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“Chi cercate? Sono ioâ€? (Giovanni 18,5): arrestato, calunniato, beffeggiato, ferito, reso esangue ed esanime, caricato di un peso ormai sproporzionato, appeso, forato quattro volte, e infine una quinta. Questa quinta ferita da morto: uscĂŹ subito l’acqua e il sangue, come un fiotto, che da tempo attendeva il varco del taglio sul petto (Giovanni 19,34). Il cuore da tempo esuberava d’amore, ma solo allora, solo “dopoâ€? potĂŠ dirsi. La vita non è spiegabile, e nemmeno il dolore che contiene: Lui non ce lo ha spiegato. Però lo ha preso tra le mani, sulle spalle, sul viso, nel cuore. Prima ancora che io lo vivessi, il mio carico lo conosceva per dimensioni e peso, consistenza e volumi, sapore, odore, bruciore‌ Questa è la sua regalitĂ sulla mia vita: conosciuta nell’intimo; non spiegata, ma dispiegata. Amata in ogni giuntura e piega. La vita è talora sofferta, ma non per dannazione o volontĂ .
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Il vero interesse è rivolto al dopo Gheddafi
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Scrivo da Lampedusa, dalla finestra sento il vocio degli immigrati. Via Roma, il corso principale dell’isola, è piena, come ad agosto, di questa povera gente. Sembra di stare a Tunisi. Bar, panchine, scalini: ovunque, ci sono seduti tanti immigrati a gruppi. Mentre scrivo, i migranti,
CALABRIA CEI Centro
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Impianti
sono piÚ della popolazione dell’isola stessa e arriva notizia che il prefetto Caruso, commissario per l’emergenza, abbia firmato il noleggio di sei imbarcazioni private, da affiancare alla nave militare S. Marco, capaci di fare cessare l’emergenza a Lampedusa. Intanto, tra le legittime proteste dei residenti, gli sbarchi continuano. La sera, la piattaforma del porto è impressionante: una marea. Dormono fuori, senza neanche potersi riparare dalla pioggia e
in condizioni igienico-sanitarie sempre piĂš critiche, in quanto, la struttura di accoglienza (capienza massima di 1000 posti) non è in grado di accogliere i 5000 che sono sull’isola. Immerso in questa “invasione di umanitĂ â€? si ha piĂš chiara la percezione che Lampedusa, è al centro di una vicenda epocale, di una storia molto piĂš grande dei suoi pochi chilometri quadrati. Diversi e multiformi sono i profili con i quali si può affrontare la questione dei migranti: per i credenti essa è un segno
dei tempi, da interpretare evangelicamente; per lo Stato è questione internazionale; per il Governo italiano è problema d’ordine pubblico. Sui giornali e nelle televisioni, in questi giorni, ascoltiamo le tanti opinioni e i pensieri per la risoluzione del problema. Fra tutte le espressioni di pensiero e le libertà da difendere, inequivocabile, per chi viene a Lampedusa è quella degli abitanti, gente straordinaria, popolo ospitale e generoso sempre.
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Il Cirmib, il Centro interuniversitario di ricerca sulle migrazioni a cui collaborano UniversitĂ Cattolica e UniversitĂ Statale di Brescia, si occupa di raccogliere, elaborare ed analizzare i dati statistici riguardo al fenomeno immigratorio in provincia di Brescia, comparandoli a livello regionale e nazionale e diffondendoli sul territorio. Il Cirmib organizza anche un Centro di documentazione mettendo a disposizione di studenti,
insegnanti, operatori, studiosi e di tutti coloro che sono interessati, strumenti speciďŹ ci di conoscenza; fornisceconsulenza scientiďŹ ca sui diversi aspetti del fenomeno migratorio; attua iniziative di aggiornamento, di formazione e organizzare convegni o seminari di studio, rivolti ad operatori pubblici o del privato sociale. Promuove, inďŹ ne, progetti di ricerca commissionati da enti e istituzioni o da altri soggetti pubblici e privati.
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estremamente difficile di questi tempi parlare di immigrazione con serenitĂ . L’emergenza sbarchi che sta stringendo d’assedio Lampedusa (e il resto del Paese, ndr.) la latitanza dell’Unione europea e uscite non troppo felici di chi ha ruoli e responsabilitĂ istituzionali rendono estremamente complesso affrontare il fenomeno immigratorio, senza lasciarsi trascinare dall’emotivitĂ e da idee preconfezionate. Fortunatamente, però, ci sono realtĂ che accettano questa sfida. Per il terzo anno consecutivo cosĂŹ il Centro interuniversitario di ricerca sulle migrazioni (Cirmib) di Brescia ha dato alle stampe il suo annuario. Si tratta, probabilmente, della piĂš completa pubblicazione sull’analisi della realtĂ immigratoria nel Bresciano. L’annuario affronta il fenomeno nei suoi aspetti strutturali e in quelli processuali, prestando particolare attenzione alle sue dinamiche e negli aspetti piĂš significativi. Proprio queste caratteristiche rendono lo studio “Immigrazione e contesti localiâ€?, cu-
rato da Elena Besozzi, che del Cirmib è direttrice, in qualche modo complementare alla lettera “Stranieri, ospiti, concittadiniâ€?. Si tratta del documento pastorale che il vescovo Luciano Monari ha indirizzato qualche settimana fa alle comunitĂ cristiane e ai consigli pastorali della diocesi per sollecitare quello che in termini laici potrebbe essere definito come un salto di qualitĂ nell’approccio al tema dell’immigrazione nel Bresciano. Ăˆ un nuovo atteggiamento pastorale ma anche culturale quello chiesto dal Vescovo alla sua Chiesa che trova conferma anche nelle pagine dello studio presentato nelle scorse settimane in Cattolica. Dall’annuario 2010 del Cirmib emer-
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gono, oltre ai pur interessanti dati numerici, aspetti per una nuova lettura della presenza di immigrati. Particolarmente interessante, per gli aspetti collegati, è la tendenza alla stabilizzazione che gli stranieri presenti nel Bresciano dimostrano. Tre stranieri su 10, tra quelli presenti in Italia da piĂš di 10 anni, “eleggonoâ€? ormai Brescia e la sua provincia a propria residenza fissa. Cosa questa tendenza comporta lo ricorda ancora il Vescovo giĂ nel titolo della sua lettera: tanti stranieri sino a ieri ospiti sono oggi, a tutti gli effetti, concittadini. La tendenza alla stabilizzazione della popolazione trova, come emerge dallo studio Cirmib, una conferma nei dati riferiti alla presenza degli stranieri nelle scuole bresciane. Ăˆ quello scolastico uno degli ambienti privilegiati, insieme agli oratori, in cui è possibile lavorare concretamente alla realizzazione di quello che padre Mario Toffari, responsabile dell’Ufficio migranti, sta definendo nel corso degli incontri “Voci nell’agorĂ â€? come il nuovo popolo bresciano non piĂš connotato da differenze somatiche ma
capace di rendere concreta quell’integrazione tanto annunciata ma difficile da praticare. Nella scuola bresciana, secondo i dati Cirmib, gli alunni con cittadinanza non italiana sono il 15,6% del totale. Una presenza che acquista di ulteriore significato se si passa a considerarla nei diversi gradi dell’articolazione scolastica. Crescono gli studenti stranieri nelle scuole superiori: un segnale, come viene definito nelle pagine dell’annuario del Cirmib, di investimento, che apre la strada a quella cittadinanza ricordata anche dal vescovo Monari nella sua Lettera. Una cittadianza di fatto che si avverte, secondo i dati certificati dal rapporto presentato, in una sostanziale uguaglianza tra bresciani e stranieri dinanzi alla questione occupazione. In positivo e in negativo produce i suoi effetti senza guardare al colore della pelle o alla carta d’identità dei lavoratori. Nonostante tutto, però, permangono ancora atteggiamenti xenofobi e discriminatori. E questo è un fronte su cui tutti, Chiesa e istituzioni in testa devono lavorare gomito a gomito.
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/¡DOWUD IDFFLD GHOO¡HVRGR GDOOD 7XQLVLD Possibile che l’ondata di sbarchi che incessantemente si sta veriďŹ cando sulle coste di Lampedusa sia costituita interamente da profughi in cerca di asilo politico? Una risposta in proposito è stata fornita nelle scorse settimane dalla giornalista della televisione pubblica tunisina Asma Barrak (nella foto). Incontrando la delegazione bresciana scesa in Tunisia con il sindaco di Brescia Adriano Paroli, la giornalista ha avuto modo di parlare a lungo del suo Paese uscito dalla recente crisi politica. L’incontro è avvenuto a Kairouan, la quarta cittĂ santa dell’Islam da da sempre meta di grandi afussi di turisti che a causa delle recenti proteste ancora fanno fatica a ritornare preoccupati come sono da una situazione ancora in via di deďŹ nizione e dalle notizie che fanno ancora oggi della Tunisia
un Paese allo sbando con migliaia di persone che si accalcano sui suoi litorali per cercare di raggiungere via mare l’Europa. Una passaggio in particolare Asma Barrak l’ha dedicato proprio al tema della fuga di tanti giovani verso l’Italia. “Molti dei tunisini in fuga verso il vostro Paese – ha affermato – hanno approďŹ ttato del vuoto di potere creatosi per fuggire dalle prigioni del sud della Tunisia; molti altri sono compromessi con il vecchio regimeâ€?. L’attraversata del Mediterraneo verso Lampedusa rappresenta per Asma Barrak una via per sfuggire al nuovo corso imboccato dal Paese. Un nuovo corso che la giornalista tunisina, al di lĂ dei problemi vissuti dal suo Paese nelle scorse settimane e che ancora si trascinano, sottolinea in modo particolare. “Oggi – ha
affermato al proposito Asma Barrak – abbiamo la libertĂ assoluta di dire la veritĂ alla gente. Prima dovevamo rispettare strettamente le indicazioni che ci forniva il regime su ciò che si poteva dire e su quello che, invece, non si doveva raccontareâ€?. Il clima di libertĂ che oggi attraversa la Tunisia trova, secondo la testimonianza della giornalista, molteplici espressioni. “Gli stessi testi teatrali – ha sottolineato –, le stesse canzoni sono rapidamente cambiate nel giro di poche settimaneâ€?. Merito del cambiamento è, secondo Asma Barrak, anche delle donne tunisine, che hanno conosciuto una progressiva emancipazione a partire dal 1956, anno di abolizione in tutto il Paese della poligamia. “Proprio le donne – ha raccontato davanti ai microfoni, alle telecamere e ai taccuini dei giornalisti presenti nella delega-
zione bresciana, - sono state insieme ai giovani le vere protagoniste della rivoluzione tunisina. Sono, sempre le donne, la garanzia che il processo democratico imboccato non potrĂ tornare indietroâ€?. Altrettanto categoria Asma Barrak lo è stata nello smontare quello che nei Paesi occidentali viene indicato come il principale rischio a cui il Nord Africa, attraversato in queste settimane da un forte (e per tanti versi drammatico) vento di cambiamento, è esposto: quello del fondamentalismo. “Dopo avere abbattuto una dittatura come quella di Ben Ali – ha affermato la giornalista – non accetteremo nessun altro regimeâ€?. Certo, conferma, il Paese dovrĂ abituarsi a una nuova stagione di democrazia che in pochi mesi ha giĂ prodotto tre governi provvisori e la nascita di molti partiti.
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Tanti sono gli stranieri presenti nella provincia di Brescia all’1 luglio 2099, termine ultimo preso in considerazione dall’annuario del Cirmib. A guidare la classiďŹ ca dei Paesi di provenienza ci sono Marocco e Romania con oltre 23mila presenze. Al terzo posto l’Albania con poco piĂš di 22mila 700. Seguono, nella classiďŹ ca delle nazioni India, Pakistan, Senegal, Ucraina, Ghana, Cina, Egitto, Serbia e Montenegro, Moldova, Tunisia e Bangladesh .
Ăˆ questo il numero degli stranieri irregolari presenti sul territorio bresciano sulla scorta delle stime effettuate dai ricercatori del Cirmib che, elaborando i dati dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicitĂ , hanno realizzato l’Annuario 2010. La maggiore concentrazione di irregolari si registra proprio a Brescia, seguono la Bassa centrale, l’Ovest bresciano, la zona del Garda, la Valtrompia. Chiude la classiďŹ ca il Sebino.
Questa è la percentuale degli stranieri di religione cattolica presenti nel Bresciano nel 2009. La loro percentuale è nettamente al di sotto di quella dei musulmani, che sono il 53,2%, e di quella di stranieri di confessioni cristiane, il 16,4%. Un altro 10,7% di immigrati presenti regolarmente sul territorio bresciano ha dichiarato al Cirmib di professare altre religioni. Il 4,6%, inďŹ ne, ha affermato di non professare alcuna religione.
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8Q DPEL]LRVR SURJHWWR GL FRQYLYHQ]D “L’immigrazione si presenta come un fenomeno complesso, attraversato da aspetti contraddittori e sovente difficili da prevedere. Ne è una riprova la ripresa degli sbarchi nel Sud Italia, dopo che gli ultimi rapporti della Caritas e della Fondazione Ismu davano il fenomeno degli sbarchi e piĂš in generale dei flussi migratori decisamente in calo o addirittura in controtendenzaâ€?. Parte da questa analisi, che non tiene conto soltanto di elementi numerici, la lettura che Elena Besozzi, direttrice del Cirmib, fa dell’immigrazione nel Bresciano, un fenomeno alla cui comprensione non giova quella che la ricercatrice definisce “sindrome della paura dello stranieroâ€?, notevolmente cresciuta negli ultimi anni. “Si tratta di una reazione del tutto comprensibile – afferma ancora la direttrice del Cirmib –, soprattutto se alimentata da scarsa o distorta informazione o da una insufficiente preparazione personale e collettiva ad affrontare eventi e situazioni che cambiano repentinamenteâ€?. La linea vincente per una buona convivenza diventa allora quella del dialogo, che assume l’idea che l’altro, lo straniero va incontrato per trarne beneficio. “Si tratta – afferma ancora Elena Besozzi – di una convinzione in larga misura fondata sulla matrice cristiana, come ricorda anche il vescovo Monari nella sua recente lettera pastoraleâ€?. Quello indicato dal Vescovo è, per la direttrice del Cirmib, un ambizioso progetto di convivenza a cui tendere, “proprio
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Per loro l’accoglienza dei migranti è questione di legge di Dio scritta nel cuore. Sempre lo è stato nei secoli, sempre lo sarĂ . Ăˆ ingenuo, però, pensare che un fenomeno, cosĂŹ complesso e articolato possa governarsi da solo. Di certo è confusa la molteplice azione del Governo italiano. Ora che il Governo del nostro Paese possa avere piĂš anime, e se ciò ci piaccia o no, è secondario. I lampedusani di anima ne hanno una sola unita e unica: ribadiscono con forza che questa offesa alla dignitĂ dei migranti e ai cittadini residenti sull’isola non è piĂš tollerabile, chiedono quelle risposte civili che sono dovute a chi fugge da una situazione drammatica dal proprio Paese ma, nello stesso tempo, piĂš attenzione agli isolani perchĂŠ non abbiano a pagare un prezzo troppo alto solo perchĂŠ geograďŹ camente conďŹ nati in una terra che viene considerata come l’accesso piĂš immediato per l’Europa da chi viene dal Nord Africa. L’isola non si può spostare e gli isolani non possono privarsi del cuore della loro profonda umanitĂ per chi fugge da un passato senza sbocchi e non può essere lasciato solo a rischiare il proprio futuro, ma nel contempo chiede con forza di essere aiutata per continuare a vivere la vita quotidiana e la prospettiva di sviluppo economico tramite il turismo e la pesca, uniche fonti di reddito per gli isolani. (Carmelo Petrone, direttore “L’amico del popoloâ€? - Agrigento)
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La Francia di Sarkozy che sin da subito ha schiacciato sul pedale dell’acceleratore per un intervento militare in Libia (rivendicandone per qualche giorno anche il coordinamento, ndr.) si dimostra fredda, se non indifferente, per le conseguenza che l’operazione “Odissea all’albaâ€? sta producendo sulla mobilitĂ di migliaia e migliaia di persone. Dopo essersi allineata al sostanziale silenzio con cui l’Ue ha risposto alle richieste italiane di una compartecipazione
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alla gestione dei profughi che continuano ad approdare sulle spiagge di Lampedusa e della Sicilia, Parigi ha compiuto un passo in piÚ. Nei giorni scorsi, infatti, è stato impedito l’ingresso in Francia ad alcune centinaia di tunisini che cercavano di entrare nel Paese transalpino dalla frontiera di Ventimiglia. La gendarmeria francese ha decisamente irrigidito i proprio controlli impedendo l’ingresso in Francia a un considerevole numero di tunisini
che cercavano di entrare appunto nel Paese. Il risultato, come è stato riportato da molti mezzi di comunicazione, è il considerevole aumento nei pressi di Ventimiglia del numero di stranieri che attendono di oltrepassare il conďŹ ne con un aggravio dei carichi di lavoro della rete assistenziale italiana che si è fatta carico di garantire almeno il pasto e un minimo di accompagnamento a tante persone in fuga dai loro Paesi di origine.
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ei giorni scorsi le operazioni militari della coalizione internazionale contro il regime di Gheddafi sono passate sotto l’egida della Nato, dopo le diversitĂ di vedute (e soprattutto di leadership) tra i Paesi partecipanti all’azione. Da piĂš parti, intanto, si alza la richiesta di aprire un canale diplomatico per giungere a una risoluzione della crisi in corso. Anche il card. Angelo Bagnasco, nella sua prolusione ai lavori del consiglio permanente della Cei, ha ricordato la grave situazione in diversi Paesi dell’Africa del Nord e del bacino del Mediterraneo, in particolare il conflitto in atto in Libia. Il presidente dei Vescovi italiani ha espresso l’auspicio di un “immediato superamento della fase cruentaâ€? anche per garantire “l’accesso agli indispensabili soccorsi umanitari, in un quadro di giustiziaâ€?. Anche altri osservatori stanno rivolgendo le loro analisi a quelli che potranno essere gli scenari dopo la fine della crisi libica. Una fase che, come ha ricordato anche il presidente Usa Barack Obama in un recente discorso al suo Paese, dovrĂ essere caratterizzata dall’uscita di scena di Gheddafi. Proprio questa prospettiva sembra preoccupare tanti osservatori internazionali. Una Libia liberata dal suo rais, è destinata, secondo tanti osservatori, ad avviarsi verso un periodo di anarchia totale. Tolto di
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esperti di scenari internazionali non sono ottimisti. L’ansia di cambiamento che mobilita tanti giovani libici potrebbe produrre mostri. Quel che appare a tutti gli esperti evidente è la sostanziale insignificanza dell’Unione europea nella crisi in corso. Tra una rivolta e l’altra, un bombardamento ed una trattativa tra gli Stati nazionali dell’Ue si sono letteralmente perse le tracce sugli scenari internazionali ed è risultata assolutamente irrilevante la sua presenza ai vertici di Bruxelles che si sono susseguiti nei giorni scorsi. Tutti hanno capito che Manuel Barroso, presidente della Commis-
sione europea, Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, e soprattutto Lady Catherine Ashton, alto commissario per la politica di sicurezza e di difesa, non avevano nulla da dire e quel poco che hanno detto è stato talmente inutile da non essere neppure preso in considerazione dai capi di Stato e di governo dell’Unione. Una situazione che parla da sola e che diventa ancora piÚ grave anche alla luce dell’atteggiamento a oggi pilatesco assunto dall’Europa nella gestione dell’emergenza profughi che l’Italia, con mille problemi, sta affrontando in perfetta solitudine.
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/D SROLWLFD H LO OLQJXDJJLR GHOOD YLROHQ]D “FinchĂŠ la politica è ferma, purtroppo, entrano altri linguaggi che sono quelli della violenza e della sďŹ duciaâ€?. CosĂŹ padre Pierbattista Pizzaballa (nella foto) Custode di Terra Santa, ha commentato il riaccendersi delle tensioni tra israeliani e palestinesi. Un ordigno, nascosto dentro una piccola borsa abbandonata vicino a una cabina telefonica, è esploso infatti il 23 marzo scorso vicino la stazione centrale degli autobus, all’entrata di
Gerusalemme, causando la morte di una donna britannica e il ferimento di 50 persone, alcune in modo grave. Attentati di questo tipo non avvenivano nella CittĂ Santa dal 2008. “Io mi auguro – ha affermato padre Pizzaballa in una intervista concessa a Radio Vaticana – non sia un ritornare indietro e cioè un riaprire una strategia del terrore, come abbiamo visto negli anni recenti, e spero che resti un episodio isolato. Ăˆ vero, comunque, che c’è una
sorta di deterioramento, innanzitutto nelle relazioni politiche e poi di conseguenza anche in tutto il restoâ€?. Per il francescano i leader politici sembrano paralizzati: “hanno paura – afferma – o, comunque, non hanno la forza di prendere grandi decisioni, perchĂŠ ci vuole coraggio da ambo le parti, e questo crea un clima di sempre maggiore sfiducia, con accuse reciproche, che creano poi una situazione, non dico di imbarbarimento, ma di
deterioramentoâ€?. Padre Pizzaballa ha ricordato al proposito la recentes trage di Itamar (una famiglia massacrata nella cittadina della Samaria, ndr.) e il peggioramento della situazione nella Striscia di Gaza, bombardamenti e anche attacchi da Gaza: “Cose – ha ricordato – che purtroppo abbiamo giĂ visto nel passato e che sembrano acuirsi di nuovo in questo momento. Speriamo sia una parentesi e non un ritorno indietro appuntoâ€?.
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che si continuino a considerare l’idratazione e l’alimentazione (ovvero la somministrazione di acqua e cibo anche per vie artiďŹ ciali), per tutti i pazienti, semplici forme di sostegno vitale, che pertanto non devono essere sospeseâ€?. Consapevole del dovere di “difendere sempre il bene dell’uomoâ€?, ispirandosi al magistero della Chiesa sui temi della vita e tenuto conto della costante attenzione della Chiesa
italiana sulla questione del ďŹ ne vita, il Copercom ha rinnovato il proprio impegno “a rendere piĂš solida la cultura della vita, profondamente radicata nel popolo italianoâ€?. Per questo, ha annunciato l’adesione all’appello rivolto al Parlamento italiano da un gruppo di intellettuali, attraverso il quotidiano “Avvenireâ€? (12 marzo 2011), afďŹ nchĂŠ venga approvato il testo di legge sul ďŹ ne vita all’esame della Camera, di cui si sottolineano “l’urgenza, l’efďŹ cacia e l’utilitĂ â€?.
L’appello in questione – sottoscritto tra gli altri dal direttore di “Avvenireâ€?, Marco Tarquinio (nella foto), da Dino Boffo, direttore di Tv 2000, da mons. Vinicio Albanesi, dal rettore della Lumsa, Giuseppe Dalla Torre, dal rettore dell’UniversitĂ Cattolica, Lorenzo Ornaghi, dallo scrittore Antonio Socci, e dal presidente della Fisc, Francesco Zanotti, deďŹ nisce la legge “una proposta ragionevole, condivisibile, realmente liberale e oggi non piĂš rinviabileâ€?.
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a Camera dei deputati dovrebbe procedere entro il prossimo mese di aprile al dibattito e alla votazione della legge sul fine vita, una legge ritenuta indispensabile per arginare “la falla creata nell’ordinamento giuridico dagli interventi della magistratura sul caso Eluanaâ€? che hanno di fatto indotto una deriva eutanasica. Le associazioni e i movimenti che nella societĂ italiana si battono contro una deriva culturale che vorrebbe legalizzare l’eutanasia stanno chiedendo a gran voce che la legge sia rapidamente approvata e che sia mantenuto il suo impianto per quel che concerne l’indisponibilitĂ della vita umana, la persistenza dei reati di omicidio del consenziente e istigazione/aiuto al suicidio, l’impossibilitĂ di inserire nelle Dat (dichiarazione anticipata di trattamento) una richiesta di non erogare o di sospendere le cure salvavita, la libera valutazione del medico in scienza e coscienza delle Dat, considerazione dell’alimentazione e idratazione come mezzi di sostegno vitali. I movimenti auspicano che venga approvato in via definitiva il “testo adottato dal Senatoâ€?, o, se ciò non fosse possibile, che venga introdotta una modifica dell’art. 2, per evitare “la facoltĂ di sottoscrivere le Dat anche da parte dei rappresentanti degli incapaciâ€?. Il percorso della legge attualmente all’esame della Camera è stato lungo e tortuoso. Era iniziato il 9 febbraio 2009 con la morte per interruzione
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entro aprile dovrebbe finalmente arrivare a conclusione. In vista del dibattito in aula si stanno affilando le armi. C’è chi raccoglie le firme, chi va sul palcoscenico e chi cerca di portare elementi di riflessione. Ma di voci stonate se ne contano anche nello schieramento dei sostenitori della legge, cosĂŹ come uscita dal Senato. Voci che hanno l’unico effetto di spaccare il fronte, come nel caso di un articolo pubblicato il 23 febbraio scorso da “Il Foglioâ€? diretto da Giuliano Ferrara in cui si sostiene che questa legge apre le porte all’eutanasia. L’affermazione, però, parte da un presupposto giuridico completamente errato, come spiega Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita. La legge serve, serve subito ed è l’unico mezzo per fermare la “buona morteâ€?. Sulla necessitĂ della legge si è pronunciato nei giorni scorsi, sempre dalle colonne di “Avvenireâ€?, anche Massimo Gandolfini, presidente della sezione bresciana di Scienza&Vita. Il direttore del dipartimento di neuroscienze della casa di cura Poliambulanza cosĂŹ si è pronunciato sulle pagine del quotidiano. “Ritengo che, visto il clima culturale che corre, sia necessaria una legge che tuteli davvero l’alleanza di cura in termini di rispetto e aiuto fra medico e paziente. Ăˆ un’opportunitĂ anche per confermare lo statuto della professione medica, educando medici, pazienti e l’intera societĂ alla ‘medicina buona’, votata alla salute e alla vita.
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Sabato 14 e domenica 15 maggio torna la campagna “Abbiamo riso per una cosa seriaâ€?. Focsiv, la piĂš grande Federazione italiana di organismi di volontariato internazionale, insieme a 22 dei suoi soci, sarĂ presente in oltre 800 piazze italiane, per raccogliere fondi a sostegno di progetti di diritto al cibo nei Sud del mondo. Presso gli stand allestiti nelle piazze saranno distribuiti oltre 110mila chili di riso: in cambio di una donazione minima di 5 euro, si potrĂ ricevere
Domenica 3 aprile dalle 8 alle 12 si svolge nelle piazze di Ceto, Badetto di Ceto, Niardo, Paspardo, Breno, Pescarzo e Astrio la manifestazione Admo (Associazione donatori midollo osseo) “Una colomba per la vitaâ€?, per ridare slancio alla ricerca di nuovi potenziali donatori di midollo, molto spesso l’unica speranza di guarigione per i malati di leucemia e di altri tumori del sangue. Nelle piazze dei piĂš importanti Comuni italiani i volontari Admo saranno a
un pacco da 1 chilo di riso della qualitĂ Thai Bonnet, prodotto in Italia da un imprenditore agricolo socio Coldiretti. “Di fronte alla crisi mondiale legata all’aumento vertiginoso dei prezzi del cibo – spiega Sergio Marelli, segretario generale della Focsiv – abbiamo scelto un riso italiano per l’edizione 2011 della nostra iniziativa, per sostenere il progetto della ďŹ liera corta tutta italiana promossa dalla Coldirettiâ€?. Per informazioni visita il sito www.focsiv.it.
disposizione per chi vorrà , con un’offerta minima, acquistare una colomba, generalmente simbolo della pace e in questo caso anche della speranza. Il ricavato sarà devoluto ai progetti di sensibilizzazione e alle strutture medico-sanitarie impegnate nella lotta contro la leucemia, i linfomi, il mieloma e le altre neoplasie del sangue. I due giorni saranno un’occasione per incontrare nuovi potenziali donatori e trasmettere il valore del salvare una vita.
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'XH FHQWHVLPL GL WDVVH SHU 5RPD VSUHFRQD Incominciamo con due notizie, una buona e una cattiva. Quella buona racconta che Augusto Minzolini, direttore del Tg1, indagato per aver abusato della carta di credito della Rai ha deciso di restituire 68mila euro. La Procura di Roma ha appurato che le uscite erano composte da centinaia di “strisciateâ€? nelle localitĂ piĂš disparate, da Venezia a Marrakech, da Istanbul a Dubai, anche per importi minimi di uno o due euro (Minzolini guadagna 550mila euro l’anno, ma pare che usasse la carta anche per caffè, brioches e cappuccini), anche quando risultava regolarmente in ufďŹ cio a Roma. Quasi sempre, la carta esauriva il credito massimale di 5200 euro mensili, e Minzolini chiedeva al direttore generale Masi l’autorizzazione a sforare per altre migliaia di euro, 18mila in totale. In dettaglio: su 86.680 euro usciti dalla carta di Minzolini, fra il luglio del 2009 e l’ottobre del 2010, è stato lo stesso Direttore generale ad ammettere di averne autorizzati solo 18 mila. Da qui il calcolo della cifra da restituire. Naturalmente Minzolini nel dare la notizia non ha perso l’occasione per insultare l’universo, ma ciò non toglie che abbia deciso di restituire del denaro, evento che va iscritto negli eventi straordinari in un Paese in cui non solo la corruzione ha raggiunto livelli incredibili, ma ogni giorno si vara una legge per proteggere corrotti e corruttori. La notizia cattiva ha come protagonisti il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, e quello della Puglia, Nichi Vendola, per uno scambio di invettive. Ha incominciato Vendola (in alto a destra) deďŹ nendo la Lombardia la Regione piĂš maďŹ osa d’Italia, giudizio davvero ardito nonostante l’emergere di clan criminali nella nostra Regione. Ma risulta sconcertante la risposta di
Formigoni (in alto a sinistra) che ha accusato Vendola di essere un miserabile sotto effetto di droghe. Una vicenda che arricchisce (purtroppo) la raccolta delle ingiurie che riducono la politica a una specie di bordello. Passiamo alla Fiat. Adesso hanno capito tutti che non è stata la Fiat a comperare la Chrysler, ma viceversa. Per questo la Fiat si sta trasferendo a Detroit. Giudicate voi se è una notizia buona o cattiva. (E soprattutto se era sincero Marchionne quando chiedeva sacriďŹ ci ai lavoratori per restare in Italia). Da settimane il signor B parla e opera per un assestamento della composizione del Governo. Lasciamo perdere le scelte e le ragioni di quelle scelte. Sta di fatto che se ne è andato il ministro ai Beni culturali Bondi, sostituito da Giancarlo Galan. Il giorno dopo l’onnipotente Tremonti ha trovato 175 milioni di euro da mettere a disposizione del ministero, annullando i tagli che era stati fatti nel bilancio precedente. Dove li ha presi i soldi? Dalle nostre tasche perchĂŠ ci sarĂ un aumento di uno-due centesimi di euro sul prezzo della benzina. Alla faccia delle tasse che non aumentano e della ingiustizia ďŹ scale che con queste gabelle indiscriminate si allarga. Moralismo da quattro soldi? Può darsi. Ma c’era una soluzione piĂš facile, piĂš giusta, piĂš democratica: se si fossero accorpati i referendum con le elezioni amministrative si sarebbe risparmiata una cifra superiore a quella che Tremonti preleverĂ dall’aumento della benzina. Troppo facile. Soprattutto troppo pericoloso. Per il possibile raggiungimento del quorum. Lo spreco va bene anche a quelli che, sempre duri ma sempre meno puri, ormai si sono abituati a fornicare con Roma ladrona.
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A Seniga domenica 3 aprile dalle ore 14.30 alle 18, nella piazza del paese è riproposta la “Festa del Mieleâ€?. L’iniziativa è realizzata con i contributi da Regione, Province di Brescia e Cremona, il Parco Oglio Nord, le organizzazioni di Cia, Coldiretti e Upa, e le associazioni bresciana e cremonese degli allevatori d’api. Tra le iniziative la smielatura dei favi. Domenica 10 aprile è in programma la festa del 40° dell’Avis e del 30° dell’Aido. Alle ore 9,30 ďŹ ssato il convegno
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nella sede dei sodalizi in via Marconi. Alle 10,25 partirà il corteo aperto dal Corpo bandistico di Corte de’ Frati, con i gagliardetti delle sezioni Avis e Aido e le autorità delle province di Brescia e Cremona, accolte dal sindaco Giuseppe Boldori e dal presidente dei sodalizi Ettore Galasi. La Messa nella parrocchiale celebrata, alle ore 10,45, dal parroco don Pietro Guindani. Alle 11.30, al Parco della Rimembranza: deposizione di una corona d’alloro al monumenti
ai Caduto, discorso ufďŹ ciale, consegna dei riconoscimenti ai donatori dei quali è presidente Ettore Galasi. InďŹ ne il pranzo sociale. Il calendario liturgico segna la data di San Vitale il 28 aprile. Ma la festa religiosa è spostata al maggio. Nei tre gironi di venerdĂŹ. Sbato e domenica, in paese sarĂ allestito il Luna Park e saranno attrezzati spazi la ďŹ etra dei prodotti tipici, dell’hobbistica, del commercio e dell’artigianato locale.
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arol Wojtyla, dal 1978 al 2005 pontefice romano, acclamato “Santo subitoâ€? dalla folla in piazza nel giorno del commiato. Aveva esortato: “Andiamo fidandoci di Cristo. SarĂ Lui ad accompagnarci nel cammino, fino alla meta che Lui solo conosceâ€?. La data del 1° maggio, giorno della beatificazione, è stata accolta con varie iniziative anche nei paesi della pianura. A cominciare da Seniga, dove il giovane prete polacco fu ospite della famiglia di don Francesco Vergine. Il 1° maggio il paese celebra ogni anno il patrono della comunitĂ parrocchiale, San Vitale, cui è intitolata la chiesa. “Seguiremo l’evento dalla televisione e nel contempo parteciperemo alle funzioni programmate del parroco, don Pietro Guindani. Pregheremo nella nostra comunitĂ che ha organizzato un viaggio nella Capitale dal 5 all’8 maggio prossimo. Saranno giornate in pellegrinaggio alla tomba di papa Giovanni Paolo II e ricorderemo don Francesco Vergine, originario della nostra terra, che gli fu amico nella fede, nella caritĂ , nella fedeltĂ e nel servizio alla Chiesaâ€?. L’informazione viene dal sindaco di Seniga, Giuseppe Boldori organizzatore dell’iniziativa, che non è la sola da queste parti in quanto anche a Leno la parrocchia ha pensato ad un viaggio in Polonia ai luoghi di papa Giovanni Paolo II, dal
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diversi anni, direttore dell’Ufficio catechistico e, infine, parroco dal 1963 al 1999 dedicandosi “sul campoâ€? alla cura delle anime, con passione indomita ed umiltĂ , sempre splendente di quella serenitĂ che ha caratterizzato la sua missione di sacerdote. Raggiunta l’etĂ della pensione egli era stato per qualche tempo a Roma nel ruolo di padre spirituale nel Seminario “Redemptoris Materâ€?. Concluse i suoi giorni nel giugno 2009, nella Casa di riposo di Gottolengo della quale era stato tra gli amministratori. Aveva 86 anni quando “la sua luce si spenseâ€? scrissero a Gottolengo dove ave-
va svolto il suo sacerdozio dopo aver contribuito a costituire il Cammino neocatecumenale e a dar vita all’emittente locale Radio Tele Gottolengo nella quale i volontari, con la regia di Mari Roversi, sono al lavoro per realizzare un filmato sull’impegno di don Francesco e la sua amicizia con Wojtyla. Le ultime riprese sono programmate a Seniga sabato 7 maggio, nel pomeriggio, con attori e comparse per ricreare ambienti e atmosfere dell’anno 1947 quando Karol Wojtyla fu in vacanza nella pianura andando per sentieri e strade a conoscere l’arte e la cultura di questa terra.
8Q ERVVROj OXQJR WUH PHWUL Un bossolĂ lungo tre metri per la Sagra della Madonna di Comella, non per stabilire un primato, o entrare nelle classiďŹ che del Guinness dei primati. ma per offrirlo agli amici. Ăˆ stato preparato dagli Amici di Comella, la frazione di Seniga meta di pellegrinaggi dai paesi della pianura. L’evento, domenica scorsa, nello spazio antistante il tempio romanico dedicato a Santa Maria Assunta, affollato per le funzioni celebrate
dal parroco don Pietro Guindani, come ogni giorno di festa. E quello di domenica scorsa era un giorno particolare che ha impegnato i volontari del paese nell’accoglienza agli ospiti giunti in bicicletta, in automobile od altri mezzi di trasporto sistemati nella campagna circostante, per l’annuale “sagraâ€?, di richiamo per la Bassa bresciana e i paesi vicini del Cremonese, del Mantovano e perďŹ no del Parmense. A merenda
il bossolà (nella foto), profumato e fragrante, è stato distribuito tagliato a fette robuste a grandi e piccoli, grati agli organizzatori per aver gustato il dolce che in campagna si preparava nelle occasioni particolari, facendolo cuocere sotto la cenere, curato dalle donne di casa, premurose con gli ospiti, sollecite ogni giorno ad imbandire la tavola secondo antiche ricette tramandate in famiglia.
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’ƒ”–‹”‡ †ƒ —Â?ƒ ”‹…‡”…ƒ †‡ŽŽƒ ‡‹ ǯ‡•’‡”‹‡Â?œƒ ’‹Ž‘–ƒ †‹ ‘˜‘Ž‘Â?‡ L’esperienza delle ComunitĂ familiari di evangelizzazione si colloca a conclusione di un laboratorio di ricerca pastorale svoltosi per volere della Cei tra il 2001 e il 2006 con l’obiettivo di individuare la soggettivitĂ pastorale della famiglia all’interno della parrocchia. Al laboratorio presero parte circa 30 parrocchie collocate in differenti diocesi d’Italia. In seguito alla partecipazione attiva a tale laboratorio, la parrocchia di Bovolone (nella foto) intraprese
uno speciale cammino di conversione, attraverso lo studio dei documenti magisteriali, la preghiera costante, l’adorazione eucaristica permanente e l’avvio della “Scuola di evangelizzazioneâ€?, rivolta ai giovani e agli adulti. Concluso un primo ciclo della Scuola di evangelizzazione, venne proposto a tutti coloro che vi avevano partecipato la costituzione, a livello sperimentale, delle “ComunitĂ familiari di evangelizzazioneâ€?.
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e Comunità familiari di evangelizzazione (Cfe) sono diffuse in molte parrocchie e diocesi del nostro Paese. Sono gruppi di persone che appartengono a diversi stati di vita e che vivono la fraternità riunendosi settimanalmente in casa di una coppia di sposi, i quali, all’interno della loro famiglia o Chiesa domestica, guidano la comunità stessa su mandato del parroco. All’interno di una parrocchia, dunque, le Comunità familiari di evangelizzazione sono: delle piccole comunità , in quanto grazie ad esse la Chiesa si riunisce nelle case e vive rapporti di fraternità ed amicizia; familiari, in quanto queste comunità hanno come guida una coppia di sposi; di evangelizzazione, perchÊ il loro scopo è quello di accogliere e far crescere nella fede nuovi membri, ognuno dei quali a sua volta diventerà evangelizzatore. La Comunità familiare di evan-
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gelizzazione quindi non è un gruppo perchÊ, a differenza di quanto accade in un gruppo, che difficilmente può accogliere nuovi membri, essa realizza se stessa nell’accoglienza di un fratello lontano dalla fede; della Comunità inoltre fanno parte persone sposate, ma anche single, separati, vedovi, consacrati; per entrare a farvi parte, quindi, non conta il proprio status sociale bensÏ le naturali relazioni familiari
con altri membri, la propria volontà o l’invito da parte di altri membri della Comunità familiare di evangelizzazione. Per favorire l’instaurazione di un clima di preghiera e riflessione adeguato, le Comunità familiari sono generalmente composte da otto/dieci membri: il loro compito, infatti è quello di evangelizzare, moltiplicandosi e formando nuove Comunità . La parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa, è stata la prima (e tuttora l’unica) parrocchia della diocesi di Brescia ad introdurre l’esperienza delle Comunità familiari di evangelizzazione. Dopo un lungo periodo di preparazione delle prime tre coppie responsabili, le Comunità familiari di evangelizzazione hanno cominciato a incontrarsi a partire dallo scorso settembre; un mese piÚ tardi è partita l’esperienza dell’adorazione eucaristica perpetua e, dal 14 novembre 2010, la prima esperien-
za di scuola di evangelizzazione. “Quando don Tino Decca (il parroco, ndr) ci ha proposto di diventare una delle coppie responsabili delle Cfe, non ci sentivamo all’altezza, dicono Luca e Marianna; l’aver aperto la nostra casa, tuttavia ha cambiato il nostro modo di vivere, come coppia e come famiglia: abbiamo riscoperto il valore del sacramento del matrimonio, la gioia e la voglia di pregare insieme, la fede e la condivisione con gli altri membri della ComunitĂ . La ComunitĂ familiare di evangelizzazione ci sta dando molto aiutandoci ad instaurare tra noi una vera intimitĂ : quella che nasce solo in GesĂš Cristoâ€?. Dello stesso parere anche le altre due coppie responsabili: “L’incontro settimanale è un tempo che dedichiamo ad un innamorato speciale‌ Anche per i nostri figli è una serata diversa perchĂŠ la nostra famiglia si allarga e mette al centro GesÚ‌ in questo riconosciamo l’opera del Signoreâ€?,
raccontano Severino e Paola ai quali fanno eco Luisa e Federico: “Ora anche noi abbiamo avuto la gioia di aprire la nostra casa non per condividere un pranzo con gli amici, ma per condividere con i fratelli quello che abbiamo di piĂš prezioso: GesĂš, che si è voluto legare a noi indissolubilmente con il sacramento del matrimonioâ€?. Ogni incontro delle ComunitĂ familiari di evangelizzazione dura un’ora e mezza e si snoda in sette momenti: la preghiera di lode e ringraziamento, la condivisione, l’insegnamento (cioè l’ascolto della catechesi registrata dal parroco), l’approfondimento, le comunicazione di notizie relative alla vita parrocchiale, la preghiera di intercessione e la preghiera sui fedeli presenti. L’incontro si chiude poi con la recita del Padre Nostro, in cerchio, rivolti verso l’esterno, come a voler ribadire la propria volontĂ e il proprio compito di evangelizzare i fratelli lontani.
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‘ŽŽ‡„‡ƒ–‘ ƒ —ƒ”‡•‹Â?ƒ ‹Â? Â?—•‹…ƒ Sabato 2 aprile 2011 alle ore 20.30 a Collebeato, nella chiesa parrocchiale della Conversione di S. Paolo, si tiene un concerto in collaborazione con il Club Amici della Musica di Collebeato. Viene proposta una serata di “Riessioni poeticomusicali sulla Quaresimaâ€?. La Quaresima è quel tempo liturgico durante il quale il cristiano si dispone, attraverso un cammino di conversione e puriďŹ cazione, a vivere in
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••‘…‹ƒœ‹‘Â?‡ ƒÂ?ƒ”†‡ŽŽ‹ Â? †‘…—Â?‡Â?–‘ ’‡” ÂŽÇŻ Â?‹–Â? pienezza il mistero della risurrezione di Cristo nella sua memoria annuale. Le musiche sono di Francesco Braghini; i testi di Elena Alberti Nulli e Vittorio Soregaroli; le voci recitanti di Maristella Frassine e Renzo Bonera. L’orchestra e il coro del Club “Amici della Musica sono diretti dal maestro Giuseppe Amadei con la partecipazione del “Coro S.Ceciliaâ€? di Bovezzo diretto dal maestro Alessandro Venturini.
L’Associazione culturale e di ricerca “Giuseppe Zanardelliâ€? ha ricordato e i 150 anni dell’UnitĂ nazionale in un apposito documento assembleare. “L’UnitĂ d’Italia è un valore da tutelare e promuovere – si legge nel documento –. In un mondo dall’economia globalizzata non ci sarebbe stato posto per un’Italia economicamente e politicamente divisa nei suoi stessi conďŹ ni naturali. Tuttavia è indubbio che l’UnitĂ nazionale nacque da compromessi e
opportunismi politici che fecero impallidire i sinceri slanci di quanti spontaneamente vi credettero. A noi oggi spetta l’impegno di valorizzare, dare nuovo slancio e testimoniare la bellezza dello stare insieme: dalle Alpi ai Nebrodi, al Gennargentu. Accogliendo anche coloro che, provenendo da altre realtà , desiderano integrarsi nella cultura italiana profonda e sapiente di convivenza e valori civili e democratici�. A maggio si svolgerà il rinnovo del Consiglio direttivo.
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abato 9 aprile, alle ore 18.15, presso l’auditorium del Museo musicale di via Trieste, 34, si inaugura la mostra che vuole ricordare il 150° anniversario dell’Italia. Saranno esposti dei documenti riguardanti le X giornate di Brescia e delle foto e dei documenti che testimoniano il contributo di molti bresciani all’UnitĂ Italiana. Si potrĂ vedere la foto dei garibaldini bresciani reduci dalla spedizione dei Mille, con i loro nomi sottoscritti; quella scattata davanti al Pantheon alla banda musicale dei bersaglieri dopo l’entrata dalla breccia di Porta Pia; l’immagine storica di un tamburino bresciano. Si potranno ammirare molti spartiti originali di marce, inni patriottici e militari di quel periodo. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Brescia e dalla fondazione Cab. Alla prima, lunedi 11 aprile, interverranno il deputato Paolo Corsini, il segretario della fondazione Cab. Agostino Mantovani e l’assessore del Comune di Brescia Diego Ambrosi che approfondiranno il tema: “Un’innovazione politicaâ€?. Martedi 12 aprile verrĂ sviluppata la traccia
“150° un compleanno al femminileâ€? con tre relatrici: il prefetto Narcisa Brassesco, la presidente della sezione bresciana della Croce Rossa e Patrizia Vastapane, preside del Conservatorio. Giovedi 14 aprile il contributo dei letterati, artisti e Santi bresciani all’UnitĂ d’Italia: il critico d’arte Maurizio Bernardelli, il direttore della Queriniana Ennio Ferraglio e don Ivo Panteghini disserteranno di “Pittori, scrittori, santiâ€?. Le tre conversazioni avranno inizio alle
18.15 presso la sede del Museo. Parteciperanno anche il trombettiere Alessandro Gnutti e l’attore Sergio Isonni. “Potremmo definire giobertiani i patrioti bresciani – ci ha anticipato Arturo Bettoni, che farĂ da moderatore – poichĂŠ prima di montare la guardia andavano ad ascoltare la Messa e ne uscivano, poi, gridando: Viva l’Italia e viva Pio IX !â€?. L’ingresso è libero e sarĂ permesso fotografare; ci saranno anche uno dei due ombrelli di Anita Garibaldi.
/¡RIIHUWD GHJOL DVLOL “Siamo ad un anno dall’entrata in vigore del piano triennale nidi e giĂ dal 2010 abbiamo azzerato le liste di attesaâ€?. Ăˆ il biglietto da visita con cui l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia Giorgio Maione (nella fotograďŹ a) si è presentato nell’annunciare l’imminente apertura delle iscrizioni agli stessi per l’anno scolastico 2011-2012. “Abbiamo risposto concretamente alle attese – ha continuato Maione – in quanto, oltre ad esserci rivelati come la cittĂ meno cara in Lombardia e allineati alle medie italiane, non abbiamo applicato alcun aumento alle rette, unitamente all’attuazione di una serie di riduzioni e/o gratuitĂ che hanno permesso alle famiglie di affrontare con maggiore serenitĂ la crisi che ha colpito ogni settore negli ultimi tempi. A Brescia contiamo su 36 asili – ha aggiunto Giorgio Maione – 13 comunali e 23
afferenti al privato convenzionale, di cui 10 di ambito parrocchiale, in grado di accogliere non meno di 819 bimbi, 569 nel pubblico e 250 nel privato. Possiamo affermare che la retta media è dell’ordine dei 250 â‚Ź/mese – ha chiosato Maione – cui va incontro un’ampia serie di agevolazioni variamente articolate e parametrateâ€?. “Dal 30 marzo al 22 aprile le iscrizioni potranno essere effettuate online (www. comune.brescia.it, sezione servizi online), al ďŹ ne di agevolare le stesse – ha precisato la responsabile del servizio Anna Marolla – e per meglio gestire con anticipo gli inevitabili spostamenti che si vengono a creareâ€?. Nel periodo richiamato possono essere iscritti i bambini divezzi, ovvero che abbiano compiuto l’anno d’etĂ , nati dal 01.01.2009 al 31.08.2010, mentre per i lattanti, ovvero quelli d’etĂ compresa tra i 3 ed i 12 mesi nati dal 01.09.2010
al 31.05.2011 le iscrizioni sono previste dal 09 al 31.05.2011. Ăˆ importante seguire scrupolosamente le istruzioni attraverso la corretta compilazione della scheda d’iscrizione, in quanto la graduatoria per l’accesso al nido scelto, comunale o privato, verrĂ fatta in funzione dei dati che perverranno. Per i nidi Adasm parrocchiali, le famiglie potranno rivolgersi direttamente alle strutture per essere aiutate nella compilazione online delle domande. “La ďŹ losoďŹ a del piano sociale di zona si fonda su tre principi – ha aggiunto il presidente della Commissione servizi alla persona ed alla sanitĂ Giovanni Aliprandi – porre la famiglia al centro dell’attenzione, il coinvolgimento del privato sociale ed il controllo da parte del pubblicoâ€?. Informazioni e chiarimenti sul sito richiamato, oppure chiamando il Servizio prima infanzia allo 030.2977.634/310/854/850.
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ÂŽ „‹ŽƒÂ?…‹‘ ˆƒ †‹•…—–‡”‡ Il capogruppo del Pd in Loggia, Emilio Del Bono ha parlato di bilancio “lacrime e sangueâ€? in cui vengono svenduti “i gioielli di famiglia e tagliate spesa sociale, cultura, trasportiâ€?. La replica della maggioranza fa leva sulle garanzie offerte da una bilancio deďŹ nito “prudenteâ€? e “responsabileâ€?. Il bilancio di previsione 2011 ha ottenuto l’approvazione al termine di una lunga seduta del Consiglio comunale di Brescia. In aula si è assistito a un vivace scontro politico
—–—” ƒ‘• Ž‘™Â? ‹Â? …‘”•‹ƒ in aula. “Il Comune si ritrova destinatario di un taglio importante di risorse che non arriveranno dallo Stato e dalla Regione Lombardia per quasi nove milioni di euroâ€? ha affermato Emilio Del Bono, capogruppo del Pd in Loggia. “Ci troviamo a gestire un patto di stabilitĂ che strangola i Comuni dal punto di vista della gestione delle proprie risorse e quindi questo si ripercuote sui rapporti con i fornitoriâ€?. Nell’illustrare i tagli, l’assessore al bilancio Fausto Di
Mezza (nella foto) ha annunciato due interventi: uno riguarda la tariffa di igiene ambientale (Tia), che nei mesi scorsi aveva sollevato molte polemiche da parte dei gestori di locali, bar e ristoranti, perchĂŠ considerata “punitivaâ€? e per la quale la Loggia sta pensando a una “rimodulazioneâ€?, in secondo luogo verrĂ messa mano alla contabilizzazione dei dividendi di A2A, portata dalla competenza alla cassa: il Comune dovrebbe incassare 66 milioni dalla societĂ .
Anche i piccoli pazienti del Civile hanno festeggiato il 150° anniversario dell’UnitĂ d’Italia. Nel giorno della festa tricolore i clown in camice dell’associazione bresciana “Dutur Kaosâ€? (ogni domenica si recano in Ospedale) hanno attraversato i reparti pediatrici delll’Ospedale per consegnare a tutti i presenti uno speciale attestato con il testo dell’inno di Mameli e una ďŹ lastrocca. Per informazioni sull’associazione, www.duturkaos.it.
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ntrano nel vivo le manifestazione promosse per celebrare i 100 anni dell’inaugurazione dell’Altare della Patria (4 giugno 1911). Il massimo monumento nazionale, pensato per celebrare Vittorio Emanuele II, venne inaugurato 100 anni fa nell’ambito delle manifestazioni per i 50 anni dell’Unità d’Italia. Il monumento è realizzato in marmo di Botticino e di Mazzano, fornito da aziende di Rezzato e di Mazzano, e il fregio di oltre 60 metri che corona l’Altare della Patria è stato realizzato dallo scultore bresciano Angelo Zanelli. Il 31 marzo viene inaugurato uno spazio-vetrina
collocato in uno snodo strategico di raccordo fra il percorso delle mostre d’arte e l’ingresso del rinnovato Museo centrale del Risorgimento. Lo spazio-vetrina consentirà ai visitatori di mettere a fuoco tecniche e sistemi di lavorazione in uso nelle cave e nei cantieri bresciani all’epoca della realizzazione del Vittoriano, di familiarizzare con figure che ebbero un ruolo centrale nella realizzazione del monumento, ma anche di abbracciare la lunga storia dell’utilizzo architettonico e artistico del marmo di Botticino. L’esposizione consentirà ai visitatori anche di toccare con mano le diverse lavorazioni tradizionali di cui il botticino è suscettibile, grazie agli
esemplari realizzati dalla Scuola delle arti e della formazione professionale Rodolfo Vantini di Rezzato. Due vetrine, grazie alle fotografie dell’Archivio Negri, agli strumenti di lavoro d’epoca messi a disposizione dal Museo del marmo di Botticino e dal Gruppo La Pietra, nonchÊ ad oggetti scolpiti in botticino classico messi a disposizione dalla Scuola delle arti e della formazione professionale Rodolfo Vantini di Rezzato, consentono di entrare nel mondo delle cave e dei laboratori marmistici bresciani di fine Ottocento e dei primi del Novecento, l’epoca in cui l’Altare della Patria venne realizzato. Alcuni campioni di lavorazioni tradizionali
(spuntatura, bocciardatura, martellinatura, gradinatura, ecc.) realizzati durante il corso di scalpellino della Scuola Vantini di Rezzato consentiranno ai visitatori di toccare con mano le molteplici lavorazioni di cui è suscettibile il botticino. Tre schermi al plasma proietteranno a ciclo continuo tre brevi prodotti audiovisivi. Il primo presenta la sequenza di quaranta immagini dell’Archivio fotografico Negri, scattate nelle cave e nei laboratori marmistici bresciani all’epoca della realizzazione dell’Altare della Patria. Il secondo presenta i trailer di due filmati realizzati rispettivamente dal laboratorio di cinematografia dello Star
dell’UniversitĂ cattolica di Brescia: i due filmati documentano il legame fra l’Altare della Patria e il marmo bresciano, e il dinamismo attuale del bacino marmifero. Il terzo video presenta una sequenza di cento immagini che documentano l’impiego artistico e architettonico del botticino a Brescia, in Italia, nel mondo. Cinque sagome a grandezza naturale che raffigurano lo statista Giuseppe Zanardelli, lo scultore Angelo Zanelli, l’imprenditore Davide Lombardi, un cavatore e uno scalpellino, consentiranno al visitatore di trovarsi a tu per tu con i protagonisti dell’epopea del marmo bresciano fra fine ‘800 e inizi ‘900.
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‘Â?—Â?‹ ‹Â? ”‡–‡ ’‡” ‹ ‡”˜‹œ‹ •‘…‹ƒŽ‹ La fondazione si chiama “ComunitĂ della pianura brescianaâ€? e riunisce 15 Comuni della Bassa occidentale: sono, in rigoroso ordine alfabetico Barbariga, Borgo San Giacomo, Brandico, Corzano, Dello, Lograto, Longhena, Maclodio, Mairano, Orzinuovi (nella foto), Orzivecchi, Pompiano, Quinzano d’Oglio, San Paolo e Villachiara. Molte importanti iniziative in campo sociale realizzate sul nostro territorio, delle quali abbiamo dato
conto piĂš volte anche su queste pagine, portano il suo marchio. Si tratta, infatti, di un nuovo modello di gestione dei servizi sociali che propone una risposta comune ai bisogni dei singoli. I Comuni afferenti a questa realtĂ , infatti, non devono piĂš farsi carico da soli dei servizi sociali, ma questi ultimi vengono gestiti in maniera associata, permettendo una migliore distribuzione delle risorse economiche, del personale e dei servizi erogati. Ad essa, infatti,
aderiscono anche, per esempio, il consorzio “In. Reteâ€? delle Cooperative sociali dell’Ovest Bresciano, l’Associazione delle scuole materne autonome di Brescia e alcune case di riposo, tutti soggetti importantissimi nell’ambito dei servizi sociali. Per i Comuni piĂš piccoli, soprattutto, rappresenta un’opportunitĂ unica, senza la quale non sarebbe possibile realizzare le iniziative attualmente messe in campo con gli stessi standard di qualitĂ
e quantitĂ . “La fondazione è un gioiellino che dobbiamo tenerci strettoâ€? afferma al proposito Fulvio Cominotti, assessore ai Servizi sociali di Orzivecchi. Un gioiellino che però, nonostante il lavoro ďŹ nora svolto, rischia seriamente di vedere diminuite le proprie possibilitĂ di intervento: a seguito dei tagli ai fondi sociali previsti per il 2012, si calcola per la fondazione un ammanco di circa 200mila euro che costringerĂ a tagliare alcuni servizi. (f.u.)
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a musica e il canto per raccontare, per dare voce a sentimenti, storie ed emozioni. Non ci poteva essere scelta migliore per l’iniziativa che celebra il decennale dell’associazione “Famiglie e SolidarietĂ â€? di San Paolo. Dopo molti anni passati a sostenere le comunitĂ di rito greco-cattolico in Romania, infatti, l’associazione ha deciso di far conoscere la situazione delle comunitĂ in cui opera. Lo fa organizzando la manifestazione “Voci fuori dal coroâ€?, invitando in Italia per una serie di concerti il coro “Fiat Luxâ€? di Oradea, una cittĂ del nord-ovest della Romania, vicina al confine ungherese. Dietro questo invito una storia lunga tre anni: da tanto, infatti, l’associazione promuove l’assegnazione di borse di studio agli studenti meritevoli che frequentano il liceo teologico di quella cittĂ , di cui è espressione il coro che si esibirĂ in Italia. Le prime date sono previste per l’1 e il 2 di aprile a Firenze, nella chiesa di S. Stefano in pane, e a Sesto Fiorentino, nella chiesa di Santa
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domenica 3 aprile alle 20.30 nella chiesa parrocchiale di San Paolo, in una serata che ricorderĂ anche Mina Martani, una delle fondatrici dell’associazione. Seguiranno, infine, altri due concerti, il 4 aprile alle ore 20.30 nella parrocchiale di Orzinuovi e il 5 aprile, sempre alle 20.30 nella parrocchiale, a Bagnolo Mella, entrambi dedicati alla memoria di persone significative per il volontariato di quelle comunitĂ . L’iniziativa, che ha il patrocinio dei Comuni di Bagnolo, Orzinuovi e San Paolo, conferma la particolare vocazione missionaria della comunitĂ di San Paolo, all’interno della quale sono attive ben tre associazioni: oltre alla giĂ citata “Famiglie e solidarietĂ â€?, presieduta da Alberto Pasini, bisogna ricordare “Chiese dell’Estâ€? di don Antonio Rossi e il “Gruppo missione Romaniaâ€? formato dai ragazzi dell’oratorio che, dietro impulso del parroco don Alfredo Savoldi, da qualche anno ogni estate si recano nel Paese danubiano per animare un grest. San Paolo, quindi, che raccoglie e continua il testimone bresciano dell’impegno nella solidarietĂ .
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Per prenotazioni Tel 0307268049 Cascina Carretto Erbusco Via Borgo case sparse, 11 www.cascinacarretto.it
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Â? Â?‘•–”ƒ Ž‡ ‹…‘Â?‡ ”—••‡ “Fides quaerens intellectumâ€?: presso la galleria Academia Ikon Rus’ di via Trieste 61 a Montichiari c’è la mostra permanente di icone russe antiche. Da alcuni anni sono entrate sul mercato italiano icone russe di varie tipologie, non sempre dipinte di buon livello, ma senz’altro misteriose L’iconograďŹ a russa è quella che meglio e piĂš di tutte fra le iconograďŹ e ortodosse ha sviluppato questa arte sacra, raggiungendo livelli molto rafďŹ nati sotto un proďŹ lo estetico dell’arte e proďŹ li di grande spiritualitĂ attraverso la Chiesa ortodossa russa. Le icone sono rafďŹ gurazioni realistiche ma simboliche “Dal IV secolo, ďŹ no
a Giotto, l’icona – spiega Giovanni Boschetti, esperto in iconograďŹ a e arte russa e titolare di Academia – è stata l’arte cristiana comune a tutti i popoli. La parola icona, nell’uso liturgico e domestico, ha un signiďŹ cato ben preciso e indica un genere ďŹ gurativo realizzato con i colori o tessere di mosaico: rappresenta, su legno, lino o pietra, l’immagine del volto di Cristo o della Madre di Dio, ďŹ gure di angeli, apostoli e santi, episodi del Vangelo e della storia della Chiesa. Queste rafďŹ gurazioni si presentano in modo incisivo, vivo ed immediato e aprono la via a una comunione spiritualeâ€?. Per informazioni, telefonare al
numero 030964338 o consultare il sito internet www.academiamontichiari.it. “Mentre il quadro – conclude Giovanni Boschetti – il ďŹ ne dell’icona è aiutare la preghiera del credente. Con l’icona si può parlare, ragionare, gridare, piangere, gioire, impetrare e tacere. Tutto viene accolto e trasďŹ gurato nel mistero: cosĂŹ nasce una cultura rispettosa di ogni peculiaritĂ sia personale che nazionale. Il segreto dell’arte iconograďŹ ca sta nel fatto che essa rende manifeste e visibili quelle veritĂ salviďŹ che della fede che la Chiesa santa, universale e apostolica professa nella propria dottrinaâ€?.
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e regole in famiglia, a scuola, nella comunità ; le regole come espressione della nostra cultura, della nostra etica collettiva e individuale; le regole come motore di sviluppo della nostra società e che sono introdotte e consolidate in famiglia. Saranno le regole il filo conduttore dell’edizione 2011 della Scuola per genitori promossa dall’assessorato ai Servizi sociali della città di Travagliato e dalla locale Associazione genitori (Age). Il percorso formativo si svilupperà attraverso cinque incontri in cui illustri relatori aiuteranno genitori, insegnanti ed educatori a riconoscere l’essenzialità di avere in famiglia, a scuola e nella società civile, valori e norme coerentemente condivise. I genitori hanno il diritto di educare i loro figli secondo i loro principi e convinzioni morali, filosofiche, religiose ma non possono prescindere da quelle norme universali che sono alla base di una società in cui l’essere umano è riconosciuto come soggetto e non oggetto, come essere libero e non sottomesso, come cittadino e non suddito. Questo è un percorso lungo che ha bisogno di una cooperazione continua di tutte le forze educative che affiancano e integrano l’azione familiare a partire dalla scuola insegnanti e
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‹‘”‰‹‘ ƒÂ?„‡”–‹ ‡ ‘Â?‡Â?‹…‘ ‹‘”ƒ˜ƒÂ?–‹ dell’intera comunitĂ educante che fortunatamente esiste ancora nelle nostre piccole cittĂ . Proprio perchĂŠ è nell’etĂ adolescenziale che i giovanissimi si differenziano dalla famiglia e autonomamente si aprono alla società è con i ragazzi che si vuole aprire la rassegna. GiovedĂŹ 7 aprile, infatti (alle ore 16 al Teatro Micheletti) Gherardo Colombo, ex magistrato che da alcuni anni si dedica con passione alla formazione alla legalitĂ soprattutto dei piĂš giovani, incontrerĂ gli studenti della Scuola media di Travagliato che da qualche tempo si stanno preparando all’evento accompagnati dagli insegnanti. All’incontro che avrĂ come titolo “Incontriamoci‌ con le regoleâ€? sono invitati anche i genitori. La programmazione continuerĂ il 15 aprile alle ore 20.45 in Sala Nicolini con Piero Dorfles, giornalista della Rai, co-protagonista di “Per un pugno di libriâ€?, che proporrĂ â€œLa cultura è una cosa che si mangiaâ€?? alcune riflessioni circa
Padre Pio 3 giorni, 2 notti 01/01-31/12 Fatima e Lisbona 5 giorni, 4 notti 01/01-31/12
l’apatia o addirittura il fastidio di molti quando si fa riferimento a valori come la trasparenza, l’onestĂ , il rispetto; la sottovalutazione della cultura e della conoscenza che stanno portando il nostro Paese a una decadenza sociale e culturale che necessita di un cambiamento di rotta che vede ancora la famiglia in prima linea. VenerdĂŹ 29 aprile (ore 20.45 in Sala Nicolini) verrĂ affrontato il tema “Questi giovani sono sempre connessi?â€? relatore Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta dell’UniversitĂ Milano-Bicocca, che affronterĂ le problematiche legate all’utilizzo delle nuove tecnologie. Don Antonio Scortino, giornalista e direttore di “Famiglia Cristianaâ€?, giovedĂŹ 5 maggio coinvolgerĂ i genitori con “Si fa presto a dire famigliaâ€?: snocciolerĂ le principali problematiche che la famiglia attuale italiana si trova ad affrontare. La rassegna formativa si concluderĂ lunedĂŹ 16 maggio con un incontro condiviso con l’assessorato allo Sport dal titolo “E se ci guardassimo un po’ in giro?â€? in cui oltre all’accademico Ivo Lizzola, preside della FacoltĂ di Scienze della formazione dell’UniversitĂ di Bergamo, saranno ospiti due grandi sportivi come i campioni di nuoto Giorgio Lamberti e Domenico Fioravanti che si confronteranno sul tema delle regole nello sport.
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Polonia: Terra di Papa Giovanni Paolo II 8 giorni, 7 notti â‚Ź 768.00
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Turchia 8 giorni, 7 notti â‚Ź 649.00
â‚Ź 150.00
â‚Ź 388.00
Assisi 3 giorni, 2 notti 03/01-31/03 e 01/07-07/08 01/04-29/05 e 05/09-23/10 08/08-04/09 e 30/05-30/06
â‚Ź 90.00 â‚Ź 120.00 â‚Ź 108.00
Roma Cristiana 4 giorni, 3 notti 02/01-31/01 e 11/07-04/09 e 13/11-28/12 01/04-10/07 e 05/09-12/11
â‚Ź 270.00 â‚Ź 310.00
Lourdes e Provenza 5 giorni, 4 notti 01/01-30/04 e 15/10-30/10 01/05-10/08 10/08-14/10
â‚Ź 258.00 â‚Ź 278.00 â‚Ź 290.00
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La proposta formativa travagliatese sarĂ ricca di stimoli e spunti di riessione per i genitori. Tranne il primo, gli incontri saranno, piĂš o meno a cadenza settimanale, alle ore 20.45 presso la locale sala Nicolini in via Marconi, angolo Municipio, a Travagliato. Vista la partecipazione di pubblico (nelle scorse edizioni si aveva una presenza media di 100 unitĂ ), ci sono tutte le premesse per replicare il successo, consapevole che le problematiche che coinvolgono i genitori, la famiglia, i rapporti con i ďŹ gli e la scuola, sono sempre piĂš complesse. I genitori e gli educatori sentono sempre piĂš forte la necessitĂ di avere un sostegno e un momento di confronto continuo con persone qualiďŹ cate per affrontare con serenitĂ e ottimismo l’educazione dei giovani.
01/01-20/04 21/04-30/06 e 18/09-31/12 03/09-17/09
Lourdes e Barcellona 6 giorni, 5 notti â‚Ź 270.00 â‚Ź 297.00 â‚Ź 300.00
01/01-30/04 01/05-30/06 e 01/10-31/10 01/07-30/09
Malta: sulle orme di San Paolo 5 giorni, 4 notti â‚Ź 322.00 â‚Ź 343.00 â‚Ź 380.00
01/04 al 30/10
Grecia Cristiana e Meteore 8 giorni, 7 notti â‚Ź 664.00
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Alle ore 18.30 di venerdĂŹ 1° aprile nel Centro Aldo Moro di Orzinuovi è in programma il convegno sul tema: “Pac 2014 – 2020: la nuova politica agricola per la competitivitĂ delle impreseâ€?. La Politica agricola comune (Pac) è una delle politiche comunitarie di maggiore importanza, impegnando circa il 34% del bilancio dell’Unione europea. La Pac affronta queste sďŹ de: l’alimentazione, la globalizzazione, l’ambiente, la sďŹ da economica,
Non sai cosa fare nel tempo libero? Il primo scorcio di Primavera regala spazi al giardinaggio e alla cura dell’orto, un’arte che richiede tempo, pazienza e cura. Ogni mercoledĂŹ alle ore 20.30 si rinnova l’appuntamento col Gruppo Primavera. L’iniziativa intende promuovere l’attivitĂ della composizione di ďŹ ori e di giardinaggio. L’appuntamento è ogni settimana all’oratorio alle ore 20.30.
La dipendenza dall’alcol è un dramma silenzioso spesso relegato dentro le mura domestiche. L’abuso diventa nel tempo spesso dipendenza. Sabato 2 aprile si tiene l’“Interclub apertoâ€? a Milzano. L’organizzazione è a cura del club LibertĂ , la sezione locale degli Alcolisti in trattamento, che alle ore 18 raduna i soci e gli amici per l’assemblea nella sede (in piazza di fronte alla parrocchiale), mentre alle ore 20 è in programma un momento conviviale in Oratorio.
la sďŹ da territoriale, la diversitĂ dell’agricoltura e la sempliďŹ cazione della politica Nel corso della serata sono previsti gli interventi del presidente della Commissione europea per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, on. Paolo De Castro; l’assessore regionale all’agricoltura, Giulio De Capitani; il sen. Guido Galperti; i presidenti di Cia, Aldo Cipriano; Coldiretti, Ettore Prandini; Francesco Bettoni dell’Upa e della Camera di Commercio di Brescia.
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ra il lontano 1961, il boom economico scuoteva l’Italia risollevando il Belpaese dopo la crisi della guerra e a Vighizzolo, popolosa frazione di Montichiari, si sentiva l’esigenza, tra le altre cose, di un’autonomia ecclesiale rispetto al centro cittadino. Ăˆ cosĂŹ che nacque la nuova parrocchia dedicata a San Giovanni Battista, la cui “stradaâ€? fu preparata dal primo sacedorte (reggente), don Battista Dabeni, proseguita poi dai suoi successori per arrivare all’attuale pastore, don Claudio Vezzoli, da 10 anni alla guida della comunitĂ vighizzolese. Per rendere degnamente omaggio a questi primi 50 anni di vita della parrocchia sono stati predisposti diversi momenti solenni che prenderanno il via domenica 3 aprile alle ore 10 con una santa messa celebrata da mons. Cesare Polvara, pro vicario generale della diocesi di Brescia. Altre tappe intermedie scandiranno la festa come la presentazione del nuovo coprileggio della chiesa e dello stolone raffigurante il luogo di culto con il logo, originale e significativo, predisposto da una parrocchiana. Un gruppo di mamme della frazione, inoltre, si è attivato per acquistare delle ampolline da utilizzare durante le celebrazioni liturgiche, piccolo, ma significativo gesto che dimostra l’afflato religioso ancora presente in queste plaghe
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Monari. Nella stessa giornata si terrĂ la presentazione di un libro ripercorrente i 50 anni di vita della parrocchia: l’idea è partita dal gruppo di volontari impegnati nella stesura del bollettino parrocchiale i quali, sotto l’egida del parroco, per oltre un anno hanno frequentato archivi, biblioteche, librerie e case di storici locali alla ricerca di documenti, fotografie e testimonianze sulla storia della parrocchia a partire da quel lontano 1961. Non è stato un lavoro facile e semplice, ma, stando alle prime impressioni, pare che il volume sia uscito particolarmente interessante. “Da cinquant’anni – dichiara don Vezzoli – la nostra parrocchia è una fontana: in certi periodi l’acqua può sgorgare meno copiosa, almeno in maniera visibile, ma so anche che, nonostante i limiti umani, la fede mi parla di una presenza e di una azione dello Spirito Santo che ha portato e porta alla consolazione ed a rendere presente Dio in GesĂš Cristo. Sorge spontanea la domanda: perchĂŠ tutto questo fervore d’iniziative e di programmi? La ragione profonda del vivace interesse e del sincero entusiasmo intorno alla parrocchia, alla sua Chiesa, è data dal fatto che essa parla al cuore profondo degli abitanti di Vighizzolo, evoca valori e sentimenti che formano le radici del nostro essere della nostra cultura e che hanno plasmato l’anima del popolo lungo gli anniâ€?.
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ƒŽ…ƒÂ?‘Â?‹…ƒ ‡”˜‹œ‹ ‡ •…‡Ž–‡ •–”ƒ–‡‰‹…Š‡ Il gruppo “Valcamonica Servizi“ replica alle recenti accuse e in particolare circa la divisione in quattro societĂ differenti per garantire ruoli amministrativi a piĂš soggetti e che questa suddivisione costerebbe 300mila euro di denaro pubblico per gettoni di presenza a favore degli amministratori. La divisione in piĂš societĂ non è solo dovuta a una scelta strategica di gestione: ha infatti dato seguito – precisa
un comunicato – anche ad obblighi di legge ed era quindi irrinunciabile per stare sul mercato. L’ammontare lordo che le societĂ stanziano per tutte le indennitĂ amministrative del gruppo non è (come è stato detto) di 300mila euro, bensĂŹ di 152mila, somma quest’ultima che comprende anche gli oneri correlati quali Inps ed Irap. La somma in questione comprende anche “Integraâ€?
s.r.l.: come società privata ha il diritto di stabilire in piena libertà i compensi ai propri amministratori. Per correttezza di informazione – prosegue il documento – i consiglieri che fanno parte dei consigli di amministrazione delle tre società pubbliche percepiscono 100 euro a seduta per ogni consiglio di amministrazione, ma non possono superare il limite massimo di 2.000 annui.
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a comunità della Beata di Piancamuno è in grande festa per la dedicazione della nuova chiesa parrocchiale. L’opera era attesa da anni ed è il frutto di un importante lascito della confraternita Pe, al quale si aggiunge anche il contributo dell’8xmille da parte della Conferenza episcopale italiana, pari a circa 1,1 milioni di euro. Si tratta di una bella cifra che va a ricadere sul territorio di chi a suo tempo l’aveva destinata alle opere della Chiesa cattolica. Il nuovo complesso comprende la grande aula liturgica, i locali destinati alle
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Nuovo Testamento. Ed è cosÏ che il tabernacolo rappresenta la cena di Emmaus avvolta dal roveto ardente: come a significare la continuità della rivelazione, il disvelamento del volto di Dio. E ancora: sull’abside trova posto una grande opera a blocchi di pietre colorate, che raffigura la Sacra Famiglia al centro della quale c’è GesÚ Maestro, cui la chiesa è dedicata. Ma l’opera vuole essere un chiaro percorso di catechesi sulla via della scoperta del valore cristiano della famiglia e del suo cammino nella Chiesa. Due simboli focalizzano l’attenzione di chi entra nella grande aula liturgica: il
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fonte battesimale in forma ottagonale, posto all’ingresso, che sarà anche acquasantiera, da cui trarre ogni giorno lo spunto per rinnovare le promesse battesimali. E l’altare, la cui mensa è posta sopra una pietra da mulino tratta da una delle tante fucine della valle della Beata di Piancamuno, simbolo del lavoro e del sacrificio, come recita anche la liturgia dell’offertorio. Infine il tetto a capanna, che parte da terra e raggiunge il suo apice su cui è posta la croce, simbolo della montagna delle scritture e simbolo della vita, della sguardo che deve alzarsi a Cristo. Accanto alla costruzione a
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capanna svetta un campanile a forma di becco di flauto: per ora sarà senza campane, a causa dei costi elevati che l’intera opera ha richiesto. Continueranno però a suonare i bronzi della parrocchiale di Santa Maria della Visitazione a pochi metri di distanza, a ricordare anche simbolicamente la contnuità con la tradizione dei padri. Ora il parroco don Vittorio Brunello sta pensando di trasformare l’antica chiesa parrocchiale in Santuario dedicato alla Madonna della Valle, molto venerata in zona dalla gente che la ritiene protettrice contro le furie del torrente che scende dalla Val Palot.
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‹Â?„‡”‰‘ ‡ …Š‹‡•‡ ‹Â? —Â? ˜‘Ž—Â?‡ VenerdĂŹ 1° aprile alle 18.30 nella parrocchiale di S. Maria Assunta di Cimbergo il prof. Eugenio Fontana, storico della Valle Camonica, presenta il volume “Le chiese di Cimbergoâ€?, curato da Carlo Sabatti; la serata sarĂ preceduta dai saluti del parroco don Giulio Corini e del sindaco Mario Mazzia; l’opera, riccamente illustrata con un centinaio di tavole a colori, consta di ben 368 pagine ed è edita dalle GraďŹ che Armanini di Maria Pia Armanini di Darfo Boario
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••‘…ƒÂ?—Â?ƒ ÂŽ ˜‹ƒ Žƒ •…—‘Žƒ †‹ Ž–ƒ ˆ‘”Â?ƒœ‹‘Â?‡ Terme. Le chiese di Cimbergo sono state descritte nei loro dettagli piĂš nascosti con relativi inventari dell’epoca, elenco delle reliquie, tratti di manoscritti; è persino possibile conoscere le spese per i progetti relativi al campanile, all’ampliamento ed al restauro della chiesa parrocchiale, per la realizzazione dell’organo e per gli arredi. Oltre alle due principali chiese all’interno del centro abitato, viene dato spazio anche alle cappelle sparse su tutto il territorio.
Ha preso il via la scuola di Alta formazione Assocamuna, iniziativa assai interessante sia per il format che per gli attori in gioco. Sono disponibili anche quattro borse di studio che comprendono l’intero costo di iscrizione a questi stage per neo-laureati, o neo-diplomati. La scuola, nata con l’obiettivo di migliorare la cultura manageriale ed imprenditoriale delle imprese del territorio e favorire la crescita di competenze e competitività ha destato l’interesse di numerose
aziende della Valcamonica che hanno risposto in maniera positiva a questa importante iniziativa. Sono infatti oltre una quindicina gli imprenditori ed i manager che si sono iscritti al primo anno, durante il quale approfondiranno i temi dell’innovazione e dell’internazionalizzazione delle piccole e medie industrie. Il territorio camuno cosÏ si arricchisce e diventa paradigma di un nuovo modello di iniziative di sviluppo locale.
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omunitĂ montana di Valcamonica, Banca di Valle Camonica, fondazione “Camunitasâ€?, fondazione “Tassaraâ€?, Sol.Co Camunia, “Rotary Clubâ€? LovereIseo-Breno hanno istituito presso la Fondazione della comunitĂ bresciana il fondo territoriale Valcamonica, che permette da alcuni anni l’erogazione di significative risorse finanziarie sul territorio camuno, per il sostegno a progetti promossi da associazioni ed organizzazioni “non profitâ€?. “Il fondo è un’opportunitĂ che nasce da una forte condivisione di intenti tra soggetti pubblici e privati – scrive il presidente comunitario Corrado Tomasi – con l’unico obiettivo della promozione sociale del territorio; è quindi uno strumento che va conosciuto, fatto conoscere e sostenuto operativamenteâ€?. L’iniziativa è nata nel 2007. Il patrimonio iniziale era di 80mila euro; quello di oggi assomma a 149.520 euro. In quattro anni di vita sono stati finanziati ben 60 progetti. “La fondazione è un patrimonio permanente a beneficio della comunitĂ della
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di 24mila euro, mentre il totale della raccolta è stato di 25.900 euro, con un incremento di 1.900 euro. Nella scorsa annualitĂ hanno ricevuto ciascuno un importo di 8.000 euro: l’Orchestra da camera “Vivaldiâ€? di Darfo Boario Terme, la parrocchia “SS Salvatoreâ€? di Breno, la cooperativa sociale “K.paxâ€? di Cividate, l’associazione “Valtemoâ€? di Edolo, la “Pro locoâ€? di Breno, la cooperativa sociale “Trapezioâ€? di Darfo, la fondazione “Rizzieriâ€? di Piancogno, l’istituto di Santa Dorotea di Cemmo. Ha ricevuto 9.900 euro la cooperativa “il Cardoâ€? di Edolo; 2.500 il capontino Centro camuno di studi preistorici e 6.000 il Centro culturale teatro camuno di Breno, ecc. Si stanno giĂ preparando i bandi per il 2011. L’iniziativa registra sempre nuove adesioni. Sono allo studio due commissioni.
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,O FDPSR HVWLYR IUD L UHSHUWL DUFKHRORJLFL Il Dipartimento Valle Camonica e Lombardia del Centro camuno di studi preistorici (che ha la sede a Niardo ed è diretto da Umberto Sansoni) organizza l’annuale campo archeologico di rilevamento ed analisi dell’arte rupestre della Valcamonica 2011, nelle date dal 25 giugno al 10 luglio. Il corso è finalizzato alla formazione di personale qualificato e al completamento della documentazione delle aree di “Ronchi di Zirâ€?, “Còren del Valèntoâ€?, “PagherĂŹnaâ€?, “CarĂŠâ€? (media Valcamonica). “Il campo 2011, in occasione del 150° anniversario dell’UnitĂ d’Italia – sottolinea lo studioso e ricercatore Sansoni – intende preparare materiale di ricerca da pubblicare come particolare valorizzazione del Sito Unesco n. 94 (arte rupestre della Valcamonica)â€?. I lavori – specifica il bando appena uscito – si articoleranno nelle seguenti attivitĂ ; sul campo: pulitura di superfici inedite, rilevamento, fotografia e cartografia delle rocce incise. In laboratorio: riproduzione, elaborazione al computer, catalogo, analisi e confronti con fonti archeologiche. Ricerche monografiche: su una zona, una tematica, uno specifico simbolo. Contemporaneamente si terranno visite a siti rupestri ed incontri serali a cui parteciperanno esperti come Emmanuel Anati. EtĂ minima consigliata: 17 anni. Quota di partecipazione: euro 220. Per i residenti in Valle, che hanno alloggio proprio, la quota è di euro 60. Vitto e alloggio: è disponibile un numero limitato di posti (12 in totale), in strutture attrezzate con
camere da due-tre letti ciascuna con uso cucina; il vitto è escluso, ma vi è la possibilità di pasti in ristoranti convenzionati. L’assicurazione è facoltativa: vi si può provvedere tramite propria agenzia. L’attestato di partecipazione, valido ai fini del credito formativo scolastico, verrà rilasciato su richiesta. Si richiede un anticipo di euro 80 all’iscrizione, entro il 4 giugno prossimo.
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Â?Â?‹‰”ƒœ‹‘Â?‡ǥ ˆ‹‡”ƒ ‡ –—”‹•Â?‘ Ăˆ in distribuzione gratuita il nuovo numero de “La Voce del Garda e Valsabbiaâ€?. Si parte dall’incontro di Vobarno “La responsabilitĂ politica dei cristianiâ€? organizzato dal nostro settimanale nell’ambito di “Voci nell’AgorĂ â€? per affrontare alcuni dati sull’immigrazione relativi ai comuni di Vobarno e di Odolo. SigniďŹ cativa la testimonianza di Sobia, pakistana, moglie e madre di due bambini, che vive da qualche anno a Odolo e che
parla di integrazione che passa necessariamente dall’istruzione e dalla conoscenza della lingua. Si avvicina a Gavardo il tempo della Fiera. La rassegna valsabbina, che quest’anno taglia il signiďŹ cativo traguardo delle 55 edizioni, tenendo fede alla sua vocazione avrĂ una forte componente merceologica e commerciale, ma, nel segno del rinnovamento, promette due giorni fra tradizione, folklore genuino delle
valli bresciane, artigianato e arte, storia e genuinità . E guarda già al... 2015 grazie alla scelta di candidarsi, nei prossimi anni, per l’inserimento nel cartellone del grande Expo mondiale che coinvolgerà l’intero territorio lombardo. Riettori puntati su Anfo e Barghe, prossimi al voto amministrativo di maggio. Anche nelle pagine dedicate al Garda vengono affrontati diversi
temi. Dalla costituzione di un nuovo Comitato “LagodiGarda tutto l’annoâ€?, che si propone di organizzare eventi di rilievo per promuovere l’immagine del Benaco, ai dati relativi al turismo sul piĂš grande lago italiano, positivi rispetto all’anno passato, ai consigli per trascorrere una vacanza all’aria aperta. Il free press è ricco di altri spunti interessanti dedicati alla solidarietĂ , salute, alla cultura, allo sport e all’economia.
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i chiama “LagodiGarda tutto l’annoâ€? ed è l’ultimo tentativo, in ordine di tempo, per promuovere unitariamente il Benaco. Uno slogan e insieme un marchio che sia contenitore e insieme amplificatore dell’immagine del piĂš grande lago italiano capace di attirare oltre 20 milioni di turisti, di cui cinque solo sulle sponde bresciane. Secondo i promotori dell’iniziativa, in primis il deputato veronese Aldo Brancher, l’obiettivo si raggiunge coinvolgendo i Comuni e i Sindaci dell’area gardesana e proponendo una serie di eventi di rilievo nazionale e internazionale capaci di veicolare il Benaco in giro per il mondo. Sono 28 i Comuni che hanno formalizzato l’adesione all’iniziativa consapevoli dell’importanza del progetto che punta ad organizzare, grazie ad un qualificato numero di partner, eventi di grande prestigio per
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da endurance lifestyleâ€?, la piĂš prestigiosa maratona a cavallo d’Europa, capace di radunare oltre 300 cavalli provenienti da 20 nazioni, impegnati in un percorso di oltre 160 km nei piĂš incantevoli paesaggi dell’entroterra gardesano. Tra il 12 giugno e l’8 luglio è la volta del “Red Bull tour busâ€?: un bus per suonare, un palco per viaggiare, un palco per esibirsi. Cinque tappe fra i centri rivieraschi e gran finale in mezzo al lago, a bordo di un traghetto della Navigarda. Ancora targato Red Bull l’evento del 24 luglio. Nel castello di Malcesine fa tappa il “Cliff divingâ€?: 12 tra i migliori tuffatori al mondo daranno spettacolo con evoluzioni mozzafiato. Il 13 agosto è in programma la “Grande notte delle stelleâ€?. Le piazze dei Comuni del lago, collegate tra loro in diretta radiofonica, saranno palcoscenico naturale ad una grande festa popolare fatta di musica, balli e tanta allegria. A
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mezzanotte sarĂ lanciato il countdown per il piĂš spettacolare dei festival pirotecnici d’Italia e forse del mondo. Fuochi artificiali in contemporanea da tutti i Comuni che brilleranno sopra un’area di quasi 400 kmq. In settembre, dal 2 al 4, con la “Settimana motoristica brescianaâ€? prende vita una entusiasmante caccia al tesoro, dedicata a vetture costruite tra il 1940 e il 1975, attraversando tutti i Comuni gardesani.
“Andar per cantineâ€? in ottobre Č‚ il 9 nel veronese, il 16 nel bresciano e il 23 nel trentino Č‚ per conoscere, gustare e apprezzare il meglio della produzione vinicola con l’invito a visitare le aziende produttrici. E infine, dal 29 al 31 dicembre, la “Due ruote del lagoâ€?, la fiaccolata in moto piĂš grande al mondo che attraverserĂ i Comuni coinvolti, con i centauri in tenuta da Babbo Natale, in una lunghissima e festosa sfilata.
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Fino al 1° maggio la sala espositiva del Comune di Gavardo ospita l’esposizione di trenta incisioni dal repertorio di Girolamo Battista Tregambe. L’arte di Tregambe nasce dalla capacità ideativa di scoprire il mondo della natura attraverso un segno determinato, inciso. Questo il senso della sua opera, antica determinata dalla volontà di scoprire il senso di un microcosmo a noi oramai vano. Una crescita interiore che si traduce in gesti piÚ sicuri, diretti, naturali, capaci di penetrare anche l’occhio piÚ immaturo e dettare cosÏ il vero significato dato all’immagine. Ecco l’aspetto sentito nella bottega, antica, di questo Maestro. Fogli di prove stampate per modificare, oltre la struttura, il sentimento del parlato. Una comunicazione che cresce
ancora, dopo un ventennio, nell’incertezza del non finito. Scorrendo quelle incisioni, punti fissi oramai nella carriera dell’artista, che hanno caratterizzato il suo mondo interiore, la percezione del progredire in simbiosi con la certezza del miglior effetto, diventa il primo messaggio concreto sul quale ragionare e definire il suo lavoro. Girolamo Battista Tregambe è nato a Brescia il 14 luglio 1937. Ha iniziato ad incidere nel 1986 preferendo generalmente la tecnica dell’acquaforte. Ha realizzato quasi 140 lastre stampa presso la Stamperia Linati di Milano. La mostra è aperta il venerdÏ, il sabato e la domenica dalle 15 alle 19. L’esposizione poi si sposterà a Salò nella Sala dei Provveditori dal 14 maggio al 5 giugno.
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di Riva, Circolo Vela Gargnano e Associazione Velica del lago di Ledro. La speranza, considerando che l’area conta 43 societĂ sportive, è che l’iniziativa allargandosi a buona parte degli altri Club possa diventare un momento focale per lo sviluppo della vela. Assume un signiďŹ cato il Campionato studentesco di vela delle scuole di Brescia e provincia che si correrĂ sabato 9 aprile al largo di Bogliaco. Rinnovata attenzione nei confronti dell’Associazione
fra i circoli per lo sviluppo della vela, un’idea che risale al 2001 e vede il coinvolgimento dell’attivitĂ giovanile, in particolare il dopo Optimist, di fatto il passaggio dalle classi “promozionaliâ€? verso la vela Olimpica, quella dell’Altura e della Monotipia. “Non si tratta di un doppione delle squadre di circolo – spiega il presidente di Zona Domenico Foschini – ma di un’attenzione proprio agli stessi giovani e soprattutto a quelli che non avendo risorse economiche
o tecniche vedono spesso svanire gli sforzi comuni delle famiglie, dei tecnici, dei dirigenti e degli stessi atleti. Ăˆ un lavoro che compie 10 anni e che ha dato la possibilitĂ ai giovani di crescere e continuare nell’aspetto formativo della cultura sportiva e dirigenziale per prestare la loro opera nei circoli da cui provengonoâ€?. Senza dimenticare la normale attivitĂ organizzativa con oltre 200 regate annuali, dai Mondiali ed Europei, alle manifestazioni sociali.
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n bilancio confortante, quello del 2010, per il turismo bresciano con due milioni di arrivi (+ 5,5%) e otto milioni e mezzo di presenze (+1,6%). E sul Garda, che vale circa il 70% del turismo bresciano, Sirmione riconquista lo scettro di regina. I numeri definitivi della scorsa stagione, snocciolati da Silvia Razzi, assessore al turismo della nostra provincia, dicono di un Garda col vento in poppa. Sono stati registrati 1.266.306 arrivi e 6.111.465 presenze (3.424.191 alberghiere e 2.687.274 extralberghiere). Sirmione, che torna ad essere la capitale del turismo gardesano di sponda bresciana, ha totalizzato 1.042.725 pernottamenti, a fronte di 273.083 arrivi. Il comparto è in crescita sia negli alberghi che nelle strutture extralberghiere. Nei primi sono arriva-
ti 206.844 clienti contro i 198.064 dell’anno prima. Le presenze sono state 639.131, in aumento del 3,46%. Bene anche villaggi e campeggi con 66.239 arrivi, contro i 61.716 dell’anno precedente e ben 403.594 presenze, contro le 375.086. Com-
plessivamente l’incremento dei pernottamenti è del 5,03%. Poco sotto sta Limone, che si assesta a 980.282 pernottamenti con un piccolo calo rispetto al 2010, ma che comunque conferma il positivo lavoro degli operatori del comparto turistico nell’alto lago.
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LunedĂŹ 4 aprile alle 20.30 a Marone è in programma l’ultimo appuntamento di “Voci nell’AgorĂ â€?; l’incontro è dedicato alla zona del Sebino e della Franciacorta. SarĂ l’occasione per riettere sulla lettera “Stranieri, ospiti, concittadiniâ€? del vescovo Monari, che indica una prospettiva in cui la Chiesa locale deve muoversi, senza negare, in un campo complesso come quello del fenomeno migratorio, l’esistenza di tensioni che possono
Terzo appuntamento di marzo con la rassegna “Cristiani nelle cittaâ€?, quello di giovedĂŹ 31 marzo: Renato Zaltieri (nella foto), giĂ segretario generale Cisl a Brescia, oggi presidente regionale dell’Istituto di avviamento al lavoro della Cisl) discuterĂ con i presenti di “Disoccupazione giovanile, crisi del lavoro, evasione ďŹ scale: la perdita della dimensione socialeâ€?. L’incontro si terrĂ alle ore 20.30 presso l’oratorio Don Bosco a Rovato centro in via Sant’Orsola.
essere feconde se portano a un cambiamento dei modi di pensare e agire. Presso la Sala della comunitĂ della parrocchia viene affrontato il tema: “Il dialogo tra i credentiâ€?. Intervengono Anne Zell, pastora valdese, padre Mario Toffari (nella foto), direttore UfďŹ cio migranti, Issam Mujahed, esponente del Centro culturale islamico di Brescia; Giovanni Boccacci, direttore del Centro migranti. Nell’occasione sarĂ presentato il restyling di “Voceâ€?.
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L’ultimo incontro è in programma il 7 aprile con una tavola rotonda con le narrazioni di vite, tra personale e sociale coordinate e aiutate da un esperto in pedagogia. La serata è coordinata da Giacomo Paris, insegnante di lettere, ďŹ losoďŹ a e storia presso il Collegio vescovile “S. Alessandroâ€? di Bergamo. Il percorso culturale e formativo è promosso dall’Azione Cattolica, dalle Acli, dalla Caritas, dai Laici Giuseppini Marelliani e dal Convento dell’Annunciata.
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l Mercato agricolo a chilometro zero di Campagna Amica sbarca a... scuola. Parallelamente al Mercato degli agricoltori di Campagna Amica che si tiene a Sale Marasino ogni sabato in piazza Roma, infatti, anche la scuola dell’infanzia “G. Cristini A. Franchiâ€? di Marone Č‚ il cui Consiglio di Amministrazione è presieduto da Roberto Benedetti Č‚ ha deciso di aderire a suo modo all’iniziativa: erogando, cioè, attraverso il servizio mensa dell’istituto, pasti a chilometro zero. Accanto a latte e formaggi acquistati da un caseificio della Valle e all’olio extravergine di oliva di Marone (giĂ distribuiti da alcuni anni), la scuola ha deciso di introdurre nella mensa frutta e verdura coltivati sul territorio: â€œĂˆ una scelta Č‚ comunica il presidente Roberto Benedetti Č‚ che punta a offrire cibo piĂš sano e di qualitĂ , maggiormente rispondente ai bisogni nutrizionali dei nostri bambiniâ€?. La scuola dell’infanzia dispone di una cucina interna, dimensionata per la preparazione di 80/85 pasti giornalieri in media, destinati tanto ai piccoli alunni quanto al personale dipen-
dente; il menĂš stagionale e giornaliero è annualmente approvato dal Servizio Igiene del distretto sociosanitario n.5. “L’esperienza Č‚ conclude Benedetti Č‚ si sta rivelando positiva e ci vede pertanto favorevoli alla prosecuzione: oltre a valorizzare i prodotti locali, si accorcia la filiera dei passeggi commerciali consente un piĂš diretto rapporto tra azienda agricola produttrice e consumatore finaleâ€?. Il presidente di Coldiretti Brescia, Ettore Pran-
dini, accoglie sempre con favore tali iniziative in grado di “accorciare la filiera permettendo di riscoprire il nostro territorio e di valorizzare brescianitĂ e autenticitĂ dei prodotti localiâ€?. Il segretario di Coldiretti Brescia competente per la zona di Iseo Roberto Gallizioli ha espresso “enorme soddisfazione per la scelta di Roberto Benedetti, una scelta che rappresenta a pieno e porta avanti lo spirito del progetto di Coldiretti per una ‘Filiera agricola tutta italiana’â€?.
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/D VWRULD GL ERUJR 6DQ 9LWDOH Sorto intorno a un nucleo centrale rappresentato dalla chiesa di epoca longobarda dedicata a San Vitale, il piccolo borgo che si trova presso Borgonato e oggi è sede di una delle piĂš importanti distillerie italiane, ha una storia millenaria. L’antica struttura ha subito, dal 2001, importanti interventi di restauro durati cinque anni e sostenuti con il fondamentale contributo delle Distillerie Franciacorta della famiglia Gozio, che hanno restituito non solo informazioni utili sulle stratiďŹ cazioni storiche del complesso dalla sua fondazione al XVII secolo, ma hanno permesso una riqualiďŹ cazione degli ambienti adattati a spazi per conferenze, concerti, esposizioni museali e mostre temporanee. La struttura ospita una distilleria tradizionale sede di un percorso esperienziale e didattico dedicato all’acquavite e alla distillazione, con reperti storici, attrezzature
d’avanguardia, ricostruzioni, illustrazioni e video. Si può dire che la vita di questa importante localitĂ si snoda dal Medioevo ďŹ no ai giorni nostri. A questa avventura storica e archeologica è dedicato il volume “Borgo Antico San Vitale. Archeologia, storia e lavoro di una contrada di Franciacortaâ€?, a cura di Gabriele Archetti e Angelo Valsecchi (Brescia, Fondazione civiltĂ bresciana, 2011). Il libro, che è stato presentato presso l’Aula magna dell’UniversitĂ cattolica, ripercorre le fasi di restauro e rivalutazione, che hanno permesso il recupero di questo antico borgo medievale nel cuore della Franciacorta. All’evento, dopo i saluti istituzionali, sono intervenuti l’archeologo Angelo Valsecchi e il prof. Giancarlo Andenna, direttore del Dipartimento di studi medievali, umanistici e rinascimentali dell’UniversitĂ cattolica. La prima parte del volume
è dedicata all’indagine archeologica e storico-architettonica del borgo e si deve a Ivana Venturini e Angelo Valsecchi. La seconda parte è afďŹ data a Gabriele Archetti che, sulla base di antichi documenti, guida il lettore attraverso la vita della chiesa e della sua comunitĂ nel Medioevo. Una terza parte, realizzata da Gianantonio Dotti e dallo stesso Valsecchi, descrive le fasi del restauro condotto nel rispetto del passato e senza ricostruizioni ideali o rimozioni arbitrarie di fasi storiche. Un apposito capitolo, dovuto alle ricerche di Rinetta Faroni, è dedicato alla ricostruzione dell’albero genealogico e della storia della famiglia Gozio dall’epoca della Restaurazione a oggi. Gli ultimi capitoli, a ďŹ rma di Luigi Odello e Roberto Denti, ricostruiscono la plurisecolare storia della grappa e della sua produzione nel territorio bresciano e in Franciacorta.
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Ž‹ ‹Â?Â?‹‰”ƒ–‹ Â?‡ŽŽƒ …‘Â?—Â?‹–Â? …”‹•–‹ƒÂ?ƒ ‡ Â?‡Ž Â?‘Â?†‘ †‡Ž Žƒ˜‘”‘ “La comunitĂ cristiana e gli immigratiâ€? è stato l’argomento sviluppato a Sarezzo (nella foto i relatori) il 24 marzo all’interno di “Voci nell’AgorĂ â€?. Don AlďŹ o Bordiga ha portato la sua esperienza di sacerdote Fidei Donum in Germania, mentre don Danilo Vezzoli (direttore della Caritas zonale di Darfo) ha presentato il suo vissuto in una realtĂ dove si registra “un forte sentimento di intolleranza e di pregiudizio legato a una mancanza di conoscenza.
La Lettera del Vescovo ci deve interpellare anche sul nostro modo di fare Caritasâ€?. L’incontro fra culture si veriďŹ ca spesso in oratorio, anche se, come ricorda Gabriele Bazzoli dell’UfďŹ cio oratori, in alcuni l’integrazione è vista come un problema, in altri come risorsa: “Per favorire l’integrazione serve una proposta strutturale dove anche gli immigrati possano essere protagonistiâ€?. A Pontevico, invece, lunedĂŹ 28 marzo la tematica dell’immigrazione è stata
affrontata a partire dal tema lavoro e cittadinanza. Sono intervenuti per il mondo del sindacato Renato Zaltieri e Marco Fenaroli, per il mondo dell’artigianato il presidente Eugenio Massetti e in rappresentanza delle Acli, il vicepresidente Luciano Pendoli. In particolare è stato evidenziato come gli immigrati abbiano una propensione al lavoro maggiore degli italiani. Molte attività , anche nel Bresciano, rischierebbero di scomparire senza la manodopera
straniera. Certo è che, come ha sottolineato Fenaroli, oggi gli immigrati scontano una grossa difďŹ coltĂ : “Il permesso è legato al contratto; hanno di fatto un contratto di soggiornoâ€?. L’integrazione, sempre citando Fenaroli, ha bisogno di due componenti: la convivenza e la corresponsabilitĂ . Nel settore dell’artigianato è forte la presenza di imprenditori extracomunitari, anche se Massetti ribadisce il mancato rispetto delle regole.
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ante Bontempi ha presentato all’assemblea della ComunitĂ montana l’annuale relazione sulla sua attivitĂ in veste di difensore civico relativa al 2010. Lo è dall’ottobre 2007: per riconoscimento unanime lo fa con la passione ed esperienza maturata in oltre 27 anni (dal 1979) come segretario generale dell’ente, ora in pensione. In questa ruolo ha intessuto solida rete di rapporti umani e di stima personali con tutti gli amministratori comunali degli ultimi trent’anni. Vigila sull’operato amministrativo della ComunitĂ montana e dei Comuni di Bovezzo, Concesio, Villa Carcina, Sarezzo, Lumezzane, Marcheno, Tavernole, Lodrino e Bovegno, su incarico degli stessi con capofila l’ente comprensoriale. Il suo ruolo non è da confondere con quello del giudice di pace: è ristretto ai rapporti tra cittadini ed ente pubblico. Ha iniziato sottolineando che quello della “difesa civicaâ€? è un servizio che non può essere valutato nĂŠ in termini numerici nĂŠ per specificitĂ d’intervento: spazia sui piĂš diversi argomenti e risponde alle domande piĂš varie dei cittadini residenti. Dopo aver ringraziato del supporto dato alla sua attivitĂ alla segreteria di ComunitĂ montana e Lumezzane in particolare, riferendosi al 2010 ha rilevato un contenimento del contenzioso. Questo, a suo parere, è dovuto da una parte alla crisi in atto nell’edilizia privata e nella re-
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diare. La figura del “difensoreâ€? è da considerare un “valore aggiuntoâ€? anche per semplici informazioni e chiarimenti su diverse problematiche ed atti. Sono state numerose, da aggiungere alle “causeâ€? ufficiali (una trentina), con prevalenza per il settore edilizio: verifiche abusi, sollecito di interventi ed azioni amministrative, ritardi, situazioni di disagio a volte anche con pericolositĂ , conferma di impegni ecc. Emerge dalla sua relazione un sollecito e raccomandazione ai Comuni su un problema che si aggrava con numerosi casi per paese: il mancato perfezionamento degli atti di cessione di piccole aree per allargamento strade, spazi verdi od altro per i quali esistono ancora solo preliminari o promesse di cessione. In alcuni Comuni il ritardo è di grande data, decine di anni, col rischio di dar adito nel tempo e per dimenticanza a rivalse, confusioni di proprietĂ o altro che può provocare poi situazioni negative difficilmente sanabili nel caso di ereditĂ ecc... Il Difensore civico è nelle diverse sedi di riferimento nei seguenti giorni e orari: i primi tre martedĂŹ del mese dalle 9 alle 11 presso la ComunitĂ montana; primi tre martedĂŹ del mese dalle 15 alle 17 presso il Comune di Concesio; i primi tre mercoledĂŹ del mese dalle 9 alle 11 presso il Comune di Lumezzane; il primo mercoledĂŹ del mese dalle 15 alle 17 presso il Comune di Bovegno.
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ricevuto l’adesione e il supporto anche di Sibca e Dipartimento di studio del territorio. “Quella con la ComunitĂ montana – dice il presidente di Valtrompia Storica, Armando Signorini – è una preziosa collaborazione della quale ci stiamo avvalendo proprio in questa fase operativa: infatti, alle classi che hanno aderito al concorso viene offerto un servizio di tutor da parte del ricercatore Franco Ghigini che, in simbiosi con i servizi culturali della ComunitĂ
montana, si è reso disponibile ad afďŹ ancare i partecipanti nelle scelte di indirizzo, nell’impostazione delle ricerca oppure nel confezionamento dell’elaborato ďŹ nale secondo le esigenze degli insegnantiâ€?. Strutturato in due sezioni (racconto fantastico e ricerca storica), il concorso ha registrato la partecipazione di 14 istituti scolastici e un totale di 23 insegnanti coinvolti. “Come associazione che si dedica alla raccolta del passato triumplino
– precisa Armando Signorini – abbiamo voluto che fossero i ragazzi a mettersi in gioco con la scrittura, rivolgendo attenzione alla propria terra, sia sottoforma di racconto narrazioni che prendano spunto da leggende e tradizioni locali, sia attraverso elaborati che si rifacciano a vicende storiche, documenti o testimonianze di vita vissuta�. Termine per la presentazione dei lavori 30 aprile 2011. Informazioni su www.valtrompiastorica.it.
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l sindaco di Lumezzane Silverio Vivenzi sta lavorando ad un progetto per la creazione della “CittĂ della Valtrompiaâ€?. Con la preziosa collaborazione della rinomata UniversitĂ Bocconi di Milano, il primo cittadino della Valgobbia sta preparando degli studi importanti per analizzare in termini economici il progetto. Ma cosa comporterebbe la nascita del grande Comune? “La cosiddetta cittĂ della Valtrompia Č‚ dice Vivenzi Č‚ raggrupperebbe sotto la guida di un unico sindaco e di un unico consiglio comunale tutti gli attuali Comuni della Valle, che manterrebbero le loro caratteristiche che li distinguono
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a cas
te un grande referendum, al quale tutti i cittadini saranno chiamati dopo che i comitati pro e contro al “grande Comune della Valtrompia� avranno espresso le loro voci e le loro ragioni, mediante comizi e dibattiti. Convinto che una “Valtrompia unita� possa vincere numerose sfide come l’autostrada, la metropolitana, la depurazione delle acque e la costruzione di un tunnel che colleghi la valle alla vicina Valcamonica, il sindaco lumezzanese vede questo progetto come “il mezzo per rendere grande e quasi invincibile la Valtrompia e rilanciare l’economia abbattendo numerosi costi. Ma per fare questo bisogna abbandonare le
ideologie politiche e ragionare per interessiâ€?. Orgoglioso di questo progetto la massima autoritĂ valgobbina fa l’esempio della sua cittadina, ricordando che “in passato Lumezzane era formata da tre comuni: Pieve, San Sebastiano e Sant’Apollonio. Amministrativamente – prosegue Silverio Vivenzi – dipendono da un solo organo, che riesce a coordinare al meglio le attivitĂ ; cosĂŹ dovrĂ essere per la “cittĂ della Valtrompiaâ€? che avrĂ , ad esempio, un unico plesso scolastico con sedi nei vari Comuni e seguirĂ un’unica politica riguardo alla viabilitĂ etc. L’unione fa la forza e una Valtrompia unita credo che possa competere con tuttiâ€?.
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Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: “RabbĂŹ, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perchĂŠ sia nato cieco?â€?. Rispose GesĂš: “NĂŠ lui ha peccato nĂŠ i suoi genitori, ma è perchĂŠ in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato ďŹ nchĂŠ è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. FinchĂŠ io sono nel mondo, sono la luce del mondoâ€?. Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: “Va’ a lavarti nella piscina di SĂŹloeâ€? – che signiďŹ ca Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perchĂŠ era un mendicante, dicevano: “Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?â€?. Alcuni dicevano: â€œĂˆ luiâ€?; altri dicevano: “No, ma è uno che gli assomigliaâ€?. Ed egli diceva: “Sono io!â€?. Allora gli domandarono: “In che modo ti sono stati aperti gli occhi?â€?. Egli rispose: “L’uomo che si chiama GesĂš ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: ‘Va’ a SĂŹloe e lĂ vati!’. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vistaâ€?. Gli dissero: “Dov’è costui?â€?. Rispose: “Non lo soâ€?. Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui GesĂš aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: “Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedoâ€?. Allora alcuni dei farisei dicevano: “Quest’uomo non viene da Dio, perchĂŠ non osserva il sabatoâ€?. (...)
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omande senza risposte e risposte senza domanda si rincorrono in questo Vangelo complicato, montato con una regia serratissima e calibrata, incalzante e a tratti straniante. In mezzo un solo atto inspiegabile. Intorno l’accavallarsi delle parole e delle interpretazioni. Ma nessuno si dà pena di ascoltare. Un cieco guarito in mezzo a sordi. E una situazione paradossale che lo vede protagonista, involontariamente comico, gettato nell’arena degli antagonisti, di quelli che gli vogliono strappare una confessione di colpevolezza, di chi non crede che fosse cieco e di chi non crede che a guarirlo sia stato GesÚ. E lui risponde invariabilmente, al limite della caricatura, con la constatazione del fatto. Poi chi sia quell’uomo che ha fatto il fango e gli ha detto di andarsi a lavare a Siloe, questo non lo sa e, all’inizio, nemmeno gli interessa. Quasi da ingrato. Ma le sue parole non bastano e la domanda insistente su chi sia chi ha fatto il miracolo nasconde la
durezza non tanto degli orecchi ma della fede. Sono messi in atto tutti i meccanismi per non credere, a partire dalla certezza che, dati determinati presupposti, non si possa che arrivare a determinati risultati. E non tanto riguardo al miracolo, che si può facilmente far passare per una mistificazione, ma piĂš in profondo: riguardo a ‘chi’ potrebbe fare queste cose. Il mondo ordinato della fede dei farisei, le certezze delle prescrizioni, la conoscenza della legge: in breve la razionalizzazione delle possibilitĂ di Dio rendono impossibile ascoltare e vedere quello che accade, quello che sconvolge l’ordine e mette davanti al ‘fatto’ della fede. CosĂŹ cieco e sordo diventa chi vede bene e sa, chi fissa i limiti di Dio e, per noi oggi, chi decide i limiti delle cose secondo un identico modo di razionalizzare la realtĂ senza lasciare spazio all’ipotesi di Dio. Come a dire che la ricerca di veritĂ dell’uomo – sia essa religiosa, esistenziale o scientifica – è libera e infinita ma solo nei parametri decisi da qualcuno, escludendo a priori quello
che si ritiene impossibile. E infinito. Paradosso che nasconde la paura di questo infinito e, insieme, la necessitĂ di avere qualche certezza alla quale aggrapparsi, che sia questa il giusto o l’ingiusto, il santo o il peccatore, il razionale e l’irrazionale. Mentre GesĂš espone al pericolo di credere e al pericolo di diventare caricature e ometti comici per chi ha le ‘vere’ certezze, per chi sa quali sono i confini del credibile e dell’incredibile. Inguaribile bambino gioca col fango cosĂŹ come Dio quel primo giorno dell’uomo e come Lui che dava la vita, dona la vista a un uomo improbabile, a un testimone fragile, qualunquista e ingrato che ci mette fatica a capire e a credere. Ma è lui l’unico che riesce a dire di GesĂš che, almeno, è un profeta e davanti a lui GesĂš si rivela come il Figlio dell’uomo per spingerlo a credere. E a lui dice: “Tu l’hai vistoâ€?, cosĂŹ come alla Samaritana aveva detto “Sono io che ti parloâ€?, in una progressione di consapevolezza che chiede molto alla fede e spinge a conoscere prima e a ‘vedere’ poi. Infinitamente.
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(PHUJHQ]H FRPXQLWDULH H VROLGDULHWj Nell’ora piĂš grave, i giapponesi hanno dato al mondo una lezione formidabile di compostezza, determinazione e soliditĂ . Ăˆ quella che, con espressione efficace, è stata definita ‘la disciplina del dolore’â€?: cosĂŹ il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei (nella foto accanto) ha ricordato nella parte introduttiva della sua prolusione ai lavori del Consiglio episcopale permanente aperto lunedĂŹ 28 a Roma, la testimonianza del popolo giapponese colpito da una grave catastrofe ambientale. Circa la grave situazione in diversi Paesi dell’Africa del Nord e del bacino del Mediterraneo, in particolare il conflitto in atto in Libia, ha espresso l’auspicio di un “immediato superamento della fase cruentaâ€? anche per garantire “l’accesso agli indi-
spensabili soccorsi umanitari, in un quadro di giustiziaâ€?. Ha quindi richiamato il fatto che “l’emergenza è ‘comunitaria’, e va affrontata nell’ottica di destinare risorse per uno sforzo di sviluppo straordinarioâ€?. Il Cardinale ha poi descritto le gravi minacce e gli attentati alla libertĂ religiosa, specie verso i cristiani, in diversi Paesi, richiamando in particolare il ministro pakistano Bhatti, “ora martireâ€? lo ha definito, dopo il suo assassinio per odio religioso. Sulla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso, ha sottolineato che “il simbolo religioso non comporta in sĂŠ una lesione dei dirittiâ€?, anzi è “un elemento integrante l’identitĂ italiana e, dunque, a questo punto anche europeaâ€?. Infine il Cardinale ha parlato
dei temi etici e familiari, a partire dalle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) in discussione alle Camere. A questo riguardo ha detto che “non si tratta di mettere in campo provvedimenti intrusivi che oggi ancora non ci sono – ha sottolineato – ma di regolare piuttosto intrusioni giĂ sperimentate, per le quali è stato possibile interrompere il sostegno vitale del cibo e dell’acqua. Chi non comprende che il rischio di avallare anche un solo caso di abuso, poichĂŠ la vita è un bene non ripristinabile, non può non indurre tutti a molta, molta cautela?â€?. Il Cardinale ha cosĂŹ auspicato “regole che siano di garanzia per persone fatalmente indifese, e la cui presa in carico potrebbe un domani risultare scomoda sotto il profilo delle risorseâ€?.
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L’UfďŹ cio diocesano per la famiglia propone un importante appuntamento per le famiglie. Si tratta di una quattro giorni che si svolgerĂ a S. Nicolò di Valfurva dal 2 al 5 giugno. Il tema è “Insieme per la famiglia. VeriďŹ care e progettareâ€?. Ăˆ giunto il tempo di fare insieme un bilancio dell’esistente per rilanciare la speranza della buona notizia che è il matrimonio sacramento, del valore sociale della famiglia e suscitare
maggiori sinergie all’interno della comunione ecclesiale. Alla luce della ricchezza di risorse per la famiglia in diocesi si vuole raccogliere l’invito dei Vescovi che chiedono “di procedere alla veriďŹ ca degli itinerari formativi esistenti e al consolidamento delle buone pratiche educative in attoâ€?. Destinatari: tutti coloro che a vario titolo servono in diocesi la pastorale familiare. La programmazione prevede: 2 giugno: (inizio col
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preoccupato il Papa per l’incolumitĂ e la sicurezza della popolazione; dalla Libia giungono notizie sempre piĂš drammatiche e cresce la sua trepidazione per una situazione segnata dall’uso delle armi. Nel nono giorno di guerra Benedetto XVI torna a parlare ai responsabili delle nazioni; torna a mettere in primo piano la difficile situazione del popolo libico. Il Papa, all’Angelus di domenica scorsa, ha sottolineato: “nei momenti di maggiore tensione si fa piĂš urgente l’esigenza di ricorrere ad ogni mezzo di cui dispone l’azione diplomatica e di sostenere anche il piĂš debole segnale di apertura e di volontĂ di riconciliazione fra tutte le parti coinvolte, nella ricerca di soluzioni pacifiche e duratureâ€?. Ha chiesto Benedetto XVI un ritorno alla concordia in Libia e nell’intera regione nordafricana, e ha rivolto “un accorato appello agli organismi internazionali e a quanti hanno responsabilitĂ politiche e militari, per l’immediato avvio di un dialogo, che sospenda l’uso delle armiâ€?. In mattinata il Papa si era recato in visita privata alle Fosse Ardeatine, un luogo, ha ricordato il rabbino capo della comunitĂ di Roma, Riccardo Di Segni, di memoria condivisa e dolorosa per tutti: “Qui sono morti 76 ebrei, ma la maggioranza delle vittime sono
di fede cristiana. L’incontro di oggi ha perciò un significato del tutto particolare, questo è il luogo in cui noi veniamo a condividere un triste ricordo e una memoria spaventosa�. Nei suoi quasi sei anni di pontificato Benedetto XVI ha voluto percorrere un personale pellegrinaggio sui luoghi simbolo
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rappresaglia seguita all’attentato di via Rasella. Questa “violenza deliberata dell’uomo sull’uomoâ€? consumata il 24 marzo del ‘44, è per il Papa “offesa gravissima a Dioâ€?. Il Papa ha pregato davanti alle tombe dei 335 martiri. “Sono venuto per pregare e rinnovare la memoriaâ€?, ha detto Benedetto XVI, che ha visitato i cunicoli di pozzolana dove furono gettati i corpi ancora agonizzanti dei giustiziati. Gli uomini aprono “vuotiâ€? e “voraginiâ€? quando sono “spinti dalla cieca violenzaâ€? e “rinnegano la propria dignitĂ di figli di Dio e fratelli tra loroâ€?. Ha ricordato poi le parole incise in una cella di via Tasso: credo in Dio e nell’Italia, credo nella resurrezione dei martiri e degli eroi, credo nella rinascita della patria e nella libertĂ del popolo. Commenta il Papa: lo “spirito umano rimane libero anche nelle condizioni piĂš dureâ€?. Ricorda un altro scritto: Dio mio grande padre, noi ti preghiamo affinchĂŠ tu possa proteggere gli ebrei dalle barbare persecuzioni. In quel Padre, afferma il Papa, c’è “la garanzia sicura della speranza, la possibilitĂ di un futuro diverso, libero dall’odio e dalla vendetta, un futuro di libertĂ e di fraternitĂ per Roma, l’Italia, l’Europa, il mondoâ€?. Ma questo luogo “dimostraâ€? che essere fratelli “non è scontatoâ€? e “la risposta piĂš vera è prendersi per mano come fratelli, e dire: Padre nostro, noi crediamo in teâ€?.
Dopo gli incontri di novembre e di marzo, prosegue il programma del “Mosaico socialeâ€? promosso dalla Commissione diocesana per la formazione permanente del clero e dall’UfďŹ cio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro. Gli incontri sono pensati per sacerdoti, diaconi e religiosi della diocesi, per ovviare a una sorta di disagio di fronte ai problemi sociali nei quali, volenti o nolenti, anche l’azione pastorale è chiamata a confrontarsi per essere davvero incisiva. Spesso però, assorbiti da molteplici impegni, ci si trova spiazzati. L’iniziativa ambisce a offrire un piccolo aiuto per ovviare a questa carenza. Il tema che verrĂ affrontato la prossima settimana è: “Federalismo ďŹ scale o federalismo sociale?â€?. Relatore è il prof. Gianluigi Bizioli, laureato in Economia e Commercio presso l’UniversitĂ degli studi di Bergamo e in Giurisprudenza presso l’UniversitĂ degli studi di Padova, ha conseguito il dottorato di ricerca in Diritto tributario internazionale e comparato presso l’UniversitĂ degli studi di Genova. Ăˆ ricercatore di Diritto tributario dal 2004 presso la FacoltĂ di giurisprudenza dell’UniversitĂ degli studi di Bergamo nonchĂŠ titolare dell’insegnamento di diritto tributario e diritto tributario comunitario presso la medesima FacoltĂ . Il programma
degli incontri è il seguente: martedÏ 5 aprile presso la parrocchiale di S. Pietro di Roè Volciano, via S. Pietro, 2 (tel. 0365.63100); mercoledÏ 6 aprile presso il Centro pastorale Paolo VI (tel. 030.3773511); giovedÏ 7 aprile presso l’Eremo SS. Pietro e Paolo di Bienno (tel. 0364.40081). Gli incontri avranno inizio alle ore 9.30 e terminano alle ore 12.
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(SLIDQLH GLYLQH H FUHDWLYLWj XPDQD L’Uciim (Associazione professionale cattolica di insegnanti, dirigenti e formatori), in collaborazione con “ComunitĂ e scuolaâ€? e con il servizio per l’Irc (l’insegnamento della religione cattolica) della diocesi, organizza un percorso di formazione rivolto a tutti i docenti delle scuole secondarie della provincia di Brescia. Il tema è: “Epifanie dell’immanenza divina nella creativitĂ umana. Indagini esplorativeâ€?. Il programma prevede cinque incontri: giovedĂŹ 7 aprile su “La spiritualitĂ nera nel canto gospelâ€? (prof. ssa Sara Di Furia, docente di religione cattolica, scrittrice); giovedĂŹ 28 aprile su “Al ďŹ ne di tutt’i disii. Lettura e commento del canto 33 del Paradiso di Danteâ€? (prof. Giuseppe Magurno, docente di Lettere); giovedĂŹ 12 maggio su “La fantasia dell’ortodossia. Anima, corpo e
mistica in Alda Meriniâ€? (prof. Filippo Giuseppe Di Bennardo, docente di religione cattolica, poeta); giovedĂŹ 19 maggio su “Il divino nell’arte contemporanea. Perdono e speranza messianicaâ€?(prof.ssa Vittorina Ferrari, docente di Lettere); giovedĂŹ 26 maggio su “Le due forme della ragione: la ragion credente e la ragion scetticaâ€? (prof. Antonio Padula, giĂ docente di FilosoďŹ a, psicoterapeuta). Tutti gli incontri si terranno presso l’Auditorium dell’istituto Abba-Ballini in via Oberdan, dalle ore 17 e alle 19. Gli incontri rientrano nei percorsi di formazione in itinere riconosciuti dal Ministero per tutti gli insegnanti delle scuole secondarie e nel percorso quadriennale di formazione degli insegnanti di religione cattolica della diocesi di Brescia.
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pranzo alle ore 13) Incontriamoci. Relazione fondativa sulla sponsalitĂ (padre Angelo Epis). Condivisione sui cardini della pastorale familiare, sull’esistente in diocesi con il materiale illustrativo delle proposte ed esperienze di appartenenza portato dai partecipanti. 3 giugno: Per conoscerci. IdentitĂ e servizio. Il nostro servizio nella/per la comunitĂ ecclesiale e civile. 4 giugno: Per progettare. Verso un progetto: matrimonio, famiglia, comunitĂ
cristiana. Come pensare e agire in comunione per il futuro? 5 giugno: (ďŹ ne col pranzo alle ore 13). Per afďŹ darci al Signore. Consegna dei propositi e ringraziamento a Dio. Mattinata di spiritualitĂ . La sede: Villaggio per famiglie “Ain Karimâ€? a S. Nicolò di Valfurva (Sondrio) via Sascin 35; tel. 0342/945791. Il Villaggio propone per le famiglie con ďŹ gli, una serie di mini appartamenti per la notte (due camere piĂš bagno con ingresso
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indipendente). Per i luoghi comuni (sala giochi, chiesa, sala conferenze, mensa, campo da calcetto) sono a disposizione ampi spazi, sia interni che esterni. Ăˆ possibile partecipare anche a singole giornate. Ăˆ prevista l’accoglienza e l’animazione dei ďŹ gli, previa segnalazione del numero ed etĂ . Iscrizioni: entro il 6 maggio presso l’UfďŹ cio famiglia diocesano dal martedĂŹ al venerdĂŹ dalle 8.30 alle 12.30 allo 030/3722232.
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n’universitĂ che non si limiti a formare professionisti, ma che curi la crescita delle persone nella loro unitarietĂ e completezza. Un’istituzione all’interno della quale didattica e ricerca camminino a braccetto. Dove si possa riflettere ad alta voce, coniugare fede e ragione, esprimere il proprio pensiero senza vincoli, e trovare risposte alla dilagante emergenza educativa. Raccogliendo l’invito dell’Opera per l’educazione cristiana (Oec) di Brescia e dell’editrice Studium di Roma, numerosi esperti in materia di universitĂ hanno dato vita all’Istituto Paolo VI di Concesio all’incontro di studio sul tema “L’idea di universitĂ â€?. Due giorni di relazioni e interventi ricchi di spunti e riflessioni di ricerca. Tanto che a chiusura dei lavori Vincenzo Cappelletti, presidente di Studium, ha evidenziato: “Gli stimoli sono stati cosĂŹ tanti da non poter essere abbandonati senza l’impegno di un’ulteriore ripresa e approfondimentoâ€?. Tre sono state le sessioni del convegno, dedicate all’universitĂ come “istituzioneâ€?, “luogo del pensieroâ€?, “luogo della formazioneâ€?. Filo conduttore delle sessioni è stato il ricordo di papa
Montini, il quale – ha osservato Giuseppe Camadini, presidente dell’Oec – indicava l’universitĂ come “maggioritĂ intellettualeâ€? e tempio della veritĂ . Sono intervenuti, tra gli altri, i rettori dell’UniversitĂ di Brescia Sergio Pecorelli, dell’UniversitĂ cattolica Lorenzo Ornaghi, e dell’UniversitĂ di Bergamo Stefano Paleari, i pedagogisti Giuseppe Bertagna e Carla Xodo, l’economista Alberto Quadrio Curzio, il filosofo Enrico Berti. E anche i teologi, Franco Giulio Brambilla, vescovo ausiliare di Milano, e Angelo Maffeis. Il vescovo di Brescia Luciano Monari ha portato il suo saluto, mentre in platea era presente anche il cardinale Giovanni Battista Re. Nella giornata conclusiva è poi intervenuto mons. Vincenzo Zani, sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica che ha illustrato il pensiero di papa Benedetto XVI sulla questione universitaria. I rettori hanno discusso sul ruolo che l’universitĂ può giocare nello sviluppo del territorio e nei rapporti con le istituzioni politiche, convenendo che la riforma Gelmini rappresenti un punto di partenza e non di arrivo. Berti si è soffermato sulla ricerca della veritĂ tra cultura umanistica e cultura scientifica, mentre Brambilla
ha osservato come la fede cristiana appaia assente dalla cultura universitaria, aggiungendo che il momento attuale “raccomanda una maggiore consapevolezza critica del rapporto tra fede e cultura, fra teologia e luoghi del sapereâ€?. Don Angelo Maffeis ha ricostruito l’idea di universitĂ di Paolo VI, sottolineando il tema della “ricerca della veritĂ come ragion d’essere dello studio universitarioâ€?. Se Bertagna ha proposto di istituire accanto al percorso universitario anche dei corsi professionalizzanti, Carla Xodo ha rimarcato la necessitĂ di formare in maniera adeguata gli insegnanti, mentre Quadrio Curzio ha parlato dell’importanza dell’universitĂ nel processo democratico. A sorpresa è giunta a Concesio anche il ministro Mariastella Gelmini, che nel suo intervento ha spiegato: “Dobbiamo lavorare tutti insieme nella fase di attuazione della riforma. La nuova legge corregge le distorsioni che hanno indebolito l’universitĂ in questi anni. Abbiamo agito per dare nuove opportunitĂ di carriera ai giovani ricercatori e introdotto un fondo che sostenga gli studenti meritevoli. L’uso efficiente delle risorse pubbliche è un dovere eticoâ€?.
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GiovedÏ 31 marzo Visita ai sacerdoti della zona XXIX Brescia Nord. Ore 20.30 – Brescia – Scuola di preghiera in Cattedrale. Sabato 2 aprile Ore 9.30 – Brescia – Ritiro dei politici presso le Ancella della Carità .
Ore 20.45 – Mompiano – Lectio divina presso la chiesa di S. Maria. Domenica 3 aprile Ore 10.30 – Brescia – Santa Messa presso la parrocchia di S. Giacomo. Ore 16 – Beata di Piancamuno – Dedicazione della nuova chiesa parrocchiale.
MartedÏ 5 aprile Ore 16 – Brescia – Incontro presso il Seminario maggiore. MercoledÏ 6 aprile Ore 11 – Brescia – Santa Messa per le Forze dell’ordina cittadine in Cattedrale. Ore 17 – Brescia – Incontro con i
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ono stati tre giorni nella storia, nelle bellezze della natura e nella profondità dello spirito quelli che trenta preti bresciani, parroci e curati, hanno trascorso all’inizio della scorsa settimana, coincidente con un luminoso e tiepido avvio di primavera, col vescovo mons. Luciano Monari. Nella storia perchÊ si è ripercorso a ritroso quella strada che attraverso il passo svizzero di Lucomagno nel Canton Ticino condusse in Italia, ora per ragioni di pace, ora per ragioni di guerra, i sovrani germanici. Strada percorsa da S. Carlo Borromeo e dai pellegrini che si recavano a Roma o a Santiago, strada costellata da antiche e maestose abbazie, come quella di Diesendis, fondata da un discepolo di San Colombano, da belle cattedrali come quella di Coira, da località entrate nella storia d’Europa, come il grazioso centro di Altdorf, patria di Guglielmo Tell. Nelle bellezze della natura. Rinfran-
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professionalità che la connota, ha fatto seguito a quello dello scorso anno ad Ars, nell’Anno sacerdotale in memoria del Santo Curato. Il pellegrinaggio ha avuto il suo perno nella intera giornata di permanenza nella celebre e grandiosa abbazia benedettina di Einsiedeln, sorta all’inizio del secolo X sul sito dell’eremo di S. Meinrado successivamente riedificata secondo i canoni dello stile barocco dal 1704 al 1770. Al suo interno è situata la Santa Cappella che custodisce una venerata statua di una Madonna nera con il Bambino, detta Madonna degli Eremiti, venerata fin dal XV secolo dalle popolazioni del territorio, tuttora meta di pellegrini da tutta Europa. Si è trattato di un grande dono per i partecipanti. Ma il dono piÚ prezioso ed efficace è stato il magistero di mons. Monari che, movendo i passi dai testi biblici dell’Ufficio e della Messa del tempo quaresimale, ha costituto una prolungata catechesi il cui filo rosso ha riguardato la fede.
SÏ, quella fede in Dio, e nel Dio di GesÚ Cristo, che in questo tempo di facili razionalismi, di affascinanti materialismi e di carrierismi pericolosi, è messa a dura prova anche nella vita dei presbiteri. Mons. Monari, intervento dopo intervento, quasi leggendo nel cuore di tanti preti, ha offerto una rilettura attuale della fede in Dio, sull’esempio dei credenti incontrati nei testi, da Mosè a Maria: fede significa fidarsi e affidarsi al Signore perchÊ è Lui che opera
e porta a compimento, non delude e non abbandona. Dio agisce nonostante fallimenti, situazioni non volute e desiderate, pesanti a volte. Ma questo affidamento non giustifica le nostre mediocritĂ , nostalgie paralizzanti, pigrizie: Dio domanda la nostra collaborazione, la nostra risposta attiva e gioiosa. Quello che ha fatto anche Maria: la grazia non sostituisce ma sostiene il nostro impegno. Il nostro agire, sostenuto dalla grazia, non svilisce ma si rinnova ogni giorno.
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Le diocesi della Lombardia hanno deciso di compiere un cammino comune di preparazione al Congresso eucaristico nazionale di Ancona (dal 3 all’11 settembre), che consiste nella proposta mensile di uno schema di adorazione preparato ogni volta da una diocesi diversa. Gli incontri di preghiera avranno come riferimento il Santo patrono o un Santo particolarmente significativo delle varie diocesi, nella convinzione che l’eucaristia è la fonte e il sostegno della santità . In questo contesto è organizzato un incontro di spiritualità martedÏ 14 aprile per tutti i sacerdoti lombardi e i loro Vescovi presso il Duomo di Milano, con inizio alle ore 10. Per quanto riguarda la diocesi di Brescia, l’iniziativa è promossa
dall’Ufficio manifestazioni religiose e l’Ufficio pastorale turismo-pellegrinaggi con l’organizzazione tecnica di Brevivet. Il programma è il seguente: al mattino partenza in pullman da Brescia, via Spalto San Marco (angolo Franciscanum) per Milano. Arrivo in Duomo dove avrà luogo l’incontro dei sacerdoti con i Vescovi della Regione ecclesiastica lombarda. Pranzo presso il Cortile dei Canonici, nel Palazzo arcivescovile. Nel pomeriggio trasferimento in pullman al Museo diocesano e visita guidata. Al termine possibilità di visita della chiesa di S. Eustorgio che conserva le reliquie dei Magi. Le iscrizioni si devono fare quanto prima visti i tempi ristretti, presso Brevivet tel. 030 2895311.
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ragazzi dell’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi del Centro storico. Ore 20.30 – Brescia – Lectio divina per gli universitari presso la sede dell’Università statale.
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L’UfďŹ cio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro comunica che sono disponibili presso la Curia, ďŹ no ad esaurimento, copie dell’opuscolo “Nuova pulita rinnovabile energiaâ€?, redatto e promosso da Beati i costruttori di pace, Pax Christi, Bilanci di giustizia, “per cercare di fornire a tutti una serie di informazioni disponibili da tempo per gli addetti ai lavori, ma che faticano a trovare spazio nei massmediaâ€?. Per informazioni, rivolgersi alla Segreteria generale.
Si terrĂ mercoledĂŹ 6 aprile al Centro pastorale Paolo VI, dalle ore 9.30 alle 17 il ritiro quaresimale dell’Apostolato della preghiera. Nella mattinata: Chiamati alla santitĂ (Mt 5, 48). Alla scuola del Santo Curato d’Ars. Meditazione proposta dall’Assistente diocesano. Nel pomeriggio Carla Mattiussi proporrĂ il frutto della sua ricerca sul tema: “Il Cuore di GesĂš: un segno per gli ultimi tempi?â€?. Segue condivisione e comunicazioni sul pellegrinaggio.
“La vita è ricchezza, valorizzala. La vita è amore, vivilo. La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempilaâ€? (Madre Teresa di Calcutta). Come ogni mese, ricordiamo che sabato 2 aprile presso il Cimitero vantiniano, alle ore 15.30, si tiene la preghiera per la vita sulle tombe dei bimbi mai nati. Come ogni prima domenica del mese, il 3 aprile, alle ore 16 nella Basilica delle Grazie si celebra la S. Messa animata dal Movimento per la vita.
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l Centro missionario diocesano ha fondato il sussidio quaresimale sulla necessitĂ e la bellezza di essere Chiesa in comunione, a partire dall’esperienza dell’apostolo Paolo e dei suoi compagni di viaggio, che danno il titolo al sussidio stesso: “Compagni di viaggio. In comunione per la missioneâ€?. Il cammino della Quaresima è scandito da alcune figure: la settimana delle Ceneri con Barnaba, “Dalla preghiera e dal digiuno ha inizio la missioneâ€?; la prima settimana con Paolo, “L’alfabeto dei sentimenti nell’annuncioâ€?; la seconda settimana con Sila, “Fino a soffrire per la missioneâ€?; la terza settimana con Lidia, “Una donna dal cuore apertoâ€?; la quarta settimana con Aquila e Priscilla, “Una coppia missionariaâ€?; la quinta settimana con Apollo, “Dalla diversitĂ alla collaborazioneâ€?; la settimana Santa con Timoteo, “Un giovane cristiano di grande maturitĂ â€?. Le offerte per la Quaresima missionaria andranno a beneficio di sette progetti, di tre dei quali abbiamo presentato sul numero 9 di “Voceâ€?. Qui ne presentiamo altri due: uno per la Colombia
e il secondo per il Sudan. La Fondazione Dejando Huellas y Dando Vida (Lasciando tracce e dando vita) è nata a Bogotà in Colombia il 6 febbraio del 2008 dall’esperienza di un sacerdote italiano, missionario della Consolata, che per una decina d’anni ha seguito le famiglie di CaracolÏ e Robles, rioni marginali di Bogotà . Ora la Fondazione è impegnata nella costruzione di una casacentro formativo. Malbes è una terra semidesertica
del Sudan. Ăˆ pressochĂŠ disabitata pur trovandosi a circa mezz’ora di distanza in macchina da El Obeid, capitale del Kordofan, al sud di Khartoum (Sudan). In questa terra ha operato San Daniele Comboni. Dopo varie vicissitudini oggi si pensa a un progetto cooperativo da costruire nella proprietĂ comboniana di Malbes. La creazione di questo progetto vorrebbe essere un luogo d’intercessione dove il bene dei piĂš poveri sia custodito e promosso.
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‘Â?…‘”•‘ ˆ‘–‘‰”ƒˆ‹…‘ 1 ’ƒ”–‹–‘ ‹Ž ’”‘‰‡––‘ Dz –ƒŽ‹ƒÂ?‹ •‹ †‹˜‡Â?Â–ÂƒÇł Hanno preso il via le iniziative del progetto “Italiani si diventaâ€? delle Acli bresciane, per festeggiare e ripercorrere i 150 anni dell’UnitĂ d’Italia. Tra le tante proposte che sono state messe in cantiere, una in particolare cerca di stimolare la fantasia e la creativitĂ degli italiani (soprattutto dei piĂš giovani)! Si tratta del concorso “Espresso fotograďŹ coâ€?, organizzato insieme al Centro oratori della diocesi di Brescia
e con il patrocinio del Comune. L’obiettivo è quello di trovare un’immagine che sappia raccontare come è cambiato il nostro Paese, o che dipinga come sono gli italiani di oggi. Si tratta sicuramente di un obiettivo ambizioso, ma siamo sicuri che la tipica creatività degli italiani anche questa volta saprà stupirci. Il regolamento e la scheda d’iscrizione si trovano sul sito www.italianisidiventa. it. Al concorso possono
partecipare tutti coloro che risiedono in provincia di Brescia e di etĂ superiore ai 14 anni. Il termine per fare avere le fotograďŹ e (massimo tre per ogni partecipante e da spedire in formato digitale) è il 30 aprile. Le immagini vincitrici verranno premiate in occasione della Fest’Acli provinciale, che si terrĂ a Urago Mella dall’1 al 10 luglio, e che sarĂ il momento culminante di tutto il percorso “Italiani si diventaâ€?. (r.t.)
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entre scrivo queste righe, la situazione in Libia s’ingarbuglia e rinvia ad una riflessione sulla politica estera dei Paesi occidentali. Se qualcuno ha dei dubbi circa le basi sulle quali poggia la politica estera dell’Occidente, credo siano stati spazzati via proprio dalla situazione libica: interessi economici da difendere o conquistare rappresentano l’obiettivo prioritario, la forza delle armi lo strumento quasi esclusivo per raggiungerlo. Ăˆ una constatazione oggettiva, se si guarda a quanto avvenuto in questi due decenni in Iraq, Kosovo, Afghanistan e, appunto, Libia. Lo schema è sempre lo stesso. Gheddafi esercita un potere dispotico e sanguinario da quattro decenni sul popolo libico, ha rappresentato il fulcro del terrorismo internazionale per
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meno guerrigliera, ed è stato accolto con tutti gli onori dai Capi di Stato, ricevendo anche scandalosi baciamani. Ovviamente in nome degli interessi economici derivanti, in primis, dalle fonti energetiche. Quando sembrava che gli oppositori al regime potessero spuntarla, i Paesi occidentali si sono affrettati a prenderne in mano la bandiera. Dato che gli eventi hanno visto prevalere le forze di Gheddafi non si è esitato a ricorrere alle bombe, con una scandalosa concorrenza per apparire i piÚ solerti ad appoggiare i futuri governanti. E con qualche Paese che invece è stato nell’ombra per vedere il volgere degli eventi. Per fermare il massacro forse era inevitabile un intervento internazionale. Ma non possiamo piÚ limitarci a valutare solo le situazioni finali senza giudicare ciò che le ha create. Non possiamo piÚ ac-
cettare che la misura dei rapporti tra gli Stati (dittature comprese) sia determinata solo dagli interessi economici; non possiamo piÚ accettare che le armi diventino gli unici strumenti per la soluzione dei problemi internazionali o interni di un Paese. Non è piÚ accettabile che diritti umani, democrazia, giustizia rappresentino un paravento dietro il quale nascondere interessi meno confessabili. Il movimento pacifista è oggi piÚ debole, ma non è accettabile che sia insultato e sbeffeggiato da rappresentanti delle istituzioni democratiche, come avvenuto nella nostra città . Certamente esso deve riprendere in mano un progetto capace di condizionare nel profondo la politica estera dei Paesi occidentali, finalizzato alla costruzione della pace e del benessere per tutti i popoli.
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ÂŽ ”‹–‘”Â?‘ †‹ ‡”‹†Ö Adesso che è tornata anche la primavera non manca proprio niente‌ Seridò, la grande festa dei bambini e delle famiglie, riapre! Appuntamento al Centro ďŹ era del Garda di Montichiari a partire dal 29 aprile, e poi il 30 aprile, e 1, 6, 7 e 8 maggio, con orario continuato dalle ore 9.30 alle19. Ăˆ questa la 15ÂŞ edizione della manifestazione ideata dall’Adasm di Brescia, accompagnata da un crescente successo di
partecipazione. PerchÊ? Ma perchÊ a Seridò si è liberi di giocare negli oltre 100 spazi gioco: aree attrezzate dove divertirsi, costruire, disegnare, giocare‌ e tanto altro in oltre 35mila mq coperti. La sicurezza è garantita dalla presenza e sorveglianza di centinaia di giovani animatori, sempre a disposizione di bambini e genitori. E per una pausa ci sono i comodi teatri con gli spettacoli
sempre divertenti, ma anche la possibilitĂ di pranzare liberamente nelle aree attrezzate a picnic. E poi si riparte, magari per fare un bel giro sul trenino di Seridò del capostazione Nello, o per arrampicarsi sui giganteschi gonďŹ abili‌ Se hai meno di 12 anni a Seridò entri gratis. Gli adulti invece pagano 9 euro. Allora a presto, a Seridò! Altre informazioni si possono leggere sul sito www.serido.it.
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partita decisamente in modo felice la Scuola di formazione per i Presidenti, gli amministratori, i componenti dei Consigli di Amministrazione delle scuole dell’infanzia, promossa dall’Adasm Fism di Brescia nell’ampio arco del prossimo triennio. Ai primi incontri di fine febbraio e inizio marzo, dedicati alla spiegazione della legislazione sulla paritĂ e ai relativi adempimenti richiesti, nelle due sedi di Brescia e Breno sono intervenuti nel complesso circa 160 responsabili amministrativi. Una partecipazione entusiastica, che si è ripetuta nel secondo incontro bresciano del 26 marzo, sul tema “Handicap. Che cosa deve fare una scuola dell’infanzia. La documentazione. I rapporti con i Comuni e con l’Aslâ€?. Una iniziativa particolarmente sentita per una serie di ragioni. Si avverte, innanzitutto, che la complessitĂ della gestione ha avuto una significativa accelerazione con la moltiplicazione di adempimenti, i quali pongono in capo agli amministratori delle precise responsabilitĂ che devono essere affrontate con competenza e rigore. Era urgente, pertanto, attivare iniziative di prevenzione che assicurassero corrette pratiche amministrative. Inoltre è sempre piĂš progressiva la riduzione del sostegno economico che le varie Amministrazioni vanno attuando nei confronti delle scuole giustificata dalla criticitĂ dei bilanci. Tutto ciò mette in profonda crisi la stessa possibilitĂ di gestione, stret-
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molti cittadini convinti che la scuola materna abbia contribuito alla formazione della loro identitĂ sociale. L’invito a sostenere la Scuola di formazione è rivolto anche ai sacerdoti, magari accompagnati dai laici a cui scelgono di delegare il compito amministrativo, per vivere pienamente le scuole dell’infanzia come risorsa educativa nel rapporto con le educatrici, i bambini e le giovani famiglie. I prossimi incontri sono in programmma: il 16 aprile (“Le procedure per l’apertura di Sezioni Primavera e di un Nidoâ€?); a fine maggio (l’Assemblea provinciale Adasm); in ottobre (“Le responsabilitĂ degli amministratoriâ€?) e in novembre (“I rapporti con i Comuniâ€?).
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Direttore sanitario Dott.ssa Rivetti Donatella
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n tempo, a Pasqua, la resurrezione di Cristo era e voleva essere la resurrezione della natura, della societĂ , della persona. Tra le molti tradizioni pasquali c’era quella di lavarsi gli occhi, nel momento in cui le campane, al “Gloriaâ€? della messa di Pasqua, annunciavano festose la vittoria della vita sulla morte. Molti fedeli erano convinti che le campane di Pasqua trasmettessero molti benefici a chi si lavava gli occhi. Avevano, infatti, il potere di lavare i peccati, risanare o assicurare salute, dare agli occhi la capacitĂ di vedere “la veritĂ â€? o “Cristo risortoâ€?; di non vedere “le cose brutteâ€?, come le serpi, e di preservare soprattutto dal “malocchioâ€?. Le ragazze si lavavano gli occhi anche per diventare piĂš belle. Non ci vuole molto per capire quanto sia necessario anche per noi “lavarsi gli occhiâ€? non solo per non vedere tutte “le cose brutteâ€? che vediamo tutti i giorni. Viviamo nella societĂ dello spettacolo. Sappiamo tutti che esistiamo solo se riusciamo a farci vedere. Altrimenti siamo nessuno. Nessuno ci prende in considerazio-
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vedono ti vedono male. Con sufficienza. O, peggio, con disprezzo. E il mondo si riempie di persone che è meglio non vedere. Ad esempio gli stranieri. Ma anche i vecchi, i malati, i disabili... Che gente! Che peso! Che noia! Se dal personale passiamo al sociale, la nostra vista non migliora. Anzi. Vediamo tutto nero. Non vediamo alcun futuro, alcuna via d’uscita alla crisi economica, sociale, politica. Ci basterebbe uno spiraglio di luce. Ma non c’è. Ecco cos’è il teatro sacro: lavarsi gli occhi. La parola teatro rimanda al vedere. Il sacro, invece, è l’esperienza dell’invisibile. Almeno una volta all’anno, bisogna abbandonare le rutilanti immagini dei media, strappare i veli dei templi della comunicazione e scoprire con orrore e pietĂ le piaghe degli uomini. Nei teatri sacri dominano il silenzio, la penombra, la parola infranta. Gli occhi sono spesso lucidi. Scappa qualche lacrima. Non è un pianto. Ăˆ un lavacro. LĂŹ sulla soglia tra visibile e invisibile le mani cercano quell’Acqua che sola può ridare la vista. Occhi nuovi, occhi buoni, occhi splendenti.
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ƒ„ƒ–‘ Íš ƒ’”‹Ž‡ ƒ ‘––‡ †‡Ž ƒ…”‘ –”ƒ ƒ”–‡ ‡ •’‹”‹–—ƒŽ‹–Â? Il percorso delle visite guidate che si è concluso sabato scorso, porta idealmente alla serata conclusiva della “Notte nel Sacroâ€?, che dĂ il nome all’iniziativa stessa, sabato 2 aprile. La “Notteâ€? prevede l’apertura contemporanea delle sette chiese giĂ al centro delle singole visite guidate realizzate nelle precedenti settimane alle quali si aggiunge la chiesa di San Carlo, situata in via Moretto e di proprietĂ della Rsa “Casa di Dioâ€?. Nell’arco della
serata, in ogni chiesa sarĂ messa in evidenza un’opera particolare, con l’obiettivo, grazie all’evento artistico che afďŹ ancherĂ l’opera, di condurre i partecipanti nell’approfondimento di quei temi esistenziali e religiosi che l’opera stessa suggerisce. Otto in totale gli eventi, quindi, distribuiti in due fasce orarie. La prima (ore 20.30) si svolgerĂ in San Carlo, San Giuseppe, Santa Maria della Pace, Sant’Angela Merici. La seconda (ore 22)
coinvolgerĂ Santa Maria del Carmine, San Francesco d’Assisi, San Cristo, San Gaetano. Alle 18.30, in Cattedrale, la celebrazione eucaristica di apertura della serata sarĂ presieduta da mons. Gianfranco Mascher, vicario generale della Diocesi; alle 23.30, in Duomo Vecchio, il concerto conclusivo: Antonella Ruggiero presenta “SacrArmoniaâ€?, accompagnata da Mark Harris al pianoforte e Roberto Colombo al vocoder.
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Nel numero precedente di Voce abbiamo dato conto di “Scene sacre in cittĂ â€?, la sezione cittadina di Crucifixus 2011, e degli spettacoli previsti (che trovate in breve anche a lato). Oggi ci concentriamo su “Terra di Passioneâ€?, la sezione del Festival che si sviluppa nel territorio di origine di Crucifixus, la Valle Camonica e il Sebino. Si comincia il 9 aprile presso il Duomo del SS. Salvatore a Breno con lo spettacolo “Lacrime di Sangueâ€?. In scena Pamela Villoresi che racconta le visioni di Anna Katharina Emmerick, una mistica tra le piĂš significative del XIX secolo. Dopo il debutto a Brescia, “Mistica d’amoreâ€? con Lucilla Morlacchi replica domenica 10 aprile a Pisogne, nella chiesa di Santa Maria Assunta. Sempre domenica, nella chiesa di San Michele a Gianico, Beatrice Faedi interpreta “Planzete zieliâ€?, l’antico Planctus scritto in volgare veneto da Enselmino da Montebelluna a metĂ del Trecento. La Valle Camonica ospita quest’anno anche due premi Ubu: Saverio La Ruina e Maria Paiato; La Ruina presenta il suo ultimo lavoro, “La Bortoâ€?, storia di una donna in una societĂ dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili. Maria Paiato, invece, interpreta una donna semplice, fragile, umanissima; la Vergine Maria che s’incontra nelle pagine di “Magnificatâ€?, raccolta poetica di Alda Merini. Sempre Maria la protagonista, ma con un taglio diverso, in “In nome della madreâ€? di Erri De Luca, interpre-
tato da Patrizia Punzo. Non è la storia della sua vita, ma “solamenteâ€? dei nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita del figlio. A Capo di Ponte debutta “Pregare non è solo muovere le labbra – Il Novecento di Paolo VIâ€?: Davide Pini Carenzi accompagna il pubblico alla scoperta di questo Papa dimenticato. Cerveno ospita una produzione di Crucifixus creata a partire dalle ‘scene’ di legno della nota Via Crucis di Beniamino Simoni: “Spineâ€? a cura dell’Associazione Elea. Torna, infine, una delle produzioni piĂš significative del festival: “La risurrezione
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‡ƒ–”‘ †‹ ‘Â?—Â?‹–Â? ”‡ ‹ ’”‘‰‡––‹ ͚͙͙͘ Nell’edizione 2011, CruciďŹ xus presenta tre progetti di Teatro di ComunitĂ : il 15 aprile le comunitĂ di Fonteno, Solto Collina e Riva di Solto propongono “Golgota, la collina della vitaâ€?. Lungo un itinerario di sei chilometri gli oltre 200 “attoriâ€? tra abitanti e ospiti rivivranno in una sola notte il dramma dell’umanitĂ nella speranza di un riscatto. L’Accademia Arte e Vita presenta a Breno il 16 aprile lo spettacolo “Sopra le spalle, la croceâ€?, in cui la passione viene raccontata facendo compenetrare l’uno nell’altro tanti strumenti di narrazione, il cui intreccio porta a una storia da rivivere, piĂš che da ascoltare. InďŹ ne, al sesto anno di partecipazione al festival, la ComunitĂ di Zone presenta il 16 e il 25 aprile, mettendolo in scena nei dintorni della chiesa di San Giovanni Battista, uno spettacolo che spinge a interrogarsi sul destino oltremondano dell’uomo: “Il mistero della salvezzaâ€?.
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20.30 nell’Auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli. ToccherĂ a Edoardo Rialti, docente di letteratura alla FacoltĂ teologica dell’Italia centrale e all’Istituto teologico di Assisi, aprire e chiudere il programma occupandosi rispettivamente il 5 maggio delle storie paradossali di Chesterton e il 26 maggio del fantasy di Tolkien. Il secondo appuntamento (13 maggio) sarĂ dedicato a un classico della letteratura italiana, “Pinocchioâ€? di Carlo Collodi, analizzato da Franco
Nembrini, insegnante di italiano nelle scuole superiori, mentre 19 maggio sarĂ la volta del fantastico inquietante di Dino Buzzati, illustrato dalla giornalista Lucia Bellaspiga, ideatrice e conduttrice delle celebrazioni d’apertura dell’Anno buzzatiano, e da Mauro Grimoldi, docente di Lingua e letteratura italiana. “Il genere fantastico – spiega Giannantonio Sampognaro, coordinatore del Mese letterario – apparentemente slegato dalla realtĂ quotidiana, permette di
far intravedere il cuore stesso della realtà a chi si lascia sorprendere�. Alla scoperta della bellezza della letteratura, dunque, al di là delle antologie scolastiche e come strumento di conoscenza, fruibile da un pubblico ampio, ma soprattutto dai giovani. La partecipazione è vincolata all’iscrizione obbligatoria (0303366919). I posti disponibili sono circa 300 e la quota di partecipazione è di 10 euro (under 20 iscrizione è gratuita). Info: www. fondazionesanbenedetto.it. (a.g.)
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i terrĂ il 1° aprile alle 16.45, l’incontro inaugurale della mostra “Cor Magis. Il cuore, l’opera, il bene di tutti. Siena A.D. 1337â€?. Si tratta della mostra sugli affreschi del Buon Governo del Palazzo pubblico di Siena realizzata lo scorso anno dalla Compagnia delle opere (Cdo) nell’ambito del Meeting di Rimini perchĂŠ le allegorie degli effetti del Buon Governo e del Mal Governo si incardinano nel tema del Bene comune cui la Cdo cerca costantemente di ispirarsi. La mostra rimarrĂ aperta fino al 7 aprile con la possibilitĂ di prenotare (presso la segreteria Cdo di Brescia) visite guidate gratuite. A seguire proponiamo un estratto dell’articolo di Mariella Carlotti uscito nel numero di luglio del “Corriere delle Opereâ€? sulla mostra. “Mentre lavoravo alla preparazione della mostra e del libro che l’accompagna – scrive Mariella Carlotti – mi chiedevo da dove nascesse negli uomini del Medioevo questa tensione al bene comune, dove fosse visibilmente rintracciabile. Devo a due miei amici senesi – Francesco Mori e Antonio Socci – la scoperta di una storia impressionante che ho sentito rispondere al mio interrogativo. La storia è questa. Il 23 gennaio 1944, un violento bombardamento alleato colpĂŹ la periferia di Siena, lasciando però miracolosamente intatto il centro storico e la cattedrale. La perdita piĂš grave per il patrimonio artistico fu la Basilica dell’Osservanza, che venne quasi rasa al suolo. Sull’altare principale della chiesa era collocato un
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di Pietro. In essi l’artista, noto come orafo e architetto, oltre ad appuntare la data di realizzazione del Crocifisso – gennaio 1337 (1338 per noi, visto che a Siena il cambio di data avveniva il 25 marzo, solennitĂ dell’Annunciazione) –, ci ha lasciato una testimonianza commovente della sua sensibilitĂ cristiana. Nel piccolo cartiglio nascosto nel ginocchio si legge la data e l’autore dell’opera (Anno del Signore 1337, GesĂš Cristo per la tua misericordia ti sia raccomandata l’anima di Lando di Pietro orafo, il quale fabbricò questo crocifisso). Nella pergamena ritrovata nella testa del Crocifisso, c’è invece una lunga preghiera che Lando rivolge alla Madonna e ai santi, perchĂŠ affidino a Dio il suo destino, quello della sua famiglia e di tutta l’umana generazione. Nello stesso anno in cui Ambrogio Lorenzetti dipingeva il Buon Governo nel Palazzo Pubblico, un altro grande artista senese – autore tra l’altro dell’ampliamento del Duomo – scolpiva il grande Crocifisso, ora andato distrutto. Ma paradossalmente proprio la distruzione dell’opera rivelava a tutti il cuore dell’artista: è questa tensione all’ideale che l’uomo vive nel segreto della sua esistenza quotidiana e che ‘nasconde’ nella sua opera, la radice misteriosa che fiorisce nella concordia della Siena che Lorenzetti ha rappresentato nella Sala dei Nove. La tua opera è un bene per tutti, se ha dentro questo cartiglio: sembra niente, invece è da questa tensione al vero che uno vive nel suo lavoro che scaturisce un mondo piĂš belloâ€?.
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on la presentazione del volume “La chiesa italiana e gli ebrei. La recezione di Nostra Aetate 4 dal Vaticano II a oggiâ€? (Emi, Bologna 2010) di Francesco Capretti – membro del Gruppo interconfessionale “TeshuvĂ â€? per il dialogo cristiano-ebraico dell’arcidiocesi di Milano e della diocesi di Brescia; segretario della sezione bresciana della Conferenza mondiale delle religioni per la Pace – ha preso il via il ciclo di incontri “Caro autore ti chiedo‌ Una sera di primavera a San Cristoâ€?, promosso dalla “Libreria dei popoliâ€? dei Missionari Saveriani di Brescia. L’iniziativa, che ha giĂ incontrato il favore del pubblico nell’edizione invernale, continua con altre tre tappe, sempre alle 20.30 nel salone dei Saveriani in via Piamarta 9. Nuovi titoli, freschi di stampa, raccontati e discussi da rinomati scrittori con l’intervento dialettico nella veste di discussant di ben noti personaggi della comunitĂ bresciana. VenerdĂŹ 8 aprile il vicesindaco di Brescia Fabio Rolfi e il parroco di Santa Maria in Silva, don Fabio Corazzina, discuteranno con Stefano Allevi (giornalista e docente di Sociologia nell’UniversitĂ di Padova), autore
del libro “La guerra delle moscheeâ€?. Al centro della riflessione, l’attualissimo tema del pluralismo religioso in Europa, dove il piĂš delle volte il termine Islam evoca timori e malumori se non addirittura l’immagine di un “nemicoâ€?. Il 15 aprile sarĂ la volta del volume “Padroni a chiesa nostraâ€? di Paolo Bertezzolo (curatore di saggi e scrittore di romanzi), che sarĂ presentato da Mauro Castagnaro e Marino Ruzzenenti. Si ripercorrerĂ il rapporto tra la Chiesa e la Lega Nord. Il ciclo di incontri si chiuderĂ il 9 maggio, quando padre Mario Toffari (direttore dell’ufficio della Pastorale migranti) e Lydia Keklikyan (esperta di tematiche migratorie, giĂ vincitrice del “Premio Speciale Slow Foodâ€? di Terra Madre), dialogheranno con Graziano Battistella (missionario scalabriniano) sul volume “Migrazioniâ€?. Durante la prima serata dell’iniziativa si è parlato della dichiarazione “Nostra Aetateâ€?, la quale nel 1965 sancĂŹ come fosse giunto il tempo per la Chiesa di esaminare la natura delle relazioni con le religioni non cristiane. In particolare, al punto numero 4 del documento, la Chiesa riconosce che gli inizi della sua fede si ri-
trovano giĂ nei Patriarchi, in Mosè e nei Profeti. Il volume di Capretti – frutto della tesi di dottorato in Teologia ecumenica – affronta le modalitĂ con le quali il documento conciliare è stato recepito dalla Chiesa italiana. Per Capretti, che ha analizzato le produzioni editoriali sul tema del dialogo cristianoebraico dal 1966 al 2005, l’incontro con il popolo d’Israele “deve proseguire con maggiore coraggio e aperturaâ€?. Il volume è stato presentato dal direttore rivista “Cem-MondialitĂ â€? Brunetto Salvarani, che ha evidenziato: â€œĂˆ il primo libro che affronta in maniera puntuale questa tematicaâ€?, e da Michele Busi (giĂ presidente diocesano dell’Azione cattolica), che ha chiosato: “Il volume è facilmente comprensibile anche dal pubblico non specialista della materiaâ€?.
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*LXOLDQR )HUUDUD LO SDVFLj GHOOD WY SXEEOLFD La tv e la politica in Italia sono le due facce di una stessa moneta. Da decenni il pubblico assiste a questa reciproca compenetrazione, al balletto cadenzato e ammiccante che i politici italiani di turno impongono al mondo della tv. Molti ritengono che la faziosità sia uno strumento efficace, in una televisione che si occupa di politica. In realtà il triste spettacolo al quale abbiamo assistito la scorsa settimana in casa Rai dovrebbe riportare tutti con i piedi per terra e far riflettere su quanto sia problematica questa realtà tutta italiana. Ecco la scena: da una parte Giuliano Ferrara che sbotta contro
Michele Santoro, il quale risponde alla provocazione con altre provocazioni. Niente di nuovo, se non fosse che i due giornalisti non erano insieme in studio, nella stessa trasmissione. Le bordate sono partite rispettivamente da “Qui Radio Londra” e da “Annozero”, i programmi che i due conducono sulla tv pubblica. “…Propongo di abolire il conduttore unico. Il conduttore unico è un conduttore di coscienze, figura mediatica molto pericolosa per sé e per gli altri”: parola di Giuliano Ferrara. Incredibile ma vero: qualche anno fa con questa sentenza senza mezzi termini il giornalista romano
ammoniva il consiglio di amministrazione della Rai sul rischio di creare una televisione ghettizzata, con trasmissioni di destra e trasmissioni di sinistra, in guerra con se stessa, una schiava ammaestrata che risponde al fischio dei faccendieri di qualsivoglia schieramento politico. Aveva ragione: ma le cose cambiano per tutti, e ora Ferrara conduce un “One man show” in uno spazio privilegiato del palinsesto, subito dopo il Tg1 della sera. La sua è una trasmissione in solitaria: senza alcun contraddittorio espone il suo pensiero viaggiando a 360 gradi tra gli affari italiani ed esteri, dando
grande spazio alla politica e più precisamente al suo pensiero politico. Un aspetto sacrosanto della libertà di opinione in un Paese democratico. Se non fosse che questo spazio, dedicato alla difesa di alcune idee e all’attacco nei confronti delle idee opposte, è in onda tutti i giorni sulla prima emittente d’Italia, dopo il telegiornale più seguito d’Italia, prima del quiz show più famoso d’Italia. Ferrara è comodamente seduto sullo spazio televisivo più importante di tutte le 24 ore, di tutti i palinsesti televisivi, di tutte le emittenti. E non c’è nessun’altra trasmissione politica di “segno opposto” che
abbia una collocazione così importante. Nemmeno “Annozero”, il programma che più di altri è considerato “schierato”, può permettersi di non avere contradditorio. E ci mancherebbe altro. Maggiore è l’attenzione del pubblico, maggiore è la responsabilità di chi lo intrattiene, soprattutto se si trattano questioni importanti come la politica che, in una televisione come la nostra, è un argomento da trattare con molto rigore e distacco. Ecco invece il rischio della faziosità di Ferrara e in generale della tv politicizzata: risultare estremisti e quindi, a lungo andare, noiosi.
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Gli adolescenti di “Non lasciarmiâ€? sono corpo o carne? Il ďŹ lm che Mark Romanek ha tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro – edito in Italia da Einaudi – si interroga sui confini di una distinzione elaborata dalla ďŹ losoďŹ a contemporanea. Il corpo è qualcosa che può essere pensato come un oggetto: una “macchinaâ€? composta di parti prelevabili e sostituibili per migliorarne il funzionamento. La carne è ciò che ciascuno di noi avverte come suo proprio, il
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otremmo definire Elisa una delle ultime cantantiautrici emerse dalla Prima Repubblica musicale italiana. Questo perchĂŠ Elisa Toffoli, da Monfalcone (Go), si è affermata esclusivamente grazie alle sue doti vocali, senza poter godere della spinta promozionale del piccolo schermo. Oggi infatti per emergere è pressochĂŠ obbligatorio transitare da “Amiciâ€? o da “X-Factorâ€?, programmi frequentati da ottime voci ma strutturati per limitare al massimo la spontaneitĂ e l’originalitĂ dei partecipanti. Elisa invece deve solo ringraziare il fiuto infallibile di Caterina Caselli (sempre lei!) che, notatala a un concorso quando era giovanissima, la mise subito sotto contratto, spingendola a pubblicare “Pipies and Peaceâ€? a 20 anni. Da quel primo e subito acclamato disco il cammino è stato poi tutto in discesa, con un successo e una considerazione anche da parte della critica sempre crescenti. La voce eclatante di Elisa, potente ma con sfumature delicate, si è sviluppata attraverso sette album in studio, alcune compilation e diversi dischi destinati al mercato internazionale, dal quale Elisa ha sempre avuto ottimi riscontri. Nel 2008 infatti è entrata al quinto
posto della Top ten indetta dall’importante magazine “Billboardâ€?, davanti a nomi come Guns ’n’ Roses, BeyoncĂŠ e Anastasia. Un successo piĂš che meritato, che le consente oggi scelte a effetto come quella del tour denominato (“IVY I&IIâ€?), nato sulla scia dell’ultima sua pubblicazione, il cd-dvd “IVYâ€?. L’idea che Elisa ha sviluppato prevede una serie di doppi concerti che si svolgono nel medesimo Teatro, in date diverse e con repertori e atmosfere differenti. Concerti che ruotano attorno a due degli elementi primari della natura: l’“acquaâ€? e il “fuocoâ€?. L’acqua rimanda ad atmosfere nordiche e oniriche, mentre il fuoco si contrappone come rappresentazione del calore e di tutto ciò che ha a che fare con la nostra vita terrena. Il tour si snoda attraverso oltre 50 date nei migliori teatri italiani, facendo tappa anche nella nostra
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cittĂ , con due concerti che si ripetono a distanza di due settimane l’uno dall’altro. Il primo evento si svolgerĂ infatti il 2 aprile, mentre il secondo concerto sarĂ presentato il 16 aprile, entrambi nella splendida cornice del Teatro Grande. Due show diversi come repertorio, come strumentazione e come atmosfera ma simili per quanto concerne gli arrangiamenti acustici. Originale sarĂ anche la partecipazione ai due eventi di un coro di voci bianche. Una doppia performance molto attesa in quanto Elisa in questo momento, a dispetto della sua umiltĂ e semplicitĂ , non ha nulla da invidiare alle piĂš acclamate star internazionali, con le quali può “competereâ€? anche a livello linguistico, grazie alla sua capacitĂ di esprimersi perfettamente e naturalmente in inglese, idioma al quale ha progressivamente affiancato la lingua madre – l’italiano – e, ultimamente, anche il francese. Testimonianza di ciò è proprio l’ultimo disco “IVYâ€? (17 brani tra inediti, cover e alternative track), che contiene canzoni in italiano come l’inedito “Nostalgiaâ€?, in inglese come “Lullabyâ€? o la cover di “1979â€? degli Smashing Pumpkins, e in francese, come la sua interpretazione di “Pour que l’amour me quitteâ€? di Camille.
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cassetto che custodisce la nostra capacitĂ di patire e avvertire sensazioni. Le stesse che provano, con intensitĂ , i protagonisti del ďŹ lm. Ragazzi senza origine perchĂŠ clonati in laboratorio per servire con i loro corpi ai “veriâ€? esseri umani; eppure innamorati, tristi, curiosi della vita, benchĂŠ avviati a una sorte indicibile. Le atmosfere fin troppo rarefatte del ďŹ lm tolgono un po’ di spessore alla palpitante presenza dei tre interpreti. Sono Carey Mulligan,
Andrew GarďŹ eld e Keira Knightley, rispettivamente Kathy, Tommy e Ruth: legati per la vita ďŹ n da ragazzini, nel college di Hailsham dove vivono sotto la custodia attenta di un gruppo di insegnanti capitanate da Charlotte Rampling. Un’educazione in apparenza normale, ambientata in un passato che sembra quello del nostro mondo, nella quale però si insinuano a poco a poco elementi di inquietudine. Scopriremo l’obiettivo per il quale questi ragazzi sono
stati generati, per “donareâ€? in modo distorto le loro vite all’umanitĂ . E ne seguiremo la parabola: l’adolescenza condivisa tra dichiarazioni d’amore a lungo rimandate, gelosie, domande e angosce esistenziali custodite con pudore; e il dolore, subĂŹto con misteriosa rassegnazione, di una condizione che comporta la condanna a una ďŹ ne prematura. La bellezza del film è soprattutto nella delicata attenzione con cui segue la maturazione dei protagoni-
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sti, dalle fantasie e sofferenze della giovinezza ďŹ no a una etĂ â€œadultaâ€? costretta nei limiti di un’esistenza vissuta lontano dal mondo delle relazioni. Una solitudine riempita di domande ingenue, di racconti improbabili coltivati a lungo e destinati a scontrarsi con la durezza di una condizione inesorabile. Che lentamente viene a confondersi con quella di tutti gli esseri umani, incamminati verso un destino che non ammette rinvii.
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La Banca europea per gli investimenti ha messo a disposizione del Gruppo UniCredit una nuova linea di credito di 400 milioni di euro destinata a ďŹ nanziare le societĂ di leasing del gruppo per i loro interventi in favore delle piccole e medie imprese italiane (Pmi). Saranno ďŹ nanziati sia progetti nuovi, sia quelli in corso ancora non ultimati da parte delle imprese. Il prestito, che può arrivare a coprire il 100% dell’investimento (con un
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massimo di 12,5 milioni di euro per progetto), potrĂ riguardare l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati, l’acquisto di impianti, attrezzature, automezzi o macchinari, le spese, gli oneri accessori e le immobilizzazioni immateriali collegate ai progetti, incluse le spese di ricerca, sviluppo e innovazione, e la necessitĂ permanente di capitale circolante legata all’attivitĂ operativa. Sono ďŹ nanziabili i progetti delle imprese
di dimensioni medio-piccole attive in tutti i settori produttivi, dall’agricoltura all’artigianato, l’industria, il commercio, il turismo e i servizi. L’operazione si inserisce nei tradizionali e consolidati rapporti di lavoro tra Bei e UniCredit per il ďŹ nanziamento delle Pmi italiane all’interno dell’Accordo quadro di due anni fa tra Bei, Abi e ConďŹ ndustria, investimenti che sostengono gli obiettivi politici e strategici dell’Unione europea.
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a promozione massiccia in tutto il Paese dei servizi per l’infanzia, definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali, arrivare ad un reddito minimo per i poveri, riformare gli ammortizzatori sociali garantendo a tutti una decente protezione dalla perdita del lavoro e rilanciare il sistema pubblico dell’istruzione, motore del futuroâ€?. Sono queste le cinque prioritĂ per il Paese individuate dal “Manifesto per un welfare del XXI secoloâ€? promosso dalla “Rivista delle politiche socialiâ€? e presentato nei giorni scorsi presso la Federazione nazionale della stampa italiana di Roma. Un documento, illustrato nel dettaglio sul sito www.redattoresociale.it, che vuole essere anche un’azione di sensibilizzazione. “Un Manifesto del welfare per dare voce alla protesta sociale sui limiti e sui tagli attuati in maniera quasi violenta dal governo nel corso dell’ultimo anno – ha affermato Maria Luisa Mirabi-
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segnazione della giĂ discutibile social cardâ€?. Un quadro, quello presentato questa mattina, che vede il “sistema di servizi pubblici alla persona carente e disegualeâ€?, ma che rischia di aggravarsi ulteriormente. “Basti pensare – spiegano – che nel 2008 solo nel 51% dei Comuni italiani era presente un asilo nido e solo il 12,7% dei bambini si è avvalso di un servizio socioeducativo pubblicoâ€?. Il manifesto propone anche un insieme di interventi e riflessioni necessarie. “Noi respingiamo con fermezza l’attuale approccio governativo al welfare – ha spiegato Ugo Ascoli, del Comitato scientifico della rivista –. Approccio volto a delegittimare e colpire un welfare pubblico, volto a promuovere l’idea che le politiche sociali siano un lusso che non possiamo permetterci, a demolire il principio della cittadinanza socialeâ€?. Tra gli ambiti su cui è necessario oggi lavorare, invece, il denominatore comune e il welfare di cittadinanza. “Riteniamo che il nostro sistema di
welfare debba essere rivisto e non demolito – ha aggiunto Ascoli - per affrontare i nuovi rischi sociali e garantire le condizioni di una piena cittadinanza socialeâ€?. Tra gli obiettivi individuati, aggiunge Ascoli, quello di “rendere meno vulnerabile e meno fragile il tessuto sociale italiano. Ridurre l’esclusione sociale, a partire dai giovani e dalle donne e i livelli delle disuguaglianze. Vogliamo che si investa sulle giovani generazioni e si cominci a valorizzare i meriti, per davvero e non a parole. Per contrastare il degrado di istruzione e sanitĂ , per ridurre le distanze crescenti tra il welfare del Sud e quello del Nord e per promuovere una politica complessiva e lungimirante dell’immigrazioneâ€?. Come riportato nel “Manifestoâ€? ammontano a miliardi di euro i tagli operati sul sociale rispetto al 2008, quasi un miliardo in meno rispetto al 2010. Si tratta di un ridimensionamento drastico, sancito nei mesi scorsi dalla legge di stabilitĂ . Il taglio piĂš
significativo è quello del fondo politiche sociali, che dai 929,3 milioni del 2008 è sceso ai 435,3 milioni del 2010 e che per il 2011 si assesterebbe sui 274 milioni. Il taglio rispetto al 2010 resta pesante: -36%, con la prospettiva di un sostanziale azzeramento futuro (70 milioni nel 2012, 44,6 nel 2013). A rimetterci saranno soprattutto i trasferimenti alle regioni e la rete dei servizi sociali territoriali. Non va meglio al Fondo politiche della famiglia: aveva 185,3 milioni nel 2010 (erano stati 346,5 due anni prima), nel 2011 sono 51,5 milioni
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le sedi dei piĂš importanti tour operator delle cittĂ selezionate. L’obiettivo è rafforzare i rapporti con operatori turistici ed Agenti di viaggio, creare sbocchi su nuovi mercati e veriďŹ care le potenzialitĂ del prodotto turistico “Bresciaâ€?, anche sulla base di eventuali collegamenti low-cost. Tornando all’esperienza di Mosca Bresciatourism ha sottolineato come ancora una volta abbia suscitato grande interesse il Lago di Garda ed in particolar modo
Sirmione; tra le destinazioni emergenti si segnalano la città d’arte che sta riscuotendo sempre maggiori attenzioni, cosÏ come il turismo enogastronomico in Franciacorta. Indicazioni molto importanti anche in considerazione dei dati diffusi dall’assessorato al Turismo provinciale secondo cui il turismo russo nel 2010 ha siglato un + 32% rispetto al 2009 arrivando ad oltre 47mila presenze annuali, realizzando una tra le migliori performance dell’anno.
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(-71,3%). Tempi di vacche magrissime anche per il Fondo politiche giovanili: nel 2010 era stato finanziato con 94 milioni, nel 2011 è stato prima ridotto a 33 milioni e poi, con il maxiemendamento del governo, ulteriormente abbattuto fino a 12,8 milioni. Il confronto con l’anno passato parla di un –85%. Ha recuperato qualcosa, invece, il Fondo pari opportunità : lo stanziamento iniziale di 2,2 milioni è salito a 17,2 milioni per il 2011 (ma nel 2009 erano 30 milioni e nel 2008 ce n’erano 64,4). Pesante anche il ridimensionamento del Fondo per il sostegno alle abitazioni in locazione, che aiuta chi prende in affitto un’abitazione: i 143,8 milioni nel 2010 si riducono a 32,9 (-76%). Drastico anche il calo dei fondi per il servizio civile: erano 300 milioni nel 2008, sono stati 170,3 milioni nel 2010, ne rimangono 113 (-33,6% in un anno) nel 2011. In questo quadro, resiste quasi solamente il Fondo per l’infanzia e l’adolescenza, stabile a
40 milioni: cifra che però riguarda solamente le 15 città beneficiarie di una quota riservata. Il settore subirà comunque un contraccolpo dal calo del fondo indistinto per le politiche sociali. Infine il Fondo per la non autosufficienza: si va verso un totale azzeramento del fondo che nei tre anni passati è stato finanziato con 400 milioni annui (300 nel 2008). Evidenti le conseguenze sull’attuazione delle prestazioni assistenziali per le persone non autosufficienti, in continua crescita numerica. Il quadro complessivo è completato considerando che rispetto agli anni precedenti, già nel 2010 erano stati azzerati il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (100 milioni nel 2008, zero dall’anno successivo in poi) e il fondo destinato al Piano straordinario per i servizi sulla prima infanzia (100 milioni nel 2008 e 2009, non un solo euro a partire dal 2010).
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’agricoltura biologica lombarda ha avuto un posto di rilievo nella vetrina di “Fa’ la cosa giustaâ€?, la kermesse dedicata al consumo critico e agli stili di vita sostenibili che si è tenuta nei giorni scorsi a Fieramilanocity. Quello milanese (che si è chiuso il 27 marzo con un considerevole afflusso di pubblico) è stato un palcoscenico ideale per dare spazio alle molteplici iniziative regionali intraprese per la promozione del biologico, settore nei confronti del quale si registra un tasso di attenzione in costante crescita da parte del popolo dei consumatori. Il mondo bio regionale si è presentato sullo scenario di “Fa’ la cosa giustaâ€? nell’ambito del progetto “Il biologico di Lombardiaâ€?, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con le associazioni del mondo biologico lombardo “La Buona Terraâ€? e Aiab Lombardia nell’ambito del programma di azione nazionale sull’agricoltura biologica del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Sono state 20 le aziende bio-regionali che hanno proposto i loro prodotti in un’ampia area aperta, a
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prodotti biologici delle terre lombarde, a dimostrazione di come il settore sia in grado oggi di offrire un paniere agroalimentare completo che va dal riso alla pasta, dalle farine di cereali all’ortofrutta passando per formaggi, carne e salumi, vini, olio extravergine di oliva, miele e altri prodotti apistici, confetture di frutta, conserve e sughi di verdure, pane e dolci.
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,QL]LDWLYD SRSRODUH ´/LEHUD OD EHQ]LQDÂľ La Federazione autonoma italiana benzinai ha presentato a Roma il ddl “Libera la Benzinaâ€? proposta legislativa di iniziativa parlamentare avanzata con il sostegno popolare. A sostegno dell’iniziativa legislativa, tutti i gestori di impianti aderenti alla Faib si sono posti l’obiettivo di raccogliere 500mila firme, affinchĂŠ il Parlamento si confronti sulla possibilitĂ di liberare veramente il mercato, differenziando i ruoli tra produttori e consentendo al gestore di non essere piĂš vincolato dall’esclusiva. Nulla può mettere al riparo i prezzi dei carburanti dalle speculazioni internazionali o dalle impennate dei mercati. Eppure, sostiene la Federazione autonoma dei benzinai, pagare meno i carburanti è possibile.
La firma a sostegno del disegno di legge può contribuire ad abbassare i prezzi ovunque, anche al distributore sotto casa. E senza perciò rinunciare al servizio e all’assistenza cui si è abituati. Nei giorni scorsi si è tenuta un’assemblea presso l’auditorium della Confesercenti di Brescia nel corso della quale Patrizia Sbardolini, presidente della Federazione autonoma benzinai ha illustrato le ragioni dell’iniziativa. Il lancio della raccolta firme, tra l’altro, segue di pochi giorni la decisione del Governo di aumentare, seppure di pochi centesimi di euro, le accise sui carburanti per reintegrare le risorse del Fondo unico per lo spettacolo precedentemente tagliate.
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Una semplice visita, una chiacchierata con il presidente Claudio Fontana, una stretta di mano e un arrisentirci molto presto. Si può sintetizzare cosĂŹ la visita a sorpresa del tecnico Marco Baldineti (nella foto) sabato scorso in occasione della sďŹ da salvezza vinta dalla Pallanuoto Brescia di A2 contro Vigevano. L’attuale allenatore del Nervi di A1 ha accettato l’invito del patron biancoazzurro e per la prossima stagione potrebbe
scendere di categoria accettando la panchina. Sarebbe un colpo di prestigio ed un bel regalo dopo una stagione negativa culminata con l’esonero di Abaribbi e la conduzione della prima squadra afďŹ data al team manager Paolo Principi. Penultimo in classiďŹ ca, il neo promosso Brescia si è aggiudicato lo scontro diretto con il fanalino di coda Vigevano centrando la quarta vittoria stagionale e mettendo in salvo la permanenza in A2. (m.r.)
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a giornata numero 31 del campionato di Serie A si apre al Rigamonti con Brescia - Bologna alle 18. Poche ore dopo l’attenzione calcistica e sportiva si sposterà per forza a San Siro, dove le prime due forze del campionato, Milan e Inter si scontreranno, mandando nell’oblio e in archivio velocemente la sfida delle Rondinelle. In archivio per tutti ma non per gli uomini di Iachini e di tutti coloro che, dal Chievo in giÚ, sono inguaiati nella lotta salvezza. La partita con il Bologna è il primo di tre scontri fondamentali e decisivi che hanno in comune i colori della maglia: rosso e blu. Un trittico che comincia tra le mura amiche e che poi infila due partite esterne con Cagliari e Genoa. Tre partite fonfdamentali per il prosieguo del campionato degli uomini di Iachini. Strano incrocio di destini quello che porta gli emiliani al cospetto della leonessa. Il rossoblÚ del Bologna è impresso nella memoria e nei ricordi di Gino Corioni, numero uno della società di via Bazzoli, e in quello del consulente tecnico Gigi Maifredi. Un passato lontano, come hanno precisato in piÚ riprese gli interessati, ma che, scommettiamo, resta ancora vivo nei ricordi per i momenti di gioia e di successo, come per le difficoltà che in quegli anni hanno incontrato.
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Strano incrocio di destini tra rossoblĂš e biancoblĂš è quello che inverte il passato con il presente. Per Emiliano Viviano il Brescia è il suo passato, mentre il Bologna è il presente, ma non il futuro che è griffato azzurro nazionale e neroazzurro interista, sempre che le condizioni dettate all’Inter sono quelle di un posto da titolare. Viviano a Brescia è sempre stato legato, alla cittĂ e agli ex compagni. SarĂ
sicuramente una sensazione particolare per il numero uno del Bologna che rientrerà per la prima volta da avversario nello stadio e tra la gente che dal 2005 al 2009 l’ha tifato, sostenuto e viceversa. Ma il destino che incrocia il rossoblÚ e i biancoblÚ ha un precedente illustre che ancora accende i cuori degli amanti del calcio, indipendentement dalla propria passione: Roberto Baggio.
Dopo l’amarcord e i ricordi però bisogna tornare al presente e il presente torna con il fischio d’inizio. La partita tra Brescia e Bologna dà il via a un trittico di partite che aprono un altro campionato per gli uomini di Iachini: bisogna fare punti. Ancora tutto è possibile e realizzabile. La Serie A passa per il Rigamonti con quattro partite in casa; fatta esclusione per quella con il Milan bisogna cercare di vincere le altre tre. A quel punto un colpo fuori casa vorrebbe dire 12 punti. Ne potrebbero bastare meno, ma dipenderebbe del risultato delle altre squadre. Ma forse è giunto il tempo di non guardare gli altri. Collegamenti sabato in diretta dalla stadio su Radio Voce (88.3, 88.5).Vincere e fare punti: questo deve essere il mantra delle rondinelle da ora in avanti. Iachini, escluso Mareco squalificato, dovrebbe avere nuovamente tutta la rosa a disposizione. Eccezion fatta per gli acciacchi degli ultimi minuti. Il trittico è servito...
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;; 0LJOLD DOOD VFRSHUWD GHOOD FLWWj Presentata la seconda edizione della XX Miglia, gara podistica di 32 km in programma domenica 10 aprile con partenza alle 8.45 dal Castello cittadino. Il percorso condurrĂ i podisti (giĂ duecento le pre-iscrizioni con richieste da fuori regione) sino alle salite suggestive del San Gottardo, Maddalena, Muratello, Colle San Giuseppe e Mompiano sconďŹ nando anche nel Comune di Nave. Ad aggiudicarsi la scorsa edizione
furono Alfredo Corsini per gli uomini e Monica Casiraghi per le donne. Ad accrescere il prestigio della manifestazione, l’inserimento della XX Miglia nel calendario nazionale della Fidal (Federazione italiana atletica leggera) ed è organizzata dall’Associazione Cultura e Sport di Brescia. Lo scorso anno furono 400 gli atleti ai nastri di partenza. L’obiettivo è di confermare il dato del 2010 provando a superarlo e, a tal proposito, ci
sarĂ tempo per iscriversi ďŹ no al giorno prima della partenza. In contemporanea si svolgerĂ anche la Mini XX Miglia, corsa di un chilometro riservata ai bambini. Per iscriversi è attivo il numero di telefono 030.47415 oppure contattare per informazioni il referente Antonio Parente al numero 338.6548383. “ La riscoperta del territorio – confessa Mara Boldini presidente dell’Aics Brescia – è una caratteristica importante. La volon-
tà nostra e dell’organizzazione della XX Miglia è riuscire a coinvolgere atleti, appassionati ma soprattutto le famiglie. Il percorso tocca zone caratteristiche che tutti i bresciani meriterebbero di conoscere�. Per la cittadinanza, dunque, un invito assolutamente da non mancare per riportare in vita non solo un orgoglio della nostra città , ma anche e soprattutto un’occasione di festa e di incontro per tantissime persone.
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Crono Individuale, Mairano; 21 maggio – VII Gp Impianti AB, Villachiara; 22 maggio – Trofeo Trigolo, Trigolo e Soresina; 2 giugno – VIII Memorial Artioli, Ospitaletto; 5 giugno – XXXIV Trofeo Caduti Folzanesi, Folzano; 10 giugno – Notturna, Borgosatollo; 12 giugno – V Trofeo al Chalet Poffe, Lumezzane; 12 giugno – Regolarità , Flero; 19 giugno – Cronocoppie, Barbariga; 25 giugno – II Trofeo Consulgroup, Torbole; 26 giugno – Sentiero del Bosco, Odolo.
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er il secondo anno consecutivo il Campionato regionale di judo, giunto alla sua decima edizione, sbarca al palasport “Bianchiâ€? di Calcinato. La manifestazione di domenica ha visto una vastissima presenza di pubblico, stimato in oltre 500 spettatori. I numeri della manifestazione sono veramente importanti: 350 partecipanti tra agonisti e pre-agonisti, ben 100 in piĂš dello scorso anno; 25 societĂ iscritte; 95 categorie con quattro tatami a disposizione e piĂš di 50 addetti tra giudici e membri dello staff. Si tratta della seconda prova regionale della disciplina, l’ultima valevole per l’accesso alle finali nazionali arancioblĂš che si terranno tra il 13 e il 15 maggio a Rovereto, in provincia di Trento. Tra le societĂ agonistiche vince Judo Club Lovere Sulzano. Per i non agonisti è Judo Calcinato a esultare. Basket. Dopo il termine della regular season le formazioni ciessine di basket stanno vivendo i faccia a faccia della fase a orologio, che andrĂ a determinare la graduatoria definitiva in vista delle finali provinciali. Nel girone arancione la seconda giornata non ha regalato sorprese, eccezion fatta per la vittoria di Torbole sui Mascalzoni (66-53) che riapre i discorsi in ottica secondo posto. Virtus e New Team tengono a distanza Jackals e La Sportiva (51-47; 65-49), mentre Team 87 doppia Ome (77-32). Nel girone blu i Senior mettono pressione al
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mana ormai alle porte, infatti, coinciderĂ con l’edizione 2011 di “Sport in festaâ€?, meeting polisportivo al quale prenderanno parte under 10, 12, 14, allievi, juniores e top junior delle societĂ lombarde appartenenti alle piĂš svariate discipline sportive. I campioni ciessini del futuro trascorreranno una tre giorni di gioco e condivisione a Sirmione, Desenzano e dintorni da questa sera a domenica pomeriggio. Ci saranno gare di atletica, sfide in piscina, incontri di calcio, volley, basket e discipline alternative, oltre alla tradizionale festa dell’amicizia, che si svolgerĂ sabato sera con animazione musicale e degustazioni enogastronomiche di prodotti tipici.
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Â&#x2014;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; ° Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2014;Â?Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â?Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â? Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2039; Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x201D;Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; ° Â?Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2039;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2018; Â&#x2021; Â?Â&#x2014;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2C6;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x201D;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2039;Â&#x2020;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Ǥ Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x153;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x201D;Â?Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2022;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x2014;Â?Â&#x2030;Â&#x160;Â&#x2039; Č&#x2039;Â?Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Í&#x161;ǤÍ?Í&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2021;Č&#x152; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Ă&#x2013;ÇĄ Â&#x2039;Â?Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x17D;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x17D; Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2018;Â?Â&#x17D;Â&#x2039;Â?Â&#x2021; Â&#x2122;Â&#x2122;Â&#x2122;Ǥ Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013;Ǥ Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192; Â?Â&#x2018;Â? Â&#x2039;Â?Â&#x2019;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Ǥ Â&#x2018;Â? Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x2039;Â? Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2014; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2019;Â&#x192;Ǥ Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x192; Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;dzǥ Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇĄ Í&#x17E; ÇŚ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â?Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021;ĚťÂ&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013;Ǥ
Â? Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2039;Â?Â&#x192; Â&#x2039;Â?Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2022; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â?Â&#x192;ÇĄ Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2019;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2039; Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2039;ÇĄ Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Ǥ Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2014;Â? Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â?Â&#x2021; ° Â?Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2014;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x2021;Â?Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Ǥ
Â?Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;ÇŁ Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;dzǥ Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Í&#x17E; ÇŚ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Ǣ Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021;ĚťÂ&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013;
Note di primavera Egr. direttore, la primavera si annuncia in modo discreto, quasi impercettibile. Nella nostra fretta quotidiana stentiamo ad accorgercene. Sul prato dalle mille erbe del mio condominio compaiono le prime veroniche dette anche â&#x20AC;&#x153;Occhi della Madonnaâ&#x20AC;? per il delicato colore che richiama lâ&#x20AC;&#x2122;azzurro del cielo, tra pratoline e timide violette. Mi chino ad osservarne qualcuna, stupito da tanta semplice bellezza. La natura risorge: uno spettacolo antico e sempre nuovo. â&#x20AC;&#x153;Tutto mi sa di miracoloâ&#x20AC;?, canta un nostro poeta. Pensando alla Pasqua vicina, ringrazio Dio con il Santo di Assisi: â&#x20AC;&#x153;Laudato siâ&#x20AC;&#x2122;, mi Signore, per sora nostra madre terra la quale ne sustenta et governa et produce diversi fructi con coloriti flori et herbaâ&#x20AC;?. Pier Arcangelo Di Vora
Il nucleare non è sicuro Egr. direttore, sono recentemente comparsi su â&#x20AC;&#x153;Voceâ&#x20AC;? interventi a proposito dellâ&#x20AC;&#x2122;energia nucleare. Le ragioni pro e contro sostanzialmente si bilanciano. I fattori in gioco sono cosĂŹ tanti e complessi, che basta spostare lâ&#x20AC;&#x2122;attenzione piĂš su uno o lâ&#x20AC;&#x2122;altro, e le discussioni possono protrarsi allâ&#x20AC;&#x2122;infinito. Tanto per lâ&#x20AC;&#x2122;immediato che per i futuri (molto futuri) reattori della quarta generazione. Ma câ&#x20AC;&#x2122;è il problema sicurezza. Nessuna attivitĂ umana è priva di rischi. A maggior ragione per lâ&#x20AC;&#x2122;energia: basta pensare alla forma piĂš elementare di energia: il fuoco. E il rischio zero non esiste, per quanto si faccia, e un margine di rischio va quantizzato e accettato perchĂŠ inevitabile (sia
Â&#x2021; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â?Â&#x192;
il rischio umano che quello naturale). Però per il rischio nucleare câ&#x20AC;&#x2122;è una considerazione di tipo qualitativo. Ipotizziamo il disastro piĂš terribile in una centrale convenzionale termoelettrica, o anche idroelettrica (Vajont!). Quando si finisce di contare i morti (anche migliaia di morti!), il discorso è finito. Invece, per un disastro in un impianto nucleare (sia in un reattore che in un deposito di scorie radioattive), la conta dei morti, delle malattie radioindotte e dei danni non è mai finita. A Chernobyl infatti continua; in Giappone, comunque vada, continuerĂ per decenni. E anche in termini economici non si finirĂ mai di pagare, perchĂŠ questi danni costano. Questa sola considerazione, incontrovertibile, è sufficiente per dire no allâ&#x20AC;&#x2122;energia nucleare da reazione di fissione, come lâ&#x20AC;&#x2122;attuale. Per quella da fusione, si vedrĂ (fra 50 anni?). Non parlo per ragioni ideologiche. Per motivi professionali conosco bene i grandi benefici e i grandi rischi delle radiazioni. E negli anni ho maturato questa convinzione. Per ora il programma nucleare italiano sembra accantonato. BisognerĂ vedere quel che succederĂ quando sarĂ passata questa onda emozionale. Ma io penso che bisognerebbe dirottare subito i fondi destinati al nucleare (per ora sono solo virtuali, ma ci sono) allo sviluppo delle energie rinnovabili, che oggi non sono piĂš una chimera. Unâ&#x20AC;&#x2122;ultima considerazione. Il nostro mondo deve cominciare a pensare seriamente al risparmio energetico. PerchĂŠ, come cristiani, non cominciamo a proporci le virtĂš della sobrietĂ e dellâ&#x20AC;&#x2122;attenzione agli sprechi? In fondo, lo spreco è una forma elementare di violenza. Maurizio Bestagno
Â?Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;ÇŁ Í&#x153;Í&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2039;ÇĄ Í Í&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x153;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192;ÇĄ Í&#x17E; Â&#x2019;Â&#x2018;Â?Â&#x2018;Â&#x2020;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2014;Â? Â&#x2026;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x160;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2021;Â&#x161;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x2039;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;ÇŻÂ&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x2021;Ǥ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇŁ Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x153;Â&#x192;Ǥ Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2021;
La Lega e gli immigrati Egr. direttore, la recente lettera del vescovo Monari alle comunitĂ cristiane della Diocesi di Brescia sulla pastorale per gli immigrati, consente di affrontare la delicatissima tematica dellâ&#x20AC;&#x2122;immigrazione nella nostra cittĂ ; la materia che piĂš di ogni altra è stata al centro dellâ&#x20AC;&#x2122;attenzione nella politica del mio Movimento. La lettera in questione è un documento di grande attualitĂ , che conferma la lucida attenzione al presente del nostro Vescovo. Da cristiano, mi corre lâ&#x20AC;&#x2122;obbligo morale di riflettere su quanto detto da mons. Monari prima di tutto come cristiano ed in secondo luogo come politico. Sicuramente non posso fare a meno di condividere lâ&#x20AC;&#x2122;atteggiamento di forte rivendicazione dei principi portanti di una civiltĂ da sempre cristiana. In questa circostanza mi permetto di avere la pretesa di difendere da certe strumentalizzazioni di parte le sue parole. Ritengo opportuno ricordare che nella succitata Lettera viene espressa chiaramente la sua distanza da una posizione vicina allâ&#x20AC;&#x2122;accoglienza ad ogni costo. Viene, infatti, affermato che: â&#x20AC;&#x153;Accogliere tutti indiscriminatamente può provocare alterazioni traumatiche della vita economica, delle reazioni politiche, delle relazioni culturali e della coesione socialeâ&#x20AC;?. Questa posizione sembrerebbe contrastare con unâ&#x20AC;&#x2122;ipotesi di jus soli che darebbe diritto alla cittadinanza italiana a chiunque solo per il fatto di essere nato nel nostro Paese. Mettiamo il caso di una persona nata si in Italia, ma vissuta sempre in un ristretto ambiente familiare e in una comunitĂ etnica e religiosa di tendenza isolazionista,
Â&#x2022;Â&#x201E;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Í&#x2122;Í&#x2DC; Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2039;Â? Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x192; Â&#x201E;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192;Ǥ Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2039; Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x192;Ǥ Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x2030;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2039;Â? Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2021;Â&#x161;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x2039;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;ÇŻÂ&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2014;Â?Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2018;Â?Â&#x2018;Â&#x2020;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;ĆŽÂ&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x160;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2014;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018;Ǥ Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2021; Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x153;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2021;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ
in costante contatto con una cultura dâ&#x20AC;&#x2122;origine contrapposta alla nostra. Dovremmo, quindi, riconoscere la cittadinanza italiana anche ad una persona che dimostra di ignorare le nostre leggi e di nutrire disprezzo per la nostra storia e la nostra cultura? Non sarebbe piĂš indicato verificare il livello di conoscenza della nostra lingua, della nostra cultura locale, del nostro diritto, della storia del Paese di cui si richiede la cittadinanza, come avviene ad esempio in Svizzera? Persino gli Stati Uniti, che sono un Paese di immigrati, hanno nella loro prassi lâ&#x20AC;&#x2122;accertamento di determinati requisiti fondamentali per lâ&#x20AC;&#x2122;acquisizione della cittadinanza. Noi leghisti non siamo contrari a permettere ai figli degli immigrati di frequentare le nostre scuole. Ma come il nostro Vescovo ricorda nel caso degli oratori: â&#x20AC;&#x153;Lâ&#x20AC;&#x2122;unica avvertenza è che la presenza di ragazzi di altre religioni non affievolisca lâ&#x20AC;&#x2122;impegno di fede, di maturazione ecclesiale dei gruppi di ragazzi. Lâ&#x20AC;&#x2122;oratorio è luogo aperto a tutti ma con una proposta forte di impegno umano ed ecclesialeâ&#x20AC;?. Ă&#x2C6; altrettanto vero che la presenza di studenti di tradizioni e fedi diverse non deve snaturare lâ&#x20AC;&#x2122;impostazione della tradizione culturale Italiana, delle nostre scuole. Ad un amministratore che ama la sua comunitĂ , con la sua storia millenaria e ne condivide la fede non cade inascoltato il richiamo contro quel â&#x20AC;&#x153;buonismoâ&#x20AC;? che spesso tende a mettere sullo stesso piano tutte le religioni e le scelte. La Verità è una ed una sola. Ed anche la legge e le istituzioni in qualsiasi Paese civile debbono essere uniche e eguali per tutti. E, poichĂŠ, non può esistere una vera democrazia senza che le leggi siano espressione della vera volontĂ
Â?Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;ÇŁ Í&#x203A;Í?Í&#x2DC; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2C6;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039;ÇĄ Í&#x161; Â&#x2014;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192;ÇĄ Í Í&#x2DC; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201E;Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Č&#x2039;Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192;ÇĄ Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2022;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2039;Â?Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Č&#x152;ÇĄ Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2014;Â? Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;ÇĄ Í&#x153; Â&#x2026;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2020;ÇŻÂ&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;Ǥ
Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x192;ǤǤǤ
del popolo nel rispetto dellâ&#x20AC;&#x2122;opinione di tutti; anche nella nostra Brescia lâ&#x20AC;&#x2122;applicazione della legge e lâ&#x20AC;&#x2122;azione istituzionale debbono essere modellate secondo quei principi cardine della civiltĂ occidentale, le cui radici affondano nel cristianesimo che impronta i sistemi giuridici di tutta lâ&#x20AC;&#x2122;Europa. Non è legittima la presenza, nĂŠ si potrĂ mai concedere la cittadinanza a chiunque si proponga di sovvertire, o stravolgere i tratti distintivi e i valori portanti della nostra societĂ . Lâ&#x20AC;&#x2122;attuale crisi che sta toccando le rive del sud del Mediterraneo porrĂ il nostro Paese ancora una volta di fronte al rischio di dovere subire lâ&#x20AC;&#x2122;arrivo forzato di moltitudini di persone che non hanno il nostro concetto dĂŹ legalitĂ e democrazia, essendo cresciuti in Paesi ben lontani da tale modello. Ma soprattutto, le nostre terre ancora in buona parte cristiane rischiano di subire ancora un massiccio ingresso di mussulmani. Come dovremmo porci stavolta davanti a questi nuovi â&#x20AC;&#x153;ospiti per forzaâ&#x20AC;?? Ă&#x2C6; giusta lâ&#x20AC;&#x2122;accoglienza, ma se riportata su scala di massa, rischia di diventare un esproprio della terra di chi sta da troppo tempo esagerando, nellâ&#x20AC;&#x2122;elargire visti di ingresso in un Paese ormai troppo piccolo per ospitare ancora ingenti quantitĂ di persone. Proprio alla luce del succitato scritto, come possiamo, noi politici impegnati a difendere le tradizioni cristiane del nostro popolo, dimenticare il valore della nostra fede e consentire (magari tramite la concessione di una cittadinanza facile) di esprimere il diritto di voto a gente che giĂ si è battuta, tra le altre cose, per far rimuovere i crocefissi o per vietare gli auguri di Natale? Non sarebbe piĂš opportuno ribadire la necessitĂ di tentare di mantenere
Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇŁ Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201E;Â&#x2021;Ǥ Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;ĆŽÂ&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2014;Â?Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201E;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x2022;Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2014;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2039;Ǥ Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018;Ǥ Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â?Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2039;Â?Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2039; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x2039; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192;ÇĄ Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018;Ǥ
Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â?Â&#x2039; Í&#x153;Í&#x153;
Â&#x192;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x160;Â&#x192; Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x161;Í Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x153;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2039; Í&#x153;Í&#x153; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Ǥ Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â?Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2014;Â?Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2030;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x192;Â?Â&#x2018;Ǥ
Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â?Â&#x2020;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2018;Â?Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2030;Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Í&#x203A; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2021; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Ǥ Â&#x2018;Â? Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x192;Â?Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; DzÂ&#x192;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2039;Â?Â&#x192;dzǥ Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2039;ĂŽ Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x2014;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x17D; Â?Â&#x2018;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â?Â&#x2018;Â?Â?Â&#x192; Â&#x2014;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Ǥ Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x2039;Â&#x2013;Â? Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039; Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2DC;Â&#x2014;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2021;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2030;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ
Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; ° Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2019;Â&#x2039;ĂŽ Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021;Ǥ Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2018; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021; ° Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192; Č&#x2039; Â&#x2014;Â&#x2030;°Â?Â&#x2021; Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Č&#x152;
Â&#x17D; Â&#x2019;Â&#x2021;Â?Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2020;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â?Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2021; Č&#x2039; Â&#x153;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2014;Â?Â&#x2020;Č&#x152; Â&#x192; Â?Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2039;ĂŽ Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2039;Ă&#x2013; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2020;Â? Č&#x2039; Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x2021;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Č&#x152;
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inalterato il patrimonio culturale dei nostri popoli? Ă&#x2C6; ovvio che tale problema non si pone con i cristiani delle Chiese orientali perchĂŠ essi appartengono alla nostra stessa fede che ci affratella, nonostante che la storia passata e una certa teologia ancora, speriamo per poco, ci dividono. Ma è altrettanto chiaro che ormai si pone la necessitĂ di prendere provvedimenti immediati a tutela di quello che ancora rimane della millenaria civiltĂ occidentale. Ed è quindi impossibile rinunciare a prendere tutte le misure indispensabili, per evitare che elementi esterni minino le basi della nostra societĂ democratica. Matteo Rinaldi
Tre riflessioni Egr. direttore la lettera del sig. Rinaldi, giĂ pubblicata sul sito www.lavocedelpopolo. it dal 28 marzo scorso, mi sollecita tre riflessioni. La prima prende spunto dal passaggio in cui si scrive che â&#x20AC;&#x153;non è legittima la presenza, nĂŠ si potrĂ mai concedere la cittadinanza a chiunque si proponga di sovvertire, o stravolgere i tratti distintivi e i valori portanti della nostra societĂ â&#x20AC;?. Ebbene, la legge italiana giĂ prevede che la cittadinanza sia concessa solo a chi non si sia macchiato di particolari reati quindi, sotto questo profilo, niente di nuovo. Certamente, invece, non vi è collegamento tra concessione della cittadinanza e idee politiche o preferenze. Dâ&#x20AC;&#x2122;altra parte non tutti gli stranieri mostrano di â&#x20AC;&#x153;nutrire disprezzo per la nostra storia e la nostra culturaâ&#x20AC;?, mentre alcuni italiani sĂŹ. Quali sarebbero le conseguenze se applicassimo davvero questo
ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2021;
Í&#x203A; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Í&#x2122;Í ÍĄÍ&#x17E; Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â?Â&#x2014;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Dz Â&#x192;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;dzǥ Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021; Dz Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Çł Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021; Dz Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x192;Çł
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principio alla situazione politica italiana? La seconda riflessione concerne lâ&#x20AC;&#x2122;affermazione secondo la quale i politici devono â&#x20AC;&#x153;difendere le tradizioni cristiane del nostro popoloâ&#x20AC;?: in sostanza si afferma che i politici italiani devono proteggere la cultura cristiana dalla contaminazione di altre culture. Ma questo principio non è compatibile con le leggi della Repubblica, perchĂŠ la Costituzione afferma, allâ&#x20AC;&#x2122;art. 8, che tutte le religioni sono egualmente libere davanti alla legge. Dâ&#x20AC;&#x2122;altra parte se cosĂŹ non fosse ci trasformeremmo in un regime teocratico, come certi Stati islamici dove la religione precede il diritto: che la religione ispiri il diritto va bene, che la religione lo preceda, no. Mi permetto inoltre di sottolineare che la fede cristiana non è una cultura: si è sempre difesa benissimo da sola proprio per questo. La terza riguarda una questione di termini. Lâ&#x20AC;&#x2122;uso di espressioni quali â&#x20AC;&#x153;provvedimenti immediatiâ&#x20AC;? e â&#x20AC;&#x153;tutte le misure indispensabiliâ&#x20AC;? rimanda involontariamente ad un lessico tragico. Le misure che la politica prende devono essere sempre... â&#x20AC;&#x153;misurateâ&#x20AC;? perchĂŠ rispettose dei diritti della persona. Mi permetto di concludere affermando che la lettera del nostro Vescovo contiene passaggi chiaramente ispirati al personalismo comunitario e fondati sulla Dottrina sociale della Chiesa, che ribadiscono la centralitĂ non tanto del cristiano ma della persona umana. Valgano i seguenti esempi: â&#x20AC;&#x153;dobbiamo partire dalla convinzione che tutti gli uomini formano una famiglia unica, voluta e creata da Dioâ&#x20AC;? (p. 11), o ancora â&#x20AC;&#x153;Con tutti gli uomini i cristiani condividono lâ&#x20AC;&#x2122;esistenza, con tutti sono destinatari dellâ&#x20AC;&#x2122;amore di Dio; di conseguenza sono chiamati
Ǥǣ Â&#x2039; ° Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2122;Í&#x2122; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2018; Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2DC;Í Ç¤ Â&#x2018; Â?Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2039; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x2020;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â?Â?Â&#x2021; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â? Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2DC;Í Ç¤ Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2018; Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x192;ÇŤ
a collaborare insieme con tutti nelle cose che favoriscono il bene socialeâ&#x20AC;? (p. 13). La lettera del Vescovo non è â&#x20AC;&#x153;buonistaâ&#x20AC;?: è misurata, è ferma nel dichiarare dannoso proprio tale atteggiamento. Certamente fa risuonare la Caritas in Veritate, quando lâ&#x20AC;&#x2122;enciclica afferma che â&#x20AC;&#x153;ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazioneâ&#x20AC;? (62). Il tema dellâ&#x20AC;&#x2122;accoglienza degli stranieri deve dunque rifuggire sia da un atteggiamento discriminatorio, di culture e idee, sia da un atteggiamento indiscriminatorio dove â&#x20AC;&#x153;tutto va beneâ&#x20AC;?. Sta ai politici trovare la strada piĂš corretta e trasparente tra la promozione dei principi occidentali e democratici di eguaglianza e libertĂ e le condizioni che garantiscono lâ&#x20AC;&#x2122;ordine pubblico e la pace della comunitĂ . Un confronto aperto su questi temi è, proprio alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni a Lampedusa, dunque opportuno e gradito. Roberto Rossini
La fine dei dittatori Egr. direttore, io credo che il peggior vizio dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo sia la sete di potere. Hitler e Stalin, i due peggiori dittatori del secolo scorso, lo confermano. Ora sono le nazioni africane a ribellarsi contro i loro dittatori. Fino a 80 anni fa lâ&#x20AC;&#x2122;Africa era un insieme di colonie di Stati diversi. Credo però che i diversi popoli avessero almeno quel minimo per poter vivere. Negli anni Sessanta tante di queste nazioni ottennero la libertĂ . Ma ecco che i vari Lumumba e Bokassa sâ&#x20AC;&#x2122;impadronirono del pote-
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re e tanti di quegli Stati precipitarono nella piĂš nera povertĂ . Un sacerdote che era venuto a parlarci della miseria che câ&#x20AC;&#x2122;è in Africa disse che era uno dei prezzi dellâ&#x20AC;&#x2122;indipendenza. Questa risposta mi parve troppo semplicistica. Essere liberi, ma non avere il necessario per vivere a causa della dittatura di pochi connazionali non è vera libertĂ . Molti popoli africani sembrano avere compreso questo aspetto e combattono, dallâ&#x20AC;&#x2122;Algeria allâ&#x20AC;&#x2122;Egitto per la piena libertĂ . Io spero che possano ottenerla, ma sarĂ una cosa difficile. Mancano di quel percorso di democrazia per gestire quei processi che nemmeno nazioni che vantano una lunga tradizioni democratica riescono spesso a garantire. Per questo è facile immaginare quanto possa essere difficoltoso e irto di ostacoli il percorso verso la piena libertĂ per tanti di quei popoli che fino a ieri sono stati trattati come schiavi di uomini perversi che guardavano al potere come fosse un loro diritto inalienabile. Se la libertĂ dovesse trionfare si potrebbe verificare quello che diceva San Daniele Comboni: lâ&#x20AC;&#x2122;Africa agli africani, non ad alcuni africani. Domenico Marchesi
Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2021;Â? Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â?Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2014;Â?Â&#x2021;Â&#x2020;Âż Í&#x2122;Í&#x2122; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Í&#x161;Í&#x2122; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Ǥ Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x2018; Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x192;Â? Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2014;Â&#x201D; Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2122;Í&#x2122;ÇĄ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; ° Â&#x2039;Â?Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192; Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2014;Â&#x201D;Â?ÂąÂ&#x2021; ° Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x203A;Í&#x2122; Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x153;Â&#x2018; Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2018;Ǥ Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2014;Â? Â&#x2020;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x201E;Â&#x2014;Â? Dz Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013; Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2022; Í&#x2122;ÍĄÍĄÍ&#x2DC; ÇŚ Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2122;Í&#x2DC; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2039;dzǤ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x192; Dz Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? ÇŽ Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;ÇŻÇł Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018; Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;Çł Â&#x2039;Â? Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Í&#x17E;ÇĄ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122;ÇĄ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Ǥ Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x17D;ÇŻÍ Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021;Ǥ Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x160;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Dz Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192;Çł Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Dz Â&#x192; Â?Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â?Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2018;Çł Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â&#x201E;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Ǥ
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Â? Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x192;
Â&#x2021;Â&#x2022;ĂŽ Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2021;ÇŁ Dz Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192;Ǣ Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x160;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021; Â&#x2039;Â? Â?Â&#x2021;ÇĄ Â&#x192;Â?Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2021; Â?Â&#x2014;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â? Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Çł Č&#x2039; Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Č&#x152;Ǥ
Â?Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x192;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x161;Í&#x2DC; Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x153;Â&#x2018; Â&#x160;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2020;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018; Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192; Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x201E;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2014;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Ǥ Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x192; Í?Í&#x153; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2020;Â&#x2018; Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x2122;Í&#x203A; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021; Í&#x2122;ÍĄÍ?Í&#x17E; Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x192;Â?Â&#x2018;Ǥ Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x160;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x17D;Â&#x2014;Â&#x2039; Â&#x2014;Â? Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Ǥ
Â&#x2039; ° Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x192; Í&#x;Í&#x153; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x2030;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Dz Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;dzǤ Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2039;Â? Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2018;Ǥ Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2C6;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x153;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x192;Â?Â&#x2030;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2018;Ǥ Â&#x192; Â&#x192;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x201D;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â?Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x2039;Â&#x2013;Â? Â&#x2021; Â&#x160;Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2014;Â? Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2039; Â&#x2C6;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2039;Â? Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x160;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x160;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;Ǥ
/$92&( ( '(/ 2 3232/2 ÇŁ Â&#x2020;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; ǧ ÇŁ Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇĄ Í&#x17E; ÇŚ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122; ÇŚ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x17D;Ǥ Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC; Í&#x153;Í&#x153;Í&#x161;Í?Í&#x2DC; ÇŚ Â&#x192;Â&#x161; Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC; Í&#x203A;Í&#x;Í?Í&#x;Í ÍĄÍ&#x; ÇŚÂ?Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x17D;ÇŁ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ĚťÂ&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ĚťÂ&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013; ÇŁ Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x192; Í&#x153;Í&#x;ÇĄÍ&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; ÇŚ Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192; Í?Í?ÇĄÍ&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; ÇŚ Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018; Ǥ Ǥ Â&#x192; Í Í?ÇĄÍ&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018;Ǥ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2020;Ǥ Ǥ Ǥ ÇŚ Í&#x153;Í?ÎŹ ÇŚ Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Ǥ Í&#x161; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â?Â&#x192; Í&#x161;Í&#x2DC;Č&#x20AC;Â&#x201E; ÇŚ Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x2030;Â&#x2021; Í&#x17E;Í&#x17E;Í&#x161;Č&#x20AC;ÍĄÍ&#x17E; Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; ÇŚ Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â?Îť Í&#x2122;Í Í Í Í&#x2122;Í&#x161;Í?Í&#x2DC;Ǥ ÇŁ Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇĄ Í&#x17E; ÇŚ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x17D;Ǥ Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC; Í&#x161;Í Í&#x2DC;Í ÍĄÍ&#x17E;Í&#x17E; ÇŚ Â&#x192;Â&#x161; Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC; Í&#x161;Í Í&#x2DC;ÍĄ Í&#x203A;Í&#x;Í&#x2122; Â&#x2122;Â&#x2122;Â&#x2122;ǤÂ&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x192;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013; ÇŚ ÇŚÂ?Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x17D; Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â?Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2030;ĚťÂ&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x192;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013; ÇŁ Â&#x2018;Â?Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x192; Â?Â&#x2018;Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x17D;Â&#x2018; Č&#x2039;Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2021; Â?Â?Ǥ Í?Í&#x2DC; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192; Â?Â?Ǥ Í&#x203A;Í&#x;Č&#x152; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; Í&#x153;Í&#x2DC; ÇŚ Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; Í&#x2122; Â&#x192;Â&#x17D; Â?Â?Ǥ Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â?Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Í&#x2122;ÇĄÍ? Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â?Â?Ǥ Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Ǥ
Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2020;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x17D;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Ǥ ÇŁ Â&#x192;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;
ÇŁ Â&#x192;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2039;Â?Â&#x2039; ÇŚ Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2C6;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2018;Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039; ÇŁ Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â? ÇŁ Â&#x2019;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻ Â?Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x192;ÇĄ Í?Í&#x161; ÇŚ Í&#x161;Í?Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC; Â&#x201D;Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018; Č&#x2039; Č&#x152; Â&#x2021;Â&#x17D;Ǥ Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC;ǤÍ&#x;Í&#x;Í&#x161;Í?Í?Í&#x2122;Í&#x2122; ÇŚ Â&#x192;Â&#x161;Ǥ Í&#x2DC;Í&#x203A;Í&#x2DC;ǤÍ&#x;Í&#x;Í&#x161;Í?Í?Í&#x17E;Í&#x17E; Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2014;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; Â?Ǥ Í&#x2122;Í Í&#x153; ÇŚ Í&#x2122;Č&#x20AC;Í&#x2122;Í&#x161;Č&#x20AC;Í&#x2122;ÍĄÍ&#x17E;Í&#x2122; Associato
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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
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