Camini
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
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Caminetti Alcuni consigli
Sempre più belli, sempre più utili
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Sono in aumento le case in cui trovano spazio questi componenti d’arredo a cura di VoceMedia Pubblicità
Il caminetto è ormai diventato parte integrante di un numero sempre più ampio di abitazione. Molto spesso è un semplice elemento architettonico anche se si sta ampliando la gamma dei prodotti che possono anche riscaldare l’abitazione. Per questo motivo è importante conoscere al meglio come è fatto e quale può essere la funzione di un caminetto. Le sue parti più importanti sono il focolare, la griglia, il cassetto raccogli cenere, l’architrave, i piedritti. Seguono poi la cappa, la canna fumaria e il comignolo. Ogni elemento ha la sua importanza al fine di un buon funzionamento. Il focolare va realizzato con materia-
li refrattari e resistenti al calore, e il vano che lo contiene può aggettare dal muro oppure può essere ricavato all’interno del muro stesso. I piedritti e l’architrave possono essere in marmo, muratura, mattoni, legno, pietra, a seconda dei gusti personali e gli usi locali. La cappa, di solito a forma di piramide tronca, viene costruita utilizzando comuni tavelle da edilizia e internamente può essere rivestita di metallo per favorire l’irradiamento di calore nell’ambiente e il tiraggio dei fumi. La griglia fatta in genere in ghisa, va collocata sul pavimento del focolare e non deve avere maglie troppo larghe per evitare che le bra-
ci cadano dentro il cassetto raccogli cenere. La canna fumaria ha la funzione di convogliare all’esterno i fumi per effetto del tiraggio, costruita in acciaio o muratura con materiali refrattari resistenti alle alte temperature e impermeabili ai gas, è preferibile abbia una sezione circolare e nel suo percorso è bene evitare strozzature o inclinazioni superiori a 45 gradi rispetto alla verticale. Può anche essere realizzata a sezione quadrata o rettangolare e in quest’ultimo caso occorre che i lati non differiscano tra loro di più di 2/3. Nel caso la canna fumaria sia esterna occorre isolarla e rivestirla in modo da impedirne il raffreddamento che potrebbe compromettere il tiraggio. Il tiraggio di una canna fumaria è proporzionale alla radice quadrata della sua lunghezza, quindi più una canna è lunga e migliore sarà il tiraggio. Nel valutare la sezione della canna fumaria invece, oc-
corre tenere presente la potenza del camino che è l’elemento più importante. Occorre poi valutare l’altezza sul livello del mare in cui viene posto il camino ricordando che la sezione aumenta all’aumentate dell’altezza sul livello del mare. Altro elemento è la lunghezza complessiva della canna fumaria, per cui la sua sezione sarà inversamente proporzionale alla sua lunghezza. Nel progetto del caminetto occorre tenere presente che il requisito più importante per un camino è che non faccia fumo; infatti tutta la poesia di un bel caminetto viene rovinata se all’atto pratico questi non tira e fa fumo rendendo invivibile il locale nel quale è collocato. Per evitare ciò occorre che la bocca del camino sia più larga che alta e la canna fumaria non sia troppo lunga rispetto alla sua sezione. Altro requisito importante è che il camino sia in grado di riscaldare il più possibile.
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Economia e lavoro Stufe e Camini
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Novità Presente in tante case
Bella, sicura, economica: la stufa in ghisa Anche nel Bresciano sono sempre più diffuse grazie ai vantaggi che sono considerevoli
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Da oltre 157 anni le stufe Morso diffondono il loro calore all’interno delle abitazioni, creando indimenticabili atmosfere di autentica felicità, intimità, sicurezza e comfort, tanto che, garantiscono i produttori, tra alcuni anni, quando i possessori si troveranno a raccontare della stufa Morso, non parleranno del design, della ghisa o dell’attenzione all’ambiente, ma di come la sua presenza abbia cambiato l’idea di casa. Sempre più negli anni la stufa sarà uno degli elementi più amati della casa, parte integrante
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della vita, come un buon amico con il quale condividere sensazioni speciali di pace e di armonia interiore. La stufa Morso rappresenterà una vera propria sorgente di comfort, che farà innamorare per i suoni, lo stile e il calore emanato nella casa, anno dopo anno. La stufa Morso è l’unica e originale stufa in ghisa. Se si potesse chiedere a 100 danesi, presi a caso, di citare il nome di un produttore di stufe, per molte buone ragioni, 90 di essi risponderebbero sicuramente Morso. Per intere generazioni ha rappresen-
tato la stufa danese per eccellenza. Una gamma di stufe moderne ma al contempo caratterizzate da un design senza tempo, efficienti, confortevoli e in solida ghisa. La gamma di stufe Morso è molto ampia, con una varietà di modelli in grado di soddisfare qualsiasi esigenza. Quindi, nonostante l’istinto naturale sia quello di scegliere il modello preferito basandosi sui propri gusti, dando uno sguardo iniziale ai vari modelli, è prima necessario tenere in considerazione alcuni aspetti fondamentali per una scelta corretta. Esistono principalmente due tipi di stufe: stufe radianti e stufe a convezione. Le stufe radianti concentrano il calore attorno al corpo della stufa, mentre quelle a convezione distribuiscono l’aria calda all’interno dell’am-
biente con estrema rapidità. Pertanto, il modello da scegliere varia in base all’uso che il cliente intende fare della stufa. Se si desidera creare un ambiente intimo e caldo nelle zone più vicine alla stufa, allora uno dei modelli radianti può rappresentare la soluzione ideale. Se invece la stufa deve essere utilizzata come soluzione di riscaldamento primario per l’abitazione, allora preferita è una stufa a convezione. La scelta della stufa di dimensione corretta rappresenta un fattore essenziale per poter usufruire appieno dei vantaggi offerti dal proprio investimento. In tale ottica, la scelta di un modello troppo potente può creare gli stessi problemi creati da un modello sottodimensionato.
Paesi e parrocchie Bassa
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Stufe a pellet Non sono solo economiche
Tanto semplici quanto efficaci e... diffuse Estremamente pratiche e funzionali sono ormai entrate in tante case
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Le stufe a pellet si potrebbe deďŹ nire le stufe del Ventunesimo secolo, dal momento che coniugano la tradizione con la tecnologia e lâ&#x20AC;&#x2122;ecologia. In apparenza sono simili alle stufe tradizionali, ma il loro funzionamento è diverso e decisamente piĂš pratico! Ă&#x2C6; necessario liberare la mente dallâ&#x20AC;&#x2122;immagine dalle cataste di legna, indispensabile per rifornire di frequente le stufe tradizionali, con i relativi problemi di ingombro, di costi e pulizia. Le stufe a pellet sono, infatti, dotate di moderne tecnologie che consentono di regolarne lâ&#x20AC;&#x2122;accen-
sione e la temperatura, aspetti fondamentali per garantire serenitĂ alle nostre frenetiche giornate. Termostati molto intuitivi da usare permettono di garantirsi il giusto calore nei diversi momenti della giornata, regolando anche la temperatura dellâ&#x20AC;&#x2122;acqua oltre che degli ambienti. Altra caratteristica delle stufe a pellet è il loro contributo nella tutela dellâ&#x20AC;&#x2122;ambiente, tema estremamente rilevante. Tali sistemi di riscaldamento utilizzano, infatti, il pellet, ovvero lo scarto della lavorazione del legno, e in tale maniera non sfrut-
tano risorse energetiche esauribili, ma al contrario riciclando materiale che andrebbe altrimenti sprecato. Anche lâ&#x20AC;&#x2122;aspetto economico è determinante nella scelta e la resa termica delle stufe a pellet è notevole. Si calcola che la riduzione delle spese di riscaldamento superi il 30% rispetto agli impianti tradizionali e in alcuni casi i costi per mantenere la casa calda sono piĂš che dimezzati! Un ultimo tratto essenziale è la semplicitĂ nella manutenzione e lâ&#x20AC;&#x2122;estrema pulizia. Il pellet non lascia residui, tranne un poco di cenere facilmente rimuovibile, e dalle stufe non fuoriesce il fastidioso fumo che rende lâ&#x20AC;&#x2122;aria irrespirabile e sporca i muri. Vi sono pertanto validi motivi per approfondire la conoscenza degli impianti di riscaldamento originari del Canada e sempre piĂš diffusi nel Paese... Il fun-
zionamento delle stufe ecologiche è molto semplice, merito soprattutto di pannelli di comando intuitivi che consentono di programmarne lâ&#x20AC;&#x2122;accensione anche a distanza temporale e spaziale. Lâ&#x20AC;&#x2122;operazione indispensabile da eseguire manualmente consiste nel caricare il pellet nellâ&#x20AC;&#x2122;apposito serbatoio, un gesto naturale che ci riporta alle nostre comuni origini contadine, ma al contempo ci consente di beneďŹ ciare dei progressi della tecnica. Il pellet, infatti, è leggero, non sporca e occupa poco spazio, al contrario della legna tradizionale, molto romantica, ma poco pratica! Trascorsi pochi minuti da quando si è accesa la stufa e versato il combustibile esso inizia a bruciare riscaldando in breve lâ&#x20AC;&#x2122;ambiente. A questo punto è sufďŹ ciente programmare il termostato!
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Stufe a legna Tradizione che si rinnova
Tanto caldo con poca spesa Sta riprendendo piede, anche grazie alla tecnologia moderna, un riscaldamento antico
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Il riscaldamento con stufe a legna è in assoluto il più economico, in più, con stufe, focolari, camini e caminetti a legna con lunga autonomia di fuoco, e riesce a sfiorare la comodità del pellet. Il principale pregio di una stufa a legna sta nella sua lunga autonomia, che può andare anche oltre le 24 ore. Un altro vantaggio della stufa a legna, è il comfort termico: la stufa a pellet è fortemente convettiva ma emette solo aria calda. La stufa a legna, invece, emette un calore completamente differente, più salubre, intenso, piacevo-
le e durevole, questo verrà percepito con un senso di maggiore comfort ambientale. La stufa a legna a lunga autonomia, ha bisogno di una buona canna fumaria con un buon tiraggio, questo le permetterà di funzionare con una piccola ma efficiente fiamma anche al minimo della sua potenza, garantendo la buona combustione dei gas volatili emessi dalla legna. All’esaurimento delle componenti volatili, la fiamma si spegnerà ma continuerà per lunghissime ore la combustione del carbonio, sotto forma di
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ardenti braci. al contrario di ciò che si può pensare evocando il ricordo della vecchia stufa della nonna, il riscaldamento domestico a legna, oggi, è un sistema che può dare ampie soddisfazioni. Il comfort termico che la stufa procura, generalmente, è perfetto, solitamente migliore rispetto a quello realizzabile con i termosifoni, i quali, in situazioni particolari, nonostante le grandi spese sostenute, non riescono a colmare problemi strutturali dell’edificio. Un esempio può essere dato dall’impossibilità di riscaldare con un termosifone, un gran bel salone con altezza di quattro o cinque metri, il quale sarà sempre freddo. Un altro caso potrebbe essere dovuto al fatto che, con il solo pensiero di sapere quanto ci costerà la bolletta del gas metano, tenderemo a tenere tempera-
ture un po’ troppo basse e poco confortevoli. Si pensa erroneamente, che soltanto con i termosifoni si possa distribuire il calore in maniera uniforme nelle varie stanze dell’abitazione ma ciò non è affatto vero. Una stufa contemporaneamente sia convettiva che irraggiante, dimensionata correttamente (adottando se necessario alcuni semplici accorgimenti tecnici) è imbattibile in quanto a calore emesso, a confort e piacevolezza termica ed è in grado di diffondere il suo calore in tutte le stanze dell’abitazione. Il riscaldamento a legna, darà grandi soddisfazioni, non solamente per il comfort del calore fisicamente percepito, ma anche per il fascino stesso della stufa o del camino, talvolta realizzati addirittura in ceramica, che supera qualsiasi design di termosifoni.
GLOBUS CERAMICHE di Lusetti Ugo
Fornitura e posa: •marmo •pietre •parquet •stufe in pietra ollare
•camini
stufe e camini
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Sede Via Monsignor Rossi, 24 - 25018 Montichiari (BS) Esposizione: Via trieste,136 - 25018 Montichiari (BS) Tel. 030 9650277 - Cell. 348 0164415 globusceramiche@libero.it
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Desenzano Bilanci di fine mandato
Traguardi raggiunti e sfide future La dott.ssa Mara Azzi, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano, “racconta” tre anni intensi
M di Massimo Venturelli
Mancano ancora due mesi alla scandenza del suo mandato ma per la dott.ssa Mara Azzi, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano è tempo di bilanci.”Quelli ormai prossimi alla scadenza − afferma la dott. ssa Azzi − sono stati tre anni intensi. Anni di grande impegno da parte di tutta l’azienda che ha profuso il massimo impegno per il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal piano di organizzazione aziendale”. Oltre alla soddisfazione per aver condotto in porto la realizzazione di nuovi reparti, la ristrutturazione di altri e per aver dato avvio ai grandi cantieri dei presidi ospedalieri di Gavardo e Manerbio (“ma questi sono obiettivi comuni alle direzioni di tutte le aziende ospedaliere” sono considerazioni della dott.ssa Azzi) c’è un altro aspetto che contribuisce a rendere positivo il triennio prossimo alla conclusione. “Con un certo orgoglio − afferma al proposito il Direttore generale − posso dire che l’azienda, nel suo insieme ha raggiunto quello che per me era un obbiettivo importante: quello della relazione tra i suoi diversi operatori”. Un aspetto che per la dott.ssa Azzi ha portato
a un miglioramento complessivo anche nei rapporti con l’utenza. “Essere riusciti a creare un rapporto di collaborazione e di comunicazione all’interno dell’azienda − continua il Direttore generale − ha comportato anche concreti passi in avanti nel rapporto quotidiano con tutte quelle persone che si sono rivolte ai nostri servizi”. Se nel bilancio di fine mandato del direttore generale di una azienda ospedaliera è importante che compaia il raggiunginento di obiettivi strutturali, dalle considerazioni della dott.ssa Mara Azzi pare di capire che non meno significativo è il poter annoverare tra le “voci” attive anche la soddisfazione delle persone che, in situazione di bisogno, hanno trovato nei servizi e nelle strutture dell’azienda risposte adeguate ai propri bisogni. “Certo − afferma il Direttore generale − ci sono ancora aspetti che possono essere migliorati, ma aver reso operativi tutti gli organismi collegiali ha permesso di arrivare sempre all’assunzione di decisioni condivise e non percepite come imposizioni dall’alto”. Ad oggi la dott.ssa Azzi ancora non sa se per il prossimo trienno sarà riconfermata
dalla Regione alla direzione generale dell’azienda ospedaliera. Il suo auspicio, però, è che anche per il futuro si continui con quello spirito di fattiva collaborazione che ha portato negli ultimi tre anni ai traguardi ricordati. Fra gli obiettivi prioritari del futuro il Direttore generale annovera la qualificazione della struttura ospedaliera e il potenziamento dell’ospedalizzazione territoriale. “Far diventare l’ospedale una struttura altamente specializzata in cui una persona resta durante la fase acuta della sua patologia − afferma la dott. Azzi − e creare le condizioni perchè il paziente possa essere seguito a domicilio o in strutture a più bassa intensità di cura, come previsto dal piano socio-sanitario regionale è una delle sfide che anche l’azienda ospedaliera di Desenzano dovrà necessariamente affrontare”. Una sfida che non può essere elusa, non solo perché prevista da apposite direttive regionali, ma anche perché è dettata dall’evoluzione demografica della popolazione, anche di quella che risiede nel bacino di utenza dell’azienda ospedaliera affidata sino al prossimo 31 dicembre a Mara Azzi.
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Appuntamenti Dal 21 al 23 ottobre
A Brescia il â&#x20AC;&#x153;Colloquium dentalâ&#x20AC;? Assopadana, da sempre attenta alla formazione professionale, sarĂ presente con un proprio spazio espositivo
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Si terrĂ dal 21 al 23 ottobre una nuova edizione del prestigioso congresso internazionale â&#x20AC;&#x153;Colloquium dentalâ&#x20AC;?, questâ&#x20AC;&#x2122;anno congiuntamente alla terza edizione del notissimo congresso di Odontotecnicamadeinitaly. Assopadana, sempre attenta alla formazione e allâ&#x20AC;&#x2122;aggiornamento professionale, promuove anche per questa edizione del â&#x20AC;&#x153;Colloquium dentalâ&#x20AC;? e sarĂ presente alla manifestazione con un proprio spazio espositivo. La decisione di raggruppare in un unico evento manifestazioni culturali diverse è il risultato di un accordo tra i soci di Assopadana Siced, SocietĂ italiana ceramica dentale, e Teamwork Media srl, casa editrice specializzata nel settore dentale. Ă&#x2C6; questo un appuntamento tradizionale con la cultura professionale per gli odontoiatri e odontotecnici di tutta Italia e non solo del nostro Paese: è atteso un pubblico internazionale, grazie alle collaborazioni di Teamwork Media srl con diversi Paesi del mondo. La tecnica di lavorazione digitale sarĂ il tema conduttore della manifestazione. Lâ&#x20AC;&#x2122;appuntamento si svolge-
rĂ in uno dei padiglioni della Fiera di Brescia in cui sarĂ allestita una sala congressuale attrezzata con particolari tecnologie audiovisive e dotata di cabine per la traduzione simultanea. Nello stesso padiglione sarĂ allestita lâ&#x20AC;&#x2122;esposizione di materiali e attrezzature odontoiatriche e odontotecniche. Lâ&#x20AC;&#x2122;ingresso alla zona espositiva è libero. Le piĂš affermate aziende del settore dentale hanno confermato la loro adesione allâ&#x20AC;&#x2122;importantissimo evento, unico nel suo genere nel Nord Italia, e tutti gli stand disponibili sono stati prenotati. Chi non ha tempo per partecipare al congresso, è atteso per una visita agli stand che, oltre a essere gratuita, rappresenta un ottimo mezzo per lâ&#x20AC;&#x2122;aggiornamento sulle novitĂ del mercato dentale. Nella giornata di giovedĂŹ 21 si svolgerĂ il Simposio della 3i Implant in cui interverranno odontoiatri di fama internazionale. Il venerdĂŹ 22 sarĂ tutto dedicato al â&#x20AC;&#x153;Digital Symposiumâ&#x20AC;? in cui le relazioni si alterneranno tra relatori italiani e relatori stranieri in una specie di connubio tra odontotecnica â&#x20AC;&#x153;made in Italyâ&#x20AC;? e odontotec-
nica internazionale. Sabato 23 sono previsti gli interventi in coppia con il dentista di notissimi odontotecnici italiani. Da sempre Teamwork Media srl e Siced collaborano per le rispettive manifestazioni; questa volta si è deciso di unire i due congressi realizzandoli insieme nella sede naturale di Brescia. La decisione è stata presa in pieno accordo poichĂŠ per lâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione promotrice e per entrambe le aziende organizzatrici, il 2010 è un anno assai speciale. La Siced e la Teamwork Media srl festeggiano i 20 anni della loro fondazione e per questo hanno deciso di concedere lâ&#x20AC;&#x2122;ingresso gratuito a tutti i loro clienti e di organizzare una grande festa a cui ďŹ n da ora sono invitati tutti gli odontotecnici italiani. Il programma culturale è pubblicato sul sito www.colloquium-dental. com. Lâ&#x20AC;&#x2122;appuntamento ha un insieme di importanti signiďŹ cati e sarĂ tanto piĂš utile ai partecipanti tanto maggiore sarĂ la presenza dei colleghi: per questo conďŹ diamo nellâ&#x20AC;&#x2122;attenzione e nella partecipazione di un numero elevatissimo di presenze.
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Brescia Un servizio â&#x20AC;&#x153;socialeâ&#x20AC;?
Lo studio dentistico de â&#x20AC;&#x153;La Reteâ&#x20AC;? La cooperativa ha aperto un ambulatorio in via Milano per aiutare un numero crescente di persone bisognose di cure
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La cooperativa â&#x20AC;&#x153;La Reteâ&#x20AC;?, che si avvicina ormai ai primi ventâ&#x20AC;&#x2122;anni di attivitĂ ha aperto, lo scorso anno, uno studio dentistico a Brescia; perchè questa scelta? â&#x20AC;&#x153;Perchè â&#x2C6;&#x2019; affermano i responsabili â&#x2C6;&#x2019; ci siamo interrogati se non fosse possibile provare a dare una risposta cooperativa anche a bisogni e domande di tipo sanitarioâ&#x20AC;?. Il problema dellâ&#x20AC;&#x2122;accessibilitĂ ad adeguate cure odontoiatriche non riguarda infatti solo le fasce deboli di cui da anni â&#x20AC;&#x153;La Reteâ&#x20AC;? si occupa ma, a causa degli elevati costi, coinvolge una fascia ben piĂš ampia della popolazione, rendendo difďŹ cile se non in alcuni casi proibitiva la possibilitĂ di curarsi a un numero sempre crescente di persone. Il principio che sancisce â&#x20AC;&#x153;il bisogno del paziente è lâ&#x20AC;&#x2122;interesse preminenteâ&#x20AC;? si scontra da una parte con lâ&#x20AC;&#x2122;insufďŹ cienza delle risposte in odontoiatria da parte del Servizio sanitario nazionale (basti pensare che solo poco piĂš del 5% dei trattamenti sono assicurati dalle strutture pubbliche a fronte del fatto che invece quasi il 98% della popolazione ha bisogno di assistenza in questo campo); dallâ&#x20AC;&#x2122;al-
tro con lâ&#x20AC;&#x2122;aspetto economico, e cioè che sempre meno persone e famiglie sono in grado di sostenere questa spesa sanitaria. CosĂŹ nellâ&#x20AC;&#x2122;odontoiatria si sono ciclicamente instaurate delle â&#x20AC;&#x153;mode per risparmiareâ&#x20AC;?, come i viaggi fuori dai conďŹ ni nazionali, soluzioni queste che però non garantiscono continuitĂ assistenziale, interventi in emergenza, igiene. Per dare una risposta concreta a questo bisogno â&#x20AC;&#x153;La Reteâ&#x20AC;? ha aperto nel marzo 2009 uno studio dentistico in via Milano, 59 a Brescia offrendo risposte efďŹ cienti e di qualitĂ nelle prestazioni sanitarie odontoiatriche a tutti i cittadini, con la professionalitĂ , la competenza e lâ&#x20AC;&#x2122; esperienza della direzione sanitaria, dei medici odontoiatri e di tutto il personale di supporto. Il servizio, garantito da personale specializzato e aggiornato e da attrezzature moderne ed efďŹ cienti si caratterizza per la particolare attenzione alla persona e ai suoi bisogni che passa anche attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;importanza data alle relazioni allâ&#x20AC;&#x2122;interno dei contesti di cura sanitaria. Il controllo esercitato dalle autoritĂ
competenti in materia, lâ&#x20AC;&#x2122;osservanza scrupolosa delle norme in materia di salute e sicurezza, nonchĂŠ le procedure mutuate dal sistema di gestione della qualitĂ sono altri elementi che assicurano la serietĂ del servizio. Diverse le prestazioni effettuate: prevenzione e terapia malattie orali, igiene, ortopantomograďŹ a, conservativa ed endodonzia, ortodonzia, odontoiatria protesica ďŹ ssa e mobile, chirurgia orale, implantologia. I principi ispiratori della cooperazione, quali la mutualitĂ , la solidarietĂ , la democraticitĂ , lo spirito comunitario, il legame con il territorio, insieme con la caratteristica di onlus e lâ&#x20AC;&#x2122;obbligo statutario di non avere scopo di lucro garantiscono la mancanza di interessi speculativi da parte dellâ&#x20AC;&#x2122;impresa cooperativa; lâ&#x20AC;&#x2122;unico interesse è contribuire a dare risposte adeguate e di qualitĂ alla domanda di salute di tanti cittadini e delle loro famiglie. Lâ&#x20AC;&#x2122;accesso ai servizi dello studio dentistico di via Milano, 59 è possibile previo appuntamento telefonico, chiamando allo 030 311736 oppure al 340 6764903 da lunedĂŹ a venerdĂŹ.
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Coccaglio Nella cornice di Villa Calini
Torna “Butterfly wedding” L’appuntamento è per domenica 24 ottobre. Una originale vetrina per i futuri sposi
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zione del giorno del sì. L’ingresso a “Butterfly wedding” è gratuito ma è consigliata una telefonata allo 030/7243574 per l’iscrizione alla lista d’ingresso. Gli organizzatori della giornata, a partire dai titolari di Villa Calini, si augurano di superare i numeri registrati nella prima edizione tenuta nella primavera scorsa. Allora le presenze furono tra le 500 e le 600. Grazie alla collaborazione con “Il giornale della sposa” uno dei must per le fidanzate che si accingono a prepa-
Si tiene domenica 24 ottobre, dalle 10.30 alle 20, la seconda edizione di “Butterfly wedding”, originale momento di incontro, ospitato nella splendida cornice di Villa Calini a Coccaglio. Come già per l’appuntamento di primavera, anche domenica 24 le coppie intenzionate a compiere il grande passo potranno incontrare, con quella calma che spesso manca nei grandi eventi fieristici, selezionati operatori del settore disponibili a presentare i loro servizi in vista dell’organizza-
rare il matrimonio, i numeri della prima edizione dovrebbero essere superati. Particolarmente apprezzata, in quella prima edizione, è stata la formula della giornata che verrà riproposta anche il 24 ottobre. Negli spazi di Villa Calini non saranno allestiti stand. Le coppie potranno incontrare invece esperti e operatori del settore in piena tranquillità e con questo confrontarsi sulle ultime novità in tema di matrimoni. “Butterfly wedding” darà anche modo a molte coppie di conoscere la location di “Villa Calini” una splendida dimora del Cinquecento riscoperta dallo chef Alessandro Cappotto che da pochi mesi ha assunto la sfida di rilanciarla per farne una location particolarmente adatta ai matrimoni.
domenica 24 ottobre 2010
In piena Franciacorta Villa Calini, prima ancora che per le proposte formulate dallo chef, affascina per la sua archittetura. Villa Calini dispone infatti di sale e salette in grado di soddisfare ogni esigenza dei futuri sposi che la scelgono come location per il momento di festa del loro matrimonio. Tra le coppie che avranno modo di partecipare al “Butterfly wedding” di domenica 24 ottobre sarà estratto un corso di cucina in tre lezioni organizato dallo stesso Alessandro Cappotto. Tre lezioni per consentire anche alla più sprovveduta (dal punto di vista culinario, ovviamente) fra le future spose di prendere per la gola il proprio marito. Un motivo in più per programmare per domenica 24 ottobre una gita a Coccaglio.
h.10.30/20.00
INGRESSO GRATUITO
Con il Patrocinio
Comune di Coccaglio
Chiamare lo 030 7243574 per l’iscrizione alla lista d’ingresso
SECONDA EDIZIONE
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Paesi e parrocchie Bassa
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Curiosità Un caso esemplare
Il matrimonio a “1000 euro”? È possibile In internet il resoconto dettagliato di come sia possibile sposarsi senza svenarsi
Qualche anno fa aveva suscitato un certo interesse un volume intitolato “Generazione1000 euro” in cui raccontava la vita possibile di tanti giovani lavoratori retribuiti appunto con uno stipendio di 1000. Le coppie che si trovassero a navigare in internet alla ricerca di spunti e soluzioni per l’organizzazione del loro matrimonio potrebbero imbattersi in una notizia che ha del sensazionale. È opinione diffusa che, oggi, per organizzare al meglio un matrimonio serva un considerevole investimento economico. Anche ciò che
la televisione propone al proposito, soprattutto con i canali satellitari, sempre confermare l’“impegno”. Via web è invece rimbalzata la notizia che ci si possa sposare anche con una spesa di soli 1000 euro. Possibile? La risposta è data via internet da due giovani di Udine che hanno coronato il loro sogno senza svenarsi. Partiti dal presupposto che l’importante era condividere un momento così intimo con le persone che per loro contavano veramente, con un migliaio di euro sono riusciti ad organizzare un matrimonio molto
Punto Casa
Liste nozze on line ǡ ͝Ȁ Ǥ ͔͔͗ ͙͗͛͛͛͗͘ ǣ ̷ Ǥ
rati dagli sposi. Primo piatto, cucinato dalla sposa la sera prima, a base di pasta fredda con pomodoro, mozzarella e basilico ed insalata di riso. Il secondo, una grigliata mista, è stato preparato da uno dei testimoni degli sposi nel corso dello stesso party. Per la torta nuziale la scelta è caduta su un dolce di pasta frolla, crema pasticcera e guarnita di frutta fresca. Non poteva mancare poi la scritta, ovviamente curata dagli sposi! Ovviamente quello descritto è un caso limite, difficilmente riproponibile anche perché, spesso e volentieri, nell’organizzazione di un matrimonio entrano in gioco fatti che esulano dalla volontà degli sposi. Il matrimonio a 1000 euro, però, può indurre a una riflessione su quanto sia lecito spendere per il giorno del sì.
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originale. Il segreto? In alcuni punti fondamentali. La cerimonia è avvenuta in luglio e la scelta degli abiti è caduta su capi freschi, leggeri e colorati che hanno consentito agli sposi di risparmiare una cifra considerevole. Le partecipazioni sono state spedite via internet, per e-mail o tramite Facebook. Gli sposi hanno anche detto no alle bomboniere, preferendo dei semplici portaconfetti realizzati dalla mamma dello sposo a uncinetto. La spesa complessiva non ha superato i 50 euro. Il ricevimento di nozze è stato realizzato in un parco privato messo a disposizione da un amico degli sposi e per le decorazioni colorati palloncini sono stati preferiti agli addobbi floreali. Singolare anche il menù di nozze: Rinfresco classico con olive, sottaceti, patatine e quadretti di pizza prepa-
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Cisl
Renato Zaltieri e, a destra, Beppe Marchi
Musil: un progetto da sostenere “Parlare del futuro Museo dell’industria e del lavoro come di una cattedrale nel deserto suona come un’offesa a una città e a una provincia che tutto deve alla tradizione di impresa e di lavoro della sua popolazione”. Lo dice la Segreteria della Cisl dopo l’annuncio del disimpegno del Comune rispetto alla realizzazione del Musil. L’assessore all’urbanistica del Comune di Brescia Paola Vilardi non poteva essere più esplicita e più chiara nel delineare presente e futuro di uno dei maggiori progetti culturali della città che dovrebbe sorgere nella zona ex Tempini del comparto Milano: “Ci sono problemi di bilancio e l’Amministrazione comunale sta rivedendo le sue priorità. Fra esse non c’è il Museo dell’industria e del lavoro”. Il progetto sembra dunque destinato a restare sulla carta. “La definizione delle priorità − scrive la Segreteria Cisl in un documento − diventa dunque un passaggio obbligato per qualsiasi Giunta ed è sicuramente apprezzabile che lo faccia anche Palazzo Loggia. È un esercizio difficile che però andrebbe maggiormente condiviso: un conto infatti è fare un elenco di progetti stabilendo tra di essi una priorità, un altro è dire dei sì e dei no senza la possibilità di capirne la logica. La scelta di disimpegno sul Musil annunciata dal Comune rientra purtroppo in questo secondo caso. La Cisl ritiene che Palazzo Loggia dovrebbe riconvocare gli attori di questo progetto e riprogrammare, non cancellare, il percorso per la realizzazione del Museo dell’industria e del lavoro”.
Parla Renato Zaltieri Un clima sempre più avvelenato
Cisl: scelte difficili e responsabili di Guido Costa
“Se dopo il fumogeno lanciato contro Bonanni a Torino e il primo ‘assalto’ alla sede Cisl di Treviglio c’era qualcuno che liquidava l’accaduto come bravate di isolate teste calde, i tanti, troppi episodi registrati nelle ultime settimane, hanno purtroppo dimostrato che intimidazione e intolleranza sono atteggiamenti pericolosamente diffusi”. Renato Zaltieri, segretario generale della Cisl bresciana, parla del clima avvelenato che si è venuto a creare attorno alle scelte sindacali, dall’accordo sulla riforma dei livelli contrattuali fino a quello per il rilancio di Pomigliano, accordi firmati da Cisl e Uil e osteggiati dalla Cgil e dalla Fiom in particolare. Perché si vive questa deriva nelle relazioni sindacali? “Non è la prima volta che accade. Succede in quei momenti in cui si è chiamati a far fronte a nuove emergenze, a ricercare soluzioni innovative e più aderenti ai cambiamenti che l’economia impone per tutelare meglio i lavoratori di fronte a questi nuovi scenari. La Cisl si è sempre assunta questa responsabilità: dalla contrattazione aziendale nel 1951 sino al nuovo modello contrattuale del 2009 che ha permes-
so il rinnovo in un anno difficilissimo di quasi tutti i contratti nazionali nel settore privato. Strade nuove, contestate nell’immediato ma poi sempre condivise e fatte proprie dall’insieme del movimento sindacale”. La manifestazione della Fiom di sabato scorso è stata particolarmente dura nei toni e nei giudizi sulla Cisl... “Di fronte a un mondo che sta cambiando ancora più velocemente di quello che appare, se vogliamo tutelare veramente i lavoratori non basta chiudersi in difesa di una condizione che non c’è più ma vanno ricercate quelle risposte, magari diverse da situazione a situazione, più utili per svolgere al meglio il nostro compito. La Cisl vuole contrattare a tutti i livelli, nei confronti del Governo e nei confronti delle tradizionali controparti datoriali, evitando il rischio, questo sì concreto, che nell’assenza di proposte e di interlocutori altri decidano per conto del sindacato confederale”. Oggi il sindacato italiano sembra condannato alla divisione. “Ci auguriamo tutti la ripresa di percorsi più comuni. Occorre però voltare pagina. Non è più accettabile che ci sia qualcuno che pretende di avere la verità in tasca e dispensa patenti di legittimità agli altri. Il sindacato deve fare sindacato. E basta”.
È il nuovo Segretario generale della Femca Cisl
Beppe Marchi: operaio e sociologo Beppe Marchi è il nuovo segretario generale della Femca Cisl di Brescia, la federazione dei lavoratori dei settori energia, moda, chimica e affini. Eletto dal Consiglio generale della categoria, prende il posto di Francesco Salottini che per cinque anni ha ricoperto il massimo incarico nella federazione e che ora è stato chiamato alla responsabilità dell’Ufficio Vertenze e Legale della Cisl. Marchi ha 52 anni. Delegato sindacale della sua fabbrica dal 1983, un’azienda di occhiali a Volta Mantovana, nel 1987 è diventato operatore dei tessili della Cisl nel Comprensorio del Garda. Nei primi anni Novanta ha vissuto in Brasile dando vita a un progetto di volontariato in favore dei minori di strada di Rio de Janeiro. Tornato in Italia
e al suo lavoro nel 1996, ha ripreso gli studi fino a conseguire la laurea in sociologia con una tesi proprio sull’esperienza nella favelas brasiliane. È nella segreteria della Femca di Brescia dal 2005. Com’è nata la decisione di fare un’esperienza in Brasile? Ci arrivavano testimonianze straordinarie sia dal mondo ecclesiale che laico ed è stato quasi impossibile non sentire la spinta a partire per immergersi nelle realtà popolari di quel Paese e cercare di costruire dei ponti di scambio tra il nostro e il loro mondo. È un’esperienza che le ritorna utile nell’impegno sindacale? Il mondo sindacale dovrà sempre più attrezzarsi e
coordinarsi a livello europeo e internazionale per reggere le sfide della globalizzazione. Questo l’ho capito in Brasile, molto prima che il tema entrasse nelle agende della politica, dell’economia e del sindacato di casa nostra. La quotidianità della favela, con il suo carico di emarginazione e violenza, è stata una scuola straordinaria di solidarietà. I poveri sanno costruire relazioni vere e attraverso di esse riesce a sopravvivere e – anche se può sembrare paradossale – a vivere “senza la vergogna di essere felici e cantando la bellezza di sentirsi eterni apprendisti” dice una bellissima canzone brasiliana. Mi pare una lezione attuale per la nostra società di oggi, così profondamente malata di individualismo.
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Sport
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Sci alpino Intervista a Nadia Fanchini
Il coraggio di ripartire con fiducia
redazione@lavocedelpopolo.it
L’infortunio di Saint Moritz del 31 gennaio 2010 sembra ormai un ricordo lontano. Dopo un recupero più veloce del previsto, Nadia è ripartita dallo Stelvio, dove ha rimesso gli scarponi ai piedi, per tornare a essere protagonista. La stagione femminile inizia il 23 ottobre con il Gigante di Soelden
Nadia Fanchini
Rugby A1: Vaccari nuovo presidente Non c’è due senza tre. Gianluigi Vaccari è il successore del dimissionario Francesco Casali sulla poltrona del club bassaiolo. Ex giocatore e già patron dal 1982 al 1986 e dal 2001 al 2002, Vaccari torna al timone eletto dal Consiglio societario. Premiata la sua fede al Calvisano: oltre a essere stato uno dei fondatori, entrambi i figli (Paolo e Alessandro) hanno indossato la maglia giallonera e ha fondato l’attuale Lega Rugby d’Eccellenza essendone anche presidente. “Non credo d’aver bisogno di presentazione – ha detto – mi conoscete tutti, sapete chi sono e probabilmente conoscete i pochi pregi e i molti difetti che ho come uomo e come dirigente, Devo ringraziare il Consiglio, per la sensibilità d’avermi chiesto d’assumere questo ruolo. Devo ringraziarlo perché la sensazione che ho avuto nel sentirmi riproporre di occupare questo spazio è stata la sensazione di un genitore al quale viene richiesto di dare una mano a una sua creatura”. Mercoledì scorso, infine, la presentazione ufficiale della squadra che – iniziato il campionato di A1 – punta al ritorno nel Super 10. (ro.mo.)
Maratona di Chicago: sugli scudi Rubino Dopo la vittoria all’ultima edizione della Brescia Marathon nella categoria Master 45, Natalia Rubino si è confermata prima atleta italiana a tagliare il traguardo della Maratona di Chicago. Nella classifica generale, la 48enne atleta bresciana (tesserata per la Millennium Running) è giunta sesta di categoria con il fantastico tempo di 3h 09’ 17’’. La Maratona di Chicago è stata l’ottava della carriera di Natalia e ha migliorato il suo precedente personale segnato a Boston in 3h13’, con un’invidiabile media di 4’30” al chilometro. “Mi alleno tutti i giorni – prosegue Natalia, che nella vita di tutti i giorni esercita la professione di avvocato – anche se corro circa quattro volte a settimana. Continuo a nuotare almeno un giorno a settimana effettuando una dieta equilibrata”. Natalia Rubino ha iniziato a correre solo quattro anni fa, all’età di 44 anni e oggi, anche grazie all’ottimo lavoro svolto con il suo allenatore, stupisce anche oltre oceano. (m.r.)
Ciclismo: Elite bresciana al Velodromo Sono Alessio Fazzolari e Alberto Taormina i nuovi campioni regionali della Corsa a punti Esordienti e Allievi disputata il 17 ottobre al Velodromo di Montichiari. Il primo (Cicliamanti Senago), vincitore di tre volate, si è imposto con 15 punti davanti a Giacomo Cretti e Nicolò Brescianini entrambi del primo anno del team Barblanco. Il secondo, al primo anno nella Polisportiva Molinello, ha vinto con 28 punti aggiudicandosi una volata e guadagnando il giro insieme ad Alberto Dell’Aglio della Monteclarense poi terzo nella generale: sulla piazza d’onore un altro atleta della Monteclarense, Damiano Zanotti con 27 punti. Prima dei due Campionati regionali si sono svolti due omnium per Esordienti e Allievi vinti rispettivamente da Alessio Fazzolari (che così si impone in tutte le prove di giornata) e da Michael Bresciani della Monteclarense. Il prossimo appuntamento è per il 30 ottobre con le gare di Esordienti, Allievi e Juniores.
A
A distanza di nove mesi dalla rottura dei legamenti crociati, la vita sportiva di Nadia Fanchini riprende forma e consistenza. Non è facile superare certi momenti e, soprattutto, allontanare la paura di non poter tornare quella di prima dell’infortunio. Lo sa bene Nadia che racconta come ha fatto a riprendere gli sci e con loro il sogno di una vita. Nessuna ricetta, ma semplicemente la capacità di stringere i denti e di affidarsi alle persone giuste, quelle che sanno essere positive per gli altri. Tutto facile? No, nelle pieghe dell’infortunio ci sono il dolore fisico e l’amarezza per un’Olimpiade mancata. Nadia, cosa significa tornare in pista nove mesi dopo l’infortunio nel super gigante di Saint Moritz (31 gennaio 2010)? Sicuramente è stata più dura delle altre volte, anche perché l’infortunio era più grave. Ho raggiunto un traguardo importante al termine di una riabilitazione dura. Quando ero sulla sedia a rotelle, non mi aspettavo di tornare in pista. Dove hai trovato la forza di ripartire? In alcuni momenti soffrivo parecchio, in altri ero più tranquilla. Con l’aiuto dei miei familiari e di tutte le persone che mi sono vicine ho reagito. Ogni tanto volevo rinunciare, perché la sofferenza era atroce; mi chiedevo se era il caso di soffrire senza avere la sicurezza di poter tornare sugli sci. Quanto hanno influito le origini? So che il carattere ha influito. Sono stata brava a reagire, mettendo un po’ di positività in quello che facevo e pensando a degli obiettivi. Adesso so-
di Luciano Zanardini
no guarita con un tempo di recupero molto veloce. Il dolore fisico si è unito al dispiacere per l’Olimpiade… Resta sì il rammarico dell’Olimpiade, un appuntamento molto atteso dagli sportivi che in quella sede vogliono giocarsi le loro carte. C’era il rammarico e c’era l’infortunio. Diciamo che i due aspetti si compensavano, mi pesava molto il pensare di dover rifare tutto da capo. Quanto tempo ci vorrà per vedere la migliore Nadia? Non posso sapere quanto tempo ci vorrà, bisogna vedere le situazioni: non dimentichiamoci che ho appena ricominciato a sciare. Sarà più facile recuperare in discesa o in Supergigante? Uno spera di tornare subito ai suoi livelli, ma molto dipende da come reagisce il fisico e dalle discipline. In Supergigante dovrebbe essere più facile perché la velocità è più bassa, mentre in discesa si deve avere più fiducia. La fiducia si trova nelle gare. Parliamo di Coppa del mondo. Quali sono le ambizioni di tua sorella Elena e delle altre italiane? Per le italiane può essere una buona annata. Per Elena spero possa essere un anno decisivo, cioè che possa tornare ai fasti del 2005/2006 quando vinse anche una medaglia ai Mondiali di Bormio. Tra le prime 15 al mondo c’è anche la Merighetti (un’altra bresciana, nda). Se partiamo con il piede giusto, in discesa l’Italia può fare bene. Anche nel Gigante siamo cresciute: ha fatto vedere delle belle cose Denise Karbon, uno dei miei modelli.
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Sport
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
Calcio Domenica contro il Lecce
Brescia, tanto bella... La partita che si giocherà allo stadio di Via del mare è contro una tra le dirette concorrenti alla salvezza. Tutte queste, eccetto il Catania, sono dietro alle Rondinelle che sono in media: 1,285 punti a partita; così sarebbero a fine stagione 48,83. Salvezza stimata a 45
C
Cara Brescia (città, tifo, squadra e società, ndr.), tanto sei bella, tanto sei strana. Sono tre le sconfitte consecutive nel tabellino delle Rondinelle. Risultati negativi raccolti contro Bari, Lazio e Udinese, ma non meritati. In settimana si è discusso su Beppe Iachini, capendo e interpretando le affermazioni del presidente Corioni come un ultimatum al mister: “è un bravo allenatore ma si deve svegliare” e “i cambi sono da fare prima”. Certo tre sconfitte consecutive non sono una manna dal cielo, anzi.; pos-
di Mauro Toninelli
sono veramente minare la serenità e la fiducia. Ad altri, tre sconfitte consecutive sono costate il posto. Unica eccezione nella storia recente del calcio bresciano è stata la permanenza di Mazzone nella stagione 2001-2002 che non venne mai messo in discussione. Bella e strana Brescia, che si ritrova ora a rimettere in discussione l’allenatore che, in corsa è riuscito a riportarla in Serie A dopo cinque anni; bella e strana Brescia, che aveva chiesto, solo qualche mese fa da più parti, la permanenza del tecnico nato ad Ascoli Pice-
Beppe Iachini
no; bella e strana Brescia che quando aveva i risultati voleva il bel gioco, e quando ha il bel gioco vuole i risultati. “Rispetto le idee del presidente ma io faccio con la mia testa. Siamo in linea con quello che dovevamo fare – ha detto Iachini – . Vedo che la squadra sta crescendo e sta giocando un buon calcio. Ora è un momento in cui non raccogliamo ciò che seminiamo”. Certo tre sconfitte consecutive non sono buona cosa, ma per dovere di cronaca, arrivano dopo tre vittorie consecutive. La partita con il Lecce è importante e lo era al di là dei risultati e delle polemiche della settimana. Il Lecce è una delle avversarie dirette alla salvezza delle Rondinelle. A proposito di avversarie dirette la classifica parla di Brescia a nove punti con tutte le concorrenti alle proprie spalle:
Cesena e Lecce (otto punti), Cagliari e Bologna (sette punti); a pari punti il Catania. La media dei giocatori di Iachini è di 1,285 a partita. Con questa media i punti finali sarebbero 48,83. La salvezza è stimata attorno ai 45. Il destino del Brescia passa domenica dallo stadio di Via del mare. Sarà importante una vittoria visto che il calendario presenta poi tre gare difficili: Napoli, Inter e Juventus. Diffiicile sulla carta vincere, ma il bello del calcio è che resta un po’ di imprevedibilità e di cuore; quelle cose che statistiche e numeri non possono calcolare ma che suscitano passione ed entusiamo. Noi siamo convinti: col bel gioco arriveranno le vittorie. E questo Brescia, tanto bello con Iachini, sarà anche vincente. Fiducia a Iachini. Ce l’ha insegnato lei, pres., a suo tempo.
diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 24 Ottobre 2010 ore 17:45
vs Castelletto Ticino
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Brescia Leonessa
Centro Sportivo Italiano
Genova Un commento sugli incidenti nella gara Italia-Serbia
I bambini smarriti sugli spalti di Massimo Achini
L’hanno chiamato la bestia. Il suo volto e i suoi tatuaggi hanno fatto il giro del mondo. E, per fortuna, anche la fotografia del suo arresto mentre cercava di nascondersi in uno dei pullman serbi. C’è un’altra immagine della serata di Marassi che non riesco a dimenticare: si tratta dello sguardo smarrito di centinaia di bambini seduti in tribuna non lontano dalla postazione degli ultras serbi. Loro erano andati allo stadio pensando ad una serata di festa: pensate che la Federazione aveva regalato a ciascuno una bella maglietta azzurra ed una bandierina per tifare Italia. Prima ancora di tradire lo sport i teppisti serbi hanno tradito loro e tutti i ragazzi seduti a casa davanti ad un televisore. Riparare i danni alle vetrate e ai cancelli sarà facile, non altrettanto semplice sarà cancellare nei piccoli spettatori l’idea che una partita di calcio sia motivo per scatenare il peggio che c’è in ciascuno di noi. Parole di grande saggezza educativa sono arrivate dal mister della nazionale Cesare Prandelli,
il quale ha ribadito che nonostante tutto l’unica strada possibile rimane quella di investire su una nuova cultura dello sport tra i ragazzi ed i giovani. Siamo d’accordo, e lo siamo anche sul fatto che bisognerà arrivare ad un giorno nel quale entrare in uno stadio con un vero “arsenale bellico” diventerà impossibile. Come sostiene Prandelli non tutti gli ultras sono “delinquenti”, ma con le curve bisogna avere fermezza e quel dialogo serio che viva la fatica di una relazione educativamente difficile ma possibile. Tornando ai ragazzi e ai giovani mi piacerebbe affidare a loro la risposta del dopo Marassi. Fosse possibile, convocherei domani stesso un’Italia-Serbia per giovanissimi, e in prima fila tra di loro gli smarriti bambini delle tribune di Marassi. Li convocherei per una partita da trasmettere in mondovisione, proprio da Marassi, per restituire loro la fiducia nello sport e testimoniare a tutti i loro coetanei che una partita di calcio non è una guerra e che è possibile viverla in allegria ed amicizia, rivelandosi così molto più saggi di quanto siano certi adulti. Per ora è un sogno. Nelle prossime settimane mi piacerebbe si trasformasse in un bellissimo progetto.
Ospitaletto
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Calcio a 7: le protagoniste si fanno notare La massima categoria del calcio a 7 è giunta alla quinta giornata di campionato ed i valori delle formazioni candidate a recitare un ruolo da protagoniste in ottica finali provinciali iniziano ad emergere. È il caso di Master Pubblicità, che domina il gruppo A a punteggio pieno dopo il 4-1 ottenuto in casa di Adea Service. L’unica che tiene il suo passo – seppur staccata di 3 punti - è Saip, che espugna per 5-3 il campo di una formazione con una grande tradizione ma in evidente crisi di risultati: il Cafè Noir. Il gruppo B è il più equilibrato. Al comando c’è il trio composto da Gardonese Park, Casto Valsir e Polisportiva Alta Valtrompia Bovegno, che ha una gara in meno ma è già a quota 10. Dietro c’è grande bagarre, con le rimanenti nove squadre raccolte in soli 6 punti. Cigole e Invicta, invece, volano nel gruppo C con cinque vittorie su cinque e sono pronte ad affrontarsi nello scontro diretto previsto per martedì a Calcinato. In terza posizione resiste New Entry con 12 punti, poi inizia già a crearsi il vuoto, con Sirmione e Lonato 2 Comeca quarte ma già a -8 dalla vetta. Con un successo di misura su Smv (4-3) Elettro 2000 mantiene inviolata la vetta del gruppo D e tiene a distanza di una lunghezza la Noce, reduce dal roboante 7-0 inflitto al San Filippo Neri A. È crisi nera, invece, per Tinteggiature Erika, unica compagine di Elite ancora ferma a 0 punti.
di Bruno Forza
“Pedala con noi”: la solidarietà in vetrina La solidarietà sarà assoluta protagonista del fine settimana ciclistico ciessino. La stagione è ormai conclusa e domenica vivrà il sentito epilogo con la ciclo passeggiata “Pedala con noi”, organizzata da Unione Ciechi Brixia e Cicli Perani su un percorso di 40 km che partirà da Ospitaletto. L’evento è aperto a tutti ed il ritrovo è fissato per le 8 all’oratorio San Giovanni Bosco. Partenza alle 9. Pallavolo. La lunga attesa è finita. Anche la stagione del volley arancioblù è pronta a partire. Da stasera e per tutto il fine settimana scenderanno in campo le formazioni delle otto categorie in lizza per il titolo provinciale: under 8, under 10 maxi, under 14, juniores, top junior e il trittico degli open: maschile, femminile e misto. Tennis tavolo. Sarà una domenica intensa anche per i pongisti del Csi, impegnati nella
palestra comunale di Borgo S. Giacomo per la prima prova del campionato individuale. Alle 9 è previsto l’inizio delle gare giovanili, seguite alle 10 dalla sfida femminile. Nel pomeriggio impugneranno le racchette i senior, poi largo alle gare del doppio. Facendo un passo indietro non va dimenticata la presentazione del nuovo corso arbitri di calcio e basket che si è tenuta ieri nella sede provinciale di via Chiusure. Il Csi Brescia, infatti, è sempre a caccia di nuovi fischietti da inserire nel proprio organico. Lo scorso weekend la palestra Bushido di via Sondrio ha ospitato la festa dell’Associazione Scuole Ju Jitsu Arte e Cultura con esibizioni di atleti di tutte le età. Oltre a forbici volanti, capriole in velocità e proiezioni acrobatiche c’è stato spazio per i racconti del maestro Rocca e per comunicare ai
presenti l’istituzione di un corso di difesa personale per anziani. Sul fronte delle due ruote, invece, si è svolto il Gran Premio Nazionale di Mountain Bike Cross Country di Tivoli. Ai nastri di partenza si sono presentati 140 biker, che hanno gareggiato su un circuito di 8,2 km. La corsa è stata dominata dagli atleti della categoria senior, che hanno monopolizzato le prime posizioni della classifica. La coppia bresciana composta da Domenico Fagoni (Mtb Italia) e Alberto Glisoni (Csi Ciclobrescia) ha ottenuto rispettivamente un 12° e un 55° posto assoluti. Il tricolore, invece, è andato ad Alessandro Pasquali della Centro Italia Bike Montanini, che si è aggiudicato il gradino più alto del podio davanti a Vladimiro Tarallo (Team B-Mad) ed Emanuele Orsini (Forhans Team).
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La vera questione in gioco Egr. direttore, con una lettera su “La Voce del Popolo” del 15 ottobre don Mario Benedini prende posizione su un mio intervento pubblicato dal quotidiano “Bresciaoggi” il 13 ottobre dandone una lettura che ritengo scorretta e fuorviante. E lo fa senza mai nominarmi e scrivendo su un periodico diverso da quello sul quale sono intervenuto. Strano modo di partecipare a un dibattito. In ogni caso mi rimetto all’intelligenza dei lettori de “La Voce del Popolo” invitandoli ad andarsi a leggere quanto avevo scritto. Personalmente avevo preso carta e penna dopo aver letto su “Bresciaoggi” alcuni stralci delle esternazioni di due parroci bresciani, don Neva e mons. Filippini, apparse sulla rivista “Città e dintorni”. Per quanto mi riguarda tengo a precisare anzitutto che non ho mai fatto questioni di numeri, di quantità di associazioni, di rapporti di forza o di schieramenti. Anche se ci fosse una sola associazione o una sola persona impegnata in un serio tentativo di rendere presente le ragioni della fede nella realtà, questa va guardata con simpatia. Lo considero un segno di grande speranza per tutti. Don Benedini non può pertanto farmi dire quello che non penso. In secondo luogo mi preme far capire di cosa stiamo parlando e quale sia il livello del dibattito. Dopo aver letto gli estratti degli interventi dei due parroci ho recuperato i testi integrali dei loro scritti per scoprire in quello di
don Neva diversi passaggi contro Comunione e Liberazione, movimento a cui appartengo, la Compagnia delle Opere, Formigoni, colpevoli di essere preoccupati solo – cito – di “incrementare il proprio potere”. E ancora vi si legge dei “giovani ragazzi di Cl guidati dagli ex giovani di Cl diventati adulti nel potere, che applaudono il potente di turno, consegnandogli persino prospettive messianiche”. Volutamente nel mio intervento su “Bresciaoggi” non ho fatto menzione di tali attacchi, la cui grevità e la banalità trita e ritrita non meritano repliche. Prima ancora che esprimere una valutazione sull’incidenza culturale e politica dei cattolici, mi interessava affermare un giudizio di fondo su quale sia la vera questione oggi in gioco e suggerire il punto da cui ripartire. Così mi sono affidato alle indicazioni del Santo Padre. Cl comunque non ha certo bisogno della mia difesa. A questo basta un fatto: anche tanti che dissentono dalle posizioni del movimento una volta che lo hanno conosciuto da vicino lo guardano con simpatia e rispetto per la sua vivacità culturale e la qualità della proposta educativa. Non è certo l’unica realtà, ma credo che come esistono tanti altri movimenti e associazioni che danno il loro contributo positivo alla vita della Chiesa, allo stesso modo vada riconosciuta anche la presenza di Cl. Non ho neppure fatto riferimento alle critiche sguaiate di don Neva verso mons. Fisichella. Anche qui non servono difensori d’ufficio. Mi domando
Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it
Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.
se sia un caso che il Papa abbia voluto proprio Fisichella a guidare l’organismo per la nuova evangelizzazione. Di tutto questo nella lettera di don Benedini non c’è traccia. Dice solo che si tratta di testi vecchi di mesi. Allora gli chiedo solo come mai quando sono stati pubblicati non ha avuto la stessa reazione risentita che il mio intervento gli ha suscitato? Non mi risultano infatti sue lettere per chiosare don Neva. Graziano Tarantini, presidente Fondazione San Benedetto
Il Premio Cuore Amico per i bambini handicappati
23 ottobre 2002 Uomini armati irrompono nel teatro Dubrovka di Mosca, prendendo in ostaggio circa 700 persone. Il commando chiede la fine della guerra in Cecenia
24 ottobre 1929 L’ordine è di vendere, a qualsiasi costo. Oltre 13 milioni di azioni vengono cedute con gravi perdite. È il “giovedì nero” della Borsa di New York
Egr. direttore, vi raggiungo in questo momento in cui sto vivendo alcuni giorni in famiglia a Nave grazie a persone care e buone che hanno lavorato per candidarmi al premio “Cuore Amico 2010” e grazie alla omonima associazione che mi ha scelto come religiosa per assegnarmi questo riconoscimento. Qualcuno qui mi ha quasi rimproverato : “Non sappiamo più cosa
Omnibus
Avvenimenti 22 ottobre 1978 A Roma papa Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, inaugura il suo pontificato. Una folla enorme segue la solenne cerimonia
Le ricette della settimana Agnello ai funghi Ingredienti: 1 kg di spalla d’agnello disossata arrotolata, 500 g di funghi porcini, 25 g di burro, 25 cl di panna, un ciuffo di prezzemolo, 2 spicchi d’aglio, olio d’oliva, sale e pepe.
unire il prezzemolo tritato, poi eliminare gli spicchi d’aglio. Sul piatto da portata servire l’agnello tagliato a fettine nappate con la salsa calda e con il contorno di funghi porcini.
Farfalline al tonno Preparazione: Salare e pepare la spalla, spennellandola accuratamente con un po` d’olio leggermente salato. Adagiarla in una teglia con quattro cucchiai d’olio e cuocere per un’ora in forno preriscaldato a 200 gradi. Ritirare e tenere al caldo. In un tegame versare un bicchiere d`acqua calda, la panna e 100 g di gambi dei funghi ben puliti e tagliati a pezzetti. Lasciar cuocere per un quarto d’ora. Nel frattempo, in una padella con il burro insaporire velocemente le cappelle dei funghi tagliate a fettine a fuoco vivace. Aggiungere gli spicchi d’aglio interi. Salare e pepare. Continuare la cottura a fuoco moderato per un quarto d’ora,
Ingredienti: 400 g di pasta tipo farfalline, 3 acciughe, 1 kg di pomodori, 300 g di tonno, 1 spicchio d’aglio, origano, sale, pepe. Preparazione: Cuocere la pasta con acqua salata. Fate dorare l’aglio con l’olio, poi ritiratelo e aggiungete le tre acciughe che avrete lavato, spinato e tagliato a pezzettini. Fate dorare il tutto e poi aggiungere i pomodori. Cuocete per 15 minuti. Quando il sugo diventerà denso, aggiungere il tonno sminuzzato con un po’ d’origano. Scolare la pasta e condirla con la salsa.
LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010
fai”. In periferia di Kabwe , cittadina nel nord dello Zambia, ho il mio programma pastorale: visito ogni giorno le famiglie bisognose e porto l’eucaristia agli ammalati. Tutte le settimane, alternando le visite, mi reco alle prigioni visitando, due volte al mese gli uomini e due volte le donne. Queste visite significano molto non solo per le donne recluse ma anche per me perché rifletto sul valore della libertà e sulla gioia di possederla. Certe volte pensando alla situazione di queste persone mi sento una stretta al cuore: le giornate per loro sono sempre uguali senza nessuna novità. Questi nostri fratelli e sorelle parlano della loro situazione con sincerità e libertà e posso dire che sebbene siano di confessioni diverse, essi manifestano tutti il desiderio e la necessità di avere momenti di spiritualità e di preghiera. Qui a Kabwe stiamo ultimando la chiesa parrocchiale che è stata iniziata più di 10 anni fa. Se avessimo qualche aiuto economico penso potremmo finire la nostra chiesa. Per il momento le funzioni vengono svolte presso una comunità di religiose che ci mettono a disposizione la loro cappella, che però è troppo piccola rispetto alla gente che partecipa alle celebrazioni. In questo momento alla nostra chiesa per essere ultimata mancano i serramenti, gli impianti, le tinteggiature e gli arredi (banchi ecc.). La popolazione è coinvolta nella costruzione ma ancora non sono in grado di finirla da soli. C’è ancora tanto da fare! Io spero tanto nella Provvidenza, perché abbiamo bisogno
di entrare nella nostra chiesa. Come progetto della mia famiglia religiosa – noi suore di Maria Bambina a Kabwe – abbiamo in animo di costruire un centro per bambini handicappati che qui vivono, perché non essendoci in Zambia luoghi simili che siano di esempio, costoro non vengono considerati come persone ma abbandonati a se stessi. Utilizzeremo il premio che mi verrà consegnato dalla “Associazione Cuore Amico” per questo progetto. Ringrazio di cuore per l’aiuto continuativo che date ai bambini e ragazzi delle adozioni e vi ricordo nelle mie preghiere. suor Eleonora Liberini
25 ottobre 1944 Per contrastare l’attacco americano alle Filippine, piloti giapponesi si lanciano contro obiettivi nemici, suicidandosi pur di colpire. Nascono i kamikaze
26 ottobre 2002 Un blitz delle teste di cuoio russe mette fine al sequestro di 700 persone nel teatro Dubrovka di Mosca iniziato la sera del 23 ottobre
Per costruire una società più giusta e più cristiana Egr. direttore, in questo difficile momento della storia, di fronte a una società dove predomina il dio denaro, che ha portato a così palesi e sostanziali ingiustizie, dove la persona umana non solo non è più rispettata nella sua dignità ma la si calpesta, la si travolge; si arriva a uccidere anche solo per dare sfogo ai peggiori istinti, serve delineare un progetto sociale complessivo, per ricostruire la gerarchia dei valori che hanno reso possibile l’affermarsi di ogni civiltà, almeno nella bi millenaria storia dell’era cristiana. Se è vero, come è vero, che aumentano i poveri come quantità e pure come caduta in una situazione di isolamento sociale, che lascia poco spazio alla speranza per una
vita dignitosa, è dovere morale, di ogni società, ricreare le condizioni perché i numerosi poveri possano tornare a “sedersi” alla mensa comune, ossia condividere i beni e i frutti del creato, in un clima di fiducia nella vita e nel futuro. Spetta alle autorità morali, laiche o religiose, e alle donne e agli uomini di “pensiero” riflettere e indicare gli strumenti da adottare, e i percorsi da seguire. Alla politica e alle scelte politiche di coloro che rappresentano i cittadini compete l’obbligo di assumersi le responsabilità per decisioni in linea con gli obbiettivi di una piena giustizia sociale. Dobbiamo ritornare a chiedere alla politica il coraggio di andare, anche, contro corrente, sostenendo scelte appropriate per evitare che i ricchi diventino sempre più ricchi, mentre le povertà intellettuali, materiali, morali e spirituali sono in continuo aumento. Questa richiesta deve trovare ampia convinzione, voce e spessore, sia negli ambienti cattolici che laici. Altrimenti ogni affermazione di principio rimane sterile, e la speranza per un futuro migliore svanisce. Anche alla luce di quanto è emerso alle Settimane sociali di Reggio Calabria mi pare essenziale rinnovare il nostro impegno per una società migliore. Giuseppe Delfrate
Egr. direttore, sono ormai passati i tempi in cui ci si incontrava solo a casa di amici, per due
chiacchiere mangiando un gelato o passeggiando per le vie del centro. Il principale “luogo” di ritrovo per i ragazzi oggi è diventato il computer e qui va per la maggiore Facebook. Facebook, come ormai quasi tutti sanno, è stato ideato nel 2004 da uno studente in un college americano proprio per mantenere i contatti con i compagni. Non a caso le espressioni come: “Quanti amici hai su Facebook?” o: “Hai accettato l’amicizia di Francesco?” indicano proprio la funzione prevalentemente sociale/relazionale di questa possibilità della rete internet. Il computer permette anche di accedere rapidamente a un enorme bacino di informazioni. Ogni ragazzo però ammette facilmente che l’utilizzo prevalente del pc è di natura ludico-sociale: per divertirsi, coltivare interessi e soprattutto per “incontrare” amici vecchi e nuovi. Su Messanger si comunica con gli amici, si possono esprimere le emozioni attraverso le emoticon, segni, immagini espressivi dei diversi stati emotivi. La rapidità, il voler tutto e subito va spesso a braccetto con la superficialità. Le relazioni più profonde, di amicizia o di coppia, si costruiscono pian piano, dedicando all’altro del tempo e delle attenzioni che non si limitano al battere dei tasti su una tastiera. Potremmo aggiungere che abbiamo anche bisogno di relazioni più dirette e che nessuna “faccina” potrà mai sostituire e comunicare la stessa intensità di una lacrima, un sorriso, una stretta di mano o un abbraccio. Lettera firmata
27 ottobre 1904 Viene inaugurata la prima linea metropolitana della città di New York. Nel primo giorno di attività la provano circa 150mila persone
28 ottobre 1958 In Vaticano fumata bianca per Angelo Giuseppe Roncalli. Il cardinale patriarca di Venezia assume il nome di Giovanni XXIII
Emozioni in internet
L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane
Auguri a...
D.: Volevo sapere se un lavoratore dipendente in condizione di: invalidità del lavoro del 40%, linfoma non di Hodgkin riscontrato da un medico specialista, 1940 settimane di versamento Inps, può richiedere la pensione anticipata e, nel caso non fosse possibile, se è invece applicabile la Legge 104/1992.
Villanuova sul Clisi 89 anni per Giuseppe
R.: Un lavoratore dipendente può ottenere la pensione di vecchiaia a 60 anni in caso sia riconosciuto invalido almeno all’80%. Nel suo caso e con la maturazione di 1940 contributi è però forse più consigliabile verificare il diritto alla pensione di anzianità. Per quanto riguarda invece il riconoscimento della legge 104, questo è indipendente da qualsiasi pensione e va richiesto all’Asl tramite una procedura telematica. Per un ulteriore consulto non esiti a contattare il nostro Patronato Acli al numero 030.2294011.
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Giuseppe Franceschini il 23 ottobre compie 89 anni: è festeggiato dai figli don Giacomo, parroco dal 1997 di Villanuova sul Clisi, e AnnaMaria. Agli auguri si unisce anche la redazione di “Voce”.
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La SOSTENIBILITÀ
del Gruppo A2A
Il Gruppo persegue un livello di prestazioni volto alla piena soddisfazione dei propri interlocutori, inquadrando tutte le iniziative in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Gli impegni, i risultati, le sfide di A2A in quest’ambito sono riassunti nel BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ 2009. Il documento integrale è disponibile in formato elettronico sul sito www.a2a.eu
www.a2a.eu