La Voce del Popolo 2010 41

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DEL POPOLO

LAVOCE

Cieli di Francesca Bernacchia

Il Salmo 19 (18) dice che “i cieli narrano la gloria di Dio”; l’immagine disegna il movimento prodotto dal giorno che si china sulla notte per consegnare il suo messaggio all’oscurità in attesa; dall’altro capo del cielo le tenebre affidano al mattino lo stesso messaggio, gelosamente custodito e gioiosamente diffuso. Non si tratta di parole, né di suoni: piuttosto della silenziosa scrittura dei cieli (BJ), eco continua del medesimo canto. Ma quale è il messaggio? Io credo che il muto e chiaro linguaggio che gira nei cieli abbia a che fare con le parole dell’amore. Ciò che si vede è emanazione di una verità, riverbero di un fulgore interno, che rimane opaco per la più parte dei giorni (coperto da contro-messaggi). Il significato ultimo dei movimenti, dei gesti dell’universo fa il suo apparire in istanti-miracolo. Talora ci è dato assaporarne la fragranza e la luminosità umile, per nulla chiassosa: è il miracolo dell’accorgersi della bellezza, che potrebbe anche non accadere.

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n° 41

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SETTIMANAL SETTIMANA SETTIMANALE NAL DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 29 OTTOBRE 2010

La vita buona

Presentati il 28 ottobre gli Orientamenti pastorali dei Vescovi italiani per il decennio 2010-2020. Dopo evangelizzazione e sacramenti, comunione e comunità, carità e comunicazione del Vangelo in un mondo che cambia, l’attenzione cade ora sull’educazione


sommario Il fatto

Se vuoi essere amato, ama (Seneca)

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Chiesa. Un decennio dedicato all’educazione

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“Nave Teatro 2010” e “A volto scoperto. Le relazioni nella vita” sul palcoscenico

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti Indonesia. La natura si accanisce su Sumatra

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a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia Incontri alla Casa Foresti. I minori stranieri in oratorio

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di Gabriele Bazzoli

Paesi e parrocchie Rovato. Emilio Bonomelli 40 anni dopo

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di Gabriele Archetti

Brescia. Tra litigi e proposte per il futuro

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di Luciano Febbrari

Il lodo Adamo ed Eva

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di Andrea Alesci

Incontri. Vito Mancuso Alla ricerca della cornice

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di Angelo Onger

Economia e lavoro La mafia, l’etica e l’economia in Lombardia

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Franco Nembrini e la Commedia dantesca

Il Teatro San Costanzo dell’oratorio di Nave sta promuovendo un ottobre e un novembre farciti di cultura. In pole position la 18ª edizione della Rassegna nazionale del Teatro Amatoriale organizzato dalla parrocchia Maria Immacolata e dall’assessorato alla Cultura “Amici del Teatro San Costanzo”, gruppo teatrale “La Betulla”, in collaborazione con la Comunità montana. Gli spettacoli iniziano alle 20.45. Il primo appuntamento è andato in scena sabato 23 ottobre con la rappresentazione de “Il Tacchino” presentato dall’associazione artistica Schio Teatro 80. Questo fine settimana occhi puntati, sabato 30 ottobre, sulla Compagnia Teatro Impiria di Verona con “L’ultima chiamata” di Andrea Castelletti, ispirata al film “Phone Booth”. Penultimo appuntamento sabato 6 novembre con la messa in scena di “Twist” di Clive Exton da parte della Compagnia “Gli antinati” di Vigevano. Lo spettacolo conclusivo, comprensivo di premiazioni, avrà luogo sabato 13 novembre. Sarà la volta della compagnia “La Betulla” di Nave che presenta “Vuoti a rendere” di Maurizio Costanzo. L’oratorio San Filippo Neri propone poi alle ore 20.30 nella Sala della comunità una serie di incontri volti ad approfondire le relazioni con l’altro nella vita. “A volto scoperto” indaga giovedì 28 ottobre i rischi e le opportunità del mondo digitale con la partecipazione di Gualtiero Carraro. Alla serata sono invitati genitori ed educatori. Giovedì 4 novembre verrà trattato il delicato tema della relazione educativa con la proiezione di “Les Choristes” (I ragazzi del Coro) di Christophe Barratier. Sarà la relazione col diverso l’incontro di giovedì 11 novembre, durante il quale verrà mostrato il film “La solitudine dei numeri primi” di Saverio Costanzo. In conclusione del ciclo, giovedì 18 novembre, viene trattata la relazione affettiva con la proiezione di “Basta che funzioni”, pellicola del noto regista Woody Allen. (b.f.)

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di Mauro Toninelli

Cronache italiane. Dai sobborghi bresciani. Un giorno della scorsa settimana, un signore complessivamente un po’ ‘strano’ entra in un negozio e acquista una cipolla e un cetriolo (con un criterio di spesa che gli è solito). Si presenta alla cassa con un biglietto da 20 euro per pagare un conto di 0,82 centesimi. Il negoziante non ha il resto, gli consegna il biglietto della pesata e gli dice: “Pagherai alla prossima occasione”. Il signore di cui sopra esce e viene fermato da un agente della Guardia di Finanza che gli contesta la mancanza dello scontrino di cassa. Lo invita a tornare nel negozio, dove c’è un altro agente e, nonostante le spiegazioni offerte, i due agenti procedono a verbalizzare l’infrazione fiscale. È evidente che i due agenti hanno fatto il loro dovere perché la legge vale per i centesimi

come per i miliardi. Il problema è nella sproporzione fra 82 centesimi e i miliardi di euro. Alcune settimane fa il “Sole 24Ore” (che non è certo un giornale di sinistra) ha scritto: “Scalare la montagna delle imposte che sfuggono al fisco era e resta un’impresa difficile. E l’evasione – forse complice la crisi – non sembra voler allentare la presa. 118 miliardi, tra Irpef, Ires, Iva, Irap, altre imposte e contributi sociali: è la stima nostra, aggiornata al Pil 2009, in crescita rispetto ai conti sul Pil 2007, quando il totale delle somme sottratte al fisco si era fermato a 100 miliardi”. Poi c’è l’economia sommersa, che conferma indirettamente la montagna dell’evasione: “Secondo l’ultimo valore dell’Istituto di statistica, la shadow economy vale da un minimo del 15,3 a un massimo del 16,9% del Pil. A valori 2009 si tratta di un importo pari a 232 miliardi sulla

Sport Calcio. Che serva forse il volo di una rondine?

LA VOCE DEL POPOLO

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di Mauro Toninelli

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Cristiana Dobner

La mano sempre tesa Capodimonte: i Santi sostituiscono le zucche e gli scherzi di Halloween

Halloween o Hallowe’en è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra la sera del 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l’anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all’inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween. Recentemente quelle tradizioni sono state rispolverate per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, con abbondante uso di zucche, bussano alla porta minacciando: “Dolcetto o scherzetto?”. Una tradizione lontana dallo spirito della festa di tutti i Santi. Perciò qualcuno ha pensato bene di cambiare musica, dando alle iniziative un’impronta più significativa. Quello che negli anni scorsi è già avvenuto altrove, viene ora riproposto dall’oratorio di Capodimonte (Castenedolo). Nelle ultime settimane le mamme si sono prodigate nella realizzazione di costumi dei Santi che i bambini useranno per travestirsi. I bambini stessi sono impegnati a fare conoscenza delle figure che rappresenteranno e porteranno per le strade del paese. Andranno poi a bussare alle porte o a suonare ai campanelli non per minacciare scherzi, se non arrivano i dolci, al contrario faranno visita in particolare alle persone sole e/o anziane offrendo loro un dono. Viene così rivisitata la celebrazione dei Santi che ha lo scopo di imparare da loro, imitandoli, come deve essere vissuto il Vangelo. Mentre la commemorazione dei defunti ha lo scopo di farci meditare sulla permanenza temporanea in questo mondo e di riavvicinarci, nella preghiera, alla comunione con loro.

parte bassa della forchetta e a 257 nella parte alta, cui corrispondono rispettivamente i 105 e i 118 miliardi calcolati nella nostra elaborazione”. Per non parlare dei miliardi di euro della corruzione. Sempre la scorsa settimana il nuovo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, si è insediato esprimendo un forte richiamo ai temi etici alla luce degli episodi di corruzione e spreco di risorse pubbliche di cui abbondano le cronache. Episodi, ha spiegato, “che persistono e preoccupano i cittadini ma anche le istituzioni il cui prestigio e affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli”. Ciliegina sulla torta, in questi giorni continua la lotta sulla giustizia, spacciata per riforma della stessa, per assicurare l’impunità a un “perseguitato”, il signor B. Nella mia vita ho conosciuto solo un altro “perseguitato”: era un ladruncolo del mio paese, assolutamente non professionale, che venne becca-

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to e arrestato una ventina di volte. Rubava galline, naturalmente. Quando lo prendevano con la gallina in bocca (la preferiva lessa) diceva ai suoi carcerieri: “Ma allora ce l’avete con me”. A parte questo, credo che molti di noi siano disposti a concedere l’impunità al signor B purché questa storia finisca e ci si possa finalmente dedicare ai famosi (perché molto citati e ignorati) problemi del Paese. Pensando anche a quei cattolici alleati del signor B che molto spesso accusano coloro che protestano contro il degrado morale del Paese di “moralismo”, avrei una proposta da fare: il lancio di un “lodo Adamo ed Eva”. Sappiamo tutti che i nostri guai sono frutto (anche in riferimento alla materia del dolo) del loro peccato originale. Sarebbe ora di metterci una pietra sopra e con questo cancellare tutte le colpe e anche i sensi di colpa. Si potrebbe chiedere un consenso preventivo alla Chiesa. E se qualcuno recalcitra, c’è sempre il metodo Boffo.

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Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

Questi giorni hanno un sapore liturgico speciale: una festa di tutti i Santi e una celebrazione più mesta di tutti i defunti. Gioia e dolore si intersecano nella vita quotidiana, gioia di essere giunti a casa per chi ormai vive in Dio, dolore per chi cammina ancora nella storia per la lacerazione che ogni separazione comporta. Ma chi sono costoro? Santi sono quelle persone che, incontrato il Volto di Dio, a Lui hanno dato risposta in vita e in morte, riconoscendolo come il Signore. Molti avranno varcato la soglia del tempo portando in sé una luce trasparente e pura, altri avranno ancora alcune macchie e zone da illuminare, da rendere pure. Come questo avvenga, lo crediamo più che saperlo. Sappiamo però che un atto di amore diretto ed esplicito, privo di egoismo, ci pone in contatto con l’unico Amore che può perdonare tutte quelle colpe che, in un modo o nell’altro, hanno imbrattato il nostro percorso. Tutti insieme i Santi formano quella corona gioiosa e lieta che tanti dipinti antichi ci indicano, non è girotondo infantile e, forse puerile, è l’indicazione di un cerchio, una figura perfetta, in cui non si trova l’inizio e in cui non si scorge la fine, segno che ormai siamo fuori dal tempo, fuori dal giorno e dalla notte che si susseguono e marcano la nostra età cronologica: la nascita al mondo e la morte al mondo. Un cerchio in cui l’inizio si fonde con la fine perché non si tratta di un paradosso dell’arte per stupire. È il nodo centrale dell’esistenza umana vissuta nella luce del Vangelo: nessuno scompare e si dissolve ma, misteriosamente, si ritrova, mutato ma non cambiato, rimane se stesso trasfigurato. Inizio e fine in un fluire che genera il tempo nello stesso Dio. Il cerchio diventa la corona in cui uno si lega all’altro, in un vincolo che non subisce più contrasti, opposizioni di idee, vedute diverse. Ciascuno ormai, contento e trasparente, vede l’altro contento e trasparente a sua volta, con tutti i suoi doni portati a fioritura. Quest’ottica di vita – che però è la testimonianza di tutti quelli che seguono il Signore Gesù – sembra voler proiettare i problemi altrove, distoglierli dallo sguardo, quasi esorcizzarli e volerli risolvere facendo quadrare il cerchio, ma non è così. Si tratta di ben altro, perché è in gioco l’unica esistenza che ciascuno di noi sperimenta, una volta sola, come una sola è la nascita e una sola la giovinezza. Altro che si può definire guardare lo scorrere del tempo e della storia come dono incommensurabile ed eterno e ogni persona come pellegrina, che muove i suoi passi su di un sentiero di cui non si conosce lo snodarsi concreto ma di cui ben chiara è la meta. Ed è proprio lo sguardo della fede di chi ha afferrato la mano di Dio che la sfiora, l’ha riconosciuta e la stringe, lasciandosi guidare. Sibili il vento o imperversi la bufera, quella mano rimane sempre tesa, sempre disposta a lasciarsi afferrare. Si può allora varcare la soglia del cimitero con una consapevolezza indistruttibile: se a tomba sussegue tomba e tutto parla di morte, di assenza e di separazione, se la mancanza della vita si fa acuta e le persone care non sono vicine, si apre però la certezza di quella catena che si va formando nel grande giardino, il Paradiso, che ci attende. Si svuota il nostro vivere e sembra di essere soli, i sopravvissuti, con il destino segnato e con l’ora che si avvicina, invece siamo circondati da quella corona festosa che si intreccia nelle nostre vicende e non ci abbandona mai. Si apre lo squarcio della comunione dei santi, di quella impercettibile dimensione che si rende presente dentro di noi come sostegno, incitamento, dolcezza e che agisce per noi spianando le nostre difficoltà e sorreggendoci quando stiamo per soccombere.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Chiesa Gli Orientamenti pastorali 2010-2020

Un decennio dedicato all’educazione Il documento “Educare alla vita buona del Vangelo”, presentato il 28 ottobre scorso, fa sintesi del dibattito emerso nel corso del convegno ecclesiale di Verona del 2006 per “rendere Dio presente in questo mondo”

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L’educazione è “un’arte delicata e sublime” e oggi rappresenta “una sfida culturale e un segno dei tempi”. La Chiesa italiana ha scelto – dopo il convegno ecclesiale di Verona del 2006 - di dedicare a questo tema gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, con lo scopo primario di “rendere Dio presente in questo mondo e di far sì che ogni uomo possa incontrarlo, scoprendo la forza trasformante del suo amore e della sua verità”. È con queste parole che il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha presentato il documento degli Orien-

a cura di Massimo Venturelli

tamenti pastorali, intitolato “Educare alla vita buona del Vangelo”. Un testo, quello reso noto il 28 ottobre scorso, che si propone “una approfondita verifica dell’azione educativa della Chiesa in Italia”, in vista di “promuovere con rinnovato slancio questo servizio al bene della società”. Nella parte introduttiva si sottolinea che la Chiesa si dedica alla “cura del bene delle persone nella prospettiva di un umanesimo integrale e trascendente”. Si tratta di “educare al gusto dell’autentica bellezza della vita”, formando a un tempo “intelligenza, volontà e capa-

Il convegno ecclesiale di Verona

cità di amare”. Le comunità cristiane sul territorio nazionale si dovranno interrogare sul loro “agire” in quanto Chiesa che educa, confidenti “nel tesoro che il Signore ha posto nelle nostre mani”. Un “appello alla responsabilità, affinché l’adozione del tema educativo non risulti la passiva esecuzione di un obbligo statutario, ma l’espressione di una adesione profonda della mente e del cuore” al “cammino della Chiesa”: con queste parole mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ha inquadrato la sua riflessione sugli Orientamenti pastorali decennali sul tema l’educazione. – Il Segretario generale della Cei ha anzitutto definito la natura e il ruolo degli “Orientamenti”, parlando di “uno strumento pastorale, un quadro ermeneutico, una cornice di compatibilità dei percorsi che le singole Chiese sono chiamate a com-

piere per rispondere alla identità e alla missione proprie di ciascuna. L’identità inconfondibile di ogni singola comunità diocesana richiede che il suo cammino pastorale non ignori e nemmeno ripeta pedissequamente – ammessa la praticabilità concreta – le indicazioni del documento della Conferenza. Se ignorasse tali indicazioni, mostrerebbe una dissociazione tra il livello della Conferenza nazionale e quello della Chiesa locale; se le ripetesse senza alcun adattamento, rivelerebbe un mancato discernimento della situazione specifica e l’assenza di una iniziativa propria; nell’uno e nell’altro caso a soffrirne sarebbe la comunione, ma poi anche la vita della Chiesa”. “Il primo punto di raccordo” tra orientamenti e associazioni cattoliche e realtà ecclesiali del territorio è dunque la “cooperazione nella programmazione pastorale territo-

La struttura del documento

Cinque capitoli per analizzare e trovare soluzioni all’emergenza educativa Il documento “Educare alla vita buona del Vangelo” è strutturato in cinque capitoli. Il primo è dedicato all’analisi del momento attuale segnato da profonde trasformazioni. C’è bisogno di “riferimenti affidabili”, mentre la cultura contemporanea sembra favorire “il disorientamento, il ripiegamento su se stessi e il narcisismo”. Nel capitolo ritorna più volte il tema di quell’“emergenza educativa” richiamata a più riprese anche da Benedetto XVI, insieme a quello della “formazione dell’identità personale” che è sempre più difficile “in un contesto plurale” come quello odierno. Di fronte a tali problematiche, la Chiesa sente di doversi interrogare sul “come” attua la propria vocazione educativa al Vangelo e al suo messaggio di pienezza umana e cristiana. Proprio per questo motivo il secondo capitolo degli Orientamenti sottolinea in particolare l’urgenza di una verifica delle varie “dimensioni” dell’agire ecclesiale: quelle missionaria, ecumenica e dialogica, caritativa e sociale, quella escatologica. La risposta a tutte le domande dell’uomo contemporaneo viene da “Gesù, maestro di verità e di vita”, si legge invece nel terzo ca-

pitolo. Anzitutto è la famiglia che deve educare a questo incontro col Cristo, oltre che con tutti gli uomini. In questo consiste “la crescita piena del figlio”, perché sia “orientato nel mondo” e dotato di “un orizzonte di senso”. Gli adulti, quindi, e i genitori tra di loro, sono i primi “educatori”, ai quali è chiesta “autorevolezza”, “credibilità”, coerenza di vita. Gruppi parrocchiali, associazioni, movimenti, volontariato, servizio in ambito sociale e in missione possono svolgere un importante ruolo formativo dei giovani, verso i quali occorre sempre “guardare con speranza”. Così hanno fatto, del resto, i grandi santi educatori di cui è piena la storia della Chiesa. Il capitolo quarto degli Orientamenti è dedicato alla “Chiesa, comunità educante”, con i suoi strumenti a partire dalla famiglia stessa, chiamata alla formazione di fondo dei ragazzi. L’educazione successiva poi vede entrare in gioco la catechesi, i sacramenti, la liturgia, l’impegno di carità, quali elementi di “un potenziale educativo straordinario”. A questo livello si va formando la “coscienza credente”, che verrà corroborata

– col crescere dell’età – da cammini specifici quali la scelta vocazionale, il matrimonio, la vita consacrata, il presbiterato, l’adesione ad associazioni e movimenti. Scuola e università giocano un loro ruolo altrettanto rilevante nell’educazione: oltre alla cultura, offrono gli strumenti per una “coscienza critica” che è alla base di una partecipazione convinta alla vita sociale. Tra i fattori educativi odierni gli Orientamenti citano “la cultura digitale”, vale a dire internet, che “moltiplica a dismisura la rete dei contatti”, così che “le tradizionali agenzie educative sono state in gran parte soppiantate dal flusso mediatica”. È un campo, quest’ultimo, che esige un particolare impegno della comunità cristiana. E tale impegno viene analizzato dal capitolo quinto degli Orientamenti, dove si offrono “indicazioni per la progettazione pastorale”, indicando anche “percorsi di vita buona” per la “costruzione dell’identità personale” a partire dai più piccoli. Il documento esorta infine a “promuovere nuove figure educative”, specie di fronte alle novità costituite da immigrazione, devianza, rotture familiari, carcere, nuove povertà.


LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

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Seminario diocesano Aperto l’anno accademico

Educare: una sfida nell’epoca dei nuovi media

riale”: così mons. Crociata si è espresso, sottolineando il “sentire cum Ecclesia” quale tratto caratteristico e quanto mai necessario in una fase come l’attuale. “Su di un piano generale – ha proseguito - per offrire un contributo davvero significativo al cammino della Chiesa bisogna entrare in sintonia con il suo pensiero, condividerne l’ansia pastorale, in concreto entrare nelle motivazioni di fondo della scelta dell’educazione come motivo unificante dell’orientamento pastorale del decennio. Va tenuto fermo che il compito educativo fa parte dell’attività ordinaria della vita della Chiesa e che la scelta di privilegiare questo ambito non fa passare in secondo piano tutti gli altri aspetti, ma piuttosto li vede ridisporsi attorno a questa scelta in modo da rendere possibile una spinta e segnare un passo in avanti nella missione evangelizzatrice della Chiesa”.

La storia

Un cammino avviato negli anni Settanta Con la pubblicazione degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 della Chiesa italiana dal titolo “Educare alla vita buona del Vangelo”, la Chiesa italiana aggiunge un nuovo capitolo a una storia iniziata 40 anni fa. I nuovi Orientamenti intendono offrire alcune linee di fondo per una crescita concorde delle Chiese in Italia nel delicato compito dell’educazione. La pubblicazione di un documento pastorale dell’intero episcopato, negli ultimi 40 anni ha fornito alla comunità ecclesiale italiana uno spunto di riflessione e di azione che ha avuto una sua ricaduta sotto il profilo sociale e culturale. La prima pubblicazione è degli Settanta, con un documento dal titolo “Evangelizzazione e Sacramenti” che dava avvio a questa riflessione comune. Con tale riflessione pastorale inizia anche la stagione dei Convegni ecclesiali nazionali: il primo di questi si aprì a Roma nell’ottobre del ’76. Successivamente fu la volta del documento Comunione e comunità varato per gli anni ’80 sulla scia dei quali venne organizzato il Convegno ecclesiale di Loreto (9/13 aprile 1985). Gli anni ’90 sono stati segnati da “Evangelizzazione e testimonianza della carità”, una vera e propria bussola per il Convegno ecclesiale di Palermo (20/24 novembre 1995). Gli anni Duemila si aprirono con gli Orientamenti dal titolo ”Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” e si sono intrecciati con il Convegno ecclesiale nazionale di Verona svoltosi nell’ottobre del 2006. La scelta di dedicare un’attenzione specifica al campo educativo affonda le radici proprio nel 4° Convegno ecclesiale che si tenne nella città scaligera.

Nell’occasione dell’apertura dell’anno accademico 2010-2011 dello studio teologico Paolo VI, Chiara Giaccardi, docente di Sociologia e Antropologia dei media presso l’Università cattolica di Milano, ha affrontato un tema cruciale per il tempo attuale, in perfetta sintonia con quanto affermato dai Vescovi italiani negli Orientamenti pastorali resi noti pochi giorni dopo. La sua relazione, su “Emergenza educativa tra media tradizionali e nuovi media: problemi e prospettive”, ha approfondito le cifre centrali dell’attuale era digitale, che comportano processi di profondo cambiamento nel campo dell’educazione. Nel suo studio, la relatrice ha sottolineato, come premessa, che il concetto di “emergenza” non ha un’accezione negativa, quasi come un pericolo per la società, ma assume un significato positivo, come una necessità con la quale dobbiamo avere a che fare. Come afferma McLuhan, l’uomo contemporaneo si trova in un “ambiente” digitale, e non può ignorarlo: chi vuole vivere al di fuori di tale realtà, rischia di diventare un “idiota tecnologico”, un nuovo analfabeta del terzo millennio. Secondo la Giaccardi, i nuovi mass-media devono essere giudicati nella loro complessità, senza pre-giudizi, quindi sia nelle loro potenzialità positive, sia nei loro aspetti negativi. Nelle epoche precedenti, l’educazione, nelle sue forme ufficiali, è sempre stata vista come unica fonte del sapere, come “trasmissione” di una cultura già pre-costituita, in base anche al principio di “autorità”. Nel mondo contemporaneo, questa concezione sta tramontando, perché non esiste più un unico sapere già dato, da trasmettere. La cultura, ormai, ha diverse fonti, nei vari media, da internet agli iPod, di conseguenza è andato in crisi il principio di autorità e di educatore come unico depositario del sapere. La nuova comunità umana è estremamente aperta agli infiniti messaggi, che provengono da varie fonti: l’uomo contemporaneo, come dice McLuhan, è “immerso” nell’ambiente digitale e la sua acqua è la tecnologia. In tale ottica, si crea un nuovo rapporto tra educazione ed esperienza, che, da una parte, ostacola i processi educativi, da un’altra parte può favorirli. Esso può ostacolare l’educazione, poiché dà molta importanza alle sensazioni, alle emozioni, all’esperienza tattile, per cui c’è il rischio di ricondurre tutto alla sensorialità, alle impressioni effimere. Nello stesso tempo, però, come avviene nella “rete”, esso può aiutare l’educazione, in quanto crea una dimensione “orizzontale”, in cui tutti possono collaborare, dove si passa dal principio di autorità all’autorevolezza dell’educatore, che deve conquistare sul campo la stima degli allievi. Se cogliamo gli aspetti positivi di tale rapporto, la nuova educazione si svolge nel contatto diretto con gli altri, nella collaborazione, non più nell’imposizione intellettualistica che viene dall’alto della cattedra. Allora l’altro diventa centrale nella nostra vita: non può esistere un “io” se non c’è un “tu” che lo riconosca. Si recupera, in questo modo, l’idea di “communis”, che pone l’accento sull’unità che supera le differenze. L’educazione del terzo millennio deve affrontare le sfide della nuova era, con umiltà, capendo che il vero educatore è colui che riesce a guidare i giovani, a far emergere la parte migliore dell’essere umano, come insegna Socrate, in un rapporto dialettico di dare-ricevere, di insegnare-imparare, di parlare-ascoltare. L’era digitale, così, non appare più come una minaccia, ma come un terreno fertile di opportunità, che può aiutare l’uomo nella sua crescita culturale, spirituale e morale. (Giovanni Formichella)

Chiara Giaccardi e mons. Luciano Monari


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LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Opinioni

di Gabriele Bazzoli

Giovani

I compagni di classe dei figli Domenica 17 ottobre. Pronto soccorso, sala parto Ospedale civile. Da futuro papà faccio il classico giretto precauzionale con mia moglie (i bambini sanno sorprendere già prima di nascere). Coscienziosamente mi porto un buon libro, la domenica mattina sarà piuttosto lunga, immagino, e devo preparare in settimana un incontro sull’inserimento dei minori stranieri in oratorio: il tempo d’attesa sarà foriero di studio! Nelle due ore che ho passato aspettando, mi accorgo che la preparazione avverrà per esperienza: prima faccio due chiacchiere con un papà pakistano, autista di camion, poi con un indigeno orceano, infine con un giovane albanese. Quattro conti e, pensando ai futuri compagni di classe del primogenito, vedo tanti colori. Tanti colori, ma provenienza bresciana doc, almeno in questi casi: bambini con genitori in Italia da parecchi anni, nati nel nostro Paese... come li definireste? E allora, forse, questo immaginario, continuamente alimentato, di sponde contrapposte del grande fiume, questa definizione degli altri per privazione (li dicono stranieri non perché li accomuni qualcosa di positivo, ma perché mancano dell’italianità) prima o poi sarà da superare alla ricerca di un modo buono per stare insieme. Molti oratori lo stanno già sperimentando, come è emerso nella prima serata della “Cattedra degli oratori”, della quale trovate la cronaca in queste pagine. Innanzitutto, brescianamente, attraverso esperienze concrete: i dopo-scuola, che offrono opportunità ai bambini che partono da situazioni di svantaggio (di lingua, di aiuto in famiglia) e che necessitano di un tempo pieno; lo sport, strumento di inclusione che spesso precede la progettazione, attraverso le reti amicali dei ragazzi; l’incontro e la risposta ai bisogni delle famiglie, risposta che spesso viene sollecitata subito dopo aver costruito una relazione minima. Di fronte al tanto bene messo in campo dalle nostre realtà ecclesiali, mi pare emergano anche due attenzioni: la necessità di vincere la retorica di un’accoglienza senza coordinate, che ha l’immagine dei ringo-boys e racconta di quanto è bello stare tutti insieme, della ricchezza nella diversità. Ogni azione di incontro prevede gradualità, la capacità di leggere la realtà (e verificare le risposte ottenute), richiede una stele di Rosetta che consenta la traduzione (non solo linguistica) di stili di vita e comportamenti accettabili (e in secondo tempo propositivi) nel contesto sociale. In secondo luogo non possiamo fingere che sia tutto semplice: non è accettabile pensare di “mandarli a casa”, o di fare “i padroni a casa nostra”, anche semplicemente perché questo atteggiamento vìola la sacra ospitalità lombarda, ma nemmeno possiamo più sperare acriticamente in una integrazione spontanea, come per virtuosa contaminazione. Ogni processo, per attivarsi, ha bisogno almeno di un soggetto che ha il coraggio di prendere sulle spalle la fatica, la responsabilità, la pazienza di progettare, ricostruire, immaginare, sperare insieme. Non facile, ma alle comunità cristiane piacciono le sfide difficili.

di Marco Deriu

Comunicazioni

Più tecnologia, più stupidità? L’era delle tecnologie mediatiche in cui siamo sprofondati ha indubbiamente molti vantaggi. Gli odierni strumenti di comunicazione, sempre più personalizzati e finalizzati all’utilizzo individuale, consentono l’accesso a molteplici strumenti anche a distanza. Si pensi agli smartphone di ultima generazione: con questi super-telefonini si può inviare e ricevere posta elettronica, effettuare un collegamento a internet, scaricare e/o ascoltare musica, vedere filmati, chattare, ascoltare la radio, oltre a telefonare. Succede così che le persone quando hanno fra le mani questi strumenti raramente si limitano a compiere un’attività alla volta, preferendo tenere aperti diversi canali comunicativi. Gli esperti chiamano multifunzionalità questa nuova modalità d’uso delle tecnologie moderne, sbilanciandosi a definire “generazione multitasking” quella dei più giovani, che in mezzo ai nuovi media sono cresciuti e per i quali questo uso particolare degli strumenti è di ordinaria normalità. Secondo una ricerca realizzata da Microsoft, ben nove ragazzi europei su 10 di età compresa fra 16 e 24 anni hanno l’abitudine di guardare la tv e navigare su internet contemporaneamente, non disdegnando nel frattempo di comunicare con gli amici anche tramite gli sms. Ma non sono pochi gli esperti che hanno voluto lanciare in proposito un allarme, segnalando il rischio che la multifunzionalità riduca la capacità di concentrazione, le facoltà cognitive, la capacità di attenzione e, in qualche modo, anche la disponibilità alla “fatica dello studio”. L’approccio multitasking può modificare negativamente il modo di pensare e di organizzare le proprie conoscenze, oltre alle modalità di apprendimento scolastico. A Stanford un laboratorio dedicato all’interazione comunicativa fra persone e media ha condotto un test su due gruppi di individui, separando i multifunzionali dai non-multifunzionali. Questi ultimi si sono rivelati più capaci di concentrarsi su un compito dato o su un interrogativo posto, mentre i primi hanno evidenziato difficoltà nell’isolare i contenuti importanti senza lasciarsi catturare da ciò che sapevano essere poco rilevante. I multifunzionali si sono mostrati meno bravi anche nelle attività che avrebbero dovuto sviluppare meglio proprio grazie al frequente utilizzo degli smartphone: per esempio, ricordare sequenze di lettere o far passare l’attenzione da un argomento all’altro senza perdere concentrazione e capacità di sintesi. Quando sono state mostrate sequenze di cifre e di lettere, non sono riusciti a ricordare se avessero visto vocali o consonanti, numeri pari o numeri dispari. I multifunzionali, invece, non hanno avuto problemi nel riconoscimento di quanto richiesto. In generale, chi si lascia troppo coinvolgere dall’uso degli strumenti multitasking tende molto facilmente a distrarsi. Anche al cospetto delle nuove tecnologie multimediali ciò che conta non è la quantità dell’uso, ma la qualità. Se usiamo i nuovi media mantenendo la consapevolezza che si tratta soltanto di strumenti al servizio dell’uomo, il pericolo della dipendenza tecnologica è scongiurato.


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Società Il Dossier Caritas/Migrantes

La crisi non frena l’immigrazione Lo studio statistico è stato presentato nei giorni scorsi. L’apporto degli immigrati è decisivo per l’economia. I numeri bresciani

È

È stata presentata nei giorni scorsi la 20ª edizione del Dossier statistico sull’immigrazione elaborato dalla Caritas e dalla fondazione Migranti. I suoi dati hanno occupato le prime pagine dei giornali per raccontare una realtà che, al di là di tante mistificazioni, è ormai parte integrante del Paese. Sono quasi 5 milioni, secondo i numeri in possesso dell’Istat fatti propri dal Dossier, gli immigrati regolarmente presenti in Italia all’1 gennaio 2010. Nonostante gli immigrati contribuiscano all’11,1% del prodotto interno lordo “complice la fase di recessione,

di Massimo Venturelli

sono cresciute nei loro confronti anche le reazioni negative – si legge nel Dossier –. Gli italiani sembrano lontani, nella loro percezione, da un adeguato inquadramento di questa realtà”. Un percezione distorta che non trova giovamento neppure nella piena coscienza che senza gli immigrati il Paese rischierebbe la paralisi. “Venendo essi a mancare, o a cessare di crescere, nei settori produttivi considerati non appetibili dagli italiani (in agricoltura, in edilizia, nell’industria, nel settore familiare, ecc.) – , è un altro passaggio del Dossier – il Paese sarebbe impos-

sibilitato ad affrontare il futuro”. Gli immigrati, inoltre, “versano alle casse pubbliche più di quanto prendano come fruitori di prestazioni e servizi sociali”: quasi 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali l’anno “che hanno contribuito al risanamento del bilancio dell’Inps”. Essi, inoltre, dichiarano al fisco oltre 33 miliardi l’anno. A livello occupazionale gli immigrati incidono per circa il 10% sul totale dei lavoratori dipendenti, e sono sempre più attivi anche nel lavoro autonomo: sono circa 400mila gli stranieri titolari di impresa, amministratori e soci di aziende. Secondo il dossier Caritas/ Migrantes alla fine dello scorso anno erano poco meno di 1 milione (982mila 225) gli stranieri residenti in Lombardia, la prima regione italiana per numero di immigrati. Rispetto all’anno precedente è stato registrato un aumento dell’8,6%. Anche sul versante degli occupati nati all’estero la Lombardia si conferma, secondo il Dossier, in testa alle graduatorie nazionali. Gli stranieri con un posto di lavoro regolare sono sul territorio lombardo poco più di 585mila, il 15,9% di tutti i lavoratori. Il 2009, anno considerato dal

Sottovoce

Dossier, ha fatto registrare anche nella “ricca” Lombardia duramente colpita dalla crisi economica, un segno meno in questi numeri. Rispetto all’anno precedente il numero degli stranieri occupati è calato di poco più di 4500 unità. I primi 10 Paesi di provenienza degli stranieri presenti in Lombardia sono nell’ordine Romania, Marocco, Albania, Egitto, Filippine, India, Cina, Ecuador, Perù e Ucraina. Sul fronte della popolazione scolastica il Dossier registra la presenza nelle scuole lombarde per l’anno 2009/2010 di 164mila studenti che rappresentano il 12% del totale. Una media ben più alta di quella nazionale che si attesta al 7,5%. Brescia, secondo i dati del Dossier, è la provincia con la più alta incidenza nazionale degli stranieri sul totale della popolazione residente. Con poco più di 160mila unità rappresentano il 12,9% della popolazione residente. Una tale percentuale si fa sentire anche sui dati relativi alla scuola. Gli alunni stranieri presenti nelle classi bresciane sono il 15,6% del totale, percentuale che in Lombardia è seconda solo a quella di Milano (17,4%). di Adriano Bianchi

A proposito di lettere tra cattolici bresciani impegnati Il dibattito sul ruolo pubblico dei cattolici nella società ha appassionato per alcuni giorni la stampa locale. Due interventi (per sé datati) di mons Gabriele Filippini e don Mario Neva su “Città e dintorni”, rivista di area cattolico-democratica hanno dato l’input a una serie di lettere di vari esponenti del mondo cattolico bresciano, ma anche di cittadini comuni. Anche su “Voce” è apparso uno scritto di don Mario Benedini a cui ha risposto la scorsa settimana Graziano Tarantini. La centralità del tema e la posta in gioco a livello ecclesiale e sociale, pertanto, mi sollecita a dire il peso che il settimanale diocesano intende dare a questo scambio. Premesso che la materia è importante, si constata che il confronto tra le diverse anime dei cattolici in politica è più che mai acceso. Questo è accettabile. Un dibattito, infatti, è politicamente e culturalmente necessario se ha come fine il rendere chiaro ai molti cittadini cattolici di questo Paese come la visione della vita secondo il Vangelo possa “incarnarsi” oggi in un modello di rapporti nel-

la società a favore del bene comune. Il problema è se i toni del confronto assumono i contorni dell’anatema e della polemica sterile. Allora la confusione dei cittadini cresce e la ricerca di coloro che, da cattolici in politica li possano rappresentare, diventa alquanto complicato. Pare, inoltre, che in Italia i cattolici impegnati che contano oggi siano poco più che un “manipolo”, un “piccolo gregge”. Poco male se l’immagine fosse solo evangelica, ma nel caso esprimesse, come sembra, una quasi assoluta irrilevanza del loro pensiero dentro i reciproci schieramenti sarebbe perlomeno triste. In un Paese dove le dichiarazioni di fedeltà al magistero si sprecano, si fatica a diventare “lievito” e a promuovere un processo di “purificazione” dentro linee politiche di ogni parte che spesso contrastano con punti sostanziali della dottrina sociale della Chiesa. Non possiamo che essere grati, comunque, verso chi si sforza di perseguire questo obiettivo e di incidere nella coscienza delle nostre comunità. Ecco perché il dibattito citato,

forse scaduto in polemica e magari utilizzato in modo strumentale da qualche organo di stampa, rischia di essere uno sforzo vano. Spero ci siano altre occasioni. Mi sovviene un’ultima osservazione più squisitamente ecclesiale. La confusione tra il piano politico e quello ecclesiale nel dibattito non aiuta. Si rischia di sparare nel mucchio. Anche nella Chiesa a ciascuno va dato il suo. Ci sono realtà ecclesiali a cui va riconosciuta la ricerca di intrecciare un cammino di comunione nella diocesi ad altre un po’ meno, semmai andrebbe ribadito da parte di tutti un maggiore impegno senza pretendere nessuna esclusiva. Infine, il mettere in discussione i preti in quanto pastori di “tutta la comunità” non mi pare lungimirante. Ogni sacerdote ha pareri personali, ma questo non lo esime dal compito di rivolgersi a tutti, pena essere oggetto di strumentalizzazioni. Se poi tra i preti qualcuno parla, si spera lo faccia con buon senso. Chi tace, invece, non sempre acconsente. Di certo non dice niente, forse perché non ne vale la pena.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Indonesia Nuove calamità sul Paese

La natura si accanisce su Sumatra Colpito un territorio che si stava ancora risollevando dallo tsunami del 2004. Caritas italiana in aiuto delle popolazioni colpite

N

Non c’è pace per l’Indonesia. Il Paese asiatico che sta ancora cercando di riprendersi dallo tsunami del 26 dicembre 2004 che causò distruzione e la morte di oltre 200mila persone, è stato colpito nei giorni scorsi da una duplice calamità naturale. L’eruzione del vulcano Merapi, sull’isola di Giava, ha causato la morte di una trentina di persone (i numeri sembrano, però, destinati ad aumentare, ndr.). Le autorità, preallertate, hanno ordinato l’evacuazione di un’area di 10 km intorno alle pendici del monte allontanando oltre 60mila persone dalle loro abitazioni. Il Merapi, che si erge per quasi 3000 metri di altezza nel centro dell’isola, è al massimo livello di attività. Nubi ardenti fino a 600 gradi, lapilli, cenere e gas tossici sta mettendo in ginocchio la popolazione di Yogyakarta e di altri quattro distretti del Central Java. Le squadre di soccorso stanno concentrando i

Il vulcano Merapi

Haiti a cura di Massimo Venturelli

loro sforzi sui villaggi di Kinahrejo e Turgo. Sulle coste delle isole Mentawai nel West Sumatra (150 km da Jakarta) sono state colpite, a poche ore dall’eruzione del vulcano, da uno tsunami conseguenza di un sisma, di magnitudo 7,5 è stato registrato 78 km a ovest di South Pagai. Le vittime accertate sono state quasi 160. In qualche centinaio è stato stimato, invece, il numero dei dispersi. Le isole Mentawai sono meta prediletta dei surfisti, anche stranieri, che oltre ai residenti locali fanno parte dei dispersi. Sull’isola di Pagai-Sud, una delle più colpite, l’80% delle costruzioni sono state danneggiate. Per far fronte all’emergenza provocata dalle due calamità naturali il presidente indonesiano Yudhoyono, che si trovava ad Hanoi, in Vietnam, per il summit dei Paesi dell’Asean, ha fatto prontamente ritorno a Padang, capitale della regione, per monitorare da

vicino i soccorsi. Anche la Chiesa è impegnata nel portare aiuto alle popolazioni colpite dall’eruzione e dallo tsunami. Irene Setiadi del Catholic Humanitarian Group (Kbkk) afferma: “Ci impegniamo a inviare i nostri aiuti umanitari alle vittime dei disastri”. La regione che fa capo a Sumatra è tornata così a vivere l’incubo tsunami a poco meno di sei anni da quello tragico del dicembre 2004 che praticamente concentrò sull’isola la quasi totalità delle oltre 200mila vittime indonesiane, ma che non è stata l’ultima delle calamità abbattutesi sul Paese. Altri terremoti si sono registati nel 2005 e nel 2007, alluvioni nel 2008, per giungere al terremoto che, sempre a Padang, nel settembre 2009 ha provocato circa 2000 morti. Caritas Italia, da sempre vicina alla “consorella” indonesiana, si è immediatamente attività per il Paese colpito dall’ennesima calamità naturale. Per sostenere questa nuova emergenza Caritas italiana ha attivato i suoi consueti canali: un conto coprrente postale (n°347013, causale: “Indonesia/tsunami 2010”) e alcuni conti correnti postali le cui coordinate sono disponibili sul sito www.caritasitaliana.it.

L’incubo colera A pochi giorni dalla presentazione del rendiconto di quanto la Caritas bresciana ha realizzato con i fondi raccolti per l’emergenza Haiti, l’isola carabica è tornata sulle prime pagine di tutti i giornali. Motivo di questa nuova attenzione è l’epidemia di colera che sta diffondendosi nei sobborghi della capitale Port au Prince fra le persone che ancora vivono all’addiaccio a oltre nove mesi dal sisma del gennaio scorso. Fonti locali (Medici senza frontiere in testa) raccontano di una situazione critica, ma per il momento ancora sotto controllo. I contagiati sarebbero poco meno di 2000, mentre il numero delle vittime sarebbe di poco superiore a 250. La preoccupazione è che la malattia, a causa delle pessime condizioni igienico-sanitarie in cui versa Haiti, possa diffondersi in modo incontrollabile in tutto il Paese con conseguenze facilmente immaginabili.

Iraq

Condannato a morte Tareq Aziz, il “volto umano” di Saddam Hussein Tareq Aziz, già ministro degli Esteri e vice-premier con Saddam Hussein è stato condannato a morte dalla Corte suprema irachena. Insieme ad Aziz sono stati condannati a morte anche l’ex ministro degli Interni Sadoun Shaker e il segretario privato di Saddam, Abed Hamoud. A quanto riferito dalla televisione di Stato, la sentenza si riferisce al ruolo che Aziz ha avuto nella eliminazione dei partiti religiosi. Si trattava di gruppi politici sciiti, compreso il partito Dawa, del quale fa oggi parte il primo ministro Nouri al-Maliki. Il portavoce della Corte, Mohammed Abdul Sahib, non ha specificato la data di esecuzione della sentenza che, peraltro, può essere sottoposta ad appello. In ogni caso la pena di morte va confermata dal Consiglio di presidenza dell’Iraq. Aziz, 73 anni, nato vicino a Mosul, laureato in lingua e letteratura inglese, era considerato il “volto umano” del regime di Saddam, che lo usava soprattutto per i rapporti internazionali. Per otto anni ministro degli esteri al tempo della prima guerra del Golfo, era stato successivamente nominato vice primo ministro. Cristiano caldeo, ha sempre tenuto in scarsa considerazione la sua

appartenenza religiosa, in favore del suo sentirsi arabo e iracheno. Nel febbraio 2003 era stato ricevuto anche da Giovanni Paolo II, negli ultimi tentativi del regime per evitare l’invasione del Paese. Arresosi agli americani, era già stato condannato a 15 anni di prigione. I primi a contestare la condanna a morte sono stati i Vescovi iracheni ‘’Condanniamo in ogni caso la pena capitale − ha affermato il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni −. Noi cristiani rispettiamo il diritto alla vita. La nostra fede ci porta a credere che a nessuno debba essere tolta la vita che Dio ha donato. Ciò che chiediamo è la pace, la sicurezza e l’incontro tra le persone, non il loro scontro. Vogliamo il meglio per ogni essere umano’’. Dello stesso parere anche l’arcivescovo latino della capitale irachena, mons. Jean B. Sleiman che a margine di un incontro sulla cristianità in Iraq svoltosi a Torino, ha avanzato ‘’l’ipotesi’’ che la condanna possa essere una sorta di ‘’messaggio’’, di ‘’stop’’ alle parti che in Iraq premono per il reintegro nella vita politica e sociale del Paese degli appartenenti al disciolto partito Baath.


Popoli e continenti Europa

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Consiglio d’Europa Importanti decisioni

Mediatori per i cittadini della strada Nei giorni scorsi è stata adottata anche la Dichiarazione di Strasburgo che ha tra le sue priorità la lotta a ogni forma di discriminazione

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Un programma di formazione per mediatori con il compito di facilitare l’integrazione dei rom e un documento, la “Dichiarazione di Strasburgo”, che ribadisce priorità e principi guida per lottare contro la discriminazione di cui questa minoranza (11 - 12 milioni in Europa, tra i quali circa 5 milioni di bambini) è vittima e contribuire a promuoverne l’integrazione economica e sociale. Sono i frutti di un incontro che si è tenuto nei giorni scorsi al Palais de l’Europe a Strasburgo, per iniziativa del segretario generale del Consiglio d’Europa Thorbjorn Jagland, e che ha riunito i rappresentanti degli Stati membri del Consiglio d’Europa, dell’Unione europea, di organizzazioni internazionali, Ong e comunità rom e sinti. “L’incontro − ha detto Thorbjorn Jagland − rappresenta un nuovo inizio per offrire un aiuto concreto all’intera popolazione rom del nostro continente. I rom sono cittadini europei”. Fa-

a cura di Massimo Venturelli

cendo sapere che esperti della Commissione europea stanno esaminando i dossier riguardanti le espulsioni dell’estate scorsa dei rom di Bulgaria e Romania dalla Francia per verificare se le autorità del Paese “abbiano o meno adottato misure discriminatorie”, Viviane Reding, vice presidente della Commissione europea con deleghe alla giustizia e alla cittadinanza, ha assicurato che i rom “saranno una delle priorità della presidenza ungherese Ue nel primo semestre 2011”. La questione dei nomadi è seguita con attenzione nel Paese magiaro dove anche la Chiesa sostiene diversi progetti a favore della loro integrazione e lo scorso gennaio ha promosso a Budapest, in collaborazione con la Comunità di S.Egidio, una conferenza internazionale. Per facilitarne l’integrazione nella società e l’accesso ai servizi, Jagland ha annunciato l’avvio di un programma di formazione per mediatori che,

ha spiegato, “costituiscono il link più diretto tra i nostri standard e la realtà dei rom presente sul territorio”. Queste figure “possono provenire dalle stesse comunità rom, o essere professionisti già attivi nelle scuole, negli ospedali, nelle agenzie per l’impiego e nei commissariati”. I programmi di formazione, ha aggiunto, dovrebbero essere attivati già dall’inizio del 2011 nei Centri per la Gioventù del Consiglio d’ Europa a Strasburgo e a Budapest. “Siamo in grado di formare circa 1400 mediatori l’anno, ma il loro numero dipenderà, almeno per il primo anno, dalle risorse disponibili e dalla capacità di assorbimento delle istituzioni nazionali e locali presso le quali verranno impiegati”. A conclusione dei lavori è stata adottata la “Dichiarazione di Strasburgo”. Tra le priorità indicate l’impegno per la non-discriminazione, la cittadinanza, i diritti di donne e bambini, l’accesso alla giustizia; per l’inclusione sociale, in particolare in materia di istruzione, occupazione, alloggio e assistenza sanitaria; per la cooperazione internazionale a livello paneuropeo Consiglio d’Europa, Ue e Osce; e tra Stati membri, regioni, enti locali, comprensiva di cooperazione

a tutti i livelli con le comunità rom. Il testo invita anzitutto ad “adottare e implementare in modo efficace la legislazione contro i reati a sfondo razzista”, e a introdurre “misure efficaci per evitare che vi siano apolidi” e per “garantire l’accesso ai documenti di identificazione ai rom che risiedono legalmente entro i confini dello Stato”. Ulteriore priorità “promuovere l’effettiva partecipazione dei rom nella vita sociale, politica e civica, inclusa la partecipazione” di loro rappresentanti “negli organismi pubblici che assumono decisioni che li riguardano”. Secondo la dichiarazione gli Stati si impegnano inoltre a garantire “eguale ed effettivo accesso al sistema di istruzione e pre-istruzione ai bambini rom” nonché “metodi per assicurarne la frequenza scolastica”. Urgenti anche misure per garantire “eguale accesso ai corsi di formazione professionale” e per “riconoscere le capacità e le competenze acquisite al di fuori del sistema scolastico”, oltre che per “assicurare loro eguale accesso all’alloggio”. La questione rom è stata anche affrontata anche dai presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa.

Parlamento europeo

Un riconoscimento per la famiglia aperta alla vita Il Parlamento europeo, nella sua recente sessione plenaria, ha votato, con il sostegno dei rappresentanti italiani dei diversi schieramenti, una relazione che intende modificare la legislazione Ue con regole comuni per la tutela della famiglia nei primi mesi della nascita di un figlio. In particolare il testo del Parlamento (che ora deve passare al vaglio del Consiglio, dove siedono i rappresentanti dei 27 governi, molti dei quali guardano con scetticismo e preoccupazione finanziaria a tali novità) indica che il congedo di maternità minimo per le mamme deve essere portato da 14 a 20 settimane, tutte remunerate al 100% dello stipendio. Allo stesso tempo i deputati hanno approvato l’introduzione del congedo di paternità, di almeno due settimane. Il testo prevede una certa flessibilità per i Paesi che hanno già regimi propri di congedo parentale, come nel caso italiano, ritenuto tra i più avanzati in Europa. Gli Stati membri resterebbero infatti liberi di introdurre o mantenere sistemi di congedo più favorevoli alle lavoratrici e ai lavoratori di quelli previsti dalla direttiva dell’Unione europea. La maternità – questo il commento giunto dal

Parlamento europeo – non può essere vista come un fardello sui sistemi nazionali di sicurezza sociale, ma rappresenta un investimento per il futuro e una risposta positiva alla sfida demografica” che l’Europa sta attraversando in questa fase. La posizione parlamentare segnala che finalmente i deputati e i gruppi politici presenti a Strasburgo hanno saputo convergere attorno a una posizione che pone al centro dell’interesse la natalità e la tutela dei genitori che lavorano. È un tentativo per ribadire che la conciliazione tra attività professionale e vita domestica è essenziale nelle società moderne e che la famiglia e la tranquillità della casa non possono essere posti in secondo piano rispetto ad altre esigenze, fossero anche quelle, pure rilevanti, dell’economia e del lavoro. Un altro aspetto da sottolineare è il riconoscimento del ruolo che il papà, accanto alla mamma, deve svolgere in famiglia. E, dunque, si tratta di un punto a favore, seppure indiretto, della famiglia tradizionalmente intesa, con una donna e un uomo che decidono di vivere assieme, di stabilire legami affettivi e familiari duraturi, aprendosi al dono della vita.


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Lello Scorzelli (Napoli 1921-Roma 1997) Pittore e scultore, è stato tra gli artisti che hanno accolto l’invito di papa Paolo VI a un dialogo tra arte e Chiesa. La sua opera di forte intensità drammatica cerca di coniugare il dato realistico con la vibrazione del colore e della materia in funzione fortemente espressiva. “Zaccheo” Concesio, Collezione Arte e Spiritualità.

Salire e scendere di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (19, 1-30) In quel tempo, Gesù, entrato in Gèrico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomòro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “È andato ad alloggiare da un peccatore!”. Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

Non è solo curiosità spicciola quella di Zaccheo. Sale sull’albero per vedere, ma che cosa? Forse sale sull’albero perché deve avere una conferma, non tanto su come sia fatto quel Gesù, ma sulla sua effettiva capacità di farlo scendere. Nemmeno lui sa perché sale davvero sull’albero, ma sa cosa farà nel momento nel quale scenderà. È già tutto deciso, perché dal momento in cui Gesù lo ha chiamato lui, Zaccheo, non è più quello di prima, non è più il capo dei pubblicani e ricco, ma uno che è stato guardato da Gesù. In Zaccheo è tutto un anticipare: era il suo mestiere quello di prevedere e di arrivare prima, altrimenti non sarebbe stato capo; e nonostante la statura. Quella non conta quando si ha la furbizia e la voglia di arrivare. Precede Gesù, ha tempo di scegliere l’albero e di salire. Non fa queste cose per niente: chi ha a che fare con i soldi non perde mai tempo, non spreca il tempo a fare qualcosa che non gli torni utile. Che cosa immaginava mentre correva avanti? Cosa mentre saliva? Il desiderio di vedere. Il bisogno di farsi guardare. Era piccolo per vedere ma anche per essere visto. Capo e ricco, ma piccolo, lontano dal possibile sguardo. E l’albero. Sotto ci passa Gesù, non può sbagliare. Quanti erano sugli alberi come Zaccheo? Tanti e nessuno, perché Gesù guarda lui, lo chiama, sa chi è, forse per cattiva fama, ma quelle parole non sono cariche del rimprovero che dovrebbero davanti a uno che ha fatto i soldi in modo non sempre pulito. Da ammirare per il coraggio e da tenere alla larga per la fama. Come al solito: è la nostra doppia morale che ammira i furbi e li teme, ma soprattutto non vuole mescolarsi con loro. Forse

solo per l’invidia di non essere furbi come loro. Zaccheo è l’amministratore disonesto della parabola, il giudice senza scrupoli dell’altra, ma è anche quello che scende dall’albero, quello che capisce cos’è la salvezza, che quella salvezza gli passa sotto i piedi solo quella volta. È lui che capisce che non ci sarà un’altra occasione per passare dall’altra parte e allora agisce con la sproporzione di chi sa che quello che riceve non è misurabile con quello che lascia: metà ai poveri e il resto, se è roba rubata, restituita al quadruplo. Non c’è residuo: quello che ha non conta se c’è la libertà della salvezza che bussa alla porta. Si sente leggero Zaccheo perché le critiche degli altri, di quelli che lo invidiavano e gli stavano distanti, non lo toccano più. La salvezza è questo: non sentire più il peso della verità perché si è nella verità. Quello che aveva perduto, insieme a se stesso, era quel senso di leggerezza che dà l’essere dalla parte giusta, l’essere scesi dall’albero perché Qualcuno ha guardato e ha chiamato. Quelli che restano fuori dalla casa a guardare e a giudicare hanno ancora quel peso, perché non gioiscono della gioia di Zaccheo come prima hanno sofferto della sua ricchezza. L’invidia. Mascherata da rettitudine. Proprio come per il fariseo nel tempio. Niente da chiedere a Dio perché va tutto bene, anzi meglio. Nulla da farsi perdonare, nulla da domandare per avere la sensazione leggera della salvezza, della mano di Dio che sostiene. C’è chi non ha bisogno di salire su un albero per vedere e scendere per essere salvato. Non salirebbe né scenderebbe mai per così poco. Tanto la salvezza è già roba sua.


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Benedetto XVI Al termine del Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente

La pace è possibile, la pace è urgente

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di Renato Longhi

“Il pensiero va a tanti fratelli e sorelle che vivono nella regione mediorientale e che si trovano in situazioni difficili, a volte molto pesanti, sia per i disagi materiali, sia per lo scoraggiamento, lo stato di tensione e talvolta di paura”. Così Benedetto XVI, domenica, nell’omelia della Messa da lui presieduta nella Basilica di San Pietro per la conclusione del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente. Commentando le letture, il Papa ha sottolineato il “legame tra preghiera e giustizia”, che “ci fa pensare a tante situazioni nel mondo, in particolare nel Medio Oriente. Il grido del povero e dell’oppresso trova un’eco immediata in Dio, che vuole intervenire per aprire una via di uscita, per restituire un futuro di libertà, un orizzonte di speranza”. Durante l’assemblea sinodale, ha proseguito il Santo Padre, “abbiamo condiviso le gioie e i dolori, le preoccupazioni e le speranze dei cristiani del Medio Oriente. Abbiamo vissuto l’unità della Chiesa nella varietà delle Chiese presenti in quella Regione”. Di qui l’auspicio che sia favorita “la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni

liturgiche degli altri riti cattolici” per “aprirsi alle dimensioni della Chiesa universale”. “La preghiera comune ci ha aiutato anche ad affrontare le sfide della Chiesa cattolica nel Medio Oriente. Una di esse è la comunione all’interno di ogni Chiesa sui iuris, come pure nei rapporti tra le varie Chiese cattoliche di diverse tradizioni”. Infatti, “una più piena comunione all’interno della Chiesa cattolica favorisce anche il dialogo ecumenico con le altre Chiese e comunità ecclesiali. La Chiesa cattolica ha ribadito anche in quest’Assise sinodale la sua profonda convinzione di proseguire tale dialogo”. Anche se i cristiani sono “poco numerosi”, essi, ha evidenziato Benedetto XVI, “sono portatori della Buona Notizia dell’amore di Dio per l’uomo, amore che si è rivelato proprio in Terra Santa nella persona di Gesù Cristo. Questa Parola di salvezza, rafforzata con la grazia dei Sacramenti, risuona con particolare efficacia nei luoghi in cui, per divina Provvidenza, è stata scritta, ed è l’unica Parola in grado di rompere il circolo vizioso della vendetta, dell’odio, della violenza. Da un cuore purificato, in pace con Dio e con il prossimo, possono nascere propositi e iniziative di pace a livello locale, nazionale e internazionale”. “Non bisogna mai rassegnarsi alla mancanza della pace. La pace è possibile. La pace è urgente. La pace è la condizione

indispensabile per una vita degna della persona umana e della società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente”. Di qui l’invito: “Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente, impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda nel mondo intero”. Un altro contributo che i cristiani possono apportare alla società, ha sostenuto il Pontefice, “è la promozione di un’autentica libertà religiosa e di coscienza, uno dei diritti fondamentali della persona umana che ogni Stato dovrebbe sempre rispettare. Durante i lavori dell’Assemblea, ha affermato Benedetto XVI, “è stata spesso sottolineata la necessità di riproporre il Vangelo alle persone che lo conoscono poco, o che addirittura si sono allontanate dalla Chiesa. Spesso è stato evocato l’urgente bisogno di una nuova evangelizzazione anche per il Medio Oriente”. Si tratta di “un tema assai diffuso, soprattutto nei Paesi di antica cristianizzazione. Anche la recente creazione del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione risponde a questa profonda esigenza”. Per questo il Papa ha deciso di dedicare la prossima assemblea generale ordinaria, nel 2012, al seguente tema: “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”.

Il 20 novembre si terrà il Concistoro

Il Papa ha nominato 24 nuovi cardinali “E adesso con gioia annuncio che il prossimo 20 novembre terrò un Concistoro nel quale nominerò nuovi membri del Collegio cardinalizio”. Queste le parole pronunciate il 20 ottobre dal Papa, al termine dell’udienza generale. “Vi invito a pregare per i nuovi Cardinali, affinché svolgano con frutto il loro ministero nella Chiesa”, l’esortazione di Benedetto XVI ai fedeli. Delle 24 nuove porpore, 20 sono cardinali “elettori”, cioè con diritto di voto in caso di Conclave. Sono mons. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi; mons. Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti (Egitto), capo del Sinodo della Chiesa copta cattolica, relatore generale all’assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi; mons. Robert Sarah, presidente del Pontificio consiglio Cor Unum e arcivescovo emerito di Conakry (Guinea); mons. Francesco Monterisi, arciprete della Basilica papale di San Paolo fuori le Mura; mons. Fortunato Baldelli, penitenziere maggiore; mons. Raymond Leo Burke, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica; mons. Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani; mons. Paolo Sardi, vice-camerlengo di Santa Romana Chiesa; mons. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il clero; mons.

Velasio De Paolis, presidente della Prefettura degli affari economici della Santa Sede; mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura; mons. Medardo Joseph Mazombwe, arcivescovo metropolita emerito di Lusaka (Zambia); mons. Raúl Eduardo Vela Chiriboga, arcivescovo metropolita emerito di Quito (Ecuador); mons. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo metropolita di Kinshasa (Repubblica democratica del Congo); mons. Paolo Romeo, arcivescovo metropolita di Palermo; mons. Donald William Wuerl, arcivescovo metropolita di Washington; mons. Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo metropolita di Aparecida (Brasile); mons. Kazimierz Nycz, arcivescovo metropolita di Varsavia; mons. Patabendige Don Albert Malcolm Ranjith, arcivescovo metropolita di Colombo; mons. Reinhard Marx, arcivescovo metropolita di München und Freising (Germania); mons. José Manuel Estepa Llaurens, dal 2003 arcivescovo ordinario militare emerito per la Spagna; mons. Elio Sgreccia, già presidente della Pontificia Accademia per la vita; mons. Walter Brandmüller, già presidente del Pontificio comitato di scienze storiche; mons. Domenico Bartolucci, già maestro direttore della Cappella musicale pontificia detta Cappella Sistina, dal 1965 accademico di S. Cecilia.


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Ecclesia Chiesa bresciana

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Brescia XIII Convegno interassociativo

La comunità tra nostalgia e profezia La scelta del tema è legata all’argomento che il Vescovo ha scelto per la terza Lettera pastorale proposta alla diocesi

L

L’aula magna dell’Università cattolica di Brescia, intitolata a Giuseppe Tovini, ha ospitato sabato 23 ottobre per la prima volta l’annuale convegno interassociativo, giunto alla XIII edizione, che aveva come titolo: “Sì bella e perduta. La comunità tra nostalgia e profezia”. Ad aprire i lavori la travolgente e brillante ironia di Edo Martinelli, opinionista, filosofo e libero pensatore, che ha fatto sorridere e riflettere la platea con la sua parodia di uno Stato immaginario dove non funziona nulla. Chiari i riferimenti alla condizione italiana e a quella bresciana, con un invito a cogliere il valore della partecipazione. È toccato poi a Riccardo Montagnoli moderare il dibattito tra due illustri ospiti, il bresciano Ilario Bertoletti, filosofo e direttore della Morcellia-

di Emma Bettinardi

na e de La Scuola, e il milanese Mauro Magatti, sociologo dell’Università cattolica. Il dialogo si è snodato attraverso il tema del rapido cambiamento che ha caratterizzato gli ultimo 30 anni fino ad arrivare alla globalizzazione, analizzando il passaggio dallo Stato assolutista allo Stato democratico, accompagnato dalla pluralità culturale e da un certo livello di benessere. Una condizione che per molto tempo ha confuso l’individualismo con la libertà portando con sé una ideologia del modo di essere della persona che, come tutte le ideologie, nega intere parti della realtà facendo credere all’individuo di essere completamente sovrano di se stesso e di potersi confrontare alla pari con qualunque problema, senza una reale coscienza dei limiti

Un’immagine del Convegno mentre parla p. Valletti

umani. Potersi permettere un’apertura totale a tutte le possibilità è l’illusione dell’uomo, ma l’infinito delle occasioni è come un mare e l’uomo una piccola barca che per andare ovunque rischia la deriva, non avendo più una rotta da prendere. Secondo i relatori la ricerca di una totale apertura spaventa, perché non può essere sostenuta e porta i più a una totale chiusura, a ripiegarsi su di sé alla ricerca di quella via che si è persa, ma che non può più essere trovata nella comunità di un tempo e conduce quindi a tutti quei fenomeni, come il razzismo, che perseguono l’esclusione dell’altro. Oggi, di fronte alla crisi dell’individualismo è fondamentale riabilitare il concetto di persona allontanandosi dalla retorica dell’altro, suggerisce il professor Bertoletti, perché oggi la vera sfida è il ciascuno, il ciascuno che si fa responsabilmente carico di sé e della propria libertà che ha e prende senso solo nella relazione con i membri della comunità. L’esperienza con le persone permet-

te di dare un valore e una direzione alla propria libertà Ulteriori riflessioni sulle differenti categorie di comunità sono state poi affrontate in sei laboratori e portate nel pomeriggio alla platea. Fra le altre quella sulle comunità virtuali: dal gruppo è nata la necessità di ridefinirle come telematiche perché effettivamente “da qualche parte sono”, come avvicinarle, come accogliere i benefici di voci che arrivano da molto lontano e, a volte, non hanno altro modo di farsi sentire, come proteggersi dai rischi di dispersione. Il Convegno si è concluso, nel tardo pomeriggio, con l’intervento del gesuita padre Fabrizio Valletti impegnato a Scampia, storico quartiere di Napoli, una comunità non certo facile da avvicinare. Del suo intervento riferiamo qui sotto. Le tematiche del Convegno verranno ulteriormente sviluppate in alcuni ulteriori incontri fissati per il 19 novembre di quest’anno e l’11 febbraio e il 10 marzo del prossimo anno.

La testimonianza di padre Fabrizio Valletti

Il Gesuita, prete di strada a Scampia, nella Napoli degradata Il Convegno interassociativo ha visto, tra i suoi illustri ospiti, la presenza di padre Fabrizio Valletti, della Compagnia del Gesù, impegnato a Napoli, quartiere Scampia, dove dal 2001 svolge la sua attività pastorale presso il centro culturale Hurtado. Un’attività sociale sperimentale fortemente voluta dai Gesuiti e dal Comune di Napoli. Scampia è un’area creata negli anni ‘70 per accogliere famiglie disagiate, ma col tempo è andata degradando, togliendo possibilità a chi già ne aveva poche, questo perché si presenta come un immenso quartiere dormitorio dove le faide per il traffico della droga scoraggiano ogni tipo di investimento. “Non è un quartiere, è una città, fa 80mila abitanti”, ci tiene subito a precisare don Valletti. Si definisce prete di strada perché quello che fa, dal 2001, non è solo legato alla Chiesa, ma più in generale alla diffusione della cultura tra i ragazzi che, troppo presto ab-

bandonano la scuola. Spiega, con la chiarezza di chi è abituato a parlare proprio a tutti, il problema della divisione culturale di Napoli, da una parte l’eccellenza delle sue sei Università, dall’altra l’ignoranza di chi non può nemmeno permettersi di leggere la Bibbia. Nasce da qui il bisogno di creare un ponte che colleghi chi ha avuto la possibilità di studiare in luoghi di prestigio e chi, seppure intelligente, possibilità non ne ha ed è, a tutt’oggi, in balia della camorra. Ci prova padre Valletti, non solo con il centro Hurtado, ma da quest’anno, anche con la direzione del liceo Pontano, più che blasonato. Grazie a questa iniziativa i bambini dei quartieri Spagnoli, che egli stesso definisce colorati perché provenienti da tutto il mondo e spesso in povere condizioni, fanno il dopo scuola al Pontano, perché possano mescolarsi ed essere visti e incontrati. La camorra, racconta poi, per lui non è un

problema perché occupandosi degli ultimi tra gli ultimi non dà fastidio, anzi i detenuti di Secondigliano spesso affidano a lui le cure dei figli perché li tenga lontani dalla cattiva strada. Con il suo lavoro di diffusione della cultura attraverso la biblioteca e altre iniziative, quali la creazione di cooperative di lavoro, cerca di far sì che i giovani non lascino Scampia e prendano coscienza della loro realtà fino a, in un prossimo futuro, raggiungere le condizioni che permettano loro di gestirla. Se il ricco e il povero si incontrano possono fare davvero una buona esperienza di fede, cultura e giustizia sociale. Non vincerà la sua battaglia padre Valletti, così dice, ma saper perdere è più importante perché aiuta a porsi vicino a chi è perdente. Un insegnamento di umiltà che il Gesuita non teme di mettere in pratica quotidianamente. (e. b.)


LA VOCE DEL POPOLO 22 OTTOBRE 2010

Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

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Per gli insegnanti di religione

Corso di formazione

1° novembre Giornata della santificazione

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Il Santo uomo vero

Anche quest’anno il movimento Pro Sanctitate celebra la Giornata della santificazione universale nella solennità di tutti i Santi, proponendo una particolare meditazione sulla santità come via di piena realizzazione umana. Nella diocesi di Brescia il Movimento invita tutti i gruppi ecclesiali e ogni fedele a partecipare alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Luciano Monari, il 1° novembre, alle ore 10 nella Cattedrale di Brescia. La solennità sarà preceduta da un incontro di preghiera e riflessione guidato da don Marco Busca per approfondire il tema che il Movimento propone quest’anno: “Il Santo uomo vero”, tema quanto mai stimolante e ricco di possibili significati da meditare. L’appuntamento è per il 29 ottobre alle ore 20.30, al Centro Oreb di Calino. Il terzo appuntamento proposto, infine, è la celebrazione eucaristica che si terrà presso la cappella del SS. Sacramento a Brescia, in via Moretto, il 5 novembre alle ore 21, seguita dall’adorazione eucaristica diocesana per la santificazione universale che si protrarrà fino alle 24. Parlare oggi di santità come via di piena realizzazione umana appare come una sfida amorosa a un mondo in cui la realizzazione

umana viene intesa secondo ben altri parametri, a un mondo che ha come mito l’efficienza, l’eterna giovinezza, la realizzazione personale nel mondo del lavoro e nella vita sociale. Eppure è proprio questo il fascino e la forza trainante del messaggio: un linguaggio chiaro, che mette a nudo la richiesta profonda, essenziale, insita in ogni uomo, e per questo universale, di pienezza, felicità, realizzazione delle proprie potenzialità. Un desiderio sano e legittimo, ma da perseguire attraverso un cammino di gioiosa rinuncia al proprio sé, di fiducioso superamento dei propri egoismi e interessi personali, di oblazione, espansione verso l’intero creato; una santificazione che è personale e comunitaria allo stesso tempo. Si tratta dunque di un cammino che agli occhi del mondo appare contrario alla realizzazione della propria umanità, spesso di sacrificio, rinuncia e quindi, per questo, profondamente paradossale. È il paradosso della croce che si ripropone con la sua forza rivoluzionaria, ancora oggi, in questo tempo di ri-cristianizzazione, di ri-scoperta dell’originalità del messaggio evangelico. È il paradosso che trova conferme negli sguardi spenti di chi insegue solo se stesso e negli occhi luminosi di chi invece, rinunciando a tutto, ha trovato il Tutto. Nel calendario liturgico, la festa di tutti i Santi è seguita dalla commemorazione dei defunti, circostanza che ricordiamo con una riflessione che pubblichiamo a pag. 34.

Dalla collaborazione fra l’Issr, l’agenzia di formazione La Scuola e l’Ufficio di pastorale della scuola della diocesi di Brescia nasce la proposta formativa per gli insegnanti di religione. Si tratta di quattro corsi, strutturati in maniera laboratoriale, che intendono ripercorrere e ri-attraversare in prospettiva pedagogico-didattica le tematiche su Gesù emerse durante il convegno organizzato dall’Issr: “Il Dio di Gesù Cristo. Dall’incontro alla rappresentazione”. Parte integrante e conseguente del processo formativo a cui il Convegno ha dato inizio, indirizzato alla formazione in itinere degli insegnanti di religione cattolica della diocesi di Brescia, i laboratori sono divisi per ordine e gradi di scuola, secondo specifiche tematiche, metodologie didattiche mirate e adeguati obiettivi formativi. Agli insegnanti della scuola dell’infanzia e della primaria sono dedicati il percorso A intitolato: “I colori di Dio”, nel quale, giovedì 4 novembre, Michela Valotti tratterà: “La simbologia della croce nell’arte contemporanea”; e il percorso B che ha come titolo: “I luoghi di Dio”, durante il quale, lunedì 25 ottobre, Brunetto Salvarani ha parlato di “Gerusalemme città di Dio”. Agli insegnanti della scuola secondaria di I e II grado sono dedicati il percorso C su “Le armonie di Dio”, in cui, giovedì 28 ottobre, Ottavio De Carli ha trattato: “Il Requiem di Mozart: ascolti e suggestioni”; e, infine, il percorso D rivolto a “I nomi di Dio”, con Paolo De Benedetti che, mercoledì 3 novembre, affronterà l’argomento: “I nomi di Dio nella Bibbia: letture”. Gli incontri, che dureranno dalle ore 17 alle ore 19.30, si terranno presso l’editrice La Scuola di Brescia (via Cadorna, 11), tranne il primo, “I colori di Dio”, che si svolgerà presso l’Istituto Paolo VI di Concesio (via Marconi, 15). La scelta del percorso è obbligatoria all’atto dell’iscrizione. I percorsi sono a numero chiuso. La partecipazione ai corsi dà diritto al riconoscimento di crediti Ects validi per l’Issr (nuovo ordinamento), oltre all’esonero dal servizio durante la frequentazione delle lezioni. Per informazioni ci si può rivolgere al sito www.lascuola.it o all’agenzia di formazione dell’editrice La Scuola, tel. 030.299327- formazione@lascuola.it

Ingressi parrocchiali

Don Biemmi a Casazza Sabato 23 ottobre, nel tardo pomeriggio, ha fatto l’ingresso il nuovo parroco della comunità cittadina di Maria Madre della Chiesa, nel quartier Casazza, don Gianmario Biemmi. Originario di Provaglio d’Iseo, don Biemmi è stato ordinato sacerdote nel 1972 e dopo varie esperienze pastorali in diocesi, negli ultimi anni è stato in missione in Terra Santa. La cerimonia di immissione è stata officiata dal vicario zonale don Luciano Bianchi. Nell’omelia, don Biemmi ha fatto riferimento alle letture bibliche dedicate alla Madonna, nella concomitanza delle feste patronali, per invitare i fedeli ad accogliere il Signore come guida di un cammino da percorrere insieme per imparare ad amare, per crescere nella comunione. In questo impegno è importante l’attenzione a riconoscere nel fratello il volto del Signore. Con questo spirito è facile superare le barriere e costruire una comunità così come auspica il Vescovo nella Lettera pastorale.

Fotonotizia

La dedicazione di Sant’Angela

Domenica 24 ottobre mons. Viglio Mario Olmi ha presieduto il solenne rito della dedicazione della chiesa di Sant’Angela Merici (in via Crispi, in città) a coronamento della ristrutturazione della stessa dopo i danni ingenti subiti durante l’ultima guerra.


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Ecclesia Chiesa bresciana

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Cattedra Incontri alla Casa Foresti

I minori stranieri in oratorio Emersa la necessità di una forte e consapevole regia pastorale affinché spazi e momenti di integrazione vadano pian piano consolidandosi

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di Gabriele Bazzoli

Primo appuntamento, giovedì 21 ottobre, alla Casa Foresti per la Cattedra degli oratori, uno spazio di confronto e racconto di “buone prassi” su temi di attualità della pastorale giovanile. La prima Cattedra si è occupata della presenza dei minori stranieri in oratorio, grazie all’ascolto di tre esperienze significative, quella consolidata del Centro di aggregazione giovanile di Manerbio, con l’educatore Manuel Corbellini, quella variegata e di frontiera dell’oratorio dei Santi Faustino e Giovita, presentata da don Raffaele Maiolini e quella dell’oratorio della Volta, che muove i primi passi con l’accreditamento del Cag illustrata dall’educatrice Valentina Casaccio. Esperienze diverse, nelle modalità e negli esiti, che hanno provato

a mostrare i vari aspetti di un tema che ha superato le dimensioni del problema. Innanzitutto la domanda: cosa significa minore straniero? Già, perché tra gli stranieri abbiamo moltissimi ragazzi nati a Brescia, o che nella nostra provincia hanno vissuto tutta la propria formazione scolastica. E lo sguardo ai dati che vedono gli stranieri rappresentare l’11% della popolazione studentesca delle superiori, e il 14% di quella delle medie (con grandi differenze tra le varie aree della provincia), mentre raggiungono quasi il 20 % delle nascite, ha fornito un primo contenitore dal quale far emergere i racconti. Tra le esperienze significative di inserimento sono stati citati lo sport, i Cag (con grande sottolineatura per i progetti dopo-scuola o di vera e propria alfabetizzazione) e il tempo estivo, soprattutto se in continuità con progetti che seguono l’intero anno. Una delle considerazioni più interessanti, ripresa anche da don Marco Mori a conclusione della se-

Un momento dell’incontro

rata, riguarda l’utopia di un’integrazione autoprodotta che nasce dalla semplice accoglienza: le esperienze raccontano invece della necessità di una forte e consapevole regia pastorale affinché i piccoli spazi e momenti di integrazione vadano pian piano consolidandosi. Spunti concreti hanno rappresentato la base delle valutazioni sul rapporto educatorifamiglie: attraverso l’accoglienza e il lavoro con i minori si creano, con il tempo, spazi di fiducia che vanno a investire non solo le relazioni con i ragazzi ma più in generale i bisogni della famiglia e richiedono quindi un’attenzione che vada oltre quella dell’oratorio. Il breve clip con il trailer de “Il gallo di Ramperto” di S. Cascio e V. Bedogna, cortometraggio coordinato da Simone Agnetti del Centro oratori bresciani che ha visto protagonisti nove ragazzi di nazionalità diverse dell’oratorio di San Faustino è servito da breve pausa, ma ha mostrato le potenzialità di lavoro attraverso

progetti espressivi che riconoscono le doti dei ragazzi coinvolti e le rielaborano attraverso un obiettivo condiviso. La seconda parte della serata ha concentrato la propria attenzione su alcuni aspetti più problematici: la capacità della comunità dell’oratorio di considerare gli stranieri capaci di diventare soggetto, offrendo spazi di protagonismo, di dare spazio a modalità e stili diversi, talvolta particolarmente suggestivi e riusciti, il rapporto con l’ente pubblico che a volte è risorsa, altre volte invece produce discontinuità nella progettazione; anche rispetto a questi temi sono state comunque raccontate vie d’uscita e prospettive positive. Una serata nella quale la riflessione su questo tema, così caro alla dottrina sociale della Chiesa, è stata intessuta di narrazione realistica, della coscienza della complessità e della ricerca di possibilità che nascono da un’azione pastorale propositiva e creativa.

Eremi SS. Pietro e Paolo di Bienno e Montecastello di Tignale

Proposte e appuntamenti del mese di novembre Bienno Sabato 6 Scuola di formazione all’impegno sociale e politico, dalle ore 9 alle ore 12. Gli incontri del gruppo di riferimento: “Il rapporto tra fede e ragione” con i filosofi Rocco Buttiglione e Mario Ceruti, ore 16.30. Lunedì 8 Corso per catechisti, ore 20.15. Da sabato 8 a venerdì 12 Esercizi spirituali per sacerdoti, con mons. Gaetano Bonicelli. Giovedì 11 Ritiro per i sacerdoti (all’Annunziata). Sabato 13 Ritiro per le religiose e le consacrate, ore 9.15. Santa Messa per i figli in cielo, ore 16.30. Domenica 14 Incontro vocazionale per le ragazze , ore 14.30. Lunedì 15 Corso per catechisti, ore 20.15. Mercoledì 17 Ritiro per le donne, ore 9.15. Preghiera semplice: il Rosario meditato e l’adorazione eucaristica dalle ore 20 alle ore 21.30. Giovedì 18 Unione apostolica del clero, ore 10.30. Gruppo Galilea, ore 20. Sabato 20 Scuola di formazione all’impegno sociale e politico dalle

ore 9 alle ore 12. Domenica 21 Cori all’Eremo, ore 16.30 Santa Messa con il coro ‘Don Pietro Laini’ di Breno. Incontro di spiritualità per giovani, dalle ore 18 alle ore 19.30. Lunedì 22 Corso per catechisti, ore 20.15. Sabato 27 e domenica 28 Incontro dell’Opera per l’educazione cristiana. Domenica 28 In ascolto della Parola, lectio divina per giovani e adulti (9.15-12; crediti Idrc). Lunedì 29 Corso per catechisti, ore 20.15. Montecastello Laici (giovani e adulti). Domenica 7, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno. Donne. Martedì 16, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi. Giovedì 18 dalle 9.30 alle 14, ritiro spirituale per il presbiterio e i religiosi delle due zone Gardesane (XVI e XVII).

Il servizio della Parola è offerto da mons. Franco Bertoni, il ministero della riconciliazione dai Padri Cappuccini di Barbarano. Fidanzati della zona XVI. Domenica 14, dalle 9.30 alle 17, secondo ritiro spirituale per le coppie di fidanzati che si preparano alla celebrazione cristiana del matrimonio nella zona pastorale XVI di S. Ercolano. Esercizi spirituali prossimi per presbiteri, diaconi, religiosi. Dalla serata di domenica 7 novembre (ore 18) al pranzo del successivo venerdì 12, il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, guiderà l’esercizio spirituale della lectio divina con il libro di Giobbe. Settimana teologico-pastorale per il presbiterio diocesano. Dalla serata di domenica 21 novembre al pranzo del successivo venerdì 26 il presbiterio diocesano con il vescovo Luciano vivrà le giornate dedicate all’aggiornamento teologico, alla progettazione pastorale e alla reciproca animazione fraterna.


Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 29 OTTOBRE 2010 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo Venerdì 29 ottobre Ore 20.30 – Prevalle – Incontro con le parrocchie.

Sabato 30 ottobre

Ore 11 – Brescia – Partecipa al convegno delegate de “La Voce del Popolo” presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 18 – Provaglio d’Iseo – S. Messa in occasione delle celebrazioni per il 1010º anniversario della fondazione del monastero di S. Pietro in Lamosa.

Domenica 31 ottobre

Ore 11 – Cologne – Cresime e prime comunioni. Ore 16 – Borgosotto di Montichiari – Cresime e prime comunioni. Ore 18.30 – Roncadelle – Dedicazione della chiesa parrocchiale.

Lunedì 1° novembre

Ore 10 – Brescia – S. Messa nella Giornata per la santificazione universale presso la Cattedrale.

Martedì 2 novembre

Ore 15.30 – Brescia – S. Messa presso il Cimitero vantiniano. Ore 20.30 – Brescia – S. Messa in Cattedrale.

Mercoledì 3 novembre

Ore 15 – Brescia – S. Messa e visita alla comunità dei disabili presso la parrocchia di S. Benedetto.

Giovedì 4 novembre

Seminario maggiore

Incontro con il clero Giovedì 4 novembre, con inizio alle ore 9, si svolge presso il Seminario maggiore di via Bollani l’incontro con i sacerdoti per il periodico scambio di aggiornamento e informazione sul Seminario stesso. All’incontro parteciperà anche il Vescovo. Nella foto: un momento della inaugurazione e benedizione del nuovo Seminario minore in via Musei.

Centro Mater divinae gratiae

Proposte di novembre Esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici. Dal 21 al 28 novembre. “La beatitudine della Misericordia”; predicatore don Carlo Molari della diocesi di Forlì. Per giovani. Domenica 14 novembre (ore 9-16). 2° incontro di formazione per giovani animatori. Domenica 21 (ore 17.30-22.30) giornata di spiritualità dal tema “Il diritto alla felicità” (Mc 1,40-45). Per adulti. Martedì 2, 9, 16, 23 e 30 (ore 9-10.30). Lectio divina settimanale sul Vangelo di Giovanni. Sabato 13 (ore 16-17.30). Attraversiamo insieme il guado! Un cammino per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante. Sabato 27 e domenica 28. Meditazione cristiana (corso base e avanzato) con p. Andrea Schnöller (capp). La terra… l’incontro. Le città della Rivelazione di Gesù (percorso in cinque serate, dalle 20.30 alle 22.30): mercoledì 3 Betlemme, la ‘Gloria’ in una mangiatoia; mercoledì 10 Cana, la festa della ‘sovrabbondanza’; mercoledì 17 Gerico, occhi che vedono ‘nuovo’; mercoledì 24 Betania, l’elogio dello ‘spreco’; mercoledì 1° dicembre: Emmaus, l’incontro che ‘arde il cuore’ Informazioni e/o iscrizioni: tel. 030.3847212-210 – info@ materdivinaegratiae.it www.materdivinaegratiae.it

Centro pastorale Paolo VI

Cresime adulti Le cresime degli adulti si celebrano domenica 31 ottobre presso il Centro pastorale Paolo VI alle ore 18.

Cattedrale

Orari Messa prefestiva A partire da domenica 31 ottobre, in coincidenza con il ritorno all’ora solare, la S. Messa vespertina in Cattedrale sarà celebrata alle ore 17.30 sia nei giorni feriali che festivi (comprese le vigilie delle feste). Rimangono inalterati gli altri orari mattutini.

Ore 9 – Brescia – Incontro con il clero presso il Seminario maggiore. Ore 18.30 – Milano – Concelebrazione per il IV centenario della canonizzazione di S. Carlo Borromeo nel Duomo del capoluogo lombardo.

Cancelleria

Nomine e provvedimenti La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Luigi Gregori, direttore spirituale del Seminario diocesano, è stato nominato direttore spirituale anche dei diaconi permanenti. Il rev.do diac. Tobia Bonomi, già in servizio a Irma e Marmentino, è stato nominato per il servizio pastorale di Bovegno. Il rev.do diac. Tarcisio Bugatti, in servizio a Lumezzane S. Sebastiano, è stato nominato responsabile del progetto “Pane e Parola” nella zona pastorale XIX. Il rev.do diac. Francesco Checchi, già in servizio ad Alfianello, è stato nominato per il servizio pastorale di Verolanuova. Il rev.do diac. Gian Paolo Fogazzi, già in servizio a S. Gervasio Bresciano, è stato nominato per il servizio pastorale di Manerbio.

Azione cattolica italiana

Bambini e giovanissimi incontrano il Papa Sabato 30 ottobre i bambini e i giovanissimi di Ac incontrano Benedetto XVI in Piazza San Pietro. Sono oltre 80mila i ragazzi e gli adolescenti dai 6 ai 18 anni iscritti, accompagnati da sacerdoti, educatori e genitori. Fra questi ci saranno anche 800 minori bresciani. Il titolo dell’incontro-festa è “C’è di più. Diventiamo grandi insieme” e avrà come tema la sfida educativa per le nuove generazioni. Un bambino e un adolescente, accompagnati da un educatore, rivolgeranno delle domande al Santo Padre. Il dialogo è previsto dalle ore 11 alle ore 12. L’incontro con il Papa sarà preceduto da momenti di preghiera, testimonianze e animazione musicale. Nel pomeriggio, i giovanissimi di Ac (adolescenti dai 14 ai 18 anni) vivranno una festa tutta per loro in Piazza del Popolo. L’Acr (bambini e ragazzi dai 6 ai 13 anni) si ritroverà invece in Piazza di Siena.

Apostolato della preghiera

Intenzioni di novembre Nel mese di novembre (che con la conclusione dell’anno liturgico invita a meditare sulle ultime realtà e a coltivare il ricordo dei defunti) sono state affidate all’Adp le seguenti intenzioni (che trasmettiamo in forma abbreviata): Generale: Perché le vittime della droga e di ogni altra forma di dipendenza trovino in Dio la forza di cambiare. Missionaria: Perché le Chiese dell’America Latina proseguano la loro missione. Dei Vescovi: Perché il ricordo dei fedeli defunti ci aiuti a cogliere il significato più autentico della vita. Del Vescovo Luciano per l’anno 2010/11: Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più “una cosa sola” in Cristo.

Vantiniano e Basilica delle Grazie

Preghiera per i bambini mai nati e per la vita Come ogni primo sabato del mese, il 6 novembre presso il Cimitero vantiniano, alle ore 15.30, si tiene la preghiera per la vita sulle tombe dei bimbi mai nati (aborti naturali). Come ogni prima domenica del mese, il 7 novembre, alle ore 16 nella Basilica delle Grazie si celebra la S. Messa animata dal Movimento per la vita.


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LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

San Vincenzo

Carisma vincenziano Il Consiglio centrale ha ricevuto la visita del Vicepresidente nazionale

Le motivazioni al servizio Alessandro Floris, responsabile anche del Centro studi dedicato a Giorgio La Pira e della formazione vincenziana, ha incontrato i presidenti delle Conferenze bresciane, ponendo l’accento sul tema della formazione, “vero motore”, richiamato anche dallo statuto, di tutta quanta l’attività associativa pagina a cura di Giuseppe Milanesi

Il 17 settembre scorso il Consiglio centrale ha avuto la visita del vicepresidente nazionale, Alessandro Floris, responsabile del Centro studi dedicato a Giorgio La Pira e della formazione vincenziana, che ha svolto una interessantissima conversazione ai presidenti delle Conferenze bresciane di cui pubblichiamo volentieri la prima delle tre parti nelle quali si è sviluppata. La formazione svolge un ruolo fondamentale nella Conferenza (il gruppo che raccoglie i vincenziani di un determinato territorio), anzi deve essere il vero motore dell’attività vincenziana. Le Conferenze devono perciò tornare a essere “scuole di formazione permanente”: ognuna deve compiere un cammino di fede e raggiungere una formazione che la porti a maturare la vocazione vincenziana ed essere sempre più vitale e sensibile alle esigenze dei poveri, degli emarginati, di tutti coloro che soffrono ingiustizie. Nel nostro Statuto si legge: “La Conferenza è il centro dell’azione e della formazione vincenziana”. La formazione deve essere globale

e permanente: spirituale, culturale (personale), ma soprattutto vincenziana (nel senso di conoscenza del pensiero e dell’opera di San Vincenzo e del Beato Federico Ozanam). Il tempo dedicato alla preghiera e alla formazione non è tempo sottratto ai poveri, per questo non possono venire fatte in modo frettoloso e generico, per non perdere mai di vista le radici e l’identità vincenziana. Il punto 3.3 della Nouvèlle Règle recita: “La Conferenza è una vera comunità di fede e di amore, di preghiera e di azione”. Se vi chiedessi: “Sapete qual è la missione della S. Vincenzo?” Molti potrebbero rispondere: “È il servizio ai poveri!”. Ebbene non è così. Non è un’affermazione corretta, precisa. A chi ci fa questa domanda dovremmo rispondere che la missione della Conferenza, di ogni vincenziano è: evangelizzare attraverso la testimonianza della carità. Cioè annunciare il Vangelo di Gesù Cristo con il dono del proprio cuore e del proprio amore ai fratelli più piccoli, più poveri. La Conferenza non è un generico gruppo di volontariato. La prima nacque nel 1833 “non per fare un’opera di sola beneficenza, ma

anche di moralizzazione e di cristianizzazione; vedere nel povero la persona di Cristo sofferente; operare la carità per santificare sè stessi”. Il servizio, la visita ai poveri, è dunque un mezzo, non il fine della nostra associazione. San Vincenzo, nel 1642, diceva: “Ma come li serviva i poveri Gesù Cristo? Corporalmente e spiritualmente. Egli andava da un luogo all’altro, li soccorreva con il denaro che aveva e li istruiva con l’eterna salute”. Siamo consapevoli che noi operiamo in una Conferenza non perché mossi da compassione o dall’urgenza di dare risposta ai bisogni dei poveri, ma perché spinti dalla fede? Abbiamo in noi l’ansia evangelica di portare Cristo ai nostri fratelli, di annunciare la Buona Novella attraverso la testimonianza del nostro amore, e icona dell’amore del Padre, perchè siano salvi e non solo sollevati dall’indigenza? La fede è dunque la radice del nostro servizio vincenziano, perché dalla fede il cristiano trae le motivazioni di fondo: una nuova visione della vita e della storia, redente dal sacrificio di Cristo sulla Croce; vive l’esistenza e il servizio ai fratelli non più in un orizzonte umano ristretto, ma nella prospettiva dell’eterno.

Vita associativa

Gli appuntamenti di novembre e dicembre 14 ottobre: si è chiusa la mostra “Arte sacra e futurismo” organizzata dalla S. Vincenzo presso il museo di S. Giulia. Sebbene vi fosse un numero contenuto di opere i visitatori sono stati moltissimi. Di tutta l’esperienza, assolutamente positiva, ci piace ricordare in particolar modo l’incontro pubblico che ha avuto al centro il dialogo, davvero coinvolgente e profondo, tra Massimo Minini e don Giuseppe Fusari, invitati a parlare del tema della mostra. 13 novembre: si terrà a Bergamo un incontro, organizzato dalla Federazione regionale, molto interessante e aperto a tutti i vincenziani tenuto dal prof. Ivo Lizzola che parlerà sul tema: “Vecchie povertà, nuove povertà, povertà nascoste”. Chi fos-

se interessato può comunicarlo velocemente alla segreteria in modo da potere valutare al meglio alcuni aspetti organizzativi. 23 novembre: si terrà presso il Centro Paolo VI l’annuale giornata di spiritualità. Quest’anno vi sarà la presenza di mons. Cesare Polvara che ci aiuterà a riflettere sul tema della campagna nazionale “La solidarietà sa capire le differenze”. 27 novembre: la S. Vincenzo parteciperà attivamente alla giornata della Colletta alimentare. Chi è disponibile a offrire un poco del suo tempo presso un supermercato della Città è gentilmente invitato a segnalarlo alla segreteria. 16 dicembre: alle 19.30 si terrà presso i locali adiacenti al Dormitorio la tradizionale Messa di Natale a cui seguirà un momento di convivialità.


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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Rovato Sabato 30 ottobre alle ore 16

Emilio Bonomelli 40 anni dopo Presso la Sala del pianoforte nel palazzo municipale si ricorda la figura di questo rovatese, servitore esemplare della Chiesa per la Santa Sede. Ebbe un legame molto forte con Paolo VI e con Alcide De Gasperi

Emilio Bonomelli

Direttore delle Ville pontificie da Pio XI a Paolo VI

Protagonista del mondo cattolico “Pochissimi bresciani, e soltanto della generazione più anziana, lo conoscevano, e chi lo ricordava lo faceva o con affetto o con stima. Mancava dalla sua Brescia da una quarantina d’anni. Ci tornava con stagionato rimpianto, come a ricordi di gioventù e di spente lotte, ormai scomparsi quasi tutti i vecchi amici, e tanto più cari i pochi rimasti. È morto, lucido ottantenne, nella sua bella casa, che era all’ultimo piano della villa papale di Castel Gandolfo; e s’affaccia dall’alto sul lago, con i monti Albani e i Castelli romani; e lontano, ma non tanto, Roma. Si è spento tra le braccia della sposa, […] e confortato nel più profondo dell’anima dalla visita del più antico e più venerato degli amici, il Papa, venuto apposta da Roma al suo capezzale”. Così all’indomani della morte, avvenuta il 18 febbraio 1970 dopo una malattia, il Giornale di Brescia ricordava la scomparsa dell’avv. Emilio Bonomelli, storico direttore delle Ville pontificie da Pio XI a Paolo VI. Era nato a Rovato nel 1890 e qui aveva frequentato la scuola elementare, quindi il ginnasio a Chiari e il liceo all’Arnaldo di Brescia, poi la laurea in legge presso l’ateneo bolognese. Insieme a Galuppini e a Rossi aveva fondato la “Giovane Rovato”, era stato redattore de “Il cittadino di Brescia” diretto da Giorgio Montini, quindi era stato eletto sindaco di Travagliato, consigliere comunale di Rovato e consigliere provinciale; tra i primi aderenti del Partito popolare e tra i più attivi suoi promotori, nel 1924 ne era divenuto il segretario provinciale, per essere poi costretto a riparare in Francia – in seguito alle intimidazioni e aggressioni fasciste – da cui fece ritorno nel 1929. Grazie all’interessamento dell’on. Giovanni Longinotti, al rientro in Italia ebbe l’incarico di ristrutturare le Ville pontificie di Castel Gandolfo che divennero centro di incontri straordinari, in cui i problemi del Paese, l’amicizia e l’impegno socio-politico trovavano il raccordo nell’idealità di un forte radicamento cristiano. “Ben presto – scriveva Bonomelli – Castel Gandolfo divenne la meta delle tranquille gite domenicali di De Gasperi accompagnato dall’indimenticabile Longinotti, spesso da Cingolani o Spataro. Si facevano grandi gite nei boschi e interminabili chiacchierate, la sera, attorno al camino. Non di rado si aggiungevano amici di Roma e di fuori, molti dei quali avevano avuto una parte cospicua nel movimento dei cattolici italiani”. Una lapide, posta nel 1971 all’ingresso di Villa Barberini, ricorda come quella residenza – restaurata per volontà di Pio XI “affinché servisse ai Romani Pontefici per rinfrancarsi” – sia stata amministrata “con competenza, diligenza e abilità dal bresciano Emilio Bonomelli”, che la “rimise nel primitivo decoro” dopo i danni della guerra. Partecipate e intense, restano le parole di Paolo VI che, scrivendo alla signora Teresa Battaglini, moglie di Bonomelli, il giorno dell’Assunta del 1970 notava: “Vogliamo che non manchi il segno della nostra memoria di lui, Emilio, nostro tanto caro, stimato e compianto amico […] e sia a lei di conforto questo nostro pio e cordiale ricordo, il quale, mentre custodisce come preziosa eredità un passato tanto ricco di fede, di affetti e di esempi, ravviva una comunione che Cristo alimenta per oggi e per sempre”.

P

Per ricordare il quarantesimo della scomparsa di Emilio Bonomelli, che per tanti anni seppe servire in modo esemplare la Chiesa – per la Santa Sede dal 1951 fu anche osservatore permanente presso la Fao e nel 1965 consultore per l’Ufficio amministrativo della Sacra Congregazione del Concilio –, senza mai perdere i legami con la sua terra d’origine, si tiene il 30 ottobre nel paese natale di Rovato un incontro di studio commemorativo, organizzato dalla rivista “Brixia sacra” con la collaborazione della parrocchia e del Comune di Rovato e il sostegno

Bonomelli con Paolo VI

di Gabriele Archetti

della Cogeme; l’iniziativa, che inizia alle ore 16, ha anche il patrocinio del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università cattolica del Sacro Cuore e dell’Istituto Paolo VI di Concesio. Tra gli interventi, si segnalano quello di Giovanni Donni sul periodo giovanile e il primo impegno politico; di Saverio Petrillo, successore di Bonomelli nella direzione delle Ville pontificie, sull’attività svolta a Castel Gandolfo; di Maria Romana De Gasperi sui legami col padre, col mondo cattolico e la Democrazia cristiana; e di Giuseppe Camadini su alcuni aspetti del vivissimo legame tra Bonomelli e Paolo VI, mentre a concludere i lavori – presieduti da Xenio Toscani – sarà il card. Giovanni Battista Re, che ebbe modo di conoscere di persona e di apprezzare il lavoro di Bonomelli. L’incontro è stato possibile grazie all’impegno della famiglia Bonomelli, e particolarmente della prof.ssa Teresa Redaelli, che ha messo a disposizione l’Archivio di famiglia e quello personale dell’avv. Emilio Bonomelli, depositandolo presso l’Istituto Paolo VI a Concesio, dove è stato ordinato dalla dr.ssa Anna Brichetti ed è consultabile. Un fondo documentario che getta una luce non opaca su uno spaccato familiare e storico locale, ma che ha notevoli implicazioni anche per la più grande storia in anni cruciali delle vicende del Paese. Si pensi solo ai legami, professionali e soprattutto di amicizia, tra i Montini e Bonomelli. Basta ricordare che l’arcivescovo Montini, nei giorni prima del conclave nel giugno del 1963, in cui sarebbe stato eletto papa col nome di Paolo VI, fu suo ospite a Castel Gandolfo.


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Paesi e parrocchie Città

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Brescia Politica

Tra litigi e proposte per il futuro Sono diversi i temi anche caldi sul tavolo sia a Palazzo Loggia che a Palazzo Broletto. Nel frattempo il Pd incontra il territorio

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Se è vero che il tasso di litigiosità della politica italiana si è notevolmente alzato con quella che per tutti è la cosiddetta Seconda Repubblica, è altresì vero che le polemiche e le occasioni di scontro sono sempre più presenti nelle stesse coalizioni più che sui fronti opposti. Basta guardare all’assemblea provinciale del Pdl che non ha certo risparmiato critiche dirette e indirette alla Lega Nord, in particolare per la sua presenza considerata dal partito del presidente Berlusconi troppo egemone. Nel centrodestra si discute sulla politica di palazzo Broletto, men-

CRISTIAN CARRARA

GIOVANI POLITICA FUTURO

di Luciano Febbrari

tre in Loggia le tensioni interne sembrano meno consistenti. Molto, però, si giocherà rispetto alla città con il tema della mobilità, settore nel quale la Lega ha più volte dichiarato – anche sullo scorso numero di “Voce” con Nicola Gallizioli – di voler lasciare la propria impronta. Non ha, invece, per il momento lasciato straschichi la presenza di Futuro e Libertà, anche perché gli ex An che occupano un posto di rilievo a Brescia hanno preferito restare tra le file del Pdl. In questo scenario si fa sentire anche il Pd attraverso i suoi consiglieri in

N O VITÀ

Dieci anni di storia, di analisi e di prospettive sulle politiche giovanili in Italia intervista di Luca Poma prefazione di Giorgia Meloni Cinque anni fa un gruppo di ragazzi avviano l’ambiziosa esperienza del Forum Nazionale Giovani, la piattaforma di rappresentanza permanente “auto-convocata” riconosciuta dall’unione Europea. Il libro ricostruisce, attraverso questa esperienza, la storia recente delle politiche giovanili nel nostro paese: che cosa c’era, le novità degli ultimi anni e, soprattutto, le prospettive future.

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Diego Peli

Comune, in Provincia e nelle circoscrizioni. Come? Puntando su una serie di incontri per conoscere da vicino le esigenze del territorio. Il punto di partenza, sviluppato da Diego Peli, capogruppo del Pd in Broletto, è quello che ci sono molti temi trasversali. Quando si parla di mobilità, non si può non pensare ad esempio alla metropolitana o alla discussa proposta della tangenziale est che di fatto “copre il percorso della metropolitana”: da via Serenissima sbuca a nord della città. L’argomento di fondo resta senza dubbio quello di tipo ambientale (“le cave che diventano discariche” come ha sottolineato Maurizio Billante della circoscrizione Est) e l’inquinamento (“niente allarmismi sulla salute, ma non si deve nemmeno sottovalutare il problema”). “Il Pd incontra la città” è nelle intenzioni dei promotori anche

un modo per comunicare ai propri elettori e non solo la vivacità del partito e le proposte fin qui portate avanti come la presentazione di un bilancio alternativo, perché, utilizzando le parole del capogruppo del Pd Peli, “senza rilancio, ma solo mantenendo l’equilibrio di bilancio non si può andare avanti. Brescia ha un’enorme ricchezza a disposizione e deve essere maggiormente visibile per poter incidere”. Il primo incontro è andato in scena il 28 ottobre alla Circoscrizione Est con al centro del dibattito la cittadella dello sport. I prossimi appuntamenti sono in programma venerdì 5 novembre alla Sud, martedì 9 novembre alla Centro, il 18 alla Nord e il 25 alla Ovest. A tutte queste serate, che avranno inizio alle 20.30, parteciperanno alcuni consiglieri comunali, provinciali e di circoscrizione.


Brevi

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Brescia

Celebrazioni per il IV Novembre L’anniversario del IV Novembre, giorno che ricorda la vittoria di Vittorio Veneto, sarà ricordato a Brescia con una manifestazione che avrà luogo in Piazza della Loggia alle 10.30 alla presenza delle più alte autorità cittadine e delle associazioni combattentistiche e d’arma. Il 2 novembre sarà, invece, celebrata una messa al Vantiniano alle 10.30 a ricordo dei Caduti di tutte le guerre.

Lamarmora

Concerto di beneficenza

Guido Papalia, procuratore generale della Repubblica

Provincia Protocollo

100 lavoratori per le esigenze della giustizia

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Si può affrontare il tema della giustizia, dando di fatto attivazione alle leggi che già sono presenti. Ecco spiegato il motivo che ha portato la Provincia, la Corte d’Appello di Brescia rappresentata dalla presidente Graziana Campanato e la Procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Brescia, nella persona del procuratore generale Guido Papalia, a sottoscrivere un protocollo finalizzato all’utilizzo di 100 percettori d’indennità di mobilità per lo svolgimento di lavori socialmente utili presso gli Uffici giudiziari per sei mesi prorogabili. Si risponde così a un’esigenza, allo stato di criticità in cui versano le locali cancellerie (civile e penale) e l’Ufficio ragioneria e contabilità: stato dovuto alla carenza di personale addetto alla digitazione delle sentenze, all’inserimento dei dati e alla movimentazione dei fascicoli a causa del blocco delle assunzioni. Si tratta, come ha sottolineato il presidente Molgora, di un inizio di una collaborazione, magari aprendo il Tribunale alle esperienze dei

di Luigi Zameli

tirocini formativi dei neolaureati. I 100 lavoratori socialmente utili si occuperano di più servizi, in particolare dell’inserimento dati e di collaborazioni qualificate. Il personale è stato selezionato in base alle competenze richieste. Per i lavoratori potrebbe essere, inoltre, un’ottima opportunità per cercare di reinserirsi sul mercato del lavoro, facendo conoscenza delle tante imprese e aziende che si rivolgono al Tribunale per delle consulenze. Per quanto riguarda il mondo giudiziario va detto che è in fase di elaborazione uno sportello per i cittadini, un Ufficio relazioni con il pubblico. Si sta lavorando al processo civile telematico (Brescia è seconda solo a Milano per atti telematici trattati) inserito nell’ambito di “Innovagiustizia” della Regione Lombardia. L’impegno della Provincia si concretizza anche sotto il profilo economico, visto e considerato che si assume i costi degli oneri relativi alla copertura Inail e agli infortuni in itinere per un importo totale di 28mila euro.

La chiesa di San Giacinto a Lamarmora, sabato 30 ottobre alle ore 20.45, ospita un concerto di beneficenza. In questo momento di crisi economica, la miseria della popolazione di Tanguiéta (Benin), nel cui ospedale da più di 40 anni si prodiga il medico missionario dei Fatebenefratelli fra Fiorenzo Priuli, si è più che raddoppiata. Il povero afrcano è costretto a morire di fame. E questa sorte tocca soprattutto ai bambini. La Pediatria dell’Ospedale di Tanguiéta nell’ultimo anno ha visto raddoppiare i bambini: da 3000 a 6000. Il 20% di essi arriva all’ospedale in condizioni disperate per cui ci sono sempre 20/30 bambini in terapia intensiva: molti si salvano ma circa 500 all’anno non ce la fanno. La Pediatria ha nominalmente 80 posti letto, ma le mamme africane si adattano anche sulle stuoie, per cui ci sono sempre 120/130 mamme con i loro bambini. Le offerte raccolte saranno interamente devolute a favore dei bambini denutriti dell’ospedale africano di Tanguiéta (Benin), dove opera il missionario bresciano fra Fiorenzo Priuli dei Fatebenefratelli. Fra Fiorenzo Priuli, bresciano di Cemmo, ha ricevuto nel 2002 la Legion d’onore a Lomé (Togo) e nel 2004 il Premio Cuore Amico. Per l’occasione si esibisce in concerto un gruppo giovane e promettente di orchestrali usciti dalla Scuola media di Romano d’Ezzelino (Vicenza). Il sodalizio si è costituito nella onlus “Symphoniae” nel 2007 e in tre anni di esperienza ha fatto numerosi concerti. L’età media dei circa 40 componenti l’orchestra si aggira sui 16/17 anni e il repertorio proposto dal prof. Godi, direttore d’orchestra nonché arrangiatore, spazia da autori classici come Bach, Beethoven ad autori contemporanei come i Led Zeppelin. I biglietti si possono prendere al bar parrocchiale o al Centro Fatebenefratelli in via Pilastroni 4 o davanti alla chiesa. L’offerta minima è di 5 euro.

Millenium Sport & Fitness

Nuotando nella solidarietà In occasione della recente giornata mondiale della malattia di Alzheimer la società Millennium Sport & Fitness ha organizzato una serie di eventi sportivi per la raccolta di fondi da destinare alla ricerca. L’occasione è stata anche quella di informare la cittadinanza sulla gravità della malattia che interessa direttamente o indirettamente una persona su tre. Per l’8ª edizione la società ha messo in programma numerose iniziative di fitness e sport, partendo dallo slogan più che appropriato “muoviamoci”. Tra le discipline sportive ha riscosso interesse e partecipazione la maratona di nuoto (tempo massimo due ore) aperta a varie categorie dove le donne hanno dominato. Nella categoria assoluti Paola Chiarini e Iren Rafael hanno conquistato a pari merito in secondo posto alle spalle di Luca Pasquali. Nella categoria juniores si è imposta la giovane Margherita Cattina, mentre nella “familiy” il primo posto è andato alla famiglia Milesi. Nei seniores primo posto per Miriam Rimon. Gran finale poi con l’attesa maratona a squadre. Favoriti d’obbligo il quartetto maschile del gruppo “Butterfly” al quale si opponevano le ragazze di “Uga Uga”. Chiara Stagnitti, Erika Capaci, Federica Stagnitti e Mariaelena Ravelli hanno, invece, conquistato con merito il primo posto. I fondi raccolti, superiori alle aspettative, sono stati devoluti al Centro di riferimento nazionale di ricerca.


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Paesi e parrocchie Città

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Brescia Manifestazioni in programma

Una storia che parla di solidarietà Sono trascorsi 90 anni da quel 14 novembre 1920 che vide la nascita della Sezione bresciana dell’Associazione nazionale alpini

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Lo spirito di solidarietà e di fratellanza hanno da sempre contraddistinto il corpo degli Alpini, i quali, anche su tutto il territorio bresciano hanno più volte dimostrato grande capacità di iniziativa, presenti in prima linea per aiutare il prossimo in difficoltà. Uno dei primi interventi a cui parteciparono gli Alpini della Sezione di Brescia, fu nel 1923, l’opera di soccorso prestata alla popolazione di Corna di Darfo, colpita dalla rottura della diga del Gleno. Anni dopo, nel 1976, il terremoto del Friuli fu l’occasione che permise agli Alpi-

di Laura Di Palma

ni bresciani di attivarsi per creare un proprio nucleo operativo di Protezione civile. Un nucleo, questo, che ha poi preso parte a molte delle operazioni di soccorso portate avanti in seguito ad alcune delle più grandi calamità naturali sul territorio italiano. Quello degli Alpini è un lavoro importante, svolto il più delle volte in silenzio, ma senza il quale non sarebbero state possibili molte cose. Sempre nell’ottica di uno spirito di collaborazione e fratellanza, per onorare il ricordo dei numerosi caduti durante la Battaglia di Nikola-

jewka, gli Alpini bresciani decisero di donare alla città una scuola speciale di mestieri per spastici e miodistrofici. La scuola Nikolajewka, ideata, finanziata e interamente costruita da loro, venne inaugurata il 22 gennaio 1984; 26 anni dopo, essa accoglie circa un centinaio di ospiti, alcuni dei quali vi risiedono stabilmente e, gestita da una Cooperativa sociale, è diventata il “monumento vivente” degli Alpini, in ricordo dei compagni caduti in battaglia. Accanto ad essa, sorge, dal 1998, la sede Ana di Brescia. Per festeggiare il 90° anniversario di fondazione, la Sezione, che conta oggi circa 14mila iscritti, suddivisi in 157 gruppi locali, ha portato avanti numerose iniziative come “Tridentina Avanti! 5” che ha visto collaborare il gruppo con il quinto Reggimento di Vipiteno, nella raccolta

di numerosi medicinali da inviare in Afghanistan; la pulizia delle rive del fiume Oglio, nei pressi di Rudiano, a opera del nucleo di Protezione civile; la realizzazione di una mostra storica celebrativa, che sarà inaugurata il 30 ottobre a Palazzo Martinengo e la stesura del libro “90 anni con la penna”, che sarà presentato nel salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia il 13 novembre. Sempre nell’ambito delle celebrazioni, sono previsti un concerto del Coro Alte Cime, in Loggia, nel tardo pomeriggio del 6 novembre e una serata, presso il Teatro Grande di Brescia, venerdì 26 novembre, a partire dalle 21, che vedrà un concerto della Fanfara Tridentina e una breve cerimonia rievocativa dell’atto costitutivo della Sezione che, proprio qui, nel ridotto del Teatro, vide i suoi natali.


Paesi e parrocchie Bassa

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Asl di Brescia Presentati i dati di un’indagine

A rischio i lavoratori stranieri Spesso impiegati nei settori più pericolosi, conoscono poco le norme di sicurezza e non hanno molta dimestichezza con l’italiano

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L’Asl ha presentato i risultati di un’indagine sui giovani lavoratori – svolta in collaborazione con Aib e i sindacati Cgil, Cisl e Uil – in ordine ai loro stili di vita e alla valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute con riferimento alla provenienza da altri Paesi. “Come emerge dagli studi – ha detto il direttore generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella – i lavoratori immigrati sono da considerare tra le categorie di lavoratori vulnerabili e tra le possibili cause vi è l’impiego in settori lavorativi a maggior rischio, la scarsa conoscenza

di Franco Armocida

delle normative sulla sicurezza e la poca conoscenza dell’italiano. Per quanto attinente agli stili di vita – ha aggiunto Scarcella – va considerato che sono ben presenti l’abuso di alcol, l’uso di sostanze stupefacenti, la guida veloce, elementi che possono sommarsi ad altri fattori di rischio propri della mansione abitualmente svolta”. “In merito alla valutazione dei rischi – ha riferito il direttore del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asl Domenica Sottini – sono stati usati questionari distribuiti in sette

aziende, dei quali ne sono stati elaborati 192, equamente divisi fra stranieri e italiani. È emerso che i primi hanno una scolarità maggiore, mentre non emergono differenze significative sulle condizioni di vita. Il 43% degli stranieri è proprietario della casa in cui abita, a fronte dell’80% dei colleghi italiani, che – ha aggiunto Domenica Sottini – fanno più ore straordinarie (10% vs 4%), ma che preferiscono lavorare in turni od orari meno disagiati (10% vs 15%). Il 92% degli stranieri non ritiene di essere discriminato rispetto ai nostri connazionali e il 66% riferisce di trovarsi molto bene sul luogo di lavoro”. “In ordine agli stili di vita – ha illustrato la responsabile del Servizio educazione alla salute e attività sperimentali dell’Asl Fiorenza Comincini – sono stati elaborati 415 questiona-

L’impegno dell’Associazione diabetici della provincia di Brescia

Per “vincere” il diabete, bisogna conoscerlo Quando uno si accetta, ha già vinto la malattia. Siamo in presenza di una malattia ancora poco conosciuta che, inoltre, non dà sintomi. Il diabete, secondo i dati relativi alla fine del 2008 nel Bresciano, è presente in 54mila casi; a questi se ne devono aggiungere altri 20mila che non sanno di avere questa patologia. Nel tempo sono mutati i metodi, ma non certo la malattia che si suddivide in diabete di tipo 1 e di tipo 2. Nel primo caso si presenta già in età giovanile e necessita di un intervento farmacologico; nel secondo caso se un tempo si verificava in età avanzata, oggi si manifesta anche nell’adolescenza per la troppa sedentarietà o per la cattiva alimentazione. Ecco allora che diventa strategica l’attività di prevenzione e di sensibilizzazione. Da circa 30 anni l’Associazione diabetici Brescia è in prima linea per fornire assistenza morale e materiale (sull’utilizzo, ad esempio, della macchinetta). Si adopera nella formazione scolastica (importante la collaborazione con l’istituto Sraffa) e nella preparazione degli stessi diabetici con una tre giorni annuale per i più giovani di confronto a partire dall’esperienza diretta. L’Associazione, presieduta da Edelweiss Ceccardi e supportata dal carisma del presidente onorario Giuseppe Bonardi, ha aperto diverse sezioni: a Brescia, Palazzolo, Gardone Valtrompia, Leno, Montichiari e Gavardo; il 3 novembre apre a Prevalle. Tutta la provincia è, quindi, coperta da un osservatore attento: non dimentichiamoci che solo lo scorso anno in Parlamento è stato firmato il primo manifesto mondiale del

diritto (ad essere curato e a concordare la cura) del diabetico. Anche la qualità delle stesse macchinette è passata al setaccio. Il diabetologo, quindi, dà la cura e l’Associazione aiuta le persone a seguire la terapia. Se all’Ospedale civile opera la diabetologia (prima i pazienti erano curati nel reparto di medicina), grande merito va dato all’Associazione che conta oltre 6000 associati. In vista della giornata mondiale del diabete, fissata per il 14 novembre, sono state allestite varie serate a tema di screening dove ci si può misurare la glicemia: si incomincia il 7 novembre a Salò, poi Brescia, Palazzolo, Montichiari, Leno, Sarezzo e Serle (il 28 novembre). Contemporaneamente il 3 novembre a Prevalle, presso il palazzo comunale apre una nuova sede locale (dalle 8.30 alle 10.30); sempre in Valle Sabbia, il mercoledì dalle 9 alle 11, è aperta un’altra sede a Sabbio Chiese. Nessun allarmismo, ma la consapevolezza di affrontare un problema sempre più emergente che investe la qualità della vita e il benessere sociale di un quota sempre maggiore di persone all’interno della comunità valsabbina. Il progetto Antenna diabete Prevalle è studiato per diventare lo strumento organizzativo di presidio consulenziale (su base volontaria) non medico della patologia del diabete. Le serate e i momenti di approfondimenti sono rese possibili dal contributo del personale medico, si pensi alle figure del dott. Felice Mangeri del Centro di diabetologia presso l’Ospedale di Gavardo e della dott.ssa Ulrike Tatoli.

ri provenienti da 19 aziende aderenti all’Aib e da 3 Cfp. L’indagine ha riguardato giovani tra i 18 e i 24 anni e si può affermare che la maggiore o minore soddisfazione nell’attività lavorativa sembra incidere sulla condizione di benessere e di equilibrio personale e può costituire un elemento di amplificazione del rischio. Il 78,8% si dichiara soddisfatto del proprio lavoro e la presenza di sostanze o di alcol nelle proprie abitudini non è irrilevante, così come alcuni comportamenti ‘anomali’ toccano percentuali dell’ordine del 25%”. “La sicurezza è un bene di tutti – ha commentato il presidente di Aib Giancarlo Dallera – e ci dobbiamo impegnare a incrementare il livello di conoscenza dei pericoli, a iniziare dalla scuola, prestando attenzione ai giovani senza lavoro”.


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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Inchiesta La Voce della Bassa Bresciana

Sottovoce

Servizi per combattere la “ludopatiaâ€? Ăˆ questo il termine tecnico con cui viene indicata la dipendenza da gioco, curata dal Sert di Orzinuovi e dal Mago di Oz a Bagnolo

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di Massimo Venturelli

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Per anni il gioco, soprattutto quello d’azzardo, è stato considerato come una mania di incalliti appassionati di bische fumose o di eleganti sale da casinò. Non c’è probabilmente paese della Bassa in cui si tramandino di bocca in bocca le gesta piĂš o meno fortunate di qualche giocatore tenacemente attaccato alle carte del poker o al vorticoso roteare della roulette. Poche persone, comunque, non sufďŹ cienti per conďŹ gurare questa mania come patologia. Qualcosa, però, negli anni deve essere cambiato se è vero

che proprio nella Bassa sono nati i primi servizi per la presa in carico di quelle persone affette da “gioco compulsivoâ€?, oggi considerato una vera e propria patologia, una dipendenza da cui liberarsi. Non è un caso che i servizi in questione siano stati progettati prima e realizzati poi da realtĂ del pubblico e del privato che giĂ si occupavano di altre forme di dipendenza, su tutte quella da alcol e da droga. Nei giorni scorsi a Bagnolo Mella è stata inaugurata una nuova sede del servizio multidisciplinare inte-

La prima pagina di ottobre

grato proposto dalla cooperativa “Il mago di Ozâ€? che si occupa di varie forme di dipendenza. Fra i servizi offerti anche uno per liberarsi dalla dipendenza dal gioco. Quello di Bagnolo Mella è il secondo centro aperto da “Il Mago di Ozâ€? dopo quello di Ospitaletto, a riprova che il problema è molto piĂš vasto di quanto si possa immaginare. Anche il pubblico ha preso coscienza della rilevanza sociale del gioco compulsivo. L’Asl di Brescia ha attivato presso il Sert di Orzinuovi un servizio speciďŹ co che si occupa del “recuperoâ€? delle persone che manifestano una dipendenza patologica dal gioco. I pazienti si possono rivolgere spontaneamente allo sportello del servizio dipendenze, dove vengono assistiti con visite individuali di medici specialistici.

La febbre, la patologia del gioco d’azzardo, colpisce trasversalmente. Molti i dati, anche nostrani. A Brescia si giocano oltre 1100 euro all’anno di media per abitante. Come sempre, dietro i numeri ci sono le persone. La storia di Luigi, un manager, è una storia di speranza. Luigi aveva giĂ un rapporto di dipendenza con il suo lavoro. Per questo era riuscito a ottenere il successo professionale. A un certo punto però ha sentito che anche la sua attivitĂ lavorativa non bastava; era insoddisfatto e ha iniziato a giocare. Slot machine, scommesse sportive, gratta e vinci, un po’ tutto. Una corsa continua, una “fameâ€? di azzardo sempre piĂš forte.

Il processo terapeutico di riabilitazione prevede anche sedute di gruppo che permettono di confrontarsi con i familiari o con altri giocatori. Alla base della cura sta l’acquisizione di consapevolezza da parte dell’individuo del rapporto patologico con il gioco d’azzardo che permette di ridare signiďŹ cato alle cose importanti della vita, come i rapporti affettivi e professionali. Si tratta di un cammino di riabilitazione certamente complesso ma che porta progressivamente i pazienti a riappropriarsi della vita che la malattia aveva distrutto. Percorsi di recupero, quelli attivati, che prevedono anche un coinvolgimento della famiglia, la realtĂ , probabilmente, chiamata a portare il peso piĂš gravoso di questa nuova forma di dipendenza.

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Brevi

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Manerbio

Concorso fotografico con il Cai Concorso fotografico del Cai Manerbio, a tema libero, con stampe colore o in bianconero, in formato 30 x 40 cm, con riprese effettuate durante le escursioni del sodalizio nell’anno sociale in corso. Le opere, in un massimo di tre per ogni autore, dovranno pervenire entro venerdì 19 novembre alla sede del club, in via Palestro 55, aperta il venerdì dalle 20.30 alle 22.30 oppure al Fotoclub in via Palestro, 49, aperto il mercoledì dalle ore 20.30 -22.30. Le fotografie saranno esposte al pubblico e premiate in occasione della presentazione della mostra.

Montichiari, casa editrice Zanetto

Bogarelli, menestrello lombardo

Ghedi Insieme Gruppo archeologico e Pro loco

Palazzo Orsini: un patrimonio da recuperare

U

Un tassello importante della storia di Ghedi rischia di essere distrutto dalla memoria dei suoi cittadini. Si tratta del palazzo fatto costruire da Niccolò III Orsini nei primi del Cinquecento proprio nella cittadina ghedese. La residenza, ora ridotta a poco più che un rudere, è per metà di proprietà comunale mentre la parte rimanente è stata messa in vendita. La struttura versa in uno stato precario e rischia di essere demolita. Per evitare la perdita di una così importante testimonianza, il Gruppo archeologico e la Pro Loco di Ghedi si sono mobilitate per il recupero dell’immobile. Per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, venerdì 22 ottobre ha avuto luogo una serata scientificodivulgativa, alla quale sono intervenuti Matteo Ferrari, ricercatore della Scuola normale superiore di Pisa e Vincenzo Gheroldi, funzionario della Soprintendenza dei Beni architettonici. Entrambi gli studiosi hanno messo in luce la straordinaria figura di Nicolò III: appartenente alla nobile famiglia romana

di Elisa Bassini

degli Orsini, già conte di Nola e Pitigliano, era stato comandante dell’esercito pontificio, dell’armata fiorentina di Lorenzo il Magnifico e della Serenissima. Quest’ultima lo volle premiare del feudo di Ghedi, che all’epoca comprendeva i territori di Asola, Malpaga e Montirone. Il palazzo di Ghedi, costruito intorno 1505, era di grandi dimensioni, ricco di elementi decorativi e notevoli affreschi attribuiti al pittore Girolamo Romanino. Con la morte di Orsini, l’edificio venne variamente modificato e le pitture furono strappate e confluirono nel Museo di Budapest, nella Pinacoteca di Tosio Martinengo di Brescia e nella collezione del senatore Ugo da Como. Il maestoso portale d’ingresso venne smontato e prese la via del Victoria & Albert Museum di Londra. Purtroppo la struttura che rimane a Ghedi non è che un pallido ricordo del passato, ma meritevole di un sollecito intervento di conservazione, della quale si auspica che istituzioni e cittadinanza ne diventino promotori.

Di libri la casa editrice Zanetto di Montichiari ne ha pubblicati tanti in questi anni. Tra gli ultimi usciti segnaliamo i tre testi del bresciano Canzio Bogarelli, cesellatore di parole e “menestrello lombardo” per eccellenza (come ebbe a soprannominarlo il poeta Mario Luzi), insegnante di lettere, ma anche autore teatrale e musicista. Nelle scorse settimane sono stati pubblicati “Carolus, lettera aperta a Giovanni Paolo II”, “Blandizie al cardellino selvatico” e “Fabulator, breve favola teatrale”. Il primo libro, la cui prefazione è di don Antonio Mazzi, è nato nella mente di Bogarelli nel 1998 e costituisce un’appassionata lettera, inserita nel volume “Caro Papa. Lettere dal Popolo di Dio” donato a papa Wojtyla. È una dichiarazione d’amore per il tanto bene prodotto, un richiamo a questo leader carismatico “che sapeva attrarre le folle con la forza incrollabile del suo abbandonarsi nelle braccia della divina misericordia di Dio”, scrive lo stesso don Mazzi. Evocativi sono i dipinti di Walter Xausa inseriti nel volume che sanno delineare, assieme alle parole, la grandezza di uno dei Papi più amati della storia. Di altro genere, ma non per questo meno interessante, è “Blandizie al cardellino selvatico”. Si tratta di una raccolta di 47 poesie, di cui 12 in dialetto bresciano, con prefazione di Silvio Ramat, che si inseriscono nella lunga scia della produzione letteraria del poeta pozzolenghese. Più semplice, ma non per questo meno interessante, è anche l’ultimo volume di Bogarelli edito da Zanetto, favola teatrale dedicata ai bambini: “Fabulator”, che reca una prefazione di Alda Merini con disegni della poetessa Mariella Mischi, ci introduce in un teatro allegro e scanzonato. (f.m.)

Manerbio

Al via la stagione al Politeama La collaborazione della parrocchia San Lorenzo Martire col Comune di Manerbio consente di mantenere la tradizione della stagione teatrale (15ª edizione) al debutto mercoledì 3 novembre alle 21 con lo spettacolo “Ragazze - nelle lande scoperchiate del fuori” con Lella Costa, Massimo Cirri e Giorgio Gallione che firma la regia. Scene e videografica di Paolo Bazzani, costume di Antonio Murras, musiche di Stefano Bollani, luci di Marco Elia. La stagione teatrale del Politeama è composta da otto appuntamenti programmati fino al 14 marzo 2011. Lo spettacolo di Lella Costa si ispira al racconto di Italo Calvino che vede protagonista “l’altra Euridice”. Si tratta di una rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice che, di fatto, ribalta la storia. Calvino racconta di Euridice che prende da sé l’iniziativa di scappare per ricongiungersi ad Orfeo, sfuggendo al dio Plutone, ma anche perché magneticamente attratta e incuriosita dalle lande desolate del fuori. Una ragazza intraprendente, testarda e sicura di sé. il successivo appuntamento è per il 16 novembre con “La Bottega del caffè” di Carlo Goldoni. Abbinata allo stagione teatrale il programma “Teatro scuola” e “Paga la mamma” nel Piccolo teatro comunale che inizia mercoledì 1° dicembre con “Targato H” su testo comico di David Anzalone. Informazioni: wwwpoliteamanerbio.it. (pio)


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Paesi e parrocchie Bassa

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Fiesse Nuovo Parroco

Vivere scoprendo Dio Don Giulio Sembeni ha fatto l’ingresso come guida della comunità della Bassa

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Nessun programma pastorale specifico, ma cercare di “vivere, gioire e soffrire con la comunità”. Con questo spirito sabato 23 ottobre don Giulio Sembeni ha fatto il suo ingresso come parroco a Fiesse in una realtà che in precedenza non conosceva, ma che adesso vuole incontrare. Si è presentato ai parrocchiani con una lettera nella quale ha sottolineato l’importanza del dono della parrocchia nell’anno dedicato al sacerdozio e nel 25° anniversario di ordinazione. Don Giulio chiede ai fedeli di camminare sulle orme di Gesù Buon Pastore, “scoprendo la bellezza di essere fratelli e conoscendo sempre di più chi è Gesù Cristo per noi”. Arriva in un paese di circa 2500 abitanti dove si registra un’alta

di Luigi Zameli

presenza della popolazione straniera. L’auspicio di don Sembeni è quello che la comunità, chiamata a crescere nella fede, possa essere aperta a tutti, magari studiando delle nuove forme per coinvolgere i cosiddetti lontani. In collaborazione con l’Amministrazione comunale si possono sviluppare delle iniziative per comprendere ciò che caratterizza le diverse culture e può essere un arricchimento per molti. Il compito del sacerdote è anche quello di trovare il modo perché i laici riescano a esprimere la loro appartenenza alla Chiesa. Ordinato a Brescia nel 1985, ha svolto diversi incarichi, fra questi si ricorda il servizio in Nunziatura (Nuova Zelanda, Brasile, Repubblica Dominicana e Messico) che

gli ha permesso di vivere “l’esperienza della Chiesa universale. Mi piacerebbe che anche a Fiesse si potesse sperimentare l’apertura, il superamento di quelli che possono essere gli inevitabili piccoli campanilismi”. Dal 2004 è insegnante in Seminario, mentre dal 2005 è promotore di giustizia e difensore del vincolo presso il Tribunale ecclesiastico diocesano. In parrocchia è stato curato a Darfo, a Quinzano d’Oglio e a Zanano. Dal 2005 al 2008 ha fatto il parroco a Esenta. In una realtà piccola come Fiesse il ruolo del parroco è fondamentale, perché al centro di molte richieste e attenzioni. Sul territorio c’è anche un oratorio importante. Da questo versante bisogna ricordare che

Fiesse, Gambara e Gottolengo (fino all’8 dicembre l’amministratore parrocchiale è proprio don Giulio) stanno lavorando insieme, in vista dell’unità pastorale, nella formazione dei catechisti: “Non si può parlare di unità perché – spiega don Sembeni – non esiste dal punto di vista giuridico. Partiamo da zero, dobbiamo costruire ancora le fondamenta”. Interessante da questo punto di vista anche la collaborazione maturata fra le Caritas per una solidarietà in rete sui tre Comuni. L’esortazione finale è dedicata agli Organismi di comunione ecclesiale perché, in uno spirito di collaborazione, sappiano essere dei consiglieri fidati: “Chiedo di starmi vicino. Spero di non deludere e di non essere deluso”.

Brevi

Borgo Poncarale

Roccafranca

Dom Rosa abate di Monte Oliveto

Libri in volo nel cielo

Il nuovo abate ordinario dell’abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore in provincia di Siena è il bresciano dom Diego Gualtiero Rosa. Attuale abate di Santa Maria del Pilastrello a Lendinara, in provincia di Rovigo, dom Rosa è nato il 20 febbraio 1953 a Borgo Poncarale. Dopo gli studi liceali è entrato nel noviziato dell’abbazia di Monte Oliveto dove ha emesso la professione temporanea il 13 agosto 1972 e quella perpetua l’8 settembre 1976. Ha ricoperto numerosi incarichi: dal 1980 al 1983 è stato vice parroco nel monastero di San Nicola a Rodengo Saiano; dal 1984 al 1991 ha svolto il compito di economo nell’abbazia di San Miniato a Firenze; dal 1992 al 1996 è stato parroco della parrocchia di San Bernardo Tolomei a Siena e dal 1996 al 1998 è stato segretario dell’abate generale e cancelliere della Congregazione. Eletto superiore dell’Abbazia di Lendinara nel 2000. Succede a dom Tiribilli che ha lasciato dopo 16 anni. La Congregazione conta 241 monaci e 15 oblati regolari presenti in Europa, America, Asia e Africa.

Libri in volo nel cielo di Roccafranca. Questa suggestiva immagine è suggerita dal titolo dell’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale per domenica 31 ottobre, un grande scambio di libri usati. La manifestazione si articola in due fasi: fino a venerdì 29 chiunque poteva portare i propri libri in biblioteca, ritirando un talloncino che attesta la quantità e il genere delle opere consegnate. Domenica, invece, presso la sala consiliare, verranno esposti lungo l’arco del pomeriggio tutti i libri raccolti, che potranno essere assegnati a un nuovo proprietario secondo le indicazioni contenute nel talloncino da lui presentato. Si potrà insomma ridonare nuova vita a libri che giacevano dimenticati sugli scaffali. (f.u.)


Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

Brevi

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Castegnato

Due incontri sulla filosofia quotidiana: felicità, vizi e virtù Il Comune con la Consulta propone due incontri di ”filosofia quotidiana” su felicità, vizi e virtù. Il relatore è Franco Menni, docente di filosofia al Liceo Leonardo. Quando? Giovedì 3 novembre (la felicità) e giovedì 10 novembre (i vizi e le virtù) nella sala conferenze del Centro civico alle 20.30. L’ingresso è libero.

Dal 14 al 16 ottobre 2011

L’Ewbc in Franciacorta

Palazzolo Una nuova struttura alla Shalom

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Laboratori alla cascina Mirasole

Prima è stata la scuola “di campagna”, poi la sede di alcune iniziative estive antesignane dei grest, poi ancora uno spazio per realtà culturali e, per ultimo, una possibile fonte di introito per le casse comunali. La scuola (oggi “degradata” al nome di cascina) del Mirasole, posta in quella porzione di campagna palazzolese che confina con Chiari e Cologne, sembrava destinata al completo degrado. Da anni la locale amministrazione comunale l’aveva messa in vendita sperando di ricavare risorse da destinare ad altre attività. Nessuno, però, si era fatto avanti per l’acquisto tanto che, negli ultimi mesi, aveva preso sempre più corpo l’ipotesi di trovare un accordo con la comunità Shalom per la destinazione dell’immobile a quell’opera meritoria di recupero umano e sociale portata avanti ormai da quasi 25 anni da Rosalina Ravasio. Le intenzioni hanno preso le forme di un vero e proprio accordo tradotto in una convenzione che il consiglio comunale palazzolese ha recentemente votato all’unanimità. Per i prossimi 90 anni la cascina Mirasole sarà affidata in comodato gratuito

La quarta edizione della European wine bloggers conference (Ewbc) sarà ospitata e organizzata dalla Franciacorta, in collaborazione con il Comune di Brescia, dal 14 al 16 ottobre 2011. Un successo per il Consorzio per la tutela del Franciacorta, che ha visto prevalere la propria candidatura al primo tentativo. “Questo è un importante risultato per la Franciacorta, che è stata scelta fra vari candidati italiani – spiega Maurizio Zanella, presidente del Franciacorta –. Tutte le realtà produttive, comprese quelle vitivinicole, devono abituarsi a confrontarsi e interagire in rete. L’Ewbc sarà un’occasione per conoscere molto di questo sistema, oltre che per approfondire la cultura del vino e, in particolare, per mostrare al mondo l’eccellenza franciacortina”.

Castegnato, Paderno, Passirano e Travagliato

Al via il Distretto del commercio I Comuni di Castegnato, Paderno Franciacorta, Passirano e Travagliato, unitamente ai commercianti che svolgono la loro attività in questi territori, hanno costituito un Distretto del commercio con il compito di valorizzare e promuovere le attività commerciali. Le Amministrazioni hanno bandito un “Concorso di idee”: la progettazione di un logotipo. La partecipazione è riservata agli studenti delle scuole secondarie di Primo e Secondo grado, residenti nei quattro Comuni. Il progetto dovrà fare riferimento al Distretto, alle sue finalità e agli elementi naturali, agricoli, paesaggistici, storici del Distretto stesso.

di Massimo Venturelli

Castegnato

Tre giorni per Raphaël alla Shalom che si è fatta carico del recupero della struttura che oggi versa in condizioni di parziale abbandono. Chiare le idee di Rosalina Ravasio in merito all’utilizzo dello stabile posto a poche centinaia di metri dalla Shalom. “Nella cascina – ha affermato incontrando il sindaco Alessandro Sala – realizzeremo un laboratorio di meccanica e uno di falegnameria”. Grazie a un accordo con Coldiretti verranno recuperati trattori e macchine agricole che la stessa associazione provvederà poi a inviare in terra di missione. Interessante anche l’ipotesi di aprire nella cascina Mirasole un laboratorio di falegnameria che, come ha sottolineato Rosalina Ravasio, si aprirà anche al territorio. “Per tre mesi all’anno – ha affermato al proposito – terremo anche dei corsi serali aperti a tutte le persone interessate ad apprendere i primi rudimenti di una professione oggi più che mai richiesta”. Con la nuova struttura la Shalom, che oggi accoglie circa 300 ospiti in cerca di un riscatto personale e sociale e rinsalda più che mai i propri legami con la comunità palazzolese.

L’Associazione Amici di Raphaël ha messo in cantiere numerose iniziative volte a far conoscere la propria attività e a generare solidarietà per gli obiettivi che, da oltre 15 anni, porta avanti: la cultura della prevenzione come arma vincente nella battaglia contro il cancro e l’attenzione alle persone ammalate di tumore. L’Associazione collabora con la cooperativa sociale Raphaël, che opera negli ambulatori oncologici di Calcinato, Clusane, Lograto, Lovere e Castelgoffredo, e con la Fondazione Laudato si’ onlus, che sta edificando l’omonimo ospedale oncologico a Rivoltella del Garda. Il gruppo di Castegnato organizza “Tre giorni per Raphaël”: si inizia sabato 30 ottobre alle ore 20.30, presso il centro civico di via Marconi, con la commedia in dialetto bresciano “I du zemèi de Monteciàr”, proposta dalla Compagnia teatro oratorio di Botticino Mattina (testo e regia di Giacomo Luzzardi); si continua domenica 31 ottobre alle ore 11, con la Santa Messa nella parrocchiale celebrata da don Pierino Ferrari, presidente e fondatore della cooperativa sociale Raphaël ; a seguire, lo “Spiedo della solidarietà” presso l’oratorio (per prenotazioni Corrado Zanetti - 3355846990); a conclusione, sabato 6 novembre, la preghiera delle Sentinelle presso il Convento delle Suore di Carità in via Collegio. Il ricavato verrà devoluto per la costruzione dell’ospedale oncologico di Rivoltella del Garda.


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Ciliverghe Festival del libro per ragazzi

“La porta della felicità” nella lettura Un’iniziativa, dall’8 al 14 novembre, in collaborazione con la Fondazione Pinac di Rezzato e la Direzione didattica di Manerba

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I Musei Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano, in collaborazione con la Fondazione Pinac di Rezzato e la Direzione didattica di Manerba del Garda, hanno organizzato e ospiteranno la prima edizione del festival del libro per ragazzi, cui hanno dato nome “La porta della felicità”, che si svolgerà dall’8 al 14 novembre. “Questo progetto – ha detto l’assessore provinciale all’Istruzione Aristide Peli – vuole favorire il ‘libro’ in quanto tale, in tempi in cui i giovani hanno altre e ben diverse attrattive, quali la Rete piuttosto che i social network”. Durante la set-

di Franco Armocida

timana del festival, un fitto calendario di appuntamenti (www.museimazzucchelli.it) attende famiglie, ragazzi, scuole e visitatori di ogni età che potranno immergersi nel mondo delle fiabe, delle illustrazioni e dei racconti attraverso mostre, convegni, incontri con l’autore, laboratori narrativi e creativi, alla scoperta dell’affascinante mondo del libro illustrato. “Questa prima edizione costituisce un evento che vede protagoniste istituzioni diverse che operano sul territorio – ha detto il direttore dei Musei Massimiliano Capella – e questa condivisione

Aristide Peli

è ancor più importante in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo attraversando, poiché è l’unica chance per realizzare qualcosa di profondamente significativo nel mondo della cultura con le ridotte risorse a disposizione”. “Se è vero che i destinatari privilegiati sono le scuole – ha detto la curatrice dell’iniziativa Michela Valotti – lo è altrettanto il clou dell’evento che avrà luogo, dopo un’intera settimana dedicata ai ragazzi, nelle giornate di sabato e domenica 13 e 14 novembre, che vedrà in primo piano gli editori di settore e due convegni. Il primo è dedicato alla lettura in generale, all’educazione alla lettura nei bambini e nei ragazzi e al filone dell’illustrazione come arte e il secondo si incentra sulla figura di Pinocchio, la cui storia è tutta italiana”. “La collaborazione con le istituzioni –

ha detto la presidente della neonata Fondazione Pinac – Pinacoteca Aldo Cibaldi – è la marca fondatrice della nostra azione e saremo presenti con l’intero patrimonio storico dedicato a Pinocchio, comprendente i disegni del 1972-73 contemporanei all’evento televisivo che vide uno straordinario Nino Manfredi tra i protagonisti”. “Se si possono riassumere in due i motivi che ci hanno spinto a organizzare questa prima edizione del festival del libro per ragazzi – ha evidenziato Danilo Agliardi della Direzione didattica di Manerba del Garda – va detto che è un’iniziativa che calza a pennello per le scuole e che pone il libro quale punto fisso, perché il fascino dello sfogliare, la vista delle pagine che scorrono sotto ai nostri occhi è qualcosa che è bene che i ragazzi non abbiano a dimenticare”.


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Campèi de Sima

Il rifugio compie 10 anni 10 anni del rifugio di Campèi de Sìma. Il 1° ottobre di 10 anni fa veniva inaugurato il rifugio alpino di Campiglio di Cima (Campèi de Sìma), costruito dalle Penne nere della “Monte Suello” recuperando antiche malghe diroccate di proprietà dell’Ersaf: tre fabbricati più una piccola chiesetta dedicata alla Madonna della Neve. La sezione ha organizzato un programma per domenica 31 ottobre. Alle 11, dopo l’alzabandiera, sarà celebrata una Messa presso la chiesetta. Per mezzogiorno, su prenotazione, sarà possibile pranzare.

Lonato

Un portatile per un bambino

Gavardo I contestati controlli del Comune

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Si discute sull’idoneità abitativa

Sembra che la provincia di Brescia abbia sviluppato un’attitudine a riempire le pagine dei giornali. E il più delle volte ciò accade per casi di discriminazione e intolleranza. Lo scorso novembre il sindaco Emanuele Vezzola aveva emanato un’ordinanza con la quale venivano disposti dei controlli sull’idoneità abitativa e sulle condizioni igienico-sanitarie degli immobili situati in determinate vie del paese. Aree in cui è massiccia la presenza di extracomunitari. Ma il punto dell’ordinanza, che ha fatto mobilitare le associazioni culturali, la Cgil bresciana, il Ministero delle pari opportunità e, da ultimo, i due parlamentari del Pd bresciano, Corsini e Ferrari, prevede la presentazione della comunicazione di ospitalità. Si richiede di comunicare inizio e fine dell‘ospitalità: in caso di documentazione incompleta è prevista una sanzione. “Solo contro queste ultime disposizioni ci è stato mosso un richiamo da parte della fondazione Piccini e dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali)” ha dichiarato il Sindaco. Questo il richiamo: “È evidente la violazione del prin-

di Laura Prandini

cipio di eguaglianza e quindi di parità di trattamento, discriminandosi sia l’ospitante che l’ospitato rispetto al fondamentale e personalissimo diritto alla vita privata e di relazione”. Al primo monito ne è seguito un altro il 16 settembre. Da parte sua il Sindaco sostiene che: “Il motivo per cui abbiamo inserito le disposizioni sulla comunicazione di conclusione dell’ospitalità era soltanto quello di fare una valutazione per calcolare la tariffa di igiene urbana”. Sulla “schedatura” degli immobili, il Sindaco sostiene: “Non c‘è nessuna intenzione di schedare le persone, come ci è stato contestato, ma solo quella di effettuare controlli sulle condizioni degli immobili. Per ragioni organizzative sono stati concentrati sugli edifici nei quali c’erano state maggiori variazioni anagrafiche: se poi tali edifici sono situati soprattutto nel centro storico è una conseguenza”. Fino a novembre l’ordinanza sarà ancora in vigore, le eventuali modifiche verranno apportate alla scadenza. La vicenda sembra conclusa con l’intenzione di prorogare l’ordinanza, aggiustando il punto controverso.

A 19 alunni della classe III A della scuola primaria “Paolo VI” di Centenaro di Lonato la Provincia di Brescia ha consegnato altrettanti computer portatili “Olpc”, acronimo che sta per “one laptop per child”, un portatile per un bambino. “Si tratta di un progetto importante – ha sottolineato Corrado Ghirardelli, assessore provinciale all’innovazione – sia dal punto di vista didattico e dell’innovazione, sia dal punto di vista umanitario. Per ogni computer consegnato a Lonato, uno identico va a un bimbo uruguayano”. Grazie al progetto “Un computer per ogni studente”, nato due anni fa, la provincia ha già consegnato oltre 400 computer. “Da oggi Lonato e l’Uruguay – ha ribadito Valerio Silvestri, consigliere lonatese delegato alla cultura – sono più vicini, uniti da una sorta di ponte che accomuna i nostri bambini”. Lonato è stato scelto dalla Provincia per la sensibilità già manifestata verso la multimedialità, dimostrata con l’avvio della classe informatizzata alla scuola secondaria di primo grado “C. Tarello”. “Attraverso questi strumenti – ha precisato Maria Rosa Raimondi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – la didattica riceve una svolta verso l’autogestione e la responsabilizzazione dei ragazzi... Quanti di questi strumenti informatici sono già presenti nelle case e usati ogni giorno, magari per gioco? Ebbene, questi sono anche strumenti di lavoro, che vanno conosciuti e capiti dai ragazzi, per essere adoperati nel modo giusto, con l’aiuto di insegnanti e genitori”. Un ulteriore passo in avanti per le nostre scuole, per essere al passo con i tempi e investire nel futuro delle nuove generazioni. (v.b.)

Provveditoria dei vini novelli bresciani

Occhi puntati sul Novello 2010 A Villa Barboglio, sede dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Brescia, sono state presentate dalla “Provveditoria dei vini novelli bresciani”, l’associazione guidata da Giovanni Avanzi che annovera i produttori, impone le regole e firma le bottiglie con il suo marchio, le iniziative dedicate alla conoscenza e alla degustazione del vino Novello. Descritto come “vino gagliardo nel colore rosso con riflessi violetti”, il Novello 2010 vivrà il suo “deblocage”, secondo regolamento, alla mezzanotte di venerdì 5 novembre. Quest’anno l’appuntamento è a Capriolo presso il Ristorante il Borgo, dove viene allestito il classico banco d’assaggio di tutti i Novelli delle aziende aderenti alla Provveditoria accompagnati alle gustose stuzzicherie proposte dallo chef. Si prosegue domenica 7 a Brescia: dalle 14 alle 19, piazza della Loggia si riempie delle intense tonalità dei Novelli che vengono degustati in abbinamento ai prodotti tipici del territorio presentati nella mostra-mercato “Spesa in cascina” organizzata dall’Unione agricoltori. Come da tradizione la terza occasione d’assaggio, domenica 14, è a Carpenedolo: dalle 14 alle 18, piazza Martiri della Libertà propone “Non solo Novello”, un percorso del gusto preparato in collaborazione con la Pro loco. E fino a dicembre si può partecipare al tour enogastronomico “Autunno in cantina… degustando il Novello”. (v. b.)


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Gardone Valtrompia Anniversario

Donare il sangue è una missione Il 15 novembre il sodalizio locale compie 45 anni. Durante il Settembre inzinese i membri del gruppo hanno festeggiato il traguardo

U

di Edmondo Bertussi

Un traguardo che sintetizza la capacitĂ di solidarietĂ di una comunitĂ . La Sezione Avis di Gardone Valtrompia il 15 novembre del 2010 compie 45 anni: vi arriva in fiorente maturitĂ e generositĂ , in crescita di iscritti e donazioni. Ha festeggiato, in compagnia di tante consorelle, in leggero anticipo sulla data storica, all’interno del Settembre inzinese che da 50 anni raduna l’intera comunitĂ . In quel giorno di metĂ novembre del 1965 si ritrovavano in assemblea una trentina di avisini locali (iscritti alla sezione di Brescia), fondavano (si legge nell’Atto Costitutivo) “...la Sezione comunale di Gardone Valtrompia della Associazione volontari del sangueâ€? e subito aderivano a quella nazionale. Il consiglio direttivo provvisorio è costituito da tre membri: Arrigo Grazioli che assume la presidenza e l’incarico di direttore sanitario, Armando Albesio (vice), Armando Gussago. Due nel Collegio dei revisori dei conti: Palmiro Ballini e Severino Facchini. I probiviri sono Bernardo Parola e Angelo Zanardelli.

Il gruppo AvIs

Segretario economo è Giovanni Taoldini. La sede provvisoria è nella “sala del Palazzo comunaleâ€?. Il direttivo provvisorio durerĂ â€œsino al giorno in cui la Sezione avrĂ ricevuto una sistemazione in ambienti e organizzativa tale da garantire la continuitĂ di vitaâ€?. Controfirmano il verbale Graziella Aymone per Angelo Grazioli, il segretario comunale Giovanni Zucca. Il riconoscimento ufficiale nazionale è del 30 novembre successivo, con lettera alla Sezione di Brescia. Alla prima assemblea dei soci il dr.Grazioli verrĂ riconfermato e lo rimarrĂ fino al 1972. Seguiranno alla presidenza Gianni Bianchini per vent’anni fino al 1992, Armando Gussago fino al 1999, Daniele Pè e l’attuale (dal 2004) Cristian Brunori: con lui, eletti fino al 2013, i due vice presidenti Marco Pardetti e Davide Martello, segretario Daniele Donzelli, tesoriera Marilena Mattei. Direttori sanitari dopo Grazioli saranno Lanfranco Livella e l’attuale Giuliano Brunori. Alcuni numeri ufficiali disponibili: i soci da 247 nel 1995 (compreso il

nucleo Alpini) con 279 donazioni, passano ai 363 di fine 2009 con 576 donazioni: in costante crescita negli ultimi grazie anche (sottolinea il Presidente ringraziando tutti) alla campagna di sensibilizzazione sviluppata assieme alle consorelle valligiane nelle scuole superiori, una ventina di classi del 3° e 4° anno. La sede dopo un periodo alla cascina Pezzori è ora dietro la Farmacia comunale a Inzino, comunque ritenuta provvisoria in attesa di una definitiva da individuare col Comune. La generositĂ tra gli avisini è quantificata dai loro distintivi, ora unificati nella forma ma distinti nel colore e metallo: dal verde di rame per tre donazioni a quello d’oro per 50, con rubino (75), smeraldo (100), diamante (120). Nei due giorni dei festeggiamenti del 45° anniversario ne sono stati consegnati ben 229 tra i quali 17 oro, 19 rubino, sette smeraldo e sei diamante. Doverosa la citazione di questi ultimi: Francesco Abbiatico, Benedetto Carasi, Girolamo Fausti, Carlo Guerini, Vittorio Pardetti e Annibale Signoroni.

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LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

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Sistema museale triumplino Visite guidate

“Viaggio in Valtrompia” per ragazzi Un momento dei laboratori

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La scuola raddoppia facendo proprio quel territorio che gli studenti abitano, come ricorda anche quest’anno “Viaggio in Valtrompia”, la proposta educativa promossa dal Sistema museale triumplino in collaborazione con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. “Le attività 2010/2011 dentro e fuori i musei – spiega Alice Podestini, responsabile del settore Comunicazione in Comunità montana – riguardano progetti di valorizzazione e promozione culturali sviluppati in simbiosi da Sistema museale ed ecomuseo ‘La montagna e l’industria’,

di Andrea Alesci

con attività suddivise in tre filoni: La Via del Ferro e delle Miniere, ossia un itinerario attraverso le testimonianze di uno straordinario passato culturale, tecnico e produttivo (miniere, forni fusori, fucine) con una collaborazione di Fondazione Brescia Musei e Musei civici d’arte e storia di Brescia, che rinsaldano il legame cementato nei secoli fra Valle e città proponendo un percorso-lezione mattutino al Museo delle armi Luigi Marzoli di Brescia e uno pomeridiano presso il Borgo del Maglio di Ome. Poi – continua Alice Podestini – ci sono i santuari e le cap-

Ritorna anche quest’anno la proposta educativa promossa dentro e fuori i musei in collaborazione con gli istituti scolastici di ogni ordine e grado

pelle votive, occasione per scoprire il patrimonio storico-artistico di carattere devozionale e religioso. Infine, “Il Bosco Racconta”, itinerario per conoscere il territorio della Valle, dai segreti della natura agli antichi gesti di boscaioli, carbonai e contadini di montagna: progetto realizzato e proposto di concerto con l’Ecomuseo e le realtà private e convenzionate del territorio”. Una proposta che sarà arricchita dagli Educational Tour, itinerari guidati tra le sedi museali e riservati agli insegnanti (Borgo del Maglio di Ome e Magli di Sarezzo a novembre, Museo Le Miniere di Pezzaze tra marzo e aprile 2011). “Oltre alle visite guidate per i docenti – spiega Alice Podestini –, puntiamo molto su quelle rivolte ai ragazzi, abbinandole a un’attività laboratoriale. Ecco perché è stato realizzato con Provincia e Regione Lombardia il

Magno di Gardone Val Trompia

Nuovo look per il campo “Don Olivari” Festa grande a Magno di Gardone Valtrompia mercoledì 13 ottobre per l’inaugurazione della riqualificazione del campo sportivo parrocchiale intitolato a don Antonio Olivari, compianto parroco dal 1950 al 1972. Alla presenza di molti bambini e giovani, il parroco don Luciano Vitton Mea e don Marco Mori, direttore dell’Ufficio oratori, hanno benedetto la piccola santella lignea e la statua di San Domenico Savio, tra i primi giovani seguaci di San Giovanni Bosco, realizzata per ricordare i compianti missionari salesiani don Mario Rizzini nel 30° della morte e don Lucio Sabatti, a un anno dalla sua scomparsa, e padre Giuseppe Sabatti, gesuita. L’elegante santella con l’effigie sacra, collocata presso il campo sportivo a nord del paese, è stata costruita da Franco Ravagnani. Nel gremito salone parrocchiale San Luigi, Marco Zambelli ha parlato della sua esperienza di calciatore, mettendo in risalto l’impegno costante e i sacrifici necessari, insieme alle soddisfazioni derivanti dall’attività sportiva calcistica, rilevando l’importanza dello sport nella vita soprattutto delle giovani generazioni. Fra le opere di completamento, si segnalano la ricollocazione della statua della Madonna posta nel 1953 e il posizionamento di erba sintetica sul fondo. Generoso il contributo della popolazione, da sempre sensibile verso le attività della

parrocchia. Di interesse è la storia del campo sportivo parrocchiale di Magno, ricostruita da Carlo Sabatti. Giunto a Magno l’11 novembre 1950, il giovane parroco don Antonio Olivari subito pensò di realizzare un campo sportivo. Il problema era quello di reperire l’area idonea e trovare chi fosse disponibile a cederla alla parrocchia. Erano tempi di povertà per il paese che allora contava 734 abitanti, usciti da una guerra disastrosa (con cinque vittime, tutte giovani). Ma don Antonio riuscì a coinvolgere tutti nella bella iniziativa per i ragazzi e giovani, che da anni sognavano il campo sportivo parrocchiale. Ottenendo grande collaborazione e riscuotendo un entusiasmo contagioso, fece sbancare una collinetta per crearvi il campo di calcio, dotato di tribune. L’impresa coinvolse più di 200 persone; per il trasporto dei materiali si utilizzò anche la mula di Giuseppe Sabatti, con la quale venne trasportata a Magno la statua della Madonna abbandonata presso una siepe nelle vicinanze della pieve di S. Giorgio. Nel 1952 l’inaugurazione del campo da parte del vescovo ausiliare di Brescia mons. Guglielmo Bosetti. Il campo venne perfezionato negli anni Settanta con l’aggiunta degli spogliatoi. È cronaca recente quella del crollo di una parte del muro e degli accurati lavori di risanamento.

kit per bambini e ragazzi ‘I tesori sotto i piedi’, regalato a ogni classe che svolgerà il laboratorio ‘Quale minerale?’ e contenente sei campioni di rocce e minerali più una piccola guida agli esperimenti. Infine, per le giornate di primavera 2011 avremo il sostegno del Fai (Fondo ambiente italiano) con il coinvolgimento delle scuole su due temi: le case torri dell’Alta Valle e l’acquedotto romano della bassa Valle Trompia, ovvero due specifici progetti che cercheranno di trasformare i giovani studenti in ‘guide per un giorno’, pronti a condurre i visitatori alla scoperta del territorio proprio in quell’occasione”. Per informazioni, http://cultura.valletrompia.it/musei, dove a breve sarà possibile scaricare la nuova proposta “Viaggio in Valtrompia 2010/2011” oppure mandare un’e-mail a comunicazione@cm.valletrompia.it.


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Darfo Boario Terme Coro Vallecamonica

Trent’anni di musica Un anniversario importante per una realtà ancorata al territorio e alla tradizione

C

Cantare insieme come all’inizio, dopo 30 anni. È la bella storia del Coro Vallecamonica del gruppo Ana di Darfo Boario Terme che a Natale di questo 2010 festeggerà il suo debutto di 30 anni fa, avvenuto a Darfo, cantando per la prima volta con il “cappello alpino”. Non tutti i cori possono utilizzare lo storico “cappello”, al quale vengono dedicate storie, passioni, amori, tradizioni e leggende: per indossare il “cappello alpino” bisogna avere l’autorizzazione dell’Associazione nazionale alpini. Oggi il canto corale del genere in Italia si può dividere in due grandi filoni: il canto della tradizione (alpina, della montagna, popolare e locale) e quello d’autore (Michelangeli, De Marzi, Maiero e tanti altri). La scelta operata fin

di Franco Garattini

dal suo inizio da quello che allora si chiamava “Coro Ana di Darfo Boario Terme” fu felice: rispettare le regole dell’Ana, rimanere ancorati al territorio e alle sue tradizioni, approfondire sia il repertorio tradizionale che quello d’autore. Da allora la storia di questa compagine corale, che ha sempre contato in media una quarantina di elementi, è cresciuta in qualità e ampiezza di repertorio. In questi 30 anni il Coro ha cantato per ben due volte alla presenza di Giovanni Paolo II, ha cantato nel salone degli arazzi del Quirinale di fronte al presidente Ciampi, ha cantato al Parlamento europeo, nelle cattedrali dell’Europa e, come recita una sua recente biografia, anche nella “Cattedrale dei monti”. In Adamello, dun-

que, con gli Alpini nel loro pellegrinaggio annuale, a sottolineare con emozione la grande tradizione che lega ogni Alpino alla sua montagna. La produzione discografica del Coro Vallecamonica comprende due audiocasette, due videocassette, cinque cd e quattro dvd, dove vengono raccolti ben 80 brani sui 150 del repertorio. L’ultimo cd è stato registrato nella primavera di quest’anno per onorare i 30 anni di attività. Interessante è la produzione di ben quattro dvd nei quali si ripropongono altrettante iniziative straordinarie: “Il merlo innamorato” con gli attori del gruppo di Castelfranco-Rondinera di Rogno, “Voci per un Dio bambino”, primo incontro con l’attore Davide Pini Carenzi con il quale il Coro ha re-

alizzato “‘Merica ‘Merica” sull’emigrazione camuna nel mondo; e ancora una serata storica dedicata alla splendida figura dei cappellani militari alpini. Mentre a breve è in programma l’ultimo lavoro dal titolo “Angeli con la penna nera”, dedicato al Beato Carlo Gnocchi e a don Guido Maurilio Turla, fondatore del Tempio Madonna degli Alpini di Boario Terme. Le sue apparizione televisive anche in campo nazionale sono ormai numerose: ma nessuno dei coristi si è montato la testa. Ogni anno, infatti, il Coro è impegnato a cantare per le case di riposo, per i ragazzi dei grest e per le parrocchie, a riprova del valore profondo dell’amicizia e della solidarietà che i 30 anni di canto hanno saputo costruire.

Brevi

Gal Valcamonica

Pezzo

Pubblicati i bandi dell’Unione europea

Novità sul pittore di Volpino

Sono stati pubblicati dal Gal Valcamonica e Val di Scalve i bandi locali che rimarranno aperti sono al 31 dicembre 2010. Si tratta di fondi europei, destinati alla zona tramite la Regione, nel contesto del Frears (programma di sviluppo rurale 2007-2013). Le misure previste sono nove: miglior valorizzazione economica delle foreste; accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali; ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi; produzione di energia rinnovabile; diversificazione verso attività non agricole; incentivazione di attività turistiche; servizi essenziali per l’economia della popolazione rurale; recupero, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio rurale; formazione e informazione rivolte agli operatori economici. Obiettivi degli interventi: sostenere l’occupazione; promuovere l’imprenditorialità locale e diffondere le informazioni, anche attraverso la formazione; riqualificare il turismo; migliorare la qualità della vita.

A Pezzo, sponsorizzato dal Comune, s’è svolto il convegno su Johannes da Volpino (circa metà del Trecento), primo pittore camuno identificato con un nome. L’incontro ha portato numerose novità. La prima è arrivata dopo la visita alla chiesa di Planpezzo guidata da Alberto Zaina. La data che appare sul libro tenuto in mano dal Cristo benedicente è leggibile come 1362. Probabile che per i primi anni il maestro Johannes abbia tenuto la propria base operativa in Valle Camonica. Santa Apollonia diventa la prima chiesa conosciuta affrescata dal pittore di Volpino. Dopo aver lavorato lungo il solco montano dell’Oglio, l’artista si sposta nell’area veronese-gardesana individuato come “Maestro di Sommacampagna”.


LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Cultura e comunicazione

Areopago Incontro di formazione

Franco Nembrini e la Commedia dantesca

leombruno@lavocedelpopolo.it

Franco Nembrini

C

di Andrea Alesci

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Capita una sera di fine settembre di ritrovarsi nella cittadina tunisina di Sousse ad ascoltare le appassionate parole del bergamasco Franco Nembrini, insegnante d’italiano in una scuola superiore di Calcinate. Capita che la platea occupata dall’associazione culturale Areopago possa sentire due canti di quella Divina Commedia che Dante Alighieri 700 anni fa immaginò per tutti gli uomini a venire. “Dovendo raccontare una lunga storia – ha esordito Franco Nembrini – ho scelto l’inizio e la fine: il primo canto dell’Inferno e l’ultimo del Paradiso, ossia il principio del cammino di Dante (e d’ogni uomo) e la tensione verso la conoscenza della verità, di Dio. La Commedia rappresenta il dramma dell’uomo alla ricerca del proprio destino nell’aldiquà, ed è nostro compito renderci conto del valore universale ed eterno di Dante”. Cercare di reagire alla proposta che Dante ancora ci fa significa aver la consapevolezza che tutto parla di noi, così com’è per gli “scolastici” Manzoni e Leopardi e per ogni cosa che incontriamo. “Tutto è interesse su di noi – ha spiegato Franco Nembrini –, perché ‘interesse’ significa essere den-

Insegna italiano e storia nelle scuole superiori. Laureato in Pedagogia alla Cattolica di Milano, è tra i promotori della scuola media libera “La Traccia” di Calcinate (Bg). Già presidente della Federazione opere educative (Foe), ha fatto parte del Consiglio nazionale della scuola cattolica, della Consulta nazionale di pastorale scolastica della Cei e della Commissione per la parità scolastica del ministero dell’Istruzione

tro qualcosa, qualcosa che parla di noi. Da giovane facevo il garzone e una sera, scaricando alcune casse d’acqua, mi venne in mente d’improvviso una terzina di Dante. Allora m’accorsi che la letteratura è la vita di tutti i giorni, che nella letteratura ognuno è re di se stesso e dev’essere capace di vestirsi all’altezza della sua dignità, interrogando i poeti”. La Divina Commedia come compendio letterario del tempo terrestre, una sorta di sfida lanciata dal poeta fiorentino a tutta l’umanità, come a dire: “Vediamo se vi accorgete come siete fatti”. “La struttura dell’uomo – ha proseguito Nembrini – è la tensione al vero, al bene, al bene di tutti. E sono tre i problemi dell’uomo: il destino, cioè il significato della vita (Canto I, II e III dell’Inferno); l’amore, ossia gli affetti (Canto V dell’Inferno); la speranza, ossia il domandarsi se l’azione personale sia veramente utile a sé e al mondo (Canto VI dell’Inferno). Tre problemi che coincidono con le tre dimensioni dell’uomo, con le tre virtù teologali: fede (conoscenza della verità), carità (possibilità di praticare il bene), speranza (azione da edificare nel tempo). E poi c’è il XXXIII del

Paradiso – ha continuato Nembrini –, dove Dante arriva a capire il senso della sua vita: la conoscenza del bene attraverso quella ragazza di nome Beatrice che ora l’aiuta nel suo cammino verso la luce. Dante capisce che la luce è la possibilità di sapere il valore delle cose, il loro nome vero. ‘Signore, fa’ che io veda’ dice il cieco nel Vangelo. La luce c’è, il problema è raggiungerla a causa del peccato originale. L’uomo (e Dante) non riesce a raggiungere da solo la luce, ecco perché dice ‘Miserere di me’, seguendo il monito di Virgilio, che nella vita non ci sono scorciatoie: la vita è dei saggi, di chi fa tutto il percorso, perché solo così l’uomo può vedere il bene. Dante continua a guardare sempre lo stesso oggetto, ma vede sempre più in profondità ed è grato alla Vergine Maria perché infine riesce a contemplare Dio, ‘amor che move il sole e l’altre stelle’. La legge che tiene insieme le cose è l’amore, e che cos’è la politica – ha chiuso il professore bergamasco – se non tentare di costruire il paradiso all’inferno. I cieli si muovono per ciascuno di noi in un universo legato insieme come un nodo, perché vivere, amare, conoscere sono la medesima cosa”.


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Cultura e comunicazione Incontri

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Vito Mancuso è un teologo italiano. Nato il 9 dicembre 1962 a Carate Brianza da genitori siciliani, è dottore in teologia sistematica. È docente di teologia presso la facoltà di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano ed editorialista de “la Repubblica”. È sposato con Jadranka Korlat, ingegnere civile. Dal matrimonio sono nati Stefano, nel 1995, e Caterina, nel 1999. Pubblicazioni principali: “Hegel teologo e l’imperdonabile assenza del Principe di questo mondo” (Piemme, 1996); “Dio e l’angelo dell’abisso, ovvero la visione cristiana del mondo” (Città Nuova editrice, 1997); “Il dolore innocente. L’handicap, la natura e Dio” (Mondadori, 2002); “Per amore. Rifondazione della fede” (Mondadori, 2005); “L’anima e il suo destino” (Raffaello Cortina, 2007); “Disputa su Dio e dintorni”, con Corrado Augias (Mondadori, 2009); “La vita autentica” (Raffaello Cortina, 2009). La sua è una voce fuori dal coro. Al di là dei giudizi di merito sulle sue posizioni, è certo che rappresenta una ricchezza stimolante

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VITO MANCUSO Alla ricerca della cornice

Che cosa pensa della Chiesa di oggi? La prima cosa che mi viene in mente è una grande preoccupazione. È legata alla sensazione che la Chiesa stia attraversando un momento di grande difficoltà come non mi era finora capitato di vedere. È un momento in cui si avverte il bisogno di una grande guida spirituale, di fermezza, di coscienze che hanno il coraggio di guardare in faccia la realtà, di testimoniare i valori alti. Quali sono le ragioni che hanno generato questo stato delle cose? Si tratta di un processo molto lungo. Non è che voglia eludere la domanda, ma penso che stiano venendo al pettine tutti i nodi della modernità.

di Angelo Onger

Mi vado sempre più convincendo che il problema della fede cristiana oggi sia il rapporto tra la Chiesa e il mondo. Tra l’esperienza che la gente ha del mondo da un lato e ciò che la dottrina cristiana dice del mondo dall’altro. La modernità ha sollevato una serie di problemi che sono stati risolti a volte con la violenza e a volte con un’apologetica un po’ superficiale. È caduta l’immagine del mondo che la filosofia tomista ha veicolato per secoli, è cambiata la cosmologia, la biologia. Tutto è crollato, come tutto crolla, prima o poi, nell’evoluzione che trapassa ogni cosa. È cambiato il senso della storia. Noi cristiani siamo nella condizione di chi ha tra le mani un bel

quadro (che sono i valori fondanti del cristianesimo, come la figura di Gesù, come buona parte della nostra tradizione), un quadro cui manca la cornice e, più ancora, cui manca un punto fermo, nella parete della nostra mente, per appenderlo. Lo teniamo fermo con uno sforzo di volontà, ma molto spesso il quadro cade per terra. Il vero problema, a mio avviso, è questo. Cosa intende quando parla di cornice? Intendo la filosofia, la capacità di affermare nel nostro mondo i valori speculativi del cristianesimo che consistono sostanzialmente nel bene, nell’amore e più ancora nella salvaguardia delle persone. È l’immagine del mondo secondo i valori che la filosofia di un tempo riusciva a custodire, mentre l’immagine che la filosofia e la scienza di oggi ci consegnano non mi sembra in grado di tutelare, nella mente degli uomini, il grande supportato speculativo di

fondo del cristianesimo. Da qui nasce il conflitto tra l’esperienza del mondo, degli uomini e i valori del cristianesimo. È un dissidio profondo che sta all’origine, e in parte spiega, la serie di prese di posizione rigide da parte del magistero. Non le pare che nel mondo contemporaneo, anche alla cultura generale manchi la cornice? Direi di sì. Con una differenza, che il mondo non ha la necessità di elaborare un sistema, di racchiudere in un alfa e in un omega né il senso della natura né il senso della storia. Non ha la necessità di difendere la razionalità. Quando Joseph Ratzinger afferma che nell’alfabeto cristiano al posto d’onore stanno le parole “In principio era il logos”, come ha affermato più volte, richiama la necessità di elaborare una Weltanschauung, una visione del mondo. È vero che anche il mondo è privo di questa visione, ma il mondo può tranquillamente vivere nel relativi-


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smo post-moderno. Se il mondo può fare a meno della cornice, l’uomo che non crede è destinato al fallimento? La cornice offre la possibilità di fondare ontologicamente i valori etici e tutto quello che ne deriva. C’è un saggio di Norberto Bobbio del 1983 che parla molto chiaramente del fallimento dell’etica laica. I quattro modelli fondamentali su cui l’etica laica si basa sono il giusnaturalismo, il consensus gentium, l’utilitarismo, il formalismo kantiano. Il tentativo di fondare il bene, il dovere nei confronti del bene appaiono ai nostri giorni infondati, da qui il timore del fallimento dell’etica laica. Credo che un laico possa convivere tranquillamente con questo che è un tradimento della ragione. Mentre la prospettiva cristiana (come viene configurata da Ratzinger, che è quella catechistica tradizionale) che vuole abbracciare il senso complessivo della natura, della storia, che ritiene di conoscere l’inizio e la fine delle cose, ha bisogno di fondare il bene. La malattia spirituale del nostro tempo consiste esattamente nella incapacità di spiegare il perché bisogna essere giusti sempre e comunque, anche quando non ci sono ragioni di convenienza. L’etica contiene necessariamente l’esperienza della imperatività. Tommaso d’Aquino lo esprimeva con il

gerundio: “bonum faciendum, male vitandum”. Quando Kant volle rielaborare la morale in modo non più eteronomo ma autonomo, non poté fare a meno di riprendere sempre l’imposizione della legge, perché è l’imperativo che categoricamente ti si impone. Lo ha fatto con le due formule note, quella del fine: “Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre anche come fine e non unicamente come mezzo”; oppure nella formula giuridica: “Agisci in modo che la massima della tua volontà possa valere sempre, al tempo stesso, come principio di una legislazione universale”. Comunque a prescindere da questi dettagli, sia nell’epoca antica che nel Medio Evo da un lato che nell’epoca moderna dall’altro, l’etica è sempre stata considerata come qualcosa di imperativo, che si impone. La malattia spirituale del nostro tempo è legata alla incapacità di fondare il dovere, il compiere il bene. Il Concilio Vaticano II ha rappresentato un momento di grande entusiasmo nella Chiesa. Oggi quello spirito è lontano. È anche questa una ragione che ha determinato la perdita della cornice? Nella Chiesa è mancato il coraggio profetico di continuare il rinnovamento che Giovanni XXIII aveva intravisto e avviato. Per cui le resistenze hanno preso via via il sopravvento, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui si parla semplicemente di continuità. Perché i cattolici sono divisi? Perché ci sono quelli che danno il primato innanzitutto all’esperienza mondana (non nel senso morale ovviamente) e sulla base della stessa vorrebbero far evolvere la dottrina per renderla feconda rispetto alla vita. Sono definiti cattolici progressisti. Viceversa ci sono coloro che danno il primato alla dottrina che è superiore rispetto alla vita, rispetto all’esperienza e anzi, secondo costoro, maggiore è la frattura, tra dottrina ed esperienza, meglio si evidenzia la natura del vero cristianesimo che si estrinseca con lo scandalo della contraddizione. Qui passa la linea di divisione all’interno dell’anima cattolica a livello mondiale, non solo a livello italiano. Ormai ovunque sta vincendo l’anima conservatrice. L’esperienza del Concilio e del post Concilio mi fa pensare che Paolo VI abbia fatto il meglio che era concesso in quel momento anche in rapporto alle opinioni diffuse nel popolo di Dio. Molte resistenze al rinnovamento conciliare sono venute anche da lì. Abbiamo secoli e secoli da rivedere. Non si può pensare che in tre anni sia possibile cambiare una mentalità che si è cementata per secoli. Basta pensare alla regola 23 che chiude gli

esercizi spirituali di Sant’Ignazio in cui si dice che una cosa è bianca se il magistero dice che è bianca, anche se in realtà è nera. Secondo questa regola, il criterio fondamentale per essere un buon figlio della Chiesa è l’obbedienza alla gerarchia e almeno a partire dal Cinquecento si è impostata tutta l’azione pastorale su questo principio. Non mi stupisco. Oggi il criterio decisivo per cui si è cattolici è l’obbedienza al Papa. Il resto, come l’avere una vita spirituale, il leggere la Bibbia, il pregare, è tutto relativo rispetto al fatto che la coscienza dica e professi ciò che dice il Papa. Si privilegiano quei cattolici che dicono di essere tali anche se poi non si comportano coerentemente, rispetto a quelli che sono coerenti nella vita, ma hanno idee diverse sulla prospettiva etica e manifestano le loro opinioni. Siamo alla religione senza fede? Agli atei devoti? Di sicuro penso che gli uomini di oggi abbiano bisogno di simboli identitari. È sotto gli occhi di tutti e non è deplorevole in sé, di fronte all’invasione di altre civiltà, di altre religioni. Invasione è forse un termine esagerato, ma, per quanto attiene all’emotività diffusa, tanto esagerato non è. Quindi è comprensibile che si senta il bisogno di simboli identitari ed è anche comprensibile che venendo meno tutte le ideologie, compresa quella del Po, sia la fede cattolica, in senso civile e politico, a diventare il vessillo principale. Anche la Lega è diventata cattolica, perché quello cristiano è il simbolo che maggiormente tranquillizza. Perché non c’è dubbio che si vive il presente e si guarda al futuro con paura. Proprio per tutto questo il compito dei pastori della Chiesa assume un’importanza notevole. C’è la possibilità di parlare al profondo dell’anima delle persone, per cui idealmente si aprono le porte a un’azione pastorale di grande rilievo. Si ha l’impressione che molti cattolici, di ogni livello, siano lieti di pagare un obolo alla Chiesa, per poter continuare a fare i loro comodi sul piano etico. Di fatto è l’immagine che passa. Bacia la mano o la pantofola pontificia e poi nella vita privata puoi fare tutto quello che ti pare. Siamo alla doppia, tripla, quadrupla morale. Dall’altra parte il grosso problema della sinistra è l’incapacità di fondare l’idea che da sempre è stata alla base della sinistra, cioè la giustizia. La modalità con cui la sinistra legge la natura, il mondo, la storia è una modalità improntata sostanzialmente sull’evoluzionismo darwinista. In quella prospettiva è molto difficile fondare la giustizia, anzi praticamente impossibile, perché quella è progettata sulla lotta per la soprav-

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vivenza del più adatto e del più forte. Su questa ipotesi non si può fondare l’etica e la giustizia. E allora la sinistra appare per molti aspetti fuori dal mondo, buonista, agli occhi della sinistra stessa. Appare molto più con i piedi per terra la prospettiva utilitaristica, a volte persino godereccia, che il centro-destra esprime. Di fatto l’aria che si respira è quella di un’omologazione che porta al pensiero unico. Come ne usciamo? Non lo sa nessuno. È il cosiddetto spirito del tempo che ha fatto giustizia di molte ipotesi sbagliate. La sete di libertà, uguaglianza e fraternità, per riprendere i tre ideali della Rivoluzione francese, sono stati veicolati da una considerazione dell’uomo, della storia, della religione, in generale dei valori spirituali, secondo la modalità, assolutamente falsa, del materialismo. Oggi vince il materialismo della materia più materia, che sono le cose che si comprano. Detto questo, non so come se ne uscirà. Forse ritrovando una nuova visione della natura. Io penso che sia l’unico fondamento comune, studiando il quale si possa giungere veramente a un respiro universale in grado di unire ancora la nostra civiltà. C’è bisogno di una rinnovata filosofia e teologia della natura. Quando parlo di natura non intendo l’ambiente, ma il nostro essere. Il discorso di Küng mi sembra essenziale, quando invoca una Weltethos, una nuova morale comune. In un mondo in cui la globalizzazione fa emergere le differenze, un grande messaggio spirituale che può essere veramente efficace è quello di un ethos mondiale, al quale tutte le diverse spiritualità e tutte le diverse religioni possano concorrere e in cui tutte possano riconoscersi. Con ciò il proprio sentiero è il proprio e bisogna essergli fedeli, mantenerlo, non bisogna contaminarlo, ma bisogna anche comprendere che è un sentiero che porta verso qualcosa di più grande, per aspirare alla pace nel mondo. È un progetto che richiede tempi lunghi in un mondo che vuole tutto e subito. È vero, ma siamo ormai così uniti per cui una cosa che si dice a Berlino arriva subito a Pechino. Il che fa pensare che i tempi potrebbero essere molto meno lunghi di quanto possiamo immaginare. I segni profetici che Giovanni Paolo II ha offerto con il duplice incontro ecumenico di Assisi, con la visita alle Sinagoghe, allo stesso modo delle visite di Benedetto XVI alle Sinagoghe di Colonia e di Roma, alla Moschea Blu di Istanbul, sono testimonianze da raccogliere. Se le religioni, ciascuna nel suo campo, dessero veramente messaggi di apertura, i tempi potrebbero essere accorciati e di molto.


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Cultura e comunicazione Famiglia

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I bambini accettano la morte più degli adulti: durante l’infanzia pensano che la morte non sia definitiva e che, pur essendoci la separazione, le persone siano ancora vive, e hanno ragione perché sono vive, anche se separate da questo mondo fatto di materia; durante la fanciullezza tendono, invece, a vedere la morte come effetto della vecchiaia e durante l’adolescenza, infine, è raggiunto il concetto di morte come irreversibile, irripetibile e universale

Genitori e figli La commemorazione dei defunti

Tacere e nascondere la morte è un errore educativo

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Anche in questa ricorrenza, la commemorazione dei defunti, si manifestano le nostre idee che non sempre sono pedagogicamente corrette e ciò non per cattiveria, ma semplicemente perché seguiamo la corrente e ci lasciamo trascinare dalle mode. Queste mode, nel caso specifico, portano taluni papà e mamme moderni a temere di accompagnare i loro bambini piccoli al Camposanto (sì: un campo santo, non un cimitero che significa dormitorio) per evitare loro ‘il disturbo’ di un primo incontro con la morte. Semmai li lasciano comprare, fuori dal luogo santo, i dolcetti dei morti; ma dentro non entrano, no, troppo triste! Quello che devono sapere sulla morte gliel’han-

di Luigi Domenighini pedagogista

no già insegnato con gesti scaramantici, taluni addirittura volgari e le loro domande precise sui morti le hanno sempre eluse alla grande. Così non si parla di morte con i figli e poi tv, radio, giornali sono zeppi di fatti luttuosi, di incidenti mortali, di ammazzamenti e di delitti. Lì domina il ‘supermercato della violenza’, della morte-banale, della morte-spettacolo o della mortevirtuale e loro, i piccoli, non vedono quasi più, ed è un grande male educativo, la morte naturale. Vorrei veramente che si sentissero in colpa tutti quegli adulti che si comportano così, quelli che mandano il figlioletto dalla zia per qualche giorno in attesa di seppellire il nonno; quelli che voglio-

no cancellare la morte con il loro vivere alla giornata qui e ora e poi quel che sarà, sarà. Ma chi ha buon senso e intelligenza sa che la morte è il termine naturale della vita; chi ha una fede autentica sa che la morte è la nascita, pur dolorosa, all’altra vita, per cui sa che può recarsi con tutta la famiglia serenamente a far visita ai defunti e cogliere l’occasione per pregare, per parlare – altrettanto serenamente – di sorella nostra morte corporale. Chi ha fede ha già insegnato che quando si entra in un cimitero è bene elevare un pensiero, una preghiera per coloro che ci hanno preceduto; ha già insegnato ad amare i ‘nostri morti’, a portar loro rispetto e a onorare e abbellire le loro tombe. I figli infatti accettano la morte più di noi: durante l’infanzia pensano che la morte non sia definitiva e che, pur essendoci la separazione, le persone siano ancora vive, e hanno ragione perché sono vive, anche se separate da questo mondo fatto di materia; du-

rante la fanciullezza tendono, invece, a vedere la morte come effetto della vecchiaia e durante l’adolescenza, infine, è raggiunto il concetto di morte come irreversibile, irripetibile e universale. “Non capisco la stupidità dei padri, degli educatori di professione e di quanti sostengono che si debba evitare di parlare della morte” (Andreoli). Certo abbiamo paura anche solo di parlarne, perché vogliamo evitarla, perché la morte è tremenda e terribile, perché è prezzo del peccato, perché contro di essa ‘naturalmente’ tutto il nostro essere si ribella, perché la nostra buona volontà è sopraffatta dall’inesorabile certezza della morte, perché dopo aver gustato il frutto della vita non vorremmo morire, perché abbiamo sì fede ma non tanta da accettare la morte, perché temiamo di cadere nel nulla, dimenticando che Cristo per primo ha vinto la morte. Persino i preti ne parlano poco, predomina l’imperativo che la Chiesa deve mostrare un


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Cif Convegno regionale

Tenerezza, stile di vita per crescere insieme di Gabriella Bondavalli “Tenerezza, stile di vita per crescere insieme” è l’argomento che ha caratterizzato il Convegno regionale del Cif (Centro italiano femminile) svoltosi a Brescia presso il Centro pastorale Paolo VI il 9-10 ottobre. Un tema insolito che di primo acchito può apparire leggero, inafferrabile, ma che nella circostanza ha offerto un’occasione di formazione e di arricchimento interiore. “La tenerezza non è un sentimento occasionale, un atteggiamento che caratterizza la personalità”, così ha esordito Porzia Quagliarella, teologa e psicologa, che ha condotto i partecipanti a riflettere su alcuni brani dell’Antico e Nuovo Testamento in cui i termini connotano la tenerezza di Dio, come la tenerezza di una madre. L’ottica di Dio in tutte le vicende umane della storia, è quella di non fermarsi di fronte al male, ma di andare oltre: occorre pregare perché la vittoria del male non sia totale; è necessario pregare per aiutare noi stessi prima di tutto: imparare ad avere un atteggiamento ‘compassionevole’ di fronte a fatti negativi cioè cercare di cogliere al di là del male, della violenza intorno a noi, ciò che di buono possiamo fare: chiedere a Dio di dare un senso al ‘non senso’. Don Carlo Rocchetta, teologo e docente universitario, ha presentato la tenerezza come progetto di vita, partendo dalla riscoperta della “paternità e maternità” di Dio. Questo sentimento è espressione della maturità affettiva. Se non c’è una tenerezza affettiva non c’è vero amore. La ‘compassione’ corrisponde alla tenerezza e questa fa parte del Vangelo. La tenerezza vuol dire sentirsi amati, capiti reciprocamente, come il bambino ha il diritto di sentirsi amato e apprezzato dal padre e dalla madre. È necessario discernere, però, un corretto concetto di tenerezza come sentimento e non come sentimentalismo. Essa mira verso il tu e non verso il sé; si pone a livello dell’essere e non dell’avere; implica fortezza (fermezza)

volto gioioso... dunque niente morte! Ma è un equivoco perché questo avvenimento è ‘spiritualmente gioioso’ è, infatti, la porta di accesso del paradiso. Perché non parlare della morte? Perché non rispondere pacatamente alla domanda: dov’è il nonno? Non è vero che non ne siamo capaci come genitori, siamo ignavi, fuggiamo anche da questa responsabilità, ma ne siamo sicuramente capaci. Se l’evento della morte del nonno è stato vissuto da poco abbiamo già avuto occasione per affrontare queste domande durante le cerimonie funebri e le nostre frequenti visite alla tomba. Se l’evento è lontano e non entra nelle memorie del bambino, mostriamo l’album delle foto che c’è in ogni casa, raccontiamo la ‘storia’ della nostra bella famiglia cominciando proprio dai nonni, che – sia ben chiaro – non sono ‘scomparsi’, sono morti! come natura vuole; sono passati all’altra vita, sono in paradiso, dove andremo tutti, con Gesù. Semplice, no? Dobbiamo parlarne anche a scuola (magari proprio in occasione delle vacanze dei morti), perche la scuola è vita e la morte fa parte della vita, perché non possiamo eludere le domande degli alunni, proprio quando le classi sono toccate dalla morte di un parente di qualche alunno perché certo non si può “far finta di niente”, né tantomeno andare al funerale con la bandiera della scuola senza dire nulla.

e non debolezza; la tenerezza si esprime con atteggiamenti di creatività e non passività, con senso di responsabilità e non superficialità. La tenerezza è uno stile di vita e la devo scegliere, conquistarla, se non la possiedo. In noi sono presenti quattro sentimenti dominanti: rabbia, ansia, tristezza, tenerezza. I primi tre sono contrari alla tenerezza: se si vuole essere persona affettivamente e umanamente matura e mettersi in un atteggiamento positivo in modo tale da far prevalere il bene sul male, occorre affidarsi a Dio, alla sua Grazia che purifica, eleva, perfeziona la nostra natura umana. Posso cambiare la società, se cambio il cuore umano. È necessario orientarsi verso una cultura della convivialità, della civiltà dell’amore, della vita cominciando da noi stessi, amando con tenerezza. Per realizzare correttamente questa meta, è necessario gradualmente educarsi alla tenerezza, il che vuol dire riscoprire il Dio della compassione, il Dio amante, che si rivela attraverso il Gesù di Nazareth come Colui che ha saputo gioire e soffrire accanto all’uomo attraverso l’incarnazione. Andare a scuola di tenerezza da Dio è incontrarsi con Dio-Padre nella sua Parola, nei sacramenti, nella preghiera. Per verificare il mio grado di tenerezza è importante conoscere prima di tutto il mio essere, il mio cuore, i miei sentimenti, quindi cercare di amare e di essere amati (non sentirsi amati vuol dire cadere nella disperazione). Infine mi devo porre nell’atteggiamento di adorazione, silenzio per guardare dentro me stesso e volgere lo sguardo verso l’alto. Inutile dire che le due giornate del Convegno, grazie alla grande capacità comunicativa e professionalità dei relatori, hanno effuso sentimenti di ‘benessere spirituale’ su tutti i partecipanti. Questo momento di riflessione ha dato anche l’occasione di vivere insieme concretamente, in modo gioioso e conviviale.

Family hope

Itinerario formativo per le coppie Fra le iniziative avviate da “Family hope” segnaliamo “Il mandorlo. Itinerario formativo per le coppie”. Si tratta di sette incontri di due ore ciascuno all’insegna dell’analisi del proprio vissuto, delle dinamiche di coppia, delle problematiche di un rapporto, della terapia reciproca di coppia, della verifica del cammino di cop-

pia. Gli incontri sono iniziati il 21 ottobre e proseguiti il 28 ottobre. I prossimi appuntamenti sono fissati nei giorni 4, 11, 18, 25 novembre, 2 dicembre. Giovedì 9 dicembre si concluderà con un’esperienza di ricerca interiore. Info: tel e fax 030/2300111 www.familyhope.it info@familyhope.it


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Cultura e comunicazione Eventi

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Teatro Grande Stagione lirica e di balletto

“Sonnambula”: una vivace rilettura Successo dell’opera di Bellini al Grande con l’autorevole soprano australiano Jessica Pratt e il positivo tenore ragusano Enea Scala

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di Marco Bizzarini

Dal Teatro Sociale di Como ha fatto tappa a Brescia ottenendo un buon successo di pubblico il nuovo allestimento della “Sonnambula” di Bellini firmato dal regista Stefano Vizioli con protagonista la cantante australiana Jessica Pratt. Almeno due ragioni rendono problematica, o quanto meno delicata, la riproposta di questo titolo ai nostri giorni. In primo luogo c’è l’enorme difficoltà delle parti vocali dei due protagonisti, Amina ed Elvino, i giovani fidanzati svizzeri che potranno convolare a nozze soltanto dopo aver fugato i sospetti di tradimento cui è soggetta la sposa per la sua anomala condizione di sonnambula. Il secondo motivo consiste nella trama stessa dell’opera, in cui i forti influssi del ballo pantomimo francese e dell’Arcadia italiana ancorano fortemente questo titolo al primo Ottocento, rendendolo ben poco adatto a eventuali rivisitazioni in chiave moderna. Nonostante queste difficoltà, “La Sonnambula” non solo continua a rimanere un capolavoro indiscusso del repertorio operistico, ma può anche prestarsi a una rilettura teatrale equilibrata e godibile come

Jessica Pratt in una scena de “La Sonnambula” (ph: Elisabetta Molteni)

quella proposta da Vizioli nelle due recite al Teatro Grande della settimana scorsa, entrambe affollatissime, a conferma che gli spettacoli lirici, anche quando non ripiegano su titoli alla moda, non soffrono il problema della diminuzione del pubblico o di un limitato coinvolgimento dei giovani spettatori. Il merito principale della regia di Vizioli è quello di aver rispettato lo “spirito” della musica di Bellini pur senza prendere alla “lettera” il libretto. Di innovativo, rispetto al testo di Romani, c’era anzitutto un’ariosa ambientazione in pianura, anziché fra le montagne della Svizzera. È stato inoltre ripristinato il particolare del conte Rodolfo in giovane età, proprio come appariva nel ballo pantomimo di Scribe, fonte primaria dell’opera di Bellini: in questo modo, allontanandosi dalla tradizione che intende questo personaggio come un uomo maturo se non attempato, se ne accentua il carattere di potenziale don Giovanni e di temibile rivale di Elvino, a vantaggio di una maggior tensione narrativa. In ogni caso tutte queste piccole licenze nella messa in scena non sono mai entrate in

conflitto né con lo spartito belliniano né con i suoi più alati voli lirici. Al contrario, è risultato funzionale il contrasto fra gli imponenti quadri corali, in cui le masse erano sempre disposte con estrema cura, e il tenero duetto “Son geloso del zefiro errante” in cui i due fidanzati, poco prima del cambio scena del primo atto, davano sfogo, ormai soli, ai loro intimi sentimenti. Sempre molto appropriati, in questo concerto visivo, i costumi e le scene di Susanna Rossi Jost. Dal punto di vista del cast, si può dire che questa produzione della “Sonnambula” sia stata tra le migliori viste a Brescia. Jessica Pratt, malgrado l’imperfezione di alcuni acuti (come il mi bemolle della cabaletta finale), ha affrontato con autorevolezza il ruolo di Amina ed è stata lungamente applaudita nel cantabile “Ah non credea mirarti”. Positiva e musicale la prova del tenore Enea Scala nelle vesti di Elvino. Teatralmente vivace la Lisa di Marina Bucciarelli; in linea con una rilettura giovanilistica il conte Rodolfo di Alexej Yakimov. Convincente, infine, la direzione del maestro Massimo Lambertini.

Al PalaBrescia con mamma e papà

Tra il ghiaccio e la comicità circense di “Klinke”

Un’immagine dello spettacolo

La stagione del PalaBrescia, la settima spettacolare, comincia con uno spettacolo per i bambini e per la famiglia domenica 31 ottobre alle 16. Lei viaggia per il mondo in una scatola, lui è pronto a tutto pur di star lontano dai problemi. Un corteggiamento mozzafiato per una bizzarra storia d’amore. Tra scatole, scale e valigie, nel ritmo prevedibile del quotidiano spunta l’insolito gioco di “Klinke”: un diablo per brindare, una cascata di calzini, uno scambio di clave “all’arrabbiata” e un tessuto intrecciato di poetiche acrobazie. Cosa potrà mai succedere al confine sottile tra poesia ed euforia se si è in balìa degli equilibri più incerti? A Milo e Olivia piace stravolgerli lasciando a bocca aperta. “Klinke” è uno spettacolo che fonde e sublima le principali arti di rappresentazione (teatro, danza, tecniche

circensi) inserendosi nel filone narrativo definito nouveau cirque o circo-teatro. Una forma di intrattenimento capace non solo di tenere adulti e piccini incollati alle loro sedie col fiato sospeso, ma anche di divertire ed entusiasmare un pubblico di tutte le età con personaggi eccentrici. Questo è il primo di alcuni spettacoli che nella nuova stagione saranno particolarmente dedicati ai ragazzi e alla famiglia nelle domeniche pomeriggio. Ingressi da 4 a 8 euro (a cui aggiungere un euro il giorno dello spettacolo). Info: www.palabrescia.it. Riapre domenica 31 ottobre anche la stagione del PalaGhiaccio, struttura a fianco del PalaBrescia. Sarà aperto, fino al 6 marzo, il sabato dalle 15 alle 23 e la domenica dalle 14 alle 20. Il costo per l’ingresso in pista per adulti comprensivo di noleggio pattini è di 10 euro, 7 per gli under 12.


Brevi

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Brescia

I “Lunedì del Sancarlino” tra viaggi, storia e battaglie

Bambini al Sociale nel 2009 per “Verranno a te sull’auree…”

Il ciclo di incontri dei “Lunedì del Sancarlino”, curato anche quest’anno da Carla Boroni con Ezio Rojatti, si conferma un opportuno invito alla riflessione e per questa edizione ha come tema “Viaggi & battaglie - Storie di popoli”. Filone centrale di questa edizione è dunque la storia con alcune delle battaglie del passato più significative per quanto attiene alle conseguenze geopolitiche dell’umanità e che ancora oggi hanno qualcosa da dirci oltre che da insegnarci. Ancora una volta, dunque, i “Lunedì del Sancarlino” contribuiscono a delineare un panorama culturale composto da molte iniziative locali, valorizzando al contempo la propria identità e il territorio provinciale. Lo storico Arrigo Petacco ha inaugurato il ciclo presentando il suo libro “La croce e la mezzaluna - La battaglia di Lepanto”. Eventi centrali del volume sono la conquista di Costantinopoli del 1453 a opera dei turchi e la battaglia di Lepanto del 1571, un episodio decisivo per l’intera storia dell’Occidente. Prossimo incontro, lunedì 8 novembre con Carla Boroni e “Un profugo dalmata in Liguria (transitando per Brescia)” di Enrico Morovich. (g.d.m.)

Ctb Teatro Sociale

Il gran teatro del mondo Grande successo per il percorso spettacolare proposto dallo Stabile agli studenti più giovani

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Entrano spavaldi; pochi istanti per metterli in riga e per spiegare, con piglio deciso, che comportamento dovranno tenere in teatro e poi l’ingresso in sala. Ed è uno spettacolo nello spettacolo guardare il viso di questi ragazzi (dalle primarie alle superiori di primo grado), spiare le loro emozioni che si rincorrono e che dipingono i loro volti con colori forti. Un’ora circa “a bocca aperta”, tuffi al cuore, occhi sgranati tra attori che recitano, luci, effetti speciali: Romeo e Giulietta, Prospero con Ariel in attesa della Tempesta, Otello con Desdemona. Ma prima c’è la prova di fantasia con gli strumenti musicali ma una fantasia che al “tre!” dell’attore dà voce a inaspettata, vera musica. Si vede che l’iniziativa piace e si sa che quanto i ragazzi stanno osservando rimarrà per sempre impresso in loro, farà parte del loro bagaglio culturale. L’iniziativa rientra tra le proposte del Centro teatrale bresciano (Ctb) per gli studenti bresciani i quali hanno accolto con entusiasmo e partecipato in massa al progetto culturale. A conclusione della quattro giorni di repliche (quattro al giorno) dello spettacolo

di Mario Leombruno

“Il gran teatro del mondo” della Compagnia Teatro Città Murata il regista Mario Bianchi ci ha spiegato che loro “portano in giro soprattutto nei teatri di tradizione questi percorsi sul teatro, sulla lirica e sulla fiaba per far vivere il teatro dal punto di vista logistico ed emozionale ai ragazzi fin dai sei anni, per abituarli a considerare il teatro come un luogo accogliente, un luogo dove le emozioni sono importanti. Si parla tanto di emozioni ma poi è necessario anche educare i ragazzi a viverle in modo positivo queste emozioni. Ci proponiamo di educarli alla cultura, a essere curiosi del teatro, di tutto ciò che è letteratura e lo facciamo non dal punto di vista cattedratico ma facendo conoscere loro i luoghi e le emozioni direttamente in teatro”. Certo, riconosce Bianchi, il problema, come sempre è quello economico. “È un’iniziativa impegnativa sia per il numero di attori coinvolti (sette-otto), sia per i giorni e le repliche previste… però è importante farlo”. È così che i bambini non solo scoprono che il teatro è magia ma, spesso, se ne innamorano e lo amano tutta la vita.

Carla Boroni

Concesio

La biografia di Alcide De Gasperi Sabato 30 ottobre dalle 10.30 alle 12.30 all’Istituto Paolo VI sarà presentata la biografia a carattere scientifico di Alcide De Gasperi. Prenderanno parte alla presentazione dell’evento il card. Giovanni Battista Re (prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi), Maria Romana De Gasperi (vice presidente vicario della Fondazione Alcide De Gasperi) e Giuseppe Camadini (presidente dell’Istituto Paolo VI). Fra gli autori sarà presente Alberto Canavero dell’Università degli studi di Milano. L’opera è pubblicata dall’Editore Rubbettino.

Brescia

In San Barnaba in ricordo di Fiore Domenica 31 ottobre alle 18 prosegue all’Auditorium San Barnaba la rassegna “Sulle ali del Novecento” con un concerto dedicato alla divulgazione delle tematiche legate alla donazione di midollo osseo per la cura delle leucemie “In ricordo di Fiore” con il Gaetano Liguori Trio. Dal ragtime al jazz-rock, dalle forme del primo ’900 alla nascita del free jazz di cui Gaetano Liguori è stato autorevole esponente. Un viaggio musicale ma anche umano, che interpreta i sentimenti di una generazione cui non bastava solo suonare ma che si assumeva l’onere di interpretare istanze sociali, culturali, etiche.

Bagolino

L’acqua secondo Aurelio Bertoni Fino al 12 dicembre allo Studio d’Arte Zanetti è allestita la mostra dell’artista figurativo Aurelio Bertoni. “I canti dell’acqua. Viaggio pittorico fra Bagolino, Valle Sabbia e Valli Giudicarie” è il titolo – liberamente ispirato ai celebri “Canti pisani” del poeta americano Ezra Pound – della rassegna pittorica nata da un progetto di Mario Zanetti che con Domenico Montalto cura l’esposizione. Si tratta di una quarantina di opere tra dipinti a olio, pastelli, acquerelli e incisioni, eseguite dall’artista tra il 2009 e il 2010 sul tema del paesaggio e della veduta con un’attenzione particolare per l’acqua.


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Brescia Incontro

L’importanza di ripensare la geografia Proseguono dai Comboniani gli appuntamenti del ciclo “Dall’individualità alla solidarietà”

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di Anna Tomasoni

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Tutti noi, a scuola, abbiamo studiato geografia, alcuni in modo approfondito altri meno; in generale, però, manca la consapevolezza che la geografia possa contribuire alla formazione “interculturale” della persona e che sia in grado di spiegare problematiche e fenomeni quali l’emarginazione e la sostenibilità. Di questi aspetti e peculiarità dell’insegnamento della geografia ha parlato Catia Brunelli, ricercatrice dell’Università di Urbino, specializzata in geografia della sostenibilità con particolare riferimento alla questione interculturale. Catia Brunelli, autrice del libro “Geografia amica” (Emi, Bologna 2010, euro 13,00) sta collaborando con un gruppo di lavoro marchigiano per la revisione dei curricola delle discipline scolastiche in una prospettiva interculturale. In base alle nuove esigenze i saperi vanno reinterpretati e adeguati. Nel corso dell’incontro Brunelli ha mo-

Catia Brunelli

strato il potenziale formativo della geografia partendo dalle criticità dell’insegnamento per riflettere e individuare le direzioni da percorrere. Una volta il mondo si presentava da scoprire, apparentemente fermo, dotato di precisi punti di riferimento, frammentato e scollegato. “Oggi il mondo è tutto noto – ha spiegato Brunelli – ma con l’attuale stile di vita e consumi tra breve non sarà più sufficiente. Il mondo non è più fermo ma caratterizzato dal flusso dei popoli e non è più dei Paesi ricchi (la crescita dell’India e della Cina degli ultimi anni ne è un esempio). Il pianeta presenta questioni che sono di tutti e che esigono un’intesa comune”. Quale può essere il contributo della geografia per capire e gestire il mondo? La geografia intrattiene molteplici relazioni con la conoscenza della realtà, promuove l’apprendimento e la bellezza della biodiversità fisico-antropologica, sostiene

la diversità nel rapporto geo-antropico. La geografia è una disciplina transcalare e trasversale. Appare quindi necessario il superamento di un approccio puramente nozionistico su base regionale e l’abbandono di quei metodi tradizionali che riducono la geografia alla descrizione del territorio. La società odierna è complessa, interculturale, globalmente connessa e in continua mutazione. “È tempo – ha concluso Brunelli – di promuovere un sapere geografico che favorisca l’attenzione all’ambiente non meno dell’apertura all’altro”. La proposta è un insegnamento della materia che sia adeguata al nostro tempo, una “geografia amica” trattata per problemi, che offra la possibilità di riconoscersi in questioni comuni a diverse aree e a differenti comunità. Una disciplina che faccia acquisire ai ragazzi la consapevolezza delle dinamiche mondiali e li proietti nell’attualità.

Voce Libri

Madonna di Caravaggio UMBERTO SESINI COMPAGNIA DELLA STAMPA ROCCAFRANCA (BS) 2010, EURO 25,00

Un modo inusuale di leggere la storia dell’Apparizione e le storie a essa legate. Attraverso appunti inseriti in un percorso dettato dalle tracce di devozione alla Madonna di Caravaggio ci si muove tra lettura e immagini attraverso le quali ci si può distrarre e curiosare, come in un viaggio. Strada facendo si capirà che, per molti, il pellegrinaggio a Caravaggio fu ed è insufficiente ad appagare il bisogno di “immersione” nella scena dell’Apparizione al punto che, anche per grazie ricevute, il desiderio della visione di Maria che appare a Giannetta genera edicole, santelle e chiese, alcune delle quali, individuate e raccolte dall’autore nel corso di oltre 20 anni di pazienti annotazioni, sono il pretesto per indagare e “fotografare” momenti, anche banali, di una diffusa devozione. Umberto Sesini è nato a Caravaggio, dove vive con la famiglia. Di formazione tecnica, da sempre coltiva la passione che, in parte, fa rivivere anche attraverso questo libro che ne perfeziona uno precedente del 2007.

La libertà dei figli di Dio SILVANO FAUSTI ÀNCORA, MILANO 2010, EURO 18,00

La lettera ai Galati è il manifesto del cristianesimo nascente. Paolo si oppone ai primi tentativi di svuotare il Vangelo e farcirlo di leggi, norme e decreti. La croce di Gesù rivela una novità assoluta: Dio è tutto amore e l’unica legge per l’uomo è la libertà di amare come è amato. Saltano le barriere religiose e culturali, sociali e di genere. È tolta ogni divisione: siamo tutti figli dello stesso Padre. La Chiesa è sempre tentata, ovviamente a fin di bene, di sostituire il Vangelo con la legge. Questa lettera è un accorato appello per non “cadere fuori dalla grazia” (Gal 5,4). Silvano Fausti, gesuita, dopo aver compiuto gli studi di filosofia e teologia con un dottorato sulla fenomenologia del linguaggio presso l’Università di Münster in Germania, è stato docente di teologia. Pur lavorando part-time in vari continenti, da 30 anni vive in una cascina alla periferia di Milano (Villapizzone), con una comunità di gesuiti. È autore di numerose pubblicazioni biblico-teologiche.


LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Editrice La Scuola

Libro Edizioni Messaggero Padova

“Chiesa e migranti”, la battaglia dell’arcivescovo Marchetto

“Il soffio del dono”: diario di fratel Christophe, monaco di Tibhirine

Per quasi 10 anni nel dicastero della Santa Sede per la pastorale dei migranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto presenta nelle pagine del volume la sua visione del fenomeno migratorio nella fedeltà al Vangelo e ai diritti dell’uomo. Sollecitato dalle domande dell’intervistatore affronta via via molti temi che toccano la nostra vita e quella di milioni di immigrati. Fra regolari, irregolari, rifugiati, richiedenti asilo, rom, vittime del traffico e del contrabbando di esseri umani, il colloquio con Marco Roncalli passa in rassegna questioni cruciali che dettano l’agenda politica per l’Europa e creano il consenso elettorale: le frontiere, la sicurezza, il lavoro, la casa, la salute, i ricongiungimenti familiari, la scuola, la cittadinanza, il dialogo interreligioso e le relazioni con l’islam, i respingimenti. L’occasione per ripercorrere l’intensa esperienza di chi ha seguito da vicino il dipanarsi di questa fitta trama di argomenti, per tracciare un bilancio generale, offrire dati sicuri, indicare chiavi di lettura e prospettive, ma anche per condividere interrogativi diffusi sul senso di un’accoglienza vanificata dall’incapacità di dare pane e dignità, ma anche sulle responsabilità di chi rifiuta il soccorso in casi di emergenza. Fra indicazioni del magistero e convenzioni internazionali, catechismo e leggi italiane dai tempi della Martelli al “pacchetto Sicurezza”, fra le differenti forme di intervento della Chiesa e le risposte della politica di casa nostra e non solo, la conversazione ricorda scontri e sconfessioni, incidenti e polemiche non ancora sopite, ma si ferma poi su soluzioni pratiche e questioni giuridiche, aspirazioni legittime e problemi nuovi. Queste pagine, ancora, ricordano questioni recenti e ne prefigurano altre su quello che dovrebbe essere un tema bipartisan, da affrontare con lungimiranza e memoria storica, l’unico modo per aiutare, anche gli italiani, a vivere questa transizione ancora incompiuta e a considerare gli immigrati come l’espressione più umana della globalizzazione non solo in una prospettiva di sostegno del mercato del lavoro. A lettura finita quasi un grido d’allarme nella consapevolezza di tante forme di integrazione mancata e un dispiacere particolare per l’arcivescovo dei migranti che se da una parte invoca il “segreto pontificio”, dall’altra ammette il suo rammarico particolare per la “mancata pubblicazione, finora, di un documento, in gestazione da ben otto anni, sui migranti forzati, a cominciare dai rifugiati…”.

Il matrimonio: un segno da... PIERO MAGLIOLI EFFATÀ, TORINO 2010, EURO 7,50

La relazione matrimoniale è un segno che necessita di interpretazione. Cristo viene incontro agli sposi, dando a loro la forza di seguirlo non solo quando il matrimonio è segnato da un amore profondo e reciproco, ma anche quando un velo ricopre la vita degli sposi e quel matrimonio “non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi” (Is 53,2). A volte, nella vita matrimoniale, ci si ama e quest’amore risplende come segno dell’amore tra Cristo e la sua Chiesa tra le mura domestiche, la vita sociale, fatta di lavoro, tempo libero, impegno in famiglia e per alcuni anche ecclesiale. A volte tale amore assume altre apparenze: fatica a dialogare, insofferenza reciproca, liti; anche le mura domestiche non sono inondate più da una luce gioiosa. Da queste pagine emerge che in entrambe le situazioni la presenza di Cristo è feconda. Piero Maglioli insegna teologia e religione cattolica. È sposato, con tre figli. Fa parte dell’Ordine francescano secolare, per il quale svolge ruoli di formazione.

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In occasione dell’uscita sugli schermi italiani del film di Xavier Beauvois, con il titolo “Gli uomini di Dio”, già vincitore del Gran Premio della Giuria alla scorsa edizione del Festival del cinema di Cannes, le Edizioni Messaggero Padova ripropongono questo libro (pagg. 207, euro 14,46) che per primo ha tradotto in italiano il diario di fratel Christophe. Dei sette monaci trappisti assassinati in Algeria il 21 maggio 1996, secondo la versione ufficiale dai terroristi musulmani del Gia (Gruppi islamici armati), fratel Christophe era il più giovane. Da diversi anni egli teneva un diario, intitolato “Quaderno di preghiera”: annotazioni di fatti, di riflessioni, sentimenti e vibrazioni interiori, molte volte espresse in forma poetica. Cominciato l’8 agosto 1993, il diario giunge fino al 19 marzo 1996, pochi giorni prima del rapimento dei monaci, avvenuto nella notte tra il 26 e 27 marzo, cui seguirono quasi due mesi di prigionia e la tragica fine. Questo diario, che si ferma proprio pochi giorni prima del rapimento dei monaci, permette anche di ricostruire un periodo travagliato della loro presenza in Algeria, quando la violenza dell’integralismo e del fanatismo diveniva sempre più incombente. E permette in particolare di capire il motivo profondo della scelta dei monaci di rimanere, nonostante l’aggravarsi delle minacce e il ripetersi delle violenze. Per loro si trattò di una scelta d’amore e di fedeltà appunto all’Algeria e, in particolare, agli algerini di Tibhirine che sentivano come fratelli. Amore e fedeltà fino al dono totale della propria vita.

I monaci di Tibhirine

Il malinteso IRÈNE NÉMIROVSKY PICC. BIBL. ADELPHI, MILANO 2010, EURO 12,00

“Con lei – pensò Yves, con insolita irritazione – bisognerebbe essere sempre psicologicamente in smoking. E io, ahimé, non posso permettermelo...”. Così il protagonista del romanzo, giovane “con le mani belle per l’ozio e l’amore” tornato dal Primo conflitto mondiale sfinito moralmente ed economicamente e costretto, déclassé, a marcire nelle trincee della vita impiegatizia. “Si arriva mai a conoscere davvero qualcuno?” si chiede invece lei, Denise, sposa del ricco Jessaint, dopo aver attraversato tutte le fasi di un classico e banale adulterio, iniziato come un idillio in spiaggia e conclusosi in una Parigi soffocante tanto quanto l’amore (amore?) che c’era tra i due. Così tra sogni, speranze, torture per un telefono che non suona, si affrontano due egoismi, il bisogno di essere amata (lei, ricca donna di mondo) e la ricerca della tranquillità (lui, “nuovo povero”). Per dirla con la Némirovsky “tra loro manca quel che si chiama ‘reciprocità’”. (recensione a cura della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Televisione Ha preso il via l’11ª edizione

L’Italia del Grande Fratello osserva gli eletti in carcere

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Nel 1791 il filosofo e giurista Jeremy Bentham progettò una struttura carceraria chiamata Panopticon: una costruzione circolare con una torre di guardia nel centro e le celle che la circondano a raggiera, sotto il controllo di un unico guardiano che dalla sua posizione favorevole può osservare tutti i carcerati, ovviamente uno alla volta. Ma essi non possono sapere quale cella venga controllata. Potenzialmente il guardiano potrebbe decidere di osservare sempre la stessa. E quindi tutti si devono comportare come se fossero costantemente sotto esame. Si tratta di un’immagine molto efficace per capire quanto una forma di potere possa annullare la libertà umana, privandola della sua identità. Cancellando totalmente la sfera privata di una persona, si mina la sua essenza di individuo, lo si priva di una caratteristica fondamentale per definirlo essere umano. Non solo la perdita della libertà, ma anche della personalità. Il carcerato dovrà per forza comportarsi vivendo come il potere si aspetta che egli faccia. Questo progetto ovviamente è rimasto solo un’ipotesi. Ma a distanza di due secoli qualcuno è riuscito a metterlo comunque in pratica; grazie alla televisione e alla sua invenzione più scioccante, il reality show, l’idea di Bentham è stata elaborata e resa ancora più efficace nella sua negatività. La casa del “Grande Fratello”, il reality più famoso al mondo giunto in Italia alla sua 11ª edizione, può essere infatti analizzata come un’evoluzione del Panopticon: se in questa struttura ideale il carcerato non conosce il momento in cui il guardiano lo osserverà, chi vive nella casa del “Grande Fratello” sa con certezza di essere controllato a vista dal resto degli italiani. La collettività recita la parte del guardiano, diventa strumento del potere. Come la folla dell’antichità, pronta a idolatrare e condannare, milioni di spettatori scrutano il privato di persone che elemosinano notorietà e approvazione. A differenza dei carcerati del Panopticon, che non hanno scelto di subire la privazione della libertà e della personalità, i partecipanti del Gf desiderano a tutti i costi di restare il più a lungo possibile nella loro prigione di vetro, tanto confortevole quanto deformante. E così come essi hanno vissuto fino al momento del fortunato sacrificio, schiere di potenziali carcerati affollano i salotti partecipando emotivamente a questa dol-

di Alberto Averoldi

ce condanna, invidiando la condizione degli “osservati speciali”. Lo stesso Alfonso Signorini, opinionista fisso della trasmissione, durante la prima puntata del 18 ottobre ha definito i concorrenti come “prototipi”. Nulla di più vero e sconcertante: ognuno dei partecipanti del Gf riveste un ruolo, viene presentato come la quintessenza di un determinato stile di vita: la bella caliente del Salento, il tenero rubacuori; lo snob piacione; la pantera nera… e tanti altri esempi di umanoidi, riconoscibili e ben costruiti dai protagonisti stessi che si sono lentamente trasformati in prototipi durante i loro “sogni da reality”. Chi infatti si presenta alle selezioni per partecipare alla trasmissione sa benissimo di dover piacere. Deve costruire un personaggio, un feticcio che la televisione userà per governare sul pubblico. Il peggio che potrebbe capitare a un “gieffino” sarebbe credere di essere stato scelto per la sua spontaneità. Lo scrittore George Orwell nel 1948 ideò la spaventosa figura del Grande Fratello, un insidioso occhio onnipresente sulla vita delle persone: se egli avesse saputo che oggi milioni di sognatori beffati venderebbero l’anima pur di stare al cospetto del dittatore…

Il Grande fratello (fotogramma del film “1984”)

SAB Rai Due, h. 6.45 TG2 EAT PARADE Una rubrica dedicata al settore alimentare: i trend del momento, i piatti stagionali, con un occhio di riguardo alla salute e alla corretta alimentazione. Rai Due, h. 7 35 ART ATTACK Dedicato ai più piccoli ma anche ai grandi che vogliono esprimere la loro fantasia. Giovanni Muciaccia ci insegna come sfruttare materiale di scarto casalingo per realizzare utili giochi e per divertirsi con poco. Rai Tre, h. 12.55 OKKUPATI Federica Gentile presenta un programma dedicato a chi cerca lavoro. Racconta di esperienze virtuose di cooperative e aziende italiane, fornisce spunti su come e dove cercare un’occupazione. Rai Tre, h. 14.55 TV TALK Massimo Bernardini presenta un interessante programma di critica e analisi televisiva. In studio professori universitari e studenti leggono la settimana televisiva e ne commentano le novità. Current, h. 20.20 PASSAPAROLA L’appuntamento settimanale del giornalista Marco Travaglio è dedicato ai problemi e ai misteri della politica italiana.

Cielo, h. 21.00 X-FILES Digitale Terrestre. Telefilm americano che ha appassionato tutto il mondo negli anni ’90, con David Duchovny e Gillian Anderson. Due agenti dell’Fbi sono assegnati a misteriosi casi che hanno a che fare con la sfera paranormale. Lui è un fanatico di avvistamenti Ufo, lei è scettica su molti aspetti del loro lavoro. Storie intriganti e misteri da risolvere. Due puntate.

DOM Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES WEEKEND Una serie di divertenti cartoni animati per la mattina dei più piccoli. Nat. Geographic, h. 10.00 MEGA FABBRICHE Canale Sky 402. Serie di interessanti documentari realizzati nei luoghi più incredibili che l’uomo abbia creato: immensi stabilimenti in giro per il mondo dove vengono applicati i più avanzati studi di ingegneria applicata. Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Edoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bellezze del nostro territorio. Dall’agricoltura all’enogastronomia, senza dimenticare le affascinanti sfumature culturali del Belpaese. Rete Quattro, h. 19.35 COLOMBO Torna ad appassionarci l’originale detective interpretato da Peter Falk. Ogni puntata è un caso da risolvere, Colombo lavora sempre a stretto contatto con il colpevole per incastrarlo. Rai Tre, h. 21.30 REPORT Riscuote molto successo il programma di Milena Gabanelli che si occupa di svelare sconcertanti verità sulla gestione della cosa pubblica italiana.

Tv2000, h. 22.15 RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRO Digitale Terrestre. Approfondimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Attraverso reportage interessanti e molto curati Sciancalepore viaggia attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano.


Telecomando

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

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Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli cura e presenta una serie di documentari storici che raccontano i fatti più significativi che hanno cambiato la storia del secolo appena trascorso.

Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Una rubrica che racconta le realtà locali della nostra regione, dalle notizie più significative alle previsioni del tempo.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Iniziare la giornata con l’approfondimento giornalistico della redazione del tg di La7. Dopo la rassegna stampa i giornalisti commentano i fatti più importanti della settimana ospitando personaggi del mondo della politica e della cultura.

Rai Due, h. 9.45 TRACY E POLPETTA Sit-com studiata per insegnare l’inglese ai più piccoli e a chi non l’ha mai parlato. Attraverso divertenti gag recitate in inglese e italiano possiamo impararne le basi.

Rai Tre, h. 9.15 TGR MONTAGNE Un settimanale dedicato alla realtà delle montagne italiane. Servizi e reportage, interviste a personaggi che vivono la montagna.

Rai Due, h. 9.30 SORGENTE DI VITA Rubrica di vita e di cultura ebraica a cura dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Un focus sulla storia delle comunità ebraiche in Italia e all’estero, gli aspetti della tradizione e le festività più importanti.

Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE - DIARIO ITALIANO Corrado Augias racconta l’Italia e la sua cultura. L’ospite di oggi è Paul Ginsborg, storico internazionale esperto del Risorgimento italiano. Si cercherà di analizzare uno dei periodi storici più controversi della nostra storia.

Rai Due, h. 13.00 TG2 MEDICINA 33 Un appuntamento giornaliero con l’informazione sulla salute e sulle ultime scoperte in campo medico e scientifico; aggiornamenti e consigli per la prevenzione.

Rai Tre, h. 14.30 TGR LEONARDO Un telegiornale dedicato alla scienza e alle tecnologie applicate. Una breve striscia quotidiana che aggiorna sulle ultime scoperte e sull’andamento della ricerca. Dall’ingegneria alla fisica, dalla meccanica all’osservazione degli altri pianeti.

Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Telefilm americano degli anni ’90 con Chuck Norris nei panni di un ranger a caccia di criminali. In questa puntata un poliziotto viene incastrato e accusato di traffico di droga. Ma Walker non ne è convinto.

Rete Quattro, h. 16.15 I CANNONI DI SAN SEBASTIAN Film d’avventura con Anthony Quinn. Messico, 1750. Il bandito Leon, braccato dalla polizia, arriva nello sperduto villaggio di San Sebastian. Lì insegnerà agli abitanti a difendersi dagli attacchi degli indiani.

Rete Quattro, h. 23.40 NEL CENTRO DEL MIRINO Film d’azione con Clint Eastwood. Frank Horrigan, anziano agente dei servizi segreti, tormentato dai sensi di colpa per non essere riuscito 30 anni prima a proteggere John Kennedy a Dallas, deve trovare Mitch Leary, per impedirgli di uccidere il nuovo Presidente...

Sky Cinema Mania, h. 21.00 SETTE ANIME Canale Sky 312. Film di Gabriele Muccino, con Will Smith. Un uomo di successo cambia improvvisamente vita e si mette ad aiutare il prossimo, concentrandosi su sette persone a caso. Darà tutta la sua vita per loro. Il motivo lo scopriremo alla fine del film…

Sky Cinema 1, h. 21.00 PIOVONO POLPETTE Canale Sky 301. Spassoso cartone animato per tutta la famiglia: nella piccola isola atlantica di Swallomarina un giovane scienziato, più famoso per i suoi fallimenti che per le sue grandi aspirazioni, scopre il modo di trasformare l’acqua in cibo. Ma il sindaco della sua piccola città s’intromette negli affari e rischia di mandare tutto a monte.

Italia Uno, h. 21.10 INVASION Thriller di fantascienza con Nicole Kidman e Daniel Craig. Uno Space Shuttle americano precipita sulla Terra portando con sé una pericolosa forma di vita aliena, delle spore che penetrano facilmente nel corpo umano e che riescono a controllarlo per conquistare il potere sul pianeta. Una donna cerca di salvare i suoi cari e di cambiare la situazione.

Rai Due, h. 7.00 CARTOONFLAKES La tv dei ragazzi trova spazio la mattina prima di andare a scuola. Divertenti cartoni animati di ultima generazione per tutti i gusti. Rete Quattro, h. 16.40 MANI DI VELLUTO Commedia italiana di Castellano e Pipolo, con Adriano Celentano ed Eleonora Giorgi. Un inventore di successo impegnato contro il crimine s’innamora di una borseggiatrice professionista. Per conquistarla finge di essere anche lui un abile ladro… La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Spazio quotidiano all’approfondimento giornalistico con Lilli Gruber e i suoi ospiti d’eccezione: scrittori, giornalisti, politici, artisti… Rete Quattro, h. 21.10 RAPIMENTO E RISCATTO Thriller con Meg Ryan e Russell Crowe. L’ingegnere Peter Bowman viene rapito da un gruppo di guerriglieri andini. La società per cui lavora non paga il riscatto perché sta per essere assorbita da un’altra multinazionale...

Italia Uno, h. 21.10 KUNG FU PANDA Spassoso cartone animato per tutta la famiglia. Il panda Po è un imbranato cameriere con aspirazioni ben oltre le sue possibilità. Ha l’occasione di diventare un temibile guerriero esperto di arti marziali, per difendere il suo villaggio dal leopardo Tai Lung. Un film sulla forza di volontà e sulle qualità nascoste.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella presenta una rubrica che con leggerezza si occupa dei piccoli e grandi problemi dell’Italia e degli italiani. La 7, h. 13.55 IN TRE SUL LUCKY LADY Commedia d’avventura del 1975, con Liza Minnelli, Burt Reynolds e Gene Hackman. Nei primi anni ’30 una donna s’imbarca con due scalcagnati avventurieri su un piccolo yacht per fare del contrabbando. L’amore incombe, ma lei non sa decidersi... La commedia degli equivoci. Tv2000, h. 20.00 FESTE STORICHE ITALIANE Digitale Terrestre. Pupi Avati ci racconta l’Italia delle tradizione popolari e delle antiche feste e ricorrenze legate al calendario. Ogni puntata è dedicata a una città o a un paese. Sky Cinema Italia, h. 21.00 TOTÒ, PEPPINO E LA MALAFEMMINA Canale Sky 314. Ottima commedia italiana diretta da Camillo Mastrocinque. Due fratelli partono da Napoli alla volta di Milano per convincere una famosa soubrette a troncare la relazione con un loro nipote in cerca di successo.

Rai Tre, h. 21.05 THE CODE Film d’avventura con Morgan Freeman e Antonio Banderas. Un ladro professionista è sulla via del pensionamento ma deve saldare un grosso debito a un malavitoso. Chiede aiuto a un giovane “collega” per mettere a segno una rapina: si tratta di rubare due uova Fabergè di inestimabile valore. Ma l’impresa non sarà facile, perché qualcuno vuole incastrarli…

La 7, h. 13.55 LO SCERIFFO E IL BANDITO Film western del 1984. Kirk Douglas interpreta un anziano fuorilegge, bloccato in una piccola cittadina dell’Ovest dove un poker sfocia in un duello. James Coburn veste i panni di un ex sceriffo ingaggiato dagli abitanti per levarlo di mezzo… Rete Quattro, h. 15.35 LA MIA AFRICA Film diretto da Sydney Pollack nel 1985, con Meryl Streep e Robert Redford. Nel 1914 la danese Karen Dinesen arriva nel Kenya per occuparsi di una piantagione di caffè, acquistata dal marito. Una volta divorziata scopre che l’amore la stava aspettando da tempo… Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero raccontano l’Italia e il mondo dal punto di vista della famiglia. Un interessante talk-show che analizza l’universo famiglia in tutte le sue sfaccettature. Tv2000, h. 21.00 TG TG Digitale Terrestre. Un telegiornale che si occupa di analizzare i tg nazionali appena andati in onda. Con l’aiuto di esperti di comunicazione capiremo quali sono le strategie e le scelte delle redazioni Rai e Mediaset.

Rai Tre, h. 21.05 ARTICOLOTRE Maria Luisa Busi, la giornalista che nel maggio del 2010 dovette dimettersi dalla conduzione del Tg1 a causa di forti pressioni dall’alto, conduce un programma che dà voce alle storie di diritti negati e di ingiustizie subite dagli italiani. Una trasmissione dalla parte del cittadino, per capire come comportarsi in situazioni di abuso di diritti.


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Cultura e comunicazione Radio e Media

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Musica In cartellone al PalaBrescia l’11 dicembre

D’Orazio, nuovi orizzonti

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Non è il nuovo disco dei Pooh, ma in “Aladin - il Musical” c’è molto del gruppo di Facchinetti, Battaglia e Canzian. Il musical è stato realizzato da Stefano D’Orazio, musicista, cantante e produttore discografico italiano, dal 1971 al 2009 batterista dei Pooh e autore di molti dei testi delle canzoni del gruppo, del quale in seguito è divenuto anche responsabile amministrativo e direttore di produzione. Nell’aprile 2009, in concomitanza con l’uscita del singolo “Ancora una notte insieme”, D’Orazio ha annunciato la sua intenzione di lasciare il gruppo al termine del tour estivo. All’origine della decisione probabilmente il desiderio di provare qualcosa di nuovo, dopo aver conquistato con i Pooh il pubblico della Penisola con un suono nato dal beat e approdato al pop zucchero e miele. È nato così “Aladin - il Musical” che, sulla scia dell’ottimo riscontro ricevuto in agosto all’anteprima del Festival La Versiliana, debutta martedì 9 novembre al Teatro Nuovo di Milano (repliche fino al 21 novembre). Aladin è uno dei testi più noti e rappresentati in assoluto, dal cinema, dal teatro e dalla musica, grazie al fascino antico delle notti arabe e al mistero e alla magia dei profumi d’Oriente. Al testo originale Stefano D’Orazio si è applicato con cura, riuscendo a comporre le liriche e a realizzare la sceneggiatura che si anima sulle musiche composte dai Pooh. In “Aladin” i

di Ricky Barone

protagonisti, bravissimi, sono Manuel Frattini (che interpreta lo spregiudicato ladruncolo), l’attore Roberto Ciufoli (nel ruolo del divertente e ironico Genio) e Valentina Spalletta (indossa i panni della bella Jasmine). Insieme a loro un cast di attori, ballerini e musicisti di straordinario talento diretti da Fabrizio Angelini in collaborazione con Gianfranco Vergoni, sotto la direzione artistica di Simone Martini. “Il progetto è nato nel maggio 2007 e mi ha tenuto compagnia a Pantelleria dove ho scritto un tomo di oltre 150 pagine – racconta Stefano D’Orazio –. Poi sono ripiombato nel mio lavoro di suonatore di tamburi e ad Aladin

non ho più pensato. Più di due anni dopo, lo scorso settembre, quando la mia vita ha preso a marciare con altri ritmi, nel rimettere in fila le mie idee, mi è capitato di rileggere la favola: tutti i personaggi mi hanno fatto una gran festa, come se mi avessero riconosciuto, e mi è subito rinata la voglia di lavorare su questa idea. In “Aladin” c’è sentimento, amicizia, ironia e tanta fantasia e all’anteprima di questa estate ho visto la gente sorridere, emozionarsi e applaudire forte gli straordinari ragazzi che su quel palcoscenico raccontavano la mia storia e questo mi fa credere che forse è stato fatto un buon lavoro. Adesso arriva Milano e siamo tutti con il fiato sospeso sperando che il miracolo di Marina di Pietrasanta si ripeta…”. Dopo il debutto milanese “Aladin - il Musical” comincerà il tour nei più importanti teatri italiani, toccando oltre 30 città compresa la nostra Brescia.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Edizione speciale, lunedì 1° novembre dalle 11.15 alle 12, per la Solennità di tutti i Santi. Dopo il commento al Vangelo delle Beatitudini, a cura di mons. Mauro Orsatti, vi proponiamo il ritratto di Oscar Romero, testimone della fede, tracciato da padre Antonio Sicari. Il programma della domenica, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

Stefano D’Orazio

Live “Latte +” e “Vinile 45”

Giovani band con ambizioni internazionali Due serate importanti per gli amanti della musica rock, entrambe sabato 6 novembre a Brescia. “Al Latte +” in zona industriale si esibirà un supergruppo, i Beautiful, composto da Howie B, Luca Bergia, Cristiano Godano, Gianni Maroccolo e Riccardo Tesio, un progetto nato a seguito di un incontro casuale fra i Marlene Kuntz, Gianni Maroccolo e Howie B, noto collaboratore degli U2. I Beautiful hanno registrato diverse sessioni nella splendida cornice del teatro Petrella di Longiano, in maniera molto free. Il meglio è diventato questo primo album ufficiale. Beautiful è un progetto di ambizioni internazionali, e per questo motivo tutti i cantati di Cristiano Godano sono stati pensati, scritti e interpretati in lingua inglese: la volontà del gruppo è quella di far conoscere a un pubblico più vasto le sonorità che definiscono il disco, fatte di un connubio molto ben oliato fra l’elettronica dell’esuberante dj/ produttore scozzese e le chitarre dei Marlene Kuntz (Tesio e

Godano), senza dimenticare le ritmiche di Gianni Maroccolo e Luca Bergia. Stessa sera altro locale, il “Vinile 45” in Via del Serpente, e altra band questa volta bresciana. I Jules Not Jude presenteranno il loro nuovo disco di indie pop, “All apples are red... except for those which are not red”, un disco molto british che conferma la crescita del movimento indipendente bresciano. “All apples are red... except for those which are not red” è il primo album ufficiale dei Jules Not Jude, formazione capace di farsi apprezzare lo scorso anno con l’ep “Clouds of fish”, accolto da unanimi consensi e forte di oltre quaranta date in tutta la Penisola. Un periodo di crescita personale e musicale per Simone Ferrari (voce, chitarra, tastiere) e Mirza Sahman (chitarra, voce) che, dopo aver fondato il gruppo nel 2007, stanno cercando di far crescere la loro creatura, assoldando altri due elementi: Mauro Parolini (basso, percussioni) e Marzia Savoldi (batteria, percussioni). (r.b.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: l’inaugurazione del Seminario minore e il meeting dei chierichetti; il 2° corso per i bollettini parrocchiali; la veglia missionaria; la dedicazione del santuario S. Angela Merici. La rubrica “4 parole” è con Alfina Pellegrino per la festività del 1° novembre. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Tra canzoni, giochi, e ospiti in diretta, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.


LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco story

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio di pastorale missionaria - Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.30 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

“Wall Street” Torna il diabolico Gordon Gekko

I soldi e il cinismo non dormono Il personaggio nato nel 1987 e interpretato da Michael Douglas torna anni dopo sul luogo del delitto per costatare che il sistema si è perfezionato: i furbi che un tempo rischiavano l’arresto ora rattoppano la bancarotta con il denaro pubblico

Shia LaBeouf, Oliver Stone e Michael Douglas sul set di “Wall Street. Il denaro non dorme mai”

PROGRAMMAZIONE Dom Cobb possiede una facoltà speciale: è in grado di inserirsi nei sogni altrui per prelevare i segreti nascosti nel più profondo del subconscio. Viene contattato da Saito, un potentissimo industriale di origine giapponese, il quale gli chiede di tentare l’operazione opposta. Non deve prelevare pensieri celati ma inserire un’idea che si radichi nella mente di una persona. Costui è Robert Fischer Jr... Inception di Christopher Nolan

Sansone di Tom Dey

Shrek e vissero felici e contenti di Mike Mitchell

L’ultimo dominatore dell’aria di M. Nyght Shyamalan

Sale della Comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 17.30, 21.00; lunedì 1 novembre ore 17.30; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 29 ottobre ore 20.45; sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 20.45; AURORA - PONTE CAFFARO: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 21.00; lunedì 1 novembre ore 21.00

Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 15.30; INZINO – INZINO: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 15.00; PAOLO VI - PREVALLE: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 15.30

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 31 ottobre ore 15.00; SAN LUIGI – LODRINO: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 20.30; ITALIA – LONATO: domenica 31 ottobre ore 15.00; CRYSTAL – LOVERE: domenica 31 ottobre ore 10.00.

Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 17.30; GLORIA – MONTICHIARI: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 15.00, 21.00; lunedì 1 novembre ore 21.00

Miral di Julian Schnabel

La passione di Carlo Mazzacurati

Mangia, prega, ama di Ryan Murohy

Eclipse di David Slade

Nightmare di Samuel Bayer

Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILLAGGIO PREALPINO: domenica 31 ottobre ore 20.45; martedì 2 novembre ore 20.45

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 20.45; lunedì 1 novembre ore 20.45.

Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 16.00, 21.00; lunedì 1 novembre ore 16.00, 21.00.

Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 15.00, 20.45; lunedì 1 novembre ore 20.45

Sala della comunità LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 21.00


LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

N

di Nicola Rocchi

Niente lavoro, niente reddito, niente risorse. La generazione dei “tre niente” applaude divertita mentre ascolta la lezione di Gordon Gekko che descrive la condizione a cui i giovani del XXI secolo appaiono condannati. Ma c’è poco da ridere in “Wall Street. Il denaro non dorme mai”, seguito del film con il quale, nel 1987, Oliver Stone scolpì con Gekko un personaggio simbolo del malefico funzionamento del sistema finanziario. Oggi che l’ennesima bolla speculativa è scoppiata lasciandoci in balia della crisi, Stone riporta il suo protagonista sul luogo del delitto, fuori

dalla galera in cui l’aveva fatto finire. Per fargli scoprire che nel frattempo il sistema si è perfezionato, e i furbi che un tempo rischiavano l’arresto rattoppano ora la bancarotta con l’aiuto del denaro pubblico. La finanza è farina del diavolo, sembra pensare Stone, che da moralista allergico alle sfumature mostra però ancora di credere nella possibile rimonta delle forze del bene. Sul versante luciferino si fronteggiano a distanza due giganti del cinismo: il banchiere d’affari Bretton James (Josh Brolin), che non ha scrupoli a causare il suicidio di un ri-

vale facendo circolare false voci su un suo imminente rovescio finanziario; e il redivivo Gekko, ancora interpretato da un gigionissimo Michael Douglas: bramoso di recuperare il tempo e i soldi perduti ma anche insidiato dal richiamo degli affetti paterni, che nel finale lo spingono a un gesto tanto generoso quanto inverosimile. Le facce giovani e carine della figlia di Gekko, Winnie (Carey Mulligan), e del suo fidanzato Jake (Shia LaBeouf) incarnano la controparte che vorrebbe il mondo più pulito. In modo fin troppo didascalico: lei lavora per un sito internet progressista, lui mette il suo talento finanziario al servizio di un progetto per produrre energia alternativa. Winnie non vorrebbe aver più nulla a che fare con il padre, causa della rovina della famiglia. Jake invece ne è affascinato e cerca la sua alleanza.

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La lotta si consuma tra folgoranti vedute della giungla newyorchese, innervate dalle belle canzoni di David Byrne e Brian Eno. Il racconto della faida familiar-economica incanala i personaggi in un copione in stile “Beautiful” che smette presto di avvincere. Stone è invece più efficace quando allarga lo sguardo ai quadri d’ambiente, mostrando il mondo della finanza come una sorta di Vietnam in giacca e cravatta. In sgargianti saloni delle feste, donne bellissime e uomini eleganti sembrano lupi in cerca di prede. Nella penombra di studi ovattati, pochi eletti decidono la rovina o la salvezza di banche e consumatori. E la presenza tra loro di un tirannico patriarca (Eli Wallach) appare come il segno di una continuità dinastica tra il capitalismo “d’una volta” e le moderne fabbriche di titoli-spazzatura.

Benvenuti al Sud di Luca Miniero

Toy story 3 – La grande fuga di Lee Unkrich

L’apprendista stregone di Jon Turteltaub

Karate Kid – La leggenda ... di Harald Zwart

Cani e gatti – La vendetta... di Brad Peyton

Sale della comunità LUX - LUMEZZANE PIEVE: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 1 novembre ore 20.30; SEBINO - SALE MARASINO: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 16.00, 20.45.

Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 16.00, 20.45; AURORA – RONCADELLE: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 15.00

Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: lunedì 1 novembre ore 17.30; SPLENDOR – ODOLO: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 20.30.

Sale della comunità AURORA – PONTOGLIO: domenica 31 ottobre ore 16.15; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 30 ottobre ore 20.45; domenica 31 ottobre ore 16.00

Sala della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: domenica 31 ottobre ore 17.00; CORALLO – VILLANUOVA: domenica 31 ottobre ore 15.00

Cineforum Lourdes di Jessica Hausner Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 30 ottobre ore 21.00

The american di Anton Corbijn

Somewhere di Sofia Coppola

Adèle e l’enigma del faraone di Luc Besson

Sala della comunità EDEN – ESINE: venerdì 29 ottobre ore 20.30; sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 15.00, 20.30

Sala della comunità CORALLO – VILLANUOVA: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 20.30

Sala della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 30 ottobre ore 20.30; domenica 31 ottobre ore 14.30, 17.30, 20.30

La pecora nera di Ascanio Celestini Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: mercoledì 3 novembre ore 20.30 Les Choristes – I ragazzi... di Christopher Barratier Sala della comunità SAN COSTANZO – NAVE: giovedì 4 novembre ore 20.30

20 sigarette di Aureliano Amadei Sala della comunità IDEAL - CASTENEDOLO: sabato 30 ottobre ore 21.00; domenica 31 ottobre ore 21.00; SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: giovedì 4 novembre ore 20.30 L’uomo che verrà di Giorgio Diritti Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: mercoledì 3 novembre ore 20.45


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LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Lumezzane Parla il giornalista Lorenzo Frigerio

La mafia, l’etica e l’economia in Lombardia In un incontro inserito nell’Ottobre missionario valgobbino il rappresentante di “Libera” racconta che la criminalità organizzata è diffusa al Nord ed è legata al mondo economico: un fatturato di 135 miliardi di euro, con un utile di 80 miliardi

C

Ci sono alcune realtà, nel bene e nel male, che non sono nuove ma su cui ci si trova a chiudere spesso gli occhi, fino a quando qualche evento ci obbliga a porvi attenzione. Così è stato per l’incontro all’interno dell’Ottobre missionario lumezzanese. “Etica nell’economia. Mafia e illegalità in Lombardia: il ruolo della società civile e responsabile” è il titolo dell’incontro che ha visto ospite il giornalista Lorenzo Frigerio, rappresentante di “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e,

69 beni confiscati nel Bresciano

“Liberaterra”: risposta sana, economica e sociale

di Mauro Toninelli

tra l’altro, componente del comitato scientifico della rivista “Narcomafie” e del sito “Libera informazione”. Se in ambito economico non è più importante l’etica e questa non guida più le scelte dell’economia è chiaro che le priorità cambiano e, conseguentemente, non si avranno più remore a schiacciare l’altro, a vantaggio dell’interesse personale. “Ritengo che etica ed economia oggi siano parole che cozzano quotidianamente − dice Frigerio − e che si legano inevitabilmente alla ma-

fia. Oggi i veri mafiosi non sono quelli con la coppola e la lupara ma sono in colletti bianchi, uomini del mondo economico, che parlano bresciano, bergamasco... In Lombardia la mafia è presente da almeno 50 anni”. “Libera”, nata nel 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia, ha una giornata fondamentale: il 21 marzo. È il giorno in cui fa memoria delle vittime della mafia. Sono circa 1000 i nomi tra cui persone comuni che si sono trovati in mezzo alle sparatorie o ad attentati mafiosi come Silvia Ruotolo, madre di due bambini, uccisa in una sparatoria per il controllo di una piazza di spaccio fra due clan. “La questione delle mafie riguarda tutti − ricorda ancora il rappresentante di “Libera” −. A Milano nella giornata il conteggio era di 150mila. È stata una giornata in cui in una città al nord, capitale dell’economia e della finanza, migliaia di persone si sono riunite

Se si parla di responsabilità di ciascuno, qualcosa deve cambiare nel modo di agire: “Non è più un problema di guardie e ladri, di delega a magistrati e polizia” − ricorda Lorenzo Frigerio − “Libera si impegna in percorsi di formazione ed educazione, perché non si finisce mai di conoscere. Non si tratta di essere esperti di mafia e antimafia, ma si tratta di avere gli strumenti per capire in quale società siamo per chiedere più etica all’economia, più etica nei rapporti umani e meno spazio per la criminalità organizzata”. Don Ciotti, quando parla di questi temi e della situazione della mafia in Italia, usa sempre un esempio. Il paragone è quello del pesce che vive nell’acqua. Il problema non è il pesce, cioè la mafia, ma l’acqua in cui vive, cioè l’orizzonte culturale in cui il fenomeno si muove. “Il problema è prosciugare il bacino e fare in modo che tutti si accorgano che è un problema di tutti” aggiunge Frigerio. Un fenomeno che coinvolge tutti e che ha una sua prima risposta da parte di “Libera” con la prevenzione. I beni che vengono confiscati alla mafia, e non sono pochi, dal 1995 quando l’associazione nasce ha chiesto con un milione di firme per presentare al Parlamento un disegno di

per dire: le mafie non le vogliamo”. In Italia il ruolo e il peso del crimine organizzato è sempre aumentato tanto quanto è venuto meno il ruolo dell’etica nell’economia e “i confini tra economia legale ed economia illegale hanno teso a scomparire”. La riflessione di Frigerio fa il quadro della gestione economica e impressiona i presenti citando i dati della Confesercenti per il 2009: “Le mafie in Italia hanno messo insieme un fatturato di 135 miliardi di euro, con un utile netto che sfiora gli 80 miliardi, tolti killer, avvocati, corruzione... Questi soldi vanno a finire nell’economia legale. La mafia non spara, compra. Spara solo quando le persone non si possono più comprare”. Comodo pensare che la mafia sia solo al Sud o del sottosviluppo, ma a metà luglio 150 persone sono state arrestate in Lombardia, per associazione mafiosa. Don Ciotti, fondatore di “Libera”, parla di una società responsabile. Ognuno deve fare la sua parte.

legge, divenuto la legge 109 del 1996, che consente l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. “Con questo passo ‘Libera’ propone così una soluzione sociale ma anche di economia per percorsi di liberazione dei territori. Oggi si conoscono alcuni prodotti con il marchio ‘Liberaterra’, un marchio di qualità e legalità che abbiamo registrato e che contraddistingue i prodotti realizzati dalle coperative che lavorano sui terreni confiscati e che fanno parte del circuito di ‘Libera’. Il primo prodotto fu l’olio” racconta ancora Lorenzo. Dall’olio, comparso sul mercato meno di 10 anni fa, oggi c’è una filiera di circa 30 prodotti diversi. Questo vuol dire cooperative, vuol dire un indotto significativo e una collaborazione con Coop. I beni confiscati però non sono solo terreni e vengono utilizzati a fini sociali, che creano comunque economia e attenzioni sociali “Molti non sono iscritti a ‘Libera’, ma non importa, l’importante è che utilizzino la legge per il bene di tutti. Questa è la cosa che dà più fastidio ai mafiosi” chiude Frigerio. In Provincia di Brescia i beni confiscati alla mafia sono 69 e la Lombardia, parlano i numeri, è al terzo posto in Italia per beni confiscati. I dati su www.libera.it.


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Economia e lavoro Sposi

LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Polpenazze Il “Garda Sposi Expo”

Due weekend per il giorno del sì L’appuntamento è al Polo fieristico enogastronomico del Garda

Senza soluzione di continuità. È uno slogan che ben si attaglia al Polo fieristico enogastronomico del Garda di Polpenazze, luogo ormai deputato e riconosciuto per trascorrere qualche ora in compagnia, all’insegna della buona cucina, della musica, dello sport e della solidarietà. La nuova occasione, sabato 6 e domenica 7, sabato 13 e domenica 14, è offerta da “Garda Sposi Expo”, due fine settimana dedicati a chi è in vista del “fatidico sì”, a chi ha deciso di “convolare a nozze”, a chi dunque è

in procinto di contrarre matrimonio, prerequisito per crearsi una famiglia, mattone costitutivo della società. In padiglioni addobbati a festa, una sessantina di espositori presentano al pubblico tutto ciò che può rendere unico il grande passo: le partecipazioni e gli inviti, le fedi nuziali e gli abiti da cerimonia, da scegliere secondo il proprio stile, romantico o con un tocco di originalità, classico o retrò, l’acconciatura e gli accessori, il corredo e la lista nozze, le bomboniere e il fotografo, il bouquet e l’ad-

dobbo floreale, la musica e l’intrattenimento, l’automobile e la location per il ricevimento, dove proseguire i festeggiamenti e salutare parenti e amici, i consigli delle agenzie di viaggio e immobiliari e quelli delle banche per i finanziamenti e i mutui. Tutto per esaltare anche il minimo particolare e per rendere il giorno più bello… ancora più bello. Ma al Polo c’è molto spazio anche per coloro che il fatidico sì lo hanno già pronunciato e sono in cerca di nuove idee e suggerimenti per arredare la propria casa o per trovare un regalo in vista del S. Natale. Il tutto a ingresso gratuito. A fare da contorno, secondo la tradizione del noto Polo gardesano, una piacevole atmosfera di festa. La gettonatissima area ristorazione propone una lunga carrellata

di piatti tipici del territorio accompagnati dagli apprezzati vini bianchi e rossi della Valtenesi: gustosi primi a base di pasta fresca, ricchi secondi di carne e pesce, formaggi e salamelle alla griglia e ancora contorni e dolci per tutti i gusti. A fianco, un palco per le sfilate a tema, con musiche di accompagnamento. Per una giornata memorabile, in vista di un… giorno indimenticabile. Le porte della Fiera saranno aperte il sabato dalle 15 alle 22, la domenica dalle 10 del mattino e a orario continuato fino alle 23.30. Al Polo fieristico enogastronomico del Garda di Polpenazze, in frazione Picedo, si accede comodamente dalla strada gardesana Desenzano-Salò. Parcheggi per 4.500 autovetture e pullman. Info: www.poloenogastronomico.it, 0365.651389.

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Paesi e parrocchie Bassa

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Proposte Film e foto del sì

Professionisti per un giorno indimenticabile Ogni matrimonio ha un suo fascino che merita di essere immortalato

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Ogni matrimonio è unico e molto personale, almeno per i suoi protagonisti. Lo sanno bene anche a Photobouquet, uno studio grafico, fotografico e di video produzione giovane e dinamico che ha la sua sede in piazzale Corvi, 13 a Brescia. Lo studio realizza fotografie e video per ogni evento, oltre che reportage, ritratti, grafica, siti internet e 3d. Si trova in zona Ospedale Civile a Brescia. Da qualche anno Photobouquet si è specializzata nel settore matrimoni. Proprio perché ogni matrimonio deve

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essere unico lo studio può contare su fotografi e cameraman capaci di cogliere, attraverso immagini spontanee e armoniche, libere da pose impostate e dettagli sforzati, le emozioni degli sposi e l’atmosfera allegra creata dagli invitati. Il servizio è altamente personalizzato e in linea con esigenze, gusti e aspettative indipendentemente dal costo e dal tipo di pacchetto scelto. Per rendere la preparazione del matrimonio più rilassante e agevole Photobouquet collabora con un’agenzia viag-

gi, con un negozio di bomboniere, un servizio musicale, una gioielleria e vari ristoranti. Attraverso queste collaborazioni gli sposi che confermano il matrimonio presso lo studio fotografico possono contare su particolari promozioni. Particolarmente interessante è la promozione riguardante il “prenozze”. Chi prenoterà entro la fine dell’anno avrà il prenozze foto e video gratuiti e la promozione realizzata in collaborazione con Franciacorta Gioielli In collaborazione con la gioielleria chi conferma il matrimonio con Photobouquet avrà uno sconto sulle fedi nuziali e sugli anelli di fidanzamento. Viceversa Photobouquet riserverà un trattamento di favore ai clienti della gioielleria che non hanno ancora scelto un fotografo per il loro matri-

Solitari Trilogy, puntiluce, perle, fedi nuziali, gioielli per la sposa Nel contesto del Mobilificio Barucco Via Cantarana 7 RODENGO SAIANO (BS) Tel. 030.3775162 Fax 030.2403449

monio. Amici o parenti che vogliono regalare il servizio fotografico e/o video possono contattare direttamente lo studio per chiedere la lista nozze foto/video. Chi fosse interessato a preventivi, ulteriori promozioni e informazioni può visitare il nostro sito internet: www. photobouquet.it. All’interno si trova un’apposita area preventivi e molte risposte a domande frequenti. Photobouquet mette a disposizione esempi di nostri album/fotolibri realizzati. Gli interessati possono richiedare la password all’indirizzo e-mail: info@photobouquet.it Per ulteriori informazioni è possibile contattare Nicole al 3661699802 o Fabrizio al 3331847139. Photobouquet accoglie i clienti dal lunedì alla domenica anche in orari serali.


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Economia e lavoro

Consigli A cura di FarmaciaInsieme

Un utile manuale per le future mamme

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La gravidanza è un momento felice e speciale per ogni donna, ma è anche un periodo delicato. Per la futura mamma la gravidanza diventa cosĂŹ una sorta di altalena emotiva che oscilla tra felicitĂ e paure, tra eccitazione per la novitĂ e timore del cambiamento. Insomma, un pendolo in continuo movimento tra stati d’animo completamente diversi uno dall’altro. Per questo FarmaciaInsieme, il network di oltre 250 farmacie del Bresciano, ha pensato a un’iniziativa speciale per coccolare e sostenere le donne in gravidanza e le neo-mamme. SĂŹ, perchĂŠ a volte i dubbi sono tanti, ed è necessario un consiglio esperto e pratico, che possa essere utile ad affrontare questo periodo cosĂŹ felice, ma anche pieno di cambiamenti. Per rispondere a tutte le domande piĂš frequenti, FarmaciaInsieme ha pensato a un piccolo manuale che verrĂ distribuito gratuitamente in tutte le farmacie che aderiscono alla catena. La guida offre, con un linguaggio semplice e immediato, tanti consigli utili per gestire alcune delle situazioni piĂš comuni in gravidanza: dalla preparazione alla nascita alle indicazioni per una corretta alimentazione, dalle precauzioni da adottare durante la gestazione ďŹ no al corredino del bambino. Non manca un capitolo dedicato al rapporto di coppia dopo il parto, con alcuni suggerimenti per tornare a vivere la propria intimitĂ con gioia, tenerezza e serenitĂ . Insieme all’opuscolo il farmacista di FarmaciaInsieme consegnerĂ alle future mamme un utile elenco con tutto il necessario per preparare la

valigia per l’ospedale e i prodotti indispensabili al rientro a casa. Entrando in una delle farmacie di FarmaciaInsieme le donne ormai prossime al parto riceveranno anche un simpatico kit omaggio, con tanti prodotti utili per il benessere della neo mamma e del bebè. Un altro elemento da non dimenticare è che ogni gravidanza è diversa dall’altra. per questo motivo il consiglio che può giungere dalla vicina di casa o di un’amica, seppur dato in buona fede, può non essere adatto alla situazione che si sta vivendo. Per non parlare dei metodi “fai da teâ€?, che a volte causano piĂš danni che beneďŹ ci. In gravidanza, per il bene della mamma e del bambino, bisogna afďŹ darsi soltanto al consiglio esperto del medico, del farmacista e degli altri operatori sanitari specializzati: solo queste ďŹ gure professionali hanno la competenza e l’esperienza per valutare ogni speciďŹ co caso, consigliando il trattamento ad hoc per la mamma e il bebè.

Garanzia di salute e benessere FarmaciaInsieme è una catena di farmacie che offre tanti servizi utili: campagne di informazione e di sensibilizzazione sulle piĂš comuni e frequenti patologie, opuscoli gratuiti e prodotti scontati in esclusiva per i propri utenti. E, naturalmente, il paziente che entra in una farmacia della catena ha la certezza di trovare un professionista preparato e disponibile, pronto a offrire, con cortesia e competenza, i migliori consigli per la salute. Non mancano poi iniziative specifiche dedicate ai bambini, agli anziani e alle donne in gravidanza (a cui per tutto il mese di ottobre è stata consegnata la guida “Benvenuta mammaâ€?). Tra i servizi disponibili la telemedicina, che rende possibile effettuare, con strumenti automatizzati, elettrocardiogramma e monitoraggio della pressione arteriosa nelle 24 ore: i risultati vengono esaminati a distanza da medici specialisti, che inviano poi i referti in farmacia. Molto apprezzato anche il servizio di “autoanalisiâ€? (per la determinazione e il monitoraggio di alcuni parametri come la glicemia, il livello di colesterolo, trigliceridi e altri) e i test che permettono di rilevare le intolleranze alimentari. Cerca la farmacia con il simbolo della catena per scoprire la farmacia di FarmaciaInsieme piĂš vicina a te!

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LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Sport redazione@lavocedelpopolo.it

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Calcio Domenica al Rigamonti arriva il Napoli

Che serva forse il volo di una rondine? La Lazio si è dotata di un’aquila che vola nello stadio prima di ogni partita. Ne è divenuta sempre più il simbolo e, allo stesso tempo, l’immagine della fortuna che accompagna i celesti capitolini. Purtroppo di rondinelle in questo periodo non ce ne sono, però una in campo da un po’ non si vede: Diamanti

L Alessandro Diamanti e Simone Perrotta durante Brescia-Roma

Il Brescia è l’unica squadra della Serie A che in otto sfide di campionato non ha mai pareggiato. Indica che si gioca per vincere; mentalità che fa onore a Beppe Iachini ma che ha dimostrato il limite, forse, di non capire quando anche un punto, per molti motivi, può bastare alla causa. Il 31 ottobre alle 15 fischio d’inizio della sfida tra le V bianche e i partenopei del tecnico Mazzarri che ha tra le file anche alcuni ex bresciani: Marek Hamsik e Fabiano Santacroce. La società di De Laurentiis nella dirigenza annovera anche il duo Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani, entrambi in arrivo dalla società di Gino Corioni

La Coppa Italia non ci interessa, ora. Non ci interessa come non interessa ai tifosi, per il momento. In questo momento la preoccupazione è rivolta al campionato, alla salvezza. Quella salvezza che passa ora, inevitabilmente, dal Napoli di Mazzarri, per poi scontrarsi con l’Inter di Benitez e con la Juventus di Del Neri. Tre partite che si prospettano estremamente difficili sulla carta ma che potrebbero riservare qualche sorpresa. Alle Rondinelle servirebbe una rondinella. Tutti hanno visto la fortuna che ha accompagnato le imprese della Lazio di Reja da quando sull’Olimpico apre le sue ali, compiendo voli circolari prima di ogni partita, quell’aquila ormai simbolo vero e proprio della squadra capitolina dai colori celesti e simbolo della loro fortuna. In questo senso alle Rondinelle servirebbe una rondinella, con la difficoltà che ora di rondini non se ne trovano. La speranza di ogni tifoso è che non serva ovviamente la rondine per vedere la primavera della squadra. La primavera, in parte, si è vista con il bel gioco degli uomini di Iachini ma non ha portato i frutti desiderati, quasi dando l’impressione che i fiori fossero ormai i rimasugli dell’estate che preannunciavano l’autunno, piuttosto che quelli che precedono i frutti. Da queste pagine abbiamo più volte espresso i complimenti per il bel gioco e ancora li ripetiamo, ma bisogna avere la forza di fare punti. Questo ora si chiede ai giocatori del Brescia. In questo momento la città e la società vogliono il frutto della primavera, vogliono i punti; fossero anche quelli provenienti dai pa-

di Mauro Toninelli

reggi. Il Brescia è stata l’unica squadra della Serie A che dopo otto giornate non ha mai pareggiato. Questo indica che si gioca sempre per vincere; mentalità che fa onore a Iachini e ai suoi uomini e che ha infiammato intorno a sé i tifosi, ma che ha dimostrato il limite, forse, di non saper capire quando, per molti motivi, anche un punto andrebbe bene. A Brescia domenica 31 ottobre alle 15 arriva il Napoli, quel Napoli che vanta tra le proprie file due ex bresciani in rosa: Marek Hamsik, a Brescia nelle stagioni 2005/2006 e 2006/2007, pilastro della squadra del tecnico Mazzarri e poi Fabiano Santacroce che ha indossato la maglia delle Rondinelle nelle stagioni 2005/2006, 2006/2007 e 2207/2008 (fino a gennaio). Sempre da Brescia è arrivato a rinforzare l’organigramma della società del presidente De Laurentiis Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani che nella società di Corioni hanno lavorato per il settore giovanile, scoprendo alcuni campioni tra cui lo stesso Hamsik. Brescia-Napoli è una partita importante per entrambe le formazioni, che cercano rispettivamente punti e che arrivano entrambe da risultati non positivi: le quattro sconfitte che pesano come macigni per Caracciolo e compagni e un pareggio e una sconfitta per i partenopei. Nelle file del Brescia sarà ancora assente per squalifica Alessandro Diamanti; la sua assenza forse ha pesato più del previsto per le sorti delle rondinelle. Forse è questa la rondinella che manca, e che può raccogliere le fortune donate dall’aquila alla Lazio...


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Sport

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Pallanuoto Domenica i sorteggi

La Brixia avanza in Europa I biancoazzurri accedono agli ottavi di Coppa Len. Dai gironi si passa all’eliminazione diretta Capitan Calcaterra

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L’eliminazione dall’Eurolega è, oramai, un ricordo lontano. Troppo impegnativa e troppo dispendiosa: meglio provarci in Coppa Len dove la Brixia ha centrato – nel fine settimana passato – l’accesso agli ottavi di finale (due vittorie e una sconfitta il bilancio della tre giorni in Romania). Trofeo, fra l’altro, conquistato già due volte in passato. E l’obiettivo di capitan Calcaterra e compagni è quello di provare a centrare il tris. Questa domenica, in Croazia, verranno sorteggiati gli accoppiamenti e si passa dalla fase a girone all’elimina-

di Alessio Andreoli

zione diretta con gare d’andata e ritorno. La Leonessa non sarà, però, l’unica squadra a rappresentare l’Italia visto che è in compagnia di Rari Nantes Florentia e Posillipo. Solo i campani potranno usufruire di un leggero vantaggio avendo chiuso la fase a gironi al primo posto mentre Brixia e gigliati hanno chiuso il raggruppamento al secondo e – dunque – con il rischio di pescare una big. “Penso che tutte le squadre arrivate fin qui siano alla nostra portata – confessa coach Bovo – possiamo giocarcela tranquillamente

anche se sappiamo che, avendo chiuso alle spalle dell’Oradea, incontreremo una prima” (l’intervista completa sul portale radiovoce.it nella sezione sportiva). “Spero solo di non dovercela vedere con il Kazan – aggiunge il team manager Piero Borelli – non tanto per la pericolosità dell’avversario, quanto per la lunga trasferta. Anche se proprio nella città russa abbiamo conquistato una Len. È la trasferta più terribile che si possa affrontare visto che ci si deve spostare con voli interni”. L’infortunio del portiere Kacic tiene in apprensione il club di via Rodi. “Speriamo di recuperarlo in tempo per il campionato – conclude il dirigente brixiano – è un giocatore importante per noi”. E, dunque, oltre al cammino europeo, la Brixia guarda anche all’A1 maschile. Mercoledì scorso il turno in-

frasettimanale a Roma, sponda Lazio, questo venerdì l’anticipo con il Savona (diretta televisiva dalle 19.30 su Rai Sport Satellite) per un autentico tour de force che non lascia spazio ad allenamenti ma a continui viaggi e spostamenti. Un obiettivo, però, è già stato messo in cassaforte: la Final Four di Coppa Italia che si disputerà a marzo 2011 proprio nella nostra città. “Sto aspettando solamente la comunicazione ufficiale da parte della Federazione – conclude il dirigente Piero Borelli – ci hanno chiesto se eravamo disponibili a ospitare le semifinali e la finale e noi abbiamo accettato. Quest’anno la Coppa Italia non è più organizzata dalla Lega ma direttamente dalla Fin. Appena avrò la lettera di conferma in mano, andrò in Comune a chiedere la disponibilità del PalaSystema”.

diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 31 Ottobre 2010 ore 17:45

vs Brescia Leonessa

La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it

in collaborazione con

Acegas Ago Trieste


Centro Sportivo Italiano

Brescia Il bando per le realtà che operano nel sociale

Ritorna il fondo di solidarietà di Bruno Forza

Chi ha un progetto serio e solidale si faccia avanti. Il Csi Brescia, infatti, istituisce come ogni anno un fondo di solidarietà a sostegno di realtà che operano nel sociale. Il fondo 2010 è stato interamente devoluto a favore delle popolazioni aquilane colpite dal terremoto. Quest’anno si andrà nuovamente a caccia di progetti e il comitato si impegna a devolvere 20 euro per ogni società iscritta all’annata sportiva 2010/11 al fine di garantire una base che potrà essere integrata dalle libere offerte di associazioni, enti o privati, derivanti da semplici donazioni o dal ricavato di eventi e iniziative. Quanto ai progetti possono essere segnalati al Csi Brescia da parte di associazioni sportive dilettantistiche, società sportive, parrocchie, associazioni, organizzazioni e enti senza fini di lucro. I progetti presentati dovranno avere come oggetto l’aiuto e il sostegno concreto diretto o indiretto alla persona attraverso linee operative definite. In tal senso non saranno ammessi alla selezione progetti di sostegno generico ad un’associazione specifica, implicitamente contrari alle finali-

tà e ai principi del Centro sportivo italiano o in contrasto con la religione cristiana cattolica. Le proposte verranno esaminate dalla commissione solidarietà, che provvederà ad avviare l’analisi di ogni singolo progetto ammesso alla selezione. I componenti della commissione sono stati invitati ad avere un occhio di riguardo per quei progetti che siano promossi e sostenuti in città o provincia, rivolti ai minori e sostenuti da una delle società sportive affiliate al Csi Brescia. Dovrebbero inoltre essere preferibilmente attinenti all’ambito sportivo e a sostegno di situazioni di disagio. L’ammontare totale del fondo di solidarietà verrà ufficialmente comunicato al referente del progetto nell’annuale assemblea dei soci nella primavera del 2011. L’erogazione del fondo verrà concordata con il referente del progetto e sarà effettuata dopo la realizzazione del progetto stesso oppure, dopo le debite verifiche, durante la realizzazione del medesimo. La scadenza per la presentazione dei progetti è fissata per le ore 12 del 10 gennaio 2011 e deve pervenire in formato originale alla segreteria provinciale del comitato di Brescia. Chi ha una buona idea, dunque, la metta nero su bianco. Il Csi è pronto a dare una mano.

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Genova: definiti gli obiettivi della stagione Il 16 e 17 ottobre si è svolta a Genova la terza e ultima Convention di presentazione della stagione associativa, destinata ai dirigenti e agli operatori arancioblù dei comitati del nord, con più di 200 accreditati al Centro Assarotti. Nel corso della due giorni, ricca di spunti e di interventi, la Presidenza del Centro sportivo italiano ha posto in vetrina attività, prospettive e strategie future della stagione appena iniziata. Il presidente Massimo Achini ha definito chiaramente gli obiettivi del futuro prossimo arancioblù, proponendosi di “ricaricare le batterie per far ripartire con un’energia tutta nuova la stagione del Csi”. Il tutto facendo leva sui capisaldi della “mission ciessina” e sottolineando la bussola bipolare (appartenenza alla Chiesa e vocazione sportiva) cui orientarsi sempre. Molte le autorità presenti che hanno portato anche il loro saluto e benvenuto a tutti i partecipanti alla convention genovese, sfidando la pioggia incessante. In particolare il vescovo ausiliare mons. Luigi Palletti e il Cardinal Angelo Bagnasco, che ha voluto ribadire l’importanza del valore educativo dello sport anche per evitare incresciosi episodi come quelli degli scontri avvenuti proprio a Genova durante la partita ItaliaSerbia solo pochi giorni prima. Anche le autorità sportive e civili, nel portare il loro saluto, hanno evidenziato l’appoggio ai valori cristiani ed educativi del Centro sportivo italiano.

Tennis tavolo, pallavolo e ciclismo

Iniziata la stagione sotto rete A Borgo S. Giacomo si è disputata la prima prova provinciale del campionato individuale di tennis tavolo. La palestra comunale è stata raggiunta da 82 pongisti provenienti da tutta la provincia in rappresentanza di nove società. La domenica trascorsa con la racchetta in mano è stata ricca di soddisfazioni per la Polisportiva Montichiari, compagine vincitrice del torneo con tre ori e un argento. Davide Beccalossi si è aggiudicato la categoria allievi davanti al compagno Marco Travaini, mentre Giuseppe Scalvini e Leonardo Boletti hanno fatto lo stesso tra juniores e ragazzi. Anche l’Asd Benaco può dirsi soddisfatta, grazie ai cinque podi ottenuti. L’unico oro gardesano è andato al collo di Enrica Rondena, prima tra le donne. Longhena e San Pancrazio, invece, si sono aggiudicate i titoli senior grazie

alle prestazioni di Stefano Marizzoni e Paolo Poma. Pallavolo. Anche la stagione 2010/2011 di pallavolo ha preso ufficialmente il via completando la panoramica sportiva targata Csi. Nella categoria top junior avvio positivo per Paolo VI Mura, Polisportiva Paratico e Oratorio Calcinato, che si sbarazzano con un secco 3-0 di Violino, Offlaghese e San Giacinto. Meno agevoli i successi di Comero e Mompiano, che s’impongono per 3-1 su Paolo VI Sarezzo e Bagolino. Anche nell’open misto non si registra alcun tie break, con Somain Cortefranca, Ome e All Star vittoriose con il massimo scarto su Le 2 Sante, Unicorn e Quinzano Sport. Volley Borgo, invece, è rimasta a guardare. Il suo esordio sotto rete è previsto per il prossimo fine settimana. I primi match dell’open maschile sono privi di equilibrio, con Pao-

lo VI Mura e Volley Rudiano che vincono con facilità contro Resto del Maury Sarezzo e San Giacinto. Derby a senso unico, invece, quello tra le due Gioiellerie Cropelli, conquistato dalla squadra 1 per 3-0. Ciclismo. La XVI Pedala con noi organizzata da Cicli Perani e Unione italiana ciechi Brixia ha portato una ventata di entusiasmo nella domenica di Ospitaletto, con oltre 150 ciclisti che hanno sfrecciato tra i vigneti della Franciacorta. A Nuvolera, invece, si è svolta la prima “Tre Ore” di mountain bike. La vittoria assoluta è andata alla società Zaina Geopietra, formata da Federico Rizza, Nicola Bazzani e Alberto Pozzi. La miglior compagine ciessina è stata Team Bike Gavardo, quinta assoluta con Daniele Mora, Andrea Malcotti e Fabio Turrini.


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Un grazie a padre Marietti Egr. direttore, la celebrazione, domenica 24 ottobre, anche da parte della Chiesa bresciana della Giornata missionaria, è una buona occasione per indirizzare un ringraziamento e un cordiale saluto a una delle tante, valide e belle figure, di missionario figlio della nostra terra: padre Giacomo Marietti, ordinato nel 1975 nella Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth di Padre Piamarta, dal settembre del 2006 missionario a Mocodoene, in Mozambico. Il religioso camuno, nativo di Malegno, a maggio di quest’anno fu gravemente ferito da un colpo di pistola al ventre, mentre cercava di difendere la missione da un gruppo di banditi, piombati nel buio della sera all’interno della modesta struttura. Sia pure provato dalla malaria, non ha esitato a usare come scudo il suo corpo, ingaggiando una dura lotta con gli assalitori. L’intento era di far guadagnare tempo ai componenti della missione, tra i quali alcune suore, affinché potessero lanciare l’allarme e sperare nell’arrivo della polizia. Così, infatti, avvenne. Seguirono giorni di ansia e trepidazione: un primo intervento d’urgenza in un piccolo ospedale del Sud del Mozambico non riuscì a levargli la pallottola conficcatasi nel corpo, dopo aver reciso l’intestino e sfiorato un’arteria. Difficoltà anche burocratiche ritardarono il suo rientro in Patria. Una volta raggiunto l’Ospedale civile di Brescia, i medici hanno fatto del loro meglio, ma

nemmeno all’ombra della Maddalena è stato possibile rimuovere la pallottola. La preoccupazione di padre Giacomo, ribattezzato padre Tiago (traduzione in portoghese di Giacomo) da quando ha raggiunto Mocodoene, anche in quei giorni incerti, era solo una: poter rientrare entro agosto nella sua missione. Il suo fisico, ancorché forte, aveva però bisogno di riposare e di recuperare più forze possibili. Ora padre Tiago è pronto e prima che ottobre sia relegato al passato avrà già raggiunto la sua comunità. “C’è tanto da fare” commentava nei giorni scorsi, con gli occhi sereni di chi sa regalare cuore e impegno a favore del prossimo. Grazie padre Giacomo per tutto quanto fai, per la testimonianza concreta che ogni giorno regali alla tua nuova comunità. Una missione, che padre Giacomo vive con la stessa passione riservata nei vari incarichi in precedenza ricoperti: direttore dell’Istituto Bonsignori e del Centro di formazione professionale Bonsignori, entrambi a Remedello; direttore del Centro Padre Piamarta a Milano; coordinatore generale della Formazione professionale dell’Associazione formazione Giovanni Piamarta. Nel salutare padre Giacomo, che veste di nuovo con entusiasmo i panni di padre Tiago, il pensiero ed il ringraziamento sono indirizzati indistintamente a tutte le missionarie e i missionari, a iniziare dai bresciani, impegnati nei vari angoli del mondo a portare la loro limpida testimonianza cristiana. Adriano Baffelli

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

Egr. direttore, spesso sento affermare, anche da emittenti cattoliche, che è eguale il Dio dei cristiani, il Dio degli ebrei, il Dio dei musulmani. Chiedo: dove è il Dio unico e trino? Dove mettiamo il Cristo crocifisso? Dove lo Spirito Santo? Dove la Madonna? Crediamo ai misteri principali della fede? Dio e lo Spirito Santo non li vediamo, ma

Cristo è vissuto tra noi, non possiamo negarlo! Anche il più eretico che sia vissuto, dovette ammettere, indispettito, di non essere stato capace di distruggerne l’esistenza storica! Credo sia necessario un ritorno ai catechismi, agli insegnamenti del Vangelo: la fede ci aiuterà in tutte le sofferenze della vita! La Madonna ci ottenga quello Spirito Santo che Cristo promise di inviarci! Potrei avere una autorevole delucidazione? Ne sarei grata. Alba Carini

30 ottobre 1894 Viene brevettato l’orologio marcatempo. Stampa su una scheda l’orario attuale e viene utilizzato per registrare l’inizio e la fine del turno lavorativo

31 ottobre 1984 Si spegne a Roma il commediografo e attore napoletano Eduardo De Filippo. Tre anni prima era stato nominato senatore a vita. Era nato il 24 maggio del 1900

Il ritorno necessario al catechismo

Omnibus

Avvenimenti 29 ottobre 1998 Lo Space Shuttle Discovery decolla con a bordo il 77enne John Glenn che diventa la persona più anziana ad essere andata nello spazio

Le ricette della settimana Capriolo arrosto Ingredienti: Un cosciotto di capriolo, 100 g di pancetta, 3 bicchieri di vino bianco secco, timo, santoreggia, origano, olio extravergine d’oliva, sale, pepe.

tenetela in forno per altri 10 minuti, ma non prolungate oltre la cottura perché altrimenti la carne indurisce. Ritirare dal forno, tagliare il cosciotto a fettine, disporle sul piatto da portata e napparle con la salsa. Farfalle ai formaggi

Preparazione: Incidere la carne del cosciotto e lardellarla con la pancetta tagliata a bastoncini. In una terrina mescolare un bicchiere d’olio con tre di vino, le erbe aromatiche tritate, sale e pepe. Mettere la carne in questa marinata e lasciarla insaporire, coperta e al fresco, per almeno una notte. Adagiare il cosciotto in una teglia spennellata con abbondante olio, cuocere in forno preriscaldato a 220 gradi per 10 minuti. Versare la marinata nel recipiente, abbassare il calore a 180 gradi e cuocere per circa mezz’ora bagnando sovente la carne con il liquido di cottura, in tal modo risulta leggermente al sangue. Se la preferite più cotta

Ingredienti: 350 g di pasta tipo farfalle, 150 g di formaggi misti (fontina e groviera), 1 uovo sodo, 4 cucchiai di latte, parmigiano grattugiato, sale. Preparazione: Tagliare a dadini i formaggi, porli in un pentolino con 4 cucchiai di latte e farli fondere a fuoco bassissimo. Tritare l’uovo sodo. Lessare le farfalle in abbondante acqua salata, scolarle e condirle con la crema di formaggi, l’uovo tritato e il parmigiano grattugiato, mescolare bene e servire subito.


LA VOCE DEL POPOLO 29 OTTOBRE 2010

Parlamentari litigiosi Egr. direttore, Berlusconi è riuscito ad avere la fiducia, ma il governo è ancora zoppo. E soprattutto non ha ricevuto la fiducia di noi elettori. Questo perchè, almeno fino ad ora egli non ha voluto e non vuole la riforma elettorale, non dà un aiuto alle famiglie, specialmente alle famiglie numerose e monoreddito. Se nel programma governativo avesse incluso specialmente questo ultimo importante dettaglio per il bene di tutto il popolo che lo ha eletto, si fa per dire in quanto sono i capolista che eleggono i propri parlamentari, la fiducia avuta sarebbe stata più ampia. Infatti sentivo un deputato di Casini che diceva questo. Ma non ci sono fondi dicono il Capo del governo e il Ministro dell’Economia. Ma lo dice davvero signor Tremonti? Ma i milioni per favorire voi stessi con le auto blu dove andate a prenderli? Sono decine di migliaia e usate da chi il portafoglio lo ha sempre pieno e non avrebbe nessun bisogno di avere questi aiuti. Mentre le famiglie, gli anziani, gli invalidi civili, ai quali ultimi si era promesso sette anni fa un aumento al misero assegno un buon aumento, hanno bisogno. Durante la campagna elettorale si promette, ma poi la sete di potere, di avere e di comandare senza dare un compenso ai più bisognosi, che davvero avrebbero bisogno di quei milioni che le auto blu consumano, in tal modo la democrazia e la vera giustizia naufragano per lasciare il posto a

una oligarchia. Io credo, direi sono sicuro, che saranno sempre più pochi quelli che parteciperanno al voto. Non vi è stata una diserzione così alta alle urne come l’ultima volta che abbiamo votato. Umanamente parlando come si può dar torto a chi non vota più. Dare il voto a uomini che promettono tutto, ma appena preso il cadreghino pensano solo a se stessi, non conviene. Io fino ad oggi ho sempre votato, ma la tentazione di non farlo al prossimo turno è alta, se non cambieranno in meglio la legge elettorale e se le famiglie, specialmente quelle numerose, non saranno aiutate con i miliardi delle auto blu e quelli stanziati per fare il ponte di Messina che non è necessario, mentre è necessario che il povero abbia il suo pane quotidiano. Un’altra vergogna che hanno i padroni di Roma è quella di litigare per essere i primi a vergognarsi davanti a noi che utili idioti non lo siamo. Abbiamo visto l’ultimo litigio tra il Premier sempre più prepotente e Fini che ha portato il governo sull’orlo della rottura. Dunque noi abbiamo uomini che invece di governare al meglio pretendono il posto migliore come i bambini vogliono il giocattolo più bello, come scrivevo l’ultima volta, ma questi sono bimbi, mentre quelli sono uomini, che si credono intelligenti e come tali vogliono fare il deputato, il sindaco e altri incarichi come mi diceva un amico che di queste cose se ne intende. Allora come si può dare volentieri il voto a chi pretende tutto questo, dimenticando spesso e volentieri che sono al

parlamento per fare il bene del popolo e fare delle leggi adeguate a questo scopo, senza pretendere altri incarichi civici. Non possono stare a Brescia e a Roma nello stesso tempo. E per finire si ricordino che sono stati eletti o come ora si eleggono per fare leggi per il popolo non per far solo i loro interessi. Se continueranno a far questo, gli elettori caleranno sempre di più e tra questi vi sarò anch’io. Terminando vorrei fare una domanda e questi individui: siete davvero contenti di quello che fate? Lo escludo a priori. Mentre io nell’ultimo anno tramite Progetto Gemma ho salvato un bambino dall’aborto. In questi giorni mi è arrivata la lettera della mamma di questo piccolo e questo mi ha dato tanta gioia, gioia per me, gioia per la mamma che è felice, e una vita salva grazie al Signore mio Dio che mi dà la forza di amare. Domenico Marchesi

Un gioco pericoloso Egr. direttore, ma è mai possibile che la riforma della giustizia si possa fare a colpi di maggioranza? In un Paese civile le regole si stabiliscono insieme. A mio avviso si sta solo perpetuando l’agonia: tutte le forze politiche della maggioranza vogliono andare al voto, ma nessuna di queste ha il coraggio di far saltare il banco. Troppo alto il rischio di essere accusati di scarso senso dello Stato e di fatto perdere i consensi elettorali. Lettera firmata

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A teatro con “Voce” Vinci due biglietti per lo spettacolo “Mi scappa da ridere” con Michelle Hunziker al PalaBrescia giovedì 18 novembre e venerdì 19 novembre. A Michelle scappa sempre da ridere, anche quando è triste e malinconica. La risata è la sua formuletta magica. Uno spettacolo in cui l’artista svizzera si racconta tramite il musical. Spedisci il tagliando entro il 16 novembre a “A teatro con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia.

“Mi scappa da ridere”-Hunzicker

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VOCESAS

1° novembre 1993 Entra ufficialmente in vigore il trattato di Maastricht, che fissa le modalità di creazione dell’Europa unita e ne prevede l’integrazione economica, politica e sociale

2 novembre 1983 Il presidente americano Ronald Reagan firma una legge che istituisce una festività federale per commemorare Martin Luther King

3 novembre 1957 L’Unione Sovietica lancia lo Sputnik 2. A bordo c’è il cane Laika, il primo animale lanciato nello spazio

4 novembre 1966 Un’improvvisa e spaventosa alluvione colpisce Firenze, l’Arno straripa, la città è sommersa dall’acqua che arriva fino a cinque metri

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Anniversario

D.: Mi è stato consigliato di presentare il modello Unico in quanto nel 2009 ho sostenuto numerose spese mediche, a oggi posso ancora farlo? Con quali modalità?

Borgo San Giacomo Sessant’anni di matrimonio

R.: La risposta è affermativa. Il contribuente che ha omesso la presentazione del modello Unico 2010 redditi 2009 può sanare la sua posizione presentando entro 90 giorni successivi al 5 ottobre 2010 (era il 30 settembre, termine prorogato per un guasto tecnico verificatosi ai servizi telematici dell’Agenzia delle entrate) il modello Unico 2010. In tal caso, alle dichiarazioni presentate entro lunedì 3 gennaio 2011 si applica la sanzione ridotta a 1/12 del minimo previsto per la violazione di “dichiarazione tardiva” pari a 21 euro. Per ulteriori informazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 030.2409884.

Il 28 ottobre Domenico Galli e Maria Andrico hanno raggiunto l’ambito traguardo dei sessant’anni di matrimonio. Dai figli, le nuore, i nipoti e il pronipote arriva il ringraziamento per i sessant’anni d’amore, un esempio per tutti. Anche la redazione si unisce alle congratulazioni per Domenico e Maria, da sessant’anni abbonati a “Voce”.



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