La Voce del Popolo 2011 11

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“Se il nostro destino è segnato dalla sofferenza, è però pur vero che abbiamo il diritto di sorridere per le piccole coseâ€?. Sono le poche righe lasciate dal poeta russo Sergej A. Esenin prima di togliersi la vita: cosĂŹ cita Gianfranco Ravasi in uno dei suoi Mattutini (18 marzo 2007). E ancora, una parabola indiana invita a pensare che “anche un uomo aggrappato ad un arbusto che sta per cedere sull’orlo di un baratro non può fare a meno di guardare una fragola rossa che si offre gustosa ai piedi di quell’arbusto‌â€?. SĂŹ, le “piccole coseâ€? ci salvano la vita: per lo piĂš creature, miniature dell’Onnipotente, che ci risvegliano e attraggono i nostri occhi e orecchi proprio quando la sorditĂ li teneva legati. Debiti contratti lungo gli anni, che segnano istanti preziosi. Chi, se non qualche piccolo volatile, dovrò ringraziare per il suo flauto dolce, che innalzandosi sul silenzio è riuscito ad attraversare i miei pensieri piĂš densi? Piccoli debiti, insolubili e mai reclamati.

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Saimira Boazizi, madre di coraggio e dignitĂ

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Il viaggio in Burundi del vicario mons. Mascher

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Brescia naviga tra ripresa e difficoltĂ ÇŻ ÎŽ

”ƒœ‹‡ ÂƒÂŽÂŽÇŻ –ƒŽ‹ƒ ͜͜ ’‘”– Scatti da tre generazioni in casa Rodella

Sono nato italiano e debbo dire che questa identitĂ non mi è mai stata di peso; al contrario, l’ho vissuta con gioia e, in alcuni momenti, anche con fierezza. Italiani sono i miei genitori, la maggior parte dei miei amici; in Italia ho studiato e lavoro; l’Italia è intrecciata con i miei pensieri

e desideri. Dall’Italia ho ricevuto una lingua come strumento per pensare e per conoscere il mondo grande e affascinante in cui viviamo. Con questa lingua ho studiato e ho conosciuto una letteratura nobile e ricca; ho conosciuto una storia fatta di fatica e di successo, di bene e di male, di illusioni e delusioni, di speranze e realizzazioni. Sono profondamente legato alla cultura italiana e ne sono contento. Non perchĂŠ disprezzi altre culture – sarei stupido e meschino – ma perchĂŠ questa cultura è di fatto

la mia e sono contento che sia la mia. Insieme con la cultura ho ricevuto dall’Italia una buona, positiva tradizione civica, politica; ho imparato a essere cittadino, a rendermi conto dei miei diritti e dei miei doveri strettamente intrecciati tra loro, a immaginare e costruire il rapporto con gli altri come esperienza di dialogo, di confronto, discussione, collaborazione. Trovo, ad esempio, nella Costituzione del mio Paese il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e

come mezzo di soluzione delle controversie internazionali. So quale cammino tormentato abbia alle spalle un’affermazione di questo genere; come sia germogliata e cresciuta attraverso le lezioni a volte terribili della storia e, mi sembra, attraverso il seme tenace del Vangelo di GesĂš. Tutto questo e altro ancora mi è stato trasmesso in questo Paese nel quale vivo. Come dicevo, questo non significa disinteresse per le altre nazioni e tradizioni. Ǥ ͛͘


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uando, negli anni ’70, prendemmo possesso della nostra casa in campagna, trovammo, nascosti nella stalla, i busti di re Vittorio Emanuele II, di Cavour, di Mazzini e di Garibaldi. Li aveva sottratti alla vista, durante la guerra, la famiglia che ci abitava, di convinti sentimenti monarchici, nel timore di rappresaglie o di vendette politiche. Finita la guerra e riconquistata la libertĂ , nessuno si ricordò piĂš dei quattro personaggi, tanto era lontana la memoria delle loro gesta. Ma noi, una volta scoperti, li abbiamo rimessi in giardino, in bella vista, l’un verso l’altro, in colloquio. Abbiamo reso giustizia. E il 17 marzo li infiocchetteremo con una coccarda tricolore. A loro dobbiamo la speranza di una Italia unita e la fede in una nazione capace di attraversare le difficoltĂ del presente, senza farci travolgere da avvenimenti diversi, ma non dissimili, mutatis mutandis, da quelli affrontati dai personaggi immortalati dalle erme del giardino. Festeggiamo l’UnitĂ d’Italia che compie 150 anni. Gli eventi che hanno sancĂŹto l’unificazione delle sparse membra del Paese – senza il Lazio e la cittĂ di Roma – sotto le insegne di Casa Savoia hanno tratti epici. La cifra del Risorgimento italiano si riconosce nell’intelligenza di alcuni personaggi e nella lungimiranza di altri, ma anche nelle gesta eroiche di pochi, ma convinti, assertori della unitĂ . Lo stesso tricolore, assunto a simbolo della nuova Italia, sembra scaturito da una fiaba. Lo abbiamo finalmente capito e lo sventoliamo in ogni circostanza, mentre ci fa piacere di vedere i nostri sindaci con la fascia tricolore a tracolla. E cosĂŹ è per l’inno di Mameli: lo cantiamo a squarciagola, commuovendoci ogni volta. Il suo ideatore – come ha ricordato Roberto Benigni nell’ultimo dei suoi piĂš alti recitals televisivi – non ancora maggiorenne, si è immolato nella difesa di una patria che sognava e di cui non ha visto la nascita. Ricomposti nel puzzle della storia, gli episodi piĂš significativi del nostro Risorgimento rivelano un entusiasmo vitale piuttosto che una idea patriottica programmata. Anche per questo ce la fa sentire piĂš nostra: dentro la fiaba, c’era soltanto un ab-

bozzo di disegno “politicoâ€?; c’era un impeto incontenibile di giovani da cui doveva nascere un prodotto – l’Italia – che non ha precedenti nella storia delle grandi nazioni europee per il modo in cui si è fatto. Nel ripercorrere gli eventi risorgimentali – e, fra questi, anche le nostre dieci giornate – appare in tutta evidenza la forza vincente della idea unitaria sull’assetto consolidato degli equilibri che la impedivano. Si spiega cosĂŹ anche il successo della spedizione dei Mille, che, in una disincantata ricostruzione storica, mostra piĂš i caratteri di una avventura generosa e incredibilmente fortunata che l’esito di un progetto militare studiato da uno stratega. E si è trattato dell’evento determinante. L’Italia che si è proclamata nel Parlamento piemontese era soltanto un barlume di quella UnitĂ che doveva ancora passare per la questione ro-

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legislazione nazionale che comportò la fine delle legislazioni regionali. Si pensi al codice civile del 1865, improntato al modello francese del Code Napoleon, che avviò il processo di convivenza civile; si pensi al corpo di leggi dello stesso anno che regolarono i settori piĂš importanti della vita pubblica e sociale; si pensi alle altre riforme (ed al codice penale del nostro Zanardelli). Festeggiamo l’UnitĂ d’Italia nata da prove immani, ma unificanti, come quella della Prima guerra mondiale e (specialmente) quella che ha rifondato il Paese, dopo le tragiche esperienze belliche in cui ci aveva precipitato il regime fascista, con la Costituzione repubblicana, sotto il cui ombrello ha potuto crescere una nuova Italia, pensata da una classe politica di alto profilo. La cesura è stata netta, ma il Paese è lo stesso che aveva conosciuto le prove e i fasti del Risorgimento. Festeggiamo l’UnitĂ d’Italia soprattutto ora, perchĂŠ nella precaria congiuntura politica, il pensiero dell’Italia risorgimentale non è vano: tutti – e le nuove generazioni in particolare – possono trovarvi le radici della identitĂ nazionale fatta di cultura millenaria, di impegno civile, di laboriositĂ , di speranza in un futuro da costruire insieme. Riconoscersi nelle gesta nei nostri patrioti dell’Ottocento e nei grandi testimoni del Novecento non è una fuga all’indietro, ma un giusto sentimento di continuitĂ . Le sfide di oggi hanno altri nomi e obiettivi: a cominciare dalla globalizzazione e dalla multietnicitĂ che, mentre aprono orizzonti mondiali, ci pongono problemi di accoglienza e di convivenza con milioni di immigrati che aspirano a integrarsi nel nostro sistema socio-economico, di cui, peraltro, sono indispensabili coadiutori (per non dire delle migliaia di sventurati che approdano alle nostre coste in cerca di un rifugio dalle persecuzioni e dalle guerre). Certo, le difficoltĂ di adattamento al nostro stile di vita sono enormi, ma rifiutare simili sfide sarebbe come rinnegare i principi di solidarietĂ e di fratellanza scritti nel nostro inno e nella nostra carta costituzionale.

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“Se il nostro destino è segnato dalla sofferenza, è però pur vero che abbiamo il diritto di sorridere per le piccole coseâ€?. Sono le poche righe lasciate dal poeta russo Sergej A. Esenin prima di togliersi la vita: cosĂŹ cita Gianfranco Ravasi in uno dei suoi Mattutini (18 marzo 2007). E ancora, una parabola indiana invita a pensare che “anche un uomo aggrappato ad un arbusto che sta per cedere sull’orlo di un baratro non può fare a meno di guardare una fragola rossa che si offre gustosa ai piedi di quell’arbusto‌â€?. SĂŹ, le “piccole coseâ€? ci salvano la vita: per lo piĂš creature, miniature dell’Onnipotente, che ci risvegliano e attraggono i nostri occhi e orecchi proprio quando la sorditĂ li teneva legati. Debiti contratti lungo gli anni, che segnano istanti preziosi. Chi, se non qualche piccolo volatile, dovrò ringraziare per il suo flauto dolce, che innalzandosi sul silenzio è riuscito ad attraversare i miei pensieri piĂš densi? Piccoli debiti, insolubili e mai reclamati.

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Saimira Boazizi, madre di coraggio e dignitĂ

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Il viaggio in Burundi del vicario mons. Mascher

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Brescia naviga tra ripresa e difficoltĂ ÇŻ ÎŽ

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Sono nato italiano e debbo dire che questa identitĂ non mi è mai stata di peso; al contrario, l’ho vissuta con gioia e, in alcuni momenti, anche con fierezza. Italiani sono i miei genitori, la maggior parte dei miei amici; in Italia ho studiato e lavoro; l’Italia è intrecciata con i miei pensieri

e desideri. Dall’Italia ho ricevuto una lingua come strumento per pensare e per conoscere il mondo grande e affascinante in cui viviamo. Con questa lingua ho studiato e ho conosciuto una letteratura nobile e ricca; ho conosciuto una storia fatta di fatica e di successo, di bene e di male, di illusioni e delusioni, di speranze e realizzazioni. Sono profondamente legato alla cultura italiana e ne sono contento. Non perchĂŠ disprezzi altre culture – sarei stupido e meschino – ma perchĂŠ questa cultura è di fatto

la mia e sono contento che sia la mia. Insieme con la cultura ho ricevuto dall’Italia una buona, positiva tradizione civica, politica; ho imparato a essere cittadino, a rendermi conto dei miei diritti e dei miei doveri strettamente intrecciati tra loro, a immaginare e costruire il rapporto con gli altri come esperienza di dialogo, di confronto, discussione, collaborazione. Trovo, ad esempio, nella Costituzione del mio Paese il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e

come mezzo di soluzione delle controversie internazionali. So quale cammino tormentato abbia alle spalle un’affermazione di questo genere; come sia germogliata e cresciuta attraverso le lezioni a volte terribili della storia e, mi sembra, attraverso il seme tenace del Vangelo di GesĂš. Tutto questo e altro ancora mi è stato trasmesso in questo Paese nel quale vivo. Come dicevo, questo non significa disinteresse per le altre nazioni e tradizioni. Ǥ ͛͘

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Una societĂ costruisce la sua storia giorno per giorno. In occasione della celebrazione del 150° anniversario di storia unitaria alcuni sono ottimisti, altri, la maggioranza, sono pessimisti. In generale non si avverte, non si dice, non si accetta una cosa banalissima: l’Italia è ancora un progetto in corso, un processo che si sta evolvendo lentamente. Ad affermarlo è Giuseppe De Rita, presidente del Censis, che a margine di un suo intervento a Brescia è stato interpellato proprio sul dibattito aperto dall’importante anniversario “L’Unità – ha rimarcato – non è stata fatta con la vittoria plebiscitaria, ma si è realizzata dopo con la scuola pubblica, con la ferrovia pubblica, con le guerre, con le avventure coloniali, con le lotte sindacali, con la nascita della prima associazione degli industriali. Con la partecipazione di tanta genteâ€?. La storia unitaria del Paese, ha sottolineato ancora De Rita, è stata anche opera di quei cattolici che, senza l’autorizzazione del Papa, parteciparono da cristiani a costruire una societĂ nuova. “Brescia in questo senso – sono ancora parole del presidente del Censis – racconta una storia esemplare, fatta in parte anche con il fascismo, fatta dalla Resisten-

za e nel secondo dopoguerra da tutti quelli che hanno ricostruito il Paese e hanno contribuito allo sviluppoâ€?. Il prodotto di tale impegno, per il presidente del Censis, è stato però un Paese creato senza un disegno preciso. “Un processo – ha affermato De Rita – ancora in atto e che non si può definire in quanto tale bello o brutto, ma che va accettato per come si poneâ€?. Un processo che, rispetto a quanto accaduto in Francia o in Inghilterra, è ancora giovane, pur celebrando in questi giorni i suoi 150 anni. “Le storie unitarie – sono altre considerazioni del presidente Censis – si costruiscono in percorsi estremamente complicatiâ€?. L’Italia è stata unificata nel 1861 quando l’80% della popolazione non conosceva la lingua italiana, che pure faceva parte dell’Êlite delle lingue eu-

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ropee fin dal Duecento e dal Trecento, grazie a Dante, Petrarca e tutti gli altri scrittori. Eppure per costruire un corpo sociale su quella lingua ci sono voluti secoli. PerchĂŠ il corpo sociale prima è informe, poi diventa forma lentamente e ci vuole tempo perchĂŠ assuma una specie di profilo riconoscibile da tutti. “Il lungo travaglio che stiamo vivendo – ha continuato De Rita – è frutto di un impegno collettivo per generare un corpo sociale ancora informe, faticoso da impostare.â€? La conferma arriva dal clamore con cui è stata accolta l’esibizione di Benigni a Sanremo. “Non è stata grande cosa la sua capacitĂ di parlare dell’Italia – sono considerazioni di De Rita –. La sua era chimica pura, perchĂŠ suscitava emozioni in un campo per molti versi inesplorato.â€? Dello stesso processo, secondo De Rita, fa parte anche la Lega con le sue dissociazioni. “Il fatto – continua – è che le gente non vuole capire, come dicevo, che la società è un corpo sociale che si forma lentissimamente con passaggi che in corso d’opera non sai cosa hai tra le mani e dove approdano. In ogni caso la societĂ si fa nell’impegno del giorno per giorno e non come evento dei 150 anniâ€?.

ƒŽŽƒ ’”‹Â?ƒ ’ƒ‰‹Â?ƒ La cultura non è uno schema rigido e immutabile; siamo soggetti creativi che partendo da un patrimonio ereditato, costruiamo equilibri nuovi, facciamo scoperte originali, disegniamo orizzonti piĂš ampi di pensiero e di vita. Per questo il contatto tra le diverse culture, con tutti i problemi che comporta, non ci fa paura. Il radicamento nella tradizione del nostro Paese ci permette di incontrare con scioltezza stili di vita diversi, mentalitĂ diverse, di partecipare alla costruzione di una famiglia umana universale. Ma vorrei dire questa riconoscenza all’Italia non solo come cittadino, ma anche come vescovo. L’UnitĂ d’Italia non si è fatta senza tensioni. Forse era inevitabile e probabilmente anche in futuro sarĂ cosĂŹ. Eppure, nonostante tutto, l’Italia ha camminato e progredito custodendo alcuni valori importanti: il rispetto dell’uomo e della donna e il riconoscimento dei loro diritti, la libertĂ delle persone e dei gruppi sociali, la democrazia come metodo per operare le trasformazioni utili senza conflitti violenti. Per questo anche la Chiesa può e deve essere grata all’Italia. In questo Paese la Chiesa ha potuto compiere la sua missione, quella di annunciare il Vangelo dell’amore di Dio per tutti gli uomini, di testimoniare uno stile di vita che viene da GesĂš Cristo e che, siamo convinti, è in grado di umanizzare l’uomo e la societĂ . Non pretendiamo che tutti siano cristiani perchĂŠ la fede o è libera o, se non è libera, non è nemmeno fede; desideriamo solo che GesĂš Cristo e il suo Vangelo siano presenti nel nostro orizzonte culturale. E lo desideriamo perchĂŠ in Cristo abbiamo trovato il fondamento di una fede che apre a una visione positiva del mondo e della storia, al rispetto di ogni uomo e di tutto l’uomo. Ebbene, l’Italia ci ha dato questa libertĂ : di praticare e predicare la fede, di testimoniare l’amore che da questa fede scaturisce. La storia del cattolicesimo bresciano è la dimostrazione di come la comunitĂ cristiana abbia intensamente partecipato alla formazione del tessuto civile del nostro Paese. L’auspicio è che il nostro cammino possa continuare a crescere e maturare; che i germi di bene possano svilupparsi; che i germi di male vengano identificati e corretti. La societĂ si sviluppa positivamente solo se i suoi membri esercitano la libertĂ secondo veritĂ , non secondo le preferenze di parte; con responsabilitĂ , cioè cercando il bene di tutti. Chi è egoista e valuta tutto in funzione del proprio successo deve sapere che in questo modo fa del male agli altri e danneggia il tessuto del Paese. Le sfide che abbiamo davanti sono impegnative e possono essere affrontate vittoriosamente solo con competenza e virtĂš, con studio e ascesi, con speranza e saggezza. (+Luciano Monari)


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Sono quattro le diocesi giapponesi colpite dal sisma: quella di Sendai, che ha subito i danni maggiori, e quelle di Sapporo, Saitama e Tokyo. Proprio nella capitale Tokyo, alcune parrocchie si sono attivate per accogliere e fornire cibo alle persone rimaste bloccate a causa dell’interruzione dei trasporti. La Caritas giapponese ha lanciato una campagna di solidarietà e domenica scorsa in tutte le chiese del Paese sono stati raccolti fondi

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per le vittime del terremoto. L’attenzione di Caritas Giappone è indirizzata alle fasce piĂš deboli della popolazione e include anche azioni di sostegno psicologico. Caritas Italiana ha rinnovato la vicinanza a Caritas Giappone e alla popolazione colpita e mette a disposizione un primo contributo di 100mila euro. La Caritas diocesana, invece, ha lanciato una raccolta fondi a sostegno di quanto giĂ messo in campo dalla rete internazionale Caritas.

Per sostenere gli interventi in corso (causale “Emergenza terremoto-tsunami Giapponeâ€?) è possibile utilizzare il c/c postale n° 10510253 intestato a Caritas Bresciana, quelli bancari intestato a Diocesi di Brescia - UfďŹ cio Caritas presso Ubi Banco di Brescia - agenzia 5, (iban: it 12 K 03500 11205 000000007051), e intestato a Fondazione Opera Caritas San Martino - ramo Onlus presso Banca Prossima, (iban: it 29 G 03359 01600 100000002695)

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estramente difficile stabilire se l’opinione pubblica mondiale sia piĂš preoccupata per le vittime e la distruzione provocate dal terremoto e dallo tsunami che hanno colpito nei giorni scorsi il Giappone (ancora oggi risulta difficile stabilire il numero esatto delle vittime, ndr.) o per la minaccia di una nuova emergenza nucleare che di giorno in giorno diventa sempre piĂš incombente. Diverse esplosioni stanno mettendo a serio rischio la tenuta della centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Giappone, riportando alla memoria scenari giĂ vissuti nel 1986 con l’esplosione della centrale di Chernobyl. Anche se le autoritĂ nipponiche si sono affrettate a scongiurare il ripetersi di quella esperienza, restano alti i timori per un nuovo disastro nucleare. Anche l’Italia guarda con preoccupazione a quanto sta avvenendo in Giappone, anche in considerazione della recente riapertura al nucleare. Anche se gli esperti minimizzano la portata degli incidenti tutti hanno paura. Una reazione che è condivisa e compresa anche da Matteo Mascia della Fondazione Lanza di Padova, una realtĂ che si occupa anche di etica e politiche ambientali. “Il pericolo del ripetersi di una nuova Chernobyl è evidente – afferma Matteo Mascia –. Forse sapremo solo piĂš avanti quali

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spostano con il vento, la pioggia, e le conseguenze si avranno a distanza di migliaia e migliaia di km su altre popolazioni. L’incidente alla centrale di Fukushima rilancia il tema della sicurezza di questi impianti. “Quello che sta accadendo – afferma Matteo Mascia – dimostra che, per quanto l’uomo riesca a prevedere dei margini di sicurezza, la natura non li rispettaâ€?. Il reattore esploso era stato progettato per resistere a scosse di 6 gradi della scala Richter, ma la scossa è stata quasi del 9° grado. Non si pensava che in quella zona si potesse avere un terremoto di quelle dimensioni, invece è avvenuto. “Quando ci si trova a gestire tecnologie ad alto rischio come il nucleare – sono altre considerazioni – i margini di sicurezza non sono mai sufficienti. Non si tengono in considerazione, ad esempio, i possibili eventi imprevisti dovuti ai cambiamenti climatici. Sono margini sui quali bisognerebbe aprire una riflessione onesta anche nel mondo scientifico. Non so se il nostro Paese sarĂ capace di realizzare, su questi temi, un confronto franco sui rischi, la gestione della sicurezza, i costi, una effettiva trasparenza. L’impressione è che si vada avanti solo per schemi ideologici per cui o si è favore o si è contro il nucleare, senza entrare nel merito delle questioni, che sono tante. Bisogna uscire dalla logica ideologica e affrontare i problemiâ€?.

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Quanti sono le vittime causate dal terremoto dell’11 marzo scorso in Giappone? Alla domanda, però, è difďŹ cile rispondere a causa del caos che regna nelle zone piĂš colpite dal sisma e dal conseguente tsunami. Gli ultimi dati ufďŹ ciali, diramati dal governo giapponese, parlano ormai di 10mila tra morti e di un numero imprecisato di dispersi. Si tratta di numeri ancora estremamente prudenti destinati, purtroppo, a levitare giorno dopo giorno. I danni materiali, invece, sono stati stimati attorno ai 100 miliardi di dollari, ma non tengono conto degli effetti ďŹ nanziari del terremoto nĂŠ contabilizzano il mancato reddito delle attivitĂ produttive sospese o distrutte, nĂŠ considerano i danni giĂ subiti o che potranno essere subiti a causa delle fughe radioattive.

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‹„‹ƒ ”ƒ……‹‘ †‹ ˆ‡””‘ …‘Â? ‰Ž‹ ‹Â?•‘”–‹ A un mese dalle rivolte che avevano spaccato la Libia in due mettendo all’angolo il regime di Muammar GheddaďŹ , truppe rimastegli fedeli stanno riprendendo il controllo dei territori in mano ai rivoltosi. In queste ore stanno puntando a Tobruk, al conďŹ ne con l’Egitto, per poi stringere d’assedio Bengasi, seconda cittĂ del Paese e roccaforte degli insorti. Nei giorni scorsi GheddaďŹ , approďŹ ttando di una sostanziale

indecisione della comunitĂ internazionale, non ha esitato a ricorrere massicciamente all’uso dell’aviazione pur di piegare la resistenza degli insorti. Fonti non ufďŹ ciali affermano che per riprendere il controllo delle cittĂ di Bengasi e Misurata GheddaďŹ potrebbe scegliere la via della trattativa tramite il Comitato di dialogo nazionale presentato nei giorni scorsi a Tripoli con il compito di trattare con le varie tribĂš del Paese.

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n ponte inatteso fra l’Italia e la Tunisia, fra Brescia e una piccola cittĂ dell’interno, Sidi Bouzid, si è concretizzato nei giorni scorsi attraverso la visita di solidarietĂ voluta dal sindaco di Brescia, Adriano Paroli, accompagnato da alcuni consiglieri comunali, dal direttore generale degli Ospedali civili, Cornelio Coppini, ma anche da operatori turistici, giornalisti di media locali e nazionali. Nella cittĂ -simbolo della rivolta che in un mese ha spazzato via la dittatura di Ben Ali e incendiato il mondo arabo si è realizzata l’emozione piĂš intensa, il senso e la chiave di lettura di questo viaggio. L’incontro è stato con Samira Boazizi, madre di Mohamed, il giovane che ha infiammato la rivolta dandosi fuoco in piazza lo scorso 17 dicembre per protestare contro l’ennesimo sopruso della polizia locale che taglieggiava la sua attivitĂ di ambulante. Dopo 17 lunghi giorni di agonia, prima nell’ospedale di Sidi Bouzid, poi a Sfax e infine a Tunisi, il primo martire della rivoluzione tunisina s’è spento il 4 gennaio a 26 anni. Persino il dittatore Ben Ali si era recato al suo capezzale, nel tentativo fallito di placare la protesta popolare. Il popolo di Facebook e di Twitter, intanto, aveva giĂ fatto di Mohamed il suo martire, e nulla è

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quella rivolta. Vive in una casetta povera, a un solo piano, alla periferia di Sidi Bouzid. Accoglie e bacia commossa il Sindaco di Brescia. Questa è la prima visita che riceve da una delegazione internazionale. Parla del figlio: “Sono orgogliosa di lui, ha acceso la scintilla che ha fatto scoprire al mondo quello che il vecchio regime faceva. Il suo è stato un sacrificio nobile a difesa della dignitĂ del popolo tunisino. Oggi – prosegue Samira – non è piĂš solo mio figlio, ma il figlio di tutto il popolo tunisino. Ho ricevuto testimonianza di vicinanza da tante mamme. Pregate per lui e per tutti i martiri della libertĂ â€?. A margine dell’incontro, particolarmente commmosso, anche il sindaco Paroli sottolinea il suo personale impegno e quello dell’Italia: “La Tunisia ha bisogno di rinsaldare legami politici, culturali ed economici e gli italiani saranno protagonistiâ€?. Lo ripete anche a Tunisi incontrando l’arivescovo Lahham e l’ambascitore italiano Paolo Benassi. L’intenzione è alimentare un canale di “aiuti umanitariâ€? per aiutare il popolo tunisino a costruire il suo processo democratico e ad affrontare l’emergenza dei profughi dalla Libia. “Anche Brescia può fare la sua parte – continua il Sindaco – ad esempio riaprendo canali turistici verso un Paese che, proprio al turismo, deve il 9% del suo Pilâ€?.

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Tutti i lunedĂŹ di Quaresima si rinnova la proposta della “cena poveraâ€? alle ore 19.30 nel refettorio del convento di S. Francesco a Brescia si condivide con i frati e i postulanti una pasto frugale: un piatto di minestra, del pane e l’acqua. L’iniziativa si svolge in un clima di silenzio, di raccoglimento e di ascolto. Seguono la proiezione di un ďŹ lmato e le riessioni sul tema della Passione. “Una proposta – ha sottolineato padre Giancarlo Paris che intende aiutare a prendere

Il tempo della Quaresima è l’occasione che ci viene data per metterci di fronte alla nostra vita con le sue possibilitĂ , croci e difďŹ coltĂ . Valorizzare questo tempo signiďŹ ca prendere coscienza della continua chiamata a riscoprire insieme sia la memoria del proprio battesimo, sia la memoria del mistero della pasqua di Cristo e della nostra pasqua uniti a lui. Per chi vuole invece approďŹ ttare della pausa pranzo per un momento di devozione c’è

le distanze dai nostri eccessivi bisogni ed a creare uno stile di vita evangelico, sobrio ed alternativo. Contiene anche l’invito a destinare ai poveri il corrispondente della cena che normalmente viene consumata�. Ogni anno con le donazioni raccolte viene sostenuto un progetto nei Paesi in via di sviluppo. Le offerte raccolte durante la Quaresima verranno utilizzate per sostenere la formazione degli insegnanti di una scuola elementare per sordomuti in Brasile.

l’opportunitĂ della “la preghiera in pausa pranzoâ€? che si terrĂ tutti i venerdĂŹ di Quaresima: 18 e 25 marzo 1, 8 e 15 aprile dalle ore 13.15 alle 14 presso la chiesa di S. Francesco a Brescia. Ăˆ il quarto anno che viene presentato questo spazio di preghiera, quest’anno il testo guida della preghiera e della riessione sarĂ â€œI Salmiâ€?, preghiera di Cristo, preghiera della Chiesa. Gli incontri saranno guidati da padre Leopoldo Fior. Entrambe le proposte sono aperte a tutti.

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/H UDJLRQL GHO FXRUH Il tema dei trapianti è da decenni un argomento che fa discutere. L’opinione pubblica oscilla fra la commozione sollevata da episodi in cui le donazioni servono a salvare persone condannate alla morte e il timore che i medici condannino i donatori alla morte per poterne prelevare gli organi da trapiantare. Nella stagione dominata dagli slogan televisivi e/o pubblicitari che tendono a cancellare il tempo della riessione e dello studio, è difďŹ cile trasmettere informazioni approfondite su problemi complessi. E i risultati si vedono nel concreto. Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati realizzati 2800 trapianti contro i 3163 del 2009. Le cause di questa regressione sono molteplici, ma in primo piano c’è la constatazione che il tasso di opposizione è salito dal 30,4 al 31,5%. Infatti c’è una legge che dovrebbe rendere ininuente l’opinione dei parenti perchĂŠ si richiede a ogni persona adulta che è in salute di dichiarare ufďŹ cialmente il consenso o il riďŹ uto alla eventuale donazione dei propri organi in caso di morte. Ma è una delle tante leggi che rimangono sulla carta e i medici, a mio avviso giustamente, non intervengono senza il consenso dei parenti. Del resto quale sia l’orientamento dell’opinione pubblica lo ha rivelato anche un recente sondaggio de “Il Corriere della Seraâ€?. Alla domanda: “Cuore e polmoni, in calo le donazioni per i trapianti. Ritenete che si sia perso il senso della donazione?â€?, il 76% ha risposto sĂŹ contro il 24% dei no. E infatti le liste d’attesa restano lunghissime e molti malati ne escono solo per morire. In questo contesto assume grande rilievo una notizia che arriva dal Veneto. Una donna originaria di Schio, pur essendo divorziata, ha messo a disposizione un suo rene per permettere all’ex-marito di

riacquistare la funzionalitĂ renale, compromessa dalla malattia. La donna si è rivolta al Centro trapianti rene pancreas di Padova, che ha in cura l’ex-coniuge e, dopo le veriďŹ che sul piano sanitario, la domanda è stata sottoposta a una Commissione regionale perchĂŠ si tratta di casi molto delicati che vanno analizzati approfonditamente: è necessario essere in presenza di un legame affettivo duraturo, che il gesto sia spontaneo e non vi sia assolutamente un coinvolgimento economico. La commissione ha dato il via libera e l’operazione attende solo il consenso del magistrato. A stupire è stato anche il fatto che il rene della donna risulta compatibile con l’ex marito, non essendo i due consanguinei. “In casi di non consanguinei è difďŹ cile trovare la sufďŹ ciente compatibilitĂ per poter arrivare a un trapianto di rene – ha spiegato il dott. Maurizio Axia, primario di nefrologia e dialisi –. Il caso di Padova, in base al calcolo delle probabilitĂ , è veramente eccezionale. DifďŹ cile fare stime sulle probabilitĂ che una persona ha di trovare un donatore compatibile, anche perchĂŠ negli ultimi anni registriamo un calo generalizzato nazionale ed europeo delle donazioni di organi. Per quanto ci riguarda sosteniamo la politica della donazione da vivente a vivente, e generalmente preferiamo sia da genitore a ďŹ glioâ€?. Come sempre avviene in questi casi, si sono sprecati i tentativi di capire le ragioni buone o meno (?) che hanno spinto la donna a donare un rene a un amore perduto. La risposta vera potrebbe darla, forse, solo lei. Ma è difďŹ cile pensare che un gesto del genere possa prescindere dall’amore, che evidentemente non era perduto per sempre.


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La realtĂ che ruota attorno al cinema-teatro dell’oratorio è interessante. C’è un gruppo che si occupa della proiezione dei ďŹ lm e uno che si occupa della programmazione teatrale: la rassegna di commedie dialettali e il teatro giovanile. I giovani in particolare hanno prodotto il musical su don Bosco, ďŹ gura che sarĂ al centro di tutto l’anno educativo. “Ladri di cadaveriâ€? di John Landis è il primo ďŹ lm in programma nel ďŹ ne settimana. Si

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può vedere la commedia thriller sabato 19 marzo alle 21, domenica 20 alle 16 e alle 21. William Burke (Simon Pegg) e William Hare (Andy Serkis) cercano di sbarcare il lunario nell’Edimburgo del XIX secolo. Dopo l’ennesima impresa commerciale fallita, ritornano alla pensione di Hare e scoprono che il loro inquilino è morto il giorno in cui doveva pagare l’afďŹ tto. Mentre la coppia decide di come liberarsi del corpo, si rendono conto che un cadavere può fruttare una bella

somma. Il 27 marzo 8alle 21) e il 28 (sempre alle 21) viene proiettato il ďŹ lm drammatico “La vita facileâ€? di Lucio Pellegrini con Stefano Accorsi e Vittoria Puccini). I prezzi per i ďŹ lm sono i seguenti: adulti (sei euro), ridotti (quattro euro ďŹ no alla terza media, gli adulti con la moviecard il lunedĂŹ pagano quattro euro; per gli spettacoli: sette euro gli adulti, cinque euro il biglietto ridotto (ďŹ no alla terza media). Per informazioni, www. cinemapioxi.it.

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Madrid per la Giornata mondiale della gioventĂš i bagnolesi saranno 35. Per ammortizzare la spesa hanno pensato bene di trovare iniziative di finanziamento anche molto diverse fra loro: la tradizionale vendita delle torte, la promozione dei materassi e la distribuzione del nostro settimanale. Quest’ultima idea è partita l’11 febbraio e di fatto si concentra alla fine delle messe domenicali piĂš frequentate: un gruppo di adolescenti e giovani a turno vendono le copie (sono arrivati anche a 200 per ogni numero) di “Voceâ€?. Accanto al guadagno di natura economica, c’è anche un aspetto da non sottovalutare: il processo di responsabilizzazione dei ragazzi che si danno da fare e devono garantire il loro impegno costante. Con i proventi della vendita di “Voceâ€? si cerca di abbattere i costi della Gmg (10-22 agosto), che prevede sei giorni sul cammino di Santiago. L’oratorio, che ha sistemato gli impianti sportivi (spogliatoi e campo sintetico a 11), è gestito dal curato don Gabriele Fada. Uno dei punti di forza è rappresentato dall’Unione sportiva Fionda che, oltre al calcio, raggruppa (circa 300 iscritti i) anche gli appassionati di basket e pallavolo. Durante la settimana scandisce anche i tempi della vita dell’oratorio: i ragazzi delle Elementari vanno a scuola fino alle 16.30 e poi si presentano, dalle

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allenatori-educatori. Nel campo della formazione, la parrocchia sta vivendo il terzo anno di iniziazione cristiana fra punti di forza e di debolezza. L’impostazione degli incontri (otto all’anno) per i genitori non è nuova e riprende quanto era giĂ introdotto da don Lucio Sala (curato dal 1995 al 2003). I genitori si sentono coinvolti e partecipano: con questo modello si sta cercando di favorire un dialogo tra i catechisti dei ragazzi e dei genitori. L’aspetto positivo è che i genitori non sono lĂŹ solo per accompagnare i loro figli, ma per riscoprire in molti casi la loro fede. Restano aperti alcuni pun-

ti interrogativi in merito al percorso dopo la quinta elementare, cioè dopo la celebrazione unitaria dell’eucaristia e della cresima: anche a Bagnolo si aspetta di vedere cosa succederĂ . La catechesi si concentra nella domenica: al mattino le elementari, al pomeriggio le medie. Non mancano i momenti estivi come il grest e il camposcuola. All’interno dell’oratorio c’è anche lo spazio compiti fino alla seconda media, mentre la terza media e le superiori sono gestite direttamente dal Comune. Un gruppo di mamme si occupa della ludoteca: gioco e studio per i bambini delle elementari.

,O ERRP GL FXRFKL H SDVWLFFHUL Numeri rilevanti al “Canossaâ€? tanto d’aver indotto al sorteggio al momento delle preiscrizioni. CosĂŹ al Centro di formazione professionale Canossa le iscrizioni/selezioni hanno permesso la costituzione di tre classi prime con 59 ragazzi; si incominciò nel 2005 con una ventina di allievi, ciascuna con un indirizzo professionale: una per gli aiuto cuoco, l’altra per i pasticceri e la terza per operatori di sala bar, dove a giugno si potrebbero accogliere al-

cuni studenti che hanno ripensato la propria scelta. A settembre, rispetto ai circa 150 studenti, distribuiti nelle sei classi, piĂš una, ci saranno circa 170 allievi, sicuramente con sette classi, e la possibilitĂ che si vada oltre. Quest’anno è stata formata una classe con percorsi teorici personalizzati per ragazzi in difďŹ coltĂ certiďŹ cati. Otto i ragazzi che ne hanno usufruito, inseriti poi nel gruppo classe per la attivitĂ pratiche: tutto a vantaggio dell’in-

tegrazione e al proďŹ cuo sviluppo delle capacitĂ . “A settembre, si valuterĂ l’opportunitĂ di un tale tipo di intervento – precisa madre Liliana Chioda, responsabile del “Canossaâ€?, oltre che della comunitĂ bagnolese di Canossiane –. Rispetto poi all’andar oltre le sette classi ormai certe, ci si riferisce alla possibilitĂ che alcuni allievi di terza si iscrivano a una quarto anno, un corso di perfezionamento ďŹ nalizzato a dare competenze gestionali.

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Il Cag Eureka dell’oratorio di Collebeato e il Coordinamento genitori organizzano “Genitori e ďŹ gli... c’è del buonoâ€? nella Sala della ComunitĂ alle ore 20.45. MartedĂŹ 22 marzo la psicologa Maura Montagnini e Josèphine P. Medros si soffermano su “Il bicchiere mezzo pienoâ€?; martedĂŹ 29 marzo “Leggere attentamente le istruzioniâ€? con Claudio Franzoni: l’educazione richiama un senso di responsabilitĂ ; martedĂŹ 5 aprile “Le radici e le aliâ€?, sempre con Claudio Franzoni.

L’associazione “Partecipazione & IdentitĂ â€?, lunedĂŹ 21 marzo alle 20.45 a Botticino Sera presso la sala comunale di via Carini, presenta “La mia Sud Africaâ€? di Fabio Tavelli, giornalista Sky. Il libro, scritto durante i 40 giorni del Mondiale in Sud Africa, non è una semplice cronaca calcistica. Oltre all’autore, intervengono Marco Recalcati e Santina Bianchini, presidente di Progetto Africa e presidente della Campagna italiana per la messa al bando delle mine antipersone.

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hi, come la Fondazione Asm, accoglie domande di aiuto o di sostegno a progetti e stanzia finanziamenti, si accorge sempre di piĂš che anche a Brescia i bisogni aumentano. Nell’ultimo periodo, come testimoniano i dati in pagina, la Fondazione Asm registra il proliferare delle richieste di intervento legate all’area del sociale. Lo scorso anno, ad esempio, Fobap, una onlus che si occupa di disabili, chiese alla Fondazione un aiuto per l’avvio di un progetto pilota sull’autismo: grazie anche a quel contributo Fobap ha sviluppato una sperimentazione annuale, i cui risultati hanno portato la Regione a finanziare il Centro per disabili. In controtendenza rispetto al passato, le richieste maggiori di finanziamento arrivano, quindi, dall’area sociale, ovviamente si riescono a coprire meno domande quando queste sono corpose: si pensi alla creazione di un Centro per disabili o all’acquisto di automezzi per le associazioni che accompagnano gli ammalati. Il buon andamento del finanziamento è garantito da una rendicontazione precisa: se le entrate non si sposano con le uscite, non viene elargito alcun

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con il contributo di Piero Angela. Il progetto farebbe rivivere le Domus dell’Ortaglia con la vita del tempoâ€?. Fatte salve le premesse sociologiche, un investimento per la cultura resta doveroso visti anche i tagli apportati dagli enti: “Alcune associazioni musicali storiche hanno bisogno del nostro sostegno. Abbiamo deciso di destinare circa 200mila euro, escluso il sostegno al Grande e alla prosa del Sociale. Abbiamo lanciato un protocollo d’intesa (le Quattro stagioni della musica) con le associazioni musicali per coordinare le associazioni sul territorio e assegnare i contributi a chi rende piĂš fluida l’offerta nell’arco dell’annoâ€?. Accanto all’area culturale, figura quella ambientale con la salvaguardia del patrimonio artistico; significa anche adottare una ristrutturazione di una chiesa o di un monumento. Si parla anche di sostenibilitĂ e di politiche contro l’inquinamento in stretto contatto con il mondo della formazione: “Abbiamo collaborato bene con l’Alta scuola per l’ambiente dell’UniversitĂ cattolica; per quanto riguarda la Statale – chiosa la presidente Marniga – si stanno aprendo nuovi canali con la facoltĂ di Ingegneria che di fatto coopera giĂ con A2Aâ€?.

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Il Consiglio di gestione di A2A destina una parte degli utili annuali alle due Fondazioni sul territorio: Asm (per i territori di Brescia, Bergamo e Piacenza) e Aem (su Milano) che gestisce la Casa dell’energia, archivio storico della vecchia Aem. Sul milione e mezzo di euro (garantito da A2A per il 2010 e per il 2011) viene fatta una ripartizione in base ai bisogni. Nel 2010 la Fondazione Asm, che ha una struttura minima per contenere i costi di gestione, ha ricevuto 298 richieste di contributo (a Brescia: 115 area sociale, 133 area culturaspettacoli e 12 area ambiente); nel 2011 le richieste ďŹ n qui sono state 52 (22 per l’area sociale, 17 in quella culturale, otto per l’ambiente e cinque per Bergamo e Piacenza): il rapporto tra cultura e sociale si è giĂ capovolto. Lo stanziamento dei fondi viene analizzato al dettaglio con l’idea fondamentale di privilegiare quei contributi che permettano a un’organizzazione, a una realtĂ , di essere autonoma.

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consentito di mettere in risalto nella sala consiliare del Comune di Brescia, durante la quale, dopo gli interventi, sia l’editore, Eugenio Massetti, che l’autore, Costanzo Gatta, hanno precisato quanto la paternitĂ spirituale dell’opera è da attribuire a mons. Antonio Fappani, presidente della Fondazione civiltĂ bresciana, che ha collaborato nel mettere a disposizione la sua lunga esperienza. Un tomo di circa 200 pagine dettagliate in informazioni,

documenti fotograďŹ ci e topograďŹ ci, testimonia, secondo le parole della prefazione scritta dal vescovo Luciano Monari, “l’usanza, un tempo diffusa, di ediďŹ care santelle in tutte le strade, negli incroci, nei punti di passaggio e di svolta. Per i nostri antenati si trattava di vedere il mondo popolato da una presenza amica, che garantiva dal pericolo e permetteva di affrontare con ďŹ ducia l’imprevisto. La ďŹ gura dominante in queste

rappresentazioni popolari è quella di Maria con il bambino, la maternitĂ che contiene in sĂŠ il mistero stesso dell’esistenza umanaâ€?. Santelle, per la prima volta organicamente documentate in una ricerca complessiva. “Forse – come ha sottolineato il vescovo Monari nella prefazione – il restauro delle santelle può rispondere in modo sano a un desiderio profondo: quello di non sentirsi soli, gettati nella fredda immensitĂ dell’universoâ€?. (l.q.)

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opo aver gettato le basi teoretiche con gli incontri svoltisi lo scorso novembre, il Centro culturale “Il Chiostro� organizza un nuovo ciclo di appuntamenti sulla tematica del dolore. Questi cinque dialoghi, che non a caso cadono nel tempo quaresimale segnato dalla sofferenza verso la salvezza, passeranno in rassegna l’esperienza della vita umana attraverso le sue principali manifestazioni: l’arte, il teatro, la medicina, i mass media e la poesia. Per il quinto anno consecutivo, il Centro ripropone la formula del dialogo che, a discapito della conferenza, rende partecipe il pubblico presente in sala tramite il confronto critico e l’interrogazione.

Dopo l’incontro di apertura dello scorso 15 marzo, il percorso continuerà martedÏ 22 marzo con la sacra rappresentazione tratta dal testo biblico di Giobbe: la chiesa di San Giovanni evangelista diventerà la suggestiva quinta teatrale per lo spettacolo interpretato da Luciano Bertoli su testo di Carlo Rivolta. MartedÏ 29 marzo presso il chio-

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stro della chiesa, la riflessione sul dolore verrĂ mediata dall’approccio scientifico del prof. Massimo Gandolfini, direttore del dipartimento di Neuroscienza della Fondazione Poliambulanza di Brescia. MartedĂŹ 5 aprile l’attenzione si sposterĂ sui mass media e sulla loro discutibile messa in scena del dolore in un dialogo con Alessandro Zaccuri, giornalista e conduttore del programma televisivo “Il Grande Talkâ€?. L’incontro conclusivo si terrĂ martedĂŹ 12 aprile ed avrĂ come protagonista la poesia: Davide Rondoni proporrĂ un excursus letterario dal titolo “Nella selva oscuraâ€?. Tutti gli incontri, ad ingresso libero, si tengono in contrada San Giovanni 8 con inizio alle ore 20.45.

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Bisinella, si possa con piacere prendere atto della serietĂ e della meticolositĂ del metodo adottato, della vivacitĂ dei temi e dei contenuti, della generositĂ espressa in termini di impegnoâ€?. E cosĂŹ, la storia, cioè quel “luogo indulgenteâ€? che non penalizza e permette comprensione, dĂ spazio al volto di una comunitĂ , tradotta poi, didatticamente, in cartelloni, plastici, trattati, riproposti con suggestive titolazioni. C’è “L’anello di Porzanoâ€? per dire la spazialitĂ circolare della frazione lenese, o “C’era una volta un reâ€?, che era re Desiderio: tutto da bimbi di cinque o sei anni e dalle loro maestre. Anche, “I mulini perdutiâ€? dalle elementari, o “L’evoluzione

storica dell’architettura leneseâ€?, per i geometri dell’Istituto Capirola. Il progetto, iniziato lo scorso anno scolastico, a valenza pluriennale, condiviso con le dirigenze scolastiche locali e con l’UfďŹ cio scolastico provinciale, presenta la storia locale partendo dalle fonti d’archivio con l’incipit di visite guidate con la dott.ssa Giuseppina Caldera che ha curato il riordino dell’archivio storico comunale. “C’è stata passione ed entusiasmo – sottolinea Giuseppina Pelucchi –. La concreta possibilitĂ di trovare nei testi antichi le radici della propria identitĂ vorrebbe rafforzare la consapevolezza di un’appartenenza, tradotta poi in vero esercizio di cittadinanzaâ€?. (l.a.)

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ella mattinata di sabato 12 marzo si è tenuto presso la biblioteca comunale di Urago d’Oglio un convegno denominato “Autostrada per il lavoroâ€?, che ha fatto il punto sulle prospettive legate alla costruzione della Bre-Be-Mi, la nuova tratta autostradale che collegherĂ Brescia, Bergamo e Milano. L’appuntamento, organizzato dall’associazione culturale “Terre di Lombardiaâ€? nel Comune che segna l’ingresso dell’autostrada in territorio bresciano, ha visto la partecipazione di uomini politici, come l’onorevole Giuseppe Romele, e dei rappresentanti delle associazioni maggiormente interessate dalla costruzione dell’infrastruttura: da Ettore Prandini di Coldiretti a Francesco Bettoni della Camera di Commercio, da Eugenio Massetti di Confartigianato all’assessore provinciale all’agricoltura Gian Franco Tomasoni. Dopo i saluti di Anna Rivadossi, presidente di “Terre di Lombardiaâ€?, i discorsi introduttivi da parte del consigliere provinciale Luigi Raineri e di Stefano Belotti, rappresentante del consorzio dell’Oglio, hanno dato avvio alla mattinata. Il convegno è poi entrato nel vivo analizzando da diversi punti di vista le prospettive

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dell’expo del 2015. Dal presidente di Confartigianato Massetti si è quindi levato un richiamo alla necessitĂ di migliorie infrastrutturali che favoriscano le piccole imprese giĂ duramente provate dalla crisi, accompagnata però dalla necessitĂ di regole certe anche nel sistema dei trasporti. PiĂš critica infine la posizione di Coldiretti che, per bocca del presidente Prandini, ha espresso perplessitĂ sui costi e sull’utilitĂ dell’opera dal pesante impatto ambientale, contestando che possa aiutare l’export agroalimentare bresciano. Preoccupazione questa piuttosto diffusa e avvertita, almeno a giudicare dal folto presidio di Legambiente presente fin dal primo mattino fuori dalla sede del convegno, con tanto di striscioni e slogan ripetuti ai megafoni. Oltre al danno inferto al territorio, la contestazione è indirizzata anche alle forme di finanziamento: partita con l’idea del project financing, cioè di una spesa sostenuta quasi interamente da privati, l’autostrada sarebbe ora finanziata anche tramite la Cassa Depositi e Prestiti, oltre che con i fondi destinati alla linea ferroviaria dell’alta velocitĂ , che correrĂ parallela al tracciato della Brebemi. Anche a cantieri avviati, insomma, la polemiche sembrano destinate a continuare.

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Un’autostrada in cifre: all’interno del convegno, infatti, molti dati sono stati portati a sostegno o a sfavore dell’infrastruttura che attraverserà tutta la Bassa bresciana. Sono state calcolate, per esempio, ben 8 milioni e mezzo di ore risparmiate sui trasporti, con i conseguenti guadagni per le imprese, anche se rimane da capire quanto inciderà su di esse il collo di bottiglia rappresentato dalle tangenziali di Milano. Per contro vengono lamentate perdite di terreno agricolo oscillanti tra 600 e 800 ettari nella nostra provincia e 2000 in tutta la Lombardia, distribuite sul tracciato di 62 km che si snoda lungo il territorio di 43 Comuni. Fanno riettere anche i costi, che sono lievitati da 800 milioni di euro a 2,4 miliardi.

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Per celebrare il 150° Anniversario dell’UnitĂ d’Italia la biblioteca Morcelliana e la Pinacoteca Repossi di Chiari aprono i propri archivi e presentano, all’interno della mostra “Cospiratori e patrioti clarensi: documenti, cimeli e dipinti a testimonianza del Risorgimento italianoâ€? carteggi, odi, proclami, diari, dipinti (tra cui i ritratti dei due patrioti Giovanni Maffoni e Paolo Bigoni) che evidenziano come ďŹ n dal Primo Ottocento Chiari non sia stata assente dai grandi

Il circolo Acli di Manerbio con il gruppo teatrale “Chèi dè Manèrbeâ€? celebra l’UnitĂ d’Italia promuovendo lo spettacolo il 18 marzo alle 21, nel salone Paolo VI dell’oratorio San Filippo Neri. L’iniziativa è un omaggio alla memoria di Memo Bortolozzi, fondatore del gruppo, e ricordare don Giovanni Battista Mor, combattente sulle barricate di Brescia e il farmacista Giacomo Bontardelli amico di Tito Speri il quale riuniva nella sua casa di via Dante i carbonari del tempo.

L’Amministrazione comunale di Cigole, in collaborazione con la sezione Aido provinciale “Laura Astoriâ€?, organizza, giovedĂŹ 24 marzo, una serata ďŹ nalizzata a informare e sensibilizzare sull’argomento della donazione degli organi per scopi terapeutici, per incrementare il numero degli effettivi donatori. SarĂ presente il presidente provinciale Lino Lovo. L’appuntamento è alle 20.30 a palazzo Cigola-Martinoni, sede del municipio.

eventi risorgimentali. Da Bigoni e Maffoni, imprigionati dall’Austria a Lubiana (1823-1824), a chi ha partecipato al ‘48 in Lombardia (Battista Maffoni, Giovanni Varisco che ci ha lasciato un diario delle 5 Giornate di Milano), alle guerre d’Indipendenza, alla spedizione dei Mille è tutto un accorrere, una speranza, spesso una delusione. La mostra è visitabile da martedĂŹ a sabato: ore 9.30-12.30; martedĂŹ e sabato, anche il pomeriggio: ore 1418. Per informazioni, 0307000730.

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o scorso 15 febbraio, dopo un percorso di recupero durato anni, è stata “riconsegnataâ€? alla cittĂ di Chiari la struttura del nuovo museo della cittĂ , che comprende gli edifici dell’ex municipio, dell’ex anagrafe e delle antiche carceri. Alla cerimonia del taglio del nastro, svoltasi al termine della messa per i patroni Faustino e Giovita, hanno partecipato il vescovo ausiliare emerito mons. Olmi, clarense di nascita, e il vicesindaco Seneci. GiĂ il 18 dicembre 2010, a sancire il forte legame del museo con la realtĂ di Chiari e soprattutto con le scuole, erano state simbolicamente consegnate le chiavi del laboratorio di storia e archeologia agli studenti degli istituti comprensivi Martiri e Toscanini. Non è stato facile intervenire sugli edifici, che si affacciano su piazza Zanardelli e piazza delle Erbe, per adattarli alla nuova funzione. Come ricorda l’arch. Aldo Maifreni, responsabile unico del settore territorio del Comune, per gli interventi di restauro e recupero “sono intervenuti vari professionisti: chi ha curato la geologia, chi l’archeologia, chi l’architettura, chi l’ingegneria, chi i beni artisticiâ€?. Dal punto di vista strutturale, ricorda ancora Maifreni che “di tre edifici, grazie alla re-

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ban Center, Emeroteca, Archivio storico e Laboratorio di storia ed archeologia di Chiari e del circondario. Per l’evento inaugurale risultavano conclusi gli allestimenti dell’Emeroteca e della sezione dedicata al Laboratorio di Storia ed Archeologia;l’allestimento delle altre sezioni è in fase di completamento. Il sindaco sen. Sandro Mazzatorta ricorda che questo “il nuovo museo della cittĂ può e deve diventare sempre piĂš punto di riferimento vitale per il centro storico, aperto alle idee e ai progetti dei singoli cittadini e delle associazioniâ€?. Quanto al futuro, in sindaco annuncia che presto ci sarĂ nella nuova struttura il trasferimento dell’archivio comunale e della fonoteca. Ribadisce perciò che “l’amministrazione resta aperta alle idee dei cittadini e delle associazioni per rendere il museo della cittĂ uno spazio vivo e vitale dal punto di vista culturaleâ€?. Gli fa eco il vicesindaco Luca Seneci, assessore ai lavori pubblici ed alla cultura, che sottolinea come “la conformazione urbanistica clarense a cerchi concentrici rende il museo parte integrante del percorso museale all’aperto in progressiva realizzazione dal 2008 con la collocazione di sculture en plein airâ€?.

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Domenica 20 marzo, alle 16, al Planetario di Lumezzane, in via Mazzini 92, ha luogo la proiezione “Le favole del cieloâ€? in occasione della Giornata dei planetari. La prenotazione è obbligatoria (tel. 3332793190, dopo le ore 18.30), l’ingresso è gratuito. Le attivitĂ del Planetario sono segnalate nel sito www.museodellecostellazioni. it. L’Osservatorio astronomico SeraďŹ no Zani e il Planetario di Lumezzane sono le sedi del “Museo delle Costellazioniâ€? attorno al quale

“Storie di terreâ€?. Ăˆ questo il tema del nuovo appuntamento del ciclo di iniziative “Il Sabato mattina in Bibliotecaâ€?, proposto dal Comune, in cui vengono offerti alcuni momenti di intrattenimento con i piĂš piccoli (dai tre ai 10 anni), con letture animate e laboratori creativi. L’appuntamento è alle ore 10 di sabato 19 marzo presso la Biblioteca. La partecipazione è libera e gratuita. Ăˆ, però, necessario prenotare la propria partecipazione, telefonando al

ruotano le iniziative di divulgazione scientiďŹ ca. L’Osservatorio SeraďŹ no Zani, ubicato sul colle San Bernardo di Lumezzane Pieve, è aperto da maggio a settembre, ogni martedĂŹ alle 21, escluso l’ultimo martedĂŹ del mese. L’ingresso è libero e gratuito. Alle ore 21 è prevista una conversazione divulgativa, mentre alle 22 iniziano le osservazioni al telescopio. Il Planetario di via Mazzini 92 è aperto ogni giorno, su prenotazione per i gruppi (tel. 030 872164).

numero 030.8982223. L’ultimo appuntamento è in programma per sabato 16 aprile, con “Storie di ri-nascite: la primaveraâ€?. Dal punto di vista relazionale, nell’esperienza condivisa della lettura e dell’ascolto, adulto e bambino entrano in sintonia reciproca attraverso i mondi che prendono vita tra le pagine del libro, in una comunicazione intensa e piacevole che rinsalda il loro legame affettivo.

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n momento storico cosĂŹ importante merita il giusto riguardo da parte di tutta la Valle, perchĂŠ pur essendo un Paese cosĂŹ giovane, l’Italia ha alle spalle una storia millenariaâ€?. Dalle parole del presidente della ComunitĂ montana Bruno Bettinsoli si diramano le numerose iniziative che sino a gennaio 2012 e sotto l’attenta regia organizzatrice della ComunitĂ montana celebreranno l’UnitĂ d’Italia in tutta la Valle tra allestimenti teatrali, laboratori, corsi, spettacoli musicali, concorsi, mostre itineranti e fisse. Mostre come quella aperta sino al 31 marzo al Museo delle Armi e della tradizione armiera di Gardone con l’esposizione di documenti comunali di Gardone, Magno e Inzino risalenti agli albori dell’epoca risorgimentale; oppure “Miraggio Europaâ€? (fino al 3 aprile presso la casa Museo Pietro Malossi di

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pensata per far compiere ai visitatori un viaggio a ritroso alle origini del movimento risorgimentale; poi Gardone Val Trompia con il Museo delle Armi che ospiterĂ da ottobre a dicembre ‘Gardone 1861: uomini, equipaggiamenti, economia’, indagando le biografie di personaggi di cui s’è persa la memoria, compiendo un excursus sulle innovazioni tecniche militari e riflettendo sullo sviluppo economico che in quegli anni ha portato alla ribalta Gardone e tutta la Valle; a Villa Glisenti in data da definire ‘Ottocento. Immagini dall’archivio Bevilacqua’ con una ricostruzione iconografica dell’epoca; infine, una tappa conclusiva che Sibca sta predisponendo per sussumere in un unico evento e con diverse sezioni i tre momenti di Ome, Gardone e Villaâ€?. Bibliografie e filmografie pensate per i ragazzi sono disponibili nelle biblioteche di Valle. Info su http:// cultura.valletrompia.it.


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‘Â?—Â?‹–Â? Â?‘Â?–ƒÂ?ƒ ƒ ’‹•–ƒ …‹…Žƒ„‹Ž‡ –‡Â?–ƒ Žƒ ˜‹ƒ †‡Ž ƒŽ śŽ‡Â? Sfumata la possibilitĂ d’essere ďŹ nanziato con bando regionale, il progetto di completamento della ciclabile in Valtrompia si ridimensiona (per il momento) e tenta la via del Gal GĂślem. “Pur essendoci classiďŹ cati bene a livello regionale – dice il responsabile dell’Area tecnica in ComunitĂ montana, l’architetto Fabrizio Veronesi –, non siamo riusciti a ottenere il contributo; comunque, ci siamo giĂ mossi facendo domanda per il bando del Gal relativo a

‘Incentivazione attivitĂ turistiche’ e chiusosi il 15 marzo. Accantonato il tracciato compreso tra i Comuni di Concesio e Collebeato, rivolgeremo l’attenzione ai 600 metri mancanti nel territorio di Villa Carcina, legandoli all’idea di corridoio culturale rappresentato dal percorso ciclo-pedonale che dalla cittĂ si addentra in Valtrompiaâ€?. Un completamento che nei pressi del ponte di Pregno vedrebbe la realizzazione di una rampa elicoidale per superare il

problema degli spazi angusti e che si ricollegherebbe al sentiero ciclabile che prosegue verso il Crocevia di Sarezzo. “Inoltre – spiega Marco Bassolini, assessore a Lavori pubblici e urbanistica in ComunitĂ montana –, nel progetto è inclusa l’installazione di un totem multimediale (proprio a Pregno o al Crocevia) per chiedere informazioni, effettuare prenotazioni alberghiere e chiamate d’emergenza. Villa Carcina parteciperĂ con una quota di 33mila

euro, noi ne metteremo 107mila e i restanti 300mila euro dal contributo Galâ€?. Un progetto che, nonostante l’esclusione del tratto di Collebeato, vedrĂ la collocazione lungo tutti i 20 chilometri che salgono da Brescia di una segnaletica orientativa e didattica, con informazioni su siti museali e realtĂ dei comuni attraversati. La risposta dal Gal è attesa entro l’estate e l’eventuale obbligo di conclusione dei lavori entro 15 mesi dall’ottenimento del contributo.

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a biblioteca che diventa luogo e occasione di conoscenza e aggregazione attraverso la cultura, libri e giornali di tutto il mondo, guidati da “migrantiâ€? che parlano la tua lingua, informano su quanto chiedi: è l’obiettivo di “Info-Ponti- Servizio di accoglienza e informazione in bibliotecaâ€? rivolto a tutti i “nuovi cittadiniâ€?. Ăˆ questo il nome emblematico che rappresenta via vai di gente nei due sensi dato alla nuova iniziativa che la ComunitĂ montana col Sistema bibliotecario in collaborazione con i Comuni di Gardone Valtrompia e Lumezzane e la cooperativa Il Mosaico ha messo a punto e presentato ai Capannoncini del nuovo Parco del Mella nella cittadina armiera, nei giorni scorsi. Una iniziativa importante perchĂŠ i due Comuni sommano quasi 35mila abitanti un terzo di tutta la valle, con forte presenza di immigrati (13,6% a Gardone e il 9,9% a Lumezzane) e loro famiglie con tanti bambini nati in Italia. Ăˆ aggregante giĂ nella sua messa a punto. Infatti c’è stata la realizzazione di una serie di laboratori che hanno coinvolto giovani e donne di varie nazionalitĂ residenti nei due Comuni: si sono conosciuti, hanno fatto emergere le problematiche inerenti l’inserimento dei migranti sul territorio triumplino. Come esito di questo lavoro è stato prodotto l’originale dvd (presto disponibile in tutte le biblioteche del sistema), cura-

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ƒ”†‘Â?‡ ‡ —Â?‡œœƒÂ?‡ǣ Ž‡ „‹„Ž‹‘–‡…Š‡ †‹˜‡Â?–ƒÂ?‘ •’ƒœ‹ †‹ ƒ……‘‰Ž‹‡Â?œƒ to da Carla Fausti, Andrea Ghidini, Ramona Parenzan con interviste sia a triumplini emigrati all’estero che a nuovi stranieri di recente immigrazione nella nostra Valle. Insieme è stato realizzato l’informativo “I giovani in biblioteca laboratorio interculturaleâ€?. Info-Ponti funziona grazie ad un gruppo di cittadini stranieri opportunamente formati che collaborano con il bibliotecario per fa-

cilitare l’accesso alle risorse della biblioteca. Erano tutti insieme alla simpatica festa multietnica della “verniceâ€? ufficiale. Nasce, ricordiamo, all’interno del grande progetto “In-biblioteca incontriamociâ€? che vede il contributo di Fondazione Cariplo e Fondazione Vodafone Italia che ha giĂ portato realizzazione di “La biblioteca fuori di sĂŠ “rivolta agli anziani (prestiti a domicilio ecc.) con le biblioteche di Concesio, Marcheno, Sarezzo, Villa Carcina. Una terza azione del progetto è “Piccola Grande bibliotecaâ€? rivolta ai piccoli Comuni della Valle. Nello specifico l’iniziativa ha nelle due biblioteche appositi spazi di accoglienza. Mette a disposizione notizie di tutto il mondo con 150 testate online di quotidiani internazionali: presto sarĂ possibile accedere ad oltre 1500 testate. Si sta costruendo il sito “Infopontiweb tutto il mondo in bibliotecaâ€? raccogliendo e selezionando risorse in rete. Ci saranno aperture domenicali straordinarie con letture teatrali ecc. GiĂ sabato 19 marzo ai Capannoncini a cura del Mosaico è programmata la fiabe teatralizzata “La Pagnotta profumata della nonnaâ€? in italiano e arabo. L’orario del nuovo servizio: a Lumezzane il mercoledĂŹ dalle ore 16 alle 18 e il sabato dalle 10.30 alle 12.30; a Gardone Val Trompia il giovedĂŹ dalle 9 alle 12 e il venerdĂŹ dalle 15 alle 19.

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con un’attenzione particolare al percorso conoscitivo portato avanti dai giovani creativi dalle fucine alle forge. L’evento è la restituzione della prima edizione di “Aperto 2010â€?, un racconto attraverso i nuovi linguaggi multimediali. Una rielaborazione questa, che racconta il viaggio fra la tradizione dei fabbri e la produzione industriale delle forge: una lettura in chiave multimediale del rapporto fra arte ed impresa. “Leggere il passato

ed il presente per progettare il futuro: questo il metodo utilizzato – ha spiegato il direttore artistico della manifestazione Giorgio Azzoni – ovvero la scoperta di un modo di lavorare che appartiene al passato, attraverso il viaggio nelle fucine. Tutto questo ha portato alla rielaborazione di oggetti della produzione tradizionale in chiave artistica, sotto l’attenta guida del “maistèrâ€? (capo fucina). L’osservazione del lavoro industriale attraverso

la visita alle forge ha restituito a pieno la trasformazione del lavoro artigiano portato a grandi dimensioni per un mercato sempre piĂš internazionaleâ€?. Tutto questo ha dato vita alle esperienze artistiche in esposizione a Bienno nel palazzo Simoni Fe’. I mezzi dell’arte multimediale diventano strumenti per la costruzione di un prodotto creativo. Per l’occasione, la rivista “Tam-tamâ€? racconta l’esperienza di documentare e comunicare un evento d’arte.

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iovedĂŹ 11 marzo alle ore 12 scadeva il bando per la vendita delle quote pubbliche della SocietĂ â€œBorno Energia Pulita Spaâ€?, di cui il Comune di Borno è socio per il 51%, con una quota simbolica del 3,5% di proprietĂ della Funivia Boario Borno Spa, di cui peraltro il Comune è socio di riferimento. Borno Energia Pulita, sintetizzata con l’acronimo “Bepâ€?, è una societĂ nata per lo sfruttamento, ai fini di produzione di energia idrolettrica dall’acqua del torrente Trobiolo e con la possibilitĂ di utilizzare, sempre allo stesso scopo, anche una centralina sull’acquedotto di Lovareno. Ma la societĂ non è mai entrata in funzione e in questi anni la sua inattivitĂ ha comunque avuto delle passivitĂ dovute agli adempimenti amministrativi e normativi. Una volta ottenuta la concessione per lo sfruttamento delle acque del torrente

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significato portare nelle casse dei soci pubblici un aumento non indifferente di almeno il 10% rispetto a quanto ipotizzato alla vigilia della vendita. Ora il Comune di Borno incasserĂ una quota di circa 800mila euro che avrĂ due utilizzi immediati: una parte servirĂ a riscattare la fideiussione verso la Banca di Vallecamonica concessa dal Comune di Borno a favore dell’altra sua societĂ partecipata, la SocietĂ Funivia Boario-Borno Spa; una seconda parte servirĂ per un investimento sull’acquedotto di Lovareno, dove verrĂ realizzata una centralina per la produzione di energia idroelettrica, da cui il Comune ricaverĂ annualmente una quota di circa 170mila euro. Denari, questi, che serviranno soprattutto per far cassa autonomamente e quindi consentiranno al Comune di realizzare opere pubbliche molto utili alla comunitĂ bornese. Si è trattato di passaggi molto delicati

e spesso criticati, zeppi di malintesi e a volte di critiche avanzate anche in non perfetta buona fede. Infatti c’era chi sosteneva che lo sfruttamento dell’acquedotto di Lovareno avrebbe comportato ancora spese, esborsi, altri indebitamenti. Il “business planâ€? illustrato dal sindaco Antonella Rivadossi dimostra esattamente il contrario: l’investimento verrĂ ripagato con comodo nel tempo, mentre il flusso di cassa sarĂ pressochĂŠ im-

mediato. Ma non solo: il passaggio della vendita delle quote di proprietà del Comune di Borno è stato effettuato ai sensi della norma entrata in vigore nel 2010 che obbliga i Comuni a dismettere le quote di società partecipate, quando non sono produttive e mancano di elementi giudicati come fondamentali o strategici Era il caso della Bep: il Comune allora ha fatto la scelta di rispettare la norma e salvaguardare un patrimonio di tutti.

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Una guida veloce e facilmente consultabile che orienti il turista e il lettore nella scoperta dei prodotti enogastronomici della terra camuna. L’assessorato all’Agricoltura della ComunitĂ montana di Valle Camonica ha presentato l’attivazione di tre iniziative: l’apertura del sito internet “Sapori di Valle Camonicaâ€?; la realizzazione di quattro dvd a carattere informativo-tematico dedicati ai “Sapori di Valle Camonicaâ€? (formaggi vaccini, caprini, frutti e vini); attivitĂ di informazione e di promozione nelle scuole. Per intensificare la promozione della produzione agroalimentare nella vallata dell’Oglio, alla II edizione del volumetto “Sapori di Valle Camonicaâ€? è stata affiancata la realizzazione del sito internet www.

saporidivallecamonica.it. Un breve excursus essenziale del panorama agroalimentare locale, con la trattazione relativa sia ai prodotti che ai produttori. Ăˆ stata poi associata una pagina dedicata alla propria presentazione ed a quella dei prodotti, attraverso l’adozione di un taglio turistico utile ad orientare l’utente nella possibile visita al territorio. Sono stati preparati quattro dvd a carattere informativo-promozionale. Ogni filmato ha la durata di 25 minuti e tratta i temi delle produzioni agroalimentari della Valle. Questo lo schema: introduzione, descrizione ambientale, scheda tecnica dei prodotti, consigli circa i vari utilizzi gastronomici. Questi strumenti sono scaricabili dal sito www.saporidivallecamonica.it.

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a una consapevolezza verso le condizioni di vita e le sofferenze ‘evitabili’ degli animali, usati dall’uomo in diversi modi: l’alimentazione, l’allevamento, la compagnia, per ďŹ nalitĂ terapeutiche (la ‘Pet therapy’), per lo sport, nei circhi, eccâ€?. Tutto ciò è stato di stimolo per il legislatore europeo che ha emanato norme restrittive e puntuali in questa materia. In particolare sono stati adottati provvedimenti per gli allevamenti

intensivi e i trasporti. In questi casi è fondamentale che l’animale trasportato abbia soddisfatti i bisogni primari (fame e sete) e disponga di protezione adeguata per le situazioni climatiche avverse. Il Dpr 320/54 stabilisce ad esempio che il numero dei capi caricati sia proporzionato alla capienza del veicolo, cosĂŹ che gli animali non abbiano a soffrire; che i veicoli vengano sempre puliti e disinfettati. C’è poi da ridurre al minimo la durata del viaggio;

tutelare le femmine che han partorito di recente; le strutture di carico e scarico debbono essere usate in modo da evitare lesioni, o sofferenze. L’autorizzazione che accompagna gli animali deďŹ nisce le condizioni nelle quali possono essere trasportati. Nessuno può esercitare l’attivitĂ di trasportatore di animali vivi, a meno che non sia titolare di autorizzazione rilasciata dall’autoritĂ competente. Ovviamente esistono anche sanzioni per gli inadempienti.

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Breno, presso l’auditorium “Mazzoliâ€? della ComunitĂ montana di Valcamonica, è stata presentata una sezione dell’associazione dedicata al Consorzio Tutela dei Vini ad indicazione geografica tipica Valcamonica, ai vini e alle aziende del territorio del sito internet www. italiadelvino.com. Tale portale è dedicato al settore enologico e si propone di realizzare una completa classificazione di vini e vitigni italiani, al fine di rappresentare una cartina esaustiva del vino di qualitĂ prodotto in Italia. Si tratta di un passo importante per promuovere i vini ed il territorio legato ad un progetto futuro di una presenza all’Expo 2015 di Milano. Tale strumento elettronico rappresenta un importante investimento anche dal punto di vista innovativo e tecnologico, in quanto su di esso sono sperimentate le ultime tecnologie sviluppate per permettere un miglior collegamento con i motori di ricerca, al fine di garantire un piĂš alto numero di contatti. Il sito

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www.italiadelvino.com è un progetto di Mauro Giacomo Bertolli per “Answerâ€? e di Massimo Muntangesu per “Erika 2000â€? (realtĂ riunite entrambe sotto il marchio “Professional Consultingâ€?). In occasione dell’incontro è stata anche presentata la partecipazione del Consorzio Tutela Vini ad indicazione geografica tipica di Valcamonica al “Vinitalyâ€? che si terrĂ a Verona dal 7 all’11 aprile prossimi. “Questo della creazione del porta-

le – hanno sottolineato Bertolli e Muntangesu – è il primo passo di collaborazione con i Consorzi di tutela. All’interno del sito internet si trovano anche dettagliate schede di presentazione delle singole aziende vinicole che aderiscono al progetto e dei vini da esse prodotti. Il nostro obiettivo è completare questo percorso per il prossimo “Vinitalyâ€?, ove presentarci con la mappa aggiornata in tempo reale di tutto il vino italianoâ€?.

/D %LW ULODQFLD OH 7HUPH La societĂ â€œTerme di Boarioâ€?, con uno stand semplice, ma accattivante ha partecipato all’edizione della Bit (Borsa internazionale del turismo) tenutasi a Milano. Scopo della presenza – ha spiegato Francesco Gheza, funzionario responsabile – era presentare le molteplici offerte legate alle Terme stesse, come l’hotel “Rizzi Aquacharmeâ€?, le sale congressi, il centro “Benessereâ€?, il parco con le sue attrazioni. Il successo e le presenze degli addetti ai lavori sono stati superiori alle aspettative. Appunto in questa sede, sono stati presi contatti con i migliori “tour operatorâ€? italiani ed aperte trattative per arrivi anche dall’estero. Forte interessamento è arrivato da aziende specializzate in eventi, formazione ed incentivi aziendali con particolari apprezzamenti circa le attrazioni del parco da utilizzare per possibili incontri. Nella

giornata ďŹ nale, riservata al grande pubblico, il materiale pubblicitario previsto è stato completamente esaurito. Molto gradito l’omaggio “Acqua Boarioâ€? che ha consentito di dissetare in modo “salutareâ€? tanti visitatori. Con marzo è scattata l’operazione “Viva la donnaâ€?. L’iniziativa è riservata a donne speciali: perchĂŠ si concedano una meritata pausa, dimentichino lo “stressâ€? quotidiano, si dedichino alla propria bellezza; per tutto l’intero mese le Terme festeggeranno la donna con un ingresso scontato del 10% sul percorso “Spaâ€? di 3 ore; la maschera termale per il viso a 15, anzichĂŠ a 20 euro. La guida “Accordi 2011â€? degli Oratori delle diocesi lombarde, giunta alla sua settima edizione (alla quale è abbinata una tessera di riconoscimento) è lo strumento di riferimento del tempo libero degli oltre 3.000 oratori

della Lombardia: Viene distribuita ad oltre 100mila utenti e contiene condizioni agevolate per gli iscritti. Si tratta di un sistema ben rodato che consente a giovani, ragazzi, famiglie ed educatori di sviluppare, in piena sicurezza, il tema del tempo libero e delle attivitĂ educative dell’estate 2011. La Regione Lombardia ne ha riconosciuto l’alto valore educativo, dando la propria collaborazione all’iniziativa. Dal 28 febbraio ha ripreso a funzionare a pieno regime il centro di cure “Violatiâ€?. Si tratta di un’apertura fortemente anticipata, rispetto alla media delle altre stagioni. Risponde comunque alle esigenze di un pubblico termale che intende concludere bene l’inverno e premunirsi avvedutamente nei confronti dei piccoli malanni della primavera, appunto con le cure termali.


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‹ƒœœƒ ƒ˜‘—” ƒ ‘˜ƒ–‘ ƒ Dz ƒÂ?’ƒ‰Â?ƒ ƒÂ?Â‹Â…ÂƒÇł †‡Ž Â?‡”…‘Ž‡†¿ Per tre mesi l’acciottolato di piazza Cavour torna ad ospitare un mercato. Non si tratta di quello merceologico, che da una decina d’anni ha lasciato il salotto di Rovato per approdare al Foro Boario: in piazza Cavour, ogni mercoledĂŹ dalle 8 alle 13, arriva la “Campagna Amicaâ€? del mercato con prodotti a chilometro zero di Coldiretti. Grazie a una sinergia fra l’associazione di categoria dei coltivatori diretti e l’assessorato comunale al Commercio e alle

attivitĂ produttive, una dozzina di banchi provenienti dalla provincia troverĂ spazio a ridosso del porticato. Nello speciďŹ co, in piazza a Rovato ci saranno piĂš di una decina di imprenditori agricoli bresciani, pronti a vendere quanto coltivato o allevato nelle aziende: per i consumatori sarĂ possibile acquistare direttamente dai produttori frutta e verdura fresca e di stagione, formaggi vaccini e caprini freschi e stagionati, salami e insaccati vari, miele, marmellate

artigianali e succhi di frutta, farine, vino e olio bresciani, ma anche piantine da orto e ďŹ ori. I mercati di “Campagna Amicaâ€? rappresentano una garanzia per i consumatori di acquistare prodotti freschi e di qualitĂ a prezzi competitivi, un metodo per migliorare i redditi dei produttori offrendo opportunitĂ di vendita e una educazione del consumatore a un acquisto responsabile attraverso l’offerta di prodotti di stagione e del territorio. (d.p.)

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a Franciacorta avrĂ , entro il 2013, un nuovo depuratore consortile con sede a Rovato. I lavori sono iniziati a febbraio 2011 con quattro cantieri in simultanea, di cui uno presso l’area ove sorgerĂ l’impianto e tre lungo il tracciato dei collettori. Oltre ai quattro Comuni interessati dai lavori, grazie alle opere di collettamento giĂ parzialmente realizzate nello scorso decennio, sarĂ possibile il collettamento dei reflui anche dei Comuni di Erbusco, Passirano, Paderno Franciacorta e Provaglio d’Iseo. Ăˆ un’opera importante, progettata a servizio di 8 Comuni. Essa consen-

tirà la dismissione di sei piccoli depuratori comunali, ormai inadeguati per garantire un livello ottimale di depurazione degli scarichi, e la posa di 18 km di collettori fognari, nei Comuni di Cazzago S. Martino, Coccaglio, Cologne e Rovato. Lo realizzerà e gestirà in località Manganino, al confine tra Rovato e Cazzago, nella frazione Duomo, Acque ovest bresciano 2 (Aob2), la società di gestione del ciclo idrico integrato per l’Ovest bresciano, presieduta da Angelo Zinelli e diretta da Paolo Saurgnani, che ha seguÏto la complessa procedura europea come ente appaltante e committente. La realizzazione di questo impianto

consortile consente di raggiungere diversi obiettivi legati alla qualità della vita dell’intero territorio. In primo luogo, un unico impianto consente una migliore qualità degli scarichi, al punto che l’acqua in uscita, immessa nella Roggia Castrina, potrà essere utilizzata per usi irrigui, limitando i problemi di siccità estiva nell’area. Inoltre, il controllo e la manutenzione permettono

una maggiore flessibilità di gestione, tale da garantire la continuità del servizio e la razionalizzazione dei costi. Infine, la nuova dorsale di collettamento che attraverserà la Franciacorta velocizzerà l’allacciamento alla fognatura di ampie zone non ancora fognate. Particolare soddisfazione viene espressa, a questo proposito, dall’ing. Mauro Olivieri di Aob2, progettista e diret-

tore dei lavori: “L’impianto che stiamo realizzando è una vera e propria struttura al servizio delle comunitĂ della Franciacorta e, sul piano della sostenibilitĂ ambientale, garantirĂ al termine del ciclo di depurazione una qualitĂ dell’acqua potenzialmente fruibile per l’agricoltura, consentendo significativi risparmi idrici, contribuendo ad evitare le siccitĂ estiveâ€?. Il nuovo depuratore servirĂ oltre 60mila euro i residenti, in 130 km2 di territorio, che beneficeranno di questo impianto, progettato per gestire, su tre linee di trattamento autonome, gli scarichi di 90mila abitanti equivalenti (residenti piĂš industriali): un margine sufficientemente alto rispetto alla popolazione attuale e pensato per riuscire a gestire senza affanni il trend demografico in crescita che da anni riguarda l’area della Franciacorta. Tutta l’infrastruttura avrĂ un costo di oltre 26 milioni di euro, di cui 15 milioni messi a disposizione da Aob2, 3 milioni di euro dai Comuni interessati, 1,5 milioni di euro da Stato e Regione e 7,5 milioni di euro dall’AutoritĂ d’ambito Territoriale ottimale (Aato).

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,O OHJJHQGDULR YLDJJLR GL &DUOR 0DJQR Il 25 marzo alle 20.30 a Iseo, presso la Sala Civica Castello Oldofredi, Gabriele Medolago presenta “Il leggendario viaggio di Carlo Magno da Bergamo, alla Valle Camonica, al Trentinoâ€?. Il 30 marzo a Ome nella cantina “Al Rocolâ€? di via Provinciale 79, l’onorevole Sandro Fontana si sofferma su “150 anni di convivenza e di UnitĂ â€?. Gli incontri rientrano nell’ambito della 19ÂŞ edizione della “Primavera Culturaleâ€?, la manifestazione del Centro culturale di Franciacorta e Sebino organizzata con l’Uspaaa (UnitĂ salvaguardia patrimonio archeologico artistico architettonico). Il Centro, con sede a Bornato, nacque come Centro artistico bornatese nel 1972 ad opera di alcuni giovani interessati all’arte e alla storia

locale. In collaborazione con artisti locali organizzarono una scuola d’arte, di pittura e scultura, che aggregò in quegli anni, socialmente conittuali, i giovani interessati a conoscere meglio il proprio territorio ricco di vestigia antiche, tanto da farlo deďŹ nire “una piccola Toscanaâ€?. Il Centro si allargò poi alla Franciacorta e al Sebino dove dal 1987 si tiene una Biennale in cui l’evento principale è un Convegno di storia locale di cui si sono sempre pubblicati gli Atti; un Concorso a borse di studio per universitari e ogni anno la Primavera culturale che dĂ spazio ai giovani neolaureati e ai professionisti e cultori di storia che apportano nuovi contributi alla conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico e ambientale.

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Il Convento dell’Annunciata di Rovato ospita un percorso antropologico sulla marginalitĂ : il tema è il viaggio. Il 14 marzo interviene Carlo Sini su “Il viaggio fra mito e religione: Abramo contro Ulisseâ€?; il 21 marzo tocca a Duccio Demetrio con “FilosoďŹ a del camminoâ€?; il 29 marzo Marco Guzzi con “Viaggio al centro del cuoreâ€?; il 4 aprile Giorgio Bonaccorso si sofferma su “Il pellegrinaggio: il centro è altroveâ€?; Luigi Verdi, l’11 aprile, affronta

Tutti i Comuni della Franciacorta stanno promuovendo il progetto provinciale, nato nell’ambito del progetto GioventĂš Card e in occasione del 150° anniversario dell’UnitĂ d’Italia: il bando di concorso “I giovani e l’Italia unitaâ€?. Il concorso, patrocinato dal ministero della GioventĂš, è aperto a tutti i giovani di etĂ compresa tra i 18 e i 35 anni e consiste nella produzione di uno scritto da consegnare entro il 16 maggio. La rete degli Informagiovani di

“Il cammino della Chiesa. Tra fedeltĂ e cambiamentoâ€?. Il ciclo di conferenze si conclude il 18 aprile con padre Ermes Ronchi, che spiega “Il viaggio, paradigma della vita umanaâ€?. Gli incontri iniziano alle 20.30. Sempre a Rovato, ma all’oratorio di via S. Orsola, prosegue il percorso “Cristiani nella cittĂ â€?: il 24 marzo Luciano Corradini su scuola e Costituzione italiana; il 31 marzo Renato Zaltieri sulla disoccupazione giovanile. Inizio alle ore 20.30.

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Erbusco, Cazzago, Coccaglio, Rovato e Cologne è in campo per fornire maggiori dettagli ai giovani interessati. Oltre a questo, alcune realtĂ hanno messo in campo una serie di incontri sul tema dell’UnitĂ d’Italia. A Rovato, in biblioteca, in corso Bonomelli, 37: venerdĂŹ 25 marzo il giornalista Enrico Mirani, presenta il libro “Dal Monte Orfano alla Costituzione: storia di Oreste Bonomelli, socialista, antifascista e deputatoâ€?. Inizio alle ore 21, ingresso libero.

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e anche il rigore calciato da Caracciolo contro l’Inter fosse finito in rete, allora sĂŹ che tutti i tifosi bresciani avrebbero apprezzato fino in fondo le nuove reti tricolori che sono state attaccate alle porte dello stadio Rigamonti per festeggiare i 150 anni dell’UnitĂ d’Italia. L’esultanza invece è rimasta strozzata in gola, ma a Montisola si è festeggiato lo stesso: il retificio “La reteâ€? ha fatto goal ancora una volta. Le reti che omaggiano la bandiera italiana vengono infatti prodotte qui, dove un antico sapere artigianale si mescola al marketing moderno. “La reteâ€? è l’unica azienda rimasta a Montisola a produrre reti esportandole oggi in tutto il mondo. Le reti verdi, bianche e rosse usate nello stadio di Brescia sono solo uno dei traguardi raggiunti da questa particolare realtĂ aziendale: “Per noi – spiega Fiorello Turla, uno dei titolari del retificio bresciano – questa è stata proprio una iniziativa nata dal cuore, dalla voglia di fare qualcosa per celebrare

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commessa per le porte degli stadi mondiali di Giappone e Corea. Recentemente, l’ultimo retificio rimasto attivo a Montisola ha fornito le reti di sicurezza e di delimitazione delle piste da sci in occasione di una gara di Coppa del mondo in Italia e dei Mondiali di Garmish. “Oggi – aggiunge ancora Turla – realizziamo reti di tutti i tipi: per il calcio, per il tennis, per la pallavolo ma anche per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Per noi lavorano 15 persone, tutte residenti a Montisola, che portano cosĂŹ avanti la storica tradizione del nostro territorioâ€?. Le reti tricolori fatte a Montisola verranno impiegate per il campionato di serie A fino a domenica 20 marzo e poi verranno utilizzate per le semifinali e la finale del torneo di Coppa Italia.

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8Q VHUYL]LR SL HIILFDFH FRQ SRVWL OHWWR Decolla, a piĂš di due anni dall’avvio dei lavori d’ampliamento-riqualificazione da oltre due milioni di euro, la Casa di riposo “Martinelli Granata Piantoniâ€?. Dopo il recente ok dell’Asl, la rinnovata Rsa colognese vanta ben 60 posti letto disponibili (50 accreditati dalla Regione): ben 10 in piĂš rispetto a quelli precedenti. Sei camere e due saloni ex novo integrano gli ambienti dedicati alla terza etĂ , mentre da poco è operativa anche l’enorme nuova cucina ora “sfornanteâ€? un centinaio di pasti giornalieri, ma omologata per prepararne fino a 350. “Abbiamo rifatto l’appalto col Comune per la consegna dei pasti a domicilio, prima affidata ai volontari e ora passata direttamente alla ditta che li prepara – ha specificato il direttore Agostino Capitanio –, ma l’intenzione è quella, considerando la disponibilitĂ di mezzi e spazi, di allestire anche una sala per servire quotidianamente 365 l’anno un pasto caldo a prezzo contenuto ad anziani soli o bisognosi e anche di sfruttare la moderna cucina come centro cottura per pasti erogati al di fuori dalla Casa di riposo, come per esempio nelle scuole limitrofeâ€?. Attese novitĂ per l’attivitĂ motoria in palestra “orientata a specializzarsi sempre piĂš in ambito sanitario, avvalendosi di personale fisioterapico medico esperto, mentre si accinge al termine l’apprezzatissimo 1° corso gratuito di computer-internet per adulti sdoppiatosi su due giorni a settimana per accontentare il boom di partecipanti (previsti 20, iscritti in 60)â€?. â€œĂˆ l’ultima sistemazione del parcheggio

sul retro, che si concluderĂ nel giro di un mese – ha anticipato Capitanio –: l’ampliamento potrĂ dirsi concluso: un bel traguardo per l’importante struttura ora pienamente funzionante, ma verso la quale sono giĂ pronte altre idee orientate sempre all’allargamento e al miglioramento dei servizi, interni ed esterni. Molte le iniziative di socialitĂ , tra cui i coinvolgenti “Giochi della terza etĂ â€? zonali di maggio. (a.s.)

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Bagolino. Per la mostra Correggiari ha creato con inventiva vitalità una grande varietà di situazioni e oggetti, mentre Stagnoli ha dipinto il Carnevale con grande energia e il suo inconfondibile tratto ruvido e cupo. Il Carnevale di Antonio Stagnoli lascia poco spazio al movimento gioioso di questa festa. Il clima giocoso della festa arriva quando l’artista rappresenta strumenti musicali o altri oggetti come le maschere o i cappelli dei Ballerini che gli abitanti di

Bagolino cuciono. La mostra, presso lo Studio d’Arte Zanetti in via Fioravante Moreschi 2, è accompagnata da un catalogo edito dalla Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori, che traccia la storia del Carnevale di Bagolino. Gli orari sono i seguenti: da mercoledĂŹ a venerdĂŹ dalle 10.30 alle 12 e dalle 16 alle 19, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 19. Chiuso il lunedĂŹ e il martedĂŹ; aperta su appuntamento fuori dagli orari stabiliti.

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rove di unitĂ tra le quattro province del Lago di Garda. L’impegno è stato preso a Sirmione nel corso di un incontro, svoltosi al Grand Hotel Terme, fra i presidenti provinciali di Brescia, Daniele Molgora, di Verona, Giovanni Miozzi, di Trento, Lorenzo Dellai e il vicepresidente di Mantova, Giorgio Rebuschi. Le quattro province hanno dato seguito alla decisione, presa lo scorso luglio, di dar vita ad un Comitato Province del Garda che collabori alla salvaguardia e alla valorizzazione del lago. Due le prioritĂ attorno alle quali concentrare gli sforzi: la tutela delle acque e la promozione turistica. E su queste prioritĂ sono stati calendarizzati nel mese di marzo due tavoli operativi per assumere decisioni condivise e rapide. Il 15 sarĂ dedicato al tema dei livelli e dell’impiego delle acque, mentre il 23 si discuterĂ di una comune programmazione di eventi e manifestazioni. Ma qualcosa di concreto, in materia di ambiente e di tutela delle acque, c’è giĂ e riguarda gli scarichi nel fiume Mincio dei reflui fognari trattati dal depuratore di Peschiera. Attualmente finiscono nel fiume prima della diga di Salionze, ma è giĂ stato valutato un progetto, frutto di uno studio scientifico di impatto ambientale, che prevede lo spostamento piĂš a valle, consentendo una maggior diluizione degli scarichi con costi estremamente contenuti. Sul Garda i problemi da risolvere non mancano. “Intendiamo confrontarci − ha precisato Molgora − per trovare soluzioni unitarie ai problemi del Garda. Alcuni temi, di piĂš stretta attualitĂ , come quelli dell’ambiente e del turismo, sono giĂ stati affrontati. Su queste tematiche entro la fine di marzo si riuniranno dei tavoli di lavoro cui parteciperanno gli assessori competenti per prendere decisioni sui livelli del lago, sul coordinamento degli eventi, sull’osservatorio del turismo e sulla promozione unitariaâ€?.

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Razzi ha posto l’accento sul tema della viabilitĂ ritenuta fondamentale per lo sviluppo futuro dell’area e sulla valorizzazione delle piste ciclabili per le quali è allo studio una mappatura che proponga i vari itinerari mettendo in luce anche le eccellenze enogastronomiche. “Ritengo – ha affermato l’assessore – che il turismo e la cultura possano e debbano percorrere strade comuni per sviluppare progetti in sinergiaâ€?. Nel corso del vertice sirmionese è stata affrontata anche la questione dell’aeroporto Catullo, strategico per l’intero bacino gardesano, per la quale viene auspicata una soluzione definitiva. “Siamo ottimisti – ha dichiarato Miozzi − nel raggiungimento di un accordo in tempi breviâ€?. E perchĂŠ non essere ottimisti?. Anche se sono almeno 40 anni che Regioni, Province, Consorzi, Comitati, ComunitĂ e AutoritĂ , a piĂš riprese, promettono “unitĂ di intenti e un unico organismo per l’area del Garda con il compito di individuare e valutare le soluzioni piĂš adeguate dei problemi dell’area e di concordare le conseguenti iniziative sia sul piano amministrativo che su quello legislativoâ€? il neonato Comitato Province del Garda non nasce forse nel pieno dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’UnitĂ d’Italia?

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Si è dimostrata vincente la scelta innovativa di vendere i biglietti della stagione 2011 direttamente sul sito della rassegna www. anďŹ teatrodelvittoriale.it. A 4 mesi dall’inaugurazione del Festival che si terrĂ a Gardone Riviera dal 3 luglio al 13 agosto sono giĂ oltre 100 i biglietti giornalieri venduti per la data di Lou Reed (vedi foto) che torna in Italia dopo quattro anni. L’icona del rock sarĂ ospite al “Nuovo festival del Vittoriale – Tener –a –menteâ€? il 22 luglio.

Il 25 marzo con il prof. Angelo Guerraggio (“Il ruolo degli scienziati nell’Italia unitaâ€?) proseguono gli incontri presso l’istituto Perlasca sull’UnitĂ d’Italia in Valle Sabbia. Il 31 marzo tocca al prof. Luigi Bianchi soffermarsi su “Dalla solidarietĂ alla Cooperazione in Valleâ€?; il 6 aprile a Marcello Zane con “Da valsabbini a italianiâ€? e il 30 aprile con il coro “Alte Cimeâ€? di Brescia vengono presentati i “Canti alpini e amore per la patriaâ€?. Inizio alle 20.30.

Cresce l’attesa per l’Ifsc Climbing world championship, in programma per la sua prima volta in Italia quest’estate, precisamente tra il 15 e il 24 luglio, ad Arco in Trentino. Ăˆ una manifestazione maiuscola, sia dal punto di vista sportivo, sia da quello socioturistico, con conseguente prestigio per tutta l’area dell’Alto Garda trentino. La cittadina trentina è una delle protagoniste delle prime esplorazioni in verticale italiane, databili all’inizio degli anni ‘80.

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Sabato 19 marzo a Salò avrà luogo nella Sala dei Provveditori del Municipio di Salò la cerimonia di attribuzione del riconoscimento di cittadino emerito del Garda al senatore Fabiano De Zan, al senatore Mario Pedina (ad memoriam) e al senatore Francesco Zane (ad memoriam). Alle 17 sono previsti gli interventi, fra gli altri, del prof. Sandro Fontana, del sen. Fabiano De Zan e del presidente della Comunità del Garda, Aventino Frau.

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na passeggiata tra le mura. A partire da domenica 6 marzo è iniziata la nuova stagione di visite guidate alla Rocca d’Anfo che proseguirĂ per tutta primavera ed estate. Ogni sabato e domenica sarĂ possibile prendere parte alle escursioni sotto la guida degli appassionati volontari del Gruppo Sentieri Attrezzati Idro 95 dalle 8.30 alle 14. Le visite si svolgono a condizione che venga raggiunto un numero minimo di partecipanti. Inoltre, è possibile effettuare prenotazioni per i gruppi con un minimo di venti partecipanti anche durante i giorni feriali e scegliendo l’orario a loro piĂš comodo. Sia per le visite guidate durante i weekend che per quelle “specialiâ€? per i gruppi, la prenotazione è obbligatoria e deve essere effettuata presso l’Agenzia territoriale turismo Valle Sabbia e Lago d’Idro (via telefono e fax allo 0365/83224, cellulare 3663381511 o via e-mail all’indirizzo info@vallesabbia.info). Una speciale giornata di visite avverrĂ sabato 9 aprile nell’ambito della rassegna sulla montagna “Verso la cimaâ€? che coinvolgerĂ diversi paesi della Valle Sabbia dal 13 marzo al 22 maggio: “Una gita tra le mura che hanno visto la storia d’Italiaâ€?. L’obiettivo di questo nuovo anno del Gruppo Sentieri Attrezzati Idro 95, presieduto da Sergio Rizzardi, è ampliare il museo Rocca d’Anfo

trovando spazio nella stessa palazzina ma sui due piani inferiori questo è l’impegno grazie al contributo della Provincia. Queste guide instancabili lanciano un appello sul loro sito rinnovato a tutti coloro che possiedono reperti storici: “Per tutti quelli che vorranno consegnarci reperti bellici appartenuti ai genitori o al

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7UD HVFXUVLRQL DO FKLDU GL OXQD H SURLH]LRQL Ritorna la rassegna “Verso la cimaâ€? sostenuta dalla ComunitĂ montana di Valle Sabbia e da Secoval, che coinvolge diversi paesi e associazioni presenti sul territorio. Protagonista la montagna valsabbina e non solo, con eventi culturali e sportivi ad essa dedicati dal 13 marzo ďŹ no al 22 maggio 2011 che coinvolgeranno biblioteche, associazioni e appassionati da Sabbio Chiese a Vestone, dalle Pertiche a Odolo ďŹ no alla Rocca di Anfo.

Inizio dunque avvenuto domenica 13 marzo con una gita sulla neve in Maniva con sci e ciaspole, continuando mercoledĂŹ 16 marzo a Sabbio Chiese con storie di alpinismo di Beppe Chiaf e un video sul freeclimbing. Sabato 19 marzo dalle ore 17 è prevista un’escursione al chiar di luna da Comero al Rifugio Nasego in compagnia del gruppo Amici della montagna. GiovedĂŹ 24 marzo proiezione dei ďŹ lm “Le Alpiâ€? di Folco

Quilici presso la biblioteca di Odolo alle ore 20.30, mentre domenica 27 marzo sarĂ la volta di un’altra escursione, “All’ombra della Corna Blaccaâ€?, stavolta tra le piccole vallecole intorno a Forno d’Ono. Le iniziative di marzo si concludono giovedĂŹ 31 con la proiezione dei ďŹ lm “Avventura sul Cervinoâ€? e “Non si è mai veramente in altoâ€?, presso la biblioteca di Odolo. Anche quest’anno, inoltre, alla rassegna sarĂ legato un concor-

so: se nella precedente edizione era stata la fotograďŹ a la protagonista di “Obiettivo Valle Sabbiaâ€? e la mostra delle foto inviate dai partecipanti è stata proposta in diverse biblioteche della Valle, quest’anno è la scrittura a fare da padrona. Indetto e giĂ aperto, quindi, il concorso di scrittura “Raccontare la montagnaâ€?, con scadenza il 30 giugno 2011. Per informazioni, www.versolacima.it


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e felci sono tra le piante ornamentali piĂš diffuse negli appartamenti. Sono piante molto particolari, infatti non presentano nĂŠ fiori nĂŠ frutti, il loro sviluppo è assicurato da piccole spore scure, che si possono trovare riunite in “sacchettiâ€?, detti sporangi, generalmente presenti sulla pagina inferiore all’apice del fogliame. Le specie coltivate in casa sono moltissime, ed appartengono generalmente al genere Adiantum, Asplenium o Nephrolepsis; ogni anno però i vivaisti coltivano nuove specie e varietĂ , visto la facilitĂ di coltivazione di queste piante e la buona adattabilitĂ al clima casalingo. Alcune delle specie coltivate in appartamento sono le stesse che possiamo trovare nel bosco, perchĂŠ queste piante ben si adattano a climi anche ben differenti dal clima del luogo di origine. Quindi non sempre la felce che si tiene in casa proviene da luoghi esotici, talvolta è una specie autoctona italiana. Sicuramente le principali

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esigenze delle felci riguardano le annaffiature e la luce; queste piante prediligono luoghi ombreggiati, non colpiti dai raggi solari diretti, e sopportano anche di essere coltivate in posizioni completamente buie. Fondamentale è l’apporto di acqua: praticamente tutte le specie di felce in natura si sviluppano in luoghi freschi e umidi, ma non necessariamente nei pressi di corsi d’acqua; prediligono invece una umiditĂ costante ma non eccessiva. Quindi è fondamentale che il terreno in cui vengono tenute le felci sia costantemente umido, ma non inzuppato d’acqua; servono dunque annaffiatu-

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re frequenti, evitando però di annaffiare con grandi quantitĂ di acqua. Piuttosto bisogna mantenere umida l’aria attorno alla felce; questo si può ottenere coltivando la pianta in un ampio vassoio riempito di perlite, lapillo, pietra pomice o argilla espansa: la presenza nel vassoio costantemente qualche centimetro di acqua farĂ in modo che l’umiditĂ attorno alla pianta sia alta, grazie alla costante evaporazione dell’acqua; inoltre il vassoio raccoglierĂ tutta l’acqua delle annaffiature in eccesso. Ăˆ però fondamentale che l’acqua contenuta nel vassoio non raggiunga mai la base del vaso. Periodicamente, almeno ogni 10-12 giorni, va aggiunta all’acqua delle annaffiature un concime specifico per piante verdi. Le felci sono piante sempreverdi, non hanno quindi mai un vero e proprio periodo di dormienza; in ogni caso durante i mesi in cui l’insolazione giornaliera è ridotta evitiamo le concimazioni, perchĂŠ la pianta di solito rallenta il proprio sviluppo.


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Dedicare alcuni metri quadri di un giardino alla realizzazione di un orto è un’ottima idea. La possibilitĂ di avere ortaggi e piante aromatiche di propria produzione è oltre che un piccolo risparmio economico anche una grande soddisfazione, poter mangiare oggi cibi non trattati con pesticidi e conservanti vari non è poco. Per prima cosa è necessario individuare nel giardino una zona ben esposta al sole nel periodo

Si tiene sino a domenica 20 marzo la manifestazione Verde Casa, l’appuntamento con il verde che si rivolge ad un pubblico di appassionati e per chi vuole dare un tocco di colore in piĂš alla propria casa. Verde Casa si tiene presso la ďŹ era di Padova e propone idee e composizioni giĂ pronte per essere inserite negli spazi di casa come parte dell’arredo. Per informazioni www.verdecasa.net

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5HVLVWHQWL H IRUWL PD QRQ WURSSR Non c’è casa in cui non sia presente almeno una pianta grassa. Per la loro proverbiale capacitĂ di adattarsi anche alle condizioni piĂš estreme non temono la cura anche del piĂš distratto tra gli amanti del pollice verde. Il loro estremo adattamento all’ambiente arido, fa sĂŹ che questo tipo di piante sia considerato robusto o tollerante alle disattenzioni sulle annaffiature o per l’esposizione alle alte temperature. Per opposte considerazioni, presentano invece molte difficoltĂ in situazioni di scarsa illuminazione e alle basse temperature. Fra le prime condizioni di riuscita della coltivazione delle piante grasse in genere è necessaria una ottimale ambientazione. Per quello che riguarda la luce deve essere ottimale in tutte le stagioni ma non eccessiva, vi sono solo rare le eccezioni per alcune che comunque richiedono luce da buona a diffusa.

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Un occhio di riguardo merita anche la temperatura che deve essere non troppo alta nei mesi estivi e non troppo bassa nei mesi invernali. Sarebbe erroneo mantenerle costantemente a temperature fisse medio-alte, proprio perchĂŠ nei mesi invernali si ha l’induzione alla crescita e alla fioritura e la temperatura ottimale deve restare fra i 5 e i 10 gradi. Ovvio che non bisogna lasciare le piante grasse in balia del gelo. Fatte rarissime eccezioni queste piante non sopportano minime al disotto di 0° C. Allo stato selvatico sono abituate a lunghi periodi di siccitĂ per poi essere sommerse da alluvioni. Nelle coltivazioni amatoriali, è bene sempre moderare le annaffiature, mantenendo umido il suolo nel periodo invernale con una-due bagnature al mese, per poi progressivamente arrivare al massimo di quattro-cinque bagnature nei mesi piĂš caldi.

primaverile-estivo e durante l’inverno al riparo da vento e soprattutto gelate, considerando che la produzione invernale è comunque scarsa un orto ben esposto al sole è fondamentale. Lo spazio necessario per l’orto dipende da quanto si vuole sottrarne al resto del giardino. Con 40 mq di terreno la produzione estiva dell’orto soddisferĂ tranquillamente le esigenze di quattro persone.


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ei giorni scorsi l’Êquipe del dottor Giovanni Troise, responsabile dell’unitĂ operativa di Cardiochirurgia di Fondazione Poliambulanza, ha felicemente portato a termine tre interventi di sostituzione di valvola aortica con protesi “suturelessâ€?. Quella della casa di cura bresciana rappresenta un nuovo tipo di protesi valvolare aortica impiantabile senza la necessitĂ dei numerosi punti di sutura che sono invece inevitabili nell’impianto delle protesi convenzionali. La nuova valvola biologica è monta-

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ta su un dispositivo ad auto-espansione ed auto-fissaggio in lega super elastica a memoria di forma. Basta rimuovere rapidamente la valvola malata e, senza utilizzare alcun punto di sutura, il dispositivo che

supporta la valvola si auto-ancora ai tessuti al posto della valvola nativa. I vantaggi di questo approccio sono molteplici. Il primo è che, a fronte della procedura tradizionale, l’intervento si svolge in un tempo sensibilmente ridotto. Il secondo vantaggio, conseguente, è che si riducono al minimo i rischi e le complicanze di un intervento chirurgico tradizionale. Il terzo è che tale sostituto protesico è l’ideale per condurre l’intervento con approccio mini-invasivo, cioè con accessi chirurgici ridotti. Tutto questo favorisce in maniera significativa il decorso post-ope-

ratorio di questi pazienti che sono, quasi sempre, pazienti molto anziani e con varie patologie associate La Poliambulanza è uno dei primi centri in Italia a proporre le valvole aortiche “suturelessâ€?. “Siamo particolarmente soddisfatti dell’esito di questi primi interventi – ha affermato. Giovanni Troise –. Ogni paziente che a noi si rivolge evidenzia caratteristiche particolari che ne determinano diverse modalitĂ d’intervento. Alla tradizionale tecnica di sostituzione valvola aortica con sutura siamo riusciti, grazie ad un importante lavoro di aggiornamento presso

strutture nazionali ed internazionali, ad aggiungere in questi mesi altre tecniche quali quelle tavi ovvero la sostituzione valvolare aortica per via percutanea ed ora le protesi “suturelessâ€?. Con gli interventi realizzati nei giorni scorsi dal dott. Troise si hanno a disposizione tutte le opzioni disponibili attualmente per la cura dei pazienti con stenosi aortica e, cosa importante, la possibilitĂ di scegliere il trattamento adeguato ad ogni singolo paziente, nell’ottica piĂš moderna che tende alla personalizzazione sempre piĂš spinta dei trattamenti.




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Sei giorni dopo, GesĂš prese con sĂŠ Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasďŹ gurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a GesĂš: “Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Eliaâ€?. Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprĂŹ con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltateloâ€?. All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma GesĂš si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temeteâ€?. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non GesĂš solo. Mentre scendevano dal monte, GesĂš ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai mortiâ€?.

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on possiamo immaginare cosa Pietro potesse vedere su quel monte. Deve andare molto al di lĂ di quello che le povere righe scritte riescono a dire perchĂŠ quel rude pescatore esce con quella frase delle capanne (o tende che siano) e chiede a GesĂš di restare lĂŹ perchĂŠ lĂŹ è ‘bello’. Cosa ne sa della bellezza e che senso poteva dare al bello in quel momento? Doveva essere sopraffatto dall’esperienza di qualcosa che non aveva mai provato e alla quale non voleva rinunciare. Una richiesta sopra le righe per un povero essere umano che si trova d’improvviso proiettato in una dimensione lontanissima dalla sua esperienza di tutti i giorni e che vede un compagno di strada come GesĂš – che chiama pure ‘Maestro’ ma che, come lui prova tutte le cose di tutti i giorni – in una forma cosĂŹ diversa. Che deve aver colpito Pietro (che l’avrĂ poi raccontato) dev’essere stata tutta quella luce: il volto luminoso come il sole e le vesti can-

dide come la luce. Ma sembra strano che solo questo, solo una luce sfolgorante costringa Pietro a dire che lĂŹ è bello. Forse la luce e il sole sono soltanto il riflesso di qualcosa che doveva riempirgli il cuore in quel momento e che, come le parole della voce dal cielo, sono piccola e povera cosa per trascrivere un fatto cosĂŹ travolgente. Ăˆ il bisogno di non andare via che piĂš colpisce e che mette in luce l’estetica di Dio. Una bellezza che travolge al punto da costringere a non volersi piĂš allontanare. Si è giĂ arrivati alla meta. Questa è la pienezza. E chi vorrebbe andarsene e ritornare sulla strada di tutti i giorni? Ma è estetica di Dio anche la necessitĂ di percorrere quella strada che nel frammento si scopre come dono rivelato sul monte. La durezza del viaggio chiude dentro di sĂŠ il senso di questa bellezza e la pienezza di voler restare. Non è una tentazione quella di Pietro; solo il desiderio di vedere compiuto un desiderio che viene da dentro e che di colpo

si fa vero. Quindi bello. E GesĂš che lo richiama alla normalitĂ , Lui, solo GesĂš, come tutti gli altri giorni e come tutte le volte che lo ha sentito parlare e visto agire. Di nuovo a non capire e di nuovo a sperare di tornare lĂŹ, sopra il monte, e rivedere quel volto di sole. Provare a far capire dove si sta andando. Forse per questo GesĂš li porta sul monte e rivela qualcosa di sĂŠ. Spera che poi quel misterioso ‘risuscitare dai morti’ sia piĂš sopportabile, piĂš intuibile. Intanto stanno camminando come al solito, ma sanno che quella bellezza, lĂ in alto sul monte, deve avere un senso e deve essere desiderata piĂš di ogni altra cosa. Ăˆ la bellezza del Figlio che è dichiarato cosĂŹ dal Padre. E solo allora potranno rivederlo faccia a faccia. Solo dopo il cammino, e le parole, e i miracoli, e la passione. Fino alla morte e a quel giorno dopo il sabato. Ancora non si può capire perchĂŠ il fango dei giorni sempre uguali sembra allontanare la luce sul monte. Ma c’è. Ăˆ la bellezza di Dio.

8QD UHDOWj QRQ ULGXFLELOH DOOH FLIUH Quanti sono nel mondo i sacerdoti? E i religiosi? Le suore? Le claustrali? Solo Dio lo sa. Può sembrare paradossale, ma è cosĂŹ. Nell’epoca dei computer e di internet, degli archivi informatici, delle schedature elettroniche, delle misurazioni precise al miliardesimo, il numero esatto del personale dedito all’apostolato attiene al mistero. Impossibile conoscerlo. L’Ufficio centrale di statistica della Chiesa è in questo campo uno degli organismi piĂš accreditati per scrupolositĂ e rigore di metodo. Ma l’Annuario statistico (e va precisato statistico, non l’Annuario pontificio che essenzialmente privilegia i nomi delle persone piuttosto che i numeri), considerato tra le pubblicazioni ufficiali della Santa Sede, è un bell’esempio di

onestà quando ammette chiaramente nelle prime pagine che i totali mondiali hanno soltanto carattere indicativo perchÊ sono approssimati per difetto. Vale a dire che vi sono nel mondo preti, religiosi e religiose che sfuggono a qualsiasi censimento. I motivi di tale lacuna sono molteplici. Vi sono innanzitutto difficoltà di ordine politico, per esempio nel computo delle circoscrizioni ecclesiastiche censite mancano quelle della Cina e della Corea del Nord dalle quali ancora non è possibile ricevere dati sicuri e aggiornati. Vi è anche la difficoltà a fotografare una realtà complessa come quella della vita consacrata, articolata in forme e istituzioni diverse delle quali la Santa Sede (a livello di strutture centrali) non sempre ha il di-

retto controllo. Si pensi ai circa 1800 istituti di diritto diocesano (maschili e femminili) sparsi nei cinque continenti, che dipendono dal vescovo locale. Come che sia, è straordinario e insieme consolante sapere che anche in questo momento in qualche angolo sperduto del mondo un sacerdote celebra messa o una claustrale alza la sua lode a Dio dal silenzio di un monastero pur essendo entrambi non conteggiati e non conteggiabili, ignoti dunque alle statistiche e ai rilevamenti. Esistono, vivono, pregano, lavorano ma non entrano a far parte del numero, anzi dei numeri. Ăˆ pure questo un segno dell’universalitĂ della Chiesa. UniversalitĂ troppo grande per poter essere definita dalle cifre.


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Ăˆ il Vangelo secondo Giovanni, in alcuni passi dei dialoghi in prossimitĂ della Passione di GesĂš, a illuminare il percorso della Scuola di preghiera per giovani nei giovedĂŹ di Quaresima. Sono pagine bibliche che evidenziano le caratteristiche dell’amicizia che GesĂš offre ai suoi discepoli, sigillata con il dono totale di SĂŠ. Un dono sempre giovane, aperto anche alle nuove generazioni delle

nostre comunitĂ ecclesiali. Il tema della Scuola di quest’anno, “Uno in tutto l’universoâ€? è dunque in sintonia con la Lettera pastorale, e rimanda a una particolare sfaccettatura dell’esperienza dell’unitĂ e della comunione: quella degli affetti amicali. All’ascolto della Parola e agli spunti di meditazione offerti dal vescovo Luciano, segue un tempo di adorazione eucaristica, per immergersi ancora piĂš

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chierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare – sia come singoli, sia come Chiesa – il combattimento spirituale contro lo spirito del male: questo è il senso della Quaresima. Lo ha detto Benedetto XVI, domenica scorsa prima di recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in piazza San Pietro. La Quaresima, ha detto il Papa è “il tempo liturgico di quaranta giorni che costituisce nella Chiesa un itinerario spirituale di preparazione alla Pasqua. Si tratta in sostanza di seguire GesĂš che si dirige decisamente verso la Croce, culmine della sua missione di salvezzaâ€?. Il Papa si è poi domandato: “PerchĂŠ la Quaresima? perchĂŠ la Croce?, la risposta, in termini radicali, è questa: perchĂŠ esiste il male, anzi, il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni maleâ€?. Ma, secondo il Pontefice, “questa affermazione non è affatto scontata, e la stessa parola ‘peccato’ da molti non è accettata, perchĂŠ presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo. In effetti è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; cosĂŹ l’eclissi di Dio comporta necessariamente

l’eclissi del peccatoâ€?. Perciò, prosegue il Santo Padre, “il senso del peccato – che è cosa diversa dal ‘senso di colpa’ come lo intende la psicologia – si acquista riscoprendo il senso di Dioâ€?. Ha detto ancora il Papa: “Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitĂš per condurli

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alla libertĂ . E la schiavitĂš piĂš grave e piĂš profonda è proprio quella del peccato. Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, ‘origine e causa di ogni peccato’. Lo ha mandato nella nostra carne mortale perchĂŠ diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croceâ€?. Quindi “entrare in questo tempo liturgico significa ogni volta schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare – sia come singoli, sia come Chiesa – il combattimento spirituale contro lo spirito del maleâ€?. Il Papa ha invitato a invocare “il

materno aiuto di Maria Santissima per il cammino quaresimale da poco iniziato, perchĂŠ sia ricco di frutti di conversioneâ€?. Benedetto XVI ha fatto poi riferimento all’attualitĂ : “Le immagini del tragico terremoto e del conseguente tsunami in Giappone ci hanno lasciato tutti fortemente impressionati. Desidero rinnovare la mia spirituale vicinanza alle care popolazioni di quel Paese, che con dignitĂ e coraggio stanno facendo fronte alle conseguenze di tali calamitĂ â€?. “Prego – ha aggiunto – per le vittime e per i loro familiari, e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti, con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti nella preghiera. Il Signore ci è vicino!â€?. Nei saluti in varie lingue, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, il Papa ha osservato che “la liturgia dell’odierna domenica ci rende consapevoli che ogni uomo è esposto alla tentazione. Tuttavia, la tentazione di GesĂš nel deserto dimostra che non sempre essa deve condurre alla caduta e al peccato, ma può essere l’inizio della vittoria e della rivelazione della gloria di Dio. Ăˆ cosĂŹ quando, sull’esempio di GesĂš, stiamo davanti alla tentazione con l’atteggiamento di obbedienza alla volontĂ del Padreâ€?.

La giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, nata dall’esperienza del cammino missionario dei giovani, è celebrata ogni anno il 24 marzo. “Ricordare e pregare per questi nostri fratelli e sorelle – vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici – caduti mentre svolgevano il loro servizio missionario è un dovere di gratitudine per tutta la Chiesa e uno stimolo per ciascuno di noi a testimoniare in modo sempre piĂš coraggioso la nostra fede e la nostra speranza in Colui che sulla Croce ha vinto per sempre il potere dell’odio e della violenza con l’onnipotenza del suo amoreâ€? (Benedetto XVI). La preghiera e il digiuno, sono due gesti per unirsi alla schiera dei missionari martiri, ai popoli per cui essi hanno versato il proprio sangue e alle donne e agli uomini, missionarie e missionari del Vangelo e dell’amore di Dio, che vivono ancora oggi discriminazione e persecuzione. Sono uomini e donne che, con tutta la loro vita e missione, rappresentano esempi luminosi, ma imitabili come tutti i testimoni, di speranza e di pace. Diversa è la loro ďŹ sionomia e diverse sono le vicende, come originale è la storia che lo Spirito scrive con ognuno. Li riteniamo, però, al tempo stesso missionari e testimoni credibili perchĂŠ l’annuncio del Vangelo non conosce conďŹ ni e condizioni: tra di noi

e presso i popoli della terra, uomini e donne, consacrati e laici. Una cosa li accomuna: una vita donata interamente agli altri e al Signore. Per molti di loro, ďŹ no al martirio. La celebrazione bresciana della giornata culminerĂ nella Veglia di preghiera che si terrĂ giovedĂŹ 24 marzo alle ore 20.30 presso la Cattedrale di Brescia con il vescovo Luciano Monari.

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6XOOH VWUDGH SHUFRUVH GD 6DQW¡$QJHOD In occasione della festa di Sant’Angela è stata fatta esperienza di pellegrinare da Desenzano a Brescia: trenta chilometri, mezz’ora di auto, se si sta in quattro-cinque per macchina si risparmia tempo. PerchĂŠ volerli fare a piedi? Qual è il senso di perdere una giornata? Abbiamo accettato la proposta di un amico forse perchĂŠ ci affascinava la sua convinzione, segno di qualcosa che al momento non coglievamo, ma che si sarebbe svelata proprio lungo il cammino. E la promessa è stata mantenuta, il cammino è divenuto metafora della vita e noi, compagni di viaggio, ne abbiamo assaporato la scoperta e la bellezza. Abbiamo sperimentato la bellezza di sentirci attesi da chi tendeva lo sguardo oltre le nuvole e la pioggia per avere un segno del nostro arrivo. Abbiamo pregato, insieme e in solitudine, in

profondo dialogo con Dio, e ognuno di noi, lungo la strada, si è portato in cuore le persone che aveva lasciato a casa, persone che la strada l’hanno davvero fatta perchĂŠ unite spiritualmente a noi da vincoli indissolubili. Abbiamo incontrato Sant’Angela attraverso la testimonianza da chi le ha consacrato la vita, attraverso i luoghi che parlano di Lei e che ci parlano di fede, di coraggio, di passione per il Cristo. Nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 l’esperienza viene proposta con percorso da Brescia a Desenzano. L’appuntamento è ďŹ ssato in via Crispi a Brescia, presso il Santuario di S. Angela Merici alle 5.45. Per il programma dettagliato contattare Casa Sant’Angela Brescia, via Martinengo da Barco, 4 - Tel. e fax 030 47230 email: casa@angelamerici.it


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profondamente nell’esperienza dell’Ultima Cena. Di amicizia con GesĂš parla pure l’Icona copta del VII secolo che accompagna le cinque tappe, intitolata “Il Cristo e l’abate Menaâ€? e detta anche “Icona dell’Amiciziaâ€?. I giovani della comunitĂ propedeutica del Seminario ne hanno realizzato una copia per ogni sacerdote della diocesi: sono state benedette dal Vescovo al termine del primo appuntamento e

vengono in questi giorni consegnate come segno di gratitudine verso coloro che, attraverso la propria vocazione di pastore, continuano a indicare ai giovani la bellezza dell’amicizia con GesÚ. Anche al termine degli incontri successivi verrà benedetto un segno per realtà caratterizzate dall’amicizia con Cristo. Come amichevole richiamo reciproco suonano alcuni rintocchi di campana nel momento in cui vengono portati

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i segni per il mandato ďŹ nale: vivere la comunione, per ridonare l’Amore ricevuto nella quotidianitĂ dell’esistenza, in ogni ambito del vissuto umano. Come presenza amica per i giovani che partecipano alla Scuola di preghiera, non poteva mancare la vicinanza dei monasteri di clausura presenti in diocesi. Il percorso è inoltre legato al cammino spirituale dei giovani di tutto il mondo, in preparazione alla Gmg che si terrĂ a Madrid. (a.t.)

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nsieme con don Raffaele Donneschi, direttore dell’Ufficio missionario diocesano, tra la fine di febbraio e i primi di marzo, ho visitato i nostri missionari in Burundi. Un accentuato clima di ‘brescianità ’ ha accompagnato l’intera giornata di venerdĂŹ 25 febbraio: una trentina di missionari (laici, religiose e sacerdoti) si sono dati appuntamento per vivere, insieme, nello spirito dello ‘scambio’, un incontro contraddistinto da apertura sincera, da stimolante curiositĂ , da arricchimento reciproco. Tenendo sotto la lente di ingrandimento il cammino della Chiesa di Brescia nell’ultimo decennio, si è cercato di focalizzare luci e ombre, speranze e attese, impegno e fatica. Il dialogo s’è rivelato particolarmente interessante e ha occupato l’intera mattinata. I preti fidei donum, nel pomeriggio, si sono ritrovati per un ulteriore approfondito scambio, caratterizzato da immediatezza e franchezza. La visita, nei giorni successivi, ci ha fatto raggiungere Ryakabamba, Kiremba, Murayi, Gitega, Muyinga, Ngozi e, da ultimo, Bujumbura. Lungo il nostro itinerario abbiamo potuto visitare luoghi diversi e suggestivi, e incontrare molte persone, tra loro an-

che i Vescovi di Ngozi, di Muyinga e il Nunzio apostolico in Burundi: contatti plurimi, variegati, diretti e vivaci, ci hanno offerto uno spaccato reale del Burundi e, in particolare della Chiesa burundese. La presenza bresciana in Burundi – è stato osservato dai nostri preti – appare tuttora sbilanciata sul ‘dono’ piuttosto che sullo ‘scambio’. Le nostre suore, specialmente nell’ambito dell’accoglienza dei poveri, dell’educazione dei ragazzi e della cura dei malati, offrono una significativa testimonianza improntata a generosa dedizione e a competenza; lo si nota, particolarmente, in alcune esperienze di frontiera: si pensi alla presenza negli ospedali e nei dispensari, e all’opera di recupero dei ragazzi di strada. Sono rimasto positivamente stupito di fronte all’impegno sereno e diuturno del servizio da loro riservato alla ‘persona’ dei poveri, divenuta ‘centrale’ nell’impegno umanitario e caritativo. RealtĂ importante, dal peso rilevante e determinante nel servizio sanitario della regione è l’ospedale di Kiremba: una realtĂ in crescita, apprezzata e riconosciuta anche dallo Stato, un ‘fiore all’occhiello’ che, evidentemente, necessita e merita un continuato

sostegno da parte della nostra diocesi. Certo, non mancano difficoltĂ e aspetti problematici: l’ospedale di Kiremba non è, allo stato delle cose, ancora pienamente autonomo, e... non solo sotto il profilo economico-finanziario; per altro, fatica a disporre di personale medico e paramedico, competente e capace di garantire stabilitĂ e continuitĂ ; è in atto, comunque, l’impegno a stare al passo con la richiesta di qualitĂ , giustamente reclamata dallo Stato. Una consapevolezza preziosa mi porto dentro: la fede dei bresciani, di tantissimi bresciani, con l’aiuto di Dio e con incredibile impegno ed entusiasmo, nel corso dei decenni, s’è fatta ‘dono’ ed è riuscita a scrivere, in Burundi, una storia bellissima di prossimitĂ umana e di testimonianza evangelica. La Chiesa, per natura sua, è missionaria: dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo, secondo il piano di Dio Padre, trae la propria origine. I missionari bresciani, con il loro impegno e la loro dedicazione, continuano a stimolare e a tenere desta la coscienza missionaria della nostra Chiesa locale. Per questo meritano la nostra gratitudine, la nostra vicinanza e il nostro sostegno.

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GiovedÏ 17 marzo In mattinata incontra i sacerdoti della zona XXIX di Brescia nord. Ore 20.30 – Brescia – Scuola di preghiera in Cattedrale. VenerdÏ 18 marzo Ore 20.30 – Brescia – Quaresimale in Cattedrale.

Sabato 19 marzo Ore 10 – Brescia – Assemblea annuale dell’Associazione per la storia della Chiesa in Università cattolica. Ore 17 – Brescia – S. Messa con rito di ordinazione diaconale presso i Padri piamartini della Sacra Famiglia di Nazareth in via Ferri.

Domenica 20 marzo Ore 9.45 – Brescia Ritiro spirituale dell’Equipes Notre Dame presso il Centro Mater Divinae Gratiae. Ore 18 - Ono San Pietro S. Messa per la chiusura delle giornate eucaristiche.

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nche l’incontro conclusivo del 13° Congresso interassociativo bresciano, svoltosi alla Villa Pace di Gussago, è stato, come i tre che lo hanno preceduto a partire dall’ottobre dello scorso anno, un successo di presenza e partecipazione. In questa serata di chiusura Giuseppe De Rita, sociologo e segretario generale della Fondazione Censis (Centro studi investimenti sociali), ha illustrato il tema della comunitĂ all’interfaccia tra pubblico e privato sottolineando come lo stato sociale sia andato via via esaurendo la sua funzione di pari passo con l’avanzare della crisi economica e del lavoro e sia pertanto necessaria una presa di posizione coscente in questo settore da parte di ciascun cattolico. Due aspetti, pubblico e privato, che si sono progressivamente avvicinati e contaminati, non sempre e non solo, in maniera negativa, ma facendo nascere anche l’idea che i servizi pubblici possano essere resi da soggetti privati. Quello che, secondo De Rita, è prioritario ora, è ricostruire il senso della comunitĂ a partire dalle persone che la compongono, andare controcorrente rispetto all’individualismo che ormai caratterizza la nostra societĂ e che spinge le persone a isolarsi in piccoli nuclei o nella solitudine guidata dalla televisione. Iniziare a rincontrarsi, ascoltarsi e da lĂŹ creare una comunitĂ nuova in grado di assistere i piĂš bisognosi partendo da se stessa. La popolazione italiana è, nelle parole del relatore, come la mucillagine, un immagine forte ed evocativa per dire che le persone, come un insieme parallelo di elementi vegetali, vivono a stretto contatto, si sfiorano, si scontrano, ma non si incontrano, non si legano mai. Ecco perchĂŠ il sociale deve imparare a diventare comunitario. Il lavoro che aspetta i cattolici è quello della riconquista di spazi e immagini della comunitĂ , i primi doverosi riferimenti sono al cam-

panile e al sagrato della chiesa, luoghi che troppo spesso vengono soppiantati, nel ruolo di nuclei d’incontro, dai centri commerciali. Creare nuovamente luoghi privilegiati di condivisione della personaaltro per fare in modo che la comunitĂ , proprio come emerge dalla lettera del vescovo Monari “Tutti siano una cosa solaâ€?, si muova come una unitĂ , un unico corpo. Non deve esserci una supplichevole richiesta da parte dei bisognosi, ma una comunitĂ viva che recepisca il bisogno del piĂš debole prima che esso diventi lacerante segno di povertĂ nell’individuo. Lo stato sociale va sempre di piĂš verso la comunitĂ , ma essa deve essere pronta ad accoglierlo. La riflessione sul binomio pubbli-

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co-privato è solo l’ultima fase del percorso, ha ricordato Roberto Rossini, presidente provinciale delle Acli, nella sua introduzione. Il 13° Convegno interassociativo ha visto avvicendarsi importanti ospiti: il professor Gianluigi Bizioli, docente di Diritto tributario all’UniversitĂ di Bergamo che ha parlato di “Federalismo e responsabilitĂ â€?; Roberto Mancini, filosofo dell’UniversitĂ di Macerata che ha parlato di “SussidiarietĂ e solidarietĂ â€?; Mauro Magatti, sociologo dell’UniversitĂ cattolica di Milano nel dialogo con Ilario Bertoletti, direttore della Morcelliana e dell’editrice La Scuola sul tema della “ComunitĂ tra nostalgia e profeziaâ€?. Tutto il percorso è stato accompagnato dall’icona biblica, importante momento spirituale, curato da suor Francesca Bernacchia e suor Cati Pintossi. Un’Êquipe molto numerosa, quella che ha organizzato il Convegno interassociativo, ma che ha saputo coordinarsi e collaborare cogliendo nel pieno lo spirito della comunitĂ , ha ricordato ancora Rossini.


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Da lunedÏ 21 a mercoledÏ 23 marzo Il Vescovo presiede il pellegrinaggio dei sacerdoti a Einsiedeln, con visita, nell’andata, all’abbazia benedettina di Diesentis, fondata nel VII secolo da un monaco compagno di San Colombano.

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Come ogni anno marzo. per i collaboratori dei sacerdoti è un appuntamento importante, perchĂŠ in questo mese celebrano la loro festa. Perciò l’incontro mensile di questo mese è ďŹ ssato per venerdĂŹ 25 marzo, giorno in cui si festeggia l’Annunciazione. Maria con il suo si è diventata la Madre dell’unico, eterno Sacerdote è stata la prima e la piĂš fedele collaboratrice del sacerdote. Quindi è la festa di tutti coloro che collaborano con il sacerdote. Ai tempi di GesĂš cerano persone che seguivano GesĂš e gli Apostoli aiutandoli nelle cose piĂš diverse, anche oggi sono tante le persone impegnate nelle parrocchie a sostenere il prete, non solo i genitori e parenti, ma anche tutti quelli che in qualche modo collaborano in parrocchia. Per cui Il 25 marzo sono tutti invitati.L’appuntamento è presso il Centro pastorale Paolo VI (via G. Calini, 30). Il programma della giornata prevede: ore 9 accoglienza, preghiera, meditazione;adorazione e confessioni; alle ore 11.30 si celebra l’eucaristia presieduta da mons. Cesare Polvara Cesare, provicario generale.

“Giusti davanti a Dio. Giusti davanti agli uominiâ€?, è il tema proposto per i percorsi spirituali di cittadinanza per le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e nel sociale. L’incontro, di cui diamo un’anticipazione, si svolgerĂ domenica 2 aprile e sarĂ trasmesso in diretta web sul sito www.vocemedia.tv. PotrĂ essere vissuto in teleconferenza presso l’Eremo SS. Pietro e Paolo a Bienno.

Per attività di riordino e catalogazione, l’accesso ai locali della biblioteca del Seminario, nelle mattine di martedÏ, mercoledÏ e giovedÏ sarà consentito esclusivamente allo Studio teologico Paolo VI. Si osserveranno quindi, nei mesi di marzo e aprile i seguenti orari di apertura: nei giorni di lunedÏ, martedÏ, giovedÏ e venerdÏ dalle ore 14.30 alle ore 17.15; il mercoledÏ dalle ore 16.30 alle ore 18.30.

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er il cristiano impegnato nella costruzione di una polis giusta per tutti, la politica non è una scelta personale, magari volta al perseguimento del prestigio o del proprio interesse, ma una vera e propria vocazione. Ăˆ quanto è emerso dalla presentazione del volume del prof. Giorgio Campanini, giĂ docente di Storia delle dottrine politiche all’UniversitĂ degli studi di Parma, “Testimoni nel mondo. Per una spiritualitĂ della politicaâ€? (Roma, edizioni Studium, 2011), organizzata presso la Libreria dell’UniversitĂ cattolica di Brescia, giovedĂŹ 10 marzo scorso. Sollecitati da Adalberto Migliorati, hanno dialogato sul tema del libro l’Autore e mons. Giacomo Canobbio. “Sembra un libro inattuale e scritto per ‘anime belle’ – ha detto mons. Canobbio in apertura del suo intervento – in un momento in cui la tendenza all’omologazione porta i politici cristiani e la Chiesa in generale a non riflettere sulla politica e sulla particolare situazione che il Paese sta vivendoâ€?. Se il termine ‘spiritualità ’ rimanda spesso solo alla preghiera e alla vita interiore, come coniugarlo con l’impegno politico? Il

cristiano è un cittadino che, alla luce del Vangelo, si interroga su come costruire una cittĂ , una societĂ , un Paese in cui tutti possano vivere. Superata la concezione storica di ‘cristianità ’ – ha insistito Canobbio –, il politico cattolico non è colui che intende ristabilire la societas cristiana, nĂŠ è colui il quale si limita a difendere gli interessi della Chiesa, ma è colui che vivendo la politica come vocazione si impegna, alla luce del Vangelo, nel perseguimento coraggioso del bene di tutti. Dal canto suo, il prof. Campanini ammette di avere avuto qualche difficoltĂ a trovare i fondamenti su cui proporre una spiritualitĂ della politica. La chiave di lettura scelta è stata il Concilio Vaticano II che ha cambiato il modo con cui i cristiani si sono avvicinati alla pratica concreta della

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politica e ha promosso un’autentica laicitĂ (che non è il laicismo!) dello Stato e dei suoi amministratori. Certo – prosegue Campanini – occorre misurarsi con il limite e con la difficoltĂ di applicare nella realtĂ quello che rimane un ideale. Se, per esempio, il concetto di ‘valori non negoziabili’ è teoricamente corretto non è sempre facile declinarlo in concreto. E qui si gioca la sfida dei politici cattolici che hanno proprio la responsabilitĂ di incarnare i valori universali del cristianesimo nella realtĂ presente. Proprio su questo tema si è incentrato il secondo scambio di battute. La religione – ha sostenuto Canobbio – rimane come istanza critica anche nella societĂ secolarizzata moderna, perchĂŠ la riconduce al suo limite, ovvero a quelle domande di senso a cui nulla, se non Dio, può dare risposta e proprio per questo, dona al credente la libertĂ di non essere schiavo di nulla e di nessuno. Il dialogo allora è possibile – ha insistito Campanini – su alcuni principi e valori che non hanno bisogno della religione per stare in piedi, ma a cui il cristianesimo dona un significato piĂš profondo e piĂš autentico.

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L’obiettivo ďŹ nale è migliorare le capacitĂ organizzative personali, favorire la socialitĂ e potenziare l’autostima individuale. Attraverso l’inserimento graduale nell’attivitĂ agonistica viene incoraggiata l’autonomia personale di tutti gli atleti. La polisportiva No Frontiere è divisa nei settori del nuoto, del tiro con l’arco e dell’atletica leggera, area che, oltre alla preparazione speciďŹ ca alla disciplina stessa, promuove

l’avviamento e la partecipazione a vari sport, quali: sci nordico, golf, ginnastica ritmica, basket, bowling e calcio. Ogni settore fa capo ad un responsabile, che segue gli atleti con l’aiuto di istruttori qualiďŹ cati. Attualmente gli atleti tesserati per la Polisportiva No Frontiere, (che sta lavorando all’appuntamento del 10 maggio prossimo) con disabilitĂ ďŹ sica o intellettivo relazionale, sono circa un centinaio.

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ra i compiti specifici di quelli che oggi sono indicati come enti di erogazione – nel cui numero rientrano a pieno diritto la Congrega della CaritĂ Apostolica e le sue amministrate – v’è quello di farsi catalizzatori di risorse intorno a progetti meritevoli; tanto piĂš, se tali progetti paiono in grado di affrontare bisogni antichi ed attuali attraverso modalitĂ particolarmente innovative ed efficaci. Per tale motivo, la Fondazione Conte Gaetano Bonoris, per il secondo anno consecutivo ha scelto di sostenere il progetto Distrabilia, promosso dalla polisportiva bresciana No Frontiere. Distrabilia ha lo scopo di diffondere la cultura dell’attivitĂ motoria e della pratica sportiva nelle persone con disabilitĂ intellettivo-relazionale, e ciò grazie al tramite indi-

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sono state coinvolte 15 cooperative, per circa 180 atleti. Sull’onda di un successo sempre crescente, l’edizione di quest’anno vedrà la partecipazione di 20 cooperative bresciane e di oltre 200 atleti, con una significativa novità : l’attivazione di risorse complementari. Grazie infatti alla disponibilità della Fondazione Bonoris e della Fondazione Asm, e al subentro della Fondazione Cab, la polisportiva bresciana No Frontiere si appresta a proporre il progetto 2011 in una formula inedita, che prevede una collaborazione piÚ attiva con le cooperative, anche allo scopo di allargare la partecipazione ad un movimento che in Europa ha pochi pari. In Francia e in Inghilterra, in effetti, si guarda con grande interesse all’esperienza bresciana. Dopo il primo biennio di impegno, che ha consentito di intro-

durre i disabili e le cooperative che se ne prendono cura nel mondo dello sport, si è ottenuto di ampliare l’intervento grazie all’aggiunta delle risorse provenienti dalle cooperative partecipanti. La Polisportiva metterĂ infatti a disposizione un modulo di 20 ore di laboratorio sportivo e le cooperative completeranno il progetto con altrettante ore, finanziate autonomamente, impegnandosi a formare gli insegnanti e ad organizzare le manifestazioni finali. La Polisportiva si propone, inoltre, di incrementare le occasioni sportive organizzando incontri e tornei (calcio, basket, bocce, bowling), oltre alla III edizione di Distrabilia Atletica Leggera che si svolgerĂ il 10 maggio al campo di atletica leggera “Calvesiâ€? di Brescia e alla II edizione di Distrabilia Bocce, in collaborazione con la Federazione italiana bocce.

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l 2011 è un anno di anniversari per l’UniversitĂ cattolica. Si festeggiano infatti i 90 anni dalla fondazione dell’Ateneo, avvenuta nel 1921 grazie all’operato di padre Agostino Gemelli. Ma la sede di Brescia celebra anche i 40 anni dall’istituzione in cittĂ della facoltĂ di Scienze matematiche, fisiche e naturali. Alla matematica è stata dedicata larga parte della relazione che il rettore Lorenzo Ornaghi ha letto durante il Dies academicus. Il primo anno di corso della Facoltà è stato attivato nell’anno accademico 1971-1972. “Dalla sua fondazione – ha osservato Ornaghi – la FacoltĂ ha progressivamente ampliato e specificato gli ambiti di didattica e ricerca. L’offerta formativa attuale si articola in quattro corsi di laurea (triennali e specialistici) in Matematica e in Fisica, al cui interno

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‘servizio culturale’, con le istituzioni di governo e rappresentanza del territorio, con le principali parti economico-sociali, con il mondo della scuola secondaria superioreâ€?. Numerose convenzioni sono state attivate, in questi ultimi anni, per lo svolgimento di attivitĂ di studio e ricerca applicata a problemi economici, tecnologici, ambientali. Ăˆ stato inoltre stipulato, nel 2009, un accordo con il ministero dell’Ambiente per lo sviluppo sostenibile dell’arco alpino. Tale convenzione ha tra le sue finalitĂ â€œquella di analizzare i fenomeni dei cambiamenti climatici, identificando quali siano le azioni prioritarie di gestione e difesa del territorio da porre in atto per contrastare gli effetti negativi prodotti sull’ambiente alpino e sulle attivitĂ economiche a esso connesseâ€?, ha evidenziato Ornaghi. Il Rettore ha poi aggiunto: “La co-

munitĂ scientifica della FacoltĂ si avverte dunque, al tempo stesso, locale e globale. E le numerose pubblicazioni su autorevoli riviste scientifiche internazionali testimoniano l’attiva presenza in reti di eccellenza internazionale; cosĂŹ come la partecipazione di tanti docenti a progetti e iniziative locali sottolineano la fedele ed efficace conservazione dell’ereditĂ di quel genius loci, che fu proprio del grande scienziato bresciano a cui è dedicato il Dipartimento, Niccolò Tartagliaâ€?. Accanto ai laboratori è operante il Crasl (Centro di ricerca per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile della Lombardia), la cui attività è integrata con quella dell’Alta scuola per l’ambiente (Asa). “Molta strada – ha concluso Ornaghi – è stata percorsa da quando si cominciò, piĂš di 40 anni fa, a tradurre in un’opera destinata a durare l’idea di una FacoltĂ che

concretamente mostrasse quanto sia essenziale, per la cultura cattolica, l’incessante approfondimento del rapporto fra fede e scienza. La nascita e lo svolgimento della facoltĂ di Scienze matematiche, fisiche e naturali sono pressochĂŠ interamente da inserire in quel cattolicesimo bresciano, il cui primo frutto nel campo degli studi universitari è stato lo sviluppo della pedagogia, cosĂŹ anticipando la risposta a quella che oggi sempre piĂš avvertiamo come l’emergenza educativaâ€?.

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6

averio La Ruina, Gabriele Lavia, Lucilla Morlacchi, Maria Paiato, Pamela Villoresi sono solo alcuni dei protagonisti di questa edizione di Crucifixus – Festival di Primavera, il principale festival italiano di teatro sacro, che quest’anno festeggia i 14 anni di vita con 24 giornate di evento, 18 spettacoli, 49 repliche, oltre 60 artisti coinvolti e 23 Comuni delle Province di Brescia e Bergamo. Anche quest’anno Crucifixus si articola in due sezioni: “Scene sacre in cittĂ â€?, che si svolgerĂ nella settimana dal 3 al 10 aprile e avrĂ come protagonista la cittĂ di Brescia e “Terra di Passioneâ€?, che riguarderĂ Valle Camonica e Sebino che ospiteranno gli spettacoli dal 9 al 30 aprile. Per quanto attiene alla sezione cittadina, l’inaugurazione del festival (3 aprile) è affidata quest’anno a Gabriele Lavia, uno dei piĂš significativi uomini di teatro del nostro tempo, che presenta al pubblico di Crucifixus la “Passione dal Vangelo secondo Giovanniâ€?. Lavia dĂ la sua voce e la sua interpretazione al racconto giovanneo della Passione. Lo accompagna

il sapiente clarinetto di Giampiero Sobrino, a cercare i colori, le emozioni e i suoni di quella drammatica narrazione. Il 4 aprile va in scena nella chiesa di Santa Maria in Calchera “Madreâ€?, il racconto-confessione della madre dolorosa per la regia di Maria Rita Simone. Lo spettacolo sarĂ presentato in anteprima il 2 aprile nella chiesa di San Carlo in occasione della Notte del sacro. La chiesa di Sant’Alessandro diventa palcoscenico di “Un tesoro comuneâ€? con Luciano Bertoli (5 aprile). Crucifixus torna all’interno di due luoghi di sofferenza e di emarginazione, il 7 aprile nella Casa circondariale di Canton Mombello con Davide Pini Carenzi e lo spettacolo “Campo

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Santoâ€? e l’8 aprile, invece, nella Casa di reclusione Brescia-Verziano, con “Caffè teatro... niente è come sembraâ€?, sessione aperta del laboratorio di teatro sociale tenuto dall’UniversitĂ cattolica di Brescia. Protagonisti eccezionali di questo appuntamento sono gli uomini e le donne in stato di detenzione che si confrontano con i temi del vivere e lo fanno insieme, attraverso l’esperienza creativa. Sabato 9 aprile la chiesa di San Giuseppe ospita “Mistica d’amoreâ€? con Lucilla Morlacchi. Chiude la sezione “Lacrime di sangueâ€? con Pamela Villoresi e il Coro Voci dalla Rocca (10 aprile, chiesa del Carmine). La sezione “Terra di Passioneâ€? prende il via il 9 aprile presso il Duomo del SS. Salvatore a Breno con Pamela Villoresi in “Lacrime di sangueâ€?. Ăˆ opportuno segnalare che la Valle Camonica ospita quest’anno anche due premi Ubu: Saverio La Ruina e Maria Paiato. Sempre legati al Festival di primavera segnaliamo i progetti “I teatri del sacroâ€? (7-10 aprile presso il teatro Santa Giulia di Brescia) e i tre progetti di “Teatro di ComunitĂ â€?.

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on Chisciotte è un racconto famoso. All’Odeon non vedremo ciò. No, non è questo perchĂŠ nella riscrittura di ruggero Cappuccio è tutto attualizzato. Non è questo, ma allo stesso tempo è questo, perchĂŠ sostanzialmente la storia di Don Chisciotte non cambia mai. Quest’uomo che in maniera molto romantica è convinto di dialogare con un mondo, ma sostanzialmente il mondo non dialoga con lui; si trova a combattere contro una serie di cose che in origine sono i mulini a vento, in questo caso combatte con l’aria condizionata, con i condizionamenti politici e con una serie di cose che sono attualissime. C’è assolutamente un parallelo anche se nella riscrittura di Cappuccio tutto è attualizzato. Accanto c’è la figura di Salvo Panza, fu Sancho. Il personaggio è interpretato da Lello Arena. Diciamo che in questo mio Don Chisciotte i ruoli si capovolgono e non si capisce piĂš chi dei due è piĂš visionario dell’altro. Sono due collocati in un luogo non-luogo, sono paragonabili a due barboni che si ostinano

a comunicare tra di loro con una serie di vicende e Salvo lo asseconda fino ad accompagnarlo alla sua morte. Io lo faccio morire al carrello della spesa, abbandonato, ricordando situazioni ai margini in cui le persone vengono lasciate a se stesse. Quanti Don Chisciotte e Salvo Panza ci sono oggi nella realtĂ ? Io ho sentito un’urgenza particolare per una esperienza personale e famigliare in ospedali e devo dire che di Don Chisciotte e Salvo Panza ne ho visti veramente tanti. Tutto ciò che rappresenta la poesia, come visione romantica della vita, e che non è all’interno di una omologazione appartiene a tanti Don Chisciotte che esistono nella societĂ . Mio nipote di 19 anni è un Don Chisciotte perchĂŠ non ama andare in discoteca, stare davanti a un computer ma ama leggere. Claudio Di Palma è Don Chisciotte e Lello Arena è Salvo Panza. Qual è stata la cosa piĂš difficile e quella piĂš facile da far fare. Io tendo al surrealismo nella mia regia, mentre loro tendono a uno stile piĂš realista, possono avere difficoltĂ a incrociarsi con regie del genere.

Ma c’è stato il massimo affidamento e quando c’è questo c’è la magia del teatro. La cosa piĂš facile per me è stata abbandonarmi ad un testo meraviglioso e alle caratteristiche degli attori che sono straordinari. Una carriera lunga e ricca. Cosa ricorda piĂš piacevolmente? Io rimango legata all’ultima cosa. Scelgo di fare un teatro che emoziona e che mi emoziona. Ogni volta mi immergo in una nuova emozione. PerchĂŠ venire a vedere lo spettacolo di Don Chisciotte? Mi auguro che la gente vada a teatro per essere libera di pensare ed emozionarsi. Don Chisciotte è il paradigma della libertĂ . Ăˆ uno spettacolo divertente e bello.

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Arriva all’Odeon di Lumezzane anche Saverio La Ruina, forte di un doppio premio Ubu vinto in questi anni. “La bortoâ€? è un monologo, scritto diretto e interpretato dall’artista calabrese in un linguaggio che dall’idioma della sua terra assorbe senso e musicalitĂ per arrivare dritto al cuore dello spettatore. GiovedĂŹ 24 marzo alle 20.45 il teatro valtrumplino ospiterĂ una performance non scontata (14 euro, ridotto 10 euro). “La bortoâ€? non è solo la storia di un aborto. Ăˆ una lezione di vita. Ăˆ la storia di una donna in una societĂ dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili: uno sguardo predatorio che si avvinghia, violenta e offende; un atteggiamento che provoca gli eventi ma fugge le responsabilitĂ . L’aborto ne è solo una delle tante conseguenze. Ma ne è la conseguenza piĂš estrema. Vittoria, una donna di un paese meridionale, è la protagonista, interpretata dall’attore La Ruina, racconta il suo mondo femminile. Ne esce un Sud ancora arretrato e opprimente che schiaccia la donna in una societĂ che è costruita da uomini, che non le concedono appigli; il tutto spesso mascherato da leggi e sistemi che non fanno altro che peggiorare e mantenere salde realtĂ che a stento prova a cambiare. Vittoria, raccontata da Saverio rimanendo se stesso e presentandola sul palcoscenico solo con alcuni particolari, puntando piĂš sulle posture e sul modo di muoversi che sui costumi, compare come emblema di una donna offesa e ferita, costretta a sposarsi a 13 anni, a 28 giĂ madre di sette figli per poi spiegare

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le scelte della rinuncia alla propria sessualitĂ , fino alla tragedia. Se lo sguardo è quello femminile, i toni sono quelli ironici, realistici e visionari insieme, propri di certe donne del Sud davanti alla realtĂ . L’ironia spesso arriva ad essere sarcastica come quando gli uomini misurano il corpo femminile.Ma quando la protagonista chiude il cerchio col racconto del calvario della nipote, il sarcasmo e la commozione lasciano il posto a una profonda amarezza, mettendo davanti agli occhi la dura e ambigua realtĂ dei nostri giorni. Uno spettacolo che arriva dritto al cuore e allo stomaco, anche grazie alla musica, eseguita dal vivo da Gianfranco De Franco. (m.t.)

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,Q 6DQWD *LXOLD SHU ULFRQRVFHUH JOL VWLOL Iniziano mercoledĂŹ 23 marzo i tradizionali “Incontri sulla Storia dell’arte in Santa Giuliaâ€?, promossi dal Comune di Brescia – Musei d’Arte e Storia e realizzati in collaborazione con l’Associazione amici dei musei e con la Fondazione Brescia musei. Traendo spunto dal piĂš importante evento culturale della stagione artistica bresciana 2011, la grande mostra “Matisse. La seduzione di Michelangeloâ€?, il ciclo di 10 conferenze tratterĂ quest’anno il tema quanto mai attuale del confronto tra modernitĂ e tradizione, tra la cultura artistica contemporanea e

i modelli e i protagonisti del passato. Il programma si avvale anche per questa edizione – l’undicesima – della curatela e del coordinamento di Enrico De Pascale. Le lezioni si terranno il mercoledĂŹ pomeriggio, nella sala conferenze del Museo di Santa Giulia (Brescia, ingresso da via Piamarta), dalle 17.45 alle 19 circa. Per partecipare è necessario iscriversi, versando una quota di iscrizione di euro 43,00. Le iscrizioni si raccolgono tutti i giorni presso la biglietteria del Museo di Santa Giulia, dalle 9.30 alle 19.30. Info: tel. 0302977833 – 834.


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delle automobili o quello indicato nelle bollette. L’energia consumata per la creazione o la messa a disposizione di qualunque oggetto non potrĂ mai piĂš essere recuperata. Alcuni esempi significativi: per produrre un mattone sono necessari 0,15 kep (kg equivalenti di petrolio), per un televisore a colori 600 kep, 3000 kep per un’automobile. “Il riciclaggio, la cui pratica va assolutamente promossa e allargata – ha sottolineato Rossi – può recuperare le materie prime ma non può recuperare l’energia che è stata utilizzata per la costruzione dell’oggetto, che è stata definitivamente spesa e non è piĂš recuperabile. Riciclare serve comunque a risparmiare importanti quantitĂ di energia, ma

il riciclo deve prevedere distanze corte e una filiera ben strutturataâ€?. Secondo Rossi per fronteggiare la carenza e limitatezza delle fonti energetiche dovremmo ridurre i consumi energetici dei Paesi industrializzati e soprattutto dovremmo mettere in discussione la nostra civiltĂ dei consumi separando il concetto di crescita da quello di benessere. Il benessere è raggiungibilissimo senza la crescita continua. Abbiamo inoltre delle energie piĂš o meno infinite, come quella solare e quella eolica, che sono significative e vanno maggiormente promosse. Nel suo ultimo libro “Energia e futuro. Le opportunitĂ del declinoâ€? edito da Emi, Rossi illustra proprio questi concetti.

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’importanza dell’energia, l’effettiva consistenza delle riserve energetiche di vario tipo, la crescita vertiginosa dei prezzi dei carburanti, le fonti alternative, il risparmio energetico‌ sono tematiche di forte attualitĂ e di interesse collettivo, ma spesso l’informazione è carente o interessata a divulgare solo alcuni aspetti. Nella prima parte dell’incontro, penultimo del ciclo, Rossi ha presentato la situazione delle risorse energetiche presenti sul pianeta sottolineando i concetti di limite ed esaurimento delle fonti da cui stiamo ricavando gran parte dell’energia (petrolio, gas, uranio). L’economia mondiale funziona infatti utilizzando quasi unicamente energia che viene dai combustibili fossili. Petrolio, gas naturale e carbone generano la frazione principale dell’energia primaria prodotta

sul pianeta. Fra i combustibili fossili il petrolio è la risorsa principale, quella piĂš critica per l’economia. La sua importanza non deriva soltanto dalla quantitĂ di energia generata, viene anche dalla capacitĂ di fornire energia in forma unica e trasportabile facilmente. “La terra è grande – ha esordito Rossi – ma in una societĂ consumistica come la nostra non dobbiamo dimenticare che c’è un limite al suolo coltivabile (sempre piĂš consumato da cementificazione e costruzione), c’è un limite alla quantitĂ di minerali e di risorse presenti nel sottosuolo, c’è un limite alla possibilitĂ di estrarli. E anche la possibilitĂ di estrarre petrolio ha un limiteâ€?. Nella seconda parte della conferenza si è soffermato sul consumo energetico e sulla necessitĂ di modificare le nostre abitudini e stili di vita. Il consumo energetico non è solamente quello delle industrie,

&DPELR LQDWWHVR GL VSHWWDFROR Il prossimo appuntamento con la 28ÂŞ stagione “Proposta ’11â€?, il progetto teatrale per la Valle Trompia è fissato per sabato 19 marzo con lo spettacolo “La turnĂ ta. Italiani cĂŹncali parte secondaâ€? della compagnia del Teatro dell’Argine. Lo spettacolo sostituisce “16.30â€?, inizialmente previsto per venerdĂŹ 18 marzo, che però non andrĂ in scena a causa dell’improvvisa indisponibilitĂ della compagnia. Dopo il consenso ottenuto con la prima parte del progetto “Italiani cĂŹncaliâ€?, dedicata ai minatori del Belgio (finalista al Premio Ubu 2004 come nuovo testo italiano), ha visto la luce “La turnĂ taâ€?, il secondo capitolo incentrato sull’emigrazione in Svizzera, fenomeno che toccò il picco durante gli anni ’60. La legislazione, tuttora vigente, in

materia di emigrazione e l’ostilitĂ diffusa della popolazione locale ne hanno fatto un altro capitolo efferato della nostra storia recente, talmente vicina nel tempo, che potremmo parlare di cronaca. “Se sei emigrante la prima cosa che ti devi imparare è che una enĂšta è solo una enĂšta, mentre la turnĂ ta è per sempre... Due termini per indicare la stessa cosa: il ritorno. Ma la differen-

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za è fondamentale. Me l’hanno spiegata con parole semplici ma inequivocabili. Una enĂšta (una venuta) è una fesseria, il tempo di guardarsi attorno veloci, senza mettere a fuoco i luoghi e le facce, per ripartire subito e dimenticare. La turnĂ ta, invece, è altra cosa; vuol dire che hai raggiunto l’obiettivo, ti sei sistemato, puoi mettere a fuoco, ricordare le facce e i luoghi perchĂŠ ora stai per tornarci, definitivamente. Da Zurigo a Lecce i chilometri sono 1.400. Un’avventura. Soprattutto nel 1969‌â€?. “La turnĂ ta. Italiani cĂŹncali parte secondaâ€? di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta. Con e per la regia di Mario Perrotta. Teatro dell’Argine. Auditorium Scuola Media “Olivelliâ€? - via Roma, 9 - Villa Carcina. Sabato 19 marzo ore 21. Ingresso: 1 euro.


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l nodo di Salomone – scrive l’archeologo Umberto Sansoni – è uno di quei simboli ricorrenti nell’arco di almeno 15 secoli consecutivi. Il segno si è manifestato in ambito pagano ma è presente nelle diverse religioni e nelle culture non solo occidentali. Semplice la struttura: due anelli schiacciati e uniti come elementi di catena, ortogonali tra loro, a formare un disegno cruciforme, e su questo schema esistono una dozzina di varianti. Recentemente è stato pubblicato un nuovo volume sull’argomento (L. Fratti, U. Sansoni, R. Scotti, “Il nodo di Salomone: un simbolo nei millenni”, editrice Ananke, Torino 2010), con contributi di vari ricercatori tra i quali Federico Troletti, giovane camuno che ha condotto una conversazione sul tema all’Accademia Tadini di Lovere. L’oratore ha trattato del nodo di Salomone in alcune opere

dal Trecento al Seicento. Nel secolo XIV l’emblema compare su arredi, tendaggi, tessuti, in funzione decorativa anche se perdura quella religiosa come simbolo dell’Alleanza tra Dio e gli ebrei (per esempio in un bassorilievo della sinagoga di Trieste). Nel secolo XV permane il suo legame con l’immagine mariana e a Peveragno (Cuneo) appare su un portale associato al trigramma “Ihs” di San Bernardino da Siena. A Malegno, i nodi posti sotto la “Madonna della Misericordia” (Santa Maria al ponte) testimonierebbero il concetto di misericordia divina messo in opera dalla Vergine. Nel secolo XVI, nella cripta sotto il duomo di Siena il nodo viene aggiunto come simbolo a immagini precedenti. A Roma è presente in Castel Sant’Angelo. In case private della Capitale, il segno è usato come decorazione o come attestato di eccellenza giuridica. Da un’edizione a stampa del

1530, “Il Retrato de la Lozana Andaluza” di Francesco Delicado, chierico spagnolo, si evince che il nodo rappresenta il legame indissolubile tra l’uomo e Dio, le sue origini e la meta finale. Il simbolo giunge al Seicento: non muta, ma trova una nuova ambientazione apparendo anche su piastrelle in ceramica e in vari contesti. Nel palazzo ducale di Urbino, infine, troviamo una croce con intreccio di nodi e l’iscrizione “Gesù e Maria”, a indicare una volontà devozionale di unire Madre e Figlio.

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so alterata), è la scelta più comoda. A differenza di chi ha più di 25-30 anni e può quindi aver vissuto questo cambiamento sociale sulla propria pelle, le giovani generazioni sono nate e cresciute in questo sistema, lo hanno fatto proprio, scontato e inevitabile. L’attuale contesto massmediatico è affollato e saturo di input di qualsiasi genere e provenienza, gestito spesso da logiche di profitto, presentato come un mondo dove è possibile rifugiarsi: la soluzione al problema della realtà. Tv, computer, internet, telefono cellulare e videogiochi: sono questi i protagonisti della vita dei figli del nuovo millennio.

Su queste problematiche ci si è confrontati, la scorsa settimana, in un dibattito organizzato dalla Scuola secondaria di 1° grado “Lana - Fermi”, in collaborazione con la Commissione famiglia e comunicazioni sociali della parrocchia di Cristo Re, grazie agli sforzi delle associazioni Aiart (Associazione spettatori) e Age (Associazione italiana genitori), realtà educative a livello nazionale che si impegnano quotidianamente nel promuovere un uso consapevole e critico dei mezzi di comunicazione di massa. Ospite e relatrice dell’incontro la psicologa Enza Sutera, che ha par-

lato del ruolo fondamentale degli adulti nell’educare gli adolescenti a un uso corretto dei mass media, auspicando una nuova “antropologia della comunicazione”: prima che la realtà mediatica diventasse assoluta, gli adulti erano i depositari delle conoscenze, insegnavano ai figli gli strumenti per destreggiarsi nella vita. Ora i mezzi di comunicazione di massa hanno ribaltato questa condizione: sono i bambini a insegnare ai genitori a usare il computer, ad aggiornare gli insegnanti sulle ultime novità tecnologiche, a guidare i “grandi” nella conoscenza della nuova iper-realtà. Un ribaltamento di ruoli? Niente affatto.

La professoressa Sutera precisa che nonostante questo gap generazionale, i genitori non perderanno il loro carisma educativo, a patto che decidano di restare al fianco dei figli, che non deleghino il loro ruolo di formatori a tv&affini, che siano presenza costruttiva in risposta al mondo accecante dei mass media. Dalla condivisione dei momenti di svago davanti ai numerosi schermi domestici nasce il senso critico e l’autonomia di scelta. Diversamente, un adolescente rischia di scalare in solitaria una falsa montagna di miraggi e desideri, che lo porta inevitabilmente verso il basso.


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Non è facile capire a quale genere di pubblico sia destinato “Rangoâ€?. DifďŹ cile che i bambini colgano citazioni “generazionaliâ€?: da “Apocalypse Nowâ€? di Coppola a “Chinatownâ€? di Polanski, ďŹ no ai western di Sergio Leone il cui protagonista, Clint Eastwood, viene evocato nei panni di un sentenzioso spirito del West. I bufďŹ personaggi inventati da Gore Verbinski e dallo sceneggiatore John Logan, lo stesso di “Sweeney Toddâ€?, il ďŹ lm piĂš demoniaco di Tim Burton, possono

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aphael Gualazzi, il vincitore della categoria Giovani, è la vera rivelazione del Festival di Sanremo 2011. Ăˆ l’ultima scoperta della talent scout Caterina Caselli, che crede fermamente nelle qualitĂ di questo ragazzo, nato a Urbino nel 1981 e cresciuto musicalmente studiando pianoforte al conservatorio di Pesaro. Dopo l’inizio classico Raphael ha incontrato però il jazz e ha cominciato a nutrirsi ascoltando i grandi di questo genere. Se parliamo di influenze, le sue sono anche piuttosto eclettiche, passando da Jerry Roll Morton (il pianista di “Novecentoâ€? di Baricco) a Ray Charles senza disdegnare Jamiroquai e Ben Harper. Raphael, seppur giovane, ha all’attivo esperienze consolidate, come diversi live oltreoceano con alcuni tra i migliori jazzisti mondiali. Le sue qualitĂ sono molto apprezzate in Francia, Paese notoriamente sensibile ai nostri chansonnier. Quest’anno, dopo il trionfo di Sanremo con la canzone “Follia d’amoreâ€? (vince la categoria Giovani, il Premio della critica “Mia Martiniâ€?, il premio della Sala stampa Radio

e Tv e il Premio Assomusica per la migliore esibizione live tra gli artisti in gara nella sezione “Giovaniâ€?) Raphael ha pubblicato il suo primo cd “Reality and fantasyâ€?, dopo aver giĂ seminato negli scorsi anni alcune tracce sparse su varie compilation (importante “Piano jazzâ€?, in compagnia di artisti del calibro di Norah Jones e Diana Krall) e un ep. “Reality and fantasyâ€? è naturalmente costruito attorno alla sua abilitĂ di pianista, ma contiene diverse canzoni interessanti e una voce ancora acerba ma adatta al suono internazionale che pare nel dna del musicista marchigiano. Il brano di apertura è il successo di Sanremo, “Follia d’amoreâ€?, che conferma la sua potenzialitĂ e le attitudini di Raphael Gualazzi. La canzone, nella versione cantata in inglese, è stata inserita nella

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colonna sonora del film “Manuale d’amore 3â€?. Seguono due brani molto pianistici e caldi come “Icarusâ€? e “Tuesdayâ€?, prima di “Reality and fantasyâ€?, canzone inserita e utilizzata come spot pubblicitario dalla Fiat. “Scandalize meâ€? apre con un torrido organo hammond per proseguire sulla spinta del funky. L’album continua tra fraseggi jazzati come “Behind the sunriseâ€? – con la partecipazione di Rox – e brani che virano verso il soul. Nel disco, oltre alla traccia iniziale, trovano spazio altre due composizioni in italiano: “Calda estate (sarò sarai)â€?, una sorta di boogie incisivo e un po’ sghembo, che pare un brano a metĂ strada tra Giorgio e Paolo Conte e “Sarò saraiâ€?, introdotta da una suite di contrabbasso prima di scivolare tenue in un’atmosfera sognante e notturna. Un ottimo esordio, che conferma il livello molto alto dei cantautoripianisti italiani (Paolo Conte, Sergio Cammariere e Vinicio Capossela su tutti), e che individua in Raphael un validissimo emergente. Chiude il cd una versione accelerata in chiave strumentale di “Caravanâ€?, che conferma la grande padronanza pianistica di Raphael.

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bastare da soli a garantire divertimento e sorprese. Fin dall’inizio, con quel camaleonte impegnato in una messinscena assieme a un tronco di bambola e ad un pesce giocattolo, ci troviamo in un mondo che poco assomiglia a quelli dei ďŹ lm d’animazione a cui siamo abituati. Nella parte iniziale il deserto appare come un luogo metaďŹ sico, l’invenzione di un allucinato De Chirico dei cartoons. Ăˆ qui che si smarrisce il protagonista, un camaleonte sempre vissuto nel mondo imma-

ginario costruito nella sua vaschetta di vetro. Caduto dalla macchina che lo trasportava, vaga nel deserto ďŹ no alla cittadina di Polvere, abitata da ogni sorta di anďŹ bi e rettili. Sporchi, disgustosi e rozzi come ad ogni posto di frontiera che si rispetti. Ma anche piuttosto creduloni e pronti a tributare al nuovo arrivato ogni onore quando, attribuendosi il nome di Rango, li incanta nel saloon con il racconto delle sue imprese. I personaggi e i loro dialoghi straniti, con battute a volte

troppo fulminee anche per un adulto, sono i pezzi forti del ďŹ lm, che segna l’ingresso nell’animazione dell’Industrial Light & Magic, la premiata ditta di effetti speciali di Lucas. Pelli rugose, peli arruffati e “facceâ€? espressive compongono un “mucchio selvaggioâ€? di assoluta originalitĂ . Avventuratesi nel deserto in cerca dei ladri che sottraggono l’acqua al villaggio, le bestiole scopriranno che esiste un mondo assai diverso dal loro. Rango, dal canto suo, si immedesima cosĂŹ tanto

nella parte dell’eroe da diventarlo realmente. Il doppiaggio italiano toglie al ďŹ lm uno dei suoi motivi di interesse, la voce di Johnny Depp che interpreta il protagonista nella versione originale seguendo il curioso metodo che Verbinski ha chiamato “emotion captureâ€?: il regista dei “Pirati dei Caraibiâ€? ha chiesto agli attori di vestirsi e atteggiarsi come in un vero western. Ăˆ perďŹ no fornito di coro tragico: una band di musicisti menagramo che lo accompagna ďŹ no al duello ďŹ nale.

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Le Acli Lombardia e quelle bresciane, organizzano per sabato 19 marzo un convegno di studi sul tema “Parla per te... Rappresentanza e rappresentazione dei lavoratori oggiâ€?. Il convegno, che si tiene presso la sede delle Acli provinciali, in via Corsica, 165 a Brescia, a partire dalle 8.45, sarĂ aperto, dopo il saluto del vicepresidente provinciale Luciano Pendoli, dal dibattito sul tema “L’immagine del lavoratore nella societĂ dei mass mediaâ€? a

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cui prenderanno parte Ivo Lizzola, preside della facoltĂ di Scienze della formazione dell’UniversitĂ di Bergamo e direttore Centro di ricerca interdisciplinare Scienze umane, salute e malattia e Massimiliano Colombi dell’UfďŹ cio studi Cisl della Marche e collaboratore del Dipartimento di sociologia dell’UniversitĂ cattolica di Milano. Questa parte sarĂ moderata da Roberto Rossini, presidente delle Acli bresciane e responsabile funzione

comunicazione delle Acli nazionali. Sul tema “I modelli di sindacato nella societĂ globalizzataâ€? interverranno Tiziano Treu, docente di diritto del lavoro all’UniversitĂ cattolica di Milano, Claudio Stanzani, presidente di Sindnova (Istituto per lo studio dell’innovazione e delle trasformazioni del lavoro), Gigi Petteni, segretario generale di Cisl Lombardia e Giambattista Armelloni, presidente Acli lombarde.

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a tempo economisti di fama mondiale, seguiti a ruota da quelli di levatura piĂš bassa vanno dicento che la crisi che dal 2008 si è abbattuta sull’economia mondiale è ormai agli sgoccioli e che sempre piĂš evidenti sono i segnali di ripartenza. Le loro, però, sono analisi da macroeconomia, realizzate su modello mondiali insensibili a fattori tipicamente locali. Ăˆ per questo che in una realtĂ come quella bresciana lasciano il tempo che trovano o, quanto meno, fanno fatica a trovare opportuni riscontri. Molto piĂš efficaci sono al riguardo gli studi realizzati dagli attori del processo economico locale. PiĂš attendibili sono, per esempio, le analisi congiunturali che a Brescia tutte le associazioni di categoria mettono a punto avendo come dati di riferimento quelli dell’economia reale, delle imprese che ogni giorno, in questa stagione, lottano per tirare avanti. In questa prospettiva è di par-

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potrĂ piĂš peggiorare avendo giĂ toccato il fondo. Il dato che meglio evidenzia questa stagione di sofferenza emerge dal mercato del lavoro. Il 2010 è stato un anno orribile per la cassa integrazione in deroga per il sistema dell’artigianato bresciano con 8 milioni e 800mila ore richieste, una cifra in crescita del 62,15% rispetto all’anno precedente. Un dato che supera di gran lunga anche quello di Milano (6 milioni e 890mila le ore richieste, ndr.). A determinare questa crescita esponenziale sono state le difficoltĂ che sta attraversando il settore manifatturiero che da solo ha richiesto il 95% delle ore totali. A soffrire maggiormente della stagione di crisi sono, secondo i dati di Confartigianato, le persone di mezza etĂ che, una volte uscite dal mercato del lavoro, trovano grandi difficoltĂ a rientrarvi. Meno peggio se la passano, invece, i ragazzi. A Brescia il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è relativamente contenuto: il 14%

contro il 23,2% dei pari etĂ milanesi. Alto, invece, è il tasso di occupazione dei ragazzi bresciani (34,7%) che hanno trovato nel mettersi in proprio un antidoto alla crisi. Tra le note dolenti evidenziate dalla ricerca di Confartigianato un posto di rilievo tocca ai costi della burocrazia che grava sulle imprese bresciane per qualcosa come 489 milioni di euro, “un’incidenza – ha affermato il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti – superiore alle medie regionali e nazionali, un valore ormai ingestibileâ€?. Ogni impresa bresciana si trova in pratica a dovere immolare ogni anno 16mila 280 euro alla burocrazia: un considerevole freno a ogni azione di ripresa. Una palla al piede, quella della burocrazia, che si fa pesantemente sentire, per esempio, anche nei tempi per la concessione dei permessi per nuove costruzioni da destinare alla produzione. Nel Bresciano i tempi di attesa media si attestano intorno ai 257 giorni. Nel mondo, invece, la media è di 97. Fa-

cile immaginare quanto questi ritardi incidano sui costi delle imprese. Altra nota dolente, se non doolentissima, evidenziata dalla ricerca è quella del rapporto tra imprese artigiane e mondo del credito. “In un contesto come quello attuale in cui dovrebbero sostenere e dare fiducia alle imprese artigiane – commenta ancora Massetti – le banche stanno concedendo con sempre maggiori difficolĂ credito e questo penalizza ulteriormente un mondo che è giĂ in sofferenzaâ€?. Il quadro reale, insomma, sembra ben diverso da quello degli esperti.

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ogni prima domenica del mese, in contemporanea allo storico mercato dell’antiquariato, cosĂŹ come giĂ sperimentato lo scorso anno. Secondo il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini si tratta di “altre straordinarie occasioni in cui i consumatori possono rivolgersi direttamente al produttore, accorciando la ďŹ liera, riscoprendo il proprio territorio e valorizzando la brescianitĂ e l’autenticitĂ dei prodotti localiâ€?. Sia a Orzinuovi che a Rovato sono

piĂš di una decina gli imprenditori agricoli bresciani presenti per vendere quanto coltivato o allevato nelle proprie aziende. Una proposta che i consumatori locali hanno dimostrato di apprezzare, acquistando frutta e verdura fresca e di stagione, formaggi vaccini e caprini freschi e stagionati, salami e insaccati vari, miele, marmellate artigianali e succhi di frutta, farine, vino e olio bresciani, ma anche piantine da orto e ďŹ ori.

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partito nelle scorse settimane l’edizione 2011 del Concorso agroalimentare caseario promosso da Associazione industriale bresciana per gli allievi delle scuole alberghiere. Il 15 marzo scorso si è tenuta la tappa presso la sede del Cfp Canossa di Bagnolo Mella a cui seguiranno quelle del 22 marzo all’Iis Perlasca di Idro e del 29 marzo all’Iisdi Bargnano di Corzano. Le prove continueranno il 5 aprile a Clusane al Cfp Zanardelli, il 19 a Desenzano all’Ipsar Caterina de’ Medici per concludersi, in provincia di Brescia, all’Iis Olivelli ed all’Ipsar Putelli di Darfo. NovitĂ dell’edizione 2011 è l’estensione del concorso alle province di Bergamo, Cremona e Mantova con tappe a San Pellegrino, Ostiglia e Crema. Il concorso promosso da Aib è indirizzato agli allievi del terzo anno delle scuole alberghiere e della ristorazione bresciane ed ha come obiettivo quello della valorizzazione della capacitĂ acquisite dai ragazzi in cucina (preparando un menĂš con prodotti regionali,

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composto da antipasto, un primo e un secondo piatto accompagnato da contorni, un dessert ed un prodotto di panetteria), nella preparazione di un tavolo per dieci ospiti e nell’abbinamento di un vino al menĂš presentato illustrando alla giuria le caratteristiche del prodotto. Alla squadra vincitrice andrĂ un premio di 1500 euro da investire in materiale didattico, al secondo classificato 1000 euro ed al terzo 800. Presidente di giuria è Fausto Zanardelli che, in questo viaggio nelle nuove generazioni dell’hotellerie bresciana, sarĂ affiancato dai quattro chef Onelio Proietti Lippi, Franco Tarolli, Ennio Avigo e Franco Alessi, tutti e quattro ex insegnanti nelle scuole alberghiere e professionisti qualificati. “Continuiamo in un’iniziativa giunta alla terza edizione – spiega Fausto Zanardelli – il cui obiettivo è quello di stimolare proposte culinarie innovative, promuovere la creativitĂ e valorizzare le eccellenze presenti nelle scuole alberghiere bresciane augurando loro, una volta ultimati gli studi, di proporsi al mercato come nuovi talentiâ€?.

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Ogni situazione che viviamo è per noi una domanda alla quale dobbiamo cercare di rispondere alla luce del Vangelo

Stranieri, ospiti, concittadini Incontri a partire dalla lettera del vescovo di Brescia alle comunitĂ cristiane sulla pastorale degli immigrati

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Lavoro e cittadinanza 0$5&2 )(1$52/, VLQGDFDOLVWD &JLO

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La responsabilitĂ politica dei cristiani 0$5*+(5,7$ 3(521, FRQVLJOLHUH UHJLRQDOH 3GO

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4 marzo / 4 aprile 2011

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Nella serata: La voce dei bresciani (video) Introduzione: l’immigrazione nel territorio La parola del Vescovo (video intervista) Dialogo con gli ospiti Domande del pubblico (Le domande saranno raccolte attraverso dei foglietti e poi selezionate per il dibattito).

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Il dialogo tra i credenti $11( =(//

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Dalle ore 20.30 alle ore 22.30

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ugenio Massetti, presidente di Cenpi (Consorzio energia delle piccole imprese del Nord Ovest) aderente a Confartigianagto giudica peggiorative, rispetto al testo discusso in sede tecnica, le modifiche apportate al decreto legislativo di recepimento della direttiva 2009/28 sulle fonti rinnovabili approvate in Consiglio dei Ministri. “L’eliminazione del tetto degli 8000 mw – dichiara il presidente Massetti – non risolve il problema. Si sostituisce semplicemente il limite della potenza incentivabile con la scadenza del Conto energia prevista il 30 maggioâ€?. Secondo Massetti “è inammissibile che si preveda la revisione del terzo Conto Energia, approvato con un decreto in vigore da appena due mesi, determinando il blocco degli incentivi a partire dal 1° giugno 2011. Gli impianti che saranno collegati in rete dopo tale data saranno incentivati da una nuova formulazione del Conto Energia che il Ministero emanerĂ entro il 30 aprileâ€?. “Oggi, risparmiare

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sul costo della bolletta energetica, si può e si deveâ€?. Ăˆ quanto sostiene a chiare lettere Eugenio Massetti. In un momento di forte difficoltĂ economica, le imprese devono tagliare i costi, a partire da quelli dell’energia e del gas che gravano in modo particolare. Il Consorzio creato nel 2003 nasce su iniziativa delle associazioni territoriali Confartigianato, Lombardia e Piemonte e fa parte della rete nazionale dei Consorzi energetici di Confartigianato. La sua costituzione è legata all’esigenza delle aziende artigiane associate di avere un supporto affidabile, professionale e continuo sul tema energia. Il Cenpi

infatti, negozia le migliori condizioni di fornitura sul libero mercato, con l’obiettivo di ridurre i costi. Il Consorzio ha raggiunto in sette anni di attivitĂ uno sviluppo notevole e rappresenta circa 3000 imprese dislocate non solo nell’area del Nord Ovest ma anche in Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Umbria contando oggi ben 29 sedi sul territorio nazionale, per oltre 300 milioni di kilowattora erogati. Il Consorzio offre assistenza e consulenza, qualificata e costante, finalizzata all’individuazione delle soluzioni migliori per ottimizzare le forniture energetiche. “Attraverso il Consorzio – sottolinea Carlo Piccinato – si conduce annualmente una trattativa con tutti i fornitori sul mercato libero per selezionare quelli piĂš trasparenti, che garantiscono il trattamento migliore e la tariffa piĂš concorrenziale, guidando dunque verso di loro i nostri associati. L’adesione alle offerte del Consorzio, per mezzo appunto di Confartigianato è gratuita e dĂ quindi diritto a usufruire delle migliori

condizioni contrattuali esistenti sul mercato, con un risparmio ottenibile grazie alla contrattualizzazione di massa. Con il contratto giusto, la media del risparmio arriva anche al 10 % dei costi annuali dell’energia. La Confartigianato Unione di Brescia, inoltre, ha deciso di dare agli associati un’altra possibilitĂ di risparmio sul fronte del gas, ciò in virtĂš dell’apertura del mercato e della contrattazione con le imprese e del recentissimo accordo con Edison nel pacchetto Cenpi. “Come avviene per l’energia elettrica – spiega Massetti – vogliamo che, anche per il gas, le nostre imprese abbiano la possibilitĂ di scegliere il fornitore che meglio risponde alle loro esigenze, sia in termini di risparmio in bolletta che in termini di efficienzaâ€?. “Il riscaldamento è qualcosa che interessa veramente tutti, quindi questo nuovo servizio coinvolgerĂ in maniera sempre piĂš allargata ogni categoria artigiana. Il risparmio che abbiamo stimato sulla bolletta del gas sarĂ all’incirca del 5-6%â€?.

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Brescia riscopre il sapore della grande pallanuoto ospitando la Final Four di Coppa Italia al PalaSystema. Lo stesso impianto che lo scorso 26 gennaio spalancò le porte alla Nazionale azzurra nel terzo turno di World League con il Montenegro. Nella piscina di via Rodi il 19 e 20 marzo si assegnerĂ il trofeo nazionale. Fra le 4 squadre che se lo contenderanno c’è anche la Brixia. Si comincia il 19 con i detentori del trofeo del Recco opposti alla Florentia

alle 17,30 (diretta tv Rai Sport 2). A seguire (ore 19), BrixiaCamogli. Chi vince accederĂ alla ďŹ nalissima di domenica 20 alle 17,30 (diretta tv Rai Sport 2). L’ingresso sarĂ gratuito. “E’ giĂ un grande risultato essere arrivati a questo punto – dichiara alla vigilia coach Sandro Bovo – visto che ci siamo qualiďŹ cati eliminando a settembre il Savona. Ora dobbiamo crederci, battere il Camogli e giocarcela con il Reccoâ€?. (al. an.)

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ll’etĂ di 10 anni suo padre gli diede in mano una macchina fotografica, una mitica Nectar, dicendogli: “Usala tranquillamente per alcuni giorni e vediamo cosa sai fareâ€?; cosĂŹ è iniziata anche per Silvano la passione per l’arte della fotografia che giĂ aveva contagiato il padre che per mantenere adeguatamente la numerosa famiglia, oltre a lavorare alle acciaierie Tempini, aveva cominciato, negli anni dopo la Seconda guerra mondiale, a scattare fotografie. Pietro Rodella girava per balere, asili, cascine, matrimoni e feste paesane pennellando sulle lastre le immagini dei paesaggi e delle persone della Bassa bresciana: venivano anche dai paesi limitrofi per farsi immortalare nel suo primo negozio di Castel Mella. Si era specializzato nelle fototessere. Secondo le tecniche del tempo, dopo lo scatto stendeva sulle lastre una goccia di mattoleina per poi ritoccare i volti, togliendo le rughe e le occhiaie di troppo, con delle sottili mine. Terminata la scuola dell’obbligo il figlio Silvano lo affiancò nella professione fino a quando, dopo il servizio militare, venne invitato a camminare da solo. Iniziò a fotografare personaggi ed eventi del ci-

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clismo, anche per seguire le gesta del fratello Giuseppe, che gareggiava per il Pedale Bresciano, percorrendo tutto lo Stivale per documentare le varie corse ciclistiche dei dilettanti e dei professionisti. Ora che papĂ Pietro è in pensione è ben spalleggiato dai figli Paolo, che si occupa dei montaggi video e Fabio, che cura l’aspetto informatico e beneficia dell’attiva

collaborazione della moglie Silvana. Nel loro studio fotografico di Castel Mella offrono ogni tipo di servizio fotografico, da quelli tradizionali, per cerimonie e vari eventi, fino a quelli sportivi : oggi seguono in particolare il ciclismo minore a livello internazionale; naturalmente ciò gli ha permesso di diventare, in questo ambito, leader a livello nazionale.

Da 25 anni conducono “Ciclismo Oggiâ€? su di una emittente televisiva bresciana, che è lo storico appuntamento del mercoledĂŹ sera per tutti gli appassionati delle due ruote. Abbiamo chiesto ai Rodella come è cambiato il modo di fare fotografia oggi e Fabio, il piĂš giovane della terza generazione, ci ha risposto: “Con l’avvento del digitale il nostro lavoro è diventato piĂš comodo e veloce, poichĂŠ si vedono giĂ i risultati senza dover passare, come un tempo, per la camera oscura, ma si è perso in qualitĂ e il tempo guadagnato si impiega per l’aggiornamento sulla componente elettronica, sempre piĂš complicata, delle nuovissime macchine fotografiche; bisognerebbe trovare il giusto equilibrio fra la manualitĂ di un tempo e la moderna tecnologia perchĂŠ alla fine sono ancora la testa e la mano dell’uomo a fissare l’attimo fuggente.

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-XYHQWXV %UHVFLD SDUL H SDWWD Da tifoso della Juventus, vi confesso: il mio cuore piange, la squadra sta toccando uno dei punti piĂš bassi della sua gloriosa storia. Domenica pomeriggio all’Olimpico non sarĂ facile per entrambe. La Juventus deve recuperare l’immagine, la faccia e tentare il miracolo dell’aggancio al quarto posto anche se sarĂ difďŹ cile. Il Brescia, di contro, giocherĂ con il coltello fra i denti per alimentare la salvezza. Di certo le Rondinelle hanno tutte le carte in regola per mettere in difďŹ coltĂ la Juve di questi tempi. Certo, macherĂ Caracciolo: questo è

un bel handicap per i biancoazzurri visto che l’Airone è un punto di riferimento. Sa far salire la squadra, è un giocatore tatticamente utile e se non segna crea comunque gli spazi ed è forte di testa. Tutti sostengono che il problema della Juventus sia l’attacco, io la penso differentemente: è la difesa, quella che negli anni che furono era stato il vero punto di forza. Ăˆ vero, nel Brescia mancherĂ anche l’altro squaliďŹ cato Zebina. Meglio cosĂŹ, gli ex alla ďŹ ne risultano sempre decisivi. Per me sarĂ una gara particolare che seguirò all’estero per motivi

di lavoro. A Brescia ho tanti amici, vengo spesso nella vostra cittĂ e negli anni passati ci ho lavorato per due anni seguendo la cronaca giudiziaria. In piĂš sono legato a Baggio che qui ha fatto sognare. Ma non chiedetemi di tifare contro la mia squadra del cuore. Prometto che lo farò dopo la gara di domenica. Permettetemi di fare un grosso in bocca al lupo a Paolo Bossini. Il campione bresciano sta attraversando un momento difďŹ cile e gli auguro di tornare a nuotare quanto prima. Come ďŹ nirĂ ? Facciamo un pari (1-1) cosĂŹ accontentiamo tutti o quasi.


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Í™Í?Í˜Îť †‡ŽŽǯ Â?‹–Â? —‰—”‹ –ƒŽ‹ƒ I tuoi 150 anni vivono nell’immutato fascino di una bandiera che ha ispirato, commosso, inorgoglito sei generazioni, rappresentando ovunque quel diffuso carattere nazionale che anche nei momenti piĂš difďŹ cili ha fatto di noi un popolo capace di stupire il mondo. C’è da festeggiare il tuo essere diventata ďŹ nalmente una, dando a tutti la ricchezza di una Patria e di un’identitĂ , e quella dignitĂ che nasce dalla libertĂ . Valori che possiamo consegnare ai ďŹ gli, in

modo che li coltivino e li facciano crescere. Bello vivere questa ricorrenza da sportivi italiani, eredi di una tradizione che ha reso piĂš grande il tricolore grazie alle imprese azzurre. Imprese che ci hanno accomunato in un’unica emozione: noi tutti, che crediamo che la bandiera sia una sola, come lo è stata per quanti per lei hanno pianto, lottato, versato il sangue. Tre colori, tre cifre (150), tre lettere (Csi), che chiediamo si fondano per una settimana in un’unica matrice.

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ancano ancora tre turni all’epilogo della regular season del calcio a 11, ma in Elite sono giĂ arrivati alcuni verdetti di assoluto rilievo, primi fra tutti i nomi delle aritmetiche capoliste dei due gironi. Nel gruppo A Fuorimisura – detentrice della coppa Leonessa – ha chiuso i giochi con 270’ di anticipo raggiungendo l’obiettivo stagionale. L’undici di Calcinato è giĂ in semifinale, cosĂŹ come i campioni provinciali in carica dell’Eagles Bagnolo, giĂ a +11 dalle inseguitrici. Discorsi aperti, invece, per il secondo posto che darĂ il pass per i quarti di finale, dove po-

trĂ accedere anche la miglior terza in compagnia dei campioni di Promozione. Officine Meccaniche Tameni e Pompiano sono appaiate a quota 33 nel girone A, ma anche Promotica Sarezzo (31 punti) ci proverĂ fino alla

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Borgosatollo e Berzo Inferiore, divise da un punto. Nel girone B c’è grande bagarre, con quattro formazioni raccolte in due punti. Tirano il gruppo Ponte Zanano e Sporting Gavardo, seguite a ruota da Il Mosaico e Poncarale. Basket. Il campionato open di basket si è chiuso rispettando i pronostici di inizio stagione. I pluricampioni provinciali del Team ’87 hanno monopolizzato il gruppo arancione inanellando 14 vittorie consecutive. Sul trono del girone blu siede il quintetto del Basket Pallata. In attesa delle finali provinciali lo scorso fine settimana si sono disputati i quarti di finale della coppa Leonessa. Team ’87 vuole fare bene su entrambi i fronti e il 76-59 su Monticelli Brusati parla chia-

ro. La compagine di Gardone Valtrompia affronterà in semifinale San Luigi Gonzaga, vittorioso 67-60 a Rezzato. L’altra semifinale vedrà opposti Basket Pallata e Mascalzoni. I bresciani hanno avuto la meglio sui Panthers Sarezzo (64-54), mentre i sebini hanno piazzato un +7 a Torbole (60-53).

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fine. Nel girone B è sfida aperta per l’argento tra Scaglioni (37 punti) e Alfan Calcio, staccata di una lunghezza. In attesa dei verdetti del campo è giĂ ai quarti l’Intrepida Zanano, regina di Promozione. Comunque vada l’anno prossimo i valtrumplini giocheranno in Elite. Insieme a loro ci sarĂ con ogni probabilitĂ Lanzini Illuminazione, prima tra le inseguitrici, mentre Buffalora, Nutriservice e Young Boys si contendono gli ultimi due posti rimasti, Komit permettendo. Quanto al capitolo retrocessioni l’unica squadra ad essersi giĂ arresa è Impresa Edile Chiarini. Davanti al sodalizio di Calvisano cercano una disperata salvezza

(GXFDUH DOOD YLWD GHO 9DQJHOR Educare alla vita buona del Vangelo è stato il titolo del convegno svoltosi nella mattinata di martedĂŹ nella sede regionale del Csi Lombardia ad Agrate Brianza. Nell’introduzione all’incontro il presidente regionale Giuseppe Valori ha sottolineato l’importanza delle radici cristiane del Csi, che dal 1944 cerca di essere da esempio nei contesti piĂš veri e piĂš semplici dello sport. Valori ha esortato i presenti a perseverare in un impegno cristiano

che permetta all’associazione di crescere nel segno della qualitĂ . Il relatore del convegno è stato mons. Severino Pagani, vicario episcopale per la pastorale giovanile della diocesi di Milano e della Commissione diocesana sport. Pagani si è soffermato sul concetto di sport come metafora della vita, dove i diritti e i doveri emergono con estrema chiarezza e dove i giovani possono riscoprire quegli ideali che la societĂ odierna sta mettendo

in sofďŹ tta preferendo l’ozio al sacriďŹ cio, l’ascensore alla scalata, l’anarchia all’arbitro. “La trasmissione del senso della vita e della fede – ha affermato mons. Pagani – è sempre piĂš difďŹ cile, ma il Vangelo è mai in crisi e lo sport può attingere a piene mani da quelle pagine sempre attualiâ€?. Guardando al futuro si è parlato una comunitĂ che deve rileggere sĂŠ stessa ripartendo dal concetto del gruppo, del fare squadra e del donare sĂŠ stessi per una missio-

ne, per un’amicizia, per una crescita personale e collettiva che deve essere guidata da educatori pronti a questo compito di vitale importanza. InďŹ ne mons. Pagani ha invitato tutti a vivere pienamente le esperienze sportive: “Il rischio che l’oratorio diventi un centro sportivo c’è. Questo pericolo si sconďŹ gge riettendo sul tempo investito, sui sacriďŹ ci fatti e sui difetti da migliorare valutando quelle che sono le reali prioritĂ â€?.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA Associato

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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Un credente solo Egr. direttore, cari sacerdoti, noi credenti ci siamo ancora, ci siamo e siamo anche numerosi, ma ci sentiamo soli; con le nostre problematiche, le nostre incertezze, i nostri sbagli. Per Dio l’uomo non è un incidente di percorso, nonostante il clamoroso tradimento e oserei dire che questa certezza la si trova nei dieci comandamenti, scritti non in ordine decrescente di importanza, e dove Dio ci segnala che il tradimento verso l’uomo è grave quanto quello verso la divinitĂ . Nei nostri tempi il potere civile e il potere economico parlano solo alla pancia: per il primo questo porta al torpore della coscienza, mentre per il secondo favorisce il successo economico. Ritengo che sia doveroso per la Chiesa cominciare a parlare all’ uomo dei suoi problemi e questo non rappresenti una riduzione del comando evangelico, l’importante è poi salire fino all’intelletto. Si pongono diverse domande, che generano legittime aspettative. Dove deve parlare la Chiesa? La parabola del buon seminatore è estremamente esplicita: questo uscĂŹ a seminare nel campo, non nel suo campo: la Chiesa deve riprendere a parlare non solo nei luoghi canonici e attraverso la propria stampa, ma deve parlare nelle piazze, nei mercati, in qualsiasi luogo di ritrovo di persone e deve essere cauta nel confidare nel riporto della altrui comunicazione, poichĂŠ la stessa non si orienta alla etica informazione, ma per buona parte è schierata e appiattita sui poteri civili ed economici‌ Con quale spirito deve parlare la Chiesa? Deve sostituire all’ autoritĂ l’autorevolezza; la prima normalmente genera regole e le regole richiedono obbedienza. La seconda partorisce valori, e questi si consolidano con la condivisione, e si generano i comportamenti etici. Cosa deve dire la Chiesa? “La veritĂ nella semplicitĂ â€?. Credo che un atteggiamento particolare la Chiesa lo debba dedicare alla famiglia: traumatizzata dalle battaglie del divorzio e dell’aborto, forse non si è accorta che sta scomparendo il sacramento del matrimonio: la bacheca posta sulla porta della chiesa è quasi sempre vuota; i “dicoâ€? fanno parte dell’archeologia della convivenza, essendo arrivati al libero amore, legame senza nessuna formalitĂ pubblica. Cari sacerdoti, noi vogliamo esserci, cari preti, noi vogliamo lottare, ma non siamo angeli; non ricordateci sempre il peccato, ma aiutateci ad avere il coraggio pubblico delle nostre idee e azioni, perchĂŠ siano sempre coerenti per fare bene il bene, e non lasciate che i nostri figli, per la cui educazione non siano solo soli, ma addirittura contrastati, crescano confrontandosi con le immagini dei reality e di telenovela. Giovanni Gozzini

Con la Chiesa conciliare Egr. direttore, ho letto la lettera sul n° 8 di “Voceâ€? dal titolo: “L’antileghismo dei pretiâ€?. La lunga e articolata lettera della signora,

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preoccupata perchĂŠ molti sacerdoti parlano e scrivono non assecondando il pensiero e la prassi leghista che sarebbe – a suo dire – interprete del pensiero e della volontĂ del popolo, mi porta a fare alcune considerazioni di ordine generale relative all’identitĂ cristiana. Circa 50 anni fa, la Chiesa cattolica universale, su indicazione del papa Giovanni XXIII (ora Beato) promosse e realizzò il Concilio Vaticano II. Paolo VI, oltre a continuare e concludere il Concilio (8 dicembre 1965), ebbe il non facile compito di far recepire le chiare indicazioni dei Documenti conciliari, indirizzate a tutto il popolo di Dio in cammino nella storia. Basti citare la Lumen Gentium (la Chiesa luce delle genti) per la quale il vescovo Luciano Monari, ha recentemente esortato le parrocchie ad approfondire e diffondere le relative schede predisposte dalla diocesi. Ricordiamo la Gaudium et Spes (Chiesa e mondo contemporaneo), nonchĂŠ il ruolo e le responsabilitĂ dei laici cristiani nelle comunitĂ . Io, per motivi anagrafici e per una forte dedizione di molti sacerdoti e laici, ho avuto la gioia di poter assistere in diretta televisiva a quel grande evento che ha caratterizzato la Chiesa, pellegrina nel mondo, nella seconda metĂ del XX secolo. Dopo tanti anni quel Messaggio si è un poco sbiadito nella mentalitĂ degli stessi cattolici e va riproposto, quale bussola di riferimento, in una confusione generale. Molti vorrebbero, addirittura, far passare una cultura ecclesiale “fai da teâ€? che è pure cara a chi confonde il ruolo profetico della Chiesa di Cristo con un movimento popolare, locale, che è la Lega. Riscopriamo e rispecchiamoci, dunque, nella Chiesa conciliare, quella tenacemente voluta e sostenuta da papa Montini, il Servo di Dio Paolo VI. Anche l’attuale dibattito sul modello di Chiesa, a Brescia, e la sua missionarietĂ nel mondo, non dovrebbe uscire da questi saldi ed illuminanti riferimenti. Giuseppe Delfrate

A proposito di nucleare Egr. direttore, leggo sul numero 8 de â€?La Voce del Popoloâ€? una lettera di Francesco Zanatta sulla questione dell’energia nucleare e delle energie rinnovabili. L’autore polemizza con il vostro periodico, e con una parte della Chiesa cattolica italiana, colpevoli, a suo dire, di non sostenere il nucleare; o di non sostenerlo abbastanza. Nel testo della lettera, accanto a molte considerazioni del tutto personali e alquanto bizzarre, il sig. Zanatta enuncia quelli che a suo parere sono dei dati di fatto a favore del nucleare, e a sfavore delle energie rinnovabili; ed è su questo che vorrei intervenire, perchĂŠ la carenza di informazione e di dibattito sulla questione energetica richiede che si approfitti di ogni occasione per richiamare alla pubblica opinione i dati di fatto effettivi. CosĂŹ l’affermazione che “i Paesi con maggior tasso di crescita hanno impianti nucleari in funzione o li stanno

realizzandoâ€? andrebbe chiarita ricordando che “i Paesi con maggior tasso di crescitaâ€? come la Cina o, in Europa, la Germania, sono anche, rispettivamente, il primo e il secondo produttore mondiale di pannelli fotovoltaici (quelli che il sig. Zanatta considera “tecnicamente ed economicamente improponibiliâ€?). A livello mondiale, lo sviluppo delle energie rinnovabili è talmente esplosivo che i nuovi impianti eolici e solari installati negli ultimi cinque anni hanno prodotto tre volte piĂš elettricitĂ delle centrali nucleari entrate in servizio nello stesso periodo; mentre in termini di potenza il rapporto è stato addirittura di 14 a 1 a favore del solare/eolico rispetto al nucleare. In buona sostanza, il nucleare è una tecnologia in declino; le rinnovabili sono in fortissma espansione, e proprio nei Paesi economicamente piĂš dinamici. A proposito della Germania, sarebbe bene ricordare anche che effettivamente, come afferma il sig. Zanatta, “di centrali (nucleari) ne ha 17 e recentemente ne ha prolungata la vita attivaâ€?; ma ha preso questa decisione in quanto, avendo deciso da tempo di chiudere tutti i suoi impianti nucleari entro il 2025, ha poi ritenuto opportuno posticiparne di alcuni anni il definitivo spegnimento. Decisione che non modifica affatto la sorte del nucleare tedesco, ma cerca semplicemente di ricavarne una ulteriore quota di energia, cosĂŹ come il ritardo dell’etĂ della pensione per i lavoratori non significa che i poveretti rinascano o ringiovaniscano, ma solo che vengono spremuti un po’ piĂš a lungo. Infine, a proposito dei “premi insostenibili per l’economia e un’equa politica socialeâ€? con cui secondo il sig. Zanatta, sono tenute in piedi, in Italia, le fonti rinnovabili, è di questi giorni un drastico taglio degli incentivi, deciso dall’attuale Governo, con effetti addirittura retroattivi al 2010: una decisione che metterĂ in crisi un settore in piena espansione, con decine di migliaia di lavoratori occupati, capace di arrivare, sulla base degli investimenti previsti fino a metĂ del 2011, al traguardo di 7000 MW fotovoltaici e altrettanti eolici (ai quali corrisponde, per intenderci, una produzione di energia elettrica pari a quella di due grandi centrali nucleari). Proprio il successo strepitoso della politica di incentivo alle rinnovabili nel nostro paese sembra aver spaventato un Governo che si sta impegnando disperatamente nell’impresa di far digerire agli Italiani una scelta nuclearista del tutto indifendibile. Mario Capponi

Un grazie al Vescovo Egr. direttore, ho letto con molto interesse la lettera alle comunitĂ cristiane della diocesi sulla pastorale per gli immigrati del vescovo Monari. Una caratteristica dei suoi interventi, dal suo arrivo, è che ti prende per mano ed in modo semplice e chiaro, ti guida ad un’analisi lucida dei problemi e, da buon Pastore, aiuta a far luce su molte tematiche, anche un po’ spigolose e difficili,

senza chiudersi in difesa, secondo la logica del Vangelo. L’ha fatto in occasione della celebrazione dello scambio delle rose e dei ceri, chiarendo la posizione di una Chiesa libera che non è, e non può essere, identificabile nĂŠ con la destra, nĂŠ con il centro, nĂŠ con la sinistra. In questi momenti, non facili, anche la mia Chiesa, non sempre ha avuto testimoni credibili, tra le sua fila: sicuramente incidenti di percorso, responsabilitĂ individuali, piuttosto che uno stile, ma sicuramente spiacevoli. Anche in occasione di questa ultima lettera, il vescovo Luciano è stato illuminante: non perchĂŠ difende gli extra-comunitari, ma perchĂŠ espone in modo chiaro un problema e ci aiuta a dipanarne la matassa senza pregiudizi e chiusure ideologiche. Ăˆ sempre piĂš necessaria una Chiesa cosĂŹ, che annuncia Cristo, uomo libero e povero, e che prende come sua strada l’uomo, lavora per il bene di ogni uomo, per il bene di tutti. Grazie: come genitore, impegnato in un partito e con cariche elettive la mia riconoscenza: avere una guida come Lei, che annuncia e non urla parole di vita e di speranza, ci aiuta a proseguire con serenitĂ e determinazione nella nostra quotidianitĂ , spesso complicata come complicato è il mondo di oggi. Auspico come Lei che sul tema immigrazione si possa, dopo tanti proclami, ragionare seriamente. Innegabile che non possiamo accogliere tutti e che purtroppo, nelle pieghe della povertĂ non sono poche le persone che approfittano o delinquono, ma se con queste la distanza deve essere netta e la legalitĂ lo strumento per risolverla, bisogna fare in modo che le “braveâ€? persone che sono arrivate da lontano e che contribuiscono alla crescita di ricchezza del nostro paese, possano trovare comunitĂ cristiane e civili pronte a dialogare con loro nel rispetto delle differenze culturali, storiche e religiose. Sarebbe opportuno che queste persone salissero sulla “barca a remare con noiâ€? per puntare la prua verso il largo, il futuro; vorrei chiedere loro di contribuire, non solo con il pagamento delle tasse e dei contributi, a una Brescia piĂš bella e vivibile; vorrei coinvolgerli nella riflessione sulla scuola, sull’inquinamento, sull’economia italiana, sullo sport, sulla delinquenza‌ Preferisco l’idea di costruire ponti piuttosto che alti muri che dividono. Preferisco unire che dividere. Me lo insegna il Vangelo e anche il buon senso. Un dato è certo: l’ultima annata agricola ha portato una riduzione drastica nella produzione mondiale di grano, soia, riso e altri prodotti primari. Aumenti accentuati dalle speculazioni finanziarie sulle materie prime e che proseguono in questo periodo. Quali le conseguenze? Il direttore del World Food Programme dichiara: “La gente che non ha cibo a sufficienza ha solo tre opzioni a disposizione: la rivolta, l’emigrazione o la morteâ€?. I barconi di questi giorni ne sono la prova, ma l’Italia si è fatta trovare impreparata ed incapace ad affrontare il problema. Non è possibile che i meriti siano solo nostri e le colpe solo dell’Europa. Valter Muchetti


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