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Stupore di Francesca Bernacchia
Lo stupore è un moto. Fisicamente è incrocio tra la traiettoria dello sguardo e quella delle viscere, nel punto cruciale in cui si sviluppa la domanda sul senso delle cose. Silvano Petrosino (“Lo stupore”, 70-91) scrive che è come un’esperienza di visitazione. Un “essere incontrati” da qualcosa di animato che viene incontro e che è sempre eccedenza rispetto all’orizzonte, rispetto alla prospettiva all’interno della quale lo si attendeva. E ciò che è oggetto di stupore non sta nell’ordine dell’eccezionalità, bensì della naturalità, dell’essere-proprio-quel-qualcosa, che colpisce inatteso per il fatto di esistere. “Scoperta” di un inspiegabile esistere, anzi di due: quella di un oggetto così, e quella di un soggetto che sta lì, davanti, e vede: io, vivo. Attività desueta? Inconsistenza senza guadagno? Sì, rara parcella del tempo numerico, regalo sovrabbondante del tempo fuori calcolo, che possiamo ancora permetterci negli interstizi della vita. Quando non scappiamo.
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FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO
Un’Italia di fratelli
BRESCIA 14 GENNAIO 2011
Si sono messe in moto le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Anche Brescia si prepara: le istituzioni stanno definendo programmi e iniziative. Dal mondo della scuola i primi, significativi progetti che guardano alle giovani generazioni
sommario Il fatto Unità d’Italia. Un anniversario in cerca di celebrazioni
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Anche se avrò aiutato una sola persona a sperare non avrò vissuto invano (Martin Luther King)
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Salò: nel Bresciano la prima mostra mercato “Profumi di tartufi”
a cura di Massimo Venturelli
Popoli e continenti Sud Sudan. Un referendum dopo 40 anni di sofferenza
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a cura di Massimo Venturelli
Ecclesia Unità dei cristiani. L’esempio della prima Chiesa
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a cura di Lucio Corbò
Paesi e parrocchie Montirone. In evoluzione cercando un’identità
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di Luciano Zanardini
Pompiano. “La Lampada” in scena da 20 anni
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di Francesco Uberti
Non è il caso di fare i fenomeni
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di Mario Nicoliello
Oblivion Show, una sorpresa tutta da ridere
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di Mauro Toninelli
Economia e lavoro Partecipate: le prospettive della Loggia
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Corsivo di Angelo Onger
Cultura e comunicazione Brescia: l’Università, la ricerca, le eccellenze
Per Nerone era “cibo da dei”, Teofrasto lo considerava prodotto “dall’unione della pioggia con il tuono”, Plinio “un callo della terra”, per Giovenale era preferibile che “mancasse il grano piuttosto che il tartufo”. Sono citazioni antiche sul tartufo che, nelle sue varietà, ha dato notorietà a zone dell’Italia, come la città di Alba cui è attribuito il titolo di capitale del tubero più ricercato. Qualche ambizione si manifesta anche nel Bresciano dove, per la conquista dei mercati, nelle giornate di sabato 15 e domenica 16 gennaio, il palazzo della Magnifica Patria di Salò, è sede della prima mostra mercato “Profumi di tartufi”, ad opera dell’associazione tartufai bresciani in collaborazione con il Comune lacustre. La finalità: far conoscere e valorizzare il tartufo nero pregiato dell’Alto Garda Bresciano. La manifestazione apre sabato alle 9 con l’analisi comparativa di alcune topologie di tartufo alla quale segue, alle ore 16, il convegno con i relatori: Mattia Bencivenga, docente alla facoltà di Agraria dell’Università di Perugia: Paolo Papazzoni, presidente dell’associazione Trifulin Mantuan; Virgilio Vezzola presidente dei tartufai bresciani. La mostra prosegue domenica dalle 16 con degustazioni, analisi sensoriali, utilizzo in cucina e conservazione del tartufo. Frutto della terra conosciuto fin dai tempi antichi, il tartufo è oggi uno dei punti di forza anche del territorio bresciano nel quale sono realizzati impianti che rendono una produzione di qualità. Nella conferenza stampa di presentazione a Villa Barboglio, sede dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Brescia, Virgilio Vezzola ha spiegato come in Lombardia il tartufo è presente quasi esclusivamente nei territori che costeggiano il lago di Garda e viene raccolto ad un’altitudine massima di 650 metri. (f. pio.)
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di Mario Nicoliello
Nelle ultime settimane sono circolate delle informazioni riguardanti due donne americane dalle caratteristiche singolari. Della prima conosciamo solo le iniziali, S. M., la signora Esse Emme. Abita nello Stato dello Iowa ed è da tempo sotto osservazione della Università locale. È una donna che non ha paura di nulla. Non per un eccesso di coraggio, ma per un deficit fisico, perché le manca l’amigdala, una parte del cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura. L’amigdala è considerata il centro di integrazione di processi neurologici superiori come le emozioni, coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale. Non avendo l’amigdala, la signora Esse Emme appunto non percepisce i pericoli. I ricercatori l’hanno sottoposta a vari esperimenti. L’hanno messa in laboratori pieni di enormi ragni
e di serpenti, animali dei quali aveva detto di avere orrore, invece ha serenamente carezzato il dorso peloso di enormi tarantole e la pelle dei serpenti (naturalmente non velenosi). Le hanno fatto fare delle passeggiate solitarie fra cimiteri di notte, le hanno proposto visioni di film specialmente ripugnanti o conversazioni nelle carceri con stupratori seriali e killer ben lieti di raccontare ogni raccapricciante dettaglio delle loro imprese: niente di tutto questo è servito per provocare reazioni di paura registrate dai sensori che i ricercatori le avevano applicato per misurare le risposte fisiologiche generate dall’ansia. L’impulso può essere quello di invidiare la signora Emme Esse che al contrario preoccupa molto i suoi familiari che la tengono continuamente sotto controllo per la paura
Sport Basket. Brescia: avanti con coach Furlani
LA VOCE DEL POPOLO
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di Alberto Banzola
Cara Voce
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Buone notizie
editoriale
di Guido Costa
Il nodo Mirafiori Bienno: due incontri dedicati a Facebook, l’agorà dell’etere
Facebook è un sito web di reti sociali, di proprietà della Facebook, Inc., ad accesso gratuito. È il secondo sito più visitato al mondo, preceduto solo da Google. Il nome del sito si riferisce agli annuari con le foto di ogni singolo soggetto (facebook) che alcuni college e scuole preparatorie statunitensi pubblicano all’inizio dell’anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti ed al personale della facoltà come mezzo per conoscere le persone del campus. Secondo i dati forniti dal sito stesso, nel 2010 il numero degli utenti attivi ha raggiunto e superato quota 500 milioni in tutto il mondo. Il sito nel 2009 è divenuto profittevole segnando il primo bilancio in attivo. L’oratorio San Giovanni Bosco di Bienno in collaborazione con l’Istituto comprensivo Bienno-Berzo Inferiore, Voce Sas, Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, Voce Media, nella settimana dedicata a San Giovanni Bosco, propone due incontri informativi sul social network più utilizzato dai giovani, dal titolo “Cercami su Facebook”. Il primo incontro, rivolto agli adulti, è programmato per venerdì 21 gennaio alle ore 20.30. Don Adriano Bianchi, direttore de “La Voce del Popolo” e del Centro diocesano per le comunicazioni sociali, tratterà il tema “Al passo con i nostri figli. Facebook, dipendenza o mezzo di comunicazione? Angelo o demone?”. Il secondo incontro, rivolto ad adolescenti e giovani, si svolgerà invece venerdì 28 gennaio sempre alle ore 20.30 sul tema “Facebook: una porta sul mondo… La chiave per aprirla”. Relatore sarà Mauro Toninelli, giornalista de “La Voce del Popolo” e responsabile del Servizio assistenza sale del Centro diocesano per le comunicazioni sociali. Gli incontri si terranno nella Sala della comunità presso l’oratorio San Giovanni Bosco, con ingresso libero. Info: cinemabienno@libero.it.
(loro l’amigdala ce l’hanno) che venga travolta da qualche pericolo da lei sottovalutato. C’è poi un risvolto umanamente pericoloso in questa scoperta: qualcuno potrebbe essere tentato di asportare l’amigdala a persone da mandare allo sbaraglio, soldati o sicari di genere vario. Se qualcuno non l’ha già fatto. Dell’altra donna si conoscono invece le generalità. Si chiama Louise Owen, violinista, è di New York e ha 37 anni. La sua singolarità è che ricorda sempre tutto. Ogni istante della sua vita è impresso indelebilmente nella sua testa. Non ha mai dimenticato un volto o un compleanno. Non è mai mancata a un appuntamento o non è mai capitato che durante un concerto le sia sfuggita qualche nota. Perché Louise ha quella che si dice ‘memoria autobiografica superiore’ o ‘ipertinesia’, una condizione che le permette di ricordare ogni attimo vissuto come se fosse accaduto pochi secondi prima. Più
Agenzia fotografica: Foto Eden Stampa: CENTRO STAMPA QUOTIDIANI Spa Via dell’Industria, 52 - 25030 Erbusco (BS) Tel. 030.7725511 - Fax. 030.7725566 Progetto grafico: Maurizio Castrezzati - Coop. La nuvola nel sacco Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 184 - 1/12/1961
che avere una memoria di ferro, Louise è un vero e proprio ‘archivio umano’, in cui ha registrato gli eventi già da quando era piccolissima. Si possono immaginare i vantaggi. Ma anche in questo caso non mancano le controindicazioni. Spesso la memoria autobiografica di Louise si trasforma in una condanna. “Ci sono momenti – ha raccontato – in cui mi piacerebbe dimenticare alcuni degli eventi più dolorosi della mia vita. Se qualcuno parla di una semplice data negativa del mio passato, rivivo immediatamente il dolore di quella giornata, anche se sono passati molti anni”. Lei cerca di difendersi puntando l’obiettivo sui ricordi felici, ma non sempre funziona. Morale delle favole: il corpo umano ha un sacco di difetti, ma è un congegno costruito su un equilibrio delle parti che non può che essere frutto di un grande Ingegno. Se salta una valvola sono dolori (basta guardarsi in giro).
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Gli operai delle Carrozzerie Mirafiori hanno fatto la loro scelta. La conta dei sì e dei no sull’ipotesi di accordo tra la Fiat e i metalmeccanici di Cisl e Uil (ma anche Fismic e Ugl) per il rilancio del più grande complesso industriale italiano lascia sul campo diversi problemi. Ci vorrà tempo perché si stemperi la tensione e molto lavoro per bonificare il terreno delle relazioni sindacali minato dalle iperboli ideologiche dei metalmeccanici della Cgil; senza certezza che l’operazione riesca. Il referendum su Mirafiori ha riproposto gli stessi argomenti (e invettive) che hanno animato il confronto sull’intesa raggiunta a Pomigliano. Con un’intensità maggiore, visto che Mirafiori è il cuore della galassia Fiat, ma anche l’idealtipo dell’operaismo e delle lotte sindacali. Come sempre succede quando si caricano gli avvenimenti di significati che vanno oltre la loro stessa natura, il confronto diventa scontro, si confondono i fatti con le opinioni, l’avversario diventa un nemico, un accordo tra le parti si denuncia come attentato alla democrazia. La realtà dice cose più semplici. Quelli raggiunti a Mirafiori e Pomigliano sono accordi in difesa del lavoro; in un periodo di crisi industriale e di forte competizione internazionale, questa è una conquista che andrebbe compresa e valorizzata. Esigono di più dai lavoratori, in termini di turni, di orario, di straordinario, di utilizzo degli impianti, di una progressiva riduzione delle percentuali di assenteismo. Ma danno di più, in termini economici, garantendo migliori condizioni di lavoro, avviando una prospettiva di relazioni industriali partecipative. Sono accordi esigenti anche per il sindacato, al quale sono chieste clausole di garanzia sul rispetto delle intese, con sanzioni che colpiscono l’organizzazione inadempiente (ad esempio con la decurtazione del monte ore di permessi sindacali), ma non i lavoratori. Si è fatto un gran parlare da parte dei detrattori degli accordi di Mirafiori e Pomigliano dell’uscita della Fiat da Confindustria (dal vincolo dell’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro), dei limiti di un contratto aziendale, dell’esclusione dalle rappresentanze sindacali aziendali delle sigle che non firmano gli accordi. Ma qui i metalmeccanici della Cgil sono caduti dentro buche che loro stessi hanno scavato. È stata l’intransigenza della Fiom e la promessa di rendere comunque ingestibili le fabbriche a spingere la Fiat fuori dalla contrattazione collettiva nazionale. Ed è per la modifica dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, apportata con il referendum del 1995 (voluto dai radicali e sostenuto dalla Cgil e dal sindacalismo di base), che le rappresentanze sindacali aziendali dovrebbero essere composte dai delegati delle sigle che firmano gli accordi. Dovrebbero. Fatto salvo quello che hanno deciso i lavoratori è evidente che gli accordi Fiat impongono al mondo del lavoro la necessità di affrontare e regolamentare la questione della rappresentanza. Il sindacalismo confederale ha la forza e la maturità per aprire un tavolo di confronto, ma la Cgil non può arrivarci con la zavorra di chi punta a una rappresentanza del lavoro politica: sulla vicenda Mirafiori la Fiom si è messa alla guida di un cartello delle sinistre, aggregando un pezzo dell’Italia dei valori, il movimento di Vendola, Rifondazione comunista e vari movimenti antagonisti. Ma il sindacato è altro dalla politica e le sue dinamiche relazionali non possono essere costrette al bipolarismo parlamentare. Firmare un accordo con Marchionne non significa sposare la sua filosofia d’impresa, significa evitare il rischio che chiudano le fabbriche. Perché questo è il peggiore attentato ai diritti dei lavoratori.
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Il fatto
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Brescia I 150 anni dell’Unità
Un anniversario in cerca di celebrazioni A poco più di due mesi dal 17 marzo le istituzioni bresciane stanno ancora lavorando per la messa a punto di iniziative e programmi celebrativi. Fa eccezione la scuola che ha saputo lanciare per tempo progetti per le giovani generazioni
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“Vorrei rivolgere un vivo incitamento a tutti i gruppi politici, di maggioranza e di opposizione, a tutti coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni nazionali regionali e locali, perché nei prossimi mesi, al Sud e al Centro come al Nord, si impegnino a fondo nelle iniziative per il centocinquantenario, così da renderne davvero ampia e profonda la proiezione tra i cittadini, la partecipazione dei cittadini, in rapporto ad una ricorrenza da tradurre in occasione di rafforzamento della comune consapevolezza delle nostre responsabilità nazionali”. È con queste parole che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Teatro Valli di Reg-
a cura di Massimo Venturelli Il Presidente Napolitano a Reggio Emilia
gio Emilia ha aperto nei giorni scorsi le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E forse questo è uno dei punti significativi di queste celebrazioni, anche a proposito dell’attualità politica. Si possono dare oggi le condizioni per celebrare l’Unità, superando il centralismo delle emergenze e rilanciando un’articolazione pluralistica dello Stato. Questo anniversario che si va celebrando allora non sarà soltanto un rito, ma rappresenta una sfida per aiutare ad affrontare adeguatamente le opportunità e le incertezze del presente e del futuro. Raccogliere positivamente questa sfida comporta un giusto mix di identità
e di apertura. È necessario rievocare e approfondire la storia dell’unificazione, accelerata, a tratti sorprendente e, nello stesso tempo, ricordare che si tratta di un processo aperto, dinamico. Anche Brescia si sta preparando all’importante avvenimento anche se poco o nulla ancora si sa su come le istituzioni locali intendano celebrare l’importante anniversario. Il Comitato presieduto dal prefetto Narcisa Brassesco Pace, che già da tempo sta lavorando alla definizione del programma celebrativo, si trova, per ammissione dello stesso rappresentante del Governo, alla prese con risorse limitate che se non limitano certo la voglia di
fare, qualche problema organizzativo lo pongono. Con gli stessi problemi si sta confrontando anche Palazzo Loggia. Un programma di massima, come afferma in queste pagine l’assessore Arcai, è stato predisposto. Deve essere però ancora presentato alla commissione cultura prima del varo definitivo. Paradossalmente le difficoltà che stanno rallentando il lavoro delle maggiori istituzioni sta invece valorizzando realtà che, alla fine, potrebbero essere l’arma vicente per fare in modo che l’anno del centocinquantenario non sia solo una mera occasione celebrativa ma possa diventare momento per riattualizzare valori e principi che
Le iniziative dell’universo scolastico
L’impegno silenzioso di una istituzione spesso bistrattata Anche la scuola, ogni tanto, riesce a prendersi le sue rivincite. E questa volta non sono da poco. In presenza di istituzioni che, per mille problemi, ancora non hanno annunciato il programma definitivo per ricordare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la scuola bresciana sta realizzando tutti quei progetti annunciati nell’ottobre dello scorso anno in occasione della prima convocazione del Comitato bresciano per le celebrazioni presieduto dal Prefetto. In quell’occasione Elisabetta Conti, referente dell’Ufficio scolastico provinciale per molti progetti, fra i quali anche quelli legati al 150°, illustrò un lungo elenco di progetti e iniziative per avvicinare il mondo della scuola all’anniversario dell’Unità. Presentò, in quella sede, un corso di formazione sulle vie dell’arte con il coinvolgimento di tre importanti istituzioni museali bresciane come il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, la Fondazione Ugo da Como di Lonato, e Santa Giulia a Brescia. Obiettivo era quello di individuare percorsi museali da sottoporre agli studenti bresciani perché potessero ricavare in que-
ste realtà riferimenti utili a celebrare i 150 anni dell’Unità. Entro il prossimo mese di marzo gli studenti coinvolti dovranno consegnare i loro elaborati che il mese successivo diventeranno pare integrante di una pubblicazione che chiuderà questo primo progetto. Sempre sul versante dell’Unità d’Italia l’Ufficio scolastico provinciale, diretto da Maria Rosa Raimondi, ha realizzato un progetto in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri. Si tratta di un concorso per far riflettere gli studenti sull’Unità d’Italia attraverso il contributo fornito dai carabinieri. Per ultimo l’Ufficio scolastico provinciale ha dato il proprio patrocinio alla riedizione del libro “Le Dieci giornate di Brescia narrate ai ragazzi da un tamburino” presentata in queste pagine. Una condivisione che trova la sua ragione nel fatto che si tratta di pagine destinate proprio agli studenti. Sempre sul fronte dellle celebrazioni per il 150° dell’Unità va ricordato un concorso promosso dall’Associazione scuole autonome bresciane. Si tratta del concorso “150 anni dell’Unità d’Italia: documenti, fatti, personaggi nazionali
e della Provincia di Brescia” pensato per offrire alle nuove generazioni l’opportunità di ricostruire, attraverso fatti e avvenimenti storici, la memoria del lungo e difficile viaggio che gli italiani hanno fatto alla ricerca di un’identità nazionale, dopo secoli di debolezza politica e sottomissione ad altre nazioni. Scuole bresciane di ogni ordine e grado (una sessantina quelle che hanno accolto l’invito) potranno realizzare elaborati in forma di testo scritto, immagine, fumetto, filmato, usando ogni strumento di comunicazione che si riterrà opportuno per dare risalto alle tante testimonianze bresciane che hanno contribuito alla storia dell’Unità d’Italia. Gli elaborati dovranno essere consegnati alla segreteria del concorso entro il prossimo 5 marzo. Una commissione di esperti provvederà alla loro valutazione per l’assegnazione dei premi finali. I promotori del concorso hanno pensato anche agli insegnanti proponendo loro un incontro formativo in vista del supporto che gli stessi avrebbero potuto fornire agli studenti coinvolti in un progetto che li ha visti protagonisti.
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Una pubblicazione
Dal tamburino delle Dieci giornate ai giovani d’oggi “Le Dieci Giornate di Brescia narrate ai ragazzi da un tamburino” di Eugenio Paroli è uno di quei testi dedicati a una pagina storia che non è solo locale ma che va inquadrata in quel movimento che, il 17 marzo 1861, portò alla proclamazione dell’Unità d’Italia. È per questo motivo che la Fondazione Cab ha pensato di curarne una riedizione e di collocare l’operazione fra le iniziative che Brescia sta mettendo a punto per celebrare i 150 dell’unità. Nella semplice ricostruzione attraverso gli occhi di un piccolo tamburino delle vicende che negli ultimi giorni del marzo 1849 videro Brescia diventare la “Leonessa d’Italia” c’è, come ricordato con passione da Angelo Rampinelli della Fondazione Cab in occasione della presentazione della ristampa, molto di quel sentimento di italianità che allora animava i bresciani. “Non era – ha ricordato – un sentire tecnico perché allora poco importava di regno o repubblica. Era infinitamente più forte il sentirsi italiani e di essere tutti uno”. Un sentimento che senza calcoli spinse il padre del giovane Eugenio Paroli, falegname, a salire sulle barricate seguito dal piccolo figlio divenuto tamburino e animato da una tensione unitaria che 12 anni dopo lo vide bersagliere entrare in Roma da Porta Pia. La riedizione di questa pubblicazione uscita a Brescia nel 1899, come è stato ricordato in Prefettura durante la sua presentazione, è stata pensata per il mondo della scuola, perché attraverso la lettura di queste poche pagine anche le giovani generazioni possano comprendere come ogni grande evento storico nasca nella mente di pochi ma trovi alimento nel sacrificio di molti. Così nacque e si sviluppò quel movimento che condusse il 17 marzo 1861 all’Unità del Paese. “Un sentimento – ha ricordato Agostino Mantovani, segretario della Fondazione Cab – che deve essere conosciuto e fatto proprio anche dai giovani di oggi”.
hanno fatto l’unità del Paese. In questa prospettiva, almeno nel Bresciano, va inquadrato quanto sta facendo la scuola per i 150 anni dell’Italia unita. Proprio questo mondo, spesso bistrattato, ha dimostrato nei fatti di avere preso con grande serietà l’appuntamento con l’Unità. L’Ufficio scolastico provinciale, che pure siede nel comitato presieduto dal Prefetto, ha già realizzato importanti iniziative (come si legge in questa pagina) così come singole realtà scolastiche hanno promosso concorsi e progetti nella convinzione che educare le giovani generazioni sia la via migliore per garantire un futuro all’Italia prossima ai suoi 150 anni.
Un convegno
150 anni d’acciaio “1861-2011: 150 anni d’acciaio”. È questo il titolo di un convegno inserito nel programma dell’edizione 2011 “Made in steel”, la manifestazione dedicata alla filiera dell’acciaio che si terrà a Brixia Expo dal 23 al 25 marzo prossimo. È questo il contributo che un mondo apparentemente distante dalla storia come quello dell’acciaio intende dare all’anniversario dell’Unità d’Italia. Nel corso del convegno (in programma il 25 marzo) le tappe della storia nazionale saranno lette attraverso il cammino compiuto della filiera dell’acciaio.
“Piazza della Loggia il 23 marzo 1849”, di Faustino Joli
Arcai e i progetti della città
I programmi della Leonessa
La presentazione, in Prefettura, del libro “Le Dieci giornate di Brescia” di Eugenio Paroli
Brescia intende fortemente celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia e non potrebbe essere diversamente visto il contributo dato a partire dalle Dieci giornate. È questo per l’assessore alla cultura Andrea Arcai un punto fermo. Anche Palazzo Loggia, come molte altre realtà italiane, però deve misurarsi con una stagione di tagli che non consente grandi spese, nemmeno per la celebrazione di un avvenimento importante come il 150° dell’Unità. Palazzo Loggia non rinuncia comunque alle celebrazioni nonostante i tagli imposti alle casse comunali dal patto di stabilità che, come più volte denunciato anche dello stesso Arcai, ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto sul versante della cultura. “Un programma c’è ed è stato elaborato – ha affermato l’assessore alla cultura –. Il tutto, però, deve essere sottoposto alla commissione cultura del comune, in queste settimane tra l’altro alle prese con le dimissioni del suo presidente”. “Dopo questa condivisione – sono ancora considerazioni di Arcai – spetterà alla giunta e al consiglio dare il via definitivo alle celebrazioni”. Per il momento c’è ancora riserbo su come Brescia ricorderà i 150 anni dell’Unità. Arcai è stato infatti impegnano in contatti istituzionali con le altre città d’arte italiane per trovare nuove risorse da dedicare all’anno del centocinquantenario. Di certo, ha garantito, non mancheranno occasioni (convegni, mostre, appuntamenti spettacolari) per aiutare i bresciani a vivere questo importante appuntamento.
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LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Opinioni
di Massimo GandolďŹ ni
di Giuseppe Mari
Salute
Famiglia
194: il Tar boccia la Regione
Il fenomeno delle “madri singleâ€? Ha suscitato un certo scalpore – poco prima di Natale – la notizia che circa il 20% delle madri che partoriscono alla clinica Mangiagalli di Milano, non dichiara il nome del padre del neonato. Del resto, il fenomeno delle “madri singleâ€? oggi riguarda donne non solamente in stato di abbandono da parte del partner, ma anche che hanno deliberatamente scelto di allevare il ďŹ glio senza la presenza del padre. Per certi versi, questa è una conseguenza dell’emancipazione della donna portata avanti dal cosiddetto Sessantotto come una conquista. E lo è stata, se pensiamo alle forme improprie di subordinazione che hanno connotato la societĂ tradizionale. Ma le cose non stanno cosĂŹ se facciamo seriamente i conti con l’intimo proďŹ lo relazionale della persona, rispetto al quale la legittima aspirazione all’autonomia, quando si converta in presunta autosufďŹ cienza, diventa una triste caricatura della libertĂ . L’atto generativo, che domanda il concorso di entrambi – maschio e femmina – al costituirsi della nuova vita esprime qualcosa di piĂš profondo nell’essere umano: il fatto che l’uomo e la donna si riconoscono per quello che sono solo in quanto si relazionano l’uno all’altra, tant’è vero che l’immaginario simbolico della civiltĂ umana – sin dalle sue forme piĂš arcaiche – si è modellato sulla dinamica del rapporto tra il maschile e il femminile, che informa anche la dottrina cattolica del celibato consacrato in quanto coniugalitĂ spirituale. La dissociazione delle ďŹ gure genitoriali ha, quindi, una grave ricaduta antropologica. Se questo è vero, ci troviamo dinnanzi a un regresso, e questo vale, oltre che sul piano morale, anche su quello storico. Infatti, lo stabilizzarsi dell’istituto matrimoniale è stato uno dei frutti del Concilio di Trento, cioè dell’ampia e incisiva opera di evangelizzazione che ha preso forma, sotto la pressione della crisi religiosa esplosa cinque secoli fa a seguito della predicazione di Martin Lutero, e che ha ispirato – sia tra i cattolici sia tra i protestanti – una formidabile azione educativa. Questo signiďŹ ca che la crisi dell’istituto familiare, a cui si può ricondurre anche l’eclissi della paternitĂ da cui ho preso le mosse, è un sintomo dell’appannarsi dell’identitĂ cristiana della nostra civiltĂ . Fin qui, niente di nuovo rispetto a quello che da tempo si rileva. SennonchĂŠ, a questo punto, trovandoci di fronte a conseguenze non irrilevanti per la tenuta della societĂ sul piano civile e per il modellarsi dell’immaginario simbolico, forse possiamo ďŹ nalmente riconoscere che la crisi della fede cristiana sta determinando la crisi del tessuto socio-culturale della nostra civiltĂ . Di conseguenza, il problema non riguarda solo la Chiesa, ma l’intera comunitĂ civile, chiamata a riconoscere quello che la presunzione ha portato a trascurare: che la fede è anche vettore di civiltĂ e che la sua crisi è un problema per tutti.
Non passa giorno che non sentiamo ripetere il banale ritornello che la fede soffoca la ragione. Se mai ce ne fosse ancora bisogno, è di questi giorni un fatto che prova il contrario: è l’ideologia che oscura la ragione, cercando di negare anche l’evidenza. Nel 2008 la Regione ha proposto delle Linee guida in tema di applicazione della legge 194/78 (interruzione volontaria di gravidanza) che prevedono di restringere il tempo a disposizione per il cosiddetto “aborto tardivoâ€?, quello realizzabile ďŹ no alla 24ÂŞ settimana (6° mese) di gravidanza. La proposta prevede di porre un nuovo limite alla 22ÂŞ settimana e 3 giorni. PerchĂŠ? PerchĂŠ praticando il tentativo abortivo alla 24ÂŞ settimana c’è l’alta probabilitĂ che il bimbo nasca comunque, e magari con lesioni ďŹ siche provocate appunto dal tentativo d’aborto. DopodichĂŠ è la legge 194 stessa che impone ai medici di “soccorrereâ€? il bimbo, aiutandolo a vivere o a sopravvivere. Per tentare di porre un rimedio a questa tragica “assurditĂ â€?, da molto tempo ormai e da piĂš voci si chiede una revisione della norma, alla luce anche del progresso scientiďŹ co. Alla ďŹ ne degli anni ’80 non avevamo a disposizione una serie di presidi di terapia intensiva che consentono, oggi, a un bimbo che nasce prematuramente di poter sopravvivere (anche senza conseguenze per la sua salute) giĂ alla 23ÂŞ settimana. La scelta del limite a 22 settimane e 3 giorni, nel suo rigido dettaglio, sta a signiďŹ care l’attenzione scientiďŹ ca del legislatore: quei tre giorni – alla luce delle nostre attuali conoscenze – sono fondamentali perchĂŠ lo sviluppo del feto possa giungere a quella maturazione di organi e apparati che gli consenta la vita autonoma, fuori dell’utero materno. In termini piĂš semplici: a 22 settimane la probabilitĂ di morte è quasi il 100%, ma se passano ancora tre giorni abbiamo signiďŹ cative possibilitĂ di sopravvivenza. Fin qui la ragione, la scienza, o – piĂš semplicemente – il normale “buon sensoâ€?. Poi scatta l’ideologia. Otto medici, unitamente alla Cgil, hanno fatto ricorso al Tar della Lombardia contro le Linee guida regionali (peraltro accolte favorevolmente anche in ambienti che praticano numerosi aborti, come la clinica Mangiagalli di Milano), asserendo che questa norma è in contrasto con la legge nazionale. Il Tar ha emesso sentenza favorevole ai ricorrenti. Sforziamoci di soffocare l’indignazione, lasciando spazio a qualche considerazione. Una legge datata 1978 può e deve essere rivista alla luce del progresso scientiďŹ co, soprattutto quando è in gioco una vita umana. La 194 non prevede solo la legalizzazione dell’aborto, ma si propone anche “la tutela sociale della maternitĂ â€?, considerata un valore da proteggere. Quale maternitĂ , se si sentenzia a favore della morte di un bimbo che potrebbe sopravvivere? Fermo restando il giudizio negativo che esprimo per la 194, perchĂŠ riďŹ utare a priori qualsiasi tentativo di renderla un po’ piĂš umana e rispettosa del piccolo innocente? Vorrei chiudere, proponendo a tutti una domanda: chi ci guadagna quando un bimbo muore?
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LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it
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Fiat Il voto sull’accordo di dicembre
Più risvolti dietro al sì e al no In gioco, oltre alla permanenza dell’azienda a Torino, anche la credibilità di tante altre realtà, Cgil e Confindustria in testa
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Si sta svolgendo in queste ore il referendum degli operai della fabbrica Fiat di Mirafiori per la conferma dell’accordo di fine dicembre 2010 che ha visto l’adesione di tutte le sigle sindacali tranne la Fiom. Non serve conoscere l’esito della consultazione per qualche prima riflessione sull’intera vicenda che non può essere relegata al rango di questione privata tra Marchionne e le sue controparti sindacali. Non può esserlo per ciò che la Fiat rappresenta per l’Italia e per ciò che l’Italia ha fatto, sino a un passato recente per l’in-
a cura di Massimo Venturelli
dustria torinese. Gli exit poll della vigilia dicono che i “sì” dovrebbero prevalere e che la Fiat possa investire a Mirafiori per nuove produzioni, avendo la garanzia – a fronte anche di un aumento salariale annuo di circa 3700 euro lordi – di minore assenteismo, di maggiori straordinari e di un aumento dei turni di notte. Una grossa spinta al “sì” è giunta dalla perentoria dichiarazione di Marchionne che in caso di vittoria del no avrebbe spostato l’interesse Fiat al Canada. Per molti si è trattato di un ricatto in piena regola, per
altri di normali logiche industriali. Se una vittoria del “sì” è probabile, quel che a osservatori, economisti ed esperti appare chiaro è il nome dei perdenti: da un lato la Cgil e dall’altro Confindustria. Non è un caso che la segretaria della Cgil, Camusso, abbia messo le mani avanti invitando la Fiom ad accettare comunque il verdetto anche nel caso di vittoria del “sì”. Scomoda la posizione della nuova segretaria Cgil, stretta tra l’impossibilità di sbattere la porta in faccia ai suoi metalmeccanici (di qui l’invito al no) e dalla coscienza che la radicalità della Fiom potrebbe marginalizzare la stessa Cgil. In una situazione più o meno analoga (anche se al momento più defilata) si trova anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.La decisione della Fiat di uscire da Confindustria ha stuzzicato anche Fincantieri gettando qualche ombra sulla smobilitazione di Confindustria, una slavina difficile da frenare. Una vittoria del “sì” sarebbe letta come una vittoria completa della linea Marchionne e questa potrebbe produrre in
Confindustria un effetto domino, mettendo a rischio, non certo nel breve periodo, la tenuta della sigla di via dell’Industria. Per questo la presidente Marcegaglia, potrebbe, come sostiene qualche osservatore dell’economia nazionale, palpitare per una vittoria del “no”, anche se la posizione assunta davanti alle telecamere e in occasioni pubbliche è stata quella per la vittoria del “sì”. Non che la politica rispetto alla vicenda Mirafiori possa dirsi più tranquilla. Per il centro sinistra è stata l’ennesima occasione di spaccatura, con la sinistra di Vendola e l’Italia dei valori di Antonio Di Pietro apertamente schierati per il no al fianco della Fiom e il Pd incerto ed esitante sulla posizione da assumere. Anche la maggioranza e il governo, che pure ha lavorato perchè si raggiungesse un accordo, per qualcuno avrebbero peccato di eccessiva timidezza nei confronti di Marchionne e della Fiat, dimenticando di ricordare quanto fatto in passato (per altro anche recente) dal Paese per salvare la più importante azienda nazionale.
Contenuti
I dieci punti dell’accordo della discordia Quello attuali sono giorni caldi per il mondo metalmeccanico: è in corso in queste ore negli impianti Fiat Mirafiori di Torino il referendum tra i lavoratori sull’accordo raggiunto nelle scorse settimane tra l’azienda e le rappresentanze sindacali, ad eccezione della Fiom che sin da subito ha espresso il suo no. L’“accordo Mirafiori” prevede la costituzione di una joint-venture tra Chrysler e Fiat per “portare a Torino – si legge in una scheda della Fim-Cisl nazionale – una nuova piattaforma dagli Usa onde produrre auto e Suv Jeep e Alfa Romeo”. Un accordo di collaborazione da 1 miliardo di euro che dovrebbe garantire la produzione di 280mila vetture l’anno. Destinatario di oltre metà della produzione sarà il mercato mondiale, in particolare gli Stati Uniti. Dieci i punti dell’accordo sottoposto a queste ore a un referendum che, se bocciato, vedrebbe il disimpegno di Fiat nello stabilimento torinese a vantaggio di impianti canadesi. L’accordo raggiunto sul finire dello scorso anno, dopo lunghe
trattative, prevede un investimento da oltre un miliardo di euro; la produzione di 280mila Suv Chrysler e Alfa Romeo; il pieno uso degli impianti su sei giorni lavorativi; il lavoro a turni avvicendati che mantiene l’orario individuale a 40 ore settimanali; la crescita del reddito annuo individuale (lordo) di circa 3700 euro per la maggiore incidenza delle maggiorazioni di turno; la possibilità di lavorare il 18° turno solo con il pagamento dello straordinario; il mantenimento della pausa per la mensa nel turno fino a che la joint venture non sarà a regime; la salvaguardia dei malati reali e azioni di controllo contro gli assenteisti; la compensazione di oltre 32 euro mensili per l’assorbimento della pausa di 10 minuti, resa possibile dal minore affaticamento del lavoro con l’introduzione delle nuove condizioni lavorative; il mantenimento di tutti i diritti individuali oggi esistenti e loro miglioramento attraverso la prossima stesura di un contratto collettivo. In più l’accordo prevede la cancellazione della
Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) a favore delle Rsa. Ciò significa che eventuali accordi a tutela dei lavoratori non saranno più applicati indistintamente su tutti i lavoratori, ma solo agli iscritti nei vari sindacati (Rsa) che avranno sottoscritto l’accordo. Progettato fin dal 1936 in quanto il Lingotto della Fiat era ormai insufficiente, lo stabilimento di Mirafiori venne inaugurato a Torino il 15 maggio 1939 in presenza di Mussolini. Il 5 marzo 1943 fu teatro della prima grande ribellione operaia contro il regime fascista, con scioperi che ben presto si sarebbero estesi in tutto il Nord del Paese, segnando l’inizio del crollo del governo. Ricostruita e ampliata fino al raddoppio ultimato nel 1958, attualmente Mirafiori è il più grande complesso industriale italiano: dà lavoro a circa 12mila persone e ospita, su una superficie di 2 milioni di metri quadrati, oltre 20 chilometri di linee ferroviarie e 11 di strade sotterranee che collegano i vari capannoni.
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Popoli e continenti Mondo
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Sud Sudan Il Paese verso l’autodeterminazione
Un referendum dopo 40 anni di sofferenza Nelle parole di mons. Cesare Mazzolari, comboniano bresciano e vescovo della diocesi di Rumbek, le attese di una realtà segnata dalla più lunga guerra post-coloniale del continente africano
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Sino al 15 gennaio le popolazioni del Sud Sudan animista e cristiano (3,2 milioni le persone che si sono iscritte al voto) potranno partecipare al referendum per l’autodeterminazione dal Nord musulmano. Sul momento cruciale che il Sud del più grande Stato africano, martoriato da un conflitto che a più riprese è durato per oltre 40 anni, sta vivendo “Voce” ha sentito mons. Cesare Mazzolari, comboniano e vescovo dal 1998 della diocesi di Rumbek. Eccellenza, perché il Sud del Paese ha fortemente voluto il referendum per l’autodeterminazione?
a cura di Massimo Venturelli Salva Kiir, presidente del Sud Sudan
Il Sud Sudan ha voluto il referendum per l’autodeterminazione come patto di assoluta priorità, prima di firmare il trattato di pace Comprehensive Peace Agreement del gennaio del 2005che avrebbe posto termine a una guerra che durava da 22 anni. Era forte, allora come oggi, la convinzione che finché Nord e Sud Sudan fossero rimasti uniti non ci sarebbero state reali prospettive di pace per la parte meridionale del Paese. La gente del Sud ha sofferto per la mancanza di diritti umani, per l’ oppressione e la persecuzione, per la mancanza di libertà di espressione e di una vera identità etnica, so-
ciale o religiosa. Come hanno reagito e qual è l’attuale posizione di Karthoum? I governanti politici di Khartoum vorrebbero a parole lasciare che il Sud esprima la sua volontà di autodeterminazione. Di fatto, però, non sono per niente contenti, né disposti a una vera cooperazione. Le ragioni sono comprensibili. In caso di indipendenza del Sud perderanno molte delle risorse naturali, perderanno prestigio e dovranno affrontare difficoltà economiche non lievi. Come sta vivendo la gente questo momento particolare?
La gente del Sud Sudan sta vivendo il momento del referendum in stato di assoluto giubilo. È un momento di rinascita per loro, che hanno atteso questo momento come la vera liberazione. Votano in lunghe file e danzano di gioia, cantano e esprimono un sentimento che era stato soffocato da tanti anni di guerra e represso dal trauma debilitante e deprimente del dopoguerra. È un mondo nuovo e felice ed è veramente commovente per noi, che viviamo da anni con loro. La Chiesa locale ha accompagnato questo movimento? La Chiesa ha camminato passo per
Nord Africa
Quando la piazza protesta spinta dal bisogno Occupano le prime pagine dei giornali le proteste che da giorni scorsi stanno insanguinando Algeria e Tunisia dove le gente è scesa in piazza contro il rincaro dei prezzi di alcuni beni alimentari di prima necessità. Sono stati gli algerini i primi a protestatare, nelle principali città del Paese, contro il rincaro esorbitante del prezzo di olio e zucchero che, negli ultimi mesi, sui mercati locali sono saliti dell’80% e del 20%. Secondo le cronache riportate dalla stampa locale e internazionale, disordini, atti di vandalismo, saccheggi e tafferugli tra forze dell’ordine e gruppi di giovani manifestanti si sono verificati in varie zone di Algeri, ma anche in Cabilia, a Bejaia (260 chilometri a est di Algeri), ma anche a Orano (sulla costa a ovest della capitale) e Blida (sud) e in vari quartieri popolari di Constantine, la grande città nell’est dell’Algeria. Il Ministro del Commercio algerino è stato costretto ad un intervento televisivo per garantire la diminuzione dei prezzi contestati. “L’aumento dei prezzi ha
fatto da miccia – hanno dichiarato all’agenzia Misna fonti che hanno chiesto l’anonimato – a un diffuso malcontento tra gli strati più umili della popolazione, toccati dalla disoccupazione o comunque non in grado di affrontare un ulteriore aumento del costo della vita”. Dall’Algeria il movimento di protesta si è prontamente diffuso alla vicina Tunisia. Nel Paese il movimento è stato rilanciato anche dai ‘social network’. La rete tunisina infatti ha dato ospitalità alla protesta a sfondo socio-economico. Il governo tunisino, secondo accuse formulate dall’organizzazione non governativa ‘Giornalisti senza frontiere’ (Reporters without borders), avrebbe addirittura bloccato alcune pagine di ‘Facebook’. La censura tunisina ha anche provveduto a rendere difficoltoso l’impiego di programmi che consentono di aggirare le restrizioni imposte e hanno completamente bloccato l’accesso a ‘Twitter’, altro noto ‘social network’. Le manife-
stazioni di protesta in Tunisia sono cresciute di tono dopo l’annuncio della morte di Mohamed Bouazizi, lo studente che in un atto di estrema protesta per la mancanza di lavoro e l’assenza di prospettive, si era dato fuoco lo scorso 17 dicembre a Sidi Bouzid, nel centro del Paese. Proprio da questa città aveva preso le mosse il movimento di contestazione contro i malesseri economico-sociali della Tunisia, come un elevato tasso di disoccupazione e forti rincari dei prezzi. La protesta è andata assumendo contorni tali da ricordare precedenti “rivolte del pane”. Per la prima volta la protesta popolare ha investito alcuni simboli del potere politico tunisino come il presidente Zine el Abidine Ben Ali, al potere da ben 24 anni. Sul fronte politico, lo stesso presidente Ben Ali ha promesso maggior impegno per una più equa redistribuzione della ricchezza nazionale, ha provveduto a un rimpasto di governo e alla sostituzione di tre governatori di provincia, tra cui quello di Sidi Bouzid.
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Un Paese, 40 anni di guerra
Il cammino verso l’autodeterminazione
Mons. Cesare Mazzolari
passo con il popolo per giungere a questo giorno. Abbiamo intensificato la preghiera, i pellegrinaggi, la preghiera. Per 101 giorni (dal 21 settembre 2010 al primo gennaio scorso) abbiamo osservato in tutte le diocesi “the 101 Day of Prayer” per ottenere un Referendum di pace. La conferenza episcopale si è riunita in due incontri straordinari, nel luglio e novembre dello scorso anno, per preparare i fedeli e la gente di buona volontà a un referendum pacifico. Come risultato le conferenze episcopali del Secam, Amecea e Sud Africa hanno dato un positivo contributo al referendum.
Proteste in Algeria
Le prospettive
Una stagione di impegno Mons. Cesare Mazzolari, nell’intervista concessa a “Voce”, ha affrontato anche il nodo delle prospettive che si apriranno per il Sud Sudan in caso di indipendenza. La sua lettura indica per il nuovo Stato un periodo di grande impegno per fare fronte a tanti limiti del passato. Quali prospettive si aprono con la nascita di un nuovo Stato nel Sud Sudan? È difficile rispondere in questo momento a questa precisa domanda. I tanti anni di guerra pesano ancora sul Sud Sudan e sul suo sviluppo. Quello che appare chiaro è che ciascuno dovrà profondere un impegno serio per metter da parte il passato e le vicende della guerra, per favorire l’integrazione delle diverse etnie,di tribù e gruppi, così come sarà necessario un grande impegno per perdonare al Nord e anche tra le diverse popolazioni del Sud. Con l’auspicata indipendenza si dovrà procedere ad una seria valutazione dello stato di corruzione e delle attuali limitate capacità governative della classe dirigente,così come per l’individuazione di nuovi valori per il conseguimento del bene comune, dei diritti dei cittadini e loro diritto a partecipare nel formare una nuova nazione . Imperativo categorico sarà quello di educare le masse e formare una classe dirigente.
Allo scadere dei cinque anni previsti dagli accordi di pace globale del 2005 il Sud Sudan animista e cristiano, dal 9 gennaio scorso, sta votando per la sua autodeterminazione dal Nord musulmano del Paese. La consultazione si protrarrà sino a sabato 15 e gli effetti definitivi del referendum inizieranno a manifestarsi solo dal 9 luglio prossimo quando il Sud Sudan, se le urne confermeranno le previsioni della vigilia, potrà dichiararsi indipendente. Per il traguardo serve che almeno il 60% degli elettori (3milioni e 200mila le persone che nei mesi scorsi si sono registrate per partecipare al voto) si pronunci a favore dell’autodeterminazione. Un appello a “sostenere la giusta causa degli abitanti del Sud Sudan in vista del referendum per l’autodeterminazione” è stato rivolto nelle scorse settimane dalla Conferenza episcopale sudanese al Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) e all’Associazione di membri delle Conferenze episcopali in Africa Orientale (Amecea). Nel documento i Vescovi del Sud Sudan sottolinevano che “a distanza di cinque anni da quegli accordi che sollevarono entusiasmi e speranze nulla in Sudan è stato fatto per raggiungere una tanto agognata identità nazionale e le garanzie per una società multiculturale, multietnica e multi religiosa”, e che “nulla è cambiato nel sistema altamente centralizzato di governo, che prevede il controllo di una piccola minoranza sull’intero Paese”. Al tempo stesso, insistevano i presuli “le cause alla base del conflitto che ha scosso il Sudan, non sono state affrontate e l’unità non è stata resa attraente per gli abitanti delle regioni meridionali”. Secondo un sondaggio diffuso nei giorni scorsi a Juba (probabile capitale del nuovo Stato) dalle radio cattoliche, in Sud Sudan i fautori del nuovo Stato sarebbero addirittura il 96%. Problemi organizzativi per altro inevitabili hanno segnato le tappe di avvicinamento al voto in questo gigante d’Africa, dove decenni di guerra civile hanno bloccato ogni sviluppo sociale e lasciato ferite profonde. Per rimarginarle non è bastata la visita a Juba nei giorni di vigilia di Omar Hassan al-Bashir. Il presidente sudanese ha detto di voler rispettare l’esito del referendum e aggiunto che i “vantaggi dell’unità” potranno essere ottenuti “anche da due Stati distinti”. Al-Bashir e Salva Kiir Mayardit, il presidente dell’amministrazione del Sud oggi semi-autonoma, sostengono di voler risolvere le questioni più complesse entro luglio. Si va dai diritti di cittadinanza dei sud-sudanesi residenti al nord alla spartizione dei proventi petroliferi sulla base di un nuovo status amministrativo di Abyei, una regione storicamente contesa perché ricca di idrocarburi. Al petrolio e alla sua distribuzione ineguale sono legati molti dei problemi del Sudan. Il greggio vale il 75% delle esportazioni, ma i pozzi sono quasi tutti nel sud o ad Abyei. Anche in questa regione si sarebbe dovuto scegliere se restare con Khartoum o far parte di un nuovo Stato del sud, ma la mancanza di un’intesa sui confini e sugli aventi diritto ha costretto a rinviare il referendum. Per il Sud Sudan sta per aprirsi un nuovo capitolo di una storia iniziata nel 1955 prima ancora dell’indipendenza dal Regno Unito. Il Paese che agogna l’indipendenza è stato teatro del più lungo conflitto post coloniale conosciuto dal continente africano, per un totale di quasi 40 anni di ostilità. Dal 5 novembre 1998 è vescovo di Rumbek, una diocesi del Sud, il comboniano mons. Cesare Mazzolari, intervistato in queste pagine e preoccupato per i possibili disordini ma più che mai intenzionato a rafforzare il ruolo della Chiesa locale nel campo dell’istruzione, della formazione e della creazione della classe dirigente del nuovo Stato.
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Popoli e continenti Europa
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Unione europea Sessant’anni dopo
Dopo l’Europa gli europei Il 18 aprile 1951 nasceva la Ceca. Sei decenni dopo c’è ancora molto da fare per la creazione di una reale coscienza europea ancora lontana da una completa realizzazione
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a cura di Massimo Venturelli Jean Monnet, uno dei padri della Ceca
Il 18 aprile 1951 Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo davano vita, con la firma del Trattato di Parigi, alla Ceca, la Comunità europea del carbone e dell’acciaio, la prima forma di concentrazione sovranazionale. Da quella data l’idea di una nuova Europa, non più lacerata dai conflitti, ma avviata sulla strada dell’Unione, ha compiuto molti passi. Tante le tappe (come ricordato in queste pagine) di un cammino che taglia il traguardo dei 60 anni. Il sessantesimo compleanno impone all’Ue scelte e impegni nel segno della “piena maturità”. Gli auguri, allora, si accompagnano ad alcuni auspici. Visto che la Ceca era nata con una forte connotazione di “concretezza”, dall’Ue, sua legittima erede, ci si attende che produca risultati visibili a vantaggio dei cittadini. Obiettivi
da perseguire in vari campi: economia, lavoro, approvvigionamento energetico, tutela dei consumatori, sviluppo territoriale, ambiente, ricerca, cultura, sicurezza, e negli altri settori di competenza, tenuto conto che gli Stati aderenti hanno trasferito alle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo una parte della loro autorità legislativa e politica. I risultati − già sperimentabili in tanti campi − potranno convincere l’opinione pubblica che l’Europa è necessaria, soprattutto in una realtà internazionale sempre più complessa e interdipendente. Per fare tutto questo è però doveroso che le istituzioni comuni si rafforzino e migliorino la propria capacità decisionale. A tale scopo era stato scritto il Trattato di Lisbona, entrato in vigore un anno fa, del quale è già stata decisa una limitata revisione allo scopo di costituire
il Meccanismo europeo di stabilità, orientato appunto alla stabilità finanziaria e alla governance economica. Il consolidamento dell’Ue e delle sue istituzioni dipende, però, in gran parte dai governi nazionali: l’Europa comunitaria vede ancora prevalere il carattere “intergovernativo”, per cui i governi dei 27, riuniti nel Consiglio, detengono un elevatissimo potere decisionale rispetto a quello dell’Europarlamento e della Commissione, le due istituzioni “più comunitarie”. Se i premier europei deporranno l’arma dei nazionalismi e degli interessi di parte, che da alcuni anni frenano l’integrazione, per l’Ue si apriranno nuove prospettive di sviluppo e operatività. C’è poi da augurarsi che l’Ue sappia coinvolgere maggiormente i cittadini per una vera democrazia partecipativa. In questa direzione si muove, ad esempio, l’“iniziativa dei cittadi-
ni” definita dal Trattato di Lisbona, grazie alla quale un milione di persone di sette Stati possono chiedere una legge europea. Allo stesso modo il nuovo Trattato ha sancito il coinvolgimento delle Chiese e delle comunità religiose nel processo di integrazione, riconoscendone la vasta rappresentatività, l’autorevolezza morale e la radicata presenza nella storia e nell’oggi dell’Europa. Un impegno (e una sfida) che le comunità cristiane hanno da tempo mostrato di raccogliere con determinazione. Non da ultimo, ci si attende che l’Unione possa affermarsi quale protagonista sulla scena mondiale, per la promozione della pace, della democrazia, dei diritti umani e delle libertà fondamentali (si pensi alla libertà di religione, duramente minacciata e offesa anche in questi giorni), valori inscritti nel dna dell’Europa comunitaria.
Commissione Ue
I passi compiuti raccolti in una pubblicazione Anche nel 2011 l’Unione “continuerà ad affrontare le preoccupazioni dei suoi cittadini”. È l’impegno che assume la Commissione Barroso, a nome di tutte le istituzioni comunitarie, reso esplicito nella pubblicazione intitolata “L’Europa e voi. Una panoramica dei successi dell’Ue”. La nuova edizione dell’opuscolo (disponibile in rete in tutte le lingue ufficiali, www.europa.eu) aggiorna l’opinione pubblica continentale “su alcuni passi concreti che l’Unione ha compiuto nel 2010 per migliorare e semplificare la vita” di 500 milioni di persone che vivono all’interno dei suoi confini. Dieci gli argomenti sui quali si sofferma il documento. Tra i più significativi: assicurare un’economia sana e mercati finanziari più solidi; promuovere le piccole imprese e creare nuovi posti di lavoro; proteggere i bambini; processi più equi; assistenza alle vittime
dei disastri; approvvigionamento di energia più sicuro. I leader dell’Unione hanno dato prova – secondo la Commissione – di saper collaborare in maniera efficace, “trovando una serie di soluzioni per affrontare le turbolenze che hanno investito le finanze pubbliche”. L’intervento dell’Ue, definito “rapido” ha preservato la stabilità e la credibilità dell’euro, ha generato fiducia nei mercati, ha aiutato gli Stati in difficoltà a ristabilire le loro finanze e ha creato meccanismi per ripararsi da shock futuri”. Gli interventi a favore di Grecia e Irlanda e il nuovo meccanismo permanente per garantire la stabilità di Eurolandia si orientano in tale direzione. “Parallelamente, l’Ue ha imposto regole più severe per gli Stati membri, le banche e i banchieri. Sono stati inoltre creati nuovi organi su scala europea per vigilare sugli attori finanziari, che han-
no “preso servizio” con il 1° gennaio 2011. Rimanendo nell’ambito economico, il documento dedica un capitolo alle piccole e medie imprese (Pmi). Di palese importanza le pagine dedicate alla tutela dei minori. Vi si legge: “Si stima che una percentuale compresa tra il 10% e il 20% dei bambini europei sia vittima di qualche forma di abuso sessuale. Allo stesso tempo, il numero dei siti web dedicati alla pedopornografia sta crescendo, con circa 200 nuove immagini messe in circolazione ogni giorno”. Per queste e altre ragioni l’Esecutivo ha proposto pene più severe per l’abuso sui minori, lo sfruttamento sessuale e la pedopornografia. “Le nuove regole riguardano anche il cosiddetto adescamento di minori (stringere amicizia con i bambini conversando sul web con l’intenzione di abusarne sessualmente), nonché il turismo sessuale”.
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
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Cultura
Un nuovo “rinascimento digitaleâ€? Un nuovo, possibile “rinascimento digitaleâ€? per la cultura europea, promosso dall’Ue e dagli Stati membri, utilizzando le potenzialitĂ di internet e mettendo in rete il patrimonio culturale del continente. Ăˆ quanto auspica il “Comitato dei saggiâ€? (Maurice LĂŠvy, Elisabeth Niggemann e Jacques de Decker) costituito dall’Unione europea per analizzare il tema della cultura in rapporto alla piĂš ampia strategia comunitaria dell’Agenda digitale, dell’informatica e della comunicazione web. La relazione del Comitato contiene “un pressante invito agli Stati membri dell’Ue affinchĂŠ intensifichino il loro impegno per la messa in rete di tutte le collezioni da essi detenute in biblioteche, archivi e museiâ€? e sottolinea “i benefici presentati da una maggiore accessibilitĂ della cultura e delle conoscenze dell’Europaâ€?. Elenca inoltre i potenziali vantaggi economici della digitalizzazione in alcuni settori come turismo, ricerca ed educazione.
Eurostat
Una frenata nella crescita Le ďŹ rme sotto il Trattato di Lisbona
Quel 18 aprile 1951... Il battesimo ufďŹ ciale della prima esperienza di concertazione sovranazionale fra sei nazioni del vecchio continente (Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) risale al 18 aprile 1951: con la ďŹ rma del Trattato di Parigi nasceva la Ceca, ComunitĂ europea del carbone e dell’acciaio, alla quale avevano tenacemente lavorato gli statisti dell’epoca, trascinati dai francesi Robert Schuman e Jean Monnet, dal tedesco Konrad Adenauer e dall’italiano Alcide De Gasperi. La via era stata indicata un anno prima, il 9 maggio 1950, con la Dichiarazione Schuman, che aveva affermato: “La pace mondiale non potrĂ essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. L’Europa non potrĂ farsi in una sola volta, nĂŠ sarĂ costruita tutta insieme; essa sorgerĂ da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietĂ di fatto‌ Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta autoritĂ , nel quadro di un’organizzazione alla quale possono aderire gli altri Paesi europeiâ€?. Ciò “assicurerĂ subito la costituzione di basi comuni per lo sviluppo economico, prima tappa della federazione europeaâ€?. La Ceca entrerĂ in funzione il 23 luglio 1952 e di fatto fungerĂ da modello per un ampliamento della collaborazione tra i Paesi fondatori, ďŹ no ai Trattati di Roma del 25 marzo 1957, costitutivi della Cee, ComunitĂ economica europea, e dell’Euratom, la comunitĂ per l’utilizzo a scopi paciďŹ ci dell’energia atomica. Dagli ulteriori sviluppi di queste tre comunitĂ , e dalla successiva revisione dei trattati nascerĂ , nel 1992, l’attuale Unione europea, che oggi, con 27 Stati aderenti e 500 milioni di cittadini, è uno dei principali protagonisti sulla scena mondiale, assicurando pace e democrazia all’interno dei suoi conďŹ ni e proponendosi di affrontare le sďŹ de dell’era globale con i criteri guida della solidarietĂ e della sussidiarietĂ , sanciti dal Trattato di Lisbona.
Il prodotto interno lordo della zona euro è cresciuto dello 0,3% nel terzo trimestre 2010 (contro una previsione precedente dello 0,4%), mentre nell’Ue27 è aumentato dello 0,5%. La crescita economica, conferma Eurostat, sta dunque rallentando. Tra luglio e settembre 2010 “la Svezia ha segnato il piĂš forte tasso di sviluppoâ€? (2,1%) rispetto al trimestre precedente, seguita da Lussemburgo (1,5) e Polonia (1,3). Dati positivi – cioè attorno all’1% – anche per Repubblica ceca, Danimarca, Lettonia, Ungheria, Austria e Slovacchia. Tra i Paesi piĂš grandi, Germania e Regno Unito mostrano i dati migliori (+0,7%). Nello stesso periodo il Pil è aumentato dello 0,6% negli Stati Uniti e dell’1,1% in Giappone. Sempre Eurostat rende noti i dati sulla disoccupazione, che a novembre 2010 si è assestata al 10,1% in Eurolandia e al 9,6% nell’Ue27. Il numero totale delle persone senza lavoro nell’Unione sale a 23 milioni e 248mila.
Ungheria
Un anno per il volontariato “Riconoscere il contributo del volontariato per l’economia, la societĂ e l’individuo. A che punto siamo e dove vogliamo andare?â€?: è il titolo della conferenza internazionale tenuta l’8 gennaio a Budapest nell’ambito della cerimonia di inaugurazione dell’Anno europeo del volontariato. La manifestazione è stata promossa dalla Commissione Ue e dalla presidenza di turno ungherese dell’Unione, e ha visto, fra gli altri, la partecipazione del presidente della Repubblica d’Ungheria, PĂĄl Schmitt, e della vice presidente della Commissione, Viviane Reding. “L’anno europeo del volontariato – ha affermato la Reding – vuole incoraggiare un maggior numero di persone a dare il proprio contributo, facilitando le attivitĂ di volontariato, ricompensando i volontari, ad esempio tramite un riconoscimento formale delle competenze acquisite nel prestare la loro opera, migliorando la qualitĂ del volontariato con un’apposita formazione e assegnando a ogni servizio la persona piĂš qualiďŹ cata disponibile, facendo opera di sensibilizzazione al valore del volontariatoâ€?.
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Giuliano Guatta È un giovane artista che si è recentemente cimentato nell’illustrazione del Prologo del Vangelo di Giovanni mettendo in stretto rapporto parole e immagini secondo la tecnica antica ed enigmatica del calligramma. “E la Parola si fece carne” (2010). Grafite su carta. Collezione privata
Contemplare e conoscere di Giuseppe Fusari
Il Vangelo della domenica II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Giovanni (1, 29-34) Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: ‘Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me’. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: ‘Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo’. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
Nel Vangelo di Giovanni, il Battista non conosce Gesù, non c’è tra loro legame di parentela o di intrinsecità come si vede in controluce in Matteo o si dice esplicitamente in Luca. Qui il Battista dice ‘io non lo conoscevo’. Ma nel testo di Giovanni ‘conoscere’ ha un significato molto più forte di quello che solitamente usiamo: è entrare nel profondo dell’altro, sondarne il mistero. Per questo il Battista dice ‘non lo conoscevo’: perché ha potuto conoscere, entrare nel mistero di Gesù solo dopo aver ‘visto’ o ‘contemplato’ lo Spirito scendere e rimanere su di lui. Anche ‘vedere’ e ‘contemplare’ in Giovanni ha un significato forte: è la base della testimonianza, la verifica della verità, la certezza che il fatto si è compiuto. E all’inizio del suo Vangelo, proprio Giovanni dice che il Padre che nessuno ha mai ‘visto’ si è ‘rivelato’ in Cristo. Gesù è l’unica possibilità di ‘vedere’ il Padre, lo dice lui stesso a Filippo che lo reclama, e il Battista, all’inizio della storia pubblica di Gesù dice di avere ‘visto’. Solo vedendo si conosce e solo conoscendo si dà testimonianza. È una dinamica profonda che è alla base del messaggio che Giovanni dà ai cristiani che ricevevano il suo Vangelo. Ma è questa stessa dinamica quella che accompagna la storia di ogni cristiano, fino a oggi. L’intensità di quello che è accaduto all’inizio continua a essere il fondamento di quello che succede oggi, è il senso della fede, la certezza del dono ricevuto. Il Battista sa cosa ha visto e per questo conosce Gesù e lo testimonia come l’agnello di Dio, quello che prende su
di sé il peccato del mondo. Finisce lì la sua missione perché finisce il battesimo di penitenza, il battesimo dell’attesa e comincia il battesimo dello Spirito quello, cioè, che apre la porta del Regno di Dio. È tolto via il motivo dell’attesa: non si aspetta più chi toglie il peccato del mondo. Lui è presente: per questo è l’ora dello Spirito. Il Battista capisce bene che il suo tempo è compiuto e lo dice in quello ‘scendere e rimanere’ dello Spirito su Gesù. Non solo scendere, ma rimanere, quindi sul fatto che lo Spirito rimanga in Gesù e quindi in mezzo agli uomini. Non solo Gesù riceve lo Spirito, ma diventa ‘luogo’ dello Spirito per gli uomini. Il peccato che allontanava da Dio è portato via da lui, anzi, portato su di sé: non è dimenticato, ma preso da lui, allontanato da noi perché potessimo avere lo Spirito. Imparare a vedere Gesù è, in fondo, fidarsi della testimonianza del Battista e conoscerlo come colui che prende su di sé il peccato così da permettere che lo Spirito venga e rimanga anche su di noi. Sono parole difficili che però racchiudono in sé la vera libertà del cristiano: contare sullo Spirito e non sul peccato, sull’opera di Dio e non sui nostri fallimenti. Oggi non esiste più il peccato, non lo si sente più, non lo si avverte. Tuttavia il suo peso è visibile nella tensione che esiste più o meno sotterranea in ogni strato della società. Non possiamo togliere noi il peccato dal mondo, anche se fingiamo di dimenticarlo: è solo l’agnello di Dio che lo prende su di sé che lo può fare. E questa è la radice della speranza.
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Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it
Benedetto XVI Al Corpo diplomatico
Libertà religiosa, il primo diritto
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“La dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo, la misura della realizzazione del suo destino e della costruzione della comunità a cui appartiene. Pertanto, quando l’individuo stesso o coloro che lo circondano trascurano o negano questo aspetto fondamentale, si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale”: lo ha detto il 10 gennaio in Vaticano papa Benedetto XVI, nel discorso per il tradizionale incontro di inizio anno con gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede. Il Papa ha ricordato come vi siano oggi “numerose situazioni nelle quali, purtroppo, il diritto alla libertà religiosa è leso o negato”, citando anzitutto il Medio Oriente, dove le comunità cristiane sono “così provate a causa della loro adesione a Cristo e alla Chiesa”. Ha fatto quindi riferimento all’Iraq, dove i numerosi attentati contro i cristiani stanno spingendo i fedeli “a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli”. Ha poi richiamato il recente attentato ad Alessandria, in Egitto, affermando che “questa successione di attacchi è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i governi della regione di adottare, malgra-
a cura di Renato Longhi
do le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose”. Riferendosi ancora agli atti ostili verso i credenti in Medio Oriente, Benedetto XVI ha affermato: “Apprezzo l’attenzione per i diritti dei più deboli e la lungimiranza politica di cui hanno dato prova alcuni Paesi d’Europa negli ultimi giorni, domandando una risposta concertata dell’Unione europea affinché i cristiani siano difesi nel Medio Oriente”, citando poi espressamente gli Stati della Penisola Arabica, dove “vivono numerosi lavoratori immigrati cristiani”, per i quali ha espresso l’auspicio “che la Chiesa cattolica possa disporre di adeguate strutture pastorali”. Nella parte centrale del discorso, il Papa ha richiamato il Pakistan e la legge contro la blasfemia, incoraggiando “di nuovo le autorità di quel Paese a compiere gli sforzi necessari per abrogarla, tanto più che è evidente che essa serve da pretesto per provocare ingiustizie e violenze contro le minoranze religiose”. Parlando dell’Asia, con situazioni a volte molto difficili per la libertà religiosa, ha tra l’altro affermato: “In questo momento, il mio pensiero si volge di nuovo verso la comunità cattolica della Cina continentale e i suoi pastori, che vivono un momento di difficoltà e di prova”. Un pen-
siero è andato anche a Cuba, che ha “celebrato nel 2010 settantacinque anni di relazioni diplomatiche ininterrotte con la Santa Sede”. Circa la situazione nei Paesi dell’Occidente, Benedetto XVI ha rilevato che “la religione subisce una crescente emarginazione” e si tende a considerarla (“ogni religione”, ha precisato), “come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante, e si cerca con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale”. Ha citato – tra l’altro – le leggi contro l’obiezione di coscienza degli operatori sanitari, rallegrandosi “per l’adozione da parte del Consiglio d’Europa (...) di una Risoluzione che protegge il diritto del personale medico all’obiezione di coscienza di fronte a certi atti che ledono gravemente il diritto alla vita, come l’aborto”. Sempre in tema di “emarginazione della religione”, il Papa ha richiamato la tendenza “a bandire dalla vita pubblica feste e simboli religiosi, in nome del rispetto nei confronti di quanti appartengono ad altre religioni o di coloro che non credono”. “Agendo così – ha aggiunto – non soltanto si limita il diritto dei credenti all’espressione pubblica della loro fede, ma si tagliano anche radici culturali che alimentano l’identità profonda e la coesione sociale di numerose nazioni. L’anno scorso, alcuni Paesi europei si sono associati al ricorso del Governo italiano nella ben nota causa concernente l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici”.
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Ecclesia Chiesa bresciana
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Duemila anni fa i primi discepoli di Cristo riuniti a Gerusalemme, vissero l’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, e furono uniti insieme come corpo di Cristo. In quell’evento i cristiani di ogni tempo e di ogni luogo riconoscono la propria origine come comunità di credenti, chiamati insieme a proclamare Gesù Cristo Signore e salvatore
Il Vescovo consegna la lettera di solidarietà alla comunità dei copti a Brescia
18-25 gennaio La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
L’esempio della prima Chiesa
L a cura di Lucio Corbò
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2011, che si celebra dal 18 al 25 gennaio, è stata preparata quest’anno dai cristiani di Gerusalemme, che hanno scelto come brano la pericope degli Atti degli Apostoli 2, 42-47, da cui è ripreso il primo versetto come tema della Settimana stessa: “Essi ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme”. È un richiamo alle origini della prima Chiesa in Gerusalemme che ispira al rinnovamento e al ritorno all’essenza della fede; è una chiamata a rivivere il tempo in cui la Chiesa era ancora
unita. All’interno del tema vengono presentati quattro elementi peculiari della comunità cristiana originaria, ed essenziali alla vita di ogni comunità cristiana, ovunque essa si trovi. In primo luogo la parola, che era trasmessa dagli apostoli; in secondo luogo la comunione (koinonia), che era una caratteristica dei primi credenti ogniqualvolta si riunivano insieme; in terzo luogo, anch’esso segno distintivo della prima Chiesa, la celebrazione eucaristica (lo spezzare il pane), che ricorda la nuova alleanza inaugurata da Gesù con la sua sofferenza, morte e risurrezione; in quarto luogo l’offerta di una incessante preghiera. Questi quattro elementi costituiscono i
Ufficio diocesano per l’ecumenismo
Invito alla riflessione e alla preghiera L’Ufficio diocesano per l’ecumenismo promuove alcune iniziative. In particolare lunedì 17 gennaio, alle ore 20.45, presso la Sala Bevilacqua di via Pace 10, il rabbino capo di Ferrara, rav Ariel Finzi, presenterà il tema proposto dalla Cei e dalla Comunità ebraica “Onora il padre e la madre” (Esodo 20,12). È importante che nelle Messe di domenica 16 gennaio si faccia un ricordo della “Giornata di riflessione ebraico-cristiana” nella preghiera universale. Giovedì 20 gennaio, alle ore 20.45, presso la chiesa Valdese di via Dei Mille 4, ci sarà una celebrazione ecumenica della Parola di Dio. Sabato 22 pomeriggio e domenica 23 gennaio, esercizi spirituali
ecumenici e interreligiosi, presso Villa Pace di Gussago (Brescia). Per informazioni e iscrizioni presso l’Azione cattolica in via Tosio, tel. 030 40102. Domenica 23 gennaio, alle ore 19.30, nella chiesa della Pace si conclude la Settimana di preghiera con la celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher con un intervento della pastora Anne Zell della Chiesa valdese-metodista. Giovedì 3 febbraio, alle ore 18, presso la libreria dell’Università cattolica, via Trieste, Brescia, il professore don Antonio Zani presenterà il libro di padre Vladimir Zelinsky, “Mistero. Cuore. Speranza. Invito alla spiritualità russa” (Àncora).
pilastri della vita della Chiesa e della sua unità. La comunità cristiana della Terra Santa desidera mettere in rilievo questi elementi basilari, mentre eleva a Dio la preghiera per l’unità e la vitalità della Chiesa in tutto il mondo. I cristiani di Gerusalemme invitano le loro sorelle e i loro fratelli nel mondo ad unirsi in preghiera mentre essi lottano per la giustizia, la pace e la prosperità per tutti i popoli del loro territorio. Duemila anni fa i primi discepoli di Cristo riuniti a Gerusalemme, vissero l’esperienza dell’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, e furono uniti insieme come corpo di Cristo. In quell’evento i cristiani di ogni
Una lettera del Vescovo in occasione del loro Natale
La diocesi di Brescia per i copti In occasione della festa del Natale che i cristiani ortodossi copti hanno celebrato venerdì 7 gennaio, il Vescovo di Brescia ha incontrato i copti di Brescia riunitisi il giorno dell’Epifania nella loro chiesa dedicata a San Marco nel centro di Brescia (in via Laura Cereto). Il Vescovo ha consegnato loro una lettera nella quale ha espresso tutta la solidarietà della Chiesa bresciana per la sofferenza vissuta dalla comunità copta in Egitto. Ha scritto, fa l’altro, il Vescovo: “Carissimi, da diversi anni la vostra Chiesa è presente in mezzo a noi. Ammiriamo molto le vostre radici cristiane che affondano nella lunga tradizione del monachesimo del deserto, ricco di quella spi-
ritualità di cui il nostro mondo ha ancora bisogno. Per questo vi chiediamo che la vostra presenza in mezzo a noi possa essere anche più visibile. So che partecipate volentieri al cammino ecumenico e sono convinto che con la vostra tradizione siete una ricchezza per tutta le Chiesa. Siamo a conoscenza dei momenti difficili che i copti stanno vivendo in questi giorni in Egitto dopo il sanguinoso e vile attentato ad Alessandria. Vi assicuro che la vostra sofferenza è condivisa da me e da tutti i fedeli bresciani e vi esprimiamo tutta la nostra fraterna solidarietà. Desideriamo che da noi possiate sentirvi a casa vostra, liberi di cantare la nostra comune fede in Cristo”.
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tempo e di ogni luogo riconoscono la propria origine come comunità di credenti, chiamati insieme a proclamare Gesù Cristo Signore e salvatore. Nonostante quella Chiesa di Gerusalemme avesse dovuto affrontare delle difficoltà, sia interne che esterne, i suoi membri perseverarono in fedeltà e comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera. Non è difficile vedere come la situazione dei primi cristiani nella Città Santa rispecchi quella della Chiesa di Gerusalemme oggi. L’attuale comunità, infatti, rivive molte delle gioie e dei dolori della prima Chiesa: ingiustizie e disuguaglianze, divisioni, ma anche fedele perseveranza e riconoscimento di una più vasta unità fra i cristiani. Le Chiese di Gerusalemme oggi ci offrono una visione di che cosa significhi lottare per l’unità, malgrado grandi problemi. Esse ci mostrano che l’anelito all’unità può essere più che semplici parole, e, in realtà, può orientarci verso un futuro di impegno concreto. Ci vuole senso della realtà
per realizzare questa idea. La responsabilità delle nostre divisioni resta nostra, esse sono il risultato delle nostre azioni. Quando preghiamo dobbiamo chiedere a Dio di cambiarci, di convertirci per lavorare attivamente per l’unità. Siamo disposti a pregare per l’unità, ma la sola preghiera non può sostituire l’azione concreta per l’unità. Non siamo forse noi stessi un impedimento all’azione dello Spirito Santo perché siamo noi l’ostacolo all’unità? Non è forse la nostra stessa bramosia che blocca l’unità? La chiamata all’unità quest’anno giunge alle Chiese di tutto il mondo da Gerusalemme, la Chiesa madre. Memori delle proprie divisioni e dell’urgenza di fare di più per l’unità del corpo di Cristo, le Chiese di Gerusalemme esortano tutti i cristiani a riscoprire i valori che tennero uniti i primi cristiani di Gerusalemme, quando essi rimasero fedeli all’insegnamento degli apostoli, alla comunione fraterna, allo spezzare il pane insieme e alla preghiera. Questa è la sfida che si pone innanzi a noi. I cristiani di Gerusalemme invitano i loro fratelli e le loro sorelle a rendere questa Settimana di preghiera un’occasione per un rinnovato impegno a lavorare per un ecumenismo genuino, fondato sull’esperienza della prima Chiesa. La commissione ecumenica della Cei ha diffuso un comunicato in cui si legge, fra l’altro: “Invitiamo tutti i cristiani a unire le loro voci nella lode a Dio Trinità elevando la loro preghiera per l’unità dei cristiani in tutto il mondo, ma soprattutto nella nostra terra. Noi, come quei primi cristiani, abbiamo bisogno di continuare a pregare insieme per il dono dell’unità, che dà grande speranza al mondo, per la pacifica convivenza dei popoli e la pace nell’universo; così facendo anche noi saremo trasformati da questa preghiera, e a mano a mano ciò per cui preghiamo si realizzerà nel nostro stesso essere. Saremo rafforzati da questa preghiera e mossi ad incarnare la pace che sgorga da essa”.
Un’immagine della Festa dei popoli in Cattedrale nel giorno dell’Epifania
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Consiglio pastorale diocesano
Il compito di individuare le direzioni della pastorale Il vescovo Monari non scriverà probabilmente nessuna lettera per il prossimo anno pastorale. Dopo le riflessioni su Parola di Dio, eucaristia e comunità era nel cuore del Vescovo di Brescia dedicare una riflessione al tema della missione, ma interrogato il nuovo Consiglio pastorale sul tema ne è venuta l’indicazione di soprassedere per un anno al progetto per dedicare del tempo all’assimilazione e alla verifica delle tre lettere precedenti sia per i cristiani che per le comunità parrocchiali bresciane. Non, quindi, un anno di sospensione, ma un anno di verifica quello che attenderà la Chiesa bresciana con strumenti adatti a rendere fecondo il cammino compiuto. Il nuovo Consiglio pastorale diocesano ha tenuto la sua prima sessione lo scorso 8 gennaio 2011 presso il Centro pastorale Paolo VI dopo una gestazione durata alcuni mesi e iniziata con il rinnovo dei Consigli pastorali parrocchiali dello scorso mese di aprile. Dai Consigli parrocchiali sono scaturiti i Consigli pastorali zonali che eleggendo i propri rappresentanti sono andati a costituire il nuovo Consiglio diocesano che conta, oltre ai 32 laici rappresentanti delle zone, alcuni sacerdoti, consacrati, rappresentanti delle associazioni laicali in parte eletti e in parte indicati dal Vescovo. L’organismo, che resterà in carica fino al 30 giugno 2015, ha come segretario il dott. Giovanni Falsina, già presidente dell’Azione cattolica di Brescia, che subentra all’avv. Michele Bonetti. Nella prima sessione il vescovo Luciano ha voluto rimarcare le sue attese e i compiti di questo fondamentale organismo di comunione ecclesiale: “Mi aspetto anzitutto che mi aiutiate a definire il programma pastorale diocesano che consiste nell’elaborazione del cammino annuale (la lettera pastorale – ndr), ma anche a cogliere attraverso una riflessione permanente le direzioni di fondo della pastorale ordinaria”. Il Vescovo ha ricordato i punti di riferimento costanti attraverso cui esercitare questo compito: “Anzitutto il Concilio Vaticano II, il cammino del magistero ordinario del Papa, tra questi indico alcuni documenti come l’Evangelii nuntiandi di Paolo VI e la Novo millennio ineunte di Giovanni Paolo II. Infine gli orientamenti dei Vescovi che in questo decennio ci ricordano l’urgenza della sfida educativa“. Al Consiglio poi compete l’onere della verifica che andrà fatta con strumenti adeguati tenendo sullo sfondo quelli che sono oggi i problemi principali in cui siamo immersi: il problema della fede, quello del pluralismo religioso e quello dell’immagine della Chiesa nel contesto culturale attuale. “Servono per questo compito i laici con le loro tipiche ministerialità da esercitare nella vita della comunità cristiana, in particolare nella famiglia e in quei campi della società (politica, economia, lavoro) a cui sono maggiormente orientati nell’edificazione del Corpo di Cristo”. La discussione nei gruppi di studio seguita all’introduzione di mons. Monari ha permesso al Consiglio di dare al Vescovo una prima indicazione circa il programma annuale per il 2011-2012, insieme a una serie di urgenze per il cammino diocesano tra cui spicca l’attenzione al tema educativo e alla pastorale familiare, quello dell’unità pastorale e del prossimo sinodo diocesano a esse dedicato, come pure la testimonianza nei campi nel contesto sociale bresciano fortemente mutato negli ultimi anni. A conclusione dei lavori di questa prima seduta il rettore mons. Carlo Bresciani ha offerto una comunicazione sul Seminario diocesano e l’economo diocesano mons. Giuliano Nava ha presentato alcune note sul bilancio della Curia diocesana e dell’Ente diocesi. (Adriano Bianchi)
Il nuovo Consiglio pastorale diocesano
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Ecclesia Chiesa bresciana
In memoria
Mons. Angelo Crescenti Martedì 11 gennaio il Signore ha chiamato a sé mons. Angelo Crescenti. Era nato a Ospitaletto il 23 aprile 1917 ed era stato ordinato sacerdote a Brescia il 30 maggio 1942. Iniziò il ministero come vicario parrocchiale a Bornato, dove operò fino al 1945, passando poi alla parrocchia della Cattedrale di Brescia, dove fu vicario parrocchiale, oltre che cerimoniere del vescovo mons. Giacinto Tredici fino al 1958, quando fu nominato abate di Pontevico. Nel 1992 rinunciò alla parrochia, ritirandosi nel paese natale ed esercitando il ministero dell’esorcismo. È deceduto nella sua abitazione di Ospitaletto. I funerali, presieduti da mons. Luciano Monari, si sono celebrati giovedì 13 gennaio e mons. Angelo è stato sepolto nel cimitero di Ospitaletto. Partecipiamo al lutto con la preghiera. Pubblicheremo il necrologio di mons. Angelo in un numero successivo del nostro giornale.
Don Luigi Bresciani Lunedì 10 gennaio ha cessato di vivere, presso la Rsa Fondazione Angelo Passerini di Nozza, don Luigi Bresciani.Era nato a Trevenzuolo (Vr) il 20 dicembre 1922. Ordinato sacerdote a Brescia il 15 giugno 1946, fu vicario parrocchiale a Vestone fino al 1950, anno in cui divenne parroco di Levrange. L’anno seguente gli fu affidata anche la parrocchia di Ono Degno, nel 1993 si aggiunsero le parrocchie di Avenone e Forno d’Ono. Il suo servizio per tutte queste parrocchie è continuato fino all’anno del suo ritiro, nel 1998. Per un paio d’anni, 1993-1994, fu anche parroco di Lavino. I funerali si sono svolti mercoledì 12 gennaio a Levrange, dove è stato sepolto nel locale cimitero. “Voce” prega per la pace eterna di don Luigi e di lui parlerà in misura adeguata prossimamente.
Maria Lanzini Il 14 febbraio prossimo ricorre il primo anniversario della morte di Maria Lanzini di Torbiato di Adro. Aveva 94 anni. I suoi cari la ricordano come esempio di vita cristiana. Era una madre semplice che sapeva comunicare sentimenti positivi.
La statua di Sant’Angela a Desenzano
Festa di Sant’Angela Un pellegrinaggio speciale
Da Desenzano a Brescia Giovedì 27 gennaio ricorre la festa di Sant’Angela Merici. Pubblicheremo la prossima settimana il programma della festa. Qui vogliamo anticipare alcune iniziative. Nel Santuario della Santa, in via Crispi a Brescia, domenica 23 gennaio alle ore 16 Messa solenne “Salve Regina” di Sthele cantata dai cori di Iseo e di Passirano. Alle 17 concerto “La musica dell’età della Controriforma”. Sempre nel Santuario, nelle giornate di lunedì 24, martedì 25 e mercoledì 26 gennaio alle ore 8.30 S. Messa con recita delle Lodi e nella serata di mercoledì alle 20.30 ci sarà una veglia vocazionale. Nel giorno della festa, il 27 gennaio, è stato programmato un pellegrinaggio speciale. È un cammino nuovo che intende valorizzare in modo particolare la festività di S. Angela, ripercorrendo il viaggio che Lei fece nel 1516, dalla sua casa alle Grezze di Desenzano per trasferirsi a Brescia ove fonderà la Compagnia di S. Orsola. Nella sua lunga vita Angela è stata una pellegrina d’eccellenza, tanto che le tappe più importanti della sua evoluzione spirituale sono strettamente connesse a questi cammini verso i luoghi sacri della cristianità, dalla Terra Santa a Roma, dalla tomba della beata Osanna Andreasi a Mantova al Sacro Monte di Varallo. Con questa proposta si intende riprendere questa modalità devozionale tanto cara a S. Angela e ancor oggi essenziale per l’uomo contemporaneo. Essendo il percorso dalle Grezze di De-
senzano al Santuario di S.Angela in via Crispi a Brescia di circa 40 km, impensabili da percorrere in un solo giorno alla fine gennaio quando le giornate sono ancora molto corte, il cammino sarà spezzato in due parti. Prima parte dalla casa di S. Angela alle Grezze di Desenzano fino alla Pieve di Pontenove di Bedizzole, per un totale di 18 km e 5 ore di cammino, comprese le soste, interamente su pista ciclabile. Seconda parte, trasferimento in auto a Brescia presso l’oratorio della parrocchia di S. Angela Merici in via Cimabue 271 a San Polo, dove si potrà consumare al caldo il proprio pasto al sacco. Dopodiché si ripartirà a piedi, insieme ad altre persone della comunità che condivideranno l’ultimo tratto di strada fino al Santuario di S. Angela in via Crispi in Brescia, dove alle ore 16 il vescovo Luciano celebrerà la S. Messa. È importante comunicare tempestivamente l’adesione in modo che si possa organizzare adeguatamente il servizio trasporto da Pontenove a Brescia. Al mattino il trasferimento a Desenzano si effettuerà con il treno regionale 2087 che parte da Brescia alle ore 7.34 e arriva a Desenzano alle ore 7.48. Per comunicare l’adesione o per informazioni: Compagnia di S. Orsola Figlie di S. Angela di Brescia, 030295675- email: info@angelamerici.it; Matteo 3406149024; Alberto 3381295061; Dino 3333376570; Ennio 3356655471; Giacomo 3475267033; Romeo 3478540891.
Concluse le celebrazioni per il 4 º centenario dell’Ordine
Le Visitandine di Salò nella continuità della vocazione Nello scorso dicembre si sono concluse le celebrazioni per il 4º centenario di fondazione dell’Ordine della Visitazione promosse dal monastero delle Visitandine di Salò. In particolare domenica 12 dicembre, all’ora consueta della Messa, che riunisce con la comunità monastica di Salò anche le parrocchie di Villa e di Campoverde, si è svolta una solenne concelebrazione presieduta da mons. Giulio Sanguineti, vescovo emerito di Brescia. Gratitudine e gioia sono state le note dominanti della celebrazione. E di gioia ha parlato mons. Sanguineti sottolineando con vigore l’esigenza e l’urgenza, per ogni cristiano, di dare testimonianza di gioia. Gioia per Colui che è già venuto per la nostra salvezza, attesa di Lui che tornerà nella gloria, attenzione a Lui che viene in ogni istante presente. In questa venuta ‘mediana’ il Vescovo ha posto anche la realtà della fondazione, e della vita, della Vi-
sitazione, come richiamo al mondo che “esiste una ragione ultima per cui vale la pena di vivere: Dio e il suo amore imperscrutabile”(Verbum Domini). L’Ordine della Visitazione inoltre, proprio per essere nato da una straordinaria amicizia tra i suoi primi membri e per il suo tipico stile di vita fraterna connotato dalla reciproca dilezione, è in modo particolare “segno visibile di quell’amore dinamico e diffusivo che intercorre tra le Persone della Santissima Trinità”. Queste alcune delle suggestioni che ha lasciato ai presenti mons. Sanguineti come efficace stimolo per una riflessione personale. A centenario concluso, qualcuno potrebbe chiedere: e ora? tutto finito? Certo che no. Infatti la parola ‘fine’ per quanto riguarda gli eventi esteriori, segna in realtà una nuova partenza; l’aver fatto memoria apre più consapevolmente al futuro. E questo è par-
ticolarmente vero per le suore che, mentre chiudono il 4º centenario di fondazione del loro Ordine, si dispongono a un tempo di riflessione e preparazione (per ora remota, ma non troppo) in vista di un altro anniversario, quello che nel 2012 ricorderà i 300 anni di vita della Visitazione di Salò. In questo itinerario è guida; e particolarmente autorevole, anche la parola del papa Benedetto XVI, con la lettera da lui indirizzata a tutto l’Ordine per il 4º centenario. “La ricerca della santità nelle occupazioni quotidiane, fondata sulla dolcezza e l’umiltà, la semplicità e la pace del cuore, nel fare ‘tutto per amore, nulla per costrizione’ è al cuore della spiritualità della Visitazione”, ha ricordato il Papa. Ha augurato alle Visitandine di rinnovare la freschezza della loro vocazione contemplativa per testimoniare che “il dono totale di sé a Dio può ben colmare il cuore della persona umana”.
Ecclesia Agenda
LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 14 GENNAIO 2011 6 MARZO 2009
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Agenda del Vescovo Venerdì 14 gennaio Ore 21 – Brescia – Incontro di spiritualità con i giovani presso la Basilica delle Grazie.
Sabato 15 gennaio
Missionari saveriani
Il dialogo cristiano-ebraico In occasione della Giornata del dialogo ebraico-cristiano (17 gennaio) e della Giornata della memoria (27 gennaio) il Centro saveriano di animazione missionaria invitano alla presentazione del libro “Renzo Fabris. Una vita per il dialogo cristiano-ebraico”, di Brunetto Salvarani. Dialogano con l’Autore Bruno Segre, direttore della rivista di cultura ebraica “Keshet” e Franca Ciccolo, vedova Fabris e membro dell’associazione italiana amici di “Nevé shalom/Waahat as-salaam”; modera Mario Menin, direttore di “Missione oggi”. L’incontro si svolge presso i Missionari saveriani, sala del Romanino, in via Piamarta, 9 martedì 18 gennaio alle ore 17.30.
Familiari del clero
Incontro spirituale Martedì 18 gennaio, in concomitanza con l’inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si tiene l’incontro spirituale per i familiari del clero. L’appuntamento è presso il Centro pastorale Paolo VI dalle 9 alla 15.
Villa Luzzago di Ponte di Legno
Corso di esercizi spirituali Dalla sera di domenica 27 febbraio alle lodi di sabato 5 marzo si svolge un corso di esercizi spirituali a Villa Luzzago di Ponte di Legno. Saranno predicati da don Antonio Zani, docente di teologia patristica. Il tema è il libro di Giona. Il corso verrà effettuato al raggiungimento del numero di 25 partecipanti. Informazioni e iscrizioni: don Cesare Isonni Telefono: 335 67 89 965. E-mail: villaluzzago@diocesi.brescia.it Il corso verrà effettuato al raggiungimento del numero di 25 partecipanti.
Ingressi parrocchiali
Don Fiammetti a Bargnano, Corzano e Frontignano Nello scorso fine settimana don Tarcisio Fiammetti ha fatto l’ingresso nelle parrocchie della unità pastorale affidata al suo ministero: Bargnano, Corzano e Frontignano. I tempi e i luoghi delle cerimonie sono stati: nel pomeriggio di sabato 8 gennaio a Corzano; nella mattinata di domenica 9 a Bargnano e nel pomeriggio a Frontignano. A presiedere i riti di immissione era il vicario zonale don Domenico Amidani. Don Fiammetti è nato a Pompiano nel 1955, è sacerdote dal 1988. Ha svolto il ministero come curato nelle parrocchie dei Santi Francesco e Chiara in città, a Cellatica, a Roncadelle e come parroco, dal 2001, a Berlinghetto; è stato per alcuni anni cappellano presso la clinica S. Camillo.
Don Boldrini a Milzano Il parroco di Pavone Mella, don Lorenzo Boldrini, è dal 6 gennaio anche parroco di Milzano. È nata così una nuova unità pastorale, presieduta appunto da don Lorenzo che potrà contare sulla collaborazione di don Gianni Piovani. Don Boldrini è nato a Orzinuovi nel 1962 ed è sacerdote dal 1991. Ha operato nelle parrocchie di Rezzato e di Lumezzane San Sebastiano come curato; è parroco di Pavone dal 2004.
Museo diocesano
Chiusura invernale Il Museo diocesano di Brescia effettua la chiusura invernale dal 7 gennaio all’11 febbraio incluso. I gruppi organizzati e le scolaresche potranno comunque visitare il Museo previa prenotazione allo 030/40233.
Ore 9.30 – Brescia – Incontro con gli ex-alunni dell’Istituto superiore per formatori. Ore 15 – Brescia – Partecipa alla premiazione del concorso provinciale presepi Mcl presso l’Istituto Artigianelli di via Piamarta.
Domenica 16 gennaio Ore 9.30 – Brescia – Incontri con i gruppi vocazionali diocesani presso l’Oasi S. Antonio. Ore 17 – Breno – Visita al consultorio familiare e S. Messa.
Martedì 18 gennaio Ore 16 – Brescia – Incontro e S. Messa con la comunità del Seminario maggiore.
Mercoledì 19 gennaio Ore 9.30 – Brescia – Riunione del Consiglio presbiterale diocesano presso il Centro pastorale Paolo VI.
Giovedì 20 gennaio Incontra i sacerdoti della zona XXIV di Gussago.
Cancelleria
Nomine e provvedimenti La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Lorenzo Boldrini, parroco di Pavone Mella, è stato nominato anche parroco di Milzano. Il rev.do sac. Giorgio Bresciani, già parroco di Cremezzano, è stato nominato presbitero collaboratore di S. Luigi Gonzaga in Brescia. Il rev.do sac. padre Michele de Salvia, scalabriniano, è stato nominato cappellano della Missione con cura d’anime per i fedeli migranti della diocesi di Brescia presso la Stocchetta di Brescia. Il rev.do diacono Luigi Gozzini, già a servizio a Pontoglio, è stato nominato per il servizio pastorale per la parrocchia di S.M. Assunta in Rovato. Il rev.do sac. Pierarturo Luterotti è stato nominato membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione diocesana Santa Cecilia. Il rev.do sac. Aldo Pashkja è stato nominato presbitero collaboratore festivo di S. Paolo, Scarpizzolo e Cremezzano. Il rev.do sac. Giovanni Piovani, già parroco di Milzano, è stato nominato presbitero collaboratore di Milzano e Pavone Mella. Il rev.do sac. Alfredo Savoldi, parroco di S. Paolo e Scarpizzolo, è stato nominato parroco anche di Cremezzano. Il rev.do sac. Tullio Stefani è stato nominato presidente della Fondazione diocesana Santa Cecilia.
Centro pastorale Paolo VI
II sessione del Consiglio presbiterale Mercoledì 19 gennaio dalle ore 9.30 alle ore 16.30 si riunisce presso il Centro pastorale Paolo VI il Consiglio presbiterale diocesano con il seguente ordine del giorno: ore 9.30 recita dell’Ora media; orientamenti emersi tra il clero circa la sistemazione del Seminario; ore 14.30 orientamenti emersi tra il clero circa un Sinodo sulle unità pastorali; varie ed eventuali.
Itinerario di spiritualità per giovani
In città con il Vescovo alle Grazie L’‘Itinerario di spiritualità per giovani, “Uno per tutti. L’Unigenito per l’unità di tutti i figli di Dio”, prosegue con la terza tappa zonale, tradizionalmente collocata nel secondo martedì del mese, animata dalle équipe locali. Titolo di questo appuntamento “Offro la mia vita perché siano un solo gregge” (Gv 10,1-18). Per la zona delle città, la meditazione verrà offerta dal vescovo Luciano venerdì 14 gennaio, presso la Basilica di S. Maria delle Grazie alle ore 21 (con accoglienza alle ore 20.45).
Apostolato della preghiera
Adorazione per le vocazioni Mercoledì 19 gennaio, dalle ore 17 alle 18, presso la Cappella del SS. Sacramento delle Suore Ancelle della Carità, in Brescia, via Moretto 35, si terrà un’ora di adorazione per le vocazioni.
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Concorso presepi e annullo filatelico: il 15 le premiazioni di Luca Pezzoli Vincitore assoluto, miglior tema, premi speciali, premi per ogni categoria, riconoscimenti per tutti i partecipanti tra famiglie, parrocchie, oratori, enti gruppi, istituzioni. Le premiazioni del XXXVII Concorso presepi (“Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo”) si presentano come una festa (ricordiamo il tripudio dei bambini della Scuola primaria Anna Frank di Nave vincitori della scorsa edizione) alla presenza del vescovo Luciano Monari e di autorità istituzionali e civili. Il vincitore assoluto riceverà un buono viaggio in Terra Santa valevole per una persona offerto da Brevivet. Le premiazioni avranno luogo sabato 15 gennaio alle ore 15 nell’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli in via Piamarta numero 6 a Brescia (ingresso con ampio parcheggio da via Brigida Avogadro, salita al Castello da piazzale Arnaldo). Nello stesso luogo è previsto un altro evento legato alla manifestazione, dalle ore 14 alle ore 18: l’annullo filatelico dedicato al Concorso presepi. Le Poste Italiane hanno, infatti, emesso due cartoline che rappresentano il logo del concorso e il Duomo Vecchio (la sede della mostra presepi) raccolte in un unico box che debitamente affrancate con francobolli di tema natalizio e annullate con un timbro creato per l’occasione, potranno essere acquistate da collezionisti e appassionati.
Mcl
Regolamenti A partire dal 17 gennaio
Nuovi ingressi, vecchie logiche di Noè Ghidoni
Dal 17 gennaio sarà possibile per patronati e singoli cittadini predisporre la domanda di assunzione per un cittadino extracomunitario fino ad un massimo di 98080 ingressi, parte dei quali riservati a specifiche nazionalità: 8000 egiziani, 4500 albanesi, 4500 marocchini, 4000 tunisini, 5200 moldavi, 4000 filippini e così via per 19 nazionalità. C’è, inoltre, la possibilità di richiesta per 30mila lavoratori nell’ambito del lavoro domestico e di assistenza non appartenenti ai Paesi in elenco e altri 16mila per conversione di permessi particolari. L’inoltro effettivo della domanda è fissato, a seconda delle tipologie, alle ore 8 del 31 gennaio, alle 8 del 1 febbraio e del 3 con l’ormai consueto sistema della “lotteria” affidata alla velocità delle procedure telematiche. Il permesso sarà dato seguendo l’ordine di presentazione e dopo la verifica formale dei requisiti sia del datore di lavoro che dell’ipotetico dipendente ma senza altre priorità né riferimento a necessità del datore di lavoro. Rimane la vecchia logica che prevede l’assunzione esclusivamente per stranieri ora residenti
Duomo Vecchio
nel Paese d’origine ben sapendo che la domanda verrà inoltrata per lavoratori già presenti irregolarmente sul territorio italiano dunque conosciuti dal datore di lavoro. L’ipocrisia sta nel fatto che nessuno, crediamo, assumerebbe per assistere il proprio bambino o un congiunto non autosufficiente un “nome” non avendolo mai vista e conosciuta la “persona” che porta questo nome Ciò fa dire a Mcl, da molto tempo, che le regole sono da cambiare perché è la legge stessa (Bossi-Fini) a favorire l’immigrazione clandestina, lo stesso male che intende contrastare. Senza contare che spesso e nel pieno rispetto della norma sono gli stessi stranieri residenti regolarmente in Italia a procedere ad assunzioni di parenti e amici per un lavoro palesemente fittizio. Una norma, per essere tale, deve essere perfettamente esigibile e questo non è possibile con la legge in vigore e ogni norma tesa a regolamentare l’immigrazione e a sanzionare la clandestinità sarà efficace solo quando saranno riviste alcune leggi che, come detto, hanno l’effetto contrario rispetto a quanto proclamato. I centri Mcl sono a disposizione per ricevere le domande a partire dal 17.1. Informazioni: 030 49492 – 030 41387. di Luca Pezzoli
Si stimano 25mila visitatori Un brulicare di statue: dalle terre d’Italia, da 29 Paesi del mondo, da altri tempi; una varietà di ambienti: scenografie classiche, fienili, grotte, case contadine. Il Duomo Vecchio trasformato in una “grotta” di presepi amalgamando l’opera di artigiani, scenografi, scenotecnici, lighting designer nel “lavoro del Natale”. Una città di presepi che ben rappresenta nella forma l’attività umana del lavoro che promuove l’uomo nella vocazione, costruisce la società nel complemento degli specifici talenti, condivide la gioia nell’evento della nascita di Gesù, il Dio che si fa uomo. In questo simbolo di universale intraprendenza si sono ritrovati nella tradizione i numerosi bresciani (e non) che hanno affollato la mostra (si prevede che i visitatori nell’ultimo giorno di apertura, domenica 16 gennaio,
supereranno le 25mila presenze). “Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo”, dal Vangelo di Luca (2,10) è il tema di tutta la manifestazione, articolata negli eventi del XXXVII Concorso presepi, delle mostre di Art’è Natale e di Presepi in Mostra (mostra Duomo Vecchio, Sala Piamarta e dieci installazioni in città). L’artista Mario Gilberti nel creare il logo della manifestazione, si è ispirato al tema rappresentando la Sacra Famiglia dentro un globo stellato (l’universo) attorno al quale è costruita una città fatta di case con porte e finestre serrate: un avvento di chiusura che prelude a un evento di gioia condivisa nell’”apertura della città”. È un chiaro invito che rinnova la tradizione del presepio leggendo i segni del nostro tempo. Scrive Isaia (1,3): “Il bue conosce il proprietario e l’asi-
no la greppia del padrone, ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende”. Allora il popolo che comprende non è solo quello “eletto”, quello della tradizione. I bistrattati bue e asino, dopo aver offerto calore al Bambin Gesù, e averci rassicurato nell’espressione della nostra civiltà contadina, rappresentano coloro che sanno distinguere “il padrone”: seguendolo nell’esempio, nell’insegnamento, nelle opere. Se il presepio è la nostra città, la civiltà umana al passo con i tempi, allora lo sforzo è di riconoscere la sua “tradizione”, che si rinnova solo con la partecipazione di ognuno alla costruzione della “polis” fatta di apertura, accoglienza, condivisione, nell’impegno individuale non a sottolineare le differenze ma a comporre la promozione dell’uomo nella nuova società.
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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it
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Montirone Il Parroco descrive la situazione
In evoluzione cercando un’identità Il paese, che ha una tradizione agricola, negli ultimi anni ha accolto dalla città e dalle realtà limitrofe molte famiglie giovani. Oggi la sfida è quella di integrare e coinvolgere le persone per rafforzare il tessuto comunitario
Don Franco Bettinsoli
Il 30 gennaio la visita del Vescovo
Un oratorio in ampliamento Il 30 gennaio alle 10 arriva il vescovo Monari che celebrerà la Santa Messa per il patrono dell’oratorio (San Giovanni Bosco) e per visionare i lavori in atto nella struttura. Il curato don Endrio Bosio sta seguendo la costruzione del polivalente, degli spazi per la catechesi e della cucina. Il polivalente ospiterà un teatro all’avanguardia con 300 posti a sedere: servirà per le rappresentazioni teatrali, come auditorium e all’occorrenza come palestra-spazio ricreativo. Si tratta di una risorsa importante anche per la società civile, che non ha a disposizione un luogo simile. Il costo complessivo si aggirerà sui 2 milioni di euro in parte coperti da un prestito (restituibile in 20 anni senza interessi) della Regione di 1 milione e 100mila euro. Il cronoprogramma degli interventi (iniziati nel marzo 2009) ha come termine il mese di marzo del 2012. In precedenza dal 2005 al 2007 era stata attrezzata l’area sportiva, visto che in oratorio gravitano ben due società calcistiche attese dalla difficile responsabilità educativa. Se lo sport (a maggior ragione in un oratorio) tralascia la sfera educativa, perde di significato; diversamente può essere un ottimo veicolo per far crescere e maturare le persone. In pochi anni, quindi, la comunità si ritrova a poter usufruire di un oratorio praticamente nuovo per l’aggregazione e la formazione. La struttura è molto frequentata dai ragazzi soprattutto nella fase dell’iniziazione cristiana. Anche gli adolescenti hanno il loro cammino che prevede, oltre all’incontro settimanale, l’esperienza del grest e dei campeggi (estivi e invernali). La vivacità di una realtà giovane è testimoniata dall’intraprendenza di un gruppo di genitori che si è dato da fare per aprire da settembre una prima sezione della scuola dell’infanzia. Il 19 dicembre è stata inaugurata ufficialmente, negli spazi messi a disposizione dalla Casa madre delle Ancelle in via Borgosatollo 3, la Scuola dell’infanzia Santa Maria Crocifissa di Rosa. L’iniziativa è nata da un Comitato di ispirazione cattolica che ha al suo interno una rappresentanza di Comune e parrocchia. A Montirone operano – con compiti specifici di supporto alla parrocchia – quattro suore ancelle. Nell’arco dell’anno non mancano i momenti spirituali con la catechesi per gli adulti. Nel mese di maggio due volte la settimana si recita il rosario e si celebra la Santa Messa all’aperto nei vari cortili. Fra le proposte si aggiunge anche la celebrazione del 1° maggio nella zona industriale con il coinvolgimento delle aziende. Se in passato sono stati approfonditi i temi etici e ambientali (non dimentichiamo che è vivo il problema delle cave), nel mese di febbraio la comunità sarà chiamata a riflettere sull’educazione nel decennale del progetto educativo della Cei. L’iniziativa, rivolta ai genitori e agli educatori, vedrà la partecipazione fra gli altri del docente universitario Luciano Eusebi, di Davide Guarneri dell’Age e di suor Rosalina Ravasio (Comunità Shalom).
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di Luciano Zanardini
Un paese dalla forte tradizione agricola in continua espansione che accoglie molte persone dalla città e dai paesi limitrofi, in particolare da Borgosatollo, perché sul finire degli anni Novanta il prezzo delle abitazioni dei due Comuni era molto differente: comprare casa lì era molto vantaggioso. Sono tante le nuove famiglie (molte le convivenze) che hanno messo le loro radici a Montirone: una presenza testimoniata dai 70 battesimi all’anno in una realtà di circa 5100 abitanti. Desta qualche perplessità il fatto che, in un’ottica di lavoro orientato alle unità pastorali, Montirone sia inserito nella zona XIII che com-
La parrocchiale
prende Ghedi e arriva fino a Remedello Sotto (26 km da Montirone). Forse sarebbe più opportuno un percorso unitario con Borgosatollo se non altro per la continuità territoriale. Partendo dalla Lettera pastorale del vescovo Monari, don Franco Bettinsoli (parroco dal 2003) evidenzia la difficoltà che si incontra nel creare un tessuto di comunità per lo sviluppo del territorio. Oggi, pur in un cosiddetto quartiere dormitorio, si vedono dei segnali positivi grazie all’esperienza dell’iniziazione cristiana che avvicina i genitori (buona la partecipazione) e i figli. Quest’anno saranno celebrati in maniera unitaria i sacramenti della cresima e della comunione. Il percorso sta dando i primi frutti, favorendo il coinvolgimento delle famiglie. “In una fase in continua evoluzione si fatica – spiega don Franco – a conoscere le persone. Chiediamo un incoraggiamento e un’insistenza nel creare comunione fra i vari gruppi, perché ognuno tende un po’ a camminare da solo”. Il Parroco ha lavorato e lavora con l’umiltà e la moderazione che lo contraddistinguono per rinsaldare i legami comunitari di un paese che senza complessi di inferiorità “si sente ancora paese”. Anche a Montirone, che ha una presenza pari al 12% di stranieri, non si dimenticano le situazioni di bisogno. Nella zona pastorale opera la Commissione missionaria che ha il compito di sensibilizzare le diverse parrocchie al tema della missionarietà.
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Paesi e parrocchie Città
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Mompiano Domenica 16 gennaio
In marcia per la pace Domenica mattina dalle 9 l’iniziativa che vede il coinvolgimento di parrocchie e associazioni
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“Libertà religiosa, via per la pace”. Il messaggio di Benedetto XVI per la giornata mondiale della pace fa da sfondo all’iniziativa messa in campo da tante realtà bresciane: la marcia per la pace. Mentre nel mondo si registrano diverse forme di negazione della libertà religiosa o di discriminazione, le comunità devono essere testimoni nei fatti dell’amore di Dio verso tutti gli uomini. “I diritti umani – come ha detto Benedetto XVI nel suo discorso alle Nazioni Unite dell’aprile 2008 – debbono includere il diritto di libertà religiosa, compreso come espressione di una dimensione che è, al tempo stesso individuale e comunitaria, una visione che manifesta l’unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la dimensione di cittadino e quella di credente”. La Brescia cattolica si è
di Luciano Febbrari
interrogata e ha organizzato due appuntamenti: sabato 15 gennaio presso la Sala della comunità di Sant’Afra, è in programma la proiezione (viene presentata meglio nel box in pagina) del film “Uomini di Dio”; domenica 16 gennaio tocca, invece, alla marcia per la pace. La regia porta la firma della Commissione diocesana giustizia e pace, del Centro migranti e del Centro missionario. Significativa la partecipazione attiva di 30 parrocchie cittadine e di molti movimenti e associazioni laicali: si pensi all’Azione cattolica, all’Agesci zona Brescia e a Pax Christi, solo per citarne alcuni. A queste si aggiungono anche i missionari comboniani e saveriani. Anche nella città della Leonessa ci sono, quindi, tante persone che vogliono tenere alta l’attenzione sul tema della pace. Un va-
lore che attiene a tutti (soprattutto ai cristiani) e che certamente non ha bisogno di bandiere politiche o ideologie di riferimento. Le nostre comunità devono concretamente mettere in campo prassi di accoglienza, di dialogo e di inclusione. Non è difficile pensare che anche la città su queste tematiche debba necessariamente fare dei passi in avanti. L’Italia e la città, ricordano gli organizzatori, sono pervase da grandi e significative contraddizioni: accoglienza e intolleranza, paure e speranze, richieste di legalità e rivendicazioni di giustizia, di sussurri e grida. Si sente il bisogno di un progetto culturale che affermi il pluralismo religioso e si impegni contro ogni forma di intolleranza e di violenza giustificata nel nome di Dio. La marcia vuole essere un invito a tutti e alle istituzio-
ni affinchè possano favorire politiche di accoglienza. “La convivialità delle differenze” è il motore dello sviluppo delle comunità. Invocare la pace significa anche allontanare la tentazione di strumentalizzare la religione utilizzando il Vangelo per dividere invece che per unire. La giornata di domenica 16 prevede alle 9 la Santa Messa nella chiesa di Sant’Antonino a Mompiano in via Fermi e poi l’avvio della marcia, che attraversando la città, arriverà all’oratorio di Santa Maria in Silva (via Corsica/ via Sardegna) verso le 13. La speranza è che sul terreno comune della pace possa nascere (o in alcuni casi proseguire) il dialogo fra le varie realtà che quotidianamente vivono la città e che hanno a cuore l’uomo. Alle religioni è richiesto un apporto essenziale.
Brevi
Cristo Re
Sant’Afra
“La masseria delle allodole”
“Uomini di Dio”
La parrocchia di Cristo Re ha pensato alcuni appuntamenti per vivere al meglio il tradizionale mese della pace. Martedì 18 gennaio alle ore 20.45 nel cinema-teatro dell’oratorio va in scena la proiezione del film sul genocidio armeno “La masseria delle allodole” per la regia dei fratelli Taviani. La pellicola è tratta dall’omonimo romanzo di Antonia Arslan. Narra le vicende di una famiglia armena dell’Anatolia all’epoca del genocidio armeno (1915). Introduce il film Lidia Keklikian (dottoressa armena). Mercoledì 26 gennaio, invece, alle ore 20.45 nel salone dell’oratorio don Giorgio Houry, sacerdote cipriota di rito maronita, fa una riflessione sul tema: “L’attuale situazione politica ed ecclesiale a Cipro, tra conflitti e difficili tentativi di riconciliazione”. Sull’isola c’è una situazione di tensione e guerra tra le comunità greco-cipriota (maggioritaria) e quella turco-cipriota (minoritaria) e che si è articolata in varie fasi a partire dal 1963 fino ai giorni nostri.
Sabato 15 gennaio alle 20.30 nella Sala della comunità di Sant’Afra in vicolo dell’Ortaglia viene proiettato il film “Uomini di Dio” del regista Xavier Beauvois. Negli anni ‘90, in un villaggio isolato tra i monti dell’Algeria, otto monaci cistercensi di origine francese vivono in armonia con i loro fratelli musulmani. Quando un attacco terroristico sconvolge la regione. Man mano che la violenza e il terrore integralista della guerra civile si diffondono nella regione, i monaci si ritrovano davanti ad un bivio: decidere se rimanere o ritornare in Francia. Nonostante l’invito delle autorità ad andarsane, i monaci decidono di restare al loro posto pur di aiutare la popolazione locale, mettendo così in grave pericolo la loro vita.
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Biblioteca civica Queriniana
In mostra 260 anni di storia e di utilità pubblica
Villaggio Prealpino Anniversario
“Il Giardino della memoria” di comunità
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Per padre Marcolini le case volevano dire occupazione. Alle case poi negli anni si sono aggiunte le testimonianze di gruppi, associazioni e realtà. In sintesi è stato costituito il tessuto di una comunità. “Il Giardino della memoria” è il titolo che il comitato per le celebrazioni del 50° anniversario del Villaggio Prealpino ha dato al libro che ne ripercorre la storia. Questa pubblicazione, suddivisa in cinque parti per 370 pagine, porta la firma di Mario Aggiusti, che al suo fianco ha avuto don Luciano Bianchi, Angelo Boniotti, Massimo Borghi, Gian Lucio Bregoli e tanti altri che, con la loro testimonianza e con il materiale fotografico fornito, l’hanno resa possibile, a coronamento delle celebrazioni del cinquantesimo. Si tratta di un libro principalmente fotografico, arricchito da didascalie, note e testimonianze che ne impreziosiscono i contenuti e in cui vi è davvero tutta la storia del Prealpino, da padre Marcolini ai giorni nostri. L’immagine di copertina, una coppia in Vespa che percorre una strada sterrata piena di buche in un giorno di pioggia, con alcune persone a piedi
di Franco Armocida
sullo sfondo, è stata scattata dove oggi c’è via Prima. “Vivere in un luogo significa appartenere a quel luogo e non, come spesso si pensa, il contrario e il libro – ha sottolineato Mario Aggiusti – pur raccontando 50 anni di storia, è un punto di partenza, vuole essere stimolo per i giovani, affinché possano continuare a essere comunità, come lo sono stati i loro padri e nonni, con il fine di recuperare la memoria quale mobilitazione dei cittadini a che il quartiere diventi luogo di progettazione per il futuro”. Sono davvero tanti gli spunti di riflessione che escono dalle pagine di quello che è molto più di un insieme di pagine, immagini, parole. In nessuna parte del libro vi si trova una nota negativa, non perché non ve ne siano state, ma perché sono state volutamente taciute, in quanto “va ricercato – come hanno ricordato gli autori – in ciascuno il suo aspetto positivo, poiché nessuno di noi è giudice degli altri e una comunità si costruisce solo se si ha la consapevolezza di stare insieme”. Il libro è disponibile al prezzo di 20 euro, presso “Solidarietà viva”, in via Brolo 71 al Villaggio Prealpino.
Una presenza significativa nel cuore della città. Dal 14 al 28 gennaio il salone della biblioteca Queriniana ospita la mostra che ricorda i 260 anni di vita pubblica di questa storica istituzione. L’iniziativa, curata da Riccardo Bartoletti (Inscenalarte), illustra la storia dell’edificio e del suo fondatore: il cardinale Angelo Maria Querini, vescovo di Brescia. Tre filoni tematici valorizzano la figura di Querini, la vicenda architettonica della Biblioteca e la fervida attività tipografica bresciana di quel periodo. Un’attenzione particolare è riservata allo stampatore Gian Maria Rizzardi. Ciascuna sezione verrà spiegata attraverso l’esposizione di preziosi a stampa settecenteschi e manoscritti coevi. La struttura della Queriniana, costruita a partire dal 1743, nacque con un’altra funzione: doveva, infatti, costruire il prolungamento del Palazzo del Vescovado e il vano di collegamento a uno scenografico ponte, gettato su via Mazzini, per mettere in comunicazione l’episcopio con il coro del Duomo nuovo. L’ambizioso progetto non si attuò in questi termini: i due edifici vennero collegati da un tunnel sotterraneo e il cantiere ormai avanzato dell’attuale Queriniana cambiò funzione d’uso in corso d’opera, passando da semplice ala di prolungamento del vescovado a “palagio magnifico (dedicato) alle muse bresciane”. Le settecentine esposte presenteranno al pubblico molti altri curiosi aspetti come le numerose rappresentazioni dei due prospetti dell’edificio visibili nelle coeve piante della città, nei frontespizi di alcune pubblicazioni o nei capilettera illustrati. La mostra è corredata da un filmato multimediale che ripercorre le vicende dell’edificio attraverso una sequenza di immagini musicate. Saranno presentati anche alcuni pannelli che contengono testi e immagini per spiegare gli aspetti architettonicoartistici degli ambienti dell’edificio. Gli orari di apertura dell’esposizione sono i seguenti: dal martedì al venerdì dalle 8.45 alle 18 e il sabato dalle 8.30 alle 12.30. Ulteriori informazioni sul sito www.inscenalarte.it.
Pubblicazione
Giupa Tom: scrittore di strada Scrittore, editore e venditore dei propri libri. Giupa Tom, Giuseppe Tomasoni all’anagrafe, è in strada con i suoi romanzi da quasi 30 anni e molti lo conoscono e lo apprezzano per i suoi scritti. Ha scritto 13 libri: il primo, “Vigliacchi in frac”, risale al 1983. Il modo di procedere di Tomasoni-scrittore in gran parte è rimasto identico negli anni. Come spunto, l’esperienza. Poi, esprimere in maniera folgorante ciò che è frutto di riflessione, con una scrittura ricca ma di facile lettura, variegata secondo il tema, rifinita con certosina pazienza. Giupa è ritornato su strada. Ci mancava da otto anni, da quando un accidente lo fermò. Poi arrivarono pensieri e fantasie nuove: nuovi romanzi. La nuova sensibilità è l’esito di un lungo processo, dal 1987 quando Giupa trattò di Padre Marcolini nel decimo anniversario della sua morte. Ne venne una fiaba biografica, “Magut”, del prete che si fece costruttore di case per chi la casa solo la sognava. Negli otto anni di ferma forzata Giupa ha approfondito proprio il tema della spiritualità e gli ultimi romanzi ne hanno tratto vigore. Nelle pagine di Giupa c’è il racconto delle relazioni. In “Vangelo secondo un poverocristo” c’è un nonno di nome Giosuè e un nipote di nome Andrea. Il libro, oltre che in libreria, è venduto direttamente da Giupa su un’automobile Opel Corsa, debitamente bardata di cartelloni pubblicitari, parcheggiata dove è congeniale. (l.a.)
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Paesi e parrocchie Città
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Brescia Una serata con il Pd
La strage ancora senza colpevoli Massimo D’Alema, Pierluigi Castagnetti e Walter Veltroni hanno partecipato a “Piazza Loggia. Un Paese senza verità, giustizia, memoria”
I
di Luca Rivali
Il miglior modo per chiedere una giustizia vera e per non dimenticare i fatti drammatici del 28 maggio 1974 è stata la presenza numerosa di bresciani che hanno letteralmente riempito l’auditorium provinciale di via Balestrieri lo scorso lunedì 10 gennaio. L’occasione è stata offerta da un incontro sul tema “Piazza Loggia. Un Paese senza verità, giustizia, memoria” organizzato dalla sezione bresciana del Partito democratico in seguito all’ennesima sentenza che il 16 novembre scorso, pur salvando l’impianto accusatorio, ha rimandato assolti per insufficienza di prove gli imputati per la strage di piazza Loggia. Moderati da Gianni Riotta, direttore de “Il Sole 24ore”, si sono confrontati sul palco dei relatori Massimo D’Alema, Pierluigi Castagnetti e Walter Veltroni, tre esponenti del Partito democratico nazionale che rappresentano altrettante anime, frutto di differenti storie personali e politiche, di quella complessa forza politica. E proprio queste differenti provenienze e prospettive hanno portato a una lettura di ampio respiro dei fatti e dei problemi che hanno segnato ormai qua-
Da sinistra, Veltroni, D’Alema e Castagnetti
si trent’anni di storia italiana. D’Alema, presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, si è soffermato sul concetto di “doppia lealtà” che ha ispirato i servizi segreti dell’epoca. Da un lato la fedeltà alla Repubblica italiana, ma dall’altra una fedeltà a quelle alleanze internazionali che avevano come principale obiettivo di impedire, con metodi non sempre limpidi, che la Sinistra potesse salire al potere in Italia. Quella rete complessa, comprendente apparati deviati, eversione nera e altre forze economico-finanziarie, è all’origine dell’ideazione e dell’attuazione della strage di piazza Loggia e ha messo in atto fin da subito meccanismi che hanno impedito di raggiungere una verità e una giustizia definitive per quei fatti. Che il futuro riservi verità giudiziarie – sostiene D’Alema – è molto difficile, ma l’attuazione delle nuove norme sul segreto di Stato e l’apertura degli archivi dei servizi segreti sarebbero sicuramente un passo avanti importante per definire meglio almeno la verità storica. Pierluigi Castagnetti, intervenuto in sostituzione di Mino Martinaz-
zoli, ha sottolineato come, a partire dalla fine degli anni Settanta le due principali forze popolari, Dc e Pci, si siano sedute a una sorta di tavolo di responsabilità per uscire dalla terribile stagione degli anni di piombo. Il cammino che ha portato alla nascita del Partito democratico ha le sue radici proprio in quell’impegno congiunto che ha cambiato la storia politica italiana. Walter Veltroni ha cominciato ricordando i momenti della recente storia italiana in cui la nostra democrazia è stata debole e incompiuta: dalle lotte operaie, alle stragi degli anni di piombo fino agli attentati contro Falcone e Borsellino dei primi anni Novanta. Sono questi i punti chiave in cui la storia democratica italiana è cambiata. Per affrontare i problemi e i nodi irrisolti del nostro presente è necessario capire quei momenti e superarli. Tre sono le fonti utili a tale non facile impresa: certamente gli archivi dei nostri servizi segreti, ma anche gli archivi di Paesi stranieri come la Grecia e la responsabilità morale di chi sa e che, se non parla, porterà nella tomba i suoi terribili segreti.
Paesi e parrocchie Bassa
Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
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Longhena
I rifiuti speciali vanno all’isola ecologica di Brandico Dal 1° gennaio gli abitanti di Longhena possono usufruire dell’isola ecologica di Brandico per il conferimento di rifiuti ingombranti e speciali. Per questo è stata firmata una convenzione (ventennale) tra le due amministrazioni. Su 206 Comuni bresciani, Longhesa si attesta al 12° posto fra i paesi più ricicloni.
Bagnolo Mella
Il Comune diventa Città
Pompiano Rassegna teatrale
“La Lampada” in scena da 20 anni
E
Era il 1989 quando Tiziano Ricca insieme ad un gruppo di amici che frequentavano l’oratorio di Pompiano decide di allestire uno spettacolo: nasce da quell’idea il gruppo teatrale “La Lampada”, che a distanza di più di vent’anni continua la sua attività drammaturgica, oltre a proporre annualmente una rassegna di spettacoli con il patrocinio del Comune della Bassa. L’iniziativa, intitolata “E l’avventura continua…”, giunge quest’anno alla 17ª edizione e propone ogni sabato sera tra il 15 gennaio e il 19 febbraio, alle 20.45 presso l’auditorium comunale, sei rappresentazioni. In apertura e in chiusura della manifestazione si esibirà proprio la compagnia locale con “Assassinate la zitella” di Gian Carlo Pardini e “Il matrimonio perfetto” di Robin Hawdon, mentre gli altri spettacoli in cartellone sono: “Rumors. Pettegolezzi” di Neil Simon, portato in scena dal “Gruppo teatro Tempo” di Carugate; “Anche i ricchi ballano” di Marco Fioravanti sceneggiato dai “Guitti di Quintano” e infine “La com-
Mercoledì 12 gennaio il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace ha visitato Bagnolo Mella per la consegna del titolo di Città. La cerimonia si è tenuta nella Sala Filanda di Palazzo Bertazzoli dove è stata convocata, per l’occasione, una seduta straordinaria del Consiglio comunale. Il titolo di Città è concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del ministero dell’Interno, ai Comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l’attuale importanza. Il Comune di Bagnolo ha avviato l’istruttoria con una deliberazione del Consiglio comunale del luglio scorso in cui venivano illustrate le motivazioni, soprattutto di carattere storico e culturale, per il conferimento del titolo. A distanza di sei mesi è arrivato l’atteso riconoscimento.
Castenedolo
Il figlio diventa adolescente “Che adolescente sarà mio figlio?”. A partire da questa domanda il Comune di Castenedolo offre un percorso per giocare d’anticipo. Il corso, che si articola in quattro incontri, vuole essere uno spazio di confronto per fornire supporto ai genitori nella gestione della crescita dei bambini verso la fase complessa dell’adolescenza. Gli incontri sono gestiti e coordinati dalla psicologa Eleonora Braga. Si rivolge ai genitori dei bambini di età compresa tra la prima e la quinta elementare. Inizia presso la sala Subiolo martedì 25 gennaio dalle 20.30 alle 22. Le iscrizioni (20 euro) si ricevono presso il Comune (telefono 0302134031).
di Francesco Uberti
Leno
Gli studenti a scuola d’impresa media del mendicante” di John Gay e “Cena di famiglia” di Eric Assous, rappresentate rispettivamente dalla compagnia “Il nodo” di Desenzano e dalla “Nautilus” di Vicenza. “Dopo i primi tempi in cui mettevamo in scena Moliére e Goldoni in dialetto − racconta Tiziano Ricca, ricordando la storia del gruppo teatrale e le sue particolarità − abbiamo ampliato il repertorio in lingua e scelto di innalzare il livello delle collaborazioni per la rassegna, puntando sul professionismo, per distinguerci da tutte le altre compagnie operanti nei dintorni”. Dall’ottobre dello scorso anno, inoltre, è stato attivato un laboratorio teatrale al quale hanno aderito circa una trentina di persone. L’esperienza, che porterà il 26 febbraio alla rappresentazione fuori cartellone dello spettacolo “2012 La fine”, nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe favorire l’ingresso di nuovi membri nella compagnia che già quest’anno ha accresciuto il proprio numero con un paio di giovani effettivi.
Già dallo scorso anno scolastico, all’istituto “Vincenzo Capirola” di Leno, gli studenti della classe 4ª B e C sono coinvolti in un Progetto di impresa formativa simulata, che offre la possibilità di misurarsi con le problematiche legate alla costituzione e alla gestione di un’impresa in forma virtuale, ma simile a quelle reali. Gli studenti, in questo lavoro di simulazione, sono affiancati dall’impresa tutor “FasterNet s.r.l.” di Borgosatollo e operante in soluzioni di Networking. “Il dott. Turati e il suo staff amministrativo – spiegano dall’Istituto Capirola – sono venuti a scuola lo scorso anno per aiutare gli studenti a predisporre il business plan, il documento di programmazione per iniziare un’attività. Quest’anno gli stessi studenti hanno fatto una visita in azienda per poter discutere delle strategie aziendali e commerciali che poi gli studenti dovranno replicare nella gestione virtuale dell’impresa formativa simulata”. All’inizio di questo anno scolastico è stata costituita la società a responsabilità limitata “High Tech S.r.l.” che si occupa di contribuire all’innovazione tecnologica cercando di rendere la comunicazione e gestione aziendale. Le attività di costituzione, gestione e i rapporti commerciali con le altre aziende vengono gestite tramite il sito regionale “Ifs Network”, sul quale sono registrati tutti i dati: l’atto costitutivo, l’organigramma e i ruoli degli alunni. (mtm)
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Paesi e parrocchie Bassa
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Castelletto di Leno Nuovo parroco
La relazione umana, via per l’annuncio Don Gianluca Loda, già parroco a Bessimo, dal 6 febbraio guiderà la comunità della Bassa bresciana che conta quasi 2000 abitanti
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di Luciano Febbrari
simo si occupava anche di Monti di Rogno (una delle 27 parrocchie soppresse dal decreto del 1986). In questi anni ha potuto sperimentare una buona sintonia e soprattutto favorire la dimensione umana dell’incontro dei sacerdoti con i fedeli. Basti pensare che oltre alla comunione agli ammalati, di anno in anno ha portato avanti la benedizione nelle case. È proprio questo lo specifico di poter lavorare con numeri ridotti; è proprio questa l’opportunità che si sperimenta in realtà medio-piccole dove la relazione diventa davvero la cifra dell’esperien-
za pastorale. Per quanto riguarda il cammino di iniziazione cristiana, la parrocchia sta affrontando il quinto anno del percorso: a maggio, quindi, i ragazzi celebreranno in maniera unitaria i sacramenti della cresima e dell’eucaristia. I giovani hanno come punto di ritrovo l’oratorio (area sportiva e bar), una struttura ricevuta (il 3 aprile 2005) in comodato d’uso dalla Vicinia di Bessimo. La Vicinia è un’associazione di persone che gestisce immobili; vi fanno parte tutti i cittadini residenti da almeno un anno. Dal 1998 la comunità accoglie positivamente l’esperienza dei Centri di ascolto distribuito sull’arco dell’anno. Fra le esperienze più belle, inoltre, don Loda ricorda le missioni popolari vissute nel 1998 e nel 2008 a Bessimo (prima con i padri sacramentini e poi con i Fratelli di San
Francesco) e nel 2000 a Monti (con don Paolo Gheza e don Giancarlo Scalvini). In questi anni di permanenza in Valle si registra anche la visita pastorale del 2002 di mons. Sanguineti e nel 2008 la prima messa (“motivo di grande soddisfazione”) di don Federico Tilola, oggi curato a Edolo. Di certo don Gianluca nella nuova destinazione avrà meno strada da fare: a Castelletto c’è un’unica chiesa e un’unica località. Le prime impressioni di don Loda sono ottime: “Questo mi incoraggia a cominciare con speranza ma anche con trepidazione”. Il nuovo parroco si concentrerà sull’annuncio della Parola di Dio e sul coordinamento delle persone responsabili della comunità, affidandosi agli organi di comunione e ai gruppi attivi “che rappresentano un punto di riferimento importante”.
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Da Bessimo, nella Bassa Valle Camonica, a Castelletto di Leno, nella Bassa bresciana: è questo il percorso che attende don Gianluca Loda, nominato parroco di Castelletto di Leno. Dopo quasi 16 anni don Gianluca saluta la piccola comunità camuna di quasi 700 abitanti e si appresta a entrare (l’ingresso è fissato per domenica 6 febbraio alle 15.30) nella parrocchia che, invece, conta quasi 2000 abitanti. Se all’inizio “è stato difficile appropriarsi della cultura camuna”, adesso don Loda si era inserito appieno nelle due realtà che seguiva: oltre a Bes-
Don Loda con alcuni ragazzi
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Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
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Orzinuovi
La fede nella cultura contadina “Le testimonianze di fede nella cultura contadina” è il tema dell’ottavo concorso fotografico indetto dal Parco Oglio Nord per raccogliere e premiare immagini sul territorio dei 34 Comuni del consorzio fluviale che ha sede a Orzinuvi. La gara è aperta ai fotografi, dilettanti e professionisti, e agli alunni delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie. Gli elaborati devono essere spediti entro il 1° ottobre al Centro educativo culturale del Parco Oglio Nord di Soncino.
Montichiari
In prima linea per l’affido
Alfianello Restauro
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Il Parroco ritrova la canonica
Con l’anno nuovo ad Alfianello arriva la canonica restaurata. Obiettivo raggiunto dalla comunità che ha finanziato l’opera consentendo al parroco don Mauro Manuini di traslocare dall’appartamento affittato fin dal momento del suo ingresso. Il fabbricato rinnovato è caratterizzato dalla sala delle conferenze con travi in legno a vista nella quale vi sono aperture verso il piccolo giardino interno, mentre una porta s’affaccia in via Chiesa. Il riscaldamento è realizzato a pavimento alimentato dalla caldaia a condensazione con la quale è riscaldata l’intera casa. La struttura è stata isolata secondo le norme attuali con il cappotto di circa 10 centimetri. I serramenti sono di nuova generazione. Le scale e i pavimenti sono in pietra di Brera. Dall’ingresso alla canonica è possibile accedere allo studio del parroco e al suo appartamento, alla sala dei computer, mentre da una scala si va direttamente nella sacrestia. Arredano la casa tende alle finestre grazie all’impegno di alcune signore. “Occorrerà ancora tempo per organizzare gli ambienti, l’archivio, la modali-
di Franco Piovani
tà per l’uso della rinnovata struttura, ma il lavoro maggiore è stato eseguito” commenta il Parroco che dispone della sede della parrocchia affidatagli dalla diocesi. Al “grazie” per il contributo offerto dalla popolazione don Manuini aggiunge: “Ora con il consiglio pastorale desideriamo che questi ambienti diventino il luogo in cui si vive una comunione che scaturisce dal battesimo, perché questo spazio diventi il laboratorio per ciascun intervento della parrocchia sul territorio, vale a dire il luogo in cui si progettano le operazioni della parrocchia”. Come l’attività missionaria del terzo millennio, la programmazione dell’oratorio, il coordinamento degli adulti per vari servizi quali il grest invernale e quello estivo. Alcune persone si fanno carico del decoro del tempio attraverso la musica sacra, corale e strumentale, alta espressione d’arte per le celebrazioni durante l’anno. Altre infine s’impegnano nell’ambito della carità e dell’assistenza verso i bisognosi: “Rappresentano l’intera parrocchia che rende attuale il messaggio di Gesù: amatevi come io vi ho amati”.
Nella città dei sei colli assume un ruolo importante l’ambito degli affidi familiari ed educativi. I primi consistono nell’inserimento temporaneo di minori, privi di ambienti familiari idonei per una crescita psico-fisica adeguata, in una famiglia diversa da quella d’origine per garantirgli, con continuità, il mantenimento, l’educazione e l’istruzione oltre a validi rapporti affettivi. “Con gli affidi familiari – ricorda l’assessore ai Servizi sociali Gianluca Imperadori – il Comune riconosce un contributo mensile alle famiglie che aumenta in presenza di minori adolescenti a parziale copertura delle spese che devono sostenere”. Nell’ambito degli affidi educativi, e veniamo al secondo ambito, parliamo di sostegno in genere solo diurno il cui fine è supportare le famiglie in difficoltà affiancandole per una migliore crescita dei figli minori. “Il nostro Comune, quale ente capofila – continua Imperadori – ha stimolato e stimola con attenzione questi servizi, nella consapevolezza che educare un minore, fin dalla più tenera età, sia un imperativo categorico di ogni buona amministrazione”. Ma non è tutto: assieme agli affidi, infatti, il Comune monteclarense è in prima linea anche contro le varie forme di povertà e per questo ha pensato di dar vita a buoni spesa, da utilizzarsi nei supermercati Coop, a favore di quelle persone sole con minori a carico, ma anche famiglie con l’unico percettore di reddito disoccupato, con tre minori o ancora con un minore affetto da grave disabilità. (f.m.)
Montichiari
Kart and Race per grandi e piccoli Nelle giornate dal 14 al 16 gennaio, al Centro fiera del Garda, “Kart and Race”, il primo appuntamento della stagione dedicato al mondo del kart, dalla produzione di mezzi alla ricerca, al design e all’innovazione, dai kit di trasformazione all’abbigliamento tecnico e accessori, con il passaggio nel mondo “Race” delle competizioni e dell’attività sportiva. Nell’ambito della manifestazione saranno proposti eventi motoristici con dimostrazioni, esibizioni e test-drive anche per i più piccoli. Fra i maggiori costruttori è confermata la presenza del gruppo Crg, che presenterà la produzione dei telai e dei motori Maxter, oltre a un importante spazio dedicato al Trofeo Rotax Italia. “Crg è stata una delle prime aziende che ha creduto nel potenziale della Fiera del Kart di Montichiari – commenta Giancarlo Tinini, presidente della società – e continuerà a sostenerla per portarla ai più alti livelli. Tempo permettendo a Montichiari porteremo dei kart motorizzati Rotax Max e i kart da noleggio per delle prove di dimostrazione nel piazzale esterno”. La manifestazione si sta rivelando di interesse per gli appassionati. Oltre alle aziende che rappresentano i costruttori di telai e motori, saranno presenti altri comparti del karting, comprendenti il mondo degli accessori e dell’abbigliamento sportivo e tecnico, e anche altre importanti realtà, come quello degli impianti delle piste di kart. (pio)
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Paesi e parrocchie Valtrompia
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Bovegno Graticelle
L’incanto di Antonio abate Il 17 gennaio ricorre la festa liturgica del protettore degli animali da cortile. Sono molte le rappresentazioni nel Bresciano
L
di Edmondo Bertussi
LunedĂŹ 17 ricorre la festa liturgica di S. Antonio abate quello detto del “porsèlâ€?, protettore degli animali da cortile, sempre raffigurato con il domestico suino ai piedi. In Valtrompia è patrono di Cogozzo di Villa Carcina, Graticelle di Bovegno e Memmo di Collio. Qui, dopo la messa viene benedetto il sale. Conservato nelle cascine, dove sulla porta della stalla non manca mai l’immagine del santo, verrĂ sciolto nell’acqua quando una bestia si ammala. Ma è Graticelle di Bovegno, circa 150 residenti, che ne conserva la piĂš significativa tradizione. La festa patronale mobilita, nei giorni precedenti, tutta la frazione: i ragazzi salgono nel pomeriggio sul campanile a suonare l’allegrezza; le donne visitano case in paese e cascine isolate per raccogliere offerte e prodotti (salumi,formaggi ecc.) della montagna. La statua di S. Antonio abate, durante l’anno conservata nella cappella all’ingresso del paese, viene trasferita il giorno della festa in chiesa, vicino all’altare. Qui, dopo la messa solenne delle 10, sul
La famiglia Gatta Molenèr, 1910
sagrato, con banditore il parroco protempore (ora don Alberto Cinghia) si svolge il secolare pubblico incanto di quanto raccolto, dato al miglior offerente, a beneficio delle necessità parrocchiali. Quest’anno la festa ha un risvolto straordinario. Prima di Natale gli abitanti della frazione di Graticelle hanno ricevuto un dono speciale a cura della parrocchia di S. Giorgio di Bovegno: un calendario originale dedicato alle famiglie storiche dell’antica vicinia. L’idea ha come antefatto la ricerca, poi confluita in una pubblicazione della Comunità montana della Vale Camonica, fatta nel 2010 dallo storico gardonese Franco Ghigini sulle forme di religiosità nell’Area Vasta Val Grigna, quella che scende verso la Camunia dai laghi di Ravenole con territorio anche nei Comuni di Collio e Bovegno Graticelle. Qui, con la collaborazione dei locali Bruna Gerardini e Ferdinando Contessa, ha ritrovato fotografie, raccolto testimonianze nelle diverse famiglie. Nasceva la proposta di ricordarle con un occhio rivolto al-
la “memoriaâ€? e l’altro alle necessitĂ parrocchiali. Don Cinghia dava subito la sua adesione mentre Francesco Gatta, produttore di miele locale (Apicoltura Gatta) sosteneva l’iniziativa. Ecco cosĂŹ il calendario “Tradizioni di un borgo di montagna. Famiglie di Graticelle nelle fotografie storicheâ€?. In copertina campeggia una bella immagine del borgo antico, vicina la statua protettrice del santo. Ogni mese è accompagnato da una foto delle famiglie restaurata accuratamente, impreziosita dalla didascalia che ne ricorda la composizione e i soprannomi. Insieme vi si possono trovare, dopo gennaio che si apre con l’orazione al Santo, le poesie di Bruna Gerardini (luglio di Laura Gatta) riferite alle diverse ricorrenze (S. Lucia, ecc.). Si comincia con la famiglia Gatta Molenèr (1910). Il calendario, giĂ andato a ruba sulle bancarelle natalizie, è alla terza ristampa: sarĂ a disposizione per l’“incantoâ€? a Graticelle, dove la festa religiosa verrĂ preceduta da tre giorni con eventi vari.
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Gardone Valtrompia Asvt
La raccolta differenziata da lanciare Il Comune fa da apripista nella raccolta porta a porta. La Bassa e la Media Valle si attestano al 35%, mentre l’Alta Valle differenzia un po’ meno
D
Differenziare significa ridurre l’impatto delle nostre vite sul pianeta. Ecco perché le politiche di raccolta differenziata sono al centro del programma di smaltimento di rifiuti in carico ad Asvt. “In Valtrompia – spiega il presidente Diego Toscani – ci sono livelli differenti a seconda delle zone, con la Bassa e Media Valle attestate attorno al 35% e l’Alta Valle di un po’ di punti percentuali sotto. Proprio per aumentare questo livello e riuscire a raggiungere il 65% entro il 2012 fissato a livello nazionale dal decreto legislativo 152/2006, già dall’inizio del 2010
di Andrea Alesci
ci siamo mossi raccogliendo certi tipi di rifiuto (carta, lattine, vetro) presso i commercianti e i grandi produttori. Differenziare e differenziare bene deve essere una priorità e richiede un impegno consapevole da parte della cittadinanza: ecco perché da gennaio Gardone fa da Comune pilota alla sperimentazione della raccolta porta a porta di carta e plastica. Un passaggio graduale – continua Toscani – che durerà almeno sei mesi per valutare se sia il caso di estendere la cosa ad altri paesi e poi mettere in atto un radicale cambiamento nel sistema di raccolta
differenziata in Valle”. Un operatore passerà una volta alla settimana, frequenza poi estendibile ad altri giorni a seconda delle esigenze. “In giro per Gardone – precisa l’amministratore delegato di Asvt, Vittorino Quaresmini –, ci saranno meno cassonetti di carta e plastica mentre aumenteranno quelli destinati all’umido. Comunque, continuerà a funzionare l’isola ecologica, una delle cinque che abbiamo in Valle insieme a quelle di Sarezzo, Marcheno Bovegno, Villa Carcina e al sito di stoccaggio di Lodrino”. Un sistema, quello del porta a porta, già sperimentato con successo in molti Comuni italiani. Per ora Asvt si mantiene cauto, adottando una soluzione mista, che arrechi il minor disagio possibile e il maggior beneficio alla popolazione. “La cosa importante – prosegue il presidente Toscani – è che la gente capisca di
differenziare nel modo corretto e per questo, di concerto con Cauto e con le amministrazioni locali, abbiamo svolto campagne nelle scuole per spiegare ai ragazzi che cosa è possibile riciclare e confidiamo di svolgerne altre ed estenderle a tutta la popolazione, come già abbiamo fatto in passato”. Se in Valtrompia solo Concesio (regolamentato dal consorzio Aprica) continuerà per tutto il 2011 l’impegno per riorganizzare il numero dei cassonetti in poche isole omogenee con previsione per il 2012 di cominciare un nuovo tipo di raccolta, Asvt ha deciso di scendere in campo da subito eleggendo Gardone a paese sperimentatore, con la potenzialità di far diventare anche gli altri 10 Comuni che gestisce (Sarezzo, Villa Carcina, Marcheno, Lodrino, Marmentino, Irma, Tavernole, Pezzaze, Bovegno, Collio) esempi positivi.
La 5ª edizione dell’iniziativa è in collaborazione con sei Comuni
Gli adulti si iscrivono all’università Non finisce mai il tempo per imparare, e sulla scorta del successo degli anni passati comincerà a fine gennaio la 5ª edizione della “Università per adulti”. Sei differenti corsi (ciascuno di sei lezioni) promossi da Comunità montana e Centro territoriale di educazione permanente con la collaborazione dei Comuni di Concesio, Gardone, Lumezzane, Sarezzo, Villa Carcina e Nave. Un percorso fra diverse aree del sapere umano che prenderà il via il prossimo 21 gennaio all’istituto Bachelet di Lumezzane con gli incontri di Matematica tenuti dal prof. Giuseppe Pea (docente presso la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia) per fare luce sulla questione della “risoluzione dei problemi” nell’approccio didattico. Il 3 febbraio alla Sala Alberina di Concesio avrà invece inizio “Giustizia, libertà, uguaglianza: la filosofia e le riflessioni della politica” a cura del prof. Mario Rossini, docente di Filosofia e Storia al Liceo Scientifico “N. Copernico” di Brescia e collaboratore con le cattedre di Storia della filosofia medievale dell’Università degli Studi di Milano. Marzo si aprirà all’insegna della letteratura alla biblioteca di Gardone con le lezioni tenute dai docenti di letteratura Negri e Vassura sotto il titolo “Esigenze dell’io e istanze sociali in opere narrative del secondo dopoguerra”; mentre tra marzo e aprile si svolgerà al-
la scuola “G. Galilei” di Nave “Il mestiere dell’artista: sguardi indiscreti nelle botteghe dei grandi maestri”, sei serate per indagare le storie che si celano dietro i capolavori dell’arte grazie alla professionalità di Angelo Vigo, docente incaricato di Pedagogia e Didattica dell’arte presso l’Accademia di S. Giulia. A primavera inoltrata (mercoledì 27 aprile) sarà Villa Glisenti a Villa Carcina a inaugurare il ciclo di incontri dedicato alla storia con “Risorgimenti. Incontri sulla ricerca storica” a cura dei ricercatori e archivisti Lionello Anelli e Carlo Rizzini e la collaborazione di Massimo Galeri, coordinatore del Sistema archivistico della Comunità montana di Valle Trompia (Sibca). Ultimo appuntamento con il corso di Psicologia “La vita ci interroga”, che partirà il 2 maggio presso il Centro civico di Sarezzo e sarà tenuto dalla psicoterapeuta Lucia Pelamatti e dalla psicologa Luisa Garatti. L’iscrizione a un corso comprendente sei lezioni costa 25 euro (2 corsi 40 euro e 10 euro per ogni corso successivo), mentre per Under 18 e Over 65 il prezzo è di 20 euro a corso (2 corsi 25 euro e 10 euro per ogni corso successivo). Per iscriversi, rivolgersi a Ctp di Lumezzane (030827300), Ufficio cultura della Comunità montana (030.8337490, http://cultura. valletrompia.it) o ai Comuni di Nave, Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Lumezzane, Gardone Val Trompia.
Villa Glisenti a Villa Carcina
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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Bagolino Un gioiello del Cinquecento
Svelato un crocifisso in legno La riscoperta dell’opera (forse attribuibile a Olivieri) che per secoli era rimasta nel vecchio cimitero, dismesso dagli anni Cinquanta
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di Nicoletta Tonoli
Per anni, anzi, per secoli, uno splendido crocifisso in legno vegliava sul cimitero vecchio del paese di Bagolino, il Comune montano all’estremo nord della Valle Sabbia. Probabilmente giĂ nel Cinquecento, il secolo in cui si ipotizza fosse stato intagliato, l’opera doveva campeggiare sulle tombe degli abitanti del paese. Del resto in Valle Sabbia l’arte dell’intagliare il legno era molto diffusa; qui, per esempio, il cimitero napoleonico, come segnalano alcuni ragazzi del paese sul sito del Fondo ambiente italiano (Fai), è caratterizzato da “povere croci che sfidano il tempo nel ricordo degli uomini, infatti nel cimitero centenario era l’amico legno a ricordare i defunti. Il peso degli anni accresce la misteriosa suggestione. L’immagine piĂš bella è quella di due croci senza nome che si sostengono a vicendaâ€?. Ecco spiegata la presenza nel cimitero vecchio del paese, dismesso dagli anni Cinquanta, di questo imponente crocifisso. A lui probabilmente si rivolgevano generazioni di abitanti di Bagolino ricordando i propri cari. Abbiamo raggiunto don Arturo
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La parrocchiale
Viani, parroco del paese, che ci ha raccontato la storia di questa preziosa opera: “Per centinaia di anni il crocifisso campeggiò sul cimitero vecchio fino agli anni Sessanta, quando la chiesa presso cui si trovava il cimitero venne abbattuta. In quegli anni si decise di procedere a un primo restauro in cui venne applicato il mordente per nascondere i segni del tempo e degli agenti atmosferici che si erano abbattuti negli anni, dalla neve alla pioggia e alla grandine. Da allora si è deciso di proteggere l’opera ed è stata collocata una fotografia esposta ancora in oggi nel vecchio cimitero. Il tempo passa ancora e qualche anno fa si è cominciato a procedere a un restauro professionale vero e proprio togliendo il mordente. Una volta tolta la soluzione fissante si è potuto ammirare il crocifisso originale, salvo per i colori, ovviamente andati persi a causa degli agenti atmosferici: infatti, solo le braccia sono state ricostruite un centinaio di anni fa, come si può notare osservandolo attentamente, mentre tutto il resto è autentico. Ăˆ stata aggiunta una struttura portante die-
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tro alla croce in modo da permettere l’esposizione per la preghiera durante la Quaresima nella parrocchiale. In attesa di quel periodo dell’anno, il crocifisso viene conservato in sacrestiaâ€?. Ma chi può essere l’autore di questa opera? Si ipotizza che l’opera possa essere attribuita a Maffeo Olivieri, scultore e intagliatore bresciano, autore di sculture e opere in legno, marmo e bronzo, attivo spesso in coppia con il fratello Andrea. Il crocifisso, infatti, presenta alcune similitudini con altre opere dell’artista come la PietĂ conservata a Riva del Garda l’inedita PietĂ e la monumentale pala dell’Assunta scolpita nel legno e dipinta per la chiesa di Santa Maria a Condino, iniziata nel 1538 e ultimata dal fratello nel 1546. Ăˆ bene ricordare che fino a 225 anni fa Bagolino era parte della curazia di Condino. L’espressione del volto di GesĂš che sta esalando il suo ultimo respiro con gli occhi chiusi prima di morire ricorda moltissimo anche il crocifisso di Olivieri conservato a Sarezzo. Anche lo studioso don Pier Virgilio Begni Redona propenderebbe verso questa attribuzione.
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LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
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San Martino Sabato 22 gennaio
Dietro le sbarre per capire il carcere Carlo Alberto Romano
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Un pomeriggio “Oltre le sbarre” per ascoltare “voci dentro e fuori dal carcere”. Un pomeriggio di riflessione e approfondimento sociale promosso al fine di coinvolgere la popolazione del basso Garda sul tema del carcere, sia in termini di sensibilità che come riflessione e prevenzione alla delinquenza. Un incontro-dibattito, sabato 22 gennaio a partire dalle 16 presso l’agriturismo Le Preseglie di San Martino della Battaglia, con Marco Lentini, ex detenuto e alcuni testimoni come invito a riflettere sulla delicata realtà carceraria bresciana. Una opportuni-
di Vittorio Bertoni
tà che si concretizza attraverso la testimonianza di chi ha conosciuto la reclusione e la voce di chi a contatto con quelle sbarre lavora, alternando la propria missione dentro e fuori dal carcere, per portare conforto o assistenza a chi è detenuto o per infondere conoscenza e sensibilità a chi è esterno a tale realtà. “Oltre le sbarre” è organizzato dall’Associazione culturale “De Benaco” ed è patrocinato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Desenzano, dall’assessorato ai Servizi sociali e allo sport di Lonato e dall’assessorato alla Cultura di Casti-
Marco Lentini, ex detenuto, presenta il suo libro “Io... l’Assassino”. Intervengono Carlo Alberto Romano di Carcere e Territorio e Mario Fappani
glione delle Stiviere. Accanto a Marco Lentini che presenterà il suo libro autobiografico “Io… l’Assassino”, interverranno il criminologo Carlo Alberto Romano, docente dell’Università di Brescia e presidente dell’Associazione Carcere e Territorio (Act), Mario Fappani, garante dei diritti dei detenuti nel Bresciano, Francesca Paola Lucrezi, direttrice del carcere femminile di Verziano, Paolo Botticini, avvocato penalista, un agente di polizia penitenziaria, un’educatrice e alcuni volontari dell’Act di Brescia. Marco Lentini, pseudonimo dietro cui si cela l’autore, ha varcato numerose volte le porte del carcere trascorrendovi complessivamente circa 14 anni. Ha iniziato a scrivere nel 2004, nel 2007 si è diplomato e l’anno successivo è uscito dal carcere. Nel suo romanzo autobiografico “Io… l’Assassino” de-
Presentato il progetto europeo Eulakes
Come migliorare la governance dei laghi Si è svolta a Castelletto di Brenzone la presentazione del progetto Eulakes, finanziato dall’Unione europea all’interno del Central Europe Programme, per definire un modello comune di analisi e di governo locale dei bacini lacustri. I laghi europei vanno assumendo sempre più importanza, non solo in quanto fondamentali risorse naturali, ma anche per la centralità che possono assumere nei processi di sviluppo regionale, in un’ottica di sostenibilità. Le zone lacustri hanno dovuto affrontare una serie di problematiche ambientali legate al cambiamento climatico e alle pressioni antropiche per lo sviluppo turistico. Il progetto Eulakes si pone l’obiettivo di promuovere un approccio integrato per migliorare i processi di governance dei laghi, attraverso l’adozione di una strategia di pianificazione e di management partecipativo. Il progetto, che ha per capofila la Comunità del Garda, è stato sviluppato in collaborazione con partner della regione del Garda e con il coinvolgimento di altri tre importanti laghi europei: il Balaton in Ungheria, il Neusiedl in Austria e il Charzykowskie in Polonia. Il risultato finale sarà la messa a punto di strumenti di livello internazionale che siano di supporto ai portatori di interesse, cittadini, operatori economici e amministratori che operano per lo sviluppo e la tutela delle aree lacuali. In particolare
sarà studiato un sistema di supporto decisionale che potrà promuovere l’adozione di pratiche di gestione territoriale sostenibile. “Grazie a Eulakes – ha precisato il coordinatore del progetto Nicola Gallinaro – quattro realtà lacustri, differenti per caratteristiche geomorfologiche, ma accomunate da molti fattori, usi plurimi delle acque, stress ambientali e climatici e turismo come principale attività economica, stanno lavorando insieme per affrontare temi di grande importanza”. Sottovalutare i fattori di rischio ambientale potrebbe avere conseguenze sull’immagine dei laghi e sul loro potenziale turistico, determinando difficoltà di carattere economico. Il presidente della Comunità del Garda, Aventino Frau ha concluso i lavori con l’impegno a trasferire alle realtà e alle amministrazioni, ai cittadini e alle loro aggregazioni, gli importanti argomenti e le idee scaturite dai preziosi contributi dei relatori. “È nostro dovere compiere ogni passo possibile per garantire lo sviluppo dei laghi, ma soprattutto evitare il peggioramento della loro salute, con il supporto degli studiosi delle diverse realtà che partecipano al progetto, faremo sentire la nostra voce, sostenuta dall’autorevolezza data dalla ricerca, dalle conoscenze che potranno ricordare l’importanza e l’urgenza dell’azione di salvaguardia del territorio”.
scrive brevi spaccati di vita carceraria e un tragico fatto di cronaca nera accaduto alla fine degli anni ‘90, eventi che fanno da sfondo a questo libro, in un percorso emozionante, profondo e commovente dove l’autore va alla ricerca della propria identità. Un itinerario che si snoda attraverso sofferenze e pentimenti, rimorsi e voglia di riscatto personale, per giungere infine alla rinascita come uomo, padre e figlio. Un viaggio commovente attraverso gli anni e le tribolazioni vissuti dietro le sbarre, dove una sincera introspezione spinge l’autore fin dentro il suo “Io” più profondo. Alle testimonianze dirette e alle drammatiche pagine di vita carceraria seguirà, con la speranza di instaurare tra i presenti un clima familiare di stimolante confronto e di positiva riflessione, un momento conviviale.
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Paesi e parrocchie Lonato
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Fiera 53ª edizione
L’eccellenza agricola in piazza La rassegna regionale va in scena dal 14 al 16 con l’appendice di lunedì 17 (Sant’Antonio Abate)
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di Vittorio Bertoni
“Nata dalla cultura agricola – afferma il sindaco Mario Bocchio – la Fiera ha oggi una posizione di rilievo nel calendario degli eventi regionali, merito della sua capacità di rappresentare con successo i settori cardine dell’economia locale: agricoltura, artigianato, enogastronomia e commercio”. “È un evento sempre più strategico − aggiunge l’assessore al Commercio e presidente del comitato fiera Valentino Leonardi − per i settori economici coinvolti. Anche quest’anno ci si è adoperati per proporre novità e rispondere alle
diverse esigenze dei settori rappresentati, facendo il possibile per unire tradizione e innovazione”. E veniamo al ricco programma di sabato e domenica. Sabato 15 alle 9 apertura della “Mostra d’epoca del ciclo, motociclo e ricambi” allestita presso la scuola media “Tarello”. Alle 10 il centro storico si anima con il “Mercatino enogastronomico” che propone degustazioni gratuite e vendita di prodotti tipici con intrattenimenti per bambini. Previste visite guidate alla scoperta del patrimonio storico. Alle 10.30 taglio
del nastro presso l’ingresso di viale Roma. In contemporanea la sfilata di automobili d’epoca dal centro commerciale Famila. Alle 10.45 apertura mostra collettiva e concorso di pittura “Castelli e rocche del Garda” presso la scuola media. Alle 11.30 benedizione dei trattori presso la piazzetta adiacente l’area Busi. Alle 14.30 in piazza Matteotti, “Palo della Cuccagna”. Alle 17, presso la Sala Celesti, incontro su “Il mondo contadino come recipiente di saggezze, culture dialettiche, tradizioni e religiosità dimenticate” e alle 20.30 convegno su “Dal Mincio al Volturno: i due anni che fecero l’Italia”. Domenica 16 alle 9.30 gare gastronomiche “El salam pö bù de Lunà” e “El chisöl de la mé nóna”. Alle 10, presso la Sala Celesti, convegno dedicato all’ecologia. In contemporanea, presso la scuo-
la Barone Lanni della Quara, apertura del percorso espositivo “Lonato, tradizioni ed eccellenze”. Alle 11.30 e alle 16 in piazza Martiri della Libertà e al Palazzetto dello Sport degustazioni di risotto con radicchio trevigiano. Alle 14 in piazza Matteotti, “Party on the road”, musica dal vivo e alle 14.30 la sfida del “Palio di Sant’Antonio” con giochi d’altri tempi in abiti d’epoca. Alle 16 sul palco del Teatro Italia esibizione di Benedetta Caretta, vincitrice della trasmissione tv “Io Canto”. Alle 17 nella sala Celesti e alle 18, nella basilica di S. Giovanni Battista concerti di musica classica. La chiusura degli stand è prevista alle 20. A corollario, il circuito “A tutto porcello” che fino al 28 febbraio propone, in 18 ristoranti, menu a base di carne di maiale. Per informazioni Ufficio fiera 0309131456.
),Ù02/'2!--!Ù$%,,!Ù A>Ù&)%2!ÙDIÙ,/NAT/ VENERDI’ 14 GENNAIO Apertura Stands della 53°Fiera Regionale di Lonato del Garda Ore 20,30 Convegno presso la Sala A. Celesti “La riforma dell’acqua tra riforma
Ore 10
Ore 15
“Registro italiano Alfa Romeo Giulia“
Ore 10,30 Inaugurazione ufficiale della 53° Edizione della Fiera Regionale Agricola. Presso l’ingresso di
dei Consorzi e salute della nostra rete idrica.”
Ore 21
Gran Galà Show – Spettacolo di Cabaret. Presentazione ufficiale della 53° Fiera Regionale di Lonato del Garda presso il Teatro Italia, Via Antiche Mura.
SABATO 15 GENNAIO Ore 9 Apertura stands Ore 9- 20 Apertura Mostra d’epoca del Ciclo, motociclo e ricambi
Ore 10 Ore 10
Apertura manifestazione nel Centro Storico. Apertura Percorso delle eccellenze
Ore 11
Ore 11,30 Ore 14,30 Ore 14,30 Ore 14,30 Ore 15,30 Ore 14,30
del territorio gardesano
Ore 10
Inizio visite guidate presso la Casa Museo Ugo da Como, la Rocca Viscontea, il Museo civico ornitologico.
Partenza della tradizionale sfilata delle automobili d’epoca
Ore 20,30
Viale Roma, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose con l’intervento della Banda Città di Lonato del Garda. Apertura 2° concorso di pittura Castelli e Rocche del Garda. Benedizione trattori. 2° Edizione Palo della Cuccagna. Esibizione non competitiva Di Go Kart Percorso dell’Arte 1° turno Percorso dell’Arte 2° turno Inizio visite guidate presso la Casa Museo Ugo da Como, la Rocca Viscontea, il Museo civico ornitologico. Convegno presso la Sala A. Celesti Dal Mincio al Volturno: i due anni che fecero l’Italia.
DOMENICA 16 GENNAIO Ore 9 Apertura Stands Ore 9 - 20 Apertura Mostra d’epoca del
Ore 14,30 Inizio visite guidate presso la Casa Museo Ugo da Como, la Rocca Viscontea, il Museo civico ornitologico.
Ciclo, motociclo e ricambi.
Ore 9,30
Inizio gare gastronomiche El salam pö bù de Lunà e el chisöl de la mé nóna
Ore 10 Ore 10 Ore 10 Ore 10 Ore 10
Ore 15
esibizione non competitiva di Go Kart. Degustazione gratuita
Apertura manifestazione nel Centro Storico. esibizione non competitiva di Go Kart Apertura Percorso delle eccel
Ore 16
lenze del territorio gardesano
Ore 17,30 Presso la Sala A. Celesti
Percorso dell’Arte - Visita guidata alla Torre Civica Inizio visite guidate presso la Casa Museo Ugo da Como, la Rocca Viscontea, il Museo civico ornitologico.
Ore 11,30 Degustazione gratuita Risotto con radicchio trevigiano
Ore 14 Party on the road Ore 14,30 Palio di Sant’Antonio Ore 14,30 Percorso dell’Arte - Visita guidata alla Torre Civica
PER INFORMAZIONI: UFFICIO FIERA TEL. 0309131456
Risotto con radicchio trevigiano
Ore 17
Premiazione della Gara gastronomica El salam po bù de Lunà e el chisöl de la mé nóna Concerto di musica classica
Ore 18,30 Premiazioni del concorso di pittura Castelli e Rocche del Garda. LUNEDI’ 17 GENNAIO Ore 10
S. Messa nella Chiesa di Sant’Antonio Abate. Ore 14,30 Tradizionale Benedizione degli animali
Ore 15,30 Esibizione canina
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
La Voce di Palazzolo palazzolo@lavocedelpopolo.it
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Appuntamenti Sabato 22 gennaio
L’ultima notte degli alpini: una storia vera Il cine-teatro Aurora dell’oratorio di San Sebastiano ospita la rappresentazione di un atto unico tratto dai racconti di palazzolesi tornati dai fronti di guerra del secondo conflitto mondiale
N Tra bilanci e previsioni
Un 2011 intenso per le penne nere Se il 2010 è stato impegnativo, il 2011 lo sarà ancora di più. Con la forza dei numeri, dell’impegno e dello spirito associativo che da sempre contraddistinguono il gruppo Alpini di Palazzolo, il più numeroso di tutta la Sezione di Brescia, il capo gruppo Mario Simoni, assistito da Arturo Facchi, responsabile del settore Protezione civile, Paolo Mazzotti e Ferruccio Casali, presidente e segretario del Coro Alpino, Mario Marella tesoriere, ha intrattenuto i suoi Alpini e artiglieri alpini nella consueta assemblea annuale di domenica 9 gennaio con una dettagliata e articolata relazione. Dall’intervento del capo gruppo e dei responsabili di settore, è emerso un bilancio estremamente positivo, per quanto sono stati capaci di fare gli alpini nel corso del 2010. Ma sarà l’anno da poco avviato a segnare una tappa importante nella storia del gruppo di Palazzolo e che resterà memorabile al pari di quella dell’inaugurazione del monumento all’Alpino, avvenuta nel marzo del 1955 alla presenza di don Carlo Gnocchi, ora Beato. Il 14, 15 e 16 ottobre prossimi Palazzolo sarà infatti sede dell’Adunata del 2° Raggruppamento Ana e si prevede che la cittadina sarà invasa da migliaia di Alpini provenienti dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e da Ginevra. Già si annunciano momenti ed iniziative straordinarie in cui saranno coinvolte oltre che le schiere di Alpini, anche tutta la cittadinanza, a partire dal prossimo 22 gennaio presso il teatro dell’oratorio di San Sebastiano con la presentazione del libro “Alpini di Palazzolo” cui seguirà un atto unico con voci recitanti, immagini e canti a cura della Compagnia La Maschera, diretta da Massimo Venturelli e del Coro alpino palazzolese, diretto dal m° Francesco Rota a ricordo di chi ha combattuto l’ultima guerra mondiale. Mercoledì 26 gennaio gli Alpini palazzolesi ricorderanno con una Messa solenne in Santa Maria Assunta alle 19 caduti di Nikolajewka, mentre sabato 29 gennaio saranno presenti a Brescia per il 68° anniversario di quella memorabile battaglia, celebrato dalla Sezione bresciana. Il 29 gennaio verrà organizzata la tradizionale cena sociale; l’Adunata nazionale quest’anno si svolgerà a Torino, in concomitanza dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, mentre quella sezionale si terrà a Pezzaze in Valtrompia il 5 giugno 2011, seguirà il tradizionale pellegrinaggio sull’Adamello a ricordo delle vittime della Guerra bianca. Anche il nuovo anno, quindi, vede le penne nere palazzolesi, unitamente a quelle del Gruppo di San Pancrazio che pure festeggerà il 40° anniversario della sua fondazione, in prima linea nella animazione della vita associativa cittadina. Al termine della riunione, Mario Simoni, che quest’anno festeggerà le sue nozze d’argento come capo gruppo Alpini di Palazzolo, assieme ai numerosi soci iscritti presenti, non ha saputo nascondere la sua commozione ma anche la sua soddisfazione e l’orgoglio per quanto da anni le penne nere palazzolesi hanno saputo realizzare e che così animati e motivati, continueranno a fare anche per il futuro.
Non si tratta di un vero e proprio spettacolo teatrale, ma piuttosto di una rappresentazione che appartiene al filone delle elegie civili inaugurato da Marco Paolini con il suo “Vajont”. Questo è “L’ultima notte degli alpini...” l’atto unico per voci recitanti e coro che sarà proposto il 22 gennaio alla sala Aurora dell’oratorio San Sebastiano. L’accostamento, ovviamente, non è irriverente ne, tanto meno, deve indurre a pensare che chi ha curato l’operazione teatrale pecchi di immodestia. Lo spettacolo portato in scena dalla locale compagnia teatrale “La Maschera” e dal coro Alpino palazzolose è tratto da documenti originali di quelle penne nere palazzolese chiamate a combattere sui fronti di guerra del secondo conflitto mondiale. Non è, però, il racconto di episodi di guerra, ma piuttosto il sentire di tanti giovani caricati sui treni e trasportati in località distanti migliaia di chilometri dalle loro abitazioni, senza avere la minima idea di cosa fosse la guerra. Molti di quei giovani non hanno più fatto ritorno a Palazzolo, il loro
ricordo è stato affidato alle letttere spedite dal fronte, in cui più che la preoccupazione per le operazioni militari traspare l’ansia per ciò che avevano lasciato a Palazzolo, alle comunicazioni ufficiali dei comandi che annunciano il loro “valoroso sacrificio per la Patria”. Tutto questo, senza retorica, è stato inserito nell’atto unico arricchito da alcune pagine tratte da “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern e in cui il canto del locale coro alpino costituisce un’importante parte drammaturgica. La maggior parte di quanto verrà proposto sul palco del teatro dell’oratorio di San Sebastiano è tratto dal volume “Alpini di Palazzolo. Il cuore degli Alpini e degli Artiglieri Alpini di Palazzolo” di Luciano Demasi. Si tratta del lavoro certosino, durato oltre un decennio, di ricostruzione delle vicende delle penne nere palazzolesi realizzato andando a cercare per archivi militari, biblioteche e incontrando singoli alpini o i loro familiari. Il libro sarà presentato il 22 gennaio prossimo in occasione del debutto de “L’ultima notte degli alpini...”
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La Voce di Palazzolo
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Ambiente Preoccupazioni condivise
Tutti contro la cava di Telgate Pur essendo nel territorio del Comune bergamasco il nuovo sedime estrattivo farebbe sentire i suoi effetti su Palazzolo
L
L’intenzione di contrastare energicamente l’apertura di una nuova cava (Ateg39 – Ambito territoriale estrattivo ghiaia n° 39) nei pressi di Palazzolo è da tutti condivisa. Perché, seppur ricadendo su circa venti ettari nel Comune bergamasco di Telgate, di fatto il nuovo bacino estrattivo di sabbia e ghiaia previsto, si troverebbe sul confine palazzolese e tutti gli effetti – in termini ambientali e viabilistici – ricadrebbero sulla comunità. Ne sono convinti gli amministratori palazzolesi che anche durante un recente Consiglio comunale hanno
ribadito, con vigore, la propria contrarietà al nuovo “buco”. “Quello che maggiormente preoccupa – ha affermato l’assessore Bruno Lancini - non è solo lo scavo di due milioni di metri cubi, ma soprattutto il successivo riempimento di un milione 750mila metri cubi di materiali inerti o inertizzati”. Preoccupa dunque più la successiva discarica che l’attività estrattiva, già autorizzata, perché inserita nel Piano cave dalla Regione e dalla Provincia di Bergamo. Ad oggi manca ancora la valutazione d’impatto am-
bientale da sottoporre al Pirellone e per questo “nei prossimi giorni, sulla scorta di una riunione con i tecnici e gli estensori del nostro Pgt, redigeremo e invieremo in Regione un documento di contrarietà alla nuova attività di escavazione” ha aggiunto l’assessore Lancini, che ricorda altresì come il Comune di Palazzolo siede già al tavolo della Conferenza di servizi, legittimato quindi a rilasciare il proprio parere. Che il Comune di Palazzolo voglia contrastare, con tutti i mezzi legali a disposizione, questo progetto (tanto l’apertura della cava quanto la successiva attivazione della discarica), è stato confermato anche dal sindaco Alessandro Sala durante la seduta consiliare citata. Occasione in cui è stata bocciata la mozione (ma condiviso lo spirito), presentata dal Partito democrati-
co, di istituire una Commissione intercomunale di sorveglianza della nuova cava, coinvolgendo la municipalità di Telgate. La bocciatura è stata motivata dal fatto che “oltre a un clima di arrendevolezza che traspare dalla mozione stessa, la Commissione non potrebbe avere spazi autonomi e si sovrapporrebbe a compiti di altri, mentre muovendoci in modo autonomo si potrebbe essere più liberi di agire, anche in sede giudiziaria” a dire dell’assessore Lancini durante il suo intervento in Consiglio. Gli effetti negativi della cava, essendo individuata a sud dell’abitato di Telgate, ricadrebbero sul nostro territorio, a partire dalla viabilità che si concentrerebbe sulla nostra tangenziale, fino alla questione delle falde acquifere sotterranee.
Appuntamenti culturali
Mostre fotografiche e corsi d’arte L’associazione culturale “Il Maestrale” in collaborazione con la “Fondazione Cicogna Rampana” di Palazzolo s/Oglio, ha avviato i corsi d’arte pomeridiani presso la sede di via Garibaldi, 24, a Palazzolo s/Oglio. I corsi d’arte sono aperti a tutti coloro che intendono iniziare o continuare l’attività artistica, per soddisfare la propria vocazione o per occupare il tempo libero in modo creativo, esattamente come per i corsi d’arte serali di Cologne, già iniziati il 2 novembre. I corsi si pongono come obiettivo lo sviluppo della conoscenza delle tematiche artistiche, della sperimentazione di tecniche grafiche, pittoriche e plastiche, dallo studio della figura, della teoria del colore, del modellaggio della creta, della scultura e dell’approfondimento dei temi di storia dell’arte, con conseguenti visite guidate, mostre ed eventi artistici del territorio. Seguono i corsi insegnanti qualificati ed abilitati all’insegnamento delle discipline artistiche. A fine corso saranno raccolte quelle opere che costituiranno patrimonio artistico (grafica, pittura, scultura) dell’Associazione “Il Maestrale” e Fondazione Cicogna Rampana, che sarà messa a disposizione
della città e non solo per la consultazione. È intenzione dell’associazione “Il Maestrale” tramite i suoi insegnanti di dedicare spazio ai giovani per guidarli a sviluppare il potenziale creativo che posseggono, per la crescita culturale in sintonia con la scelta degli studi intrapresi. La sede dei corsi nei giorni di lezione è aperta a chiunque desidera l’incontro con gli insegnanti per una consulenza tecnica espressiva. Le lezioni si svolgono il martedì e giovedì dalle 15 alle 18. Per informazioni 030/731088. Sempre sul versante degli appuntamenti culturali si segnalano, poi, due mostre. Sabato 8 gennaio presso il Polo culturale di Mura, Lungo Oglio Cesare Battisti, 17, è stata inaugurata la mostra fotografica sulle paraolimpiadi a cura di Manuel Giacometti con la partecipazione delle autorità regionali (assessore regionale allo Sport), provinciali e del giornalismo nazionale, nonché molti atleti medagliati a Pechino, Torino e Vancouver. La mostra rimarrà aperte per le visite tutti i giorni fino al 30 gennaio 2011. Presso la Fondazione Cicogna Rampana di via Garibaldi è ancora visitabile la mostra allestita dal Circolo fotografico palazzolese per celebrare il 50° anninversario della sua fondazione.
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
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Sport Vicende del calcio cittadino
San Pancrazio e Palazzolo: attese e bilanci Le due compagini stanno rispettando quando stabilito a inizio stagione. Posizioni di classifica tranquille che lasciano ben sperare per il futuro
I
di Giuseppe Morandi
Interlocutoria e tutto sommato fedele alle attese: così potrebbe essere definita l’annata 2010 del Palazzolo calcio che si è chiusa con una quinta posizione, che mantiene la squadra in zona play-off. Con i suoi 26 punti la squadra viaggia con una certa linearità: un percorso saggiamente previsto fin dall’inizio di campionato, senza grosse mete e grandi progetti, ma con l’obiettivo di centrare i play-off e, con soddisfazione di tutti, ora sta mantenendo le aspettative. Le voci che circolavano da qualche
mese sullo smantellamento della squadra a causa delle limitate risorse economiche che non riuscivano a dare garanzie, da alcuni attribuite agli stessi dirigenti del team palazzolese, grazie al cielo sono state smentite dai fatti, segno di un ripensamento di tutta la compagine dirigenziale visto che è stata confermata tutta la rosa dei giocatori. Tale considerazione è suffragata anche dal livello delle squadre avversarie incontrate in questo girone di andata: la squadra di Zobbio non è inferiore a nessun’altra,
tranne quella dell’Aurora Seriate, che non a caso si trova solitaria in testa alla classifica con dieci punti di vantaggio sulla seconda, la Ghisalbese. Il girone di ritorno inizia proprio domenica 16 gennaio e potremo verificare cosa ha portato la pausa e la sosta delle feste natalizie nelle gambe ai palazzolesi, con una partita alla quale i tifosi guardano con aspettative positive anche se si tratta di un team di tutto rispetto; i nostri si recheranno infatti nella bergamasca, a S. Paolo d’Argon, dove all’andata i palazzolesi vinsero con un risultato dilagante: un netto 4-0. Il San Pancrazio, altra squadra di Palazzolo che milita in seconda categoria, a due giornate dalla fine del primo turno, si trova a metà classifica, e sì che fin a quattro giornate
Storia locale
I palazzolesi e l’Unità d’Italia Su impulso dell’Amministrazione comunale, varie associazioni cittadine stanno approntando incontri, momenti e manifestazioni per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il calendario di iniziative a partire dai mesi di febbraio e marzo propone una serie di incontri e spettacoli presso la Fondazione Cicogna Rampana, la Sala civica municipale e la Biblioteca Lanfranchi, un concerto della Banda cittadina in piazza Roma, introdurranno la fitta serie dei eventi che verranno man mano pubblicizzati. Come anticipo delle numerose proposte, lo storico locale maestro Francesco Ghidotti ha ripercorso le vicende di alcuni palazzolesi che vissero gli eventi che portarono, nel 1861, alla proclamazione dell’Unità. Era il marzo del 1848 quando, insieme a Francesco Colombi, Ermenegildo Foglia e Federico Svanetti, Gioanì Scaziet faceva ritorno a Palazzolo dopo quattro anno trascorsi nel reggimento di fanteria austriaca di stanza a Graz, e impegnati poi nello scontro di Pozzolengo (28 marzo 1848) contro i piemontesi. I palazzolesi vissero in prima persone le battaglie della prima guerra per l’indipendenza, che si concluse colla “fatal Novara”. I quattro erano partiti in abiti borghesi, per raggiungere, con marce quotidiane di trenta
chilometri, il loro reggimento. Lo intercettarono a Palmanova. Nei quattro anni successivi passarono a Padova, Verona e Mantova. All’inizio del ’48 erano a Brescia. al comando dell’Haugwitz. Il 22 marzo, dopo l’insurrezione dei milanesi durata cinque giornate, gli austriaci lasciano la Lombardia. Il 23 marzo alla dichiarazione di guerra all’Austria Carlo Alberto, alla testa dei piemontesi, avanza verso il Garda. I palazzolesi, appena a Pozzolengo avviene il contatto fra i belligeranti, si danno, come quasi tutto il loro reggimento, prigionieri ai Piemontesi. Il principe Vittorio Emanuele, alla vista di tanti italiani fra i prigionieri, esclama: “Andate pure alle vostre case”. Ma la loro libertà è di breve durata. Dopo la sconfitta di Custoza del 25 luglio, tornano gli austriaci e i quattro palazzolesi rischiano la fucilazione; comincia per loro un vero calvario. Fuggono in Valle Camonica, ad Edolo e di qui in Svizzera. Scendono poi in Piemonte per arruolarsi nuovamente. Ma purtroppo li aspetta “la fatal Novara” (28 marzo 1849) coll’abdicazione di re Carlo Alberto. Dopo la pace di Milano del 6 aprile coll’amnistia concessa ai cittadini lombardi e veneti, esuli in Piemonte, possono tornare a rivedere la sagoma della Torre.
dal termine era a ridosso della prima in classifica. Come si sa i canarini del San Pancrazio sono relegati al girone bergamasco, un campionato certamente più duro di quello bresciano, dove fino ad ora si sono difesi bene, con autorità e consapevoli della loro forza: una squadra, quella del San Pancrazio, formata dal mister Chiari con l’apporto di molti giovani, un valore aggiunto al settore in cui militano valorizzando forze e risorse sportive e pare che fino a ora ci siano riusciti, con buone prospettive per il futuro anche perché il campionato è ancora lungo ed incerto. I ragazzi del San Pancrazio hanno ancora due partite da recuperare nel loro girone dove al comando c’è la coppia Grumello e Valcavallina con 27 punti.
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Paesi e parrocchie Valle Camonica
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Asl di Vallecamonica-Sebino Incarico
Mantenere alto il livello del servizio Renato Pedrini, nuovo direttore generale dell’Azienda sanitaria e dei due ospedali di Edolo ed Esine, racconta i suoi obiettivi
È
di Franco Garattini
È Renato Pedrini, valtellinese, 62 anni, con un buon passato amministrativo (sindaco a Bormio per due mandati, presidente della Comunità montana dell’alta Valtellina, dirigente scolastico) il nuovo direttore generale dell’Asl di VallecamonicaSebino, nominato dalla Regione Lombardia il 23 dicembre scorso. Si tratta di un’Azienda sanitaria unica nel suo genere in Lombardia in quanto comprende sia l’Azienda dei servizi sanitari territoriali che i due Ospedale di Edolo ed Esine; comprende 42 Comuni, da Ponte di Legno a Pisogne e si occupa di tutti i servizi previsti per legge, ivi comprese le attività socio-assistenziali, i servizi alla persona, la gestione del 118 territoriale, l’attività dei Presidi sanitari, tutta la medicina del territorio (ivi compresa la veterinaria), quella ospedaliera e l’attività specialistica. Una sorta di laboratorio, insomma, anche per la Regione Lombardia dove, nel piccolo, è scritto tutto ciò che avviene nel grande. E lo conferma Pedrini nel suo incontro stampa del 3 gennaio: “L’unicità dell’Asl Vallecamonica-Sebino ha pregi e difetti.
Un’immagine dall’alto dell’ospedale di Esine
Tra le cose belle che ho trovato vi sono alcune eccellenze sanitarie e socio-assistenziali che fanno onore a questa valle”. Tra esse, il nuovo direttore generale cita l’ottima organizzazione delle Rsa che funzionano in modo impeccabile. Ma anche alcuni Reparti ospedalieri, tra cui le attività dei due Pronto soccorso di Edolo ed Esine, dove a fronte di accessi anche stagionalmente molto elevati, si registrano risposte efficienti, precise e soddisfacenti. Cita ancora la Riabilitazione, che è il cuore di collegamento tra i reparti ospedalieri e il territorio, ma anche la situazione giudicata più che soddisfacente delle strutture esistenti. Nei progetti immediati cita la consegna a breve della palazzina per l’Università per infermieri e per la libera professione medica, con l’urgenza improrogabile della palazzina per l’Igiene mentale, nella quale troverà posto un vero e proprio sistema di servizi sanitari, assistenziali e sociali per la malattia mentale e la neuropsichiatria infantile. E ancora, tra gli impegni immediati
che attendono il nuovo dg dell’Asl camuna, vi è la nomina dei più stretti collaboratori: il direttore sanitario, il direttore sociale e il direttore amministrativo: “Tutti insieme lavoreremo per dare concretezza al Documento di programmazione e il Piano di coordinamento regionale”, afferma Pedrini. Da buon manager, non si nasconde le difficoltà: “In tempi di magra − afferma − bisogna saper coniugare tutte le risorse e le energie per ottenere risultati positivi anche immediati, rispettando gli obiettivi della sanità regionale, ma tenendo presente le difficoltà in più di disagio per le piccole realtà di montagna”. Per mantenere alto il livello delle prestazioni sanitarie, il Dg intende coinvolgere i medici di base. “Sono loro gli attori con i quali vogliamo collaborare”. Accolto con affetto dal personale e dai Sindaci che fanno parte della Conferenza presso l’Asl, Pedrini ha assicurato massima attenzione anche al problema della Chirurgia di Esine, più volte sollevato da varie parti. Prudente, attento e pragmatico, il nuovo Dg è già al lavoro dal primo giorno del 2011.
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
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Breno Restauro
Il rifacimento del volto del Duomo La facciata del Duomo
È
È finito il primo lotto dei lavori all’esterno del duomo di Breno: per adesso sono stati ultimati il ripristino della facciata, del portale e delle balaustrate in marmo; con la primavera verranno terminati gli ultimi ritocchi che ancora mancano. Soddisfatto il parroco mons. Franco Corbelli che domenica presenterà i lavori al vescovo Luciano Monari, presente a Breno per una concelebrazione a seguito della visita al Consultorio familiare “Giuseppe Tovini”. Con l’architetto Giovanni Prandini, che ha diretto l’intera operazione, parliamo
di Ermete Giorgi
dell’intervento: “Da decenni, la facciata della chiesa parrocchiale versava in avanzato stato di degrado – esordisce il tecnico – per quanto riguardava l’esfoliazione della pitturazione superficiale, per il portone ligneo, il portale secentesco in marmo occhialino. I primi progetti esecutivi erano già stati approntati nel 2003. Dopo numerosi tentativi per il reperimento dei fondi necessari, solo nel 2009 si è potuto accedere a un contributo nell’ambito del Programma operativo regionale Fesr. Le opere hanno avuto inizio subito dopo il Ferragosto 2010
Terminato il primo lotto dei lavori all’esterno della chiesa: domenica il vescovo Monari sarà presente per una celebrazione eucaristica
con l’allestimento dei ponteggi e si sono concluse in questi ultimi giorni. Già nella prima fase dei lavori – continua Prandini – sono tuttavia emerse alcune problematiche di tipo strutturale, impreviste ed imprevedibili. In corrispondenza del timpano e nella parte di cornicione soprastante la finestra della facciata è emerso un quadro fessurativo assai preoccupante che denotava cedimenti strutturali presumibilmente determinati dal deterioramento-cedimento di alcune architravi in legno inserite nelle murature. Tale situazione ha richiesto una serie di approfondite indagini, indispensabili per approntare una proposta d’intervento condivisibile con le prescrizioni della Soprintendenza”. Le architravi “incriminate” risultarono poi addirittura insidiate dalla “carie bruna” che colpisce con alterazioni morfologiche
Berzo Inferiore
“Un lembo di Paradiso” “Un lembo di Paradiso” è il titolo del volume edito dalla parrocchia di Santa Maria Nascente di Berzo Inferiore e curato da Oliviero Franzoni. Si tratta di uno studio che, come afferma il sindaco Sergio Damiola, “illustra, con dovizia di contenuti e di belle immagini, una serie di eventi di grande portata, incentrati sul tema mariano, soggetto caro alla sensibilità degli abitanti ed oltremodo fondamentale per la vita cristiana”. In sede di presentazione, il parroco mons. Mario Rebuffoni spiega l’intento della pubblicazione: celebrare il 61° anniversario della Peregrinatio Mariae del 1949; ricordare la rievocazione 2010 avvenuta in Valle Camonica in generale e particolarmente al passo del Tonale, presso il sacrario dei caduti della guerra 19151918; completare il testo con una parte documentale riguardante la storia del borgo della Valgrigna. Il vescovo Luciano Monari definisce l’evento “una festa popolare, nella quale le parrocchie della Valle si sono mobilitate manifestando tutta la ricchezza della loro fede costruita con pazienza e fedeltà da una lunga serie di generazioni che si sono succedute ed hanno trasmesso le une alle altre l’amore a Maria Santissima”. Mons. Giacomo Canobbio tracciando la prefazione afferma: “Originale prospettiva: non sono i fedeli che, pellegrini, si recano al luogo dell’apparizione,
ma, simbolicamente, la Madre di Gesù che ‘appare’ là dove le persone lavorano, amano, soffrono, pregano. Nel simbolo si rimanda allo stile dell’agire divino tipicamente cristiano: a differenza di quanto è dato riscontrare nelle altre esperienze religiose, nel cristianesimo è il divino che si avvicina agli umani”. E ancora le belle parole del card. Salvatore De Giorgi, presente alla cerimonia 2010: “La pubblicazione della storia di questo evento di fede, dal titolo emblematico e suggestivo ‘Un lembo di Paradiso’ che bene la sintetizza e la esprime, è indubbiamente una prima e lungimirante risposta a questo auspicio perché è proprio quel ricordare il passato per vivere meglio il presente che Maria ha espresso nel Magnificat col più sublime canto di lode”. Ricco il corredo iconografico dell’opera: foto della Peregrinatio (24 aprile-24 settembre 1949); la statua della Vergine degli scultori Poisa apparsa a Maria Polentina (24 settembre 1616), che transita per i vari paesi valligiani; i sacerdoti promotori (mons. Stefano Regazzoli, don Carlo Comensoli, don Giovan Battista Giacomelli, don Filippo Bassi, don Giovanni Antonioli, don Pietro Laini ecc.); il contesto socio-politico della vallata provata dal Fascismo e dalla Seconda guerra mondiale; i laici partecipanti (Vittorino Chizzolini, Giuseppe Bonafini, Giorgio La Pira, ecc.).
(variazione di colore e di aspetto) e fisiche (variazioni di odore, permeabilità, peso). Per visionare l’interno delle strutture sono state usate persino telecamere; alla diagnosi è poi seguita la cura a base di iniezioni di consolidamento e sostituzione della trave del timpano, ovvero la più compromessa. Installato anche, sul fronte principale, un modernissimo sistema antivolatili che allontana gli animali senza danneggiarli. Il duomo brenese, nella forma nella quale si può ammirare oggi è opera di un rifacimento iniziato nel 1867 e finito nel 1892 (innalzamento, ampliamento del presbiterio, finestroni, aggiunta del coro, ecc.) dall’arciprete Pietro Porta (ing. Giovan Antonio Ronchi). La sistemazione del sagrato con relative balaustrate (1947) è del parroco mons. Stefano Regazzoli (ing. Mario Ippoliti).
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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Bornato San Bartolomeo
Il recupero dell’antica Pieve Prosegue l’intervento per riportare all’antico splendore un gioiello architettonico
I
In silenzio e senza clamore, ma con altrettanto impegno e determinazione, prosegue a Bornato l’intervento di recupero della antica Pieve di San Bartolomeo. Grazie infatti alla sinergia tra l’Amministrazione comunale, la Soprintendenza ai beni architettonici di Brescia e la Fondazione che all’avito tempio si intitola, sono state portate a termine alcune opere importanti finanziate dalla Soprintendenza per una spesa complessiva di circa 22mila euro. Sono stati
di Luigino Manessi
apportati gli interventi finalizzati a fermare il degrado della struttura architettonica e consentirne cosi la conservazione in vista del restauro complessivo al quale si procederà di pari passo con il reperimento dei relativi fondi. In attesa, dunque, che venga conclusa anche l’indagine archeologica con la terza campagna di scavi, si è provveduto, alla presenza dell’architetto Renato Gentile, ispettore della Soprintendenza, a sistemare l’estradosso della porta
L’antica pieve di San Bartolomeo
di accesso al presbiterio, onde ripristinare la stabilità sia della struttura della porta compromessa da alcune sconnessioni dei paramenti murari, sia della muratura superiore . Si è poi intervenuti con il rifacimento parziale della parte alta della muratura settentrionale del presbiterio ma anche di altri punti degradati con il rifacimento dei vuoti dovuti al distacco e alla caduta di pietra. Infine per proteggere tutte le teste dei muri dagli agenti atmosferici, particolarmente attivi nel periodo invernale, è stata realizzata una copertina di protezione effettuata stendendo sulle murature un “tessuto non tessuto” sul quale realizzare in malta cementizia una copertina a doppio spiovente armata con rete in fibra di nailon.
L’intervento di recupero e di valorizzazione si sta dimostrando particolarmente delicato e costoso: il relativo progetto complessivo è stato avviato dall’Amministrazione comunale nel 2001. Il recupero segna un nuovo passo in avanti in attesa dell’esito, che si auspica positivo, della richiesta di finanziamento avanzato dal Comune di Cazzago San Martino alla Regione Lombardia nell’ambito degli interventi di valorizzazione del patrimonio archeologico lombardo per l’anno 2010. Giusto ricordare che la Pieve ha in corso la procedura di inserimento come sito inserito nella Lista del patrimonio mondiale dell’Unesco nel cosiddetto “Distretto dei Longobardi” rete dei siti longobardi della Provincia di Brescia.
Brevi
Adro
Comunità Shalom
I Soli delle Alpi non sono stati rimossi
Concerto Pro Romitaggio
Non si placano le polemiche. Il 12 gennaio il giudice del Lavoro Gianluca D’Alessio avrebbe dovuto nominare (come richiesto dalla Camera del Lavoro il 23 dicembre scorso) un funzionario ad hoc, quale ausiliario del Giudice, con il compito di dare attuazione all’ordinanza del Tribunale di Brescia in merito alla rimozione dei Soli delle Alpi dalla scuola di Adro. Visto e considerato che alcuni testimoni hanno scattato alcune immagini che evidenziano la presenza dei Soli sul tetto dell’istituto, il giudice ha rinviato l’udienza al 4 febbraio. In particolare ha chiesto la convocazione del segretario comunale del Comune franciacortino, che dovrà spiegare nei dettagli che cosa sta facendo il Comune per dare seguito all’ordinanza del 25 novembre scorso con la quale il giudice aveva accertato la natura discriminatoria del comportamento del Comune per la vicenda dei 700 Soli delle Alpi nel nuovo polo scolastico.
La Comunità Shalom organizza il 15 gennaio l’VIII concerto Pro Romitaggio orto degli ulivi Gerusalemme alle ore 20.30 presso l’accademia del tennis (piazzale Kennedy). Presentano: Mario Mazzoleni, Danilo Vizzini, Sandra Liutkeviciute. Si esibiscono gli artisti: Roberto Bignoli, Sara Corna, Tiziana Manenti, Leslie Abbaini, Massimo Nuova, Pier Didoni, Joyce E. Yuille, Francesco Dal Poz, Mamo Belleno & Armanda De Scalzi, Ronnie Jones, Liliana Cosi, Peter Barcella, Joiful Gospel Choir. Il programma prevede alle 14.30 il ritrovo presso la Comunità shalom, alle 16 la partenza della fiaccolata nella direzione Accademia del tennis; alle 18 la celebrazione eucaristica prima dello spettacolo.
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Cultura e comunicazione
Aab Ciclo di incontri
Brescia: l’Università, la ricerca, le eccellenze
leombruno@lavocedelpopolo.it
Tino Bino
P
di Mario Nicoliello
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“Proporre delle riflessioni ad alta voce in una città dove si ragiona poco”. Le parole di Tino Bino sintetizzano il senso del ciclo di incontri “Arte, cultura, città”, promosso dall’Associazione artisti bresciani, nella sede di vicolo delle Stelle. Dopo il primo confronto sulle istituzioni culturali della città – concluso con la proposta di costituire un’associazione per la raccolta di fondi da destinare alle attività culturali –, si è discusso di “Brescia: l’università, la ricerca, le eccellenze”. Al tavolo dei relatori erano seduti, oltre a Tino Bino, anche Renzo Capra, già presidente di Asm, Ennio Franceschetti, imprenditore e presidente del Csmt (Centro servizi multisettoriale e tecnologico), Giovanna Finzi, componente del consiglio di ricerca dell’Università statale, Alfredo Marzocchi, preside della facoltà di Matematica dell’Università cattolica. “La cultura – ha osservato Bino – è il modello di vita della società. Fino a oggi Brescia è vissuta sul sistema culturale di economia manifatturiera, permeando la sua immagine sul tondino. Attualmente è invece alla ricerca di eccellenze sulle quali puntare il proprio sviluppo”. Così, se Bergamo ha puntato sul “Kilome-
Nel salone del Romanino dell’Associazione artisti bresciani di vicolo delle Stelle 4, si è svolto il secondo e particolarmente partecipato incontro-dibattito del ciclo “Arte, cultura, città”, approfondimenti culturali realizzati in collaborazione con Almed, Alta scuola di media e comunicazione dell’Università cattolica di Milano
tro rosso” e Mantova sul “Festival della letteratura”, su quale eccellenza dovrà scommettere Brescia? “Occorre – ha continuato Bino – uno sforzo collettivo di energie e risorse. Vero è che il fallimento dell’economia finanziaria può trovare uno sbocco di rinascita nella cultura. Università e ricerca possono perciò conferire una nuova identità alla città”. Franceschetti ha ricordato la crescita della sua Gefran di Provaglio d’Iseo, “inimmaginabile se Brescia non avesse avuto la facoltà di Ingegneria. Investire in ricerca collaborando con l’ateneo ci ha dato visibilità internazionale. I nostri attuali manager sono ex studenti che hanno fatto tesi e tirocinio in azienda”. Dal canto suo, Giovanna Finzi ha spiegato le linee guida della Statale per la ricerca: “La trasversalità fra facoltà, le compatibilità con il sistema delle aziende, la valutazione secondo parametri internazionali. Lavoriamo a iniziative rivolte all’eccellenza e puntiamo a organizzare scuole di dottorato che formino persone orientate alla risoluzione dei problemi”. Per Alfredo Marzocchi anche studi “astratti, come quelli di matematica e fisica, apparentemente fini a se stes-
si, possono produrre un beneficio imprevisto e generalizzato. Per tale ragione la creatività non va ingabbiata soltanto verso una ricerca finalizzata a realizzare applicazioni pratiche”. Più volte è stata citata tra le eccellenze bresciane, l’Asm. Colui che ne è stato presidente, Renzo Capra, ha preferito parlare del suo arrivo a Brescia nel 1964: “Arrivavo da Gela, dove l’Eni mi versava la stessa indennità che si prendeva lavorando in Nord-Africa, e venni a Brescia per uno stipendio che era la metà. Qui portai l’esperienza manageriale maturata nell’Eni, nell’Anmic e poi nella Snam progetti”. Capra ha citato tra le eccellenze bresciane: “Isfor, per i suoi master post-universitari, Inntec, Aqm, il laboratorio metallurgico dell’Atb, l’Università, costruita recuperando pezzi di città antica”. Per il futuro, l’ingegnere piacentino punta sulle energie rinnovabili: “Basiamoci sul riuso dei materiali, finanziamo la ricerca sulle fonti rinnovabili, e analizziamo casi virtuosi come quello della Svizzera. E, infine, auguriamoci che torni un controllo dei cittadini, anche attraverso le circoscrizione, o le assemblee aperte, sul servizio pubblico”.
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Cultura e comunicazione Famiglia
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Ci sono persone che adottano l’evitamento come soluzione al disagio che hanno nell’incontrare e nel relazionarsi con le persone. La paura e l’ansia che questo procura (e che spesso si focalizza sul corpo e le sue funzioni) le portano a evitare le situazioni di incontro conviviale attorno a un tavolo con altri. Evitando i contatti, nell’immediato l’ansia scompare, ma a lungo termine il problema, che porta ad isolarsi e a fuggire situazioni sociali potenzialmente piacevoli, può arrecare molto malessere
Psicologia Educare a vivere nella realtà
Storia dell’invertebrato, l’uomo senza spina dorsale
S di Rossella De Peri psicologa
Simone ha vent’anni; mi contatta perché non riesce a mangiare fuori casa, in presenza di altri: ogni volta che ci prova gli viene un ‘nodo’ allo stomaco e, se insiste a mandare giù qualcosa, deve correre in bagno a vomitare. Inoltre, se mangia a casa prima di uscire per incontrare qualcuno, poco dopo comincia a sentire quello stesso nodo e nausea, per cui, avendo paura di vomitare in presenza di altri, ha adottato due strategie disfunzionali: evitare di uscire o uscire a digiuno. Sono due strategie con le quali a breve termine risolve il suo problema (cioè non prova più paura), ma che a lungo termine sono disfunzionali perché, evitando di uscire o uscendo a digiuno, perpetuano la paura e la rinforzano; inoltre perché Simone evita occasioni relazionali,
isolandosi sempre di più. Spesso i disturbi psicologici si originano e si rafforzano per tentate soluzioni a problemi che dovrebbero essere risolti diversamente. Simone ha adottato l’evitamento come soluzione al suo disagio nell’incontrare e relazionarsi con le persone. La paura e l’ansia che ciò gli procura (e che si focalizza sul suo sistema digerente) lo portano a evitare le situazioni di incontro conviviale attorno a un tavolo con altri. Se evita, nell’immediato la sua ansia scompare, ma a lungo termine il suo problema, che lo porta a isolarsi e a fuggire situazioni sociali potenzialmente piacevoli, gli sta arrecando molto malessere. Il problema del ‘nodo’ allo stomaco, della nausea e del vomito viene risolto in poche sedute, ma mano a mano
vengono alla luce sempre più problemi, di cui quello era forse il più invalidante, ma solo uno fra i tanti. Simone è come una scatola cinese: viene risolto un problema e subito lui ne rivela un altro e via di seguito. Certo, aver risolto quello gli ha cambiato la vita: Simone non fa più digiuni e può godersi le cene in compagnia, ma la sua vita è costellata di tante altre paure che lo condizionano e rispetto alle quali la sua strategia di difesa è l’evitamento. L’evitamento lo porta a vivere come in una gabbia dorata: è protetto dalle paure e dall’ansia conseguente, ma è imprigionato non potendo vivere appieno la vita. Simone gioca sempre in difesa, mai in attacco. Simone ha paura a guidare in autostrada, ha paura dell’aereo, di andare in un ufficio, di affronta-
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Elton John Un bambino derubato
Zachary non potrà mai pronunciare la parola ‘’mamma’’ di Vincenzo Turchi Commentata dalla maggior parte dei media come un episodio da rotocalco, è stata diffusa la notizia che dall’unione cosiddetta ‘matrimoniale’ di Elton John con David Furnish è nato un figlio, in realtà commissionato a una madre ‘surrogata’ in California (con brutta, ma efficace espressione: “utero in affitto”). Il nuovo evento sembra coronare l’esperienza, già di per sé del tutto anomala, del matrimonio tra i due coniugi dello stesso sesso, che ora diventano pure, entrambi, ‘padri’. I toni entusiastici con cui è stata accolta la notizia da parte di molte star del mondo dello spettacolo e delle associazioni gay aggiungono un sapore mieloso all’evento, celebrato in una sorta di “mistica della diversità”, che in realtà lascia del tutto in ombra il vero protagonista della vicenda, il bambino nato. Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è sempre stato ritenuto dai giuristi un’anomalia così grossa da non poter essere neppure ricondotto alla categoria della nullità, ma addirittura a quella dell’inesistenza, mancando in tale ipotesi (un tempo ritenuta solo ‘di scuola’) persino la parvenza del matrimonio. Peraltro, relativamente di recente, a partire dalla legge olandese del 21 dicembre 2000, un certo numero di Stati ha legalizzato il cosiddetto ‘matrimonio gay’, parificando la posizione soggettiva di coniugi eterosessuali e coniugi omosessuali. La citata legge olandese, tuttavia, non consentiva a questi ultimi di accedere all’adozione, mentre molte legislazioni nazionali successive consentivano anche tale ulteriore facoltà, portando a termine la parodia del matrimonio propriamente detto. Ma, con un minimo di razionalità o di buon senso, è immediatamente percepibile come tra le strutture antropologiche necessarie allo sviluppo della persona umana rientri in primo luogo la famiglia, basata sul matrimonio quale ontologicamente costituito sulla differenzazione sessuale dei coniugi, fondativa di autentiche relazioni familiari e umane, in particolare la coniugalità maschile e femminile, la genitorialità materna e paterna. Io, come padre, so bene di non potere dare a mio figlio ciò che gli dà sua madre, e viceversa. Se taluni adulti amano stravolgere la ‘natura delle cose’, almeno non fac-
re l’ira di un automobilista, di farsela addosso quando è fuori, dei piccioni… Simone è l’ultimo figlio di tre, a distanza di undici anni dal secondo. È stato sempre visto come ‘il piccolino’, servito e riverito dai genitori e dai fratelli, molto più grandi di lui. Non è lo stesso per un bambino avere cinque anni e due fratelli più piccoli di lui o, avere sempre cinque anni, e due fratelli molto più grandi di lui. L’età in questo caso è uguale in senso assoluto, ma è molto diversa in senso relativo: in famiglia le interazioni e le richieste saranno molto diverse anche se il bambino ha sempre gli stessi cinque anni. Nel primo caso i genitori saranno portati a chiedergli molto, a pretendere molta più responsabilità; verso i fratelli avrà un atteggiamento di cura e protezione. Nel secondo caso, i genitori e i fratelli saranno molto più indulgenti e accomodanti, tenderanno a risparmiargli molte fatiche e a giustificarlo di più. Per Simone, in particolare, questi atteggiamenti vissuti in famiglia sono stati esasperati: i familiari, risparmiandogli in maniera estrema fatiche, doveri, frustrazioni lo hanno portato a crescere senza poter sviluppare capacità, autonomia, fiducia in se
stesso. Ora che i suoi fratelli sono sposati, la mamma è deceduta e il papà soffre di una malattia degenerativa (per cui sempre meno può occuparsi del figlio e della casa e, anzi, sempre più ha bisogno di aiuto), ecco che Simone, come era prevedibile, è andato in tilt: si trova incapace ad affrontare e gestire l’ordinarietà della vita. Sono emerse tutte le paure rispetto a ciò che per lui è l’ignoto, perché non ha mai dovuto affrontarlo. Simone non ha, per così dire, una “spina dorsale psicologica”: non sa stare in piedi rispetto ai piccoli e grandi compiti esistenziali. È come se una persona dovesse fare una maratona e non ha mai corso un chilometro. Simone percepisce questa sua incapacità e ha paura.. Si sente “anormale” rispetto ai ragazzi della sua età e ne soffre molto. L’obiettivo terapeutico sarà quello di aiutarlo ad affrontare e superare una a una tutte le sue paure. Solo così potrà costruire capacità, fiducia in se stesso, autonomia. E come una pallina di neve che diventa una valanga, ogni successo percepito ne sostanzierà la base per un altro e via di seguito. È come infilare una vertebra sopra l’altra della sua “spina dorsale psicologica”.
ciano pagare ad altri, ai figli, agli innocenti, le conseguenze delle proprie scelte, negando loro il sacrosanto diritto di avere i naturali e ben distinti punti di riferimento genitoriali della maternità e della paternità, le figure insostituibili della madre e del padre, di poter chiamare, rispettivamente, “mamma” la madre e “babbo” il padre. Costringendoli invece a relazionarsi con due esseri “omologhi”. Zachary, il bambino di papà Elton e di babbo David, sarà pure ritenuto da molti un bambino “fortunato”, venuto alla luce nell’agiatezza e nella notorietà del mondo dei vip. In realtà, egli nasce defraudato di uno dei doni più belli e più grandi che ogni uomo possiede. Quello di poter pronunciare la parola “mamma”, la parola che appartiene al lessico universale dell’umanità.
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Cultura e comunicazione Eventi
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Teatro Grande Stagione lirica e di balletto
A chiudere c’è “Il lago dei cigni” Il 15 e 16 gennaio in scena il corpo di ballo La Classique di Mosca (coreografie di Alexander Vorotnikov, direttore Kostantin Khvatynets)
C
di Daniela Cima
Con i capolavori “Il lago dei cigni”, “La bella addormentata”, “Lo schiaccianoci” Piotr Ilic Tchajkovskij (1840– 1893) ha delineato il modello classico del balletto e l’ha portato all’apogeo. Nessun altro compositore di musica per balletto a lui contemporaneo ha raggiunto simili vette di espressione, spettacolo, raffinatezza di scrittura e felice sintesi di danza, musica e poesia. Nella sua vita tormentata “Il lago dei cigni” brilla come l’ultimo episodio relativamente sereno; poi la sua musica diverrà buia, in un intreccio indissolubile con le vicende dell’esistenza. Il balletto apre con il timbro dell’oboe, lo strumento del dolore e della notte romantica, nella prediletta tonalità di si minore; risponde il clarinetto, cui seguono i violoncelli. Questo tema fatale percorre tutto il lavoro in un clima di mistero e passione e il tremolo degli archi lo percorre come un brivido presago di sventure. L’abilità di orchestratore di Tchajkovskij ci cattura sin dalle prime battute. Il dualismo che innerva questo balletto non si limita al fiabesco conflitto bene-male incarnato da Odette e Odile. Esso costruisce passo dopo passo lo sviluppo musicale e coreografico del-
Il corpo di ballo
la fiaba: dei quattro quadri il primo e il terzo sono “di colore”, ambientati nel castello dove vive Sigfrido e tutto si svolge secondo precise regole sociali; i due “bianchi”, secondo e quarto, prendono vita nel bosco, ove vige la regola dell’incantesimo. A ciò corrisponde una divisione di genere nella musica: i quadri “di colore” presentano esclusivamente i passi della danza accademica su divertissement e danze di carattere, formalmente chiuse, come valzer (famosissimo il n.2 del primo atto), danza ungherese, russa, spagnola e napoletana, con Pas de deux e con Pas d’action ove si sviluppa la trama; i quadri “bianchi” prediligono invece le “Scènes” ove la musica si sviluppa autonomamente e persegue la raffigurazione di un’atmosfera, di un sentimento, di una passione. Ne sono esempio il tema del cigno e il tema del fato (un motivo discendente), anticipati nell’Introduzione e riutilizzati varie volte all’interno del lavoro con procedure di trasformazione ed elaborazione. Oppure, la musica evolve in decorativismi funzionali al ballo “aérien”, come nel famosissimo solo di violino del secondo quadro. Il sinfonismo – altra caratteristica po-
derosa di questo musicista che molto amava i compositori tedeschi con particolare predilezione per Schumann – erompe nel terzo quadro dopo le danze caratteristiche. Siamo nel finale d’atto che, nella convenzione teatrale, costituisce il nodo drammatico: troppo tardi Sigfrido comprende l’inganno e Rotbart, da principe, torna uccello malefico. La chiave di volta del dramma è allora l’irrompere del tema del cigno suonato con volgarità ostentata da ottoni, legni e percussioni, mentre un gioco illusionistico fa intravedere al giovane la disperazione di Odette tradita. Ma, già all’inizio del terzo quadro, lo stesso tema viene contraffatto in modo grottesco sull’entrata di Rotbart e Odile, questa del tutto rassomigliante a Odette nell’esteriorità, ma suo doppio malvagio. Noi spettatori ascoltiamo il tema mutato dal maleficio e capiamo l’inganno, mentre Sigfrido ne è ancora prigioniero. La scena finale che chiude il lavoro è l’esaltazione del tema del cigno che, passando dall’oboe alla piena orchestra e culminando nel modo maggiore, esalta l’unione perenne dei due amanti nello specchio del lago, specchio contro il quale Rotbart nulla potrà.
Lumezzane
Maria Paiato porta “Erodiade” all’Odeon
Maria Paiato
Composta tra il 1967 e il 1968, “Erodiade” fu pubblicata per la prima volta nel 1969. L’autore, Giovanni Testori, nato a Novate Milanese il 12 maggio del 1923, manifesta fin dalla gioventù il suo spirito creativo e ribelle che ne influenza le azioni. Proveniente da una famiglia di provata fede cattolica, Testori mantiene con la religione uno stretto legame, evidente in tutta la sua attività letteraria e artistica. Ebbene Testori definisce Erodiade un personaggio a metà fra il Dio astratto e quello incarnato, che rappresenta la nostra perplessità ad accettare l’incarnazione di Cristo. Si tratta di un testo che spacca la convenzione teatrale, in cui il pubblico, dice Testori, deve essere chiamato direttamente in causa. Sola sulla scena vuota, Erodiade si rivolge ora alla testa di San Giovanni, ora metateatralmente
all’autore, rivelando le vere motivazioni della decollazione del Battista. È stata lei a spingere la figlia Salomè tra le braccia di Erode e a chiederle la testa di Giovanni, colpevole di aver rifiutato il suo amore. Con questo testo e con un personaggio di grande carattere, Erodiade, si misura la più grande attrice italiana di questi anni, Maria Paiato. Inizio spettacolo ore 20.45 “Erodiade” di Giovanni Testori nell’allestimento Nuova Teatro Eliseo - Teatro Stabile del Veneto con Maria Paiato. Scene Francesco Ghisu, costumi Sandra Cardini, luci Pasquale Mari, musiche Francesco Forni. Regia di Pierpaolo Sepe, drammaturgia e aiuto regia Francesca Manieri. I biglietti sono in vendita da martedì 11 gennaio (intero 17 euro, ridotto 14). Info: www.teatro-odeon.it (m.b.)
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Ctb al Teatro Sociale
Fino a domenica Sofocle da mercoledì Scarpetta
Henri Matisse, “Il lanciatore di coltelli”
Proseguono fino a domenica le repliche della tragedia sofoclea “Edipo re” con Franco Branciaroli secondo la regia di Antonio Calenda ma fervono già i preparativi per il prossimo spettacolo, “Lo Scarfalietto” (o “Lo Scaldaletto”), una tra le più divertenti commedie napoletane di tutti i tempi messa in scena in questa edizione da Geppy Gleijeses – definito da Ugo Ronfani, “l’erede di Eduardo” –. Da Sofocle, dunque, a quell’Eduardo Scarpetta che riformò il teatro comico napoletano, sostituendo la maschera di Pulcinella con il borghesuccio Felice Sciosciammocca, con il suo bastoncino di canna, le scarpe lunghissime, il mezzo tubo e il fracchettino che anticipò Charlot. A fianco di Gleijeses, uno dei comici migliori tra i grandi napoletani di questi anni, Lello Arena che, prima con Troisi e De Caro e poi autonomamente, percorrendo una strada di continua qualificazione e senza cedimenti, rinverdisce i fasti comici del nostro teatro. E nel ruolo della soubrette Emma Carcioff, Marianella Bargilli, una giovane ma già consolidata realtà del teatro italiano. Info: www.ctbteatrostabile.it - 0302928611/617
Brescia Santa Giulia
Tra un mese, Matisse L’attesa mostra di opere provenienti da tutto il mondo al via dall’11 febbraio
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Dopo il grande successo dell’iniziativa sugli Inca che ha portato in città oltre 283mila visitatori, anche per il 2011, Brescia si appresta a diventare una delle capitali italiane dell’arte. Al Museo di Santa Giulia è in programma, dall’11 febbraio al 12 giugno, l’esposizione “Matisse. La seduzione di Michelangelo” che dimostrerà quanto profondo sia stato il legame intercorso tra l’artista francese e il genio italiano del Cinquecento, che portò Matisse alla formulazione di un’arte che fosse una semplificazione assoluta della pittura, alla luce del suo studio giovanile e poi maturo, proprio della scultura di Michelangelo. L’arte di Michelangelo costituì per Matisse un riferimento e una continua fonte di riflessione che gli permise di lavorare sul perpetuo rapporto tra linea e volume, disegnando e dipingendo in maniera sculturale. La mostra, curata da Claudia Beltramo Ceppi, coadiuvata da un comitato scientifico composto dai maggiori esperti di Matisse, promossa dal Comune di Brescia, prodotta e organizzata da Fondazione Brescia Musei e
di Bruno Leoni
Artematica, col patrocinio della Regione Lombardia-Cultura e del ministero degli Affari esteri, presenterà 180 opere del maestro francese – dipinti, disegni, incisioni, gouaches découpées – in grado di seguire tutto il suo itinerario creativo, dalle prime opere fauve a quelle realizzate tra il 1908 e il 1914, a quelle del periodo di Nizza (dal 1918 in poi), fino alla parte finale della sua vita, dedicata alla scoperta poetica delle illustrazioni dei libri e della rivista “Verve” e all’invenzione rivoluzionaria delle gouaches découpées. A esse, si affiancheranno diversi calchi di alcune delle più importanti sculture di Michelangelo tra cui quelle delle Cappelle Medicee, oltre a un importante disegno originale raffigurante due Veneri. Il percorso espositivo proporrà capolavori di Matisse, difficilmente concessi in prestito, tra gli altri la grande scultura “Lo Schiavo” (Musée Matisse di Nizza) e il piccolo gioiello del Brooklyn Museum di New York, un olio su tavola, “Nudo nel bosco”. Catalogo: GAmm Giunti. Info e prenotazioni: 800775083 - www.matissebrescia.it
I protagonisti de “Lo scarfalietto” (ph. Federico Riva)
Nave
Giornata della memoria L’oratorio San Filippo Neri allestisce lo spettacolo “A piedi scalzi – Edith Stein” (musiche di Alessandro Nidi e Giampiero Pizzol; voce recitante Laura Agazzoni; canta Daniela Piccari). La Stein è stata una religiosa e filosofa tedesca; convertitasi al cattolicesimo, fu rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, dove morì; nel 1988 fu proclamata santa da Giovanni Paolo II. L’appuntamento per lo spettacolo curato da Compagnia bella è il 21 gennaio alle 21 presso la Sala della Comunità San Costanzo (ingresso 5 euro).
PalaBrescia
80 voglia di ‘80: Ruffini e Frattini Di scena al PalaBrescia il comico Paolo Ruffini venerdì 21 gennaio alle 21 con la partecipazione straordinaria di Manuel Frattini, dovuta alla stima e l’amicizia tra i due. Il musical “80 voglia di ‘80”, dedicato agli anni ‘80, rende omaggio a “Ritorno al futuro”, uno dei film di quel decennio, fatto di spot e hit ancora attuali. Ruffini, studente liceale di oggi, viene catapultato nel 1988 e, insieme ad una compagnia di 12 performer e una band di cinque elementi, farà rivivere e ricordare i miti pop, i vestiti sgargianti, i primi videogame e tanta musica eseguita dal vivo. Biglietti da 13 a 33 euro. Info: www.palabrescia.it
Brescia
“Storie, storie, storie” del Telaio Un piccolo “viaggio” nelle canzoni della radio, quelle che hanno accompagnato l’Italia nel secondo dopoguerra, quelle che non hanno sofferto dell’arrivo della televisione, quelle dei dischi a 78 giri. “Il pinguino innamorato”, “Casetta in Canadà?”, “Ma le gambe”, “Baciami piccina” per citarne alcune che la compagnia Teatro delle Quisquillie proporrà con lo spettacolo “Pinguini innamorati e casette in Canadà” ai bambini dai cinque ai 10 anni. Lo spettacolo avrà luogo nell’Auditorium Bettinzoli di via Caleppe, domenica 16 gennaio alle 16.30. Biglietti: 7 euro (ridotto 5). Info e prenotazioni: 03046535 - www.teatrotelaio.it.
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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere
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PalaBrescia Sabato 15 gennaio ore 21
Oblivion Show, una sorpresa tutta da ridere Parla Davide Calabrese attore e autore: lo show è un mix divertente di cultura, musica e velocità
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di Mauro Toninelli
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Cos’è “Oblivion Show” e chi sono gli Oblivion? “Oblivion Show” è un circo con trapezisti, giocolieri, clown. Rispetto agli altri gruppi circensi la differenza è che i protagonisti delle diverse attrazioni... siamo sempre noi cinque, con indosso costumi di scena diversi. Noi Oblivion siamo un gruppo di persone che provengono dalle più diverse esperienze con una passione in comune: il musical, e abbiamo studiato un formato che ci permette di “distruggere” la musica in soli 90 minuti. Dite di utilizzare la musica come un alfabeto privato. Che significa? Utilizziamo 60 anni di musica italiana per realizzare sketch. Con la mimica riusciamo a trasformare brani in origine seri, in pezzi molto divertenti; è quanto facciamo, per esempio, quando assembliamo 36 canzoni dei Nomadi riproponendole in un mix di cinque minuti dal senso opposto a quello di origine.
Gli Oblivion in scena (foto di Piero Casadei)
Da dove arriva l’idea di usare la musica così? Le radici risalgono al Quartetto Cetra. Abbiamo iniziato mettendo in scena “I Promessi sposi in 10 minuti”, realizzato dei centoni con canzoni moderne ridicolizzate esasperando l’elemento temporale, infine abbiamo “preso la musica a cazzotti”, l’abbiamo mimata, tagliata. Nello spettacolo che proponiamo ci sono solo cinque minuti di recitato. Non solo musica ma anche cultura. Nel nostro repertorio ci sono le commedie di Shakespeare, i “Promessi sposi” e altre proposte culturali. Solo che il prodotto originale, da noi “distrutto”, diventa piacevole anche per un pubblico di bambini. Ogni spettatore coglie ciò che, in base alla sua preparazione e alla sua sensibilità, è in grado di intuire. Oggi si dice dal livello “basic” all’avanzato. Certo è che bisogna avere una buona conoscenza degli ultimi 40 anni di musica.
Cosa significa che fate cabaret nella sua accezione tradizionale? Significa il cabaret di una volta, quando cioè il cabaret aveva sagacia e prestava attenzione alle dinamiche sociali. Per il PalaBrescia siete “la sorpresa più divertente della stagione”... Di sicuro siamo i più originali, con un teatro “cotto e mangiato” davanti al pubblico. Le scenografie gliele costruiamo davanti. Tutto è fatto lì. È uno spettacolo che spiega anche il codice del teatro e che ti spinge a dire: “Lo posso fare anche io”. Un esempio: per i costumi che utilizziamo nei “Promessi sposi”, due parrucche e un mantello, avremo speso a dir tanto 20 euro. In poche parole, per fare buon teatro possono bastare pochi soldi ma sono indispensabili le buone idee. Cosa preferisce Davide Calabrese? Serio o divertente, l’importante è che sia teatro. Se poi in scena c’è quanto hai scritto, meglio.
Voce Libri
Tornare al Centro ENRICO SIRONI ÀNCORA, MILANO 2010, EURO 14,00
È sempre più palese la convinzione che il Movimento ecumenico non possa muoversi verso il ristabilimento della piena comunione tra le Chiese cristiane senza l’aiuto della preghiera, giacché l’unità è un dono di Dio da invocare costantemente. È il cammino della preghiera che ha aperto la strada al Movimento ecumenico (fondato nel 1910) ad aprire nuovi sentieri nella carità e nella verità. L’ecumenismo spirituale aiuta a tenere fisso lo sguardo su Gesù, a tornare cioè al Centro per capire e ripartire con speranza. Della passione per l’unità, delle vie per raggiungerla, delle mete conseguite e di quelle ancora da conseguire parlano queste pagine. Enrico Sironi, religioso barnabita, già docente di teologia ecumenica nella Pontificia università urbaniana e nel Pontificio istituto orientale di Roma, nell’Istituto di studi ecumenici San Bernardino di Venezia e nell’Istituto di studi ecumenici San Nicola della Facoltà teologica pugliese di Bari, ha accumulato una vasta esperienza ecumenica.
Di teatro e d’altre Nuvole FLAVIO GUARNERI SARDINI, BORNATO (BS), EURO 22,00
“Con ardimento degno del padre, l’indimenticabile Fausto, alfiere di avventure culturali in anticipo sui tempi e spesso contro i tempi, Davide Sardini apre con questo libro una collana di ‘Scrittori lombardi di ieri e di oggi’. (…) Un ritorno alle radici (gli scrittori di ieri) e una istanza di attualità (gli scrittori di oggi, e forse di domani). Piace che la collana parta con la raccolta dei testi teatrali di Flavio Guarneri (…). Autore colto ed eclettico, Guarneri versa nel bacino della scrittura teatrale le molte vene scaturite dalla sua vocazione e dalla sua formazione. (…) Nell’alterno ventaglio dei temi, come nella alternanza di prosa e poesia, c’è un centro stabile e costante che compatta questi testi, il nesso fortissimo tra cultura e vita, il rigore di una scrittura originale e sorvegliata che non offre al lettore-spettatore tesi preordinate, ma interrogativi, appassionati e coinvolgenti. Se sia bene o male, avverte Guarneri, deciderà il fruitore” (tratto dalla Prefazione di Pietro Gibellini al testo).
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Valle Camonica
Compagnia della stampa Il libro di Carla Boroni
Ricerca sull’antropizzazione: i risultati in un prossimo libro
“I mestieri delle Fiabe”, la storia bresciana nelle storie
L’archeologo camuno Ausilio Priuli ha recentemente presentato a Breno il risultato di cinque anni di ricerche in alta Valcamonica. “Fino a poco tempo fa – sostiene lo studioso – si pensava che nella Preistoria la zona fosse scarsamente antropizzata, ma le ricerche condotte tra il 2006 e il 2010 (su incarico dell’Unione dei Comuni dell’alta Valle) hanno permesso di individuare una serie di testimonianze archeologiche, in particolare del primo millennio a.C. Sicuramente questa zona è stata assiduamente frequentata anche nei millenni precedenti, soprattutto per scopi venatori e pastorali. Oltre 35 villaggi, decine di piccoli nuclei abitativi, case sparse e numerosi massi incisi sono testimoni di un intensivo utilizzo del territorio”. A Monno massi coppellati, avanzi di forni fusori, ceramiche, resti di un villaggio di 15 case, probabilmente di tipo retico, quindi dell’età del Ferro. A Incudine avanzi di un villaggio di 22 case (a quota 1.300 m); scorie e materiali connessi all’attività metallurgica; numerosi insediamenti in Val Paghera e Val Grande. A Vezza d’Oglio il “Sàss de le Strìe” (sasso delle streghe), un masso erratico di granito caratterizzato da numerosi segni: sulla sua superficie è incisa anche una croce forse eseguita per esorcizzare il luogo di culto pagano. A Vione tracce di fusione, frammenti di ceramica che inducono a pensare a roghi votivi preistorici e segni di 35 fondi di case agevolmente leggibili sul terreno. A Temù resti abitativi e massi con coppelle: A Ponte di Legno massi con coppelle in Val di Viso, al Montozzo e nel piano di Ercavallo (2.550-2.800 m); in Val Montozzo una lastra con iscrizioni in caratteri etruschi e un “menhir”. Al Tonale un masso granitico coppellato. E questo solo per citarne alcuni mentre per avere il resoconto completo si può fare riferimento a un volume, che nei prossimi giorni sarà presentato al pubblico e che raccoglie una documentazione completa su luoghi, scoperte, interpretazioni. Chiaramente si può affermare che Ausilio Priuli e la sua équipe hanno contribuito a dare inizio a una nuova fase di ricerche e studi nella vallata dell’Oglio. “Ora anche l’alta Valle – sottolinea l’archeologo – ha quella dignità archeologica preistorica-protostorica che nessuno immaginava potesse avere, anzi, ospita una tale densità soprattutto di insediamenti antichi da avere ben pochi confronti nell’Italia settentrionale”. L’auspicio è che le ricerche continuino e che la Soprintendenza competente intervenga per condurre ulteriori indagini. Agli amministratori locali la raccomandazione di tuteAusilio Priuli lare tutti i siti segnalati e mappati. (e.g.)
Il giallo della Regia LIONELLO LEVI SANDRI LA QUADRA, BRESCIA 2010, EURO 10,00
Questo racconto del primo, grande scandalo dell’Italia unita – la privatizzazione della Regia dei tabacchi – era da tempo introvabile nelle librerie e nelle stesse biblioteche, malgrado, o forse proprio in ragione della sua bruciante attualità. L’autore, che con gli insigni giuristi Aldo Sandulli e Vezio Crisafulli aveva fatto parte del Comitato dei tre Saggi ai quali il Governo aveva affidato l’indagine sulla P2, le aveva pubblicate quasi traducendone letterariamente in trasparenza storica le conclusioni. Vi sono in queste pagine parole che incrinano qualche monumento risorgimentale… La sferza del Vangelo contro sacerdoti e legulei che vanno onestamente per la loro strada senza curarsi di chi incidit in latrones, appare più dura del frustino contro i mercanti del tempio. Lionello Levi Sandri, evidenzia fatti e comportamenti che condannano tesi e prassi ancor oggi imperanti. Le pagine intriganti e documentate si leggono sicuramente come una fra le più significative storie del nostra contemporaneità.
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Riscoprire il mondo del passato, quel passato che spesso pare così lontano, attraverso i mestieri che le fiabe e le favole bresciane ricordano. Questi racconti narrano la realtà, da essa prendono spunto e ad essa vogliono tornare, lasciando nell’ascoltatore o lettore non solo l’emozione ma anche l’insegnamento. Della realtà che vive nelle fiabe interessano i mestieri a Carla Boroni, ricercatrice incaricata alla cattedra di Letteratura italiana e didattica della lingua italiana presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Brescia, autrice del libro “I mestieri delle Fiabe - Arti e mestieri nelle storie del territorio bresciano” (Compagnia della Stampa, 15 euro) presentato in occasione dell’edizione 2010 della “Torre delle favole” di Lumezzane (l’introduzione al volume è di Lucio Facchinetti, assessore alla cultura del Comune). I mestieri di cui si parla sono spariti, sono divenuti hobby o esistono ancora in forme diverse: il carbonaio, lo spazzacamino, l’arrotino, il maniscalco, lo stagnino, il cacciatore, il calzolaio, il mandriano, la levatrice... tutti localizzati nelle terre bresciane. Il volume di 158 pagine si divide in due; nella prima sezione l’autrice propone una riflessione sulla vocazione dell’uomo ad essere faber, per poi offrire un excursus storico-cognitivo su fiabe e favole, dare ampio spazio all’analisi e al racconto dei mestieri che dalle fiabe bresciane esce. Nella seconda parte sono riportate le fiabe e le favole da leggere interamente. Alcune di queste già trascritte e altre registrate appositamente dagli ospiti di alcune case di riposo bresciane. Un’emozione. (m.t.)
Carla Boroni
In trappola HERTA MÜLLER SELLERIO, PALERMO 2010, EURO 9,00
Un agile testo per un’acuta indagine sull’orrore di cui l’uomo è capace. Figlia di padre SS, Herta cerca ragione del male arrecato dall’uomo ai suoi simili e del Male stesso. Ed è un indagare lento, preciso, un’anatomizzare le più recondite sfumature della resa, della viltà che diventa oppressione. La sua pazienza è infinita, né mai si stanca di ritornare sul leit-motiv di una questua mai sazia. Quale mondo fu, dunque, quello in cui la bestialità dell’istinto si fece organizzato giorno, infame società? L’impasto del linguaggio, con l’articolare nel testo le voci di chi vide, è un forzare le porte del senso, quasi che il trovare una pietosa chiave di lettura possa essere una prima pietra al guarire della memoria. Prezioso libretto, dunque, incastonato da innumerevoli, folgoranti sprazzi di vita e d’arte. Crudo, ferocemente nudo: selce d’una faglia che nasconde ancora, sanguinante e oscuro, sulla soglia sempre di un’indicibile vertigine, il cuore stesso dell’Uomo. (recensione di Emidio Montini per conto della Libreria Ferrata)
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Cultura e comunicazione
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Televisione La crisi del reality
I
Grande Fratello: quando la “realtà” offende tutti
Il sistema televisivo può essere paragonato a un supermercato dove i prodotti poco freschi o che non riscuotono il successo previsto vengono spesso eliminati e sostituiti. Quando si basa il proprio lavoro creativo sui guadagni economici non ci sono altre campane da ascoltare se non quella del profitto. Una prassi accettabile a patto che regoli un circolo virtuoso, in cui la domanda e l’offerta godono di un reciproco sviluppo in consapevolezza e abilità: spettatori più esigenti e produzioni televisive all’altezza delle aspettative. Questo meccanismo funziona anche in molti settori del commercio televisivo; esistono però alcune trasmissioni che non accettano la propria crisi ma che al contrario la sfruttano esasperando toni e contenuti, sperando che alzare la voce sia utile per guadagnare il consenso del pubblico. È il caso del “Grande Fratello”, che da tre mesi celebra la sua 11ª edizione, meno fortunata rispetto alle precedenti, forse per la dura concorrenza che ha subìto dalle numerose fiction snocciolate dalla Rai per riprendersi il pubblico del lunedì sera o, più semplicemente, perché 10 anni di reality-show bastano e avanzano anche al pubblico italiano. Una cosa è certa: fra litigi collettivi, intrighi amorosi, tradimenti, insulti e bestemmie in onda, pare che i concorrenti stiano subendo inconsciamente la tensione e l’angoscia degli autori del programma che quest’anno rischiano il posto. Per Mediaset il Gf è sempre stato un format poco dispendioso e molto remunerativo: un’unica scena dove può succedere di tutto, decine di “attori” che gratuitamente intrattengono milioni di telespettatori 24 ore su 24. E al contrario delle ben più costose fiction di Rai Uno, che si esauriscono in poche puntate, un reality-show dura per mesi, moltiplicando i suoi guadagni pubblicitari. Nonostante il continuo rimpasto dei personaggi e le novità nella sceneggiatura, il pubblico non sceglie più il Gf come faceva fino all’anno scorso. La media degli ascolti di questa ultima edizione si assesta sotto i 5 milioni di telespettatori; nella scorsa edizione, invece, molte puntate raggiungevano e superavano i 7 milioni di contatti. E al pari degli ascolti deludenti, il livello di decenza della trasmissione precipita. Lo ha ammesso persino la conduttrice Alessia Marcuzzi,
di Alberto Averoldi
nella puntata del 10 gennaio, durante la quale tre concorrenti sono stati espulsi per aver bestemmiato in onda. “…Un’offesa per il pubblico e per i fedeli... Molti bambini ci guardano…” con queste frasi la Marcuzzi apostrofava i suoi “ragazzi”. Ma la bestemmia è la punta dell’iceberg della disumanità che esplode nella casa del “Grande Fratello” dove, senza alcuna dignità, ci si insulta e si lotta tutti contro tutti per vincere quattro soldi e qualche mese di celebrità, dove muscolosi trentenni e bellezze nostrane litigano come bambini tutto il giorno, dove ci si è completamente dimenticati della realtà, quella vera, delle vite di alcuni “fortunati” giovani che si sono lasciati spogliare e rivestire dalla tv. L’ovvia e doverosa decisione di espellere chi ha bestemmiato è stata vissuta dai concorrenti come un incredibile sopruso. La produzione invece spera che questa mossa, in realtà più politicamente corretta che eticamente necessaria, aiuti a recuperare i consensi: una presa di posizione contro la volgarità e soprattutto l’ennesima dimostrazione che come sempre nel Gf “tutto può accadere”, motto che la Marcuzzi recita entusiasta dalla prima puntata. Meno male che la realtà non è così…
SAB Rai Tre, h. 8.20 I MAGLIARI Film del 1959 con Alberto Sordi. Nella Germania del miracolo economico alcuni magliari del Sud praticano il commercio di stoffe e tappeti di contrabbando. Ma un nuovo arrivato cerca di scalzare il vecchio boss… Canale Cinque, h. 8.50 LOGGIONE Appuntamento settimanale con la musica e il teatro. In questa puntata si parlerà della “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni, che verrà messa in scena a Bari sotto la regia di Michele Mirabella, personaggio televisivo. Canale Cinque, h. 10.15 LA CASA DI SABBIA E NEBBIA Pellicola del 2003 con Jennifer Connelly e Ben Kingsley. Una giovane donna allo sbando perde la casa e si ritrova per strada. Cercherà in tutti i modi di riottenerla, scontrandosi con il nuovo proprietario, un uomo di origini iraniane. Rete Quattro, h. 15.15 PERRY MASON. FIORI D’ARANCIO Film tv con Raymond Burr. L’avvocato Perry Mason viene invitato al matrimonio di una cantante pop. Ma poco prima della cerimonia lo zio dello sposo viene assassinato. Sky Cinema Hits, h. 21.00 SETTE ANIME Canale Sky 306. Pellicola diretta da Gabriele Muccino nel 2008, con Will Smith. Un uomo dedica tutta la sua vita e le sue energie per migliorare l’esistenza di sette persone.
Rete Quattro, h. 21.10 LA REGOLA DEL SOSPETTO Thriller politico con Al Pacino e Colin Farrell. Un esperto della Cia convince un giovane informatico a sorvegliare una donna sospettata di furto di software. Il ragazzo si innamora di lei e dovrà decidere se tradirla o se non ubbidire agli ordini del capo. Ma un segreto sta per cambiare tutto. Alessia Marcuzzi
DOM Rai Due, h. 7.20 OMNIBUS WEEK END ART ATTACK Appuntamento con la fantasia e la creatività per i più piccoli. Idee innovative per riciclare materiali di scarto divertendosi e costruendo utili giochi. Rai Tre, h. 11.20 TGR MEDITERRANEO Rubrica settimanale dedicata al bacino del Mediterraneo: le culture, la politica e l’economia dei Paesi che vi si affacciano. Oggi scopriremo le bellezze di Malta e delle Isole Baleari. Rai Tre, h. 18.00 PER UN PUGNO DI LIBRI Quiz-game dedicato alla passione per la lettura: due squadre di liceali si affrontano rispondendo a domande che vertono su un opera letteraria. È un ottimo pretesto per raccontare la vita dello scrittore e delineare il suo stile. La 7, h. 20.30 IN ONDA Luisella Costamagna e Luca Telese affrontano l’attualità italiana intervistando esponenti del mondo politico e culturale. Iris, h. 22.25 NIGHTWATCH Thriller del 1998 con Ewan McGregor. Uno studente del college trova lavoro come guardiano notturno in un obitorio. Accadono cose strane e inspiegabili e il ragazzo decide di indagare…
Rete Quattro, h. 15.10 IL GIORNO PIÙ LUNGO Colossal di guerra con John Wayne e Robert Mitchum. La cronaca romanzata dello sbarco in Normandia visto dagli occhi americani. I partigiani in attesa di aiuti, la miopia del Reich tedesco, la forza organizzativa degli alleati. Un film imponente per cast e scenografie, una tappa importante della storia del cinema.
Telecomando
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Rai Due, h. 9.30 PROTESTANTESIMO Rubrica religiosa che dà voce alle comunità evangeliche presenti sul territorio italiano. La storia e l’attualità del pensiero protestante.
Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Uno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra regione.
La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schieramenti politici, giornalisti ed opinionisti.
Rai Due, h. 8.00 L’ALBERO AZZURRO In onda la nuova serie del programma per bambini con il famoso pupazzo Dodò e i suoi curiosi amici. Nuove avventure e tante storie per appassionare i più piccoli.
Rai Due, h. 13.55 TG2 MEDICINA 33 Un appuntamento quotidiano con l’informazione medica: le ultime scoperte scientifiche e i consigli per preservare la salute.
Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, ci propone ogni giorno interessanti documentari storici sui fatti più importanti dell’ultimo secolo.
Rete Quattro, h. 8.10 HUNTER Ottimo telefilm poliziesco. Le avventure della squadra omicidi di Los Angeles. Un’ottima fotografia e ambientazioni realistiche per storie avvincenti.
Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Rubrica quotidiana condotta da Michele Mirabella e Eva Crosetta. L’Italia e i suoi piccoli grandi problemi: il tema di oggi è la raccomandazione nel mondo del lavoro e nelle cariche istituzionali: nel nostro Paese sembra aver preso sempre più piede negli ultimi anni. La 7, h. 13.55 IL VOLO DELLA FENICE Film d’avventura del 1966 con James Stewart. Un bimotore che porta a bordo i dipendenti di una compagnia petrolifera precipita nel Sahara. I superstiti tentano di costruire un piccolo aereo per salvarsi. Italia Uno, h. 23.30 TIMELINE – AI CONFINI DEL TEMPO Film d’avventura con Paul Walker. Un archeologo viene catapultato per sbaglio nel 1357, nel mezzo della Guerra dei Cent’anni. Un gruppo di studenti decide di andare a riprenderlo. Rete Quattro, h. 23.55 NIKITA Film d’avventura 1990. Una ragazza tossicodipendente, incarcerata dopo una rapina. Accusata di omicidio può decidere se passare la vita in prigione o mettersi a disposizione dei servizi segreti come killer.
Rete Quattro, h. 21.10 OLIVER TWIST Trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Charles Dickens. Inghilterra, 1837. Fuggito da un orfanotrofio il piccolo Oliver arriva a Londra, e incontra una banda di ragazzini sbandati che commette furti per un anziano faccendiere. Le cose si complicano quando un ricco gentiluomo decide di prendersi cura del ragazzino…
Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO I casi di omicidio risolti dalla famosa scrittrice Jessica Fletcher. Nella puntata di oggi un agente del Kgb, in America per vendere alcune spie russe, viene assassinato. I sospetti cadono su un amico di Jessica… Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Chuck Norris interpreta un Texas Ranger, poliziotto che difende i diritti dei più deboli e dà la caccia a pericolosi criminali. In questa puntata una ragazza viene rapita alla vigilia delle nozze dal suo ex fidanzato. Rete Quattro, h. 21.10 IL PATRIOTA Film storico d’avventura con Mel Gibson e Heat Ledger: in scena la Guerra d’indipendenza americana vista dagli occhi di un padre di famiglia che imbraccia le armi per liberare suo figlio, rapito dai nemici.
Sky Cine Mania, h. 21.00 AMISTAD Canale Sky 312. Una storia vera raccontata da Steven Spielberg in un eccezionale film ambientato nel 1839. Fatti schiavi in Africa e deportati a Cuba, 53 nativi riescono ad impadronirsi della nave e fanno ritorno a casa, ma vengono intercettati dalla flotta americana e accusati di omicidio e pirateria. Inizia il processo.
Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro ci aiuta a scegliere i prodotti più adeguati al supermercato: la puntata di oggi è dedicata a focacce e piadine. Ne scopriremo gli ingredienti e capiremo come fare una scelta di qualità. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Appuntamento quotidiano con l’approfondimento giornalistico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber. Tv2000, h. 21.00 TG TG Il tg dei telegiornali nazionali: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte attuate, insieme ad esperti di comunicazione televisiva e sociologi.
La 7, h. 13.55 RISVEGLI Pellicola del 1990 diretta da Penny Marshall, con Robert De Niro e Robin Williams. America, anni 60. Un medico specializzato in disabilità mentale sperimenta sui suoi pazienti, affetti da encefalite letargica, una droga che in piccole dosi riesce a risvegliarli dal sonno. Scoprirà persone eccezionali che cambieranno la sua vita.
Tv2000, h. 9.00 LA GRANDE MUSICA Digitale Terrestre. Tv2000 propone ogni giorno per tutta la mattina e in tarda serata numerosi concerti di musica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica. La 7, h. 13.55 E GIUSTIZIA PER TUTTI Film del 1979 con Al Pacino. Arthur Kirkland è un onesto avvocato di Baltimora. Giovane e intraprendente, si schiera contro i giudici corrotti del Maryland e dichiara loro la guerra. Tv Rete Quattro, h. 21.10 PARI E DISPARI Torna la coppia Bud Spencer – Terence Hill. Il guardiamarina Johnny riesce a convincere Charlie, un rozzo camionista, ad aiutarlo nelle indagini su una banda di allibratori che esercita indisturbata in Florida…
Rete Quattro, h. 23.35 L’ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE Film di fantascienza visionario ed evocativo, diretto nel 1995 da Terry Gilliam, con Bruce Willis e Brad Pitt. Nel 2035 l’umanità, decimata da un virus sconosciuto, vive sottoterra per difendersi dall’infezione. Un carcerato viene spedito nel passato per indagare e raccogliere prove riguardo all’epidemia. Una storia affascinante.
Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. La 7, h. 18.00 MAC GYVER Le avventure incredibili di un ex agente segreto in difesa dei più deboli. In onda le puntate della seconda stagione. Sky Cinema Max, h. 21.00 28 GIORNI DOPO Canale Sky 309. Film dell’orrore del 2002, ambientato a Londra. Un virus che trasforma gli esseri umani in zombie si è diffuso velocemente e ora la città è deserta, assediata dai mutanti. Un ragazzo sano dovrà riuscire a scappare verso la campagna… Tv2000, h. 21.40 IL GRANDE TALK Alessandro Zaccuri e il suo seguito di professori e studenti universitari analizzano il mondo della televisione studiandone i contenuti e le tecniche di comunicazione.
Mediaset Extra, h. 21.00 DARKMAN Film di fantascienza del 1990, con Liam Neeson. Uno scienziato che studia la possibilità di clonare tessuto umano rimane sfigurato in un’aggressione da parte di alcuni mafiosi locali. Scampato miracolosamente alla morte riesce a riorganizzarsi e mettere in atto la sua vendetta.
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Cultura e comunicazione Radio e Media
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Musica Appuntamenti di grande interesse al Latte Più
Belle voci bresciane
D
Doppio appuntamento per questo fine settimana al Latte Più di via Di Vittorio a Brescia (inizio concerti ore 22.30 - ingresso 10 euro - Info: 3282550096). Venerdì 14 gennaio, dopo i grandi consensi del suo primo disco “Canzoni da spiaggia deturpata”, un Premio Tenco e un numero indefinito di concerti, il giovane cantautore ferrarese Vasco Brondi, ideatore del progetto musicale “Le luci della centrale elettrica”, presenterà sul palco del Latte Più il secondo album “Per ora noi la chiameremo felicità”, un disco che si prospetta generazionale. Dice lo stesso Brondi: “C’è una frase di Leo Ferrè (artista di culto tra gli anni ’50 e ’90 ndr), che mi ha colpito, ‘la disperazione è una forma superiore di critica, per ora noi la chiameremo felicità’. Ecco... il titolo arriva da lì”. E prosegue: “Le canzoni parlano di lavori neri, di licenziamenti di metalmeccanici, di cristi fosforescenti, di tramonti tra le antenne, di guerre fredde, di errori di fabbricazione, dei tuoi miracoli economici, di martedì magri e di lunedì difettosi, di amori e di respingimenti in mare…. Delle solite cose, insomma. C’è questa orchestra minima, di quattro persone in una stanza, di archi negli amplificatori, di chitarre distorte, di organi con il delay, di acustiche pesanti e di parole nei megafoni”. Questo e altro
di Ricky Barone
ancora in “Per ora noi la chiameremo felicità”, un lavoro decisamente calato nel contesto del nostro quotidiano, particolarmente ansioso di questi tempi. La sera successiva, sullo stesso palco alla stessa ora, torna a Brescia un bresciano doc come Omar Pedrini, uno dei simboli del rock italiano. Lo storico leader dei Timoria presenterà la sua recente raccolta data alle stampe per festeggiare i primi 20 anni di attività, “La Capanna dello zio Rock”. Non ha certo bisogno di presentazioni il “vecchio” Omar, un artista che ha aperto la strada ai rocker di oggi e che ha sempre goduto
di grande rispetto e di una estrema visibilità mediatica, a dimostrazione dello spessore e del carisma del “personaggio”. Forte di una costante presenza televisiva su Rai Due in veste di critico e opinionista a Extra Factor per ben tre appuntamenti settimanali e di un proprio programma radiofonico su Isoradio, “Contromano”, in onda dalle 23 a mezzanotte da lunedì a venerdì, Omar Pedrini è anche il conduttore di un singolare appuntamento televisivo dedicato alla musica pop e rock dal titolo “Rock e i suoi fratelli” su Rai 5, nuovo canale del digitale terrestre Rai. L’artista e la sua band proporranno al Latte Più un concerto che sarà il condensato di una carriera eccellente, presentando i migliori pezzi tratti dai dischi solisti “Beatnik” e “Pane Burro e Medicine” e, ovviamente, tutte le migliori hits dei Timoria contenute in “La Capanna dello Zio Rock”.
Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo è di don Giuseppe Fusari. Dal 16 gennaio ospitiamo la nuova rubrica “Luoghi per lo spirito”. Con Michele Peli di Brevivet vi guidiamo alla scoperta di nuovi itinerari di fede. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, si presenta ricco di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.
Vasco Brondi e Omar Pedrini
Cd Ai vertici delle classifiche la colonna sonora di “Tron Legacy”
Dall’offensivo daft punk ai “Daft Punk” di successo Sono in due, Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter, vengono da Parigi e dopo anni di gavetta e di insulti subiti – quando militavano nei Darlin’, la rivista inglese “Melody Maker” li definì daft punk, stupidi straccioni –, stanno inanellando successi e riconoscimenti da parte di pubblico e critica. Possiamo definirlo un 2011 con il botto per i Daft Punk, che iniziano il loro nuovo anno festeggiando dalla vetta della classifica di iTunes, dove sono stabili dal 31 dicembre con “Tron Legacy - The soundtrack”, la colonna sonora dell’ultimo film di animazione Disney, sequel del film culto di fantascienza del 1982. Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter sono tornati dopo tre anni di silenzio musicale con un album che è molto più di una semplice colonna sonora, trattandosi di inediti registrati presso il Lyndhurst Studios di Londra con un’orchestra di 100 elementi che nel singolo “Derezzed” trova il suo apice, un episodio conciso (solo un minuto e
mezzo di musica) che accresce l’attesa per il prossimo lavoro firmato Daft Punk. L’album, “un fiume di scie colorate ad alta velocità con passaggi molto ragionati tra musica classica e rintocchi elettronici raffinati”, è la colonna portante del film “Tron Legacy”, ma è anche un disco con una propria anima e per questo viaggia benissimo anche slegato dalle immagini. Un cd che a questo punto diventa il suggello per una delle band più importanti in assoluto per quanto riguarda la musica elettronica. Sappiamo che l’elettronica, in ambito musicale, è materia ardua da trattare, ci vuole delicatezza e classe per saperla gestire senza farsi travolgere. I Daft Punk ne sono ben consci e grazie a un eccellente lavoro in studio sono riusciti a rendere il suono delle canzoni quasi “umano”. Niente male per due “robot” – così appaiono generalmente in pubblico i Daft Punk – dei quali pochissimi possono dire di avere mai visto il vero volto. (r.b.)
VOX POPULI Dal lunedì al venerdì potete partecipare al nostro sondaggio quotidiano dedicato ai più importanti temi di attualità, in collaborazione col giornale on line lavocedelpopolo.it. Al termine di “Belli dentro” i risultati finali. LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: la Messa dei popoli e la Giornata dei migranti; il nuovo Consiglio pastorale diocesano; la festa annuale dell’istituto Pro Familia; l’incontro di riflessione sul Messaggio per la pace dalla parrocchia Cristo Re. La rubrica “4 parole” è con don Marco Mori, direttore dell’Uffico diocesano oratori. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Circa due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. Al termine va in onda Zona relax, col meglio della musica “morbida” non stop.
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
SABATO
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6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story
Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500
DOMENICA
7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della scuola - Luoghi per lo spirito con Michele Peli - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14.30 Diretta Sport 19.30 Gr Radio Vaticana
Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30
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DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Brescia in diretta - fatti e personaggi in primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte
Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00
Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40
Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.
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Cultura e comunicazione Sala della comunità
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Cinema “Hereafter”, l’aldilà secondo Clint Eastwood
Tre anime sospese tra vita e morte Il miracolo del film è l’intelligenza con cui il regista e gli attori rendono emozionante una materia che altri avrebbero reso paccottiglia George (Matt Damon) e Marcus (Frankie McLaren) in una scena del film
PROGRAMMAZIONE Milano, 24 dicembre. È la notte della vigilia di Natale: cosa ci fanno Aldo, Giovanni e Giacomo in questura? Sorpresi a scalare un edificio vengono presi. Tre amici, uniti dalla passione delle bocce, sono finiti nei guai. L’interrogatorio con una severa e materna ispettore di polizia, diventa lo spunto per raccontare le loro vite complicate e il modo in cui vorrebbero cambiarle... o almeno renderle un po’ più semplici: Aldo, scommettitore incallito, è temporaneamente disoccupato col vizio per le scommesse e un amore sconfinato per Monica, esasperata dalla sua condotta; Giovanni, veterinario poco affidabile, si consuma in una vita sentimentale multipla con due matrimoni e due vite vissute tra Milano e Lugano; Giacomo, di professione medico, vive da troppo tempo nel ricordo di una moglie scomparsa e corteggiato senza effetto dalla vitale (e vivente) dottoressa Elisa. Scocca la mezzanotte... saranno riusciti a dimostrare la loro innocenza o finiranno dietro le sbarre? Vi presento i nostri di Paul Weitz
Uomini di Dio di Xavier Beauvois
La banda dei Babbi Natale di Paolo Genovese
Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 14 gennaio ore 20.45; sabato 15 gennaio ore 20.45; domenica 16 gennaio ore 20.45;
Sala della comunità PAVANELLI – BRESCIA, S. AFRA: sabato 15 gennaio ore 20.30
Sale della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 15 gennaio ore 21.00; domenica 16 gennaio ore 21.00; SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 15 gennaio ore 21.00; domenica 16 gennaio ore 15.00, 17.30; SPLENDOR – ODOLO: sabato 15 gennaio ore 20.45; domenica 16 gennaio ore 20.30; AURORA – PALAZZOLO: sabato 15 gennaio ore 21.00; domenica 16 gennaio ore 16.00, 20.30; AURORA – PAVONE MELLA: venerdì 14 gennaio ore 20.45; sabato 15 gennaio ore 20.45; domenica 16 gennaio ore 15.30, 20.45; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 15 gennaio ore 20.30; domenica 16 gennaio ore 15.30
PRIMA VISIONE
Edmund e Lucy Pevensie, con il cugino Eustace, vengono inghiottiti in un quadro e portati a Narnia sulla fantastica imbarcazione, e lì si uniscono al re Caspian e al topo guerriero Reepicheep in una missione da cui dipende il destino della stessa Narnia. Vincendo le proprie grandi tentazioni, gli arditi viaggiatori toccano isole misteriose, si scontrano con creature magiche e sinistre e si riuniscono al loro amico e protettore, il “Gran Leone” Aslan... Cani e gatti – La vendetta... di Brad Peyton
Che bella giornata di Gennaro Nunziante
Il nastro bianco di Michael Haneke
Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero di Michael Apted
Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: domenica 16 gennaio ore 15.00
Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 15 gennaio ore 21.00; domenica 16 gennaio ore 15.00, 21.00; lunedì 17 gennaio ore 21.00
Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE S. SEBASTIANO: domenica 16 gennaio ore 20.45
Sale della comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: domenica 16 gennaio ore 14.30, 17.30, 20.30; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 15 gennaio ore 20.45; domenica 16 gennaio ore 16.00
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
C
di Nicola Rocchi
Clint Eastwood è forse oggi il maggior “classico” americano vivente. Colleziona un film dopo l’altro senza mai ripetersi, cambiando in piena libertà trame e generi. Non sembra aver l’ansia di realizzare capolavori (ma ne ha parecchi all’attivo) e ormai sa raccontare ogni storia alla perfezione. La prosciuga di qualsiasi scena o dialogo inutile e ne scolpisce l’anima, compiendo il gesto apparentemente semplice di mostrare solo quello che accade. È insomma un narratore coi fiocchi, come lo fu Charles Dickens la cui opera viene evocata in “Hereafter”: e una delle tre storie che
scorrono parallele nel film – la più dolente, quella del ragazzino Marcus che, nei sobborghi di Londra, perde il fratello gemello in un incidente – potrebbe essere stata dettata allo sceneggiatore Peter Morgan direttamente dalla buonanima dello scrittore. Non ci sarebbe niente di strano, perché proprio di comunicazione tra vivi e morti si parla nel film. I tre protagonisti hanno incontrato, in forme diverse, il mistero dell’aldilà. Marie (Cécile de France) è una giornalista francese in vacanza che – nell’impressionante sequenza iniziale – viene travolta da uno
tsunami. Nell’acqua, resta per qualche minuto sospesa oltre la vita: a questo stato si accompagnano strane visioni, il cui ricordo impedirà a Marie di tornare all’esistenza precedente. George (Matt Damon, sommessamente addolorato) è un sensitivo di San Francisco che ha preferito un’esistenza anonima al contatto quotidiano con le verità custodite dai morti e con il dolore insaziabile dei loro parenti. Marcus (l’esordiente Frankie McLaren) non riesce a rassegnarsi alla scomparsa del fratello Jason, e cerca in ogni modo di ristabilire un contatto con lui. Il vero miracolo del film non è la “rivelazione” dell’esistenza di una qualche forma di vita ultraterrena, tema nel quale il regista si addentra con saggia cautela: e la parte più debole è proprio la vicenda di Marie e delle sue scoperte in merito.
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Colpisce piuttosto l’intelligenza con cui Eastwood e i suoi attori rendono emozionante una materia che altri avrebbero trasformato in paccottiglia sentimentale. Ci riescono con il rigore della messinscena e ponendo l’accento non tanto sull’aldilà quanto sulla sofferenza e la solitudine patite da chi è costretto – qui e ora – a dialogare con il lato più insanabilmente oscuro che accompagna la nostra esistenza. George tenta invano di spiegare a tutti che per lui tale condizione non è un dono ma una condanna. Questo sensitivo riluttante, che non può toccare altri esseri umani per non venire afferrato dalle visioni che custodiscono, è un personaggio che si imprime nella memoria. La condanna però può tramutarsi in salvezza, come mostra Eastwood nel commovente finale: dalla parola della morte può nascere pienezza di vita.
Flynn Rider, il bandito più ricercato del regno, si ritrova costretto a stringere un patto con una ragazza dai lunghissimi capelli d’oro che vive imprigionata all’interno di una torre. L’improbabile coppia intraprende una rocambolesca fuga in compagnia di un cavallo “poliziotto”, un camaleonte ultraprotettivo e una burbera banda di balordi. Grazie al suo bell’aspetto, la sua parlantina e una discreta dose di fortuna, il baldo fuorilegge ha sempre avuto vita facile...
Harry, Ron e Hermione sono impegnati nella missione di rintracciare e distruggere gli Horcrux, chiave dell’immortalità di Voldemort. Nel frattempo il mondo dei maghi è diventato un posto pericoloso per tutti i nemici del Signore Oscuro. I Mangiamorte hanno preso il controllo del Ministero della Magia e perfino di Hogwarts, terrorizzando chiunque osi opporsi. La preda che manca è quella più importante: Harry Potter. Mentre è impegnato nella ricerca... Il responsabile delle risorse umane di Eran Riklis
Harry Potter e i doni della morte di David Yates
Rapunzel – L’intreccio della torre di Nathan Greno, Byron Howrd
Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 15 gennaio ore 20.45; domenica 16 gennaio ore 20.45; lunedì 17 gennaio ore 20.45;
Sale della comunità IL GABBIANO – GHEDI: sabato 15 gennaio ore 21.00; domenica 16 gennaio ore 16.00, 21.00; INZINO – INZINO: sabato 15 gennaio ore 20.30; domenica 16 gennaio ore 15.00; SAN LUIGI – LODRINO: sabato 15 gennaio ore 20.30; domenica 16 gennaio ore 20.30;
Sale della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – BIENNO: sabato 15 gennaio ore 20.30; domenica 16 gennaio ore 15.30; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 16 gennaio ore 16.15; AURORA – RONCADELLE: sabato 15 gennaio ore 20.30; domenica 16 gennaio ore 15.00
CINEFORUM Simon Konianski di Micha Wald Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: giovedì 20 gennaio ore 20.45
Invictus di Clint Eastwood
Natale in Sudafrica di Neri Parenti
The tourist di F. Henckel von Donnersmarck
Incontrerai ncontrerai l’uomo dei tuoi sogni di Woody Allen
Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 15 gennaio ore 20.45; domenica 16 gennaio ore 16.00, 20.45
Sala della comunità LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 15 gennaio ore 21.00; domenica 16 gennaio ore 15.00, 21.00
Sala della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 15 gennaio ore 20.30; domenica 16 gennaio ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 17 gennaio ore 20.30
Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 16 gennaio ore 20.45; martedì 18 gennaio ore 20.45
Ragazzi miei di Scott Hicks Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: venerdì 14 gennaio ore 20.45
0XRYL LO SHQVLHUR LA VOCE ANALE DIOCE ANA AN MANA SETTIM
FEDE - LEALTĂ€
di Giancarlo Paris, ofm conv.
Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno preparato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi
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SETTIMANALE DIOCESANO
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FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO n° 30
BRESCIA 23 LUGLIO 2010
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ri della Trav Sera d’estat e, davanti di Gianca iata alla amori. Nel rlo Paris, primo la “mantetv ascoltando “La ofm conv. traviataâ€? di amandoâ€?: nutaâ€? scopre San Frances Verdi. Quattro per la denza degli co atti e quattro affetti oggi, piange all’idea che prima volta la gioia compiere di lâ€?’Amore è quanto l’ “amaro non è amatoâ€?“essere amata, mai rara sacriďŹ zioâ€? anche GesĂš . La corrispo di rinunciare e fragile. Nel second o atto, Violetta nterzo, Alfredo trasďŹ gura il suo amore ad Alfredo per l’onore che non ha in SacriďŹ c deve e lei accetta della di lui io compre per restituire so “tutto famiglia: l’onore al non solame di amare “sino al l’amoreâ€? peccatore. prezzo del di Violetta nte umiliat Violetta, riscatta Nel tuo disprez la o, ma zoâ€?. Anche svergogna in pubblic to, si trasform deriso, schernito rĂ il suo posto qui il pensier o al Calvario. a o va a GesĂš InďŹ ne sul Una prostitu nel cuore di Alfredo in preghiera per quella ta non solo . Lei, “nel “pudica vergineletto di morte l’amore ciel ci precede di â€? che un giorno nel Regno, tra gli angeliâ€? preghe prende ma ci insegna rĂ per i gradi dell’am lei e per il suo amato.SETTIMANA are. ANALE DIOCE AN SANO FEDE - LEALTĂ€ - CORAGGIO BRESCIA 30 LUGLIO 2010
004 n° 46) in L. 27/02/2 3 (conv. - D.L. 353/200
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marcia Dopo la no del Gover indietro l’assistenza al sui tagli resta ili, ab per i dis il tema po cam in io di del sussid to. en pagnam Mentre il Governo indietro e ridimensiona accom ranza fa marcia di spe la “legge-bavaglioâ€? intercettazioni telefoniche, nessuna novitĂ Segno sulle escia, sul fronte postali che mettono a rischio a Bragevolazioni chedelle Quellacattolici. sono, an ass la stampa deli territorio e i settimanali che a Du ociazion della mu te isb a “nuova legge bavaglioâ€?, deďŹ nita dasica Avvenire le tanQuesta o i Ger an si trasfo urg, in G mania rma i doveva s’impegn mediaticoâ€?, che“delitto boli colpisce anche la nostra “Voceâ€? Tra le vitt in una traged , d essere una ia: 21 ime la gio dei piĂš de vane bre i morti, 516 i ffestta servizio s.p.a. - Spedizio
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I quattro
sono nudi, perchĂŠ si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma. Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi proteso a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. CosĂŹ anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua boccaâ€?, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerĂ onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo.
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nni piĂš aveva vent’a lvano: lei di Grume Palazzolo cose ci separa ma troppe da anni nell’Istituto ttato di lei e Giulia sposarmi rata aveva approďŹ a famiglia; Giulia voleva speciale. Ricove era le. Un bruto in adozione a un’altr ap menta di me e poi Giulia aveva grave handic che poi è stato datodiceva â€œĂ¨ piccolo!â€?. ituto. Le lo per un no e lla dell’Ist un bambi a la pancia i nella cappe to e a voce basaveva avuto ricordava: si toccav siamo entrat lo va molto. Un giorno c’è GesĂšâ€?. Lei ha guarda però lei se mi manca lo sa e incredibili. “LĂ oni o: Giulia e (lei delle intuizi tabernacolo dicend . Sono partito da mia madre mi riferiva to il a nel mio cuoreâ€? prima di andare ho mostra ituto ava ). Suor Ornell “Ma è anche sa ha detto: o a casa passavo dall’Ist mamma buonache arrivava‌â€?. Sembr : ho una Quando tornavquesta “preferenzaâ€? ieri!... Mi ha detto ato aspettavo speciale. mi ha perdongiorni diceva: “Ti per ro una donna 2010 che Giulia mio ritorno. Davve 9 LUGLIO il BRESCIA “avvertireâ€? n° 29 WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT - CORAGGIO
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - ₏ 1,00
n° 27
Ragazze
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ModalitĂ di abbonamento Abbonamento online con carta di credito su www.lavocedelpopolo.it Abbonamento con bollettino postale intestato a: Fondazione Opera Diocesana San Francesco di Sales n. 18881250 Abbonamento presso il Centro per le Comunicazioni Sociali di via Callegari, 6 - 25121 Brescia. Per qualsiasi informazione: UfďŹ cio abbonamenti Tel: 030 44 250 e-mail: abbonamenti@lavocedelpopolo.it Fax: 030 280 93 71
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it
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Brescia Un dibattito a più voci
Partecipate: le prospettive della Loggia Il sindaco Adriano Paroli, il pdl Farina e i pd Rebecchi e Delbono si sono confrontati su un tema di grande attualità e di particolare importanza per le casse comunali. Ragionamenti tra convergenze e distinguo
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Da A2A a Brescia Mobilità, da Brixia Sviluppo alla Centrale del Latte... Sono complessivamente 21 le società partecipate dal Comune di Brescia. Un tema, questo, sempre di stretta attualità all’ombra della Loggia, dal momento che da un lato la Finanziaria 2008 ha imposto agli enti locali di cedere le partecipazioni non strategiche, ossia non strettamente necessarie allo svolgimento dell’azione istituzionale, dall’altro il Patto di Stabilità e i vincoli di bilancio impongono
Agricoltura
Diossina: prodotto italiano sicuro e certificato
di Mario Nicoliello
agli amministratori di realizzare azioni che apportino liquidità in cassa. All’argomento “Enti locali e società partecipate. Quali prospettive?”, l’associazione “Popolarismo europeo” ha dedicato nei giorni scorsi un interessante dibattito. a cui hanno dato voce il sindaco di Brescia Adriano Paroli, il capogruppo del Pd in Loggia, Emilio Delbono, il presidente della Commissione partecipate, Aldo Rebecchi e il capogruppo del Pdl, Achille Farina. Tutti i presenti hanno concordato sulla
necessità di non vendere, o meglio di non svendere, alcuna partecipazione. Paroli ha evidenziato la volontà della Loggia di non dismettere. “Nell’eventualità – ha affermato – credo che piuttosto delle partecipazioni vadano ceduti immobili” visto che molte partecipate non strategiche a Brescia producono utili e svolgono una funzione sociale. Per Rebecchi “indicare che una società non è strategica la deprezza automaticamente agli occhi del mercato”. Concorde anche Farina che ha aggiunto: “Il Patto di Stabilità rende necessaria la cessione di qualcosa che abbia valore. Io sono sempre stato favorevole alle privatizzazioni, quando fatte con criterio. Perciò se si decide di vendere bisogna farlo bene”. Secondo Delbono le partecipate sono “aggredite indiscriminatamente dallo Stato: si colpiscano piuttosto le società che non producono profitti, e si ripensi il capitalismo municipale”. Capitolo A2A. Paroli e Rebecchi con-
All’indomani dell’emergenza diossina (partite di uova e latte fortemente contaminate e, probabilmente diffuse in molti Paesi europei) in Germania, si ripropone nuovamente con forza la necessità di introduzione obbligatoria dell’origine in etichetta per tutelare il prodotto italiano “Sano e di qualità – sottolinea il presidente della Consulta avicola di Coldiretti Brescia Felice Bonetti –, per consentire al consumatore di distinguere l’agroalimentare italiano e per riconoscere al comparto zootecnico nazionale il valore aggiunto che merita”. La differenza tra il prodotto agroalimentare italiano e quello di altri Paesi, sono ancora considerazioni di Bonetti, coincide con una garanzia in termini di sicurezza alimentare a tutto vantaggio del consumatore: le aziende italiane, infatti, sono sottoposte a controlli severi e continui, i cui costi sono interamente a carico dell’impresa agricola. Il che imprime al prodotto italiano un sigillo di salubrità da un lato, che va ad aggiungersi alla qualità che ci è da sempre riconosciuta in tutto il mondo”. Non è così, riprende il Presidente, “in tutti i Paesi, anche comunitari: basti pensare alla stessa Germania, o alla Francia, come pure ad altri in cui i controlli non sono
cordano sul fatto che “Ad Asm non si torna”. Il Sindaco precisa: “La società è stata plasmata dai milanesi, e i bresciani hanno finito per soccombere. Comunque ora non serve capire se comandano i bresciani o i milanesi, ma serve una guida forte. Occorre perciò impegnarsi per far crescere la società”. “Diversamente da quanto sostenuto anche da voci autorevoli – sostiene Rebecchi – non si può fare retromarcia. Si potrebbe ora pensare alla creazione di una multi-utility del Nord”. Delbono taglia corto: “Bisogna andare oltre Brescia e Milano e riprendere in mano l’idea di un player globale capace di competere sul mercato internazionale. A questo deve mirare Brescia, ad andare in quella direzione: quella di un’A3A, A4A, A5A con l’ingresso di altre realtà locali. A quel punto anche la dicotomia tra Brescia e Milano sarà superata”. Per Farina, infine, è essenziale che la multiutility sia efficace ed efficiente nell’erogazione dei servizi.
certo tanto assidui e rigidi” come invece in Italia. A tutto beneficio del consumatore, totalmente garantito grazie al valore aggiunto “che vorremmo fosse finalmente riconosciuto alle imprese – continua Bonetti – attraverso l’introduzione dell’obbligo di origine, cosicché l’acquirente possa rendersi conto immediatamente della differenza tra i nostri prodotti e quelli di altri Paesi e in modo che l’impresa possa vedere finalmente riconosciuta la qualità che da sempre garantisce”. A tal proposito, il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini ribadisce come “sia determinante l’obbligo dell’origine, e non si capisce come mai, nonostante tale rilevanza sia stata sottolineata anche dalla Commissione europea per la sanità e la sicurezza alimentare, il Parlamento di Bruxelles non abbia ancora assunto una posizione altrettanto chiara. Analogamente, stupisce la posizione del presidente di Fedagri Maurizio Gardini, poi ripresa da Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, secondo cui l’introduzione dell’obbligo di origine non sarebbe prioritaria e non rappresenterebbe un reale elemento di valore aggiunto per le imprese italiane”.
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Economia e lavoro Salute
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Sanità Novità e conferme nel Bresciano
Chiusa la partita dei direttori La Regione ha scelto a chi affidare aziende ospedaliere e Asl del territorio
I
Il 31 dicembre 2010 era la data di scadenza delle principali cariche nella sanità lombarda. Nel Bresciano c’era attesa per le nomine dei direttori generali delle tre aziende ospedaliere (Civili di Brescia, Mellini di Chiari e Desenzano) e delle due Asl, quella di Brescia e quella di Valle Camonica che, caso unico in Lombardia, controlla anche i due presidi ospedalieri Esine ed Edolo. Negli ultimi giorni dell’anno la Giunta regionale lombarda ha proceduto alla scelta dei 45 diret-
a cura di Massimo Venturelli
tori generali di Asl, Aziende ospedaliere e Areu della regione, mettendo fine, anche in casa bresciana a settimane di “si dice” e di ipotesi sui prescelti. I nuovi direttori rimarranno in carica per cinque anni (una novità rispetto alla durata triennale dei precedenti mandati) con un formula che il presidente Formigoni da Milano ha definito innovativa. Si tratterebbe, in sostanza, di una sorta di “3+2” di universitaria memoria, una formula adottata per consentire una verifi-
ca costante dell’operato dei direttori che, sulla base delle dichiarazioni del Presidente, potrebbero essere anche passibili, in caso di risultati non conformi alle attese, di revoca del contratto. Per quello che concerne il Bresciano le scelte regionali si sono divise tra conferme e novità. Carmelo Scarcella (Asl Brescia) e Cornelio Coppini (Civili) sono stati riconfermati nella carica ricoperta. Novità, invece, si sono registrate per le altre realtà della sanità pubblica interessate al rinnovo. Alla guida della Mellino Mellini di Chiari è arrivato dal San Paolo di Milano Danilo Gariboldi. Il suo predecessore Fabio Russo si è spostato ad est, chiamato alla direzione dell’Azienda ospedaliera di Desenzano al posto di Mara Az-
zi che, lasciati gli ospedali, è stata nominata ai vertici dell’Asl di Bergamo. Il cambio della guardia ha toccato anche la Valle Camonica dove, a succedere ad Angelo Foschini ormai giunto all’età della pensione, è stato chiamato Renato Pedrini, già sindaco di Bormio, e sino alla nomina di fine anno dirigente scolastico. Messa dunque la parola fine sulla vicenda nomine e sulle dispute della politica, per i direttori generali nuovi e riconfermati è tempo di passare all’operatività per continuare quanto già intrapreso o per dare avvio, nel caso dei nuovi, a una rinnovata stagione con l’obiettivo di mantenere la sanità nel territorio bresciano su livelli che, pur con alcuni limiti, da tempo si conferma di buon livello.
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Paesi e parrocchie Bassa
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Montichiari Un significativo compleanno
I sette anni del Pronto soccorso L’unità operativa diretta dal dott. Massimo Bocchicchio prendeva il via l’1 gennaio 2004
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Il 1° gennaio scorso ha compiuto sette anni il Pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari, uno dei presidi dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia. Sono otto i medici dell’unità operativa che, coordinati dal responsabile, il dott. Massimo Bocchicchio, garantiscono, insieme a 16 infermieri, il funzionamento dell’unità operativa. Il dott. Bocchicchio, che è anche membro del consiglio direttivo della Società italiana di medicina di emergenza e d’urgenza e che è uno dei principali traduttori in italiano della produzione letteraria su questo particolare settore della medicina, ha visto progressivamente crescere l’u.o. affidata alla sua direzione. “In sei anni – racconta – siamo passati dagli 11/12mila accessi iniziali ai 22mila attuali”. Si tratta di persone che si recano al pronto soccorso per i problemi più diversi: dalle malattie o traumi che mettono in pericolo la vita alle cosiddette “urgenze minori”, dalla piccola traumatologia ai piccoli e grandi problemi psicosociali, dalle malat-
tie croniche riacutizzate alla malattie incurabili. Tra questi pazienti ci sono uomini, donne e bambini di ogni età e nazionalità; per alcuni di loro spesso il pronto soccorso rappresenta l’unico accesso al sistema sanitario. Ogni paziente è accolto e ascoltato, il suo problema viene valutato da medici esperti nelle cure in urgenza e se necessario approfondito con l’ausilio di esami strumentali e di laboratorio. “Questa attività di ascolto – afferma il dott. Bocchicchio – ha ridotto di molto il numero di quanti si rivolgono al pronto soccorso pur non avendone uno stretto bisogno”. “Prima che la medicina d’urgenza diventasse specialità autonoma − ricorda il responsabile del servizio − i medici che prestavano servizio al pronto soccorso venivano dalle esperienze più diverse e spesso trovavano grandi difficoltà nel dedicarsi a una attività medica che poco o nulla ha a che fare con quella svolta in altre unità operative”. La sua è una vera e propria passione per la medicina d’urgenza
e d’emergenza, che l’ha portato a lasciare la medicina intensiva per dedicarsi a quella che, in fase di avvio, si presentava come una vera e propria sfida. Viene spontaneo, a questo punto, domandare al medico se l’immagine dei medici da pronto soccorso che gli italiani si sono fatti grazie alla fortunata serie E.R. corrisponda al vero. “In qualche modo sì − è la sua risposta − perché la medicina d’urgenza è nata proprio negli Stati Uniti e ha il suo punto di forza in professionisti formati proprio per affrontare i casi che arrivano con tempestività e precisione”, tanto che anche in Italia si è avvertita l’esigenza di una specifica formazione. Il pronto soccorso diretto dal dott. Massimo Bocchicchio si trova al piano -1 del Presidio Ospedaliero di Montichiari. Occupa una superficie di 800 mq ed è costituito da una camera calda (luogo di arrivo di ambulanze ed autoveicoli), da un’area “triage” (luogo dove avviene la presa in carico infermieristica), da una sala d’attesa, da un’area amministrativa e da un’area di cura.
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Economia e lavoro Scuole
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Bagnolo Mella Il Cfp Canossa
Formazione innovativa con “simulimpresa” La metodologia scelta aiuta gli studenti a misurarsi con la gestione aziendale
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Ragazzi e ragazze in uscita dalla terza Media, interessati alla professione dei lavori in ufficio potranno trovare un valido percorso di formazione presso il Cfp Canossa di Bagnolo Mella. Si tratta di un corso triennale per la qualifica di operatore amministrativosegretariale. In provincia esistono già altri corsi di questo tipo e, come gli altri, ha delle caratteristiche comuni: è finanziato dalla Regione Lombardia, ha una durata di 990 ore annuali per tre anni, la frequenza è obbligatoria, c’è uno stage in azienda nel 2° (5 set-
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timane) e nel 3° anno (otto settimane). Al termine del 3° anno, previo superamento dell’esame finale, si consegue l’Attestato di qualifica professionale di 2° livello europeo. La qualifica permette di accedere al 4° anno per ottenere il Diploma professionale di 3° livello europeo. Ma il corso per operatore amministrativo-segretariale, organizzato dal Cfp Canossa di Bagnolo Mella, si distingue per la metodologia scelta: una impostazione didattica basata sull’esecuzione di compiti reali in attività di “simulimpresa”. Un programma
che si preoccupa di dotare gli allievi di competenze professionali nel campo della gestione e amministrazione delle imprese a fronte del loro futuro inserimento nel mondo lavorativo. Una buona parte del monte ore viene dedicata alla simulazione interattiva dell’attività aziendale in collegamento con altre aziende simulate esterne. In pratica gli allievi, suddivisi in gruppi, in un ambiente attrezzato allo scopo, costituiscono a turno i reparti di una vera e propria azienda (simulata) con nome, logo, catalogo prodotti, listino prezzi e quant’altro serve per porsi sul mercato. Tutto l’aspetto organizzativo-gestionale è reale tranne i prodotti commercializzati e il denaro. Questa azienda simulata potrà interagire (tramite telefono, fax, posta ordinaria, email, collegamenti remoti, ecc.) con
altre aziende simulate diffuse sul territorio e inoltre, tramite un collegamento a una sede centrale di simulazione, anche con aziende simulate sparse in tutto il mondo. L’ottica in cui ci si muove è quella di definire percorsi professionalizzanti che forniscano ai giovani un bagaglio di competenze e abilità operative “spendibili” sul mercato del lavoro. Con questa modalità operativa gli allievi acquisiscono le competenze professionali previste dal progetto regionale che riguardano la collaborazione nella gestione dei flussi informativi e comunicativi con le tecnologie e la strumentazione altamente informatizzata; la redazione di comunicazioni anche in lingua straniera e documenti sulla base di modelli standard per contenuto e forma grafica.
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Novità Anno scolastico al giro di boa
Come cambia la scuola italiana La ripresa delle attività apre una stagione di importanti riforme
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Il 10 gennaio scorso gli studenti delle scuole bresciane di ogni ordine e grado hanno fatto ritorno in classe dopo lo stop per le vacanze natalizie. Con la ripresa dell’attività l’anno scolastico 2010/2011 si avvia al suo giro di boa. Non sono poche le incombenze che attendono la scuola in queste settimane. Il 12 febbraio scadono i termini per le iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado. Le domande di iscrizione dovranno essere consegnate solo dagli alunni che nell’anno scolastico 2011/2012 frequenteranno il primo
anno di ogni corso di studio. Per gli anni successivi al primo, infatti, l’iscrizione è fatta automaticamente dalla segreteria della scuola. Le procedure per l’iscrizione sono contenute in una apposita circolare pubblicata sul sito del ministero dell’Istruzione, www. miur.it, anche se ogni singolo istituto ha provveduto a inviare dettagliata comunicazione agli interessati. Per la prima volta, quest’anno, arriveranno i test Invalsi anche alle superiori. Si tratta di prove di italiano e matematica uguali in tutto il territorio nazio-
nale sinora utilizzate solo per gli studenti delle scuole elementari e medie. Obiettivo di queste prove, in linea con quanto avviene in altri Paesi, è misurare la capacità di apprendimento degli studenti nel modo più obbiettivo possibile. Alle superiori le prove Invalsi faranno il loro debutto il prossimo mese di maggio, anche se solo per le classi seconde. L’Invalsi sta mettendo anche a punto prove che saranno proposte agli studenti che affronteranno l’esame di maturità e che serviranno per l’assegnazione di borse di merito per l’università. Salvo sorprese e improvvise accelerazioni le prove Invalsi dovrebbero debuttare alla maturità solo nel 2012. Quello che è ripreso il 10 gennaio scorso è anche l’anno di prova per la riforma della scuola superiore voluta dal
ministro Gelmini. Per l’anno scolastico in corso la riforma è stata applicata solo alle prime classi di ogni indirizzo; dal prossimo anno, invece, coinvolgerà anche le seconde. Per l’entrata a pieno regime, però, si dovrà attendere l’anno scolastico 2014/2015, quando arriverà il “clil”, l’insegnamento in lingua di una disciplina non linguistica, come la storia o la matematica. Quello che gli studenti di terza media affronteranno il mese di giugno potrebbe essere l’ultimo esame nella forma conosciuta: quattro scritti più la prova orale. Non si conoscono ancora i tempi della sua revisione. Per il momento, infatti, sono stati avviati confronti tra dirigenti scolastici e insegnanti per individuare praticabili piste di lavoro, anche se non mancano alcune idee.
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Agesc Aperte le iscrizioni
Famiglie per la scuola e la società L’associazione riunisce i genitori con figli iscritti negli istituti paritari cattolici Un incontro dell’Agesc
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Anche quest’anno è giunto il tempo delle iscrizioni all’Agesc, l’associazione che riunisce da oltre tre decenni i genitori con figli iscritti alle scuole paritarie cattoliche italiane. L’associazione è nata nel 1975 ed è riconosciuta dalla Conferenza episcopale italiana e dal ministero della Pubblica istruzione e offre costantemente il proprio contributo all’attività legislativa sui temi che riguardano la scuola e la famiglia. Nel Bresciano questo stesso sodalizio opera da molti anni, rac-
di Giovanni Gregorini
cogliendo significative adesioni ad esempio a Palazzolo, Rovato, Chiari, Lonato e naturalmente anche a Brescia. Si tratta di una scelta preziosa, quella di unirsi ai già tanti soci dell’Agesc, che esprime anche un forte senso di appartenenza alla Chiesa ed al territorio, a servizio della scuola come fondamentale agenzia educativa, da veri protagonisti. In questo nostro tempo, infatti, come afferma la presidente nazionale
Maria Grazia Colombo, “famiglia ed educazione sembrano essere divenuti termini astratti, inconsistenti. Ancor oggi stiamo pagando un pedaggio culturale statalistico che ha origini nel tempo e che lo Stato italiano, sin dal suo costituirsi, ha posto come condizione. La libertà scolastica in Italia è stata da sempre un principio perennemente osteggiato”. Ecco perché proprio oggi diventa importante rispondere all’appello dell’Agesc ad iscriversi in tanti, in modo tale da contare sempre di più soprattutto in termini culturali. Infatti le tante iniziative promosse sul territorio dall’Associazione genitori scuole cattoliche devono sempre più trovare riscontro in un ascolto sia istituzionale che poli-
tico rispetto alle istanze avanzate da queste famiglie riunite. La società odierna esprime, spesso implicitamente, un bisogno relazione che si manifesta anche in termini di necessità di forme associative autonome. In questo senso ancora la presidente Colombo sostiene che “lavorare in educazione, come genitori, vuole dire creare relazioni, relazioni personali che poi diventano associative e politiche”, ma soprattutto relazioni educative, che insegnano e quindi lasciano una traccia. Per le iscrizioni all’Agesc è possibile dunque rivolgersi ai siti www. agesc.it e www.agesclombardia. it, come pure presso le segreterie delle rispettive scuole di frequenza sparse sul territorio
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Consigli Cosa fare dopo la terza media
Il difficile momento della scelta Un orientamento fatto in modo corretto deve tenere conto delle caratteristiche dello studente
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di Alba Comolatti
In questi giorni, gli studenti che frequentano la classe terza della scuola secondaria di 1° grado stanno vivendo uno dei momenti più difficili, perché sono chiamati a fare una scelta importante: quella della futura scuola superiore. Infatti, non è facile per un ragazzo di soli 13 anni avere chiarezza di idee sul percorso scolastico del dopo terza media, perché le prospettive che gli si aprono davanti sono molte e di conseguenza i dubbi e le paure si moltiplicano, anche perché per la prima volta lo studente si trova di
fronte ad una scelta importante che, in un certo qual senso, diventa determinante per la sua stessa vita. Ecco perché l’orientamento scolastico rientra tra le finalità della scuola media e interessa tutta l’azione didattica quotidiana e deve servire a preparare lo studente a compiere scelte responsabili, mettendolo nella condizione di prendere coscienza di sé per far fronte alle varie difficoltà che inevitabilmente la vita ci presenta. Orientare significa fare in modo che la persona, nel momento in cui si trova a do-
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ver fare una scelta, sappia valutare le sue risorse e i suoi punti deboli per mettere a fuoco le une e cercare di superare gli altri, per raggiungere, così, la realizzazione del suo progetto personale. L’orientamento deve avere quindi, come punto focale, l’attenzione alla persona da tutti i punti di vista, perché i fattori che possono incidere sulla scelta siano ben evidenziati e permettano all’interessato di procedere nel suo cammino puntando nella giusta direzione, cosa molto importante. Un orientamento fatto con i giusti criteri deve, quindi, dare alla persona la possibilità di sapere quali sono le sue caratteristiche personali, le sue capacità, deve far emergere i suoi interessi e i suoi valori, deve renderla disponibile ai cambiamenti ed abituarla ad accettare le incertezze
che ogni scelta può comportare. Anche la capacità di assumere la responsabilità delle proprie scelte fa parte di quel bagaglio che uno studente di terza media deve, poco alla volta, acquisire, come pure la consapevolezza delle rinunce che normalmente una scelta comporta. Con i tempi che corrono è anche necessario metter in conto che la scuola frequentata e il diploma conseguito non sempre garantiranno di svolgere quella specifica professione per cui uno si è preparato, quindi occorre una certa elasticità e flessibilità nel sapersi adattare. È comunque importante sapere che ciò che più conta, per l’oggi e per il domani, è l’impegno personale, il desiderio e l’entusiasmo di apprendere cose sempre nuove.
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Brescia Strutture scolastiche
Importanti novità al Luzzago Pronti per essere inaugurati i nuovi spazi per ospitare i corsi del nuovo liceo linguistico
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L’Istituto Luzzago di Brescia, con il nuovo allestimento di quasi 1000 mq di superficie organizzato su due livelli (piani rialzato e seminterrato), ha ora reso disponibili nuovi spazi didattici che ospiteranno dalla prossima settimana i corsi del nuovo liceo linguistico oltre alle due sezioni già funzionanti dello scientifico. I nuovi spazi sono stati ricavati tramite l’accorpamento di una porzione di immobile dell’ex-consorzio agrario, ubicato in un blocco di edificio in cui erano già presenti aule didattiche del Liceo ai piani superiori, in adiacenza all’edificio storico in cui fu fondato il liceo stesso. Al piano rialzato, entrando dall’ingresso principale del liceo, si accede al nuovo ascensore, che diventa completamente vetrato ai piani superiori, e alle tre aule multimediali, che hanno pareti insonorizzate impacchettabili, in modo da realizzare all’occorrenza un’unica aula magna, mentre verso la già esistente scala a prova di fumo è collocato il bookcafè, un bar caffetteria su tre livelli con annessa libreria e zona studio, che possiede anche un ingresso in-
dipendente da via Monti rispetto all’ingresso dell’Istituto. Al piano seminterrato sono collocati i tre laboratori didattici di chimica, fisica e informatica, cui si accede tramite una nuova scala circolare metallica ad unico rampante, mentre su entrambi i livelli è presente anche un’adeguata dotazione di servizi igienici e di locali tecnici accessori. Questo progetto è stato valutato tra i sei migliori progetti nell’ambito dei progetti emblematici della provincia di Brescia del 2008, tra le oltre cinquanta richieste presentate a Fondazione Cariplo, che lo ha finanziato mettendo a disposizione un contributo di un milione e mezzo di euro. Il piano finanziario ha comportato una spesa complessiva sostenuta superiore ai tre milioni di euro, comprendente i costi di acquisizione della porzione immobiliare, le spese di ristrutturazione e di acquisto di tutti gli impianti, gli arredi e le attrezzature. A copertura dei costi è stato destinato, oltre al già citato contributo di Fondazione Cariplo, il ricavato dall’alienazione di una piccola porzione di fabbricato, già di proprietà
dei frati, e dal sostegno economico di alcuni ex allievi dell’Istituto. I lavori di ristrutturazione,avviati nel gennaio 2010 sotto la direzione lavori dell’ing. Sergio Flamini, che ha anche redatto il progetto, sono stati portati a termine da fr. Giampaolo Possenti, attuale rettore dell’Istituto. Poco più di un anno, quindi, è stato il tempo necessario per far rivivere una porzione del vecchio Consorzio agrario. Nella mattinata del 15 gennaio, alla presenza delle autorità della città e del mondo della scuola e di quanti ne hanno favorito la realizzazione, i nuovi locali saranno inaugurati. Porteranno il loro saluto, oltre al Sindaco ed al presidente della Provincia, il dott. Colosio dell’Ufficio scolastico regionale, la dott.ssa Raimondi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, la vicepresidente di Fondazione Cariplo, dott.ssa Mariella Enoc, il dott. Giacomo Gnutti, presidente della Fondazione della Comunità Bresciana ed un ex-allievo del liceo. Benedirà i nuovi spazi fr. Francesco Bravi, ministro generale della Provincia di Lombardia dei frati Minori.
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Sport
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Calcio Al via il girone di ritorno
Mazzone: per la Serie A calma e fiducia
redazione@lavocedelpopolo.it
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Carlo Mazzone e Gino Corioni
Domenica 16 gennaio alle 15 arriva il Parma, in una situazione per il Brescia non facile dopo la sconfitta della Fiorentina. I consigli del mister marchigiano, ospite di “100% Brescia” che ha allenato le Rondinelle dal 2000 al 2003 ai tifosi, ai giornalisti e all’intero ambiente. Nelle sue parole anche il ricordo del rapporto con il presidente Gino Corioni; consigli persino per lui. L’intera intervista su www.radiovoce.it
Giro di boa. Il girone d’andata è finito e domenica 16 gennaio si ricomincia. Il Brescia ha racimolato solo 15 punti in 19 gare. Il verdetto attuale, se il campionato finisse qui, indica serie B al penultimo posto, davanti al Bari di Giampiero Ventura e dietro al Lecce di Luigi De Canio. Probabilmente nessuno nell’ambiente delle Rondinelle si sarebbe immaginato una situazione così difficile alla fine del turno di andata, viste le speranze e le dichiarazioni di inizio stagione: una squadra da Europa league. Forse troppo euforici e troppo ottimisti, anche se il gioco espresso dalle Rondinelle in molte delle 19 partite è sembrato superiore ai punti raccolti. Ma alla fine contano i punti e non quanto tu sia bello, purtroppo per la squadra di Gino Corioni. Si riparte e si ricomincia dopo la sconfitta incredibile e quasi impensabile di Firenze. “Non perdiamo la testa, calma” ha consigliato Carlo Mazzone, intervenuto ospite alla trasmissione “100% Brescia” su Radio Voce (88.3 - 88.5 Fm). “I tifosi devono essere bravi. Le grandi tifoserie si vedono nei momenti di difficoltà − aggiunge il mister − sono capaci tutti a fare i tifosi di una squadra che vince. Il giocatore in queste situazioni si smarrisce. Ve lo dico per esperienza. Per cui calma, ragazzi”. Quando si parla di serie B, come incubo sempre più vicino Mazzone predica di nuovo calma: “C’è tempo. Questa squadra ha le potenzialità. Questo è un gioco in cui bisogna essere bravi e fortrunati. Questa è una squadra brava e sfortunata”. Carlo Mazzone è stato allenatore del Brescia dal 2000 al 2003, nelle stagioni in cui la squadra aveva Roberto Baggio. Nel 2000 sfiorò l’Europa veramente, uscendo dall’allora Intertoto contro il Paris Saint Germain. “Io ho avuto sfortuna e fortuna nella mia vita e di ogni squadra che ho allenato ho dei bei ricordi, legati anche alla mia famiglia” ricorda Carlo Mazzone. La situazione del Brescia è difficile ma il contribu-
di Mauro Toninelli
to che Mazzone chiede alla tifoseria e ai giornalisti è quello di tenere la calma “perché i giocatori già sono sotto stress, non possono uscire da casa, leggono giudizi cattivi; vanno fuori di testa. Per avere chance bisogna trasmettere fiducia ai giocatori”. Calma, dunque e fiducia nei giocatori. Pare essere questa la chiave secondo Mazzone per restare in Serie A. Tutto è ancora possibile, matematicamente parlando. Bisogna fare un gran girone di ritorno e vincere gli scontri diretti. Cosa che fino ad ora il Brescia non ha fatto. I punti racimolati sono stati ottenuti con le squadre della prima metà della classifica, ad esclusione di Genoa e Chievo (3 punti con Roma, Palermo, Sampdoria e Chievo, 1 punto con Inter, Juventus, Genoa). E poi il Brescia ha il nodo allenatore, nessuno dopo Mazzone è durato molto e ha vinto come lui: “Dovete sapere con Corioni io avevo già lavorato a Bologna − dice ancora Mazzone − e quindi ero già vaccinato prima di arrivare a Brescia. Io al presidente dicevo sempre che ha tutti i pregi, meno un difetto: non sa perdere. È giusto che sia così. Quest’uomo è una vita che è presidente del Brescia. È vero che ha l’ascensore tra A e B. Quest’uomo a Brescia ha dato tanto. Non sta a Milano, Roma o Torino ma in una squadra di provincia, dove paga sempre il pedaggio. Ha portato anche grandi giocatori come Roberto Baggio. Tra la tifoseria e il presidente io sono sempre stato dalla parte del presidente. Non mi fate dire altro. Quando le cose vanno male, qui dico qualcosa che non dovrei dire − afferma Mazzone − forse il presidente dimostra i suoi limiti, non sa perdere. Più testa e meno tensione”. L’intera intervista si può ascoltare su www.radiovoce.it. Domenica al Rigamonti alle 15 arriva il Parma; si deve ricominciare a fare punti. Calma e fiducia, questa la via. Ci crediamo, ma che ci credano anche i giocatori, per la maglia, la gente e l’orgoglio, prima che per sé.
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Sport
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Basket A Dilettanti Giro di boa per i biancoazzurri
Brescia: avanti con coach Furlani Fiducia all’allenatore dopo le due sconfitte consecutive costate il primato in classifica
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di Alberto Banzola
Giro di boa oltrepassato e 2011 iniziato… male: la Leonessa dei canestri, dopo un 2010 tutto sommato positivo, si trova a fare i conti con un inizio d’anno disastroso: due sconfitte in fila (cinque in totale da inizio stagione) che hanno fatto perdere la testa della classifica, l’accesso alla final four di coppa Italia di marzo, e soprattutto hanno accorciato la classifica. Brescia oggi è nelle prime quattro (ossia coloro che si sfideranno ai playoff per il salto di categoria) ma alle sue spalle si apre il baratro dei playout, visto che le inseguitrici sono pronte a raccogliere eventuali ulteriori passi falsi dei ragazzi di coach Adriano Furlani, confermato nei giorni scorsi alla guida dei biancoazzurri. Anche se si tratta di una fiducia ad orologeria: se nelle prossime tre giornate dovesse arrivare una sconfitta, la posizione del tecnico (e forse anche di
qualche altro componente dello staff della Centrale del Latte Brescia) potrebbe essere messa definitivamente in discussione. Non c’è tempo però di pensarci: domenica si torna in campo e per i biancoazzurri arriva un’occasione ghiottissima, ossia ritrovare il sorriso in riva al Garda. Brescia ospite del Garda Cartiere Riva, squadra trentina con spiccato accento bresciano, vista la presenza nel roster biancoazzurro dei bresciani Andrea Scanzi ed Alessandro Garofalo, oltre a coach Tommaso Bindi, versiliese di origine, bresciano d’adozione (ha allenato Pisogne ed Iseo). I gardesani sono attaccati saldamente al fondo della graduatoria, ma sono squadra giovane e volenterosa e domenica vorranno ripetersi: se infatti sulla carta la partita non sembra avere grosse emozioni da raccontare (tre soli successi fino ad ora per i paladini del PalaGarda), non bisogna prendere sottogamba i padroni di casa, capaci dell’inatteso exploit di domenica scorsa a Torino, che è costato la panchina di coach Antonello Arioli, allenatore di una squadra che puntava decisamente in alto (coach Furlani è avvisato) Brescia sa bene
che adesso ha le spalle al muro e servirà la sfrontatezza usata a Castelletto Ticino (risalita da -18), la freddezza di Piacenza (vittoria in volata) ed il gioco mostrato contro Omegna alla prima di campionato. Trasferte mitiche, che andranno ripetute nuovamente: l’ultimo viaggio, in Trentino, è costato carissimo, ma la Centrale del Latte ha tutto per non ripetersi, o meglio per tornare ad essere la meravigliosa macchina da guerra osservata prima di Natale con Senigallia. Brescia ha un obiettivo, che non è un sogno, ossia la serie A: per scrivere una storia importante, per poter chiedere a gran voce un nuovo palazzetto, per rinverdire i fasti dell’Eib. Per raggiungerla però ci deve essere la consapevolezza che non si potranno più lasciare per strada punti importanti, come già successo: adesso è vietato sbagliare ed a raccontare le gesta di capitan Quaroni e compagni non potrà certo mancare Radio Voce (Fm 88.3-88.5 e in streaming su radiovoce.it), che in questa stagione racconta le gesta dei biancoazzurri in casa ed in trasferta. L’appuntamento è alle ore 17.50 di domenica 16 gennaio.
Pallanuoto
Brixia in Coppa Len Conquistato l’accesso ai quarti di finale, la Brixia scenderà in acqua mercoledì 19 per l’andata di Coppa Len in casa del Marsiglia. Come lo scorso anno, dunque, i biancoazzurri se la vedranno con la compagine francese leader nel proprio campionato. La speranza è di ripetere il passaggio del turno anche se non sarà facile. Da capire se giocherà Rath, che nel dicembre scorso si era autoescluso dalla rosa per protestare contro il mancato versamento degli stipendi arretrati da parte del club di via Rodi. La gara di ritorno è, invece, in programma al PalaSystema mercoledì 2 febbraio. In acqua anche un’altra italiana: il Savona secondo in classifica in campionato. I restanti incontri: Koper-Atene ed HonvedOradea. (r.m.)
diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 16 Gennaio 2011 ore 17:45
vs Riva del Garda
La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it
in collaborazione con
Brescia Leonessa
Centro Sportivo Italiano
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Urago d’Oglio
Calcio a 5 Un campionato scoppiettante
La palla rotola nelle palestre di Bruno Forza
I funamboli del calcio a cinque tornano a dare spettacolo nelle palestre di tutta la provincia. Il fine settimana alle porte coincide con l’inizio della rincorsa definitiva agli obiettivi stagionali e i calendari propongono da subito elettrizzanti sfide di vertice. In Eccellenza si inizia a fare sul serio e la formazione che ha riscosso i maggiori consensi nel girone di andata è stata Faggi di Eva, capolista del girone A ancora imbattuta. Sulla scia dei lumezzanesi, ma a – 4 e – 6, ci sono Caffè Danesi e Virtus Capriolese junior, che ospiterà la prima della classe proprio questa sera a Capriolo giocandosi, di fatto, le sue ultime chance di risalita. Nel girone B c’è grande bagarre e lo scettro della classifica è in bilico. Calcinato è primo a quota 27, ma la gara di recupero che vedrà opposte Travagliato e Futsal Brescia (attualmente a -2 e -4), può sovvertire le gerarchie, con Orzinuovi (24 punti) spettatore interessato delle evoluzioni di vertice e pronto ad affrontare tra le mura amiche i campioni provinciali de Il Giglio Costruzioni, desiderosi di tornare grandi nel 2011. Spostando lo sguardo in promozione spiccano i nomi di Bar la Corsina
e Polpenazze, dominatrici dei rispettivi gironi. Nel gruppo A il quintetto di Verolavecchia comanda la classifica a +5 su Tony Team S. Paolo e Celtic Urago d’Oglio, e si prepara a dare una mazzata al campionato sfidando proprio i Celtic alla ripresa. Nel girone B i gardesani hanno mezzo campionato in tasca perché gli 8 punti di vantaggio su Filippin Rettifiche parlano chiaro, anche se il dato più stupefacente sono gli 80 gol messi a segno nelle prime 12 gare. Una statistica che la dice lunga sul potenziale del Polpenazze, se si pensa che il secondo attacco del campionato – quello di Iseo – ha realizzato 29 reti in meno. Dietro alla coppia di testa c’è una lunga lista di candidate alla promozione, con 8 squadre raccolte in soli 7 punti. Prossimo turno: Eccellenza A – Capriolese Jr Faggi di Eva; Vegeteam Adro – F.lli Costa Rovato; Salute e Benessere – S. G.Bosco Urago D’Oglio; Gritti Elettrotecnica – Retificio Far; Corte Franca – Valverde Giardini; Tubettificio Pedercini – Caffè Danesi Gussago; riposo: Real Capriolese. Eccellenza B: Manerbio B - Giulia Super Star; Orzinuovi – Il Giglio Ccostruzioni; Maclodio – Quinzano Sport; Futsal Gavardo – Futsal Brescia; Lograto – Tes Ospitaletto; Travagliato – Manerbio A; riposo: Calcinato.
Sarezzo: passione per il basket Come ogni anno a Sarezzo la passione per il basket diventa una cosa sola con il ricordo del “Pantera” Carlo Trevaini, cestista saretino scomparso nel 2003. I suoi compagni di squadra hanno iniziato il 2011 nel migliore dei modi onorando la sua memoria aggiudicandosi l’ottava edizione del torneo, al quale hanno preso parte anche Mascalzoni Sebini e Basket Bovezzo. I Panthers Sarezzo hanno vinto entrambi i mini-match (due tempi da 12’) imponendosi sul Bovezzo 41-37 e sui Mascalzoni Sebini 47-37. Nonostante il rientro in campo dopo la pausa natalizia le squadre sono parse già tirate a lucido e in forma campionato. La dose di spettacolo offerta al pubblico, infatti, è stata di buon livello, con tre partite combattute e tirate. Nella gara di apertura Iseo parte forte e resiste al ritorno finale dei ragazzi di Bovezzo. Contro il quintetto sebino i padroni di casa controllano con qualche affanno il vantaggio acquisito domando i grintosi ragazzi di coach Vittoni. La terza partita, una vera e propria finale, è equilibrata per tutto il primo tempo. Nella ripresa i Panthers allungano fino ad accumulare un vantaggio massimo di 13 punti, ridotti poi a 10 nel finale. Il miglior realizzatore della serata è stato Fenaroli (Mascalzoni Sebini), con 16 punti all’attivo. Per le tre compagini e gli atleti scesi sul parquet, comunque, si è trattato di un buon test in vista dell’imminente inizio della seconda parte del campionato.
Calcio, arti marziali e pattinaggio
Da incorniciare il 2010 del Brescia Femminile Le ragazze del calcio in rosa sono tornate a sudare sui campi di allenamento in attesa di una seconda parte di stagione tutta da vivere che avrà inizio l’ultimo weekend di gennaio. Il Brescia Femminile ha chiuso un 2010 da incorniciare conquistando il simbolico titolo di regina d’inverno, ed è pronto alla volata finale per bissare il successo provinciale della passata stagione. Il piano delle rondinelle, però, troverà sulla sua strada non poche insidie, con Castenedolo e Sale (staccate di 2 e 3 punti) tutt’altro che rassegnate alle medaglie meno preziose. Nei gironi femminili che sognano l’Elite, invece, corrono spedite Bovegno, Roncadelle, Fioravazzi Porte e Soncino, capoliste dei rispettivi gironi. Nel gruppo A le valtrumpline guardano tutte dall’alto con 3 punti di vantaggio sul Brozzo, mentre nel grup-
po B il trono è per due, con Roncadelle e Fioravazzi appaiate a quota 33. Nel girone C il primato del Soncino potrebbe essere “ad interim” visto che Pavone può puntare al sorpasso nel recupero con Bassano. Arti marziali. Svelare i misteri del ju jitsu (antica arte giapponese) accompagnare gli atleti in Cina con il taiji quan, diffondere kick boxing, ginnastica e cultura dei massaggi. Il tutto per rendere forti il corpo e lo spirito. È con questi obiettivi che è nata la Palestra Bushido di via Sondrio 14, scuola di arti marziali che propone ai suoi iscritti percorsi guidati da professionisti, maestri e campioni che si impegnano quotidianamente ad aprire a chiunque lo desideri le porte del misterioso mondo delle arti marziali. I corsi di ju jitsu e difesa personale sono aperti a tutti, mentre il taiji quan si
suddivide in principianti e avanzati. La kick boxing è consigliata a chi vuole scaricare la tensione, mentre il qi gong a chi è alla ricerca di benessere mentale ancor prima che fisico. Per informazioni 030.3551240. Pattinaggio. Il Csi propone agli appassionati di pattinaggio la possibilità di imparare o semplicemente di divertirsi in casa della Fortitudo, società affiliata al comitato arancioblu. Al Pattinodromo di Castenedolo – in via Olivari 14 – si svolgono corsi (propedeutico, avanzato, agonistico e amatoriale), con percorsi specifici per bambini dai 2 ai 4 anni e famiglie. Oltre alla scuola di pattinaggio artistico è attiva anche quella di hockey su ghiaccio. Ogni venerdì sera la pista è disponibile su prenotazione per gruppi e associazioni sportive. Per informazioni e iscrizioni 333.1680086.
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LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Per la Brescia del futuro Egr. direttore, il tema dell’impegno dei cattolici in politica è sempre stato di grande attualità, ma forse, oggi più che mai, è necessario svolgere qualche riflessione in merito, soprattutto a Brescia, che è stata la culla del cattolicesimo democratico e che ha formato amministratori lungimiranti e personalità politiche dedite alla cosa pubblica e all’interesse superiore dei cittadini: questo impegno sociale, cattolico e civile è quanto la nostra città consegna in eredità a noi giovani. Se è vero che “la politica è la forma più alta ed esigente della carità” (Paolo VI), quale può essere, per un cattolico, ma oserei dire per ogni uomo, il rapporto dicotomico tra servizio alla comunità e tentazione del potere? Mentre riflettevo su queste questioni, scorrendo il volume del prof. Giorgio Campanini: “Testimoni nel mondo. Per una spiritualità della politica”, che verrà presentato nella Libreria dell’Università cattolica del Sacro Cuore il prossimo giovedì 10 marzo, ho ricevuto l’ultimo numero della rivista “AciNotizie”, bimestrale dell’Azione cattolica di Brescia, sul tema “Brescia, i cattolici, le sfide”, e confesso che ho trovato questo numero particolarmente “profetico” rispetto al nostro contesto socio-politico. “AciNotizie” propone per la nostra città una rinnovata azione culturale, in cui la famiglia sia inserita in una Comunità viva, in cui i giovani possano confrontarsi con progetti duraturi, in cui, accanto al
“tempo del lavoro”, sia salvaguardato il “tempo della festa”, che consente di costruire relazioni e senso. In particolare, mi preme citare quanto contenuto nel riquadro a pag. 5, laddove si sintetizzano le “sfide” che abbiamo di fronte: “ritornare come intero mondo cattolico, organizzato in gruppi, movimenti e associazioni, a essere lievito capace di far incontrare la fede con i valori, le sfide e le attese del mondo contemporaneo; (…) essere capaci di dire no al bipolarismo decisionista perché uccide la partecipazione e atrofizza la stessa democrazia; rifiutare consapevolmente il relativismo etico, economico, civico, … tante verità portano a nessuna verità e all’erezione dell’io a verità; combattere le deleghe educative: famiglia, scuola, parrocchia devono concorrere a creare una multiforme e integrale formazione capace di orientare, sorreggere e motivare; lottare contro i falsi maestri che praticano il doppiogiochismo: vizi privati, pubbliche virtù. La coerenza è un pilastro fondamentale delle persone e dell’educazione; ribellarsi allo svilimento delle istituzioni democratiche; riproporre una forte appartenenza ecclesiale, fondata sul protagonismo dei laici e critica verso ogni clericalismo imbonitore; ritorno a una democrazia fondata sulla partecipazione, con spazi reali ai giovani e alle donne”. Ricordando il capillare impegno educativo che l’Azione Cattolica svolge nel nostro territorio, accanto certamente a molte altre realtà cattoliche, ritengo questa testimonianza un servizio prezio-
Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it
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so e coraggioso, in vista della Brescia del futuro, che, già da ora, vogliamo cominciare a progettare e costruire. Massimo Pesenti
La Verità cristiana Egr. direttore, un esempio della progressiva laicizzazione della nostra società e del ritorno a una sorta di neo-paganesimo, sta nell’evidente egemonia della filosofia del “Carpe diem” (l’“afferra l’attimo” orazia-
no, sostanzialmente materialistico), rispetto al “Carpe veritatem” ( “afferra la verità”, di matrice cristiana). Avvertita come lontana la prospettiva dell’amore cristiano; valutato come difficoltoso e incerto l’approdo alla Verità; giudicata conseguentemente infruttuosa la cognizione e la relativa lotta di bene e di male connaturata alla visione cristiana, l’uomo contemporaneo sembra avvitarsi progressivamente su se stesso, rinunciando alla ricerca del significato più profondo della propria esistenza. Se la
Omnibus
Avvenimenti 14 gennaio 1943 Il primo ministro inglese Winston Churchill e il presidente americano Franklin D. Roosevelt aprono la conferenza di Casablanca
15 gennaio 1992 L’Unione europea riconosce ufficialmente due nuovi Stati, appartenenti alla exJugoslavia: Slovenia e Croazia
16 gennaio 1991 Gli Stati Uniti annunciano l’inizio dell’operazione “Desert Storm” contro l’Iraq, invasore del Kuwait, in quella che verrà ricordata come “la guerra del Golfo”
Le ricette della settimana Branzino marinato al forno
Carpa alla birra
Ingredienti: 1 branzino da 1000 grammi, 1 cipolla, 1 foglia d’alloro, timo, 1 ciuffetto di prezzemolo, mezzo bicchiere, olio d’oliva, sale, pepe.
Ingredienti: 1 carpa di 1500 grammi, 3 cipolle, 1 gambo di sedano, 1 panino raffermo, birra, 1 pezzetto di burro, alcuni cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale.
Preparazione: In una terrina versare mezzo bicchiere d’olio, unire una cipolla media tagliata a fettine sottili, una foglia d’alloro intera, un ciuffetto di prezzemolo e il timo. Adagiarvi il branzino pulito, lasciarlo marinare per un’ora circa voltandolo di tanto in tanto. Togliere gli aromi dalla marinata. Salare e pepare il pesce, spennellarlo con l’olio aromatizzato della marinata, porlo in una teglia e cuocere in forno preriscaldato a 200 gradi per 20 minuti circa. Bagnare di tanto in tanto il branzino con il sugo di cottura per ammorbidirne la pelle e insaporire la carne. Servire con patate lessate o, meglio, cotte a vapore.
Preparazione: Pulire e lavare accuratamente la carpa, farla rosolare sul fornello in una pirofila da forno assieme a qualche cucchiaiata di olio, le verdure lavate e tagliate e il panino raffermo grattugiato. Togliere dal fuoco e ricoprire di birra, salare e far cuocere in forno con il coperchio. Una volta cotta, togliere la carpa dalla pirofila e tenerla in caldo. Fare ridurre il sugo di cottura sul fornello e quindi passarlo al setaccio, aggiungervi un pezzetto di burro, amalgamare bene e versarlo sulla carpa al momento di portare in tavola.
LA VOCE DEL POPOLO 14 GENNAIO 2011
Verità è lontana e inaccessibile, ci dicono i “santoni” del relativismo imperante, ogni teoria ed opinione hanno lo stesso valore: non potendo più distinguere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, tanto vale volgerci alla convenienza immediata, all’effimero, al “Carpe diem”, appunto. Il rischio però è che, così facendo, si svilisca il senso più profondo della nostra vita, perché il nostro sguardo si volge sempre più al basso. È un ritorno al paganesimo (ancorché coniugato al relativismo valoriale), un ritorno che svuota duemila anni di civilizzazione cristiana. Se riflettiamo, il guanto di sfida al cristianesimo è portato dalla “modernità” di impronta illuministica (figlia dell’ atea rivoluzione francese), proprio sul tema dello svilimento delle spinte più nobili dell’uomo. La sfida è tremenda e dura ormai da più di due secoli, lasso temporale in cui è stata attaccata alle radici la civilizzazione cristiana e, in particolare, la Chiesa cattolica, colpevole di indicare un cammino non omologabile agli standard del pensiero dominante. Forse avremmo invece bisogno di tornare a dare ascolto alla proposta cristiana; avremmo bisogno di rialzare gli occhi verso l’Alto e di afferrare Qualcosa di Vero che non tramonta. Qualcosa per cui valga la pena vivere. Qualcosa che nobiliti, che dia un senso pregnante al nostro esistere, che ci faccia distinguere il bene dal male. Forse è solo riconoscendo il messaggio di amore di Gesù Cristo (“Io sono la via, la verità, la vita”), solo volgendo il
nostro sguardo alla Verità cristiana, che riusciremo a distinguere il giusto dall’ingiusto. E saremo capaci di una vita più piena ed esaltante. Vincenzo Merlo
Nel volto di Gesù Egr. direttore, una compagnia tra Dio e l’uomo che sconcerta i nostri abituali modi di pensare, all’interno di una cultura, quella nata dalla modernità, che pensa Dio e l’uomo come due soggetti tra loro incompatibili, per cui per salvaguardare la libertà dell’uomo si pensa che occorra cancellare Dio dalla sua vita. È da questa falsa visione di fondo che nasce l’esclusione dell’esperienza religiosa nella progettualità della persona umana. Invece, Gesù appartiene alla nostra storia di uomini e la illumina con la sua presenza. Nel volto di Gesù c’è quella pienezza dell’umano che invano andiamo a cercare altrove. In Lui ogni uomo e ogni realtà umana riceve la sua dignità e ne invoca il rispetto. Vale per tutti gli uomini e donne, dall’inizio del loro concepimento fino al compimento naturale della loro vita. Vale in particolare per i poveri e gli emarginati, per chi oggi rischia il posto di lavoro, ma vale anche per la famiglia come unione feconda di un uomo e una donna, cui nessuna convivenza, tanto meno di persone dello stesso sesso, può essere equiparata senza svalutarla e offuscarne l’identità; vale nella nostra città per la ricerca di
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una convivenza in cui ciascuno si senta responsabile del bene comune di tutti. Gianfranco Bertoglio
Ricordando Oscar Di Prata Egr. direttore, nel corso della nostra esistenza incontriamo numerose persone, ma soltanto i veri amici lasciano un’impronta nel nostro cuore. E Oscar Di Prata è stato per me uno di questi. Il 5 gennaio è ricorso il quinto anniversario della sua scomparsa, ma il suo ricordo in chi l’ha conosciuto è sempre vivo, indelebile. La bella mostra per il centenario (Oscar Di Prata. Gli angeli e i demoni. Drammi e speranze del Novecento) in corso al Piccolo e Grande Miglio in Castello ripercorre le fasi più importanti sia dal punto di vista artistico che del pensiero nell’umanità di un pittore che è sempre stato se stesso anche attraverso un’immaginazione che gli consentiva di trascendere la mera oggettività. E, allo stesso tempo, la sua era una pittura che appartiene alla vita nella ricerca di capire il tempo di cui è intriso l’uomo. All’interno della mostra, oltre al catalogo, sono stati predisposti anche gli strumenti audio e video per facilitare la comprensione del profondo messaggio dipratiano. Mi permetto, con umiltà, di sottolineare come la visita a questa antologica costituisca un’opportunità da valorizzare, sia dal punto di vista individuale che collettivo, per la nobiltà dei valori artistici ed etici che esprime. Giovanni Quaresmini
Al musical con “Voce” Vinci due biglietti (4 in palio) per “80 voglia di ‘80” (venerdì 21 gennaio alle 21) al PalaBrescia. Paolo Ruffini, nei panni di un liceale odierno, è catapultato nel 1988 e farà rivivere i miti pop, i vestiti sgargianti, i videogame e tanta musica di quegli anni. Spedisci il tagliando entro il 20 gennaio a “Al musical con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Luisa Vetrugno ha vinto i biglietti per “Jesus Christ Superstar”
“80 voglia di ‘80”
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IN COLLABORAZIONE CON:
VOCESAS
17 gennaio 1995 Un terremoto di 7,2 gradi della scala Richter devasta Kobo, in Giappone. Le vittime sono oltre 6000
18 gennaio 1912 L’esploratore inglese Robert Scott raggiunge il Polo Sud, ma scopre che un altro esploratore, il norvegese Roald Amundsen, è arrivato prima di lui
19 gennaio 1883 Il primo servizio di illuminazione elettrica che impiega cavi elettrici sospesi, ideato da Thomas Edison, entra in funzione a Roselle, nel New Jersey
20 gennaio 1990 Muore in California, all’età di 82 anni, l’attrice Barbara Stanwyck
L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane
Aforismi
D.: Ho 37 anni di contributi da dipendente ed il 3 gennaio dell’anno prossimo compio 59 anni di età, so quindi che dovrò andare in pensione con le nuove finestre, ma non ho capito quando sarà!
Fai del bene di nascosto e arrossisci a vederlo divulgato (Alexander Pope)
R.: Purtroppo per lei, non compiendo 59 anni entro la fine del 2010, è doppiamente penalizzato. Infatti dal 2010 (e fino alla fine del 2012) il requisito anagrafico dei lavoratori dipendenti è di 60 anni di età e non più di 59, inoltre per chi matura i requisiti dal 2011 è in vigore il nuovo sistema di decorrenze. Nel suo caso, la maturazione dei requisiti (60 anni, almeno 35 anni di contributi e quota 97) avverrà il 3 gennaio 2012 e potrà quindi andare in pensione dal febbraio del 2013.
La felicità sta nel gusto e non nelle cose; si è felici perché si ha ciò che ci piace, e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole (François de La Rochefoucauld) Le passioni fanno vivere l’uomo. La saggezza lo fa soltanto vivere a lungo (Nicolas de Chamfort)