DEL POPOLO
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n° 48
Dismisura di Francesca Bernacchia
Dis-misura. La misura del primo atomo è la dismisura dell’universo, quel trabocco di stelle e cieli che si calcola a colpi di anni-luce. E ciò ha a che fare col dono: “Un’esperienza di dono che non si esponesse a priori a qualche dismisura, un dono moderato, misurato, non sarebbe un dono. Per donare e fare altro dal calcolare il suo ritorno nello scambio, il dono piĂš modesto deve passare la misura. La misura è qui l’economico stesso, è un sinonimo per indicare l’orizzonte circolare dell’equiparazione e dell’equilibrio rispetto al quale il dono non può che rappresentare un fattore di disturbo e di folliaâ€? (è S. Petrosino che cita J. Derrida, in “Il donoâ€?, 62-63). Fabrizio De Andrè diceva, a proposito della sua “Smisurata preghieraâ€? (“Anime salveâ€?, 1996), che â€œĂ¨ smisurata perchĂŠ senza misura, perciò non sarĂ ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stessoâ€?. Invece io dico che proprio perchĂŠ senza misura può essere udita e ascoltata solo da chi è a sua volta fuori da ogni possibile misurazione.
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SETTIMANALE SETTIMANA NALE DIOCESANO
FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO
BRESCIA 17 DICEMBRE 2010
Bulloni d’oro
Il premio della bontà , intitolato a Pietro Bulloni, è stato conferito al vescovo missionario Piero Conti. Riconoscimenti anche ad altri sacerdoti bresciani: Toffari, Panizza, Moreschi e Giammancheri. Il volto di una Chiesa, quella bresciana, da sempre vicina ai piÚ deboli
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sommario Il fatto
La stella disse: farò luce, anche se le tenebre non spariranno (R. Tagore)
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“Bulloni” per la rete del bene bresciano
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“Ripuliamo le cattive strade” ovvero come favorire il riscatto sociale
a cura di Massimo Venturelli
Popoli e continenti Quei tre voti che dividono più di prima
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a cura di Massimo Venturelli
Ecclesia Il ricordo riconoscente di Marcolini
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di Emma Bettinardi
Paesi e parrocchie Toscolano. La Cartiera. Riconvertire in altri progetti industriali
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di Emanuele Turelli
Verolavecchia. Una casa accogliente per sei piccoli
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di Franco Piovani
Molto rumore per nulla
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di Giovanni Formichella
Incontri. Renato Zaltieri È tempo di sfide per il sindacato
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di Angelo Onger
Economia e lavoro Tagli e spese: alla ricerca dell’equilibrio
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Corsivo di Angelo Onger
Cultura e comunicazione La “carità intellettuale” di mons. Enzo Giammancheri
L’obiettivo principale è quello di permettere a chi ha rotto il patto sociale, a chi ha provocato danni alla società o alle persone, ha chi ha commesso un reato, di rieducarsi (secondo lo spirito della Costituzione) riparando l’errore. Con questo spirito nasce il progetto promosso dall’associazione Carcere e territorio e dal Centro servizi volontariato (Csv). “Ripuliamo le cattive strade”: coniugare, in un’ottica di giustizia riparativa, l’impegno di persone che sono o che sono state recentemente in esecuzione penale a favore della collettività, con la disponibilità delle risorse presenti nella comunità per accompagnarle in un percorso di reinserimento sociale. Lo scopo del progetto è di fornire alle persone detenute, in misura alternativa e già in carico allo sportello di segretariato sociale, un’opportunità per impiegare il proprio tempo in attività utili per se stessi e per la collettività, anche al fine di contrastare il rischio di recidiva. L’attività si svolgerà presso le associazioni di volontariato che aderiscono alla proposta e operano in diversi settori nei territori di Brescia e provincia. L’associazione Carcere e territorio onlus (Act) avrà il compito di stabilire il contatto e gestire la connessione tra le persone inseribili nel progetto e le Associazioni di volontariato aderenti. Act effettuerà inoltre una valutazione delle richieste al fine di collocare le persone nelle diverse Associazioni in base alle competenze e caratteristiche personali e in riferimento alle disponibilità offerte dalle stesse Associazioni. Il Centro servizi volontariato, fornirà i nominativi delle associazioni di volontariato potenzialmente coinvolgibili, pubblicizzerà, promuoverà il progetto e fornirà consulenza alle associazioni aderenti. Il Garante dei detenuti, Mario Fappani, avrà, inoltre, il compito di promuovere il progetto in sede istituzionale e associativa.
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a cura di Massimo Venturelli
Non è certo facile orientarsi al giorno d’oggi sulle notizie che arrivano da tutte le parti in dosi incalcolabili e senza interruzione 24 ore su 24. C’è il rischio dell’assuefazione per cui parole e immagini scorrono come acqua sulla pietra. Oppure si ricorre a una specie di esorcismo che cancella la credibilità di ogni cosa e riduce le notizie a fastidiosi pruriti incontrollabili. Ma è difficile uscire indenni dal bombardamento quotidiano soprattutto quando ci sono di mezzo problemi che ci riguardano da vicino come quelli della salute. Purtroppo anche in questo settore stiamo vivendo esperienze sconcertanti perché da una parte lo sviluppo delle ricerche offre sempre nuove possibilità di difesa, ma dall’altro capita spesso di scontrarsi con informazioni incredibili o comunque radicalmente contrastanti. Prendiamo una notizia dei giorni scorsi
sull’efficacia terapeutica dell’aspirina per la prevenzione del cancro. La tesi è il punto d’arrivo di uno studio pubblicato su “Lancet “ e firmato da un team di ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine (Lshtm). Secondo la ricerca, 75 milligrammi al giorno del farmaco sarebbero in grado di proteggere dall’insorgenza di diverse neoplasie – tra cui quella all’esofago, al polmone, allo stomaco, al pancreas e al cervello – in una percentuale compresa tra il 20 e il 30%. Prima di percepire i primi vantaggi, spiegano gli studiosi, l’aspirina deve essere assunta almeno per cinque anni. Potrebbe essere una buona notizia, ma se prendi in mano il foglietto dove si segnalano gli effetti collaterali, per quanto riguarda l’aspirina si può leggere: è stato dimostrato che l’uso dell’aspirina fa aumentare il rischio di emorragia ga-
Sport Calcio. Non leonessa, ma un leone fiero e forte
LA VOCE DEL POPOLO
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di Mauro Toninelli
Cara Voce
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Buone notizie
editoriale
di Guido Costa
Nessuna certezza Verolanuova: un concerto per celebrare il restauro dell’organo
Il restauro dell’organo Lingiardi della Basilica minore di Verolanuova. Lo strumento, restaurato dalla ditta Inzoli di Crema, in questi giorni è oggetto dei ritocchi di perfezionamento dell’accordatura in previsione del concerto di domenica 19 dicembre alle 21. Alla console a due tastiere ci sarà il maestro Giancarlo Parodi per eseguire il programma che apre con “Sonata” di Carlos Baguer (1768-1808) per proseguire con: “Offertorio” di Giovanni Battista Candotti (1809-1876); “Post communio op. 28” di Giovanni Morandi (1777-1856); “Elevazione” di Arnaldo Bambini mai dimenticato organista nella prepositurale di Verolanuova(1880-1953); “Marcia dall’Aida” di Giuseppe Verdi (1813-1901) nella trascrizione di Carlo Fumagalli (1822-1907); “Pastorale” di Giovanni Cagliero (1838-1926); “Impromptu-capriccio op. 223” di Polibio Fumagalli (1830-1900); “Suonatina-sinfonia” di padre Davide da Zanica, al secolo Felice Moretti (1791-1863). Nello scenario della Prepositurale di San Lorenzo Martire sarà il momento di tornare a gustare l’organo in tutta la sua bellezza ascoltando le molteplici soluzioni foniche. Il Lingiardi è uno dei 270 organi relizzati dall’impresa di Pavia, ma di questi solo 14 furono grandiosi strumenti, che per mole e caratteristica fonica vennero definiti “Organi orchestra”. Di tali opere oggi ne esistono soltanto sei. “Verolanuova ha avuto l’onore della presenza di un grande organista, il maestro Bambini, che suonò per otto anni lo strumento originale prima della riforma e come responsabile d’archivio della fabbriceria, ci ha lasciato una scheda autografa descrittiva di come era strutturato lo strumento” riferisce il dott. Fiorlorenzo Azzola, appassionato organista che ha seguito le diverse fasi del restauro. In essa si può cogliere la ricchezza di tutta la gamma strumentale tipicamente orchestrale; il restauro ha portato al recupero di questa composizione fonica. (pio)
strointestinale; secondo gli esperimenti condotti sui topi, dosi massicce di salicilato, un metabolita dell’aspirina, possono provocare l’acufene; la sindrome di Reye, una malattia grave caratterizzata da encefalopatia acuta e da steatosi epatica, può verificarsi nei bambini e negli adolescenti che assumono aspirina per curare la febbre oppure altre malattie o infezioni; in casi rarissimi, l’aspirina può provocare sintomi simili a quelli di una reazione allergica, che comprendono: orticaria, edema e mal di testa; l’aspirina può provocare la comparsa di angioedema in alcuni pazienti; l’aspirina aumenta il rischio di incidenza di microemorragie cerebrali e tante altre cose ancora. Infatti tra i dati pubblicati dalla ricerca citata (e non evidenziati dai giornali) viene presentata anche la parte negativa. In pratica negli esperimenti fatti alla diminuzione delle morti per tumore corrisponde l’aumento di quelle per emorragia, soprattutto ad-
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dominale e cerebrale, e anche con una maggiore incidenza dei problemi di cuore nel primo anno dopo l’interruzione della pillola quotidiana: alla fine la mortalità generale, considerate tutte le possibili cause, risulta diminuita del 10% durante la cura e del 4% 20 anni dopo il suo inizio. Non mi sembra una grande conquista. Molto significativo in proposito il commento del dott. Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale tumori di Milano: “L’acido salicilico e il suo metabolita (contenuti nell’aspirina – ndr) sono abbondanti in molti vegetali, in particolare in frutti di bosco, frutta secca, spezie, cereali integrali. Non c’è bisogno di assumere quotidianamente aspirina se consumiamo regolarmente cibo vegetale”. Come volevasi dimostrare: lo stile di vita e un’alimentazione corretta valgono più di tutti i farmaci possibili. Senza dimenticare che la malattia e la morte fanno parte della vita.
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Pdl e Lega hanno buone ragioni per festeggiare. Martedì, in Parlamento, hanno vinto loro. Lo sconfitto è Gianfranco Fini. Il voto sulla mozione di sfiducia al Governo è stato un regolamento di conti tutto interno alla coalizione che nell’aprile del 2008 ha stravinto le elezioni, ma che in due anni e mezzo ha visto andare in crisi il progetto politico che ne era alla base e disperdersi la sua maggioranza. Il Parlamento ha ridato un po’ di fiato a Berlusconi. Ma la debolezza del Governo era e rimane evidente, in uno scenario di grande preoccupazione: la ripresa economica è troppo debole; lo stallo nel mercato del lavoro è ormai un’emergenza; l’incertezza – più che la riforma del sistema universitario – ha riportato in piazza il mondo giovanile e le sue aspettative, che riguardano il presente prima del futuro. E poi il drammatico ritorno sulla scena dei professionisti della violenza e della provocazione, dei delinquenti travestiti da dimostranti. Il tabellone della Camera segnava martedì 314 voti a favore del governo e 311 contro (in apertura di legislatura la maggioranza poteva contare su 340 deputati e l’opposizione su 239). Tre voti di differenza chiudono per oggi la partita con il presidente della Camera, ma non cambiano di una virgola il problema della governabilità. La notizia che il B-day – sintesi giornalistica delle tensioni e delle attese concentrate nella giornata dello scorso 14 dicembre – consegna agli elettori è infatti la definitiva scomposizione di quello che in termini esclusivi si definiva “il centrodestra”. E lo scenario politico si fa più complesso e più precario. Complesso perché il patrimonio elettorale del Pdl è comunque in movimento. Precario perché la Lega, in quelli che considera i suoi territori elettorali, vede nelle elezioni anticipate la possibilità di fare bottino anche degli scontenti del berlusconismo. A frenare questa tentazione è lo spettro di un nuovo fallimento sul tema del federalismo attorno al quale Bossi ha costruito e giustificato gli accadimenti di questa prima parte di legislatura. Il destino della legge delega è appeso al destino del Governo e dell’equilibrio delle forze politiche della maggioranza. Anche per questo Bossi ha rinunciato a porre veti sull’Udc (cosa che ha fatto ripetutamente in passato) e all’idea di Berlusconi di allargare la maggioranza di Governo puntando esplicitamente al coinvolgimento di Casini e dei suoi. Senza risultati concreti, infatti, la campagna elettorale della Lega potrebbe farsi molto complicata e incrinare anche tra i suoi elettori l’immaginario del partito che bada alla sostanza piuttosto che all’apparenza. Il dibattito sulla fiducia ha marcato con forza – forse anche per la spregiudicatezza di certi comportamenti che l’hanno preceduto – l’identità e il confine di ognuna delle forze in campo. Probabilmente, per il momento e per il contenuto del passaggio parlamentare, non poteva che essere così. Certo è che la manutenzione del confine non può continuare ad assorbire tutte le forze e tutto l’impegno della politica. C’è bisogno di passione, di partecipazione, di confronto. Il voto di martedì ha segnato un punto di svolta per la legislatura e ha detto chiaramente che non c’è in Parlamento un’alternativa praticabile al Governo attuale. Si riparte da qui. Anche le opposizioni, relegate in secondo piano dalla durezza dello scontro nello schieramento avversario, sono chiamate a ridefinire strategia e progetto. Senza fare troppo conto su una riforma elettorale che sta nei desideri di molti, ma non in quelli di chi ha la mano della partita politica in atto.
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Il fatto
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Riconoscimenti Premiata la bontà
“Bulloni” per la rete del bene bresciano Per un altro anno ancora si rinnova l’appuntamento in cui Brescia celebra i cittadini e le associazioni che si sono distinte per la dedizione agli altri. Il racconto di mons. Piero Conti e don Giacomo Panizza, due dei premiati
A
Ancora una volta la città di Brescia rinnova il suo appuntamento con la bontà. La consegna del Premio Bulloni (e degli altri riconoscimenti a questo collegati) è un momento ormai tradizionale per leggere nelle storie delle figure scelte da una apposita commissione la naturale predisposizione al bene che, nonostante tutto, continua a caratterizzare la comunità bresciana. I premiati di questo 2010 sono portatori di storie diverse, fatte di solidarietà vissuta come missione o che si alimenta di gesti vissuti nel quotidiano. Di attenzione all’altro nella dimensione culturale o nella vicinanza a situazioni di bisogno. Per tradizione il
a cura di Massimo Venturelli Mons. Piero Conti
prescelto per l’assegnazione del Premio Bulloni, il principale dei riconoscimenti, riassume tutti questi aspetti. Non è un caso, dunque, che quest’anno il premio sia stato assegnato a mons. Piero Conti, vescovo della diocesi di Macapà in Brasile, Paese che sin dal 1983 l’ha accolto come fidei donum. Più volte anche da queste pagine si è parlato del suo impegno pastorale e sociale a favore di quella che da quasi un trentennio è la sua gente. Con l’assegnazione del Premio Bulloni si rinnova il legame tra la diocesi di mons. Conti e Brescia. “Devo specificare – afferma mons. Conti raggiunto da “Voce”– che sin dal mio arrivo in Brasile
nel 1983 si è stabilito un intimo legame con Brescia alimentato da un duplice canale. Il primo, per il Vescovo nato in città nel 1949, è quello dell’evangelizzazione. “Un prete – afferma ancora – va in missione per svolgere il suo ministero sacerdotale. La mia città, la mia diocesi d’origine mi hanno sempre sostenuto condividendo lo spirito missionario”. Un aiuto che spesso e volentieri si è tradotto anche in un sostegno concreto, per aiutare don Pedro, solo in seguito diventato monsignore, ad affrontare una pastorale fatta anche di impegni e di bisogni materiali. L’altro canale che ha unito Brescia al Brasile di mons. Conti è quello
dello sviluppo umano. “Grazie anche alla generosità bresciana – sottolinea il Vescovo di Macapà – sono stati realizzati molti progetti sociali che hanno aiutato la gente brasiliana a crescere, a formarsi per poter camminare con le proprie gambe”. Nonostante il Brasile oggi sia ormai entrato a far parte del circolo delle grandi potenze mondiali, sussistono nel Paese ancora larghe sacche di bisogno. È proprio a questo, che è nello stesso tempo materiale, umano e spirituale, che si indirizza l’azione e lo sforzo di chi come mons. Conti ha scelto la via della missione. Ed è una situazione che continua a chiedere
Don Giacomo Panizza, da Pontoglio a Lamezia Terme
Sotto la croce per lenire ogni forma di sofferenza “Quando si segue alla lettera il Vangelo non si può che essere preti di frontiera”. Così don Giacomo Panizza, sacerdote originario di Pontoglio e attualmente in servizio pastorale a Lamezia Terme, liquida le semplificazioni giornalistiche sulla sua persona. Il sacerdote è balzato nelle scorse settimane agli onori della cronaca dopo la partecipazione alla trasmissione Rai “Vieni via con me” nel corso della quale ha ricordato il suo impegno nella diocesi calabrese, dove insieme a tanti altri, sta lottando per vincere la atavica sudditanza di quella terra nei confronti della ‘ndrangheta. Don Panizza è stato insignito nell’ambito del “Bulloni 2010” del premio Anselmi. Il sacerdote ha condiviso proprio con mons. Piero Conti alcuni anni di Seminario. “La mia − è il racconto di don Panizza − è stata una vocazione adulta. Sono entrato infatti in Seminario a 23 anni”. La sua indole lo portava ad affiancare agli studi (nella classe dell’attuale Vescovo di Macapà) l’attività con quelle che già all’epoca erano indicate come marginalità: barboni, senza fissa dimora, prostituzione. “Arrivato in
terza teologia − ricorda − mi è stato proposto un impegno più radicale sul versante dell’handicap”. Iniziava per lui un periodo di frequentazioni con molte di quelle realtà che si occupavano di malattia, di sofferenza. Nel suo peregrinare entra anche in contatto con la Comunità di Capodarco di Fermo. Si tratta di un incontro decisivo per la sua formazione al sacerdozio. “Il Vescovo di Fermo, sentito il Seminario di Brescia, mi propose di terminare nella città marchigiana gli studi teologici restando nella Comunità di Capodarco a servizio di un gruppo di portatori di handicap”. In questo contesto il seminarista viene a conoscenza di una realtà calabrese in cui sono del tutto assenti esperienze di assistenza agli handicappati. Il Vescovo di Fermo, in accordo con quello di Lamezia Terme, propone al giovane bresciano di trasferirsi in Calabria per dare vita in quella diocesi a una prima esperienza di servizio ai portatori di handicap. “Ordinato sacerdote a Fermo − afferma ancora don Panizza − sono stato dato in prestito alla diocesi di Lamezia Terme”. Il contatto con una realtà in
cui l’handicap è probabilmente la minore delle sofferenze porta il sacerdote a conoscere, a scontrarsi, a reagire a gravi situazioni di illegalità. Situazioni che don Panizza considera a tutti gli effetti una sofferenza che attanaglia l’uomo, proprio come la malattia. “E se per queste ultime ci sono cure precise − afferma il sacerdote − anche per quelle dell’illegalità, della criminalità organizzata era possibile pensare a degli antidoti”. Di qui l’opera che lo porta ad un impegno contro quello che da più parti viene definito un vero e proprio antistato. “Non è una scelta eroica − sono le sue considerazioni al proposito − ma un atto che viene spontaneo se si vive nella sua radicalità il Vangelo”. È idealmente con il Vangelo in mano che don Giacomo Panizza ha incontrato tante persone, tante realtà per invitarle a non avere paura, a reagire a questa pesante forma di schiavitù. Non dà del prete di frontiera un significato eroico. “Questa − afferma − è una semplificazione giornalistica. Sono tantissime le persone che ogni giorno lottano contro questa realtà”.
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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L’elenco di tutti i premiati
I mille volti del bene “made” in Brescia Sono 15 i bresciani scelti tra le oltre 60 segnalazioni giunte alla commissione incaricata di individuare i destinatari del Premio Bulloni 2010 e gli altri riconoscimenti a questo collegati. I premi vengono consegnati nel corso di una cerimonia in programma alle 18 di questo venerdì 17 dicembre all’auditorium San Barnaba di Brescia. Detto in altra parte di questa pagina di riconoscimenti a mons. Piero Conti, a cui è stato assegnato proprio il Bulloni, e a don Giacomo Panizza (Premio Anselmi), viene proposto di seguito l’elenco completo dei premiati e, a parte, quello dei destinatari dei “Grosso” e delle medaglie d’oro. Quelle dei premiati, pur diversa una dall’altra, sono storie di una naturale predisposizione alle mille sfaccettature del bene. E così il premio dell’Ordine degli avvocati è andato a Gabriella Guerini, una bresciana trapiantata in Sicilia che avendo sperimentato sulla propria pelle il dramma delle estorsioni ha deciso di ribellarsi a questo sistema. Attualmente è presidente dell’associazione antiracket antiusura Etnea. La storia di Maria Agustoni (premio Aib) è invece quella di una persona che, tramite la fondazione Folonari e la Congrega della carità apostolica, si è messa al servizio di famiglie o singole persone in difficoltà. A Paolo e Rita Cantoni, che da sette anni vivono nel Tibet’s Children Village e si occupano dei bambini di questa area martoriata, è stato assegnato il premio Ranzanici. Jasmine Aiardi, una ragazzina di 15 anni che si occupa della mamma malata di Sla, è la destinataria del premio Gnutti. Il riconoscimento Cuore Amico è invece andato da don Bruno Moreschi, fidei donum da sette anni in Zaire. Il premio Beretta è andato a Giovanna Ronchi da anni impegnata con la cooperative La Rete per l’assistenza a persone senza fissa dimora e che vivono condizioni di grave disagio. Ariede Antonietti, infine, è stata insignita del premio Lavecchia per la sua quasi trentennale attività di volontaria dell’Avo.
attenzione e sostegno alla Chiese del Primo mondo. “Il Nord del Paese (zona in cui si trova la diocesi di Macapà, ndr.) – sono altre considerazioni di mons. Conti – è ancora estremamente povero, sfruttato. Non si tratta soltanto di una povertà materiale, forse la più facile da risolvere. C’è anche una grande povertà umana. L’Amazzonia è un canale internazionale della droga, del traffico di donne, di bambini, di organi. Per tanti giovani la strada della violenza e della prostituzione è l’unica accessibile. Ogni giorno, grazie anche all’attenzione missionaria di tante Chiese, lottiamo per aiutare l’uomo ad affrancarsi da tali situazioni”. Il
destinatario del Bulloni 2010 ha le idee chiare anche su quanto la sua Chiesa può dare a quella bresciana. “La diocesi di Macapá – afferma lal proposito – può aiutare quella bresciana a continuare a essere missionaria, a non chiudersi nelle sue difficoltà e a mantenere aperti sempre grandi orizzonti. Dal Brasile possono inoltre giungere stimoli di riflessione sullo stile di vita del futuro”, con un’umanità che secondo mons. Conti (che quest’anno sarà aiutato anche con l’operazione “Un dono in dono”) deve imparare lo stile della sobrietà, del rispetto della natura pena la morte del pianeta per stanchezza o esaurimento.
Padre Mario Toffari
Grossi e medaglie
Sei riconoscimenti d’oro
Don Giacomo Panizza
Tre Grossi d’oro (la riproduzione della moneta coniata a Brescia nel 1250) e tre medaglie d’oro completano l’elenco dei riconoscimenti collegati al Bulloni. Tre sono stati assegnati alla memoria a figure che, pur in ambiti diversi, hanno portato un personale contributo alla comunità bresciana. Alla figura di mons. Enzo Giammancheri e alla sua grande opera per la crescita culturale del panorama bresciano e nazionale, scomparso nel 2005, è stato assegnato il primo Grosso d’oro alla memoria. Analogo riconoscimento è andato a Riccardo Valnegri che a speso sino all’ultimo la sua vita nella Croce Rossa e prestando la sua opera generosa per portare soccorso alle popolazioni colpite da particolari calamità naturali. Una medaglia d’oro alla memoria è stata invece assegnata alla figura di Giorgio Sbaraini, firma storica del giornalismo bresciano, scomparso nel 2009 all’età di 78 anni. Un Grosso d’oro è stato assegnato a padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale. Il riconoscimento ha trovato la sua motivazione nel lungo e instancabile lavoro che il religioso svolge da anni a Brescia per favorire l’intregrazione tra stranieri e la comunità locale e per l’attenzione che dedica a questioni particolarmente delicate inerenti sempre il fenomeno immigratorio. TIna Leonzi, portabandiera dei diritti delle casalinghe, è stata insignita della medaglia d’oro, come il gruppo scuot Bs11 che da qualche anno si è messo al servizio dei più bisognosi.
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Opinioni
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
di Chiara Gabrieli
di Luciano Pace
Migranti
Scuola
I minori non accompagnati
La valutazione degli insegnanti La valutazione degli insegnanti meritevoli è uno degli snodi concreti su cui fa leva il riordino dell’organizzazione scolastica promosso dal ministro Gelmini. L’intento di stabilire quali siano gli insegnanti più meritevoli presenti nella scuola è, in linea di principio, un intento legittimo e opportuno da promuovere al fine di migliorare la qualità dell’istituzione scolastica italiana, cioè la qualità degli apprendimenti degli studenti italiani di ogni ordine e grado scolastico. Tuttavia, prima ancora di individuare chi sia l’insegnante eccellente, rimane il problema di codificare anzitutto chi sia l’insegnante in sé e cosa un insegnante debba garantire per poter essere definito tale in Italia. Altrimenti, le questioni sugli insegnanti più o meno meritevoli sono destinate a rimanere aleatorie: parole che servono solo ad alimentare una sterile propaganda politico-scolastica e che di certo non giova ad accrescere il livello di istruzione del nostro sistema scuola. Se la questione in gioco è, quindi, quella di comprendere insieme che cosa rende oggi “insegnante” una persona erudita di una determinata disciplina scolastica, preoccupa non poco il fatto che la pubblica “agorà” mediatica diserti di riflettere su tale aspetto. Insomma, l’impressione di molti insegnanti – spesso indipendentemente da personali posizioni ideologico-partitiche e ancorata alla vita scolastica quotidiana – conferma come il limite della riflessione attuale sulla scuola sia quello di concentrarla ostinatamente solo su faccende economiche, le quali restano non certo le ultime, ma nemmeno le uniche; men che meno quelle determinanti per comprendere come si possa migliorare la qualità dei processi di insegnamento-apprendimento scolastico. E così, limitatamente alla questione di stabilire chi siano gli insegnanti più meritevoli, la parola “merito” sembra relata alla preoccupazione di stabilire quali insegnanti guadagneranno di più o di meno a fine mese, più che a quella di interrogarsi su che cosa renda davvero un insegnante maggiormente capace nel compiere il mestiere per cui viene stipendiato mensilmente. Certo, la questione è complessa; ed è per questa ragione, forse, che è opportuno non immaginare la definizione di una graduatoria per merito degli insegnanti come il problema oggi più semplice da risolvere attualmente in ambito scolastico. Salvo di continuare troppo velocemente e superficialmente a pensare che l’insegnare a leggere e a scrivere correttamente in italiano, a “fare i conti”, ad apprendere la storia della nostra cultura, a imparare come “girano” le cose lassù in cielo e quaggiù sulla terra, ecc… sia solo comprendere a quali insegnanti dare qualche euro in più in busta paga a fine mese.
Padre Pio 3 giorni, 2 notti 01/01-31/12 Fatima e Lisbona 5 giorni, 4 notti 01/01-31/12 Assisi 3 giorni, 2 notti 03/01-31/03 e 01/07-07/08 01/04-29/05 e 05/09-23/10 08/08-04/09 e 30/05-30/06
Tra i punti che vengono sottoposti in questi giorni all’attenzione della città da varie associazioni e dai presidi itineranti, e che rientreranno in un documento da proporre a tutti i politici e a tutti gli uomini di buona volontà, viene segnalato il rilevante problema che riguarda i minori immigrati non accompagnati ossia coloro che si trovano in Italia senza la loro famiglia. È noto che la legge prevede che se un minore non accompagnato, cioè senza parenti, giunge in Italia deve essere seguito attraverso iniziative sociali. Questo è già previsto nella legge Bossi-Fini. Ma una nuova norma, di due anni fa, ha stabilito che al compimento del 18° anno di età, il minore non accompagnato deve essere “rispedito” al suo Paese, se non è arrivato in Italia prima del compimento del 16° anno di età. È indubbio che esiste un problema reale relativo agli ingressi, perché se non ci fosse un limite, la legge potrebbe costituire un escamotage per la libera immigrazione: da ogni Paese potrebbero arrivare minori dell’età di 17 anni e qualche mese e avere il diritto all’inserimento sociale per poi rimanere sul nostro territorio nazionale. Però, la norma che identifica in un periodo ben preciso, e cioè prima del compimento del 16° anno, la possibilità di rimanere in Italia una volta raggiunta la maggiore età, porta, di fatto, a delle incongruenze che già si stanno rivelando punitive per alcune persone. È il caso di adolescenti arrivati qui a 16 anni, che hanno percorso un cammino in strutture sociali serie, hanno appreso la nostra lingua e che al compimento del 18° anno si trovano nella condizione o di cadere nella clandestinità o di ritornare al proprio Paese. Ma tutto il lavoro svolto dalla società Italiana per questi ragazzi perché deve andar perso in questo modo? Si potrebbe tornare alle norme contenute nella semplice legge Bossi-Fini che non determinavano l’età ma richiedevano delle serie garanzie al giovane immigrato. Inoltre si potrebbero richiedere un serio accompagnamento in alcune strutture sociali accreditate, dei traguardi di cultura e socialità conformi al nostro Paese e uno sponsor che garantisca per loro. In questo modo si eviterebbe un’immigrazione selvaggia ma si favorirebbe anche chi a 16 anni si trova nelle condizioni di pervenire nel nostro Paese. Qualora proprio si ritenesse che solo il principio dell’età possa garantire una formazione culturale e sociale idonea per rimanere nel nostro territorio, si potrebbe pensare almeno a una specie di “green card” che dia a questi immigrati, una volta tornati al loro Paese, la priorità reale circa gli ingressi che dovrebbero essere stabiliti con le quote, secondo la legge in vigore. Un appello potrebbe essere quello che riguarda i ragazzi, poche unità nella nostra città, che sono arrivati a 16 anni compiuti e che da circa due anni sono seguiti da strutture sociali appropriate, perché venga loro concessa una deroga, visto che non è sicuro che all’epoca dell’immigrazione essi potessero conoscere l’entrata in vigore della norma che modificava la legge Bossi-Fini.
01/01-31/12
Polonia: Terra di Papa Giovanni Paolo II 8 giorni, 7 notti € 768.00
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Turchia 8 giorni, 7 notti € 649.00
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Lourdes e Barcellona 6 giorni, 5 notti € 270.00 € 297.00 € 300.00
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Malta: sulle orme di San Paolo 5 giorni, 4 notti € 322.00 € 343.00 € 380.00
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Grecia Cristiana e Meteore 8 giorni, 7 notti € 664.00
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it
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Politica Dalle Camere la fiducia al Governo
Quei tre voti che dividono più di prima La maggioranza ottenuta da Berlusconi non dà sufficienti garanzie e apre a molti scenari diversi in cui naviga un mondo che appare autoreferenziale
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Con termini in uso nel mondo calcistico (per altro tanto caro al Premier) si potrebbe dire che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi potrà mangiare il panettone a Palazzo Chigi. Poi si vedrà... Chi considerava l’appuntamento del 14 dicembre scorso come il punto di non ritorno per il Governo ha dovuto (probabilmente con grande disagio) ingoiare l’ennesimo rospo. Pur con una maggioranza ridotta al lumincino (solo 3 i voti di scarto alla Camera dei deputati) Berlusconi ha ottenuto la fiducia. Ovviamente il Premier e i suoi fede-
a cura di Massimo Venturelli
lissimi hanno considerato il risultato una grande vittoria. Altrettanto ovviamente chi sperava con due distinte mozioni di sfiducia di chiudere l’esperienza governativa in atto ha dovuto fare (con grandissima difficoltà) buon viso a cattiva sorte. Sì, questo il loro ragionamento, Berlusconi ha superato questa prova, ma la sua è stata una vittoria di Pirro, illusoria, perché con una maggioranza così risicata non si può governare. C’è da credere che ancora per molti giorni il Paese, quello che sente ancora stretta la morsa delle crisi e delle difficoltà da questa
generate, dovrà sorbirsi i consueti salotti televisivi affollati di politici pronti a “spaccare il capello in quattro” per analizzare ciò che è stato, ciò che poteva essere. Politici, esperti e analisi disposti a ripetere sino alla noia che Berlusconi per continuare la sua esperienza di Governo dovrà cercare di allargare la sua maggioranza. Insomma, un’analisi non molto originale. Sicuramente più interessante sarà vedere come la politica si muoverà per raggiungere i propri obiettivi che, vale la pena ricordarlo, non sono solo quelli di garantire al Premier i numeri per governare. C’è chi, Pd in testa, chiede un governo di garanzia (ovviamente non guidato da Berlusconi) per affrontare due/tre punti necessari per la tenuta del Paese. Ma c’è anche chi, Italia dei valori, chiede l’immediato ritorno alle urne, considerato il minore dei mali. Di tutt’altro tenore le preoccupazioni del Premier che, ormai rotto (anche se in politica il mai dire mai è d’obbligo) il sodalizio con Fini, è alla ricerca dei deputati necessari ad ampliare quel +3 del 14 dicembre. Naturale approdo delle sue attenzioni sono l’Udc di Casini e qualche esponente del Fli che
non si sente più così in sintonia con Fini. Particolare non indifferente è che a dispetto di quanto per anni è andato dicendo su Casini e i suoi, Bossi abbia detto che non c’è alcuna preclusione della Lega su un eventuale allargamento della maggioranza proprio all’Udc. Affermazioni forse di circostanza, anche in considerazione del diniego dello stesso Casini, ma che contrastano con quelle di altri esponenti del Carroccio che ormai parlano apertamente dell’appuntamento elettorale di primavera. A ingarbugliare ulteriormente la matassa l’apertura di Berlusconi a una “crisi programmata”, tecnicismo per dire che un’eventuale variazione degli attuali assetti governativi sarebbe concordata fuori da quelle che sono le sedi isituzionali preposte. C’è poi il capitolo Fini, probabilmente il politico che esce peggio dal voto del 14 dicembre. Solo rinviate o definitivamente tramontate le sue aspirazioni di porsi come autentica alternativa a Berlusconi quale leader di un centrodestra che nelle intenzioni del Presidente della Camera avrebbe dovuto essere diverso da quello attuale “troppo appiattito” sulla Lega?
I commenti al voto parlamentare
Comunque evitate (per ora) elezioni che preoccupano tutti “È fuori di dubbio che il voto della Camera abbia rafforzato Berlusconi a cui, per altro, vanno rinconosciute indubbie capacità di iniziativa politica”. È questo il commento a caldo di Paolo Corsini, deputato del Pd. Quello ottenuto dal Premier è però un successo strettamente personale dal momento che politicamente, secondo l’ex Sindaco di Brescia, esce largamente indebolito dal voto del 14 dicembre. Tre le alternative che, passate le ore della tensione post voto, si aprono per Corsini davanti al Presidente del Consiglio. “Berlusconi potrà recarsi al Quirinale, rassegnare le sue dimissioni − afferma il parlamentare del Pd − e chiedere nuove elezioni dopo aver verficato l’impossibilità di governare con una maggioranza così risicata”. La seconda ipotesi paventata dall’ex sindaco di Brescia e quella di un Berlusconi alle prese con il tentativo (secondo Corsini già sperimentato con successo in occasione del voto alla Camera del 14 dicembre) “di sottrarre in modo molecolare parlamentari alle forze
di opposizione, soprattutto in quel Fli che non potrà non subire le conseguenze della pesante sconfitta conosciuta da Fini”. C’è infine una terza ipotesi indicata da Corsini: quella di un Berlusconi bis allargato a Casini (soluzione che per altro conosce anche le prime benedizioni della Lega). “Ipotesi − afferma il parlamentare del Pd − direttamente legata alla volontà di Casini di tenere fede alle sue dichiarazioni per la costruzione di un terzo polo”. Qualche conseguenza il voto di fiducia l’ha prodotta anche sulle forze di opposizione, ne è cosciente anche Corsini che ragionamendo sul “suo” Pd parla di “offensiva frontale al Governo che non ha avuto successo”, di un partito che, alle prese ancora con la ricerca di una sua identità e di una precisa strategia politica, non ha mai schiacciato sull’acceleratore di elezioni anticipate che per un Paese in crisi come l’Italia sarebbero una iattura. Pesanti, per Corsini, sono anche le conseguenze sul terzo polo che puntava sulla sfiducia all’Esecutivo per spiccare il volo.
“Il futuro di questa nuova aggregazione − afferma al proposito − è incerto e strettamente legato al fatto che ormai Fini non può più porsi come alternativa al Berlusconi nel centro destra attuale”. Piena soddisfazione, pur non nascondendo la difficoltà del momento attuale, esprime invece Giuseppe Romele, deputato Pdl. “Berlusconi − afferma il vicepresidente della Provincia,− è riuscito a rintuzzare l’ennesimo attacco di Fini che puntava a eliminarlo politicamente”. Il quadro politico uscito dal voto del 14 dicembre impone anche per Romele la necessità di allargare la maggioranza, magari con l’aggiustamento del programma, anche all’Udc di Casini e a parlamentari in uscita da alutri gruppo. Un obiettivo che, per il parlamentare Pdl è condiviso anche dalla Lega, “che − continua ancora Romele − è sempre stata alleata fedele e trasparente del Pdl e di Berlusconi”. Quanto a Fini, conclude Romele, ormai si tratta di un problema marginale della politica, che ora deve pensare al Paese.
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Popoli e continenti Mondo
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Togo Un’esperienza missionaria
Fraternità senza confini nel segno dell’educazione Sono moltissime le associazioni e i gruppi che aiutano i missionari nei Paesi in via di sviluppo. Dal 2007 opera una onlus che sostiene alcuni progetti in Togo. Fondata da un sacerdote bergamasco ha la sua sede ad Adro
C
Che il Bresciano sia un territorio molto attento alla missionarietà è cosa risaputa. Sono moltissimi i missionari sparsi per il mondo che riescono a realizzare progetti grazie al sostegno di tanti gruppi parrocchiali, di associazioni che fanno di questo settore il campo del loro impegno. È un mondo composito, difficile da descrivere nel suo insieme. Più facile è raccontare qualche singola esperienza, come qiella dell’associazione onlus “Fraternità Italia Togo” nata nel 2007 e che ha la sua sede ad Adro. L’associazione è “transdiocesana” perché fondata dal sacerdote bergamasco don Erminio
a cura di Massimo Venturelli Don Erminio Osti con alcuni bambini del Togo
Osti, vicario parrocchiale a Predore. Negli anni, grazie al generoso contributo di tante persone, ha potuto realizzare nel Paese africano 10 edifici scolastici (dalla scuola primaria al liceo), una cappella, alcuni pozzi e servizi igienici. Grazie alla onlus è stato possibile dotare alcune scuole dei banchi. L’associazione, inoltre, ha aiutato due realtà agricole locali, garantisce un appoggio ad alcuni studenti liceali e universitari e a un centinaio di orfani. La onlus ha anche aiutato due realtà agricole locali e ha garantito un appoggio ad alcuni studenti liceali e universitari e a un centinaio di
orfani. Dal 23 ottobre al 7 novembre scorso un gruppo dell’associazione è volato in Togo. “Pur avendo visto tante foto e tanti documentari sull’Africa – raccontano i ‘reduci’ dell’esperienza – pensavamo di avere un’idea ben precisa della situazione reale. Ma quello che abbiamo visto in quei giorni ha superato ogni immaginazione ed è stato per noi una forte lezione di vita. Nessuno può rimanere indifferente di fronte a quello che vede direttamente con i propri occhi”. Quartier generale della nuova spedizione è stata la cittadina di Kpalime, a circa 120 km a nord della capitale del Togo, Lomé.
Per il gruppo è stata occasione per visitare i progetti realizzati dall’associazione “Fraternità Italia Togo”. Nel villaggio di Morétan, nel nord del Paese, al confine con il Benin l’incontro con un gruppo di orfani che hanno ricevuto un aiuto per la prosecuzione degli studi. Si tratta di quei 109 bambini aiutati dall’associazione tramite lo strumento delle adozioni a distanza. Di qui un nuovo spostamento sino villaggio di Atikpai per l’inaugurazione della cappella chiesta con insistenza dagli abitanti che si sono prodigati con i volontari dell’associazione per la sua realizzazione. Nel prosieguo del
Un incontro promosso dalle Acli provinciali
Il safari cinese in Africa e i diritti umani Martedì 14 dicembre, presso la sede delle Acli provinciali, in via Corsica 165, si è svolto un incontro sul tema Il continente Cina: il safari cinese in Africa e l’evoluzione dei diritti umani. L’iniziativa, organizzata dall’Istituto cooperazione economica internazionale (Icei) in collaborazione con le Acli, Amnesty International, la Banca etica, la Cisl e la Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo, rientra nella proposta denominata “Viaggio intorno al terzo millennio: il mondo e i suoi problemi”, che dal 1998 propone annualmente una serie di conferenze e dibattiti su temi di attualità scelti di volta in volta dai partecipanti mediante un questionario di valutazione. La serata è stata introdotta dal video “China Blue”, di Micha Peled, un documentario che mostra, una volta di più, come l’impetuoso sviluppo economico vissuto dalla Cina negli ultimi vent’anni sia stato costruito su condizioni di lavoro disumane e su una politica aggressiva dei mercati, locali e internazionali, che non tiene conto di nulla se non del massimo
profitto possibile, indipendentemente dalla qualità dei prodotti e dei diritti dei lavoratori. Due sono stati poi gli interventi della serata, moderati da Francesco Pintossi, delle Acli bresciane. Stefano Gardelli, consulente su Internazionalizzazione di imprese e creazione di attività economiche e commerciali in Africa occidentale, ha raccontato la massiccia penetrazione della Cina nel continente africano, mostrando le strategie adottate dal governo e dalle imprese cinesi per raggiungere in modo diretto le materie prime dei Paesi sub-sahariani e gli effetti che tali interventi hanno sull’economia locale. Non tutto, però, è negativo: le infrastrutture costruite dai cinesi in Africa e i prodotti lì venduti, pur non avendo la qualità che le imprese occidentali possono garantire, offrono comunque un’opportunità notevole per gli africani e non solo per i governi locali che traggono notevoli vantaggi economici e politici nella collaborazione con il gigante orientale. Il secondo intervento è stato di Paola De Pirro, responsabile “Cina
e Tibet” nel Coordinamento Estremo Oriente di Amnesty International, che ha ricordato le violazioni dei diritti umani che si compiono in Cina, con particolare attenzione alla privazione della libertà di espressione, di informazione e di associazione. Il Pil cinese, dal 1990 a oggi, ha fatto registrare un aumento del 536%, ma le condizioni di vita dei cittadini, per molti versi, non sono migliorate: non ci sono sindacati se non quello padronale, un sistema processuale sommario consente di far ancora ricorso alla tortura e condannare alla pena di morte con leggerezza, si pratica la deportazione di manodopera per la costruzione di città e infrastrutture, esistono ancora campi di concentramento (con la denominazione di “campi di rieducazione attraverso il lavoro”) per dissidenti e altri criminali comuni. Amnesty International non può comunque entrare in Cina per svolgere indagini e, pertanto, anche i dati relativi al rispetto dei diritti umani rimangono tuttora parziali. (Luca Rivali)
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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Cancún
Clima: l’ennesima scappatoia
viaggio il gruppo della onlus ha preso contatti con alcune realtà agricole aiutate: l’associazione Cajpa di Gbende e l’associazione Alternative Clé Verte di Akaba, che grazie all’aiuto italiano ha avviato un progetto di agricoltura biologica che prevede anche una parte didattica. 15 giovani apprendono l’abc dell’agricoltura biologica. La bontà del progetto e la sua efficacia hanno portato all’estensione della collaborazione. L’associazione “Fraternità Italia Togo” contribuirà alla costruzione di un ponte per un più rapido collegamento con i campi in cui si svolge l’importante progetto agricolo.
Nata nel 2007
In aiuto di un Paese povero L’Associazione onlus “Fraternità Italia Togo” è nata il 24 gennaio 2007 dall’iniziativa di un gruppo di amici che si era recato nel Paese africano per opere di volontariato. Interpellati dalla ingiusta e sconvolgente situazione di povertà di tanti fratelli, hanno sentito il bisogno di non dimenticarsi di loro una volta tornati in Italia. La onlus ha coinvolto anche altre persone in questo progetto di aiuto e di solidarietà. L’associazione, che ha la sua sede ad Adro in via Molinarghe, 15/a, si ispira ai principi di solidarietà umana e cristiana. Si tratta di una organizzazione non lucrativa di utilità sociale; esclude ogni scopo di guadagno e persegue esclusivamente finalità di solidarietà. L’associazione intende sensibilizzare la gente sulla realtà di povertà e di bisogno del Togo, per poter realizzare sul luogo interventi concreti di sviluppo umano e sociale. Scopi dell’associazione sono la crescita dell’attenzione verso i fratelli più poveri del Terzo Mondo e la sensibilizzazione (attraverso incontri, mostre e conferenze) dell’opinione pubblica facendo conoscere i bisogni presenti oggi nella comunità del Togo e promuovendo la formazione di volontari. Per informazioni: padre Erminio Osti, (tel. 035/938750, cell. 349/5800152) e.mail: padre.erminio@virgilio.it, www.fraternitaitalia-togo.org.
Sui fondi per il Sud del mondo solo promesse, sui vincoli di riduzione delle emissioni di gas serra nessun accordo: è la fotografia dei negoziati sui cambiamenti climatici che si sono tenuti nei giorni scorsi nella città messicana di Cancún alla presenza di ministri e diplomatici di 193 Paesi. “Non abbiamo più tempo” ha ripetuto Patricia Espinosa, la dirigente del ministero degli Esteri messicano che ha presieduto la XVI Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc). Alle trattative ufficiali se ne sono affiancate altre informali, con i rappresentanti di una quarantina di Paesi. Quel canale però si è chiuso dopo la denuncia dei delegati boliviani, secondo i quali non erano state rispettate le regole per la rappresentanza di tutti i Paesi. “I poveri e gli emergenti chiedono l’estensione del Protocollo di Kyoto, l’unico accordo vincolante sulle emissioni a oggi esistente” ha dichiarato all’agenzia stampa Misna Elena Gerebizza, a Cancún con la Campagna per la riforma della Banca mondiale (Crbm). Kyoto scade nel 2012 ma molti dei 37 Paesi industrializzati firmatari del Protocollo non vogliono una “seconda fase” se i vincoli non varranno anche per gli Stati Uniti e le potenze emergenti, Cina e India su tutte. A Cancún si è aggirato lo spettro di una nuova Copenaghen, la capitale danese dove un anno fa non ci fu accordo ma solo il via libera a tagli di emissioni “volontari”. Quello schema, del tutto inadeguato per contenere l’aumento delle temperature entro i due gradi centigradi come chiesto dagli esperti dell’Onu, ha rischiato di essere riproposto anche in Messico. A parole, infatti si sono registrate convergenze su alcune questioni, ad esempio gli stanziamenti perché i Paesi poveri possano far fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici e sviluppare fonti di energia “pulite”. A Copenaghen furono promessi 100 miliardi di dollari entro il 2013 e 100 miliardi di dollari l’anno a partire dal 2020. Ma di questi soldi, è stato confermato anche a Cancún, finora non si è visto traccia. Secondo la Gerebizza, “per l’Africa i trasferimenti di fondi sono importanti quasi quanto l’estensione del Protocollo di Kyoto”. Difficile capire se queste preoccupazioni contino qualcosa. Molti Paesi europei hanno mandato nella città messicana delegazioni faraoniche, 100 persone o più. Gli africani si sono spesso accontentati di un ministro e un accompagnatore: troppo pochi per seguire anche incontri paralleli o “ristretti”. La sedicesima conferenza Onu sul clima si è comunque chiusa con l’approvazione di un fondo di aiuti per i Paesi in via di sviluppo e con l’adozione di un pacchetto di misure per contenere l’emissione di gas serra nel mondo dopo la scadenza del protocollo di Kyoto nel 2012. Tuttavia non sono stati definiti impegni precisi, per i quali si è rimandato al vertice in programma l’anno prossimo in Sudafrica a Durban. Anche se per gli osservatori l’incontro di Cancún qualche passo positivo l’ha segnato (l’attenzione ai Paesi in via di sviluppo con la considerazione della necessità di un loro “adattamento”: un termine tecnico che indica a tutti che, senza lo stanziamento delle risorse adeguate questi Paesi, queste economie povere non possono adeguare i loro meccanismi di produzione e le loro economie a standard eco-compatibili), resta la sensazione che il rinvio al 2011 sia l’ennesima scappatoia per non affrontare un tema estremamente importante come quello della riduzione delle emissioni dei gas serra.
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Popoli e continenti Europa
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Bruxelles La Consensus conference
Senza dimora: tema europeo L’incontro, che ha chiuso l’Anno che l’Ue ha dedicato alla lotta alla povertà, ha messo in risalto le vie per interventi comuni per affrontare il fenomeno degli homeless
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Si è tenuta il 9 e 10 dicembre scorso a Bruxelles la prima Consensus conference (Conferenza europea di consenso) sulle persone senza dimora. L’evento si è collocato nel quadro della presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea, a conclusione del 2010, Anno europeo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale che ha guardato con grande attenzione al fenomeno della grave marginalità sociale. Il problema dei senza fissa dimora rimane grave in tutta Europa e la tipologia delle persone coinvolte sta mutando. Lo stereotipo è raffigurato da un uomo, generalmente singolo, di mezza età, che dorme in strada. In realtà si osserva che a vivere in questa condizione sono sempre più numerosi i giovani, le donne, i separati, gli immigrati e i richiedenti asilo che non trovano un alloggio. Si tratta di una condizione che produce un
a cura di Massimo Venturelli
impatto negativo sia sulla persona, che sul tessuto sociale. Nonostante i progressi compiuti da molti Stati dell’Ue per affrontare il fenomeno, si avverte sempre di più la necessità di mettere a punto strumenti politici e di aumentare il coordinamento a livello di Unione europea. Non soltanto la definizione di persona senza dimora varia ampiamente da Stato a Stato, ma anche gli stessi dati raccolti e i rapporti differiscono notevolmente tra loro. La Conferenza, nata dall’esigenza di dotare gli Stati membri dell’Unione europea di un medesimo quadro legislativo e operativo di riferimento per contrastare la mancanza di una dimora stabile, si è posta come obiettivo la costruzione di un punto comune di partenza per compiere i progressi necessari per creare un adeguato monitoraggio e il sostegno, a livello europeo, nella lot-
ta alla grave esclusione sociale. Per la prima volta il modello della Consensus conference è stato applicato al mondo del sociale. Già utilizzato per la sanità e la tecnologia la Conferenza ha puntato alla formazione di una comprensione politicamente condivisa della questione dei senza fissa dimora. Nel corso della Conferenza sono state affrontate sei questioni fondamentali: cosa si intende per senzatetto; se sia realisticamente possibile porre fine alla grave esclusione sociale; se gli approcci incentrati sugli alloggi rappresentino il sistema più efficace per affrontare il problema; come garantire una partecipazione alle persone senza dimora nell’individuazione delle politiche; in quale misura le persone senza dimora dovrebbero poter accedere ai servizi, prescindendo dal loro attuale status giuridico e dalla loro nazionalità e, infine, che cosa
dovrebbe essere compreso all’interno di una strategia complessiva dell’Ue su tale fenomeno. “L’evento è stato prezioso e innovativo, non solo per la conferenza in se stessa ma soprattutto per il percorso partecipativo che ha condotto a essa e che da essa, come punto di partenza, potrà scaturirne in Europa e negli Stati membri”. Queste le parole con cui Paolo Pezzana, presidente della Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora ha commentato la chiusura della Consensus conference che anche ricordato come il fenomeno in Italia sia consistente e sia stato sinora fronteggiato prevalentemente in maniera localistica, soprattutto grazie all’intervento del terzo settore, “che − sono ancora considerazioni di Pezzana – ha saputo moltiplicare le scarse risorse pubbliche dedicate alla lotta alla povertà estrema”.
Un convegno a Milano
Una ricerca per conoscere la parte italiana di un problema europeo Di senza dimora si è parlato anche a Milano il 13 dicembre nell’ambito del convegno che ha concluso, su iniziativa del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Nel corso del convegno sono stati presentati i primi dati della ricerca promossa sulla realtà delle persone senza dimora e dei servizi loro riservati, promossa dal ministero del Welfare, cofinanziata da Caritas italiana ed effettuata da Istat e Fio.Psd. Si tratta di un’iniziativa di rilevante importanza per colmare il vuoto di conoscenza (dunque, di deliberazione politica) accumulatosi, in Italia, intorno al fenomeno. La ricerca, in oltre un anno di lavoro, ha indagato l’universo delle strutture, delle organizzazioni e dei servizi che in Italia offrono aiuto ai senza dimora (in una seconda fase, entro il 2011, verrà realizzato un censi-
mento delle persone senza dimora). Sono stati contattate 1684 organizzazioni; a 1144 di esse sono state somministrate interviste che hanno portato a individuare 810 organizzazioni che erogano alle persone senza dimora circa 2450 servizi diversi in Italia, con percentuali maggiori al Nord e al Centro, inferiori al Centro-sud, ma nessun territorio regionale che risulti integralmente scoperto. I dati della ricerca offrono, una rappresentazione che conferma il tradizionale divario infrastrutturale tra le diverse aree del Paese, ma che appare meno eclatante di quanto ci si sarebbe potuti aspettare almeno sino a qualche anno fa, quando l’assenza di servizi nella loro area era una delle cause principali che le persone senza dimora emigrate al Nord dichiaravano come motivazione del loro spostamento. Dalla ricerca emerge che è il settore privato-so-
ciale a lavorare maggiormente con i senza dimora: delle 777 organizzazioni che hanno dichiarato di avere almeno un servizio per persone senza dimora, 592 (76,2%) sono private, mentre i restanti 185 enti sono pubblici (23,8%). Analizzando i risultati della ricerca presentati a Milano emergono due elementi che sollecitano tanto i poteri pubblici quanto gli attori privati del mondo dei servizi ad attivarsi. Il primo è l’esigenza di superare molti dei preesistenti steccati, a tutti i livelli, orizzontali e verticali, per cominciare a pensare e agire strategicamente insieme, ovvero potenziando le sinergie e il lavoro di rete. Il secondo è la necessità di dare riconoscimento e voce a un settore che, nel suo insieme, rappresenta già una parte importante del Paese e del suo sistema di servizi sociali e civili.
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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Austria
Cristiani nel mirino: un rapporto 40 pagine dove vengono passati in rassegna fatti e situazioni di discriminazione e intolleranza ai danni dei cristiani nei diversi Paesi europei: Francia, Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Svezia fino a raggiungere la Turchia, la Grecia, l’Albania. È il Rapporto stilato dall’“Osservatorio sulla intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa” presentato a Vienna in occasione del “Meeting” sulla libertà religiosa promossa dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Il Rapporto è diviso in paragrafi tematici. Un capitolo a parte è riservato alla rimozione dei simboli religiosi. Viene ovviamente citata la sentenza della Corte europea dei diritti umani relativa alla rimozione del crocifisso dalle scuole pubbliche italiane e vengono segnalati casi simili in Germania e in Inghilterra.
Europarlamento
I discorsi di De Gasperi
Un impegno per 84 milioni di persone Oltre cento milioni di persone sono minacciate da povertà ed esclusione sociale. Lo rileva Eurostat, che pubblica un ampio studio (“Income and living conditions in Europe”) in vista della conferenza di chiusura dell’Anno europeo per la lotta contro la povertà, che si svolgerà il 16 e 17 dicembre a Bruxelles. L’Ufficio statistico Ue ha utilizzato tre criteri-base e dati numerici relativi al 2008: rischio povertà, con reddito inferiore al 60% del reddito pro capite nazionale; situazione di grave privazione materiale, non potendo ad esempio far fronte alle bollette di casa, non potendo riscaldare adeguatamente l’abitazione, non disponendo di un televisore a colori o di un telefono; famiglie a debole intensità di lavoro (forza lavoro familiare impegnata sotto il 20% delle potenzialità). In questo senso risulta che 81 milioni di persone sono a rischio povertà nei 27 Stati membri dell’Unione, pari al 17% della popolazione totale. Le realtà più preoccupanti si registrano in Lettonia, Romania e Bulgaria. Sono 42 milioni i cittadini (8%) che scontano gravi privazioni nella vita quotidiana e Romania e Bulgaria sono ancora al centro dell’attenzione. 34 milioni di persone vivono invece in ménage a debole intensità di lavoro, con punte massime in Irlanda, Ungheria, Belgio e Germania. Sono infine 7 milioni (1,4%) le persone che devono fare i conti con tutti e tre i problemi indicati. Proprio per questo l’Unione europea, ispirandosi alla solidarietà, aveva scelto di dedicare questo 2010 ormai agli sgoccioli alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Il principio guida di questo Anno europeo è stato quello di dare voce alle persone vittime della povertà e dell’esclusione sociale e di ispirare un coinvolgimento diretto dei cittadini europei e degli altri attori. L’Anno europeo mirava inoltre a mettere in discussione gli stereotipi e la percezione collettiva della povertà. Abbracciando i principi europei di solidarietà e collaborazione, il 2010 ha così rappresentato un appello ad affrontare in modo deciso le cause della povertà.
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I discorsi di Alcide De Gasperi, uno dei “padri fondatori” della Comunità europea, sono ora disponibili presso la Biblioteca del Parlamento europeo a Bruxelles. Il presidente della Fondazione “Bruno Kessler”, Andrea Zanotti, ha consegnato, nel corso di una recente cerimonia all’Europarlamento, l’opera omnia dei discorsi e degli scritti dello statista italiano che considerò il processo di integrazione europeo come uno dei capisaldi della politica centrista nell’immediato dopoguerra italiano. Fu l’Europa degli statisti cristiani: De Gasperi, Monnet, Schuman, Adenauer. De Gasperi credette nel disegno di una Europa politica. Il Presidente del Consiglio italiano capì che solo attraverso la messa in comune della politica estera e di difesa, l’Europa avrebbe compiuto quel definitivo salto di qualità in grado di farne un attore politico mondiale.
Ue
Imprenditoria al femminile Si chiamano “ambasciatori dell’imprenditoria femminile”: sono donne con ruoli di alta responsabilità nelle imprese europee, manager, lavoratrici autonome che sostengono l’imprenditorialità femminile, ritenuta dalla Commissione Ue “essenziale per stimolare la crescita economica, poiché le potenzialità imprenditoriali delle donne non sono state ancora pienamente valorizzate”. In tal senso l’Ue lancia una seconda fase del progetto “Rete europea di ambasciatori dell’imprenditoria femminile”, inaugurata nell’ottobre 2009. In questi 12 mesi circa 150 “ambasciatori” provenienti da 10 Paesi europei (Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Norvegia, Polonia, Slovacchia e Svezia) hanno svolto opera di sensibilizzazione a livello Ue. Ora si aggiunge un centinaio di ambasciatori da altri 12 Stati: Albania, Belgio, Croazia, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Romania, Serbia e Regno Unito, portando a 250 il numero degli ambasciatori che “aiutano le donne a superare i loro dubbi e, raccontando le loro esperienze personali, si adoperano per incoraggiarle e ispirarle a diventare imprenditrici”.
BRESCIA
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residenziali
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Camillo Pellegrini Fa parte degli artisti legati alla cultura morettesca della seconda metà del Cinquecento. In lui si coagulano echi di Luca Mombello e di Pietro Marone formando un linguaggio di preziosa illustrazione dalle tonalità ancora arcaizzanti. “Arbor Iesse”, Quinzano d’Oglio, Pieve di Santa Maria Nascente.
Il sogno e la realtà di Giuseppe Fusari
Il Vangelo della domenica IV DOMENICA DI AVVENTO Dal Vangelo secondo Matteo (1, 18-24) Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele”, che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
È un procedimento letterario tipico di Matteo quello di utilizzare la modalità del sogno per rivelare il piano di Dio. È un modo tutto suo, in linea con la letteratura biblica e antica che vedeva nel sogno il luogo nel quale la coscienza si rende più docile ad accogliere l’inspiegabile, a ricevere quello che viene dall’Altro, a farsi imprimere da una dimensione che segna il trascendente. Oggi, dopo la nascita della psicanalisi, il sogno è diventato l’opposto: è la sedimentazione delle nostre immagini irrisolte, il deposito delle nostre fratture interiori. Ma per Matteo esso è ancora il veicolo dell’impossibile, la sede del discreto modo di agire di Dio. Così il sogno diventa il modo per comprendere una realtà incomprensibile a Giuseppe: una futura sposa in attesa di diventare madre, un ripudio segreto come conseguenza della colpa. Giuseppe è giusto: non cerca lo scandalo, ma la giustizia. Il suo torto si deve risolvere senza scandalo ma secondo giustizia. Fin qui la veglia. Poi il sogno. Giuseppe è più sveglio quando dorme perché nel sonno gli si rivela Dio: riceve l’annuncio che gli spiega il filo sottile e inaspettato della storia di Dio. Matteo ha appena finito di enumerare le generazioni che portano da Abramo a Gesù e quel ‘Giuseppe, figlio di Davide’ riannoda il falegname di Nazareth a una storia che è più grande di lui e che lui stesso conosceva quasi solo come narrazione mitica. Da quel momento lui diventa davvero figlio di Davide, discendente dal re, ma in forma strumentale: perché attraver-
so quella discendenza si compie la promessa. Non importa se quello che è generato in Maria non è suo ma dello Spirito Santo. È un altro nodo, un altro filo che il sogno intesse nella trama di Dio per Giuseppe. Così si capisce la profezia che Giuseppe doveva conoscere perché sentita nella sinagoga: una promessa che riguardava qualcun altro e che, pur nella speranza, era cosa da attendere per un futuro indefinito. Invece l’annuncio fa piombare anche su Giuseppe il futuro di Dio. In quel momento, gli dice l’angelo, si compie il futuro, la promessa diventa presente. Tutto comincia a muoversi secondo l’intenzione di Dio. È straordinaria la docilità di Giuseppe al risveglio: fa come gli ha ordinato l’angelo, prende con sé Maria. E qui è la realtà che diventa sogno, perché nulla di quello che era progettato sarà più come prima. Non una famiglia normale, non un figlio che segua il suo lavoro, non una vita all’ombra della sicurezza. Da lì comincia una storia che diventa indipendente da lui e che lo riguarda come silenzioso spettatore. Vede il sogno di Maria e quel bambino che è troppo grande per lui. Vede e deve credere. Perché altrimenti la storia non potrebbe tramutarsi nel sogno di Dio, nel suo futuro. Dio è lì e ribalta la realtà permettendo all’uomo il suo sogno. Giuseppe si sveglia dormendo: i suoi occhi si aprono sul mistero, tentano di correre dietro alla fede necessaria, diventano sogno di Dio essi stessi. Per vedere la promessa. O almeno intuirla.
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Natale 2010 Oltre le milleluci
Una Luce si accende nella storia del mondo
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di Cristiana Dobner
In Europa il misterioso evento dell’Incarnazione lo esprimiamo anche con l’albero di Natale, quell’abete sempreverde che campeggia nelle nostre piazze e nelle nostre case, le profuma e le illumina. Il Dio che si è rivelato ha accolto le espressioni antiche delle civiltà che anelavano al rinnovarsi della vita e lo leggevano nell’albero sempreverde, nell’albero cosmico indiano, nel pilastro cosmico della mitologia nordica, nei miti dell’albero in tutta la mitologia degli antichi padri: alberi innalzati, che uomini e donne adornavano e rendevano ricchi di frutti e di simboli. Nacque così anche il simbolo cristiano in cui però abita il mistero spirituale di Dio e Signore Gesù Cristo: “L’albero della vita per coloro che l’afferrano”, albero della Croce che salva. Dopo il solstizio d’inverno del 21 dicembre, gradatamente le ombre diminuiscono e cedono alla luce, la festa del 25 dicembre, del ‘Sole invitto’ dei pagani, che l’imperatore Aureliano volle celebrare, affermava proprio questo imporsi della luce che però conoscerà la sua fine, il suo estinguersi. Egli, la Luce, invece nasce proprio in questi giorni per essere il Sole di giustizia che non conoscerà tramon-
to e risplenderà sempre quale Luce del mondo. I ‘sacri misteri’, le sacre rappresentazioni che anticamente si svolgevano sul sagrato delle chiese, durante l’Avvento sceglievano come loro tema la creazione narrata nel libro della Genesi, con il suo giardino in cui il Signore passeggiava, si collocava quindi a riproporre la scena biblica un abete con appesi dei frutti, la cui forma simmetrica e rivolta verso l’alto si protendeva verso Dio. Successivamente la sacra rappresentazione cessò ma rimase il segno dell’abete decorato e illuminato. Oggi è ridotto a oggetto profano o profanato quando viene semplicemente inghirlandato e addobbato in una fantasmagoria di colori e di regali, tutti riconducibili a un evidente business. Si può invece ritrovare l’antico e autentico simbolismo, conservando tutto il bisogno della persona umana a esprimersi nella gioia: Egli, il Salvatore, squarcia le tenebre perché è la Luce che viene nel mondo, non annunciato dalle milleluci, ma da 12 candele, come 12 sono le porte della città santa di Gerusalemme, 12 sono gli apostoli che traggono la luce dalla Luce che si è accesa nella storia del mondo. Il dono è Egli stesso che rimarrà sempre presente ai suoi e a tutta la storia nel segno eucaristico, per questo l’abete che prediligo non è quello rigurgitante di doni, di palline di vetro soffiato, di puntali straordinari, anche se le strenne poste ai suoi piedi, rappresentano un momento di calda familiarità e di letizia, ma quello
che dai suoi rami fa pendere il pane, nella sua forma tonda di frammento circolare, appeso con il filo rosso, segno della sua donazione completa, fino allo spargimento del sangue. La corona d’Avvento ha preparato lo spirito a questa accoglienza: un cerchio sempreverde di abete che vuole dire la speranza, la vita, ornato di quattro ceri. Ogni domenica se ne illumina uno, mentre si prega e si canta Maria, la Madre in attesa, percorrendo tutti i passi della pedagogia divina nel preparare la strada al Salvatore: il cero dei Profeti, coloro che lo annunciano da lontano e lo hanno presentato a chi, con cuore dilatato, aveva sete della Parola di Dio; il cero di Betlemme: il “dove” Egli è nato, piccolo neonato che racchiude in sé tutta la potenza della salvezza; il cero dei pastori: di coloro che sono stati attratti e hanno riconosciuto un evento misterioso; il cero degli Angeli: che festosi cantano la gloria del Dio fatto Uomo. Sempre luce che si fa luce sacra e conduce, progressivamente, a riconoscere la Luce, non affidandosi preda dei nuovi politeismi che serpeggiano nella nostra cultura, come sta insegnando Benedetto XVI, quindi “a un qualsiasi dio, ma a quel Dio che ha parlato sul Sinai; a quel Dio il cui volto riconosciamo nell’amore spinto sino alla fine, in Gesù Cristo crocifisso e risorto”. Egli, la Luce del mondo, che vuole risplendere e inondare ciascuno e ciascuna di noi.
La parola di Benedetto XVI
Il Signore che aspettiamo è nei volti dei suoi testimoni In questo tempo di Avvento papa Benedetto c’invita a ritrovare il valore della costanza e della pazienza, virtù “che appartenevano al bagaglio normale dei nostri padri, ma che oggi sono meno popolari, in un mondo che esalta, piuttosto, il cambiamento e la capacità di adattarsi a sempre nuove e diverse situazioni”. L’Avvento, afferma ancora il Papa, “ci chiama a potenziare quella tenacia interiore, quella resistenza dell’animo che ci permettono di non disperare nell’attesa di un bene che tarda a venire, ma di aspettarlo, anzi, di prepararne la venuta con fiducia operosa”. L’immagine che Benedetto XVI offre alla nostra riflessione è l’agricoltore che aspetta “con costanza” il frutto della terra: “Chi ha seminato nel campo, ha davanti a sé alcuni mesi di attesa paziente e costante, ma sa che il seme nel frattempo compie il suo ciclo”. Così il credente deve essere costante nella sua attesa per la venuta del Signore. “L’agricoltore – afferma ancora il Papa – non è fatalista, ma è modello di una mentalità che unisce in modo equilibrato la fede e la ragione, perché, da una parte, conosce le leggi della
natura e compie bene il suo lavoro e, dall’altra, confida nella Provvidenza, perché alcune cose fondamentali non sono nelle sue mani, ma nelle mani di Dio. La pazienza e la costanza sono proprio sintesi tra l’impegno umano e l’affidamento a Dio”. Dice ancora il Papa: “Mentre tutto passa e muta, la Parola del Signore non passa. Se le vicende della vita ci fanno sentire smarriti e ogni certezza sembra crollare, abbiamo una bussola per trovare l’orientamento, abbiamo un’ancora per non andare alla deriva”. Il modello sono i profeti che trovano forza e gioia nella parola del Signore: “Mentre gli uomini cercano spesso la felicità per strade che si rivelano sbagliate, egli annuncia la vera speranza, quella che non delude perché è fondata sulla fedeltà di Dio”. Il volto di Dio lo troviamo, allora, nei volti dei bambini. Lo troviamo in coloro che hanno offerto la propria vita per gli altri come San Massimiliano Kolbe, come Madre Teresa di Calcutta, come tanti altri santi e martiri. Il Signore che aspettiamo è nei volti dei tanti testimoni che hanno vissuto fino in fondo la Parola di Dio.
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“I giudizi sulle scelte politiche ed economiche richiedono competenza, anzi richiedono la sinergia di competenze diverse se vogliono essere corretti e quindi efficaci. Non ci muoviamo nella zona dei valori ideali, ma in quella dei valori incarnati. Bisogna conoscere e amare i valori evangelici per non lasciarsi deviare da ideologie e interessi di parte; ma bisogna anche conoscere la struttura effettiva della vita economica e della vita politica per non forzare l’utopia. I disastri più grandi del Novecento sono venuti dal preporre il bene utopico al bene concreto possibile” Il rito dei ceri e delle rose 2010 in San Francesco
Immacolata Discorso del Vescovo al rito dei ceri e delle rose
“Siate umili artigiani a servizio di un mondo migliore”
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In occasione della festa dell’Immacolata nella nostra città si rinnova una tradizione secolare che prevede il rito dello scambio dei ceri e delle rose tra il Vescovo e il Sindaco della città nella chiesa di San Francesco. È stato così anche quest’anno e nella circostanza mons. Luciano Monari ha pronunciato un discorso molto legato alla contingenza politica e sociale che stiamo vivendo. Per fortuna, secondo il Vescovo “la comunione all’interno della nostra Chiesa è salda, la comunione con la Chiesa di Roma è senza riserve”. Ma anche nella nostra Chiesa non mancano le divisioni, che si manifestano in modo sorprendente. Infatti “si accusano gli avversari politici di non pensare e vivere secondo il Vangelo e si vorrebbe che la Chiesa – i Vescovi – li scomunicassero e condannassero le loro opinioni sulla base della fede. Solo così la Chiesa sarebbe, come deve essere, profetica. Può darsi che sia vero; ma sono restio a seguire questa linea. Sono poche in politica le cose incontrovertibili – tutto bene o tutto
a cura di Lucio Corbò
male; generalmente ogni scelta produce effetti misti: un qualche bene con annesso un qualche male”. Perciò: “I giudizi sulle scelte politiche ed economiche richiedono competenza, anzi richiedono la sinergia di competenze diverse se vogliono essere corretti e quindi efficaci. Non ci muoviamo nella zona dei valori ideali, ma in quella dei valori incarnati. Bisogna conoscere e amare i valori evangelici per non lasciarsi deviare da ideologie e interessi di parte; ma bisogna anche conoscere la struttura effettiva della vita economica e della vita politica per non forzare l’utopia. I disastri più grandi del Novecento sono venuti dal preporre il bene utopico al bene concreto possibile”. “Per questo – ha continuato il Vescovo – chiamato come ogni cristiano a essere profeta, vorrei però non essere un profeta stupido: che insegue ideali belli ma irreali, prodotti da un pensiero astratto che non fa i conti con la durezza della realtà; idee che non possono diventare strutture produttive, sistemi economici, organizzazioni
politiche nella concreta situazione in cui si vive. Mentre vorrei, nello stesso tempo, tenere viva la tensione verso i valori che rendono significativa l’esistenza umana: i valori morali e i valori religiosi. Vorrei suscitare e sostenere il desiderio forte di un mondo più umano, che risponda quanto meglio è possibile al bene integrale di tutti gli uomini, senza esclusione di alcuno. Il Vescovo non può mai diventare una persona di parte; deve dire le cose con chiarezza, ma deve essere così radicato nel Vangelo da poter essere centro di comunione per tutti i credenti”. Il Vescovo ha poi esortato i cristiani “a studiare, a studiare molto; a cercare di capire prima di giudicare; a rendersi conto della relatività delle conclusioni cui si giunge nelle cose umane attraverso lo studio e la ricerca”; a “monitorare gli effetti delle nostre scelte per cambiarle quando ci accorgiamo che stanno producendo pastoie invece di liberare creatività. Guai a trasformare le scelte politiche contingenti in dogmi; e guai quindi a scomunicare gli altri per le loro scelte politiche. Certo, ci possono essere visioni errate della persona umana che un cristiano non può mai accettare: materialismo, razzismo, immanentismo sono inaccettabili da parte di ogni credente; ma non sono frequenti i casi in cui una parti-
colare scelta economica o politica può essere etichettata come assolutamente materialista o razzista”. Infine mons. Monari ha spiegato la ragione del suo “strano” discorso nella solennità dell’Immacolata: “L’ho fatto perché nelle settimane scorse si sono espresse posizioni diverse nella comunità cristiana (e questo non mi fa problema; ne sono anzi contento, perché vuol dire che la comunità cristiana è viva e libera); ma le posizioni diverse erano accompagnate da un’animosità che sento a me estranea e che considero nociva. E siccome qualcuno si chiedeva che cosa ne pensi il Vescovo; se il Vescovo è con questi o con quelli; se insomma il Vescovo è berlusconiano o di sinistra o terzopolista, mi sembrava necessario chiarire le cose. Se la domanda è da che parte sta il Vescovo, la domanda è sbagliata; e quando una domanda è sbagliata, qualunque risposta diventerebbe equivoca. Il Vescovo sta nella comunione col Papa e quindi con la Chiesa universale; e desidera che a Brescia chiunque crede nel Vangelo e s’impegna lealmente e con competenza nella vita economica e politica si senta appoggiato, sostenuto, amato e a volte anche ammirato dal Vescovo”. Il testo integrale del discorso è disponibile sul sito della diocesi (www.diocesi.brescia.it).
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Irc Un documento della Cei
Un contributo alla scuola
I Un’immagine del Forum del progetto culturale
Progetto culturale I cattolici e l’impegno politico
La partecipazione è un dovere Per i cattolici la partecipazione “alla costruzione della società” non è solo “un’esigenza”; è un “vero e proprio dovere”. Ne è convinto Giuseppe Dalla Torre, costituzionalista e rettore della Lumsa, intervistato a conclusione del X Forum promosso recentemente a Roma dal progetto culturale della Cei, sul tema “Nei 150 anni dell’Unità d’Italia. Tradizione e progetto”. A quale impegno devono sentirsi chiamati i cattolici italiani? Da dove ripartire e come declinarlo? Credo occorra anzitutto un’azione educativa diretta a far avvertire ai cattolici non solo l’esigenza, ma anche il vero e proprio dovere di contribuire alla costruzione della società, e quindi anche della società politica. Ho l’impressione che questo sentimento di doverosità si sia molto affievolito, soprattutto nelle generazioni più giovani. Anche i cattolici respirano, infatti, il clima del nostro tempo, pertanto è fatale che vengano anch’essi in qualche modo influenzati dalla concezione individualista della società contemporanea in cui i vincoli di solidarietà si sono allentati. In secondo luogo ho l’impressione che di tutto l’insegnamento del Vaticano II, nella pratica si sia posto l’accento soprattutto sui profili della responsabilità dei laici all’interno della Chiesa piuttosto che nella società. Quasi che la promozione del laicato si limitasse all’impegno nella Chiesa e non si riferisse invece anche all’ambito di ciò che il Concilio definisce ‘animazione cristiana dell’ordine temporale’. È dunque necessaria un’azione di tipo formativo per riportare in evidenza il magistero conciliare, anche andandone alle radici, vale a dire all’insegnamento del Nuovo Testamento in relazione alla necessità di non fuggire dal mondo, ma di obbedire allo Stato e contribuire alla vita della società. Oggi facciamo i conti con una diffusa disaffezione e diserzione dalla politica, soprattutto da parte dei giovani... Il disagio che, non da oggi, i cattolici avvertono nei confronti dell’impegno politico ha portato molti, soprattutto giovani, all’impegno nel volontariato. Scelta lodevole ma fondata su una sorta di equivoco: la convinzione che il volontariato sia qualcosa di diverso dall’impegno politico. Ritengo invece che il volontariato sia già impegno politico, intendendo quest’ultimo come uno spendersi solidale e altruista per la crescita della società. Molti pensano inoltre che le ‘mani sporche’ in politica siano intollerabili, e che le ‘mani sporche’ del volontariato siano viceversa una virtù. Il che è certamente vero se questo ‘sporcarsi le mani’ in riferimento alla politica significa corruzione, clientelismo, traffici, mafia, ma non è assolutamente vero se pensiamo che la partecipazione alla costruzione della casa comune è qualche cosa di estremamente nobile. Paolo VI la definiva la ‘più alta forma di carità’. Come tale, ogni azione educativa richiede però tempi lunghi... Senza dubbio; un’animazione della cultura in questo senso richiede un impegno nel lungo periodo. Il bisogno è urgente, ma i tempi della formazione e dell’incidenza di questa cultura si protraggono nel tempo. Nel mondo cattolico ci troviamo di fronte a una generazione ‘anziana’ che può offrire un contributo, ma è certamente limitato. La generazione di mezzo ha già avuto una sua formazione e su di essa diventa più difficile incidere. Occorre piuttosto lavorare sui giovani, e molto. (A cura di Giovanna Pasqualin Traversa)
In vista delle scelte per il prossimo anno scolastico, con le iscrizioni da effettuare all’inizio del 2011, la Presidenza della Conferenza episcopale, come di consueto, ha pubblicato un messaggio per invitare a scegliere l’insegnamento della religione cattolica. Come è noto, infatti, l’Irc va scelto da genitori o studenti (nelle superiori), in osservanza della normativa neoconcordataria. Nel comunicato si legge, fra l’altro: “Nell’anno scolastico 2009-2010 l’insegnamento della religione cattolica è stato scelto dal 90% delle famiglie e degli alunni delle scuole statali. Tale dato sale al 90,80%, se si tiene conto anche di quanti frequentano scuole cattoliche. L’alto tasso di adesione attesta la forza di attrazione di questa disciplina, di cui gli stessi avvalentisi sono i testimoni più efficaci. Proprio a questi studenti e alle loro famiglie chiediamo di incoraggiare positivamente quanti non l’hanno ancora scelta, affinché scoprano la ricchezza della dimensione religiosa della vita umana e la sua valenza educativa, finalizzata al pieno sviluppo della persona”. Ancora una volta, la Chiesa scommette sull’Irc inteso come occasione preziosa all’interno dei percorsi scolastici della scuola di tutti. “Permette – scrive la Presidenza della Cei – di affrontare le questioni inerenti il senso della vita e il valore della persona alla luce della Bibbia e della tradizione cristiana”. Contribuisce così fattivamente e in modo specifico al compito scolastico di promuovere l’educazione integrale della persona. Ancora, si legge nel messaggio, l’Irc “può aiutare i giovani a interrogarsi e riflettere, per elaborare un progetto di vita capace di arricchire la loro formazione, con particolare riferimento agli aspetti spirituali ed etici dell’esistenza, stimolandoli a interpretare correttamente il contesto storico, culturale e umano della società, in vista del loro coinvolgimento nella costruzione della convivenza umana”. L’Irc, che in questi anni ha mantenuto uno stretto contatto con le trasformazioni della scuola italiana, curan-
do di rispondere in modo adeguato alle rinnovate esigenze formative, è un insegnamento confessionale, secondo le normative, ancorché pienamente scolastico: concorre cioè al raggiungimento delle finalità della scuola di tutti, pur nelle modalità pattizie di realizzazione. Ancora oggi si discute molto su queste caratteristiche dell’Irc italiano, per le quali, a esempio, è prevista la possibilità di avvalersi o non avvalersi da parte di genitori e studenti. “Gli insegnanti di religione cattolica – scrivono ancora i Vescovi – forti di una formazione umana e spirituale radicata nell’appartenenza ecclesiale e arricchiti nella cura costante di una professionalità adeguata alle nuove sfide culturali, si offrono come protagonisti, in sinergia con i colleghi delle altre discipline, di un’azione pedagogica illuminata dalla fiducia nella vita e dalla speranza, capace di raggiungere il cuore e la mente dei giovani, facendo leva sulle loro migliori risorse e proiettandoli verso quei traguardi di senso che lasciano intravedere la bellezza di una vita autenticamente buona”. Si discute anche in modo polemico, non di rado attribuendo alla Chiesa intenzioni catechistiche e di indottrinamento che francamente sono superate dalle normative e dalla storia. Senza entrare nel merito, vale però la pena di ampliare un momento lo sguardo e ricordare che proprio la modalità confessionale – sempre, ben inteso, avendo a cuore un insegnamento scolastico e non catechistico – è ampiamente diffusa e apprezzata anche in Europa, pur con significative differenze nei diversi Paesi. Lo dimostra, tra l’altro, la recente ricerca effettuata dal Consiglio delle conferenze episcopali dl’Europa e dalla stessa Cei. Non solo: sono in corso studi e approfondimenti nel nostro continente proprio sul rapporto tra confessionalità e compito educativo, con sottolineature sulla possibilità/capacità della stessa dimensione confessionale di interagire in modo efficace nei percorsi educativi. Quella che per molti è stata “l’anomalia italiana”, in realtà tanto anomala non è. E anzi, proprio la riflessione, ampia e approfondita promossa nel nostro Paese sui temi dell’Irc, una riflessione che continua, costituisce di fatto un utile punto di riferimento anche per altre realtà e situazioni.
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Tavola rotonda Il muratore di Dio
Il ricordo riconoscente di Marcolini Seppe rispondere alle esigenze dei bresciani nel dopoguerra dando loro non solo una casa, ma creando spazi per far crescere una nuova società
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Martedì 7 dicembre, nel tardo pomeriggio, si è tenuta presso il Museo diocesano una tavola rotonda per ricordare padre Ottorino Marcolini, il prete bresciano che, con straordinaria lungimiranza, seppe rispondere alle esigenze dei bresciani nel dopoguerra dando loro non solo una casa, ma creando spazi per cullare e far crescere una nuova società centrata sulla famiglia. Chi lo ha conosciuto e aiutato a realizzare questa grande impresa storica e chi, solo attraverso quella storia ha potuto avvicinarlo ha voluto questa iniziativa per tenere viva la memoria di un uomo che ha dedicato la sua intera vita al bene comune nel significato più profondo e concreto. “Verso l’altro concordi”, questo l’invito che caratterizzava la presenza e il lavoro
di Emma Bettinardi
di padre Marcolini, a ricordarlo Franco Gheza, consigliere del Centro studi La Famiglia, che ha riportato alla memoria il fatto che i villaggi Marcolini prevennero l’emarginazione sociale, portando le famiglie, che emigravano dalle valli bresciane verso la città in cerca di lavoro, a vivere in contesti realizzati per andare incontro ai problemi di alloggio, di trasporto e, certo non ultimo, al problema economico. Preponderante era la necessità di realizzare spazi per nuove comunità che si sentissero accolte da una chiesa e da aree comuni da condividere. Nel resto del Paese lo sviluppo urbanistico avvenne secondo un ordine che si può definire selvaggio, dice Claudio Baroni vice direttore de “Il Giornale di Brescia”, mentre nella città padre Marcolini seppe organizzarsi e affrontare
il problema dell’inurbamento basandosi non solo sul bisogno delle famiglie di collocarsi, ma tenendo presente le ambizioni delle giovani coppie che si spostavano dai luoghi d’origine alla ricerca di una vita migliore, del benessere, che poteva essere realizzato attraverso la creazione di un piccolo nido protetto per sé e per i propri figli. Il sogno di avere una propria casa da vivere e lasciare come eredità è il nucleo del progetto di padre Ottorino Marcolini nella Brescia del dopoguerra, che aveva perso durante la guerra il 50% del proprio patrimonio abitativo, ha messo in opera; insieme a Dario Damiani della cooperativa il Focolare, che oggi ne è fiero testimone, impiegando a pieno le proprie competenze e conoscenze. Seppe infatti, padre Marcolini, fare leva sull’azienda cittadina Om per ottenere un anticipo dei finanziamenti necessari per costruire, utilizzando, come argomento a suo favore, il disagio che a Torino l’emarginazione sociale aveva creato tra gli operai. “Nessuno vi regala niente” ricordava il Padre bresciano agli ope-
rai. “Ma nessuno vi prende niente, pagate la vostra casa fino all’ultimo”. Un impegno, ma anche una grossa gratificazione per chi, negli anni del dopoguerra poteva impegnare solo il proprio lavoro. Alla fine un ricordo particolare e commovente arriva dal presidente dell’Ana Davide Forlani. Durante la Seconda guerra mondiale padre Marcolini non aveva abbandonato i suoi ragazzi. Era stato con loro e con altri fino al fronte occidentale; e poi in Sicilia con gli avieri seppe portare conforto e speranza che ha fatto sì che ogni uomo al fronte si stringesse intorno a lui e alla fede. L’Associazione nazionale alpini ha voluto essere presente in questa sesta edizione di “Natale nelle Pieve”, intitolata proprio a padre Marcolini, partecipando allo spettacolo a lui dedicato, con il proprio coro diretto da Giuseppe Pagani. Le cinque letture sceniche, con la regia di Pietro Arrigoni, avranno luogo in altrettante chiese bresciane. Un segno di riconoscenza e di devozione alla memoria di questo uomo straordinario.
Festa dell’Immacolata alla Pavoniana di Brescia
I religiosi presenti nel quartiere da 85 anni L’8 dicembre, l’annuale festa dell’Immacolata, quest’anno è stata caratterizzata in maniera particolare per una ricorrenza: da 85 anni nel quartiere di Sant’Eustacchio, a nord ovest della città, sono presenti i religiosi Pavoniani. Qui, su indicazione e mandato del Vescovo di Brescia, nel 1925 hanno dato vita a una comunità parrocchiale che è stata posta sotto la protezione di Maria Immacolata. Non poteva essere diversamente, perché il loro nome ufficiale, voluto dal fondatore, beato Lodovico Pavoni, è “Figli di Maria Immacolata”. Qui hanno costruito la chiesa, dove nel 1931 sono state trasferite le spoglie mortali del Padre Fondatore. Qui hanno costruito l’Istituto professionale, per continuare l’opera educativa, assistenziale e pastorale iniziata dal Pavoni in San Barnaba fin dal 1818-1821. Ogni anno l’8 dicembre costituisce la festa patronale della parrocchia e dell’Opera Pavoniana. In questo giorno i religiosi pavoniani
hanno rinnovato la loro consacrazione al Signore. Nello stesso giorno due giovani religiosi pavoniani delle comunità di Brescia, fratel Paolo Bizzo e fratel Carlo Cavatton, hanno emesso la professione perpetua nelle rispettive parrocchie di origine, in diocesi di Padova. Fratel Carlo poi, domenica 12 dicembre, è stato ordinato diacono a Lonigo, in provincia di Vicenza. A Brescia la giornata è stata caratterizzata dalla fiera popolare che ha occupato la piazza antistante il sagrato della chiesa e alla sera, alle ore 21, si è tenuto l’ormai tradizionale “Concerto dell’Immacolata in onore del beato Lodovico Pavoni”. È stato ancora il coro del Conservatorio musicale di Brescia, “Luca Marenzio”, ad allietare la serata. Sotto la regia del direttore Silvio Baracco, il Coro misto e i Solisti del conservatorio hanno interpretato musiche di J. S. Bach, di B. Britten e di G. F. Handel, accompagnati dall’organista Gabriele Levi.
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Natale nelle chiese cittadine
Spiritualità, arte, cultura e musica
Suor Carmela Zaninoni, madre generale delle Ancelle
Prosegue la ricca programmazione di “Natale nelle chiese” organizzato dall’unità pastorale del centro storico cittadino. Sabato 18 dicembre si inaugura la mostra dei presepi artistici, curata da Mcl, in Duomo Vecchio; resterà aperta fino al 6 gennaio. Nella serata, alle 20.30 nella chiesa dei Santi Faustino e Giovita, concerto per la “Tenda dei popoli”. Domenica 19 dicembre: alle 15 elevazione artistico-musicale nella chiesa di San Cristo intorno al Natale di Benedetto Marone, con la corale Santa Giulia; alle 16 letture poetiche intervallate dall’esecuzione di brani musicali presso la chiesa di San Giovanni Evangelista. Martedì 21 dicembre nella chiesa del Carmine, alle ore 20.30, si esegue la Petite messe solennelle di G. Rossini, concerto vocale strumentale con il coro dell’Ente lirico dell’Arena di Verona. Da mercoledì 22 dicembre a domenica 9 gennaio nelle sale espositive del Chiostro San Giovanni (contrada San Giovanni, 8) mostra fotografica in bianco e nero, realizzata con vecchie fotografie donate da nonni e anziani della città. Giovedì 23 dicembre nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso alle ore 20.45 musica e parole per il Natale, concerto e meditazioni con giovani organisti parrocchiali. Domenica 26 dicembre alle ore 21 nella chiesa di San Giovanni Evangelista concerto spiritual&gospel “It’s not me, it’s God”.
Paitone
Ancelle I 170 anni della Congregazione
I
Il carisma della carità
In occasione della festa della fondatrice Santa Maria Crocifissa di Rosa, che cade il 15 dicembre, le Ancelle hanno ricordato quest’anno il 170º anniversario della fondazione. Le radici del carisma della Congregazione affondano nel terreno del Vangelo, assunto come stile di vita dalla Fondatrice in adesione agli impulsi di una vocazione specifica che fin dall’infanzia ha preparato Paola a un singolare itinerario di carità. Negli anni della sua prima formazione, sia in famiglia sia presso il Collegio della Visitazione, ha collaborato attivamente con la grazia operando scelte intelligenti per investire tempo, energie e beni nella ricerca del Sommo Bene, scandita da esigenti domande di senso e da risposte di obbedienza alla fede. Ha vissuto la sua fede cristiana in un contesto di svolta epocale dove fermenti innovatori – in tempi e con esiti diversi – attraversavano l’Europa del XIX secolo, avanzando un’idea di progresso che insidiava la Chiesa e la sua tradizione con una critica corrosiva. Per Paola non è stato facile vivere la proposta cristiana. Ha però unificato la sua personalità all’insegna del Vangelo – che ha visto anzi-
tutto testimoniato nel contesto familiare – e ha costruito, secondo criteri di fede, il suo essere, del quale il fare è e sarà l’espressione di un incontro decisivo: Gesù di Nazareth. Il colera del 1836 è lo spazio riservato da Dio per questa esperienza fondante e fondamentale, alla quale risale l’origine del carisma. La richiesta “per amore di Gesù Cristo” di entrare nel Lazzaretto non è intesa da Paola come cosa straordinaria: è la risposta eroica – da lei semplicemente vissuta come coerenza cristiana – all’impulso della Grazia, che in quel preciso evento la invade, per rivelare a schiere di donne e di uomini morenti la certezza possibile della Speranza, in nome della fede, attraverso la carità. Il carisma delle origini non è nato da un programma costruito a priori: è esploso come risposta concreta a una umana realtà. E nell’arco di un ventennio si è diffuso, si è organizzato e ha donato vitalità nel servizio del bene ovunque l’umanità sofferente chiamava Paola, che là inviava le sue giovani sorelle. Le prime Ancelle trovano in Gesù Cristo il fondamento della loro scelta e l’origine comune nella chiamata alla carità: “…rammentandoci sempre che Gesù Cristo merita in ogni tempo e in ogni luogo d’essere amato e servito” (6.XI.1840). È esclusivamente una questione di amore e di servizio e tutto, nel suo evolversi, regge se rimane una questione di amore e di servizio.
Concerto di Natale “...Et in terra pax” è il titolo del tradizionale concerto di Natale che l’Amministrazione comunale di Paitone offre ai cittadini, che si terrà nella chiesa parrocchiale di Paitone, sabato 18 dicembre, alle ore 21. Diretti dal maestro Enzo Loda, i protagonisti della serata saranno: “I Piccoli Cantori di Santa Giulia”, il coro “Erica”, la “Corale polifonica Santa Giulia”, con le voci soliste di Ambra Bellini, soprano e Grazia Ballini, mezzosoprano, accompagnati da Alberto Bardelloni alla tromba e Luca Tononi alle tastiere. Saranno eseguite musiche di C. Saint Saens, M. Praetorius, F.B. Mendelssohn, dei contemporanei M. Maiero, M. Crestani, M. Zuccante e di due compositori bresciani: G. Facchinetti e M. Tononi. Ingresso libero.
Sabbio Chiese
Testi e melodie natalizie Sabato 18 dicembre nella parrocchiale di Sabbio Chiese va in scena il “Canto di Natale”, una rassegna di canti e melodie natalizie dal mondo. Si esibiscono la schola cantorum parrocchiale di Sabbio Chiese, diretta dal maestro Primo Franzoni, e il coro giovani dell’oratorio diretto da Elisa Pelizzari. C’è anche la partecipazione speciale dei bambini della scuola primaria di Sabbio Chiese. È una serata di meditazione in musica: i bambini alternano ai canti la lettura di testi e preghiere natalizie. L’appuntamento è per le 20.30 nella chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo.
Fotonotizia
Due nuovi diaconi permanenti
Martedì 7 dicembre, alle 17.30, mons. Luciano Monari ha ordinato due nuovi diaconi permanenti per la nostra diocesi: nella foto con il Vescovo Antonio Serra di Urago d’Oglio (a sinistra) e Roberto Lamberti di Chiesanuova (a destra).
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LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Ecclesia Chiesa bresciana
Ingressi
Don Balduzzi a Gottolengo Nel giorno in cui si celebrava la festa dell’Immacolata, mercoledì 8 dicembre, don Arturo Balduzzi ha fatto il suo ingresso nella nuova parrocchia che il Vescovo gli ha affidato, Gottolengo. Don Arturo è nato a Brescia nel 1951 ed è stato ordinato sacerdote nel 1975. È stato curato al Villaggio Prealpino (’75-’89), parroco di Viadana di Calvisano (’89-‘97), poi di Chiesanuova (dal ’97) e poi anche della Noce (dal 2006). Accolto sulla piazza da molti fedeli, provenienti anche dalle parrocchie dove aveva prestato servizio, don Balduzzi ha ricevuto il saluto del sindaco Giuliana Pezzi. Il rito di immissione è stato presieduto da mons. Giulio Sembeni, parroco di Fiesse. La giornata si è conclusa con un concerto organizzato dalla Santa Cecilia nell’ambito degli itinerari organistici bresciani: il noto e valido organista torinese Roberto Cagnazzo si è esibito suonando il prezioso organo Serassi di cui la parrocchia di Gottolengo va fiera.
Incontro
Politica ed economia di fronte a Dio Il Vicario per i laici e la pastorale, l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, la Consulta dei laici e la Commissione dottrina sociale promuovono il tradizionale incontro pre-natalizio per le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e nel sociale. Si terrà sabato 18 dicembre, a partire dalle ore 9, presso il salone Ferramola delle Suore Ancelle in via Moretto 16 in città. Il tema proposto è: “Politica, economia, potere di fronte a Dio. Uniti in Cristo accogliendo la diversità come ricchezza”.
Il santuario mariano di Covadonga
Oratori Dai campi sportivi alla Spagna
I giovani verso la Gmg Come previsto da un impegno di collaborazione che dura dal 2005 e che ha permesso la ristrutturazione e la restituzione agli oratori e alla città di 17 campi da calcio e impianti sportivi, nella giornata di lunedì 13 dicembre don Marco Mori, direttore dell’Ufficio oratori e pastorale giovanile, Massimo Bianchini, assessore allo Sport del Comune di Brescia e Antonio Moro, responsabile del Settore giovani, sport e innovazione del Comune di Brescia hanno presentato alla stampa i risultati di questo accordo, che prevede l’investimento da parte del Comune fino a un massimo di 300mila euro. Sono state ultimate o sono in fase di realizzazione la copertura in sintetico del campo a 7 di calcio e di una piastra polivalente per l’oratorio di S. Luigi Gonzaga, Fornaci e Chiesanuova; di tre campi a 7 negli oratori di Santa Giovanna Antida (Torricella), Caionvico e Costalunga; di un campo a 5 con piastra polivalente a Santa Maria Crocifissa di Rosa. Gli interventi hanno previsto un contributo del Comune per circa il 50% del costo delle opere, la cui restante parte è rimasta a carico
delle parrocchie. Nel frattempo negli oratori entra nel vivo il cammino di preparazione alla Giornata mondiale della gioventù. Nella serata di giovedì 16 dicembre i responsabili gli oratori che parteciperanno al gemellaggio con la diocesi di Oviedo hanno ricevuto aggiornamenti relativamente al programma di viaggio, che prevede l’anticipo di un giorno della partenza (prevista il 10 agosto) per permettere di godere appieno delle proposte culturali, naturali e spirituali organizzate dalla diocesi asturiana. Il vescovo Luciano incontrerà i giovani bresciani presenti al gemellaggio nella straordinaria cornice del santurio mariano di Covadonga, con il suo tempio neogotico che svetta tra le alte montagna di Canga de Onis, all’interno del Parco naturale dei Picos de Europa. Anche per i giovani che parteciperanno direttamente a Madrid alla Giornata mondiale della gioventù è tempo di presentazioni e di iscrizioni, che si concludono il 31 gennaio. Tutte le informazioni e il materiale per le iscrizioni è disponibile presso l’Ufficio oratori. (gibi)
Ecclesia Agenda
LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 17 DICEMBRE 2010 6 MARZO 2009
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Agenda del Vescovo Venerdì 17 dicembre Ore 18 – Brescia – Partecipa alla consegna del premio Bulloni presso l’Auditorium S. Barnaba.
Sabato 18 dicembre
Salone Bevilacqua
Riflessione sul Magnificat L’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, la Chiesa Valdese e i Padri della Pace invitano a un incontro sul “Magnificat (Luca 1,46-55)”, commentato da mons. Luciano Monari e dalla pastora valdese Anne Zell, con la lettura di Betty Cattaneo e l’accompagnamento musicale di Petra Magdowski, flauto traverso e di Marta Perrini, chitarra. L’incontro è programmato per mercoledì 22 dicembre alle ore 20.45 presso il salone Bevilacqua dei Padri della Pace (Brescia, via Pace 10).
Piamborno
Serata natalizia L’oratorio San Vittore di Piamborno invita a partecipare, martedì 21 dicembre alle ore 20.30 presso il teatro dell’oratorio, all’incontro con il giovane sacerdote don Marco Pozza. La proposta è di una serata natalizia sul mondo giovanile, sullo sport, e sulla fede: un viaggio nel mondo dei giovani alla scoperta della loro creativa bellezza e per ridar loro i diritti d’autore di quell’innata genialità che li contraddistingue. Nel corso della serata verrà presentato anche il libro “Asini dalle matite colorate”, di don Marco Pozza. L’ingresso è libero e gratuito.
Villaggio Sereno
Anteprima di “Io sono con te” Sabato 18 dicembre alle ore 20.45 nella sala della comunità Sereno del Villaggio Sereno verrà presentato in anteprima bresciana il film “Io sono con te” di Guido Chiesa, film presentato alla 5ª edizione del Festival di Roma. È previsto un intervento introduttivo di Annachiara Valle, direttrice della rivista “Madre”, con la presentazione e il dibattito a cura di don Italo Uberti di Voce Sas. Per i sacerdoti l’ingresso è gratuito.
Annuario diocesano
Segnalare correzioni È in fase di allestimento l’edizione 2011 dell’Annuario diocesano. Eventuali correzioni e integrazioni vanno segnalate al seguente recapito: redazione Annuario diocesano, via Trieste, 13 – 25100 Brescia. Oppure via mail: annuario@diocesi.brescia.it Il termine ultimo è fissato per il 15 dicembre
Ore 9.30 – Brescia – Incontro natalizio per le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e nel sociale, presso il salone Ferramola delle Suore Ancelle in via Moretto 16 in città. Ore 17.30 – Brescia – S. Messa in Cattedrale.
Domenica 19 dicembre
Ore 11 – Brione – S. Messa e inaugurazione della restaurazione della chiesa parrocchiale.
Lunedì 20 dicembre
Ore 14.30 – Brescia – Visita al conservatorio Luca Marenzio.
Mercoledì 22 dicembre
Ore 9.30 – Mompiano – S. Messa alla Domus caritatis. Ore 20.45 – Brescia – Incontro ecumenico sul “Magnificat” presso il salone Bevilacqua di via Pace.
Cancelleria
Nomine e provvedimenti La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.mo mons. Gabriele Filippini, parroco dei SS. Nazaro e Celso in città, è stato nominato membro del Consiglio diocesano degli affari economici. Il rev.do sac. Gianluca Loda, già parroco di Bessimo, è stato nominato parroco a Castelletto di Leno. Il rev.mo mons. Mauro Orsatti, vicario episcopale per la vita consacrata, è stato nominato superiore delle Suore del Buon Pastore. Il rev.do sac. Antonio Zani è stato nominato delegato vescovile per il Monastero della Visitazione di Salò.
Apostolato della preghiera
Adorazione per le vocazioni Mercoledì 22 dicembre, dalle ore 17 alle 18, presso la Cappella del SS. Sacramento delle Suore Ancelle della Carità, in Brescia, via Moretto 35, si terrà un’ora di adorazione per le vocazioni.
Centro Mater Divinae Gratiae
Testimonianza sul popolo armeno Venerdì 17 dicembre alle ore 20.45 presso il centro di spiritualità Mater Divinae Gratiae (via S. Emiliano 30 – Brescia) si tiene un incontro sul tema “Armenia: passato e presente di un popolo”. È un incontro con Baykar Sivazliyan, docente di Lingua e Letteratura armena presso l’Università Statale di Milano. Un incontro con chi ha vissuto in prima persona la vicenda di una minoranza etnica e religiosa che offre la possibilità di entrare in contatto vivo con chi conosce, approfondisce, insegna e raccoglie il patrimonio culturale dell’Armenia.
Ufficio migranti
Servizio per assistenza
Nello spirito di collaborazione tra diocesi e realtà parrocchiali, auspicato dal Vescovo nella sua lettera pastorale 2010, l’associazione Centro migranti onlus, che opera quotidianamente per favorire la promozione umana dei migranti, l’accoglienza e il processo di integrazione tra italiani e stranieri, informa che è da tempo presente uno spazio dedicato all’incontro tra le esigenze di assistenza e sostegno ai bisogni delle famiglie e la disponibilità di persone straniere al soddisfacimento di tali bisogni. Gli operatori e volontari, che hanno il compito di raccogliere i nominativi e le caratteristiche di persone idonee a prestare questo tipo di servizio, ricevono il mercoledì dalle 14.30 alle 17.30 presso la sede di via Antiche Mura, 3 a Brescia. Info: tel 03041356; fax 0302991268; centromigranti@diocesi.brescia.it.
Familiari del clero
Incontro natalizio Martedì 21 dicembre le familiari del clero si ritrovano presso il Centro pastorale Paolo VI per il solito incontro mensile dalle 9 alle 15: un incontro di preghiera riflessione condivisione e amicizia in preparazione del Natale.
Nella solennità dell’Immacolata, patrona del Seminario, alcuni giovani delle parrocchie della diocesi hanno partecipato a una giornata a loro dedicata nel Seminario diocesano, trasformato per l’occasione in una grande nave con tanto di equipaggio (nella foto). Il tema era “Star line, una bussola del cielo”: Gesù è la stella polare da seguire nella navigazione della vita.
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In memoria
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Sacerdoti Mons. Silvio Perini
Educatore e pastore sensibile È stato vicerettore in Seminario e all’Arici, curato a Chiari e parroco a Lumezzane San Sebastiano, vicario episcopale e canonico
C
“Come è stata la mia vita? Rispondo senza esitazione: meravigliosa! Signore, Tu sai perfettamente che non sono venute meno le difficoltà, perché non vissi al modo di un angelo che sfiora la terra senza nemmeno smuovere la polvere. Ho affrontato lotte intime, ho patito delusioni e sconfitte, versato lacrime. (…) Mi piace rammentare i miei primi anni di sacerdozio tra i giovani, come vicerettore in Seminario e all’Istituto Cesare Arici, stagione di instancabile dinamicità e impegno educativo. Ma mi piace altresì ricordare, con soddisfazione e gradevole nostalgia, il mio servizio sacerdotale a Chiari e a Lumezzane negli anni, difficili e tuttavia entusiasmanti e fecondi, del Concilio e del post Concilio”. Così si raccontava, in una lettera confidenziale a parenti e amici, mons.
a cura di Angelo Onger
Silvio Perini in occasione dell’80º compleanno (2006). Sono alcuni pensieri di una lunga meditazione esistenziale che è la migliore testimonianza sulla sua esperienza terrena che si è conclusa il 4 novembre. Ricordiamo che era nato il 21 luglio 1926 a Calvagese Riviera, poi si era trasferito in città nella parrocchia di Cristo Re. Ordinato sacerdote il 25 giugno 1950, come lui stesso ricorda era stato vicerettore in Seminario (1950-56) e poi all’Arici (fino al 1962). Quindi curato a Chiari fino al 1969, anno in cui divenne parroco di Lumezzane San Sebastiano. Nel 1980 mons. Luigi Morstabilini lo nominò vicario episcopale per l’apostolato dei laici. Continuò il ministero a Lumezzane per due anni, prima di trasferirsi a Brescia, quando arrivò il vescovo
Mons. Perini e don Comboni
mons. Bruno Foresti, che nel 1988 lo nominò vicario episcopale per la vita consacrata (fino al 1999). Nel frattempo (1986) divenne superiore delle Suore del Buon Pastore e tale rimase fino alla sua morte. Dal 2005 era anche canonico della Cattedrale. In estrema sintesi, di mons. Perini va ricordato l’impegno che ha profuso come vicario episcopale per i laici. Quando ricevette l’incarico nel 1980, la diocesi era impegnata a tradurre nella vita quotidiana i risultati del Sinodo diocesano del 1978 e fra queste la realizzazione della Consulta diocesana per l’apostolato dei laici, fermamente voluta da mons. Morstabilini. Il progetto andò in porto nel 1984 con mons. Foresti e don Silvio si impegnò ad avviare la nuova esperienza con grande energia. Uno dei doni di don Silvio, come educatore, come pastore, come prete era nel suo modo di porsi con le idee chiare e con fermezza, ma anche con profondo rispetto delle coscienze. Le Suore del Buon Pastore ci hanno rilasciato su di lui questa testimonianza: “È stato superiore del nostro monaste-
ro per 25 anni. Ha sostenuto la comunità con amore e fedeltà, esortandola a migliorare sia la liturgia eucaristica, che quella dell’Ufficio corale. L’ha aiutata a superare le varie e numerose difficoltà per il cambiamento del Monastero da via Musei a via Lama. Ci teneva al corrente di quanto si svolgeva nella Chiesa: difficoltà e problemi, con particolare attenzione alla Chiesa che è in Brescia. I tempi forti della liturgia voleva che fossero vissuti con intensità, si impegnava con zelo e ci esortava alla lectio divina, perché era suo desiderio che la Parola fosse incarnata in noi. Parlava sempre con molta passione, era un uomo di profonda cultura. Noi suore abbiamo usufruito e goduto e ci siamo avvantaggiate della sua esperienza pastorale, della sua sensibilità sacerdotale, della sua cultura, per cui anche noi ci siamo arricchite, cercando secondo il suo desiderio di diventare sempre più capaci di rendere la nostra preghiera spirituale e fare della nostra vita un’offerta quotidiana di lode e di intercessione per la Chiesa e per il mondo”.
Don Cesare Comboni
Una robusta quercia dai ricchi e benefici rami Lasciare questa vita per l’eternità a 94 anni, significa portarsi via una lunga storia di uomo e di prete, vissuta nella semplicità, nella fedeltà a se stesso e al suo ministero. Don Cesare Comboni – ci garantisce l’annuario della diocesi – è nato in terra di confine diocesano: a Limone sul Garda e il suo cognome è in rapporti di parentela con l’altro Comboni, riconosciuto santo dalla Chiesa. Prete dal ‘40, ha vissuto la sua prima esperienza pastorale tra i cavatori di pietra di Virle Treponti fino al ‘49: anni durissimi e di miseria per tanti. Don Cesare non faticò ad adattarsi, perché ha scelto la povertà e la semplicità come “perle preziose” che hanno connotato tutta la sua esistenza. Dal ‘49 al ‘63 lo troviamo a S. Giovanni in città. Lo splendore della parrocchiale non nasconde che siamo in pieno quartiere Carmine, molto più di adesso, contenitore di ogni espressione di forme di vita in cui “l’arrangiarsi per vivere” è regola quasi generale. In questi anni don Cesare, oltre al ministero ordinario in parrocchia, prese l’abitudine delle molte ore in confessionale. Sono ancora viventi parecchie donne ch’egli ha indirizzato alla vita religiosa; o a qualche altra dimensione di servizio: due di queste donne lo seguono nel ‘63 come parroco a Costalunga, zona allora configurata soprattutto da case di contadini e da ville estive di nobili famiglie bresciane. La casa in cui don Cesare va ad abitare è una vecchia
cascina posta sul retro della chiesa: dico “vecchia cascina” perché nel ‘88, quando io gli sono subentrato come parroco, l’ho trovata ancora priva di un servizio igienico e dell’acqua calda. Dall’alto della sua casa e dall’alto della chiesa, veramente costruita sulla roccia, vede crescere un quartiere ‘borghese’; ma non cambia qualità di vita. Quando nel ’88, per ragioni di salute, a seguito della sua rinuncia al parrocchiato, il sottoscritto che lo sostituisce prende atto con piacere che colui che aveva tutte le caratteristiche “del parroco di campagna”, di fatto è molto stimato, ha cresciuto una generazione di giovani che sia per l’organizzazione dell’oratorio che per l’animazione liturgica hanno una loro autonomia. Per non essere di disturbo al suo successore prende casa presso la parrocchia di S. Antonio e vi resta finché le forze lo reggono. Poi, seguito da quell’angelo custode che è stata al suo servizio fino alla sua morte, la Rina, prende prima casa in via Del Monte e poi si trasferisce presso la Domus caritatis. La sua vita sembra sempre sul finire, ma la vecchia quercia resiste fino ai 94 anni. Ha cessato di vivere il 13 novembre. Giustamente la parrocchia di Costalunga ha accolto la sua salma davanti alla quale sono convenuti con amore i suoi parrocchiani ormai fatti nonni e bisnonni. Qui il vescovo Luciano ha celebrato la Messa di esequie in data 15 novembre. (Angelo Chiappa)
Mcl
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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www.concorsopresepi.it
XXXVII Concorso presepi Eventi collegati
Negli angoli della città la natività A Natale il presepio è la nostra città, che in un avvento tra timori e chiusure può trasformarsi in accoglienza e condivisione. “Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo” dal Vangelo di Luca (2,10), il tema del XXXVII Concorso presepi, diventa un invito alla riflessione che permette a Mcl, nei vari eventi della manifestazione, di incontrare famiglie e gruppi nel concorso; il mondo culturale con “Art’è Natale”; i passanti, i cittadini, con le installazioni in città e le esposizioni di presepi artistici e artigianali di “Presepi in mostra”. Quindi il presepio, come forma tangibile dell’universalità, diventa metafora di quella “famiglia umana” che nella globalizzazione ha l’occasione di orientare l’umanità in termini di bene comune, partecipazione e condivisione. “Presepi in mostra”, presenta la tradizione e l’arte del “lavoro del Natale” in diversi luoghi. Già da qualche anno Mcl sceglie alcuni angoli della città per presentare il presepio come segno di accoglienza e di pace. Improvvisamente e senza clamori sono coinvolti i passanti (tra curiosi, sorpresi, appassionati dell’evento) in un’aura di serenità che li trasforma inconsapevolmente e per qualche istante rubato agli affanni natalizi in novelli pellegrini. 10 sono questi allestimenti in chiese e vie cittadine: se in alcuni sono utilizzate vecchie statue in gesso che mostrano i segni del tempo (da dotazioni di parrocchie cittadine da anni nei ripostigli), sotto il palazzo della Loggia il presepio è animato da statue costruite appositamente vestite da ricchi tessuti. La tradizionale mostra di presepi artistici e artigianali è invece accolta (dopo dieci anni in sala Piamarta) tra le vetuste mura del Duomo Vecchio che accolgono circa un centinaio di manufatti, provenienti dall’Italia e dal mondo, oltre a prestigiose collezioni (un particolare ringraziamento al Segretariato opere Giovanni XXIII – Collezione Giuseppe Inselvini), nuove installazioni, ma anche gruppi di statue. Il merito di trasformare il Duomo in “Grotta dei presepi” è di Paolo Peli che di anno in anno trasfonde le passioni e le capacità maturate con l’Associazione S.R. in ambito artistico e teatrale, coinvolgendo diverse competenze (scenografiche, scenotecniche, lighting designer): ombre e raggi di luce che sveleranno le opere suscitando l’ambiente e il clima della Terra Santa. La Sala Piamarta di via San Faustino
non rimane orfana di mostre: vi si potranno ammirare, in collaborazione con l’Editrice La Scuola, riviste del secolo scorso con immagini natalizie, una collezione di cartoline natalizie degli anni ’40 e ’50 e un presepio con statue in gesso della parrocchia di San Faustino. Grande successo di pubblico nelle passate edizioni hanno riscontrato le installazioni e le mostre; il presepio raccoglie un’adesione popolare ma anche un senso di appartenenza nato nel fluire della storia. È questo il senso dell’inaugurazione della manifestazione: il “Cammino nei secoli” una rievocazione dal periodo romano fino a quello medioevale, dal Museo di Santa Giulia (a partire dalle ore 15 di sabato 18 dicembre) al Duomo Vecchio passando per il Capitolium in un’ottica di riappropriazione della storia civile e religiosa di Brescia che ha accompagnato la cristianizzazione della città al progressivo spostarsi verso occidente del centro politico ed economico della città. Per celebrare gli avvenimenti sono anche previsti due annulli filatelici e apposite cartoline in programma il 19 dicembre in Duomo Vecchio e all’Istituto Artigianelli il 15 gennaio, giorno delle premiazioni del Concorso presepi. Tutte le informazioni sugli eventi su www.concorsopresepi.it. Intanto continuano le iscrizioni, per informazioni telefonare allo 030 2807812, segreteria@mclbrescia.it, modulo di iscrizione sul sito www. mclbrescia.it.
Un connubio per la festa
Art’è Natale Arte e Natale. In questo periodo dell’anno un connubio di circostanza che contribuisce a celebrare la festa; un’occasione per esercitare l’abilità artistica su un tema popolare. Per molti può sembrare doveroso, forse è riduttivo. Accostiamo allora più strettamente le due parole. “Arte Natale”: un’espressione che qualifica un’attività come pura, originale, genuina; un’attività non inquinata da sovrastrutture dettate da interessi materiali o da necessità di apparire. Ma è l’affermazione che ci permette altre riflessioni: Art’è Natale. Ogni volta che si crea si nasce di nuovo, con la propria idea o intuizione che prende forma dalle fatiche del fare. L’essere figli ognuno della propria cultura, è una condizione a priori che può essere arricchita con successive conoscenze e non sempre è semplice intendere che non siamo gli autori esclusivi della nostra creazione. Quindi la ricerca artistica non è fine a se stessa; è un nascere in un mondo fertile, tra le persone; fecondo per la comunità. La conoscenza del nascere è una consapevolezza creativa fatta di gratuità, talento, gioia condivisa. In ogni Natale il Concorso presepi coinvolge nella riflessione sul tema (“Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo, Luca 2, 10) anche il mondo culturale con gli artisti, che nelle passate edizioni venivano coinvolti in una sola mostra. Quest’anno per qualificare i diversi tempi dell’arte, “lavoro creativo”, sono in programma sei mostre nelle quali varie categorie di autori presentano la propria abilità creativa sul tema del concorso. “I disegni dei bambini”, in collaborazione con la Fondazione Pinac di Rezzato, saranno esposti nella sala “Giuseppe Fanin” sede di Mcl. È nel mondo dell’infanzia che un aspetto qualificante dell’arte, la gratuità, è presente in modo più genuino e accentuato. All’Università Cattolica del Sacro Cuore esporranno i loro lavori l’Accademia Santa Giulia e la Libera Accademia di Belle Arti LABA, dove gli studenti (apprendisti), nel lavoro rappresentano il ricevere prima del fare. Gli artisti che creano per condividere la loro opera nella comunità sono invece presenti in quattro mostre organizzate in collaborazione con le Circoscrizioni Ovest, Est, Sud e Nord, a cura di quattro associazioni: l’Aab, Associazione artisti bresciani; l’Ucai, Unione cattolica artisti italiani, Officine Pittoriche e Centro arte Lupier. Uno sguardo sull’arte del passato è assicurato da due percorsi espositivi che evidenziano opere d’arte a tema natalizio in Santa Giulia e nel Museo diocesano.
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LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it
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Toscolano La Cartiera a un bivio
Riconvertire in altri progetti industriali “Questo Natale ci dia la possibilità di sperare e non dare per scontata la sconfitta”: con queste parole il vescovo Monari ha concluso la visita allo stabilimento dove ha incontrato i lavoratori. Dal 1° gennaio chiude la “linea 11”
L’incontro del Vescovo con gli operai e con le istituzioni
Il parere di don Giovanni Cominardi
La vicenda ha unito il tessuto sociale Fabbriche che fanno la storia di interi territori. Generazioni che si alternano davanti alle stesse macchine, prima con il lavoro dei nonni, poi quello dei padri e oggi con quello dei figli. Fra Toscolano Maderno e la “sua” Cartiera esiste un legame che va molto più in là di quello che normalmente è strutturato fra una fabbrica e il paese che la ospita, fra un luogo di lavoro e gli addetti che ne ricavano i mezzi di sostentamento. La cartiera è il cuore, non solo economico, dell’Alto Garda. “Questa fabbrica – ha detto il sindaco di Toscolano, Roberto Righettini, rivolgendo un ultimo appello accorato all’incontro con il Vescovo –; non appartiene solo a noi ma a tutto il Garda. Chiudere questa linea produttiva rappresenterebbe un errore grave che nulla ha a che fare con la dignità dell’uomo”. L’incontro con mons. Monari ha visto la partecipazione, oltre che dei primi cittadini e di centinaia di fedeli, anche dei parroci del territorio: “In questo momento di difficoltà – ha spiegato don Leonardo Farina, coordinatore dell’unità pastorale –; si è venuta a creare grande coesione fra tutti noi. Ci siamo fatti vicini per cercare di sostenere, anche con lo spirito, le famiglie colpite da questa crisi”. In forma spirituale, ma anche in maniera simbolica: “Quest’anno – ha proseguito il sacerdote –; mi hanno chiesto di fare un presepe particolare, in chiesa, che ricordasse, nella sua strutturazione, la cartiera. Ho accettato con gioia pensando che ogni nostra preghiera diretta al Cristo nato avrebbe avuto un significato particolare: la Cartiera sarà il cuore delle nostre preghiere affinché possa essere un Natale di speranza che porgiamo nella mani di Gesù bambino”. Insieme al coordinatore dell’unità pastorale della zona, c’erano, fra gli altri, il vicario zonale don Carlo Moro e don Giovanni Cominardi, curato di Toscolano: “Questa vicenda – ha confidato don Giovanni –; tocca il tessuto sociale più intimo della nostra comunità. Ma ha anche unito molti livelli di questo tessuto sociale: quello politico insieme a quello economico e religioso”. Don Giovanni ha inoltre ricordato che “ci si accorge della preoccupazione e del timore che provano le famiglie anche dalle normali attività della parrocchia. All’oratorio, nei campi scuola, nelle tante iniziative rivolte ai ragazzi si vedono chiaramente e si evincono la preoccupazione e l’incertezza per il futuro che si respirano in alcune case…”. Fra Toscolano e la sua Cartiera, quindi, c’è molto di più di ciò che si potrebbe comunemente pensare. Su quella carta, nella quale sono impressi libri importanti (veniva rifornita anche la fabbrica di Cles della Mondadori) hanno messo le mani i trisavoli, poi i bisnonni, poi i nonni, poi i padri di chi, oggi, è seriamente a rischio di perdere il proprio lavoro e si è appellato al suo Pastore per un ultimo, grande messaggio di speranza: “Questa terra – ha concluso il curato –; è impressa in questa carta. L’intimità di Toscolano è rappresentata da questi 700 anni di storia”. E poi c’è chi la chiama semplicemente… carta.
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Sulla sua carta sono stati scritti i libri di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Nei suoi reparti hanno lavorato, da oltre 700 anni, intere generazioni di abitanti della zona, ma oggi la paventata chiusura dell’ormai tristemente celebre “linea 11” mette a rischio 115 dei 300 operai che trovano sostentamento dall’azienda. Sono tanti e significativi i motivi che hanno spinto mons. Monari a varcare, nel pomeriggio di venerdì 10 dicembre, i cancelli della cartiera di Toscolano, storica azienda dell’alto Garda bresciano. Mons. Monari è stato accolto da striscioni di ringraziamento e da una delegazione di almeno 200
di Emanuele Turelli
persone fra autorità, operai della cartiera e gente comune di Toscolano Maderno che non ha mancato all’insolita ma preziosa visita del proprio Pastore. Monari si è rivolto, con parole intense, al mondo dell’economia, che oggi mette a rischio l’occupazione in questa, come in altre fabbriche: “Sono qui affinché possiamo sentirci legati gli uni agli altri – ha detto –; l’economia è stata inventata dall’uomo per rendere migliore e più ricca l’esistenza, per permetterci di vivere meglio e questa consapevolezza deve sempre rimanere nel cuore degli operatori del settore…”. Monari, ricordando la dignità dell’uomo espressa anche attraverso il lavoro, ha poi esortato tutte le componenti decisionali a “mettercela tutta affinché questa cessazione di attività si possa evitare” invitando all’impegno sia il mondo economico che quello politico – definite “due realtà diverse ma intrecciate”– su questo specifico tema. Il Vescovo, prima di visitare l’azienda insieme a una delegazione composta da autorità e rappresentanze sindacali, ha anche suggerito la via: “Professionalità come quelle che si sono create in questo luogo in decenni di attività – ha suggerito – potrebbero essere riconvertite in altri progetti industriali, che possono diventare occasioni economiche ulteriori”. Infine l’augurio: “Questo Natale ci dia la possibilità di sperare e non dare per scontata la sconfitta”.
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Paesi e parrocchie Città e hinterland
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Brescia Comune e Provincia
Sorprese, emozioni e magia La magica casa di Babbo Natale, le casette golose del Polo Nord, il giro turistico in carrozza e la pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza Tebaldo Brusato: una serie di appuntamenti per vivere al meglio le festività natalizie
I
di Luciano Zanardini
Il Natale a Brescia si presenta ricco di emozioni, svaghi e momenti di incontro. L’Amministrazione comunale ha messo a punto fino al 6 gennaio un programma intenso denominato “duemiladieci volte Natale”. In primo piano ci sono i bambini che possono visitare in piazza Paolo VI, tutti i giorni dalle 15 alle 19, la casa di Babbo Natale. Il 18, il 19 e il 26 dicembre, il 2, il 5 e il 6 gennaio, inoltre, sarà proprio Babbo Natale, accompagnato dai folletti magici, a tenere compagnia ai ragazzi, che avranno anche l’opportunità di scrivere l’irrinunciabile letterina. Come? Raccontando fantastiche fiabe. Sempre l’uomo in rosso con il barbone
bianco farà da cocchiere sulle due carrozze che inviteranno gratuitamente i bambini, i loro genitori e i nonni per un giro turistico del centro. La carrozza parte da Piazza Loggia (Largo Formentone). Non manca neppure la migliore tradizione natalizia culinaria: il 18 e il 19 dicembre si possono assaggiare e acquistare i prodotti tipici locali nelle Casette golose del Polo Nord. Chi non sa ancora come destreggiarsi ai fornelli per il menù di Natale, può ascoltare i consigli sulle ricette e su come preparare il pranzo. Nelle tazze del Natale di Brescia verrà servito anche il vin brulè e il succo di mela alla cannella. Con la collabora-
zione della Circoscrizione centro anche in via San Faustino e nel quartiere Carmine esplodono i colori del Natale. Dalle 14.30 alle 22 di domenica 19 i truccabimbi, i clown, gli acrobati, i giocolieri, gli sputafuoco e gli zampognari allieteranno tutti i presenti. Le fiabe più belle saranno raccontate, cantate o ballate con la presenza anche della musica dal vivo e del karaoke. Anche quest’anno in piazza Tebaldo Brusato è stata allestita una pista di pattinaggio su ghiaccio. Quando? Da sabato 18 dicembre 2010 a domenica 9 gennaio 2011, con orario di apertura dalle 10 alle 23.30, tutti i giorni, festivi inclusi. L’inaugurazione della pista sarà celebrata da uno spettacolo di apertura, offerto dalla compagnia di professionisti di “Ghiaccio_Spettacolo”, che pattinerà sul testo di “A Christmas Carol di Charles Dickens”. Lo show si tiene domenica 19 dicembre alle ore 15.30. La musica d’autore
deve attendere il 1° gennaio, quando cioè è in programma l’ottava edizione del Concerto di Capodanno (dirige il maestro Giovanna Sorbi), che si terrà alle 17.30 al Teatro Grande, su iniziativa dell’associazione Culturale Sinergica, in collaborazione con la Brixia Symphony Orchestra, il Comune di Brescia, Brescia Trasporti Spa, Franchini Acciai Spa e Finsibi Spa. I biglietti sono in prevendita da lunedì 13 dicembre nell’atrio dell’assessorato al Turismo, piazza Loggia 6 (dal lunedì al venerdì 9.30 - 16.30 continuato. Tel. 0302400357). Il ricavato sarà devoluto al Centro per la sclerosi multipla degli Spedali Civili. Rispetto alle intenzioni esplicitate in campagna elettorale, anche la giunta Paroli ha seguito le orme di quella Corsini sulla strada delle grandi mostre, mutando solo la regia: da Linea d’Ombra ad Artematica. Dopo l’esperimento “Inca”, è ormai alle porte “Ma-
A2A
Rispettare l’ambiente è una scelta vincente Asmea, società del Gruppo A2A, nella sua politica commerciale dà ampio spazio a soluzioni e servizi per indirizzare e consigliare il cliente nell’uso efficiente dell’energia e nel ricorso alle fonti rinnovabili. Salvaguardare l’ambiente grazie ad un piccolo gesto che riduce lo spreco di carta e le emissioni di anidride carbonica è l’obiettivo del nuovo concorso online: “Attiva & Vinci con bollett@mail” lanciato da A2A Energia assieme ad Asmea, Bas Omniservizi e Tidonenergie per tutti i suoi clienti luce e gas che scelgono bollett@mail. Attivando il servizio bollett@mail sarà possibile ricevere le bollette direttamente tramite e-mail il giorno stesso dell’emissione. Una soluzione comoda per archiviare e consultare lo storico bollette direttamente sul computer e, allo stesso tempo, contribuire concretamente alla salvaguardia dell’ambiente evitando l’invio della versione cartacea. L’attivazione è gratuita e può essere effettuata da tutti i clienti che hanno attivato la domiciliazione bancaria o postale delle bollette (Rid)
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zione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini a una maggiore responsabilità verso i problemi ambientali, e alla consapevolezza della necessità di essere coinvolti nelle politiche di governo del territorio. L’educazione ambientale deve promuovere cambiamenti negli atteggiamenti e nei comportamenti individuali e collettivi. Per un efficace raggiungimento degli obiettivi educativi, è fondamentale sviluppare attività a diretto contatto con l’ambiente. Per l’anno scolastico 2010-2011 in collaborazione con il Consorzio Medio Chiese, A2A, Centrale idroelettrica di Edolo, l’assessorato provinciale all’Edilizia scolastica con i contributi degli assessorati alla Pubblica istruzione, Ecologia e Ambiente, propongono agli studenti un pacchetto di iniziative di educazione ambientale che comprendono la possibilità di “uscire sul territorio” per prendere coscienza degli impianti esistenti in tema di energia, ambiente e ciclo idrico integrato, workshop, giornate di riflessione e mostre a tema.
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Premio alla memoria di Emanuele Casalini
Scrivere dietro le sbarre
tisse. La seduzione di Michelangelo” in esposizione a Santa Giulia dall’11 febbraio al 12 giugno 2011. Fra le iniziative natalizie, Artematica offre ai propri visitatori la possibilità di regalare emozioni acquistando dei biglietti per la mostra su Matisse. Il procedimento è molto semplice, basta chiamare il numero verde gratuito 800 775083 e acquistare i biglietti per la mostra “Matisse”: chi riceve il regalo avrà diritto a visitare la mostra un qualsiasi giorno di apertura al pubblico senza fare la coda. Inoltre è possibile scaricare gratuitamente, dal sito www.matissebrescia.it, le coloratissime confezioni regalo ispirate alle opere di Matisse. Si può anche far trovare sotto l’albero una delle coloratissime confezioni regalo ispirate al grande Matisse. Con lo stesso biglietto inoltre, sarà possibile visitare la mostra “Ercole il fondatore. Dall’Antichità al Rinascimento”, in programma in contemporanea al Mu-
seo di Santa Giulia. Un percorso storico-mitologico che accompagnerà il visitatori a scoprire la figura di Ercole sotto le sue molteplici sfaccettature attraverso i secoli, dal mito greco a fondatore della città di Brescia. Per gli amanti dello sport, il dopolavoro dipendenti comunali di Brescia organizza la seconda corsa dei Babbo Natale su una distanza di 9,5 km. Dalle 9 di domenica 19 nel centro storico e lungo la salita del Castello salgono in cattedra i podisti rigorosamente vestiti con l’abito di Babbo Natale. La Provincia ha allestito su tutto il territorio i concerti di Natale della Brescia Orchestra diretta dal maestro Ezio Rojatti. Gli ultimi due appuntamenti si svolgono al Vittoriale, venerdì 17 alle 20, e all’auditorium Balestrieri di Brescia con il Matinée per le scuole (a partire dalle 10 di sabato 18 dicembre). Risuoneranno le arie di Mozart, Respighi, Barber e Cajkovskij.
Nel 1952 veniva fondata “La Grande Promessa”, prima rivista letteraria creata dai detenuti del carcere di Porto Azzurro, nell’Isola d’Elba. 50 anni dopo, la Società San Vincenzo de’ Paoli e l’Università Unitre, che da tempo si occupavano di volontariato all’interno dello stesso istituto di pena ritennero importante ricordare tale anniversario con l’istituzione di un premio letterario riservato proprio ai detenuti. Il premio, nato nel 2002, venne intitolato alla memoria del prof. Emanuele Casalini, allo scopo di offrire nuove occasioni di riflessione e di sfogo a tutti coloro che si trovavano all’interno di un carcere, permettendo così di creare una sorta di dialogo tra il carcere e l’esterno. Chi ha conosciuto Emanuele Casalini lo ricorda come un uomo mite e affabile; persona di grande cultura, era molto attento ai problemi umani: questo fu uno dei motivi che portarono i fondatori del premio a intitolarlo proprio alla sua memoria. Le prime due edizioni del premio si conclusero con la premiazione all’interno del carcere di Porto Azzurro mentre dal 2004, al termine della terza edizione, si decise che la premiazione sarebbe diventata itinerante, così che fossero vari istituti di pena, nel corso degli anni, a ospitare la manifestazione conclusiva legata al bando di concorso. Dopo essere passata dalle carceri di Roma, Torino, Verona, Milano e Volterra, la premiazione della nona edizione del Premio letterario Casalini ha visto la nostra città in prima linea: la cerimonia conclusiva, infatti, si è svolta lo scorso 23 novembre all’interno del carcere di Verziano dove, accanto a numerose autorità, c’erano molti detenuti, provenienti da vari istituti di pena. Alcuni, premiati dalla giuria, hanno letto i loro scritti: sentire la voce di Enrico Venturelli, Luca Denti, Alessandro Volpi e Luca Langella che esprimevano il proprio stato d’animo è stato un momento commovente. Presenti, tra gli altri, nel comitato d’onore del Premio, il sindaco Paroli, il presidente della Provincia, Molgora, e Carlo Alberto Romano, docente di criminologia e presidente dell’Associazione carcere e territorio di Brescia, che da anni si occupa di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche carcerarie e sulle modalità di recupero e reinserimento degli ex detenuti. In occasione della tappa bresciana del Casalini, quindi, anche Act ha pensato di proporre un bando di concorso riservato alle scuole superiori bresciane, al quale hanno partecipato il Liceo Calini di Brescia, l’Istituto Gioli e l’Itc Battisti di Salò. Il primo premio Act, organizzato da Carmelo Gallico e Alessandra Spreafico, ha visto la vittoria di tre ragazze, premiate per i loro significativi lavori. Lucia Durjana, Jessica Pasquariello e Anna Esti, nonostante la minore età, erano anche loro presenti a Verziano per la premiazione. (l.d.p.)
Villaggio Prealpino
“Amleto Kaleidoscope” Presso il Teatro Santa Giulia al Villaggio Prealpino il 23 dicembre alle 20.30 va in scena lo spettacolo “Amleto Kaleidoscope”, creato, prodotto e recitato dagli ospiti e dagli operatori dei Centri diurni di via Casazza dell’Unità operativa clinicizzata di psichiatria degli Spedali Civili. I centri diurni sono servizi di valutazione psicosociale nei quali gli ospiti trascorrono la giornata in comunità. Attraverso il coinvolgimento degli ospiti in un ampio spettro di attività come il teatro, la danza, la musica, la pittura e lo sport si promuovono l’autonomia, la sicurezza, la cura di sé e le capacità interpersonali. La recitazione, il gioco e la corporeità permettono di realizzare una comunicazione mediata, volta alla scoperta di sé. L’attività teatrale è un efficace strumento terapeutico.
Rezzato
Asimpre ha premiato gli studenti “La presa d’atto della crisi non deve incrinare la fiducia nei giovani, anzi deve rinnovare l’impegno delle aziende per garantire loro una prospettiva concreta di impiego”, Bruno Arrighini, presidente dell’Associazione imprese rezzatesi (Asimpre) ha introdotto con questo auspicio la cerimonia di attribuzione delle Borse di studio 2010 per diplomati e laureati eccellenti che si è tenuta domenica 12 dicembre presso l’Aula magna della Scuola Vantini. Alla presenza degli assessori provinciali Giorgio Bontempi e Stefano Dotti, del sindaco di Botticino Mario Benetti e del vicesindaco di Rezzato Claudio Donneschi, oltre che di numerosi rappresentanti delle aziende associate, sono stati premiati otto diplomati rezzatesi dell’a.s. 2009/2010 da diversi Istituti bresciani e sei neolaureati da altrettante Facoltà. “È rilevante il fatto – continua Arrighini – che a fronte di numerosi lavori di tesi pervenuti il Consiglio di Asimpre si è trovato nella necessità di raddoppiare da tre a sei le segnalazioni per i laureati, poiché ci spiaceva escludere dall’encomio ricerche di alto livello in vari ambiti del sapere”. Un segnale di qualità che stimola le imprese bresciane ad investire maggiormente sulle risorse giovanili di qualità di cui è ricco il nostro territorio. Un segnale indiretto anche alle istituzioni perchè continuino a favorire la crescita e la formazione dei giovani in vista di un loro naturale sbocco in ambito lavorativo.
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Paesi e parrocchie Città
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Fondazione Poliambulanza Inaugurazione
La radioterapia per continuare a crescere Il nuovo reparto (realizzato in 14 mesi) è intitolato a Guido Berlucchi: nel primo anno seguirà 400 pazienti, a regime saranno 800
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La città si presenta come un modello in campo sanitario. Inaugurato nei giorni scorsi il nuovo reparto di Radioterapia della Fondazione Poliambulanza di Brescia, intitolato a Guido Berlucchi, che, attraverso la Fondazione che ne porta il nome, ha lasciato un’importante eredità a favore della ricerca e delle cure delle patologie oncologiche. Dopo aver tracciato un quadro dell’attività svolta nel corso dell’anno, “che ha visto l’acquisizione, quale integrazione alla struttura attuale, del Sant’Orsola, che ha elevato a
di Franco Armocida
1.800 i nostri dipendenti-collaboratori complessivi, – ha ricordato il presidente della Fondazione Poliambulanza Enrico Broli – con il nuovo Centro ‘Guido Berlucchi’ abbiamo fatto di Brescia uno dei punti di riferimento nell’offerta di questi trattamenti, in quanto si va ad aggiungere a quelli già operativi presso il Civile e la clinica S. Anna. L’investimento complessivo è stato di circa 14 milioni di euro, 7,5 dei quali provenienti dalla Regione Lombardia, grazie ai benefici della L. 34/2007, fortemente voluta e sostenu-
N O VITÀ
LONERGAN La formazione della coscienza A cura di Pierpaolo Triani La presente antologia propone alcune delle pagine più significative dell’opera di Bernard Lonergan (1904-1984), filosofo canadese, epistemologo, teologo, studioso delle dinamiche storiche ed economiche. L’autore indica nello sviluppo dell’interiorità, intesa come consapevolezza profonda della propria dinamica coscienziale aperta alla realtà, una strada difficile ma affascinante da percorrere.
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ta dal consigliere regionale Margherita Peroni e 1,6 milioni dal contributo della Fondazione Guido Berlucchi onlus, destinati all’acquisto del secondo acceleratore”. Questo progetto è stato realizzato in soli 14 mesi, con la costruzione al piano interrato di circa 1.000 mq destinati alla Radioterapia e con la realizzazione di tre bunker che ospitano i tre acceleratori, la cui attivazione nei prossimi giorni porterà a trattare circa 400 pazienti nel primo anno, per raggiungere gli 800 a regime. “Il Vangelo recita che i malati guariscono e che i morti resuscitano – ha detto il vescovo Monari – quale atteggiamento di Dio verso l’uomo, pensiero che si può accomunare all’attività medica, per il cui mezzo passa la volontà di Dio”. “Da oggi abbiamo qualcosa in più che lega la Poliambulanza alla città – ha ricordato
il sindaco Paroli – quale segno del carisma delle Ancelle, che ne sono indicatore e riferimento”, mentre il rettore dell’Università cattolica di Milano, Lorenzo Ornaghi, ha sottolineato come a Brescia si guarda al futuro con i fatti. “La sinergia tra Fondazioni indica un modello di welfare cui guardare con attenzione e fiducia”, principio ripreso da Margherita Peroni, che ha evidenziato come “anche la sanità religiosa privata no profit è capace di grandi opere”. “Quello di oggi è un traguardo importante – ha detto il presidente della Fondazione ‘Guido Berlucchi’ Franceschino Carpani Glisenti – ma è anche e soprattutto un punto di partenza dal quale cogliere nuove sfide per continuare a crescere sostenendo concretamente il progresso medico e scientifico del nostro Paese”.
Paesi e parrocchie Paesi Bassa e parrocchie Bassa
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Chiari Galleria d’arte “L’incontro”
La scultura di Pomodoro vista da vicino Arnaldo Pomodoro
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di Paolo Festa
Tra le opere di Arnaldo Pomodoro, forse il più grande scultore italiano vivente, esposte a Chiari ci sono anche il celebre portale “Marco Polo” dell’Expo 2010 da poco concluso a Shangai e il suggestivo bronzo “Rive dei mari” del 2007. La mostra, con il patrocinio del Comune di Chiari, è allestita nella galleria d’arte “L’incontro”, a ridosso della centralissima Piazza delle Erbe, e rimarrà aperta fino al 27 febbraio. Per i prossimi due mesi inoltre, su precisa volontà dell’autore, in segno di apprezzamento per l’impianto urbanistico del centro storico della cittadina, è stata collocata tra Piazza delle Erbe e Piazza Zanardelli l’imponente “Lancia di Luce”, un’opera in bronzo del 1985 di sette metri d’altezza con base triangolare di 120 cm. Arnaldo Pomodoro, noto e apprezzato in Italia e all’estero, è celebre soprattutto per le sue sfere di bronzo, che sembrano scomporsi davanti all’osservatore, rivelando un netto contrasto tra la superficie esterna liscia e la complessa struttura interna. Alcune tra le sue opere sono collocate nelle più importanti città del
Fino al 27 febbraio resta aperta l’esposizione “Continuum” che poi andrà a New York mondo, tra cui Milano, Dublino, Los Angeles, il Cortile della Pigna dei Musei Vaticani a Roma, Copenaghen, Brisbane, Darmstadt. Nel 1995 ha realizzato, per incarico del Comune di Rimini, una scultura in memoria di Federico Fellini e nel 1996 è stata collocata nel piazzale delle Nazioni Unite a New York l’opera “Sfera con sfera”. Il nucleo portante della mostra clarense è la serie, realizzata nel 2010, “Continuum” di 160x450 cm composta da sei rilievi, dove si possono ritrovare tutti gli elementi del linguaggio espressivo di Pomodoro, il suo “alfabeto compositivo”: il cuneo, il disco, la sfera, l’osso di seppia, la piramide, il pettine, la colonna, il prisma; tutti modelli alla base delle sue opere che, miniaturizzati o ingigantiti, consentono un’infinita variabilità di composizione. “Nella sua ormai lunga carriera – ha dichiarato il critico d’arte prof. Marco Meneguzzo, curatore della Fondazione Pomodoro di Milano e del catalogo della mostra – Arnaldo Pomodoro ha maturato un vero e proprio “sistema” espressivo autonomo, che può occupare tutti i gradi del visibile, dal gioiello all’architettura. Pomodoro utiliz-
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za un linguaggio che consente di passare senza interruzioni concettuali dalla scultura all’ambiente, per poi tornare all’oggetto, al multiplo, espandersi sulla scena, raggiungere l’architettura, costruire luoghi evocativi, concentrarsi poi in un’opera magari piccolissima, tutto senza perdere mai la propria riconoscibilità”. Soddisfatta anche Erminia Colossi, titolare della Galleria che ospita esposizione: “Già nel 2006 abbiamo ospitato una mostra di Arnaldo Pomodoro. Questa, però, in particolare, è una rassegna personale del maestro: un’occasione straordinaria per Chiari, che si inserisce in un circuito di prestigio internazionale: le opere esposte sono prologo di una prestigiosa mostra in programma a New York nel 2011”. La prossima destinazione per il pannello “Continuum” esposto a Chiari, infatti, sarà la Marlboro Gallery di New York. La mostra presso la Galleria L’Incontro è visitabile fino al 27 febbraio in orario feriale dalle 15.30 alle 19; sabato e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19; lunedì è chiuso. In galleria si può trovare il catalogo di Marco Meneguzzo.
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Paesi e parrocchie Bassa
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Verolavecchia Casa famiglia Betania di Maria
Una casa accogliente per sei piccoli L’edificio è il risultato di una scelta di vita compiuta dai coniugi Pedroni, concordi nell’aiutare chi è stato meno fortunato
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di Franco Piovani
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Alla presenza del vescovo Monari è stata presentata la “Casa famiglia Betania di Maria” realizzata nell’edificio in via Vittorio Veneto 29. articolato su due piani per complessivi 400 metri quadrati, ristrutturato e messo a norma, in concessione gratuita alla famiglia Pedroni. La costruzione comprende due camere, la cucina attrezzata, l’ufficio, un ampio salone, servizi igienici, ambienti nei quali è possibile accogliere un massimo di sei piccoli ospiti. L’associazione dispone del sito internet “www.betaniadimaria.org” strutturato per fornire informazioni
e rispondere a quesiti sull’organizzazione. Una disponibilità che dimostra come “Dio lavora per i più deboli, ed è espressione d’amore, di bontà, di pazienza, di fedeltà, di accoglienza che ci sono nella vita di Verolavecchia”. Sono parole del Vescovo pronunciate davanti all’assemblea, radunata nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, con gruppi di bambini in prima fila assorbiti dalla riflessione sul principio della “solidarietà civile, sociale e culturale d’ispirazione cristiana, nell’insegnamento della Chiesa cattolica, che persegue finalità nel campo della cen-
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Il Vescovo con i coniugi Pedroni e alcuni volontari
tralità della persona umana, della sua dignità e dei suoi diritti nello spirito del servizio di condivisione, di accoglienza fraterna e di volontariato inteso come libero e gratuito impegno agli altri”. “Sono gli elementi fondamentali nei quali si riconosce il ruolo della famiglia valorizzandola anche a livello istituzionale e sociale” commenta il parroco don Pierino Boselli che, a nome della comunità parrocchiale, ha sostenuto “Casa Betania di Maria” e continua a impegnarsi con iniziative di volontariato alle quali sono chiamate a collaborare istituzioni civili ed ecclesiali, associazioni e privati. Tra il pubblico erano presenti i sindaci di Verolavecchia, Sergio Zanetti, e di Bassano Bresciano, Giovanni Paolo Seniga, i paesi nei quali è maturata l’esperienza dei coniugi Pedroni importante “per sensibilizzare al tema dell’affido
e al recupero dei valori dell’unità famigliare”. L’associazione è il risultato di una scelta di vita compiuta da Luca Pedroni assieme alla moglie Stefania, con l’assenso delle tre figlie Noemi, Marta, Francesca, concordi nella decisione di aiutare chi è meno fortunato. “L’associazione – precisa Pedroni – non ha fine di lucro. Il suo scopo è di compiere atti di solidarietà e amore nei confronti dei minori bisognosi, con gesti di accoglienza, condivisione e volontariato. Stiamo impegnando tutta la nostra vita (anche le nostre tre figlie si sono lasciate coinvolgere da questa novità di vita rinunciando, come noi, a una vita famigliare solo nostra) per poter attuare in pienezza il nostro progetto, perché ci crediamo fino in fondo, come ci avete creduto voi quando avete accettato di aiutarci, di essere la nostra Provvidenza”.
Brevi
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San Paolo
“Bei, ma bei”: ecco i mercatini Seconda edizione per i mercatini “Bei, ma bei” sabato 19 e domenica 20 dicembre. Sabato 19 sera si inaugura la mostra del circolo “Don Emilio Verzeletti” e, presso la pieve dell’Assunta, si terrà una tappa del “Natale delle Pievi” intitolata “Dal Filò al Gelindo”. Domenica, dopo l’apertura alle 14 del presepe meccanico in S. Maria Nascente, si esibisce il coro alpino “Rocca San Giorgio” e alle 21 il gruppo bandistico “S. Andrea” di Pompiano.
Villachiara
“Puer Natus”, concerto di Natale Le immagini della Fiera
Carpenedolo Concluse le manifestazioni
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Un successo per la Fiera del torrone
Le preoccupazioni degli organizzatori per la precarietà del tempo sono sparite di fronte alla grande partecipazione che ha caratterizzato le presenze alla Fiera del torrone. Ormai l’evento carpenedolese ha raggiunto una notorietà tale da essere considerato il più importante dopo la Festa del torrone di Cremona. Una ressa imponente ha invaso le vie del paese a tal punto che era difficile scorrere. Molto soddisfatti gli standisti che hanno potuto realizzare dei proventi sul piano economico dopo un periodo di cattivo tempo che ha messo in crisi diverse manifestazioni. La Fiera del Torrone è stata inaugurata martedì 7 dicembre alle 17 dal vice presidente della Provincia di Brescia on. Giuseppe Romele, dall’assessore all’Agricoltura Gianfranco Tomasoni, dal consigliere regionale Girelli, dal consigliere provinciale Lorenzi e dalla presidente di Terre di Lombardia Anna Rivadossi. Dopo il saluto di casa da parte del presidente della Pro Loco Mario Ferrari, che in sintesi ha illustrato l’impegno profuso per l’organizzazione dell’ap-
puntamento fornendo una manifestazione ordinata, precisa e puntuale sotto ogni aspetto di fronte alla presenza importanti provenienti da tutta Italia e la particolare assistenza a standisti e visitatori resa dai volontari del sodalizio, il Sindaco di Carpenedolo Gianni Desenzani e tutte le altre autorità hanno sottolineato il lavoro svolto a sostegno e rilancio di una tradizione che lega da secoli due territori. Le giornate sono state intense sotto l’aspetto religioso, civico, sociale e d’aggregazione con iniziative collaterali che hanno coinvolto tutte le fasce di età dei presenti. Molto visitate le varie mostre, apprezzati il concorso “Decora il tuo albero” con i premi dei negozi di Carpenedolo dell’Associazione “I Negozi del campanile” e la presenza della figura di S. Lucia con abbigliamento di un noto atelier internazionale su un simpatico “biroccio” trainato da un pony e attorniato da diversi Babbi Natale. Mercanti principianti per i più piccoli: momento entusiasmante e ricco di interesse. Numerosi gli apprezzamenti per la perfetta organizzazione e quindi soddisfazione per gli organizzatori.
Natale in musica, musica di Natale: da sempre un connubio inscindibile, fonte attraverso i secoli di indimenticabili capolavori. Un connubio che da tempo viene riproposto a Villachiara con una serie di concerti natalizi. Anche quest’anno, per la serata di domenica 20 dicembre, nella chiesa parrocchiale di Santa Chiara, è in programma il concerto “Puer Natus”, eseguito dal civico coro de Urceis di Orzinuovi diretto dal maestro Bruno Provezza. Il titolo del concerto è tratto dal brano “Puer natus in Bethlehem”, un bambino è nato a Betlemme, tra i pezzi natalizi più conosciuti e rappresentativi, il cui latino, allo stesso tempo solenne e popolare, risuonerà tra le volte della chiesa suscitando tra gli spettatori ivi convenuti ricordi ed emozioni. Queste le parole del sindaco Bertoletti a commento dell’iniziativa: “L’appuntamento si rinnova ormai per il quinto anno consecutivo. Vengono sempre invitati i cori del circondario ed è un bel momento per celebrare insieme, con il classico repertorio natalizio, le imminenti festività”. L’iniziativa verrà replicata la sera di Santo Stefano nuovamente nella parrocchiale, quando il coro locale “Santa Chiara” eseguirà un ulteriore concerto intitolato “Jubilate Deo” per celebrare gioiosamente con il canto la nascita del Salvatore. (f.u.)
Manerbio
Premio “solidale” Anche quest’anno Manerbio non ha mancato di mostrare la propria gratitudine nei confronti della solidarietà. Come tradizione vuole, il concerto natalizio offerto dall’Amministrazione alla comunità diventa la sede per l’attribuzione del “Premio Manerbio Solidale”. Così è stato anche giovedì 16, quando sul palco del Politeama il sindaco, Cesare Meletti, ha consegnato non una, ma due targhe per dire grazie ad altrettanti cittadini. In realtà, il primo è stato un riconoscimento alla memoria di Vittoria Bui Garavani, originaria del Lago Maggiore, ma per anni residente nella cittadina della Bassa per impegni professionali del marito. Dopo aver perso la figlia Marina di soli 29 anni nel 1986, la signora Garavani ha vissuto nel suo ricordo; scomparsa nel 2009, Vittoria Bui Garavani ha lasciato i suoi beni, per un ammontare di circa 250mila euro, ai bambini bisognosi manerbiesi. Hanno ritirato la targa le due esecutrici testamentarie, mentre l’Amministrazione, per onorare la memoria di madre e figlia, pensa di intitolare una classe della scuola primaria proprio a queste figure. Ieri sera Manerbio ha ricordato anche il luogotenente Giuseppe Taetti, recentemente trasferito a reggere la tenenza di Seriate, per l’operato svolto nella cittadina della Bassa dal 2001 a oggi, e soprattutto per i gesti umanitari compiuti nell’area balcanica nei momenti difficili della guerra civile. (e.u.)
Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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Pisogne Inaugurazione
In ascolto per contrastare le dipendenze La sede dello Smi
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di Luciano Febbrari
Mettersi in ascolto per contrastare crisi e dipendenze. Il 13 dicembre è stata aperta a Pisogne una sede dello Smi “Il Mago di Ozâ€? e del Consultorio familiare “Il Girasoleâ€?. Il Servizio multidisciplinare integrato (Smi) è una struttura che offre competenze multidisciplinari per la diagnosi e la presa in carico ambulatoriale di problematiche legate alla dipendenza patologica (da sostanze, alcool, e anche gioco d’azzardo patologico). Nel servizio opera un’Êquipe multidisciplinare in grado di offrire competenze qualificate e interventi mirati di diagnosi, terapia, reinserimento. Anche il territorio della Franciacorta e del Sebino non è certo immune dal triste fenomeno della diffusione delle dipendenze. Si può spiegare anche cosĂŹ la scelta del Gruppo FraternitĂ di aprire a Pisogne una sede operativa dello Smi che si occupa di prevenzione, trattamento e riabilitazione di persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, di alcol o che abbiano sviluppato una dipendenza patologica da gioco. Ăˆ promosso e gestito dalla cooperativa sociale onlus “Il Mago di Ozâ€? ed è accreditato dalla Regione Lombardia; opera in collaborazione con
Aperta una sede dello Smi “Il Mago di Ozâ€? e del Consultorio familiare “Il Girasoleâ€? l’Asl di Valle Camonica. L’accesso al servizio è gratuito e su richiesta in anonimato. La somministrazione di terapie, anche sostitutive, è garantita per 365 giorni l’anno. Per l’intero orario di apertura è sempre garantita la presenza di personale qualiďŹ cato, in grado di rispondere a quesiti telefonici, esaudire richieste d’informazioni e ricevere eventuali comunicazioni urgenti. Dopo il primo contatto viene ďŹ ssato un appuntamento per valutare in modo approfondlto ogni singolo caso, e deďŹ nire un piano preliminare di intervento. A tutti i soggetti sono garantiti programmi deďŹ niti nel tempo, ďŹ nalizzati al raggiungimento di un accettabile equilibrio psicoďŹ sico, e a una adeguata evoluzione della situazione di abuso e dipendenza. Particolare attenzione è data al contesto familiare dei soggetti in cura con ďŹ gli minori. In questi ultimi anni è maturata sempre di piĂš la consapevolezza del ruolo che la famiglia può avere nell’intervento riabilitativo delle tossicodipendenze: la famiglia diventa una risorsa da coinvolgere e utilizzare nel processo risolutivo dello stesso. Il 13 dicembre in piazza Mercanti
1 a Pisogne sono stati inaugurati il Mago di Oz (la responsabile è l’educatore professionale Beatrice Fona, per informazioni 0364793085) e il consultorio familiare “Il Girasoleâ€?. Il Consultorio (0364793063) cerca di promuovere e tutelare la salute dell’individuo, della coppia e della famiglia, avvalendosi della presenza di ginecologi, ostetriche, assistenti sociali e psicologi. Si suddivide in tre ambiti: l’area psicologica e sociale (incontri su genitorialitĂ e adolescenza, mediazione familiare e tutela dei minori), la prevenzione e l’educazione alla salute con interventi speciďŹ ci in campo scolastico sui temi dell’affettivitĂ e della sessualitĂ , l’area ostetrico-ginecologica. Nel Servizio gratuito (su richiesta in anonimato) sono presenti le ďŹ gure professionali del medico, dello psicologo, dell’infermiere, dell’educatore e dell’assistente sociale. Vi si può accedere direttamente o su appuntamento telefonico. In provincia sono giĂ operative le sedi di Ospitaletto e di Bagnolo Mella, mentre per quanto riguarda il Consultorio familiare, “Il Girasoleâ€? si aggiunge a “Il Faroâ€? (0307400399) di via Paganini 1 a Palazzolo.
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Paesi e parrocchie Valtrompia
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Alta Valle Verso il Natale
La tradizione sempre viva del presepe Molti i volontari coinvolti. I ragazzi dellâ&#x20AC;&#x2122;oratorio con gli Alpini realizzano, ad esempio, da oltre 20 anni la stella cometa a San Colombano
C
di Edmondo Bertussi
Con la neve in Alta Valle è arrivata una particolare stella cometa con la penna alpina: è scesa sulla capanna fatta di luci disegnata sulla cascina Petentè a San Colombano, nel prato oltre la macchia di pini sullâ&#x20AC;&#x2122;erta che sale verso la corna Blacca. Succede da oltre 20 anni: la realizzano i ragazzi dellâ&#x20AC;&#x2122;oratorio con Alpini e amici. Questa volta con un poâ&#x20AC;&#x2122; di malinconia: se nâ&#x20AC;&#x2122;è andato a soli 63 anni Faustino Cantoni per tutti Natale, proprietario della cascina: i nipoti hanno voluto continuare la tradizione. LassĂš la sera di Natale i pastori accenderanno i fuochi, poi scenderanno in corteo per le vie verso la parrocchiale: qui dopo la Santa Messa arriverĂ Babbo Natale col carretto e i cavalli a portare i suoi doni. Intanto unâ&#x20AC;&#x2122;altra cometa, del Gruppo Stella a Inzino, è in movimento: dopo le visite estive alle Case di riposo, ora con zampogne e Re Magi ha cominciato le sfilate natalizie a Inzino, Cesovo, Cimmo, Lumezzane: concluderĂ il corteo alla parrocchiale nella sera dellâ&#x20AC;&#x2122;Epifa-
La rappresentazione a Marcheno sul ďŹ ume
nia. Sono due â&#x20AC;&#x153;segniâ&#x20AC;? emblematici dello spirito del Natale, ricordo e solidarietĂ , che ha in tutte le parrocchie dellâ&#x20AC;&#x2122;Alta Valle espressioni particolari, con momenti di preghiera e generositĂ . A Collio ci sono i mercatini dellâ&#x20AC;&#x2122;oratorio, la veglia natalizia preparata dai ragazzi col coro lâ&#x20AC;&#x2122;Arcobaleno. Dopo la Messa di Mezzanotte, il vin brulè degli Alpini. Lo stesso avverrĂ a Marmentino dopo la messa nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano. A Bovegno câ&#x20AC;&#x2122;è stato il mercatino delle mamme per le opere parrocchiali, il concorso dei presepi su tavola da esporre poi sugli altari in chiesa, il concerto della Corale S.Giorgio, e nel giorno di S. Stefano alle 14.30 sfilerĂ da Piano verso la parrocchiale il presepio vivente. Nella piccola Pezzoro lâ&#x20AC;&#x2122;apposito comitato, con la collaborazione delle famiglie, ha abbellito di alberi e luci le vie: la sera della vigilia, Maria, Giuseppe e i pastori, prima dellâ&#x20AC;&#x2122;inizio della Messa di mezzanotte, percorreranno le strade per giungere alla chiesa dove presenteranno al parroco, don Giancarlo
Pasotti, GesĂš Bambino, che verrĂ poi deposto nel presepio realizzato in chiesa. SeguirĂ il rinfresco presso la canonica organizzato dalle mamme. Nella sera del 29 dicembre ci sarĂ il concerto del gruppo folcloristico â&#x20AC;&#x153;Zampognari della Valle di Sarezzoâ&#x20AC;?. A Lodrino a cura dei ragazzi dellâ&#x20AC;&#x2122;oratorio lâ&#x20AC;&#x2122;albero ecologico fatto con bottiglie di plastica illuminate, la veglia di preghiera del Gruppo catechistico, il concorso dei presepi, con due allestiti dentro e fuori la parrocchiale e il tradizionale concerto di S. Stefano della banda S.Cecilia. A Tavernole e Lavone prima delle Sante Messe (alle 23.50) sono in programma due sacre rappresentazioni sempre curate dai gruppi del catechismo. A Marcheno lâ&#x20AC;&#x2122;ormai famoso Presepio sul Mella, nonostante le quattro piene in un mese, grazie al lavoro instancabile degli Amici sarĂ pronto e si illuminerĂ la notte di Natale per la deposizione del Bambin GesĂš. SarĂ aperto alle visite (dalle 10 alle 22) tutti i giorni fino al 17 gennaio.
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LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Inchiesta La Voce della Valtrompia
Sottovoce Potremmo citare molti gruppi missionari, diffusi in tutta la Valle, in tutte le parrocchie e in ogni comunità, alcuni legati a esperienze parrocchiali, altri nati dal sentimento umano. Tutti con l’obiettivo di aiutare chi in altre parti del mondo si trova in difficoltà Citiamo il gruppo missionario di Muratello, nato nel 2000, grazie all’impegno di alcuni volontari che hanno deciso di dedicare il loro tempo agli ultimi e portare conforto a persone che sono nate in luoghi dove è necessario lottare per resistere alla fame e all’insidia di ogni giorno. Costruiscono nelle zone povere della terra scuole, chiese, strutture sanitarie e case di accoglienza per ragazzi. Il gruppo ha operato in Croazia, Romania, Russia e Venezuela ed è attivo in Angola, Tanzania e Monzambico.
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Ritorna in questo mese l’appuntamento con “La Voce della Valtrompia”. Il primo piano è incentrato sui segnali di speranza che nel territorio valtrumplino si possono scovare. Don Alberto Cinghia, parroco di Bovegno e vicario dell’Alta Valle, li ha definiti semi di speranza piantati, quelli che lui individua nel territorio. Sono tre le cose che lui vede: il cammino che gli adolescenti stanno compiendo sul tema “Il dono e la vita”; i volontari che assistono in un servizio umile i malati, senza riceverne a volte un grazie; il terzo segno è l’adorazione
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La speranza per il futuro è nel presente La prima pagina di dicembre
di Mauro Toninelli
eucaristica che si è diffusa in tutti i paesi settimanalmente. Semi e segnali di speranza sono anche quelli che i Gorillaz del Rugby Lumezzane, con gli atleti del Cus Brescia, per il secondo anno consecutivo hanno lanciato con un calendario realizzato in favore del Centro bresciano ragazzi down. Sono circa 80 i ragazzi che il centro aiuta e i fondi della raccolta saranno destinati alle loro famiglie. Lo scorso anno sono stati raccolti 8000 euro. A fianco di questo, l’iniziativa vuole offrire a questi ragazzi sempre più occasioni di formazione, socializzazione e
Il racconto di don Alberto Cinghia, vicario dell’alta Valle, il progetto dei Gorillaz per il Centro bresciano ragazzi down e la Caritas
integrazione. “Grazie anche all’aiuto di alcuni sponsor – spiega Paolo Ferraglio organizzatore e promotore del progetto – abbiamo dato vita a una squadra composta proprio da questi ragazzi colpiti da Sindrome di Down. In più, in collaborazione con i Gorillaz di Lumezzane, sono stati organizzati veri e propri allenamenti e partite sul campo”. 12 scatti a colori da sfogliare e regalare e che possono divenire un segno di speranza e di attenzione verso chi è più sfortunato. Per ulteriori informazioni su come e dove acquistare il calendario (10 euro) contattare il numero 347.3928795. Ma esistono anche altri segni di speranza. La Caritas è una delle realtà che si mette a servizio, sul territorio, della sofferenza. Abbiamo sentito Flauzia Panada, direttrice della Caritas zonale di Lumezzane, chiedendo a lei di
L’esperienza a Marcheno, Pezzaze e Gardone Valtrompia
Uno spazio gioco a misura di famiglia Ci sono alcuni servizi che per come sono organizzati possono diventare un ottima risorsa (a un costo decisamente contenuto) per le famiglie soprattutto in un territorio come l’Alta Valle. Si tratta di un servizio intermedio, tra il nido e qualcosa di meno strutturato, elaborato da “Fraternità Impronta” che ha seguito la cooperativa Valle Trompia Solidale; vuole essere un luogo di crescita dove viene valorizzato il rapporto adulto-bambino. La particolarità è che si rivolge non solo ai bambini, ma anche agli adulti in un luogo di crescita. Spesso le giovani coppie, in particolare le madri durante il primo anno di vita, si trovano a vivere in solitudine l’accudimento dei figli, senza una rete parentale di supporto, senza la possibilità di momenti di socializzazione e di confronto. Dopo l’esperienza pilota di Marcheno (“Il mondo incantato”, via Madonnina 26) del 2004, è stato aperto anche a Lavone di Pezzaze (“Il bosco incantato” in via Piotti 14) e a Gardone Valtrompia (l’ultimo in ordine di tempo, la genesi di “Cocci-Mella”, realizzato in collaborazione con “La Vela”, presso i “Capannoncini” all’interno del Parco del Mella risale allo scorso mese di novembre). Solo a Marcheno da settembre 2009 all’agosto 2010 sono state registrate 715 presen-
ze. All’interno dello spazio gioco c’è anche la possibilità di sviluppare dei laboratori creativi (bambini e adulti lavorano insieme alla creazione della propria opera) oltre a un coinvolgimento diretto: i genitori, ad esempio, al termine dell’anno si sono cimentati in una rappresentazione teatrale. Per funzionare al meglio si avvale dei contributi regionali per il sostegno alla maternità e alla famiglia e ha beneficiato anche dell’intervento – per quanto riguarda il sito di Pezzaze – della Comunità montana. L’intervento si suddivide in tre fasce: dai 0 ai 3 anni, dai 3 ai 6 e dai 6 ai 10 anni. Il servizio, che è portato avanti da due educatori e da alcuni volontari, non è disponibile tutti i giorni. Dopo i primi anni di “sperimentazione” si va costituendo anche una sorta di associazione di volontariato composta dalle mamme dei piccoli, che cercano così di esprimere una solidarietà famigliare. Per informazioni, si può contattare la referente del progetto dello spazio gioco: Sonia Pedretti (3346810858). “Fraternità Impronta” ha aperto anche un asilo nido aziendale (l’unico in Valle) a Tavernole sul Mella. L’esperienza di “Fraternità Impronta” in Valle è significativa: all’asilo nido e allo spazio gioco si aggiungono anche i servizi per adolescenti e i Cag.
raccontarci alcuni segni di speranza: “Non c’è una storia che può essere additata a simbolo di speranza tra le realtà che incontriamo. Ma ce ne sono tantissime che messe insieme aiutano a sperare”. Molti i servizi che la Caritas di Lumezzane offre al proprio territorio: dispensa alimentare, centro di ascolto, servizio di animazione, raccolta di fondi e offerte, collaborazione con terzi e percorsi di formazione. Ma negli occhi di chi è in situazioni difficili e di disagio la speranza rimane? “La speranza – risponde Flauzia – c’è sempre. Quando raccontano le loro situazioni difficili concludono sempre dicendo ‘speriamo in tempi migliori’. Non ho mai visto nessuno di disperato; ho sempre notato una mitezza molto composta, non rassegnazione ma paziente attesa di tempi migliori”. La speranza per il futuro è nel presente.
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Paesi e parrocchie Valle Camonica
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Montecampione Storie di vita
La fede costruita sulla roccia A 89 anni Bortolina Fanchini continua a fare la sagrista. Fedele abbonata di â&#x20AC;&#x153;Voceâ&#x20AC;? da 65 anni, nei suoi racconti i ricordi di unâ&#x20AC;&#x2122;epoca
A
A 89 anni ricopre ancora lâ&#x20AC;&#x2122;incarico di sacrista, rafforzata dalla sua fede granitica che la sostiene anche di fronte agli acciacchi. Da ben 65 anni, inoltre, da fedele abbonata segue le sorti del settimanale diocesano. Bortolina Fanchini è nata il 4 novembre del 1921. Dal 1945 è una fedele lettrice di â&#x20AC;&#x153;Voceâ&#x20AC;?, anno in cui si sposò con Giovanni Maria Peluchetti. Era il 28 aprile quando le campane di Vissone, che nei giorni precedenti avevano ricordato la liberazione, suonarono per il suo matrimonio. Il legame con il nostro settimanale diocesano è nato sul finire dellâ&#x20AC;&#x2122;estate su invito del parroco di allora don Giuseppe Bonetti. In quel periodo il giornale costava 200 lire e rappresentava unâ&#x20AC;&#x2122;opinione di libertĂ come testimonia con i suoi ricordi Bortolina: â&#x20AC;&#x153;Parlava di fede, lealtĂ coraggio e diventò per noi qualcosa di importante. Mio marito, sfuggito ai tedeschi in Albania dopo lâ&#x20AC;&#x2122;8 settembre del 1943, era ritornato a casa e si era messo con i partigiani tra i quali trovò una persona di Brescia che glielo fece leggere. Noi avevamo frequentato solo
Bortolina Fanchini
la terza elementare ma â&#x20AC;&#x2DC;La Voce del Popoloâ&#x20AC;&#x2122; riuscivamo a capirla e ci aiutò a riflettere sui fatti di quegli anni quando potemmo votare liberi per il parlamento e la Repubblica. Il giornale ci piaceva perchĂŠ oltre a riferire gli avvenimenti del mondo, parlava di religione, della famiglia, del lavoro e dei giovani. Câ&#x20AC;&#x2122;erano informazioni utili anche sulla vita dei campi, sul modo di coltivare e di allevare gli animali, sui prezzi dei mercati. Non câ&#x20AC;&#x2122;erano le televisioni allora e lâ&#x20AC;&#x2122;unica informazione veniva dal giornaleâ&#x20AC;?. Il postino non lo portava in montagna dâ&#x20AC;&#x2122;estate, lo si trovava scendendo al paese per la Messa della domenica. â&#x20AC;&#x153;Quel giorno â&#x20AC;&#x201C; se non avevamo fieno da raccogliere â&#x20AC;&#x201C; mio marito si metteva sotto il ciliegio a leggere il suo giornale e bisognava chiamarlo piĂš volte per il pranzo; io potevo farlo a mia volta solo allâ&#x20AC;&#x2122;indomaniâ&#x20AC;?. E oggi, a distanza di anni, trova â&#x20AC;&#x153;La Voce del Popoloâ&#x20AC;? sempre interessante e, potremmo dire, indispensabile. â&#x20AC;&#x153;Da un poâ&#x20AC;&#x2122; è diventato settimanale con molte piĂš pagine e belle fotografie a colori, ma non
è mai cambiato nella serietĂ , sempre attento ai veri problemi delle persone e dei poveri soprattuttoâ&#x20AC;?. Ora ha anche piĂš tempo per leggerlo. â&#x20AC;&#x153;La mia giornata comincia sempre prima delle sei di mattina. Non ho piĂš gli animali da accudire e le attivitĂ dei campi come una volta, ma trovo sempre qualcosa da fare: il pranzo per i quattro nipoti che sono occupati negli impianti sciistici, lavori di cucitoâ&#x20AC;Ś Ogni sabato e domenica ho il mio compito di sacrista alla chiesetta di Montecampione; prima della sua costruzione, per ben sette anni, la messa venne celebrata dai parroci che si sono avvicendati alla guida della nostra parrocchiaâ&#x20AC;?. Un altro momento di conforto è rappresentato dalla recita dei rosari. â&#x20AC;&#x153;Quelli riempiono la giornata e lâ&#x20AC;&#x2122;esistenza, questa mia lunga vita piena di eventi felici, ma anche di momenti dolorosiâ&#x20AC;? come la morte improvvisa della figlia Giovanna, appena sposata. â&#x20AC;&#x153;Nella preghiera dei rosari trovo il coraggio di andare avanti e li recito insieme a Radio Maria e da sola, anche mentre sbrigo le mie coseâ&#x20AC;?.
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Darfo Boario Da un’idea di “Sloppy Joe”
La solidarietà è servita in tavola Cividate Camuno, una delle sedi della cooperativa “Casa famiglia”
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Si moltiplicano le iniziative di solidarietà in vista delle feste del Natale. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Basta partecipare, attivamente: fare ed esserci, donare e non tirarsi indietro. E il Natale diventa festa per tutti, anche e soprattutto per chi vive sempre ai margini. Così, in questi giorni, è capitato di assistere a una delle tante iniziative di solidarietà: questa, però, fatta in modo assolutamente coinvolgente e, per certi versi, anche organica e strutturata. Si tratta del pranzo di solidarietà offerto agli ospiti della cooperativa “Casa famiglia” di Rogno, Cividate Camuno
di Davide Alessi
e Malonno. In tutto una quarantina di persone con altrettanti educatori, assistenti e volontari. Il fatto che sia stato offerto da un ristoratore, in una domenica di dicembre, è già di per sé eccezionale: si tratta, infatti, di domeniche “piene”, nelle quali i ristoranti lavorano bene anche per la clientela turistica. Ma Fabio Scalvinoni, che gestisce la sua catena di ristoranti della famiglia “Sloppy Joe”, ha invitato nella bella sala Antica Fonte delle Terme di Boario i ragazzi della cooperativa e li ha ospitati e serviti. Ma questo non è bastato. Con l’aiuto della moglie,
Gli ospiti della cooperativa “Casa famiglia” hanno beneficiato di una domenica “alternativa”. E i ragazzi di terza media hanno fatto i camerieri
Francesca Ferrando, che insegna alla Scuola Media S. Dorotea di Cemmo, ha coinvolto nel progetto i ragazzi della classe terza, che sono diventati, per una domenica, camerieri, assistenti in cucina, addetti al ricevimento, esperti nelle pulizie. Si tratta di ragazzi che solitamente trascorrono la domenica rincorrendo il pallone o altri giochi e che hanno invece inseguito un altro sogno: quello di dare un sorriso a tante altre persone. Lo hanno fatto dopo aver approfondito un percorso civico, evidentemente nella scuola, cercando di capire il valore della solidarietà, del volontariato e della sussidiarietà. la loro soddisfazione, al termine dell’importante e impegnativa esperienza, è stata grande: “Dare agli altri liberamente – hanno detto – è prima di tutto una gioia nuova. Ci si trova con le mani più piene di cose positive e con
il cuore più allegro”. Fabio Scalvinoni, da parte sua, si schermisce e fatica a dire che questa – anche questa – è opera sua: “Tutti, se vogliono, possono fare qualcosa – aggiunge – perché di eccezionale non c’è nulla. Basta fare senza troppi pensieri e alla fine ci si accorge di rendere felici gli altri”. Fabio, infatti, all’indomani del terremoto che ha dolorosamente colpito l’Abruzzo, non ha esitato un secondo in più: non appena ha avuto l’occasione è partito con i volontari della Procivil Camunia e, con l’aiuto dei suoi chef, ha impiantato una splendida cucina da campo che ha dato da mangiare a migliaia di persone. E tutto questo non lo trova eccezionale: “È normale – afferma – aiutare gli altri: perché non farlo?”. Già: perché non farlo? L’esempio di Fabio, Francesca e i ragazzi coinvolti dice più di milioni di parole.
Una svolta, dopo due anni di attesa, per il Parco dell’Adamello
Dario Furlanetto è il nuovo direttore Si chiama Dario Furlanetto ed è un biologo il nuovo direttore del Parco naturale regionale dell’Adamello; è stato presentato in questi ultimi giorni a Breno dall’assessore comunitario Elena Broggi. Proviene da 24 anni trascorsi alla direzione del Parco del Ticino. “La Regione Lombardia ha permesso con i suoi stanziamenti la vita della riserva, nonostante le attuali difficoltà economiche – ha sottolineato Broggi – così che i vari progetti in corso potessero tranquillamente proseguire l’iter previsto e programmato”. Al nuovo dirigente, la Comunità montana di Valcamonica, dopo due anni di sede vacante, chiede un recupero di immagine del Parco, quale grande opportunità per la vallata dell’Oglio e un rilancio anche turistico del territorio”. Spesso e volentieri la struttura protetta camuna è stata considerata – da chi non ha capito, o non ha voluto capire – una sorta di “palla al piede”, piuttosto che un “paio di ali” utilissime al decollo della zona “I Parchi quindi non visti come isole assediate – ha esordito Furlanetto – ma veri e propri laboratori economico-sociali, che possono interessare anche gli altri Comuni, quelli non toccati dai confini protetti. Il Parco dell’Adamello è stato istituito il 16 settembre 1983; ha una superficie di quasi 51mila ettari; l’ente gestore è la Comunità montana; la sede è a Breno; i Co-
muni valligiani direttamente coinvolti sono 19: Berzo Demo, Braone, Breno, Cedegolo, Ceto, Cevo, Cimbergo, Edolo, Incudine, Malonno, Niardo, Paspardo, Ponte di Legno, Prestine, Saviore dell’Adamello, Sonico, Temù, Vezza d’Oglio, Vione. Il nuovo direttore ha già esternato i suoi progetti. Anzitutto la realizzazione di una politica agricola di qualità, poi la promozione di una nuova politica energetica, due opportunità utili anche ai municipi extra-Parco. Poi ci sarebbe anche la questione del Parco nazionale dello Stelvio che lambisce l’alta Valle: i camuni potrebbero proporsi come gestori di questa “fetta” di suolo che riguarda la provincia di Brescia. Per quanto concerne poi l’energia e in particolare l’acqua è il caso di ricordare l’importante ruolo che può avere la direzione del Parco anche nei confronti dell’imprenditoria privata. Non bisogna poi dimenticare che l’area preservata confina, o è vicina, a tante istituzioni simili che nel cuore delle Alpi vengono a costituire ben 12mila km quadrati protetti. Come non ipotizzare i benefici ulteriori che ne deriverebbero dalla “messa in rete” di una superficie così vasta e interessante. E infine, compito istituzionale non secondario è pur sempre la tutela dell’ambiente naturale e l’attuazione dei principi legati all’idea di sviluppo sostenibile. (e.g.)
Dario Furlanetto
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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Bedizzole Anno giubilare
Dicembre, fra preghiere e riflessioni Nel 250° di consacrazione della chiesa di Santo Stefano, il 26 dicembre è in programma la Messa con mons. Luigi Ventura, nunzio a Parigi
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di Giovanni De Marco
Nell’anno giubilare che ricorda il 250° di consacrazione della chiesa di Santo Stefano, la parrocchia di Bedizzole continua a proporre momenti di preghiera e di riflessione in onore di quella che per tutti i cittadini bedizzolesi è la casa del Signore dal 1760. Domenica 18 aprile, in occasione dell’apertura del 250°, la comunità aveva accolto con grande partecipazione mons. Luciano Monari. Lo scorso 8 maggio, invece, è stato il turno di mons. Bruno Foresti, vescovo emerito di Brescia, che ha partecipato alla processione delle reliquie dei Santi Ermolao e Acacio, allietata dalla corale Ars Nova di Carpenedolo. Nel mese di settembre la comunità, dopo la solenne concelebrazione del Vescovo ausiliare emerito mons. Vigilio Mario Olmi, ha accompagnato in processione dalla parrocchiale al Santuario l’effigie della Madonna del Lazzaretto, da oltre 200 anni punto di riferimento nei momenti più difficili come la peste del 1630 e la guerra. Questo Natale, dal 18 dicembre, si segnala la mostra fotografica
La chiesa parrocchiale di Santo Stefano
“Pulchra Ecclesia” allestita presso la sala civica della Disciplina con apertura prevista per le ore 17. La mostra, voluta dall’Amministrazione comunale e dalla parrocchia di Bedizzole, è una testimonianza di affetto che i pittori dell’Associazione culturale Andrea Celesti hanno voluto riservare alla parrocchia in occasione del 250° anniversario della sua costruzione. “Pulchra Ecclesia” vedrà esposti dipinti aventi tutti come oggetto una veduta della parrocchiale nella personale e originale interpretazione dei vari artisti. Alla sera, fede e musica si uniscono per il concerto della Corale di Santo Stefano: l’appuntamento è alle ore 20.30. Sempre in serata si terrà la presentazione di un nuovo opuscolo sulla chiesa da parte di don Mario Trebeschi e Anna Viviani, che hanno curato la pubblicazione. Domenica 19 dicembre, alle ore 16.30, l’“incontro alla luce” dei bambini dell’Icfr. Lunedì 20 dicembre, termina l’esperienza dei Centri di ascolto. Martedì 22 dicembre, ore 20.30, si terranno la liturgia penitenziale e le
confessioni per adolescenti e giovani: in serata, la suggestiva fiaccolata dello sportivo e gli immancabili auguri in piazza. In occasione della festa del Santo Patrono, domenica 26 dicembre alle ore 18.30, la solenne concelebrazione sarà presieduta da mons. Luigi Ventura, nunzio apostolico a Parigi. Per l’occasione si terrà la presentazione dei cresimandi con la presenza di genitori, padrini e madrine. Seguirà l’aperitivo offerto alla comunità dal Grob − Gruppo operatori bedizzolesi, sotto il porticato del Comune. La comunità festeggerà l’arrivo dei Re Magi con il concerto del Coro Gospel “Amodonostro” in Santuario in occasione dell’Epifania di giovedì 6 gennaio, alle ore 20.45. Successivamente seguirà l’estrazione della lotteria con diversi premi in palio. Infine, martedì 18 gennaio, termina il corso di riflessione sulla chiesa, tenuto da docenti del Seminario teologico di Brescia, con don Ovidio Vezzoli. L’ultimo incontro è: “La Chiesa: una comunità che celebra sacramenti”.
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Inchiesta La Voce del Garda e Valsabbia
Sottovoce Alcuni segni di speranza dal territorio. Da Comunità e Scuola e dai Rotary Brescia Est e Valle Sabbia arriva il progetto di costruzione, a Kinshasa – capitale del Congo, di un campus educativo con scuole primarie, secondarie e professionali, alloggi per studenti e docenti, refettorio, officine didattiche e un poliambulatorio clinico. In particolare, verrà dedicata molta attenzione alla formazione delle ragazze con corsi di sartoria, segretaria d’azienda e di cucina. Il coordinatore del progetto è mons. Vincenzo Zani. Sarà creata ad hoc anche l’associazione Sfera (Sviluppo, fraternità, educazione, responsabilità, accoglienza) alla quale hanno già aderito anche le Suore Francescane e l’Associazione nazionale genitori. Per informazioni, info@rotaryvallesabbia.org.
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Nonostante la crisi, ci sono dei piccoli, grandi segni di speranza, soprattutto per quanto riguarda la solidarietà, e forse il 2011 vedrà migliorare la situazione generale delle famiglie. Abbiamo raggiunto Ubaldo Vallini, da tanti anni firma del Giornale di Brescia e direttore del giornale online Valle Sabbia News (www.vallesabbianews. it) per avere una sua analisi. “Il momento è difficile e il cammino da fare, soprattutto per le aziende e le famiglie che vi lavorano, è ancora in salita, ma i segnali di speranza ci sono. C’è il sentore che alcuni imprenditori, pur
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Solidarietà silenziosa e radicata La prima pagina di dicembre
di Nicoletta Tonoli
di non lasciare a casa i loro operai, tirino la cinghia e continuino a lavorare nonostante la situazione drammatica per salvaguardare le persone che negli anni si sono dedicate al lavoro con costanza e passione”. Una sorta di riconoscimento e ringraziamento per il loro lavoro e i loro sforzi. Ma è sul fronte della solidarietà che i segnali sono molteplici, spesso silenziosi. Dal 13 settembre a Idro in via San Michele 60 c’è una nuova realtà, l’unica nel suo genere sul suolo valsabbino: una comunità alloggio per disabili fisici e psichici. Si rivolge in prima
Ubaldo Vallini fotografa il territorio di fronte alla crisi. Nello specifico raccontiamo anche la prima Comunità alloggio per disabili a Idro
istanza a quanti gravitano sul distretto sanitario 12. Giusto ricordare che le strutture del distretto 11 (quello che per intendersi fa riferimento a Desenzano e Toscolano) sono piene, mentre a Brescia ci sono lunghe liste d’attesa. La Comunità è gestita dalla cooperativa sociale Co.Ge.S.S. di Barghe presieduta da Luca Perna. Storicamente è legata al mondo dell’handicap. Dagli anni Novanta gestisce due Centri diurni per disabili a Idro e Villanuova, in cui una quarantina di utenti ogni giorno vengono coinvolti in attività socio-educative e di riabilitazione con la finalità di mantenere e potenziare le abilità personali e sociali. Il campo d’azione è comunque a 360°. La Comunità alloggio ha 10 posti letto (per il momento ne sono occupati la metà) e si concentra sul processo di autonomia e sulla cura della
persona sette giorni su sette (24 ore su 24), anche se, nel limite del possibile, si cerca di agevolare il rientro il sabato e la domenica nelle famiglie d’appartenenza, mantenendo così un legame forte con le proprie radici. Vengono anche favorite delle attività esterne per favorire anche l’idea di una Comunità inserita sul territorio. All’inizio il servizio è stato erogato solo secondo alcune fasce orarie, da questa settimana diventa a tempo pieno: nell’arco della giornata ruotano cinque operatori qualificati. Il 19 dicembre, ad esempio, dalle 11 apre le porte per una sorta di inaugurazione con la possibilità di visitare la struttura; si esibisce anche il coro civico Eridio con alcuni canti di Natale. La responsabile è la dott.ssa Alessandra Bruscolini. Per informazioni, si può telefonare al numero 0365824522.
Gavardo tra bilanci e propositi
A Soprazocco una nuova sala polivalente Dicembre, tempo di bilanci per l’Amministrazione gavardese. Il sindaco, Emanuele Vezzola, accompagnato da alcuni assessori, ha fatto una fotografia dell’anno che sta per finire, esprimendo particolare gratitudine verso la giunta: “La compattezza tra Pdl e Lega crea un clima di efficace collaborazione che consente di lavorare per obiettivi concreti”. E nella citata concretezza rientrano le opere pubbliche. Tra quelle recenti sono state ricordate la scuola elementare, il centro sportivo di Sopraponte, l’impianto fotovoltaico della Gusciana, la strada dei cavatori e due progetti che derivano da una collaborazione con le parrocchie. Il primo è la sala polivalente di Soprazocco, realizzata ristrutturando il vecchio teatro parrocchiale, che è stata inaugurata l’8 dicembre. La frazione di Gavardo ha una realtà associativa piuttosto vivace, ma a oggi non poteva contare su un luogo idoneo in cui ritrovarsi e fare comunità. Comunità significa anche avere un luogo dove ritrovarsi, confrontarsi e vivere alcuni momenti importanti. L’opera, riconsegnata alla comunità di Soprazocco dall’Amministrazione comunale, è una sala che può contenere dalle 100 alle 150 persone. Non si tratta di una struttura nuova, ma della ristrutturazione del vecchio teatro
parrocchiale. I lavori, costati 150mila euro, spesa coperta per intero dall’Amministrazione comunale, sono serviti soprattutto per una messa a norma della struttura. All’interno è stata rifatta l’area del palcoscenico, che così sistemata potrà essere utilizzata anche per delle rappresentazioni teatrali; sono stati costruiti e sistemati anche i camerini e i bagni, compreso quello riservato alle persone disabili. Inoltre la sala è stata completamente messa a norma per quanto riguarda l’impiantistica (impianto elettrico, riscaldamento e antincendio). Un ultimo intervento ha interessato anche la piastra esterna alla struttura. All’inaugurazione è intervenuto anche don Roberto Sottini, amministratore parrocchiale in attesa del nuovo parroco, il quale ha espresso gratitudine per chi ha realizzato il lavoro, per il Consiglio pastorale e la Commissione affari economici: “Vi siete dati da fare per migliorare la vostra realtà parrocchiale”. Dopo la benedizione solenne della nuova struttura, con l’auspicio che possa essere un luogo di crescita umana e cristiana, è giunto il momento del taglio del nastro. Resta da sottolineare l’impegno della comunità per una struttura che può costituire un punto di incontro intergenerazionale. (l.p.)
Don Roberto Sottini benedice la struttura
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it
Mons. Enzo Giammancheri
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di Giovanni Formichella
La cultura può essere vissuta in modi diversi: alcuni la vedono come un’attività riservata a un’elite di dotti, che, nelle loro “torri d’avorio” coltivano lo studio; altri, invece, la considerano come un cammino di ricerca, che deve riguardare tutta l’umanità, poiché è una delle cifre centrali dell’essere umano. Tra questi ultimi si colloca mons. Enzo Giammancheri, scomparso cinque anni fa, studioso, pensatore limpido, dedito alla divulgazione del sapere. La sua figura è stata ricordata in un incontro presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia, moderato da don Angelo Maffeis, con il teologo Rosino Gibellini e Dino Boffo, direttore editoriale di Tv 2000. Come sottolinea il moderatore, l’intera esistenza di Giammancheri è stata illuminata dall’instancabile attività educativa e culturale. Per lui, lo studio non è fine a se stesso, ma dev’essere finalizzato alla formazione integrale dell’essere umano: la vera crescita riguarda non solo l’intelligenza, la ragione, ma anche l’interiorità dell’uomo, la sua spiritualità, che comprende tutte le sue facoltà, da quelle più fisiche, sensoriali, fino a quelle più intellettuali. Infatti il suo insegnamento è stato
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Brescia Un convegno in ricordo
La “carità intellettuale” di mons. Enzo Giammancheri Nella tarda mattinata del 4 novembre 2005, nel suo ufficio all’Editrice La Scuola, si spegneva una figura esemplare di prete al quale Brescia, la pedagogia italiana e il mondo della cultura cattolica devono molto. Premiato con il Grosso d’oro alla memoria nell’ambito del Bulloni 2010, è stato ricordato in un partecipato incontro al Centro pastorale Paolo VI
nobilitato proprio da quest’attenzione costante all’educazione della persona: basti pensare ai convegni sulla pedagogia organizzati da lui presso La Scuola Editrice, chiamati “Scholé”, o ai suoi testi, come “Educazione e senso della vita”. Possiamo dire che mons. Giammancheri ha esercitato, nella sua esistenza, quella che Rosmini chiama “carità intellettuale”. Egli ha espresso il suo amore verso il prossimo attraverso l’opera dell’intelligenza, della cultura, dello studio; ha sempre cercato di donare agli altri ciò che di più prezioso aveva: la sua capacità di capire le questioni filosofiche, culturali, e di “spiegarle” con chiarezza. Come ha ricordato Boffo, la sua opera di divulgazione, però, non ha mai denotato superbia intellettuale, supponenza, senso di superiorità, ma ha sempre fatto emergere un atteggiamento umile, discreto, che è proprio dei veri “sapienti”. Inoltre, come ha detto Gibellini, un altro suo carattere è stato la curiosità verso il mondo. Egli vive in un’epoca di cambiamenti, di grandi scontri politici e culturali: in particolare, gli anni Sessanta, con il Concilio Vaticano II, e poi i tormentati anni Settanta con i tragici fatti di violenza ideologica che hanno tra-
scinato l’Italia quasi in una guerra civile. Giammancheri, in queste occasioni, ha sempre insistito per il dialogo, per la “conversazione”, soprattutto tra credenti e non credenti, o tra religiosi e laici. Il suo riferimento, non a caso, è Paolo VI e la Gaudium et spes, del 1965. Egli, nel mondo moderno secolarizzato, vede avanzare in modo imponente l’ateismo e si sente angosciato. Come sottolinea Gibellini, anche in contesti drammatici, di scontro, Giammancheri difende le ragioni della parola, della cultura dialogante, della dialettica costruttiva. La sua opera, magari poco appariscente, apparentemente ai margini, in realtà è una luce, un riferimento, per i nostri tempi disorientati, in cui domina l’apparenza, il successo facile, la parola vuota, la “chiacchiera”. La figura di Giammancheri rappresenta un fulgido esempio di esistenza cristiana, incentrata sull’essenziale, sulla profondità dei significati, su una vita “sensata” e finalizzata alla verità. Il suo pensiero ci insegna che la ragione non è mai autonoma e autosufficiente, ma fa parte dello spirito umano, quindi di una realtà che comprende tutte le facoltà umane e che può essere illuminata dalla fede.
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Cultura e comunicazione Incontri
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Renato Zaltieri è nato a Isorella, dove tuttora risiede, nel 1951. È sposato con Rosa, ha due figli e tre nipotini. Ha incominciato a lavorare quand’era ancora adolescente e a impegnarsi nel sindacato poco dopo. Dirigente per molti anni della Fisba, il sindacato dei lavoratori agricoli, è stato presidente del comitato provinciale dell’Inps e segretario generale della Cisl provinciale dal 1999 al 2010. La sua esperienza sindacale ha attraversato i decenni che hanno trasformato la società e il sindacato
RENATO ZALTIERI È tempo di sfide per il sindacato
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Renato Zaltieri, classe 1951, alla fine di novembre ha lasciato la carica di segretario generale della Cisl bresciana per la quale non era rieleggibile, dopo quarant’anni di vita sindacale. Il bilancio dell’esperienza personale si inserisce in un contesto di grandi cambiamenti per il sindacato stesso, e non solo. Come è incominciata la tua avventura? La mia famiglia era numerosa e al termine della scuola media inferiore sono entrato nel mondo del lavoro. Mio padre faceva il mandriano e a causa del suo lavoro da Isorella, dove sono nato, la famiglia si è spostata, quando avevo sei anni, nel cremonese, perché lì i salari erano più
di Angelo Onger
alti. Adolescente, ho trovato lavoro in un calzaturificio. Al compimento dei 16 anni, la famiglia è tornata a Isorella e sono andato a lavorare in un’azienda del legno che occupava 150 persone. Ho incominciato a occuparmi delle questioni sindacali durante quell’esperienza, all’età di 19 anni. Problemi di allergie mi hanno costretto a lasciare da parte il legno e sono andato a fare il mandriano come mio padre. Facevo il mungitore in un’azienda agricola di Isorella. Ho conosciuto Eugenio Guarneri della Fisba (il sindacato dei lavoratori agricoli – ndr), che è stato il mio maestro, e Bernardo Rocca degli edili: mi hanno chiesto se volevo impegnarmi di più nel sindaca-
to. Alla mia risposta positiva, sono stato inviato a un corso della Fisba a Gazzada. Nel 1973 sono diventato operatore sindacale a tempo pieno sempre in Fisba. Ho fatto una breve parentesi nei tessili nel 1975, per tornare l’anno dopo alla Fisba. Nel 1983 Guarneri è andato in pensione e sono diventato segretario generale della Fisba. Nel 1979 ho sostituito Guarneri anche nel comitato provinciale dell’Inps, diventandone presidente dal 1991 al 1994, anno in cui sono entrato a far parte della segreteria provinciale della Cisl con Borio e Scotuzzi. Quando Borio si è trasferito a Milano, nel 1999, sono diventato segretario generale, carica che ho appena lasciato. In 2000 battute ci hai raccontato una vita. Perché hai deciso di fare il sindacalista? Frequentavo l’oratorio di Isorella con un curato, don Gianbattista Colosio di Botticino, che dietro una scorza un po’ rude nascondeva un
grande animo e una grande caratura sacerdotale. Non mancava mai di incitarci all’impegno e da lì è nata la mia passione. Poi in fabbrica ho conosciuto un grande amico, Piero Buccella, che mi ha spinto a darmi da fare per la Cisl. Mi sono candidato e sono stato eletto nelle vecchie commissioni sindacali. In quella veste partecipavo ai direttivi del sindacato a Brescia e la passione si è trasformata in un forte impegno, una scelta di vita. Hai fatto quarant’anni di sindacato. Come era allora e com’è ora? È cambiato tutto nel Paese, nella società e anche nel sindacato. Personalmente ho avuto al fortuna di conoscere i padri fondatori della Cisl, anche a livello locale, ho ascoltato le loro storie, le loro avventure, le loro vicende umane. Era tutta gente che aveva un’idea di sindacato che non c’è più. Oggi il sindacato è diventato una grande organizzazione molto
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più strutturata e articolata sui servizi, che si muove dentro un mondo molto tecnico. Una volta la tecnica non mancava, ma era accompagnata con una quota maggiore di passione civile. Adesso anche il sindacato è lo specchio della società, perché il deficit di passione è comune. Allora si usciva da una condizione di povertà complessiva del Paese e nella società la tensione era alta. I grandi passi avanti fatti nel settore agricolo a Brescia per quanto riguarda l’evoluzione contrattuale era anche frutto della sensibilità imprenditoriale, che trovava due interpreti autorevoli nel defunto presidente dell’Unione agricoltori Domenico Bianchi e nel direttore Agostino Mantovani. Avevano un’anima sociale e non si limitavano a difendere, giustamente, gli interessi della categoria che rappresentavano, ma si occupavano anche delle questioni sociali che riguardavano i lavoratori. C’era inoltre un sistema politico più attento alle persone e al bene del Paese. Non per altro è venuto anche il benessere. Oggi i problemi sono più pesanti. In che senso? C’è meno coesione sociale. Tutti i problemi bisogna affrontarli secondo dinamiche dettate per lo più dall’egoismo e dall’individualismo. Nel passato c’era maggiore condivisione. Le difficoltà spronavano
le persone a maggiore solidarietà. C’erano meno mezzi di comunicazione e il pensare delle persone era più lineare. Oggi abbiamo persone più evolute tecnologicamente, con più ben-essere, anzi più ben-avere. I singoli sono più soli ed è forte la convinzione che i problemi si possano risolvere da soli. Allora era più diffusa la consapevolezza che se non ci si metteva insieme non si potevano affrontare e risolvere i problemi. Questo è il grande valore di un tempo che rimpiango. Per i valori, non certo per le condizioni in cui vivevano le famiglie comuni, in cascine fatiscenti senza acqua, senza servizi igienici. Oggi fortunatamente non è più così. Oggi si parla poco di agricoltura. Come mai? È cambiato il mercato e c’è un’agricoltura molto più diversificata. È tutto un altro mondo, dominato dalla tecnica. Una volta era solo zootecnia, campagna e stalle. Che peso ha nell’economia bresciana? È ancora rilevante. Mi dispiace che la politica, le istituzioni siano poco attente a questo settore che si deve confrontare con il mercato globale, non solo con quello italiano o europeo. Un settore che nella crisi attuale sta reggendo bene, non sta creando disoccupazione, salvo qualche caso particolare in cui i fallimenti tuttavia sono frutto di infelici tentativi di speculazione finanziaria. L’evoluzione tecnologia influisce sulla qualità dei prodotti? Secondo me abbiamo prodotti migliori perché una volta, per fare un esempio, il controllo dell’igiene del latte era lasciato alle scelte individuali, alla coscienza del singolo mungitore. D’estate i bidoni erano trasportati su normali camion senza frigoriferi e senza protezioni di alcun genere. Tutte le ricerche di qualità fatte in questi anni hanno dato risultati eccellenti. Fino a qualche decennio fa, il quadro delle categorie dei lavoratori era abbastanza chiaro: operai, impiegati, dirigenti e imprenditori. Oggi qual è il possibile identikit dell’iscritto a sindacato? È chiaro che in questi anni la composizione del sindacato è cambiata di molto. Nella Cisl il 50% è rappresentato dai pensionati (in Cgil la percentuale è al 60%). Il resto è composto da metalmeccanici, edili, pubblico impiego e sanità. Come mai i pensionati hanno tanto peso? Bisogna tenere presente che le regole vigente prevedono per i pensionati una rappresentanza del 30% negli organi direttivi, altrimenti sarebbe il sindacato dei pensionati. Non dipende anche dal fatto che
l’adesione la sindacato in generale è in flessione? L’evoluzione dei settori produttivi ha determinato la scomparsa di molte grandi imprese. Oggi a Brescia l’azienda più grossa, con 6000 dipendenti è l’Ospedale civile; seguono il Comune di Brescia e la provincia. Una volta la più grande impresa privata era l’Om e c’erano altre aziende di dimensioni rilevanti. Nel privato dominano le piccole e medie imprese, dove è più difficile fare sindacato. La questione sindacale è vissuta in maniera diversa dal lavoratore della grande impresa rispetto a quello delle imprese piccole o medie. Anche perché il rapporto con il datore di lavoro è molto più stretto. Gli operai sono scomparsi? Si sono ridotti di numero, la categoria ha una composizione diversa e c’è una diffusa frantumazione. Non è cresciuto in misura notevole il terziario con nuove figure di lavoratori difficili da classificare? Sono classificati perché vengono applicati dei contratti. Bisogna sottolineare che accanto al declino delle grandi imprese e alla frantumazione in medie e piccole aziende c’è anche l’affacciarsi di nuovi settori in fase di identificazione. Ma il problema di fondo resta quello che ho evocato prima: cresce la voglia di affrontare e risolvere i problemi da soli, una tendenza che va nel senso opposto rispetto alle ragioni che hanno fatto nascere il sindacato. Per cui oggi il sindacato ha davanti a sé una sfida: dare risposte collettive laddove permane la scelta di stare insieme e risposte individuali alle esigenze dei singoli. Questo secondo aspetto spiega lo sviluppo dei servizi sindacali (fisco, patronato, vertenze). Si tratta di servizi molto articolati e preparati per affrontare tutte le domande nuove e quindi le nuove domande del mercato del lavoro. Quale evoluzione si può prevedere? Il sindacato deve studiare nuove forme, nuove modalità per parlare con i lavoratori. Se una volta le assemblee riempivano le piazze, oggi è necessario utilizzare strumenti diversi. Un tema essenziale è la necessità di assicurare una maggiore tutela ai lavoratori in alcuni settori come la sanità e la pensione, rispetto a quanto viene garantito dal sistema pubblico. Il che significa prevedere prestazioni integrative che surroghino i tagli dei servizi pubblici. È un tema sul quale non si discute adeguatamente e che è decisivo per le generazioni future. La riforma previdenziale contributiva abbassa del 40% il valore delle pensioni dei giovani. A volte le polemiche che dividono la Cgil dalla Cisl e dall’Uil so-
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no di difficile lettura. Anche perché immaginare che la Cgil sia la cinghia di trasmissione della sinistra è un po’ difficile dato che la sinistra non esiste. Vogliono sostituirsi alla sinistra. Soprattutto a Brescia. La condizione per recuperare il rapporto di dialogo e confronto con la Cgil bresciana per perseguire dei progetti unitari è che venga abbandonata la linea della Fiom. I metalmeccanici della Cgil hanno scelto di essere il partito di sinistra dei lavoratori a livello nazionale e ancora più a livello bresciano: venerdì 19 novembre la Cgil bresciana è stata l’unica in Italia a proclamare lo sciopero generale, fra l’altro nel giorno in cui a Milano era in programma un’assemblea regionale con la nuova leader della Cgil Camusso. È una scelta che tende a mettere in difficoltà chi governa, una parte politica che fanno fatica a riconoscere. Noi pensiamo che le istituzioni vadano sempre rispettate. Negli ultimi tempi sono emerse questioni del tutto nuove anche per l’evolversi della globalizzazione che induce alcune imprese a ricorrere alla dislocazione. È diffusa la sensazione che l’ipotesi di andare a produrre all’estero perché costa meno sia l’arma di un possibile ricatto nei confronti dei lavoratori. Che ne pensi? Le imprese sono costrette a fare i conti con i mercati internazionali. Personalmente penso che le imprese dovrebbero credere di più nei lavoratori. Secondo il mio modo di pensare il lavoratore vale molto di più del capitale. So che il concetto non è apprezzato da tutti, per cui mi accontenterei di una mediazione in attesa che il lavoro venga messo sullo stesso piano del capitale. All’estero la manodopera costa meno ma è anche meno qualificata e i prodotti non sono paragonabili qualitativamente a quelli realizzati a Brescia. In questo senso il coinvolgimento dei lavoratori, che sono i veri esperti del lavoro, potrebbe migliorare il sistema produttivo. Laddove è stato fatto si sono raggiunti risultati eclatanti. Un secondo punto importante riguarda i precari. Nel 2009 il 75% delle assunzioni sono state fatte in forma precaria. Su questa strada anche il futuro dell’azienda diventa precario perché non si mettono i lavoratori nella condizione di dare il meglio di sé. Forse anche gli imprenditori hanno bisogno di recuperare la passione per il loro mestiere. Non mancano le eccezioni, ma in genere gli imprenditori sono contagiati dalla moda del tutto e subito. Con questa mentalità è difficile andare oltre la prospettiva generazionale.
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Cultura e comunicazione Famiglia
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“Sembra che i giovani di oggi patiscano l’incertezza del vivere, la mancanza di grandi ideali e la perdita della vicinanza di Dio. Ebbene, solo nelle relazioni educative pagate con il dono della vita e nella speranza incrollabile del Signore Risorto si possono riempire in sovrabbondanza i troppi vuoti giovanili, confezionati e sdoganati come desiderabili dalla società odierna”
Lettera del Vescovo Agli sposi e alle famiglie per il Natale 2010
Perseverare sulla strada tracciata dal Maestro
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Carissimi sposi e famiglie tutte, è una notte stellata a Betlemme e fanno a gara col cielo le tante luci lontane, quelle che tratteggiano i maestosi contorni di Gerusalemme, la città santa. Voci di festa si confondono con rumori di frenetici preparativi: molta gente affolla le strade e gli alberghi sono ormai colmi; tra pellegrinaggi e doveri del censimento si è fatto veramente il pienone. È uno spettacolo da non perdere, un momento magico... Bello, certo; ma è ancora niente, se accostato al soave canto degli angeli davanti alla grotta di Betlemme e alla radiosa luce che da lì si promana. È nato il nostro Salvatore, nella povertà e nella semplicità; in un bambino Dio ha preso casa per sempre tra gli uomini. Il suo nome è Gesù e i suoi genitori vengono da Nazareth: Maria, la gio-
di + Luciano Monari
vane sposa di Giuseppe, il falegname buono e giusto. Solo chi è capace di vera meraviglia si accorge del grande evento; così, i pastori abituati a vivere ai margini della società, ora, possono avvicinarsi al centro dell’universo. Il Principe della pace porta la gloria di Dio a tutti quelli che vorranno accoglierla, senza violenza ma con amore, con misericordia e perdono. Il canto degli angeli diventa anticipo di un grande, immenso progetto di pace e di bene. Carissimi sposi e famiglie, con tutto il cuore di fratello e di pastore vi voglio salutare in questo Santo Natale 2010, invitandovi ad ascoltare l’angelico annuncio e a trasmetterlo con gioia, sapienza e paziente testimonianza. “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14). Questo lieto messag-
gio, che porta la “bellezza sanante” di Dio, il Vangelo, ci chiama a lasciarci trasformare, prendendo tutti insieme la “forma” di Gesù, la sua alta misura di amore. È una grande speranza: per tutti è possibile diventare figli di Dio! Però, non bastano l’atmosfera natalizia, coi suoi festoni e le sue melodie, come pure i buoni propositi di rito; ci vogliono, invece, umiltà nell’ascolto, pazienza nella realizzazione e tanto, tanto coraggio nel perseverare sulla strada tracciata dal divino Maestro. Insieme ai Vescovi di tutte le diocesi italiane abbiamo accolto le vostre generose fatiche e le molte domande, spesso angoscianti, sul come educare nella comunità cristiana alla vita buona che il Vangelo propone, sul come trasmettere e tradurre l’amore di Dio per le giovani generazioni. Ora, anche se è vero che ogni credente è coinvolto nell’opera educatrice del Padre, in Gesù e con la forza dello Spirito Santo, vorrei rivolgermi direttamente a voi cari genitori, alleati di tanti benemeriti educatori e insegnanti. L’urgenza educativa, spesso, vi attanaglia e compromette la serenità del
clima familiare. Addirittura, alcuni sposi tentennano nella generazione, viste le numerosissime difficoltà nell’arte di educare. Non scoraggiatevi: tutti siamo discepoli del Signore Gesù, il Maestro che liberamente ha dato la vita per noi, legandoci a sé nella vittoria contro ogni forma di difficoltà e di male. Alla fine, insieme alle giuste competenze, educare si rivela primariamente come una questione di cuore appassionato e di cura generosa, di relazioni vere e di legami affidabili. Di tutto questo, voi carissimi genitori siete esperti insostituibili, dal momento che tra il generare e l’educare esiste un nesso strettissimo. Si potrebbe dire, a ragion veduta, che quei figli che avete chiesto e ricevuto un giorno in dono da Dio, sempre poi li dovete accompagnare in una generazione continua, accettando la sfida del tempo che vi chiede costante rinnovamento. Nessuno più di voi può vivere un intero cammino esistenziale insieme, dove educatore ed educando si intrecciano continuamente in intense esperienze umane e
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Un bambino Lettera aperta
Carissimo Gesù, ho tante cose da dirti Oggi ho voluto giocare un po’ con la fantasia. Ho immaginato che un bimbo scrivesse a Gesù bambino per chiedergli dei regali speciali che non si possono acquistare nei negozi. Sono regali che accompagnano la persona tutta la vita e che nessun ladro può rubare. I bambini sanno dire cose belle con un’estrema semplicità e noi adulti dovremmo starli a sentire per poter offrire loro vicinanza e speranza. “Carissimo Gesù bambino, vorrei tanto che tu mi ascoltassi stasera per poterti parlare della mia famiglia e delle famiglie di altri bambini come me. Vorrei sempre che nella mia famiglia ognuno potesse sentirsi importante con le proprie caratteristiche, con le proprie risorse e i propri limiti. Vorrei che mamma e papà potessero collaborare come due veri alleati. Maria e Giuseppe sono stati per te degli esempi per crescere con la loro serenità e la loro fiducia reciproca. Anche oggi dovrebbe essere così. Non ha importanza se sono ricchi o poveri l’importante è che ci siano, lì, per te. “I miei genitori si alzano tutte le mattine alle cinque e vanno a lavorare nei campi. Quando arriva sera sono stanchi ma il sabato fanno il bagno e sono tanto felici perché possono riposarsi e perché si vogliono bene e hanno noi come ricchezza. Ci sono genitori che fanno il bagno tutti i giorni ma non sono felici”(Romano Battaglia). I miei genitori sono una ricchezza al di là dei beni materiali. Essi mi donano la stabilità attraverso le regole e l’affetto,
spirituali. Certo, rimango cosciente che, senza discernimento quotidiano e tenace allenamento, non si può dare per scontato l’esercizio del proprio compito genitoriale. Lo so che è difficile, ma molto più è possibile! Genitori non si nasce, ma lo si diventa ogni giorno, rafforzando i legami e camminando insieme nel dilatare i confini dell’amore casalingo (di sposi e familiari) alla presenza discreta e potente di Gesù. Se la meta dell’opera educativa è la perfezione nell’amore e la sua qualità è prettamente spirituale, allora, siate testimoni credibili della verità, della bellezza e del bene. Questo vi donerà notevole autorevolezza e insieme vi chiederà senso di responsabilità: come genitori servite volentieri nella cura della crescita dei vostri figli,
attraverso la loro cura e vicinanza. Certo vi sono anche genitori non sereni, tristi, preoccupati che creano un clima che a noi bambini lascia tanto dolore dentro. Ti prego anche per loro; non dovrebbero mai essere lasciati soli. Dovrebbero poter chiedere e trovare qualcuno che li sostenga quando si sentono inadeguati o fragili. Spesso infatti la colpa non è solo la loro ma anche di quello che sta fuori dalla porta di casa e crea preoccupazione. È troppo facile giudicare gli altri; si deve prima ascoltare e capire entrando dentro la storia delle persone. Caro Gesù, in questo Natale voglio pregarti per il mio papà. Non so ai tuoi tempi ma oggi il papà è una figura davvero importante per noi bambini, ‘Caro papà com’è freddo quando tu non ci sei. Sento che non c’è il tuo amore e mi viene tanto freddo’ (Romano Battaglia). Davvero il mio papà è speciale perché mi ha insegnato ad amare la mamma ma ad amare anche il mondo e le cose fuori. Egli si è trovato un posticino speciale nel mio cuore e questo mi ha permesso di crescere. Non è un problema se il papà è diverso dalla mamma; ciò crea novità, scambio e ricchezza interiore. Un diverso modo di giocare o di comunicare tra mamma e papà allarga il mio cuoricino e arricchisce la mia testa. Un pensiero lo voglio fare anche per la mamma. La sua bellezza sta dentro, nel cuore quando mi sveglia, mi coccola, mi richiama per i miei sbagli. La mamma che mi ha tenuto dentro di sé e deve imparare ogni
verso un’umanità piena e integrale, aperta e capace di trascendente. Voi che li amate e vivete per loro, non potete rinunciare a tradurre questo amore anche nella passione educativa, dove con umiltà e coraggio sempre vi sarà chiesta anche una personale conversione. Sembra che i giovani di oggi patiscano l’incertezza del vivere, la mancanza di grandi ideali e la perdita della vicinanza di Dio. Ebbene, solo nelle relazioni educative pagate con il dono della vita e nella speranza incrollabile del Signore Risorto si possono riempire in sovrabbondanza i troppi vuoti giovanili, confezionati e sdoganati come desiderabili dalla società odierna. Non temete, non siete soli! La comunità cristiana e tante agenzie del
giorno a lasciarmi andare almeno un po’ perché io possa crescere. È proprio bello avere qualcuno a cui stiamo a cuore come mi ha detto il mio compagno di banco. È bene sentirsi sicuri e amati dai genitori e avere qualcuno a cui ricorrere se sei nei guai. È bene avere qualcuno con cui parlare se hai qualcosa in testa che ti preoccupa. Un pensiero, Gesù, te lo voglio fare anche per noi bambini. Il poeta Gibran ci ha definito: frecce che vanno scoccate lontano, anime che abitano case future, figli che provengono da una famiglia ma non appartengono ad essa. Aiutaci a crescere bene, a non essere troppo egoisti o svogliati. Dobbiamo imparare a prenderci delle responsabilità perché anche se siamo piccoli non siamo passivi, incapaci di donare qualcosa ai genitori. Certo dobbiamo essere rispettati. Noi figli non siamo un vaso vuoto da riempire, un foglio bianco su cui scrivere tutto quello che si vuole ma abbiamo il nostro carattere, le nostre aspirazioni, i nostri desideri. Noi siamo delle persone piccole che sono comunque in grado di pensare, sentire e si accorgono se qualcosa non va. Caro Gesù bambino, stasera vado a letto con il cuore più leggero perché ho potuto parlare con te e sono certo che tu mi abbia ascoltato. La notte di Natale starò ad aspettarti, accendendo una piccola candela sulla mia finestra in modo che tu possa vederla”. (Mariella Bombardieripsicopedagogista, formatrice)
mondo dell’istruzione sono pronte a reinventare con voi le necessarie alleanze educative, pur riconoscendo la complessità e la vastità di quest’impresa. Qui la famiglia, pilastro portante della comunità, deve davvero emergere come crocevia e collante dei tanti interventi educativi. Attenzione, però, a non perdere le coordinate dei percorsi e a lasciarvi abbandonare a facili derive: tenete sempre come bussola la vostra identità di genitori cristiani e il bene integrale dei vostri figli, con una vista lunga su tutta la vita e senza mai abbassare la meta, la santità. Come ci ricorda il documento Cei per il decennio appena avviato: “Una vera relazione educativa richiede l’armonia e la reciproca fecondazione tra sfera razionale e mondo
affettivo, intelligenza e sensibilità, mente, cuore e spirito” (n.13). In un contesto culturale frammentato e isolato, seminiamo insieme di nuovo nell’umanità il buon seme di Cristo, capace di far crescere una persona unitaria e armonica, legata e sostenuta da significative relazioni di autentica solidarietà. Il canto degli angeli la notte santa affascinò la giovane coppia di Nazareth e tutti i pastori accorsi, facendo risuonare in ciascuno le note interiori dei motivi più belli del vivere e le possenti melodie della sete di felicità. Unitamente a tutti i vostri familiari, auguro in special modo a voi cari genitori di saper intonare questo canto nelle tante briciole educative che ogni giorno spargete con vera generosità.
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Cultura e comunicazione Eventi
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Brescia Stagione lirica e di balletto
Caldi applausi alla “Traviata” firmata Cigni L’opera di Verdi ha chiuso tra gli applausi la sezione lirica del cartellone 2010 del Massimo cittadino. In gennaio l’appuntamento di balletto
È
di Marco Bizzarini
È difficile immaginare una stagione lirica al teatro Grande che non ospiti almeno uno dei 10 titoli operistici più celebri del repertorio. Quest’anno la scelta è caduta sulla “Traviata” di Giuseppe Verdi e ancora una volta, come prevedibile, si è registrato il tutto esaurito. Ma se nel 2009 l’allestimento della “Bohème” di Puccini, altro capolavoro sempreverde, ha fatto segnare a parer nostro il punto più basso di quella stagione, il nuovo allestimento di “Traviata” è riuscito nel difficile compito di conciliare il richiamo popolare e la qualità. Gran parte del merito va attribuito al soprano d’origine spagnola Yolanda Auyanet, una Violetta molto convincente, soprattutto dal punto di vista teatrale e della recitazione. La Auyanet, che già l’anno scorso si era distinta nella “Figlia del reggimento” di Donizetti, ha cantato con passione e notevole sicurezza tecnica le commoventi pagine in duetto del secondo atto e l’attesissima aria “Addio, del passato”, ben accolta dal pubblico che ha assistito alla prima rappresentazione di venerdì sera. Ma anche singole frasi di strategica importanza drammaturgica, che in
Il regista Andrea Cigni nel corso delle prove
interpreti attenti solo alle grazie del belcanto rischierebbero di passare in secondo piano, hanno trovato in questa recita la loro opportuna sottolineatura. Interessante la regia di Andrea Cigni, tesa a dimostrare l’alto grado di realismo dell’opera verdiana. Come il compositore desiderò ambientare ai suoi giorni, anziché in un Settecento di maniera, il triste destino di Violetta, allo stesso modo Cigni ha trasferito la cornice storica al secondo Novecento, per non dire ai nostri giorni, con alcuni riferimenti al design degli anni ’50 e con un esplicito omaggio allo Stanley Kubrick di “Eyes wide shut” nel balletto del secondo atto, non privo, volutamente, di una certa ostentata volgarità. A questo punto, tuttavia, si apre un problema, perché se è vero che nella materia drammatica della “Traviata” si può scorgere il ritratto di una società crudele, cinica e moralmente degradata – ed è questa una chiave di lettura che oggi va per la maggiore –nello stesso tempo, d’altra parte, c’è la straordinaria umanità e generosità della protagonista che, magistralmente assecondata dalla
musica di Verdi, soprattutto nel secondo atto, attinge alla dimensione del sublime. Il rischio quindi di una regia in chiave di moderno realismo può essere quello di contraddire la più profonda natura di questa musica, ma per fortuna l’allestimento di Cigni non ha oltrepassato il segno e, al contrario, è riuscito a mettere in sicurezza i momenti di vera commozione. Nel cast vocale, accanto all’eccellente Auyanet, hanno ottenuto un buon successo sia l’Alfredo del tenore Jean-François Borras, sia il Germont del baritono Damiano Salerno. Molto espressiva la direzione d’orchestra del maestro Pietro Mianiti che in diversi momenti ha ottenuto preziosi fraseggi dagli strumentisti dell’orchestra dei Pomeriggi Musicali. Con questa applaudita “Traviata” si è dunque concluso in bellezza il percorso operistico della stagione 20102011, ma il sipario del palcoscenico del Grande si alzerà nuovamente il 15 e il 16 gennaio per un’attesa rappresentazione del balletto “Il lago dei cigni” affidato al corpo di ballo La Classique di Mosca.
PalaBrescia
“Teatro di Natale”: maghi, ombre cinesi e bolle di sapone
Silvia Gaffurini in scena
Lunedì 20 dicembre al PalaBrescia va in scena “Teatro di Natale” alle 17 e alle 21. Uno spettacolo teatrale, una favola dedicata alle famiglie. “È il grande spettacolo delle feste, un grande varietà – racconta Silvia Gaffurini, regista e attrice dello spettacolo ai microfoni di Radio Voce – rivolto a bambini e famiglie”. I temi e i linguaggi sono delicati e semplici, affidati ad artisti di arte varia in grado di offrire allegria, divertimento e magia al pubblico dei più piccoli, dando loro la possibilità di andare in un vero teatro e assistere a uno show “da grandi” ma creato per i bambini. “Abbiamo il mago, avremo un artista di ombre cinesi, avremo un giocoliere, avremo i trasformisti e una big band che accompagnerà con la musica dal vivo” spiega ancora Silvia Gaffurini che nello spettacolo, oltre a essere coproduttrice
con Paolo Turrina, interpreta anche la fata delle Bolle di Sapone, la guida di questo viaggio con il Mago. Lo spettacolo “Taetro di Natale” non è una proposta comune all’interno dell’offerta italiana, né nei teatri né in televisione. La meta di questo viaggio metaforico è portare il pubblico a una visione della vita spensierata, serena e svelare che anche oggi è ancora possibile sognare e sperare. “Sognare è importante soprattutto in una società come quella odierna” racconta ancora Silvia. Silvia Gaffurini vanta una collaborazione con la canadese Fan Yang Productions, la più grande produzione mondiale dedicata all’arte delle bolle di sapone, il cui leader Fan Yang, detiene 14 Guinness dei Primati. Biglietti per lo spettacolo da 11,50 a 28 euro. Info: www.palabrescia.it (m.t.)
Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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Brescia
Elea porta in scena â&#x20AC;&#x153;Cosmedyâ&#x20AC;? per la rassegna â&#x20AC;&#x153;Quasi soloâ&#x20AC;?
La â&#x20AC;&#x153;Saletta neoclassicaâ&#x20AC;? o â&#x20AC;&#x153;Saletta del Teosaâ&#x20AC;? (particolare)
La rassegna autunnale dedicata alla danza contemporanea e al teatro fisico â&#x20AC;&#x153;Quasi soloâ&#x20AC;? è giunta allâ&#x20AC;&#x2122;ultimo appuntamento. Sabato 18 dicembre alle ore 21 nel teatro Laba di via Don Vender 66 sarĂ presentata in prima nazionale â&#x20AC;&#x153;Cosmedy - Commedia Cosmeticaâ&#x20AC;? di e con Serena Facchini, Ermanno Nardi, Francesco Angelo Ogliari in collaborazione con Materiali Scenici; registrazioni audio Federico Mammana; voci registrate Isnaba Miranda, Manuele Colamedici; light designer Matteo Cavenaghi. â&#x20AC;&#x153;Cosmedyâ&#x20AC;? è una galleria di ritratti strani, fotografie colte di sorpresa, un poâ&#x20AC;&#x2122; distorte. â&#x20AC;&#x153;Nella vita di ogni giorno â&#x20AC;&#x201C; affermano gli ideatori â&#x20AC;&#x201C;, in ciò che facciamo, nelle nostre abitudini e relazioni, ci sono cose considerate scontate ma che, se guardate con occhio attento, si rivelano assurde. Il tempo, lâ&#x20AC;&#x2122;abitudine, le convenzioni ce le hanno appiccicate addosso e adesso condizionano la nostra vita a tal punto da non essere piĂš una sorpresa: sono cosĂŹ e basta. â&#x20AC;&#x2DC;Cosmedyâ&#x20AC;&#x2122; condisce questa quotidianitĂ con un pizzico di follia, utilizza lâ&#x20AC;&#x2122;eccesso divenendo simpatica, piacevole, ironica, al limite del linguaggio comico. Un nuovo â&#x20AC;&#x2DC;varietĂ â&#x20AC;&#x2122; che porta in scena i figli del nostro tempo: il successo, lâ&#x20AC;&#x2122;apparire, lâ&#x20AC;&#x2122;insicurezza, le relazioni destrutturateâ&#x20AC;?.
Teatro Grande
E dopo il restauro, un concerto Nel Massimo cittadino si è concluso lâ&#x20AC;&#x2122;intervento di restauro che da maggio 2010 ha interessato la Sala del Teosa. Lâ&#x20AC;&#x2122;operazione è stata curata dalla Libera accademia di Belle arti (Laba) che ha inserito nelle attivitĂ didattico-formative del corso di Restauro lo studio dello stato di conservazione della Sala, la pianificazione degli interventi e delle diverse modalitĂ e tecniche da attuare per il risanamento delle superfici dipinte. Lâ&#x20AC;&#x2122;intervento di restauro è stato illustrato da Elisa Pedretti e Monica Ferri, responsabili del progetto. A seguire, Davide Sforzini, docente di storia dellâ&#x20AC;&#x2122;arte, ha chiarito la funzione originaria della Sala del Teosa come sala da gioco, â&#x20AC;&#x153;leggendoâ&#x20AC;? le immagini dipinte alle pareti e mettendo in luce quanto il luogo sia stato nevralgico per lo sviluppo dellâ&#x20AC;&#x2122;aggregazione sociale cittadina. La Fondazione del Teatro Grande ha inoltre reso consultabile per la circostanza il â&#x20AC;&#x153;Regolamento per i giuochi dâ&#x20AC;&#x2122;azzardo nel Ridotto del Teatro Grandeâ&#x20AC;?, documento di inizio â&#x20AC;&#x2122;800 che testimonia lâ&#x20AC;&#x2122;intensa attivitĂ dellâ&#x20AC;&#x2122;epoca. Il restauro è stato possibile grazie alla sinergia tra il Teatro Grande e la Laba, una collaborazione che ha permesso negli ultimi anni interventi significativi per la conservazione e la valorizzazione del Massimo cittadino, con una ricaduta sul territorio che ha coinvolto lâ&#x20AC;&#x2122;intera comunitĂ . Oltre a riportare allâ&#x20AC;&#x2122;antico splendore gli ambienti e gli elementi decorativi del Teatro, i diversi interventi hanno dato la possibilitĂ a giovani studenti di analizzare da vicino le problematiche conservative di un â&#x20AC;&#x153;monumento nazionaleâ&#x20AC;?. Ma le novitĂ legate al Massimo cittadino non si fermano qui. La Fondazione del Teatro Grande, infatti, propone per domenica 26 dicembre alle ore 17 un concerto di Santo Stefano nel Ridotto del Teatro. Protagonista dellâ&#x20AC;&#x2122;evento il complesso di musica barocca â&#x20AC;&#x153;I Solisti di Cremonaâ&#x20AC;? con organo e direzione affidati a Marco Fracassi (fondatore dellâ&#x20AC;&#x2122;ensemble). In programma i Concerti per organo di Georg Friedrich Haendel. La partecipazione al concerto è gratuita fino ad esaurimento posti (120) e previo ritiro dei biglietti dâ&#x20AC;&#x2122;ingresso che verranno distribuiti alla biglietteria del Teatro (20 e 21 dicembre, ore 11-14 e 16-19). Al termine del concerto, si susseguiranno tre turni di visite guidate e gratuite al Massimo (alle ore 18.30, 19 e 19.30). Info e prenotazioni: 0302979311 dal 20 al 23 dicembre, ore 9-13. Lâ&#x20AC;&#x2122;evento sarĂ anche lâ&#x20AC;&#x2122;occasione per ricordare lâ&#x20AC;&#x2122;anniversario dei 200 anni del Teatro Grande che proprio il 26 dicembre del 1810 vedeva lâ&#x20AC;&#x2122;inaugurazione della nuova Sala edificata su progetto dellâ&#x20AC;&#x2122;architetto Luigi Canonica.
Foto di scena da â&#x20AC;&#x153;Cosmedy - Commedia Cosmeticaâ&#x20AC;?
Brescia
Termina â&#x20AC;&#x153;Sulle ali del Novecentoâ&#x20AC;? Sabato 18 dicembre alle ore 18 al Piano Nobile di via Marsala 15, si terrĂ lâ&#x20AC;&#x2122;ultimo appuntamento della XVI edizione della rassegna â&#x20AC;&#x153;Sulle ali del Novecentoâ&#x20AC;?. Il tema è â&#x20AC;&#x153;Una prima per ďŹ nireâ&#x20AC;?, con musiche di Giancarlo Facchinetti. Del maestro bresciano (classe 1936) verranno eseguiti â&#x20AC;&#x153;Micro-Suiteâ&#x20AC;? (1998-2000), venti pezzi per pianoforte â&#x20AC;&#x153;Aspettando Maddalenaâ&#x20AC;?; il â&#x20AC;&#x153;Tema con Variazioni per la mano sinistraâ&#x20AC;? datato 2007 dal Rigoletto di Giuseppe Verdi dedicato a Patrizia e, in prima esecuzione assoluta, la â&#x20AC;&#x153;III Sonata per pianoforteâ&#x20AC;? (2009) in tre movimenti (Assai lento â&#x20AC;&#x201C; Presto; Adagio; Allegro vivace). La Sonata è dedicata a Ruggero Ruocco che la esegue personalmente. Come usa spesso la Dèdalo, prima del concerto si svolgerĂ la â&#x20AC;&#x153;guida allâ&#x20AC;&#x2122;ascoltoâ&#x20AC;? curata questa volta da Giancarlo Facchinetti e Vittorio Parisi (direttore artistico dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione).
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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
PalaBrescia Uno spettacolo di qualità
“Aladin”, successo annunciato La tappa bresciana del musical ha riscosso il gradimento del pubblico
G
di Mario Leombruno
a
Grande successo sia per i numeri che ha fatto registrare (spettacolo esaurito) sia per l’entusiasmo con cui gli spettatori hanno salutato gli artisti al termine dello spettacolo: lunghi e ripetuti applausi. “Aladin, il musical” su musiche dell’ex-Pooh Stefano D’Orazio con Manuel Frattini (Aladin), Valentina Spalletta (Jasmine) e Roberto Ciufoli (il Genio) ha veramente soddisfatto i fortunati possessori del biglietto. E, detto sinceramente, non è affatto garantito che un musical riscuota simili consensi. Certo, il nome del protagonista, Manuel Frattini, rappresentava una garanzia. E la differenza sta proprio in questo: artisti formatisi nel tempo e con una giusta gavetta e non figure improvvisate. Abbiamo intervistato “Aladino”. Il musical in Italia ha vissuto alterne vicende, correndo il rischio di sparire nel nulla. Il successo si deve principalmente all’intuito di Save-
Manuel Frattini e Valentina Spalletta
rio Marconi e della Compagnia della Rancia che lei ben conosce. Sì, è vero, ho lavorato molto con Saverio. Credo che un passo rivelatosi vincente sia stato il tradurre canzoni e testi di noti musical in italiano. Se all’inizio si era puntato su titoli famosi per attirare il pubblico, Marconi e la Compagnia della Rancia hanno scommesso sulla traduzione italiana. La canzone, nel musical, non è un momento accessorio dello spettacolo, non è pensata per favorire virtuosismi dei cantanti ma è parte integrante del racconto che viene sviluppato in musica. Ovvio che se non si capisce lo sviluppo, l’attenzione cala e così la soddisfazione complessiva. Danza, canto, recitazione, tante le qualità richieste da chi mette in scena un musical ai “performer”. Competenze distinte? Assolutamente no. Nell’opera rock le discipline sono “scollate”: il cantante
canta, il ballerino danza… nel musical c’è un performer perché deve essere in grado di affrontare tutti i ruoli. A giudicare dal moltiplicarsi di titoli, sembrerebbero competenze facilmente acquisibili… Diciamo che conta molto l’elemento “forte” del musical. La prima prova per un “candidato” potrà essere il canto o la danza a seconda di ciò che caratterizza lo spettacolo e in quella disciplina l’artista deve essere particolarmente preparato. Il resto viene con il tempo, è anche mestiere. E oggi il pubblico è più preparato che in passato. Dunque la gavetta è ancor oggi importante? È indispensabile. Ma oltre alla preparazione conta la predisposizione individuale. Da tanti anni calco i palcoscenici ma ancora oggi non do nulla per scontato. Un nuovo lavoro è una sfida a fronte della quale devo prepararmi al massimo.
Voce Libri
Natale con i grandi scrittori... AAVV PAOLINE, MILANO, EURO 25,00
24 scrittori europei raccontano il Natale aiutandoci a viverlo nella sua dimensione più autentica. Sono testi rappresentativi di diverse epoche, sensibilità, scuole letterarie. In essi c’è l’Europa dalle “radici cristiane”. E non è certamente marginale che il memoriale della Natività attraverso il presepio, universalmente celebrato, sia nato nel cuore dell’Europa, in Italia, per ispirazione di uno dei suoi più grandi santi: Francesco. I racconti sono diversi e variegati: si va dalla narrazione edificante di Tolstoj all’ammonimento moralistico di Dickens, dalla favola triste di Andersen all’amara ironia di Italo Calvino. Unico è il filo conduttore: l’annuncio che il bene è possibile, che la speranza è fondata. Perché il Verbo si è fatto carne ed è venuto a stare in mezzo a noi. È questo il vero racconto di Natale! Ed è per questo che, ai 24 racconti, è premessa la narrazione della nascita di Gesù così come è riportata da Matteo e da Luca nei cosiddetti “Vangeli dell’infanzia di Gesù”.
Campanili, palme, piramidi MARCO TROMBINI EDITRICE LA ROSA, BRESCIA 2010
“L’Autore di ‘Campanili, palme, piramidi’ è un prete. Che ha nel suo dna la mondialità, cui è stato educato fin dai primissimi anni di gioventù. Cioè educato a un pensiero critico, uso a destrutturare gli stereotipi, a valorizzare le dinamiche divergenti piuttosto che del consenso, a privilegiare un vissuto personale sempre rispettoso nel riconoscere come un valore la diversità dell’altro, in un’ottica multiculturale e interculturale, allargando i propri orizzonti alla dimensione planetaria e al senso di interdipendenza di ogni individuo, privilegiando in tal modo la cooperazione piuttosto che la competizione. (…) Don Marco Trombini ha trovato ‘Campanili, palme, piramidi’ come luoghi ideali ove esercitare il suo sacerdozio (…). Il sottotitolo recita ‘diario di viaggio’. Da sempre l’uomo è in cammino, è in viaggio, non può fermarsi al passato; vuole avere nuove esperienze, vuole conoscere cose nuove, vuole sperimentare, vuole aprirsi al futuro.” (Dalla Prefazione di Gianfranco Grasselli).
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Brescia
Brescia Editrice La Scuola
In ottima salute il “mosaico della Medusa” di Santa Giulia
La favola: attraverso il fantastico per comprendere il mondo reale
Nel corso del mese di dicembre, nell’area del monastero di Santa Giulia sono stati aperti due saggi di scavo per approfondire le conoscenze sulle strutture di età romana lì presenti. Lo scavo aperto a sud delle Domus dell’Ortaglia aveva l’obiettivo di verificare l’entità del deposito archeologico in questa zona non ancora indagata del monastero e di valutare l’opportunità o meno di estendere le aree archeologiche annesse ai percorsi di visita del Museo della città. Nel cortile meridionale di San Salvatore è stata invece riaperta una porzione dello scavo condotto tra il 1980 e il 1992 per verificare lo stato di conservazione delle strutture antiche a circa 20 anni di distanza dallo scavo e dalla protezione che venne posta, prima dell’interramento di tutta l’area. In particolare si è raggiunta nuovamente la quota dell’ambiente della domus B, il cui pavimento è decorato con un mosaico geometrico bianco e nero risalente al I-II secolo d.C. impreziosito con la raffigurazione di Medusa in tessere di pietra e marmo di dimensioni minori per ottenere una resa quasi pittorica del volto di questa figura mitologica realizzata all’interno di una cornice policroma. Lo stato di conservazione dei piani pavimentali a mosaico e dei muri (anche di quelli con intonaco dipinto), si è rivelato ottimo. I dati saranno utili per valutare l’entità di un eventuale intervento di restauro complessivo delle strutture antiche nel caso in cui si deciderà di procedere alla musealizzazione estensiva dello straordinario quartiere romano. “Ho verificato con soddisfazione la buona conservazione del mosaico – ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia, Andrea Arcai –, segno che quest’area della città ha ancora grandi tesori da restituire. Le tecniche di conservazione, si sono dimostrate di grande qualità e verranno se possibile ancora migliorate, dato che le condizioni climatiche ci impongono un’immediata ricopertura del sito. Brescia, come già più volte sottolineato dal sindaco Paroli e dal presidente della Regione Formigoni, deve continuare a guardare con grande attenzione al recupero delle zone circostanti Santa Giulia, cuore artistico e storico della città. I due interventi – ha concluso Arcai – rientrano tra le azioni previste nel Piano di gestione per la candidatura all’iscrizione nella Lista del Patrimonio mondiale dell’umanità curata dall’Unesco con il titolo ‘I Longobardi in Italia. I centri del potere (568774 d.C.)’”.
Lo spazio abitato ANGELO ROMEO PAOLINE, MILANO 2010, EURO 10,00
“Un approccio teorico ai principali studi della Rete e del virtuale per cogliere alcuni elementi di fondo che caratterizzano l’emergere di un nuovo tipo di identità. L’attenzione sull’influenza delle nuove tecnologie nei processi educativi per capire come l’educazione si è trasformata. Una ricerca dell’utilizzo delle tecnologie quale guida per considerare la rete non un “luogo” sconosciuto e oscuro, ma uno strumento che può guidare molte delle nuove pratiche culturali.” (dall’Introduzione) L’autore, Angelo Romeo, è dottorando di ricerca in scienze della comunicazione e organizzazioni complesse presso la Libera università Maria Santissima Assunta (Lumsa) di Roma. I suoi interessi di ricerca si sono concentrati sui processi culturali comunicativi e sul mutamento sociale con particolare attenzione ai nuovi media, moda e storia del pensiero sociologico. Svolge attività di docenza in sociologia generale e teoria della comunicazione e dei nuovi media in vari atenei e istituti.
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“La chiamavan Cappuccetto Rosso”, testo di Ottavio De Carli e musica di Domenico Clapasson, grazie a una sapiente fusione di testi, immagini e suoni, sceglie di far sognare i bambini, nutrire la loro anima e investire nel loro domani favorendo la “complicità” fra grandi e piccini. Ed ecco che anche una fiaba musicale classica quale quella della bambina minacciata dal lupo, reinventata in chiave moderna con una straordinaria “colonna sonora”, può aiutare a riflettere sul presente e a scommettere sul futuro. È questa la nuova proposta dell’Editrice La Scuola in libreria con il titolo “La chiamavan Cappuccetto Rosso” (edizione cartonata, pp. 64 + cd a euro 20,50; ma c’è anche la versione in brossura per la scuola, più economica e corredata di guida per gli insegnanti). Insomma: chi l’ha detto che una composizione musicale non possa piacere a un pubblico di bambini e ragazzi, pur proponendo la classicità e il rigore di un’opera lirica? O che non si possa riscrivere una fiaba senza tradire la trama originale ma pure senza rinunciare a nuovi innesti di humor e fantasia? La musica del maestro Domenico Clapasson, interpretata da cantanti lirici su testo in rima di Ottavio De Carli, ricco di trovate originali e spiritose, raggiunge risultati sorprendenti. Una fiaba musicale che offre anche la piena caratterizzazione dei personaggi, dal lupo presuntuoso che si esprime in dialetto alla nonna “giù di testa”, dal guardiacaccia che s’improvvisa chirurgo alla figura del tutto nuova dell’allegro postino Dubbadì, senza dimenticar Cappuccetto Rosso e la voce narrante di Luciano Bertoli.
Ottavio De Carli e Domenico Clapasson
Storia di una caduta STEFAN ZWEIG ADELPHI, MILANO 2010 EURO 10,00
“...una morta vivente, che si sveglia sottoterra in una bara, e grida e urla e batte contro le pareti: ma di sopra nessuno se ne accorge...”. Questo prova M.me de Prie, un tempo onnipotente signora della corte di Francia e ora esule nella provincia del Regno, fiera in gabbia che vaga “disperata, fra le sbarre della sua solitudine interiore”. Medesimi sentimenti vive Ponto, protagonista della seconda novella, bulldog tanto intelligente quanto superbo che una volta abbattuta la sua tirannide e degradato dal suo ruolo di “padrone di casa” non esiterà a compiere la più atroce delle vendette... Se nel primo racconto l’orgoglio ferito, le umiliazioni, la collera saranno all’origine di una brutale forza autodistruttiva, nel secondo questa forza si trasformerà in un irrefrenabile desiderio di vendetta (che forse ha più dell’umano che dell’animale) anche se il lettore ne avrà solo un legittimo sospetto, proprio quello che dà titolo alla novella. (Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)
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Cultura e comunicazione
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Televisione Buone notizie dall’avvio del digitale
Tv2000: quando la “scatola magica” è a misura d’uomo
I
Il digitale terrestre è ormai a regime in tutta la Lombardia. Una spesa obbligatoria per tutti coloro che hanno voluto continuare a ricevere il segnale televisivo. Dopo i primi problemi, soprattutto per gli spettatori più anziani e comunque relativi al collegamento del decoder, i nuovi utenti digitali stanno scoprendo l’ampia offerta d’intrattenimento dei nuovi canali, nati sulla scorta delle reti ammiraglie Rai e Mediaset. “Rai Quattro”, “Rai Cinque”, “Rai Extra”, “Rai Storia”, “Rai Movie”... e ancora “La Cinque”, “Iris” e presto “Italia Due”, senza dimenticare “Cielo”, l’unico approdo al digitale per l’impero mediatico di Sky. Le frequenze prima dedicate a un solo canale analogico ora possono ospitare più canali digitali: di conseguenza più spazio da utilizzare e da gestire. Un impegno considerevole per gli addetti ai lavori che ora devono creare nuovi e numerosi palinsesti con proposte valide e accattivanti. Il rischio, peraltro riscontrato nei fatti, è quello di dar vita a “canali ombra”, che vivono delle repliche di ciò che è stato messo in onda nelle reti principali. Un esempio su tutti è l’impostazione di “La Cinque”: vorrebbe essere la deriva al femminile di “Canale Cinque” ma in sostanza vive di repliche, addirittura di programmi vecchi di anni, come la riproposta della prima edizione del “Grande Fratello”… Nonostante questo momento di transizione più problematico che risolutore, è doveroso rilevare una buona notizia: “Tv2000”, canale televisivo della Conferenza episcopale italiana, è ora visibile in chiaro in tutta Italia. Per circa 10 anni presente sulla piattaforma satellitare, e in chiaro solo a macchia di leopardo grazie a decine di televisioni locali che riproponevano alcuni suoi programmi, ora è accessibile a tutti i possessori di un decoder digitale terrestre. Una svolta decisiva, da tempo attesa e pianificata dagli operatori che hanno saputo creare e raffinare una rete televisiva che nulla ha da invidiare alle concorrenti nazionali, anzi: il livello qualitativo dell’offerta di Tv2000 ha molto da insegnare ai colossi televisivi che dominano il mercato italiano, soprattutto per quanto riguarda i contenuti della sua programmazione. Ciò che fa la differenza è una scelta presa
di Alberto Averoldi
a monte nella creazione del canale: non un mezzo per guadagnare soldi o per guidare l’opinione pubblica ma un luogo di crescita e di arricchimento per l’uomo. “Bellezza” è sicuramente la parola chiave che più sintetizza lo stile di Tv2000. Dai concerti di musica classica, alle trasmissioni dedicate al teatro e al cinema, dai talk-show d’approfondimento sull’attualità, fino ai documentari naturalistici, l’intento è quello di far conciliare l’attività culturale umana con il senso più profondo di bellezza, ovvero quella forza che muove lo spirito e che fa alzare lo sguardo dell’uomo dalla grettezza della vita materiale a una visione più consapevole della realtà. Lo slogan della rete è “La tv che ti accende”. Un’esperienza nuova, se si pensa ai livelli di anti-cultura che Rai e Mediaset hanno saputo raggiungere nel corso degli anni. Provare per credere. Confrontate la programmazione della domenica sera delle reti nazionali con quella di “Tv2000”: dalle 19.30 fino alle 23, spazio a critica televisiva e cinematografica, al mondo della letteratura e del teatro, alla poesia… Una risposta attiva e propositiva al qualunquismo mediatico che ben conosciamo.
SAB Rai Tre, h. 7.00 LA GRANDE VALLATA Un classico dei telefilm western, realizzato negli anni Sessanta. La storia, ambientata nella San Joaquin Valley, in California, narra le avventure quotidiane della famiglia Barkley, proprietaria di un ranch. Rai Due, h. 10.15 SULLA VIA DI DAMASCO Approfondimento religioso. Mons. Giovanni D’Ercole presenta una rubrica settimanale dedicata alla divulgazione della cultura cattolica e all’analisi delle Sacre Scritture. Rai Tre, h. 10.20 IL GRAN CONCERTO Settimanale dedicato alla musica d’orchestra. Alessandro Greco introduce i bambini nel favoloso mondo della musica. Rai Tre, h. 14.50 TV TALK Massimo Bernardini presenta un interessante programma di critica e analisi televisiva. In studio professori universitari e studenti leggono la settimana televisiva e ne commentano le novità.
DOM Rai Due, h. 7.20 ART ATTACK Un programma che stimola la creatività e l’inventiva, insegnando come divertirsi con poco, costruendo oggetti divertenti grazie a materiali di scarto casalinghi. Rai Uno, h. 10.30 A SUA IMMAGINE Rubrica settimanale dedicata alla religione cattolica in Italia. Rosario Carello intervista ospiti dal mondo ecclesiale e laico e propone interessanti servizi sulla vita della Chiesa nel mondo. Rai Tre, h. 18.00 PER UN PUGNO DI LIBRI Neri Marcorè conduce un divertente e leggero quiz-show dedicato alla passione per la lettura. Due squadre, formate da studenti delle scuole superiori, si affrontano su domande relative a un romanzo sul quale si sono preparati in gruppo. La 7, h. 20.30 IN ONDA Spazio al giornalismo d’inchiesta politica con Luca Telese e Luisella Costamagna. In discussione i fatti più significativi della settimana.
Tv2000, h. 16.10 IL VANGELO DELLA DOMENICA Rubrica a cura di Marinella Perroni, studiosa delle Scritture. La lettura del Vangelo del giorno dopo, seguita da un breve ma profondo commento.
Discovery Channel, h. 21.00 LAVORI SPORCHI Canale Sky 401. Serie di divertenti e ironici documentari basati sui lavori che nessuno vorrebbe fare. Il coraggioso Mike si misura con disgustosi compiti, spesso anche pericolosi, lavorando con insetti, pulendo silos di bitume, pulendo fogne e smaltendo i rifiuti delle fabbriche.
Tv2000, h. 21.05 LE GRANDI STORIE DELLA BIBBIA Una serie di film per la tv realizzati da importanti produzioni cinematografiche con attori di calibro internazionale come Ben Kingsley o Max Von Sydow che raccontano le più belle storie della Bibbia. Dall’avventura di Mosè alla storia di Salomone, fino ai viaggi di San Paolo.
Tv2000, h. 21.30 EFFETTO NOTTE – IL CINEMA CHE (CI) PARLA Ottima rubrica settimanale dedicata al mondo del cinema, ai suoi personaggi e alle sue novità. Fabio Falzone ospita in studio esperti del settore, attori e registi per analizzare le nuove promesse del cinema italiano e internazionale. Interviste e profili ci svelano i migliori film nelle sale.
Telecomando
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Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Attualità e costume raccontati da Michele Mirabella. La prima puntata della settimana natalizia è dedicata proprio alle festività imminenti e indagherà sul senso della tradizione che gli italiani mantengono nonostante tutto.
Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Interessanti documentari storici che raccontano e approfondiscono i fatti decisivi del secolo scorso, dagli eventi bellici, alle vite dei personaggi pubblici. Presenta Giovanni Minoli.
Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm americano ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia. In questa puntata Hunter deve badare a un giovane agente raccomandato dal padre poliziotto…
Italia Uno, h. 10.20 GREMLINS Celebre commedia horror del 1984, per nulla adatta all’orario e al pubblico giovane dell’antivigilia. Un ragazzino riceve per Natale un dono inaspettato: è un piccolo e tenero animaletto peloso che diventa subito la mascotte della casa. Una sola controindicazione: se il cucciolo si bagna con acqua inizia una mutazione incontrollabile…
Italia Uno, h. 8.50 FIEVEL SBARCA IN AMERICA Ottimo film di animazione prodotto da Steven Spielberg. 1885: la famiglia Mousekewitz dei Toposkovich lascia la Russia per l’America, a bordo di una nave. Durante il viaggio Fievel cade in mare: messosi in salvo comincia la sua affannosa ricerca della famiglia. Da vedere.
La 7, h. 13.55 SIGNORI SI NASCE Commedia con Totò e Peppino De Filippo. Due fratelli in eterna lotta: uno è un posato lavoratore, titolare di una rinomata sartoria ecclesiastica; l’altro è uno spirito libero che ha sperperato il patrimonio di famiglia e che vive di espedienti. Al di là della storia sono significative le situazioni comiche che i due attori riescono a creare.
Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli: Angela Lansbury interpreta la scrittrice Jessica Fletcher, alle prese con casi di omicidio. In questa puntata dovrà convincere la polizia dell’innocenza di un suo amico, accusato di aver assassinato il marito dell’amante…
La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber ospita in studio esponenti del mondo politico, economico e culturale italiano, per discutere su problemi di attualità e sul destino istituzionale dell’Italia.
Rete Quattro, h. 16.30 FERMATA D’AUTOBUS Simpatica commedia del 1956 con Marilyn Monroe e Don Murray. Un timido cow-boy si reca nella città di Phoenix per partecipare a un famoso rodeo. Lì conosce la bella Chérie, una ballerina e cantante di varietà, e se ne innamora. Vorrebbe portarla con sé nel suo ranch, ma…
Italia Uno, h. 21.10 TRE UOMINI E UNA GAMBA Sicuramente il miglior film, il primo, del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo. I tre partono da Milano alla volta della Puglia: si tratta dell’imminente matrimonio di Giacomo con la figlia di un rozzo imprenditore. Ma durante il viaggio l’amore arriva inaspettato, insieme a tanti guai…
Rete Quattro, h. 21.10 GODZILLA Ultimo remake ricco di effetti speciali per la storia che dal 1954 riempie le sale cinematografiche. Le scorie radioattive degli esperimenti nucleari negli atolli del Pacifico mutano un rettile in un’enorme creatura che semina distruzione nelle strade di New York. Ma l’eroe sta arrivando…
Rete Quattro, h. 21.10 IL PADRINO – PARTE II Un ottimo sequel per la saga della famiglia mafiosa Corleone. In questo episodio, vincitore di ben sei premi Oscar, l’ascesa al potere del rampollo di famiglia Mike (Al Pacino) e la storia, narrata attraverso flash-back, del defunto padre Vito, interpretato da Robert De Niro. La realtà della criminalità spettacolarizzata e resa celebre dal regista Francis Ford Coppola.
Sky Cinema Max, h. 21.00 TERMINATOR SALVATION Canale Sky 309. Quarto lungometraggio dedicato all’affascinante storia di Sara e John Connor, in lotta contro il potere delle macchine e dell’intelligenza artificiale. Questo episodio è ambientato nel futuro, dove una battaglia decisiva potrebbe mettere fine alla guerra. Ottima realizzazione e cast perfetto: Christian Bale e Sam Worthington. Da vedere.
Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla salute. Le ultime notizie riguardanti le scoperte scientifiche applicate alla medicina. Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra.
Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Politica e cultura nell’Italia di oggi e di ieri. Il giornalista Corrado Augias incontra Concita De Gregorio, direttore de “L’Unita”, per intervistarla sull’attualità politica italiana.
Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Le notizie più interessanti dal mondo della scienza e della tecnologia. Le ultime scoperte e i nuovi traguardi da raggiungere.
Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Digitale Terrestre. Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia.
Rai Quattro, h. 21.10 ZOOLANDER Commedia non-sense diretta e interpretata dal comico americano Ben Stiller. Il mondo della moda newyorkese, con le sue menzogne e la sua evanescenza, ritratto in chiave grottesca, con personaggi stilizzati ed esasperati nella loro pochezza. Da segnalare il cameo di Jon Voight.
Sky Cinema Mania, h. 21.00 UN BIGLIETTO IN DUE Canale Sky 312. Ottima commedia con John Candy e Steve Martin. Due uomini che non hanno nulla da spartire per vita e carattere devono passare alcuni giorni viaggiando insieme per raggiungere casa in tempo per il pranzo del Ringraziamento. Spassoso e per nulla scontato.
Sky Cinema Italia, h. 21.00 QUESTIONE DI CUORE Canale Sky 314. Commedia italiana diretta da Francesca Archibugi, con Kim Rossi Stuart e Antonio Albanese. Angelo, giovane carrozziere, e Alberto, sceneggiatore di successo, si incontrano nella stessa stanza di ospedale dopo aver superato entrambi un infarto. È il luogo ideale per fare il punto della situazione sulla propria vita e prendere importanti decisioni.
Rete Quattro, h. 21.10 TRAPPOLA DI CRISTALLO Film d’azione del 1988 con Bruce Willis. Il poliziotto John McClane arriva a New York per trascorrere la vigilia di Natale con l’ex moglie e le piccole figlie. Non sa che il palazzo sede della festa sta per essere sequestrato da un gruppo di terroristi senza scrupoli. Dovrà sistemare le cose, con l’aiuto di un collega che si trova all’esterno dell’edificio.
Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta uno storico appuntamento quotidiano che si occupa dei consumatori italiani. La puntata è ovviamente dedicata alla cena della vigilia di Natale: come risparmiare senza perdere d’occhio la qualità? Rai Quattro, h. 21.10 ARTHUR E IL POPOLO DEI MINIMEI Celebre film fantasy diretto da Luc Besson nel 2006. Un ragazzino che vive nella casa di campagna dei nonni subisce un incantesimo e viene rimpicciolito fino a diventare quasi invisibile. Dovrà salvare il popolo dei Minimei da un pericolo imminente… La 7, h. 21.35 L’ERA GLACIALE Animazione al computer per i divertenti personaggi della preistoria, alle prese con la migrazione di tutti gli animali verso le zone più calde del pianeta. Un gruppetto di “outsider” si prende invece l’incarico di badare a un cucciolo d’uomo finché non trovano la sua tribù…
Sky Cinema Mania, h. 21.00 S.O.S. FANTASMI Divertente commedia del 1988 con un fantastico Bill Murray nei panni di uno Scrooge moderno: un cinico produttore televisivo che non guarda in faccia nessuno, nemmeno la vigilia di Natale. Ma a cercarlo saranno tre fantasmi che attraverso fatti del passato, presente e futuro, gli apriranno gli occhi sulla realtà.
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Cultura e comunicazione Radio e Media
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Musica Appuntamento al Teatro Centro Lucia di Botticino
Voci Controvento atto 4°
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Giunge alla quarta edizione “Voci Controvento”, appuntamento dedicato alla nuova canzone d’autore italiana che si svolgerà sabato 18 dicembre con inizio alle ore 21 al Teatro Centro Lucia di Botticino (biglietto d’ingresso 5 euro – info: www.vocicontrovento.it). Dopo aver già ospitato negli scorsi anni nomi di grande rilievo come Riccardo Sinigallia, Marco Parente, Andrea Chimenti e Tricarico anche quest’anno il direttore artistico Paolo Cattaneo, in collaborazione con l’associazione Culturale Morya e Circolo Vizioso, ha deciso di regalare al pubblico un cast d’eccezione. Sul palco di Botticino saliranno infatti tre nomi di grande interesse nel panorama della canzone d’autore nazionale: Nada con Fausto Mesorella, i “Non voglio che Clara” e Vincenzo Fasano. Sarà proprio Vincenzo Fasano, nato a Mantova da genitori siciliani ad aprire la rassegna. La sua musica è fortemente influenzata dalla mescolanza di culture e dalle esperienze che hanno accompagnato le sue origini. Dal “tango” al folk più alcolico e sofisticato, al pop-punk dei tardi anni ’70, per finire in rarefatti momenti di personalissimo romantic-noise. Dopo Fasano scenderà in pista la band bellunese dei “Non voglio che Clara”, che presenterà le canzoni del nuovo cd “Dei cani”, uscito lo scorso ottobre. La band è attiva dalla seconda metà degli anni Novanta ma l’esor-
di Ricky Barone
dio discografico risale al 2004 con l’ep “Hotel Tivoli”. Due anni dopo il gruppo ritorna con un album omonimo che contiene una manciata di brani sulla miseria e lo squallore, sul disincanto e il non-amore. Nel 2010 si ripresentano, a quattro anni di distanza, più ostinati e romantici che mai: “Nella nostra musica c’è tutto del nostro nome: la componente femminile, l’esclusività, la negazione e la volontà...”. A chiudere la serata Nada, che si esibirà insieme a Fausto Mesorella, bravissimo chitarrista degli Avion Travel. Sarà una Nada insolita, non più ragazzina e nemmeno ribelle, ma piuttosto concentrata sull’espres-
sività della sua voce. Una Nada Malanima diversa ma forse ancora più intrigante, con la sua personalissima timbrica vocale che ben si amalgama alla chitarra di Mesorella, capace di spaziare dai ritmi rock, al jazz e alla new age. Una collaborazione nata nel 1994 e alimentata da molti concerti in Italia e in Europa, un progetto documentato dal cd “Nada Trio”. Con l’aggiunta del contrabbasso di Ferruccio Spinetti il disco vinse il Premio Tenco e il premio Musicultura di Recanati. “Musica leggera da camera” è la definizione più appropriata di questo spettacolo che comprende brani come la stralunata “Come faceva freddo” di Piero Ciampi, “Venezia Istanbul” di Franco Battiato, la popolare “Ma che freddo fa”, grandi successi come “Il cuore è uno zingaro”, “Amore disperato”, “Ti stringerò” e classici della tradizione popolare come “Maremma”.
Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Nelle domeniche d’Avvento il commento al Vangelo è di mons. Luciano Monari. Nella nuova rubrica “Arte per lo spirito” Carmela Perrucchetti ci presenta opere e mostre sacre contemporanee. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.
Nada
Cd Due sacerdoti e un seminarista per la straordinaria pop band francese
“Spiritus Dei”, l’esordio vincente dei Les Prêtres Pare sia uno dei fenomeni dell’anno, anche se a prima vista sembra una di quelle trovate a effetto che ritualmente rimbalzano nel music circus. A lanciarli sono stati i nostri cugini d’oltralpe, Paese nel quale la band pop francese dei Les Prêtres, due preti e un seminarista, ha venduto oltre 500mila copie del loro primo cd “Spiritus Dei”. Anche sull’onda di una serie numerosa e convincente di concerti, ora il cd esce in Italia. L’idea della band venne nel 2009 a Jean-Michel Di Falco, vescovo di Gap, in Provenza. Ispirato dal fenomeno d’oltremanica The Priests e dalla necessità di raccogliere fondi per costruire una chiesa nella propria diocesi e aiutare una scuola in Madagascar, il vescovo sceglie di unire le voci di due sacerdoti e un seminarista: padre Jean-Michel Bardet, padre Charles Troesch e il seminarista Dinh Nguyen Nguyen. “Spiritus Dei” contiene 16 brani di musica sacra e immancabili standard, una traccia in italiano e latino, appo-
sitamente registrata per il nostro mercato, e un titolo originale “Je Crois En Toi”. Un disco singolare, un viaggio in un universo incantato dove si mescolano cori, archi e i suoni di oggi, un universo su misura per tre voci oscillanti tra forza ed emozione, tre voci portatrici di un messaggio d’amore e generosità. Questa la tracklist, decisamente interessante: “Spiritus Dei-Sarabanda” (brano cantato in italiano e latino), “I Believe”, “Quand on n’a que l’amour”, “Il est ne le divin enfant”, “Ave Maria”, “Amazing Grace”, “L’envie d’aimer”, “Ave Verum Corpus”, “Je Crois En Toi”, “Conversazione con Dio” (lettura in italiano), “Alleluia” (cover di “Hallelujah” di Leonard Cohen, nota in Italia nelle versioni di Jeff Buckley e di Elisa), “Il faudra leur dire” (Francis Cabrel), “Minuit Chretien”, “La storia di Spiritus Dei” (lettura in italiano), “Heal The World” (Michael Jackson), “Nous nous reverrons un jour ou l’autre” (Charles Aznavour). (r.b.)
LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: il convegno promosso dalle Acli su Vittorio Bachelet; il tradizionale Concorso presepi di Mcl; gli appuntamenti del “Natale nelle chiese” del centro città; la festa di Santa Maria Crocifissa di Rosa. La rubrica “4 parole” è con il direttore dell’Ufficio diocesano pastorale familiare, don Giorgio Comini, sulla lettera del vescovo alle famiglie. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Quasi due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. Al termine va in onda Zona relax, col meglio della musica “morbida” non stop. VOCE SPORT La trasmissione “100%Brescia”, dedicata alle Rondinelle, con interviste e approfondimenti, va in onda dal lunedì al venerdì alle 14. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
SABATO
Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it
Le nostre frequenze
6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story
Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500
DOMENICA
7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di mons. Luciano Monari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della famiglia - Arte per lo spirito con Carmela Perrucchetti - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.35 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana
Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30
Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia
S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze
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Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte
Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00
Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40
Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.
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Cultura e comunicazione Sala della comunità
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Cinema “Io sono con te” di Guido Chiesa
La maternità corporea e spirituale Maria è trattata in modo particolare nel suo ruolo di donna e di madre, legandola alla gravidanza e al parto e mostrando come rispetti i tempi di crescita della creatura che ha tra le braccia Un’immagine del film “Io sono con te”
PROGRAMMAZIONE
Megamind di Tom Mcgrath
Natale in Sudafrica di Neri Parenti
Le cronache di Narnia – Il viaggio del veliero di Michael Apted
Noi credevamo di Mario Martone
La prima cosa bella di Paolo Virzì
Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 17 dicembre ore 20.45; sabato 18 dicembre ore 20.45; domenica 19 dicembre ore 20.45 PRIMA VISIONE
Sala della comunità AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 18 dicembre ore 21.00; domenica 19 dicembre ore 21.00; lunedì 20 dicembre ore 21.00; giovedì 23 dicembre ore 21.00 PRIMA VISIONE
Sala della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 18 dicembre ore 20.30; domenica 19 dicembre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 20 dicembre ore 20.30 PRIMA VISIONE
Sala della comunità SANTA GIULIA – VILL. PREALPINO, BRESCIA: domenica 19 dicembre ore 20.45; martedì 21 dicembre ore 20.45
Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 18 dicembre ore 20.30
Ultimo capitolo della saga del mago più famoso del mondo. Ricordiamo che in ballo c’è una profezia, conosciuta da chi ha letto il libro, per tutti gli altri invece, non resta che pazientare ancora un po’ per sapere chi tra Harry Potter e Voldemort, riuscirà a spuntarla...
Nativity di Catherine Hardwick
Rapunzel di Nathan Greno, Byron Howard
Harry Potter e i doni della morte di David Yates
Sala della comunità IL GABBIANO – GHEDI: lunedì 20 dicembre ore 21.00l
Sala della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: domenica 19 dicembre ore 14.30, 17.30, 20.30
Sale della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 18 dicembre ore 21.00; domenica 19 dicembre ore 15.00, 21.00; lunedì 20 dicembre ore 21.00; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 19 dicembre ore 16.15; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 18 dicembre ore 21.00; domenica 19 dicembre ore 15.00, 21.00 SEBINO – SALE MARASINO: domenica 19 dicembre ore 16.00, 20.45;mCORALLO – VILLANUOVA: sabato 18 dicembre ore 20.30; domenica 19 dicembre ore 15.00, 20.30
Winx club Magica avventura di Iginio Straffi Sala della comunità SPLENDOR – ODOLO: sabato 18 dicembre ore 20.45; domenica 19 dicembre ore 20.30
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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a cura di Mauro Toninelli
Natale arriva nelle sale anche e soprattutto con il film “Io sono con te” di Guido Chiesa. Il film è stato presentato alla quinta edizione del Festival del cinema di Roma. La giovane Maria, figlia di pastori, è promessa in sposa a Giuseppe, un vedovo con due figli, abitante nel vicino villaggio di Nazareth, nella Galilea di duemila anni fa. Lasciata la propria casa, Maria ben presto ravvisa le storture del mondo patriarcale che la circonda. L’atteggiamento determinato della ragazza, protettivo nei confronti dei bambini, provoca l’indignazione del capofamiglia e
di quanti sono convinti della necessità di impartire loro punizioni e disciplina. Dando alla luce suo figlio Gesù, Maria si trova ad affrontare scelte decisive, destinate a creare stupore e scandalo. Da una parte una storia già raccontata ma dall’altra una realtà sorprendente e, a tratti, sconvolgente che a tratti spiazza. Spiazza se si pensa di scoprire l’immagine tradizionale di Maria, Giuseppe e Gesù, soprattutto quando racconta ciò che il silenzio dei Vangeli lascia alla libera fantasia del regista creando vicende plausibili. Nonostante tutto è sorprendente e co-
raggioso il modo con cui il regista racconta il rapporto speciale che ha legato Maria al figlio Gesù. “Sono arrivato al film in maniera obliqua, rispetto alle solite produzioni. Un’amica di mia moglie – racconta il regista Guido Chiesa – ha cominciato a parlare di Maria in maniera nuova, diversa, legandola a questioni come la nascita. la gravidanza e il parto, facendo riferimento ai passi del Vangelo. Ho capito che l’amore è un metodo pedagogico efficace”. Nessun film aveva mostrato così il volto di Maria, frutto di uno studio sul personaggio, anche antropologico. Maria da giovane è interpretata dalla quattordicenne Nadia Khlifi e poi da Rabeb Srairi per la sua età matura. Entrambe tunisine dalla pelle scura “perché studi recenti dicono che gli ebrei dell’epoca erano simili agli arabi” racconta il regista Chiesa. Una donna e una madre che non solo è
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spettatrice del miracolo ma parte determinante della sua formazione. Racconta ancora Chiesa: “Quando i Magi vanno a vedere Gesù bambino, nel Vangelo di Matteo c’è scritto per ben cinque volte che i Magi vedono ‘la madre e il bambino’. Mai una volta viene citato il bambino da solo. Indica che videro qualcosa di unico nella relazione tra madre e figlio”. Una madre che è madre a tutti gli effetti che compie quanto le suggerisce la fede anche se ciò talvolta la porta a opporsi alla Legge: attacca subito il bimbo al seno offrendogli il colostro considerato impuro; cerca di impedire la circoncisione e ogni altra violenza o punizione; vive una gestualità corporea che riscalda; insegna la misericordia contro i sacrifici; rispetta quelle che lei chiama le “regole” – i tempi e le necessità – della creatura che ha tra le braccia e induce Gesù ad indagare sempre il perché delle cose.
L’ultimo dominatore dell’aria di M. Night Shyamalan
Figli delle stelle di Lucio Pellegrini
The social network di David Fincher
L’apprendista stregone di Jon Turteltaub
Benvenuti al Sud di Luca Miniero
Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – BIENNO: sabato 18 dicembre ore 20.30; domenica 19 dicembre ore 20.00
Sala della comunità CASTENEDOLO – IDEAL: sabato 18 dicembre ore 21.00; domenica 19 dicembre ore 21.00
Sale della Comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 18 dicembre ore 21.00; domenica 19 dicembre ore 17.30, 21.00; AURORA – PALAZZOLO: sabato 18 dicembre ore 21.00; domenica 19 dicembre ore 16.00, 20.30
Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: domenica 18 dicembre ore 15.00
Sala della comunità EDEN – ESINE: venerdì 17 dicembre ore 20.30; sabato 18 dicembre ore 20.30; domenica 19 dicembre ore 15.00, 20.30
Evento diocesano
Uomini di Dio di Xavier Beauvois
Cattivissimo me di P. Coffin, C. Renaud, S. Pablos
A Natale mi sposo di Paolo Costella
Sale della comunità AURORA – PALAZZOLO: venerdì 17 dicembre ore 20.45; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 18 dicembre ore 20.45; domenica 19 dicembre ore 15.00
Sale della comunità AURORA – PAVONE MELLA: sabato 18 dicembre ore 20.45; domenica 19 dicembre ore 15.00, 20.45; SAN DOMENICO SAVIO – SERLE: sabato 18 dicembre ore 20.30; domenica 19 dicembre ore 15.00, 20.30
Sala della comunità PAOLO VI – PREVALLE: sabato 18 dicembre ore 20.30; domenica 19 dicembre ore 15.30
Nella proiezione di sabato sera sarà proposta un’introduzione da parte di Annachiara Valle, direttrice della rivista “Madre”. La presentazione del film e la gestione del dibattito saranno a cura di don Italo Uberti di Voce Sas, il servizio diocesano assistenza sale. Ingresso gratuito per i sacerdoti. Io sono con te di Guido Chiesa Sala della comunità SERENO – VILL. SERENO, BRESCIA: sabato 18 dicembre ore 20.45; domenica 19 dicembre ore 20.45; lunedì 20 dicembre ore 20.45
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LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it
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Economia La legge di stabilità
Tagli e spese: alla ricerca dell’equilibrio Il 7 dicembre scorso è stata approvata in via definitiva quella che sino al 2009 si chiamava finanziaria. Un documento essenziale per la vita dello Stato destinata a produrre, in tempo di crisi, grandi discussioni
Il ministro Giulio Tremonti
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a cura di Massimo Venturelli
L’impegno di giungere alla sua approvazione definitiva prima del voto di fiducia del 14 dicembre è stato rispettato. E così nella seduta del 7 dicembre il Senato ha approvato definitivamente la legge di stabilità 2011 (che ha sostituito la legge finanziaria) e il Bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013 approntati dal ministro Tremonti. In particolare, la legge di stabilità contiene nuovi interventi di spesa per 5,8 miliardi
Alcuni dati
Famiglia, università ed editoria
di euro sul 2011. Considerata dal Governo un tassello importante per limitare le tensioni dei mercati sul debito pubblico italiano, la legge recepisce gli effetti finanziari della manovra correttiva della scorsa estate. Prima della votazione finale sono stati anche approvati alcuni ordini del giorno, fra cui quello che impegna il Governo a rifinanziare per 300 milioni di euro il 5xmille. Variegata è la provenienza delle risorse necessarie alla copertura delle di-
verse voci della manovra. Una delle principali voci viene dal Fondo per gli interventi strutturali di politica economica: l’apporto di questo fondo è pari a 1,75 miliardi di euro circa solo nel 2011. Altri contributi dovranno provenire, fra l’altro, dalla lotta all’evasione fiscale e dal settore dei giochi. In quest’ultimo caso sono stabilite forti sanzioni per chi evade le tasse (tra il 120 e il 250% della maggiore imposta evasa), un nuovo piano di controlli da parte dei Monopoli di Stato e multe a chi fa giocare i minori. Ulteriore gettito è previsto da un’imposta sostitutiva su tutte le attività di locazione finanziaria di immobili al posto del versamento in un’unica soluzione delle imposte ipotecaria e catastale. Per i nuovi contratti, il provvedimento prevede un anticipo del pagamento delle imposte che attualmente vengono pagate metà all’acquisto dell’immobile e metà al momento del riscatto. Fra
Fra le misure previste dalla legge di stabilità recentemente approvata ve ne sono alcune che riguardano la famiglia. Nello specifico è prorogato al 2011 lo sconto fiscale sulle spese sostenute per le ristrutturazioni volte al risparmio energetico (infissi, caldaie e condizionatori a basso consumo, pannelli solari). La detrazione Irpef viene però spalmata su 10 anni per cifre di pari importo, anzichè cinque come avviene ora. È stata prorogata l’esenzione del ticket sulle visite specialistiche e la diagnostica per il 2011, ma solo per cinque mesi e per un ammontare di 347,5 milioni. Se non ci saranno ulteriori finanziamenti, il ticket verrà reintrodotto a partire da giugno. Sul versante del rapporto tra Stato-Regioni ed enti locali la legge approvata rende più flessibile il patto di stabilità prevedendo che le spese non debbano superare la media del triennio 2007-9 ridotta del 12,3% per quelle di competenza e del 13,6% per quelle di cassa (il calcolo quindi non è più un solo anno). I Comuni, nello specifico, riceveranno 344 milioni per i mancati rimborsi Ici relativi all’anno 2008. È previsto un allentamento del patto di stabilità che por-
gli interventi di riduzione dei finanziamenti previsti, assume particolare rilievo quello concernente il settore delle politiche sociali e riconducibile al fondo nazionale per le politiche sociali. Per il 2009, il finanziamento complessivo al Fondo per le politiche sociali è stato di circa 584 milioni (60 al Ministero, il resto alle Regioni). L’impegno per il 2010 è di 435 milioni complessivi da suddividere fra Regioni (380 milioni) e Ministero. Passando invece alla Legge di stabilità approvata, lo stanziamento esatto per il 2011 è di 273,8 milioni per il 2011, 69 milioni per il 2012, 44 per il 2013. Inoltre, viene azzerato il finanziamento del Fondo per la non autosufficienza, per il quale erano stati “trovati”, nel 2010, 400 milioni di euro. Per quanto concerne, invece, gli ammortizzatori sociali, il complesso dello stanziamento vale circa 1,5 miliardi e include la proroga per la cassa integrazione e per gli altri strumenti di sostegno al reddito.
ta ai Comuni e alle Province una maggiore disponibilità finanziaria di 470 milioni. Inoltre, per velocizzare i pagamenti da parte dei Comuni verso le imprese fornitrici, viene istituito un fondo di 60 milioni di euro per il 2011 finalizzato al pagamento degli interessi passivi maturati dai municipi per il ritardato pagamento. In quella che sino allo scorso anno era chiamata legge finanziaria sono previste anche risorse per l’università. Il fondo ordinario viene incrementato di 800 milioni. Questa cifra include le risorse per l’assunzione degli assistenti. Alle università private sono stati destinati 25 milioni di euro. Per quel che concerne invece ricerca e borse di studio la legge di stabilità approvata prevede 100 milioni per il voucher fiscale a favore delle imprese che investono in progetti di ricerca nelle università. Ulteriori 100 milioni sono previsti per le borse di studio e il prestito d’onore. 245 sono i milioni di euro messi a disposizione della scuola paritaria. La legge prevede finanziamenti per l’editoria pari a 290 milioni. Un altro stanziamento di 30 milioni riguarda i giornali e serve a far fronte all’aumento del prezzo della carta.
Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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Zootecnia Un seminario dell’Aral
Supporto decisivo per le aziende De Capitani e, a destra, Pè
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Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente dell’Aral, Germano Pè, a conclusione dei lavori della 13ª edizione del Seminario bovini del servizio di assistenza tecnica sostenuto dalla Direzione generale agricoltura della Regione Lombardia, tenuto nei giorni scorsi a Padenghe sul Garda. “Sono state due giornate di intenso lavoro e dibattito, su molti aspetti tecnici particolarmente strategici per supportare le imprese agrozootecniche in questa difficile fase congiunturale – ha affermato il presidente Pè –. Le esperienze maturate nell’ambito del Sata, si sono
confrontate con quelle di relatori del mondo istituzionale e della ricerca, provenienti in alcuni casi anche dall’estero: ancora una volta il seminario ha offerto spunti di alto profilo per verificare e confrontare l’esperienza italiana con quella di altre parti del mondo, con l’obiettivo di fornire agli allevatori sempre migliore supporto per applicare soluzioni efficaci, sul piano tecnico e della sostenibilità economica”. Particolarmente significativa è stata la partecipazione, nella seconda giornata di lavori, dell’assessore all’agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani, che ha
A Padenghe sul Garda due giornate di lavoro per gli allevatori delle province lombarde confermato una grande attenzione al settore primario e la decisa volontà del Governo regionale, pur nel quadro delle attuali ristrettezze finanziarie, di valorizzare e sostenere il tessuto produttivo lombardo. “Gli stessi cittadini della nostra regione – ha rilevato De Capitani –, non hanno piena consapevolezza del patrimonio agro-zootecnico che la Lombardia rappresenta, a livello nazionale ed europeo, in termini di quantità, qualità e tipicità delle produzioni. L’impegno della Regione è, pertanto, orientato a dare maggior risalto a questa realtà e, soprattutto, a promuovere azioni in favore degli imprenditori”. L’assessore ha ricordato che la ricerca e l’assistenza tecnica sono considerati elementi fondamentali nell’ambito degli indirizzi tracciati dalla nuova Pac attualmente in fase di elaborazione, confermando che
sotto questo punto di vista i risultati conseguiti con il Sata dimostrano senza ombra di dubbio l’importanza di un servizio di consulenza in grado di veicolare l’innovazione scientifica, tecnica e tecnologica, supportare esperienze pilota e costituire un efficace anello di congiunzione tra il mondo della ricerca e l’applicazione in campo delle nuove acquisizioni, operando capillarmente in un grande numero di aziende. Con il conforto di queste affermazioni, i lavori si sono conclusi in un clima positivo con l’arrivederci non solo al seminario 2011, ma anche alle numerose altre iniziative rivolte ai tecnici e agli allevatori, che il Sata, come sempre, non mancherà di realizzare nel corso dell’anno. L’Aral è un’associazione nata nel 1970 per volontà di nove associazioni provinciali di allevatori della Lombardia.
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LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Economia e lavoro Federfarma
Si Cura di Te Consigli A cura di FarmaciaInsieme
Da tre anni un network vicino alla gente e alla sua salute
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“In un panorama in costante fermento come quello della salute, dove spesso si balza agli onori della cronaca più per le difficoltà o le inefficienze che per motivi di vanto, oggi vi vogliamo invece presentare un esempio positivo di professionalità e impegno a servizio dell’utenza. È FarmaciaInsieme, progetto che ha debuttato a Brescia nel 2007 e che oggi, dopo soli tre anni di attività, si conferma come uno dei più importanti network di Farmacie private a livello nazionale”. Anche quest’anno un importante studio ha misurato il grado di soddisfazione di utenti e consumatori rispetto ai vari tipi di esercizio commerciale. E la farmacia, con i suoi 76 punti su 100, si è confermata al primo posto di questa speciale classifica. Sempre di più, quindi, il farmacista va assumendo un ruolo centrale nella soddisfazione dei bisogni del cittadino, che trova in farmacia un luogo di accoglienza e un interlocutore capace di comprenderne le necessità e rispondere in modo professionale alla sua domanda di salute.
L’argomento chiave diventa allora la capacità della farmacia di essere sempre all’altezza di aspettative così sfidanti, soprattutto in uno scenario che, in pochi anni, ha visto modificarsi in modo sostanziale il concetto stesso di “benessere”: da semplice cura a prevenzione e a necessità di migliorare la qualità di vita. Per rispondere a queste esigenze ed essere al passo con i cambiamenti richiesti, le farmacie della provincia di Brescia e di altre province del Nord Italia hanno messo in piedi un progetto comune che si chiama FarmaciaInsieme, in grado di offrire servizi e opportunità nelle farmacie di montagna, di città, di valle e del lago. Il progetto FarmaciaInsieme, fondato a Brescia nel 2007, oggi è una realtà significativa che può contare su 463 farmacie associate e sull’impegno di professionisti della salute uniti dalla comune visione di assistenza al cittadino. Professionalità, valore del consiglio, servizi a elevato valore professionale, costante ricerca del miglior rapporto qualità prezzo, sicurezza dei prodotti offerti: sono questi gli elementi che ispirano ogni attività del gruppo e di ogni singola farmacia associata. Tutto questo si traduce in occasioni di aggiornamento professionale per il farmacista associato, servizi al cittadino e progetti concreti. Per esempio l’iniziativa AnzianInforma, che quest’anno ha visto l’impegno di FarmaciaInsieme nell’affron-
tare il tema terza età rivolgendo al paziente anziano particolare attenzione con due importanti opportunità: un opuscolo informativo, distribuito in farmacia, della collana “Quaderni di FarmaciaInsieme” dedicato alla terza età; l’attivazione nelle farmacie associate di una serie di servizi di telemedicina – come l’elettrocardiogramma, l’holter pressorio e il cardio event recorder – che vogliono avvicinare gli esami diagnostici alle esigenze della cittadinanza sul territorio. Nel mese di ottobre, invece, FarmaciaInsieme ha dedicato un ‘interessante campagna informativa alle future mamme e ai primi giorni di vita del bambino. Sia la gravidanza che il rientro a casa dopo il parto sono due momenti delicati della vita della donna e del suo bambino che necessitano di informazioni che vadano a tranquillizzare entrambi, con l’intento di rendere il più piacevole possibile un momento indimenticabile della vita. Ed in più il diabete, la prevenzione delle malattie da raffreddamento, la pelle e il sole sono altri argomenti trattati nel programma di FarmaciaInsieme del 2010 e che saranno riproposti e affiancati da nuovi temi e da tante iniziative interessanti anche nel futuro. Entrare nelle farmacie di FarmaciaInsieme (contrassegnate dal logo che è riportato anche in questa pagina, ndr.) è un’opportunità di salute e di benessere.
Si Cura di Te
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Sport
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Calcio Domenica Catania - Brescia
Non leonessa, ma un leone fiero e forte
redazione@lavocedelpopolo.it
Presentati il restyling del logo del Brescia e la maglia per il centenario che accompagnerà la squadra nel 2011 per celebrare i cento anni della società. Ma il 2010 si conclude in terra catanese, dopo la sconfitta raccolta in Coppa Italia
Il nuovo stemma e la nuova maglia
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di Mauro Toninelli
Il 2011 sarà il centesimo anno di vita del Brescia Calcio e per l’occasione saranno molte le iniziative, alcune promosse dalla società, altre promosse da altre realtà ed enti. La società comincia i festeggiamenti con due operazioni importanti e congiunte: il restyling del logo e la maglia del centenario. “Abbiamo voluto pensare qualcosa di diverso – spiega Fabio Corioni – che facesse passare questo evento dei cento anni con il più risalto possibile. Abbiamo pensato a una maglia
celebrativa che avesse un richiamo ai cento anni del Brescia. Una maglia con riflessioni e studio, compreso il restyling del logo del Brescia”. Lo studio del logo del Brescia è stato affidato a William Raineri, art director della Raineri Design. Il nuovo marchio è una rivisitazione del vecchio, con studi filologici e di stemmi. “Il marchio è un leone rampante che deve esprimere, secondo gli studi degli stemmi araldici – racconta Raineri – forza, virilità e mascolinità”. Lo stemma del Brescia
non è una leonessa, come erroneamente creduto, ma un leone ereditato dalla Serenissima. Per rafforzare l’idea della forza il nuovo stemma ha gli artigli più lunghi, la chioma più evidente, si notano maggiormante i muscoli e “abbiamo giocato con le ombre per un accenno ai genitali” chiude la spiegazione Raineri. Lo stemma poi riporta 1911 e 2011. Per il centenario avrà un guscio d’oro, quasi a proteggere e corone d’alloro celebrative. La nuova maglia, che sarà indossata dalla squadra per tutto il 2011, partendo dalla partita del 6 gennaio in casa contro il Cesena, è un ritorno alle origini. La prima foto del Brescia calcio riporta i giocatori con una maglia blu e una striscia bianca davanti, quasi ad indicare una cravatta. Era il simbolo dell’eleganza anche nello sport. Non esisteva la V, che è comparsa una ventina d’anni dopo, per poi sparire per un altro po’ di tempo e infine ritornare. “Abbiamo realizzato una maglia moderna negli
aspetti tecnici – spiega Luigi Vollaro di Mass – ma simile a quella originale con una fascia bianca”. A dire la verità la V non è scomparsa ma rimane nel collo. Sul petto ci sarà il nuovo logo; sul retro, in basso, dove nella maglia attuale c’è il leone, si trova la scritta Century nella trama. Una maglia bella ed elegante. Ma il 2011 non è ancora iniziato; l’ultimo ostacolo del 2010 per le Rondinelle si chiama Catania (domenica 19 alle 15; collegamenti su Radio Voce). I siciliani hanno 18 punti, ma non stanno vivendo un buon momento. L’intera squadra è in silenzio stampa, il clima è teso: voci di mercato e due sonore sconfitte consecutive non aiutano. Il Brescia di Beretta arriva a Catania con la voglia di regalare per Natale una vittoria ai propri tifosi e con il desiderio di rifarsi della sconfitta in Coppa Italia. Alla cena di Natale Beretta ha dichiarato “Salvi entro la quint’ultima partita” e Gino Corioni ha confermato.
Pallamano A2 femminile: bilancio di fine anno
Tutti i numeri di una squadra a caccia della promozione 210, 182, 18 ,7, 6 sono le cifre che contraddistinguono Pallamano Leonessa al termine di questa prima fase di campionato. Sette partite disputate, sei vinte, 210 gol fatti, 182 gol subiti, 18 punti in classifica. Bilancio più che positivo per le ragazze di Baresi, che dopo l’ultimo match disputato e vinto contro Casalgrande, sono pronte ad affrontare al meglio questa pausa “Natalizia” di circa un mese. Lo stop consentirà di recuperare alcune atlete non ancora al meglio: Beretti non è mai stata costantemente impiegata dal mister per problemi alla caviglia, Galli potrà parzialmente allentare il carico sul suo ginocchio, che, finora, ha sempre dato qualche problemino (risolto all’occorrenza con infiltrazioni), Antonelli avrà il tempo necessario per guarire dall’operazione alla pianta del piede
tenutasi a fine novembre. Niente ferie per le leonesse e nemmeno un attimo di respiro. Baresi ha ricominciato la preparazione atletica, la squadra si allena praticamente ogni giorno e le amichevoli in programma sono davvero numerose. La ripresa del campionato avverrà sabato 8 gennaio, giornata in cui le prime della classe dovranno affrontare fuori casa Ferrara. Sfida molto impegnativa che implicherà una preparazione davvero impeccabile. “Il bilancio complessivo finora, dal mio punto di vista” dice il coach Baresi “va oltre ogni più rosea aspettativa. Abbiamo sofferto le assenze forzate di Antonelli, Beretti e Branchesi, ma le altre ragazze hanno stretto i denti e meritatamente si sono guadagnate il primato”. Vincere il campionato è sicuramente nel mirino di Baresi e del patron Lattuchella, sebbene a domanda di-
retta entrambi dichiarino di essere soddisfatti di un piazzamento nei primi quattro posti. “Il campionato quest’anno si dimostra molto livellato, ci sono quattro-cinque squadre in grado di giocare per aggiudicarsi i play off! Noi lavoriamo per quello. Ora ci attende un mese forzato di riposo, che ci permetterà di tentare il colpaccio in quel di Ferrara.” Mancano tre giornate alla fine del girone di andata; oltre al Ferrara, le leonesse dovranno affrontare Malo nella giornata del 22 gennaio, e Schenna fra le mura amiche del San Filippo il 29 gennaio. I giochi di certo non sono ancora fatti, ma le bresciane stanno dimostrando temperamento, costanza e soprattutto stanno portando a casa punti su punti, collezionando una vittoria dietro l’altra. (l.v.)
Centro Sportivo Italiano
Beato Luigi Palazzolo Domenica il raduno di fine anno
Arbitri e giudici chiamati alla festa di Bruno Forza
L’anno di arbitri e giudici si chiude, come tradizione vuole, in festa. La parrocchia Beato Luigi Palazzolo, infatti, ospiterà domenica il raduno di fine anno alle 10.15 con la Messa, il rinfresco natalizio e lo scambio di auguri per chiudere il sipario su un 2010 più che positivo. Il Natale non rappresenta l’unica ragione di brindisi e sorrisi, perché la squadra delle giacchette arancioblù sta crescendo sotto tutti i punti di vista come testimonia l’abilitazione di 13 nuovi fischietti – 10 del calcio e 3 della pallavolo –, promossi all’attività arbitrale dopo il corso di formazione concluso a inizio dicembre. L’arruolamento delle nuove leve, tuttavia, non finisce qui e a tal proposito assumono grande rilievo i corsi lanciati nelle scuole superiori Tartaglia, Bottega e Sraffa, finalizzati ad appassionare i giovani al “mestiere” dell’arbitro e a coltivare nuovi talenti della direzione di gara con un occhio di riguardo al basket, settore povero di fischietti. Il 2010 volge al termine e il pensiero vola ai momenti più significativi dell’anno, primo fra tutti
lo stage settembrino di Sirmione, dove un big come Paolo Mazzoleni spese parole importanti per la squadra dei direttori di gara ciessini, fondamentale per il regolare svolgimento dei campionati e la salvaguardia della passione che ci sta intorno: “Senza gli arbitri che coprono tutte le gare amatoriali – che sono il vero succo del calcio – lo sport non potrebbe andare avanti, per cui tanto di cappello agli arbitri del Csi, che mettono in campo tanta passione e tanto attaccamento alla divisa offrendo un grande servizio alle società”. In quell’occasione il coordinatore dell’area arbitri e giudici Emiliano Scalfi annunciò a chiare lettere gli intenti del Csi: “Essere arbitro nel nostro contesto non è facile, perché oltre a dirigere una gara dobbiamo riuscire a educare”. Anche gli arbitri, dunque, possono ottenere ottimi risultati. La differenza è che quando vincono loro vince tutto lo sport. Anche il mondo delle arti marziali si fermerà per un momento di festa che sarà celebrato sempre domenica 19. Le porte della palestra di via Sondrio si apriranno per tutti a partire dalle 10. Dopo le esibizioni degli atleti ci sarà un ricco buffet.
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
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Giro di boa per il calcio a 11 Fuorimisura, Eagles Bagnolo, Scaglioni e Intrepida Zanano. Al giro di boa sono questi i nomi delle formazioni candidate alla vittoria dei campionati di calcio a 11. Nei due gironi di Elite l’andamento della classifica è differente. Nel gruppo A Calcinato può sorridere grazie alle ottime prestazioni di Fuorimisura Calcio, capolista in solitaria con quattro lunghezze di vantaggio sulle rivali Promotica Sarezzo e Pompiano. In zona retrocessione devono darsi una mossa Real CG Montichiari, Berzo Inferiore e Impresa Edile Chiarini, invischiate in acque torbide. Nel girone B volano in coppia le aquile di Bagnolo e Scaglioni, ma Alfan Calcio (a -2) ha le carte in regola per recitare la parte del terzo incomodo. Nei bassifondi della classifica se la passano male Ponte Zanano, Il Mosaico, Sporting Gavardo e Poncarale, a caccia di punti preziosi per uscire dalla zona calda. Scendendo in Promozione spicca il ruolino di marcia dell’Intrepida Zanano, imbattuta dopo 12 giornate e capace di acquisire un lauto vantaggio di 6 punti sui rivali della Lanzini Illuminazione, anch’essi in corsa per il salto di categoria come Nutriservice. I risultati della prima giornata di ritorno: Elite A: Berzo Inferiore - Impresa Edile Chiarini 3-1; Real CG Montichiari - Lodrino 1-3; Promotica Sarezzo – Borgosatollo 2-2; Sporting Calvagese – Pompiano 0-1; Off. Meccaniche Tameni – Fuorimisura 0-1. Elite B: Poncarale – Scaglioni n.d.; Castelcovati - Il Mosaico n.d.; Ponte Zanano - Asco Vestone 2-0; Rizzi & Lussignoli - Alfan Calcio 2-2; Eagles Bagnolo - Sporting Gavardo 4-0.
Basket, pallavolo e ciclismo
Gli invincibili del Team 87 Gli invincibili del Team 87 continuano a macinare canestri e a dominare il girone arancione del basket. Lo scontro diretto con i Mascalzoni Sebini non ha lasciato spazio a sorprese e il quintetto valtrumplino ha fatto sua l’intera posta in palio con un netto 89-53. L’altra big del girone – il Torbole – ha vinto 57-40 sulla Virtus agganciando proprio i Mascalzoni sul secondo gradino del podio. I colpi di scena arrivano dal girone blu, dove la capolista Basket Pallata cade sul parquet di S. Maria della Vittoria (72-66) facendosi raggiungere in vetta dal Bovezzo, che impone un +5 ai Senior. Volley. I risultati parlano chiaro per il sestetto di Paitone dell’open misto che domina il campionato proseguendo la sua marcia senza macchie. Sette gare e sette vittorie, l’ultima della serie ottenuta contro All
Star, scacciata dai vertici della classifica con un netto 3-0. L’inseguitrice più temibile resta il Camignone, seconda a -1 dopo l’importante successo per 3-1 nel big match contro Somain Cortefranca, ma con una gara in più. Provaglio non delude le aspettative dei suoi sostenitori, batte 3-0 il fanalino di coda Unicorn e vola sul gradino più basso del podio. Nelle gare delle “zone tipide” della classifica sorridono Le 2 Sante e Ponte Zanano, vittoriose per 3-0 e 3-1 su Quinzano Sport e Volley Borgo. Ciclismo. Le strade sono vuote, ma il mondo del ciclismo è in fermento, con iniziative di sport giovanile negli oratori e incontri mirati a pianificare la stagione che verrà. La serata del 13 dicembre è stata importante a tal proposito. È stato stabilito che le prime gare
saranno quelle della mountain bike, con i biker impegnati nel Campionato d’Inverno. La stagione su strada inizia a Borgosatollo, mentre le cinque prove del Loda Tour metteranno a dura prova i polpacci dei ciclisti. Poi le cronoscalate della Sprint Bike Lumezzane, S. Maria Sulzano, Marmentino. Anche la pianura non tace, ma batte un colpo con le prove a Manerba, Castelmella, Villachiara Trigolo e Ospitaletto. Da maggio a ottobre si svolgerà il Challenge Campionato Italiano di Regolarità 2011 Brescia-Cremona-Reggio Emilia. Infine un pensiero ai bambini che avranno ricevuto una bicicletta in dono da S. Lucia. È intenzione del gruppo giudici – in collaborazione con le società – creare un circuito per i piccoli per portarli a conoscere e apprezzare le due ruote vivendo uno sport a contatto con la natura.
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LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
Invalidi fino ai 65 anni? Egr. direttore, le chiedo uno spazio su “Voce” per segnalare un problema, secondo me, importante, che riguarda il mondo degli invalidi. Forse non tutti sanno che nella nostra città è a disposizione delle persone invalide non autosufficienti (escluse perciò dal servizio di trasporto pubblico), un servizio alternativo, sempre pubblico di trasporto, chiamato H.Bus (handicap-bus). Esso è sostenuto sia dalla sensibilità delle Amministrazioni che dalla generosità dei bresciani, ma è poi concretamente realizzato, in modo perfino commovente, da autisti molto disponibili e premurosi, veramente ammirevoli. Tali autisti, spesso, realizzano con le persone disabili, dei rapporti fraterni e di amicizia. Io credo che questo servizio sia veramente prezioso, non solo perché i valori spesso solo proclamati, qui trovano una concreta attuazione, ma anche perché permette a tanti di noi di avere una vita di relazione po’ più normale, autonoma e di muoversi, almeno, per le necessità vitali: “Fare le spese per la famiglia, tenere i contatti con gli insegnanti dei figli, frequentare l’università o anche semplicemente andare al cinema” ecc. Tutte cose che possono sembrare semplici per chi non ha difficoltà a svolgerle, ma che diventano invece motivo di sofferenza ulteriore per chi deve sempre dipendere dagli altri. Ciò che, infatti, più angoscia le persone non autosufficienti non è il dolore o la morte
ma la solitudine e l’esclusione dalla vita sociale e di relazione. Per attenuare questa paura, ci vogliono certamente coraggio e impegno personale, ma anche politiche sociali lungimiranti: il servizio H.Bus fa parte di questa logica. Ciò che, però, è grave, è che inspiegabilmente, questo servizio cessa al compimento del 65° anno di età: quasi che, a quest’età, una persona invalida non abbia più impegni personali o famigliari o non sia più in grado di fare ancora ciò che faceva prima... Dopo un grave incidente sportivo, anch’ io, ancora abbastanza giovane, utilizzo questo servizio (senza il quale nella mia famiglia, non piccola, aumenterebbero i disagi). Ma parecchi miei amici da questa norma che mi pare ingiusta, sono stati veramente penalizzati. Mi chiedo e spero che qualche amministratore pubblico sensibile e responsabile si prenda a cuore il problema per trovare una soluzione ragionevole. Monica Paganuzzi
Una mancanza di rispetto Egr. direttore, mi sono chiesta se Eugenia Roccella, un tempo accesa femminista e ora sottosegretaria al Ministero per la salute, abbia figli. Me lo sono chiesta dopo aver letto il comunicato stampa in cui dichiara che il 9 febbraio, giorno della morte di Eluana Englaro, sarà dedicato alla Giornata nazionale degli stati vegetativi, “un’occasione preziosa in più per ricordare a tutti noi quanto è
Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it
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degna l’esistenza di tutti coloro che vivono in stato vegetativo e non hanno voce per raccontare il loro attaccamento alla vita”. Mi sono chiesta se Eugenia Roccella abbia figli perché la scelta della data e il conseguente ulteriore giudizio negativo sulla scelta della famiglia Englaro appaiono ancora una volta, al di là delle dichiarazioni ufficiali, espressione di una totale mancanza di rispetto per chi opera scelte diverse da quelle considerate moralmente corrette da Roccella &c.
Credo che, al di là di ogni valutazione politica, chi ha figli china il capo e non si permette di giudicare; anche se non condivide tace e prova empatia per una scelta così difficile come quella dei genitori di Eluana; non contrappone la scelta di chi accudisce un figlio in stato vegetativo rispettandone dignità e volontà alla scelta di chi sceglie di rispettarne dignità e volontà interrompendo i supporti che la medicina e la tecnologia possono dare e lasciando che la natura faccia il suo corso. Nessuno ha
18 dicembre 1865 Con il 13esimo emendamento della Costituzione ratificato in questo giorno, gli Stati Uniti aboliscono la schiavitù
19 dicembre 1984 Cina e Gran Bretagna siglano un accordo per il ritorno alla sovranità cinese del territorio di Hong Kong
Omnibus
Avvenimenti 17 dicembre 1903 Dopo molti tentativi i fratelli Orville e Wilbur Wright riescono a volare a bordo dell’aeroplano da loro costruito
Le ricette della settimana Mezze penne alle mandorle
Fettuccine al mais
Ingredienti: 350 g di mezze penne, 50 g di mascarpone, 50 g di mandorle pelate e tostate, 25 g di burro, 2 cucchiai di latte, formaggio parmigiano grattugiato, sale, una presa di pepe.
Ingredienti: 400 g di fettuccine all’uovo, 350 g di mais in scatola, 300 g di pisellini surgelati, 100 g di panna, mezza cipolla, formaggio grana grattugiato, olio extravergine d’oliva, burro, sale, pepe.
Preparazione: Tritare finemente le mandorle. Sciogliere il burro in una padellina, versarvi le mandorle e lasciarle insaporire a fuoco medio. Unire 2 cucchiai di latte, il mascarpone, il parmigiano e una presa di pepe. Amalgamare a fuoco basso e aggiustare di sale. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, scolarla e condirla con la salsa calda.
Preparazione: Far soffriggere la cipolla tritata in una casseruola con olio e burro; unire il mais, i piselli, il sale, il pepe e far cuocere coperto per circa 20 minuti; versare la panna e cuocere ancora per 5 minuti. Cuocere le fettuccine al dente in abbondante acqua salata, condirle con la salsa preparata e il grana e servire.
LA VOCE DEL POPOLO 17 DICEMBRE 2010
diritto di ergersi come paladino della vita tacciando gli altri di morte e meno ancora si dovrebbe fare in nome di un Dio nominato invano da chi non ha neppure coltivato la virtù civica della compassione, da chi si erge padrone di un Dio costruito a propria misura. Gisella Bottoli
A margine della gru Egr. direttore, ne parlava il priore Enzo Bianchi, in un’intervista. È un concetto straordinario, ma forse ancora poco considerato, esplicitato da Giovanni Paolo II in occasione della Giornata mondiale della pace del 2002: “Non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza perdono”. Esso, che richiama al contempo l’“ubuntu” praticato da Nelson Mandela e dal vescovo Desmond Tutu per la pacificazione del Sud Africa, dà l’impressione della vera stella cometa da per-seguire nel rapporto con i fratelli, anche stranieri, da parte delle istituzioni e della politica. Forse, lo “ius” ha sempre tentato di applicare qualcosa di simile con il prevedere le cosiddette “attenuanti” in caso di infrazione della norma e, da un certo punto di vista, la possibilità di difesa e accusa nel dibattimento e dei molteplici gradi di giudizio si potrebbe dire tendano all’accertamento di una verità il più giusta-misericordiosa possibile. Così come il dettato che spinge alla funzione riabilitativa della pena comminata. Ma siamo ancora nell’ambito, pur evo-
luto, della giustizia retributiva di matrice laica. Ora per un mondo veramente pro-gredito, occorrerebbe quella misericordia, quel gratis, di cui il perdono (perdono) è espressione. Ciò che a me sempre richiama quel “c’è molta più gioia nel dare che nel ricevere” di San Paolo. E allo stesso modo si possano superare le ormai viete categorie di egoismo/ altruismo in nome della vera felicità attraverso la concordia che nasce dalla misericordia. Così come, di converso, si può constatare nell’osservare quanta acrimonia possa fomentare nel nostro animo la pretesa di giustizia. Quella stessa che spingeva alcuni anziani pensionati “perbene”, sotto la gru, a incitare le forze dell’ordine a “mandare su i salami ai marocchini, così scendono”. In quel momento ho sentito tutto lo strazio perché la nostra umanità, nonostante la Buona Notizia, è ancora incistata in una primordialità che fatica a riconoscere come propria (e per questo assai più pericolosa). Così, altro non ho potuto, in quel momento, che pregare per tutti noi, che tendiamo inconsapevolmente a perpetuare l’idea che non siamo in grado di perseguire davvero la somiglianza con Dio. Al contrario, ci manifestiamo come membri di una massa dannata, tanti Caino in continua lotta fratricida, discepoli narcisi e disperati per stabilire “chi è il migliore”. La questione sembra paradossalmente complicarsi ed è la seguente: chi è il mio prossimo? Chi sono “gli ultimi”? Quelli sulla gru? Oppure anche gli anziani inaciditi, forse dal
proprio stesso benessere che difendono digrignando i denti? I politici nel loro autoreferenziale “orto concluso”? Le forze dell’ordine, prigioniere anch’esse di un vecchio sistema di concepire l’ordine medesimo? Io stesso? Mi sovviene la lettera pastorale del Vescovo “Tutti siano una cosa sola”. Forse, si tratterebbe di poter renderci conto di “che cosa” siamo e così, sbalorditi per averlo finalmente compreso, pregustare fin d’ora la gioia di saper davvero di essere già, da sempre, una cosa sola. Del resto, non lo intuiamo, quando ci diciamo appartenenti al “genere umano”? Un mese fa, un alunno maghrebino, con un velo di sfida negli occhi, mi ha preso da parte per chiedermi il senso della Trinità, che non capiva. Ho cercato di “spiegarglielo” ma lui, rotolando più volte tra sé le parole quasi fossero un mantra sbagliato, non si capacitava di come possa essere un Dio in tre persone che rimane uno. Alla fine ci siamo lasciati con un apparente “nulla di fatto”, ma il sorriso di saluto diceva ben altro. Dopo quello scambio mi par di capire questo: la questione non è quella che qualcuno aderisca o meno “con la testa” a una verità di fede. Di fatto, con quel ragazzo si è creata una relazione (cioè è passato Amore) e né lui né io, quando ora ci reincontriamo in aula o nei corridoi della scuola, possiamo più prescindere da ciò. E so, per certo, che è un giovane uomo con il quale ben difficilmente potrò “fare guerra”. Com’è semplice Amore... com’è difficile amare. Giammaria Manerba
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Al balletto con “Voce” Vinci due biglietti per il balletto “Lo schiaccianoci” in programma venerdì 31 dicembre (ore 21.30) al PalaBrescia, promosso da Agimus con il Russian Classical Ballet of Moscow e i solisti del Teatro Bolshoi. Alla conclusione dello spettacolo brindisi di mezzanotte con spumante e panettoni. Spedisci il tagliando entro il 24 dicembre a “Al balletto con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia.
“Lo schiaccianoci”
Nome Cognome Telefono
IN COLLABORAZIONE CON:
VOCESAS
20 dicembre 1963 Per la prima volta viene aperto il Muro di Berlino per il periodo festivo. Durante le feste natalizie oltre 4000 berlinesi delle due Germanie si scambieranno visite
21 dicembre 1948 L’Eire, già Stato libero d’Irlanda, proclama la propria indipendenza dalla Gran Bretagna
L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane D.: Dai conteggi fatti ho raggiunto 40 anni di contributi il 16 dicembre di quest’anno ed essendo un commerciante dovrei andare in pensione da luglio del 2011. Vorrei sapere cosa fare per avere la certezza del mio pensionamento. R.: Maturando i requisiti pochi giorni prima della fine dell’anno e considerando che dal 2011 entrerà in vigore il nuovo sistema di decorrenze, è opportuno che lei si accerti di avere 40 anni di contributi. Le consiglio quindi di presentare all’Inps una domanda di estratto conto certificativo ex art. 54 legge 88/89, prestando comunque attenzione, anche tramite l’aiuto di un ente di patronato, ai redditi di lavoro autonomo che l’Inps deve ancora verificare, poiché questi, in taluni casi, potrebbero essere oggetto di contrazione e quindi far slittare il momento in cui matura il requisito pensionistico.
22 dicembre 1989 A Berlino, la Porta di Brandeburgo riapre dopo quasi 30 anni, ponendo termine definitivamente alla divisione fra Germania Est e Ovest
23 dicembre 1990 Una schiacciante maggioranza di sloveni vota per la secessione della propria Repubblica dalla Jugoslavia
I “Porta Voce” di Bienno Nella fotografia i chierichetti di Bienno che si sono presi l’impegno di distribuire e diffondere “La Voce del Popolo” alla fine di ogni Santa Messa all’interno della loro parrocchia. Il 40% del ricavato della vendita delle copie servirà a finanziare la gita di fine anno. Con l’entusiasmo che li contraddistingue, i ragazzi stanno svolgendo un compito pastorale: si possono definire animatori della cultura e della comunicazione. La speranza è che la loro iniziativa possa essere imitata e portata avanti anche da altre realtà parrocchiali (gruppi di persone o associazioni).