La Voce del Popolo 2010 47

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DEL POPOLO

LAVOCE Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - € 1,00

n° 47

Esubero di Francesca Bernacchia

L’amore è sempre un esubero. Come la fede. Non c’è un amore medio, un amore così così: piuttosto c’è una scelta, una decisione che recide i nastri d’inaugurazione, che toglie gli ormeggi al cuore, e lui va… deciso a farlo fino in fondo, fino alla fine, uscendo dai bordi del disegno, perché la luce è sempre fuori dal profilo delle cose, è un alone che le cose stesse promanano, che le persone irradiano. E si va fin dentro il cuore dell’altro, intenzionati a non mollare, a non impiantarsi sulla domanda dell’opportuno, a meno che non sia anch’esso un delicato astenersi per non far male. Come la fede: essa è un moto che fuoriesce dal controllo e dal giudizio, poiché è salto verso realtà percepite e credute dai sensi interiori. Anch’essa è una scelta radicale, che può essere o non essere. Tu esisti, sì lo credo, lo sento dentro, senza poterlo dimostrare. La fede è un eccesso, un esubero dai confini dei dettagli razionali, pur essendo una forma ragionevole di felicità.

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SETTIMANALE SETTIMANA NALE DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 10 DICEMBRE 2010

La neve in testa

Iniziata con il ponte dell’Immacolata la stagione sciistica. Tante le novità dei comprensori bresciani di Ponte di Legno-Tonale, Montecampione, Borno e Maniva. Nei giorni scorsi a Darfo un convegno sulla sicurezza di chi ama divertirsi sulle piste da sci


sommario Il fatto

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Sicurezza e responsabilità sulle piste da sci

La speranza non è un sogno, ma un modo per tradurre i sogni in realtà (J. L. Suenens)

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Alluvione in Veneto: un appello ai bresciani per la generosità nella solidarietà

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti L’immigrazione oltre i luoghi comuni

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a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia I cento anni della rivista “Brixia Sacra”

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di Luca Rivali

Paesi e parrocchie Sonico. La speranza supera gli ostacoli

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di Luciano Febbrari

Vobarno. Un appello alla generosità

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di Nicoletta Tonoli

Mi scappano le notizie

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di Anna Tomasoni

Bagnolo Mella. Il Compianto, capolavoro di Zamara

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di Nicola Rocchi

Economia e lavoro Desiderare: un verbo contro la crisi

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Patire oggi: le nuove forme del dolore

Un grande atto di solidarietà e generosità quello della provincia di Brescia nei confronti della popolazione di Monteforte d’Alpone, paese in provincia di Verona: la nostra provincia infatti darà un aiuto economico di 25mila euro a un paese che fino al 31 ottobre viveva tranquillo e spensierato, quando è stato colpito dalle violenti alluvioni e tracimazioni dei fiumi nei giorni scorsi. Sono ben 830 le famiglie che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni e trovare ospitalità presso strutture di soccorso a causa dell’alluvione. Si conta un danno economico pari a 39-40 milioni di euro cosi ripartito: 10 milioni per le attività produttive, 27 milioni per le abitazioni civili e tra i 2,5 e i 3 milioni per beni pubblici tra i quali le scuole, le centrali termiche, la palestra e le strade. Una catastrofe che ha coinvolto non solo famiglie, ma attività commerciali e industriali. Proprio nei mesi scorsi, era iniziato da Monteforte d’Alpone il sopralluogo congiunto del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro delle Riforme Umberto Bossi e il capo della Protezione civile Guido Bertolaso dopo l’accaduto: lo Stato ha garantito l’intervento tempestivo e operativo con i fondi stanziati nei prossimi mesi, rinviando al prossimo 20 dicembre il pagamento dei contributi previdenziali per le aziende colpite dal disastro ambientale. L’alluvione non ha portato via solo mobili elettrodomestici ma ha inghiottito fotografie, giocattoli e ricordi di una vita intera di tantissime persone. Monteforte d’Alpone è un territorio vicino a noi e ha bisogno del nostro aiuto. Il presidente della provincia Daniele Molgora lancia quindi un appello a tutti i bresciani perché sottoscrivano questa causa e tempestivamente possano inviare dei fondi con la speranza che, già da domani, gli amici del Veneto possano nonostante la crisi, abbandonare la disperazione e il dolore ricominciando a vivere. (g.d.m.)

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di Stefano Fontana

Se il Duce fosse ancora in vita avrebbe una ragione del tutto nuova per parlare della “perfida Albione”. È una locuzione da lui rispolverata (è attribuita originariamente al teologo Bossuet, vissuto tra il Seicento e il Settecento) contro la Gran Bretagna (Albione è l’antico nome dell’isola), accusata di spregiudicatezza politica e di far parte della cricca delle “nazioni plutocratiche” (bisogna dire che il linguaggio del Duce aveva un suo fascino immaginifico). Oggi sarebbe particolarmente arrabbiato contro la perfida Albione che contamina tutte le lingue del mondo con i suoi vocaboli, lui che proibiva l’uso delle parole straniere. Senza pensare a interventi repressivi assurdi e/o ridicoli sta di fatto che ogni giorno dobbiamo fare i conti con qualche termine il cui significato non si può certo cercare sui vocabolari tradizionali. È il caso del

vocabolo del giorno: WikiLeaks. Si tratta di una parola composta da wiki (un termine in lingua hawaiiana che significa “rapido” oppure “molto veloce”) e leak (dall’inglese e significa “perdita”, “fuga [di notizie]”). WikiLeaks è un’organizzazione internazionale che riceve in modo anonimo documenti, di carattere governativo o aziendale, coperti da segreto e poi li mette in rete sul proprio sito web. L’organizzazione dichiara di verificare l’autenticità del materiale per poi pubblicarlo tramite i propri server dislocati in Belgio e Svezia (due Paesi con leggi che proteggono tale attività), preservando l’anonimato degli informatori e di tutti coloro che sono implicati nella “fuga di notizie”. Lo scopo ultimo è quello della trasparenza da parte dei governi quale garanzia di giustizia, di etica, di una più forte democrazia. Il sito è curato da

Sport Brescia calcio. Fiducia, senza porsi alcun limite

LA VOCE DEL POPOLO

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di Mauro Toninelli

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Adriano Bianchi

Il valore si vede Leno: un nuovo servizio contro la dipendenza dall’alcol

Costituito a Leno il Nucleo operativo alcologia (Noa) che si affianca a quelli di: Brescia, Valle Trompia e Valle Sabbia-Garda “per rispondere alla diffusione della dipendenza da alcol, occupandosi di prevenzione, cura e riabilitazione” come ha spiegato il direttore dell’Asl di Brescia, Carmelo Scarcella aggiungendo: “La dimensione crescente dell’abuso di alcol è una nuova sfida per l’Asl di Brescia, da tempo impegnata nella diffusione di iniziative di educazione e di prevenzione alla salute”All’inaugurazione è intervenuto mons. Giambattista Targhetti che ha elogiato l’iniziativa. Il Noa è collocato a Leno nei locali della ex sede del Sert. Lo frequentano 220 utenti: 182 maschi (età media: 44 anni), 38 donne sui 49 anni, 17 extracomunitari (indiani e nordafricani). “L’alcol è il terzo fattore di rischio di contrarre malattie, disabilità e mortalità nella popolazione” spiega Fabio Roda, direttore del Servizio di alcologia dell’Asl di Brescia. “Un’équipe definisce il progetto terapeutico, modulato sulle caratteristiche psicologiche e sui bisogni del soggetto alcolista e della sua famiglia” aggiunge Maria Angela Abrami responsabile del Nucleo alcologia di Leno. L’équipe è costituita da: medico, psicologo, due assistenti sociali, un educatore professionale, due infermiere. Se si manifesta l’esigenza di un ricovero ospedaliero per un programma riabilitativo residenziale, l’utente viene inviato al Reparto di alcologia dell’Ospedale di Palazzolo. Il lavoro è svolto in collaborazione con le associazioni di volontariato degli alcolisti in trattamento e degli alcolisti anonimi, e l’intervento con i servizi della psichiatria, i consultori, i medici di medicina generale e i servizi sociali dei Comuni. I Noa si occupano anche del trattamento di soggetti con dipendenza da nicotina trattata anche a Leno con intervento farmacologico e psicologico in terapia di gruppo. (f.pio.)

giornalisti, attivisti, scienziati. Comunque i cittadini di ogni parte del mondo possono e sono invitati a inviare materiale “che porti alla luce comportamenti non etici di governi e aziende”. L’organizzazione era sconosciuta fino al 2007. Lo staff afferma di avere in preparazione per la pubblicazione oltre 1 milione e 200mila documenti riservati. E in effetti ha già portato lo scompiglio a livello internazionale sull’equipaggiamento militare nella guerra in Afghanistan, sulla corruzione in Kenya, sulla gestione del campo di prigionia di Guantánamo. Nel luglio di quest’anno ha reso pubblico il contenuto di alcuni documenti riservati dai quali emergono aspetti nascosti della guerra in Afghanistan. E a partire dal 28 novembre ha pubblicato la più ingente rassegna di documenti riservati sulle diplomazie occidentali mai resi noti al grande pubblico, con particolare attenzione all’operato del Governo Usa. Mentre dei casi precedenti in Italia si era parlato poco o nulla, l’ul-

Agenzia fotografica: Foto Eden Stampa: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI Spa Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel. 030.7725511 - Fax. 030.7725566 Progetto grafico: Maurizio Castrezzati - Coop. La nuvola nel sacco Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 184 - 1/12/1961

tima sfornata è diventata piombo rovente perché molti documenti riguardano i rapporti tra l’Italia e gli Stati Uniti, visti attraverso la lettura di documenti confidenziali e segreti. Torna la viltà delle “nazioni plutocratiche”? Non è qui il caso di entrare nel merito dei contenuti, ma una cosa è certa: sono documenti veri che raccontano quello che pensano di noi gli americani e anche qualche verità su rapporti non proprio limpidi tra l’Italia e due personaggi disistimati nel mondo come Putin e Gheddafi. Qualcuno ha ritirato fuori la storia dei guardoni che usano il buco della serratura per scoprire le magagne altrui. È bene ricordare che sono documenti diplomatici e non veline da gossip. È giusto che vengano pubblicati? Io penso di sì. Aiutano a capire. Anche questi documenti possono essere usati bene o male, ma sappiamo che esistono, mentre, per citare un esempio, su molti misteri della storia italiana degli ultimi decenni pesa sempre l’omertà.

Associato

Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributi di cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

La cronaca di questi giorni poteva innescare una pericolosa caccia all’uomo, ma ad oggi così non è stato. La vicenda di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa lo scorso 26 novembre in cui pareva coinvolto un marocchino, poi scagionato, e la strage dei ciclisti di Lamezia Terme travolti da un giovane drogato anch’egli straniero, avevano già dato lo spunto a una sorta di reazione collettiva preventiva contro gli stranieri, che, sulla bergamasca, aveva già assunto la forma di dichiarazioni inneggianti a vendette ed epurazioni senza l’onere di verificare i colpevoli, le responsabilità e l’intervento della giustizia. Capita così in questa Italia che, ormai, reagisce in forma “sanguigna” in ogni occasione. Fortunatamente, almeno fino ad ora, la saggezza di chi ha responsabilità ha portato a ridimensionare e a marginalizzare la posizione dei facinorosi, sempre esistiti peraltro, per ridare semmai la ribalta anzitutto al dolore e alla speranza di quelle che rimangono autentiche tragedie di persone, famiglie e comunità. Tra le figure di queste ore emerge il sindaco leghista di Brembate, Diego Locatelli, che alle domande della stampa ha replicato: “Sono sicuro che la comunità saprà reagire con calma e razionalità, anche se ovviamente la speranza di tutti noi è che questa storia finisca bene. No, non ci sarà nessuna caccia all’uomo. Non è questa la reazione che mi aspetto dai miei cittadini e sono sicuro che non sarà così”. E ha continuato: “Auspichiamo che quello che è successo non sia strumentalizzato e che prevalga il senso di massimo riserbo sulle indagini che le forze dell’ordine stanno svolgendo con professionalità e con grande dispiego di energie e risorse”. Calma, quindi, razionalità, rispetto, nessuna strumentalizzazione ed estrema disponibilità a collaborare per giungere a chiarire la vicenda. Un giusto atteggiamento a cui ha dato peso anche una telefonata di solidarietà del presidente Napolitano e a cui hanno fatto eco le parole del card. Tettamanzi che a S.Ambrogio ha detto: “Prego perché non si sovrapponga genericamente a tutti gli immigrati la categoria della delinquenza. Ogni persona, di origine italiana o straniera, deve essere sempre giudicata singolarmente, per quella che è, non dimenticando mai che il giudizio più vero e definitivo è quello di Dio”. Frasi che sgombrano il campo alle generalizzazioni e che impegnano tutti alla ricerca della verità che certo daranno forza a chi deve sostenere questi difficili momenti d’incertezza. È, infatti, dai gesti e dalle parole nei momenti della crisi, del dolore che si vede il valore degli uomini. Penso, ad esempio, alla compostezza dei genitori di Yara, ma anche a quella delle famiglie di Lamezia Terme. Nessuna ricerca del sensazionale, ma una pulita immagine di pura dignità. Una dignità che, pur nell’immenso dolore, fa dire alla moglie di Fortunato Bernardi, uno dei ciclisti uccisi, in riferimento al giovane assassino: “Lo perdono, mio marito l’avrebbe fatto”. Parole che solo la fede può dare la forza di pronunciare. Ma è da qui che si capisce anche il valore di una comunità. È capitato un po’ anche a Brescia, in vicende ben diverse, nei giorni della gru, dove per affrontare la questione degli immigrati ha preso, infine, il soppravvento la strada della protesta civile nella legalità e la ricerca del dialogo non solo tra gli stranieri e le istituzioni, ma soprattutto nella città tra i vecchi e i nuovi cittadini. Si è parlato, infatti, di una Brescia ferita. È vero, ma è mia convinzione che se qualcosa ci sarà da sanare saranno solo l’incontro, la calma, la razionalità, il rispetto e nessuna strumentalizzazione a rinnodare i fili di un discorso che poteva essere irrimediabilmente perduto.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Turismo Parte la stagione invernale nel Bresciano

Sicurezza e responsabilità sulle piste da sci Tutti i comprensori della provincia con l’Immacolata hanno aperto la stagione sciistica. Si presta grande attenzione agli impianti e alle strutture ricettive. Analoga “tensione” dovrebbe però animare i turisti del “circo bianco”

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Per le località sciistiche bresciane la data dell’8 dicembre ha segnato l’avvio ufficiale della stagione invernale 2010/2011 anche se le precipitazioni delle ultime settimane avevano già indotto ad una prima apertura degli impianti. Tutto comunque è stato tirato a lucido e già gli operatori dei comprensori di Ponte di Legno/Tonale, Montecampione, Borno e del Maniva fanno i conti con una stagione che si augurano il più brillante possibile. D’altra parte, storicamente, la neve è stata sempre una voce particolarmente importante

a cura di Massimo Venturelli

nei bilanci turistici bresciani. Basta dare un’occhiata ai dati in possesso della Provincia di Brescia sui flussi turistici nel Bresciano. Balza all’occhio anche del lettore più distratto che la maggior parte della presenze in Valle Camonica e Valtrompia si concentrano proprio nei mesi della stagione invernale: da dicembre a marzo. Nei mesi scorsi un po’ tutte le località sciistiche bresciane hanno lavorato per migliorare gli impianti e, più in generale, la loro capacità ricettiva. L’avvio dell’8 dicembre è da sempre considerato un importante banco

Gli impianti del comprensorio Ponte di Legno/Tonale

di prova in vista delle festività natalizie e di fine anno prima e della stagione delle settimane bianche, da gennaio a marzo. Senza contare, poi, che le località bresciane, proprio per la loro relativa vicinanza alle città di Brescia, Bergamo e Milano, puntano molto sul pendolarismo turistico. Non ci sono però solo piste da preparare, impianti da rimettere a punto. Questi semmai sono solo gli aspetti terminali della programmazione turistica, un’operazione che vede coinvolti in prima fila gli operatori del settore. C’è invece tutto un altro versante, non meno importante, che va ad incidere su un piano “culturale”. È quello che vede impegnate ormai da anni istituzioni, associazioni e volontari in un’opera di sensibilizzazione fra chi frequenta da utente la montagna perché affronti anche questa esperienza

con responsabilità e rispetto degli altri e dell’ambiente. Particolarmente attiva su questo versante è la Provincia che per anni con i suoi operatori ha girato in lungo e in largo il Bresciano con il progetto “In montagna con la testa e con i piedi” che per i suoi contenuti e le sue modalità ha conquistato in passato anche importanti riconoscimenti nazionali. Insieme alla Provincia sono molte altre le realtà che hanno particolarmenrte a cuore il tema della sicurezza e che hanno approfittato dei giorni che hanno preceduto l’avvio della stagione invernale per invitare sciatori più o meno provetti al massimo dell’attenzione una volta inforcati gli sci. Di questo e di altro ancora, per esempio, hanno parlato la conferenza stabile delle sezioni Cai di Valle Camonica-Sebino, con le rispettive scuole di alpinismo e

Valerio Zani e la sicurezza sulla neve

Gli angeli custodi del Corpo nazionale del soccorso alpino Animati da spirito solidaristico, oltre che dalla profonda conoscenza dell’ambiente montano i volontari del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico rappresentano un aspetto non sempre dovutamente considerato del turismo in montagna. Lo rapprestano d’estate e, ancora di più, nella stagione invernale quando i pericoli di moltiplicano per l’imperizia di tanti che affrontano la neve senza la dovuta cautela. Per questo i volontari del Centro, insieme a quelli di tante altre realtà, possono essere considerati gli angeli custodi dei frequentatori delle piste da sci del Bresciano. Valerio Zani è vice presidente nazionale del Cnsas e presidente della V delegazione bresciana, quella di Valle Camonica in cui si concentra il maggior numero di stazioni sciistiche della provincia. Per lui e la sua squadra quelli attuali sono giorni di fibrillazione. “L’avvio della stagione invernale, così come per quella estiva − afferma − diventa per i volontari un momento di grande impegno”. Quello del soccorso alpino è un servizio nazionale che conta anche su una parte speleologica, tanto che non sono infrequenti gli interventi a soccor-

so di escursionisti che restano bloccati negli anfratti delle montagne bresciane. Il Centro ha una articolazione capillare che ha nelle stazioni locali, quelle più vicine alle diverse località montane, i terminali della sua organizzazione, le realtà che intervengono per prime in caso di necessità. “Da qualche anno − continua Valerio Zani − il nostro servizio si integra con quello dell’elisoccorso, con un parco di cinque elicottori sul territorio lombardo pronti a intervenire”. Nel Bresciano sono 200 i tecnici di soccorso alpino che fanno riferimento a sette stazioni di intervento: quelle di Ponte di Legno, Temù, Edolo, media Valle Camonica, Breno, Valtrompia e Valsabbia. I tecnici si avvalgono del servizio di elisoccorso di cui il Centro del soccorso alpino è parte integrante con la presenza di un tecnico su ogni mezzo. Fra i volontari del centro di trovano tutte le professionalità necessarie per affrontare ogni genere di emergenza. “Ogni anno − continua ancora il vicepresidente nazionale − sono 200/200 gli interventi che il soccorso alpino realizza solo sul fronte montano”. Incidenti che, in grande percentuale sono causati

dall’imperizia. Lo conferma anche lo stesso Valerio Zani. “Sembrerebbe un’ovvietà − afferma al proposito − ma non sempre chi affronta la montagna d’inverno è a conoscenza delle insidie che la neve nasconde. Molti delle situazioni in cui è richiesto il nostro intervento sono causate dalla non conoscenza di questo elemento invernale”. Il primo suggerimento che Valerio Zani fornisce a quanti in queste ore si stanno attrezzando per una giornata sugli sci è quello di avere grande rispetto per la montagna e soprattutto di non affrontarla in modo approssimartivo o superficiale. “Non va assolutamente sottovalutato − continua − un ambiente che a prima vista può affascinare”. Buon senso, attenzione, valutazione corretta degli elementi meteorologici più ancora che la preparazione atletica e la cura delle attrezzature sono i requisiti che il vice presidente del Centro nazionale soccorso alpino e speleologicio chiede a quanti frequentano la montagna e le sue piste da sci perché ogni precauzione in più adottata molto spesso si traduce in un incidente in meno.


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Montecampione/Borno Pronti per la stagione

Strutture e piste per tutti i gusti e per ogni sciatore Anche Montecampione e Borno, dopo le anteprime rese possibili dalle abbondanti nevicate delle scorse settimane, con l’Immacolata hanno dato il via alle loro stagioni invernali. A Montecampione c’è stata una vera e propria corsa contro il tempo per il completamento della nuova seggiovia biposto del Dosso rotondo che ha mandato in pensione la vecchia. Con questa nuova infrastruttura la Val Majone e, appunto, il Dosso rotondo diventano punto di riferimento per quanti scelgono Montecampione per trascorrere giornate sulla neve, tra piste perfettamente innevate e battute e panorami che, spaziando sino al lago d’Iseo, e alle valli circostanti sono veramente mozzafiato. Le sette piste di Montecampione 2000 e la seggiovia triposto del campo scuola posto a quota 1200 metri sono pronti per il grande assalto delle prossime settimane. Discorsi più o meno analoghi giungono anche dall’altro versante della valle. Superate alcuni intoppi di natura politico-istituzionali il futuro turistico di Borno si presenta meno incerto. Per il presente bastano le strutture esistenti sulle pendici del Monte Altissimo: sette piste da sci che si snodano tra i 1020 e i 1694 metri, tre seggiovie quadriposto, una biposto e tre skilift. Le piste, adatti agli sciatori in evoluzione sono coperte al 70% da un impianto di innevamento programmato. La relativa tranquillità fanno di Borno meta ambita da chi ama lo sci senza stress.

scialpinismo, le Guide Alpine, Collegio regionale della Lombardia e la V delegazione bresciana del Corpo nazionale di Soccorso alpino e speleologico nel corso della serata “Sulla neve ... sicuri?” tenuto lo scorso 3 dicembre nel palazzo dei congressi di Darfo Boario Terme. Una volta di più sono state ribadite precauzioni, comportamenti e prassi che dovrebbero diventare delle buone abitudini quando si decide di trascorrere una giornata sulla neve. Comportamenti che, anche alla luce di alcuni tragici eventi (su tutti la recente tragedia delle montagne sopra Edolo costata la vita a due escursionisti bergamaschi), non sembrano avere molta presa tra le migliaia di appassionati che, con la prima neve delle scorse settimane hanno tolto dalla naftalina ciaspole, sci, snowboard o motoslitte, incoscienti delle insidie che una montagna coperta di neve può nascondere.

Valerio Zani

Ponte di Legno/Tonale

Tante novità per chi sceglie l’alta Valle Camonica Il comprensorio sciistico di Ponte di Legno/ Tonale è considerato tra i migliori d’Italia. Non a caso, dunque, è una delle mete preferite di tanti sciatori. È anche un comprensorio, però, che non si culla sugli allori e che di anno in anno lavora per migliorare le propria dotazione di impianti e di strutture ricettive. Adamello Ski è la realtà che si assume l’onere della complessa gestione del comprensorio, garantendo, per esempio che in inverno seggiovie e telecabine tecnicamente all’avanguardia portino gli sciatori dai 1155 metri di quota di Temù sino ai 3000 metri del ghiacciaio Presena, con percorsi molto diversificati tra di loro ed un paesaggio che muta in continuazione. Ad ogni avvio di stagione Adamello Ski propone interessanti novità. Chi in questi giorni e nelle prossime settimane sceglierà l’alta Valle Camonica potrà verificare di persona lo stato di avanzamento dei lavori del nuovo rifugio ai 2585 metri del Passo Paradiso, all’arrivo della cabinovia che collega il Tonale con il ghiacciaio Presena. La struttura dovrebbe essere pienamente operativa per le vacanza di Natale e sarà uno ski bar e ristorante con modalità self service. Rappresenterà sicuramente un importante punto di riferimento per gli sciatori in transito dal ghiacciaio. Si tratta di un investimento di notevole importanza che segue quelli realizzati nel 2006/2007 per la realizzazione della cabinovia che collega Ponte di Legno al passo Tonale. Particolarmente interessante anche la realizzazione del nuovo asilo nido a Temù per bambini da uno a cinque anni che non possono seguire i genitori sulle piste. Importanti novità, infine, anche sul versante degli skipass. Per informazioni www.adamelloski.it

Maniva Il debutto del 4 dicembre

Supera la prova la nuova seggiovia Persole-Dasdana La stagione sciistica al Maniva, un altro dei comprensori sciistici bresciani, ha già preso il via lo scorso fine settimana, complici anche condizioni meteorologiche che hanno favorito le precipitazioni e che hanno innevato così le piste dell’alta Valtrompia. Per la nuova seggiovia Persole-Dasdana è stata un importante banco di prova. Legittima, dunque, la soddisfazione dei responsabili di Maniva Ski per la struttura che garantisce un valore aggiunto a un comprensorio che può vantare su oltre 40 chilometri di piste da sci per un totale di 17 piste (due baby, nove blu, quattro rosse e due nere) in grado di soddisfare ogni esigenza. La nuova seggiovia biposto consente di trasportare gli sciatori sino a quota 2089 metri. Per Natale, assicurano dal Maniva, sarà pronto e pienamente operativo anche lo Snow park realizzato in Dasdana. Importanti novità si profilano anche per gli amanti dello sci da fondo con l’anello di 5,5 chilometri nella zona dei Persek e con quello, più abbordabile, di 2000 metri a fianco del rifugio Bonardi. Interventi di rinnovo hanno riguardato anche altre strutture. 20, dichiarano da Maniva Ski, sono stati i milioni di euro investiti per il lancio definitivo della località sciistica che potrà contare anche sulla definizione di alcuni pacchetti vacanza per chi sceglie l’Alta Valtrompia. Prima ancora che la stagione 2010/2011 entri nel vivo sono state annunciate novità per la prossima come un impianto di illuminazione per lo sci in notturna.

La nuova seggiovia del Maniva


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LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Opinioni

di Gabriele Bazzoli

Giovani

E le luci si sono accese Un servizio sul Tg1 di domenica lo ha confermato: Milano si inserisce a buon diritto tra le grandi capitali europee. Le luminarie natalizie della città ambrosiana, quest’anno, sono davvero sfavillanti, straordinarie, originali: finalmente, lascia intendere emozionato e compiaciuto l’autore del servizio. Anche Brescia, con i mezzi che ha, si impegna e si ingegna. Se rimangono spente le luci delle tre torri (anzi non sono mai state accese), se sempre più spesso case sfitte o invendute per l’intera giornata non mandano bagliori, ecco spuntare nelle strade del centro le decorazioni luminose, come a dire che Natale è sempre Natale e che, almeno per un mese, possiamo dimenticare quello che non va, il lavoro che non si trova e la ripresina economica che ha restituito all’italiano il gusto del diminutivo. Non che a me non piacciano le decorazioni natalizie, ci mancherebbe, dato che il presepio di casa è pronto e le lucine intermittenti colorate si accendono ogni sera. E il gusto per tutto questo ha un motivo: decorare, accendere, sistemare sono il segno di un’attesa viva, partecipata per qualcosa che deve avvenire. Ma, quest’anno in particolare, provo una sensazione piuttosto spiacevole: molto simile a quella di chi si trova a osservare, come Pirandello ha raccontato, una vecchia signora, stucchevolmente imbellettata, vestita e inghirlandata. Non ci sono soldi per l’università, per la scuola, per le associazioni di volontariato, i Comuni continuano forsennatamente a far costruire case e negozi che spesso rimangono vuoti: non mancano però le luci per il Natale, vestigia di antica nobiltà. Nel frattempo, a ogni finanziaria, notiamo aumentare il gettito previsto dalle entrate fiscali dei giochi d’azzardo (del resto è l’unico provvedimento di cui nessuno si lamenta): e continuo a vedere troppi giovani della mia età, abbastanza maturi per gettare solide basi alla propria vita, affidare un pezzo di destino alle slot machine che ormai campeggiano in ogni angolo dei bar e dei centri commerciali. E così stiamo sostituendo un’etica condivisa e silenziosa della pazienza e del lavoro, della costruzione e dell’impegno come strumenti per guardare con fiducia al futuro, alla prospettiva del subito, della fortuna, della creatività innata (che sostituisce l’apprendimento e l’esperienza): una prospettiva che si declina nelle notti bianche, nell’emozione dell’attimo che in un attimo si dimentica, nelle vincite al lotto e, purtroppo, anche nelle lucine di Natale. Fatua emozione che, forse, incoraggia il commercio, ma, certo, nasconde in un cono d’ombra quel valore importante che chiamiamo speranza.

di Massimo Gandolfini

Salute

Il dolore ha senso La sconcertante vicenda della trasmissione Rai “Vieni via con me” può diventare un’occasione per riflettere. Proviamo a contenere il sentimento di giusta indignazione e analizziamo alcuni aspetti. Partirei dalle fondamenta: il dovere morale, personale e sociale, di curare e prendersi cura dei malati, che affonda le sue radici nell’etica e nell’operato caritatevole del cristianesimo di sempre, viene sancito con la nascita dello “stato di diritto” democratico. Vengono fissate norme giuridiche di tutela della vita, della salute, della libertà di ogni cittadino, sulla base dell’uguaglianza di dignità di ogni persona umana. Bisogna riferirsi alle dittature del ‘900 per vedere riemergere gli spettri della cultura delle “vite non degne di essere vissute”, con le “mostruosità” dei lager o dei gulag, che tutti conosciamo. Sembrava un capitolo chiuso e invece ecco riapparire l’idea che “certe” vite, gravemente ferite da malattie e da incidenti, non possono che essere degne di un solo tipo di “solidarietà e di aiuto”, quello della loro eliminazione. Si parla di “eutanasia pietosa”, gesto di “vero” amore, gesto di vita e non di morte, scelta dolorosa ma carica di sapiente umanità! Sembra proprio che la storia non insegni nulla: il “programma P4”, quello dell’eutanasia legalizzata, iniziò negli anni ’30, negli ospedali psichiatrici della Germania nazionalsocialista, per porre rimedio alla “disgustosa vista” di malati di mente, vite “indegne” di questo nome, che proprio per “umana pietà” bisognava sopprimere. Ho sempre pensato che l’amore è soffio vitale, è spinta alla vita, è oblazione affinché “tu viva e ti senta amato”; ho creduto che amore e morte si coniugano solo quando si giunge a dare la propria vita perché un altro non muoia. Da Massimiliano Kolbe a Salvo D’Acquisto. La trasmissione Rai viene a insegnarci che si può (o si deve?) uccidere per amore. Dobbiamo avere il coraggio della verità, alzare la voce per chi non ha voce nei salotti “radical chic” della Tv pubblica, e chiedere che si ascolti chi ha scelto un modo differente di amare il proprio familiare gravemente disabile o ammalato. Perché non dire ai nostri giovani che il dolore ha senso, che la malattia ha senso, che la vita disabile ha senso, che la vita dolente e sofferente è anch’essa “vita buona”, anche se non realizza i nostri sogni o desideri, invece di proporre l’immorale scorciatoia del suicidio, travestito da “principio di autodeterminazione”, con il correlato del suicidio assistito o dell’eutanasia pietosa? Un noto regista, 95enne, si è gettato dalla finestra della clinica ove era ricoverato. Ci dicono che l’ha fatto perché non voleva “essere di peso” né a sé stesso né agli altri… stiamo costruendo una società disumana, avvelenata dal concetto che quando sei di peso l’unica vera scelta morale è “togliersi di mezzo”. Ma non avevamo predicato che la libertà assoluta, fino al suicidio, è una vera conquista civile, mentre l’amore e il servizio sono stantie categorie clericali?


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Studi Presentato un rapporto della Provincia

L’immigrazione oltre i luoghi comuni Nelle pagine della ricerca presentata recentemente una fotografia chiara di un fenomeno spesso soggetto a pregiudizi

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Da più parti nei giorni della protesta degli immigrati sulla gru e in quelli che sono seguiti alla loro discesa era stata invocata una riflessione sul fenomeno immigratorio nel Bresciano libero da pregiudizi e da letture ideologiche. L’arcivescovo di Milano, il card. Dionigi Tettamanzi, nel suo tradizionale discorso alla città nella vigilia della festa di S. Ambrogio, il 6 dicembre scorso, ha chiesto di non procedere a generalizzazioni sulla presenza degli stranieri in Italia. In questa prospettiva, necessaria per altro a stemperare tensioni sempre

a cura di Massimo Venturelli

più evidenti, un valido aiuto è giunto nei giorni scorsi dalla presentazione dell’ottavo rapporto sull’immigrazione straniera nella provincia di Brescia. Si tratta di uno studio che l’amministrazione di Palazzo Broletto ha realizzato in collaborazione con la Fondazione Ismu (Iniziative e studi sull’immigrazione) e con l’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità. “Per governare un fenomeno – ha affermato l’assessore provinciale Aristide Peli alla presentazione del rapporto – bisogna conoscerlo in tutte le sue sfaccettature, bisogna

conoscerne l’entità e le problematiche a esso connesse”. Nelle prime pagine della pubblicazione vengono così messi in risalto gli aspetti quantitavi degli stranieri nel Bresciano. All’1 luglio 2009 erano poco meno di 190mila i cittadini stranieri presenti tra città e provincia, un numero che, come noto, colloca Brescia immediatamente alle spalle di Milano nella graduatoria delle città della Lombardia scelte dagli stranieri. Il rapporto presenta poi una dettagliata analisi delle aree di provenienza degli stranieri residenti nel Bresciano. I dati confermano ciò che da qualche anno era già noto: Marocco e Romania sono i Paesi che si contendono il primato degli arrivi in provincia di Brescia. Pagine interessanti sono quelle che il rapporto dedica al fenomeno dell’irregolarità andata progressivamente calando dopo i picchi del 27% del 2002 e attestatasi nel Bresciano intorno ad una percentuale “fisiologica” del 9/10%. Si tratta di numeri, però, che devono essere letti non con la lente d’ingrandimento della paura: molti degli irregolari al momento della raccolta dei dati perr l’elaborazione

del rapporto altro non erano che le badanti impegnate in tante case bresciane. Le pagine del rapporto presentano poi una serie di dati e di analisi di tipo sociologico sugli stranieri presenti nel Bresciano (età, scolarizzazione, religione, condizione lavorativa e familiare). La parte più interessante è però quella relativa al livello di integrazione degli stranieri nel tessuto bresciano, perché sono questi i dati più dei numeri, dei Paesi di origine e altro ancora, che possono indicare la praticabilità di quelle prospettive richiamate in apertura. Lo studio commissionato dalla Provincia indica che il livello di integrazione degli stranieri presenti sul suo territorio si colloca al di sopra, seppure di poco, della media regionale. Un livello che aumenta man mano cresce anche “l’anzianità” di presenza e che è più evidente tra le donne. Non c’è, poi, sostanziale differenza in termini di propensione all’integrazione, a seconda della religione professata dagli stranieri. I cattolici si integrano tanto quanto i musulmani, gli induisti e i sikh (tanto per citare le religioni più rappresentate tra gli stranieri a Brescia).

Gestito da Centro migranti, Cgil, Cisl e Uil

Un presidio itinerante per i quartieri di Brescia “Non strumentalizziamo ancora i più deboli ma proteggiamoli, senza gettarli allo sbaraglio a loro rischio e pericolo; la convivenza tra bresciani e immigrati è un fenomeno che non è destinato a finire, per questo è importante che la città si riconcili al più presto con il mondo dell’immigrazione”. Questo l’accorato appello di padre Mario Toffari in occasione della presentazione del nuovo presidio itinerante per la questione migranti, promosso dalla diocesi di Brescia e dai tre sindacati, Cgil, Cisl e Uil. Il presidio, che si protrarrà tra dicembre e gennaio, sarà organizzato dal Centro migranti della diocesi, diretto da Giovanni Boccacci, al quale, inoltre, andrà il compito di coordinare il lavoro delle 43 associazioni cattoliche che hanno scelto di aderire al progetto. Sei le zone che verranno toccate dal Presidio, così da coprire buona parte della città: al via quindi il 13 e 14 dicembre, dalle 16 alle 19, nella zona adiacente alla piscina di viale Piave, per passare poi, il 18 dicembre, nella zona della stazione

e il 20 e 21 dicembre all’incrocio tra via Milano e via Nullo. Sei gli appuntamenti durante il primo mese del nuovo anno: il 10 e l’11 gennaio nella zona del Centro commerciale Margherita d’Este di San Polo, il 17 e il 18 nella zona dell’Ospedale Civile e, infine, il 24 e il 25 su largo Formentone, in pieno centro storico. “La politica italiana dovrebbe realizzare che la nostra economia necessita sempre più della presenza di cittadini immigrati e dare quindi maggior importanza al fenomeno del lavoro in nero; i problemi relativi all’immigrazione, infatti, sono legati a una legislazione che non tiene conto del fatto che l’immigrazione non è uno strumento politico, bensì un tema ben più complesso. Strumenti visibili come il presidio itinerante e l’organizzazione, ove possibile, di assemblee pubbliche, sono mezzi molto importanti e utili per parlare alla città di problemi come questo”, ha affermato Damiano Galletti, segretario generale Cgil. “Lo scopo di un presidio è quello di perseguire un obietti-

vo attraverso la legalità” gli ha fatto eco Enzo Torri, neo segretario generale Cisl; “il ruolo dell’associazionismo di fronte a problemi come questi” ha poi proseguito Torri, “dimostra come sia importante tenere insieme le comunità. Con la realizzazione di questo Presidio, inoltre, abbiamo dato risposta a tutte e tre le richieste dei migranti recentemente scesi dalla gru dove protestavano, fornendo loro assistenza legale, impegnandoci a organizzare nei prossimi giorni un tavolo istituzionale presso la Prefettura e mettendoci in prima fila per mantenere in evidenza i problemi dell’immigrazione. Ora, il nostro compito è quello di lavorare per riallacciare un rapporto tra la città e i migranti”. “I presidi sono la prova tangibile di come la città intera possa affrontare in modo sensato e legale i problemi; ora, lo scopo dei sindacati è quello di coinvolgere anche le associazioni imprenditoriali da sempre legate al mondo del lavoro” ha infine affermato Angelo Zanelli, segretario generale Uil.


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Popoli e continenti Mondo

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Egitto Un dramma denunciato dal Papa

Schiavi nel deserto del Sinai L’opinione pubblica mondiale ha preso coscienza del dramma vissuto da un gruppo di profughi nelle mani di trafficanti che speculano sulla loro vita

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È stato Benedetto XVI, all’Angelus dello scorso 5 dicembre, a dare attenzione a uno dei tanti drammi del mondo che non fanno notizia. Il Papa ha invitato alla preghiera per “gli ostaggi eritrei e di altre nazionalità, nel deserto del Sinai”. Da piazza San Pietro è stata così aperta una finestra sulla situazione di un gruppo di 250 profughi eritrei da alcune settimane nelle mani di un gruppo di predoni in una località imprecisata del deserto del Sinai, al confine tra Egitto e Israele. Gli esuli, secondo le poche notizie a disposizione, erano partiti dai loro Paesi di origine spinti dal miraggio di poter giungere in Italia. Avevano anche pagato profumatamente, più o meno 2000 dollari, per attraversare il Mediterraneo. Una volta giunti in Libia, però, sono stati costretti a modificare i loro piani; la destinazione Italia è stata soppiantata da quella isra-

Ostaggi nel deserto dei Sinai

Chi sono gli ostaggi a cura di Massimo Venturelli

eliana. Il gruppo degli profughi si è messo nelle mani di trafficanti che oggi li tengono prigionieri nel Sinai.Per condurli in Israele avrebbero chiesto a ciascuno di loro più del quadruplo di quanto già pagato. L’alternativa, come per altro già avvenuto per sei di loro, è la morte violenta. Il gruppo tenuto in ostaggio nel Sinai è composto di profughi in cerca di asilo politico, che hanno lasciato le loro terre dilaniate da una lunga guerra che non accenna a trovare soluzione. Dalla padella, però, sono caduti nella brace in balia di trafficanti a cui non importa nulla delle loro condizioni personali. L’unica cosa che li attrae sono i soldi del riscatto. Il problema reale è trovare in Europa o nei Paesi d’origine chi possa farsi carico di quello che è un vero e proprio riscatto. La gravità della loro situazione è testimoniata in alcune conversa-

zioni telefoniche i prigionieri sono riusciti ad avere con i loro parenti. Raccontano, gli ostaggi, di catene, di condizioni disumane, di veri e propri campi di prigionia, seppure improvvisati. Quella parte della comunità internazionale che stava seguendo la loro vicenda è seriamente preoccupata. Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha denunciato la spietatezza di questi trafficanti. “Il dramma dei 250 schiavi nel Sinai non è un episodio isolato, ma la seconda tappa di un percorso che ha visto prima il respingimento in mare, la reclusione nei campi libici, la fuga” spiega invece mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes che ha fatto appello alla Farnesina per portare alla soluzione il dramma dei 250. Mons. Perego, però, chiede anche che si ritorni a riflettere sull’impegno non estemporaneo per la tutela dei richiedenti asilo e dei profughi in Italia, radicalmente saldato su una legge sull’asilo che ancora manca in Italia e con una programmazione di servizi strutturale a una politica delle migrazioni in Italia.

Un gruppo di disperati Sono 250 gli ostaggi nelle mani di alcuni trafficanti di essere umani in un luogo imprecisato del deserto del Sinai. Provengono da Eritrea, Somalia, Sudan e sono accomunati dall’aver visto nell’approdo in Italia la soluzione a esistenze segnate della sofferenza. Hanno affrontato un viaggio che prima di loro era stato compiuto da tanti altri familiari che li aspettavano in Europa. Hanno pagato cifre impensabili per Paesi poveri come i loro: 2000 dollari. Sono riusciti una prima volta a imbarcarsi sulle carrette del mare che fanno la spola tra le coste della Libia e l’Italia. Sono stati però intercettati e respinti in Libia. Qui inizia la parte più tragica della loro odissea perché sono molte le organizzazioni umanitarie che dubitano dell’umanità dei trattamenti messi in campo da Gheddafi per questi profughi. Non a caso le 250 persone oggi prigioniere nel Sinai hanno scelto di affrontare un altro tragico viaggio verso Israele.

Esperienze

Dalla Palestina alla Volta per i cristiani di Terra Santa La parrocchia latina di Beit Sahour in Palestina e la parrocchia dei S.S. Pietro e Paolo della Volta di Brescia non sono mai state così vicine e unite come ora: per questo Natale sarà possibile acquistare diversi articoli religiosi come corone, presepi e croci in materiale ligneo, sostenendo centinaia di famiglie cristiane povere in Terra Santa. Un’iniziativa lodevole che nasce dalla grande sensibilità dei bresciani durante un pellegrinaggio fatto in Terra Santa con il gruppo biblico della Volta. Incontrando al patriarcato di Gerusalemme mons. William Shomali, nuovo vescovo ausiliare, da subito i pellegrini bresciani hanno potuto constatare la situazione drammatica in cui i cristiani palestinesi vivono, organizzando questo progetto. “Ci hanno chiesto di aiutarli con la preghiera e, se era possibile, creare delle occasioni o iniziative di sostegno a favore delle loro famiglie. La metà dei negozi e delle attività lavorative a Betlemme oggi è chiusa: molti sono costretti ad emigrare. – afferma don Roberto Zanini, cu-

rato della Volta –. Grazie all’intervento della Cooperativa di Beit Sahour, cooperativa che tutela queste famiglie in difficoltà, Sahdi Abu Sa’da e Husam Khair hanno potuto portare in Italia i loro prodotti intagliati rifiniti a mano, frutto della manodopera palestinese”. Un lavoro di artigianato che ha riscosso grande successo alla Volta ma che presto coinvolgerà altre parrocchie come Castenedolo, Chiari, Palazzolo, S. Zeno nel mercatino del mercoledì e Quinzano, grazie al Gruppo di commercio equosolidale. È una situazione drammatica quella che si sta vivendo in Palestina oggi: poco a poco la presenza dei cristiani in Terra Santa rischia di sparire. Se ieri la presenza di famiglie cristiane era del 70%, oggi sono meno del 20%. L’iniziativa, seguendo l’esempio di Paolo che fece una colletta per i cristiani di Gerusalemme, permetterà di andare incontro a queste famiglie cristiane che vivono solo di questo lavoro manuale, loro unico mezzo di sostentamento, pur rimanendo radicati nella Terra Santa.


Popoli e continenti Europa

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Ucraina Analisi di un fenomeno

Badanti: una scelta per necessità Kiev

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Chi sono le badanti? Secondo i dati Censis. “tra il 2001 e il 2008 il numero di colf e badanti ha registrato in Italia un incremento del 37%, passando cioè da 1 milione e 83mila a 1 milione 485mila”, naturalmente senza contare quelle irregolari. Per sintetizzare il loro profilo, possiamo servirci delle parole di Alessandro Castegnaro, docente di Politica sociale presso l’università di Padova, che ha così sintetizzato il loro profilo: la stragrande maggioranza delle badanti viene dai Paesi dell’Est, in particolare da quelli nati con la dissoluzione dell’Urss. Tre badanti su quattro sono coniugate, ma solo il 15% vive in Italia con la propria famiglia. La metà ha superato i 40 anni, il 16% i 50. La scolarizzazione è elevata: il 18% è laureata, il 40% ha un diploma di scuola media superiore, molte sono infermiere professionali e ci so-

di Alice Ghisi

no anche donne laureate in medicina. È molto più remunerativo fare l’aiutante domiciliare in Italia che il medico in Ucraina o Bielorussia [...] si tratta di manodopera qualificata ma altamente flessibile negli orari e nelle mansioni […] Inoltre, l’afflusso di badanti in Italia comporta forti risparmi per il welfare pubblico. Uno sguardo ai Paesi di provenienza delle badanti consente di analizzare le motivazioni che portano donne adulte, spesso laureate, a lasciare la propria terra e la famiglia. Caso emblematico è quello dell’Ucraina, uno degli stati post-sovietici che presenta un’altissima percentuale di migrazioni. Dal punto di vista della previdenza sociale, salta all’occhio la condizione disastrosa in cui versa il Paese. La pensione minima ammonta a 180 dollari (anche tenendo conto della valuta locale e del costo del-

Le pessime condizioni economiche spingono molte donne all’unica scelta possibile: emigrare per sostenere le proprie famiglie la vita, questa cifra è drammaticamente al di sotto della soglia minima di sopravvivenza); le strutture adibite all’assistenza degli anziani e dei portatori di handicap sono pressoché inesistenti o solo private, quindi inaccessibili alla maggior parte della popolazione. Non è tutto. Gli ospedali si trovano da almeno vent’anni in condizioni catastrofiche: un medico generale del Pronto Soccorso guadagna circa 250 dollari, le strutture cadono a pezzi, non ci sono abbastanza medicinali né posti letto né materiali indispensabili a fornire un servizio minimamente adeguato alle più ordinarie esigenze dei pazienti. Da tempo la gente e parte della stampa denunciano, attraverso scioperi e proteste di piazza, questa gravissima situazione chiedendo finanziamenti da parte dello Stato. Ciò nonostante i provvedimenti presi dal governo Janukovic sembrano andare esattamente nella direzione opposta: la riforma delle pensioni prevede l’innalzamento dell’età minima, si sono proposti aumenti delle tasse e delle ore lavorative settimanali, passate da 40 a 48. In

Ucraina sembra che la società possa essere schematizzata secondo una struttura quasi pre-sovietica, ovvero in tre grandi categorie. La prima è quella dei “business man”, uomini d’affari e politici: una classe ristretta e privilegiata. La seconda è costituita da cittadini giovani e di mezza età che lavorano o studiano; questa categoria galleggia a metà fra uno stato di discreto benessere e di semi-povertà. Infine c’è la terza categoria, quella dei pensionati che vivono in uno stato di povertà praticamente inevitabile, se si escludono sostanziosi aiuti da parte dei figli. In una tale situazione non deve stupire che gente laureata e specializzata si trovi a dover emigrare perché non riesce a mantenere i propri genitori e i figli, andando ad accudire gli anziani di famiglie straniere. Svolgendo un servizio sociale importantissimo per le famiglie italiane molte donne ucraine riescono a sostenere la fascia degli ultrasessantenni, i quali dopo la guerra e una vita di lavoro sotto l’Unione Sovietica, si trovano ora a doversi arrangiare come meglio riescono.

Dal 28 dicembre all’1 gennaio 2011

A Rotterdam in pellegrinaggio di fiducia con Taizé La città portuale di Rotterdam sarà dal 28 dicembre al 1°gennaio, il centro spirituale dell’Europa: sono infatti 30mila i giovani attesi per il 33° incontro europeo organizzato dalla comunità di Taizé su invito della Conferenza dei vescovi dell’Olanda, del Consiglio generale della Chiesa protestante olandese (Pkn) e del Consiglio delle Chiese dell’Olanda. Gli organizzatori sottolineano che il “pellegrinaggio di fiducia sulla terra”, così si chiama l’iniziativa, “prosegue il cammino che il fondatore, frère Roger, ha iniziato per sostenere i giovani in una ricerca di riconciliazione e di pace, non solo fra cristiani ma anche fra popoli”. I ragazzi, che provengono anche da altri continenti, saranno ospitati nelle comunità e nelle famiglie di tutta la regione: al mattino saranno nelle 150 chiese di accoglienza. Negli incontri pomeridiani i giovani saranno invitati a riflettere sulle sorgenti della fede, sul loro impegno al servizio di Cristo nella Chiesa e nella società, e su alcuni spunti tratti dalla “Lettera dal Cile” del priore frère Alois, che sarà pubblicata dopo l’incontro per i giovani in corso nel Paese latino-americano sino al

12 dicembre. L’appuntamento di Rotterdam segue quelli che si sono svolti, dopo la prima edizione del 1978 a Parigi, in varie città europee, le ultime delle quali sono state Poznan, Bruxelles, Ginevra, Zagabria, Milano, Lisbona, Amburgo, Budapest, senza dimenticare Roma. La città olandese, patria del filosofo, del XVI secolo, Erasmo, sostenitore della “pace della cristianità”, della “concordia della Chiesa”, e della riconciliazione fra i popoli, è stata scelta perché da un lato è inserita in un contesto fortemente secolarizzato, e, dall’altro, è rappresentativa della nuova società multiculturale e multireligiosa europea, dato che circa il 25% della popolazione è di religione musulmana. Incoraggiamento per l’Olanda e per l’Europa. “Un tale avvenimento è molto importante per l’Olanda, per l’Europa e per le Chiese”, e i giovani che “condivideranno e vivranno la loro fede saranno un segno di speranza e amore per molti”. Lo ha dichiarato mons. Adrianus van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente Comece, augurandosi che l’appuntamento possa contribuire a costruire unità tra i giovani d’Europa .


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Silvio Consadori (Brescia 1909-Burano/Ve 1994) Fa parte degli artisti che, negli anni Sessanta del Novecento, si raccolgono all’allora cardinale Montini a Milano per trovare strade nuove per l’arte sacra. Il suo impegno prosegue accanto a Paolo Vi nella creazione della Collezione di arte contemporanea del Vaticano. Sue sono le vetrate della Cappella privata del Pontefice. “Cristo guarisce il cieco”, 1965ca. Concesio, Collezione Arte e Spiritualità.

Il più grande e il più piccolo di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica III DOMENICA DI AVVENTO Dal Vangelo secondo Matteo (11, 2-11) In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. Gesù rispose loro: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”. Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: ‘Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via’. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”..

Giovanni ha bisogno di capire. Invia i suoi discepoli a chiedere a Gesù se è proprio lui quello per il quale sta preparando la strada. E Gesù non risponde se non per via indiretta. Fa assaporare a Giovanni l’avverarsi delle profezie che Dio aveva affidato a Isaia: la ricostruzione del mondo nella sua bellezza, così come l’aveva pensato all’inizio. Ma quel che più importa è il giudizio che Gesù dà di Giovanni: più di un profeta. Giovanni non vede da lontano: è il messaggero, è quello che precede appena la venuta di Colui che deve arrivare. Per questo è grande. Ma allo stesso tempo è piccolo perché guarda da fuori, scorge il Regno, ma compito suo – come quello di tutti coloro che si avvicinano a Gesù – è quello di imparare a credere. Poco conta essere il messaggero più grande se si rimane sulla soglia. Se ci si ferma solo a domandare. Se ci si limita ad aspettare. È un atteggiamento ben preciso che solo la fede può far cambiare: la fede costringe all’attività, costringe a fare e non solo ad aspettare. Costringe a passare la soglia e ad andare incontro a Dio. Fino a quel momento Giovanni è ‘informato’ su quello che fa Gesù. Ma Gesù gli chiede, anche se indirettamente, da che parte vuole stare. Così come fa con ciascuno di noi. Non basta essere informati su Gesù: bisogna entrare in rapporto con lui. È questa la differenza tra chi conosce e chi crede. Non basta domandare, non basta informarsi. Sapere non è ancora condividere. Sapere non è ancora essere dalla parte di Dio. Per esserci bisogna mettere in atto la fede e

quindi costringersi a scegliere. In fondo Giovanni con il suo battesimo di conversione e di penitenza chiedeva di fare chiarezza, di liberarsi da quello che poteva oscurare lo sguardo. Ma anche questo non basta. La preparazione non è ancora la strada percorsa, non è ancora l’affiancarsi al Signore che viene. Perché, in fondo, è proprio così: uscire dalla ristrettezza del voler solo sapere o dal ‘mettersi a posto’ è fare il salto della fede e mettersi a fianco di Dio, camminare con Lui, sentirlo come Qualcuno che chiede, che interpella, ma anche che offre una prospettiva nuova, non più percorsa da quando l’uomo ha cercato strade diverse da quelle tracciate da Dio. Questa è la promessa e questo è colui che deve venire: per l’uomo non è solo una questione di opportunità o di possibilità. È il salto della fede. È proiettarsi nella dimensione di Dio, vedere e credere, esserci e non solo chiedere per sapere. Dio si comunica intero e non solo a parole. Per questo Gesù mette sotto gli occhi dei discepoli di Giovanni le cose che avvengono, il futuro che si compie. Non ci sono parole per esprimere il Regno di Dio ma solo i fatti che lo dicono presente. È questo il fascino di un Dio che si è costretto ad agire per via di parole così da preparare la strada alla sua Parola, Gesù, che paradossalmente compie le parole dette nella verità del compimento. Da lì nulla è come prima e il grande e il piccolo si misurano lì: nell’accorgersi che il Regno si compie e che il futuro di Dio ha fatto il suo ingresso nella storia.


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Benedetto XVI Avvento, tempo di ascolto di chi grida

Un richiamo alle coscienze sui molti deserti del mondo

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di Fabio Zavattaro

È una tragedia che dura da almeno otto mesi, dal maggio scorso. Prima profughi respinti e riportati in Africa; quindi la fuga da violenze, lavori forzati, stupri. Infine prigionieri di una banda di predoni, che li trattiene in catene, ostaggi nel deserto del Sinai. Per loro – circa 250 persone che provengono da Eritrea, Etiopia, Sudan, Somalia – poche alternative: il pagamento di un riscatto, chi ha qualcuno che può farlo; una operazione per prelevare un rene, altra forma di pagamento; oppure la morte, come è già avvenuto per sei di loro. L’unica voce è un sacerdote italiano, don Mosé Zerai, che cerca di far conoscere il dramma di questi esseri umani dimenticati da governi e media, salvo poche lodevoli eccezioni. È lui che ha stabilito un contatto telefonico con alcuni prigionieri, ed è sempre lui che racconta ad “Avvenire” di persone incatenate, alla disperata ricerca di danaro da parte di familiari emigrati in Europa, e dei loro aguzzini, armati fino ai denti e probabilmente con qualcuno che li copre, all’interno di una zona controllata. All’Angelus, domenica, è papa Benedetto ad attirare l’attenzione su questa tragedia: “In questo tempo di Avvento – ha detto – vi invito a pregare per

tutte le situazioni di violenza, di intolleranza, di sofferenza che ci sono nel mondo, affinché la venuta di Gesù porti consolazione, riconciliazione e pace. Penso alle tante situazioni difficili, come i continui attentati che si verificano in Iraq contro cristiani e musulmani, agli scontri in Egitto in cui vi sono stati morti e feriti, alle vittime di trafficanti e di criminali, come il dramma degli ostaggi eritrei e di altre nazionalità, nel deserto del Sinai”. Un appello per dire che “il rispetto dei diritti di tutti è il presupposto per la civile convivenza”; afferma ancora il Papa: “La nostra preghiera al Signore e la nostra solidarietà possano portare speranza a coloro che si trovano nella sofferenza”. Nel Tempo dell’Avvento, ha affermato il Papa, siamo “chiamati ad ascoltare la voce di Dio, che risuona nel deserto del mondo attraverso le Sacre Scritture, specialmente quando sono predicate con la forza dello Spirito Santo. La fede, infatti, si fortifica quanto più si lascia illuminare dalla Parola divina, da tutto ciò che – come ci ricorda l’apostolo Paolo – è stato scritto prima di noi, per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza”. Quanti deserti ci sono oggi nella nostra vita, e in quanti luoghi il rumore distrae da quella voce che chiama alla conversione. Ogni domenica si ripete l’invito a essere attenti alla parola, da ascoltare nel silenzio del deserto che è insieme assenza e presenza, luogo

in cui sembra non esserci nulla ma è proprio in quel nulla che si trova l’essenziale, si ritrova quel silenzio che ci permette di ascoltare senza distrazioni. Il deserto è la prova, è il luogo della solitudine, delle paure, dell’incapacità a orientarsi. È dunque necessario nel deserto che attraversiamo, il deserto della nostra vita, trovare quella voce che indica la strada, prepara il tempo nuovo. Nei cammini aridi e tortuosi che possono esserci anche nella nostra vita, è necessaria una via che non sia confusa dalla sabbia, e una guida che non ci faccia smarrire in luoghi inospitali. Il deserto è anche prova per i governi spesso distratti di fronte a situazioni di sofferenza di persone e popoli, come la tragedia dei profughi nel deserto del Sinai: ma quanti altri profughi, e quanti altri deserti ci sono nelle altre regioni del mondo. Quanti uomini e donne sono lasciati in balia di predoni senza scrupoli; quanti sono coloro che fuggono da situazioni di povertà, fame, miseria, violenza e sofferenza, e non trovano una mano amica che li aiuti a non tornare in quelle situazioni di disperazione. Nuovi deserti che abbiamo creato per una falsa idea di sicurezza, incapaci come siamo di “accogliere colui che si avvicina” come ricorda il Papa citando Romano Guardini. “Il Redentore – aggiunge – viene presso ciascun uomo: nelle sue gioie e angosce, nelle sue conoscenze chiare, nelle sue perplessità e tentazioni, in tutto ciò che costituisce la sua natura e la sua vita”.

Un’enciclica di Pio XII che compie 60 anni

L’appello per la pace e la guerra in Corea È un’enciclica breve, la ventesima del suo pontificato. Pio XII la firma il 6 dicembre del 1950, in prossimità della festa dell’Immacolata Concezione e a pochi giorni della vigilia di Natale, quando la chiusura della Porta Santa nella basilica di San Pietro segnerà la conclusione del Giubileo di quell’anno. È da qui che parte la Mirabile illud, da una prima considerazione del Papa sul grande evento: “Quel meraviglioso spettacolo di concordia fraterna, offerto durante l’Anno santo dalle innumerevoli schiere di fedeli convenuti in pio pellegrinaggio a Roma, da quasi tutte le nazioni, a noi sembra che possegga una voce ammonitrice e costituisca dinanzi al mondo una testimonianza solenne che tutti i popoli vogliono non la guerra, non la discordia, non l’odio, ma intensamente bramano la pace”. È la pace, ancora una volta, l’assillo paterno di Pio XII. Il Papa del profetico “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra” pronunciato undici anni prima, scende ancora un volta in campo per rilanciare il suo ammonimento sotto forma di breve enciclica, sull’esempio di altre encicliche altrettanto brevi (nel 1945, 1947, 1948,

nello stesso 1950, il 19 luglio, e poi nel 1956 le encicliche per l’Ungheria) che costituiscono una costante nel pontificato di Pio XII, essendo tutte un pressante invito ai pastori e ai fedeli perché elevino speciali preghiere per la pace nei momenti in cui questa è maggiormente in pericolo. E nel dicembre del 1950 effettivamente è in pericolo la pace mondiale. La guerra tra Corea del Nord e Corea del Sud, iniziata a giugno, è in pieno sviluppo, registra anzi un’escalation di atrocità e di violenza dopo alterne drammatiche vicende lungo la linea di confine tracciata dal 38° parallelo. Scrive Pio XII nel suo appello per la pace: “Mentre vediamo con animo trepidante i popoli agitarsi sotto paurose minacce di conflitti, noi ardentemente desideriamo che tale ammonimento sia finalmente ascoltato da tutti”. Un’enciclica, la Mirabile illud, che anche a sessant’anni di distanza mantiene spunti di indubbia attualità, sia perché le riflessioni di Pio XII sono tuttora valide, sia per l’analogia con lo scenario mondiale proprio di questi giorni, che vede ancora una volta crescere pericolosamente la tensione tra Corea del Nord e Corea del Sud.


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Ecclesia Chiesa Bresciana

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Convegno La storia della Chiesa bresciana

I cento anni della rivista “Brixia Sacra” Fondata nel 1910, da un secolo accompagna la conoscenza e la conservazione della memoria ecclesiastica della diocesi di Brescia

N

Non sono molte le iniziative umane che riescono a raggiungere e superare il secolo di vita. È dunque giustamente con grande orgoglio che la rivista “Brixia Sacra” celebra quest’anno l’importante traguardo dei cento anni di attività. Fondata nel 1910 per iniziativa dell’allora trentenne Paolo Guerrini, “Brixia Sacra” da un secolo accompagna la conoscenza e la conservazione della memoria ecclesiastica della diocesi di Brescia. Per celebrare tale importante traguardo, sono stati pubblicati due poderosi e accuratissimi volumi di indici analitici, curati da Mauro Tagliabue e Simona Iaria, che permetteranno un’agevole consultazione e un accesso multiplo a questo vero e proprio repertorio di storia della cultura (non solo ecclesiastica) bresciana. L’impresa è

di Luca Rivali

utilissima, visto che è noto quanto sia difficile recuperare, a distanza di tempo, i saggi pubblicati sui periodici; ancor più se si pensa che sono quasi 30mila le pagine di studi (per un totale di 1261 articoli) prodotte da “Brixia Sacra” in questi cento anni di attività. A completare le celebrazioni per il centenario, sabato 4 dicembre scorso, presso la chiesa di San Giorgio a Brescia, è stata organizzata una giornata di studio sul tema “La storia della Chiesa bresciana nel Novecento nella prospettiva storiografica di Brixia Sacra”. La giornata si è aperta con i saluti delle autorità: il cardinale Giovanni Battista Re ha fatto pervenire un suo personale messaggio di saluto e mons. Giacomo Canobbio, delegato episcopale per la cultura, ha ricordato il valore degli studi sto-

rici religiosi, come riflessione sulla presenza costante di Cristo operante nella storia. Mons. Antonio Fappani, erede di mons. Guerrini alla guida di “Brixia Sacra” e protagonista del suo rilancio nel 1966, ha ricordato la passione e l’impegno costante del fondatore negli studi e nel lavoro redazionale, mentre parole di apprezzamento sono arrivate dalle autorità civili: Fabio Rolfi, vicesindaco del Comune di Brescia, e Aristide Peli, assessore alla Pubblica Istruzione e Università della Provincia di Brescia. Le relazioni hanno dapprima tracciato un quadro storico della rivista, analizzandone i periodi di attività, gli interessi e gli approcci, poi si sono soffermate su singole questioni. Don Mario Trebeschi, attuale direttore di “Brixia Sacra”, ha ricordato gli obiettivi di Guerrini nell’intraprendere l’opera e come essa si sia poi sviluppata nel tempo. Ennio Ferraglio, direttore della Queriniana di Brescia, ha illustrato la consistenza e la composizione dei lasciti di mons. Guerrini alla Biblioteca Civica (di cui fu anche di-

rettore), che sono andati a costituire un vero e proprio “Fondo Guerrini”. Venendo più specificamente alla rivista e ai temi in essa trattati, Irma Bonini Valetti, redattrice di “Brixia Sacra”, ne ha inserito la fondazione nell’ambito delle iniziative di promozione culturale della diocesi, mentre don Giovanni Spinelli, segretario del Centro storico benedettino di Cesena, ha descritto l’attaccamento personale di Guerrini verso il mondo del monachesimo benedettino. Don Giovanni Donni, presidente dell’Associazione per la storia della Chiesa bresciana, ha annunciato che presto i saggi della rivista saranno consultabili anche su internet. Infine gli approcci che la rivista e il suo fondatore hanno avuto nei confronti dell’arte e della musica sono stati indagati rispettivamente da don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano di Brescia, e da Marco Bizzarrini, musicologo dell’Università di Padova. Le conclusioni della giornata di lavori sono state affidate a Xenio Toscani, dell’Università cattolica di Brescia.

Associazione ex alunni dell’Istituto Cesare Arici

Un ritratto del card. Giuseppe Siri secondo Paolo Gheda È stata l’associazione degli ex alunni dell’Istituto Arici a voler presentare ufficialmente in città l’importante lavoro curato da Paolo Gheda dell’Università della Valle d’Aosta sulla figura e l’opera del cardinal Giuseppe Siri scomparso a Genova nel 1989 a 83 anni. Oltre all’autore sono intervenuti padre Antonio Maria Sicari, teologo carmelitano e fondatore del Mec e Nicola Bianco Speroni, presidente dell’Associazione. Introdotti dal rettore dell’Istituto Arici Bruno Frugoni i relatori hanno tratteggiato un ritratto del cardinale Giuseppe Siri, a lungo arcivescovo di Genova e primo presidente della Conferenza episcopale italiana. Nominato vescovo a soli trentotto anni, a quaranta prese possesso della diocesi genovese, alla

cui guida rimase per ben quarantuno anni. Cardinale dal 1953, egli si dimostrò costantemente fedele alla piena cattolicità della Chiesa, per la quale rivendicò la più completa libertà di annunciare il Vangelo con le parole e con le opere. Siri cercò di dare alla Chiesa un ruolo sociale, creò l’Ucid (Unione cristiana degli imprenditori e dirigenti) per testimoniare con una presenza forte i valori che la politica della Dc sembrava non garantire più (è del ’74 la legge sul divorzio e dell’81 quella sull’aborto). Siri fu uomo vigoroso e intransigente, riteneva un dogma inconfutabile l’unità politica dei cattolici e soleva ripetere che un tempo come quello che stiamo vivendo non lo si può prendere che di petto. In base a diversi documenti

inediti, la consonanza postconciliare tra Paolo VI e il porporato ligure emerge dal lavoro presentato in modo piuttosto nitido, così come in generale i due appaiono più vicini di quanto la tradizione lascia intendere. L’Autore tuttavia non nega le loro divergenze circa il rapporto tra la Santa Sede e la Conferenza episcopale italiana, la cui autonomia stava a cuore a Siri. Anche in campo dottrinale non mancarono i momenti di frizione. Nell’imminenza del Concilio il cardinale di Genova mostrava di temere che Montini, all’epoca arcivescovo di Milano, fosse indulgente verso le nuove tendenze teologiche. La situazione mutò a partire dall’elezione di Montini al soglio pontificio (giugno 1963).


Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Corso Terminato il primo anno

Per gli addetti agli archivi parrocchiali Un momento del corso

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L’Archivio storico diocesano intende offrirsi come strumento al servizio dei parroci per le necessità che riguardano la salvaguardia, la conservazione e la valorizzazione degli archivi parrocchiali. In questo contesto l’Archivio ha organizzato un Corso di archivistica ecclesiastica organizzato dall’Archivio storico diocesano che, per la prima annualità si è concluso il 27 novembre. Infatti il percorso formativo è stato concepito in due annualità: la prima, appena portata a termine, articolata in sei lezioni, ha inteso fornire in primo luogo un panorama generale delle istituzioni ecclesiastiche, quali soggetti produttori delle carte conservate nei rispettivi archivi; accanto a questo quadro sono state tracciate alcune coordinate della storia della Chiesa bresciana per inserire in un contesto adeguato

di Lucia Signori

la produzione documentaria che si è succeduta nei secoli all’interno dei confini della nostra diocesi. Questo primo anno si è aperto con gli interventi di inquadramento storico del prof. Daniele Montanari sulla Chiesa bresciana in epoca moderna e quindi del direttore dell’archivio, prof. Mario Taccolini, sulla Chiesa bresciana in epoca contemporanea. Don Mario Trebeschi ha approfondito gli aspetti istituzionali e giuridici per quanto riguarda gli archivi parrocchiali: “Le persone nell’archivio parrocchiale: confraternite e associazioni, culto, sacerdoti e benefici” e “Le cose nell’archivio parrocchiale: chiese e amministrazione, legati e cappellanie, la fabbriceria”; successivamente il prof. Carlo Fantappiè (Università di Urbino) ha fornito un excursus della normativa riguardante gli archivi

L’obiettivo non è quello di formare degli archivisti professionisti, ma fornire conoscenze adeguate agli attuali referenti ecclesiastici. Il Corso si è concluso con una visita all’Archivio per prendere contatto con i diversi fondi e tipologie documentarie e con alcuni brevi cenni introduttivi riguardanti il riordino degli archivi parrocchiali, argomento che verrà approfondito nella seconda annualità. Il secondo anno del Corso, previsto a partire dall’autunno del 2011, dovrebbe quindi entrare un po’ più nel “vivo” della pratica archivistica, fornendo gli indirizzi generali da applicare concretamente nelle fasi di riordino e inventariazione di tali archivi. L’obiettivo del Corso non è quello di formare degli archivisti professionisti, ma dei referenti che possano maturare consapevolezza culturale e conoscenze adeguate per fungere da referenti di archivi parrocchiali o di congregazioni e ordini religiosi. Varia la provenienza dei sessanta partecipanti al Corso, in rappresentanza della maggior parte delle zone della diocesi: dalla città (Badia, S. Angela Merici, S. Faustino, S. Francesco di Paola, S.Giovanni,, S. Maria Calchera, SS. Trinità, Volta), lta), alle

Valli (Marcheno, Lumezzane, Darfo, Sonico, Gavardo, Sopraponte), ai laghi (Salò, Pisogne, Lovere, Idro), al resto della provincia (Nave, Collebeato, Rodengo, Passirano, Bornato, Cazzago, Ospitaletto, Travagliato, Castelcovati, Chiari, Manerbio, Ghedi, Montichiari, Castenedolo, Borgosatollo, Serle) e anche al di fuori della provincia (Vicenza, Bergamo, Milano). I corsisti, in prevalenza laici (ma hanno partecipato anche alcune religiose e qualche sacerdote), erano provenienti da diversi ambiti ed esperienze: studiosi di storia locale, studenti universitari, laureati, ricercatori appassionati a vario titolo, qualche archivista già formato, persone incaricate dai parroci di occuparsi dell’archivio parrocchiale. La seconda annualità, alla quale si potrà iscrivere anche chi non avesse partecipato alla prima, prevede un più diretto contatto con i documenti (lettura e individuazione delle diverse tipologie) e con la realtà concreta degli archivi, nel momento delicato del riordino e nella redazione dell’inventario.

Unità pastorale del centro storico

Il Natale nelle chiese della città Nell’ambito delle iniziative per il Natale nelle chiese del centro storico di Brescia, a cura dell’unità pastorale, nei prossimi giorni sono programmati questi appuntamenti: da sabato 11 dicembre a giovedì 6 gennaio nelle sale espositive del chiostro di San Giovanni (contrada San Giovanni, 8) e a San Zenone all’Arco (vicolo San Zenone, 4) mostra di arte contemporanea su “Un paradosso chiamato Maria”. Sempre sabato 11 alle ore 16, nella chiesa di San Zeno al Foro, presentazione della Natività di Antonio Paglia. Domenica 12 dicembre nella chiesa di San Giovanni alle ore 15.30 elevazione artistico musicale intorno alle opere pittoriche di Moretto e Cossali: la corale Luca Marenzio, diretto da Alberto Donini, presenta l’opera di Andrea Crescini.

Lunedì 13 dicembre nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita concerto vocale strumentale del Quintetto Vergilius dedicato alla Tota pulchra. Giovedì 16 dicembre nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso catechesi di don Renato Laffranchi su “Parliamo del diavolo”. Da giovedì 16 dicembre a domenica 9 gennaio nel chiostro San Giovanni mostra dei presepi realizzati dai bambini e ragazzi delle scuole cittadine della circoscrizione Centro. Sabato 18 dicembre nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita concerto per la “Tenda dei popoli” con il Coro dei bambini e il Coro clandestino diretti da E. Pangrazio. Da sabato 18 dicembre a giovedì 6 gennaio mostra dei presepi artistici, a cura di Mcl, in Duomo Vecchio. La chiesa di San Giovanni Evangelista


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LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Ecclesia Chiesa bresciana

Mostra

Un paradosso chiamato Maria La sfida, lanciata dall’Associazione per l’arte Le Stelle e raccolta da oltre 60 artisti di Brescia e di varie zone d’Italia, ha dato vita a una tempesta d’idee sui temi mariani, in particolare puntando al nodo, non risolvibile con la ragione, del mistero che la circonda: Madre Vergine, Figlia e contemporaneamente Madre di Dio. Il progetto nasce da una riflessione con gli artisti maturata a seguito di importanti sollecitazioni sul tema, grazie al prezioso contributo di studiosi e teologi. È un laboratorio, questo, che non vuole offrire traguardi raggiunti o nuove soluzioni iconografiche, ma un approccio sincero della sensibilità contemporanea, che si avvale dei molteplici e multiformi stilemi di un’arte visiva in piena libertà concettuale ed espressiva. Sono infatti presenti istallazioni, opere di scultura, pittura, incisione, fotografia e video, ognuna accompagnata in mostra da un breve commento dell’autore che spiega le ragioni del proprio progetto. Tra i temi ricorrenti, oltre naturalmente alla figura di Maria, talvolta con rimandi voluti a celebri capolavori del passato, la maternità e la nascita del Figlio di Dio, sintomatico richiamo al tema della procreazione oggi così controverso e discusso; ancora, la persistenza dei segni della pietà mariana nella religiosità popolare, e la sintesi concettuale di quei paradossi di cui è piena la teologia mariana. Ha scritto Attilio Rossi, coordinatore de Il Chiostro: “Un paradosso? Sì, certo. Se misuriamo la storia con un metro esclusivamente umano. Ma se lasciamo che siano la Grazia e lo Spirito a guidarci e a invaderci il paradosso si scioglie. E diventa mistero. Mistero che genera vita, che suscita speranza. Mistero che fa della storia – quella paradossale di Maria come quella incerta e spesso buia dell’umanità – una storia di salvezza. Il migliore augurio, credo, per il nostro Natale”. L’inaugurazione della mostra è fissata per sabato 11 dicembre alle ore 16 in San Zenone all’Arco (vicolo San Zenone) e alle ore 17 presso il Centro culturale Il Chiostro (c.da San Giovanni, 8). Orari: San Zenone all’Arco 16-19 (escluso lunedì e il 25, 26 31 dicembre). Centro culturale Il Chiostro feriali 9.30-11.30 15-18; festivi: 11-12.30 e 15-18. Ingresso gratuito.

Assemblea Amici delle Suore Operaie onlus

Il progetto Mugutu, un’opera della carità a cura di Renato Longhi

Sabato 11 dicembre alle ore 17.30 a Fantecolo di Provaglio d’Iseo (via Fenaroli 1) si tiene l’assemblea e la festa dell’associazione Amici delle Suore Operaie onlus, con questo programma: assemblea dei soci e, a seguire, proiezione video documentario “Progetto Mugutu” con la testimonianza di suor Ignazia Ferrari (muratore di Dio) coordinatrice del progetto; quindi comunicazioni dal Brasile e dall’Africa, festa e momento conviviale. L’associazione “Amici delle Suore Operaie onlus” è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale; è apolitica, apartitica, e intende operare nel pieno rispetto dei principi di uguaglianza, sussidiarietà e pari opportunità tra uomini e donne. I soci dell’associazione sono laici che condividono la spiritualità e il carisma delle Suore e dei Fratelli Operai e che con generosità, gratuità e spirito di servizio si impegnano a vario titolo a sostenerne le opere e le missioni. L’associazione si prefigge di sostenere anche economicamente progetti indirizzati allo sviluppo di attività sociali, educative e produttive delle popolazioni dei Paesi poveri; di provvedere alla raccolta e all’invio di aiuti umanitari, di generi di prima necessità e di

sollievo, alimenti, vestiario, e quant’altro possa essere utile ad alleviarne le condizioni di svantaggio; di promuovere iniziative di conoscenza e approfondimento delle diverse realtà sociali, economiche, politiche, culturali e religiose dei Paesi poveri del mondo, con particolare interesse ai Paesi in cui operano le missioni delle Suore e dei Fratelli Operai della Santa Casa di Nazareth; sostenere e promuovere, anche attraverso specifici progetti, la formazione di animatori che operino nei vari luoghi per la crescita e lo sviluppo individuale e sociale e per il riconoscimento della dignità umana; promuovere la vendita di prodotti artigianali provenienti dalle missioni stesse, finalizzata al sostegno delle attività istituzionali. Nell’incontro di sabato si parlerà in particolare del progetto Mugutu. Solo un anno fa il progetto di edificare un nuovo centro sociale a Mugutu, poco distante da Gitega, ex capitale del Burundi e a tutt’oggi seconda città del Paese, sembrava un’impresa irrealizzabile. Invece, grazie al contributo dei molti che hanno saputo riconoscere l’importanza dell’iniziativa, oggi la struttura muraria, completa di impianti, è già lì, pronta per essere attrezzata e... vissuta. A raccontare la storia di questo progetto sarà suor Ignazia che opera in Burundi da ben 42 anni.


Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 10 DICEMBRE 2010 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo Venerdì 10 dicembre Ore 15 – Toscolano Maderno – Visita alla cartiera di Maderno. Ore 21 – Brescia – Incontro di spiritualità per i giovani presso la Basilica delle Grazie.

Sabato 11 dicembre

Incontro natalizio

Politica, economia, potere di fronte a Dio Il tradizionale incontro pre-natalizio per le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e nel sociale si terrà sabato 18 dicembre, a partire dalle ore 9, presso il salone Ferramola delle Suore Ancelle in via Moretto 16 in Città. Il tema proposto è: “Politica, economia, potere di fronte a Dio. Uniti in Cristo accogliendo la diversità come ricchezza”. Il programma prevede: ore 9 Per una chiave interpretativa di questa giornata; ore 9.30 lectio divina di mons. Luciano Monari su “Ma la terra venne in aiuto della Donna, spalancò la sua bocca e divorò il fiume che il dragone aveva gettato dalla sua gola” (Ap 12,16). Seguiranno vari interventi. Alle ore 11.30 S. Messa celebrata dal Vescovo. Alle ore 12.30 Momento di convivialità. L’incontro si potrà seguire in diretta sul nostro sito www.vocemedia.tv

Sebino e Valle Camonica

Cantata di Natale Il coro La Pineta di Costa Volpino in preparazione del Natale propone anche quest’anno la Cantata di Natale che vede in scena una quarantina di esecutori. Dopo il felice debutto domenica 28 novembre nella chiesa parrocchiale di Corti S. Antonio a Costa Volpino, la Cantata ritorna sabato 11 dicembre nella parrocchiale di Gratacasolo di Pisogne; sarà poi a Bossico sabato 18 dicembre, dove sarà possibile udire anche la splendida voce dell’organo Manzoni recentemente restaurato. L’ultima recita è prevista il 30 dicembre nella chiesa parrocchiale di Temù.

Centro Oreb di Calino

Pomeriggio di spiritualità Domenica 12 dicembre è in programma un pomeriggio di spiritualità in preparazione al Natale, proposto dal Movimento Pro Sanctitate e si terrà al Centro Oreb sul tema: “Ciò che abbiamo udito, veduto e toccato...”, presentato da don Paolo Salvadori. L’esperienza inizia alle 16 e si conclude con la celebrazione eucaristica alle 18.30. È prevista la possibilità di intrattenere i bambini con un programma adatto a loro.

Botticino Mattina e San Gallo

Un dvd sulle chiese Presentazione ufficiale anche a Botticino Mattina e San Gallo per il dvd sulle chiese parrocchiali di Botticino, voluto dall’unità pastorale retta da don Raffaele Licini. Il documentario curato da Fabio Larovere, con la regia di Claudio Uberti e la supervisione di don Italo Uberti, sarà presentato a Botticino Mattina venerdì 10 dicembre alle ore 20.30 presso il teatro dell’oratorio, contestualmente alla presentazione del libro su don Giovanni Vespa, scritto da don Sandro Gorni. La presentazione a San Gallo avverrà invece domenica 12 dicembre alle ore 20.30 al teatro dell’oratorio della frazione. Interverranno il Parroco e i curatori del dvd, parte di un progetto promosso dal Centro diocesano audiovisivi.

Annuario diocesano

Segnalare correzioni È in fase di allestimento l’edizione 2011 dell’Annuario diocesano. Eventuali correzioni e integrazioni vanno segnalate al seguente recapito: redazione Annuario diocesano, via Trieste, 13 – 25100 Brescia.

Ore 10 – Brescia – Benedizione dei nuovi reparti di radioterapia presso la Poliambulanza. Ore 17.30 – Brescia – S. Messa in Cattedrale.

Domenica 12 dicembre

Ore 11 – San Zeno sul Naviglio – S. Messa per la festa patronale. Ore 18 – Verolavecchia – S. Messa in occasione dell’inizio dell’attività di “Casa famiglia”.

Lunedì 13 dicembre

In mattinata visita ai bambini ricoverati presso gli Spedali civili di Brescia.

Martedì 14 dicembre

Ore 19 – Brescia – S. Messa per i collaboratori di Brevivet presso il Centro pastorale Paolo VI.

Mercoledì 15 dicembre

Ore 19 – Brescia – S. Messa per la festa di Santa Maria Crocifissa di Rosa presso le Ancelle della Carità in via Moretto.

Seminario minore

Invito per i ragazzi

Il 27 e il 28 dicembre presso la casa del Seminario minore si svolge una due giorni per ragazzi dalla IV elementare alla III media desiderosi di approfondire la loro fede e di conoscere più da vicino l’esperienza del Seminario. Questo il programma: lunedì 27 ritrovo presso il Seminario minore (via Musei, 58 - Brescia) alle ore 9. Martedì 28 conclusione alle ore 18. Note: pranzo al sacco per lunedì 27; sacco a pelo; effetti personali; salviette e ricambio vestiti; ciabatte e pigiama. Prenotazioni presso: don Giovanni Milesi 03037121; 3474139309 giovannimilesi@gmail.com; don Giorgio Gitti 3384753474. Entro lunedì 20 dicembre.

Unione sacristi

Ritiro spirituale

L’Unione diocesana S. Costanzo dei sacristi organizza il ritiro spirituale d’Avvento per martedì 14 dicembre. Si svolgerà presso le Figlie di S. Angela in via Martinengo da Barco, 4 con il seguente programma: ore 9 accoglienza; ore 9.30 recita dell’ora media; ore 10 relazione di don Pierino Boselli sulla liturgia in preparazione del S. Natale; comunicazioni del Presidente; ore 11 stesura del calendario degli incontri e pellegrinaggi 2011; ore 11.40 S. Messa e pranzo.

Santa Maria in Silva

La comunità: terra degli uomini

Nella parrocchia di Santa Maria in Silva continuano gli incontri di vita e di fede in occasione dell’Avvento su “La comunità: terra degli uomini”. Mercoledì 15 dicembre alle 20.45 Giuseppe Milanesi, presidente della S. Vincenzo, presenterà la sua testimonianza su “Una comunità povera”. Alla stessa ora giovedì 23 dicembre liturgia penitenziale per una comunità riconciliata. Gli incontri si svolgono presso il centro parrocchiale in via Sardegna 24.

Invito delle Acli

Una pausa di preghiera

Le Acli propongono anche quest’anno l’Holy break (pausa santa) dalla 13 alle 14 presso la chiesetta nel cortile del ristorante “Giardino” in via Spalti San Marco 37b. I prossimi appuntamenti sono fissati per venerdì 10, mercoledì 15, venerdì 17, mercoledì 22 dicembre.

Santa Cecilia

Concerto natalizio

La Santa Cecilia per incontri con la musica propone un concerto natalizio in occasione dei 14 lustri di Giacomo Baroffio con musiche gregoriane commentate dall’organo. L’appuntamento è per sabato 11 dicembre alle 18.30 presso il Seminario vescovile di via Bollani.

Borgosatollo

Mostra su don Mazzolari

Fino al 12 dicembre presso Palazzo Facchi (ex oratorio femminile) di Borgosatollo è possibile visitare la mostra fotografica dedicata a “Primo Mazzolari, Brescia e i bresciani”.


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In memoria

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Sacerdoti Mons. Faustino Guerrini

Una vita tanto ricca e generosa Tenere vivo il suo esempio, per i grandi ideali che l’hanno ispirato, è un impegno per non disperdere l’eredità che ci ha lasciato

C

“Con mons. Faustino Guerrini scompare un pezzo di storia della Chiesa bresciana”. Così il vescovo di Brescia mons. Luciano Monari domenica 31 ottobre ha iniziato la sua omelia funebre in Cattedrale, esprimendo la gratitudine di tutta la diocesi per i 17 anni trascorsi da mons. Guerrini come rettore del Seminario, seguiti poi dagli anni impegnati come economo della vasta diocesi lombarda e promotore della Scuola di musica sacra Santa Cecilia. Mons. Faustino Guerrini si è spento a 87 anni, mercoledì 29 settembre, dopo una luminosa vita sacerdotale, spesa con passione, generosità e competenza. Nato nel 1923 a Collebeato, Faustino Guerrini si trasferì ancora bambino con la famiglia a Cellatica. Entrò undicenne in Seminario dove condusse

a cura di Lucio Corbò

gli studi liceali e teologici. Sorretto e incoraggiato dalla famiglia riuscì ad arricchire la sua formazione con lo studio dell’organo e della musica liturgica nella casa del ben noto maestro Giulio Tonelli. Ordinato sacerdote nel 1947 fu curato per quattro anni in S. Alessandro a Brescia. Nel 1950 ebbe inizio il lungo periodo di servizio pastorale in Seminario, prima come insegnante ed economo, poi, dopo una parentesi di quattordici anni a Palazzolo, come parroco, ne divenne rettore fino al 1992, anno in cui è scelto dal vescovo Bruno Foresti come vicario per gli affari economici e delegato per il clero fino al 1999; fu poi canonico della Cattedrale. I fedeli palazzolesi più anziani lo ricordano come sacerdote di ampia cultura, allenato alla logica più rigorosa e capace di sintesi sorprendentemente

Mons. Guerrini e mons. Magrinello

lucide, dotato di piena capacità di autocontrollo, le sue risposte sul piano del comportamento con il prossimo sono sempre state pacate e rispettose; il riferimento agli insegnamenti del Concilio appena terminato erano numerosi e continui: rispetto del Magistero ma anche epifania dell’uomo attraverso la promozione integrale della sua personalità. Nei primi anni Ottanta, sorretto dalla mai sopita passione giovanile per la musica liturgica, fondò, con la collaborazione dell’allora vicario generale e vescovo ausiliare mons. Vigilio Mario Olmi, la Scuola diocesana di musica Santa Cecilia di cui è stato presidente e animatore per più di 25 anni, fino alla morte. Venne promossa nel periodo del suo rettorato del Seminario anche l’istituzione della Scuola di teologia per laici. Sempre durante il rettorato, la vita di mons. Guerrini ha incrociato positivamente l’attività dei settimanali diocesani, diventando per oltre un ventennio uno dei più appassionati sostenitori della Fisc, del Sir e del Consis, gli

strumenti operativi dei settimanali. Entrò nella famiglia dei settimanali quando divenne presidente del Consiglio di amministrazione de “La Voce del Popolo”. E a quel titolo entrò a far parte della Fisc Lombarda quando questa vedeva sedere attorno allo stesso tavolo direttori e amministratori. La sua competenza, il suo appassionato amore alla causa della stampa cattolica e la sua intelligente capacità di mediazione lo portarono a essere eletto per più mandati Presidente della Fisc lombarda, costituendo una accettata e condivisa eccezione essendo un amministrativo e non un direttore. Per “La Voce del Popolo” è stato un vero angelo custode che ha seguito passo passo varie stagioni del giornale. Sempre come presidente del Consiglio di “Voce”, si occupò con entusiasmo della nascita e dello sviluppo di Radio Voce. Tenere vivo il suo esempio, per i grandi ideali che l’hanno ispirato, è un impegno per non disperdere, anzi per incrementare, il patrimonio che ci ha lasciato in eredità.

Mons. Emilio Magrinello

Un pastore che ha speso la sua vita per le anime Venerdì 17 settembre ha cessato la sua esperienza terrena mons. Emilio Magrinello. Era nato a Chiari il 24 ottobre 1921. Ordinato sacerdote il 3 giugno 1944, fu destinato come vicario cooperatore a San Pancrazio, dove rimase un anno per passare a Toscolano fino al 1953 e a San Francesco di Paola fino al 1956 quando divenne parroco: a San Gottardo per dieci anni e a Carcina per otto. Nel 1974 fu nominato parroco di Sant’Afra in città, incarico ricoperto per 24 anni. Lasciata la parrocchia di Sant’Afra nel 1997, ha assunto l’incarico di cappellano della Casa di cura San Camillo e quindi la collaborazione con la parrocchia di Sant’Agata. Era canonico onorario della Cattedrale dal 2005. Don Emilio era certamente parroco all’antica (non ha mai abbandonato la veste talare), ma aperto al nuovo. Due i suoi strumenti pastorali: la bicicletta e la macchina da scrivere. La bici gli ha facilitato il contatto rapido con le famiglie e i parrocchiani in casa o in ospedale, la macchina da scrivere l’ha usata per dare risalto alla Parola di Dio da lui ritenuta molto importante. Con impegno e costanza tutte le omelie erano da lui preparate per iscritto e le leggeva, ma senza monotonia. La sua macchina da scrivere gli serviva anche per dialogare con i giornali su vari argomenti (quante lettere al direttore del “Giornale di Brescia” e

de “La Voce del Popolo”) per presentare istanze e proteste alle Autorità civili e politiche, sempre con deferenza, ma con coraggio. Riteneva suo compito la difesa della verità e dei diritti della Chiesa: ricordiamo le sue battaglie contro il divorzio e l’aborto. Si considerava il parroco di tutti, anche dei lontani, degli indifferenti, degli agnostici. Sempre per una migliore comprensione della Parola di Dio don Emilio ha avviato i “centri di ascolto”, incontri periodici presso famiglie o istituzioni, iniziativa che perdura. Il rapporto con i laici è stato ottimo sia come coinvolgimento nelle varie attività parrocchiali che come cura dei diversi gruppi (liturgia, missioni, carità, oratorio). Ha sempre seguito e consultato il Consiglio pastorale parrocchiale e avrebbe desiderato anche costituire una sezione dell’Azione cattolica, ma un “referendum” tra i parrocchiali aveva bocciato l’idea. Da fine musicista ha curato, anche dopo la cessazione dalla parrocchia la schola cantorum per celebrazioni sempre meglio animate. Prima che si parlasse delle unità pastorali ha tenuto cordiali rapporti di collaborazione con le altre parrocchie del centro storico. Possiamo concludere che don Emilio è stato un vero infaticabile pastore che si è speso per le anime fino all’ultimo respiro. (Giosuè Nicoletti)


Mcl

Nuove norme “Collegato lavoro”

Aggiornati la legge Biagi e l’arbitrato di Giovanni Gut

Con la legge n.183 dello scorso 4 novembre, il cosiddetto “collegato lavoro”, sono stati introdotti degli importanti aggiornamenti alla legge Biagi e al diritto del lavoro alla luce dell’esperienza degli ultimi anni. Pur non entrando nello specifico del testo legislativo, si vogliono sottolineare alcuni aspetti che fanno emergere la filosofia che ispira il provvedimento e, più in generale, che ispira la riforma del lavoro. Gli aspetti di maggior rilevanza fanno riferimento da una parte alla possibilità di un ampliamento della platea degli operatori dei servizi al lavoro, dall’altra la riforma del sistema di conciliazione, decadenze e arbitrato. Il primo aspetto sostanzialmente è volto a colmare un vuoto legislativo laddove le Regioni non sono intervenute, come da loro competenza, in materia di intermediazione, smarrendo così di fatto alcune delle maggiori innovazioni introdotte dalla legge Biagi. Il secondo aspetto – che ha avuto, in tema di giustizia del lavoro una vasta eco politica come ha sottolineato l’intervento del presidente della Repubblica Napolitano – è volto a fornire maggiori garanzie e certezze sia

ai lavoratori che ai datori di lavoro nella risoluzioni delle liti. Dal “collegato lavoro” emerge una visione del mercato del lavoro in cui siano presenti una pluralità di soggetti che operino al suo interno. Si vuole qui sottolineare, in particolare, come importante sia la possibilità per i sindacati e le associazioni di essere dei soggetti attivi del mercato del lavoro, non solo per il ruolo che concretamente possono svolgere ma soprattutto per la loro rilevanza sociale. Questa possibilità, già contenuta nella legge Biagi e oggi rafforzata, è un punto particolarmente importante perché supera la semplice dicotomia pubblico-privato, per introdurre dei soggetti, il terzo settore, che rispondono a logiche diverse da quelle dei soggetti pubblici o profit e che da essi hanno una diversa ispirazione. In passato questa aspetto è stato sottovalutato, se non direttamente osteggiato, eppure rimane un fattore di concreta speranza in un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo vivendo perché dà la possibilità alla società stessa di rispondere alle proprie responsabilità e di essere un fattore di crescita per la persona e per il Paese.

Uno sguardo all’Italia

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Il Concorso presepi alla XXXVII edizione Sei mostre di arte; due mostre di presepi e 10 installazioni in città: queste sono le anticipazioni degli eventi collegati al XXXVII Concorso presepi Mcl. Per l’arte bambini, studenti delle accademie e artisti esporranno le loro opere nella sede Mcl, all’Università cattolica e nelle circoscrizioni cittadine. I Presepi (che provengono da tutta Italia e oltre) oppure allestiti appositamente da scenografi e scenotecnici saranno esposti in Duomo Vecchio, alla sala Piamarta, in chiese e piazze cittadine. Intanto continuano le iscrizioni al XXXVII Concorso, e numerosi sono i concorrenti che già hanno aderito. Famiglie, bambini, scuole, oratori, parrocchie, negozi, contrade, gruppi, associazioni, presepi viventi, Comuni, enti, ospedali, ecc, pronti a esercitare fantasia e perizia tecnica nel rendere tangibile il messaggio divino con l’allestimento del presepio. Il tema di quest’anno, tratto da San Luca (2,10) è: “Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo”. Per iscriversi (10 euro per singoli e famiglie, 15 euro per gruppi ed enti) basta contattare il Movimento cristiano lavoratori allo 0302807812 o, preferibilmente, inviare una e-mail a segreteria@mclbrescia.it; il modulo di iscrizione è scaricabile dal sito www.mclbrescia.it. Sono previsti premi per tutte le categorie e riconoscimenti a tutti i partecipanti: al primo classificato la medaglia inviata da Benedetto XVI. Le premiazioni avranno luogo il 15 gennaio 2010, alla presenza di mons. Luciano Monari.

di Ernesto De Marco

Affrontare l’immigrazione oltre l’ideologia In Italia, il tema dell’immigrazione, più che un nodo problematico da gestire attraverso lungimiranti politiche sociali, è una questione affrontata in funzione dell’ideologia della sicurezza. Ciò genera tra l’altro un divario fra le logiche istituzionali nazionali, il ruolo dei governi locali e l’opera di associazioni come Mcl, che hanno la funzione di mantenere uno stretto contatto con la realtà concreta del fenomeno e di ricoprire il ruolo di mediatori fra istanze locali e immigrati. Questa situazione rischia di rendere disomogeneo il trattamento sociale, culturale e istituzionale del fenomeno, determinando differenze da una realtà locale all’altra. Su questo terreno si confrontano reattività politiche orientate in maniera diversa rispetto al problema. Qualora poi si concepisca lo Stato nella sua di-

mensione selettiva, discriminando tra chi appartiene alla nazione e chi no, ecco determinarsi nella realtà dell’immigrazione la percezione frustrante di trovarsi in un territorio che non accetta la propria presenza. Anche Brescia ha vissuto e sta vivendo tensioni legate al fenomeno. È un fatto naturale, visto che è proprio in realtà urbane come la nostra che si trova la maggiore complessità culturale. Eppure la nuova dimensione cosmopolita, eterogenea, multiculturale della città può tradursi in un laboratorio di progettazione culturale, in grado di creare un antidoto contro la frantumazione della società. Il poter attingere a tutta la varietà etnica della città, può sviluppare nei suoi abitanti la capacità di vedere e capire tutti i lati delle questioni, potenziando le proprie capacità critiche. Non stiamo

subendo un’invasione, ma possiediamo una massa critica di abitanti in grado di gestire il processo di coesistenza e assorbimento delle diversità. La città di Brescia dispone dell’ambiente e delle risorse umane, culturali, sociali ed economiche adatte a quell’apertura imprescindibile per una serena coesistenza della diversità. Un ringraziamento a padre Mario Toffari per come ha saputo affrontare la protesta di via S. Faustino. Si conferma l’adesione di Mcl al documento elaborato con tutte le altre associazioni riunite nella Cdal. Mcl è in sintonia con quanto fatto per tutelare i diritti dei migranti, lavorando nel contempo per il rispetto e il ripristino della legalità, ma evidenziando anche le incongruenze delle vigenti leggi in materia di immigrazione.



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Sonico La “Casa di Enzino” e il “Convento”

La speranza supera gli ostacoli Nel Comune gravitano tre parrocchie (Garda, Rino e Sonico) e realtà di volontariato, fra queste “InExodus” inserisce a livello lavorativo ex tossicodipendenti che stanno completando il percorso nella “Casa di Enzino”

Don Bruno Colosio durante una celebrazione in oratorio

Il parroco, don Bruno Colosio, descrive le tre parrocchie

Una comunità viva che deve crescere Garda, Rino e Sonico. Tre comunità distinte che da 30 anni hanno un unico parroco e che nonostante le difficoltà lavorano insieme. Dallo scorso anno il timoniere di questa realtà è don Bruno Colosio. Il cammino avviato è positivo, se non altro sul versante della formazione – si pensi al catechismo e ai sacramenti – cioè a tutto quello che ruota attorno all’iniziazione cristiana (si sta vivendo il 5° anno che il 5 giugno si concluderà con la celebrazione unitaria dei sacramenti della comunione e della cresima a sette ragazzi). Nella notte di Natale il parroco celebra tre Sante Messe nelle rispettive parrocchie, anche perché le distanze (Garda è a sette chilometri da Sonico) e l’inevitabile campanilismo non facilitano la concentrazione delle Messe. L’obiettivo di don Colosio è quello di arrivare, in occasione del triduo pasquale, a una sola veglia pasquale. Il patrono originario è Sant’Andrea ed è ricordato nella chiesa più antica di Sonico dove tutti i parrocchiani partecipano il 30 novembre alle ricorrenze religiose. Agli albori del cristianesimo evidentemente le comunità erano unite, poi dal Medioevo fino al 1981 sono rimaste divise. Sant’Andrea rappresenta allora l’elemento identitario per le tre parrocchie che, a loro volta, festeggiano e ricordano dei singoli patroni: San Lorenzo (Sonico), Maria Bambina (Garda) e Sant’Antonio (Rino). A Sonico sono presenti le Scuole materne e quelle elementari, mentre per le medie bisogna recarsi nella vicina Edolo. In particolare la parrocchia deve fare i conti con i tempi dettati dallo studio: i ragazzi che frequentano le superiori e soprattutto l’università sono quasi sempre dei pendolari; nella migliore delle ipotesi tornano a casa alla sera, nella peggiore vivono la comunità solo nel fine settimana. Nonostante queste premesse, va detto che sul territorio gravita un buon gruppo di giovani in un oratorio inaugurato nel 2009. Sul piano pastorale quest’anno, partendo dalla Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, si sta lavorando sulla liturgia nelle tre messe domenicali, la “prima forma di evangelizzazione” come sottolinea don Bruno, e sull’adorazione eucaristica. A questo si aggiunge anche, nel segno della tradizione, il recupero dopo 20 anni (grazie all’impegno dei volontari) della macchina delle Quarantore a Garda. Forte anche la devozione per il santuario di Sonico dedicato alla Beata Vergine di Pradella, che ospita anche la campana più antica della Valle Camonica. Il Santuario e il patrono Sant’Andrea possono essere i punti dai quali ripartire per favorire una sempre maggiore coesione. Va, però, ribadito che la comunità è viva con un forte spirito di collaborazione. La pastorale prevede anche un’attenzione al turismo. In estate, si pensi all’Assunta, le città si svuotano e le chiese di Garda, Rino e Sonico si riempiono. Il Comune è turistico e calamita il passaggio di molte persone: alcune diventano stanziali, altre scelgono questa destinazione come punto di passaggio verso altre mete vicine come Edolo e Ponte di Legno.

A

All’interno del Comune operano alcune associazioni di volontariato (anche una cooperativa che si occupa dei problemi causati dalla dipendenza dall’alcol), fra queste si segnala – per la valenza sociale – la comunità di tossicodipendenti legata a don Antonio Mazzi. La realtà di Exodus è nota in tutta Italia con più Case che si occupano del recupero dei tossicodipendenti. Non c’è solo l’attività portata avanti dalla Comunità, ma nel tempo sono state sviluppate alcune azioni attraverso la creazione di “InExodus”. “InExodus” è una realtà fondata nel 2001 come cooperativa di tipo B (di inserimento lavorativo)

L’altare di Sonico

di Luciano Febbrari

per fornire un’opportunità di lavoro ai ragazzi ex tossicodipendenti che completano il percorso di recupero nella “Casa di Enzino” a Sonico. Offre diversi servizi che sono gestiti direttamente dagli utenti della Comunità di recupero. Organizza le visite guidate alla Centrale idroelettrica e di pompaggio di Edolo, che costituisce uno dei più importanti impianti d’Italia e di Europa. La prenotazione è obbligatoria, per informazioni: 0364622179. La Cooperativa fa anche servizi di manutenzione del verde, di pulizia e del facchinaggio. Il fiore all’occhiello è la gestione del “Convento” a Garda di Sonico, un sito che risale ai primi anni del Novecento e realizzato a fianco dell’antica chiesa dedicata a San Lorenzo. Si tratta di un Centro vacanze (con una cucina interna e le camere per alloggiare) dedicato alle famiglie, ai gruppi e agli educatori che hanno intenzione di ritagliarsi uno spazio di riflessione. La costruzione (oltre 1000 metri quadrati di superficie coperta) sorge su una rupe a circa 1000 metri di quota. Il cuore del Convento è rappresentato dalla chiesetta romanica adiacente all’edificio centrale. La chiesetta è tra le più antiche della Valle Camonica. Forse fu fondata dai primi evangelizzatori, i monaci di Tours, verso l’800 nel luogo che si trovava a metà strada tra Garda, il paese annidato ai piedi del monte Olda, e Comparte, il paese posto più sotto ai piedi della rupe.


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Paesi e parrocchie Città

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Brescia Quattro delibere

“Lavori in corso” in Loggia Si parla dell’acquisizione dell’ex caserma Randaccio, della riqualificazione della piccola velocità e della ristrutturazione del Santa Chiara

I

di Vittorio Bertoni

“Inauguriamo un’abitudine che vuole diventare prassi”. Così l’incipit del sindaco di Brescia Adriano Paroli, che, coadiuvato dal vicesindaco Fabio Rolfi e dagli assessori all’ambiente Paola Vilardi, allo sport Massimo Bianchini e ai lavori pubblici Mario Labolani, ha presentato, subito dopo la seduta del 3 dicembre, le delibere approvate dalla Giunta. Quattro i punti all’odg che rappresentano il “work in progress” della macchina amministrativa: acquisizione dell’ex caserma Randaccio, riqualificazione della “piccola velocità”,

ristrutturazione del Teatro S. Chiara e rilascio di garanzia fideiussoria per il centro tennis di via Boves. “Sarà firmato entro Natale – ha detto Paroli – il protocollo d’intesa fra il Comune e il Demanio che consentirà di acquisire, nel patrimonio comunale, la ex caserma Randaccio, futura sede di un Campus universitario fatto di spazi per la ricerca e per la residenza”. “La struttura sarà completamente municipalizzata – ha puntualizzato Rolfi – tranne l’ala occupata dai Carabinieri. Le associazioni d’arma troveranno casa nella ex sede

L’ex caserma Randaccio

della V Circoscrizione in via Livorno, mentre gli uffici del Demanio (tra gli altri, lo Sportello immigrati) saranno trasferiti nella ex caserma Ottaviani, nell’ala che si affaccia su via Tartaglia. Il tutto sarà inserito in un Piano integrato che sarà approvato entro il 30 giugno prossimo”. Significativo passo in avanti anche per l’accordo di programma che riguarda la “piccola velocità”, ovvero il polo logistico a ovest di via Dalmazia. “La giunta ha dato il benestare – ha spiegato Vilardi – alla strada progettata per collegare da subito la ‘piccola’ con il casello autostradale di Brescia Ovest e, in prospettiva, con la Tangenziale Sud. Una operazione fondamentale per valorizzare il polo logistico ed evitare che il traffico pesante vada a gravare sulla città”. Un finanziamento a fondo per-

duto di 450mila euro ottenuto dal ministero dell’Economia e che sarà integrato da 100mila euro stanziati dal Comune servirà per il recupero del S. Chiara. “Il teatro gestito dal Ctb – ha spiegato Labolani – ha una storia importante e rappresenta una ricchezza per la città. Con la somma a disposizione sarà possibile, entro la fine del prossimo anno, recuperare un gioiellino. La sala da 154 posti sarà sottoposta a un lifting radicale, saranno messi a norma gli impianti, verranno restaurati intonaci e decorazioni e sarà rifatta la platea, abbattendo le barriere architettoniche”. La giunta ha sottoscritto una fideiussione da 200mila euro alla società sportiva Forza e Costanza, che da parte sua si impegna a realizzare un nuovo campo di tennis coperto accanto ai due che già gestisce in via Boves.

GIORNATE DI SCUOLA APERTA OPEN DAY Sabato 11 Dicembre 2010 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

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Sede d’esami

Domenica 12 Dicembre 2010 ore 10.00-13.00 Sabato 18 Dicembre 2010 ore 10.30-12.30/14.00-18.00 Domenica 19 Dicembre 2010 ore 10.00-13.00

Liceo Scientifico

Sabato 15 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00 Domenica 16 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00 Sabato 22 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

delle Scienze applicate

Domenica 23 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00

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Paesi e parrocchie Bassa

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Fatebenefratelli Inaugurazione

L’asilo notturno come riparo per le donne La struttura di via Moretto 26 ospita 15 posti letto. Sarà aperta anche una casa famiglia e una residenza per tre ex ospiti del notturno maschile

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Per i Fatebenefratelli oltre alla spedalità c’è anche l’ospitalità. E questo esprime il carisma tipico dei frati ospedalieri, che accolgono e prendono in carico la persona in senso globale. E questo esprime bene la cultura del dono e della gratuità radicata nel Bresciano. Dal 1982 in città è presente l’asilo notturno maschile San Riccardo Pampuri: l’edificio di via Corsica accoglie 40 ospiti per notte. Nei giorni scorsi è stato inaugurato anche l’asilo notturno femminile San Riccardo Pampuri. Il Centro di via

di Luciano Zanardini

Moretto 26 nasce con l’obiettivo di offrire un riparo alle donne senza fissa dimora nei mesi più freddi dell’anno e per dare ospitalità alle donne che, a causa di problemi di diverso tipo, si ritrovano senza una casa e senza risorse alternative. Con 15 posti letto da novembre ad aprile, dalle 18 alle 8 del mattino successivo, vengono offerti un tetto e un pasto caldo a donne con problemi legati all’assunzione di alcol e droghe, a donne che hanno vissuto situazioni di violenza nell’ambito familiare o che sono usci-

te dalla comunità senza aver ultimato il percorso di reinserimento sociale. A queste si aggiungono rifugiate politiche nomadi o donne sottratte alla prostituzione, solo per fare alcuni esempi delle fragilità che troveranno accoglienza. Lo scopo principale è quello di ricreare un ambiente familiare, cioè di mettere nelle condizioni gli utenti del servizio di sentirsi come a casa e, soprattutto, di avere la percezione che molte persone hanno a cuore la loro vita senza secondi fini o per un tornaconto personale. L’Asilo notturno femminile si colloca nel progetto più vasto del Villaggio della Carità “A piccoli passi per ricominciare” voluto dalla Provincia lombardo-veneta dei Fatebenefratelli. In questo discorso si inseriscono, rispettivamente al secondo e al terzo

L’Asl ha presentato il piccolo volume

La Carta dei Servizi si è rinnovata “Dopo cinque anni dalla prima e tenuto conto dello sviluppo che in tale periodo hanno assunto i servizi forniti dall’Asl, abbiamo sentito la necessità di produrre una nuova edizione della ‘Carta dei Servizi’, affinché siano facilitate all’utenza sia la conoscenza sia l’accesso agli stessi”. Con queste parole il direttore generale dell’Asl Brescia Carmelo Scarcella, affiancato dai direttori aziendali Francesco Vassallo e Pierluigi Colombi, presenti tutti i responsabili delle strutture distrettuali e gli operatori coinvolti nella realizzazione della Carta, ha illustrato la pubblicazione che, per consistenza, ha assunto le dimensioni di un volumetto, comunque di agile conservazione e consultazione. La Carta dei Servizi è caratterizzata da un indice generale accompagnato da uno analitico per una facile ricerca dell’argomento d’interesse, vi è poi una divisione per settori – assistenza sanitaria, prevenzione medica, consultori familiari, utenze fragili, lavoro e ambiente, prevenzione veterinaria, prestazioni libero professionali, tutela degli utenti, sedi e recapiti – definiti da un codice colore e da un’immagine/guida che aiuta la ricerca poiché identifica la tipologia di utenza. “Nella Carta – ha aggiunto Scarcella – viene presentato anche il ‘Codice etico aziendale’, che definisce, quale ulteriore elemento di garanzia, le modalità con cui i dipendenti pubblici si rapportano con l’utenza. La Carta viene stampata in 250mila copie e sarà

a disposizione dei Distretti Asl dal 13 dicembre – ha precisato Scarcella – e nel corso del mese sarà disponibile anche attraverso i Comuni, le farmacie e gli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Va aggiunto che la Carta in formato cartaceo rappresenta la fotografia dello stato attuale dei servizi, mentre sul sito www.aslbrescia.it, già disponibile per chi la volesse consultare o scaricare, sarà costantemente aggiornata, in quanto il portale è uno strumento dinamico, così come lo è l’intera attività dell’Asl. Mi sia consentito ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla stesura della Carta, che, va detto, non sono pochi, al pari di coloro che ne cureranno il costante aggiornamento”. “Nel realizzare la Carta – ha detto il direttore amministrativo Pierluigi Colombi – ci siamo posti dal lato del cittadino”, mentre il direttore sanitario Francesco Vassallo ha evidenziato come “con la Carta riteniamo colmata la lacuna della disinformazione”. È stato anche comunicato che è stata avviata, in sette istituti che hanno aderito all’iniziativa, un’indagine dell’Asl sui disturbi respiratori nei bambini tra i 6 ed i 14 anni, con particolare riguardo alla zona di San Polo. In gennaio l’indagine riguarderà altre scuole primarie e secondarie di altre zone della città, affinché possa essere redatto un confronto sulla situazione sanitaria del territorio, in ordine alle patologie richiamate. (fr.a.)

piano della struttura di via Moretto, anche la casa famiglia per anziani e un appartamento dove risiederanno tre ex ospiti dell’asilo notturno maschile. È proprio la testimonianza diretta di chi ha raggiunto un percorso di autonomia che può essere da stimolo per tutti gli altri utenti. Per non parlare della presenza anziana, che di fatto rende ancora più manifesta la volontà di ricreare un habitat familiare. Una nota di merito va attribuita ai volontari dell’associazione Sebino onlus (rappresentata dal presidente Paolo Tengattini), alle Ancelle della Carità e alla Fondazione Poliambulanza che con il loro impegno rendono possibile il servizio. Giusto ricordare che la Fondazione gestisce da circa un anno la parte sanitaria del Fatebenefratelli.


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Paesi e parrocchie Bassa

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Inchiesta La Voce della Bassa Bresciana

Sottovoce

“Arco Iris”: dall’usato il necessario Il mercatino, attivo dal 2006 a Manerbio, ha conosciuto una costante espansione. Raccontiamo anche “Fatti di speranza”

D

Dalla Bassa arriva un bell’esempio di sostenibilità per i bisognosi vicini e lontani. Dal 2006 è attivo a Manerbio “Arco Iris”, un mercatino dell’usato solidale che in pochi anni è diventato una realtà importante nel campo del volontariato bresciano. L’iniziativa, nata per volontà di Luigi Cosio, ha avuto un immediato successo, tanto che lo spazio del grande deposito di via Artigianale non basta più. L’associazione raccoglie vestiti, scarpe, mobili, materiali per la casa e tutto ciò che è ancora in buono stato e che può servire a una famiglia bisognosa. Alcuni volontari prestano

di Elisa Bassini

servizio durante gli orari di apertura del mercatino, nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Il grande impegno nelle operazioni di ritiro e di stoccaggio dei materiali ha richiesto l’inserimento di lavoratori provenienti da situazioni di disagio sociale che stanno compiendo un percorso riabilitativo. Oltre a ridurre gli sprechi e i rifiuti nelle discariche, la raccolta ha delle finalità etiche fondamentali. Molte persone in difficoltà economica, ad esempio gli immigrati, possono trovare abbigliamento e materiali per la casa, molti dei quali pra-

La prima pagina di dicembre

ticamente nuovi a prezzi decisamente vantaggiosi. Il ricavato delle vendite viene destinato a progetti umanitari sostenuti dall’associazione in Africa, in America Latina e nei Paesi dell’Est Europa. In questi anni, l’iniziativa principale è stata la raccolta fondi per l’asilo di Imperatriz in Brasile, struttura che accoglie 180 bambini della favela e dà lavoro a 13 persone. Per favorire la microeconomia intorno alla scuola, è stato creato un laboratorio con macchine per cucire e un orto comunitario per la mensa scolastica. Non solo “Arco Iris”. “Fatti di speranza”, è questo il nome e la filosofia di un gruppo di ragazzi della Bassa impegnati nell’aiuto ai bambini e ai giovani della Romania. Quest’esperienza affonda le sue radici nell’aprile 2004, quando don Claudio Andreoletti accompagna alcuni giovani bresciani in una vacan-

Luci e colori quasi ci stordiscono con il rischio di perdere per strada il significato vero del Natale. In questo numero cerchiamo di mettere in evidenza alcuni segni di speranza presenti sul territorio. Apparentemente si presentano sotto diverse forme, ma testimoniano senza dubbio la capacità di aprirsi agli altri. La speranza è accogliere il dono della vita, la speranza è integrare il mondo dei disabili, la speranza è dare l’opportunità a delle persone che hanno attraversato un momento difficile di riscattarsi. Ognuno di noi, poi, nel suo piccolo, può declinare la parola speranza nel quotidiano. E sono davvero tante le storie che si potrebbero raccontare. Nell’ambito delle iniziative parrocchiali di Borgo San Giacomo, significativo è il gruppo che, da oltre tre decenni, sostiene gli anziani e gli ammalati del piccolo Comune della Bassa.

za di volontariato nei Balcani. La realtà che vedono con i loro occhi è fatta di miseria, povertà e di bambini-schiavi venduti per le strade. Dalla volontà di un aiuto concreto è nato così un gruppo che ogni anno organizza una serie di attività ricreative per i ragazzi di alcune comunità della Romania. Dopo sei anni, l’esperienza dei grest, partita da Valcau de Jos, si è allargata alle comunità di Horoato Crasnei, Stirciu, Sig e La Ceràt. Non si tratta solo di semplici grest, ma l’obiettivo è quello di formare i futuri educatori, obiettivo raggiunto la scorsa estate, quando alcuni giovani rumeni hanno organizzato un grest. “Fatti di speranza” può contare sul sostegno di 20 volontari provenienti da diversi paesi bassaioli come Quinzano, Borgo San Giacomo, Orzinuovi, Barbariga, Offlaga e Pompiano.


Brevi

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Trenzano

“Donne che migrano per lavoro” Il 10 dicembre l’auditorium Tullio Padovani nella piazza di via Roma a Trenzano alle 20.30 ospita la presentazione del video ”Donne che migrano per lavoro”. La realizzazione è stata curata dagli studenti del triennio Lac dell’Itc Einaudi di Chiari coordinati dalla prof.ssa Claudia Piccinelli. Il prodotto finale rappresenta una video testimonianza delle donne che migrano nelle risaie ed è stato reso possibile grazie al regista Alberto Ciarafoni. Le mondine di Trenzano si esibiranno con i loro canti accompagnate dal suono della fisarmonica.

Roccafranca di Ludriano

“La Festa dell’albero e del creato”

Centro fiera del Garda Intitolato l’auditorium

Mario Pedini, cristiano in politica

L

La figura di Mario Pedini, l’uomo di Stato che mai dimenticò la sua Montichiari, è stata al centro di un incontro tenutosi sabato scorso al Centro Fiera del Garda per presentare il libro in sua memoria, edito dalla Fondazione civiltà bresciana. Numerose le personalità presenti: al tavolo dei relatori si sono succeduti il sindaco Elena Zanola, l’assessore alla Pubblica istruzione Gianluca Imperadori, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio, oltre all’ex ministro Sandro Fontana, al vescovo ausiliare emerito di Brescia Mario Vigilio Olmi, a mons. Antonio Fappani e a Enrico Pedini, figlio del Senatore; a moderare il dibattito è stato chiamato il giornalista Tonino Zana. Assente per impegni istituzionali il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Per il primo cittadino Pedini fu “uomo cortese, umile, intelligente, grande, che non si è arricchito con la politica, ma che l’ha usata mettendola al servizio delle persone. Fu grazie a lui, per esempio, che riuscimmo a far riacquistare al Comune l’ex ospedale, oggi splendida

di Federico Migliorati

biblioteca-pinacoteca”. Imperadori ha puntato il suo intervento sull’importanza della riforma scolastica Gelmini mentre per Colosio “Pedini ha vissuto la straordinaria stagione dell’allargamento della base democratica dello Stato, e ciò anche grazie al ruolo di prestigio che egli sempre tributò al mondo della scuola, che conosceva come pochi”. “Uomo dalle geniali doti umane, cristiano impegnato laicamente in politica” sono state le dichiarazioni di Olmi, mentre mons. Fappani ne ha ricordato “la brescianità che traspariva sempre” e ha invitato “a non dimenticarsi della legge sul servizio civile che egli fortemente volle”. A Fontana è spettato leggere la lettera inviata dal ministro Gelmini per il quale “Pedini, mio illustre predecessore, sarà ricordato come uomo colto e raffinato i cui insegnamenti vanno raccolti e fatti fruttare”. Al termine degli interventi si è proceduto a scoprire il bassorilievo dello scultore Dino Coffani raffigurante il Senatore monteclarense, che fa bella mostra di sé all’ingresso dell’Auditorium.

Domenica pomeriggio all’insegna del rispetto per la natura a Ludriano. Il 12 dicembre, infatti, nella frazione di Roccafranca si terrà a partire dalle 14 “La Festa dell’albero e del creato”, un’iniziativa realizzata in collaborazione con Legambiente, il Movimento per la decrescita felice e la Pastorale per il creato della diocesi di Brescia. Tutti gli abitanti sono invitati a presenziare all’evento, che consisterà nella piantumazione di alberi autoctoni e da frutto nel terreno di proprietà della famiglia Tiraboschi situato nei pressi di via XXV Aprile, nell’area dell’abitato che si stende verso Cizzago. In un primo momento interverrà don Gabriele Scalmana, responsabile della pastorale per il creato, in seguito il parroco, don Giancarlo Zavaglio, benedirà il frutteto. Raggiunto telefonicamente, il dott. Gabriele Pellegrini di Legambiente si pronuncia in merito all’iniziativa: “Si tratta della quarta o quinta realizzazione del genere sul territorio, dopo esperienze molto simili. Verranno piantumate varietà più resistenti del solito, che necessiteranno di trattamenti tradizionali, come quello con il solfato di rame. L’obiettivo è di permettere a chi si occupa del frutteto di produrre frutta sana per sé e per i propri amici in modo da ridurre la propria impronta ecologica. La frutta prodotta infatti è a “Km 0”, poiché non incide sull’ambiente per la catena dei trasporti, oltre a rappresentare un notevole vantaggio economico. Oltre al rispetto per l’ambiente ci si propone di creare relazioni amichevoli tra le persone: un ritorno alla terra che consenta all’uomo di ritrovare l’armonia con i propri simili e con il creato”. (f.u.)

Ghedi

“Arte e religiosità” a dicembre Il gruppo Nexus, della parrocchia Santa Maria Assunta di Ghedi, in prossimità delle feste natalizie, ha organizzato “Arte e religiosità”, un’iniziativa per annunciare il Natale attraverso l’arte della pittura, della musica, della poesia e del cinema, tutte forme artistiche che nel corso della storia hanno parlato agli uomini del Natale. Nel mese di dicembre verranno dunque proposti tre appuntamenti concentrati sulla storia e le origini della festa del Natale. Il primo incontro è in programma venerdì 10 dicembre alle 20.30 nella sala consiliare del Comune. La dott.ssa Barbara Alari, il prof. Angelo Bonini e l’architetto Margherita Sommese parleranno dell’Annunciazione nell’arte della parrocchiale. Venerdì 17, sempre in sala consiliare alle 20.30, i relatori Barbara Alari e Margherita Sommese, parleranno della Sacra famiglia nell’arte e nella tradizione. A concludere il ciclo di “Arte e religiosità” lunedì 20 dicembre verrà proposto il film religioso-storico “Nativity”, per la regia di Catherine Hardwickh. L’appuntamento, gratuito, è alle ore 21 nella Sala della comunità Gabbiano. Tutte le iniziative sono patrocinate dal Comune di Ghedi. (mtm)

Una scena del film “Nativity”


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Vobarno Un debito da saldare

Un appello alla generosità Il parroco don Giuseppe Savio fa il punto della situazione delle chiese colpite dal sisma del 2004

S

Sono passati poco più di sei anni dal terremoto che nel novembre 2004 colpì la Valle Sabbia. Fra i paesi che subirono maggiori conseguenze c’era anche Vobarno e le sue frazioni, edifici parrocchiali compresi. Oggi i lavori di restauro sono terminati e i cantieri sono stati chiusi. “E meno male, finalmente” dice don Giuseppe Savio, che abbiamo raggiunto presso la bellissima parrocchiale restaurata di Santa Maria Assunta, inaugurata alla presenza del Vescovo il 29 agosto scorso. La situazione creatasi successivamente al terremoto era gravissima, soprattutto a Pompegnino, ma la gente non si è mai persa d’animo e silenziosamente ma costantemente ha incominciato a lavorare per ri-

di Nicoletta Tonoli La chiesa di Pompegnino

mettere in sesto tutto ciò che è andato perduto a causa della scossa. A partire dal 2007 (don Giuseppe è arrivato a Vobarno il 23 settembre di quell’anno), sono stati aperti otto cantieri, fra cui quello della parrocchiale di Santa Maria Assunta, della Rocca che domina il paese. E ancora quelli delle chiese di Teglie, San Rocco, dell’Immacolata, del Centro anziani e della chiesa di Teglie di San Benedetto da Norcia, ora finalmente tutti chiusi. Il costo complessivo degli interventi si aggira sui quattro milioni di euro, tutti a carico delle parrocchie: una cifra enorme considerato anche che l’unico aiuto è arrivato solo in parte dall’assicurazione e sono ancora in attesa del saldo regionale che dovrebbe arrivare solo una volta dato

il nullaosta dalla sovrintendenza ai lavori, eccezion fatta per la chiesa di San Rocco. Tutto questo aggrava ulteriormente il peso dei debiti ancora da saldare, una situazione estremamente difficile e che vede ancora cifre da coprire pari a circa 190mila euro a carico della sola parrocchia di Teglie (per capire quanto sia gravoso, basti pensare che questa parrocchia conta solamente 180 fedeli, tanti dei quali, insieme a don Giuseppe, hanno contribuito attivamente ai lavori di restauro), 250mila euro per quanto riguarda Pompegnino e 1 milione e 350mila euro per il centro di Vobarno. Quindi, sì, i cantieri sono chiusi e i lavori sono conclusi, restano solo gli ultimi collaudi, ma rimangono ancora queste cifre a carico delle

parrocchie. Non per questo i parrocchiani né tantomeno l’energico don Giuseppe, si danno per vinti e stanno con le mani in mano: vengono organizzate regolarmente tante piccole, grandi iniziative: feste come “Vobarno in piazza”, i classici mercatini di Natale, gruppi di tante persone, volontarie, che ruotano intorno alle parrocchie e programmano eventi (l’ultimo, per esempio, è stato organizzato dai bambini e dalle loro catechiste). In questo periodo natalizio, domenica 12 e 19 dicembre, a Carpeneda di Vobarno si può fare una bellissima passeggiata tra i mercatini di Natale presso la piazza, dove si potranno acquistare tanti prodotti artigianali creati dai parrocchiani inerenti alla tradizione del periodo.

Brevi

Comunità del Garda

Progetto europeo

Necessaria l’unità territoriale

Gli effetti del clima sul Lago

Si è tenuta a Villa Mirabella di Gardone Riviera, sede della Comunità del Garda, l’annuale assemblea generale dell’ente gardesano. La relazione del presidente Aventino Frau sull’attività svolta, sulle iniziative in corso di realizzazione e su quelle in programma per il prossimo futuro, ha raccolto generale consenso da parte dei presenti, sempre più convinti che solo l’unità territoriale della regione gardesana potrà garantire al Benaco l’autorevolezza e l’attenzione che merita. “È indispensabile compiere una grande e seria riflessione sul futuro della regione gardesana – ha affermato Frau – e investire risorse ed energie, immaginando che cosa vogliamo lasciare alle future generazioni. In questa riflessione la Comunità del Garda intende rinnovare la propria attività incentrandola soprattutto sulla tutela del patrimonio comune”. Tra i principali settori di intervento: acque e ambiente, navigazione, sicurezza, comunicazione, promozione unitaria e valorizzazione del territorio. (v.b.)

Si svolge martedì 14, presso il Garda Family House di Castelletto di Brenzone, la presentazione del progetto europeo “Eulakes”. Capofila del progetto, che studia gli effetti dei cambiamenti climatici sui grandi laghi europei ed è finanziato dal programma Central Europe, è la Comunità del Garda. “Il lago di Garda – spiega Aventino Frau, presidente dell’ente gardesano – per molteplici ragioni, ambiente, clima, accoglienza, ospitalità, frequenza assidua di europei, è un privilegiato “luogo” d’Europa. Un crocevia, al quale la Comunità del Garda fornisce il tavolo unitario politico-istituzionale”. Con Eulakes le problematiche potranno essere oggetto di approfondimento e di studio. Info: Comunità del Garda, tel. 0365290411.


Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Breno Presso la cooperativa “Arcobaleno”

Passi avanti nel sostegno alla fragilità Finanziato e avviato il progetto “Con 1 sostegno cammini + diritto” per l’amministratore di sostegno che viene nominato dal giudice tutelare

F

Finanziato e avviato il progetto “Con 1 sostegno cammini + diritto” per l’amministratore di sostegno in Valle Camonica. L’iniziativa regionale ha valutato in modo positivo il piano di lavoro camuno e la fondazione Cariplo ne ha deliberato il contributo necessario alla sua realizzazione. Il Terzo settore della vallata dell’Oglio, che aveva attivato a inizio 2010 una campagna informativa sull’iniziativa distribuendo un pieghevole su tutto il territorio, ha ora raggiunto l’importante obiettivo di avere un progetto articolato dedicato al tema. Questo risultato – spiegava il

di Ermete Giorgi

portavoce Guido Mensi – è stato raggiunto dopo tre fasi di lavoro sviluppatesi nel 2010: il organizzazioni (Anffas, Acli, Alleanza per la salute mentale, Anteas, Associazione Casello 11, Auser, Percorsi di luce) hanno costituito la rete locale per la realizzazione del programma; un gruppo di esperti, individuati dalle stesse organizzazioni, ha elaborato il progetto “Con 1 sostegno cammini + diritto”; la condivisione ha ottenuto il plauso e l’appoggio dalla direzione sociale dell’Asl Valcamonica Sebino e dall’Azienda territoriale per i servizi alla persona. L’operazio-

ne è stata avviata grazie all’opera di Alessandro Fenaroli, referente locale e di Ruggero Ferrè, presidente Anffas. Il tutto a Breno, presso la cooperativa sociale Arcobaleno (via Croce, 1) ove è possibile rivolgersi per avere informazioni. L’amministratore di sostegno è figura di protezione giuridica, istituita con la legge di riforma del Codice civile a tutela di chi, pur avendo difficoltà a provvedere ai propri interessi, non necessita di ricorrere all’interdizione. È un tutore delle persone dichiarate non autonome, anziane, disabili, dipendenti, con problemi di salute mentale. Viene nominato dal giudice tutelare e scelto nello stesso ambito familiare dell’assistito o da un albo di volontari disponibili. La “filosofia” del progetto è contenuta in un brano di Alessandro Fenaroli: “L’amministratore di sostegno è una grande

opportunità per tutte le persone fragili; è uno strumento per ampliare la capacità di agire e, chi dice di essere attento alle esigenze delle persone fragili, deve superare ogni difficoltà morale e legislativa per farla vivere bene, sia durante noi, sia dopo di noi. L’interesse delle persone fragili lo conoscono bene le persone fragili; costruire con loro il loro progetto di vita è comunque un impegno morale delle persone che le hanno generate, amate e cresciute nell’ottica che ogni disabile è anche un po’ figlio di tutta la comunità che lo ha accolto”. Gli obiettivi: rafforzare la capacità delle associazioni del Terzo settore di occuparsi di autotutela; dotare la Valle di servizi di supporto al sistema della protezione giuridica; favorire la nascita di una rete fra i soggetti del pubblico e del privato; informare e sensibilizzare il territorio.


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Paesi e parrocchie Sebino/Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Cogeme I risultati della differenziata

Il successo del “porta a porta” Come anticipato sul numero precedente, la Franciacorta rappresenta un modello per tutto il territorio bresciano, un sistema da esportare

L

di Daniele Piacentini

consegnati contenitori per la raccolta di carta e cartone, vetro e lattine, imballaggi in plastica, frazione organica e un contenitore carrellato per il rifiuto indifferenziato, ovvero i rifiuti residui della raccolta differenziata. Il carrello è inoltre dotato di un rilevatore elettronico (“tag”), che permette in futuro la registrazione dell’effettivo svuotamento e la conseguente misurazione della produzione in termini di volume di rifiuto. Anche grazie all’aiuto della tecnologia e del “tag”, la media di rifiuti recuperati con il passaggio al nuovo

Nei nostri Comuni oltre il 70% di rifiuti riciclati.

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diano (69,5%) e Erbusco (68,5%)”. Secondo il numero uno di Cogeme, “la raccolta differenziata è uno dei temi sui quali maggiormente i cittadini sollecitano Comuni e aziende”. Sulla stessa linea Antonio Vivenzi, sindaco di Paderno Franciacorta, Comune dove la raccolta porta a porta ha raggiunto il risultato più significativo arrivando a sfiorare quota 80%: “Il risultato straordinario ottenuto da Paderno, ma anche dagli altri Comuni, è giunto grazie alla partecipazione dei nostri cittadini, che hanno colto l’importanza della scelta di effettuare la raccolta differenziata. Inoltre – ha concluso Vivenzi – questi risultati giungono anche grazie alla forte sintonia con l’azienda, che intendiamo mantenere e valorizzare. Cogeme è – e deve rimanere – un valore aggiunto per il territorio e per i nostri Comuni”.

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La multiutilities franciacortina Cogeme ha presentato nei giorni scorsi i dati 2009 e 2010 relativi alla raccolta differenziata globale “porta a porta”, oggi attiva in 13 amministrazioni comunali dell’Ovest bresciano, da Paderno Franciacorta a Villachiara, per un totale di circa 90mila abitanti. Il servizio prevede la rimozione dei cassonetti stradali, sostituiti da contenitori monofamiliari, uno per ciascuna delle frazioni di rifiuto raccolto, vuotati a domicilio secondo specifica frequenza e calendario. A ogni famiglia sono stati

sistema “globale” si aggira intorno al 70%: un dato sicuramente di prestigio, se si considera che la città capoluogo – Brescia – veleggia a stento nei dintorni del 50%. I numeri forniti da Cogeme parlano di eccellenze non casuali, ma di sistema: quattro dei cinque Comuni bresciani più “ricicloni” del 2009 sono infatti gestiti dalla società con sede in via XXV Aprile a Rovato. Si tratta, nell’ordine, di Paderno Franciacorta, Passirano, Coccaglio e Castegnato, a cui va aggiunto Travagliato, unica realtà estranea al lavoro di Cogeme Gestioni. “Non c’è solo questo – aggiunge il presidente del gruppo, Gianluca Delbarba –. Le percentuali di differenziata dei primi 10 mesi del 2010 vanno ancora nella direzione giusta: da Cazzago, con oltre il 76%, a Rovato, con il 67,5%, passando per Castrezzato (72,1%), Ru-

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La scelta delle Amministrazioni Comunali e l’attenzione di tutti i cittadini alla Raccolta Differenziata Globale hanno permesso di raggiungere un grande risultato. Continuiamo insieme a migliorare la qualità dell’ambiente e della vita: con la raccolta differenziata si riduce al minimo il rifiuto indifferenziato. E la natura ringrazia.

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LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

La Voce di Palazzolo palazzolo@lavocedelpopolo.it

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Salute Un’iniziativa promossa dall’Asl

È partito il “Gruppo di cammino” La proposta, che vede anche il coinvolgimento del locale assessorato ai Servizi sociali e di associazioni del territorio, punta sull’attività fisica come momento di prevenzione di altre malattie

N Appuntamenti

Incontro al Natale in musica Palazzolo, in occasione delle festività natalizie, si trasforma ormai da anni in una sorta di piccola capitale della musica. Sono tante le realtà cittadine che scelgono questa espressione artistica per rivolgere alla comunità il proprio augurio. Accademia musicale, Amici della Musica, Coro la Rocchetta, sono solo alcuni degli ensemble musicali che arricchiscono il panorama delle Associazioni impegnate nel settore artistico e musicale non solo cittadino. A loro, in occasione del tempo del Natale, si aggiungono anche alcuni istituti cittadini che impegnano i loro studenti nella preparazione di concerti natalizi. Punto di riferimento per la ricca proposta musicale del periodo natalizio è l’Auditorium San Fedele. Il programma prenderà il via la sera del 14 dicembre con il concerto, alle 20.30, del Coro e dell’orchestra della Provincia di Brescia, diretti dal maestro Rojatti con un programma che comprende musiche di W.A. Mozart, O. Respighi, S. Barber e P. I. Chajkovskij. Mercoledì 15 alle 20 si terrà lo spettacolo in musica dei ragazzi delle Scuola primaria di Mura cura della maestra Titti Rodondi Ragni. Il giorno successivo, alle 20.30, sarà la volta dei ragazzi e ragazze delle Scuole delle Suore Ancelle della Carità. Sabato 18, sempre alle 20.30, si esibirà il Coro della Soldanella di Villa Carcina, diretto dal maestro Pasquino Zanotti. Lunedì 20 e martedì 21, alle 19, Concertino della scuola Materna. Mercoledì 22 dicembre, alle 20.30, la 26ª Edizione del concerto “Tutti insieme per cantare il Natale” a cura del Coro Polifonico La Rocchetta, con Coro Voci Bianche, Ensemble strumentale “Ars Nova”. Domenica 19 dicembre, alle 16.30, presso il Palazzetto dello Sport si terrà il Concerto di Natale del Corpo musicale cittadino diretto dal maestro Giuseppe Orizio che presenterà gli auguri alla città con un concerto in due momenti. Nella prima parte, come da tradizione, verrà proposta l’opera di Ruggero Leoncavallo “I pagliacci”. Nella seconda, invece, spazio all’operetta con l’esecuzione di brani di Strauss e una selezione de “La vedova allegra” di Lear. Con questo Concerto di Natale il Corpo musicale Città di Palazzolo realizza un importante obiettivo: lo spettacolo è stato realizzato quasi interamente in proprio, a prova di un percorso di crescita e di perfezionamento, di cui i responsabili dell’Associazione vanno giustamente orgogliosi, grazie alla disponibilità e all’impegno di tanti, soprattutto ragazzi. È il modo migliore con il quale Il Corpo musicale cittadino desidera fare gli auguri di Buon Natale e felice Anno nuovo a tutta la città. Unico rischio di un programma tanto ampio è la frammentazione. Il pubblico, come spesso accade, potrebbe scegliere di seguire soltano uno di numerosi appuntamenti, tutti per altro ricchi di fascino.

Nonostante il maltempo che ha imperversato per tutto il periodo sono state tante le persone che, il 16 novembre scorso, hanno risposto al primo appuntamento del “Gruppo di cammino”. Guidati dalla trainer Patrizia Ragno, diplomata Isef, muniti di giacche impermeabili, cappellini, scarpe comode e ombrelli, i partecipanti hanno affrontato l’esperienza dello stare insieme camminando per circa un’ora lungo il percorso protetto del Parco fluviale “Metelli” in Palazzolo. Il progetto “Gruppi di cammino” è stato messo in campo dall’Asl di Brescia in stretta collaborazione con l’assessorato ai Servizi sociali del Comune di Palazzolo e le associazioni locali (in particolare l’Associazione pensionati) per favorire il regolare svolgimento di attività fisica di persone over 50 e offrendo l’opportunità di muoversi facendo passeggiate in compagnia, sotto la guida e le indicazioni di un esperto. Tra i partecipanti si è evidenziata una netta prevalenza di signore ma non sono mancate le adesioni di signori molto motivati; tutti sono giunti al gruppo inviati dai propri medici di base che hanno ri-

di Luciano Demasi

tenuto opportuno “prescrivere” non medicine ma un’attività motoria che permetta di mantenere entro i limiti corretti alcuni parametri importanti quali, ad esempio, la pressione sanguigna, la glicemia, i livelli di colesterolo nel sangue e di mantenersi vitali anche attraverso la socializzazione. Nei prossimi mesi i medici hanno assunto l’impegno di monitorare questi parametri per valutare i benefici conseguiti. La camminata del gruppo è stata prevista della durata di circa un’ora, per tre volte la settimana (il lunedì pomeriggio dalle 16,15 alle 17,15 e il martedì e venerdì, al mattino, dalle 10 alle 11) lungo il sentiero circolare del Parco Metelli ma, nella bella stagione, verranno affrontati percorsi più impegnativi lungo le rive dell’Oglio, tenendo presente che deve essere un momento non di affaticamento ma di piacevole socializzazione unita all’attività motoria. In primavera il progetto sarà pubblicizzato ampiamente per favorire la nascita di gruppi di cammino “liberi” formati da gruppi familiari. La partecipazione alle inizitive che saranno programmate è gratuita.


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La Voce di Palazzolo

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Iniziative Alcune recenti decisioni

No a pubblicità violente e offensive Il Consiglio comunale ha deliberato una importante modifica al regolamento per le affissioni, recependo una direttiva europea

T

Tra le recenti decisioni del Consiglio comunale cittadino due, adottate nel corso della seduta del 22 novembre scorso in materia di Viabilità e di Disciplina della pubblicità, sono particolarmente significative per la loro caratteristica di utilità e di innovazione. Nel progetto relativo al piano di lottizzazione in un’area posta all’angolo di via Kennedy e la via Vedra, in prossimità della piscina comunale, del palatenda e dell’istituto scolastico polivalente, in funzione del cambio di destinazione d’uso, è stata approvata

a cura di Luciano Demasi

la realizzazione di aree standard (a verde), con formazione di ulteriori parcheggi lungo la via Vedra oltre a quelli previsti. Inoltre, il progetto di variante prevede la realizzazione di ulteriori opere di urbanizzazione esterne al perimetro del piano di lottizzazione, che contribuiranno alla riqualificazione della viabilità della zona, tra cui la sistemazione dello sbocco della via Kennedy sulla via Brescia, con la formazione di una pista rialzata. In corrispondenza di tale intersezione verranno, a spese dei lottizzanti, rettificate le recinzioni

delle proprietà confinanti, in modo da garantire una migliore visibilità nell’immissione dei veicoli sulla via Brescia e dare continuità ai marciapiedi attualmente interrotti. Tra le opere di urbanizzazione previste si segnalano anche la realizzazione di un impianto per la videosorveglianza e l’installazione di un dissuasore mobile all’ingresso della via Vedra che comporterà una modifica della viabilità, accessibile dalla contro strada della via Vedra. In materia di pubblicità, l’amministrazione comunale si è impegnata a mettere mano alla modifica del “Regolamento comunale per la disciplina della pubblicità e delle pubbliche affissioni e per l’applicazione della relativa tassa”, così da recepire e diffondere i principi della parità di genere, in recepimento dei contenuti di una

risoluzione del Parlamento europeo del settembre 2008, relativa all’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini e di una deliberazione già assunta dal Consiglio comunale nei primi mesi di questo 2010. I messaggi pubblicitari esposti saranno quindi improntati al principio di uguaglianza di genere e dovranno poter dare pari opportunità di sviluppo individuale e commerciale ai soggetti di sesso femminile e maschile. A tal fine saranno vietati, in qualunque forma, i messaggi pubblicitari che possano incitare all’odio basato su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, handicap, età e orientamento sessuale. Saranno vietati anche messaggi pubblicitari che promuovano forme di violenza contro le donne.

La struttura affondata

Controcorrente: accertamenti in corso Il 2010 che va a chiudersi sarà ricordato a Palazzolo come l’anno dell’affondamento del bar “Controcorrente”, la struttura galleggiante che per mesi era stata una delle principali attrazioni del parco fluviale “Metelli”. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio 2010 la struttura sotto la spinta della piena dell’Oglio subiva danni irreparabili. Al di là delle polemiche che l’evento calamitoso ha suscitato, l’iter burocratico-giudiziario per l’accertamento di eventuali responsabilità ha fatto e sta facendo il suo corso. Il 14 giugno scorso il Tribunale di Brescia ha nominato l’ing. Pezzagno quale consulente tecnico d’ufficio (ctu) nell’accertamento tecnico preventivo promosso dal Comune di Palazzolo sull’Oglio. Le operazioni peritali, iniziate sul luogo il 13 luglio successivo, sono continuate dal 20 al 28 luglio con il tentativo di rimessa in galleggiamento della struttura. In seguito a tali operazioni il bar è stato messo solo in parziale galleggiamento in quanto quattro dei 20 galleggianti sui quali appoggiava erano irrimediabilmente danneggiati. Il consulente del tribunale, accertata l’impossibilità di riportare a galla la struttura senza ricorrere ad azioni che avrebbero potuto compromettere l’accertamento della cause del sinistro, con istanza depositata il 4

ottobre scorso ha chiesto al giudice una proroga per il deposito della perizia e l’autorizzazione a eseguire altri interventi. Tra le richieste dell’ing. Pezzagno il rilievo batimetrico della zona di affondamento nell’ansa del fiume Oglio, il rilievo plano-altimetrico per individuare la posizione della struttura rispetto alla sponda sinistra del fiume, il rilievo della posizione dello scarico di emergenza della centrale idroelettrica Italgen e della traversa fluviale posta immediatamente a valle e, per ultimo, lo smontaggio, il trasporto e il rimessaggio della struttura galleggiante affondata per poter esaminare in dettaglio i vari componenti da sottoporre anche a prove di laboratorio. Nell’udienza del 18 ottobre il consulente ha illustrato al Presidente del Tribunale alcune possibili cause dell’affondamento. Nel corso della stessa udienza è stato previsto di procedere con la realizzazione di un modello fisico (in scala ridotta) in vasca presso un istituto universitario. È stato inoltre autorizzato lo smontaggio e la messa a secco della struttura da parte di un comitato che, facente capo alla Protezione civile, si è costituito per togliere gratuitamente dal fiume la struttura. Le operazioni di smontaggio sono iniziate il 30 ottobre scorso.


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Novità Servizi ampliati

Il futuro del Centro Richiedei Il punto prelievi dal 20 novembre è aperto anche il sabato mattina. Dal Comune un invito alla Regione Lombardia perché presti attenzione alla Fondazione

N

Novità al Centro medico Richiedei di Palazzolo che dal 20 novembre scorso ha esteso l’apertura del suo punto prelievi. Il centro ha così ampliato i servizi offerti alla popolazione, affiancando questo servizio agli interventi di cura e di riabilitazione, effettuati in regime di ricovero ordinario e diurno, ambulatoriale e domiciliare. Sempre sul versante della struttura sanitaria palazzolese c’è anche da registrare la recente discussione e approvazione in Consiglio comunale di una mozione presentata

dal sindaco e da alcuni consiglieri comunali con cui è stato richiesto un preciso impegno alla Regione Lombardia. La mozione ricorda come la gestione della Fondazione Richiedei abbia accumulato negli ultimi sei anni pesanti perdite economiche e che in un prossimo futuro la stessa dovrà sostenere forti investimenti per realizzare i requisiti strutturali oggetto di crono programmi elaborati dalla Regione e dall’Asl. Si tratta di investimenti di oltre 3 milioni di euro per adeguamen-

ti strutturali sui fabbricati dell’ex ospedale di Palazzolo di proprietà dell’azienda ospedaliera Mellino Mellini di Chiari. Il testo approvato dal Consiglio comunale ricorda anche come il consiglio di amministrazione della Fondazione Richiedei abbia anche approvato e sottoposto agli istituti bancari un “Piano economico finanziario 2010-2015”. Dopo tutte queste considerazioni il Consiglio comunale palazzolese ha chiesto al Presidente della Regione di farsi promotore delle necessità sanitarie e socio-sanitarie del territorio che possono essere soddisfatte proprio con l’incremento delle attività della Fondazione. La mozione ha anche chiesto che gli assessorati competenti (Sanità e Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale) rece-

Esperienze

Il ricordo di croci e volti Sono passate alcune settimane, ma chi tra i palazzolesi ha avuto modo di partecipare alle iniziative promosse nell’ambito della Giornata mondiale per le vittime della strada del 21 novembre, mantiene vive le emozioni di questo importante appuntamento. Palazzolo, infatti, è stata scelta come sede delle iniziative provinciali che ogni anno vengono messe in programma per sensibilizzare sul tema della sicurezza stradale. Iniziative che hanno chiamato in causa soprattutto i più giovani, quelli tradizionalmente più esposti al rischio incidenti. Particolarmente coinvolgente è stata la giornata conclusiva del 21 novembre. Le croci, i volti, i fiori, le immagini delle stanze vuote che hanno riempito le navate dell’Auditorium San Fedele hanno lanciano un messaggio di dolore ma anche di speranza. Moltissime le persone che sono accorse nella Pieve dove sono state collocate le 112 croci in ricordo delle vittime della strada registrate nel 2009 nella sola provincia di Brescia. Dopo la S. Messa celebrata nella parrocchiale di Santa Maria Assunta il vice sindaco Romana Turra e il consigliere comunale con delega per le Politiche giovanili, Selina Grasso hanno rivolto dei messaggi specialmente ai giovani perché si di-

vertano responsabilmente e diano alla vita il giusto peso. La voce di Roberto Merli, presidente dell’Associazione familiari e vittime della strada, ha dato spessore al racconto di molte famiglie che hanno perduto i propri cari sull’asfalto. Le altre autorità presenti al momento conclusivo di tre giornate veramente intense hanno portato, accanto al saluto delle istituzioni rappresentate, il ringraziamento per chi interviene costantemente nelle scuole per sensibilizzare e aiutare i giovani a una maggiore responsabilità. Un lavoro che non può conoscere interruzioni e stanchezza perché, nonostante il numero di vittime registrate in provincia di Brescia stia lentamente diminuendo, quella della prevenzione e dell’educazione alla disciplina stradale deve essere una attenzione costante e condivisa da tutte le agenzie educative del territorio, scuola in testa. Un impegno a cui non si è sottratta la scuola media M. L. King che ha proposto un breve intervento teatrale. Un gruppo di studenti, coordinato dalla professoressa Sara Scaratti, ha portato in scena alcuni spezzoni di quanto raccontato dal giornalista Marco Bonari e dall’agente di polizia locale Mauro Foglia nel loro libro “Raccolti per strada”.

piscano le richieste di posti letto precisate nel progetto di ristrutturazione del Piano. Senza un intervento regionale per l’aumento dei posti letto, non c’è – hanno scritto i quattro firmatari – alcun futuro per la Fondazione. Attualmente, oltre ai servizi già citati in apertura, l’offerta palazzolese della Richiedei comprende: un’unità operativa di geriatria con 15 posti letto e un’unità di trattamento e riabilitazione di alcologia; un’unità operativa di riabilitazione, un servizio di voucher e credit e un’unità operativa di radiologia e diagnostica per immagini. Per avere maggiori dettagli sui servizi, è possibile contattare il Centro telefonandi ai numeri 03073031 e 0307303300 o cercare sul sito www. richiedei.it.


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Alta Valle Santa Barbara

Investire in memoria e cultura In cinque paesi ricordata la protettrice dei minatori con cerimonie ed eventi. Presentata “La via del ferro e delle miniere in Valtrompia”

È

È stata una S.Barbara speciale quest’anno in Alta Valle: la protettrice dei minatori è stata ricordata con cerimonie religiose, civili ed eventi in cinque paesi. Ci sono state le Messe alle cappelle, coi minatori, gonfaloni, pranzi sociali, nel giorno della festa, a S.Colombano, Bovegno, Marmentino. La sera, nel complesso monumentale di S. Maria degli Angeli, che ospita il sistema culturale della Comunità montana, lo spettacolo “Dà le ses ale dò-dal le dò ale dès” della rassegna “Natale nelle Pievi”, seguito dal percorso eno-

di Edmondo Bertussi

gastronomico con chef alla scoperta del formaggio nostrano di Valle Trompia, unico di produzione bresciana al traguardo del riconoscimento Dop europeo. Si è concluso a Pezzaze con la Messa nella Miniera Marzoli dove c’è una bella statua della Santa e la proiezione degli “Archivi di impresa della Miniera Stese e Torgola”. Ma soprattutto la strenna: il libro “La via del ferro e delle miniere in Valtrompia” curato dalla Comunità montana. Il tutto all’interno di un progetto: investire in “memoria e cultura” ,valorizzare i pro-

N O VITÀ

LONERGAN La formazione della coscienza A cura di Pierpaolo Triani La presente antologia propone alcune delle pagine più significative dell’opera di Bernard Lonergan (1904-1984), filosofo canadese, epistemologo, teologo, studioso delle dinamiche storiche ed economiche. L’autore indica nello sviluppo dell’interiorità, intesa come consapevolezza profonda della propria dinamica coscienziale aperta alla realtà, una strada difficile ma affascinante da percorrere.

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dotti di eccellenza della Valle, razionalizzare in sinergia quanto consolidato in questi anni (Parco Minerario,Via del ferro, siti museali, ecc.) per il rilancio della zona. In questo senso va la partecipazione all’iniziativa del nuovo negozio con i formaggi (il Nostrano di Valle Trompia) e confetture, all’Outlet Village a Rodengo Saiano con il Consorzio Alta Valle Trompia che riunisce una cinquantina di produttori. Insieme il prodotto d’eccellenza culturale, il libro “La via del ferro e delle miniere in Valtrompia” alla terza edizione, con “padre” iniziale Carlo Simoni, da oltre trent’anni studioso della realtà valligiana, curato nell’ultima da Franco Ghigini con 17 contributi di diversi autori. Nel 2002, anno della prima edizione, erano sette: il libro si può dire è cresciuto col sistema culturale (Sibca)

e le realizzazioni di questi anni. Un volume di 230 pagine con un apparato di oltre 400 fotografie, un libro prezioso: con un taglio divulgativo unito a rigore storico, con una straordinaria ricchezza di informazioni, conduce per mano il lettore attento sulla “Via del ferro” attraverso la storia e i siti della operosità e cultura triumplina, impregnata da secoli di lavoro in miniera e del metallo. Si parte dagli Statuti minerari alla fine del dominio veneto (Vincenzo Rizzinelli), ai forni fusori e magli alla grande industria (Carlo Simoni). Insieme l’illustrazione dei siti museali: Magli di Ome e Sarezzo, Forno fusorio di Tavernole, le miniere di Collio e Pezzaze e Bovegno, Museo delle armi di Gardone. Un vademecum è reperibile a Gardone negli uffici della Comunità montana (tel 030/8337494).


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it

Vista sul chiostro di San Giovanni

D

di Anna Tomasoni

Dopo aver indagato lo scorso anno la realtà del “dono”, quest’anno negli incontri proposti dall’associazione culturale “Il Chiostro” della parrocchia di San Giovanni Evangelista, in città, viene affrontata la tematica del “dolore”, un’esperienza universale che segna e caratterizza fortemente il nostro essere uomini, anche se in misure e modalità diverse. Ospite del primo appuntamento è stato Paolo Ferliga, psicologo analista e docente di storia e filosofia al Liceo classico “Arnaldo”. Dopo una premessa introduttiva a cura di Attilio Rossi, responsabile del Centro, che ha ricordato gli obiettivi e le finalità dell’iniziativa, Ferliga ha sviluppato la sua relazione concentrandosi sulle nuove forme della sofferenza oggi. Il dolore, a detta del relatore, si inserisce in un contesto politico in quanto colpisce il singolo all’interno della comunità; riflettere sul dolore è anche riflettere su come una comunità lo vive, seguirlo come una spia di un qualcosa che riguarda tutti, sia come singoli che come polis. Nel corso della storia dell’uomo il dolore è stato oggetto di riflessione in tutti i campi del sapere: la medicina, la psicologia, ma anche l’arte, la letteratura, la poe-

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Brescia Ciclo di incontri

Patire oggi: le nuove forme del dolore Il tema della sofferenza è stato il filo conduttore della seconda tappa degli incontri culturali “Dialoghi in Chiostro”, promossi dall’associazione culturale “Il Chiostro” della parrocchia di S. Giovanni Evangelista di Brescia. Il percorso si inserisce in un cammino triennale incentrato su tre tematiche: dono, dolore, rinascita, concetti essenziali per la vita dell’uomo, che rimandano alla cadenza del Triduo pasquale

sia. A titolo esemplificativo Ferliga ha letto la decima elegia (tratta da “Elegie duinesi”) del poeta tedesco Rainer Maria Rilke dedicata al tema. Il poeta nel testo mette in luce due aspetti del dolore: il desiderio dell’uomo di fuggirlo e l’impossibilità di eliminarlo, nonostante i passi enormi compiuti dalla scienza e in particolare dalla medicina. Come mette in risalto Rilke “la sofferenza trascende il tempo, ci mette in contatto con l’anno segreto. I dolori sono luogo, sede e giaciglio”. Il dolore ha un carattere inevitabile, fa parte dell’essenza dell’uomo, ci mette in contatto con la nostra fragilità ma ci permette anche di organizzare le risposte. Nella seconda parte dell’incontro Ferliga ha approfondito le nuove forme della sofferenza psichica con alcuni richiami a Sigmund Freud. Freud capì che la genesi della malattia che colpiva le donne nella casa di reclusione di Salpêtrière non era organica, ma legata alla psiche e con la psicanalisi si adoperò per guarirle. Semplificando tre sono i tipi di malattia mentale: la melanconia o depressione, la nevrosi ossessiva e l’isteria. Queste patologie oggi sono ancora presenti ma si stanno modificando: la depressione è una

malattia ancor molto diffusa un po’ tutti noi infatti abbiamo vissuto dei momenti di depressione. La nevrosi ossessiva porta a rituali ossessivi che sono una difesa verso la spinta aggressiva interna. L’isteria la vediamo oggi a esempio nei disturbi alimentari (anoressia, bulimia) e nella dipendenza da sostanze stupefacenti e dal gioco. Per il relatore la maggior parte dei disturbi psichiatrici possiamo chiamarli con il termine narcisismo. “Al tempo di Freud – ha spiegato Ferliga –, il narcisismo era una patologia grave; oggi la società liquida del consumo sta diffondendo un narcisismo meno grave ma che colpisce le giovani generazioni. Un narcisismo che si sposa con le sostanze stupefacenti che danno sensazione di onnipotenza (cocaina e alcool) è un dolore non visto che si nasconde e colpisce persone che in apparenza sembra stiano bene”. Il narcisista si illude di essere completamente autosufficiente, ha difficoltà a costruire relazioni affettive in quanto non riesce ad accettare la dipendenza dall’altro. “Il dolore – ha concluso Ferliga – quando è possibile va evitato; la sofferenza è ineluttabile e trascendente ed è un segnale biologico importante”.


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Cultura e comunicazione Famiglia

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Spesso per stare meglio bisogna ‘semplicemente’ percepire diversamente. Ma spesso per cambiare il proprio punto di vista ci vuole l’aiuto di un’altra persona che sappia prospettarne uno diverso. Se si cambia la percezione, poi i cambiamenti vengono da sé. Se un coniuge percepisce in maniera corretta il partner, si comporterebbe diversamente con lui. E lui, di conseguenza, si comporterebbe diversamente con lei. Così si instaurerebbe un circolo virtuoso di azioni e retro-azioni. Certo, anche il partner può dare il via a questo circolo di azioni e retro-azioni positive, cercando di favorire una percezione più positiva di sé da parte del coniuge

Psicologia La qualità della vita matrimoniale

La sindrome di Peter Pan colpisce anche chi è sposato

D

Daniele mi contatta perché è insoddisfatto del suo matrimonio. “Trascina” la moglie con lui in studio: Sara non sente il “bisogno dello psicologo”, ma acconsente alla richiesta del marito di chiedere aiuto per migliorare la qualità della loro vita matrimoniale. Daniele dice che non litigano spesso, invece in generale c’è un’atmosfera negativa, c’è silenzio, si parla poco e solo delle questioni strettamente relative al ménage familiare e dei problemi dati dai figli. Lui non sa bene identificare cosa c’è che non va, il perché la loro vita di coppia è così: trascinata, senza entusiasmo, senza niente da dirsi. Daniele si è ritagliato i suoi spazi: si ritrova tutti i mercoledì sera con i soci del “circolo della motocicletta”, la

di Rossella De Peri psicologa

domenica mattina aperitivo con gli amici, centri commerciali per gli acquisti relativi ai suoi vari bisogni (più o meno ritenuti tali dalla moglie). Sara, di contro, non riesce a ritagliarsi tempi liberi da dedicare a se stessa o per seguire il marito quando le propone di fare qualcosa insieme. Sara lavora e si occupa di tutte le questioni di casa: dal leggere la posta al pagare le bollette, alle faccende di casa, ai colloqui scolastici per i figli, alle riunioni condominiali. Daniele dice che non vuole sentirsi imbrigliato in queste cose: non gli interessano, non sono importanti, sono pesanti. Però qualcuno le deve fare: se le sobbarca quasi in toto Sara. Quelle poche volte che Daniele prova a fare qualcosa in casa viene

redarguito da Sara perché non l’ha fatto bene o perché era meglio fare diversamente. Sara tutte le volte perfeziona ciò che Daniele ha fatto. Daniele allora fa sempre meno, si deresponsabilizza. Sara gli rimprovera che non fa niente per la casa e che lei deve accollarsi tutte le incombenze. E via dicendo, come un cane che si morde la coda: più Sara lo rimprovera, più Daniele si demotiva e fa meno; meno Daniele fa, più Sara lo rimprovera e si aggrava di pesi che la stanno schiacciando. Sara, diventata consapevole di questo meccanismo, deve “ritirarsi” un po’, lasciar fare a Daniele, anche se porta avanti le cose meno bene di lei. Ma Sara è una perfezionista. È dura per lei accettare l’imperfezione, evitare di intervenire nel controllare che tutto vada al meglio secondo i suoi criteri. Sara deve avere tutto sotto controllo. Fa fatica a delegare ad altri perché teme che non facciano al meglio, come farebbe lei. Questa modalità logicamente la adotta

anche nel lavoro, dove ha un ruolo dirigenziale, ma si sobbarca molto più di quel che dovrebbe perché incapace a delegare. E inoltre assilla molto i subalterni per il suo bisogno di controllo e il suo perfezionismo. Non stupisce che Sara abbia sviluppato un disturbo d’ansia che ha preso la forma di attacchi di panico. Daniele, che di suo ha bisogno di non sentirsi imbrigliato in una scialba quotidianità, che aspira a sensazioni forti, che mal tollera le responsabilità, ha trovato la moglie perfetta che si assume tutte le noiose incombenze e responsabilità. Ma con quale pesante carico emotivo per entrambi? Con quale sofferenza per entrambi (anche se per motivi diversi)? Con quale insoddisfazione di vita per entrambi? Daniele potrebbe sembrare nella posizione migliore, quasi un Peter Pan. Invece è lui che, quasi paradossalmente, mi ha contattato per chiedere aiuto: questo significa che porta un buon carico di malessere. Sara mi dice più volte: “Io non


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Intervista Paola Bignardi

Educare alla vita con gesti e parole “Rieducare alla vita è restituire alla vita la sua consapevolezza e umanitĂ nel senso piĂš vero del termineâ€? recuperandone e valorizzandone “le dimensioni legate non all’efďŹ cienza, bensĂŹ ai signiďŹ cati del vivereâ€?. Ne è convinta Paola Bignardi, pedagogista, giĂ presidente nazionale dell’Azione cattolica e attualmente membro del Comitato per il progetto culturale promosso dalla Cei, da noi intervistata, mentre rischia di diventare argomento di contrapposizioni ideologiche e di perorazione di un presunto ‘diritto a morire’ anche un gesto disperato come il suicidio, nei giorni scorsi, del regista Mario Monicelli. Un atto cosĂŹ disperato può essere considerato “estremo scatto di volontĂ â€? e “gesto di libertĂ â€? come affermato da qualcuno? No. Il suicidio mi sembra un gesto di disperazione e di estrema solitudine che deve essere guardato con profonda compassione e partecipazione umana. Di fronte alla morte autoinitta e alla voragine di dolore che l’ha determinata, non resta che un silenzio dolente e rispettoso che porti a chiedersi se si è fatto tutto ciò che si doveva fare per essere piĂš vicini a chi ha assunto una decisione cosĂŹ drammatica, e a riettere sul signiďŹ cato della vita. Che ricadute hanno in termini educativi i frequenti tentativi di legittimare in qualche modo l’introduzione del cosiddetto “diritto a morireâ€? e, allo stesso tempo, la rimozione culturale della sofferenza e della morte o l’idea che vi possano essere vite non degne di essere vissute? GiĂ oggi questi atteggiamenti si riettono sulle nuove generazioni inducendole a pensare che la vita valga a certe condizioni: a patto che godiamo di buona salute,

voglio fare niente di piĂš di quel che giĂ faccio! Non ce la farei! Non mi chieda di cambiare!â€?. E le credo: non potrebbe fare di piĂš! Potrebbe però fare qualcosa di diverso, che non la aggrava, ma la sgrava. Spesso per stare meglio bisogna ‘semplicemente’ percepire diversamente. Se Sara percepisse che il marito non fug05 *633()69(A065, *65!

siamo giovani ed efďŹ cienti. Quando queste condizioni vengono meno anche la vita sembra perdere dignitĂ e signiďŹ cato. Ăˆ come se si stabilisse una gerarchia di valore, si parla di ‘qualitĂ della vita’; per questo le sue espressioni piĂš drammatiche vengono oscurate perchĂŠ ritenute inquietanti. Ăˆ in corso un profondo mutamento antropologico che lascia ai margini i piĂš poveri e i piĂš deboli, abbandonandoli alla loro solitudine quasi fossero un’umanitĂ di serie B. Tuttavia, man mano che si restringe l’orizzonte dell’uomo e viene estromessa dalla vita la prospettiva di Dio, la vita stessa si impoverisce. Un’esistenza priva di dimensioni trascendenti si riduce a una vita ‘su misura’ dell’uomo, del quale rispecchia tutti i limiti. Rassicurante solo in apparenza; nei momenti piĂš duri la mancanza di prospettive ‘alte’ e di speranza può farla sembrare insopportabile. Quali i linguaggi piĂš adatti per “rieducareâ€? alla vita? Anzitutto quelli che non fanno leva sull’emotivitĂ . L’obiettivo non è irretire o commuovere, ma convincere con le ragioni della pacatezza e dell’equilibrio. Occorre interrogarsi sulla cultura nella quale viviamo, che è un insieme di linguaggi, gesti, stili di comportamento. A mio avviso il primo linguaggio che dovremmo recuperare è quello dei gesti. Si parla del valore della vita nella misura in cui, anche nelle sue condizioni piĂš fragili e compromesse, si è capaci di accoglierla mostrandole rispetto e attenzione. Se compiuto non nella privatezza quasi nascosta di chi lo sceglie, ma assunto anche come stile del vivere sociale, questo gesto diventa un linguaggio importante che dice il valore della vita di ognuno, in qual-

ge da lei, ma dagli impegni, che sta fuori casa non perchĂŠ non apprezzi piĂš lei, ma perchĂŠ ha bisogno di evadere, che non fa non perchĂŠ sia un irresponsabile, ma perchĂŠ si sente inadeguato rispetto alle alte aspettative della moglie. Se Sara insomma cambiasse la sua percezione del marito, molto probabilmente acqui-

siasi condizione. Certo, i gesti hanno sempre bisogno di essere accompagnati dalle parole. Forse bisogna togliere le esperienze fragili della vita dal silenzio nel quale le abbiamo avvolte e conďŹ nate. Bisogna ammettere che talora ci mancano le parole per dire il dolore, la malattia, la solitudine, esperienze oggi relegate nel privato di ciascuno. A chi vive queste condizioni manca la possibilitĂ di comunicarle agli altri: sulla dimensione piĂš debole dell’esistenza c’è una sorta di congiura del silenzio. Come “risollevareâ€? questo “siparioâ€?? Ritornare a parlare con coraggio e pacatezza della malattia, della sofferenza e della morte come di dimensioni naturali della vita umana può essere un modo per iniziare a restituire a esse dignitĂ nella nostra cultura. Ma dove cominciare? Dalla famiglia. L’efďŹ cacia delle esperienze educative è proporzionata all’autorevolezza delle sedi in cui vengono proposte. Secondo me è la famiglia il luogo privilegiato in cui si devono trovare sia le parole per dire il dolore, sia il calore per accogliere le persone piĂš fragili, anziani e malati, a cominciare dai nonni o dai vicini di casa abbandonati a se stessi. Ăˆ anzitutto in famiglia che si insegna e trasmette la ‘passione’ per la vita. Ma l’educazione alla vita – come qualsiasi genere di educazione – costituisce un impegno a 360° cui nessuno può far fronte da solo: in sinergia con la famiglia si devono muovere la comunitĂ cristiana e anche la scuola. Quest’ultima, in particolare, ha tra le mani uno straordinario strumento: la cultura umanistica. Deve solo avere il coraggio di utilizzarlo. Rieducare alla vita è restituire alla vita la sua consapevolezza e la sua umanitĂ nel senso piĂš vero del termine.

sterebbe piÚ serenità . Ma spesso per cambiare il proprio punto di vista ci vuole l’aiuto di un’altra persona che sappia prospettarne uno diverso. Se si cambia la percezione, poi i cambiamenti vengono da sÊ. Se Sara percepisse diversamente suo marito, si comporterebbe diversamente con lui. E lui, di conseguenza, si compor-

terebbe diversamente con lei. CosÏ si instaurerebbe un circolo virtuoso di azioni e retro-azioni. Certo, anche il marito, può dare il via a questo circolo di azioni e retroazioni positive, cercando di favorire una percezione piÚ positiva di sÊ da parte della moglie: Peter Pan non mi risulta che fosse sposato.

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Cultura e comunicazione Eventi

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

PalaBrescia Sabato 11 dicembre

Ciufoli il Genio: vorrei desideri per tutti L’attore, in esclusiva per noi, parla di “Aladin”, musical con testi e musiche di D’Orazio con Manuel Frattini nei panni del protagonista

C

di Mauro Toninelli

Che ci fa Ciufoli in “Aladin”? Come che ci fa; sguazza nel suo proprio perché è uno spettacolo divertente innanzitutto. Io faccio quello che so fare, cioè faccio ridere, e poi faccio qualcosa che non è nel mio normale, cioè cantare e ballare. È una bella soddisfazione. Ovviamente non ballo da ballerino e non canto da cantante, ma l’insieme è quello che fa il risultato e l’insieme mi sembra sia stato soddisfacentre, per me e per il pubblico che ci segue numerosissimo. In tutte le date abbiamo fatto il tutto esaurito, speriamo che possa continuare così. Avresti immaginato di interpretare un Genio nella tua carriera? (Ride di gusto alla domanda, ndr.) Veramente no, questa è stata una sorpresa. Quando hanno pensato di scrivere una parte così, allora mi è sembrato un segno. Il genio pelato potevano farlo molti attori, ma il genio pelato e cialtrone potevo farlo solo io. D’Orazio, autore di testi e musiche, ha scritto che il Genio è logorroico, esagerato, spaccone, arguto e ironico ma buono e consapevole di essere Genio. Quanto c’è di te? Ho paura a dirti tanto (risata, ndr.). In ogni caso c’è quanto basta per essere

Roberto Ciufoli, nei panni del Genio

riuscito ad avvicinarlo. Con Stefano ci siamo divertiti a trovare un abito che si calasse addosso a me. In questo sono stato aiutato dalla regia di Fabrizio Angelini, in collaborazione con Gianfranco Vergoni. Un regista che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce per far passare quello che diceva perché ha sufficiente carisma e buone idee per essere ascoltato e seguito. Poi ci sono i compagni di viaggio a partire da Manuel Frattini, che è straordinario, agli altri che danno una grossa mano a entrare nel personaggio e a divertirsi. Nel tuo percorso artistico “Aladin” in che posizione si inserisce? Mi piace vivere la mia esperienza professionale con curiosità. Quando sto vivendo una cosa, quella è al primo posto. Quest’estate mi è capitato di fare il musical e il dramma sacro “Processo a Gesù” di Fabbri per la regia di Panici. Ho vissuto due esperienze, ciascuna con tanto interesse. Come passi da un spettacolo sacro al musical? Dal sacro al profano. Ci passo con impegno e determinazione; con voglia di fare il mio mestiere nel modo migliore, calandomi in panni diversi senza pregiudizi, anche per il pubblico. Al

pubblico del teatro andrebbero fatti monumenti, partendo dai costi che deve sostenere, senza arricchire i poveri attori che sono ancora più martoriati da tagli criminali. Ci sono i vizi capitali nel musical, ma lo spettatore li percepisce? Non sono così evidenti. C’è la percezione della vita, perché i vizi fanno parte della vita. Solo se diventano costanti diventano vizi. In ogni caso i personaggi possono rappresentare alcuni momenti, ma sempre in modo ironico e scanzonato. Non sono pesanti. Quali personaggi ti piacciono, oltre al Genio? “Aladin” di Manuel è divertente; lui salta, balla, canta come un folletto. Ci sono due personaggi Jafar e Iago interpretati da Simone Sibillano e Andrea Spina. Uno è l’antagonista cattivo e l’altro è l’alter ego del Genio, non un pappagallo ma un umano. Se fossi il Genio che magia faresti? Uhhh! Prima farei scomparire qualcuno per ridare il sorriso a molti. Avrei per me un paio di desideri, ma me li tengo. E poi vorrei che tutti potessero avere dei desideri e non dei bisogni. Bisogna sperare nel futuro e avere dei desideri. I desideri sono belli.

Brescia

“Il Cantico delle Creature” tra dipinti e grafiche

La locandina della mostra

Il Museo diocesano ospiterà, dall’11 dicembre al 6 gennaio prossimi, una serie di opere di don Renato Laffranchi e di Martino Gerevini, ispirate al “Cantico delle Creature”, di cui ne è stato fatto un calendario, presentato nei giorni scorsi presso il circolo culturale Piano Nobile di Brescia. “Una mostra e un calendario – ha detto il critico d’arte Fausto Lorenzi – che ambiscono a essere una festa per gli occhi, attraverso l’architettura modulare di 12 più 12 ‘brani’ che, partendo da una variazione su base armonica, conferiscono all’insieme, quasi fossero variazioni sul tema, accordi iconograficomusicali. Si tratta infatti del “Cantico delle Creature” nei dipinti di Renato Laffranchi e nelle variazioni grafiche di Martino Gerevini. Se Laffranchi accoglie la pienezza amorosa del Cantico – ha aggiunto Lorenzi – altrettanto espri-

me la mano di Gerevini, che ha sostituito gli strumenti della vecchia tipografia con il mouse, sapendo trasformare la geometria in canto”. “Da anni osservo come Martino riprende le mie opere – ha detto don Renato, che ama definirsi un ‘quasi pittore’ – facendo di esse cose stupende e quando gli ho chiesto di fare qualcosa di suo assieme a me, come il calendario, mi sono accorto che apparteniamo a uno stesso mondo, pur con origini completamente diverse”. “Ho sempre visto don Renato come un maestro, troppo in alto per essere avvicinato – ha ribattuto Martino Gerevini che, tra le molte definizioni che lo identificano preferisce quella di ‘aspirante artista’ – e questo lavoro che abbiamo compiuto assieme è una tappa importante del mio cammino”. (fr.a.)


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Città e provincia

Natale a teatro 2010 con debutto del Telaio

Marco Cupellari e Maria Alberta Navello nel “Barbablù”

Con l’arrivo dell’Avvento torna la rassegna “Natale a Teatro”, enclave natalizia all’interno della stagione teatrale per ragazzi “Storie storie storie” del Teatro Telaio. Dopo alcuni spettacoli riservati alle scuole, l’8 dicembre inizieranno quelli dedicati alle famiglie. Cinque gli appuntamenti di quest’anno. Il primo è al Teatro parrocchiale di Cologne, in occasione dell’Immacolata, alle 15.30. In scena, l’ultima produzione del Telaio: “Aspettando Natale”, un collage di storie e di personaggi che si incontrano intorno al presepe. Lo spettacolo sarà replicato il 26 dicembre al Teatro Arcobaleno di Fiumicello (Brescia), sempre alle 15.30. Il 2 gennaio, al Teatro Arcobaleno, Ditta Gioco Fiaba presenterà il celebre “Canto di Natale”, tratto da Dickens. Dedicato all’asino del Presepe “L’asinello di Shamar”, il 6 gennaio presso il Centro civico di Castegnato. In scena il Teatro Evento, con una poeticissima storia che aveva ispirato anche Walt Disney. Il 9 gennaio, per concludere, andrà in scena “Lady Befana”, ancora di Ditta Gioco Fiaba, sempre presso il Teatro Arcobaleno di Fiumicello. Biglietti 5 e 7 euro (ma lo spettacolo di Castegnato e di Cologne ha ingresso unico a 3 euro). Info: www.teatrotelaio.it - 03046535.

Brescia

Verso il Natale con il Ctb La stagione 2010-2011 del Centro teatrale bresciano – Teatro Stabile di Brescia è cominciata nel migliore dei modi; tre spettacoli (due le produzioni dello Stabile) che hanno emozionato gli spettatori i quali proprio questo chiedono al Ctb: messe in scena che lascino il segno, che si facciano ricordare per ciò che hanno saputo risvegliare. L’ultimo mese dell’anno è ancora ricco di opportunità perché se al Santa Chiara prosegue fino al 19 dicembre il Barbablù di Cesare Lievi, al Sociale, dove ha messo in scena il “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, è tornato Andrea Battistini per proporre le letture drammatizzate “Verso i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Ma andiamo per ordine. Al Santa Chiara, la bomboniera che sembrerebbe finalmente prossima a un serio restauro, c’è tempo fino al 19 per ammirare la straordinaria macchina ottica nella quale prende vita la rappresentazione del “Barbablù” di Georg Trakl secondo la traduzione e regia di Cesare Lievi. Il regista, ricordando che “lo spettacolo è stato realizzato a Gargnano 26 anni fa e che da lì è partito per essere allestito non solo in tutta Italia ma sulle principali scene europee”, non trascura di sollecitare i giovani a “lavorare senza pensare al successo ma all’arte e a ciò che fanno”. Lievi, inoltre, riconosce che Trakl ha una visione cupa del mondo ma guardando lo spettacolo resta intatta una speranza: “l’immaginazione, la fantasia l’arte possono vincere il male”. Dal Santa Chiara al Sociale per le Letture drammatizzate firmate Andrea Battistini. Tre, le opere per altrettanti appuntamenti che si ripeteranno per due cicli, fino al 17 del mese: “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “Cuore” di Edmondo De Amicis, “I Vicerè” di Federico De Roberto. È inoltre previsto un 4° incontro nel corso del quale saranno letti brani di autori di grande interesse storico e letterario. Sicuramente un modo nuovo di approcciarsi alla storia, valorizzando le emozioni e i sentimenti come solo l’esperienza teatrale può dare. Le repliche mattutine sono per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado mentre quelle pomeridiane sono rivolte a tutti. “Abbiamo già sperimentato questa modalità teatrale per altri temi – ha affermato il regista ‘tosco-bresciano’ – e il direttore del Ctb, Angelo Pastore, ha reputato che la proposta, ripensata in chiave locale, fosse idonea anche per valorizzare l’importante ricorrenza nazionale. Sono testi importanti, letti da attori accompagnati da note di pianoforte. Testi efficaci nel metterci a confronto con il nostro passato e mostrarci che, nonostante gli anni, le questioni, le preoccupazioni, le aspirazioni degli italiani di allora sono quelle che noi viviamo oggi”. Info: www.ctbteatrostabile.it - 0302928611. (m.l.)

Foto di scena da “Aspettando Natale”

Brescia

Una mostra al Franciscanum Fino al 18 dicembre è aperta presso l’Istituto Franciscanum (via Callegari 11) la 10ª edizione della tradizionale mostra scientifica che, per il 2010, affronta il tema “Atmosphera”. Obiettivo: presentare la realtà e i miti dei cambiamenti climatici nel presente e nella storia del nostro pianeta. L’orario di visita è ampio (dalle 8 alle 16) e l’ingresso è gratuito. L’esposizione, allestita dagli studenti del liceo scientifico Luzzago, è costituita da una serie di pannelli illustrativi, due dvd e alcuni esperimenti didattici. Il problema dei cambiamenti climatici ci costringe a prendere coscienza dei fattori essenziali del rapporto tra uomo e natura nell’era post moderna. Per informazioni (le scuole possono prenotare la visita guidata), telefonare al numero 0303757998.


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Bagnolo Mella Restauro concluso

Il Compianto, capolavoro di Zamara Nelle immagini, una miriade di dettagli cromatici e compositivi difficilmente osservabili dal vero

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di Nicola Rocchi

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Un capolavoro poco noto del Rinascimento bresciano, restituito alla bellezza dei suoi colori originari. E uno scultore-notaio dall’esistenza inquieta, animato da molteplici interessi culturali. L’opera è il Compianto ligneo custodito nel santuario di Santa Maria della Stella, a Bagnolo Mella: 14 statue che compongono la classica iconografia della “lamentazione” intorno al corpo del Cristo morto. Lo scultore che le realizzò, tra il 1519 e il 1525, fu Clemente Zamara: nato a Chiari intorno al 1475, è un artista sulla cui produzione ancora molto deve essere conosciuto. Nel 2009 si è concluso il delicato restauro delle statue avviato nel 2005 dallo studio di Marina Baiguera, con la supervisione della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Brescia, Cremona e Mantova. Alcuni giorni fa, al castello di Padernello, è stato presentato “Lo

Il Compianto ligneo (ph: Virginio Gilberti)

splendido teatro del dolore”, il libro edito da Grafo che documenta gli esiti del restauro. Il Compianto di Bagnolo – ricorda Sandro Guerrini, lo storico dell’arte autore dei testi del volume – “prende vita sullo sfondo di pestilenze, carestie e devastazioni di eserciti”. Lo studioso ha ripercorso la biografia artistica dello scultore di cui ha fornito nel volume una sintesi aggiornata. Nel Compianto “echeggiano dolori e tragedie vissuti dall’artista, duramente provato dall’esilio inflittogli nel 1515-16 perché compromesso con i francesi, e costretto poi a viaggiare continuamente in cerca di lavoro”. Nelle statue lo Zamara fonde “la tradizione foppesca quattrocentesca con il cromatismo veneto e l’emergere di stilemi primitivi e di elementi persino gotico-nordici”: sintetizzando le molte influenze in un esito fortemente drammatico, caratte-

rizzato da un’asciuttezza tipicamente “bresciana”. Le 14 figure sono state dipinte da un importante maestro operante in quegli anni nel Bresciano. Renata Casarin – che ha diretto i lavori di restauro per conto della Soprintendenza – ha spiegato nel dettaglio come il restauro abbia permesso di eliminare le sovradipinture che nei secoli avevano alterato la policromia originale, riportando alla luce la “raffinatezza esecutiva e d’intaglio” del Compianto bagnolese, la “plasticità delle figure, la gamma intonata delle vesti, la ricercata spazialità dei movimenti”. Il restauro, e il libro che lo racconta, rendono così pieno merito all’impegno del gruppo “Amici del santuario della Stella”, del parroco di Bagnolo don Severino Chiari e di tutta la comunità parrocchiale, che hanno seguito e sostenuto con passione il recupero di questa mirabile testimonianza di fede.

Voce Libri

Cantico EMANUELA GHINI MARIETTI, GE-MI 2010, EURO 26,00

“Tra le pagine che ora rileggo mi sorprendono e mi restano cari alcuni tratteggi: ‘Sono i gesti poveri, feriali, le parole sommesse, bisbigliate, le attenzioni sottili che danno la vita’. O altrove. ‘Da brandelli di verità si può essere condotti alla Verità’. O ancora: ‘Le ore intense impongono sobrietà e semplicità. Si è raggiunti solo dall’essenziale’. Si tratta di segnavia del vivere che reputo molto preziosi e profondi per chi, come me, è un cristiano ‘semplice’, ma anche per il laico che gioca lealmente la sua ricerca, l’uno e l’altro attanagliati da una propria indomabile insoddisfazione per l’angusto contingente. Credo che la mission dei minuscoli componimenti qui felicemente raccolti sia soprattutto quella di offrire una direzione di senso… Il filo esile che aiuta a non perdersi nel dedalo dei tanti quotidiani labirinti” (Dall’Introduzione di D. Boffo). E. Ghini, monaca carmelitana scalza al Carmelo di Savona, si è laureata a Bologna dove ha praticato alcuni anni di ricerca in filosofia teoretica.

Monsignor Angelo Zanetti GIUSEPPE DELFRATE (A CURA DI) GAM, RUDIANO (BS) 2010, EURO 5,00

“Don Angelo Zanetti fu una figura di sacerdote affascinante, coinvolgente, convincente; capace di orientare verso un umanesimo integrale, plenario. Ebbe quelle doti particolari per vivere, con piena responsabilità, il tempo che gli fu dato, ossia i 70 anni di vita, ma sempre con lo sguardo rivolto al trascendente, all’eterno (…). La sua affabilità, la sua ampia cultura, ecclesiologica e sociale, quel suo sorriso aperto, il suo stile nel rapportarsi con le persone che, volentieri, incontrava metteva ognuno a proprio agio per interloquire, cordialmente con lui. Per questo possiamo dire che ‘la Chiesa bresciana ha avuto in lui uno dei sacerdoti più significativi del Novecento’. Il mio primo obiettivo, che considero per me un dovere, è di fare memoria, rievocarne la figura e la grande opera pastorale e sociale. Rendere testimonianza del suo progetto d’amore e di verità, che senza risparmio di energie, ha cercato di realizzare in mezzo a noi, e con noi, fraternamente” (Giuseppe Delfrate)


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Lograto

Brescia Presentazione libro

Inediti: le grafiche di Giacomo Bergomi

Non giudicare: forse è colpevole, certamente soffre

A Villa Morando, sono in esposizione opere inedite di Giacomo Bergomi che catturano per l’immediatezza e la profondità delle immagini evocate. “Come testimoniano i carboncini della prima sala – ha affermato Agostino Garda inaugurando la mostra –, Giacomo coglie lo spirito della nostra Bassa, del fiume Oglio e delle cascine, dei canneti, delle nevicate. Qua e là uno spolvero di pastello per precisare un’emozione. Scampoli di terra sempre più rari perché l’aggressività postmoderna inneggia, nei fatti, alla cementificazione. Opere documento per sostenere i volti segnati dalle rughe modellate da fatiche di sempre, dall’essere contadini e contadine per passione o per forza. Nelle misurate concessioni di colore l’artista non si compiace nella narrazione. Assolutamente pudichi i nudi della terza sezione. Perle di suggestione, di immaginario femminile, dispiegate con gesto rapido, sicuro, competente di un’anatomia più vissuta che scolastica. Intensi gli sguardi degli occhi a mandorla ora socchiusi, ora sgranati, ora sottolineati dal trucco per imprimere ancor più leggiadria alla perfezione degli ovali”. Una mostra che, all’insegna del modus vivendi del mondo contadino celebrato da Bergomi nei lavori esposti, è trionfo di sobrietà, assenza di ostentazione. L’artista è considerato dalla maggior parte della critica e per consenso popolare uno dei protagonisti più significativi della pittura bresciana del ’900. Dalla giovinezza fino all’affermazione artistica ha vissuto a Lograto e a esso è rimasto unito anche in seguito, come dimostrano le indimenticabili mostre che furono allestite negli anni ’80 e ’90 presso Villa Calini Morando (Palazzo Municipale). Nelle sue prime opere impresse i volti della gente e gli scorci del paese fissando il suo sguardo su un periodo della storia di Lograto. In collaborazione con il Comune, Anna e Stefano Bergomi, familiari del pittore, con i loro collaboratori, Gianbattista Gaffurini e Gianbattista Piscioli, propongono alla popolazione di Lograto un progetto per raccogliere testimonianze e per censire (catalogare) le opere dell’artista. Lo scopo è di allestire nel 2013 (decimo anniversario della morte) una mostra, con un catalogo, intitolata “Lograto e Giacomo Bergomi”, con la quale approfondire la conoscenza della figura dell’artista e compiere un servizio alla memoria storica locale. Info: www.giacomobergomi.it La mostra è aperta fino al 9 gennaio 2011 a Villa Calini Morando - via Calini, 9 - Lograto il sabato (escluso il 25 dicembre) ore 1518.30; domenica (inclusi l’8 dicembre e il 6 gennaio) ore 10-12 e 15-18.30.

La vita è adesso ANSELM GRÜN QUERINIANA, BRESCIA 2010, EURO 16,50

L’arte della vita consiste nell’abbandonarsi al processo di trasformazione interiore dell’esistenza. In quest’arte ogni giorno possiamo esercitarci. Sono importanti il corpo e l’anima, i rapporti interpersonali, ma anche le domande sul senso della vita. Lo sguardo alla terza età si limita ad acuire gli interrogativi che, in realtà, valgono per l’intera esistenza. La vita è adesso. E, in fondo, non viviamo per restare giovani, ma per diventare vecchi. “Nell’espressione ‘diventare vecchi’ è descritto qualcosa di importante, qualcosa di positivo: l’invecchiare è un movimento. C’è ancora qualcosa in divenire nell’essere umano. C’è qualcosa che cresce. Ogni persona ha bisogno di una sensibilità per ciò che può essere realizzato specificamente nella fase dell’esistenza che sta attraversando” (Anselm Grün). L’autore, dottore in teologia e monaco benedettino, è priore amministratore dell’Abbazia di Münsterschwarzach in Germania. È uno dei più letti autori di spiritualità in campo internazionale.

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“Prete da galera” è un libro scritto da Silvio Valota, pubblicato dalle edizioni San Paolo nel marzo scorso e nelle cui pagine si possono leggere storie di persone recidive che si trovano attualmente in carcere e di chi, invece, non avrebbe mai pensato di entrarvi. Le pagine del volume ripercorrono inoltre una parte di storia d’Italia in stretta connessione con alcune vicende legate alle case circondariali nazionali: storie di semplici ladri o di brigatisti, di suicidi dopo lo scoppio del caso Mani pulite, di sacrifici e di chi, come qualcuno, è pronto alla reclusione pur di salvare un amico e risparmiargli una simile esperienza. Narratore di molti degli episodi del libro è don Luigi Melesi, cappellano nel carcere di San Vittore dal 1978 che, per oltre 30 anni ha ascoltato, consolato e consigliato i detenuti della casa circondariale milanese, fino a quando ha dovuto lasciare il delicato incarico per gravi motivi di salute. Prete salesiano, e quindi educatore per vocazione, durante la sua lunga esperienza dietro le sbarre don Melesi ha conosciuto brigatisti, rapinatori, assassini ma anche tanta gente semplice, che ha commesso piccoli reati comuni, a volte solo per procurarsi il pane per vivere. Occasione per riflettere su questi argomenti è stata la presentazione bresciana del libro, tenutasi presso la Sala multimediale della parrocchia dei salesiani, alla quale hanno preso parte oltre all’autore del libro, don Adriano Santus (cappellano della casa circondariale di Brescia) e Angelo Canori (presidente del Vol.ca onlus). (l.d.p.)

Un amore veneziano ANDREA DI ROBILANT CORBACCIO, MILANO 2010 EURO 18,60

Sullo sfondo di una oramai decadente Venezia repubblicana, si sviluppa la storia d’amore tra Andrea Memmo e Giustiniana Wynne; lui giovane erede di una delle più antiche famiglie della Serenissima, lei fanciulla di origine anglo-veneziana, dalla personalità accesa e dall’intelligenza vivace ma, ahimé, segnata dalla nascita illegittima. Tra palazzi di amici, ridotti di teatri, stanze in affitto, i due vivranno in segreto il loro amore sino al giorno in cui la famiglia di Giustiniana si trasferisce all’estero. L’autore – giornalista esperto di politica estera – ci fa ripercorrere, attraverso il lungo e costante scambio epistolare tenuto dai due amanti, l’evoluzione della loro storia d’amore e, in parallelo, i cambiamenti che si sviluppano all’interno della società veneziana. Questa storia ha in sé tutti gli elementi che fanno “grande” un romanzo e il fatto che si basi su una vicenda realmente accaduta rende il tutto ancora più interessante. (Elisa Abeni per conto della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Televisione La sfida per vincere l’audience

Quando la Tv “approfondisce” la tragedia

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Da più di tre mesi il caso di Avetrana è diventato il piatto forte dell’offerta televisiva italiana. I dati Auditel sull’ascolto, per calcolare la media degli ascolti di un canale, devono ormai tener conto dei momenti quotidiani in cui la triste vicenda dell’uccisione di Sarah Scazzi viene ricostruita in diretta, passo dopo passo, da persone che stanno trasformando questa disgrazia nel momento più fortunato della loro carriera televisiva. In questo, sia Rai che Mediaset stanno dimostrando di avere tutte le carte in regola per creare lo spettacolo anche dalla morte. È sorprendente verificare quotidianamente quanto sia ancora tangibile e forte la componente di magia nera che uno strumento audiovisivo come la televisione esercita sulla folla, quella folla vittima e carnefice di se stessa, che con la medesima concitazione accorre sul luogo del disastro o sul luogo del prodigio; la folla pronta a rivivere delle sue più ancestrali risorse, gonfia di una natura umana e disumana allo stesso tempo, un luogo sociale impossibile da definire prima che lo squillo di trombe richiami l’attenzione sulla singola vittima, ovvero sul singolo colpevole. Il caso televisivo di Avetrana, come tanti altri in precedenza, ci ricorda con beffarda insistenza l’arrogante debolezza dell’informe moltitudine umana che muove disarticolata contro un obiettivo, per mutare da “tanti” a “uno”, per acquisire identità e innalzarsi sopra la dignità dell’individuo, qualunque esso sia. Il caso di Sarah Scazzi ci dimostra come sia possibile riversare questa magia contemporaneamente sia sul carnefice che sulla vittima: la forza mimetica che viene liberata non si frammenta; al contrario raddoppia e rende il contesto ancora più schizofrenico, dopato, esplosivo. Ecco il danno che la televisione porta nella società nel momento in cui usa le sue efficaci risorse audiovisive per amplificare ciò che già tutti gridano. Sono, colorati di televisivo illuminismo, gli stessi secoli delle folle festanti alle impiccagioni, ai roghi o alle lapidazioni, questi momenti non hanno coordinate temporali, esi-

di Alberto Averoldi

stono di per se stessi e si alimentano della violenza che generano. Ma se c’è un danno per le centinaia di ore televisive spese nei confronti della morte della povera Sarah, c’è anche una beffa: chi trasforma questa scintilla inestinguibile, questo primitivo principio di sacrale partecipazione collettiva in un fuoco distruttivo, e lo alimenta giorno dopo giorno, lo sta facendo solo per accrescere il proprio potere, economico, culturale, politico. La televisione in questi frangenti assume l’autorità del sacerdote pagano che offre al mondo le vittime sacrificali da innalzare al sacro ruolo di innocenti o colpevoli, le due facce di una stessa medaglia. In queste vicende più giudiziarie che televisive, lo schermo assume il ruolo del tribunale più attendibile, è la vera arena pubblica in cui la ricerca della verità coincide pericolosamente con la gestione dell’opinione pubblica. Quando i riflettori televisivi capiranno che è giunto il momento di volgere lo sguardo su un altro caso, nessuno si lamenterà, il pubblico volerà a posarsi laddove la luce si è riaccesa, in attesa che voci e immagini lontane possano di nuovo riempire la vita.

SAB Fx, h. 6.05 BORIS Canale Sky 131. Divertente serie tv italiana che racconta con ironia non-sense le avventure di una troupe televisiva alle prese con la produzione di un’improbabile soap opera… Tv2000, h. 11.30 LA GRANDE MUSICA Le registrazioni dal vivo dei migliori brani di musica classica eseguiti da importanti orchestre internazionali. Discovery Ch., h. 13.00 COM’È FATTO Canale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico che serve per costruire oggetti di uso comune. Rai Tre, h. 14.55 TV TALK Massimo Bernardini presenta un interessante programma di critica e analisi televisiva. In studio professori universitari e studenti leggono la settimana televisiva e ne commentano le novità. Cielo, h. 21.00 X-FILES Digitale Terrestre. Telefilm americano che ha appassionato tutto il mondo negli anni ’90, con David Duchovny e Gillian Anderson. Due agenti dell’Fbi sono assegnati a misteriosi casi che hanno a che fare con la sfera paranormale.

Tv2000, h. 18.30 CONTROVENTO Monica Mondo conduce un interessante momento di approfondimento su questioni sociali, culturali, morali. L’intento del programma è quello di offrire un diverso punto di vista riguardo ad aspetti della vita sui quali sembra sia stata già detta l’ultima parola.

DOM Rai Tre, h. 11.20 TGR MEDITERRANEO Un appuntamento settimanale per scoprire i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo: luoghi, culture, storia… Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Edoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bellezze del nostro territorio. Uno sguardo privilegiato sul paesaggio e sulle bontà enogastronomiche del nostro Paese. Rai Tre, h. 12.55 RACCONTI DI VITA Giovanni Anversa è alle prese con le piccole grandi storie delle famiglie italiane. Le testimonianze di chi, nonostante numerosi problemi, ha saputo trovare nei suoi cari la forza di combattere.

Rai Tre, h. 21.30 REPORT La puntata di questa sera del programma di Milena Gabanelli è dedicato al Pil (Prodotto interno lordo), per mettere a fuoco i meccanismi che regolano uno dei tabù della cultura economica. Tv2000, h. 22.15 RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRO Digitale Terrestre. Approfondimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Con reportage interessanti e molto curati Sciancalepore viaggia attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano.

Tv2000, h. 20.50 LA COMPAGNIA DEL LIBRO Saverio Simonelli ci accompagna alla scoperta della lettura, presentandoci le ultime novità letterarie nazionali e internazionali. Aggiornamenti su fiere e manifestazioni legate all’industria del libro. Consigli e commenti da esperti nel settore, interviste a scrittori e giornalisti.


Telecomando

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Rai Tre, h. 7.00 TGR BUONGIORNO REGIONE Uno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra regione.

Rai Uno, h. 6.10 QUARK ATLANTE – IMMAGINI DAL PIANETA Brevi documentari su curiosi animali esotici e sui più affascinanti luoghi del pianeta. In questa puntata vengono svelati i segreti della giungla grazie a fenomenali riprese dall’alto.

Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione.

Rai Due, h. 7.55 SHAUN VITA DA PECORA Divertente cartone animato per bambini ma anche per chi ha qualche anno in più. Attraverso ottime animazioni in plastilina seguiamo le spassose avventure di una pecora e dell’amico cane pastore alle prese con i problemi quotidiani della loro fattoria

Rete Quattro, h.7.55 STARSKY E HUTCH Serie tv squisitamente americana prodotta nella seconda metà degli anni ’70. Le avventure di una delle più famose coppie di poliziotti della televisione.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ci propone ogni giorno interessanti documentari storici sui fatti più importanti dell’ultimo secolo. Rai Due, h. 9.30 SORGENTE DI VITA Settimanale di informazione religiosa dedicato alla comunità ebraica in Italia. Gli ultimi aggiornamenti, gli appuntamenti culturali e la storia dell’ebraismo raccontata e spiegata da esperti del settore. Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia. La 7, h. 21.10 L’INFEDELE Il giornalista Gad Lerner ci conduce con professionalità nel mondo dell’Italia che deve cambiare. Affilato commento al mondo della politica a 360 gradi.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schieramenti politici, giornalisti e opinionisti. Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Un appuntamento quotidiano con l’informazione medica: le ultime scoperte scientifiche e i consigli per preservare la salute. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Chuck Norris interpreta un Texas Ranger, poliziotto che difende i diritti dei più deboli e dà la caccia a pericolosi criminali. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber analizza l’assetto politico e sociale dell’Italia commentando le ultime notizie insieme a esponenti politici, del mondo della comunicazione e della cultura italiana.

Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm americano ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia. Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. Rai Due, h 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli della tv degli anni ’90. Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli, è sempre alle prese con un caso di omicidio. Tv2000 h. 21.00 TG TG Il tg dei telegiornali nazionali: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi problemi dell’Italia.

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE La nuova stagione per il settimanale dedicato al mondo della montagna italiana in tutte le sue sfaccettature. Oggi visiteremo la Val d’Ossola, in Piemonte, e le sue centrali idroelettriche.

Tv2000, h 13.00 DANIEL BOONE Digitale Terrestre. Divertente e avvincente telefilm della vecchia scuola. Un pioniere americano vive in ogni puntata incredibili avventure, vissute insieme all’inseparabile amico, un Sioux.

Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Rubrica quotidiana dalla parte del consumatore: consigli e notizie utili alla scelta del prodotto migliore al supermercato. Oggi si parla dei prodotti tipici di tutte le regioni.

Sky Uno, 20.00 DAVID LETTERMAN SHOW Canale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale.

La 7, h 16.00 ATLANTIDE – STORIE DI UOMINI E DI MONDI Una serie di interessanti documentari che riguardano la storia e la scienza. Luoghi e volti, storie del passato e scenari dal futuro.

Rete Quattro, h. 21.10 C’ERA UN CINESE IN COMA Film commedia del 2000 firmato da Carlo Verdone. Racconta la storia di un autista che per necessità si trasforma in una stella di prima grandezza dello spettacolo.

Tv2000 h. 20.00 NOVECENTO CONTROLUCE La giornalista Paola Saluzzi ospita in un accogliente studio televisivo importanti personaggi della vita pubblica italiana, che hanno vissuto in prima persona i cambiamenti più importanti del secolo scorso.

Rai Movie, h. 21.00 LA GIUSTA DISTANZA Pellicola del 2007, diretta da Carlo Mazzacurati, con Valentina Lodovini. In un piccolo paese di provincia arriva una nuova e affascinante maestra dalla città. Due ragazzi si innamorano di lei, ma le cose non sono affatto facili. Un misterioso omicidio precipiterà tutta la popolazione in un turbine di sospetti e pregiudizi…

Cielo, h. 21.00 BUONGIORNO AFGHANISTAN – DIARIO DI FABIO CARESSA Un documentario realizzato per Sky dal cronista sportivo Fabio Caressa, che si è trasformato per l’occasione in cronista di guerra, visitando le basi militari in Afghanistan, riportando testimonianze di vita, analizzando i molteplici problemi quotidiani di una nazione occupata e del difficile ruolo dei soldati americani ed europei.

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Rete Quattro, h. 21.10 IL PADRINO Un classico del cinema di tutti i tempi. Francis Ford Coppola racconta l’epopea della famiglia del boss mafioso don Vito Corleone, un uomo potente nella criminalità organizzata di New York. Il figlio prediletto è un soldato americano che non vuole avere a che fare con i traffici del padre… Una storia avvincente e ben architettata.

Rai Uno, h. 21.10 SISTER ACT Divertente commedia del 1992 con Whoopi Goldberg. Deloris Van Cartier, una cantante che si esibisce nei casinò di Las Vegas, assiste ad un omicidio e in attesa di testimoniare in tribunale viene nascosta dalla polizia in un convento sotto mentite spoglie. Qui decide di mettere le sue capacità canore al servizio delle nuove sorelle…

Sky Hits, h. 21.00 TROPIC THUNDER Spassosa commedia del 2008 con Ben Stiller, Jack Black e Tom Cruise. La parodia dei più famosi film di guerra. Una troupe cinematografica è alle prese con un colossale film sulla guerra del Vietnam. Gli attori però non sembrano entrare nei loro personaggi. Verranno abbandonati nella giungla per essere spronati a dare il loro meglio. Non sanno che una vera guerra incombe…


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LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Cultura e comunicazione Radio e Media

Musica Quota tre per il bresciano Ettore Giuradei

Il sovvertitore del pop

S

Si intitola “La repubblica del sole” il terzo cd del cantautore bresciano Ettore Giuradei, musicista al quale l’appellativo di promessa va ormai stretto, dopo tre lavori di spessore, la vittoria al Premio Nuova Canzone d’Autore al Mei di Faenza del 2006, la finale al Premio Fuori dal Mucchio 2006 e al Premio De Andrè 2006 e la partecipazione al Premio Tenco nel 2008. Questo album pare restituire dignità alla figura del cantautore, quasi evaporata al giorno d’oggi sotto la pressione di troppi impulsi che tendono a emarginare chi con la musica e le parole, pur senza far rivoluzioni, riesce a instillare semi di riflessione in una società sempre più vacua. Non è un caso quindi che Ettore sia stato definito come il “sovvertitore impegnato del pop”, per la sua capacità di andare in profondità senza perdere di vista la leggerezza e l’immediatezza. Il disco si apre con la title track, una canzone dal grande appeal, secca come una fucilata e diretta come solo il pop sa essere, che delinea in un certo senso il percorso musicale di questo disco. Un pop vestito di impegno, con in mente il destino di chi – Pasolini, Gaber, Rino Gaetano e molti altri – è stato trascurato o messo al bando in vita per poi essere recuperato da morto, spesso per semplice opportunismo. Assolutamente da non perdere il video della canzone, in onda sulle piattaforme digitali. L’intero album presenta un suono meno

di Ricky Barone

nervoso dei precedenti, più lineare e in un certo senso più levigato, con la presenza, come sempre decisiva, del fratello Marco, pianista dal grande senso musicale e abile regista del suono. Rimangono ben salde, comunque, certe caratteristiche tipiche di Ettore Giuradei, come la propensione a mescolare le carte nei testi, onirici, immaginari, bambineschi, che rimandano talvolta al nonsense. Un punto fermo rimane anche la sua voce, piacevolmente sgraziata. Qualche accenno alle canzoni. Bella, sinuosa e ritmata, come potrebbe essere un pezzo di Paolo Conte, è “Sbatton le finestre”, che esalta la qualità dei musicisti, tra cui

indomito rimane Danilo Di Prizio alle chitarre, consolidato collaboratore di Giuradei, che fa da spalla alla pietra angolare dei suoni che rimane Marco Giuradei, mentre nuovi e abili collaboratori partecipano a questo progetto. “Eva” parte lenta per crescere gradualmente, sorretta da un ottimo filo di basso. Dopo “Paese” incontriamo la simil-filastrocca dal sapore deandreiano “Il vicino”, breve ma intensa, solo piano e voce con la melodia che ricorda “Per te” di Jovanotti. Dolce e delicata è “Sensazioni”, in perfetto stile Giuradei, canzone che ci dà la cifra di un artista non più piccolino. Chiude “Macchinina cocaina”, canzone quasi sghemba sul significato subdolo e ammaliante di slot machine e cianfrusaglie varie. Album bello ed equilibrato per un’altra gemma musicale bresciana, ormai entrata nella lista dei nomi più interessanti della nuova generazione della canzone d’autore italiana.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Nelle domeniche d’Avvento il commento al Vangelo è di mons. Luciano Monari. Nella nuova rubrica “Arte per lo spirito” Carmela Perrucchetti ci presenta opere e mostre sacre contemporanee. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.

La copertina del nuovo disco

Cd Nuovo brano musicale e video correlato

Tra le Christmas song anche i Coldplay Con l’Avvento è iniziato il conto alla rovescia verso il Natale. Un Natale come sempre, e nonostante la crisi, ricco di proposte musicali. Questa settimana riferiamo di una news importante sui Coldplay, una delle band più considerate dalla critica e tra le più amate dal pubblico. Questo in virtù di un successo crescente, un’avventura iniziata nel 2000 con l’album “Parachutes” seguito nel 2002 da “A Rush Of Blood To The Head”, disco che fa approdare oltre oceano la band capitanata da Chris Martin. La storia prosegue nel 2005 con “X&Y”, album che si distingue dai predecessori per una maggiore ricercatezza del suono e culmina con il trionfo dell’ultimo cd “Viva La Vida Or Death And All His Friends” (pubblicato il 12 giugno 2008). Un cd che ha consentito alla band guidata da Chris Martin di raggiungere in un solo anno il record di oltre 40 milioni di album venduti in tutto il mondo. In occasione di questo Avvento, i Coldplay

hanno regalano al pubblico la canzone “Christmas lights’”, brano che è approdato nelle radio e su ITunes dal 1 dicembre. “Mercoledì 1° dicembre, dalle ore 20, pubblicheremo la nostra nuova canzone ‘Christmas lights’ che sarà disponibile su Itunes e ovuque. Vi auguriamo un felice Natale e buone vacanze. Sempre Vostri. Coldplay”. È così che i Coldplay, in attesa del quinto disco ufficiale al quale stanno già lavorando, hanno annunciato sul loro sito l’inatteso regalo natalizio per il loro pubblico. Un regalo che va ad allungare la fila delle Christmas song, una tradizione molto nota in ambito anglo-americano e invece piuttosto trascurata in Italia, dove generalmente si assiste a riproposte derivative e raramente originali. Sulla rete circola già un video che anticipa “Christmas lights”, un brano che, a quanto pare, era in fase di gestazione dal Natale precedente. E con il brano, è stato realizzato anche il video correlato. (r.b.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: ordinati due nuovi diaconi permanenti; “ceri e rose”: l’Immacolata in San Francesco; il nuovo asilo notturno femminile dei Fatebenefratelli; il centenario della rivista “Brixia sacra”. La rubrica “4 parole” è con Mauro Toninelli e presenta il film “Io sono con te”. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Quasi due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. VOCE SPORT La trasmissione “100%Brescia”, dedicata alle Rondinelle, con interviste e approfondimenti, va in onda dal lunedì al venerdì alle 14. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

Le nostre frequenze

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story

Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di mons. Luciano Monari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della famiglia - Arte per lo spirito con Carmela Perrucchetti - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.35 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Cinema “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”

La felicità? È credere alle illusioni L’ultimo film di Woody Allen è dominato dall’ombra della morte, fonte dell’angoscia che travolge i protagonisti; si salva solo Helena che riesce a buttare lo sguardo oltre i limiti della vita

Alfie (Anthony Hopkins) e Sally (Naomi Watts) in una scena del film

PROGRAMMAZIONE Alla scuola per fate di Alfea si festeggia l’inaugurazione del nuovo anno, quando il party viene interrotto da Icy, Darcy e Stormy, le perfide Trix. Le Winx, senza Bloom, sono costrette a rimediare allo scompiglio creato dalle streghe che, dopo aver mandato a monte la festa, rubano un oggetto potentissimo e misterioso. Bloom è su Domino, dove sta vivendo i momenti più belli della sua nuova vita da principessa... Stanno tutti bene di Kirk Jones

Il concerto di Radu Mihaileanu

Uomini di Dio di Xavier Beauvois

Winx Club Magic Magica Avventura di Iginio Staffi

Sale della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 12 dicembre ore 20.45; martedì 14 dicembre ore 20.45; LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 13 dicembre ore 20.30

Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – LUMEZZANE S. SEBASTIANO: domenica 12 dicembre ore 20.45; GIOVANNI PAOLO II – AGNOSINE (cineforum): mercoledì 15 dicembre ore 21.00

Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI (in digitale con microcinema): sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 21.00; lunedì 13 dicembre ore 21.00

Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: domenica 12 dicembre ore 15.00, 17.30; SALA DELLA COMUNITÀ – COLOGNE: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 17.30, 20.45; IL GABBIANO – GHEDI: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 16.00; GLORIA – MONTICHIARI: domenica 12 dicembre ore 15.00; AURORA – PALAZZOLO: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 16.00, 20.30; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 12 dicembre ore 16.15; CORALLO – VILLANUOVA: domenica 12 dicembre ore 14.30

L’incredibile viaggio della tartaruga di Nick Stringer

Porco rosso di Hayao Miyazaki

Figli delle stelle di Lucio Pellegrini

Adèle e l’enigma del faraone di Luc Besson

Una vita tranquilla di Claudio Cupellini

Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: lunedì 13 dicembre ore 15.00

Sala della comunità PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 16.00

Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: domenica 12 dicembre ore 21.00; lunedì 13 dicembre ore 21.00

Sala della comunità SAN COSTANZO – NAVE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 17.00, 20.30

Sala della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 21.00


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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di Nicola Rocchi

Buone notizie dall’aldilà: siamo destinati a vivere più d’una vita. Speriamo però che non siano tutte insensate come quelle dei protagonisti di “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”, l’ultimo spietato meccanismo narrativo di Woody Allen. In teoria una commedia, in realtà un film in cui solo poche battute provocano la risata, dominato com’è dall’ombra della morte che è la fonte – evidente o nascosta – dell’angoscia da cui sono travolti i personaggi. Un’inquietudine ben nota allo stesso regista, che da sempre la combatte con l’ironia e ha dichiarato di essere

“fermamente contrario alla morte”. Un terrore al quale scampa solamente Helena (Gemma Jones), l’anziana signora che all’inizio del film vediamo uscire da un taxi londinese per infilarsi nello studio di una cartomante, della quale implora l’aiuto. Il marito Alfie (Anthony Hopkins, meno gigione del solito), in cerca di un rimedio all’incalzare della vecchiaia, l’ha abbandonata per risposarsi con una prostituta giovane e vistosa. La figlia Sally (Naomi Watts) chiede soldi per tirare avanti un matrimonio in crisi: è sposata con Roy (Josh Brolin),

scrittore da un solo libro che, incassato il successo dell’esordio, non riesce più a produrre niente di valido. Moglie e marito occhieggiano altrove in cerca della felicità. Lei si invaghisce del suo principale (Antonio Banderas), titolare di una galleria d’arte; lui flirta con la bella dirimpettaia (Freida Pinto). Un crescendo inesorabile – ma un po’ sbrigativo nella scrittura, al contrario di quanto avviene generalmente con Allen – condanna i personaggi all’infelicità. Nemmeno attenuata da qualche sussulto morale: a restare più impresso è Roy, pronto a sfruttare cinicamente le disgrazie altrui pur di non dissolversi nel nulla letterario. L’unica a non uscirne con le ossa rotte è appunto Helena. Sentimentale, sincera fino all’eccesso, parecchio affezionata alla bottiglia, credulona per ingenuità ma anche per convenienza, la donna

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trova nei responsi della cartomante il sostegno che le dà la forza di frapporre un argine alle richieste altrui. Convinta dalla maga di essere destinata alla reincarnazione, condivide questa certezza con un coetaneo che attende segnali dalla moglie defunta. La commedia umana di Allen ha oggi spesso il difetto di mancare proprio di “humanitas”, di un briciolo di condivisione e pietà. Il regista sbeffeggia i suoi personaggi che annaspano senza speranza sull’orlo della voragine. Non fa mistero di ritenere che solo le illusioni, le “favole antiche” di leopardiana memoria, possano regalare agli uomini qualche malinteso momento di felicità. Pure, Helena appare l’unica che – sia pure in modo ingenuo – è capace di gettare lo sguardo oltre il limite temporale della vita. È questa la sua salvezza, e anche la nostra.

Affascinato dalle storie del padre, Soren, un giovane gufo, sogna di diventare uno dei Guardiani di Ga’Hoole, un mitico corpo di gufi guerrieri, che salvarono tutti i gufi sconfiggendo i cattivi Pure Ones, nel corso di una epica battaglia. Un giorno, discutendo con il fratello cadono dalla loro casa sull’albero e sono rapiti dai Pure Ones e portati nel loro territorio. Soren, capisce che la loro unica possibilità raggiungere il Grande Albero... Il regno di Ga’Hoole – La lleggenda dei guardiani di Zack Snyder

Cattivissimo me di P. Coffin, C. Renaud, S. Pablos

Harry Potter e i doni... di David Yates

Salt di Phillip Noyce

Sale della comunità SAN LUIGI – LODRINO: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 20.30; ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 14.30, 17.30, 20.30; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 15.00, 20.45; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 16.00, 20.45

Sale della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 15.00, 20.45; lunedì 13 dicembre ore 20.45; INZINO – INZINO: lunedì 13 dicembre ore

Sale della comunità AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 21.00; AURORA – RONCADELLE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 15.00

Sala della comunità PAOLO VI – PREVALLE: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 15.30; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 11 dicembre ore 20.30; domenica 12 dicembre ore 20.30

In una sera d’autunno del 2003 Mark Zuckerberg siede al suo computer e inizia con passione a lavorare a una nuova idea. Quello che prende vita nella sua stanza diventerà presto una rete sociale globale che rivoluzionerà la comunicazione. In soli sei anni e con 500 milioni di amici, Mark Zuckerberg è il più giovane miliardario della storia... ma per lui il successo porterà anche complicazioni sia personali, sia legali... Ti presento un amico di Carlo Vanzina

Maschi contro femmine di Fausto Brizzi

The social n network di David Fincher

Sala della comunità SPLENDOR – ODOLO: sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 20.30

Sala della comunità LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 11 dicembre ore 21.00; domenica 12 dicembre ore 15.00

Sala della Comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 10 dicembre ore 20.45; sabato 11 dicembre ore 20.45; domenica 12 dicembre ore 20.45

Cineforum La passione di Carlo Mazzacurati Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: venerdì 10 dicembre ore 21.00


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LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Analisi Il 44° Rapporto del Censis

Desiderare: un verbo contro la crisi Giuseppe De Rita, dopo avere analizzato la situazione complessiva del Paese ancora in balia delle paure e dei timori causati dalla crisi, indica potenziali piste per risollevare l’Italia e rilanciare un sistema in sofferenza

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Il Censis è pessimista. Nelle considerazioni generali del 44° Rapporto dedicato alla situazione del Paese Giuseppe De Rita adopera toni molto duri sulla situazione attuale evocando “sensazioni di fragilità sia personali che di massa, che fanno pensare ad una perdita di consistenza (anche morale e psichica) del sistema nel suo complesso”. Il Rapporto fa notare alcune contraddizione italiane. Alcune riguardano il mondo del lavoro e della produzione: aumentano disoccu-

Bilanci di fine anno

Il 2010 delle farmacie bresciane

di Stefano Fontana

pazione e precarietà ma ci sono più di 2 milioni di giovani che non fanno nulla perché non trovano il “lavoro adatto”; si dice che occorre flessibilità ma siamo il Paese europeo che fa meno uso degli straordinari che sono il modo più semplice per essere flessibili; abbiamo creato nell’ultimo decennio più posti di lavoro di ogni altro Paese europeo ma ciò non si è tradotto in aumento di ricchezza; la popolazione residente è aumentata anche per gli immigrati ma ciò non si

è tradotto in un aumento del prodotto interno lordo, anzi il reddito procapite è diminuito. Il Censis ritiene che il modello italiano abbia retto la crisi. Rimaniamo al quinto posto tra i Paesi più industrializzati, superiori a Francia e Gran Bretagna, le esportazioni aumentano anche se il volume complessivo della quota di mercato internazionale diminuisce perché ora ci sono anche altri nuovi Paesi emergenti. Eppure, secondo il Censis, si tratta di un modello non più replicabile, ossia giunto al capolinea. Non solo perché l’immobiliare non tira più, ma soprattutto perché “siamo una società in cui gli individui vengono sempre più lasciati a se stessi, liberi di perseguire ciò che più aggrada loro senza più il quotidiano controllo di norme di tipo generale o dettate dalle diverse appartenenze a sistemi intermedi”; “È l’insicurezza il vero virus che opera nella realtà sociale di questi anni”. Il mondo di esprimersi di questi Rap-

Quello che va a concludersi è stato per l’associazione che riunisce i titolari delle farmacie bresciane un anno di particolare impegno, diviso tra la tensione al costante miglioramento dei servizi offerti alla cittadinanza e la preoccupazione di fare comprendere alla politica che il mondo della farmacia non può essere considerato una della tante casseforti a cui attingere in momenti di crisi. Ha preso le mosse proprio da quest’ultima considerazione il bilancio di fine anno di Clara Mottinelli, presidente dell’associazione in prima linea nella battaglia contro il prelievo forzoso sul sistema sanitario nazionale previsto dalla legge di stabilità. “La proposta originaria − afferma la dott.ssa Mottinelli − caricava sul sistema delle farmacie un prelievo forzoso del 3,6%. A fronte delle nostre proteste la politica ha capito la sperequazione commessa e ha ridotto del 50% il prelievo stesso, non addossandolo però solo sulle farmacie ma su tutte le realtà che con queste costituiscono la filiera del farmaco: produttori e magazzini”. Il 2010 è stato per le farmacie anche l’anno del rinnovo delle cariche sociali, con l’elezione di Clara Mottinellli, già presiden-

porti è spesso letterario: non manca il “deserto che avanza”, né la “società piatta”. Forse il giudizio è troppo severo e tranciante, ma che nella società italiana serpeggi comunque un’aria di incertezza e difficoltà lo si nota da tanti segni. Quale la proposta del Censis davanti a questo quadro? Si tratta di un appello a ricominciare a “desiderare”: “Torniamo a desiderare” può apparire una indebita incitazione profetica, ma è piuttosto la riproposizione di una virtù civile, un ritornante raccogliersi sulla dimensione più intima dei singoli e delle comunità”. Si riparte quindi dal basso, dalle persone, dalle associazioni, dalle realtà locali. Di fronte all’inerzia conservatrice delle burocrazie e dei grandi apparati il messaggio del Rapporto ripropone la vitalità innovativa della società civile, delle autonomie e delle originali esperienze innovative, senza farsi condizionare dalla “offerta continua” del tardo capitalismo.

te di Atf Brescia, alla presidenza dei titolari di farmacie rurali e il conseguente inserimento nell’esecutivo di Federfarma Lombardia. Il sistema delle farmacie ha guardato con grande attenzione anche ad alcuni passaggi legislativi. Con soddisfazione ha accolto l’emanazione di tre decreti attuativi della legge 69 del 2009. Il primo disciplina l’attività di infermieri e fisioterapisti, il secondo istituzionalizza le farmacie come centro unico prenotazioni e il terzo individua le prestazioni diagnostiche sanitarie eseguibili in farmacia. “Passo dopo passo − afferma al proposito Clara Mottinelli − le farmacie stanno evolvendo in centri di cure primarie, confermandosi una fondamentale rete sul territorio a servizio dei cittadini”. Di qui l’impegno per fare in modo che tutte le farmacie dell’associazione possano essere messe nelle condizioni di erogare i servizi, una volta definiti, garantendo al pubblico elevati standard di qualità. In questa prospettiva si colloca un impegno che Atf ha assunto per il prossimo anno: quello di lavorare in sinergia con le altre professionalità coinvolte (medici di base su tutti) per fare in modo che i decreti emanati non restino lettera morta ma diano seguito ad azioni concrete.


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Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Innovazione Un convegno promosso da Aib

Il digitale, una sfida per i distretti

Nuove prospettive per una provincia digitalizzata, ma sempre inferiore per quote percentuali all’assetto lombardo. Il tema è stato affrontato nelle scorse settimane nell’ambito del convegno “Col ferro e col silicio” tenuto in Aib. Un passaggio epocale a suon di bit e mega che il territorio non può perdere, complice il rischio di una perfomance scarsa in termini di competitività globale. Titolo azzeccato, allora, quel “col ferro e col silicio”, da un lato la tradizione: appunto quel ferro che è nel dna dei bresciani e delle loro imprese. Dall’altro il silicio, simbolo dello sviluppo tecnologico, della competizione globale. Fer-

di Roberto Barucco

ro e silicio, passato e futuro, hanno convissuto nel summit, il primo del genere, organizzato dall’Associazione industriale in sinergia con il Csmt (Centro servizi multisettoriale e tecnologico). Il focus si è concentrato sulla tecnologia, sul digitale portato a livello pubblico e d’impresa e, ovviamente, sul mezzo per poterci lavorare, la banda larga. “Una priorità strategica per la competitività del Paese, con Confindustria impegnata direttamente nella realizzazione di un progetto di sistema – ha confermato Gabriele Galateri di Genola, delegato di Confidustria per Comunicazioni sviluppo banda larga . Un progetto

che si traduce in efficienza aziendale, risparmio, vantaggi che derivano dalla dematerializzazione del cartaceo per arrivare al ricorso all’Ict nel business, seguendo un percorso ben tracciato dalla presidente Emma Marcegaglia: utilizzare al massimo la leva dell’Ict per incrementare la produttività delle imprese, l’efficienza della Pubblica amministrazione e la qualità di vita dei cittadini”. Dalle infrastrutture alla tecnologia, visti in una nuova ottica, nel ruolo di elementi abilitanti, per creare modelli competitivi e di business. È la necessità di una nuova consapevolezza e di una nuova prospettiva nell’accostarsi all’Ict, che ha unito nel Summit 2010 i rappresentanti delle aziende medio-grandi, i responsabili di multinazionali, i vertici della Camera di Commercio locale, Università di Brescia, docenti del Politecnico di Milano e dell’Ecole des hautes études commerciales Paris.

“Serve un progetto aggregatore forte – ha sottolineato Gabriele Galateri – e ritengo che una realtà come l’Aib sia assolutamente idonea per questo ruolo. Gran parte delle proposte sono state recepite dal Governo. Tuttavia, a oggi, anche a causa della crisi economica, questi piani sono stati realizzati solo in parte, lasciando di fatto al territorio l’onere di favorire lo sviluppo di un ecosistema digitale”. Non esserci, è stato evidenziato nel corso del convegno, significa perdere quote di mercato. Ecco perché, tra le tante iniziative, trova spazio la disponibilità del Comitato “Banda Larga” a intervenire in tavole rotonde regionali, proprio in considerazione della crescente importanza delle Regioni nella definizione, nell’attivazione e nella realizzazione di piani per lo sviluppo e di servizi digitali. Una serie di passaggi che comprende anche il progetto ‘distretti industriali’.

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Esperti del settore a confronto su un tema che potrebbe avere sviluppi nel Bresciano


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Economia e lavoro Agricoltura

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Coldiretti L’assemblea generale

Prandini confermato presidente Con il rinnovo del Consiglio concluso un lavoro avviato nel mese di ottobre Ettore Prandini con Luca Zaia

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Si è svolta il 4 dicembre scorso nella sala conferenze di Ubi Banca l’assemblea generale elettiva di Coldiretti Brescia, che ha riconfermato Ettore Prandini alla carica di presidente. L’assemblea ha eletto il Consiglio direttivo (per statuto interamente composto da imprenditori agricoli), il Collegio dei revisori dei conti e il Comitato dei probiviri. Con l’assemblea di è formalmente concluso il lavoro di rinnovamento che aveva preso il via il 25 ottobre con il rinnovo del-

di Massimo Venturelli

le cariche delle sezioni comunali e intercomunali. Proprio i 148 presidenti di sezione – con l’aggiunta del delegato Giovani impresa, della responsabile Donne impresa e del presidente dell’Associazione pensionati – sono stati chiamati al voto per il rinnovo del consiglio direttivo della sigla di via San Zeno. L’organismo neo eletto si è auto-convocato al termine dell’Assemblea per l‘elezione della giunta esecutiva composta, oltre che dal presidente Ettore Prandini, dal

delegato Giovani impresa Michele Saetti, dalla responsabile Donne impresa Maria Gerola e dal presidente dell’Associazione Pensionati Giacomo Usardi, dai cinque membri eletti: Andrea Cristini, Guerino Gheza, Walter Giacomelli, Marusca Turelli e Michelangelo Zucchi. I primi e prioritari obiettivi, ha annunciato Ettore Prandini, “riguardano innanzitutto la direttiva nitrati, che dev’essere ridiscussa e non solo prorogata, e questo ci vede operare con l’appoggio dell’assessore regionale Giulio De Capitani, oltre alla prosecuzione del progetto di una Filiera tutta agricola e tutta italiana con la realizzazione di una rete di Vendita diretta organizzata”. Ettore Prandini, nella sua relazione, ha parlato di “un appuntamento fon-

damentale, e non solo di routine”, e ha proseguito stilando un excursus dei precedenti quattro anni di attività, passando da un inquadramento della situazione nazionale a una panoramica dell’attività della Federazione provinciale, degli obiettivi raggiunti e dei traguardi che si profilano all’orizzonte per il futuro. “Concludo – è stato il passaggio finale della relazione del confermato presidente Prandini - ricordando a me stesso e a tutti voi che abbiamo il dovere, da imprenditori quali pretendiamo di essere, di avere fiducia nel futuro, in Coldiretti e nelle nostre scelte, convinti che l’avvenire migliore non è quello che subiamo, ma quello che sappiamo costruire con le nostre mani e con la nostra intelligenza”.

COLDIRETTI RISOLVE: TUTELA SINDACALE E LEGALE PER LE IMPRESE ASSOCIATE PROGETTI DI SVILUPPO AZIENDALE SERVIZI TECNICI (CAA, ANAGRAFE ZOOTECNICA, AMBIENTE E TERRITORIO) SERVIZI FISCALI (CAF, DICHIARAZIONE REDDITI, RED, ISEE, BONUS FISCALE) SERVIZIO PAGHE PER LE IMPRESE AGRICOLE - CONTRATTUALISTICA DI LAVORO - PATRONATO EPACA – SERVIZI ALLA PERSONA SEDE PROVINCIALE VIA SAN ZENO N° 69 - 25124 BRESCIA TEL 030/2457511 FAX 030/2457691 UFFICIO ZONA BRENO/EDOLO VIA G.SORA 25048 SEDE DI EDOLO - TEL 030/2457603 VIA TASSARA 15 25048 SEDE DI BRENO – TEL 030/2457613 UFFICIO ZONA CHIARI VICOLO PACE 5 25030 CHIARI TEL 030/2457699 UFFICIO ZONA ISEO / GARDONE V.T. VIA MATTEOTTI, 311 25063 SEDE DI GARDONE V.T. TEL 030/2457650 VIA GORZONI, 102 25049 SEDE DI ISEO TEL 030/2457638

UFFICIO ZONA LONATO VIA M. CERUTTI 11 - 25017 TEL 030/2457858

UFFICIO ZONA GOTTOLENGO VIA CASTELFIDARDO 69 – 25023 TEL 030/2457791 UFFICIO ZONA MONTICHIARI PIAZZA PAOLO VI - 25018 TEL 030/2457829 UFFICIO ZONA ROVATO VIA MACINA, l - 25038 TEL 030/2457669 UFFICIO ZONA VEROLANUOVA VIA SEMENZA, 37 - 25028 TEL 030/2457752

UFFICO ZONA ORZINUOVI VIA COLOMBO, 11 - 25034 TEL 030/2457733 UFFICIO ZONA SALO’ VIA GOLGI, 4 25087 CUNETTONE DI SALO’ TEL 030/2457884 UFFICIO ZONA VESTONE VIA IV NOVEMBRE, 11/B 25078 TEL 030/2457889 UFFICIO ZONA LENO VIA ALBAROTTO, 6 - 25024 TEL 0302457660


Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

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Lavoro Un importante traguardo

Accordo per il contratto dei tessili

C

Confartigianato con i sindacati e le altre organizzazioni di categoria dell’artigianato, lo scorso 3 dicembre, hanno firmato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area tessilemoda (che comprende i settori tessile, abbigliamento, calzaturiero, pulitintolavanderie, occhialeria). Si tratta di un importante sottoscrizione che riguarda anche tanto l’accordo, che ha durata triennale (1 gennaio 2010 - 31 dicembre 2012), prevede un aumento medio mensile a regime (riferito al 3° livello operaio specializzato) di 76 euro. Gli incrementi salariali saranno

È stato sottoscritto da Confartigianato, da sindacati e organizzazioni di categoria di Massimo Venturelli

erogati in tre tranche: la prima, di 30 euro, con la retribuzione di dicembre 2010; la seconda, di 20 euro, con la retribuzione di settembre 2011; la terza, pari a 26 euro, con la retribuzione di giugno 2012. Verrà inoltre erogata una somma a titolo di una tantum di 122 euro in due tranches la prima di 61 euro con la retribuzione di marzo 2011 e la seconda di 61 euro a marzo 2012. Soddisfazione per l’accordo viene espressa da Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia, il quale fa rilevare “la novità dell’accorpamento in un unico contratto d’area dei con-

tratti dei settori tessile, abbigliamento, calzaturiero, pulitintolavanderie, occhialeria, così come previsto dal nuovo modello contrattuale dell’artigianato”. Massetti fa rilevare che “l’intesa valorizza la pratica della bilateralità e prevede l’avvio, a partire dall’1 gennaio 2011, di un fondo sanitario integrativo per i dipendenti delle imprese dei settori interessati dal contratto”. Le parti si incontreranno a gennaio per procedere anche al rinnovo del contratto nazionale di lavoro del tessile, abbigliamento e calzature delle piccole e medie imprese. Organizzazioni imprenditoriali e sindacati di categoria hanno sottoscritto un avviso comune sul made in Italy per individuare azioni di tutela delle imprese dell’area tessile-moda. Anche se la crisi in atto si è fatta sentire pesantemente su un com-

parto come quello del tessile e dell’abbigliamento, il settore continua a essere importante per la Brescia che non a caso è sede, nella Bassa, di un apposito distretto. Il Distretto della Bassa Bresciana comprende 12 Comuni: 10 della provincia di Brescia (Alfianello, Barbariga, Bassano Bresciano, Cigole, Manerbio, Offlaga, Pontevico, San Gervasio Bresciano, Seniga, Verolanuova) e due della provincia di Cremona (Corte de’ Frati, Gabbioneta Binanuova). All’interno del suo territorio risiede una popolazione di circa 43mila abitanti. Il distretto è specializzato nelle confezioni e abbigliamento. Nel 2007 prima della crisi erano 1188 le aziende del settore operanti nel Distretto, qualcosa come 11mila i suoi occupati, il loro fatturato sfiorava i 300 milioni di euro. Poi, ovviamente, c’è stata la crisi.

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Segni che parlano

di Giancarlo Paris, ofm conv.

Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno preparato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi sono nudi, perchĂŠ si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma. Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi proteso a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. CosĂŹ anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua boccaâ€?, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerĂ onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo. SETTIMANALE DIOCESANO

FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO n° 30

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GIORNATA DI VOCE 7 NOVEMBRE 2010 10


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Sport redazione@lavocedelpopolo.it

Brescia Beretta è il nuovo allenatore

Fiducia, senza porsi alcun limite

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Il presidente Gino Corioni e il nuovo mister Mario Beretta

Nato a Milano, 51 anni, non è mai retrocesso dalla Serie A alla Serie B. Sostituisce in panchina Beppe Iachini, che ha salutato Brescia mercoledì 8 dicembre. L’obiettivo del nuovo tecnico (ascolta su www.radiovoce.it) è la salvezza ma sul contratto c’è un premio per la qualificazione in Europa League. Un passo alla volta, ma “senza porsi limiti” sottolinea il neo mister

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Fiducia nella squadra. È questa la sensazione che Mario Beretta trasmette alla sua presentazione. Ad inizio settimana Giuseppe Iachini, dopo la partita persa con il Milan, è stato sollevato dall’incarico dalla società: “Gli imputo di non aver saputo vincere” ha chiuso Gino Corioni, ringraziando e lodando comunque l’ormai ex-tecnico delle Rondinelle. A Iachini va comunque il nostro affetto e gratitudine per il ritorno nella massima serie e per averci mostrato in determinate situazioni una squadra che sapeva giocare a calcio e imporre gioco. Il presidente ha anche fatto una battuta sul mercato: “Il Brescia deve vendere, faremo qualche sacrificio con la primavera, anche se mi costa. Caracciolo non si muove fino a giugno. Se lo vendiamo perché arriva una proposta molto interessante non sarà certo il 31 gennaio, perché dobbiamo ovviamente muoverci per rimpiazzare”. Presentando Mario Beretta, 51 anni compiuti lo scorso 30 ottobre e nativo di Milano, il patron biancoazzurro ha aperto dicendo che la presentazione di un tecnico subentrato in corsa è una cosa che non si vorrebbe mai fare, ma che lui è portato spesso a fare perché “a Brescia restano solo gli allenatori bravi che sanno portare la squadra in Serie A o che se, sono in Serie A, la mantengono. Beretta non è mai retrocesso dalla Serie A alla Serie B”; che sia di buon auspicio. Mario Beretta è cambiato negli anni, dalla sua presenza a Lumezzane è cresciuto “le esperienze positive e negative ti cambiano e si spera ti cambino in meglio”. Nelle sue parole anche il ringraziamento a Iachini per il lavoro fatto e la costatazione che il Brescia “ha giocato bene, è stato sfortunato e ha raccolto meno di quanto meritasse”; ritornello non nuovo, mister! Poi la tecnica, il lavoro, come metterà la squadra in campo: “Lavoreremo su tutto all’inizio. Se devo dire quello che da fuori mi è parso di vedere, al Brescia manca il gol. Si può giocare

di Mauro Toninelli

anche con lo stesso modulo ma quello che ogni allenatore porta sono concetti diversi. Il mio 4-4-2 può essere diverso da quello di un altro allenatore”. A Siena Mario Beretta si salvò giocando con un trequartista dietro alle due punte, un po’ come ha giocato il Brescia: “Questo modulo si può adattare alle corde dei giocatori del Brescia, ma ritengo che bisogna avere più possibilità, sia di moduli, sia inserendo nello stesso modulo giocatori diversi. Non è detto che un modulo sia più o meno offensivo di un altro in base al numero ma in base al movimento della squadra in fase offensiva e in fase difensiva” aggiunge il nuovo mister. Entusiasmo e fiducia nella squadra: “Dobbiamo puntare innanzitutto alla salvezza, aggiungere stimoli nuovi” dice mister Beretta. Ma indiscrezioni dicono che sul contratto ci sia una clausola di un premio per il raggiungimento dell’Europa League: “Non poniamoci limiti, dalla salvezza all’Europa”. E il bello è che il mister ci crede e chiede anche ai tifosi di crederci e di restare vicini ai giocatori e alla squadra, soprattutto in momenti difficili. In questo senso l’iniziativa per la partita contro la Sampdoria (al momento della stampa non siamo ancora in grado di sapere cosa si farà) “Orgoglio bresciano”: nei settori a 15 euro il biglietto acquistato allo stadio o in sede costerà 10 euro. Fiducia nei giocatori: “Solo allenandoli scopro dinamiche caratteriali e di altro tipo che non contano con la tecnica” dice mister Beretta e non tralascia di raccontare che anche l’esperienza fatta come insegnante serve, “che siano ragazzi delle superiori o calciatori, un poco più adulti, è un’esperienza che serve per capire. Ma non vuol dire che non si sbaglia. Si deve sbagliare meno possibile e attaccare il tempo, perché non ne abbiamo. Bisogna capire molto più in fretta”. Un’attenzione alla relazione oltre che al calcio e alla tecnica. Si vince anche così. Senza porsi limiti...


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Sport

LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

Broletto Riconoscimenti

Un premio agli sportivi bresciani Prima edizione di “Sport e passione”, premio riservato ad atleti di discipline definite “minori”

N di Roberto Moscarella

Non si vive di solo calcio. O meglio, magari fosse così. Nel nostro territorio, però, c’è chi – almeno una volta all’anno – vuole dare spazio e premiare tutti quegli atleti che nel corso del 2010 hanno portato in alto il nome della nostra città e i colori della provincia nelle cosiddette discipline “minori”. Si tratta del premio “Sport e passione”, riconoscimento alla prima edizione e assegnato nei giorni scorsi nella Sala consiliare di Palazzetto Broletto. Cerimonia presentata da Gianni Poli, storico vincitore della maratona di New York nel 1986. 12 i premi assegnati nel corso della serata presieduta dall’assessore provinciale allo sport Fabio Mandelli. A partire da Luca Colosio, argento nel peso e oro nella staffetta per poi proseguire con Silvia Preti, atleta disabile oro nel giavellotto e nella staffetta 4X100. A seguire, Sarwar Ghulam che – nel baseball per ciechi – è stato fra gli artefici dei tre scudetti consecutivi conquistati dalla formazione meneghina dei Thunder’s Five. Per quanto riguarda il running – invece – si è contraddistinta Valentina Belotti, campionessa italiana di corsa in montagna, campionessa del mon-

do a squadre e detentrice del record mondiale nel chilometro verticale. Premiate anche due coppie: quella composta da Cristina Zatti e Marco Pescatori, argento agli Europei di pattinaggio artistico a rotelle. E che dire della morra? Ebbene sì, i numeri uno sono Bernardo Pavarini e Giannino Ferrari. Si sono uniti, sportivamente, nel 2005 conquistando quattro titoli italiani di fila e quattro Coppe Italia. Per la mountain bike, il punto di riferimento rimane sempre Carlo Manfredi Zaglio che, in questa stagione, ha aggiunto altre perle al suo curriculum sportivo vincendo Mondiale, Europeo e tricolore nella categoria Master 3. Dalle due ruote alla precisione dei tiratori: è il turno dei fratelli Luca e Andrea Miotto, campioni d’Italia ad appena 14 e 20 anni. Il più esperto Esterino Magli, invece, è reduce dall’oro ai Campionati europei (categoria standard senior) nel tiro dinamico sportivo. In ultimo, ma non per importanza, assegnati due premi speciali: al Moto Club Collebeato (che nella classifica regionale è terzo per risultati conseguiti da piloti, per l’attività di promozione del trial e per nu-

mero di tesserati) e al maestro di judo Franco Capelletti, una vera e propria istituzione tutta “made in Brescia” nel panorama delle arti marziali. Non a caso Capelletti, oltre a essere il fondatore dell’omonima società sportiva, è l’unico italiano a essere in possesso della cintura nera nono dan oltre ad essere insignito della stella d’oro sia del Coni che della Federazione italiana judo karate e arti marziali. “Il Premio – ha spiegato Fabio Mandelli – nasce dalla volontà di dare la giusta visibilità, a quelle discipline che difficilmente, o solo con fatica, riescono ad avere riscontri sui media pur dando lustro al nome della provincia bresciana. Atleti, tuttavia, che nulla hanno da invidiare per spirito, passione, sacrificio e impegno a discipline e atleti più famosi. Siamo giunti alla prima edizione di un premio che, mi auguro, possa diventare tradizione nel panorama provinciale. In attesa che questo secondo passo si realizzi – conclude Mandelli – rinnovo i complimenti per un 2010 ricco di soddisfazioni e un “in bocca al lupo” per il 2011, a tutte le persone che ho avuto l’onore di premiare”.

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Centro Sportivo Italiano

Assisi Meeting di fine anno

Il bene comune e l’attività fisica di Bruno Forza

Sport e bene comune si sono abbracciati ad Assisi lo scorso fine settimana in occasione del meeting di fine anno del Centro sportivo italiano, che ha radunato nella città francescana 700 ciessini provenienti da ogni angolo dello Stivale. Il tradizionale appuntamento umbro è stato, come ogni anno, occasione di incontro, condivisione e riflessione, con un occhio rivolto al presente e al futuro del comitato arancioblù. Ai convegni hanno preso parte personalità illustri che hanno regalato spunti di rilievo ai presenti. Gianni Rivera ha parlato di bene comune: “Per me significa che i più capaci devono mettersi a disposizione di chi ha meno possibilità. Nello sport chi ha più talento ha più chance di arrivare primo. Sempre nel rispetto delle regole, però”. E ancora: “Lo sport è un’esperienza straordinaria: presuppone vita sana, condivisione con i compagni per fare squadra, rispetto per l’avversario. E lo sport può cambiare il mondo: guardate che cosa ha fatto Mandela”. C’è anche un privato da raccontare. I primi calci in strada, con i cappotti che facevano da pali di porte improvvisate. E poi la scoperta dell’oratorio, e di quei religiosi che in qualche modo imponevano

un momento di preghiera alla fine del gioco. “C’erano due campi, divisi da una fila di alberi. Da una parte si allenavano i più piccoli, dall’altra i grandi. Io, per età, ero tra i piccoli. Ma ci restai appena un giorno. All’allenamento successivo mi avevano già spostato fra i grandi. E fu con quella squadra e nel Centro sportivo che cominciai la mia avventura di calciatore”. Da un campione del calcio ad uno della pallavolo: Andrea Zorzi: “Considerare sport solo quello che le televisioni consentono di vedere è un grave errore – ha affermato ‘Zorro’ – e c’è dunque il rischio che gli attori in campo traducano male i veri valori genuinamente espressi”. Zorzi si è soffermato anche sui concetti di vittoria e sconfitta: “È bene che non vengano cancellati. Il bello dello sport è che il giorno dopo una sconfitta si può già pensare a recuperare per giocarsi la rivincita”. Anche la Chiesa ha fatto sentire la sua voce con l’intervento di mons. Pompili che ha affermato l’importanza del Csi all’interno di una società sempre più digitale e virtuale. “La Chiesa – ha dichiarato – chiede al Csi di realizzare cinque gol: fare esperienza e non solo esperimenti; agire e non solo gareggiare; dare voce alla parola e non solo alle parole; educarsi e non solo educare”. Una sfida da intraprendere nel segno dello sport per il bene comune.

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I verbi da coniugare Gioire, servire, vincere, confrontarsi, sfidare, allenarsi, vivere. Infiniti presenti per il futuro del Csi. Tutte voci del verbo essere Centro sportivo italiano. Assisi 2010 si chiude con alcuni rappresentanti dell’associazione sul palco a testimoniare la gioia e la necessità di vivere un meeting davvero unico. Prenotandosi per il prossimo anno, ciascuno con differenti intenzioni. E le motivazioni di una kermesse così ricca e affascinante le spiega al meglio il presidente nazionale, Massimo Achini, nella sua relazione finale, “dopo un tragitto di due giorni intensi, un ultimo chilometro che può portarci alla vittoria”. La domenica, giornata conclusiva del Meeting di Assisi 2010 si era aperta con la meditazione del consulente ecclesiastico nazionale Csi, mons. Claudio Paganini e il successivo intervento di padre Kevin Lixey, responsabile per il Pontificio consiglio per i laici della “Sezione Chiesa e Sport”. “Lo sport è un bene comune, perché formato da individui che fanno collettività” è l’incipit del discorso fatto dal sacerdote statunitense. “Uno sport fisico e morale, che contribuisca alla educazione dei futuri cittadini. Sono molte le associazioni che si occupano di sport con grande tecnica e passione. Ma il Csi sa proporre un’attività di qualità che ha ulteriori prerogative”. Ecco allora il quintetto base dei principi che contraddistinguono il Csi come associazione cattolica: essere strumento di formazione (impegno nel volontariato; confessare la fede cattolica, e lo fa attraverso scelte di alcune mete non casuali (Assisi, Terra Santa); la comunione con la Chiesa locale e universale (invito alla Gmg 2011); evangelizzare, essere lievito dello sport come disse Pio XII; vivere la solidarietà.

Calcio, pallavolo e atletica

Tutto pronto anche per l’indoor di calcio Anche quest’anno il calcio a 5 raddoppia l’offerta sportiva con l’avvio del campionato provinciale juniores, che prende il via agli inizi del 2011. Il torneo riservato ai giovani funamboli indoor riguarda i nati dal 1993 al 1996. Potranno partecipare alla manifestazione gli atleti di compagini già iscritte ad altri campionati ciessini, ma anche formazioni allestite per l’occasione. Per iscriversi ci sarà tempo fino al 18 dicembre. Mentre il Csi Brescia si prepara all’organizzazione del campionato giovanile le sfide tra gli open proseguono senza sosta. In Eccellenza sono al comando Faggi di Eva e Travagliato. I valtrumplini guardano tutti dall’alto nel girone A dopo il successo esterno su Gritti Elettrotecnica (3-1), ma le cugine di Capriolo Real e Virtus distano tre soli punti dalla vetta. I bassaioli guidano

un girone B in cui l’equilibrio regna sovrano, con le prime sei squadre raccolte in due punti. In Promozione il divario tra le prime della classe e le inseguitrici inizia a farsi corposo. Domina il trio dei 30 punti, con Bar la Corsina e Celtic Urago appaiate nel gruppo A 5 lunghezze avanti a Tony Team S. Paolo e Polpenazze capolista del gruppo B, già a +8 su Filippini Rettifiche. Pallavolo. Le sfide sotto rete del campionato open femminile proseguono senza soste. La notizia di maggior spicco è che il sestetto del Consorzio Vela Carpenedolo ha finalmente trovato avversarie in grado di dargli filo da torcere. Nel girone A, infatti, le campionesse in carica dovranno sudare per avere la meglio su Star Volley Academy Nord, capace di conquistare sette vittorie consecutive senza perdere nemmeno un set.

Anche S. Pancrazio ha le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista e ha tutte le intenzioni di restare a lungo in zona podio. Nel girone B la squadra da battere è Serafica San Carlo, prima a quota 15 e reduce dal successo esterno nella palestra del San Faustino. Castenedolo e S. Angela Merici sono le dirette inseguitrici. Il gruppo C, invece, è guidato dal Nave, ma Resto del Maury e Ponte Zanano hanno le carte in regola per stupire. Atletica. Domenica l’atletica torna protagonista del fine settimana sportivo arancioblu. L’appuntamento è a Rivarolo Mantovano, dove si svolgerà la prima prova del XX Trofeo regionale di corsa campestre. Il ritrovo è fissato per le 9, mentre la partenza delle gare avverrà alle 10.


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LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

L’amore, per essere eterno, ha bisogno di tempo Egr. direttore, facciamo riferimento alla lettera di Luca Pedroni sui percorsi per fidanzati e vorremmo esprimere anche il nostro parere essendo, oltre che sposi, anche animatori di percorsi di fede in preparazione al matrimonio. Concordiamo sul fatto che il sacramento del matrimonio possa essere, ed è, capace (con la grazia di Cristo), di esemplificare realmente l’immagine e l’Amore di Dio; come tale non può quindi essere supportato da una preparazione minima, risicata e ristretta. Non ci sembra che siano i fidanzati a chiedere poco; piuttosto, notiamo che le proposte dei nostri pastori, a volte, svalutano la domanda dei fidanzati, la bellezza del matrimonio e la grandezza della famiglia. Un legame così indissolubile, fedele, unico, totale e fecondo avrebbe bisogno di una continuità di “formazione” e di relazioni interpersonali ben più lunghe, intense e importanti dei pochi incontri che i percorsi della nostra diocesi spesso offrono. Questo per permettere a tutti di conoscere e discernere l’azione di Dio nella propria vita e diventare testimoni gioiosi del dono ricevuto. Accompagnare oggi i fidanzati in questo loro prezioso tempo di grazia, nella relazione con Cristo, vuol dire intessere rapporti significativi che richiedono tempo, pazienza, possibilità di confronto vero e profondo, disponibilità reciproca

ad aprirsi e camminare in comunione con la Chiesa. Nella nostra esperienza riconosciamo di essere semplici strumenti nelle mani di Dio, intravediamo la possibilità di scoprire Cristo in tutti e questi nostri fratelli, che chiedono di sposarsi in Chiesa, ci rammentano l’importanza del nostro esempio di relazione gioiosa tra noi e con Dio. Purtroppo ci troviamo spesso nell’impossibiliità, anche temporale, di approfondire queste belle relazioni d’amore. Viene da chiederci: ma tra noi sposi e i nostri sacerdoti c’è realmente un confronto per comprendere cos’è il matrimonio e la vita coniugale? Troviamo uno strano strabismo: prontezza nel giudizio morale (morale coniugale) ma trascuratezza nella preparazione, anche remota, e quasi assenza nell’accompagnamento. Tutto oggi sembra andar di fretta, ma i tempi di Dio non sempre sono i nostri tempi. Per ascoltarci e ascoltarLo è necessario scegliere di stare tra di noi e con Lui. Costruire una relazione d’amore è già cosa lunga e difficile, costruirla in Cristo ha tante altre prerogative che difficilmente potrà avvenire con le poche possibilità che oggi vengono offerte, proposte e/o richieste: l’Amore, per essere eterno, ha bisogno di tempo. Fulvio e Anna

La Messa in latino Egr. direttore, certamente ai lettori più giovani le parole Introibo ad altare Dei non diran-

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

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no nulla, ma per chi ha qualche anno in più la mente correrà subito al salmo con cui iniziava la celebrazione della messa prima della riforma liturgica degli anni ’60, secondo il rito che Giovanni XXIII aveva fissato per consegnare alla Chiesa universale la custodia del patrimonio della liturgia in latino e del canto gregoriano, che, invece, a poco a poco vennero dimenticati. Più recentemente, grazie a significative decisioni dei pontefici, prima Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI, l’attenzione per

questi tesori sta rinascendo. Anche a Brescia un gruppo di giovani si è impegnato per riproporre alla comunità cristiana la celebrazione, senza nostalgie o rimpianti sterili, ma nella convinzione che si tratta di una ricchezza che la Chiesa non può dissipare e che va fatta conoscere e amare anche a chi, per ragioni anagrafiche, ne ignorava l’esistenza. Così da un paio di anni, con l’autorizzazione del Vescovo e la disponibilità di mons. Serafino Corti, nella chiesa di San Zeno al Foro il sa-

11 dicembre 1997 Viene redatto il Protocollo di Kyoto che prevede entro il 2012 la riduzione delle immissioni dei cosiddetti gas serra del 5,2% rispetto al 1990

12 dicembre 1969 Una bomba esplode all’interno della Banca nazionale dell’agricoltura in piazza Fontana a Milano. 16 persone muoiono, circa 100 restano ferite

Omnibus

Avvenimenti 10 dicembre 1979 A Oslo, in Norvegia, madre Teresa di Calcutta ritira il premio Nobel per la pace. Il riconoscimento include un aiuto in denaro di 1 milione di corone

Le ricette della settimana Crema di gamberetti

Malfatti di spinaci

Ingredienti: 300 g di gamberetti sgusciati, 150 g di misto per soffritto, 1 porro sottile, 2 cucchiai, olio d’oliva, 30 g di burro, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 100 cl di brodo vegetale, 500 g di patate, 1/2 bicchiere di vino, sale, pepe.

Ingredienti: 450 g di spinaci surgelati, 250 g di ricotta, 80 g di burro, 1 tuorlo d’uovo, formaggio parmigiano grattugiato, poca farina, noce moscata, pepe, sale.

Preparazione: Unire il soffritto e il porro a rondelle a olio e burro caldi, cuocere a fuoco dolce per 10 minuti, versare il brodo, unire le patate a pezzi e cuocere per 30 minuti. Unire i gamberetti e il vino e dopo un po’ frullare il tutto, rimetterlo in pentola, salare, riportare a bollore e servire con pepe macinato di fresco.

Preparazione: Lessare gli spinaci, passarli al passaverdure e farli insaporire nel burro, aggiungere il tuorlo, la ricotta, la noce moscata, pepe e sale. Fare delle palline grandi come noci, infarinarle e gettarle in acqua salata in ebollizione. Quando vengono in superficie, scolarle e metterle in una pirofila imburrata, cospargere con il burro e il parmigiano e metterle per 10 minuti al forno.


LA VOCE DEL POPOLO 10 DICEMBRE 2010

bato pomeriggio alle 18 si celebra questa messa in latino secondo il messale dell’editio typica del 1962. Certamente la messa ha un suo valore intrinseco, indipendente dalla lingua e dai canti che la accompagnano e la partecipazione alla celebrazione eucaristica non può né deve essere guidata da scelte estetiche o da gusti personali, ma è pur vero che la dignità e la sobrietà di questa celebrazione potranno essere per molti una bella scoperta e un modo per inserirsi nel pieno della grande tradizione della chiesa cattolica, favorita dal raccoglimento di una liturgia essenziale e solenne, in cui silenzio e contemplazione aiutano la mente e il cuore alla preghiera e alla lode. Adriana Pozzi

La protesta pacifica degli studenti Egr. direttore, dalla scuola all’Università finalmente i giovani sono sulle prime pagine dei quotidiani, al posto della cronaca nera e del gossip! La generazione definita dagli esperti “precaria e invisibile” ha deciso di salire in alto per farsi vedere, ascoltare. Chi li ha bollati come vecchi e ha sentenziato “vadano a casa a studiare” è maleducato e si copre di ridicolo. A non studiare in questo Paese è una classe politica di governo che si ostina a fare lo struzzo, che promette di salvarci con queste e altre Riforme, anziché approntare un piano urgente, programmatico

e strategico, di rinnovamento sociale ed economico di lungo periodo come accaduto in molti altri Paesi europei, in primis in Germania dove per uscire dalla crisi si sono raddoppiate le spese in istruzione e ricerca. Molti giovani hanno chiaro il pericolo e sono stanchi della propaganda che non li rassicura. Ma far valere i propri diritti è dura: i nati dopo il 1970 nel nostro Paese sono più di 28 milioni e contano assai poco, la gerontocrazia da un lato e il mercato del lavoro mai riformato dall’altro. Sono stati in molti a stupirsi, a condannare e ridicolizzare l’ondata di protesta. Nelle città abbiamo visto schieramenti di polizia da guerriglia, si vuol far passare il dissenso come una questione di ordine pubblico? L’immagine del fronte studenti con i libri-scudo davanti alla polizia è il vero e bel messaggio. Certo i provocatori e i facinorosi sono da isolare, ma gli studenti bravi sono la maggioranza, lo sanno da soli e si organizzano per difendersi dai provocatori. In questi giorni la Riforma Gelmini ha fatto da bersaglio, ma i bisogni dei giovani sono ancor più strutturali. E anche i punti accettabili del decreto svaniscono di fronte alla scelta ben più grave: mancanza di fondi e investimenti zero. La discordia non è più tanto e solo sui problemi pratici e sugli articoli della Riforma. No, la questione è un’altra: i giovani delle scuole hanno sentito dai loro colleghi dell’Università il forte richiamo alla comune condizione di incertezza, e insieme condividono il timore per un

futuro incerto e precario, dove i loro sforzi, anche di studio, rischiano di non servire a nulla. I giovani non stanno difendendo i baroni (pessimo slogan del ministro Gelmini), ma il loro diritto a crescere. Per fortuna i giovani ci sono ancora e a loro modo si sono fatti sentire, e bene, senza violenza, con idee e suggerimenti, vogliono contare di più, esserci e dialogare. Chi ne ha paura, chi teme di incontrarli e ascoltarli, riceverli? Dobbiamo chiuder loro bocca e speranze? No, non ci sto, sono anche la nostra coscienza critica, meritano ascolto e rispetto. Come vicepresidente del Consiglio di Istituto al liceo classico ho seguito le fasi della protesta. Ho constatato che l’idealismo dei nostri giovani è ancora la vera e unica motivazione a muoversi, che dal velleitarismo e dalla disorganizzazione i ragazzi possono imparare e migliorare, che agli adulti chiedono di conoscere modi e strumenti, e che noi dobbiamo continuare a ribadire e far applicare le regole basilari della democrazia. Ad esempio con il dialogo e il confronto gli studenti dell’Arnaldo sono passati da un’improvvisata e vaga occupazione di pochi, a proporre un’attività culturale e di approfondimento che può coinvolgere tutta la scuola. E all’assemblea generale di sabato hanno invitato insegnanti e genitori. Lavorare insieme si può e si deve. Una bella lezione anche verso quella politica tutta italiana, che con il muro contro muro sta invece bloccando l’intero Paese. Carla Bisleri

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Al concerto con “Voce” Vinci due biglietti dei quattro disponibili per “Film in concerto - Song song movie” domenica 26 dicembre alle 18 al PalaBrescia con Omnya Symphony Orchestra e il maestro Santori. Quest’anno è il settimo per l’evento benefico. Spedisci il tagliando entro il 17 dicembre a “Al concerto con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Remo Tomasini ha vinto i biglietti per il concerto dei Nomadi del 3 dicembre al PalaBrescia.

“Film in concerto”

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IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

13 dicembre 2002 Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria entrano a far parte dell’Unione europea

14 dicembre 1911 Dopo secoli di fallimenti una spedizione riesce a raggiungere il Polo Sud, è composta da cinque uomini guidati da Roald Amundsen

15 dicembre 1979 La Rai inaugura la terza rete tv che, con una programmazione nazionale e regionale, dovrebbe contrastare il crescente interesse verso le emittenti private

16 dicembre 1990 Nelle prime elezioni democratiche di Haiti, Jean-Bertrand Aristide viene eletto presidente

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Aforismi

D.: Nel 2010 ho iniziato il percorso che nel 2011 mi porterà ad adottare un bambino indiano. Mi hanno detto che in sede di dichiarazione dei redditi posso portare in deduzione le spese è vero?

L’erbaccia è una pianta di cui non sono state ancora scoperte le virtù (Ralph Emerson Waldo)

R.: L’informazione che le hanno dato è corretta. La legge prevede la deducibilità dal reddito complessivo del 50% delle spese sostenute per l’espletamento della procedura di adozione internazionale. Per poter usufruire della deduzione si deve essere in possesso della certificazione di un ente autorizzato che deve riportare sia le spese sostenute direttamente sia quelle sostenute dai futuri genitori. Le spese vanno dedotte per cassa e possono riguardare le traduzioni, i visti, i soggiorni. Si può usufruire della deduzione a prescindere dalla conclusione della procedura. Per ulteriori informazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 030 2409884.

Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza (Immanuel Kant) Quando gioco con il mio gatto, chissà se sono io che mi sto divertendo con lui, o lui con me (Michel de Montaigne)



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