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Le domande dell’uomo sono molte, ma in fondo è una sola: “PerchĂŠ il dolore, il male, la morte, se tutto è Tuo?â€?. Ci si inceppa qui. E non c’è via d’uscita ragionevole, malgrado i tentativi che la storia e le diverse spiritualitĂ hanno prodotto. La cosa stupefacente è che nemmeno Tu hai voluto darci una risposta razionale; in Esodo 3 si legge: “Il Signore disse: Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho d udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatud ti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo‌â€?. Sei “semplicementeâ€? sceso, lungo il tragitto dell’umano, fino al fondo possibile. ment stato appeso insieme a noi due, i ladroni: ogni angolo dell’umano Sei stat toccato, assaporato, sentito addosso, perfino l’odore del sepoll’hai tocca quello che nasconde. Ecco la tua risposta. Ci sono, “Io-sonoâ€?. cro, e di quel La domanda ““perchĂŠ cosĂŹ?â€? si fa largo: umiliato senza appello, torturato, silenzio al macello‌ Per dirci come sei. condotto in sil
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Monari in Africa. “Ho incontrato una Chiesa viva�
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—‘”‡ Â?‹••‹‘Â?ƒ”‹‘ Sono appena tornato da una visita in Mozambico con il nostro vescovo Luciano e non posso che ripetere che il cuore missionario di Brescia è grande. Numerose sono state, anche quest’estate, le esperienze missionarie di tanti giovani o adulti bresciani. Nelle parrocchie continuano i gruppi missionari, con le loro proposte di animazione, di spiritualitĂ e di solidarietĂ . Ma la novitĂ degli ultimi anni è quella del sorgere di gruppi spontanei, associazioni, onlus, non necessariamente legati alla comunitĂ parrocchiale, che magari “sposanoâ€? un progetto, una realizzazione, un amico missionario o missionaria e si dedicano a iniziative in loro sostegno. Mi chiedo, però, tra
tutte queste esperienze quali sono realmente missionarie? Quali interrogativi suscitano? Che cosa può offrire loro la pastorale missionaria, cosĂŹ come è proposta dalla Chiesa italiana? Spesso la “missioneâ€? è vista come l’invio di preti, religiosi e religiose, laici per il primo annuncio; il sostegno economico di emergenze e progetti da parte dei cristiani verso i poveri del mondo; la cooperazione tra le Chiese. Sono descrizioni parziali che aiutano, ma non esauriscono la necessitĂ di coniugare la missio ad gentes e le scelte quotidiane di un servizio pastorale. Bisognerebbe ricordare, anzitutto, che l’elemento qualificante dell’esistenza e dell’azione delle commissioni/gruppi missionari parrocchiali sta da un lato nell’approfondimento della centralitĂ della missione nella vita della Chiesa e dall’altro nella linea della vocazione ecclesiale. PiĂš volte,
nei documenti dei vescovi italiani, si dice che la missio ad gentes: “può essere intesa non soltanto come il punto piĂš alto e conclusivo del nostro impegno pastorale, ma anche come il suo paradigma piĂš stimolante ed illuminanteâ€?. Ne consegue che, pur senza rivendicare alcun monopolio da parte della diocesi o della parrocchia, anche i gruppi non ecclesiali che si relazionano in vari modi con i missionari, pur sempre espressione della Chiesa cattolica, si potrebbero confrontare, se non coordinare, con le realtĂ ecclesiali. Non è ‘bello’ che i membri dei gruppi spontanei o di una onlus, normalmente praticanti e frequentanti la parrocchia, facciano tutto “per conto loroâ€? in ciò che riguarda il sostegno a un missionario, spesso illustre membro della parrocchia stessa! Per le parrocchie, d’altro canto, può essere importante riprendere alcuni punti essenziali della propria
‘pratica missionaria’. Tra questi essenziale in ogni attivitĂ missionaria è l’incontro e il collegamento con i missionari. Inoltre quanti si occupano di missione utilizzano gran parte del loro tempo e delle loro risorse per la promozione di aiuti economici a favore delle missioni. Certamente qui si esprime un legame tra promozione umana, Vangelo e fede, che però va riletto sempre alla luce dei criteri evangelici e della trasparenza dell’annuncio cristiano. I giovani, poi, sono talvolta coinvolti nell’esperienza missionaria, con viaggi o proposte che vengono da gruppi di volontariato. I viaggi rappresentano segni promettenti per la realtĂ missionaria, ma mettono anche in luce contraddizioni quali una formazione non sempre adeguata, l’incapacitĂ ad adattarsi e a leggere mondi nuovi. Ǥ ͚͘
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AltresÏ la pastorale missionaria non può restare estranea a tutto ciò che oggi è legato all’intercultura, al dialogo interreligioso, alla convivenza con i migranti presenti nelle nostre comunità . Infine, il tema degli stili di vita tocca un numero crescente di giovani e di famiglie, coinvolgendo sempre piÚ quanti rientrano da esperienze missionarie di vario tipo. Penso pertanto che, alla luce della Parola, la condivisione che nasce dalla missio ad gentes possa
diventare profezia e svelare valori e limiti dei diversi volti di Chiesa presenti in una società pluralista come la nostra. La missione si esprime normalmente attraverso l’annuncio e il dialogo. Con essi le realtà ecclesiali missionarie bresciane potranno riconoscere e proporre percorsi di testimonianza già provvidenzialmente presenti nelle nostre comunità e particolarmente espressivi del Vangelo. (Raffaele Donneschi)
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ons. Luciano Monari ha da pochi giorni concluso il suo terzo viaggio missionario da vescovo di Brescia. Dopo il Burundi e il Venezuela ha fatto visita al Mozambico, il Paese africano in cui operano quattro fidei donum (don Piero Marchetti Brevi, don Lino Zani, don Pierino Minelli e don Bruno Moreschi attualmente a Brescia per ragioni di salute), religiosi e laici bresciani. Il bilancio di questa esperienza è anche occasione per il Vescovo per affrontare in modo piĂš generale il tema della missionarietĂ all’interno della Chiesa bresciana. “Sono contento del lavoro che i fidei donum svolgono in Mozambico, come negli altri Paesi in cui sono presenti – sono le prime considerazioni di mons. Monari –. Credo che si tratti di una delle esperienze piĂš belle che la Chiesa bresciana vive ormai da decenni, un’esperienza importante non solo per l’aiuto che la nostra Chiesa fornisce ad altre Chiesa particolari ma anche per il vantaggio che ne deriva per Bresciaâ€?. Prestare aiuto a Chiese ancora giovani e che da poco hanno iniziato a camminare sulle proprie gambe rappresenta per il Vescovo una salutare iniezione di entusiasmo per Chiese come quella bresciana. “Senza una dimensione missionaria vivace – sono ancora considerazioni del vescovo Monari – una Chiesa rischia di ripiegarsi su stessa per curare le sue ferite o illudersi di essere chissĂ che cosaâ€?. I fidei donum, nello specifico quelli incontrati nel corso del recente viaggio in Mozambico, sono dunque una ricchezza per la Chiesa bresciana e continuano a dare testimonianza di un impegno riconosciuto e ap-
prezzato delle realtĂ che li hanno accolti. “Rispetto alle precedenti esperienze in Burundi e in Venezuela – ha continato il Vescovo ho incontrato contesti sociali sostanzialmenrte diversi, ma anche una sostanziale continuitĂ . I nostri fidei donum sono bene accetti a qualsiasi latitudine e vengono accolti senza alcuna diffidenza. Sanno che scelgono la via della missione non per un tornaconto personale ma perchĂŠ animati dalla volontĂ di portare un aiuto concreto a Chiese ancora giovaniâ€?. Il viaggio in Mozambico è stato impegnativo, caratterizzato da tanti
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incontri e dalla conoscenza di nuove realtĂ . Un viaggio che ha arricchito mons. Monari. “Sono rimasto colpito – ha affermato al proposito – dalla partecipazione corale della gente alle celebrazioni, aspetto che da noi sta venendo progressivamente meno. Nelle nostre comunitĂ si ha spesso la sensazione che la gente assista alle celebrazioni e che non le partecipi da protagonista. In Mozambico ho avuto modo di presiedere una celebrazione domenicale nel corso della quale ho anche amministrato le cresime, a cui partecipavano solo per quello che riguarda l’animazione liturgica piĂš di 50 personeâ€?. L’esperienza nel Paese africano ha reso evidente anche agli occhi del Vescovo un rischio a cui stanno andando incontro le comunitĂ bresciane, alle prese con “celebrazioni molto meno partecipate, che pur mantenendo il senso fondamentale dell’eucaristia, fanno fatica a comunicare ai presenti il senso di quello che sta avvenendo e la gioia per il Signore risorto e l’essere parte di una comunitĂ fatta di personeâ€?. Un altro aspetto che mons. Monari ha indicato tra le tante note positive di questo terzo viaggio missionario è stato l’incontro con tante comunitĂ disperse sul territorio accompagnate da catechisti, da consigli di comunitĂ . “Ho incontrato comunità – ha sottolineato – capaci di gestire la loro vita nella quotidianitĂ anche quando la presenza del missionario non può essere molto frequenteâ€?. ComunitĂ che, per il Vescovo, hanno saputo crescere grazia ad una grande organizzazione dal basso. Per la Chiesa bresciana che si sta preparando a vivere il sinodo dio-
cesano sulle unitĂ pastorali l’esempio che arriva dal Mozambico potrebbe essere, per il Vescovo, di grande stimolo. “Le unitĂ pastorali funzioneranno – sono le considerazioni di mons. Monari – se, come ho visto in Mozambico si radicheranno le ĂŠquipe pastorali, ossia quei gruppi di persone che sono impegnate nella edificazione della comunitĂ e nella sua vita. Ăˆ evidente che non possiamo copiare in modo pedissequo ciò che fanno in Africa o in America latina, perchĂŠ sono profondamente diversi i contesti sociali. Possiamo però imparare, cosa che per altro sta giĂ avvenendo, da loro il senso di responsabilitĂ nei confronti della comunitĂ â€?. PiĂš volte, immaginando quella che potrĂ essere la Chiesa bresciana negli anni a venire, mons. Monari ha evidenziato tra le note critiche la costante riduzione del numero dei sacerdoti. Non sarĂ questa prospettiva a modificare l’attenzione missionaria diocesana. “Non sarà – ha affermato il Vescovo – la riduzione dei sacerdoti diocesani a imporre un ripensamento della dimensione missionaria. Ho giĂ affermato che uma Chiesa attenta a questo aspetto è una Chiesa riccaâ€?. Si tratterĂ , semmai, di ripensare lo stile di una presenza missionaria che, in presenza di Chiese ormai capaci di camminare sulle proprie gambe, non potrĂ piĂš essere quello dei decenni passati. “In ogni caso – ha concluso mons. Monari – non sarò io a dire no a un sacerdote che intenda vivere una esperienza missionaria, perchĂŠ fidei donum continueranno a essere, pur in presenza del calo dei sacerdoti, una straordinaria ricchezza per la Chiesa che li invia nel mondoâ€?.
/¡LQFRQWUR FRQ FKL RSHUD LQ *HUPDQLD Nei giorni scorsi, quasi in ideale continuazione con il suo viaggio in Mozambico, mons. Luciano Monari ha incontrato presso il Santuario della Stella i cinque sacerdoti cappellani in Germania. L’incontro ha rinnovato quella che ormai sta diventando una apprezzata consuetudine. Ogni anno, infatti, i sacerdoti bresciani che operano nelle missioni tedesche riescono ad incontrare il Vescovo
(nella foto l’incontro in Germania del 2008). Il santuario bresciano ha fatto da sfondo ad un incontro che in prima battuta ha visto mons. Monari presiedere una celebrazione eucaristica a cui hanno preso parte don Giovanni Paganini, don Andrea Gozio, don Giuseppe Gilberti e don Riccardo Baxiu. Nel corso dell’omelia il Vescovo ha sottolineato la missionarietà e l’impegno che questa com-
porta. La missione, in Germania come in qualsiasi parte del mondo, è stato in sintesi il pensiero di mons. Monari, comparta l’accettazione di sacriďŹ ci. Per questo il Vescovo non ha mancato di esprimere ai sacerdoti presenti la sua gratitudine e quella dell’intera Chiesa bresciana perchĂŠ operano in un contesto fortemente secolarizzato. La mattinata è poi proseguita con un momento di confronto nel
corso del quale i sacerdoti hanno presentato al Vescovo la realtà in cui sono chiamati a operare non senza alcuni accenni in una dimensione prospettica. La diocesi ha assunto l’impegno futuro (che, come ha ricordato p. Mario Toffari presente all’incontro, deve essere però ancora accolto dall’episcopato tedesco) di mantenere due missioni in Germania: una a Berlino e una, anco-
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�…‘�–”‘ …‘� Žƒ Š‹‡•ƒ „”‡•…‹ƒ�ƒ …Š‡ ˜‹˜‡ ‹� ‘œƒ�„‹…‘ 10 giorni per conoscere quella parte di Chiesa bresciana che opera in Mozambico. Dal 13 al 23 luglio scorso il vescovo Luciano Monari, accompagnato dal suo segretario don Andrea Gazzoli e da don Raffaele Donneschi, direttore del Centro missionario diocesano, ha effettuato il suo terzo viaggio missionario, dopo quelli in Burundi e Venezuela. Quelli trascorsi nel Paese africano sono stati giorni intensi nel corso dei quali il Vescovo ha avuto modo di
incontrare i sacerdoti fidei donum, i religiosi e i laici che danno vita a preziose opere per la cresciata umana e spirituale locale. A Morrumbene, prima tappa del viaggio dopo l’arrivo a Maputo, mons. Monari ha incontrato don Piero Marchetti Brevi e don Lino Zani e con loro ha visitato la missione. Da qui il Vescovo si è poi trasferito a Inhambane; durante il viaggio ha visitato il Centro pastorale di GuÏua, gestito dai Missionari della Consolata. Mons.
Monari ha tenuto una lezione ai catechisti che frequentano un corso di formazione annuale. All’arrivo a Inhambane c’è stato, nel locale Seminario, l’incontro con il vescovo Adriano Langa. Nel prosieguo del viaggio mons. Monari ha avuto modo di incontrare gli altri bresciani presenti in Mozambico: p. Giacomo Marietti, tornato in Africa dopo il ferimento dello scorso anno, il laico Bruno Comini, il fidei donum don
Pierino Minelli e il vescovo di Pemba mons. Ernesto Maguenge. A Montepuez mons. Monari ha presieduto una celebrazione eucaristica nel corso della quale ha amministrato la cresima e la prima comunione a un gruppo di giovani e di adulti. Prima della partenza per fare ritorno in Italia il vescovo Luciano Monari e i suoi accompagnatori hanno fatto tappa nella capitale Maputo per un incontro con il nunzio apostolico, il bresciano mons. Antonio Arcari.
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ra da deďŹ nire nel sud del Paese. Mons. Monari ha presentato a sacerdoti impegnati in Germania il cammino che porterĂ la Chiesa bresciana alla celebrazione del Sinodo diocesano dedicato alle unitĂ pastorali. L’incontro ha visto anche la partecipazione anche di mons. Gianfranco Mascher a cui i sacerdoti presenti hanno espresso il desiderio di essere coinvolti nella preparazione del cammino
sinodale. “L’esperienza che stanno vivendo in un Paese come la Germania alle prese con un veloce processo di secolarizzazione – ha evidenziato p. Toffari sottolineando l’importanza della richiesta sottoposta al vicario generale – potrĂ essere di grande aiuto anche a una Chiesa come quella bresciana che afďŹ da alla celebrazione del Sinodo la deďŹ nizione di alcune importanti scelte per il futuroâ€?.
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Ha preso il via nei giorni scorsi il piĂš grande bando mai pubblicato dall’Unione europea, e riguarda la ricerca: sette miliardi di euro nel 2012 aperto alla partecipazione di universitĂ e centri di ricerca, imprese, e anche ai singoli ricercatori. La parola chiave è innovazione, per il futuro delle imprese ma anche per creare lavoro: secondo le previsioni questi ďŹ nanziamenti dovrebbero creare nel breve periodo circa 174mila posti di
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lavoro che arriveranno a circa 450mila nell’arco di 15 anni, oltre a creare circa 80 miliardi di euro di ricchezza. Il ďŹ nanziamento della ricerca è tra le prioritĂ dell’agenda politica dell’Ue e si trova al centro dell’Unione dell’innovazione, lanciata dall’Europa ha bisogno se vuole competere con economie grandi e dinamiche come gli Stati Uniti e la Cina. Con quest’azione l’Ue fa la sua parte, ma molto si attende anche dal livello nazionale:
molti Paesi, tra cui l’Italia, sono ben lontani dal destinare il 3% del pil alla ricerca, come si sono impegnati a fare. Tra gli oltre 16mila beneďŹ ciari previsti ďŹ gurano universitĂ , enti di ricerca e industria, mentre un’attenzione speciale sarĂ rivolta alle piccole e medie imprese, cui è destinato tra le altre cose un pacchetto pari a quasi un miliardo di euro. VerrĂ inoltre istituito un nuovo riconoscimento europeo per le donne innovatrici.
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a preghiera è la risposta all’incapacitĂ di accogliere il dolore e la perdita di un altro figlio della nostra nazione. Dalla morte dei nostri soldati dobbiamo imparare a chiederci che cos’è l’uomo se non ci prendiamo cura dell’altro, che cosa sarebbe la vita senza l’amore. Ăˆ questa la dichiarazione, rilasciata nei giorni scorsi dall’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Vincenzo Pelvi, a commento della morte di un soldato italiano e del ferimento di altri due, in Afghanistan, durante un’operazione congiunta tra militari italiani e forze afghane nella zona a nord ovest della valle di Bala Murghab. Il militare morto è il primo caporal maggiore David Tobini, di Roma, in forza al 183° reggimento paracadutisti “Nemboâ€? di Pistoia. Si tratta della 41ÂŞ vittima italiana dall’avvio della missione in Afghanistan. “Bisogna andare oltre
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mondo piĂš giusto e solidale. Prendiamo questa morte come espressione del bene comune che prevale sulle logiche egoisticheâ€?. Parole di cordoglio, a nome di tutto il Paese, sono venute dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in una nota, ha espresso “profonda commozioneâ€? e “sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliariâ€?. Anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha voluto ribadire vicinanza alla famiglia della vittima, a quelle dei due feriti e rinnovare “la gratitudineâ€? a tutti i soldati impegnati “nelle missioni di pace contro il terrorismoâ€?. La morte del caporale Tobini è giunta alla vigilia della discussione del ddl sul rifinanziamento delle missioni al Senato. Discussione che, pur con diversitĂ di vedute, si è conclusa con la riconferma degli impegni assunti. Con il militare ucciso nello scontro a fuoco nella zona di Bala Murghab sono 41 i morti italiani
dall’inizio della missione Isaf in Afghanistan. La maggioranza è rimasta vittima di attentati e scontri a fuoco, mentre alcuni sono deceduti in incidenti o a causa di malori. Si è registrato anche un caso di suicidio. Con 13 vittime il 2010 si segnala come l’anno piÚ sanguinoso. Dopo Gaetano Tuccillo, deceduto il 2 luglio 2011, e Roberto Marchini il 12 luglio, il soldato italiano morto è il terzo del mese in corso. L’Italia registra una nuova vittima mentre
prosegue faticosamente il piano di transizione del controllo dell’Afghaistan dalle forze della missione Nato alle truppe locali per un progressivo disimpegno della coalizione internazionale da un Paese in cui è presente dal 2001. L’Afghanistan fu infatti attaccato poche settimane dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle perchÊ si riteneva che Osama Bin Laden, mandante dell’attentato di New York avesse le sue basi in questo Paese.
7XWWL L QXPHUL GHOOD PLVVLRQH Quella in Afghanistan è una delle tante missioni che vede l’impegno di militari italiani all’estero. Ad oggi sono oltre 7000 i militari italiani (la fonte è il ministero della Difesa) impegnati in 29 missioni in 28 Paesi del mondo. La missione della Nato Isaf in Afghanistan è quella piĂš impegnativa per l’Italia. Prevede infatti l’impiego di circa 4200 militari italiani, il contingente piĂš numeroso di sempre. Nonostante le missioni all’estero siano state riďŹ nanziate, con un decreto, ďŹ no alla ďŹ ne del 2011, il numero dei militari dovrebbe ridursi dall’inizio del 2012 per arrivare, entro la ďŹ ne del 2014, ad avere un contingente ridotto con compiti di addestramento delle forze di sicurezza locali. Se si escludono circa 100 militari schierati a Kabul, nella sede del co-
mando, la totalitĂ dei militari italiani è di stanza nella regione ovest del Paese ed è composta da paracadutisti della brigata Folgore, che il 4 aprile scorso – al comando del generale Carmine Masiello – hanno avvicendato gli alpini della “Juliaâ€?. La loro sede si trova ad Herat, Camp Arena. Sotto la responsabilitĂ italiana ci sono le province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah, un’area grande complessivamente quanto il Nord Italia. Sotto il gen. Masiello operano anche altri militari provenienti da 12 nazioni. Oltre alla Folgore (esercito) il contingente italiano è formato da uomini e mezzi dell’aeronautica, della marina, dei carabinieri e della guardia di ďŹ nanza. Nella provincia di Herat opera un team di ricostruzione provinciale (Prt), composto da civili e, at-
tualmente, dai militari del 132° reggimento artiglieria terrestre della brigata “Arieteâ€? di Maniago (Pordenone) che ha il compito di sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo insieme ad una componente civile del ministero degli Esteri. Il contingente italiano è dotato anche di velivoli C-130, caccia Amx (non autorizzati a bombardare), aerei Predator senza pilota, elicotteri d’attacco Mangusta e da trasporto. Per l’addestramento, i militari italiani hanno costituito diversi Omlt, cioè nuclei che seguono i soldati afghani in ogni loro attivitĂ , anche quelle piĂš pericolose sul campo, mentre i carabinieri sono impegnati nella formazione delle forze di sicurezza locali nell’ambito della Nato “training missionâ€? Afghanistan.
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–ƒŽ‹ƒ ƒ†ƒÂ?–‹ ƒ ”‹•…Š‹‘ DzÂ?‡”‘dz …‘Â? ‹ –ƒ‰Ž‹ ƒŽŽ‡ ƒ‰‡˜‘Žƒœ‹‘Â?‹ ˆ‹•…ƒŽ‹ I tagli alle agevolazioni ďŹ scali e assistenziali previsti per il 2013 e il 2014 dalla manovra approvata la scorsa settimana, rischiano di far esplodere il fenomeno delle badanti pagate in nero. L’ allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da Antonio Longo, presidente del Movimento difesa del cittadino, nel corso della presentazione della ricerca “Badanti informate famiglie protetteâ€?. Secondo Longo per i prossimi due anni c’è in previsione un “abbattimento
degli sgravi ďŹ scali delle famiglie e quando questo andrĂ a regime in molti si troveranno in condizione di rigettare in nero le assistenti familiariâ€?. Un rischio condiviso anche da Antonia Paoluzzi presidente di Api-Colf. “Il fenomeno delle badanti incrocia il mondo della fragilitĂ e della povertĂ . Prima avere un aiuto in casa era un privilegio di pochi, oggi è una necessitĂ di molti, che però a volte non se lo possono permettere – ha detto –. La deriva privatistica della povertà è
un problema. Assumere una donna irregolarmente sembra una cosa normale, dobbiamo contrastare in tutti i modi questo fenomenoâ€?. Non solo, ma secondo Paoluzzi c’è anche il “rischio di aggravare la spesa pubblica, perchĂŠ le persone che non si riescono a seguire in casa vengono portate negli istituti di curaâ€?. Riccardo Comini di Adiconsum ha aggiunto che “si può uscire dalla crisi solo rigenerando i consumi, che sono alla base di un’economia equilibrataâ€?.
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a affidato a un memoriale di 1500 pagine, intitolato “2083 Dichiarazione d’indipendenza europeaâ€? le ragioni del suo gesto. Anders Behring Breivik, l’uomo arrestato per la strage di Utoya (76 il bilancio definitivo delle vittime) e per l’esplosione al centro di Oslo, ha riassunto nel documento – pubblicato on line – una vera e propria dichiarazione di guerra preventiva contro “tutte le elite marxiste e multiculturaliste dell’Europa occidentaleâ€?. Ăˆ Riccardo Burigana, direttore del Centro per l’ecumenismo in Italia istituito presso l’Istituto di studi ecumenici di Venezia, ad analizzare i contenuti del documento con cui Breivik cerca di rivestire di una matrice cristiana il suo folle gesto. “Nessuno – sono le sue prime considerazioni – può richiamarsi a una cultura e a una religione per giustificare una violenza, sempre ingiustificabile, tanto piĂš quando provoca la morte di tanti uomini e donne inermi, colpevoli di aver scelto una vita fatta di riflessione e di impegnoâ€?. Di fronte a questo orrore i cristiani devono, secondo Burigana, ribadire, con fermezza e con chiarezza, quanto il cristianesimo non sia solo estraneo a qualunque atto di violenza, di discriminazione, di ingiustizia, ma sia anche portavoce di valori con i quali costruire, insieme a tutti gli uomini e
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nismo. “Le Chiese e le comunitĂ ecclesiali, separatamente, ma spesso ecumenicamente – ha affermato al proposito –, hanno messo in guardia l’Europa da ogni forma di intolleranza e di violenza, denunciando un clima che si stava facendo sempre piĂš pesante, non solo in Europa. Molte parole sono state dette e molti gesti sono stati compiuti in questi ultimi anni, con un appello pressante nei confronti degli ultimi che arrivano e che vivono in Europa. L’accoglienza dell’altro, il dialogo con l’altro, la conoscenza dell’altro sono tappe di un cammino, indicato dalle Chiese, sulle quali ampio è il consenso delle comunitĂ religiose in Europaâ€?
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Scende la fiducia dei consumatori a luglio, andamento confermato dal vero e proprio ‘flop’ dei saldi che, a metĂ stagione, risultano giĂ un disastro. Secondo l’Onf (l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori), dopo il crollo del 2010, la riduzione degli acquisti a saldo nella stagione estiva 2011 si attesta al -9,5%â€?. Le famiglie coinvolte risultano “ancora meno di quanto previsto: ad acquistare a saldo è solo 1 famiglia su 3, pari al 33% (8,100 mln), con una spesa di 134 euro. Dati che testimoniano, per l’associazione dei consumatori, “l’estrema difficoltĂ delle famiglie, sempre piĂš impossibilitate a fare acquisti, anche in occasione dei saldiâ€?. Peraltro Federconsumatori conferma che “ad approfittare degli
sconti sono soprattutto le famiglie che, all’insegna del risparmio, anticiperanno le spese per il corredo scolastico (zaini, astucci, ecc. della passata stagione)â€?. Questa per l’associazione è la “drammatica situazioneâ€? che, del resto, “non è destinata a migliorare: le aspettative delle famiglie, anche alla luce della manovra economica che si abbatterĂ sulle loro tasche, peggiorano di giorno in giornoâ€?. Per questo sarebbe ora, conclude Federconsumatori, che “il Governo aprisse gli occhi su questa situazione e corresse ai ripari, correggendo la manovra e disponendo misure tese a rilanciare il potere di acquisto delle famiglie a reddito fisso, invece di abbatterlo ulteriormente con conseguenze tragiche per l’intera economiaâ€?.
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VenerdĂŹ 29 luglio, alle ore 21, appuntamento davanti al portale di ingresso del Castello di Brescia per una doppia serata astronomica. La prima parte è dedicata ad una proiezione sulle sonde spaziali che hanno esplorato il pianeta Giove. Nella seconda parte si svolgeranno invece le osservazioni con gli strumenti della Specola Cidnea “Angelo Ferretti Torricelliâ€?. I telescopi sono infatti gratuitamente a disposizione del pubblico tutti i venerdĂŹ sera dell’anno. La serata è a
Presentato a Roma, dal Forum delle persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, il “Manifesto per la buona politica e per il bene comune�. Con questa iniziativa le Organizzazioni che compongono il Forum – Cisl, Confartigianato, Compagnia delle Opere, Acli, Confcooperative, Coldiretti, Mcl – sollecitano il mondo politico ad affrontare le questioni decisive per il Paese: porre la persona al centro della politica, puntare su
cura degli astroďŹ li bresciani (www. castellodibrescia.org). MartedĂŹ 2 agosto, alle ore 21, sul colle San Bernardo di Lumezzane Pieve, sede dell’Osservatorio SeraďŹ no Zani, è in programma invece una proiezione dedicata ai corpi minori del Sistema solare. L’iniziativa è aperta a tutti. L’Osservatorio, insieme al Planetario di Lumezzane, fa parte del “Museo delle Costellazioniâ€? ed è aperto tutti i martedĂŹ, tranne l’ultimo martedĂŹ del mese.
produttivitĂ , competitivitĂ ed efficienza, sostegno alle famiglie, welfare moderno con spazio alla sussidiarietĂ , rinnovamento delle classi dirigenti. Natale Forlani, portavoce del Forum, ha spiegato le ragioni del Manifesto: “Siamo convinti che abbiamo davanti anni difficili, di trasformazioni radicali che ci porteranno a ripensare non solo stili di vita e di sviluppo: dobbiamo rimuovere gli ostacoli strutturali che impediscono uno sviluppo generazionaleâ€?.
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$P\ OD PDOHGL]LRQH GHL DQQL" “Stroncata da un cocktail di farmaci e droga: cosĂŹ è morta Amy Winehouse, rockstar britannica famosa per le sue trasgressioni, trovata senza vita nella sua casa nel nord di Londra.â€? Questa la notizia del giornale. Il titolo sottolinea una coincidenza che vorrebbe suscitare sorpresa: “Amy, la maledizione dei 27 anni.â€? A 27 anni, infatti, sono morti Jim Morrison, Kurt Cobain, Janis Joplin, e Jimi Hendrix: “Star del rock, tutte scomparse in modo violento alla stessa etĂ â€?. Naturalmente i numeri sono neutrali, l’etĂ non è rilevante. Dove sta dunque la maledizione, il maleďŹ cio, se c’è? chi l’ha uccisa? Nel 2006 Amy ha pubblicato il suo album piĂš famoso, Back to Black; da allora piĂš niente, silenzio. Eppure chi se ne intende la considerava straordinariamente dotata, una musicista di razza, che non faceva musica commerciale; chi ha distrutto il suo talento? chi l’ha castrata? L’alcool, la droga. Una fotograďŹ a che ha fatto il giro del mondo la ritrae mentre si droga insieme col suo boyfriend; la didascalia fa osservare che si tratta di crack.
Naturalmente foto come questa sono manna per i giornali che possono sparare titoli cubitali, solleticare la curiositĂ , sfruttare la morbositĂ , vendere‌ Il suo pezzo piĂš famoso è ‘Rehab’, cioè ‘riabilitazione’ e grida il riďŹ uto di percorrere il cammino difďŹ cile del riscatto, della liberazione dal potere delle droghe. Una professione di libertà – ma,
paradossalmente, la libertĂ di rimanere schiava. Che cosa le ha fatto scambiare le sbarre di una prigione con l’azzurro del cielo? chi l’ha imprigionata? Il successo. Cominci a cantare e migliaia di braccia si levano con te, migliaia di voci ti acclamano; batti le mani e mille, diecimila, centomila le battono insieme a te. Ăˆ forte, il successo; dice che tu vali, che
sei forte. Ma è cieco il successo: dilata immensamente il bello che hai pensato, ma ingrandisce senza misura il male che senti. Non pensa, non valuta; approva o ripudia con criteri suoi: il look e l’emozione, la seduzione e la novità . Un antidoto? L’anima; quel piccolo spazio nel quale sei solo con te stesso e con Dio. Dove puoi
goderti il successo solo se nello stesso tempo te ne distacchi e ne diventi padrone, non servo; dove l’applauso non giustiďŹ ca e l’apparenza non inganna. Il luogo dell’autenticitĂ , dove non funzionano le droghe, nĂŠ quelle chimiche, nĂŠ quelle psicologiche; dove abita solo l’umiltĂ che conosce se stessa e la speranza che va oltre se stessa.
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A mons. Antonio Fappani, presidente della Fondazione civiltĂ bresciana, gli Amici della Bici hanno consegnato la tessera onoraria numero 500 del sodalizio al quale aderisce anche l’arch. Dezio Paoletti che commenta: â€œĂˆ un riconoscimento appropriato poichĂŠ conferito ad una grande personalitĂ della provincia bresciana che la bici l’ha usata, dalla sua infanzia alla vecchiaia, e da giovane girava in bici per le sue parrocchie e dove c’era necessitĂ
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di portar conforto, fosse d’inverno e d’estate, con vento, pioggia o neve, dando un esempio che la bici non sarebbe solo per il tempo libero, ma impiego full-time. Complimenti per la scelta ed avanti ancora nelle reciproche collaborazioniâ€?. Paoletti è presidente anche dell’associazione Amici Fondazione civiltĂ bresciana della Bassa e dal Parco dell’Oglio e annota come la bicicletta ha il pregio di “far arrivare puntuali negli appuntamenti in centro e si può trasportare al seguito viaggiando
in treno. Da 12 anni almeno – prosegue Paoletti – fra Amici della Fondazione e Amici della Bici di Brescia vi è uno stretto legame, nato nel 1999 durante l’esperienza della proposta fatta alla Provincia di realizzare la ciclabile BresciaCremona che vide unite le due Associazioni in un impegno per far conoscere il percorso ciclopedonale; un legame seguito fino alla realizzazione del sottopasso alla Provinciale 668 in località Faverzano di Offlaga�. (f. pio)
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a 400 anni a Stadolina viene celebrata l’eucaristia. Questa ricorrenza è stata festeggiata in maniera solenne con una settimana di appuntamenti che hanno avuto come culmine la Santa Messa officiata da mons. Monari. Il Vescovo nella sua omelia ha fissato l’attenzione dei fedeli presenti sull’importanza della chiesa non tanto come struttura fisica, ma come insieme di pietre vive. Monari ha ricordato quanti in quella chiesa hanno gioito nel momento del battesimo, ma anche quanti si sono stretti nel dolore per la scomparsa di un loro caro. Rileggendo il Vangelo domenicale, il Vescovo ha sottolineato come il Regno di Dio si concretizzi nella Chiesa locale e la chiesa in muratura serva come monumento alla fede. Sono molti i fedeli che hanno preso parte alla Santa Messa: per favorire maggiormente un’idea di comunità , il parroco don Ermanno Magnolini ha convogliato tutte le Messe domenicali mattutine nella chiesa di Stadolina. Interessante anche l’iniziativa (riuscita) di adibire un bus navetta per portare gli abitanti alla Messa con il Vescovo. Prima della celebrazione (che si conclusa con tanto di sbandieratori) è stato benedetto il sagrato nuovo realizzato grazie anche al
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a termine la pubblicazione di un libro: “Stadolina, terra dell’Alta Valleâ€?. La pubblicazione è stata curata dallo scrittore vionese Dino Marino Tognali, poeta vernacolare e colonna portante del piccolo borgo per aver ricoperto il ruolo di Sindaco, l’incarico di maestro elementare e la presidenza del museo etnografico “Zufâ€? (il giogo). Facendo un passo indietro, l’intensa settimana di preghiera (aperta da una Messa celebrata da mons. Morandini) ha visto come momento principale la processione con la statua restaurata di San Giacomo, pa-
trono della parrocchiale. Da segnalare, inoltre, i momenti di preghiera serali, gli intrattenimenti sportivi e musicali con il coro “La Pieveâ€? di Cividate Camuno e una grande festa dedicata ai giovani. In generale c’è stata una grande partecipazione, anche grazie alla regia del parroco don Ermanno Magnolini, che da quasi due anni guida le comunitĂ di Vione, Stadolina e Canè. Durante l’anno, infine, la comunitĂ si è preparata con devozione all’appuntamento: era stata predisposta una preghiera per l’anniversario della consacrazione della parrocchiale.
,O 3DOLR GL 6DQW¡$QWRQLR La festa di Sant’Antonio ospita quest’anno (dal 28 luglio al 1° agosto) due appuntamenti del Palio delle contrade di Ome creando un mix religioso, culturale, gastronomico e ricreativo. La popolosa frazione ha dato vita lo scorso anno all’edizione quinquennale delle “Arcate di Sant’Antonioâ€? con un allestimento di verde e ďŹ ori di carta. Quest’anno (e per i prossimi tre) non ci sarĂ il “festĂšâ€?. Si inizia giovedĂŹ 28 luglio con la consegna alla
contrada, da parte dell’Amministrazione comunale, di un quadro seicentesco di grande valore per la comunitĂ martignaghese: è il ritratto di don Pietro Battola, ďŹ gura di spicco nel panorama franciacortino del XVII secolo. Sul versante religioso è da sottolineare la Messa alla santella dei Mighe alle 19 di venerdĂŹ, quella di domenica alle 10.30 e la celebrazione della Santa Croce lunedĂŹ alle 20. Sul versante culturale una mostra di artisti locali
nel “lĂśkâ€? delle “MuritĂŹneâ€? dove è vissuto don Battola. Due gli appuntamenti per il Palio: il taglio del tronco sabato sera e la staffetta lungo le stradine di Martignago alle 19 di Domenica. Rane in cucina e spiedo domenica a mezzogiorno su prenotazione. Tutte le sere cucina tipica. I cacciatori offrono ai presenti pasta col salmĂŹ alle 23 di lunedĂŹ dopo la cerimonia per la Santa Croce. Informazioni su www. santantonio.martignago.it.
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oltre 18mila euro. L’iniziativa di Milena e Cristian si inserisce nella campagna “Dona al tuo ospedale i tuoi momenti feliciâ€? promossa dagli Spedali Civili. Sono sempre piĂš frequenti le piccole donazioni di giovani coppie che dedicano, in occasione di matrimoni, battesimi, comunioni e cresime, il valore delle loro bomboniere all’Ospedale dei Bambini o ai reparti dell’Ospedale Civile. In queste occasioni viene omaggiato un cartoncino personalizzato da
consegnare a parenti e amici in occasione della cerimonia. Si tratta spesso di piccole somme, ugualmente preziose perchÊ testimoniano la vicinanza e la riconoscenza della comunità nei confronti dell’Ospedale. Il gastroscopio consente di esplorare l’esofago, lo stomaco ed il duodeno, di visualizzare la mucosa di questi visceri e di valutare la loro elasticità , il loro decorso ed i loro contenuti. Con la gastroscopia si cura e si fa diagnosi di malattie
da reusso e patologie maligne come i tumori di esofago e stomaco. Questo strumento è tra le priorità d’acquisto della struttura ospedaliera e sarà reso disponibile alle Unità operative di Gastroenterologia pediatrica e di Chirurgia pediatrica dove il settore si sta implementando per far fronte alle sempre piÚ ampie richieste di cura. Per info, 0303995808 o visita il sito http:// www.ospedalebambinibrescia.it/ ospedale-brescia/donazioni.asp.
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on Agostino Bagliani, dopo otto anni al Violino, si ritrova a fare alcuni bilanci e, soprattutto, a rilanciare il suo impegno pastorale per il nuovo servizio a Capriolo. Cosa lascia al Violino? Ho fatto attenzione a cogliere e ad accogliere le necessitĂ particolari, ma soprattutto ho sollecitato singoli e gruppi a riconoscersi parte di un tutto in cui ciascuno fa bene e volentieri la propria parte e sostiene la buona riuscita di ogni attivitĂ benchĂŠ proposta da altri. La cura soprattutto della chiesa è stata per me l’espressione tangibile di un pieno affetto alla comunitĂ . Cosa ha “imparatoâ€? in questa sua prima esperienza da parroco? A fare il presidente effettivo della Scuola materna parrocchiale. Battute a parte, la storia e l’attualitĂ del Violino mi hanno consegnato che la dimensione religiosa di una comunitĂ cristiana non può non esprimersi nel “socialeâ€?. Ho scoperto che la parrocchia deve essere propositiva in ogni ambito della vita del quartiere, a patto di non trascurare o ridurre l’evangelizzazione e la celebrazione dei misteri di Dio. Ho cercato sempre di curare la liturgia e l’annuncio della Parola di Dio: ho imparato che le persone ascoltano, si lasciano interpellare piĂš che non si pensi e in
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restituire tutto quello che ho ricevuto; in particolare non saprò mai adeguatamente ringraziare per il vivo senso di complessiva paternitĂ spirituale. Cosa avrebbe voluto portare a termine? A fine ottobre il Vescovo conferirĂ la cresima e donerĂ la prima eucaristia a 48 ragazzi, dando poi inizio all’anno della mistagogia. Resta aperta la riflessione sull’oratorio, come luogo fisico (nuova costruzione a fianco della chiesa?) e come condizione educativa (soprattutto l’attenzione ad adolescenti e giovani). Mi pare infine di cogliere segnali di vitalitĂ con fidanzati e giovani sposi: forse era il momento di configurare, oltre all’itinerario verso il matrimonio, anche uno stabile percorso di gruppo. Con quale stato d’animo si appresta a entrare nella parrocchia di Capriolo? La chiara volontĂ di scoprire e valorizzare il “tesoroâ€? di umanitĂ e di vita cristiana della nuova comunitĂ . Immagino che in un paese cosĂŹ popoloso, dovrò chiedere molta pazienza e altrettanta offrirne. Quale sarĂ l’attenzione pastorale prioritaria? Non vado con programmi avulsi dal contesto. Porto la mia persona che, con l’esperienza e le convinzioni maturate, desidera contribuire a realizzare quanto il Consiglio pastorale e i numerosi gruppi hanno intrapreso.
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ÂŽ ‘Â?†‘ —…ƒ ‹‘……ƒ ’‡” —Â?‘ •–—†‹‘ •—‹ –—Â?‘”‹ …‡”‡„”ƒŽ‹ Il Fondo memoriale Luca Ciocca, costituito presso la Fondazione comunitĂ bresciana, ha stanziato 45mila euro per uno studio sui tumori cerebrali condotto presso gli Spedali civili di Brescia. I tumori primitivi cerebrali sono tumori altamente aggressivi. Il glioblastoma è il tumore piĂš comune e con la peggiore prognosi tra i tumori primitivi dell’encefalo. Costituisce circa il 25% di essi. Un aspetto verso il quale si pone molto l’attenzione nel trattamento dei malati
oncologici nel loro complesso è quello della qualitĂ della vita. Questo è certamente vero anche per questa neoplasia proprio perchĂŠ caratterizzata da conseguenze ďŹ siche e sulla vita del paziente. Esiste un sottogruppo di questi ammalati, con prognosi ancora peggiore, per i quali è ancora da deďŹ nire il trattamento migliore. Per questa categoria di pazienti sono disponibili studi che confrontano la radioterapia a dosi convenzionali con un trattamento piĂš breve
(“ipofrazionatoâ€?). Viceversa non sono disponibili ancora confronti fra questa radioterapia “concentrata nel tempoâ€? e la sola chemioterapia. Lo studio supportato dal Fondo memoriale Luca Ciocca confronta proprio questi due trattamenti: la radioterapia ipofrazionata, concentrata nell’arco di due settimane, e la chemioterapia per cinque giorni ogni mese, per un numero massimo di sei cicli. Con il procedere dello studio, con l’adesione di sempre piĂš Centri
partecipanti e con l’aumento progressivo del numero di pazienti arruolati, si rende necessaria una persona “dedicataâ€?, specializzata nella creazione e gestione di un supporto informatico per la raccolta dei dati, e che si occupi del progressivo inserimento dei dati stessi nel database e della sua gestione quotidiana. La donazione del Fondo memoriale Luca Ciocca ďŹ nanzierĂ , sull’arco di tre anni, l’attivitĂ di questa ďŹ gura professionale.
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stato firmato dal Comune e da UniCredit il rinnovo dell’accordo per la “Carta Eticaâ€? che permetterĂ di aiutare concretamente 100 madri e padri soli in difficoltĂ e con bambini a carico, residenti nel Comune di Brescia, che potranno beneficiare del flusso di 120mila euro messi a disposizione per iniziative di solidarietĂ . Un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato per il sostegno delle fasce piĂš deboli in un momento difficoltĂ economica. I fondi messi a disposizione dalla banca saranno resi disponibili grazie all’innovativa carta di credito UniCreditCard Classic E (Etica). Si tratta di una normale carta di credito che può essere emessa su entrambi i circuiti internazionali MasterCard o Visa, ma con una differenza: il 3 per mille di ogni spesa effettuata andrĂ ad alimentare un fondo destinato ad iniziative di aiuti concre-
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blica è importante poter contare sugli interventi delle realtĂ private, specialmente in ambito sociale – ha dichiarato il sindaco Paroli – Carta Etica è la dimostrazione di come la sinergia tra pubblico e privato possa portare enormi benefici a tutta la comunitĂ . Voglio dunque ringraziare UniCredit, che ha promosso questa iniziativa volta a offrire un aiuto concreto alle famiglie disagiate che vivono nella nostra cittĂ . Il fatto che ci si ritrovi per il terzo anno consecutivo a rinnovare l’accordo è un palese riconoscimento della ricaduta reale positiva di questo progetto sul territorio brescianoâ€?. “Per il terzo anno consecutivo viene rinnovato l’accordo con il Comune di Brescia – ha affermato Monica Cellerino, responsabile di Territorio per la Lombardia di UniCredit –. Si tratta di una iniziativa di solidarietĂ che ci permette di venire incontro alle fasce piĂš disagiate della popolazione di Brescia. Grazie
alla Carta Etica, infatti, sono stati oltre 200 i genitori soli con bambini a carico, residenti nel Comune di Brescia, che hanno già potuto usufruire dei fondi messi a disposizione dalla Banca da quando, nel giugno del 2009, è stata stipulato per la prima volta l’accordo con il Comune di Brescia, a cui si aggiungeranno quelli di quest’anno, per un totale di circa 300 famiglie bresciane che avranno beneficiato di un aiuto concreto e utile�.
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Ăˆ stato pubblicato l’avviso per il finanziamento di un programma di attivitĂ di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolte agli studenti, ai genitori e ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado sulla prevenzione della violenza fisica e psicologica, compresa quella fondata sull’intolleranza razziale, religiosa e di genere, nonchĂŠ di ogni forma e causa di discriminazione, nell’ambito della terza Settimana nazionale contro la violenza. La scuola può contribuire allo sviluppo e alla diffusione di una cultura che rifiuti la violenza e la discriminazione e diffonda la conoscenza dei diritti della persona, del rispetto verso gli altri e dell’educazione alla legalitĂ . Proprio per creare un momento di riflessione condivisa
su questi temi nel corso della Settimana ogni istituzione scolastica, nell’ambito della propria autonomia, è stata invitata a promuovere iniziative anche con il coinvolgimento di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle associazioni e del volontariato sociale, rivolte agli studenti, ai genitori e ai docenti. Le richieste di partecipazione dovranno improrogabilmente pervenire entro le ore 24 del 5 settembre 2011 oppure essere recapitate a mano nei giorni 1 e 2 settembre dalle ore 9 alle 12 al Dipartimento per le Pari Opportunità (Largo Chigi n, 19 - 00187 Roma) - V piano, stanza n. 5019. Per scaricare il decreto e l’avviso con le modalità di partecipazione vai al sito: www. pariopportunita.gov.it.
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� ‘�…ƒ”‡�ƒ ’‡” …‘�‘•…‡”‡ Žƒ �ƒ–—”ƒ Conoscere la natura unendo la fase teorica a quella esperienziale. Il tutto in un clima familiare che consente di non appesantire le giornate. Don Angelo Cretti organizza anche quest’anno il corso di lettura ambientale (geologia, botanica, alimentazione con erbe naturali) dal 31 luglio al 6 agosto presso il rifugio Baita Iseo a Ono San Pietro in Valle Camonica. I docenti (don Cretti per la botanica e la lettura ambientale, la prof.ssa Tiziana Carrara per la geologia e
il perito agrario Fulvio Betta per erboristeria-ďŹ toalimurgia) cercano di “addestrareâ€? i partecipanti a entrare nel mondo della natura in tutti i suoi aspetti: geologia, ora, endemismi esclusivi dei calcari orobici, erbe alimentari e velenose, aromatiche e medicinali, fenomeni legati a correnti fredde che generano ghiaccio in piena estate. Si tratta di una settimana di scuola tra prati e sentieri, ma anche di una bella esperienza in compagnia con la possibilitĂ
anche di degustare dei prodotti genuini alla Baita Iseo a 1354 metri d’altezza. Il corso si rivolge ad adulti o minori accompagnati; le escursioni si alternano nell’arco della giornata. Il raduno è ďŹ ssato alle 16 di domenica 31 luglio presso il municipio di Ono San Pietro, da lĂŹ poi si sale sotto le pareti della Concarena (nella foto) per il rifugio Baita Iseo. Nel programma si possono sperimentare le escursioni alle Corne Rosse, alle Baite di Nuadè, al Bait dei Niei, Doss Serèt,
Baite del Mella, Passo Campelli. L’ultima giornata prevede anche una lezione su “La Valle nella preistoria e le incisioni rupestri� con la visita della Pieve di San Siro a Capo di Ponte e il parco di Luine a Boario. Il percorso termine alle 18 con l’inaugurazione della mostra mercato di Pisogne dove don Cretti spiega le icone riportate su tavole antiche. Per informazioni, telefonare a don Angelo (0302002438) o alla famiglia Zana di Ono San Pietro (0364339383).
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er molti è un sogno, per altri resta un desiderio da approfondire. Sulle adozioni internazionali c’è una letteratura disparata, fatta di luoghi comuni (costi esorbitanti e tempi lunghissimi) anche perchĂŠ ci sono alcune associazioni (spesso le piĂš grandi e rinomate) che vanno oltre le direttive del Cai (Centro adozioni internazionali) e chiedono cifre insostenibili (lo standard imposto dal Governo è di 16.500 euro). In alcuni casi servirebbe, forse, un maggiore controllo dello Stato. Da anni nel Bresciano è attiva l’associazione filantropica SĂŁo Josè che garantisce una preparazione delle coppie (il rischio è quello di idealizzare il bambino, di “costruirloâ€? a tavolino) e la fase post adozione, cioè “insegnaâ€? a fare i genitori. Determinante il contributo di due psicologi (Vittorio Padula e Germano Pasquali), dell’assistente sociale e di un sociologo. Il presidente della SĂŁo Josè è Angelo Giacomini (il vicepre-
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rage parentale), mentre le famiglie italiane in molti casi prediligono un solo figlio. Certo da parte di alcune coppie servirebbe anche un po’ di elasticità , perlomeno sull’età : il dono non ha misura. L’Associazione opera nel campo dell’adozione internazionale (è l’unica a Brescia riconosciuta dal Ministero) dal 1992 attraverso due strutture: una principale alla Pavoniana, dove si tengono i corsi delle coppie, e una operativa (a Rezzato) donata dalla famiglia Tamburini. Il suo raggio d’intervento è ampio e comprende una macroarea (la Lombardia, il Veneto, il Trentino Alto Adige e l’Emilia Romagna). Chi chiede l’adozione, diventa socio dell’associazione e inizia a collaborare (sempre nello spirito della gratuità ) nell’organizzazione delle feste, ma anche nell’allestimento dei container che partono per l’estero. Alla coppia viene fatta una proposta informale (spetta ai genitori l’ultima parola) di adozione corredata da una scheda del ragazzo/a; i tempi possono essere an-
che molto brevi. São Josè non è attiva solo nell’adozione internazionale (anche a distanza), ma invia aiuti per le necessità locali, costruisce asili/scuole (fra le ultime la realizzazione di una scuola per sordomuti e di una casa di accoglienza per i bimbi di strada) non solo in Brasile ma anche in Africa. In questi anni è stata sviluppata una collaborazione con gli enti religiosi (i Comboniani, i Pavoniani, le suore di Filippo Sbardone e i Padri della Divina Provvidenza) che possono cosÏ ga-
rantire una continuità nel tempo. Uno dei prossimi progetti prevede l’apertura – con i padri Somaschi e con un contributo del Governo – del raviolificio Fßlmen (in memoria di Agostino Fracassi) a Uberaba. Giacomini conosce il Brasile da piÚ di 50 anni e, in molte delle costruzioni, ha coinvolto anche il cognato Piero, muratore e al tempo stesso responsabile sul posto dei lavori. E anche questo è il segno di un volontariato vincente. Per informazioni, 0302590066.
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L’amministrazione comunale ha avviato, anche in funzione di nuovi servizi di mobilitĂ , lo studio per la pedonalizzazione del centro storico. La modalitĂ consiste in un progetto di pedonalizzazione progressiva, da attuarsi in piĂš step, partendo da piazza Paolo VI, corso Mameli, piazza Loggia, ed estenderlo in corso Zanardelli e via X Giornate. Fino a tempo indeterminato è istituita la “area pedonaleâ€? sulle carreggiate est e ovest e riquadri centrale e sud di piazza Paolo VI, nel tratto, antistante il Duomo Nuovo e Duomo Vecchio, compreso tra via Cardinal Querini e via Trieste. Ăˆ aperto al traffico il varco collegante via Trieste e via X Giornate, con istituzione dell’obbligo di fermarsi e dare la precedenza “stopâ€? sulla via Trieste stes-
sa nei confronti di via X Giornate; è aperto al traffico il varco collegante via padre Giulio Bevilacqua e via X Giornate, con istituzione dell’obbligo di fermarsi e dare la precedenza “stopâ€? sulla via P.G. Bevilacqua stessa nei confronti di via X Giornate. Il varco di controllo per gli accessi in ztl di via Cardinal Querini, è attivo per la rilevazione 24 ore su 24; è ribadita l’istituzione di zona traffico limitato sulla via stessa e sulla parte nord di piazza Paolo VI. Istituita l’“area pedonaleâ€? su corso G. Mameli, nel tratto compreso tra via Pace (Pallata) e via Paitone, con accesso e uscita consentiti dal lato ovest (Pallata) per i veicoli adibiti alle operazioni di carico/scarico merci nella fascia oraria compresa dalle ore 6.30 alle 10 dal lunedĂŹ al venerdĂŹ.
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Un nuovo mezzo di trasporto per gli anziani e i disabili. La collaborazione tra il Comune di Verolanuova e la societĂ â€œTailai Srlâ€? di Modena procura in comodato d’uso gratuito un furgone Fiat Doblò, attrezzato per il trasporto di anziani, disabili o persone svantaggiate. Il progetto prevede non solo il comodato d’uso per quattro anni del furgone di nuova immatricolazione ma in caso di rinnovo della collaborazione
Dal 29 al 31 luglio all’oratorio di Quinzanello è di scena la Festa del pesce che si concretizza ogni anno grazie al lavoro di centinaia di volontari. Nella piccola frazione di Dello si rinnova dunque anche quest’anno l’atteso appuntamento. Le specialità servite a tavola saranno soprattutto quelle di mare, sarà però disponibile anche un menÚ a base di piatti di cucina gastronomica locale. Nell’organizzazione sono coinvolti un centinaio di volontari.
MercoledĂŹ 10 agosto festa di San Lorenza patrono della comunitĂ parrocchiale a Verolanuova. Due gli appuntamenti dalla parrocchia per la giornata: alle 20 la Santa Messa solenne in Basilica, lo spettacolo dell’associazione culturale “Ca’ luogo d’arteâ€? che presenta “Dura crostaâ€?, un divertente momento adatto sia ai bambini e ragazzi che agli adulti. In scena : Zeno Bercini e Massimiliano Grazioli, e il verolese Alberto Branca.
prevede di donare il mezzo di trasporto all’ente pubblico beneďŹ ciario del servizio. La societĂ â€œTailai Srlâ€? ha provveduto ad acquistare il furgone Fiat con la copertura economica offerta da alcune ditte locali, interessate a fare conoscere il proprio marchio, che verrĂ riprodotto sul mezzo di trasporto pubblico. Il Comune spenderĂ solo per il carburante, l’olio e la manutenzione necessaria del mezzo. (f.pio)
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ono passati circa due anni da quando il Presidente del consiglio inaugurò, con la posa della prima pietra nel cantiere di Urago d’Oglio, i lavori dell’autostrada Brebemi prevedendone la completa realizzazione entro quattro anni. CosÏ, raggiunta in questi giorni la metà dell’iter, è stato organizzato un convegno nel cantiere di Calcio, sulla sponda bergamasca dell’Oglio, per dare conto dell’avanzamento dei lavori e delle prospettive per il futuro. Presenti molte figure istituzionali, dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni al viceministro per le Infrastutture Roberto Castelli, da Francesco Bettoni – presidente della società di progetto Brebemi spa – all’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo. Assenti invece il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli. Una panoramica generale sui lavori compiuti finora è stata affidata ad un video di presentazione, mentre gli interventi dei relatori si sono concentrati soprattutto su alcune tematiche relative alla loro prosecuzione. Dopo aver dato notizia della copertura totale dei costi relativi al progetto grazie a contributi bancari, Francesco Bettoni ha giustificato gli aumenti dei costi fino a quasi due miliardi con le opere di mitigazione e completamento del tracciato auto-
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di Intesa San Paolo, ha sottolineato alcuni aspetti piÚ prettamente economici, quantificando in 10 miliardi di euro l’apporto fornito dall’opera al Pil nazionale. A margine del convegno, a proposito dell’interazione con gli enti locali, il presidente provinciale Molgora ha sottolineato il proprio ruolo nel mantenimento delle opere di compensazione in territorio bresciano. Non solo Brebemi. Un aspetto importante sul quale durante il convegno si è posto l’accento da parte di tutti i relatori intervenuti, è la collocazione dell’autostrada all’interno del sistema viario della Lombardia, un sistema il piÚ possibile integrato, che consenta un movimento fluido di merci e persone. In quest’ottica le opere piÚ importanti sono quelle che collegheranno la nuova arteria autostradale con le infrastrutture esistenti, cioè la Tem (acronimo che sta per Tangenziale est esterna di Milano) che consentirà l’ingresso nel capoluogo lombardo e il raccordo Ospitaletto-Montichiari. Inoltre sono in cantiere anche altre infrastrutture, non direttamente collegate a Brebemi, tra le quali merita una menzione particolare la Pedemontana, che correrà nella parte piÚ settentrionale della pianura padana e per la quale è prevista un raccordo con Brebemi in prossimità di Milano. Per questi progetti sono stati stanziati in tutto 10 miliardi di euro.
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generi di consumo, ma anche autentica “cultura materialeâ€?, contribuendo alla deďŹ nizione e al consolidamento dell’identitĂ complessiva della comunitĂ . La seconda è rappresentata dal ritorno nella Rocca degli artisti e delle loro opereâ€?. La rassegna, iniziata il 20 luglio, durerĂ ďŹ no all’11 settembre. Numerosi gli appuntamenti, fra cui ďŹ lm, concerti e spettacoli teatrali. Il prossimo è il concerto per quintetto d’ottoni, con il gruppo Brass che proporrĂ
musica classica e moderna. La serata musicale, domenica 28 agosto alle 21, è ospitata a palazzo Girelli di Borgo Poncarale. Contestualmente sarĂ allestito uno stand di degustazione di vini a cura delle aziende del Consorzio tutela dei vini di Capriano del Colle. Di rilievo l’appuntamento del 9 settembre, giorno in cui prende il via “Poncarale e Borgo in festaâ€?. La manifestazione si apre con il concerto della Banda di PoncaraleFlero, dedicato al 150° anniversario
dell’UnitĂ d’Italia, e si conclude domenica 11 con la “Festa del toroâ€?. “Nell’esprimere soddisfazione per il numero e la qualitĂ degli eventi – conclude il sindaco Migliorati – formulo l’auspicio che essi possano incontrare il gradimento dei nostri concittadini ed esprimo sentita gratitudine, a nome dell’amministrazione, a tutti coloro, persone ed enti, che con generositĂ e intelligenza si sono adoperati e si adopereranno per il felice esito della manifestazioneâ€?. (mtm)
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n no convinto. Il consiglio comunale di Capriano del Colle si è riunito, sotto gli occhi attenti del comitato civico Salute e Ambiente dei cittadini, per decidere della spinosa proposta di insediamento di una nuova centrale termoelettrica ad oli vegetali, palma e colza in prevalenza. Un no unanime ne è emerso. La giunta comunale aveva già espresso parere negativo alla Provincia che, dopo una iniziale forte resistenza, sembra essersi lasciata convincere dalle motivazioni del no e non essere piÚ intenzionata ad un’approvazione d’ufficio del progetto. Il Comitato spontaneo di cittadini ha raccolto in pochi giorni centinaia di firme e ha affiancato la giunta nella presa di posizione contraria al progetto per una serie ben definita di motivi. PerchÊ l’impianto da 3,6 megawatt proposto dalla azienda Sei di Bergamo sarebbe ubicato troppo vicino alle case, via Carlo Alberto Dalla Chiesa si trova a meno di 80 metri dall’abitato. PerchÊ questo tipo di Centrale termica produrrebbe rumori, vibrazioni; odori. PerchÊ emetterebbe inquinanti: polveri sottili pm 10 (ne sarebbero prodotti circa 40 kg al giorno) e pm 2,5 in una zona già fortemente provati dalle fornaci della Danesi e dall’alta densità di traffico proveniente dalla Sp IX e della Sp 19. PerchÊ Capriano, infine, è una zona di viticoltori e un
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re dei certificati regionali emessi per favorire questi impianti. La centrale, che sarebbe composta da quattro impianti non cogenerati per un totale di otto motori da 455 chilowatt di potenza, brucerebbe quasi 22 tonnellate di olio vegetale al giorno. Un dato significativo perchÊ la produzione di olio di colza e altri biocombustibili è legata al problema della necessità di colture estensive, che richiedono grandi superfici di terreno, sottratte alla produzione di grano per il consumo alimentare. Inoltre queste estese coltivazioni si trovano prevalentemente in America Latina e in India, i lunghi viaggi per il trasporto via mare dei combustibili comporterebbe un significativo grado di inquinamento sminuendo immediatamente l’unico valore di questi impianti e cioè che il biocarburante inquina il 98% in meno del normale gasolio. Le sorti del progetto si decideranno a settembre nella conferenza di servizio alla quale parteciperanno, oltre al Comune di Capriano, la Provincia, l’Asl e l’Arpa. Nel frattempo le opposizioni hanno invitato il sindaco e la sua giunta a lavorare per fornire una linea di difesa forte dei dati scientifici necessari ad arginare la proposta dell’azienda bergamasca. Anche il comitato civico non intende arrendersi e ha già organizzato per settembre un incontro pubblico con don Scalmana dell’Ufficio di pastorale del creato.
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che va ad inserirsi nella macrostoria nazionale. Si inizierĂ con un seminario teatrale-residenziale (dall’8 al 20 agosto), con la partecipazione di attori provenienti da vari Paesi europei, il clou della rassegna è in programma il 18, 19, 20 agosto alle ore 20.30 nella localitĂ Trivellini di Montichiari. “La didattica del seminario – spiega Marina Beatini dell’associazione I saggi e i folli – verte sull’esperienza del barattoâ€?, cosĂŹ come sperimentato dall’Odin Teatre
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‡Â?‘ Š‹‡•ƒ ‹Â? …ƒ•…‹Â?ƒ da molti anni. Docenti saranno i percussionisti Rita Superbi e Catia Castagna, Mauro Vizioli, che si occupa di lavoro sulla maschera e Mariko Irie, attrice giapponese allieva della Accademia d’arte drammatica di San Pietroburgo. Ad essi si afďŹ ancheranno alcuni studiosi di quella cultura popolare locale e sovralocale che verrĂ rappresentata in scena, realizzando il momento del “barattoâ€? di culture. L’evento è a ingresso libero; per informazioni: 030/9656309. (f.m.)
VenerdÏ 28 luglio festa dei martiri Nazaro e Celso ai quali è dedicata la chiesetta della cascina Pluda di Leno sulla strada campestre per Calvisano. Alle 20.30 mons. Franco Bertoni (nella foto), ex curato della parrocchia di Leno negli anni sessanta, celebrerà la Messa alla quale seguirà la festa. Da giugno a settembre la chiesa è aperta dalle ore 15 alle 17. All’interno i visitatori possono trovare tutte le informazioni storiche sulla costruzione. Info al 0309038463.
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n’edizione feliceâ€?. Richiamando il tema scelto per quest’anno, Francesca Nodari commenta cosĂŹ il successo della manifestazione che anche quest’estate si è spostata tra piazze, cascine e chiese della Bassa offrendo alle persone la possibilitĂ di serate di alto livello con relatori d’eccezione. L’idea di un festival itinerante e distribuito su un lungo periodo, innovativa rispetto a quelli tradizionali, si è rivelata vincente e apprezzata da tutti i partner dell’iniziativa, riuniti a Palazzo Loggia per la conferenza di chiusura. Per il Comune di Brescia, per esempio, l’assessore alla cultura Andrea Arcai ha espresso grande soddisfazione in proposito: “Abbiamo offerto patrocinio e contributo perchĂŠ in questa iniziativa crediamo davvero e ci auguriamo che possa continuare ed aumentare la capacitĂ di accoglienza delle persone. Sosteniamo volentieri iniziative private che possano essere utili alla comunitĂ , secondo il principio della sussidiarietĂ â€?. I medesimi giudizi positivi sono venuti anche dai rappresentanti della Bcc di Pompiano Franciacorta e di Cogeme, sponsor economici del Festival, nonchĂŠ dai sindaci dei paesi coinvolti, su tutti Andrea Ratti di Orzinuovi e Simona Plodari di Brandico. Tra le novitĂ di quest’anno gli
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una Francesca Nodari emozionata quella che ha disegnato un quadro d’insieme dell’edizione 2011 di “Filosofi lungo l’Oglioâ€?, proponendo una chiave d’interpretazione unitaria della manifestazione: “Il nostro Festival è cresciuto da tutti i punti di vista, ad oggi abbiamo avuto in tutto circa 6200 spettatori, moltissimi dei quali di giovane etĂ . Un altro dato che ci conforta è l’aumento dei numeri di visitatori sul nostro sito, quasi raddoppiato rispetto allo scorso anno. Anche nei Comuni che per la prima volta sono stati coinvolti nel nostro lungo peregrinare nel suggestivo paesaggio della nostra Bassa, come Dello e Brandico, abbiamo avuto un’ottima risposta di pubblico, attestatosi sulle 450-500 personeâ€?. Il motivo di tanto successo va ricercato, secondo la Nodari, nella risposta che un evento del genere fornisce ad un “bisogno socialeâ€? avvertito dalla gente, secondo la definizione coniata da Bernhard Casper. L’organizzazione ha annunciato per i primi mesi del 2012 la nascita di un’iniziativa che può in qualche modo essere considerata una “costolaâ€? di “Filosofi lungo l’Oglioâ€?. Gli stessi attori dell’iniziativa che da sei anni porta la filosofia nei paesi della Bassa saranno impegnati tra gennaio e febbraio del prossimo anno in un ciclo di incontri dedicati alla Giornata della memoria.
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‘Ž‘‰Â?‡ Â?ƒ Â?‘•…Š‡ƒ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‘Â”Â‹ÂœÂœÂ‘Â?–‡Ǎ A Cologne si torna a parlare di spazi per luoghi di culto. “Una comunitĂ civile deve attuare tutte le possibilitĂ per integrare al meglio le persone nel tessuto sociale – ha ribadito il sindaco Danilo Verzeletti, durante l’ultimo consiglio e in risposta alle accuse lanciate dal Gruppo Lega Nord che ha invitato “a riettere sulle ripercussioni sociali che la realizzazione di un’eventuale moschea a Cologne potrebbe comportareâ€?. “Si tratta di garantire l’esercizio di un
fondamentale diritto civile e religioso – speciďŹ cano dal Comune – : la relazione della Variante di salvaguardia adottata il 2 dicembre 2009 affermava che non erano piĂš consentiti luoghi di culto nella zona residenziale e che il Comune avrebbe individuato i luoghi dove sarebbe stato possibile esercitare il cultoâ€?. Ora la variante deďŹ nitiva al Pgt è in corso d’adozione e l’Amministrazione ha individuato una zona da adibire a luoghi di culto per le necessitĂ dei colognesi:
si tratta di un’area ubicata lungo la strada per Palazzolo, subito a ovest di via Peschiera appena superata la rotonda. “Precisiamo che tale individuazione – precisano dal Comune – non signiďŹ ca l’insediamento di questo o quel culto: ogni decisione sarĂ presa sulla base delle richieste, solo dopo la stipula di una convenzione e gli oneri ďŹ nanziari saranno a carico degli eventuali acquirentiâ€?. Mentre prosegue la raccolta ďŹ rme della Lega contro la Variante al Pgt,
nell’area di via Brescia oggetto di polemiche il 25 luglio si è svolto coinvolgendo i Comuni limitroďŹ il comizio “Moschea? No grazieâ€?. In merito ai dati tecnici, si parla di un appezzamento di circa 1320 mq, su cui potrebbe sorgere una moschea dalla capienza massima di 150 persone e dotata di un eventuale minareto non piĂš alto però di 12 metri. La discussione proseguirĂ il 28 luglio durante l’assemblea pubblica sul Pgt alle 20.30 alle scuole medie. (a.s.)
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a Franciacorta ricicla sempre di piĂš e... sempre meglio. Ăˆ la situazione generale che emerge dalla classifica dei “Comuni ricicloni 2011â€? recentemente divulgata da Legambiente, a seguito di un’oculata analisi focalizzata non solo sulla quantitĂ di raccolta differenziata, ma anche sull’insieme di tutte le buone pratiche atte a incentivare una responsabile e piĂš attenta riduzione dei rifiuti, a partire dall’introduzione di adeguate tariffe. Nonostante in cima alla lista svetti il Comune mantovano di Roverbella (detentore di un indice di buona gestione pari al 78,4%), in seconda posizione si piazza infatti il borgo franciacortino di Paderno col 77,3%, seguito a poco da Coccaglio, al quinto posto col 76% di buona gestione. Il settimo posto se lo è aggiudicato invece Travagliato, col 75,7% e vincitore tra l’altro della classifica interna dei comuni lombardi con piĂš di diecimila abitanti, subito rincorso da Adro
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dice di buona gestione), mentre tra quelli piĂš ristretti (sotto i 10mila abitanti) resta sul podio Paderno, Coccaglio al quinto gradino e Adro all’ottavo. In termini di virtuosismi nella gestione dei rifiuti, risulta dunque una panoramica positiva per quanto riguarda la zona della Franciacorta, particolarmente attenta ad introdurre buone pratiche che incentivino al miglioramento della raccolta. Da non sottovalutare inoltre, allargando gli orizzonti verso cittĂ e provincia, che Brescia è stata scelta dalla Regione come laboratorio di sperimentazione per la riduzione dei rifiuti e che ha portato, da gennaio a settembre 2010, a risparmiare qualcosa come 145.670 kg di rifiuti (ogni bresciano annualmente produce in media 597 kg di rifiuti), mentre prendendo in rassegna i 206 Comuni bresciani solo 24 sono stati considerati ricicloni. In una recente nota divulgata dall’associazione ambientalista si apprende anche che “Brescia risulta seconda, dopo Milano
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e Monza, per la diffusione dei pannolini lavabili e l’applicazione di criteri piÚ puntuali per la designazione della tariffa; che è la prima provincia per la piÚ alta presenza di punti acqua sul territorio (68), prima a pari merito con Milano per i distributori di detersivi alla spina (25), seconda per gli erogatori di latte crudo (71) e, nonostante sia ferma oggi col 41%, il piano strategico provinciale per la riduzione dei rifiuti ha stabilito di toccare nel 2016 la quota del 65% di raccolta differenziata�.
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Il 4 e il 5 agosto, presso il Santuario di Gandizzano, frazione di Sale Marasino, verrà celebrata la festa della Madonna della Neve. L’edificio sacro, un tempo dedicato alla Madonna della Misericordia, ben raffigurata nella statua lignea conservata sul polittico dell’altar maggiore, vede la sua ultima intitolazione alla Madonna della neve. Il simulacro, opera seicentesca di Giuseppe Bulgarini, si presenta molto particolare, in quanto è l’unico, nella zona, a raffigurare la Madonna in dolce attesa. La festa inizierà giovedÏ 4 agosto con il S. Rosario solenne presso il Santuario alle ore 20. VenerdÏ 5, memoria liturgica della Madonna della neve, il Santuario resterà aperto tutta la giornata per le visite da
parte dei fedeli. Alle 8.30 il canto delle lodi ed alle 19.30 la S. Messa solenne durante la quale verrĂ recitata la preghiera e cantato l’inno alla Madonna di Gandizzano, come atto di affidamento della comunitĂ salese alla sua “Maduninaâ€?. Alle ore 20.15 cena a buffet con oltre 30 pietanze preparate per l’occasione da alcune donne salesi (per prenotazioni telefonare al 329.43.13.501 o 338.32.93.378). Alle 21 la tradizionale supertombola con ricchi premi e alle 22 lo spettacolo “Nevicata miracolosaâ€?, suggestiva rievocazione in ricordo della nevicata avvenuta il 5 agosto del 352 sul colle Esquilino a Roma. Tutto il ricavato verrĂ interamente devoluto per il restauro del Santuario della Madonna di Gandizzano.
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Il contributo dato da Cevo per la sconďŹ tta del fascismo e del nazismo e la conseguente riconquista della libertĂ e della democrazia in Italia e in Europa, è stato senz’altro un fatto emblematico che ad oltre 60 anni da quegli avvenimenti fa sentire gli abitanti orgogliosi e ďŹ eri di appartenere a questa comunitĂ . La lotta partigiana, le sofferenze sopportate dalla popolazione, le deportazioni nei campi di concentramento, l’incendio e la distruzione del paese il 3 luglio
Presso il piazzale adiacente al Centro sportivo in quel di Borno, è stato consegnato alla popolazione, nel contesto della giornata dedicata al volontariato organizzata dalla Protezione civile, un nuovissimo deďŹ brillatore portatile. La macchina è di estrema importanza perchĂŠ rappresenta l’unica possibile ancora di salvezza in caso di arresto cardiaco persistente. L’iniziativa è stata promossa dal
1944 a opera dei fascisti, sono fatti, avvenimenti e insegnamenti che questo paese non può consegnare alla storia solamente attraverso la lettura dei libri; per questo è stato realizzato il Museo della Resistenza della Valsaviore (l’ediďŹ cio è intitolato al “3 luglio 1944â€? ed è adiacente al piazzale e al monumento alla Resistenza); è aperto nei seguenti orari: tutte le domeniche ďŹ no al 28 agosto dalle ore 14 alle ore 18; dal 7 al 21 agosto tutte le sere dalle 20.30 alle 22.30.
circolo culturale “La Gazzaâ€?. C’è da ricordare che Borno è distante non meno di venti minuti d’auto dal primo presidio ospedaliero (Esine) e che, nel caso di qualche accidente cardiaco, magari anche solo qualche minuto può fare la differenza. Il deďŹ brillatore è uno strumento elettronico di ultima generazione, in grado di effettuare in completa autonomia una diagnosi di arresto cardiaco e decidere se effettuare un intervento di scarica attraverso
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elettrodi e di ripetere in caso di necessitĂ la procedura, sino al raggiungimento del riequilibrio. L’utilizzo dell’apparecchio da parte di personale anche non strettamente addetto ai lavori è stato reso possibile da corsi appositamente organizzati in Borno nei mesi precedenti, che han visto la partecipazione di oltre 30 volontari. “La Gazzaâ€? si augura che l’iniziativa possa aver seguito presso altre comunitĂ della Valle Camonica.
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al 30 luglio al 7 agosto 2011 Pescarzo di Capo di Ponte si vestirĂ a festa per la XII esposizione itinerante di arti visive e mestieri. Il piccolo borgo medievale situato al centro della Valle Camonica si trasforma in centro di arte e creativitĂ ad opera di oltre 60 maestri artigiani in parte portatori della sapiente tradizione locale ed in parte provenienti dal resto d’Italia. Cortili, involti, cantine vengono trasformati in botteghe; le strade sono illuminate dalla luce soffusa di mille torce; i vicoli risultano animati da spettacoli e dalla presenza di migliaia di persone che danno vita ad una grande festa. Ai piedi del monte Concarena, che fa da cornice a questa suggestiva manifestazione, gli artigiani si cimentano nei piĂš svariati generi artistici: dalla scultura alla pittura, dalla tessitura all’intaglio del legno, dall’oreficeria al ricamo, dalla lavorazione della pietra e della ceramica alla fotografia ed all’intreccio di vimini. Quest’anno gli organizzatori hanno lavorato alacremente per inserire alcuni elementi di novitĂ rispetto alle edizioni passate. Si parte anzitutto dalla “tematizzazioneâ€? della mostra: la caratteristica saliente è quella del “viaggio in Italiaâ€?. Un simbolico itinerario, storico e geografico è stato previsto per questa tornata di “ImmaginArtiâ€?. Un
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singole differenze locali e regionali. Il “viaggio in Italiaâ€? è anche la linea guida della proposta spettacolare, molto ampia ed eterogenea, che accompagnerĂ i nove giorni di apertura della mostra mercato: si troveranno spettacoli di strada, musica, concerti che ravviveranno le vie del paesino di montagna. Si percorrerĂ l’Italia in lungo ed in largo, raccontando le sue tradizioni musicali regionali; il pubblico verrĂ accompagnato in un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta delle musiche del passato che ricordano l’infanzia, la giovinezza: ognuno cosĂŹ riscoprirĂ un pezzo della sua storia, magari con un po’ di nostalgia. Tra le novitĂ emerge poi sicuramente un elemento degno di nota: quest’anno “ImmaginArtiâ€? ospiterĂ oltre il 40% di nuovi artigiani-espositori, alcuni dei quali provenienti dalle piĂš prestigiose manifestazioni nazionali, con prodotti di straordinaria qualitĂ . Nel programma: sabato 30 luglio: Lorenzo Baronchelli e Mirko e Malò. Domenica 31: Teatro viaggiante e Compagnia della Vocata. LunedĂŹ 1 agosto: Claudio Carboni trio. MartedĂŹ 2: Piccola orchestra del Mediterraneo. MercoledĂŹ 3: Fanfara e cori. GiovedĂŹ: “Carlotti Ensembleâ€?. VenerdĂŹ: concerto dei “Cisalpipersâ€?. Sabato Clown e Bedizzole Band. Domenica: concerto de gli “Idilliaciâ€?. Per informazioni www.capodiponte. eu, oppure: tel. 3346575628.
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‘Â?…‡•‹‘ Dz ‹ƒ‰‰‹ ‡ Â?Â‹Â”ÂƒÂ‰Â‰Â‹Çł ‹Â? ‹„Ž‹‘–‡…ƒ Continua anche quest’anno la rassegna “Viaggi e miraggiâ€? che la Biblioteca comunale di Concesio ha proposto in questi ultimi anni. Cominciata lo scorso 5 aprile con uno spettacolo a cura di Flora Zanetti e proseguita con due appuntamenti di cineforum (“Mars: dove nascono i sogniâ€? e “Nostalghiaâ€?), l’edizione 2011 si appresta a entrare nel mese di maggio con altri tre eventi. “Anche quest’anno – dice Enrica Rizzini, assessore alla Cultura – la
Commissione della biblioteca ha ritenuto opportuno continuare l’esperienza della rassegna che, lungo un percorso fatto di testimonianze, immagini, musica, cultura, cibo e cinema cerca di riunire l’interesse delle persone verso aree geograďŹ che lontane, con l’auspicio di incontrare la curiositĂ della gente e offrire il piacere di nuove scoperteâ€?. Una scelta che quest’anno è ricaduta sulla Russia, Paese di grandi cittĂ , grandi paesaggi e vasta arte
culinaria. Proprio il cibo è al centro di “Cene russeâ€?, due pranzi nella casa Alberina di via Mattei (a ďŹ anco della biblioteca) con menĂš tipici della tradizione gastronomica russa: il primo martedĂŹ 3 maggio, il secondo martedĂŹ 10 maggio con un massimo di 54 posti disponibili per ogni pranzo (la quota è di 8 euro, per iscrizioni: 0302184141). GiovedĂŹ 5 maggio saranno gli spazi della biblioteca a ospitare alle 20.45 “Viaggio letterarioâ€?, un recital a cura di Beppe Valenti con musiche di
Nicola Panteghini. InďŹ ne, chiusura della manifestazione venerdĂŹ 13 maggio sempre alle 20.45 presso la biblioteca comunale con un concerto di musica folklorica russa e dell’Europa orientale. “Una serie di iniziative – aggiunge Enrica Rizzini – che speriamo possano incuriosire, appassionare, suscitare desiderio di conoscenza e di viaggio nei partecipanti, confermando l’importante ruolo della biblioteca come centro attivo di vita culturale e di socialitĂ â€?. (a.a.)
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he cosa può portare un chimico valtrumplino da un’azienda di Paderno Franciacorta al Cern di Ginevra? A spiegarcelo è il 40enne Maurizio Deltratti, laureatosi in Chimica all’UniversitĂ di Parma e direttore di produzione alla Lead Extrusions (www. leadextrusions.com), impresa che produce piombo a freddo nel settore petrolchimico e meccanico. “L’anno scorso ci ha contattato il professore Michele Livan, direttore del Dipartimento di Fisica nucleare e teorica all’UniversitĂ di Pavia, collaboratore del Cern e uno dei primi che negli anni Settanta cominciarono a costruire acceleratori di particelle; ci aveva trovato su internet e alla richiesta se fossimo in grado di produrre una sottilissima lamina di piombo da utilizzare al Cern non abbiamo esitato un attimo, spinti anche dalla passione per la ricerca scientificaâ€?. Dunque, qual è stato nello specifico il vostro contributo al Cern di Ginevra? In sostanza noi ci siamo messi al lavoro dallo scorso ottobre per perfezionare una lamina di piombo che fosse spessa quattro decimi di millimetro e andasse poi a sovrapporsi ad altre lamine uguali in un parallelepipedo lungo due metri e mezzo: ciascuna di esse doveva servire a
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un componente prototipo del rilevatore, ossia un calorimetro con lo scopo di misurare la quantità di energia prodotta e capire quante particelle passano. Quale può essere il futuro della vostra applicazione, considerati i tempi della ricerca? I tempi della ricerca sono molto lunghi e può darsi che il nostro prototipo sia l’embrione per realizzare calorimetri piÚ efficienti che possano poi servire ad altri esperimenti, con effetti a breve termine o che saranno in grado di vedere i nostri figli; cosÏ come potrebbe invece non trovare applicazione. D’altra parte, questa è la ricerca, sempre alla rincorsa di soluzioni da sperimentare per dare risposta a questioni e teorie ancora incomplete come quelle della relatività e della meccanica quantistica, cui manca ancora una visione d’insieme. Dagli scontri fra particelle ne nascono altre sconosciute e tuttora gli scienziati sono alla ricerca del famigerato bosone di Higgs, particella elementare ipotetica, responsabile della massa delle particelle. Particelle a noi invisibili che, insieme alla ricerca di quella materia oscura che sarebbe causa della non dispersione delle galassie, la ricerca può scovare anche grazie al dettaglio di un piccolo rilevatore assemblato da un chimico della Valtrompia.
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Il Cern è l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare e si trova a Ginevra, al conďŹ ne tra Svizzera e Francia. Al suo interno è ospitato il Large Hadron Collider, ossia l’acceleratore di particelle piĂš potente ďŹ nora realizzato, che ha cominciato a essere sviluppato nel 1986, è stato costruito nel 2000 e acceso con le prime collisioni di particelle nel 2010. L’anno prossimo l’acceleratore verrĂ spento per un anno per motivi di manutenzione. Lavora otto mesi all’anno, perchĂŠ consuma una quantitĂ enorme di energia e non ha le risorse sostenere le spese di un anno intero. Al suo interno lavorano piĂš di 7.000 ďŹ sici. Atlas è un rilevatore di 46 metri con un diametro di 25 e sull’apposito sito web (atlas.web. cern.ch) se ne possono seguire i risultati in diretta.
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Per una giornata diversa al Museo I Magli. Rivive la vecchia fucina, attiva dal XV al XX secolo, a metĂ strada tra l’ofďŹ cina e la fabbrica per imponenza degli impianti e modalitĂ lavorative. Non solo la ricostruzione della storia della fucina di Valgobbina, consentita dalle ricerche di studiosi locali, ma anche il recupero della memoria sedimentata in questo luogo del lavoro ha rappresentato una coordinata di fondo della messa a punto e nella realizzazione del
Al campo sportivo comunale dal 28 al 31 luglio va in scena la 5ÂŞ Festa del cacciatore con il consueto sfondo beneďŹ co. Sono previsti stand gastronomici con piatti tipici, musica dal vivo, pista da ballo, giochi gonďŹ abili gratuiti per bambini e molto altro. Le serate musicali vedranno protagonisti i gruppi locali Dust soul, Cantina 14, Tosio & The Sbehecc, il cantautore bresciano Charlie Cinelli, le orchestre Janita music e Daniele Cordani. Alle novitĂ in campo gastronomico vanno
progetto museale dei Magli di Sarezzo. Innanzitutto la memoria dell’ex proprietario, Roberto Sanzogni, e di alcuni dei numerosi lavoranti che sono passati in questa fucina dal XVI secolo in questa stessa fucina. Il Museo resta aperto tutto l’anno, la domenica e i festivi, dalle 14 alle 18. Ăˆ possibile effettuare visite guidate ogni giorno della settimana per gruppi di almeno 25 persone previa prenotazione telefonica con almeno 15 giorni di anticipo.
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aggiunte la gara di minicross per bambini organizzata dagli Amici del Motoclub Nave, lo show di tiro a volo di Raniero Testa del Team Benelli e l’esibizione di ballo latinoamericano dei bambini della societĂ Studio Danza. Sabato e domenica esibizione di tiro a volo di Raniero Testa “Trick Shooterâ€? del team Benelli. Come di consueto parte del ricavato verrĂ devoluto al Centro di supporto ďŹ brosi cistica del presidio Ospedale dei Bambini. L’ingresso è libero.
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el 1986 era da poco arrivato come parroco don Luigi Bellini (indimenticato arciprete fino al ‘97) mentre l’allora curato era don Daniele Faita. All’oratorio l’unica realtĂ sportiva ufficialmente organizzata era il Tennis-Club Marcheno fondato nel 1969 da un gruppo di 13 amici col sindaco Giovanni Fausti: avevano realizzato il campo da tennis sul terreno messo a disposizione dal parroco don Ernesto Moscardi. Ăˆ passato nel 1983 alla parrocchia: dopo aver raggiunto i 150 iscritti, organizzato tornei, era in difficoltĂ . Giocava sul campo dell’oratorio anche l’esterna F.C. Marcheno fusa poi con l’A.C. Lodrino. Si progetta la Polisportiva: don Daniele ha bisogno di un presidente laico e chiama Angiolino Zubani (primo presidente) Giuseppe Caem (tesoriere), Mario Baresi. Il nucleo di fatto cresciuto col tennis. Subito la Polisportiva inizia a giocare nel Csi a pallone (6/7 squadre), a tennis (organizza un campionato provinciale) e nel 1993 si aggiunge la pallavolo femminile. Si erano costruiti gli spogliatoi nuovi, viene rifatto il fondo del
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nel campionato della Figc la squadra a 11 “Polisportiva oratorio Marchenoâ€?: l’anno dopo diventa “Polisportiva oratorio Marcheno-Elettrica Cargnoniâ€? e sarĂ sostenuta fino alla fine (2009) dalla ditta locale. Fiore all’occhiello diventa il Torneo delle Frazioni (giunto quest’anno alla 16ÂŞ edizione e vinto da Brozzo Lattoneria Lombarda), momento di rivalitĂ antiche e grande aggregazione. Una convenzione col Comune riconosce la valenza pubblica del sodalizio oratoriano e regola le modalitĂ di collaborazione. La Polisportiva diventa “associazione dilettantisticaâ€?. Nel 2006 gli succede Luciano Fausti con vice Luigi D’Angelo, segretario Francesco Zubani, amministratore Cristina Fausti e responsabile tecnico Pasquale Serio. Nel 2008/2009 la squadra di tennis vince il campionato provinciale Csi. Nei cinque anni trascorsi è continuata la presenza sul territorio in collaborazione con le altre realtĂ sportive; la partecipazione attiva alle iniziative comunali (Natale dello Sportivo); l’apertura ad altri sport (calcio e pallavolo femminile). Attualmente i tesserati sono circa 100.
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,O 3DOLR GHOO¡2FD GD DQQL VXOOD VFHQD C’è un paese incastonato tra Valtrompia e lago d’Iseo dove prende corpo quel “fĂ nĂ le ocheâ€? spesso rivolto al pigro camminatore. Siamo a Polaveno, dove ormai da 25 anni si tiene il famoso Palio dell’Oca, che si concluderĂ domenica 31 luglio. “Sin dal 1986 il Palio vuole essere una festa patronale – dice il parroco don Mario Laini (nella foto) – un modo per coinvolgere l’intera comunitĂ polavenese nel ricordo di S. Anna (patrona insieme a S. Nicola vescovo). Un modo di incontrarsi che non si esaurisce nella sola giornata di celebrazione patronale (26 luglio), ma parte da lontano con la preparazione da parte dei contradaioli di una festa lunga una settimanaâ€?. I verdi del Castello, gli arancioni della Sorgente, i gialli della Fontana, i rossi della Valle e gli azzurri di Zoadello, queste le contrade che si sfidano nei sette giorni di prove e giochi. Una settimana che richiama gente da tutta la Valle e arriverĂ nel fine settimana al punto culminante: sabato 30 alle 19 la sfilata di carri allegorici fino al campo sportivo e in serata i fuochi d’artificio; domenica 31 scalata mattutina in bicicletta e in serata l’attesa gara delle oche. Gente che accorre per assistere alla curiosa sfida “animalescaâ€?: cinque oche impegnate in una corsa dalla parrocchiale al campo sportivo, guidate ciascuna da un contradaiolo munito di bastoncino ma che non può toccarle. Oche che corrono per portare punti alle rispettive squadre, perchĂŠ il Palio è un vero e proprio torneo di prove sportive. E alla fine, la contrada che met-
terà in carniere il maggior numero di punti potrà portarsi a casa l’ambito Palio, quel drappo decorato a mano che potrà conservare sino all’edizione successiva e diverrà di sua proprietà se riuscirà a vincerlo per due edizioni, anche non consecutive. Tutto questo è il Palio dell’Oca, festa che fino a domenica 31 luglio illuminerà Polaveno con migliaia di piccole bandiere colorate. (a.a.)
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‘Â?ƒ•–‡”‘ †‹ ‡”Ž‡ Dz ‹œ‹ ‡ Â˜Â‹Â”Â–ĂŽ †‡Ž •‡…‘Ž‘dz Il Monastero benedettino di S. Bartolomeo sul monte Orsino è luogo di meditazione spirituale. In questi ultimi anni si stanno concretizzando varie iniziative ďŹ nalizzate al recupero del ruolo originario di elevatezza spirituale svolto dall’antico cenobio, dal Medioevo al 1668, anno della sua soppressione. La parrocchia di Serle e il “Comitato pro San Bartolomeoâ€? da oltre un decennio organizzano l’apertura della chiesa e dell’ex Monastero tutte le domeniche
estive, da metĂ giugno a metĂ settembre, per visite guidate e per la celebrazione della S. Messa alle ore 17.30. Inoltre da quattro anni vi si svolge una rassegna di conferenze su “Vizi e virtĂš del XXI secoloâ€?. Tre gli appuntamenti proposti: il primo si è tenuto il 6 luglio con l’intervento del prof. Paolo Ferliga su “Consumismo e assenza del limiteâ€?; il secondo, mercoledĂŹ 27 alle ore 20.30, è sul tema “Non desiderare la donna – l’uomo d’altriâ€?: relatrice la prof.ssa Eliana
Zanoletti. L’ultimo appuntamento è per mercoledĂŹ 31 agosto con il prof. Giuliano Venieri che parlerĂ della compassione. Come ogni anno, nel rispetto di una tradizione secolare, l’ultimo weekend di agosto, per la ricorrenza di S. Bartolomeo si festeggierĂ la sagra dell’accoglienza dei pellegrini. Risalire la cima rocciosa del monte Orsino (934 m) signiďŹ ca per gli abitanti del luogo e per i fedeli riscoprire i segni di un passato glorioso, ancora attuale, di fede e di intensa spiritualitĂ . (e.n.)
te il lavoro di chi deve intervenire sul postoâ€?. Una applicazione della tecnologia che ha solo risultati positivi. “Grazie al lavoro attento e prezioso dell’Ana locale, della Protezione Civile, dell’Associazione genitori, della Scuderia Castello, di Ivo Gardumi e di Daniele Cibra, e dei tanti enti e istituzioni che ci hanno supportato in questa iniziativa che si è tradotta in realtĂ . E c’è spazio per un’ultima novitĂ , ancora legata alla tecnologia. “Abbiamo creato una vera e propria fotogallery dedicata al percorso, per agevolare ancora di piĂš l’utente. Insieme alla Protezione Civile, che ha svolto un ruolo importante anche a livel-
lo tecnico, abbiamo individuato una possibile area adatta all’atterraggio, in caso di emergenza, dell’elicottero. E inserito con il loro supporto anche le coordinate terrestri per agevolare il soccorso�. La Carta dei sentieri è reperibile negli uffici della Pro Loco.
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i grande utilitĂ e molto pratica. Una risposta valida alle esigenze dei tanti ospiti del nostro territorio, frutto di quell’attenzione costante che vogliamo migliorare, giorno dopo giorno, con cura e passioneâ€?. CosĂŹ Ermes Buffoli, assessore al Turismo del Comune di Toscolano Maderno, presenta la nuova Carta dei sentieri della cittadina gardesana. La Carta si sviluppa a conclusione di un lavoro di cartografia. “Di notevole importanza per il livello di dettaglio raggiunto nel tracciare e ‘spiegare’ qualcosa come 18 sentieri
adatti ai piĂš diversi livelli di utilizzatori. Una serie di percorsi che spazieranno in tutto il territorio di Toscolano Maderno, consentendo di scoprire vie nuove alternative alle consuete passeggiate e scorci di paesaggio di grande suggestione e panorami davvero mozzafiatoâ€?. Con una particolaritĂ in piĂš, rappresentata dalla disposizione ad anello di questi 18 sentieri, segnati con lettere e riproposti in tre lingue. Ogni tracciato è arricchito con particolari e informazioni adatteâ€?. Oltre alla carta, c’è internet. “Abbiamo usato al meglio le sue potenzialitĂ , per le applicazioni che si possono
connettere a questo nuovo modo di intendere il turismo e il trekking. La novità assoluta è che per spostarsi nel migliore dei modi abbiamo reso disponibili i sentieri sul web e dal web si possono scaricare in quattro diversi formati Gps forniti di relative coordinate satellitari. Questo significa potersi orientare direttamente via satellite, inserendo i dati nel Gps o collegandosi, seguire la mappa online su qualsiasi supporto, e, in caso di emergenza, come può accadere, identificare immediatamente la propria posizione, comunicarla alle squadre di soccorso e facilitare enormemen-
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Dopo il grande successo di pubblico, ottenuto nell’edizione 2010 del festival, il festival della chitarra continua a catturarci con una nuova edizione che ci accompagnerĂ nel corso dell’estate 2011. La rassegna denominata “Estate a 6 cordeâ€? prosegue con il concerto del 30 luglio nel Comune di Odolo al Museo del Ferro – Fucina di Pamparame alle 20,30. La serata prevede il concerto “Cafè Bordel – Flauto e Chitarraâ€? eseguito da Giovanna Mambrini
Scambio culturale. GiungerĂ in Valle Sabbia, per la precisione a Sabbio Chiese, il 1° settembre Angelo David Callerame da New York. Si tratta di un giovane diciassettenne che per il tramite del Rotary Valle Sabbia ha espresso il desiderio di venire a studiare in Italia. Ăˆ stato iscritto all’Istituto Battisti di Salò e il Rotary Valle Sabbia. Per prendere contatto con il giovane, è possibile rivolgersi al Rotary Valle Sabbia: info@rotaryvallesabbia.org.
Canta che ti passa. Dal 29 al 31 luglio l’oratorio di Ciliverghe organizza e ospita “Il torneo delle voci – summer edition 2011â€?: una manifestazione canora non competitiva alla quale possono partecipare tutti. Ăˆ sufďŹ ciente contattare l’organizzazione per entrare a far parte della competizione. Si può partecipare come cantante o come spettatore. Informazioni al numero 3487117627 o al sito internet www.cilyboys.it
(auto) e Emidio Alfano (chitarra). Come lo scorso anno, il Festival rientra nella volontĂ di realizzare nuovamente un progetto in sette Comuni della Valle Sabbia uniti per una grande estate all’insegna della cultura per la realizzazione di altrettanti concerti con la partecipazione di artisti a livello Internazionale e giovani di talento per dar vita ad un Festival unico in Italia tutto incentrato sul mondo della chitarra. La regia è dell’Associazione “Note Futureâ€?.
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motivi per concedersi una crociera sulle rotte benacensi non mancano davvero e la Navigarda offre una serie completa di proposte che si adattano alle richieste del visitatore. Non c’è che l’imbarazzo della scelta con una flotta di oltre 20 imbarcazioni, tra placidi traghetti, veloci aliscafi, moderni catamarani e vecchi piroscafi a pale. Il primo servizio pubblico di navigazione sul Garda risale al 1827, con il varo del piroscafo Arciduca Ranieri e da quell’anno un popolo di turisti italiani e stranieri, fra i quali si sono mescolati personaggi famosi della storia, dell’arte e della letteratura, hanno potuto ammirare le bellezze naturali che il Benaco offre a chi si avventura sulla schiuma delle sue onde o sulla piatta delle frequenti bonacce. Per il giro completo Desenzano-RivaDesenzano è necessaria una intera giornata, zigzagando tra i porti della sponda bresciana e di quella veronese, pranzando al ristorante di bordo o semplicemente prendendo il sole e respirando l’aria frizzante che scende dai monti sulle terrazze dei ponti di prua o di poppa. Prima di imbarcarsi si può passeggiare nelle vie e piazze del centro storico della ‘capitale’ del lago, dove, dopo il progressivo ritiro dei ghiacciai sorsero i primi insediamenti umani della misteriosa civiltĂ della ‘Polada’. La prima tappa, fino a Sirmione, è breve. Dal lago si posso-
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il suo Duomo, il palazzo del Provveditore e il golfo chiuso da un lato dalla lussureggiante Isola del Garda, la piĂš grande del lago e dall’altro dall’ampia sagoma del Vittoriale di Gardone Riviera, ultima dimora del ‘vate’ Gabriele D’Annunzio. Ăˆ la volta di Toscolano Maderno, reso famoso nei secoli da cartiere e stamperie, ora recuperate in una valle che riporta indietro nel tempo. Risalendo verso nord il lago si stringe per dar modo, quasi, di toccare le storiche limonaie, fatte di mura e pilastri di pietra, strappate alla roccia da Gargnano fino a Limone. Spostandosi sulle rive veronesi si giunge fin sotto il castello imperioso e solitario di Malcesine sovrastata dalla possente catena montuosa del Baldo, si lambisce la leggiadra punta di S. Vigilio immersa fra olivi e cipressi ed ancora le popolose cittadine ed i piccoli borghi dei pescatori sparsi sulle rive, con i loro castelli, le mura diroccate e le storie antiche che ancor oggi si respirano fra le vie di pietra e di mattoni. Riva ci attende, ultima tappa del nostro itinerario. Storico porto del lago, ha da sempre rappresentato il naturale sbocco delle Alpi verso la pianura. Inizia il viaggio di ritorno ed è una nuova scoperta di luoghi, ma soprattutto di colori, dal bianco delle rocce all’azzurro dell’acqua, dal verde degli alberi al rosso del sole che tramonta nel golfo di Desenzano. Per informazioni: www.navlaghi.it, 0309149511.
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GesĂš partĂŹ di lĂ su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle cittĂ . Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentĂŹ compassione per loro e guarĂŹ i loro malati. Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: “Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perchĂŠ vada nei villaggi a comprarsi da mangiareâ€?. Ma GesĂš disse loro: “Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiareâ€?. Gli risposero: “Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!â€?. Ed egli disse: “Portatemeli quiâ€?. E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietĂ , e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
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olto di piĂš. Il numero enorme delle persone e quello dei pezzi avanzati del cibo dato da GesĂš rispetto alla pochezza di quello che gli era stato dato sono l’immagine di un dono che va molto al di lĂ delle nostre aspettative. Mi fa sorridere sempre la frase disarmante dei discepoli che fanno presente a GesĂš che c’è poca roba e che loro non saprebbero proprio come fare a dar da mangiare a tutti. Dopo che lui li ha invitati a sfamare la gente. Una cosa impossibile. E con cinque pani e due pesci, anche. Una folla della quale GesĂš ha compassione, per la quale parla, ma soprattutto va incontro guarendo. Ăˆ la folla dei disperati, di quelli che si attaccano a Lui solo per una spinta di necessitĂ , per un sentimento che potrebbe rasentare la disperazione. Matteo non dice che GesĂš insegna loro: GesĂš sente compassione e guarisce. Ăˆ il popolo che non può nemmeno ascoltare perchĂŠ manca del
/R VSLULWR GL OLEHUWj “E non ci indurre in tentazione: nascosta o manifesta, improvvisa o persistente. Ma liberaci dal male: passato, presente e futuroâ€?. L’uomo conosce un’unica tentazione quella di voler fare a meno di Dio. Da questa tentazione si diramano tutti i peccati dell’uomo. Francesco ci aiuta a capire le varie tipologie di tentazione: c’è quella riconoscibile immediatamente (manifesta) come quelle che riguardano la sfera affettiva e sessuale, ma c’è anche quella subdola, nascosta non cosĂŹ evidente come appunto il pensare di poter fare a meno di Dio. Non è tanto la tentazione dell’ateo, ma quella del credente che smettendo di essere figlio si chiude alla paternitĂ di Dio. Qui scopriamo la Provvidenza nascosta nel peccato:
quella di rivelarci la nostra natura fragile e di riportarci umilmente davanti a Dio. Francesco saggiamente ci ricorda che il male, perdurando nel tempo, ci si appiccica addosso. Forse per questo GesÚ ci insegna a chiedere nella preghiera la libertà ; una libertà vissuta dentro la paternità di Dio. I totalitarismi del recente passato avevano tutti la pretesa di sostituirsi a Dio. La scienza vive in questa tentazione, come la politica e l’economia, ecco che allora, la fede cristiana restituendo a Dio il primato, rimette al centro della coscienza il valore dell’obbedienza. L’anelito di libertà che è nell’uomo come una necessità vitale, va unito all’obbedienza alle indicazioni di Dio. I Comandamenti e le Beatitudini sono indicazioni per vivere la
libertĂ . Senza indicazioni stradali ci si affida al caso e tutte le strade sembrano quella giusta. Un altro santo, Francesco di Sales, scrisse in una lettera a Santa Giovanna di Chantal: “Vi lascio lo spirito di libertĂ , non giĂ quello che esclude l’obbedienza, chĂŠ questa è la libertĂ del mondo; ma quello che esclude la violenza, l’ansia e lo scrupoloâ€? (lettera del 14 ottobre 1604). Lo scopo dell’obbedienza è proprio questo sviluppo di una libertĂ pienamente orientata al bene. Concludiamo il percorso sul Padre Nostro, idealmente l’ultima richiesta della preghiera che GesĂš ci ha insegnato viene unita alla parola iniziale “Padreâ€?. Questa prima parola è la veritĂ che GesĂš getta sull’uomo per rivelargli il suo essere per natura “figlioâ€?.
necessario, sente aggressivamente il bisogno, intuisce prima ancora di capire. Ăˆ una folla, non ancora popolo. Ăˆ una folla che lo insegue per bisogno, per il pane quotidiano, la necessitĂ prima del vivere. E allora congedarli e disperderli è rinunciare a mettere davanti ai loro occhi il primo messaggio balbettante di una salvezza che è molto di piĂš. Capiranno? Forse non capiscono nemmeno i discepoli. E la folla vedendosi arrivare il pane non si sarĂ chiesta da che parte potesse venire, e nemmeno se ci fosse stato un prodigio lĂŹ vicino. Ăˆ stretta da altre necessitĂ , dal bisogno che non lascia vedere. Come per le parabole la folla non può vedere. Il segno è fatto per i discepoli ed è la spiegazione nei fatti della Parola tante volte ascoltata. Ăˆ il messaggio della possibilitĂ del Regno e la misura di quel ‘di piÚ’ che può la fede. GesĂš chiede un atto di fede concreto ai discepoli: chiede che siano loro a dar da mangiare alla folla, a trovare la soluzione a una situazione
impossibile. Non importa quanto sia poco quello che hanno. Ăˆ come il granello di senape e il lievito. E il risultato è qualcosa che li supera perchĂŠ è dono ed è il farsi presente del Regno di Dio. Loro lo vedono e lo capiscono. Lontana la folla saziata. Il censimento dei 5000 uomini e delle dodici ceste è solo un atto di stupore. Una follia collettiva per chi, anche oggi, deve piegare il miracolo alla spiegazione delle meccaniche umane; esagerazione pubblicistica per chi, anche oggi, vuole che tutto sia falso o al massimo simbolico. Ma come nelle parabole anche questo miracolo è per i discepoli: perchĂŠ comprendano. Per gli altri vale sempre la profezia di Isaia: perchĂŠ vedendo non vedano, sentendo non capiscano e non imparino a credere. Per loro rimane l’esigenza del quotidiano e il barlume del desiderio che si riduce a favola di speranza; per i discepoli continua a essere speranza vera di quell’abbondanza che da soli non potranno mai darsi.
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portare l’attenzione. In queste regioni abbiamo il piÚ alto tasso di malnutrizione infantile dell’Africa sub-sahariana: il 48% dei bambini al di sotto dei cinque anni ne soffre e il tasso di mortalità ospedaliera raggiunge, e talvolta supera, il 20% perchÊ arrivano in ospedale in condizioni già gravissime�. Affrontare e lenire questa piaga è oggi una missione ancora piÚ urgente: Medici con l’Africa Cuamm interviene presso l’ospedale di Matany in Karamoja e presso
l’ospedale di Wolisso in Etiopia, dove è stato inaugurato da poco un reparto dedicato alla cura dei bambini malnutriti. In questo momento di grande difďŹ coltĂ Medici con l’Africa Cuamm lancia un appello a favore dei bambini malnutriti dell’ospedale di Wolisso in Etiopia e di Matany in Nord Uganda, sottoposti ad un enorme carico di richieste di aiuto. “Anche un piccolo aiuto può produrre un risultato concretoâ€?, spiegano a Medici con l’Africa Cuamm.
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ella lettera che presenta la 62ÂŞ Settimana liturgica nazionale, firmata dall’arcivescovo di Trieste mons. Giampaolo Crepaldi e dal responsabile del Centro di azione liturgica mons. Felice Di Molfetta, sono giĂ contenuti tutti i temi piĂš importanti che in essa verranno affrontati: innanzitutto la dimensione catechistica secondo il tema scelto quest’anno: “Dio educa il suo popolo. La liturgia, sorgente inesauribile di catechesiâ€?. Poi, l’attenzione alla storia e alla tradizione, rappresentata dalla Chiesa madre di Aquileia, e l’apertura ad una dimensione che partendo dal contesto italiano acquisti un respiro internazionale. Presentando la Settimana liturgica, inoltre l’arcivescovo Crepaldi ha aggiunto che si tratta di “un evento nazionale ma anche di un evento liturgico, spirituale e culturale di grande spessoreâ€?. â€œĂˆ fondamentale – ha osservato- la scelta del temaâ€? che “coniuga liturgia, educazione e catechesi, in stretta connessione con le indicazioni del Santo Padre e dei Vescovi italiani che hanno posto l’emergenza educativa come tema principale di riflessione per il prossimo decennioâ€?. Relatori di spicco saranno, tra gli altri, il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e pre-
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interventi dei relatori giĂ citati – la prolusione iniziale, lunedĂŹ 22 alle 17, pronunciata dal cardinale Angelo Comastri, dal titolo “Liturgia luogo educativoâ€?, l’indomani, invece, mons. Luciano Monari alle 16 rifletterĂ su “Parola di Dio e liturgia: prospettive educative di un rapporto originarioâ€?. Dopo che la giornata di mercoledĂŹ 24 sarĂ dedicata all’approfondimento del modello fornito dalla Chiesa di Aquileia, giovedĂŹ i lavori saranno suddivisi secondo gruppi di interessi che approfondiranno singoli aspetti dell’ambito liturgico. La conclu-
sione, venerdÏ 26, sarà affidata a mons. Crepaldi che presenterà in mattinata il Breviarium aquileiese. L’evento triestino punta a raggiungere, nelle intenzioni degli organizzatori, non solo un migliaio di iscritti da tutta Italia, ma anche a coinvolgere le Chiese sorelle di Austria, Slovenia e Croazia, secondo la vocazione mitteleuropea da sempre presente nell’anima della città . Non solo: un’importante declinazione ecumenica si avrà anche grazie al coinvolgimento delle comunità religiose ortodosse e riformate presenti.
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1XRYH YLH SHU ULPRWLYDUH LO ODLFDWR Uno scambio “utileâ€? per fare circolare “nuove ideeâ€? e trovare “insieme nuove vieâ€? per la pastorale. Ăˆ un bilancio positivo quello tracciato da mons. NĂĄndor BosĂĄk, vescovo di Debrecen-NyĂregyhĂĄza, a proposito dell’esperienza del 26° Colloquio europeo delle parrocchie (Cep), che si è tenuto proprio a NyĂregyhĂĄza in Ungheria dal 17 al 22 luglio. L’evento, che si era aperto con la Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, in rito greco-cattolico, si
è concluso con una celebrazione nella cattedrale cattolica di rito latino. Una scelta che rispecchia la volontĂ di istituire un confronto tra parrocchie dell’Est e dell’Ovest dell’Europa. Un confronto i cui risultati sono cosĂŹ sintetizzati da mons. Bosak: “La differenza principale tra la nostra Chiesa e quelle dell’Europa dell’ovest è che a noi mancano le strutture, le tradizioni consolidate e abbiamo pochi laici impegnati. Durante il periodo comu-
nista anche se le chiese non erano chiuse ed era possibile frequentare le celebrazioni c’era comunque una forte pressione e controllo dall’esterno che scoraggiava i fedeli ad impegnarsi; oggi, al contrario, la nostra società vive una forte secolarizzazione e sembra che nei laici non ci sia piÚ la voglia�. Alle prese con problemi comuni a tutta l’Europa il Presule individua come campi privilegiati per rimotivare l’azione laicale non solo l’impegno
nella Chiesa, ma anche nella societĂ civile, per costruire il bene comune a partire dalla situazione attuale: “Per noi è importante formare una nuova classe dirigenti con valori forti, perchĂŠ tutta la vita pubblica, in realtĂ , è improntata ai valori del secolarismo e la gente è indifferente. Nonostante questo, circa il 30% dei cattolici richiede attualmente i sacramenti e il 10-15% frequenta regolarmente la Messa domenicaleâ€?.
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‘Â?ƒ†‡Žˆ‹ƒ ‡ Dz Â‡Â”ÂƒÂ–Â‡Çł ˆƒÂ?Â?‘ –ƒ’’ƒ Â?‡Ž ”‡•…‹ƒÂ?‘ Le “Serate di NomadelďŹ aâ€? sono un modo originale e coinvolgente con cui NomadelďŹ a, la comunitĂ fondata da don Zeno Saltini vicino a Grosseto nel 1947, si fa conoscere attraverso danze e ďŹ gurazioni acrobatiche eseguite dai suoi giovani, un video che ne descrive la vita e la storia e un messaggio di fraternitĂ proposto dal vivo. Nate nel 1966 su proposta di don Zeno le Serate hanno avuto piĂš di mille repliche sulle piazze di
tutta Italia ed anche all’estero, superando ampiamente il milione di spettatori, tra i quali negli anni non sono mancate personalità di spicco: il 12 agosto 1980, infatti, a Castelgandolfo è stata presentata una Serata a papa Giovanni Paolo II, mentre nel marzo del 1999, a Grosseto, vi assistette l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Nell’ambito della programmazione per il 2011 sono previste anche alcune tappe
bresciane: sabato 30 e domenica 31 luglio i giovani di NomadelďŹ a si esibiranno a Palazzolo sull’Oglio, in piazza Giovanni XXIII, grazie all’interessamento della Fondazione Galignani in collaborazione con l’Amministrazione comunale. MartedĂŹ 2 agosto lo spettacolo si sposterĂ a Iseo, in via Repubblica, per poi salutare Brescia giovedĂŹ 4 agosto con una Serata in Piazza Paolo VI. Le danze sono tratte dal folklore di tutto il mondo e
impiegano 140 persone in tutto, ciascuno con diversi compiti. a far la parte del leone ovviamente i 100 ballerini tra i sei e i 21 anni, preparati da una maestracoreografa professionista. Ogni spettacolo inzia alle 21.30 e l’ingresso è libero. Al termine di ciascuna serata verrĂ distribuito agli spettatori del materiale informativo per far conoscere meglio la proposta di NomadelďŹ a, il sogno divenuto realtĂ di don Zeno. (f.u.)
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ra il luglio del 1216 quando Francesco d’Assisi, mentre era in preghiera nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, ebbe una visione di GesĂš e della Madonna. Gli fu chiesto quale grazia desiderasse, avendo egli tanto pregato per i peccatori. Francesco rispose domandando che fosse concesso il perdono completo di tutte le colpe a coloro che, confessandosi e pentendosi, visitassero la chiesa. Nasceva cosĂŹ il Perdon d’Assisi, che ancora oggi viene celebrato nelle chiese francescane, ma anche nelle basiliche e nelle chiese parrocchiali, il 2 agosto. A Chiari i francescani oggi non ci sono piĂš. Nel corso dei secoli nel convento di San Bernardino ci sono stati i francescani, i gesuiti, i benedettini e, dal 1926, i salesiani, che però mantengono viva la tradizione del Perdon d’Assisi come momento di preghiera e festa per tutta la comunitĂ . Dal 30 luglio al 7 agosto infatti sono programmate dalla curazia di San Bernardino, le celebrazioni per il Perdon d’Assisi. Si comincia sabato 30 agosto alle 19 nel salone “Don Boscoâ€? dell’Istituto Salesiano di Via Palazzolo, con l’inaugurazione di una mostra d’arte ad ingresso libero. “16 artisti – ha precisato il curatore della rassegna, don Felice Rizzini – partecipano alla mostra che, ogni anno, rappresenta la cornice culturale nell’ambito della solennitĂ liturgica del Perdon
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lesiano di San Bernardino, Luigi Fumagalli. La mostra, molto varia per le tematiche e la tecnica delle opere, è stata realizzata in collaborazione con il collezionista d’arte Silvano Bertinelli di Mairano�. Un altro momento a cui i clarensi che frequentano la curazia di San Bernardino sono particolarmente legati è rappresentato dalla pesca di beneficenza, che ha lo scopo di sostenere le attività missionarie di don Ernesto Sirani, che da oltre 30 anni presta il suo servizio nelle Ande peruviane. La pesca di beneficenza apre domenica 31 luglio. E, sempre domenica 31 luglio, alle 11 nella chiesa di San Bernardino è prevista la celebrazione liturgica in segno di ringraziamento e di saluto al direttore don Antonio Ferrari che lascia l’Opera salesiana di Chiari al successore don Stefano Vanoli. MartedÏ 2 agosto, per la solennità del Perdon d’Assisi, le messe a San Bernardino seguono l’orario festivo: alle 9.30 celebra il direttore dei Salesiani, don Antonio Ferrari; alle 11 il preside della Scuola Paritaria don Luigi Mapelli, mentre alle 17.30 la messa è animata dalla Comunità Shalom. La conclusione della giornata è prevista per le 20, con la solenne concelebrazione presieduta dal prevosto di Chiari, mons. Rosario Verzeletti. Alle 21 spettacolo del gruppo folk boliviano Yanapakuna e alle 22.15 con i tradizionali fuochi d’artificio. La mostra e la pesca proseguono fino al 7 agosto.
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Il Signore ha chiamato a sÊ don Mario Vesconi, di 97 anni. La salma si trova presso la casa di riposo di Maderno. La veglia funebre, presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi, è prevista per giovedÏ 28 luglio alle ore 20.30 nella chiesa parrocchiale. I funerali, presieduti da mons. Luciano Monari, si celebreranno venerdÏ 29 luglio alle ore 15.30. Don Mario sarà sepolto nel cimitero di Maderno. Ricordiamo lui e i suoi familiari nella preghiera.
Generale: perchĂŠ la Gmg incoraggi i giovani a fondare la loro vita in Cristo. Missionaria: perchĂŠ i cristiani dell’Occidente ritrovino la freschezza e l’entusiasmo della loro fede. Vescovi: perchĂŠ lo Spirito Santo conceda ai giovani di accogliere con coraggio l’invito di GesĂš che li chiama alla sequela. Vescovo Luciano: perchĂŠ sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre piĂš “una cosa solaâ€? in Cristo.
Il gruppo “Mater Christi� San Padre Pio organizza un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo dal 5 al 9 settembre con visite a Loreto, monte S. Angelo, Manoppello, Roccaporena e Cascia. Per informazioni: 0302731010.
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Si comunica che gli uffici di Curia rimarranno chiusi da lunedĂŹ 1 a domenica 21 agosto.
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a ormai 10 anni, in settembre c’è un pellegrinaggio diocesano dalla durata di pochi giorni. Ăˆ stata una scelta fatta per dare la possibilitĂ a chi non ha mezzi economici o tempo per un pellegrinaggio piĂš lungo. Negli anni scorsi abbiamo peregrinato a Lourdes, Fatima, Santiago, Cracovia, Mariazell, Malta. Quest’anno in occasione del XXV Congresso eucaristico nazionale, si è messo in programma un pellegrinaggio nelle Marche. I pellegrini non parteciperanno al Congresso eucaristico nelle sue giornate ed eventi, ma si uniranno ai fedeli cristiani della metropolia di Ancona e di tutta Italia per la Messa conclusiva di domenica 11 settembre, presieduta dal Santo Padre Benedetto XVI. Sovente ci muoviamo per andare lontano a vivere momenti di spiritualitĂ , ma è importante che ogni tanto prendiamo atto di come la fede, lungo
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se spirituale e culturale. Visiteremo Abbazie di grande importanza per il loro significato storico e religioso come quella di Fonte Avellana (anno Mille) ai piedi del monte Catria, legata alla figura di San Romualdo, padre dell’ordine camaldolense, quella di Chiaravalle di Fiastra fondata nel 1142. Una tappa ulteriore sarà rappresentata dalla basilica agostiniana di San Nicola, risalente al secolo XII, a Tolentino. Sarà d’obbligo una sosta di ristoro spirituale presso il santuario di Loreto, che custodisce la Santa Casa di Nazareth, e non mancherà la visita al santuario di San Giuseppe da Copertino, patrono degli studenti. Nei diversi spostamenti avremo anche l’occasione di visitare città di notevole interesse storico, ricche di grandi opere artistiche: Fabriano, Osimo e Jesi. Si può trovare il programma dettagliato delle giornate presso Brevivet e sul sito della diocesi: www.diocesi.brescia.it. Il mez-
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zo scelto per il pellegrinaggio è il pullman e la quota di partecipazione è di 520 euro, a cui si deve aggiungere una quota individuale di gestione pratica quantificata in 30 euo. inoltre, per chi opta per la camera singola, è previsto un supplemento di 80 euro. Quanti desiderano partecipare a questo pellegrinaggio possono iscriversi, il piÚ presto possibile, direttamente presso Brevivet (in via Monti 29) che si occupa di tutta l’organizzazione tecnica.
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La partenza per la comitiva è fissata la mattina dell’8 settembre, quando il pullman muoverà alla volta delle Marche. Il primo giorno di pellegrinaggio sarà dedicato in mattinata alla visita dell’eremo di Fonte Avellana, dove verrà anche celebrata la Messa. Nel pomeriggio invece ci si sposterà a Fabriano, per ammirare il nucleo storico, ad impianto medievale, con la piazza del Comune sulla quale si affaccia il palazzo del Podestà ed il duomo dedicato a San Venanzo. In serata si raggiungerà Camerano, da cui si ripartirà al mattina successiva alla volta di Tolentino per la visita all’abbazia agostinana, per poi far tappa a Chiaravalle di Fiastra e infine al santuario di Loreto, dove avverrà la celebrazione eucaristica. La giornata del 10
sarà divisa in due parti: la mattinata ad Osimo prevede la visita con guida del nucleo antico, con sosta al duomo dedicato a San Leopardo ed al santuario di San Giuseppe da Copertino, con le stanze dove il Santo trascorse gli ultimi anni della sua vita. Dopo pranzo invece ci si trasferirà a Jesi, cittadina di remota fondazione, il cui nucleo storico è situato in posizione collinare. L’ultima giornata di pellegrinaggio, infine, prevede, dopo la colazione, la partenza per Ancona e, una volta arrivati, la partecipazione alla Santa Messa presieduta da Benedetto XVI a chiusura del XXV Congresso eucaristico. Il tempo di pranzare e poi il pullman ricondurrà i partecipanti al pellegrinaggio diocesano a Brescia.
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e di approcciarvisi in maniera corretta. Per questo motivo l’archivio storico diocesano ha organizzato un corso, articolato in due annualità , con l’obiettivo di formare non archivisti professionisti, ma persone in possesso di conoscenze e competenze tali da poter diventare referenti per la gestione. Il 15 ottobre di quest’anno parte la seconda annualità , del corso, per la cui freqeunza non è necessario aver seguito le lezioni dello scorso
anno. Le lezioni previste sono sei, a cadenza settimanale ďŹ no al 26 novembre, con una pausa di due settimane tra il 22 ottobre e il 5 novembre. Gli argomenti trattati andranno da alcuni elementi di archivistica generale ed ecclesiastica, ďŹ no a discipline piĂš tecniche come la diplomatica (che appura l’autenticitĂ di un documento). Due laboratori relativi al riordino e all’inventariazione dei documenti concluderanno il corso. Docenti del corso saranno Mario
Livraga, direttore dell’Archivio di Stato di Bergamo, e Massimo Galeri, del Sistema archivistico della Valtrompia, don Mario Trebeschi e Lucia Signori, dell’Archivio storico diocesano di Brescia, e Simona Gavinelli, dell’UniversitĂ Cattolica di Brescia. Le iscrizioni sono aperte, per un massimo di 60 posti, ďŹ no al 16 settembre presso l’Archivio diocesano o la portineria della Curia. Non sono richiesti titoli particolari di accesso. La quota di partecipazione è di 50 euro.
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ra il 6 agosto del 1978, festa della Trasfigurazione, quando Paolo VI chiuse gli occhi su questo mondo per entrare nella luce di Dio. A distanza di 33 anni molte sono le cerimonie che tra Brescia e Roma, il 6 agosto, ne ricorderanno la grande figura. A Brescia, alle 18, verrà celebrata una Santa Messa presso il santuario delle Grazie, che vide celebrare per la prima volta il giovane don Giovanni Battista; alla stessa ora sono previste celebrazioni anche a Verolavecchia, Ponte di Legno e Concesio, suo paese natale. A Roma, invece, alle 17 mons. Crepaldi, vescovo di Trieste, presiederà una solenne eucaristia nella basilica di San Pietro. Per un singolare destino, inoltre, poco prima che esse abbiano luogo è mancato un personaggio che al Pontefice bresciano fu molto legato: il cardinale Virgilio Noè, morto il 24 luglio a Roma. Era nato a Zelata di Bereguardo, in diocesi di Pavia, il 30 marzo 1922 e, dopo aver frequentato il Seminario vescovile di Pavia, fu ordinato sacerdote il 1° ottobre 1944. Nel 1948 è a Roma, dove nel 1952 consegue la laurea in Storia ecclesiastica alla Gregoriana. Ritorna
nella Capitale nel 1964 come segretario del Centro di Azione liturgica e in tale veste dà impulso alle Settimane liturgiche nazionali. Nel 1969 Paolo VI gli affida l’incarico di sottosegretario della Congregazione per il culto divino, il nuovo dicastero che dovrà attuare la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II. Nel gennaio 1970 è nominato maestro delle Cerimonie pontificie, un incarico che vede impegnato mons. Noè nell’opera di rinnovamento di tutte le celebrazioni papali: dalla Messa stazionale celebrata dal Pontefice alle cappelle per le canonizzazioni e le beatificazioni; dai riti di apertura e di chiusura della Porta santa in occasione degli anni giubilari, ai riti dei funerali del Papa, quelli del Conclave e dell’inizio del ministero apostolico del Pontefice.
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Viene cosĂŹ favorita la partecipazione “piena, consapevole e attivaâ€? dei fedeli ad ogni celebrazione papale. Nel gennaio 1982 mons. Noè viene eletto alla sede titolare di Voncaria col titolo personale di arcivescovo e nominato segretario della Congregazione per i sacramenti e il culto divino, sezione Culto divino. Dal gennaio 1991 è vicario generale di Sua SantitĂ per lo Stato della CittĂ del Vaticano. Nello stesso anno Giovanni Paolo II lo crea cardinale (concistoro del 28 giugno) e gli affida l’incarico di presidente della Fabbrica di San Pietro. Ăˆ soprattutto la Basilica Vaticana – come ebbe a ricordare Giovanni Paolo II – il campo apostolico in cui il cardinale Noè ha dato prova di “grande zelo pastoraleâ€?. Sotto la sua guida fu eseguito il restauro della facciata, in occasione del Grande Giubileo del 2000, e progettata la suggestiva illuminazione grazie alla quale, anche nella notte, la cupola michelangiolesca si offre alla visione di pellegrini e turisti. Al cordoglio per la sua morte si unisce quindi il ricordo del legame con Paolo VI, nel comune impegno al servizio della Chiesa in un periodo cruciale come quello che seguĂŹ il Concilio Vaticano II.
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A due settimane dalla partenza per Madrid il Centro oratori bresciani invita i responsabili di ognuno dei gruppi iscrittisi alla Gmg a presentarsi per una riunione a Casa Foresti, lo spazio di formazione del centro oratori, martedÏ 2 agosto alle 20.30. L’incontro servirà per fornire le ultime indicazioni in vista del viaggio e per distribuire i kit del pellegrino che i responsabili, a loro volta, forniranno a tutti i ragazzi iscritti.
VenerdĂŹ 5 agosto i responsabili del gruppo della zona XXVI saliranno insieme ai ragazzi al santuario della Stella di Bagnolo Mella dove, alle 20.30, inzierĂ una veglia di preghiera per l’afďŹ damento del gruppo in vista della partenza. Al momento piĂš spirituale farĂ seguito, invece, una riunione organizzativa, per deďŹ nire gli ultimi dettagli pratici necessari alla buona riuscita del viaggio in terra spagnola per una comitiva che conta circa 160 giovani.
MartedÏ 9 agosto alle ore 20.30, presso il santuario della Madonna di Auro, collocato sopra l’abitato di Casto, i giovani che parteciperanno alla Gmg di Madrid animeranno con canti e preghiere un’adorazione eucaristica che coinvolgerà amici e genitori. Lo scopo è quello di rinsaldare, in vista della partenza, il legame che intercorre tra il gruppo che partirà , le loro famiglie e la comunità di appartenenza.
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ono tutti alla prima esperienza e forse è per questo che hanno voluto documentarsi, capire qualcosa di piĂš sull’esperienza che andranno a vivere a Madrid tra il 16 e il 21 agosto. Sono gli undici ragazzi di Costa Volpino che partiranno alla volta di Madrid accompagnati da quattro animatori dell’oratorio. Durante il viaggio, in pullman insieme al gruppo di Edolo, faranno tappa a Barcellona sia all’andata che al ritorno, ma è nella preparazione alla partenza che si annida la particolare storia che questo gruppo ha da raccontare. In occasione della festa in programma presso l’oratorio della frazione Piano dal 29 al 31 luglio, non metteranno in atto solamente iniziative legate all’autofinanziamento del gruppo, come la vendita di piccoli monili realizzati da una mamma dell’oratorio, ma presenteranno alla comunitĂ , grazie ad una piccola mostra nei pressi dei locali dell’oratorio, i risultati della loro ricerca sulla storia, l’origine e il significato della Gmg. Un’esigenza di approfondimento che si rileva anche nelle parole del responsabile del gruppo Matteo Buffoli: “L’aspet-
to piÚ avvertito è ovviamente quello del viaggio, anche se un po’ strano. Tuttavia molti si chiedono il perchÊ di questo raduno, che cosa abbia il Papa da dire ai giovani e per quale motivo essi accorrano al suo invito. Non è semplice capire il significato piÚ elevato di questo evento, perciò è nata l’esigenza di approfondire�. Esigenza che non si è fermata all’allestimento
della mostra, ma si è espressa anche negli incontri di preparazione, iniziati addirittura nel settembre 2010, nei quali gli animatori hanno portato le loro testimonianze e invitato ospiti esterni come il “veteranoâ€? Piergugliemo Piantoni. PerchĂŠ i ragazzi possano avere una prima risposta ai loro interrogativi, in attesa di trovarne una piĂš profonda a Madrid.
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er rispondere a un misterioso impulso. Marianne, una sessantenne che esercita la professione di avvocato specialista in divorzi, racconta che ha deciso improvvisamente di intraprendere un viaggio per incontrare Johan, il suo ex marito che non vede da oltre trent’anni e che vive la sua vecchiaia solitaria in una casa in mezzo ai boschi. Nelle vicinanze, a ridosso di un lago, abitano anche Henrik, il figlio musicista che Johan ha avuto in un precedente matrimonio. Con lui vive Karin sui cui, dopo la morte della moglie Anna, Henrik riversa il suo amore quasi morboso. Ăˆ il suo maestro di violoncello perchĂŠ vuole che diventi una stella di prima grandezza nel panorama della musica classica, ma tenta di uccidersi quando Karin decide di andarsene dalla casa paterna. In questo contesto, fatto anche di indifferenza e morbositĂ , si consumano il mistero dell’amore e dell’odio, del contrasto tra padri e
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punto, dedicato al teatro dello spirito, un festival in cui il teatro continua a svolgere quella che è la sua funzione primaria: stimolare domande sull’esistanza umana. Anche “Sarabandaâ€?, seppure lontano dai canoni del teatro sacro che pure hanno portato nel secondo dopoguerra alla creazione della “Festaâ€? di San Miniato, può essere considerato intrinsecamente un dramma religioso anche se “non confessionaleâ€?, come l’ha definito il regista Massimo Luconi che ne ha curato la messa in scena. “I protagonisti di Sarabanda – sono ancora considerazioni del regista – sono come dei fantasmi che vivono nell’impossibilitĂ di uscire dal loro schema di rancore, di paura, incapaci di perdonare gli altri e se stessiâ€?. La casa in mezzo al bosco dove si svolgono i 10 dialoghi che compongono lo spettacolo rappresenta una sorta di terra di nessuno dove le solitudini, le paure, le violenze, le ansie dei
protagionisti trovano terreno ideale per uno scontro. L’arrivo di Marianne, la prima a entrare in scena e l’ultima a lasciare il palco rappresenta uno squarcio, da principio debole, in questi orizzonti bui. Tutti i personaggi sembrano riuscire ad aprirsi con lei che in breve diventa depositaria di tutti i segreti della famiglia. Grazie a Marianne ogni Johan, Henrik e Karin scoprono che c’è qualcosa che li tiene aggrappati a un barlume di speranza che non avevano ancora scoperto: il ricordo di Anne, la moglie di Henrik morta pochi anni prima di cancro e che, seppure a diversi livelli, era riuscita a fare breccia anche nei cuori induriti dei personaggi. Bergman nella sua drammaturgia non ha dato eccesivo spazio a questo aspetto, eppure la figura di Anne, evocata a piÚ riprese nel corso dei 10 dialoghi dello spettacolo, c’è, è presente e rappresenta un, seppure timido, barlume di speranza a cui
tutti, piĂš o meno coscientemente, vogliono aggrapparsi. Magistrale è stata l’intepretazione che Giuliana Lojodice, Massimo De Francovich, Luca Lazzareschi e Clio Cipolletta hanno dato ai quattro personaggi di “Sarabandaâ€?, una produzione che dopo la prima nazionale di San Miniato girerĂ in tournĂŠe per l’Italia. Dal 13 al 18 dicembre sarĂ anche al Teatro Paolo Grassi di Milano. Lo spettacolo, per le domande che pone, oltre che per la bravura dei suoi interpreti e l’intensa regia, merita la fatica di una trasferta a Milano.
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la mente, anche se solo con poche righe, alle loro esibizioni a partire da Giovanni Allevi che, sul palco con il suo pianoforte, ha divertito il pubblico con il suo atteggiamento scherzoso e apparentemente distratto, e colpendo forte con “Helena�, un pezzo per sola mano destra composto per una pianista che a causa di un incidente aveva perso proprio l’uso della mano e la speranza di suonare. Acrobata e giocoliere, tanto con la voce quanto con il corpo; non sta
fermo un secondo, se non quando è seduto per suonare. Cesare Cremonini si diverte con il pubblico, che lo osanna con cori da stadio, e con i propri musicisti tra cui il bassista Ballo, con il quale aveva cominciato l’avventura ai tempi dei Lunapop. Coinvolgente, elettrizzante e con la musica nel sangue, Franco Battiato (nella foto), 66 anni, ha portato nella splendida cornice della piazza non solo il grande rock ma un’ondata di adrenalina, simpatia e umiltà .
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itto e variegato, come in realtà è sempre stato nel corso delle sue precedenti edizioni, il programma del Festival della canzone umoristica d’autore “Dallo sciamano allo showmanâ€? 2011, che si snoderĂ da luglio a ottobre in vari luoghi della Valle Camonica. La manifestazione anche quest’anno si caratterizza per coniugare l’attenzione per lo sciamanesimo (ispirato ai riti millenari raffigurati nelle celebri incisioni rupestri della zona) con proposte artistiche che fondono umorismo e musica. Un festival innovativo che porta l’immagine della Valle Camonica alla ribalta nazionale per la scelta del tema, per un partner di grande valore come il Club Tenco, e per la peculiaritĂ e ricchezza delle sue sezioni: spettacoli, concerti, le Pagine di musica curate da Enrico de Angelis, incontri, convegni, percorsi guidati, un rito sciamanico e un concorso gastronomico. Un Festival di qualitĂ , per la gente e della gente. Tra gli ospiti dell’edizione che ha preso il via mercoledĂŹ 27 luglio, compaiono grandi “shomaniâ€? come Paolo Hendel, Simone Cristicchi, Leonardo Manera, Dario Salvatori, Alberto Patrucco, Sergio Staino, Dario Vergassola, Mauro Ermanno Giovanardi, Davide Van De Sfroos, Roberto Vecchioni, Le Sorelle Marinetti, Peppe Voltarelli. E Antonio Ricci, Targa Shomano 2011, che sarĂ consegnata in data da definire. Ma molti altri artisti, forse meno noti ma di alto livello, si esibiran-
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manoâ€?. Tutte le Targhe del Festival sono state realizzate da un grande artista, Mauro Felter, orafo cesellatore le cui opere, esposte in numerose mostre e gallerie d’arte, si ispirano alle incisioni rupestri camune. L’organizzazione e l’ideazione sono del Centro culturale teatro camuno con la direzione artistica di Nini Giacomelli, il patrocinio del Club Tenco di Sanremo e il sostegno di Regione Lombardia (assessorato alle Culture, identitĂ e autonomie), e altri enti pubblici e aziende private. Un rapido sguardo al programma in generale sul quale avremo modo di tornare anche in altre occasioni e tolto l’appuntamento inaugurale che come detto sopra si è tenuto mercoledĂŹ 27 a Edolo con Paolo Hendel in “Il tempo delle susine verdiâ€? accompagnato alla chitarra da Ranieri Sessa, ci porta nella capitale della Valle Camonica, Breno, dove il 4 agosto alle 21, in piazza Sant’Antonio (in caso di maltempo chiesa di Sant’Antonio) ci sarĂ Simone Cristicchi con Riccardo Corso (chitarra) e Riccardo Ciaramellari (fisarmonica, tastiere). Appuntamento successivo a Edolo, il 10 agosto, ultimo appuntamento che vi presentiamo oggi, sempre alle 21, Centro Sportivo Tennis, via Gelpi (in caso di pioggia al Teatro S. Giovanni Bosco) per il recital di Leonardo Manera accompagnato da “Gli Inadattiâ€?: Alessandro CarlĂ (piano elettrico), Stefano Melchiorre (chitarra elettrica), Eugenio Mori (batteria), Marco Rampoldi (basso). Info: www.shomano.it
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carriera Lo Cascio è stato diretto da registi del calibro di Elio De Capitani, Marco Tullio Giordana, Luca Ronconi, Marco Bellocchio, Cristina Comencini. Anche quest’anno il Festival sarĂ arricchito da una serie di eventi a corollario, tra i quali segnaliamo la proiezione di un ďŹ lm di Luigi Lo Cascio (giovedĂŹ 22 settembre); la mattina di venerdĂŹ 23 settembre sarĂ dedicata alle scuole con la proiezione di alcune video-poesie di Giorgio Longo,
mentre in serata avrĂ luogo la proiezione dei cortometraggi selezionati con assegnazione del “premio del pubblicoâ€?. La serata clou sarĂ come sempre quella riservata al Gran Gala (sabato 24 settembre), durante la quale si svolgeranno le premiazioni del concorso (secondo la formula con le sezioni Miglior ďŹ lm, Miglior sceneggiatura, Miglior Soggetto e altre ancora). Si ricorda che il Bando di concorso scade il 31 agosto 2011.
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a guida critica all’offerta televisiva italiana “Un anno di zappingâ€?, realizzata dal Moige (Movimento genitori) con il suo Osservatorio media, e curata da Alessandra Caneva e Daniela Delfini, è giunta alla quarta edizione. Secondo Piermarco Aroldi, vice direttore di OssCom, centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’UniversitĂ cattolica di Milano, “la qualitĂ della programmazione tv è una questione che non riguarda solo i genitori e gli educatori (cui il volume è indirizzato), perchĂŠ sulla adeguatezza dei programmi destinati ai piĂš piccoli si misurano la maturitĂ e la responsabilitĂ dell’intero sistema dei mediaâ€?. Edita anche quest’anno dalle Edizioni Magi, l’edizione 2010/2011 ha analizzato oltre 100 programmi andati in onda in fascia protetta segnalati dai genitori utenti all’Osservatorio media del Moige – attraverso il numero verde 800.93.70.70 e il form di segnalazione online sul sito www. genitori.it – o selezionati come must del palinsesto televisivo e considerati, quindi, degni di nota per l’influenza dei modelli offerti o per il valore del prodotto stesso. “Ogni avvenimento può essere trasmesso senza linguaggi volgari o trash – ha dichiarato Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio media del Moige –. Proprio con questo criterio abbiamo premiato determinati programmi d’intrattenimento televisivo. La nostra forte disapprovazione va, invece, ai reality per il voyeurismo, l’esibizionismo, la volgaritĂ . E sono programmi che purtroppo il pubblico continua a vedereâ€?. La pubblicazione cura con particolare riguardo l’intera programmazione della fiction (Rai e Mediaset), in quanto prodotto che riscuote il piĂš alto livello di ascolti e, di conseguenza, influisce in maniera piĂš incisiva su gusti, mode, valori e modelli educativi. NovitĂ di questa nuova edizione, la sezione dedicata ai cartoni animati: l’analisi è volutamente incentrata soprattutto sugli aspetti psicologici. Spesso, infatti, i cartoni animati vengono erroneamente ritenuti tutti idonei ai minori, ma come ricorda Anna Oliverio Ferraris nella prefazione del libro, “ci possono essere scene che i piccoli spettatori hanno difficoltĂ ad assimilare, non tan-
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to sul piano intellettivo, quanto su quello emotivoâ€?. Il Moige chiede una normativa piĂš stringente a fronte di una televisione sempre piĂš mediocre. D’altra parte, oggi, violare il Codice di tutela tv e minori non arreca alcun danno, perchĂŠ le multe che vengono comminate alle produzioni televisive sono irrisorie – ha dichiarato Elisabetta Scala –. L’unica soluzione possibile per porre fine a tutto ciò, è che da parte degli spettatori e, soprattutto, degli inserzionisti, ci sia un “no!â€? deciso a sponsorizzare programmi di bassa qualitĂ . “Un anno di zappingâ€? è acquistabile nelle librerie italiane e on line: per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.genitori.it e il sito www.magiedizioni.com.
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olorate silhouette femminili, fatte di puzzle e carte da gioco, pazientemente ritagliate su sfondi neutri. Questo è l’universo di Rossella Ramanzini, artista bresciana che fino a settembre espone presso lo spazio di arte contemporanea de “I Monaci sotto le stelle”. Rossella Ramanzini si è avvicinata alla pittura come autodidatta e la sua opera è stata principalmente influenzata dalla pop art americana, che spesso sfrutta matrici e tecniche di stampa commerciale, e dalla Op Art. Una fonte d’inspirazione va cercata però anche nella storia familiare: la Ramanzini è infatti pronipote del Trainini, celebre affrescatore di innumerevoli chiese e palazzi nel Bresciano. La pittrice elabora nel suo personalissimo stile le suggestioni artistiche degli ultimi 60 anni, mescolando layout, moda e design contemporaneo a richiami al passato. Il suo corpus di opere è composto da quadri optical e silhouette ritagliate a mano, definite con nastri sulla tela e dipinte una per volta a brillanti colori acrilici con pazienza e perfezione certosina. Le
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opere esposte in “Libero Gioco” richiamano l’arte optical, così tipica e rappresentativa di un’epoca, diffusissima a livello capillare anche negli oggetti della vita quotidiana. Le tavole della Ramanzini non sono però un semplice riferimento al passato, ma la creazione di un mondo fantastico, bizzarro e giocoso. Se è rintracciabile una certa influenza di Magritte, soprattutto nelle due opere intitolate “Come quando fuori piove”, l’aspetto ludico è sia sog-
getto che mezzo espressivo, in un turbinio di immagini illusionistiche alla Escher, non prive di humor, come in “Dama sull’oca” che riproduce il famoso gioco con i dadi. Questa pittura non vuole essere semplicemente decorativa, ma punta ad un sottile gioco di rimandi destinato all’osservatore. “Libero Gioco”, fino al 18 settembre presso I Monaci sotto le stelle arte contemporanea, via San Zeno 119, aperta dalle 12 alle 15 e dalle 19 alle 23.
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ting. Sembra impossibile ma l’ex leader dei Police, da tempo solista di straordinario livello, attore e cantante che ha inanellato dischi di enorme e duraturo successo, domenica 31 luglio alle ore 21 sarĂ in piazza Loggia a Brescia portato da Cipiesse con il suo Symphonicity World Tour. Ingresso in prevendita da 146 euro per il 1° settore numerato ai 57,50 per il 3° settore in piedi, qualche euro in piĂš se il biglietto lo si acquista la sera stessa dello spettacolo (sempre che non vada “sold outâ€?, nel qual caso i biglietti potrebbero essere preda del mercato nero). Edward Seckerson, giornalista musicale e presentatore radiofonico, responsabile del settore Musica classica e critico per opera lirica del The Independent ha avuto l’occasione di intervistare il sessantenne “Pungiglioneâ€? britannico. Vi proponiamo alcuni estratti che possono aiutare alla comprensione del concerto stesso. Sting confessa: “Ho sempre avuto un interesse particolare per la musica senza confini e per le persone che riescono a suonare indifferentemente musica
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giamo sempre nell’intervista che ciò che dell’orchestra maggiormente lo colpisce è che “c’è un’ampia scelta di colori nella tavolozza. Si può fare quasi tutto, perciò ho scavato meglio nel mio repertorio e ora abbiamo circa 40 canzoni arrangiate, e mi piacerebbe farne altre perchĂŠ è come se le riportassi in vita. Ăˆ come mettere un nuovo vestito a qualcosaâ€?. In merito ai singoli concerti, l’ex leader dei Police afferma: “Io improvviso ogni sera. Non canto mai allo stesso modo. Sto imparando ad abbandonarmi di piĂš alla melodia dell’orchestra, che è diversa da quel martellamento del gruppo rock, che ti fa sentire un treno a vapore legato in testa. Ăˆ tutto molto piĂš languido, come una nave sul mare. Ogni sera imparo qualcosa di nuovo sulla canzone che canto. Ho libertĂ totale, e questo è proprio ciò che mi piace. Cantare è come volare. Puoi decollare o andare in picchiata, accelerare o rallentare, la libertà è totale e questo è esattamente quello che mi piaceâ€?. E domenica questo essere volante planerĂ in piazza Loggia.
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/D YHULWj LQ WY WUD SODJL H IRUPDW “Lo dico da italiano che paga il canone, voglio che la Rai ci sia e faccia servizio pubblico. Copiando la tv commerciale è peggiorataâ€?. Potrebbero essere le parole di un telespettatore qualunque, stanco della monotonia di trasmissioni che affollano la tv italiana. E invece queste parole sono di un presentatore televisivo, per la precisione Gerry Scotti, che si lamenta dell’attuale meccanismo dello spettacolo tv, riferendosi alla recente querelle tra Mediaset e Rai riguardo a un presunto plagio: “Baila!â€?, la nuova trasmissione danzante di Canale 5, afďŹ data a Barbara D’Urso, sarebbe la copia in carta carbone
di “Ballando con le stelleâ€?. Un’azione legale è stata voluta da Milly Carlucci, volto di “Ballandoâ€?, che si dichiara pronta ad andare ďŹ no in fondo per chiarire la questione: “Quello che esigo è che vengano rispettate le regole che esistono, ma che in tv non sono mai state applicate [‌] Nella tv, che ormai assomiglia sempre di piĂš a un calderone di programmi tutti uguali, sembra che questa regola non possa essere applicata.â€? Barbara D’urso, la presunta responsabile del plagio, si difende accusando a sua volta la Rai di aver copiato Mediaset con un’altra trasmissione, “Estate in direttaâ€?, contenitore pomeridiano
simile a quello di Canale 5: “Andare in onda sino al 22 luglio ha fatto muovere la dirigenza di Rai Uno, che si è dovuta inventare Estate in direttaâ€?. Insomma, ognuno ha la sua versione personalizzata della veritĂ . E allo stesso modo i telespettatori hanno la loro opinione. Ma se osservassero il mondo della tv piĂš in profonditĂ scoprirebbero che i tre personaggi sopracitati, insofferenti verso una televisione che copia dal compagno di banco, da anni conducono programmi inventati in un’altra nazione, comprati da decine di Paesi nel mondo, giĂ visti da milioni di persone. Stiamo parlando dei format, trasmissioni di gran suc-
cesso che vengono vendute in blocco – idea, contenuti, forma, scenograďŹ a e persino la personalitĂ del conduttore e il tipo di pubblico in studio – dalle case di produzione a televisioni private e pubbliche in tutto il pianeta. Una trovata che fa risparmiare soldi e meningi per rischiose novitĂ e soprattutto assicura un forte guadagno, considerando la garanzia di milioni di telespettatori che giĂ apprezzano il prodotto. I quizzoni di mister Scotti, infatti, sono tutti americani, clonati perfettamente in ogni dettaglio, giĂ visti anni fa sulle televisioni d’oltreoceano come per esempio “Who wants to
be millionaireâ€?; il vero nome di “Ballando con le stelleâ€? è “Strictly come dancingâ€?, format inglese, proprietĂ del network Bbc. E anche “Baila!â€?, presentato come la grande novitĂ della stagione televisiva italiana è stato comprato in Sudamerica. Si chiama “Bailando por un sueĂąoâ€? e va in onda da anni su Televisa. E questi sono solo pochi esempi: la tv italiana da anni attua la strategia del copia-incolla: bandite le nuove idee, rischiose e costose. Bandite, quindi, originalitĂ e inventiva, la soluzione è giĂ in vendita. Manca solo di comprare il pubblico a casa. Ma questo forse è giĂ successo.
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ietro la maschera nessun superpotere, ma le buone qualitĂ di un bravo ragazzo potenziate e amplificate dal siero del professor Abraham Erskine. Potrebbe essere racchiuso qui l’identikit del nuovo eroe passato dalle pagine dei fumetti al grande schermo. Solo l’ultimo di una fiorente e ricca tradizione che, eccezion fatta per alcuni casi, è sempre garanzia di successo al botteghino, tanto che “Captain Americaâ€? insidia il successo dell’ultimo episodio di Harry Potter nel fine settimana. Steve Rogers, interpretato da Chris Evans, è un giovane americano che vuole arruolarsi e rispondere alla chiamata alle armi. Anche lui vuole combattere con i tanti giovani che in Europa stanno sacrificandosi contro la pazzia nazista. Ma viene sempre scartato: il problema sta nel suo gracile corpo, nella costituzione fragile, nell’altezza non idonea e nell’asma. L’occasione adatta, che ne cambierĂ la vita, gli viene offerta, come giĂ detto, dal dottor Abraham Erskine (Stanley Tucci), un medico che lavora in un’unitĂ speciale per la realizzazione di nuovi super soldati dell’esercito a stelle strisce. Roger viene scelto nonostante la scarsa prestanza fisica o
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proprio grazie alla scarsa prestanza fisica, perchÊ ciò che conta è quello che sta al di là dell’aspetto esteriore, come sottolinea il dottor Erskine al colonnello Philips (Tommy Lee Jones) mentre valutano chi scegliere per la sperimentazione. Poi la lotta si concretizzerà contro Schmidt (il Teschio rosso) che, uscito dalle file dell’esercito di Hitler, vuole conquistare il mondo. Capitan America è un uomo comune con problemi fisici che, senza superpoteri (ma con un superscudo realizzato da Howard Stark, il padre del futuro Iron man), riesce a divenire eroe grazie alla determinazione e alle cose in cui crede: un’America libera, forte, capace di combattere il male per portare la democrazia nel mondo. Questa è la chiave che stupisce di piÚ e la vera forza del film: la scelta della pellicola diretta da Joe Johnston non
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perde mai di vista quel ragazzo piccolo, fragile che ben conosce il valore del potere e della forza proprio perchÊ ha conosciuto anche il valore della debolezza. Al film poi non mancano il ritmo, l’avventura, gli effetti speciali, gli inseguimenti e le esplosioni, ma al centro di tutto c’è Steve Rogers, il ragazzo che crede negli ideali di libertà , amicizia, amore e sacrificio. Una piacevole sorpresa cinematografica questo film che piacerà a coloro che andranno a vederlo. Capitan America, con la sua tutina e la maschera, incarna un’ideale di nazione ben preciso. La sua prima comparsa è datata 1941 con intenti propagandistici non velati. Viene da chiedersi se la scelta di raccontare sul grande schermo sia solo una operazione economica o unisca anche qualcosa di piÚ: proprio oggi in cui la nazione a stelle e strisce vede sempre piÚ a rischio la propria leadership internazionale, mentre Capitan America rappresenta una nazione in grado di guidare l’intero Occidente sotto la spinta di valori morali forti, verso il progresso e lo sviluppo. Se ogni film racconta una situazione socio-culturale, forse questo presenta il desiderio americano di ritrovare il proprio posto fondamentale nella politica internazionale sotto la spinta di ideali.
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Anci Lombardia e Regione hanno sottoscritto nei giorni scorsi un protocollo d’intesa per la definizione di un indicatore di virtuosità amministrativa dei Comuni. L’indicatore è finalizzato a valutare i Comuni lombardi, attribuendo a essi un punteggio a partire in prima istanza dalle performance economico-finanziarie desunte principalmente dai dati di bilancio. L’Indicatore di virtuosità potrà essere utilizzato da Regione Lombardia per le politiche
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regionali che coinvolgono i Comuni lombardi, quali la concessione di benefici regionali e l’applicazione del Patto di stabilitĂ territoriale. In sede di prima applicazione, per la determinazione dell’Indicatore di virtuositĂ sono stati selezionati ambiti d’analisi come la flessibilitĂ di bilancio, il debito e lo sviluppo, la capacitĂ programmatoria, l’autonomia finanziaria e la capacitĂ di riscossione. “Al lavoro sulla virtuositĂ , con la definizione
di parametri di tipo finanziario – ha dichiarato il presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana – dovrà seguire quello sulla qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini e quello del peso delle società comunali sulle quali talvolta vengono scaricati i costi e i dipendenti�. Per il presidente dell’Anci regionale si tratta di passaggi per individuare chi governa bene e superare il vecchio principio della spesa storica a favore di quello dei costi standard.
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a tempo è aperto il dibattito sulle liberalizzazioni nella vendita dei farmaci. Per comprendere i reali costi-benefici che una eventuale deregolamentazione del settore può comportare, soprattutto alla luce di una possibile penalizzazione delle farmacie piĂš piccole e isolate, le cosiddette rurali che in Italia sono oltre 6000 e che sono situate nei Comuni con meno di 5000 abitanti, l’Unione nazionale consumatori ha commissionato una approfondita indagine. I risultati sono stati illustrati nel corso dell’incontro “Processi di liberalizzazione e funzioni di servizio pubblico: il caso delle farmacie ruraliâ€? cui hanno partecipato Giorgio Agnellini, presidente della sezione bresciana dell’Unione consumatori, Franca Biglio, presidente dell’Associazione nazionale piccoli comuni d’Italia e Stefano Fantacone. “Lo studio – ha precisato Fantacone – evidenzia in-
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sioni con fatturati e utili limitati, comportando esiti non desiderabili in termini di diffusione del servizioâ€?. Sebbene tradizionalmente si argomenta che a maggiore concorrenza equivalgano una maggiore efficienza e prezzi minori, a tutto beneficio del consumatore finale, il principio dell’efficienza economica può in questo caso entrare in conflitto con un obiettivo di equitĂ , in base al quale determinati servizi debbono essere fruiti dall’intera popolazione. Nell’indagine sono stati coinvolti anche i piccoli Comuni italiani, come pubbliche amministrazioni direttamente interessate al fenomeno delle liberalizzazioni. “Le farmacie – ritiene Franca Biglio – sono un punto fermo, un presidio sul territorio esattamente come il municipio, l’ufficio postale, la scuola, l’esercizio commerciale, poichĂŠ rappresentano un servizio universale indispensabile per la persona e danno una risposta concreta alla gente che vive le si-
tuazioni piÚ disagiate nel Paese. Si tratta soprattutto dei piccoli Comuni collinari e montani a forte rischio idrogeologico, i cui abitanti vanno premiati perchÊ custodiscono anche il territorio. Anche la presenza delle farmacie aiuta ad arginare lo spopolamento, perchè oltre all’erogazione di farmaci e alla consulenza agli utenti, rappresentano dei veri e propri luoghi di aggregazione per molti cittadini, specialmente per gli anziani e le fasce deboli�.
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Oltre 200 allevatori bresciani si sono presentati nei giorni scorsi a Milano in piazza Affari e in piazza Cordusio capitanati dal presidente Ettore Prandini e dal direttore Mauro Donda, per denunciare le pesantissime conseguenze subĂŹte da agricoltori e consumatori per effetto delle speculazioni sull’agroalimentare. Al momento dell’apertura dei lavori i maiali hanno razzolato in piazza Affari davanti alla Borsa di Milano, dove man mano sono arrivati gli allevatori soci Coldiretti provenienti non solo dalla Lombardia ma anche da altre regioni. “Abbiamo denunciato – sono considerazioni del Presidente di Coldiretti Brescia, Ettore Prandini – le speculazioni internazionali sulle materie prime agricole poichĂŠ stiamo assistendo alle performance
di mercati agricoli che in modo altalenante portano in crisi uno alla volta tutti i settori produttivi. E tra la speculazioni possiamo anche includere quelle legate al business delle agroenergie che attirano, soprattutto in Lombardia, capitali e investimenti finanziari extra-agricoli con le ripercussioni negative che ben conosciamoâ€?. C’è grande attesa in Coldiretti per il tavolo convocato il 29 luglio dal ministero delle Politiche agricole per per la definizione delle linee attuative del piano di settore della filiera suinicola. “Occorre affrontare con decisione – ha concluso il presidente Prandini – le distorsioni della filiera che sono favorite nella mancanza di trasparenza sull’origine della carne di maiale e dei salumi, che danneggia allevatori e consumatoriâ€?
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La quarta edizione della versione storica del rally della Freccia Rossa ha stabilito il record di partecipazione: saranno 123 gli equipaggi che prenderanno parte alle tre manifestazioni: 78 sono i partecipanti al classico rally, valido per il Campionato italiano rally autostoriche, 24 i concorrenti al sesto Memorial Nick Busseni – disputato con la formula della Regolarità Sport – e 21 i gentlemen drivers che, pur senza rilevamento dei tempi, percorreranno lo stesso
percorso e le medesime prove speciali al volante delle magnifiche vetture della categoria All Stars. Tra i bresciani, da segnalare la partecipazione di Massimo Voltolini, Luciano Tamburini e Luigi Zampaglione. In gara anche quattro equipaggi femminili. Nel rispetto di una tradizione mai dimenticata e fortemente sostenuta dagli organizzatori, il Rally 1000 Miglia storico prenderà il via e terminerà nella sua sede naturale, piazza Vittoria a Brescia�.
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i conclude l’ultima settimana di lavoro nel ritiro estivo di TemĂš in alta Vallecamonica. Ed è tempo di bilanci prima di rientrare in cittĂ e ripartire per Storo, meta dell’ultima parte della preparazione fino al 7 di agosto. Ăˆ un Beppe Scienza ampiamente soddisfatto: il tecnico delle Rondinelle comincia a vedere i frutti del suo lavoro pur sapendo che il gruppo può essere smembrato da un momento all’altro. La prioritĂ , infatti, rimane sempre cedere quanto prima i pezzi pregiati che – però – ancora non si muovono dal libro paga della societĂ di via Bazoli. Stiamo parlando ovviamente di Diamanti, Caracciolo e Konè. A questi si vanno ad aggiungere Mareco (destinazione Lecce) e Martinez (pista greca all’orizzonte) multati dalla societĂ per essersi presentati in ritardo al raduno e fuori dai programmi della prossima stagione. Ăˆ il Brescia di Marco Zambelli, che ha ricevuto ufficialmente la fascia di capitano. Ăˆ il Brescia dei giovani, è il Brescia di un centrocampo folto dove ritrovano piacevolmente spazio i prodotti del vivaio Paghera e Salamon. Ăˆ il Brescia dalla difesa finalmente piĂš accorta, è un Brescia rapido, scattante e – a volte – con geometrie interessanti. Ăˆ il Brescia del nuovo bomber Robert Fecsezin. Uno che in questi anni è stato sbat-
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tuto dappertutto ma mai preso sul serio dai vari allenatori che si sono succeduti negli ultimi tre anni sulla panchina biancoblĂš. Potrebbe essere questo l’anno del rilancio del centravanti ungherese, maturato ad Ascoli ed ora pronto per il grande salto. Senza dimenticare Jonathas, rimasto all’ombra del Cidneo nonostante l’interesse di alcune societĂ di serie A. Ăˆ stato lui la sorpresa di
questa prima parte del ritiro andando spesso a segno nelle amichevoli. E mentre il calcio scommesse comincia a mietere le prime vittime (la promozione dell’Atalanta torna in discussione), Gino Corioni ha annunciato che ha presentato domanda di ripescaggio. Sarà difficile che venga accolto ma sarebbe una manna dal cielo se le cose andassero diversamente. Significa svariati mi-
lioni di euro in piÚ che arriverebbero dai diritti televisivi e che renderebbero meno apprensiva la cessione obbligatoria del trittico Diamanti, Caracciolo e Konè. Quest’ultimo non gradisce la corte dei tedeschi dello Schalke 04, meglio l’offerta del Cagliari, l’Airone ha rifiutato anche il Kazan e lascia intendere di non volersi muovere nonostante la minaccia di finire in tribuna mentre su Diamanti il Bologna rimane sempre alla finestra. Inutile fare nomi in entrata, perchÊ senza la cessione di questi la situazione non si potrà sbloccare. Cosi la carovana di Corioni proseguirà la preparazione dalla prossima settimana (1-7 agosto) nella calda Storo. Fissate anche le amichevoli: mercoledÏ 3 alle 20 contro l’Oradea (serie B romena), giovedÏ 4 con lo stesso orario i dilettanti del Calcio Chiese, domenica 7 agosto a Desenzano contro l’Albinoleffe. Infine mercoledÏ 10 derby con i cugini del Feralpi Salò neo promossi in Prima Divisione.
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7HPSR GL (XURSHL D 0RQWLFKLDUL Presentati gli Europei Master di ciclismo su pista che avranno luogo dall’8 al 12 agosto prossimi presso il Velodromo di Montichiari. “Siamo pronti ad ospitare un altro importante appuntamento delle due ruote – ha dichiarato il primo cittadino Elena Zanola – e ciò che ci da maggiore soddisfazione è vedere un paese come il nostro che, con 55 associazioni sportive e strutture di ogni genere, è davvero un ďŹ ore all’occhiello in provincia. Da
noi, in un certo senso, si respira davvero sport a pieni polmoniâ€?. Sulla funzionalitĂ della pista del Velodromo, Zanola aggiunge che “questo impianto, da noi fortemente voluto, è stata una scommessa vinta ampiamente, prove ne sono i tanti eventi che, dalla sua apertura nel 2009 ad oggi, hanno avuto luogo in esso. Se poi consideriamo i record registrati recentemente non possiamo che deďŹ nire la struttura come una delle migliori al mondo,
l’unica coperta presente in Italia, una vera e propria meraviglia dell’ingegno umanoâ€?. “Il Velodromo – aggiunge il vicepresidente provinciale della Federciclismo Pietro Bregoli – è aperto 364 giorni l’anno e, tra campionati, allenamenti e gare di vario genere, a volte ci è difďŹ cile riuscire ad accettare tutte le richieste di utilizzo dello stesso. Gli Europei? Sono un premio per gli atleti Master, i piĂš presenti al Velodromo. Speriamo di assistere ad
un grande spettacolo, ma sono certo che tutti gli atleti che si sono iscritti non mancheranno di gareggiare con la giusta dose di agonismo e grinta�. Le quattro giornate di gara vedranno una sessione mattutina ed una pomeridiana e già l’8 agosto verranno assegnati i primi trofei. Sette le categorie complessive; i partecipanti hanno un’età minima di 35 anni per arrivare sino agli over 75. Una decina per oltre 100 atleti totali.
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‘”•ƒ ‹Â? Â?‘Â?–ƒ‰Â?ƒ ÂŽ ˜‹ƒ Žƒ DzÍ? ’‘Â?–‹dz Si parte. Domenica Bagolino darĂ il via al 2° Campionato provinciale di corsa in montagna. Gli atleti che prenderanno parte alla “5 Pontiâ€? correranno ad un altitudine tra i 700 e i 1200 metri su un percorso di 18 km. La partenza è ďŹ ssata al Parco della pineta, dopo una breve salita si attraverserĂ il centro del paese per poi raggiungere il primo scollinamento a quota 1050 in zona CochĂŠt. La successiva discesa condurrĂ gli atleti al ďŹ ume Caffaro, prima della salita di Dosso
Selva, a 830 metri, poi giĂš ďŹ no ad attraversare il ďŹ ume e tagliare il traguardo di 5 Ponti. La seconda parte della gara inizierĂ con una salita piĂš impegnativa che conduce gli atleti a quota 1.220 in localitĂ VestĂš. SeguirĂ una lunga discesa ďŹ no alla conclusione della corsa. Lungo il percorso sono previsti tre punti di ristoro. Anche i piĂš piccoli avranno la possibilitĂ di correre grazie alla “Mini 5 pontiâ€? organizzata per i nati dal 1998 al 2005. Per loro è previsto un percorso di 2 km.
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a anni il Csi si impegna attraverso lo sport ad educare i ragazzi degli oratori di tutta Italia e ogni giorno cerca nuove sfide, stimoli sempre piĂš importanti. Proprio in virtĂš della lealtĂ sportiva e dello spirito di squadra, che da sempre contraddistinguono il gioco del rugby, il Csi nazionale ha deciso, in accordo con la Fir, di dar vita ad un importante percorso innovativo. “Nel lessico ovale è giĂ scritto il motivo per cui il Csi e Fir debbano giocare insieme la partita educativa – commenta Massimo Achini, presidente del Csi –: la meta che si raggiunge solo con fatica, umiltĂ e particolari capacitĂ ; il sostegno fra pari dell’accorrere in aiuto del compagno placcato; la disciplina in campo che non è mai qualcosa di imposto ma ‘sapere sempre dove si vuole arrivare’; il legame, ovvero unione fra compagni, basti pensare alla mischia. Ăˆ un vocabolario che piace davvero molto al Csi – continua Achini – ed è per questo che vogliamo promuoverlo in molte parti d’Italia in quegli spazi educativi, come gli oratori, dove la vera meta è avere a cuore la vita e l’educazione dei giovaniâ€?. Sulla stessa linea anche il pensiero del presidente della Federugby Giancarlo Dondi, per il quale â€œĂˆ motivo di grande soddisfazione poter dare vita ad una forma sinergica che si propone di portare il rugby negli oratori. Ci troviamo di fronte ad un inedito processo educativo e formativo che auspichiamo abbia il successo che merita
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nel rispetto delle regole della vita�. La convenzione prevede, tra le altre iniziative, l’organizzazione in diverse città italiane di manifestazioni rugbistiche a cui prenderanno parte squadre oratoriali e la creazione di corsi di formazione rivolti ai tecnici e agli allenatori del Csi. Dopo questa prima fase, nella primavera del nuovo anno si passerà all’integrazione tra i neofiti degli oratori e le società individuate dalla Fir. PoichÊ attualmente le strutture del Csi non sono concepite per la pratica del rugby, la Fir farà partire entro l’estate un monitoraggio dei centri sportivi per definire le esigenze pratiche di ogni territorio coinvolto.
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a gita fuori porta della settimana ci porta sulle sponde del Benaco, alla scoperta delle dolci colline della Valtenesi. In questa zona ogni paese mostra la propria fortificazione a testimonianza delle varie incursioni barbariche in terra gardesana. A Padenghe, il castello ha conservato le solide mura di ciottoli e la torre principale alta 21 metri. Nei pressi della fortificazione, seguiamo la via che porta verso la chiesetta di Sant’Emiliano, piccolo gioiello con un abside romanica. A difesa di Moniga, si ergono le mura e la torre d’ingresso, ora adibita a campanile, dell’antico castello dall’imponente cinta (lunga 280 metri) con le torri di vedetta. Anche la piccola Soiano poteva vantare un tempo una sua fortezza, della quale oggi non rimangono che pochi resti. Addentrandoci nell’entroterra, tra le colline costellate di vigneti e oliveti, merita una visita la chiesetta di San Pietro in Lucone a Polpenazze, coperta di affreschi quattrocenteschi. L’itinerario prosegue verso nord per
raggiungere Manerba del Garda, che con il suo parco archeologico-naturalistico costituisce un’importante meta per gli amanti delle passeggiate. Si può lasciare l’automobile nei pressi della rocca e intraprendere uno dei tanti percorsi immersi nella natura, passando dall’ordine dei campi coltivati a vite e ulivo all’arsura delle rocce a picco sul lago. Il paesaggio è dominato dall’altura che ospita i resti della rocca di origine altomedievale, ricca di ritrovamenti preistorici, e distrutta dalla Serenissima nel 1575 perchÊ diventata un covo di banditi. Sulla zona aleggia una bizzarra curiosità : sembra che il promontorio, visto da una particolare angolazione, richiami alla mente l’inconfondibile profilo di Dante Aligheri. Dall’altura è impossibile non ammirare la grande Isola del Garda: ora proprietà della famiglia Cavazza, l’isola è stata sede dell’eremo dei frati di San Zeno prima e di un convento francescano poi. Si dice infatti che un certo Beniamino di Manerba, affascinato dal carisma del Santo d’Assisi di passaggio sul Garda, avesse destinato
l’isola di sua proprietà alla costruzione di un convento, divenuto importante per la presenza di una scuola teologica. Dopo un periodo di decadenza, la confisca da parte dello Stato italiano e vari passaggi di proprietà , l’isola è diventata celebre per la sua villa in stile neogotico veneziano, progettata dal Rovelli tra il 1890 e il 1903, passata poi alla famiglia Borghese di Roma. La sontuosa dimora è circondata da un parco ricco di giardini ordinati, siepi ma anche di piante esotiche. Da aprile ad ottobre è possibile visitare la villa e i giardini previa prenotazione (www. isoladelgarda.com). Ritornando sulla terraferma, a Manerba in località Pieve Vecchia, è possibile visitare la chiesa di Santa Maria Assunta, che mostra alcune preesistenze romane ed interessanti affreschi medievali al suo interno. Dalla pieve ci dirigiamo in direzione di San Felice del Benaco dove incontriamo il Santuario della Madonna del Carmine, dalla semplice architettura ma che conserva un importate ciclo di affreschi del tardo Quattrocento.
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Il saluto a don Michele, curato a Sarezzo Pubblichiamo un saluto a don Michele Bodei, destinato a Montichiari. Caro don Michele, visto che non ho avuto la possibilitĂ di salutarLa personalmente ho pensato di farlo attraverso il giornale che riporta ogni settimana notizie ed articoli che riguardano la nostra diocesi . Ogni volta che leggo la Voce del Popolo poi, mi sento piĂš vicina a mia mamma che voleva molto bene ai sacerdoti e a questo giornale. Penso che Sarezzo sia stato per lei una buona palestra e qui la voglio ringraziare per tutte le cose che ha fatto, imparato ed insegnato nei suoi primi anni qui “da sacerdoteâ€?. Le auguro di raccogliere i frutti di tutto quanto ha seminato in questi anni. Un sincero grazie da parte mia e della mia famiglia! Piera
Spiritualità ? La risposta arriva da Viadana Egr. direttore, sono pienamente d’accordo col vescovo Monari sul fatto che c’è poca spiritualità e preghiera nella nostra diocesi organizzatissima per animazione oratoriale, caritas, missioni, campi estivi... Nella parrocchia di Viadana a Calvisano esiste un gruppo di signore e non che ogni mese si trova davanti al Santissimo per l’ora di guardia o il rosario perpetuo, questo da 30 anni circa. Hanno una zelatrice che si occupa di far avere i fogli mensili che arrivano da Santa Maria Novella Firenze e che invia periodicamente offerte a questa associazione. Mi ha
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chiesto di cercare in cittĂ presso le librerie cattoliche i libretti guida del rosario che dopo tutti questi anni si sono logorati, ma purtroppo sono da richiedere a Firenze presso il centro “L’ora di guardiaâ€?. Ho trovato su internet i nuovi recapiti, ho telefonato per poter avere i nuovi libretti, ma io non conto non sono zelatrice: deve essere la zelatrice che chiede oppure deve lasciare l’incarico. Mentre scrivo si sta pregando il rosario per la Chiesa locale con i libretti consumati, quest’ora per Viadana è una connessione diretta con Dio e allo stesso tempo un parafulmine per la nostra parrocchia e per tutti quanti ne hanno bisogno nella nostra cittĂ , purtroppo non sempre si trovano persone disponibili come lo è il nostro Vescovo che toglie tempo al suo legittimo riposo per fare Quaresima coi giovani insegnando loro a pregare. Agnese Mutti
Il treno dei disagi Egr. direttore, quella che segue è la storia di una disavventura per la città di Brescia e i paesi lungo i binari della linea ferroviaria Brescia-Parma, per i passeggeri del treno delle 6.12 del mattino. Un esempio di amministrazioni irresponsabili, che sprecano risorse e danneggiano utenti di servizi pubblici. Il treno delle 6.12 è composto da due carrozze, sempre quasi tutte piene; porta pendolari e studenti da un paese all’altro e verso la città . Da due settimane è stato soppresso senza spiegazione. Sono costretta a prendere questa corsa ogni lunedÏ per raggiungere, da Ghedi, Brescia, dove
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mi aspetta la coincidenza per Roma. Pendolare settimanale, ogni volta che mi reco alla stazione, non so mai se il treno è in orario, se passerà o se la corsa sarà soppressa con comunicazione tardiva e senza possibilità di rimediare in tempo un altro mezzo per non perdere la coincidenza a Brescia. Deve essere la stessa agitazione che prende le persone in attesa nel piazzale davanti alla stazione, ermeticamente chiusa, perchÊ con l’avvicinarsi dell’orario non si parla d’altro. Saperne prima non è possibile: dall’interno della stazione nessuno può informarti. Si attende la voce dell’altoparlante e il suono della campanella se il treno si avvicina. Alcuni pendolari mi hanno spiegato che, fino a poco tempo fa, prendevano il treno dell’ora dopo, ma da un po’, per evitare di arrivare sempre in ritardo sul lavoro, hanno anticipato di un’ora, alzandosi alle cinque del mattino. Questa situazione non è l’unica in Italia, ma in Lombardia è piÚ pesante. Quello che resta inspiegabile su questa linea è che non è cambiato nulla: qui non c’è stata l’introduzione dell’Alta Velocità a mortificare le linee secondarie. L’Alta Velocità ha significato non far piÚ arrivare il BresciaParma dentro la stazione, al solito binario, ma farlo fermare a Brescia Est, cioè, quasi fuori dalla stazione. Una fermata cosÏ improbabile che, quando leggi questa indicazione sui cartelli degli orari, provi disorientamento. I ritardi, le soppressioni dell’ultimo minuto sono rimasti inspiegabili per mesi, mentre il numero dei viaggiatori si è assottigliato, presumo per necessità e stanchi dell’andazzo. Ora, da un paio di settimane, arriva un pullman sostitutivo, senza che sia stata offerta alcuna spiegazione sul motivo che ha
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prodotto la soppressione del treno. I viaggiatori occasionali non si capacitano, i pochi pendolari giornalieri rimasti salgono rassegnati. Il treno è di gran lunga il veicolo piĂš rispettoso dell’ambiente e dunque, della salute delle persone. Si dovrebbe, quindi, favorirne l’uso ed ampliarne l’offerta per passeggeri e merci. Mentre il governo taglia i finanziamenti per il trasporto pubblico, le amministrazioni locali dormono. Vale per quella di Brescia come per quella di Ghedi, vale per l’Amministrazione provinciale: non risulta, che a fronte dei disagi subiti dai loro cittadini, abbiano sollevato il problema ad uno dei tanti tavoli cui siedono. AnzichĂŠ prendersela con gli immigrati o con i loro “sostenitoriâ€?, meglio farebbero ad occuparsi di come risolvere le difficoltĂ che la crisi ha accentuato e favorire la vivibilitĂ , la mobilitĂ sostenibile nei luoghi che li vedono amministratori. Nessuno merita l’abbandono riservato ai pendolari della Brescia-Parma; nĂŠ il dispendio di costi che la soluzione adottata comporta: è evidente che un pullman, per altro semivuoto, in sostituzione di un treno inspiegabilmente soppresso, costa di piĂš per l’amministrazione e per la collettivitĂ . Questa veritĂ non può essere cancellata dall’ambigua raccolta di firme attivata sul pullman da parte delle Ferrovie regionali, sotto la frase che conferma il buon andamento del servizio sostitutivo. Oltre al danno, la beffa! E presto al danno e alla beffa si aggiungerĂ l’aumento delle tariffe; soluzione che la Giunta regionale motiverĂ sulla base del buon andamento del trasporto pubblico, certificato dai “clientiâ€?. Buon andamento? A vantaggio di chi? Oriella Savoldi
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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
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