La Voce del Popolo 2011 16

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Ăˆ nella debolezza che esprime la sua forza, trasforma i cuori con la sua mitezza, raccoglie il nord, il sud, l’est e l’ovest in un abbraccio cosmico (Ef 3, 17-19). La modalitĂ della croce, cioè il travaglio pasquale che fa scaturire l’inattesa vita dal nulla mortale, è inscritta negli elementi, nei dinamismi viventi, è la forma con cui siamo stati creati. Ogni fframmento ne porta il segno costitutivo, come un’immagine cui conformarsi (Rm 8, 29). Nel legno della croce scorre una linfa che dĂ vita a tutto il cosmo: scorre oltre il dolore e le m memorie, come realtĂ indipendente ma al tempo stesso indissolu dissolubilmente legata ad ogni evento trascorso. Come pace che perenne si distende nel fondo dell’anima. L’albero della croce, la croce che fiorisce, f è in mezzo al primo giardino ed è nella piazza della dove Dio abita con gli uomini per sempre; all’omnuova Gerusalemme, Gerusa bra di questo albero a di vita andremo a sederci: lĂ lui passerĂ a tergere le lacrime di ogn ognuno (Ap 21, 1-6).

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Per una Chiesa capace di servire

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Roma Express. Con il soffio caldo di Cristo nel cuore

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‹‘”‹•…‡ Žƒ ˜‹–ƒ Naturalmente l’augurio di buona Pasqua non significa solo: possa tu vivere il giorno di Pasqua in serenitĂ e gioia. Questo è certamente importante, ma nell’ottica della fede non basta. Ci vuole anche quello che Paolo scrive ai Colossesi (e che ascoltiamo nella Messa di Pasqua): “Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio!â€? (Col 3,3) C’è dunque un senso in cui facciamo esperienza di morte e c’è un senso in cui facciamo esperienza di una vita nuova. Quella che muore è la vita ‘mondana’ intendendo con questo termine una vita che si riduce alle dimensioni del ‘mondo’ e non cerca altro se non quello che il mondo può dare. Ăˆ mondana l’esistenza del ‘consumatore’ che vive solo di ciò che compera e

usa; dell’arrampicatore sociale che accetta compromessi per conquistare una poltrona ambita; del libertino che pensa e vive il sesso senza alcun impegno personale; e cosĂŹ via. La Pasqua uccide questa vita. L’esistenza nuova che la Pasqua offre è “nascosta con Cristo in Dio.â€? Dio entra dunque nello spazio della nostra vita e la fa grande; non è una vita che arriva solo fino al limite del mondo; sa guardare anche oltre, sa aprirsi al mistero di Dio, è fatta anche di fede e di speranza. Una vita che sa di essere preceduta e sostenuta dall’amore di Dio, che a questo amore è riconoscente e che cerca di esprimere la riconoscenza accettando cordialmente la vita stessa, gli altri, il mondo. San Francesco sa apprezzare lo splendore del fuoco, l’utilitĂ dell’acqua, la bellezza di un prato fiorito. Ma vive tutte queste realtĂ del mondo aperto a Dio, lodando Dio; la sua è un’esistenza nuova, non mondana, che sa vedere il mondo

come creatura di Dio. Si tratta, dice ancora San Paolo, di un’esistenza ‘con Cristo’. Il modello e l’origine di questa esistenza nuova è GesĂš, la sua esperienza di Dio, il suo modo di vivere nel mondo. GesĂš appartiene a pieno titolo alla famiglia umana. Come scrive Paolo ai Galati, egli “è nato da donna, nato sotto la legge.â€? (Gal 4,4) E tuttavia vive la sua esistenza davanti al Padre; sa di essere amato dal Padre, di ricevere tutto dal Padre; a sua volta ama il Padre e fa quello che il Padre gli chiede (Gv 14,31). Non cerca successi o guadagni mondani, ma desidera solo che la sua vita dia gloria a Dio (Gv 12,27-28). Per questo vive nel mondo come una persona libera, che le promesse non possono irretire e le minacce non spaventano. “Il mio cibo – dice – è fare la volontĂ di colui che mi ha mandato e portare a compimento la sua opera.â€? (Gv 4,34) Con questo stile di vita GesĂš introduce nel mondo la volontĂ

di amore del Padre e il mondo diventa capace di esprimere questo amore che lo supera immensamente. La vita cristiana è vita ‘con Cristo’ nel senso che la forma di vita di Cristo diventa nostra. Stare con GesĂš, ascoltarlo, guardarlo suscita nei discepoli pensieri e desideri nuovi. GesĂš lava i piedi ai suoi discepoli; è un esempio che i discepoli debbono imitare. Ma è di piĂš perchĂŠ il gesto di GesĂš, rivolto direttamente a loro, muove dentro di loro una serie inedita di sentimenti e di affetti: al vedere il maestro che amano e che stimano piegato ai loro piedi debbono sentirsi per forza imbarazzati; debbono capire quanto sia inutile cercare posti di prestigio; debbono cominciare a desiderare di essere loro stessi servi. Fiorisce cosĂŹ la vita ‘con Cristo’. Dunque vita nuova, vita in Dio, vita con Cristo; questo dice e fa la Pasqua. Allora, di cuore, buona Pasqua a tutti! Possiate (possiamo!) risorgere con Cristo per una vita nuova!

͛͞ —Ž–—”ƒ ‡ …‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‡ Giuseppe De Rita. Un Paese senza legge nĂŠ desideri

͚͜ …‘�‘�‹ƒ Vescovo e fornai per il riposo festivo

͜͜ ’‘”– Il Brescia trema, ma lo sguardo è al futuro


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Mons. Marco Alba, Fausta Ambrogi, don Riccardo Bergamaschi, don Adriano Bianchi, Rossana Bianchi, Riccardo Bonardi, mons. Luigi Bonfadini, Barbara Bonomi, Michele Busi, mons. Giacomo Canobbio, Ivano Cristini, Danila D’Incà , Giovanni Falsina, Angelo Farisoglio, padre Francesco Ferrari, Alberto Festa, Pierangelo Giudici, don Antonio Lanzoni, don Angelo Maffeis, don Mario Metelli, don Marco Mori, don Massimo Orizio, Luciano Pace, Silvana Platto,

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mons. Cesare Polvara, Adriana Pozzi, Andrea Re, Fabio Righettini, don Gianfranco Rossi, don Paolo Salvadori, Francesco Tomasoni, mons. Renato Tononi, Renato Turini, Paolo Zaninetta, madre Eliana Zanoletti. Sono questi i nomi dei 35 membri della Commissione ante-preparatoria che, presieduta dal provicario generale mons. Cesare Polvara (nella foto), è da qualche settimana al lavoro per l’avvio della fase preparatoria del Sinodo sulle unitĂ pastorali.

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arissimi, mi è stato suggerito di spiegare al presbiterio e alla diocesi le motivazioni che mi spingono e gli obiettivi che mi riprometto con il prossimo Sinodo sulle unità pastorale. E lo faccio volentieri con questa lettera.

La parrocchia. La nostra pastorale è fondata da secoli sulla parrocchia e sul parroco strettamente legati tra loro. La Chiesa locale (la diocesi) è articolata in parrocchie e ciascuna parrocchia è assegnata a un parroco che ne è pastore proprio e ne ha quindi piena responsabilitĂ . Naturalmente possono darsi delle collaborazioni – soprattutto in momenti di particolare necessitĂ : confessioni generali o sagre patronali – ma la relazione parrocchia-parroco rimane assoluta ed esclusiva: nella parrocchia il parroco è tutto, fuori della parrocchia è niente. Questa definizione pastorale ha avuto degli enormi meriti: ha permesso anzitutto una presenza capillare della Chiesa sul territorio, la vicinanza continua alle singole famiglie nei momenti importanti della vita. Il parroco era sentito (e in alcune parrocchie è ancora sentito) come uno di casa. Questo stile di servizio ha favorito nei parroci il senso di responsabilitĂ e ha prodotto esperienze di dedizione ammirevole al ministero. Si pensi, ad esempio, a quel modello straordinario che è il Santo Curato d’Ars. L’ecclesiologia. Siamo però testimoni e attori, oggi, di cambiamenti profondi che obbligano a ripensare la situazione. La mobilitĂ delle persone è notevolmente aumentata e oggi quasi tutti si allontanano dalla loro residenza per andare a scuola o al lavoro o al luogo di divertimento; spesso a casa rimangono solo gli anziani. Attraverso la radio e la televisione il mondo intero entra nelle singole case e le persone diventano consapevoli di drammi che si svolgono fisicamente lontano; si aggiunga internet attraverso cui il singolo utente naviga nel mondo intero alla ricerca di ciò che lo interessa e costruisce legami

con persone diverse. Il territorio rimane ancora un elemento essenziale per definire l’identitĂ della persona e della famiglia, ma ormai non è piĂš il riferimento unico o decisivo. Se vogliamo seguire le persone e agire sul loro vissuto dobbiamo creare una pastorale che attraversi i diversi luoghi in cui le persone vivono e s’incontrano. Molto si è fatto con quella che veniva chiamata ‘pastorale d’ambiente’ – pastorale scolastica, pastorale del lavoro e cosĂŹ via. Ma le trasformazioni sono piĂš profonde di quanto la pastorale d’ambiente riesca a cogliere. In secondo luogo l’ecclesiologia (e

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l’insegnamento del Vaticano II) ci ha insegnato l’importanza decisiva della comunione per cogliere il senso della Chiesa. La parrocchia, come espressione di Chiesa, riesce a comprendere la sua identità e a vivere la sua missione solo se rimane aperta in modo vitale alle altre parrocchie

e alla Chiesa particolare (la diocesi); i confini mantengono un significato giuridico prezioso, ma non possono diventare limiti invalicabili per l’azione pastorale. Insistere troppo sull’identitĂ parrocchiale e dimenticare la comunione diocesana fa perdere alcuni elementi preziosi dell’ottica di comunione. Infine la diminuzione del numero dei preti rende impossibile l’affidamento di ogni parrocchia a un parroco come nel passato. Dal punto di vista del territorio le scelte diventano: o eliminare le piccole parrocchie o affidare piĂš parrocchie a un singolo parroco. Entrambe queste soluzioni non soddisfano perchĂŠ sono troppo rigide e inevitabilmente producono spazi sempre piĂš ampi non raggiunti dall’attivitĂ pastorale. Le unitĂ pastorali. La creazione di unitĂ pastorali non risolve tutti questi problemi. Mi sembra, però, che aiuti ad affrontarli meglio perchĂŠ va nella linea di una maggiore flessibilitĂ . Si spezza il legame rigido parrocchiaparroco e se ne crea uno piĂš ampio: unitĂ pastorale (quindi un insieme di piĂš parrocchie) ed ĂŠquipe pastorale (quindi un insieme di presbiteri e di altri operatori pastorali). Questo permette una maggiore valorizzazione delle attitudini di ciascun operatore (prete giovane o prete anziano o diacono o catechista‌.) entro una visione unitaria di servizio. Nello stesso tempo questa articolazione pastorale favorisce la vita comune dei presbiteri (che non è e non diventerĂ un obbligo ma è un’opportunitĂ preziosa che risponde a reali bisogni), la collaborazione e la corresponsabilitĂ (perchĂŠ c’è un programma pastorale che può essere fatto solo sollecitando il servizio di molti; e se molti debbono operare insieme diventa piĂš facile che riflettano e decidano e verifichino insieme), l’attivazione di abilitĂ nuove (un parroco, per quanto geniale, non riesce a fare tutto quello che una comunitĂ umana oggi richiede; si pensi anche solo al mondo di internet o all’attenzione alle dinamiche del mondo giovanile). Come dicevo, sono ben lontano dal ritenere che le unitĂ pastorali siano

la soluzione dei problemi pastorali attuali. I cambiamenti richiesti sono ben piĂš profondi e si radicano nella cultura del mondo contemporaneo. Ma sono convinto che le unitĂ pastorali sono un elemento della soluzione e che, se fatte bene, possono favorire una trasformazione di tutto il tessuto pastorale, possono stimolare l’impegno di molti. Il rischio è che l’unitĂ pastorale sia percepita e vissuta come un’altra forma dell’accorpamento

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Il primo è stato quello del 1134 convocato dal vescovo Manfredo. L’ultimo, nel 1979 dal 7 al 9 dicembre, quello indetto da mons. Luigi Morstabilini. A conclusione della visita pastorale, nella traccia allora segnata dal Concilio Vaticano II e nel tentativo di cogliere lo spirito che avrebbe potuto animare le sfide per il futuro per tre giorni 473 persone (153 sacerdoti, 25 religiosi, 50 religiose e 245 laici) si confrontarono e prefigurarono

norme, orientamenti pastorali e impegni a cui fare fronte nella comunione di fratelli che credevano e speravano insieme. “Per una Chiesa comunitĂ che segue e annuncia Cristoâ€? fu il tema che, nella chiesa del Centro pastorale Paolo VI trasformata in aula sinodale (nella foto), guidò le riflessioni di quelle intense giornate che si aprirono con una celebrazione nella chiesa di Sant’Afra ed ebbero la loro chiusura in Cattedrale.

di presenza di questo genere: i gruppi di ascolto del Vangelo, le cellule di evangelizzazione, le comunitĂ famigliari, le piccole comunitĂ di base e cosĂŹ via. Le forme sono molteplici ma nascono tutte da un bisogno sentito che è quello della prossimitĂ . In una comunitĂ cristiana ci si deve sentire prossimi gli uni degli altri; non ci possono essere persone o famiglie che nessuno ha in nota; bisogna che ogni battezzato senta di essere parte viva della comunitĂ . E tutto questo si può ottenere solo con uno sforzo grande di prossimitĂ . In particolare capisco che le unitĂ pastorali non sono la soluzione ultima della pastorale cittadina. La città è un sistema unico con dinamiche proprie e la pastorale deve cercare di intrecciare questo sistema di vita nei suoi gangli vitali, i luoghi di incontro, i flussi di spostamento delle persone. Questo pone un problema che, mi sembra, non siamo ancora in grado di affrontare e di risolvere. In ogni modo, sono convinto che l’articolazione della diocesi in unitĂ pastorali vada nella direzione giusta e che quindi di questo si possa e si debba discutere per giungere – se abbiamo un sufficiente consenso – a una decisione. Credo di avere giĂ detto a sufficienza che non si tratta di cam-

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delle parrocchie e in questo modo si verifichi quella rarefazione della presenza sul territorio che vorremmo invece evitare. Per questo abbiamo bisogno di accompagnare la formazione delle unitĂ pastorali con forme di capillaritĂ che facciano capire e vedere alla gente che la Chiesa c’è, che è accanto a loro, che li cerca, che si mette al loro servizio. La pastorale contemporanea ha inventato (sta inventando) una molteplicitĂ di forme

PerchĂŠ il Sinodo. Il motivo poi per cui desidero prendere questa decisione in un Sinodo si rifĂ alla tradizione della Chiesa. Il Sinodo fa parte della tradizione piĂš antica della vita ecclesiale ed esprime nel modo migliore quel dinamismo di comunione che deve innervare tutte le scelte della Chiesa. La Chiesa non è una democrazia nella quale il potere appartiene al popolo e viene eventualmente gestito attraverso l’elezione di rappresentanti. Ma la Chiesa non è nemmeno una monarchia assoluta nella quale il potere appartiene al re e ai sudditi è lasciato solo il dovere dell’esecuzione fedele. La Chiesa è comunione gerarchica: le decisioni appartengono al vescovo, ma il processo che conduce alle decisioni deve coinvolgere tutta la comunitĂ . Tutti i battezzati sono portatori della sapienza del Vangelo e sono mossi dallo Spirito Santo. Sarebbe

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stolto non ascoltare chi ha realmente (anche se non tutto) il dono dello Spirito; sarebbe arrogante pensare di avere in modo completo questo dono senza il bisogno di confrontarsi con gli altri. Certo, un cammino di comunione non semplifica i passi e per certi aspetti può renderli anche piĂš difficili. Solo se tutti sono davvero in ascolto dello Spirito, cercano non di prevalere ma di contribuire a formare una convinzione condivisa, sono liberi da impulsi di orgoglio e di autoaffermazione‌ solo in questo caso la logica sinodale si rivela vincente perchĂŠ rende tutti davvero corresponsabili. Il cammino sinodale funziona bene solo se è accompagnato da umiltĂ , saggezza, desiderio di comunione, servizio fraterno. La scelta di fare un Sinodo è una scommessa: scommetto sulla maturitĂ di fede della Chiesa bresciana. Sono convinto che sia una Chiesa matura, capace di riflettere nella pace e nella fraternitĂ ; capace di decidere senza animositĂ e senza parzialitĂ ; capace di accettare le decisioni senza risentimento. La sfida è tanto piĂš importante nel contesto culturale attuale che non è certo incline alla sinodalitĂ ma piuttosto allo scontro a trecentosessanta gradi. Se la Chiesa bresciana riesce a fare trionfare lo spirito sinodale sullo spirito di contrapposizione e contrasto obbedisce allo Spirito e nello stesso tempo immette nella societĂ preziosi valori di comunione. Intendo quindi il Sinodo come un momento solenne della vita diocesana, ma non come un momento straordinario. Vorrei, piuttosto che la logica sinodale entrasse nel vissuto quotidiano delle nostre comunitĂ e che la celebrazione di Sinodi finisse per apparire cosa normale. Non è un ‘evento’, come oggi si dice; è una funzione normale dell’esistenza diocesana. Questi sono i motivi della scelta di fare un Sinodo. Non sono ancora in grado di determinare i tempi della celebrazione perchĂŠ non vorrei che una definizione prematura impedisse la riflessione calma e il contributo di tutti. Per di piĂš nel 2012 si celebrerĂ a Milano l’Incontro mondiale delle famiglie che coinvolgerĂ anche le diocesi della regione. Staremo attenti a che le due celebrazioni non s’intralcino a vicenda. Con questi intendimenti pubblicherò tra qualche settimana il decreto che indice il Sinodo secondo gli esiti della consultazione fatta in tutte le zone pastorali; e chiedo a tutti di vivere questo momento di grazia con fede e con gioia.

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In Terra Santa diminuisce l’afusso di pellegrini, a causa del clima di tensione e dei controlli serrati ai check-point fra i Territori palestinesi e lo Stato di Israele. Circa 10mila fedeli hanno partecipato alla processione per la Domenica della Palme, guidata da mons. Fouad Twal, patriarca latino di Gerusalemme. Il numero è in calo rispetto alla media di 20mila pellegrini che ogni anno compiono il percorso dal villaggio palestinese di Betfage ďŹ no alla

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cittĂ vecchia di Gerusalemme. Padre Marcello Gallardo, vicecancelliere del Patriarcato latino di Gerusalemme afferma all’agenzia AsiaNews, che “molti cristiani di Betlemme e Ramallah non hanno partecipato alla processione, a causa dei pochi permessi rilasciati dalle autoritĂ israeliane, in occasione della Settimana Santa. Nonostante le difďŹ coltà – aggiunge – i pellegrini sono ancora numerosi e nei prossimi giorni affolleranno i luoghi santi della

Passione di Cristoâ€?. Secondo il sacerdote il clima che si respira fra i fedeli è di gioia e la gente sta vivendo con grande fervore e devozione il periodo pasqualeâ€?. Padre Athanasius Macora, ex direttore del Christian information Center (Cic), spiega che rispetto agli anni passati i luoghi santi sono meno affollati. Secondo il Cic alcuni stranieri hanno cancellato le loro prenotazioni a causa della situazione di tensione in Medio Oriente.

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ogliere l’embargo di Israele dalla Striscia di Gaza: è questo, secondo Silvia Stilli, portavoce della piattaforma per le Ong italiane in Medio Oriente, il modo migliore per raccogliere il testimone di Vittorio Arrigoni, il volontario e giornalista, assassinato la scorsa settimana nella Striscia. Il rapimento e l’uccisione del trentaseienne italiano ha riproposto in maniera drammatica la situazione nella Striscia di Gaza dove vivono 1,5 milioni di persone sottoposte dal 2007, ovvero da quando Hamas ne ha assunto il controllo, ad embargo da parte di Israele che, per evitare che arrivino rifornimenti di armi, ha imposto rigide limitazioni su cosa può o non può entrare nel territorio. Si tratta, denunciano le organizzazioni umanitarie, di “un assedio di stampo medievaleâ€? che va a colpire gli abitanti della Striscia. Il risultato di questo assedio, secondo Samah Sabawi, scrittrice e attivista palestinese di nazionalitĂ australiana e rappresentante di Australians for Palestine, è che il 55% della popolazione di Gaza è vittima dell’insicurezza alimentare e il 10% dei bambini di Gaza è preda di disturbi della crescita e della malnutrizione. Una situazione denunciata ancora in questi giorni dallo stesso parroco di Gaza, padre Jorge Hernandez: “La situazione sociale ed economica a Gaza resta drammati-

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colpi sono arrivati molto vicino alle nostre abitazioniâ€?. Decine di giovani palestinesi e pacifisti hanno organizzato nei giorni scorsi marce di protesta e di lutto per ricordare l’attivista Vittorio Arrigoni ucciso nella Striscia. A Gaza, la manifestazione è avvenuta nella piazza Jundi, dove i giovani si sono radunati portando bandiere palestinesi e italiane, insieme a grandi foto di Arrigoni. Altre manifestazioni di lutto e preghiere si sono tenute nella West Bank e a Betlemme, sulla piazza della NativitĂ . Vittorio Arrigoni, 36 anni, soggiornava a Gaza dal 2008 ed era conosciuto

da tutta la popolazione. Il suo corpo è stato ritrovato impiccato e torturato a poche ore dalla diffusione di un video che lo ritraeva nelle mani di alcuni salafisti che per il suo rilascio domandavano ad Hamas la liberazione di loro correligionari. Ihab al-Ghoussein, portavoce del ministero degli interni di Hamas, ha espresso la sua condanna per l’esecuzione, “un crimine atroce che non riflette i nostri valori, la nostra religione, i nostri costumi e tradizioniâ€? e ha giurato di portare davanti alla giustizia i gruppi salafiti che ne sono colpevoli.

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( QHJOL VFRQWUL VSXQWDQR OH ERPEH D JUDSSROR Si sono ormai concentrati a Misurata e Ajdabiya gli scontri di maggiore intensitĂ tra le forze del colonnello Muammar Gheddafi e i rivoltosi che controllano la regione orientale della Cirenaica: lo hanno affermato all’agenzia Misna responsabili di alcune organizzazioni umanitarie che operano in Libia. Nonostante gli scontri in atto, nel porto di Misurata è potuta attraccare una seconda volta in pochi giorni una nave dell’Organizza-

zione internazionale per le migrazioni (Oim) che sta cercando di portare in salvo migliaia di migranti africani intrappolati dal conitto. La missione ha permesso di consegnare medicinali e altro materiale indispensabile per gli ospedali e di portare un secondo gruppo di migranti a Bengasi, in Cirenaica, prima del loro trasferimento in Egitto e negli altri Paesi d’origine. Secondo il direttore dell’ospedale al-Hikma, in città dall’inizio degli scontri le

vittime sarebbero state circa 1000, per l’80% civili. Ha suscitato perplessitĂ la notizia del rinvenimento di bombe a grappolo a Misurata. Riferita dall’organizzazione non governativa Human rights watch, anche se non ancora veriďŹ cata con altre fonti, la notizia apre a un ulteriore inasprimento del conitto. Secondo la Campagna italiana contro le mine, l’ordigno di cui ha dato notizia Human Rights Watch sarebbe di produzione spagnola: un Mat-120,

con un proiettile di mortaio di 120 millimetri che si apre a mezz’aria rilasciando 21 submunizioni su una vasta area. Esplodendo a contatto con un oggetto, ogni sottocarica si disintegra in frammenti ad alta velocitĂ in grado di ferire e uccidere. “L’uso di cluster bombs dimostra che sono le popolazioni civili ad essere le principali vittime della guerraâ€? ha affermato Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna italiana contro le mine.


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Â?Â?‹‰”ƒ–‹ ‡ †‹‘…‡•‹ ’‡” Žǯ‡Â?‡”‰‡Â?œƒ “All’emergenza le diocesi hanno risposto immediatamente, quello di cui abbiamo bisogno oggi è la deďŹ nizione di accordi con i soggetti referenti, siano essi regioni o protezione civileâ€?. CosĂŹ Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas Italiana, fa il punto della situazione per quanto riguarda l’accoglienza attivata dalle diocesi italiane per far fronte all’emergenza sbarchi. Ad oggi il sistema di accoglienza della Caritas ha accolto circa 600 migranti provenienti da

Lampedusa in circa un centinaio di diocesi dove sono stati attivati 3300 posti. Una risposta rapida in contrasto con l’idea delle tendopoli, “soluzione che non avevamo mai accolto sin dall’inizio�, sono ancora considerazioni di Forti. Tra le regioni in cui le diocesi hanno attivato l’accoglienza ci sono, oltre alla Sicilia, la Toscana e l’Umbria per prime, poi Sardegna, Puglia, Campania, Emilia Romagna, Lombardia e, per ultimo, il Friuli Venezia Giulia.

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ei giorni scorsi il Senato ha approvato un emendamento che di fatto impone uno stop al programma di rientro italiano nel nucleare. Il provvedimento adottato ha rimandato a fine estate ogni decisione sulla costruzione delle prime quattro centrali nucleari in Italia. Si preferisce attendere il pronunciamento dell’Unione europea in merito alla siciurezza degli impianti. Lo stop, come hanno confermato diverse fonti governative, è la diretta conseguenza del disastro nucleare di Fukushima e delle preoccupazioni destate nella comunitĂ scientifica internazionale. Con lo stesso emendamento il Senato ha dato mandato al Consiglio dei ministri di definire una nuova strategia energetica per il Paese. La decisione, un vero e proprio passo indientro rispetto alle dichiarazioni di alcuni ministri che nei giorni successivi al disastro nucleare giapponese avevano ribadito l’intenzione di procedere con i piani adottati, ha scatenato le consuete polemiche politiche. Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha affermato che l’emendamento “consentirĂ al Governo di accelerare sulla presentazione di una nuova strategia energetica nazionale, a cui stiamo giĂ lavorando con forte impegnoâ€?. Diverse le reazioni di esponenti delle opposizioni che non hanno visto nello stop un ripensamento

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me previste per la realizzazione di impianti nucleari in Italia, decisa dal Governo, “è una buona notizia con riservaâ€?. Per Mascia si tratta di una notizia positiva “perchĂŠ si è deciso di mettere da parte un piano nucleare molto costoso, con scarsa probabilitĂ di essere ultimato, soprattutto per ragioni di sicurezzaâ€?. Ciò che caratteriza la riserva espressa dall’esperto della Fondazione Lanza è l’assenza di un piano energetico alternativo per il Paese. “Si vive sull’emergenza, sulle emozioni – afferma Matteo Mascia –. Si sceglie di azzerare il progetto nucleare dopo la sciagura di Fukushima, senza però prospettare alternativeâ€?. Di buona notizia, in sede bresciana, parla anche Roberto Rossini, presidente delle Acli provinciali. In un comunciato l’associazione di via Corsica afferma che “il Governo pone cosĂŹ rimedio, almeno parzialmente, alla forzatura introdotta con l’approvazione della legge 99 del 2009. Per dimostrare che non si tratta di una decisione dettata da tatticismi elettorali, ci aspettiamo che la scelta sia immediatamente accompagnata da azioni concrete e strategiche in favore delle energie rinnovabili, come indicato del resto dallo stesso ministro dell’Economia Giulio Tremontiâ€?. Le Acli e il loro presidente Rossini si augurano che anche sulla privatizzazione dell’acqua il Governo scelga di fare marcia indietro.

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Le mostre al Museo di Santa Giulia fanno rete e attivano collaborazioni con i musei limitroďŹ (il Vittoriale degli Italiani, i Musei Mazzucchelli e il Museo diocesano di Brescia): tutti i visitatori che presenteranno alla biglietteria delle mostre Matisse ed Ercole i biglietti d’ingresso di una delle tre istituzioni avranno diritto al biglietto a prezzo ridotto. La stessa promozione è valida per i visitatori che si presentano alle biglietterie dei tre enti con il biglietto delle mostre allestite a Santa Giulia.

Da 19 anni “Bonsai aid Aidsâ€? rappresenta un momento di aggregazione intorno al problema dell’Aids. L’iniziativa si svolgerĂ in oltre 3000 piazze dal 22 al 25 aprile e consisterĂ nell’informazione dei cittadini sulle problematiche inerenti l’Aids e nella distribuzione del consueto omaggio del bonsai a tutti coloro che sosterranno l’Associazione aderendo all’iniziativa. Nel Bresciano saranno 80 le piazze coinvolte dalla manifestazione il giorno di Pasqua:

La collaborazione prevede la possibilità per il visitatore di acquistare il biglietto d’ingresso alle mostre Matisse ed Ercole a tariffa ridotta (11 euro) esibendo il biglietto del Vittoriale degli Italiani, dei Musei Mazzucchelli oppure del Museo diocesano. CosÏ presentando il biglietto d’ingresso delle mostre Matisse ed Ercole alla biglietteria del Vittoriale degli Italiani, dei Musei Mazzucchelli o del Museo diocesano, si potrà usufruire a tariffa ridotta.

ad Adro, Agnosine, Bagnolo Mella, Borgosatollo, Bovezzo, Desenzano, Gavardo, Gussago, Nave, Palazzolo, Pisogne, Ponte di Legno, Rovato, Salò, Sabbio Chiese e Verolavecchia, solo per citarne alcune. Fra queste, a Brescia l’appuntamento è al Centro commerciale Freccia rossa, agli Spedali civili e in via Altopiano d’Asiago 3. Per saperne di piĂš, si può telefonare al numero verde: 800592680 (da lunedĂŹ a venerdĂŹ dalle 8 alle 16).

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1HO GLOXYLR GHOOH SDUROH O¡DUFD GHOOD 3DUROD Si è soliti dire che viviamo nell’epoca delle immagini, che soffocano le parole e riducono ai minimi termini gli spazi per la lettura. Che la nostra conoscenza della realtĂ sia alimentata piĂš dalle immagini che dall’esperienza delle cose è innegabile. CosĂŹ come è certo che la quantitĂ di immagini che ci vengono proposte, la velocitĂ con cui scivolano dai nostri occhi dentro la nostra mente, la carica emotiva che possono produrre, sono fattori che incidono sui meccanismi del pensiero, sul rapporto con le parole, sulla capacitĂ di concentrazione. Tuttavia la parola non è stata certamente cancellata. Anzi, la realtĂ dice il contrario. Le librerie, per esempio, non sono sparite. Semmai ne nascono di nuove, specie a misura di centri commerciali (ce ne sono anche a Brescia e provincia) e sono molto accattivanti per gli amanti del libro. Non solo perchĂŠ si trova una vasta offerta, anche di altri prodotti mediatici, ma perchĂŠ lĂŹ si ha la percezione di quanto sia vasta la produzione libraria. Mi è capitato recentemente di entrare in una di queste librerie e mi sono perso dentro un labirinto

di scaffali e di libri da far venire una specie di vertigine. Mi sono domandato quanti di questi libri vengono realmente letti e quanti vanno a ďŹ nire al macero. Quanti sono quelli che meritano di essere stampati e quanti invece soddisfano soltanto il narcisismo degli autori. La mia percezione era comunque quella di essere capitato in mezzo a una grande ondata, un diluvio di parole che mi davano quasi la percezione del soffocamento. Anche i giornali continuano a

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riempire le edicole e nelle case arriva una marea di carta stampata di genere vario, compresi i free-press cioè i giornali gratuiti. Per non parlare delle parole che si dicono anche in tv, che pure vive di immagini, e in radio, ascoltata piĂš di quanto si pensi. InďŹ ne non possiamo ignorare il capitolo della rete informatica e telefonica (con i cellulari pieni anche di parole scritte insieme a quelle dette). Solo il numero degli utenti attivi di

Facebook ha doppiato la boa del mezzo miliardo: alcuni di essi, naturalmente, sono piÚ attivi di altri, ma ogni giorno va su Facebook almeno la metà di tutti i suoi utenti attivi. La proprietà ci dice che l’utente medio di Facebook ha 130 amici (amici su Facebook), e gli utenti vi trascorrono complessivamente piÚ di 700 miliardi di minuti al mese. Questa cifra divisa in parti uguali fra tutti gli utenti attivi di Facebook, corrisponde a circa 48 minuti al giorno per ciascuno. In

alternativa, potrebbe corrispondere a un totale di 16 milioni di persone che trascorrono su Facebook sette giorni a settimana, 24 ore al giorno. Il che signiďŹ ca un’altra marea di messaggi e quindi di parole. E quanti sono i messaggi che passano attraverso la posta elettronica? Non so se esistono delle statistiche, ma si può dare per certo che si contano a milioni. InďŹ ne si può dire che i nuovi mass media e le immagini non hanno per nulla ucciso la parola: la stanno moltiplicando all’inďŹ nito. Semmai gli interrogativi sono altri. Riguardano lo stile di scrittura (e di lettura) sempre piĂš barbaro (con neologismi e sempliďŹ cazioni criptiche, come quelle degli sms); riguardano la manipolazione della parola, ridotta a funzioni servili piuttosto che usata come strumento di condivisione dei pensieri e dei sentimenti. Il tutto può pericolosamente trasformarsi in un’assuefazione alla superďŹ cialitĂ di una cultura commerciale. Un diluvio di parole dentro il quale la Parola è destinata a perdersi nell’insigniďŹ canza. Buona Pasqua.


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Circa un decennio fa il progetto Sanpolino rientrava per la prima volta nella pianiďŹ cazione urbanistica bresciana. I lavori di costruzione iniziarono alcuni anni piĂš tardi e tuttora Sanpolino è un “cantiere a cielo apertoâ€?. Pensato allo scopo di riqualiďŹ care la zona, il quartiere, composto da tre comparti residenziali e commerciali, è stato insignito, nel 2006, del premio Next Energy Award, dedicato a progettisti che si sono distinti nel campo della ricerca energetica.

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“Abito a Sanpolino da circa tre anniâ€? ci ha detto un residente, “mi sono trasferito qui dopo aver vissuto a lungo in paese. Qui mi trovo bene, rispetto ad altre parti della cittĂ , la zona è tranquilla, c’è verde e i mezzi di trasporto che collegano il quartiere al centro storico, sono per lo piĂš puntuali. Sicuramente alcune aree del quartiere, specialmente all’ingresso, andrebbero maggiormente curate, tuttavia, non posso lamentarmi di Sanpolino, dove ci sono anche

alcuni esercizi commerciali, come pizzerie, forneria, edicola, parrucchieri, bar. Si sente però la mancanza di una farmacia, di un ufďŹ cio postale e di un supermercato, che pur essendo presenti nelle vicinanze, sarebbero servizi sicuramente apprezzati anche in quartiere. InďŹ ne ringrazio quanti si occupano della diaconia e dei servizi religiosi per il loro impegno attento e puntuale, purtroppo penalizzato da alcune difďŹ coltĂ di comunicazioneâ€?.

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’alto tasso di disoccupazione che caratterizza la nostra societĂ e i conseguenti problemi ad esso legati ci hanno indotto a riflettere per cercare di trovare una soluzione a questa piaga. Per questo motivo abbiamo voluto dare vita al progetto “Ricuciamo la SolidarietĂ â€?, un vero e proprio laboratorio di taglio e cucito nato dalle esigenze di alcune donne immigrate residenti a San Polo e a Sanpolino, con l’obiettivo di dar loro la possibilitĂ di imparare un mestiere e l’ambizione di realizzare, un domani, una vera e propria sartoria di quartiereâ€?. Con queste parole suor Santina e suor Sabrina, suore operaie della comunitĂ Sichem di Sanpolino ci hanno presentato il progetto, ormai avviato da alcune settimane, nato dalla collaborazione tra il Comune di Brescia, la Circoscrizione Est, Casa delle Associazioni, Suore operaie, Caritas diocesana, UniversitĂ della Terza EtĂ e Fondazione Asm. “Gli incontri di “Ricuciamo la SolidarietĂ â€? si tengono ogni giovedĂŹ mattina dalle 10 alle 11.30 presso i locali di Casa delle Associazioni, che sorgono ai piedi della Torre Cimabue di San Polo, in attesa di adeguare i locali della Circoscrizione Est, a Sanpolino. Coordinate da Isabella ed Elena e seguite da una maestra di taglio e cucito, da suor Santina e da tre volontarie, vi prendono parte 22 giovani donne immigrate, di svariata

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(tre macchine da cucire e una taglia e cuci, gentilmente offerte da Fondazione A2A) ci ha costrette ad operare una selezione. Osservare l’attenzione e l’impegno che le donne iscritte mettono in questo lavoro, ma soprattutto l’aggregazione e i sentimenti di amicizia che si stanno creando, ci rende soddisfatte e veramente contente di aver intrapreso questa avventura. Attraverso il lavoro, queste donne stanno imparando che si può far fronte a numerose difficoltĂ e che, seppur nelle diversitĂ , possiamo essere uniti da un sentimento fraterno e solidaleâ€?. Ma l’impegno delle Suore operaie a

Sanpolino non si esaurisce qui: la loro accogliente casa è sempre aperta alle famiglie della zona e sono loro che, in collaborazione con le parrocchie della diaconia, portano avanti un corso per i genitori dei neo battezzati. Inoltre, ci sono le Via Crucis e i Rosari itineranti, i centri d’ascolto nei periodi forti, le celebrazioni religiose e i momenti di festa come “Il Sapore dell’Incontroâ€? che si terrĂ nel pomeriggio del prossimo 29 maggio in via Levi Sandri e che vedrĂ la presenza di stand caratteristici, giochi gonfiabili, momenti culturali e religiosi, musica e balli per tutti.

DOORJJL D FDQRQH VRFLDOH “La realizzazione del progetto di riqualiďŹ cazione dell’ex istituto geriatrico Arici Sega (nella foto il cortile interno), a San Polo, sarĂ una delle opere piĂš importanti di questo mandato della Giunta Paroliâ€? ha detto l’assessore comunale ai lavori pubblici, Mario Labolani. I locali che ospitarono la Casa di riposo sono dismessi da 15 anni e cosĂŹ, dopo alcune aste e un appalto, mai portato a termine, la scelta del Comune di Brescia è stata impronta-

ta al sociale. La consegna del progetto deďŹ nitivo è avvenuta il 16 marzo, mentre l’1 aprile è stata ďŹ rmata la convenzione tra Comune e Regione che si impegna ad elargire al primo circa sette milioni di euro sui 20 previsti per la realizzazione effettiva del progetto. I lavori si dovrebbero concludere entro tre anni: al termine degli stessi, quindi, tra il quartiere di San Polo e quello di Sanpolino sorgerĂ una sorta di piccolo borgo connesso e integrato

ad entrambi. 76 nuovi alloggi a canone sociale e moderato, circa una ventina di camere a locazione temporanea per donne in difďŹ coltĂ , nuova illuminazione, piste ciclabili, aree verdi, esercizi commerciali, parcheggi e un punto famiglia per informare e orientare la cittadinanza sui servizi offerti dal Comune. Il tutto, a pochi metri dalla nuova Rsa attualmente in costruzione, che sarĂ a tutti gli effetti operativa tra la ďŹ ne del 2011 e l’inizio del 2012.

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‹…‘”†‘ ‘Â? ÂƒÂ–Â–Â‹ÇŁ ’”‘–ƒ‰‘Â?‹•–ƒ …—Ž–—”ƒŽ‡ Il 2 ottobre 2011, nel salone Fra Gabriele della parrocchia di Santa Giovanna Antida di Brescia, nel quartiere Abba/Torricella, si terrĂ la prima esposizione del libro dialettale bresciano. Nell’ambito dell’esposizione si terranno le premiazioni del Concorso di poesia in dialetto bresciano. Sia la mostra che il concorso sono dedicati alla ďŹ gura di Tom Gatti (nella foto). Mentre alla mostra dedicheremo spazio prossimamente, qui vogliamo brevemente parlare

di Tom, uno dei personaggi da annoverare tra i protagonisti della cultura divulgativa bresciana nel secondo dopoguerra. Il 20 aprile ricorreva il 30° anniversario della sua morte; era nato nel 1921. Dal padre Vittorio, editore di Mazzolari, raccolse l’amore per la cultura e per i libri. Di suo aggiunse l’amore per l’arte che lo impegnò anche nell’insegnamento. Ma ciò che piĂš lo impegnava era la scrittura che, con la collaborazione a vari giornali, fra i quali la “Voceâ€?, ebbe un posto

importante. Le pubblicazioni da lui curate riguardavano soprattutto Brescia, la sua storia, le sue tradizioni, il suo dialetto. Con don Antonio Fappani, allora direttore di “Voceâ€?, curò un’antologia del dialetto bresciano, edita nel 1971 dalla stessa “Voceâ€? e poi rieditata piĂš volte. Per questo l’iniziativa della mostra e del concorso è un giusto riconoscimento all’opera di Tom. Di lui però vorremmo ricordare anche la personalitĂ di uomo mite, che coltivava i rapporti umani nel segno

dell’amicizia, intellettualmente onesto con sĂŠ e con gli altri. Molto spesso i collaboratori dei giornali sono critici con i redattori; Tom Gatti era, invece, un collaboratore che metteva a disposizione le sue conoscenze senza pretese, felice di discuterne con i redattori e rispettoso delle decisioni redazionali. Una specie umana in via d’estinzione? Non penso. Una specie da coltivare, nel nome e nella memoria di ďŹ gure esemplari come quella di Tom Gatti. (a.o.)

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hissĂ se a Pasqua i gazebo elettorali saranno messi in un angolo. La disaffezione generale alla politica non attecchisce a livello locale. Presentate le liste, 29 Comuni bresciani si preparano al voto del 15 e del 16 maggio. La consultazione si esaurirĂ in quelle due giornate, perchĂŠ nessun paese supera quota 15mila abitanti. Barghe con una sola lista è una mosca bianca in confronto a quanto succede in provincia dove le divisioni o divergenze sono sfociate nella nascita di piĂš liste, molto spesso piĂš per questioni personali che per diversitĂ di vedute. A Pontoglio e a Corte Franca siamo in presenza di cinque liste. Sul territorio si assiste al proliferare delle civiche (alcune pure, altre spurie); l’unico partito che quasi dappertutto si presenta con il proprio simbolo è la Lega Nord che vuole contarsi per contare ancora di piĂš nel Governo. In alcuni casi la scelta potrebbe rivelarsi un boomerang. Si pensi al caso

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ed Enrico Salvinelli (Forza Nuova). A Bagnolo Mella la contesa è a quattro: Giampietro Donini (Civica Bagnolo Donini Sindaco), Silvana Davini (Con Bagnolo a sinistra), Alberto Cigala (Cambiamo con appunti) e Cristina Almici sostenuta da Lega e Pdl, che si era giĂ presentata come candidata nel 2001. Bagnolo (9397 votanti), Nave (8694 votanti) e Ospitaletto (9641 votanti) sono i tre Comuni piĂš rappresentativi chiamati alla prova del voto. Sono 13 i Sindaci che si ripresentano davanti alle urne per un secondo mandato: a Barghe, Castel Mella, Collio, Corte Franca, Esine, Isorella, Moniga del Garda, Ono San Pietro, Ossimo, Pian Camuno, Polpenazze, Soiano del Lago e Torbole Casaglia. A Isorella, invece, si ricandida l’attuale sindaco Francesco Piccinelli (OnestĂ democrazia-chiarezza) che se la vedrĂ con Chiara Pavesi (in questo Comune piccolo è stato trovato l’accordo Lega Nord e Pdl) e con l’ex segretario della Cisl bresciana Renato Zaltieri (Ci-

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vica Isorella “Terra tra fiumiâ€?), che ha coinvolto persone non legate ai partiti. Altri come Francesco Ghiroldi (giĂ sindaco per due mandati consecutivi prima di Elio Tomasi a Piancogno) e Carlo Zamboni (giĂ sindaco a Poncarale) ritornano in gioco dopo alcuni anni per la carica di prima cittadino. A Piancogno la lista politica (la Lega), che nel 2006 vinse con il 72,94% dei voti, si affida a Ghiroldi e sfida Virginia Bruna della civica “Uniti per Piancognoâ€?.

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La questione A2A continua a tenere banco nell’agenda politica bresciana. Tra scambi di accuse e polemiche in seguito alle dichiarazioni del consigliere della Lega Nicola Gallizioli – poi sfiduciato dallo stesso sindaco Paroli – che aveva criticato aspramente la gestione Tarantini. I gruppi consiliari del Partito democratico, della Sinistra Arcobaleno e dell’Italia dei Valori hanno fatto fronte comune per chiedere chiarezza. Le tesi dell’assessore Di Mezza del Pdl (che considera la partecipazione in A2A finanziaria) e del capogruppo Pd Del Bono (che guarda all’utilitĂ sociale complessiva dell’azienda) sono lontane, anche se il presidente del Comitato di Sorveglianza Tarantini non è dello stesso parere: “Siamo disposti a un confronto sulle tesi di Di Mezza e Del Bono.

Ăˆ giusto che il Comune debba dare indirizzi. Ma devono essere basati su dati confortati da chi vive l’azienda dal di dentroâ€?. C’è anche chi nelle dichiarazioni di Tarantini intravede nuovi scenari politici (nuove maggioranze o meglio maggioranze allargate) all’orizzonte di Palazzo Loggia, anche se per il momento tutto sembra lontano. Del Bono ha parlato di “inadeguatezza politicaâ€? da parte di chi governa; cosĂŹ si “rischia di far perdere altri due anni alla cittĂ . Ora siamo al dunque delle questioni e bisognerĂ prendere delle decisioni invece che barcamenarsiâ€?. Se la maggioranza deve fare i conti con alcune contraddizioni interne, l’opposizione nelle parole di Del Bono sembra compatta su un tema importante e strategico per la cittĂ come quello di A2A.

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La festa di San Gottardo inizia mercoledĂŹ 4 maggio, festa liturgica dei Santi Gottardo e Floriano. Le S. Messe saranno celebrate alle ore 8 alle 11 e alle 17. Sabato 5 maggio la Santa Messa si celebrerĂ alle 17. Domenica 8 maggio le celebrazioni saranno alle ore 9 e alle 11 con la Messa solenne presieduta dal cancelliere vescovile, mons. Marco Alba, e condecorata dalla corale S. Cecilia di Flero. Nel pomeriggio alle 17 la Messa solenne condecorata dalla corale S. Maria

Le Acli propongono due iniziative nel campo del turismo responsabile. Nell’ambito del percorso “Altrogiro Altroviaggioâ€?, che ha giĂ portato numerosi giovani a NomadelďŹ a e alla ďŹ era “Fa’ la cosa giustaâ€? di Milano, i Giovani delle Acli, Ipsia e la Commissione giustizia e pace propongono per sabato 30 aprile la visita a Casa Giona di Breno (nella foto). Casa Giona è il centro di pronta accoglienza per l’emarginazione realizzato dalla parrocchia nel 1999. La partenza

Assunta di Gussago cui seguirĂ la tradizionale processione in chiostro e la benedizione con la reliquia del dito di San Gottardo. I pellegrini e visitatori saranno accolti durante tutte le giornate della festa con stand gastronomici e potranno ammirare la mostra patrocinata dall’Associazione Artisti “Martino Dolciâ€? degli artisti: Fausto Redaelli, Loredana Mor, Gianluigi Magri, Angelo Gavezzoli, Giuliano Magri, Milly Turlini. Non mancherĂ la tradizionale pesca di beneďŹ cenza.

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è prevista per le 9 (dalla sede di via Corsica 165) e il rientro per le 18. Per il secondo anno il Punto Famiglia di via Corsica e il Centro turistico delle Acli propongono alcune opportunitĂ (tra mare e montagna) di vacanze a “basso costoâ€? per le famiglie. 10 proposte per rispondere alle diverse esigenze e soddisfare le aspettative di gruppi o singole famiglie che intendono la vacanza come occasione di “fare comunitĂ â€?. Per info, tel. 0302294030 o www.aclibresciane.it.

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’Ufficio documentazione e ricerca pedagogica, settore pubblica istruzione, del Comune di Brescia ha varato il progetto “Una Santa per amica: Sant’Angela Merici, messaggera di pace e amore a Brescia e nel mondo e amica dei bambiniâ€?. Il progetto è curato da Donatella Maldina, funzionario dell’Ufficio stesso. Il progetto è nato grazie al sostegno del Vescovo di Brescia, di mons. Mario Vigilio Olmi, di don Daniele Saottini responsabile Ufficio scuola della diocesi, della Compagnia di S. Angela, del prof. Gianpietro Belotti dell’Ateneo di Brescia, dell’avv. Sara Squassina. Nell’ambito del Piano dell’offerta formativa, trasversale alle 21 scuole dell’infanzia comunali, si è pensato di offrire ai bimbi una prospettiva nuova dando voce al messaggio della grande Santa e declinandolo nei cinque campi d’esperienza previsti nelle integrazioni Irc alle indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione del febbraio 2010. Il percorso nelle sue linee generali è stato condiviso e realizzato anche a livello di scuola primaria trovando presso tutti i bimbi grande attenzione e interesse. La storia di Angela Merici è stata scelta per molteplici ragioni. Le principali si possono cosĂŹ sinteticamente indicare: nella sua storia esemplare di

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l’emancipazione della donna; nella creazione di una Regola contenente specifiche indicazioni, ma importante categoria di pensiero cui fare riferimento in ogni contesto di convivenza civile. Queste ragioni possono bastare per comprendere quanto attuale e significativa possa divenire la vita di Angela, seppur a distanza di oltre quattro secoli dal 1540, anno della sua morte, anche per i bimbi in etĂ scolastica. Accanto alla narrazione e all’utilizzo del mezzo grafico è stata costruita la “Scatola delle Parole Prezioseâ€? per contenere i termini importanti che i bimbi via via apprendevano e ricollocavano nel quadro degli apprendimenti acquisiti.

$VO SRVWL OHWWR LQ SL Con una delibera la Regione prevede l’istituzione di strutture destinate a pazienti sub acuti, per lo piĂš cronici. “Nonostante in questa delibera ci siano alcuni punti critici che richiedono di essere chiariti, alla luce dell’attuale situazione demograďŹ ca, l’istituzione di queste nuove strutture, parrebbe essere particolarmente adatta al nostro tipo di societĂ â€?, ha detto, durante un convegno presso Fondazione Poliambulanza, il prof. Enrico Agabiti Rosei, ordinario di Medicina interna presso l’UniversitĂ degli Studi di Brescia. “Nel 2010 l’etĂ media dei pazienti ricoverati in Medicina si aggirava intorno ai 70/75 anni: la maggior parte di loro sono fragili e spesso soli e la nascita di strutture come quelle previste consentirebbe a coloro che soffrono di patologie croniche non eccessivamente gravi, la possibilitĂ di essere assistiti 24 ore su 24 in una struttura

adeguata. SarĂ importante che il personale in servizio presso queste strutture sia collegato e integrato con gli ospedali e collabori con i medici di famiglia mentre a monte, dovrĂ essere la stessa UniversitĂ a formare i futuri medici. Dello stesso parere anche il dott. Angelo Bianchetti, direttore del Dipartimento di medicina e riabilitazione dell’Istituto clinico Sant’Anna di Brescia: “Negli ultimi anni, l’etĂ media dei pazienti dimessi è sempre piĂš alta; di conseguenza, piĂš alta è l’etĂ dei pazienti, maggiore è il tasso di disabilitĂ degli stessi. Strutture come quelle che sorgeranno, potrebbero essere un ottimo supporto agli ospedali per acuti dove per problemi di tempo e di sovraffollamento non è possibile ottenere un recupero completo di alcuni tipi di paziente. Alcune perplessitĂ sono state invece espresse dal dott. Carmelo Scarcella (nella foto), direttore Ge-

nerale dell’Asl di Brescia: “La prevista nascita di strutture destinate a pazienti sub acuti, rischia di diventare una pezza alle attuali difďŹ coltĂ : sarebbe opportuno uno sforzo maggiore per incentivare il passaggio delle informazioni. Inoltre, sarebbe auspicabile che strutture come queste fossero di proprietĂ del territorio piĂš che degli ospedali e lo dimostra il fatto che, il II livello assistenziale domiciliare Asl, da tempo avviato presso gli ospedali di Leno, Orzinuovi e Villa Gemma sta dando i suoi frutti. La delibera regionale contempla due possibilitĂ : la nascita del reparto intorno a un ospedale o la nascita dello stesso in un’altra struttura sanitaria. Asl Brescia prevede la creazione di un’ottantina di posti letto in cinque nuovi reparti, che si aggiungeranno ai 17 esistenti presso le tre strutture giĂ citate, per un totale di 97 postiâ€?.


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tradizionali delle opere sulla crociďŹ ssione. Secondo il prof. Bellini è presente “Un campionario di varia e attuale umanitĂ che affolla l’impianto pittorico del trittico di Repossi: donne dagli abiti di foggia orientale da un lato, il “venditore di doloreâ€? e le maschere con gli aspetti negativi del mondo dall’altro compartecipano nella penombra alla luminosa scena centrale in cui campeggia la straordinaria e sobria compostezza del Cristo in croce, con la Mater Dolorosa,

Maria Maddalena, padre David Maria Turoldo e un bambino mutilato dalle guerre che dilaniano l’umanitĂ di oggiâ€?. Suggestiva l’animazione musicale della serata, coordinata da Alessandro Gozzini, con l’esecuzione dello “Stabat Materâ€? di Pergolesi interpretato dal soprano Virginia Magatelli, dal mezzosoprano Raffaela Ravecca e dall’organista Alessandro Casari. L’opera verrĂ collocata nella chiesa di Santa Maria Maggiore, centro della devozione mariana di Chiari,

dove si trovano giĂ opere dello scultore Pietro Repossi (1902 – 1983), padre di Giovanni, come la statua della Madonna utilizzata nelle processioni, a cui i clarensi sono legati, o alcuni bronzi. VerrĂ cosĂŹ a crearsi, con la sistemazione deďŹ nitiva della “Luce dalla Croceâ€? un percorso di spiritualitĂ , un dialogo artistico tra padre e ďŹ glio, che racconta la devozione clarense degli ultimi 100 anni. Il catalogo illustrato dell’opera è curato da Gam Editrice di Rudiano. (p.f.)

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’istituto Bonsignori, in collaborazione con il Comune di Remedello, ha organizzato un convegno di eccellenza dal titolo “Educare alla legalitĂ â€?. Dopo il saluto del dirigente scolastico Venceslao Boselli, che ha espresso soddisfazione per il ruolo della scuola nel promuovere valori educativi, ha preso la parola il prof. Rocco Resta, moderatore dell’incontro che ha insistito sulla qualitĂ d’eccellenza dei relatori e sull’importanza della formazione alla legalitĂ delle classi dirigenti sia nei livelli medio-alti che nei piccoli. Il sindaco di Remedello, Francesca Ceruti, ha esortato i giovani a non violare la legge per non incappare nella pene previste dalla Giustizia. Il moderatore del dibattito nel passare la parola al dott. Quaranta, giĂ Procuratore al Tribunale dei Minori di Brescia, ne ha presentato l’eccellente curriculum. Quaranta ha dedicato la vita alle istituzioni, vivendo scortato nel periodo della lotta al terrorismo; il procuratore Quaranta sostiene che la legge, per vitalizzare la legalitĂ , deve essere chiara, uguale per tutti i cittadini, certa nella pena e rieducativa per lo stesso imputato. Ricordando il sacrificio della vita di diversi magistrati come Falcone, Livatino, nella lotta alle ille-

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za amministrativa. Quaranta ha affidato ai giovani presenti il futuro della societĂ e, pur garantendone l’accompagnamento, ha ceduto loro metaforicamente il testimone. Il procuratore generale Papalia ha espresso soddisfazione per le iniziative sulla legalitĂ da parte della scuola e del docente Resta. La legalitĂ , ha ribadito, è costruita attraverso la partecipazione alla formazione delle leggi ed è sinonimo di autentica libertĂ . La legge deve essere uguale per tutti e riferirsi costantemente alla Costituzione. Il motto che Papalia affida ai gio-

vani è che “la legalitĂ dĂ vantaggiâ€?. Suor Rosalina della comunitĂ Shalom di Palazzolo successivamente ha incoraggiato con ardore i magistrati nel loro faticoso lavoro e, citando Sant’Agostino, ha esortato i giovani “a imparare a conoscere il Beneâ€? poichĂŠ, troppo spesso, la societĂ attuale, nel suo insieme, consegna alle nuove generazioni modelli educativi da “spazzaturaâ€?. Lo stesso padre Igor, vicario generale della Sacra Famiglia di Nazareth, ha esortato i presenti a vivere la legalitĂ nel rispetto delle regole precisando che, come tanti educatori, vorrebbe evitare di trovare propri ex-alunni nelle comunitĂ di recupero. Un passaggio chiave del convegno che ha visto in piena sintonia entrambi i magistrati Quaranta e Papalia è l’affermazione del principio che, in Italia, la Legge fa riferimento ai grandi valori della Costituzione, perno centrale della societĂ , tant’è che le leggi che ignorano questo principio vengono poi cassate dalla Corte Costituzionale. Questo potrebbe essere anche un richiamo e un suggerimento per le classi dirigenti? Gli scenari legislativi (ad esempio il processo breve), e il conflitto istituzionale (Governo, Parlamento, Quirinale) che il Paese sta vivendo andrebbero, forse, riletti alla luce di questi principi.

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ƒ”…‘ †‹ ”œ‹Â?—‘˜‹ ͚͘͘ ˆ‹‰—”ƒÂ?–‹ ’‡” Žƒ ‹ƒ ”—…‹• Nel pieno della Settimana Santa, tra i solenni riti che commemorano e fanno rivivere la passione, morte e risurrezione di GesĂš, trova spazio per esprimersi la devozione e la pietĂ popolare che in molte comunitĂ si concretizza in una cerimonia di lunga tradizione. A Barco, piccola frazione di Orzinuovi, da ben 59 anni il VenerdĂŹ Santo vengono allestiti in paese e nei campi circostanti le rappresentazioni di alcune scene della Via Crucis, che

vengono toccati dal percorso di una processione che parte alle 20 dalla chiesa parrocchiale. La rappresentazione coinvolge ogni anno circa 200 ďŹ guranti e sin dalla sua nascita ha conosciuto una libertĂ rispetto al tema proposto: alle scene della passione si mescolavano a volte episodi evangelici o tratti della vita quotidiana di Nazareth. Portata avanti dagli abitanti della frazione, la tradizione negli anni scorsi era entrata in crisi, rischiando di

scomparire. Dall’arrivo del parroco don Antonio Lanzoni, però, circa 10 anni fa, la situazione è cambiata. AfďŹ dando l’organizzazione a Ettore Bonetti e alla moglie Silvia Ferrari, la manifestazione ha ripreso vigore, arrivando anche a una certa regolaritĂ dei soggetti rappresentati. Soprattutto si respira un clima di grande partecipazione: “La cosa bella – spiegano gli organizzatori – è che molti giovani, magari coinvolti da amici, vogliono partecipare.

E quella che inizialmente era un’esperienza fatta con motivazioni diverse può diventare via verso la spiritualitĂ â€?. Il pubblico è folto, qualche migliaio di persone che affollano il percorso ďŹ no alla conclusione nei campi. In un’atmosfera suggestiva creata dalla luce di nove enormi falò, si mette in scena una crociďŹ ssione, capace di suggerire agli spettatori una profonda prospettiva con la quale accostarsi al mistero pasquale. (f.u.)

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orgosotto “ritrovaâ€? la sua “Madonna di Caravaggioâ€?. Grazie, infatti, al Rotary Club Brescia Sud-Est di Montichiari, che si è accollato l’intera spesa di oltre 5000 euro, è stato riportato allo splendore originario dopo un accurato restauro di quattro mesi l’omonimo dipinto di Giovanni Antonio Cappello (Brescia, 1669 – 1741), olio su tela risalente al XVIII secolo posto sulla parete destra della chiesa parrocchiale di Maria Immacolata. L’opera era anticamente ubicata nella seicentesca chiesa del Suffragio: mancano, tuttavia, testimonianze sul periodo in cui essa è stata successivamente spostata nel luogo di culto della frazione monteclarense. Palpabile è la soddisfazione del par-

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N O VIT À EMANUELA LA FEDE

LA FAMIGLIA E IL DISAGIO DEI FIGLI 2670 - pp. 128, â‚Ź 9,00

Se il percorso di crescita dei figli mette in luce sempre piĂš momenti di disagio dei ragazzi stessi, i genitori tentano di trovare a loro modo delle soluzioni alle difficoltĂ che incontrano. Questo testo propone riflessioni e spunti per alleggerire le fatiche educative vissute dalle famiglie di oggi.

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roco, padre Rinaldo Guarisco, che alla presentazione dell’opera restaurata, lo scorso 18 aprile, a cui hanno partecipato anche amministratori comunali e rappresentanti del Rotary monteclarense e del consiglio pastorale parrocchiale e degli affari economici, ha elogiato “quanti hanno voluto il restauro di questo prezioso olio su tela che per noi parrocchiani è fondamentale stante la devozione secolare che abbiamo verso la Madonna di Caravaggio. E visto che abbiamo altri due dipinti da sistemare, quelli raffiguranti Santa Lucia e Santa Apollonia, siamo sempre disponibili ad accogliere quanto ci offrirĂ la Provvidenza‌â€?. Il sindaco di Montichiari Elena Zanola ha puntato il suo intervento ricordando la religiositĂ â€œche ancora è viva e fervida nella nostra cittĂ , basti pensare alle 30 chiese, oggi rimaste 19, che anticamente erano presenti sul territorio; rivolgo un plauso alla comunitĂ di Borgosotto per il significativo evento che presentiamo oggiâ€?. “Volevamo realizzare qualcosa di importante per l’ambito locale – ha commentato Elena Albini Albini, presidente del Rotary Club Brescia Sud-Est Montichiari – e grazie all’intuizione di Ferdinando Lazzari, un nostro socio, si è pervenuti a ridare alla comunitĂ uno dei quadri piĂš belli della chiesa parrocchiale, segno del ruolo di servizio che il nostro sodalizio, che proprio quest’anno festeggia le 30 primavere, ha come filosofiaâ€?. All’inaugurazione del dipinto era presente anche il restauratore Romeo Seccamani che ha tratteggiato le varie fasi del lavoro ricordando come l’opera fosse “in condizioni pessime, dovute anche alla sua persistenza in luoghi umidi che ne aveva danneggiato soprattutto la parte inferiore. Problematico si presentava anche lo strato pittorico tanto che gli angoli risultavano completamente distruttiâ€?. Il lavoro di restauro, dunque, si è presentato particolarmente complesso, ma è riuscito perfettamente grazie ad un intervento certosino e delicato. E per dare modo a tutti di ammirare il dipinto domenica 8 maggio, al termine della Santa Messa delle 11.30, lo stesso sarĂ benedetto e presentato alla comunitĂ parrocchiale di Borgosotto. Per l’occasione è stato invitato Umberto Sesini, autore di un libro sulla devozione alla Madonna di Caravaggio, che testimonierĂ l’importanza di tale culto nel bresciano.

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fondo nazionale politiche sociali ha registrato una diminuzione di quasi il 50%. Il fondo “Non AutosufďŹ cienzeâ€? sul quale i Comuni della Valle hanno costruito le proprie politiche domiciliari rivolte alle persone anziane e disabili, nel 2011 è stato azzerato. “In questi ultimi anni – scrive Francesco Abondio, sindaco di Darfo Boario Terme e presidente della conferenza – l’unica nota di stabilità è stata rappresentata dal costante e imprescindibile intervento della

Regione che, attraverso il fondo sociale ha consentito al Distretto di mantenere un livello di qualitĂ dei servizi erogatiâ€?. Il fondo sociale regionale per la Valle Camonica ha sempre avuto un trasferimento pari a circa 1 milione di euro. Il previsto dimezzamento metterebbe i Comuni (che oggi coprono il 70% del bilancio sociale) nell’impossibilitĂ di agire. L’assemblea dei sindaci, all’unanimitĂ , ha sottoscritto una mozione a Formigoni afďŹ nchĂŠ ripristini le risorse. (e.g.)

Risultato, peraltro, considerato ottimo: oggi i tre centri storici sono tirati a lucido, ripuliti tutti gli angoli piĂš nascosti, bonificate e purificate a fondo anche le tante fontane pubbliche del Comune, lavate con idranti e spazzate con ramazza tutte le stradine, i vicoli, i porticati e le tante piazzette che caratterizzano questa comunitĂ . Ma soprattutto, volontari e disabili hanno costruito assieme una storia: quella del lavoro umano e possibile per tutti, senza discrimini e senza barriere, senza il ritmo frenetico e a volte impossibile da sostenere, soprattutto per chi ha problemi piĂš degli altri. Soddisfatti gli abitanti delle tre frazioni, soddi-

sfatta l’Amministrazione comunale, soddisfatti gli attori di questo piccolo ma importante percorso, che chiedono al Comune di continuare con iniziative analoghe. Lo chiedono i volontari, lo chiedono i disabili psichici, lo chiedono le loro famiglie.

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ra gli episodi umani, di riscatto sociale, di lavoro come umanizzazione della persona, ve n’è uno piccolo ma molto significativo che vale la pena di conoscere: è l’esempio messo in campo a Berzo Demo, la cui Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Corrado Scolari con l’ottima collaborazione del vicesindaco Gian Eusebio Bernardi e l’appoggio di una maggioranza coesa, ha sperimentato, nel piccolo, quello che potrebbe diventare la societĂ tutta nel suo insieme. Utilizzando alcune economie interne

di gestione, è stato studiato un “voucher socialeâ€? da distribuire a quattro cittadini del Comune, in cura presso il Cps, per sostenerli in lavori socialmente utili e adatti alla loro situazione fisica e psichica. Proprio negli ultimi anni, le tre frazioni che compongono il Comune, Demo, Berzo e Monte, hanno visto rinascere i loro centri storici con la posa in opera di percorsi interni in porfido alternato all’acciottolato nobile e ben curato. Centri storici diventati belli, attraenti e piĂš umani: ma difficili da pulire, ad esempio, con la moderna “motospazzaâ€?. Ecco la necessitĂ che qualcuno, dotato di

pazienza e con tempo a disposizione, ripulisca a dovere questi preziosi percorsi, tanto cari agli anziani e graditi ai turisti. Compresa la situazione, un gruppo di volontari del paese si è rimboccato le maniche garantendo al Cps e all’Amministrazione comunale la piena collaborazione: loro e i quattro concittadini “disabili psichiciâ€? avrebbero ripulito i centri storici. Il tempo a disposizione era un mese: ma in due settimane il lavoro è stato compiuto a regola d’arte. Segno, questo, che dimostra la grande motivazione nel mettere in moto un meccanismo che va ben al di lĂ del risultato concreto.

I sacerdoti aiutano tutti.

Aiuta tutti i sacerdoti. Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità , conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e v e n g o n o d i s t r i b u i t e a t u t t i i s a c e r d o t i , s p e c i a l m e n t e a q u e l l i d e l l e c o m u n i t à p i Ú b i s o g n o s e , c h e p o s s o n o c o n t a r e c o s Ï su l l a g e n e r o s i t à d i t u t t i .

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La Scuola di alta formazione manageriale di Assocamuna ha offerto un evento di grande attualitĂ . Presso l’Incubatore di Imprese di Cividate Camuno, Fabio Sdogati, docente di Economia internazionale al Politecnico di Milano e al Mip, ha tenuto una lezione dal titolo: “La nuova geograďŹ a della crescita e della stagnazione (Libia, Giappone, globalizzazione: nuovi scenari tra tendenze globali e crisi regionaliâ€?). L’evento, patrocinato da “Impresa e Territorio, ha voluto essere

MartedĂŹ 26 aprile a Esine alle ore 20.45, presso la chiesetta della Visitazione della Beata Vergine Maria Sacca di Esine via Santa Maria, 1, va in scena “La risurrezione del Lariceâ€? con Alessandro Mor per la regia di Alessandro Quattro. Alessandro Mor è la voce del dolore raccontato dallo scrittore russo Varlam Ĺ alamov, autore de “I racconti della Kolymaâ€?, un viaggio straziante nel ricordo delle terribili condizioni di vita

occasione di approfondimento circa i nuovi scenari internazionali a fronte dei recenti eventi che stanno caratterizzando la scena mondiale, primi tra tutti quelli libici e quelli giapponesi. L’oratore, membro del gruppo di studio del Cnr per lo sviluppo economico ed economia internazionale, ha offerto un approfondimento agli imprenditori della Valle. Nel frattempo continua la “Scuola di alta formazione manageriale�, che termina il 14 maggio. Per info: telef. 0364/534580.

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in un lager sovietico. Dopo tutti gli orrori un ramo morto di larice, l’albero della Kolyma, ritorna in vita come fosse la voce dei morti che ci chiedono di ricordare. L’ingresso è libero ďŹ no a esaurimento posti disponibili. L’iniziativa rientra nella sezione “Terre di passioneâ€? per il programma 2011 di CruciďŹ xusFestival di Primavera è il piĂš importante festival italiano dedicato a teatro, arti, musica e tradizioni del sacro.

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a Provincia di Brescia (assessorato Economia e Lavoro), con il concorso attivo degli enti territoriali (Comuni e ComunitĂ montana) e delle organizzazioni sindacali ha avviato il progetto “Valcamonica-Sebino bresciano 3â€? a sostegno dei soggetti deboli che sono esclusi dal mercato del lavoro e che versano in particolari condizioni di svantaggio e fragilitĂ professionale. L’intervento è stato illustrato a Breno, presenti l’assessore provinciale Giorgio Bontempi e quello comunitario Fabio Fanetti. Il progetto è gestito tramite il portale “Sintesiâ€? (http:// sintesi. provincia. brescia. it), utilizzato per la trasmissione dei dati e la gestione dei servizi della Provincia. L’intervento promuove e valorizza le risorse locali ed è rivolto a 25 donne disoccupate di tutte le etĂ , sole e con figli a carico, che hanno perso il posto di lavoro nel triennio precedente (2008-2011), non percettrici di alcuna indennitĂ , o sostegno al reddito, legati al loro “statusâ€?; 25 soggetti “overâ€? 55,

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Le risorse finanziarie sono pari a 9.500 euro (valore massimo ed onnicomprensivo) e sono distribuite in modo tale da incentivare il raggiungimento dell’obiettivo occupazionale a seconda delle criticità che si evidenziano in relazione allo status del destinatario. In particolare per il target n. 1 (donne), le risorse sono cosÏ attribuite: euro 1.500 per l’ente accreditato per i servizi al lavoro: 3.600 borsa lavoro per la destinataria che partecipa alle azioni previste dal progetto; 2.000 per servizi di formazione; 2.400/ 1.200 per contributo all’azienda che assume. Per il target n. 2 (over 55): 1.500 per l’ente accreditato; 6.000 per contributo destinatario al pagamento parziale/totale delle ultime 12 mensilità di contribuzione previdenziale obbligatoria da erogare come incentivo all’azienda che assume; 2.000 per formazione intra-aziendale, affiancamento di un tutor aziendale. Per il target n. 3 (tirocinanti) le risorse hanno un importo variabile dagli 8.000 ai 2.000 e sono quantificate in base al tipo di rapporto contrattuale che si instaura.

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&RQRVFHUVL SHU FDSLUH OH SHFXOLDULWj GHL SDHVL Il referente Andrea Richini con la redazione della newsletter “Grigna Informaâ€?, (Ersaf struttura sviluppo foreste di Lombardia, sede di Breno) in questi giorni ha dedicato la sua attenzione ai vari gemellaggi tra gli otto Comuni dell’Accordo di programma “Area Vasta Valgrignaâ€? (Artogne, Berzo Inferiore, Bienno, Bovegno, Collio, Esine, Gianico, Prestine) “Potrebbe sembrare strano – scrive Richini – che un Comune decida di instaurare un qualsivoglia sodalizio con un altro borgo che magari si trova a centinaia, talvolta a migliaia di chilometri di distanza. Eppure ogni gemellaggio è qualcosa di piĂš di una semplice scritta aggiuntiva sul cartello che segna i confini territoriali: è anzi un chiaro segno che simboleggia l’avvicinamento culturale tra realtĂ diverse e che testimonia quindi un’apertura intellettuale e sociale decisamente ammirevoleâ€?. La piccola inchiesta ha rilevato che su otto Comuni ben quattro (Berzo Inferiore, Bienno, Gianico e Prestine) non sono gemellati con alcuna cittadina. Potrebbe forse essere questa l’occasione per instaurare nuovi legami, magari con paesi che hanno a che fare con la montagna e con gli alpeggi. Dei rimanenti quattro municipi, tre sono gemellati con altri siti italiani: Esine (nella foto) con Civitanova Marche; Bovegno con Narcao, in provincia di Carbonia Iglesias (Sardegna) e Collio con Castroreale in provincia di Messina (Si-

cilia). Infine uno solo è gemellato con un paese straniero: dal 1999 infatti Artogne è legato al Comune vallone di Courcelles in Belgio: una cittadina di quasi 30mila abitanti. Tristemente famoso il disastro del 1950, quando ben 39 minatori persero qui la vita, in una miniera per una fuga di gas “grisĂšâ€?. L’evento è stato commemorato durante il 2010 nel sessantesimo.

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Si tiene il 30 aprile l’ottava edizione del Campionato lombardo sbandieratori e musici presso il Parco Piano Life di via Levadello a Palazzolo. L’evento coprirĂ tutta la giornata, prendendo il via a metĂ mattinata con la grande sďŹ lata d’apertura per le vie della cittadina, proseguendo nel primo pomeriggio con le gare nelle varie specialitĂ di singolo e coppia tradizionale, piccola squadra, giovani e gli assoli dei musici e chiudendo i battenti dopo la cena con le

Un piacevole pomeriggio con la possibilitĂ di degustare i Curtefranca Doc e Sebino Igt prodotti da 23 aziende della Franciacorta. Torna il 2 maggio l’evento “Curtefranca una Docâ€? da scoprire, alla sua seconda edizione dopo il successo del 2009 al Convento dell’Annunciata di Rovato e per la prima volta a Brescia, nella splendida cornice del Museo Mille Miglia di Sant’Eufemia. Qui il Consorzio per la tutela del Franciacorta,

ultime competizioni e premiazioni. Portavoce della manifestazione è Marco Zuccotti, membro nonchĂŠ rullante del Gruppo Sbandieratori e Musici di Mura. Dal 1991 infatti, anno in cui la festa si ripropose sempre piĂš rampante, i tamburi del suddetto gruppo cominciarono a suonare sotto il nome di Musici per poi arricchirsi nel corso delle successive edizioni con timpani, rullanti e chiarine ďŹ no a costituire l’organico attuale che dal 2002 annovera pure gli Sbandieratori.

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organizzatore dell’evento, allestirĂ i banchi d’assaggio dove i presenti potranno conoscere oltre 70 fra le migliori etichette di vini bianchi e rossi prodotti nel territorio. L’evento si svolgerĂ dalle ore 15 alle 20 del 2 maggio. Il costo d’ingresso è di 5 euro. Ad ogni visitatore sarĂ consegnato un calice per la degustazione previo versamento di una cauzione di 5 euro. Il programma dell’evento è consultabile sul sito www. franciacorta.net.

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on l’allargata veglia di preghiera che ha riunito in parrocchia attorno alle quattro suore di Cologne madre Giuseppina, suor Mariarosa, suor Giovanna e suor Enrica, anche le sorelle di Roma e Milano, ha preso avvio l’inteso programma dei festeggiamenti, nel 26° anniversario della beatificazione di madre Maria Caterina Troiani, per il centenario della Scuola dell’infanzia S. Antonio delle suore francescane missionarie. In questi giorni, la storica struttura che sorge nella via intestata all’arciprete colognese (1896-1913) don Santo Antomelli che un secolo fa la fondò, si è vestita a festa, in vista delle solenni manifestazioni di maggio. In ricordo della morte (il 6 maggio 1887) della venerata “madre dei poveriâ€?, sabato 7 maggio alle 17.30 è atteso il transito di quadro e reliquia della Santa in chiesa dove mons. Gaetano Fontana (giĂ parroco di Cologne) celebrerĂ la messa prefestiva delle 18, animata dagli amici della Beata. La preparazione spirituale riprenderĂ sabato 28 maggio col rosario meditato (sempre alle 17.30 in chiesa)

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e la messa animata dalle suore che introdurrà nel vivo delle celebrazioni di domenica 29. Alle 9 nel salone aprirà i battenti la mostra fotografica dedicata al centenario (visitabile fino al 5 giugno dalle 16 alle 17) mentre alle 10 dopo il rinfresco ci sarà il ritrovo di tutti i bimbi che, muniti di palloncini e accompagnati dalle note del Corpo musicale, sfileranno in corteo fino in piazza Garibaldi dove alle 10.45 li libereranno in cielo. Alle 11 seguirà un’altra solenne messa

in parrocchia con la partecipazione della Corale Montorfano e seguita dal maxi pranzo in oratorio (prenotazioni dal 26 aprile dalle suore o al 334.3557377). Alle 16 chiuderĂ lo spettacolo “La consacrazione a Dio della beata madre Caterinaâ€? curato da Studio Danza e Idea Teatro di Chiari. Ma non è tutto: è in elaborazione in questi giorni dalle mani dell’appassionata storica e scrittrice suor Maria Teresa Todaro di Roma un’opera dedicata al centenario.

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5HOD[ WUD URVH H VWRULD A Castello Quistini a partire dal 25 aprile è aperto un percorso tra giardini inglesi, rose e bioenergia per una giornata all’insegna della natura e del benessere. La Franciacorta è una terra ricca di storia, di ville e castelli e di famiglie nobili che nei secoli scorsi hanno portato ricchezza e benessere al territorio. Castello Quistini (nella foto) è un’antica villa fortiďŹ cata risalente al Cinquecento. All’interno delle mura un parco di oltre 10mila metri quadrati in cui la Famiglia Mazza dal 1999 ha progettato e realizzato un vero e proprio giardino botanico con graziosi angoli verdi, giardini segreti, orti e frutti antichi. Progettato dall’ecodesigner Marco Nieri con la tecnica del “bioenergetic landscapeâ€? a Castello Quistini è stato realizzato uno dei primi giardini bioenergetici in Italia. Le rose sono le vere protagoniste dei giardini con oltre 1500 varietĂ ,

dalle antiche alle inglesi ďŹ no alle piĂš classiche rose moderne che a partire da Maggio esplodono in colori e profumi a di poco deliziosi. Il parco e il palazzo sono visitabili ďŹ no a ďŹ ne luglio per ammirare ogni singola ďŹ oritura del parco. “Un giardino dev’essere pensato per ďŹ orire tutto l’anno – afferma la famiglia Mazza, proprietaria del palazzo – ad aprile tra i nostri giardini si possono ammirare i tulipani e le prime ďŹ oriture delle peonie, maggio è il mese delle rose e lo spettacolo è assicurato; in autunno i colori cambiano ma il fascino delle ďŹ oriture rimane con i bellissimi colori degli Aster. Molte le novitĂ 2011: un piccolo giardino degli aromi, progettato con l’intenzione di risvegliare l’olfatto della persona che sosta al suo interno circondata da profumi e odori delle piante presenti, l’innesto di nuove piante ofďŹ cinali e curative nel famoso “hortusâ€?, per un

secondo percorso olfattivo che sďŹ da i visitatori a riconoscere gli aromi piĂš utilizzati in cucina. Si possono scoprire varietĂ di frutti antichi, piante ormai dimenticate che richiamano la curiositĂ di molti per gli strani accoppiamenti sperimentati in passato, come il biricoccolo, ibrido naturale tra susino e albicocca, dal colore rosso vellutato e dal sapore dolcissimo. L’ingresso prevede una mappa dei giardini e delle sale visitabili per un percorso unico tra storia e botanica. Il percorso è arricchito da alcuni oggetti misteriosi nascosti in natura. Figure d’animali realizzati con materiali riciclati afďŹ orano dall’acqua del laghetto o tra i cespugli di rose e vi accompagneranno in questo magico itinerario. Si potrĂ visitare le domeniche e festivi dalle 10 alle 18 ďŹ no a ďŹ ne luglio. Il calendario si trova sul sito www.castelloquistini.com.


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‡œœƒœ‡ ‡ …‘�ˆ‡––—”‡ „‹‘Ž‘‰‹…Š‡ †‹ ‘‡ Giuseppe Cancarini, in arte Joe (nella foto), nel lontano 1982 decide di dare una svolta alla sua vita e acquista un rustico, con attiguo un pezzo di monte, nel Comune di Pezzaze. A soli 23 anni, ma dopo aver dato un’occhiata al mondo – ha soggiornato anche tre mesi in Nepal – lascia la pianeggiante Villa Carcina e si insedia a 750 metri di altitudine, poco distante dal santuario di Bovegno. Qui per alcuni anni si improvvisa muratore e falegname

per sistemare la cascina, quindi acquista due vacche e prova a fare il mandriano, come fanno un po’ tutti da quelle parti. Si costruisce una serra e inizia a coltivare ortaggi in modo biologico: si prepara le sementi, semina, raccoglie e cerca di distribuirli, ma con poco successo poichĂŠ il mercato non è ancora ricettivo e specie nella nostra Valle quasi tutti hanno l’orticello; nei supermercati, poi, non ci sono ancora quelle buste piene di verdura tagliata,

lavata e asciugata, che oggi va tanto di moda. Allora si specializza nella coltivazione dei piccoli frutti (lamponi, more, fragole e ribes rosso): il raccolto viene convogliato in un laboratorio artigianale di Trento per essere trasformato in succhi (lampone e mora) e confetture (lamponi, more, fragole, ribes rosso, misto bosco e castagne). Il prodotto ďŹ nito lo vende nei mercatini e nelle ďŹ ere ma anche in alcuni negozi della valle (Bionatura

di Cogozzo, Cooperativa di Tavernole, Valtrompia Market di Bovegno e Formaggeria di Concesio). Percorsa la strada che dal centro di Pezzaze sale irta e sconnessa (cosi si procede tranquilli ammirando il bel paesaggio e sono rare le automobili che arrischiano la salita) dopo alcune centinaia di metri si è accolti da Joe, che ti accompagna volentieri a visitare l’azienda. Per ora vive da solo nel suo paradiso terrestre. (g.b.)

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uando cominciarono erano una decina di soci, ora sono circa 1400 anche dai Comuni vicini: parliamo della “Associazione volontariato La Pieveâ€? di Inzino. Lo statuto all’art. 3 recita “L’associazione non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalitĂ di solidarietĂ ... a favore delle persone svantaggiate in particolare delle persone anziane... per una effettiva integrazione ed una migliore qualitĂ di vita all’interno della societĂ civileâ€?. L’iscrizione è gratuita ma obbligatoria per partecipare alle sue attivitĂ . Ăˆ nata giusto in questo periodo nel 1998. Si erano liberati dei locali a piano terra delle scuole medie in via Monte Guglielmo. L’allora sindaco Giuseppe Salvinelli, incontrando un gruppo di amici affiatati giĂ impegnati nella comunitĂ di Inzino, fece la proposta: il Comune li metteva a disposizione per iniziative a favore della terza etĂ . Detto e fat-

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600 iscritti alla fine del primo anno. C’era bisogno di cucina separata, un ripostiglio: si scoprivano due locali chiusi adiacenti, ex sede scuola scherma e giudice di pace. Il Comune forniva materiale di costruzione, piastrelle per le pareti, infissi, ecc: a tutto il resto pensavano i soci, capomastro Battista Turinelli: messa a norma cucina, ad evitare ispezioni e resto dell’autoritĂ sanitaria, servizi, bar, grande salone di accoglienza, un nuovo locale di servizio nel sottoscala. Sono lĂ da vedere: la sede è aperta 365 giorni all’anno dalle 14.30 alle 18.30 grazie a una quindicina di soci a turno. Un crescendo inarrestabile: a fianco del relax conviviale, con continua fantasia ed entusiasmo nascevano mille iniziative. Un centinaio circa all’anno: si va dalle conferenze sanitarie, ai tornei di carte; alle gite culturali (la prossima a Brescia per la mostra di Matisse) ai corsi di cucina, di ginnastica rieducativa, mostre le piĂš svariate nella sede, corsi

di giardinaggio e potatura: l’ultimo è terminato con 80 iscritti. Ăˆ un appuntamento fisso il ballo del giovedĂŹ col gruppo Villa. Offre festa annuale agli over 80, ecc. Ha una biblioteca con circa 1500 titoli, in collegamento con quella Civica. Dopo Gitti si sono susseguiti alla presidenza Angelo Orizio, Vanni Lancelloti: ora lo è Giulio Peli con vice il Vanni e segretaria Elisabetta Cornago. Il gruppo si autofinanzia; la sua sede è punto di aggregazione per tutti i sodalizi di Inzino.

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Al centro della mostra ospitata e promossa dal Comune di Marcheno sta la pazienza dell’intagliatore che, togliendo materiale dal legno grezzo, ottiene un po’ alla volta una copia della realtĂ . L’esibizione “Pensieri nel legnoâ€?, inaugurata lo scorso 19 aprile presso la Sala consiliare del municipio marchenese, è visitabile sino a giovedĂŹ 28 aprile. Protagonisti sono i lavori del maestro Abele Floccchini e quelli dei suoi allievi alla scuola di Tavernole. Nato 46 anni fa tra i prati di Pertica Bassa, tuttora Flocchini vi risiede e nella piccola frazione di Avenone ha coltivato da autodidatta la sua passione per il mestiere d’intagliatore, partecipando a numerosi concorsi e simposi per la lavorazione di legno e ghiaccio. “A Pertica Bassa – riferisce lo stesso Abele Flocchini – ho creato ‘La bot-

tega di scultura’ e da alcuni anni ho intrapreso la carriera d’insegnante in diverse scuole sia nella provincia di Brescia (Tavernole, Roè Volciano, Pertica Bassa) sia a Trento (Praso e Bezzecca). Per me il legno è materia viva verso la quale bisogna prestare ascolto, tanto che ai miei allievi non chiedo altro che lasciarsi guidare dal materiale, sentendo la forma che gli viene suggerita e adoperandosi per ottenerla grazie ai rudimenti tecnici che posso offrire loroâ€?. Alla mostra sono presenti alcune opere realizzate da Flocchini e dai partecipanti alla scuola di Tavernole. Visitabile sino a venerdĂŹ 28 aprile, rimarrĂ aperta dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 21; nelle giornate di Sabato Santo, Pasqua e LunedĂŹ dell’Angelo l’orario andrĂ dalle 15 alle 21.

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ƒ”†‘Â?‡ ƒŽ ”‘Â?’‹ƒ Dz „Ž‘Â?‘˜Ǥ ‡––‹ ‹Â? ÂƒÂŽÂŽÂ‡Çł Letti. In quel participio passato di una lettura che è scorsa e nel morbido oggetto di un notturno desiderio di sogni sta l’anima di “Oblomov. Letti in Valleâ€?, festival dei narratori che dal 5 al 7 maggio torna ad animare la biblioteca di Gardone (nella foto). “Dopo il felice esordio del 2008 e l’altrettanto prospera edizione 2009, l’anno scorso ci eravamo fermati per mancanza di fondi – dice il direttore artistico Claudio Comini –, ma ora possiamo contare, oltre al contributo del

Comune, anche sull’appoggio della Fondazione comunitĂ bresciana. E la cosa che ci rende felici è l’attesa che si è creata attorno al festival e il fermento di tutte le persone che capitano in bibliotecaâ€?. Una 3ÂŞ edizione che vedrĂ protagonisti gli scrittori Andrea De Carlo, Marco Malvaldi, Diego De Silva, Paolo Nori, cui s’aggiungono le presenze della giornalista Elena Valdini e dei musicisti Corrado Guarini, Guido Bombardieri, Antonio Zambrini. “Abbiamo cercato di

mantenere il prezioso equilibrio tra letteratura e spettacolo che ha decretato la fortuna delle precedenti due edizioni, con una particolare attenzione all’aspetto musicale. E se parliamo di musica non possiamo dimenticare la sigla del festival (‘Scritti nel mondo, letti in valle’) incisa l’anno scorso da Piergiorgio Cinelli e ora divenuta un marchio, cosi come l’illustrazione di Alessandro Sanna, che abbiamo voluto mantenere per la sua efďŹ cacia nell’interpretare lo

spirito profondamente leggero del nostro festival di narratoriâ€?. Una rassegna che parte dall’inattivitĂ di Oblomov, personaggio uscito dalla penna del russo Ivan Goncarov e protagonista dell’omonimo romanzo. La prima serata è prevista per giovedĂŹ 5 maggio, come sempre nel cortile antistante la biblioteca comunale “Carlo Filippiniâ€?, dove con un tendone le partiture di scrittori e musicisti potranno scorrere tranquille. Info su www. bibliotecagardonevaltrompia. (a.a.)

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mmerso nel verde agli 830 metri del Colle S. Bernardo, fra l’omonima chiesetta e una storica malga, spunta con la sua cupola argentea l’Osservatorio Serafino Zani, dove con l’arrivo della primavera trova compimento un nuovo progetto didattico: la riproduzione del sistema solare in scala. “Lungo la strada che conduce all’Osservatorio – dice Tarcisio Zani – verrĂ realizzato questo modellino del sistema solare; coloro che saliranno a piedi al colle potranno immaginare di incontrare i pianeti come se la distanza che separa il Sole da Nettuno fosse ridotta alla distanza di tre chilometri: infatti, è questa la lunghezza della piacevole passeggiata che dalla chiesa della Pieve sale all’Osservatorio e lungo la quale si incontreranno pannelli che descrivono le principali caratteristiche dei corpi celesti del nostro sistema solareâ€?. Un progetto che rende sempre piĂš l’Osservatorio Serafino Zani un prezioso punto di riferimento scientifico per tutta la Valtrompia, arricchito anche da una stazione meteo giĂ presente alla specola valgobbina ma

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ora ampliata nelle sue funzioni. “I dati meteorologici raccolti – precisano gli astrofili Ivan Prandelli e Stefano Soffiantini – vengono messi in rete e sono consultabili sul sito www. astrofilibresciani.it (sezione ‘Meteo’), in modo che il pubblico possa conoscere i principali parametri del tempo prima ancora di salire al colle�. Informazioni preziose non solo per gli utenti serali dell’osservatorio, ma anche per i ragazzi delle scuole che spesso vanno in visita didattica

e per i visitatori diurni che affollano l’ampio prato pubblico sottostante la chiesetta di San Bernardo. Le attività per il pubblico riprenderanno il 3 maggio e durante l’estate sono previste serate speciali, in vista dell’eclissi totale di luna del 15 giugno e in occasione della notte di S. Lorenzo dedicata all’osservazione delle stelle cadenti. Per informazioni sull’osservatorio visitare il sito web www. astrofilibresciani.it o chiamare il numero 030.872164.



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ÂƒÂŽĂ– ƒ •…—‘Žƒ †‹ ‘Â?‘– ‹Â?’ƒ”ƒ Žƒ †‹†ƒ––‹…ƒ ‹Â? –ƒŽ‹ƒ Nasce da un incontro sportivo la collaborazione tra Gianni Lombardi e Tegla Loroupe. Il primo si occupa di atletica da molti anni, la seconda è una maratoneta di fama mondiale proveniente dal Kenya, che negli ultimi anni si è dedicata alla realizzazione di una scuola nel West Pokot. La costruzione dell’ediďŹ cio è ultimata, si tratta di organizzare la didattica per i circa 200 bambini della materna e delle cinque classi della primaria. Ed è qui che si inserisce il progetto formativo

dell’associazione “Tegla Loroupe Academy Garda brescianoâ€? al quale partecipano diverse associazioni e realtĂ scolastiche del Garda, delle quali l’ente capoďŹ la è il liceo E. Fermi di Salò. Il ďŹ ne del progetto è di far conoscere realtĂ differenti agli ospiti che partecipano allo scambio culturale. Al momento sono ospitati in Italia dall’associazione il preside della scuola “Tegla Loroupeâ€?, che sta facendo un tour per le scuole gardesane per apprendere l’organizzazione delle segreterie e

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ÂŽ ‹––‘”‹ƒŽ‡ ‘Â?˜‡‰Â?‘ †‹ •–—†‹ una ďŹ sioterapista dell’associazione di padre Kizito che lavora a Kibera, lo “slumâ€? piĂš esteso di Nairobi, la quale sta svolgendo un periodo di stage presso l’Anffas di Maderno. “L’idea Č‚ spiega Gianni Lombardi Č‚ è di continuare questo scambio di conoscenze: ad aprile, periodo di vacanza in Kenya, ospitiamo noi qualcuno, mentre ad agosto, periodo di ferie per noi, qualche docente dall’Italia potrebbe andare in Kenya per portare la sua esperienzaâ€?. (l.p.)

Il 6 maggio, dalle 9.15, si tiene al Vittoriale il Convegno di studi: “Il Medioevo di Gabriele d’Annunzioâ€?. VerrĂ siglato un protocollo d’intesa fra la Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, il Comando generale dell’Arma dei Carabinieri – Reparto investigazioni scientiďŹ che (Ris) di Cagliari e l’UniversitĂ degli Studi di Cagliari. VerrĂ presentata la collaborazione con l’UniversitĂ Ca’ Foscari di Venezia. Fra gli altri, partecipa con una relazione Franco Cardini (nella foto).

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l 22 aprile verrĂ inaugurata, al Museo del Divino Infante di Gardone Riviera, la mostra collaterale “Ex votoâ€?, composta da una serie di tavolette votive appartenenti ad una collezione privata. La direttrice del museo, Hiky Mayr, ha deciso di affiancare alla mostra permanente delle statuette raffiguranti GesĂš bambino, di cui è anche la proprietaria, un’esposizione di quadretti votivi che raccontano un periodo storico che va dal Seicento al Novecento. L’offerta di doni votivi risponde alla primordiale esigenza dell’uomo di eludere un male temuto ricorrendo a forze occulte, oppure propiziandosi una divinitĂ con la promessa di un dono ed esprimendo gratitudine per il beneficio ricevuto. L’ex voto dipinto associava la funzione di scioglimento del voto a quella di ampliamento del culto attraverso la comunicazione della grazia ricevuta: in passato infatti le immagini votive venivano esposte sui muri dei santuari per testimoniare e divulgare la grazia all’intera comunitĂ . Quest’ultimo aspetto conferisce ai dipinti la funzione storica di documenti che testimoniano gli usi e costumi di un passato piĂš o meno lontano. Accanto all’esposizione di ex voto si potranno sempre visitare gli spazi in cui sono alloggiate le oltre 200 sculture italiane del Bambino GesĂš: la collezione Hiky Mayr rappresenta

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angeli o Santi: cosĂŹ con una paziente ricerca nei negozi di antiquari o nei mercatini ho potuto acquistare diverse statue e infine riunirle tutte in questo museo, ormai cinque anni faâ€?. L’edificio che ospita l’esposizione, situato in una zona vicino al Vittoriale (via dei colli 34), quasi nascosto dalla vegetazione circostante, si presenta agli occhi del visitatore come un’oasi di pace e meditazione. La struttura, ricavata da un ex albergo ormai abbandonato, è stata interamente ristrutturata dalla signora Mayr rispettando lo stile delle strutture vicine. Collezionista, architetto e anche restauratrice: la Mayr si dedica infatti ad un lavoro di recupero e restauro delle statuette esposte. “Ho acquistato queste opere nei mercatini antiquari e molte di esse erano in condizioni conservative pessime, per cui ho sentito l’esigenza di prendermene cura personalmente facendo attenzione all’originalitĂ del materiale e all’iconografiaâ€? ha raccontato la Mayr. La mostra di ex voto si potrĂ visitare fino al 2 ottobre con i seguenti orari: venerdĂŹ, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, nei periodi dal 22 aprile al 3 luglio e dal 2 settembre al 2 ottobre; tutti i giorni tranne il lunedĂŹ dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 nel periodo dal 5 luglio al 28 agosto. Per ulteriori informazioni consultare il sito www. il-bambino-gesu.com.

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‹‡”ƒ ƒ Â?‘˜‹–Â? †‹ Dz1 Â•Â–Â‘Â”Â‹ÂƒÇł Essendo Gavardo sede del Sistema museale della Valle Sabbia, nel programma ďŹ eristico di quest’anno si è voluto inserire una nuova, qualiďŹ cante iniziativa dal titolo emblematico â€œĂˆ storiaâ€?. Negli orari di apertura della ďŹ era viene gratuitamente offerta la singolare opportunitĂ di fare un’esperienza unica ed indimenticabile: un viaggio nella storia lungo 45 minuti. Si tratta di un percorso sensoriale ideato dagli organizzatori della

manifestazione in collaborazione col Sistema museale della Vallesabbia e la Fondazione Valle delle Cartiere. In un padiglione, appositamente allestito, il percorso si snoderĂ secondo tre ďŹ loni storici principali: il primo condurrĂ le persone dalla preistoria all’etĂ romana; il secondo le porterĂ dal Medioevo al Rinascimento; mentre il terzo e ultimo farĂ vivere loro esperienze sensoriali inerenti l’epoca moderna e

la rivoluzione industriale, con una divagazione centrale riguardante l’UnitĂ d’Italia per celebrarne il 150° anniversario. Per poter assimilare gli aspetti che contraddistinguono ogni epoca storica ai visitatori verrĂ offerta l’opportunitĂ di prendere parte attiva ai laboratori pratici e manuali. Gli operatori museali guideranno nel percorso indossando gli abiti tipici di ogni epoca che verrĂ anche ricreata attraverso: proiezioni, suoni,

esposizioni di oggetti speciďŹ ci. Una passeggiata nel tempo dunque imperdibile; unica ed indimenticabile, destinata soprattutto a genitori e bambini. La Fiera prevede un’ampia zona espositiva e commerciale con lo stand gastronomico tradizionale alpino, il luna park, percorsi sensoriali, la fattoria didattica, le esibizioni folkloristiche e tradizionali. La Fiera è aperta sabato 30 dalle 9.30 alle 22 e domenica dalle 9.30 alle 22.

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opo le festivitĂ pasquali che quest’anno includono anche il 25 aprile, in Gavardo l’atmosfera di festa continua, anche se in toni piĂš profani, per la ricorrenza dei Santi patroni Filippo e Giacomo e del Calendimaggio. La fiera del 1° maggio fa risalire le sue origini fino al Medioevo ed è merito degli industriosi gavardesi l’averla saputa mantenere viva nel tempo: sopressa nel periodo dell’ultimo conflitto mondiale è stata ripristinata nel 1956 con l’istituzione di un Ente organizzatore. L’esposizione fieristica gavardese, in programma il 30 aprile e 1° maggio prossimi, raggiunge quindi quest’anno il prestigioso traguardo della 55ÂŞ edizione. Per l’occasione il presidente Daniele Comini e il nuovo direttore dell’organizzazione Emanuele Turelli hanno progettato la fiera secondo uno stile innovativo “formato famigliaâ€?. L’intento è quello di dare alla manife-

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stazione una forte caratterizzazione locale per differenziarla dalle altre fiere bresciane e per matenere vivo l’interesse del pubblico. Fedele alla tradizionale componente merceologica e commerciale la fiera ospita quest’anno 70 standisti, suddivisi in tre padiglioni interni e una ventina di commercianti che espongono all’esterno. Si aggiungeranno in oltre tante attrattive rivolte alle famiglie: lo stand sensoriale sulla storia, le dimostrazioni pratiche degli artigiani e degli artisti valsabbini, lo spazio riservato alle fattorie didattiche, la mostra di 40 vespe originali prodotte fra gli anni ‘50 e ‘70. Come sempre farĂ da contorno il luna park, allestito in piazza Aldo Moro. La fiera gavardese è ora candidata all’inserimento nel cartellone dell’Expo mondiale del 2015 e, in quanto manifestazione del territorio valsabbino a vocazione rurale, si propone di ospitare nei prossimi anni, sotto l’egida di

“Festival delle valli ruraliâ€?, le valli del panorama lombardo, successivamente quelle del territorio italiano, nel 2014 quelle del continente europeo e nel 2015 quelle dislocate in tutto il mondo. Per quest’anno comunque la valle protagonista sarĂ quasi esclusivamente la Valle Sabbia. L’idea è che la fiera gavardese possa nel futuro diventare un punto di incontro e di confronto per le valli rurali mondiali, oltre che di scambio promozionale delle proprie eccellenze e delle proprie economie. Con questo programma ambizioso, come dice il sindaco Emanuele Vezzola (nella foto): “Sulla nostra tradizione gloriosa stiamo impostando il nostro futuroâ€? per essere protagonisti all’Expo 2015. “In questa fiera – prosegue il primo cittadino – è rappresentata la storia economica d tutta la nostra cittadina dal dopoguerra ad oggi. Ăˆ molto di piĂš di una fiera: è un momento in cui la comunitĂ si ritrova,

si confronta, si apre all’esterno. Per noi è un momento irrinunciabile della vita socialeâ€?. Il programma della manifestazione prevede l’inaugurazione alle ore 11 di sabato 30 aprile con la tradizionale sfilata dalla sede del municipio verso i padiglioni espositivi, aperta dallo spettacolo degli sbandieratori della Franciacorta. I padiglioni espositivi inizieranno ad accogliere i visitatori a partire dalle 10 del mattino fino alla sera di domenica 1° maggio. Sul palco allestito al centro del palazzetto, cuore dell’intera manifestazione, si susseguiranno durante le due giornate piccoli e grandi eventi. GiĂ da tempo fervono i preparativi per allestire all’interno e all’esterno del polo fieristico aree verdi e nuove zone espositive. Al termine del percorso fieristico i visitatori verranno accolti da una stand gastronomico gestito dalle locali Penne nere, come degna conclusione di una manifestazione rigorosamente tradizionale.


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I gruppi folkloristici valsabbini si esibiscono all’interno del Festival internazionale della valli rurali: sabato 30 aprile alle 17 e alle 20 e domenica 1° maggio alle 11, alle 15.30, alle 17.30 e alle 20.30. Spazio anche ai sapori con la dimostrazione della lavorazione casearia tradizionale alla fattoria didattica. Quando? Sabato 30 aprile alle 11.30, alle 14 e alle 18 e domenica 1° maggio alle 10, alle 14 e alle 17. Per informazioni piĂš dettagliate, si può consultare il sito www.fieradigavardo.it.

Sotto l’egida dell’importante evento mondiale che coinvolgerĂ la Lombardia, nasce la nuova ďŹ losoďŹ a della Fiera di Gavardo. Il progetto è chiaro quanto deďŹ nito. Gavardo e la Valle Sabbia, in quanto territori rurali a vocazione tradizionale si sono candidati formalmente per ospitare, nel 2015 all’interno del cartellone dell’Expo, un evento di natura internazionale riguardante proprio la ruralitĂ delle zone di montagna. Per questo, a partire dall’edizione 2011 della Fiera,

comincerĂ a circolare il nome di “Festival internazionale delle valli ruraliâ€?. Nella kermesse in programma il 30 aprile e 1° maggio la valle protagonista sarĂ la Valle Sabbia. Ma per il futuro la strada è giĂ tracciata: il prossimo anno si inviteranno valli del panorama lombardo, nel 2013 del territorio italiano, nel 2014 del continente europeo e l’anno dell’Expo, si cercherĂ di avere la presenza di valli rurali dislocate in tutto il mondo. Un programma ambizioso, che fornisce

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un grande respiro al presente proiettandolo verso il futuro. I passi formali sono giĂ stati svolti e si attende l’ufďŹ cialitĂ del percorso, che andrĂ condiviso che tutti gli altri enti locali della zona, ma nel progetto generale c’è l’idea che la Fiera di Gavardo possa diventare la vetrina all’interno della quale le valli rurali di tutto il mondo si incontrato e si conoscono, mettono a confronto le proprie dinamiche promozionali, le eccellenze, le micro e macro economie.

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anta longevitĂ meritava un nuovo stile e una nuova filosofia di fondo. La kermesse (in programma il 30 aprile e 1° maggio prossimi) ha visto un rinnovamento che l’ha portata a presentarsi al pubblico come una fiera in “formato famigliaâ€?. Tante le attrattive rivolte al target famigliare: dallo stand sensoriale â€œĂˆ storiaâ€? allestito in collaborazione con il Sistema museale della valle, alle dimostrazioni pratiche degli artigiani e degli artisti valsabbini, con spazio per fattorie didattiche, luna park (allestito in piazza Mercato). Dalla presenza di sbandieratori, alla mostra, unica nel suo genere, che porterĂ in fiera quaranta vespe originali prodotte fra gli anni ‘50 e gli anni ‘70. Ma la fiera, tenendo fede alla sua vocazione, avrĂ una forte componente merceologica e commerciale: saranno 70 gli standisti che presenteranno i loro prodotti negli spazi interni, suddivisi in tre padiglioni e una ventina i commercianti che esporranno negli spazi esterni della manifestazione. Rinnovata anche l’immagine: l’edizione 55 della kermesse presenterĂ

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un nuovo titolo: Fiera di Gavardo e Valle Sabbia‌ verso l’Expo 2015, grazie alla scelta di candidare questo evento, nei prossimi anni, all’inserimento nel cartellone del grande Expo mondiale che coinvolgerĂ l’intero territorio lombardo. Il programma prevede l’inaugurazione alle 11 di sabato 30 aprile, con la tradizionale sfilata dal palazzo del municipio verso i padiglioni espositivi, aperta dallo spettacolo degli sbandieratori della Franciacorta. I padiglioni espositivi cominceranno ad accogliere i visitatori a partire dalle 10 del mattino. Fino alla domenica sera (1° maggio) sarĂ poi un alternarsi di piccoli e grandi eventi, sul palco allestito al centro del Palazzetto dello sport, cuore artistico e ludico dell’intera manifestazione. Per l’occasione anche il polo fieristico gavardese è stato tirato a lucido, con la piantumazione di tutte le aree verdi, creando un invidiabile giardino e polmone verde, ma anche con l’allestimento di una nuovissima area espositiva esterna, ritagliata alle spalle delle tribune dello stadio comunale. Il percorso obbligato della fiera porterĂ i visitatori verso la zo-

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na interna, poi li condurrĂ nella zona esterna, al termine della quale è stato posto uno stand gastronomico gestito dalle locali Penne nere. Anche quello, rigorosamente tradizionale. E poi c’è chi la chiama semplicemente‌ fiera. Ma è molto di piĂš: è un momento per condividere un momento di festa adatto a tutte le etĂ : sono tanti, infatti, i momenti pensati per coinvolgere i tanti visitatori (attesi a migliaia) che sceglieranno la Fiera.

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’icona russa è una delle piĂš grandi manifestazioni d’arte mondiale... le icone sono preziosi dipinti di rara bellezza, tutte penetrate di profondo significato... L’interesse crescente per l’icona russa contribuirĂ alla consacrazione della pittura dell’antica Russia come parte integrante del tesoro culturale dell’umanitĂ intera. CosĂŹ descriveva le icone russe Igor Grabar accademico dell’arte in Russia, noto pittore e critico d’arte. L’icona è arte sacra, non religiosa. L’icona va considerata uno dei piĂš emblematici esempi di arte antica, misterioso esempio di rara bellezza e chi le dipingeva

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era considerato la “mano di Dioâ€?, dove la bellezza spirituale e la bellezza estetica dovevano coniugarsi e fondersi per rappresentare la “Bellezza divinaâ€?. L’icona pretende di essere rivelazione e non descrizione del mondo divino. Perciò quando

rappresenta il Cristo, o altri personaggi sacri, mostra delle teofanie profetiche, delle visioni salvifiche il cui intento profondo è permettere l’incontro del cristiano con Dio. L’apologia dell’icona è la versione di un ragionamento che giustifica tutta l’arte sacra autentica. L’arte sacra non imita il mondo visibile materiale, e tanto meno è occasione per esibire sentimenti e giudizi personali dell’artista. Essa esiste per rendere visibili gli archetipi trascendenti che altrimenti resterebbero senza espressione le icone sono quindi emanazioni formali, proiezioni del mondo sensibile di prototipi celesti. Non sono

rafďŹ gurazioni realistiche ma simboliche, dedicate alle intensiďŹ cazioni della forma, le icone non vogliono mai rappresentare la natura. Le rafďŹ gurazioni religiose realistiche non hanno valore di immagini miracolose. In questi casi si parla non di icona ma di quadri religiosi. Mentre allo spettatore il quadro si rivela normale, il ďŹ ne dell’icona è aiutare la preghiera del credente; con l’icona si può parlare, ragionare, gridare, piangere, gioire, impetrare, e tacere, tutto viene accolto e trasďŹ gurato nel mistero. Il segreto dell’arte iconograďŹ ca sta nel fatto che essa renda manifeste e visibili quelle veritĂ salviďŹ che della

fede e che la Chiesa santa, universale ed apostolica professa nella propria dottrina. Acquistare oggi un’icona antica è come investire in un’opera d’arte importante. Molte sono dei veri e propri “fondi oroâ€?, altre sono rivestite d’argento e pietre preziose, la maggior parte sono state dipinte in epoche lontane e tutte vanno considerate “arte sacraâ€?. Il mercato sta assumendo un’importanza che pone queste opere nel novero dell’arte antica, il valore commerciale sempre piĂš notevole e in movimento, sarĂ la novitĂ assoluta nei prossimi anni nel mondo antiquariale.

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Il primo giorno della settimana, Maria di MĂ gdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che GesĂš amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!â€?. Pietro allora uscĂŹ insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse piĂš veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati lĂ , ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati lĂ , e il sudario Čƒ che era stato sul suo capo Čƒ non posato lĂ con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

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i cerca sicurezza in questo Vangelo e si trova solo la traccia di chi non c’è. Rubato, sottratto, sparito. Comunque assente. Il corpo che non c’è costringe a cercare, a correre, a guardare. Ma la mancanza, il vuoto è l’unica possibilitĂ per superare il buio della morte. Maria va al sepolcro quando è ancora buio ed è lo stesso buio che c’era nell’ora della morte, sul Calvario, il giorno prima della Parasceve. Ăˆ buio che non si dirada quando si corre soltanto verso il luogo e non si cerca che il corpo. E non ci sono angeli a spiegare cosa sia successo, perchĂŠ la pietra è spostata e il corpo non c’è piĂš. Nemmeno immaginano: piĂš sordi dei nemici che ricordavano le parole della risurrezione. Per i discepoli è ancora il tempo della nostalgia, e del bisogno del corpo. Contraddicono la speranza per il bisogno di toccare, per quel che ancora in vita, aveva detto. Speranza. Cosa avrĂ visto nelle bende, nel sudario e nei teli quel discepolo senza nome? PerchĂŠ vederli e credere. Solo

quelle cose bastano? Mentre gli altri cercano il corpo lui intuisce l’assenza. E capisce. E crede. I teli e le bende sono il segno dell’assenza, della mancanza. Sono il segno del futuro. Lui è lĂŹ a guardarli e ricorda; come dimenticare il passato? Eppure li guarda con occhi diversi. Il Signore non è lĂŹ. Potranno cercarlo finchĂŠ vorranno, ma Lui non è lĂŹ. Non potrĂ piĂš essere lĂŹ. SarĂ sempre, ma non lĂŹ. Non imprigionato nei loro bisogni, nelle loro speranze passate. SarĂ sempre nel loro futuro e come senso del loro futuro. Lui crede e comprende che da quel momento tutto è davvero compiuto perchĂŠ tutto è futuro. Loro stanno ancora cercando il buio della nostalgia mentre il discepolo senza nome guarda le bende e impara a credere. Non ha parole perchĂŠ non può e non deve parlare. Sa che sarĂ la mancanza di Lui il futuro possibile e sarĂ , insieme, il modo perfetto perchĂŠ Lui rimanga sempre con loro. Tutti i giorni. Ma costringendo alla fede. PerchĂŠ non sia permesso a loro, cosĂŹ come a noi, di ridurLo alla no-

stra misura, di concepirLo come uno di noi. Si devono guardare i segni per sentire la Sua mancanza e intuire che non sarĂ piĂš possibile averlo a disposizione nella frammentarietĂ dei giorni. Lui è l’Eterno. Ed è il futuro. Ormai è l’alba e il buio se ne va. L’aria chiara del mattino spinge a correre verso il mistero. E a chiudere le labbra per aprire il cuore, per imparare finalmente a credere. Tu, grande assente, rubato, portato via, trafugato. /In pianto, con il cuore che in gola rimbomba /per la corsa / verso il luogo dove non ci sei piĂš./ Vedere le bende: credere. /Sentire il nome: credere./ Toccarti: credere. / LĂŹ dove avresti dovuto restare non ci sei piĂš./E il luogo non è piĂš luogo, le cose non sono piĂš cose: /cercare la tua mancanza, /sperare di trovarti,/ ancora sentirti. /Dove sarĂ il tuo luogo, /dove sarĂ il posto dove poterti trovare?/ Io non lo so./ Corro col cuore in gola/ verso il posto dove non ci sei /e tento di credere vedendo qualcosa /che non sei piĂš tu./ Chiamami ancora./ Chiamami ancora.

/¡DOEHUR GL 3DYYH “Molto tempo fa, un vecchio monaco di nome Pavve piantò un albero secco, poi disse al suo giovane discepolo Kolov di innaffiare l’albero tutti i giorni finchĂŠ non fosse diventato verde. Ogni mattina Kolov scendeva fino al fiume, riempiva un secchio d’acqua e si arrampicava su per il pendio della montagna e innaffiava l’albero secco; solo all’imbrunire tornava alla sua cella stanco e sfinito. Kolov fece cosĂŹ per tre anni, silenziosamente e fedelmente finchĂŠ un bel giorno, salendo sulla montagna, non vide che tutto l’albero era ricoperto di gemme fioriteâ€?. Questo breve detto preso dalla “Filocaliaâ€?, apre il film di Andrej Tarkovskij “Sacrificioâ€?. Per il mistico regista russo è l’immagine della preghiera. Un padre racconta questa storia al suo bambi-

no invitandolo a prendersi cura di un albero secco piantato a pochi metri dal fiume. Il film narra di una catastrofe nucleare che sta conducendo il mondo verso la distruzione, ma il protagonista, Alexander, con una preghiera capovolge la situazione e ri-orienta il mondo verso la vita. Il padre rivolge al bambino alcune parole illuminanti: “ ‌ se ogni giorno, esattamente alla stessa ora, uno compisse la stessa azione, come un rituale, sistematicamente, ogni giorno alla stessa identica ora, il mondo cambierebbeâ€?. La nostra preghiera ha a che fare col mondo intero, pregando ci prendiamo cura del mondo, dell’umanitĂ e realizziamo quel compito che Dio diede ad Adamo quando gli affidò il Giardino perchĂŠ ÂŤlo coltivasse e lo custodisseÂť

(Gv 2,15). La preghiera agisce, plasma non solo la persona che prega, ma la realtĂ stessa che la circonda. Possiamo comprendere tutto questo nella fede perchĂŠ lo Spirito ha un compito ben preciso: “assistereâ€? la creazione nelle doglie del parto che Paolo descrive nella lettera ai Romani (8,2122). La creazione e la storia hanno una meta: la ricapitolazione in Cristo di tutte le cose e la preghiera ci orienta verso questo fine. Non solo, noi stessi pregando, partecipiamo a questo lavorio che lo Spirito, nel silenzio, produce continuamente nel mondo. Come un rituale, ogni mattina, compiendo la stessa identica azione, cioè la preghiera, partecipiamo e collaboriamo alla trasformazione del mondo nel Regno di Dio.


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Il “coraggioâ€? di prendere “decisioniâ€? per promuovere la libertĂ di religione e denunciare ogni forma di discriminazione per motivi religiosi in Europa e nel mondo. Lo ha chiesto il 12 aprile il card. Jean-Louis Tauran (foto), presidente del PontiďŹ cio Consiglio per il dialogo interreligioso, intervenendo a Strasburgo al dibattito sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale nell’ambito della sessione primaverile dell’Assemblea del Consiglio d’Europa.

Nell’ultimo mese diverse parrocchie hanno esposto la mostra “Beati i perseguitati per causa mia – 12 storie di martiri del nostro tempoâ€? realizzata dal Centro missionario Pime di Milano. Il tema è di stretta attualitĂ . Quasi ogni giorno le cronache portano alla ribalta casi di martiri cristiani che succedono in Paesi islamici (Iraq, Egitto, Pakistan, Sudan, Turchia), comunisti (Cina, Vietnam, Laos) o altri come India e Birmania.

Si sono riuniti nei giorni scorsi a Bruxelles i membri della Commissione “Caritas in veritateâ€? del consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee). Presidente è mons. Giampaolo Crepaldi, arcivescovo e vescovo di Trieste. La Commissione è stata istituita di recente dall’assemblea dei presidenti ed è sembrato opportuno chiamarla con lo stesso nome dell’ultima enciclica del Papa, come punto di

riferimento ispirativo ma anche, sostanzialmente, come traccia per il programma operativo. La Commissione è nata a seguito della decisione di rideďŹ nire le attivitĂ del Ccee con uno sguardo sociale, dall’attenzione all’ambiente alle migrazioni, ďŹ no a giustizia e pace. La ďŹ nalità è quella di evidenziare un’attenzione particolare alla realtĂ sociale dell’Europa nella prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa.

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rami di palma e i ramoscelli d’ulivo agitati dal vento. Immagine che si ripete ogni anno e che ci comunica la conclusione del tempo di Quaresima, ci parla della gioia dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme, quel “salireâ€? verso la cittĂ santa accolto dall’entusiasmo delle folle, che pochi giorni dopo saranno pronte a ribaltare completamente il proprio giudizio nei confronti del “profeta GesĂš, da Nazareth di Galileaâ€?. Ci parla anche della prospettiva del venerdĂŹ, di quella “salitaâ€? al monte Calvario che diventerĂ , nella domenica, la vittoria della vita sulla morte. La domenica della Palme, dunque, descrive il cammino di GesĂš verso il tempo della cittĂ santa, “verso la comune festa della Pasqua, memoriale della liberazione dall’Egitto e segno della speranza nella liberazione definitivaâ€?. Sa che lo aspetta una nuova Pasqua, ha ricordato Benedetto XVI nell’omelia pronunciata in piazza San Pietro; sa che toccherĂ a lui prendere “il posto degli agnelli immolati, offrendo se stesso sulla Croceâ€?. Un cammino verso “l’altezza della Croce, verso il momento dell’amore che si dona. Il termine ultimo del suo pellegrinaggio è l’altezza di Dio stessoâ€?, alla quale “vuole sollevare l’essere umanoâ€?. Il Papa ha sottolineato che da sempre l’uomo tende a essere come Dio,

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conquiste della tecnica ci rendono liberi e sono elementi del progresso dell’umanitĂ soltanto se sono unite a questi atteggiamenti, se le nostre mani diventano innocenti e il nostro cuore puro, se siamo in ricerca della veritĂ , in ricerca di Dio stesso, e ci lasciamo toccare e interpellare dal suo amore. Tutti questi elementi dell’ascesa sono efficaci soltanto se in umiltĂ riconosciamo che dobbiamo essere attirati verso l’alto; se abbandoniamo la superbia di volere noi stessi farci Dioâ€?. Il punto è qui, “come l’uomo possa arrivare in alto, diventare totalmente se stesso e veramente simile a Dioâ€?. Una ricerca che ha sempre impegnato l’umanitĂ e appassionato filosofi, ha ricordato il Papa. Il nostro desiderio di “salireâ€?, è un po’ come la vicenda di Icaro e delle sue ali di cera: la presunzione di poter fare tutto da soli ci porta alla sconfitta. Abbiamo bisogno di colui che ci tira verso l’alto e “nell’essere sorretti dalle sue mani – cioè nella fede – ci dĂ il giusto orientamento e la forza interiore che ci solleva in alto. Abbiamo bisogno dell’umiltĂ della fede che cerca il volto di Dio e si affida alla veritĂ del suo amoreâ€?. Abbiamo bisogno, come affermava Sant’Agostino, di “GesĂš Cristo che, da Dio, è disceso verso di noi e, nel suo amore crocifisso, ci prende per mano e ci conduce in altoâ€?.

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La “lunga notte delle chieseâ€? è il nome di un’iniziativa che è nata nell’arcidiocesi di Vienna nel 2005. All’epoca, nessuno avrebbe immaginato che il suo esempio avrebbe aperto la strada non solo a molte imitazioni., anche all’estero. PiĂš di 350mila visitatori da tutto il Paese hanno oltrepassato, l’anno scorso, i cancelli di 744 chiese appartenenti a 14 denominazioni cristiane, attirati da un programma speciale composto da mostre, spettacoli, concerti e altro. L’evento di quest’anno si svolgerĂ il 27 maggio e toccherĂ tutte le aree della vita culturale della societĂ (www.langenachtderkirchen.at). Il 27 maggio anche la Repubblica ceca aprirĂ i cancelli delle proprie chiese per la terza volta. La notte delle chiese ha una dimensione ecumenica.

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Ž‹ ƒÂ?Â?‹˜‡”•ƒ”‹ †‹ ‘”†‹Â?ƒœ‹‘Â?‡ ’”‡•„‹–‡”ƒŽ‡ In occasione della Messa crismale del GiovedĂŹ Santo, saranno ricordati gli anniversari di ordinazione. 70°: Angelo Calegari. 60°: Renato Busi, Andrea Ferronato, Secondo Moretti, Giorgio Tansini. 50°: Giovanni Arrigotti, Pier Vigilio Begni Redona, Franco Bertanza, Giuseppe Bettoni, Luigi Bontempi, Livio Cenini, Giovanni Cristini, Giovanni Dallera, Annibale Fostini, Battista Gatteri, Domenico

Gregorelli, Egidio Guizzetti, Giuseppe Minelli, Mario Pelizzari, Pietro Stefanini, Natale Tameni, Valentino Tottoli, Marco Trombini, Francesco Turla, Giovanni Pasqualino Zanotti. 25°: Claudio Ballerini, Leonardo Farina, Gianpaolo GofďŹ , Tiziano Goretti, Roberto Guardini, Pierantonio Lanzoni, Bruno Loda, Pietro Minelli, Claudio Paganini, Gualtiero Pasini, Giancarlo Pasotti, Giuseppe Pezzola, Daniele Saottini, Claudio Zanardini, Vigilio Zanelli.

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nche quest’anno si è rinnovato il consueto appuntamento per i cresimandi col “Roma Expressâ€?. L’iniziativa, propedeutica alla cresima, è organizzata dal nostro Centro oratori e coinvolge gli adolescenti, tra i 12 e i 13 anni, di Brescia e provincia. Centro caldo del viaggio è la Messa delle Palme, celebrata dal Pontefice in piazza San Pietro. Il pellegrinaggio è iniziato venerdĂŹ 15 aprile alla stazione di Brescia. Verso le 22 i giovani si sono raccolti nel piazzale, in attesa dei due treni speciali che li hanno portati a Roma. Suddivisi per oratorio e capeggiati ognuno da curato e accompagnatori, i circa 2100 “impavidiâ€? hanno salutato i genitori, ascoltando le direttive dei responsabili, ed euforici aprono gli striscioni. Tra schiamazzi e cori gioiosi il primo treno è partito verso la mezzanotte. Ăˆ proprio questa l’atmosfera che caratterizza la lunga notte insonne negli scompartimenti e che prosegue fino alle 7 di sabato, quando tutti sono scesi a Roma Termini. Dopo una breve colazione, si fa tappa nella Basilica di Santa Maria Maggiore per il momento di preghiera con mons. Luciano Monari. Il nostro Vescovo ha ripreso la Lettera pastorale e parlato dell’amore di Dio per l’uomo che uniforma le diffe-

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suggestivi: di particolare effetto la Basilica di San Pietro e le grotte vaticane. Alle 17 sono arrivati i 50 pullman, a ‘misura di cresimandi’, per il trasferimento negli alberghi. Disposti in alloggi diversi, si tirano le somme della giornata appena trascorsa. Accanto al raccoglimento non manca lo svago: una sfida a briscola, due chiacchiere davanti a una coca e, perchĂŠ no, una partita di calcio in tv. Riprese le forze dopo il meritato riposo, domenica alle 10 si è svolto l’incontro col Santo Padre. Abbracciati dall’immenso colonnato del Bernini, gli adolescenti bresciani si sono mischiati con i fedeli di tutto il mondo e si sono accalcati attorno all’altare, ove è stata celebrata la Messa in piĂš lingue e cantate, una ad una, le Stazioni della Passione di GesĂš. Papa Ratzinger esorta a una fede viva, radicata nel mondo e saluta, durante l’Angelus, i gruppi accorsi. I nostri giovani fanno altrettanto, agitando gli striscioni ed esultando a un solo grido: viva il Papa! La meraviglia è ancora presente sui loro volti, quando si recano alla stazione di San Pietro per tornare a casa. Ăˆ cosĂŹ che termina la 16ÂŞ “tregiorniâ€? a Roma. Come alla fine di una favola i protagonisti sono rinvigoriti da una forza nuova e tangibile: il “soffio caldoâ€? di Cristo nel cuore.

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VenerdÏ 22 aprile Ore 8.30 – Brescia – Ufficio delle letture e lodi in Cattedrale. Ore 20.30 – Brescia – Liturgia della passione in Cattedrale. Sabato 23 aprile Ore 8.30 – Brescia – Ufficio delle letture e lodi in Cattedrale.

Ore 22 – Brescia – Veglia pasquale in Cattedrale. Domenica 24 aprile Ore 8.30 – Brescia – S. Messa presso il carcere di Verziano. Ore 10 - Brescia - S. Messa in Cattedrale. Ore 17.45 - Brescia - Vespri in Cattedrale.

ƒ…”‹•–‹ ‡ŽŽ‡‰”‹Â?ƒ‰‰‹‘ L’Unione diocesana dei sacristi San Costanzo organizza una gita pellegrinaggio mariano-culturale per martedĂŹ 17 maggio. La meta è il Santuario della Madonna delle Grazie in Curtatone (Mantova). Partenza dalla parrocchia della Volta in cittĂ . Presso il Santuario celebrerĂ la messa mons. Egidio Caporello, vescovo emerito di Mantova. Nel pomeriggio c’è la visita alla basilica di San Luigi Gonzaga di Castiglione delle Stiviere e poi al Sacrario di San Martino Solferino.

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inquanta santuari, 293 missionari, 24 parrocchie, 14 scuole, quattro case per malati e orfani, quattro case per pellegrini, tre istituti accademici, 1 centro ecumenico, due case editrici, oltre 1.320 posti di lavoro, 501 appartamenti, 70 restaurati e 30 in via di restauro, 350 borse di studio, 157 sussidi per studenti in difficoltĂ : sono questi i numeri della Custodia di Terra Santa, alla quale i Papi, sin dal 1342, hanno affidato la cura dei Luoghi Santi. Una cura resa possibile anche grazie alla colletta del VenerdĂŹ Santo, conosciuta anche come “Collecta pro Locis Sanctisâ€?. Ogni anno, per stimolare le Chiese locali a questa raccolta obbligatoria, la Congregazione per le Chiese Orientali, nella persona del prefetto, invia una lettera a tutti i Vescovi del mondo nella quale è contenuto un appello a offrire preghiere e generositĂ concreta per la Chiesa di Gerusalemme e del Medio Oriente. Di norma la Custodia di Terra Santa riceve solo il 65% delle collette, mentre il restante 35% è destinato ad altre istituzioni che operano in Terra Santa. Le attivitĂ del Patriarcato Latino, per mandato della Santa Sede, sono sostenute dai Cavalieri del Santo Sepolcro e da altre istituzioni. Su questo appuntamento abbiamo posto qualche domanda al custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa. Come nasce la colletta del VenerdĂŹ Santo e qual è il suo significato? La colletta per la Terra Santa nasce dalla volontĂ dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi e per ricordare alla Chiesa un impegno che risale all’epoca apostolica. Nei tempi piĂš recenti Paolo VI, attraverso l’esortazione apostolica Nobis in animo (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa disponendo, tra le varie cose, che “in tutte le chiese una colletta abbia luogo il VenerdĂŹ Santo o in qualche altro giorno, con lo scopo di mantenere non solo i Luoghi Santi, ma anche ogni attivitĂ pasto-

rale, benefica, educativa e sociale che la Chiesa svolge in Terra Santa per beneficare i fratelli cristiani e la popolazione locale�. Come avete impegnato la Colletta del 2010? Con i fondi del 2010 la Custodia ha finanziato, tra le altre cose, lavori ad Ain Karem, a Betania, a Betlemme e a Gerusalemme. Si tratta di restauri, ristrutturazioni e nuove costruzioni. Nella città santa abbiamo consegnato 69 nuovi nuclei abitativi. A Magdala sono prosegui-

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ti i lavori di conservazione dell’area archeologica. A livello sociale abbiamo finanziato 360 borse di studio universitarie, sostenuto 10 imprese artigiane, attivato consulenze a famiglie in difficoltà , assistenza medica. Abbiamo dato risorse per la costruzione di campi di calcio, di basket e di una piscina a Gerusalemme. Interventi analoghi sono stati condotti anche in Siria e in Libano. Per quanto riguarda Brescia, durante la giornata del VenerdÏ Santo, tutte le comunità parrocchiali abbiano un ricordo particolare nella preghiera per i cristiani di Terra Santa; s’invitino i fedeli ad un gesto di solidarietà concreta con una colletta significativa da viversi all’interno della solenne Azione liturgica della Passione. I parroci provvederanno a consegnare in Promotoria quanto raccolto.


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In occasione della beatiďŹ cazione di Giovanni Paolo II la redazione de “La Voce del Popoloâ€? ha preparato un magazine dedicato alla ďŹ gura del Papa polacco. Viene distribuito gratuitamente alle parrocchie che ne fanno richiesta, ďŹ no a esaurimento delle copie: telefonare allo 03044250. Allo stesso numero si può prenotare al costo di 5 euro il cd audio in mp3 che Radio Voce ha realizzato sulle due visite ufďŹ ciali a Brescia (1982 e 1998) di papa Wojtyla.

L’Oftal (Opera federativa trasporto ammalati a Lourdes), sezione di Brescia, organizza un pellegrinaggio diocesano a Lourdes dal 6 al 12 agosto 2011 con gli ammalati. SarĂ presieduto da mons. Giulio Sanguineti, vescovo emerito di Brescia. Lo scopo prioritario dell’Oftal è quello di prestare assistenza materiale, spirituale e morale ai malati nel corpo e nello spirito. L’Associazione per raggiungere i propri ďŹ ni si poggia sul volontariato

Dal 3 al 9 maggio, il gruppo “Mater Christiâ€? San Padre Pio di Brescia propone un pellegrinaggio ai Santuari di Francia (Ars, Parigi, Lisieux, Alençon, Tours, Nevers, Paray-leMonial, Annecy) di sette giorni e sei notti, in pullman. Partenza da Brescia martedĂŹ 3 maggio in via dei Mille e da Castenedolo. Info: Luciano 03027311010 (ora pasti), Carla 3484208785, Renata 030395060.20.15.

e non sul professionismo, in quanto riconosce il valore fondante della gratuitĂ del servizio e riďŹ uta la cultura imperante del “do ut desâ€?. Il volontariato gratiďŹ ca e fa bene. Le iscrizioni sono aperte ďŹ no a esaurimento dei posti e comunque non oltre il 30 giugno. Info: Oftal, sezione di Brescia - via Montirone, 58 - 25021 Bagnolo Mella (Brescia) Tel-Fax 030-6821720; 030-6821720; cell. 338-2123255; 338-2123255; e-mail: info@oftalbrescia.it sito: www.oftalbrescia.it

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ella splendida cornice della Cascina Foret, oratorio del Beato Palazzolo, lo scorso sabato si è svolto un convegno per celebrare i trent’anni trascorsi dalla pubblicazione della lettera Familiaris consortio di papa Giovanni Paolo II. Da allora, novembre 1981, vorticosi e molteplici i mutamenti. Come sono cambiate le famiglie e come è cambiato il loro rapporto con la societĂ e il volontariato? Un incontro voluto dal Forum provinciale delle Associazioni familiari in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la famiglia e con la Consulta per l’apostolato dei laici, non a caso, a poche settimane dalla beatificazione del Pontefice che avverrĂ il primo maggio. Molti i relatori che hanno voluto ricordare, a partire da don Giorgio Comini direttore dell’Ufficio famiglia, l’intensa attivitĂ di Giovanni Paolo II sul valore del rapporto tra societĂ e famiglia. Un impegno che ha il suo centro nella Familiaris consortio, ma che si articola in piĂš direzioni che l’allora Papa personalmente percorse, dai documenti che portarono alla stesura della Carta dei diritti della fa-

miglia, ai mercoledĂŹ di catechesi. Un cammino attuale per far comprendere a chi governa che la famiglia è un soggetto che ha dei diritti, che è una risorsa per tutti e non un debito, che molto dĂ alla societĂ ed è tempo che il suo ruolo venga riconosciuto e rispettato. Lavorare insieme, come associazioni, per affrontare le nuove sfide, a livello locale e nazionale, che si stagliano sulla strada delle famiglie, su questo punto Silvana Platto della Consulta dei laici e Urbano Gerola del Csv hanno fatto leva, sottolineando l’importanza di restare collegati alla rete per agire in maniera piĂš efficace portando un aiuto solido, non solo in termini economici, ma anche spirituali. Rete che nasce dal Forum delle associazioni cattoliche delle quali testimonianza

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attiva è stata portata da Tina Leonzi. Essere presenti anche nella societĂ e nel territorio per offrire un futuro piĂš concreto forti del concetto, esplicato dal prof. Giuseppe Mari ordinario di pedagogia generale all’UniversitĂ cattolica di Milano, di “genealogia civicaâ€?, ovvero di tramandare tramite la famiglia un indirizzo di comportamento civile, sociale e morale che attraversi le generazioni e che da sempre costituisce la base della nostra cultura. Poi è toccato alla politica, uomini e donne con idee diverse, ma accomunati dai principi del cattolicesimo. Infine Enzo Torri, della Cisl, ha aperto lo scenario al nuovo concetto di welfare, che non può che avere al suo centro la famiglia, specie in questi tempi di crisi dove proprio le famiglie d’origine e i nonni hanno permesso alle giovani coppie di sopravvivere nelle difficoltĂ economiche. Un valore enorme, hanno infine ricordato Nino Sutera, presidente e Saverio Todaro del Forum provinciale, che è necessario riscoprire, dando alla famiglia l’importanza che merita. La mattina si è conclusa con un aperitivo offerto da Confartigianato.

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‘Â?…‘”•‘ ˆ‘–‘‰”ƒˆ‹…‘ …ƒ––‹ ƒŽ ˜‘Ž‘ ’‡” Žƒ •‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â? Scatti al volo... per immortalare la solidarietĂ . Un immagine vale piĂš di mille parole? La SocietĂ San Vincenzo de’ Paoli e il Centro servizi per il volontariato di Brescia cercano quell’istantanea, quella rappresentazione di un attimo che sappia trasmettere non solo momenti di vita associativa, ma anche la propria idea di solidarietĂ , impegno civile, partecipazione, cittadinanza attiva, aggregazione sociale

e culturale. A catturarla deve essere un ragazzo o una ragazza di etĂ compresa fra i 15 e i 35 anni. Gli organizzatori di “Scatti al voloâ€? vogliono conoscere l’idea, la rappresentazione del volontariato in ogni sua forma, aspetto, particolaritĂ per come è colta e concepita dai ragazzi. Le fotograďŹ e, in formato jpeg o tiff, dovranno essere inviate via mail all’ indirizzo scattialvolo@sanvincenzobrescia. it unitamente alla Scheda di

Partecipazione scaricabile dal sito www.sanvincenzobrescia. it. La premiazione avrĂ luogo il 3 dicembre 2011 in occasione della Giornata internazionale del Volontario (5 dicembre), presso il PalaBrescia durante una grande festa dedicata a tutti i volontari. Saranno premiati i migliori tre lavori: al primo classiďŹ cato una macchina fotograďŹ ca reex digitale, al secondo e al terzo buoni di 300 e 100 euro per l’acquisto di libri o musica.

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’è futuro per i giovani? Cittadini europei o fratelli d’Italia? Il volontariato giovanile paga, non paga o appaga? E ancora, liberi di partecipare o costretti ad impegnarsi? Volontari per gioco o per mettersi in gioco? Queste alcune delle 10 domande di “Dammi spazioâ€?, il titolo provocatorio di un progetto concreto. Nell’Anno europeo delle attivitĂ volontarie che promuovono la cittadinanza attiva e dei 150 anni dell’UnitĂ di Italia Csvnet, Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato, ha strutturato un percorso partecipato per realizzare il manifesto della promozione del volontariato giovanile. Partendo appunto da un blog (www.dammispazio.org) e da 10 domande cui dare le proprie risposte. “Dammi spazioâ€? è una richiesta di “Maggior dialogo con le istituzioni per poter mettere a frutto le esperienze e le competenze acquisite con il volontariato anche nel mondo del lavoro e nella societĂ dei grandiâ€?. All’interno del progetto, nel corso di un convegno si è cercato di sfatare il mito del disimpegno giovanile che vuole i ragazzi d’oggi completamente avulsi dal contesto di partecipazione sociale. Le immancabili indagini confermano infatti nel decennio appena trascorso l’aumento dell’11,8 % dei 18enni e 19enni che negli ultimi 10 anni hanno fatto volontariato in associazione. Anche nel Bresciano il Centro servizi sta cercando di agevolare l’incontro fra gli studenti e le organizzazioni di volontariato che spesso, soprattutto per quanto riguarda gli ambiti del pronto

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ai giovani non ci si relaziona in quanto risorse importanti e portatori di interesse: non è sufficiente pensare iniziative per i giovani, è fondamentale pensarle e realizzarle insieme a loro chiedendo impegno, rispetto dei tempi, investimento nell’esperienza, ma dando spazi di formazione e di crescita. Nello specifico per il volontariato la sfida piĂš grande è quella del coinvolgimento non solo per “reclutareâ€?, ma soprattutto per sensibilizzare, orientare, accompagnare, accogliere, formare, garantire spazi di crescita e relazione. La richiesta e la volontà è quella di essere presi sul serio, di poter partecipare spendendosi e impegnandosi, ma senza essere considerati degli eterni apprendisti.

I NOSTRI SERVIZI 1) Servizio di traduzione e Interpretariato (rivolto ad Aziende, Enti pubblici). Consulenza ed assistenza linguistica in convegni, conferenze, incontri, ďŹ ere e visite/training aziendali. Interpretariati: interpretazione simultanea, interpretazione di trattativa. 2) Servizio di sbobinatura e battitura testi (rivolto alle universitĂ , enti pubblici, aziende)

3) Formazione: corsi a pagamento di Lingue, Turismo, Informatica, Contabile, ASA, OSS e RiqualiďŹ ca. 4) Servizio di Data Entry, Scannerizzazione dei documenti, Archiviazione. Il servizio è rivolto: alle aziende, tribunali, federazioni, ospedali, enti pubblici. Il servizio viene svolto da ragazzi diversamente abili con Handicap Fisico.

5) Verbalizzazione delle multe (rivolto ai Comuni e alle Province). Il servizio comprende: Software: sistema accessibile tramite web; Esternalizzazione data entry: caricamento dati (comando o presso nostra sede); Esternalizzazione stampa: imbustamento, predisposizione postalizzazione dei verbali. Esternalizzazione rendicontazione: caricamento dati - notiďŹ che,

pagamenti, decurtazione punti, gestione art. 126-bis.

APPLICA Via Chiassi, 106 - Castiglione delle Stiviere (MN) Tel 0376 1818124 www.applica.it email info@applica.it


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Í ÂšÂ?‹ŽŽ‡ ‹†‡‘ ”‡’‘”–ƒ‰‡ ’‡” ÂŽÇŻ ––ƒ˜‘ ‹‘”Â?‘ “L’opera ci ha colpito per efďŹ cacia, spessore ed originalitĂ â€?, queste le motivazioni che hanno portato il Servizio promozione sostegno economico alla Chiesa della CeiConferenza episcopale italiana a girare, dal 18 al 20 aprile, un video reportage sull’esperienza dell’“Ottavo Giornoâ€?, la piattaforma logistica per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione di generi alimentari alle Caritas parrocchiali impegnate nel contrasto alla povertĂ e nel

sostegno alle persone in condizioni di sofferenza alimentare. Il progetto “Ottavo Giornoâ€?, realizzato grazie al contributo determinante della Fondazione Cariplo che, per il tramite della Fondazione ComunitĂ Bresciana, si è impegnata a coprire la metĂ dei costi del progetto, ha beneďŹ ciato infatti anche di una quota parte di contributi 8xmille. Selezionata nell’ambito del progetto “8xmille Doc. Videoinchieste in 4’, volte a “fare trasparenza delle tante e belle

opere e dei progetti realizzati con i fondi dell’8xmilleâ€?, l’esperienza dell “Ottavo Giornoâ€? verrĂ raccontata attraverso i “viaggi della spesa donataâ€? e la voce dei protagonisti, la Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali. Il videoreportage, curato da Manuela Borracino e Mauro Capponi, sarĂ trasmesso nei prossimi mesi su Rai Uno, nel corso della trasmissione “A sua immagineâ€?, sulle reti Tv2000, Sky, Current Tv, oltre che consultabile sul web (www.sovvenire.it).

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onsegnatiâ€?: con questa traccia del “Caleidociclo della caritĂ â€?, si era concluso il convegno delle Caritas parrocchiali dello scorso anno (17 aprile 2010) imperniato sul “sostareâ€? per rileggere l’essere e l’operare della Caritas e discernere le azioni capaci di favorire presenze di comunione e relazioni di prossimitĂ . “Con|segnatiâ€?, proponendo la chiave interpretativa del “con i segnati, perchĂŠ consegnatiâ€?, aprirĂ anche il convegno delle Caritas parrocchiali del del 30 aprile, dal titolo “Chiesa, profumo di relazioniâ€?. Nel solco della lettera pastorale 2010/2011 “Tutti siano una cosa solaâ€?, il convegno si propone di dare valore e vigore alla “scelta pastorale delle relazioniâ€? all’interno di un’esperienza di comunitĂ , di Chiesa. Emblematiche in tal senso le immagini-guida che accompagnano l’invito al convegno: in copertina, l’immagine di un intreccio circolare di punti, di fili, di legami che richiama il mandato della Caritas a “Tessere la caritĂ in parrocchiaâ€? (vedi: Giornata Caritas parrocchiali, 2009-2010) ovvero a “Riscoprirsi comunitĂ a partire da gesti di quotidiana prossimitĂ â€? (vedi Giornata Caritas parrocchiali, 2010-2011); all’interno, una rivisitazione della nota “Icona della TrinitĂ â€? di Rublev che rimarca la dinamica relazionale dell’essere consegnati gli uni gli altri, chiamati alla comunione: ‌ perchĂŠ tutti siano una cosa sola come tu Padre sei in me e io in te siano anch’essi in noi, perchĂŠ il mondo creda che tu mi hai mandato (Gv 17,21). Proprio dalla contemplazione dell’Icona del-

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lizzato a condividere esperienze, fatiche, narrazioni di speranza dell’essere “con|segnatiâ€?, nonchĂŠ a evidenziare domande da porre al Vescovo nel dialogo previsto il pomeriggio. Culmine della giornata l’incontro con il Vescovo e con la Parola, accompagnato dalla consegna a moltiplicare il “profumo di caritĂ â€? nella quotidiana prossimitĂ di una esperienza di comunitĂ . Il convegno si svolge sabato 30 aprile, dalle 9 alle 16.30, presso i locali dell’oratorio San Filippo Neri di Nave (via Monteclana, 3 – Nave), con possibilitĂ di parcheggio in via Sorelle Minola. L’Agape Fraterna sarĂ curata con contributo di Cast Alimenti. Per info: Caritas diocesana di Brescia: 030-37 57 746; www.brescia.caritas.it.

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iviamo un’epoca in cui dominano la tecnica, il pragmatismo, la concezione strumentale delle cose, le “quantitĂ â€? della ragione matematica, del calcolo. In essa, c’è poco spazio per il discorso sul senso del reale, sulle essenze profonde di ciò che esiste, per la filosofia. L’uomo in sĂŠ ha bisogno tanto della prima dimensione quanto della seconda. Per questo motivo, sta emergendo un ritorno delle domande filosofiche fondamentali, che non possono essere sradicate dall’esistenza umana. La Cooperativa cattolico-democratica di cultura, cogliendo tale sollecitazione, ha organizzato anche quest’anno un ciclo di incontri dedicato alla filosofia che è stato inugurato da Virgilio Melchiorre, docente emerito di Filosofia morale nell’UniversitĂ cattolica di Milano con una conferenza sul pensiero di Edmund Husserl (Prossnitz, Moravia, 1859 - Fri-

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nostra coscienza, come nostro modo di vedere l’albero. Nell’analisi di Husserl, il pensiero deve sforzarsi di capire il rapporto tra coscienza e realtĂ , mettendo tra parentesi tutto ciò che non rientra in tale processo: egli parla di sospensione del giudizio per cogliere le radici delle cose. A questo proposito, è centrale il concetto di “intenzionalitĂ â€?: io colgo l’oggetto presente nella mia coscienza. Tutte le nostre conoscenze vivono nella nostra interioritĂ , per cui il mondo esterno è filtrato dai nostri modi di vedere le cose. Anche il tempo si mostra sia nella dimensione esterna, del divenire, delle ore e dei minuti, sia nella sfera interiore, come coscienza del tempo che passa e per noi è piĂš importante la seconda accezione, perchĂŠ abbiamo una vita coscienziale che elabora tutte le nostre esperienze. Il discorso di Husserl, dice Melchiorre, arriva alla “scienza delle

essenzeâ€?: noi possiamo intuire le strutture profonde del reale non nell’ambito delle scienze ma in quello del pensiero filosofico. In questo modo, ci accorgiamo che la realtà è costituita di tanti gradi: dalle cose piĂš piccole ai significati piĂš profondi, fino a un orizzonte infinito, che rimanda a una realtĂ assoluta. Il filosofo, però, qui si ferma, perchĂŠ esaurisce la sua indagine fenomenologica e non può andare oltre. Secondo lui, l’uomo non ha la capacitĂ di definire Dio. Questa è la parte meno nota della sua filosofia. Melchiorre rivela che una sua assistente, una suora, ha parlato con lui prima della sua morte sul tema di Dio, che egli non ha quasi mai affrontato nei suoi testi. Husserl avrebbe definito la sua filosofia come una “via atea verso Dioâ€?, cioè un percorso puramente di ricerca che ha messo tra parentesi l’assoluto per non compromettere l’indagine. Tuttavia l’esito fina-

le del suo itinerario porta al limite estremo della conoscenza, dove si aprono orizzonti metafisici, che rimandano all’assoluto. Come possiamo vedere, la lezione di Husserl stimola il nostro pensiero, dicendoci che non dobbiamo fermarci alla superficie delle cose, al torpore dell’immediato, come propone il “pensiero deboleâ€?, ma possiamo “leggereâ€? dentro la realtĂ , cogliendo dei significati, che vanno al di lĂ dei limiti della nostra esperienza sensoriale.

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Â‹Â‘Â˜Â‡Â†Âż —Â?ƒ ƒÂ?–‹…ƒ ƒ••‹‘ „”‡•…‹ƒÂ?ƒ …‘Â? ‹Â?‰”‡••‘ Ž‹„‡”‘ Comune di Brescia, associazione OfďŹ cine mentali e Danzalab, presentano lo spettacolo “Una antica Passio brescianaâ€?. Ritenuto uno dei documenti piĂš antichi di volgare bresciano, collocabile nella prima metĂ del XIV secolo, questa versione della Passio Christi fu editata per la prima volta nella sua interezza nel 1989. Il testo, nato nell’ambito della confraternita dei Disciplinati, diede vita a un fenomeno di massa con pubbliche penitenze e

autoagellazioni. L’antica “Passioâ€? è un ritorno alle piĂš arcaiche radici della cultura bresciana, a dimostrazione del contributo che la cittĂ seppe dare al piĂš vasto panorama della cultura italiana ed europea. Infatti, proprio dalla “passioâ€? trae origine il dramma moderno, un teatro epico che affonda in un patrimonio collettivo di esperienze e fa appello per questo alle emozioni dello spettatore, in particolare essendo qui formulato in lingua materna, il

volgare bresciano, di cui l’anonimo autore fu tra i primi fabbri. In scena Andrea Anselmini, Marcello Bergoli, Elena D’Ambrosio, Giulia Martinelli, Irene Maruelli, Maurizio Milzani; coereograďŹ e e costumi di Antonella Massussi; musica elettronica di Camillo Togni; regia ed elementi scenici e sonori di Giorgio Rosa. GiovedĂŹ 21 aprile alle ore 20.30 nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, con ingresso libero.

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rescia si appresta a vivere uno dei rari momenti di elevata valenza culturale grazie al “Masterclass 2011â€? che, iniziato da poco per terminare a novembre, vede il Conservatorio “Luca Marenzioâ€?, grazie anche al contributo della Fondazione comunitĂ bresciana e di 10 Rotary club del territorio, ospitare otto maestri di fama mondiale che si mettono a disposizione degli studenti per un’irripetibile occasione di perfezionamento. Ăˆ la prima volta che il Conservatorio, tra i piĂš attivi a livello nazionale con i suoi oltre 700 allievi, distribuiti nelle due sedi di Brescia e Darfo Boario Terme e un corpo docenti che supera le 130 unità – ha detto il suo presidente Patrizia Vastapane – ospita un master, la cui qualitĂ consente ai nostri studenti di confrontarsi con il mondoâ€?. “Questo master – ha osservato il direttore del “Marenzioâ€? Carlo Bal-

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ro Sobrino, giĂ precocissima prima parte solista nell’Orchestra della Rai di Torino all’americano Philip Moll, pianista camerista di vastissima notorietĂ , da Andrea Dieci, definito da molti “la vera star della chitarra classicaâ€? al trombettista, compositore e jazzista tedesco Markus Stockausen, figlio d’arte e con un’enorme attivitĂ discografica alle spalle; per finire con Aldo Ciccolini, il decano dei grandi pianisti italiani e Michele Pertusi, notissimo cantante parmense, giĂ Premio Abbiati della critica musicale italiana. Il costo del progetto è di 60mila euro, per la metĂ sostenuto dal Conservatorio e per il rimanente equamente ripartito tra Fondazione comunitĂ bresciana e i 10 Rotary club del territorio. “La caratteristica peculiare della Fondazione – ha sostenuto il suo presidente Giacomo Gnutti – è la capacitĂ di convogliare le risorse disponibili, per la gran parte provenienti dalla Fondazione

Cariplo, verso progetti che permettano di migliorare la qualitĂ della vita, comprendendo tra essi quelli legati all’istruzione e alla cultura. La condivisione di un progetto con 10 Rotary supera le cifre in quanto tali – ha sottolineato Gnutti – perchĂŠ rappresenta la capacitĂ e la volontĂ di soddisfare un bisogno nel segno di un servizio alla comunitĂ â€?. “Il messaggio rotariano del servizio al di sopra dei nostri interessi – ha evidenziato Silvano Zaglio a nome

dei 10 club – è il filo conduttore che ci lega al Conservatorio e siamo felici di essere scesi dal livello internazionale del ‘global’ a quello locale del ‘glocal’, nella realizzazione di un progetto che rende onore ad una delle piĂš prestigiose istituzioni della nostra cittĂ â€?. Le serate finali dei master saranno dei veri e propri concerti di elevatissimo livello e ogni informazione è disponibile sul sito www.conservatorio.brescia.it

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A un anno dalla scomparsa dell’artista tedesco, presso il Museo diocesano e presso la biblioteca Queriniana sono allestite due mostre che rendono omaggio all’ultimo decennio di attivitĂ di Anselm Roehr. Nella sala di lettura della Queriniana saranno esposte dal 26 aprile le chine destinate a illustrare il testo di Hermann Broch, “La morte di Virgilioâ€? (“Der Tod des Vergilâ€?), volume uscito in edizione limitata in Germania nel 2009 per i tipi di Ulrich Keicher. Nella Galleria piccola del Museo diocesano sono invece giĂ esposte le chine originali di tre cicli di ispirazione religiosa: i “Martiriâ€?, i “Quattordici santi ausiliatoriâ€? e la “Via Crucisâ€?. I tre cicli, tutt’ora inediti, illustrano bene l’evoluzione dell’arte di Roehr affidata come al solito alla rigorosa

alternanza di bianco e nero. L’arte di Roehr è sempre concepita come commento, come presa in carico di un messaggio giĂ scritto al quale l’artista ha il compito solo di aggiungere uno spunto di poesia e un barlume di bellezza. Le tavole sono una sorta di linfa che esce dal testo e diventa visibile nella semplicitĂ del segno interpretativo dell’artista. In questo senso egli è creatore per mediazione di uno spazio che condivide interiormente con la cultura, la spiritualitĂ e la religiositĂ . Non inventa i suoi temi: li rinviene nelle pagine e nelle storie che strutturano l’Occidente dalla classicitĂ all’antichitĂ biblica al Medioevo dantesco fino alla contemporaneitĂ in una rilettura continua dell’esperienza personale che diventa esperienza dell’umanitĂ intera.

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Una mostra dedicata al movimento MadĂŹ, nato in Argentina nel 1944 quando Carmelo Arden Quin, R. Rothfuss, G. Kosice, J. Torres Garcia, M. Mendes, V. Huidobro, L. Prati, E. Bayley, T. Maldonado e M.E. Vieira da Silva fondano a Buenos Aires la rivista “Arturoâ€?, la prima dedicata all’arte astratta del Sud America, fondamentale per il successivo sviluppo dell’avanguardia artistica e letteraria in Argentina. Nella seconda metĂ del Novecento

AvrĂ inizio lunedĂŹ 2 maggio con il tema “I profeti del sospetto: il presidio di Nietzsche, Marx e Freud nel XX secoloâ€? il corso di “FilosoďŹ a del Novecentoâ€?, dedicato ai protagonisti del secolo scorso. Il successivo appuntamento del corso che terminerĂ il 19 maggio sarĂ il 5 maggio con “Il pensiero cattolico dall’enciclica Aeterni Patris a Benedetto XVIâ€? (saranno affrontati pensatori quali Maritain, Gilson, Bontadini,

MadĂŹ si diffonde in tutto il mondo. MadĂŹ nasce come scissione di un precedente gruppo denominato “Arte concreto invenctionâ€?. “Creazioneâ€? e “invenzioneâ€? sono la chiave di lettura di “Noir et Blancâ€?, che ci presenta alcune recenti opere del movimento, nelle quali i geometrismi di colore nero e bianco danno vita a ricerche di gusto optical e cinetico. Fino al 30 aprile, da martedĂŹ a venerdĂŹ dalle 15.30 alle 19.30, sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30 (l.b.).

Balthasar e Rahner). Relatore degli incontri sarĂ don Mario Neva, a sua volta accompagnato dal lettore Guido Uberti. Il corso si terrĂ dalle ore 20.30 alle ore 22.30 a Cemmo di Capo di Ponte, nella sede della Fondazione Cocchetti. Quota di partecipazione: euro 50,00 a persona. Iscrizioni entro giovedĂŹ 28 aprile. Info: www. fondazionecocchetti.bs.it 0364331284.

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anni. Potremmo dire che in giro per il mondo da una parte c’è il primato del mercato sul piano economico e sul piano culturale c’è il primato dell’individuo. A tutti i livelli. La realtĂ italiana è segnata dal localismo. Che futuro ha questa prospettiva?

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iuseppe De Rita (Roma, 27 luglio 1932) sociologo, laureato in Giurisprudenza, è stato tra i fondatori nel 1964 del Censis (Centro studi investimenti sociali), di cui è consigliere delegato per 10 anni e poi segretario generale dal 1974 ad oggi. In questa veste da anni offre alla riflessione di tutti gli italiani analisi della realtĂ molto apprezzate e studiate. Il 9 maggio del 2006 ha ricevuto 19 voti nelle votazioni per la elezione del presidente della Repubblica italiana 2006. Ha otto figli e 14 nipoti. Nell’ultimo rapporto del Censis si esprime un concetto che lei ha ripreso anche in varie interviste: il Paese ha un inconscio senza legge nĂŠ desideri. Che cosa vuol dire? Ăˆ un tentativo che abbiamo fatto di traslare a livello sociale un problema di carattere tipicamente individuale.

La regolazione fra desiderio e legge, fra autoritĂ e libertĂ , è data, almeno sul piano individuale, dall’inconscio che dovrebbe mediare fra le sue pulsioni. A volte ci riesce, a volte no. Se vince l’autoritĂ c’è la nevrosi, la depressione e quant’altro; invece se vince il desiderio c’è la sregolatezza, la ribellione. Oggi questo fenomeno è scomparso perchĂŠ l’inconscio non regola piĂš autoritĂ e libertĂ ; sono venuti meno sia il desiderio che la legge. In sostanza non c’è piĂš la passione della libertĂ . Questo sul piano individuale è chiaro. Trasferire questa analisi sul piano generale della società è un po’ piĂš azzardato. Noi abbiamo tentato di esporlo con grande cautela. La nostra è una societĂ in cui c’è l’evaporazione del padre come simbolo dell’autoritĂ e della legge, e al tempo stesso si avverte la mancanza di desiderio. Questi due elementi fanno sĂŹ che la nostra democrazia sia fragile, imber-

be, non abbia esperienze regolatrici dell’inconscio, non abbia neppure piĂš l’inconscio. In questo processo che ruolo ha la globalizzazione, dato che a quel livello la mancanza di regole è plateale? La globalizzazione significa mercato, quindi regole del mercato. Ma la globalizzazione sul piano sociale non può vivere di mercato. Vive d’altro. Vive di una liberazione dei comportamenti che si può ritrovare nel ragazzo che fa il bullo a scuola come nel ribelle che a un certo punto decide di andare a rintanarsi a Cuba. Lo abbiamo visto nel corso di tutta l’avventura dell’American way of life (traducibile con ‘stile di vita americano’ o ‘all’americana’ – ndr), che ci ha liberato da tutti i condizionamenti e ci ha portato all’esaltazione della libertĂ dell’individuo, all’arbitrio nei comportamenti individuali, tendenza che si è accentuata negli

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Il localismo è stato per secoli un fattore fondamentale di identità. Gli italiani si sono sentiti prima di tutto legati al proprio territorio. L’identità non è un’idea imperiale. L’italiano dice: sono lombardo, sono bresciano, sono della Valtrompia, sono di Abbiategrasso. È un’identità con grandi valori etnici e tradizionali, ma pochi valori attuali. Quando è incominciata la stagione della Lega e giravo l’Italia per conferenze e incontri, al Nord c’era sempre qualcuno che incominciava il discorso declinando la sua identità locale e rispondevo, sfottendo: “Io sono romano monticiano…”. Che cosa vuol dire?. Nulla, oltre il fatto localistico. Perché non dice se sono intelligente o stupido,

serio o no, non dice che cosa faccio e come lo faccio. Negli ultimi decenni il localismo è stato distorto perché è diventato politico. Per cui se dico che sono perugino o anconitano non creo problemi perché in quelle zone non c’è un localismo politico. Dove invece ciò è avvenuto, penso alle zone della Lega, si è enfatizzata una connotazione secondaria. Sul piano sociale è un fenomeno che ha dato risultati deludenti. Non so se darà risultati politici. A mio avviso le leggi sul federalismo diranno poco. Per certi versi sarebbe stato meglio fare la battaglia non sul federalismo regionale, ma sulle autonomie locali che hanno radici culturali più significative. Che contributo possono dare i cristiani per il cambiamento? Il contributo fondamentale è quello di dare senso alla vita, alla storia, al camminare insieme. Se è vero, come credo che sia vero che mercato e individualismo la fanno da padroni, è evidente che le domande fondamentali sulla vita (chi siamo? dove stiamo andando? qual è il futuro che ci aspetta?) restano senza risposte. La crisi delle ideologie in qualche modo ha accentuato questa crisi di senso. Perché dichiarare un’appartenenza (sono comunista, sono socialista, sono liberale, sono democristiano e altro) esprimeva un’identità. Oggi non c’è più nulla e la mancanza di significato può essere un vantaggio per i cristiani. Perché sono gli unici che possono mettere insieme un significato per la terra e oltre la terra. Un significato per la vita di tutti i giorni e per la prospettiva che va oltre l’esperienza terrena, per il corpo e per lo spirito. Il cristiano ha questa doppia capacità, quella orizzontale della storia e quella verticale trascendente. Capacità incarnata dal Figlio di Dio fatto uomo.

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1HOOH ILFWLRQ PDJJLRUH YLVLELOLWj DL PDUFKL La primavera a volte riesce a portare aria nuova anche nelle emittenti televisive; in questo caso il posto al sole spetta a Rai Uno. Per la rete ammiraglia il mese di marzo si era chiuso piuttosto male, con il fallimento dell’esperimento “Centocinquanta”, un triste spettacolo di disunità della coppia Baudo-Vespa, cancellato dopo solo quattro puntate, un flop di ascolti fra litigi in onda e addirittura sputi e insulti dietro le quinte. Per fortuna ci ha pensato Terence Hill a riunire il pubblico disperso dai faccendieri della tv… Ecco infatti la buona notizia di aprile: l’ex don Matteo, per 10 anni amato dal pub-

blico della Rai, indossa ora la divisa di guardia forestale nella mini serie tv “Un passo dal cielo”, in onda ogni domenica sera su Rai Uno. 12 puntate prodotte da Rai Fiction e Lux Vide, dirette dallo stesso regista di “Don Matteo”, Enrico Oldoini, che dalle storie del sacerdote di Gubbio ha ripreso il canovaccio e le caratteristiche, senza far mancare qualche novità: innanzitutto si tratta della prima serie televisiva a essere trasmessa in alta definizione sul canale digitale Rai HD. Un’ottima scelta di produzione, considerando che le storie si svolgono nel Parco naturale delle Dolomiti di Sesto, in Alta Val

Pusteria, Trentino-Alto Adige. Scenari mozzafiato e riprese aeree molto suggestive di un’Italia “a statuto speciale” esaltata nella sua magnificenza paesaggistica. Altra presenza d’eccezione è il commento musicale di Pino Donaggio (un altro dello staff di “Don Matteo”), ben definito e sempre appropriato. Tutti i personaggi hanno il loro lato interessante, alcuni forse troppo esasperati ma comunque nei limiti stilistici della fiction popolare. Una serie tv tecnicamente eccellente, molto curata e ben pubblicizzata. Ecco la Rai che funziona, potremmo dire. Se non fosse per un dettaglio odioso che sto-

na irrimediabilmente con tutto il resto: durante la fiction ogni 20 minuti compare una scritta in basso a sinistra dello schermo: “Nel programma sono presenti inserimenti di prodotti a fini promozionali”. Infatti in alcune scene saranno ben presenti e molto riconoscibili, inquadrati come in uno spot pubblicitario, alcuni prodotti di famose marche commerciali che fanno da “sponsor viventi” all’interno delle storie. Quindi oltre alle abituali interruzioni pubblicitarie, dovremo subire i brand che irrompono sulla scena e diventano per un attimo gli attori principali nonostante la sceneggiatura non ne abbia affatto

bisogno: c’è chi guida un fuoristrada del quale è ben in evidenza marca e modello, chi mangia uno yogurt di una famosa marca tenendo l’etichetta a favore di cinepresa… Non bastava già assistere a tonnellate di spazi pubblicitari sulla tv di Stato. Adesso mentre siamo concentrati sulla storia che ci viene raccontata, non possiamo fare a meno di notare quel dettaglio ben definito, quel marchio che durante la nostra fiction preferita ci ricorda che, anche se per un paio d’ore ci sembra di essere fra i monti del Trentino, in realtà siamo sempre dei consumatori in coda allo stesso supermercato.


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“Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papamâ€? annuncia il cardinale protodiacono alla folla festante in piazza San Pietro. E il ďŹ lm sarebbe giĂ ďŹ nito, se il nuovo eletto al Soglio PontiďŹ cio non urlasse e, in preda al panico, si mettesse a correre per le stanze vaticane. “Habemus Papamâ€? di Moretti, dopo le immagini reali del funerale di Giovanni Paolo II, parte da qui, dalla crisi tutta umana di un uomo che si trova scelto a guidare la Chiesa, con tutte le responsabilitĂ del

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mma Marrone, nota come Emma, è l’ultima vincitrice del concorso musicale “Amiciâ€?, nonchĂŠ cantante a fianco dei ModĂ del brano “ArriverĂ â€?, giunto secondo al recente Festival di Sanremo ma trionfatore negli ascolti radiofonici e nei download da piattaforme digitali. Emma ha al suo attivo da solista, prima di questo nuovo album intitolato “A me piace cosĂŹâ€?, solamente l’ep “Oltreâ€?, presentato subito prima della vittoria ad “Amiciâ€? del 2010. Prima di addentraci in questo suo cd (la cui edizione sanremese contiene anche “ArriverĂ â€? cantata in coppia con i ModĂ ), è necessaria una doppia premessa. La prima è che chi scrive non è un fautore della musica in tv, preferisce ascoltarla oppure viverla dal vivo, dove l’emozione è vera e istantanea. La seconda è che, nonostante questo, non c’è un pregiudizio nei confronti di chi partecipa ai concorsi televisivi, che sembrano diventati la panacea del mercato musicale ma che in realtĂ stanno giĂ riscontrando un calo negli ascolti. A questi partecipano molti ragazzi bravi e preparati musicalmente, ai quali purtroppo vengono imposti dei paletti ben

precisi: un certo tipo di canzoni, un certo tipo di suono, un certo stile di canto. OriginalitĂ bandita quindi, il che vuol dire tarpare le ali a chi vi partecipa e chiudere le porte a chi è fuori dal branco. Detto ciò passiamo ad analizzare questo cd, secondo lavoro di Emma, fiorentina di nascita ma salentina di residenza. Emma si presenta scortata da una voce piuttosto grintosa (è evidente come tra i suoi riferimenti ci sia Gianna Nannini) e con un’immagine vagamente trasgressiva. Le canzoni sfilano tutte secondo stilemi piuttosto noti a chi mastica il pop italiano. Arrangiamenti quindi un po’ gonfiati e uno stile poco riconoscibile, a parte la voce. Emma si infila cosĂŹ in un percorso che la rende fruibile a un ampio pubblico, a discapito però di scelte meno scontate musicalmente, alle quali la cantante

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avrebbe potuto certamente ambire. Il disco risulta cosĂŹ imbrigliato, adatto a un ascolto giovanile e poco durevole per una cantante che, se indirizzata altrove, potrebbe puntare a prodotti piĂš interessanti, grazie anche alla sua notevole personalitĂ . Anche una canzone molto bella come “La lontananzaâ€? di Domenico Modugno, seppur resa con rispetto ed equilibrio, fa fatica a distinguersi dal resto dei brani, e questo ci pare piuttosto sintomatico a proposito del lavoro di omologazione operato in fase di produzione. Non ha colpe Emma, piuttosto la causa è da ricercare nell’idea che sta a monte di questi progetti troppo pensati a tavolino. Un disco non brutto ma sicuramente piatto, nonostante alcune canzoni piacevoli e la voce graffiante di Emma. Tra i brani del disco quelli che catturano di piĂš sono il bel singolo sanremese, “ArriverĂ â€?, spinto soprattutto dalla voce di Francesco “Kekkoâ€? Silvestre; “Cullamiâ€?, introdotto da un bel gioco di piano iniziale; “Con le nuvoleâ€?, sinuoso e avvolgente ed “Emozioniamoci oraâ€?, con la voce un po’ indolente di Emma che attraversa questo pezzo sorretto da un’ottima chitarra ciondolante.

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ruolo. Il tema è questo: la fragilità, l’interrogativo, il senso di inadeguatezza di un uomo davanti ad un incarico importante. Avrebbe potuto raccontare l’incertezza e il timore di chiunque davanti ad un incarico di grande responsabilità; Nanni sceglie la Chiesa. Un senso di inadeguatezza porta Papa Melville, interpretato da Michel Piccoli che comunica con le espressioni più che con le parole la confusione che il personaggio vive, a cercare di uscire dalle mura del conclave, me-

scolarsi alla gente; si avvicina a una compagnia teatrale che sta mettendo in scena Cechov. Chiari riferimenti a Giovanni Paolo II. Mentre il neoletto si trova per le vie di Roma, i cardinali e Moretti, nei panni di uno psicanalista chiamato per aiutare il Papa, restano chiusi in S. Pietro, ignari della sparizione del Pontefice: diventano macchiette che alleggeriscono i toni. “Habemus Papam” è un film ben girato, ben diretto, ma in tutto questo la crisi del Papa e del mondo davanti al

balcone che rimane vuoto appare poco approfondita. Manca interamente l’aspetto della spiritualità, della preghiera di quella tensione verso l’Infinito che può risolvere la situazione, che senza, ovviamente, non evolve e porta a un finale morettiano. Moretti è un ateo ma nel raccontare la storia di un uomo che è il Papa non si può cancellare con un colpo di spugna la fede. La storia del cinema è ricca di esempi di registi atei che hanno girato film legati al messaggio cristiano,

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Un protocollo d’intesa a quattro per lo sviluppo dell’economia e delle infrastrutture della regione del Garda: è questo l’accordo che la Confartigianato di Brescia, l’Associazione artigiani e piccole imprese della provincia di Trento, Confartigianato imprese di Mantova e Unione provinciale artigiani di Verona hanno ratiďŹ cato a Brescia un importante documento di collaborazione. La ratiďŹ ca del protocollo d’intesa, è stato detto in occasione della

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ďŹ rma, è stato favorito anche dal recente insediamento del comitato delle Provincie del Garda formato dai presidenti delle amministrazioni provinciali di Brescia, Verona, Trento e Mantova. Le organizzazioni che si sono date appuntamento a Brescia rappresentano oltre 40mila imprese artigiane. Il documento condiviso impegna i sottoscrittori a marciare compatti, senza alimentare divisioni e particolarsi, in tutte quelle azioni politiche

ed economiche che siano utili al rilancio del sistema di quella che è stata deďŹ nita “Regione del Gardaâ€?. Il protocollo d’intesa dedica un’attenzione particolare al tema delle infrastrutture giĂ realizzate (sistema aeroportuale del Garda) e a quelle future come il corridoio 5, l’alta velocitĂ ferroviaria. Le associazioni ďŹ rmatarie hanno anche chiesto di essere coinvolte nella deďŹ nizione di politiche turistiche di tutela del territorio gardesano.

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uove norme per le aperture degli esercizi commerciali, con maggiori possibilitĂ di apertura domenicale, divieto di vendita del pane fresco la domenica, negozi e centri commerciali sempre aperti la domenica nei Comuni a vocazione turistica, maggiori facilitazioni di apertura domenicale per gli outlet. Erano state queste alcune delle novitĂ introdotte da una legge che il Consiglio regionale lombardo aveva approvato nel 2007. Una normativa che nelle intenzioni dei suoi promotori doveva dare risposte concrete alle richieste delle categorie, del territorio e dei Comuni, “tenendo conto – era uno dei commenti dell’epoca – anche delle profonde trasformazioni sociali e dei cambiamenti nelle abitudini dei consumatoriâ€?. Una legge che, per chi in consiglio regionale aveva espresso voto negativo, avrebbe finito con l’aggravare la crisi dei piccoli negozi impossibilitati a reggere la concorren-

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merciali anche la domenica. Nei mesi scorsi, però, si è riaperto in Lombardia il dibattito sul riposo domenicale dei panifici. In nome della liberalizzazione, infatti, la Giunta lombarda ha proposto una serie di modifiche al Testo Unico regionale in materia di commercio e fiere; tra queste anche l’abolizione del divieto di vendita del pane panificato nelle giornate festive. Le immediate proteste della grande maggioranza degli operatori del settore avevano portato ben presto all’archiviazione di questa ipotesi. Partita chiusa, allora? Tutt’altro, dal momento che la normativa regionale sul commercio dava facoltĂ alle singole amministrazioni comunali di concedere deroghe. Un escamotage a cui molte realtĂ , anche nel Bresciano, hanno fatto ricorso. La normativa regionale, infatti, dava la facoltĂ ai Comuni, al di fuori dei circuiti turistici, di permettere l’apertura festiva degli esercizi commerciali, panifici inclusi, in casi eccezionali. “Il problema

- affermano Francesco Mensi e Paolo Carrara, presidente e segretario del sindacato panificatori di Brescia - che il concetto di eccezionalità è stato annacquato, andando a mettere a repentaglio quello che per tantissimi panettieri bresciani è un diritto sacrosanto come quello del riposo festivoâ€?. Visto che per molti panificatori la soppressione del riposo festivo avrebbe messo a repentaglio anche la loro vita di fede, il sindacato ha preso carta e penna e si è rivolto direttamente al vescovo Monari. “Eccellenza – si apriva la lettere inviata al Vescovo il 7 febbraio scorso – desideriamo sottoporre alla Sua attenzione la preoccupazione della maggioranza della nostra categoria rispetto all’eventualitĂ dell’apertura alla panificazione domenicale e festiva dei forni; tema costantemente al nostro ordine del giorno e oggetto di grandi pressioni in tal senso sul legislatore regionaleâ€?. I panificatori chiedevano a mons. Monari di condividere la loro preoccupazione dinan-

zi alla richiesta portata avanti da una sparuta minoranza che chiedeva il superamento del loro riposo domenicale. Riposo, continuava ancora la loro lettera , che “è frutto di una conquista del settore (titolari e dipendenti) visto che il nostro è un lavoro usurante e di grande sacrificio per cui i lavoratori del settore, titolari e dipendenti, non sono disponibili a sacrificare ancor di piĂš il tempo da dedicare alle famiglieâ€?. Il sindacato panificatori chiedeva al Vescovo un sostegno morale, “consapevoli – scrivevano – che questa è una battaglia contro corrente rispetto

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principali parcheggi di Brescia: piazza Vittoria, piazzale della Stazione e Goito. Sulla guida di Terranostra Brescia si trovano da un lato le attivitĂ agrituristiche, e ogni riferimento utili all’utente per contattare l’azienda, dall’altro la cartograďŹ a della provincia di Brescia con la collocazione geograďŹ ca delle aziende stesse. Presente sulla guida anche l’elenco delle imprese agricole aderenti all’associazione Agrimercato di Brescia, imprese Coldiretti che

hanno attivato la vendita diretta dei loro prodotti. “Terranostra ambisce a individuare soluzioni promozionali innovative a favore delle sue aziende – ha affermato la presidente dell’associazione Alessandra Morandi – e, quando ci è stata presentata la proposta abbiamo pensato che facesse al caso nostroâ€?. “La guida – ha affermato il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini – incontra le esigenze dei turisti che possono avere a disposizione una guida chiara ed economicaâ€?.

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ad un volere trasversale della politica che sembra badare solo ad una liberalizzazione senza regole evocando un retorico consenso popolare, facile da ottenere quando si parla del sacrificio altrui. Un volere che non guarda ad altro che a rendere tutto funzionale alla mercificazione senza alcun riguardo alla persona, alla famiglia e al credo personaleâ€?. Mons. Monari non solo ha fatto proprie le preoccupazioni che gli sono state presentate dai panificatori aderenti al sindacato, ma ha compiuto anche un ulteriore passo. E cosĂŹ, nel corso di un incontro, il 29 marzo scorso il Vescovo si era assunto l’impegno di mettere mano anche a un documento su una questione tanto importante. “Per noi – continuano il Presidente e il Segretario del sindacato panificatori – l’appoggio di mons. Monari è di grande importanza e ci dĂ maggior forza nel proseguire la battaglia contro la deroga facile al divieto di panificazione nei giorni festiviâ€?. Quella portata avanti dalla categoria

è anche una battaglia per dare alla stessa un futuro. “Se viene meno anche il diritto al riposo festivo – affermano Francesco Mensi e Paolo Carrara – sarĂ sempre piĂš difficile trovare giovani disposti a investire in una professione che richiede tanti sacrificiâ€?. Sono 530 le fornerie in provincia di Brescia; 150 in cittĂ ; circa 1600 le persone occupate complessivamente, a fronte di un consumo giornaliero procapite nel Bresciano, riferito al 2010, che è di 120 grammi a testa. I panificatori aderenti al sindacato che fa capo all’Associazione artigiani, hanno presentato le loro preoccupazioni ai parlamentari e consigliere regionali eletti nella provincia di Brescia perchĂŠ si facciano portatori delle loro ragioni nelle diverse sedi istituzionali. Non sono mancati poi i contatti con le Acli e Mcl, associazioni che in passato si erano fatte promotrici di campagne di sensibilizzazione contro l’abolizione del riposo settimanale imposta a tanti lavoratori.

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ur non avendo una delega specifica (in consiglio regionale è presidente della III Commissione SanitĂ e Assistenza, ndr.) Margherita Peroni, consigliere regionale Pdl, segue da vicino il tema del riposo festivo degli operatori del commercio. “GiĂ qualche anno fa – ricorda il consigliere regionale – avevo sottoscritto la campagna lanciata da Mcl per garantire ai tanti lavoratori del commercio il riposo festivo come occasione per stare con le proprie famiglie e, per chi crede, di vivere la propria vita di fedeâ€?. Per questo motivo quando nelle prime settimane di questo 2011 è uscita la notizia di una iniziativa della giunta regionale per concedere una deroga al divieto della panificazione domenicale, Margherita Peroni ha immediatamente contattato l’assessore Stefano Maullu, titolare delle deleghe in materia di commercio, turismo e servizi, per chiedere spiegazioni. “Mi è stato risposto che si trattava soltanto di un ragionamento fatto ad alta voce – ricorda il consigliere regionale – e che non c’era nessun atto formale a sostegno di tale ragionamentoâ€?. Oltretutto, questa la spiegazione da-

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“Anche in questo caso – sono considerazioni del consigliere regionale – mi pare di poter dire che i paletti messi dalla legge regionale siano abbastanza limitanti. Per prevenire interpretazioni estensive delle deroghe è bene iniziare a fare fronte comuneâ€?. A partire dai panificatori che devono dissuadere i colleghi che panificano anche la domenica “senza titoliâ€?.

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´3LDQXUD VRVWHQLELOHÂľ PRQLWRUD OD %DVVD Monitoraggio dell’acqua, del suolo e dell’aria, raccolta dei dati e studio dei risultati ottenuti, sono questi alcuni dei punti sviluppati nel protocollo siglato lo scorso 16 aprile dalla Fondazione Cogeme onlus e 18 Comuni della Bassa bresciana. Nel castello di Padernello, i sindaci hanno firmato i protocolli d’intesa “Pianura sostenibileâ€? validi per i prossimi quattro anni. Il progetto prevede una campagna di monitoraggio secondo 43 indicatori ambientali, di contesto e socio-economici stabiliti durante il tavolo di lavoro del 2010. Tra maggio e giugno verranno quindi raccolti i dati riguardanti l’acqua, il suolo, l’aria ma anche i rifiuti, il traffico e le politiche energetiche dei Comuni aderenti. I risultati saranno una fonte importante per comprendere i punti di forza ma anche le

criticità del territorio, soprattutto per quanto riguarda la qualità dell’aria ed il traffico. Si tratta di un progetto importante anche dal punto di vista economico: la Fondazione Cogeme (presieduta da Giovanni Frassi) si farà carico dei costi di progettazione, gestione, della direzione scientifica e delle consulenze, mentre i 90mila euro del noleggio delle strumentazioni e delle attrezzature di monitoraggio verranno ripartite tra i Comuni partecipanti in base ad una quota proporzionale alla popolazione. Il monitoraggio, già sperimentato in Franciacorta, oltre ad indirizzare future politiche ambientali, potrà permettere anche l’accesso a bandi e finanziamenti che spesso costituiscono una boccata d’ossigeno per le amministrazioni locali in tempi di magri bilanci.

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Centrale del Latte che conclude la stagione regolare al secondo posto in classifica. La sconfitta casalinga contro Trento (74-71) ha fatto perdere il primato in classifica passato alla Copra Piacenza. Quindi sarà Perugia l’avversaria dei biancoazzurri nel primo turno degli spareggi promozione. Formula che prevede cinque gare al meglio delle tre vittorie. Si comincia domenica primo maggio al San Filippo, stesso discorso mercoledÏ 3. VenerdÏ 6 e domenica

8 si va a Perugia e l’eventuale bella sarà di nuovo in programma a Brescia l’11 maggio. Dall’altra parte del tabellone si affonteranno Piacenza e Treviglio con i primi avvantaggiati dal fattore campo. Le due vincenti accederanno al secondo turno in programma dal 15 al 25 maggio. Scontri play out, invece, fra Trento-Pavia e Castelletto-Trieste. Retrocedono Siena, Recanati, Senigallia, Riva del Garda, Ozzano ed Osimo. (m.c.)

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ettimana da terremoto quella che si conclude con la sfida con il Milan sabato 23 aprile alle 19 al Rigamonti. Il primo scossone al Brescia e alle sue certezze è arrivato dalle vibrazioni che hanno nei primi minuti di Genoa-Brescia hanno scosso la traversa della porta di Eduardo, dopo il colpo di testa di Caracciolo. La prima scossa che annuncia il disastro. Seconda scossa: la polemica tra Preziosi e Iachini che reso ancor piĂš il clima teso attorno all’ambiente Rondinelle. Il terremoto vero e proprio arriva ad inizio settimana: Gino Corioni annuncia che il suo rapporto con il Brescia è finito. La cittĂ ha bisogno di altro, dice il patron delle Rondinelle, ha bisogno di qualcuno che possa ancora investire per permettere al Brescia di rimanere in Serie A e lottare per l’Europa League, nel caso arrivi la salvezza, o allestire una squadra che lotti per la Serie A, se la conclusione di questa stagione sarĂ quella meno lieta. Un cambio della guardia che ha giĂ portato alla ribalta alcuni nomi dello sport e dell’industria; su tutti Giuseppe Pasini, patron della Feralpi Salò, presidente della Federacciai. Interpellato ha lasciato aperta la possibilitĂ a una compartecipazione con altri. Che Corioni voglia vendere non è una novitĂ , ma è nuova l’amarezza con cui Gino si è espresso. Futuro, forse lontano o forse vicino, ma fu-

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turo non immediato. La matematica, quella benedetta matematica mai amata tanto, ci tiene ancora in vita e dà ancora speranza. Il cammino per la salvezza passa da cinque gare, su tutte gli scontri con Sampdoria e Cesena, ma perchÊ queste siano fondamentali per la permanenza in A, non bisogna perdere il contatto con quelle davanti. Quindi anche la sfida con il Milan di sabato sera è fondamentale.

Il Brescia, come i rossoneri, saranno avvantaggiati dal fatto che le altre squadre avranno già giocato alle 15. I risultati potrebbero aiutare e mettere le ali ai piedi o appesantire ulteriormente le gambe degli uni o degli altri. Nella stessa giornata la Sampdoria andrà a Bari, l’Udinese ospita il Parma, il Bologna accoglie il Cesena e Genova arriva il Lecce. Per gli uomini di Allegri, con mezzo scudetto sul pet-

to e senza giocatori illustri come Pato e Ibrahimovic saranno interessati a Palermo-Napoli e un poco meno a Inter-Lazio. Tutto può ancora succedere. Intanto i tifosi della Curva Nord hanno cominciato i festeggiamenti per il centenario e continueranno fino all’1 maggio a S. Polo. Il Brescia ha inoltre presentato il progetto “Io tifo positivoâ€? realizzato da ComunitĂ Nuova a cui aderisce con Provincia di Milano, Regione Lombardia, Coni Milano, Inter, Milan, Gazzetta dello sport e Armani Junior. L’obiettivo è formare una cultura della sportivitĂ , in contrasto al tifo violento. L’idea alla base del progetto è quella di organizzare una serie di azioni educative rivolte agli studenti delle scuole primarie e medie entrando in classe con operatori preparati. Nella partita Brescia-Milan i giocatori entreranno in campo accompagnati da bambini che indosseranno la maglia “Io tifo positivoâ€?. Collegamenti in diretta su radio Voce(88.3 - 88.5) a partire dalle 18.45.

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&DOYLVDQR VL WLQJH GL URVD Se la prima squadra maschile ha conquistato matematicamente i play off promozione dominando il campionato di A1, a Calvisano i riettori della palla ovale da due anni a questa parte sono anche puntati sulla formazione femminile. La neonata squadra “in rosaâ€? comincia a raccogliere i primi frutti conquistando il titolo di campione di Lombardia nella Coppa Italia a 7. In realtĂ la conquista era pressochĂŠ certa con una giornata

d’anticipo ma nello scorso ďŹ ne settimana si è avuta la certezza assoluta del successo regionale e della partecipazione alle ďŹ nali nazionali ďŹ ssate per il 15 maggio prossimo a Noceto. â€œĂˆ una grandissima soddisfazioneâ€? ha commentato coach Pierato, al secondo anno sulla panchina giallonerorosa. Questo il percorso: Calvisano che ha vinto per 5-0 contro il Monza, 3-2 contro il Cogoleto e ha pareggiato 1-1 contro il Lovere. In virtĂš di tali

risultati si è piazzata al primo posto nella classiďŹ ca di giornata, a pari merito, con il Lovere. Il piazzamento ha consentito alle ragazze bassaiole di andare molto oltre, nella conquista dei punti necessari alla vittoria del girone. La squadra calvisanese da tempo si distingue per la qualitĂ del proprio gioco, molto piĂš inclinato a sfruttare schemi, velocitĂ e qualitĂ tecniche che la potenza ďŹ sica. Non a caso – infatti – al termine della scorsa

stagione la femminile è stata premiata con la targa disciplina. L’allenatore Pierato ha potuto contare − oltre all’apporto di una rosa competitiva – del sostegno del suo vice Massimo Capelletti. Ed ora serve la ciliegina sulla torta: provare a strappare un buon piazzamento alle ďŹ nali nazionali del 15 maggio. Prima di ciò, però, c’è da tifare per i colleghi uomini visto che in palio c’è il ritorno nell’Êlite del rugby dopo due anni di purgatorio.


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ÂŽ …‹…Ž‹•Â?‘ •—ŽŽ‡ •’‘Â?†‡ †‡Ž ƒ‰‘ La carovana ciclistica ciessina ha toccato le rive del lago d’Iseo lo scorso ďŹ ne settimana in occasione del VII Memorial Vezzoli, gara valevole come terza prova di coppa Primavera disputata a Provaglio. Circa 130 corridori si sono sďŹ dati su un percorso di 6,3 km, suddivisi in due partenze distinte. La prima ha coinvolto i ciclisti delle categorie senior 1, 2 e gentlemen e ha visto trionfare Angelo Corini, dominatore di una gara che in cui il gruppo è rimasto piuttosto compatto ďŹ no alle

pedalate ďŹ nali. Dietro all’atleta della Mobilbrix si è piazzato Gianbattista Marchina dell’Ospitaletto, terzo Vittorio Benedetti (Cicli Benedetti). Il copione di gara è stato simile anche tra gli junior, dove Claudio Pizzoferrato (Borgosatollo Cycling) ha tagliato il traguardo per primo precedendo Matteo Benedetti (Cicli Benedetti) e Giacomo Venturini (Pedale Orceano Sachesghinghem). Le ruote torneranno in sella il primo maggio a Flero, dove si terrĂ il III Gp Industriale Gomma.

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l weekend pasquale costituirĂ l’occasione ideale per ricaricare le pile in vista della volata finale che condurrĂ agli scudetti. Nel calcio a 11 la finale potrebbe regalare il bis della Supercoppa di inizio stagione, che vide opposte Eagles Bagnolo e Fuorimisura. Le loro ambizioni, però, saranno ostacolate in semifinale da Scaglioni e Alfan Calcio. Anche il calcio a 7 ha le sue quattro candidate al titolo. Da una parte ci sono Bovegno e Carrozzeria Bosini, dall’altra Saip e Noce. Ottavi e quarti hanno mietuto vittime illustri come i campioni in carica di ER Costruzioni in ferro, Cafè Noir e Cigolese. Nel tabellone del calcio femminile spicca una semifinale epica, quella tra Bovezzo e Brescia Femminile, che nella passata stagione furono protagoniste assolute in campo provinciale, regionale e nazionale. Una sola, questa volta, potrĂ accedere alla finalissima, dove troverĂ la vincente di Sale – Castenedolo. Tempo di quarti di finale nel calcio a 5, dove il Giglio Costruzioni ha abdicato anzitempo al trono provinciale. Calcinato - Caffè Danesi; Faggi di Eva - Futsal Gavardo; Orzinuovi – Bar La Corsina; Virtus Capriolese Jr – Polpenazze le gare in programma. Nel mondo del calcio giovanile sono giorni di attesa per i top junior in vista delle semifinali. Smv affronterĂ Hotel Catullo, mentre Asco Vestone se la vedrĂ con i gussaghesi del Sale. Il percorso degli juniores sarĂ un po’ piĂš lungo. Fontana – Padergnone; Pu-

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formazioni ’95 e ’96. Rock Torbiato e Gazzolo vogliono rovinare la festa al sodalizio cittadino. Intanto arrivano i primi verdetti dalle zone, dove le migliori formazioni di Eccellenza del calcio a 7 continuano la caccia alla promozione in Elite. Nella Bassa occidentale Brandico si aggiudica il titolo battendo 4-3 in finale Berlinghetto, che cercherà il salto di categoria attraverso i playoff. La finale cittadina si disputerà il 6 maggio sul campo della Torricella. Il giorno successivo arriveranno i verdetti in Valtrompia, Bassa orientale e Sebino con le sfide decisive a Tavernole, Gambara e Timoline. Chiude il sipario la Valverde con le partite dell’8 maggio a Bedizzole.

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Lettera aperta sull’accoglienza Egr. direttore, siamo un gruppo di insegnanti dell’Istituto statale “Don Lorenzo Milaniâ€? di Montichiari, fortemente preoccupati per le repentine dichiarazioni di contrarietĂ emerse nel consiglio comunale di Montichiari del 5 aprile 2011 in relazione alla possibilitĂ di accogliere nella Caserma Serini, in localitĂ Fascia d’Oro, una parte dei profughi in arrivo in Italia in questi giorni dal Nord Africa.Per quanto riguarda il nostro ruolo di educatori, non solo ci impegniamo a sviluppare con gli studenti una discussione seria, informata e responsabile su questa delicata tematica, ma segnaliamo anche la nostra piena e consapevole disponibilitĂ a realizzare attivitĂ e iniziative di solidarietĂ concrete con le persone bisognose di aiuto che oggi ci chiedono di essere accolte nelle nostre terre. Chiediamo a tutte le autoritĂ che stanno per competenza seguendo questa drammatica vicenda di valutare insieme l’opportunitĂ di coinvolgere il nostro Istituto, con la sua quarantennale cultura della fratellanza fra i popoli, nello studio e nella realizzazione di forme di ospitalitĂ diretta tra le mura della scuola di uno o piĂš nuclei familiari migranti. Confrontarsi quotidianamente con le loro problematiche costituirebbe per i nostri ragazzi una straordinaria possibilitĂ di apprendere dal vivo elementi concreti e tangibili di educazione alla cittadinanza e alla interculturalitĂ . Facciamo appello a tutte le donne e agli uomini di buona volontĂ affinchĂŠ almeno in questa vicenda prevalgano le ragioni dell’umanitĂ e del buonsenso. 44 insegnanti del “Don Milaniâ€?

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Pasqua di risurrezione Egr. direttore, siamo alle porte della Pasqua di risurrezione e stavolta vorrei narrare la risurrezione di alcune anime che nei decenni scorsi erano nel peccato. Queste che narro le ho sentite a Radio Maria in una recente discussione durante una tavola rotonda: come muore un ateo. Un sacerdote va a trovare un morente, chiamato da sua madre. Il malato chiede chi sia e saputo che era un prete lo vuol mandare via. Ma questi gli parla in modo dolce e convincente, dicendo che sua madre l’aveva pregato di venire a trovarlo. Allora l’uomo si mette a dialogare e alla fine chiede i sacramenti. Il sacerdote glieli imparte e qualche giorno dopo egli rende l’anima a Dio. In tal modo la sua anima che era nelle tenebre ora vedrĂ la luce del divin Risorto. Il secondo episodio parla di un giovane che si presenta ad un missionario e gli dice che la notte prossima si sarebbe suicidato. Il motivo è che la sua fidanzata l’aveva lasciato e lui troppo addolorato vuole farla finita. L’uomo di Dio mentre, come dice lui aspetta un aiuto dallo Spirito santo guarda il coltello con il quale il ragazzo voleva attuare il suo folle gesto dicendo che quello non era adatto e bisognava comperarne uno nuovo. Poi si mette a ragionare dicendogli che se la fidanzata lo aveva lasciato non lo amava e nella sua grande cittĂ ne avrebbe trovata un’altra che l’avrebbe fatto felice. Allora il giovane ascolta volentieri e chiede al sacerdote dove può parlare ancora con lui e il prete tutto contento annuisce e gli dice come trovarlo. Da quel giorno il ragazzo non perde piĂš una messa la domenica, trova la fidanzata, si spo-

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sano e hanno una vita felice. Anche in questo caso egli passò dal diavolo a Dio. Il missionario poi diceva che questo fu il piĂš bel giorno della sua vita. La terza storia riguarda ancora un sacerdote. Un giorno questo vuol andare a trovare la mamma. Sale su una corriera dove c’erano tutti protestanti che andavano in gita. Il prete prende la corona e recita il rosario. Una donna che gli è vicina lo guarda in continuazione. Ad un tratto vi è un incidente un ragazzo è travolto e ferito grave, ma nessuno si muove. Il prete scende pulisce il giovane e chiama dei contadini perchĂŠ lo aiutino. Intanto lui lo fascia e fa tutto per alleviargli il dolore, Poi alcuni uomini lo portano all’ospedale. Egli risale sulla corriera e la donna che l’aveva sempre guardato gli dice: grazie, oggi lei mi ha fatto vedere come abbia applicato bene la parabola del buon samaritano. L’ultimo fatto ha un lieto fine. Son due sposi che decidono di far morire la creatura che la donna ha nel grembo. Ma quella mattina il celebrante parla proprio della vita che noi dobbiamo rispettare. Venendo a parlare dell’aborto dice tra l’altro: non uccidete mai il frutto del vostro amore, quel bimbo potrebbe divenire medico, sacerdote... Queste parole fanno desistere i due sposi a commettere quel delitto e il pargolo vede a suo tempo la luce. Passano tanti anni e un giorno alcuni diaconi sono consacrati sacerdoti. Una donna si avvicina al parroco nuovo e gli dice piangendo: uno di questi è mio figlio e fu un suo confratello che con le sue parole mi convinse a non abortire ed oggi piango di gioia perchĂŠ le parole del mio parroco hanno salvato la mia anima, donandomi la felicitĂ di aver donato un sacerdote

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in piĂš alla Chiesa. Ecco queste sono storie della risurrezione di alcune anime come GesĂš aveva chiesto ai suoi apostoli: risuscitate i morti, cioè i morti nell’anima. Domenico Marchesi

Lettera di Pasqua a GesĂš di un ergastolano ostativo GesĂš, ci sono dei giorni che mi sembra che i muri della mia cella mi stritolino il cuore e ci sono dei momenti che non mi ricordo piĂš come si vive da uomo libero. GesĂš, non riesco a capire! A cosa serve e a chi serve che tanti “uomini ombraâ€? dopo venti anni, trenta anni, alcuni molti di piĂš, rimangano chiusi in una cella? GesĂš, un “uomo ombraâ€? ha poco tempo per pensare, perchĂŠ è occupato tutto il giorno a trovare buoni motivi per sopravvivere ad un giorno dietro l’altro. GesĂš, come sono stupidi gli uomini “buoniâ€?: invece di farci fare qualcosa fuori, ci tengono chiusi nelle celle come belve feroci senza fare nulla. GesĂš, in certe notti non esiste nessun altro luogo dove trovare tanta tristezza come nel cuore degli “uomini ombraâ€?, perchĂŠ non si può pagare il proprio passato con tutta una vita. GesĂš, non ho mai avuto paura dei cattivi, ci sono nato intorno a loro, piuttosto è da tanto tempo che sono i buoni che mi fanno paura. GesĂš, per tutti il futuro è un mistero, ma non lo è per gli “uomini ombraâ€? perchĂŠ noi sappiamo giĂ come vivremo, dove vivremo e dove moriremo. GesĂš, le lacrime degli “uomini ombraâ€? non si vedono, perchĂŠ pure quelle sono di ombra. E non è vero che sperare

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non costa nulla perchĂŠ una speranza andata a male è piĂš dolorosa di qualsiasi altro dolore. GesĂš, i sogni vanno e vengono, i ricordi restano: per questo preferisco piĂš ricordare che sognare, perchĂŠ neppure i cattivi possono vivere senza amore sociale, senza futuro e senza speranza. GesĂš, se tu fossi nato di questi tempi non ti avrebbero messo in croce, ti avrebbero dato l’ergastolo ostativo, perchĂŠ gli uomini buoni sono diventati molto piĂš cattivi di quelli di una volta. GesĂš, anch’io vorrei morire come te, ma i buoni non vogliono: dicono che sia peccato, loro vogliono far giustizia cosĂŹ, per essere piĂš cattivi di noi. GesĂš, i buoni non fanno come i cattivi, loro le vite preferiscono spegnerle, farle soffrire e distruggerle un po’ tutti i giorni. GesĂš, spero che tu non senta mai tutto il dolore, l’angoscia e la tristezza degli “uomini ombraâ€?, perchĂŠ noi respiriamo, ma non viviamo. GesĂš, non capirò mai come persone “perbeneâ€?, probabilmente “buoneâ€?, mettono, dicono non per vendetta ma per giustizia, la gente in prigione con una pena che non finisce mai e in un posto brutto, schifoso e illegale come il carcere. GesĂš, te la posso fare una domanda? Valeva la pena farti mettere in croce per gli umani che sono cosĂŹ disumani? GesĂš, valeva la pena che tu morissi per far diventare i “buoniâ€? cosĂŹ cattivi? Non ti conveniva mettere in croce un altro al posto tuo, come stanno chiedendo a me per uscire dal carcere? GesĂš, dopo venti anni di carcere mi hanno chiesto questo, ma se non l’hai fatto tu che sei cosĂŹ buono, perchĂŠ lo devo fare io che sono cosĂŹ cattivo? Carmelo Musumeci

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Auguri di Pasqua dall’Albania Egr. direttore il tempo scorre davvero veloce e anche se mi sembra che poco tempo fa stavo scrivendo alcune riflessioni del Natale, eccomi giĂ a pensare alla Pasqua‌ e a condividere come sempre con gratitudine e amicizia, un pensiero che ci unisca nei nostri cammini mentre celebriamo Colui che dĂ senso al nostro camminare, che è il Signore GesĂš. L’augurio piĂš sincero è che anche noi, come “l’altro discepoloâ€? che è giunto al sepolcro il mattino di Pasqua facciamo la scelta di credere, mai come in questi ultimi tempi si sta rendendo necessario, qui e in ogni parte del mondo, il nostro credere. SĂŹ, c’è bisogno di essere credenti, di vivere da credenti, di scegliere da credenti‌di testimoniare ciò che crediamo. Il Signore GesĂš ha voluto che quel mattino al sepolcro i discepoli credessero nonostante i tradimenti di pochi giorni prima quando lo avevano lasciato da solo; il Signore GesĂš vuole che ancora oggi noi, pur nel mezzo delle nostre debolezze, diventiamo sempre di piĂš uomini che credono non per i nostri meriti ma per quello che Lui ha operato con la sua Risurrezione. Dal sepolcro i discepoli sono tornati con la voglia di credere‌ prego e mi auguro che anche tutti noi nel giorno di Pasqua proviamo questo desiderio: quello di credere. I missionari sono coloro che vanno per far maturare le persone in questo desiderio, quello di credere, la vera povertĂ c’è nell’uomo quando non si crede‌ e tante cose anche qui in Albania non cambiano proprio perchĂŠ l’uomo non crede e non credendo l’orizzonte della sua vita diventa molto buio, pove-

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ro e privo di significato. Non è facile aiutare la gente a credere‌ma è una avventura che vale la pena di essere vissuta. Ed è la stessa cosa che anche voi potete fare vivendo con un certo stile negli ambienti della vostra vita quotidiana; siate missionari anche voi. Qui il mio servizio continua e stiamo cercando di vedere come evolverĂ , è un lavoro molto poco evidente: non costruisco pozzi o ospedali, non costruisco strade o ponti, non costruisco chiese o altro‌ ma silenziosamente mi dedico alla formazione delle persone, soprattutto di quei ragazzi che manifestano una generositĂ al servizio e che stanno iniziando a pensare al loro futuro; mi dedico all’ascolto, all’educazione delle coscienze attraverso tanti incontri personali‌ e tutto per gettare le fondamenta nascoste di un futuro migliore per questa Chiesa. La Domenica delle Palme sono andato a celebrare la messa in un villaggio veramente isolato in mezzo alle montagne al confine tra le due diocesi che servo‌ lĂ c’era un ragazzo, Fatmir, che è venuto agli incontri vocazionali quest’anno; ho conosciuto la famiglia che mi ha detto della gioia che questo ragazzo ha a 16 anni nel servire la Chiesa‌ e se vedo dove vive, resto meravigliato di questa sua generosità ‌ oltre alla chiesa, alla scuola e alle montagne non c’è nulla. Come può aver maturato l’idea di donare la sua vita? Un mistero che solo il Signore conosce! Come sempre vi sono grato per ogni aiuto che ci permette di vivere e di dare un futuro a questi ragazzi; forse vi potrĂ sembrare che siamo un pozzo senza fondo nel chiedere aiuti, forse è vero‌ ma non possiamo contare su nessuna risorsa! Nel frattempo fin che possiamo, io qui a Rreshen e don

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Gianfranco a Suç, continuiamo a sostenere ragazzi a scuola, i seminaristi che abbiamo al Seminario nazionale a Scutari, continuiamo a comprare medicinali o a cercare possibilitĂ di cure per chi non saprebbe nemmeno a chi rivolgersi. Proprio in queste settimane sto affrontando un nuovo caso, quello di un ragazzo kosovaro di 22 anni con un tumore al fegato ormai in stadio avanzato‌ che era stato visitato e dimesso piu volte dall’ospedale con la diagnosi di una gastrite! Solo con l’intervento delle Kforce (i militari italiani in servizio in Kossovo) siamo riusciti a spedirlo in Italia per tentare il possibile. Cerchiamo di far capire la necessitĂ della prevenzione, delle visite in tempi opportuni‌ ma spesso non è possibile. Nella famiglia di questo ragazzo è giĂ il terzo che finisce cosi; non vogliamo essere cattivi, ma le famose bombe all’uranio impoverito usate nei Balcani durante la guerra del 1997 continuano a fare il loro lavoro‌ anche se tutti continuano a negarlo. Tutto questo non ci impedisce di sperare e di lavorare per il futuro di questi ragazzi, lo meritano nonostante i tanti limiti che incontriamo. A voi chiedo il ricordo della preghiera che contraccambiamo pregando sempre per i nostri benefattori; ogni aiuto che riceviamo è per noi fonte di quella vita nuova che sperimentiamo con la Pasqua di risurrezione. Auguri di cuore a tutti! don Roberto Ferranti

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manca da troppo tempo. Tanto piĂš non è adeguato quando questo capita a ridosso di eventi seri e drammatici quali un incidente nucleare. L’energia è certamente uno dei beni fondamentali per un Paese, ormai ce ne siamo accorti tutti. Indispensabile per andare avanti e garantire lavoro, salute, sicurezza, benessere. Servirebbe una seria riflessione e una decisione politica di strategia su questo tema, ben ponderata e condivisa, di lungo termine come richiede la stessa natura del problema energetico. Di certo non emotiva o peggio basata su giochi di opportunitĂ politica. Una buona occasione per dimostrare la reale consistenza di chi ha a cuore il bene comune, non a parole. Vista dopo un trentennio, l’Italia appare come una nazione che ha deciso di non impostare o guidare una politica energetica, lasciandola al solo “mercatoâ€?. Che ha risposto scegliendo la cosa piĂš semplice, piĂš remunerativa e meno rischiosa (per chi investiva): i combustibili fossili, gas in primis. CosĂŹ che ne dipendiamo per oltre l’85%, e praticamente tutto dall’estero, unici tra i Paesi piĂš industrializzati. Luigi Pazzini

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La politica energetica

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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