La Voce del Popolo 2011 20

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La scoperta è stata un capovolgimento: l’altro è luogo di Dio. Si fa strada il dono dell’incontro, come mistero che fende l’opacitĂ del solito, della superficie, e lascia delicatamente trafiggere la sua luminosa bellezza. Si sospende il tempo per un istante la cui durata varia e non si conta, perchĂŠ l’animo sta immobile cercando il nome di ciò che ha davanti, o che ha dentro. L’altro che ti incontra: non c’è miracolo piĂš intenso e fragile. L’altro che ti vede: non c’è dono piĂš prezioso. Non respiri per timore che scappi, che volti le spalle a un sussurro; la perdita di ciò che potrebbe rivelarsi un sogno, un’illusione. GiĂ nota. Sei tu, amico, amica, sorella, amore che attendevo: tra i solchi della mia solitudine, tra le strade della mia paura buia, secca, senz’aria. E come potrei lasciarti andare? Sei tu, capace di me, come vaso, come mano aperta; sei tu, scrigno sigillato che lascia scorrere i suoi segreti sulle orecchie del mio cuore attento. La tenerezza si schiude, senza timore della debolezza che sempre ogni incontro svela e chiede.

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Darfo. Se l’immigrazione ha volti e storie

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͜͜ ’‘”– Brescia: tanti saluti e futuro incerto

‘Â? …‹ •‘Â?‘ •…‘”…‹ƒ–‘‹‡ A Milano il sindaco uscente, Letizia Moratti, per due soli punti evita una clamorosa uscita al primo turno e s’inerpica, contro Pisapia, giĂ vincitore a sorpresa alle primarie del centro-sinistra, in un ballottaggio difficile. Ăˆ il dato piĂš clamoroso ed evidente del turno amministrativo, speculare alla facile conferma invece a Torino della coalizione uscente, che con Fassino vince facile. Per il resto i risultati delle principali cittĂ e province disegnano un sistema in faticosa evoluzione, con una notevole varietĂ di situazioni locali, come è giusto

che sia. In sostanza, non ci sono sconti per nessuno. E questa è dopo tutto la sola certezza di un turno amministrativo delicato e politicizzato. Non ci sono scorciatoie, non c’è alcuna alternativa possibile al faticoso lavoro quotidiano. Non è tempo di miracoli, verrebbe da concludere, ognuno si rimbocchi le maniche. A partire dal governo e dal suo presidente. NĂŠ le forze di protesta, a partire dal movimento Cinquestelle, hanno fatto il pieno: anche per i “grilliniâ€? si registra un andamento altalenante. In realtĂ , un clima di campagna elettorale permanente, di sfide ultimative ad ogni tornante di una strada comunque difficile e accidentata com’è quella di questi anni di crisi economica e di ristrutturazione sociale, stressa inutilmente cittadini e sistemaPaese, con dividendi a somma

zero. Come dimostrano i risultati complessivi del primo turno che, com’è giusto che sia, sono articolati e anche contraddittori. Disegnano una geografia di partiti e movimenti deboli, di fronte a un elettorato scettico, come dimostrano i dati sull’affluenza, in calo evidente. Tra quindici giorni i risultati dei ballottaggi potranno definire il quadro di chi vince e di chi perde, il pallottoliere complessivo. Ma il dato strutturale è quello emerso al primo turno: regge il quadro del bipolarismo, ma fa fatica, tende a sfrangiarsi, anche se piĂš per sgocciolamento che per frattura. Forse dal moto uniformemente strillato, che ha segnato le successive alternanze, e caratterizza i toni giustizialisti o populistici, è tempo di passare a un nuovo registro di comunicazione e, dunque, di

azione. Forse chi lo sperimenterĂ fin da domani rischia di vincere giĂ il secondo turno. Basta aprire le finestre e ci accorgiamo che rischiamo di stare fermi, mentre intorno a noi molti camminano con passo svelto e altri, addirittura, si sono messi a correre. Restare indietro non giova a nessuno e, dunque, qualcosa bisogna fare, presto. Cacciati dalla porta i programmi e la realtĂ concreta dei fatti rientrano dalla finestra. Ăˆ su questo, sul concreto dell’amministrare e del buon governare che ci dobbiamo misurare, senza sconti per nessuno. E su questo, e non su altro, c’è da scommetterci, si giocherĂ anche la prossima campagna elettorale politica. Chi la vuol vincere si sintonizzi con gli italiani e lavori su questo registro, da subito.


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Forse non sono in molti a saperlo, ma quella bresciana è una delle piĂš importanti provincie italiane per flussi turistici. Da anni Brescia “abitaâ€? nelle zone alte di questa classifica in compagnia di altre terre vocate al turismo. Il merito è di una offerta a tutto tondo. Nel Bresciano manca praticamente soltanto il mare, anche se i laghi e i parchi acquatici che sono andati spuntando un po’ ovunque dalla Valle Camonica alla Bassa e da est a ovest hanno in parte posto

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rimedio a questa mancanza di madre natura. Brescia è dunque terra di turismo anche se la sua attenzione alla dimensione industriale non ha mai pienamente permesso di valorizzare questo aspetto. Eppure dall’Adamello alla pianura convivono diverse forme di turismo: da quello legato alla natura, montagna e laghi su tutti, a quello culturale (i parchi preistorici camuni e le grandi mostre della cittĂ ) senza dimenticare i percorsi del gusto.

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ualche anno fa, prima che la crisi si abbattesse con violenza anche su Brescia, terra da sempre vocata all’industria, si aprĂŹ un dibattito sulla possibilitĂ di fare del turismo (in tutte le sue dimensioni) una “pistaâ€? alternativa. Erano anni in cui si discuteva sulla possibilitĂ che Brescia potesse investire sulla riconversione di un sistema (appunto quello industriale) che prima o poi si sarebbe scontrato con esiti incerti contro quelli dei Paesi emergenti. PerchĂŠ, era la domanda ricorrente, non pensare seriamente al turismo come voce importante dell’economia bresciana. Certo erano ancora lontane le ombre cupe di quella crisi che avrebbe costretto anche Brescia in ginocchio, ma erano anche gli anni in cui molti andavano ancora in ordine sparso. Non c’era, nonostante i ripetuti appelli di Maurizio Banzola all’epoca direttore dell’Apt ad una sinergia, alla scelta di fare sistema tra tutti i soggetti della filiera turistica bresciana, la volontĂ di trasformare il turismo in uno dei capitoli importanti dell’economia bresciana. Col tempo la scelta è comunque maturata e il Bresciano, con le sue mille proposte, ha investito sul turismo. Un impegno che non è venuto meno, nonostante le difficoltĂ evidenti, nemmeno con la crisi degli ultimi anni. Anzi, se possibile, la stagione di recessione ha sviluppato

l’ingegno e l’inventiva degli operatori bresciani del turismo. Brescia oggi (ma lo era giĂ in passato) è una delle prime provincie turistiche d’Italia, ha preso consapevolezza di questo primato e ha messo a punto strategie di comunicazione e di valorizzazione dei suoi tesori comuni andando a cercare nei mercati stranieri quei flussi turistici che non sempre il Belpaese riesce a garantire. Oggi il Bresciano è un

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marchio riconosciuto e apprezzato da tanti turistiche che sanno che dietro a questa definizione c’è una ricchezze di proposte con pochi pari. Laghi (nella foto il Sebino visto dal Guglielmo), montagne, cultura, enogastronomia e molto altro ancora sono il “pacchetto di mischiaâ€? che Brescia schiera in fiere e manifestazioni nazionali e internazionali dedicate al turismo. I risultati, compatibilmente anche con la crisi, non sono mancati, cosĂŹ come gli sforzi messi in campo per conseguirli. In queste settimane gli attori di questa filiera (istituzioni, enti e privati) sono al lavoro per affilare le armi per la stagione turistica virtualmente aperta con il week end pasquale. C’è molta attesa, anche perchĂŠ le premesse lasciano ben sperare. La gente è tornata a muoversi; magari spende con piĂš parsimonia anche se (e tante strutture presenti sul territorio lo confermano) sono sempre di piĂš i turisti che, dai laghi alle montagne, dalla Franciacorta alla cittĂ , vanno cercando la qualitĂ . Le difficoltĂ e le sfide, come ricordano in queste pagine l’assessore provinciale al turismo Silvia Razzi, l’amminstratore delegato di Bresciatourism Alessio Merigo, Stefano Boni di Asshotel e un albergatore dell’alta Valle Camonica, non mancano. Ma c’è anche una grande voglia di fare bene: giĂ una buona base da cui partire per una estate tutta bresciana.

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ǯDz dz Sono 212 gli esercizi commerciali bresciani che da qualche giorno possono fregiarsi del marchio di qualità “Ospitalità italiana”. Si tratta di 60 alberghi, 99 ristoranti e 153 agriturismi sparsi nel Bresciano. Si tratta di un biglietto da visita di tutto rispetto a pochi giorni dall’avvio ufficiale della stagione turistica estiva. Il riconoscimento è stato istituito nel 1997 dall’Istituto nazionale di ricerche turistiche in collaborazione con le diverse Camere di commercio. Si tratta

di un riconoscimento che viene assegnato di anno in anno e che può essere rinnovato. Il premio viene attribuito a quelle strutture che garantiscono un’offerta di eccellenza rispetto ad alcuni precisi parametri. Il riconoscimento è stato consegnato nei giorni scorsi alle 212 realtà bresciane nel corso di una cerimonia tenuta nell’auditorium della Camera di commercio di Brescia. A consegnare l’ambito riconoscimento il presidente Franco Bettoni, il segretario generale

Massimo Ziletti e il dirigente dell’Isnart Pietro Zagara. Aprendo la cerimonia il presidente Bettoni ha ricordato il grande sforzo compiuto negli anni dagli operatori bresciani per andare in contro alle esigenze di una clientela sempre più attenta alla qualità. “Sempre di più – ha affermato Bettoni – i clienti cercano chi sa soddisfare le loro attese”. La procedura per l’assegnazione del riconoscimento “Ospitalità italiana” parte con una sorta di autosegnalazione. Spetta agli

esercizi interessati partecipare a un apposito bando messo a punto dalla Camera di commercio, aderendo a un disciplinare e compilando quella che in termine tecnico viene definita una check list. Operatori della Camera di commercio provvedono poi a verificare che quanto dichiarato corrisponda al servizio offerto nella prospettiva di abituare gli operatori bresciani, molti dei quali presenti in aree ad alta vocazione turistica, a un confronto costante con la qualità.

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La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilitĂ ha fatto 100. Lo scorso 10 maggio, con la ratiďŹ ca della Colombia, sono diventate infatti proprio 100 le nazioni che hanno ratiďŹ cato il primo trattato sui diritti umani del nuovo millennio. I dati aggiornati riguardanti la Convenzione parlano dunque di 148 Stati che hanno ďŹ rmato il testo della Convenzione (100 dei quali, appunto, hanno proceduto con la ratiďŹ ca) e di 90 nazioni che hanno ďŹ rmato il Protocollo

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opzionale (ratiďŹ cato da 61 di queste). La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è il primo trattato sui diritti umani siglato nel XXI secolo: aperto alla ďŹ rma il 30 marzo 2007 e immediatamente siglato da 82 paesi (un record, mai un trattato era stato ďŹ rmato il primo giorno da cosĂŹ tanti Paesi). Obiettivo della Convenzione è garantire che le persone con disabilitĂ godano degli stessi diritti degli altri individui, e conducano a pieno titolo una

vita da cittadini, essendo messi in grado di dare un contributo signiďŹ cativo alla societĂ sulla base della garanzia delle medesime opportunitĂ . La Convenzione rivendica i diritti alla non discriminazione e all’uguaglianza di fronte alla legge, alla libertĂ e alla difesa dell’individuo, all’accessibilitĂ , alla mobilitĂ personale, all’indipendenza, alla salute, al lavoro e all’istruzione, alla partecipazione alla vita politica e culturale.

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l primo atto della tornata elettorale amministrativa è stato archiviato con non poche sorprese. Molte sono state analizzate nei giorni che hanno fatto seguito al voto del 15 e 16 maggio scorsi. Nonostante i tentativi di far passare come un incidente di percorso la battuta d’arresto conosciuta dal sindaco Letizia Moratti a Milano, è parso evidente a tutti (primo cittadino uscente in testa, ndr.) che la scelta di buttare sul tavolo ambrosiano temi di politica nazionale non ha pagato. Suonano tardivi gli inviti espressi (a verdetto delle urne ormai consolidato) dalla stessa Moratti e da tanti altri esponenti del centro destra nazionale di utilizzare i giorni che mancano al ballottaggio del 29 e 30 maggio per parlare di temi e di questioni milanesi. Appelli che, probabilmente, hanno un suono sgraziato anche i milanesi (ma anche per gli elettori di tante altre cittĂ in cui la partita amministrativa è ancora aperta) che forse avrebbero preferito sentire parlare di proposte, programmi e progetti per la loro cittĂ sin dai mesi scorsi. Ăˆ infatti evidente, e il dato emerge anche da tante altre cittĂ grandi e piccole andate al voto, che la gente quando si tratta di tornate amministrative non è piĂš disposta (se non in minima parte) a esprimere un voto per mera appartenenza politica. Certo, c’è ancora chi vota “a prescindereâ€? per una bandiera, ma

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caso Milano, ha premiato l’esperienza Chiamparino a Torino e ha bocciato senza grandi possibilitĂ di appello il malgoverno di una cittĂ come Napoli. L’elettore, almeno in questa circostanza, ha dimostrato di essere piĂš avanti dei politici. Non si è fatto abbindolare, si è espresso su scelte amministrative e sulle persone chiamate a portarle avanti. Nessuna forza politica può da questo punto di vista cantare vittoria, perchĂŠ se è vero che oggi queste considerazioni valgono un po’ di piĂš per Berlusconi & co., non si deve dimenticare che, proprio a Milano, quel Pisapia premiato dal voto del 15 e 16

maggio, è uscito dalle primarie del Pd in cui il partito di Bersani, che aveva puntato senza mezzi termini su un altro candidato, era stato sconfessato dalle scelte della base. Situazioni che le diverse forze politiche dovranno valutare con attenzione non solo in vista di ballottaggi ancora tutti da giocare, ma anche in vista di scelte future. La gioia o la delusione per una vittoria, seppure prestigiosa, alle elezioni amministrative non devono far dimenticare ai partiti e ai loro leader che il Paese reale è probabilmente qualcosa di diverso da quello che percepiscono dai palchi dei loro comizi.

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'D %UHVFLD DOOD VFXROD SHGDJRJLFD GL 5XNDJR Si sta preparando a partire alla volta del Burundi, dopo averlo sostenuto per anni da Brescia. Giovanni Savelli guarda con attesa al prossimo giugno quando raggiungerà la scuola pedagogica che le Suore maestre di Santa Dorotea a Rukago, cittadina del Paese africano. Il legame tra Savelli e le religiose ha radici lontane. Cresciuto in via Battaglie a Brescia ha sempre frequentato l’istituto che le religiose hanno in via Marsala. Un legame im-

portante che è andato rinsaldandosi anche con le opere missionarie delle Suore maestre di Santa Dorotea in Burundi. Nel Paese africano le religiose sono presenti da oltre 40 anni e solo la guerra civile le ha costrette a una pausa. La loro è una presenza ormai segnata dalla tensione educativa. Rientrate a Rukago dopo 10 anni di assenza dovuti alla guerra che ha devastato il Paese, nel 1998 le religiose hanno creato una scuola pedagogica

come risposta ai gravi problemi e ai bisogni della gioventĂš locale, obbligata a spostarsi in altre cittĂ per assenza di strutture per l’istruzione superiore. Sin dall’inizio l’obiettivo della scuola è stato favorire la formazione e la promozione della donna, tradizionalmente trascurata e occupata nei lavori dei campi. La scarsitĂ di risorse e le difďŹ coltĂ di dare loro alloggio sicuro ha però limitato nei primi anni la presenza delle ragazze nella scuola.

Una difďŹ coltĂ che ha spinto le Suore maestre di Santa Dorotea alla scelta di costuire una scuola vera e propria. A Brescia è nato cosĂŹ un gruppo di lavoro che si è impegnato per aiutare le religiose. Anche Giovanni Savelli è parte di questo gruppo. Un impegno, il suo, che si è intensiďŹ cato dopo la morte delle moglie e che tra qualche settimana lo porterĂ a Rukago per un impegno diretto in quella scuola che sinora ha aiutato a distanza.


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Dipartimento Protezione Civile per l’istituzione di un tavolo regionale di coordinamento. Questo prevede la partecipazione di diversi soggetti Istituzionali: Regione Lombardia, Anci Lombardia, Prefettura di Milano, Dipartimento di Protezione civile, Upl e Federalberghi. Anci Lombardia, ritenendo che l’arrivo di immigrati sia un tema che interessa anche i singoli territori provinciali ha chiesto anche l’istituzione e la calendarizzazione

di alcuni tavoli provinciali. Gli obiettivi principali sono, pertanto, la prima collocazione degli imminenti arrivi e, soprattutto, l’identiďŹ cazione e la pianiďŹ cazione delle attivitĂ per l’utilizzo delle strutture di ospitalitĂ , ovviamente con le modalitĂ organizzative piĂš vicine alle possibilitĂ concrete dei territori. Anche Brescia è stata coinvolta negli incontri dei tavoli, che hanno preso il via da Milano nei giorni scorsi. La Lombardia, Brescia

compresa, dovrà comunque farsi carico di una percentuale di circa il 18% dei 50mila stranieri che dovrebbero arrivare in Italia. Il criterio di ripartizione adottato è fondato esclusivamente sulla popolazione residente. In questa prima fase anche la Cabina di regia regionale ha previsto una distribuzione sui territori provinciali in base a tale criterio, anche se non si esclude che questo possa essere integrato nel futuro.

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i parla molto, a volte forse anche a sproposito, degli immigrati arrivati a Lampedusa dal Nord Africa e della loro distribuzione su tutto il territorio nazionale. Si discute di numeri e spazi in cui ospitarli, si registrano reazioni polemiche di chi, a parole, è favorevole a una equa distribuzione sul territorio di queste presenze ma arriccia il naso quando si tratta di passare ai fatti. Polemiche e prese di posizione che dimenticano o non tengono nella giusta considerazione che dietro al generico termine di immigrati si nascondono volti e storie che non spesso si discostano da quelli dipinti da “certe letteratureâ€?. Se una banale (e strumentale) forma di generalizzazione vorrebbe far passare ogni immigrato per un soggetto potenzialmente pericoloso, l’incontro con le singole storie confuta in poche battute queste teorie. Lo conferma don Danilo Vezzoli, responsabile della Caritas di Valle Camonica che in queste settimane ha accolto i primi profughi distribuiti sul territorio nazionale grazie alla disponibilitrĂ della rete Caritas dopo il loro sbarco a Lampedusa. “Attualmente – afferma don Vezzoli – diamo ospitalitĂ a 30 persone sulla scorta di accordi nazionaliâ€?. 30 persone che sono giunte in Valle dopo un primo gruppo di cinque ospiti tunisini che nel giro di pochi giorni hanno trovato ospitalitĂ presso parenti. “Alcuni – ricorda ancora il sacerdote – hanno cercato di passare in Francia ma, come raccontato anche dai mass media, sono stati

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di affrontare il Mediterraneo a bordo di uno dei tanti barconi che sono arrivati sino alle spiagge di Lampedusa. “Nei loro racconti – sono ancora parole di don Danilo Vezzoli – c’è la tragedia di amici, fratelli e parenti che non sono sopravvisuti alla traversata del mareâ€?. A Darfo sono stati accolti da operatori e volontari che cercano di trasmettere un po’ di quel calore che manca loro per la lontananza da casa. La disponibilitĂ della gente di Darfo e l’impegno generale della Caritas suppliscono in parte a una certa disorganizzazione che ha caratterizzato il loro arrivo. “Ufficialmente – afferma al proposito don Vezzoli – non ci è stato detto per quanto tempo i nostri ospiti si tratterranno presso la nostra struttura e nulla sappiamo su come organizzare anche le loro giornateâ€?. Per ora i profughi restano nel centro di accoglienza della Caritas; nel corso della giornata vengono loro proposti piccoli momenti di alfabetizzazione. “Sarebbe bello – afferma don Danilo – se prima o poi potessero incontrare il territorio e trovare magari anche piccole occasioni di lavoroâ€?. Questa situazione incide molto anche sulla loro capacitĂ di guardare al futuro. “I ragazzi ospiti della nostra casa non hanno grandi speranze – afferma il responsabile della Caritas –. Ambiscono a ottenere un permesso di soggiorno ma non sanno esattamente per cosaâ€?. Anche se non lo danno a vedere, sostiene il sacerdote, hanno bisogno di tempo per riflettere su ciò che hanno dovuto patire per guardare con un minimo di serenitĂ al futuro.

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Il card. Gianfranco Ravasi ha detto recentemente: “Se vogliamo trasmettere meglio lo stesso linguaggio della fede, dobbiamo conoscere le nuove grammatiche della comunicazioneâ€? I giovani del Movimento dei focolari (Giovani per un mondo unito) invitano la cittadinanza a una iniziativa, rivolta ai giovani, ma anche a educatori, genitori, insegnanti, catechisti, operatori dei media. Questo il titolo dell’incontro: “E adesso... pubblicitĂ ! Istruzioni

†‘Ž‡•…‡Â?†‘ǥ ’‡” ‰‡Â?‹–‘”‹ ‡† ‡†—…ƒ–‘”‹ per l’uso. Percorso interattivo tra luci e ombre nel linguaggio mediaticoâ€?. L’incontro si svolgerĂ sabato 21 maggio ore 15-18 presso l’Auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli, in via Piamarta, 6 in CittĂ e sarĂ introdotto e condotto da Raffaele Cardarelli, esperto di comunicazione pubblicitaria. Laureato in Economia e Commercio alla Bocconi, ha lavorato per 25 anni nel Marketing di Unilever, dove ha scoperto la passione per la comunicazione.

VenerdĂŹ 20 maggio prende il via al Villaggio Badia il secondo percorso (il primo si sta svolgendo al Villaggio Sereno) sul tema della preadolescenza e dell’adolescenza, che si rivolge ai genitori e a tutte le figure che hanno compiti educativi nei confronti di soggetti in questa fascia di etĂ . L’iniziativa è promossa dall’associazione ‘ComunitĂ e scuola’ in collaborazione con la parrocchia S. Maria del Rosario, grazie al qualificato supporto e contributo della Fondazione Asm. Il

corso prevede di lavorare in modo attivo e coinvolgente, riflettendo sul genitore, sull’adolescente, sul mondo da lui vissuto (il gruppo, la scuola, i nuovi media come Facebook, la musica, lo sport). Interverranno Gianni NicolÏ, Gladys Alifraco, Igor Penna. Gli incontri si terranno dalle 20.45 alle 22.30 nell’Oratorio del Villaggio Badia (via Prima, 81). Gli incontri sono aperti a tutti e gratuiti. Info: Comunità e scuola 030/46781 segreteria@ comunitaescuola.it

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8Q FXVFLQR FRVWD PROWR PHQR GL XQD PRJOLH Alcuni giorni prima di Pasqua le agenzie di stampa hanno diffuso una notizia proveniente dagli Stati Uniti che riguardava la crisi economica. Abbiamo potuto apprendere che c’era un segnale positivo per il futuro: le separazioni e i divorzi erano in aumento, dopo un periodo di stasi dovuto appunto alle difďŹ coltĂ economiche (si sa che le divisioni costano). Un vero e proprio segno dei tempi a proposito della cultura corrente, e dei comportamenti conseguenti, a proposito di relazioni matrimoniali. Non ho indagato se in Italia si è potuto accertare qualcosa del genere, anche perchĂŠ bastano i dati correnti a fotografare la situazione. Le ultime rilevazioni, di ďŹ ne 2010, diffuse dall’Istat dicono che le famiglie italiane sono sempre piĂš in crisi: ogni 1000 matrimoni ci sono 286 separazioni e 178 divorzi. Il che signiďŹ ca che si veriďŹ cano quattro rotture ogni dieci. La novità è offerta dalla crescita delle seconde nozze: negli ultimi dieci anni sono passate, in percentuale, dal 6,5% al 13,8%. Ultima annotazione:

le separazioni al Nord sono il doppio del Sud. Anche per questo i gatti hanno invaso gli appartamenti (sono circa otto milioni) e sono stati proclamati “migliori amici dei single�. L’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente) con il suo rituale sondaggio, ha trovato conferma di un crescente feeling negli ultimi tre anni. Il 35% dei single (molte donne) ha scelto la compagnia di un micio. Ci sono donne, come hanno proclamato su Facebook, che

pensano sia “meglio avere un gatto in casa che un ďŹ danzato alla portaâ€?. Su questa strada si può andare lontano. Come ha fatto la trentenne Chen Wei-yih, di Taiwan, che, stanca di sentirsi chiedere: “Ce l’hai il ďŹ danzato (o la ďŹ danzata)? Quando ne trovi uno? Quand’è che ti sposi?â€?, ha deciso di prendere una decisione decisamente stravagante. Ha sposato sĂŠ stessa. Una cerimonia in piena regola, con una spesa superiore ai 5000 dollari, con

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una trentina di invitati, abito da sposa, pranzo di nozze e qualche regalo. La ragazza è anche andata in viaggio di nozze, rigorosamente da sola. “Non sono contro il matrimonio – ha spiegato Chen – però non voglio che mi vengano imposti dei modelli di comportamento solo perchĂŠ sono tradizionaliâ€?. Un suo connazionale, Liu Ye, della cittĂ di Zhuhai, l’ha imitata. Infatti anche Ye ha sposato sĂŠ stesso, in una cerimonia con oltre 100 invitati,

celebrata tra lui e una sagoma in cartone che lo ritraeva in vestito da sposa (rosso). Ye ha ammesso di essere “un po’ narcisitaâ€?, e ha spiegato di avere voluto sposarsi “per tornare a essere un interoâ€? anzichĂŠ una metĂ . Invece un uomo, Okeke Ikechuku, di Lagos (Nigeria) ha deciso di convolare idealmente a nozze con il proprio cuscino perchĂŠ non riesciva a trovare una donna disposta a sposarlo. L’uomo sentiva il bisogno di condividere il letto con qualcuno che lo amasse, ma la balbuzie da cui è affetto lo metteva fortemente in difďŹ coltĂ con le ragazze, che spesso lo deridevano. “Dormiamo assieme da 10 anni e ci siamo trovati sempre bene assiemeâ€?, ha detto e vuole passare il resto della vita con lui. Tanto piĂš che, ha sottolineato Ikechuku, mantenere il cuscino costa molto molto meno che mantenere una moglie. Dopo tre falli non si ďŹ schia un rigore. E tre indizi non fanno una prova. Ma se mettiamo insieme questi esempi stravaganti con tutto il resto, c’è di che riettere. E ne avanza.


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In questa tornata elettorale sono stati signiďŹ cativi anche alcuni dati. Il primo è che la Valle Camonica con i suoi nove Comuni ha vinto la sďŹ da della partecipazione con percentuali sopra l’80% di persone che hanno scelto di recarsi alle urne: a Ono San Pietro l’87,89% degli aventi diritti al voto è andato ai seggi. Anche a Bienno è stato un successo di partecipazione (83,18%) con il centrodestra, guidato da Massimo Maugeri, che ha strappato il sindaco al centrosinistra. Anche Collio in

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Valtrompia ha dato una prova di democrazia con una percentuale dell’84,98%. Fra le curiositĂ , a Barghe Cesare Oriano, unico candidato, è stato riconfermato: 438 voti all’attivo, 136 bianche e 18 nulle. Molto probabilmente invece a Corte Franca si andrĂ alla conta in tribunale: Giuseppe Foresti (Prima di tutto Corte Franca) ha vinto di un solo voto sull’attuale sindaco Giuseppe Fogazzi (Fogazzi Sindaco); saranno veriďŹ cati le 22 bianche e le 74 nulle del Comune

franciacortino. Anche a Poncarale vittoria sul ďŹ lo di lana (27 voti) per Giuseppe Migliorati (Vivi Poncarale). Le urne hanno dato un altro responso ovvero sono sei le nuove donne sindaco della provincia: Cristina Almici (Bganolo Mella), Mirella Zanini (Collio); Nadia Pedersoli (Flero), Chiara Pavesi (Isorella), Lorella Lavo (Moniga) ed Elena Broggi (Ono San Pietro). La Broggi ha vinto la sďŹ da tutta al femminile contro Federica Vaira.

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desso tocca a loro. La parola ai 29 sindaci bresciani neoeletti nella tornata amministrativa del 15 e del 16 maggio. Il dato elettorale bresciano non è privo di sorprese e riflette in parte anche l’andamento nazionale. In generale hanno pesato, e non poco, la politica nazionale e le schermaglie e i distinguo fra Pdl e Lega, che hanno dato il via libera ai successi delle coalizioni di centrosinistra. Paradigmatico il caso di Nave dove la vittoria è andata in scioltezza a Tiziano Bertoli (48,67%) dell’area di centrosinistra che ha avuto la meglio su Marco Bassolini della Lega (27,11%) e su Cesare Frati (Pdl, Udc, civica), terzo con il 24,21% di consensi. Nella valle del Garza la poltrona di primo cittadino ritorna al centrosinistra dopo la parentesi, ricca di contrasti all’interno della maggioranza, di Giuseppe Corsini. Dopo Nave un altro ribaltone importante è senza dubbio quello andato in scena dopo 10 anni a Ospitaletto: “Insieme per Ospitalettoâ€? con Giovanni Battista Sarnico (46,27%) ha avuto la meglio su Angiola Giudici (44,57%), attuale assessore ai servizi sociali della giunta di centrodestra guidata da Giorgio Prandelli: gli altri due candidati Giulio Incontro (riconducibile al movimento Fli) ed Enrico Salvinelli (Forza Nuova) sono risultati numericamente decisivi (oltre la desiderio di cambia-

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Udc e civica) e Massimiliano Schiavini (Lega Nord). A Castel Mella ha influito non poco lo scandalo delle tangenti che hanno coinvolto l’amministrazione Aliprandi: cosĂŹ Ettore Aliprandi (Pdl e Lega) consegna le chiavi del paese a Marco Franzini, 1° con il 50,87% dei consensi. Cambio di maggioranza a Bagnolo Mella dove Cristina Almici (Pdl e Lega) succede con il 49,20% a Giuseppe Panzini. A Collebeato si conferma la maggioranza: Antonio Trebeschi (area centrosinistra) ha avuto la meglio su Francesco Fontana. Fra i sindaci che non hanno “meritatoâ€? la riconferma

ci sono Francesco Piccinelli a Isorella e Giuseppe Turrina a Polpenazze. A Isorella si è imposta Chiara Pavesi (Pdl e Lega), che ha superato con il 39.39% dei voti Piccinelli (Lista civica, onestĂ , democrazia e chiarezza), secondo con il 31,50%, e Renato Zaltieri, terzo con una civica lontana dai partiti al 29,09%. Nell’entroterra gardesano successo per Andrea Dal Prete (Pdl e Lega) con il 52,48% davanti alle due civiche capeggiate da Giorgio Frassine (ComunitĂ viva) e da Giuseppe Turrina (Liberati e moderati). Fra i confermati, a Soiano il sindaco Paolo Festa prolunga per altri cinque anni.

,O FHQWURGHVWUD WLHQH Il vice prende il posto del sindaco. CosĂŹ il 41enne Alessandro Seghezzi (nella foto), manager d’azienda e da un decennio attivamente impegnato nelle attivitĂ amministrative del paese, si è conquistato a pieno titolo (1244 voti su 3877 votanti) la poltrona di primo cittadino a Pontoglio, proponendosi con la lista “Pontoglio per le LibertĂ â€? in cui da cinque anni ha ricoperto il ruolo di braccio destro dell’ex sindaco Carlo Portaluri. Motivato dalla

ferrea convinzione che per procedere occorrano “continuitĂ , ma anche rinnovamento, cosĂŹ come esperienza, maturitĂ e innovazioneâ€? Seghezzi è riuscito nell’ardua impresa di farsi largo in una durissima sďŹ da a cinque e che pareva presagire pochi margini in caso di vittoria. Seconda, con ben 347 preferenze in meno, la nuova formazione della Lega Nord guidata da Pier Luigi Piantoni, che ha preferito correre da sola, sostenuta dall’ex assessore

Matteo Gozzini, nell’idea di operare “senza condizionamenti o compromessiâ€?. Ko anche per le civiche: quella di centrosinistra “Per Pontoglioâ€? che candidava Augusto Picenni (825 voti); “Lega per Pontoglioâ€?, ripresentatasi per la seconda volta sotto la guida dell’ingegner Antonio Raccagni (566) e la neo battezzata “Insieme per la ComunitĂ â€? (246) capeggiata dal fondatore e attuale capogruppo degli Alpini, Pierluigi Pasinelli.

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‹‘…Š‹ƒÂ?‘ …‘Â? ‰Ž‹ ƒ“—‹Ž‘Â?‹ La collaborazione tra il gruppo giovani di Unicef, Comune di Brescia e Centri di aggregazione giovanile si arricchisce di un’iniziativa: “Giochiamo che‌ costruiamo gli aquiloniâ€?, realizzata con l’ausilio dell’Associazione aquilonisti bresciani. L’appuntamento gratuito, previsto il 15 maggio, è stato rimandato causa maltempo a domenica 22 maggio e si svolgerĂ al parco Tarello dalle 14 alle 19. Si tratta di un’occasione per coinvolgere i bambini e le

famiglie in un pomeriggio creativo che insegni loro a decorare, costruire e far volare il loro aquilone. I laboratori sono realizzati dai volontari di Younicef e dagli educatori degli oratori e dei Cag, che hanno seguito un corso di formazione tenuto dall’Associazione aquilonisti bresciani. Obiettivo del progetto è offrire un’alternativa rispetto alla videodipendenza che oggi colpisce gran parte dei ragazzi, stimolandoli verso un modello di gioco educativo, di gruppo e

formativo. “Costruire un aquilone è un’attivitĂ antitetica rispetto ai videogiochi – spiega l’assessore alla Famiglia, alla Persona e ai Servizi sociali Giorgio Maione (nella foto) – perchĂŠ richiede impegno manuale e creativo, viene svolta all’aria aperta, e non in solitudineâ€?. L’iniziativa si inserisce all’interno del piĂš ampio progetto “Giochiamo che‌â€?, realizzato a partire da novembre dello scorso anno, che ha coinvolto ad oggi circa 250 bambini tra gli alunni della

scuola Santa Maria Bambina e il Cag della Volta in diverse attivitĂ : dalla marcia dei diritti alla giornata in fattoria, passando per la visita ad un museo e un laboratorio di lettura, ďŹ no alla giornata del gioco di ruolo e alla immancabile tombola coi genitori. L’appuntamento è aperto alla cittadinanza, come spiega Steven Gomez, referente di Younicef Brescia, e a ogni bambino sarĂ distribuita la merenda e un gadget. Per informazioni, www. giochiamoche.it. (a.g.)

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ai cosĂŹ distanti. Da una parte il presidente Daniele Molgora, dall’altro il capogruppo del Pd a palazzo Broletto, Diego Peli. Al termine di una lunga discussione il consiglio provinciale ha approvato il bilancio, ma il giudizio della maggioranza e dell’opposizione è agli antipodi. Com’è strutturato il bilancio? Molgora: Questo è un bilancio reale e molto concreto. Il primo elemento importante è che abbiamo fatto fronte agli ulteriori tagli della Regione e dello Stato. Per sostenere gli studenti siamo l’unica provincia della Lombardia che non ha aumentato il costo dei biglietti dei trasporti, perchĂŠ in questo anno e mezzo abbiamo ridotto le spese di funzionamento della Provincia. Abbiamo investito circa 8 milioni di euro fra il 2011 e il 2012 e ci sarĂ una riedizione di 5700 voucher (300 euro per ogni lavoratore che svolge un’attivitĂ per il proprio Comune) oltre a

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bito di oltre 500 milioni di euro. Sono state previste nel triennio 35 milioni di spese coperte con la vendita delle azioni delle partecipate: c’è un impegno di spesa su ipotetiche vendite di azioni patrimoniali. Il terzo punto è che non è stato previsto nulla per l’aeroporto di Montichiari. Il quarto punto è sulla scaletta delle prioritĂ : qui si può vedere la differente sensibilitĂ fra centrosinistra e centrodestra. Nella scaletta delle prioritĂ abbiamo messo la famiglia, gli handicappati, le scuole e i carcerati. Loro hanno invertito la scaletta, dicendo che danno i soldi alla cartellonistica bilingue. Ci sono alcuni gesti che per loro sono importanti, ma per noi non valgono nulla: questa è un’amministrazione senza anima. Cercano di soddisfare eventuali piccoli interventi utilizzando l’aumento delle Ipt (la tassa di trascrizione). I cittadini devono sapere che aumenteranno le tasse della Provincia: questi soldi verranno gestiti per le operazione come la cartellonistica.

Si parla dell’uscita dalle aziende partecipate... Peli: Siamo convinti che le alienazioni delle partecipate (l’Autostrada Lombarda, la Serenissima, ma anche la Brebemi) servono per coprire il buco di bilancio: tutti gli anni devono essere accantonati 30 milioni di euro per pagare la rata del debito. Cosa risponde all’opposizione? Molgora: L’opposizione da una parte dice che bisogna ridurre il debito, dall’altra che bisogna fare nuove

opere sul territorio. La cessione delle partecipazioni è complessa: bisogna preparare il terreno per una vendita giusta, al momento giusto, nelle quantitĂ giuste e all’interlocutore giusto. Dobbiamo ridurre il debito dal punto di vista strutturale (minori costi rispetto alle entrate), perchĂŠ se contiamo soltanto sulle cessioni delle partecipazioni, certo avremmo un abbattimento del debito che però non saremmo in grado di sostenere se non mettiamo a posto i conti.

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Partendo da un rapporto fondamentale con il mondo delle imprese, è stata costruita anche a Brescia una filiera positiva. “Lombardia eccellenteâ€? ha assegnato al gruppo bresciano Foppa il titolo di Centro di eccellenza e ha sostenuto la realizzazione di un laboratorio di modo, di cinque laboratori multimediali, del Cfp Francesco Lonati e del percorso per giovani imprenditori Machina/Impresa. Il Cfp è stato elogiato da Gianni Rossoni, assessore regionale all’Istruzione, alla formazione e lavoro: “L’intuizione è quella di creare un sistema che sa incrociare le istanze del lavoro e che apre le porte della scuola all’impresaâ€?. Per il Foppa Group il rapporto con le aziende è fondamentale nel mo-

do di intendere e di promuovere la scuola. L’istruzione tecnica e professionale oggi non si può piĂš considerare di serie B (come erroneamente è stato fatto in passato): 45mila studenti su 100mila scelgono l’istruzione tecnica. Con questo si contribuisce a recuperare anche il valore educativo del lavoro. Per il percorso post diploma da questo punto di vista piace sottolineare la felice scommessa di Machina Impresa ovvero 24 giovani che stanno facendo una sorta di palestra sul campo e sui libri per diventare imprenditori. Nei numeri del Foppa, presente a Brescia da 26 anni, si contano, fra le altre cose, 30 laboratori pratici con oltre 300 postazioni.

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‡ƒ–”‘ ”ƒÂ?†‡ ‘Â?…‡”–‘ ’‡” Ž‡ ˜‹––‹Â?‡ Sabato 28 maggio presso il Museo Ken Damy di corsetto S. Agata 22 dalle 10 alle 19.30 viene proiettato il video “Per non dimenticareâ€?. In serata alle 20.30 la chiesa di S. Giovanni promuove “Un concerto per ricordareâ€? con la direzione del maestro Domenico Trifoglietti grazie all’iniziativa dell’associazione “Genitori Itis Castelliâ€?; alle 21.15 al Teatro Grande c’è il concerto in memoria delle vittime di piazza Loggia con l’orchestra del Festival pianistico

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’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‹ ǯ‹Â?’‡‰Â?‘ Â?‡ŽŽ‡ •…—‘Ž‡ internazionale di Brescia e Bergamo; dirige il maestro Pier Carlo Orizio, violinista Uto Ughi. Il 29 maggio alle 9.15, presso il Centro polivalente di Urago, c’è la biciclettata con sosta in piazza Loggia; alle 20.45 al San Barnaba “Segni, parole, musicaâ€?: lo spettacolo teatrale in ricordo dell’eccidio in Bosnia del 29 maggio 1993. Il 30 maggio il teatro Centro Lucia di Botticino Sera va in scena alle 21 “Noi saremo la nostra storiaâ€? con Lucia Calzari.

Il mondo della scuola è protagonista del 37° anniversario della strage. Sono tante le scuole che in cittĂ ma anche in provincia hanno deciso di ricordare attraverso una serie di iniziative: l’istituto Dandolo di Bargnano, la scuola secondaria di primo grado di San Paolo, l’Abba Ballini, il Calini l’Itis Castelli e il Liceo Arnaldo, solo per ricordarne alcuni. Il 31 maggio alle 9.30 il Cfp Vantini di Rezzato incontra le istituzioni in Loggia. In particolare il 28 maggio

alle 9, presso l’istituto Gambara, c’è una comunicazione spettacolo a cura di Mimmo Franzinelli: “Il ventotto, ma di maggio... Dall’UnitĂ d’Italia a piazza della Loggiaâ€?, una mostra foto-documentaria (i testi sono esposti ďŹ no al 15 giugno) sul 28 maggio 1974 allestita dalle allieve di giornalismo. Il 23 giugno alle 15, invece, gli studenti del triennio di graphic designer dell’Accademia Laba presentano il video “A tu per tu con Manlio Milaniâ€?.

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rescia non dimentica. Brescia vuole fare memoria della strage di piazza Loggia, una strage che a 37 anni di distanza non ha ancora una veritĂ giudiziaria. Dopo tre processi la bomba del 28 maggio 1974 non ha responsabili: lo scorso novembre i cinque imputati sono stati assolti per insufficienza di prove. Il ricordo doveroso chiama in causa tutti gli attori sociali della cittĂ che hanno il compito di alleviare il dolore per una ferita aperta. Resta importante alla luce di queste considerazioni coinvolgere tutte le generazioni. “Il calendario – spiega Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria – ci vede impegnati dal punto di vista del ricordo (‘Che cosa è accaduto, perchĂŠ è accaduto’) e dal punto di vista della riflessione, cioè andare in profonditĂ con un seminario storico: staccandoci dall’emotivitĂ del fatto per cogliere le ragioni storico-politico-sociali che hanno determinato la realizzazione di quel fattoâ€?. Sono due i filoni fondamentali da ricordare. “L’impegno nelle scuole significa aiutare i ragazzi attraverso il racconto a capire che il passato serve non per restarvi ancorati ma per trarne degli insegnamenti. Il passato può diventare memoria attiva solo nella misura in cui è disvelato, capito e compreso

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19 maggio presso la sala di lettura della Fondazione “L. Michelettiâ€?: il seminario “Stragi e terrorismo negli anni Settanta: lo stato degli studiâ€? è dedicato alla memoria di Lorenzo Pinto. Intervengono, a partire dalle 9.30, studiosi di differenti aree e storie politiche: Aldo Giannuli, Giuseppe De Lutiis, Mirco Dondi e Miguel Gotor; nel pomeriggio sono previsti i contributi di Anna Cento Bull, Ugo Tassinari e Guido Panvini. Nella serata, inoltre alle 20.45 presso il teatro Sancarlino Agnese Moro e Benedetta Tobagi si confrontano, moderati da Annachiara Valle, con Miguel Gotor, autore del libro “Il memoriale della Repubblicaâ€?.

8Q ERUJR GD ULVFRSULUH Quella di Borgo Trento è una delle comunitĂ piĂš legate al proprio territorio e ciò ha spinto la parrocchia e il Circolo Acli Cristo Re ad allestire e organizzare, con il sostegno della Circoscrizione Nord del Comune di Brescia, una mostra fotograďŹ ca e una serata, nell’ambito dell’iniziativa “Ieri, oggi, domani. Una comunitĂ allo specchioâ€?, attraverso le quali la stessa possa vedersi attraverso lo scorrere del tempo. La mostra, allestita nel salone dell’oratorio in via Fabio Filzi 3, 17–19.30 nei feriali e 10-12 e 16-19.30 nei festivi, chiude i battenti il 22 maggio. “La mostra non è solo una riessione sulla bellezza del luogo – ha osservato il parroco di Cristo Re don Umberto Dell’Aversana – ma è un esercizio di memoria sul tempo e sui volti, volti di gente che lavora, tenace, attaccata al ‘suo’ borgo, alcuni dei quali

scomparsi, ma che meritano, come tutti, il ricordo. Il borgo sta cambiando e, nonostante il numero dei residenti sia in aumento – ha sottolineato don Umberto – non sentiamo la vicinanza delle famiglie piĂš giovani e, partendo dalle riessioni sul passato, vorremmo guardare all’oggi, con le sue problematiche dalle molteplici motivazioni, per guardare al domani con un occhio piĂš ricco di consapevolezza e speranzaâ€?. “La circoscrizione è molto vicina alla parrocchia – ha detto il suo presidente Marco Rossi (nella foto) – che è tra le piĂš dinamiche dell’intera area e l’iniziativa è segno di una socialitĂ particolarmente intensaâ€?. VenerdĂŹ 20 alle 20.45, il salone ospiterĂ anche un momento d’incontro con il pubblico, dal titolo “Sui sentieri della memoria: Franco e Giacomo Ferliga, Lino Monchieriâ€?, con il quale, si

vogliono ricordare, tra le molte, tre persone, due medici ed un pedagogista, noto anche come ‘il cantore del borgo’. “La mostra vuole essere una storia di emozioni e sentimenti, quale via di paciďŹ cazione per tuttiâ€?, ha evidenziato il presidente del Circolo Acli Paolo Bonzio, che, per esaltare maggiormente il senso dell’iniziativa, ha citato un passo tratto da “Il mio borgoâ€? di Lino Monchieri: “...Ma che male c’è una volta ogni tanto, quando il cuore punge, a soffermarsi a riguardare la sbiadita fotograďŹ a di casa nostra? Rinverdire l’incontro con le care ďŹ sionomie di un Borgo che si chiama adolescenza, è un po’ come pagare un debito alla vita, non al semplice passato, nel ‘ricordo di coloro che ci hanno preceduto nel segno della fede e che dormono il sonno della pace’. In fondo sono loro il Borgoâ€?.


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ƒÂ?–‘Â? ‘Â?„‡ŽŽ‘ ‡ ‡”œ‹ƒÂ?‘ ƒ †‹ˆˆ‡”‡Â?œ‹ƒ–ƒ †‹‡–”‘ Ž‡ •„ƒ””‡ Le carceri bresciane sono due piccoli cittĂ nella cittĂ abitate da circa 700 persone che ogni giorno producono 15 metri cubi di riďŹ uti indifferenziati. Ogni anno nel solo Canton Mombello si contano 147 tonnellate di riďŹ uti organici e 27mila kg di plastica. La sďŹ da lanciata dall’Amministrazione comunale e dalla direzione degli istituti carcerari, in sinergia con Aprica Spa, gestore del servizio di nettezza urbana, è mettere in atto un sistema di raccolta differenziata basato

sulla separazione a monte effettuata all’interno delle strutture. Il progetto prevede la fornitura di bidoni e cassonetti adibiti alla raccolta di riďŹ uti organici, vetro e bombolette gas, carta, plastica e riďŹ uti residui che, in giorni e orari concordati, saranno svuotati dagli operatori di Aprica. A Verziano i contenitori rimarranno in un’area interna al carcere, mentre a Canton Mombello saranno selezionati due detenuti che usciranno dal cancello per collocare i bidoni nel luogo adibito

allo svuotamento. “Per queste due persone sarĂ l’occasione di svolgere un’attivitĂ lavorativa all’esterno del carcereâ€?, spiega la dott.ssa Francesca Gioieni, direttrice degli istituti cittadini. L’esigenza di posizionare i contenitori al di fuori della struttura nasce da una necessitĂ pratica derivante dalla difďŹ coltĂ che gli operatori di Aprica incontravano nell’effettuare il loro lavoro, complicato da problemi di spazio e sicurezza, ma si trasforma in un’occasione educativa per

insegnare ai detenuti il rispetto dell’ambiente. A tal proposito sarĂ organizzato un corso di educazione ambientale. “L’iniziativa si inserisce in un percorso che considera la pena non solo repressiva ma anche rieducativaâ€?, spiega il vicesindaco Fabio RolďŹ . Il progetto, primo in Italia, prende il via a giugno e sarĂ sperimentato per un anno; il costo aggiuntivo di 15mila euro sarĂ coperto grazie alla separazione dei riďŹ uti recuperabili e dai vantaggi operativi. (a.g.)

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vremmo potuto aiutarla, ma non potevamo permetterceloâ€? e “Avremmo potuto aiutarlo, ma non eravamo abbastanzaâ€?, come si legge sui molti manifesti affissi nelle vie cittadine, sono le frasi che caratterizzano la Campagna di solidarietĂ con cui quest’anno la Croce Bianca di Brescia si rivolge alla cittadinanza per raccogliere fondi e per aumentare il numero dei suoi volontari e militi. Iniziata alcuni giorni fa, la Campagna si conclude, a Brescia, con la sfilata dei mezzi di soccorso per le vie cittadine, sabato 21 alle 17, cui seguirĂ un cocktail benefico, alle 18, presso la sede storica di via F.lli Bandiera e con la presenza, domenica 22, sui sagrati di alcune chiese e nelle vie principali del centro di 25 postazioni, in cui i militi, oltre a raccogliere fondi, forniranno informazioni sulle molteplici attivitĂ del sodalizio e misureranno gratuitamente la pressione arteriosa a chi lo richiederĂ . La raccol-

anche inaugurato il nuovo Pma, Posto medico avanzato, consistente in un furgone appositamente attrezzato per ospitare la tenda che opera da pronto soccorso, affinchĂŠ sia immediatamente operativo in caso di necessitĂ . Ad oggi il sodalizio cittadino può contare su circa 800 volontari, che non solo assicurano l’emergenza, ma sono impegnati in una serie di servizi all’apparenza meno importanti, ma che tali non sono. Citiamo, per tutti, il telesoccorso, che nel 2010 ha visto piĂš di 44mila telefonate partire dal centralino della “biancaâ€? verso circa 450 anziani, la maggior parte delle quali per sapere se tutto fosse in ordine e molto spesso per un momento di compagnia. “Se riusciremo a raggiungere quota 1000 con i volontari – ha chiosato il presidente – potremo estendere in provincia il telesoccorso e migliorare sensibilmente il presidio delle sedi e tutti i servizi accessori, se tali vogliamo definire quelli non connessi all’emergenza, in generaleâ€?.

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Organizzata da Palco Giovani e dalla Consulta provinciale degli studenti, Babilonia è l’appuntamento che ogni anno riunisce oltre 3000 studenti delle superiori bresciane tra aggregazione e divertimento, incontro con realtĂ sociali e tanta musica. La nuova edizione si svolge sabato 21 maggio al PalaBrescia. SarĂ preceduta dalle 9 alle 12, nella sede di Confartigianato in via Orzinuovi 28, dal convegno su “Giovani protagonisti del volontariato. L’accoglienza nelle odvâ€?. Alle 14 ci si trasferirĂ al Palabrescia in via San Zeno (ingresso gratuito) dove ďŹ no alle 18.30 saranno allestite tre aree: rock, area writing e sport. Alle 20.30 si riapre a pagamento (con ďŹ nalitĂ beneďŹ ca). Il ricavato (10 euro l’ingresso serale studenti, 13 per gli esterni, prenotazioni a 7 euro) sarĂ devoluto a diverse realtĂ quali Libera antimaďŹ a, Ant, Amici del Calabrone, Associazioni familiari e vittime della strada e Palcogiovani.

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ƒ†‡”Â?‡ŽŽ‘ Dz ÂŽ Â?‡•–‹‡”‡ †‡Ž …‹Â?‡Â?ÂƒÇł Dopo Alfred Hitchcock, la rassegna “Il mestiere del cinemaâ€? al castello di Padernello dedica tre serate alla ďŹ gura di François Truffaut, il regista che ebbe il merito di far conoscere e rivalutare agli occhi della critica cinematograďŹ ca la ďŹ gura di Hitchcock, attraverso le interviste pubblicate sui “Cahiers du cinemaâ€?, la piĂš importante rivista cinematograďŹ ca francese. Il ďŹ lo conduttore delle serate è il mondo dei bambini e degli adulti a confronto, punti di vista

completamente differenti, a volte destinati a non incontrarsi mai. La rassegna è ideata e presentata dal critico cinematograďŹ co dott. Paolo Fossati, ed è stata avviata il 17 maggio con “I quattrocento colpiâ€?; proseguirĂ martedĂŹ 24 maggio con “Fahrenheit 451â€? e martedĂŹ 31 maggio, con “Gli anni in tascaâ€?. Inizio proiezione ore 21, ingresso 3 euro. Informazioni: Castello di Padernello, tel. 030. 9408766, info@ castellodipadernello.it - www. castellodipadernello.it. (pio)

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Fine settimana col Cai di Manerbio. Sabato 21 maggio escursione per i sentieri da Cadignano a Verolanuova con visita della basilica minore di Verolanuova. Punto di ritrovo a Manerbio, in piazza Falcone alle 14 per il trasferimento a Cadignano vicino alle Scuole elementari. Domenica 22 maggio escursione a “Altissimo di Nago e Corna Piana: una sďŹ lata dai mille coloriâ€?. Ritrovo e partenza a Manerbio in piazza Falcone ore 7. Informazioni al 3394925122).

Da giovedĂŹ 19 a domenica 22 maggio la festa di Collaboriamo (cooperativa sociale di sostegno agli handicappati) all’Ippodromo di Leno. Apre le serate “Giovani in festa - artisti bresciani per Collaboriamoâ€? con l’intervento di: Giorgio Zanetti da Zelig; Maya, Patty no stop, TrafďŹ ka e Paolo Antognetti. VenerdĂŹ Charlie Cinelli e la band di Francesco Andreoli. Sabato: Camillo del Vo. Domenica: Fausto Tenca. Nelle serate cucina aperta e bar con specialitĂ e stuzzichini.

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abio Moreni, di Cremona, 39 anni, imprenditore. Laureato in informatica, dottore in scienze delle comunicazioni a 22 anni, da tempo impegnato nella solidarietĂ coi popoli della ex Jugoslavia e di altri continenti. Era giĂ stato in Bosnia in numerose occasioni portando aiuti umanitari, cosĂŹ come aveva fatto durante il terremoto dell’Irpinia. Divideva la sua lunga giornata di lavoro tra affetti familiari, la sua ditta, ed i suoi tanti impegni religiosi. Ma tanta generosità è stata stroncata il 29 maggio 1993 in Bosnia mentre correva in soccorso di quelle popolazioni martoriate da una insensata guerra civile. Con lui c’erano altri amici: Sergio Lana di Rivarolo Mantovano e Guido Puletti di Brescia. Una squadra di banditi non ebbe il minimo dubbio nel premere il grilletto del mitra per rapinare il camion che aveva l’unico scopo di portare aiuti umanitari a persone nel pericolo e prive del minimo anche solo per sopravvivere. Sono passati anni da quell’eccidio e del sacrificio dei tre bresciani, unicamente altruisti e generosi, si fa memoria ogni fine maggio con la preghiera e la riflessione. Nel loro nome si è costituita l’associazione “29 maggio 1993 – Fabio, Sergio, Guidoâ€? alla quale aderiscono volontari (pensionati, lavoratori in proprio o dipendenti, e studenti)

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na nella cascina Fabio Moreni alla periferia della cittĂ del Torrazzo in via Pennelli, 1, lato tangenziale nei pressi di via Eridano, donata alla fondazione che la mamma Valeria Asta vedova Moreni ha voluto nel nome del figlio. La struttura è affidata alla diocesi di Cremona, al centro di solidarietĂ â€œIl Ponteâ€? e all’associazione “Famiglia Buona Novellaâ€? che promuove incontri di preparazione al matrimonio per il miglioramento delle relazioni di coppia, per i servizi a favore di famiglie e gruppi di famiglia, per bambini e per la convivialitĂ . “Abbiamo inteso fare di questo luogo un presidio in grado di far fronte all’emergenza educativa e alle povertĂ di questi tempiâ€? commenta Giancarlo Rovati, l’industriale di Ghedi, presidente della Fondazione con la quale s’è voluto “testimoniare la medesima fede e lo stesso cuore ardente di caritĂ di Fabio e della mamma attraverso il germoglio di quest’opera e in tutte quelle iniziative che insieme all’associazione 29 maggio di Ghedi stiamo portando avantiâ€?. La mamma di Fabio è morta nel dicembre 2008 con “la serena consapevolezza d’aver coronato il desiderio che era anche di suo figlioâ€?, di lasciare un’opera per la quale è stata investita una somma ragguardevole integrata dal contributo della Fondazione Cariplo per oltre sei milioni di euro.

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dei volontari stessi – riconosce il sindaco Lorenzo Borzi (nella foto). Saranno inizialmente alcune associazioni di Ghedi (Aiutiamoli a vivere, Volare, Protezione civile Arma Aeronautica, Protezione Volontaria Civile, Pensionati Cisl e Pensionati Cgil) a distribuire nelle case questi volantini che riportano informazioni e numeri di telefono utili a difendersi dai truffatori. Se – precisa il Sindaco – ci fossero anche cittadini privati disponibili a effettuare

questo servizio possono prendere contatto con una delle associazioni indicate�. Il Comune sta prendendo contatti anche con altre realtà che sempre hanno dimostrato la disponibilità a collaborare. Anche i Carabinieri di Ghedi, che condividono l’iniziativa, daranno il loro prezioso contributo. Nelle case dei cittadini arriverà il messaggio a non fare mai entrare sconosciuti in casa, anche se vestono qualche uniforme dichiarando di essere idraulici, elettricisti, addetti alla

manutenzione, postini, dipendenti di aziende del gas, del telefono, dell’energia elettrica, Forze dell’Ordine o altro. Nel volantino vengono segnalati i numeri di telefono da tenere a portata di mano nel caso in cui si noti la presenza di estranei nella zona o solo per avere la conferma che la persona che si presenta come “addettoâ€? di qualche azienda sia davvero tale. Per contattare la Polizia locale della cittĂ di Ghedi, si può chiamare lo 030-9050590. (mtm)

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abato 14 maggio, presso la Casa di riposo di Castenedolo, sono stati inaugurati sette nuovi posti dedicati ai cosiddetti “ricoveri di sollievoâ€?: una tipologia di ospitalitĂ residenziale temporanea che completa l’offerta dei tradizionali posti di Rsa (67 posti letto) e di Centro diurno integrato (15 posti) giĂ attivi presso la Fondazione. La proposta del “sollievoâ€? nasce dalla riconversione del precedente servizio di ComunitĂ alloggio, attivato nel 2007 e rivolto ad anziani parzialmente autosufficienti. Il Cda ha individuato in questa ‘nuova forma di residenzialitĂ temporanea per anziani’, una risposta alle emergenze socio-sanitarie sempre piĂš numerose anche sul territorio comunale che conta oltre 2000 persone over 65enni. L’osservazione dell’innalzamento dell’etĂ degli ospiti che giungono in struttura ha suggerito di intervenire con servizi piĂš mirati all’area della non autosufficienza, all’aiuto delle famiglie, immaginando soggiorni temporanei, piĂš o meno lunghi (normalmente dai 30 ai 90 giorni) per sopperire alle necessitĂ di assistenza socio-sanitaria che insorgono dopo un intervento chirurgico o dopo le dimissioni – spesso troppo anticipate – da strutture ospedaliere. Ăˆ cosĂŹ che, oltre ai quattro posti destinati al sollievo di piĂš lungo

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sollievo, ben sette posti letto in camere singole e doppie, collocate al secondo piano dell’antica Casa Pluda, la cui autorizzazione al funzionamento è stata deliberata dall’Asl di Brescia in due fasi successive, a fine gennaio e a metĂ marzo 2011. In tal modo la Rsa di Castenedolo può vantare una capacitĂ complessiva di 11 posti letto di Sollievo, dislocati nei due corpi di fabbrica del Pio Ricovero: Casa Frera e Casa Pluda. I primi mesi del 2011 hanno giĂ fatto registrare un forte gradimento della nuova formula residenziale, a conferma della bontĂ della risposta data a un bisogno effettivo. Quanto ai mezzi per far fronte alla spesa di ristrutturazione e all’arredo degli ambienti, la gratitudine va in particolar modo all’Amministrazione comunale di Castenedolo, al sindaco Gianbattista Groli, e all’Associazione Polifemo (che riunisce i volontari della Casa di riposo) per lo straordinario sostegno economico offerto. Nel corso della giornata è stata presentata la “Scuola di assistenza familiareâ€? per famiglie con persone affette da demenza: quattro serate nate dalla collaborazione con l’Irccs Fatebenefratelli. L’ultimo incontro con il dott. Filippo Mazzini in programma il 24 maggio presso il Salone del Centro diurno del Pio Ricovero in via Pluda 10 a Castenedolo.

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Â? Â?‘•–”ƒ ‹Ž ‹•‘”‰‹Â?‡Â?–‘ Presso la Sala dei Disciplini sabato 21 maggio alle 19 viene inaugurata la mostra “La cartamoneta del Risorgimento 1848 - 1870â€? curata dall’Associazione culturale Carmagnola con il patrocinio del Comune e con la collaborazione della Croce Rossa di Castenedolo. Sono stati pensati una serie di appuntamenti e di incontri, sempre presso la Sala dei disciplini, dal 21 al 29 maggio.Domenica 22 maggio dalle 17 c’è la giornata dedicata alla Croce Rossa e Mezzaluna rossa

alla presenza della dott.ssa Loretta Forelli, presidente del Comitato provinciale della Croce Rossa Italiana. Segue un incontro con il dott. G. Franco Guglielmi sul tema “La forza di un’idea, ritratto di un movimento internazionaleâ€?. Martedi 24 maggio alle 20.30 la proiezione di ďŹ lmati risorgimentali e in anteprima il video “Tuo Nalâ€?: gli ultimi giorni a Brescia del cap. Narciso Bronzetti realizzato dai ragazzi delle classi III Igea dell’Istituto superiore Piamarta di Brescia. Giovedi 26

maggio alle 20.30 la presentazione del libro “Barricate e Battaglieâ€?. L’autrice Alessia Biasiolo dialogherĂ con il giornalista Sergio Isonni. Ai presenti al termine della serata verrĂ dato in omaggio una copia del libro. Sabato 28 Maggio alle ore 20,30 il “Risorgimento in parole e musicaâ€? con la partecipazione di “Corale morenica di Padenghe diretta dal maestro Arabella Cortese; soprano Arabella Cortese, al pianoforte Stefano Ghisleri con la partecipazione dell’attore

Sergio Isonni. Domenica 29 maggio alle 17.30 una serata dedicata al Risorgimento bresciano con la lezione del prof. Riccardo Bartoletti. Mercoledi 15 giugno, inďŹ ne, alle 20.30 viene ospitato un dibattito conclusivo delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’UnitĂ d’Italia, alla presenza di storici e rappresentanti locali di Castenedolo e Rezzato. La mostra resta aperta il sabato e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.30; nei giorni feriali dalle 20 alle 22.

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l 12 maggio, in Villa Mazzotti, si è discusso con tecnici, politici e cittadini della Brebemi, opera che sta prendendo corpo e che sta trasformando e trasformerĂ sotto diversi aspetti, da quello ambientale a quello economico, il territorio bresciano. Chiari in particolare, con la realizzazione di un casello e due aree di sosta, risulta essere tra i Comuni piĂš interessati dall’opera. All’incontro era stato invitato anche il viceministro alle infrastrutture e trasporti Roberto Castelli che, non riuscendo ad essere presente, ha inviato una lettera in cui sottolineava l’importanza della Brebemi, anche in vista dell’Expo 2015, pur riconoscendo che “l’opera comporta inevitabilmente un sacrificio in termini di impatto ambientale e di consumo del territorioâ€?. L’intento della Brebemi è di attrarre una parte significativa del traffico di lunga percorrenza (soprattutto quello pe-

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sante) che attualmente si concentra sulla A4, o congestiona la viabilitĂ ordinaria assediando i centri abitati delle pianure bergamasche e bresciane. Al convegno era presente invece il sindaco di Chiari, senatore Sandro Mazzatorta, che ha ammesso che Chiari ha negli anni cambiato parere sull’opera, arrivando, nel Consiglio comunale del 27 luglio 2004, a deliberare parere favorevole al progetto dell’opera con un netto cambiamento di rotta da parte dell’Amministrazione comunale, fino a quel momento fortemente contrariaâ€?. Dal 2004 è nato

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anche l’Osservatorio grandi infrastrutture per monitorare le opere di mobilitĂ come Brebemi, Tav ed il metanodotto Snam; Osservatorio che si è rivelato un utile tavolo di confronto e di coordinamento tra l’Amministrazione comunale, la societĂ di progetto Brebemi e i cittadini per risolvere le vertenze e garantire l’avvio del cantiere. Si è riusciti anche a risolvere le questioni legate a quei cittadini che hanno visto la casa o la ditta espropriati a causa del passaggio della BreBeMi e a cui l’Amministrazione ha dato la possibilitĂ di ricollocare i volumi demoliti in qualsiasi area del Comune, anche e soprattutto nelle zone a destinazione agricola. A Chiari arriverĂ anche un finanziamento di 4 milioni di euro a fondo perduto per realizzare la Tangenziale nord, che chiude l’anello tangenziale esterno a Chiari per lasciare il traffico pesante al di fuori del centro cittadino.

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8QD SLDQWD GL FDFKL SHU WHVWLPRQLDUH OD YLWD La forza della vita, nonostante tutto: un messaggio potente di speranza, affidato al fragile fusto di una piccola pianta di cachi, che verrĂ piantumata il prossimo 21 maggio nel giardino delle scuole medie di Comezzano-Cizzago. Una pianta piccola, è vero, ma dalla storia incredibile: discende infatti da un albero di cachi sopravvissuto allo scoppio della bomba atomica a Nagasaki nel 1945. Il botanico che lo ritrovò in parte intaccato dalle fiamme e tuttavia cosĂŹ tenace da riuscire a sopravvivere, il dott. Ebinuma, ne comprese immediatamente l’enorme valenza come simbolo di attaccamento e di amore per la vita. Nacque cosĂŹ il progetto di distribuirne piantine figlie in tutto il mondo, per diffondere l’importante messaggio che esse portano con sĂŠ. Ăˆ merito del prof. Giovanni Quaresmini, dirigente dell’istituto comprensivo “Oscar Di Prataâ€? – al quale la scuola media di ComezzanoCizzago appartiene – e referente provinciale per l’educazione ambientale, aver aderito a questa iniziativa che negli anni ha fatto tappa in molte scuole della provincia. La cerimonia inizierĂ sabato mattina e prevede, a contorno

della piantumazione dell’albero, prevista per le 9.30, esibizioni musicali e due momenti molto importanti: si terrĂ infatti in quest’occasione la premiazione del Simposio internazionale di scultura in marmo organizzato proprio dal Comune dal 9 al 20 maggio, con la partecipazione di sei artisti di caratura mondiale, dedicato al tema “IdentitĂ a confrontoâ€?. Inoltre, osservando un minuto di silenzio e offrendo alla delegazione giapponese presente le offerte raccolte dagli alunni, si farĂ memoria della recente tragedia naturale che ha investito il Paese del Sol Levante. Due eventi, la bomba di 66 anni fa e la catastrofe odierna, che sembrano legati da molteplici, tristi, richiami, a cui guardare però con il medesimo spirito: con indomito coraggio e un’insopprimibile voglia di vivere, di tornare a fiorire. (f.u.)

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‡•–‹˜ƒŽ Dz „„”ƒ……‹ƒÂ?‘Â?†‘dz ‹Â? ƒŽŽ‡ Torna in Valle Camonica il Festival multiculturale di Abbracciamondo, con un’edizione 2011 che si preannuncia scoppiettante, ricca di appuntamenti e di sorprese. Anche per quest’anno, infatti, un ricco calendario di serate tornerĂ a proporre spunti di riessione e di dialogo tra culture, all’insegna dello spettacolo, della socializzazione, del dialogo. Abbracciamondo è un vero e proprio ponte che unisce, che

mette in contatto i popoli e le genti, al suono di uno strumento musicale, di uno spettacolo teatrale, di una discussione in continuo divenire, aperta a tutti. Dal 26 maggio 2011 Abbracciamondo torna quindi a calcare il territorio valligiano, dopo l’edizione 2010 che ha visto fra i protagonisti alcuni nomi di prim’ordine della scena culturale italiana e internazionale, fra i quali Moni Ovadia, lo storico gruppo degli Inti-Illimani, i piÚ

locali Luf. Il programma della nuova edizione sarĂ presentato durante la conferenza stampa del festival: l’appuntamento è ďŹ ssato per il 24 maggio alle 16.30, all’interno della sala consigliare del Comune di Malegno. SarĂ l’occasione per svelare gli eventi di un vasto calendario tessuto da Casa Giona, da 15 Amministrazioni comunali coordinate come sempre dal Comune di Malegno (nella foto), e dal Distretto culturale di Valle

Camonica. Il Festival è alle griglie di partenza. La Valle Camonica avrĂ l’occasione, ancora una volta, di poter scambiare opinioni e punti di vista sulla propria identitĂ , a contatto con le diverse culture e i diversi stili di vita delle mille identitĂ dell’Altro: un dialogo tutto in progress, che procede per addizioni, per scambi culturali e spunti di riessione che Abbracciamondo continuerĂ a fornire con la consueta passione. (s.m.)

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ranco Gelfi, presidente del Consorzio Bim di Valle Camonica, ha inviato una lettera a tutti i dirigenti delle case di riposo del territorio nella quale dice d’aver ricevuto dal coordinatore dell’Upia (l’Associazione che raggruppa le Case di riposo), on. Francesco Ghiroldi, una proposta di progetto di grande interesse. “Si tratta – scrive – della disanima dei problemi legati alle case di riposo e dei Cdi operanti nei Comuni del Bim e di una ipotesi operativa che ritengo utile sottoporre alla vostra attenzione per convenire con voi l’impegno su una tematica cosĂŹ importanteâ€?. In rapida sintesi, vengono poi offerti alcuni spunti: soggetti interessati 1.000 ospiti, 1.000 dipendenti (tra diretti e indiretti, di circa il 95% donne), 19 Amministrazioni comunali, 17 Case di riposo, 2 Centri diurni integrati, 76mila abitanti. Il problema è la tenuta del sistema delle Case di riposo nella gestione dei servizi agli anziani a causa della modifica dei trasferimenti alle Rsa, in atto da parte della Regione (“budgettizzazioneâ€? e taglio del 2%, che vuol dire 300mila euro in meno all’anno). Queste nuove modalitĂ di erogazione si ripercuotono sul sistema finanziario delle Rsa: esse sono esposte per oltre 40 milioni di euro di mutui. Il problema viene

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guente aggravio dei costi. Con le “esposizioniâ€? bancarie in atto e la probabile modifica verso l’alto dei tassi di interesse, viene messa a serio rischio la tenuta della struttura finanziaria delle fondazioni con la conseguenza di dover aumentare le rette, attivando una spirale negativa che influirebbe sulla percentuale di saturazione dei posti letto, perchĂŠ troppo onerosi. L’Upia di Valcamonica propone quindi al Bim di intervenire finanziariamente a sostegno di un’importante innovazione che – a questo punto – consentirebbe a tutte le Case di riposo e Cdi di avviare la informatizzazione di importanti procedure interne con l’ausilio della “Banda largaâ€?, attivitĂ nella quale il Bim è “leaderâ€? lungo tutta la vallata dell’Oglio. Il progetto consentirebbe a tutte le strutture, delle quali sino ad ora abbiamo detto, di essere all’avanguardia e di ottenere le “premialitĂ â€? economiche che la Regione Lombardia assegna annualmente. Franco Gelfi conclude la sua missiva: “PoichĂŠ l’importo è significativo, anche se modesto se rapportato al volume finanziario che ruota intorno a queste importanti attivitĂ sociali, vorrei invitare i signori presidenti e i signori sindaci interessati ad un incontro illustrativo, prima di proporre all’assemblea del Bim questo straordinario impegnoâ€?.

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‡Ž‡…‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‹ Â? „ƒÂ?†‘ ’‡” Ž‡ ˆ‹„”‡ ‘––‹…Š‡Ǎ Le ďŹ bre ottiche sono ďŹ lamenti di materiali vetrosi o polimerici, realizzati in modo da poter condurre la luce. Esse permettono di convogliare e guidare al loro interno un campo magnetico di frequenza sufďŹ cientemente alta. Vengono impiegate nelle telecomunicazioni e nella fornitura di accessi di rete a lunga banda cablata. Nel corso del 2005 (ancora al tempo della presidenza di Edoardo Mensi) il consorzio Bim di Valcamonica (con l’aiuto della Provincia) aveva speso

oltre sei milioni di euro per la posa dei cavi di collegamento lungo tutto il sedime della ferrovia BresciaIseo-Edolo per 70 chilometri di lunghezza: una sorta di “autostradaâ€? che costituiva la dorsale, da cui poi avrebbero dovuto dipartirsi i vari allacciamenti. Peccato però che da allora il progetto fosse fermo e silente. Adesso la notizia: il presidente del Bim, Franco GelďŹ (nella foto) ha in mente di pubblicare quanto prima un bando che scelga una societĂ

a cui afďŹ dare la gestione delle ďŹ bre ottiche lungo l’intera vallata dell’Oglio. Si ipotizza una societĂ mista (pubblica e privata) con il 60 % di capitale pubblico ed il 40 % privato. Una compagine con capitale sociale di 100mila euro e un amministratore unico. Sembra come se GelďŹ abbia voluto togliersi il pensiero di aver sulla scrivania questa pratica relativa ad un costosissimo investimento abbandonato a se stesso e soprattutto infruttuoso, anche

perchĂŠ il Bim sta ancora pagando le rate del mutuo che ha acceso a suo tempo per l’“Autostradaâ€? telematica. Effettivamente era ora di tornare alle ďŹ bre ottiche per completarne l’impianto. La questione, è stato annunciato, dovrebbe risolversi entro settembre. Come incentivo per la societĂ da fondarsi, il Bim condonerĂ i primi due anni d’afďŹ tto: sarĂ una sorta di autoďŹ nanziamento per la nuova istituzione. Compito della societĂ sarĂ quello di sfruttare al massimo la rete esistente.

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omenica 22 maggio lo stadio della cittĂ di Darfo Boario Terme ospiterĂ per il 20° anno consecutivo uno degli avvenimenti sportivi e sociali piĂš importanti della storia della cittĂ e della Valle Camonica: si tratta del “Meeting di atletica leggeraâ€? per disabili, posto sotto l’egida della Fisd (Federazione italiana sport per disabili intellettivi e relazionali). Il Meeting, nato nel maggio 1992, con la collaborazione del Panathlon Club Vallecamonica, per i primi due anni ospitava atleti di squadre e associazioni provenienti da varie parti del nord Italia. la Vallecamonica, a quei tempi, era al suo anno zero. Oggi la Polisportiva Disabili Vallecamonica conta almeno 120 atleti, dei quali 90 hanno gareggiato a livello regionale e nazionale, con alcuni atleti paralimpici in categoria difficili e molto combattute: lo sci, il judo, il tiro con l’arco, il nuoto. Negli anni anche la Polisportiva camuna si è data una specializzazione: in fatti da qualche anno gli sforzi dei dirigenti, dei tecnici, degli allenatori e dei volontari sono puntati principalmente ai disabili intellettivi e relazionali. Si tratta di una necessaria specializzazione, peraltro in categorie “criticheâ€?, che ha consentito a tutto lo staff della Polisportiva di crescere in qualitĂ , competenza e successo. GiĂ : perchĂŠ parlando di attivitĂ sportive a livello amatoriale e ago-

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atleti, maschi e femmine, che eccellono e che ottengono importanti risultati. Da sempre, cuore pulsante di questo gioiello di solidarietĂ nello sport è Gigliola Frassa, figlia di quel Guido Frassa che giĂ negli anni ‘60 pensava allo sport per disabili. Allora erano tempi pionieristici e coraggiosi: oggi la societĂ e la cultura sportiva e la rete di solidarietĂ sono molto piĂš diffuse e le competenze sono passate dallo stadio dell’intuizione a quello dell’organizzazione con sicure basi oggettive. Con Gigliola fin dall’inizio ha condiviso questo forte impegno anche Angelo Martinoli, suo marito: e insieme hanno saputo costruire, con tanti volontari, questo miracolo camuno che oggi ha allargato le sue braccia a tutto il Sebino bresciano e bergamasco, alla Valle di Scalve ed all’alta Valle Seriana. Domenica 22 maggio il fischio d’inizio, con il giuramento dell’atleta, sarĂ alle 9.30, con puntualitĂ meticolosa come da 20 anni a questa parte. Le gare sono state studiate con un programma ridotto per dare piĂš spazio alla festa degli atleti che inizierĂ alle 16 presso il Centro sportivo: anche questo è il Meeting di atletica leggera che in 20 anni ha saputo diventare il sicuro riferimento per i disabili che praticano sport e, soprattutto, uno strumento di ulteriore integrazione.

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‹ŽŽƒ ƒ”…‹Â?ƒ ‡Ž ’ƒ”…‘ Žƒ ˆ‡•–ƒ Â?‡†‹‡˜ƒŽ‡ Sabato 21 e domenica 22 maggio Villa Glisenti farĂ un salto indietro nel tempo di otto secoli, trasformando il suo verde parco in un accampamento medievale, con menestrelli ad allietare la gente, sďŹ de cavalleresche, gare di tiro con l’arco, caccia con il falco e una carrellata di antichi mestieri come quello del fabbro, del coniatore di monete, dell’armaiolo. Una festa a tema medievale organizzata dall’associazione Valtrompia Storica in collaborazione con il gruppo

di rievocazione storica Sagitta Imperiali a coronamento di un progetto partito da lontano. “GiĂ quest’inverno – dice il presidente Armando Signorini – avevamo partecipato a un bando della Fondazione comunitĂ bresciana, riuscendo a istituire il primo concorso letterario ‘Storie dalla Valle per una Valle di storie’, realizzato grazie al prezioso aiuto del Sistema dei beni culturali, con un grande aiuto fornito dallo storico Franco Ghigini, che ha fatto

da tutor, tenendo i contatti fra le classi e il sistema archivisticoâ€?. Un concorso al quale hanno partecipato 13 istituti scolastici della Valle per un totale di 24 classi di 4° e 5° elementare e 1° media. “Siamo stati molto contenti della partecipazione avuta – aggiunge Signorini – e proprio domenica 22 alle ore 16 premieremo i migliori elaborati con una lavagna multimediale: per la sezione del racconto fantastico ha vinto la classe 1° B della scuola media “F. Bertussiâ€? di Marcheno,

con un testo dal titolo ‘Avventura al conventino’; per la sezione di ricerca storica primo posto alla scuola primaria di Pezzaze, con le classi quarte e quinte che hanno composto un breve saggio dal titolo ‘Le radici sono nel nostro passato. Il bosco: ieri da coltivare oggi da conservare’. Un grande successo e sicuramente un’esperienza che vorremmo ripetere e far diventare una tradizione, cosĂŹ come l’evento della festaâ€?. Per informazioni, www. valtrompiastorica.it.(a.a.)

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ompie 90 anni la banda Ottorino Respighi di Tavernole fondata nel 1921 grazie all’interessamento del parroco don Domenico Franchi, del sindaco Davide Pelizzari, Felice Mineni presidente dei Combattenti, Giuseppe Porteri della Banca Triumplina S. Filastrio, Mario Bonanomi maresciallo dei Carabinieri, Battista Mineni ed Andrea Negretti, gruppo rappresentativo dell’intero paese civile, religioso, economico. Davano cosÏ corpo a una tradizione di interesse per la musica legata alla festa in ricordo di don Gherardo Amadini, venerato sacerdote alla cui preghiera in punto di morte la credenza popolare fa risalire la fine del colera del 1836 che lo aveva visto generoso assistente dei moribondi. Si diede rigido e severo statuto (gli allievi custodivano lo strumento obbligandosi a ripararlo quando il

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cato nel 1996, 75° della fondazione, ne racconta le vicende. Attualmente la presiede Rosanna Gagliandi con vice Andrea Micheli, segretaria Santina Cantoni, tesoriere Gerardo Ferri. Il maestro è Cesare Cavaioni: il 12° succeduto nel 2003 al maestro Clemente Duni che lo era da oltre 20 anni dopo Rocco Consoli, Giovanni Gatti, Pietro Monchieri, Gentile Vasini, Egidio Vincoli , Francesco Consoli (figlio del primo maestro Rocco), Gino Fogliata, Ugo Orlandi, Lorenzo Bianchi, Claudio Mondonico. I componenti sono 35 con una media di etĂ di 30 anni che garantisce il futuro. Infatti fiore all’occhiello è la scuola di musica: “vivaioâ€? che cresce in collaborazione anche con le elementari del paese dove è in corso un progetto scolastico: Cavaioni e l’insegnante di pianoforte Fabio Bennardo stanno tenendo lezioni di presentazione dei vari

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strumenti, pratica e ritmo musicale propedeutici al corso che comincerĂ in autunno. Ha vicina concretamente l’intera comunitĂ : c’è un particolare tesseramento di “soci sostenitoriâ€?. Per celebrare il 90° si è predisposta una serie di eventi fino ad ottobre con prestigiosi concerti presso l’antico Forno Fusorio e si dĂ il via festeggiando un’altra ricorrenza, pezzo di storia della banda: il 30° del classico raduno bandistico. Una

quattro giorni che inizia giovedĂŹ 19 con apertura stand gastronomico in piazza Mercato e serata dedicata ai giovani. VenerdĂŹ 20 maggio è in programma la cena con amici e simpatizzanti ed il concerto dei Malghesetti; sabato il raduno dalle 15 della Respighi coi Musicanti di Provaglio e Banda di Collebeato. La banda conclude domenica (felice circostanza) il servizio per il 50° dell’Avis locale, altra realtĂ significativa del territorio.

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Dal primo progetto risalente a vent’anni fa si arriverĂ sabato 21 maggio, alla presenza della banda civica, all’inaugurazione della nuova piazza di Lumezzane San Sebastiano, intitolata a Giovanni Paolo II. Tanto tempo per vedere completati i lavori, ma il termometro del gradimento pare essere a livelli non troppo elevati. Motivo principe dei dissapori quel muro che compare sulla curva delimitante il confine est della piazza: dieci metri per tre di calcestruzzo, dietro cui campeggia un blocco marrone in cemento armato destinato ad attivitĂ commerciali. Sul muro sorgono grandi perplessitĂ , viste e considerate le dichiarazioni del sindaco valgobbino Silverio Vivenzi sul Giornale di Brescia di giovedĂŹ 12 maggio quando affermava che “prima si doveva finire

l’opera e poi, dato che si tratta d’un semplice muro, verrĂ abbassato notevolmente; al suo posto sarĂ ricavata un’aiuolaâ€?. Ci si chiede allora che senso abbia avuto diramare un bando di concorso (scadenza lo scorso 14 dicembre 2010) e denominato “Oltre il muroâ€? per decorare il muro stesso con un’opera d’arte e abbellire la nascente piazza. Un concorso del quale non si è piĂš saputo niente e che pare non aver trovato alcun vincitore, data la decisione (a questo punto pare di capire preventiva) dell’amministrazione comunale di abbattere quel grigio muro della discordia. Fatto sta che a restare in piedi sono i malumori di una parte della cittadinanza per la nuova area di 6.500 metri quadrati che, nelle intenzioni, dovrebbe diventare un luogo di aggregazione.

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Il bene piĂš prezioso per tutti noi, l’acqua, sarĂ al centro del dibattito che il Gruppo di acquisto solidale Gastrompia ha organizzato per martedĂŹ 24 maggio presso la biblioteca comunale del Bailo di Sarezzo. “Ce la beviamo? La qualitĂ dell’acqua potabile in Valtrompiaâ€?, questo il titolo scelto per la serata programmata per fare chiarezza sulla situazione idrica della nostra Valle, sullo status attuale dell’inquinamento e gli effettivi rischi per la salute di

Le associazioni di volontariato e le cooperative che operano con i diversamente abili di Lumezzane, Gardone, Villa Carcina e Nave, organizzano una camminata sulla pista ciclabile che costeggia il Mella per sensibilizzare sul tema della disabilitĂ . I partecipanti si ritrovano alle 10 del 28 maggio sulla pista ciclabile (Concesio zona Cembre e Sarezzo zona Ponte Vecchio di Noboli). Per info e per prenotare il pranzo all’oratorio di Carcina, si può chiamare il 3336261328.

tutti i triumplini. Nell’occasione interverrà Diego Toscani, appena riconfermato presidente di Asvt (Azienda servizi Valtrompia, ndr), che proprio negli scorsi giorni ha ribadito l’importanza di avviare al piÚ presto il tanto atteso progetto di depurazione degli scarichi valligiani. Insieme a lui sarà presente anche il professor Pietro Apostoli, professore ordinario di medicina del lavoro e Direttore dell’Unità operativa d’Igiene e tossicologia agli Spedali

civili di Brescia. InďŹ ne, porterĂ la sua esperienza diretta anche il professor Paolo Vitale, biologo e docente al Liceo “Niccolò Copernicoâ€? di Brescia, oltre che membro di Legambiente. L’appuntamento è per martedĂŹ 24 maggio alle ore 20.30 presso la biblioteca di Sarezzo. Per informazioni dettagliate visitare il sito web www. gastrompia.ilbello.com o mandare un’e-mail a gastrompia@gmail. com.

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rriva all’importante traguardo del decimo anno il Summer Festival organizzato nel piazzale delle piscine di Lumezzane Piatucco dall’associazione Gaim (Giovani amici in missione). Si tratta di una rassegna che per quattro giorni cerca di coinvolgere lumezzanesi e valtrumplini all’insegna della musica, portando l’attenzione sulla missione presente in Malawi. “Da quando abbiamo cominciato questo festival – dice Alessandro Boschetti, presidente Gaim –, lo scopo è rimasto sempre quello di aiutare questo

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disastrato Paese: stretto fra i confini di Mozambico, Tanzania e Zambia, il Malawi ha uno fra i piĂš bassi redditi procapite del mondo. Tutto quel che ricaviamo dalla festa va a costituire un fondo che ci consente di offrire migliori opportunitĂ di vita e lavoro ad alcune persone che abitano questo piccolo stato africanoâ€?. La manifestazione prenderĂ il via venerdĂŹ 20 maggio alle ore 18.30, proseguendo con l’appuntamento delle 22.30: sul palco saliranno i componenti della Shoulder Band (www.shoulderband. it), nata nel 2008 come progetto di cover band a 360° e un repertorio

che spazia dai classici del pop e rock straniero alla disco anni Settanta sino ai grandi classici della musica italiana da cantare e ballare. Sabato 21 maggio, invece, si comincerĂ alle ore 15 con una simulazione da parte dei volontari della Croce Bianca; alle 19.30 la cena con spiedo e alle 22.30 l’appuntamento clou con la musica rock dei Traffika (www.traffika.it). Domenica 22 prima della maratona musicale (inizia alle 19) c’è il pranzoa base di spiedo a mezzogiorno. “Siamo giunti alla decima edizione – chiude il presidente Boschetti –, comunque confidiamo di ritrovar-

ci ancora qui a festeggiare fra dieci anni, continuando a portare avanti il progetto principale della nostra associazione, ossia riuscire a mettere in atto adozioni a distanza per aiutare tutti i bambini orfani della missione, favorendo l’istruzione dalla scuola materna a quella secondaria, e riuscendo a creare con le offerte dei singoli un “fondo comuneâ€? con il quale aiutare indistintamente tutti i bambiniâ€?. Per informazioni sulla festa e sull’attivitĂ dell’associazione Gaim: alessandroboschetti@gaim.it, albachinelli@gaim.it, annamarchetto@gaim.it.


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Il Campionato d’Europa per i velisti con disabilitĂ motorie, in programma sul lago di Garda dal 24 al 29 maggio, si arricchisce di un nuovo partner. Ad afďŹ ancare Fondazione Asm e Isomet, arriva il Gruppo Camozzi, azienda da sempre attenta alle tematiche della disabilitĂ , essendo legato a diverse iniziative note come i Camozzi Doubles Masters, i Campionati Internazionali di tennis su sedia a rotelle, oppure il progetto di vela per non vedenti di Homerus. Il

Prosegue al Museo del divino infante l’esposizione degli ex voto che afďŹ anca le oltre 200 sculture italiane del Bambino GesĂš: la collezione Hiky Mayr rappresenta infatti la piĂš importante rassegna di opere ďŹ gurative del Divino Infante. L’ex voto dipinto associava la funzione di scioglimento del voto a quella di ampliamento del culto attraverso la comunicazione della grazia ricevuta: La direttrice della fondazione ha qui riunito il frutto di una ricerca che si svolge

Gruppo Camozzi nasce nel 1964 quando i tre fratelli Luigi, Attilio e Geromino Camozzi iniziano la produzione di componenti pneumatici per l’automazione industriale. All’Europeo del lago di Garda saranno in gara 40 equipaggi di 10 Nazioni. E la Coppa delle Nazioni sarĂ intitolata a “Pamâ€? Marsilio Pasotti, grande sportivo bresciano. Le regate dell’Europeo Disabili saranno coorganizzate dal Circolo Vela di Gargnano e da Hyak Onlus.

da quasi 40 anni. Collezionista, architetto e anche restauratrice: la Mayr si dedica infatti a un lavoro di recupero e restauro delle statuette esposte. La mostra di ex-voto si può visitare ďŹ no al 2 ottobre con i seguenti orari: venerdĂŹ, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 ďŹ no al 3 luglio e dal 2 settembre al 2 ottobre; tutti i giorni tranne il lunedĂŹ dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 nel periodo dal 5 luglio al 28 agosto. Informazioni sul sito www.il-bambino-gesu.com.

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ul Garda si respira aria d’estate e nelle splendide localitĂ affacciate al Benaco si moltiplicano gli appuntamenti. A partire da venerdĂŹ 20 Padenghe ospita “Padenghe Verdeâ€?, esposizione dedicata a tutti gli aspetti del giardino, dal florovivaismo all’arredo ed illuminazione degli ambienti verdi, dall’irrigazione alle piscine. Fino a domenica 22 i visitatori potranno apprezzare, nelle sale del palazzo comunale, la mostra di pittura, scultura e design “Sulla rosa ed altri fioriâ€?, fare acquisti e prendere parte ai numerosi eventi collaterali, lezioni pratiche di giardinaggio, spettacoli di musica e intrattenimento. Info: www.padengheverde.it. Risaliamo il lago fino a Gardone Riviera per il “Vintage Design & Fashion Marketâ€?. Sabato dalle 10 alle 23 e domenica dalle 10 alle 19 il lungolago Gabriele D’Annunzio si trasformerĂ in un mercatino dove tutti gli appassionati del vintage potranno trovare abbigliamento ed oggettistica legati a questo fantastico mondo. Per chi lo desidera c’è la possibilitĂ di visitare la splendida Isola del Garda. Situata a poche braccia d’acqua da San Felice del Benaco, deve il suo fascino alla straordinaria villa in stile neogotico veneziano, progettata dall’architetto Luigi Rovelli nei primi ‘900; un’imponente costruzione armonica, ricca di particolari architettonici sorprendenti. Ai suoi piedi terrazze e giardini all’italiana digradano fino al lago. Tutt’intorno la vegetazione è rigogliosa e intatta, ricca di piante locali, esotiche, essenze rare e fiori unici. Una selva armonica di pini e cipressi, di acacie e limoni, di magnolie e aga-

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giardino del palazzo uno dei siti gardesani piĂš affascinanti. Tra le attivitĂ collaterali verranno organizzati un laboratorio di orticoltura e un workshop di giardinaggio. La suggestione aumenta se si sceglie di approdare direttamente al porto di Bogliaco con i battelli messi a disposizione dalla Navigarda. Info: www.ilgiardinodidelizia.it. Anche l’enogastronomia tiene banco. Fino al 29 maggio i ristoranti di Toscolano Maderno ripropongono “Garda con Gustoâ€?, rassegna del pesce di lago e dei prodotti tipici locali. “Un appuntamento – spiega Ermes Buffoli, assessore al turismo della cittadina gardesana – che vuole essere laboratorio per un turismo motivato, che integri le risorse turistiche esistenti, archeologiche, storiche e naturali, con aspetti e caratteri della tradizione e della cultura locale e che vuole farsi portavoce della salvaguardia delle specie ittiche indigeneâ€?. Info: www. comune.toscolanomaderno.bs.it.


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ÂŽ ‹ƒ”†‹Â?‘ †‹ †‡Ž‹œ‹ƒ Il Giardino di delizia è l’esposizione nazionale di piante e fiori rari a Palazzo Bettoni Cazzago a Bogliaco di Gargnano. L’appuntamento è per il 21 e il 22 maggio con la XI edizione. In un contesto unico per paesaggio e cultura del verde, gli appassionati che frequentano la mostra del lago di Garda sanno di ritrovare coltivatori, che ogni anno propongono le novitĂ della loro produzione. Vicino al casello dei limoni si

incontra Ugo Fiorini dell’azienda “Belfioreâ€?, con le sue piante da frutto antiche. Giancarlo Rosellini, che cura il disegno del parterre con limoni, cedri e chinotti in vaso, espone le sue collezioni di agrumi rari proprio nelle cedraie cinquecentesche, dove un tempo si coltivavano la famosa “maderninaâ€? ed il “cedro di Salòâ€?. Poi è la volta della Floricoltura Franco Veimaro con una distesa di rose botaniche e una varietĂ di

piccoli frutti, del Vivaio delle Commande con superbe peonie e hosta, della Giardineria del Castello con fucsie, gerani e piante insolite, di Raziel con rari bulbi da fiore, dell’Azienda Agricola la Margherita con piante aromatiche e da orto, della Floricola Val Roya. Sabato 21 maggio dalle 10 alle 19 apertura della mostra al pubblico; domenica 22 maggio dalle 10 alle 19. Ogni giorno: concerti di musica barocca

sulla terrazza a lago e nel parco eseguiti dal gruppo “Mascoulisse quartet� (orario continuato); visite guidate dalle 10.30 alle 18 alle architetture del giardino prospettico e delle limonaie annesse, con illustrazione degli antichi sistemi di coltivazione degli agrumi, a cura del Fai; laboratorio di orticoltura per bambini; workshop di giardinaggio a cura della Scuola Agraria del Parco di Monza. Info al www.ilgiardinodidelizia.it.

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’estate è quasi alle porte e il Comune e la Polisportiva di Pertica Bassa hanno organizzato diverse iniziative aperte a tutti che vanno dall’evento sportivo a quello culturale, dall’artistico all’enogastronomico, fino alle gite organizzate. Dopo l’inaugurazione del nuovo allestimento del Museo della Resistenza e del folklore valsabbino (frazione Forno d’Ono), sabato 14 maggio il museo ha partecipato alla Notte dei Musei con letture animate. Prossimo evento domenica 22 maggio: apertura del museo dalle 15 alle 19.30; alle 17 il concerto del coro Mario Rigoni Stern Valsabbia-Valtenesi “Voci di montagna, di guerra e d’amoreâ€?, presso la Chiesa parrocchiale. Il Museo è inoltre aperto ogni prima e terza domenica del mese, dalle 15 alle 18, con possibilitĂ di organizzazione di visite guidate su prenotazione; seguiranno altre aperture straordinarie, come domenica 17 luglio con una giornata per le famiglie passeggiando per i sentieri della Resistenza con pranzo al sacco. Per gli amanti delle passeggiate e delle corse nella natura, sono previste diverse escursioni e gare agonistiche e non: domenica 22 maggio è possibile prendere parte alla camminata in Corna Blacca, una camminata di gruppo con partenza e arrivo dalla frazione di Ono Degno, localitĂ Paghera, con una cena finale presso il ri-

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24 luglio sarĂ la volta della gara di marcia inserita nel trofeo Marcia in Montagna “Montagne Valsabbineâ€? di 11 chilometri con diversi livelli difficoltĂ lungo il percorso. Pura passeggiata rilassante in compagnia, invece, domenica 7 agosto fra i boschi di Levrange e del monte Zovolo con tappa al caratteristico Santuario della Neve. Curiosa, invece, l’iniziativa in programma domenica 22 agosto: la “Scalettataâ€? consiste in una cronoscalata individuale a piedi fra le scale della frazione di Levrange che collega la parte bassa con quella alta del borgo, il tutto in una suggestiva cornice notturna con il percorso illuminato da torce. Anche gli appassionati di arte non rimarranno delusi: domenica 5 giugno l’estemporanea “Quanti colori intorno a me!â€? vede protagonisti piccoli artisti e le loro opere, mentre da lunedĂŹ 13 a sabato 25 giugno si potranno consegnare le proprie fotografie con soggetto Pertica Bassa e le sue frazioni e partecipare alla prima edizione del concorso fotografico “Scatti di emozioni: le meraviglie nascoste dei nostri paesi di montagnaâ€?, sia a colori che in bianco e nero. Ad agosto, inoltre, per cinque giornate si terrĂ la quarta edizione del simposio di scultura lignea presso la frazione di Forno d’Ono, a cura della Bottega di Scultura di Pertica Bassa. Per informazioni e l’elenco completo di tutte le iniziative www.perticabassa.com.

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“Oltre al calendario delle celebrazioni, in occasione della festa del patrono San Costanzo, l’Assessorato ai servizi sociali ha consegnato all’Auser e alle Associazioni pisognesi il Fiat Doblò attrezzato per trasporto dei disabili nato dalla solidarietĂ delle aziende pisognesi e dell’Amministrazione comunale. In realtĂ sono due i mezzi che il Comune ha acquisito gratuitamente. Oltre all’automezzo citato è stata consegnata anche una Fiat Panda che sarĂ utilizzata

Quando un evento luttuoso colpisce una famiglia, oggi piĂš di ieri, i costi dei servizi funerari possono tradursi in un ostacolo che mette in difďŹ coltĂ chi vuol onorare il proprio defunto. Per andare incontro ai propri cittadini offrendo loro una opportunitĂ per fruire dei servizi funebri con tariffe ďŹ sse e agevolate, la Giunta comunale ha approvato uno schema di convenzione per le sepolture nel cimitero del paese. “Le imprese di onoranze funebri che intendono aderire alla proposta

dai Servizi sociali del Comune. Il progetto si è potuto realizzare anche grazie alla generositĂ della aziende pisognesi che, attraverso la forma della sponsorizzazione, hanno contribuito all’acquisto, offrendo un supporto alle persone anziane e disabili pisognesi. “Pulmino Amicoâ€? è un esempio di sviluppo etico della solidarietĂ aziendale mettendo in collaborazione pubblico e privato in una azione comune rivolta alla piĂš ampia condivisione delle problematiche sociali.

sottoscrivendo la convenzione -commenta il vice sindaco Patrizia Turelli che ha presentato in Giunta la prpoposta -- devono essere in possesso di tutte le autorizzazioni e dei requisiti previsti dalla normativa ed avere a disposizione il personale ed i mezzi necessari per il regolare svolgimento del servizioâ€?. La delibera assunta dalla Giunta è pubblicata integralmente sul sito del Comune che pubblicizzerĂ l’elenco delle imprese che aderiranno alla proposta.

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a Franciacorta e l’Ovest Bresciano si scoprono meno “verdiâ€? di quanto pensassero cercano di correre ai ripari attraverso politiche comuni su aria, acqua, traffico e Pgt. La seconda campagna di monitoraggio ambientale, promossa dal progetto “Franciacorta Sostenibileâ€?, ha delineato diverse situazioni di criticitĂ nei 17 Comuni di un territorio che ha perso la propria specificitĂ di “buon vivereâ€? rispetto ad altre aree del Bresciano colpite da problemi ambientali annosi come discariche, inquinamento del terreno e viabilitĂ ingolfata dalla presenza di trafficate direttrici di marcia. I risultati dell’attivitĂ di controllo di aria, acqua, traffico, rumore, consumo del territorio e altro ancora sono stati presentati martedĂŹ 17 maggio nella sede rovatese di Cogeme, che attraverso la propria fondazione Cogeme Onlus collabora con l’UniversitĂ degli Studi di Brescia ormai dal 2007 proprio su questi temi. All’incontro c’erano Maurizio Tira, docente della Statale responsabile del progetto, Giovanni Frassi presidente della Onlus

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dall’Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’Emilia Romagna, detto “Iqaâ€? (Indice di qualitĂ dell’aria), i ricercatori sostenuti da enti locali e Cogeme hanno tracciato un quadro tutt’altro che rassicurante per i polmoni dei franciacortini. Nessuno della dozzina di Comuni monitorati fra l’inverno del 2010 e quelli del 2011 ha fatto registrare una “buonaâ€? qualitĂ dell’aria, con un peggioramento sostanziale negli ultimi dodici mesi. “Accettabileâ€? è solamente la qualitĂ dell’aria di centri piĂš piccoli come Erbusco, Paderno Franciacorta e Passirano. Decisamente critica, invece, la situazione evidenziata a Rodengo Saiano, Castegnato e Paratico, dove la presenza di trafficate arterie viabilistiche lascia in ereditĂ ad amministratori e cittadini una “pessimaâ€? qualitĂ dell’aria.

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3DQQHOOL IRWRYROWDLFL VXO WHWWR GHJOL DQ]LDQL La Fondazione Villa Serena onlus si copre di pannelli fotovoltaici, pronti a produrre qualcosa come 70 Kw/h nei picchi d’esposizione ai raggi solari. “L’impianto era pronto giĂ da tempo – ha spiegato soddisfatto il presidente Faustino Parietti –, ma solo pochi giorni fa, dopo i rallentamenti provocati da alcune insolvenze da parte della ditta appaltatrice, è entrato in funzioneâ€?. Si tratta di un traguardo importante e che fa onore alla storica Casa di riposo pontogliese che con questo progetto ha cosĂŹ scelto di rientrare a far parte nel panorama di tutti quegli enti (ahimè ancora pochi) decisi ad innovarsi, ma con un occhio di riguardo al porta foglio e alla salvaguardia dell’ambiente. Con l’energia ricavata dall’impianto si prevede di coprire fino al 50% del fabbisogno energetico dell’intera Rsa e del vicino Centro diurno integrato. “L’impianto è stato finanziato con l’accensione di un mutuo da parte della Bcc di Pontoglio – ha specificato Parietti –: secondo il piano economico, pagando le rate del mutuo, insieme alla riduzione del costo sulla bolletta Enel e al contributo Gse erogato dallo Stato, si riuscirĂ a risparmiare ogni anno fino a 10mila euroâ€?. Oltre all’impianto, nell’ultimo periodo anche altre migliorie hanno interessato la struttura: tutte le stanze sono state dotate di tv lcd, mentre, giusto in tempo per l’estate, saranno ultimati i lavori di climatizzazione e verrĂ sostituita una decina di letti a doppio snodo manuale con altri piĂš moderni ed elettrici, per favorire maggiore confort agli ospiti e facilita-

re l’assistenza. Tutti i caloriferi saranno dotati di speciali elettrovalvole che permetteranno di creare, in ogni singolo ambiente e a seconda delle varie esigenze, un microclima ideale. Sono state inoltre recentemente approvate tutte le opere di adeguamento strutturale da circa 150mila euro. Continua anche il progetto puzzle della Rsa che prevede di donare arredi per le stanze. Info 030/737155. (a.s.)

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a definizione “high tech – high touchâ€? può avere molti significati pratici. Per esempio high tech vuol dire accelerare i tempi, spingere tutto verso l’immediato, il “tempo realeâ€?. High touch significa avere tempo. High tech è chiedere alle persone di produrre di piĂš in tempi piĂš brevi. High touch è dare valore al processo, consentire lo spazio per la scoperta. Tutto questo si applica anche alle organizzazioni sanitarie, nelle imprese private come nell’amministrazione pubblica. Gli infermieri di domani saranno sempre piĂš high-tech: è una necessitĂ delle organizzazioni e delle professioni. Dati

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no avvalersi delle nuove tecnologie ma molti altri devono rimanere ad alto contenuto relazionale e valoriale. Hitech è il palmare nella mano dell’infermiera. Hi-touch è la mano del paziente tra le mani dell’infermiera. Hi-tech è la ricezione telematica di una diagnosi o di una terapia, hi-touch è comunicare con gli sguardi e i gesti che curano, anche quando non è piĂš possibile parlarsi. Hi-tech è la cartella infermieristica informatizzata in pediatria, hi-touch è un massaggio rilassante nel bambino ricoverato (e spesso impaurito). Non a caso nel nostro simbolo sono da sempre raffigurate le mani tanto che nell’ultima versione stilizzata del logo,

hanno preso ancora piĂš spazio lasciando sullo sfondo la fiamma della mitica lampada con cui la Nightingale, fondatrice delle Scienze Infermieristiche, si aggirava tra i feriti della guerra di Crimea. High tech è la teleconferenza. High touch è la stretta di mano. High tech è aggiornare le apparecchiature. High touch è educare le persone. Le risorse umane sono il fattore di successo negli ospedali come nella concorrenza globale. L’unico fattore di superioritĂ competitiva rimasto in ogni contesto sono le persone, con i loro cuori e i loro cervelli. L’innovazione e lo sviluppo del nostro sistema Salute (nell’ambito dell’auspicata crescita del sistema Pa-

ese) dipenderĂ da quanto bene sapremo combinare il bisogno di contatto umano con un mondo di alta tecnologia. Consapevoli che dimenticare il “tocco umanoâ€? porta a un cattivo uso delle tecnologie. La sfida che la professione infermieristica ha davanti è imparare a equilibrare le meraviglie materiali della tecnologia con le esigenze relazionali e spirituali della natura umana. Per quanto spazio si possa dare al telelavoro o alla telemedicina il contatto personale rimane insostituibile. PiĂš tecnologia introduciamo nei nostri servizi, piĂš le persone vogliono stabilire una relazione, essere accolte, avere un’esperienza condivisa.

Tecnologia e Deontologia Professionale Abbiamo scelto alcuni articoli del nuovo Codice Deontologico dell’infermiere che richiamano, a vari livelli, l’importanza per i professionisti di essere sempre al passo con le scoperte

Articolo 1 L'infermiere è il professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica. Articolo 2 L'assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettivitĂ . Si realizza attraverso ed educativa. Articolo 11 L'infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate. Aggiorna saperi e competenze attraverso ricerca e cura la diffusione dei risultati. Articolo 12 L’infermiere riconosce il valore della ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale per Articolo 23 L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiprofessionale e si adopera affinchĂŠ l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita. Articolo 27 L'infermiere garantisce la continuitĂ assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi.

IPASVI BS Collegio Infermieri, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia Via Metastasio, 26 - Brescia – info@ipasvibs.it - www.ipasvibs.it

COLLEGIO INFERMIERI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA


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‘Â?Â?‘ ‘”Â?‹”‡ „‡Â?‡ ’‡” ˜‹˜‡”‡ Â?‡‰Ž‹‘ Dormire è il segreto per avere una buona qualitĂ di vita. Purtroppo ansia e stress molto spesso vanno di pari passo con l’insonnia. Per l’uomo dormire è importante quanto bere o mangiare. Il sonno è fondamentale per la salute, per l’efďŹ cienza del sistema immunitario, le corrette funzioni organiche e il benessere. Al contrario, la mancanza di sonno, oltre ad interferire con i processi di crescita e ridurre le difese immunitarie, produce effetti negativi sulla

concentrazione, la capacitĂ di decisione e l’efďŹ cienza. Per questo motivo è estremamente importante poter contare anche su supporti che facilitino e rendano confortevole il sonno. Il piĂš importante è sicuramente il materasso, tanto che le aziende hanno sviluppato una intensa attivitĂ di ricerca. Ăˆ il caso, per esempio, della Tecnoex di Brescia. Nata nel 2007 come fabbrica di materassi, la società è all’avanguardia nella ricerca, progettazione e produzione dei

sistemi letto. Personale qualiďŹ cato e macchinari moderni consentono di ottenere un prodotto realizzato in loco, funzionante, pratico, confortevole e duraturo. Tecnoex, infatti, utilizza materie prime certiďŹ cate per la sicurezza dell’uomo e delle strutture pubbliche e private, per la durevolezza delle prestazioni offerte, per la purezza del materiale impiegato. Tecnoex produce sistemi per la prevenzione di piaghe da decubito e per la riduzione del dolore causato da postura scorretta.

OTTICA GIOIELLERIA

GOTTARDELLO

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RAY BAN CHANEL DOLCE&GABBANA

PERSOL PRADA TOM FORD

GHEDI - Via Cavour, 16 - Tel. 030 902118 MANERBIO - Via Magenta, 54 - Tel. 030 9381562 BRESCIA - Via della Volta, 6bis - Tel. 030 3534710

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li occhi sono come una macchina fotografica: inquadrano un’immagine e la proiettano su una pellicola sensibile, la retina. Questa trasmette dei segnali che percorrono il nervo ottico e raggiungono il cervello, dove le immagini prendono finalmente forma. La cornea, invece, è la superficie trasparente dell’occhio. Ha la stessa funzione della lente di una macchina fotografica. L’iride determina il colore dell’occhio: nero, marrone, verde o azzurro. La pupilla è il foro circolare al centro dell’iride. Si restringe e dilata automaticamente, come il diaframma di un obiettivo, regolando la quantitĂ di luce che entra nell’occhio. Il cristallino consente la perfetta messa a fuoco delle immagini sulla retina. Per mantenersi sano, l’occhio ha la necessitĂ di ricevere continuamente ossigeno dall’esterno attraverso il film lacrimale. Ad ogni movimento, la palpebra distende sulla cornea il film lacrimale indispensabile al benessere dell’occhio. L’occhio, però, è un organo resistente, che sa

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proteggersi da solo con le palpebre e le lacrime, ma trova molti nemici nella vita moderna: inquinamento atmosferico e fumo, illuminazione scarsa o troppo intensa, luce artificiale, schermo del computer e della televisione, raggi ultravioletti. Per avere sempre occhi sani e luminosi, basta osservare poche norme igieniche: oltre a proteggere dagli agenti già ricordati, in caso di arrossamento è necessario usare alcune gocce di prodotti idratanti specifici, eseguire impacchi decongestionanti con compresse di cotone imbevute di camomilla tiepida, lavare spesso gli occhi con bagno oculare. In caso di irritazioni persistenti è consi-

gliabile consultare il medico specialista. Astigmatismo, miopia, presbiopia e ipermetropia sono i principali difetti che colpiscono l’occhio. L’astigmatismo è spesso dovuto alla particolare forma della cornea. Può essere presente sin dalla nascita e dĂ origine a una visione distorta e sfuocata, come se si guardasse in uno specchio curvo. La miopia, invece, è un difetto consente una visione abbastanza nitida da vicino che diventa problematica sulle medie e lunghe distanze. La presbiopia fa invece parte del naturale processo di invecchiamento dell’uomo con conseguente perdita di elasticitĂ del cristallino non piĂš in grado di eseguire una corretta messa a fuoco degli oggetti vicini. Se, invece, non si hanno problemi nella messa a fuoco di oggetti lontano e questi si manifestano per quelli piĂš vicini si è in presenza di ipermetropia. Nei bambini un’ipermetropia non trattata può portare a difficoltĂ nella lettura e affaticamento oculare. Controlli costanti possono aiutare a prevenire o a risolvere questi difetti.


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in termini prescrittivi a quelli tipicamente funzionali come la sedia a rotelle, i busti ortopedici e via discorrendo. Due sono i decreti ministeriale che, attualmente, regolamentano la concessione dei presidi acustici. In base a questi decreti, rispetto alla passata regolamentazione, gli aventi diritto sono esclusivamente coloro i quali risultano riconosciuti invalidi per ipoacusia dall’apposita commissione medica che rilascia il certiďŹ cato di invaliditĂ . In veritĂ

viene “ripescatoâ€? anche il concetto grazie al quale per accedere a tali beneďŹ ci, sia sufďŹ ciente che il soggetto attesti con apposita documentazione il superamento del 30% di una qualsiasi invaliditĂ , per farsi prescrivere gratuitamente, in presenza di un deďŹ cit uditivo serio, l’apparecchio acustico attraverso il Servizio sanitario nazionale. A questa categoria di aventi diritto sono da ascriversi tutti quelli in possesso di una invaliditĂ per servizio o per infortunio sul lavoro.

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8Q FRQWUROOR ULVROYH WDQWL SUREOHPL Intorno ai 50 anni, sempre piĂš persone in Italia iniziano a riscontrare difficoltĂ nel capire le parole. Ciò accade soprattutto in luoghi affollati, quali l’ambiente di lavoro e gli ambienti pubblici. Le cause principali del calo di udito, oltre all’etĂ , possono essere disturbi cardiocircolatori, le otiti e l’inquinamento acustico dell’ambiente. Le statistiche confermano che spesso le persone con sorditĂ non sono coscienti del problema, oppure hanno paura di affrontarlo. Trascurare o minimizzare questi problemi, però, può portare alla lunga a una riduzione della memoria e delle funzioni cognitive, oltre a causare difficoltĂ di relazione con gli altri e senso di esclusione dalla societĂ . Per questo è importante controllare la propria situazione uditiva, effettuando periodicamente un test dell’udito. Una semplice operazione che può essere effet-

tuata con una visita ai Centri acustici Auris di Brescia e Gussago. Si tratta di un gruppo che affronta con serietĂ e competenza il tema dell’udito ed i relativi problemi, soprattutto per le persone che necessitano dell’applicazione di apparecchi acustici. Le figure di riferimento dell’organizzazione Auris sono gli audioprotesisti, ovvero gli operatori sanitari che applicano apparecchi acustici ed altri sistemi per l’udito. Il problema è affrontato con serietĂ e competenza da un gruppo di esperti e con le piĂš moderne tecnologie gli esperti sono a disposizione per il test gratuito dell’udito e l’applicazione di apparecchi acustici che sono scelti in base alla diminuzione di udito della persona e sono costruiti su misura, per avere il massimo adattamento estetico e migliorare il recupero uditivo di ciascuno. Presso i Centri Auris la prova degli apparecchi è gratuita.

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Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un postoâ€?? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perchĂŠ dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la viaâ€?. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?â€?. Gli disse GesĂš: “Io sono la via, la veritĂ e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: ďŹ n da ora lo conoscete e lo avete vedutoâ€?. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci bastaâ€?. Gli rispose GesĂš: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padreâ€?? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.In veritĂ , in veritĂ io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirĂ le opere che io compio e ne compirĂ di piĂš grandi di queste, perchĂŠ io vado al Padre.

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orrono parallele lungo la storia dell’umanitĂ e segnano il confine tra visibile e invisibile, tra vedere e credere. Filippo chiede di vedere il Padre e questo gli basta. Una richiesta da poco sulla bocca di chi vede come naturale poter verificare le asserzioni con prove, con dati certi. Ma solo perchĂŠ Filippo ha preso l’altra via, non quella che GesĂš gli chiede di percorrere. Quella via è Lui stesso e l’ha appena detto a Tommaso che gli chiedeva quale fosse la strada sulla quale Lui, GesĂš, stava per avventurarsi per tornare al Padre. D’un tratto, nel cuore dell’ultimo pasto con i discepoli, sembra che si parlino due lingue diverse, che la parola di GesĂš diventi improvvisamente strana agli orecchi dei discepoli. Si affaccia la tentazione fondamentale di voler vedere e la scusa capitale, quella di non saper come fare. L’antidoto proposto da GesĂš, l’essere Lui la via, la meta e il percorso è lontana dal cuore dei discepoli, tanto che si insiste per ve-

dere. E il disincanto di GesĂš è cosĂŹ opportuno in quel ‘da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto’ dove GesĂš mette in campo un altro verbo che dovrebbe svegliare i discepoli, che dovrebbe rispondere al non sapere e al voler vedere: è conoscere. E per conoscere occorre quel ‘tanto tempo’ che contraddice la fulminea apparizione del vedere e sbaraglia la misera scusa del non sapere. Non è possibile non sapere, non è possibile voler vedere. Ăˆ tanto tempo, e tanta strada quella percorsa e non può essere invano. Eppure la strada parallela, quella del voler vedere, mostra troppo fascino per non tentare ancora. Ăˆ lo scandalo di quel che si vede, della pochezza, della miseria dell’epilogo storico della favola del messia. E questo scandalo disorienta, fa perdere davvero la strada e lascia perplessi davanti a quello che dovrĂ accadere. Forse è per questo che la mattina di Pasqua è segnata dal fremito della corsa e si conclude con la fretta del ritorno dei due che verso Emmaus

avevano camminato lenti e tristi. Forse è per recuperare il terreno non percorso e ritrovare il ‘tanto tempo’ nel quale la Parola non era stata ascoltata, capita e anche vissuta. Forse è per questo che toccare e vedere sono verbi del giorno di Pasqua ma la promessa della beatitudine è per chi crede senza vedere. Ăˆ la risposta alla pigrizia del non sapere come fare e allo scandalo del non vedere. Ed è la speranza che va al di lĂ del solo orizzonte della storia dell’uomo e si spinge nell’eternitĂ del Padre. CosĂŹ che conoscendo Cristo sia possibile ‘vedere’ davvero il Padre come vera prospettiva dell’esistere, in attesa dell’autentico vedere. CosĂŹ come diceva Tommaso d’Aquino: “Iesu, quem velatum nunc aspicio/oro fiat illud, quod tam sitio:/ut, te revelata cernens facie,/visu sim beatus tuae gloriaeâ€? (O GesĂš che ora vedo dietro un velo, vi prego, avvenga ciò di cui ho tanta sete: che, vedendo il tuo volto senza veli, per questa visione io sia beato della tua gloria).

/D FHOOD QDVFRVWD “Va’, rimani nella tua cella e la tua cella ti insegnerĂ ogni cosaâ€? (Detti 6,33,II). Abba Antonio, l’iniziatore della vita monastica cristiana, era solito ripetere: “Come i pesci muoiono se restano all’asciutto, cosĂŹ i monaci che si attardano fuori dalla cellaâ€?. Per secoli la cella è il luogo in cui il monaco impara ad habitare secum, a conoscere se stesso, cercando Dio nella solitudine e nel silenzio, impegnandosi a lottare contro le pulsioni malvagie che lo abitano per esercitarsi alla comunione con tutti gli uomini, attraverso la meditazione continua della Parola. La spiritualitĂ della cella lungo i secoli si è approfondita fino a identificare la cella con il cuore della persona. La preghiera ha il compito di unificare il cuore, renderlo semplice, puro (Sal

87,11). E nella Scrittura troviamo: GesĂš chiede di pregare il Padre nel segreto (Mt 6,5-6); alcuni salmi parlano esplicitamente del cuore: “Nel silenzio esaminate il vostro cuoreâ€? (4,5); “Davanti a Te i pensieri del mio cuoreâ€? (19,18); “Liete parole mi sgorgano dal cuoreâ€? (45,2); “Nel segreto del mio cuore mi insegni la sapienzaâ€? (51,8). E per mezzo di Osea il Signore dice: “Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuoreâ€? (Os 2,16 ss). Anche nel pensiero di Francesco c’è la spiritualitĂ della cella, riletta, però, con originalitĂ : “Cercava sempre un luogo appartato, dove potersi unire con le singole membra, al suo Dio. E se all’improvviso si sentiva visitato dal Signore (Lc 1,68), per non rimanere

senza cella, se ne faceva una piccola col mantelloâ€?. La cella richiede un arredamento particolare: il Silenzio e la Solitudine. Il primo perchĂŠ la nostra vita è sommersa da suoni, rumori e parole e il silenzio ci guida alla pace. La seconda perchĂŠ la nostra giornata è fatta di relazioni e volti che finiscono col rubarci a noi stessi. La preghiera non solo ci introduce al dialogo con il Signore, ma ci riconduce alla nostra persona, alla nostra essenza, ai nostri desideri. Occorre un quotidiano allenamento, perchĂŠ la vita non ci ha abituati a queste preziositĂ naturali. Il silenzio è suono, parola, melodia, la solitudine è gustare una presenza e rendersi capaci di accogliere l’Altro e il prossimo accanto a noi.


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giovani, al servizio alla Chiesa e al Paese. Docente universitario e poi rettore della Cattolica, costituente e parlamentare, direttore del quotidiano cattolico “L’Italiaâ€?, fondatore dell’associazione “CittĂ dell’uomoâ€?, Lazzati aveva, come osserva Confalonieri, una intensa vita di preghiera e si accostava ogni giorno all’eucaristia. Oggi è ricordato soprattutto come “un esigente e instancabile educatore di giovani cristianiâ€? e resta il suo

impegno a diffondere il messaggio conciliare, focalizzandosi sul ruolo del laicato. Sulla fondazione di “CittĂ dell’uomoâ€?, Confalonieri ricorda: “Con questa associazione intendeva favorire una maggior preparazione per chi volesse impegnarsi in politica. Per Confalonieri, “egli poneva l’accento su quella particolare forma di vita, inedita nella storia della Chiesa, che consiste nel vivere una piena consacrazione a Dio rimanendo laiciâ€?.

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’invito a ritrovare nel negoziato la strada per superare le violenze in Libia, e l’auspicio che in Siria si evitino altri spargimenti di sangue, nelle parole di papa Benedetto al Regina Coeli di domenica scorsa, Pensiero costante il rifiuto delle armi, anche se appartenenti a una coalizione internazionale. La strada da percorrere, ribadisce il Papa, è quella del negoziato; cosĂŹ ricorda che continua a seguire “con grande apprensione il drammatico conflitto armato che, in Libia, ha causato un elevato numero di vittime e di sofferenze, soprattutto fra la popolazione civileâ€?. Di qui l’appello “pressanteâ€?, perchĂŠ “la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza, con l’aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisiâ€?. C’è anche un pensiero alla Chiesa locale – come non sottolineare l’impegno del vescovo di Tripoli, Giovanni Martinelli, in favore della pace – che “assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedaliâ€?. Dal Nord Africa al Medio Oriente, alla Siria. Ăˆ urgente, per il Papa, “ripristinare una convivenza improntata alla concordia e all’unitĂ . Chiedo a Dio che non ci siano ulteriori spargimenti di sangue in quella Patria di grandi religioni e civiltĂ , e

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duare attenzioni comuni: il “noâ€? alla violenza, agli scontri, e l’invito a ritrovare la strada del dialogo e della riconciliazione. Ma ci sono anche delle diversitĂ , che vanno sottolineate: se per la Libia la preoccupazione è legata all’intervento militare, certo deciso attraverso l’impegno della comunitĂ internazionale, e al rischio di provocare vittime soprattutto tra i civili; per la Siria l’attenzione è rivolta alle autoritĂ alle quali rivolge l’invito a tener conto delle proteste di piazza, a cercare di capire e di assecondare il desiderio di democrazia che viene dalla gente.

Non sembri, a questo punto, fuori luogo accostare l’appello del Papa alle letture che la liturgia della domenica propone ai fedeli, a partire dall’icona del buon pastore: se è vero che c’è un rapporto stretto tra Cristo e il suo gregge, è altrettanto vero che quest’ultimo deve ascoltare e seguire il buon pastore. E nel guardare alle due nazioni, Libia e Siria, l’ascolto si fa attenzione al dialogo, alla riconciliazione e alla pace: un cammino da seguire se si vuole veramente costruire un futuro degno dell’uomo, nella giustizia e nella veritĂ .

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6DQW¡(XJHQLR GH 0D]HQRG H JOL 2EODWL Ricorre quest’anno il 150° anniversario della morte di S. Eugenio de Mazenod, vescovo di Marsiglia e fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, che da piĂš di 30 anni operano anche nella nostra diocesi in modo particolare con il ministero delle missioni popolari parrocchiali. La vita di S. Eugenio aveva come motto: “Mi ha mandato ad annunciare la buona novella ai poveriâ€?, e possiamo dire con veritĂ che “i poveri sono stati

evangelizzati�, e continuano a esserlo attraverso il carisma di cui lo Spirito lo ha fatto padre. I circa 4000 Oblati, presenti oggi in 76 nazioni, lavorano per portare il primo annuncio o per ravvivare la fede là dove sta morendo. Le cronache del tempo cosÏ ci tramandano la sua morte. Da tempo ammalato, ormai il cuore che tanto aveva amato Cristo e la Chiesa non regge piÚ. Tutti sono chiamati al letto del padre morente. Nella commozione ge-

nerale, p. Fabre, chiede: “Padre, una parola per tutti gli Oblatiâ€?. Eugenio lentamente ma con sicurezza dĂ in testamento: “Tra voi la caritĂ , la caritĂ , la caritĂ e al di fuori lo zelo per le animeâ€?. Prezioso dono che entra nel cuore di ogni Oblato, e diventa il legame tra tutti quelli che in qualche modo ne sono toccati. Eugenio nasce al cielo. Il sole da poco si è immerso ed è scomparso nel mare di Marsiglia, è la sera del 21 maggio 1861.

Questo 150° anniversario è celebrato con solennitĂ dovunque il carisma oblato è operante. A Roma si celebra con solennitĂ al Santuario del Divino Amore, con la partecipazione di tutte le comunitĂ oblate d’Italia e la presenza del Padre generale. Anche da Passirano, dove risiede la comunitĂ dei Missionari Omi, un signiďŹ cativo gruppo si recherĂ a Roma per vivere questa esperienza di comunione e di missione.


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L’esperienza prevede, oltre alla alla fatica del viaggio, momenti di preghiera, la visita della Santa Casa per l’afďŹ damento a Maria e la consegna alle monache claustrali di Loreto delle intenzioni di preghiera. Durante i mesi di maggio e giugno si raccolgono anche altre preghiere (inviare le preghiere raccolte a doveabitimaestro@diocesi.brescia. it). Invece con il motto benedettino “Ora et.. labora!â€? vengono proposte tre esperienze spirituali e di servizio in collaborazione con il monastero

di Bose (nella foto) e con i Padri Gesuiti. Dal 22 al 27 agosto “GesĂš di Nazarethâ€? con Luciano Manicardi presso il monastero di Bose. Dal 30 luglio al 10 agosto “Il rischio di decidereâ€? con p. Andrea Dall’Asta e p. Stefano Titta a Selva di val Gardena (Bz). Per approfondire il proprio cammino di ricerca personale, affettiva, spirituale. A partire dalla Bibbia e dalle piĂš svariate produzioni della creativitĂ umana (pittura, scultura, cinema, letteratura...) tracceremo insieme

un itinerario verso una maggiore consapevolezza personale. Le giornate saranno organizzate in modo da avere tempo per la riessione sul tema della propria vocazione in relazione all’affettivitĂ , al modo con cui viviamo la nostra relazione con gli altri, con Dio. Per vivere un’assunzione di responsabilitĂ nella nostra storia. Dal 10 al 21 agosto “Il Vangelo di Matteoâ€?, con p. Silvano Fausti s.j. a Selva di val Gardena (Bz).

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a scuola cattolica ha il compito di sviluppare una proposta pedagogica e culturale di qualitĂ , radicata nei valori educativi ispirati al Vangeloâ€?. Questo il messaggio inciso all’interno di una pergamena consegnata come mandato nelle mani dei responsabili delle scuole cattoliche di cittĂ e provincia, in occasione dell’annuale celebrazione presieduta dal Vescovo di Brescia e promossa dall’Ufficio scuola diocesano e da Fidae. VenerdĂŹ 13 maggio, all’interno di un’affollata Cattedrale, oltre 900 bambini e ragazzi, accompagnati dai loro insegnanti e dai responsabili dei vari istituti hanno ascoltato con attenzione le parole di mons. Luciano Monari che ha saputo creare un clima di amicizia ed empatia, all’interno del quale ha piĂš volte ribadito ai giovani studenti un importante messaggio: “Se vi interessa produrre nel mondo qualcosa di quello che ha prodotto GesĂš Cristo, la strada è quella del Vangelo; dovete infatti mangiare la carne del Figlio dell’Uomo e per fare questo, dovete imparare il Vangelo e dovete venire a Messaâ€?. Significative, a questo proposito, anche le letture scelte per la celebrazione, ben curata in ogni particolare; la conversione di Saulo lungo la via per Damasco ma anche la narrazione degli insegnamenti di GesĂš nella sinagoga di Cafarnao. “I figli assomigliano ai propri genitoriâ€? ha esordito il Vescovo durante la sua breve ma intensa omelia; “chi mangia la carne del Figlio di Dio, quindi, potrĂ assomigliare a Dio e diventare capace

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giare di Luiâ€?. Una dunque la strada da percorrere per dare un senso alla vita: “leggere quotidianamente il Vangelo, metterlo nel proprio cuore, volergli bene e non mancare mai all’appuntamento con GesĂš, ossia la Santa Messaâ€?. Da qui il mandato agli educatori presenti, tratto direttamente dal recente documento “Educare alla vita buona del Vangeloâ€? che contiene gli orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020. La scelta di dedicare un’attenzione specifica al campo educativo affonda le radici nel IV Convegno ecclesiale nazionale, celebrato a Verona nell’ottobre 2006, con il suo messaggio di speranza fondato sul “sĂŹâ€? di Dio all’uomo attraverso suo Figlio, morto e risorto perchĂŠ noi avessimo la vita. Educare alla vita buona del Vangelo significa, infatti, in primo luogo farsi discepoli del Signore GesĂš, il Maestro che non cessa di educare a una umanitĂ nuova e piena. Egli parla sempre all’intelligenza e scalda il cuore di coloro che si aprono a lui e accolgono la compagnia dei fratelli per fare esperienza della bellezza del Vangelo. La Chiesa continua nel tempo la sua opera: la sua storia bimillenaria è un intreccio fecondo di evangelizzazione e di educazione. Annunciare Cristo, vero Dio e vero uomo, significa portare a pienezza l’umanitĂ e quindi seminare cultura e civiltĂ . Profonde, infine le parole finali dell’omelia: “Buona vita, buon cammino, buona speranza, buoni progetti: che riusciate a fare sempre qualcosa di buono per voi stessi e per coloro che vi sono accantoâ€?.

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VenerdÏ 20 maggio Ore 6.50 – Brescia – Celebra la S. Messa presso il Seminario minore. Ore 20.30 - Brescia - Presiede la Veglia di preghiera per Giornata mondiale delle vocazioni con la partecipazione degli ordinandi presbiteri presso la Basilica delle Grazie.

Sabato 21 maggio Ore 16 – Brescia – Incontro con i preadolescenti che concludono l’itinerario della Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. La cerimonia si svolge in Cattedrale. Ore 20 – Quinzanello – Celebra la S. Messa in occasione delle feste quinquennali mariane.

Domenica 22 maggio Ore 9.30 – Vllanuova s/C – Celebrazione per le cresime e le prime comunioni. Da domenica 22 a venerdÏ 27 maggio Il Vescovo partecipa alla Assemblea generale della Cei a Roma.

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a scorsa settimana abbiamo dato la notizia della celebrazione di un anno giubilare dedicato a Sant’Arcangelo Tadini nel centenario della morte. A questo proposito il Vescovo ha scritto una lettera in cui scrive, fra l’altro: “Desidero che questa opportunitĂ sia fatta conoscere in tutta la diocesi e in tutte le parrocchie in modo che le comunitĂ e le persone che lo desiderano possano cogliere la bellezza di questo dono straordinario. L’iniziativa di questo Anno giubilare è della parrocchia. Non abbiamo voluto farla diventare diocesana per non moltiplicare le iniziative e appesantire la giĂ notevole programmazione. Ci saranno però alcuni momenti in cui la diocesi intera sarĂ invitata a partecipare e, naturalmente, le parrocchie e unitĂ pastorali e zone possono lodevolmente programmare momenti speciali di pellegrinaggio e di preghieraâ€?. Le celebrazioni avranno inizio ve-

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pastore santo continuino ad essere elargiti e a propagandarsi nel mondo utilizzando il simbolo della rosa di colore blu, che richiama il cielo. Sempre sabato, alle ore 20.45 Tutti x Uno - Tadiniani allo sbaraglio!!!. Festa nella sala-teatro parrocchiale Tadini. Domenica 22 maggio alle ore 11 S. Messa in Basilica. Pomeriggio di festa con giochi e animazione per tutti. Alle ore 18.15 Elevazione spirituale (con musiche di Bach e Mendelssohn; all’organo Paolo Tognazzi). Alle ore 18.45 S. Messa in Basilica. Per rinnovare le preoccupazioni pastorali del Tadini, l’unitĂ pastorale, a lui intitolata, delle parrocchie di Botticino, vuole provare a dare alcune risposte in merito alla gestione del mondo del lavoro e insieme ad alcuni soggetti “volenterosiâ€? vuole provare a costituire un soggetto giuridico di stampo cooperativo, dove iniziare a dare senso di inclusione al mondo della ricerca del lavoro, dove si provi a

diminuire la disoccupazione giovanile e dove si sperimentino recuperi di risorse lavorative definite obsolete (in quanto escluse in anticipo dallo stesso mondo) offrendo speranze di nuovo corso lavorativo e sociale. C’è da aggiungere che la Penitenzieria apostolica, in virtĂš delle facoltĂ ad essa concesse, concede l’indulgenza plenaria, alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Papa).

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“Che cosa chiedete per vostro figlio?â€?. Tutto inizia con la risposta a questa semplice ma fondamentale domanda, posta dalla Chiesa il giorno del battesimo. I genitori si fanno portatori di questa grande richiesta e la comunitĂ cristiana si offre come grembo che genera alla vita divina. Soprattutto al tempo del primo figlio, si rivela urgente e strategico l’accompagnamento dei genitori, da parte della comunitĂ cristiana. Su questi temi l’Ufficio diocesano per la famiglia organizza un simposio che si tiene mercoledĂŹ 11 giugno presso il Centro pastorale Paolo VI sul tema “Accompagnare i giovani genitori con figlio dagli 0 a 6 anniâ€?. Questo il programma: ore 9 preghiera e saluto (Chiara Pedraccini, vice direttore Ufficio famiglia); ore

9.30 saluto e introduzione tematica alla mattinata (mons. Renato Tononi, vicario episcopale per i laici e la pastorale); ore 10 Accompagnare i genitori nell’educazione alla fede testimoniata (don Antonio Facchinetti, direttore Ufficio catechistico, diocesi di Cremona); ore 10.30 accompagnare i genitori nell’esperienza alla fede celebrata (don Daniele Piazzi, direttore Ufficio liturgico della diocesi di Cremona); ore 11 Accompagnare i genitori nella trasmissione della fede vissuta (don Giuseppe Nevi, direttore Ufficio famiglia della diocesi di Cremona); ore 11.30 interventi dall’assemblea; ore 12.15 conclusioni e preghiera di ringraziamento (don Giorgio Comini, direttore Ufficio famiglia diocesano).

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Mons. Luciano Monari ha nominato il Consiglio di amministrazione e il Collegio dei revisori dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero. Consiglio: mons. Angelo Nassini, presidente; Arnaldo Buffoli, vice presidente; Franco Bertassi, don Giulio Gatteri, don Aldo Mariotti, Luigi Mazzola Pancera di Zoppola Bona, don Cesare Verzini, consiglieri; Collegio dei revisori dei conti: Francesco Senini, presidente; Francesco Marini e don Giovanni Palamini, membri.

UfďŹ cio diocesano per l’ecumenismo e la Chiesa valdese invitano alla Veglia ecumenica “In attesa di Pentecosteâ€? (GiovannI 16,5-15) con il commento di mons. Luciano Monari e della pastora valdese Anne Zell; accompagnamento musicale di Petra Magdowski al auto traverso e Marta Perrini alla chitarra. L’appuntamento è per martedĂŹ 31 maggio alle ore 20.45 presso la chiesa valdese (via dei Mille, 4).

Nella ricorrenza della morte del prof. Vittorino Chizzolini (nella foto), martedÏ 24 maggio, alle ore 18 presso la chiesa di San Luca, in via San Martino della Battaglia in Città , ove riposano le spoglie mortali dell’apostolo dell’educazione cristiana, ci srà una celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Renato Tononi, parroco di Sant’Alessandro e San Lorenzo, vicario episcopale per i laici e la pastorale.

L’Istituto Canossiano di via Diaz, 30 in CittĂ invita tutte le ex alunne che desiderano ricordare e ritrovare compagne e insegnanti, a un incontro che si terrĂ sabato 28 maggio presso la sede, con inizio alle ore 15.30. Dopo l’accoglienza, ci sarĂ la celebrazione eucaristica. A seguire gli incontri dei gruppi di classe. Sono invitate tutte le ex alunne della Scuola magistrale “Regina delle Vittorieâ€? e della Scuola tecnica.

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abato 30 aprile, presso il Seminario vescovile della diocesi di Vigevano si è celebrato il IX Congresso dei diaconi permanenti della Lombardia. Con un significativo numero di diaconi e ministri, provenienti dalle varie diocesi lombarde, spiccava, per quantitĂ , il gruppo della comunitĂ diaconale bresciana, sostenuto dalla presenza vivace di spose e familiari. La nostra diocesi infatti vanta il primato della reintroduzione del diaconato permanente in Lombardia, per l’avveduta decisione di mons, Luigi Morstabilini, pronto ad accogliere i suggerimenti dello Spirito espressi nel Concilio Vaticano II. Il tema del Congresso era: “La spiritualitĂ del diaconoâ€?. Hanno sviluppato il tema i relatori don Giuseppe Como, professore di teologia spirituale presso il Seminario arcivescovile di Milano che ha indicato i fondamenti teologici nei vari documenti conciliari e nel Direttorio per il ministero e la vita dei diaconi permanenti; e don Romano Martinelli, coordinatore dei direttori spirituali nella formazione dei diaconi permanenti, che ha invece evidenziato la necessitĂ dell’ incar-

nazione quotidiana del servizio nella vita, perchÊ il diacono possa essere, e divenire sempre piÚ, un racconto dello Spirito, una narrazione delle meraviglie del Signore. Entrambi i relatori hanno sottolineato a piÚ riprese la virtuosa circolarità oggettiva tra esercizio del ministero e interiorità orante: tra vita attiva e pastorale e preghiera e contemplazione esiste compenetrazione piÚ che alternanza. Il sacramento dell’ordine, nel suo terzo grado, configura il candida-

to a Cristo servo: la grazia del sacramento, che è dono e rimane sempre mistero, lo pone in “stato di servizioâ€?, trasforma cioè la persona, la fa “essere per servireâ€?, ma esige docilitĂ e obbedienza allo Spirito. Pertanto la spiritualitĂ , che è obbedienza allo Spirito, si snoda, per ciascuno e non solo per il diacono, lungo tutta la vita e in ogni suo ambito, è un continuum vitale che si coniuga insieme e nella cronaca minuta del diacono e durante l’esercizio del suo ministero.

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3HU HVVHUH VDOH H OLHYLWR VXO WHUULWRULR L’Azione cattolica diocesana vuole continuare a essere sale e lievito sul territorio con un rinnovato entusiasmo e con una rinnovata coscienza critica indispensabile per fare maturare scelte importanti ai propri associati. Il Meeting diocesano unitario del 15 maggio in quel di Concesio ha permesso una volta di piĂš di fare squadra con una rosa larga che va dai sei anni e arriva quasi a 100 (è stata premiata una fedelissima di Concesio che da 83 anni rinnova la sua tessera). Il titolo della giornata “Saliamoci insiemeâ€? era un invito a essere sale della terra, ognuno nella propria quotidianitĂ , e a crescere insieme. Nonostante la pioggia, il Meeting è stato un momento di festa che ha visto la partecipazione per gli adulti dell’ex presidente nazionale Paola Bignardi che si è soffermata sul ruolo e sulla respon-

sabilitĂ dei laici, partendo dal tema “Educazione alla responsabilitĂ â€?. Il Meeting si colloca nella stagione che ha visto il rinnovo triennale dei consigli sui tre livelli: parrocchiale, diocesano e nazionale. L’Associazione, guidata dal neopresidente Andrea Re, vuole proseguire il suo cammino di presenza assidua all’interno delle realtĂ parrocchiali: l’Ac è attivamente inserita in 80 parrocchie della diocesi e sviluppa l’attenzione al territorio e alla dimensione popolare del cristianesimo; abilita ciascun tesserato a un ruolo attivo e da protagonista, porta attenzione alle scelte civili e sociali della comunitĂ , mantiene vivo il valore dei processi democratici nelle decisioni e nelle scelte. Spesso il silenzio dell’Associazione su alcuni temi è stato erroneamente confuso, soprattutto dai media,

come un’assenza di pensiero; basti pensare a quanti associati partecipano a titolo personale in diverse realtĂ del territorio per comprendere come l’Ac sia levito signiďŹ cativo nella societĂ bresciana: dall’Accademia cattolica al Camper emergenza, dal Centro migranti alla Scuola di formazione politica della diocesi, solo per citare alcuni campi di interesse e di impegno. A livello zonale i tesserati Ac sono di fatto inseriti nei vari organismi (Consigli pastorali, commissioni di riferimento, scuole di formazione per catechisti degli adulti e degli adolescenti); a questo si aggiunge il fatto che una decina di persone delle 35 che compongono la commissione antepreparatoria del Sinodo gravitano attorno all’Ac. L’Associazione guarda giĂ avanti alle tante proposte messe in cantiere per l’estate.

Fra queste, piace ricordare l’esperienza dei momenti di formazione: il 26, il 27 e il 28 agosto va in scena, ad esempio, il campo scuola per giovani-adulti presso Villa Betania a Sale Marasino: è un’occasione di confronto e approfondimento nello stile proprio dell’Ac. Per i piĂš giovani l’arrivo dell’estate porta con sĂŠ “Enjoyâ€?, la festa incontro in musica del 4 giugno a Villa Pace e “Ben fattiâ€?, il campo scuola per giovani e giovanissimi a Malonno dal 23 al 30 luglio. Sono importanti anche i momenti di formazione spirituale: gli esercizi a Villa Pace di Gussago dal 29 luglio (dalle 18.30) al 1° agosto (alle 14.30) con la biblista Antonella Anghinoni. Per informazioni sulle proposte complessive estive e per le iscrizioni, si può consultare il sito www. acbrescia.it.


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‡ …‘‘’‡”ƒ–‹˜‡ ’”‡•‡Â?–‹ •—Ž –‡””‹–‘”‹‘ ……‘ …Š‹ ˆƒ ƒ••‹•–‡Â?œƒ Presentiamo l’elenco delle molteplici Cooperative, aderenti a Confcooperative Brescia operanti nell’ambito dei servizi agli anziani nelle Rsa. Queste cooperative svolgono quotidianamente attivitĂ di tipo socio-assistenziale e socio-sanitaria sul territorio di Brescia e Provincia: Alberti Romano Cooperativa sociale di Bagolino-Ponte Caffaro; Il Pellicano di Brescia; La Rondine di Mazzano; Serena di

Lograto; Loggetta di Bagnolo Mella; Margherita di Darfo Boario Terme; Comis di Breno; Progetto di Capriolo; Cooperativa sociale La Quinta Luna di Manerbio; Orizzonti sereni di Desenzano del Garda; Loggia di Rovato; Cooperativa sociale Primavera di Cigole; Hygea di Montichiari; Rosa camuna Alta Valle di Edolo; Progetto salute di Brescia; Saluservice di Brescia; Il Bucaneve di Sonico; La

Fontana di piazza di Bienno; Centro studi anziani di Brescia; Cooperativa del cenacolo di Berlingo; Il Gabbiano di Pontevico; Progetto Gabbiano di Pontevico; Valle Camonica solidale di Lozio; Insieme per Sabbio di Sabbio Chiese; La salute in Valle di Cividate Camuno; Genesi di Rodengo Saiano; Il cammino di Castelcovati; Neos dI Brescia; Axia di Rovato; La Vela di Nave; L’Oasi di Quinzano d’Oglio.

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’anziano è un costo sociale; è un problema crescente nella societĂ ; con l’allungamento della vita media, ve ne saranno troppi‌â€?, queste sono le idee che siamo abituati ad avere pensando alla condizione anziana, ma gli anziani sono anche coloro che con le loro pensioni o indennitĂ integrano il reddito di molte famiglie economicamente sempre piĂš precarie, sono la sicurezza di supporto assistenziale alla famiglia che lavora nell’educazione dei figli, nella gestione degli adempimenti burocratici e in molte altre funzioni vitali della vita famigliare. Quindi, oggi, gli anziani con il loro tempo disponibile e la loro pensione sono una risorsa per la sostenibilitĂ dei bilanci familiari. Alla perdita dell’autonomia il sistema di welfare dovrebbe garantire loro il posto nelle Rsa ma a quel punto il posto si fatica a trovarlo. A parte il fatto che i dati sulla possibilitĂ di accoglienza in Casa di riposo (Rsa) nella provincia, che notoriamente è considerata tra le province migliori, sono drammatici (6.534 posti autorizzati – 10.591 domande in lista d’attesa), il sistema di assistenza totale gratuita e garantita è divenuta insostenibile. Le famiglie giĂ stanno rispondendo a modo proprio con assistenze private (badanti), recuperate in qualche modo e fuori controllo dal sistema dei servizi (in Italia sono in servizio circa 700.000 badanti pagate con un compenso medio di 800 euro/mese), impiegando risorse economiche sottratte ai bilanci familiari giĂ forte-

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diaria espresso dalle famiglie e dalla comunitĂ sia per i servizi domiciliari che per quelli nelle Rsa. Il privato sociale deve essere visto come una forma di cittadinanza che si organizza per assumere lo scopo pubblico del bene comune. Il sistema pubblico deve regolare e controllare di piĂš e gestire di meno. Le Rsa, quindi, non potranno ridursi al solo cercare soluzione della loro sostenibilitĂ economica, in quando sono chiamate a ripensare la loro funzione strategica nelle comunitĂ . Le Rsa come nodo di una rete di servizi nei quali le fondazioni e il privato sociale della comunitĂ possono condividere la presa in carico complessiva delle risposte qualificate professionalmente.

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“Me gustaâ€? è l’iniziativa de “La Voce del Popoloâ€? dedicata ai giovani tra i 16 e i 30 anni che potranno ricevere a casa il giornale per cinque mesi al prezzo di 10 euro. Ogni settimana una pagina per scoprire i volti, le storie, le tappe del cammino dei ragazzi degli oratori bresciani verso la Gmg. Per aderire all’iniziativa visitare il sito www.lavocedelpopolo. it nella sezione abbonamenti o inviando un sms al numero 3383636104 con scritto “VOCE ME GUSTA GMGâ€?.

Nell’ambito delle iniziative organizzate per ďŹ nanziare la partecipazione alla Gmg, la compagnia teatrale “Compagnia del Cedroâ€? dell’oratorio di Calino ha messo in scena una brillante commedia brillante dialettale dal titolo: “L’amĂšr l’è l’amĂšrâ€?. Dopo le prime due rappresentazioni del 30 aprile e del 1° maggio, visto il grande successo, verrĂ replicata a grande richiesta sabato 4 giugno ore 20.30 all’oratorio di Calino.

I giovani della zona pastorale XXVI domenica 5 giugno saliranno a piedi nel pomeriggio al santuario di Conche di Nave. Il pellegrinaggio sarà occasione privilegiata per vivere un momento di riessione sul messaggio consegnato da papa Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo in vista della Giornata mondiale a Madrid. La celebrazione della Santa Messa in santuario concluderà la giornata.

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n percorso che parte da lontano, per la precisione dal settembre del 2008, quando, pochi mesi dopo la conclusione della Gmg di Sydney, faceva il suo ingresso nella parrocchia di Calino don Paolo Salvadori. Il sacerdote, che si occupa della pastorale giovanile dell’unitĂ comprendente, oltre a Calino, le altre parrocchie sul territorio di Cazzago San Martino, sin da allora aveva ricevuto in dono una bandiera della Spagna, come auspicio per la Giornata che si sarebbe tenuta a Madrid. Da quel momento sono passati tre anni e adesso, che la partenza si avvicina, da quest’unitĂ pastorale partirĂ un folto gruppo, coordinato da Riccardo Ferrari, di ben 75 giovani, tra i 17 e i 30 anni, provenienti da tutte e quattro le parrocchie: 19 da Cazzago, 21 da Calino, 31 da Bornato e 4 dalla Pedrocca. Viaggeranno in pullman e all’andata faranno tappa a Barcellona, mentre per il ritorno è prevista una sosta ad Avignone. Prima di questi appuntamenti, però, molto è stato realizzato a livello di unitĂ , in particolare le “messe per i Gio-

vaniâ€?, dedicate specificamente alla presentazione di questo appuntamento: dopo quella introduttiva del 16 gennaio, sabato scorso ne è stata celebrata una in ricordo del beato Giovanni Paolo II, mentre l’ultima è prevista per il giorno di Pentecoste nella chiesa parrocchiale di Cazzago San Martino. Oltre ai momenti spirituali, va menzionata una delle

iniziative intraprese dai ragazzi per autofinanziarsi. Hanno infatti realizzato “Colori del cieloâ€?, un cd in cui interpretano gli inni delle precedenti Gmg insieme ad alcuni canti utili per le celebrazioni. La musica quindi, per accompagnare un percorso giĂ ora lungo e impegnativo: canta e cammina, perchĂŠ con essa, anche la strada piĂš impervia diventa lieve.

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La tavola rotonda nell’Aula magna dell’UniversitĂ cattolica, è stata proposta come conclusione del percorso del primo anno di attivitĂ dell’Accademia cattolica (a lato la presidente, Francesca Bazoli). Obiettivo è stato quello di preďŹ gurare gli scenari che in Italia si proporranno nei prossimi anni grazie alla presenza sul territorio nazionale di appartenenti a religioni diverse. L’iniziativa si è collocata all’interno del programma triennale che

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ha come tema “Religioni e convivenza civileâ€? e ha visto nel primo anno una conferenza pubblica (prof. Silvio Ferrari) sul rapporto tra religioni e societĂ , e tre seminari dedicati alla lettura di cosa stia avvenendo nei Paesi occidentali relativamente al tema scelto. Il Comitato scientiďŹ co ha predisposto anche il programma dell’anno 20112012, che studierĂ alcuni modelli teorici del rapporto tra religioni e convivenza civile.

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’Accademia cattolica ha organizzato presso l’Aula Magna dell’UniversitĂ cattolica di Brescia, una tavola rotonda coordinata da Ilario Bertoletti dal titolo “Religioni e convivenza civile: nuovi scenari per l’Italiaâ€?. Sono intervenuti Stefano Semplici, docente di Etica sociale a Tor Vergata a Roma, Alessandro Rosina, docente di Demografia a Milano e Giovanni Filoramo, ordinario di Storia del cristianesimo a Torino. La questione posta dai relatori è se, in seguito alla forte immigrazione degli ultimi anni, in Italia sia possibile la convivenza civile tra religioni diverse. Secondo Rosina la popolazione straniera in Italia è costituita da 5 milioni di persone, con la concentrazione maggiore al Nord. Non possiamo parlare di emergenza ma di un elemento strutturale, causato anche dal fatto che la popolazione italiana è in diminuzione e invecchia sempre di piĂš. Lo studioso ha fatto notare che nel

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esisteva una pluralitĂ , dove convivevano pacificamente diverse religioni. Invece oggi viviamo nel pluralismo, in regime di concorrenza e con l’individuo che è sempre piĂš protagonista. Il problema di fondo è questo: tale pluralismo, in prospettiva futura, tende di piĂš all’integrazione o al conflitto? La risposta è molto difficile, anche perchĂŠ le varie religioni non sono blocchi monolitici, ma hanno al loro interno diverse anime; l’Islam, per esempio, è eterogeneo nelle sue forme africane, asiatiche, europee. Secondo Filoramo, in ogni caso, è necessario conoscere bene queste realtĂ per poter affrontare la questione dell’integrazione. Stefano Semplici si è soffermato sulla sfera della bio-etica. Come afferma Charles Taylor, nella nostra epoca è cruciale il processo di secolarizzazione, in cui la fede è un’opzione tra le altre. In questo contesto, non c’è piĂš spazio per la circolaritĂ tra etica e religione. Ăˆ ancora possibile, in tale

ottica, recuperare la centralitĂ della religione in relazione all’etica? Il filosofo esprime una risposta negativa. Secondo lui, bisogna prendere atto che oggi è il tempo del pluralismo, non della pluralitĂ . Infatti, se prendiamo una questione bioetica, possiamo vedere come le religioni affrontano il problema. Le cellule staminali embrionali sono un esempio. L’Islam non è contrario al loro uso: nella sura 22 si parla del carattere progressivo della persona umana. Nella cultura ebraica, c’è un atteggiamento favorevole; anche i valdesi accettano tale ipotesi. La Chiesa cattolica, invece, esprime un giudizio negativo, cosĂŹ come il buddismo. Come si vede, il conflitto è forte. Tuttavia c’è una via teologica per superare tale stallo. Nel discorso di Semplici, le religioni hanno il senso del mistero, del limite; quindi, aprendo spazi di ricerca infinita, possono porre le basi per un dialogo fertile tra gli uomini. La tavola rotonda, affrontando una

delle questioni cruciali della storia contemporanea, ha fatto riflettere sull’uomo e sul significato della religione. Essa, nel suo significato intimo, è il richiamo alle origini, al principio del tutto: perciò non può dividere e lacerare gli uomini, ma per sua natura unifica, in quanto tocca l’essenza dell’essere umano. Come ricorda Plotino, ogni uomo ha una forte “nostalgia dell’assolutoâ€? e il cammino che deve seguire deve guardare verso l’uno che è in alto, non verso il molteplice diviso e conflittuale, che si perde nelle bassezze del mondo.

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Il Nodo Teatro mette in scena venerdĂŹ 20 maggio alle ore 21 al Teatro Zanardelli “A scatola chiusaâ€?, commedia brillante di Georges Feydeau per la regia di Danilo Furnari e Silvia Pipa. Questa la trama: monsieur Pacarel si mette in testa di dare lustro alla famiglia facendo rappresentare al Teatro dell’OpĂŠra di Parigi un “Faustâ€? che la ďŹ glia Giulia, sedicente scrittrice, ha composto. Per fare ciò, Pacarel pensa a un fantasioso ricatto: poichĂŠ il Teatro dell’OpĂŠra sta

Artespettacolo presenta, con il Patrocinio e a parziale favore della Fondazione Albero della vita international, il noto cabarettista e caratterista bresciano Pier Paolo Fabbri. L’artista porterĂ in scena, mercoledĂŹ 25 maggio alle ore 16 e alle 21, lo spettacolo “La vita è una tempesta...â€?, un concentrato di gag, situazioni paradossali e sketch dotati di una esilarante comicitĂ in grado di far trascorrere al pubblico qualche ora di svago e

cercando di scritturare il tenore piĂš famoso del momento, egli intende anticipare questa mossa, ingaggiando personalmente l’artista. SarĂ in cambio di quest’ultimo che chiederĂ all’OpĂŠra di rappresentare l’opera della ďŹ glia. Ma non si deve mai comprare “a scatola chiusaâ€?: in casa Pacarel, infatti, per una serie di incredibili equivoci, non arriva un tenore, bensĂŹ un giovanotto che porterĂ grande scompiglio... Ingresso 5,00 euro (ridotto 3,00). Info: www.ilnodo.com

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di divertimento. La fondazione Albero della vita international ha per scopo l’attivitĂ umanitaria di beneďŹ cenza nel mondo, la tutela e l’attuazione dei diritti dei minori, l’assistenza ai minori e alle famiglie in condizioni di disagio e di emergenza per una maggiore qualitĂ sociale, l’assistenza caritatevole, psicopedagogica, sociale e socio-sanitaria, la cooperazione per le popolazioni dei Paesi del Sud del mondo. Info: www.alberodellavita.org

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a settimana scorsa il Festival di Brescia e Bergamo ha proposto due concerti pianistici: il primo, attesissimo, dell’ungherese AndrĂĄs Schiff, uno dei pianisti piĂš affermati e importanti a livello mondiale; il secondo, invece, del giovane musicista bresciano Federico Colli, classe 1988, quest’anno distintosi come vincitore del Concorso internazionale Mozart di Salisburgo. Per una singolare coincidenza, entrambi i solisti hanno eseguito, fra l’altro, brani di Mozart e Beethoven. PotrĂ forse sembrare inopportuno proporre un confronto tra un solista come Schiff, all’apice della carriera, e un ventiduenne come Colli, che solo quest’anno ha debuttato al Festival con un concerto tutto suo. Ma spesso il mondo della musica è imprevedibile e cosĂŹ, in questo confronto a distanza ravvicinata, non solo Colli ha ottimamente figurato, ma ha anche creato attorno a sĂŠ un clima di vero entusiasmo. Se l’anno scorso Schiff fu protagonista di un indimenticabile concerto con l’integrale delle Suites francesi di Bach, in quest’occasione l’interprete

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approdare infine a un monumento roccioso e carico di asperitĂ come le beethoveniane “TrentatrĂŠ Variazioni sopra un Valzer di Diabelliâ€?, un vero “tour de forceâ€? tanto per il pianista quanto per l’ascoltatore. Si trattava dunque di un programma sommamente impegnativo, e Schiff, anzichĂŠ diminuire la distanza tra il pubblico e queste opere “per addetti ai lavoriâ€?, si può dire che abbia scelto proprio la via opposta di un ascetismo senza compromessi e dell’astrazione musicale. Solo con l’ultimo bis proposto, l’Improvviso di Schubert in forma di tema con variazioni, la comunicazione con gli ascoltatori si è fatta piĂš amabile e cordiale. All’esaltazione del pensiero astratto ha fatto riscontro, nel concerto di Colli, la centralitĂ della freschezza e di un’immaginazione musicale seducente. Raramente abbiamo ascoltato due opere giovanili come la Sonata KV 283 di Mozart e la Sonata op. 2 n. 1 di Beethoven realizzate con tanta amorevole cura dei dettagli e nello stesso tempo con una salda visione d’insieme. Pregevolissima e vitale anche l’interpretazione del “Carnavalâ€? di Schumann.

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1XPHUL H VJXDUGR DO IXWXUR Si è chiusa il 30 aprile con numeri che parlano da soli, la 16ÂŞ edizione di “Crucifixus − Festival di primaveraâ€? confermando la doppia anima del festival nelle sue declinazioni bresciana e camuna. “Sono nate nuove collaborazioni − ha raccontato Carla Bino, direttore artistico del Festival − e si sono originate nuove relazioni. ‘Crucifixus’ si valuta con le relazioni di comunitĂ che crea prima che con altroâ€?. Numeri che parlano da soli si diceva: 18 spettacoli, di cui sette in cittĂ ; 48 repliche complessive; oltre 60 artisti coinvolti, nove nuove produzioni; circa 12mila spettatori; 231 uscite sui media (13 articoli su settimanali, 14 servizi radiofonici, 29 servizi televisivi, 74 articoli web, 101 articoli e segnalazioni su quotidiani, 94 collaborazioni instaurate con soggetti pubblici e privati). L’edizione 2011 ha confermato un trend e un interesse tra la gente in

continua crescita che fa tesoro delle esperienze, dei rapporti e delle relazioni nate per guardare avanti, al futuro. Garantito l’appoggio della diocesi, che crede fortemente nella possibilitĂ del teatro sacro di comunicare all’anima della gente, anche con questo linguaggio; del Comune di Brescia, come garantisce l’assessore alla Cultura Andrea Arcai; e di tutte le altre realtĂ che hanno giĂ collaborato a diverso titolo all’iniziativa. Ma lo sguardo è giĂ rivolto al futuro: “Stiamo giĂ lavorando per realizzare anche con le parrocchie del centro − racconta ancora Carla Bino − una passione di Brescia, come abbiamo fatto quest’anno con tre Comuni sulle sponde bergamasche del lago d’Iseo (nella foto una scena). Ci stiamo muovendo anche verso il lago di Garda e verso la Bassaâ€?. Interesse a partecipare alla manifestazione è stato manifestato in questa direzio-

ne anche dall’assessore provinciale al Turismo e alla cultura Silvia Razzi. Accanto a questi, pubblicamente espresso l’apprezzamento da parte del dott. Facchetti della Fondazione credito bergamasco che ha garantito l’impegno anche per il futuro. Virtualmente presente anche Pamela Villoresi, attrice in queste serate, che con una lettera ha fatto sapere di aver apprezzato l’evento e le potenzialitĂ di “Crucifixusâ€?, ipotizzando un ponte tra Brescia e Roma, con l’idea di unire tutti i festival di spiritualitĂ e di teatro sacro italiani. Ponte che con “I teatri del sacroâ€?, manifestazione nazionale (Federgat, Acec e Voce Sas) che ha visto le selezioni del Nord Italia al Santa Giulia del Vill. Prealpino durante il festival, un poco è giĂ lanciato e trova la sua chiusura ideale a Lucca dal 19 al 25 settembre. In attesa della prossima edizione.


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Yves Klein nel 1957 trova nella monocromia la spinta decisiva verso un’arte totalmente sua. Fa parte negli anni ’60 del gruppo Zero di DĂźsseldorf accanto a Heinz Mack, Otto Piene e GĂźnther Uecker, entra in contatto con Piero Manzoni e Lucio Fontana. Sua ispirazione la Teoria dei colori di Goethe del 1810: “Osservate i quadri, gli oggetti, i paesaggi, la vostra casa, l’interno della vostra camera con una lente di un unico colore. CosĂŹ raggiungerete il

mistero dell’unicitĂ , la spiritualitĂ , l’universalitĂ â€?. Durante la serata inaugurale opere uniche dell’artista saranno oggetto di un’asta beneďŹ ca (base d’asta a partire dal prezzo irrisorio di 100 euro) il cui ricavato verrĂ interamente devoluto alla Onlus Poliambulanza Charitatis Opera per permettere l’ulteriore sviluppo del progetto “Lotta alla cecitĂ in Burundiâ€? presso l’ospedale di Kiremba. Fino al 30 luglio. Info: www.kanalidarte.com.

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’è un fenomeno di cui si parla poco ma che non si può ignorare, quello del traffico di donne e minori destinati alla prostituzione, la “nuova schiavitĂš del XXI secoloâ€? l’ha definita suor Eugenia Bonetti, responsabile ufficio “Tratta donne e minoriâ€? dell’Usmi; la religiosa ha richiamato alcune significative trasformazioni del ruolo e dell’immagine della donna africana. “La donna africana come l’ho conosciuta – ha sottolineato Madre Eugenia – era una donna serena, gioiosa, cordiale, ottimista, con un fortissimo senso della maternitĂ , dedita al lavoro, alla casa e alla comunitĂ â€?. All’inizio degli anni Ottanta, come conseguenza delle continue difficoltĂ economiche nei Paesi in via di sviluppo, migliaia di donne emigrarono in Europa in cerca di lavoro e di una migliore qualitĂ di vita. Molte di queste donne, clandestine, povere e vulnerabili divennero preda di organizzazioni criminali connesse con

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le, dall’America latina e dall’Europa dell’est, che vivono e lavorano sulle nostre strade, oppure nei locali notturni. Di queste circa il 30% sono minori. Trattandosi di clandestine è difficile ottenere statistiche precise sul loro numero. “Per le ragazze dell’Est – ha spiegato suor Eugenia – il contatto e la gestione avviene quasi sempre tramite finti fidanzati che le assoggettano affettivamente, mentre per le nigeriane la gestione pratica delle vittime è affidata alle ‘maman’, nigeriane passate da sfruttate a sfruttatrici. Costoro le addestrano al lavoro di strada, assegnano il pezzo di marciapiede che sarĂ la loro postazione di lavoro, le controllano, raccolgono i proventi, le puniscono in caso di ribellione, se cercano di scappare la ritorsione è sulla famiglia d’origine (cosa questa che terrorizza le vittime piĂš di tutto il resto) e, soprattutto, le assoggettano con cerimonie ‘voodoo’ che esercitano sulle vittime una vera e propria violenza psicologica. All’inizio del

Terzo millennio, nonostante le molte campagne, convenzioni e dichiarazioni in difesa dei fondamentali diritti della persona, ritroviamo ancora questa stessa donna sui marciapiedi del nostro mondo occidentale sfruttata, umiliata e privata della sua dignitĂ e peculiaritĂ di donna e di madre. Questa donna è l’icona vivente dell’ingiusta discriminazione tra Nord e Sud del mondo, tra uomo e donna, tra ricchi e poveri. E questa donna nel 2011 chiede giustizia, affinchĂŠ, le siano ricono-

sciuti i suoi diritti, restituita la sua dignità e rispettata la sua femminilità . Dobbiamo sentirci tutti responsabili di questo grosso disagio sociale che sta distruggendo la vita di tante giovani indifese e vulnerabili – ha concluso suor Eugenia – ma che distrugge pure tante famiglie e mette in discussione le nostre stesse comunità cristiane e civili. Ciascuno di noi ha un ruolo da svolgere con responsabilità ; unendo i nostri sforzi potremo sconfiggere la nuova schiavitÚ del XXI secolo�.

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Il Centro culturale “Il Chiostroâ€? – nel suo impegno di animazione culturale a favore della città – organizza nel corso dell’anno alcuni incontri di approfondimento raccolti nella rassegna “InAttualeâ€?, una serie di appuntamenti che intendono affrontare, attraverso la presenza e il contributo di uno o piĂš esperti e mediante il confronto con tutti i partecipanti, importanti temi di attualitĂ culturale, sociale ed ecclesiale spesso trascurati o comunque poco trattati dalla cronaca e dall’opinione pubblica. Il prossimo appuntamento – venerdĂŹ 20 maggio, ore 20.45 – è con Franco Loi, uno dei maggiori poeti italiani contemporanei e tra i piĂš noti intellettuali del nostro Paese. Nell’incontro verrĂ presentato l’ulti-

mo volume di Franco Loi, “Educare la parolaâ€? (Editrice La Scuola), un saggio-intervista a cura di Giuseppe Mari in cui il poeta, ripercorrendo i passaggi salienti della sua lunga vita, affronta il tema dell’educazione della parola: una sfida centrale nella pratica educativa, artistica e nel concreto costituirsi della trama relazionale e comunitaria. Una lettura avvincente che offre idee e spunti assai interessanti per affrontare le sfide culturali ed esistenziali di oggi. Affronteranno il tema – in dialogo con Franco Loi e con il pubblico – Ilario Bertoletti, direttore editoriale de La Scuola e di Morcelliana, e Giuseppe Mari, ordinario di Pedagogia generale all’UniversitĂ cattolica di Milano e curatore del volume.

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Ž‹ •–—†‡Â?–‹ ’”‘’‘Â?‰‘Â?‘ ‹•œ– Il bicentenario della nascita di Franz Liszt è di stimolo per istituzioni, teatri, studiosi per indagini conoscitive e approfondimenti. Il conservatorio “Marenzioâ€? partecipa alle celebrazioni con un ulteriore concerto a ingresso libero che coinvolge, giovedĂŹ 19 maggio dalle ore 17 nel Salone da Cemmo, pianisti e cantanti, per un pomeriggio di ascolto. Gli studenti coinvolti, Cecilia Badini, Paolo Bertinelli, Maria Teresa Bonera, Luo Jie Zhou Chang, Andrea Fondrieschi

Bagatta, Lucia Grassi, Paolo Gorini, Stefano Marzanni, Vittorio Pierno, Matteo Ricca, proporranno una scelta di lieder, qualche trascrizione da Rossini e Chopin, e celebri lavori pianistici tra i quali il Mephisto-Walzer. In aggiunta, una Rapsodia ungherese, uno Studio trascendentale, uno Studio da concerto e altre famose pagine tratte dagli “Anni di pellegrinaggio�. Una gustosa selezione per ritrovare Liszt, il suo virtuosismo e la sua ispirata vena fantastica.

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orna a Brescia Lorenzo Cherubini, ormai sempre piĂš Jovanotti, con un concerto che si preannuncia come un autentico evento. La tappa bresciana – PalaFiera ex Eib, 24 maggio ore 21 – fa parte di “Ora in tour Lorenzo Live 2011â€?, carrozzone itinerante che rinnova la preziosa collaborazione tra il cantautore di Cortona e l’Enel per un progetto dedicato all’ambiente, come fu il Safari tour del 2008. Nello specifico, per compensare le 6000 tonnellate di Co² prodotte dal tour, Enel pianterĂ 12mila nuovi alberi nel villaggio di Mankim, un’area del Camerun che sta subendo un degrado ambientale a causa del taglio illegale e selvaggio di legname. La riforestazione sarĂ realizzata creando sistemi produttivi in grado di migliorare le condizioni socio-economiche delle popolazioni locali e sviluppare la micro imprenditorialitĂ locale. Tra le iniziative la formazione su pratiche forestali e prodotti agricoli e il coinvolgimento nelle lavorazioni agricole e dei vivai. Il progetto sarĂ realizzato da Enel con il supporto di Treedom, nell’ambito del progetto Safe (Sustainable agroforestry ecosystem). L’“Ora tour 2011â€? è iniziato a Conegliano e ha subito su-

scitato grande ammirazione, per l’intensitĂ , la forza, l’energia ma anche la poesia tipiche del rock. Jovanotti piĂš che rock fa musica globale, ma lo slancio con cui Lorenzo affronta la musica trae continuamente linfa vitale da un approccio tipicamente rock. L’ultimo disco, “Oraâ€?, è una conferma del percorso musicale-umano di Jovanotti, che ormai pare radicalmente trasformato rispetto ai suoi inizi disimpegnati e frivoli. Se di impegno possiamo parlare bisogna però sottolineare che quello di Jova è condito da una leggerezza e a tratti da una spensieratezza che rende il suo tragitto piĂš “simpaticoâ€? agli occhi e alle orecchie del mondo. Al centro di questo tour c’è, ancora una volta, il Jovanotti sommo professionista, che ha preparato con la consueta cura e attenzione uno show che vede coinvolta una “macchina da guerraâ€? costituita da un gruppo di lavoro che ha visto impegnati per molti mesi musicisti, videoartisti e ingegneri. Un apparato spettacolare, che potrebbe sembrare però vuoto se non fosse condito dalle canzoni di un musicista che, anno dopo anno, diventa sempre piĂš maturo. Come dimostra “Tutto l’amore che hoâ€?, canzone trainante dell’ultimo cd, che evidenzia una passione per l’umanitĂ

e una speranza verso il futuro che raramente capita di riscontrare cosĂŹ intensamente nel mondo non solo musicale. Passione e divertimento sono in un certo senso le chiavi di accesso al concerto di Jovanotti, che realizza cosĂŹ un sogno. Quello di stabilire un contatto (“keep in touchâ€?) con ciascuno spettatore, che potrĂ sentirsi coinvolto in una serata entusiasmante, fatta di emozioni, pensiero, ballo. Merito di Jova e dei suoi straordinari musicisti, che sono capaci di trasformare grazie alla musica stanchezza e pensieri tristi in gioia ed energia. Attorno alle canzoni di “Oraâ€? (ormai triplo disco di platino), album che non ci si stanca di ascoltare per la varietĂ dei suoni e delle immagini musicali, scorreranno come in un film tutti i piĂš grandi successi di Jovanotti, in una sequenza prevedibilmente mozzafiato.

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6HUYH XQ SXEEOLFR VHPSUH SL FRQVDSHYROH Se dovessimo ironicamente trovare un aspetto positivo della crisi economica che da mesi preoccupa il mondo occidentale, potremmo ragionare sulle conseguenze negative che essa ha avuto sul mondo della televisione. Un aspetto quasi paradossale, se si pensa che è stata proprio la tv a contribuire all’avvento della crisi. È infatti risaputo che i colossi mediatici, negli ultimi decenni, sono stati i primi responsabili della corsa al consumismo e, quindi, dell’indebolimento culturale ed economico delle classi medie. Ma chi l’avrebbe mai detto che una volta innescato questo meccanismo la tv vi sarebbe stata ri-

succhiata a sua volta? È proprio ciò che è successo riguardo al calo delle vendite degli spazi pubblicitari, la linfa vitale del piccolo schermo. Con la crisi, molti inserzionisti hanno abbandonato la nave ritirandosi dalla pubblicità e, per non affondare definitivamente, la tv ha dovuto alleggerire i prezzi degli spazi commerciali. Complici i nuovi media e la moltiplicazione delle piattaforme digitali e satellitari, la televisione come la conoscevamo fino a qualche anno fa sta diventando un ricordo, bello o brutto sta a noi deciderlo. Sì, perché finalmente il telespettatore si sta accorgendo dell’immenso potere che ha

fra le mani quando maneggia il telecomando, scegliendo da quale mondo essere intrattenuto. È la fine della tv generalista, che fino a 10 anni fa ci imponeva trasmissioni e film secondo il proprio diktat editoriale, che assorbiva milioni di utenti, rassegnati e allineati. Ora internet, il satellite, il digitale, ci hanno “liberati” da un monopolio economico. Attenzione: solo economico. Il monopolio culturale e sociale è ancora ben saldo. Ma colpita nel suo punto debole, i soldi, la tv deve imparare a considerare il suo pubblico come una presenza per nulla scontata come negli anni d’oro, ma guadagnata con fatica. Ecco, quindi,

il lato positivo della crisi economica vista attraverso lo schermo: il mondo televisivo ha scoperto di essere debole e precario. Di conseguenza il pubblico ha più potere decisionale: se una trasmissione non viene seguita come previsto, si procede subito al suo smantellamento. È capitato la scorsa settimana a “Uman Take Control”, un nuovo reality di Italia Uno (di cui abbiamo parlato nel numero del 5 maggio) che ha potuto respirare solo per tre puntate, prima di essere cancellato dalla programmazione, fra lo sgomento degli stessi concorrenti che se la sono persino presa con i telespettatori per il bas-

so indice di gradimento… Un’ottima notizia, che dimostra quando sia importante la scelta critica di ciò che si guarda in tv. Dal nostro consenso può dipendere il successo di un programma. Questa affermazione sembra banale ma non lo è affatto: per cinquant’anni abbiamo acceso l’apparecchio dicendo: “Cosa danno in tv?”. Oggi possiamo dire “Cosa prendo dalla tv?”. Dalla condizione passiva alla presenza attiva e critica: ecco il vero pubblico che deve confrontarsi con il Golia televisivo indebolito dalla crisi. È l’unico modo per poter esigere e quindi meritarsi una tv di qualità.


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l tempo delle attese, del “vediamo dove si va, poi decidiamoâ€?, del “ma tanto non è cosĂŹ urgenteâ€? è finito. Ăˆ cominciato il momento dell’agire per il futuro delle Sale della comunitĂ , un futuro che è targato digitale. Le pellicole calano a vista d’occhio a favore di hard disk contenenti il film da scaricare nel server del nuovo proiettore. Il passaggio al digitale è dovuto dal fatto che tutte le grosse major si sono trovate d’accordo attorno a uno standard. Questo sposta l’asse della velocitĂ del passaggio al digitale verso la fine del 2012. Basti pensare ad alcuni numeri dei primi mesi dell’anno per quanto riguarda la Lombardia: “Animals unitedâ€? (21 gennaio) 20 supporti digitali e sette pellicole in 35mm; “I fantastici viaggi di Gulliverâ€? (4 febbraio) 54 supporti dgitali e sei pellicole; “Sanctumâ€? (11 febbraio) 31 supporti in digitale e tre in 35 mm; “Il Grintaâ€? illimitati in digitale e quattro in pellicola. I numeri parlano chiaro e la tendenza va favorendo i supporti tecnologici nuovi a scapito della vecchia e amata, ma con costi di produzione piĂš alti, pellicola. Il passaggio al supporto digitale è epocale e allo stesso tempo obbligato. Non adeguarsi significa smettere di proporre cinema. Parlare di digitale non significa neces-

sariamente 3D. Il digitale è la base, su cui si possono poi aggiungere i sistemi in visione tridimensionale. In questo caso le possibilitĂ sono due: sistemi attivi o sistemi passivi. I primi non hanno occhiali usa e getta, con un costo elevato, bisogna evitare che li portino via, serve una macchina di pulizia apposita e in sala bisogna montare dei sensori. I sistemi passivi necessitano di uno schermo apposito argentato, serve un ulteriore apparecchiatura apposita e gli occhialini possono essere riutilizzati dal cliente se conservati per qualche volta e hanno un costo irrisorio. I sistemi base partono da 65mila euro e aumentano in base alla scelta di acquistare il 3D e quale. Trovarsi impreparati a questo passaggio significa la chiusura di molte realtĂ cinematografiche e, di conseguenza, la rinuncia ad un aspetto importante per l’aggregazione e l’anima-

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zione culturale delle comunitĂ ; le Sale propongono film d’essai, cineforum, programmazione adatta ai bambini e con un taglio commerciale. La caccia ai fondi è ovviamente aperta. Le case distributrici, in base a determinate proiezioni di prima visione in digitale, partecipano alle spese con un tetto massimo di 30mila euro circa. Il Fus (Fondo unico dello spettacolo) è stato riportato a 428 milioni, ma i decreti che regolano l’erogazione sono attualmente sospesi. Situazione in evoluzione e a fine mese il ministro Galan incontrerĂ le associazioni di categoria per determinare le linee guida dei decreti attuativi. La Regione Lombardia propone un Fondo di garanzia presso alcuni istituti fino all’80% del credito in linea capitale per le imprese che operano nel campo dello spettacolo (regione.lombardia.it). Ancora, a livello lombardo si potrebbero, condizionale d’obbligo vista la fase embrionale, trovare fondi da un bando ad hoc che nasce dall’accordo fra Acec Lombardia e Fondazione Cariplo. Il Comune di Brescia ha stanziato dei fondi per la ristrutturazione delle Sale cittadine all’interno del patto che riguarda gli accordi con gli oratori. Delibera giĂ avvenuta, a giorni la comunicazione ufficiale.

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Si tiene il 21 maggio, con inizio alle 10, presso la sede della cooperativa sociale “La nuova cordataâ€? di via Paolo VI, un incontro con sindaci, soggetti sostenitori pubblici e privato e con le organizzazioni non profit del territorio per la presentazione delle attivitĂ del fondo territoriale Sebino Franciacorta e dei contenuti del bando di finanziamento per l’anno in corso. L’incontro è promosso dalla Fondazione della comunitĂ bresciana onlus.

L’agricoltura è in grado di offrire opportunitĂ occupazionali a 250mila lavoratori nei prossimi 10 anni. Ăˆ quanto emerge da un’analisi presentata dal delegato nazionale Vittorio Sangiorgio nel corso dell’assemblea di Coldiretti Giovani Impresa tenuta nei giorni scorsi a Roma con la partecipazione di 2000 imprenditori agricoli under 30, tra cui una nutrita delegazione di giovani bresciani guidata dal delegato provinciale Michele Saetti. Una tendenza, quella occupazionale,

giĂ in atto, come peraltro dimostra il fatto che è tornata ad aumentare l’occupazione nelle campagne con un aumento del 2% – il piĂš elevato tasso di crescita del 2010 – a fronte di un crollo dell’industria pari al 3% e, a un calo generalizzato dell’1 per cento. Dallo studio Swg/Coldiretti Giovani Impresa emerge che in agricoltura solo il 3% delle imprese agricole italiane è condotto da giovani con meno di 35 anni, che però risultano essere alla guida delle aziende piĂš innovative.

centivati devono essere soprattutto i giovani “che collaborano tra loro e non richiedono soltanto garanzia e appoggio burocratico, ma sono desiderosi di andare all’estero, e di entrare nelle aziende di famiglia in modo nuovoâ€?. Il presidente di Confartigianato ha citato piĂš volte la classe politica, “la quale da un lato dice che le piccole e medie imprese sono indispensabili per l’economia italiana, dall’altro non fa niente per aiutarle. Noi vogliamo solo che ci facciano lavorare, ma avere un costo dell’energia superiore del 20% rispetto alla media europea non ci aiutaâ€?.Indispensabili nel processo di crescita sono la ricerca, lo sviluppo, e l’attenzione al territorio. “Per crescere – ha spiegato Bonomi – bisogna radicarsi sul territorio, e il settore manifatturiero italiano è ancora un’eccellenza nel panorama mondiale. La crisi ha messo a nudo i Paesi che si reggevano sulla finanza, mentre noi abbiamo resisti-

to. Per competere a livello globale sono indispensabili la cultura della ricerca e dell’innovazioneÂť. Sul punto il Centro servizi multisettoriale e tecnologico (Csmt) di Brescia sta mostra che “ricerca e sviluppo sono ineludibiliâ€?. Fare rete, ricercare, innovare, ma non dimenticarsi delle persone. Lo ha ricordato Camillo Zola, chiosando: “Serve uno strumento per creare una forma di socialitĂ nuova nel lavoro di tutti i giorni. Si può fare rete solo partendo dall’uomo. Occorre un sistema di relazioni basato su rapporti personali semplici e continuiâ€?.

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ue piĂš due, uguale cinque. Non è un errore nĂŠ di calcolo, nĂŠ di battitura. Vuole essere la metafora della collaborazione, dell’unione che fa la forza, delle sinergie ottenibili dal mettere in rete le conoscenze e le competenze. Sia che si tratti di aziende sia che si indaghi la vasta platea delle associazioni. PerchĂŠ, citando Aristotele: “L’insieme vale molto di piĂš della semplice somma delle sue singole partiâ€?. Attorno alla frase del filosofo greco è ruotato l’intero convegno “Cooperativismo e associazionismo: lo sviluppo parte dal territorioâ€?, (nella foto) andato in scena in cittĂ , cui hanno preso parte alcuni rappresentanti del mondo economico bresciano. Invitati dall’associazione culturale “Popolarismo europeoâ€?, al tavolo dei relatori hanno preso posto Alessandro Azzi, presidente della Bcc del Garda e di Federcasse (la federazione che raggruppa le banche di credito coo-

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dizzati, allontanandosi dal territorio e dalle persone, il credito cooperativo rappresenta il paradigma di chi opera in un contesto di un mercato maturo e non ha voluto cedere alla deriva di fusioni e accorpamenti. Non sempre pertanto le grandi dimensioni sono sinonimo di grandi risultati. Anzi, molto spesso la qualitĂ la si ritrova nel piccoloâ€?, ha osservato il numero uno della Bcc del Garda, aggiungendo: “Un sistema avanzato può trarre giovamento dalla concorrenza, perchĂŠ consente di dispiegare al meglio le qualitĂ di ognuno a vantaggio dell’economia e delle famiglie. Siamo confortati dal nostro percorso, che ha come missione quella di dare risposte al territorio applicando la democrazia economica. Una banca non dev’essere un santuario inaccessibile, ma pensare di essere al servizio della comunitĂ â€?. Per Massetti l’associazionismo può portare numerosi vantaggi alle imprese e ad essere in-

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‘Â?‡Â?‹…ƒ ͚͚ Â?ƒ‰‰‹‘ ‘Â?ˆƒ”–‹‰‹ƒÂ?ƒ–‘ ‹Â? ƒ••‡Â?„Ž‡ƒ Si tiene domenica 22 maggio, con inizio alle 10, presso sede di via Orzinuovi, l’assemblea generale di Confartigianato Unione di Brescia. L’assemblea sarĂ aperta alle 10 dalla relazione del presidente Eugenio Massetti (nella foto) a cui faranno seguito i saluti del sindaco di Brescia Adriano Paroli, del presidente della Provincia Daniele Molgora, del presidente della Camera di commercio Franco Bettoni e del presidente di Confartigianato Lombardia Giorgio

Merletti. Alle 10.50 prenderĂ il via la tavola sul tema “Lo sviluppo è il nuovo nome della paceâ€? con la riessione di don Walter Magnoni, responsabile del servizio per la pastorale sociale e del lavoro di Milano. Due gli interventi in programma: quello del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e quello di Giorgio Guerini, presidente di Confartigianato nazionale e Rete impresa Italia. La tavola rotonda sarĂ moderata dal giornalista Nicola Porro.

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uali sono le novitĂ legislative in materia di fonti rinnovabili? Quali gli strumenti di incentivazione ed i sussidi? A queste e ad altre domande ha contribuito a dare risposte il partecipato workshop, “Energie rinnovabili: nuove regole, incentivi e strumenti di finanziamentoâ€?, organizzato nei giorni da Bocconi Alumni Association, con la collaborazione di Cogeme, Linea Energia, Ubi Banco di Brescia e il patrocinio dell’Associazione industriale bresciana. L’incontro si è tenuto presso l’azienda agricola Barboglio de Gaioncelli, in Franciacorta. Ad aprire i lavori del workshop, inserito all’interno del progetto â€œâ€ŚiDee per il Business‌â€?, l’intervento di Marco De Paolis, area leader Alumni Bocconi Brescia, incentrato sugli strumenti giuridici che regolamentano l’acquisizione delle aree e la realizzazione dei progetti di impianto, quali il project financing, il leasing e i fondi immobiliari. Sul tema del cosiddetto “Quarto Conto Energiaâ€? si è espresso Niccolò Cusumano, ricercatore Iefe Bocconi e Sda Bocconi, che ha prospettato possibili soluzioni ai nodi e alle criticitĂ legati alle recenti disposizioni, ed in particolare alla previsione di una significativa riduzione dei sostegni pubblici contenuta nel recente Decreto legislativo n. 28/2011. Nel dibattito, per la parte sulla complessa norma-

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produttivo, la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la tutela dell’ambiente. A evidenziarlo è stato Gianluca Delbarba, presidente di Cogeme spa e Linea Energia spa, alumnus UniversitĂ Bocconi. “Credo che la politica degli incentivi – ha dichiarato il Presidente Delbarba – debba, oltre che agevolare iniziative meritorie, sia nel pubblico che nel privato, verificare, contestualmente, che le operazioni industriali nel campo delle rinnovabili rispondano a criteri di contenimento del consumo del territorio e di coerenza nelle finalitĂ , evitando rischi speculativi. La tutela ambientale dei nostri territori si misura anche da queste scelteâ€?. In materia di investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per il risparmio energetico ha preso la parola Ario Dario Fassio, Direzione Mercato Retail Ubi Banco di Brescia, illustrando le possibili soluzioni di finanziamento. Si passa dai prestiti semplici e flessibili per le famiglie, ai finanziamenti piĂš strutturati per le Pmi fino ad arrivare a interventi piĂš complessi per grandi impianti, finanziati con ricorso al leasing o a soluzioni di project finance. “Il crescente interesse per il settore da parte dei nostri clienti, associato alle indicazioni contenute nel nuovo Conto energia – ha commentato Fassio − dovrebbe contribuire ad una sensibile ripresa delle richieste di finanziamentoâ€?.

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Tutti al San Filippo. Questo lo slogan che da qualche giorno riecheggia in cittĂ per l’attesa gara 3 della finale promozione che potrebbe regalare un sogno al Basket Brescia. Sogno che si chiama Lega 2. Dopo le due vittorie di Trapani, venerdĂŹ sera c’è la possibilitĂ di chiudere la pratica e festeggiare fra le mura amiche. Palla a due alle 21 con diretta integrale sulle nostre frequenze a partire dalle 20,45. “Mi aspetto un grande tifo – dichiara capitan Massimo

Rezzano (nella foto) – siamo ad un passo dalla storia. Abbiamo dimostrato di essere un gruppo unito e compatto, questa è la nostra forza. Ed ora andiamoci a prendere questa promozione che la societĂ , squadra e pubblico aspetta da due anniâ€?. Botteghini aperti dal giorno prima con orario 17-20 direttamente al San Filippo. La societĂ comunica che non ha aumentato il costo dei biglietti d’ingresso lasciandoli invariati rispetto alla stagione regolare. (al.an.)

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omenica alle 18 si chiude con la Fiorentina. Fine di un incubo, fine di un’agonia durata pure troppo. Tornato in serie A dopo cinque anni di purgatorio, in poco meno di dieci mesi il Brescia ritorna agli inferi nell’anno del Centenario. Uno smacco atroce, difficile da mandare giĂš seppur la tifoseria bresciana oramai è vaccinata. L’illusione di tre vittorie consecutive ad inizio campionato, poi il buio, il vuoto, il lento baratro. Una squadra costruita per vincere, la migliore della presidenza Corioni come lo stesso stanco patron l’ha definita. I presupposti c’erano tutti per sognare. Dall’arrivo di gioielli costosi come Diamanti, Eder, Zebina e Zanetti (quest’ultimo nel mercato di riparazione a gennaio), alle tre vittorie di fila dopo aver steccato l’esordio a Parma. Corioni parla di Europa League, ma a dicembre caccia Iachini, lo rimpiazza con Beretta, gli fa mangiare il panettone ma l’attesa sferzata non arriva. Giusto il tempo di digerirlo quel panettone, senza canditi e uvetta, e viene richiamato, dopo sette giornate, a furor di popolo Iachini, l’uomo della promozione. Il tempo c’è, ma la testa e le gambe dei giocatori no. Una resa annunciata giĂ da diverso tempo. E i malumori serpeggiano nello spogliatoio. Vengono reintegrati Zoboli (alla fine per il difensore si è scomodato in almeno due occasioni anche il com-

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missario tecnico Cesare Prandelli) e Antonio Filippini mentre Possanzini finisce ai margini. Prima panchina, poi tribuna. E che dire del portierone Sereni? Prelevato la scorsa estate dal Torino, era stato definito da Corioni il terzo miglior portiere in Europa in sede di presentazione. Poche apparizioni e malato cronico da FiorentinaBrescia 3-2 (dopo lo 0-2 a favore alla fine del primo tempo) del 9 gennaio

scorso. Si accumulano pareggi, gli stessi che avrebbero fatto tanto comodo nel girone d’andata. Le vittorie scarseggiano, in trasferta e l’unico colpo rimane quello col Chievo a Verona del 19 settembre. Subentra la paura, Caracciolo prova a rimpolpare la classifica marcatori raggiungendo la doppia cifra ma sbaglia rigori e occasioni a porta vuota. LĂ davanti Eder è una meteora, altro che il bomber

prolifico dello scorso anno ad Empoli che sognava di giocare proprio in coppia con l’Airone. L’estro di Diamanti si vede a tratti, la difesa è un colabrodo. Il Brescia arranca, vede riaffacciarsi il baratro della serie B. La matematica non condanna le Rondinelle fino a due giornate dal termine. Intanto parte la caccia allo “scarica-barileâ€?. Corioni annuncia che non si può andare avanti cosĂŹ e dichiara di mollare a fine stagione, il direttore sportivo Nani prima vieta di parlare di mercato alla stampa locale e poi chiede pubblicamente scusa per il fallimento sportivo. Baiocco viene riesumato dalla polvere e si toglie i macigni (altro che sassolini) da tutte e due le scarpe, idem come sopra Diamanti. Parte il silenzio stampa. Lanzafame litiga in allenamento con i compagni, si stranisce, è insofferente e in quei pochi minuti che viene gettato nella mischia lascia la squadra in dieci. La piazza insorge, ma la condanna è scritta domenica 8 maggio: il Brescia torna in B nell’anno del Centenario. Danno e beffa: in serie A sale l’Atalanta.

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&DOYLVDQR LQVHJXH OD SURPR]LRQH Il primo tassello è entrato perfettamente nel puzzle della promozione. Dopo due anni di purgatorio ed una stagione regolare dominata in lungo e il largo, il Calvisano vuole tornare nel rugby che conta: il massimo campionato. E la scalata è cominciata nel migliore dei modi. Vittoria a Reggio Emilia nella semiďŹ nale d’andata (359) ed ora il ritorno al San Michele per accedere alla ďŹ nalissima. “Nonostante la vittoria – analizza il capitano

Paul Griffen (foto a lato) – a Reggio abbiamo commesso qualche errore di troppo in fase di ďŹ nalizzazione che non dovremmo ripetere. Anche in casa nostra si annuncia battaglia, verranno al San Michele con il coltello tra i denti e proveranno a tornare in corsaâ€?. DifďŹ cile che gli emiliani riescano a ribaltare il punteggio. Al San Michele si preannuncia il tutto esaurito visto che si giocherĂ sabato alle ore 20. Serviranno cinismo e

massima concentrazione. Doti che il Cammi ha giĂ piĂš volte utilizzato nei momenti decisivi. “Dovremo giocare come abbiamo fatto nella ripresa – avverte il tecnico Giuseppe Mor – visto che nel primo tempo siamo scesi in campo contratti, nervosi. Sentivamo la partita, poi abbiamo cominciato a giocare come sappiamo e sono arrivate quattro mete che ci avvantaggiano in ottica qualiďŹ cazione. Ma la pratica non è ancora chiusa. In piĂš – conclu-

de Mor – abbiamo dimostrato di saper reggere ďŹ sicamente per tutti gli 80 minuti e questo è un buon segnoâ€?. Intanto nell’altra semiďŹ nale, favorito resta il San Gregorio Catania che si è imposto di misura a Firenze (21-20). Etnei che hanno chiuso la stagione regolare alle spalle proprio del Cammi Calvisano. Lo scontro fra queste due squadre sarebbe il giusto atto conclusivo. Un passo alla volta: prima bisogna chiudere la pratica Reggio Emilia.


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ƒŽ…‹‘ ƒ ͙͙ —‘”‹Â?Â‹Â•Â—Â”ÂƒÇĄ ”‡‰‹Â?ƒ ‹Â?†‹•…—••ƒ Fuorimisura chiude col botto dodici mesi da incorniciare che l’hanno proclamata regina indiscussa del calcio a 11. La formazione di Calcinato ha chiuso l’annata scorsa alzando al cielo la Coppa Leonessa per poi aprire la stagione 2010/2011 aggiudicandosi la Supercoppa contro Eagles Bagnolo. La ďŹ nale provinciale ha riproposto lo stesso faccia a faccia, ma per le aquile della bassa non c’è stata opportunitĂ di riscatto. I rossoneri hanno messo in bacheca il terzo

titolo, strappando lo scudetto bresciano ai rivali dopo il 2-1 ai tempi supplementari. Calcinato è stato assoluto protagonista anche nel calcio a 5, dove la formazione di De Giovanni ha conquistato il titolo davanti al pubblico amico imponendosi 5-4 sull’Orzinuovi. Il successo è una vera liberazione per la sua squadra, sconďŹ tta proprio in ďŹ nale nella passata stagione da Il Giglio Costruzioni. Entrambe le compagini calcinatesi ora vivranno il sogno delle ďŹ nali regionali.

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ine settimana intenso per i sarti della provincia, che hanno impugnato ago e filo per trasformare l’ambita toppa arancioblÚ in un tutt’uno con le maglie dei campioni bresciani degli sport a squadre. Iniziamo la nostra carrellata di teste coronate dal settore giovanile del calcio. La categoria under 14 premia Paolo VI Fontana, a valanga su Serafica S. Carlo (7-2). La formazione di mister Vergna centra cosÏ il suo secondo titolo consecutivo. Tra gli allievi esulta Rock Torbiato, cha ha la meglio sul S. Giacomo ’96 per 3-1. L’Aurora Lumezzane torna ad arricchire la sua bacheca dopo un 2010 sabbatico. Il 5-2 su Tris Calcio Padergnone, infatti, regala alla società blucerchiata il terzo titolo nelle ultime quattro stagioni: un dominio spezzato un anno fa dal breve interregno del S. Giovanni Polaveno. Il titolo dei top junior resta in città e passa dalle mani del S. Antonio a quelle di Smv Sovema, vittoriosa nella sfida al cardiopalma con Asco Vestone terminata 6-5 per i ragazzi di via Cremona. Viene da lontano l’eco di gioia dell’open a 7. Bovegno vince dopo una lunga cavalcata. Nel calcio femminile le rondinelle continuano a volare. Il Brescia bissa il successo del 2010 con un netto 4-0 sul Castenedolo. Le ragazze di mister Romano cercheranno di ripetersi anche ai regionali difendendo la rosa camuna conquistata un anno fa nel derby con il Bovezzo. Passiamo alla pallavolo, dove

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nior resta sulle maglie del Mompiano, che alza la coppa per il secondo anno consecutivo grazie al 3-2 sul Calcinato, arresosi al quinto set sul punteggio di 15-12. Nell’open femminile l’impero del Consorzio Vela Carpenedolo non conosce il tramonto e arriva il quarto alloro provinciale consecutivo, il quinto nelle ultime sei stagioni. Resto del Maury non può nulla: finisce 3-0. Diverso il discorso nel misto, dove Provaglio abdica accontentandosi del bronzo, mentre Olimpia Paitone (seconda nel 2010) centra il successo battendo 3-1 Somain Cortefranca. Nel maschile le Nuove Legioni Calcinatesi vincono il provinciale con netto un 3 a 0 sul Rudiano.

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Il tempo delle vendette Signor direttore, non si è fatta attendere la prima vendetta talebana dopo l’uccisione di Bin Laden: 87 vittime, in un sol colpo, tutte giovani reclute della guardia di frontiera pachistana. C’è da credere che non sarĂ l’ultima. Sul conto di chi occorrerĂ mettere questi morti e quelli che verranno? Troppo facile rispondere: ai vendicatori del capo di al-Qaeda. Gli americani, uccidendolo, ne hanno fatto un martire. E il presidente Obama poteva pure risparmiarsi i toni trionfalistici con cui ha dato l’annuncio al mondo, scomodando anche Dio e di fatto rallegrandosi, e far rallegrare gli americani, per il “bel risultatoâ€? ottenuto dal “commandoâ€? delle forze speciali. L’uccisione di chiunque, fosse pure il peggior bandito o il peggiore terrorista, non è mai una vittoria. La morte è morte, sempre, e va rispettata con la mestizia, non profanata con l’esultanza. SĂŹ, d’accordo, dietro questa storia c’è l’11 settembre. Data storica, ormai. Tragedia enorme, terribile, disumana, insopportabile per una nazione come gli Stati Uniti mai prima d’allora colpita su scala collettiva e nazionale fin dentro casa. Però, sulla scia e come perversa conseguenza di questo maledetto 11 settembre, quanti altri 11 settembre a livello privato, personale, familiare, il mondo dovrĂ sopportare? Per le famiglie che hanno avuto un loro congiunto morto in Afghanistan questo non è stato forse un “piccoloâ€?, ma altrettanto doloroso, 11 settembre? E le mamme afgane che hanno visto cadere i loro figli sotto le bombe che “dovevanoâ€? essere intelligenti? E gli attentati a catena? Le

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stragi per “fuoco amicoâ€?? Siamo rimasti all’11 settembre, quello “grandeâ€?, quello che ha fatto scalpore ed è passato alla storia, ma purtroppo ogni giorno nel mondo ci sono altri 11 settembre, piĂš “piccoliâ€? nelle dimensioni ma non nel dolore, che non fanno clamore e non avranno commemorazioni ufficiali. I bombardamenti, le rappresaglie, i raid punitivi, le vendette, i colpi di testa e tanto meno alla testa, non sconfiggeranno mai il terrorismo. NĂŠ condurranno alla pace. NĂŠ elimineranno la paura. I cittadini americani sono sul “chi va lĂ â€? piĂš adesso che prima. E con loro i cittadini di mezzo mondo. Purtroppo – vedi sopra – la prudenza, la discrezione, la capacitĂ di calcolare le conseguenze, l’inventiva di trovare altri mezzi che non la forza, sembrano doti scomparse dal bagaglio culturale dei capi – si possono ancora definire “statistiâ€?? – che reggono le sorti del mondo. E in questo mondo piatto e uniforme è scomparso anche il coraggio di qualsiasi gesto controcorrente, dirompente, quanto, anzi piĂš, di una bomba. Perdonate, l’uscita non è nuova e la copio da personaggi famosi, ma sul momento non trovo di piĂš originale: ho fatto un sogno. Un sogno, ovviamente, da ingenuo, che altri direbbero un’anima candida, e non è detto che non lo sia veramente. Ho sognato che gli Stati Uniti, una volta catturato Bin Laden e accontentatisi di aver messo le mani sul suo archivio, lo avessero invitato a tenere una conferenza stampa per spiegare il perchĂŠ di tanto odio e rispondere alle domande dei giornalisti. Dopo di che, con tanti saluti e magari un “arrivederciâ€?, lo avessero

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liberato e riconsegnato ai suoi cari e ai suoi compari. Di chi e di che cosa, poi, avrebbero avuto da vendicarsi i terroristi? E che figura avrebbero fatto, costoro, di fronte al mondo, continuando a sbraitare e minacciare attentati contro gli Stati Uniti? E gli Stati Uniti che figura avrebbero fatto? Quale lezione avrebbero dato al mondo? Non lo so, il sogno è finito qui. Ognuno trovi le sue risposte. Piero Isola

Eutanasia in Svizzera Signor direttore, in Svizzera si continuerĂ a praticare l’eutanasia, anche per i non residenti nel Paese. Questa, in estrema sintesi, la risposta che gli abitanti del Cantone di Zurigo hanno dato il 15 maggio in un referendum sull’aiuto al suicidio assistito basato su due quesiti promossi da due partiti conservatori. Il primo, presentato dall’Unione democratica federale (Udf, d’ispirazione cristiana), puntava a chiedere al Parlamento svizzero di rendere punibile qualsiasi forma di istigazione e di aiuto al suicidio. Il secondo, avanzato dal Partito evangelico, mirava a porre fine al “turismo della morteâ€?, limitando la possibilitĂ di eutanasia ai soli residenti nel Cantone da almeno dieci anni. I partiti conservatori erano decisi a fissare dei paletti in materia, ma gli abitanti del Cantone zurighese hanno rigettato entrambe le proposte con una percentuale di voti contrari dell’80%. L’interesse per l’esito dello scrutinio andava oltre i confini del Cantone perchĂŠ il governo federale deve presentare in autunno un disegno di legge che disciplini l’assistenza organizzata alla dolce morte.

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I Vescovi svizzeri sono sempre stati contrari al suicidio assistito e organizzato e all’indomani del referendum che si è svolto nel Catone di Zurigo, ribadiscono il loro ‘no’ all’eutanasia riproponendo il dossier sulle cure palliative redatto dalla Commissione per la pastorale sanitaria di Zurigo. I dati diffusi in seguito al referendum di Zurigo parlano chiaro. In Svizzera, il suicidio assistito è consentito dal 1941, a condizione che non sia legato ad alcun motivo egoistico ed è ammesso solo in modo passivo, cioè procurando a una persona i mezzi per morire, ma non aiutandola a farlo. Ha ragione il Partito evangelico a parlare di “turismo della morteâ€?: in effetti, secondo le cifre fornite dall’associazione ‘Dignitas’, che in Svizzera assiste cittadini stranieri candidati all’eutanasia, dal 2010 sono state 1.138 le persone giunte dall’estero decise a farla finita (592 dalla Germania, 102 dalla Francia, 18 dagli Stati Uniti e 16 dalla Spagna). Nel 2003, le persone venute dall’estero per togliersi la vita in Svizzera rappresentavano il 6,5% del totale dei suicidi assistiti, nel 2007 il 9,7%. L’assistenza al suicidio non è un aiuto. Contraddice il dovere fondamentale della protezione di ogni vita umana. Ăˆ falso pensare che si possa e si debba rispondere alla domanda di suicidio espresso da una persona. Il desiderio di morte non corrisponde che raramente a una decisione presa liberamente. Essa è invece sempre sottomessa alla pressione delle circostanze: la sofferenza, il sentimento della perdita di senso e la paura di essere un peso per i parenti. La compassione verso una persona sofferente non risiede nell’omicidio,

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ma nel prendersi cura e questo compito non può essere lasciato unicamente al personale medico. Un amico svizzero

La chitarra in chiesa Egr. direttore, non si può negare, neanche dai piĂš strenui difensori delle chitarre nella liturgia, che l’organo è uno strumento che appartiene al patrimonio storico della Chiesa cattolica, e questo da vari secoli. Il suo uso è stato vario ed è naturalmente anche coinciso con le evoluzioni tecnicocostruttive dello strumento. Pensiamo per esempio alla concezione di un organo ottocentesco italiano, che perfettamente si adattava a eseguire le composizioni di stile operistico dei musicisti piĂš in voga di quel periodo. Insomma, l’organo si è spesso adattato alle esigenze (liturgicamente lecite o meno, non è qui il caso di dibattere) che la cultura del periodo e la conseguente liturgia gli presentava. Io insisterei piĂš sul chiamare questo strumento, “strumento storicoâ€? della liturgia (anche se questa definizione non è il massimo) preferendo questa accezione a quella di “strumento tradizionaleâ€?. Non mi nascondo l’utilitĂ enorme di uno strumento come l’organo nella storia della Chiesa cattolica (anche nella storia attuale, naturalmente) ma non intendo alzare barricate a quanto di buono e di utile può trovarsi nella cultura moderna (per meglio dire, nelle culture moderne), sempre che sia adatto alla celebrazione “o vi si possa adattareâ€?. Visto in questa prospettiva non dovrebbe piĂš porsi il problema di suonare questo o quello strumento (al di fuori dell’orga-

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no) ma si dovrebbe porre, in tutta la sua pesantezza, il problema di come usare quello strumento, in quale momento della celebrazione e perchĂŠ. E non è questione da poco. Di base c’è che qualunque strumento si suoni, occorre saperlo “usareâ€?, almeno piĂš che decentemente (non che si richiedano sempre dei virtuosi‌). Se non si parte dalla formazione si continuerĂ per decenni a parlare delle stesse cose senza frutto. Ci sono degli strumenti che non si adattano alla celebrazione? Partiamo dalla chitarra. La chitarra non è il male assoluto della liturgia, lo è il suo cattivo uso. Grandissimi compositori hanno scritto per questo nobile strumento. Da qui, ad accettarla suonata come al campeggio ce ne corre. PerchĂŠ lĂŹ siamo al campeggio davanti a noi stessi, in chiesa siamo noi stessi davanti a Dio. I simboli, anche quelli sonori, non possono essere presi da un contesto e travasati in un altro completamente diverso senza temere una deriva del senso. Una delle massime del mondo della comunicazione piĂš alla moda da decenni è: il mezzo è il messaggio (McLuhan, che, tra l’altro, è stato un convertito al cattolicesimo e ha scritto interessanti saggi proprio sulla liturgia dopo il Vaticano II che meriterebbero un’occhiata‌). Non voglio prenderla come oro colato ma non bisogna neanche passarci troppo sopra. Detto questo, potrei dire che quasi ogni strumento, se adattato con gusto e competenza alla liturgia, può servirla degnamente. E non sono il solo a pensarla cosĂŹ. Il padre Papinutti che ha scritto: “Comunque è certo che, nel campo strumentale, la evoluzione della musica sacra è senza confini. Restando sempre fe-

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deli alla disciplina e alle norme di una sana prudenza, oggi i musicisti possono tentare nuove forme musicali, con ampio uso di strumenti�. Giuliano Desideri

L’idolo e l’icona Egr. direttore, due celebrazioni grandiose a tre giorni di distanza una dall’altra. Una a Roma, l’altra a Londra, il mondo in visione. Il matrimonio del secolo di William e Kate e la beatificazione di Giovanni Paolo II. Due eventi diversissimi... ma non troppo. Se uno è un matrimonio che sa di favola, l’altro è un’alleanza luminosa e meravigliosa tra un uomo e Dio. Per questo i due avvenimenti ci propongono due parole essenziali: l’idolo e l’icona. Due termini dalla stessa origine e dal significato di figura e d’immagine. Tutti e due coltivano lo stesso rapporto di fronte al sacro: un atteggiamento di rispetto e venerazione. E hanno lo stessa relazione con lo sguardo che si fa ammirazione e contemplazione. Vivono, tuttavia, una dinamica assolutamente opposta. L’idolo accentra tutte le forze, l’attenzione e il potere. Ăˆ autoreferenziale per eccellenza, un accentratore per natura. L’icona, invece, rinvia ad altro, a un qualcosa di piĂš grande. Porge a chi osserva un dolce invito interiore a guardare lontano... Infatti, un’icona – immagine dipinta e venerata di un santo – è un solo raggio della luce del Divino, del Trascendente. La sua virtĂš fondamentale è l’umiltĂ , mentre quella dell’idolo è l’ambizione o una segreta arroganza.“Due si sposano sotto lo sguardo di due miliardi di personeâ€? intitolava trionfante un giornale londinese, suggerendo cosĂŹ la forza di at-

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trazione di un evento. Un idolo è qualcosa che sembra possedere un che di meravigliosamente magico. Inserti speciali, servizi televisivi, giornali di ogni specie sono stati invasi per giorni da una sola immagine, una giovane coppia reale, colta in tutti suoi aspetti e momenti di vita. Tuttavia i cronisti facevano osservare che i 1.900 invitati a Westminster erano tutti bianchi, nobili e di alto rango. Mentre assiepata e perfino immersa nella fontana davanti Buckingham Palace vi era uno stuolo di gente di tutti i colori: il vero volto multiculturale della terra inglese. Un idolo, infatti, sa sempre circondarsi dei suoi adoratori. L’icona, come un dito puntato verso un orizzonte, indica sempre qualcosa di piĂš grande e di piĂš bello. Perfino la sessualitĂ , in fondo, vivrĂ sempre questa ambivalenza tra idolo e icona. Solo quando essa saprĂ esprimere quel senso grandioso della vita come una danza e una lotta da vivere insieme, allora, sarĂ un’icona insuperabile. Se invece si rinchiuderĂ in se stessa, esigendo ogni attenzione ed energia diventerĂ un idolo che disumanizza chi lo adora. Questa duplice e contrapposta dinamica di idolo e di icona sarĂ preziosa per valutare qualsiasi situazione, qualsiasi uomo. Si diventa un idolo, quando si vive un protagonismo eccessivo, un attivismo esagerato, al centro dell’ammirazione e dell’obbedienza di altri. Ansiosamente si cercherĂ sempre e dappertutto un piedistallo. Non si tollera la critica, ma solo la venerazione. Si diventa idolo quando ci si arroga ogni forza, ci si identifica in Dio e nella sua volontĂ . Ma un vero leader sarĂ sempre un’icona e sarĂ semplice distinguerlo fra la gente: dal suo stesso sguardo, diffe-

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rente da quello di ogni altro essere. Gli occhi gli brillano perchè ha una visione davanti a sĂŠ. Vede il mondo che sarĂ domani e sa captare il futuro che sta nascendo. Come Abramo e Mosè avvertirĂ i bisogni vitali di un popolo che cammina e ciò diventa una forza mobilizzatrice per sĂŠ e per gli altri. Sa risvegliare in tutti le forze migliori, perchĂŠ le intravede, le chiama alla vita, al cammino e alle sfide. Non abbatte, ma suscita, incoraggia e stimola potentemente. Respira la speranza e la fiducia nell’altro. Un’icona indimenticabile per tutti fu una semplice bara di legno e un Vangelo posato sopra come una corona sulla testa di un re. Era un leader vero. Sapeva dare al mondo un messaggio di speranza potente e indicare a tempo e a contrattempo un orizzonte straordinario per ognuno: l’incontro con il Cristo. Si commuoveva davanti a folle di ogni lingua e di ogni cultura e sapeva spalancare le porte del suo cuore ai giovani. Nella nostra terra italiana dove ancora oggi crescono idoli potenti, preoccupati di sĂŠ o dei propri interessi, come dimenticare questo umile e grande leader appassionato unicamente di Dio e degli uomini? Lettera firmata

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