La Voce del Popolo 2011 04

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DEL POPOLO

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n° 4

Lode 1 di Francesca Bernacchia

Non va di moda l’inutilità, e la lode a Dio è decisamente inutile, non produttiva ed anche illogica, poiché Dio è già cantato da innumerevoli schiere di creature angeliche. Ma è proprio tale mancanza di utile che rende l’atto prezioso, come uno spreco offerto a chi non sarà mai eguagliato dal valore dell’offerta stessa. È questa la gioia di Dio che circola nei cieli? La lode è giustizia verso la bellezza, soprattutto la bellezza ignorata. Che cosa può maggiormente spingere il cuore, se non la constatazione che colui che continua a elargire è ignorato, incompreso, non visto, come inezia a fianco della quale passare senza peso? Eppure i cieli continuano a disegnare tramonti, la terra continua a ruotare instancabile per darci stabilità, gli elementi non cessano di mescolarsi e distinguersi per nutrire ogni cosa, uno sguardo continua a coprire con l’ombra il nostro cammino non rettilineo e strano. È in questo “continuare” che si registra la meraviglia. Al di là di ogni pur legittimo dubbio di inesistenza.

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SETTIMANALE SETTIMANAL SETTIMANA NALE DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 28 GENNAIO 2011

Vivendo con lui

A pochi giorni dall’annuncio della beatificazione di Giovanni Paolo II, il card. Giovanni Battista Re, bresciano e per molti anni stretto collaboratore del Papa polacco, traccia per “Voce” il profilo del grande Pontefice che sarà elevato il 1° maggio 2011 agli onori degli altari


sommario Il fatto

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La notte può coprire un fiore, non il suo profumo (E. Oliviero)

La beatificazione di Giovanni Paolo II. Quel ponte tra cielo e terra 04

“Il coraggio di vivere”: Emanuele Turelli racconta la storia di Nedo Fiano

di Giovanni Battista Re

Popoli e continenti Cei. La società, comunità educante

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a cura di M.Michela Nicolais

Ecclesia Oratori. Una missione da rinnovare

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di Gabriele Bazzoli

Paesi e parrocchie La speranza è il motore della Leonessa

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di Luciano Febbrari

Don Antonioli: le stagioni della fede

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di Ermete Giorgi

Donne allo sbando senza compagnia

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di Michele Sorice

Paolo VI. Pregare non è solo muovere le labbra

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di Antonello Miuri

Economia e lavoro Formazione e lavoro per lo sviluppo

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Perché stare nella rete? Se lo chiede Benedetto XVI

Parte da Darfo Boario Terme la terza stagione de “Il coraggio di vivere” il monologo, scritto e interpretato da Emanuele Turelli, che racconta la storia di Nedo Fiano, ebreo italiano, reduce dal campo di sterminio di Auschwitz e da altri sei campi, fra cui quello di Buchenwald, dove fu liberato, dopo oltre un anno di prigionia, dalle truppe americane, l’11 aprile del 1945. La terza stagione ha richiamato l’interesse di istituti scolastici, associazioni e enti locali. Il monologo di Turelli ha esordito il 22 gennaio a Darfo Boario Terme, nel plesso scolastico “Darfo 2” davanti al pubblico studentesco. Il giorno della memoria (27 gennaio) Turelli ha raccontato “Il coraggio di vivere” agli studenti di Bagnolo Mella e in prima serata (ore 20.45) a Cellatica nel Palazzo della Cultura. La sera successiva il monologo va in scena nel teatro parrocchiale di San Pancrazio a Palazzolo, mentre sabato 29, alle 10 del mattino, sarà la volta del teatro parrocchiale di Gavardo, per il pubblico studentesco; in replica il giorno successivo (domenica 30 gennaio, ore 16.30, auditorium Zane) nell’ambito delle iniziative volte a ricordare il bombardamento che costò decine di vite umane alla comunità gavardese. Sabato 5 febbraio, altre due tappe: alle 10 del mattino Turelli racconterà il suo monologo ai ragazzi delle scuole medie di Ospitaletto, mentre in serata, sempre al Teatro Agorà, sarà la volta del pubblico adulto, alle ore 21. Chiusura prevista in Valle Camonica, a Piancogno (teatro parrocchiale, ore 21) venerdì 11 febbraio. Turelli racconta le vicende di Nedo Fiano in forma diretta e coinvolgente, proponendo un prodotto che inquadra il periodo storico ma che fa leva sulla storia di Nedo e dei suoi cari prima a Firenze, poi al carcere delle Murate, poi a Fossoli, poi a Auschwitz, poi a Stutthoff, Stoccarda, Krawinkel, Oudhroff e Bunchenwald, nel periodo compreso fra il 1938 e il 22 aprile del 1945.

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di Mario Nicoliello

Se fossi un credulone direi che su villa S. Martino di Arcore grava il malocchio. Acquisita dalla famiglia Casati-Stampa nell’Ottocento, l’ultimo rampollo, il marchese Camillo, morì suicida a Roma, nel 1970, dopo avere ucciso la moglie e il giovane amante. L’ereditiera, la figlia Anna Maria, avendo nel frattempo lasciato l’Italia, decise di vendere l’intera proprietà San Martino nel 1974 con la mediazione del suo legale l’avvocato Cesare Previti all’allora imprenditore edile Silvio Berlusconi (la villa, era valutata per il solo bene immobile per circa 1.700 milioni di lire) in cambio della cifra, molto inferiore alla valutazione, di 500 milioni di lire in titoli azionari (di società non quotate in borsa), pagamento dilazionato nel tempo. L’ereditiera non riuscì a monetizzare, se non con un accordo con gli stessi Previti e Berlusco-

ni (nel corso dell’affare diventati compagni di merende), che riacquistarono i titoli per 250 milioni, ossia la metà di quanto era stato pattuito. Adesso è diventata il teatro del bunga bunga, spettacolo di uno squallore devastante. Ma non è che fuori l’aria che si respira sia migliore. Sul “Corriere della Sera” di mercoledì 19 gennaio, in prima pagina, è stato pubblicato un commento in cui Piero Ostellino, già direttore del quotidiano, con la preoccupazione di difendere “l’immagine e la dignità del Paese”, ha scritto: “Una donna che sia consapevole di essere seduta sulla propria fortuna e ne faccia – diciamo così – partecipe chi può concretarla non è automaticamente una prostituta. Il mondo è pieno di ragazze che si concedono al professore per goderne l’indulgenza all’esame

Sport Brescia calcio. Tre punti per credere nella salvezza

LA VOCE DEL POPOLO

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di Alessio Andreoli

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Adriano Bianchi

Icone di vita buona Brescia: l’Opal propone la 2ª rassegna cinematografica

Qual è la relazione tra conflitti e migrazioni di popoli? Ci possono essere vari modi per affrontare un discorso importante e di grande impatto socio-emotivo come questo e, scegliere di parlare di tutto ciò attraverso l’universale linguaggio cinematografico può essere una soluzione davvero innovativa. “Migrazioni forzate e conflitti – Storie di persone e di armi” è il titolo della rassegna cinematografica proposta dall’Osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia. L’Opal è una onlus promossa da diverse realtà dell’associazionismo, tra cui la Consulta della Pace del Comune di Brescia, la Commissione diocesana “Giustizia e Pace”, il Gruppo Armi e Disarmo dell’Università Cattolica, il Centro Saveriano di animazione missionaria, unitesi a favore della pace per diffondere informazioni scientifiche sulla produzione e il commercio delle cosiddette “armi leggere”. Per la 2ª edizione della sua rassegna cinematografica Opal ha scelto di proporre, nei quattro sabati di febbraio, la visione di documentari in lingua originale (sottotitolati), ambientati in vari Paesi toccati da conflitti e conseguenti migrazioni. Ad ogni proiezione, farà seguito, la testimonianza diretta di uomini e donne che hanno vissuto “sulla loro pelle” la fuga da Paesi in guerra e che hanno dovuto affrontare un difficile processo di integrazione in altri Paesi ed altre società. Durante la prima serata, prevista per sabato 5 febbraio, verrà proiettato il film tedesco Tarifa Trafic, al quale seguiranno, sabato 12, Lost Boys Of Sudan, sabato 19, Rata Nece Biti e, infine, sabato 26, il documentario italiano Stanze. Ogni proiezione, ad ingresso gratuito, avrà inizio alle 20.30 presso il teatro dell’Oratorio di Cristo Re a Brescia. Ad anticipare la rassegna, lo spettacolo multimediale “Prima che cadano le foglie”, che sarà portato in scena dall’Associazione Culturale Teatro Dioniso, sabato 29 gennaio, alle 20.45, nella chiesa bresciana di San Cristo. (l.d.p.)

o al capo ufficio per fare carriera. Avere trasformato in prostitute le ragazze che frequentavano casa Berlusconi, non è stata (solo) un’operazione giudiziaria, bensì (anche) una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto, eventualmente, uso del proprio corpo”. Ho riletto questo passaggio perché non credevo ai miei occhi. Se fossi una donna avrei qualcosa da spiegare a Ostellino, a proposito di dignità. Da uomo vorrei capire che differenza c’è fra l’uso del corpo per interessi vari e la prostituzione. Senza alcuna pretesa morale (chi se ne preoccupa più?), ma solo per capirsi. Intanto il giorno dopo il “Corriere” ha offerto il contorno con un servizio intitolato “I parenti (ambiziosi) delle ragazze di Arcore”. Con i fratello che dice a una delle frequentatrici di Arcore: “Quello ci risolve tanti problemi a tutti, a mamma, a te e a me”. E il papà che rincara: “Mia figlia morosa di Silvio? Magari fosse, magari

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fosse!”. E un altro papà che rimbrotta la figliola: “Ti sei vista passare davanti questa e quest’altra, e Giada, e Isabella e Cristina, ma svegliati!”. Commenta l’autore del pezzo: “Le carte dell’inchiesta su Ruby Rubacuori parlano come un trattatello di sociologia e disegnano famiglie italiane a metà strada tra ambizione e disperazione, voglia di scorciatoia e bisogno di ossigeno (…) nello specchio deformante e amorale dei tempi moderni”. In questo panorama la magistratura non c’entra nulla. Stiamo solo assistendo a una discesa agli inferi, una regressione nel buio delle menti e delle coscienze. Veronica Lario ne aveva parlato anzitempo con lucidità: “Quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore. E tutto in nome del potere. Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo e la notorietà e per una strana alchimia, il Paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore” (28 aprile 2009).

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VOCE•MEDIA

La suora del mio asilo era madre Teresina, una canossiana tutta d’un pezzo. Visse al mio paese per lungo tempo; insegnò a generazioni di bambini a tenere le mani giunte, le risposte del catechismo in vista della prima Comunione e a non far attaccare l’ostia consacrata al palato. La rividi in occasione della mia prima Messa, orgogliosa come tutte le suore che possono dire di aver accompagnato un loro bambino all’altare. Suor Celinia, dorotea di Cemmo, era una specie di folletto sempre in movimento. Per noi ragazzi era il gioco, il canto e l’amore per l’oratorio. Un’oratorio da sentire come casa, dove stare bene, dove essere protagonisti della vita della comunità. Suor Aldina, invece, mi fece scoprire l’esistenza dei poveri. Per un breve tratto accompagnò la mia adolescenza. Il suo costante desiderio di tornare in Argentina mi fece incontrare il mistero di un Dio il cui abbraccio d’amore racchiude il mondo intero. Come lei suor Giuliana che ancora oggi vive la sua missione nel Congo dilaniato dalla guerra. A suor Annamaria, monaca in Assisi, devo l’ergersi prepotente della forza della preghiera e il germe di una chiamata del Signore che poteva essere vera anche per me. A suor Antonella e suor Viatrice il tempo della decisione. Dolcezza e vicinanza nel discernimento, coraggio e sostegno nel timore di affidare la vita al progetto di Dio. Con suor Giovanna ho condiviso l’amicizia, la creatività e l’entusiasmo del primo tempo della sequela, la fantasia del progettare insieme e la gioia del servire i piccoli. Di suor Terenzia ho nel cuore la maternità e l’accoglienza familiare. Di suor Tersilla e suor Luciana, il ricordo tanti piccoli passi di collaborazione. A suor Lucilla, che è già in Paradiso, debbo la certezza di un appoggio sicuro nella corresponsabilità educativa e l’aiuto fraterno nell’imparare ad essere prete. In suor Enza e nelle sue sorelle leggo l’attualità di una vita ancora affascinante per tante giovani. In suor Maria e suor Erminia godo la cura umile e discreta per la vita dei sacerdoti che, nella Chiesa bresciana, dagli anni del Seminario a quelli della malattia e della vecchiaia non è ancora venuta meno. Queste icone stupende di vita buona secondo il Vangelo sono in mezzo a noi. Per me hanno i volti che vi ho raccontato, per molti quelli dei tanti religiosi, religiose, consacrati e consacrate incontrati nella vita. Amici, testimoni, educatori. La loro esistenza ci parla. Ce lo ricordano i Vescovi nel messaggio per la Giornata della vita consacrata del prossimo 2 febbraio: “Non ci si educa alla vita buona del Vangelo in astratto, ma coinvolgendosi con Cristo, lasciandosi attrarre dalla sua persona, seguendo la sua dolce presenza”. Così di queste suore e consacrati che ci rammentano il dono totale di sé e la conformazione al Risorto non possiamo che essere grati al Signore. La loro vita secondo il Vangelo rappresenta “una sfida profetica – dicono i Vescovi – una vera e propria ‘terapia spirituale’ per il nostro tempo. L’uomo, che ha un bisogno insopprimibile di essere amato e di amare, trova – continua il messaggio – nella testimonianza gioiosa della castità un riferimento sicuro per imparare a ordinare gli affetti alla verità dell’amore, liberandosi dall’idolatria dell’istinto; nella povertà evangelica, egli si educa a riconoscere in Dio la nostra vera ricchezza, che ci libera dal materialismo avido di possesso e ci fa imparare la solidarietà con chi è nel bisogno; nell’obbedienza, la libertà viene educata a riconoscere che il proprio autentico sviluppo sta solo nell’uscire da se stessi, nella ricerca costante della verità e della volontà di Dio, che è “una volontà amica, benevola, che vuole la nostra realizzazione”. Non sono parole, sono volti a cui dobbiamo, forse, quel poco di vita buona che siamo capaci di vivere.


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Il fatto

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Il card. Giovanni Battista Re, uno dei più stretti collaboratori di Karol Wojtyla, traccia un ritratto di Giovanni Paolo II: un papa che già in vita ha saputo dimostrare, con la coerenza tra predicazione e azione, che la santità era ed è una via percorribile da ogni uomo. In queste pagine anche la testimonianza di chi questa santità l’ha toccata con mano

Giovanni Paolo II e il card. Re a Borno nel luglio 1998 e, a sinistra, i suoi funerali

Testimonianza Giovanni Paolo II, che sarà beatificato il 1° maggio, nel ricordo del card. Re

Quel ponte tra cielo e terra

U

card. Giovanni Battista Re

Una delle celebrazioni religiose più attese di questo 2011 sarà la beatificazione di Giovanni Paolo II. Negli ultimi dieci secoli nessun Papa ha innalzato agli onori degli altari il suo immediato predecessore. La celerità con cui, per Giovanni Paolo II, è stata portata a termine la complessa procedura è stata possibile perché Benedetto XVI aveva dispensato dalla norma che impediva di iniziare l’iter prima che fossero passati cinque anni dalla morte. Certamente poi ha facilitato le cose l’esemplarità della vita e la vasta fama di santità che Karol Wojtyla godeva. Come data per la cerimonia di beatificazione è stata scelta domenica 1 maggio, ottava di Pasqua, perché è la festa della Divina Misericordia, celebrazione liturgica istituita proprio da Giovanni Paolo II. Karol Wojtyla è rimasto nel cuore della gente. La luce dei suoi insegnamenti e della sua testimonianza personale non si è spenta con la morte, ma continua ad illuminare il cammino dell’umanità. Giovanni Paolo II è un papa che non muore, soprattutto nel cuore dei bresciani, grazie anche alle cinque volte che è stato in terra bresciana. Nel

1982 e nel 1998 a Brescia, due volte in Adamello (una a sciare e una per celebrare la Messa per gli alpini) e una a Borno. Giovanni Paolo II appartiene ai giganti della storia. Suo grande merito è di avere risvegliato nel mondo il senso religioso. Ha fatto capire che non si possono limitare gli orizzonti dell’uomo a questa terra. Ha insegnato che la coscienza “in cui l’uomo si trova solo con Dio e scopre una legge scritta nel cuore” (Gaudium et spes, 16) conferisce un’altissima dignità all’uomo e alla donna, che nessuno può strappare o sopprimere, e che ognuno è obbligato a seguire. Ha avuto fiducia nella forza delle istanze spirituali e morali ed ha sempre messo al centro la persona umana, con la sua intangibile dignità e libertà. E questa centralità della persona umana ha saputo non solo difenderla col vigore che ha caratterizzato il suo ministero apostolico, ma l’ha testimoniata con l’esempio eloquente della sua profonda umanità, che aveva il fascino di una personalità completa. Egli, inoltre, ha saputo congiungere un profondo e penetrante realismo storico con uno sguardo illuminato

dalla fede. Perciò ha saputo scorgere l’azione di Dio nella trama degli avvenimenti ed ha saputo influire da protagonista sul corso degli eventi, incidendo nella storia, come ha affermato lo stesso Gorbaciov; ma la prima e fondamentale caratteristica del suo pontificato è stata religiosa. Il movente di tutto il pontificato, il motivo ispiratore di tutte le iniziative intraprese fu religioso: tutti gli sforzi del Papa miravano a fare rientrare Dio da protagonista in questo mondo. Il motivo per cui Giovanni Paolo II era contro il comunismo era un motivo non politico, ma religioso: egli operò con coraggio contro un sistema che professava l’ateismo e perseguitava la Chiesa, e in pari tempo opprimeva l’uomo, negandogli piena libertà. Era religioso il motivo che ispirava il Papa e faceva seguito alle parole vibranti da lui pronunciate nella prima celebrazione in piazza San Pietro: “Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!”. La Divina Provvidenza mi ha concesso la gioia e il privilegio di essere vicino al papa Giovanni Paolo II dall’inizio del suo pontificato fino alla fine. Vivendo vicino a lui, molte erano le


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Giovanni Paolo II e la terra bresciana

Un legame sempre più forte L’ha ricordato anche il card. Giovanni Battista Re in queste pagine: i bresciani, pure a più di cinque anni dalla morte, sono ancora profondamente legati a Giovanni Paolo II. Un legame che, probabilmente, si è alimentato anche delle cinque visite che Karol Wojtyla ha riservato alla terra bresciana. La prima è del 1982. Sono passati appena quattro anni dalla sua elezione e Giovanni Paolo II visita Brescia per rendere omaggio alla terra e alla Chiesa del suo predecessore Paolo VI. Una visita che si rinnova 16 anni più tardi (il 19 e 20 settembre 1998), con un nuovo incontro per la beatificazione di Giuseppe Tovini e per la chiusura dell’Anno montiniano. Tra queste due visite vi sono altri tre contatti tra la terra bresciana e il Papa che il 1° maggio prossimo sarà beatificato. Due lo videro sulle nevi dell’Adamello: una prima volta, nel 1984, per coltivare la sua grande passione per lo sci e la seconda per presiedere, nel luglio del 1988, il pellegrinaggio degli Alpini. Nel luglio del 1998, infine, Giovanni Paolo II fu ospite della comunità parrocchiale di Borno. Brescia, la sua terra, la sua gente hanno ricambiato questo affetto. Il legame è destinato a rinnovarsi anche in occasione della beatificazione del 1° maggio prossimo. Brevivet sta infatti lavorando a una doppia proposta per favorire la presenza di tanti bresciani a Roma. un pellegrinaggio in pullman di 3 giorni (dal 30 aprile al 2 maggio), oppure in treno con partenza il 30 aprile e il rientro l’1 maggio.

Suor Erika

Più che la paura poté l’Amore

cose che colpivano, su tutte, però, l’intensità della sua preghiera. Una preghiera profonda e intimamente personale, e in pari tempo legata alle tradizioni e alla pietà della Chiesa. Attirava l’attenzione il modo in cui egli si abbandonava alla preghiera: si notava in lui un trasporto che gli era connaturale e che lo assorbiva come se non avesse impegni urgenti che lo chiamassero alla vita attiva. Il suo atteggiamento nella preghiera era raccolto e, in pari tempo, naturale e sciolto: testimonianza, questa, di una comunione con Dio intensamente radicata nel suo animo; espressione di una preghiera convinta, gustata, vissuta. Commuoveva la facilità, la spontaneità, la prontezza con le quali egli passava dal contatto umano con le folle al raccoglimento del colloquio intimo con Dio. Quando era raccolto in preghiera, ciò che succedeva attorno a lui sembrava non toccarlo e non riguardarlo, tanto si immergeva nell’abbandono in Dio. Egli si preparava ai vari incontri, che avrebbe avuto in giornata o nella settimana, pregando. Prima di ogni decisione importante Giovanni Paolo II vi pregava sopra a lungo. Più importante era la decisione, più prolungata era la preghiera. Nella sua vita vi era un’ammirevole sintesi fra preghiera ed azione. Giovanni Paolo II è stato un grande uomo, un grande Papa e un grande santo. Grande come uomo: aveva una straordinaria ricchezza di umanità. Aveva profondità di pensiero, con un impianto filosofico e, in pari tempo, era un mistico che aveva

dentro di sé una forte tensione spirituale. Era poi molto attento alle vicende e alle inquietudini degli uomini ed aveva una grande capacità di apprezzare e godere le bellezze della natura, dell’arte, della letteratura, del calore delle amicizie, delle conquiste umane. Un grande Papa: è stato il primo pontefice a compiere il giro del mondo, proponendosi ovunque come seminatore di speranza. È il primo Papa a entrare in sinagoga; il primo a visitare una moschea e a parlare a una folla di musulmani (in Marocco). Un Papa che ha saputo compiere il suo ministero di confermare i fratelli nella fede, visitando e incoraggiando le comunità cristiane sparse nei cinque continenti. Un comunicatore nato, che ha realizzato una infinità di cose ed ha aperto vasti orizzonti davanti al cammino della Chiesa. Gian Franco Svidercoschi, con espressione audace, ha scritto che Giovanni Paolo II “ha accorciato la distanza fra il cielo e la terra”, nel senso che ha fatto molto per aiutare gli uomini ad incontrarsi con Dio. Un grande santo: fu un uomo tutto di Dio. Sì, il grido nato tra la folla ai suoi funerali: “santo subito”, manifestò la convinzione che c’è nel cuore di molte persone. In lui vi era una perfetta coerenza fra ciò che diceva, ciò che pensava, ciò che faceva e ciò che era. Giovanni Paolo II ha indicato a tutti la via della verità e dei valori morali e spirituali, come unica strada che può assicurare un futuro più umano, più giusto e più pacifico.

“Roma-Tor Vergata, 20 agosto del 2000. Avevo 20 anni! Tornare a quei giorni della Giornata mondiale della gioventù è per me fare memoria del mio personale colpo di testa. A parlare in questo modo è suor Erika. “Quel colpo di testa che mi ha fatto fare la pazzia di ‘mollare tutto’ (lavoro, famiglia, prospettive di matrimonio e quant’altro) – continua – e seguire, fidarmi, dare credito, alla promessa di quel Nazareno che scavalcando i secoli mi ha raggiunto proprio in quel giorno assolato. Il Nazareno che, ancora oggi, non ha smesso di guardare negli occhi la gente pronunciando il suo affascinante ‘Seguimi’”. Tale fascino le giungeva dalle labbra di un vecchio Papa, ma così meravigliosamente innamorato della gioventù: “Se qualcuno di voi, cari ragazzi e ragazze, avverte in sé la chiamata del Signore a donarsi totalmente a Lui per amarlo ‘con cuore indiviso’ (cfr. 1 Cor 7,34), non si lasci frenare dal dubbio o dalla paura. Dica con coraggio il proprio ‘sì’ senza riserve, fidandosi di Lui che è fedele in ogni sua promessa” (dall’omelia di Giovanni Paolo II). “La mia prima reazione, dato che aveva fatto centro – è ancora il ricordo di suor Erika – è stata di rispondere ‘No, Signore! Non io! Non sono fatta per essere suora!’”. “Ma – parafrasa la religiosa – più che la paura poté l’Amore. Ed eccomi oggi, suora pia discepola del Divin Maestro, da quasi cinque anni. La ‘sfida’ di allora fu quella di intraprendere un’avventura che non sapevo dove mi avrebbe condotta. Oggi, la sfida è quella di rimanere nel suo Amore”.

Stefano Fontana

Tra milioni parlava proprio a me “Quando sei all’inizio del tuo cammino di fede non hai le idee chiare su cosa realmente ti stia accadendo. Quella che fino a poco tempo prima era solo una confusa e ostinata inquietudine, iniettata nel tuo cuore dagli episodi della vita, diventa, grazie all’incontro con uomini di fede, una possibilità” A parlare è Stefano Fontana, che a giugno riceverà l’ordinazione sacerdotale. Il suo è un racconto di chi ha incontrato nel proprio cammino persone che l’hanno aiutato a comprendere la sua chiamata. “Tra queste persone – racconta ancora – vi è un uomo, che non ho conosciuto direttamente, ma che ha colorato con le sue parole quel disegno che ancora non vedevo”. Nel 2000 viene invitato da un amico a partecipare alla Gmg di Roma. “Non pensavo – continua – che sarebbe stato il momento decisivo per il mio incontro con Cristo”. Il clima di quei giorni gli fece scoprire che si può pregare pur essendo giovani, e senza vergognarsene. “Ma soprattutto incontrai Giovanni Paolo II – ricorda Stefano Fontana –. Parlava a milioni, eppure sembrava che si rivolgesse proprio a me. La sua voce decisa penetrava nel punto giusto della mia coscienza. Sembrava conoscerla. E mi ripeteva: è Gesù che cercate quando sognate di felicità! è Lui che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande…”. Parla volentieri il seminarista ormai prossimo al sacerdozio di un’esperienza che ha cambiato la rotta della sua vita. Da quegli eventi e incontri si è dipanato un lungo cammino di fede che l’ha portato a entrare in Seminario.


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Opinioni

di Marco Deriu

Comunicazioni

Squallore, non satira Chissà che cosa ci ha trovato da ridere Michele Santoro, accompagnato dall’approvazione compiaciuta del pubblico presente, quando, al termine dell’ultima puntata di “Annozero” (RaiDue, giovedì 20 gennaio), ha presentato la solita rassegna di vignette sui fatti di attualità. Vauro ha ancora una volta dimostrato la sua faziosità e la sua volontà di deridere o, peggio, offendere la Chiesa e il Papa. Il disegnino incriminato (chiamarlo vignetta sarebbe un’offesa verso chi la satira la sa fare con buon gusto ed efficacia) raffigurava Benedetto XVI che, parlando di Berlusconi, diceva: “Se a lui piacciono tanto le minorenni, può sempre farsi prete”. Il riferimento evidente è all’inchiesta in corso sulle inopportune frequentazioni serali del presidente del Consiglio e agli scandali relativi ai casi di pedofilia accaduti anche all’interno della Chiesa. Il comportamento quantomeno disinvolto di Berlusconi e della sua corte nei presunti “festini” ad Arcore – al di là degli eventuali reati, che spetta alla magistratura perseguire – è moralmente da condannare senza alcun dubbio. Ma la via scelta da Vauro con questo disegnino è sbagliata in tutto e per tutto. Non vale nascondersi dietro il diritto di satira per affermare la libertà assoluta di dire o far dire impunemente a incolpevoli protagonisti ciò che si vuole. Il genere satirico ha precise regole di forma e di contenuto: non deve oltrepassare il limite della continenza, non deve tradursi in una gratuita aggressione all’onorabilità e al decoro altrui, non deve procedere al linciaggio morale di una persona. In particolare la vignetta, pur offrendo rappresentazioni surreali, non deve mai astrarsi dalla realtà fino al punto di attribuire fatti non veri, né venir meno al rispetto dei valori fondamentali esponendo al ludibrio l’immagine pubblica di una persona o di una categoria sociale. Non può nutrirsi impunemente di ignoranza e di menzogna. Sono principi fondamentali dell’etica della comunicazione, riaffermati anche a livello giuridico da vari pronunciamenti della Corte di Cassazione che nessuno, comunque la pensi, può certamente discutere. Né si può tralasciare l’intento di carattere moralistico, oltre che comico, che dovrebbe essere proprio del genere satirico, legato alla sua funzione di “castigare ridendo mores”, cioè d’indicare all’opinione pubblica aspetti o comportamenti criticabili al fine di ottenere un esito finale di carattere etico, quindi correttivo verso il bene. L’intervento di Vauro si è sviluppato assai lontano da queste linee direttrici e anche dagli obblighi di servizio pubblico che la Rai deve adempiere senza deroghe, in quanto televisione di Stato. Quegli obblighi che, tanto nelle carte di autoregolamentazione quanto nel contratto di servizio stipulato con il ministero dello Sviluppo economico, non prevedono il diritto di offendere qualcuno inutilmente e pubblicamente attraverso un mezzo tanto potente come la televisione.

di Gabriele Bazzoli

Giovani

Il curato dell’oratorio Ancora una volta, sono due chiacchierate informali a suggerirmi lo spunto per queste righe. Al termine di un incontro di formazione ascolto una ragazza diciassettenne tessere le lodi del suo curato: una stima infinita, condita dalla percezione di un legame di grande umanità, “Anche se alcuni miei amici si lamentano – mi diceva – lui continua a stimolarli perché non li vuole lì a far niente!”. Gli chiedo: “Dimmi perché sei così entusiasta del tuo curato?” “Perché si vede che ci vuole bene: lui c’è sempre, se vai in oratorio sei sicura che lo trovi”. Esserci, un verbo che precede ogni speculazione teologico–pedagogica su ruoli ed approcci educativi. Mi capita poi a cena un giovane vicino di casa, in vena di aperture del cuore mi racconta che, secondo lui, oggi non sarebbe com’è se non fosse stato per il suo curato di tanti anni fa. Non è che ci andasse d’accordo, è che tutte le sere in oratorio lo incontrava: una correzione, una battuta, un rimprovero, un incoraggiamento: “Se facevo una cavolata sapevo che avrei sbattuto. E non la rifacevo.” Esserci. Anch’io ripenso ai miei curati di oratorio: grandi preti nelle loro differenze, che mi hanno mostrato come il luogo oratorio fosse così importante perché abitato dalla loro presenza (che mostrava quella del Signore e accompagnava le molte altre figure educative). La prima estate in cui mi sono trovato con i miei compagni animatori senza curato (non avevamo diciott’anni) ricordo che, non sapendo bene come fare, abbiamo passato tutto il grest all’oratorio. Arrivavamo alle 8 per sistemare e programmare, mangiavamo una pizza (non erano ancora i tempi delle mense), ci fermavamo dopo la riunione animatori. Non avevamo capito tutto di educazione, ma che bisognava esserci, sempre, quello l’avevamo capito. E allora è la festa di San Giovanni Bosco che mi suggerisce, per una volta, questa piccola lode alla grande figura del curato dell’oratorio che, fortunatamente, nella nostra diocesi è ancora ben rappresentata: per coloro che non sanno tirare un calcio al pallone, ma d’inverno sono lì a giocare con i loro ragazzi; a quelli che sanno commentare Teilhard de Chardin, ma durante la predica della messa dei bambini iniziano con una storiella ebraica o cinese; a quelli che odiano la montagna, ma seguono in tenda i loro scout per uscite improbabili; a quelli che si sentono portati per l’arte e l’espressività e accettano di dipingere un murales del grest con i loro ragazzi; a quei curati a cui piace dormire, ma s’inventano la preghiera quaresimale per gli adolescenti col krapfen prima che prendano il pullman per andare a scuola; a quelli che si sorbiscono la filippica delle mamme che vogliono fare la festa di compleanno del figlio, spiegando che l’oratorio è un’altra cosa; a quelli che se vai in oratorio li trovi, a quelli che ci sono, a quelli che fanno come don Bosco: grazie di cuore!


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Cei Intervento del card. Bagnasco

La società, comunità educante Il Paese superi la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale

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a cura di M.Michela Nicolais

Il card. Angelo Bagnasco nella sua prolusione alla riunione del Consiglio permanente della Cei del 24 gennaio ad Ancona ha auspicato che “il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale”. “La vita di una democrazia – ha ammonito il Cardinale – poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi”. È la religione ad aiutare la persona a distinguere tra l’assenza di costrizioni e il compor-

tarsi secondo i doveri della coscienza”, ha affermato il Presidente della Cei spiegando come è “l’apertura al trascendente” che rende la persona “capace di scegliere il bene anziché il male”, che “per una società è la direzione primordiale e insostituibile”. “La crisi economica e finanziaria che, a partire dal 2009, ha investito in pratica il mondo intero non è finita”, anzi esistono “famiglie in grande allarme e comprensibile sofferenza”, nonostante i “segnali di ripresa e di innovazione”. È l’analisi del card. Bagnasco, che ha parlato

anche di “senso di spaesamento” che è “necessario ascoltare”. Come esempio, ha citato la contestazione studentesca del dicembre scorso, fatto che “merita una riflessione non scontata” nonostante gli “innesti di violenza e di grave devastazione”. “La disoccupazione giovanile è un dramma per l’intera società”, ha ammonito il Cardinale, secondo il quale “il mondo degli adulti è in debito di futuro” nei confronti dei giovani, che “non vogliono essere accarezzati come degli eterni adolescenti, desiderano essere considerati responsabili e quindi trattati con serietà, ma chiedono di non sentirsi soli”. In Italia, “si stava vivendo al di sopra delle proprie possibilità”. È uno degli effetti della “cultura della seduzione”, tipica del consumismo, che ha permesso l’affermarsi di “un’idea balzana della vita, secondo cui tutto è a portata di mano, basta prenderlo”. Per invertire la tendenza, c’è bisogno di “un’alfabetizzazione etica”: di qui l’attualità della “sfida educativa”, che metta soprattutto i giovani in guardia da “una rappresentazione fasulla dell’esistenza,

volta a perseguire un successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé”. “Bisogna che il Paese ringiovanisca, torni a crescere dal punto di vista culturale e quindi anche economico, battendo i catastrofismi”, perché “cambiare in meglio si può e si deve”. Si è conclusa con un messaggio di speranza la prolusione del card. Bagnasco, in cui ha fatto notare che “un Paese complesso richiede saggezza e virtù”. Per i Vescovi italiani, “la società nel suo complesso è chiamata a essere comunità educante”, poiché “se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati cioè guasti dal di dentro, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà”. Sul piano politico, il card. Bagnasco ha esortato a una “riabilitazione culturale della famiglia”, attraverso “una politica familiare preveggente, che mantenga la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, e aperta alla vita, quale base per rilanciare il Paese”.

Il giorno della memoria

Zingari: la tragedia di ieri e l’esclusione di oggi Il 15 settembre 1935 venivano promulgate le leggi razziali di Norimberga: iniziava così un percorso di segregazione, di deportazione e di sterminio di due popoli in Europa, ebrei e zingari, che si concluderà dieci anni dopo, nel 1945. Se a tutti è noto il drammatico percorso di sterminio di almeno 6 milioni di ebrei (denominato Shoah), è meno noto che l’altro popolo sterminato, con oltre 500mila morti, è stato quello dei rom e sinti. Questo genocidio del popolo rom e sinto in Europa è stato denominato Porrajmos, divoramento. In questo termine, si è voluto sottolineare la scomparsa silenziosa, quasi fossero stati divorati dalla terra, di migliaia di bambini, donne e uomini rom e sinti: Kulmhof, Bialystok e soprattutto Auschwitz sono i campi di concentramento dove troveranno la morte. A Torino, l’Associazione italiana zingari oggi (Aizo), presenta in questi giorni una mostra itinerante con immagini e testi che raccontano questa tragedia razziale. Il film “Libertè” del grande

regista francese Tony Gitlif, che presenta il dramma dello sterminio razziale rom, arriva a Roma. L’artista rom Bruno Morelli ad Avezzano presenta una mostra nel Giorno della memoria (27 gennaio) dal titolo “Porraimos”: in tante città d’Italia, nelle scuole, nelle associazioni si ricorda il dramma di una violenza razziale mostruosa. È un Giorno per pensare, quello della memoria, per non dimenticare tutti i tasselli di una pagina vergognosa del ‘900 europeo. Forse oggi nei confronti dei rom e sinti non c’è la furia omicida e razziale; forse è comune lo sdegno per una violenza e una ferocia che non hanno risparmiato neppure i bambini. Non è lontana, però, anche oggi dal sentire comune la discriminazione nei confronti di un popolo che, in Italia, conta 120mila persone, di cui la metà sono minori. Da tanti si ritengono inutili azioni sociali e percorsi di accompagnamento e integrazione; troppi invocano misure di espulsione nei confronti di famiglie e persone in cammino da un campo all’al-

tro; spesse volte l’opinione pubblica ha manifestato dissenso per politiche specifiche sulla casa e il lavoro per favorire il protagonismo dei rom e sinti. Troppi pregiudizi, discriminazioni – come ricorda il rapporto Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) di quest’anno – segnano profondamente il popolo dei rom e dei sinti: chi li considera solo ladri, altri sequestratori di bambini, altri usurai, altri ancora violenti, altri analfabeti, accattoni solo per citare alcuni stereotipi. In realtà, anche in questo popolo ci sono studenti, lavoratori appassionati, vocazioni religiose, famiglie che amano la vita, uomini e donne di fede, persone di cultura, musicisti, artisti straordinari. Il Giorno della memoria dovrebbe diventare anche ricorrenza in cui ci si ricorda di questi fratelli, perché non siano esclusi dalla città, non rimangano solo sulla porta della Chiesa, ma siano un tassello importante di un’Italia che vuole essere unita, di una storia da costruire insieme. (Giancarlo Perego)


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Popoli e continenti Mondo

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Russia Attentato all’aeroporto

La repressione non ferma il terrorismo Almeno 35 persone hanno perso la vita e circa 130 sono rimaste ferite. Ad appena 10 mesi dall’attentato alla metro, il 29 marzo 2010, Mosca è ormai tristemente abituata a essere colpita al cuore dai terroristi

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“Profondo dolore e ferma riprovazione” ha espresso Benedetto XVI per “il grave atto di violenza” avvenuto lunedì 24 gennaio all’aeroporto di Domodedovo. In un telegramma inviato al presidente Dmitri Medvedev, il Pontefice assicura “fervide preghiere per le vite stroncate” e “un particolare pensiero a quanti sono rimasti feriti”. Almeno 35 persone hanno perso la vita e circa 130 sono rimaste ferite. Ad appena 10 mesi dall’attentato alla metro, il 29 marzo 2010, Mosca è ormai tristemente abituata a essere colpita al cuore dal terrorismo.

a cura di Renato Longhi L’aeroporto di Mosca dopo l’attentato

Ma il primo e più grande attacco a uno scalo aereo nella storia di Russia, quello avvenuto a Domodedovo, pone direttamente sotto accusa intelligence e forze di sicurezza nazionali. Come da copione anche stavolta è arrivata pronta la spiegazione delle autorità: si tratterebbe di un attentato kamikaze, portato a termine da caucasici. Le ricostruzioni parlano di un attentatore dai tratti arabi. Da tempo le autorità russe accusano i mercenari arabi di sostenere la sempre più frammentata ribellione nel Caucaso del Nord. Lontano dall’attenzione del

mondo, i servizi segreti russi conducono una guerra segreta e sempre più violenta contro i ribelli di quelle regioni. Le tattiche sono le stesse usate in Cecenia: chiunque sospettato di legami con i terroristi rischia di venire rapito, torturato per estorcergli informazioni e, nella maggior parte dei casi, ucciso. Pochi arrivano a un processo, e quasi nessuno vi sopravvive. I russi sono fermamente convinti che questo sia l’unico modo per sconfiggere i terroristi: con la forza. Ma è sempre più evidente che la violenza e la repressione, decimando

i ranghi degli estremisti, aiutano i loro leader a trovare nuove reclute, giovani, facilmente indottrinabili e mosse da un misto pericoloso di vendetta e dogmi religiosi. La Russia che si sveglia dopo la nuova strage è una Russia più inquieta soprattutto alla luce del fatto che l’attentato era quasi annunciato: le forze di sicurezza hanno rivelato che sapevano dell’imminenza di un atto contro uno degli aeroporti a Mosca. Sarebbero state addirittura sulle tracce di tre sospetti che però sono riusciti a introdursi a Domodedovo e a osservare l’esplosione

Anche in Egitto la popolazione in piazza

Una protesta contro la rielezione di Mubarak Dopo l’Algeria e la Tunisia la protesta popolare si è spostata in Egitto. Da qualche giorno gli oppositori del presidente Mubarak sono scesi in piazza. Motivo ufficiale delle manifestazioni è la richiesta di riforma economiche e sociale. In realtà, come qualcuno afferma a mezza voce il motivo reale è scongiurare che il presidente in carica che si sta avviando a fine mandato possa lasciare la guida del Paese al figlio. “Le forze dell’ordine, schierate nei punti nevralgici della capitale non hanno impedito le manifestazioni. C’è stata qualche scintilla, qualche tafferuglio, ma l’ordine dato agli agenti è quello di non raccogliere provocazioni, e lasciar sfogare il malcontento, per evitare che la situazione degeneri. Le informazioni sono state date dall’agenzia Misna al Cairo che ha descritto l’atmosfera nella capitale nella giornata delle proteste contro il regime, ribattezzata “la giornata della collera”. Convocati nelle piazze delle principali città del Paese, migliaia di manifestanti, diverse fonti hanno parlato di 15mila persone solo nella capitale, hanno risposto agli

appelli alla contestazione fatti circolare nei giorni scorsi su internet. Proteste contro il governo sono registrate anche nelle città di Mansura, nel Delta, a Ismailiya, lungo il canale di Suez, ad Alessandria, sul Mediterraneo e a Rafah, al confine con la Striscia di Gaza, dove la gente ha sfilato in corteo con bandiere dell’Egitto, cantando slogan che inneggiavano alla protesta tunisina e ostentando cartelloni sarcastici con la scritta “Dopo Ben Ali, chi sarà il prossimo?”. All’università di Giza, quando la polizia ha cercato di reprimere le manifestazioni degli studenti con l’uso di idranti e gas lacrimogeni, i docenti hanno deciso di unirsi ai cortei in programma davanti alla Corte suprema e alla sede del National democratic mouvement (Ndp), partito al potere. Ingenti dispiegamenti delle forze di sicurezza, hanno riportato i siti d’informazione egiziani, sono stati schierati anche nei quartieri residenziali di Maadi e Mohandesin. “Ancora una volta – ha osservato la fonte della Misna – sono stati protagonisti i mass media, dalla pagina su Facebook

dedicata a Khaled Said, attivista ucciso dalla polizia egiziana, ai numerosi internauti che dal cellulare tramite twitter e blog hanno aggiornato costantemente sull’evoluzione di una protesta che pare essere solo agli inizi”. Salario minimo, fine della legislazione di emergenza e limite a due soli mandati dell’incarico presidenziale: queste le richieste degli attivisti, i quali hanno domandato inoltre le dimissioni del ministro dell’Interno, Habib al-Adly, e la condanna delle violenze di cui accusano le forze di sicurezza. E proprio il titolare del dicastero dell’Interno, in un’intervista al quotidiano filogovernativo Ahram, aveva bocciato la protesta, affermando che “non avrà alcun impatto”. Al Adli aveva anche assicurato il pugno di ferro contro coloro che “esprimono le loro idee illegalmente”. Per mantenere l’ordine, il Ministero ha disposto uno spiegamento di forze di sicurezza senza precedenti, con 20mila agenti mobilitati nel centro della città.


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Libano

Mikati nuovo capo del governo provoca tensioni nel Paese

del loro complice prima di dileguarsi. Uno smacco per il governo e per un Paese dove i controlli di sicurezza sono ossessivi. Lo stesso presidente Medvedev, annunciando un regime di sicurezza speciale, ha ammesso che finora le misure antiterrorismo non sono state applicate correttamente. Alcuni analisti non escludono una guerra sotterranea tra forze di sicurezza. Altri che si tratti di un segnale: per richiamare al Cremlino l’uomo forte, Vladimir Putin, indebolendo Medvedev, apparso impotente sotto i riflettori della tv.

Gli egiziani in piazza al Cairo

Reazioni internazionali

Un vento freddo sulla pace Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha affermato che gli Usa “sono al fianco del popolo della Russia in questo momento di dolore e di lutto e porgono cordoglio e solidarietà mentre prosegue la lotta in cui molti di noi sono impegnati a far fronte alla minaccia del terrorismo internazionale”. I ministri degli Esteri del G8 hanno condannato “l’attacco barbaro” e hanno espresso la volontà di “lavorare insieme per combattere e prevenire il terrorismo”. Aprendo lunedì 24 gennaio, nel pomeriggio, a Strasburgo la sessione invernale (24 – 28 gennaio) dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce), Thorbjørn Jagland, segretario generale del CdE, ha rivolto un pensiero alle 35 vittime e ai circa 170 feriti dell’attentato kamikaze che poco prima aveva colpito l’aeroporto moscovita di Domodevodo. Il segretario generale ha sottolineato il ruolo cruciale del Consiglio d’Europa e l’importanza della sua riforma che mira all’esercizio di un’azione politica su scala paneuropea. “Un vento freddo – ha affermato – soffia sull’Europa” e “la nostra missione consiste nel salvaguardare le fondamenta morali e giuridiche dell’unità europea, tra gli Stati e i popoli, le culture e le religioni”. Jagland ha aggiunto che in Europa non dovrebbero esistere “cittadini di seconda classe”.

Il movimento filosiriano Hezbollah entra nel governo libanese e in Libano esplode la protesta dei sunniti, mentre gli Usa guardano con preoccupazione all’evoluzione politica di questo delicatissimo anello del gioco mediorientale. Il presidente libanese, Michel Sleiman, ha nominato come primo ministro il candidato sostenuto da Hezbollah, Najib Mikati. Il magnate delle telecomunicazioni, un sunnita di 55 anni, ha già avviato le consultazioni per la formazione del governo e ha invitato “tutte le fazioni libanesi a superare le divergenze”. Sleiman ha conferito l’incarico a Mikati dopo un incontro con i gruppi parlamentari in cui ha verificato che dispone di una maggioranza in Parlamento: a suo favore si sono schierati 68 dei 128 membri dell’assemblea. Mikati, milionario, laureato a Harvard, tycoon delle telecomunicazioni, primo ministro del governo che nel 2005 portò alle elezioni che sancirono la fine del dominio siriano nel Paese è un sunnita – lo deve essere, secondo la Costituzione, il primo ministro – come la maggioranza dei libanesi, tradizionalmente legati al partito di Hariri, del quale si dichiara “fratello”, ma è anche amico personale del presidente siriano Bashar al-Assad. La sua indicazione da parte di Hezbollah, movimento sciita, e dei suoi alleati – ai quali col suo ennesimo cambio di casacca si è unito il leader druso Walid Joumblatt – ha avuto molteplici scopi: creare un corto circuito nella maggioranza sunnita, offrire al Paese un volto considerato moderato, tranquillizzare per quanto possibile l’Arabia Saudita e gli alleati occidentali dell’ormai ex premier, visto che Mikati ha interessi anche a Riyadh. Che, per ora, tace. E mentre gli Stati Uniti si “riservano il giudizio” su un esecutivo espresso da un partito che essi collocano tra i gruppi terroristici, la Francia ricorda che il Libano è un Paese la cui indipendenza va salvaguardata. Fin dal momento della sua candidatura, Mikati si è definito “di moderazione e accordo”. “Non vedo – ha aggiunto – la mia candidatura come un sfida nei confronti di nessuno”. Hariri gli ha replicato, sottolineando la sua indicazione da parte di Hezbollah. Il Partito di Dio, da parte sua, ha detto di volere un governo di unità nazionale. Al momento per lo meno del tutto improbabile. E Mikati, a quanto si dice, starebbe pensando a un esecutivo composto di “tecnici”. Ma la nomina ha provocato immediatamente la protesta dei sunniti che considerano Mikati un traditore per essersi candidato per conto del gruppo radicale sciita di Hezbollah, “usurpando” un posto che in base alla spartizione dei poteri in Libano spetta a un candidato espressione dei sunniti. I sostenitori del primo ministro uscente, il filo-occidentale Saad Hairi, sono scesi nelle strade contro il movimento sciita di Hezbollah. A Tripoli sono stati dati alle fiamme copertoni d’auto e bloccate le strade. I dimostranti hanno assaltato e distrutto un furgone dell’emittente del Qatar al Jazeera e hanno preso di mira anche mezzi di altri network televisivi considerati vicini a Hezbollah. Manifestazioni ci sono anche a Beirut e a Sidone. Tra i primi impegni, il nuovo governo avrà il dossier del Tribunale speciale per il Libano. Voluto dal Consiglio di sicurezza per indagare sull’assassinio di Rafic Hariri, ex premier e padre di Saad, il Tribunale ha ricevuto dal procuratore i nomi degli accusati, ufficialmente segreti.

Il nuovo primo ministro libanese


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Popoli e continenti Europa

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+Unione europea Oltre i confini

I disordini in Africa Democrazia e sviluppo non possono essere disgiunti; pace e giustizia vanno costruite insieme. Sono valori e patrimoni concreti cui nessun popolo libero intende rinunciare

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di Gianni Borsa Il presidente del Parlamento europeo, il polacco Jerzy Busek (a destra) e il commissario europeo per il multilinguismo Leonard Orban

“Il tempo delle colonie non è finito”. Una frase, risuonata il 17 gennaio nell’emiciclo del Parlamento Ue, ha richiamato l’Europa a un esame di coscienza. La deputata francese Marie-Christine Vergiat si riferiva in particolare alla situazione della Tunisia, ma anche dell’Algeria, avvertendo peraltro che “ci possono essere sommosse analoghe in tutto il Maghreb”. L’aumento dei prezzi alimentari, la mancanza di lavoro e la mancanza di una vera e propria democrazia, stanno mobilitando le piazze dei due Paesi nordafricani. Ma cosa potrebbe succedere nei prossimi giorni o nei prossimi mesi? La stessa assemblea dell’Unione ribadisce un messaggio forte: democrazia e sviluppo non possono essere disgiunti; pace e giustizia vanno costruite insieme. Il rispetto dei diritti dell’uomo, la legalità, il benessere materiale sono va-

lori e patrimoni concreti cui nessun popolo, libero di pensare e di esprimersi, intende rinunciare. Per questa ragione la sirena d’allarme non si ferma sulle coste africane del Mediterraneo. E proprio il Parlamento europeo lo conferma nella sessione del 17-20 gennaio a Strasburgo. I deputati, che rappresentano 500 milioni di cittadini di 27 Stati, hanno posto nel calendario dei lavori varie situazioni di questo genere, diverse fra loro ma altrettanto importanti e delicate. In aula si discute – auspicando posizioni comuni e azioni coerenti sul piano politico, diplomatico ed economico – di Haiti e dei modestissimi interventi per la ricostruzione registrabili a un anno dal terremoto, con la popolazione piegata da fame, malattie, speranze negate. I deputati si concentrano ugualmente sulla sicurezza nel Sahel, sul

dopo referendum in Sud Sudan, sui rapporti con la Libia del dittatore Gheddafi, che crea problemi non solo all’Europa specie per quanto attiene i fenomeni migratori. Volgendo lo sguardo in particolare ai diritti umani, a Strasburgo ci si concentra su vari casi di violazioni in Iran, Pakistan, Brasile (il nodo della mancata estradizione del terrorista italiano Cesare Battisti). Più ampiamente si affronta il tema delle violazioni alla libertà religiosa, con un’attenzione peculiare alle violenze subìte dai cristiani nel mondo, con un dibattito alla presenza dell’Alto rappresentante per la politica estera Catherine Ashton, espressamente invitata dal presidente dell’assemblea Jerzy Buzek, e con il voto di una risoluzione. Ma i problemi non esistono solo fuori dai confini del vecchio continente. L’Ue si sta concentrando sul

caso-Bielorussia, denunciando gli abusi del dittatore Alexsandr Lukashenko e sostenendo l’impegno e le tesi delle opposizioni politiche attive nel Paese nonostante una feroce repressione. Le leggi del mercato, dei commerci, degli approvvigionamenti energetici (soprattutto il gas), a volte offuscano la chiarezza politica, ma sembra che l’Ue in questa fase stia a poco a poco maturando una nuova consapevolezza: non è più il tempo di tollerare gli sfregi ai diritti delle persone per salvaguardare gli affari. Di sicuro la strada da compiere sarà lunga: basti pensare ai continui corteggiamenti verso potenze economiche come Cina e Russia, che dei diritti umani e della democrazia reale fanno troppo spesso carta straccia. Ma se l’Europa ha una coscienza, e se ha un’anima, lo deve dimostrare anche su questo fronte.

Parlamento europeo

Un importante passo avanti per i diritti dei pazienti in Europa “Un importante passo avanti per i diritti dei pazienti in Europa”. John Dalli, commissario Ue alla salute, commenta favorevolmente il voto con il quale il Parlamento europeo si è espresso, nella sessione di metà gennaio, a favore della direttiva per l’assistenza sanitaria transfrontaliera. “La direttiva fa chiarezza sul diritto dei cittadini di accedere a cure sicure di buona qualità in tutti i Paesi dell’Unione e di esserne rimborsati”. La direttiva (che riguarda non soltanto i prestatori pubblici di cure, ma anche quelli privati) è il risultato di un accordo tra Parlamento e Consiglio Ue, il quale deve ora dare un’ultima formale approvazione: gli Stati membri avranno poi 30 mesi di tempo per apportare le necessarie modifiche alla loro legislazione nazionale. Le nuove norme stabili-

scono, come ha spiegato la relatrice dell’Euroassemblea, Françoise Grossetête, che “i cittadini dell’Unione possono essere rimborsati per l’assistenza medica che ricevono in un altro Stato membro, a condizione che il trattamento e i costi siano coperti dal sistema sanitario nel loro Paese”. Le autorità possono peraltro esigere “che i pazienti richiedano un’autorizzazione preventiva per i trattamenti che necessitano di un ricovero ospedaliero”. Il sostegno dell’Emiciclo è stato ampio e la parlamentare francese ha dichiarato: “È una bella vittoria per i diritti dei cittadini e dei pazienti. Anche così l’Europa dimostra di essere vicina alle persone e alle loro esigenze”. La relatrice ha chiarito: “Farsi visitare, operare o ricoverare all’estero diventerà un vantaggio soprattutto per i

pazienti inseriti in lunghe liste d’attesa o quelli che hanno bisogno di cure specialistiche che non esistono nel loro Paese”. Grossetête ha aggiunto: “Un dato comune a tutta Europa è che la maggior parte dei pazienti preferisce ricevere cure nel suo Paese e attualmente solo l’1% dei bilanci sanitari è speso in cure transfrontaliere”. Una cifra che si aggira sui 10 miliardi di euro. Tali innovazioni non riguarderanno però la tessera europea di assicurazione malattia che continuerà a restare valida per i cittadini che hanno bisogno di un trattamento urgente quando sono in viaggio in un altro Paese. L’obiettivo fondamentale di questo normativa è quello di ridurre le diseguaglianze in campo medico tra un Paese e l’altro, persino tra una regione e l’altra.


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Germania

La via della riconciliazione “Dobbiamo percorrere insieme la via della riconciliazione”. Lo ha affermato mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), annunciando che la Chiesa cattolica tedesca finanzierà un volontario tedesco che presterà la propria opera nel memoriale dell’Olocausto di Yad Vashem in Israele. “Come Chiesa cattolica intendiamo dare un segno per cooperare all’elaborazione della storia” perché “il passato non può essere dimenticato”, ha affermato Zollitsch. Infatti, “l’Olocausto non può mai essere negato da alcuno” e “dobbiamo fare di tutto per contrastare le nuove tendenze antisemite diffuse nella nostra società”. L’iniziativa della Dbk è stata accolta con soddisfazione da Irena Steinfeldt, responsabile dell’ufficio “Giusti dei popoli” del memoriale: “Con la visita a Yad Vashem nell’anno passato, l’arcivescovo Zollitsch ha confermato l’importanza del confronto con un passato difficile.

Svizzera

Una Quaresima diversa

Dall’inizio alla fine della vita Con il patrocinio del Consiglio d’Europa si terrà dal 1° al 5 febbraio a Strasburgo il 1° Forum europeo di bioetica (Feb) “Dall’inizio alla fine della vita. L’umano mi riguarda”. “Cinque giorni di condivisione e confronto tra specialisti e pubblico – spiegano i promotori – per pensare l’Uomo di fronte ai progressi della scienza e delle tecniche che toccano il suo corpo”, perché “la bioetica non è una torre d’avorio ma riguarda tutti”. Il programma prevede 14 dibattiti e la presenza di 60 relatori, incontri culturali e una giornata dedicata ai giovani. Tra i temi sul tappeto il fine vita, il sostegno degli anziani e il loro ruolo nella comunità civile e, più in generale, “i principi che fondano le scelte in materia di bioetica e i valori con i quali è tenuta a confrontarsi una società pluriculturale come la nostra”, proseguono gli organizzatori convinti che occorra “garantire a tutti pari accesso alle cure” e pieno rispetto della “dignità del corpo umano”. Ad aprire il Forum martedì 1° febbraio sarà Israël Nisand, fondatore e vicepresidente del Forum europeo di bioetica. Il “Forum dei giovani” si svolgerà presso il Consiglio d’Europa mercoledì 2 febbraio . Sempre il 2 febbraio, presso l’emiciclo del Consiglio regionale d’Alsazia, è in programma l’incontro “Parole di religioni”. Filo conduttore “Onora il padre e la madre”. Interverranno René Guttman, gran rabbino di Strasburgo e del Basso Reno e membro Consiglio scientifico Feb; mons. Christian Kratz, vescovo ausiliare di Strasburgo e delegato della Conferenza episcopale di Francia presso la Comece (Commissione episcopati Comunità europea); il teologo protestante Karsten Lehmkühler (Università di Strasburgo); l’imam Dielloul Seddiki, direttore Istituto teologia della Grande moschea di Parigi; e O. Reigen Wang Genh, presidente Unione buddisti di Francia. Il 3 febbraio Maud de Boer-Buquicchio, segretario generale aggiunto del CdE aprirà una tavola rotonda su “Invecchiare in Europa, quali percezioni, quali pratiche?”.

“Estrazione mineraria: un affare indigesto”: è il tema della campagna della Quaresima 2011, promossa da vari organismi cristiani, che si aprirà il 9 marzo, mercoledì delle Ceneri, per arrivare sino alla Pasqua del 24 aprile in Svizzera. Si tratta di una campagna tesa a sensibilizzare gli svizzeri sullo sfruttamento delle risorse minerarie dei Paesi in via di sviluppo e in particolare di quelli africani. L’iniziativa ecumenica, di durata pluriennale, coinvolge anche il diritto all’alimentazione e alla sicurezza alimentare, messa a repentaglio dallo sfruttamento del sottosuolo. Aziende senza scrupoli, americane, cinesi e anche svizzere, affermano i promotori della campagna, sfruttano e impoveriscono intere popolazioni. Contestualmente la campagna intende chiedere al Governo federale di “sviluppare un quadro politico coerente e trasparente in materia di commercio internazionale e di diritti umani”.

Commissione europea

Per favorire le attività di ricerca Ridurre gli adempimenti burocratici a favore delle attività di ricerca. È quanto propone la Commissione europea, che ha adottato misure intese “a stimolare la partecipazione al Settimo programma quadro” e “a renderlo più accessibile ai migliori ricercatori e alle imprese più innovative, in particolare le piccole e medie imprese”. Tali misure entreranno in vigore immediatamente e “permetteranno alle migliaia di ricercatori e poli di eccellenza che già beneficiano di finanziamenti comunitari di risparmiare tempo e di dedicarsi al cuore della loro attività, ossia realizzare una ricerca e un’innovazione di livello mondiale per rafforzare la crescita e l’occupazione e migliorare la qualità di vita”, afferma la responsabile per la ricerca, Máire Geoghegan-Quinn. “Ci auguriamo di stimolare una partecipazione più forte e qualificata, come quella di imprese dinamiche che non riescono a far fronte a vincoli burocratici eccessivi. Ma è solo un inizio, perché la Commissione ha già proposto modifiche delle regole per finanziare i programmi” comuni.


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LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Angelo Paglia (Brescia 1681-1763) Si forma alla scuola del padre, Francesco, pittore e scrittore assai noto alla fine del Seicento. La sua pittura raffinata e raddolcita mostra i caratteri del primo barocchetto bresciano molto influenzato dalla pittura veneziana coeva “Le Virtù Teologali con un santo francescano” (1728). Castel Mella, San Siro.

L’unica incertezza di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo (5, 1-12) Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

È inutile soffermarsi ancora una volta sul carattere paradossale delle beatitudini, inutile sottolineare come esprimano un’idea del mondo al contrario di quello che il mondo era e continua a essere. Gesù non dice che il mondo deve cambiare. Dice solo che è beato chi crede che questo sia possibile, anzi, beato chi fa in modo che lo sia. È la constatazione che tutto quello che è vinto per il mondo non lo è per Dio. E questa non è una vendetta di Dio, non è un riscatto. È piuttosto una possibilità. È la possibilità di chi è vinto di accorgersi di non poter bastare a se stesso. Tutte le beatitudini hanno come sfondo quello di essere dalla parte della debolezza, della mancanza. Non c’è posizione dominante, non sicurezza di avere la meglio. Ma tutto, allo stesso tempo, non è – paradossalmente – virtù dei vinti, ma comprensione profonda di uno stato: non poveri solamente, ma poveri nello spirito, non puri, ma puri di cuore, non perseguitati, ma perseguitati per la giustizia (del Regno, si aggiunge). Gesù non parla ai vinti della terra, non propone un riscatto a chi non fa parte della metà dominante. Può essere anche questo ma, principalmente, la sua beatitudine è per chi può accorgersi che qualcosa gli manca, e questo qualcosa è la dinamica che muove la venuta del Regno di Dio. Così le insufficienze materiali e morali diventano l’immagine dell’insufficienza più profonda, della povertà di fede e del respiro corto davanti all’operare secondo il disegno di Dio. Pace, misericordia, giustizia: aspirazioni di tutti i tempi. Ma qui Gesù le orienta tutte verso un piano più alto: verso il futuro di Dio nel quale è fon-

damentale la nostra incertezza, l’unica incertezza possibile, quella cioè del poter essere autosufficienti davanti a Dio e agli uomini. Solo questa incertezza è ammessa. E da qui può sbucare il germoglio della fede, dell’altra certezza, quella che non sta in noi, nelle nostre mani ma nel futuro di Dio. Altrimenti la tentazione potrebbe essere quella di voler noi realizzare il Regno di Dio, con le nostre certezze, anche certezze di fede, farci poveri e misericordiosi e operatori di pace e assetati e affamati. E arrivare a sentirci protagonisti del Regno, attori del dono invece che capaci di accoglierlo. Far realizzare il Regno. È una tentazione più vicina di quanto possiamo aspettarci. E accade ogni volta che crediamo di avere Dio dalla nostra parte. La fondamentale certezza, contro all’unica incertezza. Eppure la beatitudine di Gesù, così come si legge, è un dono e non una conquista. Che non significa stare passivi ad aspettare, ma accorgersi che è il nostro interiore spirituale che deve maturare per potersi accorgere che il dono è già presente, è qui per noi e che si compie quando accettiamo la nostra strutturale incertezza. Paradossale come il compiersi delle cose nella natura, nel seme che il contadino getta nel terreno e che cresce indipendentemente da lui, ma che dà frutto; paradossale come tutto quello che cambia davvero le cose e non con la forza. È il paradosso di Dio del quale ci accorgiamo quando le nostre certezze e le nostre forze diventano insufficienti. È il seme della speranza come dono e come promessa, non come rivendicazione e pretesa. È il futuro (presente) di Dio.


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Benedetto XVI Alla Rota romana

Il diritto di sposarsi e le convinzioni

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di Marco Doldi

Tra gli impegni più gravosi, che spettano a un parroco, c’è quello della preparazione al matrimonio dei fidanzati. Momento molto bello della vita pastorale, ma non facile. Spesso, si avvicinano persone che non hanno alcuna esperienza di vita comunitaria, sono credenti a modo loro, con l’unico desiderio di sposarsi. A questo punto il pastore, giustamente, è preoccupato di accompagnare il meglio possibile i giovani al matrimonio, ma sa di dover compiere scelte prioritarie, tra cui la più importante è quella della formazione. Terminata questa, penserà a preparare con i fidanzati una bella celebrazione, che sia espressione della gioia di sposarsi. Tra la preparazione e la celebrazione del matrimonio, però, c’è un altro passo di rilievo: quello dell’istruzione della pratica matrimoniale. Quale posto si dà a questo momento? Talvolta, l’esperienza rivela che è vissuto come un peso! Sembra quasi una caduta di stile: dopo aver parlato a lungo del significato della scelta matrimoniale, si finisce a fare documenti, quasi non ci si fidasse delle intenzioni dei fidanzati. Dove è finito l’amore, che tutti muove? Così, la pratica matrimoniale è presentata e vissuta come una formalità per accontentare le istituzioni. Forse i toni sono un poco esagerati, ma qualcosa di simile avviene. Lo ha notato Benedetto XVI, incontrando il 23 gennaio i membri della Rota romana in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. In questa occasione, tra l’altro, ha parlato dell’esame dei promessi

sposi, svolto dal parroco. Con chiarezza ha ricordato che lo scopo è giuridico: accertare che nulla si opponga alla valida e lecita celebrazione delle nozze. “Giuridico – ha precisato – non vuol dire però formalistico, come se fosse un passaggio burocratico consistente nel compilare un modulo sulla base di domande rituali”. Invece, lo ha descritto come un’occasione pastorale unica – da valorizzare con tutta la serietà e l’attenzione che richiede – nella quale, attraverso un dialogo pieno di rispetto e di cordialità, il pastore cerca di aiutare la persona a porsi seriamente dinanzi alla verità su se stessa e sulla propria vocazione umana e cristiana al matrimonio. In questo senso il dialogo, che deve essere condotto separatamente con ciascuno dei due fidanzati – senza sminuire la convenienza di altri colloqui con la coppia – richiede un clima di piena sincerità, nel quale si dovrebbe far leva sul fatto che gli stessi contraenti sono i primi interessati e i primi obbligati in coscienza a celebrare un matrimonio valido. La dimensione giuridica nella preparazione al matrimonio non è, dunque, una sovrastruttura rispetto all’esperienza unica dell’amore; non è una formalità senza significato. Certamente, è un momento faticoso, ma è anche un aiuto insostituibile. Talvolta, infatti, la scelta di sposarsi è intesa in termini meramente soggettivi, se non privatistici; ci si sposa perché ci si sente di farlo, si sceglie il modo in cui farlo e si inventa la vita matrimoniale. Spesso, la fantasia conduce alle soluzioni e ai progetti più originali. Il matrimonio cristiano, invece, è la scelta personale di accogliere il progetto di Dio, che precede ogni altro progetto di vita. La sfera giuridica è necessaria, in quanto aiuta i fidanzati a mettere da parte impulsi emotivi o ragioni superficiali, che

non permetteranno loro di assumere responsabilità che non sapranno poi onorare. Aiuta a riconoscere che l’inclinazione naturale a sposarsi possiede contenuti oggettivi imprescindibili, quali l’unità, la fedeltà, l’indissolubilità. Contenuti, che danno garanzia di riuscita al progetto, perché costituiscono una soglia da non oltrepassare, pena lo scadimento dell’amore. In questo senso il diritto matrimoniale non è un ostacolo alla pastorale, ma è uno strumento indispensabile, di cui il parroco deve sapientemente avvalersi. In questa prospettiva deve essere adeguatamente compresa anche la domanda a sposarsi, che i fidanzati rivolgono. Questa, si dice, è espressione di un diritto naturale, che non dovrebbe essere contrastato. Ora, il diritto a sposarsi, deve essere adeguatamente inteso. Non si tratta, cioè, di una pretesa soggettiva che debba essere soddisfatta dai pastori mediante un mero riconoscimento formale, indipendentemente dal contenuto effettivo dell’unione. “Il diritto a contrarre matrimonio – ha ricordato il Papa – presuppone che si possa e si intenda celebrarlo davvero, dunque nella verità della sua essenza così come è insegnata dalla Chiesa. Nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale”. Se mancano i requisiti necessari o non vi è la maturità sufficiente, non si dà diritto di sposarsi. “Lo ius connubii, infatti, si riferisce al diritto di celebrare un autentico matrimonio”. Il diritto, se ben presentato, offre alla coscienza personale quei contenuti necessari, con i quali ciascuno può confrontarsi e giungere a una decisione veramente matura, ponendo basi solide alla riuscita del progetto. Anche di queste la grazia ha bisogno!


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Settimanali cattolici Rinnovo cariche

Il primo laico presidente della Fisc Il proposito di un percorso ideale da costruire attorno ad alcune parole chiave come amicizia, comunione, condivisione, pensiero e riflessione

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Francesco Zanotti, direttore del “Corriere Cesenate” (Cesena-Sarsina), è il nuovo presidente della Fisc (la Federazione cui fanno capo 188 testate diocesane) per il triennio 2011-2013. Eletto dal Consiglio nazionale riunito il 20 gennaio a Roma per la prima volta dopo la XVI assemblea nazionale dello scorso novembre, è il primo presidente laico a guidare la Federazione dalla sua costituzione, nel 1966. Rivolgendosi al Consiglio nazionale, il nuovo presidente ha espresso ‘gratitudine’ per l’incarico affidatogli, ricordando i suoi predecessori, in mondo particolare don Giorgio Zucchelli che ha guidato la Fisc negli ultimi sei anni. Durante il Consiglio sono state rinnovate anche le altre cariche dell’esecutivo: don Antonio Rizzolo (“Gazzetta d’Alba”) vicepresidente vicario, don Bru-

a cura di Vincenzo Corrado

no Cescon (“Il Popolo”, ConcordiaPordenone) vicepresidente, Francesca Cipolloni (“Emmaus”, Macerata) segretaria e Carmine Mellone (“Agire”, Salerno) tesoriere. Con Francesco Zanotti tracciamo alcune “linee d’impegno” della Fisc per il prossimo triennio. Per la prima volta un laico alla guida della Federazione... Sono commosso, ma anche onorato per questo incarico. Tali sentimenti mi stanno accompagnando sin dal primo momento in cui si è profilato questo nuovo percorso per me. Ho in mente i tanti direttori sacerdoti, conosciuti in questi anni: figure straordinarie di educatori e maestri, ai quali devo tanto e che ho sempre guardato con stima. Poi non dimentico i laici che fanno parte della storia della Fisc:

Il nuovo Presidente della Fisc

Giovanni Fallani, con la sua ironia e arguzia, e Alberto Migone, dal pensiero profondo. A tutte queste persone sono infinitamente grato. Per questo sono convinto che è importante tornare alle radici della Federazione e valorizzare il cammino già percorso, con lo sguardo volto al futuro. Può tracciare un percorso ideale per il prossimo triennio? Un percorso ideale si può costruire attorno ad alcune parole chiave: proseguire, amicizia, comunione ecclesiale, condivisione, pensiero e riflessione, responsabilità e speranza, umiltà. Prima di tutto è necessario proseguire nel solco dei fondatori e di chi ci ha preceduto. In secondo luogo l’amicizia, che è uno dei grandi pilastri della Federazione. Ancora, comunione ecclesiale, che è molto più di una sintonia d’intenti. Poi la condivisione: nella Fisc si condivide la vita, un tratto di strada da percorrere insieme. Quindi il pensiero e la riflessione, indispensabili per affrontare il presente e prepararsi al futuro. Altri tratti caratteristici sono la responsabilità e la speranza:

la prima deve guidare il nostro lavoro, la seconda lo deve illuminare. Infine l’umiltà: chi vuole essere il primo si faccia servitore. Le nuove piattaforme tecnologiche stanno modificando radicalmente il modo di fare informazione. Quale futuro per i settimanali diocesani? La sfida delle nuove tecnologie c’interpella. Circa la metà dei nostri giornali è dotata di un sito internet; alcuni sono esclusivamente on line e altri vi arriveranno. Nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali del 2009, il Papa ha definito internet un grande dono per l’umanità. Per i settimanali è una frontiera dalla quale non si può prescindere. Abbiamo il dovere di sfruttare quanto la tecnica ci mette a disposizione, senza per questo abdicare a uno spirito critico verso un utilizzo spesso fuorviante dei new media. I giornali di carta avranno sempre un loro ruolo, ma le forme di utilizzo cambieranno, forse anche molto velocemente. Non possiamo farci trovare impreparati”.

2 febbraio: festa della presentazione e della vita consacrata

Per il rinnovo dell’impegno vocazionale Il Vescovo ha indirizzato alle consacrate e ai consacrati della Chiesa che è in Brescia il seguente messaggio: “Nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio il Signore si manifesta ancora una volta come Luce che illumina la nostra vita e quella di ogni uomo. È questa l’occasione per incontrarci e pregare insieme, ringraziando Dio perché con la sua chiamata continua a illuminare il nostro cammino, orientandoci al dono di noi stessi. Invochiamo il Signore, la Luce che si è resa visibile nel Natale; professiamo la nostra disponibilità a seguire il Cristo nella sua Pasqua di morte e risurrezione; rinnoviamo il nostro impegno a vivere gioiosamente la nostra vocazione, per diventare ‘un cuore solo e un’anima sola’ per la forza dello Spirito Santo”. Nella circostanza, verrà rinnovata la fedeltà a Dio e alla Chiesa e saranno celebrati gli anniversari significativi di consacrazione al Signore.

Mercoledì 2 febbraio, la cerimonia avrà inizio alle ore 17 in Duomo Vecchio; in processione i partecipanti si trasferiranno in Cattedrale per la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo, mons. Luciano Monari. Le offerte per la carità del Vescovo, saranno raccolte in un cesto grande posto nella navata centrale della Cattedrale, durante la processione d’ingresso. Si possono invitare parenti e amici, giovani e famiglie, tutti quelli che vogliono condividere la preghiera e la riflessione sul significato della vita consacrata nella Chiesa. I ceri per i monasteri e per le infermerie saranno consegnati da mons. Mauro Orsatti al termine della celebrazione. Venerdì 11 febbraio alle ore 21 nel Santuario di S. Maria delle Grazie, ci sarà una serata di preghiera indirizzata ai giovani. Si rifletterà insieme sul tema della vita consacrata, a partire dal brano “Vi prenderò con me” (Gv 14,1-21). Sarà presente il Vescovo.


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Compagnia S. Angela per i sacerdoti

Educare i giovani all’amore casto

Padre Pietro Turati

Ogni anno la Compagnia di S. Angela in occasione della festa della Santa Fondatrice promuove un incontro sacerdotale su temi di particolare rilievo nell’azione pastorale. A un anno dalla proclamazione di S. Angela a patrona secondaria di Brescia, si è ritenuto di grande utilità riflettere su un tema caratteristico del carisma mericiano, che appartiene alla novità di vita introdotta dal Figlio di Dio con la sua incarnazione. Pertanto si rifletterà su “Educare i giovani all’amore casto. Come annunciare oggi il Vangelo della verginità”. L’incontro si terrà nella cripta del Santuario di S. Angela (via Crispi, 19-23) lunedì 7 febbraio alle ore 9.30, con il seguente ordine del giorno: ore 9.30 recita di Lodi. Saluto della Superiora. Ore 10 Relazioni di don Sergio Passeri su “La verginità: ha ancora senso oggi? Sfide e profezia di una vita vergine” e di don Diego Facchetti su “Non tutti capiscono questa parola (Mt 19,11). L’educazione all’amore nella proposta cristiana di vita”. Ore 11.30 Comunicazioni di don Francesco Pedrazzi su “Il tema dell’affettività nell’Icfr” e di don Giovanni Milesi su “L’educazione all’affettività nelle Linee diocesane per un progetto pastorale dei preadolescenti e degli adolescenti”. Conclusioni. Ore 12.15 Pranzo (chi desidera partecipare è pregato di telefonare al n. 03047230).

Virle Treponti Padre Pietro Turati

Ricordo di un martire

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a cura di Lucio Corbò

Da venerdì 4 febbraio a domenica 6 febbraio si svolgeranno alcune iniziative promosse dal segretariato Missioni francescane lombarde dei Frati minori e dall’Ufficio missionario della diocesi di Brescia per ricordare, a distanza di vent’anni, il sacrificio del missionario martire, p. Pietro Turati. Nato a Nuvolera nel 1919, p. Pietro visse sempre a Virle Treponti. A sedici anni entrò nell’Ordine dei Frati minori francescani di Lombardia. Dopo essere stato ordinato sacerdote dal Beato cardinal Ildefonso Shuster, arcivescovo di Milano, seguendo la sua irresistibile vocazione missionaria, nel 1948 raggiunse Mogadiscio, in Somalia e per 43 anni testimoniò il Vangelo in quel difficile Paese totalmente mussulmano. Per il suo amore verso i poveri – soprattutto verso i malati del lebbrosario di Gelib – per il suo spirito di sacrificio e di preghiera, era chiamato dalla popolazione locale il “santone bianco”. Martire della fede, venne ucciso vicino al lebbrosario di Gelib l’8 febbraio 1991, donando la propria vita per testimoniare nel mondo islamico il Signore Gesù, unico Salvatore degli uomini. Le celebrazioni prevedono venerdì 4 febbraio alle ore 20.30 un incontro–

dibattito presso l’auditorium Franciscanum del convento S. Gaetano (via Callegari, 11, Brescia) su “Islam e cristianesimo: esperienze di dialogo nel Corno d’Africa e a Brescia”. Introduce p. Francesco Bravi, ministro provinciale dei Frati minori lombardi; intervengono mons. Giorgio Bertin, francescano, vescovo di Gibuti in Somalia, il dott. Franco Valenti, presidente Fondazione Guido Piccini; presenta don Raffaele Donneschi, direttore Ufficio missionario diocesano. Sabato 5 febbraio alle ore 20.15 concerto presso la chiesa parrocchiale di Virle Treponti. Verrà eseguito il Requiem in Re minore, KV 626 di Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791) con Sonia Corsini, soprano; Raffaella Vianello, mezzosoprano; Moreno Finotelli, tenore; Antonio De Gobbi, basso; “Ars Cantica Choir” di Milano, maestro del coro Marco Berrini; orchestra C. Coccia di Novara, direttore Renato Beretta. Domenica 6 febbraio nella stessa chiesa parrocchiale commemorazione liturgica della morte di p. Turati, con la Messa alle ore 10.30 presieduta da. mons. Giorgio Bertin, ofm, vescovo di Gibuti e della Somalia. Verrà anche presentato un libro su p. Pietro Turati. Si ricorda inoltre un altro appuntamento: giovedì 24 marzo giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri con una veglia di preghiera presieduta dal vescovo Luciano Monari alle ore 20.30 nella Cattedrale di Brescia.

Presentazione del Vescovo

La “Verbum Domini” di papa Benedetto XVI Giovedì 10 febbraio il vescovo Luciano presenterà l’esortazione postsinodale di Benedetto XVI Verbum Domini “sulla Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. È una grande opportunità per conoscere le finalità e i contenuti di questo documento pontificio, anche in considerazione della competenza del Vescovo di Brescia in campo biblico. L’appuntamento è al Centro pastorale Paolo VI, alle ore 20.45. L’intervento, aperto a tutti, presenta un particolare interesse per i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti di religione e gli operatori pastorali. Lo scorso 30 settembre ha visto la luce un nuovo importante documento pontificio. Si tratta di un testo, firmato dal Papa, elaborato a partire dai lavori del Sinodo dei Vescovi. Il Sinodo è un’assemblea dei rappresentanti dell’episcopato cattolico che ha il compito di aiutare il Papa nel suo servizio della Chiesa universale. Si tratta quindi di un organo ‘consultivo’, ma di grande valore perché rappresenta uno strumento di esercizio della collegialità episcopale. L’esortazione Verbum Domini è il documento che il Papa ha elaborato a partire dalle Proposizioni prodotte dai lavori dell’ultimo Sinodo dei Vescovi, che si è tenuto in Vaticano nell’ottobre 2008 con il tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”.

Diocesi, Ucid e Sfisp

Imprenditorialità responsabile, un percorso formativo La diocesi di Brescia, l’Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) e la Sfisp (Scuola formazione impegno sociale politico) promuovono un percorso formativo biennale “Marcolini-Tovini” sul tema “Imprenditorialità responsabile”. Il percorso è rivolto a un massimo di 30 giovani laureandi e neo-laureati. Gli 11 incontri, per un totale di 33 ore, si tengono tutti di mercoledì, dalle ore 17.30 alle ore 20.30, presso il Centro pastorale Paolo VI in via G. Calini 30 a Brescia. Il metodo formativo adottato si ripromette di ottenere un effettivo trasferimento di esperienza ai partecipanti, che saranno successivamente impegnati, in autunno, in attività di stage presso le organizzazioni designate (aziende, associazioni, ecc.), per un totale di 27 ore. La quota di iscrizione annuale è fissata in 150 euro e va versata alla prima serata del corso. Sono previste 10 borse a copertura totale e 10 a copertura parziale dei costi, elargite a totale discrezionalità della direzione della scuola, coordinata dal prof. Gianfranco Tosini. L’esito della domanda verrà comunicato agli interessati via e.mail. L’iscrizione e l’eventuale richiesta di borsa di studio vanno effettuate via e.mail corredandolo con il proprio curriculum vitae ai seguenti indirizzi: info@ucidbrescia.org; fabio.lavini@a2a. eu entro venerdì 11 febbraio 2011


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S. Francesco di Sales Incontro con il Vescovo

La parola tra eccessi e afasia L’annuale festa del patrono degli operatori della comunicazione ha offerto spunti di riflessione sull’attualità sociale, culturale e politica

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San Francesco di Sales è il protettore dei giornalisti e degli operatori della comunicazione in generale. La sua festa cade il 24 gennaio e per l’occasione il Vescovo è solito incontrare i rappresentanti del mondo dei mass media. È avvenuto anche quest’anno, lunedì di questa settimana, al Centro pastorale Paolo VI. L’evento si è aperto con la celebrazione della Santa Messa presieduta da mons. Luciano Monari e concelebrata con il vicario generale mons. Gianfranco Mascher, don Adriano Bianchi, don Giuseppe Mensi, don Italo Uberti, don Cesare Verzini. Nell’omelia il Vescovo ha commentato le letture del giorno che proponevano un brano della lettera agli Ebrei sul sacerdozio eterno di Cristo, che ha offerto in sacrificio il suo sangue per la salvez-

di Angelo Onger

za di tutti gli uomini e su un brano del Vangelo di Marco che racconta dello scontro fra Satana e lo stesso Figlio di Dio, metafora dello scontro permanente tra il bene e il male, tra la verità e la menzogna. Nella successiva conferenza stampa il Vescovo, con una scelta innovativa rispetto agli anni precedenti, ha fatto un’introduzione dedicata al tema della parola e del suo uso nella società contemporanea. A questo intervento verrà dedicato un servizio nelle pagine di cultura in uno dei prossimi numeri di “Voce”. Qui ci soffermiamo sul dialogo che è seguito tra il Vescovo e i giornalisti. Molte le domande e quindi molti gli argomenti affrontati. Si è discusso sulla parola, evocando gli opposti estremismi fra l’abuso e l’afasia,

Un’immagine della conferenza stampa del Vescovo

entrambi segni di una deficienza di equilibrio del pensiero. Mons. Monari ha insistito sulla necessità di una costante autocoscienza che si fondi sulla preoccupazione di liberarsi dai risentimenti e dai pregiudizi, per accogliere e usare la parola nel segno della ricerca della verità. Alla domanda perché nella nostra società prevalga l’uso della parola come strumento di lotta e di contrapposizione, il Vescovo ha risposto che ci vorrebbero competenze adeguate e giusti tempi di riflessione per esaminare a fondo l’involuzione che si è determinata negli anni. Si è parlato naturalmente dello scandalo all’ordine del giorno e riguardante il Presidente del Consiglio, rispetto al quale il Vescovo ha ribadito il giudizio etico chiaro, in senso negativo, ma ha aggiunto che poi c’è un intrecciarsi di altre componenti (politiche, giudiziarie) sulle quali si devono fare valutazioni pertinenti. Resta il fatto che la gestione della cosa pubblica esige comportamenti virtuosi.

Altro argomento di discussione è stato il magistero della Chiesa e, in particolare, il ruolo e il livello delle proposte omiletiche. Mons. Monari ha evidenziato come ci sia una costante scorrettezza dei mass media nei confronti del magistero del Papa, a causa della tendenza a focalizzare l’attenzione su alcuni passaggi “pungenti” dei suoi messaggi, trascurando i contenuti essenziali di quanto propone. Quanto alle omelie ha detto di non essere contentissimo del livello generale delle stesse, ma ha anche posto l’accento sulle caratteristiche che devono connotare la predicazione a partire dallo stretto legame con le letture bibliche: l’omelia non è né una catechesi né una conferenza sull’attualità, ma serve per spiegare quello che il Signore vuole dire alla comunità, non fargli dire quello che pensa il predicatore. Un esempio chiaro in questo senso lo offre lo stesso Papa che usa linguaggi e percorsi molto diversi fra le omelie e i messaggi di altro genere.

Il 29 gennaio un convegno presso l’Università cattolica

Le donne e la Chiesa bresciana Sabato 29 gennaio, a partire dalle 14.30 si terrà presso l’Aula magna dell’Università cattolica il convegno “Le donne e la Chiesa bresciana” organizzato dal Coordinamento femminile delle aggregazioni ecclesiali della diocesi di Brescia che opera dal 2003, unite dalla medesima volontà di proporre un’azione di promozione femminile ispirata ai valori cristiani. Il convegno, rifacendosi a una storica tradizione bresciana, si inserisce simbolicamente nell’ambito della ricorrenza di S. Angela Merici, vuole essere il primo di un appuntamento annuale di riflessione sul movimento femminile cattolico. Il convegno aprirà con una parte storica nella quale il prof. G.Pietro Belotti parlerà di S. Angela Merici quale esempio di umanesimo bresciano al femminile; a seguire la professoressa E. Selmi, trattando la spiritualità femminile tra misticismo e devozione, porterà gli esempi di Maria Maddalena Martinengo ed Elisabetta Girelli.

Chiuderanno la prima parte dell’incontro Tina Leonzi e Doralice Vivetti che parleranno rispettivamente delle esperienze di Progetto donna e Gruppo promozione donna che hanno rappresentato tra gli anni ‘70 e ‘90 del secolo scorso un importante punto di riferimento a livello nazionale del pensiero femminile cattolico.La seconda parte del convegno sarà, invece, dedicata a una tavola rotonda sull’esistenza o meno, oggi, di un pensiero femminile cattolico unitario. Coordinate dalla giornalista Anna Della Moretta interverranno Giulia Paola Di Nicola, direttrice della rivista “Prospettiva persona”, Valeria Boldini, già direttrice de “La Voce del Popolo” e Annachiara Valle neo direttrice della rivista “Madre”. L’incontro sarà preceduto in mattinata, per chi lo desidera e su prenotazione, dalla visita guidata gratuita ai luoghi di S. Angela e da un pranzo a Casa S. Angela. Info tel 0303757965.


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Anniversario

Messa per mons. Franceschetti Nel sesto anniversario della morte di mons. Gennaro Franceschetti, familiari e amici lo ricordano e invitano a unirsi a loro nella celebrazione eucaristica fissata per giovedì 3 febbraio alle ore 18.30 nella chiesa del Centro pastorale Paolo VI. La Messa sarà presieduta dall’arcivescovo di Palermo, card. Paolo Romeo.

S. Maria della Vittoria

La reliquia di S. Geltrude Nei giorni 3,4, 5, 6 febbraio è programmato un pellegrinaggio della reliquia di Santa Geltrude Comensoli presso la parrocchia di Santa Maria della Vittoria in città. La reliquia arriverà in parrocchia venerdì 4 alle 20.30.

Per gli animatori vocazionali

Nel segno di S. Gianna Beretta Un momento dell’assemblea

Oratori Assemblea diocesana

Una missione da rinnovare

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di Gabriele Bazzoli

Erano 120 gli oratori rappresentati sabato 22 gennaio a Casa Foresti per la prima assemblea diocesana degli oratori. Prima assemblea nel senso che la storia degli oratori bresciani compie un nuovo passo nella direzione di un maggiore coordinamento e condivisione progettuale. Gli oratori bresciani sono chiamati a essere soci dell’Associazione centro oratori bresciani, in modo da costruire un cammino partecipato. La prima assemblea non è stata quindi solo un momento celebrativo, ma ha unito la dimensione più strettamente istituzionale della vita associativa, con l’elezione del Consiglio di amministrazione dell’Associazione a un momento formativo, con tre prospettive interessanti sul ruolo degli oratori nel contesto sociale odierno. Don Samuele Marelli, direttore della Fondazione degli oratori milanesi, attingendo dall’esperienza della diocesi ambrosiana, ha evidenziato l’importanza del ruolo dei laici in oratorio e insistito sul tema di un più stretto collegamento e scambio tra oratori. Mauro Bignami, formatore ed esperto nazionale di pastorale giovanile, ha voluto concentrare il proprio intervento sull’attualità dell’oratorio. Il vescovo Luciano ha voluto sostenere il cammino degli

oratori bresciani: “È il regalo di questa Associazione che intende arricchire la partecipazione di tanti oratori bresciani al lavoro comune, la progettazione, il confronto, la verifica del lavoro svolto. Sono anch’io convinto che si tratta di un passo importante per dare futuro a questa straordinaria istituzione della quale tutti sentono il bisogno e oggi, credo, ancora di più di qualche anno fa, ma che, naturalmente, ha bisogno di trasformazioni grosse se vuole resistere alla sfida del tempo. Che gli oratori bresciani si associno, che imparino a condividere la programmazione, l’attuazione dei percorsi formativi, la verifica, permette di irrobustire la rete educativa, quindi grazie a tutti voi e un augurio sincero per il vostro cammino, per il vostro bene e per il bene di tutta la diocesi”. A conclusione degli interventi e dopo un breve dibattito, l’elezione delle cariche ha dato il via al rinnovato cammino del Centro oratori bresciani, con una modalità democratica e partecipata che sarà punto fermo dei prossimi passi della vita associativa. Il nuovo Consiglio di amministrazione dell’Associazione centro oratori bresciani, eletto dai 66 soci votanti, è così composto: don Agostino Bagliani, don Gabriele Banderini, don Alessandro Cremonesi, don Andrea Giovita, Simone Rivaldi, Carla Pietroboni (nominata dal Vescovo) e don Marco Mori che, a norma di Statuto, mantiene la carica di presidente e legale rappresentante.

Nella programmazione annuale diffusa nelle parrocchie, il tema della lettera pastorale viene declinato anche nelle tre assemblee diocesane dedicate agli animatori vocazionali, ai giovani e a quanti hanno a cuore la propria e l’altrui vocazione, “a servizio dell’unità”. La seconda è prevista per mercoledì 9 febbraio alle ore 20.30 presso il Centro pastorale Paolo VI sul tema “Parrocchia: grembo di tutte le vocazioni”. È previsto l’intervento dei familiari di Santa Gianna Beretta Molla (Gianna Emanuela, la figlia che Santa Gianna ha dato alla luce donando la sua vita, e Franca, oggi consacrata dell’ordo virginum, che ha avuto Santa Gianna come educatrice). Sarà occasione per riscoprire che la santità …è a portata di mano per tutte le vocazioni, e che è un cammino da fare insieme.

Sant’Afra in città

La festa di San Giovanni Bosco Gli oratori di Sant’Afra e Santa Maria in Calchera vogliono festeggiare San Giovanni Bosco riflettendo su temi di fondamentale importanza quali l’educazione e l’aiuto alle giovani generazioni. Questi gli appuntamenti che si terranno presso il salone e l’oratorio Sant’Afra, in vicolo dell’Ortaglia 6 in città: venerdì 28 gennaio, ore 20.45: conferenza sul tema “Il metodo educativo di don Bosco e la sua attualità”, con il prof. Giuseppe Bellinardi. Sabato 29 gennaio, ore 20.45: testimonianza di missione e solidarietà “Haiti, dare voce a chi non ha voce”, la dott.ssa Antonella Bertolotti, medico volontario ad Haiti, con l’associazione “Intermed-onlus”. Domenica 30 gennaio, alle 10.30 la Santa Messa nella parrocchia di Sant’Afra per tutti i ragazzi e nel pomeriggio, alle 15.30 i giochi per bambini e ragazzi, sulla vita di San Giovanni Bosco.

Quarto modulo

Per animatori dei cineforum Segnaliamo l’inizio del quarto modulo del Corso per animatori della comunicazione e della cultura “Oltre la visione. Introduzione alla metodologia del Cineforum nelle Sale della comunità”. Il titolo del modulo è “Film ed educazione: testo e pretesto”. Si svolge nei mesi di febbraio (14, 21, 28) e marzo (7 e 14) presso il Centro pastorale Paolo VI Brescia (via Gezio Calini, 30), alla sera dalle 20.30 alle 22.30. Iscrizioni presso Voce Sas: e-mail: toninelli@vocesas.it Tel. 030-44250 (chiedere di Mauro Toninelli). Non è necessario aver partecipato ai moduli precedenti.

In memoria

Agnese Maifredi È mancata, improvvisamente, il 27 dicembre 2010 Agnese Maifredi. Aveva 87 anni e risiedeva in città, nella parrocchia del Buon Pastore. Durante la celebrazione del funerale, il parroco don Franco Pelizzari l’ha ricordata così: “È stata una parrocchiana attiva, sempre disponibile alla collaborazione, piena di fede, generosa. Si può dire che ha svolto il suo ruolo nella Chiesa, partecipando al ministero sacerdotale del fratello don Giuseppe che è stato per una quindicina di anni addetto alla nostra comunità parrocchiale. Nelle parrocchie precedenti alla nostra, come Presegno e Caionvico, dove don Giuseppe fu parroco, la sorella è stata animatrice dell’Ac, della scuola di vita familiare e di altre attività inerenti alla vita parrocchiale. Da noi ha svolto il compito di catechista per una trentina d’anni”. Ha concluso dicendo che l’amore di Dio “ha guidato la vita della nostra sorella Agnese”, che “ha largamente seminato per il Regno di Dio”.


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Ecclesia Agenda

Agenda del Vescovo Venerdì 28 gennaio Ore 17.30 – Brescia – S. Messa per gli insegnanti di religione in Cattedrale.

Eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno

Appuntamenti mese di febbraio Domenica 6: festa di Santa Dorotea, ore 15 concerto; ore 16.30 Santa Messa di ringraziamento per le Suore Dorotee dell’Eremo animata dalla corale San Faustino di Darfo. Lunedì 7- 14 – 21 - 28: Corso per catechisti, ore 20. Mercoledì 9: ritiro per le donne, ore 9-15; preghiera semplice, ore 20-22. Giovedì 10: Ritiro per i sacerdoti, ore 9.30. Sabato 12 : Scuola di formazione all’impegno sociale e politico dalle 9 alle 12; ritiro per le religiose e le consacrate, con monsignor Cesare Polvara, ore 9-15; Santa Messa per i figli in cielo, ore 16.30. Giovedì 17: Unione apostolica del clero – Uac, ore 10.30; gruppo Galilea, ore 20. Domenica 20: Incontro vocazionale per le ragazze; Incontro di spiritualità per giovani, ore 18-19.30; inizio Settimana teologico-pastorale per i sacerdoti (fino al 25). Sabato 26: scuola di formazione all’impegno sociale e politico dalle 9 alle 12. Domenica 27: In ascolto della Parola, lectio divina per giovani e adulti (9.15-12; crediti Idrc).

Eremo di Montecastello

Appuntamenti mese di febbraio Laici (giovani e adulti): domenica 6, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno. Donne: martedì 1, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi: mercoledì 9, a Barbarano, presso il convento dei Frati Cappuccini, ritiro spirituale per il presbiterio e i religiosi delle due zone gardesane XVI e XVII. Il servizio della Parola è offerto da mons. Franco Bretoni, il ministero della riconciliazione dai Frati della Comunità. Fidanzati della zona XVI: domenica 20, dalle 9.30 alle 17, secondo ritiro spirituale per le coppie di fidanzati che si preparano alla celebrazione cristiana del matrimonio. Esercizi spirituali prossimi: per laici, dalla serata di venerdì 29 aprile al pranzo di domenica 1° maggio, don Dino Capra e le Suore dell’Eremo animano l’esercizio spirituale della lectio divina della Bibbia dei capitoli 10-11 degli Atti degli Apostoli: “Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni fino ai confini della terra”. Per informazioni: Eremo di Montecastello, Tignale s/Garda (Bs) Tel 0365 760255 – Fax 0365 760055 E-mail: informazioni@montecastello.org; Internet: www.montecastello.org

Vantiniano e Basilica delle Grazie

Preghiera per i bambini mai nati Sabato 5 febbraio presso il Cimitero vantiniano, alle ore 15.30, si tiene la preghiera per la vita sulle tombe dei bimbi mai nati (aborti naturali). Come ogni prima domenica del mese, il 6 gennaio, alle ore 16 nella Basilica delle Grazie si celebra la S. Messa animata dal Movimento per la vita.

Valtrompia

Movimento per la vita Sabato 5 febbraio, per iniziativa del Movimento per la vita della Valtrompia, si svolgerà la tradizionale veglia per la vita con la partecipazione del vescovo Luciano. Alle ore 20 è prevista la benedizione dei malati dell’ospedale di Gardone V.T., cui seguirà il trasferimento in processione alla chiesa di Santa Maria degli Angeli dove si svolgerà la veglia. Info: cell 335695941.

Istituto salesiano di Chiari

Festa di San Giovanni Bosco Lunedì 31 gennaio, in occasione della festa di San Giovanni Bosco, l’Istituto salesiano San Bernardino di Chiari invita alla celebrazione eucaristica delle ore 9.30 che sarà presieduta dal card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia.

Sabato 29 gennaio Ore 9.30 – Brescia – Cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario presso il Palazzo di giustizia. Ore 17.30 – Brescia – S. Messa nel 68º anniversario della battaglia di Nikolajewka.

Domenica 30 gennaio Ore 10 – Montirone – S. Messa. Ore 17 – Tremosine – S. Messa.

Lunedì 31 gennaio Ore 20.30 – Ospitaletto – S. Messa per la festa di San Giovanni Bosco.

Martedì 1° febbraio Ore 20.45 – Brescia – Incontro presso la parrocchia di S. Angela Merici.

Mercoledì 2 febbraio Ore 17 – Brescia – S. Messa per i consacrati in Cattedrale.

Giovedì 3 febbraio Visita ai sacerdoti della zona XXVI di Bagnolo Mella.

Consiglio pastorale diocesano

Sessione sulla Chiesa ministeriale Sabato 5 febbraio presso il Centro pastorale Paolo VI a Brescia, dalle ore 9.30 alle ore 16.30, si riunisce il Consiglio pastorale diocesano, con il seguente ordine del giorno: ore 9.30 Preghiera iniziale; ore 10 Relazione introduttiva: su “Per una Chiesa ministeriale” (prof. Marco Vergottini); ore 11.30 Inizio dei lavori di gruppo; ore 14.30 ripresa dei lavori di gruppo; ore 15.30 Confronto in assemblea; ore 16 Comunicazioni varie; ore 16.30 Conclusione.

Apostolato della preghiera

Intenzioni del mese di febbraio Nel mese di febbraio (che invita all’impegno per la vita, per i malati e alla preghiera per la vita consacrata) sono state affidate all’Adp le seguenti intenzioni (che trasmettiamo in forma abbreviata): Generale: Perché la famiglia sia rispettata e sia riconosciuto il suo contributo insostituibile per l’intera società. Missionaria: Perché le comunità cristiane sappiano testimoniare la presenza di Cristo accanto ai sofferenti. Dei Vescovi: Perché lo Spirito Santo ci renda capaci di incarnare in ogni situazione i valori del Vangelo. Del Vescovo Luciano per l’anno 2010/11: Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più “una cosa sola” in Cristo. Entro fine febbraio si raccolgono le adesioni al pellegrinaggio a Paray-leMonial, Ars e Taizé. Informazioni presso l’Ufficio vocazioni della Curia diocesana, l’assistente Adp don Diego e la presidente Adp Anna Maria Guarneri.

Villa Pace di Gussago

Scuola della Parola: la Genesi A Villa Pace di Gussago inizia il secondo ciclo della scuola della Parola di Dio. È un cammino permanente aperto a tutti coloro che desiderano leggere e comprendere il testo biblico nella sua integralità, per una migliore conoscenza e per una appropriazione spirituale. Il secondo ciclo è dedicato alla Genesi con i seguenti appuntamenti sempre al lunedì: 31 gennaio, 7 febbraio, 14 febbraio, 21 febbraio, 28 febbraio, 7 marzo. Guida gli incontri: don Flavio Dalla Vecchia, docente di Sacra Scrittura. Modalità: dopo una presentazione generale del Libro, si affrontano le sezioni che lo compongono. Ogni incontro prevede due momenti: la spiegazione della sezione e il dialogo con il relatore. Il percorso sarà accompagnato da schede Gli incontri si tengono dalle ore 20.30 alle ore 22.30.

Per i sacerdoti

Settimana teologico-pastorale Dal 20 al 25 febbraio si svolgerà presso l’eremo dei SS. Pietro e Paolo la settimana teologico-pastorale per i sacerdoti sul tema: “Ministero del presbitero e processi educativi”. La prossima settimana ricorderemo il programma della settimana. Le iscrizioni si ricevono in Curia, al numero telefonico 30.3722229/260.


Caritas

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Nuova sede dell’Ottavo Giorno L’intervento del vescovo Monari

Scelta pastorale delle relazioni La futura piattaforma vuole essere una delle risposte (“Una mano di carità. La carità in una mano”) alle persone che si trovano in una situazione critica a livello economico-finanziario pagina a cura di Chiara Buizza

In occasione della conferenza stampa (21 gennaio 2011) per l’aggiornamento delle iniziative di “Mano Fraterna” e l’inaugurazione della nuova sede dell’Ottavo Giorno presso l’Ortomercato, il vescovo Luciano ha sottolineato lo specifico della Caritas: la scelta pastorale delle relazioni. Di seguito alcuni stralci del suo appassionato intervento. La Caritas “ha prima di tutto un impegno educativo, educativo non vuol dire che è un impegno a parole, ma deve stimolare le persone a diventare le une per le altre, motivo di sicurezza, a creare legami di fiducia e quindi anche di collaborazione e disponibilità immediata. Per questo ci vogliono delle strutture ampie, diocesane, zonali, parrocchiali, perché le realtà e i bisogni hanno questa dimensione, ma la Caritas non è la Caritas diocesana: è la Caritas diocesana come animatrice di tutte le Caritas zonali, parrocchiali e come stimolo a quella creazione di quei rapporti, di reti, di solidarietà, che devono prendere le persone nel loro quotidiano, nel

loro vissuto […]. Di fronte a uno sconosciuto, inevitabilmente faccio fatica a chiedere, ma se invece il cammino della solidarietà passa attraverso i rapporti di caseggiato, di quartiere, di conoscenza quotidiana, ci si aiuta a vicenda: una volta ha bisogno uno, una volta ha bisogno l’altro. È questo che rende vincente i rapporti tra le persone e la solidarietà. […] Nel Vangelo una delle frasi più belle è quella che viene chiamata “regola d’oro”: “fa agli altri quello che vuoi sia fatto a te”. Ed è una regola sorprendente e bella, perché è creativa: non dice “fai agli altri queste 27 cose che ti spiego”, ma “fa agli altri quello che vuoi sia fatto a te”; man mano che prendi coscienza di te stesso, di desideri, necessità, sogni ecc, prendi coscienza delle tante cose che devi donare, perché man mano che capisci un bisogno nuovo, capisci anche un dono nuovo che sei chiamato a fare. Ed è una legge creativa, che diventa tanto più esigente, quanto più l’uomo diventa maturo, umano: più un uomo diventa umano, più si rende conto di dovere donare […]. A me piacerebbe che la Caritas ci aiutasse a fare così, è facile dirlo con le parole, più difficile

è che diventi “abito del cuore”, questo richiede delle esperienze: bisogna fare l’esperienza della responsabilità, della comunicazione per renderci conto che questo è davvero umano, ci rende più uomini in senso buono, in senso grande, e che quindi vale la pena di essere custodito, di essere arricchito. Che la Caritas ci aiuti in questo, con le parole che dice, con il vangelo che spiega, con le esperienze che ci fa fare: le esperienze di solidarietà sono una scuola straordinaria […]. Debbo ringraziare l’Ortomercato, la Caritas e i suoi collaboratori, tutti coloro che collaborano a questi progetti, e sono un numero notevole di istituzioni, e dovrei ringraziare tutti quelli che vivono una solidarietà sotterranea, che nessuno verrà mai a conoscere, ma che costituiscono il tessuto di umanità nella nostra società. Abbiamo tanti difetti, tanti egoismi ma c’è tanta umanità nei nostri rapporti e ci sono tanti gesti di solidarietà che sono immediati, che non verranno mai scritti da nessuna parte, ma che permettono alla società di funzionare meglio, alle persone di essere più sicure e serene e sono anche queste le persone da ringraziare, senza sapere chi sono, ma il Signore lo sa”.

Caleidociclo della carità

Per far bene il bene Da questa pagina, nei numeri scorsi, hanno trovato voce le esperienze della Caritas parrocchiale della Volta (settembre), della Caritas interparrocchiale di Montichiari (ottobre), dell’associazione Rut di Sarezzo (novembre), del Progetto microcredito di Caritas diocesana (dicembre): quattro esperienze accomunate dalla bellezza e dalla fatica del “so|stare”, a partire dalle “tracce di comunità” indicate dal vescovo Luciano nel Convegno diocesano delle Caritas parrocchiali (29 aprile 2010). “Con Dio”, “nella comunità”, “tra tutti”, “consegnati” ovvero quattro tracce per rileggere l’essere e l’operare della Caritas o, con le parole di padre Giacomo Costa al convegno, per “far bene il bene”. “Se non si sosta, se non si prende del tempo, il ‘fare del bene’ rischia spesso di essere infecondo, se non

dannoso, rispondendo magari soltanto all’emozione o all’istinto di andare incontro alle persone che sono nel bisogno. Se pensiamo alla figura del samaritano, vediamo che, non si è fermato soltanto all’emozione, ma la sua compassione è diventata attiva: ha saputo portare l’uomo incappato nei briganti alle persone giuste, l’ha inserito in una rete che gli ha permesso di guarire. Non è stata soltanto l’emozione a permettere di rispondere ad un bisogno! Aggiungo: ‘fare bene il bene’, non è solo rispondere ad un bisogno (magari con un sorriso, perché noi della Caritas, lo facciamo in modo più gentile rispetto ai servizi sociali!). Se fare la carità fosse rispondere a un bisogno, in un certo senso, i poveri sarebbero considerati un oggetto del nostro lavoro (noi dobbiamo fare delle cose per loro).

I poveri non sono oggetti a cui noi ci rivolgiamo, ma soggetti di un cambiamento. Riconoscere veramente la loro dignità è la base perché siano portati ad assumere con noi la responsabilità di costruire un altro tipo di società. È difficile, ma deve essere chiaro che questo è il centro! Fare la carità è la dinamica di tutta la comunità: la povertà è un nostro problema, perché se qualcuno sta male il problema è nostro! Carità è: far crescere tutti, attivare persone e processi, dar vita a una tessitura di legami, di relazioni”. In questa prospettiva “sostare” può permettere di passare dal servizio come soddisfazione di un bisogno alla costruzione di comunità di carità. I materiali “Nella carità… riscoprirsi comunità” si possono scaricare da www. brescia.caritas.it oppure richiedere a: 030. 3757746.


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BRESCIA VOLONTARIATO

Anno europeo Riflessione

Il volontariato non sia un alibi Occasioni e rischi di un anno che l’Europa ha intitolato al volontariato. La speranza è che si possano registrare dei risultati migliori rispetto al recente passato dove sono rimaste solo le intenzioni pagina a cura di Nicola Migliorati

L’Anno europeo dedicato alla lotta contro la povertà ha da qualche settimana passato il testimone all’Anno europeo del volontariato. Il filo rosso delle buone intenzioni che lega l’intitolazione degli anni da parte dell’Unione europea non è quindi stato spezzato, la speranza è però che il 2011 faccia registrare risultati migliori rispetto al suo recente passato. La lotta alla povertà è probabilmente stata vissuta come contesa titanica, partita contro un avversario che fa segnare – secondo le diverse statistiche che si susseguono – 140 milioni di poveri nell’intero continente, 80 all’interno dei 27 Stati membri. Numeri che entrano in casa attraverso le tv, i giornali, internet – con la potenza delle immagini spesso ben più eloquenti dei racconti – ma che ormai abbiamo imparato a lasciare sullo sfondo, figli di una sensazione sbagliata che sente di abitudinarietà e di inevitabilità. Una situazione che invece viene combattuta, o almeno arginata, nella nostra città come nel resto d’Europa, da una parte di quei 100 milioni

di volontari dichiarati nelle ricerche che presentano l’attuale Anno europeo. C’è però un forte rischio: che questo movimento disomogeneo di persone volenterose diventi una scusante , l’ultima ruota del carro su cui le Istituzioni possano rovesciare mancanze e inefficienze. Usciamo (usciamo?) certo da un periodo difficile in cui economie europee sono crollate insieme al castello della finanza ed altre vivono costantemente su una graticola logorante; nel momento in cui scrivo l’Ansa rilancia l’ultimo rapporto mensile dell’Osservatorio occupazione della Commissione Ue secondo cui perdurano “condizioni del mercato del lavoro ‘deboli’ e una disoccupazione ancora molto elevata, che tra i giovani a fine 2010 ha raggiunto livelli record. Disoccupazione giovanile che anche in Italia resta molto più alta della media Ue”. In questo contesto la Caritas italiana denuncia un taglio di due miliardi di euro alle politiche sociali. Ecco allora che il pericolo citato più sopra diventa reale: una grossa fetta di emarginazione e di cittadinanza debole viene in gran parte affidata al volontariato sociale che risponde come può, spesso egregiamente, ma che non

ha struttura e “capienza” per combattere il disagio di 140 milioni di poveri, dei malati, degli anziani, di chi fa fatica ad andare avanti da solo. L’Anno europeo del volontariato funzionerà se agirà da pungolo non solo verso la popolazione, ma in maggior misura verso i governi degli Stati membri. Per quel che ci riguarda c’è la ormai solita pressione per la stabilizzazione del 5xmille e il riconoscimento di un ruolo adeguato per il volontariato e per il non profit in genere. Non ci sono molte cose da inventare se non l’applicazione di quella legge 328 del 2000, Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, che da 10 anni definisce un modello di gestione ed offerta dei servizi basata su una collaborazione attiva fra pubblico e Terzo settore. Se i convegni, le feste, le manifestazioni, le iniziative che verranno messe in campo in questo 2011 riusciranno a portare l’attenzione e alcune scelte politiche nella direzione auspicata, quei numeri, quelle immagini, quei 140 milioni di poveri, diventeranno meno abitudinari e forse non li penseremo più così inevitabili.

Soccorso Pubblico Franciacorta promuove un corso

Formazione per il primo soccorso Se succede un incidente o un evento imprevisto non siamo sempre in grado di sapere cosa fare. Per ovviare a questi problemi il Soccorso Pubblico Franciacorta, con sede a Rodengo Saiano via Brescia 4/a, organizza un corso di primo soccorso rivolto alla cittadinanza. Il corso è aperto a persone maggiorenni e sarà tenuto da istruttori dell’associazione tutti i martedì e venerdì alle ore 20.30 a partire dall’11 febbraio. Quante volte in famiglia, sul lavoro, durante il tempo libero, avremmo voluto essere più utile agli altri intervenendo in caso di necessità? Anche un banale incidente domestico se non soccorso tempestivamente può trasformarsi in un evento drammatico. Il corso intende aiutare il cit-

tadino ad apprendere le nozioni di base del primo soccorso che gli permetteranno di essere più tranquillo e sicuro di fronte all’emergenza, più utile al prossimo. Al termine degli incontri si potrà scegliere se collaborare con l’associazione in qualità di volontario proseguendo nella formazione fino all’ottenimento della certificazione di soccorritore in emergenza. Il corso della durata di 40 ore sarà suddiviso in una parte teorica e, per consolidare le nozioni acquisite, in una parte di pratica con l’ausilio di presidi sanitari. Per informazioni, è possibile contattare il numero telefonico 3357630659, oppure accedere al sito internet www.soccorsopubblicofranciacorta.com.


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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Capodimonte Aspetti pastorali

Una comunità che continua a crescere Il parroco don Fulvio Bresciani descrive la realtà di questa parrocchia (nel Comune di Castenedolo) dove le proposte ecclesiali sono le uniche occasioni per rinsaldare un legame e l’identità nella fede

L’interno della chiesa

A proposito di emergenza educativa

Sulle orme di San Giovanni Bosco In contemporanea con le altre parrocchie della zona, a Capodimonte prosegue il cammino di iniziazione cristiana, un’opportunità importante per ridestare l’attenzione educativa dei genitori. Si registra una buona partecipazione, anche se è purtroppo significativa la “quasi totale assenza dei papà. Sono poche le coppie – spiega don Fulvio – che partecipano. I padri sono i grandi assenti come se fossero assenti dall’educazione religiosa. È anche vero che consegniamo degli strumenti per permettere un approfondimento a casa”. La stessa difficoltà l’ha riscontrata anche in campo scolastico, dove ha insegnato (al liceo Leonardo) fino allo scorso giugno. Nel mondo della scuola ha imparato che “è indispensabile la presenza chiara ed esplicita del messaggio cristiano. Dopo la cresima vengono espropriati di quello che hanno ricevuto e di quanto è stato seminato; deve esserci una presenza che si contrappone al laicismo e allo scientismo della scuola di Stato”. In poco tempo i ragazzi diventano “scettici”, perché la fede e la ragione vengono poste in contraddizione. A proposito di giovani, in oratorio il Parroco sta portando avanti alcune iniziative, anche se non sempre si riesce a coinvolgere il maggior numero di ragazzi. Poi succede anche che, dopo l’anno della mistagogia, molte parrocchie si ritrovino in difficoltà perché non si sentono sufficientemente aiutate; si sentono un po’ abbandonate senza in pratica sapere cosa fare. Non mancano gli appuntamenti estivi come il grest organizzato (sul piano della formazione degli educatori) in collaborazione con l’oratorio di Borgosatollo. Sono una ventina gli adolescenti che prestano il loro servizio durante il grest: a tutti don Fulvio regala una gita-premio al Meeting di Rimini dell’amicizia tra i popoli, un “appuntamento culturale e sportivo molto efficace ed educativo”. La parrocchia di Capodimonte è dedicata a San Giovanni Bosco (in diocesi sono solo due: Capodimonte e Rovato), di cui il 31 gennaio ricorre la memoria liturgica. Il suo messaggio è ancora attuale e si può sintetizzare bene nella formula A+B-C (amici più buoni meno cattivi): “Sembra una banalità – precisa don Bresciani – ma non lo è”. Chi come don Fulvio porta dentro una passione educativa non è certo insensibile ai nuovi social network (Facebook, Twitter e altri ancora) dei ragazzi dove “gira tanta aggressività e una violenza verbale inimmaginabile. Pur avendo tanti amici nel profilo, manca quel tipo di educazione che ci permette di essere più buoni”. Alla domanda da cosa è data questa aggressività, il Parroco non ha dubbi: dall’insicurezza. Per la festa di San Giovanni Bosco (è stato distribuito ai più piccoli un volumetto che ne ripercorre le gesta) sono state pensate due serate (sabato 29 gennaio e sabato 5 febbraio) per adolescenti e anziani: i primi dopo il momento di convivialità si sfidano nei giochi, i secondi si affrontano a carte. Domenica 6 febbraio, infine, è in programma nel tardo pomeriggio una commedia dialettale.

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Una piccola frazione di Castenedolo dove la parrocchia senza alcuna esagerazione rappresenta il motore della comunità. Capodimonte è anche questo. Un tempo era meta delle famiglie nobili che “fuggivano” dalla città per andare in campagna, oggi è meta prescelta per la tranquillità e per la vicinanza alla città. Già negli anni ‘30 l’intuizione di un curato di Castenedolo, don Angelo Chiappa, poi parroco a Borgosatollo, previde un moltiplicarsi di presenze, e perciò la necessità di case e di villaggi e l’erezione di un tempio che sembrava esagerato nelle dimensioni, rispetto alla realtà campagnola di allora. I fatti gli avrebbero poi dato ragione. I parrocchiani si diedero da

Don Fulvio Bresciani

di Luciano Zanardini

fare per costruire il tempio e l’annesso oratorio, e poi l’asilo gestito dalle suore Canossiane che di domenica fungeva da oratorio femminile. I più anziani ricordano la figura di don Luigi Duranti (1946-1957). Lì dal 2003 opera don Fulvio Bresciani, parroco carismatico e intraprendente con un trascorso di oltre 30 anni di insegnamento scolastico. Tra qualche anno prenderà forma l’unità pastorale con le parrocchie di Castenedolo e Capodimonte, ma sarà indispensabile, come conferma don Fulvio, una coooperazione tra sacerdoti soprattutto per la pastorale giovanile”. Il Parroco quando è arrivato ha dovuto fare i conti con gli ambienti fatiscenti e, grazie anche alla generosità della comunità, ha messo mano a una serie di interventi significativi: fra questi si ricordano il rifacimento del tetto della chiesa e la decorazione della facciata, solo per citarne alcuni. Un gruppo di giovani genitori, inoltre, gestisce il campo da calcio che viene utilizzato per le attività giovanili e affittato nelle ore serali. Ma non è finita. Il prossimo passo sarà quello di rifare il tetto della canonica e dell’oratorio; per realizzare questo intervento è già arrivato il via libera della Curia alla cessione di un piccolo rustico di proprietà della parrocchia. Sul piano pastorale don Bresciani descrive la sua parrocchia in crescita, nella quale la dimensione umana è visibile e che può usufruire – in una calma piatta – della vivacità delle proposte che arrivano dall’ambito ecclesiale. A fine agosto-inizio settembre i fedeli vivono la settimana della comunità con il coinvolgimento e l’aiuto degli Alpini e dell’Aido.


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Paesi e parrocchie Città e hinterland

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Brescia Santi Patroni

La speranza è il motore della Leonessa Fino ad aprile 2011 la Confraternita dei Santi Faustino e Giovita ha elaborato un calendario di iniziative che coinvolgono Brescia e provincia. Sullo sfondo San Benedetto con “Et noli contristari”, un invito a non cedere allo sconforto

A

Alla preghiera e allo studio per affrontare la quotidianità si accompagna la speranza, la capacità sempre sulle orme della regola di San Benedetto (Ora et labora et lege et noli contristari) di guardare al futuro con occhi diversi. È proprio la speranza la parola che fa da sfondo alla festa dei Santi Faustino e Giovita, patroni della terra di Brescia. Dopo la scelta degli scorsi anni di riflettere sul tema del lavoro, della preghiera e della necessità di studiare e dotarsi degli strumenti per rapportarsi con il mondo e saperne valutare criticamente le sollecitazioni, diviene importante – soprat-

di Luciano Febbrari

tutto in un momento storico difficile – approfondire le suggestioni che derivano dall’ultima parte dell’esortazione benedettina, quella di non disperare (et noli contristari). L’invito del Santo di Norcia, che visse in un periodo contrassegnato da violenze e carestie, è sempre più attuale. Il suo modello di vita fu ripreso anche da chi viveva fuori dalle abbazie. La proposta di San Benedetto segnò anche la storia di Brescia e del suo territorio dove la dimensione spirituale si caratterizza anche per la dedizione al lavoro (una sorta di religiosità laica). Nell’invito a non disperare

Don Armando Nolli

sono coinvolti in prima persona i giovani, chiamati alla responsabilità nella costruzione del domani. Con rinnovata fiducia la neonata Confraternita dei Santi Faustino e Giovita (presieduta da don Armando Nolli, parroco di San Faustino), che ha al suo interno i rappresentanti delle massime istituzioni cittadine, ha pensato a un calendario di iniziative (da gennaio ad aprile 2011 ovvero da Sant’Angela Merici a San Benedetto passando per i Patroni) per trasformare Brescia in una città per i giovani. L’aspirazione è quella di poter arrivare a una settimana di Festival per i giovani. Nel frattempo sono stati pensati diversi appuntamenti, alcuni di questi dedicati al mondo giovanile. In vicolo San Zenone 4 sabato 29 gennaio alle 17 viene inaugurata la mostra “Et noli contristari” curata dall’associazione per l’arte Le Stel-

le: resta aperta, fino al 15 febbraio, dalle 16 alle 19. Don Antonio Zani presenta (il 3 febbraio alle 18.15 nella libreria dell’Università cattolica di via Trieste) il volume “Mistero Cuore Speranza. Invito alla spiritualità ortodossa” di Vladimir Zelinski. Don Zani, docente di patrologia e teologia orientale presso la facoltà teologica dell’Italia settentrionale, illustra la più recente opera del sacerdote ortodosso russo, docente di lingua e civiltà russa presso la Cattolica; l’iniziativa è curata dalla Ccdc, la Cooperativa cattolico-democratica di cultura. Dal 5 al 13 febbraio la pastorale giovanile del centro storico ha ideato (l’allestimento è di Matteo Zubani) la mostra fotografica “Cari giovani del secolo che inizia…”: Giovanni Paolo ai giovani. Martedì 8 febbraio alle 17 i giovani ricercatori della Fondazione Brescia Musei inau-

Palazzo Loggia

Capitolium, edilizia sociale e centro sociale Capitolium, edilizia sociale e centro sociale. Sono questi alcuni dei temi illustrati, nell’ormai tradizionale appuntamento settimanale, dal sindaco Adriano Paroli, dal vice-sindaco Fabio Rolfi e dagli assessori Mario Labolani e Giorgio Maione, dedicato alle delibere e alle comunicazioni varate dalla Giunta comunale. Sull’area del Capitolium l’assessore ai Lavori pubblici Labolani ha ricordato il protocollo di intesa stipulato nel 2008 con il Ministero per la risistemazione dell’area archeologica e ha confermato l’istituzione di un tavolo di lavoro con l’obiettivo puntato alla riapertura al pubblico prevista nel 2012. Una cifra importante, per un totale di 656mila euro, è stata destinata ad opere straordinarie da eseguire sulle strutture, Villa Elisa, Istituti Arvedi 1 e 2, Achille Papa, Villa Palazzoli e Villa De Asmundis, gestite da Brescia Solidale o direttamente dai Servizi sociali e affidate ai Lavori pubblici. La Giunta ha inoltre stanziato 70mila euro per fare nella ex scuola Sorelli

la sede unica del Centro sociale della Circoscrizione Centro: un unico polo che racchiuda tutte le compagini assistenziali oggi sparse sul territorio del quartiere Carmine. “L’obiettivo – ha spiegato l’assessore alla Famiglia, Maione – è portare in un unico luogo l’attività delle assistenti sociali che oggi operano su sedi diverse. In questo modo si realizzerà un presidio completo e più funzionale per gli utenti che andrà peraltro a liberare spazi, che si possono rivelare preziosi per le attività del quartiere”. Un altro fronte riguarda la sperimentazione, in vigore dall’inizio dell’anno, dei nuovi criteri per la compilazione delle liste d’attesa delle case di riposo. “Finora l’accesso alle Rsa – ha spiegato Maione – avveniva rispettando il criterio cronologico delle richieste. Tale principio verrà sostituito da quello di gravità della condizione di non autosufficienza del richiedente”. Le nuove regole, per ora sperimentali, diverranno regolamento e hanno portato finora a

18 nuovi ingressi. Confermata per un altro anno la presenza del presidio dei Vigili del fuoco in via Borgosatollo, strategica per la vicinanza ad autostrada e tangenziali. “Un impegno – ha precisato il vice-sindaco Rolfi – di 200mila euro per la sede decentrata istituita con convenzione triennale nel 2008 che garantisce interventi più rapidi ed efficaci in una vasta area dell’hinterland bresciano”. La Giunta ha infine voluto testimoniare la propria vicinanza all’associazione “Cucina&Amicizia”, la cui sede di via Flero è stata oggetto, per la terza volta, di un furto. Rolfi, come aveva fatto sapere all’indomani dell’ignobile gesto, ha comunicato la disponibilità di una somma di 15mila euro destinata a riacquistare il materiale sottratto, attrezzature professionali per cucinare e alimenti, necessario per preparare i pasti caldi distribuiti dall’associazione “Camper Emergenza” ai poveri e agli emarginati e per la messa in sicurezza della struttura. (v.b.)


LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

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L’esperienza di Dutur Kaos

Un sorriso in corsia

La chiesa di San Faustino

gurano la mostra “I Santi Faustino e Giovita nelle testimonianze dei musei cittadini”: un percorso che testimonia il costante affetto della città per i suoi Santi Patroni. Sempre l’8 febbraio, ma alle 20.45, la sala della biblioteca dell’Università di via San Faustino ospita l’intervento del vescovo bresciano di Palestrina, mons. Domenico Sigalini, che si sofferma sul tema “I giovani sono/hanno speranza?”. Torna anche il concerto dei Santi Faustino e Giovita al Grande con l’orchestra Filarmonica italiana: mercoledì 16 febbraio alle 21 con le musiche di Mozart. Il programma delle celebrazioni religiose sarà riportato nelle prossime settimane, ma va anticipato il recupero di un’antica tradizione: i responsabili della città affidavano ai monaci la cera; in cambio l’abate portava al sindaco un galero rosso (un berret-

to cardinalizio): il cappello simboleggia la protezione. Fra le iniziative, merita una menzione la delegazione del Fai che domenica 27 marzo in italiano, inglese, francese, ucraino e arabo farà conoscere una parte di Brescia (il monastero dei Santi Faustino e Giovita, oggi sede dell’Università, e la Basilica dei Santi) ai nuovi residenti, ai cittadini immigrati, portatori di culture diverse. Anche e soprattutto da queste nuove generazioni passa il cambiamento di una città che vuole essere sempre più europea, aperta e in continua crescita. Gli eventi si allargano anche a tutto il territorio, basti pensare che sono 14 le parrocchie dedicate ai Santi Faustino e Giovita. Il calendario completo degli incontri si può consultare sul sito del Comune di Brescia. Per informazioni, www. comune.brescia.it.

Non è semplice portare un sorriso a chi soffre. Se partiamo da questo semplice assunto, non si può non valorizzare l’impegno settimanale (ogni domenica a partire dalle 14.30) di circa 70 persone che gratuitamente indossano gli abiti del clown, entrano all’Ospedale civile e cercano di divertire i piccoli pazienti ricoverati nei reparti di pediatria. Ovviamente non tutte le patologie sono uguali e, quindi, bisogna anche avere una buona preparazione psicologica. L’associazione bresciana è nata nel 2002 e ha la sua sede presso l’oratorio di Sant’Antonio. Un gruppo di persone unite dal desiderio di dedicare parte del loro tempo libero mettendosi a disposizione degli altri, soprattutto dei meno fortunati; cerchiamo di diffondere la nostra allegria attraverso bizzarri palloncini, strabilianti bolle di sapone, giochi di prestigio e magie di ogni genere, in un ambiente che apparentemente è l’opposto ovvero le stanze dei bambini ricoverati in ospedale, nei reparti di pediatria del Civile. L’idea di indossare un camice bianco decorato con disegni, stoffe e pupazzi e di inventarsi un nome di fantasia (Birba e Latte in polvere, solo per citarne due) è stata fin dagli esordi accolta con entusiasmo da tutti i componenti. Per autofinanziarsi, ma soprattutto per fare gruppo (componente essenziale per essere efficaci davanti ai ragazzi), organizzano anche degli spettacoli teatrali: sabato 26 febbraio alle 20.30 nella Sala della comunità di Provaglio d’Iseo mettono in scena il cartone animato “Madagascar”; l’ingresso è libero. Spesso sono chiamati anche da alcuni Comuni o enti per allestire dei momenti di gioco in occasione di alcune feste o manifestazioni. Nella formazione continua rientra anche l’apprendimento sul campo con la breve esperienza maturata con i clown del circo lo scorso novembre. Risulta molto interessante anche il progetto che è stato elaborato con una classe terza, indirizzo socio-pedagogico, delle Canossiane: lo scorso anno è stato affrontato il tema della geriatria con la visita anche alle Case di riposo, mentre quest’anno toccherà alla scuola audiofonetica di Mompiano. Parallelamente seguono alcuni incontri per sapere come meglio comportarsi in certi casi. A settembre inizia un nuovo corso (otto incontri) per formare dei nuovi clown, chi fosse interessato può mandare una segnalazione direttamente sul sito www.duturkaos.it. Ogni persona sarà contattata per un colloquio, anche perché il servizio che si va a compiere è importante. Il segreto? Quello di divertire, divertendosi. Ovviamente il primo requisito essenziale è di sapersi mettere in gioco.

Gli Alpini ricordano il 68° anniversario

Fare memoria di Nikolajewka Sabato 29 gennaio è in programma la celebrazione del 68° anniversario della Battaglia di Nikolajewka. Alle 14, presso la scuola Nikolajewka di Mompiano, è in programma la cerimonia commemorativa; alle 15.30 nel salone Vanvitelliano c’è un evento sul tema dei prigionieri di guerra nella Campagna di Russia. Alle 16.50 in piazza Loggia gli onori ai Caduti, mentre alle 17.10 in corteo da piazza della Loggia a piazza Paolo VI. Alle 17.30 il vescovo Monari celebra la Messa in Duomo in suffragio di tutti i Caduti. La manifestazione ha coinvolto, come consuetudine, anche gli studenti: in particolare nella mattinata di sabato 29 alle 10 alla scuola media “Tridentina” (alla presenza della fanfara Tridentina) e alla “Pascoli” (alla presenza del coro “Alte Cime” della sezione di Brescia).

Fondazione San Benedetto

Una giovane a Bruxelles Mario Mauro, europarlamentare, già vicepresidente del Parlamento europeo, attualmente presidente dell’Intergruppo per l’economia sociale e delegato dell’Osce contro razzismo e xenofobia, accoglierà nel suo ufficio una promettente studentessa bresciana della Fondazione San Benedetto per uno stage di tre mesi a Bruxelles. Elena Rabolli Pansera, 21 anni e iscritta al secondo anno di scienze politiche, è una dei 500 studenti che in questi cinque anni si sono diplomati alla Scuola di sussidiarietà della Fondazione, nata per volontà di Graziano Tarantini. Elena, che dal 28 gennaio sarà al lavoro nella capitale belga, ha già alle spalle un’esperienza di rappresentante degli studenti in Senato accademico e una padronanza dell’inglese e del francese, frutto di un anno negli Usa alle scuole superiori e di alcuni mesi a Parigi all’Alliance Française. È la terza studentessa della Fondazione che affronterà l’esperienza nell’ufficio di Bruxelles dell’on. Mauro e molti sono gli studenti pronti a partire per altri stage all’estero. “È stata una sorpresa – racconta Elena – non riesco ancora a credere che mi sia stata data questa possibilità e che tra qualche giorno sarò nel cuore dell’Europa a lavorare per l’on. Mauro che – continua la studentessa – conosco e ammiro per la sua appassionata difesa delle minoranze religiose e in particolare dei cristiani”.


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Brevi

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Manerbio

A teatro in oratorio per dare spazio alla persona Da febbraio a maggio, ogni mercoledì dalle 20.30 alle 22.30, nell’auditorium dell’oratorio San Filippo Neri, il “laboratorio teatrale 2011 codice T.E.A.T.R.O.” condotto da Paola Cannizzaro e Michele Beltrami. L’iniziativa è realizzata dalla cooperativa sociale “All’ombra del Baobab”. Info: 3475707725 o 0309381161.

San Paolo

Iniziative per la pace

Borgosatollo Sei incontri dall’8 febbraio

Si rinnova l’impegno socio-politico

L

La società, la Costituzione italiana, la libertà, l’uomo nella società, la legalità e i tempi e i modi della politica ovvero sei incontri per conoscere, approfondire e dialogare su alcune tematiche politiche e sociali. L’iniziativa, che ha il patrocinio del Comune, porta le firme dell’Azione cattolica, delle Acli e del Comitato per la pace. Il percorso socio-politico (da febbraio a dicembre) inizia martedì 8 febbraio con il collega Angelo Onger, che analizza la società italiana attraverso i cambiamenti e le evoluzioni degli ultimi 50 anni e tratteggia l’identikit della realtà contemporanea. Il 29 marzo tocca, invece, all’avv. Mario Gorlani presentare la Costituzione, spesso oggetto di richieste di revisione o adeguamento. Il concetto di libertà viene, invece, affrontato il 12 maggio dal prof. Luca Ghisleri, presidente del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale). Il 13 settembre al centro del dibattito c’è l’uomo nella società, mentre il 25 ottobre Pierpaolo Lanni spiega la legalità. Il percorso si con-

Weekend pieno di iniziative a San Paolo per concludere il mese di gennaio dedicato alla pace. Sabato 29, infatti, presso la chiesa parrocchiale della frazione Scarpizzolo alle ore 20.45 verrà eseguito dai locali pueri cantores un concerto per la pace. Domenica 30, invece, si terrà nel pomeriggio un “laboratorio della pace” dedicato ai bambini. Successivamente, alle ore 18, è stata organizzata, sull’esempio di quella di Assisi, una piccola “marcia della pace” che si snoderà per le vie del paese fino ad arrivare nella chiesa parrocchiale di San Paolo dove, alle ore 19, una solenne funzione, celebrata dal parroco don Alfredo Savoldi, concluderà il programma delle manifestazioni. (f.u.)

Borgosatollo

“Uomini di Dio” Venerdì 28 gennaio alle 21 presso il teatro comunale è in programma la proiezione (ingresso libero) di “Uomini di Dio”: la pellicola narra la storia del rapimento dei monaci benedettini del monastero di Tibhirine avvenuto nel 1996 in Algeria. Sabato 5 febbraio alle 21, sempre presso il teatro comunale, padre Lino Colosio, priore della comunità dei monaci trappisti “Madonna dell’Unione” di Boschi (Mondovì), incontra la comunità. Sarà l’occasione per conoscere meglio i protagonisti del film “Uomini di Dio” e le loro scelte.

di Luigi Zameli

Montichiari

Prorogata la mostra di Cattaneo clude il 6 dicembre con i tempi e i modi della politica. Sullo sfondo del percorso l’esortazione fatta da Benedetto XVI in occasione della 46ª Settimana sociale, perché la Chiesa ha scelto di scommettere sulla priorità della sfida educativa: “Si tratta di spendersi – questo l’auspicio di Benedetto XVI – nella formazione di coscienze cristiane mature, cioè aliene dall’egoismo, dalla cupidigia dei beni e dalla bramosia di carriera e, invece, coerenti con la fede professata, conoscitrici delle dinamiche culturali e sociali di questo tempo e capaci di assumere responsabilità pubbliche con competenza professionale e spirito di servizio. L’impegno socio-politico, con le risorse spirituali e le attitudini che richiede, rimane una vocazione alta, a cui la Chiesa invita a rispondere con umiltà e determinazione”. Gli incontri, che si tengono presso la biblioteca comunale di Borgosatollo in piazza Castello dalle ore 20.30, sono aperti a tutti. Per informazioni, sociopolitico.borgosatollo@libero.it.

Il grande successo ottenuto sino ad ora ha indotto il Comune e MontichiariMusei, enti organizzatori, a prorogare di un ulteriore mese, sino al 26 febbraio, la mostra di Tullio Cattaneo, vincitore della XX edizione del Premio Treccani degli Alfieri. La notizia è stata data durante una conferenza stampa indetta nei giorni scorsi a Palazzo Tabarino, sede dell’esposizione. “Sono particolarmente soddisfatta del folto pubblico che ha assiepato le sale della mostra – ha dichiarato il sindaco Elena Zanola – e per questo motivo si è deciso di offrire un’ulteriore opportunità di visita a coloro che ancora non fossero passati ad ammirare le oltre 60 splendide opere di Cattaneo, due delle quali acquistate dal Comune, le quali entreranno a far parte della Collezione Treccani”. Il Premio, quest’anno, taglia il traguardo dei quattro lustri e prosegue nella ricerca della qualità. Nato nel 1960, era stato sospeso dal 1979 al 1998, quindi ha ripreso con edizioni di prestigio aumentando di importanza e diventando biennale. La mostra, curata da Paolo Sacchini, rimane aperta, come detto, sino al 26 febbraio, con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, ad ingresso libero. Per ulteriori informazioni si può visitare il sito www.montichiarimusei.it o chiamare la segreteria di Palazzo Tabarino al numero 030/9650455. (f.m.)


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Inchiesta La Voce della Bassa Bresciana

Sottovoce

“Botteghe” di qualità Come si vive in centro? Vi presentiamo la realtà di Orzinuovi che occupa una posizione strategica

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Quello della qualità della vita è diventato, soprattutto negli ultimi tempi, un argomento su cui abbondano le analisi ma fanno difetto le sintesi. Una tesi largamente sostenuta è che oggi il poter vivere in un piccolo centro piuttosto che in una grande città sia, per la qualità della vita, un bel vantaggio. Tutto vero: un piccolo centro consente ancora (forse) la creazione di quella rete di relazioni sociali, di rapporti di buon vicinato indispensabili per il vivere bene. Molti altri sono i fattori che vanno elencati fra le note positive del vivere nei piccoli centri. C’è però un aspetto, non secondario, che qualche problema lo crea: quello della presenza dei servizi. Sempre più frequentemente si legge di proteste di paesi piccoli e piccolissimi per la dismissione di importanti servizi come, per esempio, le

di Massimo Venturelli

La prima pagina di gennaio

scuole e gli uffici postali. C’è un altro disservizio che, con la progressiva affermazione della grande distribuzione (che nel Bresciano ha ormai raggiunto record europei se non mondiali di concentrazione, ndr.), è andato facendosi sempre più pesante: quello della chiusura dei piccoli negozi di paese. Sino a qualche anno fa non c’era, anche nella Bassa, paese che non presentasse nella sua via o nella sua piazza centrale piccoli esercizi commerciali in grado di soddisfare tutti i bisogni. Il fornaio, il macellaio, il droghiere, la latteria, la farmacia diventavano il percorso obbligato di una quotidianità che si alimentava anche dei rapporti che nascevano in queste botteghe. C’era un legame di familiarità, quasi di mutuo aiuto (chi non ricorda i libretti su cui il panettiere o il macellaio annotava-

no gli acquisti della massaia che poi passava a pagare a fine settimana o a fine mese?) che legava il negoziante al cliente. Nelle botteghe dei centri storici passava tutta la vita di un paese. I tempi sono andati progressivamente mutando. È giunta la stagione che ha forzatamente considerati obsoleti i piccoli negozi a scapito dell’attrattiva dei grandi centri commerciali, capaci di diventare le nuove piazze di riferimento. Con il progressivo invecchiamento della popolazione qualcuno si è accorto che avere fuori dall’uscio di casa il fornaio semplificava la vita. E così anche le istituzioni che avevano sposato la filosofia dei grandi centri commerciali hanno fatto marcia indietro, prodigandosi in iniziative per recuperare quanto ormai perso o per cercare di dare ossigeno a chi, tenace-

Il centro è ancora una presenza viva all’interno della comunità. Nonostante tutto la Bassa bresciana da questo punto di vista è abbastanza fortunata. Basta attraversare in auto alcuni dei suoi centri grandi e piccoli per vedere come sia ancora considerevole il numero dei piccoli esercizi commerciali presenti. Certo, rispetto al passato, è magari cambiata la loro tipologia. Ma ancora resistono; la piazza di Orzinuovi è un esempio lampante anche se i problemi non mancano e le difficoltà sono sempre più consistenti. Importanti riconoscimenti a chi tenacemente difende il suo esercizio commerciale arrivano anche dalla Regione che da qualche anno ha istituito il premio per i negozi storici individuandone un buon numero anche nella Bassa. Nel 2010 sono stati premiati a Milzano “1905 Il Duca Minimo” nel settore ristorazione e a Orzivecchi la “Salumeria salumi e formaggi di Battaglia”: il commercio al dettaglio di carni e di prodotti a base di carne.

mente, ogni giorno ha continuato ad alzare la saracinesca della propria attività. Nello specifico andiamo a Orzinuovi. L’elegante passerella di negozi e bar di piazza Vittorio Emanuele e la posizione strategica a metà tra Brescia e Cremona sono due degli ingredienti che hanno reso Orzinuovi il distretto commerciale più importante della Bassa. Eppure la concorrenza della grande distribuzione getta non poche ombre sul destino delle attività storiche, accerchiate dai centri commerciali che spuntano ovunque nei paesi limitrofi. Per sostenere i commercianti del centro, l’amministrazione comunale è intervenuta con l’assegnazione di fondi per ristrutturare i locali e organizzando una fitta rete di eventi in collaborazione con le associazioni di categoria, i sindacati e la Pro loco.

Brevi

Capriano del Colle

Ghedi

L’Aquilone vola in alto

“Religioni d’Oriente”

L’asilo nido “Aquilone” di Fenili Belasi è decollato. Solo lo scorso anno il Comune di Capriano del Colle aveva attivato, in forma sperimentale, un servizio di asilo nido e l’esperienza era stata appoggiata dall’oratorio. All’inizio i bambini che frequentavano il nido erano soltanto quattro. Ma entro la fine dell’anno, sulla base delle iscrizioni, i bambini diventeranno 10. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati circa due anni fa – ha riferito l’assessore Agostino Carrieri –. Per incrementare i servizi di supporto alle famiglie, questa amministrazione comunale, che fra qualche mese conclude il suo mandato, ha voluto finanziarie e creare questo nuovo servizio per andare incontro alla richiesta delle famiglie”. La sede di Fenili Belasi può ospitare sino ad un massimo di 16 bambini che possono frequentare sia part time, cioè mezza giornata, che a tempo pieno. A occuparsi della gestione è la cooperativa “Tempo Libero” di Brescia.

C’è una diffusa ignoranza dei contenuti religiosi, figurarsi se in questione ci sono realtà lontane da noi caratterizzate da culture e storie molto differenti. La parrocchia di Ghedi con la commissione per la pastorale sociale propone “Conoscere per dialogare”: si tratta di un percorso di formazione al dialogo interculturale e interreligioso. Mercoledì 2 febbraio don Pierluigi Pizzamiglio, docente di teologia all’Università cattolica di Brescia, già missionario in Bangladesh, affronta il tema “Le religioni d’Oriente”. L’appuntamento è in programma alle ore 20.30 presso la Casa del giovane. L’incontro è aperto a tutti.


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Ucid della Bassa bresciana

“Il bicchiere mezzo pieno, dite qualcosa di cristiano”

Montirone A settembre aumentano le sezioni

L’asilo guarda con fiducia al futuro

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Qualche mese fa sembrava solo un sogno; oggi è una bella realtà. Stiamo parlando della riapertura dell’asilo infantile di Montirone. “Per tanti genitori che credono nelle scuole cattoliche questa riapertura è un sogno e un sollievo – ha riferito Agostino Spagnoli, presidente dell’associazione di genitori cattolici Santa Maria Crocifissa. Un sogno perché veder risorgere il nostro asilo è una grande emozione; un sollievo perché molti di noi portano i loro figli in scuole cattoliche di altri Comuni”. La struttura, un tempo gestita dalle suore Ancelle della Carita è stata riaperta dopo 25 anni di chiusura. Attualmente la scuola è aperta e funzionante, con una sezione di bambini. Ma dal prossimo anno scolastico le sezioni saranno due. Chi fosse interessato ad iscrivere i propri figli può farlo chiamando il 335-5315729. “Se questa scuola ha ripreso a funzionare – ha proseguito il presidente – il merito va al lavoro dei genitori della succitata associazione con i quali hanno collaborato

di Maria Teresa Marchioni

le suore Ancelle della Carità, la parrocchia e l’amministrazione comunale. Quello che ha portato alla riapertura della nostra scuola materna è stato un percorso molto difficile, costellato di varie difficoltà, indifferenza e pure critiche di persone che contestavano la riapertura di una scuola cattolica nel nostro paese. Ma siamo riusciti comunque a raggiungere questo obiettivo. Tra i componenti dell’Associazione c’è una convinzione: la scuola non è nata per contrapporsi o fare concorrenza alle altre scuole, ma per coesistere e dare una pari opportunità di scelta di istruzione cattolica alle nostre giovani famiglie e alle future generazioni”. Un ringraziamento particolare, chiude Agostino Spagnoli, “va alla famiglia Lechi, che anni fa donò alle suore Ancelle della Carità l’incantevole posto dove sorge ora la scuola dell’infanzia. La comunità di Montirone sarà sempre grata alla reverenda Madre superiore Carmela Zaninoni e a tutto il consiglio della congregazione delle Ancelle della Carità”.

Il 10 agosto 1894 a Manerbio avvenne la fondazione della Cassa Rurale per iniziativa di don Pietro Piazza e don Eugenio Casaghi, primo presidente di quella realta che affrontò i problemi dell’epoca. Era il tempo della Rerum Novarum di Leone XIII che diede impulso alla cooperazione anche nel credito. La sede fu posta in una stanza dell’oratorio. Passato più di un secolo, l’evento è stato ricordato nel corso del convegno della sezione Ucid della Bassa Bresciana coordinato dal presidente Giuseppe Pozzi: “Il bicchiere mezzo pieno. Dite qualcosa di cristiano”. Ancora all’oratorio per dibattere l’attualità con l’intervento di Marco Vitale, esperto d’impresa, che analizzando la situazione attuale spiega come “la corruzione è parte integrante della cultura dei partiti ed è discesa, con maggiori o minori resistenze, nella società “. Vitale ha ricordato De Gasperi, Sturzo, Mazzolari, Dossetti, “cattolici dimenticati nominati con senso di timore” nell’affermare che è possibile nuovo sviluppo per il recupero dell’occupazione valorizzando la media e piccola impresa e impostando la ricerca per rendere il nostro mercato competitivo in settori quali la meccanica di precisione, l’agricoltura, l’agroalimentare e l’enogastronomia, comparti di grandissimo interesse. Ma è indispensabile “dire qualcosa di cristiano” recuperare normalità di fondo nei rapporti tra politica e cattolici. Una risposta è venuta da Alberto Cavalli, sottosegretario del presidente all’Università e ricerca della Lombardia, il quale ha riferito di recenti provvedimenti regionali destinati a imprese della rete dei programmi aerospaziali e della chimica nei quali pubblico e privato sono affiancati nell’investire per la ricerca. Programmi per il territorio sono stati illustrati dai direttori degli istituti bancari Fabio Codeluppi dell’Agrobresciano, e Luigi Pettinati di Cassapadana, che ha informato del prossimo viaggio in Cina organizzato dalla fondazione Dominato Leonense per una trentina di titolari di piccole imprese, premessa al soggiorno nella Bassa di operatori cinesi interessati a conoscere le esperienze del territorio. Altri interventi: la presidente provinciale dell’Ucid, Pia Cittadini (“Attenzione alle nostre radici e al magistero della Chiesa”) e don Giuseppe Castellanelli (“Insieme nell’autonomia di gruppi e associazioni nella Chiesa che è sinfonia di idee”).

Bagnolo Mella

Marinoni pronto a ripartire A febbraio, 82 anni, 42 dei quali passati in Africa, in Burundi, come libero volontario, falegname ma anche muratore, meccanico, idraulico: Guido Marinoni, arrivato a Bagnolo a Santa Lucia, sta già pensando alle valigie da preparare per febbraio. Conterranno una smerigliatrice, due mole, una macchina per fare le chiavi, altra ferramenta e 4 punte per la combinata della falegnameria di suor Candida, che ha 400 handicappati da gestire. Guido Marinoni da sempre va e viene dal Burundi con la lista del materiale occorrente. A Mugutu, nella nuova missione costruita dalle Suore Operaie di Botticino, con suor Ignazia Ferrari, 75 anni da Caino in qualità di capomastro, un’opera poderosa costata due anni di lavoro e per la quale anche “Cuore Amico” si è speso generosamente. Guido è anima della falegnameria, che è parte integrante della struttura, nella quale ha costruito tutto l’arredo della missione: sedie, panche, tavoli, armadi, banchi della scuola. Guido però a Mugutu è riferimento fondamentale anche perché qui sta per prendere il via la scuola per falegnameria: quattro aule, un centinaio di allievi. Negli oltre 40 anni di Burundi, dopo una lunga permanenza a Kiremba, Guido Marinoni ha fatto crescere un centinaio di falegnami, una ventina di muratori e qualche meccanico, senza contare quelli che gli sono stati uccisi nei vari scontri interetnici. (l.a.)

Guido Marinoni


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Inzino Riconoscimento nazionale ad Assisi

Sport in oratorio, che passione L’Uso vanta un primato invidiabile: dal 1948 a oggi ha educato migliaia di ragazzi. Il sodalizio è stato premiato con il “Discobolo d’oro al merito”

Q

di Edmondo Bertussi

Quando lo sport è una risposta alla passione educativa. L’Uso (Unione sportiva oratorio) di Inzino vanta un primato invidiabile: è stata fondata nel marzo 1948 e ha il numero 9 di iscrizione al Csi. Nel 2002 Ginetto Pedersoli da quarant’anni impegnato, giocatore, allenatore, dirigente, presidente per 17 anni, ora presidente onorario, ha ricevuto ad Assisi il “Discobolo d’oro al merito” assegnato alla società, uno dei più alti attestati nazionali per coloro che nel corso degli anni abbiano generosamente dedicato un’ampia parte della loro vita al Csi e ai suoi ideali sportivo-educativi. Arriva così anche un riconoscimento ufficiale per una grande storia che continua, pezzo importante di quella dell’intera comunità inzinese e non solo: lo stemma a buona ragione è quello storico riprodotto sul frontespizio dello statuto di Valtrompia del 1576 e attuale della Comunità montana. Una realtà che nel 1948 andava ben al di là del puro fatto sportivo: allora il calcio, oltre alle corse a piedi era l’unica attività possibile grazie appunto agli oratori attenti a unire

La squadra under 10 dell’Uso Inzino

momenti di divertimento e di educazione. Lì la “mens sana” contava più dell’ “in corpore sano”: se non si era andati alla Messa domenicale succedeva di dover saltare la partita. Attaccata alle sue radici, l’Uso Inzino, sicuramente, grazie all’entusiasmo dei dirigenti, dei giocatori e della tifoseria, con il quale sono state e vengono superate tante difficoltà, ancora oggi è rimasta un punto di riferimento e modello di organizzazione per i gruppi sportivi dei Comuni limitrofi. La società vede impegnate oltre 150 persone e ora è presieduta (dal 2007) da Pierfrancesco Palini con vice Gianpietro Ramanzin e rappresentante ecclesiastico don Giorgio Houry. Come augurio di buon anno alla sua comunità, ha curato una bella pubblicazione a colori col titolo “Le figurine”: dopo un sintetico elenco di dirigenza e staff impegnati (dagli allenatori ai magazzinieri), ne riassume brevemente la storia, e ne dà l’immagine simpatica con la “figurina” degli atleti di tutte le sue squadre della stagio-

ne 2010/2011: le cinque di calcio (open, juniores, under 14, under 10, scuola calcio), pallavolo femminile (fondata nel 1998 e già vincitrice di due coppe “Disciplina”) e ultima novità la Kick Boxing (misto di “contatti” da pugilato e karate con casco e guantoni). Insieme foto storiche di squadre mitiche di calcio degli anni 60/70: periodo d’oro con sei campionati vinti come “Dilettanti” (cinque consecutivi) e quattro di “Allievi”. Le sue ultime vittorie risalgono al 1991 con la squadra “Allievi”, nel 1996/1997 con i “Giovanissimi” e nel 2007, con la categoria “Open”. È stato realizzato da Roberto Favalli, responsabile dell’aggiornatissimo sito internet www.usoinzino.it e c’è il progetto di una storia completa: è in corso la ricerca dei documenti . Ricordare i nomi di una storia che ha come motto “amicizia, rispetto e condivisione” è riduttivo, ma uno è doveroso: don Nicola Bragadina che (accanto al Coro Inzino, al Teatro e ad altre iniziative) negli anni Sessanta realizzò l’invidiato impianto di illuminazione del campo.

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LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

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Ponte Zanano Dal giugno 2009

Palco Libero: esordienti a teatro Alcuni giovani, provenienti da varie esperienze culturali e teatrali, hanno ideato una realtà che vuole coinvolgere anche gli spettatori

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Una scatola magica d’improvvisazioni e di intrattenimento artistico, rifugio e scena per esordienti traballanti, intrepidi talenti locali. Tutto questo è Palco Libero. Ma cos’è Palco Libero? Innanzitutto, è il nome scelto nel giugno 2009 da 12 giovani valtriumplini per la loro compagnia teatrale che si riunisce a Ponte Zanano nella sede dell’associazione Treatro. Una preferenza nominativa che rispecchia soprattutto l’idea fondamentale della loro filosofia. La spinta iniziale alla realizzazione del progetto è scaturita dalla nascita di una compagnia teatra-

di Daniela Fedrigo

le di giovani valtrumplini, provenienti da varie esperienze teatrali e culturali in genere: la compagnia è composta da laureati in materie umanistiche: lettere, archeologia, filosofia, beni culturali, dams), per la messa in scena di un testo originale rappresentato al Cinema Teatro di Inzino il 13 giugno 2009. Molti di quei componenti hanno poi iniziato una più stretta collaborazione con l’associazione culturale Treatro che li aveva seguiti nella realizzazione della pièce. Un principio di base che per tutta questa stagione sarà molto più sentito rispetto all’anno scorso: “Il

nostro palco non ha un limite – spiega uno dei ragazzi – l’intento è di riuscire a coinvolgere anche gli spettatori, invitandoli a intervenire nello spettacolo qualora volessero offrire la propria partecipazione. Quest’anno puntiamo parecchio sull’improvvisazione e sulla collaborazione di tutti affinché ciascuno si senta fisicamente parte di ciò che lo circonda”. Il palco non è quindi uno sterile schermo, anzi si può arricchire grazie agli astanti che sono chiamati a formare un pubblico interattivo. Ad esempio, una tra le recenti serate allestite da Palco Libero aveva come tema le Città Invisibili: i personaggi cercavano di rievocare tramite i gesti una città a loro piacimento, posizionandosi letteralmente qua e là tra il pubblico così da invitare la persona accanto a fare altrettanto per costruire uno spettacolo sempre più ricco. Ritroviamo

Lumezzane

La differenziata raggiunge l’umido Già da quest’inizio 2011 è stata programmata l’iniziativa ecologica che in primavera porterà all’attivazione del servizio di raccolta differenziata della Forsu (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani). “Lumezzane – dice l’assessore all’Ambiente Andrea Capuzzi – aderirà in questo modo alla proposta della Provincia per la raccolta dell’organico, che la società Aprica ha messo a punto già da tempo. Tutto il rifiuto organico verrà conferito a un impianto di compostaggio a Bagnolo Mella, consentendo così la riduzione dei rifiuti indifferenziati che la gente porta nei cassonetti grigi. In sostanza a tutte le famiglie lumezzanesi verrà distribuito gratuitamente il kit per la separazione in casa dei rifiuti organici (in genere scarti da cucina), composto da un cestello e da una ventina di sacchetti biodegradabili appositamente studiati per la raccolta di questo genere di rifiuti e in numero sufficiente a coprire il fabbisogno dei primi mesi. A consegnare il kit e spiegare il funzionamento dell’iniziativa il kit saranno persone conosciute che fanno parte delle associazioni presenti sul territorio – continua Andrea Capuzzi –; una raccolta che, oltre alle circa 9.300 famiglie lumezzanesi, interesserà anche un centinaio di utenze commerciali produttrici di scarti organici: ortofrutta, mense, supermercati, la clinica Maugeri e la

residenza Le Rondini”. Un’iniziativa che intende favorire lo sviluppo di una coscienza ecologica e che sarà favorita anche dal posizionamento di 80 nuovi cassonetti di color marrone (ciascuno con un volume di 2,4 metri cubi), dove le persone dovranno portare il sacchetto pieno. Nel complesso, l’attivazione del servizio ha comportato un impegno di 170mila euro dei quali 35mila euro erogati dal Comune (derivanti in parte da accantonamenti sulle tariffe rifiuti degli anni precedent), 15mila euro a carico del gestore del servizio di igiene urbana Aprica e i restanti 120mila euro come contributo dell’assessorato provinciale all’Ambiente. “Riteniamo che oltre ai benefici ambientali – chiude l’assessore Capuzzi –, vi sarà anche un beneficio economico per la popolazione, in considerazione del fatto che la parte di rifiuti organici si attesta attorno al 30% degli attuali rifiuti indifferenziati. Tutto ciò consentirà la diminuzione di questi ultimi, con la conseguente diminuzione anche del numero dei cassonetti grigi. Un’iniziativa che consideriamo di fondamentale importanza per Lumezzane e che da qui alla prossima primavera cercheremo di far conoscere, allestendo gazebo informativi durante i mercati settimanali, distribuendo dépliant esplicativi e organizzando incontri presso gli istituti scolastici”. (a.a.)

tale filosofia anche in Rotopalco, la rivista pubblicata ad opera di Palco Libero, dove ognuno ha la possibilità di scrivere, di inviare disegni o poesie e di contribuire alla buona riuscita del numero. La stagione di Palco Libero continua quindi sulla scia del coinvolgimento e della collaborazione: in programma a breve anche uno spettacolo su Pasolini, nel quale i ragazzi contano di impegnarsi per regalarci una serata leggermente diversa, più seria e meno improvvisata: “Intendiamo non solo citarlo, ma anche creare un contatto diretto col suo pensiero, mettendone in scena la funzione tramite un corpo: per l’appunto, il contatto diretto con il pubblico”. Per saperne di più su Palco Libero è possibile contattare il gruppo su Facebook o visitare il sito www.palcolibero.it.


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Capo di Ponte Comunità montana

Il turismo a una svolta Gli Stati generali hanno evidenziato che più che un servizio è necessario proporre un’esperienza

C

Capo di Ponte ha ospitato due giorni di “Stati generali del turismo”, per parlare, approfondire, coordinare e trovare soluzioni al tema forte del turismo. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Comunità montana di Valle Camonica che, tramite l’assessore Antonella Rivadossi, ha saputo schierare una folta rappresentativa nazionale e internazionale di veri esperti che si sono alternati a ragionare, documentare e proporre iniziative per il futuro turistico di una delle più belle valli alpine. “Diverse esperienze per un comune accordo”, recitava la proposta intorno alla quale hanno ragionato in molti. Tra questi, il prof. Giancarlo Dall’ Ara, docente di marketing del turismo a Perugia, che nel suo intervento sul “Marketing dei ser-

di Franco Garattini

Il monastero benedettino a Capo di Ponte

vizi” sempre più in crisi perché, ha affermato “...Più del servizio è importante proporre un‘esperienza. È sempre più chiaro che il turista deve poter percepire l’anima di un paesaggio attraverso il racconto di operatori che sanno risvegliare lo sguardo curioso del viandante...”. Di “Risorse del paesaggio” ha poi parlato Marcella Schmidt, docente di geografia presso la facoltà di Scienze della Formazione di Milano, che ha descritto il percorso dell’uomo rispetto alla montagna come luogo di forte valenza simbolico-spirituale. Isabelle Baugè, docente alla Technische Universität di Berlino e l’architetto Roberto Maggioni, titolare del Maggioni Tourist Marketing di Berlino hanno portato l’esperienza tedesca e francese, evidenziando la

necessità di un’offerta riconoscibile, continuativa e rispondente alle promesse. Infine il ricercatore multimediale, Boris Savoldelli, ha trattato la presenza turistica sul “Web”, da cui emerge sostanzialmente il senso di smarrimento da parte del navigatore virtuale alla ricerca di proposte serie e rispondenti. Servono, quindi, strumenti di controllo e di superiore armonizzazione del prodotto comunicato, che non può esimersi dall’esprimersi anche in molte lingue del mondo. L’incontro di Capo di Ponte è stato aperto da un work-shop nel quale operatori di vari settori turistici della Valle hanno incontrato gli esperti. Il risultato di partecipazione non è mancato e nemmeno l’ottimo livello complessivo: ora tocca ai soggetti pubblici,

Regione Lombardia, Provincia di Brescia, Comunità montana e Bim di Vallecamonica, oltre agli Amministratori locali, fare quadrato con gli imprenditori privati con lo scopo di fare sistema per promuovere il territorio camuno. Lo hanno ben sottolineato il console del Touring Club per Brescia Giuliano Terzi e l’assessore al Commercio e Turismo della Regione Lombardia Stefano Maullu che ha sottolineato l’esigenza di rafforzare l’azione di promozione turistica regionale che si basa sulla sussidiarietà e sulla valorizzazione dei marchi tipici locali. Il futuro, si è detto ancora, dovrà saper sfruttare tutto il meglio, partendo dalle nuove tecnologie con prenotazioni on line e informazioni sui telefoni cellulari e sui palmari.

Brevi

Comunità montana

Breno

Le incisioni bloccano Terna

“La Bèla de Bré”

È incominciato, anche se procede un po’ a rilento, l’interramento delle linee aeree Terna ad alta tensione in Valcamonica. Ne ha dato notizia in Comunità montana Fabio Angelo Fanetti, assessore alle Grandi infrastrutture, innovazione tecnologica, industria, artigianato. Da sistemare sottoterra quasi 50 chilometri entro la scadenza del 2012. Giovan Battista Sangalli è il funzionario responsabile che continua a monitorare l’operazione e a pungolare le imprese incaricate del lavoro. Ma, per esempio, la Soprintendenza archeologica di Milano, tra Forno d’Allione e Cedegolo ha individuato un’area estesa di rocce con possibili incisioni preistoriche: bisognerà pensare a una variante di tracciato previsto. Una volta rimossi i tralicci bisognerà vigilare che venga tolto anche il basamento in cemento. E per le molte linee della bassa Valle? Si tratterà. Per adesso tocca solo alla parte alta.

Comune di Breno, Comitato pro casa albergo anziani, in collaborazione con Pro loco e Centro culturale teatro camuno, Comunità montana, Bim, Fondazione “Ente Celeri” organizzano per il 27, 28 e 29 di gennaio la prima edizione de “La Bèla de Bré”, un concorso dedicato alle giovani donne dai 15 ai 25 anni. La manifestazione intende rievocare l’antica consuetudine del “Giüedè de le Bèle” (Giovedì delle belle): quindi bancarelle, degustazioni, elezione della più bella, mostra fotografica di Battista Sedani, conversazione storico-folkloristica di Franca Avancini Pezzotti e una finale cena benefica. La festa fa rivivere un’antica e gentile tradizione, cui fa cenno anche padre Gregorio Brunelli nel suo “Curiosi Trattenimenti”.


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

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L’opera costerà 386 milioni di euro

Il traforo del Mortirolo: dopo le parole, l’ora dei fatti

Ponte di Legno Pubblicazione

Don Antonioli: le stagioni della fede

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È uscito il volume “Don Giovanni Antonioli: le stagioni del cuore e della fede” (“Piccolifuochi”, Esine) di Elisabetta Massoli. La prefazione è stata affidata a mons. Gabriele Filippini che ricorda la lunga collaborazione di don Giovanni con “La Voce del Popolo” (1972-1992), definendolo “una delle figure più belle e luminose del clero bresciano del Novecento” e ancora: “Un prete completo e affascinante”. Nella brevissima introduzione l’autrice dice d’aver utilizzato, per attendere alla sua ricerca, la fonte della collezione dei bollettini parrocchiali di Ponte di Legno. Don Antonioli (Monno, 1917 - Esine, 1992) fu infatti parroco della cittadina dell’alta Valcamonica dal 1947 al 1979. Un’infanzia povera, ma particolarmente arricchita da una dolcissima figura materna, dal singolare contributo di una nonna dagli insegnamenti sapienziali, dall’esempio onesto e laborioso del padre. Dopo le elementari entra nel Seminario diocesano: viene ordinato sacerdote, dal vescovo mons. Gia-

pagina a cura di Ermete Giorgi

cinto Tredici, nel giugno 1941, in piena Seconda guerra mondiale. Viene destinato curato a Ponte di Legno e qui conosce Giovan Battista Montini. È attivo nelle “Fiamme Verdi”, movimento bresciano della Resistenza. Nel 1946 è parroco a Pezzo; nel 1947 viene nominato parroco di Ponte di Legno, incarico che rivestirà sino al 1979. Nel 1952 conosce e diventa amico di padre Stanislao Breton, dottore alla Sorbona e docente di Metafisica all’Istituto cattolico di Parigi. Durante la sua vita il Nostro ha scritto molto; qualche titolo: “Uomo tra gli uomini” (1966), “Mestiere, ministero, mistero” (1979), “L’ospite più strano” (1983), “Il mio prossimo, il mio paradiso” (1986). Col passare del tempo riesce a incarnare in sé le beatitudini: povertà, mitezza, misericordia, umiltà. Ma è ormai il momento della visita degli ospiti più strani: la malattia e il dolore. Nel 1970 gli viene diagnosticato il morbo di Parkinson. Viene trasferito, come rettore, nella stupenda chiesa di Santa Maria in Esine.

Ma allora questo benedetto traforo del Mortirolo (di cui peraltro si parla da una vita) si fa, o non si fa? L’assessore provinciale bresciano (e camuno) Corrado Ghirardelli e il suo omologo valtellinese Pierpaolo Corradini, giovani e pieni di entusiasmo, giurano di sì; l’assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità, Raffaele Cattaneo, invece, sembra frenare: è necessaria una seria analisi dei costi-ricavi, occorre puntare sulla cattura di forme nuove di finanziamento, non ha più senso aspettarsi sovvenzioni statali, erogazioni regionali, sussidi europei. Una cosa – dopo tanti confronti, controversie, dibattiti – sembra certa: se si farà, il tunnel sarà senz’altro ferroviario. L’idea della galleria autostradale pare tramontata. L’opera costerà all’incirca 386 milioni di euro. Questa la radiografia della situazione emersa dall’incontro di Boario Terme, nel corso del quale è stato presentato lo studio di fattibilità per il collegamento Valcamonica-Valtellina tramite una galleria di circa 14 chilometri da scavarsi ai piedi del Mortirolo. Con la firma di un apposito protocollo d’intesa, nel 2010 le amministrazioni provinciali di Brescia e di Sondrio si sono impegnate a definire uno scenario infrastrutturale sostenibile per realizzare il manufatto, sulla scorta dei risultati degli studi effettuati negli ultimi decenni per conto di vari committenti (Regione, Provincia, Comunità montana, ecc.). È stata formulata una proposta di fattibilità tecnica, secondo la specifica prospettiva di minimo impatto ambientale e territoriale, ridotta occupazione del suolo, limitate interferenze con le aree e le attività antropiche di fondovalle. Qualche dato tecnico: tunnel principale e galleria parallela di servizio e sicurezza, scavati con fresa circolare; doppio scartamento coassiale, per permettere il transito fino a Edolo dei convogli della ferrovia Retica (il trenino rosso del Bernina, da poco patrocinato dall’Unesco come patrimonio culturale dell’umanità); tempi di percorrenza di 12/14 minuti; possibilità di treni-navetta con servizio auto; tempi di trasporto auto di circa 25 minuti, sul modello del tunnel del Vareina; eventuali sviluppi ulteriori tramite una connessione attraverso il Tonale all’esistente ferrovia Trento-Malé-Marilleva 900; prosecuzione della ferrovia oltre Tirano, verso Bormio; necessità di almeno 2.300 passeggeri medi giornalieri.

Pubblicazione

“Itinera” è in rete È un’autorevole rivista nota in Valcamonica e fuori. Si occupa di illustrare le bellezze della vallata soprattutto coll’intento di proporsi come strumento didattico per una eventuale visita al territorio camuno. Il fondatore-direttore Luigi Domenighini, con i suoi collaboratori, è profondamente convinto che “…il turismo culturale e in particolare il turismo scolastico costituiscano un campo in cui valga la pena di impegnare le energie e le sinergie degli enti, degli organismi e dei singoli che abbiano la concreta volontà di far conoscere l’immenso patrimonio che la Valle racchiude”. Nata nel 1998, la pubblicazione è felicemente entrata nel suo 13° anno di vita; sono stati pubblicati 10 fascicoli e per terminare il progetto manca soltanto ancora il numero 11. I primi numeri sono esauriti: si è però pensato di ovviare mettendo tutti i fascicoli in rete; gli itinerari quindi sono scaricabili dal sito internet www.voli.bs.it/itinera. Dopo le monografie rivolte a musei, incisioni rupestri, centri di educazione ambientale e agriturismo, castelli, torri e fortificazioni, Valcamonica preistorica e romana, architettura e pittura, Romanino, Callisto Piazza, Paolo da Caylina, sculture lignee, parchi naturalistici, la penultima pubblicazione è stata dedicata alle “Settimane bianche”.


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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Lettera aperta Eucaristia domenicale

Cari genitori, la messa è una priorità I sacerdoti di Bornato, Calino, Cazzago e Pedrocca hanno preso carta e penna e hanno scritto alle loro comunità cristiane La parrocchiale di Bornato

I

di Luciano Febbrari

I ragazzi partecipano all’iniziazione cristiana, ma non alla Santa Messa domenicale. Siamo in Franciacorta, ma il discorso potrebbe essere esteso a gran parte del territorio. Di recente i sacerdoti di Bornato, Calino, Cazzago e Pedrocca hanno letto uno scritto durante le Sante Messe per chiamare alla responsabilitĂ i genitori. SĂŹ, si può deďŹ nire una chiamata alla responsabilitĂ , non una semplice presa di posizione. Le parole dei sacerdoti vogliono essere uno “stimolo a ripensare alla nostra vita di fede, dentro quella grande e affascinante responsabilitĂ di essere educatori anche nella fedeâ€?. La questione è seria e interroga la famiglia in quanto tale; il termine utilizzato è “preoccupazioneâ€?. “Pur considerando che per alcuni il luogo della partecipazione alla Messa non sia la propria parrocchia, perchĂŠ si trovano dai nonni, alcuni vanno ai Santuari o partecipano a manifestazioni religiose... riteniamo che per tanti la domenica non sia proprio il giorno del Signore prescritto nel comandamento: ‘Ricordati di santiďŹ care le feste’â€?. Spesso sulla scelta di non parte-

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cipare alla Santa Messa incide “la pigrizia o l’anteporre al Signore altre occupazioniâ€?. La questione è proprio tutta in questa considerazione, cioè se queste occupazioni “tolgono la precedenza al Signore, allore forse GesĂš non è proprio il ‘cuore’ della vita cristianaâ€?. Certo la responsabilitĂ ultima non è da ascrivere ai bambini, anche perchĂŠ le parole di educatori e catechisti rischiano di cadere nel vuoto se il padre e la madre non vanno a Messa. DifďŹ cile, quindi, raccomandare la partecipazione, quando il contesto in cui vivono piĂš tempo (la famiglia) non favorisce questo impegno. “Ecco perchĂŠ abbiamo pensato − scrivono don Andrea, don Paolo, don Luigi e don Elio − a questa lettera: per invitarvi a riconsiderare, se necessario, le scelte fatte in famiglia. La Messa, come testimonianza di fede e di amore a GesĂš, non dovrebbe mai mancare. Al primo posto l’incontro con GesĂš nel sacramento dell’eucaristia, poi tutto quello che, pur essendo buono e bello e valido, trae valore solo dal fatto che è dono di Dio per noiâ€?. Essere educatori nella fede non è

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e non può essere un gioco. A maggior ragione in comunitĂ che si dicono con convinzione cristiane, speriamo non solo per tradizione. La sďŹ da oggi è proprio quella lanciata dal nuovo cammino di iniziazione cristiana, che è nato proprio per rinnovare sĂŹ lo stile dell’annuncio della catechesi, ma soprattutto per coinvolgere i genitori in prima persona, per renderli coprotagonisti del percorso di crescita dei loro ďŹ gli nella fede. La chiusura della missiva è un richiamo alla speranza “di condividere sempre di piĂš la grande e bella gioia di essere educatori nella fedeâ€?. Come abbiamo scritto in apertura molto probabilmente la riessione portata avanti a Bornato, Calino, Cazzago e Pedrocca trova casi similari in tutta la diocesi e interroga tutte le comunitĂ parrocchiali. Sono diverse le realtĂ che hanno messo all’attenzione dei loro consigli pastorali la centralitĂ dell’eucaristia domenicale, partendo proprio dalle ultime due lettere pastorali del vescovo Monari “Un solo pane, un unico corpoâ€? e “Tutti siano una sola cosaâ€?.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

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Erbusco

Il debutto della Scuola italiana di potatura della vite

Gussago Otto appuntamenti

Averoldi, patrimonio da riscoprire

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Otto incontri per riscoprire la figura di “Giulio Antonio Averoldi”. Otto incontri che si svilupperanno in un percorso culturale di mostre visite e escursioni lungo un intero anno. Il sipario sul ricco calendario di eventi si aprirà il prossimo 28 febbraio, quando la conferenza “Le scelte passioni: Gussago riscopre la figura di Giulio Antonio Averoldi”, darà il via alla serie di eventi coordinati da Vittorio Nichilo nati dalla collaborazione tre l’Amministrazione comunale gussaghese, la Fondazione Civiltà Bresciana e le delegazioni di Brescia e della Franciacorta del Fai. “Il valore aggiunto di questa serie di appuntamenti – ha sottolineato il sindaco di Gussago Lucia Lazzari –, oltre a quello di valorizzare il patrimonio gussaghese, è quello di vedere una profonda sinergia tra le associazioni e i diversi assessorati coinvolti”. “Averoldi è una figura che merita di essere riscoperta – ha spiegato il curatore Vittorio Nichilo –, una figura che ha vissuto per lungo

La Scuola italiana di potatura della vite, itinerante e unica nel suo genere non solo in Italia ma a livello internazionale, apre la sua unica sede lombarda in Franciacorta, nella tenuta Bellavista di Erbusco, in partnership con Terra Moretti. I corsi si svolgeranno dal 3 al 5 febbraio: la mattina si terrà la parte teorica e nel pomeriggio quella pratica in vigna per gli interventi sul legno in fase di potatura. Seguiranno altre lezioni in tarda primavera, per la gestione del verde. Creata dai due tecnici friulani Marco Simonit e Pier Paolo Sirch, i Preparatori d’uva, dopo oltre 20 anni di lavoro sperimentale nei vigneti di tutt’Italia, la Scuola italiana di potatura della vite è un centro di formazione permanente, aperto a viticoltori e non. Una scuola itinerante, con sedi nelle principali regioni del vino italiane, istituita in collaborazione con prestigiose università e istituti di ricerca interessati al Metodo Simonit&Sirch di potatura dolce della vite: Terra Moretti è l’unico partner privato ad affiancarsi in questo percorso di ricerca e ad istituire presso un’azienda del gruppo (Bellavista appunto, che da anni applica nelle sue vigne il Metodo Simonit&Sirch), una sede permanente della Scuola. L’obiettivo della Scuola è quello di recuperare l’antico mestiere del potatore che, come un chirurgo, decide il destino della vite con interventi il più possibile rispettosi della salute della pianta, i quali permettono addirittura di raddoppiarne l’età. Spesso infatti le viti si ammalano per una dissennata impostazione delle potature che fanno diffondere, in misura esponenziale, le infezioni del legno. Per informazioni e iscrizioni : www. simonitesirch.it e mail: preparatoriuva@preparatoriuva.it, tel. 0432.752417.

Palazzolo

Incontri sul territorio per il Pgt Essendo in fase avanzata il procedimento per la redazione del nuovo Piano di governo del territorio, l’assessorato all’Urbanistica organizza degli incontri (sempre alle ore 21) rivolti alla cittadinanza per presentare il lavoro svolto e la bozza di Piano ormai predisposta. Ecco il calendario: il 2 febbraio presso la Sala civica del Comune (ingresso da via Torre del Popolo n. 2) sono attesi i quartieri di Piazza e Riva; il 9 febbraio il quartiere San Giuseppe presso l’oratorio di San Giuseppe; il 16 febbraio San Pancrazio presso il Centro diurno integrato; il 23 febbraio San Rocco presso l’oratorio di San Rocco; il 2 marzo Sacro Cuore all’oratorio; il 9 marzo Mura nel Polo Culturale (Lungo Oglio C. Battisti, n. 17).

di Davide Lorenzini

Rovato

Monoteismi e violenza tempo a Gussago e da qui restava in contatto con tutta Europa, attraverso le proprie passioni di botanica, numismatica, pittura e letteratura”. Il primo appuntamento come già ricordato è la conferenza del 28 febbraio in programma alle 20.30 nella chiesa di San Lorenzo a cui parteciperanno oltre a Nichilo, Massimo Tedeschi e Mariella Annibale. Nel weekend del 26 e 27 marzo sarà invece possibile visitare Palazzo Averoldi, mentre il 10 aprile sarà la volta di alcune chiese locali tra cui l’Antica Pieve. Nel mese di maggio invece il 7 è in programma un concerto di musica barocca e il 21 la conferenza con don Giuseppe Fusari su Andrea Celesti pittore caro all’Averoldi. Sarà infine il mese di settembre a concludere la rassegna con una visita alle colline delle “terre del conte Giulio” del 17 e 18 settembre, l’incontro con la scrittrice di giardinaggio Nadia Nicoletti di sabato 24 e la mostra “Inchiostro rose e tulipani” di domenica 25.

All’interno di “Cristiani nella città”, il percorso culturale e formativo promosso da Azione cattolica, Acli, Caritas, Laici Giuseppini Marelliani e il convento dell’Annunciata, mons. Giacomo Canobbio riflette su “Monoteismi e violenza”. Sul tavolo del dibattito ci sono alcune domande: le religioni monoteiste (cristianesimo, ebraismo, islam) rifacendosi alla Verità, posseggono in sé le radici di totalitarismo e violenza? Quali sono le condizioni per un dialogo? Qual è il significato di “Libertà religiosa”? Può essere “Via per la pace?”. L’incontro, patrocinato dal Comune da “Progetti di Pace” e con l’adesione del “Tavolo per la pace Franciacorta-Montorfano”, è in programma giovedì 3 febbraio alle 20.30 in Municipio nel Salone del pianoforte. L’iniziativa si inserisce nel mese della pace e della Giornata della ,emoria. Nei mesi di marzo e di aprile il percorso “Cristiani nella città” ospita una serie di appuntamenti, partendo dal tema “Nuove narrazioni per costruire umanità”. Intervengono Pierpaolo Triani (17 marzo), Luciano Corradini (24 marzo), Renato Zaltieri (31 marzo) e Giacomo Paris (7 aprile): nuove narrazioni, la Costituzione, la disoccupazione e la crisi del lavoro, l’evasione fiscale e racconti di vita. Le serate, con inizio alle 20.30, si svolgono presso l’oratorio di Rovato in via S. Orsola.

Mons. Giacomo Canobbio


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

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Comunità del Garda Ottenuto il finanziamento

L’obiettivo è la mobilità a impatto zero La Fondazione Cariplo aveva indetto il bando “Promuovere forme di mobilità sostenibile alternative all’auto privata”

L

L’attenzione verso l’inquinamento atmosferico e acustico e i relativi effetti sulla salute umana è in forte crescita. Altrettanto rilevante è il fenomeno degli incidenti stradali in città, le cui vittime sono per lo più gli utenti della strada più vulnerabili, ovvero pedoni e ciclisti. È necessario quindi ripensare la mobilità urbana. Promuovere la mobilità sostenibile significa attuare misure e interventi finalizzati alla riduzione del traffico privato in favore di quello collettivo e soprattutto offrire

di Vittorio Bertoni

un ventaglio di soluzioni innovative, quali il car-pooling, il car-sharing, il trasporto intermodale e il bike sharing, alle esigenze individuali di mobilità, in grado di modificare abitudini consolidate riducendo significativamente la propensione all’uso dell’autovettura privata. Per contribuire a dare risposte efficaci a queste problematiche la Fondazione Cariplo ha indetto il bando “Promuovere forme di mobilità sostenibile alternative all’auto privata”, nell’ambito del quale la Comunità del

Garda, in qualità di soggetto capofila, ha ottenuto un finanziamento di 127mila euro per la realizzazione del progetto “Mobilità alternativa e sostenibile”. L’importante iniziativa coinvolge il territorio delle colline moreniche mantovane con i Comuni di Cavriana, Medole, Monzambano, Ponti sul Mincio, Solferino e Volta Mantovana e guarda al futuro dell’intera regione gardesana. Tra i principali obiettivi del progetto: la definizione di un piano della mobilità sostenibile a misura del territorio interessato, la realizzazione di alcuni interventi operativi, quali sistemi di bike-sharing, velo-stazioni e ciclo-officine, il coinvolgimento attivo di diversi portatori di interesse e l’adozione di una efficace azione di promozione e di comunicazione con

l’utilizzo di adeguati strumenti informativi, quali siti internet, cartine e segnaletica. “Il progetto cerca di intervenire – spiega Aventino Frau, presidente dell’ente gardesano – su un’area che sempre maggiormente sta definendo una comune visione strategica, attenta a promuovere le sinergie e che vuole affrontare in maniera organica anche il tema ambientale. L’attrattività che quest’area vuole rappresentare nei confronti del sistema di offerta turistica e culturale dell’intero bacino gardesano si vuole sposare con la filosofia di un basso impatto e costo ambientale. In questa logica la rete di percorsi ciclabili e pedonali potrà facilitare i trasferimenti ma anche valorizzare il territorio e promuovere una cultura attenta alle relazioni umane”.

Brevi

Desenzano

Strada dei vini

Lo sportello antiusura

Il rilancio per il 2011

Conoscere per non rischiare. Questo lo scopo dell’incontro promosso per sabato 5 febbraio alle 10 nella Sala Brunelli del Comune di Desenzano dall’assessorato ai Servizi sociali e dalla Fondazione Beato G. Tovini di Verona, sul tema del microcredito antiusura. Il Comune gardesano ha rinnovato la convenzione sottoscritta con la Fondazione per attivare uno sportello che offre gratuitamente ascolto e consulenza per evitare di entrare nel tunnel dell’usura. L’erogazione del prestito, che viene concesso dopo un percorso di accompagnamento e attivazione delle capacità di auto-aiuto, prevede tassi di interesse e spese di istruttoria inferiori a quelle di mercato. Se l’istruttoria ha esito favorevole lo sportello svolge anche un ruolo di accompagnamento alla restituzione. Nell’ultimo anno sono stati erogati tramite le banche convenzionate 21 prestiti per complessivi 99.500 euro. Lo sportello antiusura per il Basso Garda riceve su appuntamento (tel. 0459276213) presso l’Abbazia di Maguzzano il lunedì e il martedì dalle 9.30 alle 12.30.

La Strada dei vini e dei sapori del Garda chiude il 2010 con un bilancio positivo e rilancia per il 2011 con un programma ricco di iniziative. Sono entrati nell’associazione 12 nuove realtà, portando a un centinaio il totale degli iscritti, tra aziende, fondazioni e Comuni e sono stati approvati dalla Regione Lombardia importanti progetti di promozione turistica con un finanziamento pari al 90%. “La nostra Strada – spiega la presidente, Nicoletta Manestrini – è la prima in graduatoria su 18 domande presentate in Regione. L’importante riconoscimento, anche sotto l’aspetto economico, ci permetterà di valorizzare sempre meglio le attività e i prodotti del nostro territorio”. Informazioni sul sito www.stradadeivini.it.


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Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it

La conferenza stampa di presentazione del messaggio del Papa

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di Michele Sorice

Nel momento in cui l’economia si interroga sul valore monetario dei social media e alcuni governi pensano a pericolose quanto inapplicabili censure alla rete internet, la Chiesa individua nelle nuove tecnologie della comunicazione un modo nuovo di stabilire relazioni, in cui convivono rischi e opportunità. “Le nuove tecnologie non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa”. Lo scrive papa Benedetto XVI nel suo messaggio in occasione della 45ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Le nuove forme della comunicazione – il web 2.0, in particolare – conducono verso “un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione”. La rete, e i social network in particolare, rappresentano strumenti che, se usati con saggezza, possono contribuire alla crescita umana e favorire la logica del dialogo. Ma esistono anche rischi, connaturati alla comunicazione digitale: la sua parzialità e, con essa – osserva il Papa – “il rischio di cadere in una sorta di costruzione dell’immagine di sé, che può indulgere all’autocompiacimento”. Quante volte l’amicizia in rete è solo narcisistica esposizione senza

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Comunicazioni sociali Il messaggio

Perché stare nella rete? Se lo chiede Benedetto XVI Il 24 gennaio si festeggia San Francesco di Sales, il patrono dei giornalisti. E alle ore 12 di questo giorno il Santo Padre rilascia annualmente il suo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Pubblichiamo l’opinione di Michele Sorice, docente di sociologia della comunicazione e di comunicazione politica nella Luiss, la Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli di Roma

vera volontà di entrare in relazione con l’altro? Eppure – ci ricorda ancora papa Benedetto – le nuove tecnologie sono una grande opportunità perché “permettono alle persone di incontrarsi oltre i confini dello spazio e delle stesse culture, inaugurando così un intero nuovo mondo di potenziali amicizie”. A patto ovviamente che sappiamo tenere alta l’attenzione e comprendere che “quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali”. Benedetto XVI non si limita a descrivere l’esistente ma prende posizione: da qui l’invito ai cristiani a stare nella rete, “non semplicemente per soddisfare il desiderio di essere presenti, ma perché questa rete è parte integrante della vita umana”. L’esperienza del web 2.0, ha modificato il linguaggio, le dinamiche della soggettività, i meccanismi dei rapporti sociali e le forme della cittadinanza. Alla logica dell’accesso – alla base del valore del servizio pubblico nei primi anni del broadcasting – si affianca quella della partecipazione. La produzione dei contenuti e il loro consumo non sono più momenti separati: nuove forme di creatività e di partecipazione, persino nuovi modi di fare informazione “dal

basso” sono presenti e costituiscono un cambiamento positivo. “II web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa”. Al tempo stesso, tuttavia, bisogna rifuggire da un ottimismo acritico che non consideri i rischi che pure ci sono: a partire dalle forme di controllo monopolistico sulla rete e sui suoi contenuti. Il Papa è molto chiaro: “Il web non diventi uno strumento che riduce le persone a categorie, che cerca di manipolarle emotivamente o che permette a chi è potente di monopolizzare le opinioni altrui”. Sbaglieremmo se pensassimo che comunicare il Vangelo attraverso i nuovi media significhi semplicemente inserire contenuti religiosi: non è questione di contenuti (non solo) ma anche di stili e modalità comunicative come “testimoniare con coerenza, nel proprio profilo e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano coerenti con il Vangelo”. La Chiesa, in sostanza, sceglie di stare a fianco delle donne e degli uomini del nostro tempo e di partecipare a quel bisogno di comunicazione e di ricerca di senso “che emerge anche nella partecipazione massiccia ai vari social network”.


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Cultura e comunicazione Famiglia

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“È la bellezza e la forza dell’amore a dare pienezza di senso alla vita e a tradursi in spirito di sacrificio, dedizione generosa e accompagnamento assiduo. Pensiamo con riconoscenza alle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che, talvolta anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Guardiamo con affetto ai genitori che, con grande pazienza, accompagnano i figli adolescenti nella crescita umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono”.

Giornata per la vita Il messaggio dei Vescovi

L’educazione è la sfida e il compito urgente per tutti

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“Educare alla pienezza della vita” è il titolo del messaggio del Consiglio episcopale permanente per la 33a Giornata nazionale per la vita che sarà celebrata domenica 6 febbraio 2011. Ecco il testo del messaggio: L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione. Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto. Come osserva papa Benedetto XVI, “alla radice della crisi dell’educazione c’è una crisi di fiducia nella vita” (Lettera alla diocesi e alla

città di Roma sul compito urgente dell’educazione, 21 gennaio 2008). Con preoccupante frequenza, la cronaca riferisce episodi di efferata violenza: creature a cui è impedito di nascere, esistenze brutalmente spezzate, anziani abbandonati, vittime di incidenti sulla strada e sul lavoro. Cogliamo in questo il segno di un’estenuazione della cultura della vita, l’unica capace di educare al rispetto e alla cura di essa in ogni stagione e particolarmente nelle sue espressioni più fragili. Il fattore più inquietante è l’assuefazione: tutto pare ormai normale e lascia intravedere un’umanità sorda al grido di chi non può difendersi. Smarrito il senso di Dio, l’uomo smarrisce se stesso: “l’oblio di Dio rende opaca la creatura stessa” (Gaudium et spes, n. 36). Occorre perciò una svolta culturale, propiziata dai nu-

merosi e confortanti segnali di speranza, germi di un’autentica civiltà dell’amore, presenti nella Chiesa e nella società italiana. Tanti uomini e donne di buona volontà, giovani, laici, sacerdoti e persone consacrate, sono fortemente impegnati a difendere e promuovere la vita. Grazie a loro anche quest’anno molte donne, seppur in condizioni disagiate, saranno messe in condizione di accogliere la vita che nasce, sconfiggendo la tentazione dell’aborto. Vogliamo di cuore ringraziare le famiglie, le parrocchie, gli istituti religiosi, i consultori d’ispirazione cristiana e tutte le associazioni che giorno dopo giorno si adoperano per sostenere la vita nascente, tendendo la mano a chi è in difficoltà e da solo non riuscirebbe a fare fronte agli impegni che essa comporta. Quest’azione di


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Moica I programmi del 2011

Il ruolo della donna nelle difficoltà del tempo di Emma Bettinardi

Le iniziative diocesane In occasione della Giornata per la vita l’Ufficio famiglia, l’Ufficio pastorale della salute e l’Ufficio vocazioni promuovono una serie di iniziative: giovedì 3 febbraio alle ore 10 presso il dipartimento di ostetricia e ginecologia della Fondazione Poliambulanza è prevista la visita di mons. Gianfranco Mascher, vicario generale; sabato 5 febbraio alle ore 15.30 presso il Cimitero vantiniano, preghiera per i bimbi mai nati e alle ore 20 “Accendi la vita” con l’accensione di un cero sul davanzale di casa, e la recita della preghiera per la vita; domenica 6 febbraio alle ore 16, presso il Santuario della Madonna delle Grazie, S. Messa per la vita presieduta dal vescovo Luciano Monari. I monasteri di vita contemplativa si uniranno alla celebrazione della Giornata con la preghiera per la vita in giorni particolari. Negli orari consueti di preghiera si invitano i fedeli a partecipare. Questo il calendario: lunedì 31 gennaio monastero delle Clarisse di Bienno; martedì 1 febbraio monastero delle Clarisse di Lovere; mercoledì 2 febbraio monastero della visitazione di Salò; giovedì 3 febbraio monastero delle Carmelitane scalze; venerdì 4 febbraio monastero della Visitazione di Brescia; sabato 5 febbraio monastero del Buon Pastore; domenica 6 febbraio alle ore 20 presso il monastero delle Cappuccine di Brescia preghiera guidata dal direttore dell’Ufficio famiglia. È prevista inoltre un’esperienza segno presso la parrocchia di Padergnone, con questo programma: martedì 1 febbraio alle ore 20.30 tavola rotonda sulla vita; giovedì 3 febbraio alle ore 20.30 adorazione eucaristica; domenica 6 febbraio S. Messe animate dal Movimento per la vita di Brescia e festa per la vita in oratorio nel pomeriggio.

sostegno verso la vita che nasce, per essere davvero feconda, esige un contesto ecclesiale propizio, come pure interventi sociali e legislativi mirati. Occorre diffondere un nuovo umanesimo, educando ogni persona di buona volontà, e in particolare le giovani generazioni, a guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’umanità. “L’uomo – afferma Benedetto XVI – è veramente creato per ciò che è grande, per l’infinito. Il desiderio della vita più grande è un segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua ‘impronta’. Dio è vita, e per questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta ad immagine di Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace” (Messaggio per la XXVI Giornata mondiale della gioventù 2011). È proprio la bellezza e la forza dell’amore a dare pienezza di senso alla vita e a tradursi in spirito di sacrificio, dedizione generosa e accompagnamento assiduo. Pensiamo con riconoscenza alle tante famiglie che accudiscono nelle loro case i familiari anziani e agli sposi che, talvolta anche in ristrettezze economiche, accolgono con slancio nuove creature. Guardiamo con affetto ai genitori che, con grande pazienza, accompagnano i figli adolescenti nella cresci-

ta umana e spirituale e li orientano con profonda tenerezza verso ciò che è giusto e buono. Ci piace sottolineare il contributo di quei nonni che, con abnegazione, si affiancano alle nuove generazioni educandole alla sapienza e aiutandole a discernere, alla luce della loro esperienza, ciò che conta davvero. Oltre le mura della propria casa, molti giovani incontrano autentici maestri di vita: sono i sacerdoti che si spendono per le comunità loro affidate, esprimendo la paternità di Dio verso i piccoli e i poveri; sono gli insegnanti che, con passione e competenza, introducono al mistero della vita, facendo della scuola un’esperienza generativa e un luogo di vera educazione. Anche a loro diciamo grazie. Ogni ambiente umano, animato da un’adeguata azione educativa, può divenire fecondo e far rifiorire la vita. È necessario, però, che l’anelito alla fraternità, posto nel profondo del cuore di ogni uomo, sia illuminato dalla consapevolezza della figliolanza e dalla gratitudine per un dono così grande, dando ali al desiderio di pienezza di senso dell’esistenza umana. Il nostro stile di vita, contraddistinto dall’impegno per il dono di sé, diventa così un inno di lode e ci rende seminatori di speranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti.

Le casalinghe bresciane sono organizzate, energiche e solidali. Questo quanto emerge dal bilancio annuale del Moica, Movimento italiano casalinghe da quasi trenta anni attivo sul territorio. L’associazione omonima, che a Brescia conta 1.100 iscritte e che da qui è partita per poi diffondersi in tutta Italia raggiungendo la quota di 117 sedi, si è riunita martedì 18 gennaio per fare il punto di quanto finora fatto, sugli obiettivi raggiunti, e per presentare i progetti per il 2011. La presidente nazionale e fondatrice del movimento, la bresciana Tina Leonzi che proprio nel 2010 ha spento le 80 candeline festeggiata dal gruppo, ha presentato un bilancio molto positivo delle attività svolte nell’anno appena concluso con il successo pieno dei 21 incontri culturali promossi, suddivisi per tematiche quali arte, famiglia, amicizia, svolti nella città. Molte le attività messe in campo dalle donne grazie a “Tempo prezioso” la banca del tempo, ovvero un sistema di scambio di competenze e abilità che ha visto avviarsi corsi di lingue, sartoria e di manualità creativa. Orecchini, collane e altri piccoli bijou sono stati realizzati dalle donne, insieme, impiegando in maniera costruttiva i tempi che per le casalinghe possono essere insidiati dalla solitudine che, dice la signora Leonzi, spesso porta alla depressione. I piccoli manufatti vengono poi venduti e il ricavato inviato ad un’associazione benefica del Brasile. Con particolare orgoglio le signore del Moica rivendicano il ruolo sociale ed educativo che le donne hanno sempre avuto e che continuano ad avere, lo fanno con la concretezza di uno “Sportello di ascolto psicologico per minori e giovani”, inaugurato nel 2010 con il co-finanziamento dalla Regione Lombardia, dove due psicologhe mettono la loro professionalità a disposizione di ragazzi e genitori. Con il “Punto famiglia”, anche lo sportello è situato presso il Borgo Wührer dove il Moica ha posto una seconda sede. Prima di presentare i progetti per il nuovo anno, Tina Leonzi ha sottolineato con affetto e soddisfazione che, sempre nel 2010, la quinta edizione del concorso letterario nazionale indetto dal movimento è stato vinto per la prima volta da una bresciana, Ida Ambrosiani residente a Chiari e presente in sala, che con la poesia “Notturno in piazza delle Erbe” si è meritatamente aggiudicata il primo premio. Iniziative di grande spessore sociale e culturale sono state pianificate dal gruppo per l’anno appena iniziato. Un calendario denso di iniziative che va da gennaio a giugno. Letture condivise per avviare alla pas-

sione per la poesia saranno tenute dalla signora Antonia Oria Duccoli, poetessa camuna, il tema delle donne nei media vedrà la presenza di alcune giornaliste bresciane; e molti altri temi dove centrale è, ovviamente, il ruolo della donna in un tempo difficile che sembra aver dimenticato le passate lotte per la conquista del rispetto e del valore del ruolo femminile; incontri e dibattiti che spazieranno dalle celebrazioni per l’Unità d’Italia alla riscoperta dei ‘giochi di una volta’, ma che non mancheranno mai di momenti conviviali per conoscersi e stare insieme, unico vero mezzo per poter aiutare chi è in difficoltà. La presentazione si è conclusa con il tradizionale thè delle cinque, un momento di pausa per ricaricarsi e confrontare le nuove idee da mettere in circolo nel 2011.

Istituto Pro Familia

Riflessioni sulla vita familiare L’Istituto Pro Familia propone una serie di incontri di riflessione sulla vita familiare. Il programma è il seguente: sabato 5 febbraio “I conflitti di coppia: quali composizioni?”, relatore il prof. Luigi Pati; sabato 19 febbraio “La famiglia dinanzi alle difficoltà di apprendimento scolastico”, relatore dott.ssa Monica Amadini; sabato 26 marzo “Il valore dell’obbedienza nella vita familiare”, relatore il prof. Domenico Simeone; sabato 9 aprile “Tornare a parlare d’amore nella coppia: il valore dei sentimenti e delle emozioni”, relatore il prof. Giancarlo Tamanza. Sede degli incontri: Istituto Pro Familia, via Lama 61, Brescia. Orario: dalle 15 alle 18.


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Cultura e comunicazione Eventi

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Fiumicello Matel e diocesi insieme per Paolo VI

“Pregare non è solo muovere le labbra” Il 4 e il 5 febbraio nella Sala della comunità Arcobaleno sarà proposta l’anteprima del nuovo spettacolo su papa Montini

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di Antonello Miuri

Matel-PalaBrescia, in collaborazione con la Curia diocesana Ufficio comunicazioni sociali e Ufficio oratori e pastorale giovanile presenta in prima assoluta venerdì 4 febbraio (replica sabato 5 febbraio) alle ore 20.45 presso la Sala della comunità teatro Arcobaleno di Fiumicello (via Luciano Manara, 26 - Brescia) lo spettacolo teatrale “Pregare non è solo muovere le labbra - Il Novecento di Paolo VI”. Venerdì 4 febbraio alle 10 sarà proposta una rappresentazione speciale per sacerdoti e rappresentanti delle Sale della comunità. Si tratta della prima parte di un progetto triennale, denominato “In parole e opere”, che Matel-PalaBrescia propone per raccontare, attraverso il teatro, tre personalità significative della Chiesa bresciana, tre persone che con carismi diversi, sono esempi di come la Parola di Cristo si incarna nelle opere dell’uomo. Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI è la figura irrinunciabile e doverosa che inaugura questa trilogia. “A noi resteranno le omissioni − racconta Vittorio Pedrali, direttore artistico del PalaBrescia e ideatore del pro-

Papa Paolo VI

getto − perché non si può riassumere una vita come quella di Paolo VI in un’ora o poco più”. “Pregare non è solo muovere le labbra” si è sviluppato dopo una lunga fase di ricerca storico-documentale condotta da Carlo Susa. Sono stati identificati i documenti e gli studi presumibilmente più interessanti riguardanti papa Montini; si è potuto contare su interviste ad alcuni “testimoni privilegiati” che, per ruolo, studi e amore per l’uomo e per il Pontefice hanno conosciuto in modo approfondito Paolo VI. “Il mio lavoro è stato quello – racconta il professor Susa – di filtrare i documenti; il taglio è stato il papato e la brescianità”. Partendo dalla ricerca storica Mariano Dammacco, anche regista, ha composto un testo drammaturgico che si ispira al teatro di narrazione: “La forma è quella di un uomo che racconta ad altri, mentre il contenuto è arricchito con alcune immagini di momenti importanti del suo papato come la visita in Terra Santa o in India”. Davide Pini Carenzi, solo in scena, accompagna il pubblico alla scoperta di Paolo VI: dal

Montini seminarista negli oratori bresciani al Montini arcivescovo di Milano fino al Montini papa, con la conduzione dello storico Concilio Vaticano II. Con la consapevolezza che non si può comprimere una vita in poco più di un’ora, “Pregare non è solo muovere le labbra” non vuol essere una lezione di storia e nemmeno la ricerca di un’impossibile biografia teatrale, ma il tentativo di raccontare qualcosa di colui che ha tenuto dritta la barra della Chiesa in un secolo decisamente complicato. Un invito a guardarlo di nuovo negli occhi. Soddisfatti don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi, e don Marco Mori, direttore dell’Ufficio oratori e pastorale giovanile che evidenziano entrambi l’opportunità che la gente delle parrocchie e i giovani degli oratori possano conoscere meglio questa figura che era vicina ai problemi della modernità. Lo spettacolo è a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni: PalaBrescia 030.348888 – info@palabrescia.it

Brescia

Idra: la seconda stagione guarda al territorio

Dallo spettacolo “La giocatrice”

La Stagione teatrale “Idra” si terrà anche quest’anno nel Teatro comunale in via Casazza 46. Gli appuntamenti si distribuiscono nell’arco di cinque mesi fino all’11 giugno e rispetto alla passata stagione sono quasi raddoppiati. Molte le novità a partire dal giorno della messa in scena, il venerdì, nella persuasione che i tempi siano maturi per una offerta teatrale che non cada solo di sabato. Nuove sono anche le sezioni in cui è divisa la stagione, per un totale di 21 eventi in otto progetti tematici differenti. Grande attenzione è posta al territorio dal quale prendono vita i progetti “Premio delle arti Lidia Petroni”, la sezione “Dop” (le migliori produzioni bresciane), la sessione “Prospettive” (che presenta le nuove coproduzioni della Residenza), e quella “Itm” (una giornata dedicata al risultato dei cinque laboratori teatrali organizzati dall’Istituto

teatrale multidisciplinare). La Residenza si mantiene attenta alle tematiche sociali cogenti con il progetto “Sorrisi liberati” nella sezione “Cantieri sociali” che affronta il problema sempre drammaticamente vivo della violenza sui minori all’interno del nucleo familiare. Le sezioni “Impro” e il “Bando urgenze” sono, infine, quelle che hanno la funzione di portare le istanze del territorio bresciano su un piano nazionale visto che il “Bando” ormai arrivato alla sua terza edizione è diventato un punto certo della nuova drammaturgia italiana mentre il progetto “Impro” vuol far conoscere le nuove tendenze della creazione artistica. A fronte di tante novità resta invariato il costo del biglietto: 7 euro (ridotto a 1 euro per ragazzi sotto i 22 anni e per i residenti nella Circoscrizione nord). Info e dettaglio spettacoli: www.teatroinverso.it


Brevi

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Teatro

Con “Proposta”, la cultura in Valle punta sui giovani

Massimiliano Finazzer Flory in scena

Tra le più significative iniziative culturali offerte ai valtrumplini c’è senza dubbio “Proposta” che, anche per questa 28ª edizione, è caratterizzata dalla volontà di rivolgersi a un pubblico eterogeneo, senza mai perdere di vista tematiche sensibili alle questioni sociali. Attorno al nome di richiamo della rassegna, Angela Finocchiaro, troviamo infatti una serie di proposte che avvicinano al tema dell’Unità d’Italia o questioni legate al disagio; spettacoli di teatro civile, e progetti per le famiglie, adatti anche ai più piccoli. Per il “sociale” è in calendario una serata dedicata alla questione sempre attuale della violenza sulle donne. Novità di quest’anno sono due serate di “Palco libero” organizzate in collaborazione con Novaexpress – una realtà artistica giovanile del territorio – per ricordare Pier Paolo Pasolini e la strage di piazza Loggia. Nell’edizione 2011 rientra anche l’offerta di un laboratorio teatrale, condotto dall’attrice Lucilla Giagnoni, aperto a tutti. La volontà che sottende le scelte artistiche, come sempre, è quella di prediligere compagnie di giovani per dare un volto e soprattutto una voce a una generazione sempre più naufraga. Info: www.treatro.it

Brescia Teatro Grande

Finazzer Flory per Mahler Il 31 gennaio il Massimo ospita l’unica tappa lombarda della tournée italiana

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Lunedì 31 gennaio, al Teatro Grande, si terrà l’unica tappa lombarda della tournée italiana, “Il tempo di Gustav Mahler” diretto da e con Massimiliano Finazzer Flory. La rappresentazione, che vede la partecipazione del filosofo della musica Quirino Principe, ripercorre la biografia del compositore attraverso il corpus delle lettere e altri scritti soffermandosi, tra gli altri temi, sulla morte piuttosto che sulla crisi di Vienna e del mondo mitteleuropeo o sul rapporto tra la musica e la filosofia del tempo, uno dei periodi più decisivi e complessi della nascente modernità. L’originale antologia prevede la lettura di poesie e lettere dello stesso Mahler accompagnata da suggestioni tratte dalle sinfonie e dai lieder, sulle quali prenderanno forma le coreografie di Gilda Gelati, prima ballerina del Corpo di ballo del teatro alla Scala. Alle note del pianoforte si accompagnano le esecuzioni alla tromba di Gianni Dallaturca. “Con un’illuminazione profetica Gustav Mahler affermava: ‘Verrà un tempo in cui i viventi si accorgeranno di

di Bruno Leoni

essere rappresentati, descritti e identificati dalla mia musica e capiranno che essa è in loro da sempre’. E questo è il suo tempo – spiega Massimiliano Finazzer Flory –. Lo spettacolo, realizzato in occasione dei 100 anni dalla morte del compositore, ruota intorno a due figure: un uomo solitario che vaga per l’universo e un bambino in attesa del padre, entrambi alla ricerca di una Natura perduta. In scena, il volto di Mahler e una duplice voce: quella di un uomo che ha molto combattuto intimamente e profondamente sofferto senza patria, straniero talora perfino a se stesso, e quella di un uomo che attraverso la musica soddisfa la propria libertà interiore”. Lo spettacolo è offerto gratuitamente al pubblico grazie alla collaborazione tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Brescia e la Fondazione del Teatro Grande. È stata inoltre attivata una collaborazione con il Conservatorio di musica “L. Marenzio” che consentirà agli studenti interessati all’evento di poter richiedere i coupon per lo spettacolo direttamente alla biblioteca dell’istituto.

Angela Finocchiaro (ph. Claudio Iannone)

Brescia

Inaugurazione allo Studio Dama Viene inaugurata sabato 29 gennaio a Palazzo Martinengo la personale di Giovanni Lamberti “Forma del lavoro - Energia della materia”, a cura di Paolo Bolpagni, organizzata nell’ambito delle iniziative proposte dallo Studio Arte Dama. Lamberti esprime un’arte che abbina l’armonia assoluta delle geometrie con l’utilizzo di materiali di origine industriale: resine, acciaio, radiatori, scarti di torniture. È un inno al lavoro e alla proverbiale operosità bresciana. Fino al 10 febbraio tutti i giorni escluso il lunedì dalle ore 10 alle 17. Ingresso libero.

Concesio S. Andrea

La storia del cabaret italiano Il cabaret italiano rivivrà venerdì 4 febbraio (ore 20.45) all’auditorium S. Monchieri in motivi, gesti, sfumature divertenti che ne hanno fatto un’icona della leggerezza nel mondo. “Alla ricerca del cabaret italiano” è il titolo dello spettacolo che vedrà Flora Zanetti far da voce narrante e filo conduttore fra immagini, racconti e filmati in un’alternanza sottile con la musica di Enrico Mantovani (chitarra), Mauro Bonatti (fisarmonica) e la voce di Alessandro Adami (cantante dei “Corrente di ali”) alla scoperta di un genere che parte dal XIX secolo e giunge sino alle moderne divagazioni di Gaber e Jannacci.

Brescia

Al Calini si ricorda l’Unità d’Italia Sabato 29 gennaio dalle 10 alle 12, presso il liceo scientifico “A. Calini”, si terrà un incontro pubblico di grande interesse e suggestione, una riflessione sugli ideali di pace e di uguaglianza nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’incontro sarà anche l’occasione per presentare il lavoro svolto dalla classe 5G sul diario manoscritto “Passatempo e rimembranze, 1859-1860” del garibaldino Giuseppe Molinelli (di cui Ettore Paganuzzi, già preside del “Calini” negli anni 1954-1970, era nipote in linea materna), medaglia d’argento al valor militare nella sanguinosa “battaglia del Volturno o di Capua” del 1° ottobre 1860.


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Brescia Tra bozzetti, dipinti, sculture e installazioni

Il Nuovo Futurismo di Innocente alla Fondazione Berardelli

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La Fondazione Berardelli dedica un’antologica a Innocente, artista del Nuovo Futurismo, presentando alcune opere realizzate a partire dagli anni ’80. Curata da Melania Gazzotti e Nicole Zanoletti, la mostra espone bozzetti, dipinti, sculture in lamiera e installazioni. Un artista a 360 gradi, il cui lavoro è caratterizzato dall’uso deciso del colore, presenza forte sia nella pittura che nelle installazioni, accompagnato da una dose di ironia, che rimane una costante della sua opera nel corso degli anni. Nato a Verona nel 1948, Innocente si trasferisce a Milano nel 1983 e collabora con il gallerista Luciano Inga-Pin alla costituzione del gruppo

a

di Luca Bressanini

denominato Nuovo Futurismo, movimento che nasce ufficialmente nel 1984, che trae spunto dall’Avanguardia storica italiana, dalla Pop Art, dal Neo Dada, tenendo presente i cambiamenti avvenuti nel mondo della comunicazione di massa. L’esposizione si apre con 42 bozzetti dipinti tra il 1980 e il 1983 su cartoncino, opere nelle quali Innocente sembra guardare al secondo futurismo di Fortunato Depero; la fantasia dell’artista si traduce come in un bambino in giochi di libero movimento e sperimentazione, coniugando colori e forme geometriche per realizzare autoritratti, teste, aeroplani, automobili, pesci. Interes-

Innocente, “A prescindere”, installazione (1999)

sante installazione è il “Monumento ai caduti”, realizzato nel 1996 in occasione della XII Quadriennale di Roma, un ready made nel quale vengono assemblati oggetti diversi a formare una colonna in cima alla quale un televisore trasmette un video girato tra gli ossari di San Martino della Battaglia e Custoza al quale si alternano scaffali di un supermercato colmi di prodotti. Una denuncia nei confronti della società del consumo, il cui degrado è rappresentato dal parallelismo fra teschio e prodotto. Polemica messa in evidenza anche in “A prescindere”, installazione costituita da nove sculture in piombo ricoperte da pezzi di plastica, figure umane messe appese a testa in giù a dei tubi. La pesantezza del piombo, che rappresenta la fatica e il lavoro, si contrappone ai pezzi di plastica abbandonata, simbolo del consumismo. Una provocazione portava avanti in maniera piuttosto macabra, che in

parte ricorda i “Bimbi impiccati” a un albero a Milano di Maurizio Cattelan. L’essere umano, dunque, privo di libertà, schiacciato dal peso di un mondo senza moralità che tende a mitizzare il nulla; libertà che l’artista identifica attraverso “Vespasiano”, opera in lamiera smaltata che riproduce una semplice latrina pubblica, luogo in cui poter recuperare il valore del dialogo e della socializzazione, smascherando ipocrisie e falsi miti. Con la serie di cartoline postali settimanali, ispirate ai giochi della settimana enigmistica, l’artista avanza invece una critica al livellamento culturale proposto dai mezzi di comunicazione di massa e dai quiz, che mettono sullo stesso piano l’alta cultura e quella populistica, costituita da un sapere nozionistico privo di coscienza. Fino al 5 marzo, da martedì a venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30; sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.30.

Voce Libri

Esperienza di conversione GIUSEPPE CASALE PAOLINE, MILANO 2010, EURO 10,00

Per essere testimoni credibili di Gesù Cristo, oggi non basta più vivere come “cristiani sociologici”, cristiani cioè che di Cristo sanno poco o nulla, fermi solo alle poche nozioni del catechismo appreso per la Prima Comunione o alle reminiscenze sollecitate dalle tradizionali feste religiose. Bisogna incontrare di nuovo Gesù, sentirlo presente nella propria vita come Salvatore, mettersi alla sua “sequela”. In una parola, occorre operare nella propria vita di credenti un passaggio decisivo, una “seconda conversione”. Gli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio di Loyola possono senz’altro apportare un contributo determinante per questa svolta decisiva. Pensato come una sorta di introduzione e guida alla lettura degli Esercizi ignaziani, questo libro si sofferma su di essi, mettendone in evidenza soprattutto il loro dinamismo nella linea della “libertà per amore” (l’indifferenza ignaziana), della sempre più intensa conformità e comunione con Cristo e della totale adesione all’amore di Dio, vissuto nella quotidianità.

La chiamavan Cappuccetto... OTTAVIO DE CARLI LA SCUOLA, BRESCIA 2010

Questo particolare progetto si compone di un volume illustrato che presenta una divertente riscrittura della fiaba di Cappuccetto Rosso e di un cd musicale che contiene la rilettura dell’opera con voci di attori professionisti e musiche e canzoni originali. Una proposta nuova per riscoprire un classico in una chiave completamente diversa. Una delle fiabe più amate narrata all’insegna del sorriso, con una protagonista “assai cocciutella”, un lupaccio rozzo e decisamente ridicolo, un’arzilla nonnina piena di acciacchi, un guardiacaccia che scopre un’improvvisa vocazione di ostetrico, un simpatico e stravagante postino, e un doppio finale a sorpresa… L’insolita e geniale rilettura, realizzata con una musica coinvolgente e un testo ricco di trovate originali e spiritose, offre un prezioso contributo al genere poco frequentato della fiaba musicale. Mettetevi comodi sulle poltrone, lo spasso è assicurato… adulti compresi! Testo di Ottavio De Carli, musica di Domenico Clapasson e illustrazioni di Fabio Roveyaz.


LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Calendario delle mostre Museo Ken Damy Corsetto Sant’Agata, 22 – Brescia “Giacomelli&Migliori” è l’esposizione di una serie di fotografie provenienti da collezioni private di Nino Migliori e Mario Giacomelli, artisti entrambi legati al Neorealismo. Migliori si trova a essere con Veronesi, Grignani, Munari e pochissimi altri, uno dei pochi operatori che nel nostro Paese prosegue la ricerca delle avanguardie sul fronte della riflessione sui linguaggi dell’immagine. A 11 anni dalla sua scomparsa, Giacomelli è ricordato per aver saputo giungere alla fotografia astratta in un periodo dominato dal realismo. Le sue immagini sono caratterizzate da un bianco e nero molto contrastato e rappresentano un mondo ugualmente diviso tra amore e sofferenza nelle quali la realtà viene trasfigurata in idee e sensazioni, sia che si tratti di paesaggi che di lavori a sfondo sociale. Fino al 12 febbraio, da giovedì a sabato dalle ore 15.30 alle 19.30. Ab Arte Vicolo San Nicola, 6 – Brescia “Una storia bestiale”. Curata da Riccardo Prevosti, in mostra le opere di Maria Grazia Filetto. L’artista ci presenta il suo rapporto con il mondo animale attraverso l’immaginario in un bestiario frutto della propria creatività, legando la molteplicità del segno calcografico alla poesia e alla denuncia, in un percorso espositivo che va dal 1978 al 2000. Fino al 26 febbraio, giovedì dalle 15.30 alle 19.30, venerdì e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Fabio Paris Art Gallery Via Monti, 13 – Brescia “Order and Progress” è la prima personale italiana dell’artista olandese Rosa Menkman. Il suo lavoro si concentra su artefatti visivi creati sfruttando gli incidenti di visualizzazione frequenti nei media digitali. Le sue opere sono il risultato di glitch, compressioni, feedback e altre forme di “rumore”. Normalmente percepiti come esperienze negative, nel lavoro di Menkman questi incidenti vengono enfatizzati nelle loro conseguenze positive e, al contempo, esplorati

Le amicizie riuscite JACQUELINE KELEN SAN PAOLO, MILANO 2010, EURO 14,50

nella loro valenza metaforica e semantica. Immagini che esplicitano la propria natura drammatica, deteriorandosi sotto l’attacco di tagli improvvisi, sgranature, erratici blocchi di pixel, striature, e dal violento riemergere della componente cromatica. Fino al 25 febbraio, da lunedì a sabato dalle 15 alle 19. Festivi su appuntamento. Galleria Maurer Zilioli Via Trieste, 42/b – Brescia “Limbo”, in mostra le opere dell’artista romana Silvia Beltrami, che con abilità e fantasia si dedica alla realizzazione di collages usando carta da parati o giornali su cartone o tele intonacate per creare le sue composizioni dinamiche e vitali. Al centro dell’attenzione un nuovo gruppo di opere dell’artista, mai esposto, ispirato dal ritmo vitale del Limbo e del Rave che possiamo interpretare come una metafora della crescente accelerazione della nostra vita. Inaugurazione sabato 29 gennaio, ore 18.30. Apertura da mercoledì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Wave Photogallery Via Trieste, 32/a – Brescia Tre mostre alla Wavephotogallery: “Palermo” espone alcuni scatti del fotografo Nicola Cicognani, il quale ci presenta da vicino i mille volti di Palermo, città crocevia tra oriente e occidente, nella quale si incontrano etnie e culture diverse. Una città dove affiorano, dalle pareti scrostate e semi abbattute, i vissuti delle persone che hanno nel tempo occupato quegli spazi, i loro sogni, i loro gesti e gli oggetti quotidiani che raccontano questa città più di tante parole; “Mannequin” mette in mostra le fotografie di Alex Tibaldo, in cui l’obiettivo si focalizza sulla dimensione sociale e oggettiva della donna; dall’immaginario sociale a quello culturale, con una personale riflessione figurativa sul corpo femminile; “Swimming-pool portraits” presenta invece i lavori di Alex Ten Napel, fotografo olandese che immortala volti stupiti, timorosi, curiosi, sereni e impertinenti, ripresi nell’acqua di una piscina, a esplorare la varietà infinita delle espressioni umane. Fino al 3 febbraio, da martedì a domenica dalle 14 alle 20.

L’amicizia spirituale, eredità del mondo greco, è stata praticata come una virtù fin dai primi secoli del cristianesimo. Non di rado essa si è trasformata in emulazione, sia per migliorare la vita sulla terra, sia come cammino verso il cielo. L’amicizia è infatti all’origine della fondazione di ordini, di slanci missionari, di scambi epistolari e opere di mistica. Il volume è organizzato in tre parti – l’amicizia spirituale al maschile, l’amicizia spirituale tra donne e l’amicizia spirituale fra uomo e donna – dove vengono presentati brevi ma incisivi ritratti di cristiani la cui amicizia è stata feconda per sé e per gli altri. Fra le coppie di amici famose che il lettore ritroverà: Girolamo e Paola, Francesco e Chiara, Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro, Teresa d’Avila e Giovanni della Croce, Vincenzo de’ Paoli e Luisa di Marillac, Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr. Jacqueline Kelen da più di vent’anni lavora per France-Culture e tiene conferenze e seminari sulla comunicazione in pubblico nelle scuole superiori.

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Grandi opere grandi, alla Galleria Agnellini “Opere grandi, grandi opere” alla galleria Agnellini Arte Moderna espone i capolavori di 12 artisti di fama internazionale: Miquel Barcelò, Sam Francis, Subodh Gupta, Georges Mathieu, Robert Rauschenberg, Ravinder Reddy, Gino Severini, Thukral&Tagra, Jacques Villeglè, Andy Un’opera di Jacques Villeglè Warhol, Zhang Xiaogang, Feng Zhengjie. Curata da Dominique Stella, la mostra copre un arco cronologico che va da dagli anni ’50 a oggi, ed è un’occasione di confronto tra cultura artistica occidentale e quella orientale, rappresentata da due giovani artisti cinesi. Opere di grandi dimensioni, come suggerisce il titolo, il cui significato sta nell’intento di sottolineare l’atto creativo dell’artista, slegato da qualsiasi tipo di committenza. Un nuovo tipo di arte che si allontana dalle monumentali opere del passato, spesso di intento celebrativo e subordinate al potere. Come osserva Stella, maestri come Pollock, Rotko o Motherwell rivendicano una libertà di creazione e non devono rivolgersi a un soggetto esterno come fonte d’ispirazione. Pollockiano è senza dubbio Sam Francis, esponente di un espressionismo astratto che utilizza il colore spontaneamente, realizzando opere a macchie, utilizzando diverse tecniche tra cui il dripping e il tachismo, nome che fa riferimento al caso. Importanza del gesto che si evince in particolar modo in Boulevard Haussmann di Jacques Villeglè, manifesti lacerati e incollati su tela, tentativo da parte dell’artista di esprimere l’idea di libertà attraverso un segno aggressivo e privo di qualsiasi idea preconcetta. Fino al 26 febbraio, da martedì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. (l.b.)

Naftali il narratore... ISAAC B. SINGER SALANI EDITORE, MILANO 2010 EURO 12,00

“Oggi siamo qua che viviamo, ma domani il nostro oggi sarà soltanto una storia. Il mondo intero, l’intera vita dell’uomo, sono un’unica lunga storia”. Sono le parole di Reb Zebulun vecchio libraio ambulante che col suo carico di merce preziosa e le sue storie convince il giovane Naftali, protagonista del primo racconto di questa raccolta, a intraprendere lo stesso mestiere di girovago venditore di libri e narratore di storie. E certamente lo stesso Isaac Bashevis Singer deve aver incontrato sul suo percorso un Reb Zebulun che lo incoraggiasse a farsi cantore, specialmente con i suoi racconti pieni di concretezza che, nel 1978, gli valsero il traguardo più ambito per uno scrittore, il Nobel per la letteratura. Anche da questo libro traspare il gusto per i personaggi, i motivi pittoreschi e il fantastico che l’autore utilizza per evocare così ogni volta il miscuglio di tenerezza e di bestialità, di bene e male di cui è fatta la vita. (recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Televisione Come cambiano i programmi

Insinna, re Mida televisivo, guida La Corrida

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Da ormai un mese La Corrida sta confermando con i suoi alti ascolti le scommesse di Canale Cinque, in primis le speranze del produttore tv Marina Donato, vedova del grande Corrado, l’inventore e conduttore del programma dalla sua nascita radiofonica nel 1968 fino alla decima stagione televisiva del 1997. Dopo numerose edizioni sotto la guida di Gerry Scotti, lo show viene riproposto nel 2011 in una nuova forma: un enorme studio, con scenografie sfavillanti, e un nuovo conduttore, Flavio Insinna, personaggio televisivo a 360 gradi, partito dal teatro e approdato in tv grazie a numerose fiction negli anni passati ma soprattutto grazie alla conduzione del quiz “Affari tuoi”, trampolino di lancio nazionalpopolare che lo ha sistemato definitivamente nel pantheon dei presentatori televisivi italiani. La sua prima esperienza in casa Mediaset promette bene: le puntate de La Corrida hanno finora superato sempre i cinque milioni di telespettatori. In verità bisogna ammettere che l’impresa non è difficile, considerando che il sabato sera la tv generalista ha ben poche alternative da offrire nell’ambito del varietà. Dilettanti allo sbaraglio presentati da un “conduttore allo sbaraglio”, come ama definirsi lo stesso Insinna. La sua personalità coinvolge e catalizza, è quel carisma tipico degli attori adottati dalla tv. Sul suo personaggio, proposto come una caratteristica distintiva e dominante del programma, fanno leva i produttori e gli impresari di Canale Cinque. Traducendo in uno slogan: La Corrida, ovviamente, ma presentata da Flavio Insinna. E i dilettanti? I dilettanti sono sempre allo sbaraglio come 30 anni fa, ma i tempi sono cambiati: dopo un decennio di reality e talent show, il pubblico è ormai avvezzo al “tipo qualunque” che si esibisce in tv senza pensarci due volte. L’esibizione naïf delle “macchiette” è stata proprio sdoganata da programmi cult come la stessa Corrida, che negli anni ’80 trovava la sua perfetta collocazione nei ruspanti canali commerciali del biscione. Oggi quindi serve un ingrediente in più, il “dilettante allo sbaraglio” non basta da solo per creare audience, deve diventare la spalla comica di Insinna mattatore, che manipola i suoi concorrenti in gag e sketch ben preparati, intrattenendoli prima, durante e

di Alberto Averoldi

dopo l’esibizione. Un atteggiamento molto invadente, quello di un padrone di casa che non ha capito di avere ospiti o, meglio, che sa di avere ospiti tutto sommato banali e che deve metterci del suo per portare a casa la puntata. Nulla a che vedere con le sobrie e attonite introduzioni di Corrado (e proprio per questo molto divertenti), che lasciava il dovuto spazio ai suoi dilettanti, commentandoli durante l’esibizione semplicemente con la sua mimica facciale, seduto in disparte. Il vero protagonista era sempre il concorrente, geniale o imbarazzante che fosse. Ma i tempi cambiano, il varietà non è più ospite indiscusso nelle case della gente, ora la tv deve inseguire i trend che essa stessa ha inventato, per ritrovare i telespettatori. La Corrida del 2011 affidata a Flavio Insinna vuole quindi perdere il suo carattere di kermesse popolare per diventare uno show nazionale a tutto tondo, un varietà come altri. Insinna domina la scena come se fosse ancora sul set di “Affari tuoi”, si esibisce in un “one man show” che di sicuro snatura l’impostazione del programma, ma che frutta molti ascolti: ormai il pubblico della Corrida è il pubblico di Flavio Insinna.

SAB Fx, h. 6.05 BORIS Canale Sky 131. Divertente serie tv italiana che racconta con ironia non-sense le avventure di una troupe televisiva alle prese con la produzione di un’improbabile soap opera… Discovery Channel, h. 13.00 COM’È FATTO Canale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico e ingegneristico che serve per costruire oggetti di uso comune. Rete Quattro, h. 15.15 PERRY MASON – FIORI D’ARANCIO Film tv con Raymond Burr. Una ragazza chiede a Mason di difendere suo padre, accusato di aver assassinato un organizzatore di campagne elettorali... Tv2000, h. 16.10 IL VANGELO DELLA DOMENICA Rubrica a cura di Marinella Perroni, studiosa delle Scritture. La lettura del Vangelo del giorno dopo, seguita da un breve ma profondo commento. Tv2000, h. 18.30 CONTROVENTO Monica Mondo conduce un interessante momento di approfondimento su questioni sociali, culturali, morali. L’intento del programma è quello di offrire un diverso punto di vista riguardo ad aspetti della vita sui quali sembra sia stata già detta l’ultima parola.

Italia Uno, h. 21.10 SPIDER MAN Ben riuscita trasposizione cinematografica del famoso fumetto della Marvel. Peter Parker è un timido studente di New York, che viene punto da un ragno geneticamente mutato, acquistando straordinari poteri. Decide di metterli a disposizione dei più deboli. Ottimi effetti speciali e bella sceneggiatura. Flavio Insinna

DOM Rai Uno, h. 10.30 A SUA IMMAGINE Rosario Carello presenta un approfondimento sulla religione cattolica in Italia e nel mondo: storia, attualità e prospettive future. Rai Tre, h. 11.20 TGR MEDITERRANEO Rubrica settimanale dedicata al bacino del Mediterraneo: le culture, la politica e l’economia dei Paesi che vi si affacciano. In questa puntata si parlerà di drusi, seguaci di un’antica religione presenti in Libano, Palestina, Giordania e Siria. Rai Tre, h. 18.00 PER UN PUGNO DI LIBRI Quiz-game dedicato alla passione per la lettura: due squadre di liceali si affrontano rispondendo a domande che vertono su un opera letteraria. Spicca la personalità del conduttore Neri Marcorè. La 7, h. 20.30 IN ONDA Luisella Costamagna e Luca Telese affrontano l’attualità italiana intervistando esponenti del mondo politico e culturale. Tv2000, h. 20.50 LA COMPAGNIA DEL LIBRO Saverio Simonelli ci accompagna alla scoperta della lettura, presentandoci le ultime novità letterarie nazionali e internazionali. Aggiornamenti su fiere e manifestazioni legate all’industria del libro

Rai Tre, h. 21.30 PRESA DIRETTA Comincia una nuova edizione del settimanale di approfondimento giornalistico curato e condotto da Riccarco Iacona. Ogni puntata presenta casi irrisolti o misteriosi legati alla politica e all’economia italiana. Nel primo appuntamento le indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica (Sa), ucciso lo scorso settembre in un agguato.


Telecomando

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Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Interessanti documentari storici che raccontano e approfondiscono i fatti decisivi del secolo scorso, dagli eventi bellici, alle vite dei personaggi pubblici. Presenta Giovanni Minoli.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Iniziare la giornata con l’informazione: dopo la rassegna stampa quotidiana i giornalisti della redazione del telegiornale conducono un’interessante arena politica dedicata ai problemi dell’attualità italiana.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella conduce una rubrica quotidiana che si occupa dei piccoli grandi problemi dell’Italia. Il tema della puntata verterà sul rapporto che gli italiani hanno con le votazioni politiche.

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE Appuntamento settimanale con la rubrica dedicata al mondo della montagna italiana: le risorse, la bellezza, i personaggi, la vita che si incontra sul nostro territorio.

Rai Due, h. 9.30 PROTESTANTESIMO Rubrica religiosa che dà voce alle comunità evangeliche presenti sul territorio italiano. La storia e l’attualità del pensiero protestante. Tv2000, h. 17.00 LA GRANDE MUSICA Tv2000 propone ogni giorno per tutta la mattina e in tarda serata numerosi concerti di musica classica, realizzati dalle migliori orchestre filarmoniche internazionali, dirette dai grandi nomi della musica. Current, h. 20.20 PASSAPAROLA Canale Sky 130. L’appuntamento settimanale del giornalista Marco Travaglio è dedicato ai problemi e ai misteri della politica italiana. Tv2000, h. 21.00 TG TG Il tg dei telegiornali nazionali: in mezz’ora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi.

Rete Quattro, h. 23.20 IL TEXANO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO Un classico dei film western, di e con Clint Eastwood. Josey Wales è un tranquillo contadino che ha perso la famiglia in un agguato per mano dei nordisti. Arruolatosi nelle file dei sudisti, al termine della guerra di Secessione non accetta di deporre le armi e attraversa il Paese da est a ovest per farsi giustizia.

Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm americano ambientato a Los Angeles: le indagini di Rick Hunter, detective della squadra omicidi della polizia. Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Le notizie più interessanti dal mondo della scienza e della tecnologia. Le ultime scoperte e i nuovi traguardi da raggiungere. Tv2000, h. 18.30 FORMATO FAMIGLIA Interessante talk-show dedicato alle famiglie. Arianna Ciampoli e Antonio Soviero studiano la società in cui viviamo e cercano di capire, insieme ai numerosi ospiti, quali direzioni sta prendendo il pianeta famiglia in Italia. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Lilli Gruber ospita in studio esponenti del mondo politico, economico e culturale italiano, per discutere su problemi di attualità e sul destino istituzionale dell’Italia.

Italia Uno, h. 24.00 PULP FICTION Peccato per l’orario di programmazione: la pellicola firmata da Quentin Tarantino e Palma d’Oro al Festival di Cannes nel 1994 è un piccolo gioiello del cinema. Le storie, incredibili e quotidiane, di alcuni delinquenti di Los Angeles, si intrecciano in un perfetto disegno assoluto, evanescenti e spietate allo stesso tempo. Alta scuola di sceneggiatura e fotografia.

Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Una rubrica quotidiana dedicata alla scienza applicata alla medicina. Aggiornamenti sulle ultime scoperte e sperimentazioni. Consigli e prevenzione. Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Un classico dei telefilm gialli: Angela Lansbury interpreta la scrittrice Jessica Fletcher, alle prese con casi di omicidio. In questa puntata è Jessica stessa a essere accusata ingiustamente di diffamazione e ricatto. Inizia le indagini per scagionarsi… La 7, h. 18.00 MAC GYVER Le avventure incredibili di un ex agente segreto in difesa dei più deboli. In onda le puntate della seconda serie. Sky Uno, h. 20.00 DAVID LETTERMAN SHOW Canale Sky 109. Il comico e anchorman David Letterman spara a zero sulla società americana, fra divertenti gag e interviste a personaggi di spicco dello showbiz internazionale.

Rete Quattro, h. 21.10 PRIMA TI SPOSO, POI TI ROVINO Divertente e ironica commedia diretta dai fratelli Cohen, con George Clooney e Catherine Zeta-Jones. Un avvocato divorzista riesce a vincere una causa contro un’affascinante femme fatale a caccia di eredità. La donna si vendicherà seducendolo, ma anche l’amore è in agguato. Ottimo cast per una storia divertente.

Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias torna anche per questa stagione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show. Rete Quattro, h. 16.50 LA LUNGA STRADA VERSO CASA Pellicola del 1990 con Whoopi Goldberg. La segregazione razziale dei neri d’America: una donna di colore accudisce la bambina di una famiglia di bianchi. Ogni giorno deve fare i conti con il razzismo della gente. Ma qualcosa sta per cambiare… Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Continuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse di full-contact tengono pulite le strade americane. Rete Quattro, h. 21.10 ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO Un classico della commedia “birra e salsicce” di Bud Spencer e Terence Hill: due nemici-amici vincono in una gara d’auto una splendida dunebuggy. Ma i delinquenti del posto la distruggono, e qualcuno dovrà ripagarla…

Canale Cinque, h. 21.10 IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE Un film del 2008 sulla Shoah, che racconta lo sterminio degli Ebrei visto dagli occhi ancora liberi di un bambino, figlio di un ufficiale nazista in forze nei pressi di un campo di concentramento. L’amicizia con un bambino ebreo e l’incapacità di immaginare e riconoscere la crudeltà a cui è sottoposto. Da vedere.

Rai Due, h. 9.45 CANTIERI D’ITALIA Una rubrica a favore dell’integrazione culturale in Italia. La puntata di oggi: “L’italiano di base per costruire la cittadinanza”. Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro presenta un appuntamento quotidiano che si occupa dei consumatori italiani: in ogni puntata vengono presentate le caratteristiche di un alimento di uso comune e scopriremo come scegliere sempre la qualità. Oggi si parla dei prodotti Dop. Rete Quattro, h. 16.30 CIMARRON Film western con Glenn Ford. America, fine Ottocento. Il pioniere Cimarron cerca di conquistare un pezzo di terra per sé e la sua famiglia. Non riuscendovi, decide di fondare un giornale di denuncia a favore dei coloni, suscitando troppo scalpore… Rai Tre, h. 01.10 CULT BOOK Settimanale di cultura dedicato alla letteratura di tutti i tempi. Il conduttore Stas Gawronski legge dei brani tratti da “I fiori del male” di Charles Baudelaire.

Rai Quattro, h. 21.10 IL REGNO DEL FUOCO Ottimo film d’azione e fantascienza con Matthew McConaughey e Christian Bale. In seguito al ritorno dei draghi sulla Terra, l’umanità è stata distrutta dalla loro potenza. Solo alcuni sopravvissuti vivono nascondendosi dagli attacchi quotidiani. Ma un forestiero afferma di avere un segreto per distruggerli… azione ed effetti speciali per gli amanti del genere.


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LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Cultura e comunicazione Radio e Media

PalaBrescia A tu per tu con Fresu, al Palabrescia il 2 febbraio con Benni

Musica che emoziona

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Mercoledì 2 febbraio alle 21 al PalaBrescia si apre la sezione “Universi e linguaggi” con uno spettacolo in anteprima nazionale nato dal duo Stefano Benni e Paolo Fresu. Il primo è autore di testi, guidato dal ritmo della musica jazz; il secondo è il trombettista più famoso d’Italia; insieme costituiscono un mix del tutto originale. Per info sullo spettacolo www. palabrescia.it. Prezzi del biglietto da 12 a 37 euro, aumentati di un euro la sera dello spettacolo. Abbiamo intervistato in esclusiva per “Voce” Paolo Fresu da Parigi dove in questi giorni si trova per lavoro. Brescia fortunata, visto che tu e Stefano Benni inizierete la tournée di un nuovo progetto proprio dal PalaBrescia. Cosa dobbiamo aspettarci? Un testo bellissimo ed esilarante scritto appositamente da Stefano Benni ed una musica originale costruita appositamente per quello spettacolo. Insomma, più che un reading… Cosa vi ha spinto a collaborare? Con Stefano ci siamo conosciuti molti anni fa. Credo che sia stata galeotta la Sardegna alla quale lui, come me del resto, è molto legato. Ricordo di avere fatto con lui una lettura improvvisata a Cagliari e di avere scoperto una serie di interessi comuni. È da allora che, ogni tanto, ci ritroviamo sui palchi per collaborare assieme ma, al di la di questo, sono come molti di noi un

di Mauro Toninelli

accanito lettore dei suoi libri e lui è un conoscitore ed appassionato di jazz. Che cosa significa essere il trombettista più famoso in Italia? Ammesso che ciò sia vero significa essere spinti a fare sempre meglio ed a fare sempre di più. È una sorta di condanna estremamente piacevole ed invitante. La difficoltà non è arrivare al centro delle cose ma riuscire a starci dentro. Il suono della tua tromba ha la forza di un racconto, accompagna per mano l’ascoltatore quasi fosse una narrazione. Cosa pensi quando suoni? Penso per colori ed emozioni. Perche

penso che se la musica non procura un’emozione evidente non serve. Se poi sono sul palco con Stefano penso non solo al suono della sua voce ma all’altro suono che è quello del racconto che così si fa musica. Si dice che la musica sia ricca di magia. Qual è la magia della musica per te? La magia della musica è l’inatteso e l’inaspettato che la rende diversa ogni giorno. Ma la magia è anche il palpabile (seppure non sempre) senso di comunione con se stessi, con i compagni di viaggio e con il pubblico. È magia perché queste cose non sono scontate e non sempre accadono. Magia è dunque l’apparire e lo scomparire. Se Paolo Fresu dovesse definirsi tramite una sua musica, quale sceglierebbe? Personalmente non sceglierei una musica ma sceglierei un suono che la traduce in altro.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo è di don Giuseppe Fusari. Dal 16 gennaio ospitiamo la nuova rubrica “Luoghi per lo spirito”. Con Michele Peli di Brevivet vi guidiamo alla scoperta di nuovi itinerari di fede. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, si presenta ricco di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia. VOX POPULI Dal lunedì al venerdì potete partecipare al nostro sondaggio quotidiano dedicato ai più importanti temi di attualità, in collaborazione col giornale on line lavocedelpopolo.it. Al termine di “Belli dentro” i risultati finali.

Paolo Fresu

PalaBrescia Unica data, sabato 5 febbraio alle ore 21

Aterballetto porta in scena “Certe notti” La prestigiosa compagnia di fama internazionale Aterballetto porta in scena le canzoni e le poesie della rockstar emiliana Luciano Ligabue con dialoghi tratti dal film “Radiofreccia”. La musica che esce da una radio e rompe il silenzio provocato dal rumore sordo e monotono del motore, i raggi dei fari che tagliano l’oscurità e concedono un passaggio attraverso il paesaggio che si nasconde dietro il velo della notte. La danza alterna assoli, incontri di piccoli gruppi, pezzi d’insieme dove il complesso giovane di Aterballetto, coreografato da Mauro Bigonzetti, mostra tutta la sua capacità, perizia tecnica e forza espressiva, fino a un secco virtuosismo, incrociando canzoni come Vivo morto o X, Buonanotte all’Italia, Piccola stella senza cielo, Bar Mario, Hai un momento Dio?, Certe notti con le riflessioni dure, “acide”, a volte surreali di Lettere d’amore nel frigo. Uno spettacolo di grande appeal che vive di tensioni, desideri, fughe, contrasti ed erotismo e che rappresenta

al momento la data unica di danza al PalaBrescia di via Ziziola. Data unica ma, come si diceva, di eccellenza, considerata la compagnia in scena. Aterballetto è considerata, infatti, la principale Compagnia di produzione e distribuzione di spettacoli di danza oggi in Italia e la prima realtà stabile di balletto al di fuori delle Fondazioni liriche. Nata nel 1979 è formata da danzatori solisti in grado di affrontare tutti gli stili. Dopo Amedeo Amodio, che l’ha diretta per quasi 18 anni, dal 1997 al 2007 la direzione artistica è stata affidata a Mauro Bigonzetti, coreografo di fama internazionale e proprio per assicurare il maggiore impegno creativo al suo talento, dal febbraio del 2008, Bigonzetti ha assunto il ruolo di coreografo principale mentre la direzione artistica è stata affidata a Cristina Bozzolini, già prima ballerina stabile del Maggio musicale fiorentino. Biglietti interi in prevendita: Poltronissima Gold 37 euro; prima poltrona e prima galleria 27 euro. Info: www.palabrescia.it.

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: l’incontro del Vescovo con i giornalisti; il trasferimento dell’8° giorno della Caritas; l’assemblea diocesana degli oratori; la settimana educativa a Monticelli. La rubrica “4 parole” è con Vittorio Pedrali sullo spettacolo “Pregare non è solo muovere le labbra”. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10. BELLI DENTRO È tornato a grande richiesta il programma preserale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Circa due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di finire la giornata lavorativa. Al termine va in onda Zona relax, col meglio della musica “morbida” non stop.


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SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 20,50 Diretta sport Perugia-Basket Brescia 21.00 Disco Story

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della scuola - Luoghi per lo spirito con Michele Peli - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 12,20 Diretta sport 14.00 Gr Radio Vaticana 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pane per il viaggio - pensieri di saggezza e di fede di H. Nouwen - con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Brescia in diretta - fatti e personaggi in primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pane per il viaggio (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

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Cinema “Qualunquemente”, con il personaggio di Antonio Albanese

La morale capovolta di Cetto Il protagonista è una macchietta dei tempi nostri: come altri personaggi della galleria espressionista di Albanese, anche quando provoca la risata fa correre un brivido lungo la schiena

Antonio Albanese sul set di “Qualunquemente”

PROGRAMMAZIONE Il super-malvagio, geniale e diabolico Megamind sta tentando di conquistare la Terra da più di 20 anni ma, ogni volta, è ostacolato dal suo acerrimo nemico, il supereroe Metro Man. Il tutto cambia il giorno in cui Megamind uccide accidentalmente Metro Man mentre è alle prese con uno dei suoi diabolici piani. Trovandosi d’improvviso senza un nemico da sconfiggere, il cattivo genio decide che l’unica maniera per non annoiarsi è creare un nuovo super rivale. Quest’ultimo è migliore, più grande e più forte rispetto a Metro Man. E quando comincia ad intraprendere la propria guerra per distruggere il mondo, Megamind dovrà prendere una decisione: potrà sconfiggere la propria creazione diabolica? Potrà l’uomo più intelligente del mondo fare la scelta giusta per una volta? Potrà il cattivo genio invertire i ruoli e diventare l’eroe della sua stessa storia? American life di Sam Mendes

Qualunquemente di Giulio Manfredonia

Megamind di Tom McGrath

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 29 dicembre ore 20.45; domenica 30 dicembre ore 20.45; lunedì 21 dicembre ore 20.45.

Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 29 gennaio ore 21.00; domenica 30 gennaio ore 15.00, 21.00; lunedì 31 gennaio ore 21.00.

Sale della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 30 gennaio ore 15.00; SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: domenica 30 gennaio ore 15.00, 18.00, 20.45; AURORA – PAVONE MELLA: venerdì 28 gennaio ore 20.45; sabato 29 gennaio ore 20.45; domenica 30 gennaio ore 15.30, 20.30; AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 29 gennaio ore 21.00; domenica 30 gennaio ore 30 gennaio ore 16.00, 21.00; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 29 gennaio ore 20.45; domenica 30 gennaio ore 16.00, 20.45; CORALLO – VILLANUOVA: domenica 30 gennaio ore 14.30; ITALIA – LONATO: domenica 30 gennaio ore 15.00.

Nata nel 1959, Sammy, è una tartaruga marina che durante i suoi “primi” cinquant’anni, non ha fatto altro che viaggiare per il mondo, attraversando tutti gli oceani e cercando di scampare alla più grande minaccia di questo secolo per le specie marine (ma non solo)... il riscaldamento globale.

Flynn Rider, il bandito più ricercato e più affascinante del regno, si ritrova costretto a stringere un patto con una ragazza dai lunghissimi capelli d’oro che vive imprigionata all’interno di una torre. Grazie al suo bell’aspetto, il baldo fuorilegge ha sempre avuto vita facile. Ma una volta rifugiatosi nella misteriosa torre la buona sorte sembra avergli voltato le spalle per sempre...

Le avventure di Sammy – Il passaggio segreto di Ben Stassen

Rapunzel – L’intreccio della torre di Nathan Greno, Byron Howard

In un mondo migliore di Susanne Bier

Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO (in digitale con microcinema): sabato 29 gennaio ore 21.00; domenica 30 gennaio ore 15.00, 17.30; AURORA – PALAZZOLO: domenica 30 gennaio ore 16.00, 20.30.

Sale della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 30 gennaio ore 15.00, 17.00; INZINO – INZINO: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 15.00.

Sala della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 30 gennaio ore 20.45; martedì 1 febbraio ore 20.45.


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F

di Nicola Rocchi

Finora avevamo conosciuto l’uomo: Cetto La Qualunque, il mostruoso politico creato da Antonio Albanese con lo sceneggiatore Piero Guerrera. Volgare, cinico, delinquente sfacciato dal linguaggio sulfureo, Cetto esibisce con orgoglio la propria immoralità. È una macchietta dei tempi nostri: come altri personaggi della galleria espressionista di Albanese, anche quando provoca la risata fa correre un brivido lungo la schiena. La scelta, sulla carta rischiosa, di renderlo protagonista di un film ha permesso di allargare il quadro all’ambiente che lo circonda: moglie, figlio,

casa, amici e nemici, tutti immersi in una realtà morale capovolta nella quale la violazione è la regola che la legalità si ostina a voler infrangere. Il meglio di “Qualunquemente” è proprio nella parte iniziale, quando il regista Giulio Manfredonia accompagna gli spettatori alla scoperta del mondo di Cetto. Ritornato nella sua Marina di Sopra, in Calabria, dopo qualche anno di latitanza, Cetto si trova alle prese con “scandalosi” cambiamenti. Il suo villaggio turistico abusivo è fatto oggetto di inchieste giudiziarie. L’onesto insegnante Giovanni De Santis (Salva-

tore Cantalupo) si è candidato a sindaco. Perfino il ragioniere che gestisce i conti di Cetto deve ogni tanto versare qualche euro al fisco (ma le tasse, ammonisce il nostro, “sono come la droga: paghi una volta per provare e magari ci prendi gusto”). I guai lo seguono anche tra le mura domestiche. Nella straordinaria casa zeppa di ritratti del capofamiglia e invasa da ogni sorta di paccottiglia (è la vera villa di un riccone, scovata alle porte di Roma), la moglie non gradisce la consorte ausiliaria che Cetto si è portato dall’estero. Il figlio Melo, poi, è un ragazzino timido che indossa addirittura il casco quando va in motorino (e la sua “rieducazione” è forse la parte più agghiacciante). A Cetto non resta che candidarsi a sindaco, facendo campagna elettorale a modo suo per ripristinare l’illegalità minacciata.

Checco, addetto alla sicurezza di una discoteca della Brianza, si trova inserito ad ingrossare le fila della Security del Duomo di Milano in un periodo in cui la richiesta di vigilanza è aumentata a causa del pericolo di attentati. Nel frattempo si innamora di Farah, una studentessa straniera di architettura... Le capacità intellettuali di Checco e la vera identità della sua ragazza saranno una minaccia per il patrimonio artistico italiano…

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Albanese – che non è solo un comico ma anche un attore vero e bravo – tiene la scena per un’ora e mezzo senza strafare: perfino contenendo l’esuberanza del personaggio che, nella quotidianità della sua cafonaggine, finisce col risultare ancora più inquietante. Il regista ha evocato Fantozzi, collocando Cetto La Qualunque nel pantheon delle maschere italiane che amplificano nel grottesco le nostre miserie. Il suo film però picchia un po’ più duro, pur nell’apparente leggerezza di uno stile che mescola in modo colorito l’estetica dei cartoon, il western all’italiana, il genere mafioso. È efficace nel creare il quadro d’insieme, meno nel tener desta l’attenzione sulla storia: anche perché non tutti i comprimari (in particolare l’“esperto elettorale” di Sergio Rubini) appaiono all’altezza del protagonista.

La nuova pellicola è basata sul terzo dei sette libri della serie di Lewis “Le Cronache di Narnia”. Edmund e Lucy Pevensie, con il cugino Eustace, vengono inghiottiti in un quadro e portati a Narnia sulla fantastica imbarcazione, e lì si uniscono al re Caspian e al topo guerriero Reepicheep in una missione da cui dipende il destino della stessa Narnia. Vincendo le proprie grandi tentazioni, gli arditi viaggiatori toccano isole misteriose, si scontrano con creature magiche...

Che bella giornata di Gennaro Nunziante

Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero di Michael Aptedù

Natale in Sudafrica di Neri Parenti

Sala della comunità SAN LUIGI – LODRINO: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 20.30; LUX – LUMEZZANE PIEVE: domenica 30 gennaio ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 31 gennaio ore 20.30; ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 14.30, 17.30, 20.30; SPLENDOR – ODOLO: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 20.45.

Sale della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – BIENNO: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 15.30; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 28 gennaio ore 20.45; sabato 29 gennaio ore 20.45; domenica 30 gennaio ore 20.45; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 30 gennaio ore 16.15.

Sala della comunità PAOLO VI – PREVALLE: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 15.30; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 29 gennaio ore 20.30; domenica 30 gennaio ore 20.30.

CINEFORUM Uomini di Dio di Xavier Beauvois Sale della comunità TEATRO COMUNALE – BORGOSATOLLO: venerdì 28 gennaio ore 20.30; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: lunedì 31 gennaio ore 20.45; SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: giovedì 27 Vi presento i nostri di Paul Weitz

Adèle e l’enigma del faraone di Luc Besson

Harry Potter e i doni... di David Yates

Sala della comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 29 gennaio ore 21.00; domenica 30 gennaio ore 21.00.

Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: domenica 30 gennaio ore 15.00.

Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: domenica 30 gennaio ore 15.00.

gennaio ore 20.45; sabato 29 gennaio ore 20.45; domenica 30 gennaio ore 20.45 14 kilometros di Gerardo Olivares Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: venerdì 28 gennaio ore 20.45


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Segni che parlano

di Giancarlo Paris, ofm conv.

Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno preparato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi sono nudi, perchĂŠ si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma. Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi proteso a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. CosĂŹ anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua boccaâ€?, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerĂ onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo. SETTIMANALE DIOCESANO

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BRESCIA 23 LUGLIO 2010

amor

i della Trav Sera d’estate , davanti alla di Gianca iata amori. Nel rlo Paris, primo la “mantetv ascoltando “La ofm conv. traviataâ€? di amandoâ€?: nutaâ€? scopre San Frances Verdi. Quattro per la denza degli co atti e quattro affetti oggi, piange all’idea che prima volta la gioia compiere di lâ€?’Amore è quanto l’ “amaro non è amatoâ€?“essere amata, mai rara sacriďŹ zioâ€? anche GesĂš . La corrispo di rinuncia e fragile. Nel second re ad Alfredo o atto, Violetta nterzo, Alfredo trasďŹ gura il suo amore per l’onore che non ha in SacriďŹ c deve e lei accetta della di lui io compreso famiglia: “tutto l’amoreper restituire l’onore non solame di amare “sino al al peccato â€? di Violetta prezzo del nte umiliato re. Nel Violetta, riscatta tuo disprez la svergog , ma deriso, zoâ€?. na in to, si trasform schernito rĂ il suo posto al Calvario Anche qui il pensier pubblico a . InďŹ ne sul o va a GesĂš Una prostitu nel cuore di Alfredo in preghiera per quella ta non solo . Lei, “nel “pudica vergine letto di morte l’amore ciel ci precede di â€? che un giorno nel Regno, tra gli angeliâ€? preghe prende ma ci insegna rĂ per i gradi dell’am lei e per il suo amato.SETTIMANA are. ANALE DIOCE AN SANO FEDE - LEALTĂ€ - CORAG GIO BRESC IA 30 LUGLIO 2010

art.1, Comma

e I.P. - contien

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - â‚Ź 1,00

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Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Brescia La relazione di Giuseppe Bertagna

Formazione e lavoro per lo sviluppo La Fondazione Micheletti, in collaborazione con Assti e con il Politecnico di Milano, ha organizzato il convegno “Scienza, tecnica e industria nei 150 anni di Unità d’Italia”. In primo piano il rapporto tra scuole e imprese

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Centocinquanta anni dall’Unità di Italia, una lunga storia di un Paese capace di diventare una delle prime potenze mondiali, partendo quasi dal nulla. A questo poderoso sviluppo hanno contribuito nomi che, al giorno d’oggi, paiono quasi sconosciuti, ma che in realtà negli anni immediatamente successivi all’unificazione hanno fornito un apporto decisivo all’industrializzazione del Paese. Per mettere in risalto il contributo fondamentale, e tuttora forse non ade-

150 anni dopo

Gli artefici dell’evoluzione dell’Italia

di Mario Nicoliello

guatamente valorizzato, che scienziati, tecnici, inventori hanno dato allo sviluppo del processo unitario e all’affermazione dell’Italia quale Paese moderno, economicamente progredito, dotato di un’importante base manifatturiera nonostante le carenze strutturali, la Fondazione Luigi Micheletti – l’ente promotore del Museo dell’industria e del lavoro di Brescia – in collaborazione con Assti (Associazione per la storia della scienza e della tecnica in Italia nell’età dell’industrializzazione

di Milano) e il Politecnico di Milano e con il contributo della Fondazione comunità bresciana ha organizzato nei giorni scorsi una giornata di studio dedicata a “Scienza, tecnica e industria nei 150 anni di Unità d’Italia”. Duplice a parere degli organizzatori è stato lo scopo del convegno. Da un lato “dimostrare che l’approccio storico consente un dialogo fecondo tra cultura scientifica e cultura umanistica”, dall’altro “fornire, al mondo della scuola e alle imprese, materiale e spunti di riflessione per un rinnovato incontro tra cultura e industria, indispensabile per affrontare la globalizzazione e le nuove sfide imposte dalla crisi economica”. Per raggiungere questi obiettivi, il dibattito è stato introdotto dalla relazione di Giuseppe Bertagna, docente di Pedagogia all’università di Bergamo, dedicata al rapporto tra scuole e imprese. Punto centrale del discorso è stato un nuovo modo di fare scuola, basato sulla capacità sia

Nel 1961, in occasione del Centenario dell’unificazione nazionale, tra le diverse iniziative realizzate ci fu anche un album di figurine, che ripercorreva i cambiamenti avvenuti nel Paese nell’ultimo secolo. Nella raccolta c’era anche un’intera pagina dedicata allo sviluppo economico, dove campeggiavano figurine delle prime fabbriche, dei mezzi di trasporto del tempo e delle fonti energetiche maggiormente in voga. Per i 150 dell’Unità al momento non è stata programmata una iniziativa simile pertanto, durante il convegno organizzato dalla Fondazione Micheletti, Vittorio Marchis, docente al Politecnico di Torino, ha provato a immaginare quali volti potrebbero essere raffigurati sulle figurine che intendessero rievocare l’industrializzazione del nostro Paese. Infatti, come è stato osservato durante la mattinata di studi da Carlo Giacomo Lacaita, docente alla Statale di Milano, il Risorgimento non è stato soltanto quello dell’Europa degli Stati liberali, ma “anche quello del processo di industrializzazione”. L’Italia si è modernizzata sfruttando il confronto tra opinioni, la mobilità delle persone, gli scambi culturali con gli altri Paesi d’Europa. Protagonisti di questo “fermento culturale”, sono stati dirigenti che hanno

di riflettere sia di elaborare processi e conseguentemente di creare un dialogo duraturo tra istituzione scolastica e mondo imprenditoriale, con quest’ultimo che deve anzi diventare “una vera e propria scuola, costituendo una risorsa formativa su cui puntare”. Secondo Bertagna la vera sfida consiste perciò nel “collegare la scuola e l’impresa non con l’alternanza scuola lavoro, come fossero cose separate, o con gli stage nei quali si osserva quello che gli altri fanno, ma nell’idea di un’impresa come scuola. A queste condizioni non è sprecata l’occasione di un apprendistato formativo”. Citando Rousseau, il docente ha ribadito come occorra evitare che i giovani “prima si limitino a studiare argomenti prettamente teorici, e successivamente siano gettati nel mondo del lavoro senza la minima esperienza”. Formazione e lavoro, dunque, come due facce della stessa medaglia, che insieme possono contribuire allo sviluppo della persona.

seguito un percorso formativo di natura politecnica. Nell’album di figurine immaginario Marchis ha inserito personaggi che frequentarono il Politecnico di Torino. Primo fra tutti Quintino Sella, che prima di diventare un economista e ricoprire la carica di ministro delle Finanze, è stato un ingegnere minerario. Poi a seguire Tommaso Agudio, protagonista della prima esposizione torinese del 1884, importante momento di rinascita del capoluogo piemontese, già da qualche anno non più Capitale d’Italia. Per finire Marchis ha proposto anche i volti di Camillo Olivetti, fondatore dell’omonima impresa, e Emma Strada, prima donna laureata in Ingegneria in Italia. Numerosi sono stati gli scienziati, i tecnici e gli inventori che hanno contribuito sia all’unificazione sia alla modernizzazione del Paese. Andrea Silvestri, docente al Politecnico di Milano ha proposto brevi flash su alcuni laureati nell’ateneo milanese verso la fine del XIX secolo o nei primi decenni del XX secolo: Francesco Brioschi, Giuseppe Colombo, Giovanni Battista Pirelli, Alberto Riva, Ettore Paladini, Giulio Primetti, Carlo Emilio Gadda, Agostino Rocca, Maria Artini, primo ingegnere elettrotecnico donna italiano.


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Economia e lavoro

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Agricoltura Al Centro fiera di Montichiari

La Fiera zootecnica scalda i motori La manifestazione, che si terrĂ dall’11 al 13 febbraio, è punto di riferimento del comparto

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Dall’11 al 13 febbraio, il Centro ďŹ era del Garda ospita la Fiera agricola zootecnica italiana. Giunta alla sua 83ÂŞ edizione, la rassegna che di fatto inaugura il calendario delle manifesaztioni ďŹ eristiche del 2011. La manifestazione (forse la piĂš importante del comparto nel panorama nazionale) proporrĂ un panorama completo del settore agricolo, con tematiche e contenuti innovativi ad alto impatto mediatico, consentendo l’opportunitĂ di relazione diretta tra produttore/ espositore ed operatore/visitatore, in

di Franco Piovani

un contesto di ďŹ era dinamica e coinvolgente per l’intero comparto agricolo e zootecnico nazionale ed internazionale. Nel programma l’Open Holstein Show europea dedicata agli allevamenti di Frisona, organizzata dalle Associazioni provinciali allevatori di Verona e Brescia, dall’Associazione nazionale frisona italiana - AnaďŹ , in collaborazione con il Centro ďŹ era del Garda di Montichiari e VeronaďŹ ere, nell’ottica di un’alternanza che vede negli anni dispari il confronto internazionale nel Bresciano, mentre negli

anni pari a Verona. Per gli allevatori italiani si tratterĂ di difendere il titolo, conquistato nel febbraio dell’anno scorso a Fieragricola dall’azienda agricola Errera Holsteins di Borgoforte, in provincia di Mantova. Nell’ambito della Fiera agricola zootecnica italiana, ampio spazio sarĂ assicurato anche ai giovani conduttori dell’AgaďŹ , la sezione appunto junior dell’associazione di razza Frisona. Un momento importante, che coinvolge direttamente nella punteggiatura e nella valutazione degli animali, gli studenti degli istituti agrari di tutta Italia. Importanti speciďŹ ci momenti di valorizzazione delle produzioni made in Italy, con lo stand e gli animali del mondo Aia e Italialleva, chiavi strategiche per promuovere la filiera nazionale e al contempo garantire il

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consumatore ďŹ nale sul fronte della provenienza. Riettori accesi anche sulla suinicoltura, che nel quadrilatero Brescia, Mantova, Cremona e Lodi ha una punta avanzata per la salumeria di qualitĂ . La Fiera agricola zootecnica italiana di Montichiari porta nel cuore della pianura padana un evento lungo un intero weekend in grado di catalizzare l’attenzione del comparto primario, con espositori, convegni ed eventi legati alla meccanizzazione, la mangimistica, le agro-energie, i mezzi tecnici, la veterinaria e la zootecnia da reddito. Fra i temi dei convegni gli aspetti della Pac dopo il 2013, il reddito nelle stalle da latte, il rilancio della suinicoltura, le nuove frontiere delle energie rinnovabili.


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Sport

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Calcio Un francobollo per il Centenario

Tre punti per credere nella salvezza

redazione@lavocedelpopolo.it

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La grinta di capitan Possanzini

Contro i veneti, il primo di una serie di scontri diretti da vincere assolutamente per allontanarsi dal penultimo posto in classifica. Senza pensare al mercato di riparazione, piuttosto deludente, che si chiuderà lunedì 31. Collegamenti in diretta sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3-88.5). Nel frattempo è in arrivo a giugno un francobollo celebrativo per il Centenario (1911-2011)

Comunque vada, non sarà un successo. La data ultima di chiusura del mercato di riparazione è fissata alle 19 di lunedì 31 ma in casa Brescia si registra malumore per una sessione invernale piuttosto deludente. Anche se Gianluca Nani, secondo un sondaggio, è stato eletto secondo miglior direttore sportivo di tutte le società di calcio professionistiche. E pensare che l’inizio, con l’arrivo di Lanzafame dopo appena due giorni dall’apertura dei saldi, sembrava promettente. Invece no: perfino mister Beretta ha continuato per tutto il tempo a sostenere l’efficacia di un gruppo che, nel caso dovesse restare lo stesso, ha tutte le carte in regola per salvarsi senza operare stravolgimenti. A patto, però, che venga sfoltita notevolmente la rosa. E l’ultima settimana del mercato ha messo in secondo piano il ricordo di un giocatore che se n’è andato già da nove anni. Stiamo parlando dello “Sceriffo” Vittorio Mero. Lo scorso 23 gennaio il pensiero è andato a lui, a quel terribile incidente automobilistico del 2002 che lo ha strappato al calcio e alla vita. All’affetto della sua famiglia e dei suoi cari. Il Brescia Calcio ha ritirato la maglia numero 13 in suo onore ed ogni anno gli intitola un torneo riservato alle giovani promesse. In mezzo a tutto ciò, la stretta attualità non lascia scampo alle Rondinelle. Contro il Chievo Verona (terza giornata di ritorno, domenica alle 12,30 con collegamenti in diretta sugli 88.3-88.5 di Radio Voce) c’è bisogno di una vittoria pesante. È uno scontro diretto e in casa c’è da invertire la rotta negativa della prima parte di campionato. Il penultimo posto in classifica, ad una sola lunghezza dalla zona salvezza, rende le cose molto più difficili. Anche perché mercoledì 2 febbraio si va nella Capitale, sponda Roma, per

di Alessio Andreoli

quella che è considerata una “missione impossibile”. Nel giro di un mese, ci si gioca la permanenza in serie A. Dopo la Roma, sarà tempo di ospitare la Lazio (domenica 13), trasferta con la rinata Udinese sette giorni dopo, il Lecce in casa (27 febbraio). Il tutto prima del trittico terribile Napoli-Inter-Juventus. Pensare ad una partita per volta, l’obiettivo di Caracciolo e compagni. E proprio l’Airone, appena cinque reti all’attivo, è stato al centro di diverse trattative di mercato con tanto di pista inglese. Il 31 gennaio è dietro l’angolo, il tempo stringe e non lo si può lasciare andare anche perché in avanti le scelte sono già state fatte e soprattutto perché l’emergenza è a centrocampo, non nel reparto avanzato (seppur si segna con il contagocce e l’infortunio di Eder abbia fatto tremare la dirigenza di via Bazoli). Sotto con il Chievo, dunque, domenica 30 al Rigamonti. Il secondo di una serie di scontri diretti che vanno sportivamente “rivendicati”. Non ci sarà Sereni fra i pali; piena fiducia ad Arcari, giocatore che lo scorso anno proprio nella seconda parte di campionato è stato fra gli artefici del ritorno in serie A. Mancherà Berardi, fermato per un turno dal giudice sportivo (al suo posto potrebbe rivedersi Zambelli). A proposito di rientri, Bega ha scontato il turno di squalifica così come Diamanti. Su quest’ultimo – però – pesa il forte attacco influenzale che lo ha colpito. Febbre smaltita da Zoboli e Vass, per il resto tutto da copione con il reparto avanzato che dovrebbe riproporre la coppia Possanzini-Lanzafame al fianco di Caracciolo. Infine i festeggimanti per il Centenario (1911-2011): l’Azienda Filatelica di Stato di San Marino ha anuunciato l’emissione di un francobollo celebrativo a partire da giugno.


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Sport

LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Atletica Protagonista un imprenditore di Gussago

Dieci maratone no-stop nel deserto Stefano Miglietti tenterà l’impresa: ha scelto le sabbie dell’Egitto (tra il Deserto bianco e il Gran mare di sabbia) per migliorare il record

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Per gli amici è soprannominato “il Miglio”. Stefano Miglietti, bresciano di Gussago, è pronto a una nuova impresa: correre 10 maratone, senza fermarsi, tra il Deserto bianco egiziano e il Gran Mare di Sabbia. Quest’ultimo è già stato attraversato in solitaria da Stefano nel gennaio del 2006. Ben 421 i km che l’atleta franciacortino – classe 1967 – dovrà percorrere su terreno sabbioso cercando di coprire questa distanza nel minor tempo possibile. Padre di tre figli, lavora come imprenditore da quando ha 23 anni. Lasciato il tennis si dedica al rugby. L’amore per la natura lo porta poi a scegliere l’alpinismo e lo sci-alpinismo, lo sport che più racchiude in sé le caratteristiche che lo interessano e lo stimolano. Scala buona parte dei 4000 metri delle Alpi italiane e svizzere. Nel 2003 partecipa alla manifestazione “Susitna 100”, nota gara podistica che si tiene a febbraio

di Mario Ricci

in Alaska e che copre un itinerario di 160 km tra i ghiacci. Qui si qualifica al quinto posto. Nel 2003 fonda l’Associazione “Avventurando” per condividere la passione per l’avventura e la natura insieme ad alcuni strettissimi amici. Nel febbraio 2005 partecipa alla competizione Yukon Artic Ultra, corsa in mezzo ai ghiacci del Canada, vincendola. A gennaio 2006 attraversa il deserto egiziano Gran mare di sabbia in completa autosufficienza. Per realizzare questa avventura Stefano si è trainato per tutto il deserto uno speciale carrettino con ruote, contenente scorte di acqua, cibo e attrezzature di sopravvivenza. A oggi nessun uomo ha mai attraversato un deserto di sabbia così esteso in questo modo. A dicembre, poi, attraversa il deserto egiziano “Gilf Kebir” percorrendo un tragitto di 340 km in soli tre giorni e cinque ore ad una velocità media oraria di 9

Al centro, Stefano Miglietti

km/h. A febbraio 2007 vince insieme all’amico Ghidoni l’edizione 2007 della Yukon Arctic Ultra e stabilendo il record assoluto della gara. In soli cinque giorni e sei ore, hanno percorso insieme l’intero tragitto della categoria “300 miglia” in condizioni ambientali veramente avverse e trainandosi una slitta del peso di 20 km. Il termometro in quei giorni ha registrato spesso temperature di 40 gradi sotto zero. A settembre 2008 attraversa in solitaria il deserto egiziano detto “Kharafish” che divide l’oasi di Farafra dall’oasi di Dakhla. Un terreno di sola sabbia e dune, mai attraversato da nessuno a piedi. Il Kharafish è il quinto deserto attraversato a piedi da Stefano. Questa volta l’attraversata è avvenuta in velocità, riposandosi il meno possibile e marciando anche di notte. L’obiettivo di Stefano Miglietti è di portare a termine questa impresa, cercando di stare al di sotto del suo record attuale di 72 ore. La maratona no-stop verrà effettuata nel corso di quest’ultima settimana di gennaio. La partenza da Brescia, con destinazione Egitto, è avvenuta giovedì 27, mentre il rientro è previsto per il 3 febbraio.

Pallanuoto Brixia

In Coppa per brindare Brixia Leonessa torna in vasca mercoledì 2 febbraio per la gara di ritorno dei quarti di finale della Coppa Len. Grazie alla sconfitta di misura in occasione della gara d’andata (7-6), le calottine biancoazzurre inseguono il passaggio del turno al PalaSystema contro il Marsiglia. Fischio d’inizio alle ore 20 (l’ingresso nell’impianto di via Rodi è gratuito). Alla Brixia basterà vincere con due gol di scarto per accedere alle semifinali del torneo vinto in precedenza nel 2002, 2003 e 2006. Assente il solo Rath, per il resto tutti recuperati da influenze e acciacchi vari. Questi gli altri incontri in programma (fra parentesi i risultati dell’andata): AteneKoper (8-12), Oradea-Honved (9-12) e Budapest-Savona (105). (al.an.)


Centro Sportivo Italiano

Desenzano Ciclismo e calcio

La Coppa di Sant’Angela di Michele Bresciani

Sta diventando una classica del mese di gennaio la coppa Sant’Angela Merici, organizzata nelle vicinanze della festa patronale di Desenzano dall’Uso Duomo in collaborazione con il Csi Brescia. Ciclismo, calcio giovanile e calcio femminile hanno animato il fine settimana del basso Garda. Le due ruote hanno affrontato un tracciato bello dal punto di vista tecnico e paesaggistico, disegnato anche quest’anno da Egidio Vertua, che si snoda per 6,3 km tra i colli Reciago e Pusonaro e le paludi del Vallio, nei pressi dell’ospedale della cittadina gardesana. Ben 117 i corridori al via, in aumento rispetto allo scorso anno anche perché la giornata è stata veramente splendida, con un sole di quelli che non si vedevano da qualche tempo. La corsa non ha avuto storia: anche quest’anno Fabio Pasquali (M1, Nuova Pata Team Arka) ha conquistato il trofeo facendo il vuoto sin dalle fasi iniziali, nonostante un tentativo di resistenza di Bazzani (Zaina Club) il quale si è però dovuto arrendere all’allungo dell’avversario sulle strade del Mericianum. Questi i rilievi al passaggio di località Ca’ del Diaol, nel punto più elevato del circuito: al primo giro Pasquali e Bazzani sono tran-

sitati insieme con un distacco di circa 20’’ sulla coppia di inseguitori Fappani – Colombo. Al secondo giro il distacco tra il primo ed il secondo diventa di quasi mezzo minuto, con gli inseguitori a rosicchiare qualcosa su Bazzani e al terzo passaggio il ritardo degli inseguitori sull’uomo in fuga supera il minuto. Oltre al ciclismo, come detto, hanno arricchito la festa patronale di Desenzano due tornei riservati al calcio giovanile e femminile. Il XXX torneo Ato Gas ha visto competere le squadre della categoria Top Junior del calcio a 7. A conquistare il trofeo è stato il Ponte san Marco, che ha battuto in finale i padroni di casa del Duomo per 2-0 (Plebani e Nika i marcatori). Al terzo posto si è classificato il Rivoltella, vincitore della finalina sul Castelmella. Capocannonieri del torneo, ex-aequo, Scalvini del Rivoltella e Baronio del Castelmella. Il torneo femminile ha registrato le partecipazioni di Duomo, Novagli, Prevalle e San Francesco. Proprio quest’ultimo si è aggiudicato il successo battendo le desenzanesi nella finale per 4-1, con la tripletta della Germani. In casa San Francesco è andato anche il premio del capocannoniere, con Bellandi autrice di cinque reti nel corso della manifestazione. Al terzo posto sono arrivate le ragazze del Prevalle, impostesi su Novagli per 3-0.

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Ginnastica artistica e judo sugli scudi Sarà un fine settimana importante quello che si apprestano a vivere gli atleti di judo e ginnastica artistica, pronti a dare il meglio per scalare i podi provinciali. I judoka calcheranno il tatami a partire dalle 9.30 di domenica al palazzetto comunale di Roncadelle in occasione della seconda gara provinciale targata Csi. I primi a cimentarsi negli incontri in Ne Waza (lotta a terra) saranno ragazzi e fanciulli (9.30), bambini di 5 anni (10.30) e bambini (11). Solo gli esordienti (sul tatami dalle 12) combatteranno in Taci Waza (lotta in piedi). I ginnasti si esibiranno davanti ai giudici arancioblu in corpo libero, trave e volteggio a partire da sabato. Ad aprire la due giorni della seconda gara provinciale saranno pulcine, lupette e tigrotte junior e large, in gara dalle 15.15. Due ore più tardi sarà la volta di allieve e ragazze large. Domenica mattina largo a ragazze, junior e maschi medium alle 9.15, seguiti alle 11 dalle allieve medium e alle 13.20 dalle tigrotte medium. Chiuderanno il sipario sull’evento pulcine e lupette medium alle 16.10. Il calendario stagionale della ginnastica artistica vivrà la sua tappa successiva il 19 e 20 febbraio a Canneto sull’Oglio in occasione della prima prova regionale. La seconda, invece, sarà in terra bresciana – a Gottolengo – il 9 e 10 aprile. Maggio, invece, sarà il mese del trofeo Planet Gym, in programma domenica 22 a Pavone Mella, poi largo al Gran premio nazionale di Lignano Sabbiadoro dal 9 al 13 giugno.

Calcio giovanile, basket e sci

In campo a Bovezzo Sabato 22 gennaio è iniziato l’VIII torneo indoor di calcio giovanile che animerà l’oratorio e il palazzetto dello sport di Bovezzo fino a domenica 30 gennaio. In campo 30 formazioni di bambini suddivise in 4 tornei per anno di nascita (dal 2000 al 2003). Oltre alla competizione c’è stato spazio per la riflessione. Dopo l’incontro che ha visto il giocatore del Brescia Marco Zambelli raccontare il suo percorso dall’oratorio alla serie A ad adolescenti e giovani, questa sera sarà la volta di don Elio Cesari – delegato per la pastorale giovanile dei Salesiani del nord Italia – che incontrerà genitori e collaboratori dell’oratorio parlando dell’oratorio come di una realtà di oggi e una scommessa per domani. La manifestazione offre spunti in grado di far respirare il vero profumo dello sport. Il ricavato

del torneo “Una squadra per la vita” sarà devoluto all’Abe, associazione che aiuta i bambini emopatici. Basket. La prima gara del girone di ritorno dà il via alla fuga verso le finali provinciali. Nel girone arancione Team 87 difende il primato dilagando a Monticelli Brusati (91-52). Mascalzoni Sebini tengono il passo della capolista imponendosi sui Jackals 95-56, mentre Torbole rafforza la sua posizione sul terzo gradino del podio espugnando Ome con un 59-41. In questa giornata la sfida più equilibrata è stata Volta-Virtus, vinta dai mantovani 60 a 54. Nel girone blu la capolista Basket Pallata deve sudare parecchio per avere la meglio sui Senior (61-57). I Panthers passeggiano contro Bovezzo (72-56), New Basket si schioda dall’ultimo posto e agguanta Botticino (67-56), mentre Smv

cade sotto i colpi del S. Luigi Gonzaga: finisce 64-73. Sci. 120 atleti hanno preso parte allo slalom gigante di Montecampione. A stabilire il miglior tempo assoluto è stato Maxime Mazzola (Pol. Grignaghe). Il maggior numero di vittorie individuali premia lo Sci Cai Edolo, mentre lo Sci Club Pisogne si è confermato primo nella graduatoria di società. Conferma il primo posto nella categoria adulti il portabandiera del Montorfano Ski Team Simone Bignotti. La compagine bresciana sorride anche con Veronica Loda, bronzo nelle senior femminili. La terza prova sarà domenica al Passo del Tonale. Formazione. Il 19 e 20 febbraio Coverciano ospita un master dedicato all’organizzazione del sistema sportivo italiano. Sono cento i posti disponibili per i dirigenti. Per informazioni www.csi-net.it.


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Condannare il peccato, non il peccatore Egr. direttore, i fatti politici degli ultimi tempi inducono ad interrogarsi, in modo sempre più stringente, su quale sia il modo di atteggiarsi al loro cospetto. Scandalizzarsi o provare compassione? Credo che i fatti personali che riguardano direttamente un uomo che è anche il Presidente del Consiglio (e che perciò stesso sono fatti “politici”) ci inducano a riflettere aldilà e oltre le reazioni di “pancia” di cui l’etere è colmo e che altro non fanno che colludere colpevolmente con coloro che “alla pancia” da sempre parlano. Collusione che finisce per lasciar terminare ogni ragionamento con vissuti, più o meno espressi, del tipo “così fan tutti”, “non si salva più nessuno”, “non esiste la verità”, “dove andremo a finire”. Condannare o scandalizzarsi, dunque? Oso dire che nessuno dei due è un comportamento cristianamente accettabile. Ed entrambi sono diversissimi dall’indignarsi. Colui che condanna e si scandalizza immette nell’azione un tale pathos personalizzante che finisce per diventare una competizione nella quale colui che condanna ritiene se stesso migliore del condannato. In questo modo, si riproduce in sedicesimo da un lato la competizione tra i discepoli di Gesù su “chi è il migliore”, dall’altro si incorre inevitabilmente nel peccato “della trave e della pagliuzza” evange-

liche. Nel novero, giusto per guardare la mia, di trave, mi ci metto anch’io, a iniziare da tutte le volte che “mi sono sfuggite” battute o battutine di chiaro stampo maschilista, più o meno velatamente irridenti al genere femminile. Dunque, come posso “permettermi” di esprimermi in merito, io che per primo sono un peccatore? Ecco, credo che qui intervenga l’indignazione, che a mio avviso è parente stretta della “compassione”. Rilevo la necessità non tanto che si parta all’attacco di un uomo che evidentemente non sta bene, in primis con se stesso. E occorrerebbe che, in positivo, si parlasse di “indignazione” verso modelli di riferimento che vanno incistandosi e che occorre riconoscere nel loro pervasivo nuocere a tutta l’umanità, peraltro “redenta”. Così, una volta riconosciuto obiettivamente il pericolo, combattere con la positività del proprio operare. Parlo nel concreto degli atteggiamenti e dei comportamenti di famiglie e di comunità che si attrezzino meglio per trascorrere il tempo della vita comune cercando di stimolare al loro interno il confronto, l’armonia; immagino giornate che contengano in sé l’idea di una temporalità amorosa come dono di Dio, che si contrapponga a un’idea del tempo che scorre sempre uguale a se stesso, come fosse un contenitore da riempire angosciati dalla paura del vuoto (della morte?). I cristiani sono chiamati a vagheggiare qualcosa di ben più profondo e di meno contingen-

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

te del reclamare “elezioni subito!”. Siamo chiamati alla “vera rivoluzione” (la conversione) che sta alle elezioni come il farmaco salvavita al sintomatico. Auspico, per concludere, che aldilà dei risvolti politico/partitici che verranno e verso i quali occorrerà prendere una posizione attiva, i presunti comportamenti del Presidente del Consiglio mi inducano, ogni giorno, a vigilare sulla mia personale quota di solitudine affettiva, quella che potrebbe indurmi a considerare il femminile come sem-

plice appendice o propaggine e non invece a prenderne consapevolezza in qualità di “compagna” e di “aiuto”. Come dire, che c’è da far voti perché, dentro ognuno di noi, eros non arrivi a prevaricare, pervertendolo, agape. Questo è anche l’augurio che mi sento, fraternamente, di rivolgere al nostro Presidente del Consiglio: che l’illuminazione della Grazia gli consenta di uscire da quella che ha tutti i connotati di una mortifera solitudine. Giammaria Manerba

29 gennaio 1916 Durante la Prima guerra mondiale Parigi viene bombardata dagli zeppelin tedeschi per la prima volta

30 gennaio 1948 Muore, per mano di un fanatico indù, Gandhi, il “Mahatma”, teorico della non violenza e protagonista della lotta per l’indipendenza dell’India

Omnibus

Avvenimenti 28 gennaio 1949 A seguito del Congresso dell’Aja viene costituito il Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo

Le ricette della settimana Acciughe al forno

Baccalà alla panna

Ingredienti: 800 grammi di acciughe, 3 spicchi di aglio, 4 cipolle rosse di Tropea, 5 filetti d’acciughe sott’olio, pangrattato, prezzemolo, basilico, 60 grammi di burro, olio extravergine d’oliva, sale, pepe.

Ingredienti: 600 grammi di baccalà ammollato, farina, mezza cipolla, 50 cl di latte, 25 cl di panna liquida, prezzemolo, burro, olio extravergine d’oliva, sale.

Preparazione: Mondare e lavare le acciughe. Preparare un soffritto con olio e burro, e un trito di cipolle, aglio, prezzemolo e basilico. In una pirofila, alternare uno strato di acciughe e uno di soffritto, fino a esaurimento degli ingredienti. Finire con uno strato di acciughe, coprire di pangrattato. Condire con olio e infornare per circa mezz’ora in forno preriscaldato a 180 gradi.

Preparazione: Diliscare il baccalà, farlo a pezzi regolari e friggerlo velocemente, infarinato, in olio bollente. Scolarlo e metterlo in una pirofila unta di burro. Soffriggere la cipolla tritata in 25 g di burro, bagnatela col latte e farla bollire moderatamente 10 minuti. Versare il prezzemolo tritato sul baccalà, insieme alla cipolla. Cuocere in forno caldo a 200 gradi circa 40 minuti. Bagnarlo con la panna a metà cottura e servire caldo.


LA VOCE DEL POPOLO 28 GENNAIO 2011

Sorpresa e stupore Egr. direttore, credo che tanti come me siano rimasti “di stucco” per la dedica dell’intera copertina al Presidente del Consiglio proprio mentre si accavallano notizie sconcertanti sulla sua vita privata. Capisco che “Voce” va messa in stampa a metà settimana quando e card. Bertone e Papa non avevano ancora espresso con linguaggio diplomatico il loro richiamo. Non si tratta di divisioni tra sinistra e destra; si tratta solo di non aiutare i lettori a vedersi proposto come campione una persona che è andata oltre la “moralità comune”: ossia un nucleo condiviso di forme di rispetto per sé e per gli altri. Trattandosi poi di un Capo di governo credo che il suo comportamento abbia un riscontro negativo anche sulla nazione intera. Con questo messaggio – una copertina è un messaggio più forte dell’articolo che lo segue – credo davvero che confonda le idee a molti affezionati lettori di “Voce” come me. In fondo ci stiamo chiedendo storditi perché non si è reso disponibile a difendersi in tribunale. Angelo Chiappa

Difendere la vita, sempre Egr. direttore, tutti si sono (giustamente) rallegrati della fresca notizia che la ditta farmaceutica italiana da cui viene sintetizzato il Pentothal (la sostanza usata, in com-

binazione con altre due, per l’iniezione letale sui condannati a morte nelle carceri americane) smetterà di produrlo, provocando di fatto (almeno per parecchio tempo) la sospensione di tutte le esecuzioni in programma negli Usa. Ma i paladini delle meritorie campagne contro la pena di morte, scenderanno in campo con lo stesso zelo per chiedere ad altre case farmaceutiche di smettere di produrre la Ru486 e tutti gli altri farmaci usati per gli aborti volontari, che non sono altro che pure e semplici esecuzioni capitali di innocenti? Adriana Pozzi

La piaga della lebbra Egr. direttore, domenica 30 gennaio si ripete l’annuale appuntamento che ha lo scopo di evidenziare le difficili condizioni dei malati di lebbra ed è quindi necessario sensibilizzare le nostre coscienze per modificare le scelte di vita di ogni giorno secondo le esigenze del Vangelo. Come sappiamo, la lebbra è una malattia odiosa perché nasce dalla povertà e dal facile contagio, sfigura l’integrità del corpo, provocando fortissimi dolori. Oltre alla sofferenza fisica, questi malati, soffrono anche l’emarginazione della società. I lebbrosi nel mondo superano i 10 milioni. Da diversi anni questo numero rimane pressoché invariato perché le circa 250mila guarigioni nell’arco di un anno, equivalgono ai nuovi contagiati. Di fronte a questi dati, viene spontaneo

porsi la domanda: cosa possiamo fare per sconfiggere questa grave malattia? Per rispondere a questo interrogativo ci viene in aiuto San Paolo facendoci riflettere su questa frase: “È indegno partecipare alla Messa e rimanere indifferenti verso i fratelli che soffrono”. Se questa esortazione di San Paolo venisse accolta da tutti quelli che partecipano all’Eucaristia, la lebbra avrebbe gli anni contati, e noi qualche responsabilità in meno. Gianfranco Bertoglio

Una beatificazione attesa Egr. direttore, quando ho appreso la notizia della beatificazione di Giovanni Paolo II, mi sono rallegrato. Con la sua decisione Benedetto XVI, che non ha mai mostrato dubbi sulla santità del predecessore, del quale fu per oltre un ventennio fedele e prezioso collaboratore, ratifica quello slogan che gruppi ben organizzati di fedeli lanciarono il giorno dei funerali di Wojtyla: “Santo subito”. In effetti la grande impressione che fece la morte del Pontefice, e l’ininterrotto pellegrinaggio alla sua tomba, mostrano come esista e sia diffusa la sua fama di santità. Non vorrei, però, che si creassero dei confronti tra i vari Pontificati, in quanto ogni Papa va riletto alla luce del contesto storico in cui è vissuto. Certo di Giovanni Paolo II mi ricorderò la sua spiritualità e il suo straordinario esempio di accettazione del dolore. Lettera firmata

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Spettacolo con “Voce” Vinci due biglietti per “Certe notti” con Aterballetto, lo show con le canzoni di Ligabue il 5 febbraio alle 21 al PalaBrescia. Vinci anche due biglietti per il musical “Il libro della giungla” promosso da Faustini al PalaBrescia il 6 febbraio alle 16. Spedisci il tagliando entro il 28 gennaio a “Spettacolo con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Cristian Vedovello e Vanessa Beretta hanno vinto i biglietti per “80 voglia di ‘80”.

“Certe notti” “Il libro della giungla”

Nome Cognome Telefono

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

31 gennaio 1953 In Olanda e in Belgio un imponente muro d’acqua si abbatte sulle dighe allagando il territorio e causando 1800 morti

1° febbraio 1896 A Torino viene rappresentata per la prima volta “La Bohème” di Giacomo Puccini

2 febbraio 1943 Con la resa della VI armata del feldmaresciallo Friedrich Paulus ha termine la battaglia di Stalingrado

3 febbraio 1957 Prende avvio sulla rete Rai Programma Nazionale il contenitore “Carosello”

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

Auguri

D.: Sono un insegnante e andrò in pensione dal prossimo settembre, ho già presentato domanda di pensione ed ho anche rassegnato le dimissioni. La segreteria della mia scuola, però, mi dice che devo confermarle con una nuova procedura informatica. Volevo sapere come dovevo comportarmi.

Ospitaletto

R.: In effetti, in base al D. M. n. 99 del 28.12.2010 e alla Circolare Ministeriale n. 100 del 29.12.2010, pur avendo già rassegnato le dimissioni è necessario che le confermi entro l’11 febbraio tramite la procedura web Polis disponibile sul sito internet www.istruzione.it, dopo aver provveduto a dotarsi della casella di posta elettronica istituzionale – con dominio “istruzione.it” – della relativa password e del codice personale definitivo.

95 anni per Paola Il 24 gennaio Paola Gazzoli vedova Bergomi ha compiuto 95 anni. Storica abbonata di “Voce”, legge ancora abitualmente il settimanale. È stata festeggiata dal fratello, dalla sorella e dalle rispettive famiglie (figli, nuore, generi, nipoti e pronipoti). Anche la redazione si unisce agli auguri per il traguardo raggiunto.



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