DEL POPOLO
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Disarmati di Francesca Bernacchia
C’è un nulla creaturale, un luogo sotterraneo “al limite” dove si conduce una lotta tra la vita e la morte; dove si scende lungo pareti scivolose e, attraversando spine e fanghi, si tocca il fondo; là dove il tacere del silenzio è un grido senza uscita. Senza respiro. Sembra luogo dell’assenza di Dio, del suo soffio. Senza spiragli. Chissà come è possibile che lì entri una scheggia di vita: forse si chiama bellezza. Il nulla creaturale ha a che fare col dolore: risucchia nella distruzione, come un vortice, di pensieri e stati che azzerano la speranza. Eppure, proprio lì, nella desolazione, nella solitudine che sta, fragile come un vetro sottilissimo, adagiata sul fondo, cresce un’erba finissima, chiara: quella della disarmata debolezza. È lei che incontriamo finalmente dopo il nostro percorso in discesa e dopo il nostro arrabbiato tonfo. Figura esile, ci aiuta a gettare anche le ultime armi che avevamo tenute strette, forse una fionda, un sasso, o una manciata di parole arroventate.
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FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO
BRESCIA 18 FEBBRAIO 2011
Quale energia per il futuro? A giugno il referendum che mira a sventare il ritorno del nucleare civile in Italia. Anche se il dibattito pubblico non è ancora caldo, i comitati pro e contro affilano le argomentazioni. La nostra inchiesta tra esperti e lettori
sommario Il fatto
La saggezza inizia con la meraviglia (Socrate)
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Il dibattito sul nucleare. Quale energia per il futuro del Paese? 04
Iniziativa del Csv: una mostra fotografica per immortalare i volontari bresciani
a cura di Massimo Venturelli
Popoli e continenti Italia. Gli sguardi di un popolo in fuga
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di Giancarlo Perego
Ecclesia SS. Faustino e Giovita. La speranza oltre le difficoltà
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a cura di Silvia Zavoli
Paesi e parrocchie Chiesanuova. Formazione in cammino
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di Andrea Alesci
Esine. Anziani in corsia in prima fila
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di Davide Alessi
Non è un Paese per bambini
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di Luciano Zanardini
Novità discografiche. “Ora” è solo Lorenzo
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di Ricky Barone
Economia e lavoro Crisi: le vie di uscita secondo Bosio
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Corsivo di Angelo Onger
Cultura e comunicazione Incontri. Card. Paolo Romeo Benvenuti al Sud
Il 2011 è stato proclamato dal parlamento europeo Anno europeo del volontariato. In occasione di questo appuntamento il Centro servizi di Brescia, tra le iniziative ha promosso, in collaborazione con il “Comitato 2011 Anno europeo del volontariato Brescia”, una mostra fotografica dedicata all’opera dei volontari bresciani impegnati nei diversi ambiti d’intervento. La mostra “Volontari! Facciamo la differenza” sarà inaugurata mercoledì 23 febbraio alle 11.30 presso il salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia e segnerà l’avvio ufficiale in provincia dell’Anno europeo. Sono invitati tutti i volontari bresciani e la cittadinanza. L’evento sarà un’occasione per rendere omaggio all’impegno di quanti si dedicano gratuitamente a favore del prossimo. L’esposizione, composta da 20 scatti di Christian Penocchio ed Ettore Ranzani, rimarrà allestita in Loggia nelle giornate del 23, 24 e 25 febbraio – dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 19 – e la mattina di sabato 26. Il giorno dell’inaugurazione alcuni mezzi di primo soccorso delle associazioni bresciane verranno esposti in Piazza Loggia. La mostra diverrà itinerante e sarà ospitata fino a dicembre in vari luoghi del Bresciano: associazioni, istituzioni, aziende e centri commerciali (per le realtà interessate a ospitare i pannelli è possibile chiamare il numero 030.2284900). L’Anno europeo del volontariato dimostra che le attività di volontariato rafforzano la partecipazione civica e contribuiscono a stimolare nei cittadini il senso di appartenenza alla società e il loro impegno sociale. Il Csv ha promosso, a luglio 2010, la costituzione del “Comitato 2011 Anno europeo del volontariato Brescia” a cui aderiscono anche soggetti privati. Il Comitato ha tra i suoi scopi: “Promuovere il 2011 come Anno europeo del volontariato anche sul territorio bresciano e favorire lo scambio di esperienze e buone pratiche al fine di creare condizioni favorevoli per il volontariato”. (a.t.)
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di Anna Tomasoni
Si sa che sotto il profilo demografico l’Italia è uno dei Paesi con il più basso tasso di natalità al mondo; nel 2009 il numero medio di nascite per donna è stimato a 1,41, di poco inferiore all’1,42 del 2008. Grazie soprattutto agli immigrati, la fecondità si mantiene superiore a quella della metà degli anni ‘90 quando si toccarono i minimi storici (il dato più basso si è registrato nel 1995 con l’1,18), ma il nostro livello è ancora lontano dalla media considerata ottimale per una popolazione, pari al 2,1 figli per donna. Non bastasse questo, negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli episodi di violenza familiare, in cui i bambini sono vittime sacrificali di padri e madri che perdono il controllo dei loro rapporti e della loro vita. L’ultimo di questi episodi vede come protagoniste due gemelline sottratte alla madre dal padre,
scomparse, probabilmente uccise dallo stesso padre che poi si è suicidato. La scorsa settimana quattro bambini rom sono morti carbonizzati a Roma dentro una baracca fatiscente. Un altro bambino rom aveva fatto la stessa fine nell’agosto dello scorso anno, sempre a Roma. Così ha commentato la Comunità di Sant’Egidio: “Si smantellano gli insediamenti abusivi e non solo (compresi quelli attrezzati e che erano stati pagati dalla collettività, come è accaduto anche di recente): ma senza un’alternativa migliore, simultanea, per tutti, si finisce sempre per disperdere sul territorio le famiglie e i gruppi rom, rendendo sempre più difficile la frequenza scolastica e lo stesso lavoro di monitoraggio e presenza delle forze dell’ordine su insediamenti conosciuti. Rinascono così gli insediamenti spontanei e i frammenti del
Sport Tiro a segno. A Brescia sognando Londra
LA VOCE DEL POPOLO
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di Mario Ricci
Cara Voce
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Buone notizie
editoriale
di Adriano Bianchi
Prima di tutto Breno: “Nel segno di maggio”, un documentario su mons. Bonomelli
Presentato da Eugenio Fontana – peraltro autore della più bella e completa biografia su mons. Vittorio Bonomelli (1917-1984) – è stato proiettato a Breno il documentario “Nel segno di maggio” del regista bergamasco Angelo Mazzola. L’evento ha segnato l’inizio delle molte manifestazioni per la festa patronale di San Valentino (fiera, convegni, premiazioni, fiaccolata, concerto, visite guidate, celebrazioni religiose, cerimonie civili, ecc.). Il lavoro cinematografico era più che altro incentrato sulle apparizioni mariane di Ghiaie di Bonate (Bergamo), a tutt’oggi non ancora riconosciute dalla Chiesa e si è limitato a comprendere la figura del prete camuno soltanto per i fatti bellici accaduti nel 1944 in piena Seconda guerra mondiale. Purtroppo troppo poco dell’uomo, del sacerdote, dell’impegno socio-politico, della pastorale, della sollecitudine culturale, degli studi storici, ecc. Tuttavia le pagine abbastanza straordinarie scritte dall’allora curato di Sonico (in seguito parroco di Breno) costituiscono un apporto personale alle vicende della Resistenza, che va ricordato specie alle nuove generazioni. Radio Londra, verso la fine del 1944 più volte trasmise il messaggio “Gioppino ha messo gli scarponi”: dietro il nome della celebre maschera bergamasca si nascondeva Bonomelli, che stava per essere paracadutato. Don Vittorio, alias Gioppino, alias Platone, assume spericolatamente un suo preciso, segreto ruolo nell’Intelligence Service alleato agli ordini del capitano Pietro Cooper. Il filmato di Mazzola racconta molto bene come – sempre nel ’44 – nonostante la guerra, molti pellegrini affluivano verso Ghiaie per assistere agli incontri di Adelaide Roncalli (sette anni) con la Madonna. Per salvare tutta questa povera gente Bonomelli interpone i suoi buoni offici presso gli anglo-americani e Bergamo e Bonate vengono prodigiosamente risparmiate dai bombardamenti aerei. (e.g.)
piccolo degrado urbano, le baracchette, le case di cellophane, le zone dove nessuno vorrebbe mai vivere e dove si muore con facilità bruciati per una stufetta, o malati alle vie respiratorie da piccolissimi”. Questo non avviene per caso. Tempo fa un rapporto della Commissione europea sulla discriminazione in Europa analizzava fra le altre cose la percezione dei rom nei differenti Paesi. Inutile dire che l’Italia è quello in cui i rom sono più discriminati, secondo solo alla Repubblica Ceca. Dopo la morte dei bambini a Roma, la signora Tiziana Maiolo (fa parte della grande schiera dei profughi della politica: dal Manifesto ai radicali, a Rifondazione comunista, a Forza Italia, a Futuro e libertà, che l’ha sconfessata), ha dichiarato: “È più facile educare un cane di un rom. I cagnolini e i bambini si possono educare, ma è più facile educare il mio cagnolino di un bambino rom. Quelli fanno la pipì sui muri: il mio cagnolino non fa la pipì sui
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muri!”. Si è pentita, ma non ha detto di aver cambiato idea. A ruota della signora è arrivato il solito leghista. Cesare Bossetti, consigliere eletto nel listino bloccato del presidente Formigoni (come la signora Nicole Minetti e il massaggiatore del Milan), nel corso di una riunione del Consiglio regionale di lunedì 7 febbraio non si è alzato in piedi per il minuto di silenzio, dedicato ai quattro bambini rom. “Ero concentrato a leggere. Si fanno tante polemiche per nulla, non mi pare il caso di sollevarne una ora”, ha detto subito dopo. In serata, in un’intervista a Radio 24, si è spiegato meglio. I bimbi rom? “Non sono morti così importanti”. Parole lapidarie. Piene di sensibilità umana. Scritte come “Rom -4” e “Rom Raus” (che significa “rom fuori”) accompagnate da svastiche sono comparse sui muri di Roma. In un Paese in cui un movimento si presenta con le mutande come simbolo di libertà, c’è da aspettarsi questo e altro.
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VOCE•MEDIA
La storia di Matthias Schepp è una tragedia familiare che lascia interdetti. Aveva 44 anni, era di origine canadese, si è buttato sotto un treno in Puglia. Era separato da una donna di origine italiana e da alcuni giorni aveva fatto perdere le sue tracce, in fuga con le due figlie, due gemelline di sei anni, Alessia e Livia. Aveva trascorso con loro l’ultimo fine settimana di gennaio, con l’accordo di riportarle a scuola al lunedì mattina, ma così non è andata. Lo hanno cercato da subito le forze dell’ordine, fino al ritrovamento sui binari del treno. Ma non hanno trovato le gemelline, letteralmente scomparse. Matthias lascia delle lettere. In qualche modo, completa il quadro della tragedia alimentata da una follia lucida, con un viaggio nei posti in cui era stato felice con la moglie, dalla Corsica all’Italia. Chissà cosa è passato per la testa di un uomo, un padre, che sembra aver volontariamente distrutto tutto il suo mondo. Forse anche per “punire” la ex moglie, la madre delle sue figlie. Come se il dolore che deve aver provato, quel “male” che portava dentro e che lo ha mosso, dovesse ripercuotersi con violenza su qualcun altro. Lascia davvero senza fiato l’abisso che si intravede in questa vicenda. Un male misterioso, profondo, capace di annientare ogni cosa. I media ne hanno parlato molto. Tanta gente ne è rimasta coinvolta. Ha cercato un po’ di luce nel mistero inquietante che invece parla di buio. È a questo buio che vorremmo ribellarci un po’ tutti, aggrappandoci alla speranza che le bimbe siano, malgrado tutto, ancora vive. Anche questa ennesima vicenda di violenza familiare, paradossale nella sua gravità, dovrebbe servirci a ricordare che quando una famiglia è in difficoltà, spesso a pagare sono, anzitutto, i suoi membri più deboli: i figli. Non tutte le famiglie vivono tragedie, drammi, separazioni dolorose, né, fortunatamente, sono la maggioranza quelle in difficoltà, ma ciò che preventivamente dove essere tenuto presente è che, se ciò avvenisse, la legge ha l’obbligo di tutelare, prima di tutto, i bambini e il loro bene. Essere padri e madri ha senso, infatti, solo dentro la logica dell’amore donato. Il dono della vita è gratuito e “i figli – come dice Gibran in una bella preghiera – non sono che le frecce vive” scoccate in avanti dagli archi che sono i loro genitori e “benché vivano con voi – ricorda ai padri e alle madri – non vi appartengono”. Bisognerebbe ricordarlo sempre: nel momento di ogni intervento educativo, nel tempo della gioia come nel conflitto, nella fedeltà come nell’eventualità di una separazione. La tutela dei bambini deve venire prima di tutto. Anche le istanze meritevoli, come il desiderio di paternità e maternità di un adulto dovrebbero attenersi a questo principio generale pena il farne ricadere il peso sui più piccoli. In questo quadro andrebbe collocato, pure, il dibattito di questi giorni su una sentenza della Corte di Cassazione che darebbe a persone singole una presunta possibilità di adozione. Ammesso e non concesso che un’apertura vi sia stata (la Corte ha già, perlatro, puntualizzato la sua posizione), la domanda resta la stessa: questa eventualità tiene conto fino in fondo del bene primario di un bambino e del suo diritto di avere un padre e una madre per crescere? Qualcuno obietterà: “Meglio un solo genitore che nessuno”. Potrebbe essere vero, ma spiegatelo anche alle troppe coppie italiane ancora in attesa di adozione che devono, spesso, sottoporsi a un lungo iter burocratico solo per verificare la loro idonietà a diventare genitori. È un tema che andrà approfondito; ma siamo convinti che l’adozione ai “single” non rischi di essere, ancora una volta, per i bambini solo una scelta di ripiego?
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Il fatto
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Dibattiti Il ritorno al nucleare
Quale energia per il futuro del Paese? L’ammissibilità di un referendum abrogativo contro la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia ha riaperto un dibattito da sempre segnato da spigolosità e contrapposizioni polemiche. C’è, però, ancora tempo per un confronto non ideologico
S
Sono passati quasi 24 anni da quando 8 italiani su 10 mettevano la parola fine all’avventura italiana nel nucleare. Una storia iniziata nell’ormai lontano 1953 dopo l’annuncio da parte del presidente degli Stati Uniti Eisenhower, l’8 dicembre 1953, di voler mettere a disposizione le conoscenze nucleari per un grande programma “Atomi per la pace”. L’Italia arrivava così agli inizi degli anni Settanta con tre centrali nucleari in funzione, quella del Garigliano, da 150 MW, la prima costruita, entrata in funzione nel 1964, spenta dopo un incidente l’8 agosto 1978 e disattivata nel 1982; quella di Latina, da 216 MW, entrata in funzione nel 1964
a cura di Massimo Venturelli Una centrale nucleare e, a destra, un impianto per l’energia eolica
e fermata nel 1986; e quella di Trino Vercellese da 270 MW, entrata in funzione nel 1965 e chiusa nel 1987. Nel 1971 era cominciata la costruzione a Caorso della centrale da 850 MW che sarebbe diventata operativa nel 1981 e fermata nel 1988. Sin dall’inizio, però, la presenza di centrali nucleari in Italia fu oggetto di dibattito sia sul versante della convenienza che su quello della sicurezza degli impianti. La crisi petrolifera del 1974 diede il via ad una indagine conoscitiva commissionata dalla Camera dei deputati che stabilì che per rispondere al fabbisogno energetico del Paese in un lasso di tempo che sarebbe andato sino al
1990 l’Italia avrebbe dovuto dotarsi di un totale di 12 centrali nucleari. Una serie di incidenti in giro per il mondo incrementarono il movimento critico nei confronti dell’energia nucleare. Il “colpo di grazia” venne dal disastro di Chernobyl del 26 aprile 1986. Nel luglio dello stesso anno venne avviata la raccolta delle firme per un referendum antinucleare. Tre furono i quesiti abrogrativi su cui gli italiani si espressero a larga maggioranza costringendo il Governo a mettere nel cassetto i programmi nucleari del Paese. Di nucleare “di Stato” non si parlò più sino al maggio del 2008 quando Claudio Scajola, allora ministro dello svilup-
La posizione nelle parole del Papa
po economico del governo Berlusconi annunciò a una assemblea di Confindustria l’intenzione di procedere alla costruzione “di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione” capaci di “produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell’ambiente”, la cui “prima pietra” sarebbe stata posta entro il 2013. All’annuncio seguiva un decreto legge firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. L’Italia dei valori di Di Pietro ha lanciato una nuova raccolta di firme per abrogare la parte del decreto in cui si fa riferimento alla costruzione in Italia di nuodi Gabriele Scalmana
Energia nucleare e Chiesa cattolica La posizione ufficiale della Chiesa cattolica in merito all’energia nucleare è ben riassunta dall’Angelus di Benedetto XVI del 29 luglio 2007, 50° anniversario della fondazione dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica: “[È] urgente l’impegno di incoraggiare la non proliferazione di armi nucleari, promuovere un progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l’uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso dell’ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate”. Data per scontata la condanna dell’uso bellico, le condizioni etiche per la legittimità dell’uso civile sono: 1) fini di pace, 2) sicurezza, 3) rispetto dell’ambiente, 4) attenzione ai popoli poveri. Il problema quindi è: oggi queste condizioni sono rispettate? Il Papa non risponde, ciò significa che è lasciata libertà al cattolico di decidere secondo la sua ponderata valutazione. Non c’è dubbio che sia lecito l’uso della radioattività in ambito medico e, con prudenza, nella ricerca scientifica. Per la
moralità delle centrali di potenza, dal complesso degli interventi ufficiali, si può concludere che esiste una forte perplessità della Santa Sede. Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (2004) invita ad “elevare i livelli di sicurezza dell’energia nucleare” (n. 470), perciò non li ritiene ancora accettabili (e infatti gli incidenti sono frequenti, anche se non divulgati). Si sa anche che la filiera atomica “pacifica” può facilmente essere convertita alla costruzione di bombe atomiche (caso Iran). Nel Messaggio per la giornata della pace del 1° gennaio 2010, il Papa incoraggia “le ricerche volte ad individuare le modalità più efficaci per sfruttare la grande potenzialità dell’energia solare” (n. 10), sia per favorire i paesi poveri che non avrebbero né capitali né tecnologie per costruire centrali nucleari (n. 9), sia per non lasciare alle generazioni future l’insopportabile peso delle scorie e della demolizione delle strutture, senza la possibilità di realizzarne di nuove, visto che il minerale d’uranio utile è esauribile in breve tempo (n. 8). Nell’en-
ciclica Caritas in Veritate (2009) tutto il n. 49 è dedicato alle problematiche energetiche. Il Papa invita a riflettere non solo sulla produzione di energia, ma anche sul suo uso: “Le società tecnologicamente avanzate possono e devono diminuire il proprio fabbisogno energetico […] Oggi è realizzabile un miglioramento dell’efficienza energetica ed è al tempo stesso possibile far avanzare la ricerca di energie alternative”. Il nostro modello economico mercantile, fondato sulla produzioni di merci al più basso prezzo possibile, senza riguardi né per le persone né per l’ambiente, consuma troppa energia, determinando una grande dispersione di calore che, insieme all’emissione dei gas serra, contribuisce al riscaldamento globale e quindi ai cambiamenti climatici. L’energia nucleare non farebbe che perpetuare un sistema discriminatorio ed energivoro, spostando la vera soluzione del problema (risparmio ed energie rinnovabili) più in là nel tempo, con nel frattempo gravissimo danno per l’ambiente e per le popolazioni (soprattutto povere).
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Iniziative nel Bresciano
Si sta mettendo in moto la macchina della conoscenza Mancano solo pochi mesi alla probabile data del referendum sul nucleare ma ancora non si avverte una reale attenzione del Paese a questa importante consultazione popolare. Solo qualche realtà di base si sta muovendo per cercare di dotare i cittadini di quel minimo di conoscenze necessarie per non presentarsi al voto del tutto sprovveduti, soprattutto su un tema ostico come quello del nucleare. Se la “tradizione” italiana dovesse essere rispettata lo stesso testo referendario stampato sulla scheda elettorale sarà del tutto incomprensibile, se è vero che chi ha avuto modo di leggerlo ha parlato di un quesito lungo e articolato. Per questo diventano estremamente importanti le occasioni di approfondimento pubblico. Da segnalare, in questa prospettiva, è l’iniziativa promossa a Rudiano da “Cittadini per Rudiano”, una lista civica che si era presentata alle ultime elezioni amministrative. Per la serata del 4 marzo ha promosso una serata informativa dal titolo “Nucleare? Perché sì, perché no”. Presso l’auditorium delle locali scuole elementari si confronteranno, a partire dalle 21, Giulio Bettanini, consulente energetico e collaboratore del Forum nucleare italiano, e Marco Pezzoni, del coordinamento nazionale dei movimenti contrari al nucleare. Per il 26 marzo successivo, poi, la lista civica ha programmato una visita guidata alla centrale nucleare di Goesghen-Daniken in Svizzera. Nei giorni scorsi, invece, ha preso il via a Brescia un ciclo di incontri promosso dalla Fondazione Clementina Calzoni Trebeschi dal titolo “Oltre l’atomo; dove materia ed energia si confrontano”. Obiettivo della proposta, rivolta agli studenti delle scuole superiori del Bresciano, è quello di fornire loro gli strumenti necessari per farsi un’opinione propria su un argomento che richiede conoscenze rigorose e informazioni scientificamente corrette. Gli incontri, che hanno preso il via il 10 marzo scorso presso il Museo di scienze naturali di via Ozanam, proseguiranno a cadenza settimanale sino al 15 marzo.
ve centrali nucleari. Il referendum è stato giudicato ammissibile il 12 gennaio scorso dalla Corte costituzionale. Scarsa, sino ad oggi, l’attenzione data ad una consultazione referendaria destinata a spaccare l’opinione pubblica e il mondo della politica. “Voce”, con queste pagine, inizia un percorso di informazione su un tema spesso oggetto di radicalismi e di aspre contrapposizioni. Un percorso che prende il via ricordando il magistero della Chiesa sul tema e dando spazio alle ragioni dei soggetti interessati alla questione, all’opinione dei lettori e alle prime iniziative informative che realtà diverse stanno mettendo in campo.
La domenica dei referendum La data praticabile potrebbe essere quella di domenica 12 giugno. A meno che il Paese non sia chiamato a elezioni politiche anticipate sarà in quella domenica di inizio estate che gli italiani torneranno alle urne per esprimersi sul nuovo referendum nucleare che, probabilmente, sarà accorpato ai quesiti referendari contro la privatizzazione del servizio idrico e forse a quello proposto dall’Idv di Di Pietro contro il legittimo impedimento.
Pannelli per l’energia fotovoltaica
Informazione
L’energia pulita secondo i “Beati i costruttori di pace”
Don Gabriele Scalmana
Sono molte le realtà che, in modo più o meno manifesto, si sono già messe all’opera per cercare di convincere gli italiani in merito alla scelta nucleare. Sui canali televisivi nazionali sta passando da qualche tempo uno spot promosso dal Forum nucleare italiano (i cui soci sono realtà impegnate nello sviluppo dell’energia nucleare per uso pacifico) che, attraverso il metodo del confronto, intende convincere gli italiani sulla bontà di questa scelta. Sul fronte di chi, al contrario, cerca di passare agli elettori tutte le conoscenze necessarie per leggere in modo critico la scelta del Governo di costruire nuove centrali nucleari, ci sono anche Pax Christi, Beati i costruttori di pace e Bilanci di giustizia che hanno dato alle stampe la pubblicazione “Nuova, pulita, rinnovabile, energia”, un agile strumento che, come dichiara sin dalle prime pagine, intende proporre una prospettiva diversa da cui partire per leggere la questione nucleare. Nella pubblicazione vengono posti questioni mai risolte in merito all’energia nucleare: da quella della sua sicurezza a quella della sua economicità. Largo spazio, in contrapposizione all’opzione nucleare, è dato al tema delle energie rinnovabili e a molte tematiche a queste connesse. La pubblicazione può essere scaricata dal sito www.beati.org.
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LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Una considerazione Egr. direttore, nell’ultimo numero del settimanale ho trovato il fascicoletto “Energia per il futuro” con lo scopo dichiarato di “fornire un quadro completo della situazione energetica... valutare gli aspetti positivi e quelli, invece, più problematici e lasciare alla valutazione del lettore il giudizio sulla necessità o meno del ritorno al nucleare”. L’ho letto, compreso il poster centrale, e pur non essendo pregiudizialmente contrario al nucleare civile, ne ho ricavato l’impressione di un intervento a senso unico volto a convincere della bontà e della non rischiosità di tale forma di produzione di energia. A ogni problema sollevato un’indubbia risposta rassicurante e un intervento finale di chi l’energia nucleare la dovrà produrre... Se lo scopo è lasciare alla valutazione del lettore il giudizio, mi sarei aspettato qualche intervento di autorità terza indipendente e di qualche esperto se non proprio contrario, almeno critico rispetto al ritorno al nucleare. Non credo che tutti i dubbiosi o critici rispetto a questo tema lo siano in modo ideologico o acritico. Alfredo Moratti
Basito e stupefatto Egr. direttore, ho avuto modo di leggere l’opuscolo “Energia per il futuro” e sono rimasto basito e stupefatto per la leggerezza con cui è descritta una centrale nucleare... Energia pulita vuol dire “sfruttare la natura” per ciò che ci ha dato, vuol dire pensare una politica seria sul risparmio energetico. Nell’opuscolo nulla è accennato sull’impatto ambientale che una centrale crea, sugli spazi necessari alla sua collocazione, sulle risorse idriche
necessarie per il suo funzionamento. Nelle fotografie la centrale è collocata ai margini di un campo di grano, bello, ma chi se lo mangerà quel grano o quel pesce pescato nel fiume che corre vicino all’impianto. C’è poi la questione dei rifiuti prodotti dalle centrali, “trasportati – si legge nell’opuscolo – per 30 milioni di chilometri senza incidenti” da collocare in posti geologicamente sicuri. Una prospettiva rassicurante se non fosse per il particolare che nel nostro Paese i posti geologicamente sicuri, come dimostrano tante storie di dissesto, non è che ne esistano più di tanti... Lettera firmata
Una lettura acritica Egr. direttore, ho ricevuto il n. 5 di “Voce” con allegato l’opuscoletto “Energia per il futuro”, uno spot per il nucleare. Nella prima pagine si legge che “la Santa Sede è favorevole e sostiene l’uso pacifico dell’energia nucleare..” Più avanti si trova enunciato l’obiettivo dell’opuscolo che, dopo avere fornito un quadro completo della situazione energetica italiana e mondiale, aver valutato gli aspetti positivi e quelli più problematici, lascia alla valutazione del lettore una risposta definitiva sul ritorno al nucleare. Da una prima lettura, però, non ho trovato alcun aspetto contro, ma tante sane indicazioni per il ritorno al nucleare, tante osservazioni pro. La stessa modalità di scrittura è un inno acritico al nucleare. Si parte da osservazioni critiche e si ribaltano i problemi. Un esempio per tutti quello degli incidenti alle centrali: in 50 anni si è verificato solo quello di Chernobyl... Il problema delle scorie tutt’ora irrisolto non viene neppure affrontato. Solo alla fine si trova finalmente l’autore di questo fascicoletto: Sviluppo nucleare Italia,
La voce dei lettori direttore@lavocedelpopolo.it
Sono moltissime le lettere giunte in redazione in merito al tema di un possibile ritorno al nucleare in Italia. Lettere di diverso tenore, in qualche caso segnate anche dalla critica, ma che sono la prova della grande attenzione che i lettori di “Voce” manifestano nei confronti di un tema su cui anche in passato il Paese si è diviso. Si tratta comunque di importanti contributi per l’avvio da queste pagine di un percorso di informazione proprio in vista del prossimo appuntamento elettorale. Per ragioni di spazio di ogni lettera giunta in redazione si è deciso di dare risalto a quella parte in cui viene direttamente affrontata l’annosa questione nucleare sì, nucleare no. Una scelta effettuata nell’ottica di dare spazio a un dibattito di merito.
Il parere di Legambiente
Una lettura critica del nucleare non dettata da pregiudizi
Mario Capponi
È passato ormai un quarto di secolo dalla consultazione referendaria del 1987 che di fatto aveva bandito dall’Italia la questione nucleare. O almeno così doveva essere, L’Enel nonostante uno dei quesiti referendari vietasse espressamente la sua partecipazione a qualsiasi progetto anche al di fuori dei “patrii confini” ha di fatto collaborato con la Francia in alcuni progetti che, poi, non hanno visto la luce. Il tema nucleare per tanti anni è rimasto sotto traccia. Le realtà interessate, ovviamente, hanno continuato a parlarne nel più stretto riserbo. È stata l’uscita di Claudio Scajola, nel 2008, sulle intenzioni del Governo di mettere in cantiere a tempi brevi la costruzione di nuove centrali nucleari ad innescare la miccia di un nuovo interesse. L’allora ministro aveva inquadrato questa nuova apertura nell’ottica di un piano per lo sviluppo industriale del Paese. “Un’uscita – com-
menta Mario Capponi di Legambiente di Brescia – nemmeno supportata da un confronto politico. Perché se è vero che negli anni Settanta del secolo scorso l’avventura italiana nel nucleare ersa stata supportata da un confronto (magari poco condiviso) politico sulla scorta di importanti momenti mondiali di analisi della situazione energetica, la scelta più recente, secondo Capponi, sembra dettata da improvvisazione e da scarsa conoscenza dell’evoluzione conosciuta negli anni dall’energia nucleare. Parte proprio da qui la netta contrarietà di Legambiente per la nuova apertura governativa, per altro già messa a rischio dal referendum che dovrebbe celebrarsi nel prossimo mese di giugno. “C’è un primo dato – afferma Mario Capponi – con cui occorre misurarsi nell’affrontare la tematica nucleare sì nucleare no ed è quella della sua portata. Molti, scientificamente o in
buona fede, ritengono che la fonte nucleare possa prima o poi sostituire il petrolio ormai in esaurimento. “In realtà – afferma – si tratta di una mistificazione perché dal nucleare si ricava soltanto energia elettrica che nel sistema complesso dei consumi italiani rappresenta solo una parte minimale”. È vero, come sostengono le parti in causa, che dal nucleare si potrebbe ricavare il 25% (con la costruzione di 10 grosse centrali) del fabbisogno energetico del Paese, ma sono percentuali che riguardano solo la produzione di energia elettrica. Non andrebbe ad incidere invece sulle altre fonti di energia necessarie per far funzionare il Paese. Industria pesante, trasporti, riscaldamento non possono dipendere dal nucleare ma da energia tradizionale. “Il 25% sbandierato andrebbe – afferma ancora Capponi – ad incidere sul consumo di energia elettrica che è il 20% di tutta l’energia che
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una joint venture costituita da Enel ed Edf con lo scopo di realizzare studi di fattibilità per la costruzione in Italia di quattro centrali nucleare con la tecnologia di terza generazione... Maurizio Billante
Non tutti i mali vengono per nuocere... Egr. direttore, non le nascondo che quando ho preso tra le mani il n. 5 di “Voce” con l’allegata pubblicazione “Energia per il futuro” la prima reazione è stata quella della rabbia. Perché, è stata la domanda che mi sono posto, il nostro settimanale, che si è sempre distinto per equilibrio di vedute (senza per questo svendersi al qualunquismo) ha scelto di dare ospitalità a una pubblicazione smaccatamente di parte? Perché anche il più distratto dei lettori ha capito che quelle pagine sono a tutti gli effetti uno spot abilmente pensato per consegnare nelle mani dei lettori uno strumento già orientato e che fa di tutto per portare l’acqua a un determinato mulino. Sul numero successivo di “Voce” ho trovato la risposta al mio interrogativo. Si è trattato di un incidente di percorso. Al di là delle reazioni che tale incidente può avere prodotto credo però che alla fine possa essere in qualche modo girato in positivo. Può dare modo a lei e al settimanale da lei diretto di affrontare una questione tanto spigolosa in modo non ideologico e pregiudiziale. È indubbio, infatti, che su tale tema in passato si sono spesso confrontati opposti radicalismi mentre sarebbe stato, probabilmente, più proficuo un confronto sul merito. Non sono un tecnico e, per questo, non ho come molti altri, le conoscenze per affrontare in modo scientifico la questione. Mi piacerebbe che sul nucleare ci fos-
il Paese consuma”. Secondo la matematica, quindi, dal nucleare potrebbe arrivare il 5% del fabbisogno energetico del Paese. “La domanda – sono ancora considerazioni del rappresentante di Legambiente Brescia – è quasi scontata e per nulla pregiudiziale: il gioco vale la candela?” L’interrogativo è semplice: il Paese può sostenere il costo per la costruzione delle centrali annunciate a fronte di una percentuale tanto limitata? “Non bisogna dimenticare – continua ancora Capponi – che la scelta del nucleare con i suoi costi andrebbe a tagliare un altro importante capitolo di spesa per l’Italia: quello del risparmio energetico”. Una scelta che per Legambiente è per il futuro vincente anche perché introduce elementi culturali non indifferenti e garantirebbe la salvaguardia ambientale del Paese. C’è poi un’altra ragione che Mario Capponi porta a sostegno di un no ragionato al nucleare,
se chi si preoccupa di informare i cittadini elettori in modo corretto, trasparente, non sempre viziato da letture di parte. So che quello che vado chiedendo è un’utopia perché mi pare di capire che non ci sia questione che non possa essere affrontata se non in termini di contrapposizione politica. Mi auguro che “Voce” aiuti tanti lettori come me ad entrare in termini pacati in una questione come quella del nucleare su cui, a breve, saremo chiamati a confrontarci. Mario Garzoni
I vantaggi del nucleare Egr. direttore, si dice: l’uranio non ce l’abbiamo e lo dobbiamo importare. Ed il petrolio ed li gas ce l’abbiamo? Le centrali nucleari costano molto di più delle centrali eoliche o solari. Perché allora i grandi produttori vogliono costruire centrali nucleari se non sono economiche? I costi di costruzione e di gestione sono solo a carico loro! Poi, riscaldamento dell’acqua di scarico; e l’anidride carbonica immessa nell’aria dalle centrali tradizionali? Questa i “verdi” non la considerano mai, mentre avversano le centrali nucleari. Problema delle scorie: come fanno tutti gli altri Stati che hanno centrali nucleari? Forse qualcosa possono insegnarci. Con tutto ciò non voglio dire che bisogna costruire solo centrali nucleari, ma mi sembra un’opzione che non si possa escludere a priori per una sorta di ancestrale avversione all’atomo! Per pareggiare la potenza di una centrale nucleare, quanti kmq di pannelli solari bisogna costruire e collocare sul territorio a danno dell’agricoltura (e del paesaggio)? Questo è mai considerato dagli anti-nucleari? Lettera firmata
una ragione che arriva dall’esterno. Non ci sarebbe più alcun Paese che investe sul nucleare: non lo fanno gli Stati Uniti, non lo fa la Germania, non lo fa la Francia, nazioni che evidentemente hanno compreso come si tratti di una scelta antieconomica. Quel poco che realizzano (più al di fuori dei confini regionali che al loro interno) lo fanno per dare lavoro all’industria nucleare. Stanno invece battendo, soprattutto la Germania, la strada del risparmio energetico e quella delle energie rinnovabili che oltre a garantire l’ambiente generano un indotto tuttaltro che disprezzabile in tempo di crisi. Una via che, pare incredibile, sta battendo anche la Cina che è ad oggi una delle principali produttrici di prodotti per il fotovoltaico. Le ragioni espresse da Legambiente per il no al nucleare anche in Italia paiono quindi tuttaltro che ideologiche ma dettate da ragioni estremamente pragmatiche.
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Intervista Il presidente di Cogeme Delbarba
Sull’energia coltivare sempre la riflessione e il confronto Tra le realtà che, probabilmente, guardano con grande attenzione alla questione nuclera ci sono le multiutility. Molto radicata nel Bresciano è Cogeme. Per questo motivo “Voce” ha sentito il parere del suo presidente Gianluca Delbarba Presidente, in Italia, per ora in modo timido, si sta tornando a parlare di nucleare. È un tema che interessa una multiutily come Cogeme? Va anzitutto specificato che Cogeme – dalla nascita nel 2006 di Lgh, seconda multiutiliy lombarda di cui Cogeme è prima azionista insieme ad Aem Cremona – ha conferito le proprie attività industriali nel settore energetico a Linea Energia, società di Lgh attiva nel settore e che ha sede a Rovato. Ciò detto, sia per una valutazione di ordine generale, sia per ragioni di dimensionamento economico-finanziario, il business nucleare non coinvolge né Cogeme né Linea Energia (di cui Delbarba è presidente, ndr.) . Anche Cogeme al di là di interessi specifici, si sarà interrogata sul tema. Quali, dunque, i pro e i contro di questa “partita”? In realtà, poiché l’Azienda, ed i suoi amministratori, non sono stati chiamati ad esprimere valutazioni relative al business del nucleare, non mi è possibile esprimere “pro e contro” sul tema dal punto di vista di Cogeme. E per quanto riguarda Linea Energia, va sottolineato come ha compiuto la scelta strategica ed altamente impegnativa di impiegare quasi esclusivamente fonti rinnovabili ed innovative per la produzione di energia, in linea con le politiche internazionali dello sviluppo sostenibile ed in conformità con le normative più rigorose: il 98% dell’energia prodotta è energia “verde”. Quale la sua lettura di questa nuova apertura al nucleare? Sono contrario – per formazione – a rifiutare a priori una riflessione su temi che riguardano il settore energia. Credo che fornire il massimo di informazioni possibili, ai decisori ma anche alla opinione pubblica, sul tema del nucleare, sia anzitutto utile per evitare di assumere scelte basate su informazioni e dati non corretti. Inoltre, già oggi l’Italia è esposta a eventuali rischi dell’impiantistica nucleare dei Paesi confinanti. E per quel che riguarda il nostro Paese, sono convinto che qualsiasi scelta andrà fatta attraverso il confronto ed il rispetto di chi amministra i territori e delle rispettive cittadinanze. Da un lato, a favore del nucleare si parla di economicità del sistema energetico del Paese, con ricadute positive sul costo di acquisto dell’energia da parte di aziende e famiglie e di maggior stabilità di approvvigionamento e produzione. Chi esprime contrarietà chiede invece di considerare meglio i costi di realizzazione degli impianti nucleari (compresi quelli finanziari legati all’investimento), i costi relativi alla gestione del consenso della cittadinanza, i costi del trasporto e dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi, i rischi sulla salute e la non inesauribilità dell’uranio. In tema di fonti energetiche del futuro è quella del nucleare l’unica via percorribile? Credo di no. Penso che strategiche saranno sempre più le scelte legate alle energie rinnovabili. Va confermato un forte impegno per il fotovoltaico, ma anche per l’idroelettrico, le biomasse, la cogenerazione e le reti del teleriscaldamento, la riduzione degli sprechi e dei consumi di energia. E se la strada del nucleare verrà intrapresa, ciò dovrà avvenire in un mix con le rinnovabili.
Gianluca Delbarba
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Opinioni
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
di Maurilio Lovatti
di Alberto Zaina
Ambiente
Beni culturali
Aria viziata
Fra folklore e dialetto Difficile dare una definizione univoca dei “beni culturali”, soprattutto effluvi di parole e l’eccesso di comunicazione del “villaggio globale” e la massa informe di “dati” di internet rischia di far perdere il significato profondo dei concetti. Occorre ritrovare un “buon senso comune” anche in questo campo... Se ieri il “bene culturale” era soprattutto riferito alle “belle arti” , oggi ha una dimensione assai più vasta, che ingloba non solo il patrimonio propriamente artistico e il paesaggio, i beni letterari e librari (biblioteche) e documentari (gli archivi storici) le composizioni musicali, ma anche quelli che sono chiamati i “beni demoetnoantropologici”, cioè gli aspetti del folklore, del linguaggio, gli oggetti del lavoro e della vita quotidiana (quindi non solo gli “oggetti d’arte”, ma anche gli elementi della cultura “enogastronomica”). Tutto ciò rientra oggi nella possibile tutela dei “beni culturali”. Volendo generalizzare, si potrebbe dire che “tutto” o “quasi tutto” ciò che tocca la nostra vita quotidiana, e non solo il “bello” è passibile di conservazione. Si pone quindi il problema di che cosa “conservare”, e conseguentemente “valorizzare”; quindi di una selezione, in quanto non si può conservare tutto, poiché i mutamenti storici e sociali impongono cambiamenti. Da ciò discussioni, contrapposizioni politico- mediatica, dove testi e rappresentazioni teatrali dialettali che, quasi sole, sembrano poter garantire la continuità della cultura “popolare”; è la Lega soprattutto alfiere in questo campo, con una eccessiva enfatizzazione del dialetto, mentre altre forze politiche si accodano o reagiscono eccessivamente, per esempio schierandosi contro la giusta, a mio parere scelta ”culturale” di offrire anche la lettura dialettale dei toponimi, che è quella più propria. L’eccesso di “dialettismo” mi sembra abbia toccato anche la pur meritoria rassegna “Natale nelle Pievi”. C’è infatti da tener che presente che un “evento” (testi poetici, teatrali) deve essere abbastanza in sintonia con l’ambiente storico e con tradizioni consolidate. Laudi e testi medievali, per esempio sarebbero forse stati più in sintonia con la tradizione delle Pievi. Un’altro aspetto di una certa inflazione è la scelta diffusa di voler in ogni manifestazione culturale inserire gli aspetti del “gusto” e del “bere” tanto che, volendo puntare alla giusta valorizzazione della “Longobardia”, si inventano addirittura i vini e i ravioli longobardi. E non si può non notare l’insistenza con cui molti eventi, pur dichiarando di fare una proposta culturale “globale”, esaltano molto di più i beni “gastronomici” a scapito di quelli “storico-artistici” più durevoli.
Padre Pio 3 giorni, 2 notti 01/01-31/12 Fatima e Lisbona 5 giorni, 4 notti 01/01-31/12 Assisi 3 giorni, 2 notti 03/01-31/03 e 01/07-07/08 01/04-29/05 e 05/09-23/10 08/08-04/09 e 30/05-30/06
Mentre in quasi tutte le città europee l’attenzione all’ambiente è sempre più forte, a Brescia manca una politica urbana ecosostenibile. Il miglioramento della qualità dell’aria, nel lungo periodo, si prepara anche con scelte urbanistiche lungimiranti, che tendano a ridurre gli spostamenti e l’inquinamento da traffico privato e che privilegino il mezzo pubblico e le piste ciclabili. A Brescia sembra che si vada nella direzione opposta. Sta per partire in questi giorni la progettazione di un parcheggio sotto il Castello, molto costoso, che rischia di rimanere in parte inutilizzato, come quello vicino di Fossa Bagni, e che nella migliore delle ipotesi porterà altre auto in città. Sciagurata dal punto di vista dell’ambiente e della mobilità è anche l’ipotesi di spostare gran parte degli uffici comunali in via Dalmazia, in una zona non servita dalla metropolitana. La metropolitana è stata progettata in funzione dei nodi che richiamano più persone, come stazione, stadio, ospedale, università e uffici comunali. Scelte urbanistiche incoerenti, oltre ad aumentare l’inquinamento dell’aria, contribuiranno ad aumentare il passivo d’esercizio della futura metropolitana, col rischio di causare aumenti tariffari e quindi, come in un circolo vizioso, calo di passeggeri e aumento di traffico privato e di inquinamento. Negli ultimi anni si è poi assistito a un rallentamento evidente nella realizzazione di nuove piste ciclabili e di nuove aree verdi. L’apertura al traffico privato di gran parte del centro storico contribuisce ad aggravare la situazione. Certo, il peggioramento dell’aria (i giorni di supero delle pm10 sono in rapido aumento) dipende solo in parte dalle scelte comunali, ma da un ente pubblico il cittadino si aspetta che renda meno gravi i problemi, non che peggiori la situazione! Le inadempienze e gli errori di chi ci amministra non devono però diventare un pretesto per il disimpegno personale di ognuno di noi: per migliorare la situazione è ancora più rilevante il contributo che tutti noi possiamo dare, cambiando stile di vita, usando meno l’auto (solo quando è indispensabile) e andando di più a piedi, in bicicletta e coi mezzi pubblici, scaldando un po’ meno la casa, evitando le dispersioni di calore, ecc. Specialmente nelle comunità cristiane, ogni persona può dare il buon esempio, concretando il proprio amore per il prossimo e il proprio impegno per il bene comune con scelte coerenti con i valori cristiani, anche se talvolta ci creano qualche piccolo disagio. La scorsa settimana per errore è stata pubblicata un’opinione di Maurilio Lovatti già uscita precedentemente su “Voce”. Ci scusiamo con i lettori e con l’autore.
01/01-31/12
Polonia: Terra di Papa Giovanni Paolo II 8 giorni, 7 notti € 768.00
01/01-31/12
Turchia 8 giorni, 7 notti € 649.00
€ 150.00
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Roma Cristiana 4 giorni, 3 notti 02/01-31/01 e 11/07-04/09 e 13/11-28/12 01/04-10/07 e 05/09-12/11
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Lourdes e Provenza 5 giorni, 4 notti 01/01-30/04 e 15/10-30/10 01/05-10/08 10/08-14/10
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01/01-20/04 21/04-30/06 e 18/09-31/12 03/09-17/09
Lourdes e Barcellona 6 giorni, 5 notti € 270.00 € 297.00 € 300.00
01/01-30/04 01/05-30/06 e 01/10-31/10 01/07-30/09
Malta: sulle orme di San Paolo 5 giorni, 4 notti € 322.00 € 343.00 € 380.00
01/04 al 30/10
Grecia Cristiana e Meteore 8 giorni, 7 notti € 664.00
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Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it
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Italia Ripresi gli sbarchi a Lampedusa
Gli sguardi di un popolo in fuga Il direttore generale di Migrantes propone in questa pagina una lettura nuova di un fenomeno in ripresa dopo le proteste in tanti Paesi del Nord Africa
Nuovi sbarchi a Lampedusa
G
Gli sbarchi sulle coste di Lampedusa registrati in questi giorni mostrano i volti della rivoluzione nordafricana. Sono giovani e adulti che arrivano soprattutto dalla Tunisia, ma si aspettano persone e famiglie dall’Egitto e dall’Algeria, gli altri due fronti di una crisi pesante. Lampedusa, paese della frontiera italiana ed europea del Sud, è diventato il luogo simbolo di un popolo in fuga, della rabbia della povera gente africana. È la strada al confine che collega Europa e Africa, attraverso il Mediterraneo. Il popolo in fuga dalle
di Giancarlo Perego
regioni e dai Paesi del Nord Africa chiede una strada nuova, che li sappia accompagnare a una protezione umanitaria, nelle sue diverse forme: asilo, protezione temporanea, protezione sussidiaria. La storia di dieci anni di Pna (Piano nazionale asilo) e di Sprar, cioè i servizi di protezione ai richiedenti asilo e rifugiati, hanno abilitato decine degli 8000 Comuni italiani e il mondo del volontariato ad accogliere i rifugiati e i profughi – quasi 100mila – e a pensare la città non senza dimenticare chi arriva da Paesi in guerra, in crisi ambientali e
sociali: una storia bella italiana che insegna a tutte le città e ai paesi il valore dell’accoglienza di chi è profugo, rifugiato e in fuga. Così pure le altre pagine precedenti dell’accoglienza dei profughi del Vietnam e della Cambogia, dell’Albania, della Bosnia, del Kosovo hanno abilitato le nostre parrocchie, il mondo dell’associazionismo e della cooperazione, persone e famiglie nelle nostre comunità a leggere la storia di oggi nei suoi veri volti e contesti: 22 guerre in atto, disastri ambientali di cui sono anche colpevoli le strutture forti delle nostre democrazie, il miliardo di persone che muoiono di fame, il miliardo e 400 milioni di persone che hanno sete. Le persone e le famiglie che stanno arrivando dalla Tunisia, dall’Egitto e forse presto dall’Algeria spesso vogliono ricongiungersi in Italia e in Europa con i propri familiari, parenti, amici. In Italia in vent’anni sono arrivate dalla Tunisia oltre 100mila persone, che lavorano, studiano, fanno impresa. In alcune città del
Sud – come Mazara del Vallo – questa storia di relazione è antica, abituale e strutturata. Dall’Egitto sono giunte in Italia oltre 80mila persone, che spesso si incontrano nelle cucine e sale dei ristoranti, nell’artigianato e nel commercio. Dall’Algeria sono arrivate 20mila persone, nelle famiglie, con le più diverse professionalità. C’è già un popolo del Nord Africa tra noi, nelle città italiane. È un popolo che oggi chiede anche la possibilità di aiutare familiari, parenti e amici a non vivere drammaticamente in un Paese allo stremo. Forse questo chiede un supplemento di regolamentazione regolare di flussi d’ingresso in Italia e in Europa, una condivisione dei fenomeni migratori nella politica europea, una cooperazione che si gioca non solo nei Paesi in crisi, ma anche nelle comunità italiane, aprendo le case, le scuole, le città all’arrivo di persone e famiglie, di ogni cittadino, in qualsiasi condizione. Si tratta di un diritto assoluto e non ‘negoziabile’ secondo le situazioni”.
Le assenze dell’Unione europea
La lezione del Nord Africa I tumulti popolari e i cambiamenti che stanno investendo il Nord Africa o il riacutizzarsi degli “sbarchi” di immigrati sulle coste italiane hanno rimesso al centro dell’attenzione le carenze, se non le assenze, di una vera politica euromediterranea che, colpevolmente, gli Stati rivieraschi di ogni bandiera hanno prima enfatizzato e poi semplicemente dimenticato. Certamente un rapporto rafforzato tra gli Stati Ue, quelli balcanici, mediorientali e del Maghreb, non sarebbe la panacea a tutti i contrasti della regione, che comprendono – a secondo dei casi – la latitanza della democrazia, la negazione dei diritti umani, l’arretratezza economica e sociale, le spinte demografiche e migratorie, le tensioni politiche, etniche e persino religiose, le minacce ambientali con ricadute dirette sulla qualità della vita (salute, acqua, energia, inquinamento del mare...). Benché la politica euromediterranea non si possa considerare una ricetta miracolosa, essa è però sempre parsa – a cominciare dal suo esordio, con il cosiddetto Processo di Barcellona, nel 1995 – come la strada giusta per condividere questioni che toccano sia gli
Stati nordafricani, sia quelli mediorientali sia quelli europei. In tal senso era stata presentata e battezzata la nuova linea Euromed sotto la presidenza semestrale francese dell’Unione nell’estate 2008. Il presidente francese Nicolas Sarkozy aveva allora convinto i 27 che il Mediterraneo era un’area di prioritario interesse per tutta l’Unione e non solo per i suoi Paesi più meridionali. Il 13 e 14 luglio dello stesso anno 43 capi di Stato e di governo avevano dato vita alla “Unione per il Mediterraneo” allo scopo di “rilanciare gli sforzi per trasformare il Mediterraneo in uno spazio di pace, di democrazia, di cooperazione e di prosperità”. Nasceva una organizzazione internazionale nuova, transcontinentale, con tanto di priorità politiche, di istituzioni e “progetti concreti di dimensione regionale creatori di una solidarietà di fatto”, il tutto sotto una presidenza turnante, affidata allora, paradossalmente, oltre che a Sarkozy a Mohamed Hosni Mubarak, presidente egiziano oggi in fuga. Da allora l’Unione per il Mediterraneo è rimasta lettera morta. Gli sbarchi degli ultimi giorni hanno svelato questa ennesima mancanza.
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Popoli e continenti Mondo
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Congo Il racconto di un missionario
Gajen: risposta a reali bisogni dei più piccoli Fratel Domenico Bugatti ha portato la sua testimonianza a Lumezzane Pieve. La sua opera nel campo educativo e in quello nutrizionale
F
Fratel Domenico Bugatti è un missionario lumezzanese che da 28 anni si dedica alla missione costruita a Isiro, nel cuore del Congo. Ogni tra anni torna in Italia per portare la sua testimonianza. Nelle scorse settimane ha tenuto un incontro presso la scuola materna di Pieve, a Lumezzane. Accompagnando il suo racconto con alcune diapositive, il missionario ha fatto emergere problematiche di non poco conto. Fratel Domenico Bugatti è un missionario della Madonna della Consolata, presente in Congo da trent’anni e che, nella sua azione, si affianca alla diocesi del luogo. Il progetto Gajen, presentato anche a Lumezzane, è nato nel 1996 come centro polivalente per le persone in difficoltà, ma dal 2000 si concentra sull’ausilio nutrizionale, sanitario e scolastico, un aiuto elargito
Fratel Domenico Bugatti nella sua missione
Nord Africa di Daniela Fedrigo
unicamente grazie alle donazioni: le famiglie dei diretti interessati non hanno certo la possibilità di contribuire e la Repubblica democratica del Congo rimane tutt’oggi indifferente a questo genere di problematiche. I congolesi non riescono a migliorare la qualità della loro esistenza a causa di guerre e saccheggi che affliggono costantemente il Paese, portando il tasso di mortalità infantile tra i più elevati in Africa. I bimbi non hanno la possibilità di crescere in modo sano in quanto gravemente denutriti e colpiti da malattie quali la malaria, la tubercolosi, l’aids. Le disfunzioni o i problemi fisici qui considerati banali laggiù denotano un pericolo che spesso si concretizza con la perdita della vita. Chi ha avuto modo di incontrare la realtà in cui opera il missionario lumezzanese racconta di una situazione
di grave povertà dove manca tutto. In questo contesto fratel Domenico Bugatti continua con passione la sua lotta alla malnutrizione e alla disinformazione: ha aperto una scuola d’infanzia dove in più gli studenti ricevono un pasto prima di tornare a piedi nelle loro case di fango e paglia, distanti chilometri. Da quando è attiva la missione ha salvato più di 8000 bambini dalla denutrizione; ogni giorno sono 150 i piccoli che dipendono dal missionario per soddisfare il bisogno primario dell’alimentazione. “Quando ti guardano con quegli occhi – ha affermato – significa che non hanno avuto il necessario per crescere”. Una realtà, quella presentata dal missionario lumezzanese, che ha destato la curiosità anche dei piccoli della scuola materna di Pieve. Toccati dal racconto e dalle fotografie hanno garantito a fratel Domenico il loro aiuto e quello delle loro famiglie perché anche i piccoli di Gajen possano avere il necessario per vivere. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a sarabugatti79@ hotmail.it.
Si allarga la protesta Nonostante l’uscita di scena del presidente Mubarak, in Egitto non sembra placarsi la protesta popolare che chiede l’avvio di una nuova stagione democratica. Nella stessa situazione si trova anche la Tunisia dove, dopo la fuga di Ben-Ali, il movimento popolare non ha mollato la presa temendo il semplice cambio di regime. È l’intero Nord Africa però a essere attraversato da scintille di reazione al potere costituito. Manifestazioni sono state annunciate anche in Libia, Paese in cui comincia a concrettizzarsi, seppure in modo per ora timido, la contestazione nei confronti di Gheddafi. Anche qui, come in Algeria, Tunisia ed Egitto, l’invito alla protesta ha navigato in internet. Attraverso mezzi telematici e il social network Facebook in migliaia hanno aderito all’appello a protestare per quella che è stata definita “giornata della rivolta del 17 febbraio”.
Il bilancio dei primi due mesi del 2011
I cantieri di solidarietà del Grimm nel mondo L’autunno e l’inverno 2010/2011 hanno visto l’impegno del Grimm Cantieri di Solidarietà e dei suoi volontari rivolto al completamento dei lavori di costruzione del centro scolastico della missione della congregazione dei Padri Oblati di Maria Immacolata a Farim nella Guinea Bissau. L’obiettivo è di concludere l’opera entro la primavera. Sono, inoltre, stati aperti altri due nuovi campi in questi ultimi mesi: uno in Saharawi, nel deserto algerino, e l’altro a Pedra Azul, in Brasile. In Saharawi, in risposta alla richiesta pervenuta dalla missionaria laica Rossana Berini, il Grimm, dopo aver inviato un paio di volontari per verificare la fattibilità dell’impresa, ha mandato un primo gruppo a gennaio 2011 ed un secondo a febbraio con il compito di realizzare un padiglione per ortopedia e per fisioterapia presso il campo profughi Saharawi. In Brasile, invece, come risposta alle suore dell’associazione Aper – Associazione assistenziale per la promozione e per l’educazione – che stanno realizzando un centro per anziani, il Grimm si è assunto l’incarico di edificare una porzione di tale opera. Sta nella
semplice analisi di alcune cifre lo sforzo sostenuto dal Grimm in questi ultimi mesi: fra gennaio e febbraio 2011 sono partiti ben 43 volontari, suddivisi sui tre campi di lavoro di cui si è in precedenza detto. Oltre ai campi di lavoro “ufficiali”, altri volontari si sono recati a Getema Nekemte, in Etiopia, per ultimare l’impianto elettrico della locale missione delle Suore Comboniane, a Tumikia e a Kingasani, nella Repubblica democratica del Congo, per lavori di sistemazione alle missioni delle Suore Poverelle, a Sighetu Marmatiei, in Romania, per completare l’impianto idrotermosanitario all’istituto delle Suore della Madre di Dio e in Tanzania per sistemare l’impianto elettrico dell’ospedale gestito dal missionario fidei donum don Tarcisio Moreschi. Chiunque sia interessato a vivere un’esperienza di volontariato col Grimm Cantieri di Solidarietà o voglia partecipare agli incontri informativi settimanali che si tengono il sabato pomeriggio può telefondare alla segreteria (tel. 030/9105015) dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12 e dalle ore 14.30 alle 18.
Popoli e continenti Europa
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Unione europea Un quadro comune
L’Europa punta su innovazione e ricerca Il programma permette di finanziare un considerevole numero di piccole e medie imprese che possono creare posti di lavoro
C
Come rendere più facile l’accesso ai finanziamenti dell’Ue per la ricerca e l’innovazione: è questo il tema di una recente consultazione avviata su iniziativa della Commissione europea. Il “Quadro strategico comune” proposto riguarda i principali strumenti europei a disposizione attualmente: il programma quadro di ricerca, il programma quadro per la competitività e l’innovazione e l’Istituto europeo dell’innovazione e della tecnologia. Si deve creare un insieme coerente di strumenti di finanziamento lungo l’intera catena dell’innovazione, dalla ricerca fondamentale all’immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi, sostenendo anche l’innovazione non tecnologica, ad esempio nel settore del design e della commercializzazione. Il Libro verde della Commissione pone anche le basi per una radicale semplificazione delle procedu-
di Matteo Fornara
re e delle regole. Queste modifiche mirano ad ottimizzare il contributo del finanziamento Ue della ricerca e dell’innovazione a favore dell’Unione dell’innovazione e della strategia “Europa 2020”. Il commissario europeo per la Ricerca, l’innovazione e la scienza Máire Geoghegan-Quinn ha dichiarato: “Il nostro intento è ottimizzare l’uso di ogni euro che l’Ue investe nella ricerca e nell’innovazione. Desideriamo che i finanziamenti Ue realizzino il loro enorme potenziale in termini di generazione di crescita, posti di lavoro e miglioramento della qualità della vita in Europa. Guardiamo in particolare alla partecipazione alle piccole e medie imprese. Il quadro proposto ha tre obiettivi strategici: dotare l’Ue di una base scientifica di importanza mondiale, stimolare la competitività in tutti i settori, e affrontare sfide importanti come i cambiamenti climatici, la sicurezza
energetica e alimentare, la sanità e l’invecchiamento della popolazione. Tra le proposte c’è la creazione di uno sportello unico dove i partecipanti possano ottenere consigli e sostegno lungo l’intero processo di finanziamento per rendere gli investimenti Ue più interessanti. Inoltre, un insieme unico e semplificato di strumenti di finanziamento che riguardano l’intera catena dell’innovazione, tra cui la ricerca fondamentale, la ricerca applicata, la collaborazione tra università e industria o l’innovazione a livello di imprese. Per incentivare la diversità e il coinvolgimento delle imprese si incoraggerà la flessibilità. Gli interessati potranno presentare le loro proposte per vari tipi di progetto senza dover fornire più volte le stesse informazioni. In terzo luogo le procedure per rendere conto dell’utilizzo dei fondi percepiti saranno molto più semplici e coerenti. Ciò potrebbe comportare, ad esempio, un ricorso più frequente ai pagamenti forfettari. La semplificazione agevolerà e renderà più efficace il controllo finanziario dell’uso dei soldi dei contribuenti dell’Ue. Sulla base dei risultati della consultazione,
la Commissione presenterà entro la fine del 2011 una proposta legislativa concernente le spese di ricerca e innovazione nell’ambito del futuro bilancio Ue dopo il 2013. L’attuale programma quadro di ricerca è dotato di 53 miliardi di euro per il periodo 2007-2013. Finora sono stati finanziati oltre 9000 progetti. Sulla base di uno studio si ritiene che i progetti selezionati nel 2011 ai fini del finanziamento creeranno fino a 165mila posti di lavoro. Il programma per la competitività e l’innovazione dispone di 3,6 miliardi e ha consentito di finanziare oltre 100mila piccole e media imprese mediante garanzie sui prestiti ma anche progetti pilota innovativi in materia di Tic. L’ultimo strumento è l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit), un organo autonomo dell’Ue che incentiva un’innovazione di avanguardia a livello mondiale grazie al concetto delle comunità della conoscenza e dell’innovazione. L’Eit ha beneficiato di 309 milioni di euro del bilancio Ue per il periodo 2007-2013. Gli interessati hanno tempo fino al 20 maggio 2011 per rispondere alla consultazione http://ec.europa.eu/ research/csfri/index_en.cfm
Politiche sociali
Ribadita la necessità di una azione comune per i senzatetto L’Unione europea rischiava seriamente di segnare il passo nella lotta alla riduzione del fenomeno dei senza fissa dimora. Molte le divergenze tra Paese e Paese in questo delicato settore. Per questo, nelle scorse settimane, alcune istituzioni hanno cercato di riannodare i fili di una politica comune. Il coordinamento europeo delle politiche sociali nazionali era in effetti minacciato dalle divergenze tra gli Stati membri sulla definizione di ‘senza tetto’ e sull’approccio da adottare nella lotta contro tale piaga. Una giuria indipendente composta da esperti provenienti dal settore sociale, specializzati in varie tematiche oltre a quelle della mancanza di alloggio, è stata nominata per seguire i dibattiti dei responsabili e proporre raccomandazioni di consenso. Nei giorni scorsi, la giuria ha consegnato le proprie raccomandazioni. Spetta ora ai responsabili europei attuare le raccomandazioni politiche della giuria. Il Commissario europeo per il lavoro e gli affari sociali, László Andor, ha
salutato la pubblicazione di questo rapporto come “un risultato concreto dell’Anno europeo 2010 per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale”. La strategia dell’Unione europea, ribadita dalla giuria ricordata, deve prima di tutto basarsi su dati effettivi e tendere ad obiettivi chiari. La giuria ha auspicato che la prevenzione della condizione dei senzatetto, la promozione di servizi di qualità, oltre all’accesso e al mantenimento di alloggi accessibili, divengano delle priorità. Al fine di meglio inquadrare le strategie nazionali a favore dei senzatetto, la giuria ha raccomandato vivamente di accompagnare l’adozione della strategia dell’Unione europea con l’attuazione di un programma di ricerca che ponga l’accento sull’innovazione sociale, di un programma di mutuo apprendimento e di scambio transnazionale, con la creazione di legami a lungo termine – grazie alle possibilità di finanziamenti europei – oltre che con l’integrazione del problema dei senzatetto negli ambiti politici implicati.
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Girolamo Romanino (Brescia, 1484ca-1566ca) Traduce nella sua pittura il forte senso di pathos che rende le scene, particolarmente quelle sacre, capaci di comunicare allo spettatore la radice più intima dell’avvenimento portandolo al coinvolgimento emotivo. “Cristo schiaffeggiato e coronato di spine”. Pisogne, Santa Maria della Neve.
La pratica dell’impossibile di Giuseppe Fusari
Il Vangelo della domenica VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo (5, 38-487) “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle. Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
L’hanno chiamata ‘radicalità cristiana’ o anche ‘pretesa cristiana’ questa che preferisco chiamare ‘pratica dell’impossibile’. Lo è a tutti gli effetti perché nel momento stesso nel quale la si pronuncia appare paradossale e impossibile, tanto che su questa impossibilità si misura l’atto pratico dei cristiani di tutti i tempi. È così: un fossato che divide la nostra personale adesione a Cristo dallo sforzo verso l’impossibile che Lui chiede. E anche il fossato (ancora più grande) tra chi vuol ridurre Cristo a semplice maestro di umanità, sia dentro che fuori del cristianesimo, togliendogli questa forza, questa riduzione all’impossibile che segna invece lo sforzo di chi in Lui ha intuito la traccia di un cammino che non si accontenta del certo e si spinge verso l’impossibile. Senza questa incertezza verso l’impossibile tutto si riduce a buon senso, ossia all’esatto contrario di quello che Gesù pretende dai suoi. Non è possibile trascrivere questa pagina di Vangelo nella dinamica del buon senso, del vivere pacifico, del politicamente corretto. È una pagina scorretta fin nel profondo perché non presuppone un mondo buono e uomini e donne buoni, o almeno corretti: presuppone invece una dinamica crudele alla quale chi è di Cristo deve sottrarsi non per correttezza ma per fede, e per una fede che vede l’assurdo di quello che le è chiesto, perché si misura sull’impossibile degli uomini, sull’inversione dell’istinto di autoconservazione e di possesso. Proprio qui colpisce Gesù, nel cuore delle
‘cose’ dell’uomo: la vita e la proprietà. Così definisce il limite da sfondare, il ciglio di monte dal quale saltare. Tentare un volo. Che senso ha continuare a camminare sulla terra se poi ‘tutti’ possono farlo. Il limite in basso al tempo di Gesù erano i pubblicani e i pagani e nel Vangelo abbondano le pagine dove questi sono migliori di chi sta attaccato alla sua gretta perfezione. Il limite in basso oggi potremmo essere proprio noi, quelli che si dicono di Cristo e si accontentano di non fare, ai quali basta allinearsi alla correttezza dei molti. Ma la perfezione richiesta è un’altra cosa. Ed è questa perfezione che manca. Manca anche per quelli che sanno di chi siamo e non vedono in pratica quello che dovremmo essere. E a ragione lo sottolineano. Perché non tentare la perfezione dell’impossibile ci fa cadere sotto il giudizio di chi si aspetta da noi almeno l’impegno, almeno la ‘pratica’ dell’impossibile. Vale spesso il tentativo più del risultato. Ed è questo, forse, quello a cui ci indirizza Gesù con quella sua assurda e impossibile perfezione (quella del Padre) alla quale dovremmo arrivare. Valgono, in fondo, più i tentativi che gli effettivi risultati, ma non può esserci la palude dell’accontentarsi. Essere uguali per non disturbare, per essere politicamente corretti: è la maledizione peggiore che potrebbe capitare a chi è chiamato a dare sapore alle cose e a illuminare la strada. A essere coscienza critica e non carta assorbente dei valori medi. Tentare, tentare, tentare.
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Benedetto XVI Una giustizia superiore
La pienezza della legge è la carità
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“Ma io vi dico”. Per sei volte risuona questa espressione di Gesù nel brano di Matteo. Una frase che è davvero un programma, la chiave per comprendere parole antiche ma sempre nuove. Se la liturgia continua a soffermarsi sul discorso della montagna di Gesù, dopo averci annunciato le beatitudini, e indicato che il cristiano deve essere sale della terra e luce del mondo, è perché sia ben chiara la novità cristiana, espressa proprio in quel “ma io vi dico”. Fermiamoci un momento a sottolineare che la prima predicazione di Gesù si chiama proprio “discorso della montagna”: salì sul monte, scrive Matteo. Il monte ha un valore simbolico, richiama il Sinai, il monte di Mosè, delle dieci parole dell’alleanza. “Mosè – ricorda papa Benedetto – salì sul monte Sinai per ricevere la legge di Dio e portarla al popolo eletto. Gesù è il figlio stesso di Dio che è disceso dal cielo per portarci al cielo, all’altezza di Dio, sulla via dell’amore. Anzi, lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro che seguire lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo regno, nella vita eterna”. Gesù, leggiamo nella sesta domenica
di Fabio Zavattaro
del tempo ordinario, poteva essere visto come colui che non rispettava la legge, i profeti: d’altra parte non è entrato nella casa del pubblicano? Non ha compiuto azioni il sabato? Ma ecco che con Matteo capiamo bene cosa sia la giustizia proclamata da Gesù; non una giustizia diversa, ma che supera quella degli scribi e dei farisei e, in un certo senso, la completa. Le parole di Gesù ci portano anche a riflettere su un altro aspetto: la legge di cui parla non è quella del servo preoccupato di non scontentare il padrone e dunque di meritare, con il suo agire, la ricompensa. L’obbedienza alla legge che chiede Gesù è quella di chi è pronto ad accogliere l’amore che viene dal Padre. La giustizia o l’ingiustizia non riguardano soltanto la sfera delle azioni, ma anche quella più profonda delle intenzioni e dei desideri del cuore. Per tornare al comandamento di non uccidere, con il suo “ma io vi dico” Gesù afferma che non solamente quando colpisco l’altro, e dunque lo elimino, compio l’azione di uccidere, ma anche quando lo allontano con la parola, con l’odio che lo cancella dalla mia esistenza. Co-
me afferma Benedetto XVI, “la novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che lui stesso ‘riempie’ i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino. Ed è qui che Benedetto XVI introduce la vicenda dei quattro bambini rom rimasti uccisi nel rogo della loro baracca, una settimana fa, avvenuto alla periferia di Roma. In piazza San Pietro ci sono un folto gruppo di rom e sinti e rappresentanti della Comunità di Sant’Egidio; c’è anche la famiglia, i genitori dei quattro bambini morti. Quella baracca bruciata, afferma papa Benedetto, “impone di domandarci se una società più solidale e fraterna, più coerente nell’amore, cioè più cristiana, non avrebbe potuto evitare tale tragico fatto. E questa domanda vale per tanti altri avvenimenti dolorosi, più o meno noti, che avvengono quotidianamente nelle nostre città e nei nostri Paesi”. E forse impone a tutti noi di guardare questi uomini e donne con occhi diversi; così come dobbiamo rivolgere un’attenzione diversa agli uomini e donne che attraversano il mare su barche improponibili per fuggire da situazioni di povertà, guerra, violenze. Come non ricordare, con San Paolo, che la pienezza della legge è appunto la carità.
Un intervento del segretario generale Cei mons. Mariano Crociata
Il sacerdote è un testimone che si fa educatore Il prete “non è latitante, come purtroppo spesso si rimprovera a tanti adulti di questo tempo”. È un “vero educatore” che “sa fondere in una miscela originale interesse e disinteresse, attaccamento non alle persone ma al loro vero bene, desiderio che una volta mature volino libere nel cielo della vita”. È l’identikit tracciato da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, presentando gli Orientamenti pastorali della Cei al clero della diocesi di Nola. “La Chiesa – ha esordito il Vescovo – non sarebbe tale se non si facesse carico di accompagnare la crescita e il processo di maturazione dei suoi figli. Lo fa, naturalmente, mediante una molteplicità di presenze e di servizi, attraverso l’insieme della vita della comunità dei credenti; ma a guidare e coordinare questo servizio costitutivo ci sono proprio i ministri ordinati, con la loro presidenza della comunità”. In questa prospettiva, per mons. Crociata, “ogni presbitero è chiamato ad essere educatore”, perché “la dimensione educativa non è solo costitutiva del ministero presbiterale, ma rappresenta una delle destinazioni imprescindibili del suo servizio pastorale”. “Più e meglio di qualunque altro educatore, proprio in ragione del nostro ministero ordinato,
siamo chiamati a educare con la verità e l’esemplarità della nostra vita”, ha ammonito il Segretario generale della Cei, secondo il quale “non sono le nostre attività sia pure ad alto contenuto pedagogico ad avere principalmente efficacia educativa, bensì la qualità delle nostre persone; è l’intensità della nostra vita interiore, spirituale e intellettuale, ad assumere valore educativo decisivo”. Di qui la necessità di “una spiritualità sobria”, che sappia “coniugare serietà e serenità, entusiasmo ed equilibrio, passione e sobrietà”. “Una vera vita interiore – ha spiegato infatti mons. Crociata – si accompagna a un rapporto sano con la vita e con la sua conduzione, compresi i propri sentimenti, le proprie emozioni, le proprie relazioni; una vita che sa comporre il lavoro con il riposo, l’attività con il silenzio e della preghiera, della riflessione e dello studio, la cura di sé e della propria persona con la modestia; soprattutto mostra la libertà e il distacco con cui tutto viene vissuto e accolto, senza voglia di protagonismo e senza tentazioni di dominio sulle cose e sugli altri, convinti come siamo che le persone non devono venire a noi, non devono legarsi a noi, ma essere aiutate da noi ad andare dal Signore e a legarsi a lui”.
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La speranza non viene mai cancellata solo dalle difficoltà che viviamo. La speranza in Dio diventa anche speranza in ciò che, con Dio, l’uomo può fare, sempre. L’uomo è intelligente, creativo, capace di conoscere e fare il bene, capace anche di fare sacrifici quando ne capisce le motivazioni. Può affrontare la situazione presente con coraggio e fiducia. Ma non senza sacrificio e impegno
I fedeli onorano le reliquie dei Santi Patroni
SS. Faustino e Giovita L’omelia del Vescovo sulla testimonianza paradossale dei martiri
La speranza oltre le difficoltà
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a cura di Silvia Zavoli
Martedì 15 febbraio, festa dei Patroni della città, nel corso della celebrazione eucaristica presieduta nella Basilica dei SS. Faustino e Giovita, il Vescovo ha dedicato l’omelia al tema della speranza. Ha introdotto la sua riflessione con queste parole: “Il martire è un testimone paradossale della speranza. Paradossale perché nel martirio egli perde la vita e con la vita ogni possibilità di futuro. E tuttavia il vero martire non è un disperato; sa fin da principio che l’eventualità di non essere capito, di essere perseguitato, di essere ucciso è iscritta nel dinamismo stesso della sua scelta; e interpreta il martirio come supremo compimento della fede. Aver fede significa consegnare la propria vita a Dio, sicuri che in lui la vita è custodita e protetta; consegnare a Dio anche la propria morte, avere più fiducia in Dio di quanto si abbia paura della morte significa portare a pienezza la fede”. “La sofferenza – ha osservato il Vescovo, citando la lettera di San Paolo ai Romani – può apparire come l’anticamera della morte, e diventa allora una sofferenza disperata. Ma può essere interpretata come sofferenza del parto, che dà alla luce una vita nuova, inedita; rimane ugualmente
sofferenza, e grande; ma è sofferenza colma di speranza. (…) Chi fa la differenza è Gesù Cristo, la sua Pasqua fatta di morte e di risurrezione, di sofferenza e di gloria. Se Cristo è davvero risorto – e questo è il cuore della fede cristiana senza il quale tutto il resto crolla – allora la speranza vince sulla morte: c’è un Dio e questo Dio è per noi”. Il Vescovo ha dedicato poi particolare attenzione ai giovani: “In questa festa dei Santi Faustino e Giovita che si è voluta dedicare al tema della speranza, volevo dire una parola soprattutto ai giovani che, poveri ancora di memorie, sono invece ricchi di sogni, di desideri, di progetti. E purtroppo la prima parola che mi è sembrato di dover dire è una richiesta di perdono, a nome mio e a nome di tutta la mia generazione. Ogni uomo porta in sé l’ambizione di lasciare il mondo migliore di come lo ha trovato; temo che questa sana ambizione, noi, la nostra generazione non siamo riusciti a realizzarla del tutto. E dobbiamo confessare: per superficialità e per avidità. (…) Per fortuna, questo non è tutta la verità sulla nostra generazione: abbiamo anche prodotto molto di buono, nel campo della scienza, della medicina, del welfare sociale.
Le generazioni giovani vivranno più a lungo di noi, ad esempio; e tuttavia saranno costrette a pagare il prezzo della nostra spensieratezza. Questo non lo dico per colpevolizzare noi (che non serve) o per compassionare i giovani (farei loro un pessimo servizio); ma bisogna che ci rendiamo conto degli errori fatti se non vogliamo ripeterli”. Infatti: “La speranza non viene mai cancellata solo dalle difficoltà che viviamo; le parole di Paolo che ho richiamato sopra lo dicono chiaramente. La speranza in Dio diventa anche speranza in ciò che, con Dio, l’uomo può fare, sempre. L’uomo è intelligente, creativo, capace di conoscere e fare il bene, capace anche di fare sacrifici quando ne capisce le motivazioni. Può affrontare anche la situazione presente con coraggio e fiducia. Ma non senza sacrificio e impegno. L’impegno di studiare, anzitutto, e di studiare seriamente. Il mondo che abbiamo costruito è complesso e solo questa complessità permette la qualità di benessere culturale e materiale di cui godiamo. Ma non è possibile mantenere e migliorare un mondo così senza una sofisticata attrezzatura di conoscenze e di abilità; senza una grande immagina-
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Il Vescovo ha presentato la Verbum Domini
Sulla Parola di Dio La XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi si è svolta in Vaticano dal 5 al 26 ottobre del 2008, sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Due anni dopo, è uscito il testo di Benedetto XVI Verbum Domini, l’esortazione post-sinodale che riassume gli esiti dei lavori del Sinodo. Giovedì 10 febbraio, presso il Centro pastorale Paolo VI, il vescovo Luciano Monari ha presentato il documento che affronta una questione centrale per la vita dei credenti. Innanzitutto, secondo il Vescovo, il rapporto tra l’uomo e Dio è un “incontro”, che riguarda tutta la nostra natura: esso, perciò, implica una disponibilità all’ascolto, un’apertura verso la trascendenza. Senza queste condizioni, non possiamo comprendere la Parola di Dio, non riusciamo a cogliere i segni dell’assoluto, ma restiamo chiusi nei limiti delle nostre capacità intellettive e sensoriali, che, da sole, non possono esaurire le nostre esigenze di capire il senso ultimo delle cose. Come ha sottolineato mons. Monari, Dio, con la parola, vuole comunicare qualcosa all’uomo: in questo modo Egli si svela, esprime se stesso. Il punto cruciale del cristianesimo è proprio il legame che si viene a creare tra assoluto e tempo, infinito e finito, trascendenza e immanenza. Dio non è un essere freddo e distaccato, come il motore immobile di Aristotele, ma è un essere intelligente, personale, che vuole entrare nella dimensione del tempo e dello spazio, e, soprattutto, che ama le sue creature. Ma cos’è la Parola di Dio? Secondo il Vescovo, è un’espressione analogica: è il Verbo che assume le infinite forme del mondo, della storia, della natura, adattandosi ai vari gradi della realtà. Infatti, la Parola di Dio si può “leggere” in tutti gli ambiti del reale, in cui cogliamo i segni della presenza di Dio. Il Papa afferma che Gesù è la parola visibile di Dio: il Figlio, traducendo il Padre nell’esistenza umana, lo interpreta nel modo più alto; in un certo senso, è il vero “esegeta” del Padre. Lo Spirito Santo è la forza spirituale
zione, senza una disponibilità saggia al cambiamento per rispondere alle sfide nuove che ci stanno davanti”. Mons. Monari ha fatto cenno alla lettera sugli immigrati, a partire dalla situazione reale: “Molti stereotipi che hanno avvelenato l’esistenza dell’umanità nella storia – si pensi al razzismo, allo sciovinismo, alla ricerca del capro espiatorio, all’aggressività, all’intolleranza e così via – possono essere evitati con una conoscenza più corretta delle persone, della storia, dei meccanismi economici e sociali, con un maggiore controllo dei propri sentimenti e dei propri impulsi. È anche per questo che ho scritto alle comunità cristiane una lettera sul modo di porsi di fronte al fatto macroscopico dell’immigrazione nella nostra terra: perché le comunità cristiane si impegnino a elaborare atteggiamenti umani e cristiani, con lucidità e senza paura”. Il Vescovo ha citato un passaggio dell’ultimo libro del Papa dove si legge: “Essere uomini è qualcosa di grande, è una grande sfida. La banalità del lasciarsi semplicemente trasportare non gli fa giustizia. Così come non è degna dell’uomo l’idea secondo la quale la comodità sarebbe il miglior modo di vivere, il benessere l’unico contenuto della felicità. Deve diventare nuovamente percepibile che alla nostra umanità dobbiamo chiedere di più, che proprio in questo modo si apre la via a una felicità più grande; che essere uomini è come una scalata di montagna, con ripide salite, ma è solo attraverso di esse che raggiungiamo le cime
e possiamo sperimentare la bellezza dell’essere”. Il Vescovo ha concluso: “Per impegnarsi seriamente nella vita sociale l’uomo ha bisogno di avere delle motivazioni forti. L’uomo non si accontenta di vivere; ha bisogno di dire a se stesso perché vive. L’animale quando è sazio dorme; l’uomo, quando ha soddisfatto la fame, pensa. Abbiamo bisogno di vivere la nostra esistenza come un dramma che significa qualcosa, che contribuisce ad arricchire il dramma più grande dell’umanità intera. La fede ci dice che la comprensione del mondo non è solo una stupenda intrapresa dell’uomo, ma che corrisponde al disegno originario di Dio: ‘In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio… Tutto è stato fatto per mezzo di Lui’. C’è quindi un riflesso del Verbo di Dio, della Parola eterna di Dio in tutto ciò che esiste: la conoscenza ci pone in sintonia con questa Parola eterna; e l’amore ci mette in sintonia con l’Amore eterno che ha voluto l’esistenza del mondo e dell’uomo nel mondo. Lo sforzo che facciamo per vivere tende a trasformare il mondo perché rifletta sempre meglio qualcosa della bellezza di Dio e perché, trasformato, possa entrare nella sfera dell’esistenza santa di Dio. Chiunque crea un frammento di verità e di bene contribuisce a trasformare il mondo secondo Dio: immette Dio nel mondo e il mondo in Dio. Questa è la grandezza dell’uomo e della sua esistenza; e se tutti i risultati che riusciamo a ottenere sono provvisori, l’amore con cui operiamo è eterno. Questa è la nostra speranza”.
L’intervento del Vescovo nell’Aula magna del Centro Paolo VI
che rende possibile l’incontro tra il mondo dell’assoluto e il mondo del finito. Mons. Monari, allora, dice che il mondo non è qualcosa di caotico e insensato, come dicono molte filosofie contemporanee: l’universo mostra, nel suo essere intimo, un ordine, un fine, che sono frutto della Parola di Dio. L’uomo può conoscere, con l’intelligenza, il senso più profondo di ciò che esiste. Benedetto XVI insiste molto sul valore della ragione umana, che, illuminata dalla fede, può cercare la verità. Inoltre, la Bibbia è il testo centrale, in cui si può leggere la Parola di Dio. In che modo, però, possiamo interpretare il testo sacro? L’ermeneutica dev’essere fedele alla lettera o può andare oltre l’interpretazione letterale? Secondo il Papa, bisogna leggere la Bibbia alla luce della fede. Certo, gli studi filologici, critici, storici sono fondamentali, perché ci danno gli strumenti, che ci servono per capire meglio la Parola. Tuttavia essi non sono sufficienti, in quanto ci vogliono un’apertura della mente, un’intelligenza profonda, legata all’intelletto e al cuore, che ci possono guidare dentro il senso delle parole. Il criterio da seguire, allora, è quello dell’analogia fidei, che è una lettura fatta, sì, con gli strumenti critico-filologici e tenendo conto della tradizione, ma con la luce della fede e di un’intelligenza spirituale. In questo modo, ha ricordato mons. Monari, il messaggio della Bibbia diventa sempre attuale. Nel mondo in cui viviamo, sempre più dominato da culture nichiliste, ateiste, agnostiche, il testo Verbum Domini è un messaggio prezioso, che ci fa vedere la nostra realtà come il frutto di un disegno, che ha un’origine, un significato, una meta finale. (Giovanni Formichella)
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Scuola Un incontro pastorale
Il valore educativo della conoscenza Il Vescovo ha condiviso con molti dirigenti scolastici della Provincia alcune riflessioni sul tema dell’educazione scolastica
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Giovedì 27 gennaio scorso, presso il Centro pastorale Paolo VI, il nostro Vescovo ha incontrato molti dirigenti scolastici della Provincia e ha condiviso con loro alcune riflessioni sul tema dell’educazione scolastica, alla luce delle linee degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 intitolati “Educare alla vita buona del Vangelo”. Gli Orientamenti intendono offrire alcune linee di fondo per una crescita concorde delle Chiese in Italia nell’arte delicata e sublime dell’educazione. In essa i Vescovi riconoscono una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costitutiva e permanente della missione di rendere Dio presente in questo mondo All’incontro, promosso dall’Ufficio di pastorale della scuola della dioce-
di Luciano Pace
si in collaborazione con “Comunità e Scuola”, è intervenuta come ospite anche la dott.ssa Maria Rosa Raimondi, attuale provveditore presso l’Ufficio scolastico provinciale. Quest’ultima ha esposto alcuni problemi educativi collegati all’ambito scolastico: le difficoltà di dialogo fra le generazioni nella trasmissione del sapere; l’incapacità della scuola a rendersi un vero laboratorio di cultura; il fatto che molti docenti considerino l’insegnamento più come un ripiego lavorativo che come una vera e propria missione culturale. Di fronte a queste e altre difficoltà – ha concluso la Raimondi – i dirigenti scolastici hanno il compito di aiutare i docenti delle loro scuole a recuperare l’amore per il conoscere trasmesso in aula. Perciò stesso, l’attenzione di coloro che operano nella scuola va orientata verso alcu-
Sulle soglie di una scuola
ni fondamentali interrogativi: cosa vuol dire conoscere? Come funziona l’apprendimento? A che cosa serve imparare? Sono queste, appunto, le domande attorno alle quali il Vescovo ha fatto ruotare tutte le riflessioni del suo intervento. A giudizio di mons. Monari parlare di educazione scolastica significa anzitutto discutere di quale sia il valore educativo della conoscenza. In tal senso, l’emergenza educativa della scuola è quella di recuperare una visione della conoscenza capace di promuovere l’idea di una ricerca della verità che possa illuminare la vita delle persone e orientarle nelle loro scelte etiche. Certo, questa non è un’impresa facile in un tempo in cui il relativismo da un lato e lo scientismo dall’altro sembrano essere due “dogmi conoscitivi” difficilmente scalfibili. Nello specifico, il dramma fondamentale della nostra cultura risiede nel rendere la conoscenza scientifico-sperimentale l’idolo del nostro modo di conoscere. Tuttavia – nota il Vescovo – l’idea che la conoscenza si esaurisca tutta nell’esperienza immediata e speri-
mentale è “un’idea sballata”. L’esperienza è solo “la fonte della conoscenza”. Piuttosto, per conoscere davvero qualcosa, bisogna cercare di capire e giudicare i dati dell’esperienza. Non solo. Bisogna comprendere il valore di verità dei giudizi sulla realtà. Conoscere è, quindi, entrare in rapporto con la realtà, superando se stessi, cioè diventare non solo coscienti del reale, ma anche auto-coscienti dei propri limiti nel concepirlo. Insegnare ai ragazzi a capire il miracolo straordinario che è la conoscenza umana con il suo delicatissimo equilibrio è insegnare loro l’autocoscienza e, quindi, insegnare loro a essere tendenzialmente liberi. Significa anche insegnare loro a compiere scelte etiche, cioè scelte basate non sul ‘gradevole’ o sullo ‘sgradevole’, ma sul ‘giusto’ che va promosso anche se spiacevole e sull’ ‘ingiusto’ che va evitato anche se gradevole. Se si aiutano i ragazzi a comprendere tutto questo – ha concluso mons. Monari – insegniamo loro che diventare umani è un cammino degno di essere perseguito anche oggi.
Domenica 20 febbraio due bresciane nell’Ordine delle vergini
La vocazione a consacrare la verginità nella comunità ecclesiale Domenica 20 febbraio alle ore 17.30 in Cattedrale saranno consacrate da mons. Luciano Monari nell’Ordo virginum diocesano: Maria Gritti, della parrocchia di Castelcovati, catechista e collaboratrice dell’oratorio, frequenta l’ultimo anno del corso di teologia per laici; Ivana Ortolani, della parrocchia di S. Alessandro in Città, catechista, frequenta il 3° anno dell’Istituto superiore di scienze religiose, indirizzo pastorale familiare. L’Ordine delle vergini riunisce donne che accolgono la vocazione divina a consacrare la loro verginità nella comunità ecclesiale. Sulla scia del Concilio Vaticano II, papa Paolo VI ha ripristinato nel 1970 questo rito spentosi nel tempo. Va sottolineata la carat-
teristica diocesana di questa vocazione: mentre la vita monastica e gli istituti, sia religiosi che secolari, hanno un fondatore o una fondatrice all’origine del proprio carisma, ogni vergine consacrata in questo Ordine ha il mistero della Chiesa come sorgente di spiritualità e la diocesi come propria famiglia. Diretto referente è il Vescovo. La celebrazione del rito di consacrazione introduce la vergine in un corpo (ordo) ecclesiale e coinvolge tutta la sua esistenza in un cammino di fedeltà a Cristo, a servizio della Chiesa secondo un carisma e un progetto di vita personale. Esse si pongono ordinariamente nel mondo come consacrate mantenendo normali consuetudini di vita e di lavoro.
Dalla consacrazione non derivano regole o forme di vita comune o l’obbligo di assumere forme proprie degli istituti di vita consacrata. Nell’impostare la propria vita, la vergine consacrata è animata dal desiderio di rispondere alla chiamata ricevuta con pienezza e verità, accogliendo la propria situazione lavorativa, familiare, ecclesiale come dono di Dio, luogo di santificazione e incontro con i fratelli. Questo la porta a discernere la modalità di vita a lei possibile e favorevole: vivere da sola, in famiglia, con altre vergini consacrate o in altre condizioni. Tali modalità di vita possono cambiare nel corso del tempo secondo il variare delle circostanze e delle esigenze.
Paesi e parrocchie Bassa
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Lourdes Pellegrinaggio pasquale
Il miracolo che trasforma la vita Insieme a Lourdes nel nome di Maria
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Andai a Lourdes nel marzo del 2008 e da allora la mia vita è cambiata. Ho 49 anni e nel 2005 mi fu diagnosticata una malattia neurodegenerativa, la Sla. Subito iniziai a pregare cercando aiuto, dialogai quella sera rivolgendomi a Dio chiedendogli di poter trovare la forza di affrontare tutto quello che mi aspettava. Premetto che ero cattolico, ma non praticante, quindi non un buon cristiano. Trascorsi i primi tre anni tra angosce, paure e tanta infelicità. Poi grazie a un’amicizia che era nata in ospedale all’inizio della malattia mi trovai a fare un viaggio nel periodo pasquale a Lourdes, organizzato dal Cvs. Subito constatai un immenso entusiasmo tra i malati e questo mi stupì molto. Mi accorsi, una volta arrivato, di aver provato un inizio di serenità interiore. Non capii esattamente in quel momento cosa mi era successo
di Paolo Marchioni
e quando mi fu chiesto di parlare della mia esperienza come partecipante a un pellegrinaggio con altri malati, non accettai perché in quel momento non ero in grado di farlo. Passai parecchio tempo davanti alla grotta pregando la Madonna, non per me, ma per chi mi era accanto nella vita. Fu una settimana straordinaria, non ci sono parole per poterla descrivere se non la si è vissuta. Tornai a casa e tutto mi fu chiaro: i miei occhi avevano un altro sguardo. Le angosce, le paure sparite. In me c’erano gioia, speranza e voglia di vivere. Il mio cuore si era aperto, lo sentivo pieno di amore, come fosse un serbatoio di acqua in mezzo al deserto, una sorgente inesauribile a cui ognuno poteva dissetarsi. Avevo già fatto dieci anni prima un viaggio a Lourdes, ma con i malati ci si arricchisce di più, perché il loro
La testimonianza di un pellegrino che ha scoperto davanti alla Grotta il vero valore del dono della vita e il senso della sofferenza sguardo, il loro comportamento e la loro serenità trasmettono gioia di vivere. Pur avendo una patologia che, in modi e tempi diversi per ogni malato, porta alla paralisi totale e poi alla morte, io ora sono felice. Mi ritengo fortunato, non per le difficoltà della malattia, ma perché ho capito l’amore che Lui mi ha donato e lo voglio condividere con tutti per portare speranza. Lourdes mi ha guarito, il miracolo è avvenuto ed è avvenuto dentro di me. La sofferenza che mi ha procurato la malattia mi ha fatto scoprire la fede e mi sta insegnando a vivere con amore ogni cosa. Rimpiango di non aver capito, quando ero sano fisicamente, il vero valore del dono della vita. Ora tutti i giorni ringrazio con gioia attraverso la preghiera la Vergine per aver trasformato la mia vita facendomi incontrare l’amore di Gesù. Ecco perché ritorno a Lourdes con questa grande famiglia del Cvs per la quarta volta consecutiva, non solo per chiedere la forza di proseguire il mio cammino, ma soprattutto per ringraziare del dono che mi è stato dato. Ecco perché è importante ripetere
l’esperienza anche solo per godere ancora del clima di serenità e di collaborazione che si instaura già fin dal primo momento del viaggio e che accompagna tutta la settimana; per rinsaldare legami di amicizia che contribuiscono a tener viva la voglia di tornarci e per condividere esperienze che fanno di questo pellegrinaggio una realtà unica, ma anche per la possibilità di stare ancora davanti a quella Grotta e per esperimentare di vivere, immersi in un’unica Chiesa, i momenti importanti della Pasqua. Il pellegrinaggio pasquale di quest’anno si svolgerà dal 19 al 26 aprile e sarà guidato da mons. Bruno Foresti. Il tema pastorale proposto è: “Pregare il Padre nostro con Bernadetta”. Le iscrizioni si ricevono fino al 27 febbraio. Per tutte le necessarie informazioni ci si può rivolgere al Centro volontari della sofferenza di Montichiari: tel 030 9961238 – fax 030 9652665 e-mail montichiari@sodcvs. org oppure alla sede di Brescia in via Cimabue, 16; tel 030 2312083/4 – fax 030 2309273. L’ufficio è aperto il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 9.30 alle ore 12.
Incontri per sacerdoti, religiosi e laici con padre Bartolomeo Sorge
Crisi della democrazia e spiritualità dei laici Nell’ambito degli incontri di riflessione per sacerdoti, diaconi e religiosi, dall’1 al 3 marzo è previsto il secondo appuntamento che avrà come tema “La crisi della democrazia in Italia”. Padre Bartolomeo Sorge tratterà il tema con questo programma (corretto rispetto a quello annunciato): martedì 1º marzo presso la parrocchiale di Roè Volciano, mercoledì 2 marzo presso l’Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno, giovedì 3 marzo presso il Centro pastorale Paolo VI a Brescia. Inizio alle 9.30. Negli stessi giorni e sempre con l’aiuto di p. Bartolomeo Sorge, si terranno tre incontri su “Spiritualità dei laici, spiritualità dai laici. Per un cammino condiviso del laicato cristiano”. Gli incontri sono pensati per i laici della diocesi; avranno inizio alle ore 20.30 per terminare alle
ore 22.30 e si svolgeranno presso la chiesa parrocchiale di Travagliato (piazza Libertà). I tre temi che saranno sviluppati da p. Sorge sono: martedì 1º marzo “Il laico esploratore dell’invisibile, testimone del visibile”; mercoledì 2 marzo “Comunione, gratuità, lessico familiare”; giovedì 3 marzo “Voce del verbo sociale. Etica, legalità, partecipazione”. P. Sorge è nato all’Isola d’Elba (1929). Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1946 e ordinato sacerdote nel 1958, ha diretto per 12 anni “La Civiltà Cattolica” (1973-1985). Dal 1985 al 1996 è stato superiore e direttore a Palermo del Centro Studi Sociali dei gesuiti e dell’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe”, da lui fondato nel 1986. Dal 1997 al 2009 è stato direttore di “Aggiornamenti sociali”.
P. Bartolomeo Sorge
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Ecclesia Chiesa Bresciana
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Oec Convegno di studio
Le peculiarità dell’istruzione superiore L’ incontro si tiene il 25 e il 26 marzo a Concesio presso l’Auditorium “Vittorio Montini”, con l’intervento di numerosi studiosi di prestigio
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L’Opera per l’educazione cristiana ha deciso di dare continuità alle iniziative culturali già da tempo intraprese e compiute mediante convegni svoltisi negli anni scorsi, su argomenti attinenti a ricerche e approfondimenti sul porsi della cultura a ispirazione cristiana rispetto a quella a prevalente orientamento laico. Gli incontri si sono succeduti dal 1981 al 2003. Si è trattato di nove appuntamenti tenuti tutti a Roma. Dopo il primo dedicato alla introduzione genera-
a cura di Renato Longhi
le sulla iniziativa (1981), sono stati discussi i seguenti temi: Università (1982); Ideologia, progetto e prassi dell’esperienza politica (1984); L’idea di natura (1986); Realtà e idea della storia (1991); Persona (1994); Evoluzione creazione (1997); Corporeità e creazione (1997); Il tempo (2003). Il convegno, che ha come titolo “L’idea di università”, si svolgerà il 25 e il 26 marzo presso l’Auditorium “Vittorio Montini” (via Marconi, 15 a Concesio). Intende contribuire
L’ Auditorium “Vittorio Montini” di Concesio
a individuare le peculiarità formative dell’istruzione superiore, nel corso di una riforma che ne preannuncia, fra l’altro, un incisivo aggiornamento delle strutture e delle stesse funzioni. Il convegno avrà inizio venerdì 25 marzo alle ore 10 e la prima sessione sarà dedicata a “L’università come istituzione”, con una relazione su “Modelli europei di università”, del prof. Stefano Paleari; seguirà una tavola rotonda su “Assetto istituzionale e organizzazione dell’Università italiana: le questioni aperte”, moderata dal prof. Luciano Pazzaglia con la partecipazione dei prof. Giuseppe Dalla Torre, Lorenzo Ornaghi, Sergio Pecorelli, Alessandro Schiesaro. Nel pomeriggio seconda sessione su “L’università luogo del pensiero”
(moderatore prof. Augusto Preti); interventi di mons. Franco Giulio Brambilla su “Fede cristiana e cultura universitaria”, del prof. Enrico Berti su “Università e ricerca della verità: cultura umanistica e cultura tecnico-scientifica” e del prof. don Angelo Maffeis su “Giovanni Battista Montini-Paolo VI: l’idea di università”. Sabato 26 marzo alle ore 10 terza sessione su “L’Università luogo della formazione (moderatore prof. Enzo Siviero); interventi del prof. Giuseppe Bertagna su “Per una pluralità di soggetti nella formazione superiore”, della prof.ssa Carla Xodo su “Formare i formatori: la pedagogia di fronte alle trasformazioni dell’università” e del prof. Alberto Quadrio Curzio su “Università, economia e società”.
Brevi
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26 e 27 marzo a Palazzo San Paolo
Assemblea diocesana triennale dell’Ac
Santa Gianna Beretta Molla con i suoi bambini
Vocazioni Santa Gianna Beretta Molla
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Il cammino della santità di Mauro Cinquetti
“Il Signore ha voluto così, ha voluto che la mia santa mamma fosse canonizzata forse perché davvero tutti ci sentiamo incoraggiati nel cammino a diventare santi”. Più o meno con queste parole Gianna Emanuela ha voluto esprimere il senso della vita e della morte della sua mamma Santa Gianna Beretta Molla. Ad ascoltarla, mercoledì 9 febbraio al Centro pastorale Paolo VI, è stata una foltissima platea di animatori vocazionali della nostra diocesi, fatta di giovani, religiosi/e e famiglie nell’ambito della seconda assemblea degli animatori vocazionali organizzata dall’Ufficio vocazioni. Dopo un breve filmato, che ha ripercorso la celebrazione della canonizzazione, voluta da Giovanni Paolo II e prima ancora da Paolo VI, è toccato dapprima a Franca, consacrata, che ha conosciuto da bambina Santa Gianna come amica di famiglia e sua educatrice in parrocchia, tratteggiarne il profilo. La profonda fede, la passione per gli altri, espressa nel lavoro di medico di famiglia premuroso e attento, la delicatezza dei gesti e la bontà d’animo sono emersi in alcuni episodi raccontati da Franca. Gianna era una donna speciale, capace di cogliere al volo i sussulti del cuore della persone, ge-
nerosa e disponibile, sapeva compiere con semplicità gesti indimenticabili carichi di catechesi profonda: Franca ha ricordato il primo gelato della sua vita, regalatole da Gianna, così come la sua prima cioccolata calda, per placare i suoi capricci, e ha ricordato il giro che Gianna faceva regolarmente tra i poveri della parrocchia distribuendo pacchetti: la parrocchia era infatti il suo ambiente naturale: faceva catechesi alle ragazze, era impegnata nell’Azione cattolica e conosceva la mappa dei malati e dei poveri.La figlia Gianna Emanuela, nata nel 1962 e in seguito al cui parto Santa Gianna ha donato la sua vita, ha poi raccontato la passione per la vita della mamma e non ha nascosto il senso di colpa che l’ha accompagnata a lungo nella sua esistenza, un senso di colpa elaborato col tempo grazie all’amatissimo papà, morto solo un anno fa. Santa Gianna è un esempio per tutti affinché a partire dalla propria parrocchia, “grembo di tutte le vocazioni”, ciascuno sia incoraggiato a rispondere alla chiamata del Signore nella propria vita e realizzarla in un cammino di santità nel matrimonio, nella vita consacrata o religiosa, nel sacerdozio, nell’impegno laicale nell’ambito sociale e politico. Il prossimo appuntamento per tutti gli animatori vocazionali è per mercoledì 4 maggio, sempre alle 20,30 presso il Centro pastorale Paolo VI, con mons. Domenico Sigalini che condividerà alcune riflessioni sul tema “I laici nella Chiesa, fermento di unità per il mondo”.
Come abbiamo annunciato, sabato 26 e domenica 27 febbraio si terrà la XIV assemblea diocesana dell’Azione cattolica. Il tema è “Responsabili nella creatività. Accogliere, discernere, partecipare” e sarà al centro della riflessione che l’assemblea svilupperà nelle due giornate, sulla traccia di un documento che nella versione finale sarà il testo che guiderà l’Associazione per i prossimi tre anni. Attualmente l’Ac è presente in 80 parrocchie circa e saranno più di 300 i delegati che parteciperanno all’assemblea. Il programma delle giornate è il seguente: sabato 26 alle 15 preghiera comunitaria di apertura e intervento del vescovo mons. Luciano Monari; alle 16.30 è prevista la relazione della Presidenza uscente e l’intervento del rappresentante del Consiglio nazionale; si conclude con gli adempimenti statutari e la presentazione dei candidati. Domenica 27 febbraio si riprende alle ore 8.30 con la celebrazione eucaristica presieduta dal provicario generale, mons. Cesare Polvara; alle 9.30 interventi degli assistenti diocesani e dei delegati; alle 12.30 pranzo e votazioni per il nuovo Consiglio diocesano; alle 14.30 presentazione del documento con la definizione delle scelte programmatiche per il triennio; discussione e approvazione; proclamazione degli eletti. L’assemblea si svolge nel salone Montini di palazzo S. Paolo in via Tosio, 1 a Brescia.
Annuario diocesano
Disponibile in libreria l’edizione 2011 È disponibile nelle librerie l’Annuario della diocesi 2011. Ricordiamo alcuni dati che l’Annuario ha aggiornato e che rappresentano la fotografia della diocesi. Gli abitanti della diocesi sono 1.137.188, di cui 24.810 nel territorio delle province di Bergamo e di Sondrio; 73.613 sono i bresciani in altre diocesi: 69.113 a Verona, 4500 a Bergamo. Le parrocchie sono 473. 18 sono i Vescovi bresciani viventi. 1 è il sacerdote titolare di 7 parrocchie; 4 sacerdoti sono titolari di 5 parrocchie ciascuno; 5 sacerdoti sono titolari di 4 parrocchie ciascuno; 13 sacerdoti sono titolari di 3 parrocchie ciascuno; 59 sacerdoti sono titolari di 2 parrocchie ciascuno. 860 sono i presbiteri diocesani (compresi i quattro Vescovi). 73 sono i presbiteri che risiedono fuori diocesi. 13 sono i presbiteri defunti nel 2010. 6 sono i presbiteri ordinati nel 2010. 33 sono i presbiteri extradiocesani residenti in diocesi. 53 sono i diaconi permanenti. 57 sono i seminaristi, di cui 33 in teologia. 250 sono i religiosi che risiedono in diocesi in 39 comunità (197 sacerdoti, 53 non sacerdoti). 1.545 sono le religiose presenti in diocesi in 192 comunità (escluse quelle di clausura). 7 sono i monasteri di clausura, con 106 monache. 16 sono gli Istituti secolari. 1 Ordo Virginum.3 sono le associazioni laicali diocesane approvate. 1 è la società di vita apostolica. 3 sono le associazioni pubbliche di fedeli. 13 sono le associazioni private di fedeli. Fra le novità della nuova edizione la pubblicazione dei dati che riguardano l’insegnamento della religione nelle scuole. L’Annuario si può acquistare nelle librerie Àncora e Paoline, presso il Centro oratori e online nel sito www.vocestore.it
Corso sull’ecumenismo
La divina liturgia dell’Oriente cristiano L’Ufficio pastorale per l’ecumenismo e la Scuola di teologia per i laici organizzano il V corso sull’ecumenismo. I precedenti si sono svolti nel 2007 (Le Chiese ortodosse: storia, teologia e spiritualità), 2008 (Le Chiese della Riforma), 2009 (Storia del movimento ecumenico), 2010 (L’ebraismo). Il tema di quest’anno è: “La divina liturgia dell’Oriente cristiano”. Gli incontri in programma sono tre: sabato 26 marzo p. Alberto Piovano, monaco benedettino dell’abbazia di Dumenza e docente di introduzione alle liturgie orientali a Padova, tratterà il tema “La dimensione simbolica della liturgia bizantina”. Sabato 2 aprile p. Thomas Vartan Garabedian, sacerdote armeno licenziato in diritto canonico, parlerà di “Liturgia armena: la preghiera dei Khaciabascid (adoratori della Santa Croce)”. Sabato 9 aprile fratel Sabino Chialà, monaco di Bose, esperto in ebraico e siriaco, illustrerà l’argomento “Introduzione alla liturgia delle Chiese siriache: l’anno liturgico e le preghiere eucaristiche”. Il corso si terrà presso il Seminario diocesano in via Bollani, 20 in Città. Le iscrizioni si ricevono presso lo stesso Seminario entro il 19 marzo; tel03037121.
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Ecclesia In memoria
Don Santo Ruggeri
Un pastore colto e riservato Appena oltrepassata la soglia dei 90 anni di età, don Santo Ruggeri, ospite della casa per anziani “Feltrinelli” di Bogliaco, il 28 giugno dello scorso anno ha lasciato questo mondo per ricevere il premio della vita eterna. Lui, figlio della terra camuna, dopo tanti anni di lontananza, ha voluto essere sepolto a Paspardo, suo paese natale, fra i monti della sua infanzia e giovinezza. Lì era nato il 30 maggio 1920. Ordinato sacerdote nel 1946, ha speso i suoi primi anni di ministero come curato in alcuni paesi della sua valle: Pianborno, Corna, Loveno, dove divenne anche parroco per due anni, poi cominciò una stagione apostolica altrove. Prima di tutto l’esperienza di cappellano dell’Ente Maremma, con sede a Pescia Romana in provincia di Viterbo, iniziata nel 1953. Dopo tre anni tornò nel Bresciano, non più in Valle Camonica ma sulle sponde del Garda: a Roè Vociano dove per oltre un decennio svolse un prezioso servizio pastorale in una parrocchia vasta, con tante frazioni. Anche l’insegnamento nella scuola è stato un mezzo di apostolato fecondo. Poi accolse volentieri la nomina di parroco di Piovere, parrocchia che guidò per 25 anni, fino al pensionamento. Don Ruggeri è stato un sacerdote colto, riservato, ma anche dotato di un grande pragmatismo, messo al servizio del bene del prossimo. Una delle sue passioni è stata la grande attenzione ai giovani perché si formassero, continuassero gli studi, sviluppassero le loro capacità per costruire una vita migliore. In particolare a Piovere invitava i ragazzi a utilizzare la sua biblioteca ricca di numerosi testi, adatti anche a loro. Amava la musica, anche se a causa di una malattia non gli era possibile cantare. Dedicava volentieri il suo tempo libero all’antiquariato e alla conoscenza delle lingue straniere, con particolare riferimento al tedesco che gli fu utile dal punto di vista pastorale per coinvolgere i turisti stranieri in vacanza o di passaggio nella piccola frazione. Don Ruggeri è stato un prete che ha continuamente tenuto formato se stesso per meglio formare i fedeli. Curò importanti opere di restauro per la chiesa di San Marco Evangelista a Piovere: dalla radicale sistemazione del tetto al rifacimento interno, con importanti interventi di restauro delle opere lignee dello scultore bresciano Boscaì e delle tele di vari autori del Seicento e Settecento. (g. f.)
Don Alessandro Tomasoni
Don Alessandro Tomasoni Il decano dei sacerdoti bresciani
Una vita all’ombra di Maria Don Alessandro Tomasoni, decano dei presbiteri bresciani, se n’è andato dopo oltre un secolo di vita (avrebbe compiuto 101 anni il 27 luglio prossimo) e quasi 77 di sacerdozio. È mancato lunedì 7 febbraio in serata, dopo che al mattino una brutta caduta avvenuta nella sua stanza della Domus caritatis ne aveva causato il ricovero alla clinica Città di Brescia. I suoi funerali sono stati celebrati dal vescovo mons. Luciano Monari nella Basilica delle Grazie, dove don Alessandro ha prestato servizio per oltre settant’anni. Il sacerdote è stato poi tumulato nella tomba di famiglia a Ludriano. Il rettore delle Grazie mons. Mario Piccinelli e i padri del Santuario lo ricordano soprattutto come uomo di preghiera, “un grande aiuto – dice don Piccinelli – per noi: stava tutto il giorno in chiesa a pregare e a confessare”. Don Tomasoni era nato il 27 luglio 1910 a Farfengo, frazione di Borgo San Giacomo, da genitori bergamaschi (bergamì, si diceva in dialetto), che avevano le vacche e d’estate stavano in montagna, mentre d’inverno scendevano in pianura. Da ragazzo ha vissuto a Trenzano e a Ludriano, e nel 1922 è entrato in Seminario grazie al curato del suo paese. Nella sua classe erano in 60, prima nel complesso monastico di San Cristo, e poi a Sant’Angelo, dove ora ha sede il Centro pastorale Paolo VI. Dopo l’ordinazione, il 26 maggio 1934 da parte di mons. Giacinto Tredici, venne assegnato a Roccafranca, ma si ammalò di tifo, rischiando di
morire; tanto che il medico locale lo visitava diverse volte al giorno e persino mons. Tredici gli fece visita. Ricevette l’unzione dei malati, ma si rimise completamente; durante la convalescenza maturò il desiderio di entrare nei padri Oblati, sacerdoti offerti al Vescovo, che si spostano in vari paesi mandati da lui a confessare e a predicare. La prima sede era in via Monti in città, poi nel 1945 la congregazione si è spostata presso il Santuario delle Grazie, ambiente lasciato vacante per i bombardamenti. Don Alessandro è stato in quasi tutte le parrocchie della diocesi per reggerle nei periodi di vacanza del parroco, ma è stato anche vigoroso predicatore e attento confessore, guadagnandosi l’affetto e la stima di tanti. In oltre cent’anni, don Tomasoni ha visto passare nove papi e sei vescovi, ma ha pure incontrato personalità di grande rilievo. Un santo, anzitutto, Riccardo Pampuri, medico all’ospedale Sant’Orsola, che gli tolse un dente. Ha poi conosciuto tre beati: Angelo Giuseppe Roncalli, papa Giovanni XXIII; il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, e poi il beato don Mosè Tovini, che era rettore del Seminario diocesano quando don Tomasoni era studente. Don Alessandro è stato anche vicino a due grandi personaggi che sono servi di Dio: Giovanni Battista Montini, papa Paolo VI, che proprio alle Grazie celebrò nel 1920 la sua prima Messa, e il prof. Vittorino Chizzolini, insigne educatore. (Fabio Larovere)
Don Giovanni Codenotti
Il carisma dell’educatore e la sollecitudine del pastore Carico di anni e di meriti, il 3 giugno 2010, si è spento serenamente alla Domus caritatis Paolo VI don Giovanni Codenotti. Ora riposa nel cimitero di S. Vigilio di Concesio, dove era nato il 10 gennaio 1916. Don Giovanni è uno di quei preti che hanno attraversato il Novecento, dando un contributo silenzioso, ma notevole, alla vita della comunità cristiana e civile. La sua giovinezza sacerdotale, dopo l’ordinazione avvenuta del 1938, la spese come curato a Roncadelle, quando tanta gioventù era in guerra e i tempi erano duri per la maggioranza delle famiglie. Poi la particolare esperienza di parroco, per un biennio, nella piccola parrocchia di Degagna, frazione di Vobarno. Gli anziani, nonostante il breve tempo di permanenza, ricordano don Giovanni come giovane e brillante sacerdote, buon predicatore. All’esperienza di parroco in Val Sabbia seguirono i sette anni in città, nella
parrocchia dei SS. Nazaro e Celso. Nel gruppo dei curati, don Codenotti era particolarmente dedito alla gioventù. Erano tempi di sacrifici e molti non hanno dimenticato che don Giovanni riduceva il suo pasto a un pezzo di stracchino per poter comprare un pallone in più per il gioco dei ragazzi o aiutare qualche famiglia povera. Ma, soprattutto, trovavano in lui un prete educatore, che sapeva guidare con saggezza la crescita dei giovani. Fu a causa di questa sua capacità che nel 1955 fu chiamato al Convitto San Giorgio, prima come vicerettore quando la casa per studenti era collocata nel Palazzo vantiniano Gerolamo Rossa in via Bronzetti, poi come rettore nella nuova sede di via Galilei. Sono stati anni intensi quelli della sua presenza al S. Giorgio, anni nei quali la gioventù è cambiata rapidamente mettendo spesso alla prova le figure degli educatori. Don Codenotti colse que-
sta sfida fino a quando comprese di dover passare il testimone. Accettò allora ben volentieri la nomina a parroco di Saiano, la comunità che guidò per un ventennio fino al 1991, quando ormai settantacinquenne si ritirò all’ombra della vicina Abbazia di Rodengo, fino al tempo del ricovero alla Domus caritatis Paolo VI. Don Giovanni svolse il suo ministero secondo i canoni tradizionali della pastorale bresciana: mentre la gioventù era affidata all’oratorio, al parroco toccava maggiormente il rapporto con le famiglie, gli adulti, gli anziani, i gruppi. L’educazione è sempre stata importante nella Chiesa. E anche la diocesi bresciana ha potuto contare su una schiera benemerita di sacerdoti e laici che hanno vissuto in modioprofondo il carisma dell’educazione. Don Giovanni Codenotti è da annoverare in questa eletta schiera. (Gabriele Filippini)
Ecclesia Agenda
LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 18 FEBBRAIO 2011 6 MARZO 2009
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Agenda del Vescovo Venerdì 18 febbraio Ore 20.30 – Brescia – Incontro presso l’Istituto Arici.
Sabato 19 febbraio Ore 20 – Montisola – Incontro con i Consigli pastorali.
Domenica 20 febbraio
Vescovo
La Lettera sugli immigrati Con la data della festa dei patroni Faustino e Giovita, martedì 15 febbraio, il Vescovo ha reso pubblica una Lettera indirizzata alle comunità cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati. Il titolo è “Stranieri, ospiti, concittadini”, di cui abbiamo ampiamente scritto sul numero della scorsa settimana. In questi giorni la Lettera è stata inviata a tutti i sacerdoti con questo invito del vicario generale, mons. Gianfranco Mascher: “Auspico che questa lettera venga diffusa nei vari ambienti parrocchiali, soprattutto nei Consigli pastorali”, affinché, come ha scritto il Vescovo “un fenomeno oggettivamente complesso possa essere affrontato con serenità”. La Lettera è reperibile presso le librerie cattoliche e il Centro oratori.
Centro pastorale Paolo VI
Giornata di spiritualità dei catecumeni adulti Domenica 13 marzo, prima domenica di Quaresima, si tiene presso il Centro pastorale Paolo VI la Giornata di spiritualità diocesana dei catecumeni adulti (dalle 14.30 alle 16.30). I parroci dei catecumeni, che, dopo almeno due anni di cammino, intendono ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Pasqua o nel tempo pasquale, sono tenuti a presentare all’Ufficio catechistico entro il 20 febbraio tutta la documentazione richiesta, come è indicato nel Direttorio per l’iniziazione cristiana degli adulti. La giornata di domenica 13 marzo si svolgerà secondo questo programma: dalle ore 14.30 alle 16.30 preghiera, riflessione e confronto per tutti. Solo per i catecumeni ammessi al rito della elezione, è previsto quanto segue: ore 16.30 prove; ore 17 spostamento in Cattedrale; ore 17.30 rito della elezione in Cattedrale col vescovo Luciano. Per il rito della elezione è necessaria la presenza del padrino/madrina. I sacerdoti che desiderano concelebrare sono pregati di comunicarlo al numero 0303722245 entro il 20 febbraio.
Secondo incontro il 24 febbraio
Sulle comunità familiari di evangelizzazione Ricordiamo che giovedì 24 febbraio, alle ore 20.30, presso il Centro pastorale Paolo VI, si tiene il secondo incontro sulle comunità familiari di evangelizzazione. Tema della serata: “La dimensione missionaria del matrimonio cristiano. I fondamenti teologici” (interverrà don Renzo Bonetti, parroco di Bovolone, iniziatore dell’esperienza). All’appuntamento sono invitati in modo particolare sacerdoti, Consigli pastorali, catechisti, conduttori dei centri di ascolto, gruppi familiari e responsabili della pastorale familiare. Il confronto con le comunità familiari di evangelizzazione di Bovolone non intende assolutizzare questa esperienza. Nei prossimi anni si farà spazio ad altri tentativi di nuova evangelizzazione attraverso la famiglia cristiana. La scelta prioritaria di Bovolone si giustifica perché la missione delle comunità si fonda direttamente sul sacramento del matrimonio e offre la possibilità di allargare gli orizzonti di alcune forme di evangelizzazione già presenti anche nella nostra diocesi.
Ore 17.30 – Brescia – S. Messa con rito di consacrazione nell’Ordo virginum presso la Cattedrale.
Da lunedì 21 a venerdì 25 febbraio Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno – Partecipa alla settimana teologicopastorale dei sacerdoti.
Ufficio famiglia
Incontri macrozonali sull’amore che unisce Ricordiamo che l’Ufficio famiglia organizza una serie di incontri macrozonali di preghiera per le situazioni familiari di separazione e di divorzio, sul tema “L’amore di Cristo ci unisce”. Date e luoghi degli incontri: 25 febbraio presso la parrocchia di Cologne per le zone Sebino, Franciacorta, Fiume Oglio. 28 febbraio presso la parrocchia di Capo di Ponte per le zone della Valle Camonica (1-2). 1 marzo presso la chiesa del Centro pastorale Paolo VI per le zone Urbana e Suburbana. 7 marzo presso la parrocchia di Villanuova sul Clisi per le zone del Garda e della Valsabbia. 23 marzo presso la Rupis Mariae di Montichiari per le zone della Bassa orientale. 6 aprile presso la parrocchia di Orzinuovi per la zona della Bassa occidentale. 29 aprile presso la parrocchia di Boario per le zone della Valle Camonica (3-4) e presso la parrocchia di Concesio Pieve per le zone della Valtrompia e della Valgobbia. 3 maggio presso la chiesa di S. Michele a Leno per la zona della Bassa centrale. Tutti gli incontri si svolgono dalle 20.30 alle ore 22.
Presentazione all’Università cattolica
Il libro-intervista del Papa La Consulta diocesana delle aggregazioni laicali in collaborazione con la Cooperativa cattolico-democratica di cultura, Università cattolica del Sacro Cuore, l’Ufficio per le comunicazioni sociali e la libreria Paoline invitano alla presentazione del libro-intervista di Benedetto XVI “Luce del mondo”, in dialogo su “Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi”. Interverranno mons. Luciano Monari e Aldo Maria Valli, giornalista della Rai. L’introduzione è affidata a mons. Giacomo Canobbio. L’appuntamento è fissato per venerdì 25 febbraio, alle ore 17.45 presso l’Aula magna dell’Università cattolica del Sacro Cuore (via Trieste 17, Brescia).
Consulta regionale per la pastorale della salute
Don Funazzi nuovo responsabile La Conferenza episcopale lombarda, presieduta dal card. Dionigi Tettamanzi, si è riunita in sessione ordinaria il 7 e l’8 febbraio a Somasca di Vercurago (Lecco) nel ricordo del quinto centenario della miracolosa liberazione di San Gerolamo Emiliani. Nella circostanza il sacerdote bresciano don Maurizio Funazzi è stato nominato responsabile della Consulta regionale per la pastorale della salute.
Movimento per la vita della Valtrompia
Educare alla vita Venerdì 18 febbraio alle ore 20.45 il Movimento per la vita della Valtrompia promuove un dibattito sul tema “Per educare alla vita è necessaria una svolta culturale”. Interverrà l’avv. Arturo Bongiovanni, consigliere nazionale del Movimento, specializzato in bioetica. L’incontro si svolge presso l’Auditorium delle scuole medie di Villa Carcina.
Due giorni con le Acli
Visita a Nomadelfia Le Acli propongono un viaggio di due giorni per la visita a Nomadelfia, fondata nel 1931 da don Zeno Saltini. È una comunità di circa 50 famiglie e 250 persone che vivono come le prime comunità cristiane e vogliono costruire una nuova civiltà fondata sul lavoro. Il viaggio si svolgerà il 26 e 27 febbraio, con mezzi privati. Info: segreteria Acli provinciali 0302294012 (Andrea Franchini), ipsia.brescia@aclibresciane.it
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Congrega Carità Apostolica
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Fondazione Alessandro Cottinelli Da 50 anni al fianco di donne in difficoltà
La scelta profetica di una famiglia di benefattori di Angela Iussig
L’Opera Alessandro Cottinelli sorse nel 1952 come Opera Assistenza Lavoratrici e fu riconosciuta come Ipab (Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza) nel 1969, per essere trasformata poi in fondazione nel marzo 2004. Dall’1 gennaio 2007 l’ente rientra nel novero delle fondazioni di cui la Congrega della Carità Apostolica esercita l’amministrazione e la legale rappresentanza. Tra i principali promotori dell’Opera vi fu la signora Barbara Pini, che ammalatasi di tubercolosi alla fine degli anni Quaranta dovette trascorrere un periodo di nove mesi in un sanatorio a Lonato: “In sanatorio – raccontò la signora in una lettera scritta nel 1963 – mi sentii un po’ sorella e mamma delle ricoverate giovani e anziane e i loro bisogni, le loro sofferenze si ripercossero profondamente in me da farmi uscire dal sanatorio col preciso scopo di attuare ciò che avevo là dentro compreso anche per esperienza personale”. La brillante e feconda intuizione di Barbara Pini all’inizio degli anni ’50 prese la forma di un laboratorio dove poter attuare un cosciente e dura-
turo reinserimento sociale e lavorativo delle ex degenti, in modo che “potessero ancora bastare a se stesse con un lavoro adeguato alle nuove possibilità fisiche e potessero sentirsi ancora utili nella propria famiglia e dare la sensazione della salute recuperata”. Grazie al sostegno economico offerto da molti benefattori – ed anzitutto da Antonio, Annamaria e padre Giuseppe Cottinelli, formali fondatori dell’ente – l’1 aprile 1952 fu così inaugurato il laboratorio/scuola di sartoria, attrezzato con macchine prese a nolo e un arredamento da pagare a rate, dove sei lavoratrici ex degenti diedero avvio al proprio tirocinio. Scopo dell’ente era prima di tutto quello di “portare caritatevole e cristiano aiuto a ragazze bisognose, dando loro la possibilità di apprendere un lavoro”. Dall’iniziale obiettivo di favorire un più facile rientro in società delle donne ricoverate nei sanatori, si è passati oggi ad offrire temporanea accoglienza e soprattutto un percorso formativo a persone che attraversano situazioni di difficoltà e si trovano nel bisogno immediato di lavorare. Come recita infatti l’articolo 3 dell’odierno Sta-
tuto, la Fondazione Cottinelli persegue lo scopo “di promuovere ed attuare il reinserimento nel mondo del lavoro di lavoratrici indigenti dimesse da luoghi di cura di età non inferiore a 18 anni”, ed “aiuta altresì le persone in situazione di disagio ed emarginazione [...] ad inserirsi nella vita sociale”. Per mirare a tali fini, la Fondazione dispone oggi in via Pulusella 6, a Brescia, di un laboratorio dove si svolgono lavori di sartoria e di riparazione di capi di vestiario per conto terzi. Le operatrici sono seguite da sarte esperte, sotto la supervisione di alcuni Confratelli della Congrega: la bottega si pone per obiettivo principale quello di avviare e sostenere un percorso di autonomia personale per le lavoratrici. Per moltiplicare le risorse da destinare ai fini istituzionali, nel 2008 la storica sede dell’opera, ospitata in una bella villa d’inizio Novecento situata al civico 8 di via Silvio Pellico, a Brescia, è stata ristrutturata e adibita ad alloggio per studenti universitari secondo un progetto di significativa valenza sociale, attuato in collaborazione con il Comune di Brescia e la Regione Lombardia.
La sede è in via Pulusella
Un atelier aperto alla città
P. Giuseppe Cottinelli
Le attività della Fondazione Alesandro Cottinelli sono affidate alla cura di una Commissione direttiva composta da due rappresentanti della Congrega della Carità Apostolica e da un rappresentante indicato dalla stessa famiglia Cottinelli, anche in segno di immutata riconoscenza e vivo ricordo verso la famiglia dei benefattori. In piena coerenza con l’originario fine statutario dell’Opera Assistenza Lavoratrici, nel settembre dello scorso anno la Fondazione Cottinelli ha optato per un significativo rinnovamento nella gestione del laboratorio di sartoria, che è passata dalla Fondazione stessa alla Cooperativa Sociale Aesse Ambiente e Solidarietà. Si è trattato di un passaggio molto importante che ha interessato anche la
struttura del laboratorio di sartoria. Sono stati così rinnovati i locali; particolare attenzione è stata dedicata alla riorganizzazione del servizio: in questo modo l’atelier ha potuto così riprendere le attività per le quali in centro città era noto da gran tempo: dalle riparazioni sartoriali allo studio modellistico, dalla realizzazione di capi personalizzati alla rimessa a modello di abiti da sposa. Il laboratorio – che opera per conto di privati e di esercizi commerciali – è situato a Brescia, al civico 6 di via Pulusella, ed è aperto al pubblico nei giorni di lunedi dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 16.30 e di sabato dalle 9 12. Per informazioni è possibile contattare lo 030/290324.
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Bienno Spiritualità
La Via Lucis in memoria di Geltrude Venerdì 18 febbraio ricorre la memoria liturgica della santa Comensoli, originaria del Comune camuno. Per il secondo anno consecutivo è stato pensato un percorso serale che coinvolge tutte le fasce d’età
La parrocchiale
Il parroco don Aldo Mariotti descrive la realtà pastorale
Lo sguardo missionario La parrocchia è intitolata ai Santi Faustino e Giovita ma da due anni la memoria dei patroni è “superata” dall’affidamento a Santa Geltrude Comensoli, la cui memoria liturgica ricorre solo tre giorni dopo, il 18 febbraio. I biennesi sono, comunque, affezionati al loro patrono. Non si registrano bancarelle o eventi, ma la festa è rimasta ancorata (qualcuno potrebbe dire per fortuna) alla sfera religiosa con la celebrazione della Santa Messa al mattino con mons. Morandini (alla quale hanno preso parte anche i sacerdoti della zona) e una serale con mons. Tino Clementi, attuale parroco di Manerbio. Durante l’arco della settimana, però, l’attenzione è calamitata dalla Via Lucis in onore di Santa Geltrude Comensoli al secolo Caterina. Ma il suo insegnamento (il lascito spirituale, si potrebbe dire) anche durante l’anno occupa un posto di rilievo nella vita della comunità ecclesiale. Si pensi solo che prima della messa prefestiva ovvero dalle 17 alle 18 c’è spazio per l’adorazione eucaristica. Adorazione dell’ostia consacrata che ritorna anche il terzo venerdì di ogni mese dalle 21 alle 24 e viene curata dall’associazione “Gli amici di Caterina”. A Bienno l’eredità della Santa è portata avanti dalla presenza di quattro suore sacramentine che svolgono il loro servizio nella pastorale, mentre due sono impegnate all’ospedale di Esine. Il parroco, don Aldo Mariotti, da 10 anni guida una comunità “vivace” con tanti gruppi e associazioni attive. Certo, come suggerisce don Aldo, a volte si fatica a coordinare le varie realtà e i diversi appuntamenti. In generale, però, i fedeli mettono in campo una grande disponibilità se viene richiesto loro aiuto. Siamo anche in un paese che non disdegna il momento della festa, facilitato anche dalla bellezza morfologica del posto. Per quanto riguarda il piano strettamente pastorale, la parrocchia sta vivendo “fra gioie e dolori” il quinto anno del cammino di iniziazione cristiana. Non mancano gli aspetti positivi, mentre permane qualche perplessità sul dopo ovvero sulla mistagogia. “Sicuramente – afferma don Mariotti – i lati positivi coprono bene la fatica. Ovviamente non si registra lo stesso entusiasmo in tutte le coppie (alcuni genitori si sentono un po’ costretti)”. Ogni anno circa 12 persone sono impegnate nella catechesi degli adulti. Qualche difficoltà si incontra nell’area giovanile, dove non si ragiona con le masse di persone, ma si punta alla qualità. La comunità è nota anche per la sua peculiarità missionaria alla quale hanno contribuito gli autoctoni in servizio come missionari in Etiopia, Congo e Camerun. Forte e significativo il raggio di azione del gruppo missionario e del gruppo Caritas; a questo si aggiunge anche l’attenzione al mercato equo e solidale. Infine sul territorio gravita anche la Casa di riposo, che ha nel dna la componente parrocchiale: questo facilita il coinvolgimento dei ragazzi nelle attività della struttura per anziani.
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di Luciano Febbrari
La canonizzazione, datata 26 aprile 2009, ha sviluppato e accresciuto la devozione per Santa Geltrude Comensoli. Prima di salire agli onori degli altari, Caterina Comensoli era, comunque, ricordata nel borgo più bello d’Italia (fa parte della speciale classifica); successivamente, quindi, c’è stato un certo risveglio. Il suo corpo è venerato nella chiesa della Casa generalizia delle suore sacramentine di Bergamo. Una devozione che, in occasione della memoria liturgica del 18 febbraio, si esplica in particolare nella Via Lucis, un percorso religioso in onore di Santa Geltrude Comensoli. Si tratta di un cammino nuovo fatto di immagini,
Don Aldo Mariotti
poesia, recitazione e musica per rievocare la vita e le opere della Santa. Il percorso parte alle 19.50 dalla chiesa di Santa Maria per raggiungere la parrocchiale dei SS. Faustino e Giovita, snodandosi per le vie e i vicoli più suggestivi del centro storico. Lungo l’intero tragitto vengono spente le luci comunali e ogni luce interna alle case: diventa così un’occasione di riflessione e preghiera partecipativa. Saranno oltre 5000 i ceri sparsi tra i vicoli e sulle pietre. Le azioni sceniche e la drammaturgia è stata curata dal Silence Teatro. Lo scorso anno c’è stata, come ricorda con soddisfazione il parroco don Aldo Mariotti, una partecipazione straordinaria. Niente è improvvisato, se si pensa che la comunità si è adoperata per allestire una scenografia suggestiva con archi di rami d’abete e fiori. Tutti i gruppi ecclesiali si sono, invece, impegnati in una notte di adorazione con il coinvolgimento anche della società civile che, attraverso gli Alpini e la Protezione civile, ha vegliato sul Santissimo. Anche i bambini della scuola materna hanno potuto accostarsi alla Santa nata a Bienno il 18 gennaio del 1847 e hanno potuto ascoltare le parole di don Luca Zanchi, sacerdote sacramentino. Le parole della Santa, tratte dal suo scritto “Note intime” sono un invito a cercare Dio: “Tutto per Gesù, Gesù nel cuore, Gesù sulla lingua, Gesù negli occhi, Gesù nelle mani. E nei miei passi”. La manifestazione si conclude alle 21.15 con la Santa Messa celebrata da mons. Giambattista Morandini.
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Paesi e parrocchie Città
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Chiesanuova Nuovo Parroco
Formazione in cammino Il 5 marzo alle 16 don Ezio Bosetti fa il suo ingresso come guida della comunità
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Lascia la Valtrompia don Ezio Bosetti, parroco nativo di Gardone e da 11 anni alla guida della comunità di Cailina, pronto a fare l’ingresso ufficiale il prossimo 5 marzo alle 16 a Chiesanuova. Il suo sarà una sorta di ritorno in città. Avevo cominciato il mio sacerdozio nella parrocchia di S. Giovanni in centro e con questa nuova esperienza vado in un quartiere che trent’anni fa era zona periferica, ma ora è decisamente inglobato nel tessuto urbano cittadino. Com’è stata l’esperienza in Valtrompia? A settembre di 11 anni fa venivo da Pezzaze per fare il mio ingresso qui a Cailina, dove da subito si è potuto lavorare con un certo impegno sia
di Andrea Alesci
Don Ezio Bosetti
dal punto di vista della formazione sia per l’adeguamento delle strutture (sistemazione campane, rifacimento salone dell’oratorio, consacrazione della chiesa nel 2009). Insieme a me c’è sempre stato un buon gruppo di catechisti, molto bravi nel confrontarsi con gli adolescenti e il lavoro serio ha formato molti giovani, tanto che il venerdì sono 40-45 quelli che vengono per la catechesi ed è bello pensare che lo stesso numero è presente la domenica a messa e nelle numerose attività della parrocchia. Inoltre, abbiamo un bellissimo gruppo di pensionati che si riunisce una volta al mese con vari tipi di iniziative. E in questi anni abbiamo aiutato 10 bambini nascere col progetto Gemma, che permette di dare sicurezza a mamme in difficoltà su tutto il territorio nazionale.
Com’è stato negli anni il rapporto con le altre parrocchie di Villa? C’è sempre stata una fitta collaborazione, facendo molte cose insieme: penso agli appuntamenti dell’Avvento e della Quaresima e alla preparazione dei catechisti per l’iniziazione cristiana. Una sintonia che abbiamo portato avanti anche in previsione di un’unità pastorale, la cui grossa difficoltà sarà data dal fatto che si incontrerà meno la gente, e la gente ha bisogno di incontrarsi. Qual è il punto di forza di una comunità parrocchiale? Nelle mie varie esperienze, e da ultimo qui a Cailina, ho avuto modo di sperimentare l’importanza dell’oratorio, dove il momento fondamentale rimane la catechesi, cui attingere per un cammino serio. L’oratorio è il
luogo dove si deve trovare qualcuno, ossia Gesù Cristo. Paolo VI diceva che l’oratorio è “una palestra di vita”, una palestra per formare le persone, perché la scuola di Cristo serve per tutta la vita. L’oratorio deve essere propositivo, e se un giovane vede che ha di fronte persone più grandi, capisce che la fede non è qualcosa solo per i piccoli. Le rimane una punta di malinconia per il fatto di lasciare una comunità dove ha trascorso 11 anni? Noi preti lo sappiamo che prima o poi avremo altri incarichi, fa parte della nostra missione. Certo, dispiace andare via, perché si è sviluppato un certo cammino e ora dopo vari lavori si era un po’ più liberi e si poteva cementare ancor di più i legami con ragazzi e famiglie.
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Via Borgosatollo
Sant’Afra
Sinti: non si placano le polemiche
“Teatro e Scienza”
L’Amministrazione comunale deve valutare anche la convivenza dei sinti e dei rom di origine kosovara. È iniziato lo spostamento, all’interno dell’area autorizzata, delle famiglie Sinti residenti nel campo nomadi di via Orzinuovi 108, ma non si placano le polemiche. Sull’argomento sono intervenuti con una nota l’assessore alla Sicurezza del Comune, Fabio Rolfi, e l’assessore ai Servizi sociali, Giorgio Maione. Lo spostamento delle famiglie dei sinti si concluderà entro e non oltre febbraio 2012, “come stabilito dall’accordo sottoscritto dalle parti, con il quale si prevede la dismissione completa del campo entro quella data. La programmata chiusura del campo prevede il trasloco a fine febbraio di quattro nuclei familiari, già individuati, all’interno della struttura del Centro emergenza abitativa di via Borgosatollo, dove si sta predisponendo l’installazione di prefabbricati contigui destinati ai sinti” e all’interno dei quali i sinti dovranno sostenere le spese di gestione e “sostare per un massimo di 24 mesi”.
Nell’ambito di “Schola Ludens”, momento didattico del Liceo Arnaldo di Brescia, prende il via quest’anno il progetto “Teatro e Scienza” coordinato dalla prof. Patrizia Corti. Con “il sogno di Boltzmann”, che ricalca la figura del fisico teorico austriaco, che nella seconda metà dell’Ottocento si dedicò allo studio della meccanica del calore, viene proposto uno spettacolo in due parti: una classica affidata ai ragazzi di seconda e una scientifica che vede impegnati gli studenti dell’ultimo anno. Lo spettacolo viene proposto sabato 19 al teatro S. Afra alle 10.30 e viene replicato lunedì 21 alla Settimana della fisica di Brescia, per chiudere sabato 26 con la partecipazione al Festival del Teatro classico in calendario a Lovere.
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Provincia, assessorato al Turismo
La Bit ovvero un’opportunità per promuovere il sistema Brescia
La visita allo stabilimento della Feralpi
Brescia L’associazione è nata a ottobre
L’Ucid giovani guarda avanti con entusiasmo
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Un gruppo di giovani che con il passaparola ha deciso di unirsi per approfondire le tematiche economiche in ambito accademico e professionale. Partito a ottobre, l’Ucid giovani può contare su circa 80 simpatizzanti che, trascinati dall’entusiasmo, organizzano incontri, visite guidate (nella fotografia si fa riferimento all’uscita effettuata alla Feralpi con la partecipazione di 30 persone) e, perché no, anche dei momenti conviviali. L’elemento di forza è senza dubbio quello aggregativo. Non è un’associazione con delle proposte precostituite, anzi, pur avendo uno statuto, una sede e una certa regolarità negli incontri, lascia spazio ai suggerimenti e agli interessi (anche differenti) dei membri: questi possono essere, infatti, studenti o persone che hanno già terminato il percorso scolastico. Non si può dimenticare la finalità educativa cristiana: ogni incontro si apre con un momento di preghiera gestito dall’assistente ecclesiastico dell’Ucid, don Giuseppe Castellanelli. Anche l’Ucid (Unione cattolica imprenditori dirigenti) senior ha allargato l’orizzonte al mondo dei
di Luciano Zanardini
liberi professionisti. In questo contesto l’intenzione è quella di focalizzare l’attenzione sugli aspetti che possono far maturare una crescita anche professionale dei giovani studenti (delle facoltà di Economia, Ingegneria, Giurisprudenza ma anche Lettere): un giorno magari diventeranno imprenditori e dirigenti. A marzo sarà affrontata la tematica della “leadership al femminile”: c’è spazio per una classe dirigente rosa? Pur essendo giovani, molti di questi ragazzi esprimono già un impegno in campo sociale. Operativamente si ritrovano al convitto San Giorgio, che a breve sarà sede di tutto l’Ucid. L’Ucid Senior con il suo presidente Pia Cittadini ha seguito e ha applaudito la nascita di un gruppo giovanile, linfa vitale e futuro anche della realtà degli adulti. Resta l’autonomia dei ruoli e degli obiettivi. Il presidente è l’avvocato Bartolomeo Rampinelli Rota (già membro dell’Ucid senior), coadiuvato da Alessandro Caffi, studente in Cattolica di management internazionale. Per statuto i membri vanno dai 18 ai 35 anni. Per ricevere informazioni, ucidgiovani.bs@gmail.com.
L’occasione è ghiotta. Stiamo parlando della Bit, Borsa internazionale del turismo, in programma a Milano dal 17 al 20 febbraio, manifestazione strategica per tutto il comparto. E la ghiotta occasione è stata colta da Silvia Razzi, assessore al turismo e alla cultura della nostra provincia per mettere in campo quello che ha definito “preludio di una nuova stagione turistica in provincia di Brescia”. Una serata, a ingresso libero, tutta “made in Brescia” ospitata, sabato 19 a partire dalle 21, nella prestigiosa Sala Verdi del Conservatorio di Milano (via del Conservatorio 12, metro 1 stazione San Babila). “Suoni e sapori” propone un concerto interpretato dalla Brescia Orchestra diretta dal maestro Ezio Rojatti, preceduto e seguito da una degustazione del meglio della produzione agroalimentare bresciana. “Valorizzando i preziosi elementi del mondo musicale presenti sul territorio bresciano – ha precisato la Razzi – per concretizzare interessanti progetti di richiamo turistico, la nostra provincia ha scelto di affidare alla musica la veicolazione della sua immagine di destinazione turistica dalle mille sfaccettature, tutte da scoprire”. Attraverso “Suoni e sapori” si dà vita a un progetto di promozione integrata che rafforza lo stretto legame che unisce da sempre cultura e turismo e che si esprime attraverso eccellenze del territorio quali la musica e l’enogastronomia. Ma “Suoni e sapori” rappresenta anche un nuovo ‘modus operandi’ che vede nella cultura un volano di ricchezza per il territorio, a patto che si sostengano politiche integrate e concertate tra Stato, autonomie locali, istituzioni e imprese. Per questo motivo all’iniziativa della Provincia hanno aderito, con entusiasmo, numerose realtà del territorio - Ubi-Banco di Brescia, Federalberghi Brescia, Bresciatourism, Strada dei vini e dei sapori del Garda, Aipol Associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi, la Fondazione Vittoriale degli Italiani e i Consorzi per la tutela del Lugana, del Garda classico, del Franciacorta e del Grana Padano. Un format che consente a Brescia di uscire dai suoi confini accompagnata dalle sue eccellenze: turismo, enogastronomia e musica. Un ottimo biglietto da visita con cui presentarsi agli estimatori del buono e del bello, promuovendo le nostre migliori tradizioni. (v.b.)
Ateneo di Brescia
Assegnato il premio “Brescianità” In mattinata presso l’Ateneo di Brescia ed Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, è stato assegnato il premio “Brescianità 2011” a quattro personaggi che hanno dato lustro alla città di Brescia in Italia e nel mondo. Dopo gli onori di casa del prof. Lechi è stata premiata la poetessa per vocazione e scrittrice per amore Elena Alberti Nulli, che ha ben interpretato e disegnato le atmosfere bresciane scrivendo raffinate pagine sia in dialetto che in italiano. Poi Carlo Baroni, geologo di glaciazioni e ghiacciai che dopo aver iniziato con gli scavi sul Garda è salito sulle nevi dell’Adamello per poi discendere fino all’Antartide. L’insegnante Virginio Cattaneo, musicologo, che ha raccolto svariati strumenti musicali per farli toccare e risuonare ancora, nel suo originale museo di via Trieste, agli appassionati visitatori. Giuseppe Orefici, già docente alla Sorbona, infaticabile archeologo di civiltà precolombiane. Nel pomeriggio alla Fondazione civiltà bresciana il presidente mons. Fappani ha inaugurato le attività annuali e proclamato i vincitori del concorso di poesia ed arte intitolato ai Santi Patroni. I principali premi sono stati attribuiti a madre Silvana Bettinelli di Brescia (poesia in italiano), Gian Luigi Sandrini di Ponte di Legno (scultura), Giuliana Bernasconi di Brescia (poesia dialettale) e Mario Nicoliello di Brescia (giornalismo). (Giuseppe Belleri)
I premiati nell’edizione 2011
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LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Brescia Convegno sugli anziani nelle Rsa
Abbattere i tempi di attesa La regia è di Ciaf (Centro italiano per l’assistenza in famiglia) e Grg (Gruppo di ricerca geriatrica) con il patrocinio di Regione, Asl e Anci
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Il costante aumento delle liste di attesa per l’ingresso nelle Rsa, con l’impossibilità di un significativo sviluppo derivante dalle restrizioni economiche centrali e periferiche, peraltro destinate a crescere, al pari della presenza di una popolazione anziana, in aumento, hanno indotto a ricercare nuove forme di residenzialità per gli anziani. “Le Rsa non sono più l’unica risposta possibile – ha detto il direttore generale dell’Asl cittadina Carmelo Scarcella – in quanto rimangono il luogo ideale
di Franco Armocida
per i pazienti più complessi, ma vi sono, in quantità più che consistente, anziani con un buon livello di autonomia che richiedono una minore forma di protezione. I progetti che avanziamo oggi – ha continuato Scarcella – sono frutto di una cordata che coinvolge le famiglie affiancate dall’Asl, Comuni, fondazioni, banche, parrocchie e quanti disposti a investire risorse economiche, strumentali o di personale per agevolare la soluzione delle molteplici problematiche”. È stata in-
Marco Trabucchi
dividuata una tipologia di Comunità residenziale che si pone tra l’alloggio protetto e la Rsa, strutturata per accogliere tra i 20 e i 40 ospiti, che vengono totalmente presi in carico dalla stessa, ma che prevede la continuità nell’assistenza da parte del medico di famiglia ed in cui sono assicurati tutti i servizi alberghieri, di assistenza alla persona, di vita comunitaria e di carattere sanitario e socio-sanitario. L’accesso deriverà da una valutazione del Distretto sanitario e la retta sarà inferiore al minimo richiesto dalle Rsa, aggirandosi, orientativamente, tra i 1.100 e i 1.200 euro al mese. Quattro strutture sono in avanzata fase di sperimentazione e attuazione: a Gottolengo, Serle, Sale Marasino e Prevalle. “Nei primi due Comuni si tratta di ristrutturare quan-
to già esistente e individuato – ha continuato Scarcella – e si prevede l’inizio dell’attività entro il 2011, seguiranno le case di Sale Marasino, dove la ristrutturazione richiede un intervento più massiccio e quella di Prevalle, ancora da costruire, ma di cui sono già a disposizione area, progetto e fondi, il cui avvio è ipotizzabile per il 2013”. Il direttore scientifico del Gruppo ricerca geriatrica Marco Trabucchi ha sottolineato come “servano assistenza e generosità per contrastare la limitazione dei finanziamenti e la metodologia individuata ha un basso costo che non incide sulla qualità dei servizi e, fatto non trascurabile, quanto in fase di attuazione può essere replicato agevolmente, date le medio-piccole dimensioni, in ogni Comune”.
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Istituto Cesare Arici Il prof. Pier Paolo Triani
Villaggio Badia
I Vicerè
A confronto Monari, Triani e Poli
150 anni d’Italia al cinema
Gli orientamenti pastorali della Cei per il decennio 2010-2020 hanno ispirato il percorso di formazione per genitori proposto dall’Istituto Cesare Arici in quattro serate. Nell’incontro di venerdì 18 febbraio alle 20.30, presso la sala polifunzionale dell’Istituto, sarà affrontato il tema di come il giovane possa riuscire a “vedersi“ nel futuro, ad esprimere la propria peculiarità umana realizzando un progetto di vita. Se i giovani sono privi di quello slancio che consente di superare ostacoli e frustrazioni, ne derivano demotivazione e apatia: si adattano alle diverse situazioni, ma lo fanno con rassegnazione, come se una cosa valesse davvero l’altra. Per affrontare un problema così complesso intervengono mons. Luciano Monari, il prof. Pier Paolo Triani, docente di didattica generale presso l’Università cattolica di Piacenza e il dottor Osvaldo Poli, psicologo e psicoterapeuta. L’ultimo incontro è in programma il 3 marzo e sarà curato dalla dott. ssa Mariella Bombardieri, che offrirà una riflessione sul tema del conflitto fra genitori e figli.
Le Acli in collaborazione con la Cgil organizzano la rassegna cinematografica “150 anni d’Italia al cinema”. Quando? Tutti i venerdì dal 25 febbraio al 25 marzo con inizio alle 20.30 presso il salone dell’oratorio del Villaggio Badia in via Prima 81. Un’opportunità per rileggere le tappe della storia: il Risorgimento, la Grande Guerra, la Resistenza, gli anni del terrorismo e l’Italia di oggi. Il percorso inizia venerdì 25 febbraio con “I vicerè” di Roberto Faenza. Seguono: “La grande guerra” di Mario Monicelli (4 marzo); “L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti (11 marzo); “Mio fratello è figlio unico” di Daniele Luchetti (18 marzo); “Quando sei nato non puoi più nasconderti” di Marco Tullio Giordana (25 marzo). L’ingresso è gratuito.
Paesi e parrocchie Bassa
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Castelcovati
A Cologno Monzese per assistere a “Striscia la notizia” L’Amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione Coro S. Antonio Abate invita ad assistere a “Striscia la notizia”, in programma per il 7 marzo. Il costo, per il trasporto a Cologno Monzese, è stato fissato in 8 euro. Le iscrizioni si ricevono chiamando il 334/6819206 e il 339/2164137.
Manerbio
Garattini parla di farmaci
Montichiari Obiettivi 2011
San Cristoforo: volontariato senza tregua
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Anno nuovo anche per la San Cristoforo, ente ormai conosciuto in tutta la Provincia per l’attività di trasporto gratuito di utenti non automuniti verso ospedali, cliniche ed altri luoghi di cura, servizi di grande utilità per la comunità monteclarense. Nell’anno che si è appena chiuso il sodalizio di via Guerzoni ha effettuato la bellezza di 5500 viaggi con un netto aumento rispetto al passato, segno di un lavoro continuo, prezioso e ricercato. I volontari che prestano la loro opera nella San Cristoforo sono un’ottantina, “ma – afferma la presidente Luciana Rossi – siamo sempre alla ricerca di nuovi ingressi così da potenziare ancora di più il lavoro che già facciamo nei vari ruoli di impiegato d’ufficio, accompagnatore ed autista. Tra gli obiettivi del 2011, inoltre, c’è quello di acquistare un pulmino che andrà ad aggiungersi alle nove autovetture oggi a disposizione al fine di garantire un servizio sempre migliore”. Il successo dell’associazione è misurato anche dalla nascita di sezioni in altri Comuni, come avvenuto negli
È in programma il 20 febbraio, con inizio alle 9.30 presso il Piccolo Teatro di Manerbio, un incontro con Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerca Mario Negri di Milano. Il tema della mattinata è di grande interesse: si parlerà di farmaci e del loro corretto utilizzo. In particolare Silvio Garattini analizzerà i farmaci utilizzati per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e fornirà elementi importanti sulla corretta interpretazione dei nuovi farmaci anticoagulanti. Garattini è uno scienziato italiano di fama internazionale, ricercatore scientifico in farmacologia, medico e docente in chemioterapia e farmacologia, oltre ad essere autore di centinaia di pubblicazioni su riviste scientifiche e di numerosi trattati dedicati alla farmacologia.
Verolanuova
“Educazione enologica” La biblioteca organizza un corso di “educazione enologica” con interventi del gourmet Damiano Palumbo. Le lezioni sono in programma nei martedì di marzo e aprile a cominciare dal 22 marzo; la conclusione il 19 aprile. Gli incontri sono previsti dalle ore 21 alle 23 delle serate del corso al termine del quale ai partecipanti sarà rilasciato l’attestato di “attento bevitore”. Durante l’iniziativa saranno decisi incontri enogastronomici: con il malghese-casaro di Bagolino per conoscere il Bagos; con Maculan vignaiuolo d’eccellenza veneto; con lo storico Barbarcarlo; un fine settimana a Montalcino. Adesioni entro il 10 marzo.
di Federico Migliorati
Pompiano
Iniziativa anticrisi anni scorsi a Castiglione delle Stiviere, Remedello e Visano, realtà nelle quali, come a Montichiari, l’opera della San Cristoforo è di fondamentale importanza e in qualche misura insostituibile. Tra i tanti servizi richiesti uno in particolare continua a ricevere apprezzamenti: parliamo dei collegamenti con le Terme di Sirmione che, da aprile a novembre, fanno il “pieno” di utenti e mettono a dura prova, si fa per dire, gli autisti del sodalizio monteclarense con un numero altissimo di prenotazioni tanto che il servizio è ormai divenuto a carattere fisso ogni anno. Ricordiamo, in conclusione, che l’attività dei volontari non è retribuita: ovviamente l’utente che se ne serve è libero di fare un’offerta all’associazione, proporzionata al viaggio effettuato. Chi fosse interessato ad entrare nel sodalizio o volesse ricevere maggiori informazioni può chiamare lo 030/9650339 tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12; la sede, lo ricordiamo, è in via Guerzoni all’interno del centro diurno Casa Bianca.
Iniziativa anticrisi da parte del Comune di Pompiano. L’assessorato ai Servizi sociali, infatti, riprendendo un’analoga iniziativa varata lo scorso anno a livello provinciale, offre una piccola possibilità occupazionale a quanti si trovassero in una situazione di difficoltà economica. Si tratta di svolgere lavori occasionali di pubblica utilità, servizi che il Comune non riuscirebbe ad assicurare con il personale interno e per i quali dovrebbe ricorrere ad appalti esterni. Si è quindi pensato di raccogliere una lista di persone interessate all’adempimento di queste mansioni, da chiamare quando se ne presentasse la necessità. Diversi i lavori per i quali è richiesta la manodopera: si va dalla cura del verde pubblico alla distribuzione porta a porta dei sacchi per la raccolta differenziata, fino a compiti più spiccatamente sociali come la sorveglianza dei bambini e dei ragazzi al momento di attraversare la strada per entrare ed uscire da scuola e la collaborazione in occasione di manifestazioni culturali e sportive. Lo strumento scelto per il pagamento delle prestazioni d’opera è il cosiddetto “buono-lavoro”, un voucher sperimentato con successo in altre situazioni analoghe che soddisfa preventivamente l’adempimento di tutte le condizioni necessarie per un normale contratto di lavoro. (f.u.)
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Paesi e parrocchie Bassa
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Inchiesta La Voce della Bassa Bresciana
Il numero di febbraio riflette sulla tematica della comunità, partendo dagli appuntamenti che rendono vivo il sentimento identitario
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di Carlo Taglietti
Anche nel primo piano del numero di febbraio del free press dedicato alla Bassa Bresciana vengono presentati due esempi di appuntamenti che mantengono ancora una forte vocazione comunitaria. Casi che sono sempre più rari. Siamo andati a Novagli di Montichiari e a Carpenedolo. A Novagli c’è il famoso Palio degli asini, evento che ha portato alla ribalta la popolosa frazione monteclarense guidata da don Fabio Marini anche oltre i confini comunali, ma sarebbe ingiusto ed allo stesso tempo superficiale fermarsi qui, poiché tanti e diversificati sono i momenti di festa e di riflessione, di coinvolgimento e di aggregazione, nella settimana a cavallo del 10 agosto. Anche il Comune di Carpenedolo ogni anno, nel mese di agosto, si tinge a festa con la Fiera di San Bartolomeo, legata al santo patrono. Grazie alla Pro loco, la cui nascita ha contribuito in maniera fondamentale a ridare impulso alla manifestazione, con il contributo essenziale della parrocchia di San Giovanni Battista, dell’amministrazione comunale e delle associazioni locali, l’evento è un vero e proprio
MENSILE D'INFORMAZIONE
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ANNO II - FEBBRAIO 2011
Editoriale
Orzinuovi. Un'interessante proposta della Comunità della pianura bresciana
Quindici Comuni per il “buono badante” L’amministrazione orceana capofila di un progetto pensato per aiutare Il servizio il numero sempre crescente di famiglie del territorio che si avvalgono a pag. 7 di assistenti per la cura dei propri membri in condizione di fragilità Inchiesta
Vivere insieme
Ha ancora senso il termine comunità? Ne ha parlato recentemente il sociologo Aldo Bonomi in un incontro nel Bresciano. La risposta da quei paesi che vivono la festa del Santo patrono
Il servizio a pag. 2-3
Roccafranca
Economia
Oratorio, A.ge. e Comune insieme per il Carnevale
Fratelli Prandelli. Una storia lunga ottant’anni
tt pag. 9
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Ritrovarsi intorno ai Santi Patroni di Adriano Bianchi
J Ogni parrocchia ha un patrono. Ritrovare la testimonianza dei santi legati alla comunità può aprire un interessante percorso culturale e spirituale alla riscoperta di ciò che sta alla radice dei legami che rendono speciale il vissuto di un certo territorio. Anche il vescovo Luciano Monari, pur non parlando esplicitamente dei patroni nella sua lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, sottolinea che l'importanza dell’esempio dei santi con un esplicito riferimento alla loro testimonianza. “Siamo convinti – dice Monari – che Dio opera davvero dentro alla storia del mondo e che questa attività divina si manifesta in modo particolarmente chiaro nei santi cioè nelle persone che hanno vissuto coerentemente la fede trasformando la loro azione quotidiana secondo la logica del Vangelo”. I santi, infatti, sono i nostri padri nella fede, i nostri modelli, coloro a cui guardare perché capaci di incarnare nel mondo l’amore di Dio. Così Faustino e Giovita, Angela Merici e Maria Crocifissa di Rosa, Arcangelo Tadini o Giuseppe Tovini, ma anche i patroni delle 473 parrocchie della diocesi a cui ogni anno dedichiamo, magari, una festa, e che sono spesso ritratti sulla pala d’altare più bella delle nostre chiese. Sono essi i primi testimoni a cui guardare per rendere più bella la nostra vita insieme. Conoscerne la storia, ritrovarne gli esempi, rileggere il senso delle tradizioni a loro dedicate ci fa bene e ci deve spronare a fare meglio. Come, ad esempio, in occasione delle loro feste ritrovare il valore di una preghiera continua a favore della propria comunità anche civile? I patroni possono essere punto d'incontro per tutte le forze vive di una comunità. Che ci assistano sempre con la loro protezione.
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La prima pagina di febbraio
momento di richiamo per i carpenedolesi, uniti da vincoli saldi e ancora attuali, che si ritrovano di volta in volta più numerosi ogni anno nelle piazze e nelle vie della cittadina dei carpini. Sfogliando il mensile, l’approfondimento è dedicato alla Comunità della pianura bresciana che propone, fino alla fine del mese, un buono per le badanti. Per quanto riguarda la Bassa occidentale tiene banco il carnevale di Roccafranca dove l’avvenimento è stato preparato con grande attenzione, grazie alla collaborazione tra diversi enti sul territorio come l’oratorio e l’Age (Associazione genitori) con il sostegno dell’amministrazione comunale. Il neodirettore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano presenta le prospettive per i presidi e i servizi della Bassa. L’Azienda è suddivisa nei tre presidi di Desenzano/ Lonato, Gavardo/Salò e Manerbio/ Leno, ognuno dei quali è composto da due strutture ospedaliere e da Poliambulatori territoriali. Il nuovo direttore generale ha annunciato che è in corso una riflessione per dotare il presidio di Manerbio della
Annuario 2011 la diocesi di Brescia
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della Bassa Bresciana d WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT
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Vivere insieme: tra realtà e utopia
La Voce L
Sottovoce I Santi sono i nostri padri nella fede, i nostri modelli, coloro a cui guardare perché capaci di incarnare nel mondo l’amore di Dio. Così Faustino e Giovita, Angela Merici e Maria Crocifissa di Rosa, Arcangelo Tadini o Giuseppe Tovini, ma anche i patroni delle 473 parrocchie della diocesi a cui ogni anno dedichiamo, magari, una festa, e che sono spesso ritratti sulla pala d’altare più bella delle nostre chiese. Sono essi i primi testimoni a cui guardare per rendere più bella la nostra vita insieme. Conoscerne la storia, ritrovarne gli esempi, rileggere il senso delle tradizioni a loro dedicate ci fa bene e ci deve spronare a fare meglio. Come, ad esempio, in occasione delle loro feste ritrovare il valore di una preghiera continua a favore della propria comunità anche civile? I patroni possono essere punto d’incontro per tutte le forze vive di una comunità. Che ci assistano sempre con la loro protezione.
pediatria, della patologia neonatale e di una nuova unità di oncologia. pienamente nella vita del Sindacato, negli organismi dirigenti territoriali e nazionali. Non poteva mancare nel territorio della Bassa occidentale l’approfondimento sullo scalo D’Annunzio di Montichiari. Se il D’Annunzio avesse potuto trasformare in volume di traffico ognuna delle parole spese sul suo futuro a partire dal 1999 sarebbe oggi il più importante aeroporto del mondo. Il 7 febbraio scorso presso le strutture dello scalo aereo bresciano si è riunita la V commissione regionale territorio presieduta da Giorgio Pozzi. Quella monteclarense è stata la prima tappa di un “tour” che porterà la Regione a passare in rassegna il sistema aeroportuale lombardo. La presenza istituzionale è stata occasione per il management del D’Annuzio e del Catullo per presentare i progetti industriali dei due scali. Per il D’Annunzio si apre definitivamente la strada del cargo. Non rientra, per ora, nel piano industriale del D’Annunzio il traffico passeggeri più oneroso e meno redditizio di quello delle merci.
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Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Acqualunga
Scoperto l’organo, un gioiello costruito nel lontano 1802
Ghedi Madri canossiane
Piccole donne alla scuola della vita
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“A me piace andare perché mi diverto a giocare insieme alle mie amiche e imparo tante cose che mi serviranno da grande”. Queste parole semplici di Lucrezia Treccani simboleggiano bene cosa significa per le bambine fare scuola di vita familiare. Un tempo tutte le comunità erano attrezzate per aiutare le ragazze a sperimentare la vita domestica. Ogni martedì dalle 14 alle 17 presso le madri canossiane di Ghedi, grazie all’aiuto e alla collaborazione di alcune volontarie, “Piccole grandi donne crescono”: la possibilità per le bambine, dalla terza elementare alla terza media, di stare insieme, imparare alcuni lavori femminili (cucire, cucinare, decoupage…), giocare, scoprire dei “segreti” su Gesù e i suoi famigliari. Uno spazio dove coltivare le amicizie attraverso i laboratori e il gioco. “Questo progetto – spiega Samira Ezrouri – mi piace molto perché in un solo giorno alla settimana riesco a farmi più amiche che negli altri giorni e poi imparo tante cose nuove che mi serviranno
La scoperta è tanto straordinaria quanto fortuita e per questo molto più gradita. Questi i fatti: nell’autunno dello scorso anno don Renato Baldussi, parroco di Borgo San Giacomo e della piccola comunità di Acqualunga affida alla Bottega organaria di Soncino l’incarico per la stesura di un progetto per il restauro dell’organo della parrocchiale di Santa Maria Maddalena, nella frazione gabianese. I restauratori fissano al 22 novembre un sopralluogo nella chiesa di Acqualunga per visionare di persona lo strumento che si intende sottoporre a recupero. I dati consegnati alla ditta di Soncino non erano infatti sufficienti alla certificazione della paternità del manufatto. Dopo una lunga e meticolosa analisi dell’organo la straordinaria scoperta. Ben celate alla vista anche dell’osservatore più attento vengono rinvenute due scritte che certificano la paternità e la data di costruzione dell’organo: 1802 costruito dagli organari bergamaschi Bossi. Poche parole che certificano, però, come quello conservato nella parrocchiale di Santa Maria Maddalena sia un autentico gioiello, uno strumento che nell’arte organaria rappresenta una pietra miliare perché costruito da grandi organari bergamaschi che hanno contribuito in modo consistente a dare lustro a questa nobile arte. Lo strumento versa attualmente in condizioni precarie che ne rendono impossibile l’utilizzo. Di qui la necessità di procedere a un suo completo restauro. Il parroco e la comunità contano sulla sensibilità di tanti per ridare a nuova vita questo importante strumento. (m.v.)
Comunità della pianura bresciana
Un buono per le badanti Un sostegno per quanti si prendono cura, all’interno delle mura domestiche, delle persone care che, vuoi per vecchiaia vuoi per altri motivi, hanno bisogno di assistenza. Per tutto il mese di febbraio, infatti, sarà possibile, per le famiglie dei 15 Comuni che, con capofila Orzinuovi, formano la “Comunità della pianura bresciana. Fondazione di partecipazione”, richiedere quello che è stato definito come “Buono badanti”. Si tratta di un contributo economico, la cui erogazione è stata deliberata a livello regionale, per le famiglie che si avvalgono di assistenti familiari per prendersi cura dei propri membri in condizioni di fragilità. Lo stanziamento giunge ormai al terzo anno consecutivo.
di Luigi Zameli
Mairano
Il 17 marzo si festeggia... per il futuro. Sono qui da tre anni e ogni anno ci sono nuove persone piene di allegria; quando torno a casa penso a tutte quelle belle cose che ho imparato. Mi sembra molto educativo e nello stesso tempo divertente”. Il progetto prosegue da diverso tempo, ma riscuote il successo anche con chi ha iniziato da poco. “Questo progetto – afferma Nora Eddikh – è molto bello perché ogni martedì cuciamo, cuciniamo e giochiamo. Penso che tutto ciò mi servirà per il futuro. Io sono qui da solo un anno ma mi piace molto. Mi sembra molto educativo e semplice”. Ines Eddikh si sofferma, invece, sulle abilità che sta mettendo a fuoco con l’obiettivo di mostrare ai genitori il frutto di un lavoro che appassiona e al tempo stesso diverte. “Il lavoro – afferma Ines – che sto imparando è cucinare e cucire. Sto ricamando dei fiori con il gambo verde e i petali blu. Mi manca ancora poco per terminarlo, poi potrò portarlo a casa per mostrare ai miei famigliari il mio capolavoro”.
L’amministrazione comunale di Mairano ha già organizzato, con largo anticipo, la cerimonia ufficiale per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Per la giornata del 17 marzo, dunque, in questo paese della Bassa, è già tutto pronto. Le scuole saranno chiuse, così da permettere agli studenti di partecipare alle manifestazioni. “Abbiamo intenzione – ha riferito il sindaco Vincenzo Lanzoni – di proporre un giorno diverso, ricco di eventi e cercheremo di coinvolgere il maggior numero di persone possibili che credono profondamente nei valori che questa ricorrenza contempla”. Questo il programma della giornata. Si comincia il mattino con un corteo che dal monumento dei caduti di Pievedizio si sposterà a quello di Mairano. Di seguito ci sarà la benedizione di un tricolore: una grande bandiera di 25 metri quadri che sarà collocata davanti alla sede municipale. A questo punto entreranno in gioco i ragazzi delle elementari che allestiranno una mostra permanente di disegni, realizzati da loro, in sala consiliare. Nel pomeriggio è previsto uno spettacolo di hip hop dedicato al tricolore e, in chiusura, visita guidata al Museo della civiltà contadina di Mairano. La serata si concluderà con un concerto del coro degli alpini. (mtm)
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Paesi e parrocchie Valle Camonica
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Esine Ospedale
Anziani in corsia in prima fila A Esine saranno proposti “percorsi facilitati” per alcune categorie, a Edolo sarà potenziato il Pronto soccorso durante il periodo invernale
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di Davide Alessi
L’arrivo del nuovo staff dirigenziale dell’Asl Vallecamonica-Sebino ha portato un’aria di novità ed una nuova voglia di dare slancio all’organizzazione della sanità camuna. È di questi giorni la prima notizia significativa: il nuovo direttore sanitario, Renato Pedrini, sta incontrando tutte le componenti associative del territorio, partendo da quelle istituzionali fino al volontariato puro. Dopo il Forum del terzo settore, il dott. Pedrini ora ha intenzione di incontrare tutti i volontari che a qualsiasi titolo si occupano di sanità nel sociale, partendo dai tantissimi volontari delle ambulanze fino ai tanti che ogni giorno, silenziosamente e con tanto coraggio, prestano la loro opera gratuita agli altri. Ma anche a livello strutturale stanno nascendo iniziative molto importanti che riguardano i due Ospedali di Esine ed Edolo. Per quest’ultimo, considerato “Ospedale di frontiera”, il dott. Pedrini ha studiato, unitamente al Direttore sanitario di presidio e ai responsabili di settore, una serie di misure che potenzieranno il Pronto soccorso, sottoposto ad
L’ospedale di Esine
uno stress oltre misura nell’inverno che stiamo attraversando. Qui, infatti, affluiscono decine di sciatori dal comprensorio di Adamello ski e dall’Aprica, oltre al normale traffico quotidiano di pazienti che l’Ospedale deve sbrigare. Ma Pedrini ha le idee chiare: Edolo sarà l’eccellenza del Pronto soccorso nelle due grandi stagioni turistiche, con la massima allerta anche d’estate per motociclisti, ciclisti, escursionisti e interventi in urgenza in montagna. Le novità più immediate, però, si vedono a Esine dove il primario del Pronto soccorso dott. Matteo Soccio ha proposto dei “percorsi facilitati” per alcune categorie di pazienti, ai quali è dedicata una corsia preferenziale per arrivare presto e bene ad avere risposte adeguate. Partendo dai bambini, a Esine è stato aperto un settore di “post-triage pediatrico”: si tratta di un luogo attrezzato dove il bambino in attesa, accompagnato da mamma e papà, potrà rimanere tranquillo nella sua stanzetta, senza entrare in contatto diretto con la realtà spesso difficile da capi-
re di una sala d’attesa dove molte persone, spesso in condizioni difficili, attendono un ricovero. Ma non solo: a Esine si sta studiando analogo percorso per gli anziani, ai quali verranno facilitate e accelerate le risposte ed i servizi; e per le donne in gravidanza e con le doglie, che entreranno direttamente in reparto di ostetricia dove effettueranno l’accettazione. Si tratta di mettere a punto ancora alcuni aspetti organizzativi, amministrativi e gestionali, ma per il resto ormai tutto è pronto anche per questo importante salto di qualità dei servizi dell’Ospedale di Esine. E per finire, il dott. Soccio ha ottenuto che il “suo” reparto, considerata la frontiera dell’Ospedale, verrà ampliato di almeno un centinaio di metri quadrati, trovando più spazio per movimentare pazienti, per sale attrezzate, per parenti e personale. Gli accessi di questo Pronto soccorso, infatti, sono più che raddoppiati in poco meno di tre anni. Ma il Primario ed i suoi non si sono fatti prendere alla sprovvista, trovando risposte organizzative, strutturali e gestionali per dare risposte a tutti.
Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Asl Valcamonica Sebino
Le nomine di Renato Pedrini per il quinquennio sanitario
La macchina dei tridui di Rogno
Rogno Allestita la macchina di inizio Novecento
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Con i tridui si celebra la tradizione
Tutto è pronto a Rogno per la celebrazione del triduo dei defunti: da venerdì a domenica, nella chiesa parrocchiale, si svolgeranno diversi momenti di preghiera in suffragio per i propri cari e di riflessione sulla vita religiosa di ciascuno. “Quella dei tridui – spiega il parroco don Paolo Gheza – è una tradizione che è presente in tante comunità delle nostre valli e che ha radici lontane: risale addirittura al Seicento e affonda le sue radici in quel fervore spirituale che caratterizzò i decenni successivi al Concilio di Trento, segnati da una forte ripresa della vita religiosa”. Grazie a quel fervore nacquero le confraternite, i gruppi interni alle parrocchie che riunivano uomini o donne, “e proprio allora – spiega ancora don Paolo – si svilupparono le confraternite che si prefiggevano come unico obiettivo quello di pregare per le anime dei defunti: furono inventati i tridui, cioè i periodi di tre giorni interamente dedicati a questa forma di devozione, che noi ancora viviamo”. Oggi questi speciali giorni di preghiera servono anche a riscoprire le radici fondamen-
Il direttore generale Asl Valcamonica Sebino, Renato Pedrini, ha portato cambiamenti ai vertici dell’azienda: è cominciato il cammino della nuova gestione per il quinquennio 2011-2015. Si tratta delle nomine o delle conferme dei principali collaboratori, per quanto concerne la direzione strategica. Eva Colombo viene riconfermata direttore amministrativo; Vanni Ligasacchi è richiamato – dopo qualche anno – nuovamente ad assumere la direzione del servizio sociale; Giuseppe Garatti risulta promosso a direttore sanitario. In particolare va sottolineato che Garatti, già primario del Dipartimento di medicina interna e riabilitazione nell’ospedale di Esine, lascia un reparto ben curato che ha raggiunto standard di eccellenza e ha continuamente dilatato ed aumentato i servizi offerti (diabetologia, day hospital medicina interna, day hospital oncologico, endoscopia digestiva, epatologia, neurologia, ecc.). Pedrini ribadisce alcuni principi della sua “filosofia” d’intervento basata su alcuni caposaldi: ascolto, dialogo, proposta; e ancora: la cura e il prendersi cura; necessità di trattenere il più possibile i cittadini sul loro territorio per eliminare il pesante tributo anche economico della cosiddetta mobilità passiva. Nel contesto generale è necessario valorizzare al massimo il terzo settore, pilastro fondamentale in Valle Camonica che conta circa mille operatori quasi tutti volontari. Buone notizie per l’eventuale scioglimento del nodo che attanaglia il reparto di Chirurgia nel nosocomio esinese: sarà possibile l’anticipazione del bando d’assunzione del nuovo primario. Presto sarà disponibile un nuovo spazio per razionalizzare gli ambienti del Pronto soccorso.
Breno
Furto con scasso nel Duomo Ignoti sono entrati nel duomo e hanno asportato, strappandole, varie statuette lignee da un paliotto d’un altare laterale dedicato a San Siro. Prima di agire i ladri hanno rimosso il vetro che proteggeva il bassorilievo. Purtroppo in questi tempi varie chiese della Valle sono state oggetto di visite indesiderate. L’altare e il paliotto, datati all’incirca 1689, sono di Giovanni Giuseppe Piccini. Si tratta di un gioiello, commissionato all’artista dopo che la comunità camuna ottenne il 22 luglio 1689 un decreto con il quale il vescovo di Brescia Bartolomeo Gradenigo dichiarava San Siro protettore della vallata dell’Oglio. All’epoca Breno era sede del governo locale della Serenissima Repubblica di Venezia.
di Giuseppe Arrighetti
Breno, a 10 anni dalla scomparsa
Don Ertani, poeta del dialetto tali della nostra fede “e a riprendere in mano – aggiunge il parroco di Rogno – quelle verità cristiane che tante volte dimentichiamo: l’aldilà, l’attesa per il pieno compimento alla luce del mistero pasquale, vengono spesso tralasciate dai cristiani perché la nostra società è sempre più ripiegata su se stessa e si è allontanata dal divino, dal soprannaturale, dalla dimensione spirituale. I tridui sono l’occasione giusta per noi cristiani in cui riscoprire tutte queste verità”. Sull’altare della pieve dedicata a Santo Stefano è stata quindi allestita la macchina che venne realizzata all’inizio del XX secolo e che ogni anno viene illuminata da 146 candele: le cornici curvilinee dorate sono disposte in modo da focalizzare la raggiera centrale, ai cui lati si trovano due angeli in adorazione. Misura otto metri per undici e accompagnerà tutti i momenti di preghiera in programma venerdì, sabato e domenica, al mattino, il pomeriggio e la sera. Le riflessioni serali saranno proposte da padre Generoso Ferro, frate del convento dei cappuccini di Lovere.
Da poco è passato il decimo anniversario della morte di don Lino Ertani (1928-2000) e Breno, intende ricordare la figura del sacerdote e dello studioso. Di umile e modesta famiglia contadina, entra nel Seminario diocesano in piena Seconda guerra mondiale. Dopo l’ordinazione sacerdotale (1954) viene inviato in cura d’anime a Vezza d’Oglio, Garda di Sonico, Ceto e Darfo. Nel 1990 è costretto alla rinuncia per motivi di salute. Torna alla cittadina natale e, pur continuando ad aiutare in parrocchia, seguita a coltivare gli “hobby” della storia locale del folklore camuno, del dialetto valligiano, degli usi, costumi e idiomi che vanno gradualmente scomparendo. Adesso la comunità religiosa, che ha avuto in dono tutti i diritti d’autore delle sue numerose opere, intende onorarlo: proprio per questo ha inserito una conversazione che è stata tenuta nell’ambito delle lezioni di “Università 2000”, nel contesto di un corso dedicato a “La sfida educativa oggi”. Stampatissime di continuo sono le sue opere, particolarmente: “Bòte de Al Camònega”, “Preghiere popolari camune”, “Vita camuna d’un tempo”, “La Valle Camonica attraverso la storia”, “Dizionario del dialetto camuno e toponomastica”, “La santa Crùs”, che riguarda l’interpretazione della “Via Crucis” di Cerveno. (e.g.)
Don Lino Ertani
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Paesi e parrocchie Valtrompia
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Marcheno Pellegrinaggio
Nel servizio il carcere e la spiritualità Il 25 febbraio in Valle d’Aosta la comunità marchenese festeggerà gli 80 anni di vita e i 55 di sacerdozio di padre Fortunato Muffolini
L
di Edmondo Bertussi
La parrocchia di Marcheno sta organizzando un pellegrinaggio particolare al santuario di Maria Immacolata Regina della Valle ad Aosta. La data ďŹ ssata per l’incontro è il 25 febbraio. Un bel gruppo di parrocchiani unirĂ la devozione mariana a un gesto d’affetto per un compaesano speciale: festeggerĂ con lui in quel giorno gli 80 anni di nascita e i 55 anni di sacerdozio di padre Fortunato Muffolini, religioso degli Oblati di Maria Immacolata, vicario parrocchiale proprio nella parrocchia di S. Maria Immacolata, dove è il superiore di una piccola comunitĂ della sua Congregazione dopo esser stato cappellano per ben 16 anni nelle carceri di Brissogne, otto km dalla cittĂ di Aosta. Felice coincidenza vuole che il giorno dopo sia anche il suo onomastico. Mite e delicato sempre, prima di parlare di sĂŠ vuol ricordare le tante vocazioni “oblateâ€? bresciane e tra queste padre Paolo Archiati di Leno, consigliere del superiore dell’Ordine per 12 anni Guglielmo Steckling e ora del suo successore Louis Lougem; i missionari in La-
Da sinistra, padre Fortunato, il vescovo di Aosta Giuseppe Anfossi e Benedetto XVI
os (ďŹ no all’espulsione) padri Enzo Abbatinali di Pievedizio ora in Africa e Mario Lombardi di Montirone a S. Giorgio di Canavese; Pier M. Bonometti di Gussago e Pietro Bignami di Rezzato (della famiglia dei camiciai) per oltre 50 anni tra gli indiani ed eschimesi del nord canadese, ambedue scomparsi nel 2010; i “fratelli scolasticiâ€? Silvio Bertolini a Dakar, economo della delegazione missionaria; Palmiro Delaglio a Lourdes. La sua infanzia ha visto le difďŹ coltĂ e povertĂ in montagna con unico riferimento per momenti di serenitĂ la parrocchia dove don Severino Cardoni spronava i ragazzi piĂš diligenti e volonterosi. Fortunato nel 1942 entra nella Scuola apostolica degli Oblati a Onè di Fonte. Dopo il liceo a Firenze, il noviziato a Ripalimosani, i voti religiosi nel 1950, viene ordinato sacerdote il 9 dicembre del 1956 a S. Giorgio Canavese da mons. Maturino Blanchet, vescovo oblato di Aosta. Seguono l’universitĂ alla Lateranense e poi 25 anni di apostolato vagante per l’Italia, predicatore,
insegnante, superiore in diverse Case. Nel 1986 l’approdo ad Aosta. Per 16 anni la mattina presto ha celebrato la sua Messa presso le Suore di S.Giovanni Bosco e alle 8 era in carcere a Brissogne. Pausa per il pranzo presso la parrocchia e alle due ritorno in “ufďŹ cioâ€? (cosĂŹ lui lo chiama) dove rimaneva ďŹ no a quando serviva. Ăˆ l’esperienza che piĂš lo ha segnato nella vita e memoria. Ne parla sempre con un tono particolare, un sussurro quasi (non alza mai la voce), ma fermo da cui traspare indignazione per il carcere deďŹ nito “universitĂ del delittoâ€?: 250 reclusi dove dovevano essere 156; la povertĂ assoluta di tanti... Faceva quel che poteva. Risultati? Qualcuno ancora gli scrive, gli capita in piena Aosta di vedere fermarsi all’improvviso auto di chi vuol salutarlo, per ricordare, ringraziare. Parlando dell’oggi di tribolazioni materiali e morali ha un messaggio: “Bisogna ricominciare dai giovanissimi, insegnare loro la gioia di far del bene agli altri, di donare e donarsiâ€?.
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LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Voce della Valtrompia Il nuovo numero
Sottovoce
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Nel numero 2 della Voce della Valtrompia dell’anno 2011 la parte del leone la fa la festa di San Faustino di Sarezzo. Si candida ad essere la festa dell’intera Valtrompia. Non un eufemismo o un’esagerazione di parole per quella che nella realtà richiama e raccoglie l’attenzione di molti, grandi e piccini, che vengono dalle zone limitrofe. Dire Valtrompia è anche dire festa di San Faustino di Sarezzo, quasi a celebrare il santo come patrono dell’intera Valle, tanto è il coinvolgimento dei valtrumplini. Da qui l’approfondimento del primo piano
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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT
MENSILE D'INFORMAZIONE
ANNO III - FEBBRAIO 2011
Sarezzo. Lo speciale su San Faustino da venerdì 18 a martedì 22 febbraio
Festa della tradizione e tempo di riflessione Cinque giorni di festa con giostre e un ricco programma di iniziative con “Il resto è fiera”. Due Faustini di bronzo e un premio particolare ad Adriano Pedersini, Roberto Simoni e don Francesco Bresciani Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BS
Ogni parrocchia ha un patrono. Ritrovare la testimonianza dei santi legati alla comunità può aprire un interessante percorso culturale e spirituale alla riscoperta di ciò che sta alla radice dei legami che rendono speciale il vissuto di un certo territorio. Anche il vescovo Luciano Monari, pur non parlando esplicitamente dei Patroni nella sua lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, sottolinea che l’importanza dell’esempio dei santi con un esplicito riferimento alla loro testimonianza. “Siamo convinti – dice Monari – che Dio opera davvero dentro alla storia del mondo e che questa attività divina si manifesta in modo particolarmente chiaro nei santi cioè nelle persone che hanno vissuto coerentemente la fede trasformando la loro azione quotidiana secondo la logica del Vangelo”.
2 L Voce La d della Valtrompia
Il servizio da pag. 9
Inchiesta
Fiera di comunità
Si può ancora parlare di comunità? Ne parla il sociologo Aldo Bonomi, presente a un incontro a Nave. La risposta nei paesi che vivono la festa del Santo patrono
Il servizio a pag. 2
Cultura
Alta Valle
La musica di Charlie nel progetto folk "Teatro Cinelli"
Enrico Ghidoni e il forzato abbandono alla Yukon Arctic Ultra
tt pag. 16
tt pag. 8
Editoriale
Ritrovarsi intorno ai Santi Patroni di Adriano Bianchi
J Ogni parrocchia ha un patrono. Ritrovare la testimonianza dei santi legati alla comunità può aprire un interessante percorso culturale e spirituale alla riscoperta di ciò che sta alla radice dei legami che rendono speciale il vissuto di un certo territorio. Anche il vescovo Luciano Monari, pur non parlando esplicitamente dei patroni nella sua lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola”, sottolinea che l'importanza dell’esempio dei santi con un esplicito riferimento alla loro testimonianza. “Siamo convinti – dice Monari – che Dio opera davvero dentro alla storia del mondo e che questa attività divina si manifesta in modo particolarmente chiaro nei santi cioè nelle persone che hanno vissuto coerentemente la fede trasformando la loro azione quotidiana secondo la logica del Vangelo”. I santi, infatti, sono i nostri padri nella fede, i nostri modelli, coloro a cui guardare perché capaci di incarnare nel mondo l’amore di Dio. Così Faustino e Giovita, Angela Merici e Maria Crocifissa di Rosa, Arcangelo Tadini o Giuseppe Tovini, ma anche i patroni delle 473 parrocchie della diocesi a cui ogni anno dedichiamo, magari, una festa, e che sono spesso ritratti sulla pala d’altare più bella delle nostre chiese. Sono essi i primi testimoni a cui guardare per rendere più bella la nostra vita insieme. Conoscerne la storia, ritrovarne gli esempi, rileggere il senso delle tradizioni a loro dedicate ci fa bene e ci deve spronare a fare meglio. Come, ad esempio, in occasione delle loro feste ritrovare il valore di una preghiera continua a favore della propria comunità anche civile? I patroni possono essere punto d'incontro per tutte le forze vive di una comunità. Che ci assistano sempre con la loro protezione.
La prima pagina di febbraio
di Mauro Toninelli
che riflette sulla comunità e il legame che ciascuna di essa trova con il proprio patrono. All’interno si trovano tre pagine dedicate alla fiera, alla sua storia e agli eventi legati alla manifestazione. Ma Valtrompia è anche solidarietà: a Lumezzane viene presentata l’iniziativa per l’ospitalità estiva di bambini e ragazzi rumeni. Le adozioni sono gestite dal Gfos (Gruppo famiglie per l’ospitalità e la solidarietà), che ha sede a Lumezzane San Sebastiano e dal 1991 svolge attività di accoglienza prevista per i due mesi estivi. Sono aperte
Fiera di comunità in Valle Lo speciale su San Faustino a Sarezzo, l’intervista al dottor Poli, primario del Pronto soccorso di Gardone, storie, appuntamenti e informazioni
fino a marzo le adesioni. Per le pagine dedicate all’Alta Valle si racconta la triste conclusione dell’avventura di Enrico Ghidoni, fermato dai medici perché rischiava il congelamento di due dita quando si trovava ormai in testa alla leggendaria Yukon Arctic Ultra. Inoltre la prima comunicazione di carnevale a Lodrino che si svolgerà tra sabato 5 e domenica 6 marzo con i carri allegorici. Il percorso continua con un’altra storia quella della signora Elvira Gelmini che ha svolto per 43 anni il lavoro di ostetrica. Quando per strada rincontrava le “sue mamme” queste la indicavano ai figli dicendo: “Ecco la signora che ti ha fatto nascere!”, e questo era per lei il più bel regalo di ringraziamento. Dal racconto della sua esperienza, le cose importanti di una professione che era una vocazione.
Sarezzo
Fra i richiami dei venditori e i colori della festa 400 anni di venerazione per i Santi Patroni in una festa popolare che nel tempo è andata modificandosi. È la fiera di S. Faustino a Sarezzo, lì, nel cuore della Valle dove il culto giunse nella prima metà del IX secolo grazie al Capitolo della Cattedrale e dei benedettini del monastero di San Faustino (che in valle contavano numerosi possedimenti fondiari). Un passaggio graduale, per cui al carattere religioso della festa s‘è unito quello brioso della sagra paesana, con la piazza e le vie del paese rallegrate dai richiami dei venditori, dal vociare della gente, dalle musiche e dai colori sfarzosi delle quasi cinquanta attrazioni presenti. Cinque giorni di fiera nello snodarsi di bancarelle e giostre per il centro storico, fra i profumi delle ciambelle zuccherate, la candidezza dello zucchero filato, il brillio dei croccanti, nel caldo schioccare delle castagne. Ma la festa è “Il resto è fiera”, una costellazione di appuntamenti culturali che anticipano, accompagnano e prolungano l’atmosfera di brillante svago. Due mostre a Villa Usignolo, dove dal 20 al 25 febbraio, a cura del Gruppo fotografico, sarà possibile vedere la curiosa esibizione “Nanowriters Meet Polaroiders - Scrivi una pola in 10 parole”, connubio tra il vecchio scatto delle polaroid e la grammatica della fantasia di una serie di scrittori, mentre nel medesimo spazio sarà allestita
“Sognando in polaroid” di Ernesto Mezzera; sotto il portico della Biblioteca comunale del Bailo, invece, dal 19 al 21 febbraio “Face the Fight”, serie di fotografie realizzare da Emanuele Broli, Marco Oprescu e Laura Predolini alle Paralimpiadi invernali di Vancouver 2010. Tre mostre e una serie di spettacoli fra i quali spicca quello di giovedì 3 marzo, quando al teatro S. Faustino ci sarà Angela Finocchiaro in “Mai più soli”, testo scritto da Stefano Benni sulle corde di un divertimento che fa riflettere tra favole, invettive e brevi liriche (ore 21, ingresso 15 euro); sabato 19 marzo il musical “Una notte da sogno un secolo da vivere ‘900” del gruppo Sarèarte e martedì 8 marzo omaggio alle donne con lo spettacolo “Le regine di cuori” tratto dal libro di Benedetta Craveri “Amanti e regine”. Libri che saranno protagonisti anche venerdì 11 marzo con “Oscar Romero. Ho udito il grido del mio popolo” del prof. Anselmo Palini, mercoledì 16 marzo con l’evento organizzato dall’associazione Naturalife per la presentazione de “I colori del bianco”, lavoro svolto dal fotografo professionista Marcello Libra. Infine, venerdì 3 aprile la serata con l’alpinista e regista Marco Preti, ospite in veste di romanziere per presentare “Il ghiacciaio di nessuno”. Informazioni su www. comune.sarezzo.bs.it. (a.a.)
La pagina dell’economia si concentra sull’esperienza di Rossano Cavallaro, della pasticceria Bon Bon di Lumezzane San Sebastiano, aperta in Valgobbia dal 2001. La pagina culturale si apre sulle iniziative delle Sale della Comunità e approfondisce il nuovo percorso teatrale folk di Charlie Cinelli. Nelle pagine successive parla il dottor Poli, primario del Pronto soccorso di Gardone Val Trompia, che presenta in un intervista, l’open day alle scuole dei reparti di Pronto soccorso, di Ginecologia e di Psichiatria. Le pagine dello sport, invece, presentano l’intervista a Ferrari, bomber del Lumezzane, e la presentazione della storica Marcia longa, corsa di sci di fondo. Nelle altre pagine ulteriori notizie e informazioni utili alla vita valtrumplina.
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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Monticelli Brusati Piano di sviluppo
La svolta può arrivare dal turismo Lâ&#x20AC;&#x2122;associazione â&#x20AC;&#x153;Strada del Franciacortaâ&#x20AC;? investirĂ nel 2011 circa 265mila euro. Sono oltre 200mila le presenze annue sul territorio
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di Daniele Piacentini
La â&#x20AC;&#x153;Strada del Franciacortaâ&#x20AC;? si allunga e investe con decisione nelle prospettive turistiche dellâ&#x20AC;&#x2122;Ovest bresciano. Lâ&#x20AC;&#x2122;associazione, nata nel 2000 per sviluppare il turismo enogastronomico del territorio in cui sono prodotte le famose â&#x20AC;&#x153;bollicineâ&#x20AC;?, conta oggi un ventaglio di soci in espansione. Non solamente cantine, quindi, ma anche ristoranti, alberghi, bed&breakfast, agriturismi, tour operator, societĂ di trasporto pubblico come le â&#x20AC;&#x153;Ferrovie LeNordâ&#x20AC;?, centri nautici, produttori agroalimentari e distillerie. Insomma, allâ&#x20AC;&#x2122;interno della â&#x20AC;&#x153;Stradaâ&#x20AC;? câ&#x20AC;&#x2122;è oggi lâ&#x20AC;&#x2122;intero sistema del turismo franciacortino. Il merito di questo successo, che ha portato nel solo 2010 ad un aumento di soci del 27%, e al 50% in piĂš di turisti in Franciacorta nellâ&#x20AC;&#x2122;ultimo decennio, è legato alla ďŹ losoďŹ a operativa del presidente, Gianluigi Vimercati Castellini, in carica dal 2009. Obiettivo del lavoro di questi quasi due anni: promuovere il connubio turismoenologia, innalzare e perfezionare lo standard di accoglienza e la ďŹ losoďŹ a del â&#x20AC;&#x153;fare sistemaâ&#x20AC;? perseguita ormai da lungo tempo in territori
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Al centro, Gianluigi Vimercati Castellini
come lâ&#x20AC;&#x2122;Alto Adige o la Toscana. Qui lâ&#x20AC;&#x2122;offerta turistica a tutto tondo è una delle voci piĂš rilevanti della propria economia, sganciata dalla sola offerta enologica, seppur di qualitĂ . Per questo, la â&#x20AC;&#x153;Strada del Franciacortaâ&#x20AC;? ha deciso di investire in questo 2011 circa 265mila euro che serviranno a migliorare il sistema dâ&#x20AC;&#x2122;accoglienza e creare un nuovo modello di agricoltura attraverso la partecipazione al Piano di sviluppo rurale della Regione Lombardia che ha concesso un contributo a fondo perduto pari al 90% del totale. â&#x20AC;&#x153;Oggi â&#x20AC;&#x201C; ha detto il presidente Vimercati Castellini, durante la conferenza stampa di presentazione del pacchetto di interventi tenutasi in settimana allâ&#x20AC;&#x2122;Hostaria Huva Rara di Monticelli Brusati â&#x20AC;&#x201C; il turismo in Franciacorta è arrivato a oltre 200mila presenze annue. Dobbiamo vedere questo settore come un volano per lâ&#x20AC;&#x2122;intera economia locale: per ogni 10 euro spesi per acquistare vino, il turista ne spende infatti altri 50 nel territorio stessoâ&#x20AC;?. Il Psr consentirĂ allâ&#x20AC;&#x2122;associazione di realizzare importanti interven-
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ti destinati a favorire un maggiore afďŹ&#x201A;usso turistico nei Comuni dove nascono le bollicine: segnaletica, angoli informativi, biciclette a disposizione degli ospiti, ma anche strumenti tecnologici per far conoscere con immediatezza e facilitĂ il territorio. SarĂ rinnovata la segnaletica con cartelli autostradali, cartelli maxi, frecce indicatrici, quadri turistici con impianti fotovoltaici, sistema Qr code (quello che consente di ricevere sul proprio cellulare tutte le informazioni desiderate) e cartelli cicloturistici. Si realizzeranno ex novo 10 corner informativi multimediali che saranno dislocati nei punti dâ&#x20AC;&#x2122;afďŹ&#x201A;usso turistico dei Comuni associati. In cantiere pure lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto di 50 biciclette, di cui 20 elettriche, messe a disposizione dei turisti. Prevista anche la ristampa di 90mila brochure informative in italiano, tedesco e inglese, oltre ad un importante dato simbolico: la â&#x20AC;&#x153;Strada del Franciacortaâ&#x20AC;?, infatti, non partirĂ piĂš dalla frazione Mandolossa di Gussago ma da piazza Loggia, nel cuore del centro storico di Brescia.
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Brevi
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Erbusco
Tre incontri per avvicinare le persone all’Unità d’Italia
Castegnato Sabato 19 febbraio
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Internet è libero... in piazza
Primo fra tutti i Comuni bresciani e della Lombardia, il Comune di Castegnato inaugura sabato 19 febbraio la prima “Wi-Fi zone” con lo standard 802.11n dove chiunque potrà avere libero accesso alla rete internet utilizzando la più evoluta delle tecnologie. “Urban wi-fi” la rete locale di Castegnato senza fili, è il progetto innovativo e sperimentale che l’amministrazione comunale, nell’ambito delle iniziative dell’assessorato alla Cultura, ha voluto attivare con la collaborazione di due aziende: Easy-one srl e Lais srl, per consentire la libera connessione a internet. Per presentare il progetto “Wi-Fi Castegnato” alla cittadinanza, Comune, Easy-one e Lais, con i giovani dei gruppi Big (Brothers in game) e Lug (Linux users group) di Castegnato, saranno in piazza Dante Alighieri la mattina di sabato 19 febbraio dalle 8.30 alle 12.30. Con personal computer e volantini esplicativi, verrà proposta la dimostrazione di alcune opportunità offerte dalla connettività internet Wi-Fi: lettura dei
Il Comune di Erbusco intende costruire un percorso di riflessione sul significato della ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia recependo anche l’invito delle istituzioni e del presidente della Repubblica. A tal fine si è pensato di programmare degli incontri rivolti alle diverse fasce di età: i ragazzi, i giovani, gli adulti. L’iniziativa che dà il battesimo alla commemorazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia è la programmazione di alcuni incontri storico-politici. Dopo l’avvio del 17, giovedì 24 febbraio e sabato 26 marzo sono in programma gli altri due incontri: richiamare l’attenzione dei cittadini sulle problematicità e sulle grandi questioni dibattute un secolo e mezzo fa, per poi attualizzarle e concretizzarle con l’aiuto e l’intervento di importanti esponenti politici bresciani. Gli incontri storico – politici si terranno presso il Teatro comunale, via Verdi 55, alle ore 20.30 e saranno coordinate da Luigino Manessi, segretario generale della Fondazione antica Pieve S. Bartolomeo. Il primo incontro è andato in scena giovedì 17 con “L’Italia fatta dall’alto?”. Idee e uomini che hanno fatto l’Italia, prospettive federaliste e centraliste dall’Unità ai nostri giorni. Dopo l’introduzione storica di Fabrizio Pagnoni, laureato in scienze storiche all’Università degli studi di Milano. Il secondo incontro storico-politico è previsto per giovedì 24 febbraio “Occorre fare gli italiani”. I problemi culturali e sociali degli anni dell’Unità. Interviene sempre Fabrizio Pagnoni. Sabato 26 marzo l’ultimo appuntamento con “I giovani nell’Unità d’Italia”.
Attività estrattiva in località Macogna
Il Tar dice no alla sospensione Con ordinanza n. 168/11 del Tar di Brescia in data 10 febbraio 2011 non è stata accolta la richiesta di sospensione dell’attività estrattiva concessa con autorizzazione della Provincia di Brescia alla ditta Nord Cave, in località Macogna, richiesta dai Comuni di Cazzago San Martino, Berlingo, Rovato e Travagliato. I sindaci si riservano di valutare le azioni da intraprendere nel merito, anche perché al danno rischia di sommarsi la beffa. Non solo vi è stata una autorizzazione indebita, ma la medesima è stata rilasciata ad una ditta che non procede in proprio all’escavazione, ha messo in cassa integrazione i propri dipendenti ed ha appaltato ad una ditta diversa i lavori.
Cazzago San Martino
”CortoLovere” in biblioteca quotidiani (Giornale di Brescia/ Bresciaoggi); consultazione della posta elettronica; visualizzare video, telegiornali e contenuti informativi; utilizzo di foursquare, Twitter, Facebook, Skype, e altro ancora. “Grazie a Easy-one e Lais – commentano il sindaco Giuseppe Orizio e l’assessore alla Cultura Eugenia Grechi – siamo in grado di proporre gratuitamente questa novità ai castegnatesi, ai giovani in particolare. È un modo per favorire luoghi di socializzazione, per comunicare ed anche per far conoscere le attività dell’Amministrazione. La sperimentazione parte da piazza Dante, ma il sistema predisposto consente l’estendimento anche ad altri luoghi del paese che potranno presto essere a loro volta ”connessi liberamente”, diventando altri “luoghi di socializzazione”. Ad ogni persona che si fermerà ad ascoltare la presentazione, verrà consegnato un buono per una consumazione gratuita presso i bar di piazza Dante Alighieri che aderiscono all’iniziativa.
I film arrivano in biblioteca con i cortometraggi di “CortoLovere”. Le proiezioni avranno luogo nei locali della biblioteca comunale, Teatro Rizzini in via Duomo 2, di Cazzago San Martino nei giorni di martedì 22 febbraio e martedì 1° marzo 2011 a partire dalle 20.30. L’ingresso è libero e gratuito. Saranno proiettati i cortometraggi del noto festival internazionale del cortometraggio “cortoLovere”. L’iniziativa è volta alla sempre maggior diffusione delle importanti opere del festival anche in “terra bresciana” ed è realizzata grazie alla collaborazione tra assessorato alla Cultura e Biblioteca comunale di Cazzago San Martino e la Fondazione Domenico Oprandi, organizzatrice del Festival stesso. Nel primo appuntamento di martedì 22 febbraio verranno proiettati i cortometraggi vincenti delle precedenti edizioni, mentre nella seconda serata di martedì 1° marzo i cortometraggi selezionati, tra i numerosi che ne hanno fatto richiesta, per la scorsa edizione 2010. A seguire verranno proiettate due opere di Bruno Bozzetto. Le due serate sono organizzate dal Comune di Cazzago in collaborazione con la Biblioteca comunale “Don Lorenzo Milani”.
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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Desenzano Novità
Una strada per conoscere il Lago L’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale ha lanciato il “Progetto Garda” per il monitoraggio ambientale del bacino lacustre
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Il Lago di Garda, per dimensioni, collocazione geografica e capacità idrica, riveste un ruolo fondamentale per le problematiche economiche, sociali ed ambientali di tre province e di tre regioni. Riconoscendo una carenza di conoscenze soprattutto in merito alle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche delle sue acque e l’assenza di un sistema di monitoraggio continuo che consenta sia lo studio delle dinamiche ambientali sia l’individuazione dell’insorgenza di eventi estremi,
di Vittorio Bertoni
l’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale con sede a Trieste lancia il “Progetto Garda” per il monitoraggio ambientale integrato del bacino lacustre. Nel corso della presentazione avvenuta a Desenzano Iginio Marson, presidente dell’Istituto triestino ha spiegato come l’Ogs sia attivamente impegnato nello studio delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche delle grandi masse oceaniche allo scopo di contribuire allo sviluppo delle ricerche sulle variazio-
ni climatiche e sulle loro implicazioni ambientali, sociali ed economiche. Le capacità di intervento dell’Ente spaziano anche in campo sismologico e nei settori del telerilevamento e della biologia marina; elabora progetti di ricerca di monitoraggio ambientale. Nelle intenzioni dell’Ogs, il “Progetto Garda” dovrebbe svolgersi in due fasi: nella prima, della durata di un anno, sarà svolto uno studio sperimentale e modellistico della circolazione e delle caratteristiche termiche in varie stagioni e in funzione dei venti tipici. Nella seconda fase verrà avviato un monitoraggio a lungo termine, definito e ottimizzato sulla base dei risultati preliminari. In particolare, potrà essere avviato il monitoraggio pluriennale con le boe oceanografiche sviluppate
dall’Istituto. Tutti i dati rilevati saranno trasmessi ad una stazione ricevente a terra, consentendo in questo modo la realizzazione di un sistema di monitoraggio continuo delle caratteristiche ambientali delle acque del lago, allo scopo di verificarne lo stato di salute. Integrando i dati fisici, chimici e biologici relativi alla massa d’acqua con quelli ottenuti con il telerilevamento e la sismologia sarà possibile, quale obiettivo finale, elaborare un modello scientifico esportabile ed applicabile anche ad altri laghi. Il “Progetto Garda” costa circa 2,5 milioni di euro in attrezzature, gestione e manutenzione. Due le strade scelte per ottenere finanziamenti: il fondo di ricerca nazionale e quello europeo, ai quali il progetto è stato presentato.
Brevi
Manerba Il porto di Desenzano
Gavardo
“Lago di Garda tutto l’anno”
Parto senza dolore
Approda sul Garda una nuova proposta volta a promuovere in modo unitario il più grande lago italiano forte di 20 milioni di presenze. L’iniziativa “Lago di Garda tutto l’anno” è stata presentata ai rappresentanti dei municipi gardesani riunitisi a Manerba dal suo promotore, l’on. Aldo Brancher. L’idea è quella di promuovere e di realizzare singole importanti manifestazioni chiedendo alle amministrazioni lacustri di collaborare mettendo a disposizione gratuita spazi pubblicitari, suolo pubblico, utenze, impianti di amplificazione, autorizzazioni pedane, transenne, amplificazioni, insomma un apparato logistico di supporto. Per tentare di dare un segnale positivo al comparto turistico si rispolvera dunque il vecchio adagio “l’unione fa la forza” che ben si attaglia a questi tempi dove tagli e crisi sembrano condizionare ogni iniziativa. La prima verifica di “Lago di Garda tutto l’anno” è attesa già in primavera con la proposta di un evento enogastronomico che coinvolga cantine e oleifici. (v.b.)
Anche l’Ospedale di Gavardo offre la possibilità di partorire senza dolore. “Questo importante servizio, completamente gratuito – dichiara Fabio Russo, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano – è già attivo a Desenzano e a Manerbio ed è quindi importante poterlo offrire anche a Gavardo dove vengono effettuati circa 700 parti all’anno e dove è attivo un reparto di Pediatria e Patologia neonatale che offre prestazioni di altissimo livello”. Il parto indolore viene effettuato tramite analgesia epidurale o peridurale praticata dall’anestesista-rianimatore. Resta attiva la possibilità di usufruire del parto in acqua come analgesia naturale, che rappresenta un’eccellenza offerta dalla struttura gavardese.
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it
Giuseppe Barzaghi
I
di Giovanni Formichella
Il tema del male è una questione cruciale dell’esistenza umana, in quanto tocca la vita di tutti noi. Esso ci fa pensare alle zone d’ombra del nostro essere, ai momenti negativi della storia, ai fatti tragici che colpiscono, indistintamente, persone di tutte le condizioni. Il titolo della conferenza di Giuseppe Barzaghi, “L’obiezione del male”, riguarda proprio la difficoltà di capire l’origine, la causa del negativo nella nostra vita. Secondo il sacerdote domenicano, il problema del male è più soggettivo che oggettivo: esso è sempre trasfigurato dal soggetto, cade sempre dentro uno “sguardo”. In un certo senso, noi non vediamo mai il male assoluto, ma sempre qualcosa che ci colpisce, ci fa star male, nella nostra soggettività. Perciò il negativo si inserisce sempre in una prospettiva particolare, si lega a una situazione complessa, che è un intreccio di bene e male: noi dobbiamo avere la capacità di cogliere tale rapporto, di vedere quindi il positivo nel negativo e il negativo nel positivo. Alla base ci deve essere sempre un’intuizione spirituale: la filosofia non è mai slegata da un’ispirazione. Bisogna imparare a lasciarsi “incantare” da ciò che vediamo, a cogliere
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Poliambulanza Incontri di riflessione
Affrontare la sofferenza trascendendo l’immediato Con una partecipata conferenza tenuta da Giuseppe Barzaghi, sacerdote domenicano, dottore in Filosofia e Teologia, è stato inaugurato nell’aula magna della Poliambulanza, il ciclo “Lo sguardo della sofferenza”. L’iniziativa è stata organizzata dalla Cappellania Ospedale Poliambulanza di Brescia e dal Centro culturale “La verità della realtà” di Manerbio
l’essenziale: tutto nasce dal nostro “sguardo” sul reale, che ci permette una “fuga” verso un’altra dimensione in cui possiamo trovare la spiegazione vera alle questioni poste. Il relatore afferma che questo trascinamento verso un’altra sfera è la fede. Spesso è proprio la sofferenza che ci spinge a oltrepassare i limiti della nostra esperienza immediata, a trovare delle risposte fuori dalla logica terrena. Il pensiero filosofico dà, sì, delle soluzioni, ma esse non sono sufficienti, perché sono astratte, non calate nella concretezza dell’esistenza, ricca di luci e ombre, di positività e negatività. A questo proposito, l’episodio del ricco Epulone (cap. XVI di Luca), secondo Barzaghi, è significativo: il povero Lazzaro muore ed è portato dagli angeli nel seno di Abramo; il ricco muore ed è sepolto. Ci sono due dimensioni: quella terrena fine a se stessa, che si esaurisce nella sepoltura, e quella ultraterrena, che implica una salvezza, che si apre a un “oltre”, rappresentato dagli angeli. Il relatore cita anche l’episodio dell’orto degli ulivi, sempre dal Vangelo di Luca, in cui appare un angelo che conforta Gesù, il quale entra nell’“agone”, nel suo combattimento, da agonista (il sopportatore è come
un atleta), pronto ad affrontare la sfida della sofferenza, in una visione che trascende l’immediato. Ci sono, però, anche obiezioni fastidiose, che sono sempre di fronte a noi, in particolare nei casi più drammatici: malattie, lutti, ingiustizie. In queste circostanze, bisogna diventare, per Barzaghi, una “compagnia lieta”: la fede ci trasfigura, così da farci diventare una “compagnia lieta”, che vale più di ragionamenti e contro-obiezioni. Di fronte alla compagnia lieta il male non può fare nulla. Si crea un “habitus”, per cui si affronta la vita in modo positivo. Infatti, con lo sguardo della fede , possiamo rispecchiare tutto (speculum, specchio), in un eterno presente, che anticipa, qui e ora, l’eternità. La riflessione di Giuseppe Barzaghi ci offre l’occasione di affrontare la questione del male, in modo profondo, forte. Essa ci fa capire che il pensiero non può essere scisso dalla spiritualità e che abbiamo bisogno di uno “sguardo”, che sappia leggere dentro le cose. Questo messaggio è prezioso, in un’epoca che vuole ridurre tutto alla sfera dello sperimentabile, del visibile, dell’utilizzabile, cancellando il significato intimo di ciò che esiste.
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Cultura e comunicazione Incontri
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Il cardinale Paolo Romeo è nato nella città di Acireale il 20 febbraio 1938. Il 17 dicembre 1983 è stato nominato arcivescovo di Vulturia e nunzio apostolico in Haiti, ricevendo l’ordinazione episcopale dalle mani di Giovanni Paolo II, il 6 gennaio 1984. In questa isola dei Caraibi ha svolto il suo ministero in un momento difficile e complesso della storia di quella nazione, contrassegnata dalla caduta del regime Duvalier e da vari colpi di stato, nel faticoso cammino verso una sempre anelata democrazia. Nell’aprile 1990 diventa nunzio in Colombia, incarico che ha ricoperto fino al 5 febbraio 1999, quando è stato nominato nunzio apostolico in Canada. Il 17 aprile 2001 torna a Roma come nunzio apostolico in Italia e nella Repubblica di San Marino. Il 10 febbraio del 2007 fa il suo ingresso nell’arcidiocesi di Palermo. Creato cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, nei giorni scorsi ha partecipato nel Bresciano a una celebrazione in memoria, a sei anni dalla morte, di mons. Gennaro Franceschetti
CARD. PAOLO ROMEO Benvenuti al Sud
B
“Benvenuti al Sud”, il titolo scelto per questa intervista al card. Paolo Romeo, può sembrare irriverente ma sintetizza bene un lungo colloquio nel quale l’arcivescovo di Palermo affronta la situazione del Meridione, partendo anche dall’analisi del documento della Cei (pubblicato il 21 febbraio 2010) “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e Mezzogiorno”. In un periodo storico come quello attuale trovano una straordinaria applicazione le parole dei Vescovi che chiedono all’Italia uno sforzo; in particolare esortano le comunità ecclesiali del Sud “a una volontà autonoma di riscatto”. Il card. Romeo ripercorre le ragioni storiche e strutturali di un declino che è anche acuito dalla crisi economica in un corto circuito che crea disoccupazione e avvicina all’illegalità. C’è sconcerto di fronte ai rappresentanti politici,
di Luciano Zanardini
per la maggior parte battezzati, che perdono la bussola del bene comune per favorire gruppi o interessi di parte. Di fronte a ciò in molti si aspettano sempre una parola chiara da parte della gerarchia ecclesiastica, ma forse dimenticano, parafrasando il primate siciliano, che la Chiesa siamo noi. La fotografia della realtà meridionale non è certo rosea, anche perché, come sottolinea l’arcivescovo di Palermo, stiamo assistendo a un’emigrazione forzata di professori, medici e anche dirigenti che tentano la carta dei concorsi per sfuggire all’apatia della terra in cui vivono. Nel pieno dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Romeo ribadisce – allontanando le ispirazioni secessioniste – quanto il Sud ha contribuito in questi anni alla crescita del Paese: adesso non può essere lasciato da solo. Non bi-
sogna, però, alzare bandiera bianca, ma serve il coraggio di guardare avanti. Quel coraggio che il card. Romeo ha conosciuto e potuto apprezzare, soprattutto durante la carriera diplomatica, in Giovanni Paolo II, del quale ci racconta alcuni aneddoti interessanti. Lei, eminenza, ha ricevuto l’ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II. In vista della beatificazione del Papa polacco, può raccontarci qualcosa di questa figura significativa nel suo percorso ministeriale? Il mio legame con il servo di Dio Giovanni Paolo II è molto profondo e affonda le sue radici anche nella dimensione sacramentale; è stato lui a ordinarmi ed è stato lui a darmi a questa missione: essere suo rappresentante in momenti delicati ad Haiti, in Colombia e in Canada e poi, quando ero ancora abbastanza giovane, ha voluto che rientrassi come nunzio in Italia. Tutte le volte che penso alla fiducia che il Papa ha riposto nella mia persona, mi sento piccolo e fragile e certamente nel mio ministero ho cercato di perce-
pire a fondo i desideri del Santo Padre, ispirandomi anche alla sua dedizione per la Chiesa. Una circostanza particolare mi ha legato molto a lui e mi ha permesso di conoscerlo da vicino. Quando è stato chiamato ad essere successore di Pietro, io ero incaricato di seguire la preparazione della conferenza di Puebla. Il Santo Padre, dopo aver deciso che sarebbe andato a Puebla, fece una full immersion nei problemi dell’America Latina e quando visitò i nostri Uffici, vedendo le carte di Puebla sul tavolo, disse ai suoi collaboratori: “Adesso vedo finalmente chi non mi fa dormire tranquillo la notte”. Tutto ciò mi ha legato profondamente alla sua persona e, per essere suo rappresentante, ho cercato di capire quale era il suo amore per la Chiesa. Così ho potuto scoprire l’ansia di questo pastore che ci ha convocato mille volte all’evangelizzazione, dicendo che ci vuole un nuovo ardore e non dobbiamo avere paura di cercare nuovi metodi. Di fronte a una società che cambia, dobbiamo riconoscere nuove espressioni perché il mondo possa capire che siamo portatori di
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un messaggio, che siamo fratelli. Su questi filoni mi sono affinato alla sua spiritualità, una spiritualità intensa di preghiera, una dedizione assoluta al servizio della Chiesa. Con l’accumulare degli anni ha fatto vedere la freschezza che ha interpellato tanti giovani. Anche nella decadenza fisica (pur con momenti di grande sofferenza) non ha mai fatto un passo indietro. È esemplare da questo punto di vista la testimonianza di una ragazza che tornava dalla Giornata mondiale della gioventù di Parigi: “Abbiamo visto il Papa, quel giorno molto febbricitante, molto stanco. Noi per un piccolo mal di testa reale o inventato non andiamo in chiesa o alla catechesi. E lui è venuto, vecchio, stanco e malato”. Abbiamo avuto un fremito quando a Toronto ha detto “Il Signore vi aspetta a Colonia”, quasi presagendo che non ci sarebbe stato. Questa dedizione alla Chiesa e questo coraggio di andare avanti e di centrare tutta la missione su Cristo è fonte di ispirazione del mio ministero. Lo scorso anno la Conferenza episcopale ha promosso il documento “Per un Paese solidale. Chiesa italiana e mezzogiorno”. Quale ruolo sta esercitando o potrebbe esercitare la Chiesa nel Meridione? Come sempre tutti guardano anche alla Chiesa come a un fattore importante nella vita sociale. È vero che a volte l’attenzione – e questa è una problematica grave – è alla Chiesa gerarchica, alla Chiesa che parla.
Questo ci deresponsabilizza perché la Chiesa siamo noi battezzati. Ci si attende che un uomo battezzato, che si è reso disponibile al servizio del bene comune, sia testimone dei valori del Vangelo, sia testimone della Dottrina sociale. La Chiesa a cui si guarda è quella da cui ci si attende un’indicazione, a volte una denunzia, a volte una correzione di quello che è già stato fatto in buona parte da cattolici. Questo è il disagio più grande che viviamo. Noi possiamo criticare la mancanza di solidarietà o la difficoltà a entrare nelle tematiche di sussidiarietà oppure la stessa difficoltà nella caduta dei valori, nella trasformazione del concetto di famiglia. Però chi ha fatto le leggi? Le ha fatte un corpo che nella maggior parte dei suoi componenti è formato da battezzati. Allora come mai non si riesce a sentire la responsabilità che è propria di ogni battezzato perché quei valori in cui crede possano essere fermento della società? Il fermento della società non è soltanto l’insegnamento o la direttiva dell’episcopato. Il fermento per poter agire è quando il lievito tocca la massa cioè attraverso la presenza dei laici. Lì c’è un grande vuoto. La gente è sconcertata quando nell’esercizio e nella promozione del bene comune si vede il prevalere degli interessi e dei gruppi, ma non si vede un servizio. Si pensi alla struttura urbanistica… Via via che la creazione si realizzava, il Signore diceva che era bella. Sono belle le nostre città? Permettono alle persone uno
sviluppo integrale o le stiamo chiudendo in piccoli appartamenti senza strutture dove non si può esprimere quella socialità dell’uomo che è relazione con l’altro? In questo momento anche per la crisi dei nostri amministratori ci si attende molto dalla Chiesa. La Chiesa continua a cercare di servire l’uomo e di mantenere l’attenzione sempre allertata al bene delle persone. Il bene comune non è una teoria, non è un’ideologia. Il bene comune è se tutti possono sviluppare integralmente la loro dignità umana. Le strutture devono tendere a perché l’uomo possa vivere nel pieno rispetto della dignità umana. Se noi pensiamo all’ozio come padre dei vizi, dovremmo farci un piccolo esame di coscienza; vediamo crescere i vizi, vendendo crescere l’ozio: non è che c’è una relazione fra le due cose? La disoccupazione ha effetti devastanti perché non permette una programmazione della famiglia, la tranquillità e la crescita armoniosa ed espone la persona a cadere nei vizi: il lavoro nero, la droga, il guadagno facile… Tutto questo sta alienando l’uomo. Di fronte a una caduta della qualità della coscienza degli uomini, la Chiesa, che deve formare le coscienze, è interpellata per la sua missione stessa. C’è un io assoluto che si oppone a Dio: io sono padrone del mio corpo, del mio denaro, del mio tempo e delle mie passioni. Siamo alla deriva. La coscienza dei singoli uomini interpella la Chiesa. La criminalità organizzata non dà tregua. La vera risorsa può essere l’educazione alla legalità? L’illegalità che vediamo in maniera appariscente nel Sud non è superiore a quella delle altre regioni. La droga che gira in regioni del centronord è sicuramente superiore; un altro settore di legalità è lo sfruttamento della prostituzione. Al Sud abbiamo, per ragioni storiche e geografiche, poca imprenditoria. E abbiamo un’amministrazione che non amministra. Mentre al Nord c’è una grossa fetta di illegalità, c’è anche un’imprenditoria molto più attiva e un’amministrazione che – pur con le sue lentezze – cammina. Nel Sud mancano questi aspetti rassicuranti e si crea maggiore preoccupazione. Le strutture dovrebbero essere a carattere nazionale, ma ci sono tratte della Roma-Palermo che sono ancora a un solo binario. Sono molto orgoglioso che si possano fare la Tav o la Freccia Rossa, ma perché questo tipo di treni per peso e velocità non possono scendere sotto Salerno? Eppure siamo su una struttura di servizio nazionale e potrei moltiplicare gli esempi. Tutto questo appesantisce: è una ruota che gira sempre meno e nel momento della crisi crea situazioni di maggiore sofferenza. Chi non si rassegna ha ripreso la via dell’emigrazione: non più il con-
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tadino, l’operaio o l’analfabeta, ma i professori, i medici, gli infermieri che tentano la strada dei concorsi in tutta Italia perché al Sud non hanno possibilità. Scremando coloro che si vogliono impegnare per un avvenire migliore delle nuove generazioni, rimangono quei casi più pesanti in un contesto che è già fragile. Come Arcivescovo di Palermo qual è il suo punto di vista sulla situazione economica del Meridione? Nel Documento si invocava anche un federalismo solidale come possibile ricetta per uscire dalla fase di stallo. Evidentemente non siamo in presenza di una realtà omogenea, ma da dove si può ripartire per un maggiore sviluppo? Noi abbiamo una storia e a questa storia abbiamo contribuito tutti, anche il Sud. Questi ritardi strutturali, oltre alle problematiche geografiche, penalizzano gravemente le regioni meridionali. Si può allora dire: fino a qui abbiamo camminato insieme e adesso ognuno deve andare avanti con le proprie gambe? Bisogna trovare un sistema solidale che perlomeno aiuti a superare questo gap che si è creato storicamente e permettere a queste fasce della popolazione di poter pensare all’avvenire migliore. Posso fare alcuni esempi. Per mantenere la Fiat abbiamo scelto di camminare su gomma invece che su rotaia; la Fiat non produceva ancora macchine diesel e allora sono state messe delle tasse sulle macchine diesel per evitare l’importazione. Siamo in un momento di trasformazione profonda dove irrompe un’economia che non ha più correttivi sociali, un’economia senz’anima. I Vescovi chiedono un federalismo solidale ovvero mettiamo un’anima a queste trasformazioni che devono salvaguardare il passato e devono aiutare a guardare il futuro. Alla fine il documento si conclude con un invito alla speranza, partendo anche dai tanti testimoni, si pensi a don Pino Puglisi, della storia del Sud Italia. C’è spazio per la speranza? Penso di sì. La speranza è la speranza del Cristo risorto che apre gli orizzonti del mondo. Ai piedi della croce era rimasto solo. Noi crediamo che il peccato è stato riparato dalla morte di Cristo. È lui il modello. Se noi facciamo come lui ci ha insegnato, ci sarà la civiltà dell’amore. C’è la macrostoria e la microstoria. Possiamo perdere le battaglie nella microstoria, perché ognuno di noi deve capire che deve fare un processo di sequela di Cristo. La nostra certezza è che, seguendo Cristo, nascono la fratellanza, la solidarietà, l’armonia tra i popoli. Non tanto perché i fedeli devono obbedire a dei Vescovi, ma perché ci deve essere una fraternità che abbraccia il mondo intero.
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Cultura e comunicazione Famiglia
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Nella categoria degli psicologi, come in ogni campo, c’è chi lavora bene e chi lavora male. Gli psicologi non sono nemmeno i detentori di verità assolute e inconfutabili. E possono sbagliare, come qualsiasi altro professionista. Ma è giusto riconoscere loro una dignità professionale frutto di una preparazione specifica nel campo della psiche umana. Vanno messi alla prova, senza sminuirli per partito preso
Psicologia Non è per tutti
U
Non basta il buonsenso per diventare specialisti
Una madre mi racconta che suo figlio (un ragazzo con problemi relazionali e di alcol), dopo essere andato una sola volta da una psicologa, poi le ha riferito: “Mamma, è inutile che io vada dalla psicologa, perché quello che ho raccontato a lei, lo racconto anche a te”. La madre ha avvalorato l’opinione e la scelta del figlio e l’ha sostenuta, continuando a essere la sua ‘consulente’ privilegiata. La signora mi racconta questo con molto orgoglio, sorridendo quasi per scusarsi di essere d’accordo col figlio, fiera di “fargli da psicologa”, di equivalersi a una psicologa. Il gruppo religioso di riferimento di un mio paziente lo fomenta affinché entri in una comunità terapeutica perché ritenuta più adatta a risol-
di Rossella De Peri psicologa
vere i suoi problemi, interferendo indirettamente però in tal modo, e pesantemente, sul percorso terapeutico in essere. Se infatti persone di riferimento, in cui si ha fiducia, esprimono un’opinione contraria a una scelta, non possono che influenzare la motivazione e conseguentemente l’investimento emotivo su quella scelta. Era come se il mio paziente fosse lì in seduta, ma con la testa già proiettata in comunità. In un colloquio chiarificatore con un rappresentante del gruppo, in cui vengono esplicitati i motivi tecnici dell’interferenza del gruppo sul percorso terapeutico del loro membro, mi viene risposto: “Lei è una psicologa, ma io, come padre di famiglia, posso avere altrettanta voce in ca-
pitolo sulla questione!”. Quante volte in una situazione conviviale o al bar mi sento dire: “Sono anch’io un po’ psicologo”! Ma cosa ci sta dietro questa affermazione (più comune di quel che si creda)? Forse l’idea che basti un po’ di intuito, di buon senso per essere psicologi? Che basti una certa capacità di capire il carattere di una persona o di dare buoni consigli per essere psicologi? Forse che la psicologia sia una scienza ‘non scientifica’? Non credo sia giusto che una madre sia la confidente del figlio (e purtroppo spesso succede anche viceversa: la madre mette sulle spalle del figlio i suoi problemi personali e coniugali, non tenendo presente che il coniuge è anche il padre di suo figlio e come tale ne va salvaguardata l’immagine). Una madre è troppo coinvolta nei problemi del figlio per poterne avere una visione che lo aiuti. La madre inoltre è spesso parte in causa dei problemi del figlio. E soprattutto ha
le competenze di una madre non di uno specialista della psiche umana. La stessa cosa vale per chi, essendo ‘padre di famiglia’, ritiene di avere la competenza per sapere quale progetto terapeutico sia più utile a un paziente: psicoterapia individuale o comunità terapeutica. Non è che l’aver avuto una buona esperienza indiretta di una comunità terapeutica automaticamente renda questa utile per qualsiasi tipo di problema e individuo. Con questo non intendo difendere a spada tratta la categoria degli psicologi: come in ogni campo c’è chi lavora bene e chi lavora male. Gli psicologi non sono nemmeno i detentori di verità assolute e inconfutabili. E possono sbagliare, come qualsiasi altro professionista. Ma è giusto riconoscere loro una dignità professionale frutto di una preparazione specifica nel campo della psiche umana. Per cui mettiamoli alla prova: non sminuiamoli per partito preso.
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Coordinamento associazioni femminili
Le donne e la Chiesa bresciana, tra passato, presente e futuro a cura di Clementina Zeloni Intenso, ricco di contenuti, di analisi, di riflessioni, di progetti il convegno “Le donne e la Chiesa bresciana” di sabato 29 gennaio nell’Aula Magna dell’Università cattolica, seguito da un pubblico numeroso e interessato. L’iniziativa, firmata dal Coordinamento delle associazioni femminili della diocesi, in occasione delle celebrazioni di S. Angela Merici, è stata introdotta nella prima parte da Sara Squassina che lo rappresenta, mentre le interviste della tavola rotonda sono state coordinate dalla giornalista Anna Maria Della Moretta Una significativa carrellata, è iniziata con la relazione del prof. Giampietro Belotti, storico riconosciuto della Santa, patrona secondaria della nostra città. Il docente è partito dalla figura di Sant’Angela, inquadrandola nel contesto nel quale visse, cioè tra il ‘400 e la prima parte del ‘500, nel pieno svolgersi della civiltà rinascimentale. “La Santa bresciana – ha illustrato il relatore – si colloca a sintesi fra gli aspetti più significativi dell’umanesimo cristiano bresciano, caratterizzato da una profon-
da pietà e da una forte spiritualità femminile”. Tutta la vita, le scelte operate da Angela, dotata di una loquela sapienziale, coinvolgente trascinatrice, dopo esperienze coraggiose e l’assunzione di un ruolo attivo nella vita cittadina alla ricerca di una riappacificazione tra le fazioni in lotta, si indirizza alla fondazione della Compagnia di S. Orsola avvenuta il 25 novembre 1535, nella quale traduce la sua esperienza e le sue idee spirituali in uno specifico modello di vita religiosa. “Ciò che colpisce di più nella regola di Angela – ha sottolineato il prof. Belotti – è l’assenza della categoria del potere”. Infatti, il modello di vita religiosa proposto riconosceva indipendenza sia spirituale sia sociale, alle donne che rivestivano anche ruoli sociali nella comunità. Un esempio, dunque, di promozione femminile ante litteram, permeata da quella pedagogia dell’amore che ribalta i ruoli educativi, per cui è l’amore e non il giudizio, il motore delle trasformazioni. La prof.ssa Elisabetta Selmi ha invece sviluppato il tema “La spiritualità femminile tra misticismo e devozione caritativa”, illustrando due figure esemplari, più vicine alla modernità, la mistica Maria Maddalena Martinengo (Seicento) che nell’imitazione
di Cristo riscopre la via alla carità, aprendo e tracciando il sentiero a Elisabetta Girelli (Ottocento) e al suo impegno sociale. Quest’ultima particolarmente cara alla Compagnia, che proprio grazie alla sua donazione ha a tutt’oggi sede nel bel palazzo di via Martinengo da Barco. Venendo, invece ai nostri giorni – se così si può definire il trentennio che parte dal 1980 – è toccato a Tina Leonzi, già coordinatrice del gruppo “Progetto donna” e direttrice dell’omonima rivista, ricordare ai presenti l’unica esperienza di femminismo cristiano, che proprio nella Chiesa bresciana trovò spazio, ospitalità, modalità espressive e comunicative anche attraverso importanti convegni al Centro Paolo VI. “Progetto Donna: una doverosa memoria” con figure, che pur lontane dal misticismo si sono impegnate nel campo del messaggio cristiano in tempi di femminismo irruente e laicista: Gianna Campanini, Vilma Preti, Elisabetta Fiorentini, con la relatrice, trovò casa nella sede della rivista “Madre” che si è fatta carico della iniziativa editoriale e del sostegno di convegni, consentendo alle studiose cattoliche di entrare nel dibattito in corso sulla questione femminile portando i valori della visione cristiana sulla donna e sulla famiglia. Lice Vivetti, invece, ha richiamato l’esperienza tutt’ora in essere (con il premio “Città di Brescia Laura Bianchini”) del gruppo “Promozione donna”, frutto della lettera pastorale di mons. Luigi Morstabilini, vescovo della diocesi e primo presule a indirizzare una lettera alle donne in un tempo di disorientamento e di diffuso disagio femminile. La tavola rotonda del pomeriggio aveva per tema: “Esiste oggi un pensiero cattolico femminile?”. Per Giulia Paola Di Nicola, codirettrice della rivista personalista “Prospettiva persona”, il pensiero femminile cattolico esiste, ma incontra difficoltà di percorso a causa dell’incombente presenza della politica, della scarsa propensione delle donne a lavorare in rete e per il peso della quotidianità tutto ancora sulle loro spalle. Anche per la teologa Valeria Boldini esiste, ma deve trovare più spazio, più accoglienza anche nella Chiesa, perché le donne sono la parte più consistente del “popolo di Dio”: rappresentano l’80% delle persone che si dedicano all’insegnamento del catechismo, ma sono solo il 10% delle presenze nelle facoltà teologiche. Per Anna Chiara Valle, direttrice di “Madre”, le donne “da sempre al centro della vita”, debbono cogliere oggi soprattutto la sfida educativa che le interpella, insieme agli uomini, nella costruzione di una civiltà dell’amore. Dunque un pensiero cattolico femminile esiste, deve potersi fare spazio e disporre di modalità e di strumenti comunicativi. Sara Squassina ha proposto, a conclusione, un ciclo di iniziative a carattere culturale con la presenza di personalità femminili carismatiche in campo sociale ed ecclesiale, in grado di testimoniare che un ruolo delle donne è oggi più che mai necessario nella società e nella Chiesa.
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Assistenza Un progetto interassociativo
L’amministratore di sostegno per persone fragili
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Nella nostra società le persone con fragilità, per diversi fattori e cause, sono in continuo aumento, si tratta di soggetti che fanno fatica a portare avanti il proprio progetto di vita e necessitano di un aiuto per le incombenze quotidiane. Un sostegno al quale la persona fragile ha diritto come è stabilito dalla Costituzione e dalla legge 6/2004 che ha introdotto la figura dell’amministratore di sostegno. Attraverso questo istituto di facile accesso per le famiglie, è oggi possibile assicurare a tutti, anche ai più fragili, “reali diritti di cittadinanza” perché consente a ogni cittadino giuridicamente rappresentato di essere partecipe e protagonista, di avere pari dignità e pari opportunità. Una sorta di ‘angelo custode’, ‘fratello maggiore’ , assistente, un po’ tuttofare che sta vicino alla persona e la aiuta in quelle scelte e compiti che non è in grado di compiere, ma che sono determinanti per il suo benessere. Di solito l’amministratore di sostegno è un parente o un amico, ma può anche essere un volontario o un’associazione, che si prende a cuore la persona fragile, con la buona diligenza del padre di famiglia. Per far conoscere e sostenere la diffusione di questa figura giuridica è stato attivato a livello regionale il ‘progetto amministratore di sostegno’ promosso dalla Fondazione Cariplo, dal coordinamento dei Csv e dal comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato in Lombardia, in partnership con Ledha, “Oltre noi... la vita” e Regione Lombardia. Il programma consiste in un’azione di sviluppo delle competenze del tessuto sociale che, combinata con un intervento di animazione e formazione territoriale di stimolo e accompagnamento, consentirà di individuare, sostenere e impegnare sul tema della protezione giuridica le organizzazioni
di Anna Tomasoni
del terzo settore, ponendole in grado di interagire con le famiglie e le istituzioni territoriali quali Asl, Comuni e loro aggregazioni, in un’ottica di sussidiarietà. Il piano Ads prevede quindi azioni dedicate in ogni provincia lombarda orientate alla progettazione, realizzazione e accompagnamento dei piani di intervento territoriali individualizzati. La pianificazione si sta sviluppando nei 15 ambiti Asl della Lombardia e ha coinvolto, per il momento 185 associazioni. Nella nostra provincia il progetto ha preso le mosse a ottobre 2010, la conclusione è prevista per giugno 2012. Ben tredici le organizzazioni di volontariato aderenti: Auser, Ama, Anteas, Anffas Desenzano, il ‘Chiaro del bosco’ di Salò, Autismando, Futura Bassa Bresciana, associazione Insieme, Upia, Casello 11, La Manica, l’ente capofila è l’Anffas Brescia. L’iniziativa è stata presentata, nei giorni scorsi, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede del Centro servizi per il volontariato di Brescia. Nell’incontro sono stati spiegati gli obiettivi del progetto e i primi tre risultati raggiunti: il sito internet dedicato, una cartolina ad hoc e un opuscolo informativo per la cittadinanza (scaricabile da internet) che racconta, con parole semplici che cos’è l’amministratore di sostegno e risponde ad alcune domande frequenti, con i riferimenti della rete e delle istituzioni. Nei prossimi mesi sono previsti incontri informativi e percorsi formativi mirati. La finalità è quella di costruire una rete stabile in grado di promuovere un sistema di servizi per la protezione giuridica condivisa con le istituzioni locali. Per maggiori informazioni sul progetto è possibile consultare il sito www.brescia.progettoads.net oppure contattare Anffas Brescia tel. 0302319071.
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Cultura e comunicazione Eventi
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PalaBrescia Data unica 19 febbraio
Con L’équipe de l’Arsenal arriva “L’arca” Musica, artisti circensi e rappresentazioni multimediali per uno sguardo e un messaggio complessivamente ottimista sulla natura
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di Mario Leombruno
Nel 2010, Anno mondiale della biodiversità, l’Arsenal ha creato uno show che unendo i molteplici linguaggi artistici affinati in tanti anni di lavoro creativo potesse celebrare la natura e i pericoli che la minacciano quotidianamente. Da questo sforzo è nato “L’Arca”, spettacolo che il 19 febbraio fa tappa al PalaBrescia di via Ziziola. Abbiamo intervistato il direttore artistico della compagnia, Ettore Reggi. Come è nata la collaborazione con il Canada? Siamo di origine italiana, milanesi, e dopo esserci diplomati in strumento al Conservatorio meneghino, un po’ per spirito di avventura abbiamo lasciato l’Italia e assolutamente per caso siamo arrivati a Montreal, in Quebec, il Canada francofono. Da allora sono trascorsi 35 anni, innumerevoli esperienze, grandi soddisfazioni. Oggi ci cimentiamo con questo spettacolo che propone un messaggio preciso nei confronti dell’ambiente e che portiamo in Italia in “prima” europea. E il circo come è entrato nelle prospettive artistiche di due musicisti, lei e Lorena Corradi, la codirettrice? Siamo stati sempre molto aperti alle
Una scena dello spettacolo “L’arca”
altre discipline artistiche e il Canada è sicuramente la capitale mondiale del Cirque nouveau. La collaborazione non poteva che nascere. Lo spettacolo è uno sguardo attento sulla natura e su ciò che la minaccia. C’è spazio per l’ottimismo? Sì, lo sguardo è ottimista. Ci rivolgiamo a tutti, adulti e giovani. Questi ultimi porteranno avanti il lavoro con il pianeta. Questo spettacolo si propone come un discorso pieno di speranza ma costringe a riflettere seriamente perché è necessario occuparsi subito e bene della nostra Terra. Lo spettacolo nasce come fusione di più forme artistiche, seguite tutte da voi? Per nostra formazione ci occupiamo primariamente di musica, in particolare di musica contemporanea. Per quanto riguarda quella che potremmo definire la “frazione circense”, abbiamo chiesto a una esperta regista di aiutarci a trasmettere il nostro messaggio mentre per la multimedialità ci siamo appoggiati ad artisti straordinari quali l’équipe guidata da Robert Lepage. Cosa vedremo sul palco? Eh no, nessuna anticipazione ma un invito sì: quello di guardare e riflet-
tere. Non evito le anticipazioni per il gusto di non soddisfare una legittima curiosità, ma perché sono convinto che i risultati migliori derivino da una visione di questo spettacolo priva di quei pre-giudizi che si formano quando già si conosce ciò che deve ancora essere rappresentato. Per questo, mi limito a un solo, semplice suggerimento: lasciatevi trasportare da ciò che vedrete accadere sul palco. Solo così, in libertà, potrete vivere appieno la magia e la poesia che la rappresentazione può sviluppare. E proprio per non distrarre dalla poesia lo spettacolo non prevede parole. Che ruolo gioca la musica? Beh, la musica è il motore che ci spinge a “fare”. Per musicare lo spettacolo ci siamo rivolti a Denis Gougeon, compositore molto noto e con il quale siamo alla nostra terza produzione. Nella fattispecie Denis ha pensato alla batteria solista. Una cosa un po’ strana perché di solito il batterista è accompagnatore. Il resto della musica è su base registrata. Poi ci sono gli artisti circensi e le rappresentazioni multimediali. Poltronissima gold 29 euro. Info 030348888 - www.palabrescia.it
Brescia
“Prodigiosi trionfi”, un percorso in tre tappe
Dalla sezione in Queriniana
La mostra, a cura di Maurizio Bernardelli Curuz ed Elena Lucchesi Ragni, promossa dal Comune di Brescia e patrocinata dalla “Confraternita dei Santi Faustino e Giovita”, vuole celebrare i Santi Patroni riscoprendo le radici profonde che ne legano il culto alla storia e alla memoria della città. Il percorso racconta l’iconografia dei patroni attraverso sette secoli, dal Medioevo al Novecento, e si sviluppa fra il Museo diocesano, che ha in deposito alcuni capolavori di Moretto, Foppa e Romanino, di proprietà civica, che ritraggono i Santi, e la biblioteca civica Querininana, depositaria di volumi di inestimabile valore, raramente esposti al pubblico. Delle tante opere d’arte presentate nella sezione allestita al Museo di Santa Giulia segnaliamo alcune monete della zecca di Brescia; un frammento affrescato nel quale sono ritratti i visi dei patroni, unica testimonianza
rimasta del ciclo pittorico che Paolo da Caylina il Giovane eseguì nell’aula superiore della Disciplina dei Santi Faustino e Giovita; un bussolotto, suggestivo sia per la qualità artistica delle figure dei due Santi effigiati, che per il valore civico, essendo utilizzato per le votazioni del Consiglio generale della Città; il grande stendardo processionale in seta, datato 1775, che viene presentato per la prima volta alla cittadinanza, e la formella di Antonio Maraini, la quale esemplifica i rilievi dell’Arengario di piazza Vittoria nei quali compaiono i due Patroni. A completamento del percorso museale, una installazione multimediale, ideata da Bernardelli Curuz e da Enrico Giustacchini, propone una rilettura della vicenda dei Patroni attraverso un’indagine su dipinti di grandi maestri a essi dedicati, suggerendo interessanti rimandi al mito dei Dioscuri. Fino al 28 febbraio. (b.l.)
Brevi
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Sarezzo
Il folk acustico dialettale nel viaggio di “Teatro Cinelli”
L’organo Antegnati (particolare)
Dopo un lungo percorso rock che ne ha segnato la carriera, da solo e con “Charlie & the Cats”, il cantautore saretino punta sul suo repertorio folk col nuovo progetto “Teatro Cinelli” (www.teatrocinelli.it), che domenica scorsa ha portato nel suo paese natale. Dietro lo spettacolo un lavoro di documentazione sui testi della tradizione dialettale bresciana e lombarda, reperiti grazie all’aiuto della Fondazione civiltà bresciana e al prezioso lavoro di indipendenti. Un cammino folk ripercorso in chiave acustica insieme ai musicisti Andrea Bettini (fisarmonica), Federica Zanotti (percussioni), Paolo Milzani (basso acustico), Marco Stoppini (chitarra), Matteo Mantovani (chitarre), Vincenzo Albini (violino), passando dalle storie che han segnato lo scorrere di un tempo di paese in “Törölölö”, alle leggende di “Nòm e cognòm”, le ballate di “En casa, en césa… al bar”, i calchi musicali di cinquecentesca memoria in “Siforàl”, l’omaggio alla poesia dialettale di Leonardo Urbinati in “Charlie Cinelli canta Merlin Magù”. Un progetto nuovo, ma nello stile al quale da tempo Charlie ci ha piacevolmente abituati. (a.a.)
Brescia Chiesa di San Carlo
Dal Seicento all’Ottocento Per l’evento la Fondazione “Casa di Dio” mette a disposizione la chiesa e l’organo
S
Sabato 19 febbraio con inizio alle ore 17.15 si terrà nella chiesa di San Carlo l’interessante concerto dell’organista Alessandro Casari che spazia su brani prodotti da fine Seicento a inizio Ottocento. In programma, tra gli altri, la “Sonata in re minore” di Benedetto Marcello, la “Pastorale” di Giovanni Battista Grazioli, la “Sonata in Do maggiore” di Baldassare Galuppi; sarà quindi la volta di “Voluntary III op 7” di John Stanley, il “Concerto secondo” di Johan Avison. A chiudere ancora Benedetto Marcello con “Fuga”. Per l’evento, la Fondazione Casa di Dio Onlus ha messo a disposizione la chiesa di S. Carlo e l’organo dell’Antegnati. Nel corso della serata verrà presentato il cd “Salmi” di Benedetto Marcello. Marco Bizzarini, noto critico musicale, docente nell’Università di Padova e collaboratore di “Voce”, nelle sue note introduttive al cd riconosce che “la presentazione offre la possibilità di parlare della grande tradizione musicale della cosiddetta ‘Scuola veneziana’ alla quale aderirono molti musicisti e non da meno una folto numero di es-
di Bruno Leoni
si ebbe i natali a Brescia. Al contrario, l’incontro, di Marcello con la nostra città toccò l’ultimo periodo della sua vita, quando vi soggiornò in qualità di ‘camerlengo’ della Serenissima. Numerose sono le fonti che attestano la sua vita in città: come cantore al cembalo eseguiva le sue composizioni per la chiesa di S. Maria della Pace, mentre amava molto ascoltare la messa in S. Giuseppe, chiesa nella quale volle essere sepolto”. Il programma previsto per l’appuntamento vuole essere un omaggio alla musica organistica scritta in ambito o su modello veneziano. Queste musiche si possono ascoltare nei due cd presentati: quello dedicato alla musica sacra vocale e quello dedicato al restauro del prezioso organo Serassi del 1773 di Iseo, cd nel quale si può proprio ascoltare la musica coeva allo strumento stesso. In merito agli autori stranieri, conclude Bizzarini, “le personalità di J. Avison e di Charles Burney ci confermano quanto l’arte musicale fosse tenuta in alta considerazione nella Gran Bretagna del XVIII secolo”.
Charlie Cinelli
Brescia
Le finali del “Tappeto volante” Da venerdì 18 a domenica 20 febbraio l’appuntamento è a Casa Foresti, in via Giovanni Asti, con il 18° Concorso musicale “Tappeto volante”. Prima serata dedicata agli autori, seconda con le cover band, domenica le finali con i sei gruppi selezionati (tre per categoria). La serata conclusiva sarà trasmessa in diretta sul sito www.vocemedia.it. La cerimonia di premiazione sarà il 29 maggio a Bagnolo Mella nel corso della Festa.Art 2011. Le tre serate saranno condotte da Carlo Zaniboni e Paolo Perlotti. Info: www.puntoart.it
Brescia
”Et habitavit in nobis” Il centro culturale “Il chiostro” propone in San Giovanni Evangelista il concerto “Et habitavit in nobis” (18 febbraio ore 20.45). Il programma intende ripercorrere la storia della Salvezza, in otto tappe, attraverso brani di epoche storiche e stili compositivi diversi tra loro, una sorta di Credo in musica. Protagonista il Coro dell’Accademia filarmonica Romana – diretto da mons. Pablo Colino, maestro di Cappella emerito della Basilica di San Pietro in Vaticano – che può vantare numerose esibizioni in Italia, in tutta Europa e negli Stati Uniti d’America. Ingresso libero. Info: segreteria organizzativa (030289099 dalle 15 alle 18).
Brescia
“Concerto di San Valentino” La XXVI edizione del tradizionale “Concerto di San Valentino”, promosso al teatro Grande dall’associazione “Amici Istituto del radio” degli Spedali civili di Brescia, si svolge domenica 20 febbraio alle 17, con l’esecuzione in forma di concerto dell’opera “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni; prestigiosi interpreti il tenore Mario Malagnini, il soprano Olga Romanko, il mezzosoprano Elena Traversi e il baritono Ivan Inverardi. L’Orchestra filarmonica italiana è diretta da Giovanni Andreoli, il Coro lirico Terre verdiane da Corrado Casati. Presenta Fabio Larovere. L’intero ricavato sarà devoluto all’associazione.
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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere
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Breno Un progetto del Distretto culturale
Presentato l’“Atlante camuno” L’iniziativa, nel corso del convegno “Geografia e storia di Valle Camonica”
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di Ermete Giorgi
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È stato presentato al Palazzo della Cultura di Breno l’“Atlante camuno”, sistema informativo storico territoriale. Il convegno, dal titolo “Geografia e storia di Valle Camonica”, è un progetto del Distretto culturale, realizzato di “Archimedia”, con il patrocinio dell’Ordine degli architetti della provincia di Brescia e l’Archivio di Stato. Il tutto organizzato dal Museo camuno di Breno e dalla cooperativa “Il Leggìo”. La novità raccoglie le banche dati realizzate dai singoli Comuni valligiani per il proprio territorio, organizzandole in un unico sistema di consultazione. Il portale offre così la possibilità di compiere una lettura integrata dei documenti storici, come a esempio il “Catasto lombardo-veneto”, coniugata con le moderne tecniche di interrogazione geografica. L’indirizzo “web” è www.catastistorici.it. La prima relazione è stata di Graziano
Il castello di Breno
Tonelli, dell’Archivio di Stato di Brescia e ha riguardato il percorso “Dalla tutela alla valorizzazione della cartografia storica del territorio camuno”. Il nuovo portale permetterà la lettura integrata del documento storico. Sempre, dal “Catastico” (alla veneziana, nel 1600) al Catasto napoleonico (1805), al lombardo-veneto (1886) e a quello del Regno d’Italia (1898) il potere statale si servì di questo inventario per imporre tributi. Ora, i vari Catasti sono consultabili in supporto informatico. Da sottolineare però il continuo deperimento di tutte queste carte. L’Atlante Camuno consentirà la salvaguardia di questi importanti documenti, per arrivare a una lettura corretta della zona. Fortunatamente molti privati (associazioni e ordini professionali) hanno contribuito ai vari restauri conservativi. Il funzionamento del portale e le opportunità pratiche che
esso offre al ricercatore sono state illustrate da Alberto Bianchi e Riccio Vangelisti. Del Catasto lombardo-veneto sinora sono stati messi in Rete i documenti di 20 Comuni del solco montano dell’Oglio. Servendosi dei dati si possono trovare: registrazioni di particelle, toponomastica, mappe censuarie, ecc. Sono reperibili persino i cognomi delle famiglie proprietarie. Esiste anche un censimento delle piante di gelso, che un tempo erano preziosissime per l’allevamento del baco da seta assai diffuso nella vallata. In particolare Vangelisti ha sottolineato la possibilità di addivenire alla compilazione di una carta storica concernente i rischi geologici del territorio. Incrociando i dati si è arrivati, nel caso di Bienno, dopo aver catalogato fucine e miniere a scoprire un forno di fusione del ferro. Peccato che l’uditorio fosse troppo esiguo.
Voce Libri
Mendicanti di Dio DAVIDE CALDIROLA ÀNCORA, MILANO 2010, EURO 14,00
C’è bisogno di pane, di lavoro, di quiete, perfino di un po’ di denaro per stare a galla. Ma alla vita chiediamo di più: una direzione, un senso, uno scopo. Vogliamo essere felici, e ci piacerebbe capire come e quale strada seguire. La Parola di Dio ci invita a cercare senza stancarci e, prima ancora di darci risposte, ci regala molte domande: dell’uomo a Dio, del Padre ai suoi figli, di Gesù ai fratelli. Come “mendicanti di Dio” tendiamo le mani e le apriamo per raccogliere dalla Scrittura il tesoro di interrogativi che orientino la nostra ricerca e ci insegnino a scegliere e a vivere felici. È il senso di questo breve itinerario tra le grandi domande della Bibbia e del cuore dell’uomo. Davide Caldirola, nato nel 1963, è sacerdote della diocesi di Milano dal 1987. Ha collaborato con il Vicariato della formazione permanente del clero di Milano alla stesura di diversi testi e ha pubblicato articoli su giornali e riviste di carattere religioso. Da anni segue la “Scuola della Parola Giovani” nella sua diocesi.
Sulla naturale superiorità... RENZO TAGLIETTI M. SERRA-TARANTOLA ED., BS 2010, EURO 17,00
Libri, film, televisione contrappongono i due sessi in una lotta di genere che ha origine nella notte dei tempi. C’era bisogno di un libro in più su questo tema? E con un titolo così? Per di più scritto da un uomo? Il tutto è quanto meno sospetto. Maschile e femminile sono intesi come gli “antipodi tout court” della diversità umana. Qui cercano di dialogare più che respingersi, di avvicinarsi più che allontanarsi, di alimentarsi a vicenda in un circolo virtuoso dove uno solo risulterà vincente: la vita stessa che li ha diversamente generati. Avvicinarsi con rispetto alla diversità, accresce la propria personale umanità, avvantaggia l’identità individuale, ci rende migliori. E, di questi tempi, forse ce n’è davvero bisogno. L’autore, da anni impegnato nel campo educativo, coordina attualmente una struttura psichiatrica, occupandosi anche di formazione e supervisione sia nell’ambito della cooperazione sociale che nel settore pubblico, nonché di percorsi di integrazione lavorativa per persone svantaggiate.
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Prodotto editoriale
Brescia A cura dell’associazione “Le stelle”
Siliberti presenta l’epistolario tra i bresciani Menna e Montini
Inaugura l’installazione “Korogocho dripping”
La nobiltà di spirito di papa Montini non aveva certo bisogno di essere richiamata alla memoria di quanti lo hanno conosciuto direttamente o indirettamente. Il carteggio epistolare tra due bresciani, il giovane Montini, divenuto cardinale arcivescovo di Milano, e mons. Domenico Menna, vescovo di Mantova, costituisce solo una conferma della grandezza spirituale di chi fu scelto a guidare la Chiesa col nome “felice” di Paolo VI. ‘Felice’ a dispetto di chi ebbe l’audacia – Hans Küng – di scrivere: prendendo il numero “VI” era destinato a essere “Papa infelix”. È quanto richiama nella prefazione don Stefano Siliberti, il curatore del volume “Il vescovo Menna e papa Paolo VI. Amici in Cristo” (Editoriale Sometti, Mantova 2010, euro 13,00) contenente varie lettere intercorse tra due “veri amici, due intelligenze bresciane, due anime eccellenti, il primo destinato a vivere un periodo tormentato nella non facile diocesi mantovana, il secondo destinato a portare avanti la biblica “barca di Pietro” in tempi tempestosi”. Mons. Menna era diventato quasi il “padre” del sacerdozio di Giovanni Battista Montini. Le due inedite lettere di mamma Giuditta alla sorella del Vescovo, Teresa Menna, ne sono preziosa testimonianza. Pregevoli peraltro queste due lettere per l’aggettivazione utilizzata, aggettivazione che Paolo VI saprà padroneggiare in modo ammirevole. Nell’aprile del 1925, per esempio, Montini confidava all’amico bresciano di aver compiuto “l’esoterica iniziazione ai misteri della Segreteria di Stato” e descriveva la sua vita romana, “solita, più qualche noia insolita”. Il volume, inoltre, offre spunti inediti poco conosciuti del periodo di Montini in Segreteria di Stato. Dopo anni di ministero episcopale fecondo e fruttuoso, giunto al tramonto mons. Menna dovette constatare che gli aurorali applausi ricevuti al suo ingresso in diocesi mantovana, si convertivano in amara richiesta da Roma, perché rinunciasse. Ed ecco Montini accompagnare da vero “amico in Cristo” il ritiro nell’amata villa di Camaldoli del vescovo Menna. Il valore del volume scritto da don Stefano Siliberti perciò è duplice: restituisce dignità a questa figura bresciana che consumò ricchezze spirituali e ricchezze materiali per il bene della diocesi, e ripropone l’esemplarità interiore di papa Montini, che sapeva rileggere in Cristo gli eventi anche drammatici della vita. (a cura di Rocco Resta)
Le immagini dell’inconscio EUGENIO PELIZZARI MORETTI & VITALI, BERGAMO 2010, EURO 18,00
Luogo della verità o dell’inganno, dotate di vita autonoma o dipendenti dalle sensazioni, reali o illusorie, le immagini hanno conosciuto in Occidente una storia accidentata. Secondo Jung, invece, le immagini che abitano l’inconscio collettivo, gli archetipi, esprimono gli aspetti più autentici della psiche. Quando si presentano nell’inconscio essi sono in grado di attivare una radicale trasformazione psichica. Quanto più si abbassa il livello della coscienza tanto più gli archetipi dispiegano il loro potere, che presenta un carattere vicino a quello del sacro, in grado di influenzare la coscienza fino a farla ammalare. Proprio nella follia le immagini archetipiche esprimono tutto il loro potere. Saperle riconoscere e rappresentare in forma artistica consente talvolta di contenerle e aiuta a dare senso alla dissociazione e al dolore psichico. Proprio alle immagini della follia e all’opera di Nise da Silveira, che le ha sapute comprendere e valorizzare nel loro profondo significato psicologico, è dedicato questo lavoro.
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Sandro Sardella vive e lavora a Varese. Uomo di pensiero e di poesia, si confronta con la realtà in modo diretto, energico, con il furore di chi vuole, per capirla, distruggerla e ricostruirla. Questo il mondo di “Korogocho dripping”, poetica rivisitazione artistica dell’epopea devastante di una delle 200 baraccopoli di Nairobi, dove la pietà ha davvero il gesto del pane spezzato e condiviso, nella presenza di uomini come padre Alex Zanotelli, padre Daniele Moschetti e di tutti coloro che, come loro, vedono con gli occhi del cuore. Il reportage fotografico di Francesco Fantini, edito nel settembre 2004 con il titolo di “W Nairobi W”, nelle mani di Sandro Sardella diventa materia prima della istallazione presentata nella sede di San Zenone all’Arco. Sardella entra in contatto con la materia su Korogocho a seguito di una mostra alla Sala Veratti a Varese nel marzo 2006, e subito inizia il lavoro di appropriazione della materia, che dura fino al 2007. Le parti testuali, dove le parole raccontano la realtà, vengono sbranate, contorte, indotte a essere ricostruibili solo per parole chiave dando vita a un album di disegni, mentre le immagini fotografiche subiscono un diverso procedimento gestuale, esplodendo in frammenti strappati e incollati, contestualizzati in dripping su gruppi di cartoni di qualità e misure diverse. E così il racconto rinasce. Inaugurazione: sabato 19 febbraio (dalle 16 alle 19). Fino al 6 marzo escluso lunedì. Ingresso gratuito. Progetto, mostra e catalogo a cura di Fausto Moreschi e Carmela Perucchetti.
Dall’installazione “Korogocho dripping”
Com’è piccolo il mondo! MARTIN SUTER SELLERIO EDITORE, PALERMO 2011 EURO 14,00
L’incendio che distrugge villa Koch a Corfù, dove il sessantenne Konrad Lang (Koni) vive con il compito di amministratore della proprietà, è il primo segno di quella terribile malattia ben raccontata in questo romanzo: l’Alzheimer. Le dimenticanze si moltiplicano, trovare la via di casa diventa sempre più difficile, l’appartamento stesso diventa un luogo sconosciuto, i gesti e le parole si fanno ripetitivi e perfino i volti noti sfocano nella nebbia del ricordo così che all’amore sbocciato in tarda età, e parvenza di salvezza da una vita trascorsa all’ombra del fratellastro Thomas Koch (Tomi), si sovrappone l’immagine dell’amore di gioventù. E mentre i ricordi più recenti si vanno sfaldando insieme alla normale vita quotidiana, il passato riaffiora con tutti i suoi misteri e con i tanti scheletri nell’armadio che fanno vacillare le certezze della potente famiglia Koch e della matriarca dal pugno di ferro Elvira Senn, quasi novantenne. (recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)
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Cultura e comunicazione
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Tv I telespettatori determinano successi e insuccessi
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I programmi della televisione li facciamo noi
Viviamo in un mondo dominato dai media: internet spopola ovunque, e ormai non c’è un ragazzino che non possieda il cellulare. Ma in Italia il deus ex machina della vita culturale e civile è da sempre la televisione, il tempio dei suoni e delle immagini che decide e invade la realtà del Paese. Sembra impossibile credere a questa triste verità: si vorrebbe piuttosto sperare nell’autonomia di pensiero di milioni di persone, nella libertà di scelta personale, nella collettività che ancora riesce a cambiare il contesto in cui vive. Tutto ciò è verissimo e lo sarà sempre. Ma c’è un aspetto che spesso sfugge nell’analizzare una società: un individuo è soprattutto ciò che sceglie di essere nel suo tempo libero, nella sua sfera privata, nelle passioni che coltiva e, per ciò che ci riguarda, nei programmi televisivi ai quali decide di dedicare il suo prezioso tempo. Nonostante la gente nel momento in cui viene chiamata in causa dimostri di essere unita e ragionevole, come è accaduto la scorsa settimana in 230 città d’Italia durante le manifestazioni a favore della dignità delle donne, la realtà televisiva che circonda tutti noi è abile nel delegittimare la piazza, proponendo e imponendo trasmissioni che veicolano invece messaggi gretti e disumani. Per capirci, è giusto e ammirevole lo sforzo straordinario di un milione di persone che decide di fare sentire la propria voce per le strade d’Italia. Ma si può fare di più: la protesta contro la cultura del sessismo e contro la quotidiana umiliazione della donna può e deve essere portata avanti tutti i giorni della nostra vita, semplicemente grazie alle nostre scelte in fatto di intrattenimento televisivo. Sono pronto a scommettere che molti dei cittadini scesi in piazza il 13 febbraio, una volta rincasati, abbiano passato la serata a riposarsi davanti alla televisione. Eppure ciò che più fa paura ai nostri potenti, di qualsiasi schieramento, non è il colpo di testa sporadico della folla che si riversa per le strade, ma le scelte quotidiane della stessa folla, quando durante lo zapping serale o pomeridiano decide di scegliere compatta programmi come il “Grande Fratello” (11ª edizione, media di cinque milioni di spettatori per puntata) o “L’isola dei famosi” (8ª edizione, tre milioni di spettatori nella prima puntata di lunedi scorso). Ho ricordato volutamente il numero delle stagioni alle quali sono giunti i due reality per antonomasia
di Alberto Averoldi
della tv italiana, per sottolineare che la fortuna e la longevità di queste trasmissioni è stata accordata da noi e non da altri. E si sta parlando del peggio sul mercato televisivo in quanto a sessismo e disprezzo per il ruolo della donna nella società. Anzi, il peggio del peggio, perché se i primi distruttivi programmi Fininvest degli anni Ottanta esibivano spudoratamente il corpo femminile come un arazzo nudo o seminudo da sbandierare per attirare il pubblico, oggi trasmissioni ben più politicamente corrette veicolano esattamente gli stessi stereotipi maschili e femminili urlando sottovoce gli estremismi malati di programmi preistorici ben più volgari come “Drive In” o “Colpo grosso”. Il risultato è comunque lo stesso, l’insulto al corpo femminile (e quindi anche a quello maschile), ma viene raggiunto in maniera più sottile, più raffinata. Scegliere come investire il tempo libero e tentare, con il proprio esempio, di convincere tutti a usare la tv con la testa è, oggi più che mai, un atto doveroso di “disobbedienza mediatica”, un modo per colpire a fondo il sistema economico della televisione, nel quale una trasmissione che non funziona economicamente viene cancellata senza troppi complimenti.
SAB Rai Due, h. 7.20 ART ATTACK Spazio dedicato ai più piccoli: con l’utilizzo di materiale di scarto si possono costruire simpatici e fantasiosi giochi. Rai Tre, h. 7.25 LA GRANDE VALLATA Serie tv western che racconta la dura vita dei pionieri d’America e la quotidianità nelle sconfinate praterie del West. Il titolo della puntata di oggi: “Gli zingari”. Un furto viene ingiustamente ricondotto a una comunità di zingari, che rischiano il linciaggio. Rai Tre, h. 14.50 TV TALK Massimo Bernardini presenta un interessante programma di critica e analisi televisiva. In studio, insieme a personaggi dello spettacolo, professori universitari e studenti leggono la settimana televisiva Rete Quattro, h. 15.15 PERRY MASON Film tv con Raymond Burr. Le inchieste giudiziarie dell’avvocato più famoso della televisione, in lungometraggi ben curati. Il titolo della puntata è: “Crimini di guerra”. Current, h. 20.20 PASSAPAROLA L’appuntamento settimanale del giornalista Marco Travaglio è dedicato ai problemi e ai misteri della politica italiana. In questo momento non si può dire che manchino gli argomenti su cui discutere.
Rai Quattro, h. 21.10 UCCIDETE LA COLOMBA BIANCA Ottimo thriller politico del 1989, con Gene Hackman e Tommy Lee Jones. Un sergente dell’esercito degli Stati Uniti scopre un complotto ai danni del Presidente. Il fulcro dell’azione è un militare americano appena prelevato da Berlino Est… Una storia avvincente ben architettata. Protagonisti de “L’isola dei famosi 6”
DOM Tv2000, h. 12.15 ANTIVIRUS Il poeta e giornalista Davide Rondoni presenta una striscia settimanale dedicata alla poesia. In un quarto d’ora scopriremo scrittori italiani e internazionali, stili e nuove avanguardie poetiche. Rai Tre, h. 13.25 PASSEPARTOUT Appuntamento con la cultura. In questa puntata Philippe Daverio, esperto d’arte, analizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia e nell’epoca contemporanea. Rai Tre, h. 14.30 IN ½ ORA La giornalista Lucia Annunziata intervista nell’arco di 30 minuti personaggi del mondo della politica ed esponenti della vita pubblica italiana. Domande argute e stile incalzante, per una mezz’ora all’insegna dell’informazione. Rai Tre, h. 20.10 CHE TEMPO CHE FA Fabio Fazio presenta uno dei più brillanti talk-show italiani degli ultimi tempi: una riflessione ironica sui problemi della società contemporanea e sulle questioni politiche e sociali dell’Italia. Italia Uno, h. 21.15 IRON MAN Film d’azione e avventura ispirato all’omonimo fumetto Marvel. Un magnate delle armi tecnologiche inventa un’armatura corazzata per evadere da una prigione in territorio nemico.
Italia Uno, h. 19.30 MEN IN BLACK Divertente e avvincente commedia di fantascienza con Will Smith e Tommy Lee Jones. Un poliziotto abituato alla strada e agli spacciatori entra a far parte di una task force governativa segreta che si occupa di gestire i rapporti diplomatici con alieni di altre galassie, che vivono tra la popolazione terrestre sotto copertura.
Telecomando
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LUN
MAR
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GIOV
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Rai Due, h. 9.30 SORGENTE DI VITA Settimanale di informazione religiosa dedicato alla comunità ebraica in Italia. Gli ultimi aggiornamenti, gli appuntamenti culturali e la storia dell’ebraismo raccontati e spiegati da esperti del settore.
Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Inseguimenti in macchina e sparatorie sono il pane quotidiano di Rick Hunter, detective della squadra omicidi di Los Angeles.
Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione.
Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Per essere informati quotidianamente sugli sviluppi politici, economici, culturali, della propria regione d’appartenenza. Un tg differente per ogni regione d’Italia.
Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Una striscia quotidiana dedicata alla scienza e alle tecnologie d’avanguardia. Le ultime scoperte e le loro applicazioni nella vita quotidiana.
Rai Uno, h. 11.15 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro ci insegna a riconoscere le diverse varietà dell’uva e ci guida verso un acquisto consapevole di prodotti di qualità. Oggi si parla di frutta sciroppata.
Rai Due, h. 8.00 L’ALBERO AZZURRO In onda la nuova serie del programma per bambini con il famoso pupazzo Dodò e i suoi curiosi amici. Nuove avventure e tante storie per appassionare i più piccoli. Cielo, h. 13.00 GLI SGOMMATI Divertenti sketch socio-politici interpretati da pupazzi dalle ben riconoscibili fattezze: Bossi, Bersani, Berlusconi, Vendola… Tutto da ridere.
Rai Due, h. 9.15 OCCHIO ALLA SPESA TGR MONTAGNE Appuntamento settimanale con la rubrica dedicata al mondo della montagna italiana: le risorse, la bellezza, i personaggi, la vita che si incontra sul nostro territorio.
La 7, h. 11.25 L’ISPETTORE TIBBS In onda le puntate della seconda stagione di questa storica serie tv poliziesca che racconta le avventure di un ispettore di polizia di colore in servizio nella città di Sparta, Mississippi. Current, h. 14.15 VANGUARD Canale Sky 130. Reportage d’inchiesta giornalistica realizzati da giovani videomaker che vogliono raccontare realtà che il resto della comunicazione televisiva spesso lascia nell’ombra. Rete Quattro, h. 15.05 LOST In onda le repliche della serie tv che ha rivoluzionato il mondo della fiction tv americana: un aereo precipita su un’isola deserta, ma questo è nulla in confronto a ciò che i superstiti dovranno affrontare. La 7, h. 21.10 L’INFEDELE Un salotto politico condotto dal giornalista Gad Lerner. I temi di attualità sulla società italiana e la lettura in chiave politica affidata ai numerosi ospiti.
Rai Tre, h. 21.05 HOTEL RWANDA Sconvolgente film tratto da una storia vera: nel 1994 Kigali, capitale del Ruanda è teatro di un terribile genocidio, una guerra civile tra le etnie Hutu e Tutzi. Un albergatore Hutu del posto, sposato con una donna Tutzi, decide di dare asilo ai fuggiaschi, aprendo le porte del suo albergo e salvando tutte le persone che può.
La 7, h. 16.00 ATLANTIDE – STORIE DI UOMINI E DI MONDI Una serie di interessanti documentari che riguardano la storia e la scienza. Luoghi e volti, storie del passato e scenari dal futuro. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Appuntamento quotidiano con l’approfondimento giornalistico sulle questioni più calde della politica italiana. Conduce Lilli Gruber. Rai Tre, h. 21.05 BALLARÒ Giovanni Floris commenta con numerosi ospiti in studio i momenti caldi della politica italiana: invitati al dibattito esponenti del centrodestra e del centrosinistra. Spazio iniziale dedicato alla satira di Maurizio Crozza. Nel corso della trasmissione trovano spazio anche analisi statistiche e sondaggi.
Italia Uno, h. 00.15 GRINDHOUSE – A PROVA DI MORTE Lungometraggio diretto da Quentin Tarantino, con Kurt Russell nei panni di uno psicopatico a bordo di una potente macchina da corsa. L’uomo prende di mira macchine guidate da donne. Ma le cose cambiano quando le ragazze in pericolo sono “stuntwoman” professioniste del cinema… in realtà l’ingrediente fondamentale del film sono i dialoghi.
Rai Tre, h. 12.45 VANGUARD LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias torna anche per questa stagione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show. La puntata di oggi è dedicata al rapporto che Napoleone III ebbe con l’Italia nella seconda metà dell’800, proprio durante l’unificazione del Paese. Rete Quattro, h. 16.35 L’ALTRA METÀ DEL CIELO Commedia all’italiana con Adriano Celentano e Monica Vitti. Un prete in viaggio verso un piccolo paesino minerario dell’Australia incontra sull’aereo una giovane donna, che poi scoprirà essere legata al racket della prostituzione. Deciderà di aiutarla… Mtv, h. 21.00 IL TESTIMONE Continuano, in attesa di una nuova serie, le repliche della scorsa stagione, in cui Pif, personaggio televisivo a 360 gradi, viaggia per l’Italia.
Rete Quattro, h. 21.10 IL MIGLIO VERDE Tratto da un romanzo di Stephen King, un ottimo film con Tom Hanks e Michael Clarke Duncan. 1935. Nel braccio della morte di una prigione della Louisiana arriva un enorme uomo di colore accusato di un terribile delitto. Presto i suoi carcerieri capiscono che la verità è un’altra: il gigante ha dei misteriosi poteri curativi.
Rete Quattro, h. 16.30 AGGUATO SUL FONDO Film di guerra del 1943, con Tyrone Power. Il tenente Stewart viene imbarcato su un sommergibile comandato dal capitano La Rocca. Ma è in arrivo una storia d’amore molto combattuta. Rete Quattro, h. 20.45 EUROPA LEAGUE Questa sera non va in onda il telefilm Walker Texas Ranger per fare posto alle gare dell’Europa League. In particolare viene trasmessa la diretta della partita tra la squadra spagnola del Villareal contro il Napoli. Tv2000, h. 21.00 TG TG Il tg dei telegiornali nazionali: in mezzora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi.
Sky Cinema Max, h. 21.00 L’IMPLACABILE Canale Sky 309. Valido film di fantascienza del 1987, con Arnold Schwarzenegger. Los Angeles, 2019. Un militare viene incastrato e condannato a morte, nonostante la sua innocenza. Sarà il protagonista di un terribile show televisivo, nel quale i condannati vengono uccisi da futuristici boia. Ma il nostro eroe sa il fatto suo. Sul potere della tv nel mondo.
Rai Due, h. 9.45 CANTIERI D’ITALIA Trasmissione dalla parte dei cittadini italiani immigrati: l’italiano di base per costruire la cittadinanza. La 7, h. 18.00 MAC GYVER Siamo alla terza stagione di questa serie. Le avventure incredibili di un ex agente segreto in difesa dei più deboli. In onda le puntate della seconda serie. Il titolo della puntata di questa sera è “Uno strano terzetto”. Rete Quattro, h. 20.30 HAUNTING – PRESENZE Film dell’orrore con Liam Neeson e Catherine Zeta-Jones. Il dottor David Morrow, psicologo in cerca di fama, raduna tre persone afflitte da insonnia cronica per un esperimento: vengono rinchiusi in una casa che nasconde terribili sorprese…
Sky Cinema Uno, h. 21.00 FORREST GUMP Canale Sky 301. Un film cult degli anni Novanta: la vita semplice e spettacolare di un uomo qualunque che nonostante un lieve ritardo mentale riesce a realizzare i suoi sogni e quelli delle persone che lo circondano. Una storia commovente e interpretata magistralmente dal premio Oscar Tom Hanks. Stupenda colonna sonora. Da vedere.
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LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Cultura e comunicazione Radio e Media
Novità discografiche In attesa di ascoltarlo “live” a Brescia
“Ora” è solo Lorenzo
S
Se ripensiamo al primo Jovanotti – quello degli anni Ottanta, di “Gimme five” e “La mia moto” – e lo confrontiamo con il Lorenzo Cherubini attuale ci accorgiamo di quanto radicale sia stato il suo cambiamento, da ragazzo fortunato e scanzonato a padre maturo, levigato dalle circostanze talvolta dolorose ma sempre capace di guardare dritto in faccia la realtà e scovarne, magari negli anfratti più nascosti, la straordinaria capacità di amare di cui è capace l’uomo. Un disco, questo “Ora”, che è l’ennesima conferma di un artista globale, che lavora con grande professionalità e che ha saputo riscoprire in questi ultimi tempi la giusta dose di umiltà. Quell’umiltà che alcuni anni fa aveva un po’ smarrito, invaghitosi del personaggio che era stato in grado di costruire, un po’ artista a tutto tondo e un po’ maître à penser. Oggi Lorenzo ha – finalmente – capito che in fondo lui è un cantante/musicista che ha bisogno degli altri per poter emergere. Facendo gioco di squadra, mescolando le sue notevoli intuizione e potenzialità con le qualità musicali della sua band è riuscito così a regalarci questo doppio cd (con 25 canzoni) potente, intenso, profondo e moderno. L’album si apre con la title track “Ora”, lenta e avvolgente, che delinea il tracciato techno pop scelto per questo album, frutto della maturità di un quarantaquattrenne che non ha perso la voglia e il gusto di non pren-
di Ricky Barone
dersi troppo sul serio. La seconda traccia è il primo singolo, ”Tutto l’amore che ho”, una canzone che, come tutti i grandi pezzi, ha bisogno di un paio di ascolti prima di carburare. Una volta che entra in testa però difficilmente ti abbandona. Ottimo il testo – “considerando che l’amore non ha prezzo, lo pagherò offrendo tutto l’amore che ho, tutto l’amore che ho” –, mentre la musica sembra strizzare l’occhio a un sound stile U2, martellante e liquido. Una canzone che brilla e fa brillare un album nel quale non mancano dolcezza, ritmo, energia e voglia di ballare. Tutto confezionato in un cerchio che esclude superficialità e banalità. Un di-
sco, dedicato alla madre recentemente scomparsa, che conferma la vocazione europea di Jovanotti (il precedente “Safari” del 2008 risulta essere il disco più comprato su I-Tunes a livello europeo), attento alla realtà ma senza la pretesa di regalare slogan o prediche. “È questa la vita che sognavo da bambino”, canta Lorenzo in “Megamix”, una delle molte canzoni dance dell’album, emblematica di come Lorenzo, anche attraverso il dolore (oltre alla scomparsa della madre ricordiamo la precedente morte del fratello Umberto, nel 2007), non abbia perso il gusto del vivere. Nel brano “I pesci grossi” è curiosa la partecipazione, con alcuni frammenti tratti dal brano “Mondo”, di Cesare Cremonini. Da segnalare anche la copertina e il libretto del cd, realizzati dal controverso artista Maurizio Cattelan che, con un’operazione in stile dada, rende il disco valido anche come rivista d’arte.
Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo è di don Giuseppe Fusari. Ecclesia di febbraio è realizzato in collaborazione con l’Ufficio di pastorale della salute. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, si presenta ricco di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.
La copertina di “Ora” firmata Cattelan (part.)
Cipiesse Lunedì 21 febbraio tappa bresciana per ”Romantico rock show tour 2011”
La musica di Gianluca Grignani si fa movimento Gianluca Grignani torna a Brescia e lo fa in una delle prime tappe del suo nuovo tour teatrale “Romantico rock show tour 2011” lunedì 21 febbraio alle 21 al PalaBrescia, mosso dal successo ottenuto dal suo ultimo disco che porta lo stesso nome e dal fatto che la prima parte del tour, nel maggio scorso, aveva raccolto un grande consenso di pubblico, registrando, quasi sempre, il tutto esaurito. Alla base di questo tour, l’esplorazione, la sperimentazione ma anche il continuo approfondimento della ricerca musicale, caratteristiche fondamentali di ogni esperienza artistica del cantautore. L’artista ha scelto di presentare la sua musica, tanto i brani dell’ultimo album quanto i suoi successi più noti, in quadrifonia. Tecnica di diffusione del suono usata, per la prima volta, nella precedente tournée che prevede il posizionamento di casse non solo di fronte al pubblico, ma anche alle sue spalle e che implica un bilanciamento di acustica che solo i teatri possono consentire. Durante il
concerto Gianluca Grignani sarà accompagnato da Alessandra Flagiello, Sara Gessa e Francesca Maccarone, tre ballerine che trasformeranno con la danza la musica da suono in movimento; sul palco anche Andrea Tripodi ‘testa fonica’ (chitarre, tastiere e programmazione), esperto musicista che ha collaborato con Gianluca anche agli arrangiamenti dell’ultimo album, Diego Scaffidi (batteria), Alessandro Parilli (basso) e Mattia Tedesco (chitarra). Era il 1995 quando la poetica di Grignani, il suo nome e la sua musica in bilico tra rock e pop venivano consacrati sul palco dell’Ariston di San Remo con il successo riscosso dal brano “Destinazione paradiso”. Da allora sono stati 10 i dischi pubblicati e molti i successi per quel falco a metà che cercava nel suo volo il Paradiso e che ora canta un rock romantico. Il prezzo del biglietto, reperibile presso le prevendite abituali e presso i circuiti TicketOne e Greenticket, è di 23 euro. Info: www.cipiesse-bs.it o 0302791881. (m.t.)
LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: la Festa dei Santi Patroni Faustino e Giovita; la presentazione della Verbum domini; la visita del vescovo Monari alla Rsa Arvedi; l’intervista al sindaco di Chiari per le premiazioni in occasione dei Patroni. La rubrica “4 parole” è con Michele Busi, presidente diocesano dell’Azione cattolica. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; su TelePace il venerdì alle 15, il sabato alle 18.30 e la domenica alle 23.20. BELLI DENTRO Con Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni dal lunedì al venerdì alle 17.10. Canzoni, giochi, ospiti in diretta e sondaggi, un modo piacevole di finire la giornata lavorativa. A seguire, “Zona relax”, il meglio della musica “morbida” non stop. VOX POPULI Dal lunedì al venerdì è possibile partecipare al nostro sondaggio quotidiano dedicato ai più importanti temi d’attualità, realizzato in collaborazione con il quotidiano on line lavocedelpopolo.it. Al termine del programma “Belli dentro”, i risultati finali.
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
SABATO
Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it
Le nostre frequenze
6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pensieri per l’anima (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story
Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500
DOMENICA
7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della salute - Luoghi per lo spirito con Michele Peli - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14,35 Diretta sport 19.30 Gr Radio Vaticana
Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30
Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia
S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze
Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it
Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.03 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47
DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pane per il viaggio (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Brescia in diretta - fatti e personaggi in primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pensieri per l’anima (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte
Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Il punto della settimana Giovedì 11.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00
Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40
Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.
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Cultura e comunicazione Sala della comunità
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Cinema “Il truffacuori” e “Gianni e le donne”
Uomini confusi in commedia La Costa Azzurra e Roma sono le location delle due pellicole che in comune hanno la cura per gli ambienti e per i personaggi ben sbozzati. Il tema è l’eterna confusione che l’universo femminile causa in quello maschile
Romain Duris (Alex Lippi ) e Gianni DI Gregorio (Gianni)
PROGRAMMAZIONE Jellystone Park è in forte crisi finanziaria e per questo motivo il sindaco Brown ha deciso di chiuderlo e vendere il terreno. Questo significa che le famiglie non potranno più godere della bellezza della natura e degli spazi all’aperto e, cosa ancora peggiore, Yoghi e il suo compagno Bubu saranno costretti a lasciare l’unica casa che hanno mai conosciuto. Una nuova grande avventura... La versione di Barney di Richard J. Lewis
L’orso Y Yoghi di Eric Breving
Le cronache di Narnia – Il viaggio... di Michel Apted
Immaturi di Paolo Genovese
Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 19 febbraio ore 20.45; domenica 20 febbraio ore 20.45; lunedì 21 febbraio ore 20.45
Sale della comunità IL GABBIANO – GHEDI: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.00; AURORA – PALAZZOLO: domenica 20 febbraio ore 16.00, 20.30; AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 19 febbraio ore 21.00; domenica 20 febbraio ore 16.00, 21.00; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 20 febbraio ore 16.15; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 19 febbraio ore 20.45; domenica 20 febbraio ore 16.00, 20.45
Sale della comunità INZINO – INZINO: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.00; LONATO – ITALIA: domenica 20 febbraio ore 15.00; SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 19 febbraio ore 20.45; domenica 20 febbraio ore 16.00, 20.45
Sale della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 21 febbraio ore 20.30; SPLENDOR – ODOLO: sabato 19 febbraio ore 20.45; domenica 20 febbraio ore 20.30
Megamind Di Tom McGrath
Animals united di R. Kloos e H. Tappe
La banda dei Babbi Natale di Paolo Genovese
Le avventure di Sammy di Ben Stassen
Qualunquemente di Giulio Manfredonia
Sale della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 20 febbraio ore 15.00, 17.00; GLORIA – MONTICHIARI: domenica 20 febbraio ore 15.00
Sala della comunità ASTRA – LUMEZZANE SAN APOLLONIO: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 14.30, 17.30, 20.30
Sala della comunità SAN COSTANZO – NAVE: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 14.30, 17.00
Sala della comunità EDEN – ESINE: venerdì 18 febbraio ore 20.30; sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.00, 20.00
Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 18 febbraio ore 20.45; sabato 19 febbraio ore 20.45; domenica 20 febbraio ore 20.45
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
G
di Nicola Rocchi
Gli alberghi, i negozi, le automobili di lusso della Costa Azzurra, e la malinconia di una Roma un po’ consunta. Giovani e donne trasudanti bellezza ed eleganza, e un signore che vaga scamiciato oltre la soglia della mezza età. Due commedie uscite in contemporanea affrontano, da punti di vista radicalmente diversi, l’eterno tema della confusione che l’universo femminile può causare nella vita di un uomo. Per Alex Lippi (Romain Duris), il fascinoso protagonista del “Truffacuori” di Pascal Chaumeil, la via dell’amore si spalanca implacabile senza possibilità di fuga. A
Gianni, il trasandato alter-ego del regista-attore Gianni Di Gregorio, è invece riservata una vita da osservatore, segnata da un’amarezza che la svagata messa in scena di “Gianni e le donne” fatica a volte ad ingentilire. Il film francese narra in velocità le imprese di un trio ben amalgamato nella sua stramberia. La loro “azienda” agisce su incarico di parenti e amici di donne che hanno scelto per compagni uomini – a parere di chi le circonda – del tutto inadeguati. Donne infelici che ancora non sanno di esserlo e che il bell’Alex aiuta a “rinsavire” con le più
fantasiose tecniche seduttive, aiutato dalla sorella Melanie e dal suo goffo consorte. Tutto procede bene finché il nostro non incontra Juliette (Vanessa Paradis), che ribalta il copione opponendo ai suoi assalti una resistenza (quasi) incrollabile. La stessa resistenza non risulta difficile alle donne che Gianni incontra nel film di Di Gregorio, la sua seconda variazione su spunti autobiografici dopo il fortunato “Pranzo di Ferragosto”. Pensionato nullafacente, Gianni è circondato – e interamente soggiogato – dalle donne, a partire dall’anziana madre (Valeria de Franciscis, signorilmente perfida) che esercita la propria tirannia da una magione di ricca borghese in decadenza. Un amico avvocato (Alfonso Santagata) cerca di sottrarre Gianni all’apatia, prospettandogli avventure pirotecniche (tra loro anche le simpatiche gemelle bresciane
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Laura e Silvia Squizzato, trasformate in bellezze del Nord Europa). Gli esiti, come si può immaginare, sono deludenti, e riconducono Gianni ai limiti imposti dall’età, dal decadimento fisico e da un carattere che trova l’ignavia più voluttuosa dell’avventura. Ad accomunare i due film è la cura per gli ambienti e per i personaggi, in entrambi i casi ben sbozzati. Farseschi e molto caratterizzati quelli del “Truffacuori”, che guarda ai classici americani della commedia romantica citandone alcuni con furbizia. Realistici e assai calati nelle atmosfere romane quelli di “Gianni e le donne”, che provocano sorrisi malinconici e, a partire dal protagonista, qualche domanda sulla condizione psicologica del maschio adulto italiano. Forse non troppo buona, dai palazzi del potere ai condominii delle città.
Frank, un turista americano in visita in Italia per dimenticare una dolorosa storia d’amore, a Venezia conoscerà una donna molto affascinante, Elise, che gli farà pregustare nuovamente gioie e aneliti del cuore. Ma quando sembra che le cose stiano girando bene per lui, ecco che si troverà coinvolto in un vortice di intrighi e pericolose bugie, che sembrano più grandi di lui... Vi presento i nostri di Paul Weitz
Che bella giornata di Gennaro Nunziante
The tourist di Florian Henckel von Donnersmarck
Hereafter di Clint Eastwood
Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 19 febbraio ore 21.00; domenica 20 febbraio ore 18.00, 21.00; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.30; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 19 febbraio ore 21.00; domenica 20 febbraio ore 15.00, 21.00
Sale della comunità PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 19 febbraio ore 20.45; domenica 20 febbraio ore 16.00; SAN DOMENICO SAVIO – SERLE: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.30
Sale della Comunità IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 19 febbraio ore 21.00; domenica 20 febbraio ore 21.00; GLORIA – MONTICHIARI: sabato 19 febbraio ore 21.00; domenica 20 febbraio ore 21.00; lunedì 21 febbraio ore 21.00; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 20.30
Sala della comunità SANTA GIULIA – VILL. PREALPINO: domenica 20 febbraio ore 20.45; martedì 22 febbraio ore 20.45; SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: giovedì 24 febbraio ore 20.45 (cineforum)
CINEFORUM My son, my son what... di Werner Herzog Sala della Comunità CRYSTAL – LOVERE: venerdì 18 febbraio ore 21.00
Tron legacy di Joseph Kosinski Sale della comunità SAN LUIGI – LODRINO: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 20.30; AURORA – RONCADELLE: sabato 19 febbraio ore 20.30; domenica 20 febbraio ore 15.00
Io sono con te di Guido Chiesa Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: (in digitale con microcinema) venerdì 18 febbraio ore 20.45 Potiche di François Ozon Sala della comunità PAOLO VI - DESENZANO: sabato 19 febbraio ore 20.30
Happy family di Gabriele Salvatores Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: domenica 20 febbraio ore 20.45 Invictus di Clint Eastwood Sala della comunità CENTROCULTURALE SAN FILIPPO NERI – GARDONE V.T.: lunedì 21 febbraio ore 20.30 Uomini di Dio di Xavier Beauvois Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: martedì 22 febbraio ore 20.45; giovedì 24 febbraio ore 20.45;
Sotto il celio azzurro di Edoardo Winspeare Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: martedì 22 febbraio ore 20.45 L’amore buio di Antonio Capuano Sala della comunità SAN COSTANZO – NAVE: giovedì 24 febbraio ore 20.30; Precious di Lee Daniels Sala della comunità AURORA – RONCADELLE: giovedì 24 febbraio ore 20.45
Il mio nome è Khan di Karan Johar Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: giovedì 24 febbraio ore 20.30 Stanno tutti bene di Kirk Jones Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: giovedì 24 febbraio ore 20.45 Padre padrone di Vittorio Taviani e Paolo Taviani Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: giovedì 24 febbraio ore 20.45
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LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it
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Incontri “Dall’individualità alla solidarietà”
Crisi: le vie di uscita secondo Bosio Nel corso dell’appuntamento di febbraio organizzato da Comboniani e Centro missionario sono state avanzate proposte per il ritorno a una economia etica quale via per superare la stagione di grande difficoltà
Roberto Bosio
L
di Anna Tomasoni
L’appuntamento di febbraio del ciclo d’incontri di approfondimento “Dall’individualità alla solidarietà” organizzati dai Comboniani in sinergia con il Centro missionario diocesano, è stato dedicato al tema dell’economia e all’impegno sociale del cristiano, ospite Roberto Bosio. Docente di scuola superiore a Torino e autore di diversi libri, editi dalla Emi, tra:“I giochi di potere”, “Decolonizzare l’immaginario”, “Wto dalla dittatura del mercato alla democrazia mondiale”,
Una ricerca
Gli imprenditori stranieri nel Bresciano
Bosio è da anni impegnato a far conoscere i temi e gli aspetti economici utilizzando un linguaggio pulito e abbastanza semplice. Nel suo ultimo saggio “Oltre il capitalismo. Proposte per uscire dalla crisi” racconta la vicenda delle politiche economiche dal 1929 a oggi, spiega le cause dell’ultima grande recessione e presenta una sintesi delle possibili vie d’uscita. “Per anni ci è stato insegnato che il libero mercato è un modello economico perfetto – ha esordito Bosio –
in cui ognuno, agendo in base ai propri interessi, crea il massimo beneficio per tutti”. La crisi, iniziata negli Usa nel 2008, ha però rimesso in discussione questa dottrina. Nel corso dell’incontro il relatore ha ripercorso le tappe principali della storia economica a partire dalla crisi del 1929 richiamando le teorie dell’economista britannico John Maynard Keynes e dell’economista Adam Smith e soffermandosi in particolare sull’importanza di occuparsi di economia e sulla crisi attuale. Nell’indicare un corretto approccio all’economia, Bosio ha richiamato l’atteggiamento che don Mazzolari aveva nei confronti della politica. “Occuparsi di economia – ha affermato il relatore – è un dovere per tutti noi”. Bosio è poi passato a illustrare alcune proposte per uscire dalla crisi economica. “In una crisi come quella che stiamo vivendo – ha sottolineato – la sofferenza può rappresentare uno stimolo per rimet-
È stata presentata nei giorni scorsi all’Università cattolica di Brescia una ricerca che getta nuova luce sul fenomeno della presenza degli stranieri nel Bresciano. Lo studio, realizzato da Guido Lucarno, docente dello stesso ateneo, mette in luce la realtà della presenza di un numero sempre crescente di imprenditori stranieri nel tessuto economico locale. Dai quasi 150mila stranieri regolarmente residenti in provincia di Brescia, quasi 8000 risultano iscritti nel registro delle imprese della Camera di commercio con un indice di imprenditorialità (il rapporto tra stranieri residenti e stranieri imprenditori ) medio. Nel complesso i Comuni con il maggior numero di imprenditori si localizzano nella zona centro-sud-orientale della provincia, tra la Valtrompia e i confini con il Mantovano. Oltre naturalmente al capoluogo, con 2246 imprenditori, i Comuni che ne domiciliano di più sono Ghedi, Montichiari e Desenzano, tutti con più di 200 unità. Un secondo polo di attrazione è la Franciacorta, ma anche in Valle Camonica è presente un numero non trascurabile di operatori, in particolare a Darfo, che ne conta quasi 150. Nonostante il quadro imprenditoriale straniero sia composto da 113 nazionalità diverse, in pratica
tersi in discussione e per tentare una nuova presa di coscienza. Dovremmo essere i primi noi a volere una società nella quale i valori economici cessino di essere centrali e dove l’economia venga rimessa al giusto posto, come semplice mezzo della vita umana e non come fine ultimo”. Nella parte finale dell’incontro sono state presentate alcune proposte ed idee che potrebbero essere utili per “umanizzare l’economia” e migliorare la società in cui viviamo, tra queste l’introduzione del “copy left” per i libri e per i film, per favorire la circolazione della cultura; la preferenza per la filiera corta o a “Km zero” per i generi alimentari e gli investimenti nelle energie rinnovabili. Suggerimenti interessanti che richiedono l’impegno e l’attenzione di tutti noi. Il prossimo appuntamento sarà giovedì 10 marzo 2011 alle ore 20.30, presso la Casa Comboni in viale Venezia a Brescia, interverrà Mirco Rossi sui temi energetici.
esso appare nel complesso non molto differenziato, in quanto sono solo 14 i gruppi con più di 100 imprenditori e solo sei quelli con più di 500 (nell’ordine cinesi, romeni, marocchini, albanesi, pakistani e senegalesi), che da soli rappresentano oltre il 57% degli iscritti al registro imprese. Non tutte le nazionalità presenti tra la popolazione immigrata figurano tra l’elenco degli imprenditori: ne mancano una cinquantina. Tra i cittadini dei Paesi sviluppati, i più vocati all’impresa sono gli svizzeri, con 45 imprenditori su 104 residenti (43,3%), seguiti dai danesi (29,1%), poi da svedesi, norvegesi, olandesi e belgi. Tra gli europei orientali l’indice più alto spetta ai turchi (20,3%), ma si tratta di un valore assoluto esiguo: 15 imprenditori su 74 immigrati. Seguono i russi. Cinesi, armeni, iraniani e siriani guidano la graduatoria dell’indice di imprenditorialità dei Paesi asiastici. Tra gli africani spicca il notevole indice (51,6%) dei cittadini del Niger (16 imprenditori su 31 residenti), seguiti dai mauritani e dai ruandesi. Più significativo è l’indice di imprenditorialità dei gruppi più rappresentativi: come gli egiziani (10,3%), i nigeriani (8,4%), i senegalesi (7,7%) e i tunisini (7,5%). Tra i latino-americani ci sono gli argentini (12,6%).
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Economia e lavoro
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Zootecnia Successo per la Fazi
Una grande vetrina bresciana Piena soddisfazione degli operatori del settore che nei giorni scorsi si sono dati appuntamento al Centro fiera di Montichiari
L
La grande vetrina bresciana della zootecnia chiude i battenti con un bilancio positivo, ma anche in un clima di grande incertezza: alla soddisfazione per il successo delle iniziative e delle mostre zootecniche organizzate dallâ&#x20AC;&#x2122;Apa Brescia, che han visto Brescia distinguersi soprattutto con i giovani, si unisce infatti la forte preoccupazione per la decisione del Governo di non inserire i fondi per il consueto ďŹ nanziamento alle associazioni di allevatori nel decreto â&#x20AC;&#x153;mille prorogheâ&#x20AC;?. Una scelta che mette a rischio lâ&#x20AC;&#x2122;impianto di un sistema che negli anni ha giocato un ruolo fondamentale per la crescita del settore sul fronte della sicurezza e della qualitĂ , e che apre prospettive inquietanti per lâ&#x20AC;&#x2122;immediato futuro. â&#x20AC;&#x153;La Fiera di Montichiari, che questâ&#x20AC;&#x2122;anno ospitava anche la competizione internazionale del Dairy Show condivista ad anni alterni con la Fiera di Verona, ha chiuso positivamente, dimostrando la vitalitĂ di un settore che ancora vuole credere ed investire sul proprio futuro â&#x20AC;&#x201C; afferma il presidente di Apa Brescia, Germano Pè â&#x20AC;&#x201C;. Purtroppo però, proprio nei giorni della Fiera, le speranze degli allevatori hanno subito un duro colpo con
Premiazioni alla recente Fiera
la decisione del Governo di tagliare i ďŹ nanziamenti al sistema allevatoriale: quello che, tanto per capirci, ha fatto diventare il sistema zootecnico bresciano ed italiano in generale fra i migliori del mondo, e che gestisce i controlli per assicurare quelle caratteristiche di sicurezza e qualitĂ che per i consumatori italiani sono un patrimonio ormai acquisito. Questa gestione non mette a rischio unicamente i 3000 posti di lavoro del sistema allevatori, ma anche la soliditĂ di un comparto giĂ minacciato dalla crisi economica, e che ora qualcuno vorrebbe abbandonare a se stesso proprio nel momento in cui avrebbe bisogno di maggior sostegnoâ&#x20AC;?. In questo quadro di grande difďŹ coltĂ , nel quale ancora ci sono speranze di porre rimedio ad una scelta che tutti i leader degli allevatori, a partire dal presidente nazionale Nino Andena, giudicano pericolosa ed iniqua, da Montichiari giungono notizie che perlomeno aprono uno spiraglio di speranza del futuro: come ad esempio quella sul successo della giovane allevatrice bresciana Chiara Gorlani, che si è aggiudicata la gara di conduzione, categoria junior, del concorso
riservato ai giovani di tutta Europa: un importante traguardo dopo numerose vittorie a carattere nazionale. Una mostra con numeri importanti, il Dairy Show 2011, che con lâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione congiunta di Apa Brescia, Apa Verona ed AnaďŹ (lâ&#x20AC;&#x2122;associazione degli allevatori di Frisona) ha portato oltre 360 capi provenienti da tutta Europa ad affrontarsi su un ring dove le bandiere italiane si sono mischiate a quelle spagnole, tedesche e svizzere. Molti gli allevatori bresciani che si sono distinti nelle varie categorie della mostra anche se il titolo di campionessa assoluta della mostra è andato ad un esemplare spagnolo. Nutrita anche la presenza dei ragazzi del Bruna junior club di Brescia che nella giornata di domenica hanno sďŹ lato e gareggiato nel ring. â&#x20AC;&#x153;Ă&#x2C6; soprattutto a loro che dobbiamo lâ&#x20AC;&#x2122;impegno per assicurare un futuro al sistema â&#x20AC;&#x201C; conclude il presidente Pè â&#x20AC;&#x201C;. Ma se non verrĂ ripensata la scelta sui ďŹ nanziamenti, sarĂ difďŹ cile continuare a ragionare in unâ&#x20AC;&#x2122;ottica di crescita come abbiamo sempre fatto, con conseguenze gravi per la nostra economia, i nostri allevamenti e le nostre famiglieâ&#x20AC;?.
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Paesi e parrocchie Bassa Economia e lavoro Salute
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Ial Cisl Un corso di formazione
A servizio della prima infanzia Dal prossimo mese di marzo una proposta per la creazione di personale dei nidi famiglia finanziato dalla Regione
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Da marzo 2011 presso Ial Lombardia di Brescia verrà attivato un corso gratuito per Tata familiare /educatrice di nido famiglia. Il corso si colloca all’ interno del progetto “Formazione professionale di eccellenza in ambito culturale socio-educativo e sociosanitario” per cui Ial Lombardia ha ottenuto da Regione Lombardia il riconoscimento di “Centro di eccellenza per l’istruzione, la formazione e il lavoro in Lombardia per il triennio 2010-2012”. Il corso si propone di fornire competenze professionali mirate per accudire uno o più bambini fino ai tre anni, favorirne la crescita, la socializzazione, l’autonomia e lo sviluppo nel rispetto dei tempi individuali, in accordo con la famiglia, sia presso il proprio domicilio, che in quello della famiglia, che in un luogo terzo appositamente attrezzato, come potrebbe essere un nido famiglia, un nido condominiale, un baby parking o altri contesti analoghi. Il nido famiglia in particolare è un servizio previsto dalla Regione Lombardia come attività di cura di bambini da zero a tre anni, svolta senza
fini di lucro, promosso e autogestito dalle famiglia utenti, che accoglie fino a cinque bambini nell’abitazione dell’educatrice o in altra individuata dalle famiglie. Si tratta di un tipo di servizio che accoglie un numero ristretto di bambini con una proposta personale e flessibile e può assolvere un compito e un ruolo simile a quello dell’ asilo nido in realtà locali piccole e decentrate rispetto alle strutture tradizionali di nido. Può inoltre rispondere alle richieste delle famiglie i cui tempi di lavoro non sono standard e che richiedono quindi una flessibilità di orario che questi servizi leggeri possono garantire. Questo tipo di esigenze delle famiglie e delle piccole realtà locali si rilevano anche nella provincia di Brescia. Nel corso di formazione proposto dallo Ial le aspiranti tate familiari, il cui percorso formativo riprende e integra il profilo professionale previsto dalla Regione Lombardia, potranno acquisire conoscenze e competenze che spaziano dall’igiene alle abitudini alimentari del bambino, ad elementi base di psicologia dell’età
evolutiva e di pedagogia, a tecniche di comunicazione con i bambini e con la famiglia, all’organizzazione del servizio e dell’attività ludica. Nella scelta degli strumenti dell’attività quotidiana, sarà data particolare attenzione al contesto in cui il lavoro si svolge, la casa, per valorizzarne la specificità. Analoga attenzione e spazio di riflessione si avrà per il territorio di inserimento ai cui bisogni specifici il servizio si rivolge. La proposta formativa è rivolta a persone occupate e non, in possesso di scuola media superiore. La partecipazione al corso è gratuita ed è realizzato con il contributo di Regione Lombardia D.G. Istruzione, formazione e lavoro nell’ambito del programma “Lombardia eccellente: azioni regionali per la promozione dell’eccellenza nello sviluppo del capitale umano. Per informazioni e iscrizioni ci si può rivolgere allo Ial Lombardia, sede di Brescia di via Castellini 7 tel. 0302893811, fax 030-2893850, segreteria@ialbrescia.it. Le iscrizioni sono aperte fino al 28 febbraio 2011.
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Economia e lavoro Salute
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
Gardone Valtrompia Novità all’ospedale
Una sofisticata risonanza magnetica L’acquisto reso possibile grazie a una nuova donazione da parte dell’imprenditoria locale e della Fondazione della Comunità bresciana
I
Importanti novità hanno segnato le ultime settimane del presidio ospedaliero di Gardone Valtrompia, che fa parte dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia. Novità che vanno a incrementare il numero e la qualità dei servizi offerti al territorio valtrumplino. Il Servizio di Radiologia dell’Ospedale di Gardone Valtrompia diretto da Giulio Vezzoli ha maturato una significativa esperienza nel campo della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella. Il recente acquisto di una sofisticata risonanza magnetica nucleare ha permesso di migliorare e perfezionare la diagnostica anche in questo campo, in quanto questa metodica, più di ogni altra, riesce a determinare la reale estensione del tumore ed il coinvolgimento delle strutture anatomiche vicine. La nuova attrezzatura è inoltre in grado di identificare lesioni nodulari con maggiore sensibilità. Quando necessita una conferma anatomo-patologica, che può essere determinante per l’orientamento
L’ospedale di Gardone Valtrompia
delle cure, è oggi possibile eseguire un esame bioptico Rmn guidato. Vista la particolare attenzione rivolta alla patologia neoplastica della mammella, si è evidenziata la necessità di acquisire uno strumento all’avanguardia, uno dei primi in Italia e l’unico in provincia di Brescia, che consenta di eseguire biopsie dei noduli mammari Rmn guidate con metodica stereotassica, e quindi con una “mira” più accurata dei noduli mammari. Questa metodica innovativa aggiunge un contributo di eccellenza all’Ospedale di Gardone Valtrompia e a tutti i servizi che nella azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia sono impegnati a garantire la diagnosi e il trattamento più adeguato alle pazienti affette da patologie mammarie. L’acquisto di questa sofisticata apparecchiatura è stato possibile grazie al contributo della Fondazione della Comunità Bresciana, presieduta da Giacomo Gnutti, che si è dimostrata molto sensibile ad iniziative di questa natura mettendo a disposizione la metà delle risor-
se necessarie all’importante acquisizione. Per il restante 50% del finanziamento è stato garantito da alcuni generosi imprenditori della Valle Trompia e di Lumezzane: Assisi Mario e Tiberio, Gambari Rino Mario, Massaroli Claudio, Saleri Francesco e Saleri Sebastiano, che sono stati coinvolti dal dr. Pierangelo Guizzi, direttore dell’Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale di Gardone Valtrompia, che già in precedenza era stato protagonista di analoghe iniziative per sensibilizzare l’imprenditoria locale, rivelatasi per altro particolarmente sensibile, nella raccolta di finanziamenti per l’acquisto della Tac Multristrato e della Risonanza magnetica di ultima generazione da collocare presso l’ospedale di Gardone. La nuova apparecchiatura è già installata e funzionante. Va precisato che l’indicazione per l’esecuzione della metodica viene posta dal Radiologo nell’ambito dell’iter diagnostico che si avvia con le tradizionali indagini previste per lo studio della patologia della mammella (mammografia ed ecografia).
PaesiEconomia e parrocchie Bassa Giardinaggio e lavoro
LA VOCE DEL POPOLO 18 FEBBRAIO 2011
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Utili consigli Gli amanti del pollice verde
Giardinaggio tra le pareti di casa Come garantire la dovuta attenzione alle piante anche nella stagione invernale che non consente l’esposizione all’aria aperta
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Nel periodo invernale le piante da interno e da esterno, subiscono dei cambiamenti fisiologici per adattarsi ai cambiamenti climatici. Infatti le piante per crescere e svilupparsi devono sottostare ad un complesso sistema di processi biologici, condizionati, a loro volta, da vari fattori esterni legati al clima. Questo è proprio il periodo in cui le piante si trasportano all’interno dell’abitazione, passaggio che può rappresentare un momento di particolare stress. Infatti, le piante,
che fino a questo momento hanno vissuto condizioni climatiche soggette a forti venti, temperature in veloce diminuzione e abbondanti piogge, vengono trasportate in un ambiente protetto, dove le condizioni ambientali sono completamente differenti. Questo cambiamento di habitat condiziona fortemente la crescita, la fioritura, la produzione dei frutti e, nei casi più gravi, può causare anche il deperimento delle piante stesse. Infatti, le piante in queste condizioni re-
agiscono istintivamente in modo tale da ridurre al minimo l’attività vitale e mantenere la riserva di sostanze nutritive come energia per la sopravvivenza e la cosa si manifesta con la caduta di fiori, l’ingiallimento delle foglie e uno stato di sofferenza generale. Per le piante d’appartamento i fattori da tenere maggiormente sotto controllo sono la temperatura, la luce, l’acqua e gli elementi nutritivi. Per quel che concerne la temperatura bisogna evitare di posizionare le piante vicino a fonti di calore che rendono l’aria troppo secca. Meglio metterle piuttosto in posizioni soggette a corrente (vicino a porte d’ingresso o a finestre)e ritardare il momento in cui si riportano all’esterno perché sarebbero soggette alle basse
temperature notturne. Elemento fondamentale che permette la vita delle piante è quello della luce che a volte può diventare un fattore negativo. Posizionando le piante vicino a vetrate esposte al sole si causa senza volere un danno, infatti il vetro crea un “effetto lente” ai raggi solari, che in tal modo ustionano le foglie. Per quel che concerne l’acqua, infine, come regola generale le annaffiature devono essere regolari e non eccessive, per non creare situazioni di ristagno idrico o di eccessiva secchezza del terreno. È importante utilizzare anche acque povere in calcare e in cloro per non creare eccessi di sale nel terreno che farebbero morire le radici. Pochi consigli per fare giardinaggio tra le mura di casa.
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Economia e lavoro Giardinaggio
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Proposte Fiori e piante invernali
Un giardino colorato anche in inverno Sono molte le specie che fioriscono anche nei mesi più rigidi
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Uno dei requisiti che deve possedere uno spazio verde all’aperto, giardino o terrazzo che sia, è quello di potersi presentare fiorito in ogni stagione dell’anno. Mentre ciò è facile durante le buone stagioni, l’inverno è tradizionalmente considerato una stagione di riposo per giardini e terrazzi. Preparandosi per tempo e impiantando le giuste essenze, anche l’inverno può diventare buono per piante e fiori. Bisogna però scegliere con cura. Un’essenza interessante è certamente la
Camelia, a torto considerata delicata, nelle sue diverse varietà che fioriscono in autunno e per tutto l’inverno purché situata in posizione molto soleggiata. Anche due varietà di daphne fioriscono in inverno, la laureola, con fiori giallo-verdi raccolti in spighe, e la odora, adatta a climi miti, presenta piccoli fiori viola-rosati dal profumo dolce e intenso che rivestono le estremità dei rami durante tutto il periodo invernale. Sono entrambe piante a portamento ce-
spuglioso che preferiscono posizioni in pieno sole nelle zone più fredde e a mezzombra dove il clima è più mite. L’erica carnea, con infiorescenze di 8-15 centimetri, fiorisce dal tardo autunno fino a primavera inoltrata ed è, fra le eriche a fioritura invernale, La mahonia, nell’ibrido charity, può raggiungere in 10 anni l’altezza di tre metri. Produce, dal tardo inverno sino all’inizio della primavera, profumatissime infiorescenze giallo scuro. La mahonia japonica è un’altra specie a fioritura invernale. I fiori giallo pallido sono riuniti in infiorescenze lunghe 15- 20 centimetri ed emettono un delicato profumo di mughetto. Sono entrambe molto adatte ai climi più freddi. L’ hamammelis mollis con i suoi
profumatissimi fiori giallo carico che spuntano sui rami nudi prima delle foglie. È un arbusto rustico che può raggiungere l’altezza di tre metri. Inizia a fiorire a metà dell’inverno. Il jasminum nudiflora, adatto a ricoprire i muri, emette numerosi fiori gialli sui rami spogli e divergenti. La fioritura inizia a metà inverno. È un rampicante che vive bene anche in luoghi freddi anche in posizioni scarsamente soleggiate e in terreni calcarei. La lonicera fragrantissima è un altro tra i rampicanti a fioritura invernale. Tra dicembre e marzo offre una profusione di fiori profumati bianchi e dall’aspetto ceroso a forma di campanella. Come si può vedere, dunque, sono numerosi gli arbusti fioriferi invernali.
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Sport
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Calcio Udinese - Brescia
Per essere figli di un progetto finale
redazione@lavocedelpopolo.it
Con la Lazio brutta squadra, ma la salvezza è ancora a portata di mano. Per Udine recuperati Caracciolo, Sereni, Zanetti e Zambelli. Si ricomincia, domenica dopo domenica
Marco Zambelli, nella partita con la Roma, al rientro domenica
B
Brutto Brescia quello visto con la Lazio. Non si discute. L’entusiasmo delle prime due partite del ritorno di Iachini ha subito una doccia fredda, raggelando tutti. La squadra vista in campo con la Lazio non è parsa la stessa delle prestazioni precedenti. Correzione in corsa, ancora nel primo tempo dopo solo 30 minuti: Lanzafame per Hetemaj. Ma il cambio non ha sortito nes-
di Mauro Toninelli
sun effetto: il Brescia è stato brutto. “Non mi è piaciuta la prima mezz’ora − dice mister Iachini − in cui avremmo dovuto pressare. Non ci siamo riusciti per meriti della Lazio e per demeriti nostri. Negli ultimi 20 minuti del primo tempo e i primi 10 del secondo abbiamo sviluppato gioco”. Se il passato insegna, la partita con la Lazio e le precedenti hanno dato alcune indicazioni
a mister Iachini su dove intervenire e come: “Se andiamo in campo arrendevoli, con paura, poco intensi non scaleremo mai la classifica”. Domenica 20 febbraio le Rondinelle si sposteranno a Udine ad affrontare una delle formazioni che pare essere più in forma al momento (collegamenti in diretta su Radio Voce 88.3 - 88.5). L’ultima sconfitta degli uomini di Guidolin risale al 19 dicembre contro la Lazio. Da lì otto risultati positivi consecutivi con sei vittorie intervallate da due pareggi con Milan e Bologna. “Voglio testimoniare al popolo biancoazzurro − ha dichiarato in settimana Gigi Maifredi − che noi crediamo alla salvezza e se arriverà, come penso, arriverà alla fine del campionato. Non dovremo essere figli della domenica ma del progetto finale. Andremo incontro a partite difficilissime, che lasceranno spazio a una fine di campionato determinante”. L’ultima sconfitta, non ha cambiato nulla in casa Brescia visto che il Cesena, dietro, e il Lecce, davanti, hanno perso. La classifica
vede Lecce a 24 punti, Brescia a 22 e Cesena a 21. Un poco più su Catania e Parma a 26. La lotta salvezza è ancora aperta, ma qualche passo falso potrebbe riportare dentro anche Bologna e Genoa a 29 punti. Nel fine settimana andrà di scena la 26ª giornata con questi scontri che interesseranno direttamente le Rondinelle: Parma-Cesena, Lecce-Juventus, Napoli-Catania. All’Udinese mancherà Sanchez, fermato dal giudice sportivo; in casa Brescia torneranno disponibili Caracciolo, Sereni, Zambelli e Zanetti. Partita difficile che vede favoriti Di Natale e compagni; qualsiasi verdetto arrivi il campionato non è finito. L’ideale sarebbe che tanto il Lecce, quanto il Brescia facessero lo stesso risultato e mantenere invariato il distacco di due punti, in vista di Brescia-Lecce di domenica 27 febbraio. Ma quella sarà un’altra domenica, forse, facendo il verso a Stone, un’altra maledetta domenica che farà soffrire o gioire; ognuna da vivere a fianco delle rondinelle figli di un progetto finale...
Ronaldo, detto il fenomeno, va in pensione
Come i bambini che non crescono mai
Ronaldo con la maglia del Corinthians
Lo chiamavano il Fenomeno. Si sa che anche i Fenomeni devono fare i conti con la pensione. Anzi, può arrivare a 34 anni e non essere cercata, e tanto meno gradita. Stiamo parlando del brasiliano Ronaldo Luís Nazário de Lima, da non confondere con il suo quasi omonimo Cristiano, portoghese del Real Madrid. Nei giorni scorsi ha deciso di appendere le scarpe al chiodo. Lo ha fatto piangendo: “Sono qui per dirvi che chiudo la mia carriera di calciatore professionista. È stata bellissima, meravigliosa ed emozionante, con molte sconfitte e altrettante vittorie. Ho riflettuto a fondo e ho deciso che era arrivato il momento. Mi sono reso conto di aver dato il massimo. Quando ho preso la decisione, mi sentivo come un malato terminale. Adesso, mi sembra che questa sia la prima morte”. Inserito da Pelé nel marzo 2004 nella Fifa 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, è stato eletto per tre volte Fifa World Player (1996, 1997, 2002) e per due volte Pallone d’oro (1997, 2002). È l’unico giocatore, insieme a Zinédine Zidane, a essere stato
nominato per tre volte Fifa World Player e occupa la 13ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da World Soccer. È anche il miglior marcatore assoluto della storia dei mondiali con 15 gol in 19 partite, uno in più di Gerd Müller e Miroslav Klose. Nonostante tutti questi successi e titoli, Ronaldo è sempre stato un personaggio melanconico se non triste. Le immagini più dolorose della sua vita sono certamente quelle che hanno preceduto e seguito la sconfitta del Brasile nella finale dei Mondiali 1998 in Francia. Aveva problemi di salute, ma appariva moralmente distrutto. Anche nei giorni in cui stava bene dava l’impressione della persona cui manca sempre qualcosa. Non per caso la sua vita sentimentale è stata più che sciupata (in questo senso i due Ronaldo sono fratelli gemelli, anche se il portoghese ha l’aria di uno che strapperebbe i pugni anche a Gandhi). Bambini che quando il giocattolo si rompe si sentono persi. Che qualcuno li aiuti a diventare adulti. (Silvia Zavoli)
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Sport
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Tiro a segno Dall’1 al 7 marzo gli Europei
A Brescia sognando Londra Presso la Fiera ci saranno 800 tiratori e 400 tecnici in rappresentanza di 45 nazioni. In palio la qualificazione alle Olimpiadi 2012
P
Per una settimana Brescia diventerà la capitale europea del tiro a segno. A ospitare la rassegna continentale, in programma dall’1 al 7 marzo prossimi, sarà il nuovo padiglione della Fiera che – per l’occasione – diventerà teatro di gara per 800 tiratori e 400 tecnici in rappresentanza di 45 nazioni. Verranno allestite 100 linee di tiro a 10 metri e quattro impianti per il bersaglio mobile. Non poteva mancare la nazionale azzurra, rappresentata da due atleti lombardi: il milanese Marco De Nicolo (classe 1976) e la bergamasca Arianna Comi (‘90). A poco più di un anno da Londra 2012, si avrà l’opportunità di ammirare alcuni tra i più grandi tiratori che sicuramente si contenderanno il lasciapassare per il podio olimpico. Impresa che tenteranno anche gli atleti di casa nostra che, lo scorso anno, hanno portato il tiro a segno a li-
di Mario Ricci
velli mai raggiunti conquistando non solo tre carte olimpiche (Marco De Nicolo, Niccolò Campriani, Elania Nardelli), ma anche podi mondiali: Niccolò Campriani, campione del mondo nella carabina 10 metri e Mauro Badaracchi, campione europeo in carica nella pistola e oro nella finale Coppa del mondo, il bronzo di Elania Nardelli ai Campionati mondiali nella carabina 10 metri e l’argento mondiale nella pistola libera juniores del giovanissimo Dino Briganti. “Abbiamo scelto la città di Brescia – ha dichiarato Ernfried Obrist, presidente dell’Unione italiana tiro a segno – dopo una lunga selezione e questa ci è sembrata la soluzione migliore. Abbiamo premiato le infrastrutture che la città offre e per la bellezza del territorio circostante”. L’appuntamento bresciano sarà anche il primo in assoluto ospitato dal nostro Pae-
se e si aggiunge alla Coppa del mondo che la nazionale sta disputando a Milano. “Abbiamo constatato che gli atleti vengono volentieri sull’asse Milano-Venezia. In più Brescia e la provincia sono il cuore industriale della realizzazione dei materiali per la nostra disciplina. Quindi invito tutti i bresciani al PalaFiera – aggiunge Obrist – perché avranno modo di assistere a gare emozionanti e altamente spettacolari. C’è stato messo a disposizione un intero padiglione dotato di una tribuna da mille posti. Il nostro scopo è uscire dai poligoni per affacciarci al grande pubblico”. E allora perché non approfittare dell’ottimo momento che il tiro a segno sta attraversando? “È vero – conclude il dirigente dell’Unione italiana – i risultati parlano chiaro. Su tutti, la vittoria di un Mondiale che non avveniva dal 1978. La speranza è che i nostri atleti confermino il trend dell’anno passato”. Per informazioni sugli Europei di tiro a segno 2011 (Brescia, 1-7 marzo) si può consultare il sito internet www.echbrescia2011.it, leggere il programma delle gare nel dettaglio e i risultati.
Basket A Dilettanti
Brescia ospite di Moncalieri Dopo la sconfitta nello scontro diretto con Piacenza, la Centrale del Latte Brescia prova a riprendere la marcia verso il primato domenica 20 a Torino contro Moncalieri (incontro valido per l’ottava giornata di ritorno della serie A Dilettanti). Piemontesi “ammazza grandi” e intenzionati a rimanere in zona play off. Di contro la Leonessa vuole tentare l’aggancio a Perugia in testa alla classifica. Un dubbio per coach Dell’Agnello: l’infortunio di Crow, mentre Farioli è stato fermato precauzionalmente; la società tornerà sul mercato a caccia di un lungo. Moncalieri-Brescia verrà trasmessa in diretta sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3-88.5) e in streaming su radiovoce.it a partire dalle 17.50. (a.a.)
diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 20 Febbraio 2011 ore 17:50
vs Moncalieri Torino
La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it
in collaborazione con
Brescia Leonessa
Centro Sportivo Italiano
Ciclismo A Leno il Memorial Massetti
Pasquali, più veloce della motocicletta di Bruno Forza
L’inverno del ciclismo bresciano ha il suo dominatore. Si tratta di Fabio Pasquali, classe ‘78 della Pata Nuova Arka, che nella quarta prova del Campionato d’Inverno ha centrato il personale poker di successi tagliando in solitaria il traguardo di Leno e aggiudicandosi l’XI trofeo Winter Trouphy memorial Massetti, gara aperta a tutti gli enti della consulta. La carovana dei 190 biker è stata accolta dal cielo uggioso della Bassa. Le nubi, tuttavia, hanno risparmiato i ciclisti dalla pioggia ed è stato scongiurato il bis fangoso della passata edizione. Pasquali ha coperto l’intero tracciato di 34 km in 1h e 10’, bruciando perfino la moto apripista, finita in un fosso. I tesserati ciessini hanno conquistato il podio degli M6/7, dove il primato è andato a Luigi Di Giorgio (Csi Ciclobrescia) davanti a Pietro Branchi (Ped. Orceano Sachesghinghem) e Paolo Zanesi (GS Velo Montirone). Nella categoria M5 bronzo per Baldassare Mangerini (Piton Futura Team). Tutti gli altri arancioblù hanno ottenuto punteggi utili a gonfiare il personale bottino in classi-
fica. Le società in lizza dovranno fare meglio del Pedale Orceano Sachesghinghem, che nel 2010 aveva fatto razzia di maglie in quasi tutte le categorie. A Leno i 30 corridori ai nastri di partenza hanno rappresentato Piton Futura Team, Pedale Orceano Sachesghinghem, Sprint Bike Lumezzane, Team Bike Gavardo, Mtb Italia, GS Velo Montirone e Csi Ciclobrescia. Fra le file Csi da registrare la new entry di un tesserato della Croce Verde di Orzinuovi, (gruppo che a ottobre organizza la Endurance 6h Urcis) che indossava ancora una tuta neutra in attesa di quella nuova. Il numero di gara che gli è stato assegnato è il 118. Domenica si tornerà in sella in quel di Borgosattollo, dove la Borgosatollo Cycling Team organizza il V Memorial Renzo Taiola e Bruno Conti. Il ritrovo è fissato alle 12.30 al parco degli alpini di via Donatori del Sangue, con la prima partenza delle categorie Senior 1, 2 e Gentlemen prevista per le 13.30. In mattinata si corre anche a Cavriana, in provincia di Mantova, per una gara di mountain bike aperta a tutti gli enti della consulta ciclistica. Partenza alle 9.
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Lo sci in pista al Tonale con lo slalom La quinta tappa del campionato di sci ciessino si è conclusa domenica sulla pista Cady al Passo del Tonale, dove si è svolto lo slalom speciale. Nella classifica riservata alle società prosegue la rimonta dello Sci Cai Edolo, che si è aggiudicato la prova con 12 punti di vantaggio sullo Sci Club Pisogne, e 27 sulla Polisportiva Grignaghe, giunta terza. In classifica generale 13 lunghezze separano lo Sci Cai Edolo dalla vetta della classifica, e con due gare da disputare la lotta per il titolo risulta più che mai aperta. Il Montorfano Ski Team è quarto, ma può solo essere soddisfatto tornando dalle vette con tre atleti su tre saliti sul podio. La compagine bresciana ha brillato grazie a Simone Bignotti e Stefano Faustini, che hanno dominato la categoria adulti maschile, mentre Veronica Loda ha ottenuto il bronzo tra le seniores. Ora è tempo di sosta, in attesa della gara del 27 febbraio, sempre al Passo Tonale, con lo slalom gigante sulla pista di Alpe Alta. La top ten assoluta è la seguente: 1) Mazzola Maxime Pol. Grignaghe; 2) Archetti Davide Sci Cai Edolo; 3) Casalini Giorgio Sci Cai Edolo; 4) Smussi Beatrice Pol. Grignaghe; 5) Bignotti Simone Montorfano Ski Team; 6) Archetti Luciano Sci Cai Edolo; 7) Grassini Francesco Pol. Grignaghe; 8) Faustini Stefano Montorfano Ski Team; 9) Frassi Cristina Pol. Grignaghe; 10) Mariotti Severino Sci Cai Edolo.
Tennis tavolo, ginnastica artistica, pallavolo e gemellaggi
È tempo di trofei regionali Bagnolo San Vito, in provincia di Mantova, ospiterà domenica la XXI edizione della competizione pongistica. Gli atleti della ginnastica saranno impegnati in una due giorni di gare a Canneto sull’Oglio. Le sfide di tennis tavolo avranno inizio a partire dalle 9 alla palestra Virgilio di via Matteotti 23. Il programma della manifestazione avrà inizio alle 7.30 con la Santa Messa alla quale seguirà l’apertura della palestra e il controllo delle tessere. I primi a impugnare le racchette saranno senior e veterani, seguiti dai tesserati Fitet A e B. Il secondo scaglione pongistico gareggerà a partire dalle 13.30, con giovani, ragazzi, allievi, juniores e under 21. Tornando alla ginnastica, a inaugurare l’evento lupette medium e pulcine medium alle 14.30 di sabato. Chiudono il
sipario le esibizioni della “ginnastica insieme” alle 17.15 di domenica. Pallavolo. Definite le formule di accesso alle fasi provinciali per le categorie di pallavolo. Nell’under 14 accederanno alle semifinali le prime classificate di ogni girone e la migliore seconda. Tra le juniores inseguiranno il titolo provinciale le prime quattro di ogni girone, che verranno suddivise in due gruppi da 6 con gare di sola andata. Le capoliste disputeranno la finale. Nella categoria top junior saranno le prime dieci a proseguire l’avventura. Ottava-nona e settima-decima saranno le sfide secche, ultimo appello per l’accesso ai quarti di finale. Nell’open femminile staccano il biglietto per le fasi finali le prime quattro di ogni girone. La formula è la medesima
prevista per la categoria juniores. Gemellarcsi. Brescia allarga i confini del comitato grazie alla prima e sperimentale edizione dei gemellaggi arancioblù promossi dal comitato nazionale, che collegano Brescia e Ostuni. Secondo il documento ufficiale del gemellaggio il comitato lombardo e quello pugliese “si impegnano a fissare linee comuni condividendo e stabilendo sinergie opportune per la crescita delle loro attività e dei loro territori”. Tornei. Il primo in ordine cronologico sarà il 1° Trofeo Primavera Città di Gavardo, torneo di calcio a 11 riservato ai tesserati Csi. Le gare si disputeranno al Centro sportivo. Per iscriversi c’è tempo fino al 7 marzo. Per informazioni 338.1214135 o www.csisoprazocco.com.
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Politici asserviti Egr. direttore, credo che neanche lo scrittore di fantapolitica più bizzarro del mondo avrebbe potuto confezionare un libro che raccontasse la tragicommedia che la nostra Italia sta attraversando con l’attuale presidente del Consiglio. La realtà ha surclassato la fantasia. Del “nostro” ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, e tutti i giorni ci è stata offerta “testimonianza” tra farse, scenette, sceneggiate, irresponsabili comportamenti pubblici e privati, attacchi continui a destra e a manca compresa la Magistratura (naturalmente quella che indaga su di lui), fino al Presidente della Repubblica, non dimenticando i fantomatici “comunisti” e quanti hanno osato alzare un dito per ricordargli il senso delle Istituzioni ed un comportamento consono di dignità e decoro. Ma qui siamo sul nostro settimanale cattolico, e aperto, e non possiamo, se non vogliamo apparire accondiscendenti, non criticare i timidi pronunciamenti, le dimenticanze e i silenzi di alcuni nostri Pastori che hanno provocato gravissimo disagio a credenti e non credenti. Per molti di questi ultimi la voce della Chiesa rimane un punto alto, credibile e autorevole. D’altra parte si sente chiedere da più parti e sempre più spesso una nuova generazione di “politici cattolici” per offrire prestigio e prospettiva. Mi chiedo, ma siamo sicuri che da tan-
to sfacelo e dopo tanto cattivo esempio possano formarsi bravi, preparati e onesti cittadini considerato che finanche i loro punti di riferimento si sono opacizzati? Non suonano solo come buoni auspici se non si sentono “gridare dai tetti” che tra i valori “non negoziabili” ci sono anche l’etica, la legalità, la solidarietà e l’accoglienza? Per inciso. Non si nota la grande sproporzione tra gli attacchi sopra le righe ai cattolici Bindi e Prodi, pochissimi anni fa, in occasione della “traumatica” proposta dei Di.co e il timido balbettio contro le invereconde e destabilizzanti esibizioni di questi mesi del Premier? E non parliamo di centro, destra o sinistra perché la visione e la denuncia della Chiesa deve valere per tutti indistintamente. Ma ciò che più impressiona è lo spettacolo umiliante di parlamentari, scelti dai “capi”, senza spina dorsale che non danno segni di rivolta morale o quantomeno di dissociazione. Anzi ultimamente ne vengono “arruolati” altri più “responsabili”. Alla vista di questo triste spettacolo come non rimpiangere la “famigerata” Prima Repubblica che avrà anche visto cadere qualche governo in più ma dimostrò anche la tempra di persone che non si adeguarono. Rimaniamo sbalorditi dai silenzi dei Gianni Letta o dei Tremonti. Un Pisanu sta alzando la testa e qualche segnale l’ha dato… ma che miserie. Ultima considerazione. Il nostro abito mentale come italiani era ed è, purtroppo, ben disposto
Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it
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alla deriva di questa assuefazione fino alla accondiscendenza del berlusconismo. Dopo tangentopoli in altri Paesi sarebbe nata una dittatura qui da noi ha prodotto qualcosa che le assomiglia in peggio. Il grande giornalista e scrittore Indro Montanelli che lo aveva “assaporato”, in tempi ancora non sospetti, ebbe a scrivere che per vaccinarsi contro questo virus, paragonato al colera, gli italiani dovevano toccare il fondo. L’abbiamo toccato? E a questo punto non raccontiamoci
storie nel dire che sarà sufficiente pensionare Berlusconi perché tutto si risolva. Quella sarà solo una inevitabile conclusione, mentre non sarà invece né facile, né semplice, né breve risalire la china… dovremmo prepararci. Matteo Tagliani
19 febbraio 1959 Gran Bretagna, Turchia e Grecia, firmano un accordo di garanzia per l’indipendenza di Cipro
20 febbraio 1974 A causa della crisi petrolifera aumenta il prezzo della benzina e le automobili, nei giorni festivi, devono circolare a targhe alterne
Senza parole Egr. direttore, è domenica, mattino presto. Un bar di periferia, nella nostra città. L’avvento-
Omnibus
Avvenimenti 18 febbraio 1984 Viene firmato, dal card. Agostino Casaroli e da Bettino Craxi, il nuovo concordato tra la Repubblica italiana e la Santa Sede
Le ricette della settimana Farfalle con asparagi e ricotta
Orate ai ferri
Ingredienti: 350 grammi di farfalle fresche semintegrali, 300 grammi di asparagi selvatici, 150 grammi di ricotta finissima di capra, olio extravergine d’oliva, 2 mestoli di brodo vegetale, sale, pepe (facoltativo).
Ingredienti: 4 orate da porzione, prezzemolo, 1 limone, pangrattato, olio extravergine d’oliva, sale, pepe.
Preparazione: Far appassire gli asparagi mondati e tagliati a pezzetti in 2 mestoli di brodo vegetale; salare. Una volta cotti frullarli con un filo d’olio crudo. Incorporarvi la ricotta e a piacere una macinata di pepe. Tenere in caldo a bagnomaria, quindi condirvi la pasta lessata al dente.
Preparazione: Pulire le orate, lasciarle marinare alcune ore in olio, sale, pepe, succo di limone e prezzemolo tritato. Sgocciolare, cospargerle con pangrattato fine. Cuocerle sulla griglia scaldata del forno a fuoco moderato per 15 minuti o poco più. Durante la cottura girare due o tre volte le orate spennellandole con il liquido della marinata. Servirle subito ben calde.
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re, un signore pacioso, rubizzo e sorridente, parla col barista di un comune conoscente, invalido psichico, che la sera prima deve aver commesso una qualche stupidaggine, per strada. “Bisognerebbe ucciderli tutti, ‘sti invalidi, così hanno finito di dar fastidio!” esclama l’uomo, sghignazzando. Anche il barista approva. Non gli hanno forse insegnato che “il cliente ha sempre ragione?”. I due passano poi a parlare del Milan, dell’Inter e della Juve, dimenticandosi presto del povero invalido. Pertanto, nulla di grave è accaduto in quel bar, domenica mattina. Giammaria Manerba
Ghedi solo per italiani Egr. direttore, sembra proprio impopolare dissentire dalla delibera 33 del 30/11/2010 del Comune di Ghedi, paese della bassa bresciana, relativa ai criteri per regolamentare l’assegnazione degli alloggi comunali. Fra i criteri c’è l’“italianità”. Anzi, è il primo requisito richiesto: solo chi è italiano ha diritto ad entrare in un alloggio del Comune. Sicuramente istintivo l’atteggiamento di salvaguardia dei diritti dei “nativi”, magari provinciale e timoroso, non necessariamente razzista. Assordante il silenzio generale, anche di fronte a sollecitazioni garbate. A parte le considerazioni sulla legittimità o meno della delibera (siamo in un’Europa che ha abbattuto le frontiere per smetterla con i bagni di sangue, e in uno Stato che
ha una Costituzione ove esplicitamente si combatte la discriminazione), ci sono molte persone che, pur non condividendo i principi ispiratori della delibera e magari scandalizzandosene, si girano dall’altra parte, facendo finta di niente. Senza entrare in inutili polemiche sulla miriade di criteri adottati o adottabili, c’è un principio di fondo che così viene leso. Chi tace su questo è persona spesso anche impegnata nel sociale, di discreta sensibilità, magari frequenta con assiduità la chiesa. Il paese, che ci tiene a chiamarsi “città”, conta un centinaio di associazioni di diverso tipo, anche sociale naturalmente, per una popolazione di 17 mila abitanti. Magari riservati, ma non insensibili, i ghedesi. In pochi anni si è arrivati ad avere, su dieci bambini che nascono, quattro nati da coppie non italiane. Il paese è abituato all’immigrazione dal sud, essendoci una base militare fin dall’inizio dell’aviazione, e non sono molte le famiglie senza qualche parente meridionale. Sarebbe azzardato parlare di società aperta, però: non è da molto che l’industria si è fatta spazio. Fino a poco tempo fa, oltre al campo d’aviazione, c’era l’agricoltura, il commercio locale e il lavoro fuori paese. Una giovane persona di ampia cultura e profonda sensibilità mi raccontava come, in un breve alterco con un extracomunitario per motivi di precedenza, in fila alla biglietteria di una stazione ferroviaria, sia sbottata con un: “Ma qui io sono a casa mia!”. Per subito vergognarsi chiedendo scusa, amareggiata e
stupita di sé stessa. Rendendosi conto che la sua reazione era stata frutto di un istinto che spesso (ma non sempre, come in questo caso) l’educazione e la crescita personale aiutano a gestire e tenere a bada. Pulsioni, istinti primordiali, chiamiamoli come vogliamo, ma ci sono. È rischioso allora prendere posizione, in paese, dire che la reazione di chiusura è comprensibile, ma che ci porta ad essere in contraddizione con noi stessi, con il nostro essere europei, membri di associazioni di volontariato, magari cristiani? Cristo è un extracomunitario. O no? Forse è rischioso, ma non possiamo farne a meno. Sappiamo bene che il silenzio è collusione: non esiste il non comunicare, la neutralità. Questo vale per chi assiste indifferente ai comportamenti di bullismo, di mafia, di corruzione o di discriminazione: chi tace viene percepito come facente parte degli aggressori. Lo sappiamo bene tutti. Una persona educata alla mondialità, di notevole apertura e tutt’altro che provinciale, analizzando certi suoi schemi emotivi e mentali, è rimasta stupita nello scoprire di avere ancora stereotipi poco consapevoli ma comunque riconducibili a categorie di tipo razzista, nella percezione delle persone. Accettarsi imperfetti per cercar di migliorare. E farlo capire anche alle persone vicine, senza giudicare, ma in modo fermo e chiaro. E dire a fronte alta che ci sono ghedesi che non concordano con simili discriminazioni. Lettera firmata
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A teatro con “Voce” Vinci due biglietti per “Bothanica” dei Momix di Moses Pendelton giovedì 3 marzo al PalaBrescia proposto da Cipiesse. In palio anche due biglietti per “Gian Burrasca” di Elio con le musiche di Nino Rota e i testi di Lina Wertmüller al PalaBrescia il 5 marzo. Spedisci entro il 28 febbraio a “A teatro con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Gianni Budria, Paola Toninelli e Margherita Gnali hanno vinto i biglietti per ”Alice”.
“Bothanica” di Momix Gian Burrasca di Elio
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VOCESAS
21 febbraio 1965 A New York viene ucciso Malcolm X, ex capo dei Musulmani Neri, aveva 39 anni
22 febbraio 1993 L’Onu approva l’istituzione di un tribunale per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia
23 febbraio 1455 Data tradizionale di pubblicazione della Bibbia di Gutenberg, il primo libro occidentale stampato con caratteri mobili
24 febbraio 1938 Uno spazzolino da denti con setole in nylon è il primo prodotto commerciale che impiega il nuovo materiale
L’esperto risponde a cura delle Acli bresciane
Aforismi
D.: Sono un lavoratore iscritto al Fondo pensione complementare dei metalmeccanici (Cometa). Due anni fa ho percepito una somma dell’accantonamento che oggi sono in grado di reintegrare. Cosa comporta in sede di dichiarazione dei redditi questo reintegro? Posso dedurre dal reddito complessivo la somma reintegrata al fondo?
Borgosatollo Due anni per Benedetta
R.: I versamenti effettuati a titolo di reintegro delle somme anticipate dal fondo sono deducibili dal reddito complessivo non oltre il limite di 5.164,57 euro. Sulle somme eccedenti tale limite è riconosciuto un credito d’imposta pari all’imposta pagata al momento della fruizione dell’anticipazione proporzionalmente alla somma reintegrata. Per informazioni dettagliate su quali documenti esibire per la dichiarazione dei redditi non esiti a chiamare il Caf Acli al numero 030 24.09.884.
Il 17 febbraio Benedetta Daini ha compiuto due anni circondata dall’affetto della sua famiglia. In particolare l’hanno festeggiata il cuginetto Mattia con i nonni, gli zii e i parenti. Anche la redazione si unisce agli auguri.