La Voce del Popolo 2010 42

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DEL POPOLO

LAVOCE Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - € 1,00

n° 42

Il canto degli atomi di Francesca Bernacchia

Ogni atomo canta. Sembra un prolungato Ooo… Forse l’unica lettera che può seguire l’incanto, o la nota di un’esclamazione gioiosa, sorpresa, colta in flagrante dall’incompreso annuncio. Ma il paradosso della scoperta sta soprattutto nelle misurazioni e nei confronti: la sproporzione tra gli eccessi del cosmo e la fragilità della pelle che riveste il nostro corpo, tra le forze che muovono i mari e quelle che muovono i cuori. Tra queste e quelle la distanza è numerica, mentre l’affinità è nell’amore. Che cosa se non l’amore potrebbe muovere intere generazioni, intere schiere di stelle, filoni di idee, venti di emozioni e decisioni? Che cosa se non l’amore potrebbe essere in grado di tenere insieme cellule e vite, passi incerti sul filo dell’esistenza, sfide irragionevoli, spinte dal desiderio di verità e gioia e solidarietà e dedizione? O è davvero l’unica lettera dell’alfabeto che vorremo pronunciare quando vedremo tutto faccia a faccia, insieme alla libera A, la morbida M, la R che scorre e la serena E.

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SETTIMANALE SETTIMANAL SETTIMANA NALE DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 5 NOVEMBRE 2010

Tutti giù per terra Tensione in città per la protesta sulla gru di piazzale Cesare Battisti di alcuni cittadini extracomunitari che chiedono una sanatoria per 1700 stranieri. Difficile la mediazione per salvaguardare i diritti di chi protesta e le norme di legge che garantiscono la convivenza civile


sommario Il fatto

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Gli asili nido, un sostegno per la famiglia

La fede è conoscenza del cuore e oltrepassa il potere della dimostrazione (Kahlil Gibran)

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Teatro Telaio: “Storie storie storie” manda in scena “Il brutto anatroccolo”

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti Brescia. Sempre dalla parte della giustizia

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a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia Acr. Diventiamo grandi insieme

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di Silvia Mangiavini

Paesi e parrocchie Brescia. Una risposta all’emergenza italiano

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di Luciano Zanardini

Bagnolo Mella. Il Mago di Oz per superare le dipendenze

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di Lina Agnelli

Un colpo al cuore (o al cervello?)

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di Giovanni Formichella

Ctb. Il teatro per veicolare la cultura

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di Mario Leombruno

Economia e lavoro D’Annunzio: necessaria una “fase 2”

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Alcide De Gasperi, missionario in politica

Puntuale come sempre, torna per la XIV edizione “Storie storie storie”. Il Teatro Telaio presenta come primo spettacolo aperto a tutti (la rassegna è partita nel carcere di Verziano), nell’ambito della stagione di Teatro ragazzi e scuola, Il brutto anatroccolo. La rappresentazione è adatta ad un pubblico di bambini dai tre agli otto anni. Lo spettacolo avrà luogo presso l’auditorium delle scuole medie Bettinzoli in via Caleppe a Brescia, domenica 7 novembre alle 16.30. Liberamente ispirato alla fiaba di Andersen, il testo e la regia sono di Sergio Galassi. Lo spettacolo “Il brutto anatroccolo” è stato uno degli spettacoli per bambini più visti nei teatri di tutta Italia. Ora quello spettacolo “storico” giace in qualche angolo tra i ricordi delle migliaia di bambini che lo hanno visto, ma Teatro Evento affronta di nuovo l’attuale fiaba di Andersen, con un nuovo spettacolo: una nuova avventura produttiva, questa volta con due attrici, una sfida nello stagno, dietro la casa del contadino, mamma anatra e i suoi piccoli sguazzano sull’acqua, ma il povero, brutto anatroccolo, l’ultimo nato, è disperso e disprezzato da tutti, al punto da essere costretto ad andarsene per il mondo. Succede, a volte, di sentirsi brutti anatroccoli e di desiderare intensamente di essere, invece, splendidi cigni. Per sopravvivere a chi non lo voleva, il brutto anatroccolo ha dovuto allontanarsi dal suo mondo, ma, alla fine, grazie alla sua tenacia, ritroverà l’identità che gli altri volevano negargli. L’immagine del cigno che si stacca in volo dalla terra è l’esemplificazione poetica del primato degli ultimi. Il biglietto costa 7 euro per gli adulti, 5 euro per i bambini. Per informazioni e prenotazioni telefonare allo 030.46535 oppure consultare il sito www.teatrotelaio.it.

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di Franco Armocida

Il colpo di fulmine (amoroso) è uno di quegli argomenti che non solo possono contare su una letteratura incalcolabile a ogni livello, ma che fanno parte dell’immaginario più discusso e più diffuso. Ma qual è la fonte? Si sa che da sempre è il cuore al centro delle convinzioni comuni sulla origine dell’amore. Cuore e amore non sono solo due vocaboli che fanno rima: sono i due poli che accendono le luci delle attrazioni più o meno fatali. Anni fa fui molto colpito dalla battuta di un chirurgo il quale sosteneva che il cuore non è altro che una pompa e con questo mise in ridicolo le espressioni più note, incominciando da “ti amo con tutto il cuore”. Secondo lui sarebbe più corretto dire: “Ti amo con tutta la mia pompa!”. Addio poesia! Addio romanticismi da togliere il respiro (da occludere la pompa, bisognerebbe dire).

È inutile dire che la teoria di quel chirurgo non ha fatto breccia nell’opinione pubblica. Tuttavia si moltiplicano le ricerche che tentano di chiarire le sorgenti dell’amore. L’università americana di Syracuse ha pubblicato uno studio sul “Journal of Sexual Medicine” che rivela: per innamorarsi basta un quinto di secondo e quando succede si ha lo stesso sentimento di euforia che si prova quando si assume cocaina. Secondo quella ricerca l’amore è un sentimento molto più scientifico e legato al cervello di quanto non si pensi, visto che quando ci si innamora ci sono ben 12 aree cerebrali che lavorano in tandem per rilasciare sostanze chimiche che danno l’euforia, come dopamina, ossitocina e adrenalina, e sono coinvolte in funzioni cognitive molto sofisticate. Qualcuno ha ripetuto la domanda cruciale: è il cuore o il cervello a farci innamo-

Sport Calcio. Nuovo inno, solito ritornello

LA VOCE DEL POPOLO

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di Mauro Toninelli

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Adriano Bianchi

Repetita iuvant Il Papa a Brescia: un anno dopo è ancora vivo il ricordo della visita

“La visita del Papa a Brescia è stata un evento bello e positivo. Ci impegna a lavorare perché il frutto di quella giornata non si perda, perché i Bresciani si sentano coinvolti in un lavoro comune per affrontare sfide che non sono facili. Vorremmo che la visita del Papa non diventasse solo un evento del passato, ci aiutasse ad avere coraggio e a sentirci in piena comunione di intenti”. Con queste parole il vescovo Monari salutava la visita di Benedetto XVI nella terra bresciana dell’8 novembre 2009. Resta ancora vivo il ricordo di una giornata fredda e piovosa ma vissuta all’insegna della fede e della devozione. Papa Ratzinger ha condotto il popolo bresciano a gustare la bellezza della vita cristiana. Dentro ogni luogo del suo pellegrinaggio ha lasciato una precisa consegna. Anzitutto la santità come come meta della vocazione cristiana. Così è avvenuto a Botticino, nella terra di S. Arcangelo Tadini, con il gesto del Papa in preghiera davanti al Parroco santo per invitare tutti a lavorare per costruire un mondo fraterno. La seconda consegna ci ha ricordato l’essenza di una “Chiesa povera e libera”. È la Chiesa amata da Paolo VI. Una Chiesa fatta di testimoni credibili e coerenti che, perché tali, diventano maestri in una società in cui pare smarrita la via del bene. Nella sfida educativa, infine, la terza consegna. Il gesto dell’inaugurazione della nuova sede delll’istituto Paolo VI a Concesio ha offerto al Pontefice l’occasione di ribadire quanto l’educazione sia un’arte affascinante e difficile soprattutto in questo nostro tempo dove tutto sembra così complesso. Montini sapeva che educare significa “tendere all’unità spirituale della personalità dei giovani”, lavorare sull’aspetto culturale, religioso, sociale, caritativo di ogni persone. Oggi come un anno fa queste parole risuonano quanto mai attuali.

rare? “È una domanda spinosa – ha commentato Stephanie Ortigue, coordinatrice dello studio –. Io direi il cervello, ma anche il cuore è collegato perché il concetto dell’amore è formato da entrambi i processi che dal cervello vanno al cuore e viceversa. Ad esempio, l’attivazione di alcune parti del cervello può generare delle stimolazioni al cuore, come le famose farfalle nello stomaco. Alcuni sintomi che sentiamo come nel cuore a volte vengono dal cervello”. Maria Luisa Agnese sul “Corriere” ha così commentato la notizia: “Se ha ragione la giovane psicologa dobbiamo arrenderci al fatto che l’amore romantico è un abbaglio poetico, dimenticare per sempre che faceva rima con cuore, leggere con meno tremori tutti i canzonieri d’amore, e canticchiare distrattamente le canzoni che finora sono state colonne sonore dei nostri sconvolgimenti”. Su un altro versante, qualche tempo fa un’altra ricerca, delle Università di New York e di Harvard, aveva

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appurato che il primo incontro è quasi sempre decisivo. Bastano pochi minuti, a volte secondi. Attimi rapidissimi in cui studiamo una faccia nuova, ne osserviamo i comportamenti per dare un giudizio preciso, che con molta probabilità non cambierà. Insomma, c’è sempre di mezzo il cervello. Saremmo a: “Ti amo con tutto il mio cervello” (magari per sentirsi rispondere una volta o l’altra: “Ma se non ce l’hai?”). Questo potrebbe spiegare anche qualche mal di testa di troppo. Che facciamo? Penso che possiamo lasciare stare le cose come stanno. In fondo che differenza fa sapere o no da dove parte la scintilla? Ciò che conta è la vita che prende fuoco. E gli scienziati possono dire che è colpa del cervello e non del cuore, ma non potranno mai spiegare perché adesso e non ieri e non domani. Perché con Tizio piuttosto che con Caio. Il dove e il come sono interrogativi che in qualche modo si possono soddisfare. Il perché resta sempre un mistero.

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Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributi di cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

La frase latina recita repetita iuvant (le cose ripetute giovano). Parrebbe un detto da applicare all’insegnamento scolastico, ma non è certamente da sottovalutare nel mondo della comunicazione. Ripetere messaggi per essere più incisivi e penetranti è una regola fondamentale del sistema dei media. C’è un giorno, però, in cui si affaccia l’impressione che la ripetizione stanchi, sia per chi deve ribadire il messaggio sia per chi si trova ad ascoltarlo. Anche tra i fatti di questa settimana c’è il rischio di questo circolo vizioso. Le notizie nazionali sono infarcite degli ultimi aggiornamenti sullo “status quo” dei pantaloni del Presidente del Consiglio tra festine, Ruby, telefonate inopportune in questura e battute imbarazzanti. A questo si aggiungono i raccapriccianti dettagli dell’omicidio Scazzi e le ennesime beghe del teatrino della politica. La tentazione per chi scrive è di non dire altro di tutto questo, se non al fine di produrre una presa di coscienza che risvegli i cittadini a un giudizio critico sul sistema. Qualcuno infatti dovrà dirci a un certo punto se in questo Paese il valore della coerenza tra comportamento pubblico e comportamento privato ha ancora un qualche significato? O se ogni scandalo alla fine è liquidabile con una battuta, sempre poi da contestualizzare con autorevoli commenti? Cosi come ci dovremo chiedere un giorno se il sistema dell’informazione è ancora al servizio del bene dei cittadini o solo degli interessi dei potenti. Nei giorni scorsi, durante il Convegno dei delegati de “La Voce del Popolo” e in vista della Giornata di diffusione del settimanale diocesano il 7 novembre, il vescovo Luciano Monari commentando un brano dell’Apocalisse (13,11-17) ricordava: “C’è un potere che sta all’interno dell’informazione. Ci sono mezzi di comunicazione che non cercano la verità, ma che cercano di vincere, di prevalere, di fare prevalere coloro che appoggiano, che cercano non di illuminare la gente, ma di instupidirla”. E continuando il discorso: “Cose presenti già nel libro dell’Apocalisse, scritto duemila anni fa. Non ci dobbiamo meravigliare più di tanto – ha sostenuto – semmai dobbiamo diventarne coscienti per non cascarci continuamente, per riuscire a custodire una specie di atteggiamento critico che ci permetta di vivere in questo mondo senza essere avviliti da tutte le cose che non vanno, avendo chiaro quello che il Signore ci chiama a fare: la ricerca della verità”. Fare “La Voce del Popolo” o scegliere di leggerla non risponde, allora, al puro desiderio di aggiornare o di essere aggiornati sulla vita diocesana, ma apre a una missione più grande. “I nostri mezzi di comunicazione sociale – ha ripreso Monari – sono piccola cosa, arrivano a dire qualcosa sul territorio, quindi dal punto di vista del peso sull’informazione nazionale sono poco. C’è, però, il vantaggio che con essi siamo al di fuori di tutta una serie di logiche che corrompono in qualche modo l’informazione oggi, che alla fine non risolvono nessun problema e che lasciano una specie di malessere fondamentale nelle persone nella convinzione che viviamo in una società in cui non c’è niente di chiaro. I nostri mezzi, invece, con i loro limiti, hanno questo vantaggio: quello di non dover far concorrenza a nessuno e quindi di non dover essere schiavi di niente. Il tentativo è quello di cogliere il cammino della nostra società, così come è, evidenziarlo in modo che le decisioni e le scelte che si prendono siano il più sagge possibili. Ecco perché – ha concluso – io credo che il servizio che viene fatto dal giornale e da tutti i nostri mezzi di comunicazione sia prezioso soprattutto in un contesto confuso come quello in cui viviamo oggi”. Un invito che, per noi, sarà un impegno.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Società Un servizio per l’infanzia

Gli asili nido, un sostegno per la famiglia La loro presenza sul territorio e il prezioso ruolo che svolgono determinano la qualità della vita in tante comunità. Il panorama bresciano fatto di proficua sinergia tra pubblico e privato e di progetti veramente innovativi

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Sono, secondo i criteri più moderni, tra gli indicatori più significativi per accertare il livello di qualità della vita di una città. Non a caso in quelle realtà in cui è più efficiente il servizio degli asili nido e più capillare la loro distribuzione sul territorio diventa più alta la soddisfazione dei cittadini. Nelle scorse settimane “Io donna”, magazine del “Corriere della Sera”, ha pubblicato un ampio servizio dedicato alla città di Modena in cui spiccava proprio l’eccellenza dei servizi dedicati alla prima infanzia. La città emiliana vanta in-

a cura di Massimo Venturelli

fatti il primato nazionale per numero di asili nido e bambini frequentanti (il 40,1% dei nati), cifre che la collocano al secondo posto in Italia per numero di donne che lavorano (62,2%). Modena, grazie a questa efficace rete di servizi, distanzia il resto del Paese per numero di donne che tornano al lavoro dopo la nascita del secondo figlio (+16% rispetto alla media nazionale). Cifre da primato, quelle della città emiliana, che rilanciano una duplice chiave di lettura che mette comunque al centro la donna. Sono soprattutto le mamme, que-

sto è evidente, ha pagare la carenza di servizi per la prima infanzia o a trarre i maggiori vantaggi in caso di una rete di servizi efficace. Oggi più che mai, per effetto della crisi economica in corso e dell’aumento del costo della vita, appare chiaro che senza i dovuti supporti una donna con figli difficilmente può continuare a mantenere un ruolo attivo nel ciclo produttivo. Quando mancano i nonni a cui affidare i figli sino al raggiungimento dell’età per l’accesso alla scuola dell’infanzia (tre anni) il servizio di asilo nido diventa di primaria importanza. Le liste di attesa dei 36 nido che fanno capo al servizio del Comune di Brescia (ma il discorso vale anche per tutto il resto della provincia) confermano l’importanza del servizio e una persistente insufficienza rispetto al bisogno del territorio. Quella della città, ma del

Bresciano in generale è, però, una realtà abbastanza fortunata in cui l’integrazione tra pubblico e privato riesce a garantire risposte importanti in questo settore. Una realtà che, in termini di servizi all’infanzia, ha registrato negli ultimi anni in città e in provincia la nascita di moltissimi asili nido privati, sorti per l’intraprendenza di chi ha ravvisato in un servizio essenzialmente sociale anche un’opportunità professionale. Altrove l’inventiva è riuscita a produrre altri servizi. È il caso, per esempio, del Comune di Bolzano che, in collaborazione con alcune cooperative e operatori del privato sociale, ha pensato a un servizio ancora più capillare rispetto a quello offerto dagli asili nido. Si tratta dei tagesmutter, microstrutture per i bambini tra gli zero e i tre anni pensate con l’obiettivo di favorire il loro benes-

I servizi delle scuole dell’Adasm Fism

Presenti sull’intero territorio con iniziative che mettono al centro i bambini Sono 80 le scuole dell’infanzia associate all’Adasm Fism di Brescia ad avere attivato anche un servizio di asilo nido o micronido. Uno sviluppo cresciuto a forte ritmo sino a tre anni fa e che, negli ultimi mesi, probabilmente anche a causa della crisi economica, ha conosciuto un parziale rallentamento. I numeri, frutto di una ricerca condotta nei mesi scorsi, sono forniti da Piero Reghenzi, vicepresidente della stessa associazione e vera e propria autorità nel campo dei servizi alla prima infanzia essendo stato per 20 anni dirigenti degli asili nido del Comune di Brescia. Il servizio fornito dalle scuole dell’Adasm Fism si completa anche con la presenza di 35 sezioni primavera, a cui possono accedere i bambini dai 24 ai 36 mesi. “Quello dei nido e dei micronido − afferma Piero Reghenzi − è un servizio che le nostre scuole dell’infanzia hanno voluto realizzare per rispondere alle esigenze di tante famiglie, ampliando la loro offerta sul territorio”. Anche questi servizi per l’infanzia rispondono al progetto educativo che il prof. Remo Sissa elaborò nei

primi anni Novanta del secolo scorso per le scuole materne dell’Adasm e che, pur riveduto solo pochi anni fa, ancora oggi mantiene la sua attualità. Un progetto che intende l’educazione come azione volta a promuovere il pieno sviluppo della persona attraverso la testimonianza dei valori, la parola, la competenza professionale del personale educativo, l’opera della famiglia e della comunità. Un progetto educativo che, anche per i nido e i micronido, rende esplicita l’ispirazione cristiana quale elemento costitutivo essenziale dell’identità delle realtà che fanno riferimento all’Adasm Fism.”Ogni scuola − prosegue al proposito Piero Reghenzi − fa proprio questo progetto educativo declinandolo in modo specifico sulla propria realtà”. Oggi sono quasi 1300 i bambini che usufruiscono dei servizi offerti dai nido e micronido attivati dalle scuole dell’infanzia dell’Adasm Fism. Poco più di 400 sono invece i bambini delle sezioni primavera. Territorialmente i servizi per l’infanzia che fanno capo all’Adasm Fism coprono l’intera provincia bresciana,

magari con una concentrazione maggiore nei centri di maggiori dimensioni. La nascita di tanti asili nido e micronido è stata per l’Adasm Fism un naturale prolungamento della “mission” affidata alle sue scuole materne. I servizi messi in campo dall’associazione implementano quanto offre il pubblico, soprattutto a Brescia e, in molti altri comuni svolgono un vero e proprio ruolo di supplenza laddove il pubblico non ha le risorse per pensare a una propria proposta. “Questo ruolo – afferma al proposito il vicepresidente dell’Adasm – ha fatto in modo che il servizio erogato dai nostri asili nido sia a tutti gli effetti uguale, in termini di proposta e di modalità di definizione delle rette a carico dei genitori, a quello delle strutture pubbliche”. Così com’è per le scuole materne, anche i nido e i micronido che fanno capo all’Adasm Fism svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico, senza finalità di lucro e vantaggio esclusivo dei suoi piccoli utenti, senza operare alcune distinzione ma, se possibile, con un occhio particolare per chi si trova in condizioni di disagio.


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Brescia Un servizio comunale

L’interessante proposta del “Tempo per le famiglie” Non sono solo gli asili nido a fornire risposte ai bisogni delle famiglie bresciane alle prese con figli piccoli. Fra le iniziative creative merita una citazione il servizio denominato “Tempo per le famiglie” che si configura come centro di incontro e di gioco per bambini in età comprese tra i 18 ed i 36 mesi accompagnati dai genitori o da altre figure quali i nonni e baby-sitter e che non usufruiscono degli altri servizi comunali per l’infanzia. Il servizio, che a Brescia è svolto presso il nido Formica di via Flero e a San Polino, in via Cavellini 14, ha come obiettivo la promozione del diritto alla socializzazione e al gioco di tutti i bambini anche di coloro che non usufruiscono normalmente dei servizi per l’infanzia. Il servizio permette anche un’interazione con le agenzie educative del territorio per attivare proposte di collaborazione reciproca al fine di sollecitare esperienze di gioco e di partecipazione da parte dei bambini e delle loro famiglie. Non meno importante è la volontà di promuovere un luogo di incontro per bambini insieme ai loro genitori per trovarsi e per giocare e di occasioni di incontro e di socializzazione per adulti. Un altro importante servizio offerto dal Comune di Brescia per la prima infanzia è quello di accreditamento di soggetti gestori di liste di baby sitter. L’intento è quello di offrire un servizio di supporto alle famiglie in orari extranido e quando le stesse versino in condizioni di particolare disagio e difficoltà sul piano sociale ed educativo.

sere e la loro crescita armoniosa, assicurando alla famiglia un adeguato sostegno educativo ed aiutandola a conciliare al meglio le esigenze lavorative e famigliari. L’assistenza domiciliare all’infanzia è un servizio svolto da persone, generalmente mamme, che accudiscono, presso le loro abitazioni, fino ad un massimo di sei bambini. Qualcosa di questa “creatività sociale” pare essere arrivata anche nel Bresciano (in città e a Chiari) visto che accanto ai tradizionali servizi offerti dagli asili nido si sono consolidate alcune esperienze che hanno reinterpretato il concetto di assistenza rendendolo un poco più elastico e, soprattutto, ispirato dalla volontà di rispondere in modo efficace ad alcuni bisogni della famiglia, chiamando la stessa a una compartecipazione solidale all’erogazione del servizio.

L’interno di un asilo nido

Esperienza

“Crescere assieme”: scelta aziendale di Asm Il panorama dei servizi a disposizione della prima infanzia esistenti nel Bresciano è variegato. Accanto agli asili nido che fanno riferimento ai Comuni o che hanno nell’Adasm Fism il loro punto di riferimento, ve ne sono altri nati per intuizione di importanti aziende. Brescia può contare al proposito sull’esperienza dell’asilo nido Asm, nato nel 2006, quando ancora la municipalizzata bresciana non si era fusa con la “consorella” milanese dando vita a A2A. Il progetto nasceva con l’intento di agevolare le mamme lavoratrici dell’azienda e di dare concrete risposte a contesti sociali in rapida evoluzione. L’attivazione di un asilo nido aziendale avrebbe rappresentato una forma di attenzione alle esigenze di chi lavorava nell’azienda, migliorando così la qualità della loro vita e favorendo nel contempo una migliore gestione dei ritmi familiari attraverso una riduzione dei tempi di accompagnamento dei figli. Obiettivo non secondario era anche quello di favorire uno sviluppo della professionalità femminile, facilitando il rientro dalla maternità. A seguito di una attenta selezione Asm decideva di assegnare la gestione del nido aziendale alla cooperativa sociale Proges. Il nido, a cui è stato dato il nome di “Crescere assieme”, accoglie 60 bambini di età compresa tra i nove e i 36 mesi, figli dei dipendenti di quella che oggi è A2A e di alcune aziende con sede vicina al nido che hanno stipulato apposite convenzioni per riservare dei posti per i propri dipendenti. Il servizio è aperto undici mesi all’anno, da settembre a luglio. È possibile anche l’apertura nel mese di agosto, qualora un congruo numero di genitori lo richieda.

Chiari Un progetto innovativo

“La casa di Alice” punto di riferimento per i genitori “La casa di Alice” è un servizio nato e cresciuto negli spazi dell’oratorio Cg 2000 di Chiari per volontà di alcune giovani famiglie che hanno espresso il desiderio di lavorare intorno a un progetto attraverso il quale poter dar forma a relazioni di scambio e di sostegno nell’azione educativa. Questa idea trovò una prima traduzione in un “nido famiglia” finanziato dall’Asl nell’ambito della legge regionale 23 per le politiche regionali per la famiglia portato avanti nel biennio 2005 e 2006. Negli anni il progetto è andato cambiando e oggi si configura come progetto sperimentale per la prima infanzia. Oltre che essere un luogo dove i bambini possono trovare uno spazio per l’accudimento ed il gioco, “La Casa di Alice” è un punto di riferimento per i genitori, dove possono trovare consigli, ascolto e scambio di opinioni. Quello realizzato presso il Centro giovanile clarense è inoltre punto di incontro per quelle mamme che non lavorano ma, non avendo una rete di parenti o di amicizie, si trovano sole in casa per molte ore della giornata. Non ha rigidità di orario di ingresso e di uscita, i genitori possono collaborare, restando del tempo con il proprio bimbo e dando la propria disponibilità a servizio degli altri bambini presenti. Periodicamente è offerta la possibilità di incontri di formazione e confronto su tematiche pedagogiche ed educative. Il servizio fa comunque capo a un coordinatore e punta sempre di più a un coinvolgimento delle famiglie.

Il Centro giovanile 2000 di Chiari


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LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Opinioni

di Adriana Pozzi

di Mario Nicoliello

Università

Ecumenismo

L’evangelico realismo Uno sguardo retrospettivo all’anno che ormai volge alla fine fa balzare all’occhio alcuni momenti che hanno visto protagonista Benedetto XVI: in gennaio, la visita alla sinagoga di Roma, in marzo quella alla Christuskirche, la chiesa luterana sempre a Roma, in giugno il viaggio a Cipro, segnato da incontri con i rappresentanti delle chiese ortodosse e in settembre quello in Gran Bretagna che, pur motivato dalla beatificazione del cardinale Newman, ha coinvolto molto anche la Chiesa anglicana. Una sorta di filo rosso nel segno dell’ecumenismo collega tra loro questi avvenimenti: il Papa, nel giro di un anno, ha incontrato molti esponenti e molti fedeli di tutte le Chiese cristiane e quelli del mondo ebraico, recandosi di persona presso di loro e manifestando a tutti grande simpatia, grande attenzione alle loro realtà e grande speranza nella possibilità di camminare insieme. Non penso proprio che Benedetto XVI sia stato guidato in questo da gretti motivi di par condicio, come se sentisse il dovere di non offendere nessuno e di non “fare differenze”. Piuttosto, vedo in queste visite un segno di particolare attenzione verso le diverse esperienze religiose e di viva sensibilità ecumenica, un desiderio profondo di condividere il patrimonio della fede che ci unisce e le esperienze anche di fatica, di difficoltà e di sofferenza che stanno segnando la vita di molte Chiese, non esclusa quella cattolica, la volontà di unire le forze per un impegno comune sempre più deciso per tutto il mondo e quasi il bisogno, per un Papa giudicato da molti poco sensibile ai temi ecumenici e granitico difensore dell’ortodossia cattolica, di far sentire invece la sua passione e la sua dedizione anche alla causa dell’unità. C’è una specie di denominatore comune in queste visite che si ritrova nell’umiltà con cui Benedetto XVI si è accostato a ogni comunità, presentandosi come il rappresentante di una Chiesa sorella delle altre nell’affrontare le sfide della secolarizzazione, del relativismo, del materialismo e del conformismo, nel riconoscere le colpe e nell’avere il coraggio di chiedere perdono. E altrettanto comune è la sincera ammirazione che si legge nelle reazioni di chi si è accostato a lui e ha incontrato sì il Papa di Roma, ma soprattutto un uomo di Dio al servizio degli altri uomini, pacato e fermo nell’affermare le verità in cui crede, ma consapevole che ben poco gli uomini possono fare senza un aiuto che viene dall’alto e preoccupato di sottolineare che accanto al dovere di lavorare per l’unità, oggi ogni credente ne ha un altro altrettanto urgente e irrinunciabile, quello di testimoniare Dio al nostro mondo, sempre più distratto o ostile. Una volta di più, un compito per tutti da vivere con “evangelico realismo”come egli ha detto nell’Abbazia di Westminster, con la certezza che non siamo soli.

I ricercatori scrivono al Ministro Mentre la riforma dell’Università è bloccata alla Camera, in attesa che si chiuda la sessione di bilancio e si trovino i fondi per garantire la copertura finanziaria del provvedimento, i ricercatori in tutta Italia si stanno astenendo dalla didattica, oppure stanno sperimentando modalità alternative d’insegnamento. A Brescia, dopo due settimane di protesta a fine settembre, i ricercatori sono tornati in aula, ma hanno diffuso un documento nel quale presentano la propria posizione sulla riforma Gelmini e sulla situazione dell’ateneo statale cittadino. Per la parte nazionale, i ricercatori bresciani auspicano che venga risolto al più presto “il nodo del blocco degli scatti d’anzianità che penalizza ingiustificatamente ricercatori già sottoposti a inquadramenti stipendiali indecorosi”. Ci si augura anche che vengano riviste “le attuali regole del turn-over, in modo da favorire una pianificazione ragionevole del rapporto tra nuove posizioni di professore di seconda fascia e nuovi ricercatori a tempo determinato previsti dalla riforma”. A livello locale, vengono affrontate tre questioni: la programmazione di medio-lungo periodo dello sviluppo del personale docente, il bilanciamento tra attività didattica e di ricerca, la rappresentanza dei ricercatori negli organi d’ateneo. In merito al primo aspetto, i ricercatori chiedono di affrontare “il problema di una programmazione dello sviluppo del personale docente in modo da gestire in maniera trasparente, condivisa e strategica il percorso di crescita delle proprie competenze interne”. Sul rapporto tra didattica e ricerca, i ricercatori bresciani auspichino che si realizzi un “bilanciamento virtuoso tra le due attività per realizzare una politica chiara di supporto organizzativo e di incentivi/ricompense che consenta ai ricercatori di produrre ricerca di qualità”. Infine si chiede di affrontare “prima del processo di revisione dello Statuto, il problema della rappresentanza dei ricercatori nei vari organi d’ateneo, in modo da impedire che metà dell’attuale corpo docente sia escluso dagli organi decisionali”. Questioni non di poco conto che finiscono subito sull’agenda del nuovo Rettore. Dal primo novembre infatti Augusto Preti è andato in pensione, e al suo posto è subentrato Sergio Pecorelli, ordinario di Ginecologia. A lui sarà affidato il compito di traghettare l’ateneo bresciano oltre la riforma e di gestire le problematiche connesse a temi sempre scottanti quali il taglio dei finanziamenti, la gestione del turn-over e l’assegnazione degli incarichi di docenza ai ricercatori. Soltanto percorrendo la strada della condivisione e della partecipazione si potrà costruire un futuro più sostenibile per tutte le componenti dell’ateneo.

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LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Società La protesta degli immigrati a Brescia

Sempre dalla parte della giustizia Vicina a chi non vede rispettati i suoi diritti, ma anche critica verso chi incita alla protesta: questa la “voce” della Curia disposta alla mediazione

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Qualcuno ha chiesto l’intervento della Chiesa bresciana e questo non si è fatta attendere. C’è da capire se le parole e le iniziative che la curia diocesana ha affidato a p. Mario Toffari, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, abbiano dato una risposta alle attese di chi andava invocando un intervento “ex cathedra”. La Chiesa bresciana non solo ha fatto sentire la sua voce, ma si è pure resa protagonista di una iniziatva di mediazione per altro rigettata dai diretti interessati. Per inquadrare la vicenda è opportuno, però, fare un passo indietro. Brescia era

a cura di Massimo Venturelli

teatro già da qualche settimana di una protesta di qualche centinaio di lavoratori extracomunitari che avevano guardato con speranza alla possibilità concessa nel settembre 2009 dal ministero degli Interni per l’emersione dal lavoro irregolare di colf e badanti. Pagando cifre tutt’altro che simboliche avevano trovato datori di lavoro che, dichiarando il falso, certificassero il loro status di collaboratori familiari o di badanti. Molte delle domande presentate in questo modo sono state però rigettate e la decisione ha scatenato la protesta. Gli immigrati, sostenuti da

alcuni comitati bresciani, hanno dato vita a un presidio permamente davanti agli uffici della Questura in via Lupi di Toscana a Brescia e a manifestazioni pubbliche e cortei. Il 30 ottobre scorso si è tenuto un corteo non autorizzato che ha fatto registrare tafferugli con le forze dell’ordine e che ha avuto un epilogo eclatante: otto immigrati sono saliti sulla gru che campeggia nel cantiere della metropolitana in San Faustino. Tra gli interventi richiesti da chi si è schierato con i dimostranti c’era anche quello della Curia. È stato p. Toffari, come già ricordato, a farsi portavoce della posizione della Chiesa bresciana. “C’è stata una regolarizzazione di colf e badanti che in origine sembrava poter essere utilizzata anche da quegli immigrati incorsi in un decreto di espulsione perché trovati senza permessi di soggiorno − afferma il direttore dell’Ufficio migranti −. Una circolare successiva decretava l’infondatezza dell’ipotesi. Questa decisione ha spiazzato molti immigrati che avevano sperato in questa sorta di sanatoria”. Per altro p. Mario Toffari e i suoi collaboratori avevano più volte sottolineato che l’iniziativa mini-

Le reazioni

steriale era stata pensata unicamente per colf e badanti e che sbagliava chi illudeva i lavoratori che non appartenevano a queste categorie. 1700 stranieri che già lavoravano non hanno ottenuto l’agognato permesso di soggiorno. Di qui tutta la serie di proteste culminate con la protesta sulla gru. Una scelta che p. Toffari critica senza mezzi termini, così come critica chi ha incitato gli immigrati a forme di manifestazioni che violino la legge o i diritti altrui. Il direttore dell’Ufficio migranti, intervenendo al tavolo istituzionalie per l’ordine pubblico e la sicurezza ha manifestato la disponibilità della Chiesa bresciana a una mediazione. La disponibilità è stata accolta tanto dalle istituzioni, Comune in testa che ha dichiarato la disponibilità a mettere a disposiziome degli immigrati un luogo pubblico in cui continuare il loro presidio, che da Cgil e Cisl. P.Toffari è salito così sulla gru, ma i manifestanti hanno rigettato la mediazione. Hanno ringraziato la Chiesa bresciana, ma hanno ribadito l’intenzione di chiedere il permesso di soggiorno per tutti. La protesta, insomma, continua a oltranza con esiti incerti. di Adriano Bianchi

Sostenere le proprie ragioni nel rispetto di norme di convivenza civile Sulla protesta che un gruppo di immigrati sta conducendo a Brescia si sta giocando una partita più ampia rispetto alla rivendicazione, per altro comprensibile, di chi chiede di poter lavorare regolarmente nel Paese. La partita in corso sembra essere quella tra chi sostiene che tutte le cause possono essere sostenute purché fondate e nel pieno rispetto delle leggi e chi, al contrario, sostiene che in nome di un obiettivo si possano mettere in atto comportamenti che vanno al di là delle norme e del rispetto delle regole di convivenza civile. Nei giorni che hanno fatto seguito alla provocatoria ascesa sulla gru del cantiere della metropolitana in San Faustino di un gruppo di immigrati non sono mancate le critiche nei confronti di quelle realtà locali che spingono a questi e ad altri gesti che spesso vanno al di la del normale diritto alla protesta. Lo stesso p. Mario Toffari, direttore dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, non ha mancato di sottolinea-

re questo aspetto. “Siamo contrari − ha affermato parlando anche a nome della Curia diocesana − a qualsiasi forma di manifestazione che violi la legge o i diritti altrui”. Da qui è partito anche Renato Zaltieri, segretartio generale della Cisl di Brescia. “Rivendichiamo il diritto di tutti a manifestare − ha affermato − ma all’interno delle regole della convivenza civile”. Zaltieri ha definito un gravissimo errore, che ha precisi responsabili, svolgere la manifestazione del 30 ottobre scorso che non era autorizzata. Per il Segretario generale della Cisl di Brescia è stata una forzatura contro tutta la città. “Come Cisl − ha continuato − andiamo sostenendo da tempo che è un errore continuare a portare in piazza manifestazioni di immigrati in quanto si crea una frattura con i cittadini bresciani, verso i quali vanno messe in campo iniziative di informazione per far comprendere loro i problemi e le ingiustizie che gravano su queste persone”. Per Zaltieri, come per

molte altre realtà, le risposte e le soluzioni ai problemi degli immigrati sono da ricercare nei tavoli di dialogo e in occasione di discussione. “L’immigrazione − ha continuato Zaltieri − non può e non deve essere usata cine argomento di scontro politico nel Paese e a Brescia in quanto di mezzo ci sono le persone”. La situazione degli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno anche per il leader della Cisl bresciana deve comunque essere risolta perché determinata da un provvedimento del Governo che ha aperto la porta a possibili abusi e sotterfugi. La situazione, dunque, deve essere affrontata e risolta nel pieno rispetto della legalità. Per questo Zaltieri, a nome della Cisl, ha chiesto al sindaco Paroli di mettere a disposizione dei manifestanti uno spazio pubblico in cui possano esporre le loro ragioni “in modo civile e rispettoso degli altri”. Al Prefetto, invece, è stato chiesto di istituire un tavolo di confronto tra tutti gli attori della vicenda per trovare soluzioni all’interno delle vigenti disposizioni normative.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Iraq L’attacco alla cattedrale siro-cattolica

Riconciliazione: un percorso di sangue A pochi giorni dalla chiusura del Sinodo per il Medio Oriente un nuovo segnale di grave intolleranza contro le comunità cristiane del Paese

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All’indomani di un’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi dedicata alla Chiesa cattolica in Medio Oriente, la presa di ostaggi e la strage della cattedrale Saydet el-Najat (Nostra Signora del perpetuo soccorso) di Baghdad sono venute a confermare i peggiori timori di alcuni “Padri” dell’assemblea: la regione è − in parte − ormai inospitale per i cristiani e quelli tra loro che decidono di emigrare, compiono una buona scelta. I cristiani, infatti, sono ancora una volta tornati nel mirino in Iraq e questa volta il livello della violenza ha toccato punte fino ad oggi mai raggiunte. Uomini armati, definitisi membri del gruppo dello Stato islamico dell’Iraq, organizzazione legata ad Al Qaeda, verso le 18.30 del 31 ottobre, sono penetrati dentro la chiesa siro cattolica di Nostra Signora del perpetuo soccorso a Baghdad prendendo in ostaggio decine di fedeli che assistevano alla messa e al-

La cattedrale di Nostra Signora del perpetuo soccorso

Le reazioni a cura di Massimo Venturelli

cuni sacerdoti. Il commando, in una telefonata all’emittente televisiva “AlBaghdadiya”, ha chiesto il rilascio di tutti i prigionieri di Al Qaeda in Iraq e in Egitto. Quella che doveva essere una veglia di preghiera si è trasformata in una domenica di sangue L’attacco, purtroppo, si è trasformato in una carneficina. La cattedrale è stata trasformata in un vero e proprio campo di battaglia. Al momento dell’irruzione del comando terrorista nella chiesa erano riunite in preghiera molte persone. Alcune sono riuscite a fuggire. per le altre non c’è stato scampo. Fonti della sicurezza parlano di oltre 50 morti, di cui sette donne e cinque bambini, e circa 80 feriti. Tra loro anche due preti freddati dai terroristi poco dopo l’irruzione nella chiesa. Il bilancio, purtroppo, pare destinato a salire per le gravissime condizioni in cui versano molti dei feriti. Fra le vittime dell’attacco terroristico i già citati sacerdo-

ti di rito siro-cattolico che, secondo le prime ricostruzioni, si sarebbero adoperati per la sicurezza degli ostaggi. Si tratta di Thaer al-Abdale di 32 anni e di Wassim Sobaih, di 29, uccisi dai terroristi dopo la loro irruzione in cattedrale. Un terzo sacerdote risulta poi tra i feriti più gravi. La loro barbara uccisione aumenta il già lungo elenco di sacerdoti assassinati in Iraq. A porre fine all’attacco è stato un blitz delle forze dell’ordine irachene coordinato dal generale Ali Ibrahim, il comandante della polizia federale nella zona sudorientale della capitale irachena. Per mons. Georges Casmoussa, vescovo dei siro-cattolici di Mosul, una delle due diocesi di questa antica comunità di fedeli presenti in Iraq, che ha sperimentato sulla sua persona il clima di odio e di intolleranza nei confronti dei cristiani (è stato rapito nel 2005, ndr.), l’attacco terroristico rappresenta l’ennesimo atto intimidatorio lanciato alle minoranze cristiana che vivono nel Paese mediorientale. Il presule, intervistato da “Avvenire”, ha rivolto critiche anche alle autorità irachene che non avrebbero gestito con la dovuta freddezza la situazione di emegenza.

Le vie del demonio Tra i primi a stigmatizzare l’attacco dei terroristi nella chiesa di Nostra Signora del perpetuo soccorso il vicario patriarcale caldeo di Baghdad, mons. Shlemon Warduni che, a Baghdadhope, ha parlato di “una grande sciagura, una cosa ingiusta ed incosciente. Preghiamo perché Dio illumini le menti ed i cuori dei terroristi che dovrebbero pensare al bene della gente, delle proprie famiglie e non seguire queste vie che non sono le vie di Dio ma quelle del demonio”. Come ricordato anche in questa pagina l’attacco terroristico è giunto solo qualche giorni dopo la chiusura in Vaticano del Sinodo per il Medio Oriente. In questa sede era stata più volte ribadita la necessità di pace, riconciliazione e rispetto: parole che, alla luce dell’attentato del 31 ottobre a Baghdad, assumono un significato profetico. Quello dei giorni scorsi è in assoluto il primo attacco diretto ad una chiesa, con presa di ostaggi, in Iraq.

Usa

Per Barack Obama una seconda parte di mandato in salita Nei giorni scorsi si sono tenute negli Stati Uniti le elezioni di metà mandato. A due anni dalla sua elezione alla Casa Bianca il presidente Barack Obama ha dovuto prendere atto di un considerevole calo di consensi. I democratici hanno infatto perso la maggioranza alla Camera e, con fatica, hanno mantenuto il Senato dove comunque hanno visto ridotto il numero dei loro rappresentanti. La crisi economica, insieme ai tabù toccati da Obama, hanno dato vita ad una delle campagne elettorali più volgari degli ultimi decenni. Sono state rivolte accuse all’amministrazione senza capo e coda, come quella che la riforma sanitaria costerebbe miliardi in più nel bilancio federale (quando compone spesa pubblica e privata distribuendo i costi su un numero maggiore di assistiti e rendendola più prevedibile e contenuta del passato). Il movimento del Tea Party ha unito qualunquismo a emotività sotto la guida della ex candidata alla vicepresidenza Sarah Palin, nota per le incredibili gaffe, irrise dai numerosi siti internet dedicati ai “palinism”, icona dell’ignoranza in politica.

In una campagna elettorale che ha parlato più alla pancia che alle intelligenze e ai cuori, Obama tutto sommato è andato meglio di quanto fosse stato pronosticato. Ha perduto la Camera, è vero, ma non il Senato, con un risultato migliore di quanto avvenuto in passato quando le elezioni di “mid term” bilanciavano il potere del Presidente dando la maggioranza al partito di opposizione. E non sono mancate, nella sconfitta, successi democratici rilevanti, come quello in California per il dopo-Schwarzenegger o di Cuomo a New York. Ora si avviano i due anni finali del primo mandato di Obama. Troverà un Paese più diviso, ma i primi risultati della riforma sanitaria e, speriamo, la ripresa economica potrebbero essere occasione di ricomposizione. Non a caso il primo gesto del presidente Obama a risultati acquisiti è stato quello di chiamare John Boehner, nuovo speaker repubblicano della Camera, per chiedere il massimo della collaborazione all’assemblea per condurre il Paese fuori dalle difficoltà in cui ancora si trova.


Popoli e continenti Europa

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Rom Il Vescovo dalle pagine di “Missione oggi”

Se l’espulsione alimenta la paura Mons. Monari commenta in un articolo della rivista saveriana le recenti decisioni assunte da Sarkozy in Francia

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“La Francia è un grande Paese, con una storia lunga, complessa e nobile, con una cultura sofisticata, che non teme confronti. Ha conosciuto la gloria e l’umiliazione, la violenza e la ribellione; ha dato al mondo alcuni dei messaggi più ricchi di umanità e più forti di passione; basta pensare alla triade: libertà, uguaglianza, fraternità. Per questo la decisione di espellere i rom è motivo di sorpresa e di timore”. Così il vescovo Luciano Monari commenta, dalle pagine della rivista saveriana “Missione oggi”, la decisione di Parigi di espellere dai propri confini centinaia di rom. “Davvero – si domanda il Vescovo – le carovane rom costituiscono un elemento in grado di squinternare la società francese? Davvero la Francia deve temere da parte di questi nomadi?”. “Per secoli – è un’altra costatazione che mons. Monari affida alle pagine di “Missione oggi” di ottobre – questi calderai hanno fatto parte del

a cura di Massimo Venturelli

nostro paesaggio umano; perché oggi tutto sembra diventato più difficile?” Il Vescovo non si nasconde dietro un dito: i cittadini guardano con un certo fastidio a chi pratica uno stile di vita disordinato. Ma tutto ciò, è un’altra domanda del Vescovo, giustifica l’espulsione e aumenta la sicurezza delle città? “Ne dubito – è la sua risposta –; temo piuttosto che questo tipo di scelte trasmetta un messaggio negativo e finisca per rendere la vita di tutti più difficile”, per una serie di motivi che mons. Monari passa in rassegna. Pretendere di rendere la società perfettamente “cartesiana” e cioè chiara e distinta eliminando tutto ciò che è oscuro e confuso è per il Vescovo una pura illusione. “L’uomo – afferma – non è un’idea e la società non è un artefatto; noi ci portiamo dentro anche pulsioni oscure e desideri illogici. Dobbiamo cercare di conoscerli e di controllarli; ma non possiamo ta-

gliarli via con un colpo d’accetta”. Voler eliminare tutti i “marginali” con la convinzione che la vita di quelli che rimangono diventerà più compatta è, anche in questo caso, illusione; “è ideologia – scrive ancora il vescovo Monari – cioè pensiero prodotto dal desiderio non dall’attenzione alla realtà; è fuga nell’utopia astratta rinunciando a costruire con fatica il futuro a partire dalla realtà presente”. Quello del Vescovo, però, non è buonismo allo stato puro. Anche per Mons. Monari, che lo scrive su “Missione oggi”, “è chiaro che il livello dei marginali non può superare una soglia critica oltre la quale l’emarginazione produce confusione sociale”. È questo, per il Vescovo, il nodo della questione: davvero il numero dei nomadi e il loro stile di vita è destabilizzante per una società? (nel caso specifico quella francese, ma potrebbe essere tranquillamente anche quella italiana o di qualsiasi altro Paese europeo). “È questo che – per mons. Monari – appare sorprendente: dopo secoli di pensiero e di fatica per costruire una società solida, bastano alcune migliaia di marginali perché l’equilibrio si spezzi e la gente si senta impaurita. Abbiamo creato una socie-

tà ricca di beni e di possibilità, di storia e di cultura, ma nello stesso tempo una società rigida, che non riesce a integrare stili di vita difformi”. Quello che arriva dalla Francia non è per il vescovo Monari, un bel segnale.“Quando si espelle qualcuno dal circolo della società attiva – è il suo pensiero – diventiamo tutti un poco meno liberi; l’immaginazione si restringe, abbiamo uno stimolo in meno per riflettere sui nostri stili di vita e scegliere. E abbiamo anche più paura” Più volte, da quando è giunto a Brescia, mons. Luciano Monari, è stato “tirato per la giacchetta” su un tema tanto delicato come quello della presenza e della permanenza dei rom anche nel Bresciano. Non si è mai fatto trascinare in polemiche facilmente strumentalizzabili. Ha scelto, invece, una ribalta particolare, ma non per questo meno importante, come può esserlo una rivista missionaria per esprimere senza riserve il suo pensiero chiaro su una questione che rischia di incidere pensantemente sulla tenuta di una comunità che spesso spera di trovare nelle parole del suo Vescovo il tacito consenso a posizioni che sono assolutamente di parte.

Unione europea

Una maggiore tutela per i diritti dei cittadini Assicurare che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea sia attuata di fatto in tutti i Paesi per tutelare i 500 milioni di cittadini europei. Con l’entrata in vigore, da quasi un anno ormai, del Trattato di Lisbona, la Carta è diventata vincolante per tutti i Paesi Ue, e la Commissione europea ha appena lanciato un piano d’azione per garantire la conformità di tutte le leggi dell’Unione con la Carta a ogni livello del processo legislativo. I cittadini saranno informati regolarmente sui progressi realizzati nell’applicazione della Carta. La Carta europea non tutela soltanto i diritti “classici” dei cittadini in settori come la giustizia, la libertà o la dignità. Si tratta di un testo moderno, in cui compaiono anche diritti fondamentali quali la protezione dei dati, le garanzie sulla bioetica o il diritto a un’amministrazione pubblica trasparente. “La Carta – ha dichiarato Viviane Reding, responsabile europea per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza − deve orientare tutte le politiche dell’Unione. La Commissione europea controllerà con grande cura che la Carta sia rispettata in tutte le proposte di atti

legislativi dell’Ue, in ogni singola modifica introdotta dal Consiglio e dal Parlamento europeo e dagli Stati membri nell’attuare il diritto dell’Unione.” La Carta dei diritti fondamentali dell’Ue è stata proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000. Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, nel dicembre 2009, la Carta è divenuta giuridicamente vincolante. Ciò significa che gli atti legislativi dell’Ue che violino i diritti fondamentali garantiti dalla Carta possono essere annullati dalla Corte di Giustizia dell’Ue. La Carta racchiude tutti i diritti che figurano nella Convezione europea dei diritti dell’uomo, più altri diritti e principi che derivano dalle tradizioni costituzionali comuni a tutti gli Stati dell’Ue, dalla giurisprudenza della Corte di giustizia europea e da altri strumenti internazionali. Quali sono le novità introdotte oggi? Prima di tutto le proposte di legge dell’Ue devono rispettare la Carta. Ci sarà una “lista di controllo” per prevenire eventuali violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini. Gli Stati Ue sono vincolati all’osservanza dei diritti fondamentali dalle Costituzioni nazionali.


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Carlo Innocenzo Carloni (Scaria d’Intelvi, 1687–1775) È uno dei maggiori interpreti del Rococò internazionale. attivo anche a Brescia e nel bresciano racchiude nel suo stile leggero l’eleganza della pittura dell’epoca e la propensione all’accentuazione patetica dei temi trattati. “Anime del Purgatorio” (1758). Fraine, Chiesa di San Lorenzo.

Il paradosso di vivere di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Luca (20, 27-38) In quel tempo, si avvicinarono alcuni sadducèi, i quali negano che vi sia risurrezione, e posero a Gesù questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”. Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”.

Crediamo di vivere perché possediamo. Di chi sarà la donna dei sette mariti? Paradosso costruito per negare la risurrezione trasformato da Gesù nella lezione di libertà dei risorti. È la rivoluzione del mondo futuro dove per esistere non saremo costretti a possedere o a essere posseduti, dove i rapporti non saranno di dare e avere ma di dipendenza da Dio. Con questo Gesù non annulla i rapporti nati dall’esperienza terrena, ma li purifica. Togliere l’idea del possedere non è togliere la verità dell’essere in rapporto con gli altri e con le cose. È eliminare il nostro bisogno di esistere solo perché possediamo quello che viviamo. È un concetto difficile che però spiega il modo con il quale trattiamo gli altri e le cose: è solo nel momento nel quale li concepiamo come nostri che diamo a essi un valore. Ma è solo quando li amiamo che essi acquistano un valore indipendente da noi e dal nostro possesso. Anche nella nostra esperienza terrena possiamo intuire quello che sarà, nel momento in cui i nostri rapporti non sono determinati dal possesso ma dall’amore. Perché la dinamica dell’amore costringe a consegnare all’altro la propria libertà e a lasciarsi possedere. Il contrario di quello che succede quando vogliamo avere. Così Gesù ci offre uno spiraglio per capire come sarà nel mondo futuro, nel mondo di Dio: il paradosso di vivere senza il bisogno di possedere e la capacità di essere per l’altro senza la costrizione di averlo. È un’esperienza difficile e difficilmente immaginabile e per questo a noi risulta paradossale e per gli uomini

del tempo di Gesù inspiegabile. Di chi sarà la donna dei sette mariti? Di tutti e di nessuno, perché tutti l’hanno avuta. Ma dall’altra parte il legame unico che reggerà è quello dell’amore e dell’essere solo in questa dimensione. Essere come angeli di Dio significa allora non totale spersonalizzazione e perdita del senso di quello che si è vissuto, ma essere proprio come gli angeli di Dio il cui unico legame è quello della perfetta libertà di amore verso Dio. L’un l’altro così. Ed è su questo che Gesù fonda la plausibilità e la verità della risurrezione: se si immagina il mondo futuro secondo la dinamica del possesso l’idea della risurrezione è una favola illogica. Se si vede nella prospettiva della libertà e dell’amore allora quello che è paradossale per noi non lo è in quella dimensione dove l’amore non è più esclusivo (e di possesso) ma inclusivo (e di apertura) e segna una continuità che va al di là del tempo, come la promessa di Dio. È per questo che Gesù torna all’inizio della storia di Israele e ai patriarchi. E da quel remoto passato fa giungere la luce sul presente e sul futuro indicando come la promessa di Dio è sempre presente perché nel mondo futuro nulla si perde e tutto è in Dio. Così il rapporto con Dio è un eterno presente proprio perché è una promessa che si mantiene e indica il futuro perché sigilla un rapporto con Dio che non avrà fine. Così, in questo amore che non può finire, si capisce la necessità della risurrezione: non una costruzione per consolarci ma la necessità di un Dio che insegna ad amare dall’eternità e per l’eternità.


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Benedetto XVI La festa dei Santi e i martiri di Bagdad

Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it

Invocare dal Cielo la pace in terra

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a cura di Lucio Corbò

“La solennità di Tutti i Santi ci invita ad innalzare lo sguardo al Cielo e a meditare sulla pienezza della vita divina che ci attende”. Lo ha detto Benedetto XVI, prima di recitare l’Angelus con i pellegrini giunti in piazza San Pietro malgrado la pioggia, in occasione della festa di Ognissanti. Richiamando le parole dell’evangelista Giovanni “Siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato”, il Papa ha sottolineato che con esse l’apostolo “ci assicura la realtà del nostro profondo legame con Dio, come pure la certezza della nostra sorte futura. Come figli amati, perciò, riceviamo anche la grazia per sopportare le prove di questa esistenza terrena – la fame e sete di giustizia, le incomprensioni, le persecuzioni – e, nel contempo, ereditiamo fin da ora ciò che è promesso nelle beatitudini evangeliche, ‘nelle quali risplende la nuova immagine del mondo e dell’uomo che Gesù inaugura’”. “La santità, imprimere Cristo in se stessi, è lo scopo di vita del cristiano”, ha ricordato il Santo Padre. Non a caso, il beato Antonio Rosmini scriveva: “Il Verbo aveva impresso se stesso nelle anime dei suoi discepoli col suo aspetto sensibile … e con le sue parole … aveva dato ai suoi quella grazia … con la quale l’anima percepisce immediatamente il Verbo”.

“E noi – ha commentato il Pontefice – pregustiamo il dono e la bellezza della santità ogni volta che partecipiamo alla liturgia eucaristica, in comunione con la ‘moltitudine immensa’ degli spiriti beati, che in Cielo acclamano in eterno la salvezza di Dio e dell’Agnello”. “Alla vita dei Santi – ha precisato Benedetto XVI – non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere e operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino”. “Consolati da questa comunione della grande famiglia dei santi, domani commemoreremo tutti i fedeli defunti – ha aggiunto il Papa –. La liturgia del 2 novembre e il pio esercizio di visitare i cimiteri ci ricordano che la morte cristiana fa parte del cammino di assimilazione a Dio e scomparirà quando Dio sarà tutto in tutti”. La separazione dagli affetti terreni “è certo dolorosa – ha ammesso il Santo Padre –, ma non dobbiamo temerla, perché essa, accompagnata dalla preghiera di suffragio della Chiesa, non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo”. L’eternità, ha evidenziato il Pontefice, non è “un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità”. Alla Vergine Maria, “guida sicura alla santità”, Benedetto XVI ha affidato “il nostro pellegrinaggio verso la patria celeste”, invocando “la sua materna intercessione per il riposo eterno di tutti i nostri fratel-

È morto a Torino il 1° novembre

Mons. Franco Peradotto, sacerdote e giornalista esemplare Si è spento all’alba del 1° novembre, festa d’Ognissanti, a Torino mons. Franco Peradotto, per oltre 30 anni direttore della “Voce del popolo” di Torino e primo presidente, dal 1968 al 1980, della Federazione italiana dei settimanali cattolici (Fisc), della quale fu tra i fondatori. Nato nel 1928 a Cuorgnè (Torino), venne ordinato sacerdote dal card. Fossati nel 1951. È stato rettore del santuario della Consolata fino al 2006, quando venne ospitato al Cottolengo di Torino. Giornalista professionista, scrisse per il quotidiano cattolico “L’Italia”; dal 1968 al 1996

è stato direttore del settimanale diocesano “La voce del popolo” di Torino; ha collaborato tra l’altro con “Il nostro tempo” e “Famiglia cristiana”. È stato uno dei protagonisti della vita ecclesiale e civile torinese, grazie soprattutto all’impegno diffuso nella conoscenza del Concilio. Nel 2003 è stato insignito del premio “Torinese dell’anno” e nel 2006 ha ricevuto la cittadinanza onoraria del capoluogo piemontese. I funerali sono stati celebrati mercoledì 3 novembre nel Duomo di Torino dall’arcivescovo, card. Severino Poletto.

li e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione”. Dopo la recita dell’Angelus, il Papa ha rivolto un pensiero all’attualità: “Ieri sera, in un gravissimo attentato nella cattedrale siro-cattolica di Bagdad, ci sono state decine di morti e feriti, fra i quali due sacerdoti e un gruppo di fedeli riuniti per la Santa Messa domenicale”. Il Santo Padre ha pregato “per le vittime di questa assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi, raccolte nella casa di Dio, che è casa di amore e di riconciliazione” e ha espresso la sua “affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita”, incoraggiando “pastori e fedeli tutti a essere forti e saldi nella speranza”. Le parole del Pontefice giungono dopo che il viceministro dell’Interno ha aggiornato il precedente bilancio del blitz che parlava di una trentina di vittime. Ora si contano 52 morti e 67 feriti tra ostaggi, soldati iracheni e terroristi. Un bilancio che rischia di aggravarsi a causa di diversi feriti gravi. Tra le vittime anche cinque donne e sette bambini che, secondo testimoni oculari, stavano cantando mentre è avvenuto l’attacco. “Davanti agli efferati episodi di violenza, che continuano a dilaniare le popolazioni del Medio Oriente – ha esortato il Pontefice –, vorrei infine rinnovare il mio accorato appello per la pace: essa è dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali. Tutti uniscano le loro forze affinché termini ogni violenza!”.


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Ecclesia Chiesa bresciana

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Acr Incontro con il Papa

Diventiamo grandi insieme 100mila ragazzi hanno vissuto un’esperienza di vita, dimostrando che non vogliono mediocrità o adattamenti, ma sogni e voli alti

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L’esortazione a vivere “un amore impegnativo e autentico” che “certo, costa anche sacrificio”, ma è “l’unico che dà in fin dei conti la vera gioia”. L’ha rivolta sabato 30 ottobre Benedetto XVI ai 100mila ragazzi e giovanissimi di Azione cattolica, convenuti a Roma da tutta Italia con 10mila educatori, genitori, sacerdoti e una cinquantina di Vescovi per incontrarlo in piazza San Pietro e dialogare con lui all’insegna dello slogan “C’è di più. Diventiamo grandi insieme”. “Voi non dovete adattarvi a un amore ridotto a merce di scambio da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza” ha ammonito il Papa rispondendo alla sedicenne Anna Bulgarelli di Carpi che gli aveva chiesto: “Come imparare ad amare?”. “Molto ‘amore’ proposto dai media e da internet

di Silvia Mangiavini

– ha spiegato Benedetto XVI – non è amore, ma egoismo, chiusura, vi dà l’illusione di un momento, non vi rende felici e non vi fa grandi, ma vi lega come una catena che soffoca gli slanci veri del cuore”. Secondo il Papa, inoltre, solo se si è capaci di autentico amore si diventa grandi: “Nell’adolescenza ci si ferma davanti allo specchio e ci si accorge che si sta cambiando. Ma fino a quando si continua a guardare se stessi, non si diventa mai grandi! Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere la verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, se siete capaci di amare”. “Giovanissimi di Azione cattolica – ha esortato ancora il Pontefice – aspirate a mete grandi,

Benedetto XVI tra i ragazzi in piazza San Pietro

perché Dio ve ne dà la forza”. L’incontro con papa Benedetto è stato emozionante. Il Papa ha dedicato ai presenti un’intera ora, ha attraversato la piazza a lungo, passando in mezzo ai ragazzi, e poi ha ascoltato alcune domande che sono state preparate per lui e ha risposto, cercando il dialogo con quella piazza strapiena che lo attendeva. Sicuramente i ragazzi non scorderanno questo importante incontro, come anche la lunga (e faticosa) camminata fino a piazza di Siena e a piazza del Popolo per la festa del pomeriggio: un fiume infinito di persone ha attraversato la città per riversarsi nelle due piazze dove l’attendevano due immensi palchi dedicati ai ragazzi, per animare la festa e farli divertire. Il corteo era talmente lungo che alcuni sono arrivati quando la festa ormai volgeva al termine. Emozionante la vista dal Pincio su piazza del Popolo completamente piena di adolescenti festanti; e piazza di Siena piena di bambini che ballavano e cantavano a squarciagola. Alla fine, però, la festa si è

conclusa e i ragazzi bresciani sono rientrati nelle parrocchie della diocesi di Bracciano, che li ospitavano, … stanchi morti, ma felici dell’avventura che avevano vissuto. La domenica un’altra festa li aspettava a Campi Bisenzio (Fi), tutta per i bresciani, che hanno voluto ritrovarsi insieme, sulla via del ritorno a casa, per poter rendere grazie a Dio per le fantastiche giornate vissute. Tutti sono tornati a casa stanchi, ma arricchiti da un’esperienza eccezionale. A volte si rischia di dimenticare che l’Ac non è chiusa nei confini della parrocchia o della diocesi. Sono questi i momenti che fanno capire ai ragazzi e agli adulti quanti sono in Italia e che ricordano a tutti che non sono soli, ma fanno parte di una grande associazione. Durante il viaggio di ritorno, ho chiesto ai bambini del mio gruppo cosa pensavano della festa. I loro ricordi più vividi sono per la camminata attraverso Roma; malgrado la fatica e la stanchezza il giudizio era unanime: è stato bellissimo.

Mons. Marcelo Sanchez Sorondo all’Università cattolica

La verità della scienza per la giustizia e la pace Uno degli argomenti più centrali nel dibattito culturale attuale è quello sulla scienza moderna, di matrice galileiana, e sulle sue influenze sull’esistenza umana. A tale questione è stata dedicata la conferenza di mons. Marcelo Sanchez Sorondo, presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Brescia, il 22 ottobre scorso, dal titolo: “La verità della scienza per la giustizia e la pace”. Secondo mons. Sorondo, i testi più illuminanti a tale riguardo sono quelli di Paolo VI, che sottolinea il significato positivo della scienza, che indaga il reale per capirne la struttura intima. Infatti, cos’è la scienza? Essa non è solo un insieme di ipotesi, ma tocca le verità naturali, che sono insite nel mondo visibile. La scienza, secondo il relatore, deve contribuire alla ricerca della verità, che non è monopolio solo della filosofia. Anzi, la ricerca scientifica presenta delle peculiarità proprie, che sono centrali nello studio della realtà: l’osservazio-

ne dei fenomeni, la “scoperta” di nuovi elementi, la sperimentazione. Certo, la scienza della natura vuole capire i fondamenti del reale, però non può conoscerne i principi primi, il “centro” dei processi naturali: essa deve limitarsi a cogliere le leggi dei fenomeni. La ricerca scientifica procede per penetrare sempre di più nelle leggi della natura, cercando di interpretarle, di capirne il senso. Il suo compito più nobile è proprio quello, come dice Galileo, di leggere il libro della natura, di comprenderlo, ma, soprattutto, di rispettarlo. Quando, invece, la ricerca vuole manipolare, violentare la natura, essa va incontro a un conflitto con la stessa, che si ribella e “rigetta” gli esperimenti scientifici. In questo senso, emerge il rapporto tra scienza e giustizia, per cui la ricerca scientifica ha il compito di capire le leggi naturali, di rispettarle, nell’ambito di una comunità umana che vuole avanzare sul piano del sapere. La

scienza, allora, ha delle enormi responsabilità, perché deve procedere, tenendo presenti i propri limiti, che devono fermarla, là, dove le leggi di natura non possono essere violate. Jonas indica l’etica della responsabilità, in cui l’uomo deve sempre avere coscienza di ciò che fa e degli effetti della sua azione. L’uomo, nella sua interiorità, ha una coscienza, che gli fa capire il bene e il male. Tale coscienza del bene precede la scienza e, quindi, può guidarla. Il messaggio finale del discorso di mons. Sorondo, che richiama i principi basilari della Pontificia accademia delle scienze della Santa Sede, è che la scienza, fondata dalla verità, dalla giustizia, dal bene, è una ricerca dalle potenzialità enormemente positive; invece, la scienza che voglia prescindere dal rispetto di quei valori, può diventare causa di declino della civiltà o, addirittura, di mortificazione dell’umanità. (Giovanni Formichella)


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

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Si riunisce il 17 novembre

Il nuovo Consiglio presbiterale

Un villaggio del Togo

San Martino Raccolta solidale

I

Per i bambini del Togo

Il maltempo di questi giorni e le prime avvisaglie di un freddo pungente sono segno dell’inverno che arriva: giorni che richiamano a ognuno il desiderio e la comodità della casa e che ricordano i traslochi degli agricoltori delle nostre pianure (non più di cinquant’anni fa). Sono i giorni di San Martino, che dalla vicenda del Santo di Tours aprono anche a un’attenzione di carità indirizzata ai più deboli. La storia del Santo narra, infatti, che l’ufficiale romano tagliò il proprio mantello per donarlo a un povero infreddolito. Da molti anni, l’iniziativa di carità diocesana legata all’11 novembre e alla memoria del Santo, si svolge negli oratori, con la “Raccolta di San Martino”, una raccolta di indumenti in buono stato, il cui ricavato viene devoluto a un progetto significativo nel terzo mondo. Il progetto sostenuto quest’anno, in collaborazione con la Caritas diocesana, prevede la costruzione di un dispensario per le donne e i bambini di Dakrokonsou, un insieme di sette villaggi, con circa 6000 abitanti, che si trova 260 km a nord di Lomè, la capitale del Togo.

La popolazione di questi villaggi vive di un’agricoltura di sussistenza, non esiste alcun tipo di trasporto pubblico ma dispone di tre scuole elementari cattoliche, con circa 800 bambini frequentanti. La maggioranza della popolazione è cattolica e sono presenti cinque religiosi: due sacerdoti, un frate e due suore e una bella chiesa. Il più grave problema di Dakrokonsou è l’assenza di un centro sanitario o di un dispensario. Il più vicino si trova a Akaba a otto km. La situazione sanitaria è drammatica: si muore facilmente di malattie come la malaria o la diarrea, molto comuni in Africa. Il Centro socio-medicale di Dakrokonsou che si intende costruire potrà ricevere soprattutto le donne per sessioni di formazione sanitaria, per indicazioni sulla nutrizione, per la prevenzione materna e infantile non solo di Dakrokonsou ma anche degli altri villaggi vicini. Nelle parrocchie e negli oratori bresciani è già iniziata la distribuzione dei “sacchetti gialli” nei quali porre gli indumenti che verranno raccolti da volontari e portati in uno dei 27 centri raccolta sparsi sul territorio diocesano. La raccolta vera e propria di abiti, indumenti, scarpe e borse avverrà sabato 13 novembre. Un modo semplice, che tutti possono compiere, per far rivivere un gesto antico di solidarietà.

Con suo decreto del 25 ottobre scorso mons. Vescovo ha costituito il nuovo Consiglio presbiterale per il quinquennio 2010-2015, che risulta così composto: Membri in ragione del loro incarico: mons. Monari Luciano, vescovo; mons. Mascher Gianfranco, vicario generale; mons. Polvara Cesare, pro vicario generale; mons. Orsatti Mauro, vicario episcopale per la vita consacrata; mons. Tononi Renato, vicario episcopale per i laici e la pastorale; mons. Bracchi Luigi, vicario episcopale per il clero; mons. Delaidelli Aldo, vicario episcopale per il clero; mons. Gorni Italo, vicario episcopale per il clero; mons. Corbelli Francesco, vicario episcopale per il clero; mons. Bresciani Carlo, rettore del Seminario. Membri eletti dal clero per ciascuna zona pastorale: don Zani Giacomo, vicario zona I; don Mariotti Aldo, vicario zona II; don Vezzoli Danilo, vicario zona III; don Turla Ermanno, vicario zona IV; don Baronio Giuliano, vicario zona V; mons. Chiari Gian Mario, vicario zona VI; don Anni Angelo, vicario zona VII; mons. Verzeletti Rosario, vicario zona VIII; don Amidani Domenico vicario zona IX; mons. Clementi Tino, vicario zona X e zona XI; don Macchìna Luciano, vicario zona XII; don Piotto Adolfo, vicario zona XIII; don Bergamaschi Riccardo, vicario zona XIV; don Sottini Roberto, vicario zona XV; don Moro Carlo, vicario zona XVI; don Bogna Giulio, vicario zona XVII; don Martinelli Dino, vicario zona XVIII; don Banderini Gabriele, vicario zona XIX; don Cinghia Alberto, vicario zona XX; don Bazzoli Francesco, vicario zona XXI; don Gatteri Giulio, vicario zona XXII; don Gerbino Gianluca, vicario zona XXIII; don Gaia Luigi, vicario zona XXIV; don Metelli Mario, vicario zona XXV; don Sala Lucio, vicario zona XXVI; don Palamini Giovanni, vicario zona XXVII; don Verzini Cesare, vicario zona XXVIII; don Bianchi Luciano, vicario zona XXIX; don Bagliani Agostino, vicario zona XXX; don Pasini Gualtiero, vicario zona XXXI; mons. Scaratti Alfredo, vicario zona XXXII. Membro eletto dal Capitolo della Cattedrale: mons. Tosi Enrico, presidente Capitolo della Cattedrale. Membri eletti dai presbiteri per i primi dieci anni di ordinazione: don Bosetti Marco, rappresentante classe 1998; don Compiani Marco, rappresentante classe 1999; don Donzelli Manuel, rappresentante classe 2000; don Toninelli Massimo, rappresentante classe 2001; don Picozzi Valentino, rappresentante classe 2002; don Manenti Giovanni, rappresentante classe 2003; don Capoferri Mauro, rappresentante classe 2004; don Cabras Alberto, rappresentante classe 2005; don Gorlani Ettore, rappresentante classe 2006; don Iacomino Marco, rappresentante classe 2007. Membri eletti dalla conferenza diocesana religiosi: padre Cazzago Aldino, religioso (Carmelitani Scalzi); padre Dal Molin Roberto, religioso (Salesiani); padre Ferrari Francesco, religioso (Piamartini); padre Giraldi Franco, religioso (Conventuali); padre Trainotti Mario, religioso (Pavoniani). Membri indicati dal Vescovo: don Donneschi Raffaele, direttore Ufficio missionario; mons. Nassini Angelo, presidente Istituto diocesano sostentamento clero; mons. Nava Giuliano, economo diocesano. Segretario: don Lanzoni Pierantonio, direttore Ufficio organismi ecclesiali di partecipazione. Il Vescovo ha stabilito la prima sessione di lavoro dello stesso Consiglio per: mercoledì 17 novembre dalle ore 9.30 alle ore 16.30, presso il Centro pastorale Paolo VI con il seguente ordine del giorno: ore 9.30 recita dell’Ora media. Presentazione del nuovo Consiglio 2010-2015. Saluto augurale del Vescovo al nuovo Consiglio. Relazione della commissione per il Seminario (mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario) Interventi in assemblea. Ore 11: Pausa. Ore 11.30: presentazione del progetto educativo del Seminario (mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario) Il nuovo progetto di pastorale vocazionale per preadolescenti e adolescenti (don Giovanni Milesi, incaricato per la pastorale vocazionale diocesana dei preadolescenti e adolescenti). Interventi in assemblea. Ore 12.30: Pranzo. Ore 14.30: presentazione del bilancio 2009 della diocesi (mons. Giuliano Nava, economo diocesano) Interventi in assemblea. Varie ed eventuali. Ore 16.30 conclusione. Le successive sessioni del Consiglio sono fissate nelle date: mercoledì 19 gennaio, mercoledì 20 marzo, mercoledì 18 maggio 2011.


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Ecclesia Chiesa bresciana

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Comunicazioni Nelle parrocchie

Promuovere spirito critico e fare opinione Dopo il convegno dei delegati della stampa cattolica e per la giornata diocesana de “La Voce del Popolo”, si rinnova l’impegno

S

di Silvia Zavoli

Sabato 30 ottobre si è svolto, presso il Centro pastorale Paolo VI in Città, l’annuale convegno degli animatori parrocchiali che si dedicano alla diffusione degli strumenti cattolici della comunicazione. La giornata è iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta dal provicario generale Cesare Polvara, che all’omelia ha preso spunto dalle letture bibliche per sottolineare l’importanza di un servizio che deve far conoscere l’amore di Dio che fa piovere sui buoni e sui cattivi. Per questo bisogna essere “voce” che grida anche nel deserto, innanzitutto con la testimonianza della vita, poi anche con gli strumenti. Con il secondo pensiero, tratto dal Vangelo, mons. Polvara si è soffermato sulla virtù dell’umiltà. Spesso possiamo avere la tentazione di considerare difficile l’impegno dell’annuncio, di sentirsi piccola cosa rispetto alle esigenze, ma non bisogna mai cadere nel pessimismo perché non siamo noi, magari con qualche formula magica, a salva-

re il mondo, ma è una persona, è Gesù Cristo. Non abbiamo bisogno di grandi progetti, perché è Lui il nostro progetto. Insieme, nel nome di Gesù, dobbiamo impegnarci a diffondere l’amore con umiltà imparando dall’esempio delle prime comunità cristiane e cogliendo le indicazioni che il Vescovo ha offerto nella Lettera pastorale per l’anno in corso. Usando un’espressione di Giovanni XXIII, il Provicario ha detto che i cristiani devono essere la fontana del villaggio, la sorgente di vita cui tutti possono attingere. Dalla chiesa del Centro, l’incontro è proseguito in una sala accanto, con l’intervento del vescovo Luciano Monari. Ha salutato e ringraziato i partecipanti, osservando che gli strumenti sono piccola cosa, ma possono rendere un grande servizio alla Chiesa e anche alla società. Ha ricordato che il sistema informativo tende a sollevare quotidianamente dei polveroni, che lasciano malessere nella opinione pubblica. Gli strumenti cattolici dovrebbero saper indicare il cammino in un contesto molto confuso. Il Vescovo ha citato i capitoli 12 e 13 dell’Apocalisse per ricordare che Satana scagliato sulla terra, sconfitto ma non domo, ha dato il potere a due bestie, la prima identificabile nel potere politico in senso lato (rappresentato per l’autore

Foto di gruppo con il Vescovo

dall’Impero romano), e la seconda nel potere culturale che serve a giustificare le negatività del potere politico (gli intellettuali organici di Gramsci). Il ruolo dell’informazione cattolica è quello di promuovere un atteggiamento critico, senza avvilirsi, avendo chiaro quello che il Signore ci chiama a fare. Il Vescovo ha poi espresso l’auspicio che tutte le realtà diocesane della comunicazione diventassero una rete interattiva, in cui chi parla (gli operatori) e chi ascolta (la gente) possano confrontarsi e dialogare, per andare oltre la logica delle liti cui spesso si assiste sui mass media in generale. Sono seguiti gli interventi di don Adriano Bianchi, direttore del Cantro diocesano per le comunicazioni sociali e Annachiara Valle, nuova direttrice di “Madre”. Don Bianchi ha sottolineato l’importanza di mantenere i legami con il territorio e ha ricordato che per rispondere a questa esigenza, negli ultimi mesi “Voce” ha messo in cantiere alcuni giornali locali free press (cioè gratuiti) locali. Escono ogni mese “La Voce della Franciacorta”, “La Voce della Valtrompia”, “La Voce della Bassa Bresciana” e ogni tre mesi “La Voce del Garda e Valsabbia”. Quindi ha parlato delle difficoltà create dalla cancellazione delle agevolazioni postali e dei possibili cambiamenti

che ci saranno prossimamente anche per le nuove regole fissate dalle Poste. Ha ricordato l’attività di Radio Voce e il traguardo raggiunto delle 1000 puntate della rubrica tv “La buona notizia”; ha illustrato le novità del sito di Voce. Infine don Bianchi ha sollecitato l’impegno per la giornata diocesana de “La Voce del Popolo” fissata per domenica 7 novembre. Annachiara Valle ha parlato di “Madre” per rivendicare l’importanza di una rivista che non solo conta 122 anni di vita, il periodico femminile più longevo in Italia, ma è anche una presenza solitaria nell’ambito dell’editoria cattolica per quanto riguarda l’attenzione alle donne. La nuova direttrice intende introdurre dei cambiamenti nel segno della continuità, offrendo alle lettrici uno spazio comunitario di libera espressione, avendo come bussola il Vangelo, la dottrina sociale della Chiesa e il Magistero, con uno stile improntato alla laicità (non al laicismo). Annachiara Valle è la prima donna che assume la direzione di “Madre”, dopo la fondatrice Marietta Bianchini e la figlia Angela che la diressero dal 1888 al 1929.La presidente del Consiglio di amministrazione della rivista ha comunicato che la società che gestisce “Madre” ha una nuova composizione sociale.

Eremo di Montecastello

La settimana teologico-pastorale per i sacerdoti Ricordiamo che dal 21 al 26 novembre presso l’Eremo di Montecastello è in programma la settimana teologico-pastorale per i sacerdoti sul tema: “Ministero del presbitero e processi educativi”. Le date e i luoghi: dal 21 al 26 novembre 2010 presso l’Eremo di Montecastello. Segnaliamo i momenti essenziali del programma. Lunedì: Le difficoltà dell’educare oggi. Ore 9 lectio divina su 2Tm 2, 14-26. Ore 9.30 introduzione ai lavori di gruppo; ore 9.45 confronto in gruppo: problemi e difficoltà nell’educazione alla fede delle nuove generazioni. Ore 16 tavola rotonda: problemi e

difficoltà nell’educazione in famiglia e nella scuola. Martedì: Alla ricerca delle cause. Ore 9: lectio divina su Gal 4, 1-11. Ore 10 intervento: Mentalità tecnica e nuova concezione di uomo (prof. Giuseppe Mari). Ore 16 intervento: L’uomo digitale e la frattura educativa (prof. Chiara Giaccardi). Mercoledì: Quali nuove attenzioni educative per il ministero presbiterale? Ore 9: lectio divina su 1Cor 8, 1-13. Ore 9.30 intervento: Libertà, disciplina e testimonianza nel processo educativo (prof. Pier Paolo Triani). Ore 16 intervento: Esigenza di una nuova alleanza educativa (dott.ssa Paola Bignardi).

Giovedì: Quali proposte? Ore 9: lectio divina su Es 12, 24-28 o Es 19, 1-8. Ore 9.30 intervento: Di fronte alle nuove sfide educative, quale formazione è richiesta al presbitero? (prof. don Stefano Guarinelli). Ore 16 confronto in gruppo: tra le molte cose ascoltate su ministero e processi educativi, cosa ritieni più urgente e importante da proporre al presbiterio diocesano? Venerdì: Sintesi propositiva. Ore 9 sintesi delle proposte emerse dai lavori di gruppo; ore 10.30 intervento del Vescovo e confronto in assemblea.Le iscrizioni si ricevono in Curia, al numero telefonico 30.3722229/260.


Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 5 NOVEMBRE 2010 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo Sabato 6 novembre Ore 16.30 – Ponte Zanano – Cresime.

Domenica 7 novembre Ore 10.30 – Carpenedolo – Cresime e prime comunioni.

Da lunedì 8 a giovedì 11 novembre il Vescovo partecipa all’assemblea generale straordinaria della Cei ad Assisi.

Istituti secolari della Lombardia

Convegno sul discernimento

Ufficio vocazioni e tempi dello Spirito

Spiritualità per giovani Dopo l’apertura del percorso in Cattedrale, l’itinerario di spiritualità per giovani “Uno per tutti. L’Unigenito per l’unità di tutti i figli di Dio”, prosegue con la prima tappa zonale, animata dalle équipe locali nelle varie sedi della diocesi. Titolo di questa tappa “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” (Gv 3,121). Per la zona delle città le meditazioni verranno offerte dal vescovo Luciano, venerdì 12 novembre, presso la Basilica di S. Maria delle Grazie alle ore 21 (con accoglienza alle ore 20.45). Collaborano alla realizzazione del percorso l’Ufficio oratori e pastorale giovanile e la pastorale universitaria. Il Vescovo, che per i giovani ha avviato da alcuni anni la scuola di preghiera nei giovedì di Quaresima, si è così reso disponibile in modo particolare per la città anche per le quattro tappe mensili dell’itinerario di spiritualità.

Schede a disposizione delle parrocchie

Per l’approfondimento della “Lumen gentium” Sul sito della diocesi (www.diocesi.brescia.it) sono reperibili alcune schede per l’approfondimento della costituzione conciliare Lumen gentium. Le schede sono presentate dal Vescovo con questo messaggio: “Abbiamo pensato di offrire alle parrocchie – a tutti i sacerdoti e ai laici, soprattutto quelli impegnati nella pastorale – alcune schede che sollecitino e orientino una lettura attenta della costituzione conciliare Lumen gentium. La lettera pastorale che guida il nostro cammino quest’anno, infatti (“siano tutti una cosa sola”) trae la sua origine dall’insegnamento del Concilio e può essere capita appieno solo sullo sfondo del Concilio. È necessario, allora, che i documenti conciliari importanti diventino parte del patrimonio di conoscenze condiviso da tutti i battezzati. Le schede che offriamo sono otto, una per ogni capitolo della costituzione conciliare, e saranno pubblicate mensilmente. Delle schede mandiamo il testo a tutti i parroci perché possa essere facilmente letto e verificato. Nello stesso tempo il testo viene messo su internet in modo che chiunque lo desideri possa trovarlo ed, eventualmente, scaricarlo facendone una copia personale. Naturalmente bisogna che la notizia venga diffusa il più ampiamente possibile; e bisogna anche che i testi del Concilio siano resi accessibili a tutti. Anche per questi testi non è difficile riferirsi a qualche sito internet. Ai preti viene chiesto soprattutto di diffondere la conoscenza dell’iniziativa in tutti i modi possibili; è una forma semplice di vera catechesi”.

Sabato 13 e domenica 14 novembre si svolge a Brescia un convegno di studio organizzato dalla Conferenza italiana degli istituti secolari (Ciis) Lombardia sul tema “Chi cerca, discerne?” traducibile in “Come educare al discernimento la persona che desidera conoscere gli istituti secolari”. Questo il programma: sabato alle ore 9.30 relazione su “Come educare al discernimento la persona che si avvicina agli istituti secolari” (Carmela Tascone). Alle ore 11.30 Testimonianza esperienziale con don Alessandro Tuccinardi, direttore dell’Ufficio vocazioni della diocesi di Brescia. Nel pomeriggio lavori di gruppo e presentazione in aula dei risultati. Domenica 14 novembre alle ore 9.30 relazione su “Come educare al discernimento la persona che si avvicina agli istituti secolari” (mons. Mauro Orsatti, vicario per la vita consacrata). Modera il convegno Maria Rosa Zamboni, coordinatrice regionale Ciis. Il convegno si svolge presso la Casa di spiritualità S. Antonio Ancelle della Carità di via Garzetta in Brescia (tel. 030.2008902). Info: Rosa Navoni – Brescia tel. 03046212 cell. 3334551696 rosanavoni@alice.it - Maria Rosa Zamboni tel. 330764730 mariarosa.zamboni@katamail.com.

Eremo di Montecastello

Esercizi spirituali 2011 Laici 29 aprile-1 maggio e 12-19 agosto con don Dino Capra, direttore dell’Eremo. Lectio divina con Atti degli Apostoli cc 10-11. 7-11 dicembre, con don Dino Capra, direttore dell’Eremo. “Cristo è la nostra pace”, lectio divina con la lettera agli Efesini. 26-30 dicembre, con don Dino Capra, direttore dell’Eremo.“Afferrati da Cristo Gesù”, lectio divina con la lettera ai Filippesi. Giornate per giovani, giovani adulti, coppie di giovani sposi per riscoprire la vita come vocazione. Presbiteri, religiosi e diaconi 6-11 febbraio, con don Pietro Rattin, biblista e parroco a Trento, “Un tesoro in vasi di creta. Esperienze di fede e di ministero in san Paolo”. 19-24 giugno, con Giancarlo Bruni, monaco dei Servi di Maria, “Chi viene a me e ascolta la mia parola costruisce sulla roccia”. 21-26 agosto con don Pierantonio Tremolada, biblista e responsabile Ismi Milano,”Credere in Gesù vedendo i suoi miracoli: lectio divina con Matteo 8-9”. 6-11 novembre, con mons. Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, “Il cammino spirituale della comunità nel Vangelo di Marco”. Religiose e consacrate laiche 21-30 luglio; 1-10 agosto; 15-22 ottobre, con don Dino Capra, direttore dell’Eremo, “…Stavano insieme...”, lectio divina con gli Atti degli Apostoli. Oltre i 50 anni Settimane di spiritualità per chi vuole vivere meglio i prossimi. Vivere “…per arrivare allo stato di uomo perfetto…” e rendere bella la Chiesa”, lectio divina’ con la lettera agli Efesini. 28 maggio- 4 giugno, 3-10 settembre, 11-18 settembre, con don Franco Frassine, don Dino Capra, le Suore Dorotee di Cemmo dell’Eremo. Per informazioni: Eremo di Montecastello, Tignale s/Garda - Tel 0365 760255 – Fax 0365 760055 E-mail: informazioni@montecastello.org; Internet: www.montecastello.org


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Ecclesia In memoria

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

In memoria Don Giuseppe Lama

Con generosa dedizione In lui si rilevavano l’amore per la Parola di Dio, la chiarezza nella predicazione, l’attaccamento agli insegnamenti della Chiesa, la passione per le celebrazioni, fatte con proprietà e dignità

G

di Franco Dorofatti

Gesù buon pastore ha chiamato a sé don Giuseppe Lama, nel giorno del 43° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, giovedì, 17 giugno 2010, dopo grave malattia, che aveva minato la sua salute negli ultimi mesi. Nella sua vita don Giuseppe ha cercato di rispondere alla divina chiamata, divenendo un umile servitore nella vigna del Signore. Non ha compiuto gesti eclatanti, ma ha vissuto il ministero sacerdotale con generosa dedizione ed entusiasmo. Il sacerdote, diceva don Mazzolari, pur nella sua pochezza, è l’epifania di Dio, fa della sua vita una manifestazione del Nome di DioAmore. Possiamo aggiungere che è un uomo di frontiera: attinge al mistero di Dio e coltiva l’amicizia col Signore

e comunica ai fratelli tesori di grazia. Ebbene don Giuseppe, pur con i difetti umani, era prete vero, fedele a Dio. In don Giuseppe si rilevavano l’amore per la Parola di Dio, la chiarezza nella predicazione, l’attaccamento agli insegnamenti della Chiesa, la passione per le celebrazioni, fatte con proprietà e dignità, il gusto per il canto, con una predilezione per il gregoriano. Ordinato sacerdote il 17 giugno 1967, la prima destinazione lo indirizzò a Castel Mella, come curato dell’oratorio in aiuto al parroco, don Vittorio Bergomi. La situazione complessa mise subito alla prova il giovane sacerdote, “uomo di Dio per gli uomini”, desideroso di intessere relazioni, accostare genitori e giovani, offrire il messaggio evangelico e avviare alcuni itinerari di fede possibili in quel contesto turbato dalla difficile situazione socio-economica. Dopo tre anni venne nominato parroco a Grignaghe, frazione di Pisogne, dove si inserì con lo stesso metodo,

confortato anche dalla presenza dei suoi genitori. In 19 anni il ministero sacerdotale lo rese più maturo nella conoscenza degli uomini e più attento nella proposta del mistero cristiano. Superando un po’ di timore, accolse poi la proposta del servizio parrocchiale a Pralboino. La preoccupazione di non poter rispondere pienamente al compito educativo della gioventù senza il sostegno continuo di un sacerdote più giovane, lo indusse dopo 16 anni a chiedere di servire la Chiesa non più con la responsabilità di parroco, ma di collaboratore. E così nel 2005 pose la residenza a Verolavecchia, suo paese natale, con il servizio pastorale a Verolanuova. Alla fine il Signore l’ha voluto accanto a Sé sul Calvario. Don Giuseppe, dopo momenti critici, maturò la disponibilità alla volontà di Dio. Mi parlava con naturalezza della sua fine. E noi siamo a pregare per lui dal Signore l’ingresso in Paradiso, accompagnato dagli angeli.

Mons. Faustino Guerrini

Nella casa del Padre Venerdì 29 ottobre è deceduto a Brescia presso la Domus caritatis mons. Faustino Guerrini. Era nato a Collebeato il 28 dicembre 1923. Ordinato sacerdote a Brescia il 31 maggio 1947, fu curato in S. Alessandro. Nel 1950 divenne prima economo (fino al 1954) e poi insegnante in Seminario. Nel 1966 fu nominato parroco a Palazzolo S.M. Assunta, incarico che mantenne fino al 1975, anno in cui divenne rettore del Seminario. Si dedicò anche a “La Voce del Popolo” e nel 1992 divenne vicario episcopale per gli affari economici e delegato per il clero. Nel 1999 è stato nominato canonico della Cattedrale. “Voce” esprime ai familiari il proprio cordoglio, accompagnato dalla preghiera.

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Giornata internazionale lavoro dignitoso Silenzio dei media

Work is progress, ma nessuno lo sa di Roberto Rossini

Il 7 ottobre il mondo ha celebrato la Giornata internazionale del lavoro dignitoso. Penso non se ne sia accorto neppure lui. Certo non i mass media, che hanno dedicato le prime pagine ad altro. Peraltro una data celebrativa rischia di limitarsi a mettere a posto le coscienze: ma l’etica non è mai a costo zero. E affrontare il tema del lavoro dignitoso significa metter mano al portafogli e ad un intricato meccanismo legislativo che sarebbe vissuto come un attentato alla libertà d’impresa. Insomma, oggi no. Ma domani? Se allarghiamo il nostro pensiero al futuro ci accorgiamo di qualche problema. Il lavoro oggi consente di pensare a un futuro dignitoso domani? No. I nostri dati dicono che tra 30 anni i lavoratori del privato avranno una pensione base di poco più del 50% del loro stipendio e gli autonomi di poco più del 30%. Stiamo producendo un esercito di poveri. Non conteggiando i molti giovani con lavori intermittenti che non costruiscono alcun futuro previdenziale. Eppure le proposte non mancano. A livello mondiale è ottima la proposta Sarkozy-Zapatero di

tassare le transazioni finanziarie dello 0,05%. A livello europeo è buona la proposta di integrare il tema del lavoro dignitoso tra le strategie di riduzione della povertà (il vertice di Heilgendamm, del 2007, già prevedeva che negli accordi commerciali bilaterali, fosse prevista questa preoccupazione). A livello nazionale è decisivo ribadire al Governo di ridurre le aliquote fiscali sui redditi da lavoro più bassi ed estendere a tutti i lavoratori le tutele previste per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato. La sicurezza di un contratto può differire durante il periodo di lavoro, ma una volta a riposo l’uguaglianza deve essere tale per tutti. Sono provvedimenti costosi? Forse, ma siamo anche convinti che sia questione di priorità. Il tema è assai vasto, perché includerebbe anche le politiche per la sicurezza sui luoghi di lavoro (che per il momento nel nostro Paese ancora vige) e quelle sul trattamento dei lavoratori (contro il mobbing, ad esempio). Ma anche limitandosi al solo aspetto economico riferito al domani, di materiale ce ne sarebbe: in fondo si tratta di attualizzare il principio evangelico del dare a ogni lavoratore la giusta mercede.

Dsc pillole (commentate) di Dottrina sociale della Chiesa

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Per un federalismo responsabile di Stefania Romano “La nazione. Forse non c’è. Comunque, l’abbiamo rimossa” (I. Diamanti). Alla vigilia del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il dibattito sul federalismo rischia di rovinare la festa. Da sempre tema di divisioni e polemiche, oggi conquista il consenso del 60% dei cittadini del Veneto, del Friuli e della provincia di Trento (Osservatorio del Nord Est, dati settembre 2010). Il vento federalista soffia però anche sulle altre regioni del Nord e, paradossalmente, anche su quelle del Sud. La divisione fra Nord e Sud oggi è accentuata dagli effetti della crisi economica, che alimenta il conflitto fra interessi territoriali. Tutto parla di federalismo, ma non è ben chiaro cosa questo comporti concretamente a livello di riorganizzazione del territorio e di effetti su servizi come sanità, assistenza e istruzione. Dopo l’approvazione della legge 42/2009 parliamo di federalismo fiscale: proporzionalità diretta fra le imposte riscosse in una data area territoriale del Paese e le imposte effettivamente utilizzate dall’area stessa. Potrebbe costituire l’opportunità di un’efficace realizzazione del principio di sussidiarietà, ma quanto è elevato il rischio di dimenticare che “il bene comune è molto più della somma del bene delle singole parti”? Federalismo e responsabilità, sussidiarietà e solidarietà: questi i temi dei prossimi appuntamenti del Convegno Interassociativo (www.interassociativo.it).

di Salvatore Del Vecchio

La centralità della persona umana Fissando l’attenzione sulla Caritas in veritate, osserviamo come Benedetto XVI voglia sviluppare proposte concrete e realizzabili, rivolte agli uomini di buona volontà per indurli a umanizzare i loro rapporti. Il Papa ammonisce che “negli interventi per lo sviluppo va fatto salvo il principio della centralità della persona umana, la quale è il soggetto che deve assumersi primariamente il dovere dello sviluppo”. Aggiunge: “L’interesse principale è il miglioramento delle situazioni di vita delle persone concrete di una certa regione, affinché possano assolvere a quei doveri che attualmente l’indigenza non consente loro di onorare. La sollecitudine non può mai essere un atteggiamento astratto. I programmi di sviluppo, per poter essere adattati alle singole situazioni, devono avere

caratteristiche di flessibilità; e le persone beneficiarie dovrebbero essere coinvolte direttamente nella loro progettazione e rese protagoniste della loro attuazione”. Con riferimento alla Populorum progressio, conferma che i popoli devono essere “artefici del loro proprio sviluppo” e quindi resi i “primi responsabili”. Ma lo sviluppo non potrà essere realizzato “nell’isolamento”. “Accordi regionali tra popoli deboli per sostenersi vicendevolmente, intese più ampie per venir loro in aiuto, convenzioni più impegnative tra gli uni e gli altri, volte a stabilire programmi concertati: sono le tappe di questo cammino dello sviluppo che conduce alla pace”. Incoraggia il moltiplicarsi di nuove tipologie di impresa capaci di “concepire il profitto come uno strumento per raggiungere finalità di

umanizzazione del mercato e della società”. La nascita di queste imprese deve essere promossa anche nei “Paesi che soffrono di esclusione o di emarginazione dai circuiti dell’economia globale, dove è molto importante procedere con progetti di sussidiarietà opportunamente concepita e gestita che tendano a potenziare i diritti, prevedendo però sempre anche l’assunzione di corrispettive responsabilità”. “Accanto ai macroprogetti servono i microprogetti”, scrive il Papa. “Soprattutto, serve la mobilitazione fattiva di tutti i soggetti della società civile, tanto delle persone giuridiche quanto delle persone fisiche. Le disuguaglianze economiche, sociali e culturali troppo grandi tra popolo e popolo provocano tensioni e discordie, e mettono in pericolo la pace”.


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Adasm Fism

Adasm Fism Brescia

Associazione degli asili e delle scuole materne della provincia di Brescia

Serle Il 18 settembre è stato inaugurato il micronido

Il “Piccolo Winnie” si muove Il servizio dedicato alla prima infanzia, progettato e finanziato dall’Amministrazione comunale, è gestito dall’associazione “Scuola dell’infanzia Don Pietro Boifava” pagina a cura di Mario Sissa

A Serle, località montana della gardesana di circa 3.000 abitanti, il 18 settembre è stato inaugurato il micronido “Il Piccolo Winnie”, servizio dedicato alla prima infanzia progettato e finanziato dall’Amministrazione comunale e dato in gestione all’Associazione “Scuola dell’Infanzia Don Pietro Boifava”, ente no profit che da anni gestisce la scuola dell’infanzia paritaria del paese. Il micronido è l’evoluzione del nido famiglia “Il Piccolo Winnie” che un privato prima e l’Associazione poi hanno messo a disposizione delle famiglie di Serle. Il nido famiglia è stato attivato nel 2008 da una cittadina del paese con l’obiettivo di rispondere al bisogno di alcune mamme che avevano l’esigenza di collocare il proprio bambino per poter riprendere l’attività lavorativa. Dopo un anno di gestione presso un locale sito all’interno dell’abitazione di colei che ha pensato e avviato il servizio, per i due anni successivi è stato utilizzato uno spazio attrezzato all’interno dell’edificio della scuola dell’infanzia, fino a

quando l’Amministrazione comunale ha recepito l’importanza di investire in questo settore per rispondere a un bisogno emergente anche in una piccola comunità come Serle. Con il sostegno dell’Adasm Fism, l’Associazione della scuola dell’infanzia ha ottenuto la convenzione quinquennale con il Comune di Serle per la gestione e il funzionamento del micronido, mantenendo la denominazione del nido famiglia. Il micronido è stato autorizzato ad accogliere fino a 10 bambini, anche se la struttura ne potrebbe ospitare fino a 16. Si tratta di un locale openspace, suddiviso in più aree: la zona per l’accoglienza; la zona per la psicomotricità e per la nanna; la zona per il pranzo; la zona per le attività con l’angolo morbido e altri angoli gioco (travestimenti, cucina, costruzioni); un bagno esclusivo per i bambini; la sala porzionatura dei pasti, che vengono prodotti dalla cucina della scuola dell’infanzia e trasportati presso il micronido in apposito contenitore isotermico; un bagno per gli adulti con annesso spogliatoio. Attualmente sono iscritti 12 bambini. Il micronido è attivo dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 15.30; il personale è costituito da una coordinatrice (la stessa della scuola dell’infan-

L’integrazione nella Scuola dell’infanzia

zia), un’educatrice a tempo pieno, un’educatrice e un’ausiliaria part-time. Le attività proposte ai bambini sono differenziate in base alla loro età. Infatti sono stati individuati due gruppi (semidivezzi e divezzi) ai quali proporre aree di attività diversificate durante la settimana: area della manipolazione; area psicomotoria; area logico-matematica; area simbolico-euristica; area espressiva; area affettivo relazionale. L’équipe educativa darà molta importanza alla cura dell’ambiente, alla regolarità della routine, alla progettualità al fine di offrire un servizio di elevata qualità. Il servizio ha uno specifico orientamento psicopedagogico che orienta le scelte educative. Le educatrici durante l’anno seguono percorsi formativi e di aggiornamento per aumentare la propria professionalità. Da fine ottobre viene formalizzato il progetto educativo dell’anno in corso e vengono proposte una serie di attività che hanno come obiettivo il coinvolgimento dei genitori, al fine di renderli partecipi della vita del nido e del percorso di crescita che i propri figli stanno svolgendo all’interno del servizio. di Angelo Chiappa

Stereotipi e pregiudizi non fanno comunità La Cattedra degli oratori bresciani al primo incontro aveva per tema: “L’oratorio e i minori stranieri”. Ormai tutti gli oratori hanno operato per l’accoglienza dei minori stranieri e stanno ponendosi il problema del come fare integrazione. Le Scuole dell’infanzia paritaria, per legge e per ispirazione valoriale, devono accogliere tutti i minori che ne fanno richiesta. La legge non cambia gli stereotipi e i pregiudizi con cui gli adulti intorbidiscono l’accoglienza tra bambini. Per questo, cari genitori, provo ad affrontarne alcuni: “Si sentono stranieri”: ogni bambino che varca la soglia della scuola dell’infanzia è straniero: non conosce gli altri bambini, l’ambiente, le educatrici, l’organizzazione. “Sono più restii ad accettare le nostre regole di convivenza”. Falso: vengono da famiglie dove il

capriccio non è molto tollerato e sono più autonomi dei nostri. “Parlano una lingua diversa”: il linguaggio di comunicazione fondamentale dei bambini è la gestualità che si esprime soprattutto nel gioco. Di più: i bambini stranieri già posseggono i fonemi di un’altra lingua; quindi sono più avanti dei nostri. “Non sono puntuali”: in questo c’è qualcosa di vero. Mi sa però che spesso, senza la solidarietà di altri genitori, viaggiano col cavallo di S. Francesco. “Alcuni non pagano”: non capiscono perché si debba pagare o non ne hanno i mezzi. In questi casi la coordinatrice deve insegnare le procedure burocratiche per pagare in base al reddito; e quelli in situazione di indigenza totale vanno accolti come faceva Gesù per i piccoli. Piuttosto, cari genitori, perché tra voi non scatta l’idea di mettervi insieme per

attivare alcune “adozioni”, come fate con i bambini del Terzo mondo? “E per l’educazione religiosa?”. Le educatrici sanno come comportarsi per essere fedeli ai valori cristiani e trovare le strade per rispettare le diversità. I concetti sono chiari, le modalità si costruiscono con creatività sulle situazioni reali. “E per il cibo come la mettiamo?”. Allo stesso modo in cui ci si comporta con i nostri quando i genitori fanno presente, meglio se con certificato medico, che il bambino ha bisogno di una dieta particolare. Non dimentichiamo mai che i bambini sono più creativi di noi adulti nel risolvere i loro problemi perché non condizionati dai nostri stereotipi. Dai bambini noi adulti dobbiamo solo imparare a “fare comunità”. Anche per questo tutti i bambini sono un dono di Dio.


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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Remedello Parla il Parroco

L’unità si raggiunge con la pazienza Don Adolfo Piotto, che dal 1999 guida la parrocchia di Remedello Sopra, dallo scorso anno è parroco anche di Remedello Sotto. Serve gradualità: il primo passo è stato la creazione di un unico consiglio parrocchiale

La parrocchiale di Remedello Sopra

Le radici storiche della chiesa

Pregio architettonico La primitiva cappella o diaconia del castello venne trasformata, intorno al 1000, in una struttura muraria di maggiore ampiezza, e la vita religiosa veniva di conseguenza maggiormente praticata. Una scritta scoperta più tardi nella facciata della chiesa allora ampliata, si richiama alla data del 21 giugno 1181, e ciò testimonia che la nuova costruzione era stata fatta sull’antica cappella originaria. Negli anni 1601-1606, siccome la costruzione di allora minacciava rovina, venne rifabbricata sui vecchi fondamenti della precedente, ulteriormente ampliata come appare oggi. Venne consacrata l’11 agosto 1625 dal vescovo Michele Varolin. Una lapide tutt’ora visibile ricorda anche la posa della prima pietra, al 17 giugno 1601, rettore pro-tempore Pietro Gaburri e vescovo di Brescia Marino Giorgi. La nuova chiesa era architettonicamente più vicina alle linee chiare cinquecentesche, richiamandosi agli stili dorico-ionico, e quindi scarsa di sovrastrutture decorative (come si può vedere dall’odierna facciata piuttosto semplice e disadorna). Nel 1556 con la visita del vescovo Domenico Bollani, rettore del tempo Fermo Fermi, già si proposero e discussero le future modifiche strutturali e decorative, che vennero solo in parte prese in considerazione, fu nel 1838 con l’arciprete Gian Battista Vertua, che si eseguirono sostanziali rifacimenti richiamati al barocco imperante settecentesco (Iesene, capitelli, statue in stucco), contribuendo all’arricchimento decorativo interno del tempio. La pala centrale dedicata al Patrono, già esistente nella vecchia chiesa, è un lavoro pregevole attribuito ad uno scolato del Tiziano (1490-1576); così è tramandato nel documento del XVIII secolo e confermato dalle relazioni di visita pastorale. Nella cappella del Battistero è la vasca battesimale in pietra di Botticino, ornata di rilievi e datata al 1478, proveniente anch’essa dalla antica chiesa. L’altare maggiore con intarsi di marmi pregiati policromi, avente sul palliotto la figura di San Lorenzo, è attualmente visibile nella Disciplina, trasportato colà nel 1788, poiché sostituito nella parrocchiale con l’attuale, proveniente dalla chiesa di San Barnaba in corso Magenta a Brescia, sconsacrata e in parte demolita. Gli altari laterali sono tutti ad intarsio marmoreo policromo ma particolarmente pregevole è quello della Madonna del Rosario, datato al 1770 e dove è collocata la bella statua lignea dorata dell’VIII secolo. Le soase di questi altari sono in legno con ornamenti dei secoli VII-VIII e all’origine erano tutte dorate. Sussidiarie alla parrocchiale, oltre la Disciplina citata, troviamo cenni nel 1673 della cappella della Beata Vergine dello Spasimo, situata appena fuori dell’abitato del lato Ovest, e nel 1732 l’erezione del santuario campestre dei Morti del Gandino, sorto sul luogo della sepoltura degli appestati del 1630, nonché del vetusto Convento di San Virgilio, affidato ai francescani e scomparso totalmente in quanto demolito in seguito alle leggi giacobine del Settecento.

F

Fino allo scorso anno nello stesso Comune (Remedello) gravitavano due realtà pastorali distinte. Oggi insieme e sotto un’unica direzione affrontano il presente. Dal 1999 era parroco di Remedello Sopra e da un anno guida anche Remedello Sotto. Questa la missione di don Adolfo Piotto, che cerca di tenere unificata la parrocchia divisa geograficamente. Con convinzione lavora alla fusione della comunità. La lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” si inserisce bene in questo discorso di unità pastorale.

La torre

di Luciano Febbrari

Adesso dopo la presentazione fatta attraverso lo strumento dell’Agorà, va metabolizzata. “Ho iniziato – spiega don Piotto – a commentarla in quella direzione. Ci vuole tempo, ma a piccoli passi si avanza”. Sul cammino ci sono diversi ostacoli, anche perché non è semplice superare le resistenze legate al campanilismo. Si pensi solo che quest’anno il IV novembre è stato celebrato con due messe nelle rispettive chiese, mentre per il 25 aprile verrà fatta un’unica celebrazione. Il primo passo di don Adolfo Piotto è stato quello di unificare il consiglio parrocchiale, ma a dire il vero già da cinque anni era partito – in maniera unitaria – il percorso di iniziazione cristiana. Per continuare a crescere don Adolfo individua alcune priorità, fra queste la pastorale del mondo giovanile e di quello adulto: “Si sta tentando qualcosa, ma bisogna lavorare ancora molto”. Bisogna segnalare anche la costituzione di un unico “Giornale della comunità”, lo strumento di comunicazione della parrocchia. Anche Remedello non è certo immune da alcune problematiche come la droga e l’alcol, anche per questo l’auspicio del Parroco è che si intervenga a livello di zona pastorale; per il momento è stato intrapreso un cammino di spiritualità giovanile. Per quanto riguarda i giovani sul territorio recita un ruolo importante l’istituto Bonsignori, che calamita la presenza di molti studenti provenienti da diverse zone della Provincia.


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Paesi e parrocchie Città

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Centro storico Presso le suore canossiane

Una risposta all’emergenza italiano L’integrazione passa dalla conoscenza della lingua. A Brescia sono in prima linea con i corsi di italiano le parrocchie di Sant’Alessandro e di San Giovanni Evangelista. Può essere un modello da riprendere in altre realtà

D

Districarsi fra le mille carte della burocrazia o semplicemente il saper riconoscere i propri diritti in ambito lavorativo. Attività difficili per gli italiani, quasi impossibili per chi non conosce la lingua. Non si può pensare che sia tutto immediato, anche perché l’apprendimento di una nuova lingua richiede pazienza da parte di chi spiega e costanza da parte di chi ascolta. Inutile, poi, pensare che la scuola italiana, subissata da altre problematiche, riesca a seguire le singole situazioni e soprattutto abbia gli strumenti per poter aiutare gli stranieri nell’inserimento scolastico. Spesso la buona volontà non basta. Non è ra-

di Luciano Zanardini

ro neppure incontrare persone analfabete, il che complica il processo di apprendimento. Ci sono anche molti adulti che sono in Italia da tanti anni, ma non hanno avuto la possibilità di intraprendere un normale percorso scolastico. Ecco allora che il mondo del volontariato con umiltà si carica sulle spalle l’apparente problema, lo affronta e lo risolve. È una soddisfazione vedere che anche nella nostra città queste attività hanno ancora in prima fila per la serietà della proposta le parrocchie e gli istituti religiosi. È così anche a Brescia con i corsi di lingua italiana nelle parrocchie del centro storico. Si rivolgono a tutti gli

immigrati che lo richiedono, indipendentemente dalla provenienza o dalla religione. Inutile sottolineare che sono gratuiti e sono possibili grazie al coinvolgimento di molti volontari, spesso insegnanti in pensione ma non solo. E per il materiale? Ogni scuola “si arrangia”, chiede qualche finanziamento a enti o associazioni benefiche. Per il momento dalle istituzioni locali non arriva nessun contributo. In principio all’ombra del Cidneo fu la parrocchia di Sant’Alessandro a iniziare nel 1992 il servizio. In via Moretto 75, il martedì e il venerdì dalle 17 alle 19, i 140 iscritti possono affrontare il corso per analfabeti o suddiviso su tre livelli: il primo sulle semplici nomenclature e conversazioni sulla vita quotidiana; il secondo prende in esame la conversazione e le regole; il terzo affianca all’affinamento delle competenze e delle strutture linguistiche le nozioni storiche, geografiche e di educazione

civica. Alla fine dei corsi chi desidera può sostenere una serie di prove fornite dalla scuola media statale Ugo Foscolo per ottenere un attestato di frequenza rilasciato dalla scuola. Sempre nella parrocchia di Sant’Alessandro ma presso le Suore canossiane di via S. Martino 13 dal 2004 è attivo il progetto “Emergenza italiano”. Quando? Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 11.30 o dalle 15 alle 17. Se inizialmente i gruppi si formano per comodità e possibilità di orari dei frequentanti, successivamente si procede a formare i gruppi per livelli più omogenei. Il materiale viene fornito. L’Istituto ha fatto propria una scelta indirizzata a fornire servizi in casa e fuori casa agli immigrati. Alcuni alunni (quelli delle scuole statali o superiori) sono seguiti fin dall’inizio individualmente; succede anche che si rechino direttamente a casa dell’insegnante. Cingalesi, filippini, ghanesi, romeni (e più in generale

Opera per l’educazione cristiana

Studenti a scuola di fede e giustizia Si rinnova la proposta formativa. Affiancarsi al percorso scolastico, cercando di intercettare la maturazione di un cristianesimo adulto. Ecco gli intenti del corso di studio e formazione che l’Opera per l’educazione cristiana propone per la 34ª edizione ai ragazzi del triennio delle superiori a partire dal prossimo 27 novembre. “La nostra – spiega Eugenio De Caro, coordinatore delle attività – è un’iniziativa laicale in sintonia con il mondo della cattolicità. Nel 2000 abbiamo apportato una ristrutturazione al percorso e in questi anni c’è stato un aumento delle presenze, con l’ultima edizione che visto l’adesione di circa 130 studenti. Si tratta di un percorso di formazione attorno a un tema preciso (quest’anno la ‘Giustizia’), articolato in quattro incontri e una prova scritta finale per assegnare le 40 borse di studio da 800 euro ciascuna e quella speciale da 1.000 euro intitolata alla memoria di mons. Giuseppe Cavalleri, già vi-

cepresidente dell’Oec”. Un corso che nelle 36 ore di svolgimento affronterà sotto diversi aspetti il tema della giustizia, che ogni società mette a fondamento del proprio vivere civile. Diventa, fuori dal normale canale scolastico, anche un’opportunità di confronto e di formazione per gli studenti. Primo appuntamento il seminario “Giustizia di Dio, giustizia dell’uomo” del 27 e 28 novembre all’Eremo di Bienno, con gli interventi del prof. Giampaolo Azzoni sulle radici classiche dell’idea di giustizia e di don Flavio Dalla Vecchia sulla giustizia nel Vecchio e Nuovo Testamento. Poi doppio appuntamento al Centro Studi dell’Istituto Paolo VI: il 21 dicembre “Giustizia e perdono” a cura del prof. Luciano Eusebi; il 16 gennaio “Giustizia e povertà” con un’analisi svolta dal rettore del Seminario di Brescia mons. Carlo Bresciani sulle encicliche papali. Infine, il 19 e 20 febbraio chiusura dei lavori al

Centro Oreb di Calino con “Giustizia e potere” e interventi giuridici di avvocati, giudici e questori bresciani. Un lungo percorso che sfocerà nella prova conclusiva del 12 marzo all’Istituto Arici di Brescia. “Momento cruciale di ogni incontro – dice Eugenio De Caro – sarà il lavoro svolto nei gruppi (coordinati da ex studenti) nei quali si discuteranno le parole del relatore di giornata prima di fare una relazione in sessione plenaria. Il meccanismo è ben rodato e il corso diviene un trait d’union tra la Chiesa cristiana e la società civile, una sorta di laboratorio della fede dove difendere la propria prospettiva valoriale e coltivare amicizie serie”. Il corso, aperto a tutti, comprende vitto e alloggio. Le iscrizioni terminano il 19 novembre. Informazioni: tel. 030.2186246, e-mail segreteria@ operaeducazionecristiana.it, sito web www.oec. istitutopaolovi.it. (a.a.)


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Confcooperative

Una fase di rilancio innovativo

A sinistra l’istituto Canossiano. Qui sopra un’aula del progetto “Emergenza italiano”

tutte le popolazioni dell’Est Europa). Sono queste alcune delle nazionalità (120 utenti in un anno) che si rivolgono alle Canossiane. La capacità di strutturare i percorsi si deve a madre Silvana Bettinelli. Con rigore si chiede il rispetto degli orari e dell’ambiente, ma il problema maggiore è dato dall’incostanza (soprattutto fra i maschi). Si va dal livello base all’università. Solo quando sono più scolarizzati, sottolinea madre Silvana, comprendono l’importanza di sapere bene la lingua. Per molti diventa una modalità in più per affacciarsi al mondo del lavoro, anche da questo punto di vista è giusto evidenziare che questi ragazzi vengono incentivati – una volta appresa la lingua – a seguire degli ulteriori corsi di formazione per avere un maggiore ventaglio di proposte lavorative. Il merito va dato alle insegnanti – anche giovani laureate – che come ricorda la Madre hanno fatto “una profonda scel-

ta etica”. Insegnando geografia nella carriera scolastica madre Silvana ha sempre avuto un orizzonte ampio, lo stesso orizzonte che oggi può riscontrare nel trasmettere le nozioni di italiano agli stranieri. Si potrebbero raccontare tante storie, fra queste quella di un ragazzo che arriva dall’Eritrea e a causa della guerra non ha potuto andare a scuola: ha frequentato il corso di italiano ed è riuscito ad iscriversi alla Foscolo per sostenere gli esami di terza media. Nella parrocchia di San Giovanni Evangelista sotto la regia di don Amerigo Barbieri dal 2000 è operativo, invece, il Punto Fraternità. Oltre 100 alunni si ritrovano il martedì e il giovedì dalle 10 alle 11.30 e soprattutto la sera (l’unico dei tre servizi a presentare questa proposta), il mercoledì e il venerdì, dalle 20 alle 21.30. Anche in questo caso i corsi si concludono con delle prove scritte per i vari livelli e la consegna di un attestato di frequenza.

Crescere in tempo di crisi significa investire sul fattore umano e sulla qualità della classe dirigente. La risorsa umana quale fattore fondamentale dell’identità aziendale, prima ancora che della produzione, demarca la principale differenza tra le imprese che la crisi la subiranno e quelle che da essa sapranno imparare per rinnovarsi. Confcooperative Brescia ha fatto propria questa convinzione e ha fatto coincidere i lavori dell’Assemblea annuale dello scorso 25 settembre, che aveva proprio come tema la ricerca delle possibilità di crescita nello scenario di crisi, con l’avvio di un percorso formativo della nuova classe dirigente. Percorso che dura un anno e coinvolge circa 100 partecipanti provenienti da circa 70 cooperative aderenti. Già al secondo incontro, dove sono stati invitati come docenti Vincenzo Mannino (segretario generale di Confcooperative nazionale) e Carlo Borzaga (docente presso la facoltà di Economia dell’Università di Trento), l’adesione è stata oltre ogni più rosea aspettativa con una sala che vedeva la presenza di 115 cooperatori. Il 5 novembre è prevista la presenza di Pietro Cafaro (docente di Storia della Cooperazione all’Università Cattolica di Milano). Un percorso lungo che non sarà soltanto un corso di formazione, sarà invece una vera e propria esperienza di tessitura relazionale, di scambio e potenziamento dei bagagli di conoscenze di ognuno, utilizzando a pieno gli apporti dei docenti come strumenti interattivi di crescita diffusa tra i partecipanti. Attraverso metodi e strumenti mirati a valorizzare il protagonismo interattivo dei partecipanti, si punta a creare le condizioni per far emergere il potenziale di nuove soggettività tra le quali cominciare ad intravedere le risorse migliori per il prossimo ricambio generazionale in previsione nei prossimi due anni. Confcooperative Brescia inaugura una fase di rilancio innovativo che vuole partire dalla crescita complessiva della sua classe dirigente, dalla sperimentazione di nuovi modelli produttivi intercooperativi, dalla gestione del ricambio generazionale fondato sull’abbraccio solidale tra gli apporti dei protagonisti della storia e quelli di chi ancora la storia non l’hanno contrassegnata. Lo fa convinta che ciò sia possibile se tutti i partecipanti riescono a condividere un percorso intenso su un terreno comune dove la faccia da padrone il senso di responsabilità verso il futuro, la libertà di un impegno personale che sempre segue l’interesse generale, l’umiltà di chi sa che ciò che vale di più, lo si deve ancora costruire. Una sfida culturale, oltre che imprenditoriale e associativa, che fa onore all’attuale dirigenza di Confcooperative Brescia, a tutti i partecipanti a questo percorso formativo e a chiunque voglia apportarvi costruttivi contributi ulteriori.

Provincia

Un workshop sui rifiuti Venerdì 5 novembre, presso il Liceo scientifico statale Leonardo, via Balestrieri 6 a Brescia, si tiene il workshop di presentazione del metodo per l’espletamento della verifica di assoggettabilità alla Via per gli impianti di smaltimento e/o recupero rifiuti organizzato dall’assessorato all’Ambiente, attività estrattive, rifiuti e energia della Provincia di Brescia. L’evento riveste particolare importanza in quanto oltre alla presentazione della nuova metodologia verranno presentate le linee strategiche dell’assessorato all’Ambiente, attività estrattive, rifiuti ed energia della Provincia di Brescia rispetto agli obiettivi di sostenibilità, gestione e controllo delle attività antropiche sul territorio bresciano.

Museo Santa Giulia

Alla scoperta di un patrimonio Cos’è un museo? Quali sono le attività e le figure professionali che lo fanno vivere e crescere? Delle ricerche, intuizioni e scoperte che più o meno recentemente hanno segnato la storia delle collezioni dei musei di Brescia si parlerà nei cinque incontri promossi dai Musei d’Arte e Storia e da Fondazione Brescia Musei. Cinque giovedì alle 17 fino al 2 dicembre, per conoscere le vicende che hanno portato alla scoperta di oggetti straordinari, ad attribuzioni eccellenti o a ricomposizioni importanti che costituiscono oggi il patrimonio più rappresentativo dei nostri musei cittadini. Al Sarcofago delle Amazzoni è stato dedicato il primo incontro. Tutti gli incontri si svolgono alle 17 nella sala conferenze del Museo di Santa Giulia, in via Piamarta 4 a Brescia, sono gratuiti e aperti a tutti gli interessati, sino a esaurimento posti. I prossimi sono in programma l’11 novembre con Francesca Morandini “Da Afrodite a Vittoria alata. Ancora novità sul bronzo bresciano”; il 18 novembre con Maurizio Mondini “Giacomo Ceruti, da Brescia a Padernello. Storia controversa di un gruppo di dipinti”; il 25 novembre con Angelo Dalerba “Quattro gentildonne per quattro stagioni” e il 2 dicembre, infine, con Elena Lucchesi Ragni “La pala perduta di Raffaello e l’Angelo ritrovato”. Eugenio De Caro


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Università statale Il saluto ad Augusto Preti

Riporre fiducia nell’istituzione universitaria Dopo 27 anni di rettorato, Preti lascia il posto a Sergio Pecorelli. Nella cerimonia di congedo, emozionato, si è rivolto anche agli studenti

L

La settimana appena trascorsa ha segnato il cambio della guardia all’Università statale di Brescia. Dal 1° novembre Augusto Preti, dopo 27 anni di rettorato, è andato in pensione, lasciando il posto a Sergio Pecorelli. Una vita dedicata a quell’Università che ha visto nascere, consolidarsi e affermarsi. Centinaia di docenti si sono succeduti sulle cattedre, migliaia di studenti hanno raggiunto il traguardo della laurea, numerosi tecnici e amministrativi hanno svolto il proprio servizio. Il rettore Preti li ha guidati con prudenza, tenacia e coraggio. Accet-

di Mario Nicoliello

tando tante sfide e alla fine riuscendo a portare in città quella vocazione universitaria dapprima assente. Preti si è emozionato più volte durante l’incontro organizzato dai presidi delle quattro facoltà dell’ateneo per salutare il “Magnifico”. Tante le autorità (c’era anche il vescovo Monari) hanno voluto presenziare a un momento storico per la Statale. Gli amici e i colleghi del Rettore hanno dimostrato la loro vicinanza in una giornata di festa. Durante la quale è stato reso omaggio al lavoro svolto da Preti in questi 27 anni. A cominciare dal segno più tangibile:

Augusto Preti

la crescita dell’Università in termini di strutture. Nel 1983 c’erano gli edifici dell’Eulo nella zona di via Branze e la sede centrale in corso Mameli. Oggi ci sono due poli didattici: il primo nella zona Nord della città, dove sorgono le facoltà di Medicina e Ingegneria, il secondo in centro storico, dove in antichi edifici restaurati hanno trovato casa le facoltà di Economia e Giurisprudenza. Uno sviluppo che Preti ha accompagnato passo dopo passo, con una gestione oculata delle risorse, tanto che Brescia è stata annoverata tra le Università “virtuose”. Ma a essere cresciuta è stata anche la popolazione universitaria. 4000 studenti nel 1983, 16mila oggi. 38 docenti allora, 500 attualmente, dai 42 tecnici amministrativi degli inizi ai circa 500 odierni. Nel breve intervento Preti ha ringraziato coloro che lo hanno affian-

cato nel suo operato. “La mia amarezza – ha affermato – è abbandonare questa gente che mi ha testimoniato quanto bene mi vuole. Ho avuto un privilegio straordinario: un consenso che mi ha consentito di lavorare con serenità”. Poi l’augurio al successore: “Auspico una serena e proficua attività a Sergio Pecorelli. Spero che ciò che è stato fatto possa costituire una base solida per giungere a risultati straordinari. Nonostante le condizioni difficili so che ha tutti i numeri per farcela”. Infine una parola per gli studenti: “Voglio dire ai ragazzi che mettono il loro futuro nella nostra Università, di stare certi che la loro fiducia non verrà tradita. Per chi si impegna l’Università di Brescia è in grado di fornire una preparazione di assoluta qualità, tale da essere competitiva rispetto a qualsiasi altro Paese”.


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Brevi

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Ghedi

Dieci anni di parrocchiato per mons. Gianmario Morandini La comunità parrocchiale si è unita in festa il 1° novembre alle 11 per ringraziare il Signore della presenza del parroco Gianmario Morandini. La sua discreta presenza e la disponibilità all’ascolto, al dialogo, alla preghiera e alla continua ricerca della volontà di Dio su di sé e sulla parrocchia lo rendono dono prezioso.

Leno

Si ricorda Pier Paolo Pasolini

Bagnolo Mella Inaugurato il 4 novembre

Il Mago di Oz per superare le dipendenze

U

Il Servizio multidisciplinare integrato per le dipendenze, “Il mago di Oz”, è stato inaugurato nella nuova sede operativa, in via Gramsci 176, a Bagnolo giovedì 4 novembre. “Il Mago di Oz” è un meraviglioso viaggio della fantasia in un mondo dominato da streghe e maghi, dove tutti sono alla ricerca di loro stessi e dei valori che sono stati offuscati. Questa favola è parsa agli organizzatori una metafora adeguata a esprimere la disponibilità di enti e cooperative ad assumersi la responsabilità della presa in carico della persona adulta in situazione di fragilità e a rischio di esclusione sociale. “Una responsabilità che ci siamo prefissi di esercitare – ha precisato Luigi Chiari presidente della Cooperativa “Il Mago di Oz” che ha già sedi operative a Ospitaletto e a Rezzato –, mettendo a frutto competenze ed esperienza maturate in questi anni, anche grazie alla proficua collaborazione con gli Enti pubblici e con la comunità locale. Un’occasione per attivare una pluralità di servizi pubblici gestiti da enti privati che consentono ai cittadini e alle famiglie di esercitare la loro “libertà di scelta”. In

Nel novembre del 1975 a Roma moriva Pier Paolo Pasolini, considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo. L’assessorato alle Politiche giovanili del Comune con i giovani dell’associazione culturale Baccano e Incontragiovani hanno organizzato due serate per ricordarne la figura nel 35° anniversario della sua morte. Il primo appuntamento è in programma il 5 novembre alle 21 al teatro comunale. I “Tre allegri ragazzi morti” presenteranno “Pasolini. Un incontro”. Altro appuntamento è per il 9 novembre, alle 21, nell’auditorium della biblioteca, per la proiezione del film-documento “La paura” realizzato da Pippo Delbono alla presenza dell’autore. L’ingresso è gratuito; è consigliata la prenotazione al numero 3201123447. (mtm)

Cigole

La Sagra di San Martino La Sagra di San Martino-Festa dell’Oca è un appuntamento che si rinnova ogni autunno da 16 anni. La regia è dell’Associazione civiltà contadina con l’Assessorato alla cultura, il Gruppo Terza Età, il gruppo Adultità, la Fondazione pianura bresciana e la cooperativa sociale L’Antica Terra di Cigole organizzano. La festa si apre sabato 6 novembre con una cena in stile rurale presso Palazzo Cigola Martinoni. Domenica 7 e 14 novembre sono previste le visite guidate alle sale affrescate di Palazzo Cigola Martinoni e al percorso museale multimediale di “Raìs, centro per la valorizzazione della cultura rurale e del gioco storico”.

di Lina Agnelli

Manerbio

L’Ucid sulla febbre da gioco sostanza, “Il Mago di Oz” è un servizio per le dipendenze e si occupa di prevenzione, trattamento e riabilitazione di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, alcool, o che abbiano sviluppato una dipendenza patologica da gioco. Il servizio che si avvale delle prestazioni di medico, psicologo, infermiere, educatore e assistente sociale è gratuito e, su richiesta, opera in anonimato: vi si può accedere direttamente o su appuntamento telefonico. Promosso e gestito dalla Società cooperativa sociale onlus “Il Mago di Oz” è accreditato dalla Regione Lombardia e opera in convenzione con l’Asl di Brescia. Il programma della giornata è diviso in due momenti. Il primo, quello dell’accoglienza e dell’inaugurazione della sede, con Luigi Chiari, in qualità di presidente della cooperativa, dipendenti e soci, oltre alle autorità. Tra gli altri, il sindaco Giuseppe Panzini, Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Asl di Brescia, oltre ad assessori provinciali e regionali. Quindi, tavola rotonda su “Territorio e dipendenze: possibili risposte” con interessanti contributi.

Il gioco, come dire un labirinto in cui perdersi. Nelle cronache leggiamo episodi di disagio procurato dalle slot machine nell’illusione di centrare la combinazione che gli cambierà la vita. Il giocatore s’indebita, non sa più come uscire da quella che per tanti è diventata autentica dipendenza. Su questi argomenti si è aperto il dibattito alla riunione della sezione Bassa bresciana dell’Ucid riuniti nella sede di Manerbio. L’intervento dei vari relatori è stato coordinato dal presidente Giuseppe Pozzi. L’ing. Vittorio Giussani, tra i sei acccreditati dal Monopolio di Stato per la certificazione dei video giochi, ha spiegato i meccanismi per i quali le combinazioni si formano automaticamente per restituire una percentuale delle somme introitate agli scommettitori. La psichiatra Anna Maria Martinelli ha spiegato come la persona alla ricerca del piacere è trasportata al gioco, se responsabile e ponderato. A confermare le affermazioni e completare le informazioni si sono avvicendati il dirigente dell’Asl, Pierlugi Colombi, associato al sodalizio, e il direttore del dipartimento per la salute mentale di Leno, Francesco Saviotti, psichiatra. Prevale la considerazione che dal momento in cui il gioco d’azzardo diventa disturbo psicologico, è inderogabile ricorrere a programmi di intervento. Altrettanto utili i risultati legati alla partecipazione a gruppi di auto-aiuto per giocatori anonimi. (pio)

L’ing. Giussani e la dott.ssa Martinelli


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Chiari Dal 12 al 14 novembre

Microeditoria per riflettere sulla donna L’ottava edizione dal titolo “Cromosoma X: per metà sei donna e per metà sei sogno” è dedicata a Elvira Sellerio, pioniera del mondo editoriale

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È dedicata a Elvira Sellerio, pioniera del mondo editoriale recentemente scomparsa, l’ottava edizione della Rassegna della Microeditoria italiana, che si terrà a Chiari, nella cornice liberty di villa Mazzotti, dal 12 al 14 novembre. Quest’anno la manifestazione, incentrata sulla figura della donna nella sua complessità, ripercorsa attraverso celebri versi di poetesse, testimonianze di esponenti politiche, ma anche citando donne-streghe quasi a sottolineare l’ambiguità della figura femminile sospesa tra passato e presente, ha come slogan “Cromosoma X: per metà

di Paolo Festa

sei donna e per metà sei sogno”, unendo l’aspetto biologico a quello poetico sottolineato dalla citazione di Tagore. Numerosi, all’interno del programma, dibattiti, presentazioni, ma anche a incontri con grandi ospiti. Tra questi, ci sarà Michela Murgia, neo vincitrice del Premio Campiello, che presenterà in anteprima il nuovo libro “Ave Mary”; Lidia Menapace e Luisa Morgantini, che si confronteranno sul ruolo delle donne durante la Resistenza; Isabella Bossi Fedrigotti, tra le giornaliste storiche del “Corriere della Sera”, anch’essa vincitrice del Premio Campiello. Spazio anche

Un’immagine della passata edizione

alla riflessione sulla “Donna in terra di mafia” con Nando Dalla Chiesa, che parlerà della sua recente opera teatrale “Poliziotta per Amore” confrontandosi con la magistrato di Salerno Teresa Belmonte. Tra gli altri ospiti, non meno importanti, la poetessa Franca Grisoni, il critico Pietro Gibellini, l’ex rugbista Marco Turchetto con la squadra femminile di Brescia, l’attrice Giorgia Wurth e il cantautore Omar Pedrini. Non mancheranno dibattiti, come quello organizzato con il Parlamento europeo e Cogeme e quello, denominato “Il diavolo e l’acqua santa” che vedrò riflettere sul ruolo della donna la scrittrice Nadiolinda e suor Italina delle suore operaie, moderate dalla direttrice di “Madre”, Annachiara Valle. Tra le novità di quest’anno, uno spazio, chiamato “Microcinema”, dedicato ai cortometraggi. La Rassegna della mi-

croeditoria italiana è promossa e curata dall’associazione culturale “L’Impronta” e dal Comune di Chiari, ed è patrocinata dal Consiglio regionale della Lombardia, dalla Provincia di Brescia e dall’Università cattolica di Milano in collaborazione con il Sistema bibliotecario sud ovest bresciano, la Fondazione Cogeme onlus e il Centro giovanile 2000 e, per il quarto anno consecutivo, con il Parlamento europeo. Ad accogliere i visitatori durante la tre giorni, ci sarà un’installazione dell’artista bresciano Rinaldo Turati (www.rinalditurati.it) che interverrà scenograficamente anche all’interno delle sale della Villa con opere di grandi dimensioni e riferimenti a donne-poetesse tra cui Alda Merini, Emily Dickinson, Dacia Maraini ed Emily Brontë, solo per citarne alcune. Per informazioni: www. rassegnamicroeditoria.it.


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Ghedi

Due incontri sulla salute La Bcc, dopo la serata del 3 novembre, organizza altri due appuntamenti per il 12 e il 19 novembre dedicati alla salute presso l’ Auditorium di piazza Roma 17. Venerdì 12 novembre si affronta la “Medicina complementare, omeopatia e agopuntura oggi” con i dottori Fabio Leone e Roberto Favalli, medico di medicina Generale, esperto in agopuntura. Il ciclo si conclude venerdì 19 novembre col tema: “La fragilità dell’anziano”, relatori i geriatri Gianbattista Guerrini e Orazio Zanetti. Gli incontri iniziano alle 20.15.

Ghedi

“Scrivere il tempo”

Chiari Conclusa la Settimana antoniana

Antonio, santo fra le vie e le piazze

S

Si è conclusa domenica 31 ottobre la “Settimana antorniana” di Chiari: per sette giorni nella cittadina bresciana erano presenti alcune reliquie di Sant’Antonio di Padova. Per tutta la settimana è stato esposto nella chiesa dei SS. Faustino e Giovita un busto-reliquia del Santo. Un’altra reliquia più piccola, invece, negli stessi giorni è stata portata in diversi luoghi della parrocchia, dalla Casa di riposo, all’ospedale, al Centro giovanile 2000. “Sicuramente un’esperienza positiva – ha commentato mons. Rosario Verzeletti, prevosto di Chiari – che si inserisce nel cammino di fede cominciato con le Missioni popolari del maggio scorso e che intendiamo continuare fino al giugno prossimo, quando daremo il via all’anno mariano”. Nella giornata di venerdì 29 ottobre sempre il Centro giovanile aveva ospitato un cineforum in cui era stato proiettato il film “Antonio, guerriero di Dio”, alla presenza del regista Antonello Belluco. “I vari momenti proposti sono stati davvero sentiti e partecipati dalla

di Paolo Festa

gente – ha continuato mons. Verzeletti – sia quelli destinati ai più piccoli che quelli destinati alle famiglie e agli adulti. Non sono mancati poi i fedeli che sono arrivati dalle parrocchie vicine, sia in forma privata, sia attraverso veri e propri pellegrinaggi”. Del resto la devozione alle reliquie ha a Chiari, come in tutta la diocesi, origini antichissime e profonde tradizioni. È stata apprezzata, insieme a quella della reliquia del Santo, la presenza dei padri Minori conventuali, alcuni dei quali nativi proprio di Chiari, che hanno predicato durante gli esercizi spirituali della città, offrendo preziosi spunti di riflessione. Tra gli organizzatori c’è stata anche grande soddisfazione per la partecipazione ai momenti più popolari, come la processione che ha visto le reliquie portate per le vie del paese e che, come un tempo, ha mirato a coinvolgere tutte le realtà presenti sul territorio, dalle associazioni ai gruppi. Un altro modo per far sentire il Santo più vicino alla cittadinanza.

In esposizione pezzi unici di macchine per scrivere e macchine da calcolo prodotte dal 1890 al 1980. L’inaugurazione di “Scrivere il tempo” si è tenuta giovedì 4 novembre alle ore 18.30 presso l’Auditorium della Bcc Agrobresciano. Sono stati, inoltre, proiettati filmati relativi a testimonianza del passato relative alle campagne pubblicitarie nazionali commissionate dal marchio Olivetti. Un viaggio nel tempo per ripercorrere la presenza e l’evoluzione della tecnologia in questo settore. Nell’attuale contesto economico e sociale, caratterizzato da un quadro di generale incertezza, la Bcc Agrobresciano vuole proporre la testimonianza di un’esperienza unica nel panorama dell’imprenditoria italiana e internazionale, caratterizzata dalla capacità di aver saputo utilizzare la progettazione e la ricerca come strumento per creare un modello di produzione e di vita migliori. All’inaugurazione era presente la dott.ssa Patrizia Grieco, amministratore delegato della Olivetti, e l’avv. Alessandro Azzi, presidente Federasse e membro del Comitato esecutivo di Abi. L’esposizione, che resta aperta fino al 21 novembre, è visitabile il sabato dalle 15 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Le scolaresche che vogliono organizzare le visite guidate possono chiamare il numero 0309044325. L’allestimento e la scenografia sono di Giorgio Merigo.

Roccafranca

Un antico rito per i morti “Fa’ lüser”: cioè far ardere, illuminare. Questo è il nome dell’antichissima tradizione che da più di 150 anni raduna i fedeli di Roccafranca al cimitero la domenica successiva al giorno dei defunti, per lasciare un lumino sulle tombe dei propri cari. Il rito, secondo il parroco don Giuseppe Verzeletti, nasce intorno alla metà dell’Ottocento come devozione in favore delle anime “derelitte e neglette” degli appestati, che giacevano presso la cappella di San Dalmazio. Poiché nessuno solitamente pregava per costoro, grazie a questo ricordo essi venivano reinseriti in quella “comunione dei santi” vivi e defunti, che tanta parte ha nelle celebrazioni di questo periodo. Dopo il vespro solenne, cantato nella parrocchiale, i fedeli in corteo si dirigevano verso la cappella portando una candela, preceduti da un enorme crocifisso trasportato dai confratelli crociferi. Lì, dopo l’omelia del vicario, ricevevano la benedizione con la reliquia della Santa Croce. Nel corso del tempo la tradizione si è evoluta e ai giorni nostri, mentre lungo il viale una piccola fiera riempie l’aria di un’atmosfera di festa, i fedeli attendono il sacerdote per l’Eucaristia nel nuovo cimitero, costruito proprio attorno all’antica cappella, circondata come allora da una miriade di lumini che continuano a brillare nella sera novembrina. (f.u.)


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Marcheno NovitĂ

La musica è di casa in chiesa Dopo l’esperienza delle Canarine, sul territorio si presenta il “Circolo delle Quinteâ€?, una nuova associazione che si è presentata con un concerto

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di Edmondo Bertussi

Dopo le “Canarineâ€? il “Circolo delle Quinteâ€?: davvero si sono aperti nuovi scenari per la cultura musicale a Marcheno, per decenni in zona grigia. Il paese negli anni Trenta aveva una sua fiorente banda musicale: attraverso alterne vicende durò fino agli anni Settanta con l’indimenticato maestro Mario Bertelli. Poi non si registra piĂš nulla di notevole: solo i tentativi di far rinascere il Coro parrocchiale, senza riuscire a dargli continuitĂ . Sette anni fa, nasceva il fenomeno delle “Canarineâ€?, il Piccolo Coro della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo: lo promosse l’allora curato don Giuseppe Albini insieme ai “maestriâ€? Anna, Marika, Sandro. Lo proposero agli alunni del catechismo dalla prima elementare alle medie, raccogliendo entusiaste adesioni. Il parroco don Roberto Zanini, sorpreso, al loro debutto nella Messa solenne della domenica, le chiamò “le nostre canarineâ€? e Canarine rimasero. Da allora con costanza encomiabile accompagnano la funzione festiva e partecipano pure a particolari occasioni

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Il “Circolo delle Quinte�

civili. Soprattutto riescono a rimpiazzare le componenti man mano che per etĂ o altro lasciano. Ora sono una cinquantina: con le maestre Marika Bertussi e Anna Fracascia anche l’organico dei musicisti (chitarre) è cresciuto. Agli “storiciâ€? Gabriele Frialdi e Sandro Savelli si sono aggiunti Gabriele Fausti, Elisa Pintossi, Simone Contessa e primo “fanâ€? è il parroco don Maurizio Rinaldi. Sulla loro divisa (bianca per le coriste, azzurra per maestri e musicisti) dono di un nonno di due Canarine, hanno il logo della parrocchia (una mezza facciata della chiesa) ristilizzato da loro e la frase di S. Agostino “Chi canta prega due volteâ€?. Ed ora è nato ufficialmente e si è presentato al pubblico con una serata in concerto il Circolo delle Quinte, associazione con ragione sociale nello statuto “...diffondere la cultura musicale nel mondo giovanile e non; ampliare la conoscenza della cultura musicale, letteraria e artistica in genere attraverso contatti fra persone, enti e associazioni...â€?. Non si esclude nessun obbiettivo,

compresa col tempo, la ricostituzione della banda. I soci fondatori sono 11: di fatto il nucleo dei “chitarristiâ€? della Canarine a cominciare dal dottor. Gabriele Frialdi (presidente), ai quali si sono aggiunti gli amici Paolo Costa, Monia Frati, Ferdinando Maiolo, Roberto Muffolini, Matteo e Stefano Porteri, Nicolò Sabatti. “Nei nostri paesi – affermano – esistono molti giovani ricchi di talento ed entusiasmo ma che spesso non trovano occasioni per comunicare ed esprimersiâ€?. Sostenuti da Comune e parrocchie di Marcheno e Brozzo, hanno lanciato la prima iniziativa. A metĂ novembre partiranno sei corsi di musica aperti a tutti: canto, chitarra acustica ed elettrica, basso elettrico, piano e tastiere, sassofono, batteria. Il corso si articola in sei incontri mensili, suddivisi in due lezioni teoriche e quattro lezioni sullo strumento scelto. Le iscrizioni si ricevono presso la Biblioteca comunale e presso gli organizzatori (Frialdi Gabriele (030/8966105) e Fausti Gabriele (030/8610194).

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Comunità montana Da Brescia in Valtrompia

Il sogno della pista ciclabile Un tratto della ciclabile da estendere

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Ora non resta che attendere fino alla fine di novembre per sapere se la Regione Lombardia inserirà in graduatoria il progetto presentato dalla Comunità montana per il completamento della pista ciclopedonale sull’argine del Mella. “Lo scorso 11 ottobre – spiega l’arch. Fabrizio Veronesi, responsabile dell’area tecnica in Comunità – si è chiuso il bando regionale ‘Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità ciclistica’ per l’assegnazione di cofinanziamenti e speriamo che la nostra proposta possa rientrare tra quelle che usufruiranno dei fondi erogati dalla

di Andrea Alesci

Regione, anche solo parzialmente”. Un progetto realizzato dall’ente sovracomunale valtrumplino dopo aver stipulato un protocollo di intesa con Provincia e Comuni di Collebeato e Villa Carcina. “Il nostro obiettivo – dice l’assessore ai Lavori pubblici in Comunità, Marco Bassolini – è ottenere un finanziamento regionale nell’ordine dell’80-90% su una spesa complessiva di circa 750mila euro. I lavori riguarderebbero i due tratti mancanti della pista ciclabile: un chilometro e mezzo che collega Concesio a Collebeato e 600 metri circa nel territorio

Concluso il bando, ora si attende l’ok della Regione per il progetto di completamento della pista ciclopedonale sull’argine del Mella

di Villa Carcina. A Collebeato l’area è già predisposta per ospitare il nuovo tratto di collegamento fra Concesio e il percorso che prosegue verso la città, mentre il pezzo mancante a Villa è il più critico: da Cailina passerebbe di fianco all’argine del fiume e poi sotto al ponte di Pregno per proseguire verso il tratto già esistente che sbuca al Crocevia di Sarezzo. Così – prosegue Marco Bassolini –, con l’ufficio tecnico abbiamo studiato una soluzione simile ad alcuni tratti adottati sulla ciclabile del Danubio o al viadotto circolare di Brusio sulla Ferrovia del Bernina, ossia una rampa elicoidale che riduce la pendenza e ottimizza lo spazio”. Un’opera che permetterebbe di rendere omogenei e sicuri per i numerosi cicloamatori bresciani i 20 chilometri di percorrenza che salgono da Collebeato verso Marcheno, con la possibilità

La base operativa di Gastrompia è a Sarezzo

Vede la luce il primo Gruppo d’acquisto La spesa al supermercato è un ricordo per le famiglie che aderiscono a un Gruppo di acquisto solidale. Anche in Valtrompia ce n’è uno in embrione e ora ha deciso di costituirsi ufficialmente per far conoscere l’esperienza maturata. “Il nostro Gas è giovane – dice Susanna Martinelli, una delle responsabili – e ha cercato di svilupparsi contando sull’appoggio del primo gruppo nato in provincia di Brescia nel 1997 (Gassoso) e di una realtà che ormai si avvia a compiere tre anni, ossia il Gaspiano di Mompiano. Anche se per ora non abbiamo ancora una sede, il nucleo dell’associazione è a Sarezzo ma in tutto siamo formati da 12 famiglie che vanno da Gardone a Villa Carcina. Quella che cerchiamo di portare avanti – continua Susanna Martinelli – è una modalità alternativa di acquisto mirata a valorizzare e sostenere la produzione locale, con il minor impatto possibile sull’ambiente”. Principio base è la cooperazione dei partecipanti. “Spesso – ricorda Emanuele Sangiorgi, presidente del Gas pioniere in provincia di Brescia –, alcune famiglie partecipano passivamente facendo solo gli ordini. Esiste un calendario con scadenze di ordini e ritiri, una serie di comunicazioni che avviene via mail e l’arrivo delle merci concentrato in un giorno, perciò l’impegno tutto sommato è sostenibile”. Una filosofia d’acquisto che porta anche un

risparmio economico, ma più di tutto promuove un meccanismo che combatte lo spreco e sostiene l’economia dei piccoli produttori. “All’inizio – dice Federica Belleri, altra responsabile di Gastrompia – si effettua una selezione dei produttori, orientando la scelta verso aziende vicine e a conduzione familiare. Un Gas è anche laboratorio sociale, grazie al ritrovo mensile in cui si discutono novità, cambiamenti e si condividono riflessioni”. Una realtà, quella dei Gas, che trasforma i clienti in co-produttori, mettendo in pratica stili di vita che rendono le famiglie una sorta di avanguardia del cambiamento. “Con il Gas – chiude Susanna Martinelli – sosteniamo i produttori, capiamo le dinamiche dei prezzi, possiamo instaurare un dialogo e chiedere che un prodotto venga modificato. Come Gastrompia ci riforniamo presso aziende locali tipo Pesei di Tavernole per marmellate, conserve, salse, l’azienda agricola Zerma di Bovegno per formaggi, burro, carne di mucca e maiale e La Bottega del Mondo di Gardone per caffè, tè, cioccolato, cosmetici e detersivi; poi ortaggi e frutta dalla cremonese Iris, verdura, legumi e riso dall’Ambiente naturale di Gambara, mentre latte e yogurt presso il Biocaseificio Tomasoni di Gottolengo”. Per informazioni, www.gastrompia.ilbello.com o mandare un’e-mail a gastrompia@gmail.com.

da qui di deviare sul tratto sterrato in fase di realizzazione che dalla frazione di Brozzo vira verso Lodrino e giunge sino alla Valsabbia. “Inoltre – aggiunge l’assessore Bassolini –, a Villa Carcina verrebbe realizzata una passerella di collegamento con un parcheggio coperto dove poter lasciare le biciclette, in un’area che sta proprio a fianco della fermata dell’autobus e al contempo vicino alla futura stazione della metropolitana leggera. Un parcheggio coperto verrà costruito anche a Collebeato, appena dopo il ponte di Stocchetta accanto alla linea extraurbana 11 e verrà dotato anche di postazioni per il noleggio delle due ruote, grazie a un accordo con Bicimia”. Un intervento che consentirebbe di salire da Brescia e addentrarsi in Valtrompia senza mai incrociare la strada carrabile sino a Marcheno.


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

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Esine Parla la responsabile

La logopedia in un percorso di tipo umano Sono oltre 200 i pazienti in trattamento ogni anno presso l’ospedale camuno. Il servizio affidato a Mariuccia Franzoni è attivo dal 1989

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di Franco Garattini

Oltre 200 pazienti in trattamento all’anno, con un ritmo che è cresciuto costantemente dal 1989 ad oggi: è questo il risultato del servizio di “Logopediaâ€? dell’Ospedale di Valle Camonica. Fin dal suo inizio è stato affidato a Mariuccia Franzoni, una logopedista del tutto speciale che ha saputo unire professionalitĂ a passione personale che le ha consentito di arrivare a risultati sempre piĂš importati. I pazienti trattati vanno dal settore classico dei “laringectomizzatiâ€?, fino alla prevenzione e alla educazione della voce riservata ai professionisti del canto e della recitazione. Sui laringectomizzati del territorio camuno-sebino il lavoro di Mariuccia Franzoni è stato davvero imponente: dalla nascita della loro Associazione locale (la Ailar), alla scuola di addestramento a parlare con “voce erigmofonicaâ€?, ovvero con l’ingestione di aria e la successiva emissione controllata della stessa dall’esofago. Si tratta di un percorso prima umano che tecnico, tramite il quale chi ha subito la mutilazione dell’organo della fonazione riprende la vita di rela-

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L’ospedale di Esine

zione e la fiducia nelle possibilitĂ di un futuro migliore. “Dai primi casi drammatici – specifica Mariuccia Franzoni – oggi pare di assistere a un lento ma progressivo regresso dei grandi interventi di laringectomia. Certamente molto è stato fatto dalla educazione sanitaria della gente e dalla grande prevenzione che anche noi qui all’Asl di Valle Camonica-Sebino, in collaborazione con il reparto di Orl dell’Ospedale, abbiamo perseguito con tenaciaâ€?. I risultati sono importanti: oggi i casi di laringectomizzati in trattamento riabilitativo sono una quarantina, con un regresso della patologia tumorale, dovuta anche a una buona diagnosi precoce del tumore alla laringe, tale per cui gli interventi chirurgici diventano sempre meno devastanti. Ma il servizio di riabilitazione logopedica dell’Ospedale di Esine non si limita a questo settore, seppur molto importante. Si diceva della rieducazione post-traumatica e patologica in generale, cui spesso si associa anche la disfagia, con problematiche legate alla deglutizione. Ma anche di altri casi legati a patologie

del cavo orale, dell’apparato digerente, dell’apparato respiratorio. In questo senso, la logopedia a Esine è un Servizio direttamente collegato al reparto di Riabilitazione, con il quale si interfaccia in forma multidisciplinare. “Ci sono persone che hanno bisogno di imparare a respirare bene – dice ancora Mariuccia Franzoni – e che tramite una corretta impostazione respiratoria riacquistano la percezione del linguaggio in tutte le sue sfumature: riprendono a parlare bene, a recitare, a cantareâ€?. Sono numerosi, infatti, cantanti professionisti, ma non solo per i quali proprio lei ha studiato un percorso appoggiandosi al dottor Franco Fussi di Ravenna, considerato oggi il massimo esperto in foniatria e logopedia per artisti. Anche per questo Mariuccia Franzoni non smette di studiare e sperimentare, incontrando colleghi che provengono da esperienze molto disparate, con i quali affrontare, come fosse ancora all’UniversitĂ , i casi piĂš difficili. Casi che lei, Mariuccia, risolve sempre, mettendoci quella passione e dedizione che fanno la differenza.


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Comunità montana Prodotti tipici

Il Fatulì per il rilancio gastronomico Il Fatulì

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di Ermete Giorgi

In questi giorni buon successo delle aziende agricole del presidio “Slow Food” del Fatulì della Valsaviore e del Parco dell’Adamello al celeberrimo Salone del gusto di Torino. “È certamente stato fatto un ulteriore passo nel percorso di recupero e valorizzazione di questo prodotto tipico locale – sottolinea Elena Broggi, assessore al Parco dell’Adamello della Comunità montana camuna – offrendo un’opportunità concreta per incentivare il turismo enogastronomico in tutta la Valle Camonica, riaffermando tra l’altro il ruolo del

Parco come uno dei “motori” dello sviluppo sostenibile dell’intero solco montano dell’Oglio”. Si diceva di Torino e del Salone del gusto: un evento internazionale legato al mondo del cibo, dei territori e delle comunità. Organizzato dall’associazione “Slow Food”, giunto ormai alla sua ottava edizione, ha visto la partecipazione do oltre 200mila visitatori, di cui il 30% dall’estero (fonte “Slow Food Italia). All’interno della rassegna, nell’area dedicata alla Lombardia, era presente lo stand del presidio “Slow Food Fatulì della

All’interno del Salone del gusto di Torino, presso il presidio di Slow Food, era presente il formaggio della Valsaviore e dell’Adamello

Valsaviore”, gestito da alcune aziende aderenti al presidio e alla relativa associazione di produttori (azienda agricola Federico Maffeis, “Pestello” di Bontempi e “Paros” di Manenti). Qui è stato fatto conoscere il territorio del Parco dell’Adamello e della Valcamonica ed è stato presentato questo prodotto che qualifica il “paniere” dei “Sapori di Valle Camonica”. Il “Fatulì” è stato utilizzato per degustazioni guidate in preparazione di piatti caldi all’interno dell’“Osteria dell’alleanza”, spazio destinato dall’organizzazione all’elaborazione di ricette innovative con i prodotti di eccellenza dei territori. La partecipazione a questa iniziativa è stata possibile grazie al coordinamento, alla presenza attiva a fianco degli allevatori e al sostegno finanziario del Parco dell’Adamello. Un bilancio

Intervista al presidente Walter Sala

La Secas in liquidazione Gli ultimi recenti sviluppi della Secas (società di intervento per lo sviluppo della Valle Camonica, del Sebino, della Valcavallina) sono analizzati in una conversazione con il presidente Walter Sala. Lo scorso 29 ottobre, l’assemblea dei soci (Comunità montana di Valcamonica, Comunità montana di Valcavallina, Comunità montana di Scalve, Comunità montana laghi bergamaschi, Comunità montana Sebino bresciano, Province di Brescia e di Bergamo, Bim di Valcamonica, Consorzio servizi Valcamonica), ha deciso la messa in liquidazione. La nomina di liquidatore è andata a Sala. Nel corso di questa seduta è stato ampiamente riconosciuto il ruolo della società nel corso degli anni, dalla sua fondazione ad oggi: dal 1990 al 2010. Un’importante funzione per lo sviluppo del territorio. Nell’arco del ventennio, il sodalizio di Walter Sala ha ottenuto un finanziamento di 27.005.485 euro, ma altre ingenti somme sono state attirate in Valle. “Chiudiamo, dopo 20 anni di attività – sottolinea il Presidente – con un bilancio positivo. Negli ultimi due anni si sono registrate oggettive difficoltà economiche legate alla congiuntura che ha coinvolto soggetti pubblici e privati. Anche Secas, che poi è diventata società a capitale pubblico, ha scontato i negativi effetti della crisi economica. E tutto questo sia per quanto riguarda i trasferimenti

pubblici (Comunità montana e Bim), che per quanto concerne la gestione di attività di servizio che son state contratte nel tempo. Il consiglio di amministrazione, anche alla luce del bilancio 2009, ha ritenuto di proporre un nuovo programma di impegno, o la messa in liquidazione”. Così s’è deciso di dichiarare conclusa l’esperienza Secas. Uno degli elementi di particolare rilevanza economica è senz’altro la gestione del Centro congressi di Boario Terme, che gli enti comprensoriali han deciso di lasciare all’iniziativa di soggetti terzi (Comune di Darfo Boario Terme o altri). Due parole a parte meritano i già citati Centro congressi di Darfo e il Centro intervallivo di Edolo. Il palazzo dei congressi si distingue per l’intelligenza della sua concezione complessiva e per la qualità delle soluzioni architettoniche. Il complesso sorge su un’area di 3.000 metri quadrati ed è stato pensato per riunioni, zone espositive, servizi. L’intervallivo di Edolo è luogo d’incontro per agricoltura e zootecnia per le valli alpine (Valle Camonica, Val di Sole, Valtellina). La sua forte dedicazione è arricchita da importanti sinergie col polo scolastico e in particolare con l’Università statale di Milano che in Edolo ha un corso di laurea in Valorizzazione e tutela dell’ambiente e del territorio montano.

positivo per un progetto che, a qualche anno dal suo avvio, è ancora attuale, garantisce un’opportunità reale e concreta delle aziende agricole aderenti, lavora per la conservazione della biodiversità agraria legata alla razza caprina “Bionda dell’Adamello” e proietta il territorio del Parco e della Valle nel mondo dell’enogastronomia di livello internazionale. Conclude l’assessore: “Per il futuro del Fatulì, oltre ad alcune azioni di sensibilizzazione sui temi dell’agricoltura nel Parco, si prevede lo sviluppo di un sistema volontario di identificazione e tracciabilità per garantire sempre più l’origine del prodotto”. Il presidio è noto con lo scopo di favorire la conoscenza di un prodotto che affonda le sue radici profonde nella storica tradizione agricola della Val Saviore.


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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

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Rodengo Saiano Cooperativa Pinocchio

“Il brutto anatroccolo” si trasforma Un progetto per aumentare la capacità di accoglienza residenziale per la comunità e per la residenzialità leggera (parzialmente autonomi)

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di Luigi Zameli

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La Comunità psichiatrica “Il brutto anatroccolo”, che rientra nella cooperativa sociale Pinocchio, opera dal 2003 a Rodengo Saiano, in località Paradello e accoglie oggi 10 ospiti affetti da malattia psichiatrica. Il lavoro della comunità, che occupa una équipe multidisciplinare di 14 persone, si caratterizza per un approccio educativo del paziente, supportato da competenze medico-psichiatriche. Le richieste sempre più frequenti di aiuto per l’accoglienza di nuovi malati del territorio, hanno convinto i responsabili della cooperativa ad

avviare un progetto di sviluppo del servizio, per aumentare la capacità di accoglienza residenziale, sia per la comunità (da 10 a 15 posti), sia per la “residenzialità leggera” (miniappartamenti per pazienti parzialmente autonomi - cinque posti). Per la realizzazione dei miniappartamenti la cooperativa ha ricevuto dalla Fondazione Cariplo un contributo a fondo perduto nell’ambito di un più ampio progetto denominato “Psichiatria di Comunità”. La cooperativa Pinocchio realizzerà pertanto un nuovo fabbricato in località Paradello, con

INSIEME AL TERRITORIO PER ANDARE LONTANO

P iù for t e LG H, p i ù for t i i Nos tri Te rri to ri . Per garantire uno sviluppo più sereno al nostro territorio, occorre condividere con forza e passione le eccellenze, le tradizioni e le esperienze. Ecco perchè Cogeme Rovato, SCS Crema, Aem Cremona, Astem Lodi e p p Asm Pavia hanno dato vita a Linea Group Holding, un grande Gruppo, dedicato ad offrire ai propri nte e telecomunicazioni. clienti alti livelli di qualità nei settori di acqua, gas, energia elettrica, ambiente I suoi numeri parlano chiaro: Lgh è tra i primi cinque operatori a livello nazionale nale nella gestione dei rifiuti con circa 1.000.000 di tonnellate gestite ed è ormai vicina al traguardo di un miliardo di Kw/h di energia elettrica provenienti da fonti rinnovabili. In più, distribuisce e vende circa rca 500 milioni di m3 di gas e 14 milioni di m3 di acqua e produce e distribuisce calore per circa 180 GWh. Oltre 100 milioni di euro sono gli investimenti nel triennio 2008-2010, tradotti nella lla realizzazione di opere pubbliche e nella crescita costante dei servizi ai cittadini: valori concreti, per dare al nostro territorio le migliori prospettive.

Il futuro del territorio è in buone mani www.cogeme.net

www.lgh.it

Il progetto

un totale di 20 posti letto destinati a malati psichiatrici con diversi gradi di gravità. L’immobile sarà dotato di ampi ambienti per la convivenza, di uno spazio per attività teatrali, oltre che dei necessari servizi. La struttura sarà gestita da una équipe di specialisti in varie discipline, con la presenza di medici, educatori, infermieri e operatori assistenziali. Il fabbricato è stato progettato per essere innanzitutto gradevole per coloro che ci vivono e ci lavorano, ma anche con una impostazione costruttiva d’avanguardia, tale da renderlo completamente autonomo dal punto di vista energetico. Sarà uno dei primi edifici italiani a essere concepito come un “ecosistema”, tipo “no utenze”. Per meglio comprendere l’attività della cooperativa, è opportuno descrivere di seguito l’approccio che la Comunità

Pinocchio ha adottato nell’accoglienza e nella cura delle persone che ospita. Si pone l’accento sull’educazione, come base per affrontare la malattia. Nella quotidianità la prima educazione è alla realtà attraverso la proposta di attività concrete: lavoro, teatro, gestione della casa, tempo libero. La relazione educativa inizia con un recupero delle abilità piccole o grandi presenti in ogni persona, fino a una graduale assunzione di responsabilità all’interno delle relazioni quotidiane. È questa la relazione educativa che si persegue: la centralità del lavoro educativo significa cercare di essere attenti alla globalità della persona, attraverso una integrazione dell’aspetto medico e dell’aspetto sociale, dove la questione non è solo il tipo di terapia da somministrare, ma la vita che un paziente desidera.


Brevi

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Iseo

Il Sindaco risponde sul web “Iseo domanda il Sindaco risponde” è la singolare iniziativa che prende il via questo venerdì 5 novembre. Ogni venerdì alle 16 il sindaco Riccardo Venchiarutti risponde in diretta alle domande dei cittadini attraverso una webcam dal suo ufficio. La trasmissione può essere seguita sul computer collegandosi al sito http://iseotvone.blogspot.com/. Le domande dei cittadini possono essere inviate via e-mail sia nei giorni precedenti che durante la trasmissione all’indirizzo segnalazioni@comune.iseo.bs.it.

Rovato

Corso per la ricerca storica

Castegnato In collaborazione con la biblioteca

Un progetto sull’inclusione sociale

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Anche in una realtà non tanto grande come può essere quella di Castegnato i legami sociali possono essere fragili. Ecco allora che la presenza di molte associazioni che operano sul territorio può essere una risposta. Non è sufficiente, però, se queste non riescono a lavorare in rete. Si può spiegare anche così “Tutto incluso”, il progetto per “favorire l’inclusione sociale” messo a punto dal Comune di Castegnato con la Biblioteca Martin Luther King. La regia del progetto (interamente finanziato dalle Fondazioni Cariplo e Vodafone Italia) è curata dalla cooperativa Tornasole. Si tratta di un percorso formativo per creare reti tra i giovani che si occupano di adolescenti, proprio per creare le condizioni “dal basso” di una coesione sociale quanto mai indispensabile in tempi come i nostri in cui prevale l’isolamento, l’aggregazione in piccoli gruppi, la convinzione dell’autosufficienza e dell’inutilità degli altri. La prima parte del progetto, che vede la collaborazione delle realtà

di Luciano Febbrari

che a Castegnato hanno o possono avere a che fare con i giovani (Associazione Multietnica, Associazione Motus Atletica, Associazione pensionati e anziani, Gruppo Senza Nome, Istituto Comprensivo “Padre Vittorio Falsina”, Oratorio San Filippo Neri, Gruppo di acquisto solidale) prevede una serie di incontri in Biblioteca, dalle 20.30 alle 22.30 gestiti da Marta Butturini, formatrice della cooperativa Tornasole. Si parte il 18 novembre sul tema “Adolescenti questi sconosciuti” per indagare su chi sono gli adolescenti “esclusi” e/o “inclusi” a Castegnato. “Chi esclude chi” è l’argomento che verrà affrontato il 25 novembre: conoscere i processi di inclusione e esclusione per favorire le relazioni fra gli adolescenti. Giovedì 2 dicembre si parlerà delle risorse e potenzialità del territorio per realizzare una rete tra i giovani che incontrano e/o si occupano di adolescenti. La concretizzazione del percorso verrà, infine, affrontata il 9 dicembre definendo le strategie per costruire questa rete a Castegnato.

È partito anche quest’anno il corso di avviamento alla ricerca storica curato da don Giovanni Donni. Questo corso intende fornire a tutti i cultori di storia locale gli elementi conoscitivi di base e gli strumenti per la ricerca storica a partire dai documenti monumentali e scritti. Anche chi non ha seguito i corsi precedenti può partecipare con frutto a questo senza difficoltà. Il corso ha durata pluriennale e prevede momenti di approfondimento culturale interdisciplinare ed esercitazioni pratiche. Al terzo anno si produce una tesina e al quinto una tesi di approfondimento. Il programma del quinto anno prevede: le nozioni fondamentali di diplomatica, la scienza che permette di riconoscere l’autenticità dei documenti e si avvale di studi correlati sui sigilli, l’araldica, ecc. Si applica anche allo studio dei documenti moderni; archivistica, la conoscenza degli archivi comunali, partendo da quello di Rovato recentemente sistemato. Quest’anno si cercherà di delineare alcuni aspetti di storia della Franciacorta a partire dai documenti trascritti nei cinque anni e cogliere alcuni momenti della storia locale dall’Unità alla metà del secolo XX, utilizzando documentazione di archivio. Per quanto riguarda la trascrizione di manoscritti, si tratta della parte pratica di ogni incontro e destina circa un’ora ogni volta alla trascrizione e commento su istituzioni, termini, abbreviazioni e quant’altro serve per la piena comprensione dei documenti. Si accosteranno testi antichi in lingua volgare e latina, e possono seguirli anche chi non conosce questa lingua. Gli incontri si tengono al sabato mattina (9.30 – 11.30) nell’oratorio di Rovato.

Rogno

Pedersoli, uomo impegnato Si è svolto a Rogno un particolare convegno in memoria di Angelo Pedersoli, già funzionario della Provincia, amico e sostenitore della Fondazione Cocchetti di Cemmo di Capo di Ponte con la quale ha condiviso valori, idee e progetti sin dai primi anni di attività. Pedersoli, scomparso nel giugno del 2009, era un uomo impegnato e appassionato ai propri valori e alle proprie idee. Poteva contare su una solida fede cristiana e sapeva che la parola di salvezza contenuta nel Vangelo ha il potere di cambiare, in meglio, il mondo. Nel corso del convegno sono intervenute diverse personalità, tra cui mons. Giacomo Canobbio che ha spiegato il significato della morte: “Il cristiano per un verso condivide la condizione di tutte le altre persone umane, secondo le quali la morte suona come un mistero che interrompe l’esistenza. Ma per il cristiano la morte è anche una porta aperta sull’incontro definitivo con il Signore Gesù. Soltanto se facciamo memoria affidando questa persona a Dio, possiamo farla vivere perennemente”. Ascoltando queste parole, la moglie Nadia Pedersoli ha aggiunto: “Sono convinta che anche adesso lui ci stia guardando e veda che il suo percorso non è andato perso perché vogliamo riprendere i suoi valori che erano la conoscenza e la fede cristiana. Speriamo che questa nostra iniziativa possa ulteriormente svilupparsi in futuro”. (g.a.)


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

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Polpenazze Garda Sposi Expo

Alcune idee per allestire il matrimonio Il 6, il 7, il 13 e il 14 novembre va in scena l’appuntamento dedicato ai promessi sposi ma anche alle persone già sposate: 60 gli espositori

Al Polo fieristico enogastronomico del Garda di Polpenazze si sono appena spenti gli allegri fuochi delle cucine dell’Ottobre in Festa che per tutto il mese hanno sfornato migliaia di gustosi piatti, ma i volontari dello Sporting Club Felter sono nuovamente al lavoro. E nei prossimi due fine settimana, sabato 6 e domenica 7, sabato 13 e domenica 14, attendono vecchi e nuovi amici a “Garda Sposi Expo”, un appuntamento tutto nuovo e che promette fascino, originalità ed eccellenza a chi è in vista del “fatidico sì”, a chi ha deciso di “convolare a nozze”, a chi

dunque è in procinto di contrarre matrimonio, prerequisito per crearsi una famiglia, mattone costitutivo della società. In padiglioni addobbati a festa, una sessantina di espositori, professionisti del settore, presentano al pubblico tutto ciò che può rendere unico il grande passo: le partecipazioni e gli inviti, le bomboniere e gli abiti da cerimonia, l’acconciatura e gli accessori, il corredo e la lista nozze, le fedi nuziali e il fotografo, il bouquet e l’addobbo floreale, la musica e l’intrattenimento, l’automobile e la location per il ricevimento, i consigli delle agenzie di viag-

gio e immobiliari e quelli delle banche per i finanziamenti e i mutui. Tutto per esaltare anche il minimo particolare da scegliere secondo il proprio stile, romantico o con un tocco di originalità, classico o retrò, per organizzare un matrimonio con i fiocchi e per rendere il giorno più bello… ancora più bello. Trascorrete qualche ora a “Garda Sposi Expo” e i preparativi della vostra cerimonia di nozze non saranno più un temibile “tour de force”, ma un autentico piacere, per fissare un ricordo che valga per tutta la vita. Ma a “Garda Sposi Expo” c’è spazio per coloro che il “fatidico sì” lo hanno già pronunciato e sono in cerca di nuove idee e suggerimenti per arredare il proprio “nido” o per trovare un regalo in vista del S. Natale. Il tutto a ingresso gratuito, in una sola location, quella accogliente offerta dalle bianche tensostrutture

del Polo di Polpenazze. A fare da contorno, secondo l’apprezzata tradizione di “casa” Felter, una piacevole atmosfera di festa. La gettonata area ristorazione propone una lunga carrellata di piatti tipici del territorio accompagnati dagli apprezzati vini bianchi e rossi della Valtenesi: gustosi primi a base di pasta fresca, ricchi secondi di carne e pesce, formaggi e salamelle alla griglia e ancora contorni e dolci per tutti i gusti. Con il sottofondo musicale dal vivo che accompagna le sfilate a tema in programma sul palco. Le porte di “Garda Sposi Expo” saranno aperte il sabato dalle 15 alle 22, la domenica dalle 10 fino alle 23.30. Al Polo di Polpenazze, in frazione Picedo, si accede dalla strada gardesana Desenzano-Salò. Parcheggi per oltre 3.000 autovetture e pullman. Info: www.poloenogastronomico.it, 0365.651389.

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Brevi

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Rezzato, Botticino e Villanuova

Il Gruppo d’acquisto fotovoltaico ha raccolto già 59 adesioni

Desenzano 22 realtà comunali in prima linea

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La lotta quotidiana alla povertà

Operatori, associazioni del volontariato ed enti pubblici coinvolti nel “Progetto Povertà 2009/2010” si sono confrontati a Palazzo Todeschini di Desenzano in “Un incrocio di strade, uno scambio di esperienze” per condividere le migliori attività svolte in riferimento alla legge quadro 328/2000 sul sistema integrato di interventi e servizi sociali. L’incontro ha suggellato l’“Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale” che ha messo in evidenza come il 17% dei cittadini europei non riesca a soddisfare le proprie necessità primarie e sia esposto al rischio di povertà. “Un incrocio di strade, uno scambio di esperienze” ha voluto racchiudere e ben rappresentare gli sforzi compiuti negli ultimi sei anni dalla Fondazione servizi integrati gardesani, organo dei 22 Comuni del Distretto del Garda bresciano per l’erogazione dei servizi sociali in forma associata, dall’assessorato ai Servizi sociali del Comune gardesano e dalle numerose realtà dell’operoso volontariato locale, gruppi Ca-

di Vittorio Bertoni

ritas di Desenzano, Rivoltella e Salò, S. Vincenzo di Desenzano, Centro di aiuto alla vita, Padri Rogazionisti di Desenzano, associazioni di Bedizzole e di Lonato, per tentare di alleviare le gravi e spesso profondamente complesse condizioni dei soggetti che si trovano in situazione di povertà estrema e sono a forte rischio di esclusione sociale. Un’occasione importante quindi per condividere una buona prassi di collaborazione, che ha visto in questi anni l’impiego di somme modeste ma significative provenienti da leggi di settore in grado di moltiplicare l’opera a volte difficile dei servizi sociali coinvolti, grazie all’intervento dei gruppi e delle associazioni e a una continua sinergia tra pubblico e privato. “Un miracolo? Non proprio – ha commentato Valentino Marostica, assessore ai Servizi sociali – bensì un riuscito trapianto di esperienze, di risorse e di professionalità sul sistema dei servizi alla persona, che funziona nella misura in cui la sussidiarietà si fa risposta e un incrocio si fa scambio”.

Passione per il solare. Bilancio positivo per il Gruppo d’acquisto fotovoltaico (Gaf) promosso dalle amministrazioni di Rezzato, Botticino e Villanuova sul Clisi e coordinato da Energoclub Onlus, che tra giugno e settembre ha raccolto 59 adesioni, 41 delle quali con contratto già firmato per una potenza prenotata complessiva di quasi 140 kWp. È dunque raggiunto l’obiettivo iniziale prefissato di 100 kWp, il che significa che per gli aderenti è garantito il prezzo di 4.040 €/kWp (Iva inclusa). Il valore definitivo della potenza cumulata del Gruppo d’acquisto fotovoltaico e di conseguenza l’ammontare del costo finale per kWp installato e del relativo risparmio totale per i partecipanti, sarà noto tra i mesi di novembre e dicembre quando saranno stati siglati anche gli ultimi contratti. Manifesti, serate pubbliche e sportelli informativi settimanali hanno svolto un ruolo importante nel veicolare e diffondere l’iniziativa. Circa un cittadino su due, una volta raccolte le informazioni allo sportello, e comparata la proposta con quelli di altri fornitori sul mercato, ha poi deciso di iscriversi e versare la propria quota di adesione riconoscendo la qualità e convenienza del pacchetto chiavi in mano del Gruppo d’acquisto solidale. L’interesse riscontrato da parte dei cittadini ha confermato la validità del Progetto che è finalizzato a facilitare l’acquisto di impianti fotovoltaici chiavi in mano, fino a una potenza di 20 kWp, a condizioni economiche interessanti offrendo nel contempo il supporto di consulenti competenti in grado di garantire un servizio di qualità. Per quanto riguarda lo stato di avanzamento del progetto, ad oggi 18 sono gli impianti installati, di cui due sono già allacciati alla rete e hanno pertanto iniziato a produrre energia pulita. La maggior parte degli aderenti al Gaf risiede nei Comuni che hanno patrocinato l’iniziativa. In particolare, 15 sono gli iscritti a Rezzato (che porteranno a 60 il totale degli impianti in funzione sul territorio comunale), otto a Botticino, cinque a Villanuova. Si contano poi quattro adesioni a Brescia e a Mazzano, tre a Borgosatollo, Bovezzo, Manerbio e Roncadelle, due a Bedizzole, Ghedi e Paderno Franciacorta, una a Cazzago, Gavardo, Lumezzane, Nave e Passirano.

Un convegno a Gardone Riviera

Le chiese nel contesto insediativo L’Asar, Associazione storico archeologica della Riviera del Garda, organizza, in occasione del 40° anniversario della fondazione, il convegno di studi dal titolo “Nuove ricerche sulle chiese altomedioevali del Garda: dal singolo edificio alla complessità dei contesti”. Il convegno si svolge sabato 6 a partire dalle 9.30 presso l’auditorium del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, è realizzato con l’Università degli studi di Padova e la Comunità del Garda e vede la partecipazione di numerosi studiosi per fare il punto su salvaguardia, ricerca e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico, monumentale, naturalistico e paesaggistico della regione gardesana e del suo entroterra. La ricerca archeologica è stata sinora condotta su singole chiese, mentre manca un’analisi complessiva dello sviluppo della rete ecclesiastica nelle campagne e del suo rapporto con l’insediamento tra tardo-antico e alto-Medioevo. I numerosi scavi condotti nel territorio gardesano offrono l’opportunità di indagarne i tempi e i modi in relazione a un insediamento le cui dinamiche complesse si svolgono tra ville romane, castelli tardo-antichi, aggregazioni altomedievali, insediamenti eremitici e monasteri. Solo studiando le chiese nel contesto insediativo è possibile capire chi le costruì, per quale motivo e con quali effetti sul popolamento.


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LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it

Alcide De Gasperi

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di Giovanni Formichella

Secondo Hegel, alcuni uomini riescono, meglio degli altri, a capire il proprio tempo, a ‘leggere’ i fatti del presente, quindi vedono il futuro e sanno scegliere le strade giuste per l’umanità. In questa categoria, senz’altro, possiamo collocare la figura di Alcide De Gasperi, politico centrale della storia italiana contemporanea. La sua biografia, pubblicata da Rubettino editore, curata da vari autori, è stata presentata presso l’Istituto Paolo VI di Concesio, con gli interventi di Giuseppe Camadini, presidente dell’Istituto, Giovanni Battista Re, prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, Alfredo Canavero, docente di Storia presso l’Università di Milano, Maria Romana De Gasperi, figlia del politico; il direttore del “Giornale di Brescia”, Giacomo Scanzi, ha moderato l’incontro. Nella diversità delle prospettive di analisi, i vari relatori hanno posto l’accento sulle cifre cruciali della vita e della politica di Alcide De Gasperi. Innanzitutto, in lui vita e politica formano una simbiosi perfetta: l’attività politica non è un’azione astratta, scissa dall’esistenza, ma è profondamente calata nella vita, nella concretezza dei fatti quotidiani, nelle passioni, nelle gioie e nei dolori, nella ragione e nella fede. Come ci ha ricordato, in mo-

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Biografia Presentata all’Istituto Paolo VI

Alcide De Gasperi, missionario in politica La sua vita è connotata da un’azione coerente, limpida, espressione di pensiero e volontà, ragione e sentimento, filosofia e fede, che trova la sua sintesi nella politica. La nostra epoca ha bisogno di tali esempi illuminanti, se vuole evitare il rischio di un imbarbarimento e se vuole recuperare la concezione più alta della politica, che dovrebbe sempre avere come fine ultimo la persona umana e il suo bene, e quello della comunità

do molto coinvolgente, la figlia, la sua esistenza mostra, infatti, un unico filo conduttore, che attraversa tanto la sfera culturale, teoretica, quanto quella fattuale, pratica: la politica vista come l’attività più nobile dell’uomo, che deve occuparsi del “bene comune”. A questo fine De Gasperi dedica tutta la sua vita, come un missionario laico, che, forte di una fede profonda in Dio, vuole aiutare l’uomo a crescere, a diventare più civile; la sua stessa opera, dice la figlia, nel divenire arduo della quotidianità, è una preghiera viva rivolta a Dio. A tale riguardo, per lui, al centro di tutto c’è la persona, che è un valore assoluto, poiché il bene della politica risiede proprio in essa; non è lo Stato il fulcro della vita comunitaria, come avviene nei totalitarismi che hanno insanguinato il Novecento, ma è l’essere umano, depositario dei diritti fondamentali della vita, della libertà, della dignità. Non a caso la sua lotta contro il fascismo è chiara e inequivocabile, a differenza di altri che hanno fatto scelte opportunistiche: egli ha subìto il carcere, ma mai ha accettato compromessi con il regime, come sottolinea Canavero. In alcune sue lettere, De Gasperi critica anche i cattolici clerico-moderati, che non hanno preso le distanze dal fascismo. Tutte le sue

scelte di politica interna e di politica estera, nei primi governi a guida democristiana, sono coerenti con la sua esperienza antifascista. Egli vuole, sul piano interno, uno Stato laico, che sia in grado di difendere i valori della persona, una nazione che abbia un’anima, dei riferimenti spirituali, morali, culturali, e che non sia una mera espressione geografica, economica, mercantile. Sul piano internazionale, il suo disegno è quello di un’Italia inserita in Europa, fortemente collegata all’Occidente, ai Paesi democratici e liberali, lontana dal totalitarismo sovietico. I suoi riferimenti, a questo proposito, sono Adenauer e Schuman, con i quali egli è uno dei padri fondatori dell’idea dell’Europa unita. Come possiamo vedere, Alcide De Gasperi, per noi, resta un modello nobile di politica. La sua vita è connotata da un’azione coerente, limpida, espressione di pensiero e volontà, ragione e sentimento, filosofia e fede, che trova la sua sintesi nella politica. La nostra epoca ha bisogno di tali esempi illuminanti, se vuole evitare il rischio di un imbarbarimento e se vuole recuperare la concezione più alta della politica, che deve avere, come fine ultimo, la persona umana e il suo bene.


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Cultura e comunicazione Famiglia

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Il modo migliore per insegnare ai figli a essere onesti e sinceri è dare esempio costante, perenne, coerente di rispetto per la verità, pronti a pagarne le conseguenze, ma mai disposti a compromessi. Non è necessario dire tutto, subito, così com’è; ma la parola e l’azione debbono sempre esser conformi a verità e rettitudine d’animo. Il primo impegno è convincersi che la verità è sempre più semplice di qualsivoglia bugia e che mai e poi mai è lecito mentire in presenza dei figli. Piuttosto che mentire meglio, dunque, tacere. Anche quando basterebbe una mezza verità, anche quando è una bugia necessaria o pietosa, anche quando vogliamo evitare un dolore al nostro bambino o alle persone amate

Genitori e figli Le bugie hanno le gambe corte per tutti

Come aiutare i figli a essere sinceri

I

I genitori sono convinti che i figli debbano sempre dire la verità, la pretendono, la esigono e si infuriano quando scoprono che così non è. Urlano: “Sei un bugiardo” e aggiungono quant’altro ritengono loro dovere dire, per convincere il figlio che è un bugiardo. Ma quando saranno riusciti in questo loro intento, lui come si comporterà? Indubbiamente da… bugiardo. E così avranno ottenuto esattamente il contrario di ciò che si proponevano. Allora proviamo a chiederci che cosa può dire la pedagogia positiva e come si possono educare i figli alla sincerità che non solo è un valore fondamentale dal punto di vista morale; ma è anche una questione di sicurezza dal punto di vista pratico. I genitori hanno, infatti, bisogno di informazioni affidabili, di risposte vere

di Luigi Domenighini pedagogista

perché, solo attraverso la sincerità si può stabilire un rapporto educativo corretto; ma che cosa fanno per favorire un’atmosfera di sincerità in casa? Che esempio danno? Gli stessi che pretendono la verità, tutta la verità e soltanto la verità dal figlio sono convinti di poter dire, ogni tanto, una bugia quando la situazione lo richiede e non pensano minimamente agli effetti negativi che ciò può avere sui bambini, i quali percepiscono la discrepanza tra il dire e il fare del genitore e non dimenticano. I bambini ‘ricordano’ le bugie dei genitori! Le ricordano, perché se ne sono vergognati moltissimo. Ognuno di noi può trovare esempi in tal senso: il papà che dichiarava per noi un’età inferiore onde avere il biglietto ridotto sul treno (e noi ci rannicchiavamo rossi in viso dietro di lui); “Dille

che non ci sono!”, era l’ordine della mamma quando telefonava la zia e noi lo eseguivamo, facendo violenza al nostro pudore; i suggerimenti dell’allenatore: “Stendilo se ci riesci, ma non farti vedere…”. Invece, il modo migliore, per insegnare ai figli a essere onesti e sinceri è dare esempio costante, perenne, coerente di rispetto per la verità, pronti a pagarne le conseguenze, ma mai disposti a compromessi. Non sto sostenendo che è necessario dire tutto, subito, così com’è; ma che la nostra parola e la nostra azione debbono sempre esser conformi a verità e rettitudine d’animo. Allora… spesso i bambini ci sentiranno dire frasi del tipo: “Questa è una cosa riservata e non posso riferirla”; oppure: “Non sono in grado di esprimermi su questo fatto, è una questione delicata e non voglio parlarne, ecc.”. Il primo impegno dunque è convincerci che la verità è sempre più semplice di qualsivoglia bugia e che mai e poi mai ci è lecito mentire in presenza dei nostri figli. Piuttosto che mentire meglio, dunque, tacere. Anche quan-

do basterebbe una mezza verità, anche quando è una bugia necessaria o pietosa, anche quando vogliamo evitare un dolore al nostro bambino o alle persone amate. Stabilito che noi non diciamo falsità almeno davanti ai bambini (perché il primo intervento di pedagogia positiva è sempre su di noi), vediamo ora come comportarci quando nostro figlio dice una bugia. Premesso che per un lungo periodo dell’età evolutiva (fino ai sette anni circa) le bugie non sono tali in quanto non vi è netta distinzione tra realtà e immaginazione, premesso che talora anche gli adulti si autoconvincono di una cosa pur non essendo reale (questo può capitare anche ai ragazzi soprattutto se adolescenti), premesso che prima che imparino a non farlo tutti i bambini sperimentano la menzogna, premesso questo e altro: non reagite negativamente alle piccole bugie, soprattutto non uscite con la frase: “Sei un bugiardo”; non chiedete: “Perché hai mentito?”… tante volte non lo sa; i bambini agiscono e basta, non sono in grado di dare spiegazioni psicolo-


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Palazzolo Una scuola per genitori

Una rete per crescere insieme Forte del consenso raccolto per l’iniziativa dell’anno scorso, il coordinamento dei genitori di Palazzolo ripropone anche per l’anno scolastico appena iniziato “Il programma di formazione per i genitoriâ€?. In collaborazione con l’Amministrazione comunale, le parrocchie cittadine, la direzione didattica, l’istituto scolastico delle Suore Ancelle, gli animatori dell’Agesc (Associazione genitori scuola cattolica), dell’Agei (Associazione genitori e insegnanti), Comitato genitori liceo e Itis, Comitato genitori istituto comprensivo e del secondo circolo, la Fondazione Galignani, organizzano una serie di incontri presso il salone dell’oratorio S. Cuore: il primo si è tenuto il 26 ottobre con l’intervento del prof. Osvaldo Poli sul tema “La coppia, perchĂŠ litighiamo anche se ci vogliamo bene?â€?. SeguirĂ il 9 novembre sempre alle ore 20.30 una lezione della prof.ssa Lucrezia Pedrali sul tema: “La cittĂ multimediale, crescere nel confrontoâ€?. Seguiranno in primavera altri tre incontri: il 22 febbraio con relatore il prof. Carlo Zelindo BarufďŹ dell’UniversitĂ cattolica di Brescia sul tema: “I linguaggi giovanili e gli strumenti di comunicazione: vantaggi e rischiâ€?. In marzo una serata a piĂš voci sui rischi connessi alla navigazione in internet con il contribuito della Polizia postale. In data da stabilirsi è prevista la presentazione del nuovo libro del prof. Osvaldo Poli sull’identitĂ . Per la parte piĂš propriamente didattica nel periodo gennaio/maggio 2011 si svolgerĂ il secondo anno della scuola genitori, dedicata alle tematiche dell’infanzia. Sa-

giche dei loro comportamenti; ricorrere alla bugia è un comportamento autoprotettivo del tutto naturale, anche se non accettabile e da modiďŹ care; condannate il fatto non la persona, perciò non dite: “Di te non mi posso ďŹ dare, sei falsoâ€?; ma: “Io so che sei tornato a casa in ritardo dalla scuola perchĂŠ sei stato a giocare con Franco, non perchĂŠ ti ha trattenuto la maestra, che mi dici?â€?;

se ne segue l’impegno alla sinceritĂ e ad accettare anche le conseguenze della bugia, non servono castighi. Continuate con: “Bravo so che ce la farai, la veritĂ va sempre detta anche quando è difďŹ cile per le conseguenze che ne vengono, anche quando ci vergogniamo di quello che abbiamo fatto (sai tutti possono sbagliare, anche i grandi); ma tu vuoi essere sincero, come lo siamo io e papĂ â€?.

ranno incontri a numero chiuso con un massimo di 30 posti. Nell’illustrare i contenuti proposti i responsabili del tavolo di coordinamento hanno voluto sottolineare motivazioni e peculiaritĂ dell’iniziativa che nasce da esigenze espresse e raccolte sulla base di consultazioni avvenute tra i genitori; la rete di contatti e di interessi creata è cosĂŹ in grado di formulare uno strumento e un progetto di ampio respiro e possibilmente piĂš costruttivo (interventi di Cristina Ruffoni, di Nives Dotti e Paola Schena). Il presidente dell’Istituto Galignani, Angelo Lazzari, coadiuvato dallo psicologo Claudio Donati e afďŹ ancato da Giacomino Facchi per il Comitato genitori, ha sottolineato l’importanza del coordinamento realizzato fra le varie istituzioni e i genitori utenti e della coerenza della proposta formativa con la missione della Fondazione. Anche Selina Grasso nella sua duplice veste di consigliere delegata del Sindaco per le politiche giovanili e di presidente del Consiglio d’istituto di liceo e Itis, ha evidenziato la validitĂ della iniziativa che si inserisce nel programma culturale formativo dell’Amministrazione comunale e che rappresenta uno strumento molto valido per i genitori che a volte sembrano essere latitanti su queste problematiche, in particolare in presenza dei ragazzi piĂš grandi. Un calendario di iniziative di ampio respiro e rivolte ai genitori con ragazzi e ragazze in etĂ scolare. Per maggiori informazioni inviare mail a: tavolo. genitori@gmail.com (l.d.)

Quindi l’onestĂ non va punita. PoichĂŠ dire la veritĂ signiďŹ ca talvolta affrontare spiacevoli annessi e connessi, aiutate i vostri ďŹ gli a sentirsi sicuri di potervela conďŹ dare sempre. Lodateli perchĂŠ sono coraggiosi e sono leali, sanno affrontare la vita, sono maturi. Quando si mostrano sinceri soprattutto su qualcosa che è stato difďŹ cile palesare, riconoscete e premiate la sinceritĂ . InďŹ ne non

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tendete trappole del tipo: “Lo sapevo, lo sapevo, mi ingannavi, ma io sono furba e l’ho scopertoâ€?. In questo caso una sola domanda: “Se lo sapevi perchĂŠ non hai fatto nulla per impedirlo?â€?. PoichĂŠ non hai messo in atto nessuna strategia preventiva positiva, tu hai commesso un errore pedagogico, lui ha utilizzato la strada piĂš facile‌ essendo difďŹ cile parlare apertamente in casa.


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Cultura e comunicazione Eventi

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Ctb La nuova stagione

Il teatro per veicolare la cultura “Noi teatranti abbiamo le nostre colpe ma un Paese civile deve sentire la necessità della cultura come sente la necessità dell’acqua”

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di Mario Leombruno

Tra pochi giorni il sipario del Sociale tornerà ad aprirsi per la nuova stagione del Centro teatrale bresciano (Ctb). Lo Stabile cittadino, a partire dal “Sogno di una notte di mezza estate” fuori abbonamento inaugurale del 9 novembre (da William Shakespeare nell’adattamento e regia di Andrea Battistini), a finire all’ultima replica de “La scuola delle mogli” – di Molière, nella versione italiana e adattamento di Valter Malosti – il 17 aprile, propone ben 12 titoli tra proprie produzioni, ospitalità e riprese. Una stagione che spazia dai tragici greci (l’“Edipo re” di Sofocle per la regia di Antonio Calenda e con in scena Franco Branciaroli, il consulente artistico del Ctb) ai contemporanei (tra i quali lo scrittore brasiliano Jorge Amado o il drammaturgo statunitense Tony Kushner). Abbiamo intervistato il direttore del Ctb, Angelo Pastore, che ci ha dato una splendida lezione sul senso e sull’attualità del teatro (e si è tolto qualche sassolino dalle scarpe). Nonostante la crisi siete riusciti ad allestire la stagione... Secondo me il teatro è in crisi da millenni. Dopodiché è vero che nello specifico italiano ci sono cose che si

Foto di scena di “Donne informate sui fatti”

perpetuano. Penso a Paolo Grassi e Giorgio Strehler, alla loro idea sulla funzione sociale del teatro e sull’importanza del teatro pubblico... sono trascorsi 60 anni e non abbiamo ancora una legge sul teatro. Io rimango ottimista. Un teatro stabile pubblico ha senso perché il teatro assolve una funzione sociale di aggregazione, di incontro... Quando sento dire che con la cultura non si mangia, prima di sentirmi offeso leggo l’ignoranza della classe dirigente. La cultura può essere impresa, anche se non business, e il nostro settore dà occupazione a macchinisti, elettricisti, fonici, sarti, costumisti, custodi, cassieri, direttori di sala, uffici stampa, uffici amministrativi, scenografi e quant’altro oltre che, ovviamente, agli attori, ma ha anche un indotto. Noi teatranti abbiamo le nostre colpe ma un Paese civile deve sentire la necessità della cultura come sente la necessità dell’acqua, del gas e della luce e una classe dirigente sensibile e responsabile non può non capire l’importanza della cultura e del teatro. E lo Stabile bresciano? È un teatro stabile pubblico che vi-

ve qui e ora con tutte le difficoltà del momento e che deve soddisfare i parametri ministeriali ma anche alla propria vocazione; quindi dobbiamo e vogliamo produrre, ospitare, fare attività culturale. Ma siamo anche una istituzione territoriale aperta a tutti coloro che si interessano di teatro. Come risponde il territorio alle vostre proposte? Mi pare che il territorio sia fertile anche se non ho ben capito se per vocazione storica, che può aver favorito la nascita della Compagnia della Loggetta prima e quindi del Ctb, o se per la semina effettuata dalle dette realtà. Una riflessione sullo spettacolo che inaugurerà la stagione. Siamo reduci da un’ottima esperienza con Andrea Battistini, l’“Enrico IV” di Pirandello che il regista bolognese ha realizzato in modo quanto meno curioso e un po’ provocatorio. Lavorare con Battistini, inoltre, significa lavorare con i giovani e così quando ci ha informati che stava lavorando sul “Sogno” con giovani poco conosciuti ma bravi ci siamo detti: perché no?

Lo spettacolo di apertura

Sogno di una notte di mezza estate

Una scena del “Sogno”

Il luogo è un bosco, l’ora è notturna... E così, fin dall’inizio, siamo inseriti in una delle più suggestive immagini allegoriche. Che dire, poi, dei personaggi? Re e regina; abitanti di Atene; elfi, fate e folletti; quattro adolescenti – Elena, Lisandro, Ermia e Demetrio – e le loro vicende amorose. E che caratterini, tra tutti! Un sogno? Un incubo? Un delirio? Certamente un racconto su più livelli – ciascuno con un proprio linguaggio e dalle molteplici letture – dalle pene d’amore alla vanità dell’impegno umano. Una trama ricca di equivoci e malintesi per una commedia divertente e delicata che non nasconde né inquietudini né una vena di malinconia pur giungendo al lieto fine. Di più non diciamo perché quando uno spettacolo è in cartellone non ha senso spendere preventivamente troppe parole (che sono più utili dopo, come commento), vale molto

di più comprare un biglietto e immergersi nel magico mondo pensato da Shakespeare e proposto dai giovani attori, forse poco conosciuti ma certamente bravi, guidati sapientemente da Andrea Battistini. “Sogno di una notte di mezza estate” da William Shakespeare per l’adattamento e regia di Andrea Battistini; disegno luci Carlo Pediani; con Alessandro Buggiani, Chiara Di Stefano, Veronica Forioso, Pietro Mossa, Totò Onnis, Davide Pedrini, Giovanni Rizzuti, Daniele Squassina, Francesca Agostini, Bruno Bernardo, Marisa Grimaldi, Lorenzo Terenzi. Martedì 9 novembre (fuori abbonamento) e da mercoledì 10 a domenica 21 novembre. Biglietti da 12 a 26 euro. Info: www.ctbteatrostabile.it - 0302928611 - 0302928617. Biglietteria Teatro Sociale: 0302808600. (m.l.)


Brevi

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PalaBrescia

Tre appuntamenti: l’associazione Abe, Ranieri e il comico Pucci

Un’immagine del “Flauto magico�

Tre appuntamenti di rilievo tra sabato e giovedĂŹ al PalaBrescia. Si parte sabato 6 novembre alle 21. â€?T’ho trovato vocal groupâ€? si esibisce in un concerto in beneficienza a favore dell’Abe (Associazione bambino emopatico): un viaggio fatto di musiche, immagini, meditazioni e coreografie per riflettere sul vivere quotidiano. Domenica 7 novembre alle 21 torna al PalaBrescia Massimo Ranieri: dopo quattro stagioni, e piĂš un milione di spettatori, continua il suo tour in tutta Italia. Un successo straordinario, tale da dover rinnovare un po’ il titolo: “Canto perchĂŠ non so nuotare... da 500 repliche!â€?. Ranieri canta i suoi brani piĂš famosi e per la prima volta anche alcune fra le piĂš belle canzoni d’autore degli ultimi decenni: brani di Battisti, Battiato, Mina e altri. GiovedĂŹ11 novembre ore 21 invece si ride con il cabarettista Pucci, uno dei volti di “Colorado Cafèâ€?. Uno spettacolo dal titolo “I tabĂš del proprio Ioâ€?, un monologo che ha come argomento la quotidianitĂ ; spesso comico irriverente e provocatore, ma anche attento osservatore della realtĂ che fa satira sul costume, tralasciando la politica. Info: www.palabrescia.it

Stagione lirica

Un “Flautoâ€? di successo Non delude le aspettative il “Flauto magicoâ€? di Mozart andato in scena alla Stagione lirica del Grande nell’allestimento della Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi e dei teatri di Treviso e Fermo. L’Opera si è giovata di una messa in scena molto chiara, efďŹ cace, godibile. Il regista costumista e scenografo Eugenio Monti Colla, ha predisposto uno spettacolo per tutti, bambini inclusi. E certamente sarebbe stato un peccato mettere in secondo piano la dimensione ďŹ abesca del capolavoro. “Con la struttura lignea delle scene – ha dichiarato il regista – ma anche con gli elementi pittorici che richiamano il teatro barocco ho cercato di restituire il gusto popolare del pubblico per cui l’opera di Mozart e Schikaneder era nataâ€?. Sagome stilizzate di piante e animali, un moderato ricorso a simboli di un Oriente favoloso, senza ambizioni archeologiche o smanie esoteriche, hanno accompagnato il percorso iniziatico dei due giovani innamorati, Tamino e Pamina, in bilico fra le ambigue tentazioni della Regina della Notte e la solare saggezza del gran sacerdote Sarastro. Alla ďŹ ne trionfano l’amore e la luce, come ha sottolineato anche l’illuminazione in sala nella scena conclusiva della rappresentazione. I giovani cantanti italiani che formavano la compagnia hanno dato prova di una notevole sicurezza scenica. Tra le voci piĂš interessanti segnaliamo quella di Serena Gamberoni, un’espressiva Pamina, e di Clara Polito, assai sicura nei temibili passi di coloratura della Regina della Notte. Discrete anche le voci maschili. C’era poi una bella energia nell’esecuzione dell’Ouverture da parte dell’Orchestra di Pomeriggi Musicali integrata da una sezione di ottoni e percussioni con strumenti ricostruiti nello stile dell’epoca. Il giovane direttore inglese Oliver Gooch ha svolto un buon lavoro sulla partitura mozartiana. Nei prossimi anni l’esperienza acquisita in campo teatrale gli permetterĂ anche di sviluppare quella particolare sensibilitĂ del rapporto tra buca e palcoscenico che in certi momenti di un’opera, per esempio nel corso dei recitativi accompagnati o dei grandi concertati, assume un’importanza decisiva. Ancora una volta sottolineiamo la larga partecipazione del pubblico alla recite della Stagione lirica del Grande. Nel caso del “Flauto magicoâ€?, oltre tutto, i biglietti sono andati esauriti con largo anticipo. Pertanto non si venga a dire che l’opera è uno spettacolo “inattualeâ€? o che una rappresentazione in lingua straniera ďŹ nirebbe per essere etichettata come operazione intellettualistica o di nicchia. (Marco Bizzarini)

Massimo Ranieri in scena

Il Telaio

“Storie storie storieâ€? si ripresenta Si rinnova la proposta di “Storie storie storieâ€?, la rassegna bresciana di teatro ragazzi e scuola organizzata dal Teatro Telaio con il contributo del Comune di Brescia. Per il quarto anno consecutivo, si è scelto di inaugurare la stagione in carcere perchĂŠ Il Telaio ritiene che organizzare teatro di qualitĂ per i bambini e per le famiglie abbia una precisa ďŹ nalitĂ sociale ed educativa. Lo spettacolo scelto è l’ultima produzione realizzata dal Teatro Telaio, “Mappeâ€?, che mette in scena con sguardo poetico la scoperta di sĂŠ e delle proprie emozioni e andrĂ in scena sabato 7 novembre alle ore 15.30 presso il carcere di Verziano. La prima replica della rassegna aperta a tutte le famiglie sarĂ invece domenica 8 novembre alle ore 16.30. Per informazioni Teatro Telaio www. teatrotelaio.it tel 03046535.

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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Brescia Museo diocesano d’arte sacra

San Francesco e il dialogo ecumenico Una mostra, un dibattito e un concerto per costruire un ponte tra est e ovest

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di Emma Bettinardi

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Brescia e il Museo diocesano di arte sacra si sono fatti promotori della costruzione di un immaginario ponte tra est e ovest tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa in nome di San Francesco, il frate d’Occidente amato dai russi. Una conferenza, una mostra e un concerto d’archi per celebrare questa apertura al dialogo. Alla conferenza di sabato 30 ottobre, moderata da padre Francesco Bravi, che ha portato il saluto dei francescani di tutta la Lombardia, hanno partecipato illustri ospiti: padre Michel Evdokimov, prete ortodosso e professore all’Università di Poitiers (Francia); padre Fiorenzo Reati, francescano e insegnante all’Accademia teologica di San Pietroburgo; Bruno Rostagno, pastore valdese, che ha testimoniato l’apertura che gli appartenerti a questa confessione hanno per un frate che ha vissuto professando il dialogo e la pace. Mons. Giacomo Canobbio, dele-

Un incontro ecumenico ad Assisi

gato episcopale alla cultura, è intervenuto alla conferenza portando i saluti del Vescovo e ha aperto, per primo, lo spiraglio al dialogo parlando di come le diverse tradizioni cristiane siano frutto della multiforme sapienza di Dio e ha illustrato quali siano le vie deputate all’incontro tra le Chiese: la spiritualità, la teologia e l’arte, tutte presenti nell’iniziativa dedicata al Santo. I diversi relatori hanno poi intrattenuto i molti convenuti intrecciando e confrontando la vita e la storia di San Francesco con quella di San Sergio di Russia prima, anche lui votato alla povertà e amante degli animali e della natura e con San Serafino poi, nato nel periodo dei Lumi dove razionalità e luce dello Spirito andavano separandosi e negandosi l’un l’altra. Un racconto di continuità tra le vite di figure spirituali diverse. I relatori hanno narrato di Francesco come colui che da

sempre è riconosciuto come l’uomo del dialogo con Dio, con l’altro e anche con sorella morte, alla quale “va incontro sorridendo”. Si attualizza più che mai questa immagine del santo del dialogo nel ricordo di un particolare episodio. Nel 1219 nei pressi di Damietta, città sita sul delta del Nilo, in pieno svolgimento delle crociate, il frate si reca disarmato e solo con la compagnia di un altro frate a cercare un dialogo con il sultano Al-Kamil che lo riceve al suo accampamento. Un tentativo, il primo, di dialogo con l’Islam. Non è dato sapere cosa si dissero, ma emerge con forza la volontà di San Francesco di aprire uno spiraglio per portare parole di pace. La mattinata si è chiusa con l’invito a visitare la mostra dedicata a San Francesco, presentata dal professor Alexander Klestov, che sarà ospitata dal Museo diocesano di arte sacra sino al 14 novembre 2010.

Voce Libri

Missione MARIO MENIN EMI, BOLOGNA 2010, EURO 4,50

“Ci viene detto che ci sono missionari nella Chiesa. Il sermone di ogni anno ci incita a pregare, soffrire e pagare per loro. Sappiamo che sulle navi di Bordeaux, di Marsiglia o di Le Havre, essi partiranno verso popoli da salvare… Missionari senza battello, risvegliati dal nostro torpore, verso quali terre senza Dio andremo, per quali strade, con quale messaggio?” (Madeleine Delbrel). Missione non significa soltanto partenza e annuncio di salvezza a popoli lontani. La sua evoluzione e le sue varie declinazioni camminano assieme alla società e alla storia fino a porgere la domanda essenziale: la missione ha ancora un senso? Mario Menin, nato a Ca’ Bianca, una piccola frazione di Chioggia, in provincia di Venezia, nel 1949, saveriano, è stato missionario in Brasile dal 1986 al 1998. Insegna missiologia, ecumenismo e teologia delle religioni allo Studio teologico interdiocesano di Reggio Emilia. È direttore delle riviste “Ad Gentes” (Emi, Bologna) e “Missione Oggi” (Csam, Brescia).

Le parole legate al dito (Vol.II) ENRICO MOROVICH DE FERRARI, 2009, EURO 16,00

I racconti che Enrico Morovich pubblicò sul “Giornale di Brescia” tra il 1949 e il 1978 e che sono stati raccolti tutti insieme in due volumi (qui viene presentato il secondo), sono ben 141 e sono in grado di documentare tutte le tematiche del mondo poetico dello scrittore: la predilezione per l’aspetto onirico della realtà, l’attenzione alla nota eversiva dell’esistenza, l’ossessivo gioco a rimpiattino con la morte, oltre alla ricerca di una scrittura chiara e consapevole. Ma soprattutto in questi racconti è possibile ritrovare il gusto, tipicamente moroviciano, per il gioco dei contrasti e la permanente ironia per tutto ciò che continuiamo a considerare di somma importanza. Assistiamo alla messa in forma di un mondo dove sia l’autore che i personaggi agiscono immersi a volte nel contesto sociale, a volte nel paesaggio di una natura indefinita, ma sempre sul limite di essere abbagliati dalla fantasia e trascinati da un momento all’altro nel vortice dei sogni.


LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Rassegna culturale e teatrale

Festival A Brescia, Borgosatollo e Castenedolo

“CaraMella”, per portare tutti a teatro nella Bassa

Alla scoperta degli scrittori migranti del Corno d’Africa

Presentata nei giorni scorsi in Broletto l’11ª edizione della rassegna culturale e teatrale della Bassa bresciana, curata dall’Associazione CaraMella, cui quest’anno è stato dato il titolo “Tuttiateatro”, con sottotitolo ‘teatro per tutti’. Tra i molti patrocini, quello della Provincia di Brescia, il cui direttore del settore Cultura e turismo Sabrina Medaglia ha sottolineato come “iniziative come questa proposta dall’Associazione CaraMella siano da apprezzare”. “La rassegna si apre il 6 novembre per concludersi a primavera inoltrata, il 18 maggio – ha illustrato uno dei soci fondatori di CaraMella Piero Forlani – e comprende 22 eventi, 17 dei quali espressamente teatrali e cinque imperniati su interventi diretti, tre basati su incontri con l’autore e 2 su presentazioni multimediali a carattere storico. L’intento principale della rassegna è quello di promuovere una cultura del teatro – ha proseguito Forlani – che favorisca percorsi di conoscenza e di incontro, in un percorso di crescita culturale nel quale l’incanto e la magia della rappresentazione vengono condivise con la famiglia. Per tale ragione, e questo spiega ancor di più il sottotitolo, abbiamo perseguito una politica di riduzione dei prezzi, quando la non totale gratuità. 16 dei 22 eventi – ha precisato Forlani – prevedono l’ingresso libero a tutti, mentre per i rimanenti la gratuità è ‘limitata’, si fa per dire, agli studenti e agli over 65, che spesso sono coloro meno disponibili a seguire eventi di questo tipo. È importante annotare la partecipazione di nove comuni, perché assieme a Bagnolo Mella, dove l’associazione è nata nel 1996, troviamo, quali sedi di alcune rappresentazioni, Capriano del Colle, Cigole, Leno, Offlaga, Pavone Mella, Remedello, San Gervasio Bresciano e San Zeno Naviglio, accomunati dallo stretto rapporto con il territorio su cui sorgono, bagnato dal fiume Mella. Gli spettacoli si concludono con il ‘dopoteatro’, in cui viene offerta al pubblico una degustazione gratuita dei prodotti locali – ha chiosato Forlani – quale valorizzazione di una delle nostre eccellenze e come momento conviviale di incontro tra spettatori, attori ed organizzatori, all’interno del quale si discute e dialoga dello spettacolo cui si appena assistito”. Tra gli spettacoli, molti dei quali autoprodotti, Piero Forlani ha voluto segnalare quello con Rita Peluso, in calendario il 13 novembre, l’incontro finale della rassegna con l’ex magistrato Gherardo Colombo il 18 maggio del prossimo anno ed il clou della rassegna, così come l’ha definito lui stesso, ‘Nati in casa’, programmato il 4 febbraio. Informazioni su ogni dettaglio sono disponibili su www.teatrocaramella. it, così come chiamando lo 030.6821448. (Franco Armocida)

Nati altrove A. ENRICO, B. GANZ, E. VOLPONI PAOLINE, MILANO 2010, EURO 15,00

Parlare di adozioni internazionali significa raccontare fatiche, attese, trafila burocratica che qualche volta scoraggia chi intraprende questa strada; significa mettere in conto in modo del tutto particolare quella che Marina Salamon nella Prefazione al libro definisce “difficoltà dell’inatteso e del dover imparare ad accettare le diversità”. La storia di questi ragazzi “nati due volte” si snoda fra ironia, emozione, dolore, nostalgia e coraggio e testimonia l’amore che porta sempre più famiglie a trovarsi e riconoscersi ben oltre le somiglianze fisiche. Il libro raccoglie 30 storie di adozioni internazionali con l’obiettivo di celebrare i 30 anni di attività del Cifa onlus, un’organizzazione non governativa, laica e apartitica nata a Torino nel 1980, dalla volontà e dall’impegno di alcune coppie che avevano vissuto questa esperienza. In 30 anni di attività l’organizzazione ha consentito a quasi 3000 bambini di avere una nuova famiglia, ma a molti di più ha cambiato la vita nel proprio Paese.

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Il festival ‘Oltreilmargine’ nasce con l’intento di presentare a Brescia, una delle città italiane con la più alta popolazione di immigrati, e nella sua provincia i principali protagonisti di quella che è stata chiamata ‘letteratura migrante’. La letteratura scritta da immigrati in Italia esiste da oltre 20 anni eppure ha ricevuto attenzione solo di recente nonostante l’evidente contributo dato da questi autori al panorama culturale contemporaneo italiano. Oggi questi scrittori non sono più immigrati, ma risiedono da tempo in Italia impegnandosi nelle tematiche politiche e sociali più urgenti. La prima edizione del festival ‘Oltreilmargine’ è dedicata al Corno d’Africa e precisamente a scrittori provenienti da ex-colonie italiane, quali Etiopia, Eritrea e Somalia. Nel corso dei quattro appuntamenti del Festival, che si svolgeranno dall’11 al 14 novembre tra Brescia, Castenedolo e Borgosatollo, si parlerà di letteratura, immigrazione e colonialismo attraverso incontri con gli scrittori Hamid Barole Abdu, Carla Macoggi, Ribka Sibhatu Erminia Dell’Oro, Gabriella Ghermandi, Shirin Ramzanali Fazel, Kaha Mohamed Aden e studiosi e esperti di questi temi. Verranno inoltre presentati due documenti video – l’inchiesta del giornalista del settimanale “L’Espresso” Fabrizio Gatti riguardante l’Eritrea e il documentario “La quarta via” di Simone Brioni e Graziano Chiscuzzu dedicato alla scrittrice italo-somala Kaha Mohamed Aden – e lo spettacolo teatrale di Gabriella Ghermandi “Regina di Fiori e di Perle”. Info: tel 03082690.

Nina per caso MICHÈLE LESBRE SELLERIO, PALERMO 2010, EURO 12,00

In un breve spazio di tempo che ha la durata di un fine settimana, Michèle Lesbre racconta un momento intenso di vita della giovane Nina, protagonista del nuovo romanzo della scrittrice. Passo dopo passo, lungo le strade di Parigi, mentre la prima neve comincia a cadere e c’è un regalo per la madre da cercare, la ragazza inizia a confrontarsi con il mondo adulto attraverso incontri casuali, amicizie datate, un curioso gatto bianco che incrocia i suoi passi invitandola a seguirlo, richiamando quasi alla mente la favola di Alice, e una difficile quanto incomprensibile perdita. In questa crescita personale raccontata, la rilevanza dei ricordi legati all’infanzia, le cui immagini s’intrecciano nella narrazione, diventa lentamente fonte vitale alla quale attingere nei momenti più duri per trovare serenità. Ma senza insensato rimpianto per ciò che non è più. Il presente fatto di semplicità, gesti condivisi e, a volte, leggerezza diviene per Nina la vera bellezza da vivere e respirare. (recensione di Daniela Bertelli per conto della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Televisione L’evoluzione della specie

Digitale terrestre: trasformazione inevitabile

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di Alberto Averoldi

Con il mese di novembre per i telespettatori bresciani arriva il fatidico momento dello switch-off: si chiude definitivamente l’era della televisione analogica. Muniti di decoder digitale terrestre già da mesi, abbiamo già scoperto le potenzialità e i difetti di questa “nuova” tecnologia. Non è infatti corretto parlare di novità, perché il digitale terrestre arriva decisamente in ritardo rispetto alla crescita tecnologica che negli ultimi anni ha caratterizzato le telecomunicazioni di tutto il mondo. Per restare al passo con i tempi ci si deve ormai riferire al mondo delle piattaforme satellitari o per i più esigenti alle veloci connessioni internet in fibra ottica. Solo in questi ambiti si può parlare di alta qualità audio e video. Nel caso del digitale terrestre, veicolare un segnale digitale attraverso una tecnologia analogica, quella dei ripetitori e delle antenne riceventi che tutti abbiamo sul tetto di casa, risulta essere una scelta precaria: si vorrebbe cucire una toppa nuova a un vestito ormai logoro e fuori moda. Pur considerando queste problematiche tecniche, l’avvento del digitale terrestre risulta comunque un’ottima occasione per un rinnovamento della televisione in quanto a stile e contenuti. L’era dei grossi monopoli della comunicazione continua, ma i colossi televisivi Rai e Mediaset che fino a qualche anno fa intrattenevano tutto il pubblico italiano, realizzando ascolti da record, vedono alzarsi all’orizzonte la tempesta della concorrenza: più spazio, più canali, più avversari, e ovviamente più scelta per gli spettatori. Già da anni la piattaforma satellitare Sky guadagna meritevolmente l’at-

tenzione di una considerevole fetta di pubblico che, stanco della monotonia della tv generalista, decide di investire in un intrattenimento indubbiamente di qualità. Gli addetti ai lavori delle tv nazionali dovranno rimboccarsi le maniche, il ricambio generazionale darà i suoi frutti e i nuovi telespettatori del futuro non si accontenteranno più delle consuetudini dei palinsesti che già da tempo scricchiolano sotto il peso della comunicazione globalizzata. Una nuova vita che esige un cambiamento. La Rai vive questo periodo di competizione e incertezza con forti difficoltà: oltre al triste spettacolo offerto dalla querelle fra Santoro e direzione, le violazioni della fascia protetta della scorsa settimana hanno suscitato l’ira delle associazioni dei telespettatori. Un monologo a tratti blasfemo estrapolato dal film “La venticinquesima ora” è stato inserito, senza alcuna premessa e contestualizzazione, durante una puntata di Blob, alle 20.10 su Rai Tre. E un episodio della nuova serie tv “Terra Ribelle”, in onda in prima serata il 26 ottobre su Rai Uno, conteneva scene di indiscutibile violenza erotica (e ne offrirà sicuramente altre nelle prossime puntate). Decisamente troppo per un orario in cui anche i bambini vengono messi davanti allo schermo. Ma non bisogna scandalizzarsi troppo: la tv del servizio pubblico vive da anni una crisi dal punto di vista gestionale: dissidi interni dovuti alle consuete sebbene inaccettabili pressioni politiche che in questi ultimi anni si sono intensificate. Si sa, quando una terra non appartiene a nessuno il primo che passa può dettar legge. Tutto questo dà ragione a quei detrattori che auspicano un’evoluzione della Rai da azienda pubblica a società privata. La speranza è che nei telespettatori, nonostante i decenni di “prigionia televisiva”, sopravvivano ancora coscienza critica e voglia di novità, ora che l’imminente rimpasto dell’intrattenimento in tv offre una scelta più ampia.

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Rai Due, h. 10.15 SULLA VIA DI DAMASCO Approfondimento religioso. Mons. Giovanni D’Ercole presenta una rubrica settimanale dedicata alla divulgazione della cultura cattolica e all’analisi delle Sacre Scritture.

Rai Due, h. 07.45 ART ATTACK Un programma che stimola la creatività e l’inventiva dei più piccoli ma anche dei grandi, insegnando come divertirsi con poco, costruendo oggetti divertenti grazie a materiali casalinghi di scarto.

Rai Tre, h. 10.20 IL GRAN CONCERTO Settimanale dedicato alla musica d’orchestra. Alessandro Greco introduce i bambini nel favoloso mondo della musica.

Canale Cinque, h. 08.50 LE FRONTIERE DELLO SPIRITO Settimanale dedicato all’attualità del cattolicesimo in Italia e nel mondo. Mons. Gianfranco Ravasi ci parlerà delle letture della domenica.

14.00 EASY DRIVER Marcellino Mariucci e Ilaria Moscato presentano una rubrica settimanale dedicata ai motori. Al volante delle ultime novità in commercio attraversano l’Italia scoprendone le bellezze paesaggistiche. Tv2000, h. 16.10 IL VANGELO DELLA DOMENICA Digitale Terrestre. Rubrica a cura di Marinella Perroni, studiosa delle Scritture. La lettura del Vangelo del giorno dopo, seguita da un breve ma profondo commento. Cielo, h. 21.00 X-FILES Digitale Terrestre. Le repliche di uno dei telefilm più celebri degli anni ‘90. Una coppia di agenti dell’Fbi indaga su casi legati al mondo del paranormale. Storie accattivanti e misteri da risolvere.

Tv2000, h. 22.35 FESTE STORICHE ITALIANE Digitale Terrestre. Pupi Avati ci racconta l’Italia attraverso le sue antiche tradizioni: questa serie di documentari è dedicata a rievocazioni storiche e a feste popolari che vengono tenute in vita per preservare la storia di un popolo. Ogni puntata racconta una zona d’Italia e la sua preziosa identità culturale.

Tv2000, h. 12.20 ANTIVIRUS Digitale Terrestre. Il poeta Davide Rondoni presenta una breve striscia dedicata alla poesia italiana e internazionale. Una tematica iniziale verrà svolta attraverso la voce della poesia. Rai Tre, h. 12.55 RACCONTI DI VITA Giovanni Anversa è alle prese con le piccole grandi storie delle famiglie italiane. Le testimonianze di chi, nonostante numerosi problemi, ha saputo trovare nei suoi cari la forza di combattere. Discovery Channel, h. 21.00 LAVORI SPORCHI Canale Sky 401. Serie di divertenti e ironici documentari basati sui lavori che nessuno vorrebbe fare. Il coraggioso Mike si misura con disgustosi compiti, spesso anche pericolosi, lavorando con insetti, pulendo silos di bitume e fogne e smaltendo i rifiuti delle fabbriche.

La 7, h. 20.30 IN ONDA Luca Telese e Luisella Costamagna conducono un interessante momento di approfondimento giornalistico sui problemi dell’Italia. Ascolti da record per un momento privilegiato che vuole raccontare con maggiore precisione la realtà sociale, politica e culturale italiana: una risposta di stile alla superficialità dei telegiornali. Ospiti in studio importanti volti della politica italiana.


Telecomando

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

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Rai Due, h. 09.30 PROTESTANTESIMO Quanto è vicino a noi il mondo protestante? Questa rubrica settimanale si offre come spunto di riflessione sulle affinità e le diversità fra la confessione cattolica e quella protestante.

Rai Uno, h. 06.10 QUARK ATLANTE – IMMAGINI DAL PIANETA Documentari che raccontano il mondo: la puntata di oggi è dedicata a una femmina di elefante asiatico molto portata per l’arte.

Rai Tre, h. 08.00 LA STORIA SIAMO NOI I fatti più determinanti del secolo appena trascorso ci vengono raccontati e analizzati dal giornalista Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational.

Rai Due, h. 09.45 TRACY E POLPETTA Divertente sit-com recitata in parte in italiano e in parte in inglese, per avviare i più piccoli alle basi di una lingua ormai essenziale per tutti.

Rai Due, h. 07.00 CARTOONFLAKES Serie di cartoni animati per i più piccoli. Seguirà “L’Albero Azzurro”, con le avventure del pupazzo Dodò e dei suoi inseparabili amici.

Rete Quattro, h. 08.50 HUNTER Telefilm poliziesco degli anni ambientato a Los Angeles. ’ispettore Rick Hunter della squadra omicidi è sulle tracce di pericolosi criminali. Ogni puntata un caso da risolvere.

Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias ospita oggi Angelo Guglielmi, direttore di Rai Tre dal 1987 al 1994. I due parleranno dei problemi e delle novità della televisione.

Rai Due, h. 09.15 TGR MONTAGNE Appuntamento settimanale con la bellezza della montagna italiana. Interviste e reportage che ci raccontano la vita di chi ha scommesso tutto su questa realtà.

La 7, h. 13.55 IL PROSSIMO UOMO Thriller politico del 1986 con Sean Connery e Adolfo Celi. Il ministro degli esteri dell’Arabia Saudita annuncia un accordo con Israele per portare la pace in Medio Oriente. Ma i potenti del mondo hanno troppi interessi nella guerra e decidono di eliminarlo…

La 7, h. 13.55 I TRE DELLA CROCE DEL SUD Commedia d’avventura diretta da John Ford e interpretato da John Wayne. Una ragazza sbarca in un’isola della Polinesia per incontrare il padre, mai visto prima. L’uomo però nasconde un secondo matrimonio e altri figli…

La 7, h. 13.55 A PROVA DI ERRORE Thriller del 1963 diretto da Sidney Lumet e interpretato da Henry Fonda. Un guasto al radar del Pentagono causa una guerra nucleare fra Russia e America. Ma c’è la possibilità di ristabilire un equilibrio…

Rai Due, h. 21.05 SPAZIO SANTORO/ANNO ZERO Il giornalista Michele Santoro, affiancato da Marco Travaglio, ospita in studio esponenti politici e giornalisti per discutere delle condizioni dell’Italia.

Tv2000, h. 20.00 NOVECENTO CONTROLUCE Nell’accogliente salotto di Paola Saluzzi intervengono ospiti d’eccezione: personaggi che hanno vissuto sulla cresta dell’onda il secolo appena trascorso e che possono fare un pezzo di storia raccontando la loro vita.

Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta un’appuntamento giornaliero dedicato ai beni di consumo quotidiani. Come riconoscere la qualità? Oggi si parlerà di patate. La 7, h. 13.55 ACCADDE AL PENITENZIARIO Commedia italiana del 1955 con Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, Walter Chiari e Alberto Sordi. Una carrellata di grandi nomi del cinema per altrettanti divertenti sketch ambientati in un carcere. Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Continuano le repliche di uno dei telefilm più famosi della tv di tutti i tempi. La scrittrice Jessica Fletcher è alle prese con difficili casi di omicidio: collabora con la polizia per trovare i colpevoli. La 7, h. 21.10 IMPICCALO PIÙ IN ALTO Film western del 1968 con Clint Eastwood. Oklahoma, 1889. Un uomo scampato al linciaggio come presunto ladro di cavalli e riconosciuto innocente, diventa sceriffo federale per fare giustizia dei suoi nove boia.

Rai Tre, h. 21.05 VIENI VIA CON ME Un nuovo appuntamento per capire l’Italia attraverso illusrti personaggi della nostra cultura. Fabio Fazio e lo scrittore Roberto Saviano ci raccontano i problemi e le potenzialità del Belpaese, affiancati dal comico Roberto Benigni e Claudio Abbado. Da non perdere.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE La rubrica di società condotta da Michele Mirabella si occupa oggi di un problema molto diffuso in Italia: l’indifferenza. Attraverso interviste e servizi filmati capiremo quanto gli italiani tengono in considerazione le persone che li circondano. Rete Quattro, h. 16.15 I QUATTRO FIGLI DI KATIE ELDER Film western del 1965, con John Wayne e Dean Martin. Quattro pistoleri tornano i città per celebrare i funerali della madre, morta in povertà. Insieme cercheranno di scoprire chi ha rovinato la loro famiglia. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber ospita in studio i volti più discussi della politica italiana per analizzare i problemi della gestione del Paese. Italia Uno, h. 23.10 THE TIME MACHINE Film di fantascienza del 2002 con Guy Pierce. L’inventore Alexander Hartdegen costruisce una macchina del tempo con la quale intraprende un incredibile viaggio. Ma quali sono le ripercussioni sul presente?

Italia Uno, h. 21.10 NEXT Ottimo thriller d’azione tratto da un racconto dello scrittore Philip Dick. Nicholas Cage veste i panni di Cris Johnson, un illusionista di Las Vegas con reali poteri paranormali. Egli può intuire cosa avverrà nei suoi futuri due minuti. Ma appena si scopre il suo dono, molte persone vorrebbero usarlo, dalla Cia a terroristi senza scrupoli. Ottima sceneggiatura e cast azzeccato.

Rete Quattro, h. 16.30 BLUFF. STORIA DI TRUFFE E DI IMBROGLIONI Commedia diretta nel 1976 da Sergio Corbucci, con Adriano Celentano e Anthony Quinn. Francia, anni 20. Due sgangherati truffatori evadono dal carcere e uniscono le forze per mettere a segno il colpo della vita… Rete Quattro, h. 21.10 I DIECI COMANDAMENTI Colossal d’annata con Charlton Heston e Yul Brynner. La storia dell’epopea del popolo d’Israele liberato da Mosè. Ottima sceneggiatura e dialoghi indimenticabili per un classico del cinema di tutti i tempi.

Rai Quattro, h. 21.10 NELLA VALLE DI ELAH Thriller del 2007 con Tommy Lee Jones e Susan Sarandon. Un ex agente della polizia militare, patriota americano e fiducioso nel Governo, perde il figlio soldato in una missione in Iraq. Ma l’esercito nasconde qualcosa, e l’uomo comincia a indagare. Verranno a galla verità sconvolgenti.

Rai Due, h. 23.35 LA STORIA SIAMO NOI – CARLO VERDONE La puntata speciale è dedicata ai 60 anni di vita dell’attore e ai 30 anni di carriera. Una monografia che racconta la carriera dell’attore romano.

Rai Tre, h. 21.05 88 MINUTI Thriller poliziesco con Al Pacino. Un serial Killer, dopo 10 anni di carcere, sta per essere giustiziato. Ma altri delitti di simile matrice vengono commessi. Lo psicologo dell’Fbi che aveva seguito il caso deve rimettere tutto in discussione, e riceve minacce da qualcuno che sembra conoscere ogni sua mossa: ha 88 minuti di vita…

La 7 D, h. 23.00 L’UDIENZA Commedia amara con Vittorio Gassman, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi ed Enzo Jannacci. Un mite ufficiale in congedo si reca da una città del nord a Roma, per parlare con il Papa. Ma è molto difficile ottenere un’udienza…

Tv2000, h. 21.45 IL GRANDE TALK Un’appuntamento settimanale per capire il mondo della televisione, il suo linguaggio, i suoi segreti e i suoi obiettivi. In studio giornalisti, professori e studenti universitari analizzano l’attualità televisiva disegnando possibili scenari futuri. Una rubrica accessibile a tutti e da non perdere.


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LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Cultura e comunicazione Radio e Media

Musica Con un nuovo album di inediti

Il fascino di Brian Ferry

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Probabilmente il nome di Brian Ferry oggi qualcuno se lo è dimenticato. Eppure il cantante inglese è indicato da molti come un riferimento imprescindibile per la musica pop internazionale, capace di fare da ponte tra il passato (dai Beatles a David Bowie) e il contemporaneo (i Coldplay). Brian Ferry, artisticamente nato con i Roxi Music all’epoca in cui imperava il glam rock, ha conosciuto negli anni Ottanta un grande successo, frutto non, come spesso capita oggi, di abili operazioni di marketing o di campagne pubblicitarie molto azzeccate, ma piuttosto di alcune grandi canzoni inserite in eccellenti album. Parliamo di brani come “More than this “ e “Avalon“ tratti dal cd “Avalon” dei Roxi Music e di canzoni come “Slave to love “ tratta dal sesto disco solo di Brian Ferry, “Boys & girls”. Poi, come molto sovente capita, un lento declino commerciale ma una stima e una considerazione mai tramontate, risultato di quanto di buono seminato nel passato e di una classe assolutamente rara. Ora, a tre anni di distanza dall’ultimo lavoro “Dylanesque” (album di cover di Bob Dylan) arriva oggi nei negozi “Olimpya” il suo nuovo album di inediti. Il disco, naturalmente pubblicato in diversi formati più o meno ricchi (solo cd, in edizione limitata cd+dvd e in una special edition che comprende due cd, un dvd e un libro fotografico) rappresenta per l’artista un punto di svolta, una nuova

di Ricky Barone

sfida verso suoni freschi e contemporanei, grazie anche all’apporto di ospiti di grande spessore. Per la prima volta dal 1973 (anno di pubblicazione di “For Your Pleasure”), infatti, Ferry torna in studio con i suoi ex compagni dei Roxi Music: Phil Manzanera, Andy Mackay e Brian Eno. Tra le altre preziose collaborazioni presenti in questo album citiamo anche quella con David Gilmour dei Pink Floyd, Nile Rodgers degli Chic, Oliver Thompson, Marcus Miller, Flea dei Red Hot Chili Peppers, Mani (l’ex bassista degli Stone Roses), Jonny Greenwood dei Radiohead, i Groove Armada (in “Shameless”) e

con gli Scissor Sisters (in “Heartache By Numbers”). L’album contiene otto brani inediti a cui si aggiungono una commovente rilettura di “Song To the Siren” del grande Tim Buckley (prematuramente scomparso come il figlio Jeff) e una versione di “No Face, No Name, No Number” dei Traffic. Tutte le canzoni sono prodotte dallo stesso Bryan Ferry e Rhett Davies, già produttore di diversi album dei Roxy Music e degli album solisti di Bryan Ferry “Another Time, Another Place” (1974), “Boys and Girls” (1985) e “Dylanesque” (2006). Questo nuovo cd, pur non portando sostanziali novità, è l’ulteriore conferma di un artista prezioso, artefice di canzoni dal fascino straordinario, che si può permettere di dialogare in scioltezza con musicisti dalle diverse caratteristiche, dispensando ancora una volta una classe e un’eleganza decisamente superiori alla media.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di Santa Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Ecclesia di novembre è realizzato in collaborazione con la Caritas diocesana. Nella prima puntata incontriamo il direttore Giorgio Cotelli. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, l’immancabile spazio dedicato al cinema e un costante contatto con la redazione giornalistica per raccontare “in presa diretta” ciò che accade in città e provincia.

Brian Ferry

Live Hippie Tendencies

Canzoni da ascoltare che inducono alla tenerezza Un’altra band bravissima uscita dalla fertile provincia di Brescia. Si chiamano Hippie Tendencies e hanno realizzato un album eponimo di grande spessore, il cui suono non ha nulla da invidiare a quello di acclamati gruppi d’oltreoceano. È pur vero che gli Hippie Tendencies un po’ di States ce l’hanno nel dna. La cantante e autrice di testi è infatti really american, si chiama Lisa Marie Simmons e prima di cantare scriveva poesie; ora è il cuore pulsante di questa band che sprizza pop-soul da tutti i pori grazie anche a un gruppo di musicisti straordinari e questa volta tutti italiani. Provengono dal jazz, dal pop, dal rock e in questo disco suonano alla grande, contribuendo a rendere questo loro primo lavoro assolutamente godibile. Il cd si apre con una “Poppy rock” d’impatto che fa decollare subito l’album, mentre la seconda traccia eponima, “Hippie Tendencies”, gioca piuttosto su ritmi delicati e soffusi, con un bell’organo a scaldare l’atmo-

sfera. Ottima pure “Feel no pain”, che celebra l’amore come medicina contro il dolore. Le tracce scorrono piacevoli, ottimo sottofondo per lunghi viaggi autostradali e perfetta colonna sonora per chi adora lasciarsi avvolgere dal calore delle note della soul music. Bello l’intro bluesy di “Shame on you”, ma la canzone più trascinante è la numero sette, “Impossible”, che inizia strizzando l’occhio (orecchio?) agli Steely Dan. Il ritornello è vincente, entra in circolo subito e non esce più. I brani successivi sono più riflessivi, come fossero un lato B di un 33 giri a duplice atmosfera, la facciata night rispetto a quella morning dei primi brani. Canzoni da ascoltare, che inducono alla tenerezza e alla riflessione. Leggermente movimentata è “Push”, con ottime armonie vocali in evidenza. Il disco si chiude con la delicata “Someday”, al quale partecipa Zsuzsanna Czinki al cello. Un disco che giunto al termine si ha subito voglia di riascoltare. (r.b.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: la commemorazione dei fedeli defunti di mons. Luciano Monari; la giornata de “La Voce del Popolo” e l’incontro degli animatori parrocchiali della stampa cattolica. La rubrica “4 parole” è con Paolo dell’Uffico oratori sulla raccolta di San Martino. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13.15 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica alle 20 e il martedì alle 20.30; su Più Valli TV il sabato alle 18 e la domenica alle 11; su Teleboario la domenica alle 11. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Tra canzoni, giochi e ospiti in diretta, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT Nuova stagione per “100%Brescia”: trasmissione in diretta dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 15 dedicata al mondo delle Rondinelle con interviste e approfondimenti. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.


LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr 11.00 Gr 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 20.30 Diretta sport - Inter-Brescia - Piacenza-Basket Brescia

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con la Caritas Diocesana - Letture per lo spirito con suor Francesca Bernacchia - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.30 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Vocemattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.35 La Feltrinelli di Brescia consiglia... 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

Voce Sas Si parte dal 29 novembre

Ciak, si gira “Buongiorno cinema!” Il progetto si realizza in sei Sale della Comunità, in collaborazione con la Provincia di Brescia, percorsi mattutini di cinema per le scuole. Prenotazioni allo 03044250 (int.7), buongiornocinema@vocemedia.it; info su vocesas.it

La Sala della Comunità Agorà di Ospitaletto

PROGRAMMAZIONE Alberto, responsabile dell’ufficio postale di una cittadina della Brianza, sotto pressione della moglie Silvia, è disposto a tutto pur di ottenere il trasferimento a Milano. Anche fingersi invalido per salire in graduatoria. Ma il trucchetto non funziona e per punizione viene trasferito in un paesino della Campania, il che per un abitante del Nord equivale a un vero e proprio incubo. Rivestito di pregiudizi, Alberto parte da solo alla volta di quella che ritiene la terra della camorra, dei rifiuti per le strade e dei “terroni” scansafatiche. Con sua immensa sorpresa, Alberto scoprirà invece un luogo affascinante, dei colleghi affettuosi, una popolazione ospitale e un nuovo e grande amico, il postino Mattia, al quale darà una mano per riconquistare il cuore della bella Maria. Il problema ora però è un altro: come dirlo a Silvia? Benvenuti al Sud di Luca Miniero

Mangia, prega, ama di Ryan Murohy

L’apprendista stregone di Jon Turteltaub

Sale della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – BIENNO: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.00; ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 14.30, 20.30; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 6 novembre ore 21.00; domenica 7 novembre ore 15.00, 21.00; SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 6 novembre ore 21.00; domenica 7 novembre ore 17.30, 21.00; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 5 novembre ore 20.45; sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 20.45; SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 16.00, 20.45

Sale della comunità EDEN – ESINE: venerdì 5 novembre ore 20.30; sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.00, 20.30; INZINO – INZINO: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.00

Sale della comunità IL GABBIANO – GHEDI: sabato 6 novembre ore 21; domenica 7 novembre ore 15.30; S. LUIGI – LODRINO: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 20.30; S. DOMENICO SAVIO – SERLE: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.30

Toy story 3 – La grande fuga di Lee Unkrich

Prince of Persia- Le sabbie... di Mike Newell

Innocenti bugie di James Mangold

Shrek e vissero felici e contenti di Mike Mitchell

Adèle e l’enigma del faraone di Luc Besson

Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 7 novembre ore 15.00, 17.00

Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: domenica 7 novembre ore 15.00, 18.00, 20.45

Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: domenica 7 novembre ore 15.00, 21.00; lunedì 8 novembre ore 21.00

Sala della comunità SEBINO – SALE MARASINO: sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 16.00, 20.45

Sala della comunità PAOLO VI – PREVALLE: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.30


LA VOCE DEL POPOLO 5 NOVEMBRE 2010

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di Mauro Toninelli

Presentata in questi giorni l’edizione 2010-2011 di “Buongiorno Cinema!”, il percorso di proiezioni mattutine per le scuole del Bresciano. Il progetto, voluto da Provincia di Brescia e Regione Lombardia e realizzato da Voce Sas, prevede la proiezione commentata in sei Sale della comunità del Bresciano. Le Sale scelte sono il cinema parrocchiale Pavanelli della comunità di S. Afra in Brescia, la sala Giovanni Paolo II di Agnosine, il Lux di Lumezzane Pieve, il San Giovanni Bosco di Bienno, l’Agorà di Ospitaletto e il Gloria di Montichiari. Prima di ogni proiezione sarà presentata

una scheda della pellicola con attenzione a ogni fascia di età a cui il film è rivolto. Al termine, poi, sarà proposto un dibattito, animato da un esperto sui contenuti. Sarà possibile partecipare al concorso “Piccolo critico” come da tradizione abbinato a “Buongiorno Cinema!”. Il porgetto prevede anche la realizzazione di laboratori condotti del regista Claudio Uberti per un dialogo sul lavoro cinematografico con proiezione e commenti di alcune sue realizzazioni. La proposta porterà i ragazzi a misurarsi con la costruzione di un prodotto audiovisivo, dalla stesura del soggetto alla realizza-

zione di un cortometraggio. Ogni singolo laboratorio può essere adattato alle specifiche esigenze delle scuole che partecipano al progetto.“Il cinema come forma di comunicazione colletiva irrinunciabile, sentita, viva, capace di manifestare pensieri, evocare memorie, descrivere sentimenti e capace di radicarsi nel vissuto personale più vero” scrive Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia; a cui fa eco don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio e del Centro per le comunicazioni sociali: “Il cinema è un linguaggio, è un testo che dobbiamo imparare a leggere per gustarne fino in fondo il sapore. Il percorso ha questa pretesa educativa”. La programmazione prevede proiezioni dal 29 novembre al 4 dicembre e dal 21 febbraio al 5 marzo. A S. Afra saranno proiettati “Il concerto” (da 14 anni - 29/11), “L’uomo che verrà” (da 12 anni - 21/2) e “The Hurt Locker”

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in lingua originale (da 16 anni - 28/2); a Lumezzane Pieve “Dragon Trainer” (da 8 anni - 30/11), “A Christmas carol” (da 10 anni - 22/2), “Welcome” (da 14 anni 1/3); a Agnosine “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori” (da 8 anni - 1/12), “Alice in wonderland” (da 10 anni - 23/2) e “Invictus” (da 14 anni - 2/3); a Bienno “Piovono polpette” (da 5 anni - 2/12), “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori” (da 8 anni - 24/2) e “A Christmas Carol” (da 10 anni - 3/3); a Ospitaletto “Dragon Trainer” (da 8 anni - 3/12), “Percy Jackson e il ladro di fulmini” (da 10 anni - 25/2) e “Invictus” (da 14 anni - 4/3); a Montichiari “Il piccolo Nicolas e i suoi genitori” (da 8 anni - 4/11), “Robin Hood” (da 12 anni - 26/2) e “La prima cosa bella” (da 16 anni - 5/3). È necessario prenotare allo 03044250 (int. 7 - martedì e giovedì dalle 8.30 alle 12) oppure alla mail buongiornocinema@ vocemedia.it. Info: vocesas.it.

Un cane poliziotto, Diggs, è costretto al pensionamento anticipato a causa della sua eccessiva partecipazione alle azioni in cui il suo addestratore lo ha coinvolto. La sua carriera però non è finita perché un gruppo spionistico canino lo contatta. È necessario neutralizzare Kitty Galore, una perfida felina che ha messo a punto un richiamo in grado di far impazzire tutti i cani del mondo...

Aria, acqua, terra, fuoco sono quattro nazioni unite da un destino comune. Ma il fuoco accende una brutale guerra contro le altre. Un secolo dopo Aang scopre di essere l’avatar, il solo uomo con il potere di manipolare tutti e quattro gli elementi. Allora si unisce a Katara, una dominatrice dell’acqua, e a suo fratello Sokka, per ripristinare l’equilibrio nel loro mondo dilaniato...

Cani e gatti – La vendetta di Kitty di Brad Peyton

Inception di Christopher Nolan

L’ultimo domina dominatore dell’aria di M. Nyght Shyamalan

Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 17.30, 20.45; AURORA – PALAZZOLO: sabato 6 novembre ore 21.00; domenica 7 novembre ore 16.00, 20.30; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 15.00, 20.45; AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 6 novembre ore 21.00; domenica 7 novembre ore 16.00, 21.00; PAX - PROVAGLIO D’ISEO: sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 16.00; AURORA – RONCADELLE: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.00

Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 6 novembre ore 21.00; domenica 7 novembre ore 21.00; ODOLO – SPLNDOR: sabato 6 novembre ore 20.45; domenica 7 novembre ore 20.30

Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: domenica 7 novembre ore 17.00; LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 15.30, 187.00, 20.30; lunedì 8 novembre ore 20.30; SAN COSTANZO – NAVE: domenica 7 novembre ore 14.30, 17.00; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 7 novembre ore 16.15; VILLANUOVA – CORALLO: sabato 6 novembre ore 20.30; domenica 7 novembre ore 14.30; 20.30

Cineforum

Astroboy di David Bowers

Il maestro e la pietra magica di Vadim Sokolovsky

Tata Matilda e il grande botto di Susanna White

Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: domenica 7 novembre ore 15.00

Sala della comunità LONATO – ITALIA: domenica 7 novembre ore 15.00

Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: domenica 7 novembre ore 15.00

La pecora nera L di Ascanio Celestini Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: venerdì 5 novembre ore 20.30;

Basta B t che h funzioni f i i di Woody Allena Sala della comunità CRYSTAl – LOVERE: giovedì 11 novembre ore 15.00

Somewhere di Sofia Coppola Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: giovedì 11 novembre ore 20.30; ASTRA – S. APOLLONIO: giovedì 11 novembre ore 20.30.

Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: martedì 9 novembre ore 20.45; giovedì 11 novembre ore 20.45

Crazy Heart di Scott Cooper Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: venerdì 5 novembre ore 21.00;

La solitudine dei numeri... di Saverio Costanzo Sala della comunità SAN COSTANZO – NAVE: giovedì 11 novembre ore 20.30



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Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Infrastrutture Il futuro dell’aeroporto

D’Annunzio: necessaria una “fase 2” A sostenere l’urgenza di una piena collaborazione tra lo scalo bresciano e quello veronese molti “attori” istituzionali. Dalla teoria bisogna passare, però, alla prassi, ostacolo che in passato si è sempre rivelato insormontabile

L’aeroporto D’Annunzio di Montichiari

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Sembra – il dubitativo è d’obbligo – che l’aeroporto di Montichiari si stia avviando a una soluzione che ne garantisca funzionalità ed efficienza definitiva. È quanto è emerso da un incontro avvenuto nei giorni scorsi in Broletto, presenti i principali attori dell’intricata vicenda. Assieme al presidente della Provincia Daniele Molgora, il collega veronese Giovanni Miozzi, il presidente della Cdc scalige-

di Franco Armocida

ra Alessandro Bianchi, il presidente di Abem Giuliano Campana, con delega dell’assente presidente della Cdc bresciana Franco Bettoni, affiancati dai componenti il ‘tavolo tecnico’ che ha il compito di trovare “la” soluzione al problema. “Il ‘tavolo’ ha lavorato in maniera assolutamente positiva e il risultato, a tutt’oggi – ha detto Molgora al termine dell’incontro con i tecnici – è una ipotesi che preveda un’unica

società destinata a gestire i due scali, il Catullo e il D’Annunzio. Ora si rende indispensabile allargare a Trento, (la cui Provincia detiene un importante pacchetto azionario nella Catullo Spa pari a Verona) e aprire quindi una ‘fase 2’ del percorso”. “Ciò significa – ha detto Giovanni Miozzi – che ci sono le basi per proseguire sulla buona strada intrapresa, che per rimanere tale necessita – ha fortemente sottolineato – della assoluta riservatezza, in quanto nessun dettaglio è bene venga alla luce prima della soluzione finale, che vedo come grande traguardo per il sistema sia veronese sia bresciano”. Giuliano Campana si è unito al coro, invitando a “lasciar lavorare i tecnici, cui presto si aggiungeranno quelli di Trento”, mentre Alessandro Bianchi ha ribadito come “ora si possa proseguire con rinnovato entusiasmo e condivisione d’intenti”. Alle numerose sollecitazioni

Daniele Molgora ha risposto che “per il vero rilancio di Montichiari Brescia deve avere un ‘peso specifico’ adeguato nella società e i ‘pesi’ sono ancora da definire, perché è necessario conoscere ‘quanto a fronte di cosa’, ovvero quale sarà il ruolo di Brescia nel piano di rilancio, cui seguiranno le valutazioni di aspetto economico”. Giuliano Campana si è lasciato scappare che per Brescia è previsto “un futuro nel cargo e nel passeggeri” – è l’unico dettaglio che ha rotto il muro della ‘riservatezza’ – e per quanto attinente al termine della ‘fase 2’ si attendono tempi “dignitosi”, termine tutto da interpretare. In sostanza: una sola società per i due scali, da definire il ruolo di Brescia, con i relativi costi, cui è destinato uno sviluppo nel cargo e nei passeggeri. Il ‘dubitativo’ iniziale rimane, pur se ridotto, in quanto la luce si comincia a intravedere.

Rovato

di Francesco Uberti

Da Cogeme una riflessione sul futuro delle municipalizzate Lo scorso 29 ottobre si è tenuta a Rovato, presso il municipio, una tavola rotonda che ha visto riunite, per discutere di economia e territorio, alcune grandi personalità della politica bresciana e non solo: erano presenti infatti il presidente della provincia Daniele Molgora e il parlamentare bresciano, sottosegretario all’economia, Stefano Saglia, mentre l’annunciato forfait del sindaco di Torino e presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino, ha lasciato spazio al suo vice Roberto Reggi, sindaco di Piacenza. L’occasione è rappresentata dai 40 anni di Cogeme, la municipalizzata che vede tra i suoi azionisti una settantina di Comuni bresciani, presenti anch’essi alla manifestazione. Dopo i saluti di rito del sindaco di Rovato Cottinelli, hanno preso la parola Fabrizio Scuri e Gianluca Delbarba, quest’ultimo per tratteggiare brevemente la storia e le finalità di Cogeme, quello per illustrare la realtà di Linea Group, la holding di cui Cogeme fa parte. Successivamente, gli interventi dei relatori: moderati da

Elia Zamboni, vicedirettore del “Sole 24 Ore”, hanno esposto le proprie opinioni sul futuro delle aziende municipalizzate, sulla loro composizione e sui servizi da loro offerti, soprattutto alla luce della riforma in via di approvazione che ne liberalizza l’erogazione. Ricordando il positivo precedente delle liberalizzazioni nell’ambito dell’energia elettrica e del gas, Saglia ha auspicato il realizzarsi di una concorrenza nel campo dei servizi municipali, che permetta di eliminare sprechi e cattive gestioni, regolata però da un duplice ordine di controlli: da una parte gli azionisti delle società valuteranno dove e in che modo espandersi, dall’altra un’authority indipendente creata ad hoc avrà il compito preciso di vigilare sulla competizione. Il sindaco di Piacenza Reggi ha invece posto l’accento sul ruolo insostituibile che gli enti locali, in particolare i comuni, devono avere in queste aziende, la cui vocazione fondamentale deve essere al servizio del cittadino e del territorio. Paventando i rischi di una liberalizzazio-

ne selvaggia, Reggi ha auspicato il mantenimento di rappresentanze comunali nel cda di queste aziende, sia per accedere a dividendi molto preziosi in tempo di crisi, sia per assicurare servizi essenziali ai propri cittadini. In questa direzione è andata anche la critica alla norma che impone ai comuni con meno di 30mila abitanti l’uscita dalle medesime società. Il presidente Molgora, in conclusione, ha richiamato l’attenzione sul necessario equilibrio tra territorialità ed economia: ritenendo valida la riforma prospettata, ha ribadito, anche a fronte di possibili ingressi di società straniere, il necessario aumento della competitività come garanzia di qualità per il territorio, augurando perciò ulteriore sviluppo alla società festeggiata, Cogeme. Tra queste considerazioni ha trovato spazio anche una valutazione sul ruolo giocato dal federalismo fiscale, che dovrà avvantaggiare cittadini e Comuni nell’accesso a leve di autonomia finanziaria.


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Economia e lavoro Arte e restauro

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Montichiari Aperta sino al 7 novembre

Appuntamento con “Rassegna antiquaria” L’iniziativa meta di un qualificato pubblico di collezionisti e semplici appassionati

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Con l’edizione 2010 di Rassegna antiquaria, che si è aperta il 30 ottobre scorso, è ritornato al Centro fiera di Montichiari un appuntamento ormai divenuto tradizione per il pubblico di collezionisti e appassionati. “Nel corso di oltre vent’anni di storia, Rassegna antiquaria si è saputa imporre con una precisa identità nel panorama degli eventi di settore”, spiega Ezio Zorzi, direttore del Centro fiera di Montichiari. “Per l’edizione 2010 è confermata

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la presenza di oltre 100 espositori, antiquari selezionati provenienti da tutta Italia. L’offerta è senza dubbio di alto profilo e non mancherà di riscuotere interesse tra i numerosi appassionati che, ogni anno, confermano l’attenzione del territorio per l’arte e l’antiquariato”. Rassegna antiquaria, dunque, si ripropone all’insegna della qualità, con un’offerta espositiva che punta a coniugare varietà e ricercatezza. Nelle giornate della mostra, i visitatori potranno ammirare proposte

che spaziano dai mobili antichi alle tele e ai dipinti, dall’oggettistica d’alto antiquariato ai pezzi da collezione. All’interno di Rassegna antiquaria, sarà possibile visionare da vicino legni antichi, tappeti orientali e caucasici, libri d’epoca, dipinti, olii, tempere, in un percorso che attraversa la tradizione del Vecchio Continente, con aperture di grande interesse all’arte popolare europea e americana, fino ad arrivare ad inserti di vintage e collezionismo. “Rassegna antiquaria può contare su un legame forte con il territorio e, soprattutto, sulla fiducia del pubblico e degli antiquari”, spiega Silvia Dalcò, curatrice della mostra. “Nonostante la crisi economica, il mercato dell’antiquariato resta vivace e ha bisogno di eventi

di livello che richiamino l’attenzione di collezionisti, appassionati e semplici curiosi”. “Da oltre vent’anni, Rassegna antiquaria garantisce qualità e, al tempo stesso, dimostra capacità di rinnovarsi, senza snaturare i propri punti di forza. L’antiquariato è, da sempre, una sorta di rifugio, un invito a riscoprire un rapporto più stretto con gli oggetti e la loro storia. Vogliamo che Rassegna antiquaria sia soprattutto questo: un’esperienza appagante per i visitatori, un modo nuovo per riscoprire quanto prezioso può essere l’antico”. Rassegna antiquaria rimarrà aperta fino a domenica 7 novembre con i seguenti orari di apertura: sabato, domenica e lunedì dalle 10 alle 20; dal martedì al venerdì dalle 15 alle 20.

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Desenzano Alla Galleria Zacchi

Personale “gardesana” di Mora Nelle opere dell’artista bresciano i suoi incontri con i paesaggi della Valtenesi

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permettendo a silenziose immagini di contadine o di dame d’altri tempi (sempre donne) di popolare i suoi dipinti. Sono sogni a occhi aperti queste immagini, raccolte da uno sguardo carico di stupore per la bellezza del mondo e il suo infinito manifestarsi, i suoi colori, le sue luci, i suoi cieli sempre mutevoli che si specchiano nel verde dei prati, nel rosso dei papaveri, nel giallo del grano maturo e dei girasoli, nell’azzurro marino del lago. I colori sono cor-

di Brescia. Attualmente è presidente dell’Associazione artistica culturale “Andrea Celesti” di Bedizzole e insegna pittura come docente del corso base di tecniche e materiali per la pittura a olio presso l’accademia Santagiulia di Brescia. “Incontri”, questo il titolo della personale di Giovanni Mora, è ospitata dalla Galleria Zacchi in piazza Malvezzi a Desenzano del Garda. La galleria è aperta tutti i giorni della settimana, a eccezione del lunedì e del mercoledì, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19.30. Per informazioni è possibile prendere contatto direttamente con lo spazio espositivo del centro gardesano chiamando lo 030/9141508, il 329/2135574 o scrivendo a galleriazacchi@teletu.it

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Giovanni Mora torna alla Galleria Zacchi a Desenzano con una nuova affascinante mostra nella quale racconta pittoricamente i suoi incontri artistici tra le colline della Valtenesi e della sua Bedizzole giù fino al lago di Garda. È in questo scampolo di mondo che Giovanni Mora specchia, attraverso i suoi dipinti, la sua anima poetica. Egli restituisce scorci di paesaggio intrisi di malinconia dove la dimensione del tempo si stempera

posi, stesi con sicurezza, luminosi, mai scialbi; una tavolozza vivissima. Una pittura che intinge i pennelli nella “scuola della macchia”, ma carica di sensazioni, stesa con un’intensità e una partecipazione tale da trasmettere intense emozioni. I campi, i borghi, le chiese di campagna sono personaggi di un paesaggio di emozioni che nasce dalla nostalgia per un mondo contadino fatto di cose semplici ma intimamente amato. Una pittura intima, mai sguaiata, da gustare veramente con tutti i sensi. Giovanni Mora nasce a Brescia l’8 febbraio del 1942 e frequenta negli anni ‘70 la scuola d’arte dell’Associazione artisti bresciani. Negli anni 1980-81 è stato insegnante di pittura alla scuola d’arte Wins

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Problemi Contrastare una presenza fastidiosa

Sistemi contro la “piaga” dei volatili Al pari delle intemperie deturpano chiese e monumenti di città grandi e piccole

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Non sempre sono l’acqua, il vento e le intemperie i peggiori nemici di chiese e palazzi monumentali. Fra gli “elementi” che concorrono al deterioramento strutturali ci sono anche gli effetti provocati da stormi di piccioni che, sempre più numerosi, hanno fatto delle facciate di chiese il loro habitat naturale. In questi ultimi anni la revisione del Regolamento edilizio delle principali città italiane ha introdotto nuove disposizioni dedicate alla salvaguardia del decoro urbano e al miglioramento delle condizione igieniche dei fabbricati. Alcuni articoli di questi strumenti urbanistici di piccola scala oltre a dare precise indicazione sui dimensionamenti, i rapporti aeroilluminanti e quant’altro, promuovono la protezione degli immobili da una particolare specie di inquilino che viene considerata abusiva ed occasionale per definizione: il volatile. I monumenti più celebri, i vertici dei timpani, i marcapiano, le paraste, i capitelli, le balaustre, ovvero tutti quegli espedienti architettonici che contribuiscono ad accentua-

re il carattere monumentale delle città e degli edifici che prospettano sui luoghi pubblici, ospitano i volatili o le tracce corrosive del loro passaggio. Il problema è più complesso di quanto possa sembrare. Per questo motivo un numero sempre più consistente di aziende si è specializzato proprio nella risoluzione di questo genere di problemi. Gli operatori del settore hanno messo a punto impianti antivolatili elettrificati e meccanici per la protezione di tetti, gronde, canali, cornicioni e statue. La tecnologia moderna consente, dopo sopralluoghi mirati, quali siano le migliori applicazioni adatte ad ogni singolo edificio, affrontando in maniera definitiva il problema degli insediamenti dei volatili nei centri urbani. Una attenzione sempre maggiore, anche in considerazione delle raccomandazioni delle varie Soprintendenze, è riservata all’utilizzo di materiali che ottengano il miglior impatto visivo nella totale incruenza verso i volatili e nel rispetto delle normative delle

associazioni ambientalistiche. Un altro importante sistema utilizzato è quello della rete antintrusione, metodo molto diffuso per la protezione di finestre, nicchie, tettoie, e celle campanarie, con l’ausilio di prodotti con il miglior impatto visivo. A fianco della parte impiantistica le aziende del settore forniscono alla committenza anche i necessari servizi di pulizia e disinfezione di tetti, canali, sottotetti, e facciate, operazioni che solitamente vengono svolte antecedentemente all’installazione degli impianti proprio per garantirne il corretto funzionamento nel tempo. Per ridurre al minimo i costi le aziende del settore si sono attrezzate per svolgere gli interventi con l’impiego di piattaforme aeree che permettono di raggiungere le altezze più elevate e con l’ausilio di personale specializzato. Nel nord Italia è realtà particolarmente apprezzata nel settore quella del cremonese Giuseppe Piazzi che ha elaborato importanti sistemi per debellare una volta per tutte la presenza di volatili su chiese e monumenti.

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Brescia Le scelte dell’Aler

Risparmio energetico: i primati Ettore Isacchini, a destra

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Recentemente Brescia si è riconfermata al centro dell’attenzione in un settore assolutamente vitale: quello dell’edilizia, con un accento particolare sull’edilizia residenziale pubblica, alla luce di una serie di problematiche che la delicatezza del tessuto sociale e ambientale propone. Ciò è avvenuto grazie al “Forum Edilizia - La casa che risparmia: insieme si può fare” che – spiega il presidente dell’Aler, Emidio Ettore Isacchini – è stato voluto “da questa Presidenza e dalla Direzione generale di Aler Brescia in collaborazione con la Regione Lombardia”. L’iniziativa, ha proseguito Isacchini, ha inteso “essere un’occasione di incontro

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e di riflessione fra gli attori del settore dell’edilizia pubblica e privata. Il fine era quello di raccogliere esponenti del mondo professionale e istituzionale per ricercare insieme possibili risposte al problema del settore edilizio e all’emergenza casa, sempre più stringente a causa del crescente numero di sfratti per morosità involontarie a causa delle difficoltà economiche delle famiglie”. Inoltre, il Forum ha voluto essere un nuovo stimolo per favorire la ripresa delle attività del settore dell’edilizia, puntando su interventi di risparmio energetico, di sostenibilità ambientale e di recupero del patrimonio esistente. Questi ultimi, per altro,

L’ente presieduto da Isacchini guarda con attenzione a queste nuove frontiere sono interventi già largamente avviati da altri Paesi europei, come recentemente illustrato nel convegno Cecodhas-Housing Europe organizzato dall’Aler Brescia, a cui sono seguiti positivi riscontri. In tema proprio di risparmio energetico, ha ricordato il direttore generale dell’Azienda, dott.ssa Lorella Sossi, non bisogna dimenticare che “dalle certificazioni effettuate emerge come le scelte compiute da Aler Brescia negli ultimi 30 anni hanno di fatto anticipato costantemente la normativa in materia. Così non è difficile osservare edifici costruiti negli anni ’80 e ’90 con prestazioni energetiche che li collocano in una classe superiore. Anzi, prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo 192/05 e dell’ancor più restrittivo 311/06, l’Aler di Brescia ha progettato e realizzato interventi che hanno collocato i fabbricati in classe A e A+”. Dal presi-

dente Isacchini è arrivato, tuttavia, anche un monito: “In termini di incentivi, è necessario chiudere il cerchio con la Regione; diversamente i nostri interventi locali rischiano di essere limitati e circoscritti alle capacità finanziarie”. Quasi in risposta alla sollecitazione, l’assessore alla Casa della Lombardia, Domenico Zambetti, ha fornito la rassicurazione dell’impegno regionale, anche se “è finita l’epoca dei finanziamenti a pioggia, la spesa sarà più razionale e intelligente, per responsabilizzare gli amministratori. La Regione ha messo in campo 50 milioni per il Fondo sostegno affitti e altri 54 per progetti di riqualificazione e realizzazione di nuovo depositati entro il 30 settembre, mentre sarà presentata a breve una delibera per aiutare con una specifica quota del Fondo sostegno gli studenti universitari e le famiglie monoparentali”.


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Assopadana Novità che preoccupano

Anche le spese concorrono al redditometro

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La denuncia arriva da Assopadana che mette l’accento su novità riguardanti gli investimenti in immobili che si considerano riferiti dal reddito prodotto nell’anno in esame e non più nel quinquennio precedente e che andranno a costituire il redditometro in base al quale potrà essere dedotto il reddito annuo di un contribuente. Nella manovra correttiva 2010 sono stati introdotti nuovi criteri per l’applicazione del redditometro. Con decorrenza 2009 l’ufficio fiscale può determinare il reddito del contribuente sulla base delle spese sostenute. Viene superato pertanto

La regola è stata introdotta dalla manovra correttiva 2010 a cura di VoceMedia Pubblicità

il vecchio redditometro che si basava sul possesso di abitazioni, auto, imbarcazioni, assicurazioni ed incrementi patrimoniali nel quinquennio precedente e si punta su una logica apparentemente molto semplice: note le spese sostenute nel periodo, si confronta l’ammontare complessivo con il reddito dichiarato. Entrano nel novero delle spese tutte quelle sostenute dal contribuente nell’anno a qualsiasi titolo (inclusi pertanto anche gli investimenti) e si confrontano tali spese con il reddito del contribuente che dovrà essere almeno del 20% supe-

riore alle spese. Nell’elenco entrano pertanto tutte quelle spese che il fisco può rilevare da altre fonti. Assopadana ha stilato un elenco, chiaramente non completo ma significativo: assicurazioni auto, acquisto auto e immobili, canoni di locazione, utenze elettriche e gas, assicurazione vita, iscrizioni a circoli privati, iscrizione a centri benessere, movimenti di capitale, leasing natanti, mutui accesi, contributi previdenziali volontari, spese di ristrutturazione, viaggi turistici e tutte quelle spese di cui il fisco può venire a conoscenza potranno essere utilizzate per determinare il reddito del contribuente. Determinato il monte spese si confronta con il reddito complessivo dichiarato e se quest’ultimo è inferiore del 20% rispetto al totale delle spese sostenute scatta il redditometro. Attenzione: gli investimenti

in immobili si considerano riferiti dal reddito prodotto nell’anno in esame e non più nel quinquennio precedente e pertanto sarà facoltà del contribuente dimostrare che l’esborso di denaro è frutto di accantonamento dei redditi prodotti negli anni precedenti. L’ufficio che determina il reddito sulla base delle spese sostenute ha l’obbligo di invitare il contribuente a comparire per fornire dati e spiegazioni e solo dopo aver fornito delle spiegazioni documentate potrà avviare il procedimento di accertamento con adesione. Alla luce di quanto sopra pertanto fino al 2008 rimane in vita il vecchio redditometro e a decorrere dal 2009 si applica il nuovo redditometro. Per l’associazione di artigiani presieduta da Mariano Mussio, dunque, le fonti di preoccupazione non mancano.


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Confartigianato Alcuni dati

Segnali positivi per il terzo trimestre 2010 I dati dell’ufficio studi della sigla di via Orzinuovi

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Segnali positivi per l’artigianato bresciano. Questo il risultato dell’indagine congiunturale del terzo trimestre dell’anno 2010, elaborata dall’Ufficio studi della Confartigianato Imprese Unione di Brescia. “Finalmente si vede qualche spiraglio all’orizzonte, speriamo che sia l’inizio di una seria ripresa”, questo il commento a caldo del presidente dell’organizzazione, Eugenio Massetti, dopo aver analizzato i dati. La situazione, insomma, pare non essere più così pesante come

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nei mesi passati. Un leggero miglioramento viene rimarcato per alcuni settori come quello della carta stampa, della gomma plastica, del legno arredo, dell’alimentare e della meccanica. Segno negativo, invece, per i comparti dei minerali non metallici, della siderurgia e delle varie. Ancora critico il dato dell’occupazione in leggera diminuzione rispetto al periodo precedente. Timidi segnali di miglioramento per la produzione arrivano dalle imprese manifatturiere artigiane del-

la provincia di Brescia, la crisi dei primi mesi dell’anno ha lasciato il posto ad un andamento prima stabile e poi di ripresa. Il differenziale tra l’aumento e la diminuzione della produzione, infatti, è passato a +19,12%, contro il +3,3%, del trimestre precedente. Le imprese che hanno registrato una stabilità nel periodo di luglio-settembre sono state il 42,65%, contro il 28,57% della congiuntura antecedente, il 38,24% ha avuto una crescita, erano il 37,36% ed il restante 19,12% ha avuto un calo di produzione, erano il 34,07%. La tendenza che ha interessato la produzione, si rispecchia anche nell’utilizzo degli impianti. Nel corso del terzo trimestre la percentuale delle aziende che hanno registrato una stabilità è passata al

44,12% rispetto al 38,46% del trimestre precedente. Il terzo trimestre dell’anno fa registrare un lieve aumento del fatturato. Le imprese che hanno dichiarato di aver avuto un incremento sono state il 39,71% erano il 37,36% ad aprile-giugno, quelle che hanno mantenuto lo stesso livello di incassi sono state il 33,82%, erano il 29,67%, mentre, il 26,47% ha riscontrato una diminuzione, erano il 32,97%. Questo è un dato molto interessante e che fa ben sperare perché nonostante il rallentamento naturale dell’economia nei mesi estivi, le aziende hanno mantenuto ed in alcuni casi aumentato il loro livello di fatturato. Il differenziale tra l’aumento e la diminuzione di fatturato segna un +13,24%, contro il +4,4% del periodo antecedente.


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Cisl Le preoccupazioni della segreteria generale

Contrattazione sociale: sfida impegnativa Preoccupano Zaltieri le condizioni in cui si avvia questa stagione

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Non sono solo i temi dell’immigrazione, delle via di uscita a una crisi che molla la presa, delle difficoltà anche nel Bresciano di un numero ancora consistente di imprese a occupare i pensieri della Cisl. Della posizione del sindacato di via Altopiano d’Asiago in merito alle proteste di un gruppo di lavoratori stranieri che chiedono a gran voce il rilascio del permesso di soggiorno è già stato scritto in altra parte del giornale. Nelle stanze della segreteria generale della Cisl

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bresciana Renato Zaltieri e i suoi più stretti collaboratori sono alle prese con una partita, forse meno eclatante di quelle ricordate, ma non certo meno importante per le ricadute sociali che può avere. Sta infatti per aprirsi la stagione della contrattazione sociale tra molte amministrazioni comunali locali e le rappresentanze sindacali. Molte le nuvole che stanno concentrandosi all’orizzonte di questo importante passaggio che in passato ha spesso garantito forme di tutela

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il disagio sociale e l’area della non autosufficienza. Comprensibile che con un tale quadro la contrattazione sociale non si apra sotto i migliori auspici. Anche la Cisl ha ribadito la particolare attenzione che nel corso della contrattazione con le amministrazioni comunali e i distretti dovrà essere data alle persone anziane e ai sempre più numerosi cittadini in difficoltà, per informare della preoccupante situazione che si è venuta a creare e per raccogliere tutte quelle informazioni che possono consentire ad affinare le piattaforme da presentare alle istituzioni. Renato Zaltieri e la sua segreteria sanno che si tratta di una partita non semplice ma che deve vedere il sindacato esprimere comunque il massimo dello sforzo.

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e di sicurezza sociale soprattutto per gli anziani. Se il bilancio della contrattazione sociale per il 2010 è giudicato positivamente da tutte le sigle sindacali, Zaltieri & co non nascondono la loro preoccupazione per il futuro. Nei Comuni bresciani i tagli ammontano a 67 milioni di euro. Il patto di stabilità per i paesi con più di 5000 abitanti, la continua riduzione dei fondi per le politiche sociali, i mancati introiti dell’Ici prima casa, non del tutto compensati dai trasferimenti statali, costituiscono un limite oggettivo alla capacità di spesa dei Comuni. Facile immaginare che i primi capitoli di spesa che conosceranno abbondanti tagli saranno, presumibilmente quelli del sociale proprio in una stagione in cui aumentano

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Economia e lavoro

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Rezzato Alla “Rodolfo Vantini�

Un corso per lavoratore del marmo L’iniziativa ha preso il via lo scorso 13 settembre con 16 allievi

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a cura di VoceMedia PubblicitĂ

Il 13 settembre scorso è stato attivato presso la Scuola delle arti e della formazione professionale Rodolfo Vantini di Rezzato il primo corso triennale – unico in Lombardia − per “operatore addetto alla lavorazione artistica del marmoâ€?. 16 allievi − 12 maschi e quattro femmine − hanno avuto cosĂŹ l’opportunitĂ di intraprendere un percorso altamente qualificato che auspichiamo li porterĂ a diventare professionalitĂ ricercate e ambite nel settore lapideo. Si concretizza con questo avvio un progetto importante

per la Scuola Vantini che ha potuto contare sul forte sostegno della Provincia di Brescia e la collaborazione del Consorzio marmisti bresciani e del Consorzio produttori marmo Botticino classico riuscendo cosĂŹ a dare una risposta concreta e reale all’esigenza di ďŹ gure professionali capaci di rispondere alle nuove richieste di conoscenza delle tecnologie e delle capacitĂ di lavorazione artistica che caratterizzano il mondo della pietra come uno degli ambiti lavorativi maggiormente rilevanti per il nostro terri-

torio. In questo modo i 16 allievi che a settembre hanno iniziato questa nuova avventura potranno conseguire in tre anni una qualiďŹ ca spendibile a livello nazionale al termine della quale potranno inserirsi nel mondo del lavoro con la certezza di non avere competitor sul piano formativo oppure potranno decidere di proseguire gli studi con la frequenza di un quarto anno che li porterĂ a conseguire un diploma professionale di “tecnico delle lavorazioni artisticheâ€?. Tra gli sbocchi occupazionali del qualiďŹ cato si possono annoverare Laboratori di lavorazione e trasformazione di materiali in pietra (oltre 70 aziende solo nel Bresciano, aziende di design industriale, aziende specializzate nell’artigianato artistico. Questo corso va inoltre a coronare l’intensa progettualitĂ che in que-

sti anni la Scuola ha inteso rilanciare proprio nel settore lapideo con la convinzione che rappresenti un ambito fondamentale e di eccellenza per una scuola che – va ricordato – è stata fondata nel 1839 dall’architetto Rodolfo Vantini proprio per la formazione degli scalpellini. Il mantenere viva questa tradizione formativa rappresenta un obiettivo particolarmente rilevante al ďŹ ne di dar valore e signiďŹ cato ad una storia e una tradizione che non solo lega in maniera forte la Scuola Vantini alle ragioni del suo fondatore ma la pone anche in stretta correlazione con la peculiaritĂ e speciďŹ citĂ di un territorio e di una dimensione produttiva che ha nel nostro Cfp l’unico punto di riferimento formativo. La Scuola organizza infatti anche corsi serali di scultura e di scalpellino.

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Sport

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Calcio In arrivo le sfide con Inter e Juve

Nuovo inno, solito ritornello

redazione@lavocedelpopolo.it

Si ripete: bel gioco e zero punti. Ovvia fiducia a Beppe Iachini che ritrova Alessandro Diamanti. Prima della gara contro i bianconeri sarà presentata la canzone ufficiale del Brescia

Caracciolo e, dietro, uno sconsolato Eder

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Stesso ritornello. Ennesima settimana in cui ci si trova a dover raccontare le stesse cose: il Brescia gioca bene, spreca molte occasioni e, all’unico errore, subisce gol. A chiosa della comunicazione non va dimenticata la fiducia a Beppe Iachini, da parte della

di Mauro Toninelli

dirigenza, in primis, dei tifosi e, ovviamente, nostra. Mister Iachini sta dimostrando di costruire gioco e occasioni, ma mancano la cattiveria, il cinismo e la malizia che spesso solo l’esperienza può dare. La sfortuna sta giocando la sua par-

te, se calcoliamo pali, traverse, errori banali, sviste arbitrali e al primo tiro subito, o quasi, gli avversari passano in vantaggio. Fatte queste premesse e riportata una frase tipica dei giocatori e dell’allenatore: “È una ruota così, deve pur girare”, il cammino del Brescia (ad ora si trova un solo punto sopra la retrocessione, ma la classifica è corta anche verso l’alto, se pensiamo che sono solo cinque i punti che separano Caracciolo e compagni dalla Uefa league) passa da Milano, sponda Inter, sabato 6 novembre alle 20.45 e, mercoledì 10 novembre alle 20.45, al Rigamonti contro la Juventus. A disposizione di Iachini torna Alessandro Diamanti, che ha scontato le tre giornate di squalifica. La sua assenza è stata da molti presentata come un alibi, ma in fondo Konè non ha sfigurato, la squadra ha dimostrato di avere occasioni basandosi sul gruppo. Nessun alibi e nessun salvatore della

patria. Certo Diamanti potrà offrire alla squadra giocate e invenzioni degne della sua fantasia, in grado di risolvere le partite. Inter e Juve. Sfide che attirano la massima attenzione mediatica e dei tifosi. Le due sfide chiamano a raccolta i tifosi del Brescia. La trasferta a San Siro è stata giudicata a rischio e quindi solo i bresciani in possesso della tessera del tifoso potranno accompagnare i propri eroi in trasferta. Il grande pubblico invece inonderà il Rigamonti per la sfida con la Juventus. I biglietti sono già da giorni in vendita in sede del Brescia calcio o presso gli sportelli Best Union. Mercoledì sera, mezz’ora prima del fischio d’inizio, sarà presentato il nuovo inno del Brescia scritto da Nicolò Fragile, autore di testi per Mina, Ferro e Ramazzotti. Sarà cantato da giocatori e da politici. Pubblico delle grandi occasioni; e, scongiuri a parte, Brescia delle grandi occasioni... A voce bassa, leggasi Roma...

Brevi

Pallanuoto

Bogdan Rath

Scherma

Andrea Cassarà

Coppa Len: sarà Brixia-Berlino

Mondiali: in pedana Cassarà

Sarà lo Spandau Berlino l’avversario della Leonessa Brixia agli ottavi di finale della Coppa Len. Evitata, dunque, la lunga e temibile trasferta russa contro il Kazan e un derby tutto italiano visto che – oltre alle calottine biancoazzurre – sono in corsa anche Posillipo e Savona, quest’ultima capolista dell’A1 maschile. L’urna serba, quindi, ha riservato a capitan Calcaterra e compagni la formazione tedesca che si è qualificata agli ottavi come prima del proprio girone La formula prevede gare di andata e ritorno con eliminazione diretta. Si comincia con la trasferta di Berlino in programma sabato 13 novembre, return match un mese dopo (il 18 dicembre) al PalaSystema di via Rodi in città. Riguardo alle altre due italiane, il Savona incontrerà i turchi del Galatasaray mentre il Posillipo i francesi del Marsiglia. (m.r.).

Sono cominciati giovedì scorso, a Parigi, i Campionati mondiali di scherma al quale prenderà parte anche Andrea Cassarà. Il fiorettista bresciano è a caccia della medaglia d’oro: per lui si tratterà della 6a partecipazione alla rassegna iridata. Dopo la fase eliminatoria, da sabato 6 al 13 spazio alle prove finali. “Punto a vincere il Mondiale – confessa lo schermitore di Passirano – non importa chi sarà il mio avversario. Considero l’appuntamento parigino come un test in vista delle qualificazioni olimpiche e del prossimo Mondiale che si disputerà a Catania”. L’appuntamento in pedana, per il bresciano, è fissato a sabato 6 e giovedì 11. “Sa di essere tra i favoriti – ha confessato l’allenatore azzurro Stefano Cerioni – ha lavorato tanto e bene ed è in buone condizioni. È un ragazzo che sa trovare la giusta concentrazione quando serve. Ho molta fiducia in lui”. (r.m.)


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Brescia Calcio a 7

Caccia grossa: si punta al titolo di Bruno Forza

In città e nei dintorni è partita la caccia al titolo zonale e, di conseguenza, all’Elite. Le formazioni dei quattro gironi made in Brescia sono partite nella loro avventura sulle tracce di Noce, San Zeno, Sale Gussago e Linetti Motori Elettrici, che nella passata stagione staccarono il pass per la massima categoria del calcio a sette e a distanza di sei mesi si stanno facendo valere tra le regine del calcio provinciale. Dopo le prime sei giornate di campionato è il Comune di Nave a conquistare le luci della ribalta. Nei quattro gironi bresciani, infatti, ben due capoliste sono navensi, con il Nave B autore, fino a questo momento, di un mese e mezzo da incorniciare con sei vittorie consecutive che ne fanno l’unica squadra della zona a punteggio pieno. L’ultimo successo è arrivato sabato tra le mura amiche grazie a un 4-2 sui diretti inseguitori dell’Auto Marchina, scivolati già a -8, seppur con una partita in meno. I cugini del Nave A stanno ben figurando nel gruppo C, senza dubbio più equilibrato, dove sono al comando con 13 punti dopo aver rallen-

tato la loro corsa per effetto del 3-3 maturato nell’insidiosa sfida con il S. Faustino, altra candidata alla vetta. Ne ha approfittato la Corticellese, che si è aggiudicata il big match con il Caino dopo un vibrante 7-6 che conduce i bassaioli al secondo posto della graduatoria. La faccenda ora si fa piuttosto avvincente, con cinque squadre raccolte in tre punti e la Bbm che fa capolino dietro al gruppo di testa dopo il ritorno al successo con il netto 6-1 di Ronco. Nel girone A domina Badia B, reduce dal roboante 8-2 sul campo di S. Giacinto che manda S. Antonio – fermato sul pari dal Casaglio – a meno 3. Mistema, invece, ha riposato e sabato farà visita proprio alla capolista cercando l’aggancio al primo posto con l’intrigante prospettiva data dal riposo già effettuato. Il trono del girone D è l’unico diviso a metà, con S. Zenone Ronco A e S. Giorgio Cellatica appaiate a quota 12 dopo lo scivolone dell’ex capolista solitaria in casa della Badia. I gialloblù ne hanno approfittato espugnando Roncadelle per 3-2, ma attenzione al San Benedetto che non ha nessuna intenzione di recitare un ruolo da comparsa e vuole giocarsi fino in fondo le sue carte in ottica promozione.

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Dal 3 al 5 dicembre il tradizionale meeting di Assisi “Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa” è il titolo che ispirerà, dal 3 al 5 dicembre, i lavori del tradizionale meeting di Assisi di fine anno del Csi. Si tratta di un appuntamento che da sempre coinvolge gli associati in un momento di formazione importante. L’evento che si svolgerà alla Domus Pacis della città francescana costituisce uno dei due grandi appuntamenti della stagione associativa, insieme all’Agorà di primavera. Sono differenti le finalità: se Assisi rappresenta il momento di riflessione sulla mission associativa (previsto anche l’intervento del vescovo, mons. Domenico Sorrentino, al termine della consueta fiaccolata-pellegrinaggio fino al Sacro Convento), l’Agorà rappresenta il momento per ripensare lo sviluppo della visione comune. Il tema proposto ad Assisi si motiva nell’assunzione di responsabilità del Csi per fare dello sport uno strumento per vincere la sfida educativa e partecipare alla costruzione del bene comune. Tra i relatori nella due giorni associativa ci sarà mons. Domenico Pompili, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana. Le quote di partecipazione sono di 101 euro per gli under 35 e di 121 euro per gli over 35. Ci si può iscrivere entro e non oltre il prossimo 12 novembre attraverso l’apposito link sul sito internet www.csi-net.it.

Pallavolo, calcio a 5, ginnastica artistica e sci

Domenica il Polisportivo a Tremosine Pallavolo. A pieno regime. Il campionato under 14 di pallavolo è partito per tutti, anche per le ragazze del girone A. Offlaghese, Bassa Bresciana e Castelmella Gialla si sono imposte per 3-0 nei rispettivi esordi stagionali. Più arduo il compito di Jolly Orzinuovi, che ha dovuto concedere un set a Franciacorta Rosso. Negli altri due gironi si disputava la seconda giornata. Nel gruppo B Acquaviva e Franciacorta Giallo volano al comando, centrando il secondo 3-0 consecutivo. Nel girone C prendono il largo Pezzaze e S. Giacomo, vittoriose 3-0 e 2-1 su S. Angela Merici e Ponte Zanano. Spostando lo sguardo alla categoria top junior arrivano conferme dal Mompiano, primo a punteggio pieno dopo il secondo 3-0 consecutivo ottenuto in via Mura contro il Paolo VI. Le altre compagini vittoriose

all’esordio incappano nella prima sconfitta stagionale. Calcio a 5. Nella giornata in cui Caffè Danesi manca la sestina vincente, il girone A di Eccellenza vede accorciarsi la classifica. La compagine di Gussago veleggiava a punteggio pieno, ma è uscita con le ossa rotte dallo scontro diretto con Real Capriolese, vittoriosa 3-0. Il risultato fa sorridere Faggi di Eva, reduce dal 10-3 su Fratelli Costa Rovato. Nel girone B ci sono 4 squadre in 2 punti. La capolista Calcinato ottiene un successo di misura sui campioni in carica de Il Giglio Costruzioni (4-3), mentre Travagliato e Quinzano inciampano a Orzinuovi e Lograto perdendo 5-3 e 2-0. Futsal Gavardo resta in scia grazie al 6-2 su Tes Ospitaletto. Ginnastica artistica. Il calendario 2010/2011 è stato definito. La stagione avrà inizio il prossimo 21 novembre

con la prima prova provinciale. L’annata proseguirà con la 2ª prova di Palazzolo – prevista per il 29 e 30 gennaio –, poi le gare regionali del 16 e 17 Febbraio a Canneto sull’Oglio (Mantova) e del 19-20 marzo a Gottolengo. Infine le migliori ginnaste bresciane e lombarde accederanno all’appuntamento più prestigioso, quello che varrà il titolo nazionale. Prossimi appuntamenti. La carovana del polisportivo fa tappa a Tremosine in occasione della seconda festa stagionale di domenica all’oratorio di via Vagne. Per ciclismo e sci è tempo di pianificare il futuro. I responsabili e le società delle due ruote si incontrano lunedì alla sede provinciale di via Chiusure alle 20.30. Stessa data e orario per l’incontro di programmazione della stagione sciistica, che si terrà a Plemo di Esine.


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Mettersi in discussione Egr. direttore, il suo “Sottovoce” del 29 ottobre mi stimola a recuperare la marginalità della passione che dedico a poter trovare i modi più congrui per rendere conseguibile la “durabilità” dei materiali di storia e d’arte. Benché poco considerato, tra il 1965 e il 1983, l’Istituto centrale del restauro – soprattutto ad opera di Pasquale Rotondi e Giovanni Urbani – ha evidenziato che la “durabilità dell’arte” può essere conseguita integrando reciprocamente creatività e scienza. Le quali sono anche qualità peculiari della nuova “società della cultura”. Società così “nuova” che non reputiamo di doverne conoscere strutture, modalità, processi, obiettivi. Lo attesta il fatto che continuiamo a comportarci come se fossimo ancora parte della consunta società industriale (e delle ideologie che l’hanno motivata e accompagnata). Così non ci siamo accorti che il capitalismo è stato trasformato in “monetarismo”, ossia nella tendenza ad accrescere “il capitale” mediante lo scambio di monete, invece che mediante la produzione e lo scambio dei beni prodotti con macchine sempre più emarginanti il lavoro umano. Con la conseguenza della sempre più radicale divisione del tempo umano in tempo di lavoro (negativamente vissuto) e tempo cosiddetto “libero” (sempre più massificante, degradante e anonimo, come è tipico della “folla solitaria”). Forse sbaglio, ma credo che il

dibattito bresciano di queste settimane, sul ruolo e le forme della presenza cattolica nella società, rischi di ripetere i toni e gli argomenti dei contrasti ottocenteschi tra cattolici cosiddetti “moderati” e cattolici cosiddetti “democratici”, e/o “progressisti”. Dibattito che, allora come oggi, aveva presente soltanto l’attualità politica e non il futuro civile e culturale e religioso della società, allora “italiana”, oggi “mondiale”. Anche perché era dibattito incapace di avvertire le conseguenze della progressiva emarginazione della millenaria civiltà contadina (nella quale era normale, ma vitale, la fatica delle famiglie coerenti con il mandato biblico di moltiplicarsi e di umanizzare il mondo, come in essa era ordinaria la salvaguardia di paesaggi propizi al ristoro delle anime inquiete e al coraggio delle anime aperte alla totale novità dell’eternità). Accrescere e riqualificare cultura e arte e scienza è, oggi, più importante di tutto il resto almeno nella vita civile. Ma è operazione che va correlata con le urgenze della nuova “società della cultura”. Società che non abbisogna di realtà separate e/o separanti, ma di integrazione mediante il dialogo e l’aiuto reciproco (prospettiva, questa – mi si consenta di richiamarla almeno tra parentesi – che è stata il più vivo insegnamento di Aldo Moro, il quale, proprio per non aver mai suscitato populismi è diventato vittima dell’ideologismo che non accetta condizioni e prospettive diverse dalle proprie). Senza quest’ultima citazione,

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

il mio dire avrebbe potuto essere letto quale discorso con “lieto fine”. Invece (anche senza il richiamo alla tragica fine di Aldo Moro, il cui messaggio peraltro non dovremmo dimenticare) è discorso che postula assunzione di responsabilità e impegno di laici e chierici a saper guardare oltre l’attualità, pur restandone immersi senza lasciarsi condizionare dalle sirene della passiva dedizione a chi appare più forte e/o più conveniente. Bensì avendo sempre presente il “bene comune”, al quale contribuire anche

con la disponibilità a sapersi mettere in discussione. A me parrebbe opportuno che, in ogni parrocchia, possa esserci una commissione “Cultura e vita civile” nella quale laici e chierici sappiano sviluppare riflessioni e letture che aiutino a mettersi in discussione con l’obiettivo di trovare i modi più pertinenti per testimoniare le peculiarità (anche civili) della fede nel Cristo Risorto. Senza mai dimenticare le specificità di quel che è di Cesare e di quel che è di Dio. Pietro Segala

6 novembre 1962 L’Assemblea generale delle Nazioni Unite approva la risoluzione 1761 che condanna le politiche razziste di apartheid in Sudafrica

7 novembre 1942 Al Velodromo Vigorelli di Milano Fausto Coppi stabilisce il nuovo record dell’ora di ciclismo, percorrendo 45 chilometri e 871 metri

Omnibus

Avvenimenti 5 novembre 1989 Muore 85enne a New York, uno dei pianisti più acclamati a livello mondiale, Vladimir Horowitz

Le ricette della settimana Cannelloni alla spagnola

Maccheroni alla zucca

Ingredienti: 12 rettangoli di pasta per cannelloni, 2 scatole di tonno all’olio d’oliva da 160 g ognuna, 50 g di capperi, 2 uova sode, 50 g di ricotta, 2 spicchi d’aglio, 500 g di passato di pomodoro, 2 cucchiai di olio d’oliva, 1 peperoncino, pangrattato , sale..

Ingredienti: 400 g di pasta tipo maccheroni, 150 g di zucca, 2 zucchine, 20 g di farina, 40 g di formaggio grana, 50 g di formaggio groviera, prezzemolo, aglio, olio extravergine d’oliva, burro, latte, sale.

Preparazione: Lessare i rettangoli di pasta, scolarli e posarli su un telo asciutto. Tritare il tonno, i capperi e le uova e amalgamarli con la ricotta. Distribuire il composto sui rettangoli di pasta e arrotolarli a cannellone. Far dorare l’aglio tritato nell’olio, unire il passato di pomodoro e il peperoncino, salare e fare sobbollire per 20 minuti. Versare in una pirofila qualche cucchiaiata di salsa, disporvi i cannelloni, coprirli con l’altra salsa, spolverizzare con pangrattato e porre in forno a 200 gradi per circa 20 minuti.

Preparazione: Lessare la zucca e passarla al passaverdure. Preparare una besciamella con 20 g di burro 25 cl di latte e la farina, incorporarvi la zucca e il grana. Saltare in padella, con 2 cucchiai di olio d’oliva, una noce di burro, il prezzemolo e l’aglio, le zucchine tagliate a dadini. Cuocere la pasta e condirla con la salsa, le zucchine e la groviera. Gratinare in forno a 220 gradi per 10 minuti.


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Sant’Eufemia: al centro del dibattito la Scuola materna Egr. direttore, siamo un gruppo di soci della Associazione Scuola Materna Giovanni Sega di S. Eufemia, venuti a conoscenza di una situazione anomala, creatasi in occasione del rinnovo del Consiglio di amministrazione, così come previsto dallo Statuto. La Scuola vanta una storia che va oltre i 120 anni, contraddistinta da un particolare legame con il territorio e la popolazione, che ha sempre espresso persone che l’hanno gestita in modo esemplare. Forse anche per questo siamo particolarmente dispiaciuti per il momento di stallo a cui è costretta, a causa delle omissioni da parte dell’Amministrazione comunale, nella persona del sig. Sindaco. Attualmente la Scuola fa capo a una Associazione di genitori (soci di diritto) e di soci volontari, che la amministrano tramite un Consiglio di amministrazione, composto da cinque membri, rappresentanti delle diverse realtà interessate, tra cui il Comune di Brescia, essendo con esso convenzionata. Il Consiglio di amministrazione, che dura in carica tre anni, è scaduto nel dicembre 2009. A tre mesi dalla scadenza, con comunicazione scritta in data 19/10/09, il Presidente ha informato gli Enti, sollecitando le nuove nomine. Non avendo avuto alcun riscontro da parte del Comune, è stata mandata una lettera di

sollecito, datata 27 gennaio 2010. Si è saputo allora, tramite gli Uffici, che il bando, precedentemente scaduto, era stato prorogato dal Sindaco fino al 21 dicembre 2009. Nel frattempo gli altri Enti stavano provvedendo alla nomina dei rispettivi rappresentanti. Non avendo ancora avuto alcun cenno di risposta da parte del Comune, è stata inviata una nuova lettera in data 22 aprile 2010, nella quale, oltre a far presente la situazione di disagio, il Presidente si rendeva disponibile per un colloquio con il Sindaco. Nonostante si fosse saputo dagli uffici competenti che le candidature c’erano e che era stato espresso parere favorevole da parte della Commissione, non è pervenuta alcuna risposta. A maggio il Cda ci ha informati, nel corso dell’Assemblea dei soci, sui disagi che tale situazione comporta: il blocco delle iniziative sul piano amministrativo e gestionale, in un periodo già difficile per le ristrettezze economiche; il disagio dei nuovi consiglieri in attesa di entrare nelle loro funzioni; il rischio di decadere prima di entrare in carica per il rappresentante dei genitori i cui figli terminano il ciclo scolastico… Ora abbiamo saputo che la situazione è immutata e che il nuovo Consiglio ha deciso di insediarsi pure se incompleto, dopo una prorogatio di oltre 10 mesi. La vicenda, veramente incomprensibile, oltre a suscitare un profondo disappunto per quella che appare una grave negligenza nei con-

fronti di una realtà educativa, suscita in noi alcuni interrogativi. È questa la considerazione con cui l’Amministrazione comunale di Brescia tratta gli organismi di partecipazione che si prendono a cuore un bene comune, in questo caso particolarmente delicato, come la formazione delle nuove generazioni? A cosa servono le dichiarazioni formali sull’emergenza educativa se poi si bloccano i primi passi di chi cerca di affrontare le situazioni complesse che famiglie e società vivono? È questo il rispetto che si deve a persone che volontariamente e gratuitamente si dedicano con passione civile e ideale, oltre che con competenza, a garantire alla comunità di S. Eufemia questo prezioso servizio? Il Sindaco, che vive in prima persona la realtà amministrativa, sa bene che ogni amministrazione deve attenersi a regole, comportamenti, scadenze prestabilite, per non bloccare o inficiare l’operato e danneggiare la comunità. Certamente il sig. Sindaco ha molte questioni importanti da affrontare e sceglie in base alla sua scala di valori; noi facciamo presente che chi ha a che fare con i piccoli, sa che non può facilmente rimandare, perché loro, i piccoli, si impongono come priorità assoluta. Proprio in base alla centralità che è loro dovuta in una società, ci permettiamo di richiamare la nostra Amministrazione comunale alle sue responsabilità. Lettera firmata

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A teatro con “Voce” Vinci due biglietti per lo spettacolo “Mi scappa da ridere” con Michelle Hunziker al PalaBrescia di giovedì 18 novembre. A Michelle scappa sempre da ridere, anche quando è triste e malinconica. La risata è la sua formuletta magica. Uno spettacolo in cui l’artista svizzera si racconta tramite il musical. Spedisci il tagliando entro il 16 novembre a “A teatro con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia.

“Mi scappa da ridere”- Hunziker

Nome Cognome Telefono

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

8 novembre 1987 Gli italiani sono chiamati alle urne per il referendum contro l’energia nucleare. Vincono coloro che sono contrari all’utilizzo di questa fonte energetica

9 novembre 1989 In Germania cade simbolicamente e fisicamente il Muro di Berlino che divideva in due la città dal 1961

10 novembre 1954 Il presidente americano Dwight D. Eisenhower inaugura il memoriale di guerra dei Marines del Cimitero nazionale di Arlington

11 novembre 1918 Viene firmato l’armistizio che mette fine alla Prima guerra mondiale. La firma con la Germania avviene in un vagone ferroviario in Francia

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Dalle missioni

D.: Ho una pensione di invalidità civile dal 2006, qualche giorno fa mi è arrivata una lettera con cui l’Inps richiede della documentazione medica, cosa devo fare?

Un saluto dall’Oceania

R.: L’Inps sta procedendo a una campagna straordinaria di revisione di invalidità civile, è necessario quindi che consegni all’Inps, all’indirizzo indicato sulla lettera, copia della documentazione specialistica (se possibile recente) che certifichi il suo stato di invalidità. Se l’Inps non riterrà sufficiente tale documentazione, la convocherà a visita medica. Non appena riceverà l’esito della revisione, in particolare in caso di revoca della prestazione, le consiglio di rivolgersi a un patronato per valutare le possibilità di ricorrere. Non esiti a contattare il nostro Patronato Acli al numero 030.2294011.

Nella fotografia i sacerdoti con il Vescovo della diocesi di Port Vila Vanuatu dove opera suor Maria Tarcisia Toninelli, missionaria marista. La missionaria bresciana legge “Voce” a distanza, mantenendosi così in collegamento con la diocesi di origine.


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