La Voce del Popolo 2011 08

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DEL POPOLO

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n° 8

Degni di amore di Francesca Bernacchia

Spesso una sottile ragnatela avvolge il cuore e lo fa stare duro, incapace di darsi il perdono. Il rifiuto di noi stessi ci porta a domandare: “Posso davvero credere di essere ancora degno di amore?”. Lì si apre il paradosso cristiano: ne siamo ancora più degni, poiché il nulla ha richiamato in sé una ulteriore quantità di amore, il ventre vuoto lo ha ricercato e gli ha preparato una dimora. Così, proprio così, straziata dall’assenza e dallo smarrimento, l’anima tocca l’amore: esperienza puntuale, d’istante, in cui è percepito di nuovo l’incredibile non-dovuto. Ti amo perché ti amo: senza condizioni né calcolo. E la domanda “perché?” fa nascere un’altra forma di smarrimento: la felicità di trovarsi – nudi – tra mani più grandi, non cercate e non chiamate. Si avvera la Parola: “La mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza… quando sono debole, è allora che sono forte” (2Corinzi 12,9-10). Il nostro Dio ha scelto così.

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SETTIMANALE SETTIMANAL SETTIMANA NALE DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

BRESCIA 25 FEBBRAIO 2011

Cattolici responsabili e creativi Nei giorni 27 e 28 febbraio l’Azione cattolica bresciana vive la XIV Assemblea diocesana. Un luogo “proprio” e una modalità opportuna per confrontarsi da laici cristiani in un tempo in cui la chiamata all’accoglienza, al discernimento e alla partecipazione si fa più esigente


sommario Il fatto

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Per una Chiesa che sia lievito nella società

Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte (Kahlil Gibran)

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Lumezzane: “Il profumo dei sensi” ovvero gli anziani sul palcoscenico

a cura di Angelo Onger

Popoli e continenti Bioetica. La vita: un diritto inviolabile

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a cura di Giovanna Pasqualin Traversa

Ecclesia Pellegrinaggio ad Ars. Camminare con i Santi

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di Diego Facchetti

Paesi e parrocchie Brescia. Adolescenti come utenti e volontari

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di Luciano Zanardini

Pertica Alta. I Maschèr anticipano le danze

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di Nicoletta Tonoli

Possibili candidati per il Quirinale

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di Anna Tomasoni

Tra PaciArte e Galleria Colossi, sguardo su Conti, Lombardini, Pinelli 42 di Luca Bressanini

Economia e lavoro Una Social card nuova contro la povertà

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Don Luigi Merola, un prete contro la camorra

Sabato 5 marzo alle 20.30, presso il teatro Odeon di Lumezzane San Sebastiano con ingresso gratuito, il gruppo di “animazione spettacoli” della Residenza Le Rondini propone un nuovo spettacolo dal titolo “Il profumo dei sensi”, inserito nella rassegna “Vers e us” patrocinata dal Comune di Lumezzane. Sul palco ospiti, operatori, parenti e volontari, cioè persone che nella quotidianità risiedono presso la Residenza, oppure ci lavorano, o prestano la loro opera come volontari, non sono attori professionisti, ma solo un gruppo di amici che con buona volontà e impegno si mettono in gioco per regalare a chi vorrà approfittarne, una piacevole e divertente serata. Quest’anno è il quarto anno consecutivo durante il quale si propone alla comunità uno spettacolo “made in Rondini” e l’obiettivo è di arrivare al pubblico lumezzanese per continuare a promuovere un’idea di Residenza per anziani diversa, non luogo di attesa del passaggio finale della vita, non luogo solo di sofferenza e/o solitudine, ma luogo dove il tempo nonostante gli acciacchi degli anni, può essere ancora vissuto da protagonisti. La Fondazione Le Rondini rappresenta ormai da anni un importante patrimonio anche di umanità della comunità lumezzanese. L’intento è di proporre temi che possono accompagnare un pubblico attento a riflettere su come: l’amicizia, la solitudine, l’accoglienza, la dimensione del tempo, proposti, con toni scherzosi, riflessivi o nostalgici, rivisti attraverso i sensi come: l’udito, il gusto, la vista, ma anche il senso dell’umorismo, dell’emozione, del profumo dei ricordi e di tutto quanto circonda la vita quotidiana di una persona. Come nei precedenti spettacoli, anche quest’anno si alterneranno pezzi teatrali comici anche dialettali, a balletti inediti, canzoni, poesie ed effetti speciali, il tutto condito con lo spirito allegro che caratterizza questo gruppo.

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a cura di Massimo Venturelli

All’inizio di febbraio, un deputato americano, Christopher Lee, si è dimesso dal suo incarico, colpevole di tentato adulterio via internet. Aveva mandato una sua foto a torso nudo a una donna conosciuta sul web. Nessun rapporto sessuale, al di là dei desideri inconfessabili. Il deputato, un republicano di 46 anni, sposato con due figli, ha dichiarato: “Mi dispiace per il danno che le mie azioni hanno causato alla mia famiglia, ai miei colleghi e ai miei elettori. Chiedo scusa profondamente a tutti”. È solo uno dei tanti episodi del genere che si possono citare. In Svezia, nominata il 6 ottobre 2006 ministro dei Trasporti nel governo di Frederik Reinfeldt, la conservatrice Maria Borelius il 14 ottobre si era già dimessa per avere in casa babysitter in nero, non aver pagato il canone tv e un marito proprietario di una casa di vacanze intestata a una società

con sede nell’isola di Jersey, paradiso fiscale. Un paio di giorni dopo si dimise anche una sua collega, il ministro della Cultura, Cecilia Stegö Chilò, anche lei per le babysitter in nero e per non aveva pagato il canone tv, addirittura per 16 anni consecutivi. Molti ricorderanno il caso del ministro dell’Interno inglese, la laburista Jacqui Smith, che nel contesto di un ampio scandalo sulle spese gonfiate dei parlamentari fu accusata nel 2009 di alcune irregolarità, poi considerate non penalmente rilevanti. L’opinione pubblica inglese si incuriosì soprattutto dal fatto che aveva acquistato con denaro pubblico quattro film su un canale pay-per-view, due dei quali porno (probabilmente comprati dal marito). Pochi mesi dopo la Smith si dimise da ministro, ma mantenne il posto di deputata. Nelle elezioni del maggio 2010 non venne rieletta in Parla-

Sport Brescia. Poche parole e tanti fatti per la salvezza

LA VOCE DEL POPOLO

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di Mauro Toninelli

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Adriano Bianchi

Questi cattolici Concorso di scrittura: “Rintracciare la speranza” nella sofferenza

Un concorso letterario per raccontare la speranza, dare un senso al proprio dolore e immaginare un percorso di uscita dal disagio. Si intitola “Rintracciare la speranza” la competizione indetta dall’associazione “Il Chiaro del bosco” riservata a chi ha vissuto la sofferenza psichica e ai loro familiari. Il concorso è stato presentato nella sede della Cooperativa “La rete” dalla responsabile del “Chiaro del bosco” Rossella Micheli, dall’educatrice Mariella Mentasti e da Fabio Larovere, presidente della giuria. “Le storie e le narrazioni personali possono produrre un forte impatto sociale e donare speranza a chi si sente sopraffatto dal dolore – hanno spiegato gli organizzatori –. Scrivere è anche il luogo dell’ascolto di sé, della revisione, della re-interpretazione, perciò il concorso vuole anche indurre a rinvenire impronte luminose nel proprio percorso di vita scorgendovi un senso nuovo, pieno, progettuale”. Con il patrocinio di Comune, Provincia, Regione e Csv (Brescia Volontariato) l’iniziativa è parte del progetto “Curare le parole per dare parola alla cura” che prevede dieci laboratori per aiutare le persone a rivisitare la propria esperienza di vita attraverso la scrittura. Sono circa 120 i partecipanti ai laboratori, la maggior parte dei quali pazienti. Il concorso si articola in tre sezioni: racconto, testimonianza-autobiografia e poesia. I primi tre classificati di ogni sezione verranno premiati con 300, 200 e 100 euro. Le opere vincitrici e quelle segnalate saranno pubblicate in un volume. Tutte le opere pervenute saranno disponibili sul sito dell’associazione. Gli elaborati dovranno essere inviati entro il 15 maggio alla sede de “Il Chiaro del bosco”; la premiazione si terrà a Brescia l’8 ottobre, Giornata mondiale della salute mentale. Hanno aderito al progetto le aziende ospedaliere, associazioni di volontariato, cooperative sociali. Info: 392 2032380 (Rossella Micheli); info@ilchiarodelbosco.org; www.ilchiarodelbosco.org.

mento. A un altro laburista inglese, David Blunkett, pochi anni prima era toccato dimettersi due volte da ministro in meno di un anno. Nel dicembre 2004 Blunkett, dovette dimettersi da ministro dell’Interno per aver tentato di dare una spintarella alle pratiche del permesso di soggiorno della babysitter filippina della sua ex amante. Diventato dopo pochi mesi ministro del Lavoro, Blunkett si ridimise nel novembre 2005, per un minimo problema di conflitto di interessi. In Spagna, all’inizio del 2009, ha lasciato il suo incarico il ministro (socialista) della Giustizia, Mariano Fernández Bermejo, messo sotto accusa dal quotidiano “El Mundo” per aver partecipato a una battuta di caccia in compagnia del supergiudice Baltasar Garzón, titolare di un’inchiesta per presunti casi di corruzione che coinvolgevano alcuni esponenti del Partito popolare, avversari politici di Bermejo. Inoltre era andato a caccia in Andalusia pur essendo sprovvisto di una licenza valida per quella

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regione. I sottosegretari francesi Christian Blanc e Alain Joyandet si sono dimessi insieme, nel luglio scorso. Joyandet avrebbe ottenuto un permesso di costruzione irregolare per ampliare la sua casa e avrebbe speso più di 100mila euro per affittare un aereo privato per andare in Martinica a una conferenza internazionale. Il collega Blanc, si è dimesso perché scoperto dal settimanale “Le Canard Enchaîné” a usare soldi pubblici per l’acquisto di sigari pregiati per un totale di 12mila euro. Niente denunce, niente inchieste e rinvii a giudizio, niente insulti ai giudici e ai giornalisti. Sono stati scoperti con le dita sporche di marmellata. Si sono vergognati e si sono dimessi. Puritani e masochisti. Certamente sfortunati. Se fossero in Italia, per quelle marachelle non riceverebbero nemmeno un fischio allo stadio. Resterebbero tranquilli ai loro posti e potrebbero aspirare alle più alte cariche dello Stato. Sfortunati loro o svergognati noi?

Associato

Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributi di cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

Dove vanno i cattolici bresciani? Bella domanda. Se la sono posta in tanti nei mesi scorsi. Ma rispetto a cosa? Alla politica, all’economia, agli “equilibrismi” più o meno intraecclesiali? Domande legittime, non sempre utili se non comprensive di una considerazione fondamentale: i cattolici vanno, anzitutto, dietro a Gesù Cristo e si sforzano di testimoniare il Vangelo al mondo come comunità e rispondendo a una vocazione personale. Facile a dirsi, ma nel realizzarlo abbiamo un piccolo problema con l’Incarnazione. Il cristianesimo non è, infatti, una religione essenzialmente spirituale, ma, in quanto “il Verbo si è fatto carne”, è chiamata a prendere la carne della vita quotidiana e di ogni luogo e ogni tempo in cui viene vissuta. Il problema, quindi, resta. Come incarnare la sequela del Signore nella testimonianza della vita? Come permeare le nostre scelte politiche, economiche, sociali ed ecclesiali dello stile del Vangelo? E qui si apre il dibattito, che tocca anche la Chiesa bresciana. Ognuno, persona, gruppo, associazione ha la sua via. Ma come discuterne? In quali luoghi e per dire cosa? Nella Chiesa ci sono dei luoghi e dei tempi, spesso abituali, che con una certa solennità segnano il cammino. Tra questi l’Assemblea diocesana dell’Azione cattolica che si celebra sabato 27 e domenica 28 febbraio. Un appuntamento che si ripresenta ogni tre anni e che, per storia, per radicamento sul territorio e per il legame profondo con la pastorale della Chiesa locale, non che vederci attenti osservatori. Molti i temi all’ordine del giorno: dalla verifica del cammino compiuto, agli obiettivi per il prossimo triennio, al rinnovo delle cariche associative. Il tutto sintetizzato nello slogan: “Responsabili nella creatività. Accogliere, discernere, partecipare.” Adulti e giovani di Ac, quindi, che, da laici cristiani, proveranno a dirci, sotto la guida del Vescovo, dove vanno i cattolici bresciani in maniera popolare, direi dal basso e non, forse, da altri pulpiti più blasonati. Il recente passato, infatti, ha visto diverse voci animare il dibattito giornalistico su “Bresciaoggi” sullo stesso tema. Senza nulla togliere al valore dell’iniziativa del quotidiano, che giustamente tenta di raccogliere sul territorio ciò che anima il dibattito pubblico, mi permetto, volutamente un po’ a freddo, un paio di osservazioni di merito perché lo scambio non resti sterile. La prima osservazione è che il batti e ribatti degli interventi abbia dato l’impressione di contributi tesi a “marcare un territorio” più che a servire a un reale scambio di opinioni. Accusando o difendendo, chiedendo ai preti di prenderne parte, segnando appartenenze e mostrando i muscoli della propria visione si è dato adito a chi, forse, voleva misurare il proprio peso specifico sulla vita della diocesi e del territorio, e non a chi voleva capire il problema. Dall’altro lato, gli schematismi e le galassie, in questo favorite anche dalla semplificazione giornalistica, hanno avuto il solo risultato di offrire un’immagine, a mio parere non meritata, di una Chiesa incapace di “diventare una cosa sola” e impegnata esclusivamente in giochi di potere. Forse, anche perché, ed è la seconda impressione, lo scambio è sembrato talmente elitario da apparire estraneo alla vita concreta delle parrocchie e di quei cattolici bresciani di cui si vorrebbe descrivere il percorso. Le semplificazioni, poi, in categorie partitiche dei cattolici di destra, centro o sinistra hanno fatto il resto. Ne valeva la pena? Forse sì o forse no. Mi sta più a cuore ciò che avverrà nell’Assemblea di Ac, o in qualunque altro gruppo, associazione ecclesiale e consiglio pastorale della diocesi se porterà a discernere un po’ più chiaramente il nostro cammino dietro al Signore, e che lo Spirito ci aiuti.


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Ac Assemblea diocesana

Per una Chiesa che sia lievito nella società Non bastano i richiami ai valori cristiani, ma occorrono testimoni autentici e credibili contro il rischio di trasformare il cristianesimo in ‘religione civile’, con la riduzione della dimensione popolare della fede all’enfasi emotiva

S

Sabato 26 e domenica 27 febbraio si terrà la XIV assemblea diocesana dell’Azione cattolica. Il tema è “Responsabili nella creatività. Accogliere, discernere, partecipare” e sarà al centro della riflessione che l’assemblea svilupperà nelle due giornate, sulla traccia di un documento che nella versione finale sarà il testo che guiderà l’Associazione per i prossimi tre anni. Nell’introduzione della bozza di documento che sarà discussa in assemblea si legge: “Il momento sociale, civile ed ecclesiale in cui siamo immersi richiede sempre più una testimonianza credente in grado di conferire un significato alla vita. La crisi che ha colpito

a cura di Angelo Onger Un’immagine dell’assemblea Ac del 2008 e, nella pagina accanto, Michele Busi, presidente uscente dell’Associazione

il mondo negli ultimi anni e che continua a condizionare le persone non tocca unicamente l’ambito economico, ma investe tutta l’esistenza degli uomini. Questa situazione genera da un lato una scarsa capacità di guardare al futuro con fiducia, coraggio e rigore, dall’altro l’addensarsi di paure che si traducono in chiusure e in una deriva materialistica dal corto respiro. Il nostro Paese, che ricorda i 150 anni dell’Unità, sembra aver smarrito la fiducia in se stesso e nelle proprie capacità. Di fronte a questo quadro, l’Azione cattolica di Brescia ribadisce l’importanza, come associazione di laici cristiani, di portare il proprio

contributo per essere ‘cittadini degni del Vangelo’ (Fil 1,27)”. Nel documento si ribadisce la scelta rinnovata della missionarietà: “L’Azione cattolica, così come le comunità cristiane, non deve commettere l’errore di chiudersi in esperienze di nicchia o d’élite; al contrario, coerentemente con la propria tradizione e fedele al mandato di Cristo agli apostoli, deve rivolgere la propria attenzione a una dimensione popolare che racconti un forte radicamento nel Vangelo, attraverso un linguaggio che sappia parlare a ogni uomo”. Tre sono le direzioni su cui l’Ac vuole richiamare l’attenzione: essere presenti in modo diffuso sul territorio;

contribuire a una nuova costruzione della città e della civiltà; impegnarsi per la formazione. Nella relazione della Presidenza verrà posto l’accento sulla cultura della mediazione tipica della visione montiniana a cui l’Ac fa riferimento. L’Ac sente il bisogno di rimarcare uno stile, scandito da progettazione e azione, che permetta alla Chiesa bresciana di essere “sale e luce”, fermento nella società: non bastano le dichiarazioni e i richiami ai valori cristiani, ma occorrono testimoni autentici e credibili. Si avverte il rischio di trasformazione del cristianesimo in ‘religione civile’, con la riduzione della dimensione popola-

Mons. Gabriele Filippini, parroco SS. Nazaro e Celso

La parabola del buon pastore e le pecorelle smarrite Il dibattito sulla militanza politica dei cattolici e sul ruolo dei sacerdoti nei confronti dei fedeli, da un lato è stato di consolazione e dall’altro mi ha malinconicamente preoccupato. Consolazione perché è emersa una notevole vivacità da parte di laici appartenenti a gruppi ecclesiali o culturali di ispirazione cattolica molto diversi fra loro, ma anche accomunati dal desiderio di capire, di essere fedeli all’identità cristiana e all’etica che ne deriva. Il “conflitto” culturale non deve essere visto come negativo. Se serve ad approfondire e a comprendere la verità è un bene, una esperienza che fa crescere. Anche fra i santi Padri della Chiesa ci sono state diatribe. L’importante è non tradire le verità fondamentali del Vangelo e della morale cattolica a partire dai comandamenti che rimangono dieci per tutti. E non dimenticare che i vizi capitali esistono ancora e affascinano mica da ridere… cattolici e laicisti. Nel confronto serrato fra laici che, oltre a difendere le proprie idee e scelte, hanno anche messo in rilievo

la bontà di un’appartenenza ecclesiale più ampia, è stato chiamato in causa il clero. E giustamente, poiché non si può concepire un laicato cattolico militante che non abbia nei suoi pastori un punto di riferimento formativo e spirituale irrinunciabile. Ma è a questo punto che sorge la preoccupazione. Con che “presbiterio” hanno a che fare i laici bresciani? Si tratta di un clero che non si chiama fuori da una ondata di disagio e stanchezza che ha portato qualcuno, tempo fa, a rileggere così la parabola del buon pastore: il pastore, facendo quattro conti, si è accorto di aver smarrito 99 pecore su 100. Allora che fa? Torna a casa e prende a calci l’unica pecorella rimasta nel recinto. Poi va all’osteria a discutere di pastorizia con gli altri colleghi. Magari fosse così! Oggi sembra che la parabola abbia avuto un’evoluzione: il pastore non sa più qual è la linea del recinto; e non sa più dire quali sono quelle dentro e quelle fuori. All’osteria coi colleghi va comunque a parlare. E tanto. Ma non più di

pastorizia: prevale il gossip, il desiderio di eventi, la ricerca di finanziamenti, il menù del giorno, come se il bene del gregge consistesse nell’essere una “forza” organizzativa e aggregante in competizione con tante altre. Forse il clero deve riappropriarsi di uno specifico mai venuto meno nei secoli e rinverdito dal Vaticano II e dal magistero di Giovanni Paolo II che ha il suo vertice nella Pastores dabo vobis. Forse il clero bresciano deve lavorare un po’ di meno lasciando spazio ai laici per poter dedicarsi a quelle “opere” che lo rendono maggiormente pastore: leggere, studiare e pregare di più, preparare omelie e incontri, stare nel confessionale, stare accanto alle famiglie con i loro problemi di figli difficili, anziani pesanti, ammalati inguaribili. Se il prete bresciano tornasse a risplendere per carità pastorale invece che per attività o imprenditorialità o politica pastorale allora avrebbe una parola autorevole da dire anche ai laici nell’interesse della qualità della loro pubblica testimonianza.


LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Giovanni Falsina

La realtà, oltre le baruffe

re della fede all’enfasi emotiva o a simboli opachi che offuscano il senso profondo della scelta cristiana. A partire da queste riflessioni, abbiamo pensato di contribuire al lavoro dell’assemblea chiedendo a Giovanni Falsina già presidente dell’Ac e attualmente segretario del Consiglio pastorale diocesano, a mons. Gabriele Filippini già direttore di “Voce” e attualmente preposto alla parrocchia dei SS. Nazaro e Celso in Città, a Massimo Tedeschi, giornalista di “Bresciaoggi”, di fare qualche riflessione sul dibattito nel mondo cattolico bresciano, a livello ecclesiale, sociopolitico e culturale. Il programma delle giornate è il se-

guente: sabato 26 alle 15 preghiera e intervento del vescovo mons. Luciano Monari; alle 16.30 relazione della Presidenza uscente e l’intervento del rappresentante del Consiglio nazionale. Domenica 27 febbraio alle ore 8.30 celebrazione eucaristica presieduta dal provicario generale, mons. Cesare Polvara; alle 9.30 interventi degli assistenti diocesani e dei delegati; alle 12.30 pranzo e votazioni per il nuovo Consiglio diocesano; alle 14.30 presentazione del documento programmatico per il triennio; discussione e approvazione; proclamazione degli eletti. L’assemblea si svolge nel salone Montini di palazzo S. Paolo in via Tosio, 1 a Brescia.

Alla vigilia dell’assemblea triennale dell’Azione cattolica, potrebbe essere un esercizio non ozioso chiedersi come vengano recepiti a livello parrocchiale i dibattiti di carattere socio-politico-culturale che percorrono il mondo cattolico bresciano. Si potrebbe azzardare uno scavo, se si trovassero il tempo e lo spazio per descrivere meglio la materia a cui si allude: misurare appunto il riverbero di pronunciamenti (lettere, articoli, saggi) che appaiono molto autorevoli, ma che spesso non valicano i confini degli addetti ai lavori, o di quei pochi lettori attenti alla cronaca cittadina d’élite, non definibile in un unico genere letterario, essendo impastata tanto con la cultura, quanto con la politica e con la Chiesa. La realtà è però sempre più complessa, sfaccettata, fortunatamente anche più ricca, di come la si descrive, magari nel tentativo di volerla ridurre a modello di studio per offrire di essa analisi interpretative più o meno dotte e più o meno vere. Ecco allora la parzialità di rappresentazioni, pur suggestive, come quelle della galassia cattolica, o delle categorie weberiane del cattolicesimo bresciano, o comunque di riduzioni tese a contrapporre una destra e una sinistra anche ecclesiale, quando la stessa accezione non è più adeguata nemmeno a rappresentare la composizione parlamentare italiana. Certo, tutto ha un fondo di verità; ma la pluralità di esperienze che la nostra terra ha generato, il coraggio di un cattolicesimo militante permeato dalla testimonianza esemplare di tanti preti e laici, l’attuale vivacità di aggregazioni, istituzioni ecclesiali e corpi sociali, sono un patrimonio di cui andar fieri e che non merita di essere semplificato neanche per motivi di studio. Le 473 parrocchie che caratterizzano la nostra diocesi sono un segno del suo radicamento nel territorio, nella varietà geografica delle 32 zone pastorali che le contengono; sono un’espressione della comunità che si fa casa tra le case della gente ma che non alza muraglie di confine con chi è straniero. La Chiesa bresciana è Chiesa locale, ma diffida dai localismi e concepisce il legame con la sua terra come amore per la propria cultura e le proprie tradizioni: un antidoto a quelle modifiche culturali ed economiche che progresso e secolarizzazione portano inevitabilmente con sé. Anche le associazioni parrocchiali di Ac costituiscono un tassello di qualità e di popolarità della Chiesa bresciana. Con essa credono nella priorità dell’evangelizzazione, nel dovere di portare a ciascun uomo di oggi – ragazzo,giovane, adulto – la buona notizia della Salvezza, sforzandosi di sincronizzare con l’oggi il linguaggio dell’annuncio e la credibilità della testimonianza. Anche l’Azione cattolica, come la parrocchia, punta all’edificazione di coscienze credenti mature, capaci di solidarietà concreta, vocate alla corresponsabilità. Poco importa loro se i fumi delle baruffe bresciane non giungono in periferia; sinceramente, forse molto più semplicemente, hanno altro da fare; spesso di meglio!

Massimo Tedeschi, giornalista di “Bresciaoggi”

La troppa neutralità tra i preti e il silenzio delle associazioni È bastato che su “Bresciaoggi” riprendessimo due interventi di mons. Gabriele Filippini e di don Mario Neva, pubblicati sulla rivista “Città e dintorni”, circa il rapporto fra i cattolici e la politica attuale; è bastato che pubblicassimo una sintesi del dossier di “Missione Oggi” su cattolicesimo e leghismo; è bastato che sollecitassimo questo o quel contributo e seguissimo adeguatamente l’agenda della cronaca (dal varo dell’Accademia cattolica in poi) perché, nell’arco di un paio di mesi, un quotidiano locale di impronta laica come “Bresciaoggi” diventasse l’arena di un confronto ricco e approfondito fra i cattolici bresciani e sul cattolicesimo bresciano. C’erano nervi scoperti, forse qualche conto da regolare, vecchi luoghi comuni da sfatare, di sicuro nuove mappe e nuovi sentieri da tracciare in materia. A questo ha concorso il dibattito a più voci. Libero e franco. Ora, si potrà sostenere che questo non è il problema dei problemi, che sul terreno c’è ben altro: ad esempio il fatto che la Chiesa per la prima volta

in Italia deve fare i conti con una “generazione incredula”, oppure con una presenza nutrita di religioni “altre” per effetto dell’immigrazione. Ma il rapporto fra i cattolici e la politica, che non è nient’altro che il rapporto fra i cattolici e la società, e la possibilità di renderla un po’ più simile all’ideale cristiano, rimane tema caldo e attuale, attraente e impegnativo. Tutto questo induce ad almeno due riflessioni. Primo. I sacerdoti potrebbero almeno mettere in dubbio il dogma sottinteso della neutralità a cui si stanno uniformando. Basta frequentare le nostre chiese per accorgersi di una inedita omogeneità di tante omelie. Il tema dell’accoglienza degli immigrati è meglio non evocarlo, per non urtare suscettibilità leghiste. Il tasto della moralità richiesta agli uomini pubblici rischia di irritare i fedeli che tifano per il centrodestra, e va escluso. I temi bioetici graffiano la sensibilità dei fedeli che simpatizzano per il centrosinistra, ed è meglio lasciarli da parte. E così alcuni dei nodi più sentiti

e drammatici, più urgenti e bisognosi di luce, restano fuori dalla porta. Il risultato sono spesso prediche scolastiche e un po’ astratte, ineccepibili ma neutrali. Ora, non occorre scomodare il Bernanos del “Diario di un curato di campagna”, che ricordava che gli uomini di Chiesa sono chiamati a essere il sale, e non il miele della terra. Basterebbe citare Matteo 5,37 (“Il vostro parlare sia: sì, sì; no, no”) per dire di un’attesa – da parte di tanti fedeli – di parole nette e chiare, magari urticanti ma illuminanti. “Diteci qualcosa di profetico, di evangelico, di esigente” sembrano chiedere i laici agli uomini di Chiesa, oggi. Secondo. Nel dibattito non s’è sentita la voce dell’associazionismo, ovvero delle realtà per cui questi temi sono o dovrebbero essere pane quotidiano. Colpa del quotidiano che non le ha adeguatamente sollecitate, sicuramente. Ma resta l’impressione di una ritrosia, quasi un imbarazzo, attorno a temi sicuramente cruciali per le associazioni.


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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Opinioni

di Savio Girelli

Liturgia

L’ambone, istruzioni per l’uso Si narra che un giovane, passando davanti alla bottega di un artigiano, vide l’uomo, con martello e scalpello, colpire e carezzare un blocco di pietra. Gli chiese, allora, il giovane: “Cosa stai facendo?”. “Sto dando voce a Dio – rispose l’uomo - perché questa pietra diventerà l’ambone della nostra chiesa”. Il racconto ci ricorda che il lavoro umano è partecipazione alla gloria di Dio, ma pure che i luoghi liturgici rendono possibile la celebrazione della sua stessa gloria. Così l’ambone, l’altare, il fonte battesimale se, nel corso dei secoli, hanno trovato posto in chiesa è perché capaci di significare gli eventi della salvezza ivi celebrati. In modo particolare, l’ambone è il luogo riservato alla proclamazione della Parola di Dio e dell’annuncio della Risurrezione. Con la sua collocazione in un posto elevato, stabile, decoroso, vuole essere un monumento vivo della Parola di Dio. E se l’altare è icona del sacrificio di Cristo, l’ambone, per usare un’immagine cara a Germano di Costantinopoli, è icona del santo sepolcro vuoto. Trovo perciò assai opportuna la scelta compiuta da un sempre maggior numero di parroci che, laddove possibile, collocano nell’aula liturgica un leggio per commentare i rituali, introdurre le letture bibliche, dare avvisi. Non credo che tale scelta derivi solo da una ossequiosa obbedienza ai Principi e Norme del Messale Romano. Credo che derivi anche dalla consapevolezza che il linguaggio non verbale è incisivo tanto quanto il linguaggio verbale. Lo scarto di immagine tra la solennità, la bellezza, l’importanza dell’ambone e la semplice funzionalità del leggio, favorisce la comprensione della differenza tra Parola di Dio e parola umana. Sì, perché il linguaggio liturgico non risponde solo ad una funzione pratica, ma soprattutto simbolica. Ovvero, il segno dell’ambone non è solo il luogo del Vangelo, ma rimanda al Vangelo stesso. Distinguendo l’ambone dal leggio si evita, pertanto, il rischio di omologare simbolicamente la parola dell’uomo con la Parola del Signore. La liturgia della Parola si realizza non solo con la “lettura del testo” ma anche con l’atteggiamento simbolico-celebrativo della proclamazione che si associa al mostrare il libro, il lettore e il luogo dal quale la Parola si compie. È, pertanto, la dignità stessa delle Sacre Scritture a esigere un luogo riservato e solenne per la sua proclamazione. Ciò non significa commissionare agli artisti colossali monumenti alla Parola, talora pure discutibili sul piano estetico-simbolico. Significa piuttosto considerare l’ambone quale luogo esclusivamente liturgico con una sua specifica dignità. Discorsi e poesie, a margine o terminate le celebrazioni, trovino posto in un altro spazio, per favore.

di Marco Deriu

Comunicazioni

Sanremo: sì, no, così così Ha vinto chi lo meritava e, nel complesso, la kermesse è andata bene. Con il successo di Roberto Vecchioni (“Chiamami ancora amore”) si archivia il Festiva di Sanremo 2011 all’insegna della buona musica, dei buoni sentimenti e dei buoni ascolti. Per un sintetico bilancio, può essere utile una triplice “schedatura” di personaggi ed eventi: quelli che si sono guadagnati una sostanziale bocciatura, quelli che hanno meritato un giudizio positivo, quelli che sono passati senza infamia e senza lode. Il primo passo falso del Festival è stato l’inizio. La prima serata si è aperta con Antonella Clerici che spiegava alla figlia la magia di Sanremo. Assolutamente intollerabile la presenza della bambina; sperduta, annoiata dall’atmosfera, la piccola non sapeva da che parte guardare ed è rimasta immobile per tutta la durata dello sproloquio materno. Non si “usano” i bambini in televisione, a maggior ragione quando si tratta di servizio pubblico. Tra i cantanti, bocciata Anna Tatangelo, con una canzone sguaiata fin dal titolo (“Bastardo”). Sempre fra le canzoni, infelice anche il “Secondo tempo” di Max Pezzali, che si ostina a cantare da teen-ager immaturo. Il momento più alto, non solo in termini di audience, è stato l’appassionato monologo di Roberto Benigni nella serata dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Meritata la standing ovation e comprensibile la commozione che ha attraversato lui per primo e poi tutto il pubblico. Luca (Bizzarri) e Paolo (Kessisoglu) sono stati a loro modo mattatori. Partiti in sordina, si sono progressivamente sciolti e hanno lasciato il segno fin dalla prima serata, con la parodia di “Ti supererò”. Ben riuscito il remake di “Uno su mille”, protagonista il Pd in cerca di candidato premier per le prossime elezioni, e di “Grazie perché”, con cui l’ultima sera hanno ringraziato Morandi, Belen e la Canalis. Complessivamente positiva anche la presenza della pur discutibile Belen Rodriguez, che ha mostrato di saper ballare e cantare, sdrammatizzando con prontezza i momenti in cui la tensione o gli imprevisti le hanno provocato qualche intoppo. Non altrettanto positivo è il giudizio su Elisabetta Canalis. Statuaria e impacciata, la sua presenza non è stata incisiva nemmeno nei balletti in cui si è voluta esibire. Fuori dalla schedatura la performance dell’eterno ragazzo Gianni Morandi. Sorridente e genuino, ma spesso goffo e fuori tempo, ha rinunciato ai panni del bravo presentatore per vestire quelli del compagno d’avventura. Si è destreggiato degnamente in un ruolo non suo, ha reagito prontamente a qualche intoppo di troppo, ha scelto uno stile sottotraccia per lasciare spazio alla musica. Ha il merito di non aver voluto fare la star, a partire dalla scelta di un albergo a tre stelle per il suo soggiorno sanremese. In tempi di eccessi, una piccola lezione di sobrietà non è mai di troppo.


LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Bioetica Il ddl all’esame del Parlamento

La vita: un diritto inviolabile Fa discutere il provvedimento che sarà esaminato dalla Camera. Intervista a Lucio Romano di “Scienza&Vita”

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Solo la discussione del decreto “Milleproroghe” ha impedito che il Parlamento iniziasse l’esame e la discussione del disegno di legge sul fine vita, contenente“Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” che, per i suoi contenuti, ha scatenato le reazioni di persone e gruppi da sempre favorevoli all’introduzione dell’eutanasia nell’ordinamento italiano. “La legge in discussione alla Camera non sia motivo di inutili o fuorvianti contrapposizioni ideologiche, ma possa costituire uno

a cura di Giovanna Pasqualin Traversa

strumento di condivisione trasversale finalizzato al riconoscimento e alla tutela della dignità intrinseca di ogni persona in situazione di malattia o di gravissima disabilità”. È questo l’auspicio espresso da Lucio Romano, copresidente nazionale dell’associazione “Scienza & Vita”, in questa intervista. Qual è la finalità del provvedimento? “Il disegno di legge intende dare luogo a una ratifica delle Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat), che dovrebbero contemperare il rispetto della libertà della persona con la

tutela della vita umana come diritto inviolabile e indisponibile, ribadendo altresì l’assoluto divieto di ogni forma di eutanasia e di assistenza o aiuto al suicidio. Questo rappresenta l’aspetto fondamentale delle Dat, che d’altra parte rispondono anche all’esigenza di far sì che il paziente sia tutelato da eventuali comportamenti arbitrari in caso di perdita temporanea o definitiva della capacità di intendere e di volere, e di prolungare la relazione medico-paziente promuovendo l’esercizio dell’autonomia del paziente stesso”. Qual è il suo giudizio sul testo in discussione? “Il provvedimento riafferma l’indisponibilità della vita, vieta ogni forma di eutanasia e aiuto al suicidio e contiene un esplicito riferimento al rifiuto dell’accanimento terapeutico; tuttavia richiede un’ulteriore attenzione per quanto riguarda il tema della vincolatività. Le Dat devono assolutamente non essere vincolanti. La loro non vincolatività è in perfetta sintonia con l’art. 9 della Convenzione di Oviedo, secondo il quale i desideri precedentemente espressi nelle Dat saranno tenuti in considerazione, ma non possono

essere assolutamente ritenuti vincolanti per il medico. Su questo punto il ddl presenta alcune incongruenze”. Quali sono gli altri aspetti che ritiene irrinunciabili o migliorabili? “Le Dat non possono assolutamente veicolare una sospensione di trattamenti che non siano terapie ma espressione di cure, ossia di sostegno vitale al paziente. In condizione di morte prevista come imminente, il medico può astenersi da trattamenti straordinari e sproporzionati, ma su tale aspetto occorre essere molto vigili. Se in una situazione agonica o preagonica qualsiasi intervento inquadrabile nell’ambito della futilità può essere sospeso, deve essere comunque assicurata la cura evitando situazioni di abbandono inquadrabili in un atteggiamento di tipo omissivo. Non tutte le malattie sono guaribili ma tutte sono curabili; occorre molta attenzione perché oggi si gioca in maniera impropria sui termini terapia e cura come fossero sinonimi. In realtà la cura contempla la terapia, ma anche quando la terapia non ha più motivo di essere rimane l’obbligatorietà della presa in carico del malato”.

I contenuti del ddl

Idratazione e nutrizione punti fermi del provvedimento Sono 10 gli articoli di cui si compone il disegno di legge contenente “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” che dovrebbe andare in discussione alla Camera dei deputati nelle prossime settimane. 10 articoli in cui si parla di tutela della vita e della salute, di divieto di eutanasia, suicidio assistito e accanimento terapeutico, di consenso informato, di contenuti e limiti delle dichiarazioni di trattamento anticipato (Dat), di forma e durata delle stesse, della figura del fiduciario (un maggiorenne che opera sempre e solo secondo le intenzioni legittimamente esplicitate dal soggetto nelle dichiarazioni anticipate, per farle conoscere e contribuire a realizzarne le volontà), del ruolo del medico e di autorizzazione giudiziaria. Un articolato abbastanza dettagliato che, al suo interno, ha precisi caposaldi. In tema di dichiarazioni anticipate

di trattamento il disegno di legge stabilisce che, per essere valide, devono essere redatte in forma scritta e raccolte dal medico di medicina generale che le sottoscrive. I cittadini, è un altro importante passaggio del ddl, comunque non sono obbligati a esprimerle. Il disegno di prossima discussione parlamentare stabilisce inoltre che non hanno valore tutte le altre dichiarazioni di volontà, come quelle audio-video, o le ricostruzioni postume. Nella fattispecie non possono essere inserite indicazioni eutanasiche. Il disegno di legge stabilisce anche che le dichiarazioni di trattamento anticipato assumono rilievo quando il soggetto si trovi nella incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento e di assumere le decisioni che lo riguardino. Il disegno di legge Calabrò (dal nome del suo primo sottoscrittore), anche nel rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle

persone con disabilità fatta a New York il 13 dicembre 2006, afferma che alimentazione e idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza e la tecnica possono fornirle al malato, devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui risultino non più efficaci nel fornire al malato i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Alimentazione e idratazione, dunque, non possono essere oggetto delle Dat. Tocca al medico, secondo il testo del ddl, prendere in considerazione le Dat e annotare nella cartella clinica le motivazioni per cui le seguirà o meno. In caso di dissenso con il fiduciario (figura introdotta dal ddl) si ricorrerà a un collegio di tre specialisti. Il medico curante non è tenuto ad agire in contrasto con le sue convinzioni scientifiche ed etiche, ma il pronunciamento di tale collegio è vincolante.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Libia Continuano le proteste nel Paese

Il vero volto della “Guida fraterna” La repressione violenta ordinata da Gheddafi ha causato sino a oggi più di 1000 vittime. Timida, però, è stata la reazione della comunità internazionale. Le testimonianze della Chiesa locale e il dramma dei centri di detenzione

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Ormai è sotto gli occhi di tutti: in Libia si sta consumando la più sanguinosa tra le proteste di piazza che nelle ultime settimane hanno segnato parecchi Paesi del Nord Africa. Alla fine la “Guida fraterna della Rivoluzione” ha gettato la maschera e si è rivelato per quello che è: un dittatore sanguinario e vile. Dopo aver fatto sparare contro la folla che nei giorni scorsi era scesa in piazza contro le restrizioni imposte dal regime (i bilanci ufficiosi indicano i più di 1000 il numero dei morti), Gheddafi è apparso alla televisione di Stato per ribadire la sua ferma condanna delle proteste in corso, per invitare il Paese

a cura di Massimo Venturelli Proteste di piazza a Tripoli contro Muammar Gheddafi, ritratto a destra

a stroncare senza remore la protesta in corso (invitando addirittura a sparare contro quelli che lo stesso dittatore ha definito sorci), per accusare Usa e Italia di avere armato la mano dei rivoltosi. Secondo molti osservatori la protesta libica avrebbe disvelato il vero volto di Gheddafi che molte nazioni, Italia, compresa hanno contribuito a fare entrare nei “salotti buoni” della politica internazionale. Un dittatore che non ha esitato a schierare l’esercito in assetto di guerra contro le persone che sono scese in piazza a Tripoli e in molte città del Paese per chiedere maggiori libertà. Un dittatore che ha

minacciato la comunità internazionale di lasciar partire 300mila profughi verso le coste italiane ed europee in caso di eccessive interferenze internazionali. Un leader senza scrupoli che a differenza di quanto avvenuto in Tunisia, Egitto e in altri Paesi del Nord Africa si è dimostrato totalmente sordo alle ragioni dei manifestanti, rispondendo con le armi alle richieste avanzate. Blanda, almeno sino al momento di mandare in stampa questo numero di “Voce” la reazione della comunità internazionale. Il consiglio di sicurezza dell’Onu, in seduta straordinaria su invito di quei diplomatici libici che

hanno rotto con il regime, non ha però trovato una chiara linea di azione, limitandosi a prendere atto della gravità della situazione libica. L’Unione europea ha condannato le violenze perpetrate da Gheddafi per reprimere le proteste in corso e ha concentrato le sue preoccupazioni sulle conseguenze che il degenerare della situazione libica potrebbe avere sui flussi migratori, “arma” per altro usata dallo stesso leader libico per lanciare un messaggio alle istituzioni europee perché non si interessino più di tanto a quanto sta avvenendo sull’altra sponda del Mediterraneo. Anche l’Italia non ha brilla-

Un dramma dimenticato

Gli ospiti dei centri di detenzione tra l’incudine e il martello In Libia, nel più completo disinteresse della comunità internazionale, si sta compiendo un dramma nel dramma. È quello delle migliaia di persone “ospiti” dei centri di detenzione creati in Libia per raccogliere gli stranieri che sono stati respinti in mare. “Nei centri sono in atto tentativi di costrizioni per arruolamento dei detenuti africani nelle file dei filo governativi, con l’uccisione di chi si rifiuta da parte delle guardie carcerarie… Famiglie di migranti africani spaventate da tutto quello che accade intorno a loro, sopratutto delle aggressioni fisiche a danno dello straniero africano”: queste le testimonianze dalla Libia riferite da padre Mussie Zerai, eritreo in Italia, presidente dell’agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo, particolarmente impegnata nella difesa dei diritti dei migranti. Sugli stranieri africani in Libia peserebbe dunque una doppia minaccia, quella, da un lato di essere reclutati dalle forze filogovernative, e quella di essere erroneamente scambiati per

‘mercenari’ da parte dei manifestanti anti-Gheddafi. Anche lo stesso Acnur riferisce di aver avuto da una giornalista notizie secondo cui nella capitale, Tripoli “viene data la caccia ai somali col sospetto che possano essere mercenari. I rifugiati si sentono intrappolati e hanno paura ad uscire anche se in casa non hanno scorte alimentari” indica l’organismo. Prima degli ultimi disordini l’Acnur aveva registrato in Libia oltre 8000 rifugiati mentre 3000 richiedenti asilo erano in attesa di una decisione sul loro status. I loro Paesi d’origine sono principalmente la Palestina, il Sudan, l’Iraq, l’Eritrea, la Somalia e il Ciad. “Grande preoccupazione per il destino dei rifugiati e dei migranti presenti in Libia, in particolare dall’Africa subsahariana” è stata espressa inoltre dal Consiglio italiano per i rifugiati (Cir) che ha chiesto alle autorità italiane e a quelle di altri Paesi europei di considerare favorevolmente nelle attuali azioni di evacuazione le richieste individuali presentate da rifugiati e migranti

presenti in Libia per essere portati in territori sicuri. La detenzione di migranti africani in Libia era stata favorita negli ultimi tempi da un accordo bilaterale con l’Italia, che autorizzava il respingimento in mare, verso la Libia, di civili in fuga verso le coste italiane. “Fermate il massacro adesso” è questa, invece, la richiesta giunta da circa 50 capi religiosi musulmani libici contenuta in un appello congiunto alle forze di sicurezza, che hanno pesantemente represso le manifestazioni degli ultimi giorni. “Questo è un appello degli studiosi, degli intellettuali e dei capi tradizionali di Tripoli, Bani Walid, Zintan, Jadu, Msalata, Misrata, Zawiah, e di altre città e villaggi dell’ovest del Paese. Smettete di uccidere i vostri fratelli e sorelle” hanno scritto i rappresentanti islamici. Una ferma condanna della violenza è stata espressa anche dal Parlamento panafricano,che ha invitato “tutte le parti a considerare l’interesse superiore della nazione in vista di soluzioni pacifiche alla crisi, attraverso il dialogo”.


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Il vicario apostolico di Tripoli

Mons. Martinelli: la Chiesa al servizio del popolo libico

to per tempestività nel condannare le violenze perpetrate su civili a Tripoli e nelle altre città libiche. Pesa, dopo la scelta pilatesca dell’Ue di lasciare all’Italia il peso di far fronte a nuove ondate di sbarchi, il timore che sulle coste siciliane possano arrivare le migliaia di profughi paventate da Gheddafi. Pesa, evidentemente, il rapporto privilegiato con l’Italia ha coltivato negli anni con il dittatore libico, la cui attrattiva economica ha esercitato un tale fascino da far cadere in secondo piano gli aspetti più deleteri di una dittatura che dura da oltre 40 anni.

Un centro di detenzione in Libia

Al potere dal 1969

Chi è Muammar Gheddafi Muammar Gheddafi, nato a Sirte nel 1942, è di fatto la massima autorità della Libia, pur non avendo alcun incarico ufficiale. Si fregia, come ricordato dallo stesso nel recente discorso alla tv di Stato in cui ha ribadito la ferma volontà di restare alla guida del Paese sino alla morte, soltanto del titolo onorifico di Guida della Rivoluzione. Gheddafi, infatti, è stato la guida ideologica del colpo di stato (“rivoluzione“) che il 1º settembre 1969 portò alla caduta della monarchia del re Idris. Dal quel giorno ha di fatto assunto i pieni poteri nel Paese, diventano un vero e proprio dittatore. Negli anni Ottanta del secolo scorso la sua indole anti-israeliana e anti-americana lo portò a sostenere gruppi terroristi internazionali. Per questo fu accusato di aver organizzato degli attentati in Sicilia, Scozia e Francia. Accuse che Gheddafi ha sempre rigettato con forza ma che di fatto l’hanno portato a un progressivo isolamento internazionale. Negli anni Novanta, per uscire da questa situazione di stallo, il leader libico ha cambiato registro per ciò che concerne la politica estera, condannando l’invasione irachena del Kuwait nel 1990. È del 2000 il riavvicinamento agli Usa e alle democrazie europee. Aperture che di fartto non hanno interessato il regime dittatoriale all’interno del Paese.

Un appello alla comunità internazionale “ad aiutare i libici a trovare un cammino di dialogo”. Lo ha lanciato mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, in Libia che come gli altri stranieri presenti nel Paese ha ricevuto l’invito dell’ambasciata per un rientro in Italia. Mons. Martinelli, in Libia dal 1971 ha però rigettato l’invito. “Dove vado? – ha affermato –. Questa è la mia Chiesa. Me ne andrò solo se mi cacciano”. Gli stranieri, però, se ne stanno andando. La Chiesa cattolica in Libia cosa farà? “È vero che molte famiglie partono perché la situazione non è sicura e che le ambasciate stanno evacuando il proprio personale e rimpatriando i propri cittadini. Anche le scuole straniere stanno chiudendo (italiana, spagnola, francese). Noi cerchiamo di capire cosa vogliono fare le religiose che operano negli ospedali. Forse qualcuno nelle diverse comunità sentirà il bisogno di uscire dal Paese, a causa della tensione o della stanchezza. Purtroppo i feriti ci sono, e me lo hanno confermato, soprattutto nella zona di Beida. Ma le suore e le infermiere filippine non vogliono fuggire. Siamo qui per servire il popolo libico, in questo momento nessuno se la sente di lasciare”. Com’è la situazione a Tripoli e Bengasi? “La nostra zona è tranquilla, ma la gente non esce di casa. A Bengasi il vescovo è certamente preoccupato ma la chiesa è stata riaperta, la gente è andata a pregare, non c’è stato nessun attacco, siamo tranquilli. Stiamo vedendo come far partire qualche religiosa più stanca. La Chiesa cattolica ha chiesto anche la collaborazione dei musulmani nella zona di Beida, rimasta un po’ isolata. I musulmani sanno cosa significa il servizio delle religiose negli ospedali, per cui quando si chiede loro qualcosa non rifiutano mai di aiutarci”. Qual è, a questo punto, il suo auspicio? “Il mio augurio è che si trovi un modo per riconciliarsi con la popolazione. Si guarda alla Libia sempre con un certo sospetto. Forse è opportuno non aggravare questi giudizi, perché i libici sono molto allergici a queste forme un po’ superficiali e pregiudizievoli. Penso che bisognerebbe aiutarli a ritrovare un equilibrio per giudicare le cose con una certa serenità. Aiutarli, dall’esterno, a trovare un cammino di dialogo”. L’esempio di mons. Martinelli è stato seguito anche da altri religiosi che hanno scelto di restare in Libia per continuare la loro opera. Lo ha confermato la francescana suor Sherly Joseph, che lavora nel centro migranti di Caritas Libia, a 10 km dal centro di Tripoli. Raggiunta telefonicamente ha raccontato di non aver paura per sé stessa. “Da noi – ha affermato – è tranquillo, perché abitiamo in una zona lontano dal centro”. Le notizie su quanto sta accadendo in Libia le sono giunte dai canali televisivi satellitari. La religiosa ha scelto di rimanere, così come molte altre consorelle.”Per ora rimango qui – ha continuato suor Sherly Joseph –. I migranti sono poveri e non possono andarsene, gli europei stanno tutti uscendo dal Paese. Io lavoro con i migranti e per ora non me ne andrò, preferisco restare accanto a loro”.

Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli


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Popoli e continenti Europa

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Unione europea Una dichiarazione

Vita da detenuti in Europa Con una azione trasversale è stato presentato un documento che invita la Commissione europea a prendere in considerazione una situazione diffusa e di grave disagio a cui porre rimedio

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Quello del sovraffollamento delle carceri non è un problema solamente italiano. Tutti i Paesi dell’Unione europea lo conoscono. Sono infatti circa 600mila i detenuti nell’Ue e il loro numero è in costante aumento. In quasi tutti gli Stati si registrano condizioni di sovraffollamento degli istituti di pena; inoltre le condizioni di detenzione “differiscono considerevolmente a seconda degli Stati membri”. Prende spunto proprio da queste considerazioni l’iniziativa di una ventina di eurodeputati che ha presentato una Dichiarazione scritta intitolata “Violazione dei diritti fondamentali dei detenuti nell’Ue”. L’iniziativa, che è stata presentata nel corso della recente assemblea plenaria di Strasburgo ed è trasversale a tutti i gruppi rappresentati nel Parlamento europeo, è stata pensata per invitare la Commissione – che dovrà presentare a breve un Libro

a cura di Massimo Venturelli

verde sull’argomento – a raccogliere informazioni sulle condizioni di detenzione in tutti gli Stati membri e sui casi di violazione dei diritti fondamentali dei detenuti, nel rispetto del principio di sussidiarietà”. I sottoscrittori della dichiarazione hanno chiesto “norme minime comuni di detenzione applicabili in tutti gli Stati aderenti”, la creazione di “meccanismi nazionali efficaci e indipendenti di controllo delle prigioni e dei centri di detenzione”. La Commissione è stata poi invitata “a insistere affinché l’Agenzia Ue per i diritti fondamentali si attivi ai fini della prevenzione delle violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti”. Per diventare posizione ufficiale dell’Assemblea, ed essere trasmessa all’Esecutivo Barroso, la Dichiarazione scritta deve raggiungere 369 firme di eurodeputati entro il 16 maggio prossimo. “I problemi

nelle carceri sono numerosi. Il tasso dei suicidi è elevatissimo. E poi c’è un dato di fatto: le persone che, scontata la pena, escono di prigione e tornano a delinquere sono sempre di più”. Françoise Castex, eurodeputata francese, è una dei promotori della Dichiarazione scritta. “Il 5% dei carcerati in Europa sono cittadini Ue detenuti in uno Stato che non è il loro. Siamo sicuri che possano avere un trattamento adeguato e godano degli stessi diritti che avrebbero nel loro Paese?”. Il greco Stavros Lambrinidis, greco, vice presidente del Parlamento europeo, ha sottolineato come quello del sovraffollamento delle carceri sia “un argomento paneuropeo, non solo nazionale, che deve essere affrontato a livello comunitario”. “In un’epoca in cui si insiste molto e giustamente sul rispetto dei diritti umani – ha aggiunto – noi dobbiamo occuparci del fat-

to che ciò avvenga anche all’interno delle prigioni” dei 27 Paesi dell’Unione. ”Questo è un test di credibilità per tutta l’Europa”, ha sottolineato il rappresentante portoghese Carlos Coelho. “In Europa ci siamo riempiti la bocca dei diritti umani nel mondo e di Guantanamo, ma la situazione in certi istituti europei è gravissima. E questo non è un problema da trattare nei confini nazionali: quando si parla di diritti umani non ci possono essere frontiere”. Jan Philipp Albrecht, europarlamentare tedesco, ha aggiunto che : “Bisogna anche guardare oltre la situazione delle carceri è pensare a una armonizzazione minimale del diritto penale in tutta l’Unione”, sottolineando le questioni legate alla cooperazione transfrontaliera delle forze di polizia, la cattura e la carcerazione, i diritti degli imputati durante il processo, specie quando vengono giudicati all’estero.

Romania

Dall’Egitto a Bucarest le immagini già viste di una rivolta contro il regime Le immagini della protesta che sta attraversando tutta la regione del Nord Africa hanno richiamato alla memoria quelle che nel 1989, giunsero dalla Romania. Il popolo romeno, allora, scese in piazza per protestare contro il regime del dittatore Nicolae Ceausescu. Anche i media di Bucarest hanno sottolineato nei giorni scorsi i numerosi punti di contatto con la protesta di questi giorni e i fatti che portarono alla fine del regime romeno. In particolare sono state evidenziate le analogie con la situazione egiziana con la vecchia nomenklatura che cerca di riciclarsi, i morti in piazza. Le similitudini sono raccontate sul sito www.balcanicaucaso.org. L’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, si legge in un articolato servizio, è stato più volte paragonato a Ceausescu: due dittatori, tra l’altro buoni

amici, che per decine di anni hanno sottomesso i loro popoli. Il 21 dicembre del 1989 Nicolae Ceausescu fu colto alla sprovvista dalle urla della folla che per la prima volta osava non stare più in silenzio ad ascoltare i suoi interminabili discorsi. Ceausescu decise di parlare alla piazza (davanti al Comitato Centrale del Partito Comunista a Bucarest) gremita di persone mobilitate per ascoltarlo. Il tutto in diretta tv. Ceausescu pensava di convincere la gente che nel Paese andava tutto bene, che il socialismo era in marcia per il benessere di tutti. Anche Mubarak ha provato fino all’ultimo a tenere un discorso davanti al “suo” popolo, convinto che l’obbedienza gli era dovuta, perché lui sapeva me-

glio di qualsiasi altra persona cosa andasse bene per l’Egitto. Alla piazza Ceausescu promise aumenti di stipendi, pensioni, sussidi per bambini a partire dal primo giorno del mese successivo. Anche Mubarak durante la 14ª giornata di proteste alla folla che chiedeva le sue dimissioni aveva promesso l’aumento di stipendi e pensioni. Dopo questi evidenti parallelismi lo stesso sito chiude questa interessante pagina mettendo in evidenza i rischi che la protesta egiziana possa risolversi come quella vissuta dalla Romania nel 1989. A oltre vent’anni da quegli eventi sono ancora forti le delusioni per una sollevazione popolare, per una svolta democratica che ancora oggi non può dirsi compiutamente realizzata.


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Euro

Verso un meccanismo di stabilitĂ â€œGli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilitĂ da attivare in caso di necessitĂ , onde salvaguardare la stabilitĂ nell’intera area dell’euro. Sarebbe questa la formulazione del nuovo paragrafo da introdurre nell’articolo 136 del Trattato di Lisbona che consentirebbe la creazione di un meccanismo permanente di stabilitĂ europea, da rendere operativo a partire dal 2013, una volta che sarĂ esaurita la funzione dell’attuale meccanismo temporaneo. Lo ha chiarito nei giorni scorsi la Commissione Ue e per questo il presidente, JosĂŠ Manuel Barroso, ha portato il 15 febbraio la posizione dell’Esecutivo in aula a Strasburgo, discutendone con gli eurodeputati. “Questa decisione − ha affermato Barroso − è di fondamentale importanza per dimostrare che siamo fermamente decisi a difendere la nostra moneta comune e a garantire la stabilitĂ finanziariaâ€?.

Ue

Stop alle falsiďŹ cazioni di farmaci

Tutti i numeri del sovraffollamento Il tenore della dichiarazione “Violazione dei diritti fondamentali dei detenuti nell’Unione europeaâ€? trova una conferma nei dati recentemente forniti da Eurostat, l’ufďŹ cio di statista dell’Ue. Si tratta di numeri che non lasciano spazio a grandi repliche e che certiďŹ cano come quello del sovraffollamento carcerario sia un fenomemo diffuso in tutti i Paesi dell’Unione. Al 1° settembre dello scorso anno risultavano dietro le sbarre oltre 83mila persone (comprese quelle in attesa di giudizio) in Inghilterra e Galles, piĂš 7800 in Scozia e 1500 nel Nord Irlanda (i numeri sono rigorosamente differenziati). In Germania si contavano 73mila detenuti, come in Spagna; 64mila in Francia, 58mila in Italia dove da tempo si lamenta l’insostenibilitĂ della situazione carceraria. Situazione analoga, e ovviamente, gravissima in Polonia, con 84mila cittadini in prigione. In altri casi le cifre, in relazione alla popolazione, non sono meno preoccupanti: Romania 26mila, Repubblica ceca 20mila, ďŹ no alle poche centinaia di Lussemburgo, Malta o Cipro. Ma tra i Paesi candidati, la Turchia si ritaglia un posto speciale, con oltre 100mila persone in carcere. â€œĂˆ chiaro che occorre sensibilizzare le opinioni pubbliche europee − ha spiegato l’europarlamentare greco Lambrinidis − perchĂŠ questa è una vera e propria emergenza sociale oltre che giudiziariaâ€?. I deputati che hanno presentato la dichiarazione discussa dall’assemblea plenaria di Strasburgo dei giorni scorsi, hanno sottolineato piĂš volte i diversi aspetti del fenomeno: sovraffollamento, suicidi, soprusi, presenza crescente di detenuti in attesa di giudizio, numero esorbitante di immigrati da Paesi terzi. E poi ci sono le donne, talvolta madri con bambini piccoli. Ma si parla anche di altri aspetti, fra i quali la possibilitĂ di un percorso di redenzione e di inserimento sociale dopo il periodo in prigione.

Il 16 febbraio scorso l’Assemblea Ue iha adottato una nuova normativa intesa a “impedire l’ingresso di farmaci contraffatti nella ďŹ liera farmaceutica legaleâ€?. Il provvedimento copre anche le vendite via internet e introduce dispositivi di sicurezza e misure di tracciabilitĂ , e sanzioni per i contraffattori. La norma è stata adottata come rimedio alla crescita smisurata di questa attivitĂ , con un incremento, dal 2005, del 400% dei sequestri di farmaci contraffatti. Proteggere la sicurezza del paziente è l’obiettivo principale di questa direttiva. Sarebbe dell’1% la percentale dei medicinali falsiďŹ cati in vendita oggi nell’Ue. Sempre nella seduta del 16 febbraio l’emiciclo ha approvato la proposta di utilizzare la procedura di cooperazione rafforzata per creare un sistema unitario di brevetti. La richiesta era stata presentata da 12 Stati dopo aver costatato l’impossibilitĂ di trovare un accordo fra tutti i Paesi Ue.

Commissione europea

Tutela dei diritti dei minori Garantire una maggiore tutela ai diritti dei minori: è l’obiettivo principale del Programma che la Commissione Ue ha presentato recentemente e che comprende a questo ďŹ ne 11 azioni prioritarie, volte a dare applicazione, per questo ambito, alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione. Le misure riguardano infatti soprattutto la tutela giudiziaria. “I minori coinvolti in procedure giudiziarie si scontrano con ostacoli notevoli e se il sistema non è a loro misura il rischio è che ne siano violati i diritti. I soggetti particolarmente vulnerabili (minori indigenti, emarginati sociali o portatori di handicap) necessitano peraltro di una protezione speciale − ha affermato la commissaria europea Reding −.Inoltre, per proteggere i minori che sono utenti internet, è necessario agire attivamente lottando contro il ciberbullismo, il grooming, l’accesso a contenuti nocivi onlineâ€?. Per diffondere una “maggior consapevolezza e promuovere la cittadinanza attiva dei piĂš giovaniâ€?, la Commissione aprirĂ sul portale europa.eu “uno sportello unico dei minori con informazioni di facile fruizione sui loro diritti e sulle politiche dell’Unioneâ€?.

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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Romano Parmeggiani (Venezia 1931) Artista dotato di grande abilità tecnica e disegnativa si è formato a Venezia; la sua pittura, legata alla tradizione figurativa, usa la rappresentazione del reale come interpretazione di significati ulteriori. “Cristo liberatore” (1976). Concesio, Collezione Paolo VI - arte contemporanea.

Limiti e libertà di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo 6, 24-34 ““Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?’. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”.

È stupefacente che in questo brano di Vangelo non ci sia nessun comandamento, nessun divieto e nessuna prescrizione. Ci sono invece le linee guida per raggiungere la libertà in un modo paradossale, riconoscendo cioè la nostra incapacità e la nostra limitatezza. Guardare limpidamente ai nostri limiti è la radice della libertà profonda, di quella libertà che non significa superare i confini o non avere regole. Quello semmai è il desiderio di essere infiniti e immortali che si scontra col dramma del contrario. Gesù insegna la via della serenità davanti al limite e, insieme, traccia le linee per far diventare il limite la forza per non rimanerne schiavi. Lo sforzo di piegare il limite al nostro bisogno di infinito (sia esso aspirazione alta o semplice e disimpegnato bisogno di ‘fare quello che si vuole’) genera la pena per tutti i giorni che seguono, per il futuro anche quando si dice che si vuole vivere alla giornata. La spensieratezza non è ancora la libertà che propone Gesù. Perché anche la volontà di vivere senza pensieri si scontra con la pena quotidiana, con lo scoglio dell’altro, con il tempo che passa. L’oggi senza il domani non esiste e un giorno non uguale all’altro. Il rischio è di confondere la pena necessaria con la paura di vivere. E si spreca il presente alla ricerca del futuro o ci si chiude nella nicchia del presente per paura del futuro. Così il tempo diventa accumulo di cose da fare e da avere o tempo vuoto nella speranza

che nessun dolore possa toccare l’esistenza. Due estremi non rari, anzi facilmente rintracciabili nel nostro modo di vivere: la laboriosità spasmodica e la voglia di eterna vacanza. E tutto alla ricerca della libertà. Senza che la si incroci se non come seme che non dà frutti. E sembra così lontano questo messaggio di Gesù che pare rinunciatario, utopistico, irrealizzabile: guardare le cose come gli uccelli del cielo e i gigli del campo. Così perderemmo la spinta alla ricerca, alla tecnologia, all’evoluzione. Sarebbe stare ad aspettare da Dio il necessario senza poter cambiare nulla da noi stessi. Solo in apparenza. La libertà alla quale chiama Gesù non è arrendersi al limite ma scoprirlo, accettarlo e viverlo. Questo non nega le aspirazioni dell’uomo e la sua intelligenza ma gli lascia il respiro, lo lascia essere uomo, lo inserisce in un piano più grande. Altrimenti è la nevrosi e, dall’altro lato, la volontà di potenza che vorrebbe schiacciare tutto al solo vantaggio dell’uomo. È l’appiattimento della creazione alla sola presenza dell’uomo e all’urlo inudibile della sua grandiosa solitudine. Gesù invita invece a ricostruire la tela della creazione e del rapporto tra Dio e l’uomo, ma anche il rapporto tra uomo e uomo e tra uomo, animali e cose. La libertà di Gesù è prima di tutto capacità di accorgersi che la meraviglia di Dio supera da sola il limite perché fa respirare il senso del suo infinito.


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Benedetto XVI Salire in alto

Una vita animata dall’amore che si offre

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Vendetta, perdono, amore. È su queste tre parole che si articola la riflessione di papa Benedetto sulla Parola di Dio di domenica scorsa. Il brano di Matteo inizia con la citazione della legge del taglione — occhio per occhio e dente per dente — che voleva essere un superamento della vendetta indiscriminata, evitare cioè un male peggiore e l’insorgere dell’arbitrarietà. Ma Gesù, lo abbiamo ascoltato l’altra domenica con quel suo “ma io vi dico”, supera questo concetto, parla di vita fraterna, di ‘strappare’ dal cuore la radice stessa della vendetta. Commenta il Papa: “Quando si soffre per il male, la persecuzione, l’ingiustizia, evitiamo la rivincita, la vendetta e l’odio, e preghiamo per i persecutori. Vinciamo il male col bene. Affidiamo a Dio tutte queste avversità per raggiungere la libertà e la pace spirituale”. Il Vangelo ci indica, dunque, un nuovo stile di vita, quello dell’amore verso i nemici che ci fa “rispondere al male con il bene”, che “è stato inaugurato dal Signore Gesù ed è stato fatto proprio dagli apostoli”. Come ha ricordato il Papa nel breve discorso che ha preceduto l’Angelus. Ed è interessante vedere come Be-

di Fabio Zavattaro

nedetto XVI articola la sua riflessione; parte cioè dalle ultime parole del brano di Matteo, da quel “cosa fate di straordinario se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, non fanno così anche i pagani?”. Il Levitico parla della volontà di Dio di chiamare gli uomini alla santità: “Siate santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”. Questo cosa comporta? “Il Signore invitava il popolo che si era scelto a essere fedele all’alleanza con lui camminando sulle sue vie e fondava la legislazione sociale sul comandamento amerai il tuo prossimo come te stesso”, commenta il Papa. Gesù, “nel quale Dio ha assunto un corpo mortale per farsi prossimo di ogni uomo e rivelare il suo amore infinito per noi”, propone lo stesso invito: “siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”. La nostra perfezione, ricorda il Papa, “è vivere con umiltà come figli di Dio compiendo concretamente la sua volontà”. E qui, come dire, nascono i problemi: quanto è facile lamentarsi dell’altro, entrare in conflitto con il nostro prossimo. Ma quanto è difficile porgere l’altra guancia. Chi non ha sentito almeno una volta: sì ma io di guance

ne ho solo due, come se ci fosse un limite al perdono. Quanto è difficile, allora, ricucire, non replicare al male con il male; bloccare in noi la reazione spontanea a inveire per il torto subito e dare vita a una reazione di vendetta nel tentativo di rimettere ordine, ristabilire in qualche modo giustizia e legalità. Invece cosa ci chiede Gesù? “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. Ecco dunque l’antitesi tra “avete inteso che fu detto” e il “ma io vi dico”, perché, spiega il Papa, “chi accoglie il Signore nella propria vita e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio. Riesce a compiere la volontà di Dio: realizzare una nuova forma di esistenza animata dall’amore e destinata all’eternità”. Chi accoglie il Signore è capace di superare il concetto di reciprocità, è il padre che va incontro al figliol prodigo e lo accoglie ancor prima che pronunci parole di perdono. L’amore autentico non calcola, non chiede per dare, ma si offre. Così quando dice “se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?”, non è certo per sminuire il valore dell’amore, ad esempio, tra coniugi, tra amici; ma per affermare che è proprio nella gratuità del dono, soprattutto verso colui che è a noi prossimo, che magari non sarà mai amico, si compie il progetto di Dio.

La Commissione episcopale per le migrazioni e la Fondazione Migrantes

È necessario un supplemento di ospitalità Di fronte alla morte di quattro bambini e ragazzi rom a causa di un incendio nella loro baracca e al dolore di una famiglia a Roma, la Commissione episcopale per le migrazioni (Cemi) della Cei e la Fondazione Migrantes, ‘raccogliendo’ la domanda di Benedetto XVI “la ripropongono alle nostre comunità cristiane e al Paese: una società più solidale e fraterna non avrebbe evitato questa tragedia?”. “Il dramma, ultimo e ripetuto, di morti soprattutto di minori, di senza dimora immigrati nei campi e nelle strade di alcuni quartieri periferici e centrali delle città italiane ripropone l’impegno di un Chiesa fraterna, che sappia costruire percorsi, gesti e segni di solidarietà, ma soprattutto ripensare la politica e la città a partire dagli ultimi, dai piccoli, con forme di tutela quali il riconoscimento alla nascita della cittadinanza italiana. Oggi spesso sono le minoranze, famiglie numerose e persone, che chiedono protezione sociale, perché immigrate nel nostro Paese dopo le recenti guerre balcaniche”. La mobilità chiede “un supplemento di incontro, di relazione, un impegno educativo” alla luce degli Orientamenti pastorali della Cei per il prossimo decennio che sono stati

analizzati per “costruire un programma quinquennale che sappia coniugare identità e differenza, locale e globale”. “Con questo sguardo educativo, non senza preoccupazione anche qui per i primi morti, la Cemi guarda agli oltre 5000 sbarchi di persone che sono giunte dai Paesi del Nord Africa in crisi politica ed economica. La crisi nord africana nasce dal desiderio di democrazia, dalla necessità di superare la corruzione e di affrontare la povertà, la mancanza del lavoro e di costruire prospettive future. Chi fugge dal Nord Africa oggi ha paura di una guerra civile, e quindi è importante saper raccogliere la domanda di persone che chiedono protezione internazionale, costruendo strumenti per offrire asilo, protezione sussidiaria, protezione umanitaria, protezione temporanea”. La Cemi e la Fondazione Migrantes invitano le comunità cristiane in Italia, e oggi “particolarmente in Sicilia, a un supplemento di ospitalità, con gesti che sappiano aiutare anche la classe politica a livello locale, regionale e nazionale a non rispondere con la chiusura, il rifiuto, o solo nella emergenza, alle richieste di giustizia, di pace e di protezione che viene ancora, oggi, da popoli, famiglie, persone in cammino”.


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Ecclesia Chiesa

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Concistoro Tre nuovi santi

Testimoni di Dio nella Chiesa Domenica 23 ottobre verranno elevati all’onore degli altari mons. Guido Maria Conforti, don Luigi Guanella e Bonifacia Rodrìguez de Castro

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a cura di Lucio Corbò

Saranno canonizzati il prossimo 23 ottobre Guido Maria Conforti, fondatore della Pia Società di San Francesco Saverio per le missioni estere (Missionari Saveriani); Luigi Guanella, fondatore della Congregazione dei Servi della carità e dell’Istituto Figlie di Santa Maria della Provvidenza; Bonifacia Rodríguez de Castro, fondatrice della Congregazione delle Serve di San Giuseppe. La data è stata resa nota lunedì 21 febbraio durante il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione dei Be-

ati. Don Guanella, Beato dal 1964, nacque a Fraciscio di Campodolcino (Sondrio) nel 1842. Nel 1866 divenne sacerdote. Nella sua attività pastorale avvicinò le esperienze del Cottolengo e di don Bosco, che incontrò a Torino e con il quale trascorse tre anni. Nel 1881 fondò i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza. Presto da Como si diffusero in Italia e anche in America, Asia e Africa. Guanella intervenne con don Orione nel terremoto della Marsica nel gennaio 1915. Si spense pochi mesi dopo. Guido Maria Conforti, nato a Parma nel 1865, Beato dal 1996, non poté seguire la strada che il padre voleva per lui (dirigente agricolo), ma neppure la via della missione ‘ad gentes’. Non per questo il fondatore dei Saveriani

Mons. Guido Maria Conforti

si perse d’animo. Acquistò una casa per formare giovani missionari. Nacque così la “Pia società saveriana”. I primi Saveriani andarono in Cina nel 1899. La missione fu stroncata nel sangue dalla rivolta dei Boxers. Ma non si fermarono. Conforti era intanto divenuto, nel 1902, arcivescovo di Ravenna. Dovette, però, lasciare due anni dopo per gravi motivi di salute. In seguitò migliorò, tanto che il Papa lo elesse vescovo a Parma, diocesi di cui era stato già vicario generale. La resse per 25 anni, compiendo ben cinque visite pastorali nelle 300 parrocchie. Andò a trovare anche i missionari nel Celeste Impero. Morì nel 1931. La religiosa spagnola Bonifacia Rodríguez Castro, fondatrice della Congregazione delle Missionarie Serve

di San Giuseppe è nata a Salamanca nel 1837 da una famiglia di artigiani. Sperimentò sulla propria pelle le dure condizioni delle donne operaie. Aprì un laboratorio artigianale imitando la vita nascosta della famiglia di Nazareth. Di qui l’ispirazione di fondare una nuova Congregazione per il sostegno delle donne operaie. Suor Bonifacia, attaccata dalle calunnie, venne destituita come superiora del nuovo istituto e cacciata addirittura da Salamanca. La religiosa, disprezzata e rifiutata dalle sue stesse consorelle, visse tutto nel silenzio e nell’umiltà. Solo dopo la sua morte, avvenuta a Zamora l’8 agosto 1905, cadde tutto il castello delle calunnie e le venne riconosciuta la santità, la grandezza del suo cuore di fronte a tutto il male ricevuto.

Mons. Guido Maria Conforti, fondatore dei Missionari Saveriani

L’invito a tenere aperti gli orizzonti della missione Per noi Missionari Saveriani non ci poteva essere un regalo più prezioso e più bello di questa decisione del Papa di iscrivere mons. Conforti, beatificato nel 1996, nell’albo dei Santi. Noi ci chiediamo anche quale sia il messaggio che questa canonizzazione offre alla Chiesa universale, perché siamo convinti che non avrebbe senso procedere a un simile atto, se questo avesse come scopo la gloria e la glorificazione della Congregazione. Noi siamo convinti che c’è qualcosa di importante per cui vale la pena che mons. Conforti sia elevato alla gloria degli altari: è il messaggio o, meglio, la provocazione e la sfida che questa canonizzazione offre al mondo e alla Chiesa di oggi. Mons Conforti, al momento di concepire quello che lui chiama il suo “audace disegno” di dar vita a una congregazione di missionari, era un semplice sacerdote, di poca salute, impegnato nel ministero diocesano. Tutto sembrava sconsigliargli di procedere in quella direzione. Era un tempo in cui la Chiesa in Italia, e non solo quella di Parma, aveva bisogno di sacerdoti, era un tempo di difficoltà sociali che chiedevano un supplemento di impegno nella formazione delle comunità cristiane. Egli stesso, proprio mentre i primi suoi missionari partivano per la Cina e iniziavano il loro ministero, venne tolto dalla direzione dell’Istituto nascente, da Leone

XIII che lo inviò come arcivescovo a reggere la Chiesa di Ravenna. Dopo soli tre anni dovette rinunciare alla carica per una grave forma di deperimento fisico che lo stava portando alla tomba. Dopo qualche anno di cura a Parma, nei quali riprese, quanto poteva, la cura diretta del suo Istituto, fu di nuovo chiamato dal papa Pio X a essere vescovo di Parma dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1931, a 66 anni. Conforti spese dunque la maggior parte della sua vita come Vescovo di queste due Chiese in Italia, ma seppe coniugare, e non solo mettere insieme, la cura per la propria diocesi con quella della missione universale. Ravenna, Parma e la Cina furono per lui un unico amore cui dedicò tutto se stesso senza togliere nulla né alla missione né alla cura della diocesi. Guido M. Conforti aveva compreso, prima ancora che questo diventasse con il Concilio Vaticano II dottrina comune, che la missione della Chiesa era una sola, sia che essa si svolgesse a Parma o in Cina. Anche oggi c’è bisogno di una visione globale della missione e il Conforti ci ricorda che solo l’apertura alla missione ci salva dal rischio di naufragare nei problemi della nostra Chiesa, del nostro Paese. È quindi importante e urgente che le Chiese di antica origine rimangano aperte alla missione “ad gentes”, perché

proprio in un tempo di facile comunicazione come è il nostro, corriamo il rischio di rimanere intrappolati nei problemi interni alla Chiesa, legati per esempio alla mancanza di clero, alla ristrutturazione della pastorale, all’indifferenza religiosa e quant’altro. Ma questo messaggio è rivolto anche alla società civile che rischia di subire forme di particolarismo e di chiusura nei confronti degli altri precludendosi la possibilità di ricevere il contributo che questi ultimi possono darci e rimanendo prigioniera di crisi identitarie molto pericolose. Mons. Conforti richiama tutti all’importanza di tenere aperti gli orizzonti e di respirare a pieni polmoni l’aria del mondo intero. Le scelte e il comportamento ecclesiale di mons. Conforti brilleranno davanti ai nostri occhi con il fascino della santità, per farci uscire dall’indifferenza per i problemi degli “altri”, di coloro che non sono della nostra Chiesa o della nostra patria, per superare ogni campanilismo e per protenderci, invece, verso l’orizzonte del mondo e della storia, pronti a pagare di persona le spese di questa apertura missionaria universale. La sua canonizzazione farà comprendere che la missione è ancora un compito attuale da svolgere oggi con intelligenza, coraggio e creatività, come egli seppe fare all’inizio del secolo sorso. (Gabriele Ferrari s.x.)


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Brevi

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Per i sacerdoti e per i laici

Incontri con padre Sorge su democrazia e spiritualità

Paray-le-Monial

Adp Pellegrinaggio ad Ars e Paray-le-Monial

Camminare con i Santi

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di Diego Facchetti

Da venerdì 27 a domenica 29 maggio si svolgerà il pellegrinaggio dell’Apostolato della preghiera. Da tempo se ne avvertiva il desiderio, ma solo ora si è deciso di passare all’azione. Anche se il pellegrinaggio non è segno indiscusso di santità (basti ricordare la “Imitazione di Cristo”: Qui multum peregrinantur, raro sanctificantur – Chi fa molti pellegrinaggi raramente diventa santo), tuttavia può essere un’occasione per sostenere il cammino di fede. Almeno, è in questo senso che si vuole vivere, scegliendo alcuni luoghi altamente simbolici per la spiritualità. Innanzitutto Ars, villaggio reso celebre dal suo Santo curato, Giovanni-Maria Vianney, che vi è vissuto per più di 40 anni, e che abbiamo conosciuto meglio di recente grazie all’Anno sacerdotale. Ad Ars si visiteranno la povera canonica e la chiesa in cui praticamente ‘viveva’ il santo Curato. Seconda tappa: Paray-le-Monial. È forse meno conosciuta, ma è una bella cittadina della Borgogna, che custodisce la testimonianza di due santi: Margherita-Maria Alacoque e Claudio La Colombière. Proprio a Paray Margherita-Maria ha ricevuto la missione di diffondere il culto del Sacro Cuore

di Gesù, la forma moderna della devozione all’Amore immenso di Dio. In quest’opera sarà sostenuta dalla saggia guida spirituale del gesuita San Claudio. A Paray si visiteranno la maestosa basilica del S. Cuore, figlia della grandiosa abbazia di Cluny (i cui resti forse potremo vedere), la cappella delle apparizioni, le reliquie dei Santi. Sarà lasciato spazio anche alla riflessione e all’adorazione personale e a un po’ di tempo libero. Sulla strada del ritorno si farà sosta a Taizé, sede di una comunità monastica ecumenica internazionale, fondata da frère Roger Schutz, ucciso il 16 agosto 2005 e sepolto nel piccolo cimitero locale. Con la sua stessa esistenza la comunità è un segno concreto di quella riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati, di cui avvertiamo grande bisogno. L’organizzazione tecnica è assicurata dall’esperienza della Brevivet (il percorso è lo stesso effettuato l’anno scorso dal vescovo Luciano con i sacerdoti); l’assistenza spirituale dall’Adp. Come tutte le iniziative dell’Adp, il pellegrinaggio è aperto a tutti. Per informazioni e adesioni ci si può rivolgere all’Ufficio vocazioni della Curia diocesana, all’assistente dell’Adp, don Diego o alla presidente dell’Adp, Anna Maria Guarneri. Si trovano programma e indicazioni sul volantino in: www. diocesi.brescia.it/diocesi/uffici_servizi_di_curia/u_vocazioni/apostolato_ della_preghiera/documenti/Volantino_Pellegrinaggio_Adp.doc

La Commissione diocesana per la formazione permanente del clero e l’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro hanno programmato una serie di incontri per i sacerdoti, con il titolo “Mosaico sociale”. Dopo il primo ciclo del novembre scorso, ora è previsto il secondo appuntamento, fissato dall’1 al 3 marzo e avrà come tema “La crisi della democrazia in Italia”. Padre Bartolomeo Sorge presenterà l’argomento in tre sedi diverse, con questo programma e con inizio alle ore 9.30: martedì 1º marzo presso la parrocchiale di Roè Volciano, mercoledì 2 marzo presso il Centro pastorale Paolo VI a Brescia, giovedì 3 marzo all’Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno. Negli stessi giorni e sempre con l’aiuto di padre Bartolomeo Sorge, si terranno tre incontri su “Spiritualità dei laici, spiritualità dai laici. Per un cammino condiviso del laicato cristiano”. Gli incontri sono pensati per i laici della diocesi; avranno inizio alle ore 20.30 per terminare alle ore 22.30 e si svolgeranno presso la chiesa parrocchiale di Travagliato (piazza Libertà). I tre temi che saranno sviluppati da p. Sorge sono: martedì 1º marzo “Il laico esploratore dell’invisibile, testimone del visibile”; mercoledì 2 marzo “Comunione, gratuità, lessico familiare”; giovedì 3 marzo “Voce del verbo sociale. Etica, legalità, partecipazione”.

Annuario diocesano

Disponibile in libreria l’edizione 2011 È disponibile nelle librerie l’Annuario della diocesi 2011. Ricordiamo alcuni dati che l’Annuario ha aggiornato e che rappresentano la fotografia della diocesi. Gli abitanti della diocesi sono 1.137.188, di cui 24.810 nel territorio delle province di Bergamo e di Sondrio; 73.613 sono i bresciani in altre diocesi: 69.113 a Verona, 4500 a Bergamo. Le parrocchie sono 473. 18 sono i Vescovi bresciani viventi. 1 è il sacerdote titolare di 7 parrocchie; 4 sacerdoti sono titolari di 5 parrocchie ciascuno; 5 sacerdoti sono titolari di 4 parrocchie ciascuno; 13 sacerdoti sono titolari di 3 parrocchie ciascuno; 59 sacerdoti sono titolari di 2 parrocchie ciascuno. 860 sono i presbiteri diocesani (compresi i quattro Vescovi). 73 sono i presbiteri che risiedono fuori diocesi. 13 sono i presbiteri defunti nel 2010. 6 sono i presbiteri ordinati nel 2010. 33 sono i presbiteri extradiocesani residenti in diocesi. 53 sono i diaconi permanenti. 57 sono i seminaristi, di cui 33 in teologia. 250 sono i religiosi che risiedono in diocesi in 39 comunità (197 sacerdoti, 53 non sacerdoti). 1.545 sono le religiose presenti in diocesi in 192 comunità (escluse quelle di clausura). 7 sono i monasteri di clausura, con 106 monache. 16 sono gli Istituti secolari. 1 Ordo Virginum.3 sono le associazioni laicali diocesane approvate. 1 è la società di vita apostolica. 3 sono le associazioni pubbliche di fedeli. 13 sono le associazioni private di fedeli. Fra le novità della nuova edizione la pubblicazione dei dati che riguardano l’insegnamento della religione nelle scuole. L’Annuario si può acquistare nelle librerie Àncora e Paoline, presso il Centro oratori e online nel sito www.vocestore.it

Domenica 13 marzo

Giornata di spiritualità per i catecumeni adulti Domenica 13 marzo, prima domenica di Quaresima, si tiene presso il Centro pastorale Paolo VI la Giornata di spiritualità diocesana dei catecumeni adulti (dalle 14.30 alle 16.30). I parroci dei catecumeni, che, dopo almeno due anni di cammino, intendono ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Pasqua o nel tempo pasquale, sono tenuti a presentare all’Ufficio catechistico la documentazione richiesta, come è indicato nel Direttorio per l’iniziazione cristiana degli adulti. La giornata di domenica 13 marzo si svolgerà secondo questo programma: dalle ore 14.30 alle 16.30 preghiera, riflessione e confronto per tutti. Solo per i catecumeni ammessi al rito della elezione, è previsto quanto segue: ore 16.30 prove; ore 17 spostamento in Cattedrale; ore 17.30 rito della elezione in Cattedrale col vescovo Luciano. Per il rito della elezione è necessaria la presenza del padrino/madrina. I sacerdoti che desidererano concelebrare al rito sono pregati di comunicarlo al numero 0303722245 entro il 20 febbraio. Le prossime Giornate di spiritualità dei catecumeni sono fissate per domenica 17 aprile e domenica 29 maggio.


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Cecilia Poli Come una pietra solcata dal vento

I pensieri di un’anima straordinaria Il 1º marzo presso la libreria Paoline verrà presentato il libro che raccoglie il diario di una giovane donna bresciana morta di leucemia

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Martedì 1º marzo, presso la libreria delle Suore Paoline in via Gabriele Rosa, verrà presentato il libro “Come pietra solcata dal vento” (da noi brevemente recensito sul numero del 4 febbraio). L’appuntamento è fissato per le 17.45. Intervengono don Maurizio Funazzi e don Livio Rota, Giliolo Badilini che ha scritto la post-fazione del libro, e i genitori dell’Autrice, Leonardo e Silla Poli; modera Annachiara Valle, direttrice di “Madre”. Il libro racconta la storia di Cecilia Poli, una storia bresciana di fede, malattia, amore. Cecilia era una giovane donna, sposata da due anni con Marco e da tre mesi mamma del piccolo Emanuele quando il 22 ottobre 2004 scoprì di essere affetta da una grave forma di leucemia. Ricoverata per ricevere le prime cure, decise di tenere un diario,

a cura di Silvia Zavoli

ora raccolto nel libro. È morta il 26 luglio 2007. Aveva 33 anni. Per misurare il senso e l’intensità della storia di Cecilia, abbiamo stralciato qualche passaggio dal suo diario. “In questi giorni penso a come è cambiata la mia esistenza… Piombi in un’altra dimensione, rifai i conti con te stessa, capisci che se vuoi vivere non devi barare; devi sì essere ottimista, ma non ingannarti. Devi prendere atto dei rischi che corri e metabolizzarli, imparare a conviverci. E reagire. La mia vita non si è sospesa; è cambiata, drasticamente, ma è ancora vita e come tale vale la pena di essere vissuta al massimo. Io qua dentro leggo, scrivo, danzo, ho intenzione di studiare il portoghese; parlo con la gente, conosco storie nuove e immagazzino tutto come bagaglio personale di conoscenze

Cecilia e Marco in montagna, pochi giorni prima del matrimonio

e di esperienza. Penso che fino all’ultimo respiro si può dare qualcosa agli altri e questo è ciò che rende una vita degna di essere vissuta” (26 ottobre 2004, ore 22.50). “Ottavo complemese di Emanuele. Com’è difficile. Non ho più avuto pensieri neri, dentro sono serena adesso, ma la lontananza da mio figlio sta iniziando a logorarmi. Ieri, oggi, è veramente battente il desiderio di vederlo e di coccolarlo. Piango molto, non in modo disperato, ma le lacrime scendono da sole per sgonfiare il magone che mi si forma in gola quando penso a Lele. Cioè tutto il giorno. Mi rendo conto che quando piango è come se riversassi idealmente su di lui tutto il mio amore, non riesco a evitarlo, passo la mia giornata con gli occhi pieni di lacrime. Sono giorni difficili, in cui combatto incessantemente con la tentazione di abbattermi. Io so, sono certa che è uno stato transitorio, che questo ricovero così lungo e snervante non è niente in confronto a quello che ha dovuto sopportare Gesù in questi giorni, ma non posso far

finta che non mi manchi come l’aria la mia creatura. Sono umana, piena di passioni umane” (25 marzo 2006, Venerdì Santo). “Finalmente è stata fissata la tanto attesa riunione per parlare della mia situazione. Non so cosa decideranno o hanno già deciso di fare. Forse mi ridaranno il farmaco, una chemio in pastiglie per tutta la vita. Fa niente, non vacillerò stavolta, gli occhi non mi si offuscheranno. Tra quindici giorni vado al mare con mio figlio e mio marito e adesso questo basta a rendermi felice ed eccitata come un bambino. Un’onda mi scivola sulla pelle e porta via ogni preoccupazione. Porta via la paura. Ne arriva un’altra, subito dopo e mi porta il respiro dell’Universo, un canto lieve e perpetuo, una nenia senza tempo che sta in sottofondo alla vita di tutti gli uomini, di tutti gli esseri viventi da sempre esistiti e che sempre esisteranno. È un respiro sacro, è il respiro stesso di Dio, eterno, sapiente, che tutto dispone secondo un’imperscrutabile e magnifica armonia” (7 agosto 2006. Ultimo scritto di Cecilia).

Quaresima: il messaggio del Papa e le schede per i centri d’ascolto

Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e la vita “Privo della luce della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza”. Lo scrive il Papa nel Messaggio per la Quaresima, diffuso il 22 febbraio, nel quale Benedetto XVI ribadisce che “Dio ha creato l’uomo per la resurrezione e per la vita, e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all’economia”. Ripercorrendo i testi liturgici delle domeniche di Quaresima, il Papa sottolinea che nella quinta, in cui ci viene proclamata la risurrezione di Lazzaro, “siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza”. “Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, espressioni dell’impegno di conversione — scrive Benedetto XVI — la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo”. “Per il cristiano

– puntualizza il Santo Padre – il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo”. La pratica del digiuno, infatti, che “può avere diverse motivazioni”, comporta per il cristiano la capacità di “superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore”, imparando a “distogliere lo sguardo dal nostro io, per riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli”. Quanto alla pratica dell’elemosina, è “un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro”, allontanando “la tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita”. “La bramosia del possesso – spiega il Papa – provoca violenza, prevaricazione e morte. L’idolatria dei beni non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette,

perché colloca le cose materiali al posto di Dio, unica fonte della vita”. “Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro?”, si chiede il Santo Padre, indicando come antidoto la pratica dell’elemosina, cioè la “capacità di condivisione”. Infine, la preghiera, che “ci permette di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro”. L’Ufficio catechistico ha approntato le schede per i centri d’ascolto, proseguendo il percorso iniziato durante il periodo quaresimale. I temi proposti sono i seguenti: la Chiesa è santa o peccatrice?; tutti uguali nella Chiesa?; quale missione nel mondo? Il ruolo dei laici cristiani; gli ultimi, forza della comunione.


Ecclesia Agenda

LA VOCE VOCE DEL DEL POPOLO POPOLO LA 25 FEBBRAIO 2011 6 MARZO 2009

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Agenda del Vescovo Venerdì 25 febbraio Ore 17.45 – Brescia – Presentazione del libro di papa Benedetto XVI “Luce del mondo” presso l’Aula magna dell’Università cattolica.

Sabato 26 febbraio Ore 15 – Brescia – Assemblea diocesana dell’Azione cattolica presso Palazzo San Paolo.

Villa Pace di Gussago

Percorso sul Concilio L’Azione cattolica propone un percorso sul Concilio, con tre incontri che si terranno tra marzo e aprile. Il tema proposto è: “Da cristiani nella storia. Approfondimenti e prospettive a partire dalla Gaudium et spes”. Gli appuntamenti sono i seguenti: lunedì 14 marzo su “Il Concilio è stato troppo ottimista? La Gaudium et spes e il mondo moderno”; lunedì 28 marzo su “Segni dei tempi, segni di Dio?”; lunedì 11 aprile su “La Gaudium et spes e la costruzione della città dell’uomo”. Guida il percorso don Pierantonio Lanzoni, direttore dell’Ufficio organismi ecclesiali di partecipazione della diocesi di Brescia. Gli incontri si svolgono a Villa Pace di Gussago, dalle ore 20.30 alle ore 22.30. Si ricevono le iscrizioni (entro martedì 8 marzo) presso la segreteria dell’Azione cattolica Brescia, tel. 030.40102, info@acbrescia. it L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’associazione “Maria Freschi” e la Fondazione “Brixia Fidelis”.

Eremo di Montecastello

Appuntamenti di marzo Laici (giovani e adulti): domenica 6, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale, lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno. Donne: martedì 8, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale, lectio divina con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi: mercoledì 16 ritiro spirituale per il presbiterio e i religiosi delle due zone gardesane XVI e XVII. Il servizio della Parola è offerto da mons. Franco Bertoni, il ministero della riconciliazione dai frati Cappuccini di Barbarano. Esercizi spirituali prossimi: per laici, dalla serata di venerdì 29 aprile al pranzodi domenica 1º maggio, don Dino Capra e le Suore dell’Eremo animano l’esercizio spirituale della lectio divina della Bibbia dei capitoli 10-11 degli Atti degli Apostoli: “Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni fino ai confini della terra”. Per informazioni: Eremo di Montecastello, Tignale s/Garda (Bs) Tel. 0365 760255 – Fax 0365 760055 E-mail: informazioni@montecastello.org; www.montecastello.org

Ufficio comunicazioni

Una precisazione sull’associazione Minelli Si precisa che la lettera del Vescovo di Brescia datata 17 febbraio 2011 e resa pubblica dagli avv. Marisa Trombini e Concetta Delle Donne è la risposta negativa al quesito rivolto dai legali a mons. Luciano Monari e così formulato: “Il gruppo o associazione Sergio Minelli (fondata da Tanghetti Fiorella) sono riconosciuti dalla Chiesa e, se riconosciuti, con quali modalità?”. Per quanto concerne l’associazione Sergio Minelli è pertanto – come affermato dal Presule – da ritenersi valida tuttora la dichiarazione ufficiale della Cancelleria vescovile, datata 20 ottobre 1992, circa la “Casa del Pellegrino”, sita a suo tempo in Caino (Bs), e che risulta essere l’antica denominazione della suddetta associazione fondata da Fiorella Tanghetti, in cui si affermava che la stessa non aveva alcuna relazione con la diocesi. In quell’occasione l’autorità ecclesiastica invitava, inoltre, alla prudenza davanti al pericolo di ogni indebita mescolanza tra sacro e profano.

Domenica 27 febbraio Ore 11 – Coccaglio – Cresime. Ore 18 – Mazzano – S. Messa per il 90° anniversario della Dedicazione della chiesa.

Lunedì 28 febbraio Ore 21 – Brescia – S. Messa per il 6° anniversario della morte di don Luigi Giussani presso la chiesa di San Faustino.

Martedì 1º marzo Ore 20.30 – Brescia – S. Messa per i medici cattolici presso il Centro pastorale Paolo VI.

Mercoledì 2 e giovedì 3 Visita ai sacerdoti della zona XXVIII di Brescia est.

Cancelleria

Nomine e provvedimenti La cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il rev.do sac. Angelo Blanchetti, parroco di Corna di Darfo, è stato nominato parroco anche di Bessimo. Il rev.do sac. Ruggero Cagiada, parroco di Berlingo, è stato nominato parroco anche di Berlinghetto. Il rev.do sac. Graziano Tregambe, già presbitero collaboratore di Verolanuova, è stato nominato amministratore parrocchiale di Soprazzocco. Il rev.do sac. Alberto Donini è stato nominato direttore della Scuola diocesana di musica S. Cecilia in sostituzione del rev.do sac. Tullio Stefani.

Apostolato della preghiera

Intenzioni di marzo Nel mese di marzo (che porta con sé l’inizio della Quaresima e il ricordo di San Giuseppe) sono state affidate all’Adp le seguenti intenzioni (che trasmettiamo in forma abbreviata): Generale: Perché l’America latina possa camminare nella fedeltà al Vangelo e nella giustizia. Missionaria: Perché lo Spirito Santo dia luce e forza alle comunità cristiane e ai fedeli perseguitati. Dei Vescovi: Perché lo Spirito Santo doni a ogni battezzato la forza di un’autentica conversione. Del vescovo Luciano per l’anno 2010/11: Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più “una cosa sola” in Cristo. Segnaliamo che il prossimo incontro formativo dell’Apostolato della preghiera si svolgerà mercoledì 2 marzo, dalle ore 14.30 alle ore 17, presso il Centro pastorale Paolo VI. Il tema sarà: “Accompagnamento/direzione spirituale alla luce del Cuore di Gesù: l’esempio di San Claudio”. Consapevoli dell’importanza della direzione spirituale, ben attestato nella vita ecclesiale, l’Adp intende riflettere su di essa con l’aiuto dell’esperienza di San Claudio La Colombière che, come noto, ha rasserenato e guidato Santa Margherita Maria nel suo cammino di accoglienza della rivelazione del S. Cuore di Gesù. L’incontro si concluderà con la S. Messa. Come tutte le iniziative Adp, l’incontro è aperto a tutti, anche a coloro che possono partecipare solo ad alcuni momenti.

Il Vescovo presenta

La Lettera sugli immigrati Venerdì 4 marzo alle ore 20.30 presso la parrocchia della Stocchetta, mons. Luciano Monari presenta la Lettera sulla pastorale per gli immigrati. Lettera che è stata ristampata ed è nuovamente disponibile presso le librerie cattoliche.

Animazione vocazionale

Per il Piccolo Samuele Si rende noto che il prossimo appuntamento del Piccolo Samuele, il gruppo di accompagnamento e discernimento vocazionale per ragazzi dalla IV elementare alla III media, è stato spostato da domenica 6 a domenica 13 marzo. Restano invariati gli orari (dalle ore 9 alle ore 17) e le modalità dell’incontro.


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CSV

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Esine Inaugurato il nuovo sportello territoriale

Radici in Valle Camonica Con l’ultimo nato, gli sportelli territoriali del Centro servizi diventano nove: Ospitaletto, Gardone Val Trompia, Iseo, Chiari, Leno, Orzinuovi, Salò, Vestone e appunto Esine pagina a cura di Nicola Migliorati

Il Centro servizi per il volontariato mette casa in Valle. Lo scorso sabato 19 febbraio è infatti stato inaugurato e presentato ufficialmente lo Sportello territoriale Csv della Valle Camonica. Uno Sportello, quello di Esine, che nasce dall’intesa tra due istituzioni – il Centro di servizi del volontariato provinciale di Brescia (Csv) e Cassa Padana Banca di Credito Cooperativo – che da tre anni lavorano a stretto contatto ed hanno sviluppato un modello di presidio territoriale che ha saputo dare, con la presenza fissa in un ambito distrettuale, risposte concrete a tutte quelle organizzazioni che muovono il mondo del Terzo Settore. Un modo positivo per i paesi camuni di aprire quel 2011 che nei proclami ed ora anche nelle iniziative che si stanno declinando sul territorio vuole essere l’Anno europeo del volontariato, dedicato a tutte quelle persone che da anni muovono il Terzo Settore e alla popolazione che, da parte sua, potrà imparare a conoscere meglio realtà e servizi offerti. In un contesto che si è dimostrato attento e partecipativo, sia il diretto-

re Angelo Patti che il presidente del Csv Urbano Gerola, hanno portato i loro saluti ed hanno ripercorso assieme ai convenuti questi anni di attenzione al mondo del volontariato bresciano, ricordando sfide e successi che a distanza di 14 anni hanno permesso la creazione di una rete territoriale di servizi altamente professionale, divenuta ormai essenziale per chi opera nel terzo settore. Da parte sua, il direttore di Cassa Padana Luigi Pettinati, ha invece confermato come lo strumento della cooperazione, del creare reti di attori con diverse competenze, si sia confermato in questi anni di crisi generale l’unico modello sostenibile per colmare le esigenze sociali ed assistenziali che il territorio esprime, sottolineando come il ruolo del volontario, che sia di tipo formale o informale, è e diventerà sempre di più la base su cui poggia la società. Essenziale per una Bcc che da anni lavora ad ampio raggio per creare progetti a sostegno dei soci e della cittadinanza tutta, sentirsi chiamata in causa per la diffusione di questa rete attenta a quello che a parer di tutti oggi è il “primo settore” della economia, non solo sociale, del nostro Paese. L’operatrice dello Sportello Csv della Valle, Sandra Bassi, ha

Presso l’auditorium della Cisl

I giovedì del volontariato diventano europei Anteas, Osservatorio sul volontariato dell’Università cattolica di Brescia e Centro servizi per il volontariato di Brescia promuovono la diffusione della cultura inerente il volontariato attraverso “I giovedì del volontariato”che quest’anno, in onore al 2011, diventano “Europei”. Ogni volontario o semplice cittadino interessato a partecipare ai “Giovedì del volontariato europeo” non dovrà fare altro che esplicitare la propria iscrizione al Csv di Brescia: i primi 40 riceveranno a casa del tutto gratuitamente una copia del libro, e potranno leggerla in anticipo. In anticipo su cosa? In anticipo rispetto ad un incontro con l’autore riservata solo agli iscritti. Gli incontri si svolgeranno presso l’auditorium Cisl in via Altipiano d’Asiago, 3 a Brescia e si declineranno in tre appuntamenti, naturalmente

di giovedì. Il primo il 31 marzo (dalle 17.30 alle 19) in dialogo con Emanuele Alecci, componente del Cnel e consigliere Csv di Padova, autore del volume “Fuori dall’angolo. Idee per il futuro del volontariato e del terzo settore”. Le iscrizioni per questo primo incontro si raccolgono entro l’8 marzo. Seguiranno gli appuntamenti del 7 aprile con “I 189 giorni di Laura. Da Milano al Kosovo. Una storia esemplare di volontariato internazionale” scritto da Francesca Mineo e Renzo Razzano mentre il 5 maggio si parlerà di come prendersi cura dei bambini in difficoltà con Elena Marta e Francesca Cristini autrici di “Il mentoring. Una lettura in ottica di psicologia di comunità”. Per maggiori informazioni: Osservatorio sul volontariato tel. 030.2406392 - fax 030.2406237 - mail osser-vo@unicatt.it.

poi invitato le associazioni presenti a visitare il presidio territoriale di Esine per iniziare un percorso di condivisione e conoscenza reciproca, con la finalità di creare un primo censimento delle organizzazioni stesse. Con quest’ultimo nato gli sportelli territoriali del Centro servizi per il volontariato diventano nove: Ospitaletto, Gardone Val Trompia, Iseo, Chiari, Leno, Orzinuovi, Vestone, Salò e appunto Esine. Un radicamento iniziato qualche anno fa con l’obiettivo di essere sempre di più un punto di riferimento e di aiuto per i tanti volontari bresciani e portato avanti con caparbietà ed entusiasmo. Il tutto è reso più facile quando sul territorio si trovano collaborazioni efficaci come quelle fornite dalla Cassa Padana, che già da tempo a Leno fornisce un aiuto qualitativamente importante alle associazioni del territorio. Un’attenzione positiva all’aspetto sociale del vivere nei paesi bresciani che in molti casi sanno offrire ottimi esempi di cittadinanza attiva e di impegno nei più svariati ambiti dell’aiuto gratuito. Non resta che augurare buon lavoro allo sportello istituito presso la Cassa Padana in via Pittore Nodari, 7/b a Esine e alle associazioni che ne riceveranno il supporto.


Acli

Novità Da febbraio è partita l’esperienza delle ragazze

Giovani&Comunità: il progetto vola di Diego Mesa

Nel mese di febbraio si è concluso il percorso del primo gruppo di giovani maschi che ha aderito al progetto Giovani&Comunità (G&C) promosso dalla Caritas diocesana in collaborazione con gli uffici diocesani Vocazioni e Tempi dello Spirito, Oratori e Pastorale giovanile. “Giovani e comunità” è una proposta di vita comunitaria, rivolta ai giovani, ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che intendono mettersi alla prova in un’esperienza di convivenza, servizio e discernimento. Ma in cosa consiste concretamente? I ragazzi hanno convissuto per tre mesi presso un’abitazione gestita dalla Caritas diocesana in città, senza interrompere l’attività di studio o lavoro. Il perno dell’esperienza è costituito dai momenti comuni: la preghiera quotidiana, i pasti, le serate vissute informalmente e i momenti di formazione condotti dai responsabili della comunità o con la presenza di testimoni significativi. Cosa è emerso da questa prima esperienza? Dalla verifica conclusiva è emerso che la convivenza quotidiana tra persone che hanno deciso di darsi del tempo per riflettere

sulla propria vita ha offerto loro la possibilità di essere maggiormente consapevoli del proprio percorso e di focalizzarsi sui prossimi passi da compiere. Le “inedite incombenze” quotidiane (cucinare, fare la spesa, riordinare e pulire gli ambienti) e le dinamiche relazionali che l’esperienza innesca (conoscersi, accettare la diversità, decidere insieme, gestire i conflitti), hanno rappresentato un’ulteriore occasione di discernimento – “capire attraverso gli altri chi sono” – e una continua messa alla prova sulla coerenza tra intenzioni e azioni. I momenti di verifica comunitaria e di formazione hanno permesso ai partecipanti di amplificare e favorire la condivisione di quanto stavano vivendo, sperimentando e maturando personalmente. All’inizio di febbraio è partito un gruppo di cinque ragazze che abitano in un altro appartamento in centro storico, mentre stiamo procedendo ai colloqui per la costituzione del secondo turno della comunità maschile. Per informazioni e colloqui sia con i giovani che con sacerdoti o animatori interessati a conoscere la proposta i referenti del progetto Diego Mesa e suor Francesca Becattini sono contattabili presso la Caritas diocesana al numero 030.3757746.

Prosegue l’attività di sensibilizzazione

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Tre mesi di comunità di Thomas Turelli Le motivazioni che mi hanno portato a partecipare a questo progetto sono state: provare e trovare autonomia personale rispetto alla famiglia d’origine, riuscire a ritagliare del tempo “libero” dai miei impegni per la riflessione personale e spirituale, la curiosità di provare a vivere insieme ad altre persone. Per quanto riguarda quest’ultimo obiettivo, con i compagni di viaggio ho instaurato un bel rapporto di amicizia, rispetto e condivisione, che spero continui anche dopo; ovviamente ci sono state difficoltà, come il trovare ritmi e necessità comuni. E anche il primo obiettivo è stato realizzato in poco tempo: infatti lo scoglio maggiore è stato tornare all’ovile, dopo i tre mesi di “indipendenza!”. L’obiettivo meno semplice, ma a cui tenevo di più, è stato dunque quello relativo alla riflessione personale. Mi sono venute utili in questo senso due esperienze: la riflessione che abbiamo intrapreso con don Giovanni Milesi sulla Regola di vita (dal significato intrinseco nella nostra vita agli aspetti pratici) e i momenti di preghiera e condivisione vissuti con i miei compagni. Cosa mi resta di tutto ciò? La voglia di vivere in autonomia, una ulteriore consapevolezza che so mettermi in gioco e confrontarmi con persone che si comportano in modo diverso da me, e un metodo di preghiera definito e preciso che continuerò, anche se ovviamente mi mancherà la parte della condivisione.

di Diego Mesa

Anno di volontariato sociale, ma non solo Accanto al progetto Giovani&Comunità, nell’ambito della promozione del volontariato giovanile di Caritas diocesana prosegue l’attività di sensibilizzazione dei giovani al servizio tramite le attività di orientamento al “volontariato breve” e la proposta dell’Anno di volontariato sociale (Avs). I giovani che si sono rivolti nell’ultimo anno per questo tipo di iniziative sono molto eterogenei: molti sono italiani, ma sono in aumento i ragazzi stranieri. Oltre agli studenti universitari e ai lavoratori sono aumentati i giovani non occupati e i giovani senza una consolidata appartenenza ad una comunità parrocchiale, ma conoscono la Caritas tramite i circuiti universitari, gli amici o i social network. Per queste ragioni si è reso necessario porre attenzione ai colloqui di orientamento, allo scopo di vagliare le

motivazioni e individuare il luogo più adatto alle attitudini e alle possibilità di ciascun canditato. Da questo punto di vista possiamo contare su una consolidata rete di centri operativi (parrocchie, enti religiosi, associazioni) che offrono possibilità differenti di servizio: dai centri operativi con un alto livello di problematicità (centro d’ascolto, mensa dei poveri, dormitori, comunità per donne con bambini, comunità minorili) a realtà fortemente strutturate (comunità per disabili, centri anziani), a servizi educativi con un minor livello di problematicità (centri di aggregazione giovanile, spazi compiti). Accanto al momento di orientamento si è rivelata sempre più strategica la fase di accompagnamento dei giovani durante l’inserimento nel Centro operativo prescelto. È questo il momento nel quale

i giovani impattano con un mondo sconosciuto e nel quale hanno maggiormente bisogno di essere presi sul serio e sostenuti nella spinta iniziale. Attualmente una ventina di giovani sono attivi nel progetto di Avs. Molti altri sono stati orientati per esperienze di “volontariato breve”. Almeno una volta al mese i giovani volontari si trovano con i referenti della Caritas per la formazione: è un momento importante attraverso il quale ogni partecipante viene stimolato alla relazione e promosso nelle sue capacità a servizio degli altri. L’esperienza di servizio provoca i ragazzi a verificarsi su tanti aspetti: la coerenza sugli impegni presi, la capacità di reggere momenti di conflitto o di stanchezza, impegnarsi a “portare” le situazioni di disagio. È una grande opportunità di crescita!


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San Vincenzo

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Solidarietà Riflessione

Aprire gli occhi e il cuore Nella vita bisogna dare valore a ciò che conta. Sono tante le persone, anche vicine, che si trovano in condizioni di grande precarietà: l’incertezza economica si ripercuote sulla tranquillità pagina a cura di Beppe Milanesi

Tra vincenziani non capita raramente di parlare delle sensazioni, a volte delle vere e proprie difficoltà, che si affrontano quando si cerca una relazione con una persona nel bisogno. Spesso vediamo nell’altro reazioni di diffidenza, di pudore, di resistenza all’incontro. A volte di disinteresse per un contatto che non sia semplicemente il passaggio di un aiuto materiale. Ci chiediamo, giustamente, se il problema non stia, magari, in chi hanno davanti, che li avvicina frettolosamente, con gli umanissimi limiti di ciascuno. San Vincenzo e il beato Federico Ozanam hanno sempre insistito perché l’assistenza venga fatta con rispetto, discrezione, facendosi piccolissimi, perché il dono non umili chi lo riceve. “Gli altri siamo noi” recitava il ritornello di un vecchio successo sanremese, o forse, meno prosaicamente, dovremmo ricordarci che uno degli insegnamenti più belli del Vangelo ci dice di fare agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi, il che lascia aperte infinite soluzioni creative. Nel profondo degli occhi della persona

che ci sta innanzi dovremmo leggere sempre la regalità che le viene dall’essere un figlio di Dio. E, forse, anche di più. Nell’Antico Testamento solo di Giacobbe e di Mosè si dice che parlarono faccia a faccia con Dio. Gesù ha invece voluto dirci espressamente dove e come incontrarlo, con una parabola di immediata evidenza (Mt 25,37-40): “Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Ma oggi dietro chi si cela Dio? Vicine a noi ci sono tantissime, troppe, persone che si trovano in condizioni di grande precarietà. Un’incertezza economica che si ripercuote sulla tranquillità e sulla serenità relazionale (e spirituale). Gente che non ti aspetti vive sulla soglia della povertà e la passa per un nulla, un imprevisto o l’impossibilità, l’incapacità, di ge-

stire uno stile di vita quotidiano incredibilmente esigente ed energivoro. Come dicono molti esperti sociologi oggi il problema non sono tanto gli ultimi quanto i “penultimi”. Viviamo in un mondo dove l’incertezza è la condizione in cui vive buona parte della popolazione. Non c’è bisogno di viaggi intercontinentali per trovare situazioni di disagio e di fragilità, perché povero non è solo colui che manca di beni materiali. Oggi molti soffrono della povertà di speranza, una mancanza che non riesci a colmare con alcun bene materiale, ma solo col Bene, volendosi bene. Non esiste ricchezza materiale che non venga consumata, ma le relazioni ci salveranno. Il Cristo dice anche a noi (Mt 6,19-20): “Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”. Che fare quindi? Aprire gli occhi e il cuore agli altri. Dare valore a ciò che veramente conta per la vita (che è eterna, se ci vogliamo credere): le relazioni con gli altri e l’amore vicendevole.

Una bella testimonianza da Casa Ozanam

Una storia di violenza e di riscatto Ci fa piacere ricordare un fatto recente, che ha riempito di gioia tutti noi. È la durissima storia, di violenze e di soprusi, ma anche di riscatto, di un’ospite di Casa Ozanam, la casa di accoglienza femminile di Brescia, diventata parte di un bellissimo recital dal titolo “Madre”, rappresentato per il 15° anniversario della fondazione. Gli autori hanno inserito la storia di questa donna all’interno di un testo che parla di mamme esemplari (da Maria alle mamme di Plaza de Mayo, passando per altre figure eccezionali). Nella testimonianza, scritta di suo pugno, dopo avere raccontato le proprie sofferenze questa donna dice: “Dopo la fuga dal mio ex marito due poliziotti mi accompagnarono a Casa Ozanam, appena i miei piedi avevano passato la porta d’ingresso mi ero sentita protetta. All’ora di cena la tristezza

era più forte di me, cominciavo a piangere e allora chiedevo se potevo andare a letto. Mi sdraiavo sul letto e piangendo mi chiedevo “come ero?” e “come diventavo?”, ma nello stesso momento ero più tranquilla perché mi sentivo lontana del pericolo. Poi cominciò il rapporto con le operatrici ed i volontari di Casa Ozanam, che dall’inizio mi avevano trattato senza tenere conto né della mia situazione economica né delle mie origini culturali e religiose. Avevano cominciato ad ascoltarmi, anche con fatica perché non parlavo l’italiano, ma non avevano mai perso la pazienza, avevo trovato in loro delle amiche e passavo delle ore e delle serate a parlare e a piangere tra le loro mani. Per fortuna il regolamento della Casa aiuta la convivenza e si cerca sempre di creare un’atmosfera serena. Si festeggia

tutto insieme: compleanni, feste religiose e civili. Anche quando venni dimessa dall’ospedale, dopo aver partorito, vi trovai tantissime persone che mi aspettavano per festeggiare. A ottobre 2008 mi è stato proposto di fare l’ospite custode, che vuole dire avere un lavoro e una situazione di sicurezza. Questo gesto mi ha dimostrato che esiste ancora gente che guarda la tua persona e non da dove vieni (Paese, religione, cultura) o chi sei (nero, bianco, ricco, povero). Ho ricevuto tanto affetto, rispetto, consigli, ho imparato tanto anche sulla convivenza, su come gestire la casa e mio figlio. Tre anni di vita a Casa Ozanam non possono essere riassunti in poche righe, ma vorrei ringraziare tutti per quello che io e mio figlio abbiamo avuto da Casa Ozanam e dalla San Vincenzo”.


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Paesi e parrocchie zanardini@lavocedelpopolo.it

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Roccafranca Comune

L’attenzione al sociale è una priorità La collaborazione tra parrocchia e realtà civile è molto proficua. L’8 marzo è in programma un pranzo in oratorio. Allo studio una serie di incontri sull’alcolismo, un fenomeno purtroppo in crescita

Il Municipio

Il parroco don Giuseppe Verzeletti descrive la pastorale

Un popolo di fedeli Da vent’anni a Roccafranca. Tanto, infatti, è il tempo trascorso da don Giuseppe Verzeletti, nativo di San Giuseppe di Rovato, nel piccolo centro della Bassa come parroco della comunità dedicata ai Santi Martiri Gervasio e Protasio. Un tempo che ne fa il testimone privilegiato per delineare un ritratto della parrocchia e dei suoi abitanti. “Quando sono arrivato qui nel 1991 – ricorda il sacerdote – mi avevano detto che entravo nella parrocchia più ‘cattolica’ della diocesi. Era il riconoscimento per l’operato dei miei predecessori, don Tullio e prima di lui l’indimenticato don Tisi, che avevano formato generazioni di abitanti di Roccafranca”. Molto alta infatti era la partecipazione alla messa domenicale, che anche al giorno d’oggi si mantiene intorno al 30%, e più in generale la pratica religiosa. All’interno di questo quadro don Giuseppe inserisce la propria missione e soprattutto i nuovi indirizzi della pastorale e del catechismo: “Io ho cercato di portare, soprattutto nella formazione dei giovani adulti e delle giovani coppie di sposi e genitori, una maggiore presa di coscienza del dono della fede che portasse ad esprimere una consapevole testimonianza di vita”. Il coinvolgimento dei genitori nel nuovo cammino di iniziazione cristiana va proprio in questa direzione: “Anche se inizialmente vi è stato un po’ di sconcerto, tuttavia la partecipazione agli incontri è alta, accompagnata anche da un segnale molto positivo: i genitori in prima persona hanno insistito affinché il catechismo restasse a frequenza settimanale, chiedendo per i propri figli l’incontro ogni domenica. Proprio quest’anno si conclude il primo ciclo di formazione con cresime e comunioni per la quinta elementare l’8 maggio. Prima e seconda media, invece, saranno cresimate il 18 giugno, vigilia dei nostri patroni, dal vescovo di Lira in Uganda, mons. Giuseppe Franzelli, originario di Roccafranca”. Proprio la presenza e l’azione in terra d’Africa del vescovo Franzelli motivano una certa attenzione alla realtà missionaria che a Roccafranca si esprime nel gruppo missionario e in altre attività. “Non è stata immediatamente percepita – ricorda don Giuseppe – l’importanza del dono che l’elezione a vescovo di un figlio di Roccafranca rappresentava. Ora, però, quella che mi piace chiamare comunione di beni spirituali e materiali cresce continuamente grazie alla preghiera e alle ricorrenze, il cui ricavato viene sempre mandato a Lira per le loro necessità”. Ricorrenze e festività che vedono anche l’attiva collaborazione della società civile: “Con l’amministrazione comunale, come con le associazioni presenti sul territorio c’è un rapporto di rispetto, stima e collaborazione. Si è visto per esempio lo scorso anno in occasione delle solenni feste quinquennali per i santi compatroni della parrocchia Vincenzo, Vittorino e Chiara. È importante che vi sia un dialogo per il bene della gente che appartiene ad entrambe le realtà, viste le radici cristiane della nostra società”.

U

Una collaborazione estesa e capillare per il bene della comunità. È quanto emerge dall’incontro con Natalia Brignoli e Patrizia Tomasoni, assessori rispettivamente alla Cultura e ai Servizi sociali del Comune di Roccafranca. Le iniziative portate avanti dai due assessorati, infatti, vedono spesso coinvolti altri enti e associazioni e dimostrano particolare attenzione alla realtà locale. “In occasione della festa della donna, il prossimo 8 marzo – annuncia Patrizia Tomasoni – organizzeremo un pranzo nei locali dell’oratorio di Ludriano. Sarà l’occasione per coinvolgere la parrocchia della frazione, dopo che lo

Don Giuseppe Verzeletti

di Francesco Uberti

scorso anno un’analoga iniziativa era stata realizzata con la parrocchia del capoluogo”. Sempre presso l’oratorio di Roccafranca, inoltre, verrà replicata la “Festa dell’ammalato” che molti consensi aveva raccolto lo scorso anno. Non viene dimenticato nemmeno l’aspetto culturale, in tutte le sue varie manifestazioni. A questo proposito Natalia Brignoli non manca di ricordare alcuni appuntamenti importanti: “Dopo aver fornito insieme ai due oratori il patrocinio per la commedia teatrale El Föch, rappresentata in dicembre a Roccafranca e riproposta il 19 febbraio a Ludriano, è nostra intenzione collaborare con particolare impegno alla realizzazione della festa patronale a giugno, in un’ottica di valorizzazione delle tradizioni religiose e popolari del nostro paese”. Recupero delle radici che però non esclude l’attenzione alle difficoltà della società attuale: dopo che lo scorso anno era stato invitato a Roccafranca don Antonio Mazzi per incontrare i genitori e parlare con loro della difficoltà di crescere i propri figli al giorno d’oggi, è in programma a breve una serie di incontri dedicati al tema dell’alcolismo. “Si tratta di un’iniziativa – continua Natalia Brignoli – realizzata insieme ad un’associazione con sede alla Pedrocca. Si tratterà di serate informative con lo scopo di far prendere maggiore coscienza di un fenomeno in grande incremento nella nostra società”.


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Paesi e parrocchie Città

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Ufficio scolastico Chiusa la prima fase

Le Superiori si contano Il Leonardo ha troppe iscrizioni, mentre il Moretto non ha studenti a sufficienza

S

Sono 13.110 gli studenti bresciani che hanno effettuato – attraverso il portale e-scuola della Provincia – l’iscrizione al primo anno di una scuola secondaria di secondo grado. Di questi, 9.612 hanno scelto una scuola statale, 2.210 la formazione professionale nei Cfp, 576 una scuola paritaria. 670 sono gli studenti residenti nei Comuni di confine che hanno optato per frequentare le Superiori in una provincia diversa da Brescia, mentre 42 si sono iscritti al di fuori della Lombardia. Sono ancora circa 150 gli alunni in uscita dalla terza media che non hanno effettuato alcuna iscrizione. Considerando però che un centinaio hanno già assolto l’obbligo sco-

di Mario Nicoliello

Maria Rosa Raimondi

lastico, coloro che debbono effettivamente iscriversi sono solo una cinquantina. Chiusa la prima fase di iscrizione, ora si entra in quella dell’assestamento. I singoli istituti dovranno infatti vagliare le richieste, rettificare eventuali errori e indirizzare verso altre scuole gli iscritti in esubero, tenendo presente che una classe può essere attivata in presenza di un numero minimo di 27 alunni. Tra i casi particolarmente critici ci sono quelli di due istituti cittadini: il Leonardo e il Moretto. Il Liceo Scientifico di via Balestrieri ha ricevuto nell’indirizzo per le Scienze Applicate un numero elevato di iscrizioni, superiore alle previsioni della vigilia. “Per questioni sogget-

tive – osserva Maria Rosa Raimondi, direttrice dell’Ufficio scolastico territoriale – molti studenti pur abitando fuori città scelgono il Liceo delle scienze applicate al Leonardo, anche se l’indirizzo è presente in tutte le zone della Provincia a eccezione del Garda”. Diametralmente opposta è invece la situazione dell’Istituto professionale Moretto, dove con i numeri attuali c’è il rischio che non si possa formare alcuna classe prima, rischio che dovrebbe comunque venire meno con i recuperi futuri. “Il Moretto – commenta la Raimondi – è una delle nostre criticità attuali. Da un lato, bisognerà capire dove si è persa qualità in un istituto che è stato vanto della tradizione bresciana e ha dato origine ad altre

scuole. Dall’altro si dovrà decidere come riqualificarlo”. Più in generale sulle scelte effettuate dalle famiglie, la Raimondi evidenzia come le stesse siano “frutto di un lavoro capillare di orientamento” e risultino “in stretto rapporto con il territorio e le opportunità di lavoro”. Secondo l’assessore provinciale all’Istruzione Aristide Peli si è lavorato molto “affinché l’istruzione tecnica venisse percepita in tutta la sua importanza. Questo è infatti ciò che ci chiedono le imprese. È poi molto interessante constatare il successo dell’indirizzo alberghiero, evidentemente si è compreso che i numeri registrati da Brescia nel settore turistico siano di assoluta rilevanza”.

Brevi

Indirizzi

Le percentuali

Il sogno? Diventare ragionieri

I tecnici vincono sui liceali

La vecchia Ragioneria, quello che ora viene denominato Indirizzo in amministrazione, finanza e marketing, è il percorso più scelto dagli studenti di terza media, anche se il Liceo scientifico è battuto di poco. Stando ai dati forniti dall’Ufficio scolastico territoriale – aggiornati al 16 febbraio – sono stati 1267 (pari al 13,18% del totale) gli studenti a optare per l’ex Ragioneria, contro i 1252 (13,03%) che hanno scelto lo Scientifico. Più staccati gli altri indirizzi. A cominciare dal Linguistico, che è stato scelto da 698 studenti (7,26%), e dall’ex Istituto professionale alberghiero, oggi denominato Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera, che è stato indicato da 661 studenti (6,88%). Ci sono poi altri tre percorsi scelti da più di 500 studenti: Liceo scienze umane (558 studenti), Informatica e telecomunicazioni (514), Costruzioni ambiente e territorio (500). Più indietro nella graduatoria il Liceo classico, scelto da poco più di 200 studenti.

L’Istruzione tecnica prevale su quella liceale. Tra gli studenti di terza media sono stati 3785 coloro che hanno scelto un Istituto tecnico, contro i 3713 che hanno optato per un Liceo. In 1552 hanno scelto di iscriversi a un Istituto professionale, mentre 562 hanno deciso per l’Istruzione e la formazione professionale (Ifp), ossia il percorso triennale che viene offerto negli Istituti professionali statali. Rispetto allo scorso anno, in termini percentuali aumenti soltanto l’Ifp (dal 4,23% al 5,85%), mentre gli altri tre indirizzi registrino un calo. Gli istituti tecnici passano dal 39,95% di iscritti al 39,38%, i licei dal 39,24% al 38,63%, mentre i professionali quinquennali dal 16,57% al 16,15%.


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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Palazzo Loggia

Aumenta il costo dei parcheggi, ma non per i residenti

Roberto Rossini

Brescia Acli provinciali

I

“Italiani sì diventa”: ieri, oggi e...

“In Italia siamo andati a scuola, siamo assistiti per la salute, possiamo aprire un’impresa o un negozio, possiamo decidere cosa fare da grandi; pregare ed esprimere liberamente il nostro pensiero. In altre parti del mondo non è così, in Italia è così. Questo non deriva da un miracolo: nasce da una precisa volontà e da una storia. Più di 60 anni fa alcuni italiani trovarono la forza di scrivere un patto da proporre a tutti gli italiani”. Con queste parole Roberto Rossini, presidente delle Acli provinciali, apre il video sulla Costituzione “Italiani sì diventa”: un supporto utile per introdurre riflessioni, forum e incontri sull’importanza del testo costituzionale. Le Acli hanno messo a punto alcune iniziative che nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia vogliono mettere a fuoco alcuni momenti salienti della nostra storia. Il prodotto, realizzato da Voce Audiovisivi, partendo dai 139 articoli della Costituzione analizza nello specifico alcuni temi: lavoro e impresa, religione e Stato, diritti fondamentali e doveri, famiglia, locale e globale. Nel video gli articoli della costituzione sono letti da Lucia-

di Luciano Febbrari

no Bertoli, mentre fra i contributi della società civile bresciana si segnalano i pensieri di Giuseppe Camadini, Luciano Eusebi e Cesare Trebeschi, solo per citarne alcuni. L’impegno delle Acli per l’unità non si ferma qui, ma coinvolge anche i più piccoli. “Italiani sì diventa” è anche il titolo dello spettacolo di animazione teatrale ideato da “La nuvola nel sacco” per i bambini della scuola primaria, i ragazzi della scuola secondaria e le loro famiglie: certe volte le cose succedono per caso, altre volte per errore. Il luogo del misfatto di due ladruncoli diviene il teatro della storia. Lo spettacolo può essere fatto sia in interno che in esterno. Per la prenotazione si può contattare Roberto Manenti (3202894173). Aperto anche il concorso “espresso fotografico” in collaborazione con l’Ufficio oratori. Inizia, invece, venerdì 25 febbraio con “I vicerè” la rassegna “150 anni d’Italia al cinema”: le proiezioni dei film sono in programma tutti i venerdì (fino al 25 marzo) alle 20.30 presso il salone dell’oratorio del Villaggio Badia. Per informazioni, www.aclibresciane.it o telefonare al numero 0302294012.

Qualità dell’aria, parcheggi e messa in sicurezza di Ponte Crotte: questi i temi affrontati da sindaco e assessori nel corso dell’ultima riunione post-giunta. A tenere banco il monitoraggio dell’aria. Con il provvedimento “targhe alterne” e con il fondamentale aiuto delle piogge cadute nei giorni scorsi le centraline della città hanno registrato concentrazioni di PM10 al di sotto della soglia di allerta. Paola Vilardi, assessore a urbanistica e ambiente, ha confermato il provvedimento fino alla fine di febbraio. “In quell’occasione tornerà a riunirsi il tavolo di lavoro con i 21 sindaci dei Comuni limitrofi. Si valuterà l’iniziativa e si getteranno le basi per il prossimo calendario di incontri, l’obiettivo è quello di continuare il lavoro sin qui iniziato per promuovere interventi e iniziative condivise e preventivamente organizzate”. Si registrano alcune novità di rilievo sul fronte parcheggi. Le tariffe dei parcometri e delle strutture aumentano del 20%, ma ai residenti in città, con una apposita tessera magnetica che verrà spedita a tutti i ‘patentati’, si applica uno sconto del 50%. “È giusto che i residenti in città – ha precisato Paroli – abbiano dei benefit: si tratta di riconoscere il fatto che chi risiede a Brescia attraverso gli oneri di urbanizzazione di fatto paga già, in parte, i parcheggi esistenti”. Vale per tutti invece la possibilità di usufruire del “quarto d’ora di cortesia”. “In definitiva – ha spiegato Marco Medeghini direttore generale di Brescia Mobilità – verranno dati 15 minuti gratis già compresi nell’orario indicato sul biglietto, limitando al massimo le infrazioni di coloro che, sostando per breve tempo, tendono a non pagare il parcheggio”. Un gesto di civiltà nei confronti dei portatori di handicap: in deroga a una sentenza della Cassazione, potranno parcheggiare gratuitamente nei posti con strisce blu nel caso in cui quelli a loro riservati siano già occupati. Partiranno il prossimo giugno i lavori per la messa in sicurezza di Ponte Crotte. “Occorreranno quattro mesi – ha precisato l’assessore ai lavori pubblici Mario Labolani – durante i quali il ponte verrà completamente chiuso e oltre 650mila euro per effettuare i lavori che dovranno portare alla riapertura del doppio senso di marcia del ponte a settembre in concomitanza con la riapertura delle scuole”. (v.b.)

Amici Istituto del Radio Olindo Alberti

La cultura unita alla solidarietà Unire cultura e solidarietà. Con questo obiettivo, da 26 anni l’associazione Amici Istituto del Radio Olindo Alberti degli Spedali Civili promuove a Brescia il tradizionale Concerto di San Valentino. E anche quest’anno la risposta del pubblico è stata straordinaria: domenica 20 febbraio il teatro Grande era gremito per ascoltare l’esecuzione di “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni in forma di concerto. In particolare, i fondi serviranno al laboratorio interno di biologia cellulare in cui poter effettuare ricerche in ambito radiobiologico tramite l’utilizzo di colture cellulari. L’interesse nasce in seguito alla collaborazione con un noto Istituto di ricerca francese (Istituto Gustave Roussy, Parigi), che sta consentendo un dottorato di ricerca in radiobiologia per un giovane medico della struttura bresciana. “Dalla cooperazione con questa e con altre realtà internazionali – dice il prof. Paolo Frata, docente di radioterapia all’Università degli Studi di Brescia –, un pool di medici estremamente motivati, che hanno effettuato anch’essi periodi di formazione all’estero in ambito radiobiologico, vorrebbe realizzare progetti simili anche nella nostra realtà”. Il progetto prevede uno studio approfondito degli effetti molecolari delle radiazioni ionizzanti sui tessuti sani e sulle cellule tumorali, ricavando informazioni da applicare alla clinica radioterapica per ottenere sempre più vantaggi e meno effetti collaterali da una delle terapie più utilizzate nella cura dei tumori. (f.l.)


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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Brescia Con il contributo della Fondazione Asm

Adolescenti come utenti e volontari Prosegue il progetto “La febbre del sabato sera”, uno spazio aggregativo per ragazzi disabili

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di Luciano Zanardini

Un progetto di aiuto che coinvolge volontari e utenti con una particolarità: sono tutti adolescenti. 60 volontari si mettono al servizio di 18 loro coetanei che si devono confrontare quotidianamente con l’handicap intellettivo. Succede così che il tempo libero (due volte al mese il sabato sera e una volta la domenica pomeriggio) viene organizzato e pensato su misura. Al bowling, al cinema, in pizzeria e magari anche in discoteca (quando qualche gestore non si fermerà all’apparenza come, purtroppo, è già successo). L’iniziati-

va, partita nel 2009, prende il nome di “La febbre del sabato sera” e si svolge a Brescia; quest’anno si avvale del contributo (5000 euro) della Fondazione Asm, che con l’investimento permette di dare una continuità nel tempo all’intervento. In gergo tecnico questa attività si definisce progetto di inclusione sociale. Il tutto ebbe inizio quando alcuni genitori, che fanno riferimento all’Associazione Ama (auto mutuo aiuto), pensarono di riempire il tempo libero di questi disabili. Il risultato è che accanto alla solidarietà

umana (donare del tempo a chi è nel bisogno), sono gli stessi volontari a mettersi alla prova, a sperimentare le proprie potenzialità e a metterle al servizio della comunità. Sarebbe bello riuscire a coinvolgere anche gli oratori cittadini con i loro adolescenti e con i loro spazi. I ragazzi disabili vengono divisi in due gruppi (“I magnifici” e “Una compagnia per me”) coordinati da due figure educative; i volontari arrivano dal canale scolastico: dal liceo artistico Olivieri e dal Gambara di via Bonini che ha, inoltre, inserito il progetto nell’offerta formativa. Gli studenti hanno risposto subito e, dopo un’apposita formazione, sono stati inseriti nel servizio che comprende anche dei momenti di verifica. Questo vuole essere un momento di condivisione nella leggerezza, ma soprattut-

to un’occasione per crescere insieme, in un gruppo. Se pochi anni fa i servizi sociali dei Comuni erano in grado di coprire diverse aree, oggi – per via anche delle ristrettezze economiche – si corre il rischio che tanti soggetti restino ai margini della società. Il progetto va nella direzione opposta. Nell’iniziativa sono coinvolti anche una serie di enti: il Comune di Brescia, che ha messo a disposizione i locali; il Centro territoriale di risorse per l’handicap, che ha curato i contatti con le scuole e ha dato un supporto alla formazione dei volontari; il Servizio disabilità dell’Asl di Brescia; la neuropsichiatria infantile; la cooperativa La Sorgente di Montichiari per il supporto educativo; l’Università cattolica. Per informazioni, si può contattare l’associazione al numero 0309961163.

N O VITÀ LORIS F. CAPOVILLA

RICORDI DAL CONCILIO Siamo appena all’aurora a cura di Ernesto Preziosi L'intervista a mons. Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII negli anni del patriarcato a Venezia e nel breve pontificato, ripercorre gli anni del Concilio Vaticano II, facendo rivivere le attese di una generazione che partecipò al processo di profondo mutamento della Chiesa, in particolare nei suoi rapporti con il mondo contemporaneo.

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Bagnolo Mella

La scuola illustra il Bilancio sociale ai suoi genitori Il 28 febbraio alle 20.30 presso l’Istituto comprensivo in viale Europa è presentato il Bilancio sociale per l’anno scolastico 2009-10. Vengono affrontati quattro capitoli: l’identità dell’istituto comprensivo; le scelte e i risultati nell’anno scolastico 2009/10; il sistema del valore della scuola e il piano di miglioramento.

Travagliato

“Cuore Alpino”

Borgosatollo A marzo la nuova gestione rifiuti

L’indiffenziata? Con la chiave elettronica

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Nelle prime settimane di marzo 2011 parte il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti indifferenziati con una chiave elettronica personalizzata che aprirà i cassonetti a calotta. Come tutte le novità che richiedono un cambiamento di mentalità, l’iniziativa è stata oggetto di qualche perplessità; principalmente i cittadini si chiedono – trascurando l’interesse dell’ambiente e la legislazione di settore – quali possano essere i vantaggi economici immediati. Per il momento non si possono fare calcoli affrettati, molto dipenderà dalla risposta dei borgosatollesi. In futuro ci sarà la possibilità di applicare una tariffa proporzionale agli effettivi conferimenti individuali e di limitare in maniera assai significativa l’apporto sul territorio di rifiuti prodotti in altri Comuni. I “cassonetti a calotta” a differenza del “porta a porta” consentono di conferire il rifiuto 24 ore su 24, sette giorni su sette. Per spiegare il modello innovativo (già in funzione a Capriano del Colle) sono state fatte due assemblee pubbliche il 10 e il 17

La storia degli Alpini in una comunità, come quella di Travagliato, è anche storia di numeri. Numeri che testimoniano una presenza costante nel tempo nel tessuto locale: 220 iscritti alla sezione, nel seno della quale si è costituito “Il circolo Alpini Penne Nere”, oltre mezzo secolo di attività scaturente dalla fondazione avvenuta undici lustri abbondanti fa nel 1955, un trentennio di presidenza affidata a Renzo Ossoli. Questi dati e altri racconti sono contenuti nel libro “Cuore Alpino” scritto per la “Compagnia della Stampa Massetti Rodella” da Giovanni Quaresmini. La presentazione è in programma il 25 febbraio alle 20.30 nel teatro comunale Micheletti di via Vittorio Emanuele. (l.q.)

Bagnolo Mella

Gare di lettura Nell’ambito della collaborazione tra la Biblioteca e il locale Conad, che sponsorizza la gara di lettura riservata alle scuole medie e alle classi quinte della scuola elementare in programma ad aprile, sono stati organizzati tre pomeriggi di “lettura” nel supermercato. Personale della biblioteca si recherà per tre sabato pomeriggio dalle 16 alle 18 con i libri per intrattenere i bambini. Il percorso incomincia sabato 26 febbraio parlando di “mostri e dintorni”; sabato 5 marzo sarà la volta di “Streghe, maghi, fate ed altri personaggi simili” e sabato 12 marzo l’argomento riguarderà “Animali bestie e bambini”.

Padernello

“Re Lear delle nebbie” febbraio. Tra il 2010 e il 2011 il sistema di raccolta dei rifiuti di Borgosatollo ha avviato un percorso di cambiamento, che dovrà portare (entro il 31 dicembre 2012) a una percentuale di raccolta differenziata del 65%. Purtroppo oggi il Comune registra una delle percentuali più basse della provincia: la differenziata, infatti, si attesta attorno al 38%. Anche per questo l’Amministrazione comunale con in testa l’assessore all’ambiente Ratti ha puntato molto su questa iniziativa. Vediamo la cronistoria. Nella prima fase (maggio 2010) sono stati riorganizzati i punti di raccolta con la creazione di “microisole” dove si trovano tutti i tipi di cassonetti e di campane. A giugno sono stati collocati i cassonetti marroni per la raccolta dell’umido; a marzo 2011, invece, sarà installata una calotta elettronica sui cassonetti grigi dell’indifferenziato: l’apertura è comandata da una apposita chiavetta. La consegna delle chiavette per l’apertura della calotta prosegue il 25 e il 26 febbraio in sala civica dalle 8.30 alle 12.30.

Fino a sabato 26 febbraio il teatro al Castello di Padernello ospita la tre giorni di “Re Lear delle nebbie” testo e regia di Enzo Cecchi. Lo spettacolo inizia alle ore 21.15. L’ingresso costa 10 euro. “Questo Re Lear – ha scritto il regista Cecchi – nasce con l’idea, vent’anni dopo, di essere il sequel del nostro ‘Martèn delle onde’ che negli anni ‘80 aveva avuto notevole successo. Abbiamo presentato diversi studi e anche (estate 2010) quella che ritenevamo la versione definitiva. Nel frattempo però ci era stato chiesto di riprendere lo spettacolo Martèn per un Festival in Trentino e di conseguenza la necessità di rivedere anche questo ultimo Re Lear”. Allora, in Martèn, si svolgeva una sorta di saga familiare con tre fratelli che si ritrovavano la notte di S. Lorenzo per il matrimonio del più giovane. E si ritrovavano nella casa paterna dove il più grande aveva continuato ad abitare. Un cielo stellato, cinque quintali di granturco e tre bacinelle. Il Re Lear delle nebbie voleva riprendere gli stessi temi dell’incanto, del disincanto delle tradizioni dei cambiamenti e delle fughe. “Per questa edizione 2011, abbiamo iniziato a togliere e ad aggiungere. A togliere, non solo un ulteriore figlio, ma una serie di movimenti coreografici ora superflui. Quattro figli che hanno risposto alla chiamata, quattro dispersi e un padre”. (pio)


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Leno Cooperativa sociale Collaboriamo

Una storia con i disabili che si rinnova Fra il 19 e il 22 maggio per festeggiare i 30 anni di attività, sono state pensate delle iniziative. Fra gli ospiti, Omar Pedrini e i fratelli Cinelli

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Per festeggiare i 30 anni di attività la Cooperativa sociale Collaboriamo onlus di Leno ha organizzato una grande manifestazione che si terrà fra il 19 e il 22 maggio all’ippodromo. Il programma definitivo di questo evento non c’è ancora, ma stando alla bozza, stesa proprio in questi giorni, si può già ufficializzare la presenza di alcuni ospiti. Fra questi ci sarà Omar Pedrini, i fratelli Cinelli e la banda musicale di Ghedi. “È un bel modo per festeggiare i nostri 30 anni di attività – racconta il presidente del cda della Cooperativa Collabo-

di Maria Teresa Marchioni

riamo, Paolo Bonometti – e anticipo che questa manifestazione non sarà la sola nel suo genere, perché a settembre faremo un’altra grande festa all’oratorio: l’abbiamo chiamata Festa della solidarietà”. Con il presidente Bonometti abbiamo ripercorso i 30 anni di storia di questa cooperativa nata il 30 aprile del 1981 grazie alla volontà di alcuni cittadini di ispirazione cattolica, che, capeggiati dall’allora sindaco Mirella Cerutti, organizzarono il primo laboratorio protetto per dare una mano ai disabili e alle loro famiglie. Dunque 30

anni fa, a Leno, in via Calvisano 17, nasceva quella che oggi è la Cooperativa sociale Collaboriamo. “All’inizio – riferisce il presidente – avevamo questo laboratorio protetto, all’interno del quale i ragazzi avevano la possibilità di fare lavoretti con il legno e altri materiali. Solo nel 1986, applicando una norma regionale, che prevedeva la nascita dei Centri socio-educativi, gli stessi volontari si attivarono e l’anno successivo si costituì il Cse, convenzionato con l’allora Ussl 43”. Ma il processo di maturazione non si è fermato. Nel 2005 le leggi cambiano ancora e il Cse si è trasformato in Cdd, Centro diurno disabili, una struttura autorizzata dalla Provincia di Brescia e convenzionata con l’Asl, che ha una capacità ricettiva di 30 utenti. La struttura rimane aperta 230

giorni all’anno, ogni giorno dalle 8.30 alle 16.30. I 13 dipendenti che vi lavorano accolgono disabili che arrivano un po’ da tutti i paesi del Distretto e con loro fanno diverse attività sportive e ludiche. Circa quattro anni fa a Leno si decide di realizzare anche una Comunità alloggio. “L’abbiamo intitolata a Monica Crescini, che per anni si è dedicata questo progetto, e che purtroppo è scomparsa nel 2009. Anche grazie ad un sostanzioso contributo della Fondazione Cariplo, in via Cotichetta siamo riusciti a concretizzare questo nuovo progetto, allestendo una struttura protetta, che attualmente ospita otto utenti. Vorrei ricordare che, per chi lo desiderasse, in occasione della dichiarazione dei redditi, la nostra onlus è accreditata per il 5xmille. Il numero da ricordare è: 01265470177”.

Manerbio

Garattini e il mito dei farmaci

Silvio Garattini

Grande affluenza di pubblico al Piccolo Teatro di Manerbio, domenica scorsa, per l’incontro con il prof. Silvio Garattini che ha ampiamente sviluppato l’argomento: “I farmaci: tra mito e realtà”. L’iniziativa è stata dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, Centro trasfusionale e Ambulatorio Tao (Terapia anticoagulante orale) di Manerbio diretti dalla dott.ssa Luigia Manisco - in collaborazione con Aipa (Associazione italiana pazienti anticoagulati) e con il patrocinio del Comune di Manerbio. Rilevante l’interesse all’incontro come hanno dimostrato gli interventi che hanno preceduto la relazione. La direttrice sanitaria dell’azienda ospedaliera dott.ssa Annamaria Indelicato si è soffermata sull’apporto dell’organizzazione al contesto sociale della zona nella quale l’ospedale di Manerbio rappresenta un sicuro punto di riferimento; la presidente della commissione sanità regionale, dott.ssa Margherita Peroni, ha parlato dei programmi dell’ente Regione toccando i punti salienti di iniziative in atto nella realizzazione di obiettivi previsti; il sindaco di Manerbio, dott. Cesare Meletti ha brevemente riassunto il pensiero dell’ente che rappresenta esprimendo apprezzamento per come l’ospedale sta sviluppando la propria attività che trova compendio in interventi qualificanti quale quelli del prof. Garattini, scienziato italiano di fama internazionale, direttore dell’Istituto di Ricerca Mario Negri, ricercatore scientifico in farmacologia, medico e docente in chemioterapia e farmacologia, oltre ad

essere autore di centinaia di pubblicazioni su riviste scientifiche e di numerosi trattati dedicati alla farmacologia. Tra i più recenti riconoscimenti attribuiti al prof. Garattini il prestigioso Premio Barocco Città di Lecce assegnatogli “per i suoi incommensurabili meriti professionali emersi nella sua straordinaria carriera di ricercatore e uomo di scienza, dando un alto contributo all’eccellenza italiana”. Il Premio Barocco, nasce nel 1969 da un’idea di Fernando Cartenì, patron dell’evento, nonché presidente dell’associazione Premio Barocco-Onlus. Lo scopo del Premio Barocco è quello di elogiare con la consegna di un riconoscimento “La Galatea”, grandi personaggi dello spettacolo, scienza, sport, imprenditoria, arte che si sono distinti nel mondo, portando in alto il nome dell’Italia. I riconoscimenti sono assegnati dall’Università degli Studi di Lecce. Tra i tanti personaggi che nel recente passato hanno ricevuto lo stesso premio spiccano attori di successo scienziati di spicco come Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia. Il prof. Garattini ha trattato l’argomento previsto, estremamente importante, per quanto concerne il corretto utilizzo dei farmaci, ed ha fornito puntuali elementi sulla corretta interpretazione dei nuovi farmaci anticoagulanti concludendo con la raccomandazione al paziente di non lasciarsi coinvolgere in esperimenti “fai da te” e tanto meno di lasciarsi lusingare dalla medicina alternativa che non porta alcun beneficio nella cura della salute. (pio)


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Manerbio

“Paga la mamma” Domenica 27 febbraio alle 16 va in scena al Piccolo Teatro di Manerbio in piazza Cesare Battisti 1 lo spettacolo “Paga la mamma” con il Teatro del Buratto. In questo spettacolo, Patrizia e Elena, sopra e sotto un tavolo, non faranno altro che parlare di cose buone e meno buone da mangiare, giocheranno a preparare un pranzo ideale. Lo spettacolo è per i bambini dai 3 anni. Il biglietto intero costa 6 euro, ridotto 4 (per bambini fino a 11 anni).

Montichiari

L’impegno della Rodella

Manerbio 17 marzo, festa del tricolore

I 150 anni della Banda Santa Cecilia

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Per Manerbio celebrare il 150° dell’Unità d’Italia corrisponderà a ricordare lo stesso compleanno della banda civica locale “Santa Cecilia”, affidata alla direzione artistica del maestro Arturo Andreoli. Si tratta di una coincidenza fortunata che non poteva essere passata sotto silenzio, come dimostra la fitta rete di appuntamenti e iniziative che, avviata nel novembre 2010 in occasione della festa di Santa Cecilia, patrona della musica, si concluderanno nel novembre di quest’anno. Le proposte per il 150°, così come le illustra la presidente del sodalizio, Dialma Cantaboni, non sono solo distribuite su più date, ma hanno contenuti diversi. Così il 17 marzo, giorno ufficiale delle celebrazioni nazionali, Manerbio proporrà un concerto di marce in occasione dell’Unità italiana. Proposte anche per aprile e maggio con il concerto di primavera. I saggi della scuola di musica “Lorenzo Manfredini”, e il IV concorso di esecuzione under 15. Significativi anche gli appuntamenti di giugno con concerti nei giardini del palaz-

di Elena Ungari

zo comunale e, soprattutto, la settimana intitolata “Le bande stanno a guardare”: per un’intera settimana, dal 21 al 26 giugno, le bande locali si esibiranno in una serie di concerti: con un’eccezione singolarissima, quella della banda della Stanford University diretta dal maestro Giancarlo Aquilanti. Luglio sarà all’insegna della “Festa della Musica”, distribuita in due fine-settimana, poi in settembre gli appuntamenti riprenderanno con il concerto del gruppo di Montegiorgio (Fermo) a compimento del gemellaggio iniziato lo scorso giugno. Il gran finale è previsto per novembre, con il concerto di Santa Cecilia e, soprattutto la presentazione del libro del 150° della banda, con la presenza dello scrittore Andrea Vitali. Sarà questo il giusto e naturale compimento per festeggiare la più antica formazione culturale presente sul territorio, che in questi ultimi anni ha avuto una ulteriore espansione anche grazie alla creazione della scuola di musica, e per ripercorrere un secolo e mezzo di storia nazionale e locale.

Come ogni anno nel mese di marzo l’associazione Davide Rodella di Montichiari è pronta a riunirsi in assemblea per approvare il bilancio 2010 e presentare ai soci il ricco calendario di eventi. L’appuntamento è fissato per giovedì 3 marzo alle 20 presso un noto ristorante monteclarense alla presenza, tra gli altri, del vescovo ausiliare emerito Vigilio Mario Olmi, dell’abate di Montichiari Gaetano Fontana, dell’abate emerito Franco Bertoni, del sindaco di Montichiari Elena Zanola oltre al presidente e al vicepresidente del sodalizio Giuseppe Baronchelli e Antonio Rodella e al fondatore di Raphaël don Pierino Ferrari. L’assemblea sarà preceduta da una Santa Messa celebrata alle ore 18.30 nel Duomo cittadino in ricordo dell’arcivescovo Gianvincenzo Moreni, già nunzio apostolico nelle Filippine. Tra le realtà associative più attive della provincia, la “Davide Rodella” si caratterizza per l’aiuto costante e continuo verso i sofferenti, con un occhio di riguardo per associazioni ed enti del terzo settore. Non va sottovalutato quanto in questi anni il sodalizio di cui è vicepresidente il dott. Antonio Rodella ha fatto per i missionari sparsi sulla terra sostenendo numerosi progetti destinati ad alleviare i bisogni di svariate popolazioni del Terzo mondo, nel solco degli insegnamenti preziosi lasciati dal compianto Davide Rodella a cui il sodalizio è intitolato. Tra le iniziative maggiormente significative va citata la borsa di studio “Francesco Rodella” che si tiene ogni anno nel mese di dicembre, un appuntamento per tutto il mondo medico-scientifico regionale e per il quale sono stanziati ben 10mila euro. (f.m.)

Capriano del Colle

In atto la riforestazione A Capriano del Colle è in atto un’operazione di riforestazione della fascia fluviale del Mella che prevede la piantumazione di circa 20mila alberi. Vale la pena ricordare che il fiume Mella e il monte Netto sono le due grandi emergenze naturali del paesaggio che contorna Capriano del Colle. L’iniziativa è stata intrapresa dall’amministrazione comunale che, con il supporto delle leggi e delle direttive europee in materia di valorizzazione e protezione dell’ambiente, ha acquisito la gestione delle numerose aree del demanio fluviale (circa 70 “piò”) per riportarle allo stato naturale. “Verranno piantumati circa 20mila alberi e arbusti autoctoni, cioè tipici delle zone vicine agli argini fluviali della nostra pianura – ha riferito il sindaco Alberto Lussignoli – e fra questi abbiamo scelto aceri, querce, frassini, olmi, carpini, pioppi, salici, ligustri, sanguinelli, biancospini e altro ancora. Dopo l’acquisizione, in concessione, delle aree demaniali, avvenuta nell’ottobre 2009, ci siamo focalizzati sull’iniziativa della Regione Lombardia denominata “10mila ettari di boschi in pianura” , ed abbiamo rielaborato questo progetto. Interessante anche sottolineare – ha concluso il Sindaco – il fatto che gli interventi saranno sostenuti e finanziati per trent’anni, garantendo quindi la manutenzione e il controllo delle aree rinaturalizzate e riforestate”. (mtm)


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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Carpenedolo Sabato 5 marzo dalle ore 14

Il Carnevale è grande fra i carpini La Pro loco, presieduta da Mario Ferrari, ha allestito ancora una manifestazione importante Da sinistra, Mario Ferrari e il presidente nazionale Claudio Nardocci

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di Federico Migliorati

Ăˆ una cittadina ricca di eventi, quella dei carpini, che si appresta ad assaporare l’aria frizzante della festa piĂš pazza dell’anno, il Gran carnevale carpenedolese che torna il 5 marzo per la 53ÂŞ edizione. L’appuntamento è divenuto tra i piĂš importanti dell’alta Italia sia per il numero di carri presenti (lo scorso anno 48) sia per il pubblico che accorre numeroso, attirato dalla varietĂ e originalitĂ dei personaggi in maschera. Anche quest’anno saranno presenti gruppi provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, con rappresentanze bre-

sciane, veronesi, mantovane, bergamasche e cremonesi. Consolidata è anche la collaborazione con il Comitato dei carnevali veronesi che sono presenti da diversi anni con la loro maschera ufďŹ ciale, Il PapĂ del Gnoco unitamente a quella di Castel Goffredo con il Re Gnocco. Il Gran Carnevale vedrĂ sempre la “grande scalata della cuccagnaâ€?, con degustazione di gnocchi (cucinati dal comitato dei volontari) e di frittelle offerte dalle fornerie e pasticcerie della cittĂ , il tutto annafďŹ ato da buon vino. L’evento affonda

le sue radici in tempi lontani e, pur tra difďŹ coltĂ e periodi di magra vissuti nel corso degli anni, ha conosciuto anche fasi di grande splendore grazie a volontari e operatori del posto e alla collaborazione con i Comuni limitroďŹ . L’organizzazione della Pro Loco vuole dare nuova linfa a un appuntamento sentito da tutta la comunitĂ , in stretta collaborazione con le altre realtĂ che in questi anni si sono prodigate per non disperdere un cosĂŹ grande patrimonio di cultura e tradizione. La grande macchina organizzatrice è giĂ in movimento per trasformare al meglio le idee nate dall’abile mente dei volontari, uniti con lo scopo di offrire al pubblico un momento sano di allegria. La vivacitĂ di una cittĂ si denota anche dal patrimonio di associazioni che in essa è presente e Carpenedolo

non ha nulla da invidiare a realtĂ ben piĂš grandi del Bresciano e del Mantovano. â€œĂˆ opinione comune – afferma soddisfatto Mario Ferrari, presidente della Pro loco – che la nostra cittĂ abbia riacquistato il suo ruolo di attrazione grazie al lavoro dell’associazione che dirigo; in soli sei anni di vita essa ha saputo dare il meglio di se stessa per una promozione del territorio dando una visibilitĂ invidiabile alla cittadina dei carpiniâ€?. I momenti di difďŹ coltĂ non mancano, “ma la popolazione – continua Ferrari – riconosce il coraggio e la dedizione dei volontari della Pro loco che hanno saputo guardare avanti in una visione moderna all’altezza dei tempi raggiungendo obiettivi ottimali afďŹ nchĂŠ i carpenedolesi potessero riscoprire operositĂ , aggregazione e cultura popolareâ€?.

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Paesi e parrocchie Franciacorta Sebino

Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Cazzago San Martino

Al Teatro Rizzini una commedia in tre atti di Eduardo Scarpetta La Compagnia teatrale “Araba Fenice” di Passirano presenta una libera traduzione di “Tre pecore viziose” di Eduardo Scarpetta. Sono previsti due appuntamenti: sabato 26 febbraio alle 20.30 e domenica 27 alle 16 presso il Teatro Rizzini di Cazzago San Martino. L’ingresso costa 3 euro. Info: 0307254371.

Erbusco

Ritorna la Scuola di potatura

Lovere In tre presero parte alla spedizione

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Per l’Italia nel ricordo dei Mille

Il Comune di Lovere annuncia l’intenzione di festeggiare come si conviene la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, un’occasione per approfondire e confrontarsi con la storia e con i valori che definiscono la nostra identità nazionale. Per favorire la sensibilizzazione civile e storica nei confronti di un evento importante come questo, l’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Giovanni Guizzetti ha recentemente istituito un comitato organizzativo, che avrà come compito di proporre e coordinare le varie iniziative atte a fare memoria del cammino che portò – nel 1861 – alla nascita del nuovo Stato. “L’obiettivo – commenta il primo cittadino – è quello di costruire un percorso progettuale nel quale possano confluire le proposte delle istituzioni, delle associazioni culturali e degli enti pubblici, tutti parte rilevante nell’organizzazione di una serie di iniziative di spessore, finalizzate a porre in evidenza l’importanza dell’evento. È un dovere per Love-

Considerato il gran numero di richieste di partecipazione e il successo ottenuto in occasione del primo corso svoltosi a febbraio, la Scuola italiana di potatura della vite, ideata dai friulani Marco Simonit e Pier Paolo Sirch, terrà un secondo corso, dal 3 al 5 marzo, nella tenuta Bellavista di Erbusco, sede ufficiale della Scuola in Lombardia. Organizzato in partnership con Terra Moretti, il corso si articolerà in una parte teorica, la mattina, e in una pratica, nel pomeriggio. La parte pratica si effettuerà nei vigneti di Bellavista, da anni accuditi secondo il Metodo di potatura soffice messo a punto da Simonit&Sirch. Seguiranno altre due giornate di lezione in tarda primavera, per la gestione della potatura verde.

Iseo

Aria di Primavera culturale Il primo appuntamento per la 19ª edizione della Primavera culturale è il 4 marzo alle 20.30 a Iseo. Presso il Palazzo dell’Arsenale, Paolo Bianchi interviene su “Formazioni politiche e poteri locali: organizzazione territorio sebino e dialettica con i poteri urbani nel XII secolo”. La regia della Primavera culturale è del Centro culturale di Franciacorta e Sebino. La manifestazione è organizzata con l’Uspaaa (Unità salvaguardia patrimonio archeologico artistico architettonico). Alla fine di ogni incontro sarà offerta una degustazione di prodotti locali. Le serate, che presenteremo nel prossimo numero, si concludono il 27 maggio.

di Ermete Giorgi

Castegnato

Diossina: ritirata l’ordinanza re e i loveresi – continua il Sindaco – dare rilievo a questo momento, poiché la nostra cittadina ha saputo dare, anche in questo campo, un contributo importante non solo al nostro territorio, ma all’intera nazione. Da questa riva del Sebino infatti partirono per la spedizione dei Mille tre volontari, tra cui Giuseppe Volpi, nativo di Lovere e numerosi furono anche i volontari che si arruolarono nei Cacciatori delle Alpi per la terza guerra d’indipendenza (1866)” Da non dimenticare che Lovere era stata sede del quartier generale di Giuseppe Garibaldi nel corso della Seconda guerra d’indipendenza (1859). Le manifestazioni ovviamente saranno articolate su tutto il 2011, si svilupperanno attorno al tema della partecipazione popolare, con momenti di alto coinvolgimento di pubblico e riguarderanno tutti i punti di interesse della cittadinanza e soprattutto i momenti di coinvolgimento dei giovani. L’iniziativa interesserà la sfera storica, turistica, musicale e teatrale.

Negli ultimi giorni ha tenuto banco la questione della diossina. Il sindaco di Castegnato Giuseppe Orizio e quello di Ospitaletto Giorgio Prandelli hanno revocato l’ordinanza con la quale era fatto divieto assoluto di consumare a scopo alimentare uova e carni provenienti da allevamenti domestici di galline e altri animali avicoli. “Abbiamo revocato l’ordinanza dopo aver ricevuto la nota pervenuta dalla Asl di Brescia in data 18 febbraio – scrivono i sindaci – con la quale si afferma che “I controlli negli allevamenti rurali sono stati effettuati sulla scorta di non conformità riscontrate nell’ambito del piano nazionale residui e di altri piani di monitoraggio attuati negli ultimi anni, non certamente su segnalazione contingente di specifici fenomeni di contaminazione ambientale” e che “allo stato dei fatti e sentita nel merito la Regione Lombardia trattandosi di screening suscettibili di ulteriori approfondimenti, non si è ritenuto che sussistessero rischi per la salute pubblica che, in caso contrario, avrebbe comportato, come di norma, idonea comunicazione ai sindaci in qualità di Autorità sanitaria locale, per l’adozione di ordinanza contingibile e urgente, abbiamo revocato l’ordinanza”.


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Darfo Boario Terme Ospite Pino Masciari

La mafia si vince con la legalità Nasce il “Presidio di Libera Vallecamonica”: dal 3 al 10 marzo una serie di appuntamenti sul territorio per far conoscere l’associazione

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di Davide Alessi

Solo con la legalità si vince l’illegalità. E non è un gioco di parole. “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” è nata il 25 marzo 1995 con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia. Attualmente Libera è un coordinamento di oltre 1500 associazioni, gruppi, scuole, realtà di base, territorialmente impegnate per costruire sinergie politico-culturali e organizzative capaci di diffondere la cultura della legalità. Una di queste associazioni nascerà a marzo come “Presidio di Libera Vallecamonica”. Si tratta di un’iniziativa dei Comuni di Malegno e Capo di Ponte, ai quali ha dato appoggio concreto e contributo di conoscenza e coordinamento il Gruppo Emergency Vallecamonica e l’Associazione Tapioca. Gli appuntamenti per sensibilizzare la gente e aiutare a capire di più sul valore di Libera vengono organizzati dal 3 al 10 marzo 2011. Serviranno soprattutto per conoscere come è nato su tutto il territorio nazionale un movimento sponta-

Pino Masciari

neo forte e coeso, che sta agendo anche sulle leve normative e legislative nazionali e locali. Non a caso il riferimento di zona è stato chiamato “Presidio”, perché contro l’illegalità organizzata bisogna sempre vigilare, come in un presidio o in un avamposto strategico, perché non sfuggano le manovre, le operazioni, le infiltrazioni della criminalità che minano il corpo della civiltà fino ad uccidere fisicamente chi si ribella. Il Presidio di Vallecamonica nasce da una forte necessità di democrazia e dalla volontà di creare, con l’associazionismo diffuso e attivo, un mondo diverso, più giusto, più pulito. Il Presidio di Libera verrà accompagnato da un intenso programma, che prepara l’inizio ufficiale dell’attività. Giovedì 3 marzo, alle ore 20.30, alla Cittàdella Cultura di Capo di Ponte, ci sarà un incontro con Augusta e Vincenzo Agostino, genitori e suoceri di Nino e Ida, trucidati dalla mafia, dal titolo: “L’infinita ricerca della verità”. Sabato 5 marzo, alle ore 10 a Breno, ci sarà poi un incontro degli

Annuario 2011 la diocesi di Brescia

studenti degli istituti tecnici professionali con Augusta e Vincenzo Agostino e Davide Mattiello di Libera. Alle ore 18.30 segue il momento ufficiale con l’inaugurazione e intitolazione del presidio presso la Sala consiliare di Malegno. Alle ore 20.30 la giornata continua con la “Cena della Legalità” presso il salone dell’oratorio di Malegno. Molto atteso anche l’appuntamento di giovedì 10 marzo, alle ore 20.30, presso il salone Caritas di Darfo Boario Terme. Ospite della serata sarà Pino Masciari, imprenditore calabrese che dal 1997 vive con moglie e figli lontano dalla sua terra e dalla sua famiglia per essersi ribellato alla ‘ndrangheta. Nella serata, Masciari tratterà il tema: “Organizzare il coraggio: la mia vita contro la ‘ndrangheta”. All’iniziativa partecipano anche Acli, Azione cattolica, Caritas zonale, Cgil, Cisl e la III Zona pastorale. Libera è riconosciuta come associazione di promozione sociale dal ministero della Solidarietà sociale. Nel 2008 è stata inserita dall’Eurispes tra le eccellenze italiane.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Asl Valcamonica Sebino

La Regione lancia l’allarme per gli incendi boschivi

Corrado Tomasi

Breno Un tavolo allargato contro la crisi

L

Cercasi un modello di sviluppo

La Comunità montana, in procinto di istituire un tavolo permanente contro la crisi economica, per lo sviluppo e l’integrazione territoriale, ha convocato a Breno un’assemblea aperta a parlamentari, assessori e consiglieri regionali e provinciali, Bim, sindaci, presidente della Camera di Commercio, associazioni di categoria, sindacati, ecc. Il presidente Corrado Tomasi ha sostenuto che, nel contesto della grave situazione socio-economica e occupazionale della vallata dell’Oglio, si evidenzia sempre più la necessità di un intervento coordinato di tutti gli attori istituzionali e sociali, per favorire la definizione di una piattaforma territoriale in grado di monitorare lo stato di crisi, proporre eventuali interventi di emergenza, strutturare politiche, strumenti in grado di rilanciare lo sviluppo locale. Nella solita tripartizione della Valle in Alta, Media e Bassa, si deve convenire ancora una volta che la zona più debole e a rischio è la media, oltretutto afflitta da costante spopolamento. Ma di quale modello di sviluppo deve dotarsi? Tre possibilità concrete – sempre secondo Tomasi –

La Regione ha comunicato che è iniziato il periodo annuale di pericolosità per gli incendi boschivi e l’applicazione delle norme relative alla difesa dei boschi dal fuoco. Dall’ufficio di Breno, Gian Battista Sangalli, direttore del servizio Foreste e bonifica montana per conto della Comunità montana, ha predisposto un calendario di prevenzione e di avvistamento incendi che coinvolgerà i 39 gruppi e associazioni comunali e Ana che aderiscono al servizio Aib (telefono: 0364/324051). L’azione di coordinamento sarà garantita dal Gicom dell’ente (telefono 0364/324060). Per emergenze incendi si deve telefonare al numero 1515 del Corpo Forestale dello Stato. Nel segnalare il nome della quarantina di organizzazioni di volontariato di pianificazione, soccorso, simulazione emergenza e formazione teorico-pratica, la Comunità chiede alla sala operativa della Protezione civile di Roma, alla sala operativa della Protezione civile lombarda di Milano e alla Prefettura di Brescia l’applicazione dei benefici di legge per le attività connesse all’organizzazione e al funzionamento del servizio antincendio boschivo per l’intera vallata dell’Oglio per il periodo di grave pericolosità in corso e per le attività di formazione previste nei programmi regionali 2011. Parecchi Comuni hanno già diramato l’avviso, specificando in particolare che è vietato accendere fuochi all’aperto e nei boschi o a distanza da questi inferiore a 100 metri. Si precisa che tale divieto vige anche per i castagneti da frutto, classificati “bosco” dalla normativa forestale. Nei rimanenti casi (aree a più di 100 metri di distanza dal bosco) si richiede che il fuoco sia sempre custodito, non si accenda nei giorni ventosi e si bruci solo nella mattinata.

Cividate Camuno

Bando per l’incubatore L’incubatore offre alle imprese moduli di varie dimensioni e servizi di supporto all’avvio e al consolidamento delle attività. Il bando per la presentazione di progetti finalizzati alla creazione e allo sviluppo di imprese è stato diramato il 24 gennaio. Esso determina la selezione di progetti finalizzati a creazione e sviluppo di nuove imprese per il mantenimento e lo sviluppo della cultura del territorio. Chi può presentare richiesta? Le piccole e medie imprese. Il bando è aperto alle persone fisiche o giuridiche che intendono sviluppare o siano in procinto di realizzare un progetto imprenditoriale innovativo. Termine di presentazione delle domande: 17 aprile 2011. Il bando su http://pal.voli.bs.it/.

di Ermete Giorgi

Breno, tavolo allargato contro la crisi

La proposta dei Sindacati di eventuali posti di lavoro non sono state sufficientemente sfruttate: il sito Unesco delle incisioni rupestri, il Parco dell’Adamello, il recupero dell’agricoltura. Interessante il contributo all’incontro delle tre organizzazioni sindacali: Cgil, Cisl e Uil Valcamonica Sebino. I dati 2010 fotografano purtroppo in maniera inesorabile la situazione di crisi. Cassa integrazione ordinaria (124 aziende, 4.337 addetti, totale ore utilizzate 1.457.893); fallimenti (tre per un totale di 100 dipendenti); contratti di solidarietà (totale dipendenti coinvolti 490); cassa integrazione straordinaria (dipendenti coinvolti 690); edilizia (4.000 posti in meno); più aziende in difficoltà finanziarie (450 lavoratori coinvolti); artigianato: 200 piccole imprese in difficoltà (posti a rischio 400). La somma di tutte queste situazioni porta al risultato complessivo di circa 5.000 lavoratori coinvolti. Secondo le forze sindacali occorre prendere in considerazione la possibilità di allargare il tavolo e di ragionare anche con Comunità montane dei laghi bergamaschi, del Sebino bergamasco, provincia di Bergamo, ecc.

Nel corso del tavolo organizzato dalla Comunità montana sono state portate avanti delle ipotesi. Da valutare la possibilità di far partecipare i rappresentanti del credito e di coinvolgere il terzo settore (in particolare le cooperative sociali). Secondo Cgil, Cisl e Uil il tavolo dovrebbe decidere linee di indirizzo per progetti di sviluppo al fine di favorire un rilancio economico e occupazionale del territorio. I vari “capitoli”: turismo (predisporre l’offerta di un pacchetto turistico incentrato su un punto di eccellenza); cultura (definire meglio il ruolo del Distretto culturale e l’utilizzo di ingenti risorse a sua disposizione); attività produttive (definire ruoli e compiti dell’Incubatore di Cividate Camuno); risorsa acqua (rilancio offerta turistica dedicata alla neve; turismo lacustre; cure termali; centraline idroelettriche); terzo settore (coordinamento e collaborazione tra Case di riposo; obbligo applicazione contratti nazionali; razionalizzazione, attraverso accorpamento delle aziende dei Servizi alla persona). L’apporto dei sindacati s’è concluso con le proposte di utilizzare il fondo provinciale come “test” per capire la necessità nelle varie fasce critiche (“over” 50, giovani, occupazione femminile) e con l’invito a trovare una forma di credito convenzionato per i lavoratori in estrema difficoltà.


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Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Pezzeda Associazione Amici Alpe Pezzeda

La svolta per il sistema sciistico In Provincia si lavora per inserire anche il Pezzeda, stazione inaugurata nel 1956, nel Comprensorio delle Valli

L

La stazione sciistica della Pezzeda è un pezzo di storia e patrimonio non solo di Collio e dell’Alta Valle ma di tutti i bresciani. Quando veniva inaugurata nel 1956, la sua seggiovia chiusa e coperta era la prima automatica in Italia. Schiere di campioni, tra i quali gli azzurri Alberto Ghidoni e Ivano Edalini, si sono formati sulle sue piste. Montagna amata dai bresciani: l’associazione Amici Alpe Pezzeda ha più di 800 iscritti e tra essi, onorario, mons. Bruno Foresti. Una storia gloriosa fino agli anni Ottanta: poi la lenta decadenza fino alla chiusura nel marzo 1999.

di Edmondo Bertussi

Nel 2002 nasceva la Siv: enti pubblici (53,66%) e privati (46,34%) con primo presidente Urbano Lazzari. Si costruiva la nuova seggiovia da Roccolo di Crispe e il 1 gennaio 2005 si apriva con tante speranze. Non tutto (anni scarsi di neve, peso del debito a breve per gli investimenti, disimpegno dei privati, enti pubblici ora al 96% in difficoltà) è andato per il verso giusto. La Siv spa è stata messa all’unanimità in liquidazione il 16 dicembre con incarico a Ivano Porteri, già presidente del collegio Revisori dei Conti. Di fronte a 1 milione circa di debito con due richieste in-

combenti di fallimento, era la strada obbligata per tentare di evitarlo. La decisione, alla vigilia della stagione, è stata vissuta a Collio come una mazzata: sull’Alpe c’era innevamento ideale, un’occasione preziosa per il turismo nelle feste natalizie. Il liquidatore non aveva un euro in cassa. I gestori dei tre rifugi in Pezzeda a loro spese provvedevano a tutto quanto necessario per metter in funzione la stazione: dalla revisione impianti alle piste. Visto che non c’erano esborsi ma solo prospettive di incassi, Porteri il 31 dicembre apriva la stazione. Ma, chiariva subito in una pubblica assemblea, lui poteva continuare solo alla giornata: occorreva un’immediata iniziativa in paese che attraverso una nuova società assumesse la gestione degli impianti e desse in contropartita alla Siv un minimo di liquidità per far fronte ai creditori.

Il 4 febbraio presentava all’assemblea dei soci i conti del periodo trascorso dal 31 dicembre: erano positivi nonostante la partenza in sordina. Sono tornati gli sci club con le scuole e i corsi di sci, in calendario nove gare. La prima istanza di fallimento è stata ritirata, la seconda è sospesa fino al 23 marzo. Ora un summit in Pezzeda, con presenti il liquidatore Porteri, l’assessore regionale Monica Rizzi, quello provinciale Mario Maisetti, il presidente della Comunità montana Bruno Bettinsoli, sembra avere aperto nuovi scenari: si sta lavorando in Provincia per inserire nell’accordo in essere Regione- Boario-Angolo Terme, anche Montecampione-Bovegno, Maniva, Pezzeda come “Comprensorio sciistico delle Valli” da indicare come priorità nell’“accordo quadro sviluppo territorio” in definizione della Regione.


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Nave

A confronto sulle carceri L’oratorio San Filippo Neri di Nave ha organizzato alcune riflessioni sul mondo delle carceri come specchio di comunita. Iniziato il 10 febbraio alle 20.30, presso la Sala della comunita San Costanzo, il ciclo si conclude il 3 marzo, con la presentazione del documentario realizzato dalla Caritas di Brescia all’interno del carcere cittadino; a seguire si terra un dialogo fra Mario Fappani, garante dei detenuti, e Angelo Canori, presidente del Volca (Volontariato carcere).

Lumezzane

Treu presenta il suo libro

La signora Elvira

San Vigilio Storie di vita

Elvira, ostetrica per vocazione

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Quanti bambini ha aiutato a nascere la signora Elvira Gelmini, nella sua professione di ostetrica durata ben 43 anni, forse non lo ricorda neppure lei. Nelle case dove entrava rimaneva la felicità di una famiglia con un bimbo in più che urlava la sua gioia di vivere. La sua vocazione era iniziata da piccola: alla “Cascina Selva” di San Vigilio, abitata da numerose famiglie, veniva spesso la “comàr” siura Adele (così veniva chiamata la levatrice) con il suo borsone color nocciola chiaro; lì dentro teneva i bimbi che poi lasciava alle mamme. Dopo aver frequentato Ostetricia al San Matteo di Pavia accettò il suo primo incarico a Palermo presso la clinica Garofalo. Erano solo le donne benestanti che potevano permettersi il ricovero, ma lei ogni tanto faceva anche visite a domicilio dalle popolane: si ricorda di quella madre che partorì prematuramente sei gemellini, di cui uno solo vivente. Dopo un breve incarico a Milano presso la clinica Mangiagalli nel 1951 ritornò nel Comune natale dove prese la condotta e fu per tutti, fino al 1990, la levatrice Elvira. In tanti anni di professione ha

di Giuseppe Belleri

assistito quasi sempre a lieti eventi e si ricorda di un solo bambino nato morto: merito sia delle amorevoli cure e consigli prestati ma anche della sua attenzione all’igiene, specie delle mani; le era stato insegnato a detergerle e disinfettarle e a indossare i guanti prima di toccare le puerpere. Le donne venivano nel suo ambulatorio per due o tre controlli durante la gravidanza: oltre alla pressione si valutavano le urine, e se tutto andava bene si attendeva il giorno del parto. Sopraggiunto il travaglio i parenti venivano a prelevarla anche nottetempo e lei li seguiva col suo borsone. Si bolliva per mezz’ora l’acqua di alcuni fiaschi a bagnomaria, si preparavano dei panni puliti e si attendeva che il bimbo si decidesse, fatta una bella rotazione, ad affacciarsi con la testa al mondo. Dopo il pianto liberatorio tagliava il cordone ombelicale e avvolgeva il neonato in un soffice e caldo panno, procedeva a fargli il primo bagnetto e dopo averlo pesato e misurato lo riportava dalla mamma, ma questa volta fra le sue braccia. E rimaneva un paio d’ore a controllare che non ci fossero complicanze.

“Se il mondo in cui viviamo sta cambiando, deve cambiare anche lo sguardo con cui immaginare le possibilità della nostra convivenza”. Venerdì 4 marzo alle 20 presso il teatro Odeon di Lumezzane in via Marconi 5 viene presentato il libro (edito da Laterza, 12 euro) di Mario Ceruti e Tiziano Treu: “Organizzare l’altruismo. Globalizzazione e welfare”. Intervengono Silvano Corli, presidente dell’associazione di cultura politica “Centotrentanove”, Tiziano Treu, senatore e vicepresidente Commissione Lavoro, e Marco Trabucchi del gruppo di ricerca geriatrica di Brescia. Il nostro è soprattutto il tempo della responsabilità e dell’investimento a lungo termine. La perdita di un futuro garantito può lasciare disorientati, ma il disorientamento può essere il preludio di una nuova consapevolezza che non potrà prescindere dalla cooperazione, dalla solidarietà e (persino) dall’altruismo. Nel volume viene proposto, con diverse possibili soluzioni, un nuovo modello di welfare universale “attivo”, che, attraverso il metodo della sussidiarietà sul piano dei rapporti politico-istituzionali, ponga il cittadino non più in una condizione di mera assistenza bensì lo renda partecipe in ogni fase della sua vita: dall’asilo nido alla promozione del merito scolastico, alle agevolazioni per l’acquisto della casa, l’accesso alla professione, il finanziamento iniziale dell’attività professionale, dal mantenimento dell’assistenza sanitaria di base ed una pensione obbligatoria e complementare adeguata alla garanzia di un adeguato sostegno e promozione dell’attività cosiddetta di cura, sia dal punto di vista di chi offre che di chi riceve la prestazione.

Concesio

Attesa per il “Giro dei Grassi” Si tiene domenica 27 febbraio la 2ª edizione del “Giro dei Grassi - 1° Memorial Rosa Zanardelli”. Una gara di corsa in montagna lungo 13 km (600 metri di dislivello) fra i sentieri delle colline circostanti Concesio. Presenta, dopo un breve tratto di asfalto che attraversa le frazioni Pieve e Roncaglie, una prima parte di salita impegnativa fino alla località Pantera. Dopo circa 2 km attraverso boschi di querce e castagni si raggiunge la malga Grassi dè le Còle (780 metri) incrociando il secolare Carpino bianco dei Grassi. Restando a monte della malga si prosegue per un ampio sentiero (n° 378) per altri 2 km sino alla cresta delle Valli Gemelle, qui si svolta a destra prendendo il sentiero che in discesa porta alla malga Grassi Carpini (800 metri). Repentino cambio di direzione per iniziare una lunga discesa che riprende la cresta che sovrasta l’abitato di Concesio. Altro tratto di discesa che riporta nell’abitato della Pieve fino all’arrivo. Sono previste due categorie: gara competitiva e gara non competitiva. Per chi vuole confrontarsi con il cronometro l’iscrizione deve avvenire entro le 22 del 25 febbraio (costo 10 euro), per tutti gli altri sino alle 9 del 27 febbraio (costo 5 euro). Le schede d’iscrizione si possono ritirare al Bar Mister Coffee (via Segheria, 5 – Concesio) o presso gli Sportland di S. Eufemia, Lonato, Pisogne, Villanuova. Info su www.atleticaconcesio2009.it.


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Nuovo Parroco Casto, Comero e Mura

Con semplicità e dedizione Don Giulio Corini, attuale parroco di Cimbergo e Paspardo, si prepara all’ingresso in Valsabbia

D

Don Giulio Corini ha percorso in lungo e in largo la diocesi e si potrebbe definire il sacerdote delle tre valli: originario della Valtrompia, prima dell’attuale esperienza in Valle Camonica a Cimbergo e Paspardo, è stato curato a Collio (1971-1981), parroco a Lozio (19811993), a Villa di Lozio e a Poncarale (1993-1998). Da quasi 12 anni don Giulio è parroco di Cimbergo e Paspardo, due piccole realtà inserite nella zona pastorale della Media Valle Camonica. Sono due parrocchie con una fisionomia specifica e che, nonostante tutte le buone intenzioni, vanno comunque per la loro strada. Come del resto accade in molte altre realtà diocesane. Non è semplice unificare il suono dei campanili,

di Luciano Febbrari

Don Giulio Corini

ci vuole pazienza. Da questo punto di vista il nuovo cammino di iniziazione cristiana sta portando i fedeli a lavorare insieme e a confrontarsi. “Sì – spiega il Parroco – c’è stata una buona risposta da parte dei genitori e dei bambini”. Come tutte le novità, si fatica a far emergere quanto c’è di positivo nel percorso, anche perché dietro l’angolo sbuca sempre la nostalgia per quello che si è lasciato alle spalle e che diventa quasi insostituibile. Un elemento “unificatore” della situazione può essere rappresentato dalla presenza dell’Eremo di Bienno, che con le sue proposte culturali calamita l’attenzione delle due parrocchie limitrofe. Nel suo servizio don Corini ha avuto modo di favorire un contatto

umano in paesi le cui dimensioni ristrette agevolano tutto quanto concerne le relazioni personali. L’epilogo di un’esperienza permette dei primi bilanci e soprattutto, alla luce di quanto verificato sul campo, mette il sacerdote nelle condizioni di verificare i suoi punti di forza o quelle piccole cose da intensificare o migliorare. Adesso, destinato all’Alta Valsabbia, precisamente a Casto, Comero e Mura, nutre “aspettative semplici: spero di continuare il mio ministero sacerdotale con semplicità e dedizione all’interno di tre comunità che sono già ben disposte e in cammino”. Un lavoro d’insieme, come potrà verificare dopo il suo ingresso nelle tre comunità fissato per il pomerig-

gio del 3 aprile, è già stato avviato. Prima di prendere qualsiasi iniziativa, il punto di partenza sarà dettato dall’ascolto dell’esistente, confrontando la propria esperienza con quella della comunità di destinazione. Unita all’esperienza c’è anche una componente non indifferente chiamata tradizione. Ogni parroco quando inizia un nuovo servizio detta un po’ le sue linee programmatiche ovvero le priorità che vuole cercare di seguire. Con l’umiltà che lo contraddistingue, don Giulio ha intenzione di soffermarsi “al di là dei punti fermi di ogni pastorale come la Parola di Dio e l’attenzione ai sacramenti, sul favorire un particolare rapporto con il Signore”. Alla sequela di Cristo sempre.

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Cisano

Odolo

Quattro suore ultracentenarie

Contributo Cariplo per la Rsa

Alla “Casa di Riposo delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù” nell’amenità di Cisano, frazione di San Felice, splendidamente affacciata sul Benaco, si festeggia quest’anno un avvenimento fuori dal comune per un traguardo invidiato da molti. Non uno, bensì si celebrano quattro straordinari compleanni: 100 anni per suor Chiara Bertoletti di Caprino Veronese e per suor Celestina Gritti di Poscante, 102 anni per suor Assunta Compagnucci di Montecassiano e addirittura 104 anni per suor Teresa Formaleoni di Podenzano. Vite spese con grande generosità adoperandosi per gli altri, preparando pasti, stendendo bucati e lavorando orti, educando, rincuorando, ma soprattutto pregando, per ottenere dal cielo benedizioni. La Casa di Cisano ospita sì religiose malate e anziane, ma funge anche da albergo attivo tutto l’anno per anziani autosufficienti.

La Fondazione Cariplo ha deliberato un contributo di 100mila euro per la Casa della comunità odolese, una Rsa che potrà ospitare fino a 60 ospiti con il più alto livello di tecnologia e confort. Il progetto è stato condiviso dal Rotary Club Valle Sabbia. “Il nostro club – spiega il presidente Pierdomenico Dall’Era – è intervenuto nella fase di elaborazione progettuale e nel sostegno economico”. Il calendario dei lavori prevede che la struttura sarà pronta entro un paio di mesi, si tratterà di provvedere all’arredo e per la fine dell’anno potranno essere accolti i primi ospiti. L’appello ai cittadini è quello di adottare una stanza o un posto letto da dedicare alla memoria di un proprio caro. (v.b.)


Brevi

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Gavardo

Vuoi diventare volontario? Prova con la Protezione civile

Pertica Alta Dal 25 febbraio il Carnevale

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I Maschèr anticipano le danze

Se si pensa alla Valle Sabbia e al carnevale, il pensiero corre quasi istantaneamente a Bagolino. Esiste, però, anche un altro carnevale, altrettanto caratteristico e unico: il piccolo comune valsabbino di Pertica Alta per tre giorni festeggerà proprio in questo fine settimana il “suo” carnevale. La frazione di Livemmo, luogo di nascita di questa tradizione unica, propone diverse iniziative. L’origine di questi festeggiamenti è particolare: il Carnevale di Livemmo con le sue maschere si ispira alla vita contadina, sinonimo di povertà ed esclusione sociale. Le prime notizie frammentarie risalgono agli inizi del Novecento nelle cascine del luogo e da allora è stato rappresentato mantenendo i personaggi principali. Si comincia venerdì 25 febbraio presso l’oratorio alle 20.30 l’Associazione Riflessi di Luce, in collaborazione con il Gruppo folkloristico di Pertica Alta, presenta il film del Carnevale di Livemmo 2010, una raccolta delle immagini più belle del Carnevale 2010 e degli scatenati festeggiamenti dei vari interpreti a cura di Daniele Meschini e Matteo

di Nicoletta Tonoli

Bertoni. L’Associazione Riflessi di Luce, con sede proprio a Livemmo (l’indirizzo del loro blog è http://quattrocchisulmondo.spaces.live.com), cerca di sensibilizzare la società sui temi della diversità coniugando l’arte e la disabilità, organizzando diversi eventi culturali. Sempre a cura del Gruppo folkloristico, inoltre, con il patrocinio del Comune, organizza il tipico Carnevale di Livemmo proponendo le maschere tradizionali della Vecia dal Val, la vecchia con il cesto per il setaccio delle graminacee, e l’Omasì del Zerlo, l’uomo dal gerlo, direttamente dalla tradizione, un contadino che porta un altro contadino nel cesto. Sabato 26 febbraio alle 19, poi, sarà la volta del Ballo dei Maschèr, mentre nel pomeriggio di domenica 27 febbraio alle 14.30 avrà luogo la sfilata nella Piazza di Livemmo con le maschere tipiche in una suggestiva cornice in cui verranno rappresentate scene tipiche degli antichi mestieri della zona, dai lavori contadini alla lavorazione del legno e tanti altri, con intrattenimento per tutto il pomeriggio. Per informazioni, www.comune.perticaalta.bs.it.

Sete di volontariato per il prossimo e per il territorio. Il Comune di Gavardo avrà il proprio gruppo di volontari di Protezione civile. L’atto costitutivo, che rappresenta il punto di arrivo di un iter iniziato nel novembre dello scorso anno, si è svolto alla presenza del sindaco di Gavardo, Emanuele Vezzola, dell’assessore provinciale alla Protezione civile, Fabio Mandelli, e dell’assessore alla Protezione civile, Giuseppe Nodari, vero artefice del progetto. “Abbiamo sentito la necessità di intraprendere questo percorso in occasione dell’esondazione del fiume Chiese avvenuta il 1° novembre del 2010” ha dichiarato Nodari. Ecco quindi l’immediata campagna informativa per far conoscere il progetto, che nel giro di qualche mese ha raccolto venti adesioni di aspiranti volontari, tra i quali si contano anche tre cittadini extracomunitari. “Per l’effettiva operatività del gruppo, questi volontari dovranno partecipare ad un corso base organizzato dall’assessorato provinciale alla Protezione civile” ha spiegato Vezzola, il quale ha promesso che “con un prossimo stanziamento si provvederà a dotare il gruppo delle attrezzature necessarie e a individuare una sede sul territorio comunale”. “Il numero di candidati con cui si parte è segno di una risposta molto positiva, che fa ben sperare per un ulteriore aumento in futuro” ha dichiarato Fabio Mandelli, il quale ha precisato il suo costante impegno nel creare nuovi gruppi di Protezione civile. Il gruppo gavardese peraltro non opererà in solitudine sul territorio: all’interno della realtà comunale esiste infatti da tempo un gruppo, i volontari dell’Antincendio boschivo di Sopraponte, che si è attivato a più riprese nelle recenti emergenze. Ovviamente, il gruppo di Protezione civile avrà una formazione diversa, per garantire una risposta più completa alla difesa dell’incolumità pubblica: il gruppo, infatti, punterà l’attenzione soprattutto su azioni educative e di prevenzione negli ambiti del rischio sismico e di alluvione, i due pericoli principali che hanno coinvolto negli anni passati la Valsabbia. (l.p.)

Lago di Garda

Le Province fanno sistema Il Grand Hotel Terme di Sirmione ha tenuto a battesimo la riunione di insediamento del Comitato interprovinciale Province del Garda. È l’ennesimo tentativo di dare vita ad un sistema unitario per coordinare in modo efficace e condiviso le province di Brescia, Mantova, Verona e Trento in merito alle politiche territoriali che interessano l’area del Benaco. Nel corso di questo primo incontro sono stati definiti gli obiettivi del Comitato e sono state affrontate tematiche di stingente attualità, con particolare attenzione alla qualità delle acque e alle azioni di promozione turistica. Sono stati anche calendarizzati per il mese di marzo i prossimi incontri in modo da dare seguito a questa nuova strada che, come ha precisato il presidente provinciale Daniele Molgora, “è molto utile per un bene così prezioso quale è il lago di Garda”. Prova ne è che le giunte rappresentate, due di centrodestra e due di centrosinistra condividono gli intenti al di là degli schieramenti. Silvia Razzi, assessore al turismo bresciano, ha delineato tra i primi progetti unitari il coordinamento del calendario degli eventi, mentre il suo collega all’ambiente in Broletto Stefano Dotti ha posto l’accento sul depuratore di Peschiera, dove è previsto un intervento per favorire una migliore diluizione degli scarichi. (v.b.)


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Segni che parlano

di Giancarlo Paris, ofm conv.

Una monaca clarissa a Faenza è morta. Si chiama suor Vittoria. Le sorelle hanno preparato il feretro nella chiesa del monastero dove tutti possono entrare per una preghiera. Il corpo è composto in una cassa semplice adagiata sul pavimento. L’abito da monaca dice la sua vocazione. Le mani intrecciate in grembo stringono la corona del rosario per ricordarci una vita vissuta nella preghiera e nella meditazione della vita di Cristo. I piedi sono nudi, perchĂŠ si trova davanti al roveto ardente dell’Amore che arde e non consuma. Il suo corpo è coperto da un bianco tulle da sposa: davanti a lei lo Sposo nel simbolo del cero pasquale. Il suo volto accenna un sorriso e il capo è leggermente rialzato, quasi proteso a ricevere o a donare un bacio. Quando i segni sono discreti, parlano e ci aiutano a entrare e a partecipare al Mistero. CosĂŹ anche la morte che ci fa paura, diventa un’attesa, un incontro, un bacio dato e ricevuto. Il “felicissimo bacio della Sua boccaâ€?, scrive Santa Chiara alla nobile Agnese di Praga che lascerĂ onori e ricchezze per donarsi interamente allo Sposo. SETTIMANALE DIOCESANO

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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Cultura e comunicazione leombruno@lavocedelpopolo.it

Don Luigi Merola

I

di Anna Tomasoni

I concetti di giustizia, legalità e diritto sono fondamentali nella creazione di uno Stato, su di essi si basano il vivere pacifico e il benessere di tutte le comunità presenti nella società. Purtroppo non sempre questi principi sono rispettati. Ospiti dell’incontro proposto su questi temi dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura presso i Padri della Pace, don Luigi Merola, parroco a Napoli, che vive sotto scorta per motivi di sicurezza, e Nicola Maria Pace, procuratore della Repubblica presso il Tribunale, Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Don Merola nel corso del suo intervento ha parlato del suo impegno a favore della legalità e contro la camorra. Ordinato sacerdote nel 1997, don Luigi è oggi parroco di San Carlo alle Brecce, Napoli. Ha iniziato la sua attività pastorale nel quartiere di Forcella. Dal 2004, dopo la tragica morte di Annalisa Durante, una giovane uccisa da proiettili “vaganti”, don Luigi vive sotto scorta. La sua attività è rivolta, in particolare, ai bambini del quartiere, che hanno nella parrocchia l’unico punto di aggregazione alternativo alla strada. Fondatore e presidente della onlus “A voce de’ creature”, attiva contro il degrado sociale nei quartieri po-

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Ccdc Padri della Pace

Don Luigi Merola, un prete contro la camorra Organizzato dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura, in collaborazione con Padri della Pace, Centro studi per l’educazione alla legalità dell’Università cattolica, Confraternita dei Santi Faustino e Giovita, Rete antimafia di Brescia e Ammazzateci tutti, si è tenuto, presso la sede dei Padri della Pace in città, un interessante incontro sui temi della giustizia, della legalità e del diritto

veri della metropoli campana, Merola ha ricevuti vari riconoscimenti tra i quali il premio “Paladino dell’infanzia” nel 2005. Dall’ottobre 2006 fa parte del Comitato nazionale “Scuola e legalità” del ministero della Pubblica istruzione; dal 2010 è consulente gratuito della Commissione parlamentare antimafia. La fondazione “A voce de’ creature” – il cui motto è “Meglio morire in piedi che vivere una vita inginocchiati” – ha sede sia a Napoli che a Pompei e assiste più di 100 bambini sottratti alla strada nella convinzione che nessuno nasce delinquente. “Napoli è una città in cui troviamo santità e violenza – ha esordito don Luigi – una città che non si arrende e che cerca di risorgere. A Napoli, come in altre zone del Meridione, bisogna vivere la dimensione del Vangelo in tutta la sua pienezza, per cui si deve uscire dal tempio e costruire la chiesa in strada, andando incontro ai ragazzi che passano le loro giornate nei bar, dando conforto a quanti hanno perso il lavoro”. Purtroppo, come ha spiegato don Merola, i problemi della criminalità riguardano l’Italia intera. La camorra è un’organizzazione capillare che è penetrata fortemente anche nel nord Italia. Negli ultimi due anni lo

Stato ha confiscato alla criminalità organizzata più di 11mila beni, ubicati in diverse regioni italiane e tra queste la Lombardia risulta al quarto posto per numero di beni confiscati, preceduta da Sicilia, Campania e Calabria. Il procuratore Pace ha espresso grande apprezzamento e stima per l’impegno di don Luigi e ha rimarcato l’importanza della presenza di testimoni come don Merola, don Luigi Ciotti, don Mario Vatta, don Marcello Cozzi e altri, persone che rappresentano l’altra faccia dell’antimafia e che sono posizionate in modo strategico sullo scacchiere italiano. Nella nostra città, fortunatamente, non abbiamo una cultura di mafia radicata, ma la criminalità organizzata esiste. “La mafia trionfa quando crea intorno a sé un vuoto culturale e civile – ha sottolineato il procuratore Pace –. Non si può neppure immaginare un attacco alla criminalità organizzata, senza la promozione della cultura della legalità; la cultura di mafia modifica pesantemente il costume e richiede tempo per sradicarla”. Per maggiori informazioni sull’attività di don Luigi Merola è possibile consultare il sito della Fondazione www.avocedecreature.it.


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Cultura e comunicazione Famiglia

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Negli ultimi due decenni si è assistito a continui progressi nell’affrontare e ridurre la povertà globale, ma questi passi avanti restano incostanti, e più di un miliardo di persone sperimentano ancora la povertà e la fame estreme. La comunità internazionale deve trovare urgentemente proposte per una soluzione sostenibile e duratura a questo problema. Al centro dello sviluppo, vanno posti il riconoscimento della dignità della persona umana e la garanzia del pieno rispetto della dignità innata dell’uomo e dei suoi diritti fondamentali

Santa Sede Un intervento alle Nazioni Unite

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Per sradicare la povertà, promuovere la famiglia

Per sradicare la povertà, uno dei più grandi flagelli che affliggono il mondo contemporaneo, è fondamentale la promozione della famiglia. L’arcivescovo Francis Chullikatt, nunzio apostolico e osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, lo ha dichiarato intervenendo alla 49ª sessione della Commissione per lo sviluppo sociale del Consiglio economico e sociale (Ecosoc), che si è svolto a New York (Stati Uniti) dal 9 al 18 febbraio. Nel suo discorso, il Presule ha ricordato che “negli ultimi due decenni si è assistito a continui progressi nell’affrontare e ridurre la povertà globale”, ma ha

a cura di Renato Longhi

ammesso che questi passi avanti “restano incostanti”, e più di un miliardo di persone sperimentano ancora “la povertà e la fame estreme”. “La comunità internazionale deve trovare urgentemente proposte per una soluzione sostenibile e duratura a questo problema”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di una “visione euristica dello sviluppo umano”, visto che quest’ultimo “non può essere misurato solo in termini di crescita economica” e lo sradicamento della povertà “non può essere basato solo su un risultato economico misurabile”. Ciò che serve è piuttosto “la promozione dello sviluppo

di ogni essere umano e di tutto l’essere umano”, ha indicato, perché “senza la concomitante dimensione etica e spirituale lo sviluppo sociale è privo delle fondamenta necessarie sulle quali dovrebbe essere costruito e che lo dovrebbero sostenere”. Al centro dello sviluppo, ha osservato monsignor Chullikatt, ci sono “il riconoscimento della dignità della persona umana e la garanzia del pieno rispetto della dignità innata dell’uomo e dei suoi diritti fondamentali”. In questo contesto, “il primo capitale da salvaguardare e da curare è la persona umana nella sua integrità”, iniziando con il “dare il dovuto riconoscimento all’istituzione sociale più basilare, la famiglia umana, fondata sul matrimonio”. “Quando una società viene privata della sua unità di base, la famiglia, e dei rapporti sociali che ne derivano, possono

nascere grandi sofferenze psicologiche e spirituali anche nel benessere economico e sociale”, ha osservato l’Arcivescovo. “I bambini non devono essere visti come un fardello, bensì riconosciuti come doni insostituibili” e “costruttori delle generazioni future”. Se infatti i legislatori affermano spesso che la crescita della popolazione è dannosa per il progresso, “la verità è che laddove si è verificata una crescita economica, spesso è accompagnata da un aumento della popolazione”. “Le generazioni future di bambini e di giovani sono di fatto lo strumento migliore e unico per superare i problemi economici e sociali. La povertà non è causata da troppi bambini, ma da un investimento e da un sostegno troppo scarsi per il loro sviluppo”. Per questo motivo, “promuovere una cultura che sia aperta alla vita e basata sulla famiglia è fondamentale per comprendere il pieno


LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Educazione giovani Le due lenti

Lo sguardo e la responsabilità delle generazioni adulte “Non basta amare i giovani – diceva don Bosco –, occorre che loro si accorgano di essere amati”. Questa frase chiave della pedagogia salesiana stimola a riflettere sullo stile che dovrebbe caratterizzare anche oggi l’accompagnamento educativo delle nuove generazioni da parte della società. Dell’argomento si è parlato il 10 febbraio a Roma, in una tavola rotonda in Campidoglio per la presentazione del volume “Accompagnare alla sorgente in un tempo di sfide educative” (a cura di Piera Ruffinatto e Martha Séïde) realizzato dalla Pontificia Facoltà di scienze della formazione Auxilium dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. “Per riprendere fiducia nell’educazione – ha detto in apertura la preside, suor Pina Del Core – occorre riscoprire l’arte di accompagnare i giovani con una visione che non si ferma alle criticità del reale, ma guarda alle loro potenzialità”. “Tutte le forze della comunità devono essere coinvolte nell’aiutarli nella ricerca di senso per condurli a realizzare pienamente la loro vita”, ha aggiunto madre Yvonne Reungoat, superiora generale dell’Istituto. “L’emergenza educativa di oggi non è il frutto delle barbarie dei tempi”, ma è la domanda impellente che viene dalla “sofferenza” dei giovani, di fronte “all’esperienza di una grande libertà”. È un passaggio dell’intervento di mons. Domenico Sigalini, presidente della Commissione episcopale per il laicato. “Se c’è qualcosa di sacro oggi – ha sostenuto – è il ‘mito’ di vivere da liberi”. Ciò “provoca nei giovani un malessere profondamente esistenziale per non essere capaci da soli di costruirsi il senso, di darsi ragioni di vita forti”, portando così spesso “ad abbandonarsi alla corrente, perdendo ogni direzione”. L’accompagnamento oggi è “calarsi dentro questa sofferenza”, facendola diventare “gioia della ricerca”, “passione per mete alte”. Compito, ha detto il Vescovo, che “non è solo di persone”, ma anche di associazioni, “laboratori dove cercare il punto di equilibrio per uscire dalla libertà mal usata”. Chi accompagna deve saper offrire “una relazione calda, in cui i giovani sentono di stare a cuore a qualcuno”. Ma si deve avere anche “il coraggio della proposta”: “L’educatore non è un direttore del traffico, ma un’autorevolezza che offre scritture nuove del-

potenziale e lo sviluppo autentico della società sia per il presente sia per il futuro”. Monsignor Chullikatt ha poi ricordato che “nello sforzo particolare di promuovere l’integrazione sociale per tutta la famiglia umana”, la globalizzazione ha offerto nuove vie per la cooperazione economica e civile. Ad ogni modo, “la società, divenendo sempre più globalizzata, fa di noi dei vicini, ma non dei fratelli e delle sorelle”. L’integrazione, infatti, pone delle sfide, come “l’ineguaglianza nella ricchezza e nei redditi nonché nel capitale umano e nell’educazione”, o “la mancanza di accesso a tutti i settori della società, in particolare da parte dei poveri e di altri gruppi trascurati, come le donne e i bambini”. “Disparità sempre più grandi nei redditi e nell’accesso alla crescita economica hanno limitato l’efficacia dello sviluppo economico nella riduzione della povertà”, ha aggiunto, chiedendo che “gli sforzi per estendere programmi sociali ai campi dell’educazione, della sanità per gli anziani e per i disabili e ad altri settori bisognosi della società” siano compiuti “in modo da promuovere il diritto essenziale alla vita e rispettare la libertà di coscienza degli operatori che si occupano dei bisognosi”. Perché ci sia “uno sviluppo sociale

autentico e duraturo”, ha indicato monsignor Chullikatt, servono “misure e incentivi sociali autentici che derivano dalla solidarietà e dalla carità fraterne”. Da questo punto di vista, ha voluto richiamare l’attenzione “sul dramma dei migranti”, sottolineando la necessità di “sforzi ulteriori per difendere i loro diritti umani e per rispettare la loro inalienabile dignità”. “I programmi di integrazione sociale e di sradicamento della povertà devono tenere in considerazione i milioni di fratelli e di sorelle che sono destinati a vivere al di fuori del proprio Paese e ai margini delle società”, ha rilevato. “Il pieno rispetto per i loro diritti fondamentali, inclusi i diritti in quanto lavoratori, devono essere doverosamente garantiti dai Paesi di passaggio e di destinazione. La giustizia sociale esige condizioni lavorative favorevoli per queste persone, garantendo la loro stabilità psicologica, evitando nuove forme di emarginazione economica e assicurando la loro libertà e la loro creatività individuali”. “Oggi – ha concluso il Rappresentante della Santa Sede – è necessario un sostegno strategico allo sradicamento della povertà, basato sulla giustizia sociale autentica per contribuire a ridurre la sofferenza di milioni di nostri fratelli e di nostre sorelle”.

la vita, mette in contatto con mondi alti”. Per la psicologa Maria Grazia Vergari, formatrice di educatori, tra i principali problemi vi è “una crisi di sguardo” degli adulti sulle nuove generazioni. “Dovremmo avvicinarci a loro con un paio di occhiali: su una lente lo sguardo e sull’altra la responsabilità. I giovani – ha spiegato – crescono solo se sono guardati e riconosciuti come unici. Ciò dà la fiducia di base per dare senso alla vita”. Nello stesso tempo, “dobbiamo interrogarci, come mondo adulto, su cosa stiamo chiedendo loro di diventare”: l’educazione “deve suscitare le persone per appello”, la responsabilità “nasce dalla chiamata che siamo capaci di rivolgere attraverso grandi valori”. Tutto ciò, ha concluso, richiede di “progettare” l’accompagnamento: con la formazione dei formatori, ma anche come comunità, in un orizzonte comune. Secondo Davide Guarneri, presidente dell’Associazione italiana genitori, sarebbe opportuna “una riflessione sull’accompagnamento, in stile salesiano della famiglia”, in grado cioè di “ridare fiducia”, “porsi accanto”, in tempi in cui è indebolita nel suo ruolo educativo: dalla crisi morale, dall’instabilità dei modelli genitoriali, dalla crescita dell’individualismo che porta alla disgregazione dei rapporti. Per “uscire dalla solitudine” delle famiglie occorrono “luoghi dove leggere la domanda educativa nel suo complesso, investimento nelle relazioni e tempi per l’incontro, una cultura della comunità fondata sulla convinzione che oggi nessuno più può essere autosufficiente nell’educazione”. “Dobbiamo iniziare a ragionare insieme su ciò che è generativo – ha concluso Guarneri – cercare il meglio della realtà, innescando veri e propri ‘motori di ricerca’ del buono e offrire questo bene ai ragazzi”.


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Cultura e comunicazione Eventi

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Ctb Fino al 27 febbraio al Santa Chiara

“Le mutande” di Sternheim riempie la sala Pubblico e dirigenza dello Stabile cittadino hanno dimostrato capacità di scegliere e professionalità, merci rare di questi tempi

U

di Mario Leombruno

Ultime repliche per la commedia-satira “Le mutande” di Carl Sternheim – uno dei più significativi drammaturghi tedeschi del Novecento –. Abbiamo intervistato la regista, la bresciana Monica Conti. Cosa l’ha spinta a mettere in scena uno spettacolo così “difficile”? Amo affrontare temi complessi in maniera leggera. Qui abbiamo, apparentemente, una commedia, anche se non certo un vaudeville, e un autore che ha voluto lasciare incompiuta tra espressionismo e impressionismo la “forma” del suo lavoro. A me interessava questo centro tematico con personaggimaschera, ossessivi, incapaci di costruire alcunché insieme, che vivono solo per cercare di esaudire i propri piccoli desideri. Ho letto in tutto ciò un tema contemporaneo seppur privo di quelle forme dirette, aggressive e arrabbiate che sono spesso presenti nel contemporaneo. Desideri che però non vengono mai realizzati dai protagonisti. Il testo punta su ciò che sembra sempre prossimo ad accadere ma che in realtà non avviene. I personaggi non hanno nulla da costruire; sono spinti all’azione dalla “vicenda” cui hanno

Diana Hobel e Sergio Mascherpa

assistito (la perdida del capo di biancheria intima della sig.ra Maske). Non c’è amore, in loro, e neppure erotismo. Frank Scarron, non appena perde interesse nella pruriginosa vicenda, va al pub con il signor Maske a parlare di filosofia... Lo stesso Maske, però, quando grazie all’incidente occorso alla moglie riesce ad avere i soldi che reputa necessari per permettersi un figlio, legge la mancanza di desiderio nel viso della consorte. Certo, perché oramai è interessata a vivere la propria femminilità. Superficiale, visto che è felice della perdita delle mutande e d’altronde, con un marito che da un anno non consuma il matrimonio perché deve mettere da parte i soldi... In scena a Brescia da quasi un mese e ogni replica un successo. Tutto considerato, una sorpresa o la conferma di un’attesa? L’autore è importante ma poco noto, e il cast non è certo di star: attori bravi, seri, ma dai nomi ancora poco conosciuti; più che successo atteso, direi auspicato. Oggi, secondo me, il teatro non deve necessariamente compiacere il pubblico ma questo non significa

che non debba comunque raggiungerlo, quel pubblico. E il pubblico bresciano come approccia il teatro? La scelta di assistere, magari in abbonamento, a questo spettacolo, testimonia curiosità intellettuale e disponibilità al “rischio”. Forse è un pubblico un po’ timido e riservato, ma certo dalle radici teatrali profonde. La dirigenza dello Stabile cittadino non ha vissuto come obbligo primario il riempire la sala, quanto piuttosto l’offrire al pubblico stimoli critici. Angelo Pastore ha avuto la forza di rischiare su uno spettacolo privo di nomi di punta, dimostrando che non è sul costo di un allestimento che si costruisce il successo di una messinscena. “Le mutande” di Carl Sternheim (traduzione di Giorgio Zampa). Regia di Monica Conti; scene e costumi di Claudia Calvaresi; luci di Robert John Resteghini; assistente alla regia Francesca Debri. Con Federica Fabiani, Diana Hobel, Sergio Mascherpa, Antonio Giuseppe Peligra, Nicola Stravalaci. Teatro Santa Chiara fino al 27 febbraio. Intero 15 euro. Info: Ctb - www. ctbteatrostabile.it/html/default.htm

Cipiesse

Tappa bresciana per la “Bothanica” dei Momix

Immagine dallo spettacolo

Conosciuta nel mondo intero per i suoi spettacoli di eccezionale inventiva e bellezza, Momix è una compagnia di balleriniillusionisti diretta da Moses Pendleton. La sua fama è legata alla capacità di evocare un mondo di immagini surreali facendo interagire corpi umani, costumi, attrezzi, giochi di luce. La compagnia prende il nome da un assolo ideato da Pendleton – al tempo membro dei Pilobolus Dance Theatre – per i Giochi olimpici invernali di Lake Placid nel 1980. Nel corso degli anni la formazione e le dimensioni del gruppo hanno subito diversi mutamenti, ma è rimasto intatto l’impegno a contribuire allo sviluppo dell’arte della danza divertendo il pubblico. L’ultima creazione di Moses Pendleton, presentata in occasione del 25° anniversario (2005) di Momix, è “Sun flower moon”, una serata di sovvertimenti e di seduzioni visuali concentrate. Geniale

coreografo “ecologico”, Pendleton con “Bothanica” ci guiderà questa volta in un viaggio dentro una natura meravigliosa e affascinante, fortemente minacciata dalle costanti incursioni disequilibratrici dell’uomo. Con il suo usuale e ineguagliabile linguaggio visuale e coreografico, suggestivo e seducente, ci porterà in trepidanti mondi nascosti, costantemente in fermento; con delicatissimo umore si addentrerà fino a esplorare la particolare sessualità delle api o l’algida voluttuosità di creature arcane. Stupefacenti ed emozionanti, Pendleton e Momix ci presenteranno uno spettacolo che ci farà soffermare forse un attimo sulla bellezza e la meraviglia di un mondo da preservare. Al PalaBrescia, il 2 e 3 marzo alle ore 21. Poltronissima in prevendita 48 euro. Info: www.palabrescia.it - http://www. cipiesse-bs.it/1.htm (b.l.)


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Brescia

“Tappeto Volante” 2011 Autori e Cover a Casa Foresti

Il parroco della Basilica dei Santi Faustino e Giovita, don Armando Nolli

A sfidarsi, 11 giovani gruppi di musicisti bresciani, quattro nella sezione “Autori” e sette “Cover”. La giuria, composta da musicisti e da membri storici dell’organizzazione, ha assegnato i premi “Tappeto Volante” per le due categorie e i premi secondari, mentre il pubblico ha decretato il premio della Giuria popolare al gruppo con più sostenitori. Hanno condotto Carlo Zaniboni e Paolo Perlotti con l’organizzazione di Simone Agnetti e Gabriele Gennari. La serata finale è visibile per due settimane su www.vocemedia.tv. La cerimonia di premiazione sarà il 29 maggio al teatro di Bagnolo Mella nel corso di Festa.Art 2011. Categoria “Autori”: il Tappeto Volante d’Oro è andato ai Bang Bottles con “Johnny”; Argento e premio Giuria popolare per Andrea Butturini con “Ero perso con lo sguardo verso il mare”; Menzione migliore band: Alessandro Calabrese con “Quando muoio un po’”. Categoria “Cover”: Tappeto Volante d’Oro a Wave con “Rosanna” (originale dei Toto); Argento e Menzione miglior cantante per Kaliemia (Sara Trementini) con “Kozmic blues” (Joplin). Premio Giuria popolare ai Noise from Mercury con “Bad Romance” (Lady Gaga).

Brescia Eventi per i Santi Patroni

Declinare la speranza L’Associazione Francesco Soldano propone quattro appuntamenti

D

Dal 4 marzo al 6 maggio. Questo il periodo durante il quale si svilupperà, a cura della parrocchia dei Santi Faustino e Giovita e dell’Associazione Francesco Soldano, la rassegna “Settimane musicali della speranza”, concerti e testimonianze sul tema della speranza con la partecipazione di musicisti affermati, giovani talenti e protagonisti della cultura. “Il legame tra la musica e la speranza – si legge nel comunicato del vescovo Luciano Monari – sembra essere naturale: non solo perché la musica canta e suona, spesso, i motivi più profondi della speranza umana; forse, ancora di più e molto più semplicemente, perché canta tutto l’uomo ed esprime la necessità che non sia soltanto l’economia o la politica o ogni altra attività a definire e spiegare l’esperienza umana. In questa capacità della musica di rappresentarci troviamo la sua possibilità più bella di darci speranza. Celebrare i nostri Patroni rinforzando la speranza che è in noi,

di Bruno Leoni

dandole possibilità di esprimersi, ci permette di non relegare al passato l’esperienza della costruzione della città, alla base della santità di Faustino e Giovita: la musica è di tutti e aiuta la comunicazione fra tutti perché non lascia sottotraccia i sogni e i problemi. Ascoltarla è un gesto di futuro; di speranza, appunto”. In calendario tre appuntamenti (4 marzo “L’energia della speranza”, 11 marzo “La voce della speranza” e 18 marzo “La speranza dall’incontro”) suddivisi ciascuno in tre momenti distinti: alle 11 il “Progetto scuole”; alle 18 “Testimonianze” e in chiusura, alle 21, il concerto. Per venerdì 6 maggio, invece, ultimo appuntamento del ciclo, è previsto il solo concerto delle 21 che si terrà nella chiesa di S. Maria del Carmine. Sul tema, “La speranza conquistata”, si concentreranno orchestra e coro del Conservatorio “Luca Marenzio” (Giovanni Duci, direttore del coro e Federico Bardazzi, direttore). Info: www.associazionesoldano.it - 0302319307.

I Bang Bottles

Bienno

All’Eremo “MusicalMente 2011” Il primo appuntamento della breve rassegna è venerdì 25 febbraio con il pianoforte solista di Francesca Olga Cocchi che eseguirà musiche di Griffes, Ives, Cowell, Simmarano e Cocchi. Il 4 marzo è atteso il trio Andrea Maffolini (violino), Sara Zamboni (pianoforte), Daniele Zamboni (clarinetto); in programma musiche di Chopin, Debussy, Saint-Saens, Stravinsky e Zamboni. Chiude, sabato 12 marzo, la chitarra solista di Stefano Sanzogni con musiche di Tansman, Sor, Castelnuovo-Tedesco. Inizio sempre alle 20.30. Info www.eremodibienno.it

Sarezzo

”Il resto è fiera”: nuova proposta Sarà Angela Finocchiaro la protagonista di “Mai più soli”, spettacolo che l’attrice ha ricavato da articoli, brani di libri, racconti, filastrocche del 54enne scrittore bolognese Stefano Benni e pronto ad andare in scena il prossimo 3 marzo alle ore 21 al teatro S. Faustino di Sarezzo. Inserito nel programma de “Il resto è fiera”, l’evento organizzato da Treatro Terrediconfine vedrà Angela Finocchiaro calcare le assi del palcoscenico saretino insieme all’attore e musicista Daniele Trambusti per la regia di Cristina Pezzoli. Ingresso 15 euro. Info: www.treatro.it – 0308901195 - 3385946090. (a.a.)

Brescia

Ctb e “Festa di famiglia” La rassegna “Altri Percorsi” 2010/2011 prosegue sabato 26 (ore 20.30) e domenica 27 febbraio (ore 15.30) con “Festa di famiglia” tratto da Luigi Pirandello, testo e regia Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti, Mariàngela Torres; collaborazione drammaturgica Andrea Camilleri. La pièce, che dura 85 minuti senza intervallo, ha vinto il premio Alabarda d’oro 2010 quale miglior spettacolo teatrale, vuole mettere in scena e invitare a riflettere sulle dinamiche violente all’interno del nucleo familiare. Biglietto intero platea 18 euro, galleria centrale 13, galleria laterale 12. Info: www.ctbteatrostabile.it


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Brescia Per approfondire i rapporti tra pittura e scultura

Tra PaciArte e Galleria Colossi, sguardo su Conti, Lombardini, Pinelli

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La PaciArte contemporary presenta “Match Point”, una bipersonale con protagoniste le opere di Paolo Conti e Giovanni Lombardini. Una mostra che mette a confronto due artisti diversi per tecnica in un percorso tra pittura e scultura. Il lavoro di Paolo Conti guarda al ready made, con l’utilizzo di pezzi di materiali di scarto del processo industriale. Come osserva Miriam Tognazzi, nelle sue composizioni nulla è casuale, ma sapientemente studiato per avere una bellezza e un equilibrio formale. In parallelo alle opere di Conti vengono esposti alcuni lavori del pittore riminese Giovanni Lombardini. Nato nel 1950, anche il

a

di Luca Bressanini

suo lavoro si distingue per l’utilizzo di materiali inusuali. Da sempre attratto dall’arte povera, che lo porta negli anni Settanta a realizzare i primi lavori su grandi superfici pittoriche ottenute attraverso lo strofinio di petali di fiori e fili d’erba su tela, l’artista sperimenta l’utilizzo di colori mordenti e acrilico lucido trasparente applicati su tavola o su carta, per creare superfici lucide che attraverso la riflessione della luce richiamano i supporti fotografici, ingannando lo spettatore. Osservatore della natura e dei suoi fenomeni, Lombardini si avvale di una tecnica veloce e mutabile dipingendo per ampie campiture che giocano con la lu-

Una delle opere di Paolo Conti in esposizione

ce e la vernice che rende più lucide le superfici delle sue tavole; nelle sue opere, riesce così a “cogliere l’attimo”, attraverso capolavori che sembrano fotografie scattate in un fugace istante, osservando da vicino il transitare veloce di un treno o di un auto. Noto ormai a livello internazionale, Lombardini nel 2004 ha tenuto una personale a Londra presso la Galleria Barbara Behan Contemporary Art dal titolo “Metamorphosis”, presentando una selezione di opere dal 1971. Nel febbraio 2007 ha esposto “Fiori finti”, opere su carta, presso la galleria 705 di Stroudsburg in Pennsylvania (Usa). Gli ultimi lavori, raccolti sotto il titolo “Inventari”, nel 2007 sono stati presentati presso la Galleria 23 di Cattolica (Rimini) e nel 2008 presso la Galleria Poliart di Milano. La mostra resterà aperta fino al 22 marzo, da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 19.30.

Nei primi giorni di febbraio è stata invece inaugurata alla Galleria Colossi Arte Contemporanea “A partire dal colore”, una personale dedicata a Pino Pinelli, protagonista delle ricerche di pittura analitica. Una mostra che ne ripercorre l’intero percorso artistico, dagli anni Settanta a oggi. Originario di Catania, Pinelli si trasferisce a Milano negli anni Sessanta, dove entra in contatto con lo spazialismo di Fontana, Bonalumi, Castellani e Scheggi. Le sue tele sono per questo motivo fin dalle origini caratterizzate da giochi di pieni e vuoti, e da intense ricerche spaziali che lo portano a raffigurare forme in movimento che invadono a poco a poco la superficie, per giungere negli anni Novanta alle scaglie, ai frammenti e al colore che si spezza, fino a raggiungere il monocromo. Fino al 14 maggio, da martedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19; domenica dalle 15 alle 19.

Voce Libri

L’ortodossia in Italia GINO BATTAGLIA (A CURA DI) EDB, BOLOGNA 2011, EURO 29,00

Negli anni recenti la presenza ortodossa in Italia si è enormemente sviluppata, soprattutto a causa dell’immigrazione di fedeli provenienti da Romania, Ucraina, Moldavia, Russia e altre nazioni dell’Est o del Medio Oriente. L’Italia torna così a essere un Paese in cui le due tradizioni cristiane s’intrecciano, come fu in un passato non lontano. Attraverso i contributi di alcuni dei maggiori studiosi italiani della materia, il volume presenta una visione d’insieme del retroterra storico e spirituale delle varie presenze ortodosse in Italia e una disamina dei principali nodi del dialogo tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse. Il testo si configura anche come il necessario approfondimento storico-teologico che motiva e sostiene le indicazioni contenute nel “Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso gli orientali non cattolici”, pubblicato a cura dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e dell’Ufficio nazionale per i problemi giuridici della Cei e riproposto in appendice.

La spiritualità del Nuovo... MICHELE MAZZEO EDB, BOLOGNA 2011, EURO 57,00

Compito della teologia spirituale del Nuovo Testamento è quello di domandarsi: come emerge la spiritualità di Gesù dai testi biblici? Qual è il nucleo centrale originante? Quali le linee di sviluppo? Che spiritualità emerge dagli scritti cristiani dal Vangelo di Matteo al libro dell’Apocalisse? Può essere di aiuto il processo vissuto dalle comunità cristiane delle origini per i cristiani di oggi? Questo volume, di 712 pagine, si inserisce nel panorama dell’attuale ricerca neotestamentaria, che prova a mettere in luce, fra le diverse teologie dei 27 scritti del Nuovo Testamento, l’unità teologica all’interno di esso. Michele Mazzeo è un sacerdote cappuccino e ha conseguito il dottorato in teologia biblica allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Cerca di tenere collegato lo studio della Bibbia con la proposta di una pastorale biblica. Insegna Sacra Scrittura al Pontificio ateneo Antonianum di Roma e allo Studio teologico San Pio X di Catanzaro, della Pontificia facoltà dell’Italia meridionale.


LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Calendario delle mostre Agnellini Arte Moderna Via Soldini, 6/a - Brescia “DisinForma” presenta un nucleo di fotografie di Fausto Manara, psichiatra e psicoterapeuta, autore di diversi saggi editi da Sperling & Kupfer e grande appassionato di fotografia. Negli anni, questa passione ha portato Manara a confrontarsi con varie tecniche fotografiche e con la tecnologia, attraverso la quale trasforma abilmente i suoi scatti; la conseguenza è che non ne resta quasi più nulla, forse solo qualche colore e pochi frammenti dell’originale. Le metamorfosi a cui sottopone le sue foto diventano la prova della parzialità della comunicazione moderna che egli mette in discussione con ogni immagine che realizza. Dal 5 marzo, da martedì a sabato, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Museo S. Giulia Via Musei, 81 - Brescia “Henri Matisse – La seduzione di Michelangelo”. In mostra 180 dipinti, sculture, disegni e incisioni, gouaches découpées, che coprono l’intero percorso artistico dell’artista francese da un punto di vista mai tentato finora in un’esposizione: la relazione con l’opera di Michelangelo, che costituì per Matisse un riferimento e una continua fonte di riflessione per lavorare sul perpetuo rapporto tra linea e volume, disegnando e dipingendo in maniera sculturale. In contemporanea, al Museo di S. Giulia è allestita “Ercole il fondatore. Dall’antichità al rinascimento”. Curata da Marco Bona Castellotti, la mostra analizza il passaggio fra il mito pagano di Ercole e il recupero che avvenne in sede cristiana nel Medioevo, per arrivare fino al Cinquecento. Fino al 12 giugno, da lunedì a giovedì dalle 9 alle 20, venerdì e sabato dalle 9 alle 21, domenica dalle 9 alle 20. Spazio Contemporanea Corsetto Sant’Agata, 22 - Brescia “Massimo Minini. Una storia contemporanea”. La mostra, che nasce da un’idea di Ken Damy, ripercorre l’attività di Minini negli ultimi 37 anni e propone le opere passate nelle sue gallerie che illustrano un percorso ini-

Una solidarietà intelligente ADRIANO SELLA EDB, BOLOGNA 2011, EURO 8,90

ziato con l’Arte povera, l’Arte concettuale e minimal e con alcuni giovani artisti tra cui Alberto Garutti, Michele Zaza, Francesco Clemente, Maurizio Cattelan, Anish Kapoor e Vanessa Beecroft. Fino al 16 aprile, dal giovedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30 o su appuntamento. Wave Photogallery Via Trieste, 32/a - Brescia Protagoniste alle Wavephotogallery, due mostre fotografiche e una curiosa installazione fotografica. “Finestre-Riflessi” presenta gli scatti di Marisa Braga le cui ricerche hanno inizio sul finire degli anni Settanta, quando l’artista si sofferma sui riflessi delle finestre, riflessi che riprodotti su pellicola senza alcuna manipolazione digitale si traducono in interessanti giochi di colore e forme astratte. “Recollections” riunisce invece 17 fotografie in bianco e nero dell’artista ceca Dita Kubin, incentrate sulla natura effimera dei ricordi di persone che hanno catturato il suo interesse. Si tratta di inquadrature dall’aspetto fluttuante, pluri-dimensionali, che mescolano tratti netti con masse vaghe come nuvole. “Obscura”, di Ramona Zordini, è una foto-installazione che ci invita a spiare nel buio, con l’aiuto di una torcia, frammenti di quotidianità e di intimità, in una sorta di contenitore in cui si mescolano persone e cose, finzioni e realtà. Un momento di voluta evasione dalla privacy di situazione quotidiane, nel quale l’immagine è simbolo di una intrigante componente voyeuristica. Fino al 3 marzo, da martedì a sabato dalle 14 alle 20. Galleria L’incontro Via XXVI Aprile, 38 - Chiari (Bs) Ultimo week end per visitare “Continuum”, mostra personale di Arnaldo Pomodoro, uno dei maggiori artisti contemporanei. La mostra si compone di circa 20 opere, tra le quali alcuni inediti. Sculture in bronzo lisce e lucenti, costituite da tasselli di circa 10 cm che rappresentano l’alfabeto espressivo dell’artista, pannelli segnati dalla presenza di forme geometriche che ricordano le antiche tavolette della scrittura cuneiforme e i geroglifici egizi. Fino al 27 febbraio, orario feriale dalle 15.30 alle 19, sabato e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19.

A partire dalla prospettiva di chi si è speso personalmente a fianco dei più poveri, il volume invita a mettere in discussione la solidarietà adottata finora verso il Sud del mondo, il cui esito è stato l’allargamento della forbice tra benessere e fame. E se le istituzioni sono chiamate a contribuire in maniera determinante, anche i singoli e le comunità non possono tirarsi indietro, impegnandosi e testimoniando la solidarietà attraverso nuovi stili di vita. Nella prima parte del volume, l’autore individua le varie forme di solidarietà possibili, in un continuo crescendo che muove dall’elemosina per arrivare alla giustizia. Nella seconda parte, espone le forme di una solidarietà intelligente, miranti a ridurre la miseria, l’oppressione, la dipendenza e ogni tipo di esclusione. Adriano Sella, missionario saveriano, dal 1990 al 2002 ha lavorato in Amazzonia. Attualmente risiede in Italia e collabora con l’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, giustizia e pace, salvaguardia del creato della diocesi di Padova.

Una storia semplice LEONARDO SCIASCIA ADELPHI, MILANO 2008 EURO 7,50

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A Palazzo Gallery con Marta Pierobon La Galleria Bersi-Serlini-Migliorati-Rusconi, conosciuta come “A Palazzo Gallery”, ospita nello storico Palazzo Cigola di p.le T. Brusato a Brescia, la mostra personale della giovane artista bresciana Marta Pierobon, dal titolo “Quarantottometriquadri”. Un progetto che si articola in uno scenario Acquarossa (2010) ideato e realizzato dall’artista, ovvero una grande piattaforma in legno sulla quale trovano posto sculture dipinte d’oro realizzate attraverso l’ausilio di legno, terra cruda e metallo, un vero e proprio collage di elementi diversi per rivalutare la tradizione artigianale del Medioevo e dell’utilizzo di materiali semplici, oltre che un elogio della manualità. L’artista sceglie di creare sculture lasciandole quasi allo stato di abbozzo ricordando in parte i lavori di Medardo Rosso, nelle quali domina la dirompente forza della materia. Un percorso fantastico alla ricerca continua di luoghi remoti e scomparsi, abitati da guerrieri, icone dei grandi condottieri del passato, come a esempio Gengis Khan ma, nello stesso tempo, alla scoperta dell’eroe che è in noi stessi e di quelli che crediamo ci abbiano preceduto. Eroe che la Pierobon riscopre nella figura dell’Homo faber, in quanto esempio di uomo artefice e “costruttore” della propria fortuna attraverso la fatica del lavoro manuale di bottega. Un tentativo da parte dell’artista, inoltre, di evadere dal mondo reale, simbolicamente separato dalla superficie chiusa di “quarantottometriquadri” che rappresenta l’incantevole mondo medioevale; curioso è invece il contrasto tra Medioevo e presente, richiamato attraverso l’uso di odierne tecnologie del suono e della luce. Fino al 31 marzo, da giovedì a sabato dalle 11 alle 19. (l.b.)

Tutto comincia con una telefonata alla Polizia, un foglio di carta su cui si legge “Ho trovato.” e un apparente suicidio. E a rendere ancora più complicata la storia c’è il prolungato ritardo del treno locale. Studenti e ferrovieri chiedono al proprietario dell’unica macchina presente nei paraggi di salire alla stazione e informarsi. Nuovo mistero: il Capostazione e il manovale vengono trovati morti; l’automobilista si reca in Questura riferendo di aver visto tre uomini, di cui due intenti ad arrotolare un tappeto o una grossa tela… Con questo giallo Sciascia denuncia i numerosi problemi legati alla criminalità nella sua terra: le collusioni con le amministrazioni, i casi insabbiati, la mafia e la droga (anche se mai direttamente nominate), la negligenza e l’inettitudine delle istituzioni e dei suoi vertici, quella certa omertà presente nella gente comune. Al contempo, l’autore evidenzia il bisogno di cambiamento che tante persone avvertono. (recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Tv L’isola dei famosi cambia per scansare il Grande fratello

E

Le logiche concorrenziali del palinsesto

Esiste una prassi televisiva secondo la quale se una trasmissione non frutta gli ascolti previsti, gli addetti ai lavori corrono subito ai ripari. È proprio quello che è successo di recente in casa Rai con “L’isola dei famosi”: dopo il flop di ascolti della prima puntata, che ha totalizzato “solo” 3 milioni di spettatori contro i 5,3 del concorrente concomitante “Grande fratello”, la direzione ha deciso di spostare lo show di Rai Due dal lunedì al mercoledì, sperando che le sorti del reality possano migliorare e confermare le aspettative economiche degli impresari televisivi. Cambiare la programmazione del più importante reality-show di un network nazionale, scappando dal confronto con la rete concorrente, dimostra quanto sia precaria e paurosa l’ideazione e la gestione della tv spazzatura. È bastato che “L’isola” perdesse la prima battaglia di ascolti con il Gf, e subito l’amministrazione Rai ha tirato i remi in barca, per cambiare giorno, scegliendo una serata in cui non ci sono altre trasmissioni simili con cui combattere. Tutto questo ha un significato molto importante: il pubblico televisivo che ama i reality-show è ben definito e non così numeroso come sembra. Raddoppiare in una stessa serata i momenti di tv spazzatura non significa raddoppiare gli ascolti. Nell’esperimento fallito della convivenza del lunedì sera la Ventura sperava di rubare ascolti alla Marcuzzi, ma il Gf è risultato più forte: è in onda da ormai quattro mesi, il pubblico si è affezionato e non vuole cambiare. Si è deciso quindi di non disturbare i preziosi spettatori del lunedì sera, tentando di recuperarli in toto due giorni dopo, senza la concorrenza fra i piedi. In questo modo il pubblico aumenta per entrambe le trasmissioni, e tutti potremo risolvere il nostro dilemma: delle due, quale tv spazzatura guardare? Delle due, entrambe. A raddoppiare però non è solo lo spazio privilegiato del “mondo reality”: aumenta la spazzatura, aumentano i messaggi negativi. Ecco come. Quest’anno “L’isola dei famosi”, è meno “famosa”, visto che metà dei partecipanti è composta da parenti, stretti o meno, di vip italiani. Non importa se siano degli sconosciuti, in qualche modo riflettono la luce di chi in famiglia invece è riuscito a imporsi al pubbli-

di Alberto Averoldi

co. Questa fama indiretta, ottenuta di rimbalzo dal celebre parente di turno, è un ulteriore pericoloso messaggio che la televisione infonde nelle vite degli italiani: anche se non combini niente nella vita, puoi sempre sfruttare la fortuna ottenuta da altri vicino a te, puoi godere del beneficio delle tue conoscenze altolocate. L’esatto contrario della tanto celebrata e poco praticata meritocrazia, una chimera tutta italiana. Se sull’isola si esaltano conoscenze e protezioni, la casa del Gf ospita i perfetti sconosciuti e li veste di notorietà. Ecco l’altra deriva disumana del mondo reality: non importa chi sei o cosa fai nella vita, basta che tu sia visto da tante persone, in una vetrina sempre illuminata, e col passare del tempo sarai famoso. Ma per restare in quella vetrina dovrai essere uno spietato calcolatore, dovrai fare in modo che gli altri vengano eliminati, pensare solo a te stesso e ai soldi che ti aspettano. Davanti a questi messaggi televisivi di distruzione di massa, strillati e amplificati a reti unificate, c’è un’Italia che ha tutte le carte in regola per riscattarsi, ma che ogni sera le consegna ai tiranni mediatici, che indisturbati continuano a danzare.

Simona Ventura alla guida de “L’isola”

SAB Rai Tre, h. 8.40 MALINCONICO AUTUNNO Commedia del 1958 diretta da Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari. A Barcellona il capitano italiano di un mercantile spagnolo prende le parti di un bimbo vittima di un’ingiustizia, il quale gli si affeziona subito. Il piccolo deve pagare i danni di un guaio che non ha combinato… Quando l’uomo conosce la madre, vedova, se ne innamora e decide di cambiare vita… Rai Due, h. 11.25 CAMPIONATI MONDIALI DI SCI È oggi in scena la “15 km inseguimento femminile”, per la specialità dello sci di fondo. La gara si disputerà sulla pista di Holmenkollen, a Oslo. Tv2000, h. 18.30 CONTROVENTO Monica Mondo conduce un interessante momento di approfondimento su questioni sociali, culturali, morali. L’intento del programma è quello di offrire un diverso punto di vista riguardo ad aspetti della vita sui quali sembra sia stata già detta l’ultima parola. Rete Quattro, h. 21.30 LIE TO ME Continua il successo di questa fortunata serie tv interpretata da Tim Roth. Uno psicologo esperto di mimica facciale è al soldo dell’Fbi per scovare il colpevole nei casi più difficili. Basta leggere la verità sul volto di chi sta mentendo…

Italia Uno, h. 21.10 MADAGASCAR 2 – VIA DALL’ISOLA Seconda avventura per i simpatici animali scappati dallo zoo di Central Park e naufragati su un isola apparentemente deserta. La zebra Marty, il leone Alex, la giraffa Melman e l’ippopotamo Gloria, insieme ai loro amici pinguini decidono di tornare a casa, a New York. Ma il loro aereo precipita nella savana africana e lì inizia una nuova storia.

DOM Canale Cinque, h. 8.50 LE FRONTIERE DELLO SPIRITO Settimanale dedicato all’attualità del cattolicesimo in Italia e nel mondo. Il card. Gianfranco Ravasi ci parlerà delle letture della domenica. Rete Quattro, h. 12.00 MELAVERDE Alla scoperta delle bellezze del territorio italiano. Edoardo Raspelli visita un bosco di rari abeti rossi: dal loro legno si ricavano le casse armoniche per i pianoforti e gli strumenti ad arco di tutto il mondo. Rai Tre, h. 12.55 RACCONTI DI VITA Giovanni Anversa racconta le storie di chi vive per strada senza una fissa dimora. In studio c’è Enrico, che da imprenditore si è ritrovato senza casa, e Abdul, laureato in Senegal e oggi costretto a mendicare in Italia. Discovery Channel, h. 14.00 COM’È FATTO Canale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico che serve per costruire oggetti di uso comune. Rai Tre, h. 21.30 PRESA DIRETTA Riccardo Iacona racconta l’Italia e gli italiani attraverso ciò che non funziona nella gestione della cosa pubblica. In questa puntata verranno puntati i riflettori sull’amministrazione della Regione Lombardia e della Regione Lazio.

Sky Cinema Uno, h. 21.10 SALVATE IL SOLDATO RYAN Canale Sky 301. Nonostante la celebrazione spropositata dell’America salvatrice d’Europa, questo film sullo sbarco in Normandia, vincitore di ben cinque premi Oscar e due Golden Globe, riassume tutta la tristezza e la pazzia della guerra, in una storia affascinante e originale. Diretto da Steven Spielberg e interpretato da Matt Damon e Tom Hanks.


Telecomando

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Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro ci insegna a scegliere i prodotti di primo consumo al supermercato. Obiettivo puntato sulle merendine e snack che i nostri figli mangiano a scuola o a merenda. Quali sono i reali valori nutrizionali?

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schieramenti politici, giornalisti ed opinionisti.

Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Uno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra regione.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, presenta una serie di documentari dedicati alla storia del secolo scorso: gli eventi più caratterizzanti del ‘900 fra politica, cultura, personaggi.

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE Rubrica settimanale dedicata alla montagna, con le sue storie, i suoi volti, il suo potenziale. Interviste, approfondimenti, appuntamenti sul territorio. Oggi conosceremo la vita del poeta Attilio Bertolucci, che compose la maggior parte delle sue opere in un piccolo borgo sull’Appennino emiliano.

Rai Tre, h. 14.50 TGR LEONARDO Una striscia quotidiana dedicata alla scienza e alle tecnologie d’avanguardia. Le ultime scoperte e le loro applicazioni nella vita quotidiana. Rete Quattro, h. 16.30 EROE PER CASO Commedia del 1992 con Dustin Hoffman e Geena Davis. Un ladruncolo di periferia salva suo malgrado 54 persone sopravvissute ad un atterraggio di fortuna in seguito ad un disastro aereo. Ma la sua fama viene subito messa in discussione da una giornalista che sostiene di aver scovato il vero eroe nei bassifondi della città… Rete Quattro, h. 21.10 IL PATRIOTA Pellicola diretta da Roland Emmerich nel 2000, con Mel Gibson e Heath Ledger. Carolina del Sud, 1776. Benjamin Martin, eroe di guerra, vive con la sua famiglia in campagna, lontano dalle battaglie. Ma quando un ufficiale inglese rapisce suo figlio in una razzia contro il popolo, Ben decide di imbracciare di nuovo il fucile e di farsi giustizia.

Rete Quattro, h. 00.25 THE RIVER WILD – IL FIUME DELLA PAURA Ottimo thriller ad alta tensione del 1995, con Meryl Streep e Kevin Bacon, ambientato nelle rapide di un fiume del Montana. Un’abile vogatrice è in vacanza con la sua famiglia per festeggiare il compleanno del figlio. Incappano in due criminali in fuga, che li obbligano a trasportarli lontano dalla polizia….

Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Appuntamento quotidiano dedicato alla salute e all’approfondimento scientifico. Prevenzione e informazioni utili su come prepararsi al cambio di stagione e all’arrivo delle allergie respiratorie. Rai Quattro, h. 15.05 LOST Un’avvincente serie tv che ha avuto molto successo negli ultimi anni. Le storie dei sopravvissuti a un disastro aereo, imprigionati su di un isola deserta e misteriosa. In onda le puntate della quarta stagione. La 7, h 18.00 MAC GYVER Ottimo telefilm d’azione con Richard Dean Anderson. Un ex agente segreto lavora per una fondazione umanitaria, in difesa dei più deboli. In onda le repliche della quinta serie.

Cielo, h. 13.00 GLI SGOMMATI Divertenti sketch socio-politici interpretati da pupazzi dalle ben riconoscibili fattezze: Bossi, Bersani, Berlusconi, Vendola… La satira e la comicità della realtà. La 7, h. 13.55 OBIETTIVO MORTALE Giallo politico del 1982 con Sean Connery. Un cronista televisivo viene a conoscenza di una scoop sensazionale: le trattative segrete per la vendita di due bombe atomiche al sovrano di uno staterello arabo… Rete Quattro, h. 16.35 RICOMINCIO DA TRE Il tripudio della commedia napoletana di Massimo Troisi, in un film realizzato nel 1981. La storia strampalata di Gaetano, che lascia la provincia napoletana per trasferirsi a Firenze. La commedia della vita quotidiana riletta da un grande attore.

Rai Due, h. 21.05 NELLA RETE DEL SERIAL KILLER Thriller del 2008 diretto da Gregory Hoblit. Un’agente dell’Fbi deve indagare sul caso di un pericoloso serial killer che si serve di un sito internet pirata.

Mtv, h. 21.00 IL TESTIMONE Il comico Pif torna in tv con le repliche dei suoi successi giornalistici. Armato di telecamera portatile alla scoperta delle stranezze della vita di tutti i giorni. In questa puntata scopriremo le star di Bollywood.

Rete Quattro, h. 21.10 L’ULTIMO BOY SCOUT Ottima commedia d’azione diretta da Tony Scott nel 1991, con Bruce Willis. Un ex agente dei servizi segreti, caduto in disgrazia per la sua onestà, tira a campare come detective privato. Gli capita per le mani un caso che scotta, e ben presto si trova coinvolto in un complotto per uccidere un influente membro del Congresso… un classico da rivedere.

Rete Quattro, h. 21.10 RAMBO Ottimo film d’azione del 1982, con Sylvester Stallone. Un reduce del Vietnam torna in patria, la sua vita è ormai solitudine e vagabondaggio. Ma uno sceriffo di provincia vuole allontanarlo dalla sua cittadina. Scatenerà la rabbia di Rambo, che riverserà sulle autorità tutta la sua rabbia repressa. Un cult del cinema per una storia avvincente. Da vedere.

Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il cronista e scrittore Corrado Augias ha carta bianca sugli argomenti e sulle indagini giornalistiche che ogni giorno ci presenta. Sul tavolo i problemi dell’Italia e l’attualità internazionale. Tv2000, h. 20.00 AGGUATO SUL FONDO Continua la serie di documentari che raccontano l’Italia a partire dalle sue ricchezze più preziose: le antiche tradizioni popolari delle città e dei borghi. La 7, h. 20.30 OTTO E MEZZO Tavolo di discussione politica e di approfondimento giornalistico sui fatti italiani e sulle realtà internazionali più importanti del momento. Conduce il dibattito la giornalista Lilli Gurber. Cielo, h. 21.00 THE TRANSPORTER Ottimo film d’azione con Jason Statham. Un ex agente segreto americano lavora in Francia come corriere, trasportando e proteggendo pacchi di cui non conosce il contenuto.

Sky Cinema Uno, h. 21.10 THE ROAD C a n a l e S k y 3 0 1 . Tr a t t o dall’omonimo romanzo di Cormac McCarthy, questo film ben architettato narra l’ipotetica vita dopo un disastro mondiale: la Terra è morta, la natura non dà più i suoi frutti e gli animali sono spariti. La convivenza civile è stata sostituita dalla legge della giungla. Un uomo e suo figlio devono attraversare l’America per trovare la salvezza.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella ed Eva Crosetta analizzano gli italiani e i piccoli problemi quotidiani del Belpaese. Oggi ci si chiede fino a quanto si è disposti a scendere a compromessi pur di fare carriera, la domanda della puntata è “Ma siamo tutti in vendita”? Rete Quattro, h. 15.35 LA BATTAGLIA DEI GIGANTI Film di guerra del 1962 con Charles Bronson, Henry Fonda e Robert Shaw. Dicembre 1944: in previsione di una nuova, dura ripresa delle ostilità da parte dell’esercito tedesco, gli americani si preparano nelle Ardenne ad affrontare i loro carri armati… Iris, h. 21.05 STARGATE Ottimo film di fantascienza con Kurt Russell e James Spader. Una squadra di militari viene spedita, attraverso una magica porta dimensionale rinvenuta in Egitto, ai confini dello spazio conosciuto, in un pianeta popolato da esseri umani, che vivono sotto il dominio di una misteriosa e vendicativa divinità…

Rai Quattro, h. 21.10 DARK CITY Spettacolare film di fantascienza diretto da Alex Proyas nel 1998. Una città sommersa dal buio e dalle luci soffuse delle automobili è lo scenario di una storia incredibile. Cosa succederebbe se durante il sonno le nostre vite venissero scambiate con altre e ci risvegliassimo nei panni di un’altra persona, senza ricordare nulla della vita precedente? Da vedere.


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Cultura e comunicazione Radio e Media

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Sanremo Commenti e voti ad artisti e canzoni

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“Big” Vecchioni e “young” Gualazzi di Ricky Barone

Alla prima partecipazione alla kermesse sanremese vince, con il brano “Chiamami ancora amore”, il “professore” Roberto Vecchioni. Tra i giovani trionfa Raphael Gualazzi con “Follia d’amore”. Roberto Vecchioni, “Chiamami ancora amore”: la canzone è in linea con lo standard di Vecchioni, anche se il “prof” ha scritto brani più memorabili. La sua vittoria riallaccia il dialogo tra Sanremo e la canzone d’autore, che si dimostra ancora viva, soprattutto quando presenta i suoi migliori interpreti. Canzone: 7,5; esibizione: 7,5. Modà e Emma, “Arriverà”: i Modà, che si rifanno ai più talentuosi Negramaro, sono bravi e piacciono e il pezzo trionferà negli ascolti. Emma, al momento, pare un gradino sotto. Bello, comunque, il mix tra voce maschile e voce femminile. Canzone: 8; esibizione: 7. Al Bano, “Amanda è libera”: passano i decenni ma Al Bano non cambia mai: voce straordinaria, non altrettanto le sue canzoni. Apprezzabile il testo impegnato della canzone che farà da traino all’ennesimo tour internazionale del cantante di Celli-

no. Canzone: 6; esibizione: 9. Davide Van De Sfroos, “Yanez”: chi conosce Davide Bernasconi sa che questa canzone non è di certo la sua migliore e che il cantautore comasco preferisce esibirsi in contesti più ruspanti e sanguigni. Un’apparizione comunque importante perché sdogana il folk italiano, che sta vivendo un ottimo momento in tutta la penisola. Canzone: 6; esibizione: 6. Anna Tatangelo, “Bastardo”: una canzone brutta, che dimostra che la tipica e scontata “canzone melodica italiana” è sul viale del tramonto, nonostante l’esibizione grintosa e ben calibrata della Tatangelo. Una svolta nel suo repertorio potrebbe giovarle. Canzone: 5; esibizione: 7. Luca Barbarossa e Raquel del Rosario, “Fino in fondo”: per loro vale il discorso fatto per la Tatangelo, anche se il pezzo è più equilibrato e gradevole. Permane la sensazione che questo tipo di canzoni sia giunto al capolinea. Canzone: 6; esibizione: 6. La Crus, “Io confesso”: il brano scritto da Mauro Ermanno Giovanardi è forse il più interessante della rassegna, con quel suono moderno ma anche un po’ retrò. Peccato per l’esecuzione vocale non sempre impeccabile. Canzone: 8; esibizione: 6. Giusy Ferreri, “Il mare immenso”: la cantante siciliana rischia molto con questa sua partecipazione a Sanremo. In particolare perché evi-

denzia una voce decisamente sgradevole, con una esasperante tendenza al “birignao”. Urge l’intervento di un produttore in grado di levigare il timbro vocale per rimetterla in carreggiata. Canzone: 6; esibizione: 5. Nathalie, “Vivo sospesa”: alla sua prima esibizione a Sanremo Nathalie presenta un brano accattivante e al passo coi tempi, nonostante alcune timidezze vocali. Suggeriamo di applicarsi e lavorare per raggiungere la completa maturazione, ma il futuro, pur essendo dalla sua parte, rimane comunque un’ipotesi. Canzone: 7; esibizione: 5,5. Luca Madonia (con Franco Battiato), “L’alieno”: l’ex leader (con Mario Venuti) dei Denovo ha sempre scritto belle canzoni, anche se il successo non gli ha mai arriso. Anche “L’alieno” è decisamente piacevole, e tra i migliori di questa edizione. Breve, ma straordinario, il cameo vocale di Franco Battiato, che ha lasciato il suo segno indelebile anche in questo brano. Canzone: 7,5; esibizione: 6,5. Raphael Gualazzi, “Follia d’amore”: il pezzo è bello, e musicalmente non banale, ennesimo prodotto della factory di Caterina Caselli, oggi instancabile quanto abile talent scout. La presenza alla tromba di un autentico fuoriclasse come Fabrizio Bosso nobilita una canzone che Raphael ha ben interpretato, pur con qualche sbavatura.Canzone: 7,5; esibizione: 6,5.

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo è di don Giuseppe Fusari. Ecclesia di febbraio è realizzato in collaborazione con l’Ufficio di pastorale della salute. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, si presenta ricco di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia. LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: la Settimana teologicopastorale; l’Ordo virginum; il 18° Concorso musicale Tappeto Volante; la Via Lucis a Bienno. La rubrica “4 parole” è con mons. Cesare Polvara, provicario generale. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; su TelePace il venerdì alle 15, il sabato alle 18.30 e la domenica alle 23.20. BELLI DENTRO Dal lunedì al venerdì alle 17.10 Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni presentano canzoni, giochi, ospiti in diretta e sondaggi, in un piacevole contenitore per finire la giornata lavorativa. A seguire, non perdete “Zona relax”, un’accurata selezione di musica “morbida” non stop.

Roberto Vecchioni

VOX POPULI Dal lunedì al venerdì è possibile partecipare al nostro sondaggio quotidiano dedicato ai più importanti temi d’attualità, realizzato in collaborazione con il quotidiano on line lavocedelpopolo.it. Al termine del programma “Belli dentro”, i risultati finali.


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SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

Le nostre frequenze

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pensieri per l’anima (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story

Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della salute. L’assistenza domiciliare ai malati psichiatrici. - Letture per lo spirito - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana appuntamenti e iniziative diocesane 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14,35 Diretta sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.03 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pensieri per l’anima (replica) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Brescia in diretta - fatti e personaggi in primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pensieri per l’anima (replica) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Il punto della settimana Giovedì 11.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

“Il Grinta” Il western secondo i fratelli Coen

Cercasi giustizia tra chiacchiere e spari Non è il rifacimento del western del 1969 che valse l’Oscar a John Wayne. Nei panni del protagonista Jeff Bridges che risponde al desiderio di Mattie (Hailee Steinfeld) di punire chi le ha ucciso il padre. Sulla loro strada lo sceriffo La Boeuf (Matt Damon)

Jeff Bridges (Il Grinta) e Matt Damon (La Boeuf)

PROGRAMMAZIONE Jellystone Park è in forte crisi finanziaria e per questo motivo il sindaco Brown ha deciso di chiuderlo e vendere il terreno. Questo significa che le famiglie non potranno più godere della bellezza della natura e degli spazi all’aperto e, cosa ancora peggiore, Yoghi e il suo compagno Bubu saranno costretti a lasciare l’unica casa che hanno mai conosciuto. Una nuova grande avventura... La versione di Barney di Richard J. Lewis

L’orso Y Yoghi di Eric Breving

Le cronache di Narnia ...veliero di Michel Apted

Vi presento i nostri di Paul Weitz

Sale della comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 27 febbraio ore 20.45; martedì 1 marzo ore 20.45; IDEAL – CASTENEDOLO: sabato 26 febbraio ore 21.00; domenica 27 febbraio ore 21.00

Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 26 febbraio ore 21.00; domenica 27 febbraio ore 15.00, 17.30; SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: sabato 26 febbraio ore 20.45; domenica 27 febbraio ore 20.45; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 26 febbraio ore 20.45; domenica 27 febbraio ore 15.30, 20.45; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 26febbraio ore 21.00; domenica 27 febbraio ore 15.00

Sale della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: domenica 27 febbraio ore 15.00, 18.00, 20.45; SPLENDOR – ODOLO: sabato 26 febbraio ore 20.45; domenica 27 febbraio ore 20.30; SAN TARCISIO – VISANO:

Sale della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 26 febbraio ore 21.00; domenica 27 febbraio ore 15.00, 21.00; lunedì 28 febbraio ore 21.00; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 26 febbraio ore 20.30; domenica 27 febbraio ore 20.30;

Megamind di Tom McGrath

Che bella giornata di Gennaro Nunziante

I fantastici viaggi di Gulliver di Rob Letterman

Le avventure di Sammy di Ben Stassen

Stanno tutti bene di Kirk Jones

Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – BIENNO: sabato 26 febbraio ore 20.30; domenica 27 febbraio ore 15.30; CRYSTAL – LOVERE: domenica 27 febbraio ore 15.00

Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: domenica 27 febbraio ore 20.45; lunedì 28 febbraio ore 20.45

Sale della comunità ASTRA – LUMEZZANE SAN APOLLONIO: sabato 26 febbraio ore 20.30; domenica 27 febbraio ore 14.30, 17.30, 20.30

Sale della comunità INZINO – INZINO: sabato 26 febbraio ore 20.30; domenica 27 febbraio ore 15.00; SAN COSTANZO – NAVE: domenica 27 febbraio ore 14.30, 17.00

Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 26 febbraio ore 20.45; domenica 27 febbraio ore 20.45


LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

I

di Nicola Rocchi

I fratelli Joel e Ethan Coen hanno sgombrato il campo da equivoci: la loro versione de “Il Grinta” non è il rifacimento del western diretto nel 1969 da Henry Hathaway, che valse a John Wayne l’unico Oscar della carriera. Il film dei fratelli Coen ritorna all’origine, al romanzo di Charles Portis che nel 1968 creò la quattordicenne Mattie Ross e il suo insolito compagno di avventure, lo sceriffo Rooster Cogburn. Grasso, alcolizzato, poco avvezzo alle buone maniere, con una vistosa benda nera sull’occhio destro, Rooster è chiamato “il Grinta” per la determinazione con cui insegue

e riporta indietro i criminali. Preferibilmente morti, perché Cogburn non si cura di ripassare le regole prima di metter mano alla pistola. La personalità di Rooster – al quale Jeff Bridges presta il suo corpaccione e un’intrigante verve ironica – si rivela, all’inizio, durante un processo nel quale il suo racconto di uno scontro a fuoco con alcuni ricercati viene demolito dalla difesa. È uno dei molti, brillanti momenti di dialogo di un film costruito su lunghe conversazioni, che riprendono ampi passaggi del romanzo. La più accanita conversatrice è Mattie (una stre-

pitosa esordiente, Hailee Steinfeld) che fin dall’inizio persegue con determinazione il proprio obiettivo. Suo padre è stato ucciso e derubato da Tom Chaney (Josh Brolin), che dopo l’omicidio si è unito a una banda di fuorilegge. Mattie cerca un uomo in grado di ritrovare l’assassino e fare giustizia: e sceglie “il Grinta” proprio perché attratta dalla sua aura di spietatezza. Il rapporto tra i due sarà complicato, fatto di continue diatribe, reciproche delusioni e slanci di solidarietà. Ad arricchirne la dialettica si aggiunge un ranger texano, La Boeuf (Matt Damon con un assurdo paio di baffoni), che insegue Chaney per incassare la taglia che pende su di lui. Si respira in ogni scena l’amore dei Coen per la mitologia del vecchio West, ma la cruda realtà non è attenuata: i due protagonisti si muovono soltanto per denaro, sanno

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che per sopravvivere devono uccidere e, sotto un cielo lattiginoso, incontrano un’umanità selvatica per la quale la morte altrui è quasi sempre una sicura fonte di guadagno. Pure, ne “Il Grinta” non si riversa la stessa dose di quel cinismo che è uno dei marchi di fabbrica dei Coen. Paesaggi, uomini e vicende sono come trasfigurati dalla lentezza della narrazione, che permette agli autori di tratteggiare figure a tutto tondo. Splendida e complessa quella di Mattie, una ragazzina costretta ad essere adulta, animata da un radicale senso di giustizia che include la vendetta senza esaurirsi in essa. La sua fermezza le guadagna il rispetto degli interlocutori: anche del burbero Rooster, gran narratore e ambiguo giustiziere, che cavalca allo stremo per lei in una fiabesca notte stellata.

In tutto il mondo gli uomini distruggono il loro ambiente naturale: i ghiacciai dell’Artico si sciolgono ad una velocità impressionante, l’entroterra australiano è devastato dagli incendi, ondate di petrolio causano disastri nell’arcipelago delle Galapagos. Obbligati a fuggire da un ecosistema ormai invivibile, gli animali decidono di mettersi in marcia verso New York per ribellarsi al genere umano... Hereafter di Clint Eastwood

Qualunquemente di Giulio Manfredonia

Animals united di R. Kloos e H. Tappe

The Green Hornet di Michel Gondry

Sale della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: venerdì 25 febbraio ore 20.45 (cineforum); domenica 27 febbraio ore 21.00; LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 26 febbraio ore 20.30; domenica 27 febbraio ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 28 febbraio ore 20.30

Sala della comunità AURORA – PONTE CAFFARO: sabato 26 febbraio ore 21.00; domenica 27 febbraio ore 21.00; lunedì 28 febbraio ore 21.00

Sale della comunità AURORA – PALAZZOLO: domenica 27 febbraio ore 16.00, 20.30; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 26 febbraio ore 20.30; domenica 27 febbraio ore 15.30; SEBINO – SALE MARASINO: sabato 26 febbraio ore 20.45; domenica 27 febbraio ore 16.00, 20.45; CORALLO – VILLANUOVA: domenica 27 febbraio ore 14.30; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 27 febbraio ore 16.15

Sala della comunità AURORA – RONCADELLE: sabato 26 febbraio ore 02.30; domenica 27 febbraio ore 15.00

Tre sono morti. Chi è il Numero Quattro? John Smith è in fuga da spietati nemici inviati per annientarlo. Cambia identità, si sposta di città in città con il suo guardiamo Henri, John è sempre un nuovo ragazzo senza alcun legame con il passato. Nella piccola cittadina dell’Ohio che ora chiama casa, John va incontro a inaspettati eventi che cambiano la sua vita: il primo amore, nuovi poteri e un legame... Sono il numero quattro di Daniel John Caruso Sala della comunità PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 26 febbraio ore 20.45; domenica 27 febbraio ore 16.00;

CINEFORUM Lo spazio bianco di francesca Comencini Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 25 febbraio ore 20.45

Io sono con te di Guido Chiesa Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: venerdì 25 febbraio ore 20.45

Nowhere boy di Sam-Taylor Wood Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: venerdì 25 febbraio ore 21.00

Il concerto di Radu Mihaileanu Sala della comunità CENTRO CULTURALE SAN FILIPPO NERI – GARDONE V.T.: lunedì 28 febbraio ore 20.30

L’illusionista di Sylvain Chomet Sala della comunità AURORA – PAVONE MELLA: martedì 1 marzo ore 20.45; giovedì 3 marzo ore 20.45

Fratelli d’Italia di Claudio Giovannesi Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: martedì 1 marzo ore 20.45

The social network di David Fincher Sala della Comunità ASTRA – S. APOLLONIO: giovedì 3 marzo ore 20.30



LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Economia Elaborata dalle Acli nazionali

Una Social card nuova contro la povertà Lo strumento è stato presentato nei giorni scorsi e, nelle intenzioni dei suoi ideatori, rappresenta una adeguata risposta al 5% delle famiglie italiane. Per il ministro Sacconi, però, mancano le risorse per sostenere il piano

L

La “più grande e incisiva riforma mai realizzata per i poveri in Italia”. Attuabile fin da subito e a costi sostenibili, in tre anni porterà un aiuto concreto alle persone nella povertà più dura, quella assoluta. Si tratta di una “nuova Social card” fatta di un mix di soldi e di servizi, gestita dallo Stato con il ruolo fondamentale dei Comuni e del Terzo settore: dovrebbe dare in media 129 euro al mese a ogni famiglia povera, facendo crescere mediamente il reddito fami-

Varata nel 2008

Storia e vicende di una misura di sostegno

a cura di Massimo Venturelli

liare del 18%. Il tutto con un impatto sul bilancio pubblico assolutamente sostenibile: 787 milioni aggiuntivi all’anno, per tre anni, per un totale a regime di 2,36 miliardi di euro in più all’anno rispetto ad oggi. Una cifra rispettabile, ma pur sempre “contenuta rispetto agli abituali flussi della spesa statale”: per ognuno dei tre anni a venire si tratta, infatti, di dedicarvi in aggiunta al precedente lo 0,05% del Pil. Sono queste le caratteristiche principali della “nuova Social card” delinea-

ta nel Piano nazionale contro la povertà redatto per le Acli da un gruppo di ricercatori, tecnici, studiosi e docenti universitari. La proposta delinea una serie di interventi sui quali si registra un consenso elevato fra studiosi e addetti ai lavori: è stata illustrata nei giorni scorsi a Roma in occasione del convegno “La povertà oltre la crisi”, alla presenza del ministro del Lavoro e delle politiche sociali Maurizio Sacconi che ha precisato l’attuale assenza delle necessarie coperture finanziarie. Il progetto, spiegato da un reportage sul sito www.redattoresociale.it, mira a cambiare radicalmente l’intervento pubblico sulla povertà partendo dall’esistente, prendendo “il meglio” dell’attuale social card, “valorizzandone i punti di forza e agendo su quelli di debolezza”, fino a tratteggiare un sistema capace di realizzare il più incisivo intervento nel settore mai portato a termine nel Paese. L’impianto studiato promette di garantire un supporto a

La Social card varcherà le soglie del 2012. A poco meno di un anno dal suo primo traguardo, infatti, per la Carta acquisti si prepara un periodo di sperimentazione di 12 mesi da affrontare con una copertura che ricorrerà al Fondo speciale istituito nel 2008 nel limite massimo di 50 milioni di euro. È quanto stabilisce il decreto Milleproroghe criticato nei giorni scorsi dal Presidente della Repubblica Napolitano. Secondo il testo saranno alcuni enti caritativi nei comuni con più di 250 mila abitanti a sperimentare per un anno la carta acquisti in vista di una eventuale proroga della misura prevista con il decreto legge 112 del 2008. Presentata nel dicembre 2008 per il triennio successivo, la Social card ha ricevuto ad oggi critiche ed elogi, ma non tutti sanno che, adeguata o meno nel rispondere alle esigenze delle famiglie indigenti, resta pur sempre la prima misura nazionale contro la povertà introdotta in Italia. La Carta acquisti è uno strumento rivolto alle famiglie povere con anziani over65 o con bambini fino a tre anni. È stata pensata per il sostegno della spesa alimentare, sanitaria e il pagamento delle bollette della luce e del gas. Vale 40 euro al mese e viene caricata ogni due mesi con 80 euro. Ai titolari

quel 4,7% delle famiglie italiane colpite dalla povertà assoluta, raggiungendo anche le persone escluse di diritto o di fatto dall’attuale sistema: gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per lungo soggiornanti, i senza dimora, tutte le famiglie povere indipendentemente dall’età dei loro componenti. Non una cifra uguale per tutti (i 40 euro attuali), ma un intervento differenziato sul territorio che tenga conto della condizione familiare e delle differenze territoriali, in termini di costo della vita, fra Nord e Sud e fra piccoli e grandi centri urbani: l’importo potrà oscillare fra i 1000 e i quasi 3000 euro l’anno a famiglia, con una media di 1548 euro (129 al mese), da aggiungere ai servizi offerti sul territorio. Il tutto con un sistema di controlli efficaci e puntuali per evitare abusi. Per realizzare questi obiettivi secondo gli studiosi i soldi ci sarebbero. Bisogna solamente decidere di usarli a questo scopo, e non per altri.

della carta, inoltre, è riconosciuto dai negozi e dalle farmacie convenzionate uno sconto del 5% con alcune eccezioni. Per accedere alla Social card bisogna rispettare dei requisiti ed è erogata esclusivamente ai cittadini italiani. Ad oggi la Social card è stata finanziata in buona parte con un fondo creato con donazioni provenienti da Eni e Enel tramite la Fondazione Enel Cuore, nonostante in varie occasioni si era parlato di un finanziamento con la Robin Tax, dai ‘conti dormienti’ e poi anche dal Superenalotto. L’Eni ha donato 200 milioni di euro, mentre l’Enel 50 milioni, a cui si sono aggiunti 485 milioni di euro derivanti dal recupero degli aiuti di Stato. Al 30 giugno 2009, secondo l’ultimo aggiornamento sul sito internet del Governo, si contavano come “entrate per stanziamenti e donazioni” circa 808 milioni di euro. La platea di circa 1 milione e 300mila beneficiari, però, non è mai stata raggiunta. Tant’è vero che il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, intervenendo in un question time a Montecitorio lo scorso 2 febbraio, ha spiegato come “a fronte delle erogazioni già effettuate alla data del 31 dicembre 2010” ci siano ancora “487 milioni di euro disponibili per il programma Carta Acquisti”.


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Economia e lavoro Aliment

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Iniziative L’edizione numero cinque

Ristorazione: torna il “Gran trofeo d’oro” Il concorso inserito nel programma di Aliment& attrezzature

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Un’importante missione per il settore turistico-alberghiero, quella di farsi ambasciatore dell’alta cucina e dell’enogastronomia bresciana di qualità, in Italia e all’estero. I migliori allievi ed insegnanti delle scuole alberghiere e dei centri di formazione professionale nazionali ed europei si sfideranno dal 26 febbraio al 1° marzo 2011, in occasione della quinta edizione del “Gran trofeo d’oro della ristorazione Italiana”, riconosciuto a livello nazionale come il migliore concorso a scopo didattico del settore. Organiz-

zatori della prestigiosa competizione, ospitata dal Centro fiera del Garda di Montichiari, l’assessorato all’Agricoltura, alimentazione e agriturismo della Provincia di Brescia, l’Upi, Unione delle province italiane, Gambero Rosso, in collaborazione con Cast Alimenti – La Scuola di Cucina e Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana, con il sostegno del Miur, Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e del Mipaf, Ministero per le politiche agricole e forestali. Media – partner dell’evento Club di Papillon. L’edizio-

ne 2011 del concorso è patrocinata dal Comitato Italia 150, in concomitanza con la celebrazione dei centocinquant’anni dell’Unità nazionale, nell’ambito di una densa stagione di eventi, “Esperienza Italia”, nella doppia cornice di Officine Grandi Riparazioni e della Reggia di Venaria Reale. “Il Gran trofeo d’oro della ristorazione italiana – ha commentato l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Brescia, Francesco Tomasoni, durante la presentazione a Villa Barboglio, sede dell’assessorato – rappresenta un’idea vincente e di successo, un’ottima occasione di crescita didattico-professionale per centinaia di studenti e professori che, avvalendosi del prezioso contributo dei grandi maestri della gastronomia italiana, valorizzano le produzioni agricole bresciane nell’in-

terpretazione dei piatti principe della nostra tradizione culinaria”. 26 istituti italiani ammessi al concorso accanto a quattro europei, per un totale di 210 concorrenti chiamati a sfidarsi nella realizzazione di una proposta gastronomica tipica, connubio tra il territorio bresciano e il territorio di appartenenza delle squadre stesse. Il Presidente della Repubblica omaggerà la squadra vincitrice di un premio speciale. Una kermesse di assoluto pregio, inserita nel programma di “Aliment&attrezzature”, con l’obiettivo di trasmettere ai futuri cuochi le peculiarità enogastronomiche del territorio e, al contempo, di imprimere una forte spinta produttiva al settore agroalimentare, legato direttamente al comparto del turismo.


Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Esperienze Una professione da riscoprire

Il macellaio: un mestiere di nicchia Richiede una conoscenza che spazia su ampi settori: dagli animali alla macellazione

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Quanto conta l’esperienza nella nobile arte della macelleria? Tantissimo. E lo sa bene Franco Franzoni, titolare insieme alla moglie Giuliana Mafessoni della macelleria La Stella di Concesio (Brescia), che le ossa se le è fatte in vent’anni di lavoro nei mercati rionali e nella vendita all’ingrosso. E se nell’antica Firenze l’Arte dei Beccai era una corporazione governata da consoli e consiglieri, oggi il vero mestiere del macellaio è ancora più di nicchia, perché riservato a esperti e veri intenditori. La carne

bisogna conoscerla bene: dalla bestia ai tagli, dall’allevamento alle cotture, tutto fa parte di una sapienza artigianale che non può essere alla mercé di chiunque. “Le nostre carni – spiega Franzoni – provengono esclusivamente da allevamenti di fiducia, che conosco personalmente e che ho fidelizzato negli anni. Questo è sinonimo di eccellente qualità, controllo e sicurezza. Insomma, una garanzia di genuinità”. E l’aspetto invitante dei tagli esposti nella lunghissima vetrina refrigerata non fa che confermare le

parole del titolare. La macelleria La Stella è una realtà specializzata nel commercio di carni scelte superiori, appartenenti a una gamma vastissima e sempre rifornita. In negozio, dove al bancone la clientela è seguita da ben otto addetti alla vendita, si possono trovare carni avicole, bovine, suine, equine, ovine e salumi. Il successo di questa macelleria è il risultato di una ricerca di prodotti freschissimi e sopraffini, che però si distinguono per la competitivita dei prezzi. Alla Stella, infatti, la carne è rinomata e squisita, ma è proposta al pubblico con prezzi da ingrosso, invitanti sia per il cliente finale che per i ristoranti e le grandi organizzazioni, come comunità, mense scolastiche e aziendali, che sempre più numerose si riforniscono qui. La sfida è stata vinta in meno di

tre anni, conquistando moltissimi acquirenti da tutta la provincia, grazie al passaparola. Prezzi da ingrosso, qualità ottima: ecco il segreto. L’azienda, strategicamente posizionata su una via ad altissimo passaggio e dunque facilissima da raggiungere, vanta una superficie di 500 mq, di cui 300 di celle frigorifere. I laboratori, modernissimi e all’avanguardia, ospitano le tecnologie più avanzate, oltre a un personale selezionatissimo. Gli obiettivi per il futuro? Espandersi. Dopo la recente inaugurazione del punto vendita di Castel Mella (anch’esso posizionato su una strada ad alta percorrenza), sono in programma altri negozi per servire al meglio tutta l’area della provincia bresciana. L’appuntamento è dunque a breve, con il taglio del nastro della sede di Castegnato.


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Economia e lavoro Aliment

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Nuove tecnologie Lo sviluppo in cucina

I risultati migliori sono “sottovuoto” L’esperienza cinquantennale di Gandellini nel campo della ristorazione collettiva

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In 50 anni di lavoro per centri di cottura e ristoranti in quasi tutta Europa, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. La trasformazione tecnologica e la filosofia costruttiva hanno portato a una grande trasformazione del settore. Dalle prime cucine degli anni Sessanta, in ghisa e acciaio smaltato, funzionanti a gasolio, si è passati a quelle recenti completamente in acciaio inox, modulari, con risparmio energetico consistente. L’innovazione nelle cucine per la ristorazione collettiva, dunque, ha fatto passi da gigan-

te, specialmente nell’ultimo decennio, oggi sono molteplici le soluzioni atte a ridurre i costi, e migliorare la lavorazione del cibo con risultati d’eccellenza, nel gusto e nella cottura. Una nuova tecnologia nata circa vent’anni or sono in Francia, ma sviluppatasi negli ultimi anni, è la cottura in sottovuoto. Questa porta vantaggi evidenti. Si possono infatti eseguire nel forno a temperatura bassa, le cotture dei cibi direttamente in sacchetti speciali. In questo modo il sapore dell’alimento viene esaltato. L’energia impiegata e

le sostanze aromatiche sono di molto inferiori ai normali livelli. Gli scarti in pratica non esistono. Ovvio sottolineare come nemmeno la più sofisticata delle tecnologie potrebbe consentire ottimi risultati senza l’impiego di cibi di qualità. Con la tecnologia sottovuoto, comunque, l’organizzazione del servizio è facilitata in modo evidente. Ogni sacchetto contenente una porzione o più porzioni, dopo la cottura, può essere messo nel mantenitore, e al momento della comanda, lo si pone sul piatto, e lo si taglia facendo scivolare la porzione, già calda,direttamente nel piatto, pronta per essere eventualmente guarnita e servita al tavolo. Un’altro metodo si affianca a questo. Si tratta dell’abbattimento dopo la cottura e la successiva conservazione in frigorifero apposito, chiamato banca del cibo.

In questo modo si avrà a disposizione all’occorrenza una sequenza di alimenti cotti pronti per essere serviti. Si inseriranno prima nel rigeneratore, oppure nel forno a microonde, e poi in tavola. Un’altro vantaggio della cottura sottovuoto, è di riuscire a realizzare, cotture lunghe o particolari, di ricette che fanno parte della nostra tradizione regionale, purtroppo, ormai in disuso in diversi ristoranti, causa il tempo e costo eccessivo dei metodi di cottura abituali. Oltre le cotture descritte, il sottovuoto é niente altro che un imballaggio meccanico fatto con una macchina particolare che estrae aria all’interno del contenitori e sigilla poi il sacchetto. Ciò consente di conservare e salvaguardare più a lungo la freschezza del prodotto, ottenendo indiscutibili vantaggi.

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Paesi e parrocchie Bassa

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Ritratti Beppe Rocca

Sulla cresta dell’onda da 50 anni Ha attraversato cinque decenni di ristorazione bresciana. Attualmente è presidente Arthob Beppe Rocca

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Quando si parla di ristorazione nel Bresciano è difficile non imbattersi nel nome di Beppe Rocca, da cinquant’anni sulla cresta dell’onda ma con l’entusiasmo e la voglia di fare e di sperimentare che sono ancora quelli degli anni Cinquanta del secolo scorso quando, per aiutare un amico, si improvvisò cameriere in un ristorante in cui pranzavano le insegnati di una vicina scuola elementare. Da allora molto tempo è passato e da semplice cameriere è divenuto uno dei nomi più importanti del-

la buona tavola bresciana. La fama dell’attuale presidente dell’Arthob non è nata dal nulla. Basta chiedergli di raccontare come Beppe Rocca sia diventato Beppe Rocca per apprendere di una carriera costruita sulla voglia di apprendere, della scuola al seguito di grandi chef, barman, sommelier, grandi professionisti del mondo dell’enogastronomia. Ma la sua è anche la storia di una gran voglia di fare, di non considerarsi mai arrivato anche quando incontestabili successi professionali avrebbero

potuto portarlo a considerarsi tale, a tirare i remi in barca. E infatti è ancora Beppe Rocca ad accogliere oggi i potenziali clienti, a trattare con loro la definizione del menù, la sistemazione della location negli splendidi spazi dello storico Palazzo Gambara di Bedizzole, oggi più noto come Casa Rocca. Dimostra quella vitalità e quella sana ambizione che oggi sembra mancare ai tanti giovani che scelgono la ristorazione come professione. “Un limite dei giovani che oggi scelgono questo campo è che sono abbagliati dal miraggio del tutto e subito – afferma Beppe Rocca –. Non sembrano avere la pazienza necessaria per costruire la loro carriera”. Quella pazienza che Beppe Rocca ha, evidentemente, avuto costruendo passo per passo la sua

storia di ristoratore che, ormai, ha attraversato cinque decenni e che hanno trovato la pagina più recente in Casa Rocca, la dimora patrizia adagiata sulle colline moreniche. Casa Rocca, grazie anche al suo patron, è diventata un punto di riferimento per le coppie prossime al matrimonio e per quelle realtà in cerca di un ambiente suggestivo per celebrare momenti e circostanze di particolare importanza. Palazzo Gambara, o Casa Rocca, è una struttura polifunzionale in grado di funzionare anche come centro congressi con la possibilità di ospitare sino a 400 persone nella sala più grande ricavata dalle scuderie. La sua posizione geografica è strategica, poco distante dal Lago di Garda nel pittoresco paese di Bedizzole.


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Economia e lavoro Aliment

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Onaf Presentata la stagione 2011

Un anno per i formaggi bresciani L’aerobase militare di Ghedi scelta per illustrare le numerose iniziative

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Un insolito “palcoscenicoâ€? ha ospitato nelle scorse settimane la presentazione del programma 2011 della delegazione bresciana dell’Onaf, l’organizzazione degli assaggiatori di formaggio. Ăˆ stata infatti l’aerobase militare di Ghedi ad accogliere la delegazione bresciana Onaf. In cambio dell’ospitalitĂ al comandante col. Francesco Vestito è stato consegnato l’“Atlante dei formaggi brescianiâ€?. Numerose sono le iniziative che attendono l’Onaf bresciana in questo 2011, come evidenziato dalla delegata Cristina Zani. Su tutte l’annuncio della nuova sede che, dalla ďŹ ne di questo mese di febbraio, sarĂ presso la Cascina Maggia in Brescia. Fra le iniziative annunciate il corso di 1° livello per assaggiatori Onaf che prenderĂ il via il 28 marzo prossimo e avrĂ cadenza settimanale (ogni lunedĂŹ) sino al 6 giugno prossimo. Il corso si terrĂ presso la nuova sede dell’Onaf che, il 19 giugno, festeggerĂ la sua Giornata 2011. In data ancora da deďŹ nire (presumibilmente tra ottobre e novembre) prenderĂ il via il corso di 2° livello

PESCHERIA

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per maestri assaggiatori Onaf. Tra le iniziative richiamate da Cristina Zani anche la presenza a Franciacorta in bianco, il 7 ottobre prossimo, e sempre nel mese di ottobre, l’organizzazione di un concorso dedicato al formaggio Silter. Inoltre a partire dal prossimo mese di marzo (la data esatta deve essere ancora stabilita) con cadenza mensile si svolgeranno presso la nuova sede dell’Onaf serate a tema con degustazioni e approfondimenti sulle varie tipologie di formaggio. Il primo appuntamento è con quello che può essere considerato il re dei formaggi: il Parmigiano Reggiano verticale di tre diverse stagionature con assaggio del Parmigiano classico prodotto dal latte delle Vacche Rosse Reggiane. L’Onaf bresciano sarĂ inoltre presente nel corso dell’anno in numerose manifestazioni con un apposito stand. L’organizzazione, come annunciato dalla sua delegata Cristina Zani, sta lavorando alla composizione di assaggiatori e maestri Onaf per costituire un gruppo di lavoro per la realizzazione di schede relative ai

formaggi bresciani da pubblicare sul sito www.onafbrescia.it. Il materiale raccolto potrebbe poi trovare pubblicazione su una eventuale guida. Un altro gruppo di lavoro si sta occupando anche del sito internet per la promozione di articoli legati al territorio e non solo del formaggio. La delegazione Onaf di Brescia sarĂ presente nei prossimi giorni anche alla manifestazione “Aliment&attrezzatureâ€? che si terrĂ presso il Centro ďŹ era del Garda di Montichiari. I maestri assaggiatori Onaf faranno parte della giuria chiamata a presiedere l’edizione 2011 del “Gran trofeo d’oro della ristorazioneâ€?. L’Onaf è nata a Cuneo nel 1989 proponendo, prima in Italia, una organizzazione che, attraverso l’utilizzo della tecnica dell’assaggio dei formaggi, potesse promuovere le qualitĂ dei formaggi italiani a un pubblico sempre piĂš ampio e preparato. Dal Piemonte l’organizzazione si è successivamente aperta anche alle altre regioni italiane. Attualmente conta piĂš di 1500 soci che hanno frequentato i corsi, tra questi circa 300 sono soci maestri assaggiatori.


PaesiEconomia e parrocchie Bassa Giardinaggio e lavoro

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Consigli Importanti misure di prevenzione

Giardinaggio sicuro ad alta quota Una piattaforma

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Nella cura del giardino una attenzione particolare merita la cura e la potatura delle piante, soprattutto se si tratta di alti fusti che si sviluppano in verticale. Mettere mano a queste piante non è sempre agevole e l’esperienza insegna che tentativi “fai da te” per realizzare tali operazioni finiscono spesso con il causare più danni che benefici. Meglio affidarsi a quelle imprese di cura e manutenzione dei giardini dotate delle attrezzature necessarie per operare a considerevoli altezze. Si tratta di professionisti in grado di realizzare interventi in completa sicurezza e con macchinari, come

piattaforme aeree, idonei all’operazione. Professionisti che mettono in atto tutte quelle precauzioni per altro suggerite anche dai produttori di queste strumentazioni. Non c’è manuale di istruzioni di piattaforme aeree che non dedichi una parte alle raccomandazioni per potatori e vivaisti. Il primo invito è a posizionare le piattaforme su terreni che non siano cedevoli. Un suggerimento di grande importanza visto che potatori e vivaisti devono intervenire su fondi terrosi, molto spesso resi scivolosi dalla pioggia. Una seconda buona regola raccomandata a questi operatori è di pre-

I manuali di istruzioni delle piattaforme dedicano spazio a queste raccomandazioni stare grande attenzione affinché tronchi e rami, una volta recisi, non siano lasciati cadere sulla struttura della piattaforma e sui suoi dispositivi di sicurezza, causando in questo modo dei danni che potrebbero compromettere la funzionalità e la stessa sicurezza del mezzo. Analoga attenzione deve essere usata perché rami e tronchi finiscano su mezzi parcheggiati nelle vicinanze o su eventuali collaboratori rimasti a terra. Altra precauzione ricordata in tutti i manuali concorse l’uso di eventuali strumentazioni usate nel cestello della piattaforma. In modo particolare viene raccomandata cautela nell’utilizzo di motoseghe e di altri strumenti caratterizzati da una forte azione di trascinamento che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza dell’operatore e dell’azione compiuta a diversi me-

tri di altezza. Evitare di interporre il braccio di lavoro della macchina tra il terreno e l’arbusto da tagliare perché questo, una volta reciso, possa cadere sul braccio della piattaforma causando uno squilibrio che potrebbe provocare il ribaltamento del mezzo con evidenti rischi per il suo operatore è un altro dei consigli indicati sui manuali di istrruzione che non mancano però di sottolineare come quelli presentati siano solo una piccola parte dei rischi a cui è potenzialmente esposto chi quotidianamente opera con questi mezzi. Come in tutte le cose, dunque, il buon senso, l’attenzione e la messa in pratica di buone prassi sono la migliore forma di prevenzione e danno ai mezzi come le piattaforme, quel di più di sicurezza che aiuta potatori e giardinieri che devono intervenire a considerevoli altezze.


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Economia e lavoro Giardinaggio

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Bogliaco Si lavora all’edizione 2011

Quando il giardino è una “Deliziaâ€? In fase di definizione il programma dell’attesa manifestazione di primavera in riva al Garda

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Per gli appassionati di giardinaggio e, piĂš in generale, di piante e ďŹ ori c’è un appuntamento di primavera ormai entrato nella tradizione. Si tratta de “Il Giardino di Deliziaâ€?, ormai noto agli appassionati ed ai cultori del verde che si danno appuntamento nel magniďŹ co scenario prospettico di Palazzo Bettoni Cazzago, a Bogliaco di Gargnano. Articolata in diversi settori espositivi, perfettamente inseriti nel contesto ambientale del parco, in misurato equilibrio tra natura ed

artiďŹ cio architettonico, la mostra propone piante e ďŹ ori che rispondono alla tradizione degli antichi giardini, alle nuove tendenze culturali, al recupero ed alla diffusione di specie rare. La rassegna nasce dall’ospitale partecipazione dei conti Bettoni Cazzago, dalla cura dello studio Tortelli Frassoni e del Fai, dall’adesione dell’Associazione dimore storiche italiane e del Garden Club di Brescia, che ne condividono le ďŹ nalitĂ culturali e la volontĂ di mantenere un alto

livello qualitativo. Gli organizzatori stanno giĂ lavorando all’edizione 2011 che si terrĂ dal 20 al 22 maggio prossimi. Ăˆ ancora in via di deďŹ nizione il ďŹ tto programma della tre giorni espositiva che prevede concerti di musica barocca sulla terrazza a lago e nel parco eseguiti dal gruppo “Mascoulisse quartetâ€?; visite guidate (dalle 10.30 alle 18) alle architetture del giardino prospettico e delle limonaie annesse, con illustrazione degli antichi sistemi di coltivazione degli agrumi, a cura del Fai. Il biglietto d’ingresso consente la visita anche all’antica limonaia “La Maloraâ€? a Gargnano nell’ambito del progetto Fai “Puntiamo i riettori sui Giardini di Limoni dell’Alto Gardaâ€?. Nell’arco della manifestazione si terranno

anche laboratori di orticoltura per bambini, workshop di giardinaggio a cura della Scuola agraria del Parco di Monza; brunch al Casello delle Limonaie. Il tutto, ovviamente, inserito nella splendida cornice di Palazzo Bettoni Cazzago, in cui l’aspetto naturale era stato espressamente pensato come uno spettacolo allestito attraverso elementi di diletto, fondali prospettici ed apparati efďŹ meri che, in pieno periodo rococò, amante della teatralitĂ in tutte le sue forme, erano considerati trattenimenti necessari in una vera villa di delizia. Per ulteriori informazioni: “Il Giardino di Deliziaâ€?, via Marsala 17, 25122 Brescia, tel. 030/3772521 fax 030/280597 cell. 393.9569738, e-mail: ilgiardinodidelizia@virgilio.it.

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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Sport

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Atletica Domenica 13 marzo in città

In tremila per la Brescia Marathon

redazione@lavocedelpopolo.it

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La partenza della scorsa edizione

È presto per conoscere le stelle che si presenteranno al nastro di partenza, ma l’impegno è quello di tenere alto il livello della competizione. In contemporanea, spazio alla Brescia Half Marathon (la mezza maratona), alla Family Walking (la camminata solidale per le famiglie in favore dell’Ail) e alla Tomorrow Runners (corsa riservata agli alunni delle classi quarta e quinta delle scuole elementari anticipata a sabato 12

Di corsa e facendo fatica (tanta) lungo le strade cittadine. Cuore, muscoli e passione: questi gli ingredienti richiesti ai migliaia di partecipanti che prenderanno parte alla stracittadina. Presentata in Loggia la Brescia Marathon, corsa di 42 km e 195 metri giunta alla nona edizione e in programma per le vie, piazze e luoghi simbolo della città domenica 13 marzo. La partenza avverrà alle 9.15 da Corso Zanardelli per concludersi in piazza della Loggia. Il percorso di gara rimane invariato: dopo i primi 10 km a Brescia, il tracciato si allunga verso sud attraversando i Comuni di Roncadelle, Castel Mella, Flero per poi rientrare con gli ultimi 10 km nuovamente in città. “D’altronde – spiega Gabriele Rosa, patron e ideatore storico della corsa internazionale su strada – la nostra città non ci permette di concentrare tutta la gara nel centro storico, anche perché daremo fastidio al traffico e ai residenti. Siamo convinti che il percorso sia abbastanza veloce e divertente”. È ancora presto per conoscere le eventuali stelle che si presenteranno al nastro di partenza, ma l’impegno è quello di tenere alto il livello della competizione. “Porteremo atleti giovani – aggiunge Rosa – in grado di mettersi in luce provando a lanciarsi definitivamente. I nomi li stanno individuando i miei collaboratori in Kenya. Sicuramente due o tre ragazzi interessanti, in grado di correre a un grande livello. Ma quello che realmente ci interessa è avere una nutrita presenza di amatori provenienti dal tutto il Paese e dall’estero”. La 9ª edizione della Brescia Marathon sarà, inoltre, valida per l’assegnazione del titolo di Campione provinciale sulla distanza. Nutrito, come sempre, il ventaglio

di Mario Ricci

di proposte legate alla corsa principale. In contemporanea, spazio alla Brescia Half Marathon (la mezza maratona di 21 km aperta a tutti), alla Family Walking (la camminata solidale per le famiglie in favore dell’Associazione italiana contro le leucemie) e alla Tomorrow Runners (corsa riservata agli alunni delle classi quarta e quinta delle scuole elementari, anticipata a sabato 12 alle 15 a Campo Marte). “Il nostro obiettivo – prosegue il deus ex machina dell’evento Gabriele Rosa – è quello di toccare complessivamente quota 3000 iscritti e per rendere più interessante e appetibile la giornata stiamo studiando la possibilità di coinvolgere gruppi musicali che possano intrattenere durante il percorso i corridori, appassionati e semplici curiosi”. Le iscrizioni alla Brescia Marathon e a tutti gli altri eventi collaterali resteranno aperte fino a sabato 12 marzo contattando il numero dell’organizzazione (tel.: 030/9898006) oppure inviando una mail a press@rosassociati.it. On-line anche il sito internet: www. bresciamarathon.it, ricco di foto, curiosità e informazioni utili. La sede del Villaggio Maratona verrà allestita in piazza Paolo VI. Oltre allo sport, spazio anche quest’anno al binomio con l’arte: a tal proposito verrà inaugurata sabato 5 marzo la mostra “Dai graffiti alla pittura”, esposizione dell’artista bresciano Leonardo Montemanni patrocinata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Brescia. La mostra verrà ospitata nella Sala dell’Affresco di Santa Giulia. L’ingresso sarà gratuito in orari di apertura del museo. L’artista, inoltre, si metterà a disposizione per incontri con studenti che vorranno conoscere il suo percorso o affrontare le tematiche legate all’arte del graffito.


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Sport

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Calcio Domenica Brescia - Lecce

Poche parole e tanti fatti per la salvezza Mister Iachini con autorità e autorevolezza ricorda che lui è l’allenatore; sulle reazioni ai cambi fa capire che a lui non interessano

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Ci siamo. Poche parole e tanti fatti. Questo è quello che Brescia si aspetta da una squadra che, nonostante il punto significativo raccolto a Udine contro una delle squadre più in forma del campionato, sembra non trovare interamente quella serenità necessaria a continuare a camminare verso un progetto chiamato salvezza. “Se uno non lo prende bene a me non frega niente” e poi “Io faccio l’allenatore e faccio le mie scelte” ha dichiarato a fine partita di mister Iachini stuzzicato sul cambio Diamanti-Eder dai giornalisti, sottolineando con una frase colorita il concetto e poi evidenziando che “Alessandro (Diamanti ndr.) è rimasto in panchina e ha tifato per i compagni e per questo voglio fargli i complimenti”. Parole chiare, senza eufemismi, concrete, dirette, forse mai dette con tale serietà e sicurezza, con coscienza di

di Mauro Toninelli

ciò che vogliono dire. Il mondo bresciano dei tifosi e, vista l’autorità, della società è con Beppe Iachini. Lui è l’allenatore, lui decide, lui pagherà o sarà premiato a fine campionato. “Noi non siamo nella situazione in cui dobbiamo accontentarci” ha ricordato Beppe Iachini, sempre dopo la partita con l’Udinese. Le Rondinelle non si devono accontentare e l’autorità, unita all’autorevolezza, di Iachini sono le armi che possono garantire a questo gruppo di lottare per la salvezza. Domenica 27 febbraio alle 15 allo stadio Rigamonti scontro diretto con il Lecce. Scontro diretto che è importante, partita “non decisiva” secondo Iachini. Non decisiva ma quasi. La vittoria contro la squadra di De Canio sarebbe un passo fondamentale per il prosieguo della stagione e del sogno,

Mister Beppe Iachini

senza contare dell’effetto sul morale. Alla squadra serve il pubblico. Al mister il sostegno dei suoi tifosi. Per portare la gente allo stadio la società ha proposto un’iniziativa interessante: tutti coloro che acquisteranno fino a domenica 27 febbraio i biglietti per le tre gare con Lecce, Inter e Bologna potranno beneficiare di un prezzo cumulativo in determinati settori dello stadio: in gradinata bassa e curva nord si pagherà in tutto solo 35 euro (anziché 50), mentre in tribuna laterale 125 euro (anziché 185). I prezzi sono al netto dei diritti di prevendita. Per la gara con il Lecce, sicuramente non saranno della partita Vives, nelle file dei salentini, per squalifica, Cordova e Filippini nelle rondinelle fermati per infortunio. In casa Brescia probabilmente giocherà in porta ancora Arcari, dopo la grande prestazione contro l’Udinese. In salita anche le quotazioni di Eder a fianco di Caracciolo al posto di Diamanti. Collegamenti in diretta dal Rigamonti su RadioVoce (88.3 - 88.5) a cura di Ciro Corradini. In attesa di poche parole e tanti fatti...

Ciclismo

Il velodromo cambia nome Il velodromo di Montichiari, gioiello del ciclismo nazionale su pista, cambia nome. Da Velodromo della Provincia di Brescia si chiamerà Velodromo Fassa Bortolo. L’accordo firmato tra il Comune e l’azienda veneta produttrice di materiale per l’edilizia è stato presentato mercoledì 23 febbraio nel corso di una conferenza stampa. La Fassa Bortolo sborserà all’amministrazione monteclarense 70mila euro per i prossimi tre anni (dunque fino al 2013) diventando sponsor dell’impianto inaugurato nel maggio del 2009. Ossigeno pure per le casse del Comune che ha investito parecchio per questo gioiello. E, in contemporanea, sono stati presentati i mondiali di paraciclismo che si terranno proprio nel Velodromo di Montichiari dall’8 al 13 marzo. (r.m.)

diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto Banzola Domenica 27 Febbraio 2011 ore 17:50

vs Pallacanestro Pavia

La radio dello sport bresciano sms: 3383636104 - redazione@radiovoce.it

in collaborazione con

Brescia Leonessa


Centro Sportivo Italiano

Ciclismo Un successo a Borgosatollo il V memorial Renzo Taiola

Una vittoria costruita in casa di Bruno Forza

Claudio Pizzoferrato conquista la vittoria casalinga e la dedica alla sua squadra, la Borgosatollo Cycling Team, che infilza la propria bandiera sul gradino più alto del V memorial Renzo Taiola, IV memorial Bruno Conti. Alla prima partenza riservata alla categorie Senior 1-2 e Gentlemen hanno preso il via in 87 corridori e la vittoria assoluta è stata conquistata da Angelo Denti (Team Jolly Wear). Nei senior vince Giorgio Metelli (Team Valverde), tra i gentlemen sorride Dario Bassanelli (Team Alpress) e il primato femminile va a Cinzia Pancheri (Team Bike Travagliato). Il secondo start ha visto gareggiare 70 ciclisti. Dietro a Claudio Pizzoferrato si sono piazzati Cristian Alberti (Pata Nuova Arka) e Giovanni Turchetti (GS Ospitaletto). Tra gli junior si è imposto Simone Zanetti (Velo Club Salò), così come Marco Manenti (Team Alpress) tra i cadetti. Il Trofeo Renzo Taiola è stato conquistato dalla Società Team Alpress. Da Borgosatollo alle colline moreniche mantovane, dove si è corsa l’ultima prova del campionato Winter Trophy valida per il Campionato In-

verno Mtb del Csi Brescia ma aperta a tutti gli enti. Gli atleti ciessini hanno ottenuto discreti piazzamenti nelle rispettive categorie. La Pedale Orceano Sachesghinghem si è aggiudicata il bronzo nella classifica a squadre. Quinto posto per la Sprint Bike Lumezzane. Per la classifica circuito: Marco Martinazzoli (Sprint Bike Lumezzane) si è classificato 3° con 915 punti, 2° Luciano D’Aniello (Team Bike Gavardo) con 1170 punti, 3° Michele Grisoli (Ped. Orceano Sachesghinghem); per la categoria D dal 55/75 il podio è stato azzurro arancio: 1° Paolo Zanesi (GS Velo Montirone); 2° Luigi Di Giorgio (Csi Ciclobrescia); 3° Pietro Branchi (Ped.Orceano Sachesghinghem). Il prossimo appuntamento è fissato per domenica al Parco Oglio Nord, per il VI Trofeo Piemonti Costruzioni, gara aperta agli enti della consulta e a escursionisti non tesserati organizzata da Pedale Orceano Sachesghinghem. Sarà l’ultima prova del Campionato d’inverno Mtb targato Csi, con consegna delle maglie ai campioni provinciali. Ritrovo nella nuova sede della comunità Sacra Famiglia Andreana in via Milano 75 a Orzinuovi. È gradita la preiscrizione (fax 030 980090). La partenza è prevista per le 9.15.

LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

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Giochi aperti: tre squadre in fuga nell’Elite femminile Tre squadre il fuga. Le dominatrici del campionato di Elite femminile sono sempre loro: Brescia femminile, Castenedolo e oratorio Sale. Dietro c’è il vuoto, con il Bovezzo che dopo un periodo di grande difficoltà torna a fare capolino in quarta posizione, ma a -10 dal podio. In vetta ci sono le Rondinelle, che nella quinta giornata di ritorno dilagano contro Timoline Il Focolare concedendogli solamente il gol della bandiera. Finisce 14-1, ma il Castenedolo risponde alle rivali con il rotondo 10-0 imposto al Real Ghisalba. Più difficile la vittoria del Sale, che la spunta su un agguerrito Nuvolera per 4-2. Le campionesse d’Italia del Bovezzo tornano ai fasti del passato con un ruggito degno di nota all’ombra del Cidneo, dove schiacciano 7-1 il S. Faustino. Non perde terreno Fin Beton, quinta e vittoriosa di misura nel 2-1 di Nave, mentre il 5-2 della Longobarda caccia il S. Benedetto in sabbie mobili sempre più profonde. Classifiche Eccellenza. Girone A: Bovegno 42; Brozzo 37; S. Zenone Ronco 28; Lions Club 28; Il Mosaico 24; Lume S.Sebastiano 21; Torricella 11; Agnosine 11; Polaveno 8; Toscolano 8; Casto 7. Girone B: Fioravazzi Porte 45; Roncadelle 42; S. Francesco 36; Atl. Montichiari 25; Prevalle 24; Real S.Eufemia 22; Duomo Desenzano 19; Vighizzolo 14; Lady Novagli 4; Ghedi 2. Girone C: Soncino 43; Pavone 43; Colombaro 29; Verolanuova 23; Bassano 21; Oratatorio Adro 21; Cremignane 17; Pompiano 17; Coccinelle S. Paolo 8; Berlinghetto 7.

Basket, calcio a 7 e tennis

Con la primavera arriva il tennis A due turni dalla fine del campionato arrivano i primi verdetti che condurranno alle fasi finali. Nel gruppo arancione Team 87 festeggia il primo posto matematico dopo la vittoria nello scontro diretto di Iseo contro i Mascalzoni Sebini. Il 76-63 finale premia i pluricampioni provinciali ma non affligge i Mascalzoni, che si accontentano della seconda piazza. Tutto da decidere il terzo gradino del podio, con Torbole che mantiene 3 lunghezze di vantaggio su New Team Volta. Le rivali al bronzo hanno fatto bottino pieno con Virtus (6455) e La Sportiva 72-45. Nei bassifondi della classifica successo importante per i Jackals che battono 69-49 il fanalino di coda Ome e restano in lizza nella corsa al quinto posto. Nel girone blu anche Pallata è certa del primato. La formazione cittadina si è imposta 86-62 su

Smv. Non ha rallentato la sua corsa nemmeno Bovezzo, con il 68-55 in casa dei Senior. La lotta per il bronzo è serratissima, con 4 squadre raccolte in 5 punti e 3 gare ancora da disputare. I Panthers guardano tutti dall’alto dopo il successo di Botticino (71-55). San Luigi, invece, vola al quarto posto imponendosi 54-43 su New Basket. Passiamo al calcio a 7 dando un’occhiata a ciò che accade nell’hinterland. Nel girone A Badia B e Mistema hanno dato il via alla volata finale per il primo posto. Diverso il discorso nel gruppo B, dove Nave sembra aspettare solo la garanzia della matematica per festeggiare. Anche la Corticellese ha tutte le carte in regola per centrare la promozione partendo dal girone C. Alle sue spalle Violino A e Nave A faticano a tenere il passo. L’ultima capolista con la faccia da Elite

è il S. Giorgio Cellatica, che guarda tutti dall’alto nel gruppo D, anche se Casazza D e Torricella non mollano. Spostiamo lo sguardo sui prossimi appuntamenti targati Csi. L’evento clou del fine settimana sarà la terza prova provinciale di tennis tavolo. L’appuntamento è fissato alle 9 in via Caduti in guerra a Collebeato. Nella palestra comunale gareggeranno ragazzi, allievi, juniores e femminile. Alle 14 avranno inizio le sfide riservate a seniores A e B. Gli incontri si svolgeranno al meglio dei 5 set anche nei gironi eliminatori. L’arrivo delle primavera porta con sè una nuova disciplina nel già ricco panorama sportivo ciessino. All’appello mancava solo il tennis e ora gli appassionati della racchetta sono invitati a partecipare alla riunione preparatoria di giovedì 3 marzo alle 20.30.


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LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

Catechesi domenicale Egr. direttore, tanti anni fa ho conosciuto un sacerdote (di un’altra diocesi). Era un ex operaio metalmeccanico che si era fatto prete dopo i 40 anni. Alla mia domanda su come si era trovato in Seminario, provenendo da un’esperienza di vita così diversa, mi aveva detto che “era stata dura”, ma, sorprendentemente, non aveva avuto difficoltà nello studio della teologia. Questo perché il parroco del suo paese – un paesino perso nella campagna veneta – era stato capace di trasformare le omelie domenicali in vere e proprie lezioni di catechismo, portando, dopo anni, la sua comunità a una buona conoscenza teologica. Questa storia mi è venuta in mente leggendo, su “Famiglia Cristiana” una lettera di un missionario del Pime, padre Melchiorre Arnoldi, tornato in Italia dopo 33 anni di missione a Hong Kong. Anche laggiù, come qui, è andata in disuso la catechesi domenicale. Ma “in un vicariato di Hong Kong il problema è stato risolto con l’includere nella Santa Messa, dopo l’orazione dopo la Comunione, due minuti al massimo di catechesi prima della benedizione finale. Così chi partecipa alla Messa viene catechizzato in continuazione. Ogni domenica c’è un soggetto di catechesi presentato ai fedeli da tutti i sacerdoti di un distretto, in modo che chi partecipa alla Messa in qualsiasi chiesa dello stretto distretto gode di una catechesi progressiva che si snoda nelle diverse

domeniche di tutto l’anno”. Mi pare che ci siano in questa lettera elementi interessanti per una proposta sul territorio bresciano. Una catechesi domenicale organizzata, ad esempio, per vicariati. E un’ultima utile provocazione, la brevità: “Due minuti al massimo”!. Maurizio Bestagno

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Sentimento di gratitudine Egr. direttore, sono beneficiario del messaggio di ambedue le vostre realtà (Radio Voce e “La Voce del Popolo”), perciò, il mio primo sentimento è di gratitudine per gli operatori dei vostri due settori di impegno culturale e apostolico. Auguro una ulteriore crescita dell’ascolto e della lettura perché ciò darà a voi una sempre maggiore soddisfazione umana e soprattutto recherà più gloria a Dio. Trovo indovinata la fatica della radio nella ricerca di uditori, come dire, di indole e di gusto popolare, senza disattendere l’attenzione alle persone di maggior sensibilità estetica e di un più largo interesse culturale. Il dialogo risponde alla domanda che trova una larga conferma nell’ampio uso, specialmente presso i giovani, della telematica. Visto l’ascolto anche da parte degli anziani un più ampio utilizzo della tradizione culturale e religiosa potrebbe essere utile. Però la scelta a chi ha maggior saggezza. Quanto al settimanale, debbo riconoscere che, negli ultimi anni, ha accentuato la sua dimensione culturale, reperendo voci e com-

Quanto viene pubblicato è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi troppo lunghi (massimo 2.500 battute) che saranno, però, inseriti integralmente sul giornale online www.lavocedelpopolo.it. La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del contenuto da parte della direzione. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

petenze notevoli di autori sia in campo ecclesiale sia in quello sociale. Forse essi stanno esaurendo la loro freschezza, ma indubbiamente la continuità del discorso ha la sua valenza. Tuttavia la preponderanza del discorso “alto”, per così dire, minaccia di conferire al settimanale il carattere di “rivista”; una delle tante che arricchiscono e, per alcuni versi, disperdono il numero dei lettori. Occorrerebbe fare un sondaggio di opinione in tal senso: quanti ricercano nel settimanale le notizie sulla vita della dio-

cesi e, se mai, della Chiesa italiana piuttosto che il pezzo d’autore più o meno ben condito letterariamente? Quanti, al contrario, sarebbero in grado di intessere un dialogo sugli argomenti trattati (indice di lettura fatta) proprio perché sollecitati dal tema e dalla sua presentazione popolare? Quanti (specialmente tra gli ecclesiastici) si limitano alle informazioni della Curia e, giustamente, al magistero del Vescovo? Non è detto che le mie impressioni siano vere; neppure è detto che le scelte della redazio-

26 febbraio 1993 Una bomba esplode nel garage del World Trade Center di New York, uccide sei persone e ne ferisce un migliaio. L’azione è rivendicata da estremisti islamici

27 febbraio 1991 Il presidente americano George Bush annuncia la liberazione del Kuwait e la fine della Guerra del Golfo

Omnibus

Avvenimenti 25 febbraio 2003 A Roma si spegne, a 82 anni, l’attore Alberto Sordi. Aveva dato vita a personaggi indimenticabili che incarnavano i vizi e le virtù dell’italiano medio

Le ricette della settimana Cannelloni di pesce

Bavette al prezzemolo

Ingredienti: 200 grammi di cannelloni da lessare, 500 grammi di merluzzo, una carota, una cipolla, una costa di sedano, 150 grammi di cimette di broccoli, besciamella pronta, 2 pomodori, prezzemolo tritato, burro, sale, olio extravergine d’oliva.

Ingredienti: 300 grammi di bavette, 2 spicchi d’aglio, un bicchiere di olio d’oliva, sale, prezzemolo e basilico.

Preparazione: Cuocere il merluzzo a pezzetti in olio con un trito di carota, cipolla e sedano. Dopo 15 minuti unire i broccoli lessati e scolati, salare e proseguire la cottura per altri 15 minuti. Lessare i cannelloni. Frullare per pochi secondi il merluzzo. Riempire i cannelloni con il composto e disporli in una teglia imburrata. Coprire con besciamella, prezzemolo e pomodoro a dadini. Infornare a 180 gradi per 20 minuti.

Preparazione: In una padella fare scaldare un bicchiere di olio extravergine d’oliva, unire due spicchi d’aglio tritati finemente e lasciarli rosolare a calore moderato fino a quando saranno ben dorati. A questo punto aggiungere al soffritto il prezzemolo e il basilico, ridotti in un trito finissimo, e fare insaporire tutt’assieme per un minuto, mescolando con un cucchiaio di legno. Portare a ebollizione una pentola piena d’acqua salata, tuffarvi le bavette e farle lessare al dente, quindi scolarle e porle nella padella con il soffritto. Mescolare accuratamente e fare insaporire per qualche secondo, quindi servire.


LA VOCE DEL POPOLO 25 FEBBRAIO 2011

ne abbiano ignorato le problematiche da me toccate. Un ascoltatore-lettore

L’antileghismo dei preti Egr. direttore, il 14 febbraio si fa memoria dei Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa. C’è poca gente in chiesa, d’altronde a Brescia è solo il giorno feriale che precede la festa dei ben più noti Santi Faustino e Giovita. Il celebrante, nel corso della sua breve omelia, ricorda i due fratelli nativi di Salonicco e sottolinea il loro ruolo di missionari ed evangelizzatori di popoli slavi. Quei due termini, missionari ed evangelizzatori dei popoli slavi. Poco tempo prima nella stessa chiesa si era celebrata una giornata pro missioni. I fedeli convenuti avevano donato chi poco e chi poco di più. Assieme al più giovane dei miei figli, mi ero soffermata davanti a un banchetto allestito sul sagrato della chiesa e avevo acquistato uno dei libri e degli oggetti etnici posti in vendita il cui ricavato sarebbe stato destinato alle missioni. Una giornata missionaria come tante altre e un ragazzino felice per gli acquisti fatti dalla mamma. Poi, qualche giorno dopo a casa di mia cognata, mi è capitata tra le mani una rivista missionaria stampata proprio qui a Brescia e, nello sfogliarla, sono restata molto colpita dal fatto che ben 16 pagine su 45 erano dedicate al tema “Leghismo e cristianesimo La cattolicità a rischio”. Nel leggerne il

contenuto mi sono anche meravigliata per l’uso disinvolto di certi termini come “subcultura cattolica” o “il fenomeno Lega come forma di malattia del cattolicesimo” oppure, addirittura, l’accostamento del movimento leghista alle SS naziste d’infausta memoria. L’accusa di negazione del senso del cattolicesimo da parte di chi celebra quanto definito improbabile rituale celtico ha ulteriormente contribuito ad amareggiarmi. Ed infine a rendere ancora più triste il mio umore è stato lo scoprire in internet la recensione di un libro che pretende di analizzare vent’anni di politica religiosa della Lega Nord. Un libro edito da una casa editrice missionaria nazionale. Mi sono chiesta, allora, se il poco che avevo donato pro-missioni quella passata domenica contribuisse in parte a sostenere anche chi aveva stampato quella rivista o quel libro e la risposta che mi ero data mi aveva sconfortato. Mi sono ricordata dei tanti sacerdoti diocesani e dei tanti religiosi e religiose che hanno quotidianamente sulla bocca molto più spesso il nome dell’attuale Presidente del consiglio – e le sue vere o supposte malefatte – che il nome di nostro Signore e i suoi insegnamenti. Come fedele ho riflettuto sul fatto che sembra esserci da tempo in corso, appoggiata da una certa parte della Chiesa locale, una vera e propria crociata antileghista. È dunque legittima l’affermazione di alcuni che la maggioranza del clero bresciano dia l’impressione di essersi schierato senza troppe esita-

zioni con la sinistra o la sua immediata periferia? Mi sono domandata se qualcuno non stia già immaginando di poter varare un decreto come quello del 1949 e poter, quindi, finalmente scomunicare gli aborriti leghisti accusati di essere in odore di apostasia a favore di varie pratiche rituali pagane di stampo celtico, truci razzismi, feroci xenofobie, ecc. Sognando un bel repulisti di quei tanti scomodi leghisti pseudo-cristiani impegnati generosamente e cristianamente ogni giorno in prima persona nelle attività delle parrocchie, nel volontariato cattolico, nei gruppi missionari, nelle opere di solidarietà sociale e di carità, ecc. Don Primo Mazzolari diceva: “È al cuore degli uomini che la Chiesa deve saper parlare”. Ecco a cosa dovrebbe condurre l’evangelizzazione: parlare al cuore degli uomini, di tutti gli uomini. Purtroppo, invece, oggi regna un clima accusatorio e inquisitorio, molto spesso infondato e fondato su stantii pettegolezzi di parte, fatti e circostanze malinterpretati da chi dalla realtà del popolo – che è la forza fondante del movimento leghista – sembra essere sempre più distante. Invece di sparare anatemi contro un certo ingenuo e popolare cristianesimo professato come da tanti altri da alcuni leghisti, questi novelli inquisitori dovrebbero preoccuparsi dell’inarrestabile e tangibile processo di scristianizzazione in corso nella comunità che li circonda e farsi finalmente, se capaci, missionari e rievangelizzatori. Lettera firmata

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A teatro con “Voce” Vinci due biglietti per il concerto della Pfm sabato 5 marzo al PalaEib proposto da Cipiesse. In palio anche biglietti per lo spettacolo “Chi dice donna...” di Giorgio Zanetti al PalaBrescia l’8 marzo. Spedisci a “A teatro con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Estrazione il 5 marzo. Maria Pellegrini e Cristina Cingia hanno vinto i biglietti per “Arca”, Simone Boletti ha vinto i biglietti per il concerto di Gianluca Grignani.

Concerto della Pfm “Chi dice donna...” di Zanetti

Nome Cognome Telefono

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

Cara Voce online 28 febbraio 2002 La lira italiana cessa di avere corso legale

1° marzo 1873 La Remington e figli di New York inizia la costruzione della prima macchina per scrivere

2 marzo 1939 Il cardinale Eugenio Pacelli viene eletto papa. Assume il nome di Pio XII

Il nucleare come risorsa di Francesco Zanatta Cardinale, non incontri il Premier di Stefano Catena L’offerta per la Santa Messa di don Giovanni Marchina

L’esperto risponde a cura delle Acli bresciane

Auguri

D.: Io e le mie figlie siamo titolari di una pensione di reversibilità, il prossimo aprile la mia figlia più grande diventerà maggiorenne e vorrei sapere cosa devo fare per continuare a percepire la sua quota di pensione.

Ultracentenarie a Palazzolo

R.: I figli maggiorenni hanno diritto ad una quota di pensione di reversibilità se sono inabili oppure studenti entro il corso legale di studi. In entrambi i casi è necessario inoltrare all’ente previdenziale una domanda di proroga di pensione di reversibilità allegando il certificato di iscrizione scolastica oppure la certificazione medica che attesti lo stato di inabilità.

Due eventi eccezionali per la comunità palazzolese: due signore, attorniate da figli, generi, nuore, nipoti, hanno festeggiato il 15 e il 16 febbraio rispettivamente 101 e 102 anni di età. Il Sindaco ha fatto visita alle ultracentenarie omaggiandole con un mazzo di fiori. Teresa Bortolotti, vedova Cerno, residente al Sacro Cuore, ha festeggiato i 102 anni; Giuseppina Volpi vedova Tonelli, originaria di Palosco e residente presso la locale Casa di Riposo, ha compiuto 101 anni.


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