La Voce del Popolo 2011 01

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DEL POPOLO

LAVOCE Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - € 1,00

n° 1

Bellezza di Francesca Bernacchia

Amore, creazione e fede stanno nell’ordine del “non necessario” (cfr. E. Bianchi, “Per un’etica condivisa”, 47: “La fede non è il risultato di una necessità”); entrano nell’area dell’inutile gratuità: come la bellezza. Non c’è ragione alla bellezza. Essa è il di più che non serve, è l’inutile che si rende necessario e vitale. Lo stupore è lasciarsi raggiungere da ciò che esce dal computo. La bellezza, intimo splendore delle cose, traluce come da alabastro attraverso le carni, pupille, gesti, eventi di natura. Echi di cuore che non sai trattenere. Simile a felicità, il sobbalzo ti esce dal petto; non comprendi perché proprio a te: proprio a te è accaduto, come epifania, di “vedere” un frammento. Dono di occhi dentro gli occhi, e anche di parole che sanno raggiungerti inattese, uscendo dalle cose, come messaggi segreti. La bellezza è riverbero interiore di qualcosa che è dato. È la gloria delle cose, intimo valore di ognuno: beati gli occhi che vedono, nei rari istanti della rivelazione.

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SETTIMANALE SETTIMANAL SETTIMANA ANAL DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 7 GENNAIO 2011

Contro ogni violenza L’ tt t t d L’attentato dell 31 di dicembre b scorso ad d Alessandria Al d i d’Egitto d’E itt è un “vile gesto di morte” che “offende Dio e l’umanità intera”. Queste le parole di Benedetto XVI che esorta le nazioni a impegnarsi “a garantire la libertà religiosa, via della pace”. Su Voce, padre Ibrahim Faltas della Custodia di Terra Santa racconta: “È una sfida essere cristiani in queste terre”


sommario Il fatto Libertà religiosa. Vicinanza per sconfiggere l’intolleranza

Un viaggio di mille miglia comincia con un passo (Lao Tze)

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Brescia: prende forma il restauro della chiesa di Santa Rita

a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti Haiti. La Caritas vicina a un Paese che soffre

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a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia La carità della Chiesa al servizio dei più deboli

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di Bruno Schettino

Paesi e parrocchie Gottolengo. Il fermento culturale della Bassa

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di Franco Piovani

Provincia. Fra turismo e sede unica

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di Vittorio Bertoni

I pappagallini comunisti

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di Mario Nicoliello

Viaggi. Istanbul, la porta d’oro fra l’Oriente e l’Occidente

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di Betty Cattaneo

Economia e lavoro Aato. Il servizio idrico del futuro

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Nasce in città il “Club di territorio”

Sta prendendo forma il restauro conservativo della chiesa di Santa Rita (S. Faustino in Riposo). I lavori (la fase di progettazione e la direzione è affidata agli architetti Roberto Pellegrini e Maria Paola Montini) dovrebbero essere conclusi per la primavera 2011; l’obiettivo è quello di portare a termine l’intervento entro il 22 maggio, festa di Santa Rita, data nella quale migliaia di persone arrivano nella piccola chiesa da ogni parte della provincia per pregare la Santa “degli impossibili”. Le basse temperature registrate nel mese di dicembre non hanno consentito di procedere secondo programma. È stata colta anche l’occasione di procedere con delle tassellature su alcuni punti significativi posti sulla cupola, sul cornicione circolare, sugli archi delle porte, su pareti e basamenti al fine di verificare la stratigrafia muraria e l’eventuale presenza di decorazioni sottostanti. Si è constatata la condizione dell’intonaco originale non ottimale; tale intonaco, inoltre, nelle zone inferiori della cupola è interessato da diffuse efflorescenze saline e muffe, causate da infiltrazioni d’acqua e depositi di materiali accumulatisi all’interno del campanile. Dai saggi stratigrafici è stata rilevata la presenza di linee di incisione sull’intonaco: questa scoperta fa presupporre la presenza di un disegno preparatorio (sinopia). Per quanto riguarda l’attribuzione e la datazione non esistono studi o informazioni storico-bibliografiche sull’affresco. La tipologia delle incisioni ritrovate lascia presupporre che possano risalire a un periodo compreso tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento: rimandano, inoltre, ad alcune decorazioni restaurate presso le chiese di S. Giorgio in via Gasparo da Salò e dei Santi Faustino e Giovita. Questa scoperta testimonia una volta di più la costruzione unica di questo scrigno, custode della fede dei bresciani.

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di Franco Armocida

Ho sempre coltivato qualche dubbio sugli allarmi che da destra vengono sollevati a proposito dei comunisti e del potere che ancora hanno nella nostra società (sempre a dare ascolto alla destra). Ascoltando queste accuse, sappiamo che non si chiamano più comunisti, ma restano dappertutto: alla Rai, a Mediaset, alla Mondadori, per non parlare di “Repubblica” (il covo principale) e del “Corriere”, al Quirinale, alla Corte costituzionale; e anche a Palazzo Chigi c’è il pieno di comunisti. Nella scuola domina la cultura comunista. In verità sulla scuola ci sarebbe da riflettere un po’ perché l’ignoranza non ha partito. È certamente comunista il Tg1 perché riporta solo le notizie ufficiali del governo (come la “Pravda” della Mosca di Stalin) e poi aggiunge qualcosa a proposito della raccolta dei funghi: niente pane e molto…

Mollica. Il Vaticano è una delle poche zone incontaminate, ma in giro c’è una marea di catto-comunisti che un giorno o l’altro eleggeranno un antipapa. E saranno cavoli amari. Premesso che possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che i comunisti non mangiano più i bambini come una volta, sul resto anch’io ho qualcosa da dire. Mi ha aperto gli occhi un episodio che, quando lo racconto, tutti pensano che me lo sia inventato e invece è vero. Alla vigilia di Natale sono andato a fare gli auguri a mia sorella e mentre mi intrattenevo con lei, con mio cognato e mio nipote, ho sentito un rumore strano. Ho chiesto cosa stava succedendo e mia sorella mi ha spiegato che in quel momento avevo ricevuto il saluto ufficiale dei suoi due pappagallini. Mi sono avvicinato incuriosito e ho chiesto se erano destinati a crescere e se avrebbero avuto

Sport Calcio. Se i conti tornano, affari per sei miliardi

LA VOCE DEL POPOLO

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di Mario Nicoliello

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Giacomo Canobbio

Povera e libera Nave: il Forum delle Associazioni per la riscoperta del bene comune

Un gruppo di Associazioni di Nave ha intrapreso un percorso di confronto e riflessione sulla qualità dell’impegno civico all’interno della comunità. In proposito è stata fatta una valutazione che evidenzia l’indebolirsi dei legami sociali e la crisi dei tradizionali strumenti di rappresentanza che hanno portato in questi ultimi anni a un significativo affievolimento della partecipazione dei cittadini. Dalla condivisione di questa preoccupazione è nata l’idea di pensare e proporre momenti di incontro per promuovere la consapevolezza del ruolo del cittadino come soggetto attivo nella vita quotidiana della comunità e la partecipazione di tutti alla ricerca e realizzazione del bene comune. Le Associazioni si propongono come corpo intermedio tra il cittadino e la società, un luogo di realizzazione del desiderio di migliorare la società, di contribuire all’interesse della collettività per la costruzione di una città più umana. Con questo spirito nel mese di gennaio sono stati promossi due incontri: il primo venerdì 14 gennaio sul tema “La comunità: dalle origini ai giorni nostri”, con l’intervento del sociologo Aldo Bonomi che illustrerà il concetto di comunità, la sua origine e il suo sviluppo e della giornalista Annachiara Valle, direttrice della rivista “Madre” che esaminerà l’evoluzione del termine comunità nell’attuale contesto culturale. Il secondo martedì 18 gennaio su “La comunità: ripartire da …”, con l’intervento del pedagogista Giuseppe Mari, docente dell’Università cattolica che svilupperà il tema dei valori necessari per ricostruire una coscienza comunitaria e della ricercatrice Monica Amadini, docente dell’Università cattolica, che approfondirà il tema dei processi di partecipazione alla vita comunitaria. Gli incontri si tengono alle 20.30 presso il teatro San Costanzo di Nave.

anche l’uso della parola. Niente da fare: resteranno piccoli e non parleranno (deo gratias, perché di pappagalli che parlano, e che scrivono, ce ne sono in abbondanza, me compreso – ndr). In compenso, ha continuato mia sorella, fanno un baccano infernale quando sentono in tv (la gabbia è collocata nei pressi dell’apparecchio) la voce di Emilio Fede. Se si vuole ascoltare quello che dice l’esimio giornalista bisogna portare altrove la gabbia con i suoi ospiti. Lì per lì non mi sembrava una tragedia, ma poi ho riflettuto e in primis ho pensato: ma guarda di cosa sono capaci questi comunisti! Hanno catechizzato dei poveri pappagallini, costringendoli a perseguitare Emilio Fede. Che poi, diciamocelo, non è il peggio in circolazione. In secundis ho ammonito i miei familiari che con quelle due bestiole, in caso di elezioni anticipate, potrebbero avere grossi guai a causa della par condicio. Non mi hanno preso sul serio e allora ho provveduto per loro. Mi sono procurato

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due pappagallini e li sto addestrando. Quando va in onda Santoro mi metto a fare baccano per indurli a imitarmi (se no che pappagalli sono?). Finora non ho ottenuto grandi risultati. Anzi, al primo tentativo c’era con Santoro un La Russa, fuori di sé più del solito, che urlava come un indemoniato e adesso i miei pappagallini gracidano quando sentono la sua voce, stridula di suo. Forse non c’è niente da fare: tutti i pappagallini sono comunisti fin dalla nascita, una versione animalesca del peccato originale. Ps. Sempre prima di Natale, Barbara Berlusconi ha rilasciato un’intervista in cui critica la ministra Mara Carfagna ricordando che è passata dai Telegatti al governo e pure si lamenta. Senti chi parla. Lei, Barbara, non ha certo fatto la trafila perché è entrata subito nei consigli di amministrazione dei Telegatti e dei Telecani. Mentre i giornali la inseguono e la intervistano a più non posso perché è un genio. Il cognome che porta non conta niente.

Associato

Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

Nell’omelia del 9 novembre 2009 Benedetto XVI sorprendeva i numerosi fedeli bresciani che riempivano piazza Paolo VI e le vie attigue augurando che la nostra Chiesa fosse libera e povera. Forse pochi si sono domandati che cosa volesse dire il Papa. La pioggia battente può darsi abbia impedito di prestare debita attenzione a quelle parole. Ma anche chi nei giorni successivi ha letto quell’augurio forse l’ha presto dimenticato: succede spesso che nel contesto di miriadi di messaggi qualcuno di essi (in genere i più scomodi) venga presto dimenticato; e succede pure che le immagini prendano il sopravvento sulle parole. A distanza di più di un anno pare opportuno riprendere quell’auspicio e lasciarsi da esso provocare. L’occasione è data dalle polemiche che nei mesi scorsi hanno occupato sia le pacate riflessioni sia il pettegolezzo. L’irritazione che traspariva dalle parole dei contendenti sembrava andare al di là di quella che abitualmente connota l’agone politico: riguardava infatti anche valutazioni di carattere ecclesiale, anche solo perché alcune persone coinvolte erano esponenti di movimenti ecclesiali o presbiteri. Sembra ovvio (benché non debba esserlo) che quando si entra nell’ambito politico anche gli stili della comunicazione si colorino delle brutte abitudini dei politici. Sorprende tuttavia che nella Chiesa si confonda impeto verbale con profezia, che ci si senta emarginati perché non approvati, che si voglia affermare la propria posizione appellandosi a qualche autorità, che si rivendichi il diritto alla propria visione contestando la legittimità di un’altra. La politica, con i suoi vizi, è sembrata invadere le comunità cristiane e in alcuni casi lacerarle. A molti pare che la soluzione ai conflitti potrebbe consistere nel non permettere che le scelte politiche diventino oggetto di discussione in ambito ecclesiale, in nome della fine del collateralismo dei cattolici con un partito e più ampiamente della laicità della politica, come se la laicità chiedesse neutralità. Ci si potrebbe domandare cosa abbia a che fare tutto questo con le parole del Papa citate in apertura. Eppure se si riflette sui due aggettivi “libera e povera” non si fatica a capire che esse suonano a proposito. Libertà infatti coincide con indipendenza dai poteri politici. Ma indipendenza non equivale a equidistanza o indifferenza, quasi non si debbano esprimere giudizi quando si tratti del bene comune. Libertà significa piuttosto capacità di valutare le scelte senza il timore di perdere eventuali favori; significa altresì coraggio di parlare in nome dei più deboli senza paura di irritare chi compie azioni ingiuste; significa ancora cooperazione in vista della costruzione del bene comune, ma senza soggiacere a ricatti; significa infine lucida valutazione delle conseguenze del proprio agire. Va messo in conto che la tentazione di cercare alleanze politiche ha attraversato la storia della Chiesa e anche oggi è dietro l’angolo: a volte la diplomazia, necessaria sempre nelle pubbliche relazioni – non si può confondere profezia con aggressività –, rischia di trasformarsi in compromesso, certo in nome di un bene più grande, che però alla fine potrebbe rendere meno liberi, benché più forti. Si raggiunge così il secondo termine usato dal Papa, “povera”, da intendersi in senso biblico: una Chiesa (ma anche movimenti ecclesiali), che non si affida ad alleanze potenti per cercare protezione, poiché trova solo in Dio il suo sostegno. La povertà è la condizione della libertà. Nelle polemiche dei mesi scorsi è risuonata più volte la parola conversione. Perché non vedere nelle parole di Benedetto XVI una indicazione di itinerario? Per tutti.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Libertà religiosa Dopo l’attentato in Egitto

Vicinanza per sconfiggere l’intolleranza Padre Ibrahim Faltas, di origini egiziane, ha commentato le difficoltà a cui sono sottoposte le comunità cristiane in Egitto e in tanti altri Paesi mediorientali. Brescia, su più versanti, è attenta al tema

L

L’attentato del 31 dicembre scorso contro la comunità cristiana copta compiuto ad Alessandria d’Egitto che ha provocato 22 morti è stato definito da Benedetto XVI un “vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene”, che “offende Dio e l’umanità intera”. Le parole del Papa hanno provocato la reazione dello sceicco Ahmed Al Tayeb, grande imam di Al Azhar, che ha parlato d’ingerenza e di “intervento inaccettabile negli affari dell’Egitto”. Le dichiarazioni del responsabile sunnita, che pure ha condannato l’attentato e annunciato l’istituzione

a cura di Massimo Venturelli L’attentato alla chiesa copta di Alessandria d’Egitto

di un comitato misto con la Chiesa copta per risolvere le tensioni tra le due comunità, hanno contribuito ad alimentare le proteste cristiane verso il governo e i musulmani al punto che inizia a circolare l’ipotesi che possano essere cancellate le celebrazioni del Natale copto del 7 gennaio. Quello perpetrato nei giorni scorsi ad Alessandria d’Egitto è solo l’ultimo di una serie di episodi di violenza e di intolleranza nei confronti delle comunità cristiane che, fra mille difficoltà, cercano di sopravvivere nei Paesi dell’area mediorientale. Una situazione che padre Ibrahim Faltas, economo della Custodia di Terra San-

ta a Gerusalemme, ha commentato nei giorni scorsi ai microfoni di RadioVoce (l’intervista integrale è disponibile sul sito www.radiovoce.it, ndr). Il francescano nato proprio ad Alessandria d’Egitto è ancora turbato per quanto avvenuto nella sua città natale non solo perché la chiesa copta dove è avvenuto il massacro è a pochi metri dalla casa dei suoi famigliari, ma anche per lo stato di abbandono in cui versano le comunità cristiane dell’Egitto. “Sono ormai da 21 anni in Terra Santa – afferma il religioso – e questo lasso di tempo mi ha dato più volte modo di realizzare come ad una vicinanza spirituale e

materiale per le comunità cristiane presenti in queste zone non corrisponda analogo atteggiamento nei confronti dei cristiani egiziani”. Solo dopo l’attentato alla chiesa copta di Alessandria d’Egitto la comunità internazionale si è accorta di una realtà lasciata sola. “È una dimenticanza dolorosa – afferma ancora padre Faltas – perché perpetrata nei confronti di quella che probabilmente è, con i suoi 10 milioni, la più numerosa comunità cristiana del Medio Oriente”. Non sa spiegarsi l’economo della Custodia di Terra Santa a cosa sia dovuta questa differenza di atteggiamento. “Nei confronti delle comunità cristiana

Dal Pakistan alle Filippine

Sempre più vasta la mappa della sofferenza e della violenza Sono molte le comunità cristiane sotto assedio nel mondo. Pakistan, India, Iraq, Nigeria, Filippine sono con l’Egitto i Paesi in cui più forti sono le tensioni a cui sono sottoposte le comunità cristiane. Quello appena trascorso è stato un Natale all’insegna delle proteste in Pakistan. Il 24 dicembre i musulmani hanno indetto una provocatoria manifestazione di protesta contro l’appello dei cristiani per abolire la controversa legge sulla blasfemia. La situazione dei cristiani in India rimane fortemente a rischio: a Mumbai è stata diramata un allerta contro possibili attacchi terroristici mentre nell’Orissa i cristiani hanno festeggiato il Natale in un clima di terrore e minacce. I fondamentalisti indù avevano infatti annunciato un raduno nel distretto di Kandhamal in memoria di un membro della loro tribù, Khageswar Mallick, che nel 2007 rimase ucciso mentre tentava di assalire una chiesa. I fedeli hanno sfidato la paura e celebrato lo stesso il Natale, guardati a vista da un forte schieramento di poliziotti. Nonostante la Costituzione indiana garantisca il diritto alla libertà re-

ligiosa, a livello locale rimangono vigenti leggi anti-conversione contro i cristiani. Il piano di sicurezza del governo iracheno ha funzionato ma per le comunità cristiane è stato un Natale all’insegna del lutto e della paura perché nel Paese non sono mancati attacchi dinamitardi contro abitazioni di iracheni di fede cristiana in diverse zone di Baghdad. Gli attacchi sono stati rivendicati dal sedicente ‘Stato Islamico dell’Iraq’, organizzazione che costituisce la principale branca locale di ‘al-Qaedà: si tratta dello stesso gruppo ultra-radicale che sempre nella capitale del Paese arabo due mesi fa, il 31 ottobre, perpetrò il massacro nella Basilica siro-cattolica di ‘Nostra Signora della Salvezza’ Situazione ad alto rischio in Egitto, dove vive una forte comunità cristiana (circa il 10% della popolazione) e dove, come noto, nella notte di capodanno un’autobomba esplosa davanti alla chiesa copta di Alessandria di Egitto ha causato 22 morti. I cristiani egiziani lamentano forti discriminazioni e affermano di essere considerati cittadini di serie B. Ancora fresca nella memoria, inoltre, è la strage

avvenuta vicino Luxor il 7 gennaio 2010, in occasione della Natività copta, quando i fedeli che uscivano dalla messa di mezzanotte furono aggrediti da un islamista armato, che uccise sei persone. Misure di sicurezza sono state rafforzate anche in Nigeria dopo i sanguinosi attacchi ai cristiani. L’Onu ha dato il suo sostegno al governo di Goodluck Jonathan per gli sforzi compiuti mentre il segretario generale, Ban Ki-moon, si è detto costernato per le violenze contro i cristiani che hanno causato tante vittime innocenti. La nazione ha una popolazione stimata di oltre 150 milioni di abitanti, equamente suddivisi tra cristiani (Nigeria meridionale) e musulmani (al nord). Il teatro di maggior criticità è appunto Jos, confine ideale tra il nord musulmano e il sud cristiano. Nelle Filippine durante la messa di Natale, una bomba è esplosa sul tetto di una chiesa cattolica dell’isola di Jolo, ferendo il sacerdote e cinque fedeli. L’isola è una roccaforte di Abu Sayyaf, un gruppo legato ad Al Qaeda, responsabile dell’attacco.


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

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L’esperienza di Brevivet

Da pellegrini vicini alle Chiese di frontiera

Padre Ibrahim Faltas

dell’Egitto – continua – non avverto quell’amore e quell’attaccamento da parte di tutti gli altri cristiani che invece avvertiamo ogni giorno in Terra Santa”. In tale situazione, sottolinea il religioso, diventa quanto mai difficile per i cristiani professare la loro fede. “Vivere da cristiani in Egitto – continua – è una sfida difficile, impegnativa. Per questo è necessario che i cristiani sparsi nel mondo tornino a far sentire la loro vicinanza a questi fratelli oggi più che mai sotto assedio”. Molto, per padre Faltas, dipende anche dalla politica perché laddove si è mossa nell’ottica della convivenza alcuni risultati sono stati conseguiti.

Da sempre è una delle cifre distintive dei suoi pellegrinaggi e dei suoi viaggi religiosi. Brevivet, che ha portato negli anni centinaia di migliaia di pellegrini, nei più importanti luoghi della fede, ha scelto di mettere al centro delle sue proposte anche il contatto con le comunità cristiane dei luoghi visitati. “Nel programma dei nostri viaggi – ricorda Giovanni Sesana, presidente di Brevivet – sopratutto quelli nei Paesi del Medio Oriente e in quelle realtà in cui sono presenti comunità cristiane, abbiamo sempre inserito un contatto con queste realtà”. Un contatto che non si è limitato a scelte logistiche (l’utilizzo di chiese per le celebrazioni religiose in programma”, ma si è tradotto nella volontà di incontrare, di conoscere quelle realtà “di frontiera”, che vivono sulla propria pelle condizioni di cui in questi tempi si parla diffusamente come persecuzioni, intolleranza, etc. “Si è sempre trattato di esperienze edificanti che hanno permesso la costruzione di rapporti profondi” sono ancora considerazioni di Giovanni Sesana. In occasione del recente Anno paolino i pellegrini di Brevivet hanno avuto modo di incontrare nel corso dei loro viaggi quelle comunità cristiane che, in mezzo a mille problemi, vivono la loro fede in Turchia, sentendo dalla viva voce di questi testimoni diretti cosa significhi vivere da cristiani in contesti tanto difficili. Questa vicinanza spirituale si è spesso affiancata quella materiale. “Grazie alla sensibilità dei nostri pellegrini – continua il presidente di Brevivet – abbiamo potuto sostenere anche concretamente Chiese e comunità che conoscono tante limitazioni”. Un esempio per tutti. Negli anni scorsi Brevivet con le sue proposte ha aiutato una clinica voluta a Tunisi dall’allora vescovo Twal, oggi patriarca di Gerusalemme. Le Chiese incontrate hanno bisogno di questa vicinanza, di questa testimonianza che le fa sentire meno sole, ricorda ancora Sesana. Proprio come più volte auspicato anche da Benedetto XVI.

L’Accademia cattolica

Scelta “profetica” Le violenze a cui sono sottoposte tante comunità cristiane nel mondo rende quanto mai attuale L’obiettivo che si è data l’Accademia cattolica nata recentemente a Brescia. La scelta di dedicare l’anno 2011-2012 alle interpretazioni teoriche del rapporto tra religioni e convivenza civile è di grande importanza per indurre una riflessione anche in sede locale su un tema che, pur avendo una portata che supera i confini locali, può avere importanti ricadute anche nel contesto in cui l’Accademia si muove.

Giovanni Sesana e il patriarca greco-melchita cattolico Gregorios III a Damasco

Mons. Monari il 1° gennaio

Libertà religiosa e pace Anche il vescovo Luciano Monari nel suo Pontificale di inizio anno in Cattedrale non ha mancato di ricordare le violenze di poche ore prima nella chiesa copta di Alessandria d’Egitto. La sottolineatura è avvenuta all’interno di un’omelia dedicata al tema della pace. Il Vescovo ha ricordato come Benedetto XVI nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace celebrata il 1° gennaio scorso sia stato sollecitato a una riflessione sulla libertà religiosa come via per la pace proprio dalle violenze e dalle persecuzioni a cui sono state sottoposte tante comunità nel mondo. Il Papa, che al momento di stendere questo importante messaggio non poteva sapere cosa sarebbe capitato ad Alessandria d’Egitto a poche ore dal 1° gennaio, pensava soprattutto alla Chiesa irachena oggetto di frequenti attentati che rendono sempre più massiccio l’esodo dei suoi membri verso Paesi più tranquilli. “Il secolo XX – ha affermato al proposito il vescovo Monari – è stato giustamente definito il secolo dei martiri a motivo del numero impressionante di persone perseguitate e uccise per la loro fede religiosa e purtroppo le prospettive per il futuro non sono affatto promettenti. L’attentato sanguinoso ad Alessandria d’Egitto contro una chiesa copta ne è purtroppo un’ulteriore dimostrazione”. Di qui il Vescovo ha preso le mosse per una ulteriore riflessione sul rispetto della libertà religiosa come cartina tornasole per il rispetto di tutti gli altri diritti umani.


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Opinioni

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

di Savio Girelli

di Mario Nicoliello

Liturgia

Università

Una riforma che lascia perplessi Qualche giorno prima di Natale il disegno di legge Gelmini ha passato l’esame definitivo del Parlamento, diventando una norma dello Stato. Così, due anni dopo l’emanazione delle prime linee guida, la riforma dell’Università ha visto finalmente la luce. Positiva o negativa? Esprimere un giudizio secco sul provvedimento pare cosa azzardata. Soltanto con l’emanazione dei decreti attuativi e con i primi provvedimenti concreti si capirà se le motivazioni alla base della riforma saranno davvero concretizzate. Al momento qualche perplessità permane. Merito, autonomia e responsabilità: questi i principi ispiratori della riforma che sono stati più volte sbandierati dal Ministro. Ebbene, sembra difficile perseguire l’autonomia e la responsabilità, se tutto si decide a livello centrale e se gli atenei sono considerati tutti uguali. Un discorso a parte va fatto per la meritocrazia. Tanto si è detto e scritto circa l’attuale completa assenza di merito negli atenei, e sulla necessità che la riforma rappresentasse una svolta in tale direzione. Indipendentemente da ciò che sarà, una cosa appare chiara sin da subito: il merito non è compatibile con la totale assenza di risorse destinate a finanziarlo. Pare proprio essere l’aspetto finanziario, quindi, il tasto dolente di tutta l’impalcatura scaturente dalla riforma. Senza fondi non si va da nessuna parte. Se si decide di riformare un settore, e nello stesso tempo si decide di tagliare le risorse, non ci si può lamentare se gli intenti di partenza non vengono raggiunti. Qualche riga per evidenziare alcuni aspetti apprezzabili della riforma. A cominciare dal limite massimo al mandato dei rettori di complessivi 6 anni. Si ridurranno anche i settori scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (con un minimo di 50 ordinari per settore). Riduzione molto forte anche delle facoltà, che potranno essere al massimo 12 per ateneo, con conseguente passaggio di poteri in capo ai dipartimenti, che sono destinati ad accrescere le proprie dimensioni. Capitolo concorsi: viene introdotta l’abilitazione nazionale per associati e ordinari. Viene inoltre stabilito un riferimento uniforme per l’impegno dei professori a tempo pieno: 1500 ore annue, di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio. I ricercatori non avranno più contratti a tempo indeterminato. Saranno assunti soltanto con contratti a tempo determinato per una durata massima di sei anni. Se entro tale termine non diventeranno professori associati dovranno lasciare l’Università. Gli anni da ricercatori potranno comunque rappresentare un titolo valido in caso di concorsi pubblici.

Padre Pio 3 giorni, 2 notti 01/01-31/12 Fatima e Lisbona 5 giorni, 4 notti 01/01-31/12 Assisi 3 giorni, 2 notti 03/01-31/03 e 01/07-07/08 01/04-29/05 e 05/09-23/10 08/08-04/09 e 30/05-30/06

Non esagerare con parole e suoni Sarà perché abituati agli incalzanti ritmi della vita quotidiana, sarà per il carattere iperattivo dell’uomo moderno, sarà perché il silenzio evoca lo spettro della solitudine, ma il silenzio (quando osservato) dopo l’omelia ci coglie spesso impreparati. Questo breve attimo si riempie sommessamente del bisbiglio delle signore anziane che recitano antiche preghiere, si stempera in qualche battuta sussurrata tra vicini di banco o ci rende ancorché impazienti. Certo è che si percepisce una certa difficoltà nell’accogliere il tempo afono. Paiono un’eternità quei secondi che ci separano dal Credo. Abbiamo sempre fretta e dobbiamo sempre sentire suoni. Eppure, il Concilio Vaticano II raccomanda che per promuovere la partecipazione attiva, non solo si curino le acclamazioni dei fedeli, le risposte, le antifone, i canti nonché le azioni e i gesti e l’atteggiamento del corpo, ma si osservi anche a tempo debito, il sacro silenzio (SC 30). Il silenzio è uno delle azioni rituali meno comprese della nostra liturgia, forse perché nella nostra società frastornata dai rumori spesso non si coglie più il valore del silenzio e dell’ascolto come aiuto prezioso per lasciare spazio a Dio. Già lo scorso secolo lo scrittore ebreo Manes Sperber, ebbe ad annotare che “La nostra epoca, la più verbosa di tutte, si esprime senza sosta e non riesce tuttavia a dire nulla”. Invece, la liturgia cristiana persevera nel dire all’uomo d’oggi che nel silenzio e nell’ascolto si rivela il Mistero. Non si tratta solo di una dimensione estetica o un’articolazione necessaria della parola come la pausa dei suoni nella musica o l’ombra accanto alla luce nella pittura. Il silenzio è l’eloquenza dell’Indicibile. Esso non è vuoto o assenza ma vuole significare come un paradosso la Presenza della pienezza.. Così il silenzio, dopo l’omelia, è lasciar riecheggiare la Parola celebrata; dopo la Comunione è favorire la preghiera interiore. È raccoglimento nella pace di Dio, condizione necessaria all’interiorizzazione del Mistero celebrato. Per questo il silenzio era considerato nel medioevo come pulcherrima caeremonia, cerimonia più bella. Pertanto, dobbiamo stare attenti e non riempire le nostre celebrazioni di parole e suoni, con un fiume di esortazioni moraleggianti che, anziché favorire la vera sintonia con il Mistero celebrato, la rendono talora impossibile. Ciò non significa creare lunghi vuoti di parole: la liturgia non è un tempo per la preghiera personale silenziosa. E nemmeno è necessario tornare alla “Messa in silenzio” o alla Preghiera eucaristica “in segreto”, come prevede il Messale di S. Pio V. Si tratta semplicemente di seguire l’esempio del poeta Reiner Kunze: “Devo tacere di più affinché la parola possa di nuovo crescere in me”.

01/01-31/12

Polonia: Terra di Papa Giovanni Paolo II 8 giorni, 7 notti € 768.00

01/01-31/12

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LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Federalismo Le preoccupazioni dei Comuni

Forti dubbi sul fisco da mattone Secondo i dati di uno studio dell’Anci potrebbero mancare agli enti locali importanti risorse con conseguenti difficoltà per bilanci già in sofferenza

S

Senza federalismo fiscale entro gennaio il Governo Berlusconi (per altro già legato a un filo) è destinato a morte certa. L’ultimatum (che ha fatto storcere non poco la bocca al Pdl) è stato dettato nei giorni scorsi dal ministro leghista alla semplificazione Roberto Calderoli. Di federalismo fiscale (in chiave più pragmatica che politica) si è occupato nei giorni scorsi anche “Il Sole 24 ore”. Il quotidiano di Confindustria ha dato spazio alle preccupazioni dei sindaci per gli effetti che la riforma federalista potrebbe avere sui bilanci comunali

a cura di Massimo Venturelli

già in grande affanno. Secondo uno studio effettuato dalla Fondazione per la finanza locale dell’Anci (l’associazione che riunisce tutti i Comuni d’Italia) gli effetti del federalismo fiscale potrebbero sottrarre alle casse comunali tra il 2011 e il 2012, qualcosa come 2,5 miliardi di euro. Un conto che, secondo la fondazione dell’Anci, potrebbe essere ancora più pesante se alcune manovre, come quella studiata per l’emersione dal nero sugli affitti grazie alla “cedolare secca” (l’imposta sulle locazioni con un’aliquota del 20% che assorbi-

rà anche le imposte di bollo e quelle di registro che si pagano sui contratti di affitto) dovessero rivelarsi meno redditizie del previsto. I sindaci sono preoccupati perché i decreti attuativi del federalismo fiscale all’esame del Parlamento sono stati stesi senza un preventivo confronto sugli enti locali su questi temi sensibili. Lo studio elaborato dall’Ifel (la già citata fondazione dell’Anci) dovrebbe costituire il terreno di confronto con il Governo. Senza il parere affermativo dei Comuni italiani, infatti, difficilmente la riforma federalista potrà attecchire. La partita, insomma, non è di quelle indifferenti per i Comuni in una stagione già caratterizzata da pesanti difficoltà. La riforma fiscale in chiave federalista dovrebbe portare a una graduale sostituzione dell’attuale sistema di finanza derivata in base alla quale i Comuni ottengono gran parte delle loro risorse dall’assegno dello Stato, con l’autonomia prevista dal federalismo che ha uno dei suoi cardini proprio nel gettito da mattone. Nel passaggio al federalismo i Comuni dovranno dire addio a gran parte dei trasferimenti

statali e all’addizionale sull’energia elettrica. Quanto è sopravvissuto all’abolizione dell’Ici sulla prima casa, poi, sarà assorbito dall’Imu (l’imposta muncipale unica) che entrerà in vigore dal 2014. Una partita complessiva che sottrarrà ai Comuni oltre 25 miliardi di euro. Le preoccupazioni degli enti locali italiani non sono infondate dal momento che lo studio elaborato dall’Ifel ha comparato Comune per Comune le risorse destinate a cadere con il passaggio al federalismo fiscale e quelle che le dovrebbero sostituire. A pagare lo scotto più alto sono quelle città, soprattutto del Sud, che oggi possono contare su importanti trasferimenti dallo Stato e su un ridotto (rispetto al Nord) patrimonio immobiliare da sottoporre a tassazione. Brescia, secondo le tabelle Ifel, dovrebbe invece godere di significativi vantaggi, passando dai quasi 91 milioni di euro del 2010 agli oltre 108 previsti per il 2014. Si è sempre nel campo delle previsioni e quindi dell’imponderabile. Di qui le vive preoccupazioni che l’Anci ha espresso anche al Governo.

Perplessità

E se il peso del federalismo cadesse ancora sui contribuenti? Sono molitssimi i dubbi che stanno assillando in questi giorni di inizio anno i sindaci di Comuni grandi e piccoli. A darne conto, come ricordato nel servizio di apertura, è “Il Sole 24 Ore” che dà voce a tanti interrogativi legati soprattutto al varo della nuova imposta municipale unica (Imu) che dal 2014 dovrebbe essere l’unica fonte di introito delle amministrazioni comunali. La nuova imposta consentirebbe infatti ai Comuni di tassare gli immobili di onlus ed enti ecclesiastici e le abitazioni concesse in uso gratuito a familiari e parenti oggi esenti. È l’uso del condizionale che preoccupa i sindaci d’Italia perché il passato insegna che molte misure introdotte sono poi state modificate o addirittura stravolte. Sono forti anche le perplessità sull’efficacia della cedolare secca sulle locazioni. Senza mezzi termini il quotidiano di Confindustria pone la questione. Riuscirà la misura a fare emergere tutto il sommerso nel campo degli affitti?

Così come diretta è la perplessità sulla ripresa del mercato del mattone, altro cardine delle nuove imposte comunali. Le analisi realizzate dai tecnici della citata Ifel forniscono purtroppo risposte negative perché allo stato attuale pare non esistano ancora elementi di certezza che quanto previsto (in termini di entrate per i Comuni) dal nuovo sistema fiscale ridisegnato su base federalista possa veramente tradursi in risorse effettive. Desta grande perplessità l’apertura alla tassazione degli immobili di onlus che svolgono attività sociali e che da queste strutture non traggono profitto, così come più di un dubbio arriva dalla tassazione degli immobili degli enti ecclesiastici. Sarà una misura politicamente sostenibile, soprattutto in realtà come quella bresciana in cui parrocchie e famiglie religiose dispongono di tante strutture messe però al servizio del territorio senza alcun corrispettivo e, molto spesso, nell’ambito di progetti educativi.

C’è da ricordare che anche al tempo dell’Ici questi immobili erano stati esclusi dall’imposta comunale per la destinazione degli stessi. Un’ultima, ma non meno pesante, perplessità è legata alla più volte ricordata cedolare secca che secondo i piani del Governo dovrebbe debuttare in questo 2011. Sarà veramente in grado di promuovere in tutto il Paese l’emersione del nero nel campo dei contratti di affitto? Anche qui ci si affida più alle speranze e alle proiezioni che non a dati di certezza. C’è, al termine di tutto questo complesso excursus, un dubbio che attanaglia chi non è esperto di finanza locale: il timore che il peso della riforma federalista cada ancora una volta sulle tasche dei cittadini. I precedenti non mancano. Quando venne abolita l’Ici sulla prima casa molti Comuni ovviarono con l’introduzione dell’addizionale Irpef, ben più pesante, in termini economici, per i bilanci familiari.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Haiti A un anno dal terremoto

La Caritas vicina a un Paese che soffre Presente nell’isola caraibica sin dai primi giorni dello scorso anno per portare soccorso a una realtà che già prima del sisma pativa condizioni di estrema povertà. Persiste anche l’emergenza colera

A

A quasi un anno dal sisma che il 12 gennaio 2010 ha colpito Haiti, provocando circa 230mila vittime, oltre 300mila feriti e un milione e mezzo di senza tetto, l’impegno della Caritas continua. Complessivamente la rete Caritas ha raggiunto finora 2,3 milioni di persone con aiuti per oltre 37 milioni di euro. Sono stati attivati 726 “punti acqua” (approvvigionamento acqua potabile, bagni, latrine) a vantaggio di 169mila persone; 59mila persone sono state visitate in ambulatori e in 130 cliniche mobili; 17mila famiglie (circa 100mila persone)

a cura di Massimo Venturelli Immagini da Haiti

hanno ricevuto kit per la costruzione di ripari di emergenza; sono stati allestiti spazi ludico-ricreativi per 2.300 bambini. Altre 100mila persone stanno beneficiando dei programmi di prevenzione e informazione avviati in risposta alla nuova emergenza colera, a Portau-Prince e nella diocesi di Gonaives, nella zona dell’Artibonite. In particolare Caritas italiana è presente ad Haiti con tre operatori per il coordinamento degli aiuti e a sostegno della Caritas locale attiva con centinaia di operatori e volontari in tutte e dieci le dio-

cesi del Paese. Sono 51 i progetti finora avviati da Caritas italiana, per circa 9,3 milioni di euro, di cui 3,2 milioni destinati all’emergenza, 3 milioni alla ricostruzione e la restante somma in ambito socioeconomico, sanitario e formativo. L’impegno complessivo di Caritas italiana, a un anno dal sisma, è rendicontato in modo articolato in un Rapporto realizzato per l’occasione (www.caritasitaliana.it). Nella consapevolezza che, come sottolinea mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas italiana, “le statistiche, i numeri e le voci di budget non pos-

sono raccontare il ‘faccia a faccia’ con la tragedia, la fatica di abitare l’emergenza, la scelta di mettersi a servizio da compagni di strada e non da maestri”. Un cammino comune che richiederà un coinvolgimento sempre più intenso, soprattutto nel medio e lungo periodo, nelle difficili fasi di riabilitazione e di ricostruzione”. Caritas italiana già da prima del terremoto era accanto alla popolazione con diversi progetti, tra cui uno volto alla promozione dei diritti della donna e al sostegno dell’economia solidale; e un’attività di analisi e attenzione

Una collaborazione Cesvi - Ubi Banca

In aiuto del Pakistan alluvionato Negli ultimi giorni del 2010 sono stati presentati a Bergamo i frutti della raccolta di fondi che ha visto la collaborazione tra Ubi Banca e Cesvi, (Cooperazione e sviluppo) un’organizzazione laica e indipendente nata a Bergamo negli anni Ottanta del secolo scorso e che opera per la solidarietà mondiale. Oggetto della raccolta aiutare le popolazioni del Pakistan duramente colpite dall’alluvione dei mesi scorsi che avevano causato la distruzione di 1 milione e 200mila case, di 10mila scuole e di 3 milioni e 200mila ettari di terreni coltivati. La collaborazione tra Ubi Banca e Cesvi nelle emergenze ha permesso ancora una volta di rispondere in modo rapido, con un importante risultato di raccolta fondi: grazie alla generosità dei clienti sono stati donati 30mila euro, che hanno assicurato cibo e acqua a 3000 famiglie nei primi giorni di emergenza. L’istituto di credito ha raddoppiato la raccolta, consentendo di raggiungere i 60mila euro e garantire la continuità degli interventi. Cesvi lavora in Pakistan dal 2006 quando è intervenu-

ta in risposta al terremoto che ha colpito il paese, attraverso la ricostruzione di due scuole a Ngani e Khai Garan nella provincia di Ajk. Inoltre per migliorare le condizioni socio-economiche della popolazione nella regione di Bagh, nel nord del paese, Cesvi ha realizzato un progetto di sviluppo e tutela della biodiversità e l’ecosistema nel Parco nazionale del Karakorum. Sin dai primi giorni successivi alle allunvioni Cesvi è intervenuto con la distribuzione di generi di prima necessità: a Nowshera, una delle tre zone pahistane in cui opera la realtà bergamasca, oltre 7000 persone hanno ricevuto cibo e kit igienico sanitari (tavolette per purificare l’acqua e integratori per prevenire la disidratazione), coperte, contenitori di acqua. Attualmente Cesvi è attivo in tre zone (Shangla, Nowshera e Muzzaffargarh). Il Distretto di Nowshera è situato nella zona centrale della Provincia del Khyber Pakhtunkhwa, a circa due ore di macchina da Islamabad, ed è stata una delle prime e più violentemente colpite zone del Paese. La po-

polazione è stimata a circa 500mila persone (relazione di censimento delle famiglie 1998). Il Distretto di Muzaffargarh, invece, è situato nella Provincia del Punjab, una tra le province più colpite dalle inondazioni, con 4,46 milioni di individui coinvolti. In questa provincia, le piogge torrenziali hanno distrutto interi villaggi, inghiottiti da fiumi in piena che hanno spazzato via case, raccolti e bestiame. L’intervento pianificato da Cesvi nel distretto di Shangla, infine, consiste nella riabilitazione, attraverso il metodo cash for work di: percorsi di montagna che collegano i villaggi alla strada principale; ponti sospesi pedonali; sistemi di erogazione dell’acqua per gravità; piccole stazioni idroelettriche che forniscono elettricità ai villaggi di montagna; mulini ad acqua per la macina; canali di irrigazione. Grazie ai fondi raccolti da Ubi Banca nei primi giorni dell’alluvione è stato possibile portare aiuto a oltre 3000 famiglie lontane dalle loro terre, in quanto ancora alluvionate, e gettare le basi degli interventi attualmente in corso.


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

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Sud Africa

Un Paese diverso dal cinepanettone

generale alla comunità locale e ai fenomeni sociali che l’hanno interessata e investita. Già prima del sisma, Haiti si trovava al 149° posto - peraltro in fase discendente - su 182 Paesi presi in considerazione dall’analisi delle Nazioni Unite con il Rapporto sullo sviluppo umano del 2009 e risultava essere il Paese più povero delle Americhe con dati e numeri che raccontavano, ben prima che il sisma provocasse morte e distruzione, di una terra dove la sopravvivenza era la sfida principale dei quasi 9 milioni di abitanti.

Emergenza

Colera: i danni indiretti Sono oltre 3300 (ma i dati si fermano al 31 dicembre scorso) le persone morte e quasi 150mila quelle contagiate dall’epidemia di colera che da metà ottobre interessa Haiti. È l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Sanità haitiano sulla base dei dati raccolti e che rivede al rialzo un bilancio diffuso il 20 dicembre. Secondo il bollettino del ministero, il dipartimento di Artibonite (nel nord del paese, da dove l’epidemia è partita) resta il più colpito con 828 morti, mentre la capitale, Port au Prince conta finora 281 morti. Non è, però solo la conta dei morti a preoccupare. Destano allarme anche una serie di conseguenze indirette dell’epidemia di colera. Una significativa porzione dei raccolti di riso nelle regioni nordoccidentali di Haiti, infatti, andrà perso a causa del timore degli agricoltori di contrarre il colera. Lo sostiene uno studio diffuso dalla Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, secondo cui molti contadini stanno evitando di raccogliere il riso nel timore che l’acqua dei fiumi e dei canali utilizzata per irrigare i loro campi possa essere infettata. Per evitare ulteriori disagi a una popolazione colpita da diversi disastri naturali nel corso del 2010, le autorità haitiane in collaborazione con la Fao stanno conducendo una campagna informativa destinata sia a chi coltiva sia ai consumatori.

In queste settimane migliaia di italiani stanno ridendo delle avventure in Sud Africa della banda guidata da Christian De Sica. La raffigurazione che del Paese il cinepanettone offre è tuttavia fuorviante, come fuorviante, per certi versi, è statat la raffigurazione uscita dai Mondiali di calcio dello scorso anno. Il Sud Africa, in realtà, è qualcosa di completamente diverso, un Paese che, per combinazione di cattiva gestione e politiche inappropriate continua a negare ai sudafricani di colore la possibilità di trarre beneficio dalla terra che gli è stata assegnata in base al programma nazionale di riforme della terra. Quello che sarebbe stato un obiettivo nobile, cominciato alla fine dell’apartheid nel 1994 aveva lo scopo di consegnare il 30% della terra agricola commerciale alla maggioranza di colore entro il 2014, nel tentativo di raggiungere un giusto equilibrio razziale nella distribuzione della terra. Nel 1994, alla fine dell’apartheid, quasi il 90% della terra in Sudafrica era posseduta dai sudafricani bianchi, che costituivano meno del 10% della popolazione. Ma 16 anni dopo, le riforme devono ancora portare frutti, con analisti che mettono in dubbio l’efficacia e la sostenibilità della riforme della terra nella nazione Arcobaleno. Il presidente Jacob Zuma riconosce che le riforme della terra non si sono tramutate nei benefici socio-economici che ci si aspettava. I modello del “willing-buyer, willingseller” (acquirente-volontario, venditore-volontario) per il trasferimento della terra non ha prodotto i risultati desiderati, suggerendo la necessità di nuovi metodi di redistribuzione della terra alla maggioranza di colore. La sicurezza alimentare della nazione e di gran parte della regione è già in crisi in seguito alla diminuzione di investimenti nell’agricoltura provocati dal riacquisto delle aziende agricole commerciali. Solo il 6% della terra agricola è tornato alle persone di colore. Su questo sfondo, il governo è costretto a ricominciare da capo, carezzando l’idea di una nuova politica sulla riforma della terra, così come di un progetto di legge sul Godimento della terra mirante a proteggere i diritti di proprietari terrieri, agricoltori ed occupanti. Il processo di riforma della terra in Sudafrica si è reso necessario in seguito all’Atto sulle terre indigene del 1913 che proibiva la costituzione di nuove operazioni agricole, la mezzadria e prestiti di denaro alle persone di colore fuori dalle riserve dove erano costretti a vivere. Di conseguenza, il Congresso nazionale africano (Anc) ha promesso la restituzione della terra subito dopo la sua ascesa al potere nel 1994. Oltre alla restituzione, il processo di riforma della terra si è concentrato sulla riforma del godimento della terra e sulla sua redistribuzione. La restituzione, con la quale il governo offre un compenso monetario agli individui che erano stati rimossi a forza, è stata un fallimento, e la politica è ora stata sostituita con la redistribuzione, che assicura il possesso della terra. Il governo dell’Anc nel 2000 è stato costretto a cambiare tattica ed ha optato per un processo di proprietà decentralizzata. Entro il 2006, il governo dell’Anc aveva intrapreso l’espropriazione della terra. Ma al contrario dello Zimbabwe dove non c’era risarcimento per coloro ai quali la terra veniva espropriata, il governo sudafricano si è impegnato a fornire una giusta quantità di indennizzo. Nonostante queste mosse verso la decentralizzazione ed altre promesse grandiose, in Sudafrica ancora rimane un ampio squilibrio, con i sudafricani di colore ancora espropriati della terra e molti senzatetto. In sostanza, il governo non ha ancora trovato una soluzione per un sistema efficace di godimento della terra.


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Popoli e continenti Europa

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Unione europea Bilanci del 2010

Povertà: cantiere aperto Nonostante i buoni risultati conseguiti restano ancora molti i passi da compiere per sradicare dai 27 Paesi un problema reso sempre più preoccupante dal perdurare della crisi

L

L’Anno europeo dedicato alla lotta alla povertà concluso nei giorni scorsi impone alcuni bilanci. Questa volta però prevale un generale consenso tra tutti gli addetti ai lavori sui risultati positivi. Non è stato, come in tanti altri casi, un anno inosservato. E non è poco, se l’obiettivo principale era appunto quello di far crescere la pressione affinché il tema fosse assunto più chiaramente nelle priorità politiche dell’Ue. Ed è questo il punto dirimente. Non che prima l’Unione europea non facesse nulla, dalle strategie per l’inclusione sociale all’insieme delle politiche di coesione territoriale e al Fondo sociale europeo, ma il fuoco dell’attenzione era soprattutto sulle politiche della crescita economica e dell’inclusione attiva attraverso il lavoro. Ora si è dovuto riconoscere che ci sono dei vasti problemi di povertà in Europa che il solo accesso all’impiego, pur

di Luca Jahier

cruciale, non può di per sé risolvere. Due fatti hanno certamente contribuito a questa parziale “svolta” europea. Il primo è l’amara lezione delle cifre, 16% degli europei, cioè oltre 80 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà (secondo altri sistemi di rilevazione questo dato supera i 100 milioni). E si tratta di cifre in crescita, soprattutto a seguito della perdurante crisi economica che, dopo tre anni, ha spazzato via un decennio di crescita economica, messo sotto grave pressione tutti i mercati del lavoro, salvo forse solo la Germania, e costretto a estese e generalizzate riduzioni della spesa sociale in tutti i Paesi dell’Unione. Il secondo è l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona: con buona pace di tutti coloro che ostinatamente hanno continuato anche in quest’Anno a difendere la tesi che la lotta contro la povertà non fosse una competenza

dell’Europa, si è dovuto prendere atto che ora la lotta contro l’esclusione sociale è una competenza condivisa tra Unione europea e Stati membri. Con l’adozione del nuovo quadro delle politiche di sviluppo sostenibile dell’Ue per i prossimi 10 anni – che ha preso il nome di Strategia Europa 2020 – sono stati definiti obiettivi chiari e che esplicitano questo passo: la strategia prevede tre priorità interconnesse, di cui una è la crescita inclusiva; prevede cinque obiettivi per l’insieme dell’Unione, tra cui tre sono direttamente collegati alla riduzione della povertà (riduzione di 20 milioni di persone a rischio di povertà o esclusione alla fine del decennio, meno del 10% della dispersione scolastica e almeno 40% della popolazione tra i 30-34 anni che abbiano completato un ciclo terziario di educazione o equivalente; 75% del tasso di impiego sulla popolazione tra

i 20 e i 64 anni). La strategia prevede, inoltre, sette strategie faro e di queste una è la “Piattaforma europea contro la povertà”, per la quale proprio lo scorso 16 dicembre la Commissione ha presentato una apposita comunicazione. In essa l’Unione prevede di utilizzare al meglio tutti gli strumenti di innovazione sociale, di fare il miglior uso possibile dei diversi fondi Ue e in particolare del Fse (Fondo sociale europeo), di rendere i servizi di protezione sociale più efficiente e di coinvolgere la più ampia gamma di partner nella lotta all’esclusione sociale. Saranno solo parole? Beh, intanto mai prima d’ora la questione della povertà aveva assunto un tale rilievo strategico e di sistema nel cuore della programmazione politica e di lungo periodo delle Istituzioni Ue. Ora si tratterà di vegliare affinché queste si traducano in pratica, in modo costante e progressivo.

L’incontro di Taizè a Rotterdam

Credere in Dio nel mondo moderno: una scelta possibile “È possibile credere in Dio nel mondo moderno?”. È la domanda che frère Alois, priore della comunità di Taizé, che ha organizzato il “pellegrinaggio di fiducia” a Rotterdam dal 28 dicembre al 1° gennaio a cui hanno partecipato 30mila giovani europei, si è posto nell’ultimo momento di preghiera comune che si è svolto il 31 dicembre. Il priore ha rilevato che “in molti Paesi del mondo è divenuto più arduo fare riferimento a Dio” e “sono numerosi quelli che cercano seriamente un senso alla loro vita, ma non possono credere in un Dio che li ami personalmente”: per questo ha suggerito a ciascuno dei presenti di “comunicare ad altri la sua speranza in Cristo” non solo con le parole ma con la vita, perché in questo modo “accade qualcosa di sorprendente, ovvero che è trasmettendo il messaggio della risur-

rezione di Cristo che lo capiamo sempre meglio. Così questo mistero diventa sempre più centrale nella nostra esistenza, può trasformare la nostra vita”. Il priore ha anche riconosciuto che “la gioia, la compassione, il perdono” i valori approfonditi in questi giorni, cardini della sua “Lettera dal Cile”, “sono state realtà vissute intensamente da molti”. E a sottolineare anche concretamente che “ognuno di noi può trasmettere attorno a sé una piccola luce” il momento di preghiera nel parco delle Esposizioni di Ahoy si è concluso con l’accensione di migliaia di lumini che i giovani avevano in mano, a cui hanno dato il via i bambini che circondavano frère Alois. Facendo un bilancio dell’evento in Olanda, frère Emile, “fratello” di Taizé da 35 anni, ha sottolineato che “la collaborazione che si è creata, per la prima volta, tra

la Chiesa cattolica e quella protestante è stata straordinaria ed entrambe hanno espresso il desiderio di continuare a lavorare insieme”. In un Paese come l’Olanda in cui “la religione è vista come qualcosa di pericoloso, vicina al fondamentalismo – continua frère Emile – la presenza pacifica e tranquilla di tanti giovani europei ha dimostrato che la fede non è un rischio per la sicurezza. Inoltre, in un contesto sociale e culturale in cui c’è un prevalente scetticismo è importante dimostrare che la fede può essere un fermento di pace”. Il fratello di Taizé ha anche rilevato che in questi anni gli incontri europei “hanno aiutato a far crescere il gusto della comunione e della comunità” e “per i giovani sono stati spesso l’occasione per trovare il coraggio di scegliere nella vita ed essere meno conformisti.


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

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Austria

Accoglienza per profughi iracheni In Austria è stata avviata l’azione di aiuti per i cristiani in Iraq. Lo ha annunciato nei giorni scorsi il card. Christoph Schönborn, presidente della Conferenza episcopale e arcivescovo di Vienna, riferendo di una conversazione telefonica con il ministro degli Interni austriaco Maria Fekter, che ha informato il cardinale dell’accoglienza in Austria di profughi cristiani iracheni. Il cardinale ha ribadito che “da parte della Chiesa esiste la disponibilità a provvedere ad un’accoglienza rapida e priva di lungaggini burocratiche dei cristiani iracheni nelle comunità parrocchiali”. I cristiani iracheni che verranno accolti sono soprattutto profughi che vivono attualmente in Giordania e in Siria in condizioni difficili. Come riferito dagli organizzatori dell’azione, si tratta di persone che non hanno alcuna possibilità reale di tornare nella loro patria, e la cui unica possibilità di sopravvivenza è data dall’emigrazione.

Estonia

Un nuovo membro dell’area euro

Un buon viatico dalla presidenza Ue Un buon viatico per l’efficacia dell’Anno europeo per la lotta alla povertà è senza dubbio derivato dalla spinta impressa dalla presidenza belga dell’Ue, ora in fase di chiusura, che ha fatto importanti passi avanti anche su aree rilevanti, quali: il Metodo di coordinamento aperto (Moc) in tema d’inclusione sociale, strumento di coordinamento volontario e proattivo delle politiche a livello dei 27 Stati membri, mettendo anche le basi per una possibile e quanto mai attesa quanto controversa Direttiva Ue sul reddito minimo; la povertà minorile; il dramma dei senza fissa dimora. Sia la ormai imminente presidenza ungherese che la successiva polacca dell’Ue hanno già dichiarato di voler proseguire sulla linea intrapresa e di voler fare progressi. Infine e certo non ultimo, questo anno ha permesso la creazione e il consolidamento di importanti reti e alleanze tra attori sociali, tra questi e molte istituzioni locali, capaci di diventare un interlocutore stabile e stimolante delle Istituzioni sia europee sia di molti Stati membri. È una buona base per assicurare un attento monitoraggio partecipato sulla messa in opera delle politiche, che è talora mancato su altre importanti politiche e scelte europee. Ci sono, però, anche due aspetti meno positivi. Il primo è che si sarebbe potuti essere più ambiziosi, sia in termini di obiettivi di riduzione della povertà, sia di nuovi indicatori per misurare in modo orizzontale l’impatto delle diverse politiche sulla riduzione della povertà e gli stessi progressi realizzati a livello dei singoli Paesi. In secondo luogo, è anche mancato un cambio di passo nella formulazione delle priorità in merito alla lotta contro la povertà su scala internazionale. L’Europa continua ad essere complessivamente il primo donatore al mondo, ma certo questo aspetto non è stato di alcun rilievo nel recente summit Unione europea-Unione africana di Tripoli, né tantomeno sembra essere esplicitamente uno degli assi strategici del nuovo Servizio diplomatico di azione esterna. Insomma, il cantiere è ancora vasto.

Dal 1° gennaio scorso l’euro, la moneta unica europea che ha avuto un anno non facile, ha un nuovo membro. Si tratta dell’Estonia, che abbandonata la corona introdotta nel 1992, è diventata così il 17° membro a far parte dell’euro, il primo dell’ex Urss e il terzo tra i Paesi ex comunisti a entrarvi, dopo Slovenia e Slovacchia. Secondo i sondaggi, il 50% degli estoni sono favorevoli alla moneta unica, mentre il 40% è contrario. L’ingresso dell’Estonia nell’euro è stato definito un “forte segnale di stabilità” per gli Stati membri, per il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Il commissario agli affari economici e monetari della Commissione europea, Olli Rehn, ha affermato che l’ingresso nell’euro dell’ Estonia rappresenta una “giusta ricompensa per un Paese che è stato fermamente impegnato nel perseguire solide politiche fiscali”.

Commissione europea

Due consultazioni sull’ambiente La Commissione europea ha lanciato due consultazioni online in materia di ambiente. La prima riguarda il prossimo strumento finanziario destinato all’ambiente, che subentrerà allo strumento Life+ allo scadere di quest’ultimo a fine 2013. La seconda ha come oggetto il finanziamento di Natura 2000, la rete di aree protette dell’Ue. Entrambe avranno termine a metà febbraio 2011. Lo strumento Life+ ha contribuito alla protezione dell’ambiente mettendo a disposizione, a partire dal 1992, più di 2 miliardi di euro. La consultazione appena aperta sul futuro di questo strumento chiede pareri su obiettivi, priorità e modalità di finanziamento. Natura 2000, invece, è la pietra miliare delle politiche europee in materia di biodiversità e rappresenta, a livello mondiale, la più estesa rete interconnessa di aree protette. Attualmente si estende su quasi il 18% della superficie emersa dell’Ue. I risultati della seconda consultazione, relativa al finanziamento di questa rete, saranno incorporati in una comunicazione prevista per l’estate 2011.


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LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Francesco Giugno (1577-1621) Fa parte della generazione degli artisti bresciani dell’ultima parte del Cinquecento influenzati dalla pittura del veneziano Iacopo Palma il Giovane. Ritenuto dagli studiosi il migliore dei palmeschi bresciani, ha lavorato in molti edifici religiosi e civili della città e della provincia. “Battesimo di Gesù” (1610) Lumezzane Pieve, parrocchiale.

Quello che deve compiersi di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica BATTESIMO DI GESÙ Dal Vangelo secondo Matteo (3, 13-16) Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”.

Giovanni vede chiaro da vicino, ma non gli è dato scorgere da lontano. Sa chi è quello che ha davanti e fa una scabra professione di fede sulla ‘giustizia’ ovvero sulla necessità di essere lui battezzato, quindi integrato nel Regno che si compie. Invece Gesù gli chiede di guardare non al presente ma al compimento: perché la giustizia si compia. In fin dei conti Gesù chiede a Giovanni di compiere l’ultimo servizio come precursore: da quel momento, con l’aprirsi dei cieli, la testimonianza su Colui che deve venire finisce e comincia il compimento. Nulla si può compiere prima e nulla che non possa essere spiegato, confermato, sigillato da quel Padre che proclama il Figlio come quello che Lui ama. È un’azione sacra quella che si realizza con il battesimo di Gesù: non solo l’acqua di Giovanni che conta ben poco, ma il crearsi di una via nuova che ricongiunge la terra al cielo in quei cieli aperti, immagine della nuova comunicazione che si compie tra Dio e gli uomini per mezzo di Gesù. A confermarlo la voce ma, soprattutto (e lo dirà Giovanni), la presenza dello Spirito. È questo il segno dei tempi nuovi perché è lo Spirito quello che permette di vedere, di leggere e di interpretare quello che sta succedendo, quello che comincia a compiersi e che cambia il corso della storia perché fa passare dall’attesa alla presenza. Solo Giovanni si era accorto, e vede da vicino, ma nemmeno a lui è possibile entrare prima nel Regno: prima si devono aprire i cieli, deve, cioè, Dio ricostruire quel passaggio interrotto e desiderato tra Lui e l’uomo. Prima non è possibile, anzi è incomprensibile perché non

ci sarebbe la possibilità di capire un passo così grande. Perché non è opera dell’uomo quel ritorno, ma è opera di Dio. L’uomo non è ancora quel figlio prodigo di cui parlerà Gesù, è piuttosto quello smarrito girovago che non sa come tornare. La mano è ancora Dio a tenderla e non più con metafore amorose come per Osea o con sferze e flagelli come in Geremia. Il testamento antico è passato perché Dio è diventato presente, perché la promessa che ci sia un Dio in mezzo agli uomini si compie. Allora è possibile che Dio davvero riesca a far tornare l’uomo lì dove Lui si trova e lo fa attraverso quell’uomo che è Dio, quel Gesù che è il Cristo, l’inviato, il mandato, quello che apre i cieli e che ritorna a offrire la possibilità di essere con Dio all’uomo che non può più dirsi perduto, ma solo smarrito, alla ricerca e magari incapace di ritrovare la strada da solo. Quante volte lo dirà Gesù nella sua predicazione, quante volte protagonisti saranno gli smarriti e quante volte sarà Lui il modo per ritrovare la strada, per capire, forse solo intuire che Dio è lì, è vicino, anzi è presente tutti i giorni in quell’amato, non solo prediletto, ma amato. Così Dio ha imparato di nuovo ad amare gli uomini: amando il Figlio. E in quel Figlio fatto uomo ha cercato di farci intuire come sia possibile anche per noi amare Lui. Giovanni cerca la giustizia, il sollievo e l’assoluzione. Gesù gli dona l’amore di Dio. Tutto comincia e tutto si compie in quel mistero al quale non basta l’acqua ma serve la parola dell’amore, serve lo Spirito perché sia possibile pensare (o solo sospettare) di poter amare Dio.


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Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it

L’incontro di Assisi del 1986

Benedetto XVI In ottobre ritorno ecumenico ad Assisi

Mettere la fede a servizio della pace

A

A 25 anni dall’incontro interreligioso promosso da Giovanni Paolo II, “Un’altra grande occasione per rilanciare l’impegno di tutti i credenti del mondo per la costruzione della pace”. Così mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera UmbraGualdo Tadino, esprime al Papa “la più viva gratitudine per aver deciso di tornare ancora nella Città Serafica” il prossimo ottobre, nel 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, voluta nel 1986 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II. Benedetto XVI era già stato in visita pastorale ad Assisi il 17 giugno 2007, in occasione dell’ottavo centenario della conversione di S. Francesco. Annunciando il 1° gennaio scorso, in una piazza S. Pietro gremita di fedeli per il primo Angelus del nuovo anno, il suo pellegrinaggio ad Assisi, il Papa ha invitato “ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace”. Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si è celebrata nello stesso giorno, il Santo Padre – ricorda la diocesi umbra – ha citato lo “spirito di Assisi”, all’interno “della problematica di grande attualità

a cura di M. Michela Nicolais

della libertà religiosa come via per la pace”, in un contesto, come quello odierno, che “vede ancora tante limitazioni a questa libertà, e in varie parti del mondo, vede scorrere tanto sangue dei discepoli di Cristo”. “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”, ha esclamato Benedetto XVI chiedendo ai fedeli riuniti il 1° gennaio a S. Pietro per il consueto appuntamento domenicale di “accompagnare sin d’ora con la preghiera questa iniziativa”. Al tema dello “spirito di Assisi” è dedicata la lettera inviata dal Papa a mons. Sorrentino nel 2006, in occasione del 20° anniversario dello storico incontro di preghiera tra i massimi leader religiosi mondiali convocato da Giovanni Paolo II. Benedetto XVI, si legge nel comunicato della diocesi, “spiegò il senso di tale icona, distinguendolo da ogni concezione di tipo relativistico e sincretistico, e illustrandone il significato profetico”. “La convergenza dei diversi – precisa infatti il Santo Padre nella lettera – non deve dare l’impressione di un cedimento a quel relativismo che nega il senso stesso della verità e la possibilità di attingerla”. È stata proprio questa la “scelta” dell’incontro di preghiera del 1986, che per Benedetto XVI “non può non restare valida anche oggi”. Quella di Giovanni Paolo II ad Assisi, secondo il suo successore, fu “una puntuale profezia”, perché il suo in-

vito ai leader delle religioni mondiali “per una corale testimonianza di pace servì a chiarire senza possibilità di equivoco che la religione non può che essere foriera di pace”, e a ribadire che “a nessuno è lecito assumere il motivo della differenza religiosa come presupposto o pretesto di un atteggiamento bellicoso verso altri esseri umani”. Ad Assisi, i leader religiosi mondiali “poterono mostrare, con il linguaggio della testimonianza, come la preghiera non divida ma unisca, e costituisca un elemento determinante per un’efficace pedagogia della pace, imperniata sull’amicizia, sull’accoglienza reciproca, sul dialogo tra uomini di diverse culture e religioni”. È di questa “pedagogia”, sottolinea Benedetto XVI, che “abbiamo più che mai bisogno, specialmente guardando alle nuove generazioni”. Risuonano, così, più attuali che mai le parole pronunciate 25 anni fa ad Assisi da Giovanni Paolo II, davanti ai rappresentanti delle Chiese cristiane e delle religioni mondiali, per la prima volta riuniti insieme: “Non c’è pace senza un amore appassionato per la pace. Non c’è pace senza volontà indomita per raggiungere la pace. La pace attende i suoi profeti. La pace attende i suoi artefici. La pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi. La pace è una responsabilità universale: essa passa attraverso mille piccoli atti della vita quotidiana. A seconda del loro modo quotidiano di vivere con gli altri, gli uomini scelgono a favore della pace o contro la pace. Noi affidiamo la causa della pace specialmente ai giovani. Possano i giovani contribuire a liberare la storia dalle false strade in cui si svia l’umanità”.


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L’emigrazione non è uno svago, una passeggiata per diporto, ma diventa dramma per l’entroterra umano e sociale da cui parte. Miseria, fame, precarietà, malattie, contrasti sociali, lotte etniche, persecuzioni sono alla base, ma anche un giusto interesse a una vita migliore, non ostacolata nel suo divenire. L’immigrazione per il paese accogliente non è un disagio sociale assoluto, anzi può essere risorsa, poiché tante volte nei Paesi accoglienti vi è un forte calo demografico, con caduta del lavoro, che gli abitanti non desiderano compiere, per una mentalità di scelta, che è cambiata

Domenica 16 gennaio Giornata mondiale del migrante e del rifugiato

La carità della Chiesa al servizio dei più deboli

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di Bruno Schettino presidente della Commissione episcopale per le migrazioni

Il 16 gennaio ricorre la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Benedetto XVI ha inviato un messaggio ricco di umanità e di spiritualità, invitando la Chiesa a riflettere sul crescente fenomeno migratorio e a volgere la preghiera al Signore, perché i cuori si aprano all’accoglienza, operando una scelta che sappia unire giustizia e carità. Il fondamento di questa opzione è dato dalla verità che Dio è Padre, ci chiama ad essere figli amati nel suo Figlio prediletto, per cui siamo tutti fratelli in Cristo. Il Santo Padre indica il tema scelto quest’anno: “Una sola famiglia”. Invita a riflettere come l’umanità riscopre di essere famiglia di Dio, in una modalità di accoglienza scambievole. Occorre coniugare solidarietà e legalità, accoglienza e rispetto delle regole. Benedetto XVI ci ricorda che: “Tutti fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto a usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale, come insegna

la dottrina sociale della Chiesa. Qui trovano fondamento la solidarietà e la condivisione”. Il messaggio del Santo Padre spazia su alcuni temi particolari, che necessitano della nostra riflessione e del nostro comune impegno. Comunica a tutti noi la situazione non sempre definita dagli Stati della condizione dei rifugiati e migranti forzati. È questo dei rifugiati, tante volte per motivi politici, uno dei tanti motivi di sofferenza umana. È una piaga di dolore che si riapre e che non si rimargina, dettata dalle condizioni di intolleranza e di disinteresse, che regnano un po’ ovunque. Purtroppo bisogna lamentare che vi è un clima diffuso di non accettazione del migrante per pregiudizi razziali. In alcune situazioni vi è un forte razzismo, o anche una diffusa paura, sospetto per l’altro, per lo sconosciuto, per lo straniero. Vi è una diffusa mentalità xenofoba, dettata da pregiudizi, che lentamente minano alla base ogni tipo di accoglienza. Questa mentalità è diffusa nei diversi ambienti e genera una

sofferenza in coloro che bussano alla porta della nostra considerazione e del senso umano di accoglienza. Gli immigrati sembrano quasi un peso da rimuovere, per cui a fatica entrano nel circuito della nostra comprensione umana. In particolare i rifugiati sono più esposti a un isolamento fisico e ambientale. Vivono la loro solitudine come un dramma spirituale e umano, non facile a essere rimosso. L’emigrazione non è uno svago, una passeggiata per diporto, ma diventa dramma per l’entroterra umano e sociale da cui parte. Miseria, fame, precarietà, malattie, contrasti sociali, lotte etniche, persecuzioni sono alla base, ma anche un giusto interesse a una vita migliore, non ostacolata nel suo divenire. L’immigrazione per il Paese accogliente non è un disagio sociale assoluto, anzi può essere risorsa, poiché tante volte nei Paesi accoglienti vi è un forte calo demografico, con caduta del lavoro, che gli abitanti non desiderano compiere, per una mentalità di scelta, che è cambiata. D’altra parte gli immigrati sono persone che si impegnano come lavoratori, soprattutto nell’edilizia, nell’agricoltura, nel piccolo commercio, tante volte ambulante. Il Santo Padre si sofferma inoltre sulla considerazione della presenza di studenti esteri e internazionali presenti

specie nelle Università e Istituti di ricerca. Essi si formano culturalmente e socialmente a essere futuri dirigenti nel loro Paese di origine, per cui hanno un grande compito anche a favore degli altri. Rivela il tutto come l’umanità, nelle sue diverse componenti, forma una sola famiglia. È questo anche motivo per “sostenere l’impegno a favore degli studenti esteri e accompagnare l’attenzione per i loro problemi concreti, quali le ristrettezze economiche o il disagio di sentirsi soli nell’affrontare un ambiente sociale e universitario molto diverso, come pure le difficoltà di inserimento” (dal messaggio per la Giornata 2011). La Chiesa, esperta in umanità, evidenzia sempre più come l’umanità è una grande famiglia, al di là di ogni distinzione dettata da motivi contingenti e marginali. L’umanità è la grande famiglia di Dio, che si costruisce nel nome del Signore e del suo amore come comunità che esprime dono, rispetto, accoglienza, per tutti, specie per i più poveri e deboli. L’opzione preferenziale per i poveri è il segno di una Chiesa, che è libera e sa parlare con tutti. La carità poi è il biglietto di visita di una Chiesa, che ama e offre la sua disponibilità a vestire il grembiule del servizio ai più poveri e deboli, così come ha fatto il suo Maestro.


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8 gennaio Consiglio pastorale diocesano

La nuova compagine

I La celebrazione di fine anno nella Basilica delle Grazie

Vescovo Notte di Natale e Messa del Te Deum

È Gesù la speranza del mondo In occasione delle feste natalizie e dell’inizio del nuovo anno, il Vescovo ha proposto alla comunità una serie di riflessioni improntate alla rilevanza degli eventi. In altra parte del giornale riferiamo a proposito del suo commento sulla strage di cristiani in Egitto, qui ci soffermiamo sulle omelie della notte di Natale, in Cattedrale, e della Messa di ringraziamento per la fine dell’anno, nella basilica delle Grazie. La notte di Natale mons. Monari, dopo aver ricostruito la scena della nascita secondo la cronaca evangelica, si è domandato che cosa rappresenta quel Bambino per noi e ha continuato: “Rappresenta anzitutto l’attenzione e il rispetto per l’uomo, per ogni uomo. Nella vita di Gesù non c’è povero, bisognoso che non abbia trovato grazia: malati, deboli, indemoniati, lebbrosi... Anche i peccatori, che la società del tempo metteva ai margini della vita sociale, hanno potuto ascoltare da lui l’annuncio del perdono di Dio, l’offerta della conversione e di una vita nuova. Fiducia e amore sono state le coordinate essenziali della sua vita: fiducia nei confronti di Dio, considerato e amato da Lui come Padre; amore nei confronti degli uomini, figli dell’unico Padre e quindi fratelli”. È un modello, quello proposto da Gesù che “ha lasciato un’impronta profonda nella storia della cultura occidentale: ha prodotto anzitutto i santi, imitatori di Gesù nel suo modo di sentire e di agire; ma ha ispirato anche tutta una serie di istituzioni orientate a difendere e proteggere la vita dell’uomo: ospizi e ospedali, scuole e servizi, leggi e forme di comunità”. Il Vescovo ha anche ricordato che “l’insegnamento di Gesù non sarà una poesia romantica, fatta di parole sublimi e suggestive”, infatti è gioia il Natale; è festa della vita, della luce, del dono “ma ha un avuto un prezzo elevato per Gesù e inevitabilmente chiede anche a noi un prezzo. Diventa allora inevitabile chiederci se siamo disposti a pagare questo prezzo”. Il Vescovo ha così concluso: “È stato un ottimo maestro, Dio; in Gesù, ci ha insegnato a vivere. Ma noi, saremo buoni alunni? Potremo esserlo, a condizione che la memoria di Gesù non si perda nel vago. Non è impossibile: abbiamo il Vangelo e nel Vangelo il volto di Gesù è disegnato con tratti veri e nobili. Bisogna però che lo frequentiamo, il Vangelo, e che poco alla volta il volto di Gesù diventi una presenza dentro di noi”. Alla Messa del Te Deum, il Vescovo ha detto fra l’altro: “Quale che sia stato l’andamento dell’anno – facile o difficile, arido o ricco di frutti – al termine, invariabilmente, noi rendiamo grazie a Dio. Perché? è un atteggiamento saggio?”.(...)Nel Te Deum di fine anno c’è una saggezza profonda, quella saggezza che ci fa dire che, nonostante tutto, c’è del bene nel mondo; e che il bene prevale sul male; e che il bene è destinato a vincere. Il male, per sua natura tende a distruggere; ma inevitabilmente, proprio per potere distruggere, ha bisogno del bene, si aggrappa al bene, dipende dal bene. Solo, rimane vera l’osservazione della sapienza popolare secondo cui l’albero che cade fa più rumore della foresta che cresce; l’omicidio efferato fa cronaca mentre l’amore e il servizio e la fatica quotidiana sopportata con fedeltà non fanno notizia. Anche per questo motivo non possiamo vivere solo di notizie, se vogliamo capire il mondo e la vita; dobbiamo abitare anche il silenzio, la meditazione, la riflessione calma e prolungata”. Dopo aver accennato alla situazione nazionale e internazionale a proposito della crisi economica, mons. Monari ha detto: “Che lo vogliamo o no, siamo legati tra noi a doppio filo; l’umanità è ormai un’unica rete con nodi vicini o lontani, ma tutti collegati tra loro. (...)“Viviamo nel mondo, ma insieme con Dio; operiamo nel mondo, ma al cospetto di Dio; moriremo al mondo, ma rimarremo affidati a Dio”.

In data 22 dicembre 2010, Il Vescovo ha emanato il decreto del nuovo Consiglio pastorale diocesano. Il nuovo consiglio risulta così composto: Membri in ragione del loro incarico: Monari mons. Luciano, vescovo; Mascher mons. Gianfranco, vicario generale; Polvara mons. Cesare, pro vicario generale; Bracchi mons. Luigi, vicario episcopale per il clero; Corbelli mons. Francesco, vicario episcopale per il clero; Delaidelli mons. Aldo, vicario episcopale per il clero; Gorni mons. Italo, vicario episcopale per il clero; Orsatti mons. Mauro, vicario episcopale per la vita consacrata; Tononi mons. Renato, vicario episcopale per i laici e la pastorale; Bresciani mons. Carlo, rettore Seminario diocesano. Presbiteri eletti per le zone pastorali: Bergamaschi don Riccardo, Filippini mons. Gabriele, Gerbino don Gianluca, Scaratti mons. Alfredo, Sottini don Roberto, Vezzoli don Danilo. Laici eletti per ciascuna zona pastorale: De Toni Michele (zona I); Farisoglio Angelo (zona II); Cristini Ivano (zona III); la nomina del rappresentante della zona IV avverrà in seguito alle elezioni che si terranno il prossimo anno nella zona stessa; Colosio Giancarlo (zona V); Zerbini Carlo (zona VI); Tamanza Luigi (zona VII); Malaguzzi Gian Piero (zona VIII); Stroppa Carlo (zona IX); Cremaschini Giovanna (zona X); Tomasoni Cesare (zona XI); Sandrini Benito (zona XII); Cerretti Luigi (zona XIII); Turini Renato (zona XIV); Bodei Claudio (zona XV); Olivetti Bernardo (zona XVI); Pellegrini Daria (zona XVII); Prandini Giuseppe (zona XVIII); De Marinis Stefano (zona XIX); Taboni Rita (zona XX); Rosselli Luca (zona XXI); Bonomi Barbara (zona XXII); Bonardi Riccardo (zona XXIII); Peroni Claudio (zona XXIV); Milini Pietro (zona XXV); Cristini Maria Assunta (zona XXVI); Taglietti Ismene (zona XXVII); Botturi Marco (zona XXVIII); Caliari Franco (zona XXIX); Franceschini Modesto (zona XXX); Ferrari Giovanni (zona XXXI); Laknori Altim (zona XXXII). Membri eletti dalla conferenza diocesana religiosi: Baldassa padre Olindo (ofm Conventuali); Ferrario padre

Marco (Francescani); Massironi don Massimo (Salesiani); Menin padre Mario (Saveriani); Picca padre Benedetto (Piamartini); Rota fra Alberto (Fatebenefratelli). Membri eletti dall’Unione superiore maggiori d’Italia: Betta suor rosa (Dorotee da Cemmo); Mazza madre Adele (Figlie della carità-Canossiane); Morlini suor Maria Teresa (Suore delle Poverelle); Nizzola suor Annamaria (Figlie di Maria ausiliatrice-salesiane); Pianta suor Sabrina (Suore operaie); Piovanelli suor Lina (Ancelle della carità). Rappresentanti della conferenza italiana istituti secolari: Berselli Agnese; Del Barba Pierino. Laici designati dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali: Busi Michele (Azione cattolica); Casari Paolo (Comunione e liberazione); Cavalli Ferdinando (Istituto pro familia); Conter Gian Paolo (Neocatecumenali); Ghisleri Luca (Movimento ecclesiale impegno culturale); Nicoli Fausto (Rinnovamento nello Spirito); Pezzoli Luca (Movimento cristiano lavoratori); Platto Silvana (segretario generale); Rossini Roberto (Acli); Verzelletti Mauro (Fuci). Membri indicati dal Vescovo: Bonzio diac. Paolo; Cittadini Pia; Facchinetti Rosaria; Lanzoni don Antonio; Lombardi Emanuela; Mari Giuseppe; Orizio don Massimo; Pace Luciano; Robert Ibc Toochukwu; Sala diac. Massimo; Spassini Fabrizio; Sutera Nino; Treccani Claudio; Zaltieri Renato. Il segretario è Giovanni Falsina. Il Consiglio resterà in carica fino al 30 giugno 2015. La prima sessione dell’ XI mandato del Consiglio pastorale diocesano è stata convocata per sabato gennaio, con il seguente ordine del giorno: ore 9.30 Ora media; presentazione del nuovo Consiglio; intervento del Vescovo su “Il nuovo Consiglio pastorale diocesano: attese e impegni”; lavori di gruppo sul tema: “Urgenze e problemi particolari della pastorale diocesana oggi anche alla luce delle lettere pastorali del Vescovo”; ore 12.3 pranzo; ore 14.30 ripresa: relazione dei lavori di gruppo; comunicazioni: “Il Seminario: situazione attuale e prospettive (mons. Carlo Bresciani), presentazione del bilancio della diocesi dell’anno 2009 (mons. Giuliano Nava), varie ed eventuali; ore 16.30 conclusione. Le successive sessioni sono fissate per i sabati 5 febbraio, 9 aprile, 4 giugno. Le sessioni solitamente si svolgono presso il Centro pastorale Paolo VI.


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Ecclesia Chiesa bresciana

Per celebrare l’Unità

Il Lunario lonatese “Celebrando l’Unità d’Italia: volti per un tricolore”. È il significativo titolo dato quest’anno al Lunario lonatese, realizzato dagli alunni delle classi IV del Liceo pedagogico-linguistico e scientifico-paritario Paola di Rosa, coadiuvati dalle insegnanti Marilena Bissaro e Stefania Pozzi. Il calendario, giunto alla 17ª edizione, propone una collezione di francobolli che celebra personaggi storici del territorio bresciano e gardesano, rivisitati alla luce dei valori morali lasciati in eredità. Un percorso che attraversa 150 anni di storia locale: la storia di un popolo e delle sue virtù espressa da volti noti impegnati nel sociale. Santa Maria Crocifissa Di Rosa, don Lorenzo Barzizza, Gaetano Bonoris, don Daniele Comboni furono modelli di carità e di fede e avviarono anche un’intensa attività caritativa ed educativa, che lasciò segni indelebili. Personaggi famosi e uomini impegnati nella politica: da Giuseppe Zanardelli, a Pompeo Molmenti, Ludovico Mortara, Giovanni Rambotti sindaco di Desenzano, fino a Laura Bianchini, eletta nel 1946 alla Costituente, una fra le prime donne deputato: tutti contribuirono a gettare le basi dello Stato moderno. Così il Tricolore diventa simbolo di una nazione unita.

In memoria

Nicola Tomasini Il 10 gennaio ricorre il primo anniversario della morte di Nicola Tomasini. La moglie Adele e i numerosi figli lo ricordano con immutato affetto ed è più che mai presente nei loro cuori.

La casa di formazione Bruno Foresti

22 gennaio La prima assemblea alla casa Foresti

L’Associazione Oratori Come annunciato nel “Gabbiano” n. 30 (pp. 32-33) sono stati messi in atto i passaggi formali indispensabili per consentire all’associazione Centro oratori bresciani di diventare associazione di oratori: con il decreto del vescovo Luciano del 4 ottobre 2010 il Centro oratori bresciani è stato costituito Associazione privata di fedeli; con un atto notarile del 29 novembre 2010 l’assemblea dei soci ha approvato le variazioni statutarie prospettate; il testo completo del nuovo statuto è disponibile sul sito www.oratori.brescia.it L’assemblea degli oratori, primo atto formale dell’Associazione dopo le modifiche statutarie, è prevista sabato 22 gennaio, alla presenza del vescovo Luciano. Sarà per tutti possibile partecipare alla prima parte dell’Assemblea, mentre le elezioni per il consiglio di amministrazione dell’Associazione saranno riservate ai soli soci. Si rinnova pertanto l’invito ai parroci di associarsi per l’anno 2011 al Centro oratori bresciani, partecipando direttamente o attraverso un proprio delegato. Questo è il programma dell’assemblea che si terrà presso la casa di formazione Foresti: ore 9 accoglienza e pratiche iscrizioni parroci o delegati; 9.15 preghiera iniziale;

9.30 saluto di don Marco Mori (direttore Ufficio oratori e della pastorale giovanile); 9.45 “Un’esperienza consolidata di federazione tra oratori: la Fom di Milano”, don Samuele Marelli (direttore Fondazione oratori milanesi); 10.15 “Facciamo l’oratorio”, Mauro Bignami; 10.45 “Gli oratori educano alla vita buona del Vangelo”, mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia; 11.30 dibattito; 12 Assemblea riservata ai soci per l’elezione del Consiglio di amministrazione. Ricordiamo anche il corso di formazione per gli animatori audiovisivi che sarà avviato a gennaio. È un corso volto a quanti, educatori, animatori, catechisti e volontari si occupano a livello amatoriale di audiovisivi in oratorio e nel Grest. Gli incontri formativi si terranno ogni lunedì dalle 17.30 alle 19 divisi in due moduli: il primo dal 10 gennaio al 31 gennaio, per la parte inerente l’animazione audiovisiva con i bambini e i giovani; il secondo dal 14 febbraio al 14 marzo per la parte di laboratorio tecnico sugli audiovisivi. La sede è la casa di formazione Bruno Foresti. Iscrizioni entro e non oltre lunedì 10 gennaio a info@ puntoart.it, 0303722252, Centro oratori bresciani via Trieste 13c, Brescia.


Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 7 GENNAIO 2011 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo 2Sabato 8 gennaio Ore 9.30 – Brescia – Presiede il Consiglio pastorale diocesano presso il Centro pastorale Paolo VI.

Domenica 9 gennaio

Sabato 15 gennaio

Incontro dei responsabili delle Sale della Comunità Dopo la prima riunione a Nave, si comunica il secondo appuntamento per le Sale della Comunità e per i loro responsabili. L’invito alla presenza è rivolto a tutti coloro che ricoprono un ruolo attivo nelle Sale. Nella convinzione che “la rinnovata attenzione alla Sala della comunità offre nuove occasioni di impegno e di coinvolgimento in attività a carattere culturale che possono costituire preziosi spazi di dialogo e confronto anche con quanti sono meno interessati alla vita ecclesiale”, come si esprime la Conferenza episcopale italiana nel Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa, si ribadisce la necessità che non si cammini da soli, ma che si colgano le opportunità per migliorare la proposta e il ruolo della Sala della comunità che la diocesi spera di offrire attraverso Voce Sas e i suoi operatori. L’appuntamento è quindi per sabato 15 gennaio dalle 9.30 alle 12 al Centro pastorale Paolo VI, in via Gezio Calini 30 a Brescia. L’ordine del giorno prevede una relazione su “Strategie di marketing per la Sala della Comunità”, con l’intervento di Angelo Chirico, Itl Milano; “Tutti siano una cosa sola”: progetto quaresimale per le Sale della Comunità; aggiornamenti sulle iniziative economiche; formazione: incontro sul rapporto con la Siae; corso “Film ed educazione”; formazione 2011: i modelli di gestione di una Sala; bando e organizzazione festival diocesano dialettale “Ure de macc” 2011.

Concorso presepi Mcl

In Duomo Vecchio e nella Sala Piamarta Il Duomo Vecchio ospita l’esposizione di oltre 100 presepi che partecipano alla XXXVII edizione del concorso presepi di Mcl che quest’anno riprende un passo del Vangelo di Luca: “Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo”. I lavori si possono visitare fino al 16 gennaio dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.30; sabato e festivi dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19. Anche la Sala Piamarta accoglie fino al 9 gennaio: il sabato dalle 15 alle 19; domenica e festivi dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19.

Azione cattolica Brescia

Esercizi spirituali ecumenici L’Azione cattolica propone un corso di esercizi ecumenici che si svolgerà dal pomeriggio di sabato 22 gennaio, alle ore 16, al pomeriggio di domenica 23 gennaio, sempre alle ore 16. Il tema è “Tu sarai benedetto” (Dt 7,14). L’icona biblica verrà letta e commentata da esponenti di diverse confessioni cristiane e dal punto di vista ebraico (B. Salvarani, A. Zell, A. Luzzatto); ci saranno momenti di preghiera e, nella serata di sabato, un dialogo sul rapporto tra comunità credente e istituzione pubblica. La sede è la casa di spiritualità Villa Pace di Gussago. Quota di partecipazione: con pernottamento euro 57; senza pernottamento, comprensivo di pranzo e cena, euro 46; solo sabato o solo domenica euro 23. Le iscrizioni devono pervenire alla segreteria dell’Azione cattolica in via Tosio 1, tel. 03040102 entro il 17 gennaio. È previsto il servizio di assistenza e animazione dei bambini.

Ore 15 – Brescia – S. Messa per la festa annuale dell’Istituto Pro Familia presso la chiesa di San Gaudenzio a Mompiano.

Martedì 11 gennaio Ore 18.30 – Brescia – S. Messa per gli operatori del turismo.

Mercoledì 12 e giovedì 13 gennaio Incontra i sacerdoti della zona XXIII di Concesio.

Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno

Appuntamenti di gennaio Domenica 9 Incontro vocazionale ragazze, ore 14.30. Cori all’Eremo, ore 16.30 Santa Messa animata dal coro Arcobaleno di Breno. Scuola di preghiera, ore 20. Da domenica 9 a sabato 15 esercizi spirituali per i sacerdoti (giovane clero). Lunedì 10 Corso per catechisti, ore 20. Giovedì 13 Ritiro per i sacerdoti (all’Annunciata). Venerdì 14 I concerti dell’eremo, ore 20.30, Daniele Alberti pianoforte. Sabato 15 Ritiro per le religiose e le consacrate. Santa Messa per i figli in cielo, ore 16.30. Domenica 16 Scuola di preghiera, ore 20. Lunedì 17 Corso per catechisti, ore 20. Mercoledì 19 Ritiro per le donne, ore 9. Rosario meditato e adorazione eucaristica, ore 20. Giovedì 20 Gruppo Galilea, ore 20. Domenica 23 Scuola di preghiera, ore 20. Lunedì 24 Corso per catechisti, ore 20. Giovedì 27 Unione apostolica del clero, ore 10.30. Domenica 30 Scuola di preghiera, ore 20. Lunedì 31 Corso per catechisti, ore 20.

Centro Mater divinae gratiae

Proposte di gennaio Esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici. Dal 16 al 23 su “Il Vangelo di Matteo: compimento o superamento della legge?”. Predicatore p. Alessandro Barban (camaldolese) Per giovani. Domenica 9 (ore 9/16): 4° incontro di formazione per giovani animatori. Domenica 16 (ore 17.30/22.30): 4° giornata di spiritualità dal tema “La condizione della felicità”. Domenica 23 (ore 9/16): 1° giornata di gioia (occasione di incontro, riflessione e preghiera per ragazzi di 3° media). Per adulti. Sabato 8 (ore 16/17,30), “Attraversiamo insieme il guado!”. Un cammino per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante. Martedì 11, 18 e 25 (ore 9/10,30) lectio divina settimanale sul Vangelo di Giovanni. Sabato 15 e domenica 16 meditazione cristiana (corso base e avanzato) con p. Andrea Schnöller. Sabato 22 e domenica 23, “Il cammino nel lutto. Rielaborare… per tornare a vivere” con p. Peter Grüber. Venerdì 28- domenica 30, “La danza si fa preghiera: danziamo il vangelo della pace e dell’amore”, esperienza guidata da Joyce Dijkstra (danzapedagogista) e suor M.Cati Pintossi (dorotea). Scuola di preghiera (ore 20.45/22.15). Mercoledì 19, “La preghiera, incontro tra due desideri”. Mercoledì 26, “I linguaggi della preghiera”. Donne, crocevia di umanità (ore 20.30/22.30). Giovedì 20, “Nell’esperienza della violenza” (Lidia Malizia). Giovedì 27, “Nella vedovanza” (Paola Mandonico). Info: Centro Mater divinae gratiae – via S. Emiliano 30 – Brescia tel. 030.3847212-210 info@materdivinaegratiae.it – www.materdivinaegratiae.it

Parrocchia di Cristo Re in città

Incontri sulla pace La parrocchia Cristo Re (Borgo Trento) promuove una serie di iniziative nel mese di gennaio, mese della pace, sul tema “Libertà religiosa, via per la pace” (Benedetto XVI). In particolare martedì 11 gennaio alle ore 20.45 nel salone dell’oratorio, riflessioni sul messaggio di papa Benedetto XVI, in occasione della 44ª Giornata mondiale della pace (relatore: Paolo Bonzio). Martedì 18 gennaio alle ore 20.45 nel cinema-teatro dell’oratorio proiezione del film sul genocidio armeno “La masseria delle allodole” (regia dei fratelli Taviani), tratto dall’omonino romanzo di Antonia Arslan. Introduce il film: Lidia Keklikian (dottoressa armena). Martedì 25 gennaio alle ore 20.45, sempre nel salone dell’oratorio, testimonianza di don Giorgio Houry, sacerdote cipriota di rito maronita sul tema “L’attuale situazione politica ed ecclesiale a Cipro, tra conflitti e difficili tentativi di riconciliazione”.


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Ecclesia Lutti

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Brasile Mons. Miguel Maria Giambelli

Tutta una vita dedicata alla missione Nato a Flero il 23 marzo 1920, sacerdote dal 4 luglio 1943, fu destinato in Brasile. Amministratore apostolico della Prelatura del Guamà dal 1977, tre anni dopo divenne il primo Vescovo della nuova diocesi di Bragança

I

Il 26 dicembre 2010, festa della Santa Famiglia, dom Miguel Maria Giambelli, vescovo emerito della diocesi di Bragança, è stato chiamato alla Casa del Padre. Nato a Flero il 23 marzo 1920 e ordinato sacerdote barnabita il 4 luglio 1943, padre Michele Maria Giambelli arrivò in Brasile come missionario ancora molto giovane, a comporre il gruppo di missionari che assumevano la nuova Prelatura del Guamà, affidata dal Papa alla Congregazione dei Chierici regolari di San Paolo (Barnabiti). Fu parroco in varie parrocchie della Prelatura, in seguito parroco della Basilica di Nazareth, a Belèm e vicario generale della Prelatura del Guamà. Insieme ai suoi confratelli barnabiti, padre Miguel Giambelli fu il coordinatore delle attività pastorali che lentamente generava

a cura di Renato Longhi

no la futura diocesi di Bragança. Diventato vescovo emerito dom Eliseu, dal 1977, p. Michele fu nominato dal Papa amministratore apostolico della Prelatura del Guamà. Il 15 giugno 1980, papa Giovanni Paolo II elevò la Prelatura del Guamà a diocesi di Bragança, nominando p. Michele Maria Giambelli come suo primo vescovo diocesano. Con il motto episcopale “In Spiritu Sancto”, per 16 anni (19801996), il vescovo Michele ha svolto il suo ministero episcopale con zelo missionario, con fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Oggi già si possono vedere i frutti del suo lavoro: il seminario Paolo VI, da cui sono nati gradualmente nel corso degli anni 30 sacerdoti diocesani ordinati da lui, la costruzione del Centro pastorale di Guadalupe e la realizzazione della Scuola di for-

Mons. Giambelli, a sinistra, con il suo successore mons. Ferrando

mazione per animatori della comunità, la crescita di nuove parrocchie, di congregazioni religiose, l’arrivo di sacerdoti Fidei donum dalle diocesi di Brescia, di Piacenza e dalla diocesi brasiliana di Bragança Paulista, oltre a laici e missionari laici. Toccarono a lui anche i preparativi per il processo di beatificazione del suo predecessore, mons. Eliseu Maria Coroli. Completato il periodo fertile del ministero pastorale nella diocesi di Bragança, dom Miguel scelse di vivere e lavorare nel Ospedale Sant’Antonio Maria Zaccaria, a Bragança e assunse un altro modo fecondo ed esemplare di vita pastorale: la preghiera, la visita e assistenza spirituale e pastorale ai pazienti, la pubblicazione di opuscoli per la formazione dei dipendenti e degli ammalati. Durante il periodo in ospedale, dom Miguel ha vissuto poveramente, accogliendo i tanti fedeli. Dom Miguel è stato sepolto nella cappella mortuaria dei Vescovi, nella Cattedrale di Nostra Signora del Rosario, a Bragança, accanto a mons. Eliseu, confratello barnabita e suo predecessore.

Dieci anni dalla morte

Mons. Angelo Zanetti Il 2 gennaio ricorreva il decimo anno della morte di mons. Angelo Zanetti. A noi missionarie della parrocchia è caro ricordarlo con gratitudine. Dalla sua amicizia con mons. Casnici, fondatore della nostra Associazione, iniziò nel 1975 la nostra presenza in una diaconia periferica della parrocchia di Manerbio, dove era parroco. Poi don Angelo divenne, per incarico del vescovo mons. Luigi Morstabilini, assistente spirituale dell’Associazione stessa. Il nostro ricordo vuol esprimere l’intenso grazie per la sua presenza fra noi: sempre attenta e generosa, con un insegnamento preciso e profondo, con un aiuto morale e spirituale, donatici per ben 25 anni. Grazie, don Angelo. (Le Missionarie della parrocchia)

Marisa Amighini dell’Istituto Pro Familia

Un sorriso luminoso specchio di interiorità spirituale Circondata dall’affetto e dalle cure delle sue consorelle, è morta, nella sede dell’Istituto Pro Familia a Mompiano in Brescia, la missionaria Marisa Amighini. Era nata a Fidenza (Parma) il 23 gennaio 1919, diplomata maestra elementare, professione esercitata spesso in condizioni disagiate, ma sempre con profondo senso educativo basato sulla comprensione dell’alunno, anche nelle sue difficoltà. Entrò a far parte dell’Istituto Pro Familia, da poco fondato, nel 1946, avendo precedentemente conosciuto il suo venerato fondatore, il Servo di Dio don Giovanni Battista Zuaboni. Fu stretta collaboratrice dell’indimenticabile Teresa Cirimbelli, occupandosi soprattutto delle Scuole di vita familiare che, ancor oggi, praticano la remota educazione all’amore e alla famiglia degli adolescenti. Nell’Istituto Pro Familia emise solennemente i tre voti di povertà, castità e obbedienza nelle mani di mons. Giusep-

pe Rossini, delegato del vescovo mons. Giacinto Tredici. Fu responsabile dell’Istituto Pro Familia dal 1970 al 1981, avendo cura di tenere unite le varie sedi dell’Istituto stesso in Lombardia, a Firenze, ad Ancona, a Roma, a Monopoli (Bari) e in Sicilia. Profuse in questo compito i suoi doni di grande bontà, di umiltà e di prudenza cristiana, sempre nel massimo del rispetto e di esemplare riservatezza verso tutti. Il suo indimenticabile sorriso era lo specchio della sua interiorità spirituale. Con questo luminoso sorriso di sempre, accolse fino all’ultimo suo giorno di vita quanti le davano la gioia di un saluto nella sua malattia. Ora Marisa avrà sorriso a Dio che l’ha chiamata a sé nel suo Regno il giorno 27 dicembre, nella gioia del Natale appena celebrato. La sua missione apostolica continua dal Cielo a perenne beneficio dell’Istituto e, soprattutto, di tutte le famiglie.


Acli

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Il dormitorio della San Vincenzo

A partire dai dati dell’Istat L’esperienza bresciana

Povertà relativa e vite assolute di Roberto Toninelli

Anche quest’anno possiamo archiviare gli alberi luccicanti e le ricche tavole imbandite delle feste natalizie. Ma, spente le luci, rimane la realtà. Che è un’altra ed è preoccupante. In Italia, dice l’Istat, 2 milioni e 657mila famiglie (10,8% del totale) sono in condizione di povertà relativa e 1 milione e 162mila di povertà assoluta (4,7%). Dati quasi invariati rispetto al 2008, ma che necessitano di una specifica. La povertà relativa infatti fa riferimento al livello economico medio di vita della regione o della nazione: se tutti gli abitanti di un Paese si impoveriscono, l’indice di povertà relativa può addirittura diminuire (poiché la linea di povertà relativa si abbassa). Ed è quanto successo in Italia. Aggiornando però la linea di povertà del 2008 con i dati dell’inflazione, altre 223mila famiglie si rivelano povere relative. Quindi in Italia nel 2009 (e sicuramente anche nel 2010) la povertà ha continuato ad aumentare. Troppo spesso gli eventi della vita (una maternità o una famiglia numerosa) sono causa di forte difficoltà economica. Così i nuovi poveri sono

lontani dagli stereotipi del classico “barbone”, del tossicodipendente o dell’alcolizzato. Basta osservare le code fuori da alcuni dormitori bresciani. Per esempio al dormitorio “Emergenza Freddo” di via Rose di Sotto quest’anno sono notevolmente aumentati gli italiani rispetto agli stranieri; e gli ospiti sempre più spesso hanno il volto di persone che fino a poco tempo prima conducevano una vita normalissima. È magari bastata una separazione, un licenziamento o un periodo di difficoltà per ritrovarsi senza una casa. In un articolo del “Giornale di Brescia” Maria, una delle volontarie storiche, ricorda che “bussano alle nostre porte molte persone fragili che, fino a qualche anno fa, erano tutelate e non finivano sulla strada. Per loro c’erano attenzioni e qualche lavoro protetto a scongiurare un’emarginazione crescente. Ora le risorse per aiutare chi è ai margini sono ridotte al minimo e se alla loro si somma la fragilità della famiglia la speranza di una seppur precaria stabilità si affievolisce di anno in anno”. Una situazione che ormai è uscita dalla categoria dell’emergenza e richiede quindi politiche sociali e familiari che sappiano andare oltre l’estemporaneo aiuto economico o l’assistenzialismo.

Andare oltre la stabilità politica di Roberto Rossini La stabilità politica non è un valore in sé. Altrimenti dovremmo rivedere il nostro giudizio sui regimi totalitari. Certo che è importante, ci mancherebbe, ma è solo una condizione. È come un contenitore, dipende da cosa ci mettiamo dentro: quali riforme e provvedimenti. E dove la poggiamo: sulla volontà popolare, su una larga intesa, su qualche trucco parlamentare. Neanche il cambiamento è un valore in sé, anch’esso è una condizione. Ma se non c’è alcunché da difendere, se non c’è un contenuto da conservare con cura, allora il cambiamento è auspicabile: un cambiamento che porti stabilità. Stabilità non significa necessariamente un governo che “non cade”, semmai significa condividere uno stabile elenco di priorità su cui qualunque maggioranza intende operare. Perché le questioni sono da tempo stabilmente quelle: la scuola, i giovani e l’università; il lavoro, i giovani e l’impresa; la cultura, l’educazione e la famiglia. È nell’instabilità di questi elementi che s’invoca più stabilità, nel senso di più volontà politica, di più concretezza. La stabilità, una classe dirigente, se la conquista lavorando per il bene comune, non illudendo i cittadini. In altre parole, la stabilità è il bene comune, è la roccia su cui si costruisce la casa politica. L’illusione è la sabbia su cui si costruiscono finti castelli, quelli destinati a diventare fango alla prima pioggia.

Dsc pillole (commentate) di Dottrina sociale della Chiesa

di Salvatore Del Vecchio

Un grande fondo mondiale riducendo le spese militari Il tema “Libertà religiosa, via per la pace” al quale è dedicata la Giornata mondiale della pace si rivela attuale. Da quando, il 1° gennaio 1968, Paolo VI volle “lanciare l’idea” di porre all’attenzione del mondo l’importanza della pace, le proposte, indicate di anno in anno, sono sempre diverse, non esclusive ma complementari. Il che conferma che le vie per raggiungere e mantenere una pace duratura sono complesse e richiedono il fattivo contributo di “tutti gli uomini di buona volontà”. Papa Montini si fa interprete delle “aspirazioni dei Popoli, dei loro Governanti, degli Enti internazionali, delle Istituzioni religiose, dei Movimenti culturali, politici e sociali, della Gioventù, degli uomini saggi”. “La proposta”, sottolinea, “non intende qualificarsi come esclusivamente nostra, religiosa

cioè cattolica; essa vorrebbe incontrare l’adesione di tutti i veri amici della pace, come fosse iniziativa loro propria” per rendere l’umanità capace di “dare alla storia del mondo un più felice svolgimento ordinato e civile”. Già nel dicembre 1964, durante il viaggio a Bombay, ammonisce: “Noi non ci stancheremo di chiedere a Dio Onnipotente di concedere la pace al mondo; Noi inviteremo ininterrottamente i capi responsabili dei destini dei popoli a non rinunciare ad alcuna iniziativa atta a procurare all’umanità questo desideratissimo bene”. Nell’enciclica Populorum progressio sollecita la “costituzione di un grande fondo mondiale, alimentato da una parte delle spese militari. Onde venire in aiuto ai più diseredati. Solo una collaborazione mondiale permetterebbe di superare

le rivalità sterili e di suscitare un dialogo fecondo e pacifico tra tutti i popoli”. In tal modo, da una parte, si potrebbero superare “i rancori derivati dall’era coloniale”, sostituendoli con proficue relazioni di amicizia, dall’altra, si eviterebbero certe “manifestazioni di neocolonialismo: fenomeno che si configura in termini di pressioni politiche e di potere economico esercitati allo scopo di difendere o di conquistare una egemonia dominatrice”. E ancora: “Quando tanti popoli hanno fame, quando tante famiglie soffrono la miseria, quando tanti uomini vivono immersi nell’ignoranza, quando restano da costruire scuole, tanti ospedali, tante abitazioni degne di questo nome, ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo”.


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Adasm Fism

Adasm Fism Brescia

Associazione degli asili e delle scuole materne della provincia di Brescia

Centro di formazione Un punto fermo

Essere figura di riferimento Alcune pillole, tratte da uno degli Atelier promossi da Lesic per le educatrici e il personale delle scuole dell’infanzia, per riflettere sull’importanza di questo ruolo per il bambino al Nido pagina a cura di Mario Sissa

Oggi, in quasi tutti i Nidi, si aiuta il bambino fin dall’inizio della frequenza a familiarizzare con le due o tre educatrici della sua sezione con un’accentuazione, soprattutto nel periodo iniziale, per una di esse che avrà un ruolo privilegiato soprattutto in relazione alle pratiche di cura fisica ed ai rapporti con i genitori. Il fatto di familiarizzare con più di una figura contemporaneamente non renderà più “esclusiva” quella di riferimento, madre e bambino si sentiranno a loro agio anche con le altre educatrici e vivranno con naturalezza gli inevitabili scambi di presenza. L’attività “in gruppo” delle educatrici consente, inoltre, un alleggerimento di eventuali problemi di gelosia o di incomprensione sempre possibili quando la madre, in un rapporto singolo con l’educatrice, ha la sensazione di essere “rimpiazzata”. L’adulto che sa attuare una vera relazione educativa è quello che riesce a rapportarsi al bambino accettandone la complementarità, la competenza, il diritto alla protezione ed alla guida,

ma anche all’autonomia sempre più crescente. La relazione educativa è dinamica ed inversamente proporzionale: più il bambino cresce e meno occorre l’intervento diretto dell’educatore. Il bambino da zero a tre anni ha precisi bisogni di protezione, gratificazione, valorizzazione e, soprattutto intorno ai due anni, esigenze di autonomia condensate nel classico “no”. Erikson individua nella prima infanzia due “condotte evolutive”: la fiducia di base e l’autonomia, nell’età della scuola dell’infanzia prevarrà invece la spinta dell’iniziativa. Queste tre “molle” evolutive ci indicano anche le richieste che il bambino spera siano accolte dall’adulto. Nel primo anno di vita il bambino ha bisogno di credere nell’amore dei genitori e degli adulti che si occupano di lui, di vedere esaudite le sue richieste, di sentirsi protetto, curato. Nel secondo anno di vita nasce l’impellente bisogno di spazi sempre più ampi di autonomia. Gli atteggiamenti di accoglienza dell’educatrice si esprimono in gestualità pacata ed affettuosa, in tonalità vocali ed espressive semplici, calde, imperniate su formulazioni positive, in tempi

ampi di ascolto e di interazione individuale, in dialoghi correttamente alternati e non monopolizzati dall’adulto, in rispetto per il corpo del bambino durante le cure e per le sue espressioni nell’interazione gestuale e verbale. Gli atteggiamenti di incoraggiamento alla conquista dell’autonomia si esprimono con la predisposizione di spazi, tempi e materiali adeguati, con il rispetto dei ritmi individuali, con la valorizzazione degli sbagli e dei “pasticci”, con l’affiancamento discreto e non sostitutivo nelle difficoltà, con apprezzamenti non enfatici, con la verbalizzazione puntuale di ciò che il bambino fa o tenta di fare. E, sempre, con l’attenzione positiva all’agire del bambino, attenzione costruttiva che nasce dall’osservazione costante, dall’instaurazione di un dialogo gestuale e verbale basato sull’ascolto e sul rispetto dei turni di intervento. I genitori, soprattutto oggi, non hanno sempre tempo e serenità sufficienti per guardare ed ascoltare veramente i loro bambini: il Nido dovrebbe, almeno in parte, ridurre questa lacuna privilegiando il gioco libero dei bambini come mezzo insuperabile per conoscerli, ascoltarli e dialogare con loro.

La riflessione

di Angelo Chiappa

Per le mamme dei bambini stranieri: un tempo di coraggio Care mamme, molte di voi sicuramente sanno che noi cristiani crediamo in una storia inverosimile: una donna – Maria – che deve partorire in una stalla di animali “perché per loro non c’era posto nell’albergo” e la stessa donna, col piccolo Gesù, è costretta ad emigrare in Egitto per un’unica ragione: la tutela della vita della sua creatura. Indubbiamente è stata una donna coraggiosa come lo siete state tutte voi. Abbiamo riletto per noi la storia delle migrazioni di Maria, Giuseppe e del loro figlio Gesù e l’abbiamo trasferita in accoglienza, integrazione e processo educativo senza alcuna discriminazione tra i “vostri” e i “nostri” bambini dentro le nostre scuole. L’Erode della miseria o della guerra vi ha costrette a lasciare la vostra terra

per cercare condizioni di vita meno infami per voi e per le vostre creature già nate o che avevate in grembo o che avete generato quando già eravate arrivate nella terra della speranza. So bene che la legislazione italiana e la situazione socio-politica ce la stanno mettendo tutta per complicarvi la vita. So bene che molti dei vostri mariti sono senza lavoro. So altrettanto bene che nelle situazioni difficili tocca a voi madri non arrendervi e c’è bisogno di tutto il vostro coraggio per mettere insieme la colazione con la cena e i soldi per le bollette che hanno scadenze inappellabili. Non so come possiate riuscire a cavarvela; così come non ho mai capito come abbia potuto mia madre crescere tre bambini piccoli nei sette lunghi anni in cui mio padre

è stato obbligato a star lontano da casa per obbedire all’obbligo del servizio militare in tempo di guerra. So che ce l’ha fatta, perché, come voi, non le è mai venuto meno il senso del dovere e il coraggio. Vi dico questo per rincuorarvi e per farvi sentire la vicinanza delle scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana disseminate in 250 luoghi della città e della provincia. Anche noi, responsabili cristiani di queste realtà, abbiamo dovuto investire con coraggio; lo stesso che esprimete voi per continuare a reggere in mezzo a mille difficoltà la vita delle vostre famiglie. Abbiate fiducia e siate certe che accanto al vostro coraggio poniamo anche il nostro, per essere all’altezza della situazione nuova che ci fa protagonisti dei “tempi nuovi”.


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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Gottolengo Attività pastorale

Il fermento culturale della Bassa In parrocchia dal 1970 è presente in maniera significativa il Cammino neocatecumenale. Fra le particolarità, l’emittente televisiva e radiofonica che in diretta trasmette le funzioni religiose, i dibattiti e le conferenze

L’oratorio dedicato a San Luigi

Intervista al parroco don Arturo Balduzzi

Una realtà interessante Don Arturo Balduzzi è parroco di Gottolengo dall’8 dicembre scorso. Nella parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo l’ha accolto un’assemblea festosa in una giornata conclusa dal concerto all’organo Serassi, del 1862, dalla fonica distribuita su 2.500 canne, restaurato nel 2006 dall’impresa organaria Giani di Corte de’ Frati. Esecutore, alle due tastiere a 58 tasti e pedaliera della consolle, il maestro torinese Roberto Cagnazzo, col programma “L’onda dei suoni mistici, nell’organo italiano dell’Ottrocento fra melodia e liturgia”, composizioni di grande respiro che hanno fatto risaltare le sonorità dello strumento. L’iniziativa, inserita negli itinerari organistici bresciani è stata curata dell’associazione amici della scuola diocesana Santa Cecilia di Brescia. Il nuovo parroco, cultore d’arte come dimostrano le pareti del suo studio decorato da opere pittoriche e da sculture lignee ispirate alla religione, è ancora entusiasta del concerto. È reduce da una “full immersion” nel nuovo incarico assegnatogli dal vescovo Monari, portando in dote le sue stimolanti, precedenti esperienze: nel 1975 a Fornaci; poi al villaggio Prealpino; quindi parroco a Viadana di Calvisano, Chiesanuova e ora a Gottolengo con la collaborazione di don Luca Lorini, direttore dell’oratorio San Luigi Gonzaga. “Realtà interessante – commenta il Parroco – rilevando l’impegno di catechisti, molti dei quali inseriti nel movimento neocatecumenale, per i quali è istituito l’incontro di formazione ogni quarto martedì del mese insieme a quelli di Gambara e Fiesse. Ogni venerdì sera è attivo il catechismo per gli adolescenti di prima superiore, mentre continuano gli incontri degli allievi di seconda e terza superiore e il terzo giovedì di ogni mese proseguono quelli per i giovani. Molte altre iniziative impegnano i volontari che hanno dato vita alla castagnata, alla festa del ringraziamento, all’ultimo dell’anno in oratorio e stanno preparando la tradizionale, nella consuetudine agricola, festa di Sant’Antonio. “Sarà un anno ricco di esperienze che ci porterà a vivere con adolescenti e giovani la Giornata mondiale della gioventù nel prossimo mese d’agosto” informa don Lorini in questi giorni assorbito nella conclusione del grest Invernale organizzato con la partecipazione dei genitori. In ambito parrocchiale don Balduzzi sta abbozzando alcuni progetti che riguardano l’antica canonica, nella quale sono disponili locali per riunioni, e l’edificio della chiesa costruita dall’architetto Domenico Prandini di Calvisano, allievo del Corbelli. L’interno è affrescato; sono segnalati il coro ligneo, pregevoli altari in marmo di Domenico Carboni, dipinti tardoseicenteschi di Giambettino Cignaroli, un’“Ultima cena” di Palma il Giovane, la “Deposizione” di Sante Cattaneo, opere di Giuseppe Teosa e Pietro Scalvini e la Via Crucis. Un patrimonio rilevante che sta a cuore alla gente di Gottolengo. Un’incombenza che il nuovo Parroco è determinato ad assolvere con la dovuta cura.

G

Gottolengo, paese dal fermento culturale accentuato. In ambito parrocchiale dal 1970 è presente il Cammino neocatecumenale costituito quand’era parroco don Francesco Vergine, approvato dal vescovo Morstabilini. Fu un’équipe itinerante proveniente da Roma, composta da un sacerdote e alcuni laici ad impostare la serie di riflessioni, per costituire la comunità. Dentro la parrocchia, con il Parroco e spontaneamente, alcune persone hanno inteso rendere concreti i segni della fede: l’amore nella dimensione della Croce e l’unità dei cristiani, dai quali scaturiscono quelle domande indispen-

Don Arturo Balduzzi

di Franco Piovani

sabili per poi annunciare il Cristo. Il “Cammino” si è proposto come “un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni” nella definizione di papa Giovanni Paolo II. Oggi nella diocesi bresciana sono presenti altre comunità di neocatecumenali. Se ne conoscono nelle parrocchie di Pontevico, Chiari, Volta Bresciana, Santissima Trinità, ognuna con propri programmi, ma con l’unico scopo di aggregare i cristiani. Un simile fermento organizzativo a Gottolengo ha posto le premesse per l’obiettivo, raggiunto e riuscito, di dotare la parrocchia, prima fra tutte in diocesi, di un’emittente televisiva e radiofonica che in diretta, e in esclusivo ambito locale, fanno arrivare nelle case le funzioni religiose, dibattiti e conferenze, notiziari locali e rilancia Tele Pace Verona in collegamento con il Vaticano. Sono strumenti di comunicazione di massa che trasmettono immagini in televisione e notizie sulle onde della radio. Strumenti importanti che il parroco don Arturo Balduzzo intende conservare, nel rispetto rigoroso delle disposizioni di legge e fin dove possibile, potenziare grazie alla disponibilità di un gruppo di volontari che costituiscono la redazione di Trg, in questo periodo al lavoro per documentare la vita e le opere di don Francesco Vergine, il parroco che a Gottolengo ha contribuito alla formazione cristiana attraverso iniziative come il Cammino neocatecumenale e l’emittente radio tv.


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Paesi e parrocchie Città

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Provincia Bilancio di fine anno e alcune novità

Fra turismo e sede unica Molgora ha affidato a sorpresa le deleghe alla Cultura e al Turismo a Silvia Razzi, 12° assessore

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In Broletto brindisi di fine d’anno tra nomine, bilanci e progetti. Protagonista il presidente della Provincia Daniele Molgora che, con una mossa un po’ a sorpresa, ha nominato il 12° membro della sua squadra, definendo a un anno e mezzo dal suo insediamento, il quadro della giunta provinciale. Si tratta di Silvia Razzi alla quale sono state affidate le deleghe alla Cultura e al turismo fino ad ora nelle mani del presidente. Gardesana, vice sindaco e assessore ai servizi sociali del Comune di Puegnago, Silvia Razzi appartiene al gruppo della Lega Nord e riequilibra in giunta il rapporto, 6 a 6, con il Pdl. Una donna del lago – si è definita il neo assessore – che imparerà a conoscere le zone montane e di pianura per far apprezzare la nostra provincia in Italia e all’estero facendo lavorare cultura e

di Vittorio Bertoni

Da sinistra, il presidente Molgora, la Razzi e Romele

turismo sempre più in sinergia. E protagonista Molgora è stato anche nel tradizionale incontro sul bilancio dove ha rivendicato le tante cose fatte e ha rilanciato nuovi progetti. “Non solo tagli. Si è lavorato e bene su tanti fronti – ha precisato Molgora – aeroporto, viabilità, marchio made in Brescia, turismo, cultura, sport e ambiente”. E tanto è stato fatto a fronte di un risparmio di 36 milioni di euro di spese correnti rispetto al 2008, passate da 180 a 144, che ha interessato le spese di rappresentanza, il personale e i mutui, azzerati. “E nel 2011, nonostante le risorse possano ulteriormente contrarsi, sono già in programma importanti interventi come la riqualificazione della galleria Trentapassi, la sistemazione del ponte di Concesio sulla Sp 19 e dello svincolo di Rodengo Saiano e la

ripartenza dell’attività del depuratore di Visano”. Interventi di valorizzazione anche in ambito culturale e turistico. “Stiamo lavorando per recuperare l’ex chiesa di San Giorgio e Palazzo Martinengo, dove sarà risistemato l’ufficio turistico e dove verranno ospitate mostre importanti, come quella già calendarizzata per il centenario del Brescia Calcio”. Accordi sono stati presi col Touring Club e si prevedono sinergie con il Teatro Grande. E conclude svelando, con un colpo di scena, un progetto ambizioso: l’acquisizione grazie al federalismo demaniale dell’ex caserma Papa da destinare a casa unica della provincia, ottimizzando i costi di affitto relativi alle sedi attualmente utilizzate. “L’iter burocratico partirà a gennaio. Ci vorranno otto anni e investimenti per circa 45 milioni di

euro, ma senza danneggiare le casse dell’ente. E ci sarà spazio anche per un nuovo polo scolastico, trasferendo probabilmente il Lunardi, per il quale attualmente si paga un affitto oneroso”. I costi dell’operazione potrebbero essere coperti alienando alcuni “gioielli” di famiglia o ricorrendo a formule di mutuo e leasing. E il prossimo futuro gestionale dell’amministrazione provinciale come sarà? “Anche per il prossimo anno – ha concluso il Presidente – alla luce dei tagli ulteriori inerenti al patto di stabilità dovremo aspettarci circa il 50% in meno rispetto al saldo degli investimenti relativi al triennio 2007-2009. Ma il buon lavoro svolto anche quest’anno mi porta a credere che potremo operare con una certa tranquillità”.

Brevi

Legambiente

Folzano

Brescia manca di politiche adeguate

La parrocchiale restaurata

“La qualità dell’ambiente e della vita urbana è il risultato di una combinazione virtuosa tra l’indispensabile attività socio-economica della città con un rigoroso governo della sua struttura urbana e dello spostamento di persone e cose al suo interno. Brescia manca di politiche adeguate e di respiro europeo in tal senso”. Partendo da questa analisi per il 2011 Legambiente realizzerà con rinnovato vigore, oltre alle campagne come Puliamo il Mondo, Mal’Aria, (S)cambio di stagione, importanti azioni su ciascuno dei temi più importanti. La qualità dell’aria resta al centro dei problemi: “Nel 2010 non si sono registrati miglioramenti significativi nella concentrazione media dei principali inquinanti nell’atmosfera. In termini delle due fonti principali di emissioni, ciò è avvenuto nonostante la crescente diffusione di carburanti a minore impatto e ritmi produttivi sotto la norma decennale per i principali insediamenti produttivi cittadini.

Nel giorno del patrono San Silvestro la comunità di Folzano ha potuto riabbracciare la sua parrocchiale lesionata dal terremoto del novembre 2004. Con una cerimonia solenne il vescovo Monari ha unto con l’olio del crisma il nuovo altare in marmo di Botticino (realizzato dallo scultore Maffeo Ferrari) con la benedizione dell’ambone e della sede. Sono stati premiati il sacrificio e l’impegno del parroco don Giuseppe Mensi, che solo una settimana dopo l’ingresso a Folzano nel settembre 2008, era rimasto “orfano” della sua chiesa. L’intervento è stato reso possibile grazie al contributo delle istituzioni (Comune e Regione), delle aziende (A2A), della Fondazione comunità bresciana e dei fedeli.


Brevi

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I dati dell’Asl presentati in un convegno

Il ruolo del volontariato nel trasporto sociale e sanitario

Un’immagine della marcia della pace dello scorso anno

Brescia 11 parrocchie con le Acli

“Azioni di pace per costruire la pace”

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Era l’8 dicembre 1967 quando Paolo VI istituiva la Giornata mondiale della pace, che fu celebrata, per la prima volta, l’1 gennaio 1968. Da quell’anno è consuetudine per il Pontefice inviare ai Capi delle Nazioni e a tutti gli uomini un messaggio che invita a riflettere su un tema difficile ma sempre attuale come quello della pace. La Giornata mondiale della pace è rivolta ad ogni persona di buona volontà e ai cristiani perché si facciano promotori di giustizia sociale. Da alcuni anni, ormai, le Acli si sono fatte portatrici del messaggio del Papa, organizzando per gennaio il Mese della pace, ricco di appuntamenti e occasioni d’incontro. “Azioni di pace per costruire la pace” il tema di questa nuova edizione 2011, che ha preso il via, sabato 1° gennaio con la tradizionale marcia della pace tra Caionvico e Rezzato. Il prossimo appuntamento di questo Mese della pace è previsto per venerdì 14, giorno in cui, alle 20.30, presso il rinnovato oratorio di Sant’Eufemia, si potrà ascoltare la testimonianza del dottor Marco Garatti, volontario di Emergency in Afghanistan. Una settimana dopo, ve-

di Laura Di Palma

nerdì 21 alle 20.30, presso l’oratorio di Sant’Angela Merici si terrà invece una veglia ecumenica di preghiera, mentre venerdì 28, alla stessa ora, nella Sala della comunità della parrocchia Sante Capitanio e Gerosa, una nuova testimonianza, quella del dottor Adel Misk, responsabile dell’associazione Parents’ Circle, nata per promuovere la riconciliazione tra israeliani e palestinesi e per la quale si raccoglieranno fondi durante tutto il mese. Il mese della pace 2011, voluto dalle parrocchie di Buffalora, Buon Pastore, Caionvico, Sant’Angela Merici, Sante Capitanio e Gerosa, S. Eufemia, S. Francesco di Paola, S. Gottardo, S. Luigi Gonzaga, S. Polo e S. Stefano, accanto ai circoli Acli di Botticino, Buffalora, Caionvico, Castenedolo, Sant’Eufemia, San Polo e Rezzato, ai gruppi del Commercio equo e solidale, al gruppo Scout BS7, all’Associazione Molim e ai Missionari Comboniani si chiuderà in musica. L’ultimo appuntamento è fissato per sabato 29 gennaio alle 20.30 nel Teatro parrocchiale di Buffalora con lo spettacolo di alcuni gruppi giovanili zonali, “Canta la pace”.

Le attività di trasporto sociale e sanitario sono molto diffuse tra le organizzazioni di volontariato bresciane e rivestono una crescente importanza nel sistema del welfare locale. Diversi e molteplici i servizi svolti tramite il prezioso supporto dei volontari: l’accompagnamento degli anziani ai centri diurni, i trasporti di persone disabili, gli spostamenti degli ammalati per terapie o visite presso gli ospedali. Secondo i dati dell’Asl ben 58 sono le associazioni che si occupano di trasporto infermi e 15mila i volontari impegnati, con 220 veicoli destinati all’opera. Lo svolgimento di queste attività, attraverso l’apporto gratuito dei volontari, richiede una adeguata preparazione da parte del volontario e una certa professionalità dell’associazione nel gestire gli aspetti amministrativi e giuridici del servizio, nonché i profili di responsabilità relativi ai rapporti con le persone trasportate. Di queste tematiche si è discusso nel corso del convegno “I trasporti sociali nei distretti” promosso dal Csv in collaborazione con Auser, Anteas, Rovato Soccorso e Volontari del Soccorso di Roccafranca e Ludriano. Nel corso dell’incontro è stata presentata, a cura del dott. Sergio Carasi, responsabile del Servizio igiene e sanità pubblica dell’Asl di Brescia, la nuova normativa regionale n. 893 del 1° dicembre 2010 in materia di “Trasporto sanitario da parte di soggetti privati”. Va a integrare le disposizioni della deliberazione n. 1743 del 2006 (che resta la norma di base) e stabilisce i requisiti per le associazioni che si occupano di trasporti sanitari. Entro 90 giorni dall’approvazione del documento i titolari di autorizzazione dovranno produrre all’Asl dettagliata relazione sull’attività svolta e le convenzioni in essere, inoltre dovranno inoltrare all’Asl l’elenco nominativo degli operatori suddivisi per inquadramento e mansioni. Avranno un anno di tempo per dimostrare di avere tutti i requisiti per l’esercizio dell’attività. Da questa regolamentazione sono escluse le organizzazioni di volontariato che si occupano di trasporto sociale: rimangono fondamentali le disposizioni della Legge quadro sul Volontariato 266/1991 con riferimento agli obblighi assicurativi. Sul portale dell’Asl, www.aslbrescia.it, saranno pubblicate altre indicazioni in merito alla normativa. (a.t.)

Circolo culturale “Il Caminetto”

Territorio e solidarietà È passato un anno dalla sua fondazione e il Circolo culturale “Il Caminetto” ha tracciato un bilancio delle attività svolte, testimonianza della voglia di contribuire a vivacizzare il dibattito sui temi che interessano il nostro territorio. “Tra le più significative – ha ricordato il presidente Mario Pellicanò – in aprile, il ciclo di conferenze ‘Evoluzione della città - Riguadagnare Brescia’ con la partecipazione di politici e architetti qualificati, in ottobre l’incontro “Serata per un grande uomo” in memoria di Vincenzo Muccioli, a 15 anni dalla sua morte, col risvolto benefico dell’incasso interamente devoluto alla Comunità di San Patrignano e in novembre la manifestazione “La sfida generazionale della destra” con l’intervento di Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, che ha esposto i recenti provvedimenti a favore dei giovani. Una attenzione, quella del Caminetto, focalizzata su tematiche calate nella realtà che i cittadini vivono quotidianamente. “Dopo questo primo anno di rodaggio il nostro circolo intende consolidarsi, proseguendo nel percorso intrapreso, per occupare un ruolo significativo nel panorama culturale locale, con un occhio di riguardo alle tematiche che toccano i cittadini in ambito urbanistico, sociale, politico ed economico e proponendosi nel ruolo di mediatore tra la gente e le istituzioni”. In agenda, l’organizzazione di un convegno sul futuro delle Circoscrizioni cittadine alla luce delle nuove disposizioni legislative. (v.b.)


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Paesi e parrocchie Bassa

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Bargnano, Corzano e Frontignano Novità

Con i ragazzi per raggiungere le famiglie Don Tarcisio Fiammetti lascia Berlinghetto per diventare parroco delle tre comunità. Avrà il compito di far maturare la nuova unità pastorale Don Tarcisio Fiammetti

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Bargnano, Corzano e Frontignano: tre parrocchie guidate da un unico parroco. Don Tarcisio Fiammetti, che dal 2001 era parroco di Berlinghetto, fa un triplice ingresso ufficiale: sabato 8 gennaio alle 16 a Corzano, domenica 9 alle 10 a Bargnano e alle 15 a Frontignano. Segno anche questo di un cammino verso l’unità pastorale che ha bisogno di tempo e di pazienza. Originario della Bassa bresciana (della parrocchia di Pompiano), prosegue quindi il suo ministero nella terra che gli ha dato i nata-

di Luigi Zameli

li. Anche a Berlinghetto ha potuto sperimentare da vicino alcuni valori: la passione per il lavoro e il senso della famiglia. In questi anni, pur inserito in una piccola realtà, don Tarcisio ha cercato di stimolare le persone e a partecipare ai diversi appuntamenti e incontri organizzati. Ha puntato molto sulla capacità di incontrare le persone. Sono stati realizzati dei bei momenti di condivisione, si pensi solo alle feste patronali o ai grest. Soprattutto i momenti di animazione estivi so-

no stati possibili grazie al coinvolgimento di un buon gruppo di animatori che hanno sviluppato due percorsi distinti: prima a Berlinghetto e poi a Berlingo. Partendo dalla considerazione che “se si aggregano i ragazzi, si aggregano anche le famiglie e ci si ritrova a fare comunità; così facendo si crea una mentalità”. Un unico parroco, dicevamo, suddiviso su tre realtà. Anche Berlingo e Berlinghetto lavoravano insieme su alcuni versanti con gli alpini e con il gruppo anziani. Dal 2007, inoltre, la formazione dei catechisti per il percorso di iniziazione cristiana è fatta in maniera unitaria. Don Tarcisio risiederà a Corzano, ma dovrà anche provvedere a sistemare la canonica di Bargnano. Nel suo servizio si prenderà

Chiari

Un libro che racconta l’ospedale 90 pagine per ricordare 100 anni di storia. Un secolo di sanità nell’accoglienza sanitaria ora rappresentata dall’azienda ospedaliera al cui vertice è stato recentemente nominato il dr. Danilo Gariboldi. Il libro dal titolo “Dalla carità alla cura – 100 anni di storia dell’ospedale di Chiari 1911 – 2011” è stato edito dalla Fondazione civiltà bresciana onlus, diretta da mons. Antonio Fappani, il libro si compone di alcune sezioni principali riferite rispettivamente alle origini del nosocomio fino all’attuale sede, agli interventi riguardanti la costituita azienda ospedaliera nello scorcio della fine del secolo scorso e del subentrato millennio, alle figure dei medici con incarico di dirigenza e di rappresentatività nella guida dell’ospedale nelle persone del prof. Augusto Pellegrini e del prof. Mario Tabanelli alle quali si aggiunge anche una mirata parte fotografica finalizzata a descrivere visivamente una porzione fra le recenti migliorie dei servizi, degli spazi funzionali e degli ambienti riscontrabili nella sede ospedaliera clarense. La pubblicazione si ispira all’imminente ricorrenza dell’inaugurazione avvenuta nel 1911 combaciandosi nel nuovo e incalzante anno nel documentato centenario di attività, dall’inizio d’uso, dopo la

sua costruzione, nell’attuale ospedale realizzato su viale Mazzini su progetto dell’arch. Luigi Arcioni, dove si era trasferito dalla precedente e poi dismessa struttura nel centro di Chiari che ora è adibita ad alcuni servizi comunali, come la biblioteca civica “Fausto Sabeo”. La tradizione ospedaliera è antecedente e risale ad un lascito che il possidente clarense Mellino Mellini nel diciassettesimo secolo aveva disposto per l’erezione di un luogo di cura destinato alla pubblica utilità “per infermi poveri e bisognosi della comunità stessa”. Con l’ultimo e recente triennio, affidato alla gestione del direttore generale dott. Fabio Russo, a capo della direzione strategica composta dal direttore amministrativo dr.ssa Flavia Bernini e dal direttore sanitario dr.ssa Annamaria Indelicato, l’Azienda ospedaliera “Mellino Mellini” ha “attuato un rinnovo strutturale-gestionale con progetti e programmi di investimenti di ristrutturazione e di adeguamento delle attrezzature” perseguendo un processo di ammodernamento di diversi reparti (Radiologia, Ostetricia, Ginecologia, Nido e Sale Parto) finalizzato alla dotazione dei più recenti strumenti di diagnosi, ponendoli in nuovi locali (2010). (l.q.)

cura in particolare degli anziani, degli ammalati, degli adolescenti e dei bambini. Nel suo ministero ha svolto il ruolo di cappellano al San Camillo: “È stata – spiega don Fiammetti – una bella scuola perché gli ammalati ti testimoniano la loro povertà e le loro situazioni; nella parrocchia, invece, spesso la gente ti assorbe”. Don Tarcisio aveva iniziato la sua esperienza sacerdotale in città (dal 1998 al 1991) nella parrocchia dei Santi Francesco e Chiara. Dopo il periodo alla clinica S. Camillo, è stato anche a Cellatica (1997-1999) e a Roncadelle (1999-2001). Adesso si appresta a conoscere le tre nuove realtà, concentrandosi in modo particolare sulla dimensione umana, sulla disponibilità a costruire legami solidi e significativi.


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Paesi e parrocchie Bassa

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Verolanuova Gruppo amici

Una svolta per il restauro della Disciplina Si intravede la rinascita grazie a un progetto congiunto elaborato fra gli altri dall’Università di Brescia e dall’associazione culturale Techne

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Per la chiesa della Disciplina si intravvede la rinascita dopo l’abbandono, l’inevitabile degrado, una ripulitura e una riapertura per eventi particolari. La rinascita è legata a un progetto di restauro generale e a un lavoro congiunto che vede in campo l’Università di Brescia, professionisti, la parrocchia, l’associazione culturale Techne, i volontari del gruppo Amici della Disciplina, il Comune e il contributo di alcuni sponsor. La stesura del progetto è subordinata a un’indagine avviata in novembre: già lo scorso anno è iniziato il lavoro propedeutico con le

di Elena Ungari

prime indagini diagnostiche affidate alla facoltà di Ingegneria cittadina e alla ricerca archivistica dell’ingegnere Alessandro Guerrini anche grazie a un finanziamento della Fondazione Cariplo pari a 65mila euro e ad altri 40mila euro messi a disposizione dall’associazione Techne. Il coordinamento del lavoro è stato affidato all’architetto Franco Maffeis, lo stesso che provvederà alla stesura del progetto al termine dell’indagine. Lo studio preliminare è articolato: spiegano sia l’ingegnere Carini sia l’architetto Maffeis, coadiuvati dal geometra Armando Barbieri

per il supporto logistico. L’indagine prevede lo studio delle fondamenta, del terreno su cui sorge l’edificio, dei materiali esistenti e dello stato della struttura, spiega l’ing. Carini. Gli fa eco l’architetto Maffeis, che illustra lo stadio a cui è giunta l’indagine: “Attualmente sono iniziati gli scavi archeologici sulle fondamenta; si è constatato un cedimento della facciata principale di nord-ovest; sarà importante un sondaggio delle murature per portare alla luce affreschi tuttora nascosti”. Qui si provvederà a un’opera di consolidamento, così come nella zona absidale e nell’arco portante. Le indagini muovono in due direzioni, strutturale e storica, la seconda delle quali affidata all’Università di Brescia. Questa analisi congiunta dovrebbe produrre un unico risultato di sintesi in vista della predisposizione del progetto di restau-

ro. Un restauro che non solo dovrebbe risollevare dalla rovina un elemento architettonico, ma soprattutto riuscire a far riemergere i due stili architettonici che compongono l’edificio sacro: due sono le anime di quella oggi denominata chiesa della Disciplina della Croce: una tardo-quattrocentesca e l’altra del tardo Seicento, inizio Settecento: è quest’ultima stratificazione cronologica che appare evidente, sebbene in veste dimessa. L’obiettivo a breve termine è rimettere in stato di sicurezza l’edificio sacro, ma a lungo termine riportare al giusto splendore le due anime che non spezzano, ma ben si fondono in unità compositiva e architettonica. In un’ultima analisi lo scopo è ridonare alla comunità un edificio che, prima dell’erezione della basilica minore, fungeva da parrocchiale per il popolo verolese.


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Verolavecchia

“Titanic tur” con Cinelli Sabato 8 gennaio alle ore 21, per la stagione degli spettacoli al Teatro Montini di Verolavecchia, lo spettacolo “Titanic tur”, viaggio per riscoprire e valorizzare il dialetto bresciano con ironia. Interpreti: “Qui quo quartet” con: Piergiorgio Cinelli (chitarra e voce); Andrea Bettini (fisarmonica e voce); Claudio Azzini e Alessandra Nova al violino; Elena Laffranchi (viola); Fausto Ongarini (contrabbasso). (pio)

Leno

Approvato il piano per lo studio

Barbariga L’impegno per il 2011

Dopo i pannelli si lavora per la piazza

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A Barbariga sono conclusi i lavori di installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto del magazzino, collocato accanto alla sede municipale. Pertanto dai primi giorni di gennaio la sede municipale di Barbariga sta utilizzando energia prodotta da questi pannelli. “Da qualche giorno – ha riferito il sindaco Marco Marchi – ha cominciato a funzionare a pieno ritmo questo impianto fotovoltaico, che porterà al nostro Comune un duplice vantaggio: ambientale ed economico. Grazie a questo impianto di 18 kwp – spiega il sindaco Marchi – ci sarà una minore produzione di anidride carbonica. È stato stimato che, a parità di consumi, calcolati tenendo conto dei dati degli ultimi anni, nell’aria verranno emessi 9.000 kg all’anno in meno di anidride carbonica. A questo vantaggio, si aggiunge anche quello che il Comune risparmierà pure un bel po’ di soldi in elettricità”. Infatti, il fabbisogno di energia elettrica della sede comunale sarà quasi completamente assorbito dal nuovo sistema, con un risparmio notevole di denaro. “Questo impianto fotovoltaico – precisa il Sindaco – è

di Maria Teresa Marchioni

frutto di un accordo con la ditta Kronos di Brandico, che ha realizzato sul nostro territorio un impianto che produce una potenza di 400 kwp. Anche grazie a questi pannelli fotovoltaici ci sarà una minore produzione di anidride carbonica pari a 200mila kg”. Ma con il nuovo anno ci sono altre novità: una nuova piazza, l’ampliamento e messa a norma della scuola elementare e una nuova area mercatale. Quanto alla piazza Aldo Moro, negli ultimi giorni di dicembre l’amministrazione comunale ha dato il via alla procedura con l’adozione del piano particolareggiato che il consiglio comunale ha approvato nel corso dell’ultima seduta. Altro progetto che verrà realizzato nel 2011 è l’adeguamento antisismico della scuola elementare e ampliamento della sede. Costo dell’opera, 820mila euro. Altra opera in programma è la realizzazione di un’area multifunzionale, che sorgerà nei pressi dello stadio comunale, e che sarà sia parcheggio che area mercatale. Per questa struttura, la cui spesa è di circa 180mila euro, il Comune ha ricevuto un finanziamento regionale di 50mila euro.

L’amministrazione comunale ha approvato, per l’anno scolastico in corso, il Piano per il diritto allo studio, che prevede un investimento di 1 milione e 400mila euro. “Anche in una situazione di grave crisi – ha affermato il sindaco Pietro Bisinella – siamo in grado di garantire alle nostre scuole le stesse risorse economiche dell’anno scorso. Anzi, abbiamo disposto un incremento in favore della scuola media”. Ecco alcuni dati: 17.500 euro saranno erogati alla scuola dell’infanzia, 37mila alla scuola primaria, 28mila alla scuola media, altri 28mila alla scuola superiore, 10.500 euro per premi al merito scolastico, 5.000 euro per il progetto “Invito a teatro”, 5.000 euro per il Progetto Archivio. “Per il servizio mensa – precisa l’assessore competente Arturo Piubeni –, la spesa per la sola voce della fornitura dei pasti è di 570mila euro, il che dà un’idea del costante sviluppo che il servizio ha avuto nel corso degli ultimi anni. Forte anche l’impegno per la gestione del servizio trasporto, in quanto prevede l’utilizzo contemporaneo di tre scuolabus che effettuano il servizio per tre trasporti giornalieri, oltre ad essere a disposizione delle scuole per le uscite didattiche. Di tutta rilevanza l’entità degli interventi in favore degli alunni diversamente abili, con una spesa prevista di 265.550 euro”. Agli stanziamenti inseriti nel Piano per il diritto allo studio vanno aggiunti altri 500mila euro, per provvedere alla esecuzione di 10 nuove aule (e relativi laboratori) che dovrebbero essere realizzate all’Istituto superiore Vincenzo Capirola. (mtm)

Comezzano-Cizzago

Scuole aperte, anche in vacanza Le vacanze natalizie stanno per terminare e gli studenti si preparano a tornare tra i banchi. Nella scuola primaria di Comezzano-Cizzago, però, questo periodo è divenuto occasione per un’interessante iniziativa: dal 27 al 30 dicembre, infatti, è stata offerta alle famiglie la possibilità di portare i propri figli a scuola, rimasta aperta e funzionante. Sotto la guida di quattro insegnanti che hanno dato la propria disponibilità al progetto, i ragazzini si sono dedicati ad attività diverse dalla didattica tradizionale, alternando laboratori di lettura e di arte a momenti di gioco libero e guidato. “È stata un’iniziativa avviata sperimentalmente con un centinaio di adesioni – afferma il prof. Giovanni Quaresmini, dirigente dell’istituto comprensivo di Trenzano del quale la primaria fa parte –. Un’occasione di vivere la scuola in modo diverso, più attento ai ritmi dei ragazzi e alla socializzazione tra età diverse. È stato anche un aiuto per i genitori impegnati con il lavoro”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Clelia Nodari, impegnata di persona nell’iniziativa: “Un’esperienza molto positiva, apprezzata dalle famiglie e dai figli. È stata molto arricchente anche per noi maestre, che abbiamo potuto osservare alcuni aspetti dei nostri alunni che normalmente non riusciamo a cogliere”. (f.u.)


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

S. Colombano A favore dell’Aido

Un messaggio di generosità e altruismo Il volume “Il rinoceronte, l’elefante e la zanna” è una fiaba creata cinque anni fa dai ragazzi della scuola elementare: oggi trova una pubblicazione

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di Edmondo Bertussi

Prima in tutte le oltre 200 biblioteche della provincia di Brescia e poi nelle librerie sarà presto a disposizione un volume speciale per autori e significato, un dono per i più piccoli: la fiaba con titolo “Il rinoceronte, l’elefante e la zanna”. Si tratta di un messaggio di solidarietà e altruismo, in favore degli ideali dell’Aido, l’Associazione italiana donatori di organi. Gli autori sono gli alunni della pluriclasse seconda e terza elementare nell’anno scolastico 2006/2007 di S. Colombano che, a cinque anni di distanza, ormai alle medie, vedono premiato il loro lavoro di impegno guidati dalla maestra Silvia Biscaccianti. Allora l’Aido di Collio fondato e guidato da Enzo Tanfoglio, propose alla scuola il progetto originale “Gli stili di vita” da sviluppare con temi annuali affrontati dai ragazzi, incontrando anche responsabili del sodalizio nazionale. In quell’anno il tema proposto era “Il dono”. I ragazzi di S.Colombano idearono una fiaba brevissima, disarmante e affascinante con un messaggio chiarissimo. Eccola. Due amici, il

I ragazzi autori del volume

rinoceronte e l’elefante, giocano insieme nella savana, quando a un tratto il piccolo rinoceronte va a sbattere a tutta velocità contro una palma e rompe il suo meraviglioso corno. L’elefante consola l’amico e gli dona una delle sue zanne,”tanto lui se la può cavare anche con una sola zanna”. Il significato del dono degli organi propugnato e diffuso dall’Aido è lampante. Poi i ragazzi trasferirono le sequenze della fiaba in cartelloni 50x70, realizzati con la tecnica detta dello “strappo”, le figure disegnate da tanti parti colorate con effetti anche tridimensionali particolari. Quando la responsabile provinciale Aido-Scuola Rosaria Prandini incontrò i ragazzi, fu colpita dalla straordinaria concisione e chiarezza del lavoro, ideale per i piccolissimi: nacque così l’idea di diffonderlo stampandolo in modo adatto. L’idea trovò un supporto convinto nella Comunità montana e nella generosa partecipazione del Lions Club Valtrompia, unito al sostegno convinto dei Comuni di Bovezzo, Collebeato, Marcheno e Nave.

Il progetto fu affidato a Luigi Paladin, allora responsabile della comunicazione del Sistema dei beni culturali e ambientali (Sibca) della Valtrompia, esperto di letteratura per l’infanzia. Due ditte venete specializzate leader nazionali ne hanno curato impaginazione e stampa. Pochi ritocchi e ne è uscito un libro molto bello, cartonato con riportate le illustrazioni realizzate in racconto murale dai ragazzi. È stato presentato in Comunità montana prima di Natale dagli autori con Graziella Pedretti (funzionaria dell’ente). Per l’Aido erano presenti il presidente provinciale Lino Lovo e Roberto Gaburri, pastpresident del Lions Club Valtrompia. Assieme a loro c’erano il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Valentino Maffina con Enzo Tanfoglio e l’insegnante Silvia Biscaccianti. Questa, ha spiegato Nino Lovo, è la prima di una seria di pubblicazioni per le iniziative volte a raggiungere nel 2011 ben 50mila famiglie bresciane e a portare da 60 a 80 le sezioni Aido.


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Bovezzo Iniziative del Comune

Investire sui ragazzi e sui giovani Un progetto di sostegno scolastico e “Talenti in Comune” per i giovani fino ai 25 anni: saranno impegnati in biblioteca, al Cag o in Municipio

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di Andrea Alesci

Il Comune di Bovezzo punta sui giovani con una serie di iniziative. “Nella coda del 2010 – dice l’assessore alle Politiche giovanili, Cultura e istruzione, Nicola Fiorin –, abbiamo adottato un paio di misure riguardanti i giovani. La prima si chiama ‘Progetto di sostegno scolastico individuale 2011’, un modo con cui cerchiamo di andare incontro alle esigenze delle famiglie proponendo lezioni private a costi calmierati e dando al medesimo tempo la concreta possibilità a giovani universitari e ragazzi che frequentano il 4°/5° anno delle superio-

ri di mettere a frutto le proprie competenze. Si tratta di un servizio che garantiamo per quattro pomeriggi la settimana (lunedì, martedì, giovedì, venerdì dalle ore 14.30 alle 18.30) e la cui attivazione è molto semplice: chi ha bisogno di lezioni si rivolge al Cag di Bovezzo per l’acquisto dei voucher (12 euro l’ora) e poi viene messo direttamente in contatto con i giovani tutor”. Un progetto che responsabilizza i giovani e contemporaneamente aiuta i ragazzi che faticano nelle materie più disparate (inglese, francese, spagnolo, latino, filosofia, matemati-

ca, italiano, fisica, biologia, chimica, scienze della terra), aggiungendosi a un’altra interessante proposta. “Il secondo progetto – spiega Nicola Fiorin – è ‘Talenti in Comune’ e riguarda i giovani fino ai 25 anni, che possono mettere a frutto le proprie esperienze, consentendo all’amministrazione di usufruirne per il bene pubblico. A partire da gennaio i ragazzi svolgeranno mansioni in biblioteca, al Cag, presso i servizi di comunicazione (grafica, fotografia) dell’Ufficio cultura, ricevendo un compenso pattuito di 15 euro l’ora. La partecipazione al bando è vincolata alla disponibilità, che va da un minimo di 80 ore a un massimo di 300 ore. In questo modo – chiude l’assessore Fiorin – diamo la concreta possibilità ai giovani di trarre un piccolo reddito, innescando un incontro virtuoso tra domanda

e offerta. I due progetti in questione vogliono investire sui ragazzi, assommandosi all’esperienza internazionale già sperimentata da sette ragazzi di Bovezzo, i quali in agosto sono andati in Austria tramite l’agenzia Tempo Libero Mistral per un campo estivo realizzato all’interno del programma di scambi dell’Unione europea mentre altri quattro giovani sono tornati proprio a fine novembre dalla Turchia. Così, anche con queste iniziative cerchiamo di modificare il rapporto con quel segmento di popolazione giovanile che non veniva mai intercettato dall’azione amministrativa”. Per informazioni sul progetto di sostegno individuale e per “Talenti in Comune” rivolgersi all’Ufficio cultura telefonando al numero 0302111207/208 o mandando un’e-mail a cultura@ comune.bovezzo.bs.it.

A Lumezzane si discute sulla tassa dei rifiuti

Tolta l’esenzione alle Onlus e alle parrocchie Il Consiglio comunale di Lumezzane con la maggioranza (Pdl e Lega Nord) ha cancellato l’articolo che esentava le Onlus e le parrocchie dal pagamento della tassa sui rifiuti urbani (Tarsu). Precedentemente le organizzazioni dovevano versare una quota pari al 20% e con questa delibera la quota sale al 100%. L’assessore al Bilancio Elena Berna ha spiegato questa azione sostenendo che “quando si parla di tasse tutti devono essere uguali”. Per l’assessore ai Servizi sociali Fausto Pasotti il provvedimento “è volto a creare uguaglianza fra tutte le organizzazioni presenti sul territorio”. Pasotti ha ribadito nel suo intervento che “non c’è da meravigliarsi dato che anche i Comuni limitrofi prevedono il pagamento della Tarsu: Gardone al 100% e Sarezzo al 50%”. Il vicesindaco Facchinetti ha spiegato che il Comune è laico ed è una cosa normale che anche le organizzazioni religiose devono contribuire al pagamento delle tasse. Per la prima volta, dall’inizio del mandato dell’amministrazione Vivenzi, l’opposizione si è trovata compatta e ha votato contro al provvedimento. Il consigliere Ottavio Ghidini (Pd) si dice contrario “a questa mossa azzardata della maggioranza, che va a penalizzare realtà di importanza fondamentale come gli oratori e la Croce Bianca. In questo modo – continua il consigliere Ghidini – l’Amministrazio-

ne non fa altro che tagliare e mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Anche Flavio Pelizzari (Udc) non è soddisfatto dell’abrogazione di questo articolo che “manda in difficoltà realtà che stanno soffrendo come tutti la crisi economica”. Dall’opposizione giunge pure la voce della “Civica per Lumezzane” che, mediante il suo portavoce Rudi Saleri, esprime il suo dissenso rispetto a “questa azione iniqua e politicamente incomprensibile che penalizzare notevolmente le attività e i servizi offerti dalla Croce Bianca e da tutte le altre associazioni religiose e non”. Secondo le stime tutto questo dovrebbe portare nelle casse del Comune una cifra che si aggira intorno ai 18mila euro e come hanno ricordato più volte le opposizioni è una cifra del tutto irrisoria rispetto ai 2 milioni e 500mila euro di introiti che la Tarsu porta nelle tasche comunali. Il sindaco Silverio Vivenzi ha promesso che 10mila euro saranno ridati sotto forma di contributi mentre i restanti 8.000 euro “saranno trasferiti nelle casse delle associazioni e questi soldi verranno ricavati dalle pieghe del bilancio. Parrocchie e associazioni – continua il primo cittadino – sono fondamentali per la vita della nostra comunità e ne siamo consapevoli. Però abbiamo tagliato 630mila euro dal bilancio e anche 8000 euro sono importanti per pareggiare i conti”. (al. a.)

Lumezzane S. Apollonio


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Valle Camonica Servizi Nuova dirigenza

Allo studio la svolta industriale Nominato Alessandro Bonomelli a capo della holding che coordina le politiche di sviluppo delle società dell’area tecnica e finanziaria

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di Davide Alessi

Il Consorzio delle Società che vanno sotto il nome di “Valle Camonica Servizi” ha da qualche giorno una dirigenza tutta nuova. A capo della holding del gruppo, che coordina le politiche di intervento e di sviluppo delle società addette all’attività tecnica e finanziaria, è stato nominato Alessandro Bonomelli di Saviore dell’Adamello. Persona non nuova certamente nel mondo politico e amministrativo camuno: dopo importanti incarichi manageriali, tra cui la Presidenza della Secas, Bonomelli ha ricoperto il non facile ruolo di presidente della Comunità montana di Vallecamonica, distinguendosi per la civile battaglia condotta a sostegno delle Comunità montane contro i tagli paventati e realizzati negli ultimi tempi. Bonomelli ha sempre saputo raccogliere attorno a sé una maggioranza definibile come “trasversale”: segno, per alcuni, di capacità di consociativismo, ma per altri di attività basata sul buon senso pratico e quindi sul carisma personale di chi ha fatto del ruolo di pubblico

amministratore una professione seria e attenta a tutti i bisogni. Bonomelli succede a capo della holding a Piero Morandini, che negli ultimi tempi ha lavorato a fondo sul tema della incorporazione di Valle Camonica Servizi in A2A: e sarà questo uno degli appuntamenti forti della nuova dirigenza. Tra un paio di mesi dovrebbero esserci alcuni elementi più chiari per mettere in condizione gli azionisti di esprimere valutazioni oggettive sul futuro assetto della Società. Ma nel frattempo, Bonomelli sta valutando attentamente lo stato patrimoniale ed economico della holding e delle Società partecipate e nello stesso tempo sta procedendo alla verifica, in base alle norme che regolano le Società pubbliche, quale ruolo strategico assumere. La holding detiene il 60% della Valle Camonica Servizi spa, a capo della quale è stato chiamato Fabio Bianchi, attuale presidente di Assocamuna e presidente dell’Incubatore di Cividate Camuno, imprenditore nel settore immobiliare e televisivo. Detiene anche il 100% di Valle Ca-

monica Servizi Vendite che ora sarà guidata dal sindaco di Darfo Boario Terme, l’ing. Francesco Abondio, in rappresentanza istituzionale dell’azionista di riferimento, oltre a controllare anche il 51% di Integra, la società del gruppo che fornisce servizi energetici agli Enti pubblici, a cui è stato chiamato alla carica di presidente Alberto Antonio Albertelli di Cerveno. Secondo Bonomelli, che incontrerà i suoi colleghi nelle prossime ore, si tratta di rilanciare il tema della “reindustrializzazione” della Vallecamonica, sapendo che le società di servizi tecnologici ed energetici possono essere un importante volano per un progetto economico complessivo. Conoscendo il pedigree di Bonomelli non v’è dubbio che la holding studierà un percorso societario per un ruolo importante nel futuro anche di tutti gli Enti comprensoriali. La strada del libero mercato è, quindi, un’alternativa che aspetta al varco anche la holding e le Società controllate: assieme ad A2A potrebbe davvero verificarsi la svolta decisiva.


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Ponte di Legno Dove nasce l’Oglio

Nel segno della poesia sul ponte In primavera sarà collocato un totem in ferro e vetro dell’artista camuno Edoardo Nonelli: all’interno sarà incisa una lirica di Langella

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Nel segno della cultura e in stretto contatto con il concorso in programma a marzo. Inaugurato il primo simbolo di Ponte di Legno “paese della poesia”: un totem in ferro e vetro con una lirica di Giuseppe Langella sarà collocata nel punto dove nasce l’Oglio. Ponte di Legno ha celebrato, quindi, il primo passo per diventare “il paese della poesia”: l’inaugurazione del primo simbolo di un itinerario poetico che contraddistinguerà la località turistica della Valle Camonica, un’opera stilizzata

(una sorta di totem in ferro e vetro) dell’artista camuno Edoardo Nonelli con all’interno, incisa su una piastra di ottone debitamente illuminata, una lirica di Giuseppe Langella, dal titolo “All’Oglio dove nasce”. Sarà collocata, in primavera, sul ponte vicino al punto dove i torrenti Narcanello e Frigidolfo si uniscono dando origine al fiume Oglio e sarà la prima di una serie che toccherà i punti più suggestivi di Ponte di Legno e dintorni. L’inaugurazione è avvenuta nell’au-

ditorium comunale, nel corso di una serata, condotta dallo storico e critico Eugenio Fontana, alla presenza, fra gli altri, del prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace, del sindaco di Ponte di Legno, Mario Bezzi, del presidente di MirellaCultura, Andrea Bulferetti, e di Giuseppe Langella che ha declamato la poesia con la quale ha visto coronato quello che aveva definito un sogno: fare in modo che i passanti si fermino, leggano e riprendano il cammino con un sorriso. Langella era stato uno dei nove finalisti della prima edizione di PontedilegnoPoesia, concorso nazionale di poesia edita, e da lui era partito lo stimolo di fare di questa località “il paese della poesia”. L’idea è stata raccolta e sviluppata da MirellaCultura con il pieno

appoggio del Comune perché, per usare le parole del prefetto di Brescia, “la poesia non è un’arte facile, ma sa donare emozione”. La celebrazione di Ponte di Legno “paese della poesia” è diventata occasione anche per annunciare la seconda edizione di PontedilegnoPoesia, che scatterà a fine marzo per concludersi l’ultimo week end di agosto con le serate di incontro fra poeti finalisti e pubblico. “La poesia unisce e noi vogliamo che Ponte di Legno sia visto come un paese che unisce tutti coloro che vengono qui” ha detto Andrea Bulferetti; mentre il sindaco Bezzi, annunciando “pieno appoggio” alla seconda edizione, ha parlato di iniziative che rappresentano una “vetrina culturale della Valle Camonica”.

Bim

Le dimissioni di Gelfi Francesco Gelfi non è più il presidente del Bim. Ha presentato le sue dimissioni scatenando reazioni a catena e interpretazioni contrapposte fra i politici e gli amministratori della valle, ma l’ex sindaco di Cividate Camuno ci tiene a precisare di lasciare l’incarico solo per motivi personali. “Vorrei andarmene – ha spiegato al telefono – senza fare nessun rumore e senza creare nessun caso politico. La mia è una scelta dettata esclusivamente da motivazioni personali. Mi prendo un periodo di riposo e voglio stare lontano dall’attività amministrativa e politica, che mi ha dato tanto in termini di visibilità e soddisfazioni, ma che adesso preferisco abbandonare. A chi verrà dopo di me, faccio da subito i miei migliori auguri”. Le dimissioni di Gelfi saranno operative entro venti giorni ed entro quella data, spiega ancora Gelfi, “sarà pronto anche il bilancio di previsione per il 2011 proprio perché voglio lasciare il Bim nel miglior modo possibile”. Le dimissioni del presidente del Bim rilanciano però diverse questioni politiche, alcune delle quali in sospeso da tempo altre molto recenti. Basti citare le nomine nelle società partecipate, i progetti per la fibra ottica e la vicenda della nuova società degli impianti a Montecampione, per la quale Gelfi aveva suggerito una soluzione praticamente contraria a quanto inve-

ce approvato dall’assembla degli azionisti. Per la Lega Nord tutti questi fattori messi insieme hanno determinato la decisione di Gelfi: l’ex sindaco di Cividate Camuno era stato eletto infatti poco più di un anno fa alla presidenza del Bim da un patto istituzionale dei sindaci camuni di centro destra, centro sinistra e liste civiche, senza però il sostegno del Carroccio. “Non è il caso di fare speculazioni – spiega invece Sandro Bonomelli, capogruppo del centro sinistra in assemblea al Bim – rispettiamo la scelta di Gelfi ma alla prossima assemblea respingeremo le dimissioni dimostrando concretamente la nostra stima, la nostra fiducia e anche la nostra amicizia nei suoi confronti”. Infine per Corrado Scolari, capogruppo della “Comunità dei comuni” formazione che al Bim riunisce i sindaci del centro destra, quelle di Gelfi sono dimissioni che al di là delle questioni personali rendono più necessaria una verifica politica e programmatica anche in Comunità montana. L’accordo istituzionale che regge gli enti sovra comunali non deve essere dato per scontato ma è necessario rivedere programmi e obiettivi. Gelfi insomma passa la mano e chiede che la sua decisione venga rispettata ma le dimissioni peseranno sull’attività degli enti sovracomunali della valle. (g.a.)

Francesco Gelfi


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Gargnano, Treviso Bresciano e Casto Tre giorni

Risuona il Canto della Stella La manifestazione, alla quarta edizione, è in programma da venerdì 7 a domenica 9 gennaio: in strada i cantori itineranti

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C’è un detto popolare che dice “l’Epifania tutte le feste porta via”: in effetti, una volta passato il Natale e trascorso l’ultimo giorno dell’anno, il clima festivo incomincia a scemare, eccezion fatta per i più piccoli che sono ancora in vacanza e hanno ancora qualche giorno prima dell’inizio della scuola. Proprio prima del 6 gennaio, il giorno dell’Epifania appunto, in diversi paesi della Valle Sabbia e del Garda è stata ricreata un’atmosfera di festa con una tradizione ormai consolidata negli anni: quella del Canto della Stella. Questi sono canti di questua a

di Nicoletta Tonoli

soggetto religioso, tradizionalmente dell’arco alpino, che rievocano passaggi del Vangelo, e in particolare il viaggio dei Magi, e che vengono eseguiti nella notte dell’Epifania, o nei giorni immediatamente antecedenti, da gruppi di cantori itineranti chiamati “cantori della stella” perché muniti di una Stella realizzata in varie fatture e materiali, che rievoca la stella cometa. Un saluto all’anno appena trascorso e un augurio per quello che è appena iniziato, soprattutto religioso ma anche con qualche tocco di tradizione popolare: in passato, infatti, erano anche di

buon auspicio contro il freddo del periodo e le conseguenze che portava. I canti che vengono eseguiti, rigorosamente itineranti, spesso rimangono invariati nel tempo e rappresentano la particolarità della zona e del paese in cui vengono cantati da questi gruppi eterogenei formati da adulti e bambini, abbigliati seguendo le tradizioni. La manifestazione “La dodicesima Notte – I canti della Stella”, ha ormai raggiunto la sua quarta edizione e quest’anno verrà ospitata venerdì 7 (chiesa di San Pier d’Agrino a Bogliaco alle 20.45: “Noi siamo i tre re venuti dall’Oriente”), sabato 8 (Treviso Bresciano, chiesa parrocchiale di San Martino ore 20.45: “La voce misteriosa canta è nato il nuovo Re”) e domenica 9 gennaio (Casto, località Famea, chiesa parrocchiale di San Silvestro Papa ore 19: “La Stella risplendente

la via ci illuminò”). L’iniziativa è nata nel 2008 “per dare finalmente il giusto valore ai canti della stella non solo nei territori di appartenenza, ma su tutto il territorio bresciano, canti che rischiano costantemente di cadere in disuso e di essere abbandonati dagli stessi cantori per mancanza di adesioni. La rassegna vuole essere fin dall’origine una celebrazione di tutte le espressioni bresciane di questa tradizione chiamata a essere protagonista”. A Treviso Bresciano mercoledì 5 gennaio “Il Gruppo Stella” (composto dai cantori in abito tradizionale) ha cantato il canto della “Stella” che narra dell’arrivo dei Re Magi. Anche altri paesi hanno già visto i loro cantori per le strade dei loro centri: fra questi troviamo Anfo, Barghe, Capovalle, Idro, Preseglie, Provaglio Valsabbia, Vobarno e Vallio Terme.

Tremosine

Un borgo di migranti L’Italia in passato è stata un popolo di emigranti. Anche nel Bresciano si segnalano tante storie di persone che hanno preso un biglietto alla volta degli Stati Uniti. A Tremosine hanno pensato di recuperare queste testimonianze in un libro curato da Clara Pilotti Delaini e Angelisa Leonesio Zielo: “La Comunità di Tremosine fa memoria del proprio passato in nome dell’appartenenza”. Nel volume sono raccolte le storie di emigrazione da Tremosine verso gli Stati Uniti. Fra gli obiettivi del progetto figura la possibilità di uno scambio culturale con la città gemella di North Adams nel Massachussets per rinsaldare i legami fra le due comunità. Il volume di 300 pagine in inglese e in italiano nasce come ampliamento del primo libro scritto, sempre sull’argomento, nel 2003: “Tremosine: voci dall’America”. Nuove testimonianze inserite in un quadro locale e generale per meglio comprendere le dinamiche che provocarono l’emigrazione. Se nel primo lavoro a parlare erano le singole persone, in questo secondo lavoro i protagonisti sono le famiglie. Il testo è stato illustrato il 18 dicembre nella sala polivalente di Vesio e per l’occasio-

ne è stata messa in scena anche la produzione teatrale (tratta dal testo) “Con l’oceano in mezzo”. La regia è di Manuel Renga, che reciterà insieme a Sonia Benotto, Linda Celli, Anna Righettini e Marco Trevisani. Sono tanti i racconti che fanno da sfondo a viaggi della speranza dei primi anni del Novecento: nelle valigie di cartone erano contenuti il sogno di un futuro migliore e il dramma del distacco dalla propria terra e dagli affetti più cari. Nel periodo fra il 1901 e il 1913 vennero rilasciati 522 passaporti su una popolazione inferiore ai 3000 abitanti. La meta prescelta era il Massachussets e in particolare North Adams, che per certi versi ricorda il paesaggio del Comune dell’Alto Garda. Il merito di questa ricostruzione va dato anche ai discendenti degli emigranti che hanno cercato di ricostruire un quadro familiare attraverso fotografie e documenti. A questo si aggiunge anche l’approfondito lavoro di ricerca portato avanti dall’Archivio storico di Tremosine, da quello storico-fotografico della Historical Society di North Adams e dal Museo dell’Immigrazione di Ellis Island a New York.


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

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Lonato Dal 14 al 16 gennaio

La Fiera diventa tradizione La rassegna regionale agricola, artigianale e commerciale festeggia le 53 edizioni con una serie di novità . Le iniziative sono anticipate all’11

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di Vittorio Bertoni

Conto alla rovescia per la Fiera regionale di Lonato del Garda in programma dal 14 al 16 gennaio. La rassegna agricola, artigianale e commerciale, giunta alla 53ÂŞ edizione, apre come di consueto il calendario ďŹ eristico della provincia di Brescia e pur nella tradizione delle proposte si rinnova anno dopo anno. GiĂ nei giorni precedenti sono in programma appuntamenti di rilievo. MartedĂŹ 11 alle 21 presso la Biblioteca civica, Marino Damonti presenta il suo libro “Il maiale nella

tradizioneâ€? con racconti, aneddoti e immagini sulla tradizione del “porcelloâ€? nelle campagne lonatesi. Due i convegni presso la Sala Celesti del Comune: mercoledĂŹ 12 alle 20.30, “Omega 3 naturali, l’allevamento di sana vocazioneâ€? e giovedĂŹ 13 alle 20.30, “Pac 2013: prospettive e novitĂ â€?. E veniamo ai giorni della Fiera. Ouverture venerdĂŹ 14. Alle 15 apertura degli stand, alle 20.30, presso la Sala Celesti, convegno su “Il Futuro dell’acqua tra riforma dei consorzi e salute della nostra rete idricaâ€? e

alle 21 “Gran galĂ â€? presso il “Teatro Italiaâ€? del Centro parrocchiale Paolo VI in via Antiche Mura, con spettacoli di cabaret e di musica. Si riprende sabato 15. Alle 9 apertura della “Mostra d’epoca del ciclo, motociclo e ricambiâ€? allestita presso la scuola media “Tarelloâ€?. Alle 10 il centro storico si anima con il “Mercatino enogastronomicoâ€? che propone degustazioni gratuite e vendita di prodotti tipici, con le rievocazioni storiche e gli intrattenimenti per bambini. Dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18 visite guidate e percorso dell’arte alla scoperta del patrimonio storico e artistico lonatese. Alle 10.30 taglio del nastro, presso l’ingresso di viale Roma. In contemporanea, partenza della tradizionale sďŹ lata di automobili d’epoca dal centro

commerciale Famila. Alle 10.45 apertura mostra collettiva e concorso di pittura “Castelli e rocche del Gardaâ€? presso la scuola media. Alle 11.30 benedizione dei trattori presso la nuova piazzetta adiacente l’area Busi. Alle 14.30 in piazza Matteotti, “Palo della Cuccagnaâ€?. Alle 17, presso la Sala Celesti, incontro su “Il mondo contadino come recipiente di antiche saggezze, culture dialettiche, antiche tradizioni e religiositĂ dimenticateâ€? e alle 20.30 convegno su “Dal Mincio al Volturno: i due anni che fecero l’Italiaâ€?. La chiusura è ďŹ ssata per domenica 16. E ďŹ no a domenica 28 febbraio nei ristoranti della zona va in scena il circuito enogastronomico “A Tutto Porcelloâ€?. Per informazioni Ufficio Fiera 030.9131456.

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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Castegnato Una serie di iniziative

I giovedì per l’Unità d’Italia Il Comune celebra l’anniversario dei 150 anni con diversi appuntamenti nel mese di gennaio e febbraio. A marzo sarà aperta una mostra

I

Il 17 marzo 1861 il nuovo Parlamento (con sede a Palazzo Carignano a Torino) sancì la proclamazione del Regno d’Italia, con capitale a Torino. Nelle ultime settimane l’agenda politica nazionale ha messo al centro del dibattito la questione delle celebrazioni relative all’anniversario dell’Unità d’Italia. Fuori dal campo delle polemiche, c’è anche chi sul territorio si è già attivato per far conoscere ai suoi cittadini l’importanza storica di questo

avvenimento. Fra questi Comuni, c’è senza dubbio Castegnato che ha stilato un programma intenso. “Dopo 150 anni – commentano il sindaco Giuseppe Orizio e l’assessore alla cultura Eugenia Grechi – per promuovere iniziative e approfondimenti, nonché valorizzare quell’evento, la Giunta comunale di Castegnato ha dato vita alla costituzione di una apposita Consulta che ha programmato una serie di iniziative le quali sono proposte

Giuseppe Orizio

prevalentemente nei giorni di giovedì e che sono per questo state definite ‘I giovedì tricolore’”. Si parte con due lezioni di storia del Risorgimento, proposte nella sala conferenze del Centro civico di Castegnato con inizio alle 20.30 organizzate con la collaborazione dell’Associazione mazziniana italiana. Giovedì 13 gennaio il professor Filippo Ronchi (dell’Ateneo di Brescia, docente di Italiano e Storia presso il Liceo Artistico M. Olivieri di Brescia) tratterà il tema “L’Italia agli inizi della sua vita unitaria. Le scelte fondamentali per l’organizzazione dello Stato”. Giovedì 20 gennaio l’avvocato Amedeo Lombardi (della direzione nazionale dell’Ami, Associazione

mazziniana italiana, e presidente della sezione di Brescia) parlerà degli “Ideali del Risorgimento nella storia italiana dopo l’Unità”. Gli appuntamenti successivi saranno giovedì 27 gennaio per la Giornata della memoria, giovedì 10 febbraio per il Giorno del ricordo, quindi altre due lezioni di storia: giovedì 24 febbraio il Risorgimento a Brescia e giovedì 3 marzo sulle Donne nel Risorgimento. Il clou delle manifestazioni è previsto tra il 10 e il 20 marzo con l’apertura della mostra di documenti e cimeli del Risorgimento, la notte tricolore tra il 16 e 17 marzo, l’inaugurazione del restaurato monumento ai caduti e un dibattito sul tema: “Unità o secessione?”.

Brevi

Consorzio Franciacorta

Lovere

Un libro di immagini e racconti

“I casi sono due” al Crystal

“Franciacorta: un vino, una terra” è il libro edito da Swan Group in collaborazione con il Consorzio per la tutela del Franciacorta. La pubblicazione è un intreccio di parole e immagini che raccontano storia, tradizione e natura della zona che ha dato vita alle più raffinate bollicine italiane. Un viaggio per raccogliere 365 pagine di immagini, scattate da otto fotografi ai 96 produttori del territorio. Per i produttori è un modo per far conoscere la storia delle loro cantine e le eccellenze del territorio. Questi Franciacorta, come disse Luigi Veronelli, possiedono per quanto diversi le prime doti di un grande vino: l’individualità e il riconoscimento. Un viaggio nella storia dell’epoca romana a oggi dagli studi di Conforti alla concessione del Disciplinare. La pubblicazione ospita anche alcuni interventi autorevoli come quelli del ministro Gelmini, di Bruno Vespa, Camilla Baresani e Burton Anderson. C’è anche un glossario: da acidità a zucchero residuo ovvero 107 termini per capire i vini di Franciacorta.

Sabato 22 gennaio alle 20.45 e domenica 23 gennaio alle 16 la Sala della Comunità Crystal ospita lo spettacolo teatrale “I casi sono due” di Armando Curcio per la regia di Carlo Giuffrè con Carlo Giuffrè, Angela Pagano ed Ernesto Lama. La vicenda è ambientata a Napoli, nella casa del barone Ottavio e di sua moglie Aspasia. I due anziani sentono la mancanza di un erede. Il barone incarica un investigatore di ritrovare suo figlio, nato da una passione giovanile e prematrimoniale. C’è, però, una sorpresa. Il biglietto costa: sabato 28 euro (platea) e 14 euro (galleria); domenica 26 euro (platea) e 13 euro (galleria). Riduzioni la domenica per i giovani sotto i 25 anni. Per info, www.teatrocrystal.it.


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Cultura e comunicazione

Brescia Conferenza del Tci

Nasce in città il “Club di territorio”

leombruno@lavocedelpopolo.it

Giuliano Terzi

È

di Mario Nicoliello

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È stato attivato a Brescia il primo “Club di territorio” promosso in Italia dal Touring club: una modalità nuova e inedita per portare il Touring più vicino ai soci nei territori in cui vivono, per valorizzarne le potenzialità e la voglia di partecipazione. La presentazione è avvenuta nel museo di Santa Giulia in città, alla presenza del direttore generale del Touring club Fabrizio Galeotti e del console per Brescia Giuliano Terzi. “Siamo partiti da qui, per testare un progetto per noi così importante – ha affermato Fabrizio Galeotti – perché crediamo fortemente nelle potenzialità di Brescia e del suo territorio (tra Brescia e provincia ci sono 7000 soci del Touring club, ndr), nella ricchezza di un patrimonio culturale, artistico e ambientale condiviso e apprezzato non solo dai cittadini ma anche da moltissimi turisti”. Primo atto del Club di territorio di Brescia è stato il convegno “Quale futuro per il turismo a Brescia?”, un modo per confrontarsi sul turismo della città e del suo territorio e per parlare di strategie di sviluppo e valorizzazione per il futuro. L’incontro ha consentito di riflettere sulla vocazione turistica della

Negli ultimi anni la vocazione turistica di Brescia si è rafforzata, ma gli investimenti, i progetti e le idee sono riusciti a cambiare la città? La nuova struttura territoriale del capoluogo promossa dal Touring club italiano vuole provare a dare una risposta a questa domanda. Alla base della riflessione, i dati fondamentali sul turismo in città forniti dal Centro studi del Touring sulla base dei quali si è sviluppato il successivo dibattito

città, con un focus sugli ultimi dieci anni, e sulle prospettive future. Nell’ultimo decennio l’offerta ricettiva della città è aumentata del 27,9%. Con una crescita di arrivi superiore al 12%, Brescia ha saputo affermarsi come meta turistica, sfruttando al meglio gli investimenti per rinnovare il grande polo di Santa Giulia. Mentre il dato relativo agli arrivi è in forte aumento, cala invece quello delle presenze (-0.7%), segnale non preoccupante ma interessante poiché, a fronte della capacità attrattiva della città, non si è riusciti ancora a stabilizzare la presenza turistica. “Questi risultati – ha sottolineato Galeotti – sono il frutto di tanti investimenti fatti su Brescia città d’arte, un’impresa che non era né facile né scontata, perché gli avversari sono molti, da Bergamo a Verona, da Vicenza a Milano. Crediamo che Brescia possa ancora crescere, il segreto sarà riuscire a creare un sistema turistico policentrico, capace di valorizzare oltre all’arte anche folklore ed enogastronomia”. Brescia ha fatto molto in pochi anni per posizionarsi come città d’arte, meta di turismo culturale (un turismo che in Italia oggi vale il 10% del Pil, conta più di 30 milioni di arri-

vi, 90 milioni di presenze e genera un’economia di oltre 210 miliardi di euro) e può ancora crescere valorizzando al meglio il proprio patrimonio. “La città – ha osservato Galeotti – è sicuramente diventata meta di un turismo qualitativamente e quantitativamente sempre più importante, ma si può e si deve lavorare al fine di costruire un’offerta turistica complessiva, che valorizzi tutto ciò che il territorio offre”. Accanto a Santa Giulia, crescono nuove realtà come il Museo delle Mille Miglia e altre devono essere valorizzate, come il Castello con i suoi musei (Museo del Risorgimento, Museo delle Armi), o l’identità manifatturiera della città che può essere parte di un’offerta turistica complessiva, integrata e policentrica per offrire ai visitatori e ai viaggiatori il meglio. “La città – ha chiosato l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai – ha un’enorme potenzialità a livello turistico. Ma la prima sfida da vincere è far conoscere Brescia ai suoi cittadini, osservatori privilegiati che possono diventare i veri promoter del territorio: nessuna campagna pubblicitaria sarà migliore del passaparola dei bresciani”.


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Cultura e comunicazione Viaggi

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Adagiata su entrambe le sponde dello stretto del Bosforo, Istanbul è contesa tra Asia ed Europa: una condizione secolare che la rende una delle città più affascinanti del mondo. È una città pluriforme dalle molteplici risorse culturali, artistiche e storiche, apparendo di volta in volta europea, araba o musulmana, cristiana, persiana, antica e modernissima

Brevivet La convention annuale si è svolta nella splendida città turca

Istanbul, la porta d’oro fra l’Oriente e l’Occidente

Q

Quest’anno Brevivet ha scelto di celebrare la tradizionale convention a Istanbul, in Turchia. Occasione di viaggio, incontro e dialogo per giornalisti

Nelle foto: in alto, a sinistra Santa Sofia e a destra la Moschea Blu. In basso: (da sinistra a destra) l’interno della chiesa di San Salvatore in Chora; un panorama delle colline della città; un’immagine dell’incontro con il patriarca Bartolomeo I; i dirigenti della Brevivet durante la conferenza stampa: al centro il direttore generale Riccardo Bertoli, a destra il presidente Giovanni Sesana

di Betty Cattaneo

e operatori turistici, a dieci anni dalla fusione di Brevitours con Ivet. Istanbul, l’antica Costantinopoli, ha accolto i circa 70 partecipanti alla convention,

dal 18 al 21 novembre 2010, quattro giorni dedicati alla visita della città e speciale udienza con Bartolomeo I, il patriarca greco ortodosso di Costantinopoli. Adagiata su entrambe le sponde dello stretto del Bosforo, che separa il mar Nero dal mar di Marmara, Istanbul è contesa tra Asia ed Europa: da un lato guarda a occidente dall’altro a oriente, una condizione secolare che la rende una delle città

più affascinanti del mondo. Con una superficie di 1.538 kmq e una popolazione di 11 milioni 372mila abitanti, supera notevolmente la capitale Ankara. In origine città greca chiamata Bisanzio, nel 330 d.C. divenne la capitale dell’impero romano d’Oriente con il nome di Costantinopoli. Infine, dal 1453 con l’impero ottomano, Istanbul. Sede del califfato (ma anche del patriarcato greco-ortodosso) a partire


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Turchia Due itinerari nel catalogo Brevivet

Dalle orme bibliche ai Concili Brevivet offre quest’anno due itinerari biblici in Turchia, entrambi di 8 giorni e 7 notti. Il primo, sulle orme di San Paolo, parte da Istanbul con visita della città (chiesa bizantina di S. Salvatore in Chora, Santa Sofia e Moschea Blu, palazzo Topkapi); prosegue il terzo giorno a Bandirma e Smirne, il quarto a Efeso dove si venera la casa della Madonna e gli imponenti monumenti dell’antica città romana, il Tempio di Adriano e la basilica dell’omonimo Concilio che proclamò Maria madre di Dio, la Basilica di S.Giovanni con la tomba dell’Apostolo; il quinto e sesto giorno Pamukkale, con la visita delle “cascate pietrificate”, Konya e Cappadocia, patria dei Padri cappadoci sull’altopiano anatolico, uno dei luoghi più affascinanti della Turchia dal caratteristico paesaggio lunare, i villaggi trogloditi, le chiese rupestri affrescate dagli anacoreti; il settimo giorno Tarso, città natale di Paolo, e Adana. Quota di partecipazione 1.330 euro con partenze da marzo a settembre. Il secondo itinerario dedicato alla Turchia di Paolo parte da Smirne, Efeso e Pamukkale dove si visitano anche le imponenti rovine di Hierapolis (qui fu martirizzato S.Filippo) e prosegue il terzo giorno in Cappadocia. Alla regione il viaggio dedica tre giorni e poi prosegue ad Antiochia dove nella chiesa di S.Pietro si riunivano i primi cristiani. Settimo giorno Istanbul. Quota di partecipazione 1.420 euro con partenze da aprile a ottobre. Da segnalare inoltre altri itinerari a tema proposti da Brevivet: da Abramo a Paolo, la Turchia dei Concili ecumenici e in Asia minore con Paolo.

dal 1717, durante questo nuovo periodo di splendore vennero erette le più importanti moschee della città. La città dunque offre molteplici aspetti culturali, artistici e storici, apparendo di volta in volta europea, araba o musulmana, cristiana, persiana, antica e modernissima. La visita è iniziata dal quartiere più antico il Sultanhamet (patrimonio Unesco dal 1985) un’affascinante mescolanza di minareti, vecchie cupole, ville ottomane, bazar, vicoli, giardini e palazzi. Un quartiere che si affaccia sul porto naturale del Corno d’oro. Prima tappa la Sultanhamet Camii, la Moschea Blu, rivestita di maioliche dell’antica Nicea, e illuminata dalla luce che filtra da ben 260 finestre. La moschea ha sei minareti e la cupola centrale è alta 43 metri. La visita prosegue nella pregevole basilica grecoortodossa di Santa Sofia (in italiano conosciuta anche come chiesa della

Divina Provvidenza) che custodisce secoli di storia. Costruita da Costantino nel 337, incendiata e riedificata due volte, l’edificio rimase per quali mille anni un baluardo della cristianità in Oriente, fino alla conquista dei turchi ottomani, che la trasformarono in moschea. Finché Atatürk nel 1935 decise di farne un museo. Del tesoro della chiesa voluto da Giustiniano, restano la corona di spine di Cristo, frammenti della vera croce. Nello stesso quartiere antico si visita la Cisterna della basilica, una struttura sotterranea realizzata sotto Costantino il grande per immagazzinare grandi quantità di acqua per il palazzo reale. Un’opera di ingegneria idraulica che serviva moltissimi acquedotti, sostenuta da 336 colonne. Restaurata recentemente, è una delle principali attrazioni turistiche della città. Sul promontorio del Serraglio, tra il Corno d’Oro e il mar di Marmara sorge il palazzo dei sulta-

ni, detto Topkapi, che fu la sede dei sultani ottomani. Il palazzo, che ha ispirato una ricca letteratura come il celeberrimo “Ratto del serraglio” di Mozart, ora è adibito a museo e tra i preziosi oggetti del tesoro imperiale vi è custodito il famoso diamante del fabbricante di cucchiai, di 86 carati, il quinto al mondo per grandezza. A est di Sultanhamet si estende il Gran Bazar, il più grande mercato coperto del mondo, quasi una città nella città, un vero e proprio centro d’affari, inframmezzato da moschee, banche e locali. Obbligatoria la visita dell’antica chiesa di San Salvatore in Chora, a ovest di Atatürk Bulvari, una delle principali arterie di Istanbul, attraversata dall’acquedotto romano di Valente. L’interno è completamente rivestito di mosaici che rappresentano scene della vita di Cristo e di Maria e una preziosa Assunzione della Vergine. La visita di questi luoghi carichi di storia e di fede hanno

quindi introdotto nel migliore dei modi l’incontro con il Patriarca, un incontro familiare e intenso al termine del quale Bartolomeo I ha voluto salutare uno a uno tutti i partecipanti. “Il dialogo ecumenico tra cattolici e ortodossi sta avanzando seppure con difficoltà – ha dichiarato il Patriarca – sappiamo che non possiamo risolvere problemi accumulatisi in quasi dieci secoli in un giorno, un mese o un anno. L’unità, come diceva il card Willebrands, si fa a piccoli passi e il cammino di questi ultimi 50 anni è stato molto importante”. Un messaggio di fraternità accolto e rilanciato dai salesiani presenti in città dal 1907. Un messaggio di pace e accoglienza che don Felice della cattedrale di S. Spirito (qui sono custodite le spoglie di San Giovanni Crisostomo) ha condiviso con i pellegrini di Brevivet, in occasione della S.Messa celebrata a conclusione del soggiorno a Istanbul.


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Cultura e comunicazione Famiglia

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Di fronte a scontri violenti tra fratelli, è un comportamento pedagogicamente negativo minacciare punizioni a tempo indeterminato, interrogarli con stile inquisitorio per conoscere chi è stato o chi ha cominciato per primo. È meglio comunicare loro che “si prende atto di quanto è successo” e al momento opportuno, come insegna la pedagogia positiva, è doveroso per i genitori esprimere quello che hanno provato e che provano: “È stato molto triste – possono dire – constatare che avete dimenticato il ‘no’ deciso e consapevole di tutta la nostra famiglia ai comportanti aggressivi e che avete messo a repentaglio la sicurezza di ognuno di voi e dei vostri fratelli”. Il messaggio dei genitori è dunque di livello alto in quando riguarda le scelte etiche; ma anche pratico, quando parla dei pericoli

Genitori e figli I litigi tra i fratelli

Quando rientrano nella norma e quando generano violenza

P di Luigi Domenighini pedagogista

Prendiamo oggi spunto da una mail che abbiamo ricevuto, dice: “La cenetta intima tra me e mio marito per il nostro anniversario è finita proprio male; quando siamo rientrati abbiamo scoperto che i nostri tre figli avevano litigato di brutto, tanto da avere uno un livido su una gamba, l’altro graffi in faccia e l’ultimo un occhio pesto”. Rispondo premettendo che se chiedessero a uno qualsiasi di questi figli un po’ vivaci di dare il suo midollo spinale per salvare la vita di suo fratello, lo farebbe subito e che se anche gli dicessero che con questo suo gesto mette a rischio la sua vita, immediatamente sarebbe pronto alla donazione. E continuo affermando che i litigi tra fratelli

sono del tutto normali (come lo sono tra coniugi); rimane il problema della distinzione tra discussioni (seppur animate) e violenza, perché è quest’ultima (non le normali baruffe) che noi abbiamo, da sempre, scelto di bandire dalla nostra casa, di contrastare nella società e nel mondo intero. Ma che cosa fare, come intervenire sui figli? Certamente sarebbe un comportamento pedagogicamente negativo buttarli giù dal letto minacciando punizioni a tempo indeterminato per tutti e tre, interrogandoli con stile inquisitorio per conoscere chi è stato o chi ha cominciato per primo. È meglio comunicare loro che “si prende atto di quanto è successo” e si rimanda

ogni decisione al giorno dopo; augurando comunque loro (singolarmente come ogni sera) la buona notte “nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Il giorno dopo la necessità di uscire per andare chi al lavoro, chi a scuola, lascia tutto sospeso: i genitori delusi e incerti; i ragazzi chissà… può darsi ancora arrabbiati, magari offesi, forse mortificati o pentiti… chissà? Perché la mattina alle sette non si può certo parlare con calma, ma arriverà il “redde rationem” e non lasceremo perdere tutto. Col passare delle ore i genitori e i figli ritrovano la calma necessaria, i primi perché parlando tra di loro o con amici della cosa, vedono il tutto meno grave; i secondi perché, in


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Moica Pronto soccorso famiglia

Sportello per gli adolescenti e per la popolazione giovanile Il Moica promuove lo sportello d’ascolto psicologico “Pronto soccorso famiglia: Sportello minori e giovani adulti”. All’interno del servizio famiglia e affari sociali esistente dal 1997, vuole essere uno spazio sul territorio bresciano a disposizione degli adolescenti e giovani per offrire loro un nuovo servizio al fine di incoraggiare e supportare processi di prevenzione primaria e secondaria del disagio. Si pone l’obiettivo di accogliere le richieste, offrire consulenze, indicare i servizi dì competenza del territorio e indirizzare gli utenti verso quelli che meglio rispondono alle loro esigenze. Il progetto intende quindi: lavorare alla prevenzione del disagio nelle famiglie, che si inserisce in un progetto di salute mentale e benessere psicologico della comunità; sensibilizzare la comunità a una cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a un senso di responsabilità collettiva nella partecipazione al processo educativo e formativo del minore; supportare psicologicamente quegli operatori che lo richiedano. Il Comune di Brescia (dati aggiornati al 31 marzo 2010-Comune di Brescia, statistiche demografiche) ha una popolazione di 191.695 abitanti; di questi 16.432 sono adolescenti e giovani di età compresa tra i 10 e i 19 anni. L’andamento demografico degli ultimi anni mostra come la quota di popolazione giovanile si stia progressivamente riducendo, presentando però un diverso grado di distribuzione territoriale. Nel contempo, le indagini sociologiche dimostrano come l’adolescenza sia un’età cerniera nella quale si presentano nuove emergenze psicologiche. Per questi motivi, è fondamentale articolare gli interventi di ascolto e sostegno verso gli adolescenti e i giovani secondo una modalità ‘decentrata’ di più immediata e facile fruizione al fine di assicurare una risposta alle esigenze dei giovani da parte delle singole realtà territoriali nel contesto più generale e armonico dello sviluppo della qualità della vita per tutta la popolazione. Si tratta di attivare un servizio principalmente dedicato alla prevenzione primaria e secondaria del disagio giovanile e quindi delle famiglie, sensibilizzando la comunità. Lo sportello è gratuito e funziona tutti i lunedì dalle 16 alle 18 presso il Punto famiglia di Borgo Wührer, viale Bornata.Info: laura.milini@gmail.com – Tel 030.2006951. Per appuntamento tel 3394559037.

fondo in fondo, vogliono un bene tremendo ai fratelli e li hanno già perdonati. La sera, dunque… Al momento giusto, come insegna la pedagogia positiva, è doveroso per i genitori esprimere quello che hanno provato e che provano: “È stato molto triste – possono dire – constatare che ieri sera avete dimenticato il ‘no’ deciso e consapevole di tutta la nostra famiglia ai comportanti aggressivi e che avete messo a repentaglio la sicurezza di ognuno di voi e dei vostri fratelli”. Il messaggio dei genitori è dunque di livello alto in quando riguarda le scelte etiche; ma anche pratico, quando parla dei pericoli. Proprio per sottolineare questo secondo punto (del primo ne hanno già parlato molte volte) possono continuare dicendo: “La nostra inquietudine nasce anche dalla paura che possiate farvi male in modo irreparabile e vorremmo farvi capire che vi amiamo tanto da non volere che questo succeda, la vostra salute e incolumità ci stanno molto a cuore”. Questo penso sia ciò che i genitori (anche se parla uno solo usa il plurale) possono dire per far sorgere qualcosa di positivo senza

lasciarsi fuorviare dai sentimenti che provano, siano essi rabbia o pietà o amore eccessivo. Così si comincia a parlare e qualcosa viene fuori. Così si comincia a parlare sinceramente e con chiarezza (una reazione, immediata e irruente invece avrebbe causato bugie e risposte dure). E ipotizziamo quel che è venuto fuori: i figli hanno esposto tre versioni dei fatti e tutti hanno detto parte della verità; se ne ricava che i due piccoli stavano litigando (ecco l’occhio pesto e i graffi) quando è intervenuto il maggiore per separarli prendendosi un calcio nelle gambe; i piccoli correttamente affermano che lui non c’entrava per niente e che voleva solo dividerli; tutti e tre si impegnano per il futuro a comportamenti corretti. Le punizioni se le sono autoproposte. Quando il minore ha scelto la sua: due mesi senza tivù, gli altri gli hanno fatto capire che era troppo severo con sé stesso e tutto si è concluso con un abbraccio tra i tre. Forse la sera dello scontro, non era stata una serata così disastrosa. Lo sembrava e invece hanno imparato tutti qualcosa.

Family hope

Corsi per i genitori e per le mamme in attesa Segnaliamo due iniziative di Family hope per i prossimi mesi. La prima si intitola “Radici e ali” ed è un percorso formativo per genitori. Radici e ali per crescere e per volare: memoria storica generazionale, visione realistica dell’educazione, valori come radici, rispetto del progetto esistenziale di ogni figlio e libertà da, libertà di. Gli incontri si svolgono di lunedì con inizio alle ore 20.30, nelle seguenti date: 31 gennaio, 7 febbraio; 14 febbraio; 21 febbraio. La seconda si intitola “Custodi del mistero” ed è rivolta alle mamme in attesa. In particolare per la mamma che: è consapevole del mistero che porta in sé; vuole stabilire una buona comunicazione affettiva col proprio bimbo; intende crescere spiritualmente per gustare il tempo dell’attesa; sa di poter trasmettere la sua ricchezza interiore già prima della nascita; desidera condividere significativamente l’esperienza con il proprio compagno; si propone di coniugare l’atto creativo con la quotidianità. Gli incontri sono per la coppia. Si tratta di incontri in gruppo per condividere la preparazione al parto in tutte e tre le dimensioni della persona (fisica, psichica, spirituale). Le date degli incontri sono per i sabati 5, 12, 19 febbraio; dalle ore 15 alle ore 17. Per entrambi i corsi info: Family hope via Mons. Luigi Fossati 1, 25124 Brescia; tel e fax 030/2300111, www.familyhope.it; info@familyhope.it


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Cultura e comunicazione Eventi

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Brescia Società dei Concerti

Prosegue la 142ª Stagione Tra gli appuntamenti in calendario, i Solisti di Mosca diretti da Juri Bashmet con la partecipazione del violista Luca Ranieri

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di Marco Bizzarini

Al giro di boa del nuovo anno la 142ª stagione della Società dei Concerti si appresta a offrire nuovi raffinati appuntamenti per gli appassionati di musica da camera. Fra le serate più importanti del 2010 appena concluso spicca senza dubbio quella svoltasi lo scorso 14 dicembre al Ridotto del Teatro Grande con la partecipazione dell’eccellente Quartetto d’archi di Cremona. Come ha evidenziato Elena Franchi, presidente del sodalizio, il ritorno della Società dei Concerti nel massimo teatro cittadino, dopo tanti anni di assenza, ha segnato una pagina importante nella storia recente di questa organizzazione musicale fondata nel lontano 1868. Anche il proseguimento della stagione 20102011 vedrà un’alternanza tra la sede “standard”, ossia l’auditorium San Barnaba, e quella di maggior prestigio del Grande, dove fra l’altro dovrebbe tenersi l’atteso concerto dell’8 marzo affidato ai Solisti di Mosca diretti da Juri Bashmet con la partecipazione del violista concittadino Luca Ranieri. Altra novità di quest’anno è l’inizio anticipato dei concerti alle ore 20.30 anziché alle 21 come avveniva in passato. Altre città dell’Italia setten-

I Solisti di Mosca

trionale stanno sperimentando orari ancora più anticipati, allo scopo di favorire una maggior partecipazione del pubblico, soprattutto nei giorni infrasettimanali. Diamo ora una rapida occhiata alle proposte del primo trimestre 2011 che, fra l’altro, sono già state incluse nel nuovo cartellone bresciano “Le 4 stagioni della musica” coordinato dalla Fondazione Asm e presentato nei giorni scorsi. Il concerto di giovedì 13 gennaio all’auditorium San Barnaba vede il gradito ritorno in città della pianista canadese Angela Hewitt, già protagonista in passato di eccellenti recital bachiani al Festival pianistico e per la stessa Società dei Concerti. Ma l’aspetto più interessante di questo appuntamento è che per una volta la Hewitt non si cimenterà con il sommo Bach, bensì con musiche di Händel, Beethoven e Fauré. Si avrà quindi modo di ascoltare la celebre solista in un repertorio diverso da quello in cui finora ha ottenuto i maggiori consensi. Dopo un recital per voce e arpa con il soprano Annunziata Lia Lantieri e l’arpista bresciana Anna Loro (giovedì 27 gennaio), nella serata di giovedì

3 febbraio, sempre al San Barnaba, tornerà la musica strumentale da camera con il Trio d’archi Leopold – violino, viola e violoncello – impegnato in un programma tutto viennese, da Mozart a Schoenberg, passando per Beethoven. Verrà recuperato martedì 15 febbraio il concerto della violinista Isabelle Faust e del pianista Alexander Melnikov che si sarebbe dovuto tenere nel dicembre scorso: allora il maltempo aveva impedito ai due artisti, in volo dalla Germania, di arrivare in tempo utile. Un duo piuttosto raro di clarinetto e chitarra, quello formato da Dimitri Ashkenazy e Alberto Mesirca, sarà invece di scena sabato 19 febbraio con un programma dedicato a Schubert, De Falla e Piazzolla. Martedì 8 marzo i già ricordati Juri Bashmet e Luca Ranieri, che rappresentano per così dire il gotha internazionale della viola, eseguiranno al Teatro Grande musiche di Curtoni, Schnittke e Ciajkovskij. Infine, in chiusura di stagione, sono previsti altri due concerti di prestigio con il Quartetto d’archi Michelangelo (24 marzo) e l’ensemble della Cappella Savaria (7 aprile).

Brixia Expo, giovedì 13 gennaio

Un milione e molte stelle per “Jesus Christ Superstar“

Mario Venuti

Un milione di spettatori, 11 stagioni consecutive di repliche in 15 anni. Sono questi i numeri di “Jesus Christ Superstar” in Italia e che tocca anche Brescia giovedì 13 gennaio alle 21 a Brixia Expo, promosso da Cipiesse. La Planet Musical Italy, che produce il musical, celebra il suo 15° anniversario (era il 1995 il primo anno) con un allestimento di grandissimo livello artistico. Se il ruolo di Gesù è interpretato da sempre da Paride Acacia, nel cast ci sono diverse star della musica leggera italiana: Matteo Beccucci nel ruolo di Giuda, Mario Venuti nel ruolo di Pilato, Simona Bencini (voce dei Dirotta su Cuba) interpreta Maddalena, Ivan Cattaneo nei panni di Erode. Nel musical si racconta l’ultima settimana di vita di Cristo in chiave rock. La musica, componente fonda-

mentale dello spettaclo, sarà suonata dal vivo da un’orchestra di 30 elementi. Questa versione, che resta fedelmente originale e in inglese, è stata l’unica ad avere un riconoscimento ufficiale della Santa Sede in occasione del Giubileo del 2000. La regia è firmata da Massimo Romeo Piparo che credette in questo progetto fin dalle sue origini. Le coreografie sono di Roberto Croce e la direzione musicale di Emanuele Friello. Per lo spettacolo, occasione importante culturale, ci sono ancora posti disponibili: settore numerato 43 euro, secondo settore numerato 33 euro, tribuna non numerata 20 euro. La sera dello spettacolo i biglietti saranno maggiorati di 2 euro. Info: www.cipiesse-bs.it o www.jesuschristsuperstar.it. (m.t.)


Brevi

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Brescia

Ultimo appuntamento per Natale a Teatro

Franco Branciaroli in un’immagine di scena

Si conclude la rassegna Natale a Teatro, enclave natalizia nella stagione teatrale per ragazzi “Storie storie storie” del Teatro Telaio. Come ultimo appuntamento andrà in scena “Lady Befana”. Lo spettacolo, rappresentato dalla compagnia Ditta Gioco Fiaba, alternerà teatro d’attore e animazione ed è adatto ai bambini a partire dai tre anni. Nell’officina di Max c’è gran fermento. Il più celebre aggiusta-scope di sua maestà la “Befana” aspetta una visita importante: il segretario reale in persona, geometra Gambaletti, che ha parlato di un piano di rinnovamento strategico che ha a che fare con l’officina... Max passeggia tra le sue scope più belle. Certo sarà chiamato a costruire un nuovo modello di scopa per l’Epifania che verrà, e vuole mostrare le sue creazioni più riuscite all’atteso ospite. Ma il geometra invece del taccuino per appunti ha con sé un grande cesto pieno di gomitoli di lana di tutti i colori... Che cosa avrà in mente Lady Befana questa volta? L’appuntamento è per domenica 9 gennaio alle ore 16.30 al Teatro Arcobaleno di Fiumicello (via Manara, 26 - Brescia). Info: www.teatrotelaio.it - 03046535.

Ctb Stagione di prosa

Al Sociale arriva Edipo Dal 12 al 16 gennaio la tragedia sofoclea nell’interessante lettura registica di Calenda

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Arriva al Teatro Sociale per la stagione del Ctb-Teatro Stabile di Brescia l’“Edipo re” con Franco Branciaroli, da quest’anno consulente artistico dello Stabile cittadino. L’occasione ci spinge a rivolgere alcune domande al protagionista. Cosa possiamo aspettarci: una rappresentazione storica, un viaggio nella letteratura o altro? È uno spettacolo che arriva a Brescia supercollaudato; anzi, dopo oltre 140 repliche in Italia, si chiude al Sociale l’avventura di questo spettacolo che è sui palchi da oltre due anni. Una versione molto particolare della ben nota tragedia greca anche perché quando si vanno a toccare certi testi è indispensabile aggiungervi qualcosa di nuovo. In questo caso abbiamo avuto come riferimento il testo “La violenza e il sacro” del noto antropologo francese René Girard che, attraverso il suo studio, ha modificato lo sguardo con cui fino ad allora si era guardato alla tragedia greca. È stato così possibile sviluppare un’interpretazione abbastanza diversa dal solito di questo eterno testo che da sempre fa parte dell’esistenza

di Mario Leombruno

dell’uomo e sempre ne farà parte. E non possiamo neanche tacere la lettura di Freud, grazie al quale la tragedia ha assunto la valenza mitica che oggi le attribuiamo. Senza anticipare nulla, possiamo però affermare che va in scena una profonda riflessione dell’uomo su se stesso... “Edipo re” è il teatro per definizione. Non dimentichiamo che il teatro è stato inventato dai greci che in questa forma hanno raggiunto forme di eccellenza e come sempre capita dopo l’eccellenza, dopo la perfezione, troviamo solo epigoni. È come quando l’uomo spinto da un’inarrestabile frenesia di desiderio di conoscenza non si accorge di ciò che ha proprio davanti (l’indovino Tiresia informa fin dall’inizio Edipo su tutto ciò che accadrà – e Voltaire infatti si chiese che tragedia fosse visto che già si sapeva tutto – ma Edipo non riesce a capire); capita infatti spesso che quando cerchi una cosa che hai sotto gli occhi non la vedi proprio perché è troppo in evidenza e questo è tipico dell’essere umano da sempre e per sempre.

Brescia

Rassegna screwball Volge al termine al cinema Nuovo Eden di via Nino Bixio la Rassegna dedicata alle commedie sofisticate firmate dai grandi maestri del genere, che propone al pubblico pellicole della grande tradizione cinematografica del passato, con copie restaurate e in versione originale (sottotitolate in italiano). La rassegna si chiuderà giovedì 13 gennaio con il capolavoro di George Cukor, Scandalo a Filadelfia con gli indimenticabili Katharine Hepburn, Cary Grant e James Stewart. Info e prenotazioni: www.nuovoeden.it - 0308379404.403

Teatro

Terza edizione del Bando Idra-Independent Drama Residence/Teatro Inverso seleziona sei autori teatrali per partecipare a un progetto di accompagnamento e interscambio, finalizzato alla stesura di altrettanti testi teatrali. I sei testi verranno valutati da una giuria di esperti entro il 15 aprile e tra questi ne verrà selezionato uno che avrà una lettura scenica all’interno della Stagione Casazza il 13 maggio 2011. Per partecipare alla selezione è necessario inviare tramite e-mail entro il 31 gennaio un curriculum dettagliato e una breve lettera motivazionale a teatroinverso@ teatroinverso.it all’attenzione di Irene Busecchi. Info: www.teatroinverso.it

Poesia

Concorso Arnaldo da Brescia L’Associazione Arnaldo da Brescia e altre realtà pubbliche e private locali e nazionali bandiscono la 16ª edizione del Concorso internazionale di poesia “Arnaldo da Brescia” riservato a studenti delle scuole secondarie di 1° e 2° grado, frequentanti le scuole in Italia e all’estero. Il Concorso è gratuito e l’invio delle poesie deve avvenire entro il 31 marzo 2011. Non saranno accettate poesie inviate via fax. Poesie via mail saranno accettate solo dalle scuole non italiane. Il giorno delle premiazioni sarà sabato 21 maggio 2011. Info: 03047660 - cell. 3355422799 – 3474122750 - www.arnaldodabrescia.com


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

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Brescia Libro d’arte

Conoscere la ricchezza “plastica” La strenna Ubi-Banco di Brescia edita da Skira sarà disponibile nelle librerie da settembre

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di Mario Leombruno

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Nel corso dei secoli, Brescia si è arricchita degli straordinari risultati che scultori e lapicidi locali – quando non provenienti dal Ducato milanese o dalla Serenissima repubblica di Venezia – hanno ottenuto con il loro sapiente lavoro di pietre e marmi delle vicine cave di Botticino e Rezzato; né si possono trascurare i capolavori coroplastici, la bronzistica, gli intarsi marmorei, la decorazione a stucco e l’intaglio ligneo, quest’ultimo in particolar modo nelle valli alpine e prealpine. Bene, dunque, ha fatto Gino Trombi, presidente di Ubi-Banco di Brescia, a ricordarlo nella sua introduzione al volume curato da Valerio Terraroli il quale, con gli altri studiosi coinvolti nel progetto, si è proposto un ambizioso obiettivo: guidare il lettore alla scoperta delle trasformazioni del gusto e del mutare dei sistemi culturali ed estetici nei 500 anni considerati. Il libro “Percorsi di scultura lombarda

Gino Trombi e la copertina del volume

dal XV al XX secolo”, prosegue il percorso di approfondimento, se non di riscoperta, dei tesori vanto della Leonessa tra arti e architettura che l’Istituto di credito cittadino ha intrapreso da anni. In particolare il volume si concentra sulla scultura o, per meglio dire, sulle “Arti plastiche a Brescia”, come evidenzia efficacemente il sottotitolo. “Brescia è una città di pietra”, queste le prime parole del saggio introduttivo di Terraroli con le quali lo studioso curatore dell’opera giustifica la ricca presenza “di quella pietra bianca con striature marroncine che, lucidata o martellinata, levigata o rustica, ancora oggi domina cromaticamente l’orizzonte visivo della città”. Una pietra proveniente dalle poco distanti cave di marmo di Botticino a pieno regime dalla fondazione della Brixia romana alla Brescia attuale. Proseguire la lettura porta a scoprire aspetti mai prima considerati e a porsi doman-

de niente affatto scontate a partire dalle ragioni della lacunosità delle fonti. Esiste un carattere specifico della scultura bresciana in senso espressivo, stilistico? Possiamo affermare l’esistenza di un rapporto, un confronto continuo con l’antico e, dunque, tra modernità e tradizione, pur nelle specificità dei maestri e delle tecniche, delle scuole e delle botteghe? Quanto hanno influito le dominazioni, le scelte politiche, gli “opportunismi” nella realizzazione dell’immenso patrimonio plastico della città? Quanto resta di detto patrimonio? E sono solo alcune delle criticità affrontate e sviluppate nel volume. La lettura dei vari saggi e, soprattutto, lo studio delle innumerevoli splendide immagini a corredo, ci fanno affermare senza esitazione che l’obiettivo di permettere ai bresciani di conoscere o riscoprire una parte significativa del loro patrimonio artistico, con questo testo è raggiunto.

Voce Libri

La coscienza – Istruzioni per l’uso E. SCHOCKENHOFF E C. FLORIN QUERIANIANA, BRESCIA 2010, EURO 20,00

Vale la pena di ascoltare la voce interiore della coscienza. La frase “Posso!” per tanto tempo è stata considerata la strada più sicura verso il successo. Una marcia che ha portato alla crisi. Non è logico che sia considerato un modello che nuoce agli altri, tronfiamente conscio della propria importanza: consumi, mondo del lavoro, educazione, relazioni di coppia, politica, mezzi di comunicazione, scienza – le tentazioni sono grandi, per tutti. La propria coscienza è la migliore consigliera e la protezione più sicura contro le catastrofi. Un articolato dialogo tra uno dei più noti teologi della morale in Germania e una giornalista e docente universitaria con vasta esperienza e conoscenza della cultura contemporanea. Eberhard Schockenhoff, docente di teologia morale all’Università di Friburgo, è membro del Consiglio tedsco per l’etica. Christiane Florin, caporedattore delle pagine culturali del settimanale, “Reinischer Merkur”, è docente di Scienze politiche all’Università di Roma.

Guida al Lago d’Iseo DAVIDE SARDINI SARDINI, BORNATO (BS) 2010, EURO 18,00

“Una guida per conoscere il territorio è sempre utile. Ancor di più quando, come in questo caso, si presenta come un’affascinante e intrigante compagna di viaggio alla scoperta di un lago romantico, di colline splendide, di un patrimonio artistico e culturale di qualità, insomma di una paesaggio da fare invidia a qualsiasi altro angolo del mondo. È dunque un piacere introdurre il lettore a un’opera che pur mantenendo una freschezza e una vivacità da ‘quaderno di viaggio’ offre tutte le informazioni essenziali per comprendere un territorio così ricco di attrattive. Se ne resero conto i grandi viaggiatori dei secoli scorsi che qui trovarono un’inaspettata risposta alla loro sete di conoscenza e di scoperta, lo confermano le migliaia di turisti che da tutto il mondo continuano a frequentare le sponde del Sebino. Un turismo che, tuttavia, persegue una misura peculiare. Che prescinde dalle mode e dal chiasso cercando piuttosto motivazioni più profonde” (…) (Riccardo Vecchiaruti, sindaco di Iseo).


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Valle Camonica

Brescia Editrice La Scuola

Tra ricordi e prospettive parole da leggere e ascoltare

“L’istruzione per tutti” il nuovo saggio di Fulvio De Giorgi

Edito da Zona di Arezzo, è uscito recentemente “Di tempo e di terre” di Nini Giacomelli (Breno, 1955). L’autrice – che ha fondato il Centro culturale teatro camuno e ideato il festival “Dallo sciamano allo showman” –, è nota per aver scritto sia testi di canzoni di grande successo per famosi personaggi dello spettacolo (tra i tanti Ornella Vanoni, Gianni Morandi, Céline Dion e Charles Aznavour) che testi teatrali per adulti e ragazzi messi in scena da compagnie italiane ed estere oltre a libri di favole per bambini. “Irriducibilmente idealista”, come lei stessa si definisce, Nini ha molto dato alla sua Valcamonica, non sempre ottenendone in cambio gratitudine e riconoscenza. Dopo decenni di impegno teatrale nelle scuole, nella rassegna della canzone umoristica d’autore e in mille altre iniziative, è tornata ai suoi primigenii “amori”: l’attività di paroliere e la vocazione di narratrice. Ne fa fede appunto “Di tempo e di terre”. Nella prefazione, Cinzia Terlizzi scrive: “L’irruenza di una donna imperiosa, aggressiva, rivoluzionaria lascia il posto alla dolcezza, alla leggerezza, alla mitezza di una creatura che ama e vive intensamente, capace ancora di sognare a occhi aperti, con la testa fra le nuvole ma i piedi ben per terra”. Gli scritti sono accompagnati da un cd, che rende testimonianza ai due luoghi dell’anima della Giacomelli: il Brasile e la Valle Camonica. Tutta la materia del volume è divisa in capitoli, che poi risultano essere altrettanti elementi primordiali ove, accanto ai canonici quattro (aria, acqua, terra e fuoco) si sono aggiunti “teatro” e “tempo” quasi che questa forma d’arte fosse antichissimo principio originale; come se la dimensione temporale rappresentasse un principiocardine. Accanto ai ricordi vivi e brucianti dell’America del Sud fioriscono allora, nel comparto “fuoco”, liriche toccanti. Bella anche la prosa dell’autrice: un periodare che nasconde tra le righe sentore di studi classici, frequentazione di buone letture, diuturno esercizio di espressione. Nel capitoletto “Terra” c’è una serie di storie camune: struggenti ricordi, memorie di luoghi e di persone, amalgame di sacro e profano, nostalgia di silenzi. La parte finale della pubblicazione è rappresentata dai testi delle canzoni incise sull’allegato cd: componimenti quasi tutti inediti. Racconti, canzoni, poesie che occupano uno spazio di vita lungo quasi 40 anni: testi a volte curiosi, a volte ironici, a tratti madidi di dolore, ma tutti con un sottofondo musicale interiore intenso, espressione di una vita vissuta fuori dalle metriche comuni, di un niente fatto di tutto. (e.g.)

Soldi puliti LUCA RETEUNA EFFATÀ, TORINO 2010, EURO 7,00

L’economia per il bene comune, il denaro al servizio della vita, il Nord per il Sud del mondo: un’utopia? No, è il lavoro quotidiano di Banca Etica, Mag, Consorzio assicurativo etico e solidale, Commercio equo e solidale e tante altre realtà, in grado di ridare alle famiglie italiane un sentimento rubato dalla crisi: la fiducia. Una guida per conoscere la finanza etica in tutti i suoi aspetti. Aggettivi come equo, etico e solidale si possono affiancare e con successo a finanza ed economia. Luca Reteuna è stato caporedattore di testate nazionali di scienza e tutela dei consumatori. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo libro (Cicl. in prop., volantini al liceo D’Azeglio ’74-’79, Priuli e Verlucca), proseguendo come autore di Effatà Editrice nel 2008 con “Appello Bianco, studenti cattolico-democratici nell’anno della tragedia Moro” e “BioEquaMente, alla scoperta del cibo biologico”, nel 2009 con “E dopo? Energie rinnovabili per tutti” e nel 2010 con “Cure dolci cure, le medicine naturali in Italia”.

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Il volume di Fulvio De Giorgi “L’istruzione per tutti. Storia della scuola come bene comune” (Editrice La Scuola, Brescia 2010, euro 10,50) cerca – con una densa sintesi – di dar conto delle vicende dell’istruzione e della scuola nell’età contemporanea, soprattutto appuntando l’attenzione sulla costruzione di un “welfare scolastico” nel secondo dopoguerra e poi nel suo successivo smantellamento a opera del neoliberalismo egemone dagli ultimi decenni del Novecento. Il punto di vista adottato è quello del “bene comune” così come è definito dalla dottrina sociale della Chiesa. Ma in grande conto sono tenuti pure gli interventi di Benedetto XVI sull’educazione. In questo senso, si tratta forse del primo lavoro che cerca di ricostruire in modo critico una storia educativa che valorizza il contributo cristiano, senza aprioristiche apologie ma facendone rilevare l’effettiva rispondenza ai bisogni via via emergenti nelle diverse fasi storiche. La proposta è quella di un neopersonalismo pedagogico che – in sintonia con le posizioni dell’Unesco e dell’Unicef – rilanci la prospettiva dell’istruzione per tutti. Riferendosi così alla tradizione della pedagogia cattolica e personalista italiana, come pure ai contributi di Maria Montessori e di don Lorenzo Milani, il volume argomenta la necessità di avviarsi verso una “scuola dell’integrazione”.

Fulvio De Giorgi

L’evoluzione di Calpurnia JACQUELINE KELLY SALANI EDITORE, MILANO 2011, EURO 16,80

Romanzo d’esordio per Jacqueline Kelly neozelandese cresciuta in Canada e ora residente in Texas, dove è ambientato il racconto. Nel 1899. Calpurnia è una bambina il cui destino sembra essere già segnato dalla sua nascita, unica femmina di una famiglia numerosa viene educata per poter diventare una brava massaia. La fanciulla è però desiderosa di conoscere ciò che la circonda e l’unica persona che sembra accorgersi di questo è il nonno. Questo romanzo mette in risalto molti valori: in primo piano troviamo il rapporto tra nonno e nipote ovvero la saggezza e l’esperienza contrapposta all’ingenuità e all’inesperienza; secondo, ma non per questo meno importante, la capacità di saper osservare il mondo intorno a noi, infatti vedere e guardare sono due concetti molto diversi fra loro e, infine, troviamo il legame con la terra oramai sottovalutato. Una storia semplice, umoristica e divertente che racconta la natura e la realtà in cui viviamo. (recensione di Elisa Abeni per conto della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

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Televisione L’adolescenza secondo la pubblicità

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Il passo della Tv e la sua distanza dalla realtà

Se ricordiamo la nostra giovinezza sappiamo che l’età adolescenziale è caratterizzata spesso da una generale insofferenza nei confronti della realtà e della quotidianità. Impegni e doveri vengono vissuti come un’imposizione, ciò deriva da un naturale orientamento a voler decidere per sé senza curarsi del contesto e delle persone che si hanno intorno. Si vorrebbe essere sempre in un altro posto, vivere un’altra età, fare cose diverse. Un periodo importante della crescita, durante il quale i paletti contro cui ci si scontra servono a costruire la dimensione di sé e dell’altro. Un momento di passaggio verso la maturità. La presa di coscienza della complessità della vita. Cosa succede se questa dolce alienazione viene esaltata come un ideale e duraturo stile di vita? Quali i danni per un giovane se il mondo che lo circonda persiste nel convincerlo che una vita sognante e spensierata nella sua leggerezza è l’unica opzione accettabile? La notizia è che la quasi totalità del mondo televisivo si basa proprio su questo metodo di estraniamento dalla realtà. Basti osservare qual è l’offerta che propone agli adolescenti per capire il senso del suo obiettivo commerciale: stuzzicare un giovane spettatore nelle sue debolezze, sfruttare questo momento di empasse generazionale presentando al pubblico storie di ordinaria irrealtà, vicende inserite in un ipotetica quotidianità che poco ha da spartire con quella vita che poi continua una volta spento lo schermo. Un momento di fuga ingannevole, perché si tratta di storie architettate per essere all’occorrenza plausibili, desiderabili in luce della loro ipotetica realtà. Questo stile di televisione frutta subito molti guadagni in ascolti. Un esempio su tutti è “Il mondo di Patty”, una serie tv argentina in onda dal 2009 su Italia Uno. In questo sceneggiato si racconta la vita di ragazzini di circa 13 anni di età, alle prese con la vita: scuola, amici, famiglia... Nulla di male, se non fosse che le situazioni presentate sono appunto molto difficili da ritrovare nella vita di chi le guarda. “Le passioni al potere”, ecco lo slogan che meglio rappresenta le tematiche dello sceneggiato. I protagonisti, tutti ovviamente di famiglia benestante, hanno un solo obiettivo: gratificarsi attraverso danza,

di Alberto Averoldi

canto, sport. Gli unici momenti vissuti all’interno della scuola sono ambientati al bar, in teatro, in palestra. Impossibile assistere a una scena girata in classe o durante un momento di studio. Le scenografie del resto presentano un mondo di colori sgargianti, esterni idilliaci e interni sfavillanti. Le storie sono ovviamente intrighi di amicizia e divisioni, amori e cuori spezzati. E lo stesso vale per i protagonisti adulti, i personaggi più stilizzati e improbabili, persi nei loro problemi o felicemente inconsapevoli di averne. Gli stessi figli prendono parte alle loro storie sentimentali, ancora una volta i piccoli danno consigli ai grandi. Il rischio è che il telespettatore si immedesimi in questo mondo fittizio e voglia solo prendere parte alla realtà quando questa è rosea e dinamica, senza accettare di vivere i momenti “no” della quotidianità. Un tempo le fiabe avevano una fine ben diversa con Cenerentola che deve scappare prima di mezzanotte (sottolineando che prima o poi i sogni finiscono e si ritorna alla realtà). Per quel che riguarda lo spettacolo televisivo, invece, la mezzanotte non arriva mai, è sempre ora di ballare.

SAB Fx, h. 6.05 BORIS Canale Sky 131. Divertente serie tv italiana che racconta con ironia e non-sense le avventure di una troupe televisiva alle prese con la produzione di un improbabile soap opera…

La 7, h. 7.00 OMNIBUS WEEK END La redazione del telegiornale di La 7 ci presenta i più accesi dibattiti politici riguardanti le numerose questioni sociali, culturali e gestionali della cosa pubblica italiana.

Rai Tre, h. 10.20 IL GRAN CONCERTO Settimanale dedicato alla musica d’orchestra. Alessandro Greco introduce i bambini nel favoloso mondo della musica.

Rai Uno, h. 10.30 A SUA IMMAGINE Rubrica settimanale dedicata alla religione cattolica in Italia. Rosario Carello intervista ospiti dal mondo ecclesiale e laico e propone interessanti servizi sulla vita della Chiesa nel mondo.

Discovery Ch., h. 13.00 COM’È FATTO Canale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico che serve per costruire oggetti di uso comune. Tv2000, h. 16.10 IL VANGELO DELLA DOMENICA Rubrica a cura di Marinella Perroni, studiosa delle Scritture. La lettura del Vangelo del giorno dopo, seguita da un breve ma profondo commento. Italia 1, h. 21.10 MAMMA, HO RIPERSO L’AEREO Nuova avventura per la famiglia McCallister e per il piccolo Kevin (Macaulay Culkin). Tv2000, h. 22.25 RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRO Approfondimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Attraverso reportage interessanti e molto curati Sciancalepore viaggia per l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano.

Tv2000, h. 18.30 CONTROVENTO Monica Mondo conduce un interessante momento di approfondimento su questioni sociali, culturali, morali. L’intento del programma è quello di offrire un diverso punto di vista riguardo ad aspetti della vita sui quali sembra sia stata già detta l’ultima parola.

A destra, la protagonista de “Il mondo di Patty”

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Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Edoardo Raspelli viaggia per l’Italia alla ricerca delle bellezze del nostro territorio. Uno sguardo privilegiato sul paesaggio e sulle bontà enogastronomiche del nostro Paese. Comedy Central, h. 18.00 PALCO, DOPPIO PALCO E CONTROPALCOTTO Canale Sky 122. Dal teatro Bonci di Cesena le registrazioni di divertenti spettacoli messi in scena dai migliori attori comici del momento. Discovery Channel, h. 21.00 LAVORI SPORCHI Canale Sky 401. Serie di divertenti e ironici documentari basati sui lavori che nessuno vorrebbe fare. Il coraggioso Mike si misura con disgustosi compiti, spesso anche pericolosi, lavorando con insetti, pulendo silos di bitume, pulendo fogne e smaltendo i rifiuti delle fabbriche.

Tv2000, h. 20.50 LA COMPAGNIA DEL LIBRO Saverio Simonelli ci accompagna alla scoperta della lettura, presentandoci le ultime novità letterarie nazionali e internazionali. Aggiornamenti su fiere e manifestazioni legate all’industria del libro. Consigli e commenti da esperti nel settore, interviste a scrittori e giornalisti.


Telecomando

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Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Iniziare la giornata con l’informazione: dopo la rassegna stampa quotidiana i giornalisti della redazione del telegiornale conducono un’interessante arena politica dedicata ai problemi dell’attualità italiana.

Rai Due, h. 8.00 L’ALBERO AZZURRO In onda la nuova serie del programma per bambini con il famoso pupazzo Dodò e i suoi curiosi amici. Nuove avventure e tante storie per appassionare i più piccoli.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi problemi dell’Italia.

Rete Quattro, h. 8.10 STARSKY E HUTCH Serie tv squisitamente americana prodotta nella seconda metà degli anni 70. Le avventure di una delle più famose coppie di poliziotti della televisione.

Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Uno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra regione. Rai Due, h. 9.30 SORGENTE DI VITA Settimanale di informazione religiosa dedicato alla comunità ebraica in Italia. Gli ultimi aggiornamenti, gli appuntamenti culturali e la storia dell’ebraismo raccontata e spiegata da esperti del settore. Tv2000, h. 17.00 LA GRANDE MUSICA Tv2000 propone ogni giorno per tutta la mattina e in tarda serata numerosi concerti di musica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica. Current, h. 20.20 PASSAPAROLA L’appuntamento settimanale del giornalista Marco Travaglio è dedicato ai problemi e ai misteri della politica italiana. Sky cinema 1, h. 21.00 AMABILI RESTI Lo spirito di una ragazza uccisa barbaramente veglia sulla sua famiglia e sul suo assassino.

Sky Cinema Max, h. 21.00 NEMICO PUBBLICO Canale Sky 309. Avvincente thriller politico diretto nel 1998 da Tony Scott, con Will Smith, Gene Hackman e John Voight. Un giovane avvocato riceve una sconvolgente rivelazione riguardo la morte di un membro del Congresso. Dovrà lottare per difendere la sua posizione e la sua famiglia da chi lo vorrebbe morto…

Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm americano ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia. Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Una striscia quotidiana dedicata alla scienza e alle tecnologie d’avanguardia. Le ultime scoperte e le loro applicazioni nella vita quotidiana. Rete Quattro, h. 16.35 I CANNONI DI SAN SEBASTIAN Un film western del 1968 con un bandito che soccorre un villaggio assalito dagli indiani. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber analizza l’assetto politico e sociale dell’Italia commentano le ultime notizie insieme a esponenti politici, del mondo della comunicazione e della cultura italiana. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Continuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse da full-contact tengono pulite le strade americane.

Rete Quattro, h. 20.30 LA MASCHERA DI FERRO Una commedia d’avventura che racconta l’epopea del personaggio nato dalla penna dello scrittore Alexandre Dumas padre. Leonardo Di Caprio è il crudele Luigi XIV, usurpatore del trono del fratello gemello, rinchiuso in una prigione con una maschera che gli copre il volto per nascondere la loro somiglianza. Ma i moschettieri e D’Artagnan progettano di liberarlo…

Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla scienza applicata alla medicina. Aggiornamenti sulle ultime scoperte e sperimentazioni. Consigli e prevenzione. Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli della tv degli anni 90. Jessica Fletcher, scrittrice di romanzi gialli, è sempre alle prese con un caso di omicidio. Sky Uno, h. 20.00 DAVID LETTERMAN SHOW Canale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale. Rai Tre, h. 23. 15 PARLA CON ME Il discusso varietà condotto da Serena Dandini.

Rete Quattro, h. 21.10 FUORI IN 60 SECONDI Film d’azione con Nicholas Cage, Robert Duvall e Angelina Jolie. Un ex asso del volante deve aiutare il fratello minore che si è messo nei guai con loschi criminali. Dovrà compiere un furto quasi impossibile: rubare 50 auto di lusso in meno di tre giorni…

Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta un appuntamento quotidiano che si occupa dei consumatori italiani: ogni puntata potremo conoscere le caratteristiche di un alimento di uso comune e scoprire come scegliere sempre la qualità. Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias torna anche per questa stagione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show. Tv2000, h. 21.00 FORMATO FAMIGLIA Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia. Sky cinema mania, h. 21.00 MANHATTAN Canale 312. Scritto da Woody Allen e Marshall Brickman, Manhattan fonde la violenta passione di ‘Interiors’ e la satira matura di ‘Io e Annie’, riuscendo a creare una sintesi di dramma e di commedia, come lo stesso Allen ha affermato.

Tv2000, h. 21.00 TG TG Il tg dei telegiornali nazionali: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi. Confrontare l’offerta complessiva per giudicare i metodi comunicativi di infotainment.

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE Appuntamento settimanale con la rubrica dedicata al mondo della montagna italiana: le risorse, la bellezza, i personaggi, la vita che si incontra sul nostro territorio. Rai Due, h. 9.45 TRACY E POLPETTA Per gettare le basi di una lingua straniera anche nei più piccoli telespettatori è stata creata questa sit-comedy recitata in parte in un facile inglese. La 7, h. 21.10 SLEEPERS Thriller del 1996 con Kevin Bacon, Brad Pitt, Vittorio Gassman, Dustin Hoffman e Robert De Niro. Un gruppo di ragazzini negli anni ’60 finisce in riformatorio per un tragico incidente in cui un uomo perde la vita. Lì vivranno un mondo di violenza, difficile da dimenticare una volta in libertà. Rai Quattro, h. 21.10 ROBOCOP 2 Un classico del cinema di fantascienza: il tutore della legge della città di Detroit è alle prese con un criminale, che vorrebbe conquistare il mercato delle droghe, inventore di una sostanza potente.

Iris, h. 21.10 LADY IN THE WATER Bella fiaba cinematografica diretta da M.Night Shyamalan: nella vita di un uomo qualunque piomba una ragazza molto strana, che dice di vivere in un’altra dimensione. È una ninfa marina che deve trovare la strada per casa. Un film dalle mille sfaccettature: poesia, horror, avventura, mistero… Da vedere.


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Cultura e comunicazione Radio e Media

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Musica Decima edizione per l’iniziativa di Palcogiovani

“...Goi de contala?”

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Sono trascorsi 10 anni da quando l’associazione Palcogiovani inaugurò la serie di “…Goi de contala?”, i dischi che raccontano attraverso le canzoni e qualche poesia la tradizione bresciana. L’occasione del decennale viene celebrata con l’uscita di due cd, uno riservato alle canzoni e uno alle poesie, recitate da nove autori bresciani capitanati da Elena Alberti Nulli. Qui ci occupiamo in particolare delle canzoni, ben 17, che costituiscono la raccolta musicale. Canzoni che, come sempre, si muovono tra modernità e tradizione, legate assieme dal fil rouge del dialetto. Nonostante questo, e a causa della natura stessa delle canzoni nate da sottoboschi musicali talvolta molto distanti uno dall’altro, inevitabilmente i brani formano nel complesso un collage molto variopinto. Per questo il disco assume un carattere discontinuo, che richiede un ascolto attento e benevolo verso i frequenti cambi di sonorità e di approccio. Troviamo così canzoni delicate e poetiche come “En castel” di Sergio Minelli che si alternano a brani dal forte impatto come “Grande bordello” dei Kei del formai, gruppo dalla grande carica e motivazione. Il rap/ska dialettale di “Ufo di campagna” degli Italian Farmer (Dellino + Rino) è sicuramente un esperimento interessante e accattivante, ma molto lontano evidentemente dal canto un po’ ruvido ma molto incisivo e decisamente tradizionale del “sena-

di Ricky Barone

tore” Francesco Braghini, che questa volta ci regala un pezzo inedito come “L’è ’na roda la vita”. Al di là di questi estremi il cd, nonostante sia orfano di due punte di diamante della canzone bresciana come i fratelli Cinelli (tra cui Charlie va ricordato come caposcuola delle nuove generazioni di musicisti), presenta un quadro composito e articolato che ribadisce la ricchezza della canzone dialettale bresciana, con alcuni protagonisti di rilievo assoluto. Tra questi sicuramente i Luf, gruppo di confine tra la Camunia e il lecchese, che confermano la propria caratura con un pezzo trascinante e dal grande impatto sonoro come “Malnat”, che

vuole centrare l’obiettivo sull’anima ribelle del protagonista, affamato di vita e di libertà. Non è bresciano ma è un personaggio straordinario il Bepi, figura carismatica e potente che presenta in dialetto bergamasco “Gnurant”, che ripercorre stilemi tra il blues e il rock ’n’ roll. Ottimo come sempre Daniele Gozzetti, tra i pochi sempre presenti nelle compilation di “…Goi de contala?” e che va annoverato tra i migliori interpreti del modernariato musico-dialettale bresciano. Un’altra bella leggenda è quella raccontata nella sua “Catarinì Catarinù”. Confermano la loro crescita graduale i Selvaggi con “Copel” e i Malghesetti con “Signor Conte”, restyling di una canzone tradizionale della Famiglia Bregoli. Un plauso anche alle new entry Marco Zuanelli (“el pastiser de Salò”) con “Balenga “ e La cantina di Ermete con “Follestrocca”, cantata da Annalista Alborghetti, autrice anche del testo.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo della domenica è di don Giuseppe Fusari che ci accompagnerà fino al 6 marzo. Ecclesia di gennaio è in collaborazione con l’Ufficio di pastorale della scuola. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, si presenta ricco di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia. VOX POPULI Dal lunedì al venerdì potete partecipare al nostro sondaggio quotidiano dedicato ai più importanti temi di attualità, in collaborazione col giornale on line lavocedelpopolo.it. Al termine di “Belli dentro” i risultati finali.

Daniele Gozzetti

Live La musica al cinema Nuovo Eden

Nuove proposte alla casa del jazz a Brescia Il Cinema Eden di Brescia lo scorso anno ha dato il via all’interessante progetto “Jazz in Eden”, con l’idea di creare un polo di riferimento per il jazz bresciano. Il percorso è iniziato lo scorso ottobre e si articola in nove concerti che dureranno fino alla primavera, quindi una pausa per poi riprendere nella struttura di via Nino Bixio, nello storico quartiere del Carmine, il prossimo autunno. Si tratta di una sfida che nasce dall’amore verso la musica jazz, dettata anche dalla consapevolezza che investire in cultura paga, forse non in termini economici ma certamente in termini di qualità di vita. Il prossimo appuntamento, sempre di martedì, sarà il 18 gennaio (ore 21; ingresso intero 10 euro ridotto a 9 per i tesserati “Jazzontheroad 2011”; info: 0308379404/403) con ospite il trio di Steve Cardenas, già chitarrista del grande Paul Motion. È la prima volta che Steve Cardenas affronta come leader una tournée italiana, durante la quale presenterà le canzoni del suo ultimo lavoro “West

of middle”. Steve Cardenas non ha certo bisogno di presentazioni, è uno dei chitarristi più apprezzati e innovativi della scena mondiale e risulta tra i più richiesti come sideman. Nato a Kansas City vanta un curriculum dal quale emergono le sue collaborazioni con grandi del jazz come Eddie Harris e Slide Hampton, le cantanti Norah Jones e Madeleine Peyroux, i batteristi Paul Motian e Joey Baron, i bassisti John Patitucci, Marc Johnson, Steve Swallow, Ben Allison, Charlie Haden. Notevoli anche i due musicisti che lo accompagneranno a Brescia, Tommaso Cappellato (dopo una lunga permanenza a New York, è ora un punto di riferimento tra i batteristi italiani; tra gli altri ha suonato con Don Byron, Michel Blake, Peter Bernstein, Aaron Goldberg, Steve Grossman, Kurt Rosenwinkel) e Andrea Lombardini (uno dei pochissimi specialisti del basso elettrico in contesti di musica improvvisata, suona con Leo Genovese, Bob Gullotti, Jeff Davis ed altri). (r.b.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: il Te Deum di ringraziamento e la Messa per la pace; l’Ultimo con gli ultimi; i presepi in Duomo Vecchio; il concerto di zampognari a Limone. La rubrica “4 parole” è con Chiara Gabrieli sulla Giornata del migrante. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Circa due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. Al termine va in onda Zona relax, col meglio della musica “morbida” non stop.


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

Le nostre frequenze

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story

Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della scuola - Arte per lo spirito con Carmela Perrucchetti - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.35 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Cinema La commedia di Aldo, Giovanni e Giacomo

Tre Babbi Natale buffi e garbati Meritato successo al botteghino per la commedia diretta dal regista Paolo Genovese che ha dato ordine e ritmo al mondo teneramente comico del trio Un’immagine del film “La banda dei Babbi Natale”

PROGRAMMAZIONE Flynn Rider, il bandito più ricercato del regno, si ritrova costretto a stringere un patto con una ragazza dai lunghissimi capelli d’oro che vive imprigionata all’interno di una torre. L’improbabile coppia intraprende una rocambolesca fuga in compagnia di un cavallo “poliziotto”, un camaleonte ultraprotettivo e una burbera banda di balordi. Grazie al suo bell’aspetto, la sua parlantina e una discreta dose di fortuna, il baldo fuorilegge ha sempre avuto vita facile... Che bella giornata di Gennaro Nunziante

Precious di Lee Daniels

L’intreccio della torre Rapunzel – L’int di Nathan Greno, Byron Howard

Noi credevamo di Mario Martone

Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 8 gennaio ore 21.00; domenica 9 gennaio ore 15.00, 21.00; lunedì 10 gennaio ore 21.00

Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 9 gennaio ore 20.45; martedì 11 gennaio ore 20.45

Sale della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 9 gennaio ore 15.00; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 7 gennaio ore 20.45; sabato 8 gennaio ore 20.45; domenica 9 gennaio ore 20.45; EDEN – ESINE: venerdì 7 gennaio ore 20.30; sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 15.00, 20.30; IL GABBIANO – GHEDI: sabato 8 gennaio ore 21.00; domenica 9 gennaio ore 15.30; SAN COSTANZO – NAVE: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 14.30, 16.00, 20.30; AURORA – PALAZZOLO: domenica 9 gennaio ore 16.00;

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VIll. SERENO: sabato 8 gennaio ore 20.45; domenica 9 gennaio ore 20.45; lunedì 10 gennaio ore 20.45;

Megamind è il più intelligente supercattivo che il mondo abbia mai conosciuto... ma non ha molto successo. Negli anni ha provato a conquistare Metro City in ogni modo immaginabile, ma ogni tentativo è stato un fallimento colossale grazie al supereroe col mantello conosciuto come “Metro Man”... fino al giorno in cui Megamind finalmente sconfigge davvero l’eroe...

Megamind di Tom Mcgrath

La banda dei babbi Natale di Paolo Genovese

Natale in Sudafrica di Neri Parenti

Stanno tutti bene di Kirk Jones

Sale della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 10 gennaio ore 20.30; SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 8 gennaio ore 20.45; domenica 9 gennaio ore 16.00, 20.45;

Sale della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 14.30, 17.30, 20.30; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 8 gennaio ore 21.00; domenica 9 gennaio ore 15.00;

Sala della comunità SPLENDOR – ODOLO: sabato 8 gennaio ore 20.45; domenica 9 gennaio ore 20.30;

Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: sabato 8 gennaio ore 21.00; domenica 9 gennaio ore 20.30


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

I

a cura di Nicola Rocchi

Il Natale 2010 ha portato meno fortuna del solito all’indigesto cinepanettone di fine anno. “Natale in Sudafrica”, il film di Neri Parenti con Christian De Sica e Belen Rodriguez, non ha mancato come al solito di stravincere al botteghino, peggiorando però negli incassi: circa 11 milioni di euro nel weekend natalizio contro gli oltre 14 racimolati dalla puntata precedente. Nella settimana che è seguita alla festa, poi, la banda De Sica è stata addirittura superata da una compagine concorrente: quella formata da Aldo, Giovanni e Giacomo, che con “La banda dei Babbi

Natale” hanno confezionato una commedia piacevole e non volgare, capace di mettere a frutto le qualità di un ottimo gruppo d’attori. Alla buona riuscita del trio contribuisce anche la… metà di una coppia, ovvero il regista Paolo Genovese che per la prima volta si è separato da Luca Miniero con il quale ha scritto e diretto diversi film, dal surreale “Incantesimo napoletano” del 2001 al giovanilistico “Questa notte è ancora nostra” con Nicola Vaporidis. La coppia, per ora, funziona anche da lontano, anzi va pure meglio. Miniero se n’è andato a dirigere “Ben-

venuti al Sud” con Claudio Bisio, divertendo e raccogliendo grande successo di pubblico. Genovese ha messo un po’ di ordine nel mondo teneramente comico di Aldo, Giovanni e Giacomo, confezionando un prodotto nel quale – al contrario di quanto avveniva nella maggior parte dei loro film – si avverte anche la presenza di un regista capace di dare ritmo e misura al racconto. I due film di Miniero e Genovese, pur non essendo certo capolavori, sono esempi di un cinema professionale e garbato, che si rivolge a un ampio pubblico senza assecondarne gli istinti peggiori. E hanno un elemento in comune: la presenza di Angela Finocchiaro, attrice comica (ma non solo) di grande sensibilità, capace di dare un tocco personale ai film nei quali compare. È lei la poliziotta che, la notte della vigilia di Natale, deve risolvere il caso di

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tre strambi personaggi pescati ad arrampicarsi sui muri di un condominio travestiti da Babbi Natale. La notte trascorre in un intreccio di flashback nei quali Aldo, Giovanni e Giacomo raccontano le loro vicissitudini. Intersecando momenti corali a sequenze nelle quali ognuno dei tre ha l’opportunità di sviluppare il proprio personaggio. Nel computo delle risate prevale Giovanni, veterinario cinico dai metodi originali, diviso tra la famiglia milanese e una seconda – assai macchiettistica – che sta per formare in Svizzera. Giacomo è un vedovo inconsolabile, Aldo un fannullone professionista. Intorno a loro una schiera di donne (una menzione merita almeno Mara Maionchi, quintessenza della suocera feroce) complica la loro vita e ne mette alla prova l’amicizia, che memorabili tornei di bocce provvedono a cementare.

La nuova pellicola è basata sul terzo dei sette libri della serie di Lewis “Le Cronache di Narnia”. Edmund e Lucy Pevensie, con il cugino Eustace, vengono inghiottiti in un quadro e portati a Narnia sulla fantastica imbarcazione, e lì si uniscono al re Caspian e al topo guerriero Reepicheep in una missione da cui dipende il destino della stessa Narnia. Vincendo le proprie grandi tentazioni, gli arditi viaggiatori toccano isole misteriose, si scontrano con creature magiche... Harry Potter e i doni della morte di David Yates

Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero di Michael Apted

Ti presento un amico di Carlo Vanzina

Il regno di Ga’Hoole... di Zack Snyder

Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 8 gennaio ore 21.00; domenica 9 gennaio ore 17.00, 21.00; SAN GIOVANNI BOSCO – SERLE: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 15.30;

Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 8 gennaio ore 21.00; domenica 9 gennaio ore 15.00, 17.30; AGORÀ – OSPITALETTO: venerdì 7 gennaio ore 21.00; sabato 8 gennaio ore 15.30, 21.00; domenica 9 gennaio ore 15.30, 21.00; AURORA – PAVONE MELLA: venerdì 7 gennaio ore 20.45; sabato 8 gennaio ore 20.45; domenica 9 gennaio ore 17.30, 20.45; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 15.30; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 8 gennaio ore 20.45; domenica 9 gennaio ore 16.00, 20.45

Sala della comunità SAN LUIGI – LODRINO: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 20.30

Sala della comunità ITALIA – LONATO: domenica 9 gennaio ore 15.00; AURORA – RONCADELLE: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 15.00

Maria è una giovane ragazza, figlia di pastori, promessa in sposa a Giuseppe, un vedovo con due figli, abitante nel vicino villaggio di Nazareth, nella Galilea di duemila anni fa. Cresciuta secondo l’amore e il rispetto verso i più piccoli, Maria dopo aver lasciato la propria casa, presto ravvisa le storture del mondo patriarcale che la circonda, a partire dalla famiglia del marito. Qui detta legge il fratello più anziano di Giuseppe, Mardocheo.... Le avventure di Sammy di Ben Stassen

La passione di Carlo Mazzacurati

Sala della comunità PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 8 gennaio ore 20.30; domenica 9 gennaio ore 15.00

Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 8 gennaio ore 20.30 CINEFORUM

Io sono con te di Guido Chiesa Sala della comunità GIOVANNI PAOLO II – AGNOSINE: mercoledì 12 gennaio ore 20.30 CINEFORUM

Il nastro bianco di Michael Haneke Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE S. SEBASTIANO: giovedì 13 gennaio ore 20.45; CINEFORUM


Le scuole di Padre PIAMARTA di Brescia e Provincia

ISTITUTO ARTIGIANELLI

ISTITUTO PIAMARTA

Formazione Professionale

Scuola Paritaria

CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE A.F.G.P.

Qualifica triennale/4˚anno

LICEO EUROPEO LIGUISTICO MODERNO ISTITUTO TECNICO ECONOMICO

Operatore elettrico/elettronico

amministrazione finanza e marketing

Operatore meccanico

ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO Informatica e telecomunicazioni

Operatore grafico

CONVITTO E DOPOSCUOLA

DOPOSCUOLA

25121 Brescia - Via Piamarta, 6 Tel. 030 293571 - Fax 030 3776362 e-mail: segrete1.artigianelli@algp.it www.afgp.it

25124 Brescia - Via Cremona, 99/101 Tel. 030 2422711 - Fax 030 2422747 e-mail: segreteria@piamarta-bs.it / segrete@artigianelli.info www. piamarta-bs.it - www.artigianelli.info

ISTITUTO S.MARIA DI NAZARETH

ISTITUTO BONSIGNORI Formazione Professionale e Scuola Paritaria

Scuole Paritarie

CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE A.F.G.P.

SCUOLA DELL’INFANZIA

Qualifica triennale/4˚anno

SCUOLA PRIMARIA PARIFICATA

Operatore agricolo Operatore elettrico Operatore meccanico Operatore meccanico d’auto Operatore amministrativo segretariale

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Orario anticipato e prolungato (7.30 - 18.00)) in accordo cordo con le necessità ecessità delle famiglie. miglie.

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO LICEO SCIENTIFICO Potenziato in Scienze ambientali Lingue straniere

DOPOSCUOLA 25010 Remedello (Brescia) - Via Cappellazzi, 5 Tel. 030 957113 - Fax 030 957218 www.bonsignori.com

DOPOSCUOLA CUOLA 25123 Brescia - Via Ferri,, 91 306875 Tel. 030 2306871 - Fax 030 2306875 org e-mail: smn@piamarta.org www.istitutosantamariadinazareth.it areth.it

UN PROGETTO EDUCATIVO COMUNE FORMAZIONE E QUALITÀ

SERVIZI

Accoglienza, Orientamento Attenzione al dialogo e all’ascolto Animazione Spirituale Qualità nell’azione didattica Consulenza psico-pedagogica

Presenza continua degli educatori e animazione ludico ricreativa Ampi spazi per il gioco pomeridiano Servizio mensa e Bar Teatro, Auditorium


LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Brescia Un convegno dell’Aato

Il servizio idrico del futuro Posticipata al 1° gennaio 2012 la soppressione degli Aato, per la gestione dell’acqua e dei rifiuti; la proroga è contenuta all’interno dell’articolo 26 del “Decreto Milleproroghe”, approvato il 30 dicembre scorso

S

di Franco Armocida

Si è recentemente tenuto a Brescia il convegno “Il servizio idrico integrato in provincia di Brescia. L’esperienza di oggi per i traguardi di domani”, promosso dall’Aato Brescia, l’autorità d’ambito territoriale ottimale che pianifica e regola i servizi idrici, oltre ad occuparsi dell’acqua potabile, del suo reperimento sino alla distribuzione, la depurazione e la re-immissione nel ciclo naturale delle acque. La riforma del servizio idrico del 1994 ha introdotto due concetti fondamenta-

Sicet

Preoccupazioni per l’emergenza abitativa

li: quello di Servizio idrico integrato (Sii) e quello di Ambito territoriale ottimale (Ato). Il primo riunisce i servizi idrici ad uso civile, quali la captazione e distribuzione dell’acqua potabile, il convogliamento nelle reti fognarie dell’acqua utilizzata, la depurazione delle acque reflue e la loro restituzione all’ambiente. L’Ato invece indica la dimensione gestionale ottimale per assicurare un servizio idrico integrato che disponga di una sufficiente massa critica ed offra adeguare economie di

scala. “L’Ato a Brescia si è costituita nel 2002, trasformandosi in consorzio nel 2007 – ha ricordato il suo direttore Marco Zemello – e coincide con il territorio provinciale. Tra i molti compiti, emergono la determinazione della tariffa e la definizione degli standard di qualità dell’acqua. In questi anni l’Ato di Brescia si è distinta a livello sia regionale sia nazionale – ha continuato Zemello – ripartendo il territorio in tre aree omogenee con altrettanti gestori, contro gli oltre cento preesistenti, con un piano d’investimenti di oltre 800 milioni di euro dal 2007 al 2031, di cui circa 200 negli ultimi tre anni e 227 da utilizzare nel triennio 2011-2013. Se oggi la tariffa reale è di 1,0529 euro/mc, confidiamo di riuscire a contenerla tra gli 1,12 e gli 1,23 nel prossimo triennio, valore che ci posiziona tra i più competitivi in ambito nazionale. Abbiamo anche omogeneizzato il rapporto con gli utenti tramite la Carta dei servizi idrico-integrati su tutto il territorio

Segnali inquietanti sul fronte dell’emergenza abitativa. È quanto sostiene il Sicet di Brescia (il sindacato inquilini casa e territorio della Cisl) visto che quest’anno in Lombardia verrà erogato soltanto il 35% dei contributi che sarebbero necessari per garantire la solvibilità delle famiglie in affitto sul mercato privato. A questo si aggiunge che per l’anno 2011 la Lombardia riceverà dallo Stato quasi sette milioni di euro in meno rispetto a quanto ricevuto per il 2010. Infine per quanto riguarda il 2012 e 2013 lo Stato prevede di stanziare complessivamente 33 milioni di euro da destinare a tutto il territorio nazionale e cioè esattamente la stessa somma che aveva destinato alla sola Lombardia per l’anno 2009. “In altre parole – prosegue la nota del sindacato inquilini aderente alla Cisl – proprio mentre è in atto una crescita esponenziale degli sfratti per morosità, lo Stato procede ad un ulteriore e drastico ridimensionamento di uno dei pochi strumenti a disposizione per contrastare l’emarginazione e il disagio sociale. Sappiamo bene che lo Stato deve risanare i conti pubblici ma non possiamo accettare che la politica di bilancio si traduca in un taglio dei fondi

provinciale – ha proseguito Zemello – iniziando a valorizzare l’acqua pubblica nei 206 Comuni con l’apertura di 112 punti d’acqua, oltre ad aver stabilito regole uniformi per gli scarichi industriali nelle fognature”. Va ricordato che l’acqua erogata supera i 115 milioni di metri cubi annui, attraverso 207 acquedotti, di cui 200 comunali e sette intercomunali, per una lunghezza delle condotte pari a 6.506 km, di cui 1.020 afferenti ad acquedotti e 5.846 a reti di distribuzione. Per quanto attinente alle fognature, ad esse fanno riferimento 211 reti per 2.984 km di condotte, con 234 impianti di depurazione, di cui 150 comunali. “Riteniamo che la fotografia di quanto fatto in questi anni – ha chiosato Marco Zemello – così come quanto prospettato sul piano programmatico costituiscano elementi su cui riflettere, soprattutto sul piano legislativo, là dove viene posta in discussione l’opportunità o meno di proseguire sulla strada intrapresa”.

destinati all’emergenza abitativa come se si trattasse di un ramo secco o di una questione secondaria. E considerato che la questione abitativa investe il territorio bresciano in modo particolarmente pesante, chiediamo ai partiti e alle istituzioni locali di reclamare almeno il ripristino dei fondi stanziati per il 2010”. Il contributo per l’affitto corrisponde alla differenza fra il canone effettivamente pagato ed il canone sopportabile calcolato in base ai criteri fissati dalla normativa regionale. In altre parole la Regione Lombardia ha definito il contributo come uno strumento che dovrebbe consentire a tutti i richiedenti di pagare soltanto quella parte di affitto che è realmente sostenibile. Tuttavia, poiché a partire dal 2002 è stata corrisposta semplicemente una quota percentuale del contributo spettante, gli inquilini si sono ritrovati a sostenere una spesa eccessiva rispetto alle loro reali capacità economiche. Questo divario fra contributo teoricamente spettante e contributo effettivamente erogato si è progressivamente allargato col passare degli anni per effetto dei continui tagli ai fondi statali.


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Economia e lavoro Scuole

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Istituto Arici Una positiva esperienza

La felice intuizione del “Certamen” Nel 1998 la prima edizione di un concorso che negli anni ha accresciuto la sua fortuna

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di Gian Enrico Manzoni

Nel 1998 il Liceo classico dell’Istituto Arici organizzava la prima edizione di un concorso di cultura latina, chiamato Certamen Brixiense. Era una sorta di sfida, una mossa in controtendenza rispetto alle tentazioni riduttivistiche, che davano come imminente la fine dello studio del latino, nonché del Liceo classico in generale, sentito come una scuola in declino, non più all’altezza dei tempi, dedita allo studio di lingue considerate morte. L’idea di mettere a confronto gli studenti su questa materia, il primo di tal genere

in Lombardia, ebbe successo, tanto che presto fu imitata da altre scuole e istituzioni di città vicine, che diedero vita ad analoghe iniziative variamente denominate. Oggi possiamo dire che il Certamen Brixiense è divenuto una tappa nota per i giovani latinisti dell’ultimo e del penultimo anno delle nostre scuole superiori. E tra breve si svolgerà la settima edizione: il 5 febbraio avrà luogo infatti il prossimo concorso, per il quale fervono i preparativi. Sono al lavoro per questo scopo un comitato organizzatore

e, in generale, l’intero Istituto di via Trieste a Brescia, che ha fatto di questa esperienza un punto di riferimento sia del proprio progetto educativo sia della didattica di qualità posta come obiettivo nel lavoro scolastico. La giuria è composta da tre docenti, che sceglieranno anche quest’anno i brani da sottoporre ai concorrenti e valuteranno gli elaborati degli alunni, i quali rappresenteranno la scuola di provenienza fino a un massimo di dodici studenti per Istituto. Nell’ultima edizione sono stati sottoposti ai candidati del penultimo anno un passo di Cicerone per la prosa e di Catullo per la poesia; per i maturandi invece si è trattato di tradurre e commentare un brano in prosa di Plinio il Giovane oppure di poesia di Orazio. Il successo culturale e didattico del Certamen consiste

soprattutto nella bontà del lavoro di preparazione che gli studenti svolgono prima della competizione, spesso con l’aiuto degli insegnanti con i quali si crea un forma stretta di collaborazione per migliorare, affinare, potenziare le proprie capacità. Oserei dire che è più importante la fase preparatoria che non il concorso stesso, per la sua valenza didattica e umana insieme; anche perché, è bene ricordare che l’atteggiamento migliore consiste nell’accostarsi a questi concorsi con spirito olimpico, alieno cioè da qualsiasi forma di attesa o obbligo di successo. L’onore consiste nell’essere stato prescelto a partecipare in rappresentanza della propria scuola e nel portare a termine dignitosamente la prova, indipendentemente da quello che sarà il risultato finale.

GIORNATE DI SCUOLA APERTA OPEN DAY Scuole Paritarie -

Sabato 15 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00 Domenica 16 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00 Sabato 22 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/14.00-18.00

Sede d’esami

Domenica 23 Gennaio 2011 ore 10.30-12.30/15.00-17.00

Liceo Scientifico

La segreteria della scuola è sempre aperta con orario continuato dalle 08.30 alle 17.30 - Sabato dalle 08.30 alle 12.30

delle Scienze applicate (senza latino)

Istituto Tecnico per il

Turismo

Istituto Tecnico delle Costruzioni, Ambiente e Territorio

Geometri ”Bianchi”

Via Bronzetti, 9 - Brescia - Tel. 030 3774081 A 300 metri dalla stazione dei treni e dei pullman

Percorsi didattici personalizzati per agevolare la frequenza degli studenti che svolgono attività sportiva a livello agonistico

www.euroscuola.eu


Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

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Gardone V.T. Un progetto educativo

Insolito open day in ospedale La proposta è nata dalla sinergia con il locale distretto scolastico

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Open day in ospedale? Sì. A metterlo in calendario è il presidio ospedaliero di Gardone Valtrompia che, grazie alla disponibilità del personale medico e infermieristico del pronto soccorso e delle unità operative di pediatria, ginecologia e medicina, ha accolto l’invito alla collaborazione giunto dal locale distretto scolatico. Obiettivo di questa sinergia è la realizzazione di un progetto integrato per i ragazzi in età scolare. L’iniziativa punta all’approfondimento di proposte educative e didattiche per la diffusione della cul-

tura della salute con particolare interesse agli aspetti organizzativi e alle principali dinamiche dell’emergenza territoriale. Ben chiari sono gli scopi del progetto: rendere i ragazzi protagonisti dell’agire attivando la catena dei soccorsi ed intervenendo consapevolmente per favorire comportamenti corretti evitando di diventare loro stessi vittime; gestire da protagonisti un’emergenza sanitaria; educare in merito alle manovre da compiere e da evitare durante il primo soccorso, sottolineare l’im-

portanza della sicurezza domestica e stradale; mostrare la realtà di un’unità di pronto soccorso e dei mezzi di soccorso; promuovere, infine, la cultura della salute basata sull’adozione di corretti stili di vita. Gli studenti hanno potuto accedere così alla struttura del presidio ospedaliero di Gardone e incontrare tante figure professionali che ogni giorno si adoperano per la salute della persona. Dalla loro voce i ragazzi hanno appreso l’importanza di corretti stili di vita, di modelli alternativi e integrati per affrontare molti dei problemi, anche di natura sanitaria, a cui i più giovani, soprattutto gli adolescenti, sono esposti. La collaborazione istituzionale e l’insolito open day sono la prova della necessità di strategie e di politiche

di intervento che coinvolgano diverse figure familiari al mondo degli adolescenti, figure che non escludono anche la presenza di un presidio ospedaliero. Non deve stupire, dunque, che nell’ambito delle attività di un dipartimento importante come quello di emergenza dell’ospedale di Gardone abbia trovato spazio un percorso di formazione e di educazione della parte più giovane della popolazione. Una scelta che trova nella necessità di fare della famiglie e del cittadino non solo utenti passivi del servizio sanitario, ma anche protagonisti attivi dello stesso. A fine progetto è stato distribuito fra i partecipanti un questionario che ha fatto emergere l’interesse e l’apprezzamento per l’iniziativa fra tutte le persone coinvolte.

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Economia e lavoro Scuole

LA VOCE DEL POPOLO 7 GENNAIO 2011

Cidaf Un nuovo progetto

In ascolto di adolescenti e giovani L’iniziativa è stata pensata a supporto di una fase particolarmente delicata della vita

I

Il Cidaf per l’anno in corso e per i prossimi anni propone un progetto di ascolto per adolescenti e giovani. Nella società attuale adulti e ragazzi stanno vivendo momenti di forti cambiamenti che possono rappresentare una risorsa, ma anche essere motivo di disorientamento.. Gli adulti (genitori e insegnanti) vivono sì il desiderio di essere educatori efficaci e significativi, ma sperimentano anche la difficoltà di trovare strategie educative ade-

guate. Il consultorio Cidaf, forte della fiducia nelle famiglie, negli insegnanti e negli educatori, si propone come servizio di sostegno psico-pedagogico, in una logica di prevenzione dei possibili disagi e difficoltà, sempre presenti nella realtà attuale. Il progetto ha lo scopo di favorire il costituirsi di una rete di supporto agli alunni, agli insegnanti ed ai genitori, sempre più centrale nella società odierna, dove si sperimenta la solitudine nell’educare. Obiettivi

generali dello Sportello di ascolto per gli alunni sono: offrire uno spazio per gli alunni, in cui possano manifestare ed esprimere i propri vissuti e le loro difficoltà connesse al processo di crescita; migliorare la consapevolezza e l’accettazione di se stessi e degli altri; raggiungere una maggiore consapevolezza della propria vita affettiva e relazionale; fornire, qualora venga richiesta, una consulenza psicologica per aiutare i ragazzi a elaborare e affrontare i loro momenti di difficoltà e di disagio. Per quel che concerne le proposte operative il Cidaf prevede un incontro di presentazione agli insegnanti ed ai genitori dell’iniziativa relativa allo Sportello di ascolto per gli alunni, l’apertura dello

“Sportello di ascolto per gli alunni”, a cadenza settimanale (orientativamente della durata di due ore), con la presenza di una psicologapsicoterapeuta del consultorio o di un pedagogista, la restituzione delle problematiche emerse durante lo sportello agli insegnanti, il coinvolgimento dei genitori a seguito di un “patto educativo” con insegnanti e psicologa. Per quel che concerne la tempistica il progetto prevede l’avvio dello Sportello di ascolto dal mese di ottobre fino al mese di maggio dell’anno successivo. Il progetto proposto alla Scuola rientra nelle attività di Educazione alla salute previste dal Consultorio Cidaf di Travagliato o di Brescia e, pertanto, è gratuito, in quanto risulta già finanziato.

Il cidaf per l’anno in corso e per i prossimi anni propone il: Progetto di ascolto per adolescenti / giovani Premessa

Nella società attuale adulti e ragazzi stanno vivendo momenti di forti cambiamenti che possono rappresentare una risorsa, ma anche essere motivo di disorientamento... Gli adulti( genitori ed insegnanti) vivono sì il desiderio di essere educatori efficaci e significativi, ma sperimentano anche la difficoltà di trovare strategie educative adeguate. Il consultorio CIDAF, forte della fiducia nelle famiglie, negli insegnanti e negli educatori, si propone come servizio di sostegno psico-pedagogico, in una logica di prevenzione dei possibili disagi e difficoltà, sempre presenti nella realtà attuale. Il progetto ha lo scopo di favorire il costituirsi di una rete di supporto agli alunni, agli insegnanti ed ai genitori, sempre più centrale nella società odierna, dove si sperimenta la solitudine nell'educare.

Obiettivi generali dello Sportello di ascolto per gli alunni

1 – Offrire uno spazio per gli alunni, in cui possano manifestare ed esprimere i propri vissuti e le loro difficoltà connesse al processo di crescita 2 – Migliorare la consapevolezza e l'accettazione di se stessi e degli altri 3 – Raggiungere una maggiore consapevolezza della propria vita affettiva e relazionale 4 – Fornire, qualora venga richiesta, una consulenza psicologica per aiutare i ragazzi ad elaborare i loro momenti di difficoltà e di disagio.

Proposte operative

- Incontro di presentazione agli insegnanti ed ai genitori dell'iniziativa relativa alo Sportello di ascolto per gli alunni - Apertura dello “Sportello di ascolto per gli alunni”, a cadenza settimanale(orientativamente della durata di 2 ore), con la presenza di una psicologa – psicoterapeuta del Consultorio CIDAF o di un pedagogista - Restituzione delle problematiche emerse durante lo sportello agli insegnanti - Coinvolgimento dei genitori a seguito di un “patto educativo” insegnanti e psicologa - La metodologia verrà concordata di volta in volta.

Tempi

Avvio dello Sportello di ascolto dal mese di ottobre fino al mese di maggio dell’anno successivo.

Costi del progetto

Il progetto proposto alla Scuola rientra nelle attività di Educazione alla salute del Consultorio CIDAF di Travagliato o di Brescia e, pertanto, è gratuito, in quanto risulta già finanziato.

Cidaf di Brescia, Viale Stazione 63 Cidaf di Travagliato, Via c. Golini n.6 Tel. 030 43359 Fax 030 43190 - info@cidaf.it Tel. 030 6862064 Fax 030 6624640 - travagliato@cidaf.it


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Remedello Una presenza radicata

La proposta targata Bonsignori L’istituto, fondato nel 1896, è diventato un importante polo scolastico della Bassa

R

Remedello=Bonsignori. Un’equazione che trova conferma nel corso degli anni, fin dal 1896 quando don Giovanni Battista Piamarta e don Giovanni Bonsignori diedero vita dapprima alla colonia agricola e, successivamente, ad una serie di indirizzi scolastici che hanno formato e formano generazioni di studenti. Il tutto sotto la guida dei sacerdoti della congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth. Attualmente gli istituti di agraria, geometri e perito informatico sono gestiti dallo Stato. I sacerdoti, invece, seguono il

Centro di formazione professionale (al cui interno trovano spazio cinque indirizzi), la scuola secondaria di primo grado (la scuola media, ndr) e il liceo scientifico, con potenziamento in Scienze ambientali e Lingua comunitarie. Due realtà, queste ultime, nate rispettivamente negli anni scolastici 2005/6 e nel 2008/9, frutto della volontà della Congregazione di incidere cristianamente sull’educazione dei ragazzi, di guidarli, secondo lo spirito di padre Piamarta, nella loro crescita umana, sia intellettiva che spiritua-

le. Oggi scuola media e liceo, seppur giovani, sono in grado di offrire un’istruzione capace di incidere nella formazione. Entrambe sono animate dall’intenzione di offrire agli allievi e alle loro famiglie, in un rapporto stretto di collaborazione, non solo una solida e robusta cultura, applicando una didattica moderna e attenta alle nuove tecnologie, ma prima di tutto un’attenzione alla persona, ai suoi bisogni, al prendersi cura delle sue difficoltà e a potenziare le sue attitudini. La scuola secondaria di primo grado attualmente offre una sezione per ogni corso, coprendo i 25 posti disponibili. Il liceo scientifico cresce, invece, anno dopo anno, offrendo una solida formazione scientifica tradizionale e potenziamenti opzionali: esso è nato con lo scopo di continuare la

LUZZAGO Liceo scientifico dal 1946

NOVITÀ 2010 Liceo linguistico Visita l’istituto in via Monti, 14 - Brescia Prenota la tua visita al sito www.luzzago.it - info@luzzago.it - T. 030 3757998 Istituto “Ven. A.LUZZAGO” Liceo scientifico e Liceo linguistico

formazione dei giovani e prepararli agli studi universitari. Attualmente sono già coperti i posti disponibili per il prossimo anno scolastico, 2011/12, segno che la scuola sta riscontrando l’apprezzamento delle famiglie e del territorio circostante. Al loro interno le due comunità educative si avvalgono di insegnanti giovani e preparati, che, in sinergia con la direzione e la presidenza, cercano di trasmettere un sapere non meramente nozionistico, ma calato nel vissuto quotidiano di ogni individualità. Completano l’offerta formativa, oltre al dopo-scuola, esperienze quali i ritiri spirituali nei periodi forti dell’anno, momenti di aggregazione in occasione di particolari ricorrenze, viaggi di istruzione. Per maggiori informazioni è possibile contattare il numero 030-957113.


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Economia e lavoro Scuole

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Castiglione delle Stiviere Attiva dal 1954

Le proposte della “Casa del Giovane” La struttura dal 2001 è intitolata alla figura di don Mario Bottoglia

È

È dal 1954 che la “Casa del Giovane”di Castiglione, istituzione ormai molto conosciuta non solo in ambito locale e provinciale, svolge con successo attività di formazione a favore di giovani e adulti. Diversi sono i settori che vedono circa un centinaio di persone impegnate a vario titolo nella conduzione delle attività logistiche e didattiche per oltre 1000 utenti che vanno dagli adolescenti della scuola media agli adulti dei corsi serali. Divenuto giuridicamente Fondazione Casa del Giovane Don Mario Bottoglia nel 2001, con il nome del suo ideatore e fondatore, questo ente riunisce le attività di un Centro di formazione professionale accreditato dalla Regione Lombardia e della Scuola Secondaria di I’ grado “B. Pascal”. Il Centro di formazione professionale propone sia corsi riservati agli adolescenti in uscita dalla scuola media, nei settori Acconciatura-estetica e Alimentazione-alberghiero, che con un percorso triennale conducono alla qualifica, sia corsi serali indirizzati a chi già lavora che consentono il conseguimento di qualifica o specializzazione a seconda della tipologia. Vengono altresì svolti corsi di aggiornamento in lingue stra-

Scuola media Blaise Pascal LA SCUOLA CHE TI AIUTA A CRESCERE

Ogni ragazzo è seguito da vicino al fine di: apprendere in modo efficace le conoscenze; partecipare con interesse e attivamente; mantenere la motivazione allo studio; usare con competenza strumenti di lavoro differenti con particolare attenzione alle nuove tecnologie; sviluppare capacità di ascolto, osservazione e analisi critica. DOTE SCUOLA della Regione Lombardia rimborso dal 25% al 50% delle spese

niere, di informatica a vari livelli, antincendio e legge 626, Haccp, apprendistato. Dall’anno scolastico 2008/2009 sono attivi corsi di quarto anno che inseriscono gli allievi dei corsi diurni nel percorso formativo previsto dalla riforma, al fine di consentire una eventuale prosecuzione degli studi nel sistema scolastico. Gli allievi, inoltre, durante l’anno seguono un periodo di stage presso le aziende del settore in cui stanno preparandosi per una formazione adeguatamente collegata con il mondo del lavoro. Normalmente circa 200 aziende ospitano ogni anno gli allievi che frequentano i vari corsi. Tra le attività della Fondazione, ultima in ordine di tempo ma non certo per importanza e per tasso di successo, è la Scuola secondaria di I grado “B.Pascal”, l’ex-scuola media, che ha all’attivo ben sei sezioni. La Fondazione è anche accreditata per lo svolgimento di azioni volte al sostegno e alla ricerca del lavoro, a favore di disoccupati e cassaintegrati. Questi servizi, finanziati dalla Regione Lombardia con la forma che va sotto il nome di Dote lavoro, hanno visto la partecipazione alle varie attività di formazione di oltre 400 utenti. Sono stati erogati servi-

zi di bilancio delle competenze, di ricerca attiva del lavoro oltre che corsi di formazione che vanno dalla cucina alle lingue straniere, dalla pasticceria all’informatica e alla tecnica d’ufficio. Per tutte le attività connesse alla formazione oltre alle aule teoriche dotate di sussidi audiovisivi, l’Ente dispone di un auditorium da 300 posti, laboratori di informatica, collegati in rete con elaboratori dell’ultima generazione in grado di gestire programmi anche molto complessi come quelli di editoria elettronica e computer-grafica, laboratori di acconciatura, laboratori di estetica, un laboratorio di pasticceria, un laboratorio di cucina e sala e bar, una palestra. Nelle ore di esercitazioni pratiche gli allievi eseguono concretamente tutte le operazioni cui si troveranno di fronte nell’esercizio della loro futura attività professionale. La Fondazione è a disposizione per chiunque voglia visitare le strutture e le attrezzature. I genitori hanno la possibilità di venire con i loro figli per un ulteriore approfondimento della tipologia di scuola o di corso che intendono frequentare presso l’Ente che per questo scopo è aperto in orario diurno e serale.

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Cisl Preoccupa la perdurante difficoltà

Ripensare la centralità della scuola È questa la ricetta indicata dal sindacalista Enrico Franceschini

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Quella attuale è, per Enrico Franceschini, segretario generale Cisl Scuola di Brescia, una situazione per molti versi preoccupante: la crisi economica, per troppo tempo negata o sottovalutata, peserà ancora a lungo dispiegando gli effetti peggiori nei prossimi mesi. I problemi non affrontati e quindi senza risposta sono tanti e così la crisi diventa anche disgregazione sociale. Servirebbe invece un progetto serio e condiviso di sviluppo e uno sforzo congiunto per ricostruire coesione sociale e un comune tessuto

valoriale. In questa ottica andrebbe ripensata la centralità della scuola, perché è in essa che si creano non solo le condizioni di sviluppo del Paese e di occupabilità delle persone, ma anche e prima di tutto le condizioni per una nuova cittadinanza attiva e consapevole e per la condivisione dei valori etici e civili. Nonostante la distrazione della politica la scuola sta mostrando segnali di positività. La recente pubblicazione dei dati dell’indagine OcsePisa sui livelli di apprendimento mostra una crescita della nostra scuola,

di cui nessuno può farsi vanto se non il corpo docente che comunque riesce a far funzionare il sistema riuscendo a modificarlo e migliorarlo dall’interno, anche nelle difficili condizioni determinate da miopi politiche scolastiche. D’altro canto una indagine commissionata dalla Cisl Scuola alla Swg sulle consapevolezze dei docenti circa la scuola italiana mostra insegnanti che non si rassegnano e ancora credono nella possibilità di una scuola e di un Paese migliori, descrive un mondo fatto di impegno e passione quotidiani, di professionalità che non temono di essere valutate. Anche per questo, il personale della scuola pretende più rispetto per la funzione che svolge e che meriterebbe un maggior riconoscimento sociale ed economico. Sta invece accadendo l’opposto. Si pensi

solo al blocco del rinnovo contrattuale che determina una pesante perdita, non recuperabile, in termini di potere d’acquisto degli stipendi. Solo l’azione sindacale tenace e vincente della Cisl Scuola ha evitato che si concretizzasse per il personale della scuola una doppia penalizzazione con il blocco della progressione economica definita contrattualmente. Nonostante tutto proseguiamo nel nostro lavoro perché, riprendendo un motto caro a don Milani, ci stanno a cuore i nostri alunni, ci sta a cuore la scuola, la cultura, il Paese. Avere a cuore la scuola e difendere i lavori che lì si esercitano significa impegnarsi per il futuro dei nostri ragazzi, avere attenzione per loro e i loro sogni, perché in loro c’è lo spazio di speranza per un futuro migliore per l’intera nazione.


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Economia e lavoro Scuole

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Pompegnino Sabato 8 gennaio

Open day alla “Sacro Cuore di Gesù” Gli interessati potranno visitare la struttura e conoscere il progetto educativo

Q

Quest’anno la scuola materna “Sacro Cuore di Gesù”, il nido “le Coccole” e la sezione Primavera di Pompegnino celebreranno il loro primo “Open day”. Si tratta di un giorno di apertura delle porte della scuola a chiunque desideri conoscere spazi, attrezzature, laboratori, progetti e alcune delle attività che la scuola realizza durante il normale svolgimento dell’anno scolastico. La scuola ha messo in programma il suo open day per la giornata di sabato 8 gennaio. Dal-

le 14 alle 18 tutti gli interessati potranno visitare la sede di via Asilo n. 5 a Pompegnino di Vobarno. La scuola si trova all’interno del centro parrocchiale “Don Angelo Questa”, ed è pronta ad accogliere quanti vogliono vedere e conoscere più da vicino il lavoro, le attività, gli spazi e le operatrici. L’open day è un’occasione propizia per vedere da vicino quanto ruota attorno alla vita dei bambini nel tempo che trascorrono alla materna e per valutare la bontà

del progetto pedagogico che vi sta alla base. L’offerta educativa della scuola materna “Sacro Cuore di Gesù” e del nido “Le coccole” non nascono infatti a caso, ma maturano attraverso uno sguardo attento e un rispettoso “ascolto” dei bisogni educativi della comunità alla quale essa si rivolge, in modo che la famiglia possa trovare un’istituzione educativa che si ponga come naturale continuazione di quel primo impegno educativo che la famiglia stessa svolge con i propri figli. Un impegno, quindi, fondato primariamente sulla “coerenza”, sul “confronto” e sul “rapporto” continui tra famiglia, scuola e comunità. Per l’occasione a rendere ancor più bello e invitante il pomeriggio saranno presenti delle simpatiche

fatine del bosco che attraverso giochi e musiche coinvolgeranno i bimbi mentre i genitori potranno visitare gli spazi della struttura e avere la possibilità di accedere all’iscrizione. La scuola materna è un ente privato laico di ispirazione cristiana che affonda le proprie radici negli ideali, nei valori testimoniati e diffusi dal Vangelo. La scuola è associata all’AdasmFism, l’associazione delle scuole. Nasce nel 1949 come scuola materna “Sacro Cuore di Gesù” per volere di don Angelo Questa, allora parroco di Pompegnino, mentre il nido “Le coccole” nasce nel 2005. La materna è composta dalla sezione dei Golosoni della frutta e dalla sezione Gioiosa.


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Sport

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Calcio Il 60% degli introiti deriva dai diritti tv

Se i conti tornano, affari per sei miliardi

redazione@lavocedelpopolo.it

Basandoci su dati del 2009, più di un miliardo e 400 milioni di euro il fatturato, ecco come funziona la gestione delle società. In campionato il Brescia domenica va a Firenze per la sfida con i viola; confermato Lanzafame in prestito dalla Juve

Davide Lanzafame

I

di Mario Nicoliello

Il fatturato complessivo della Serie A 2009 ha superato il miliardo e 400 milioni di euro. Il calcio è un’industria con un volume d’affari che, comprendendo l’indotto, ha sfiorato lo scorso anno i sei miliardi di euro. La crescita dei ricavi delle società della massima serie non è avvenuta in maniera omogenea. Il 60% del fatturato totale è stato prodotto soltanto da quattro club (Juventus, Milan, Inter e Roma), che sono stati i vincitori delle competizioni sportive. Dai ricavi emerge una pecu-

Uomini e calcio sempre più rari

La parola di Enzo, l’ennesino Cassano e Leonardo a cura di Leo Gabbi

liarità del contesto italiano rispetto al resto d’Europa. In Italia la fonte principale di ricavo sono i proventi derivanti dalla cessione dei diritti televisivi, circa il 60% del totale delle entrate. Negli altri contesti europei, invece, la principale fonte di ricavo sono i proventi commerciali – ossia i ricavi da sponsorizzazioni e da merchandising – e i diritti televisivi rappresentano soltanto il 30% delle entrate, la metà esatta rispetto alla realtà italiana. Sul fronte dei costi la principale voce di

spesa delle società di serie A è costituita dalle retribuzioni dei calciatori, che si attestano intorno al 65% del valore della produzione. A differenza dei ricavi, osservando l’incidenza delle retribuzioni dei giocatori sul totale dei proventi non emerge una spaccatura netta tra grandi e piccole squadre. Ci sono, infatti, club di medie dimensioni oppure piccole società che registrano valori percentuali addirittura superiori a quelli dei grandi club. La necessità di raggiungere un giusto equilibrio tra logiche sportive ed economiche impone ai club di concentrare la propria attenzione non solo sulle vicende agonistiche, ma anche su quelle concernenti gli aspetti più propriamente manageriali della gestione. Innanzitutto, i club dovrebbero focalizzarsi sullo sfruttamento a fini commerciali del marchio societario. Nel nostro Paese vi è arretratezza rispetto ad altri contesti europei, quello inglese soprattutto, nella commercializzazione di articoli col no-

Alla fine Cassano, dopo il censurabile comportamento con il presidente Garrone, non solo non è stato punito, ma premiato: giocherà in una delle squadre più titolate al mondo, il Milan, e il suo ingaggio è lievitato. Questo è il calcio italiano all’alba del 2011, dove la moralità è un optional, dove, senza essere bacchettoni, a comandare è la legge dell’euro, degli sponsor e delle tv. È un calcio dove le bandiere sono state ammainate, dove mezza Inter negli anni scorsi si è trasferita al Milan (leggi Pirlo, Seedorf, Vieri, Ronaldo e ora Ibra) e dove Leonardo fa il percorso opposto, approdando alla corte di Moratti dopo 13 anni in rossonero come giocatore, manager e allenatore. Moratti che, fresco campione del mondo per club, ha allontanato dopo cinque mesi Benitez, reo di aver vinto “solo” due titoli sui tre finora a disposizione. È un calcio onnivoro, senza freni, che non lascia spazio al sentimento, all’attaccamento alla maglia: prima di scaricare il tecnico spagnolo, Moratti aveva visto Milito che, vinta la Champions, era pronto a batter cassa, mentre i suoi compagni erano ancora sul prato del Bernabeu a festeggiare per la vittoria. Pochi minuti dopo Mourinho si allontanava dallo stadio su un auto riconducibile al Real Ma-

me o col marchio della società (quelle che sono definite attività di merchandising). Un ulteriore aspetto da affrontare è la gestione diretta dello stadio. In Italia la mancata proprietà dello stadio impedisce ai club di disporre di un asset fondamentale per lo svolgimento della propria attività. L’esperienza straniera dimostra, infatti, che la proprietà degli impianti sportivi consente ai club da un lato di disporre di una solida componente patrimoniale, dall’altro di creare valore tramite la gestione delle numerose attività commerciali che possono essere realizzate all’interno dell’impianto stesso. La diversificazione dell’attività aziendale, in conclusione, rappresenta l’unica via per raggiungere il giusto equilibrio tra logiche sportive e logiche manageriali e per svincolare il club dalla figura del presidente-mecenate disposto illimitatamente a mantenere in vita la società nonostante i risultati gestionali consiglino altri rimedi.

drid; da lì a poche ore la sua nuova società. Era da un pezzo che questo calcio non piaceva più al “vecio” per antonomasia, quell’Enzo Bearzot scomparso alla vigilia di Natale e artefice con i suoi ragazzi, nel 1982, della più insperata e prodigiosa vittoria azzurra in un Mondiale di calcio. Erano anni non del tutto inquinati dal dio denaro, dove contava ancora tanto lo spirito di squadra, la compattezza, la lealtà e il rispetto nello spogliatoio che invece oggi sembra una porta girevole, tanti sono i cambiamenti anche a stagione in corso. Per difendersi da critiche gratuite, Bearzot e la squadra avevano scelto un silenzio stampa che divenne il marchio di fabbrica per quella cavalcata. Era un condottiero Bearzot, uomo che non scendeva a compromessi, che faceva della lealtà un credo assoluto, che se dava una parola era quella, costasse quel che costasse. Lui, come Nereo Rocco, al cospetto del calcio d’oggi si guarderebbero straniti: le loro scelte, la coerenza davanti alle persone e ai fatti, l’amore verso un ideale, una bandiera, oggi sembrano parole al vento, retaggi lontani. Invece restano nei cuori di chi ama non solo un certo tipo di calcio, ma un certo tipo di uomini, sempre più rari, ma proprio per questo sempre più rimpianti.


0XRYL LO SHQVLHUR LA VOCE ANALE DIOCE ANA AN MANA SETTIM

FEDE - LEALTĂ€

di Giancarlo Paris, ofm conv.

Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno preparato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi

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SETTIMANALE DIOCESANO

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s.p.a. - Spedizio

FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO n° 30

BRESCIA 23 LUGLIO 2010

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ri della Trav Sera d’estat e, davanti di Gianca iata alla amori. Nel rlo Paris, primo la “mantetv ascoltando “La ofm conv. traviataâ€? di amandoâ€?: nutaâ€? scopre San Frances Verdi. Quattro per la denza degli co atti e quattro affetti oggi, piange all’idea che prima volta la gioia compiere di lâ€?’Amore è quanto l’ “amaro non è amatoâ€?“essere amata, mai rara sacriďŹ zioâ€? anche GesĂš . La corrispo di rinunciare e fragile. Nel second o atto, Violetta nterzo, Alfredo trasďŹ gura il suo amore ad Alfredo per l’onore che non ha in SacriďŹ c deve e lei accetta della di lui io compre per restituire so “tutto famiglia: l’onore al non solame di amare “sino al l’amoreâ€? peccatore. prezzo del di Violetta nte umiliat Violetta, riscatta Nel tuo disprez la o, ma zoâ€?. Anche svergogna in pubblic to, si trasform deriso, schernito rĂ il suo posto qui il pensier o al Calvario. a o va a GesĂš InďŹ ne sul Una prostitu nel cuore di Alfredo in preghiera per quella ta non solo . Lei, “nel “pudica vergineletto di morte l’amore ciel ci precede di â€? che un giorno nel Regno, tra gli angeliâ€? preghe prende ma ci insegna rĂ per i gradi dell’am lei e per il suo amato.SETTIMANA are. ANALE DIOCE AN SANO FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO BRESCIA 30 LUGLIO 2010

004 n° 46) in L. 27/02/2 3 (conv. - D.L. 353/200

mento Postale

marcia Dopo la no del Gover indietro l’assistenza al sui tagli resta ili, ab per i dis il tema po cam in io di del sussid to. en pagnam Mentre il Governo indietro e ridimensiona accom ranza fa marcia di spe la “legge-bavaglioâ€? intercettazioni telefoniche, nessuna novitĂ Segno sulle escia, sul fronte postali che mettono a rischio a Bragevolazioni chedelle Quellacattolici. sono, an ass la stampa deli territorio e i settimanali che a Du ociazion della mu te isb a “nuova legge bavaglioâ€?, deďŹ nita dasica Avvenire le tanQuesta o i Ger an si trasfo urg, in G mania rma i doveva s’impegn mediaticoâ€?, che“delitto boli colpisce anche la nostra “Voceâ€? Tra le vitt in una traged , d essere una ia: 21 ime la gio dei piĂš de vane bre i morti, 516 i ffestta servizio s.p.a. - Spedizio

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di unn egge mibLavoargleio Poste Italiane

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sono nudi, perchĂŠ si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma. Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi proteso a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. CosĂŹ anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua boccaâ€?, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerĂ onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo.

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nni piĂš aveva vent’a lvano: lei di Grume Palazzolo cose ci separa ma troppe da anni nell’Istituto ttato di lei e Giulia sposarmi rata aveva approďŹ a famiglia; Giulia voleva speciale. Ricove era le. Un bruto in adozione a un’altr ap menta di me e poi Giulia aveva grave handic che poi è stato datodiceva “è piccolo!â€?. ituto. Le lo per un no e lla dell’Ist un bambi a la pancia i nella cappe to e a voce basaveva avuto ricordava: si toccav siamo entrat lo va molto. Un giorno c’è GesĂšâ€?. Lei ha guarda però lei se mi manca lo sa e incredibili. “LĂ oni o: Giulia e (lei delle intuizi tabernacolo dicend . Sono partito da mia madre mi riferiva to il a nel mio cuoreâ€? prima di andare ho mostra ituto ava ). Suor Ornell “Ma è anche sa ha detto: o a casa passavo dall’Ist mamma buonache arrivava‌â€?. Sembr : ho una Quando tornavquesta “preferenzaâ€? ieri!... Mi ha detto ato aspettavo speciale. mi ha perdongiorni diceva: “Ti per ro una donna 2010 che Giulia mio ritorno. Davve 9 LUGLIO il BRESCIA “avvertireâ€? n° 29 WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT - CORAGGIO

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - â‚Ź 1,00

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Ragazze

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DEL POPOLO

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ModalitĂ di abbonamento Abbonamento online con carta di credito su www.lavocedelpopolo.it Abbonamento con bollettino postale intestato a: Fondazione Opera Diocesana San Francesco di Sales n. 18881250 Abbonamento presso il Centro per le Comunicazioni Sociali di via Callegari, 6 - 25121 Brescia. Per qualsiasi informazione: UfďŹ cio abbonamenti Tel: 030 44 250 e-mail: abbonamenti@lavocedelpopolo.it Fax: 030 280 93 71


Centro Sportivo Italiano

Comitato provinciale Parla il presidente Amelia Morgano

L’alba di un nuovo anno tutto da vivere di Bruno Forza

Le feste natalizie sono un tempo propizio per fare bilanci sull’anno che se ne va e tracciare le linee guida del futuro. L’alba del 2011 arancioblù porta la firma della presidente del Csi Brescia Amelia Morgano: “Nell’anno passato abbiamo messo tutto il nostro impegno al servizio della missione del Csi: educare attraverso uno sport pensato per tutti che sia in grado di dare rilevanza ad ogni germoglio di passione, anche il più piccolo, dando spazio anche alle discipline considerate minori, ma che di minore non hanno proprio nulla. L’attività del comitato continua a essere viva all’interno del territorio, conservando quella vocazione che la vede storicamente legata agli oratori, per noi luogo privilegiato dove le società nascono da profonde e solide motivazioni educative”. Il 2011 ciessino si apre con l’intento di confermare l’impegno su tutti i fronti, con un occhio di riguardo alle attività del Polisportivo, dove giocano e crescono i bambini dai 6 ai 10 anni. “Si tratta di una realtà che risponde con forza al problema dell’abbandono sportivo precoce. Puntiamo sulla po-

lisportività sviluppando diverse abilità motorie nel segno del divertimento”. Quanto ai giovani e agli adulti – oltre agli sport storici – c’è grande attenzione per realtà in grande espansione come tennis tavolo, arti marziali e ginnastica artistica. I progetti nel sociale resteranno tra le priorità assolute. Insieme al progetto di solidarietà saranno attivi “sport e handicap”, “gioco, sport e psicomotricità”, ma anche attività motorie per adulti e anziani, oltre ai corsi gratuiti per arbitri nelle scuole, opportunità per i giovani per approfondire e vivere in modo alternativo ed educativo lo sport. Anche la formazione avrà un ruolo centrale, con percorsi dedicati ad allenatori, dirigenti, arbitri e giudici. La tattica del 2011 resterà la solita: “Faremo gioco di squadra – afferma Amelia Morgano – perché la nostra forza è costituita da volontari, direttori di gara, dirigenti e allenatori. Nel 2010 grazie a tutte queste persone abbiamo potuto elaborare una tipologia di sport per la vita, finalizzato a contribuire a rispondere all’emergenza educativa che affligge il Paese nel segno della costruzione di una società orientata al bene comune. È una partita difficile, ma continueremo a giocarla anche nel 2011”.

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Palla al centro: 4 gol per il futuro Il 2011 sportivo è ai nastri di partenza ma mentre ricominciamo a dare spazio alla voce dei campi permetteteci di fare un passo indietro al fine settimana di Assisi dello scorso dicembre in cui mons. Pompili chiese al Csi 4 gol per il futuro. Le “marcature” dovranno scaturire da azioni manovrate e studiate in allenamento. Il primo gol arriverà se si farà esperienza e non solo esperimenti. In un mondo in cui tutto si consuma in fretta lo sport deve durare nel tempo della vita coniugando desiderio e impegno, passione e dedizione, in un cammino impegnativo e formativo fatto di un lavoro serio e rigoroso su di sé ma anche attento alla relazione con gli altri. La seconda rete si farà agendo, non solo gareggiando. A volte, infatti, lo sportivo si preoccupa esclusivamente dalla prestazione. Senza un orizzonte di senso che tenga uniti mezzi, fini e significati, però, si può anche vincere, ma si diventa schiavi di un sistema in cui conta solo il traguardo, non la ricchezza del percorso. Il terzo gol va messo a segno con la Parola, e non solo con le parole. Oltre al linguaggio tecnico è indispensabile collocare nel quotidiano l’invito di Dio a fare di noi il suo “tu” attraverso una Parola che non è astratta, ma percepibile nei gesti umani. Il poker d’assi calerà se a tutto questo aggiungeremo la capacità di educarsi, non solo di educare. La relazione va vissuta come uno scambio di doni per tutti in cui dare e ricevere con la stessa gioia e umiltà, al di là dei ruoli. Possiamo vincere tutti 4-0. Buon 2011!

Calcio a 7 e tennis tavolo

Le classifiche risentono della neve di dicembre Nelle tre valli c’è chi guarda al 2011 con ottimismo e con una calza piena di punti e speranze, anche se le classifiche del calcio a 7 sono influenzate dalle nevicate di dicembre, che hanno causato il rinvio di parecchie gare. In Valtrompia la regina è la Gardonese Park, prima nel girone B di Elite con 4 punti di vantaggio sul Bovegno. I granata possono accorciare le distanze nel recupero con l’Intrepida B. Scendendo in Eccellenza spicca il nome del Drink Shop, capolista del girone B. Il settebello di Bovezzo è imbattuto, ma Mister Coffee (staccato di un solo punto) non è da meno. Nel girone A Gardonese e Cargnoni Impianti sono in vetta, ma la compagine di Marcheno ha disputato una gara in meno. Anche Magno può tentare lo scacco alla prima della classe. Intrepida A guida il girone C a quota

25, ma Birreria Barbanera e Caffè della Loggia possono tentare l’aggancio. Al primo posto del girone D c’è Real Valle, inseguita da Concesio New Age e dalla beffarda Fontana, staccata di 10 punti ma con 3 turni da recuperare. Nei due gironi valsabbini funziona a pieno regime la macchina da gol di S. Pietro Eurocomp (72 centri nel gruppo 1), ma la Tignalese ha 9 punti a disposizione per tentare il sorpasso. Il girone 2 è dominato da La Nuova E. Bar Ciringhito, reduce da 10 vittorie ed 1 pareggio. Solo Furious Pub tiene il suo passo a -3. L’orgoglio della Valverde è Er Costruzioni in ferro, campione provinciale in carica attualmente terza nel girone D di Elite. In Eccellenza c’è bagarre. Gaudia Calvagese guida il gruppo A, dove 4 squadre sono raccolte in 3 punti; Nova Imperia e Materiali Edili

Castellini proseguono il testa a testa nel gruppo B come Audax Virle e Rovizza nel gruppo C. Tennis tavolo. In occasione della campagna nazionale “Piùtennistavolo” il Csi propone lo svolgimento di tornei individuali suddivisi tra fasi parrocchiali-zonali; fase diocesana-comitato; fase nazionale. L’iscrizione è riservata a chi non partecipa ad attività ufficiali sia con il Csi sia con la Fitet maschile e femminile, senza limitazioni anagrafiche ed è rivolta anche ai diversamente abili. Le gare saranno individuali e si seguirà il regolamento federale. Alla fase parrocchiale zonale le iscrizioni sono libere, mentre alla fase diocesana-comitato potranno iscriversi coloro che avranno preso parte alla prima fase. Ai nazionali (22-25 aprile, San Marino) potranno partecipare gli iscritti alla seconda fase.


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La casa sulla roccia Egr. direttore, condividendo le due lettere precedenti relative ai percorsi per fidanzati, desidero aggiungere una riflessione sulla base dell’esperienza che nasce dal mio servizio di consulente canonico per le nullità di matrimonio presso il Consultorio diocesano e per l’ufficio svolto al Tribunale ecclesiastico. Noto che quasi il 50% dei fidanzati, che incontro come relatrice nelle parrocchie della diocesi, è convivente, prima di decidersi per un percorso cristiano al matrimonio. La maggioranza dei fidanzati ascolta e partecipa con interesse agli incontri, costituiti da relazioni e riflessioni, confronto, condivisione, preghiera. Presso il Consultorio, durante la consulenza, talvolta emerge però che un parroco ha svolto a suo tempo un esame del consenso dei nubendi, trascurando di osservare la norma che richiede l’ascolto dei fidanzati separatamente ovvero ha mostrato una superficialità nel considerare la gravità delle risposte date dagli stessi. Non sono pochi i sacerdoti che accettano la richiesta di due fidanzati, o dei loro genitori, di essere “preparati” al matrimonio in 3/4 incontri e da soli col parroco, al di fuori di un percorso certo impegnativo per la necessità di accettare un confronto approfondito e per il tempo richiesto; ma costruire il bene del coniuge e il bene dei figli è indubbiamente impegnativo e richie-

de tutto il tempo del matrimonio, dura per sempre! Penso che anche un sacerdote, come me, non sia “tuttologo” e oggi le dinamiche che si creano in una relazione matrimoniale, influenzata dalla società, da pressioni inaspettate, dai tempi che viviamo, obblighino a pensare una preparazione al matrimonio certo dilatata nel tempo, con una “lentezza” nella trattazione degli argomenti e nel numero degli incontri, che permetta ai fidanzati di “macinare” meglio dentro di sé e in coppia quanto ascoltano; il confronto con gli altri poi, come sempre, risulta fecondo per la loro relazione. Forte è anche la necessità di un accompagnamento successivo alla celebrazione, che sostenga la coppia, che la educhi a parlare bene il linguaggio specifico coniugale e l’aiuti a concretizzare nella quotidianità il dono prezioso dell’amore coniugale; purtroppo non sono ancora abbastanza diffusi nelle parrocchie questi appuntamenti per gli sposi. Non vorrei vedere favorire l’individualismo nella coppia fin dal percorso al matrimonio; invece credo sia un bene portarla alla consapevolezza che, per costruire la casa sulla roccia, bisogna essere anche disponibili al contributo di diverse prospettive rispetto alla propria, meditando la Parola di Dio lì nella situazione contingente di giovani e non giovani sposi, convinti che essa si traduca e ci parli in modi diversi nelle molteplici stagioni della vita matrimoniale. Perfino gli

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

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studenti liceali, ai quali insegno la materia di religione, ascoltano con molta attenzione la spiegazione relativa al matrimonio sacramento, all’amore di coppia, indissolubile, fecondo, totale, unico e fedele, com’è l’amore di Dio verso l’umanità. Per molti (quasi da non credere!) è una novità, pongono domande; cosa gli resta dentro? Non lo so. Ho l’impressione che restino affascinati che ci sia la possibilità oggi di costruire un amore solido e forte. Se guardo ai percorsi al matrimonio

remoti, com’è per gli sposi intorno ai cinquant’anni e più, di tutto quanto detto c’è poco, salvo rare eccezioni, e talvolta proprio niente. Oggi credo che lo Spirito Santo stia parlandoci attraverso segni precisi, anche molto dolorosi, per indurci a invertire, con decisione e unità d’intenti, la pastorale per i fidanzati in vista del matrimonio sacramento, rispettando l’enorme dignità e verità dell’amore coniugale. Francesca Paganuzzi Caldonazzo

8 gennaio 1899 L’inventore Hollerith brevetta la tubolatrice a schede perforate. Nasce così la International Business Machine, l’Ibm

9 gennaio 1979 Muore l’ingegnere e architetto Pierluigi Nervi. È stato autore tra l’altro del Palazzo dell’Unesco a Parigi, del Palazzetto dello Sport a Roma e della sala delle udienze in Vaticano

Omnibus

Avvenimenti 7 gennaio 1785 Jean Pierre Blancard e John Jeffries viaggiano da Dover, in Inghilterra, a Calais, in Francia, in un pallone a gas, diventando i primi ad attraversare la Manica via aria

Le ricette della settimana Anguilla stufata

Asparagi e gamberi

Ingredienti: 1 anguilla di 800 grammi, sale, 50 grammi di burro a pezzetti, 1 limone (succo), mezzo bicchiere di acqua, 4 cucchiai di pangrattato, 1 pizzico, pepe nero, prezzemolo tritato.

Ingredienti: 800 grammi di asparagi, 20 gamberi, 1 carota, 1 cuore di sedano, 1/2 limone, 2 cucchiai di aceto di vino bianco, olio extravergine d’oliva, sale, pepe.

Preparazione: Pulire un’anguilla di 800 g circa, spellarla e tagliarla a pezzi. Salarla e porla in pentola con 50 g di burro a pezzetti, il succo di un limone e mezzo bicchiere d’acqua, 4 cucchiai di pangrattato e un pizzico di pepe nero. Mettere il coperchio e cuocere al forno già caldo a 150 gradi per 20 minuti. Togliere il coperchio e far cuocere per altri 10 minuti. Cospargere di prezzemolo tritato e servire ben caldo accompagnato con patate lesse.

Preparazione: Sgusciare i gamberi, lavarli, sbollentarli per 2 minuti in acqua salata in cui si avrà versato due cucchiai d’aceto. Sgocciolarli. Pulire gli asparagi, lessarli in acqua salata, scolarli e lasciarli intiepidire, tenerli a parte. Mondare, lavare, asciugare e tagliare a fettine sottili il cuore di sedano e la carota. Disporre le verdure sul piatto da portata e sopra distribuire i gamberi e gli asparagi, condire con olio, sale, pepe, il succo del limone filtrato al colino. Mescolare e servire subito.


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Rimbocchiamoci le maniche Egr. direttore, la crisi economica e sociale è stata pagata e la stanno pagando le classi più deboli e principalmente i giovani, la disoccupazione giovanile è alle stelle, sono proprio loro, nonostante abbiano ottima preparazione culturale e professionale. Poi la pagano altamente i lavoratori dipendenti, pensionati e le piccole imprese in crisi. Per i lavoratori dipendenti troppo precariato, troppa incertezza e insicurezza per il proprio futuro, poca dignità della persona sui posti di lavoro. Pensionati che non arrivano a fine mese, con pensioni veramente da fame. Piccole imprese in crisi che non riescono a mantenere in piedi la propria azienda, non trovano aiuti finanziari dalle banche per poter andare avanti e sono costretti a chiudere. Servizi socio-assistenziali che vengono tagliati in conseguenza alle scelte fatte del governo, diminuiti drasticamente i finanziamenti agli enti locali, Regioni, Province e Comuni. Lasciatemelo dire, lavoratori dipendenti e pensionati, pagano le tasse interamente come prevede la legge, ma vorrebbero che tutti facessero come loro, per pagare meno. Chi non paga le tasse è uno speculatore, un fuorilegge, mette le mani nelle tasche di chi è più povero di lui e di chi è onesto. Cari cittadini dobbiamo tutti insieme portare avanti un grande progetto, per liberarci dalle mafie, dalle corruzioni e dalle illegalità,

di educazione al rispetto delle regole, alla legalità, dalle istituzioni nazionali, regionali, comunali, associazioni, movimenti, mettersi veramente con impegno, responsabilità, dalle scuole di ogni ordine e grado, alle parrocchie, ai sindacati, al mondo del volontariato. L’onestà è un valore vero, troppo importante, bello e di alta civiltà. Con più controlli fatti da chi di dovere, con più onestà, entrerebbero più soldi nel bilancio dello Stato, che poi si potrebbero investire per migliorare i servizi, in parte anche per rilanciare lo sviluppo e l’economia. Servirebbe anche a mettere nelle tasche dei più deboli, lavoratori dipendenti e pensionati, qualche soldo in più, che ne avrebbero estremamente bisogno. Poi avviare piccole opere e lavori socialmente utili in tutti i Comuni, tutte queste cose si possono iniziare a fare da subito. Diamoci una smossa, abbiamo il dovere di reagire e darsi da fare, come punto di riferimento solido, abbiamo la nostra magnifica Costituzione italiana, che è sicuramente una delle più belle del mondo, garantisce diritti e doveri ad ogni cittadino, diritto alla salute, alla scuola, per tutti i cittadini in eguale misura, diritto alla cultura, al sapere, alla ricerca, diritto dovere al lavoro, il dovere di rispettare le leggi e tanti altri diritti doveri. Dobbiamo, noi cittadini, rimboccarci le maniche. Un invito ad essere tutti più protagonisti nella vita democratica del nostro Paese, partecipare, fare, progettare. Francesco Lena

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Il disagio dei giovani Egr. direttore, ho già avuto modo di scrivere che di fronte alla sfiducia che i giovani manifestano nei confronti delle Istituzioni statali e della società adulta nel suo insieme, bisogna essere credibili, ed in grado di cogliere il malessere che i giovani studenti esprimono, ricercando un leale confronto con loro, al fine di poter trasmettere segnali di fiducia e di speranza. Nelle scorse settimane sono stati maggioritari gli interventi, televisivi o sulla stampa, che hanno messo in evidenza i danni provocati a seguito delle manifestazioni di piazza, e l’inutilità della protesta studentesca. Qualcuno fin dall’inizio delle manifestazioni ha scritto: “E adesso che avete rotto auto e vetrine cosa pensate di fare ?”. Certo ci sono state delle irresponsabilità ed alcuni studenti hanno superato ogni limite per uno Stato di diritto. Ma senza stabilire luoghi di ascolto delle ragioni dei giovani, in mancanza di un confronto franco e costruttivo da parte di chi rappresenta le Istituzioni il malessere e la sfiducia avranno il sopravvento. Quindi, le tensioni rimarranno, e con esse anche i possibili scontri. Pertanto, è necessario che le varie Agenzie educative e formative abbiano a far circolare e veicolare dei messaggi di speranza, accompagnati dall’invito ad assumersi, ognuno, le proprie responsabilità. Giuseppe Delfrate

Al musical con “Voce” Vinci due biglietti (4 in palio) per “Oblivion Show” (sabato 15 gennaio alle 21) al PalaBrescia. Lo spettacolo, forse il più divertente in cartellone, racconta vari momenti della cultura italiana, come cabaret musicale. “I Promessi sposi in 10 minuti” dei cinque artisti bolognesi sul web è uno dei video più cliccati del mondo virtuale. Spedisci il tagliando entro il 14 gennaio a “Al musical con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia.

“Oblivion Show”

Nome Cognome Telefono

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

10 gennaio 1922 L’insulina viene utilizzata per la prima volta per il trattamento di un malato di diabete: il 14enne canadese Leonard Thompson

11 gennaio 1963 Con l’uscita di “Please Please Me” i Beatles si fanno conoscere su scala internazionale

12 gennaio 1976 Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite permette all’Olp di partecipare a un dibattito dello stesso Consiglio, ma senza diritto di voto

13 gennaio 2001 Un terremoto di magnitudo 7,6 della scala Richter colpisce El Salvador. Le vittime sono oltre 5000

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Aforismi

D.: Sono una studentessa universitaria e nel periodo natalizio faccio alcune collaborazioni occasionali con alcune agenzie per alcune promozioni nei supermercati, anche d’estate avevo fatto un’esperienza simile. Sommando i compensi lordi di entrambi i periodi dovrei arrivare ad un totale di circa 2.000 euro. Volevo sapere se devo presentare la dichiarazione dei redditi e quali documenti devo portare per attestare i redditi percepiti.

I sogni si realizzano: senza questa possibilità, la natura non c’inciterebbe a farne. (John Updike)

R.: La sua situazione è simile a quella di altri studenti, che nel periodo degli studi fanno esperienze simili. Se non ha altri redditi oltre quelli che sono stati indicati, non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione, ma avrebbe la convenienza. Infatti nelle collaborazioni occasionali per legge il sostituto d’imposta deve trattenere una ritenuta d’acconto pari al 20%. Se non supera i 4.000 euro tale ritenuta le viene restituita presentando la dichiarazione dei redditi. Per quanto riguarda la documentazione da presentare il sostituto d’imposta dovrà rilasciarle una certificazione in cui risulti che ha versato l’imposta trattenuta entro i termini di legge. Per ulteriori informazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 030 24.09.884.

L’uomo non è nulla più di un giunco, il più debole della natura: ma è un giunco pesante. (Blaise Pascal) Se non ricordiamo non possiamo comprendere. (Edward Morgan Forster)



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