La Voce del Popolo 2011 09

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DEL POPOLO

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n° 9

Dolore e felicità di Francesca Bernacchia

“Come, non so./Ma nel mio cuore/felicità e dolore/si abbracciano,/come betulle/ cresciute insieme”. Non so immaginare felicità pura, poiché la vita è una costellazione di punti luminosi tenuti insieme dall’invisibile filo di una mano che cuce e fa sanguinare il tessuto del cielo. Come un bassorilievo che non avrebbe forme senza il fondo. Come luce che non avrebbe raggi senza ombre. Indissociabile connubio, in cui sofferenza e canto formano melodie inedite. La betulla doppia che cresce insieme: ogni tronco si alimenta all’altro, e non puoi distinguerne la linfa. Nel film “Viaggio in Inghilterra” (1993, Richard Attenborough) si dice: “Il dolore di domani fa parte della felicità di oggi”. È una frase capace di racchiudere il senso di una vita, della vita; in una sola nota dice l’intera sinfonia dell’amore: verrà il momento in cui ci separeremo, domani, ma è proprio quel dolore che dà alla felicità di oggi l’apice della sua intensità e luminosità irripetibile.

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SETTIMANALE SETTIMANA SETTIMAN ANA DIOCESANO

FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO

Il corpo delle donne

BRESCIA 4 MARZO 2011

A pochi giorni dall’8 marzo è ancora possibile chiedersi se saremo capaci di educare i giovani a un’idea di donna (e di uomo) più pulita e rispettosa? I corpi straziati di Yara, Sara e tante altre ragazze ci interrogano. Solo sgomento o anche qualche responsabilità collettiva?


sommario Il fatto

Abbiamo una speranza senza fine, non una fine senza speranza (Edith Stein)

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Oltre il corpo (abusato) delle donne

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Brescia: Aib femminile plurale, una proposta per le universitarie

di Annachiara Valle

Popoli e continenti Il dramma di Brembate. Il dolore non cancella le domande

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a cura di Patrizia Caiffa

Ecclesia Azione cattolica. Lo sguardo profetico nel quotidiano

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di Luciano Febbrari

Paesi e parrocchie Gardone Val Trompia. Un futuro rinnovato per l’oratorio

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di Edmondo Bertussi

Agnosine. La reliquia della Santa fra la gente

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di Luciano Zanardini

Stranieri, ospiti, concittadini

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a cura di Emma Bettinardi

Intervista a mons. Frisina. Verso l’Amor che move il sol e altre note 34 di Mauro Toninelli

Economia e lavoro Una fotografia per l’economia locale

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Corsivo di Angelo Onger

Cultura e comunicazione Papa Ratzinger in un nuovo libro-intervista

Per le studentesse delle facoltà dell’Università di Brescia vige ora la possibilità di aderire al progetto Aib femminile plurale promosso dal comitato Aib. Si tratta di un percorso studiato in modo da selezionare le partecipanti in base alle competenze e al curriculum scolastico e di avviarle nelle imprese tenendo conto della specializzazione accademica e delle eventuali esigenze dell’azienda accogliente. Il programma si concentra maggiormente laddove si registra una minoranza nella presenza femminile, pertanto è riferito soprattutto ad alcuni rami di Ingegneria. La facilitazione dell’incontro studio-lavoro intende incoraggiare le studentesse affinché una volta laureate non abbandonino la carriera, forse intimorite dalla pressione psicologica dettata dalle condizioni di inserimento in un ambiente scientifico-tecnologico prevalentemente maschile. Si desidera quindi valorizzare la professionalità delle donne nell’impresa e premiare quante si dimostrano determinate a raggiungere livelli manageriali. Per elaborare questa strategia di inserimento nel mondo del lavoro il comitato Aib ha raccolto le adesioni di un vasto network di aziende per metterle in contato con l’università: è previsto uno stage della durata massima di un anno, periodo nel quale la stagista sarà seguita da un professore e da un tutor aziendale. Secondo la dott.ssa Artioli, coordinatrice del comitato, l’aspetto fondamentale del progetto consiste nel “formare delle laureate in grado di puntare a una carriera manageriale, persone che posseggano caratteristiche di leadership e volontà di crescita a livello di responsabilità: sono anche previsti alcuni incontri formativi e la possibilità di seguire un imprenditore nello svolgersi di una giornata tipica, così da rendersi conto del lavoro di imprenditrice aziendale sotto vari punti di vista”. Per informazioni più dettagliate visitare il sito http://www.aib.bs.it/afp/home.asp.(d.f.)

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a cura di Massimo Venturelli

La Lettera del Vescovo sui problemi dell’immigrazione offre spunti di riflessione su quello che il Vescovo stesso definisce “uno dei fenomeni più rilevanti degli ultimi anni, un fenomeno che è destinato a segnare il futuro del Paese come, d’altra parte, il futuro dell’intera Europa occidentale”. Vorrei porre l’accento sulla inarrestabilità del fenomeno. Per ragioni storiche. Come scrive mons. Monari: “Non è difficile capire che il fenomeno delle migrazioni, degli spostamenti dell’uomo da una terra all’altra è antico quanto l’uomo stesso. Le condizioni di vita variano da un posto all’altro, si modificano col passare del tempo e l’uomo tende naturalmente a cercare quelle condizioni di vita che offrano opportunità più grandi e permettano un benessere maggiore”. La crisi in alcuni Paesi del Nord Africa ha ributtato sulle isole italiane migliaia di

fuggiaschi. Ci sono poi le ragioni economiche. Non solo perché gli immigrati contribuiscono con la loro presenza al benessere e ci regalano un po’ di quei bambini che mancano nelle nostre strade. L’aspetto economico più rilevante è che la rivendicazione del libero mercato sgravato da regole e controlli di qualsiasi genere ha portato alla cancellazione dei confini e ha aperto le porte anche ai movimenti clandestini di ogni genere. Se qualcuno ha dei dubbi provi a muoversi da un Paese all’altro in Europa e se ne renderà conto. Ma al di là delle analisi politiche, sociali ed economiche, sono il ritmo della vita, la ricerca dello sviluppo senza fine, le incontenibili possibilità di movimento che danno all’immigrazione contemporanea una dimensione epocale, tutta da scoprire. Le resistenze irrazionali o pregiudiziali sono destinate

Sport Brescia: si salvi chi può!

LA VOCE DEL POPOLO

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di Lorenzo Romano

Cara Voce

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Buone notizie

editoriale

di Diego Facchetti

Tempo per ripartire Cologne: la comunità ha riabbracciato la parrocchiale

Bellezza e preziosità erano già insite nella sua natura originaria – quella risalente alla bozza progettuale di fine Settecento poi concretizzatasi tra 1832-1834 con la costruzione della chiesa dedicata ai Santi Gervasio e Protasio –, ma meritavano di essere “rispolverate”. Ora, splendono davanti allo stupore di una comunità tutta con gli occhi all’insù, questa volta non più per “indagare” sull’avanzamento dei lavori, ma per lasciarsi incantare da linee, sfumature e decori, prima offuscati e quasi impercettibili. Un’ammirazione che si fa ancor più intensa, se si rimanda il pensiero al complesso iter di restyling affrontato a più stadi dal novembre 2007 fino alla riapertura di due settimane fa, nell’attesa della solenne benedizione che verrà impartita dal vescovo Monari durante la celebrazione delle 10.30 del prossimo 1° maggio: una grande festa per Cologne, in occasione anche del centenario delle suore. Un progetto di ristrutturazione impegnativo sia strutturalmente che economicamente (circa due milioni la spesa totale), ma che i fedeli, spronati dall’incitamento lanciato a fine 2006 dall’allora parroco don Gaetano Fontana (ora abate a Montichiari), hanno accolto con pazienza ed entusiasmo, convivendo dapprima con gli inevitabili disagi (legati ai ponteggi e ai trasferimenti nella chiesetta di San Lorenzo e nel cinema) e ora godendosi finalmente gli eccellenti esiti delle opere supervisionate dall’architetto Roberto Feroldi. Da un intervento necessario, prospettato per far fronte alle impellenze strutturali, si sono affrontate così opere ben più certosine, orientate al restauro valorizzativo di vetrate, affreschi, parti lignee, porte, androni, stucchi e marmi, conferendo al tempio sacro – esternamente, internamente e impiantisticamente – un aspetto rinnovato e in sintonia con la antica torre campanaria che, dopo la rimessa in sicurezza e la tinteggiatura doc del 2005, svetta anch’essa sotto nuova luce. (a.s.)

al fallimento. Semmai possono provocare tensioni anche violente. È già avvenuto in altri Paesi, come nella vicina Francia. Per capire quanto sta avvenendo, basta leggere le cronache di eventi paradossali. A San Francisco, considerata la città americana più a sinistra, alla vigilia dell’ultimo Natale il democratico sindaco Gary Newsom ha dato il via a una delibera del Consiglio comunale restrittiva per chi non è residente: il 50% di tutti gli appalti pubblici, di tutti i posti di lavoro legati direttamente o indirettamente alla borsa del Comune, devono essere riservati ai residenti che pagano le tasse locali. Nel mese di gennaio Newsom è diventato vice-governatore della California e al suo posto è stato eletto, fino alla scadenza del mandato nel 2012, Ed Lee, primo sindaco di origine asiatica a governare San Francisco. Nel gennaio 2009 era stato eletto il primo sindaco asiatico-americano di Oakland (città di circa 400mila abitanti che gravita sulla baia di San

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Francisco) nella persona di Jean Quan, che è anche il primo sindaco donna. A Rotterdam, seconda città dell’Olanda, sempre dal 2009, è sindaco Ahmed Aboutaleb, un immigrato di fede islamica, nato in Marocco. Fra l’altro si tratta di un politico ben conosciuto nel Paese dove vive dal lontano 1976; è stato anche sottosegretario agli affari sociali nel governo. Scrive il Vescovo: “Sognare un mondo dove ciascun popolo abbia una sua terra, viva entro confini ben determinati e non abbia contrasti con altri popoli e altre terre è illusione; e le illusioni servono solo a preparare risvegli più amari. Vale la pena prendere atto della situazione per imparare a controllarla e dirigerla al meglio per questo mi sembra insostenibile sia la posizione di chi ritiene necessario ‘accogliere tutti’ sia quella di chi vuole ‘chiudere a tutti’. Il fatto che nessuna delle due tesi estreme sia accettabile significa che la soluzione può essere cercata solo attraverso l’equilibrio dei valori che sono in gioco”.

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Centro diocesano per le comunicazioni sociali

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

VOCE•MEDIA

In una pagina assai conosciuta il saggio Qoelet (alias Ecclesiaste) afferma: “C’è un tempo per nascere e un tempo per morire… Un tempo per piangere e un tempo per ridere… Un tempo per tacere e un tempo per parlare…”. Che genere di “tempo” è la Quaresima? Un tempo liturgico, senza dubbio, che precede e prepara alla celebrazione del “cuore” della fede cristiana: il mistero pasquale del Signore Gesù. Spesso viene qualificata come un tempo “forte”, a sottolineare, penso, la ricchezza della proposta e l’impegno particolare che essa richiede. Esiste, però – a mio avviso – il pericolo che, una volta terminata la Quaresima, ricchezza e impegni non siano più coltivati. Sempre a mio parere, infatti, non sembra valorizzato adeguatamente il tempo pasquale. Ma non voglio addentrarmi in discussioni, dalle quali difficilmente uscirei indenne. Papa Benedetto, dal canto suo, mi pare ci proponga la Quaresima come un tempo per ripartire. Da dove? Dal primo momento della vita cristiana, dalla prima Pasqua che tutti abbiamo vissuto – anche se spesso inconsapevoli, perché troppo piccoli – o che vivremo presto (penso ai catecumeni e ai prossimi battezzati). Ripartire dal battesimo. Perché? Perché nel battesimo è già dato inizialmente tutto ciò che il cristiano è chiamato a sviluppare in tutta la sua esistenza: essere figli di Dio, fratelli di Cristo, tempio dello Spirito, membri della Chiesa, liberi dal peccato… Nella nostra prima Pasqua ci sono comunicate le virtù, i doni dello Spirito che accompagneranno la nostra intera vita nel cammino verso la patria eterna. È vero: di fronte a tale ricchezza si rischia di restare frastornati e non capacitarsi come sia possibile ricevere tali doni e metterli a frutto. Col suo itinerario catecumenale, la Quaresima – specialmente con la Parola offerta nell’anno A, che stiamo vivendo – ci guida in un percorso di riscoperta del nostro essere cristiani e ci fa comprendere la necessità di comportarci di conseguenza. I gesti proposti per questo tempo, dunque, non sono la ripetizione di un medesimo copione, ma “segni” della nostra accoglienza dell’invito che risuona già il primo giorno di Quaresima, con l’imposizione delle ceneri: “Convertitevi e credete al Vangelo” (che si può benissimo alternare con il tradizionale – ma sempre illuminante – monito: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai”). Conversione significa ri-tornare verso Dio, dal quale ci si è allontanati con il peccato. Un ritorno non sempre facile da parte nostra, perché le “sirene” dell’egoismo, del consumismo, dello spreco, dell’indifferenza verso Dio e il prossimo, del disimpegno in campo educativo e comunitario… non smettono di cantare. Come poter resistere? Tenendoci stretti all’albero della Croce, quella croce segnata su di noi già in quel primo giorno da cristiani. Croce segno dello smisurato amore di Dio per le sue creature, per noi. Papa Benedetto esorta i giovani in preparazione alla Gmg: “Cari amici, dal cuore di Gesù aperto sulla croce è sgorgata la vita divina, sempre disponibile per chi accetta di alzare gli occhi verso il Crocifisso. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce di Gesù, segno dell’amore di Dio, come fonte di vita nuova”. A noi, allora, il compito di ri-tornare, ri-partire dalla sorgente: preghiera, digiuno, carità – vissuti tanto personalmente quanto in forma comunitaria – potranno ridonarci la gioia degli inizi della vita cristiana, per gustarla sempre più e testimoniarla. Buona Quaresima!


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Il fatto

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

8 marzo Riflessioni per una festa diversa

Oltre il corpo (abusato) delle donne Una giornalista (Annachiara Valle, direttrice di “Madre”), una psicopedagogista (Mariella Bombardieri) e una psicologa (Chiara Scaratti), per un percorso culturale ed educativo che dice che la donna non è soltanto aspetto fisico

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di Annachiara Valle

Il corpo di Yara riverso nel campo. Il corpo di una ragazzina, che si avviava a diventare donna, massacrato prima che i suoi anni potessero sbocciare a pieno. Non è la prima volta che accade. È come se gli uomini, i maschi, non riuscissero a dominare l’istinto a dominare – nel senso letterale di avere dominio – le loro figlie, madri, mogli, amiche, estranee. Fino ad arrivare alla morte, all’annullamento dell’altra che non può essere mia. L’uccisione di Sarah Scazzi, il rapimento – e forse l’uccisione – delle gemelline svizzere da parte del padre con l’unico scopo di far del male alla moglie che lo aveva lasciato. E poi

il lungo elenco di fidanzate e mogli tenute in pugno con la violenza e il terrore. Il maschio si appropria del corpo delle donne con la forza e il sopruso quando non lo fa con la seduzione di soldi e potere. Il dato comune di queste mortificazioni è quello di ridurre le donne – di qualunque età – a degli oggetti di cui si può disporre a proprio piacimento. Oggetti senza volontà e senza anima che si possono gettare vie come bambole rotte. Violenza e seduzione sono figlie di una stessa cultura: quella che vede la donna solo come un corpo. Indifferente a cosa ci sia dentro o addirittura infastidita da una intelligen-

za, una volontà, una autonomia che non si riesca a controllare. E forse mai come oggi che i corpi femminili sono esibiti e ostentati si è persa traccia della loro sacralità. Persino le donne, che dovrebbero custodire se stesse, cercano sul proprio corpo un dominio che le offende. Le diete troppo rigide al limite dell’anoressia, con un controllo ossessivo di sé, il malsano tentativo non di rallentare, ma di far tornare indietro gli anni infilandosi in corpi e volti di plastica e silicone, l’uso spregiudicato del sesso per accaparrarsi favori e protezioni confermano gli uomini nell’idea che il corpo delle donne sia

terra di conquista, con o senza il loro consenso. Ma non tutto è perduto. La grande indignazione seguita allo svelamento dei fatti che coinvolgerebbero il Premier la dice lunga su quanto ancora resista una educazione che fa del corpo non un quid separato dall’anima, da usare a proprio o altrui beneficio, ma un tutt’uno che esalta l’uno quanto più ci si cura dell’altro. Sentir dire a ragazzine appena uscite dall’adolescenza che sarebbero disposte a partecipare a festini vari pur di sfondare nella vita umilia tutte quelle ragazze (e sono la maggioranza) che invece si costruiscono con sacrificio il proprio

Un’esperienza

C’è ancora spazio per educare ai sentimenti? Quella del rapporto con il proprio corpo in trasformazione è una delle questioni chiave che si affrontano nei percorsi di educazione all’affettività e alla corporeità per ragazzi e adolescenti promossi da un numero sempre crescente di oratori della diocesi. Anche gli oratori, come tante altre agenzie educative, sono preoccupati dei danni che la mercificazione del corpo prodotta dai mass media e accettata dalla mentalità corrente, può provocare su personalità ancora in formazione come sono quelle degli adolescenti. “Proprio per questo motivo – afferma la giovane psicologa Chiara Scaratti che ha recentemente tenuto uno di questo percorsi in un oratorio della Franciacorta – è necessario partire da una riflessione sul corpo e i cambiamenti, più o meno visibili, legati alla fascia di età che i ragazzi stanno attraversando”. Maschi e femmine, in gruppi

distinti, sono stati chiamati a lavorare attorno ad una sagoma del corpo umano, con il compito di riempirla e caratterizzarla con gli elementi che ritenevano salienti. “Il tema proposto – ricorda la psicologa – è stato accolto in un primo momento con una certa ilarità, una sorta di imbarazzo di fronte ad un argomento per loro particolarmente importante, ma del quale non sempre è facile parlare”. Dopo le scontate resistenze iniziali, però, i ragazzi hanno saputo mettersi in gioco, dando luogo a riflessioni interessanti e mostrandosi curiosi e attenti soprattutto a quanto prodotto dal sottogruppo dell’altro sesso. “Da questa fase – afferma ancora Chiara Scaratti – è emerso, sia per i ragazzi che per le ragazze, un’idea del rapporto con il proprio corpo complessa e sfaccettata”. Accanto ad una comprensibile sottolineatura degli elementi fisici e sessuati, legati al particolare momento di evoluzione che i preadolescenti stanno

attraversando e che vede come uno dei principali protagonisti proprio il corpo, hanno infatti trovato spazio anche una serie di caratteristiche riguardanti la sfera emotiva e cognitiva (emozioni, sentimenti, paure, pensieri ...). Il corpo è quindi visto non solo nel suo aspetto materiale, ma anche come veicolo di comunicazione ed emozioni. La seconda parte del percorso si è infatti soffermata proprio sul tema delle emozioni. Queste ultime sono fortemente radicate nel corpo: in primo luogo implicano sempre delle profonde modificazioni, in secondo luogo si esprimono attraverso di esso (il sorriso e i salti di gioia, o all’opposto il broncio e la chiusura della postura). Questo è il corpo che entra in relazione con l’altro (è stata questa la terza parte del percorso): un corpo emotivo, un corpo pensante e dunque un corpo “comunicativo”, un corpo che non è mai oggetto, ma sempre e comunque soggetto.


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Mariella Bombardieri

Superare gli stereotipi

futuro. Le veline di turno, immolate volontariamente sull’altare del mercimonio, convinte di “usare” il proprio corpo e non di essere “usate”, ci richiamano a una maggior vigilanza su noi stessi e sui nostri figli, maschi e femmine. Per dirci che il corpo non può essere strumento per niente e per nessuno. E che non è lecito metterci le mani addosso anche quando il soggetto partecipa volontariamente allo sfruttamento. Moralismo? Forse solo voglia di essere trasgressivi. E, rispetto allo scambio corpo femminile-potere (che oggi vorrebbe diventare norma), non c’è niente di più trasgressivo del pudore e della castità.

1861-2011 Un contributo al cambiamento di prospettiva richiesto in queste pagine arriva dai 150 anni di storia unitaria. La festa dell’8 marzo è diventata quest’anno occasione per mettere in risalto il contributo dato da tante donne nella costruzione del Paese. In molte realtà del Bresciano sono stati programmati incontri con questa particolare chiave di lettura. Appuntamenti che vanno ad affiancarsi alle tante iniziative che da anni promuovono una nuova cultura dell’universo femminile come, per esempio, il premio “Laura Bianchini” i cui termini scadono il 10 marzo prossimo.

“L’adolescenza è un periodo ricco e faticoso nello stesso tempo, momento di prova per misurare le proprie capacità non più solo all’interno della famiglia ma anche e soprattutto fuori. È età di crisi, di voglia di libertà, di disagio, di scoperta. L’adolescenza è vivere delle trasformazioni del corpo, della mente, dei rapporti con gli altri, della relazione genitori-figli”. Così scriveva Mariella Bombardieri in “Come faccio ad essere un bravo genitore? Viaggiando si impara”, un libro dato alle stampe nel 2008. Sono ancora le riflessioni della psicopedagogista, che da anni collabora con “Voce”, a raccontare come le adolescenti vivono i cambiamenti del corpo, tra mille sollecitazioni (non sempre positive) che giungono dal mondo esterno e dal rapporto con gli adulti, con l’altro sesso, con i mass media. Il corpo è una parte importante della persona che spesso parla molto più delle parole. In adolescenza il corpo cambia e spesso alle ragazze non piace. “Ho troppi brufoli, sono grassa, ho i polpacci grossi”. L’adolescente vede un sacco di difetti guardandosi alla specchio anche perché non si riconosce più, si disorienta. Non vede riflesso il corpo bambino vede un corpo in mutamento che attiva fascino e paura come ogni esperienza nuova. È utile che le adolescenti possano trovare un gruppo al femminile per confrontarsi, per trovare sostegno tra pari che vivono la medesima trasformazione. Certo lo sviluppo non avviene per tutte nello stesso momento e anche questo a volte è causa di sofferenza, di svalutazione del sé. “Non devi concentrarti solo sul corpo, devono accettarti per quello che sei”: una mamma può dire alla figlia. In realtà questo è un discorso da adulti che fatica ad essere compreso da un’adolescente. “Se gli altri non mi accettano anche con il mio corpo è difficile che mi piaccia e sia contenta”. Inoltre il confronto avviene anche con il gruppo dei maschi che può valorizzare il corpo femminile o schernirlo. Colpisce comunque che quando si lavora con adolescenti sul tema dell’affettività e sessualità emerga sia dai maschi che dalle femmine quanto essi non siano attratti solo dal corpo ma anche dal carattere, dallo stile di comunicazione, dalla fiducia che trasmette l’altro. Certo i modelli proposti dai mass-media spesso non aiutano a non andare in crisi perché presentano modelli ideali di ragazza: quasi perfetta, sempre ben vestita, affascinante, sicura di sé. Tutto quello che una adolescente non è. Quando a 13, 14 anni si vede una ragazzina già troppo truccata, o troppo seduttiva spesso è perché ha vissuto esperienze precoci, perché è poco seguita in famiglia, perché è alla ricerca dell’affetto. Accanto ad adolescenti che si danno il tempo per crescere, si incontrano adolescenti che per essere riconosciute e importanti mettono in internet le proprie immagini senza accorgersi di fare qualcosa che certo le mette al centro dell’attenzione, ma le pone anche in una situazione di poca valorizzazione di sé. È importante dirlo nei gruppi di adolescenti sia maschi che femmine: che il corpo richiede rispetto, che ci si deve ascoltare anche con proprie paure e titubanze e che nessuno ha diritto a oltrepassare la soglia quando l’altro non vuole farti entrare. È importante educare sia i maschi che le femmine a non fermarsi agli stereotipi, ad essere critici rispetto ai modelli proposti alla televisione o sui giornali, a cercare un proprio modo di relazionarsi con sé e con gli altri.

I contributi, positivi, del mondo dei mass media

Dalla rete una nuova consapevolezza Si dice spesso, e a ragione, che gran parte dei messaggi che contribuiscono ad alimentare una visione mercificata della donna arrivano dal mondo della comunicazione. Niente di più vero. La pubblicità, moltissimi programmi televisivi, molto materiale veicolato da internet alimenta una cultura che riduce la donna a semplice oggetto da utilizzare. Un flusso incontrollabile di suggestioni a cui sono pericolosamente esposte le generazioni più giovani. Sarebbe una sorta di istigazione a delinquere proporre una sintesi di quanto in questa prospettiva arrivano a veicolare migliaia di siti internet. Fortunatamente, però, in qualche caso i mass media si pongono anche il problema di dare un con-

tributo “controcorrente” contro la mercificazione dei corpi (femminili o maschili poco importa). Grazie ad internet, per esempio, è stato fatto conoscere il documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo. Nel maggio del 2009 l’autrice ha messo in rete un documentario che si proponeva di innalzare il livello di consapevolezza sull’immagine delle donne nella tv italiana. È stato questo l’inizio di un cambiamento e di una grande spinta per far riguadagnare centralità alle donne e misurare la loro incidenza sul tessuto sociale e culturale del Paese. Il documentario, grazie alla rete, è stato visto da moltissime persone e ha aperto la via a un profondo dibattito, tanti che la stessa Zanardo ha re-

lizzato un libro, con lo stesso titolo, in cui ha raccontato la genesi del documentario, le reazioni che ha suscitato, l’interesse inaspettato da parte delle giovani generazioni, la necessità di uscire dagli stereotipi per giungere a una nuova definizione del femminile. Il libro che, come il documentario, è stato conosciuto grazie a internet, mette a fuoco nuovi strumenti di lettura dell’immagine televisiva e dei messaggi che questa veicola e passa dalla denuncia alla proposta di strumenti che consentono di guardare la tv con consapevolezza. “Spegnere la tv oggi non serve – ha affermato Lorella Zanardo – il vero atto innovativo è guardarla. Insieme a chi normalmente la guarda”.

Lorella Zanardo


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Opinioni

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

di Savio Girelli

di Mario Nicoliello

Liturgia

Università

Cenere, acqua e fuoco

Tremonti: “Inevitabili i tagli” La cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico della Statale è servita, tra l’altro, anche per avere un’interpretazione autentica sulla questione dei “tagli agli atenei”. Dalla viva voce del titolare del dicastero dell’Economia, Giulio Tremonti, è giunta infatti conferma di come la contrazione delle risorse da destinare alle Università sia inevitabile. Coloro che guidano gli atenei dovranno perciò guardare al futuro consci che le difficoltà sul fronte finanziario rappresenteranno una costante dei prossimi anni. Inciderà questo aspetto sulla didattica e sulla ricerca? Certamente sì, seppur in maniera diversa da ateneo ad ateneo. Anche Brescia, università “virtuosa” secondo le classifiche stilate dal Miur, dovrà stringere la cinghia e razionalizzare la propria attività: non passi inosservato che lo scorso anno la riduzione del fondo di finanziamento ordinario è stata di circa due milioni di euro. In questo scenario buio sul fronte delle risorse dovrebbe trovare attuazione la Riforma Gelmini, la quale tra le proprie linee-guida pone il merito. Ebbene, raggiungere la meritocrazia in assenza di risorse sembra impresa ardua, tant’è che il rischio che diversi principi rimangano soltanto enunciati sulla carta potrebbe diventare concreto. La prima fase di applicazione della Riforma prevede la riformulazione, da parte degli atenei, dei propri statuti. Si tratta di un momento molto importante, poiché consentirà alle università di mettere mano alla propria struttura e di adattare il nuovo assetto – compatibilmente con i margini di libertà lasciati dalla norma – alle proprie peculiarità. Per l’Università di Brescia potrebbe essere l’occasione di dare concretezza allo spirito di università territoriale che caratterizza l’ateneo cittadino, cercando di modellare la propria organizzazione alle esigenze del territorio. Il tutto senza tralasciare ovviamente, da un lato la necessaria spinta verso l’apertura internazionale, dall’altro il tentativo di instaurare alleanze settoriali con atenei limitrofi. Oltre che all’attuazione della Riforma Gelmini, gli atenei sono stati impegnati in queste settimane anche a stendere l’offerta formativa del prossimo anno, recependo le disposizioni del Decreto ministeriale 17/2010. La norma ha previsto tra l’altro che non si potranno attivare corsi di laurea in assenza di requisiti minimi in termini di numero di docenti. Il provvedimento ha colpito soprattutto le università di piccole dimensioni, che hanno dovuto mettere mano in maniera sensibile alla propria offerta. Tra un taglio e l’altro, l’Università di Brescia guarda avanti. Il terzo decennio di vita dell’ateneo cittadino si annuncia probabilmente ricco di sfide, ma pure foriero di opportunità.

Padre Pio 3 giorni, 2 notti 01/01-31/12 Fatima e Lisbona 5 giorni, 4 notti 01/01-31/12 Assisi 3 giorni, 2 notti 03/01-31/03 e 01/07-07/08 01/04-29/05 e 05/09-23/10 08/08-04/09 e 30/05-30/06

È ormai fatto assodato che il peccato più grave del nostro tempo è costituito dalla crisi del senso del peccato. Ne deriva che negando l’esperienza del peccato viene meno anche l’esperienza del pentimento e conseguentemente l’esigenza della conversione e della gioia del perdono. Termini come “penitenza”, “cambiamento” o meglio ancora “conversione” risultano sgradevoli e fuori moda e chi ci prova è solitamente accusato di ipocrisia. Ma non è così. Il rito penitenziale dell’imposizione delle ceneri, celebrato dalla Chiesa, che si compie subito dopo la liturgia della Parola della Messa del primo giorno di Quaresima, consente proprio di fare un’esperienza particolare. Sì, perché si tratta di un gesto, antico ma non antiquato, umile ma non privo di significato. In sintonia con le letture bibliche della Messa, il rito delle ceneri fa sperimentare all’uomo ciò che è: un essere finito, limitato, peccatore, cenere. È interessante notare che la riforma del Concilio Vaticano II ha voluto conservare la formula classica dell’imposizione delle ceneri: “Ricordati che sei polvere, e polvere tornerai”, ma se ne è aggiunta un’altra: “Convertitevi, e credete al Vangelo”. La prima si ispira a Gn 3,19; la seconda a Mc 1,15. Sono formule che si completano a vicenda: una rimanda alla caduta umana e quindi al peccato, i cui simboli sono la polvere e la cenere; l’altra indica l’atteggiamento interiore di conversione a Cristo e al suo Vangelo. Con il gesto della cenere inizia perciò la Quaresima, tempo penitenziale per eccellenza, che si chiuderà con la Settimana Santa significata dell’acqua della Veglia pasquale. Cenere all’inizio; acqua battesimale alla fine. Ambedue i gesti, benché diametralmente differenti esprimono un’unica realtà: il cambiamento radicale della vita, la redenzione. La cenere sporca; l’acqua pulisce. La cenere evoca la distruzione e la morte; l’acqua battesimale della Veglia pasquale la fonte della Vita. Nella notte di Pasqua si accende il fuoco nuovo, simbolo di rinnovamento e di vita risorta, la cenere, invece, è fuoco spento, morto. La Quaresima comincia così con la cenere ma finisce con il fuoco nuovo e l’acqua battesimale. Realtà di segno opposto, inconciliabili quasi paradossali, ma segni del cammino e dono di conversione. Segni che ci rimandano al rapporto uomo/Dio, peccato/perdono, morte/vita. Il fatto, inoltre, che il rito delle ceneri si consumi all’interno della Messa ci consegna un altro significato: “La partecipazione all’eucaristia ci è di sostegno in questo cammino” (cfr. orazione dopo la comunione). Davvero un bel programma rituale per l’uomo del terzo millennio che intende fare esperienza dell’amore rigenerante di Dio.

01/01-31/12

Polonia: Terra di Papa Giovanni Paolo II 8 giorni, 7 notti € 768.00

01/01-31/12

Turchia 8 giorni, 7 notti € 649.00

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Roma Cristiana 4 giorni, 3 notti 02/01-31/01 e 11/07-04/09 e 13/11-28/12 01/04-10/07 e 05/09-12/11

€ 270.00 € 310.00

Lourdes e Provenza 5 giorni, 4 notti 01/01-30/04 e 15/10-30/10 01/05-10/08 10/08-14/10

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01/01-20/04 21/04-30/06 e 18/09-31/12 03/09-17/09

Lourdes e Barcellona 6 giorni, 5 notti € 270.00 € 297.00 € 300.00

01/01-30/04 01/05-30/06 e 01/10-31/10 01/07-30/09

Malta: sulle orme di San Paolo 5 giorni, 4 notti € 322.00 € 343.00 € 380.00

01/04 al 30/10

Grecia Cristiana e Meteore 8 giorni, 7 notti € 664.00


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Popoli e continenti venturelli@lavocedelpopolo.it

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Italia Il dramma di Brembate

Il dolore non cancella le domande Natalina Orlando, sorella di Emanuela scomparsa nel 1983 a Roma e mai ritrovata, commenta la vicenda della giovanissima Yara Gambirasio

Il luogo del ritrovamento di Yara Gambirasio

È

È tanto il dolore e sono tante le domande che molti si stanno ponendo da quando, il 25 febbraio scorso, è stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate scomparsa tre mesi prima. “Perché non sono riusciti a trovare Yara? Come è possibile che il corpo fosse in un posto così raggiungibile e sia stato trovato per caso? È assurdo, come è possibile che non se ne siano accorti?”, si chiede anche Natalina Orlandi, sorella di Emanuela Orlandi, vicepresidente nazionale di “Penelope Italia” (www.penelope.org) e presidente di “Penelope Lazio”, una

a cura di Patrizia Caiffa

delle sedi territoriali dell’associazione delle famiglie e degli amici delle persone scomparse (oltre 24mila quelle non ancora ritrovate dal 1974 a oggi in Italia, di cui 9336 minori, ndr.) che ha presentato una proposta di legge per prevenire e contrastare il fenomeno della scomparsa dei minori. Il primo pensiero va sicuramente ai familiari di Yara. Cosa vorrebbe dire loro? “Quando li ho visti in televisione mi è sembrato di rivedere mio padre e mia madre. È stata un’emozione fortissima. Vorrei dire loro che gli siamo

vicini, che capiamo benissimo quali sono i loro sentimenti. All’inizio è difficile darsi pace. Poi si spera che queste esperienze servano almeno a far in modo che nessun’altro debba subirle”. Questo caso ha suscitato tante domande. Cosa vorrebbe chiedere agli investigatori? “Dobbiamo chiedere a gran voce che ci siano delle persone veramente competenti, che sappiano muoversi bene quando scompare una persona. C’è un vuoto, c’è qualcosa che non va. In ogni regione ci dovrebbe essere un pool di persone predisposte alla ricerca degli scomparsi. Bisogna allertarsi immediatamente soprattutto quando scompare un minore, che corre sempre dei rischi, perché può essere più facilmente abbindolato”. Ha trovato analogie con la scomparsa di sua sorella? “Molti aspetti di questo caso erano simili alla sparizione di Emanuela: era una ragazzina semplice come lei; sicuramente Yara si è allontanata con qualcuno che conosceva; non si capisce la motivazione del delitto”.

Commenti

A questo punto quale auspicio? “Speriamo almeno che questa tragedia serva a una riflessione collettiva per organizzare meglio le ricerche, perché si riesca veramente a battere a tappeto un territorio. Apprezziamo la buona volontà dei volontari, ma in questi casi non bisogna spostare le macerie, bisogna cercare qualsiasi dettaglio che possa essere utile. Allora servirebbero dei gruppi preparati che possano guidare i volontari”. Nella proposta di legge nazionale chiedete anche maggiori poteri per il Commissario straordinario del governo per le persone scomparse. Perché? “In questo momento il Commissario straordinario non ha nessun potere. Ora fa solo da tramite tra istituzioni e familiari, chiede agli inquirenti a che punto stanno le indagini e riferisce alle famiglie, ma non può interferire. Invece dovrebbe essere una figura di raccordo tra le forze dell’ordine predisposte alla ricerca. In questo modo si farebbe riferimento a una persona sola”.

di Alberto Campoleoni

L’abbraccio al di là delle parole “Il padre mi ha detto: non dirmi nulla e abbracciami”. Così riferisce don Corinno Scotti, il parroco di Brembate di Sopra, del suo incontro con il papà di Yara Gambirasio, dopo il ritrovamento del corpo della piccola. “Non dirmi niente”. E davvero c’è poco da dire. Le parole faticano a tradurre emozioni profonde, sentimenti che si accavallano. Faticano, soprattutto, a dire lo sgomento di fronte all’assassinio di una bambina, di una persona innocente. Faticano, ancora, a cercare e a dire conforto, vicinanza e insieme, forse, rabbia, desiderio di giustizia. Anche la speranza cristiana, la certezza, come ripete don Corinno, che Yara è in Paradiso, è un angelo, non può non interrogarsi sul mistero del dolore, sulla tragedia senza spiegazioni, sulla negazione della stessa umanità che quel corpo senza vita, abbandonato in un campo, lascia immaginare. In realtà si resta ammutoliti. “Non dirmi niente. E abbracciami”. L’abbraccio al papà e alla mamma di Yara è collettivo. In fondo è il modo con cui ciascuno di noi si ribella all’accaduto. Nel gesto

dell’abbraccio, della vicinanza, delle lacrime e del dolore partecipato, per quanto insondabile possa essere quello di due genitori, si ritrova l’umanità perduta, il senso altrimenti negato della vita stessa: condivisione, riconoscimento reciproco, amore. E dopo il silenzio, dopo l’abbraccio, resta il dovere di cercare una spiegazione. Non alla disumanità, che è mistero, ma all’accaduto. Bisogna cercare e trovare chi ha ucciso, scoprire come. Per questo adesso, una volta di più, è il momento delle indagini, dell’opera minuziosa e preziosa degli investigatori. Per questo le campane a distesa che il parroco ha invocato, se aiutano a guardare in un modo diverso, a dare profondità e prospettiva al mistero della morte, non sono tuttavia consolatorie. Non addormentano. Piuttosto tengono svegli, ricordano la responsabilità di operare per il bene, di fare del proprio meglio per animare, ciascuno secondo quello che può, l’oggi. Così hanno fatto, in questi mesi, le tante persone che hanno cercato Yara e che adesso, instancabili, vanno avanti.


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Popoli e continenti Mondo

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Libia Una situazione sempre più drammatica

Il faticoso cammino verso la democrazia Nonostante il sempre più accentuato isolamento Gheddafi non sembra intenzionato a farsi da parte, alimentando dubbi e preoccupazioni sul “dopo”

N

Non accennano a diminuire in Libia scontri e violenze. Aerei militari hanno bombardato nei giorni scorsi la città di Misurata, in mano ai rivoltosi causando la morte di 50 persone. Il rais Gheddafi, nonostante il sempre più accentuato isolamento interno ed internazionale non sembra disposto alla definitiva capitolazione. Al di là degli scenari che stanno ancora delineandosi e dei timori che la questione libica possa diventare scottante per la comunità internazionale, è interessante capire quale è stata la scintilla che ha fatto scattare la crescente ondata di protesta a Tripoli e in altre città del Paese. Una lettura di quanto accaduto è stata proposta dall’agenzia stampa Misna che ha intervistato il giornalista ed esperto di questioni africane e mediorientali Eric Salerno sulla situazione libica. Qual è stata la molla della protesta in Libia?

Onu a cura di Massimo Venturelli

Quello che i libici contestano, nelle rivolte di questi giorni, è il sistema di corruzione endemico nella classe dirigente e soprattutto lo stato di isolamento in cui le giovani generazioni sono state costrette a vivere negli ultimi 20 anni. Una condizione che gli ha impedito di stare al passo coi tempi, in breve di affrontare il futuro. C’erano i segnali, secondo lei, di una rivolta che covava sotto la cenere? Forse i segnali di un movimento di massa no, ma è indubbio che la spinta per le riforme fosse abbastanza sentita. Non è un caso che Seif al Islam, il cosiddetto ‘riformatore’, quello che tra i figli era considerato il possibile ‘delfino’ di Gheddafi, avesse cercato di far favorire questo processo riformatore, scontrandosi con gli altri membri della famiglia e i comitati rivoluzionari, che temevano di compromettere la loro presenza al potere.

Cosa pensa della presenza di mercenari africani e stranieri? Mi pare strano che in tre giorni Gheddafi sia riuscito a mobilitare un esercito di mercenari e a farli arrivare nel Paese. Non si dovrebbe escludere la possibilità che elementi stranieri fossero presenti in Libia già prima degli scontri. Il sogno panafricano di Gheddafi prevedeva infatti anche la creazione di un esercito continentale da inviare negli scenari di conflitto dei diversi Paesi africani, e nonostante questo progetto non si sia mai realizzato il leader libico aveva contatti con tutti i vertici militari e dei servizi segreti africani. Se Gheddafi dovesse cadere quale scenario si aprirebbe per il Paese? Sicuramente gli organismi tribali farebbero la loro parte. Come già prima dell’avvento del colonnello si riunirebbero in comitati e procederebbero alla creazione di una nuova Costituzione e di un governo di ‘unità’ nazionale. Ma il cammino per la democrazia, rispetto alla Tunisia e all’Egitto che comunque avevano al loro interno dei partiti di opposizione seppure indeboliti, sarebbe forse più lungo.

Approvate le sanzioni Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, seppur con un certo ritardo rispetto all’apertura della crisi, ha approvato all’unanimità nei giorni scorsi la risoluzione 1970 contenente le sanzioni contro la Libia che prevedono il blocco di beni e l’embargo alla vendita di armi, il divieto di viaggiare negli Stati membri dell’Onu per 16 persone legate al regime e il congelamento dei beni finanziari del leader libico di quattro dei suoi figli. Nel documento si afferma inoltre che “gli attacchi sistematici” contro la popolazione civile in Libia “possono essere considerati crimini contro l’umanità”. L’isolamento internazionale del regime di Tripoli ha così quindi raggiunto il punto di non ritorno. Il presidente degli Stati Uniti Obama, il primo ministro britannico Cameron e il cancelliere tedesco Merkel hanno chiesto espressamente che Gheddafi lasci il potere per il bene del Paese.

Ruanda

I catechisti della parrocchia di Ryakabamba ringraziano Brescia In occasione dell’assemblea diocesana dei catechisti del settembre 2010 era stata lanciata la proposta di coinvolgere i partecipanti in una raccolta di fondi per aiutare la parrocchia di Ryakabamba, nella diocesi di Ngozi in Burundi, in cui è presente, come parroco, don Lucio Cedri. Nelle scorse settimane dalla parrocchia burundese è giunta al Centro missionario diocesano una lettera con i ringraziamenti della parrocchia ruandese. “Cari fratelli in Cristo – è l’inizio della lettera –, noi catechisti della parrocchia di Ryakabamba abbiamo l’onore di indirizzarvi questa lettera per ringraziarvi con tutto il cuore per l’aiuto che ci avete donato”. Nella lettera, oltre al grazie per l’invio degli oltre 2000 euro raccolti, c’è la descrizione del lavoro svolto da catechisti che, prosegue lo scritto “lavorano in parrocchia tutti i giorni della settimana, costantemente al servizio della pastorale” per annunciare il Vangelo ai differenti gruppi e categorie di persone. Questi catechisti portano il loro annuncio nelle scuole primarie, secondarie e del catecumenato. Sono molti altri i gruppi seguiti dai catechisti della parrocchia di don Lucio Cedri: giovani che si preparano

al matrimonio; i ricomincianti (“renégats”), cioè coloro che, dopo aver rinnegato la loro fede, cercano di riprendere il cammino interrotto; coloro che preparano il battesimo per i loro bambini; le coppie che si trovano in una situazione irregolare (che vivono nel concubinato), perché possano sposarsi seguendo la Chiesa; le piccole comunità ecclesiali di base sulle colline. “A causa della mancanza di sacerdoti – continua la lettera – diamo una mano per la celebrazione domenicale alle sei chiese succursali”. Sono 14 i catechisti impegnati in una parrocchia che conta circa 60mila abitanti, 30mila dei quali cattolici, due sacerdoti e cinque suore. “Con il vostro aiuto – hanno scritto i catechisti di Ryakabamba – abbiamo potuto creare un’associazione; come progetto abbiamo scelto l’allevamento di capre, anche per avere a disposizione del concime per i campi. I mezzi per poter condurre una vita tranquilla sono carenti, ma il Signore, tramite voi, non ci fa mancare la sua Provvidenza. Vi ringraziamo molto e assicuriamo la nostra preghiera per tutti voi, perché grazie al vostro aiuto potremo sostenere convenientemente le nostre famiglie”.


Popoli e continenti Europa

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Europarlamento Un incontro in Vaticano

Il dialogo tra Chiese e istituzioni Benedetto XVI e Jerzy Buzek

L

L’incontro tra Benedetto XVI e il presidente dell’Europarlamento Jerzy Buzek, svoltosi in Vaticano il 28 febbraio scorso, ha toccato temi di primaria importanza nelle relazioni tra Chiesa cattolica e Unione europea. Al termine dell’udienza privata con il Papa, il presidente dell’Assemblea di Strasburgo – polacco, cattolico, a suo tempo tra le figure di riferimento in Solidarnosc e poi premier a Varsavia – ha spiegato che la visita ha posto sul tavolo tre argomenti-chiave: l’attualità politica internazionale, con in primo piano “i recenti eventi in Nord Africa e Medio Oriente”; la tutela della libertà religiosa, con un’attenzione specifica alle restrizioni, discriminazioni e violenze subite dai cristiani in vari Paesi; il rapporto tra le comunità religiose e le istituzioni dell’Unione. Sui fatti in corso nel

Mediterraneo e in Asia, “abbiamo espresso l’auspicio che essi portino alla democratizzazione, allo sviluppo della società civile e alla difesa dei diritti umani”, ha spiegato Buzek. Emerge, con evidenza, il comune sentire tra le due personalità, e la percezione che – ciascuno nel proprio ambito – Chiesa e Ue abbiano un compito essenziale sulla scena mondiale. Né il Vaticano né l’Europa comunitaria possiedono eserciti potenti, eppure possono (o forse proprio per questo possono) giocare un ruolo diplomatico e “morale” insostituibile, in un’epoca in cui si cercano nuovi punti di riferimento, istituzioni credibili e solide, soggetti votati a costruire la pace, la libertà e la giustizia. “Oltre a ciò, abbiamo sottolineato – ha puntualizzato il presidente del Parlamento europeo – che è molto importante lottare per i diritti delle

Il presidente Jerzy Buzek ha incontrato Benedetto XVI. Trattati alcuni temi chiave per il futuro dell’Europa minoranze religiose, in particolare quelli delle minoranze cristiane” in tutto il mondo. La libertà religiosa è un diritto umano primario, che si esplica accanto agli altri diritti fondamentali e alle libertà individuali e collettive: in qualche modo essa è la “cartina al tornasole” con la quale si possono verificare gli altri diritti, facendo essa parte, da sempre, del patrimonio intangibile dell’umanità. Terzo punto sul quale si sono soffermati il Papa e Buzek riguarda la piena applicazione del Trattato di Lisbona e dell’articolo 17 sul dialogo tra istituzioni Ue e rappresentanti delle Chiese e delle organizzazioni religiose. Da tempo Unione a 27 e comunità credenti del vecchio continente hanno appuntamenti periodici durante i quali si affrontano gli argomenti-chiave dell’integrazione. Lo stesso Buzek è stato protagonista di tali rendez-vous da quanto ha assunto la guida dell’Europarlamento, nel luglio 2009. In Europa sembra radicarsi – non senza fatiche, incoerenze e passi indietro – il convincimento che le fedi possano svolgere una funzio-

ne di cerniera tra i popoli europei e tra le istituzioni Ue e la società civile dei diversi Paesi; alle Chiese molti riconoscono meriti (evidenti) nel campo della crescita etica e culturale, dell’educazione, della solidarietà. Per queste ragioni i rapporti tra le istituzioni comunitarie e i rappresentanti delle Chiese dovrebbero consolidarsi, infittirsi e avere risvolti concreti. Le Chiese credono all’Europa; l’Europa deve mostrare stima e fiducia verso le comunità credenti. Per Jerzy Buzek, comunque, l’incontro con Benedetto XVI è stato di straordinaria importanza. “In questi difficili tempi di crisi – ha affermato il presidente del Parlamento europeo – è molto importante incontrare un uomo di profonda fede e grande intelligenza, anche per quello che in qualità di Papa può fare per tutta la comunità dei popoli, in Europa e anche al di fuori di essa”. Nell’incontro, ha proseguito Buzek, “si è parlato anche della prossima beatificazione di Giovanni Paolo II, di cui ricordiamo il discorso tenuto nel 1988 al Parlamento europeo di Strasburgo”.

Un servizio offerto dalle Acli provinciali

A Brescia un ufficio distaccato del Consolato moldavo Le Acli provinciali di Brescia hanno da poche settimane attivato un importante servizio a favore di tutti i cittadini moldavi residenti nel Bresciano. Dal 26 febbraio scorso, infatti, è operativo presso la sede provinciale Acli, in via Corsica 165 a Brescia, l’ufficio distaccato del Consolato generale moldavo in Italia. Dalle 9 alle 16 di altri cinque sabati (sino al mese di dicembre) sarà possibile per i cittadini moldavi immigrati in Italia, fare capo al servizio attivato dalle Acli per la risoluzione di pratiche tipiche del Consolato quali ad esempio procure, atti notarili, documenti per il riconoscimento della patente di guida moldava in Italia ecc. Si tratta di un servizio innovativo, che è stato possibile grazie alla collaborazione delle Acli provinciali di Brescia, che hanno messo a disposizione gli spazi necessari all’interno della loro sede, e alla disponibilità del console generale della Repubblica moldava Nicolae Nuca. Il servizio è una importan-

te opportunità per la significativa comunità moldava presente in provincia di Brescia, che in questo modo e per questi servizi non dovrà recarsi nelle scomode sedi del Consolato generale a Bologna o dell’Ambasciata a Roma. Il servizio funziona, dopo la giornata inaugurale del 26 febbraio scorso, una volta ogni due mesi, con questo calendario: 30 aprile; 25 giugno; 27 agosto; 29 ottobre; 17 dicembre. Artefice, insieme alle Acli provinciali, di questo accordo è la neonata associazione italo-moldava Moldbrixia, presieduta da Lilia Bicec, che supporta con i volontari dell’associazione il lavoro dei funzionari del consolato. La stessa associazione, nata per favorire la conoscenza reciproca dei popoli moldavo e italiano, propone per domenica 6 marzo una festa della donna, con canti, danze e letture di tradizione moldava e italiana. L’iniziativa, aperta a tutti, si tiene presso il Circolo Acli di San Polo in via Cimabue 271 a Brescia.


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LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Renato Laffranchi anchi (Rivarolo Mantovano/Mn Mn 1923) Nelle Otto Beatitudini dini mostra, rovesciata, l’immagine magine della beatitudine del mondo,, con un tratto corrosivo sivo e impietoso. Beati i perseguitatii (2007). Brescia, cia, collezione privata.

La certezza e le parole di Giuseppe Fusari

Il Vangelo della domenica IX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Dal Vangelo secondo Matteo (7, 21-27) Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande”.

La certezza e le parole. Non ci deve ingannare la superficie di questo Vangelo: Gesù non stigmatizza semplicemente il modo falso di usare le parole al posto dei fatti. Bisogna andare più in profondità: Gesù mette davanti al pericolo di accontentarsi delle parole fino a scambiarle per certezze. È un pericolo reale e insidioso che non coincide con l’ipocrisia solamente. Piuttosto mette davanti alla possibilità che, accontentandosi delle parole, non si costruisca niente e si rimanga in balia della bufera delle parole. Che hanno un potere ammaliante, affascinante; sono capaci di far figurare un mondo, eppure nascondono la fragilità del nulla. Accontentarsi di dire e imparare a “crederci” non è difficile ma umanamente devastante, e non solo per gli altri. A Gesù non importa nulla in questo Vangelo delle menzogne degli affabulatori, dei ragionamenti dei venditori di fumo, dei discorsi dei professionisti delle parole. Mette invece in guardia contro la tentazione di accontentasi del “dire” e del convincersi che questo basta. E non solo per la vita di tutti i giorni, ma anche per la vita spirituale. Accontentarsi delle parole significa non pensare a strutturarsi interiormente, significa mantenere la necessaria, superficiale certezza che si sta facendo tutto quello che basta. È, in fondo, accontentarsi di credere a parole senza che queste parole smuovano qualcosa del nostro profondo, senza che parlino al nostro profondo. È un terreno insidioso, sabbioso, instabile. Così come il terreno

di quella casa che cade perché non ha fondamenta. Le parole non valgono le certezze e, spesso, anche le certezze si fondano su parole che non riescono a diventare parte della vita. Si potrebbe dire che non vengono assorbite dalla vita, che rimangono sulla pelle. E vengono lavate via dalla difficoltà del vivere. Insieme alla fede incerta che è fatta di parole e non di Esperienza di Dio. “Signore, Signore” dicono quelli che credono di conoscerlo e hanno un vago ricordo di quello che può essere successo una volta. “Signore, Signore”, un grido che incontra tangenzialmente la proposta di Gesù a costruire qualcosa e che non si è mai tramutato in qualcosa se non in parole. Drammatiche, se si pensa che, al cedere delle parole, non resta che la sabbia di un terreno che non può recepire nulla. In termini moderni si potrebbe parlare di “destrutturazione”, ossia di mancanza di una struttura interiore che aggreghi la persona rendendola esperienza per sé e per gli altri. E non saranno mille esperienze a dare senso alla struttura di una persona; perché ogni esperienza rimane fatta di parole finché non costruisce un pezzetto della nostra casa. E tutto crolla se di questa casa non si conosce il progetto, e non si ha il terreno adatto per costruire, e non si riconosce che la nostra fragilità è anche la nostra forza quando riesce ad affidarsi a chi quella casa l’ha pensata fin dall’inizio. Altrimenti resta la sola nostra povertà di immaginare a parole un futuro che è fatto solo di sogni. Ma non la certezza.


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Ecclesia onger@lavocedelpopolo.it

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Benedetto XVI A proposito di aborto

Vita e coscienza: la voce insopprimibile

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Ha una voce insopprimibile la coscienza e non può essere confusa con fenomeni emotivi o condizionamenti esterni. Lo ha ricordato Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti alla XVII assemblea generale della Pontificia accademia per la vita. Durante i lavori i membri dell’Accademia hanno affrontato alcuni temi di rilevante attualità, come ad esempio, l’utilizzo delle banche del cordone ombelicale a scopo clinico e di ricerca, e si sono soffermati anche su un aspetto poco considerato. Si tratta del dramma interiore sperimentato dalle donne che hanno fatto ricorso all’aborto volontario. Il disagio psichico provato “rivela la voce insopprimibile della coscienza morale – ha detto il Papa – e la ferita gravissima che essa subisce ogni qualvolta l’azione umana tradisce l’innata vocazione al bene dell’essere umano, che essa testimonia”. Benedetto XVI non teme di focalizzare l’attenzione su alcuni punti, spesso volontariamente ignorati; essi stanno a fondamento dell’esistenza umana. Innanzitutto, la persona umana è chiamata a compiere il bene ed evitare il male: solo così realizza se stessa. Come distinguere

di Marco Doldi

l’uno dall’altro e compiere scelte buone? La coscienza morale è l’interiorità dove ognuno di noi si trova solo con se stesso, ma non nella solitudine: lì Dio fa sentire la sua voce e ricorda quello che ha insegnato. Prima di agire occorre ascoltare. La chiamata a compiere il bene conduce a scelte buone o a valutare in verità quello che si è compiuto. Da sempre, l’uomo quando vuole esprimere il meglio di sé e le convinzioni più profonde, fa riferimento alla propria coscienza. Tuttavia, il lavoro della coscienza è molto faticoso e non è esagerato affermare che alcuni hanno confuso la libertà di coscienza con la libertà dalla coscienza. La coscienza rimanda a un’autorità più grande della persona stessa, a una voce che viene dall’alto. Certamente è esigente la voce della coscienza, ma ascoltarla significa essere autenticamente liberi, perché capaci di compiere non semplicemente scelte convenienti o giuste, ma autenticamente buone. Ieri come oggi essere liberi significa opporsi ai regimi totalitari che schiacciano la persona. Il Magistero della Chiesa ha denunciato la dittatura del relativismo, che ha condotto, per esempio, a ritenere

che ci siano situazioni in cui è giustificata l’uccisione di un essere umano mediante l’aborto. Forse l’impegno più serio è quello della formazione della coscienza, perché si tratta di fare silenzio dentro se stessi e discernere il bene dal male. Fattori non di poco conto sembrano vanificare lo sforzo: l’individualismo che conduce a pensare che le proprie scelte riguardino solo se stessi e non il mondo circostante. La perdita del senso della trascendenza e della vita eterna che condanna l’uomo a vivere solo il presente. Si smarrisce così la speranza che le proprie scelte possano segnare il destino eterno di ciascuno. Benedetto XVI chiama ad ascoltare la voce di Dio nella coscienza, invitando a superare tutti gli offuscamenti. Si rivolge alle madri, ma, anche, ai padri dei bambini, che spesso lasciano sole le donne incinte. Ricorda ai medici la gravità di un consiglio che possa indurre la donna all’aborto, presentato come terapeutico. Chiede alla società di porsi con decisione e concretezza al servizio della vita, offrendo gli aiuti necessari perché ogni bambino, ricchezza della comunità civile, possa trovare accoglienza. Infine, chiede alla comunità cristiana di offrire la propria solidarietà alle donne che hanno praticato l’aborto, nella consapevolezza dei condizionamenti che possono aver esercitato la loro influenza sulla coscienza e della sofferenza che ha segnato la loro scelta.

Da 10 anni a Roma nella chiesa di S. Anastasia

L’adorazione eucaristica perpetua L’adorazione eucaristica perpetua è una realtà presente in tutto il mondo e coinvolge ormai milioni di persone. In Italia è presente in circa 50 parrocchie con oltre 15mila adoratori che hanno scelto di vivere la propria vita offrendo un’ora settimanale alla presenza di Gesù Eucaristia. In un’intervista rilasciata a Zenit, don Alberto Pacini, rettore della chiesa di S. Anastasia a Roma, che 10 anni fa ha iniziato l’adorazione eucaristica perpetua, racconta dove è nata la necessità e quali sono stati i risultati. Giovanni Paolo II aveva scritto: “Sì, carissimi fratelli e sorelle, le nostre comunità cristiane devono diventare autentiche ‘scuole’ di preghiera, dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino a un vero ‘invaghimento’ del cuore. Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia non distoglie dall’impegno nella storia: aprendo il cuore all’amore di Dio, lo apre anche all’amore dei fratelli, e rende capaci di costruire la storia secondo il disegno di Dio”. Il Pontefice accolse con entusiasmo la notizia della nascita dell’adorazione eucaristica perpetua, nella sua diocesi, durante il Giubileo, in attuazione di quanto aveva

precedentemente detto a Siviglia, nel 1993, alla conclusione del 45°Congresso eucaristico internazionale: “Spero che questa forma di adorazione perpetua, con esposizione permanente del SS. Sacramento continui in futuro. Specificamente, spero che il frutto di questo Congresso si manifesti nell’istituzione dell’adorazione eucaristica perpetua in tutte le parrocchie e comunità cristiane nel mondo” e fece pervenire la sua benedizione ai fedeli che la frequentavano. Oggi in Italia ci sono una cinquantina di adorazioni eucaristiche perpetue, di cui due in ospedali, e in quasi tutte le regioni del Nord, Centro, Sud, mentre nel mondo sono oggi più di 9.500. “Il risveglio eucaristico – ha spiegato don Pacini – è un fenomeno in grande crescita ed è incoraggiato e promosso personalmente dal papa Benedetto, ci ha detto il card. Piacenza in un incontro privato che ci ha concesso nella sede della Congregazione del Clero, ed è il vero antidoto alla crisi della Chiesa e del clero. Non a caso le iniziative dell’Anno sacerdotale e la lettera per promuovere in tutto il mondo una cordata di adorazione eucaristica per la santificazione del clero (8 dicembre 2007), sono centrate nel sacramento dell’eucaristia”.


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Ecclesia Chiesa bresciana

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Quaresima missionaria 2011 Sussidio

Compagni di viaggio in comunione Il libretto parte dall’esperienza dell’apostolo Paolo con alcune testimonianze. Sette i progetti da sostenere con la scatolina salvadanaio

V

Volendo proporre un sussidio per la Quaresima sulla necessità e la bellezza di essere Chiesa in comunione, il Centro missionario diocesano è partito dall’esperienza di comunione e corresponsabilità dell’apostolo Paolo e dei suoi compagni di viaggio, che danno il titolo al sussidio stesso: “Compagni di viaggio. In comunione per la missione”. Una delle caratteristiche dello stile pastorale di S. Paolo è stato il lavoro d’équipe: si è attorniato di uomini e donne nell’annuncio del Vangelo, nel suo lavoro di fondare e organizzare le comunità cristiane e nella determinazione delle strategie necessarie a far fronte ai problemi pastorali del suo tempo e a risolverli. La missione nasce dalla fraternità nella comunità, da legami di amicizia buoni che aiutano a far crescere la fede. In missione non si può fare da soli: al tempo di Paolo, come nel mondo complesso di

oggi, è importante avere compagni di viaggio con cui confrontarsi e condividere scelte, gioie e fatiche. Il cammino della Quaresima sarà scandito da alcune figure: la settimana delle Ceneri con Barnaba, “Dalla preghiera e dal digiuno ha inizio la missione”; la prima settimana con Paolo, “L’alfabeto dei sentimenti nell’annuncio”; la seconda settimana con Sila, “Fino a soffrire per la missione”; la terza settimana con Lidia, “Una donna dal cuore aperto”; la quarta settimana con Aquila e Priscilla, “Una coppia missionaria”; la quinta settimana con Apollo, “Dalla diversità alla collaborazione”; la settimana Santa con Timoteo, “Un giovane cristiano di grande maturità”. Il sussidio ospita anche le testimonianze dei missionari bresciani che con il loro impegno quotidiano e con le storie della loro gente ci aiutano a gustare la freschezza di una Chiesa delle origini. Non è una

La sala operatoria dell’ospedale di Kiremba

visione nostalgica, ma è un prendere consapevolezza di quelle radici che continuano a far nascere e crescere la Chiesa di Cristo, là dove ci sono fratelli e sorelle che vivono in comunione. Alla fine del libretto si trova anche la Via Crucis della comunità. L’augurio è che anche le nostre famiglie, le nostre comunità e parrocchie possano ripetere l’esperienza dei primi cristiani e vivere la vocazione di apostoli, insieme, come autentici compagni di viaggio che testimoniano e annunciano il Vangelo di Gesù. Le offerte per la Quaresima missionaria andranno a beneficio di sette progetti: l’ospedale di Kiremba; la spedizione de “La Voce del Popolo” e di “Kiremba” a tutti i missionari; il sostegno ai laici missionari; la scuola materna della parrocchia di Juban in Albania; i laboratori di formazione di suor Catia Pintossi in Colombia; l’oasi di spiritualità di padre Giovanni Esti in Sudan; il Centro sanatorio in Camerun. In particolare mandare i nostri giornali ai missionari bresciani rappresenta un bel segno di comunione, ma ha anche dei costi importanti. L’apertura dei laici alla missione è un dono che lo Spirito fa alla Chiesa.

Sono sempre più numerosi i laici che chiedono di essere inviati ad annunciare Gesù Cristo e servire i più deboli, con uno stile di vita sobrio ed essenziale, staccandosi dal proprio mondo per entrare in una cultura diversa e lì porsi al servizio del Vangelo. Attualmente i nostri laici missionari sono presenti in Burundi, Uganda, Brasile e Venezuela, con compiti prevalentemente di animazione di base e di comunità. Interessante anche il progetto di sostegno all’opera di suor Catia Pintossi. I quartieri periferici di Bogotà, con un alto indice di povertà ed esclusione socioeconomica, accolgono gente costretta a fuggire per la violenza dei gruppi armati e della guerra che insanguina la Colombia dal 1948. Alcune persone si organizzano per proporre un’opzione di cambiamento che lasci in bambini, bambine e giovani tracce di vita. In breve tempo si sviluppa l’idea di costruire una casa-centro Formativo. Suor Catia Pintossi, delle Suore Missionarie Mariste, di Gombio, continua così il sogno della “Fondazione Dejando Huellas y Dando Vida” (“Lasciando tracce e dando vita”) di costruire una Casa-Centro formativo.

Tre dei sette progetti legati alla Quaresima missionaria

Dall’Africa all’Albania Da qualche anno ad oggi l’attività sanitaria dell’ospedale di Kiremba si è sviluppata a ritmo incessante e crescente. La prima spiegazione è dovuta all’aumento rapido della popolazione, da quattro a quasi nove milioni in 30 anni, e anche a un lieve miglioramento delle condizioni di vita che ha fatto aumentare l’età media da 43 anni di un tempo agli oltre 50 del 2009. Il Paese, però, non ha incrementato la produzione di cibo: la maggior parte della gente si nutre sempre meno e male e pertanto è più soggetta a malattie e affezioni varie. Pertanto cerca di farsi curare nei centri dove trova medici, medicine ed esami diagnostici sempre pronti come nel caso di Kiremba. Un altro fattore che ha incrementato il lavoro è stato il riconoscimento

di Kiremba, da parte del ministero della Sanità, come ospedale di distretto sanitario a cui fa riferimento una popolazione di oltre 240mila abitanti nei Comuni di Kiremba, Tangara e Marangora. È evidente che anche i costi sono aumentati e che il nostro contributo è molto importante per il funzionamento dell’ospedale di Kiremb“Mons. Renato Monolo”. Uno dei progetti della quaresima missionaria ha a cuore anche l’Albania. Come scrive don Michelangelo Braga, sacerdote Fidei donum e parroco di Juban, “non c’è molta attenzione ai piccoli e la Chiesa cattolica si prende cura di loro perché sono il domani della Chiesa e della società civile”. Don Michelangelo aveva iniziato la costruzione di una scuola materna sul terreno della parrocchia,

ma, per mancanza di fondi, ha dovuto interrompere la costruzione, che nel frattempo era arrivata al tetto. Il portare a compimento l’opera richiede un altro sforzo economico, anche perché i bambini possano godere di un ambiente più ampio e più adatto alle attività didattiche. Il gruppo missionario di Inzino ha, invece, proposto di sostenere la costruzione di un “Centro di Sanità multi-ambulatoriale” a Zoetele, nella provincia del sud del Camerun. Le principali attività sono di tipo sanitario, per visite e cure mediche quotidiane. Ci sono poi attività sociali e culturali, tra cui lo sviluppo di un sistema di solidarietà e mutualizzazione del rischio malattie nella comunità e iniziative di cultura e di educazione sociale e sanitaria per le donne.


Paesi e parrocchie Bassa

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Azione cattolica XIV Assemblea diocesana

Lo sguardo profetico nel quotidiano Il nuovo Consiglio diocesano dell’Ac

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di Luciano Febbrari

Il rinnovo di un impegno. Nella missionarietà, nel vivere l’Associazione e nello stile di vita. Questo in sintesi è quanto si può dedurre dal documento assembleare che di fatto enuncia i principi base per il prossimo triennio dell’Azione cattolica diocesana. L’assemblea si colloca in un contesto difficile, perché “la crisi che ha colpito il mondo negli ultimi anni e che continua a condizionare le persone non tocca unicamente l’ambito economico, ma investe tutta l’esistenza degli uomini”. A questo si aggiunge anche un Paese che “sembra aver smarrito la fiducia in se stesso e nelle proprie capacità”. La scelta missionaria resta centrale e prioritaria con un ulteriore sforzo di responsabilità “dentro e oltre la pastorale ordinaria” nel percorso di iniziazione cristiana e in vista di momenti importanti come il Sinodo diocesano e la scelta delle uni-

tà pastorali. “C’è bisogno – questo il richiamo contenuto nel documento – di rimarcare uno stile, scandito da progettazione e azione, che permetta alla Chiesa bresciana di essere ‘sale e luce’, fermento nella società: non bastano le dichiarazioni e i richiami ai valori cristiani, ma occorrono testimoni autentici e credibili”. La missionarietà si sviluppa su tre ambiti: la presenza diffusa sul territorio (mettersi in rete con le altre realtà parrocchiali), contribuire alla costruzione della città e della civiltà, la formazione. Questo significa anche promuovere gruppi di discussione sulle scelte che riguardano il singolo quartiere, la propria città o il proprio paese. Sappiamo che il mondo cattolico bresciano sta attraversando una fase di cambiamento, che spesso è anche sinonimo di una ricerca di visibilità. L’Ac con il suo presidente Michele

Il 26 e il 27 febbraio l’Ac diocesana si è confrontata sul tema “Responsabili nella creatività. Accogliere, discernere, partecipare” Busi ha puntato sulla mitezza, erroneamente scambiata per debolezza. Oggi più di ieri serve una maggiore capacità profetica come ha ribadito con vigore Busi al termine della sua triennale esperienza da presidente diocesano. Questo è anche un tempo di opportunità nel quale l’Associazione può e deve mettere a disposizione di tutti la sua esperienza, tornando a recuperare la dimensione autenticamente popolare. Non alla ricerca di un modello esclusivo e ed escludente, ma di un modello che sappia “coniugare dimensione alta e profetica con capacità di essere in sintonia con le persone”. Necessaria, quindi, anche la costante attenzione a chi non vive un’esperienza di fede. Tornando al documento assembleare, la passione educativa è da stimolo per continuare a proporre itinerari formativi all’interno della vita di un territorio. Lo stile è quello di Gesù, che, ultimo con gli ultimi, si fa carico e condivide i bisogni delle persone; lo stile è anche quello del discernimento, non di un’accoglienza indiscriminata, a partire dalla Parola di Dio. Uno stile che non può non sposare “momenti

Il nuovo Consiglio diocesano per il prossimo triennio

Il Vescovo sceglierà il nuovo presidente Martedì 15 marzo il neo Consiglio diocesano dell’Azione cattolica, eletto durante la XIV Assemblea, si riunisce per formare la presidenza (due vicepresidenti del settore adulti, due vice del settore giovani e due rappresentanti dell’Acr). Nella presidenza figurano anche l’assistente ecclesiastico don Massimo Orizio, che di fatto sarà il collegamento tra il vecchio e il nuovo consiglio, un segretario (scelto dal presidente) e un amministratore (proposto dal presidente). La presidenza può essere (non è obbligatorio) formata dai membri del Consiglio diocesano. La terna viene decisa in un’ulteriore seduta in maniera congiunta dalla presidenza (i vicepresidenti e l’assistente ecclesiastico) e dal Consiglio diocesano. Nella terna come per la vicepresidenza possono essere

scelte anche persone che non fanno parte del Consiglio diocesano. Nel frattempo presentiamo i membri eletti del Consiglio diocesano per il triennio 2011-2014: lista unitaria (Luisa Colosio, Simona Florio, Barbara Venturini, Marco Benetti, Veronica Vassalini); lista giovani (Thomas Turelli, Sara Bonardi, Selene Marini, Giuseppe Pè, Ilaria Dolcini); lista adulti (Andrea Re, Daniela Mena, Giuliana Sberna, Pierangelo Traversi, Roberto Castelletti); lista educatori Acr (Stefano Cittadini, Stefano Confortini, Cristina Baruzzi, Manuela Dotti, Angela Bertelli); lista rappresentanti di macrozona (Resi Botti, Silvia Rinaldini, Massimo Pionelli, Rosanna Gnali, Federica Filippini, Enrico Pighetti, Marcello Franceschetti, Marilisa Franceschi).

ed esperienze di partecipazione dentro la Chiesa e i luoghi in cui viviamo”. La due giorni di confronto si era aperta con un momento denso di commozione: il vescovo Monari ha benedetto l’aula che, a fianco della cappella di Palazzo San Paolo in via Tosio, d’ora in avanti sarà intitolata alla memoria di Carlo Salvalai, un giovane sposo di Borgosatollo che, scomparso prematuramente 10 anni fa, ha donato il suo tempo e il suo servizio come educatore nell’Ac. Un laico che riassume bene la dimensione dell’associato chiamato a vivere pienamente la spiritualità, la formazione, la vita associativa e la diocesanità. È da qui che l’Ac deve continuare o in alcuni casi ripartire. In questi tre anni i dati testimoniano una realtà che ha mantenuto la stessa quota di associati con una presenza capillare in 80 parrocchie. Non è un dato di poco conto se si pensa che l’adesione non è un fatto scontato, ma è un impegno che va rinnovato di anno in anno: “La tessera di Ac non dà diritto a sconti o riduzioni, ma è un modo per condividere insieme ad altri un percorso di fede, uno stile di essere, da laici nella Chiesa”.


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Ordo Virginum Testimonianza

Gesù Cristo al centro della vita Domenica 20 febbraio Maria Gritti e Ivana Ortolani hanno vissuto in Cattedrale la consacrazione nell’Ordo virginum

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Qual è il senso, oggi, di una consacrazione verginale nella Chiesa? La domanda potrebbe sembrare banale, oppure oziosa o perfino provocatoria; eppure credo che il significato che sottintende sia molto profondo e non cerchi solo una risposta tramite motivazioni strettamente personali. L’interrogativo sulla verginità oggi e, di conseguenza, la risposta che riusciamo a dare, può forse diventare occasione di un confronto diretto, decisivo e convincente sulla fede. In effetti, e senza mezzi

di Ivana Ortolani

termini, la risposta è una soltanto e S. Agostino, nel De sancta virginitate, al n. 27, la pone in modo lapidario e pregnante; scrive che la gioia delle vergini è da Cristo, in Cristo, con Cristo, al seguito di Cristo, per mezzo di Cristo, in ordine a Cristo. Significa chiaramente che motivazioni, dal punto di vista umano, non ce ne sono: sul versante semplicemente antropologicoculturale la verginità non è una scelta comprensibile, resta pur sempre un “di meno”, non un “di più” per l’uomo.

Il mosaico di Rupnik

Chi ama e si sente amato non si sogna neppure di cercare altrove, non ne ha necessità, né desiderio; lo stesso vale nell’incontro e nella relazione personale con il Signore, dove tuttavia pienezza, unicità, fedeltà, durata eterna non sono soltanto un’aspirazione nostra ma vengono in dono dalla Sua promessa. Allora, ritornando alla frase di Agostino, diventa forse più comprensibile la perfetta circolarità di un amore che viene da Cristo e a Lui ritorna, che vive con Cristo, che ha causa e fine in Cristo, che “ricentra” continuamente pensieri, volontà, sentimenti quindi desideri, atti, gesti su Cristo. Nella medesima prospettiva si colloca l’amore per la Chiesa: l’immagine che ho scelto a ricordo della mia consacrazione è tratta da un mosaico di Rupnik, che

rappresenta l’ultima venuta di Cristo, avvolto nel vortice del suo mantello. L’autore, nella spiegazione, dice che “Cristo scende, ma il suo mantello, invece, sale. Nel suo mantello ci sono gli apostoli, e progressivamente si riempie di tutti quelli che il Signore sta tirando fuori dalla morte. Il mantello è la Chiesa, perché la Chiesa è il luogo in cui si riflette la gloria di Cristo risorto, uno spazio dilatato dalla risurrezione, ambito dell’amore, che vivifica, che non esclude, ma fa crescere, benedice e illumina”. Nella Chiesa, con le nostre povere forze, cerchiamo e cercheremo sempre di riversare e rendere concreto questo amore per Cristo, perché è la Chiesa tutta, viva e operante, mistero e sacramento, popolo di Dio, che oggi ci dà Gesù Cristo.


Brevi

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Dall’8 marzo

L’anno giubilare della famiglia di San Giovanni di Dio

Mons. Carlo Caffarra

È il 1546, quando Giovanni di Dio prende con sé nell’ospedale di Granada i primi due discepoli, Antonio Martin e Pedro Velasco. Oggi a formare l’Ordine dei Fatebenefratelli sono oltre 1500 religiosi, nativi di 55 Paesi diversi: un Ordine sparso in tutto il mondo, con 293 opere in 46 nazioni e oltre 40.000 collaboratori. In occasione dell’apertura dell’anno giubilare della famiglia di San Giovanni di Dio che avrà inizio 8 marzo 2011, l’Associazione ex collaboratori Ospedali Fatebenefratelli e il Centro San Giovanni di Dio organizzano per il 4 marzo alle 17.30 presso il Centro pastorale Paolo VI un incontro relativo all’attualità di San Giovanni di Dio. Saranno presenti Maria Rosa Inzoli, presidente dell’Associazione ex Collaboratori Fatebenefratelli, Margherita Peroni, presidente della Commissione Sanità di Regione Lombardia, Mauro Salvatore, direttore generale del Gruppo editoriale bresciana, Fra Marco Fabello, direttore generale dell’Irccs di Brescia. Modera don Adriano Bianchi. L’8 marzo alle ore 10 presso il Centro San Giovanni di Dio verrà celebrata la Santa Messa celebrata da mons. Virgilio Mario Olmi. A termine della cerimonia verranno festeggiati gli operatori che da 25 anni prestano servizio presso Centro San Giovanni di Dio.

Si decide sull’apertura del processo di beatificazione

Poliambulanza Relatori Caffarra e Monari

Cervello, mente e anima

I

Il 5 marzo dalle 8.30 presso la sala convegni di Poliambulanza si terrà il convegno dal titolo “Cervello, mente, anima: l’uomo indiviso”. Ai 200 medici e operatori sanitari presenti verranno offerte relazioni magistrali accompagnate da discussioni guidate con l’obiettivo di far acquisire conoscenze in tema di neuroscienze con particolare riferimento al campo cognitivo, filosofico e della condotta morale. Fra i relatori figurano: mons. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, mons. Luciano Monari, il prof. Paolo Maria Rossini, ordinario di Neurofisiologia del Campus Biomedico di Roma e il prof. Vittorino Andreoli, psichiatra. La direzione scientifica è affidata al prof. Massimo Gandolfini di Fondazione Poliambulanza. Il Convegno è organizzato in collaborazione con l’Associazione medici cattolici e l’associazione Scienza e Vita di Brescia. Da quando esiste l’uomo la domanda sulla dignità della persona umana, nelle sue unicità e specificità, ha percorso i secoli ed ha cercato risposte sempre più esaurienti. Con l’avvento delle moderne neuroscienze, accanto a rivoluzionarie acquisizioni sul “funzionamento” del cervello e della mente, si è fatta ancora più pressante e delicata la questio-

ne dello “spirito vitale” che pervade l’essere umano, lo costituisce nella sua dignità di persona e lo distingue ontologicamente da tutto il restante creato. In parallelo, sta riemergendo il rischio di ridurre l’uomo al suo cervello, alle sue reti neurali, con una sorta di “precondizionamento” anatomofunzionale che annullerebbe di fatto ogni libertà e, quindi, ogni responsabilità nelle scelte e nella condotta del singolo. Il convegno, alla luce di dati scientifici avanzati, vuole contrastare la deriva neo-riduzionista, affermando che per “comprendere” l’uomo (come ogni fenomeno complesso) è necessaria una complementarietà di approcci che va oltre la medicina e la chimica, invocando l’aiuto di altre “scienze”, quali la filosofia e la teologia. “Quanto proponiamo in questo convegno vuole essere un momento di riflessione – dice il prof. Massimo Gandolfini – per gli operatori sanitari, quotidianamente a contatto con l’uomo e le sue sofferenze. Siamo sempre più portati a parlare di patologie e spesso ci dimentichiamo dell’essere umano che esprime la malattia. Crediamo a un approccio al paziente tecnicamente appropriato ma ciò deve tener conto dell’interezza dell’umano e della sua anima”.

Una camuna sugli altari: madre Margherita Maria Guaini È giunta a Ceto la richiesta di documentazione relativa a madre Margherita Maria Guaini delle Suore Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote: il 7 marzo 2011 si riuniscono i Vescovi del Piemonte per esaminare l’avvio della pratica relativa alla beatificazione della loro fondatrice da mandare alla Congregazione dei Santi. Alice Antonia Guaini nasce a Ceto il 21 novembre 1902, è battezzata in giornata presso il Sacro Fonte della parrocchia di Sant’Andrea Apostolo. I ricordi di familiari e parenti del periodo della fanciullezza a Ceto dicono che era assidua alla Santa Messa e che ripeteva con passione i punti principali dell’omelia domenicale al ritorno a casa. Pregava inginocchiata sulla predella dell’altare dell’Addolorata nella parrocchiale. Nel 1912 la famiglia si trasferisce a Gozzolina, frazione di Castiglione delle Stiviere, e Antonietta aiuta i genitori prima e il padre poi: mamma Elisabetta muore presto (nel 1919). Antonietta coltivava la vocazione. Nel 1925 entra a Mantova nell’Istituto delle Ancelle della Carità di Brescia, nel 1938 nel Monastero della Visitazione di Brescia per dedicarsi alla vita contemplativa e prende il nome di Margherita Maria. Rimane in clausura per sette anni durante i quali matura la convinzione di fondare una Congregazione religiosa. Lascia il monastero nel 1945 ed è direttrice dell’orfanatrofio di Rovato. Nell’agosto del 1946 incontra Giovanni Battista Montini e gli illustra la sua idea di una nuova congregazione: far conoscere e amare Gesù eterno sacerdote, il valore della Redenzione e porsi al servizio dei sacerdoti. Mons. Montini la incoraggia: “Quest’opera manca alla Chiesa, bisogna portare nel mondo lo spirito sacerdotale e di vita interiore che al mondo manca”. Nel 1947 si trasferisce al Sud; dal 1948 la Congregazione cresce; nel 1963 madre Guaini trasferisce la Congregazione a Varallo dà inizio all’adorazione eucaristica quotidiana. Nel 1964 la Congregazione riceve il riconoscimento diocesano e nel 1965 l’approvazione pontificia. Nel 1975 invia in Bolivia le prime missionarie, nel 1990 il Cardinale di Manila accoglie nelle Filippine le sorelle della Congregazione. Nel 1995 si apre la missione in Perù. Solo dopo la sua morte le Missionarie di Gesù eterno sacerdote arrivano in India. ll 31 gennaio 1984 le missionarie della Congregazione partecipano alla Messa nella cappella privata del Papa. La Madre assente per motivi di salute, al loro ritorno a Varallo disse: “Il Papa verrà qui a trovarmi”. Il 3 novembre 1984 Giovanni Paolo II pellegrino a Varallo al Sacro Monte sulle orme di San Carlo si ferma nella chiesa della Madonna delle Grazie e incontra la Madre. Nel luglio del 1990 lascia la guida della Congregazione. Madre Guaini muore a Varallo Sesia il 2 marzo del 1994. La comunità di Ceto le ha intitolato la via dove è situata la sua casa natale e ha collocato al cimitero una lapide. (Luciano Bonomi)

La casa natale a Ceto


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LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Ecclesia Agenda

LA VOCE DEL POPOLO 6 MARZO 2009

Agenda del Vescovo Venerdì 4 marzo Ore 20.30 – Brescia – Presentazione della lettera sui migranti presso la parrocchia della Stocchetta.

Martedì 8 marzo Ore 16 – Brescia – Presentazione del libro del prof. Triani “La formazione della coscienza – Antologia di scritti di Bernard Lonergan” presso l’Università cattolica.

Mercoledì 9 marzo

Confraternita dei Custodi delle Sante Croci

In Duomo i Quaresimali I Quaresimali del Duomo, promossi dalla Confraternita dei Custodi delle Sante Croci, sono ormai divenuti un appuntamento tradizionale, sia per la città che per la diocesi. Essi rappresentano da anni uno di “momenti forti” del cammino penitenziale dell’intera nostra Chiesa. Gli incontri di riflessione e preghiere vertono attorno a un tema che è stato sintetizzato in “Sentimenti e gesti sulla via della croce”. Si tratta di ripercorrere la Via dolorosa facendo emergere qualche personaggio “minore”. Attingendo ai racconti evangelici della Passione di Cristo, si cercherà di collocare questi “protagonisti di sfondo” in un’ottica non solo devozionale, ma anche critica, passandone al vaglio ruoli e sfumature e collocandoli in un orizzonte storico-culturale compatibile con gli stessi Vangeli della Passione. Si va da Barabba, allo sconosciuto “Giuseppe d’Arimatea”, passando per le “Donne di Gerusalemme”. Gli interventi si possono ascoltare in diretta su Radio Voce dalle ore 20.30. Di seguito il programma. 9 marzo – “L’umanità di Cristo, via della Conversione”. Santa Messa e imposizione delle ceneri con mons. Monari. 18 marzo – “La scelta: Cristo o Barabba” con mons. Monari. 25 marzo – “Le donne di Gerusalemme: il duplice compianto”. Con mons. Marcelo Sanchez Serondo, gran cancelliere della Pontificia accademia delle scienze. 1° aprile – “I soldati: disprezzo e misericordia” con mons. Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia. 8 aprile – “Giuseppe d’Arimatea: l’ultimo gesto di pietà di un discepolo” con il prof. Mario Taccolini. 15 aprile – “Nicodemo. Il coraggio del discepolo nascosto” con il giornalista Andrea Tornielli

Centro Mater Divinae Gratiae

Esercizi spirituali di marzo Dal 13 al 20 marzo sono in programma gli esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici: dal 13 al 20 marzo “Beata colei che ha creduto” (Lc 1,45). Esercizi spirituali sulle Beatitudini con p. Carlo Lanza s.j. Per adulti: sabato 12 (ore 16/17.30): “Attraversiamo insieme il guado! Un cammino per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante”. Martedì 15, 22 e 29 (ore 20.30/22.30): Pagine di conversione con don Raffaele Maiolini e Guido Uberti. Sabato 19 e domenica 20: meditazione cristiana (corso base e avanzato) con p. Andrea Schnöller. Per giovani: domenica 13 (ore 9/16): incontro di formazione per giovani animatori; domenica 20 (ore 17.30/22.30): la giornata di spiritualità dal tema “Il nome della felicità”; domenica 27 (ore 9/16): terza giornata di gioia (per i ragazzi di 3ª media). Iscrizioni presso il Centro Mater Divinae Gratiae di via S. Emiliano 30 – Brescia. tel. 030.3847212-210.

Eremo di Bienno

Il calendario di marzo Proposte culturali: sabato 12, i concerti dell’Eremo, Musical mente, Stefano Sanzogni – chitarra, ore 20.30. Per i laici: lunedì 7 - 14 - 21 - 28, corso per catechisti ore 20; mercoledì 9, ritiro per le donne ore 9; mercoledì 9, preghiera semplice (adorazione e rosario) ore 20; sabato 12 e domenica 13 (weekend residenziale) e sabato 26, Scuola di formazione all’impegno sociale e politico; sabato 12, Santa Messa per i figli in cielo ore 16.30; giovedì 17, Gruppo Galilea ore 20. Per i giovani: domenica 13, incontro vocazionale ragazze ore 14.30; domenica 20, incontro di spiritualità, ore 18-19.30. Per i sacerdoti: giovedì 10, ritiro spirituale; giovedì 17, Unione apostolica del clero ore 10.30. Per le religiose e consacrate: sabato 12, ritiro spirituale; sabato 19 e domenica 20, ritiro spirituale residenziale. La Santa Messa festiva è in programma ogni domenica alle 16.30. Domenica 6, Cori all’Eremo, Santa Messa animata dal Coro “Tesoretto” di Ceto, ore 16.30.

Ore 20.30 – Brescia – S. Messa delle ceneri in Cattedrale.

Giovedì 10 marzo Ore 10.30 – Brescia – incontro con i maturandi delle scuole cattoliche presso l’istituto Piamarta di via Cremona. Ore 20.30 – Brescia – Scuola di preghiera in Cattedrale.

Cattedrale

Inizia la Scuola di preghiera Giovedì 10 marzo inizia in Cattedrale la Scuola di preghiera per giovani guidata dal vescovo Luciano. Il tema, in sintonia con la Lettera pastorale, rimanda all’esperienza dell’unità e della comunione: “Uno in tutto l’universo”. Il primo incontro, nel primo giovedì di Quaresima, intitolato “Il chicco di grano e il frutto. Attirerò tutti a me” (Gv 12,20-33) si concluderà con la benedizione delle icone raffiguranti “Gesù e il suo amico” realizzate dai giovani della Comunità propedeutica del Seminario, che nel tempo pasquale verranno donate a tutti i sacerdoti della diocesi.

Centro Oratori

I sussidi per la Quaresima 2011 Sono disponibili presso l’emporio del Centro oratori bresciani i sussidi per la Quaresima 2011. Per i bambini è stato preparato “Il viaggio della luce” (libretto + vetrata): un percorso quotidiano di meditazione preghiera e impegno attraverso i colori e i luoghi della Quaresima. Per i ragazzi e gli adolescenti è stato pensato “Diario spirituale”: un diario spirituale quaresimale per fare ordine nel proprio cuore attraverso la riflessione sui Vangeli quaresimali e i brani di santi e maestri di spiritualità.

Materiale per la Quaresima

Per vivere meglio le celebrazioni Sul sito della Scuola diocesana di musica Santa Cecilia è stato inserito l’elenco dei canti riguardanti la Quaresima, reperibili nel repertorio diocesano e nel repertorio nazionale. Sempre sul sito sono a disposizione per gli organisti e per i direttori di coro due sussidi preziosi: testi e segnalazioni per la formazione liturgicomusicale, sussidi per la pratica liturgico-musicale (quando e come insegnare un canto liturgico all’assemblea - quando e cosa cantare a messa). Presso l’Ufficio liturgico è disponibile del materiale per l’animazione liturgica delle domeniche di Quaresima. In questo anno “A” − come ricorda Benedetto XVI nel messaggio per la Quaresima − il filo conduttore dei testi biblici e liturgici è dato dal sacramento del battesimo. I sussidi predisposti aiutano a vivere la prospettiva battesimale.

Vantiniano e Basilica delle Grazie

Preghiera per i bambini mai nati Sabato 5 marzo presso il cimitero Vantiniano, alle ore 15.30, si tiene la preghiera per la vita sulle tombe dei bimbi mai nati (aborti naturali). Come ogni prima domenica del mese, il 6 marzo, alle ore 16 nella Basilica delle Grazie si celebra la S. Messa animata dal Movimento per la vita.

Domenica 13 marzo

Giornata di spiritualità dei catecumeni L’Ufficio catechistico ricorda che domenica 13 marzo si tiene presso il Centro pastorale Paolo VI la Giornata di spiritualità diocesana dei catecumeni adulti (dalle 14.30 alle 16.30). Al termine della giornata, alle 17.30, verrà celebrato in Cattedrale il Rito della elezione per i catecumeni che, dopo aver percorso il cammino del catecumenato per almeno due anni, riceveranno i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella notte della prossima Pasqua. Per poter partecipare al Rito della elezione è necessario che il parroco faccia pervenire all’Ufficio catechistico diocesano i documenti previsti dal Direttorio per l’iniziazione cristiana degli adulti.

Missionari di passaggio Padre Gianni Abeni, missionario in Camerun, resta in Italia fino al 23 marzo. Telefono 0303534705.


Adasm Fism

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Adasm Fism Brescia

Associazione degli asili e delle scuole materne della provincia di Brescia

Orientamenti pastorali per il decennio La figura dell’educatore nella prospettiva cristiana

Alla vita buona del Vangelo Don Aldo Basso, consulente ecclesiastico della Fism, propone una riflessione sugli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020 sul tema dell’educazione pagina a cura di Mario Sissa

I Vescovi nel documento “Educare alla vita buona del Vangelo” si rivolgono anzitutto alle comunità cristiane, alle quali intendono “offrire le linee pastorali che emergono dalla scelta dell’educazione come attenzione portante di questo decennio” (n. 6). Il testo rappresenta un esempio concreto di presentazione, anche se naturalmente molto sintetica, di ciò che significa considerare l’educazione – e conseguentemente la figura dell’educatore – da una prospettiva cristiana. “Nell’opera dei grandi testimoni dell’educazione cristiana troviamo i tratti fondamentali della azione educativa: l’autorevolezza dell’educatore, la centralità della relazione personale, l’educazione come atto di amore, una visione di fede che dà fondamento e orizzonte alla ricerca di senso dei giovani, la formazione integrale della persona, la corresponsabilità per la costruzione del bene comune” (n. 34). “L’educatore è un testimone della verità, della bellezza e del bene, cosciente che la propria

umanità è insieme ricchezza e limite” (n. 29). Significativa è l’articolazione dell’intera riflessione del documento. “Educare alla vita buona del Vangelo” significa in primo luogo farci discepoli del Signore Gesù, “il Maestro”, che non cessa di educare ad un’umanità nuova e piena. La Chiesa, discepola, madre e maestra continua nel tempo l’opera di Gesù. L’intera vita ecclesiale ha una forte valenza educativa (n. 53). La Chiesa promuove nei suoi figli anzitutto un’autentica vita spirituale, cioè un’esistenza secondo lo Spirito. Nella Chiesa – comunità educante – esistono diversi carismi, responsabilità e ambiti educativi, ma il primato educativo va comunque riconosciuto in primo luogo alla famiglia. La scuola e l’università hanno, come è facile intuire, una responsabilità specifica e particolare nel campo educativo. Concretamente, con riferimento alla realtà delle scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana, si possono immaginare alcuni itinerari concreti di formazione e di approfondimento. La prima cosa ovvia, anche se non è scontata, è fare opera di promozione e sensibilizzazione

in modo che coloro che si occupano di queste scuole (in primis gestori e insegnanti) leggano attentamente e approfondiscano il testo. In particolare la pubblicazione degli Orientamenti pastorali può, inoltre, rappresentare un’occasione preziosa per favorire ogni possibile iniziativa (in ambito parrocchiale – “la parrocchia, crocevia delle istanze educative” – e diocesano) che faccia crescere sia negli operatori pastorali diocesani che nelle scuole dell’infanzia cattoliche una sempre più convinta consapevolezza della necessità di sentirsi tutti impegnati in un cammino di crescita comune e di far parte a pieno titolo della vita e dell’impegno pastorale di quella Chiesa particolare in cui queste scuole si trovano a operare. Può essere assai utile, infine, organizzare momenti di riflessione con le insegnanti affinché esse siano aiutate a cogliere la specificità e l’originalità di un’importante proposta educativa che si rifà alla visione cristiana della vita e dell’educazione, partendo dalla convinzione che l’offerta di tale proposta educativa rappresenta in definitiva la vera ragion d’essere di tutta la scuola cattolica.

Dal 29 aprile al Centro fiera del Garda

Divertirsi a Seridò Seridò, la grande festa dei bambini e delle loro famiglie promossa dall’Adasm Fism di Brescia, sta per riaccendere i motori! Una manifestazione nel pieno della sua giovinezza, che nel 2011 taglierà il traguardo della 15ª edizione. L’appuntamento con Seridò è sempre al Centro Fiera del Garda di Montichiari, stavolta aperto nei giorni 29, 30 aprile e 1, 6, 7 e 8 maggio, con orario continuato dalle 9.30 alle 19. A Seridò si può giocare con tutto e con tutti. Se hai meno di 12 anni entri gratis. Gli adulti invece pagano 9 euro ma all’interno anche per loro spettacoli, attrazioni e burattini sono gratis. A Seridò i bambini giocano liberamente negli oltre 100 spazi gioco: aree attrezzate dove divertirsi, co-

struire, disegnare, giocare… Si può anche assistere a uno spettacolo teatrale, leggere un libro, saltare sui gonfiabili, salire sul treno di Seridò e tanto altro in oltre 35.000 mq coperti. A Seridò si trovano anche tre aree pic-nic con 4.500 posti a sedere coperti, per una pausa in tutta libertà. Oltre che in famiglia, a Seridò è bello venirci anche con i compagni di scuola. Le scuole dell’infanzia che desiderano organizzare una gita con i bambini e i genitori a Seridò possono prenotarsi, telefonando alla segreteria di Seridò (tel. 030.3751978 – rif. Denise). Per le scuole associate alla Fism è prevista una riduzione sul costo dei biglietti d’ingresso. A Seridò ci sono anche gli animatori! Sono coloro che si occupano di far giocare i bambini, garantire la si-

curezza, rendere agevole la permanenza delle famiglie. Gli animatori di Seridò indossano una maglietta arancio che li rende riconoscibili, e sono al servizio di tutti i partecipanti alla festa, sono un valore aggiunto importante, per garantire esperienze educative e ludiche ai bambini. Ogni giorno a Seridò sono presenti oltre 300 animatori, ognuno con il suo compito ed il suo ruolo. Oltre a un gruppo di animatori ed educatori professionisti, individuati fra quanti lavorano quotidianamente nel mondo dell’educazione e/o della scuola, Seridò si avvale della collaborazione di gruppi scolastici, gruppi scout e di oratorio. Allora ti aspettiamo, segna le date e arrivederci alla 15ª edizione di Seridò! Per informazioni: www.serido.it.


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Pesi morti... per la nazione di Roberto Rossini Secondo il parlamentare Borghezio l’Abruzzo è un peso morto per la nazione. Perché, ha argomentato, la popolazione non è stata in grado di “rimboccarsi le maniche”. Se così è, presto diventeranno pesi morti altre categorie che faticano a rimboccarsi le maniche. Ad esempio i libici, che fuggono dalla milizia di Gheddafi, come a loro tempo sono stati incapaci gli slavi, che scappavano dalla pulizia etnica e poi ancora i rom. No, i rom già ci sono, visto che secondo Tiziana Maiolo è più facile educare un cane che un rom. Ma poi, chissà, tra gli incapaci, troveranno posto i malati di mente, gli anziani, i disabili. Non ne facciamo una questione morale, ma solo politica: in politica la parola conta. Alcune non le prendiamo sul serio: ma in politica le parole hanno un peso. Davanti alle tragedie umane la buona politica sa trovare parole di rispetto, di riscatto, di coesione sociale, di speranza (e non di ottimismo). La politica trasforma un problema in opportunità. Magari non farà tantissimo, ma può – nel senso che ha il potere di – disegnare un quadro futuro e perseguirlo nella lenta quotidianità, con le ragionevoli azioni concrete possibili. La politica disegna un quadro fatto con parole precise perché meditate e mediate. Certe parole non hanno più a che fare con la politica. E sono molto lontane dalle radici cristiane.

Acli

Convegno “Povertà oltre la crisi” Un piano nazionale

Nuova Social card per i poveri assoluti di Roberto Rossini

Mentre il decreto Milleproroghe conferma la Social card – con la principale novità dell’intermediazione, per i Comuni oltre i 250mila abitanti, degli “enti caritativi” (nozione che, inesistente a livello giuridico, ha già suscitato polemiche) – le Acli presentano una nuova versione della Carta Acquisti: il progetto, elaborato con un gruppo di ricercatori coordinati dal professor Gori (Università Cattolica di Milano), vuole migliorare i gap di quella che, nonostante tutto, è la prima misura strutturale di contrasto alla povertà introdotta in Italia. Anzitutto, l’importo. Si passerebbe da 40 a 129 euro mensili (il massimo possibile in questa fase), ma con un principio di equità territoriale: la cifra varia in base al costo della vita del territorio dove vive il richiedente (al Nord il costo della vita è fino al 30% superiore che al Sud). L’universalismo è l’altro cardine del progetto: se prima a beneficiarne erano solo le famiglie in condizione di povertà assoluta con adulti di almeno 65 anni o bambini entro i 3 anni, ora avrebbe diritto alla Social card ogni famiglia che “non dispone dei beni e dei servizi necessari a raggiungere un livel-

lo di vita minimamente accettabile” (definizione Istat della povertà assoluta: nel 2009 era il 4,7% delle famiglie italiane); e non sarebbe necessario, come lo è ora (con il rischio di una procedura d’infrazione dall’Ue) essere cittadini italiani, ma basterebbe la regolare residenza. Importantissimo, i servizi alla persona: perché la povertà non è solo economica. Infine, la regia sarebbe affidata ai Comuni in collaborazione con il terzo settore. “Si tratterebbe della più grande riforma mai realizzata per i poveri in Italia”, scrive il presidente nazionale Olivero. Il nuovo piano costerebbe 787milioni di euro annui in più rispetto al precedente, per un totale di 2.360milioni a regime (dal 2013). Il governo attualmente dispone di 487milioni non spesi per la Social card: per il primo anno ne servirebbero solo 300. “Troppi?” continua Olivero “è appena lo 0,15% del Pil”. Non è solo “Famiglia Cristiana” a parlare della proposta Acli: anche il “Corriere”, “La Repubblica”, “Il Sole24Ore”… L’opinione pubblica, gli esperti del settore, l’Ue stessa, applaudono ad un progetto che è stato pensato per essere finanziariamente sostenibile. Per chiudere con Olivero, se il governo si tirasse indietro, gli verrà risposto: “Se non ora, quando?”.

Dsc pillole (commentate) di Dottrina sociale della Chiesa

di Salvatore Del Vecchio

L’uomo responsabile degli intrinseci equilibri del creato Fissiamo ancora la nostra attenzione sul tema dell’ambiente, nella convinzione che certamente non è un caso se Benedetto XVI, nella Caritas in veritate, si sofferma per cinque paragrafi nel sottolineare il rispetto dovuto, da parte dell’uomo, all’ambiente naturale che “è stato donato da Dio a tutti”. Così come non è casuale il fatto che il Compendio della Dottrina sociale dedichi un intero capitolo allo stesso argomento dal titolo “Salvaguardare l’ambiente”. Ambedue i documenti magisteriali insistono sulla necessità che l’essere umano, nel soddisfare i suoi bisogni, non si consideri il padrone dell’universo ma, anzi, precisa il Papa, assuma la consapevolezza della sua responsabilità, verso “le generazioni future e l’umanità intera”, affinché siano rispettati gli “intrinseci equilibri del creato”. Nelle

sue parole è evidente la preoccupazione che l’uomo, spinto dal desiderio di onnipotenza, possa essere tentato di sconvolgere la natura con esiti imprevedibili e ammonisce: “L’ambiente naturale non è solo materia di cui disporre a nostro piacimento, ma opera mirabile del Creatore, recante in sé una ‘grammatica’ che indica finalità e criteri per un utilizzo sapiente, non strumentale e arbitrario. Oggi molti danni allo sviluppo provengono proprio da queste concezioni distorte. Ridurre la natura a un insieme di semplici dati di fatto finisce per essere fonte di violenza nei confronti dell’ambiente e addirittura per motivare azioni irrispettose verso la stessa natura dell’uomo”. Cosciente dell’importanza decisiva che l’umanità assuma decisioni responsabili, in modo da lasciare in eredità un mon-

do ecologicamente in equilibrio, aggiunge: “L’uomo interpreta e modella l’ambiente naturale mediante la cultura, la quale a sua volta viene orientata mediante la libertà responsabile, attenta ai dettami della legge morale. I progetti per uno sviluppo umano integrale non possono ignorare le generazioni successive, ma devono essere improntati a solidarietà e a giustizia intergenerazionali”. Il Compendio ci insegna che il mondo è percepito non “come un ambiente ostile o un male da cui liberarsi, ma piuttosto come il dono stesso di Dio, il luogo e il progetto che Egli affida alla responsabile guida e operosità dell’uomo”. La natura, che Dio vide essere “cosa buona”, non è “una pericolosa concorrente” e pertanto l’uomo e la donna hanno “il compito di tutelarne l’armonia e lo sviluppo”.


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Provincia Carnevale

Maschere, carri allegorici e stelle filanti Le danze si aprono sabato 5 marzo con il 53° Gran carnevale carpenedolese. Con la regia della Pro loco, a partire dalle 14, sono in programma i giochi e la scalata della cuccagna con il “Papà del gnoco e la sua corte”

I balarì di Bagolino

Brescia

Prezzemolo in piazza Loggia A Brescia, in piazza Loggia, sarà presente, dalle ore 15 di domenica 6 e martedì 8 marzo la star di Gardaland, Prezzemolo. Per l’ottava edizione di “Bimbi in piazza” sono attese le maschere, i maghi, i giochi e gli scherzi, i truccatori e tante altre sorprese.

Rovato

Le donne dall’Unità ad oggi Il 6 marzo dalle 14 parte il concorso in maschera dedicato al tema “Le donne dall’Unità d’Italia ad oggi” con costumi e maschere costruiti artigianalmente. Non mancano la musica, i gonfiabili, le frittelle e l’intrattenimento con Giorgio Conti. Alle 17.30 la festa prosegue all’oratorio San Giovanni Bosco.

Salò

L

Le maschere, quelle tradizionali di Arlecchino e Pulcinella e quelle moderne mutuate dai cartoni animati o dal mondo dello spettacolo, sono pronte a far capolino anche nel Bresciano. Quando? Domenica 6 marzo e martedì 8 marzo. Non c’è paese che non abbia allestito negli anni un momento di festa fra coriandoli e stelle filanti, senza dimenticare le tanto odiose (per i vestiti e per l’ambiente) bombolette spray. Accanto ai colori del Carnevale trova spazio anche la soddisfazione del palato con le immancabili frittelle e lattughe, specialità del martedì grasso. C’è chi, senza dubbio, può vantare una maggiore

Stelle filanti sul Lago Anche sul Garda il pomeriggio di domenica 6 marzo è ricco di colori. Il tutto inizia alle 14 con la sfilata in fondo alla Fossa in compagnia delle Majorettes di Salò. Alle 15 i balli e il concorso “Le più belle mascherine di Salò”. Dove? In piazza Vittoria pronti a gustare anche le chiacchiere e le frittelle.

Muratello

”CarneValle” Gli adolescenti si danno appuntamento per la serata di sabato 5 marzo alle 20.30 all’oratorio di Muratello. Musica live con “Klacson”, “Metropolis” e “dj Fakko”. Previsto un premio per il gruppo mascherato migliore e un torneo “Mario Kart” con la Wii. La regia è degli oratori della Valtrompia in collaborazione con la Comunità montana.

Ponte di Legno

Fiaccolata notturna sulla neve Domenica si parte e si arriva in oratorio sui carri e ovviamente con le maschere. Il clou, però, è in programma lunedì 7 marzo alle 21 con la suggestiva fiaccolata dalla cabinovia Ponte-Tonale dei maestri di sci, la musica e il vin brulè con gli alpini. Per i bambini è prevista anche l’animazione. Informazioni allo 0303748761. Brescia, piazza Loggia

di Luciano Zanardini

tradizione. Si pensi, ad esempio, ad Erbusco, dove dal 1954 si celebra il Carnevale. L’8 marzo, quindi, a partire dalle 14 è organizzata la sfilata-concorso dei carri allegorici seguita dalle relative premiazioni; l’organizzazione in questo contesto è curata dall’associazione Arlecchino nel paese delle bollicine. Mentre le maschere passano di parente in parente, i carri si rinnovano di anno in anno e sono il segno di grande fantasia e di un lavoro che può durare anche dei mesi. Sempre in Franciacorta, ad Adro, il 6 la scena è occupata dalla 14ª edizione del Carnevale adrense: da via Colzano a piazza del Mercato con una festa animata. Molto spesso (come accade a Iseo domenica e martedì) il corteo carnevalesco parte dal centro storico e finisce in oratorio, abbracciando così idealmente l’intera comunità. Il Carnevale per antonomasia è a Bagolino con tre giorni di festa (da domenica a martedì) con i balarì, i ballerini in maschera. Lunedì 6 marzo dopo la Santa Messa alle 6.30 nella parrocchiale di San Giorgio si scatenano le danze nella parte alta del paese; gli abitanti della parte bassa devono aspettare il martedì e la presenza anche dei maschèr. Alle 20 in piazza Marconi tocca ai balarì concludere l’edizione 2011. C’è anche chi (a Leno e Bedizzole) continua a festeggiare durante la Quaresima, ma questa è un’altra storia. L’elenco di tutte le manifestazioni si può leggere sul sito www.provincia.brescia.it/ turismo.


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Paesi e parrocchie Città

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Brescia Nuova sede Mcl in corso Garibaldi

Una risposta alle sfide del sociale Accanto ai servizi tradizionali (Centro assistenza fiscale e Patronato), il Movimento cristiano lavoratori propone quelli più innovativi

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Una sede più ampia, moderna, al passo con i tempi, per rispondere meglio alle esigenze delle tante persone che richiedono servizi, consulenza e assistenza. Al civico 29/a di corso Garibaldi è operativo il nuovo Centro servizi del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) di Brescia. Da un lato, organizzarsi in maniera migliore per mettersi in gioco nella relazione con le persone, dall’altro, ampliare il portafoglio dei servizi offerti per assecondare le richieste degli utenti.

di Mario Nicoliello

Questa la strada che Mcl Brescia ha inteso seguire. Si è passati pertanto dai servizi tradizionali – quali il Centro assistenza fiscale e il Patronato – a quelli più nuovi: tra gli altri, gli uffici di consulenza per gli inquilini e i condomini, ma anche per i contribuenti minimi e le giovani coppie, così come lo sportello per l’amministratore di sostegno, che ha avuto un riscontro molto positivo. I servizi di Mcl si rivolgono anche ai lavoratori stranieri ai quali viene

offerta la consulenza per la compilazione delle domande di rinnovo del permesso di soggiorno e di ricongiungimento familiare. “Il nostro compito è dare una risposta alle nuove sfide che il sociale ci propone”, racconta il presidente di Mcl Brescia Luca Pezzoli, mentre Noè Ghidoni, presidente regionale, aggiunge: “È nel dna del nostro movimento incontrare le persone e saper leggere le realtà del bisogno”. Pezzoli evidenzia anche come Mcl abbia scelto strategicamente di restare nel centro storico e di potenziare la propria presenza nel cuore della città: “Ciò ci consente di vivere pienamente quelle che sono le dinamiche cittadine e di essere presenti in prima persona sul campo. Questa per noi deve essere

la nostra casa tra le persone, una casa in costante cambiamento per rispondere alle sfide sociali che si presentano nel tempo. Auspichiamo che case come quelle realizzate dal terzo settore siano sempre più numerose, affinché si possa contribuire alla costruzione della polis e della società del futuro”. Il centro servizi di Mcl va avanti grazie al lavoro di una decina di dipendenti, e di numerosi volontari che mettono a disposizione del movimento la propria professionalità. Oltre che in corso Garibaldi, gli uffici di Mcl in città sono anche in via Calatafimi 8/a e in via Cremona 11. Per ricevere ulteriori informazioni si può navigare sul sito internet www.mclbrescia.it, oppure telefonare allo 030.49492.

Annuario 2011 la diocesi di Brescia

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Formazione per genitori, adolescenti e insegnanti

“Edu.care”: un percorso gratuito sulla prevenzione della droga

Silvano Danesi

Brescia Pubblicazione

Croce Bianca, una storia che si rinnova

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“A Brescia la Croce è Bianca” è il titolo del libro che Silvano Danesi ha scritto per i 120 anni del sodalizio cittadino e che si propone “per i prossimi 120 anni, 2010-2130”. Il libro (offerta libera) si può trovare presso la sede storica della Croce Bianca in via F.lli Bandiera. “Nel motto della Croce Bianca ‘Brixiana-mente-succurrit’ sono scritti il suo destino e il suo profilo – ha detto Silvano Danesi – perché se 120 anni fa bastava il cuore, oggi, soprattutto negli ultimi vent’anni, ha preso sempre più posto la ‘mente’, con l’impegno e la professionalità che le unità di soccorso richiedono. Ma questo non fa scordare lo spirito bresciano, fondato sulla cultura del fare e del farlo bene”. L’autore alterna immagini e testi che richiamano la storia di Croce Bianca, talvolta resa “persona” per rendere il senso della vicinanza a chi è soccorso e completati da una serie di dati che ne tracciano l’operatività. “Maggio è tempo di ‘sgargiana’, quando con l’attrezzo a punte contrapposte che richiamava l’antico cardo si ‘sgargiava’ la lana per rinfrescare i materassi e con i fili che avanzavano si potevano

di Franco Armocida

fare garze o altro – ha ricordato Danesi – e il prossimo dovrà dare il segno della generosità dei bresciani, che saranno chiamati a sostenere, come già fanno, il sodalizio per incrementarne l’operatività: si pensi al telesoccorso, che oggi conta 630 utenti ma che ha un potenziale di assistenza di oltre 4.500 over 75 sull’intero territorio”. “Desideriamo estendere la capacità di risposta per migliorare la qualità della vita dei bresciani – ha spiegato il presidente di Croce Bianca Filippo Seccamani Mazzoli – ma l’estensione dei campi di intervento, la flessione dei nuovi volontari, il moltiplicarsi delle strutture sul territorio cui talvolta siamo chiamati a supplire e la maggiore professionalità richiesta al soccorritore, ci chiedono un impegno in cui ci piacerebbe essere maggiormente affiancati dalle istituzioni e da una normativa fiscale che non penalizzi la solidarietà”. Presto Brescia sarà uno dei centri lombardi del 112, il nuovo numero unico per il soccorso, cui spetterà il compito di dirottare la chiamata, così come presto si potrà contare su un’unità di ProCiv istituzionale.

Il 14 marzo prende il via a Brescia, presso l’Istituto comprensivo Ovest 1, in viale Colombo 30, il progetto “Edu.care”, che, promosso e finanziato dal Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio ed esteso a tutte le province, è mirato al rinforzo dei fattori protettivi per bambini in età compresa tra 8 e 12 anni e alla prevenzione del consumo di droghe tra i giovani di età compresa tra 13 e 18 anni. “Il percorso è gratuito ed è rivolto a un massimo di 15 famiglie per ciclo – ha spiegato il coordinatore dell’Unità operativa per Brescia Claudio Castellani (info 347.0324828) – che si articola in 10 incontri a cadenza settimanale con inizio alle 18. Nella prima ora gli educatori si occupano di genitori e figli in spazi diversi, nella seconda vi è la condivisione formativa e la terza è riservata a un momento conviviale per dare calore alla condivisione. Il metodo si basa sulla ricompensa e non sulla punizione, alimentando un comportamento positivo e la creazione di una motivazione in ogni soggetto”. “Il passaggio dall’informazione alla formazione educativa è fondamentale – ha detto la dirigente dell’Usp Mariarosa Raimondi – così come l’anticipazione del problema partendo dalle relazioni interne alla famiglia, che precedono quelle educative di ambito scolastico e quelle di apertura al sociale. Pur non avendo pubblicizzato l’iniziativa – ha sottolineato Mariarosa Raimondi – abbiamo superato il tetto dei 30 adulti ammessi al primo ciclo ma, essendo sperimentale, abbiamo preferito mantenere i numeri bassi, al fine di un suo migliore monitoraggio qualitativo teso alla sua estensione territoriale”. Giovanni Mazzi, group leader per Brescia del progetto, che fa capo alla Fondazione Exodus, ha sottolineato come “nel corso degli incontri si curerà maggiormente l’aspetto relazionale interno alla famiglia, che è la base per una corretta formazione del giovane, considerando l’abbassamento dell’età di accesso alle sostanze da parte non già degli adolescenti, ma dei bambini”. “L’auspicio è che il progetto Edu.care possa essere ulteriormente esteso – ha detto l’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Brescia Andrea Arcai – perché è importante che il messaggio passi tramite la famiglia e la scuola nel loro insieme, anche per poter essere d’aiuto ad altri nuclei familiari”. (fr.a.)

Brescia

Targhe alterne? Tutto da rivedere Il provvedimento sulle targhe alterne è stato sopeso per una settimana fino a lunedì 7 marzo, quando il tavolo tecnico dei Comuni dell’area critica si riunirà per prendere una decisione sul blocco del traffico: proseguire anche per tutto il mese di marzo nella direzione delle targhe pari o dispari o pensare ai dei blocchi domenicali. Sembrano superate le difficoltà o le incomprensioni tra Loggia e Broletto sull’ambiente dopo che l’assessore provinciale Ghirardelli aveva lamentato nelle scorse settimane una mancanza di progettualità nel Comune cittadino. C’è già stato anche un primo confronto sull’ipotesi di un Protocollo d’intesa: qualcuno potrebbe definirlo un prontuario sull’inquinamento. Va da sé che in un progetto di questo tipo dovrebbero essere coinvolti tutti i Comuni dell’area critica, compresi quelli della Valtrompia che erano stati esclusi (per delle difficoltà logistiche) dall’ordinanza sulle targhe alterne. Si sta pensando a un’opera di sensibilizzazione con delle giornate ecologiche. Questo tavolo, coordinato da Comune e Provincia, dovrebbe stabilire, quindi, anche, ad esempio, dopo quanti giorni di superamento dei limiti imposti dalla normativa sulle Pm10 prendere delle iniziative. In pratica si cerca di dare un metodo. La Provincia avrà anche il compito di riunire tutti i Comuni della seconda fascia.


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Paesi e parrocchie Città

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Brescia Assemblea annuale Ipasvi

Nuovi laureati nel collegio infermieri Il rapporto tra numero di infermieri e cittadini resta al di sotto della media regionale e nazionale Stefano Bazzana

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Sono 7645 gli infermieri, assistenti sanitari e infermieri pediatrici iscritti all’Albo della nostra provincia. Un numero ragguardevole, che tuttavia non modifica il basso rapporto tra numero di infermieri e numero di cittadini che a Brescia è al di sotto sia della media regionale e nazionale sia dei parametri europei. Le due università bresciane continuano invero a formare professionisti: tra questi 143 neolaureati iscritti a Brescia, ai quali nel corso dell’assemblea del 5 marzo nell’aula magna della facoltà di Medicina sarà

dato ufficialmente il benvenuto all’interno della comunità professionale. Saranno inoltre festeggiati 31 colleghe e colleghi per aver raggiunto 35 anni di iscrizione all’Albo e tre colleghe per essere iscritte da ben 50 anni. “L’assemblea − afferma il presidente di Ipasvi Stefano Bazzana − è un’occasione formale per illustrare le attività svolte nell’anno precedente e quelle programmate per l’anno in corso, ma è anche un momento per condividere i traguardi raggiunti e gli impegni futuri. Ricorderemo il 2010 per l’elevato

numero di aspiranti matricole al corso di Infermieristica. Come in molte altre sedi, anche a Brescia gli aspiranti infermieri erano in numero nettamente superiore agli anni precedenti: 1.461 per i 420 posti assegnati dal Ministero all’Università bresciana”. Nel 2011 sono molti i progetti che si realizzeranno, tra questi un percorso di accoglienza dei colleghi stranieri che rappresentano per la nostra Provincia una risorsa indispensabile affinché possa essere garantita l’assistenza necessaria, data la situazione di carenza di personale infermieristico. Per l’ultimo anno di mandato del triennio, il Consiglio direttivo si è posto obiettivi ambiziosi: realizzare, oltre ai corsi, almeno tre convegni di livello nazionale, anche attraverso la collaborazione con altri enti e istituzioni. Due sono già proget-

tati e saranno occasione per presentare i risultati delle ricerche svolte dagli infermieri bresciani e documentare a livello scientifico gli esiti dell’assistenza sulla salute delle persone. “Il nostro Ordine professionale – interviene la vicepresidente Ermellina Zanetti − è accreditato come provider Ecm e nel 2010 ha svolto formazione per circa 1.100 iscritti. Nel 2011 vogliamo rendere l’offerta più articolata e fruibile da un numero ancora maggiore di professionisti”. Infine – conclude Bazzana − “desideriamo riaffermare il rapporto con le università e gli studenti di Infermieristica per far sì che nei futuri infermieri aumenti la consapevolezza che il Collegio Ipasvi non è solo un obbligo per l’esercizio della professione, ma un’opportunità di crescita e di sviluppo della professione”.


Paesi e parrocchie Bassa

Brevi

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Quinzano d’Oglio

Gli Amici della Fondazione civiltà bresciana in assemblea Riprende il 6 marzo l’attività dell’associazione Amici della Fondazione civiltà bresciana della Bassa e del Parco dell’Oglio che convoca l’assemblea annuale a Corte de’ Frati, nel Cremonese. Alle 10.15 iniziano i lavori nella sala municipale. Il presidente dell’associazione, arch. Dezio Paoletti, relazionerà sul 2010.

Orzinuovi

Uno sguardo rosa sulle crisi

Orzivecchi Progetto “Tutti dentro 2”

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In classe per aiutare i ragazzi

Insieme per aiutare i ragazzi ad affrontare gli studi. È questo lo spirito dell’iniziativa che, sotto la regia della cooperativa “La Nuvola”, coinvolge gli istituti scolastici e il Comune di Orzivecchi. Il progetto, che essendo ripetuto per il secondo anno viene denominato “Tutti dentro 2”, si rivolge ai ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado e si articola in tre distinti interventi: agli alunni delle scuole medie viene proposto un lavoro di recupero rispetto alle materie per le quali sono più in difficoltà, mentre per quanti frequentano il biennio delle superiori l’attenzione è concentrata soprattutto sulla verifica dell’orientamento preso nel proprio percorso scolastico. Tramite colloqui e laboratori di gruppo, infatti, vengono verificate e supportate le motivazioni che hanno portato alla scelta della scuola superiore, senza escludere la possibilità di un riorientamento verso un altro indirizzo. Inoltre, per i ragazzi di origine straniera, viene attivato un percorso

La Festa della donna può diventare occasione per aprire una finestra sulla difficile condizione delle donne in alcune parti del mondo. È quanto il Comune di Orzinuovi, in collaborazione con Medici senza Frontiere e con “Nuove frontiere cinefotoclub”, ha messo in programma con “Volti di donne dalle crisi umanitarie”, una mostra fotografica che si terrà presso la Rocca di San Giorgio dal 5 al 13 marzo. L’inaugurazione, sabato 5 marzo alle 17, vedrà la presenza di un’operatrice umanitaria dell’organizzazione. Tramite i volti e gli occhi delle donne verranno raccontate storie di crisi umanitarie provenienti da ogni parte del mondo. La mostra resta aperta nei giorni feriali dalle 17 alle 19, mentre il sabato e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 21. (f.u.)

Itcg Einaudi di Chiari

Video-testimonianze sulle donne L’8 marzo gli studenti del triennio dell’Itcg “L. Einaudi” di Chiari presentano presso l’auditorium della Cisl in via Altipiano di Asiago 3 a Brescia le video-testimonianze e le interviste raccolte nella pubblicazione “Donne che migrano per lavoro” . Introduce Eleonora Feroldi, responsabile del coordinamento femminile Cisl Brescia. L’incontro si apre alle 17 con la proiezione del video realizzato in collaborazione con il regista Alberto Ciarafoni nel quale si intersecano le testimonianze di donne del territorio che dal secondo dopoguerra fino alla metà degli anni Settanta erano costrette per lavoro ad allontanarsi da casa.

di Francesco Uberti

Barbariga

Alfabetizzazione con l’Agape di alfabetizzazione e potenziamento per la lingua italiana. Finanziato da una legge regionale contro l’abbandono scolastico, il corso è attivo tutti i pomeriggi della settimana tranne il martedì fino alla fine dell’anno scolastico, presso i locali del distaccamento dell’istituto superiore “V. Dandolo”. “L’aspetto più importante di questa iniziativa – afferma il responsabile del progetto Simone Casalini – è la sinergia tra la cooperativa e gli enti locali. Noi infatti incoraggiamo le scuole a segnalare le situazioni di difficoltà, nonostante i fondi rispetto all’anno scorso si siano ridotti. Inoltre, grazie al sostegno dell’assessorato alle Politiche sociali, abbiamo potuto contare sul sostegno di diversi giovanissimi volontari che, istruiti da noi educatori professionisti in precedenza, stanno fornendo un valido supporto al nostro lavoro”. E quello di Orzivecchi non è un esempio isolato: “La Nuvola” infatti porta avanti il medesimo lavoro anche a Lograto e Quinzano d’Oglio.

In questi giorni a Barbariga ha preso il via la terza edizione del corso base di alfabetizzazione per stranieri organizzata dall’associazione di volontari Agape. Il corso, gratuito, è frequentato da 29 partecipanti, soprattutto donne di nazionalità indiana. “È abbastanza normale avere questo tipo di utenza – spiega il presidente dell’associazione Marco Marchi –. Queste donne generalmente si occupano della casa e dei figli, quindi la maggior parte di loro non ha contatti esterni per poter imparare la nostra lingua. Per loro questo è l’unico modo per imparare l’italiano e per integrarsi”. Il corso si tiene ogni martedì, in sala consiliare, dalle 9.30 alle 11.30. Ma oltre a questa iniziativa l’associazione Agape si occupa anche dell’animazione del centro diurno per anziani. Anche questa attività è a cadenza settimanale (il giovedì pomeriggio) e viene ospitata nella sala consiliare del Comune. I volontari inseriti nel gruppo attualmente sono 68 e la maggior parte di loro è impegnata nel sociale e nel servizio di trasporto verso strutture sanitarie. Chi avesse bisogno del servizio può chiamare ogni mattina, dalle 10 alle 11 allo 030/9771228. Si ricorda che l’associazione Agape è accreditata per il 5xmille. Chi volesse contribuire può farlo attraverso la dichiarazione dei redditi indicando nello spazio apposito il codice fiscale 97009010170. (mtm)


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Paesi e parrocchie Bassa

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Manerbio Sabato 5 marzo

Riparte il progetto dell’organo Al Politeama una serata in musica: saranno illustrati i primi passi per il restauro dello strumento assente in chiesa dal 1985

L

di Elena Ungari

La musica può aiutare l’organo di Manerbio, riportarlo nella sua sede naturale per il degno accompagnamento dell’esercizio del culto. La musica costituirà il palinsesto della serata programmata per sabato 5 marzo alle 20.45 al Teatro Politeama di Manerbio. L’iniziativa è stata ideata dal gruppo interessato alla ricostruzione dello strumento musicale, che ha predisposto un programma variegato, per la presenza di più cori musicali, proponendo non soltanto l’arte delle sette note, ma anche l’arte intesa nelle sue più svariate manifestazioni. Saranno presenti il Coro “Sotto la torre” e la Schola Cantorum locale “Santa Cecilia”, così come ospite sarà il gruppo “Voci della Rocca” di Breno che volentieri ritorna a Manerbio in segno dell’amicizia che lega le due comunità. Ma a credere nel progetto sono anche la direzione artistica di belle arti “Santa Giulia” e la compagnia teatrale dell’oratorio “Suzao – vivere insieme”. Nel corso della serata ogni coro eseguirà uno o due canti, mentre 10 esecuzioni canore saranno offerte dal coro ospite. Il programma pre-

La parrocchiale

vede anche la presentazione e benedizione delle sculture realizzate dagli alunni dell’Accademia S. Giulia per il Politeama, così come verranno presentati i primi passi che saranno effettuati per il restauro dell’organo. L’organo, o meglio il suo restauro, è il vero scopo della serata. Già nel dicembre del 2009, infatti, era stato lanciato un sos per lo strumento musicale, assente dalla chiesa parrocchiale dal 1985 quando durante i lavori di restauro la sua console venne parzialmente smantellata e portata in una ditta cremonese. L’organo è una presenza storica nella parrocchiale di Manerbio: documenti dell’archivio parrocchiale rendono testimonianza della presenza di un tale strumento già dal 1580, contemporaneamente alla visita del cardinale Carlo Borromeo. Si devono attendere quasi due secoli per trovare altre informazioni relative allo strumento: nel 1715, secondo altri documenti, vi era “un modesto organo, collocato dove ora si trova il battistero”. Poi, in corrispondenza con la costruzione della nuova parrocchiale, sem-

pre nel XVIII secolo, si procedette alla realizzazione del nuovo organo, trasferito poi nella chiesa della Disciplina. Nel corso dell’Ottocento, l’organo fu utilizzato in modo continuativo, ma alla fine dello stesso secolo venne chiesto un preventivo per la “revisione” dell’organo, considerato usurato. Non si fece nulla, fino al 1940, quando l’allora arciprete don Pietro Bianchi sentì la necessità di rinnovare lo strumento musicale: per la fase operativa si dovette però attendere il 1949, a conflitto bellico terminato e in previsione del congresso mariano. Terminata la ristrutturazione, salutata con un concerto, l’organo continuò a suonare fino al 1985 quando “tacque” sostituito da un organo meccanico: due anni dopo, mons. Angelo Zanetti sollecitò una nuova ristrutturazione. Manerbio riprende ora in mano il progetto: gran parte del materiale rimanente oggi è ancora quello originale e sarebbe un peccato se andasse perduto. Manerbio non perde la speranza di poter tornare a sentire le note di uno strumento antico e prezioso.


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Offlaga

La giovane banda riscuote consensi anche fuori dal paese

Verolanuova L’impegno della San Vincenzo

Il doposcuola è vincente con i volontari

I

Iniziativa della San Vincenzo parrocchiale nella storica struttura di Castel Merlino, in centro a Verolanuova: il doposcuola grazie alla disponibilità di un gruppo di volontari che si occupano del servizio finalizzato agli allievi delle scuole media ed elementare. Nel 2005 il premio della Fondazione Morelli fu assegnato al progetto per il doposcuola che per la disponibilità del direttore ha avuto a disposizione anche ambienti dell’oratorio. Ogni pomeriggio dalle 15 alle 18, escluso il martedì, il doposcuola funziona regolarmente e i giovani che frequentano hanno la possibilità di essere assistiti per i compiti e ripassare le lezioni erogate dalla scuola. Li seguono volontari, molti insegnanti in pensione, e alcune mamme che si assumono il ruolo educativo di altri genitori occupati nel lavoro. Una presenza importante perciò quella del doposcuola “utile per aiutare a crescere e porre le basi per il rispetto soprattutto in una società dove si manifesta il biso-

La banda “Benedetto Vinaccesi” di Offlaga torna da Chianciano con un carico di soddisfazioni. Banda giovane e intraprendente, piena di entusiasmo e di audacia. Così, al suo quinto anno di vita, alla fine di febbraio la “Vinaccesi” diretta dal prof. Italo Froldi e presieduta dalla prof. Maria Antonietta Biazzi, è andata a Chianciano, in occasione del “Secondo Junior Band Festival”, il festival cioè delle bande giovanili, organizzato dalla Yamaha Musica Italia. Nata nel 2006, la “Benedetto Vinaccesi” che vede la presenza di 42 persone tra ragazzi e adulti con ben sei studenti del primo anno, ha come insegnanti, oltre al prof. Froldi che segue le ance, Gian Battista Gregorio gli ottoni, Milena Besi i flauti e Luca Cominardi le percussioni. Trenta le lezioni previste in un anno da ottobre a giugno con cadenza settimanale. Ad esse si affiancano dallo scorso anno le lezioni per classe di strumento. L’obiettivo di dotare il Comune di Offlaga nel corso di un quinquennio di una banda musicale collaborando con l’Amministrazione che sostiene finanziariamente l’iniziativa è raggiunto. “Considerato l’alto valore educativo della musica – sottolinea il prof. Italo Froldi – con la banda offriamo ai ragazzi, oltre alla pratica degli strumenti, la possibilità di un impegno personale e collettivo e un’alternativa perché il tempo libero risulti un momento costruttivo e di crescita individuale e sociale”. Perciò alle esibizioni in paese ricorrenti ogni anno, dalla festa di S. Imerio a quella della Formica, per dirne alcune, e alle esibizioni in provincia da Nave, a Bovezzo, Bagnolo, Leno la “Vinaccesi” ha aggiunto ora la trasferta a Chianciano davanti a una platea di mille persone. (l.a.)

Bagnolo Mella

Le donne del Risorgimento “Amore mio uccidi Garibaldi”. In occasione della Festa della donna la Biblioteca civica propone la lettura di brani scelti di donne del Risorgimento. Anche se in gran parte dimenticate, non mancarono le protagoniste nelle vicende che portarono all’unificazione d’Italia. La forza degli ideali di libertà e di riscatto sociale è alla base di un impegno civile che continuò anche dopo il 1861. L’incontro è in programma presso la sala filanda di Palazzo Bertazzoli l’8 marzo alle 20.30. All’inizio della serata saranno premiate le donne che si sono distinte in attività sportive. Ulteriori informazioni si possono richiedere presso la Biblioteca civica telefonando al numero 030/620828.

di Franco Piovani

Manerbio

Stage dall’Europa per Linea Verde gno d’integrazione”. È quanto afferma il presidente della Fondazione Morelli, Giandomenico Preti, intervistato da Micaela Filippini, docente dell’Università Cattolica a Piacenza nel corso di laurea magistrale nella facoltà di Scienze della formazione, che gli ha posto la domanda: “Quali vantaggi può portare la presenza di un doposcuola sul territorio?”. Preti risponde che i ragazzi che lo frequentano ottengono il risultato positivo nel lavoro di prevenzione dell’abbandono scolastico ed aggiunge: “Per i bambini il doposcuola è diventato punto di riferimento anche a livello sociale. Le volontarie si impegnano nella socializzazione e nell’integrazione degli allievi orgnizzando momenti di aggregazione facendo in modo di far stare insieme i ragazzi anche solo per consumare una pizza”. Tutto avviene anche col coinvolgimento delle famiglie, indispensabile per raggiungere risultati pur in presenza di difficoltà riguardanti la disponibilità di materiale e per la vivacità dei bambini.

Linea Verde, azienda dell’agroalimentare che coltiva e commercializza prodotti della quarta gamma col marchio “Dimmidisì” (verdure fresche e insalate), fondata a Manerbio nel 1991 dai fratelli Giuseppe e Domenico Battagliola, aderisce al programma dell’Unione europea “Lifelong Learnong-Leonardo da Vinci” destinato a giovani europei. L’iniziativa è attivata grazie al partenariato con la cooperativa Mistral con la quale il Comune di Manerbio collabora nell’ambito della rete Informagiovani bresciana che coinvolge l’assessorato alle Attività produttive. In questo periodo è ospite di Linea Verde, Blanca Jimenez Olmedo, neo ingegnere agronomo laureata all’Università di Siviglia, mentre “per i prossimi mesi sono previsti altri arrivi dalla Spagna che si estenderanno anche al settore commerciale e dei servizi alla persona”. Mistral è la cooperativa con sede operativa a Brescia, accreditata dal Ministro della Solidarietà sociale, alla quale si devono altri progetti grazie ai quali nella provincia bresciana sono ospitati giovani studenti e neo laureati dell’Unione europea, in particolare spagnoli che nel 2010 hanno partecipato a 51 stage per un totale di 1.250 giornate. Nei primi mesi del 2011 è già stata programmata l’accoglienza di 23 stagisti per una permanenza sul territorio di circa un paio di mesi. (pio)

Il titolare di Linea Verde, Giuseppe Battagliola, con la studentessa spagnola


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Paesi e parrocchie Valle Camonica

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Eremo di Bienno Incontro

Il cristiano deve essere “scomodoâ€? Bartolomeo Sorge ha parlato a un gruppo di sacerdoti e laici. Si sente la necessitĂ di portare il Vangelo nel quotidiano

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Bartolomeo Sorge, 82enne sacerdote gesuita, giornalista, scrittore, esponente del cosiddetto “Cattolicesimo democraticoâ€? ha parlato a un gruppo di sacerdoti e laici convenuti all’Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno nella mattinata di mercoledĂŹ 2 marzo. Si è trattato di un incontro intenso e per certi versi provocatorio. “La politica – ha detto – è una delle forme di caritĂ e di servizio, una delle forme piĂš alta di amore dopo quello verso Dio, perchĂŠ è un servizio verso i piĂš poveri e sofferenti, una vera testimonianza del Vangeloâ€?. Padre Sorge non è mai

di Franco Garattini

stato uomo di compromessi: Paolo VI lo stimò molto e lo chiamò alla stesura del documento pontiďŹ cio Octogesima adveniens da lui stesso voluto. La preoccupazione oggi dell’anziano gesuita è la presenza nella societĂ di culture che si allontanano dal Vangelo, di fronte alle quali non si ha il coraggio di dire chiaramente la veritĂ : “Se un cristiano non è scomodo – ha affermato – non è un vero cristiano. Se noi viviamo il Vangelo, come diceva Paolo, non possiamo piacere a tuttiâ€?. Padre Sorge ha poi voluto trattare l’argomento del sacerdote oggi a capo di una comuni-

tutti i prodotti per l’igiene, il tovagliato, l’usa e getta e tanto di piÚ...

Padre Bartolomeo Sorge

tĂ : ha ricordato ai presenti che non si può piĂš vivere come se la societĂ fosse formata solo da cristiani, ma bisogna prendere atto che nella societĂ di oggi ci sono molte culture anche religiose e che questo crea fermento positivo. “Non bisogna aver paura – ha affermato – di essere minoranza, piccolo gregge, piccola comunitĂ : il sale non è tutto il cibo, ma una piccola quantitĂ dĂ sapore al tutto. La luce, anche se piccola, rischiara la tenebra. Ecco dunque la necessitĂ di riscoprire l’autenticitĂ della fedeâ€?. L’iniziativa di portare padre Sorge all’Eremo per un incontro con i sacerdoti è partita da don Aldo Delaidelli, che cura la formazione continua del clero bresciano. Dentro questo percorso ecco dunque un appuntamento che ha richiamato sacerdoti un po’ da tutta la Valle. Ma anche laici, ansiosi di ascoltare un sacerdote che

nella vita pastorale e in quella professionale, come giornalista e politologo, non si è mai stancato di dire il proprio pensiero, annunciando con la parola della politica il “coraggio del Vangeloâ€?. L’Eremo ha proposto un incontro che ha scosso molte coscienze, soprattutto quando l’anziano gesuita ha parlato delle tante diplomazie che si riďŹ utano di prendere posizioni per comoditĂ . CosĂŹ non è sfuggita nemmeno l’affermazione che: “La santità è possibile ed è una via sulla quale alcuni politici sono avviati nella loro quotidianitĂ â€?. Ma questo per lui non è una novitĂ : dalle pagine di “CiviltĂ Cattolicaâ€? ďŹ no ad “Aggiornamenti socialiâ€?, ha scritto sulla necessitĂ che il cristiano porti il Vangelo nella vita di tutti i giorni e dunque anche nella politica che può mettere in pratica il progetto di caritĂ che è alla base del cristiano.

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Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Breno

Nel 2010 sono aumentate le persone soccorse in montagna

La Comunità montana

Comunità montana Presidenza unica con Bim

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Si profila un nuovo scenario

Presidenza unica per Comunità montana e Bim di Valcamonica? Ancora non si sa. Comunque sono già cominciate le prove tecniche di fusione. Il gruppo Civico Comunità ha resa nota alla stampa una mozione, presentata dai sindaci di Breno, Sandro Farisoglio, Ponte di Legno, Mario Bezzi, Pisogne Oscar Panigada; tutto con l’approvazione del presidente comunitario Corrado Tomasi. Il documento sostiene che “la nomina di un presidente unico dei due enti comprensoriali (Comunità montana e Bim) costituirebbe un fatto determinante al fine di ottenere una razionalizzazione e semplificazione del ruolo dei due enti”. È necessario – sempre secondo la mozione – “giungere in modo unitario ad obiettivi programmatici improrogabili quali la società unica dei servizi sociali, la costituzione di un’unica società di Valle per la gestione del ciclo idrico integrato, la razionalizzazione e riorganizzazione delle società facenti capo al gruppo del Consorzio metano di Valle Camonica”. La proposta, oltre ai 22

Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, V delegazione bresciana (Edolo, via Morino) ha presentato a Breno, presso la sala del Bim, l’elenco degli interventi 2010, l’organigramma, le attività e i dati statistici. È aumentato il numero di persone soccorse passato da 185 a 201. “Nel corso degli anni possono esservi oscillazioni particolari – precisa Valerio Zani, vice-presidente nazionale e responsabile di zona – spesso legate anche a fattori climatici, alla frequentazione più o meno numerosa della montagna, o ad elementi che andrebbero analizzati di volta in volta. La montagna, nel senso più ampio del termine, da un po’ di tempo a questa parte è davvero molto frequentata e di conseguenza, anche per un meccanismo matematico, l’aumento dei numeri porta in proporzione a un maggior totale di incidenti, senza per questo intendere che esistano pericoli particolari o situazioni difficili. L’invito è sempre rivolto all’accortezza”. Nella vallata dell’Oglio le stazioni sono cinque: Ponte di Legno (capo stazione Marcello Cenini); Temù (Giorgio Poli); Edolo (Pierangelo Mazzucchelli); media Valle (Gianfranco Magnini); Breno (Federico Bondioni). Ma torniamo alle statistiche: le persone soccorse sono state 201; deceduti 24; feriti gravi 47; feriti lievi 85; illesi 44. Unità impiegate: 598 soccorritori; 138 elicotteri; 135 elisoccorso. Cause degli interventi: 71 cadute; 29 malore; 7 valanghe; 7 perdita di orientamento, ecc. Zani ha presentato anche l’accordo per il nuovo servizio di soccorso al passo del Maniva. “È stata richiesta la nostra presenza – ha detto – ovvero una sorta di guardia attiva che impegna da due a tre tecnici in grado di intervenire immediatamente nei casi di necessità”.

Breno

Lavori in Castello Tra poco riprendono i lavori di restauro conservativo previsti per il Castello di Breno, cominciati l’estate scorsa. Si tratta del 4° lotto, dopo ben tre interventi attuati in passato, per i quali – è giusto ricordarlo – si era molto interessato Giampiero Pezzucchi, assessore alla Cultura della passata amministrazione diretta da Edoardo Mensi. I fondi sono regionali. Le attuali operazioni si occuperanno per lo più del ripristino delle torri esistenti all’interno delle mura: una posta all’ingresso del grande cortile di guardia; l’altra situata nella corte interna; l’ultima è la maggiore ed ha preso il nome dal podestà di Breno, Fortunato Canevali (1856-1930), che ne promosse il restauro (1912-1914).

di Ermete Giorgi

Sabato 5 marzo l’apertura del presidio

“Libera” contro la mafia voti dei delegati del gruppo civico avrebbe il sostegno anche della Lega Nord. Dal canto suo il presidente del Bim, Franco Gelfi, sostiene: “La presidenza unica è solo una forzatura. Ci sarebbe poi palese ingiustizia per quei Comuni del lago d’Iseo e della Val Trompia che, pur facendo parte del Bim, non avrebbero i requisiti per aspirare alla presidenza degli enti, non facendo parte della Comunità montana”. Ma, in sintesi, cosa propone lo scritto sin qui continuamente citato? “Di dare completa attuazione agli accordi presi circa la riorganizzazione di società ed organismi esterni, procedendo al rinnovo del consiglio di amministrazione dell’azienda sociale e della conferenza dei sindaci dell’Asl, sui quali s’è già trovato un ampio consenso; di avviare un confronto tra tutti i gruppi componenti le assemblee dei due enti al fine di addivenire alla più ampia condivisione dei punti programmatici, se del caso anche attraverso la sottoscrizione di una nuova piattaforma programmatica”.

Il presidio di “Libera” per la Valle Camonica nascerà sabato 5 marzo 2011; verrà intitolato alla memoria di Ida e Nino Agostino (un agente di Polizia palermitano e la sua giovane moglie, uccisi nel 1989 in un agguato mafioso), ma opera da tempo come sezione staccata di “Libera” Brescia. La sede del presidio è a Malegno, in via Cava,49. Presidente nazionale è don Luigi Ciotti; referente per la vallata Tita Raffetti. Il sito “web”: www.libera,it; l’e-mail: vallecamonica@libera.it. “Libera Valcamonica” ha raccolto intorno a sé un nutrito gruppo di tesserati e simpatizzanti che seguono le iniziative con presenza numerosa e costante. Sono stati organizzati incontri con don Ciotti, Rita Borsellino, Nando Dalla Chiesa, Giovanni Impastato. Un programma di manifestazioni è previsto per l’apertura del presidio: il 3 marzo alle ore 20.30 a Capo di Ponte, presso la Cittadella della Cultura “Infinita ricerca della verità”, incontro con Vincenzo ed Augusta Agostino; sabato 5 marzo, alle ore 10, presso l’Itis “Incontro con gli studenti” (professionali e tecnici); alle ore 18.30 nella sala consiliare del Comune di Malegno, Inaugurazione; ore 20.30, nel salone dell’oratorio di Malegno “Cena della legalità”; 10 marzo, presso il salone “Caritas” di Darfo Boario Terme “Stili di vita”.

Rita Borsellino


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Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Sale Marasino Inchiesta

“Genesis”: un tunnel “infinito” Il progetto, che avrebbe dovuto produrre energia pulita e ridurre lo smog, sembra essere naufragato nel nulla. Rimane solo un’idea

S

Si parla tanto (e in molteplici sedi) di energia pulita, ma alla prova dei fatti le parole non trovano quasi mai una concretizzazione. Solo promesse. Sarà una questione di natura economica o semplicemente il frutto di una lungaggine burocratica? Doveva essere un progetto pilota, unico in tutta la Lombardia, in grado di produrre energia pulita, ridurre lo smog e l’inquinamento acustico provocato dalle auto e, contem-

di Giuseppe Arrighetti

poraneamente, restituire vivibilità alle case di Sale Marasino. Ma il tunnel “Genesis”, l’opera presentata quasi quattro anni fa, sembra essere naufragato nel nulla: sulla strada provinciale 510 continuano a transitare 1.600 veicoli all’ora e i motori scaricano nell’aria ossido di azoto, anidride carbonica e polveri sottili che si depositano nei prati e sui muri delle case vicine. Nel municipio affacciato sul Sebino l’impressione è che il tunnel rimar-

rà soltanto una gran bella idea (per di più brevettata) perché la Provincia di Brescia, nonostante le promesse, non ha finora sganciato un solo euro per la sua realizzazione. Il tunnel Genesis, lungo un chilometro e mezzo, era stato ideato completamente ricoperto da pannelli fotovoltaici per produrre energia elettrica, una quantità in grado di soddisfare la richiesta di 300 famiglie del paese, e doveva essere dotato all’interno di impianti di aerazione per catturare e smaltire i fumi oltre che essere insonorizzato per abbattere i rumori del traffico. Tre in uno insomma e infatti i costi di realizzazione non erano bruscolini: oltre 12 milioni e mezzo di euro di cui il 60% doveva arrivare dal

“Conto energia” grazie ai pannelli fotovoltaici. Nei piani dell’amministrazione comunale di Sale Marasino doveva essere costruito sulla provinciale 510 che ha notevolmente accorciato i tempi di percorrenza tra Brescia e la Valle Camonica ma ha anche creato un impatto ambientale non indifferente. “Forse – riflette sorridendo Claudio Bonissoni, il sindaco di Sale Marasino – era un progetto troppo innovativo e troppo ambizioso. Qualche mese fa dalla Provincia ci hanno chiesto un progetto rivisto e ridimensionato, ma anche per questo non c’è stato nessuno stanziamento. L’impressione è che non se ne farà più nulla”.

Brevi

Sale di Gussago La macchina dei tridui

Rovato

Renato Zaltieri

Rinnovata la macchina dei Tridui

“Cristiani nella città”

Sabato 26 febbraio è stata inaugurata la nuova macchina dei Tridui preparata dalla “Bottega del Restauro” di Roberto Gigola e Marco Petrogalli. La “macchina” fu ideata e realizzata dalla stessa bottega, che poi ha trovato aiuto nei collaboratori della comunità e l’ha offerta alla parrocchia. L’apparato luci è stato studiato e offerto dall’elettricista Marco Lonardi. Prezioso per il montaggio l’intervento dei volontari. Nell’inaugurazione, preparata da Gabriele Renzi, maestro del coro e regista della serata, sono stati presentati i temi caratteristici dei Tridui, i Novissimi (morte, giudizio, inferno, purgatorio, paradiso), in forma rappresentativa e teatrale. Poi l’eucaristia, la storia dei Tridui nel Bresciano e gli abiti liturgici della chiesa. Il tutto intervallato dal suono del violino fatto da Nicola Petrogalli e dal suono dell’organo fatto da Massimiliano Gatti. La prima giornata del Triduo si è tenuta domenica 27 febbraio; si continua venerdi 4 e sabato 5 marzo con le S. Messe e l’adorazione dell’eucaristia in suffragio dei defunti.

Azione cattolica, Acli, Caritas, Laici Giuseppini Marelliani e Convento dell’Annunciata organizzano da giovedì 17 marzo una serie di incontri sul tema: “Nuove narrazioni per costruire umanità”. “Cristiani nella città” ospita il 17 marzo Pierpaolo Triani, che parlerà sul tema “Nuove narrazioni per costruire comunità”. Giovedì 24 marzo sarà il prof. Luciano Corradini a concentrarsi su “Scuola e costituzione italiana”. Ultimo appuntamento di marzo, quello del 31, quando Renato Zaltieri (già segretario generale Cisl a Brescia) discuterà con i presenti di “Disoccupazione giovanile, crisi del lavoro, evasione fiscale: la perdita della dimensione sociale”. Gli incontri si svolgono presso l’oratorio di Rovato in via Sant’Orsola alle 20.30.


Paesi e parrocchie Valtrompia

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Gardone Val Trompia Ospita anche la palestra

Un futuro rinnovato per l’oratorio Un investimento da 1,7 milioni di euro che prevedeva tre partner, tra questi la Provincia che si è poi defilata, ma il progetto va avanti lo stesso

L

L’obiettivo è quello di iniziare presto i lavori al complesso dell’oratorio e al Palazzetto dello sport di Gardone Val Trompia col suo parco giochi e con i campi sportivi destinati alle altre attività, partendo dal progetto redatto e presentato circa un anno fa dall’architetto Cesare Archetti alla Commissione affari economici della parrocchia che ne è la proprietaria. Costruito negli anni Cinquanta dal prevosto mons. Giuseppe Borra si era dato subito due obbiettivi: il servizio alle attività educative e sportive sia dell’oratorio sia tutta la comunità. E da sempre è stato

di Edmondo Bertussi

utilizzato (fino al giugno scorso) anche dalle scuole superiori gardonesi che fanno riferimento alla Provincia. Il tempo trascorso, nuove leggi e disposizioni rendevano urgenti modifiche, ristrutturazioni e adeguamenti per il suo pieno utilizzo. Il progetto coniugava la vocazione originaria con la realtà. Il grande complesso è di fatto diviso in tre blocchi: quello storico su due piani comprendente al pianoterra ingresso, servizi, cucina, magazzini; al primo piano la Cappella, la sala detta Esodo e i servizi; il blocco palestra-palazzetto con campo da gioco e tribune;

blocco spogliatoi pure su due piani. Gli interventi in progetto erano i seguenti. A piano terra la ristrutturazione completa dei locali con adeguamenti alle normative vigenti; al primo piano messa a norma impianto di riscaldamento, formazione vano caldaia, separazione dei servizi igienici. Per quanto riguarda il blocco palestra/palazzetto la ristrutturazione completa con il rifacimento della copertura, della pavimentazione, del riscaldamento e delle tribune, seguendo le normative vigenti. Per gli spogliatoi era prevista la ristrutturazione dei locali già esistenti e la costruzione di un nuovo corpo verso via Roma destinato ai servizi, con la formazione di un nuovo accesso esterno mediante la realizzazione di gradinate, rampe disabili e sistemazione del verde. Un investimento da 1,7 milioni di euro che prevedeva tre partner: la

parrocchia S. Marco proprietaria, il Comune (proprietario dell’area su via Roma) e la Provincia visto l’utilizzo per le scuole superiori. A quasi un anno di distanza è venuta meno la disponibilità della Provincia. Il Parroco ne ha preso atto e in accordo col Comune ha deciso di realizzare quanto necessario per garantire l’utilizzo dell’esistente. Il progettista ha ridimensionato il progetto e si attende il via libera della Curia. In pratica: non viene realizzato l’ampliamento degli spogliatoi su via Roma; non vengono rifatte le gradinate interne e opere di completamento. Il tutto con un risparmio di circa 500mila euro. Conclude il Parroco: “Confido a questo punto nella generosità dei parrocchiani con l’appoggio del Comune. Siamo determinati a conservare l’utilizzo della struttura per tutta la comunità, scuole comprese”.

Le iniziative del Sibca all’interno della Comunità montana

Fra i libri e l’educazione ambientale in classe Continua il prezioso lavoro da collante fra le realtà della Valle messo in opera dal Sibca (Sistema dei beni culturali e ambientali) della Comunità montana. Così ai Capannoncini del Parco del Mella di Gardone sono in programma da sabato 5 marzo tre incontri dal titolo “Infoponti. Tutto il mondo in biblioteca”. “Quella che comincia sabato – dice la responsabile dell’area Cultura, Graziella Pedretti – è una delle azioni del grosso progetto che stiamo portando avanti affinché gli spazi della biblioteca diventino attivi per tutti; vogliamo avvicinare immigrati e stranieri, in modo che la biblioteca possa diventare un luogo di integrazione”. Alle 16 di sabato 5 marzo saranno William Fantini (assessore alla Cultura di Gardone), Elisa Fontana (vicepresidente della Comunità montana), Luigi Paladin (coordinatore del Sistema bibliotecario) e Claudio Comini (direttore della biblioteca gardonese) a illustrare il servizio di accoglienza e informazione delle strutture di Gardone e Lumezzane. A seguire verrà proiettato il video “Storie di migranti” a cura di Carla Fausti, Andrea Ghidini e Ramona Parenzan e a chiudere una degustazione di dolci dal mondo. Sabato 12 e sabato 19 marzo (sempre alle 16) sarà la volta di due fiabe teatralizzate per famiglie a cura

della cooperativa sociale “Il Mosaico”: “Il berretto del re”, storia raccontata in italiano e wolof (lingua senegalese) e la settimana successiva “La pagnotta profumata della nonna”, allestita sia in italiano sia in arabo. Info su http://cultura.valletrompia.it. La Comunità montana prosegue poi il suo impegno nell’educazione ambientale, aderendo all’iniziativa dell’Onu che aveva proclamato il 2010 come “Anno internazionale della biodiversità”. Ecco il senso del concorso riservato agli scolari delle scuole dell’infanzia e primarie e agli studenti delle scuole secondarie della Valle: per i più piccoli “Il nostro territorio è ricco di specie animali e vegetali. Raccontate alcune vostre esperienze in merito”, mentre per i ragazzi più grandi “Un ecosistema del vostro territorio è in pericolo... come è possibile salvarlo?”. “Ogni classe – spiega l’assessore all’Ambiente in Comunità montana, Mauro Sigurtà – elaborerà un lavoro secondo formati liberi (grafici, pittorici, plastici, descrittivi, multimediali), corredati da una descrizione. Tutte le opere in concorso verranno esposte e premiate nella ‘Settimana dell’Ambiente – Verde Pulito 2011’ (8-14 maggio)”. Iscrizioni entro fine di marzo. Info: Roberto Mondinelli (tel. 0308337418) o Paola Micheli (tel. 0308966025). (a.a.)

La biblioteca di Gardone


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Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

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Agnosine Dal 10 marzo

La reliquia della Santa fra la gente Per intercessione di suor Geltrude Comensoli il paese ha ricevuto il miracolo della guarigione di Vasco. La comunità si riunisce in preghiera

L

La peregrinatio della reliquia di Santa Geltrude Comensoli, che ha toccato l’America, l’Africa, la Croazia e da alcuni mesi sta attraversando l’Italia, fa tappa ad Agnosine dal 10 al 13 marzo. Elevata agli onori degli altari il 26 aprile 2009, la Santa camuna (originaria di Bienno) è la fondatrice delle Suore Sacramentine. È forte il legame con la Valsabbia, perché proprio il piccolo paese di Agnosine ha visto da vicino per la sua intercessione un miracolo compiuto: la guarigione del piccolo

di Luciano Zanardini

Vasco. Per accogliere al meglio la reliquia, la comunità parrocchiale guidata da don Ugo Baitelli ha predisposto un programma intenso con la speranza che questa esperienza possa diventare uno stimolo nuovo per il cammino spirituale nella ricerca della santità. Il passaggio della reliquia è sinonimo anche di una particolare grazia: con Decreto del Sommo Pontefice è concessa l’indulgenza plenaria (alle solite condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera

secondo le intenzioni del Papa) a chi in queste giornate venera la reliquia e partecipa alle funzioni sacre. Il 10 marzo viene accolta, alle ore 20, in via IV Novembre da dove poi partirà una processione con la filarmonica Conca d’Oro fino alla chiesa parrocchiale dedicata alla memoria dei Santi Ippolito e Cassiano; ci sarà spazio per la preghiera comunitaria e per quella personale. Venerdì 11 marzo alle 15 viene celebrata una Messa con gli anziani e gli ammalati in parrocchia; dalle 17 alle 19 la reliquia è esposta nella chiesa di Campello; con una processione, alle 19.30, viene portata nella parrocchiale. Le iniziative interessano tutte le fasce d’età: il 12 marzo, infatti, sono attesi i bambini, i ragazzi, gli adolescenti e i giovani; dalle 17 alle 19 si può prega-

re davanti alla reliquia nella chiesa di Renzana; alle 19 in processione si va nella parrocchiale per la celebrazione dell’eucaristia. La giornata conclusiva, domenica 13 marzo, si apre alle 8 con la Santa Messa. Alle 9 la reliquia sorvola su tutte le parrocchie della Valsabbia; alle 10.30 il vescovo Monari presiede la Santa Messa, mentre alle 16 tutti i ministranti della zona pastorale della Bassa Valsabbia partecipano a un incontro; alle 19, infine, la celebrazione della Parola: l’adorazione eucaristica con canto di ringraziamento. Successivamente la comunità di Agnosine saluta, accompagnata dal suono della filarmonica Conca d’Oro, la Santa Comensoli con una processione e la consegna della reliquia alla parrocchia di Bione.

Brevi

Comunità del Garda

Turismo

Migliorare la sicurezza della navigazione

La Regione per il Garda

Promossa e coordinata dalla Comunità del Garda si è svolta una riunione tecnica interregionale mirata alla definizione di importanti iniziative e di progetti legati alla sicurezza e alla navigazione sul Garda. Alla luce dell’istituzionalizzazione del servizio “Guardia Costiera-Lago di Garda” è stata esaminata la proposta di convenzione che prevede l’effettuazione del servizio di pronto intervento, soccorso e vigilanza all’utenza nautica, per 24 ore e 365 giorni all’anno. Nell’incontro si è anche affrontato il tema dell’uniformità delle normative della sicurezza dei bagnanti, del ruolo di controllo e di sanzione rispetto ai comportamenti, spesso pericolosi, nei confronti di chi guida imbarcazioni a vela o motore. “Questi importanti risultati sono possibili – afferma Aventino Frau, presidente della Comunità del Garda – grazie alla collaborazione e al coordinamento delle Forze dell’Ordine e dell’opera di gruppi e associazioni di volontari. La qualità dell’offerta turistica passa dalla sicurezza e dalla percezione che ne ha il turista”.

Anche la Regione è impegnata nello sviluppo e nella promozione unitaria del Garda bresciano. A ribadirlo l’assessore al turismo Stefano Maullu intervenuto, nella sede della Comunità del Garda a Gardone Riviera, a un summit cui hanno preso parte rappresentanti della Provincia, della Comunità montana dell’Alto Garda, della Camera di Commercio, dei Comuni gardesani, degli enti e delle associazioni imprenditoriali e di promozione. “Il Garda – ha sottolineato Maullu – è la principale area turistica della Lombardia e presenta un’offerta variegata per l’ambiente, l’arte, la storia e la qualità dei servizi. La concorrenza spinge a trovare forme più incisive ed efficaci di promozione e di miglioramento dell’offerta”.


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Università cattolica Presentazione libro

Cultura e comunicazione

Papa Ratzinger in un nuovo libro-intervista

leombruno@lavocedelpopolo.it

L’incontro “Il Papa, la Chiesa, i segni dei tempi”, introdotto da mons. Canobbio e presentato dal vescovo Monari e dal vaticanista Aldo Maria Valli

U

Aldo Maria Valli, il vescovo Monari, mons. Canobbio

Una fotografia bella, nuova e sorprendente quella che hanno reso al Santo Padre il nostro vescovo Luciano Monari e il vaticanista Aldo Maria Valli, nell’incontro di presentazione del libro-intervista con Peter Seewald di Benedetto XVI “Luce del mondo”. L’incontro, promosso dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali con la Cooperativa cattolico-democratica di cultura, l’Università del Sacro Cuore e Librerie Paoline, si è svolto nell’aula magna dell’Università. Dopo la significativa introduzione di mons. Canobbio, delegato vescovile per la

a cura di Emma Bettinardi

pastorale della cultura, che ha ricordato che sin dal 1892 i Papi hanno scelto di comunicare anche attraverso le interviste, i due autorevoli relatori si sono alternati in una suggestiva continuità per raccontare come, attraverso le pagine del libro, Benedetto XVI si sia aperto e offerto alla conoscenza della sua persona. “Seewald ha scelto un percorso sui problemi d’attualità che non si possono certo esaurire nelle poche pagine di un libro – ha sostenuto mons. Monari –, ma che permettono di rivolgere lo sguardo alla totalità della persona di

Joseph Ratzinger, al modo in cui si pone, al coraggio e all’umiltà con i quali affronta i temi della modernità. Ne esce il ritratto di un Papa che vive offrendosi come ‘un povero mendicante di Dio, come tutti gli altri’”. Cogliendo dal volume le parole che San Bernardo rivolgeva a papa Eugenio III, il Vescovo ha sottolineato la scelta di Benedetto XVI di non farsi soffocare dalle attività pontificie al fine di non perdere il rapporto con Dio, ma di “perseverare con avvedutezza e perspicacia conservando il valore della meditazione e la capacità di riflettere su ciò che è detto e su ciò che accade, di porsi in ascolto per avere una comprensione più profonda dell’uomo”. Aldo Maria Valli, vaticanista ospite della città, ha posto invece l’accento sui ripetuti attacchi che la stampa internazionale rivolge al Pontefice con sempre maggiore frequenza, usando e urlando dalle cronache dei mass media cose che lui non ha detto o estrapolando e distorcendo un inciso da un più generale contesto e che rendono un’immagine falsata del Papa. Nell’in-

tervista a Peter Seewald, esperienza che Valli ha confessato di invidiare un po’, il Papa non si tira indietro davanti a nulla, particolarità questa che caratterizza il suo quotidiano modo di porsi, affronta con serena umiltà le domande più scomode o difficili – droga, intolleranza, donne prete, abusi, sessualità… – riconoscendo in sé la fallibilità umana e usando un linguaggio capace di rivolgersi a diversi livelli culturali per riuscire a comunicare con tutti. Un accenno particolare Valli lo ha fatto al tema dei novissimi (nei Libri Santi, le cose ultime che accadranno all’uomo), che per i pragmatici sono come pane duro e appaiono irreali, ma se ci appiattiamo sul presente, sostiene il Papa, le risposte non arrivano perché non ci permettono di vederci in un’altra vita; è invece importante oggi sfondare il “muro del suono” del finito. “Conoscere Benedetto XVI offre la possibilità di formarsi un giudizio più ponderato sulla situazione del mondo, e della Chiesa in esso, mediato da un Papa che infonde la sensazione di tranquilla navigazione”, ha concluso mons. Canobbio.

Intervista al vaticanista Aldo Maria Valli

Superare le polemiche per conoscere il vero pensiero del Papa Da papa Giovanni Paolo II a Benedetto XVI, quali le differenze? Sul piano degli insegnamenti e dei contenuti c’è continuità; non dobbiamo dimenticare che Benedetto XVI è stato per oltre 20 anni il principale collaboratore di Giovanni Paolo II quando, ancora cardinale Ratzinger, guidava la Congregazione per la dottrina della fede. Piuttosto è cambiato il modo di porsi; siamo passati da un Papa carismatico ed estroverso come Wojtyla a un Papa riservato, quasi timido, come Ratzinger. Se con Giovanni Paolo II era possibile ricostruire una situazione a partire da un suo atteggiamento, nei confronti di Benedetto XVI occorre più studio, più attenzione a quanto dice, soprattutto a quanto scrive. Ritiene che la televisione e i mass media riescano a rendere giustizia al Papa e al suo magistero? Troppo spesso gli organi di informazione distor-

cono il messaggio del Papa; in più circostanze gli sono state messe in bocca parole che in realtà non ha pronunciato; altre volte sono state estrapolate da un ampio discorso alcune sue frasi trascurando il contesto. Queste operazioni mi lasciano molto perplesso e credo che nei confronti di Benedetto XVI, sia accaduto troppo spesso. Il libro-intervista di Peter Seewald può essere considerato una risposta alle costanti provocazioni dei mass media alla Chiesa e al Pontefice? A volte il giornalismo pecca di sensazionalismo usando le parole con il preciso scopo di creare la “notizia” e di accendere su di essa la polemica. Questo è scorretto. Dal libro-intervista con Peter Seewald emerge invece un Papa estremamente libero, che non si nasconde dietro le parole, che risponde a ogni domanda, anche a quelle più controverse e difficili per la Chiesa. E che lo fa con

grande semplicità, mettendosi dalla parte di chi legge e di chi ascolta. Ovviamente ribadisce alcune posizioni che gli stanno particolarmente a cuore. È normale e da questo punto di vista non ci si potevano aspettare novità che in effetti non ci sono. Oggi conosciamo sicuramente i cardini del pensiero di Benedetto XVI. Una buona parte, però, che non si prestava facilmente ad accendere questioni polemiche, non la conosciamo, semplicemente perché non è stata amplificata. Vorrei mettere in luce, al di là delle questioni citate, anche altri aspetti. A me, per esempio, ha colpito molto il suo riflettere sul “giudizio”, quello che ci aspetta dopo la morte, quello definitivo. Papa Ratzinger rivaluta alcuni aspetti teologici che pur alla base della nostra fede cristiana sono stati troppo a lungo trascurati, e questo credo sia un atto molto coraggioso, anche sul piano intellettuale. Qualcuno ne ha parlato? (e.b.)


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Cultura e comunicazione Famiglia

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Quasi tutte le risposte negative possono essere riformulate ed espresse con un sì che vuole ed esige l’attuazione delle normali regole di famiglia, dimostrando ai figli che possono ottenere ciò che desiderano nel rispetto dei patti che consentono una normale vita in casa e fuori. Così, all’interno delle regole di famiglia, si può addirittura ottenere l’adesione e collaborazione dei figli, che è il risultato ottimo dell’azione educativa

Genitori e figli Autonomia e obbedienza

Tra i no e i sì, quello che conta è la coerenza dei comportamenti

D

“Dici sempre di no!”, sbotta la ragazzina di fronte all’ennesima risposta negativa del genitore. Ma davvero i papà e le mamme dicono sempre di no? Oggi i genitori sono, evidentemente, molto meno severi dei loro predecessori e i bambini godono di maggiore libertà nel parlare, nell’agire, nelle iniziative, nel tempo libero, nelle richieste, in tutto. La forbice dell’autonomia dei figli si è di molto allargata, per cui si potrebbe pensare che gli educatori che dicono sempre di no siano ormai estinti; ma non è così, ci sono ancora e vivono in buona compagnia. Lo dimostra l’esperienza: quando mi

di Luigi Domenighini pedagogista

incontro con i genitori e pongo la domanda specifica, se una mamma ammette che la sua prima risposta alle richieste dei figli è solitamente negativa, molte altre riconoscono di avere lo stesso comportamento. Sembra allora che i figli abbiano più libertà di agire autonomamente senza chiedere il permesso, ma se chiedono, ricevono spesso (troppo spesso) come risposta un bel no! Questo è un comportamento evidente di pedagogia negativa ed è bene rendersene conto per evitarlo. Come? Ecco alcune strategie: se mi accorgo che dico sempre di no, se rispondo alle richieste dei miei figli

con rifiuti automatici, posso praticare questo esercizio: contare quanti no pronuncio in un giorno; il risultato può essere estremamente illuminante (e talvolta imbarazzante), lo posso garantire; ma c’è un’altra verifica da fare; infatti, se serve contare i no; molto più utile, per cambiare il nostro comportamento, è stabilire quanti di essi siamo riusciti a far rispettare e la conta – sia ben chiaro – deve essere fatta oggettivamente, impietosamente, senza indulgenze verso noi stessi; perché, vedete, se tutti i no che abbiamo detto li abbiamo fatti rispettare, potremmo essere genitori autoritari, all’antica, severi, ma credibili, stimati e amati dai nostri figli che pur vorrebbero più indipendenza; ma se molti, troppi no vengono trascurati non siamo affatto genitori indulgenti, o moderni, o teneri, siamo, agli occhi dei nostri bambini, insicuri, incerti,

poco affidabili; infine, tra i no che non vengono rispettati, stabiliamo quante volte i nostri figli hanno trovato un modo per eludere la proibizione; se così avviene anche una sola volta al giorno, significa che in qualche modo ci “dominano” e siamo in loro potere; se a ogni no segue una lunga, estenuante trattativa, finché il no viene mitigato, aggirato, o trasformato in sì, questo ci pone, in uno stato di perenne conflittualità e un perenne stato di conflittualità tra genitori e figli, non è certo una bella prospettiva. Se dico di no un numero esagerato di volte, se molti di questi no non li faccio rispettare, se troppe volte cedo alle insistenze di mio figlio, questa è una situazione effettivamente carica di gravi conseguenze sia sul rapporto educativo, sia sui legami affettivi, sia sulla salute mentale dei contendenti, perché è assolutamente inquinante


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Pubblicazione

“Gruppi di parolaâ€? per i genitori separati Un libro, presentato all’UniversitĂ cattolica di Milano, racconta i risultati del progetto di mediazione familiare che dal 2006 ha coinvolto circa 200 bambini del Nord Italia. Esperienza esportata in Francia. Per far stare meglio i bambini dei genitori separati senza un grosso dispendio di energie, tempo e denaro, basta parlare. Lo dimostra l’esperienza dei Gruppi di parola, un progetto partito in alcune cittĂ italiane nel 2006 a cura di un’Êquipe di mediatrici familiari formate all’UniversitĂ cattolica di Milano, che hanno importato questa esperienza dalla Francia. “La separazione viene affrontata da genitori e insegnanti ancora come un tabĂš: è difďŹ cile che se ne parli con i bambini, che invece esprimono un grande bisogno di essere informati su quello che accade intorno a loroâ€? spiega Paola Farinacci, mediatrice familiare e co-curatrice del libro “Figli di genitori separati: come dar loro parolaâ€? che è stato presentato in Cattolica. Un volume in cui Costanza Marzotto, psicologa e mediatrice familiare, insieme alle colleghe che hanno partecipato al progetto, analizza i risultati prodotti da una ventina di gruppi, organizzati tra il 2006 e il 2009 a Milano, Assago, Trento e Treviso. I Gruppi di parola hanno coinvolto ďŹ no a oggi circa 200 bambini: “Non è una pratica molto conosciuta, ma chi la prova la diffonde con il passaparola, e allora riceviamo molte richiesteâ€? continua la mediatrice. Richieste che avvengono soprattutto entro i cinque anni dalla separazione, nella fase piĂš acuta del cambiamento. Attraverso quattro incontri settimanali di due ore, i bambini (in genere quattro-cinque per gruppo, fra i sei e i 12 anni), vengono invitati a considerare insieme il loro vissuto, attraverso la discussione, la scrittura, ma anche il disegno, la drammatizzazione, il gioco. Inoltre le mediatrici che conducono l’incontro rispondo alle loro domande: “I bambini dei genitori separati si sentono in colpa e si vergognano. Qui creiamo un luogo sicuro, in cui si sentono fra pari, e si sentono autorizzati a parlareâ€? spiega Farinacci. Il percorso ha anche la funzione di riattivare la comunicazione con i genitori, che all’ultimo incontro sono invitati ad essere presenti insieme ai ďŹ gli e alle mediatrici, in un simbolico passaggio di consegne. A seconda di chi lo eroga, il servizio può essere gratuito o richiedere un contributo. La prossima edizione del laboratorio si svolgerĂ a Milano a partire dal 9 marzo presso il Servizio di psicologia clinica per la coppia e la famiglia dell’UniversitĂ cattolica, in via Nirone 15 (costo 80 euro per un bambino, 120 euro per chi ha due ďŹ gli). Info: http://www.serviziocoppiafamiglia.it.

e deleteria per l’azione educativa e per la serenitĂ e la pace in famiglia; è importante dunque modiďŹ carla subito, agendo, come sempre, non sui ďŹ gli, ma su noi stessi. Occorre subito imporci la nostra, tante volte ripetuta, regola secondo cui non bisogna mai dare un ordine o stabilire un divieto, senza essere perfettamente certi che lo faremo rispettare. Per seconda cosa, forse dovremmo provare a dire, qualche volta di sĂŹ; per esempio alla richiesta di guardare la tv può tranquillamente seguire: “SĂŹ, dopo che hai fatti i compitiâ€?; alla domanda: “Posso andare a giovare con Giuseppe?â€?, si può rispondere positivamente se è ben chiaro a che ora si parte e a che ora si torna. Esagero se dico che quasi tutte le risposte negative possono essere riformulate ed espresse con un sĂŹ che vuole ed esige l’attuazione delle normali regole di famiglia, dimostrando ai ďŹ gli che posso-

no ottenere ciò che desiderano nel rispetto dei patti che consentono una normale vita in casa e fuori? CosĂŹ, all’interno delle regole di famiglia, si può addirittura ottenere la loro adesione e collaborazione, che è il risultato ottimo dell’azione educativa. InďŹ ne, possiamo superare la fase del ‘posso’ e del ‘devi’. Lo scopo dell’educazione è quello di rendere nostro ďŹ glio capace di decidere e allora quanto prima incentiviamolo a fare le sue autonome scelte‌ a pensarci bene certo; ma a decidere da solo: “Sei grande oramai, perchĂŠ mi chiedi ancora ‘mamma posso?’ come un bambino piccolo?â€?. Ma ci sono anche no che non possono essere trasformati in sĂŹ, quando nostro ďŹ glio ci chiede qualcosa che entrambi sappiamo non potrĂ essere concessa, semplicemente diciamo: “GiĂ conosci la risposta, perchĂŠ me lo chiedi?â€?, e non diamo ulteriori spiegazioni.

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Cultura e comunicazione Eventi

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Brescia Venerdì 11 e sabato 12 marzo

Verso l’Amor che move il sol e altre note Parla mons. Marco Frisina, autore dell’idea e delle musiche de “La Divina Commedia”; oltre 600mila gli spettatori dal debutto

A

di Mauro Toninelli

Arriva al PalaBrescia venerdì 11 e sabato 12 marzo, promossa da Cipiesse, “La Divina Commedia”, l’opera musicata da mons. Marco Frisina, sentito in esclusiva per i lettori di “Voce”. Cosa significa mettere in musica “La Divina Commedia”? Innanzitutto un po’ di coraggio. Significa esplicitare dal poema tutta la musica che vi è contenuta. Nel poema di Dante la musica è più presente di quanto sembri. È presente nei versi, ma anche esplicitamente quando si accenna a canti che si sentono, soprattutto in Purgatorio e Paradiso. L’aspetto sonoro è molto sottolineato da Dante. Significa dare ai personaggi con la musica la forza emotiva che loro hanno nel verso. Quale la difficoltà maggiore? Innanzitutto la riduzione. Puoi immaginare ridurre 100 canti in due ore. Con Gianmario Pagano ci siamo sforzati di ridurre, lasciando quasi il 70% del testo di Dante, perché è di una tale bellezza e musicalità che per me era importantissimo mantenerlo. Altra difficoltà, dovendo riassumere, è stato rendere il contesto originale in parafrasi. A livello musicale la difficoltà è stata essere all’altezza di quei versi,

Un’immagine di scena

anche se è stato facile lasciarsi prendere da quei versi e dalla loro musicalità e forza. Il debutto è stato nel 2007; oltre 600mila spettatori; lo spettacolo ha successo. Cosa spinge la gente a vedere quest’opera? Io credo che già l’opera di Dante ha una grande forza e presa, nonostante sia difficile e complessa. Quando ci si avvicina sembra che parli a noi oggi; dopo sette secoli è ancora attuale. Credo che la musica riesca a far capire il cuore dei personaggi e, a quanto pare, riesce a commuovere ed emozionare. Quali novità in questa stagione? Questo è il terzo allestimento dell’opera per renderla più agile per spostarsi con facilità e in ambienti piccoli e tradizionali. La novità sono anche un’aria nuova di Beatrice e alcune cose che ho aggiunto. Ho fatto anche una versione per gli studenti, facilitandone la fruizione. Mi dicono che la gente sia sempre contenta e mi fa piacere perché i temi affrontati sono attuali e importanti. Quali sono i segreti per gli attori per entrare nei personaggi? La loro difficoltà all’inizio è stata quella di entrare nel mondo dell’opera, non

un musical, ma vicino all’opera classica italiana, e allo stesso tempo moderna. Entrare nei personaggi e nella musica che li racconta è stato una specie di assorbimento graduale che poi li ha coinvolti talmente tanto da commuoversi e piangere in scena. Nonostante ne abbiano fatte centinaia e centinaia sono sempre emozionati. Qual è il personaggio preferito di mons. Frisina? Sono tanti. Ho cominciato, per vedere se riuscivo a musicare il testo di Dante con Francesca. Lì mi venne facilmente. Affetto per lei ma prediligo Virgilio e Ulisse. Il primo con il suo addio toccante e Ulisse così forte e energico che rappresenta l’uomo che vuole andare oltre i suoi limiti e che è sempre grande perché uomo. Come vive il proprio essere sacerdote unendo musica e spettacolo? Ho sempre vissuto l’amore per la musica, anche prima di diventare prete, con molta naturalità; è un po’ come parlare. Per me come prete è fondamentale essere prete a 360 gradi, compresa questa possibilità che il Signore mi ha dato nel comporre opere, colonne per film, sinfonie e oratori. Parlare di certe cose in musica è più efficace.

Doppio appuntamento comico al PalaBrescia

Dal Gianburrasca di Elio a suor Letizia di Zanetti

Zanetti nei panni di suor Letizia

Doppio appuntamento all’insegna della comicità e dell’arte al PalaBrescia nei prossimi giorni. L’apertura spetta a “Gianburrasca” di Elio sabato 5 marzo 2011 alle ore 21 quando l’artista porterà sul palco lo scatenato protagonista del romanzo di Vamba scritto nel 1907, divenuto celebre negli anni ‘60 grazie all’interpretazione di Rita Pavone nelle otto puntate televisive de “Il Giornalino di Gian Burrasca”. Nella versione teatrale Elio interpreterà le irriverenti incursioni del pestifero Giannino Stoppani nel mondo conformista dell’Italia umbertina, dove le rigide regole del collegio e le ipocrisie della famiglia crollano sotto le sferzate ironiche del protagonista. Ingresso da 17 a 37 euro, in base al settore scelto. Info: www.palabrescia.it. Il secondo appuntamento invece è a tinte fortemente bresciane e dedicato alle donne, visto che l’appuntamento è l’8

marzo (ore 21). Un personale omaggio del comico bresciano Giorgio Zanetti che, dopo il grande successo della serata dell’anno scorso, durante la quale ha saputo tenere a bada ben 1.600 spettatrici, proporrà in anteprima uno spettacolo studiato ad hoc per l’occasione. In “Chi dice donna...” Zanetti racconterà le tipologie di uomini dai quali ogni ragazza dovrebbe stare alla larga e mostrerà alcuni prototipi femminili che non dovrebbero essere presi in considerazione come modelli. Non mancherà inoltre una nuova rubrica dell’irresistibile suor Letizia, la quale dispenserà consigli senza mai esimersi dal bacchettare i suoi fedeli. Un microcosmo di personaggi per rappresentare con ironia le diverse sfaccettature della realtà per una serata di risate e allegria. Ingresso da 17 a 29 euro; info.www.palabrescia.it (m.t.)


Brevi

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

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Nuovo corso per Voce Sas

“Mia facil”: se sul palco si fanno i conti in dialetto

Antonella Ruggiero sarà in Duomo Vecchio per la “Notte nel sacro”

Imparare i segreti della scrittura in dialetto, della costruzione di una commedia e della messa in scena sono gli snodi del nuovo corso proposto da Voce Sas, il Servizio assistenza sale della comunità della diocesi di Brescia, “Mia facil”. La proposta nasce dalla passione che unisce le persone che da anni si impegnano nel proporre e mettere in scena la cultura popolare e dialettale, gli usi e i costumi della nostra terra, della nostra storia. Il corso risponde anche alla richiesta sempre più grande che è giunta a Voce Sas di offrire formazione e strumenti a chi si trova a fare i conti con palcoscenico, copioni e quant’altro sia teatro, per offrire qualcosa in più al bagaglio personale di ciascuno. il 26 marzo Egidio Bonomi, autore, terrà un intervento sul dialetto come lingua, il 23 marzo John Comini, autore e regista, proporrà una riflessione sui ruoli, i personaggi e gli imprevisti che fanno funzionare la storia e il 30 marzo Massimo Venturelli, regista, svelerà i segreti della messa in scena. Il corso si svolgerà al Centro pastorale Paolo VI, in via Calini 30, a Brescia. Iscrizioni (30 euro) presso Voce Sas: toninelli@vocesas.it o 030 44250 (chiedere di Mauro Toninelli).

Brescia Alle radici della spiritualità

Notte nel sacro: atto secondo Un mese di eventi di arte e spiritualità nelle chiese del centro storico

A

Al via sabato 5 marzo la nuova edizione della “Notte nel sacro”, un percorso che l’unità pastorale del centro storico – con la diocesi e il Comune di Brescia – intende promuovere per passare dalla contemplazione della bellezza di luoghi sacri e opere d’arte al loro significato più profondo. Ancora una volta, dunque, non si tratta solo di visitare delle belle chiese e di guardare bei quadri ma di riscoprire, proprio grazie alla bellezza di queste opere d’arte, la storia dell’esperienza religiosa cristiana che ha segnato in maniera profonda il nostro territorio. Una proposta certamente tesa a promuovere e valorizzare l’ingente patrimonio artistico custodito nelle chiese bresciane e che se nella prima edizione si concentrò sulle chiese parrocchiali del centro storico, in questa seconda edizione (5 marzo - 2 aprile) accenderà i riflettori su sette chiese sussidiarie del cuore della città. Come detto, il percorso prende il via il 5 marzo con la visita guidata a Santa Maria della Pace (15.30) e a Santa Maria del Carmine (17) e prosegue di sabato in sabato con la visita di

di Bruno Leoni

Sant’Angela Merici e San Gaetano (rispettivamente alle 15.30 e alle 17 del 12 marzo), di San Francesco d’Assisi il 19 marzo (15.30), di San Giuseppe e di San Cristo (il 26 marzo sempre rispettivamente alle ore 15.30 e alle 17). Momento clou, la vera e propria “Notte nel sacro” del 2 aprile. In quella circostanza, oltre ai percorsi tematici e agli eventi musicali e teatrali nelle sette chiese, in Duomo Vecchio si esibirà Antonella Ruggiero nel concerto SacrArmonia. Don Amerigo Barbieri, dell’unità pastorale del centro storico, nel ricordare che l’obiettivo è quello di “far cogliere il legame che c’è fra arte, fede e spiritualità, la cui radice è proprio nei luoghi sacri e nell’ispirazione di tanti tesori artistici” ha anche evidenziato il “rapporto profondo esistente tra le parrocchie” concludendo con la sottolineatura che “quasi tutte le opere d’arte e gli eventi toccheranno il tema della croce e della passione e questo è pensato per legare l’iniziativa alla settimana cittadina del Festival di primavera e di teatro sacro Crucifixus”. Info: www.nottenelsacro.it

Operetta

Corrado Abbati e il Ctb “Hello Dolly!” è uno dei musical più amati, una briosa commedia in cui l’intraprendente protagonista dà vita a continui equivoci, colpi di scena e romantiche parentesi sentimentali. È questa la proposta del Ctb per la Giornata internazionale della donna, iniziativa promossa dal Coordinamento donne pensionate Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil. “Hello Dolly!”, di Michael Stewart e Jerry Herman, per l’adattamento e regia di Corrado Abbati che porta in scena la sua Compagnia, verrà rappresentato al teatro Sociale il 7 marzo alle ore 15.30 e alle ore 20.30.

Conferenza

In Cattolica per l’Unità d’Italia Promosso dal dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università cattolica di Brescia, prende il via l’8 marzo alle 17 il ciclo di conferenze per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia dal titolo “Liberi non sarem se non siam uni. Il sogno e la costruzione dell’Italia”. Ad aprire il ciclo, nell’aula magna Tovini di via Trieste, sarà Xenio Luigi Toscani, docente di Storia moderna, che tratterà la questione “Un alfabeto per gli italiani, dalla restaurazione all’età giolittiana”. La conferenza, così come le successive cinque, è aperta al pubblico e rientra nelle iniziative di formazione e aggiornamento per docenti e studenti.

Incontro

Ccdc invita Luigi Pagano Proseguono gli incontri e le conferenze a cura della Cooperativa cattolicodemocratica di cultura in collaborazione con i Padri della Pace. Il prossimo appuntamento, nella consueta Sala Bevilacqua di via Pace 10, in città, è fissato per giovedì 10 marzo, alle ore 20.45. Relatore sul tema “Carcere e diritti umani” sarà Luigi Pagano, direttore del carcere milanese di San Vittore per 15 anni e, dall’estate del 2004, provveditore regionale per le carceri lombarde. Introduce l’incontro Carlo Alberto Romano, docente di criminologia nell’Università statale di Brescia e presidente dell’associazione “Carcere e Territorio”.


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Cultura e comunicazione Leggere e conoscere

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

PalaBrescia Recital-reading

Moni Ovadia, “Il registro dei peccati” Giovedì 10 marzo alle ore 21 la rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle

L

di Mario Bruni

a

L’appuntamento è fissato per giovedì 10 marzo. Quel giorno, alle ore 21, sul palco del PalaBrescia salirà Moni Ovadia, protagonista de “Il registro dei peccati”, recital-reading sul mondo khassidico da lui ideato e interpretato e che l’artista definisce una rapsodia lieve per racconti, melopee, narrazioni e storielle. L’attore, nato nel 1946 a Plovdiv, in Bulgaria, si trasferisce giovanissimo con la famiglia a Milano. L’ascendenza familiare è ebraico-sefardita, ma di fatto gli Ovadia vivono la cultura yiddish e mitteleuropea, cosa che influenzerà profondamente e tutt’ora caratterizza l’opera artistica di Moni che spazia dal teatro alla musica alla scrittura. Moni Ovadia, giovedì, accompagnerà gli spettatori alla scoperta di un mondo straordinario, realmente esistito, in cui l’umanità era forse troppo

Moni Ovadia

umana per resistere alla violenza del razzismo. Un mondo che soccombe sotto il delirio nazionalista ma che rivive nella fantasia dei quadri di Chagall come nella memoria di chi l’ha vissuto. Si tratta del khassidismo, una corrente ebraica che celebra la fragilità umana e al tempo stesso riconosce la maestà ineffabile del divino adorandola attraverso danze e canti, e prediligendo l’umorismo per sottolinearne il carattere anti idolatrico. Il divino non si vede e il suo nome è impronunciabile, ma con esso si intrattengono relazioni di familiarità al punto che il divino stesso riconosce come suo figlio prediletto chi sa polemizzare con lui e sa metterlo in discussione per i mali del mondo. Moni Ovadia dal palco restituirà al pubblico l’energia degli Ebrei khassidici i quali, forse come nessun altro popolo in Europa, hanno saputo

incarnare nel loro di vivere, concreto e mistico al tempo stesso, la straordinaria intuizione del teologo cattolico Teilhard de Chardin: “Noi non siamo esseri materiali che vivono un’esperienza spirituale, noi siamo esseri spirituali che fanno un’esperienza materiale”. Mai noioso nelle spiegazioni né saccente, Moni Ovadia, che durante la sua carriera è stato attore, musicista e scrittore, sa conferire chiarezza alla narrazione senza mai scadere nel dogmatico, approfondendo le situazioni e arricchendole di quella lieve ironia che sa far riflettere sorridendo. I prezzi dei biglietti in prevendita sono per la Poltronissima gold 29 euro, 25 per la Poltronissima mentre per il Terzo settore il prezzo scende a 17 euro. Info: www.palabrescia.it – 030348888.

Voce Libri

Associazioni e Movimenti... GIUSEPPE ALCAMO PAOLINE, MILANO 2011, EURO 17,00

“Una delle indicazioni più importanti degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 20102020 ‘Educare alla vita buona del Vangelo’ riguarda la formazione e la catechesi degli adulti… Non vi è alcun dubbio che su questa frontiera, a partire dalla stagione del rinnovamento conciliare, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali, si è dato vita a veri e propri laboratori della fede, proprio perché ciascun aderente o simpatizzante potesse, nell’ottica propria della sensibilità spirituale di ogni realtà, maturare quella fede adulta in vista della testimonianza cristiana… in questo contesto lo studio di G. Alcamo propone, attraverso una triplice prospettiva, storica, pastorale-catechetica e testimoniale, l’intreccio tra catechesi ed esperienza di vita cristiana, presente nei “movimenti” di spiritualità fin dai primi secoli della Chiesa, ma sviluppatosi con grande vitalità, come ben sappiamo, dopo il Concilio Vaticano II” (Dalla Prefazione di Mariano Crociata, segretario generale della Cei).

Pavia Sacra – Arte, fede, storia ANTONELLO SACCHI PAVIA 2010, EURO 8,00

Questo libro è un invito a scoprire Pavia attraverso la storia dei suoi principali edifici sacri, testimonianza artistica dell’ingegno e della vita pavese dei secoli scorsi. Camminare all’ombra di queste chiese significa vivere, secoli dopo secoli, la storia di Pavia, comprendere il presente alla luce di un passato che l’ha vista protagonista. Il volume prende in considerazione le chiese dei Santi Gervasio e Protasio, San Teodoro, Cattedrale, San Lanfranco, San Salvatore, San Pietro in Ciel d’oro, San Lazzaro, San Francesco, San Michele, Santa Maria in Betlem, Santa Maria del Carmine, San Luca e quattro cripte: San Felice, San Giovanni Domnarum, Sant’Eusebio, Sante Maria delle cacce. Il filo conduttore di questo testo è la grande passione per la città spiegata e illustrata attraverso i suoi tesori più insigni, le chiese e le basiliche, elementi di grande attrattiva per turisti e pellegrini. Per acquisti rivolgersi a Comune di Pavia – Assessorato Marketing territoriale e Cultura: cultura@comune.pv.it – fax 0382/399244.


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Non solo teatro

Libri Tradizionali e in versione e-book

Il “Festival della brescianità” propone l’11ª edizione

Non solo Padre Brown per Gilbert K. Chesterton

Giunge all’11ª edizione il “Festival della Brescianità - ricordando Renzo Bresciani”, promosso dall’associazione culturale S. R. con il contributo del Comune, della Circoscrizione Centro, Fondazione Asm e Fondazione Cab. “Nel solco di una tradizione oramai consolidata – spiega il direttore artistico Paolo Peli –, lavoriamo con linguaggi diversi al fine di delineare quell’identità precisa che definiamo brescianità, ben lontani dagli stereotipi e dalle banali convinzioni. Insistiamo in questo progetto perché riteniamo fondamentale dotarci della conoscenza di una nostra precisa identità, al fine di poterci confrontare fieri e orgogliosi con altre culture”. Sulla scorta della positiva esperienza dello scorso anno, vengono riproposti tre incontri con diversi personaggi bresciani che, secondo il loro vissuto, parlano della speranza. Tema, quest’ultimo, proposto in occasione delle Festività dei Santi Patroni Faustino e Giovita, nel cui calendario rientra anche il Festival. I relatori di quest’anno sono: padre Giulio Cittadini, straordinaria figura di educatore legata all’Oratorio della Pace, che parla venerdì 11 marzo; Tina Leonzi e Laura Castelletti, due figure impegnate su diversi fronti ma accomunate dalla passione per la promozione della donna (venerdì 18 marzo); Noé Ghidoni, presidente regionale e vicepresidente nazionale Mcl (venerdì 25 marzo). Gli appuntamenti, tutti alle 21, si tengono nell’auditorium San Giorgio di via Gasparo da Salò, dove sarà pure allestita una mostra avente per tema la speranza, con dodici artisti bresciani, a cura dell’Associazione Apice; ciascuna serata, a ingresso libero, sarà introdotta da una clip di presentazione dei personaggi curata dal giornalista Fabio Larovere. “Il dialetto – spiega Peli – è presente nel Festival sotto due forme diverse per contenuti e proposta. Da una parte la materia espressione di Achille Platto, uomo della bassa, campo arato, fumante di umori e intensità; dall’altra la sapida intelligente comicità, intrisa dell’amarezza naturale della vita, di Egidio Bonomi”. Si tratta dello spettacolo “Aqua Trobia” di Platto in scena alla galleria Ucai di vicolo San Zenone il 3, 4, 5 marzo alle 21 (biglietto 7 euro). E poi “Giupì e brighella” di Bonomi con la regia di Luciano Bertoli (26 e 27 marzo al teatro San Giovanni nell’omonima contrada; ingresso 7 euro). Non è mancato nel programma un omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia, con una rievocazione delle 10 giornate nei ricordi del tamburino Eugenio Paroli, volumetto recentemente riedito da Morcelliana per conto della Fondazione Cab. L’appuntamento si è tenuto il 1° marzo con viPadre Giulio Cittadini vo successo. (f.l.)

De André in classe MASSIMILIANO LEPRATTI EMI, BOLOGNA 2010, EURO 9,00

Fabrizio De André si rivela ancora oggi, ad anni di distanza dalla sua morte, uno dei rari personaggi capaci di parlare ai giovani. Il libro (sottotitolo: “Proposta didattica a partire dalle canzoni di Faber”) accanto a un percorso sulle origini delle opere del cantautore, propone spunti per lavorare nella scuola a partire dalle sue canzoni. Un viaggio attraverso letteratura, musica, storia e filosofia, che stimola l’interesse degli studenti e apre a un rinnovamento della didattica.”La canzone può essere il più alto e penetrante strumento artistico della cultura popolare, come ci ha testimoniato Fabrizio. E quando è tale, è ricca di valori formativi e di potenzialità didattica” (dalla Prefazione di don Andrea Gallo). Massimiliano Lepratti, diplomato in violino e laureato in scienze politiche a indirizzo internazionale-storico, collabora con il mondo delle Ong di cooperazione allo sviluppo; si occupa di progettazione e ricerca pedagogico-didattica nei campi dell’educazione allo sviluppo e delle relazioni Nord/Sud.

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Gilbert Keith Chesterton è conosciuto per aver inventato la saga del prete-detective Padre Brown. Poco noto invece è il resto della sua produzione letteraria, che comprende anche saggi polemici, romanzi e racconti. Per il libro “What’s Wrong with the World” – finora inedito in italiano – sono uscite ben due traduzioni: una pubblicata da Lindau (“Ciò che non va nel mondo” 22,00 euro) e una da Rubbettino (“Cosa c’è di sbagliato nel mondo” 4,90 euro) in versione e-book. Benché Chesterton abbia scritto queste pagine nel 1910 esse affrontano argomenti decisamente attuali: il crescente divario fra ricchi e poveri, lo sfascio della famiglia e dell’educazione, il traballare delle libertà individuali. La causa di questo sfacelo è in primo luogo lo smarrimento del senso della vita da parte dell’uomo moderno, a cui si aggiungono i guasti portati dall’economia e della politica fine a se stessa. Per uscire dal tunnel, Chesterton propone una via sui generis: il “distributismo”. Questa dottrina, sostenuta anche da Hilaire Belloc e padre Vincent McNabb (del quale è appena uscita la biografia, Babylondon di Paolo Gulisano) traeva ispirazione, per esplicita dichiarazione degli interessati, dall’enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Per il suo essere inclassificabile in termini di “destra” e “sinistra”, l’approccio distributista è rimasto a lungo mal compreso . Ma oggi sono in molti a sostenere che esso potrebbe essere la chiave di risoluzione delle crisi economiche e finanziarie cui incorre il mondo ciclicamente (Chesterton sosteneva infatti che esse sono connaturate al capitalismo in quanto tale).

Al centro, Renato Rascel nei panni di Padre Brown

Quelli che però è lo stesso SILVIA DAI PRA’ LATERZA, BARI 2011 EURO 10,00

Il diario crudo e malinconico di un anno di insegnamento in una scuola di Ostia della “pressorè” (come viene chiamata dai suoi alunni) Silvia: laurea in Lettere a pieni voti, dottorato di ricerca a 25 anni, studi all’estero e poi eccola “nella mischia” tra gli insegnanti di lungo corso, avviliti e rinunciatari, da una parte, e gli allievi dall’altra (analfabeti, segnati dalla violenza subita e inferta gli arroganti adolescenti del diurno, altrettanto difficili e convinti che la promozione sia un diritto gli adulti del serale). E l’aspetto forse più interessante del romanzo sta nel raccontare la crisi del sistema-scuola dal punto di vista della crisi personale. L’io che racconta di studenti con creste e piercing, e di istituzioni al tracollo, è compromesso e malconcio quanto il panorama umano descritto. Così a questa trentenne sola, confusa, “circondata da ragazzi che mettono su famiglia” non resta che trasmettere loro i pochi valori in cui ancora crede. (recensione di Luca Bianchetti per conto della Libreria Ferrata)


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Cultura e comunicazione

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Televisione Quando la differenza è troppo sottile

È

Telegiornali: informare o influenzare?

È un periodo travagliato per il giornalismo televisivo in Italia. I telegiornali delle reti nazionali perdono punti e i canali d’informazione in internet guadagnano in credibilità e contatti. Una flessione comprensibile e in qualche modo auspicabile, a giudicare dalla superficialità che spesso contraddistingue buona parte dello spazio televisivo quotidiano dedicato alle notizie. L’appuntamento del tg, che sia Mediaset o Rai, si conforma allo stile evasivo che regna nel mondo della televisione, venendo meno, poco alla volta, al suo ruolo di volto istituzionale dell’emittente. Inoltre, l’annoso problema dei telegiornali schierati con la politica, di destra e di sinistra, sta facendo emigrare i telespettatori verso terre più libere, come il mondo della tv satellitare, che dalla sua posizione economicamente privilegiata può permettersi di essere (non sempre, ma di certo più del Tg1 o del Tg3) super partes. L’imminente arrivo di Giuliano Ferrara a Rai Uno, alla conduzione di una striscia giornalistica quotidiana di attualità, in onda subito dopo il telegiornale delle 20, ha reso la situazione più tesa di quanto già non lo fosse: dopo tre anni di assenza dalla scena televisiva Ferrara arriva in Rai, invitato da Masi in una delle zone più ambite del palinsesto, forse in seguito al suo recente e rinnovato attivismo politico, forse perché ha veramente qualcosa da dire… Ai telespettatori l’ardua sentenza. Tuttavia, ciò che ha rilevanza non è tanto lo scandalo dei telegiornali politicizzati, che da decenni coinvolge il nostro Paese. La crisi dell’informazione televisiva è più sottile e pericolosa. Immaginiamo di assistere a una partita di calcio e di dover raccontare cosa accade in campo. La nostra attenzione dovrà essere per forza rivolta al gioco, al pallone, agli atleti. Dovremo insomma guardare la realtà e raccontarla. Ebbene, se nel ruolo di cronista di questa metaforica partita di calcio ci fosse la tv italiana, essa non guarderebbe il gioco in campo, ma il pubblico sugli spalti. Calando la situazione nella realtà televisiva dell’informazione, ci troviamo di fronte a un racconto deviato dei fatti dell’Italia, un racconto fatto da chi ha interesse nel dire agli spettatori ciò che essi vogliono sentirsi dire, senza concentrarsi sul “pallone”, ma dando voce ai contorni degli eventi, sottolineando più le sfumature politiche, seguendo le tendenze economiche e

di Alberto Averoldi

culturali invece di rincorrere la verità dei fatti. Un giornalismo televisivo che sta al seguito del carrozzone, che risente dei cambiamenti politici e che deve scendere a compromessi per restare in vita, che siano compromessi di destra o di sinistra. Ma la realtà va ben oltre gli schieramenti, vola più in alto o più in basso di quanto la tv voglia farci credere. Per questo motivo l’informazione in internet sta guadagnando consensi: nella Rete (e anche qui bisogna saper scegliere) la realtà può essere vista da più angolazioni, in tutte le sue caratteristiche, grazie al contributo degli stessi utenti della rete che possono liberamente dare il loro parere e aprire delle discussioni: anche questo è contribuire al racconto della realtà. L’handicap dell’informazione televisiva è invece la mancanza di interattività diretta con il suo pubblico. Una deriva che spesso si è rivelata dannosa per chi, da casa, apprende le notizie così come sono state confezionate, senza poterle verificare o commentare. La risposta dell’utente televisivo arriva solo in un secondo momento, quando imposta la sua vita in base a ciò che ha sentito dire al telegiornale. Ma a quel punto è troppo tardi.

Giuliano Ferrara di nuovo in Rai

SAB Rai Tre, h. 8.35 TORMENTO Film drammatico diretto nel 1950 da Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari. Vessata da un’ingiusta matrigna, Anna lascia la casa paterna con il fidanzato che, innocente, è condannato a 20 anni per omicidio.... La 7, h. 13.55 BAD NEW BEARS – CHE BOTTE SE INCONTRI GLI ORSI Commedia del 2005 con Billy Bob Thornton. Un allenatore di una squadra giovanile di baseball è disperato per i pessimi risultati dei suoi ragazzi... Rai Tre, h. 14.50 TV TALK Massimo Bernardini conduce insieme al suo staff di studenti universitari di comunicazione un’arena di discussione sull’attualità televisiva italiana e internazionale. Ospiti d’eccezione dal mondo dello spettacolo e professori universitari danno il loro contributo. La 7, h. 20.30 IN ONDA Luca Telese e Luisella Costamagna presentano una striscia di informazione giornalistica che si occupa del’attualità italiana e internazionale.

DOM Rai Tre, h. 8.00 AMY Film drammatico del 1981, con Jenny Aguter. Dopo la morte dell’unico figlio, Amy decide di dedicare la sua vita al prossimo e va a insegnare in un istituto per bambini ciechi e sordomuti. Il marito vorrebbe che lei rinunciasse, ma in quella scuola la sua vita cambia radicalmente… Rai Tre, h. 13.25 PASSEPARTOUT Appuntamento con la cultura. In questa puntata Philippe Daverio analizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia e nell’epoca contemporanea. Rai Tre, h. 14.30 IN ½ ORA La giornalista Lucia Annunziata intervista in 30 minuti personaggi del mondo della politica ed esponenti della vita pubblica italiana. Domande argute e stile incalzante. Rete Quattro, h. 16.50 U-112 ASSALTO AL QUEEN MARY Film d’azione del 1966, con Frank Sinatra. Una banda di ladri molto fantasiosi compera all’asta un sommergibile tedesco in disarmo per rapinare in pieno oceano il transatlantico Queen Mary...

Italia Uno, h. 21.10 L’ERA GLACIALE Un classico dei film di animazione computerizzata. Durante l’ultima glaciazione, alcuni simpatici animali in fuga verso zone più calde del pianeta, devono proteggere un cucciolo d’uomo...

Tv2000, h. 22.15 RETROSCENA – I SEGRETI DEL TEATRO Approfondimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Un viaggio attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel teatro italiano.

Mtv, 21.05 AIRHEADS Divertente commedia diretta da Michael Lehmann nel 1994, con Brendan Fraser, Adam Sandler e Steve Buscemi. I membri di una band rock in cerca di successo arrivano al gesto estremo e occupano una stazione radio, esigendo che venga trasmesso il loro pezzo… Un film che mette alla berlina le logiche commerciali del mondo dello spettacolo.

Rai Tre, h. 21.30 PRESADIRETTA È ormai giunto alla sesta puntata il programma d’inchieste giornalistiche curate dal giornalista Riccardo Iacona. Questa puntata è dedicata a “Parentopoli” e alla gestione clientelare della cosa pubblica. Scopriremo i segreti delle aziende municipalizzate romane, nelle quali molti vengono assunti senza aver sostenuto il concorso. Da vedere.


Telecomando

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MER

GIOV

VEN

Rete Quattro, h. 8.50 HUNTER Telefilm poliziesco americano ambientato a Los Angeles. Le avventure del detective Rick Hunter, alle prese con pericolosi criminali.

Rai Due, h. 7.00 CARTOON FLAKES Lo spazio dedicato da Rai Due all’intrattenimento dei più piccoli. Una serie di accattivanti cartoni animati di ultima generazione.

La 7, h. 7.00 OMNIBUS Un’arena politica e culturale mediata dai giornalisti del tg di La7. In studio intervengono esponenti di tutti gli schieramenti politici, giornalisti e opinionisti.

Rai Tre, h. 7.30 TGR BUONGIORNO REGIONE Uno sguardo approfondito sulla Lombardia e sulla sua vita pubblica: servizi e reportage ci raccontano la nostra regione.

Rai Due, h. 9.30 SORGENTE DI VITA Settimanale di informazione religiosa dedicato alla comunità ebraica in Italia. Gli ultimi aggiornamenti, gli appuntamenti culturali e la storia dell’ebraismo raccontati e spiegati da esperti del settore.

Cielo, h. 13.00 GLI SGOMMATI Divertenti sketch socio-politici interpretati da pupazzi dalle ben riconoscibili fattezze: Bossi, Bersani, Berlusconi, Vendola… Quando la satira fa notizia.

Rai Tre, h. 8.00 LA STORIA SIAMO NOI Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational, presenta una serie di documentari dedicati alla storia del secolo scorso: gli eventi che hanno maggiormente caratterizzato il Novecento fra politica, cultura, personaggi.

Discovery Ch., h. 13.00 COM’È FATTO Canale Sky 401. Interessanti e divertenti documentari che spiegano in pochi minuti il lavoro tecnologico che serve per costruire oggetti di uso comune. Rete Quattro, h. 20.30 WALKER TEXAS RANGER Continuano le avventure dei ranger che a forza di calci e mosse da full-contact tengono pulite le strade americane. Il protagonista indiscusso anche in questa quinta stagione è l’attore Chuck Norris.

La 7, h. 16.00 ATLANTIDE – STORIE DI UOMINI E DI MONDI Una serie di interessanti documentari che riguardano la storia e la scienza. Luoghi e volti, storie del passato e scenari del futuro. Rete Quattro, h. 16.45 LA LEGGE DEL CAPESTRO Film western del 1956, con James Cagney. Jeremy Rodrock è un allevatore del Colorado, violento e vendicativo. La sua donna giunge alle estreme conseguenze e decide di fuggire con un cowboy. Ma il marito si opporrà con violenza.

La 7, h. 21.10 L’INFEDELE Un salotto politico condotto dal giornalista Gad Lerner. I temi di attualità sulla società italiana e la lettura in chiave politica affidata ai numerosi ospiti. Sul sito www.la7.it/infedele si possono rivedere le puntate già andate in onda.

Rai Tre, h. 21.05 EFFETTO NOTTE – IL CINEMA CHE CI PARLA Il giornalista Fabio Falzone racconta le novità del cinema italiano e internazionale, con l’aiuto di studenti universitari appassionati di film. In studio attori e registi presentano le novità e commentano l’attualità del cinema.

Rete Quattro, h. 21.10 RAMBO 2 – LA VENDETTA Film d’azione del 1985 con Sylvester Stallone e Julia Nickson. Condannato ai lavori forzati, John Rambo viene ingaggiato dal Governo per liberare, in una missione segreta e molto pericolosa, alcuni ostaggi rinchiusi in prigioni vietnamite. Durante il viaggio incontrerà una donna del posto e se innamorerà… per gli appassionati del genere “sparatutto”.

Rai Due, h. 21.05 MAN ON FIRE Film d’azione del 2004 con Denzel Washington e Dakota Fanning. John è un ex agente della Cia che presta servizio in Messico, proteggendo una ricca famiglia e accompagnando la piccola Pita a scuola. Fra l’uomo e la bambina è subito intesa, ma quando quest’ultima viene rapita John decide di trovarla a tutti i costi, mettendosi contro la malavita locale.

Rai Tre, h. 11.00 APPRESCINDERE Michele Mirabella ed Eva Crosetta analizzano gli italiani e i piccoli problemi quotidiani del Belpaese. Il tema di oggi è il Risorgimento: le battaglie più importanti che hanno portato all’Unità d’Italia. Rai Uno, h. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA Alessandro Di Pietro ci insegna a riconoscere le diverse varietà dell’uva e ci guida verso un acquisto consapevole di prodotti di qualità. Oggi scopriamo quali e quante tisane e camomille ci sono in commercio. Rai Due, h. 13.50 TG2 MEDICINA 33 Appuntamento quotidiano dedicato alla salute e all’approfondimento scientifico. I nuovi traguardi della medicina e gli obiettivi da raggiungere. Rai Quattro, h. 21.10 IL LABIRINTO DEL FAUNO Film ambientato in Spagna, nel 1944, con Francisco Franco al potere dopo una guerra civile. Per sfuggire alla dolorosa realtà in cui vive, Ofelia viene in contatto, tramite l’immaginazione, con una dimensione fantastica. In questo mondo...

Sky Cinema Max, h. 21.00 IL CASO THOMAS CRAWFORD Canale Sky 312. Brillante thriller diretto da Gregory Hoblit, con Anthony Hopkins. Un ingegnere aeronautico di successo scopre il tradimento della moglie e la uccide fra le mura di casa. Il delitto però è architettato con cura e lucidità: per alcuni cavilli legali l’omicida riesce a difendersi dalle accuse e viene scagionato. Ma un giovane procuratore vuole incastrarlo…

Rai Tre, h. 12.45 LE STORIE – DIARIO ITALIANO Il giornalista Corrado Augias torna anche per questa stagione ad analizzare l’Italia e gli italiani in un interessante talk-show. In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia Augias dedica alcune puntate alla Costituzione italiana. Il tema di oggi è la cultura e il suo sviluppo. Rai Due, h. 16.10 LA SIGNORA IN GIALLO Nella puntata di oggi: Glenda, un’attrice amica di Jessica, è la protagonista di un’opera ispirata a un romanzo della Fletcher. Quando il produttore dello spettacolo viene ucciso... Rete Quattro, h. 16.15 I CACCIATORI Film del 1958. Durante la guerra in Corea, il maggiore Saville (Robert Mitchum) viene messo dal colonnello Imil (Richard Egan) a capo di una squadra aerea... Mtv, h. 21.00 IL TESTIMONE Il videomaker Pif, ex inviato del programma Mediaset “Le Iene”, viaggia per l’Italia e per il mondo armato di telecamera portatile, per raccontare le curiosità della vita di tutti i giorni.

Iris, h. 21.05 AMERICAN HISTORY X Film di denuncia con Edward Norton ed Edward Furlong. Derek, attivista di un gruppo di naziskin americani, finisce in galera per aver ucciso un uomo di colore. Dietro le sbarre scoprirà che la realtà non è come desidera e la sua vita cambierà radicalmente. Una volta uscito di prigione, dovrà salvare il fratello minore, che ne frattempo si è unito alla sua vecchia banda.

Rai Due, h. 9.15 TGR MONTAGNE Rubrica settimanale dedicata alla montagna, con le sue storie, i suoi volti, il suo potenziale. Interviste, approfondimenti, appuntamenti sul territorio. In questa puntata si parla del Monviso e di chi per primo riuscì a conquistarne la vetta. La 7, h. 18.00 MAC GYVER Le avventure incredibili di un ex agente segreto in difesa dei più deboli. In onda le puntate della quinta stagione. Tv2000, h. 21.00 TG TG Il tg che commenta i telegiornali nazionali: in mezz’ora i giornalisti di Tv2000 analizzano le scalette dei tg nazionali appena conclusi e valutano le scelte attuate, insieme a esperti di comunicazione televisiva e sociologi. Sky Cin. Passion, h. 21.00 AMABILI RESTI Canale Sky 308. Thriller fantasy diretto nel 2009 da Peter Jackson, il regista de “Il signore degli anelli”. Lo spirito di Susie, uccisa brutalmente da un serial killer...

Cielo, h. 21.00 21 Pellicola del 2008 con Kevin Spacey e Laurence Fishburne. Il film racconta la storia vera di Ben Campbell, brillante studente del Mit che, per raggranellare i soldi necessari a pagarsi l’università, decise di unirsi a un gruppo scelto di cervelloni che ogni settimana, dotati di false identità, saccheggiavano i casinò di Las Vegas grazie alla loro abilità nel gioco del Blackjack…


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LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Cultura e comunicazione Radio e Media

Musica Con il Cipiesse al rinnovato PalaEib

È ancora tempo di Pfm

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Ritorna a Brescia la Pfm, band storica del rock italiano, per un concerto che nelle intenzioni cerca di unire gli amanti della grande musica rock-prog con gli appassionati del grande Fabrizio De André. Due infatti i temi della serata. Il primo è riproporre le canzoni del disco “La Buona novella”, che De André pubblicò nel 1970 e al quale parteciparono come musicisti “I Quelli”, dal cui nucleo scaturì poi la Premiata forneria Marconi. Il secondo è invece ripercorrere i momenti più salienti che hanno contraddistinto l’unica rock band italiana alla quale si aprirono concretamente le porte del successo internazionale. L’occasione del concerto è data dalla pubblicazione da parte della band capitanata da Franz Di Cioccio di un cofanetto deluxe contenente il meglio della produzione dedicata al grande poeta genovese, intitolato “Amico Faber”. Al suo interno i dischi “Pfm canta De André” (cd+dvd) e “A.D. 2010 - La Buona novella” (cd), un libretto di 16 pagine con foto mai viste prima scattate da Guido Harari e tre stampe fotografiche inedite di Faber da collezione. Una edizione imperdibile, che presenta e in un certo senso fonde le due fasi che videro Fabrizio De André e la Pfm lavorare insieme, con due approcci molto diversi. “La Buona novella” si può infatti considerare forse il disco più deandreiano di De André, scritto e pensato da lui in totale autonomia, nel quale la Pfm

di Ricky Barone

si “limitò” a eseguire le idee liriche e musicali di Fabrizio. Dopo quel disco le strade tra il cantautore e la band si separarono, ognuno portò avanti i propri progetti durante la decade che in un certo senso provocò la rottura col passato e lanciò le basi verso il futuro. Nel 1979 De André ricorse nuovamente alla Pfm per ripartire con una nuova tournée, nella quale presentò i suoi classici rivestiti e riarrangiati dalla band in maniera sublime e per molti aspetti innovativa. Fu un tour entusiasmante dal quale furono tratti due lp, usciti a distanza di un anno l’uno dall’altro, dal titolo “Fabrizio De André in concerto” (volume arancio

1979 e volume verde 1980). Fu questa un’operazione straordinaria per la canzone italiana, che avvicinò in maniera importante il mondo dei cantautori, spesso tacciati di verbosità e di poca propensione alla cura dell’aspetto musicale, al mondo del rock italiano. Un rock italiano che proprio negli anni Ottanta ripartì, sfruttanto anche la lezione della Pfm. Un gruppo composto da musicisti eccellenti, che a Brescia scenderà in campo guidato dallo storico trio Di Cioccio (voce, batteriapercussioni), Patrick Dijvas (basso) e Francone Mussida (chitarra e voce), al quale si uniranno Lucio “violino” Fabbri (violino, tastiere e chitarra), Gianluca Tagliavini (tastiere) e Piero Monterisi (seconda batteria). Una serata imperdibile, che si svolgerà sabato 5 marzo nel rinnovato spazio Eib presso la Fiera di Brescia (organizzazione a cura Cipiesse, biglietti ancora disponibili).

Programmazione LA SANTA MESSA IN TV La S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del sabato, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assunta in Gussago. LA BUONA NOVELLA Il commento al Vangelo della domenica, usualmente intorno alle 9.10 del mattino , per questa settimana è ancora di don Giuseppe Fusari. Dal 13 marzo, invece, la riflessione sarà del vescovo Luciano Monari. Ecclesia di marzo è realizzato in collaborazione con l’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Voce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte). VOCE MATTINA Il contenitore in diretta, condotto da Marco Vignoletti, sempre ricco di appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, “Cose di musica” col critico Ricky Barone, lo spazio dedicato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.

La Premiata forneria Marconi (Pfm)

Cd Prossima la pubblicazione di un album di inediti

Un Vasco appesantito, ma sempre star del rock In attesa del nuovo album di inediti, la cui pubblicazione è prevista per il 29 marzo, è uscito inaspettatamente, alla vigilia del suo 59° compleanno, “Eh... già”, nuovo singolo dell’intramontabile Vasco Rossi. Un Vasco che, nonostante gli anni che passano inesorabili, non ha perso la voglia di proclamare, con la consueta libertà, le sue verità: “Eh... già” è una sorta di “autoritratto” del cantautore di Zocca (Mo), che con l’usuale ironia si canta addosso, ma lo fa, come sempre, alla grande. Non perché il pezzo sia particolarmente bello o innovativo, ma perché Vasco ha il dono di comunicare attraverso le sue canzoni, che parlano a tutti immediatamente. È un Vasco che, forse più che nel passato, si accetta e accetta la realtà con disincanto e un filo di ironia, mostrandosi così com’è, in un atteggiamento normale, semplice e diretto come vuole questa canzone. Attraverso la quale il suo autore pare volerci dire che la grandezza si trova nella quotidiani-

tà e nell’accettare la normalità: “Con l’aria, col sole, con la rabbia nel cuore, con l’odio, l’amore. In quattro parole io sono ancora qua”. Proprio per questo nel video della canzone Vasco non teme di mostrare il suo fisico appesantito, perché la sua normalità oggi passa attraverso questa immagine. “Eh... già” è un brano chiaro, esplicito ma anche divertito, basta guardare nel video le espressioni del suo volto, i suoi gesti scaramantici. “Eh... già” arriva forte e diretto, lo si capisce anche dal tono, da come scandisce le parole che gli sono nate “da sole”, di getto, sulla musica di Roberto Casini. Un Vasco sempre e comunque adorato dai fans, che hanno cominciato a subissare di clic Facebook e il sito ufficiale, proiettando subito “Eh… già” in testa ai brani più scaricati. Nel frattempo Vasco sta lavorando anche al tour estivo, “Vasco Live Kom 2011”, che partirà dall’Heineken Jammin’ Festival di Venezia l’11 giugno. (r.b.)

LA BUONA NOTIZIA Gli argomenti trattati: il convegno dell’Azione cattolica; la presentazione del libro-intervista del Papa tenuta dal vescovo Monari e dal vaticanista Aldo Maria Valli; la Messa in ricordo di don Luigi Giussani; gli incontri di formazione sociale per i laici con padre Bartolomeo Sorge. La rubrica “4 parole” è con Claudio Treccani dell’Ufficio missionario. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il martedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; su TelePace il venerdì alle 15, il sabato alle 18.30 e la domenica alle 23.20. I QUARESIMALI IN DIRETTA Da venerdi 18 marzo alle 20.30 in diretta dalla Cattedrale vengono trasmesse le meditazioni sul tema “Sentimenti e gesti sulla via della croce”. SPECIALE VOCE NELL’AGORÀ Da domenica 20 marzo alle 21 viene trasmessa una sintesi degli incontri “Voci nell’Agorà” sul tema “Stranieri, ospiti, concittadini. A cura di Mario Leombruno.


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

SABATO

Via Callegari, 6 - Brescia Tel. 030 3774592 - 3383636104 Fax 030 3757897 e-mail: redazione@radiovoce.it

6.00 Ecclesia 7.00 Gr 7.05 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 Il nuovo numero del settimanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu 8.00 Gr Radio Vaticana 9.00 Gr - Voce mattina con Tony Marano (prima parte) 11.00 Gr - Voce mattina (seconda parte) 12.00 Gr Radio Vaticana 13.00 Gr - Radio Voce greatest hits 18.00 Gr 18.50 Pensieri per l’anima (r.) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana 19.50 Zona relax 21.00 Disco Story

Le nostre frequenze Città e Provincia 88.300 Franciacorta 88.500 Lago d’Iseo 88.400 - 93.500 Alta Valle Camonica 88.050 Lago di Garda 88.200 Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25 Bassa Valle Camonica 88.200 Media Valle Camonica 88.300 Alta Valle Sabbia 88.500 Valle Trompia 88.500

DOMENICA

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare... 9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte - Commento al Vangelo di don Giuseppe Fusari - Sette giorni in diocesi con Angelo Onger - Primo Piano 10.00 S. Messa dalla Cattedrale 11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale sociale e del lavoro - Letture per lo spirito - Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari - L’agenda della settimana 12.00 Recita dell’Angelus 14.00 Gr Radio Vaticana 14,35 Diretta sport 19.30 Gr Radio Vaticana

Dal lunedì al venerdì GR Nazionali dalle 7 alle 18 Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30 GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZ Via XV giugno, 4 25014 Castenedolo (Bs) Tel. 0302731444 Fax 0302130911 www.radioecz.it info@radioecz.it Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03; sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00 Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Radio Voce Camuna Via Mazzini, 92 - 25043 Breno (Bs) Tel. 0364.22342 fax 0364 320906 e-mail: radio@vocecamuna.it redazione@vocecamuna.it www.vocecamuna.it

Informazione locale ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provincia Dal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03. Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.03 - 18.30. COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provincia Dal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ 6.00 Ecclesia 6.30 S. Messa 6.55 Pensieri per l’anima di François Garagnon. Con don Adriano Bianchi 7.15 L’apertura con Mario Ricci 7.25 Rassegna stampa nazionale 7.55 Pensieri per l’anima (r.) 8.15 L’apertura (2ª parte) 9.15 Brescia in diretta - fatti e personaggi in primo piano a cura di Mario Leombruno 10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti 10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli 10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour - Voce trailer 12.50 L’informalavoro 14.05 100% Brescia 15.00 Pomeriggio inBlu 17.10 Belli dentro 18.50 Pensieri per l’anima (r.) 18.55 Zona relax 19.30 Gr Radio Vaticana - Zona relax 21.00 La musica della sera - lun: La reserva de Pedro - mar: Alta rotazione con Alessandro Gardenato - mer: Brescia music play con Ricky Barone - gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo - sab: Disco Story 22.00 Effetto notte

Bienvenida America latina Martedì 20.05 Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09 Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09 Giovedì insieme Giovedì 10.09 Il punto della settimana Giovedì 11.09 Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09 Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09 Cucina e tradizione Venerdì 12.15 Amico liscio Sabato 9.03 La buona novella Domenica 15.00

Rubriche Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09 Oggi parliamo di… Lunedì 11.30 Fuori Gioco! Lunedì 18.00 Letture Martedì 10.09 Sul filo della memoria Martedì 10.40

Vocegiornale notiziario radiofonico principale dal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30. VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabato alle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45. Rassegna stampa quotidiana appuntamento con le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30. Almanacco previsioni del tempo. Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8. Stremadès storia e varia cultura locale venerdì alle 17 e domenica alle 11. Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17. Una proposta musicale al giorno programma musicale dal lunedì al sabato alle 13. Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22. E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

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Cultura e comunicazione Sala della comunità

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Cinema Quattro statuette per “Il Discorso del Re”

Quando il comunicare è da Oscar Il film con Colin Firth ha vinto il premio per miglior film, regia, sceneggiatura e attore. Premiati Natalie Portman come miglior attrice, Christian Bale e Melissa Leo come migliori attori non protagonisti. Delusione per “Il grinta”: 10 nomination, zero statuette

Colin Firth nei panni di Giorgio VI ne “Il DIscorso del Re”

PROGRAMMAZIONE Checco, addetto alla sicurezza di una discoteca della Brianza, si trova inserito a ingrossare le fila della Security del Duomo di Milano in un periodo in cui la richiesta di vigilanza è aumentata a causa del pericolo di attentati. Nel frattempo si innamora di Farah, una studentessa straniera di architettura... Le capacità intellettuali di Checco e la vera identità della sua ragazza saranno una minaccia per il patrimonio artistico italiano…

Giorgio, Lorenzo, Piero, Luisa, Virgilio, Francesca: cosa hanno in comune questi trentottenni? Semplice, 20 anni fa erano compagni di scuola. Ma soprattutto erano amici, erano un gruppo. Poi è successo qualcosa e il gruppo si è frantumato. Il ministero della Pubblica istruzione ha annullato il loro esame di maturità e lo dovranno rifare. Pena l’annullamento di tutti i titoli successivamente conseguiti.

I fantastici viaggi di Gulliver di Rob Letterman

Che bella giornata g di Gennaro Nunziante

Immaturi Imm di Paolo Genovese

Sala della comunità SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 5 marzo ore 21.00; domenica 6 marzo ore 18.00

Sala della Comunità SANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 6 marzo ore 20.45; martedì 8 marzo ore 20.45; SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 5 marzo ore 20.45; domenica 6 marzo ore 20.45; lunedì 7 marzo ore 20.45; INZINO – INZINO: sabato 5 marzo ore 20.30; domenica 6 marzo ore 20.30; AURORA – PAVONE MELLA: domenica 6 marzo ore 17.30, 20.45; lunedì 7 marzo ore 20.45; martedì 8 marzo ore 20.45

Sala della comunità SAN GIOVANNI BOSCO – EDOLO: venerdì 4 marzo ore 20.45; sabato 5 marzo ore 20.45; domenica 6 marzo ore 20.45; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 5 marzo ore 20.45; domenica 6 marzo ore 20.45; CORALLO – VILLANUOVA: sabato 5 marzo ore 20.30; domenica 6 marzo ore 20.30

Up di Pete Docter, Bob Peterson

Agorà di Alejandro Amenabar

Hereafter di Clint Eastwood

La banda dei Babbi Natale di Paolo Genovese

Tron legacy di Joseph Kosinski

Sala della comunità ITALIA – LONATO: martedì 8 marzo ore 15.00

Sala della comunità PAOLO VI – DESENZANO: sabato 5 marzo ore 20.30

Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: sabato 5 marzo ore 21.00; domenica 6 marzo ore 21.00; lunedì 7 marzo ore 21.00

Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: giovedì 10 marzo ore 15.00

Sala della comunità AURORA – PALAZZOLO: sabato 5 marzo ore 21.00; domenica 6 marzo ore 20.30


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

A

di Adriano Bianchi

Anche quest’anno l’Accademy ha dato il suo verdetto. La 83ª notte degli Oscar ha visto trionfare Colin Firth con “Il Discorso del Re” che si è aggiudicato ben quattro statuette: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura e miglior attore. L’attore inglese, diventato famoso con il film “Il Diario di Bridget Jones” ha fatto il pieno di Oscar con questo bellissimo film firmato dal regista Tom Hooper . Tra i premi assegnati la notte del 27 febbraio scorso a Los Angeles, Natalie Portman si è aggiudicata il premio co-

me miglior attrice per il film “Il Cigno Nero”, il premio per miglior attore non protagonista va, a Christian Bale e miglior attrice non protagonista a Melissa Leo, entrambi per il film “The Fighter”. Il grande sconfitto è David Fincher che deve ingoiare un’altra volta il rospo: “The Social Network” si aggiudica solo l’Oscar alla sceneggiatura non originale (Aaron Sorkin), al montaggio e alla colonna sonora (di Trent Reznor e Atticus Ross). Epilogo amaro anche per “Il grinta” dei fratelli Coen: 10 candidature, zero Oscar. “Inception” di Christopher Nolan si aggiudica quat-

tro premi tecnici: migliore fotografia, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali. Vince quindi un film sul “comunicare”. Quello antico della parola parlata, più che quello dei social media. L’attenzione è comunque stata, quest’anno, su due film che confermano l’attenzione del cinema a tutto ciò che è comunicazione e all’intreccio tra comunicazione e potere. La parola al centro, nel caso de “Il Discorso del Re”, è quella che il balbuziente Giorgio VI d’Inghilterra, padre della regina Elisabetta, fatica a pronunciare. Hooper, come sempre, è attratto dagli interstizi tra la sfera pubblica e le tagliole della sfera privata. Il potere, visto da vicino, è meno scintillante quando la compassata ritualità cerimoniale diventa rappresentazione mediatica. La balbuzie di Giorgio VI, la collisione

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tragica tra i suoi pensieri e l’ingorgo delle parole diventano gravi (siamo alla vigilia della Seconda guerra mondiale) perché il potere si esercita, si esprime, si rafforza attraverso la comunicazione diretta e a distanza. In “The social network” invece, comunicazione e potere stanno insieme attraverso le informazioni che tutti noi gli abbiamo volutamente concesso. Esso agisce secondo le sue volontà, i suoi parametri, i suoi scopi. Facebook, questo libro delle facce, lo possiamo sfogliare, possiamo conoscerne anche il numero di pagine, il costo (25 miliardi di dollari) e quanti lo leggono (500 milioni), ma non è nostro. Ha un autore e un editore che non possiamo padroneggiare e, forse, nemmeno conoscere. Nel film veniamo a sapere qualcosa di ciò che non si vede e non sarebbe male rendercene conto.

Cetto La Qualunque, imprenditore calabrese corrotto, depravato e ignorante, esce dal carcere e, accompagnato da una ragazza di colore e da una bambina senza nome, fa ritorno a casa. Qui ritrova il fidato Pino e la sua famiglia. Informato che le sue proprietà sono minacciate da un’inarrestabile ondata di legalità e che le imminenti elezioni potrebbero portare alla nomina a sindaco di Giovanni De Santis... Animals united di Reinhard Klooss, Holger Tappe

Femmine contro maschi di Fausto Brizzi

Qualunquemente di Giulio Manfredonia

Sanctum di Alister Grierson

Sala della Comunità EDEN – ESINE: venerdì 4 marzo ore 20.30; sabato 5 marzo ore 20.30; domenica 6 marzo ore 16.00, 20.30; GLORIA – MONTICHIARI: domenica 6 marzo ore 17.00;

Sale della comunità SPLENDOR – ODOLO: sabato 5 marzo ore 20.45; domenica 6 marzo ore 20.30; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: sabato 5 marzo ore 21.00; domenica 6 marzo ore 21.00

Sale della comunità ASTRA – LUMEZZANE SAN APOLLONIO: sabato 5 marzo ore 20.30; domenica 6 marzo ore 14.30, 17.30, 20.30; PAOLO VI – PREVALLE: venerdì 4 marzo ore 20.30; sabato 5 marzo ore 20.30; domenica 6 marzo ore 15.30

Sala della comunità LUX – LUMEZZANE PIEVE: sabato 5 marzo ore 20.30; domenica 6 marzo ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 7 marzo ore 20.30

In distribuzione “Sdc” di marzo

CINEFORUM Precious di Lee Daniels Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI (in digitale con microcinema): venerdì 4 marzo ore 20.45

Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti di Apihatpong Weerasethakul Sala della comunità CRYSTAL – LOVERE: venerdì 4 marzo ore 21.00

Miral di Julian Schnabel Sala della comunità CENTRO CULTURALE SAN FILIPPO NERI – GARDONE V.T.: lunedì 7 marzo ore 20.30

In un mondo migliore di Susanne Bier Sala della comunità AURORA – RONCADELLE: giovedì 3 marzo ore 20.30

Potiche di François Ozon Sala della comunità GLORIA – MONTICHIARI: (in digitale con microcinema) martedì 8 marzo ore 20.45

La donna che canta di Denise Villeneuve Sala della comunità SERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: mercoledì 9 marzo ore 20.45

The social network di David Fincher Sala della Comunità ASTRA – LUMEZZANE S. APOLLONIO: giovedì 3 marzo ore 20.30

Uomini di Dio di Xavier Beauvois Sala della comunità SAN COSTANZO – NAVE: mercoledì 9 marzo ore 20.45

Megamind di Tom Mcgrath Sala della comunità SALA DELLA COMUNITÀ – ISEO: domenica 6 marzo ore 17.00 ; martedì 8 marzo ore 17.00

È disponibile il mensile gratuito delle Sale della comunità. Presentata la Sala di Sabbio.


CENTRO S.GIOVANNI DI DIO FATEBENEFRATELLI ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE A SCENTIFICO

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LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Economia e lavoro venturelli@lavocedelpopolo.it

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Anniversari I 15 anni del Centro studi Aib

Una fotografia per l’economia locale Per l’occasione l’associazione di via Cefalonia ha realizzato uno studio che consente di leggere l’andamento della realtà bresciana dalla metà degli Novanta a oggi. Una storia segnata da difficoltà e da riprese

Alberto Pasotti

I

a cura di Massimo Venturelli

Il Centro studi dell’Associazione industriale bresciana festeggia in questo 2011 i suoi 15 anni di vita. Un periodo di tempo, quello festeggiato, sufficiente per redigere un quadro dell’evoluzione della produzione in provincia di Brescia, come si evidenzia nello studio “15 anni di economia bresciana”, con cui Aib ha voluto prendere in esame i principali settori produttivi. “Si tratta di un lavoro condotto in maniera attenta e capillare, attraverso indagini mensili e trimestrali, che ci

Alcuni dati

Corsi e ricorsi nella produzione bresciana

hanno consentito di fotografare la performance del nostro sistema produttivo e di raffrontarla con l’andamento dell’economia nazionale – ha spiegato Alberto Pasotti vicepresidente del settore Economia e Centro studi di Aib –. Una fotografia scattata per stimolare l’opinione pubblica e il mondo delle imprese sulle opportunità da cogliere e sulle criticità da affrontare per non perdere il treno della ripresa”. A livello generale, lo studio presentato nei giorni scorsi mette in luce alcuni ele-

menti preoccupanti. Anzitutto il fatto che per l’economia bresciana i picchi di produzione industriale sono inesorabilmente calati. Parallelamente, su scala nazionale e mondiale, l’ampiezza dei cicli economici si è invertita rispetto al passato, con periodi di recessione più lunghi e fasi espansive più brevi. Guardando invece ai settori produttivi bresciani la performance migliore nel periodo analizzato dalla ricerca l’ha fatta registrare il settore “chimicogomma/plastica” con un +15%, mentre i comparti peggiori sono stati quelli appartenenti al sistema moda (abbigliamento, calzaturiero, maglie e calze, tessile), che ha fatto registrare -60%. L’economia bresciana ha poi risentito in maniera pesante dell’ultima crisi, in quanto fortemente concentrata sull’industria metalmeccanica, che in questa fase fatica a riagganciare la ripresa. “Per invertire questa tendenza – ha sottolineato ancora Pasotti – servono interventi strutturali sul nostro siste-

Qual è stato l’andamento della produzione industriale in provincia di Brescia negli ultimi 15 anni? Quali sono i settori produttivi che hanno realizzato le migliori performance e quali, invece, quelli che hanno riportato i risultati più deludenti? Quali sono le caratteristiche dell’andamento della produzione industriale nel Bresciano, in confronto a quelle dell’Italia in generale? E, ancora, quali insegnamenti trarre dal passato, al fine di affrontare in maniera proattiva le sfide che attendono l’imprenditorialità bresciana nel prossimo futuro? Per rispondere a queste domande e tracciare un quadro storico delle “vicende” della produzione manifatturiera a Brescia tra il 1996 e il 2010, sono stati utilizzati i dati messi a disposizione dal Centro studi Aib e disponibili attraverso le indagini congiunturali effettuate sulle imprese associate. Da questi deriva che l’andamento della produzione industriale ha presentato, nel tempo, momenti diversi: tra il 1996 e il 1997 si è verificata una fase di debolezza dell’attività manifatturiera, dovuta, tra l’altro, anche alla forte situazione di incertezza dell’economia nazionale; in seguito, tra il 1998 e la metà del 2000, invece, la produzione bresciana ha continuato a crescere, fino

ma economico nazionale, lavorando in maniera coerente su tutte le variabili chiave, dalla fiscalità al costo del lavoro fino al rilancio delle infrastrutture. Interventi che fino ad ora non si sono visti”. Pasotti ha insistito molto anche sull’internazionalizzazione e sull’eccessiva dipendenza delle nostre imprese dal mercato comunitario e tedesco in particolare. La sfida di oggi è competere con Cina, Russia e Brasile; ripartire al traino della locomotiva tedesca è importante, ma non basta più”. Il vicepresidente di Aib è infine tornato sui temi dell’aggregazione delle micro e piccole imprese, della loro scarsa patrimonializzazione, e sulla necessità di investire in innovazione e formazione, annunciando che lo studio presentato questa mattina è il primo di una “collana” di documenti con i quali Aib intende sensibilizzare l’opinione pubblica sulle reali necessità del Paese.

a raggiungere livelli decisamente alti e con un vero e proprio “scatto della produzione” tra la fine del 1999 e i primi sei mesi del 2000. Dall’estate del 2000, il livello della produzione inizia nuovamente a calare, inaugurando una nuova fase di recessione, che durerà fino a tutto il 2005. Dall’inizio del 2006, si assiste a un’altra fase di recupero della produzione manifatturiera, con un punto di massimo a metà del 2007 e una buona “tenuta” dell’attività fino a tutto il primo semestre del 2008. Ma, dall’estate di quell’anno, la produzione “avverte” quella che sarà una delle crisi finanziarie più profonde mai conosciute dal Bresciano. A partire dall’autunno del 2008, la produzione industriale diminuisce sensibilmente e costantemente per sei periodi consecutivi, fino a raggiungere un livello minimo nel terzo trimestre del 2009. Il 2010, infine, si apre con un recupero dell’attività produttiva, che ha coinvolto, tuttavia, solo il primo semestre dell’anno. Dal periodo estivo, infatti, l’andamento della produzione è risultato pressoché piatto e le prospettive per il 2011 sono contrassegnate da forti elementi di incertezza. L’analisi Aib ha reso possibile individuare che le fasi del ciclo economico non presentano mai la stessa lunghezza.


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Economia e lavoro Agricoltura

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Sabato 5 marzo Alla Camera di commercio

L’Unione agricoltori in assemblea Il presidente Bettoni anticipa i contenuti dell’incontro e il bilancio dell’annata agraria

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Si svolgerà sabato 5 marzo, con inizio alle ore 9 presso la Camera di Commercio di Brescia, l’annuale assemblea dell’Unione agricoltori. Un appuntamento che, da tradizione, permetterà di fare il punto della scorsa annata agraria. Un 2010 che, come commentato dal presidente Upa Francesco Bettoni, dai suoi vice Luigi Barbieri, Sergio Visini e dal direttore Annibale Ferodi, ha vissuto di tante ombre e poche luci, caratterizzata dai vorticosi aumenti dei costi di produzione che hanno annullato

l’effetto di alcuni recuperi dei prezzi, come è il caso dei cereali. La produzione lorda vendibile ha visto un incremento del 6,30%, rispetto al 2009, è si è assestata a oltre un miliardo e 83 milioni di euro. Il settore zootecnico, che incide per il 90% del fatturato totale, mette in evidenza la fortissima crisi del settore suinicolo, che a fronte di un prezzo pressoché uguale all’annata precedente, per effetto dei caro materie prime, vede una perdita media di 0,40 centesimi per ogni kg di carne prodotta. Il latte, altra gran-

de risorsa dell’agricoltura bresciana, dopo il boom del prezzo del grana (prodotto che incide nella determinazione del prezzo del latte) non ha avuto il riconoscimento, da parte dell’industria casearia, che i produttori si attendevano e il prezzo medio è risultato pari a 36,16 euro per q.le, in pratica lo stesso risultato conseguito nell’anno 2002. Il potere di acquisto degli agricoltori negli ultimi 10 anni è progressivamente calato. La crisi nel settore agricolo si è abbattuta anche nella meccanizzazione se è vero che nel 2010 sono state immatricolate 209 trattrici, un risultato che peggiora l’annata precedente, già risultata negativa. Calano di 453 unità le imprese agricole, mente i lavoratori dipendenti mantengono gli stessi numeri (2140 dipendenti fissi e 2412 avventizi). Si

sta sviluppando l’attività agrituristica che vede la nascita di altre 25 nuove aziende che porta il totale degli impianti a 275. Sulla scorta delle nuove attività l’agriturismo bresciano offre oltre 9000 posti a tavola e 3800 posti letto. In ambito europeo Bettoni ha osservato che l’agricoltura si appresta a vivere l’ennesima riforma della Pac che viene presentata in modo surrettizio ma che invece rappresenterà una importante svolta per il mondo agricolo europeo. Ogni Paese pretenderà maggiori risorse dall’Unione europea da destinare alla propria agricoltura creando grossi problemi per la suddivisione delle somme stesse. Per l’agricoltura lombarda e bresciana si tratterà di difendere l’esistente come emerge dalle prime indicazioni fornite dalla Commissione europea.


PaesiEconomia e parrocchie Bassa Giardinaggio e lavoro

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Consigli Gli amanti del pollice verde

I vantaggi della semina “fai dai te”

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Quella del pollice verde è una passione largamente diffusa così come diffusi sono i siti internet dedicati a questo tema. Gli internauti appassionati di piante e fiori possono così trovare ogni genere di consiglio per ottimizzare le proprie abilità e ottenere risultati sempre più significativi. Particolarmente interessanti sono le informazioni che sul web si possono trovare relativamente alla semina di fiori e piante. I fiori per vasi e aiuole ottenuti da seme hanno un costo minimo. Molti tipi di piante annuali e perenni, infatti, possono essere ottenute facilmente da seme, con almeno due vantaggi importanti. Il primo è ovvia-

In internet moltissimi consigli per coltivare in casa piante e fiori

mente il costo molto contenuto: una bustina di semi può costare da meno di un euro a qualche euro, certo non di più, ma dà vita a una grande quantità di piantine, il cui costo procapite diventa quindi modestissimo. L’altro vantaggio è quello di scegliere specie e varietà particolari, spesso non reperibili sui banchi dei garden center: dall’astro giallo ‘Principessa’ al fiordaliso bianco, dal convolvolo multicolore alla phacelia, preziosa per attirare api e farfalle. Ci sarà anche chi prediligerà scelte curiose come il caffè, dal cui seme si ottiene una pianta dal bellissimo fogliame, o come il cotone, le arachidi, gli alchechengi. Per ottenere

un buon risultato si può cominciare a inizio marzo, avendo a disposizione un locale adatto, caldo e luminoso, senza sbalzi termici né correnti d’aria. Se queste condizioni non ci sono, è necessario munirsi di una serra oppure pazientare fino ad aprile, quando molte specie rustiche possono essere seminate anche all’aperto, direttamente nelle aiuole in cui dovranno crescere. Per quel che concerne vasi e vaschette per la semina si possono usare sia i contenitori in terracotta sia quelli in plastica con fori sul fondo, oppure le vaschette alveolari. Le vaschette sono suggerite per i semi molto piccoli che richiedono un lavoro di cernita, quando nascono i germogli, per conservare solo i più robusti, da trapiantare successivamente. Il terriccio ideale su cui seminare è composto da parti uguali di comune terriccio fertile setacciato, torba ben sbriciolata e sabbia di fiume o altro materiale inerte

(ad esempio la pomice), perché sia leggero e aerato. In queste giornate ancora fredde, poi, è bene poter contare su ambienti caldi. Quando non esiste una serra riscaldata, che favorisce la germinazione, i contenitori possono essere collocati in un luogo protetto, molto luminoso, senza sole diretto (ad esempio il davanzale di una finestra esposta a est e velata da una tenda chiara). Vasi e vaschette possono essere protetti da un coperchio o da un sacchetto trasparente, da sollevare due-tre volte al giorno per garantire aerazione, evitando però che durante questa operazione i germogli siano esposti a colpi d’aria fredda. Per irrigare i semi un innaffiatoio a beccuccio fine può essere ideale anche se nelle fasi iniziali è sufficiente il comune spruzzatore, con getto nebulizzato. Se possibile, impiegare acqua piovana pulita e non fredda.


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Economia e lavoro Giardinaggio

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Rovato Castello Quistini

La patria delle rose è in Franciacorta Nel vivaio della storica dimora sono coltivate oltre 1500 varietà

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Una collezione con oltre 1500 varietà di rose, angoli verdi segreti, un giardino bioenergetico, il brolo dove trovare le più strane e antiche varietà di piante da frutto, un piccolo orto dei semplici e i suoi saloni ricchi di storia e di leggende. Questo e tanto altro è ciò che è possibile ammirare negli oltre 10mila metri quadrati del giardino botanico di Castello Quistini, antica dimora del Cinquecento unica nel suo genere, situata tra le splendide colline della Franciacorta, a due

passi dal centro storico di Rovato. La dimora e i giardini sono visitabili da aprile a novembre tutte le domeniche e i festivi. Un’oasi verde per tutti gli appassionati di botanica o per chi semplicemente desidera passare una domenica all’aria aperta assaporando i profumi della meravigliosa collezione di rose antiche, moderne e inglesi con le più particolari e strane varietà. I Giardini di Castello Quistini, progettati e curati dalla famiglia proprietaria del palazzo,

Azienda Agricola

ZANOTTI Produzione Vendita Prato a rotoli

rappresentano un’oasi verde per tutti gli appassionati di botanica o per chi semplicemente desidera passare una giornata all’aria aperta assaporando i profumi immergendosi in un’atmosfera unica. Il periodo migliore per visitare i giardini della dimora rovatese sono le settimane da maggio a fine giugno, quando la fioritura delle rose è al suo massimo splendore. Anche il mese di settembre è particolarmente significativo, per via delle rose presenti che rifioriscono in quel periodo. Presso il vivaio del castello appassionati o semplici visitatori possono acquistare rose antiche, moderne, inglesi e botaniche presenti in oltre 1500 varietà, ortensie e peonie. Il Vivaio di Castello Quistini è

aperto dal lunedì al venerdì su appuntamento, e durante le giornate di apertura al pubblico (domeniche e festivi). Per visite al vivaio l’ingresso è libero. Il periodo migliore per acquistare le rose di Castello Quistini è l’inverno, stagione in cui le vanno a riposo subendo così un minor stress, anche se il trapianto di piante in vaso può avvenire durante tutto l’anno con determinate condizioni. All’interno del vivaio personale esperto fornisce tutte le indicazioni per le condizioni migliori per la vita della pianta. Per informazioni: Castello Quistini, via Sopramura 3/a, 25038 Rovato, tel. 320/8519177, info@castelloquistini.com; www.facebook.it/castelloquistini.


Paesi e parrocchie Bassa

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Utili accorgimenti Attenzione alle gelate

Contro i rischi del freddo fuori stagione Nonostante la primavera ormai prossima è bene proteggere piante e fiori

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Anche se, calendario alla mano, la primavera dovrebbe essere ormai alle porte le bizzarrie climatiche degli ultimi anni consigliano la massima cautela e soprattutto la messa in atto di quei piccoli accorgimenti che consentono di fare fronte a ondate di freddo “fuori stagioneâ€? senza che le stesse producano scompensi a giardini, piante e ďŹ ori. In caso di nevicate, è necessario scrollare la neve (con una pertica o una scopa di saggina) dalle siepi e dalla cima di piante come

conifere e alberi a portamento allungato, i cui rami possono spezzarsi, con il rischio di rovinare la forma dell’esemplare. Sempre ai ďŹ ni della salvaguardia, non va calpestato il prato in presenza di gelo o brina, e limitare in ogni caso l’attraversamento alle cure necessarie (ad esempio per rimuovere residui vegetali che possono causare marciumi), per evitare che il terreno reso molto morbido dall’umiditĂ possa cedere sotto il peso formando avvallamenti in cui l’acqua può

ristagnare. Di tanto in tanto vanno controllate le protezioni contro il freddo, al ďŹ ne di ripristinarle qualora siano state danneggiate, o anche semplicemente sollevate, dalle intemperie, lasciando scoperte le piante. Nelle giornate di sole, vanno aperte per far asciugare la pianta e ossigenare la terra prima di rinnovare la pacciamatura con paglia o foglie asciutte. Se sono presenti piante che vanno soggette a malattie (come il pesco, ma anche albicocco e melo), in queste settimane è bene fare un trattamento preventivo a base di poltiglia bordolese utile contro funghi e muffe. In serra, poi, per evitare pericolosi attacchi di muffa grigia, è necessario asportare con cura le foglie morte delle piante; bisogna

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inoltre ricordarsi di aerare regolarmente la serra e di ripulite in ogni caso anche aiuole e bordure dalla vegetazione morta. Per contrastare le limacce, pronte a comparire non appena spunteranno i nuovi germogli, bisogna spargere ghiaietto appuntito attorno alle piante che possono richiamarle, oppure ricorrere agli appositi lumachicidi. Ăˆ sempre utile provvedere all’estirpazione delle erbe infestanti dalle aiuole e dalle bordure, avendo cura di non lasciare nel terreno alcuna porzione di radici per non vederle rispuntare. InďŹ ne vanno controllate le strutture (come pergole, recinzioni, sostegni per rampicanti) presenti in giardino e, all’occorrenza, ripararle prima che vengano coperte dalla vegetazione.


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Economia e lavoro Festa della donna

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Suggerimenti Gusti che cambiano

Smartphone, netbook... e i fiori? Una recente ricerca ha evidenziato le nuove tendenze per i regali dell’8 marzo

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Un paio di anni fa un noto marchio aveva commissionato una ricerca per capire quali regali fossero piĂš graditi alle donne, in occasione dell’8 marzo, festa della donna. Ebbene, il dato piĂš sorprendente di quella ricerca era che una buona percentuale del campione signiďŹ cativo preso in esame, rappresentativo delle donne italiane tra i 18 e i 55 anni, desiderava come dono un oggetto tecnologico. L’indagine, molto probabilmente valida ancora oggi, rivelava intan-

to che il 50% delle donne si aspetta un regalo per la Festa della donna; il 49% si accontentava, invece, dei classici ďŹ ori. Il 72% delle donne che desideravano un regalo, sarebbe stata felice di ricevere un cellulare (il 51%), uno smartphone (il 44%). Tra gli oggetti tecnologici desiderati per l’8 marzo anche netbook per lavorare in movimento e fotocamere digitali per immortalare i momenti piĂš belli (il 35%) e televisori a schermo piatto (29%). Tra

i desideri femminili anche lettori mp3 (26%), stampanti laser (22%), masterizzatori cd o dvd (16%), forni a microonde, lettori blu-ray e, da ultime, le videocamere (13%). Ciò che stupiva nell’inchiesta realizzata è che il 73% delle donne intervistate puntava piĂš alla funzionalitĂ e alle prestazioni tecniche che al design. La ricerca di concludeva invitando gli uomini a scegliete un oggetto hi-tech “utile e praticoâ€? (91%), “innovativoâ€? (77%), “emozionante e romanticoâ€? (58%), “ludico e divertenteâ€? (42%). La ricerca ribaltava quella che sino ad allora era una idea radica: che la festa dell’8 marzo dovesse in qualche modo comportare risvolti romantici per quel che concer-

ne i regali. Sembravano all’epoca dell’inchiesta, e probabilmente lo sono anche oggi, tramontate le immagini della tradizione con uomini piĂš o meno impacciati alle prese con l’acquisto della mimosa o di un bouquet di ďŹ ori... Nonostante tutto, però, pare che il modo piĂš appropriato per festeggiare la donna in occasione dell’8 marzo sia quello di acquistare un regalo tecnologico magari abbinandolo a uno splendido mazzo di ďŹ ori, meglio ancora se il tutto viene regalato nel corso di una romantica cena rigorosamente a lume di candela. Per mariti, ďŹ danzati, innamorati, dunque, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Basta armarsi di pazienza e addentrarsi nella giungla dell’hi-tech.

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MenÚ Speciale Festa della Donna MenÚ ristorante Antipasto: Tesori del mare Primo: Scialatielli alle vongole Secondo: pesce spada alla brace con aceto balsamico Dolce Caffè

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Sport

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Ciclismo su pista Dall’8 al 13 marzo

Mondiali di paraciclismo a Montichiari

redazione@lavocedelpopolo.it

Il velodromo, intitolato di recente all’azienda veneta Fassa Bortolo, spalancherà i cancelli per ospitare la rassegna iridata con oltre 180 atleti disabili in rappresentanza di 30 nazioni

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Su il sipario. Complessivamente saranno 30 nazioni, 180 atleti diversamente abili, 25 maglie iridate per una manifestazione che si preannuncia da record. Sono alcuni dei numeri dei prossimi mondiali di paraciclismo su pista in programma dall’ 8 al 13 marzo presso il Velodromo di Montichiari intitolato di recente alla Fassa Bortolo che

di Mario Ricci

ha siglato un accordo con l’Amministrazione comunale monteclarense fino al 2013. In pratica, l’azienda produttrice di materiali per l’edilizia – che ha anche due stabilimenti nel Bresciano ed è da sempre molto vicina al ciclismo – si impegnerà a erogare 210mila euro per il prossimo triennio (70mila euro annui). A fare gli onori di casa il sindaco

Elena Zanola che, unitamente al vicesindaco e assessore allo sport Gian Antonio Rosa, ha ringraziato tutti coloro che si sono impegnati affinché la manifestazione potesse avere luogo nel Velodromo cittadino e ha ricordato il legame che c’è fra Montichiari e il ciclismo che con i questi Mondiali si unisce all’attenzione per l’attività paraolimpica, già da molti anni presente a Montichiari attraverso varie manifestazioni. Le gare prenderanno il via venerdì 11 marzo mentre da martedì 8 cominceranno gli allenamenti ufficiali e le visite di classificazione. A Montichiari sarà presente anche la Nazionale azzurra in gara con 14 corridori. “Questi Campionati del mondo di paraciclismo – ha affermato in occasione della presentazione Monica Rizzi, assessore regionale allo Sport e Giovani – oltre a essere un fondamentale veicolo di promozione del territorio, contribuiscono alla diffusio-

ne del messaggio di uno sport per tutti, senza alcun limite, dove i diversamente abili sono soprattutto ugualmente sportivi. Un messaggio che, al di là di tante parole, è comunicato nel modo migliore e più efficace dalla forza di volontà, passione, dedizione e preparazione atletica dei nostri campioni. L’auspicio – ha concluso la Rizzi – è che questi atleti possano davvero rappresentare uno stimolo e un modello per tutti i ragazzi diversamente abili e per le loro famiglie”. Intanto le strutture alberghiere di Montichiari sono già al completo: il Mondiale porterà beneficio non solo al ciclismo, ma anche a tutte le attività intorno. Prima dei Campionati verranno organizzati tre incontri per sensibilizzare la cittadinanza ai problemi della disabilità. Tutte le informazioni e il programma completo delle gare possono essere consultati sul portale ufficiale all’indirizzo internet www.mondialiparalimpicimontichiari.it.

Premi Armanasco e Gelmi

Il ciclismo ricorda Amerio e Adriano con due premi La serata era fresca ma appena entrati nell’auditorium della scuola media di San Vigilio, venerdi 25 febbraio, era come rientrare a casa propria, tanti erano i vecchi e cari amici li convenuti per l’attribuzione dei due premi. Mancava solo Amerio, scomparso prematuramente otto anni fa, che era solito giungere leggermente in ritardo a cavallo della sua bicicletta. Fin da quando era garzone di barberia aveva coltivato la passione per le due ruote che cercò di promuovere soprattutto fra i giovani: per diversi anni fu anche il direttore sportivo dei ragazzi del gruppo sportivo San Vigilio. Per onorarne la memoria si è promosso il premio Amerio Armanasco, giunto alla 7ª edizione, con l’intento di premiare il dirigente, il direttore sportivo, il volontario, l’organizzatore o il sostenitore che abbia promosso il ciclismo nel rispetto dei valori etici, sportivi ed umani. L’ambito riconoscimento è stato assegnato a Gianni Pozzani, organizzatore di manifestazioni ciclistiche e direttore di corsa: alla sua caparbia volontà si deve la realizzazione del

velodromo di Montichiari. La consegna dalle mani di Diego Peli, capogruppo del Pd nel consiglio provinciale, assistito dai famigliari di Amerio. L’altro premio, giunto alla 6° edizione e consegnato dall’assessore provinciale Aristide Peli, è in memoria di Adriano Gelmi, giovane e promettente ciclista di Gardone Valtrompia. Gli si riconoscevano rare qualità quali: educazione, gentilezza, disponibilità, serietà nel lavoro e nello sport, oltre che amore per la montagna e per la poesia; durante un allenamento venne travolto sulla statale valtrumplina. In sua memoria si vuole premiare un ciclista che durante l’anno si sia distinto più che per le vittorie per la sportività e per la moralità. Quest’anno il premiato è stato il monteclarense Michele Benazzoli, di 19 anni. Buon passista, ma ancora privo di vittorie nell’agosto del 2008, durante un allenamento, finisce sotto le ruote di un camioncino in retromarcia e rimane in coma per 15 giorni; dopo una lunga convalescenza e riabilitazione nel 2009 ritorna a gareggiare. (Giuseppe Belleri)


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Sport

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Calcio Il pari con il Lecce complica i piani

Brescia: si salvi chi può! La società alza la voce per i torti arbitrali e Gino Corioni sbotta. Squadra attesa da un mese terribile: Napoli, Inter, Juventus e Bologna

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di Lorenzo Romano

“Cosa succede, cosa succede in cittĂ â€?, cantava Vasco Rossi. La situazione non è delle migliori: il pareggio beffa con il Lecce complica notevolmente i piani. ll Brescia ripiomba al penultimo posto a quattro punti dalla zona salvezza e ora è atteso da un mese infernale. La trasferta di Napoli, l’Inter in casa, la Juventus a Torino e il Bologna nuovamente al Rigamonti. Inutile mettersi davanti a un pallottoliere per la conta dei possibili punti da incamerare. Meglio sperare in un colpaccio e vivere alla giornata. Sta di fatto che i torti arbitrali (ben 12 documentati dalla societĂ di via Bazoli dall’inizio della stagione all’ultimo capitolo con il Lecce) sono serviti per far sbottare la dirigenza. Gino Corioni ha dichiarato alla stampa nazionale che un complotto in atto per riportare il Brescia in serie B. Retrocessione che costerebbe alle casse biancoazzurre

40 milioni di euro. I tifosi sono agitati, preoccupati anche perchĂŠ questo è l’anno del Centenario e festeggiarlo con il ritorno all’Inferno sarebbe paragonabile a una “ecatombe sportivaâ€?. Oltre al danno, la beffa. Tensione alta anche al San Filippo. Iachini prova e riprova in allenamento diverse soluzioni. Ha modificato anche il modulo tattico, ma è servito a poco. Vanno bene i torti arbitrali, ma ci mette del suo anche chi scende in campo. Giocatori d’esperienza come Bega, Mareco e Zambelli in difesa fanno tremare, mentre nel reparto avanzato l’estro di Diamanti funziona una domenica sĂŹ e tre no. Mettici pure che a centrocampo Filippini deve fare i conti con gli acciacchi dell’etĂ e a Konè qualche volta il mirino della porta si appanna. Zanetti non regge i 90 minuti, Baiocco oramai è scivolato nel dimenticatoio, Cordova un tabĂš. Infine gli attaccanti

Gino Corioni

di ruolo fanno fatica. Caracciolo sembra essersi sbloccato (sette gol, però, sono troppo pochi) ma non può fare tutto lui. Eder non convince ancora e le alternative Lanzafame-Possanzini non possono essere considerate affidabili. E che dire delle lotte intestine? Che dire della vicenda Sereni? Infortunatosi alla mano nel girone d’andata nella scellerata trasferta di Firenze (02 fine primo tempo, sconfitta 3-2 maturata nei 20 minuti finali della ripresa), il portiere prelevato dal Torino si è prima dovuto riprendere dall’applicazione dei punti per poi scoprire un dolore al polpaccio. E, nell’ultima settimana, la febbre. Ma quello di Sereni non è un caso isolato: mettiamoci pure lo sfogo di tre settimane or sono di DaprelĂ . Il nazionale Under 21 svizzero, stufo di collezionare panchine e tribune quando nel mercato di riparazione lo volevano Udinese e Sampdoria, ha manifestato il suo disappunto a Gigi Maifredi con esiti poco gratificanti. In provincia è stato presentato il primo evento del Centenario: una mostra in programma dal 24 marzo al 30 giugno che ripercorre la storia delle Rondinelle, a Palazzo Martinengo in cittĂ .

Basket A Dilettanti

Leonessa con Rombaldoni A Brescia anche Rombaldoni. Il mercato di riparazione della Centrale del Latte Brescia si è chiuso con il botto. O, se preferite, con la ciliegina sulla torta. Dopo l’arrivo di Damiano Brigo condito con l’ottimo esordio a Pavia, i biancoazzurri hanno tesserato Rodolfo Rombaldoni. L’ex play maker della Nazionale italiana che, nel 2004 conquistò l’argento alle Olimpiadi di Atene, ha rescisso con Biella firmando un contratto fino al termine della stagione. Superate le visite mediche, il 34enne regista marchigiano si è subito messo a disposizione in preparazione della gara casalinga di domenica contro Recanati valida per la decima giornata di ritorno. Brescia a -4 dalla capolista Perugia. La gara verrĂ raccontata in diretta dalle frequenze di Radio Voce, Fm 88.3-88.5. (al.an.)

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Centro Sportivo Italiano

LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Ufficializzate le formule per le fasi finali

Coverciano Il resoconto del master dedicato ai dirigenti

Pronti alla sfida su nuovi fronti di Bruno Forza

È un Csi missionario quello che esce da Coverciano, dove si è svolto il master dedicato ai dirigenti arancioblù. La due giorni toscana ha radunato nel centro tecnico federale un centinaio di rappresentanti di 45 comitati e 17 regioni italiane con l’obiettivo di rilanciare con forza una vocazione di totale apertura al mondo dello sport italiano nel segno della testimonianza dei valori umani e cristiani. L’associazione si trova ad uno snodo cruciale della sua storia: chiudersi in sé stessa con le sue iniziative di sicuro valore o allargare la sfida a nuovi contesti. Il presidente Massimo Achini ha optato per la seconda via e in tale direzione si sono sviluppati gli incontri di Coverciano, arricchiti dalla presenza del responsabile del Centro Studi Figc Michele Uva e di Michele Barbone, membro della giunta del Coni. Anche alcuni presidenti provinciali hanno preso parte al dibattito. La presidente provinciale Amelia Morgano ha raccontato l’esperienza del comitato bresciano sottolineando l’importanza della progettualità. Anche mons. Claudio Paganini ha esortato i cristiani a vivere il mondo sportivo

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Primi verdetti uniti alla concentrazione per non sbagliare le ultime prove. Mancano poche gare alla fine e le squadre incominciano a pensare alla fine della stagione regolare. La commissione calcio ha ufficializzato le formule previste per le fasi finali dei campionati, con relativi criteri connessi a promozioni e retrocessioni. Oggi facciamo il punto sulla categoria open del calcio a 7. La rincorsa allo scudetto provinciale riguarderà le prime tre classificate di ciascun girone di Elite. Le capoliste accederanno direttamente agli ottavi, mentre argenti e bronzi dovranno affrontare il preliminare. Le altre compagini della massima categoria parteciperanno alla coppa Leonessa, con le ultime quattro classificate condannate alla retrocessione in Eccellenza. Scendiamo nella categoria inferiore, dove vanno fatti alcuni distinguo in base alle zone. Benacense, Valsabbia, Bassa occidentale e Bassa orientale daranno il pass per le fasi zonali a quattro squadre (le prime due per le zone con due gironi; le prime quattro per le zone con un solo girone). Hinterland, Val Trompia, Sebino e Valverde promuoveranno otto squadre (le prime due di ogni girone per le zone con quattro gironi; le prime due e le due migliori terze per le zone con tre gironi). Saliranno in Elite campioni e vicecampioni zonali, mentre le terze classificate accederanno ai playoff contro le seconde classificate delle zone del blocco precedente.

come esperienza di annuncio. “Papa Benedetto ha definito i luoghi sportivi come moderne Agorà – ha affermato – e chiesto agli atleti di essere modello di vita per i giovani, perché i luoghi dello sport sono avamposti educativi”. Il primo germoglio di questa nuova primavera arancioblù è sbocciato qualche giorno fa, con un importante annuncio di Massimo Achini. Ne riportiamo una breve sintesi: “Stiamo lavorando per sbarcare a Lampedusa. Non sappiamo ancora se ce la faremo. L’ostacolo è la burocrazia. Siamo in contatto con il nostro Governo per portare un pallone e un po’ di sport nel luogo simbolo degli sbarchi dal Nord Africa. Perché dovremmo esserci a Lampedusa? Semplice. Perché il Csi ha sempre avuto il coraggio di essere presente nei posti più scomodi, più difficili e più poveri. Noi sappiamo che anche una semplice partitella può riportare il sorriso su volti segnati dalla disperazione. C’è un altro sogno “semi-impossibile” che ci piacerebbe realizzare. Il 18 e 19 maggio si correrà l’edizione 2011 della maratona pellegrinaggio in Terra Santa (da Betlemme a Gerusalemme). Ci piacerebbe veder correre insieme egiziani, libici, yemeniti e tunisini, per dire senza parole la speranza di essere e sentirsi fratelli di tutti”.

Pallavolo e ciclismo

Le ragazze del Mompiano candidate allo scudetto La fame di vittorie, nello sport, è spesso insaziabile. L’applicazione pratica di questa teoria arriva dalla categoria top junior della pallavolo ciessina, dove a nove mesi dalla conquista del titolo provinciale sono ancora le ragazze del Mompiano le candidate numero uno allo scudetto. La classifica parla chiaro, e a due giornate dal termine della regular season le cittadine hanno 4 punti di vantaggio sulla rivale più agguerrita: il Calcinato. Nell’ultima gara di campionato Mompiano si è imposta 3-1 sul Comero e Calcinato ha replicato con un prevedibile 3-0 in casa del fanalino di coda Violino. Il faccia a faccia decisivo si disputerà ai provinciali, magari proprio in finale. Le possibili outsider, intanto, cercano di scalare posizioni in graduatoria. La frattura tra le prime sei (sicure di partecipare ai quarti di fina-

le) e il resto del gruppo, però, è netta da tempo e gli ultimi due turni serviranno per conquistare un calendario sulla carta più agevole. Con il 3-1 sul S. Giacinto il Paratico si candida al terzo posto, ma anche Bagolino vuole il podio e si piazza a -1 dopo l’avvincente 3-2 di Sarezzo. La fase clou della stagione accende anche i sogni di Paolo VI Mura, che ha agganciato l’Offlaghese a quota 26 accorciando a 3 punti il divario tra terzo e sesto posto. Delle quattro cenerentole del girone solamente due proseguiranno l’avventura verso l’alloro provinciale. Sarezzo e Comero vantano le maggiori credenziali, ma S. Giacinto non ha nessuna intenzione di arrendersi. Diverso il discorso relativo all’Uso Violino, il cui destino sembra già scritto. Ciclismo. Il percorso del GP di Mtb Oglio Parco Nord

organizzato dalla Pedale Orceano Sachesghinghem Piemonti Costruzioni ha ricalcato quello delle precedenti edizioni. Le condizioni climatiche hanno scoraggiato molti bikers, ma alle griglie di partenza si sono presentati 80 atleti. In avvio di gara cinque bikers staccano il resto del gruppo. Al passaggio del secondo giro i fratelli Di Stasio perdono la carovana per problemi meccanici, mentre nel guado fangoso Nicola Bazzani (Zaina Club) cade e perde la testa della gara riacciuffando il podio con grande determinazione. La medaglia d’oro va a Massimiliano Leali (Team Manuel Bike), argento a Luca Botticini (Novagli Team Bike). A Orzinuovi hanno gareggiato anche i pulcini della scuola di Mtb del Pedale Orceano. Ha vinto Isaac Garioni davanti a Ermes Garioni e Andrea Tosi.


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LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

Nucleare? Scelta vincente Egr. direttore, c’è da chiedersi se la stampa cattolica bresciana, riguardo alle fonti energetiche, non sia su posizioni preconcette e arretrate. I fatti sono questi: alla fine del 2009, su invito della redazione di “Battaglie Sociali”, scrivo un articolo sul numero di dicembre 2009 gennaio 2010 dal titolo “Nucleare: una scelta inevitabile”. Succede 1’inferno: i lettori protestano. Nel numero del 4 febbraio 2011 de “La Voce del Popolo” viene inserito un pregevole e corretto opuscolo dal titolo “Energia per il futuro”. Nel numero successivo del settimanale il direttore si scusa con i lettori. Quello che è incomprensibile riguardo alla posizione del Direttore è che nell’opuscolo vengono riportate frasi di alti e autorevoli esponenti della Chiesa come il cardinale Renato Martino o la posizione assunta dalla Santa Sede che è fondatrice dell’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia nucleare) in materia di energia nucleare civile. I Paesi con maggior tasso di crescita hanno impianti nucleari in funzione o li stanno realizzando. Sono in corso presso il Museo di Scienze naturali un ciclo di conferenze dal titolo “Oltre l’atomo dove materia e energia si confondono”. Nella prima lezione, oltre alle complesse leggi della fisica nucleare, si è appreso che una centrale nucleare non potrà mai diventare una bomba atomica e che da un grammo di uranio 235 si ricava l’energia elettrica consumata

da una famiglia media in poco meno di tre anni. Sono dell’avviso che, in campo energetico, la posizione dell’Episcopato italiano sia più arretrata rispetto a quella della Santa Sede. Tempo fa scrissi al Vescovo di Bressanone che, se non sbaglio all’interno della Cei è responsabile della Commissione Ambiente, perché in un’intervista si era mostrato contrario al nucleare civile, dichiarando la mia perplessità e meraviglia che un Vescovo di madre lingua tedesca fosse contrario a tale tecnologia considerando che la Germania di centrali ne ha 17 e che recentemente ne ha prolungata la vita attiva. Non ho ricevuto risposta. Come Giacobbe intagliò rami freschi di pioppo, mandorlo e platano per far partorire capre punteggiate o chiazzate e pecore di colore scuro allo stesso modo per produrre energia potremmo frantumare un nucleo di Uranio 235 invece di bruciare petrolio e metano producendo anidride carbonica. Per la produzione di energia elettrica non c’è alternativa al nucleare perché sia il fotovoltaico che le cosiddette altre fonti rinnovabili sono tecnicamente ed economicamente improponibili, e reggono solo perché sostenute con premi insostenibili per l’economia e un’equa politica sociale. Chi è veramente vicino ai poveri non può approvare l’attuale legislazione che regola e premia detti impianti. Respingere il nucleare civile potrebbe rivelarsi non solo una scelta antiscientifica, ma un ingiusto pedaggio per i nostri figli e nipoti più poveri che dovranno pagare l’elettricità

Cara Voce direttore@lavocedelpopolo.it

Quanto viene pubblicato è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi troppo lunghi (massimo 2.500 battute) che saranno, però, inseriti integralmente sul giornale online www.lavocedelpopolo.it. La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del contenuto da parte della direzione. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popolo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a direttore@lavocedelpopolo.it.

ai ricchi che li hanno installati. Da parte mia ho notato che sui tetti di molti oratori sono apparsi dei pannelli fotovoltaici. Poiché sono troppo povero per installarli ho deciso, dopo molti anni, di non più erogare contributi all’Istituto per il sostentamento del clero perché in pratica li finanzio pagando profumatamente l’energia che essi producono e vendono nella mia bolletta elettrica. In conclusione, secondo me, chi non opta per il nucleare non fa una scelta, ma un errore. Poiché l’opuscolo non contiene

eresie suggerisco di chiederne altre copie e di metterle alle entrate delle chiese e alla luce di questo illuminante e rigoroso opuscolo fare dei dibattiti pubblici. Ritengo che un’eventuale scelta ufficiale della diocesi su un tema tecnico sia inopportuna. È sempre valido quello che disse il cardinale Biffi: “Il demonio potrebbe nascondersi in un ambientalista o in un pacifista”. Che il demonio si sia infilato subdolamente in molti cristiani è un’ipotesi da non scartare a priori. Francesco Zanatta

5 marzo 1946 Winston Churchill tiene il suo discorso sulla “Cortina di ferro” che sta tagliando in due l’Europa

6 marzo 1975 Gli italiani diventano maggiorenni a 18 anni. La Camera ha approvato la legge in via definitiva

Omnibus

Avvenimenti 4 marzo 1848 Re Carlo Alberto concede al Regno di Sardegna lo Statuto Albertino che, in seguito, verrà esteso al resto d’Italia

Le ricette della settimana Conchiglie tricolori

Crema di funghi

Ingredienti: 400 grammi di conchiglie, una carota, 2 zucchine, 100 grammi di piselli, 100 grammi di bietole, una cipolla, una scamorza, 200 grammi di panna da cucina, burro, sale, pepe.

Ingredienti: 250 grammi di funghi porcini tritati, 30 grammi di cipolla tritata, 100 cl di brodo di verdure, 60 grammi di burro, 30 grammi di farina, 25 cl di panna semigrassa, 6 cucchiai di sauternes, sale, pepe.

Preparazione: Lessare la carota e le bietole. Sciogliere 50 grammi di burro, unire i piselli, le zucchine e la carota a dadini, la cipolla e le bietole tritate. Far rosolare la verdura, salarla, peparla, bagnarla con la panna e cuocere per 15 minuti. Lessare la pasta e condirla con un pezzetto di burro e la verdura. Versare la pasta in una pirofila imburrata, alternandola a fettine di scamorza. Coprire con alluminio e infornare a 220 gradi per 10 minuti.

Preparazione: Mettere i funghi e la cipolla nel brodo e lasciare sobbollire per 20 minuti, poi passarli al setaccio. Mettere il passato sul fuoco. A parte lavorare burro e farina e incorporarli nel brodo con una frusta. Lasciar asciugare un po’, aggiustare di sale e pepe, aggiungere la panna, lasciar sobbollire sino a quando abbia assunto la consistenza della crema. Togliere dal fuoco, aggiungere appena prima di portare in tavola il vino, mescolare delicatamente.


LA VOCE DEL POPOLO 4 MARZO 2011

L’offerta della Santa Messa Egr. direttore, mi scuso se tocco un tema, su cui quasi tutti i fedeli, hanno forse le idee chiare, ma c’è ancora gente che chiede quanto costa una Santa Messa, un funerale, un battesimo, una cresima, una prima comunione o un matrimonio. Non parliamo poi di quando sul bollettino della parrocchia si pubblicano le fotografie. Una signora andò per fare la sua offerta per il funerale e lasciò sulla scrivania del parroco 250 euro. Il sacerdote prese i soldi e mostrandole le banconote, le disse di ricordarsi che quelli bastavano solo per la pubblicazione della fotografia sul bollettino parrocchiale. Immaginate quanta umiliazione per la signora. La prima domenica del mese di agosto, nella mia stanza arrivò una collega a salutarmi. Immediatamente mi disse che il sacerdote nella riflessione aveva affermato che la Messa è sempre per tutti. Lei pensava che se l’offerta fosse stata superiore, superiore sarebbe stato il merito. Nel frattempo era arrivato un giovanissimo ingegnere che aveva capito al volo il problema e le disse che non eravamo più ai tempi di Lutero. Anche lui crede che la messa è per tutti vivi e defunti. Mi sono spiegato allora perché ogni tanto da settimane mi mandava 50 euro per la messa. Le rispondevo mandando un biglietto con l’indicazione che avrei celebrato la S. Messa ed il resto lo avrei usato per le necessità della parrocchia e donato ai

poveri. Volevo farle capire che la sua offerta veniva suddivisa in sostentamento del sacerdote, bisogni della chiesa ed aiuto ai poveri. Alla parrocchia della Noce, quando ero conosciuto, fuori dalla chiesa c’erano, dopo ogni messa, i poveri che ricevevano 2/3 euro o anche 5 nelle solennità. Certo bisogna educare, così nella chiesa non si sente più chiedere quanto costa e non fare in modo che i poveri vengano esclusi dalla S. Messa, che deve essere per tutti vivi e defunti, ricchi e poveri sempre. don Giovanni Marchina

La sobrietà nei consumi Egr. direttore, le società del benessere sono guidate dalla preoccupazione del progresso (materiale) senza limiti. La persona si arrende passivamente alla logica produzione-consumo e resta prigioniera delle cose. La pressione pubblicitaria induce a comperare e a usare cose su cose. La cultura consumistica spegne la capacità di distinguere tra beni necessari, superflui e di lusso. Anzi, gli stessi beni di lusso sono avvertiti come necessari, così che la persona si sente infelice se non riesce a possederli. È legittimo cercare la qualità della vita: non basta sopravvivere, è giusto vivere bene. “Non è male desiderare di vivere meglio, ma è sbagliato lo stile di vita... quando è orientato all’avere e non all’essere e vuole avere di più non per

essere di più, ma per consumere l’esistenza in un godimento fine a se stesso”. (Centesimus annus 36). Avere di più non significa essere di più. È un cattivo investimento rinchiudere entro le cose il desiderio infinito dell’uomo. Per questo nelle nostre società si avverte un senso di disagio, di vuoto esistenziale che tenta di riempirsi con ogni mezzo, anche con la droga. L’uomo si allontana sempre più da se stesso e dalle aspirazioni più profonde: il bene, il vero e il bello. In ordine all’avere, due condizioni sono oggettivamente immorali, quella di chi ha troppo e quella di chi ha troppo poco. Tutte e due, per motivi opposti, impediscono lo sviluppo della persona nella linea dell’essere. Il Vangelo, nella società dell’abbondanza, va controcorrente, è critico-orientativo di una cultura che inverte l’ordine dell’essere con quello dell’avere. Nel nostro tempo, il messaggio cristiano si manifesta forza liberatrice se lo si legge dalle parti dei vari Sud del mondo. Se l’uomo occidentale si situa, anche solo mentalmente, da quella parte, ritornerà a capire con sapienza la distinzione tra beni necessari, beni superflui e di lusso. Di fronte ai poveri e ai miseri di questo mondo, il lusso è un’offesa, una provocazione, uno scandalo, un’ingiustizia. Non si può affermare il diritto dei beni di sussistenza per se stessi e negarlo agli altri, e lo si nega con le azioni, e, molto spesso, con le omissioni. Gianfranco Bertoglio

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A teatro con “Voce” Vinci due biglietti per lo spettacolo di Moni Ovadia giovedì 10 marzo al PalaBrescia. In palio anche biglietti per il musical “La Divina Commedia” al PalaBrescia il 12 marzo proposto da Cipiesse. Spedisci a “A teatro con ‘Voce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Estrazione il 10 marzo. Paolo Testa ha vinto i biglietti per “Bothanica” di Momix, Gabriella Gandini, Norina Norbiato e Maria Paganin hanno vinto i biglietti per “Gianburrasca”

Moni Ovadia “La Divina Commedia”

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VOCESAS

Cara Voce online 7 marzo 1936 Hitler ordina alle truppe tedesche di marciare verso il Reno, infrangendo il Trattato di Versailles e il Patto di Locarno

8 marzo 1953 Inizia la serie di romanzi su James Bond. Il creatore dell’agente 007, Ian Fleming, ha lavorato nei servizi segreti

9 marzo 1842 Al Teatro Alla Scala di Milano viene rappresentata per la prima volta l’opera “Il Nabucco” di Giuseppe Verdi

No ai pregiudizi di Angiola Pedersani Amare i poveri, un dovere di Domenico Marchesi Riscoprire la Chiesa del Concilio di Giuseppe Delfrate

L’esperto risponde a cura delle Acli bresciane

Aforismi

D.: Sono proprietario di un terreno edificabile e ad agosto 2010 ho effettuato la perizia giurata di stima, mi era stato riferito che avrei dovuto fare il modello Unico, ma visto che non ho venduto il terreno posso fare il modello 730?

Nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane (Emily Dickinson)

R.: Sì, può fare il modello 730 indipendentemente che abbia venduto il terreno oppure no, ma poi deve presentare anche il modello Unico in particolare il quadro RM. In tale quadro si deve comunicare il valore periziato e l’imposta sostitutiva versata. Per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento per la compilazione di entrambe le dichiarazioni non esiti a contattare il Caf Acli al numero 030 24.09.884.

L’uomo è per costituzione un animale religioso (Edmund Burke) Il fatto che un’opinione sia ampiamente condivisa, non è affatto la prova che non sia completamente assurda (Bertrand Russell)



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