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Religione senza religione è dove stiamo inavvertitamente camminando (cfr. Mariano Corbi): convivenza delle differenze, solidali attorno all’umano, legati da uno sguardo all’oltre, cercato e percepito come termine ultimo del grido del mondo. “Credimi, donna, è giunto il momento in cui nĂŠ su questo monte, nĂŠ in Gerusalemme adorerete il Padre ‌i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e veritĂ â€? v (Gv 4). Una religione senza tempio? Scrive Turoldo, arditamente: â€œâ€Śla gioia che nessun tempio/ti contiene,/o ar nessuna nes chiesa/t’incatena:/Cristo sparpagliato/per tutta la terra,/Dio terra vestito di umanitĂ :/Cristo sei nell’ultimo di tutti/come nel piĂš vero tabernacolo‌â€? Certo, la condizione dell’Eden è quella di figliolanza figli comune. Allora davvero l’EkklesĂŹa sarĂ katholikĂŠ: sarĂ l’Amore, l’Amor il disarmato amore, Suo e nostro, a tenere insieme le nostre nuditĂ nuditĂ , senza divise, paramenti e formule: la visibilitĂ della fede st sarĂ questa stessa pelle comune. O le tuniche di pelli che Egli stesso ci cucĂŹ a suo tempo, tem improvvisato sarto (Gen 3).
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AgorĂ 2011. Cristiani attenti al tempo presente
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”‹Â?…‹’‹ ‡ ‹Â?’‡‰Â?‹ Chiesa e politica è un tema classico. Tanto piĂš attuale oggi che sul sistema politico italiano è appeso un grande cartello di “lavori in corsoâ€?, che si protrarranno probabilmente per alcuni anni. Proprio perchĂŠ comincia (l’ennesima) transizione, occorrerebbe attrezzarci convenientemente. Anche nel ricordo di Mino Martinazzoli, scomparso alla soglia degli ottant’anni, che vent’anni fa era stato, nella dissoluzione della Dc, protagonista di un tentativo interrotto di nuova proposta. Un uomo d’altri tempi, di un altro modo di fare politica, che sembra ormai, purtroppo, cosĂŹ raro. Una proposta la sua che è sintesi di cultura, etica, politica e
spiritualitĂ : una sintesi difďŹ cile, sovente instabile, inquieta, ma che segnò profondamente un’epoca ben oltre i conďŹ ni bresciani e lombardi. Per questo è necessario sistemare bene i fondamentali. Ovviamente non è entrato nelle questioni roventi degli schieramenti e delle prospettive. Tuttavia il cardinal Bagnasco, intervenuto a una summer school organizzata da due fondazioni vicine al Pdl, ha colto l’occasione per ribadire alcuni punti chiave. La politica, ha ribadito, è una forma alta di caritĂ . Nonostante le cronache, si tratta di un dato fondamentale, che diventa anche un appello a vocazioni adeguate appunto all’impegno. D’altro canto il Presidente della Conferenza episcopale italiana ha ribadito che la Chiesa non è una agenzia politica. Tuttavia, è il terzo punto del ragionamento, la fede ha una evidente ricaduta pubblica. Coerentemente con
la presenza della Chiesa (la gerarchia, ma anche la comunitĂ ecclesiale) come sale e luce nello stesso tempo. La Chiesa dunque, anche se qualcuno vorrebbe che tacesse o che parlasse solo per dire “cose gradite alla cultura che appare dominante perchĂŠ ha potere di parolaâ€?, prende la parola nell’agone pubblico. D’altra parte lo stesso cardinal Bagnasco da ultimo la scorsa settimana alla Madonna della Guardia ha detto parole chiare sulla “questione moraleâ€? e sulla questione sociale, chiamando alla “conversioneâ€?. Di fronte ai giovani della summer school ha ammonito la politica a “rispettare l’anima della nazioneâ€?: “intaccare i valori spirituali e morali di una società è attentare alla sua integritĂ e alla sua unitĂ â€?. La stessa scelta della sďŹ da educativa per la pastorale del decennio lo dimostra: “La Chiesa crede fermamente alla ragione e nel suo rapporto
virtuoso con la fede; inoltre, porta il suo contributo perchÊ nella contesa tra utilità e verità , la verità non soccomba�. La Chiesa insomma, in quanto tale, ribadisce le forme della propria presenza e della propria interlocuzione appassionata, concreta con la società italiana, il suo carattere popolare. D’altro canto l’indirizzo della dottrina sociale è proprio fondato sul concetto di Caritas in veritate, titolo dell’ultima enciclica di Benedetto XVI. Questo tessuto di presenza capillare certo oggi è anch’esso sottoposto a molteplici vicissitudini. Rappresenta comunque un patrimonio essenziale per tutta la società italiana. I principi sono chiari, anche se è sempre necessario ribadirli. Di qui si aprono gli spazi dell’impegno e anche della creatività e della proposta politica, urgenti e attese nel cantiere aperto dell’Italia di oggi e dei prossimi anni.
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Due sono gli strumenti a cui la Commissione preparatoria ha pensato per consentire alle comunitĂ parrocchiali bresciane un corretto approccio al cammino che condurrĂ al Sinodo diocesano previsto per il 2012. Il primo è un video, della durata di poco meno di 20 minuti, realizzato da don Italo Uberti per Voce Audiovisivi. Il sussidio è stato pensato per presentare nel modo piĂš adeguato il documento “ComunitĂ in camminoâ€?, la Lettera pastorale
del vescovo Monari, alla comunità cristiana, al consiglio pastorale parrocchiali, agli operatori pastorali che accompagna il documento sul Sinodo diocesano sulle unità pastorali realizzato dalla Commissione ante preparatoria. Nel video, dopo la presentazione del Vescovo che spiega le ragioni che l’hanno spinto all’indizione del Sinodo e il percorso verso la sua celebrazione, don Angelo Maffeis, Giovanni Falsina e don Antonio Lanzoni illustrano le tre
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abato 17 settembre, ore 18.30: il vescovo Luciano Monari presiede in Cattedrale la celebrazione eucatistica con cui prende ufficialmente avvio l’Anno sinodale. Ăˆ questo il momento centrale di “Chiesa nella cittĂ â€?, la seconda tappa dell’AgorĂ che segna l’avvio del nuovo anno pastorale. Con la celebrazione si apre per la Chiesa bresciana un anno straordinario, un tempo proficuo per affrontare il cammino di avvicinamento alla celebrazione del Sinodo diocesano. Brescia non vive questo evento di grande importanza, un momento in cui, come ricordato piĂš volte anche dal Vescovo, la Chiesa si incontra per assumere decisioni importanti, dal 1978. Fu mons. Luigi Morstabilini, allora, a indire e presiedere il 28° Sinodo diocesano. Da allora sono passati piĂš di 30 anni e molti contesti, anche in una terra feconda come quella bresciana, sono profondamente cambiati. Per mons. Monari è giunto il tempo di quelle decisioni importanti che richiedono un momento di confronto tra tutte le realtĂ della Chiesa locale: appunto un sinodo. Il tema di questo importante appuntamento è noto ed è quello delle unitĂ pastorali e della necessitĂ di impostare l’azione pastorale futura della Chiesa bresciana su una base piĂš ampia di quella parrocchiale. Non è un cammino semplice e l’Anno sinodale che il Vescovo aprirĂ nella celebrazione del 17 settembre, servirĂ proprio a far maturare nelle comunitĂ parrocchiali della diocesi e nelle altre realtĂ ecclesiali questo
importante passaggio. Servirà a avviare, come ricorda anche don Angelo Maffeis nell’intervento inserito nell’audiovisivo realizzato come sussidio per questa fase di preparazione, una riflessione sulla Chiesa che nella sua storia ha sempre considerato le sue strutture come riflesso della sua missione. Oggi la missione della Chiesa, anche di quella bresciana, è di annunciare il Vangelo in contesti nuovi, in presenza di segni dei tempi che occorre leggere. Deve potersi dunque riflettere in strutture che sappiano
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supportare tale missione. Per tante ragioni (Giovanni Falsina, segretario del consiglio pastorale diocesano, nel giĂ citato audiovisivo le riconduce essenzialmente a un’alta mobilitĂ che supera i confini delle parrocchie, nel fenomeno immigratorio, nell’individualismo, in modi nuovi si esprimere l’appartenenza ecclesiale e, per ultimo, in una riduzione del numero dei sacerdoti) queste strutture non possono piĂš essere le parrocchie. Possono essere, allora, le unitĂ pastorali, definite nel sussidio audiovisivo da don Antonio Lanzoni come “insieme di parrocchie di un’area territoriale omogenea, caratterizzato dalla stabile cooperazione in vista di una evangelizzazione piĂš efficaceâ€?, la risposta al bisogno di una nuova impostazione pastorale? La risposta è affidata al cammino di riflessione a cui la diocesi, in tutte le sue articolazioni, è chiamata nel corso dell’anno pastorale che si apre il 12 settembre con l’inizio di “Chiesa nella cittĂ â€?. Una settimana di appuntamenti in cui, in diversi momenti e con linguaggi differenti, vengono tematizzate molte delle questioni poste dal documento “ComunitĂ in camminoâ€? predisposto dalla Commissione antepreparatoria. Non è un caso che “Chiesa nella cittĂ â€? si apra con una riflessione, in forma di spettacolo teatrale, sulla figura di mons. Luigi Morstabilini, l’ultimo vescovo di Brescia ad avvertire la necessitĂ di un Sinodo. Allora era il 1978, anno che chiudeva una stagione di grandi e per certi versi tragici avvenimenti di cui anche la Chiesa, proprio come oggi, non poteva non tenere conto.
,O WUHQR LO 9HVFRYR H LO SHQ Anche quest’anno nella deďŹ nzione del programma di “Chiesa nella cittĂ â€?, la tappa dell’AgorĂ che segna l’avvio dell’anno pastorale, accanto agli incontri “canoniciâ€? tra il Vescovo e il clero bresciano (13 e 14 settembre in San Barnaba dalle 9.30, nella foto l’incontro dell’anno scorso) con i rappresentati della vita consacrata e i catechisti (17 settembre) si è pensato ad alcuni appuntamenti non convenzionali e comune in grado di prestarsi al meglio al tema guida del cammino verso il Sinodo diocesano. Non deve stupire, quindi, che nel ca-
lendario di “Chiesa nella cittĂ â€? ďŹ guri anche un viaggio in treno di mons. Monari. D’altra parte il tema del pendolarismo è fra i segni dei tempi che una comunitĂ deve saper leggere, indicati nel documento elaborato dalla commissione antepreparatoria.“Si assiste – si legge a pag. 36 del documento – al convergere di molti verso centri e zone in cui si svolgono attivitĂ industriali o commerciali e sono insediate le scuole secondarie di primo grado. Molti ragazzi in etĂ scolare e gli adulti impegnati nel lavoro attuano un continuo pendolarismo
dal paese di residenza al centro piÚ importante della zona. Il ritorno a casa rappresenta però una costante da non sottovalutare. Accanto al bisogno di nuove opportunità va rilevata la necessità di punti di riferimento stabili in un mondo che provoca incertezza�. Forte di questa premessa mons. Monari alle 7.27 di giovedÏ 15 settembre salirà sul treno diretto a Milano in compagnia dei pendolari e in ascolto, cosÏ come era stato lo scorso anno nell’incontro con il mondo del carcere in Canton Mombello, delle loro storie
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parti fondamentali del documento. Il sussidio audiovisivo, proprio in virtÚ della sua destinazione, è strutturato attorno ad alcune sezioni e corredato da domande di verifica predisposte dal Vicariato dei laici e della pastorale utili per presentazioni, confronti e approfondimenti nelle diverse comunità della diocesi. Il secondo sussidio, invece, risponde a una precisa indicazione di cammino presente già nello strumento per la riflessione e la consultazione
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diocesana “ComunitĂ in camminoâ€? in quella parte in cui si afferma che “aiutate da opportune schede preparate dagli uffici di curiaâ€?, le comunitĂ parrocchiali dovranno pensare, nel corso dell’anno, ad alcuni momenti di catechesi. Ăˆ stata data cosĂŹ alle stampe una pubblicazione che raccoglie otto schede utili per la riflessione in occasione di incontri di catechesi o di centri di ascolto. Una successiva pubblicazione, ancora in fase di preparazione, servirĂ per un
successivo passo del cammino di avvicinamento al Sinodo, quello in cui le parrocchie potranno confrontarsi o consultare la seconda parte dello Strumento (Contributi per la consultazione). L’audiovisivo e le schede, da utilizzare secondo le indicazioni in questo importante Anno sinodale, possono essere acquistati presso l’emporio del Centro oratori bresciani, le librerie Àncora e Paoline di Brescia e online sul sito www.vocestore.it
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/XLJL OD VXD &KLHVD H LO PRQGR FKH FDPELD Anche per quest’anno, dopo le felici esperienze delle scorse edizioni, “Chiesa nella cittĂ â€?, la seconda tappa dell’AgorĂ della diocesi, dedica particolare attenzione all’aspetto teatrale e cinematografico. Diversi infatti gli appuntamenti di questo genere previsti nell’ambito del progetto, tutti finalizzati, come l’intera settimana a leggere i segni dei tempi. Proprio al teatro è affidata l’apertura dell’intensa settimana di appuntamenti di AgorĂ . LunedĂŹ 12 settembre alle ore 20.30, nella chiesa di San Giuseppe, va infatti in scena lo spettacolo “Lu-
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igi, un vescovo e la sua Chiesaâ€?, originale drammatizzazione di alcuni anni dell’episcopato di mons. Luigi Morstabilini, l’ultimo vescovo bresciano ad affrontare un sinodo. La regia è di Maria Rita Simone; Michele Segreto è l’attore che dĂ voce e volto a mons. Morstabilini. Prima della rappresentazione teatrale, mons. Giacomo Canobbio, delegato episcopale per la cultura della diocesi di Brescia, proporrĂ un proprio contributo sulle tematiche affrontate dalla messa in scena che prende le mosse dalla data del 26 luglio 1989. Si tratta dell’ultimo giorno della vita terrena del Vescovo dell’ultimo Sinodo celebrato dalla Chiesa bresciana. L’ambientazione è in una stanza dove il tempo scorre lento sui grani del rosario, tra le gocce dei ceri consumati dalla fiamma. Il silenzio è interrotto da parole appena udibili di uomini in preghiera, come un canto sussurrato, continuo, instancabile. Oggi, come allora, affiorano i ricordi, frammenti di una vita, piccole luci nella lunga notte. Al centro il Vescovo, il Buon Pastore, padre, maestro, fratello; uomo fedele all’uomo, a Cristo, alla Chiesa, al Concilio. Intorno, una cittĂ in fermento, riflesso di un mondo che sta cambiando vertiginosamente. All’interno del programma di “Chiesa nella cittĂ â€? sono previsti anche due cineforum. La Sala della ComunitĂ Sereno del Villaggio Sereno ospita il 14 settembre alle 20.30 il film “Tutti per unoâ€? di Romain Goupil, legato al tema dell’immigrazione e della cittadinanza. Il secondo appuntamento cinematografico di “Chiesa nella cittĂ â€? è in programma il 15 settembre alle 18 nella Sala della comunitĂ Santa Giulia del Villaggio Prealpino con la proiezione del film “Corpo Celesteâ€? di Alice Rohrwacher.
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GRODULVPR VHJQR GHL WHPSL e vicende. Durante il ritorno i vagoni del treno saranno la location in cui approfondire le conseguenze, le potenzialitĂ e le criticitĂ di questa mobilitĂ sull’uomo e sulle sue relazioni con gli interventi di Sergio PandolďŹ , consulente nei servizi per la gestione delle risorse umane (La mobilitĂ esigenza del mondo del lavoro), e di Silvano Corli, del consultorio familiare diocesano (Le relazioni dell’uomo mobile). In “Chiesa nella cittĂ â€? tornano, dopo la positiva esperienza dello scorso anno il talk show televisivo tra il Vescovo e i ragazzi (“La
mia messa, il mio prete, il mio oratorioâ€?, martedĂŹ 13 settembre, 20.30, Teletutto) e l’incontro per la presentazione del cammino sinodale ai ragazzi degli oratori (domenica 18 settembre, ore 16, piazza Loggia). Il Duomo Vecchio ospiterĂ , tra sabato 17 e domenica 18, la “Notte luminosaâ€? in preghiera per il Sinodo. Dalle 21 alla celebrazione eucaristica in programma alle 7 del giorno successivo si alterneranno a momenti di preghiera le meditazioni di p. Giulio Albanese, di Massimo GandolďŹ ni e di mons. Mauro Orsatti. Dalle 22
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di sabato 17 all’una di domenica 18 settembre in una tenda posizionata al parco Castelli si terrĂ â€œLuce nella notteâ€?, l’adorazione continua a cura del Seminario diocesano e della zona pastorale Brescia nord. Ultima segnalazione è per l’incontro in programma alle 20.30 di venerdĂŹ 16 settembre al Centro pastorale Paolo VI. Don Saverio Xerex e il sociologo Giorgio Campanini si confrontano, moderati dalla giornalista Annachiara Valle, sul tema “Manca il respiro: un prete e un laico riettono sulla Chiesa italianaâ€?.
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“Andiamo in Germania, nel cuore dell’Europa, per provare a chiudere un decennio della guerra, in cui è sembrato che lo scontro tra le civiltĂ fosse l’unica scelta, o un dato di fatto, o una necessità ’â€?. Lo ha affermato a Berlino il portavoce della ComunitĂ di Sant’Egidio, Mario Marazziti, presentando l’Incontro mondiale per la pace che quest’anno ha come titolo “Bound to Live Together. Religioni e culture in
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dialogoâ€?, si terrĂ a Monaco di Baviera dall’11 al 13 settembre. L’incontro ha quest’anno una valenza particolare – ha detto Marazziti – perchĂŠ “siamo a 10 anni dall’11 settembre, alla vigilia del viaggio di Benedetto XVI in Germania e a 25 anni dal primo grande incontro mondiale interreligioso per la pace, voluto da Giovanni Paolo II ad Assisiâ€?. Gli ultimi 10 anni “sono stati terribili: il bilancio è di 137mila morti in Afghanistan, Pakistan
e Iraq solo nella societĂ civile, piĂš tutte le vittime militariâ€?. In questi 10 anni, “il dialogo è stato ridicolizzato, come se fosse una scelta ingenua, di marmellata in tempi duriâ€? mentre le societĂ europee si stanno sempre piĂš confrontando con “il problema della convivenzaâ€?. Per questo, la ComunitĂ di Sant’Egidio riafferma il suo ruolo di “artigiana del dialogo tra le religioni e le culture per ritrovare le ragioni del vivere insiemeâ€?.
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’anniversario è purtroppo importante. Sono passati 10 anni dall’attentato che ha colpito e distrutto le Twin Towers e la stampa di tutto il mondo si sta preparando a celebrarlo in un triste trionfo di immagini e testimonianze. A seguito dell’attacco alle due Torri, come si ricorderĂ , l’esigenza di ‘giustizia’ argomentava il consenso intorno a una azione che ‘punisse’ i colpevoli. Si intervenne cosĂŹ in Afghanistan, senza peraltro avere la certezza della presenza di Obama Bin Laden. Ottenuta la caduta dei talebani, ci si spostò in Iraq contro Saddam Hussein, anche se questi non aveva rapporti con Al Qaeda. Per giustificare l’intervento militare vennero presentati ‘studi’ e ‘prove certe’ dell’esistenza di armi di distruzione di massa, in seguito rivelatisi falsi e costruiti ad arte. La presidenza Bush era arrivata alla Casa Bianca con ambizioni internazionali grandiose e temerarie. Dopo anni
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bito che nacque l’idea di esportare la democrazia con le armi, ben prima che le Torri venissero colpite. Di fronte a queste scelte l’attentato non cambiò realmente la storia, ne rese solo piĂš rapido lo sviluppo. Il successo dell’esportazione della democrazia con le armi è sotto gli occhi di tutti. A Bagdad e Kabul la situazione è tuttora irrisolta e il rapporto tra Occidente e mondo musulmano sono gravemente peggiorati, recuperati oggi solo dalla rottura col passato operata da Obama. NĂŠ gli Usa si sono affermati ‘storicamente’. Anzi, proprio quella stagione politica, con la liberalizzazione selvaggia del mercato finanziario, ha creato le premesse per la drammatica crisi finanziaria che è stato l’ultimo regalo dell’Amministrazione Bush. Grazie a quella crisi gli Usa conoscono ora disoccupazione e declassamento del debito. C’è una dimensione in cui, invece, l’11 settembre segna una cambiamento netto: quella della lotta alla povertĂ . Gli ultimi anni del ‘900 e il
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Giubileo avevano segnato una straordinaria stagione, con la campagna per la cancellazione del debito estero e il lancio degli Obiettivi di sviluppo del millennio da raggiungersi nel 2015 per dimezzare la povertà nel pianeta. L’attentato ha di fatto congelato gli impegni e cambiato le priorità nell’agenda internazionale. Senza quell’evento forse oggi gli Obiettivi del 2015 non sarebbero cosÏ lontani. Infine una considerazione. L’attentato ha alimentato l’inchiostro di chi ha
trovato parole di rancore orgogliose. I 3000 morti di New York si replicano ogni giorno, moltiplicati, nelle morti per fame o per le guerre dimenticate. Abbiamo bisogno di tessere fili pazienti di dialogo per riconciliarci e servire l’uomo. Dobbiamo farlo con cura, con disponibilità e pazienza. Solo cosÏ il dolore diventa pace feconda e opzione politicamente durevole. La rabbia fiera e rancorosa, tanto citata ancora in questi giorni, non costruisce nulla.
/¡DXWRFULWLFD GHOO¡(XURSD In occasione del 10° anniversario dell’attentato alle Twin Towers di New York (nella foto) il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, nel suo Human Rights Comment pubblicato il 1° settembre ha affermato che l’attacco â€œĂ¨ stato un crimine contro l’umanitĂ la cui gravitĂ non deve essere dimenticataâ€?, e ha chiesto “rispetto per chi ha perduto i propri cariâ€?. Hammarberg ha affermato, come hanno fatto anche molti altri osservatori internazionali, che l’anniversario deve essere anche occasione per riettere sull’efďŹ cacia delle “risposte ufďŹ ciali agli attacchiâ€?, e non ha mancato di parlare di “violazioni dei diritti umaniâ€? compiute in questi 10 anni di “lotta globale al terrorismoâ€?. Soffermandosi sulla “ampia coalizione messa in piedi dagli Usaâ€?, il commissario ne ha apprezzato “la deter-
minazione nella rispostaâ€?, ma non ha mancato di criticare la “scelta dei metodiâ€? perchĂŠ, a suo dire, “nel tentativo di combattere crimini attribuiti ai terroristi, innumerevoli altri crimini sono stati commessiâ€?, molti dei quali “deliberatamente e accuratamente nascostiâ€?. Per Hammarberg “queste circostanze impongono una seria autocritica, anche in Europaâ€?, dove i governi “sono stati gravemente complici della strategia della guerra al terrore dell’Us Central Intelligence Agencyâ€?, e hanno “consentito, protetto e partecipato ad operazioni Cia che violavano aspetti fondamentali del nostro sistema di giustizia e protezione dei diritti umaniâ€?. Cornice di questa cooperazione, ha spiegato il commissario, il “Rdi Programâ€?, la politica Cia di rendition (restituzione), detenzione e interrogatori. “Sulla base di informazioni ufďŹ ciali in nostro possessoâ€?,
prosegue, “non c’è dubbio che tutti e tre gli elementi di questo programma abbiano comportato sistematiche violazioni dei diritti umaniâ€?. Il ricorso alla “renditionâ€? ha consentito alla Cia la cattura di individui sospetti all’estero e il loro trasferimento in volo in Paesi terzi per essere interrogati, tenendoli “al di fuori della portata di qualsiasi sistema giudiziario e rendendoli vulnerabili ai maltrattamentiâ€?.Una “pratica degradante e umilianteâ€? messa in atto, osserva Hammarberg, “dal 2002 al 2004 anche in altri Paesi europeiâ€? che anzichĂŠ tentare di fare piena luce sui casi di “renditionâ€?, hanno tentato di nasconderli. Secondo Hammarberg “i governi europei hanno agito in linea con i desideri degli Stati Uniti per impedire indagini appropriate, e soprattutto controlli giudiziari, sugli abusi legati alle operazioni di ‘rendition’.
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‘”Â?‘ †ǯ ˆ”‹…ƒ ‘Â?–‹Â?—ƒ Žǯ‹Â?’‡‰Â?‘ †‡ŽŽƒ ƒ”‹–ƒ• Sono oltre 12 milioni, in prevalenza bambini, le persone colpite da siccitĂ e carestia che stanno afiggendo il Corno d’Africa (nella foto) per la scarsitĂ delle precipitazioni degli ultimi due anni e il conseguente innalzamento del prezzo di cibo e acqua. Secondo i dati Onu è la peggiore siccitĂ degli ultimi 60 anni: Somalia, Etiopia, Kenya, Gibuti i Paesi piĂš colpiti, ma a rischio sono anche Eritrea, Sud Sudan, Uganda e Tanzania. La rete Caritas si è
attivata da subito per rispondere in modo adeguato e tempestivo a questa crisi. Caritas italiana da anni è impegnata nel Corno d’Africa, in collaborazione con le Chiese locali, in ambiti diversi: la salute, la lotta all’esclusione sociale, l’istruzione. Per sostenere gli interventi in corso (con causale “Carestia Corno d’Africa 2011â€?): è possibile utilizzare il c/c postale n° 10510253 intestato a Caritas bresciana; il c/c bancario intestato a Diocesi di Brescia - UfďŹ cio
Caritas presso Ubi Banco di Brescia - agenzia 5, Iban: IT 12 K 03500 11205 000000007051; il c/c bancario intestato a Fondazione Opera Caritas San Martino - ramo Onlus presso Banca Prossima, IBAN: IT 29 G 03359 01600 100000002695 Effettuando il versamento tramite c/c bancario alla Fondazione Opera Caritas San Martino - ramo Onlus, l’importo sarà deducibile, per effetto dell’art. 1 D.L. 35 del 2005, dalla dichiarazione dei redditi.
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ancano ormai poche ore al suono della campanella che, il 12 settembre, darà il via al nuovo anno scolastico. Gli studenti dei 165 istituti statali e delle 67 scuole parificate che operano nel Bresciano hanno iniziato il conto alla rovescia sicuramente piÚ intristiti dalla conclusione delle vacanze che non dalle questioni che stanno interessando il mondo della scuola. Nel Bresciano, come in tante altre parti del Paese, è in corso il dibattito per l’accorpamento delle presidenze e delle direzioni didattiche. Secondo i dettami della legge finanziaria (per altro difficili da realizzare per l’anno scolastico alle porte, per stessa ammissione di chi è alle prese con quest’opera di razionalizzazione) nel Bresciano si deve portare a termine un’operazione già avviata da anni e che porterà alla creazione di istituti scolastici di grandi dimensioni. Una scelta che all’atto della sua presentazione qualche anno fa aveva creato non poche polemiche e messo in moto meccanismi farraginosi perchÊ coinvolgeva, accanto al mondo della scuola, anche le amministrazioni con comprensibili questioni di campanile. Chi oggi è attivamente seduto a questo tavolo di lavoro (lo conferma an-
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vinciale ha presente anche in queste ore di vigilia segnate dal febbrile lavoro (che rende impossibile ogni contatto con il mondo dell’informazione) in cui sta facendo il possibile per dare concretezza alle affermazioni del ministro Gelmini che ha dichiarato che l’anno scolastico alle porte prenderà il via in ogni angolo del Paese senza il minimo intoppo. Un anno scolastico che, sulla scorta dei dati nazionali, vedrà l’aumentata presenza degli alunni stranieri nelle classi e, per quel che concerne l’istruzione secondaria di secondo grado, il ritorno in classe dopo l’anno di sperimentazione della riforma varata dal Ministro.
, SXQWL IHUPL GL %DUURVR Il presidente della Commissione europea, il portoghese JosĂŠ Manuel Barroso (nella foto), ha messo a segno nei giorni scorsi una serie di mosse che puntano soprattutto a rafforzare la governance economica e il quadro ďŹ nanziario, nonchĂŠ la collaborazione tra gli Stati membri e tra le istituzioni dell’Unione europea. Il 31 agosto Barroso ha infatti incontrato il presidente di turno del Consiglio dei ministri Ue, il premier polacco Donald Tusk e, subito dopo, quello dell’Europarlamento, Jerzy Buzek, altro polacco. Ai rappresentanti dei due organismi “legislativiâ€? dell’Ue Barroso ha chiesto di accelerare l’approvazione del pacchetto sulla governance, in modo che possa diventare presto una realtĂ . Con i medesimi interlocutori si è soffermato a discutere del quadro ďŹ nanziario pluriennale dell’Ue (in sostanza
il budget per il periodo 2014-2020): la Commissione auspica l’appoggio delle altre due istituzioni comunitarie per far afuire nelle casse di Bruxelles i fondi necessari per mandare avanti il processo di integrazione, pur nella consapevolezza di essere in tempi di magra. Il 1° settembre Barroso ha rivolto un discorso pubblico, mediante un video on line, in cui ha segnato i punti essenziali del lavoro dei prossimi mesi. In primo luogo il capo dell’Esecutivo chiede appunto il via libera al pacchetto sulla governance, per rafforzare il sistema-Europa in relazione ai mercati mondiali e alla competitivitĂ senza conďŹ ni. Secondo: “Dobbiamo attuare l’accordo raggiunto il 21 luglio in occasione del vertice dell’area euro, in particolare la riforma del Fondo europeo di stabilitĂ ďŹ nanziaria, per aumentarne la essibilitĂ e la capacitĂ
di rispostaâ€? alle crisi. Il terzo punto riguarda il piano di salvataggio della Grecia, mentre il quarto concerne “il rafforzamento della regolamentazione ďŹ nanziaria, per garantire una maggiore afďŹ dabilitĂ e responsabilitĂ â€? del settore bancario. JosĂŠ Manuel Barroso ha ancora altri argomenti inscritti in cima alla sua agenda: ad esempio il Nord Africa e il Medio Oriente, la sicurezza interna, la prevenzion e di ogni forma di intolleranza e di violenza xenofoba, la politica energetica, la riunione G20 dei primi di novembre a Cannes. Negli interventi pubblici post-vacanze ha ricordato che “non esiste una bacchetta magica per affrontare tutti i problemi presentiâ€?, ma occorre piuttosto afďŹ darsi a uno spirito europeo rafforzato, a una maggiore collaborazione tra i Paesi aderenti, a una ritrovata e piĂš efďŹ cace azione a livello Ue.
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Su iniziativa del Rotary Valle Sabbia la Fondazione della ComunitĂ Bresciana ha pubblicato la seconda edizione del bando per il ďŹ nanziamento di progetti volti a realizzare iniziative di utilitĂ sociale nei settori dell’assistenza sociale e socio-sanitaria, della tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, storico e ambientale, delle iniziative culturali e dell’istruzione in Valle Sabbia. Le risorse disponibili ammontano a 101.200 euro messi a disposizione dalla
La Commissione europea ha appena lanciato il concorso per giovani traduttori, aperto alla partecipazione di tutte le scuole secondarie superiori dei 27 Paesi, che possono iscrivere i propri allievi sul sito: http:// ec.europa.eu/translatores. Il tema scelto quest’anno è quello del volontariato, celebrato in modo ufficiale dall’Ue nel 2011 con l’Anno europeo in corso. Le iscrizioni sono aperte fino al 20 ottobre e il modulo online
Fondazione Cariplo e da enti e amministrazioni valsabbini. Il bando è riservato a enti privati senza scopo di lucro, cooperative sociali ed enti ecclesiastici che operano nel territorio della Valle Sabbia per progetti analiticamente ed esaustivamente strutturati. Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.30 del 14 ottobre 2011. Per ulteriroi informazioni è possibile consultare il sito www.fondazionebresciana. org.
è disponibile in tutte le lingue ufficiali della Ue. Il concorso, giunto ora alla sua 5ª edizione è aperto agli alunni nati nel 1994, si terrà contemporaneamente in tutte le scuole scelte, il 24 novembre. Gli alunni tradurranno un testo di una pagina a loro scelta tra le 506 possibili combinazioni linguistiche delle 23 lingue ufficiali dell’Ue. Ogni scuola può iscrivere fino a cinque alunni di qualsiasi nazionalità . Le premiazioni si terranno a Bruxelles nel marzo del 2012.
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3HU IDYRUH QRQ QHO PLR FRUWLOH Nella grande recita (tragedia, commedia, farsa?) della manovra, anzi delle manovre ďŹ nanziarie che si sono succedute al ritmo di una al giorno, inevitabilmente i fari sono stati puntati sulla classe politica. Che di responsabilitĂ ne ha molte, moltissime. E una colpa: si accontenta di essere lo specchio della societĂ per non perdere i clienti. Proviamo a riettere. La manovra e i relativi sacriďŹ ci sono necessari per la crisi economica che per il nostro Paese è piĂš pesante a causa del grande debito pubblico accumulato nel corso di decenni, con governi di tutti colori (in tutti i sensi dell’espressione). Il debito è frutto di scelte che ci hanno praticamente permesso di vivere al di sopra delle nostre possibilitĂ . Non possiamo fare l’elenco di tutti quelli che ne hanno approďŹ ttato. PerchĂŠ ci vorrebbero dei volumi. E altrettanti ce ne vorrebbero per fare l’elenco degli evasori ďŹ scali. Ăˆ chiaro che per uscire da una situazione del genere, crisi o no, bisogna fare una specie di rivoluzione o, almeno, delle riforme. Di cui tutti parlano. PerchĂŠ le facciano gli altri. Con tutti i governi, di tutti i colori.
Come mai? PerchĂŠ entra in campo nimby (acronimo inglese di “not in my back yardâ€?, che signiďŹ ca: “non nel mio cortileâ€?). Indica l’atteggiamento di chi protesta, piĂš o meno giustamente, contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui si vogliono realizzare. Vediamo come ha funzionato anche in questi giorni tormentati. Si è partiti con una manovra leggerissima che rimandava i sacriďŹ ci veri al 2013-2014, dopo
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le elezioni, per non rischiare di perderle. Pressati dall’Europa si è dovuto varare in anticipo interventi piĂš incisivi. Ăˆ stata avanzata la proposta di introdurre un contributo di solidarietĂ oltre un certo limite di reddito. Molti ministri e parlamentari della maggioranza si sono lamentati dicendo: tassiamo il nostro elettorato, non si può. Cancellato. Si era introdotta una norma che prevedeva la liberalizzazione di alcuni ordini professionali.
Avvocati (molti in Parlamento, per il numero elevato anche degli imputati) e notai all’interno del Pdl hanno minacciato di non votare la manovra se non veniva ritirata. Cancellata. Si è proposto di accorpare i piccoli Comuni e cancellare le Province minori. PerchĂŠ noi e non gli altri? Cancellato. Si è pensato di modiďŹ care le norme per il recupero del servizio militare e degli studi universitari per il calcolo della pensione. Si sono ribellati i sindacati (anche quelli
piĂš benevoli con il governo). Cancellato. Si è mantenuto il contributo di solidarietĂ per gli statali. PerchĂŠ solo noi? Ha protestato anche l’Uil che di solito è molto accomodante. Cancellato. Si sono chiesti ripetutamente tagli ai costi della politica. I politici daranno qualche spicciolo delle loro laute prebende e qualcuno di loro ha cercato di spostare l’obiettivo sui privilegi dei calciatori. Senti chi parla. Le manovre sono ancora in corso. Qualcuno di voi crede che questi parlamentari voteranno mai una legge che ne dimezza il numero? Per non parlare dell’evasione ďŹ scale. Minacce tante, scelte concrete? Il governo ha tagliato le risorse per la lotta all’evasione. Naturalmente tutti hanno un miliardo di ragioni da avanzare per dimostrare che le loro richieste sono sacrosante. Il debito pubblico è una montagna costruita su rivendicazioni sacrosante. Chi ci libererĂ dalla miopia che ci impedisce di capire che la somma degli egoismi non può produrre una societĂ efďŹ ciente e giusta? E di capire che il bene comune si costruisce anche sulle rinunce dei singoli?
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Angeli e arcangeli fanno parte dell’immaginario di ciascuno. La loro presenza permea molti aspetti della vita, dalla fede al linguaggio, dal pensiero alla cultura, alla religiosità , ai sentimenti. La mostra rappresenta un primo piccolo, ma significativo, passo per dare un senso non effimero alle feste in onore di San Michele arcangelo, patrono della comunità parrocchiale di Calino. Il percorso nella raffigurazione storico-artistica degli arcangeli coniuga il moderno
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linguaggio figurativo dei fumetti giapponesi, o manga, con le forme tradizionali della religiositĂ ortodossa espressa mediante le icone. A questo confronto, volutamente forte e quasi inconciliabile, ma non opposto nelle sue finalitĂ , si affianca una “terza viaâ€?, percorsa da un artista contemporaneo di origini armene, Zaven Karapetyan, che interpreta i canoni della bellezza orientale secondo gli stilemi odierni. La mostra è impreziosita dalla
splendida cornice di palazzo Calini, ora sede dell’oratorio, e dalla sala cinquecentesca dove è collocata, dipinta da Pietro da Marone. Un modo congeniale per valorizzare un prezioso monumento architettonico, farlo conoscere e ammirare. La mostra è aperta il 9, 10, il 16, il 17, il 23 e il 24 settembre dalle 20 alle 23; l’11, il 18 e il 25 settembre dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 23; l’1 ottobre dalle 20 alle 23 e, infine, il 2 ottobre dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 23.
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a compostezza e la partecipazione al lutto cittadino sono state, forse, il saluto migliore a Mino Martinazzoli, giĂ sindaco della Leonessa e ministro del nostro Paese. Certo non è mancata – come spesso succede in questi casi – la corsa alla dichiarazione, il tentativo di accaparrarsi il disegno e il progetto politico di un uomo che negli ultimi anni aveva piĂš volte manifestato il suo distacco da una classe politica nella quale non si riconosceva piĂš. Nonostante questo, non ha mai smesso di invitare i giovani alla partecipazione come ha sottolineato il Vescovo durante le esequie: “Sono stato colpito soprattutto dal suo desiderio di coinvolgere i giovani in un cammino di impegno politico o, piĂš ampiamente, di responsabilitĂ sociale. Forse è questo l’aspetto in cui sentiremo maggiormente la sua mancanzaâ€?. Nel corso della sua riflessione Monari per raccontare la vita di Mino Martinazzoli ha parlato “della cittĂ promessa da Dio, delle beatitudini che dirigono l’uomo verso questa promessa, della vocazione alta al servizio politicoâ€?. In tanti (cittadini e personalitĂ politiche bresciane e nazionali: dalla Bindi a Follini, passando per Bersani, Letta, Castagnetti, Casini e Tabacci, solo per citarne alcuni) gli hanno reso omaggio con le lacrime agli occhi; l’unica nota stonata è stata l’assenza (quasi in blocco) del Pdl
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feretro il Sindaco ha trovato le parole giuste (“Brescia ti ringrazia, Brescia ti salutaâ€?) per esprimere la vicinanza di un’intera cittĂ , ha ripreso alcuni aforismi (“La politica è una disciplina vuota senza la ricerca costante della giustizia socialeâ€?) che hanno fatto di Martinazzoli una persona schietta e pungente; ha riconosciuto i meriti di una persona che ha sempre cercato “un punto di convergenzaâ€? perchĂŠ la “controversia è umana, ma è disumano assecondarlaâ€?. Paroli ha ricordato anche il discorso fatto da Martinazzoli nel 1998 davanti a Giovanni Paolo II, quando sottolineò “la storia e l’intel-
ligenza dei bresciani che hanno camminato, camminano e cammineranno nella storiaâ€?. “Ho letto – ha concluso il Sindaco – molte tue parole, con te ho rivisto la cittĂ degli umili e dei riflessivi, la politica della mitezza, la persuasione piena che la politica è importante, ma che la vita conta di piĂš della politica. Caro Mino, sei stato testimone dei valori di una comunitĂ , li hai intesi e tradotti in modo convincenteâ€?. Parafrasando l’omelia del Vescovo, “Ci viene lasciata un’ereditĂ nobile; Dio ci conceda di conservarla e arricchirlaâ€?. Ăˆ questa l’ereditĂ consegnata alla cittĂ di Brescia.
/D SLDQLILFD]LRQH DJULFROD Come da tradizione è toccato a un convegno dedicato a “La pianiďŹ cazione agricola: Puegnago e il Gardaâ€? aprire la 35ÂŞ Fiera di Puegnago del Garda, dedicata alle eccellenze del territorio, in primis olio Casaliva, varietĂ di extravergine regina di questi lidi e vino Groppello, rosso autoctono, principe della Valtenesi. Sull’importanza della pianiďŹ cazione territoriale per la tutela e la gestione delle aree agricole sono intervenuti l’arch. Alessandro Magli
e la dott.ssa Elisa Ravazzoli, presentando un modello di analisi dei suoli agricoli che opportunamente integrato agli strumenti urbanistici attuali, ha la funzione di individuare la vocazionalitĂ dei territori, in termini colturali, e di predisporre indirizzi e strumenti concreti per la tutela del paesaggio semiantropico e lo sviluppo economico. Andrea Friggi, dottore in scienze agrarie, ha delineato un paesaggio secondo natura. Ogni scelta progettuale
deve esser legata all’ambiente e al territorio che lo circonda: le piante, gli arredi, la scelta dei materiali. Anche l’arte contemporanea può contribuire alla valorizzazione del territorio. Ăˆ il pensiero degli ing. Gabriele Burato e Giancarlo Belluzzi: attraverso l’arte è possibile instaurare un forte connubio con l’ambiente, con la consapevolezza che agendo sul paesaggio in modo armonico si formano nuovi motivi di fruizione, nuovi luoghi di ritrovo.
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Il simposio è aperto a 10 giovani scultori con meno di 35 anni e si svolge a Rezzato nel laboratorio della Scuola Vantini ďŹ no al 15 settembre. L’iniziativa è promossa dalla Scuola delle arti e della formazione professionale Rodolfo Vantini in collaborazione con il Comune di Rezzato, di Botticino, di Brescia, la Laba- Libera Accademia delle Belle Arti, l’Accademia di Santa Giulia, la Cooperativa operai cavatori del Botticino e il Consorzio marmisti bresciani. Le opere di
scultura che verranno realizzate saranno collocate all’interno di ediďŹ ci pubblici dei Comuni di Rezzato, Brescia e Botticino e in altri siti istituzionali. La Scuola Vantini, istituita nel dicembre 1839, fu voluta dall’architetto Rodolfo Vantini, architetto bresciano cultore dello stile neoclassico. Rodolfo Vantini fu un precursore della formazione professionale. Dopo aver ospitato in casa propria gruppi di giovani per avviarli allo studio del disegno, istituĂŹ a Rezzato
laâ€?Scuola di disegno industrialeâ€?. La Scuola Vantini oggi deďŹ nisce la prosecuzione naturale della fondazione voluta dall’architetto Rodolfo Vantini, stabilendo che la proprietà è rappresentata dai Comuni di Brescia, Rezzato e Botticino. Nel 2003 la Scuola è stata riconosciuta come “Scuola delle Arti e della formazione professionale Rodolfo Vantiniâ€?. La Scuola è accreditata presso la Regione sia per le attivitĂ formative sia per i servizi al lavoro.
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port, divertimento ma soprattutto solidarietĂ sono gli ingredienti della 4ÂŞ edizione di “Tutte in Reteâ€?, iniziativa organizzata dall’omonima Associazione di promozione sociale allo scopo di raccogliere fondi a sostegno di Scuolaba Onlus e dei suoi progetti per l’autismo. L’evento, patrocinato dagli assessorati allo Sport di Comune e Provincia e dalla Commissione Pari OpportunitĂ , avrĂ luogo sabato 10 settembre al Centro sportivo San Filippo. 200 giocatrici di calcio a sette, divise in due macrosquadre, dalle 10 alle 22 si alterneranno in campo sfidandosi per 12 ore consecutive; parallelamente, si svolgerĂ anche un torneo maschile della durata di 8 ore. “L’idea di questa manifestazione – spiega Elisa Graziotti, che con Francesca Miglioli, Sara Ceresoli e Silvia Toselli ha fondato nel 2008 l’Associazione Tutte in Rete – nasce dalla nostra passione per il calcio femminile che in questo caso diviene lo strumento per trasmettere valori piĂš grandi, come l’altruismo e la solidarietĂ , e informare la collettivitĂ in merito a una patologia molto spesso dimenticata come l’autismoâ€?. Il torneo, al quale parteciperanno giocatrici non solo di Brescia, ma anche delle province limitrofe, si svolgerĂ in uno clima di rispetto e sana sportivitĂ : infatti, calciatrici che durante i campionati appartengono alla stessa squadra si troveranno per una volta di fronte, superando una logica competitiva in nome della solidarietĂ . A contorno del torneo saranno allestiti stand gastronomici, bancarelle ed una mostra della pittrice bresciana Chiara Beschi. Giocare
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sul metodo Aba (dall’inglese, analisi applicata del comportamento) e propone numerosi laboratori tra cui arte terapia, psicomotricitĂ , logopedia. “Nonostante il nome ingannevole – precisa la dott. ssa Lucia D’Amato, responsabile di Scuolaba – la nostra non è una scuola, ma un centro che attualmente accoglie dopo le normali attivitĂ scolastiche 26 bambini in una fascia d’etĂ tra i due e i 12 anniâ€?. I bambini che frequentano Scuolaba sono sottoposti giornalmente a due ore di terapia e coinvolti in attivitĂ volte ad intervenire sulle difficoltĂ provocate dall’autismo. Questo disturbo, che colpisce un bambino ogni 150 nati, provoca infatti deficit sia a livello comunicativo (il 70% dei soggetti autistici comunica con un linguaggio non verbale), sia a livello comportamentale e di socializzazione. Ai bambini autistici manca inoltre la capacitĂ di inserirsi nella dimensione del gioco, fondamentale per esplorare il mondo esterno e costruire relazioni con l’altro, sperimentando ruoli e attivitĂ . Per questo motivo, e in sintonia con lo slogan dell’iniziativa, i fondi che verranno raccolti attraverso “Tutte in Reteâ€? saranno utilizzati per sviluppare il progetto “Imparo a giocareâ€?: una volta al mese, ogni bambino parteciperĂ a un laboratorio di gioco personalizzato; accanto a lui ci sarĂ un compagno, scelto dalla famiglia all’interno del gruppo di amici, con l’obiettivo di creare un’interazione veicolata dall’attivitĂ giocosa che possa continuare anche al di fuori del contesto del laboratorio. Per maggiori informazioni circa Scuolaba e Tutte in Rete, www. scuolaba.it e www.tutteinrete.net.
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Si svolgerĂ martedĂŹ 13 settembre alle ore 20.30 presso la sede della ComunitĂ montana di Valle Trompia, in corso Matteotti 37 a Gardone Val Trompia, la tavola rotonda “Donne straniere in Italia: quali percorsi per una buona integrazione?â€?, promossa dalla Commissione Pari OpportunitĂ della Provincia di Brescia. L’incontro vedrĂ esperti confrontarsi e scambiarsi reciproche esperienze e opinioni sul tema dell’integrazione straniera
Anche per l’anno in corso, l’assessorato alla Cultura della Provincia, in collaborazione con la Direzione generale cultura della Regione, propone a tutti i cittadini lombardi l’iniziativa “Fai il pieno di culturaâ€? che unificherĂ , dal 23 al 25 settembre, tre occasioni culturali di successo promosse anche negli anni passati: “Una notte al museoâ€?, “Oltre il palcoscenicoâ€? e “Open day delle biblioteche lombardeâ€?. Per informazioni, www. failpienodicultura.it.
LunedĂŹ 26 settembre il circolo culturale Aldo Moro presenta il libro di Walter Veltroni “L’inizio del buioâ€?: partecipano l’autore, il sen. Quagliariello, il prof. Paolo Crepet, Maurizio Belpietro e Bianca Berlinguer. L’appuntamento è a Castenedolo presso la sala civica dei Disciplini alle 20.45. Nel testo Veltroni racconta due tragedie parallele del 1981: il bimbo caduto nel pozzo nella campagna di Vermicino e l’uccisione da parte delle Brigate rosse di Roberto Peci.
femminile, con particolare riguardo all’importanza della donna come fattore di mediazione interculturale. Nel corso dell’incontro verrĂ presentato il libro “Hina: questa è la mia vitaâ€?. Ai tavolo dei relatori siederanno: il giornalista Giommaria Monti, autore del libro, Najat Bessali (mediatrice interculturale e vicepresidente dell’Associazione ComunitĂ marocchina delle donne in Italia) e Bruno Ducoli (presidente del Centro interculturale europeo di Gargnano).
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proposito di capitale sociale. 2011: Anno europeo del volontariato. 2012: Anno europeo dell’invecchiamento attivo. Connessione curiosa se si pensa che volontari e nonni costituiscono per la comunitĂ un “capitale socialeâ€?: sono, cioè, creatori di benessere. Dati Ires relativi al 2010 affermano infatti che se si dovesse stimare un valore monetario del lavoro gratuito svolto dalle persone mature e anziane, in Italia esso ammonterebbe a circa 18 miliardi di euro l’anno (1,3% del Pil). Sulla base di questi dati, l’Ires, in collaborazione con lo Spi-Cgil, ha studiato il fenomeno del volontariato nell’etĂ avanzata realizzando la ricerca “Il capitale sociale degli anzianiâ€?, dedicando uno studio specifico al caso di Brescia, confrontato con altre cinque cittĂ : Alessandria, Fano, Fiumicino, Acerra e Cerignola. “Il territorio bresciano si presenta in maniera piuttosto vivace dal punto di vista associazionistico – spiega Alessia Sabbatini, tra i curatori della ricerca – perchĂŠ la tradizione di impegno volontario è molto solida e si nutre di un forte legame con la propria storiaâ€?. A Brescia si contano circa 550 associazioni, alle quali risultano iscritte tra le 25 e le 28mila persone; di queste, il 40% sono anziani. Secondo la ricerca, accanto a realtĂ di piĂš grandi dimensioni (SolidarietĂ Viva, Auser, Caritas, Acli,
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comuni, anche se la cooperazione risulta essere faticosa soprattutto per le realtĂ piĂš piccoleâ€?, prosegue Alessia Sabbatini. Un esempio di questa unione di forze è il progetto “PiĂš vicino al tuo vicinoâ€?, iniziato nel 2003 e proseguito fino ad oggi, con l’intento di sopperire alle necessitĂ di anziani non piĂš autosufficienti e senza legami parentali sul territorio. Accanto all’analisi delle associazioni, l’Ires ha svolto la ricerca anche circa la “cura informaleâ€?, ovvero l’attivitĂ di chi sistematicamente presta aiuto ad altri, senza essere inserito necessariamente in un contesto associativo organizzato. In questo caso, il primato spetta alle donne, che nella fascia d’etĂ tra i 55 e i 64 anni rappresentano circa il 68%, e in quella over 64 il 55%: si pensi al prezioso lavoro svolto nei confronti di figli e nipoti, ma anche di vicini o, sempre piĂš spesso dato l’avanzamento dell’etĂ media, dei genitori. Rispetto alle altre cittĂ -campione, Brescia detiene lo scettro della soddisfazione: i volontari sottoposti ad intervista si sentono maggiormente riconosciuti nello svolgimento della propria attivitĂ ; riconoscimento che deriva maggiormente dai beneficiari dell’aiuto, piuttosto che dalle istituzioni. Proprio nei confronti di queste ultime Ernesto Cadenelli, segretario generale Spi-Cgil, sottolinea la necessitĂ di non considerare il volontariato “una fonte di sussidiarietĂ in proprioâ€?.
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prevede: sabato 8 ottobre, un approfondimento su Platone e Aristotele con il prof. Paolo Ferliga (docente di ďŹ losoďŹ a e di psicologia dell’educazione); sabato 22 ottobre S. Agostino e S. Tommaso con don Mario Zani (nella foto, docente di storia della ďŹ losoďŹ a); sabato 5 novembre Niccolò Macchiavelli con il prof. Rocco D’Ambrosio (docente di ďŹ losoďŹ a politica e direttore di “Cercasi un ďŹ neâ€?); sabato 19 novembre Jeremy Bentham e J. Stuart Mill con
Massimiliano Marano (docente di ďŹ losoďŹ a e di estetica); sabato 14 gennaio Rousseau e Immanuel Kant con Luca Ghisleri (docente di Ermeneutica); sabato 22 gennaio Friedrich Hegel e Karl Marx con Raffaele Laudani (docente di storia delle dottrine politiche); sabato 11 febbraio Hanna Arendt con madre Eliana Zanoletti (docente di ďŹ losoďŹ a). Tutte le lezioni di storia sono tenute da Maria Buizza (specializzanda in ďŹ losoďŹ a e linguaggi della modernitĂ ,
UniversitĂ di Trento) e da Andrea Tonni (ricercatore di ďŹ losoďŹ a). Il coordinamento del corso è di Stefania Romano e Roberto Rossini. Le lezioni si terranno presso il salone Faini in via Spalto San Marco 37bis a Brescia. Il costo del corso è di 50 euro (45 per i soci Acli); è necessario iscriversi entro il 30 settembre presso la Segreteria di via Corsica 165 Brescia, telefono 0302294012). Per informazioni e per scaricare depliant e scheda di iscrizione: www.aclibresciane.it.
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l mese di settembre rappresenta per molte realtĂ associative l’inizio del nuovo anno sociale. CosĂŹ anche per “Camper emergenzaâ€?, associazione che opera a Brescia a favore dei senza fissa dimora e che merita sicuramente di essere conosciuta. Nel pomeriggio di domenica 4 settembre 2011, presso la sede di via Cacciamali, si è tenuta la festa dei volontari, che è stata anche l’opportunitĂ per un bilancio delle attivitĂ svolte. La ricorrenza è stata una piacevole occasione per far conoscere e valorizzare l’opera dei volontari costantemente impegnati, ormai da 14 anni, a favore degli emarginati e per sensibilizzare la cittadinanza sui problemi di quotidiana sopravvivenza dei fratelli senzatetto. Dopo la celebrazione della S. Messa, presieduta da mons. Gianfranco Mascher, il presidente di “Camper emergenzaâ€?, Romano Damiani, ha presentato la relazione annuale sulla missione di caritĂ dell’Associazione. Il gruppo di volontari (impegnati dal lunedĂŹ al venerdĂŹ sera dalle 20 alle 23) svolge, per le vie della nostra cittĂ , un servizio di strada a favore delle persone piĂš povere. Il Camper offre una borsa alimentare sufficiente per i pasti di una giornata e fornisce, per la stagione invernale, coperte e giubbotti per chi non ha da coprirsi, oltre a
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Camper – ha ricordato il presidente Romano Damiani – però ha sempre voluto essere innanzitutto quello di offrire una relazione, che si traduce nella disponibilità all’ascolto della storia e dei bisogni dei poveri, nello scambio di una battuta, nella condivisione di un sogno. Ma si traduce anche nella proposta di un impegno da assumere, nella provocazione a comportarsi in modo rispettoso degli altri e delle regole di convivenza�. Da settembre 2010 a luglio 2011 il Camper ha svolto il suo servizio per 231 sere, fornendo circa 70.000 borse alimentari, quotidianamente
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preparate da un gruppo di volontarie della parrocchia di Santa Maria della Noce. Due sere a settimana, il martedĂŹ e il giovedĂŹ, il Camper è affiancato da un’ambulanza con medici volontari, che svolgono un servizio medico di prima necessitĂ . Dopo la collaborazione decennale con la Croce Bianca di Brescia, da questo mese il Camper sarĂ coadiuvato dal Soccorso Ambulanza RoncadelleCastelmella. Il Camper collabora anche con alcuni odontoiatri che si sono resi disponibili ad offrire gratuitamente alcune cure odontoiatriche alle persone piĂš bisognose, nello studio messo a disposizione da “Essepi medâ€?. Un’altra attivitĂ svolta dai volontari di “Camper emergenzaâ€? è la mensa domenicale “Vieni a pranzo con noiâ€?, realizzata in collaborazione con l’Associazione “Cucina e Amiciziaâ€?, ed ospitata nei locali messi a disposizione dalle Suore Ancelle della CaritĂ . Nell’anno sociale 2010-2011, durante i 41 appuntamenti domenicali, sono stati offerti 15.465 pasti. Un impegno di notevole spessore quello profuso da questo gruppo di persone che necessita di ulteriori risorse umane ed economiche. Per conoscere le attivitĂ svolte o per sostenerla è possibile consultare il sito www.camperemergenza.org o il responsabile Romano Damiani (tel. 3381939313).
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Contro la proposta di una centrale a bio masse si è attivato nei mesi scorsi un comitato (www. nocentralecastelgoffredo.it) che ha predisposto una serie di iniziative e momenti di approfondimento. In particolare per domenica 11 settembre è stata organizzata una biciclettata della salute: il ritrovo e la partenza sono ďŹ ssati alle 15 in piazza Mazzini, mentre l’arrivo è previsto per le 18.30 sempre in piazza Mazzini dopo un percorso (adatto anche ai bambini) di circa
Prendete un ďŹ ne settimana di inizio settembre: una volta terminato il raccolto veniva il tempo delle vendemmie e poi ancora, con la stagione invernale giĂ alle porte, la festa rappresentata dall’uccisione del maiale. Prendete un ďŹ ne settimana come quello tra sabato 10 e domenica 11 settembre e aggiungete la volontĂ di ricordare i mestieri, le stagioni e i sapori di una volta: il risultato è la “Sagra del QuarantĂŹâ€?, manifestazione al primo anno di vita, organizzata
19 km; sarĂ presente alla ďŹ ne e lungo il percorso un punto di ristoro. Il Comitato è nato all’inizio del 2011 dall’incontro di diversi abitanti della frazione Selvole di Castel Goffredo contro il progetto di costruzione di una centrale a biomassa-inceneritore proprio all’interno della frazione. La centrale sarebbe collocata vicino all’asilo nido e alle scuole. L’obiettivo della biciclettata è quello di tenere viva l’attenzione (a oggi sono state raccolte oltre 4000 ďŹ rme).
dal Comune di Roccafranca in collaborazione con il parco dell’Oglio nord. Si comincia sabato alle 19 con la degustazione di prodotti come la polenta quarantina, ottenuta da una varietà di mais (il QuarantÏ appunto) accompagnata da una dimostrazione a cura dell’Associazione norcini bresciani. Per domenica il programma prevede alle 10 un raduno di auto, moto e trattori d’epoca, organizzato dal fans club dei Nomadi con uno scopo: raccogliere fondi per
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l’associazione per la ricerca contro il cancro “Augusto per la vitaâ€?. Dopo il ritrovo in piazza Europa alle 8.30 e le iscrizioni, i mezzi sďŹ leranno nei paesi limitroďŹ in un’allegra carovana che al ritorno a Roccafranca si siederĂ per un pranzo in compagnia. Nel frattempo, nell’area retrostante le ex-scuole elementari, si terrĂ una rievocazione della vita contadina, mentre all’interno della struttura sarĂ allestita una mostra fotograďŹ ca curata dall’associazione culturale “Le radiciâ€?. (f.u.)
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er una solidarietĂ che si fa concreta e che vuole raggiungere dei risultati ovvero portare a termine dei progetti partiti da lontano. Non può essere definita una delle tante feste che animano il mese di settembre, se non altro perchĂŠ in questo caso partecipare significa anche di fatto aiutare una realtĂ che nel campo della disabilitĂ da ben 30 anni solleva le famiglie da un lavoro pesante (e non sempre possibile). La “Collaboriamoâ€? che gestisce il Cdd (Centro diurno disabili) con 28 utenti in via Calvisano 17 a Leno (dal lunedĂŹ al venerdĂŹ) e, inoltre, gestisce, sempre a Leno, la ComunitĂ socio-sanitaria per disabili in via Cotichetta 7, festeggia il 30° anno di fondazione. Si tratta senza dubbio di un traguardo importante per la Cooperativa nata appunto nel 1981 grazie alla volontĂ e agli sforzi dell’allora sindaco di Leno Mirella Cerutti e all’impegno di un gruppo di cittadini che credettero nel suo progetto e si diedero da fare per aiutare concretamente i disabili e le loro famiglie, superando mille ostacoli e difficoltĂ , e in questo senso furono davvero dei pionieri. Per festeggiare questo anniversario è stato deciso di organizzare il 17 e 18 settembre presso l’oratorio di Leno la “Festa della SolidarietĂ â€? a favore della “Collaboriamoâ€?. Il ricavato della due giorni verrĂ destinato al finanziamento
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i Comuni dell’ambito Asl n. 9, saranno realizzati tre piccoli appartamenti arredati da utilizzare per le famiglie in difficoltĂ attraverso un progetto di housing sociale. Il bisogno cui il progetto intende rispondere è quello di mettere a disposizione di persone diversamente abili della zona, altri due posti letto. Inoltre l’ampliamento ci consente di realizzare tutti i 10 posti letto al piano terra, rendendo la stessa piĂš funzionale e piĂš facile da gestire rispetto ad ora che ha quattro posti al piano terra e quattro posti al 1° piano. Nell’occasione, sabato 17 sarĂ consegnato in segno di riconoscenza, un diploma di benemerenza ai soci fondatori, alla coop. Edilizia Cepol, e in memoria di Monica Crescini responsabile e anima per 28 anni della Collaboriamo. Nel corso delle due giornate sarĂ disponibile per i buongustai una cucina ricca di piatti, prodotti e specialitĂ locali. La domenica a pranzo si può gustare lo spiedo: si può prenotare ai seguenti numeri : 030-09067727 (Monica Crescini) oppure al numero 030-9067411 (Cdd). La festa sarĂ allietata dalla musica: il sabato è dedicato ai giovani con il gruppo “Diatonicaâ€?, la domenica tocca al ballo liscio con la famosa orchestra dei “Filadelfiaâ€?. Il programma prevede anche una mostra dell’artista lenese Abele Benini, che esporrĂ le proprie sculture lignee giĂ apprezzate e premiate in precedenti esposizioni.
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All’inaugurazione hanno preso parte diverse autorità , dall’assessore regionale Daniele Belotti al prefetto Narcisa Livia Brassesco Pace agli assessori comunali di Brescia Maurizio Bianchini e Maurizio Margaroli passando per il sindaco di Montichiari Elena Zanola con il vicesindaco Gianantonio Rosa e il sindaco di Castenedolo Giambattista Groli. Tra gli ospiti non ha fatto mancare la sua presenza Mimmo Paterlini, presidente del
Musical Watch Veteran Car Club di Brescia, organizzatore della Settimana motoristica bresciana. “Quest’opera, donata al Comune monteclarense, ma insistente su quello castenedolese – ha dichiarato Zanola – è un segno della laboriositĂ dei bresciani e ricorda quanto furono grandi i primi pionieri dell’automobilismo che ebbero l’intuizione geniale di dar vita al Gran premio, poi trasferitosi a Monzaâ€?. Paterlini ha ricordato Arturo Mercanti, “uomo dalle grandi
vedute che ebbe la felice intuizione di dar vita alla prima pista parabolica nazionale, proprio alla Fascia d’Oro, su un terreno allora incolto, ma che vide le grandi glorie delle quattro ruote�. Al termine alcuni velivoli hanno solcato i cieli sopra la scultura, mentre auto d’epoca si sono radunate per proseguire verso l’aeroporto a conclusione della Settimana motoristica bresciana. A 90 anni da quel giorno il rombo dei motori non si è spento. (f.m.)
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on il mese di settembre torna in attività il centro diurno Casa Bianca, pronto ad offrire agli affezionati utenti un ricco calendario di appuntamenti organizzato dal gruppo direttivo e sotto l’egida dell’assessorato ai Servizi sociali; a Enrico Maria Rossi, animatore del centro, spetterà il coordinamento di tutte le attività . Il via alle danze, pardon, agli eventi sarà dato sabato 10 settembre alle 20.30 con la festa di riapertura alla presenza dei volontari del centro. Da martedÏ 13 alle 15 (e per tutti i successivi martedÏ sino a giugno) il gruppo Arte darà modo a tutti gli appassionati di pittura di trovare uno spazio congeniale per esprimersi, sotto la guida dello scultore Dino Coffani e delle signore Maria Rosa Farinelli e Livia Bertoli. Il corso di cucito e ricamo, cosÏ seguito negli anni scorsi, ripartirà lunedÏ 3 ottobre alle 15 e si terrà ogni lunedÏ sino alla prossima estate, a cura della signora Albarosa Moreni; non mancano, nel calendario stilato dal gruppo direttivo, momenti puramente ricreativi come le bici-
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clettate (la prima è in programma domenica 25 settembre), le escursioni (a Busseto il 28 settembre, a Bergamo il 18 ottobre) passando per gli incontri culturali su artisti o periodi particolari come la Collezione Lechi di Montichiari (il 26 settembre), la “Storia del Giro d’Italiaâ€? (il 12 e 19 ottobre), la Pieve di San Pancrazio (proiezioni e documentari, in programma il 30 novembre). Sempre in tema di arte vanno sottolineati i due pomeriggi del 18 e del 25 gennaio con due incontri dal titolo “Frida Kahlo e Diego Rivera: una vita fra arte e passioneâ€?. Il 1° dicembre prenderĂ il via un torneo di biliardo, mentre l’11 si terrĂ l’immancabile pranzo di Natale. La stagione del centro si chiude nel mese di febbraio con due incontri su “Sonno, insonnia e risveglioâ€? e la classica briscolata (in program-
ma il 24 del mese). “Un plauso va a tutti i volontari del centro – afferma l’assessore ai Servizi sociali Gianluca Imperadori – per l’impegno mostrato anche in questa stagione al fine di dar modo alla popolazione di trovare momenti e spazi di ricreazione e cultura. Da anni, ormai, la Casa Bianca costituisce un centro di attrattiva per anziani e non solo e sono certo che anche la stagione che si aprirĂ a breve darĂ modo a tutti di divertirsi ed approfondire realtĂ e tematiche varieâ€?. Tutti gli eventi, salvo ove diversamente specificato, sono a ingresso libero e aperti a ogni fascia d’etĂ . Per prendere contatti con il gruppo direttivo o conoscere piĂš da vicino le attivitĂ predisposte si può chiamare la sede del centro diurno al seguente numero di telefono 030/9961938; la sede è in via Guerzoni, 18.
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/R VFDPELR GL GRQL SHU 6DQ &RVWDQ]R Dopo aver celebrato San Lorenzo, patrono della comunitĂ religiosa, a un mese esatto di distanza Manerbio festeggia San Costanzo, il patrono della comunitĂ civile. Domenica 11 settembre, la Messa delle ore 11.15, rievocherĂ la ricorrenza con tradizionale scambio dei doni: il cero offerto alla parrocchia dalle mani del sindaco, Cesare Meletti, a nome degli amministratori, e il mazzo di rose offerto all’Amministrazione pubblica dal parroco, mons. Tino Clementi. Cerimonia sobria, questo scambio è una commemorazione di una collaborazione fra le due “autoritĂ â€? che reggono la cittadina. Ăˆ cerimonia che tiene in vita una storia centenaria, dimenticata dai piĂš, ma riportata dai libri di storia locale. Cerimonia che risale al 1531, quando i nobili Luzzago di Manerbio donarono alla loro comunitĂ un’insigne reliquia del Santo martire, il cui corpo era stato ritrovato sulla via cremonese, e che in seguito venne proclamato patrono del libero Comune. Nel Cinquecento la festa aveva un carattere soprattutto civile, figurava come il piĂš importante avvenimento della libera comunitĂ , poichĂŠ in questa circostanza venivano rinnovate le elezioni per le cariche pubbliche con un cerimoniale ben preciso, comprendente la tradizione, mantenuto ancora oggi, del dono alla chiesa di due candelabri per la custodia delle reliquie di proprietĂ comunale. Importante, la festa di San Costanzo lo era per Manerbio, poichĂŠ, in quanto Comune ghibellino, fu una della prime libere comunitĂ del territorio
bresciano, che tuttavia non mancò di scontrarsi con le fazioni guelfe cittadine e del circondario. Poi nel 1531 la conciliazione fra potere politico e autorità ecclesiastica, sancita da quel dono. A 480 anni dall’avvenimento (1531-2011), ora non si tratta di celebrare una riappacificazione, quanto di continuare a celebrare una collaborazione proficua per il bene della comunità . (Elena Ungari)
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”‡•‡‰Ž‹‡ ‡” —Â?ƒ •‡”ƒ ‹ Dz ƒ’‘”‹ ‡ Â?‡Ž‘†‹‡ †‹ —Â? –‡Â?’‘dz Torna sabato 10 settembre a partire dalle 20 la settima edizione della rassegna “Sapori e melodie di un tempoâ€?, che riporta il paese di Preseglie e i suoi cortili della frazione Piazza al passato e alle sue tradizioni fra spettacoli e ricordi degli antichi mestieri. La manifestazione, che negli anni ha sempre visto una massiccia presenza di pubblico proveniente da tutta la valle, consiste principalmente in un percorso enogastronomico nelle
vie di Preseglie alla riscoperta della tradizione valsabbina, è organizzata dal Comune e dalle Associazioni Presegliesi (dall’Accademia della Chitarra agli Alpini, dalla Corale del Visello alla Proloco, dagli oratori alla Polisportiva), che da anni uniscono le forze “per valorizzare la cultura, l’arte e l’artigianato localeâ€?. Durante la serata, per chi ha acquistato i buoni venduti, sarĂ possibile procedere alla degustazione dei prodotti tipici valsabbini preparati con le ricette
del posto in 11 punti della frazione, dagli antipasti ai primi passando per il pezzo forte, lo spiedo, ďŹ no al dolce e ai formaggi, il tutto abbinato ai vini offerti da alcune cantine. Per tutti coloro che non fossero riusciti ad aggiudicarsi uno dei coupon per le degustazioni, anche il solo passeggiare fra i cortili trasformati in piccole ofďŹ cine del passato e delle tradizioni risulta piacevole, grazie a un’atmosfera colorata e animata da arte e musica aspettando i fuochi d’artiďŹ cio.
L’iniziativa propone anche le dimostrazioni di lavori artigianali quasi scomparsi (la costruzione di zoccoli in legno, l’impagliatura delle sedie, la realizzazione di cestini con gli “stropèiâ€?, i ricami ecc.), mostre di quadri, fotograďŹ e e libri e altro ancora. Il ricavato ottenuto dalla vendita dei coupon sarĂ devoluto e utilizzato dalle Associazioni per organizzare altri appuntamenti di carattere sociale. Per info, www. comune.preseglie.bs.it. (Nicoletta Tonoli)
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on l’arrivo di settembre Tremosine inaugura “Il gusto... con gustoâ€? un lungo e intenso calendario di eventi per invitare i visitatori a scoprire l’Alto Garda con i suoi sapori e prodotti tipici. L’idea che sottende la rassegna enogastronomica tremosinese è quella di degustare piatti e produzioni della tradizione gardesana vivendo in prima persona l’atmosfera inimitabile che caratterizza questi luoghi fuori dal tempo. Il piccolo Comune altogardesano, una balconata sospesa tra cielo e lago, è entrato di recen-
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ri forre del torrente Brasa e del San Michele, che ha origine dalle vette del monte Tremalzo, presenta un entroterra montuoso particolarmente interessante dal punto di vista ambientale, paesaggistico e storico per le strade militari ed i manufatti del primo conflitto mondiale. L’itinerario de “Il gusto... con gustoâ€? propone nove appuntamenti nei ristoranti e negli agriturismi del territorio per scoprire la gastronomia tremosinese e le sue tipicitĂ . L’inizio del tour, dedicato ai ‘formaggi’, è fissato per venerdĂŹ 16 all’agriturismo Alpe del Garda, legato all’omonimo
caseificio dove si producono alcune perle dell’arte casearia bresciana come la Formaggella di Tremosine e il Garda Stagionato. In seguito sarĂ protagonista sua maestĂ il ‘tartufo’, sabato 24, alla Baita in localitĂ Campi, mentre le ‘carni rosse della tradizione’ domineranno l’appuntamento in programma giovedĂŹ 29 all’agriturismo Nai. All’immancabile ‘spiedo gardesano’ sarĂ dedicata la proposta di sabato 1 ottobre in programma al ristorante Miralago di Pieve. Sempre in ottobre ci sarĂ l’occasione di scoprire il ‘pesce di lago’, venerdĂŹ 7, al ristorante La
Forra, ancora a Pieve, la ‘cucina di una volta’ sarĂ in campo sabato 15 alla Tavernetta Fucine di Vesio, i ‘sapori del bosco’ mercoledĂŹ 19 al ristorante Brasa di Pieve, la ‘selvaggina da pelo’ sabato 22 al ristorante La Fenice di Vesio. A chiudere una serata dedicata a “frutta e verdura del parco Alto Gardaâ€?, venerdĂŹ 28, al ristorante La Rocchetta di Sompriezzo. I piatti verranno abbinati ai vini della Valtenesi e della sponda bresciana del Benaco. Le cene vanno prenotate direttamente presso i ristoranti. Per informazioni: www. infotremosine.it.
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ƒÂ? ‹‰‹Ž‹‘ ‡ …‘Â?–”ƒ†‡ •‹ …‘Â?–‡Â?†‘Â?‘ ‹Ž ƒŽ‹‘ La storia del Palio di San Vigilio comincia nell’autunno del 1984 quando un gruppo di abitanti della frazione concesiana anticipa a settembre la tradizionale festa ottobrina dedicata ai Santi Luigi e Rocco. Un palio che cresce anno dopo anno e vede affrontarsi in vari giochi le quattro contrade del paese: CĂŠsa, MĂźra, BornĂśf (Borgo nuovo) e SemĂ s (dalla famiglia Cimaschi, proprietaria della zona dove sorgeva la vecchia ďŹ landa). “Quest’anno – dice Augusto Faroni,
uno dei fondatori e presidente delle Acli locali – siamo giunti alla 25ÂŞ edizione (nel 1998 e 1999 sospeso per difďŹ coltĂ organizzative) e la partecipazione è sempre crescente. Il momento clou rimane l’ultima domenica con la sďŹ lata di quasi 200 persone in abiti cinquecenteschi (in ricordo del periodo in cui visse San Luigi) realizzati da sarte locali, quest’anno con la partecipazione delle nostre ragazze pon-pon, della banda musicale e delle ragazze del twirling di Cesano Madernoâ€?. Nato
su iniziativa dell’oratorio e delle Acli, il Palio animerĂ San Vigilio da venerdĂŹ 9 a domenica 18 settembre, tra specialitĂ vecchie e nuove. “SďŹ de tradizionali – prosegue Augusto Faroni – come la gara dei cori e la staffetta con sacchi e trampoli, poi il lancio delle uova, il classico torneo di calcio, la sďŹ da a freccette, il musichiere, rubabandiera e gara dei palloncini per i piĂš piccoli, il duello dei taglialegna e la corsa con macchine a pedali per conquistare l’ambito Palioâ€?. Un appuntamento
che inizia venerdĂŹ 9 alle 19.30 con l’apertura dello stand gastronomico, seguita dalla gara di cori e dell’intonato. Da domenica 11 a venerdĂŹ 16 programma di giochi per piccoli e grandi, sabato 17 la Messa e la benedizione del Palio 2011, rafďŹ gurante papa Giovanni Paolo II, mentre domenica 19 settembre la chiusura con giochi per i bambini, serata danzante e premiazioni delle contrade. Per info, www.comune. concesio.bs.it o chiedere alle Acli di S. Vigilio (via Rizzardi 11). (a.a.)
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uest’anno il trofeo Aido “Memorial Monica Giovanelli - Gran premio Annalisa Gnuttiâ€?, la gara di auto storiche nata nel 1997 nell’ambito del Settembre Inzinese per propagandare gli ideali di altruismo dell’associazione dei donatori di sangue diventa tricolore. La partecipazione ormai ambitissima all’evento, in programma il 24 settembre (con la punzonatura) e il 25, giorno della gara, è a invito. Saranno ammesse 80 autovetture certificate Csai/Fia costruite fino al 1961, verdi, bianche e rosse: un omaggio al 150°dell’UnitĂ d’Italia. Insieme assume grande significato l’Aido Historic Challenge prima edizione: riunisce in un unico concorso manifestazioni di auto storiche dall’Etna a Trieste: Le Mitiche Sport di Bassano, Coppa d’oro delle Dolomiti, Trofeo Aido di Gardone VT, Raid dell’Etna, Trieste Opicina Historic: assegnerĂ uno speciale
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Â?Â—Â–Â–Â‹ČŒ •…‘Â?’ƒ”•‡ –”ƒ‰‹…ƒÂ?‡Â?–‡ trofeo tenendo conto dei punteggi dati ai primi 15 classificati nelle diverse prove. Va ricordato poi che dal 2001 in accordo con “Mantova Corseâ€? vale anche per il “Challenge Gran Premio Nuvolari - Trofeo Aido. Il tutto per raccogliere fondi a favore dell’Aido. La gara nata a suo tempo dal desiderio e collaborazione di due famiglie per ricordare due figlie, Monica Giovanelli e Annalisa Gnutti scomparse tragicamente e donatrici dei loro organi, è cresciuta con un fascino particolare. Non ci sono ricchi premi: semplici coppe, trofei, fiori alle signore, ma chi
partecipa è nominato “Ambasciatore dell’Aidoâ€? e per i piloti è diventato motivo d’orgoglio. Quest’anno, ha spiegato il presidente dell’Aido gardonese Luigi Bernardelli, durante la tradizionale presentazione nella secolare cornice del Forno Fusorio di Tavernole sul Mella, sono cinque gli obiettivi: una borsa di studio a sostegno del reparto emodialisi dell’ospedale di Gardone Val Trompia per permettere la presenza continua di un medico specialista evitando la trasferta a Brescia dei dializzati; la collaborazione con l’Ospedale civile di Brescia per iniziative volte a favorire la donazione del cordone ombelicale per la raccolta del sangue cordonale; la collaborazione con l’Aido provinciale per la campagna di comunicazione che si pone l’obbiettivo di raggiungere 50mila famiglie; una donazione all’istituto Alberti per l’acquisto di apparecchiature medicali per la ra-
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dioterapia; un contributo alla Fondazione “Le Rondiniâ€? per la Casa di riposo lumezzanese. La gara si svolgerĂ su un percorso di 220 km suddiviso in due tappe: da Gardone (oratorio) verso l’alta Valle, scendendo da Lodrino in Valsabbia per tornare da Nave a Monticelli Brusati, con sosta per il pranzo presso lo Sparviere della famiglia Gussalli-Beretta. Poi, costeggiato il Lago d’Iseo, si sale fino a Bienno e si torna in Valtrompia attraverso il Pas-
so Crocedomini, Bagolino e Passo Maniva con traguardo a Sarezzo. Ăˆ previsto per gli equipaggi migliori (Top e A) un coefficiente di penalitĂ per movimentare la gara con gli altri. Anche quest’anno l’hanno sostenuta gli enti (Regione, ComunitĂ Montana,Comuni), associazioni (Acb, Aci, Rotary ecc.) e partner ufficiali di prestigio (Ubi - Banco di Brescia, Spa Beretta, Rubinetterie Bresciane, Metra ecc.). Le iscrizioni chiudono il 10 settembre.
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L’amministrazione di Sarezzo, in collaborazione con i Comuni di Bovezzo, Concesio, Villa Carcina, Gardone e Lumezzane, organizza per sabato 10 settembre la “Notte Biancaâ€?. “Un’iniziativa – spiega il sindaco Massimo Ottelli – che nasce dalla volontĂ di valorizzare il territorio grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, per attrarre flussi commerciali che possano implementare una cultura commerciale diffusa, capace di contenere il fenomeno dello spopolamento dei paesi e dei territori locali. In sinergia con i commercianti di Sarezzo, l’ufficio Suap del Commercio ha predisposto un programma che spazia dalla musica, allo spettacolo, all’aspetto ludico e gastronomicoâ€?. Alle 19.30 la presentazione del punto Wi-fi in piazza Cesare Battisti, la manifestazione
prenderà il via tra la stessa piazza Cesare Battisti, l’estremità di via Roma e piazza Borgo Bailo. Luoghi dove si esibiranno giovani band musicali e navigati musicisti come i Tiratardi Music Show, in voga a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila. Non solo musica perchÊ nelle tre location saranno protagonisti bar, pasticcerie, rosticcerie e ristoranti già a partire dalle 18 con degustazioni gastronomiche. Ci saranno momenti di spettacolo con la Scuola di danza orientale Amon Ra, mentre alle 18.30 le Majorette Lume Fitness proporranno le coreografie lungo le vie di Sarezzo; alle 20 in piazza C. Battisti la sfilata di moda organizzata dai commercianti del Borgo le Calchere; infine a Borgo Bailo una raccolta fotografica di Laura Zanoni. Info su www. comune.sarezzo.bs.it. (a.a.)
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Per salutare la partenza di don Giuseppe SteďŹ ni, nominato parroco di Cividate Camuno e Malegno e festeggiare l’arrivo di don Francesco Bezzi, la parrocchia di Santa Maria Assunta con la collaborazione del Coro Polifonico La Rocchetta, diretto dal maestro Renzo Pagani, sabato 10 settembre alle ore 20.30 presso l’Auditorium S. Fedele propone una ďŹ orita di canti della polifonia classica di carattere mariano. Si tratta di una “Elevazione marianaâ€? che la Rocchetta di
Dopo la pausa estiva, il Centro De Gasperi inizia un nuovo ciclo di iniziative cominciando lunedĂŹ 19 settembre con un incontro dal titolo “Conoscere il passato e capire il presente per progettare il futuroâ€? che avrĂ come relatore don Samuele Riva, parroco di GabbionetaBinanuova (Cremona). Tutti gli incontri (il programma dettagliato nei prossimi numeri) si tengono al Centro civico di Castegnato in via Marconi 2 alle 20.30. Il
Palazzolo ha già eseguito in varie location bresciane (l’8 settembre alle 18 anima la Messa al Santuario delle Grazie per la festa patronale) e bergamasche. Il programma prevede brani del repertorio mariano classico e moderno di Haydin, Mozart, Bruckner, Frisina e altri. I saluti di benvenuto per don Francesco e di partenza per don Giuseppe verranno dati rispettivamente durante le Messe delle famiglie delle 9.30 di domenica 18 e di domenica 25 settembre.
Centro di iniziative di cultura politica Alcide De Gasperi è un’associazione di Castegnato che si rifĂ alla tradizione politica del cattolicesimo liberale e democratico. Le ďŹ nalitĂ del Centro De Gasperi, che conta su 35 iscritti, sono quelle di promuovere incontri di carattere politico su temi di attualitĂ e dare impulso a corsi di formazione per provare a dare una risposta alla profonda crisi della politica e della
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vita civile. Il Centro, inoltre, pubblica un periodico dal titolo “Castegnato & Dintorniâ€? quale foglio di collegamento con gli iscritti e simpatizzanti (circa 250 copie). Da quando è sorto, tre anni fa, ha promosso un corso per amministratori locali, incontri su argomenti speciďŹ ci di economia, ambiente, politica e incontri destinati a far conoscere il contributo che il movimento politico dei cattolici ha dato alla crescita e allo sviluppo del Paese.
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i svolgerĂ il 10 e l’11 settembre 2011 l’ottava edizione di “Sale in Zucca. Festival della tradizione localeâ€?: sede d’eccellenza, come sempre, il piccolo Comune di Sale Marasino. Tra antiche logge, palazzi e chiese una due giorni per riscoprire, in un’atmosfera d’altri tempi, i piaceri legati alla terra e alle sue primizie. La rassegna, organizzata dall’Amministrazione comunale salese in collaborazione con il Gruppo scenografico, il Club Maspiano e la Pro loco Centrolago, e con il patrocinio della Regione, della Provincia e della ComunitĂ montana del Sebino bresciano, è divenuta negli anni uno degli appuntamenti immancabili di inizio autunno. Per deliziare il palato in anteprima “Sale in Zuccaâ€? sarĂ preceduta da una settimana in cui sarĂ possibile degustare, nei ristoranti aderenti, particolari e invitanti menĂš. Regina incontrastata, ovviamente, la zucca in tutte le sue forme e i suoi colori e profumi. Il clou della manifestazione domenica 11, quando alle 14 sarĂ dato il via ufficiale alla “28ÂŞ Sfida nazionale della zuccaâ€?. Cominciata 28 anni fa come goliardica sfida di osteria è da tempo divenuta il punto di riferimento di tutti gli appassionati italiani (coltivatori e non). Nel tempo si sono in-
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esemplare di 507 kg frutto del lavoro e della cura di un giovane appassionato di 28 anni, titolare di un agriturismo nella zona del Chianti. Tanti gli appuntamenti a corollario della manifestazione, tra i quali segnaliamo quello di domenica 4 settembre con il 3° Trofeo Sale in Zucca “10 km tra vigneti e lagoâ€?, gara podistica appartenente al circuito del “6° Trofeo del Sebinoâ€? e quello di domenica 11 con lo spettacolo pirotecnico “Le stagioni dell’amoreâ€?. Presso la Stazione ferroviaria, invece, sarĂ possibile fare un salto nel passato con la trebbiatura storica del frumento fatta con una macchina a vapore risalente ai primi del ‘900: l’appuntamento è per sabato alle ore 21 e per domenica alle ore 10 e alle ore 15. Da segnalare infine sabato 10 alle 21 presso il Cinema teatro Sebino, l’appuntamento con la musica e la comicitĂ con l’esibizione, in collaborazione con il festival “Dallo sciamano allo showmanâ€?, del Quartetto Euphoria: un favoloso poker d’archi che combina la musica classica a un estro musicale tutto teatrale. Da non perdere. Lo spettacolo finale “piroteatraleâ€? “Le stagioni dell’amoreâ€? chiude la manifestazione. Durante la manifestazione saranno a disposizione vari punti ristoro. Per informazioni e per conoscere tutte le iniziative: Ufficio turismo 030.986533.
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Quando si muovono coinvolgono sempre molte persone, alpini ma anche tanti simpatizzanti. Il gruppo Alpini di Losine organizza la Festa annuale dell’intergruppo della Media Valle (comprende i Comuni di Astrio, Braone, Breno, Losine, Niardo e Pescarzo). L’appuntamento è per domenica 11 settembre con il ritrovo alle 9.30 presso la cantina Rocche di Vignali (ha una produzione limitata delle singole vigne, in modo da ottenere una qualità eccellente
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delle uve piuttosto che una quantitĂ maggiore, ma qualitativamente inferiore). Alle 10.30 c’è la sďŹ lata verso la parrocchiale, alle 11 la Messa celebrata da mons. Angelo Bassi. Segue il corteo per le vie del paese e alle 12.10 l’alzabandiera e la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti. Alle 12.45, inďŹ ne, presso il piazzale comunale c’è il pranzo sociale. La giornata sarĂ allietata dalla presenza della Fanfara di Valle Camonica. Per informazioni, 3381463890.
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opo 16 anni passati a Costa Volpino, don Pietro Mario Zanardini, da tutti conosciuto come don Piero, si prepara a fare il suo ingresso a Sulzano: l’appuntamento con i fedeli è per le 16 del prossimo 18 settembre. Don Piero, nato a Pisogne nel 1951 e ordinato sacerdote nel 1975, guarda al suo prossimo incarico con umiltĂ e ottimismo: “Dopo la bella esperienza a Costa Volpino, iniziata nel 1995, mi preparo a entrare a Sulzano con la voglia di rimettermi in gioco e soprattutto con la consapevolezza di essere sempre nelle mani del Signore. Lui mi guida e con il Suo aiuto potrò svolgere al meglio la mia missione pastoraleâ€?. A dare una mano a don Piero per il trasloco sono stati, oltre ai suoi familiari, anche tanti volontari incontrati e conosciuti in questi anni con i quali ha saputo creare un rapporto splendido riassunto proprio dalle tante testimonianze di vicinanza che don Piero ha ricevuto in queste settimane: “In effetti non pensavo – racconta – di ricevere cosĂŹ tanto affetto, tante dimostrazioni di gratitudine, tante preghiere e tanti regali dai miei ex parrocchianiâ€?. La storia di don Pie-
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per la partecipazione, la collaborazione. Sono ‘flash’ che dicono molto di una persona e sono segreti preziosi per chi li racchiude nel cuore. Ti ringraziamo, don Piero, per aver onorato e rispettato ogni singola comunitĂ conservando tradizioni, riti, canti e solennitĂ proprie di ciascuna, cercando di condurci sulla strada della cooperazione dell’unitĂ pastorale e interparrocchiale prima con il catechismo dei bambini unificato a Branico, poi con le celebrazioni comuni di comunioni e cresimeâ€?. Nella comunitĂ di Branico don Piero ha realizzato il sogno del nuovo oratorio, ma anche nelle altre parrocchie ha saputo realizzare importanti interventi per il recupero e il restauro delle varie chiese. Al parroco le comunitĂ di Costa Volpino hanno voluto regalare una piccola Toyota Aigo che renderĂ piĂš breve la distanza tra Sulzano e l’Alto Sebino.
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6XRQL FDQWL H UDFFRQWL GHOOD WUDGL]LRQH FDPXQD Ăˆ uscito il volumetto (con annesso cd) “Sòne, cante, cĂźnte e gnò, gna, gnĂ â€?, raccolta di suoni, canti e racconti della tradizione camuna. Letteralmente l’antico adagio della Valsaviore significa: “Suono, canto, racconto e non ho il becco di un quattrinoâ€?. Per l’occasione sono state ripescate e messe a nuovo canzoni, tiritere, ninne-nanne, stornelli, strambotti, cantate paesane d’osteria. Il tutto rigorosamente d’origine popolare. Si tratta di un’iniziativa sul filo della memoria, attivata con i giovani di Cevo, molti dei quali appartenenti alla locale banda musicale. La proposta fa parte di un piĂš ampio percorso che vede impegnato il brenese Centro culturale Teatro Camuno da anni. Un’altra delle molte “perleâ€? che da decenni Nini Giacomelli e Bibi Bertelli regalano alla vallata dell’Oglio (ricevendone in cambio magari difficoltĂ economiche, taglio di fondi, paletti vari nelle ruote). “A dir le sue virtÚ‌â€? (del Centro) basterebbe tutto il teatro portato nella scuola camuna e il festival “Dallo sciamano allo showmanâ€?. A ben vedere quindi, il saggio, antico adagio rispecchia un po’ la storia di un’istituzione costantemente accompagnata da incomprensioni e difficoltĂ di bilancio. Il progetto ebbe inizio nei primi anni ’90, quando la Bertelli si occupava di animazione sociale nelle ex case di riposo ed a tal scopo aveva costituito un gruppo di animatrici preparate e motivate. Con quelle animatrici, aiutate dagli anziani, si allestirono spettacoli che furono
preziosa occasione per la ricostituzione di un patrimonio storico un tempo conosciuto da tutta la Valle. L’iniziativa si sarebbe fermata a questo, se la Fondazione Bresciana non avesse beneficiato il Cctc di un contributo per rendere possibile sia la stampa del cd che l’implementazione dei brani. Un’ innovazione meritoria che ripercorre con strumenti moderni la storia d’una vallata alpina. (e.g.)
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‘Â?—Â?‹–Â? Â?‘Â?–ƒÂ?ƒ Â?ƒ •Š‘”– Ž‹•– ’‡” ‘••‡”˜ƒ”‡ ‹Ž –‡””‹–‘”‹‘ La ComunitĂ montana di Valle Camonica intende istituire un elenco ristretto (short list) di candidati ďŹ nalizzato ad attivare collaborazioni occasionali per lo svolgimento di attivitĂ di monitoraggio, censimento, rilevazione, inserimento dati, sondaggio telefonico e sul campo a supporto del nascente Osservatorio per la cultura e il turismo del Distretto culturale di Valle. L’Osservatorio è uno strumento di indagine territoriale a sostegno
delle politiche di programmazione e di sviluppo promosse dal Distretto culturale e dagli enti comprensoriali della vallata, con il compito di effettuare studi, approfondimenti su speciďŹ che situazioni socioeconomiche, monitoraggi sull’andamento e gli impatti dei progetti promossi sul territorio. La costituzione della lista è ďŹ nalizzata, a individuare collaboratori di cui avvalersi per attivitĂ di acquisizione dati nelle modalitĂ piĂš idonee: attraverso l’erogazione di sondaggi,
l’effettuazione di interviste, la realizzazione di indagini e per attivitĂ di inserimento nell’ambito dei programmi del Distretto culturale. Le attivitĂ verranno svolte saltuariamente, sulla base di speciďŹ che chiamate a incarico, a partire da subito e ďŹ no al 31 dicembre 2012. Possono richiedere l’iscrizione gli studenti residenti in Valle Camonica, di etĂ compresa tra i 18 e i 24 anni, iscritti a un ciclo di studi presso l’UniversitĂ , o istituto scolastico di ogni ordine
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e grado. I soggetti interessati possono rivolgersi alla ComunitĂ montana. Per stabilire il punteggio di graduatoria verranno tenuti in considerazione: iscrizione a un corso di laurea; voto ďŹ nale del diploma di maturitĂ ; esperienza in attivitĂ a contatto col pubblico; conoscenza della lingua inglese; conoscenza e utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione. L’incarico sarĂ conferito anche avvalendosi dei buoni lavoro e dei “voucherâ€?. (e.g.)
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nata a Boario Terme “Grigiocoloreâ€?: si tratta di una nuova associazione culturale no profit che ha lo scopo di avvicinare le persone e farle partecipare e realizzare progetti culturali. Per fare questo “Grigiocoloreâ€? ha stilato un fitto calendario di corsi ed eventi: ognuno di essi si rivolge rispettivamente a persone e a gruppi di persone adulte, a giovani studenti, alle famiglie, ai bambini in etĂ scolare e prescolare, ai ragazzi appassionati, a operatori culturali, alle pubbliche istituzioni e alle universitĂ , alle associazioni o imprese private, ai musei e alle gallerie. Come si può ben capire, si tratta di un progetto che utilizza molti strumenti quali mostre, seminari, corsi, eventi culturali, organizzati tutti in un ampio programma di formazione didattica e di ricerca. “Grigiocoloreâ€? offre la possibilitĂ di ideare e progettare il materiale divulgativo dell’associazione agli artisti che intendono sperimentare nell’ambito dell’illustrazione e del packaging in modo che i progetti selezionati possano essere promossi sul territorio, iniziando fin dal proprio lancio, con una veste grafica appositamente realizzata dall’artista bolognese Lara Norscia che opera principalmente attraverso la tecnica del collage. Molte delle attivitĂ sviluppate comprendono l’impiego di materiali particolari, come ad esempio i laboratori di ceramica, del libro, della carta riciclata e di musica. CosĂŹ come la sezione di fotografia dispone di attrezzature professionali e di un laboratorio convenzionato per sviluppo e stampa tradizionale del bianco e nero. I corsi attualmente offerti sono: disegno e pittura, illustrazione e scultura, lingue straniere con docenti madrelingua, fotografia, fumetto, ceramica, musica. Ma qui si può anche studiare: infatti ognuno può formare un suo “piano di studiâ€? dando particolare attenzione all’aspetto pratico. Ci sono anche speciali corsi nei fine settimana che rappresentano preziose occasioni di approfondimento; le classi accolgono un numero limitato di allievi a vantaggio della qualitĂ nel rapporto studenteinsegnante. Le lezioni si svolgono principalmente in giorni infrasettimanali, mentre il fine settimana è prevalentemente dedicato a workshop o a seminari intensivi di approfondimento, di alta formazione e
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di specializzazione. I corsi infrasettimanali si svolgono generalmente in 6/10 lezioni di due ore ciascuna, una volta alla settimana, con orari mattutini, pomeridiani e serali. I programmi sono concepiti e progettati sia per chi si approccia per la prima volta a una disciplina che per chi ha giĂ maturato esperienza in materia. Tra i corsi si segnalano per l’originalitĂ : fumetto e caricatura, il laboratorio orchestrale, il sound design e le lingue (cinese, inglese, spagnolo, francese, tedesco). La sede dell’Associazione è nel centro di Boario Terme, in via Cadeo, al numero civico 39. “Grigiocoloreâ€? non ha preclusioni di principio per nessuno: forse anche per questa sua flessibilitĂ sta giĂ trovando numerosi consensi in zona.
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ridurranno a razionalizzare le spese. Effettivamente da tagliare è rimasto molto poco e c’è da augurarsi che le sforbiciate girino alla larga. Forse, le sforbiciate, andrebbero date a quelle classi superaffollate che molti docenti si troveranno di fronte. Anche il Ministro auspica che si possa affrontare il problema e intanto informa che uno 0,6% delle classi supera addirittura i 30 allievi. Tra i dati del nuovo anno ci sono anche quelli dell’incremento del tempo pieno (negli ultimi tre
anni le classi a tempo pieno sono aumentate di 3803 unitĂ ) e quello del record di docenti di sostegno (sono 94.430, il numero complessivo “piĂš elevato mai raggiuntoâ€?, secondo il Ministro). Le premesse per un avvio d’anno regolare dovrebbero sussistere. I quasi otto milioni di iscritti al nuovo anno scolastico debbano poter contare su una scuola capace di offrire le condizioni migliori per percorsi di apprendimento signiďŹ cativo efďŹ caci e per esperienze fruttuose di
crescita individuale e sociale. Una scuola dove, attraverso lo studio e la “praticaâ€? delle materie scolastiche, ciascuno possa sviluppare le proprie capacitĂ . Dove adulti esperti e preparati sappiano orchestrare e rendere possibili relazioni autentiche, tra docenti e allievi e tra gli allievi fra loro. Dove si possano realizzare quelle collaborazioni indispensabili con le famiglie, le agenzie educative sul territorio, per realizzare e rendere operativa una vera comunitĂ educante. (a.c.)
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oce dalla scuola in famiglia, per muovere il pensiero: è questo il nome dato a un progetto per la promozione del settimanale diocesano nella famiglie degli studenti delle scuole cattoliche. Il contesto da cui prende le mosse l’iniziativa è quello della cultura e della mentalitĂ odierna, fortemente segnata da strumenti di comunicazione sociale che tendono a omologare il pensiero e a escludere il riferimento ai valori cristiani. Sempre piĂš difficilmente, poi, si trovano nelle famiglie in generale, ma in particolare anche in quelle in cui vivono giovani che frequentano le scuole cattoliche, strumenti d’informazione di chiara ispirazione cristiana che facilitino la sintesi tra la fede e la vita con un linguaggio che intrecci l’esistenza quotidiana. Il progetto “Voce dalla scuola in famigliaâ€? mira pertanto a fare incontrare l’azione formativa della scuola cattolica con strumenti, come il settimanale diocesano, che supportino la traduzione nella quotidianitĂ
familiare di valori che ispirano il suo progetto educativo. Per “Voceâ€?, nel panorama della comunicazione bresciana sin dal 1893, la presenza nei contesti scolastici diventa occasione per farsi conoscere e apprezzare nelle famiglie piĂš giovani aiutandole nella formulazione di una lettura cri-
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sile in cui le scuole che aderiranno allo stesso troveranno uno spazio di presentazione delle loro proposte e un’occasione di dialogo, sui temi della formazione e del’educazione, con i lettori di “Voceâ€?. Molte le scuole che si sono dette interessate al progetto. Fra le prime realtĂ a cogliere l’opportunitĂ l’istituto “Bonsignoriâ€? dei piamartini di Remedello il “Santa Doroteaâ€? delle suore maestre di Santa Dorotea di via Marsala a Brescia. Due realtĂ scolastiche che hanno tradotto in una collaborazione fatticva con il settimanale diocesano quanto scritto anche da mons. Luciano Monari, in una recente lettera ai sacerdoti bresciani. “La Voce del Popolo - erano le parole del Vescovo - è da quasi 120 anni il giornale della nostra comunitĂ diocesana. Sentircene parte è importante, trovare parole comuni, alimentare la comunione tra noi anche attraverso questo strumenti che ci permettono di conoscere ciò che di bello il Signore fa crescere nella nostra Chiesa, ci aiuta a diventare in Cristo una cosa solaâ€?.
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ƒ•–‡‰Â?ƒ–‘ ƒ “—ƒ•‹ ͘͞ ƒÂ?Â?‹ ‹Â? ƒ•…‘Ž–‘ †‡ŽŽ‡ ‡•‹‰‡Â?œ‡ †‡ŽŽƒ •…—‘Žƒ Si parla spesso di “stare bene a scuolaâ€? con riferimento a progetti educativi, alla collaborazione tra insegnanti e famiglia e a molto altro ancora. Ci si dimentica, però, che il ricordato “stare beneâ€? è collegato anche ad aspetti forse meno nobili ma non per questo meno importanti. Uno di questi è sicuramente quello dell’arredo scolastico, un settore che negli anni, proprio come la didattica, ha conosciuto profonde trasformazioni. Ne sanno qualcosa
alla Emmeci di Castegnato, un’azienda nata negli anni Quaranta del secolo scorso per la realizzazione di sedie in legno ma che da subito si è specializzata nella produzione di arredi scolastici. Un impegno che negli anni è andato ben oltre la semplice costruzione di banchi e sedie con cui riempire le aule di tante scuole. Oggi la Emmeci personalizza ogni produzione, “accompagnandoâ€? passo per passo i propri clienti nella scelta prima e nella
realizzazione poi degli arredi scolastici. Sono numerose le realtĂ , senza distinzione tra pubblico e privato, che da tempo hanno individuato nell’azienda di Castegnato il partner ideale a cui afďŹ dare l’arredo delle proprie scuole. Il servizio offerto, fatto di competenza e di professionalitĂ , è in grado di soddisfare ogni esigenza e di intercettare, anche nel corso della produzione, ogni bisogno. Sempre attenta
alle richieste di un mercato in costante movimento, è in grado di soddisfare le piÚ svariate esigenze. Soluzioni pensate per rendere gradevole, comodo e pratico qualsiasi ambiente costruito per momenti d’incontro e di aggregazione ottimizzando e razionalizzando spazi individuali e comuni con una politica dei prezzi attenta e oculata. Per informazioni è possibile consultare i siti www. emmeci-arredoscuola.it e www. emmeci-arredoinfanzia.it.
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a lungo tempo in ogni possibile occasione ribadiamo: un Paese che non pone il tema dell’istruzione e della formazione al centro delle proprie attenzioni è destinato a non avere prospettive di sviluppo privando le nuove generazioni di un vero futuro. In questo scenario riparte un nuovo anno scolastico contrassegnato da vecchie e nuove questioni: organici ridotti ai minimi vitali, carenza di risorse economiche, ritardi e contraddizioni di un Ministero che pare privo di una autentica strategia di politica scolastica. La responsabilità di assicurare un servizio di qualità e capace di rispondere ai bisogni formativi viene cosÏ scaricata unicamente sul personale scolastico che opera con professionalità e abnegazione e per questo andrebbe valorizzato e premiato. Come nel Paese, cosÏ anche nella scuola cresce lo stato di disagio, di malcontento, di delusione e di protesta. A maggior ragione oggi, la Cisl e la Cisl scuola sentono la responsabilità di farsi interpreti e
dar voce a questi sentimenti per evitare che dall’inquietudine si passi a una protesta fine a se stessa o si cada nella rassegnazione. Per la Cisl scuola questo significa affrontare i problemi cercando soluzioni praticabili senza attendere ipotetici tempi migliori, perchÊ è qui e ora, in questo contesto
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anzianità , ingiustamente congelati; di salvaguardare il salario accessorio; di riaprire spazi di contrattazione inopinatamente chiusi; di ottenere, in questa fase difficile, un piano triennale di assunzioni che ha portato, già da questo anno scolastico, a stabilizzare 67mila precari su tutti i posti vacanti e disponibili. Calcoli ragionevoli portano a prevedere ulteriori 60mila assunzioni nei prossimi due anni, come già scritto nel decreto interministeriale. Questi i nostri risultati: spiace che chi ha scelto altre strategie senza alcun esito, si ostini a svolgere un’opera di disinformazione che solo crea sconcerto. Siamo consapevoli dei nuovi problemi che si pongono (manovra economica, dimensionamento, reclutamento, professionalità e merito‌) e li affronteremo con la responsabilità di chi sa di dover dare risposte e raggiungere risultati. Il nostro obiettivo resta una buona scuola di qualità per un Paese migliore, obiettivo perseguibile piÚ facilmente se si riesce a ricostruire un minimo di comune sentire etico e civile.
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Sede principale di Brescia
Sede principale Via Carducci, 88 – 25126 Brescia Telefono 030-230.14.63 Fax 030-2055305 C.F. 98073770178 - www.scuolabottega.org - e-mail: info@scuolabottega.org Sede operativa 7JB $POUF #FSBSEP .BQQJ Ož .F[[BOF GSB[ $BMWJTBOP (Bs) - Telefono 393 9487604 - email-segreteria@scuolabottega.org
professionali triennali ) r Addetto alle macchine utensili r .FDDBOJDP E BVto r Termoidraulico r Carrozziere r &MFttricista IV anno r TFDOJDP QFS M BVtomazione industriale V anno integrativo per diploma quinquennale e accesso Università La scuola offre anche corsi di r Formazione gratuita per adulti (ASA – OSS) - Riqualifica ASA - OSS
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Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, nĂŠ vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono ďŹ chi dagli spini, nĂŠ si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. PerchĂŠ mi invocate: “Signore, Signore!â€? e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il ďŹ ume investĂŹ quella casa, ma non riuscĂŹ a smuoverla perchĂŠ era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta...
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l frutto. GesÚ è chiaro e inequivocabile: il criterio per individuare chi crede non sono le parole ma i frutti. Non tanto (o non soltanto) le opere, ma i frutti. La differenza può sembrare sottile ma non lo è. Anzi è sostanziale. PerchÊ il frutto è qualcosa che cresce insieme all’albero ed è il risultato della sua crescita e del suo sviluppo; le opere possono essere questo ma anche, piÚ superficialmente, atti dovuti dalla necessità , dal conformismo o dall’anticonformismo. Le opere sono una scelta di azione del singolo; il frutto germoglia spontaneamente dall’interno della pianta. Con questo credo che GesÚ volesse indicarci che il nostro agire e il nostro fare devono corrispondere alla nostra interiorità . Non basta l’attivismo; non basta il fare molto, anche se per gli altri. Potrebbe essere un sedativo per la coscienza o un anestetico per la riflessione. Tanto fare non è ancora produrre il frutto buono. Tanto piÚ che
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/¡HXFDULVWLD QHO PRQGR PRGHUQR Si è concluso il 22° Congresso nazionale dell’Associazione teologica italiana (Ati), che ha visto l’elezione all’unanimità del suo nuovo presidente, don Roberto Repole, il piÚ giovane nella storia dell’Ati (classe 1967). Con lui riflettiamo sull’eucaristia. Quale bilancio può fare del congresso Ati? Il bilancio dell’ultimo congresso è estremamente positivo: c’è stata una ricchezza di pensiero molto forte e forse per la prima volta si è tentato di ricercare in che senso l’eucaristia, che è un momento cosÏ identificante della vita ecclesiale, della stessa fede cristiana, possa dare forma al pensare teologico. Come si può annunciare oggi il Vangelo in relazione all’eucaristia
e in sintonia con i segni dei tempi? C’è la possibilità di scoprire, anche in un contesto di secolarizzazione e di globalizzazione come quello attuale, che l’eucaristia, proprio perchÊ esprime il dono totale della vita di Cristo, sviluppa un annuncio che è esso stesso un dono da offrire al mondo contemporaneo, un dono che non s’impone, un dono discreto come è la presenza di Cristo nell’eucaristia e che richiede la libertà e l’adesione totale da parte di chi lo accoglie. Un teologo come può spiegare il significato dell’eucaristia a chi è alla ricerca di Dio? L’eucaristia diviene completamente comprensibile per chi è credente, per chi è dentro l’esperienza cristiana. Ma mi sembra di poter dire che
forse manifesta un aspetto: quello del desiderio della vicinanza di Dio o di come incontrare Dio. L’eucaristia è, a mio avviso, un segno posto nel cuore della Chiesa per dire che i cristiani riconoscono la presenza e la visita del Risorto in quel gesto della Chiesa, in cui il Signore GesÚ si rende presente e vivo. Questo aspetto può in qualche modo interpellare tutti quegli uomini di buona volontà che nelle diverse situazioni della loro vita si chiedono dove è possibile concretamente incontrare Dio nella storia. E come spiegare l’eucaristia ai lontani, ai distanti? Innanzitutto bisogna avvicinarli, affascinarli a Cristo nella sua concretezza. L’eucaristia ha un senso nella misura in cui si è incontrato GesÚ.
il frutto non smentisce la pianta e non si sottopone alla mistificazione delle parole. Come non basta dire “Signore, Signoreâ€? per essere a posto, non basta accontentarsi di aver sentito, di essersi avvicinati, di aver fatto qualcosa. Ascoltare è costruirsi un argine spirituale o, come dice GesĂš, una casa che sappia resistere alla furia delle intemperie. Proprio cosĂŹ: per dare frutto è necessario riuscire a costruirsi interiormente. Altrimenti sarĂ facile confondere l’agire con l’operare e si prenderĂ per atto di fede l’azione esterna. Il rischio è di dimenticare la radice interiore dell’agire del cristiano e far diventare l’azione l’unico modo per definire l’essere di Cristo. Che è una scorciatoia. Ed è un modo per condividere molte aspirazioni verso la giustizia, la pace, l’uguaglianza, il rispetto che caratterizzano molta parte dell’umanitĂ . Ma per il credente non possono essere che il punto di arrivo. Altrimenti si scambia il frutto con le opere e queste bastano. Ma queste svuota-
no anche il senso della fede quando diventano l’ultimo traguardo e quando diventano fine a se stesse. Ogni uomo buono può capire queste necessità ; ma non ogni uomo buono può rintracciarne la radice e costruirsi in modo che il suo agire diventi esigenza profonda di fare frutto. La bontà delle opere può aprire la strada alla ricerca della fede molto piÚ di mille parole, ma il frutto della fede, che diventa concretezza nell’agire, scandaglia i luoghi piÚ nascosti dell’animo dell’uomo e lo costringe a cercare per dare frutto. I risultati possono sembrare uguali, ma è la radice profonda che è essenzialmente diversa: una casa interiore fondata sulla Parola permette di agire senza paura e senza l’urgenza del fare. La casa sicura è la casa che si apre all’esterno per donare il frutto della fede. E non ha bisogno di mostrarsi. Come il frutto che rende bella e ricca la pianta non come necessità ma come unico mezzo di espressione della sua interiore sovrabbondanza.
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decine di Vescovi, il Cardinale ha sottolineato che l’eucaristia è una “realtĂ misteriosa, cioè di ordine diverso da quello della conoscenza derivata dall’esperienza dei sensi, ma è realtĂ garantita dalla Parola di Dio. Ăˆ una realtĂ che è raggiungibile soltanto mediante la fedeâ€?. “Per chi non crede, l’eucaristia è un rito incomprensibile – ha sottolineato –. Per chi crede l’eucaristia è realtĂ certissima e dolcissima: è Dio con noi, In altre parole, è Dio che si dona a noi, consentendoci
di entrare in comunione con Luiâ€?. La veritĂ che la Chiesa non si stanca mai di riaffermare è che “l’eucaristia è il grande motore della vita cristianaâ€?, ha proseguito il Cardinale. “Essa è incoraggiamento a rifare il tessuto cristiano della societĂ e a educare alla ‘vita buona’ del Vangelo; essa è punto di partenza per l’auspicata nuova evangelizzazione, capace di innervare di contenuti evangelici lo stile dei comportamenti, la cultura che ci circonda e l’intera vita.
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on è una parola molto frequente e neppure molto facile. Nei vocabolari si trovano anche buone definizioni ma non bastano per comprenderne del tutto il significato. Non è comunque un problema di vocabolari perchĂŠ eucaristia non è una parola come le altre. Anzi, non è una parola. La conferma piĂš recente è venuta nella notte della Gmg da centinaia di migliaia di giovani bagnati fradici per l’improvviso e violento acquazzone. Invitati da Benedetto XVI, hanno respirato il silenzio mentre la “parolaâ€? eucaristia diventava presenza. Una comunicazione reale e inaudibile tra il Volto e i volti di tanti ragazzi e ragazze. Un incontro sorprendente. I giornalisti lo hanno raccontato con il linguaggio della cronaca. Un prezioso frammento informativo, ma un giornalista sa che i suoi passi non lo possono portare oltre la soglia del mistero. La professionalitĂ consente però di dare alla notizia quella “sostanza laicaâ€? che può suscitare nel lettore, nell’ascoltatore e in colui che è davanti a un video, il desiderio di capire e di approfondire, di cercare. Di interrogarsi. PerchĂŠ tanta gente è ad Ancona oppure partecipa a distanza a quanto sta avvenendo in questa e altre cittĂ marchigiane? PerchĂŠ questo convenire da ogni angolo d’Italia? Chi mai ha convocato queste persone? Nessuno ha ricevuto la cartolina
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solcano il nostro Paese e il mondo. Come lo Sconosciuto, incontrato da due discepoli nei pressi della piccola cittĂ della Palestina, è un popolo che sta accanto a ogni mendicante di veritĂ e felicitĂ . C’è, da due millenni, una presenza, l’eucaristia, che vive nelle presenze quotidiane di molti uomini e donne “impastatiâ€? nei luoghi e nei tempi dell’affettivitĂ , della fragilitĂ , del lavoro e della festa, della famiglia, dello studio, della comunicazione, dell’impegno pubblico. Presenza che è in migliaia di comunitĂ oranti sul territorio, comunitĂ libere dall’affanno e dall’effimero. Sulla soglia di chiese
che accolgono attorno all’altare una comunità credente, le domande ancor oggi si moltiplicano e scavano dentro quanti, non distratti, passano accanto. Molte conversioni sono nate in fondo a una chiesa nell’osservare una comunità assorta nella preghiera piÚ intensa e nell’ascolto di una presenza che sostiene e nello stesso tempo inquieta. Presenza che chiede di amare la fatica del pensare, del cercare, del condividere perchÊ è la sua stessa fatica. PerchÊ questo è il sentiero per giungere puntuali all’incontro dove la vita di ogni uomo e di ogni donna trova il suo significato ultimo.
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&DUG 'HVNXU DPLFR GHL PHGLD Uno dei â€œďŹ gli piĂš illustriâ€? della comunitĂ di Cracovia, ma soprattutto un uomo che ha servito la Chiesa dedicandosi in modo particolare “all’animazione cristiana nel campo dei mezzi della comunicazione socialeâ€?. Con queste parole Benedetto XVI ricorda il cardinale Andrzej Maria Deskur (nella foto), presidente emerito del PontiďŹ cio Consiglio delle Comunicazioni sociali, spentosi il 3 settembre a Roma all’etĂ di 87 anni. “Ricordo con animo
grato la preziosa collaborazione da lui prestata per tanti decenni alla Santa Sede al servizio – scrive il Papa – di ben sei PonteďŹ ciâ€?, a uno dei quali, il Beato Giovanni Paolo, era “legato da vincoli di profonda amiciziaâ€?. Egli, conclude Benedetto XVI, “lascia il ricordo di una vita spesa nell’adesione coerente e generosa alla propria vocazione quale pio e zelante sacerdote che ha arricchito il suo ministero accettando l’infermitĂ con evangelica
rassegnazione�. Con la scomparsa del porporato, il Collegio cardinalizio è ora formato da 193 membri, dei quali 114 elettori e 79 ultraottantenni. Il cardinale Deskur era nato il 29 febbraio 1924 a Sancygniów, nella diocesi polacca di Kielce, da una famiglia di origine francese. Laureatosi in Diritto nel 1945 all’Università cattolica di Cracovia, è stato segretario generale della piÚ importante organizzazione studentesca polacca dell’immedia-
to dopoguerra, il “Bratniakâ€?. Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel 1950, ha conseguito la laurea in Teologia presso l’UniversitĂ di Friburgo, quindi nel settembre 1952 è stato chiamato a Roma alle dipendenze della Segreteria di Stato. Ăˆ stato, fra l’altro, tra i promotori della stazione radio per i Paesi dell’Asia e dell’Oceania “Radio Veritasâ€?. Giovanni Paolo II lo ha creato e pubblicato cardinale nel Concistoro del 25 maggio 1985.
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ƒ•ƒ‰Ž‹ƒ ƒ†”‡ ‡Â?œ‘ ‹˜‹Â?‹ ƒŽŽƒ ’”‹Â?ƒ ‡••ƒ Â?‡Ž ’ƒ‡•‡ Â?ƒ–ƒŽ‡ Domenica 11 settembre padre Renzo Civini, ordinato sacerdote il 3 luglio nella cattedrale di Palestrina dal vescovo bresciano Domenico Sigalini, celebra la prima Messa nella parrocchia originaria di San Filastrio a Casaglia. Quella di Renzo è una vocazione adulta: nasce il 22 maggio 1961, secondo di quattro ďŹ gli. Nella testimonianza della sorella minore, suor Agnese, riafďŹ orano i ricordi sul piccolo Renzo che “amava smontare oggetti come sveglie o altro per vedere
come funzionavano e scoprire cosa ci fosse dentro; perdeva intere giornate con questo suo gioco speciale, e adesso guardandomi indietro mi pare di vedere come questa sua modalitĂ costituisse parte della sua spiritualitĂ , l’andare in profonditĂ , oltre ciò che è l’apparenza e cogliere il cuore di ogni cosaâ€?. Nel 1988 divenne membro della comunitĂ dei Ricostruttori nella preghiera ďŹ no all’ordinazione sacerdotale: per anni si è occupato di “ricostruireâ€?
monasteri o vecchie cascine che sarebbero diventate centri di spiritualità per le zone limitrofe. L’intuizione di padre Gian Vittorio Cappelletto, fondatore e guida spirituale del movimento, è stata essenzialmente quella di utilizzare un metodo di meditazione sorto in ambiente monastico, l’esicasmo, nell’apostolato nei confronti di lontani e non credenti percependo l’importanza di riscoprire e valorizzare un’antica tradizione contemplativa cristiana. Soltanto
dalla preghiera sono nate le energie e la volontĂ che hanno reso possibile l’opera del gruppo, la sua crescita tumultuosa da cenacolo di pochi amici ad organizzazione ormai estesa a quasi tutta l’Italia ed oltre. Ăˆ nel raccoglimento interiore che la Provvidenza dĂ i suoi lumi e le sue forze a chi ha l’umiltĂ di abbandonarsi. Poi, fuori, nel mondo le cose cominciano a muoversi e lentamente maturano. Tornando a Casaglia, alle 20.30 le celebrazioni prevedono un concerto.
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on Luigi Villa, prete residente da anni a Brescia, continua a scrivere e diffondere calunnie riguardo a Paolo VI e a diversi ecclesiastici; lo fa per lo piĂš diffondendo, anche attraverso la rete informatica, fascicoli che appartengono al genere letterario ‘gossip’. Ho giĂ dichiarato che la diocesi di Brescia non ha e non vuole avere nulla a che fare con le immondezze e le falsitĂ che vengono scritte. Don Villa si è autonominato grande inquisitore, difensore della fede contro il Concilio Vaticano II che, secondo lui, è eretico e costituisce il vero pericolo della fede oggi; contro Paolo VI che ha deformato la Chiesa (GesĂš Cristo deve essersi dimenticato della promessa di indefettibilitĂ che aveva fatto); contro Giovanni Paolo II che si è mosso sulla stessa linea; contro innumerevoli ecclesiastici che sarebbero in realtĂ massoni, quinta colonna infiltrata nella Chiesa per distruggerla dall’interno e cosĂŹ via. Ăˆ difficile comprendere un tale livore. Don Villa penserĂ forse di essere mosso da zelo apostolico, di essere un nuovo Finees che trafigge gli empi nell’atto stesso della loro idolatria. La realtà è purtroppo diversa. Scriveva San Giacomo: “Chi tra voi è saggio e intelligente? Con la buona condotta mostri che le sue opere sono ispirate a mitezza e sapienza. Ma se avete nel vostro cuore gelosia amara e spirito di contesa, non vantatevi e non dite menzogne contro la veritĂ . Non è questa la sapienza che viene dall’alto: è terrestre, materiale, diabolica; perchĂŠ dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni specie di cattive azioni. Invece la sapienza che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sinceraâ€?. Strano destino quello di Paolo VI, combattuto da destra e da sinistra; considerato da alcuni il conservatore che ha impedito una piena riforma della Chiesa; esecrato da altri come un rivoluzionario che ha alterato il volto secolare della Chiesa. In realtĂ Paolo VI è stato semplicemente lo strumento di Dio per effettuare il programma che Giovanni XXIII
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desimo Vangelo di sempre (non ce ne sono due o tanti), ma in modo che l’uomo che vive oggi e pensa oggi e parla oggi possa capirlo. Paolo VI è stato non solo un grande Papa, ma un grande credente. Basterebbe leggere la sua professione di fede e il suo testamento spirituale per capire di che pasta era fatto. CosÏ come basta leggere i testi di don Villa per capire di che pasta è fatto. Paolo VI è stato un autentico cristiano che ha conosciuto alcuni (pochi) momenti di successo senza lasciarsi esaltare; che, senza lasciarsi avvilire, ha portato la croce (pesante) subendo accuse, critiche, scherni. E da parte di persone che non valevano il suo dito mignolo. Il mondo contemporaneo è cosÏ: offre a tutti, intelligenti o stupidi, onesti o malvagi, sinceri o menzogneri, la possibilità di mettere in pubblico le proprie idee (o il proprio vuoto di idee); e offre a tutti, quali che siano le loro idee, un momento di notorietà . Non perchÊ le idee siano intelligenti, ma perchÊ sono strane. Per di piÚ sembra diffondersi il gusto di infangare ogni cosa bella; probabilmente perchÊ, notava Manzoni, quando si accusano gli altri ci si illude di essere, per ciò stesso, dalla parte buona. Stiamo imparando a confrontarci con questo mondo, con un po’ di sofferenza. Che ci siano anticlericali che sputano offese da ogni parte,
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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ Da mercoledĂŹ 7 a domenica 11 il Vescovo partecipa al Congresso eucaristico nazionale di Ancona
Ore 20.30 – Brescia – trasmissione “La mia messa, il mio prete, il mio oratorio� su Teletutto
MartedÏ 13 settembre Ore 7.30 – Rovato – S. Messa in occasione del Convegno degli eremiti del Nord Italia presso il Convento dei Servi di Maria sul Montorfano
MercoledÏ 14 settembre Ore 7.30 – Brescia – S. Messa con i missionari scalabriniani presso il Centro pastorale Paolo VI
Ore 9.30 – Brescia – Convegno del clero presso l’auditorium S. Barnaba
Ore 9.30 – Brescia – Convegno del clero presso l’auditorium S. Barnaba
GiovedÏ 8 settembre si ricorda l’invito a tutte le parrocchie di dedicare un’ora di adorazione eucaristica, un momento di preghiera in occasione del Congresso eucaristico nazionale di Ancona. Sul sito internet della diocesi si può anche scaricare una proposta di adorazione eucaristica: meditare e pregare l’eucaristia con S. Gaudenzio, vescovo di Brescia.
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hi dite che io sia?� è questo il tema della missione giovanile che si svolgerà dal 15 al 25 settembre nella zona pastorale di Brescia Nord rivolta ai giovani delle parrocchie di Costalunga, Cristo Re, Immacolata, Maria Madre della Chiesa, Mompiano, Ospedale Civile, S. Barnaba, S. Bartolomeo, SS. Francesco e Chiara, S. M. Crocifissa di Rosa, Ss. Trinità , Stocchetta e Villaggio Prealpino che sarà anche la sede logistica della missione. Tutto il gruppo dei missionari, per il periodo indicato, cercherà di vivere una forte esperienza di Chiesa, di vita fraterna, attraverso l’ascolto della Parola di Dio, la celebrazione e l’adorazione eucaristica, la riconciliazione e l’accompagnamento spirituale. Testimoniando la fede con gioia, nella specifica vocazione, si diventerà contagiosi e ci si aprirà ai giovani che nel territorio abitano alcuni luoghi particolari. Vivendo la santità nella ferialità della propria vocazione, si diventa annunciatori di Cristo, via, verità e vita. Nei luoghi abitati dai giovani, i missionari porteranno la bellezza della fede, suscitando quegli interrogativi fondamentali che Cristo rivolge a ogni persona: Voi chi dite che io sia? Far nascere le domande, è già l’avvio di un cammino di fede e quindi
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di fede verso i loro coetanei. I dodici saranno i missionari coinvolti in questa esperienza di fede che cercheranno di curare particolarmente i rapporti personali con ogni giovane disponibile all’ascolto per sollecitare l’incontro con il Signore. Il programma vede al suo interno momenti di preghiera, incontri nelle singole parrocchie con adolescenti e giovani, spettacoli e una serata di testimonianza vocazionale (mercoledĂŹ 21 alle 21 presso il teatro Santa Giulia del Prealpino). Importante anche la presenza del vescovo Luciano Monari che, oltre a celebrare la Santa Messa di mandato ai missionari terrĂ un momento di catechesi aperto a tutti i giovani (venerdĂŹ 23 alle ore 21 presso il teatro del Villaggio Prealpino). Tra gli altri appuntamenti anche la “Luce nella notteâ€?, un’esperienza di evangelizzazione di strada, che si terrĂ al parco Castelli, nelle serate di sabato. I missionari,
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inoltre, animeranno anche alcune delle ore religione degli istituti scolastici superiori presenti sul territorio discutendo sul tema “LibertĂ religiosa, via per la paceâ€? (Cfr. il Messaggio del Papa per la Giornata della pace 2011) e alcune delle assemblee di istituto con l’aiuto di docenti ed esperti. Il programma dettagliato delle iniziative, insieme a immagini e testimonianze, è disponibile sul sito www.seminariobrescia.it.
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Difendere la vita dal concepimento alla ďŹ ne, sempre e comunque. GiovedĂŹ 8 settembre il Movimento per la vita della Valtrompia (una realtĂ molto attiva sul territorio nell’opera di sensibilizzazione e di preghiera) organizza il pellegrinaggio per la vita: l’inizio è ďŹ ssato per le 19 dal parcheggio presso il cimitero di S. Vigilio di Concesio. Al termine del pellegrinaggio è prevista la celebrazione eucaristica: alle 20 presso il santuario della Stella.
La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Luciano Vitton Mea, già parroco della parrocchia di Magno di Gardone Val Trompia, è stato nominato vicario parrocchiale delle parrocchie di Cailina, Carcina e Villa Carcina. Il sac. don Davide Ferrari, già vicario parrocchiale delle parrocchie di Anfo, Capovalle, Idro, Lavenone e Treviso Bresciano, è stato nominato
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amministratore parrocchiale della parrocchia di San Martino in Magno di Gardone Val Trompia. Il sac. don Renato Firmo, già parroco della parrocchia di Castegnato, è stato nominato presbitero collaboratore della parrocchia di San Giorgio Martire in Cellatica. Il sac. don Giuliano Florio, già presbitero collaboratore nella parrocchia di Collebeato, è stato nominato presbitero collaboratore delle parrocchie di Sant’Afra e Santa Maria in Calchera, in città .
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lla domanda del perchĂŠ insistere sul tema della croce, mons. Ivo Panteghini non ha dubbi: “Siamo convinti che ci appartenga. La croce ci appartiene, la croce appartiene anche ai non credenti perchĂŠ custodisce in sĂŠ i valori del vivere civile come la pietĂ , il rispetto per chi soffre...â€?. In occasione della festa dell’esaltazione della croce, la Compagnia dei custodi delle Santa Croci ha presentato un calendario che prevede, oltre all’esposizione del tesoro, dei momenti culturali. Il tesoro delle Sante Croci, custodito nel Duomo Vecchio nell’omonima cappella delle Sante Croci, è composto da cinque elementi: la reliquia della Vera Croce, detta “Reliquia Insigneâ€?; la stauroteca, un cofanetto di legno argentato dell’XI secolo che fece da custodia alla Reliquia Insigne fino al 1532; il Reliquiario, il nuovo e attuale contenitore della Reliquia Insigne fatto realizzare nel 1532, in oro smaltato e tempestato di gemme; la Croce del Campo, la croce in legno argentato dell’XI secolo; un bauletto in legno rivestito di metallo, opera della prima metĂ del Quattrocento. Il programma
prevede per venerdĂŹ 9 settembre una conferenza con l’architetto Valentino Volta (“Il tesoro delle Sante Croci e Duomo Vecchio: un legame non solo storicoâ€?) e con mons. Ivo Panteghini (“La Croce di Campo: nuove scoperte e interpretazioniâ€?). Sabato 10 settembre nella chiesa di Santa Rita (San Faustino in riposo) di via Musei 41 c’è, alle 9, l’esposizione della reliquia della croce, segue la recita delle lodi; alle 17 la recita dei vespri con la benedizione e la reposizione della reliquia.
In serata, alle 20.30, il Duomo Vecchio ospita il concerto dell’esaltazione con l’orchestra di Valle Camonica. MercoledÏ 14, festa liturgica dell’esaltazione della croce, in Duomo Nuovo alle 7.45 l’esposizione del tesoro delle Sante Croci; alle 8 la Messa, alle 9 la Messa capitolare, alle 16 la Via Crucis e alle 18.30 la Messa con la reposizione del Tesoro delle Sante Croci. Per il 19 settembre annunciata un’esposizione del tesoro alla presenza del card. Renato Raffaele Martino.
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Museo diocesano. Il corso è rivolto a tutti gli appassionati, ma anche ai professionisti del settore quali insegnanti e guide turistiche. I temi trattati percorrono la storia e l’arte di Brescia dal periodo romano al Novecento e sono curati da storici dell’arte o specializzati nel settore. Gli incontri sono organizzati in lezioni frontali di circa due ore (in programma il venerdĂŹ dalle ore 17,30 nella sala Mcl “Faninâ€? in corso Garibaldi
n.29 a Brescia) e lezioni in loco che hanno per tema il monumento prescelto illustrato dai relatori (il sabato mattina). La prima lezione è in programma il 16 settembre. Alla ďŹ ne del corso verrĂ rilasciato un attestato di partecipazione a coloro che avranno frequentato almeno l’80% delle lezioni. Per informazioni e iscrizioni telefonare alla sede Efal – Mcl Brescia (030-6950188) o inviare una mail (corsi@efalbrescia.it).
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ebbene ancora non sia stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 28 luglio scorso si è concluso l’iter che ha portato all’approvazione definitiva in Consiglio dei ministri del nuovo testo unico sull’apprendistato. Sono due gli elementi principali su cui focalizzare la nostra attenzione; uno di merito ed un secondo, per molti aspetti piĂš significativo, di metodo. Il documento è stato infatti la dimostrazione che se tutte le soggettivitĂ interessate decidono di fare un passo indietro rispetto agli interessi di parte e stabiliscono di lavorare insieme si può, senza confusione di ruoli, ottenere risultati importanti per tutta la collettivitĂ . Il Governo nel cd “collegato lavoroâ€? riattiva alcune deleghe previste dalla legge 247 del 2007 tra cui quella finalizzata ad una riforma dell’istituto dell’apprendistato. Una legge, è opportuno segnalare, approvata nel periodo di maggioranza ulivista e che sostanzialmente recepiva il cd “protocollo del welfareâ€? sottoscritto dalle parti sociali lo stesso anno. Il testo, licenziato dal Consiglio dei ministri il 5 maggio scorso nella sua prima versione, ha visto, dimostrando una grande capacitĂ di mediazione, convergere tutte le regioni, a prescindere dal colore politico, e tutte le parti sociali, salvo un distinguo delle associazioni di categoria del commercio, su un buon punto di equilibrio. Ăˆ da sottolineare come la stessa Cgil abbia firmato dopo aver visto riconosciute alcune sue proposte qualificanti. Nel merito il testo unico individua
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sistematicità al complesso di regole che disciplinano tale istituto semplificando e rendendo piÚ facile per le imprese ed i giovani il ricorso a questa tipologia contrattuale molto antica ma, in questa sua nuova declinazione, ancora estremamente attuale e moderna. Spetta ora alle parti sociali ed alle amministrazioni regionali dar seguito a fiumi di parole con fatti concreti. Si deve, infatti, dimostrare che il tema dell’occupazione giovanile è per tutti una vera priorità ed un’emergenza per il Paese e non solo un argomento da tirar fuori durante le proprie riunioni o manifestazioni per strappare fin troppo facili applausi.
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è aperto dalla cooperartiva Abracadabra; continua poi con Agoghè; All’ombra del baobab; Angela Merici; Arcobaleno; Area; Asilo di Gaino; Campus Caravella; Casa Bianca; Casa del Fanciullo; Comunità Fraternità ; Comunità Il Nucleo; Elefanti Volanti; Famiglia Marchenese; Franciacorta; Fraternità Creativa; Fraternità Giovani; Futura; Il Bosco; Il Gabbiano; Il Mosaico; Il Pellicano; Il Telaio; Il Tralcio; La Cordata; La Fiaba;
La Mano; La Nuvola; La Nuvola nel Sacco; La Quinta Luna; La Scotta; La Vela; Loggetta; Ludica; Mondotondo; Ninnadò; Orizzonti; Pa. Sol.; Progetto Es. Pro.; San Giuseppe – Iniziative per l’infanzia; San Giuseppe Fiumicello; Scuola San Giovanni; Tempo Libero; Tornasole. Valletrompia Solidale è la cooperativa che chiude il lungo elenco delle realtà bresciane impegnate sul versante minorile.
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ra le aree d’intervento della cooperazione sociale che gestisce servizi socioeducativi quella dei minori è di primaria importanza. I fattori che giustificano questo impegno sono molteplici, a partire dal rilievo che questi servizi assumono quali agenzie di socializzazione per la promozione dell’agio, fino al sostegno rivolto alle situazioni di difficoltà personale dei minori e delle loro famiglie che interrogano in modo piÚ profondo le nostre comunità locali. In tal senso è stata paradigmatica la capacità della cooperazione sociale di differenziare negli anni il proprio contributo, sviluppando i propri servizi di educazione e di assistenza lungo il continuum indicato dagli orientamenti piÚ avanzati della legislazione sociale. Ecco quindi, sul versante della promozione dell’agio, il contributo della cooperazione sociale nella gestione di asili nido e micro nidi, centri per la prima infanzia e scuole materne, centri
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con le diverse istituzioni pubbliche ed ecclesiastiche, con il mondo della scuola e degli Enti locali, con le parrocchie e gli oratori, con il variegato mondo dell’associazionismo e del volontariato. L’impulso legislativo allo sviluppo di questi servizi risale alla legge 381/91 sulla cooperazione sociale, successivamente rinforzato dalla legislazione di settore, in particolare dalla legge 285/97 “Disposizioni per la promozione di diritti e opportunitĂ per l’infanzia e l’adolescenzaâ€?. Questo provvedimento, ispirandosi alla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo del 1989, ha istituito un Fondo nazionale per sostenere economicamente le prestazioni e gli interventi, ha introdotto la logica della territorialitĂ dei servizi in alternativa al ricovero dei minori negli istituti, ha incentivato un approccio preventivo al disagio sostenendo l’innovazione e la sperimentazione di attivitĂ per la prima infanzia, ha valorizzato il sostegno
alle famiglie affidatarie, ha previsto una variegata tipologia di servizi di sostegno alla relazione genitori e figli, di contrasto della povertà e della violenza. Tali orientamenti legislativi, che hanno poi trovato eco nella nostra legislazione regionale, hanno di fatto contribuito a sostenere l’esperienza della cooperazione sociale, manifestando una coincidenza non casuale con i principi fondativi della stessa e con l’evoluzione dei modelli organizzativi delle imprese sociali di comunità .
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Mino Martinazzoli, la virtĂš della mitezza ƒ •—ƒ ’”‘˜ƒ ˆ‹Â?ƒŽ‡ ° •–ƒ–ƒ …‘Â? Dz‹Ž Â?‘”‹”‡dz …‘Â? Žƒ ÂˆÂƒÂ–Â‹Â…ÂƒÇĄ …‘Â? “—‡Ž Žƒ••‘ †‹ –‡Â?’‘ ‹Â?†‡ˆ‹Â?‹–‘ǥ ’‹Î ‘ Â?‡Â?‘ Ž—Â?‰‘ǥ …Š‡ Žƒ ’”‡…‡†‡ ‡ …Š‡ …‹ƒ•…—Â?‘ …‘Â?’‹‡ ‹Â? •‘Ž‹–—†‹Â?‡
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ome breve si è fatta la strada che di tutte sembrava piĂš lungaâ€?. Due versi che piacevano all’ultimo Mino. Due versi che l’hanno accompagnato nel suo ultimo difficile confronto. Non con la morte. Pensando alla brevitĂ , ma anche alla durata della sua vita Mino non temeva, era conciliato con il grande sĂŹ che diciamo al tramonto accettandolo serenamente seppure con la piccola resistenza che gli dobbiamo opporre. No, il confronto, la prova finale di Mino Martinazzoli è stata con “il morireâ€? con la fatica, con quel lasso di tempo indefinito, piĂš o meno lungo, che la precede e che ciascuno compie in solitudine con il destino che gli tocca in sorte. E come a molti anche a Mino è toccato di attraversare l’ultimo tempo avendo compagni dolore e sofferenza. Che ha affrontato (solo per questo mi pare lecito violare quel pudore) con lo stesso stile con cui ha proficuamente
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re e comprendere i fenomeni che ci stanno davanti. Non dirò qui, in questo breve ricordo, le tappe di una biografia autorevole nella storia d’Italia e del cattolicesimo italiano. Qui, in questo breve passo di addio, in queste faticose parole di congedo voglio solo ricordare il filo conduttore della sua vita e della sua storia pubblica, il tratto distintivo della sua umanitĂ e del suo pensiero. Quel tratto distintivo, quella peculiaritĂ praticata e abitata e che lo facevano una personalitĂ unica distinta nel panorama della politica italiana, Mino Martinazzoli l’aveva individuata in una concezione nobile dell’agire collettivo alla quale egli intendeva essere sempre fedele: “una politica miteâ€? aveva suggerito senza essere ovviamente ascoltato. Mino considerava la mitezza una virtĂš sociale e dunque fondamento della nostra tradizione morale e della nostra educazione civile. SĂŹ, la mitezza come virtĂš debole, certo non meno nobile, ma debole nel senso
che lÏ stanno gli umiliati, i poveri, gli ultimi, coloro che non lasciano segno del loro passaggio, coloro di cui non si occupa la grande storia. Per questo egli la considerava la piÚ forte fra le virtÚ della politica e ne praticava le regole che comportano tra l’altro una consolidata diffidenza verso il potere. Era mite ma non certo remissivo. Aveva una immagine precisa del mondo e della storia e rifiutava quella lotta per il potere fine a sÊ stesso, che ha accumulato fra Ottocento e Novecento cumuli di macerie. La mitezza non è remissione nÊ bonarietà nÊ falsa modestia nÊ falsa umiltà . Martinazzoli coltivava la mitezza come contrasto all’arroganza, alla protervia, alla sopraffazione. Ma non ha mai imposto il suo pensiero, lo ha offerto al confronto e alla riflessione. Era rigoroso per sÊ e per il suo pensare, ma rispettoso delle idee altrui. Infine Mino era un uomo mite perchÊ aveva una naturale disposizione alla compassione, alla pietà , alla miseri-
cordia. La misericordia, la pietas fanno parte dell’eccellenza, della dignitĂ , della unicitĂ della condizione umana. Aveva scritto “sĂŹ, pietĂ per tutti. O meglio una singolare, amorevole intelligenza della condizione umana. Una mitezza convinta che la vita può essere ricevuta come un dono e vissuta come misura. Lo scampo è aleggiare un chiarore per quanto fioco nella notte indecifrata che ci lambisce. Il segno definitivo è oltre le dilavate tracce di ciascuna vita e di ciascuna morte. Di qua sfiorisce anche l’ultimo addioâ€?.
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realizzati in seguito. L’iniziativa “Ritorno ai sepolcriâ€?, patrocinata dalla delegazione bresciana del Fai, dall’assessorato alla Cultura della Provincia e dall’assessorato al Centro storico del Comune, intende dunque valorizzare il contenuto artistico di questo luogo sacro cogliendo nel contempo l’occasione di celebrare il 150° dell’UnitĂ d’Italia. SarĂ dunque possibile visitare questo museo a cielo aperto e conoscerne i segreti grazie alle guide dell’Associazione che
accompagneranno i partecipanti in una passeggiata che si snoderà attraverso le principali tombe e opere d’arte di epoca risorgimentale presenti all’interno del cimitero. Saranno fornite descrizioni artistiche, curiosità e aneddoti circa i monumenti presentati; inoltre, la visita sarà allietata da letture di brani e momenti musicali. Per partecipare all’iniziativa, gratuita, basta presentarsi all’entrata principale nei giorni indicati alle ore 14.30 oppure alle 16.30. (a.g.)
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embra quasi una puntata speciale di quello che nei mesi scorsi i mezzi di comunicazione portavano all’attenzione di tutti: lo sbarco in Italia di immigrati clandestini. Se si vuole trovare un filo conduttore che percorre le intere sezioni cinematografiche della 68ÂŞ Mostra internazionale del cinema di Venezia è il rapporto con lo straniero, in particolare con il profugo. Se la settima arte rispecchia quello che è la societĂ , e diviene per questa stimolo di riflessione, il mondo del cinema “made in Italyâ€? racconta e si chiede non tanto il perchĂŠ, quanto piuttosto il come. Come rapportarsi con gli immigrati. Ăˆ storia la vicenda raccontata in “LĂ basâ€? da Guido Lombardi, film proposto nella sezione Settimana internazionale della critica (con una giovane attrice bresciana Esther Elisha): nel 2008 un clan di camorristi uccise a Castel Volturno sei immigrati africani: fine dei sogni. Se il lungometraggio di Lombardi è un noir, di stile e genere diversi le altre proposte che affrontano lo stesso tema. Immigrati e lavoratori reali quelli raccontati, o meglio fatti sparire, nella commedia “Cose dell’altro mondoâ€? di Francesco Patierno, tanto reali da generare il caos totale quando la scomparsa blocca il sistema produttivo-sociale. Semplicistico, forse, ma concreto. Corpi rea-
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Olmi, “Il villaggio di cartoneâ€?, fuori concorso. Il maestro non si ferma alla legge dell’uomo, chiama in causa il messaggio di Cristo. Accogliere, diviene un nuovo modo di vivere la caritĂ ; proprio quando questa diviene pericolosa è il momento di metterla in atto. Lo dice l’anziano prete protagonista. Disperato, viene privato della propria chiesa, ma di notte se la ritrova piena di nuovi poveri cristi da amare, soccorrere, accogliere. Secondo la legge di Dio. Traccia una linea netta Olmi e prova a indicare la rotta. Sabato 10 settembre il Festival terminerĂ , e sapremo chi ha vinto. Forse nessuno di questi, ma i profughi, al Lido, sono sbarcati; e non inosservati‌
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/¡DUFKHRORJLD GHOO¡DQWLFD 3LHYH Ăˆ stato presentato, nei giorni scorsi, sotto una pioggia battente, il percorso archeologico che interessa la Pieve di Bornato. Il sindaco di Cazzago S. Martino Foresti, l’assessore Sechi e don Andrea Ferrari, parroco della chiesa di San Bartolomeo, hanno reso alla cittadinanza e ai turisti, senza nascondere il giusto orgoglio, una parte della splendida struttura che ha rappresentato, per secoli, il punto di riferimento religioso, sociale e culturale di una vasta zona della Franciacorta. Un percorso che apre all’arte e alla storia, perchĂŠ la Franciacorta non sia solo il piĂš celebrato percorso dei vini, ma una strada fatta anche di cultura e memoria. Per molti anni la struttura è rimasta abbandonata, esposta alle intemperie, tanto da sembrare a occhi inesperti solo un rudere. Ma per chi è nato e vive a Bornato, la Pieve
è un pezzo di storia e il suo restauro ha trovato il favore anche della Regione Lombardia. Il diluvio estivo non ha scoraggiato organizzatori e uditori; erano in molti, infatti, tra i banchi della chiesa, accorsi per scoprire i segreti portati alla luce dai vistosi lavori archeologici. In occasione della chiusura della terza fase degli scavi, ďŹ nalizzati a una vera e propria rinascita dell’antica struttura, la Fondazione Antica Pieve di San Bartolomeo ha presentato il percorso di visita guidata multimediale mostrando per la prima volta le fondamenta delle antiche mura che delimitavano il perimetro di una struttura molto piĂš grande, quasi il doppio di quella che oggi rimane. Quattro tracciati per quattro chiese appartenenti a epoche diverse a partire dall’XI secolo ďŹ no al 1500 circa, quando la parrocchia fu trasferita nel centro
dell’abitato. I meravigliosi affreschi degli apostoli e degli evangelisti che ornavano gli archi si possono vedere, grazie ad accurati restauri, nella chiesa di S. Bartolomeo (nella foto, l’evangelista Marco). Il risanamento si è articolato in tre fasi dal 2005 a oggi. La Fondazione seguirĂ anche la quarta tappa che da settembre prevede due nuove serie di scavi, una per indagare lo strato di terreno che porterĂ ďŹ no all’epoca longobarda, un’altra, dove sorgeva l’abside, alla ricerca, con un po’ di fortuna, dell’antico e originale battistero. La Pieve rimarrĂ sempre aperta ai turisti che da un’apposita passatoia potranno osservare l’evoluzione dei lavori accompagnati dalle audio guide mp3 curate dall’agenzia Cheleo Multimedia che ha realizzato una serie di innovativi dispositivi di comunicazione e promozione del sito.
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è tutt’altro che un genere musicale e artistico sorpassato o “da vecchiâ€?. Musica ma anche danza, e la proposta da questo punto di vista è di altissimo livello. Senza dubbio. Shen Wei è uno dei coreografi piĂš importanti al mondo. E se la danza non favorisce la diffu-
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stato presentato il cartellone settembre-dicembre 2011 della Fondazione del Teatro Grande. Vi rientra a pieno titolo la Stagione lirica e di balletto di cui abbiamo già scritto e che, secondo tradizione, prevede i cinque titoli di opera e quello di balletto (inaugurazione il 7 ottobre con il Rigoletto di Verdi) e si amplia e spinge verso originali orizzonti. Ne parliamo con il soprintendente del Teatro, Umberto Angelini. Dando uno sguardo alle iniziative e alle proposte salta subito agli occhi lo sforzo che la Fondazione ha compiuto verso la multisciplinarietà e l’apertura a nuovi linguaggi. Questo è stato il nostro principale obiettivo: abbiamo fortemente voluto coniugare tradizione e contemporaneità , cercando possibilmente di intersecare questi due aspetti dello spettacolo dal vivo. Vogliamo far dia-
logare il piĂš possibile generi diversi valorizzando la tradizione, perchĂŠ il teatro Grande è teatro di tradizione ma è anche un teatro che apre le porte alla cittĂ nel 2011, e che quindi deve necessariamente riflettere sul presente. Grande attenzione ai giovani, artisti esordienti quando non studenti, e pubblico. L’esperienza che abbiamo fatto nel corso della prima parte della stagione è stata di grande soddisfazione e proprio per questo abbiamo pensato di riproporre la collaborazione con i migliori studenti del Conservatorio Marenzio. Tornano dunque “I lunedĂŹ del Conservatorio al Teatro Grandeâ€? (il 14, 21, 28 novembre e 5 dicembre alle 18.30) ma questa volta gli appuntamenti saranno nel Salone delle Scenografie. Il Teatro, cosĂŹ, si apre veramente al pubblico in tutti i suoi spazi, anche le sale fino a oggi poco sfruttate o addirittura sconosciute alla mag-
gior parte del pubblico bresciano. Tutti i generi musicali... SĂŹ, l’idea è proprio quella di ospitare una pluralitĂ di generi ma senza far venire mai meno la qualitĂ e il prestigio. Ecco perchĂŠ abbiamo in cartellone Saturnino (il 15 novembre nel Ridotto) ma anche l’islandese Ă“lafur Arnalds (16 settembre), Ludovico Einaudi (29 settembre nella Sala Grande), Vinicio Capossela (il 14 ottobre). Speriamo molto che questo tipo di cartellone favorisca l’incontro “diâ€? pubblici e “traâ€? pubblici. Chi è abituato a una determinata programmazione, quella classica o quella legata al melodramma potrĂ restare sorpreso da certe scelte ma se le approccia con sincera disponibilitĂ e non con chiusura preconcetta può anche darsi che le possa trovare di gradimento. CosĂŹ come, e ce lo auguriamo vivamente, chi privilegia questo genere musicale, potrebbe lasciarsi tentare da qualche titolo d’opera e accorgersi che
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sione di un nome al di fuori del pubblico più fedele, quello di Shen Wei, autore delle coreografie per la Cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Pechino, ha superato questo limite. La Shen Wei Dance Arts è famosa a livello internazionale per l’interdisciplinarietà e l’interculturalità delle sue opere. In Re – Part II e Re – Part III, (il 12 ottobre alle 21) il suo stile originale ci accompagnerà nel suo viaggio in due delle società più impenetrabili, misteriose e affascinanti del mondo (la Cambogia e la Via della Seta in Cina). Un ‘ritorno a casa’ spirituale e geografico profondamente emozionante e trascendente, raccontato attraverso movimenti mozzafiato, immagini e altri materiali
ritrovati nella giungla, nel deserto e nelle megalopoli dell’Estremo Oriente. Le musiche sono state commissionate al compositore David Lang, vincitore del Premio Pulitzer e al violinista Todd Reynolds, per creare un ambiente sonoro che integra musica per violino, effetti computerizzati e materiali registrati. Tra l’altro Shen Wei è un artista a tutto campo: non solo coreografo ma scenografo, truccatore, musicista... Con lo spettacolo in ottobre, aver deciso di presentarsi in conferenza stampa è stato un grande riconoscimento del suo giudizio verso questo Teatro e la sua programmazione. Apertura internazionale ma anche grande attenzione al territorio. E infatti abbiamo tre concerti di musica barocca realizzati in collaborazione con le Settimane barocche di Brescia del maestro Beschi (6 ottobre, 4 e 12 novembre) nel Ridotto del Grande che più si confà a questo genere musicale. Un grande sforzo l’avete messo in atto nei confronti dei più piccoli, per avvicinarli al Teatro. Il Grande è un luogo che deve diventare familiare, un luogo da guardare con ammirazione, senza dubbio, un Monumento nazionale. Ma tutto questo non deve renderlo un luogo da tenere a distanza o da non riuscire a sentirlo come proprio. Per questo abbiamo pensato a due appuntamentilaboratorio, ma non solo: ci saranno performance, discoteche silenziose e altre iniziative originali. Da ultimo il discorso biglietti, da sempre tasto dolente per ampliare il pubblico. Certo, tasto dolente... ma noi abbiamo un prezzo massimo di 28 euro, tutt’altro che irraggiungibile, e l’abbiamo ottenuto mantenendo una qualità della proposta che non ha eguali.
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*DG /HUQHU SXQWD WXWWR VX ´/¡LQIHGHOHÂľ Con il mese di settembre la tv si rimette in movimento, scompaiono le repliche estive (e per quanto riguarda quelle di “Ciao Darwinâ€?, si spera di non rivederle mai piĂš), e i programmi di punta della stagione riprendono il possesso delle serate italiane. Ăˆ l’occasione per vedere cosa ci proporranno per il nuovo anno gli anchorman della tv italiana, coloro che ci raccontano l’attualitĂ politica, culturale e sociale dell’Italia. Ovviamente non stiamo parlando di Santoro, che dopo il divorzio con la Rai è ancora senza ďŹ ssa dimora; nĂŠ di Vespa, che invece la sua tana mediatica, spesso polverosa e
ripetitiva, se la tiene stretta da anni. La novitĂ dell’anno è paradossalmente una gradevole conferma: è iniziata la 10ÂŞ edizione de “L’infedeleâ€?, il talk-show di attualitĂ politica condotto da Gad Lerner su La7 ogni lunedĂŹ in prima serata. PerchĂŠ si parla di novitĂ , se il programma è attivo dal 2002? PerchĂŠ proprio durante questi anni è riuscito a ricavarsi una comoda nicchia nelle scelte del pubblico italiano, crescendo in credibilitĂ e stile. Lerner sa condurre un dibattito sopra le righe, che non scade mai nel populismo o nella banalitĂ delle fazioni. La maggior parte dei suoi ospiti non sono personag-
gi politici, ma esponenti del mondo della cultura e del giornalismo, o cittadini appartenenti a speciďŹ che realtĂ sociali. Il dibattito è sempre mediato dal conduttore, che non permette mai che si crei lo scontro verbale, ma cerca di incalzare tutte le parti in gioco, mettere in crisi tutte le opinioni, al ďŹ ne di rendere la trasmissione piĂš appassionante per un pubblico che ovviamente è chiamato a riettere accuratamente sui dati ricevuti e a formulare una personale opinione. Aspetto, questo, che in altre trasmissioni analoghe si sta perdendo. “Televisioneâ€? dovrebbe equivalere esclusivamente a “ve-
dere lontanoâ€?, termine che necessita della complessitĂ della realtĂ che ci circonda, una realtĂ integra, non mediata, non ďŹ ltrata a seconda delle ideologie del momento. La prima puntata, andata in onda lo scorso lunedĂŹ, ha trattato il tema della manovra ďŹ scale e della recente crisi del debito italiano. In studio esperti di mercato e ďŹ nanza hanno delineato la situazione e prospettato possibili soluzioni. E ďŹ n qui, nulla di nuovo. Il valore aggiunto? Era tutto molto chiaro e ben argomentato: aspetto insolito, per chi è abituato a seguire tribune politiche e afďŹ ni. A fare la differenza era proprio lo stile
di conduzione: Lerner è, piĂš che un presentatore televisivo, un giornalista. E sa bene che il tipo di telespettatore che lo segue non cerca una rissa fra politici, esperti e giornalisti. “L’infedeleâ€? non vanta un vasto pubblico (si parla all’incirca di due milioni di telespettatori a puntata, è comunque un dato in netta crescita rispetto alle scorse stagioni), proprio per questo può prendersela comoda e non deve ricorrere al vecchio trucco del “tutti contro tuttiâ€?. Lerner ha parlato della 10ÂŞ edizione come l’anno del consolidamento: staremo a vedere se il grande pubblico gli darĂ ragione.
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ell’attesa del supereroe che ci salverĂ dal tracollo economico, possiamo almeno dormire sonni tranquilli sul fronte della sicurezza intergalattica. “Lanterna verdeâ€? schiera la pattuglia di esseri non umani che, in ogni angolo del cosmo, sono stati reclutati da un gruppo di immortali Guardiani per garantire la stabilitĂ dell’universo contro gli attacchi dei malintenzionati. E uno dei limiti dei film di Martin Campbell – affidabile professionista che ha diretto tra l’altro “Casino Royaleâ€?, il primo episodio della nuova serie di 007 con Daniel Craig – è nello spazio limitato che il racconto concede alle variegate figure riversate sullo schermo dal fumetto della Dc Comics. Solo tre di loro dominano il campo in alcune sequenze: Sinestro (Mark Strong), la severa guida della forza di polizia stellare; Kilowog, l’enorme e sbrigativo addestratore dei nuovi arrivati; e Tomar-Re, sorta di gallinaceo spaziale parlante, il primo incontro della recluta terrestre Hal Jordan quando approda sul pianeta Oa. Ăˆ Hal (Ryan Reynolds) il protagonista unico del film, e anche quando c’è da salvare il pianeta il supereroe umano provvede a tutto in solitudine. Non senza passare attraverso patemi
e dubbi. Pilota d’aerei temerario oltre ogni limite, per conservarsi all’altezza del padre morto durante un decollo, Hal impone a se stesso di cancellare dalla vita l’esistenza della paura. Ma proprio con questo sentimento si dovrĂ confrontare nel combattimento con Parallax, una minaccia che accresce a dismisura le forze nutrendosi della paura dei suoi antagonisti. Prima di infilarsi nella battaglia decisiva, però, Hal si presenta come un uomo inaffidabile, incapace di reggere a lungo le responsabilitĂ . Tutto cambia quando un alieno, prima di morire, gli consegna un anello e una lanterna, in apparenza un oggetto che si potrebbe trovare facilmente in vendita nei negozi che offrono “tutto a un euroâ€?. La lanterna è invece la “ricaricaâ€? dell’anello, fonte di superpoteri, che ha scelto Hal come l’uomo piĂš adatto a rappresentare la Terra nel
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corpo delle Lanterne verdi. Il motivo non è chiaro nemmeno a lui, piĂš volte tentato di abbandonare. Ma il suo destino si compirĂ naturalmente nel modo previsto. L’esito di “Lanterna verdeâ€? sul mercato americano, sotto le aspettative, lascia incerta la possibilitĂ di un sequel. Anche se il film, pur lontanissimo dalla qualitĂ di certi “Batmanâ€? o “Spidermanâ€?, si lascia vedere con divertimento. Irrorato da effetti speciali dal sapore un po’ anacronistico – ma anche arricchito da un uso intelligente del 3D – il racconto si concede qualche tocco autoironico, mostrando il protagonista pavoneggiarsi nella tuta che forma letteralmente una seconda pelle, nonchĂŠ la difficoltĂ di chi lo conosce a prenderlo sul serio nelle vesti di salvatore del mondo. Eppure, proprio la consapevolezza di essere imperfetti può permettere agli uomini di compiere azioni straordinarie: questa è la lezione che Hal apprende, ripetuta anche agli spettatori fino alla noia in lunghe pause di dialogo non sempre necessarie. Un altro punto debole è il nemico terrestre di Hal, il deforme Hector di Peter Sarsgaard: un cattivo senza nerbo, distante anni luce dalla complessitĂ del Joker batmaniano, liquidato prima che inizi davvero a far danno.
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A piedi, in bicicletta, o alternando le due cose. L’importante è gustare la Franciacorta senza fretta, assaporandone atmosfere, paesaggi e vini. L’invito viene dalla Strada del Franciacorta che, in occasione del Festival Franciacorta in cantina in programma il 17 e 18 settembre, ha ideato molteplici e divertenti alternative per raggiungere questi luoghi e muoversi in modo slow fra cantine e vigneti, abbazie e ville, borghi e riserve naturali: tour in bus, escursioni guidate a piedi e in
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bicicletta, ma anche un trekking di due giorni con partenza da Brescia e pernottamento in Franciacorta, oltre a piacevoli e inconsueti itinerari guidati per metà in bicicletta (la prima parte) e per metà a piedi (la seconda). Il tutto con sosta nelle cantine per degustare i Franciacorta, scoprirne i segreti della lavorazione, conoscerne i protagonisti. Tutti gli itinerari sono adatti a ogni fascia d’età e non presentano difficoltà tecniche: i partecipanti saranno accompagnati da guide
specializzate e riceveranno materiale illustrativo sulla Franciacorta. Grazie alla partnership con Trenord, chi arriva in treno può caricarvi la propria bici o noleggiarla alla stazione di arrivo, oltre ad avere convenzioni speciali. Ogni cantina, un evento: questa la formula del Festival organizzato dal Consorzio Franciacorta, che condurrà neofiti, appassionati e turisti curiosi alla scoperta degli angoli piÚ belli di questa terra nel cuore della Lombardia.
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ndrea Olivero, presidente delle Acli, calato il sipario sul 44° incontro nazionale di studi, dedicato quest’anno al tema del “lavoro scompostoâ€?, svoltosi a Castel Gandolfo (Roma) dall’1 al 4 settembre, riflette su occupazione giovanile, difesa dei diritti sociali e dei valori della democrazia, le tre prioritĂ emerse dal dibattito. Che cosa è venuto fuori dal 44° Incontro nazionale di studi? “Nel corso del dibattito si è vista con chiarezza la complessitĂ del lavoro oggi e si è riconfermata la bontĂ dell’analisi da cui eravamo partiti, cioè quella del lavoro scomposto. Al contempo è stato fatto notare che questa scomposizione non rende non rappresentabile il lavoro nelle sue varie accezioniâ€?. Invece, qual il secondo elemento venuto fuori dal confronto? “Il secondo elemento è che, pur nel contesto difficilissimo dell’oggi, i di-
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mismo. Non possiamo rimanere al modello precedente, perchĂŠ i cambiamenti in corso ci interpellano. Dobbiamo però rendere sostenibile il modello attuale, che non è da liquidare. Io credo che, per un’associazione che fa quotidianamente azione sociale e che opera nella difesa dei diritti sociali, questo sia un punto essenziale ed è anche una risposta a chi vorrebbe che i diritti fossero tutelati solo sotto il profilo individuale, invece è nella categoria dei diritti sociali che dobbiamo continuare a lavorare con determinazioneâ€?. L’impressione che si ha, seguendo l’evoluzione della manovra economica, è che da piĂš parti stia emergendo questa tendenza a tutelare i diritti solo a livello individuale? “SĂŹ, questo accade perchĂŠ ciò fa parte di una grande tendenza culturale. Penso che, per quanto cerchiamo di batterci è chiaro che ci troviamo di fronte a una potente ideologia. Non
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dimentichiamoci che queste manovre sono fatte sotto le indicazioni del mondo della finanza, quello stesso mondo che ci ha portato alla crisi. E non pensiamo che tutto questo sia neutro, alla base c’è un pensiero, un’ideologia che ha sorretto quei mercati che hanno portato ad annullare il valore del lavoro all’interno della dinamica economica e a tener conto solo delle transazioni finanziarie�.
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“Domani è un altro giorno. Come le innovazioni informatiche cambieranno il modo di fare impresaâ€? è questo il titolo del Summit 2011 che si terrĂ il prossimo 11 novembre a Brescia nella sede dell’Associazione industriale bresciana. Si tratta del secondo appuntamento riservato agli imprenditori con l’obiettivo di fornire un nuovo approfondito aggiornamento in merito alle innovazioni nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Dopo i positivi riscontri ottenuti nella scorsa edizione, Aib e Centro servizi multisettoriale e tecnologico di Brescia rinnovano cosĂŹ l’invito a professionisti e titolari d’impresa a una giornata di studio, in programma per l’11 novembre prossimo, dove confrontarsi con esperti qualificati e apprendere le piĂš attuali modalitĂ
per rinnovare radicalmente i modelli di business e a aumentare quindi la propria competitività globale. Il convegno, in cui è prevista la partecipazione di personalità e opinion leader del settore industriale, accademico ed associativo, illustrerà come le recenti innovazioni informatiche cambieranno il modo di fare impresa, ricostruendo il percorso che dal laboratorio di ricerca porta una nuova idea al pratico utilizzo di tutti i giorni. Durante l’incontro, che durerà una giornata e si svilupperà in tre sessioni, si parlerà di: augmented reality, stampa tridimensionale, brain-computer interface, business process management, internet delle cose, cloud computing, mobile data access, business analytics, geo-referenziazione, dematerializzazione dei processi.
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Sorteggiati i calendari del massimo campionato maschile. Brixia che esordirà sabato primo ottobre a Siracusa contro l’Ortigia dell’ex Bogdan Rath. Il fine settimana successivo, debutto interno a Lamarmora contro la neo promossa Acqua Chiara Napoli. Favorita per la vittoria dello scudetto, manco a dirlo, la corazzata Recco che arriverà in città il 26 ottobre in occasione della quarta giornata. Outsider
dei liguri restano sempre i cugini del Savona la cui trasferta si disputerà tre giorni dopo nel turno infrasettimanale. Andata che si chiuderà il 30 novembre nell’impianto di via Rodi con il Posillipo (undicesima giornata). L’A1 si fermerà dal 21 dicembre al 4 febbraio. Stagione regolare che terminerà il 17 marzo. Play off dall’11 aprile al 23 maggio con quarti, semifinali e finale al meglio delle tre gare.
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n settimana Beppe Scienza ha per un attimo svestito i panni di tecnico del Brescia per indossare quelli da moschettiere rispolverando il detto “Uno per tutti, tutti per unoâ€?. Si può sintetizzare qui il motto che da inizio stagione campeggia negli spogliatoi e durante gli allenamenti. Gruppo finalmente unito, bel gioco, divertimento allo stadio e soprattutto risultati sul campo. Sette punti nelle prime tre partite, primato in classifica con Padova e Torino e i giovani tornati alla ribalta. Smembrato il gruppo di “prime donneâ€? (su tutti Diamanti ma anche Caracciolo al quale la tifoserie è comunque riconoscente), l’aria è davvero cambiata. Anche l’avvicendamento dei “Beppeâ€? (Scienza per Iachini) ha riportato un po’ di serenitĂ e una ventata di aria fresca. La grana, si fa per dire, ora è rappresentata dal direttore sportivo Iaconi che – con le mani legate in merito alle scelte di mercato – si è allontanato per qualche giorno da Gino Corioni dopo le intenzioni di volersi dimettere. Il tutto risale all’ultima giornata di mercato, quel 31 agosto d’inferno. Dal dover cedere a tutti i costi i gioielli fino a incassare tre no dal numero uno di via Bazoli perchĂŠ in entrata non doveva essere acquistato nessuno. Neppure se si tratta di
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giocatori interessanti per la categoria pronti a dimezzarsi lo stipendio. Questa cosa Iaconi non l’ha gradita e non l’ha mandata a dire al suo principale datore di lavoro. Mettiamoci pure qualche interferenza di Fabio Corioni, che non risulta nell’organigramma nuovo ma di fatto è sempre operativo, e l’ombra di quel Gianluca Nani che dopo le dimissione di due mesi fa
ancora tiene aleggia dalle parti di via Bazoli. Di questi malumori dirigenziali, per fortuna pare non risentirne la squadra. Che anche senza i nazionali, qualche acciacco vario e con una “coperta corta� continua a macinare punti. Due vittorie consecutive al Rigamonti contro Vicenza e Empoli, buon pareggio a Nocera ed ora di nuovo in trasferta in Campania, sponda Ju-
ve Stabia. Si giocherĂ sabato alle 15 sul sintetico di Castellammare di Stabia. Formazione tutta da decifrare: dipenderĂ molto dagli eventuali recuperi degli acciaccati Berardi e Zoboli. Cordova non sarĂ disponibile, Leali nonostante gli impegni con l’Under 19 sarĂ a protezione dei pali, bisognerĂ capire, invece, come rientrerĂ il biondo Salamon dalla Polonia. Tornando alla mini striscia positiva di inizio campionato, Beppe Scienza ci tiene a precisare di non montarsi la testa. “Siamo solo all’inizio e dobbiamo migliorare molto dal punto di vista fisico e della resistenza. Se siamo cosĂŹ splendidi è perchĂŠ siamo tutti uniti. Se solo un giocatore non aderisse a questo motto si rovinerebbe tuttoâ€?. E allora tutti assieme per un unico obiettivo. Che al momento rimane top secret ma che nell’immaginario collettivo dei tifosi e della squadra è ben chiaro e comincia con la prima lettera dell’alfabeto.
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/D &HQWUDOH GHO /DWWH SUHSDUD LO GHEXWWR Ăˆ ďŹ ssato per mercoledĂŹ 21 settembre il debutto stagionale del Basket Brescia Leonessa neo promosso in Lega 2 e tornato dopo oltre 15 anni tra i professionisti. Per il campionato, però, bisognerĂ attendere domenica 2 ottobre, spazio – quindi – alla Coppa Italia con l’andata della prima fase contro Reggio Emilia. Dal ritiro di Folgaria alle amichevoli positive contro i russi del Samara, Reyer Venezia e la neo costituita BiancoblĂš Bologna. La
preparazione della Leonessa procede come da copione. Soddisfatto il riconfermato tecnico Sandro Dell’Agnello anche per la resa dei tre americani. “Possiamo solo migliorare – confessa il coach biancoazzurro (foto a lato) – contro Reggio Emilia dovremmo arrivare piĂš freschi e reattivi ma siamo molto ďŹ duciosi, ci stiamo preparando bene per reggere i 40 minutiâ€?. Intanto prosegue la campagna abbonamenti presentata nelle settimane scorse dal-
la societĂ che, ďŹ nalmente, ha potuto usufruire di uno spazio all’interno del san Filippo per aprire la nuova sede. “Noi ci crediamo e tuâ€?. Questo lo slogan dell’annata 2011/2012. I prezzi degli abbonamenti nel dettaglio comprendono 15 partite casalinghe: curve e gradinata 120 (ridotto 60), gradinata numerata 180, tribuna verde numerata 240, tribuna rossa numerata 360, parterre 420. Previsti pacchetti per le famiglie: due adulti e un ďŹ glio ďŹ no
a 16 anni pagheranno 240 in curva e gradinata, 370 in gradinata numerata, 480 tribuna verde numerata. Gli abbonamenti si possono sottoscrivere nella sede del San Filippo ďŹ no al 24 settembre dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 18. Per tutte le informazioni e le notizie aggiornate della squadra si può consultare il rinnovato portale della societĂ all’indirizzo www.basketbrescialeonessa.it.
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reteâ€? costituirĂ un aiuto prezioso alla costruzione di laboratori di gioco per bambini autistici ospiti del centro. Nel pomeriggio sul campo centrale si disputeranno anche sďŹ de speciali come quella tra operatrici e mamme di Scuolaba o tra le cooperative Futura e La MongolďŹ era. La novitĂ sarĂ l’esibizione di hockey su prato del gruppo Hc Brescia. Tanto sport, dunque, ma ci sarĂ spazio anche per l’arte con la mostra della pittrice Chiara Beschi intitolata “TraMeâ€?.
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irmione e Sale Marasino. Nello scorso fine settimana i riflettori del Centro sportivo italiano hanno illuminato il lago di Garda e il Sebino. Le terre di Catullo hanno fatto da sfondo all’aggiornamento riservato ad arbitri e giudici del comitato, pronti come ogni stagione a garantire il loro servizio in quasi 10mila gare. Erano 180 le giacchette arancioblÚ presenti all’evento di sabato; mancavano all’appello solamente i giudici del judo, che si incontreranno il 17 e 18 settembre a Bussolengo per l’aggiornamento provinciale. La due giorni del basso Garda ha consentito ai fischietti di approfondire tematiche specifiche di ciascuna disciplina, ma anche di affrontare questioni generali inerenti al regolamento. I giudici del polisportivo, inoltre, hanno fatto tappa allo stadio Tre Stelle di Desenzano per una verifica in pista degli accorgimenti da adottare nell’anno che verrà . Emiliano Scalfi (responsabile della commissione arbitri e giudici) ha espresso tutta la sua soddisfazione per la buona riuscita dello stage, ma spera di veder crescere ulteriormente la rosa arbitrale. Le porte del comitato, infatti, sono sempre aperte per nuovi direttori di gara e a novembre prenderanno il via corsi gratuiti. Il primo della lista sarà per gli arbitri di pallavolo e verrà presentato il 24 settembre alle 15.30 in sede. Sul
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no potuto sfidarsi comunque lungo gli 8,5 chilometri del percorso previsto. Assente il mattatore del trofeo del Sebino Andrea Bottarelli, dominatore delle prime tre gare. Sul gradino piÚ alto del podio si è piazzato Giuseppe Antonini del Paratico, che ha fermato il cronometro sui 31’09’’ precedendo Davide Boroni (S. Rocchino) e Alessio Rinaldi (Avis Sport Marone), rispettivamente attardati di 7’’ e 54’’. Nella classifica femminile Cristiana Bonassi (Arieni Team) ha bruciato la concorrenza infliggendo ben 2’ di distacco alle rivali Sonia Bracchi (Rebo Gussago) e Vera Derrigo (Paratico).
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artiamo da Brescia e, addentrandoci nel territorio franciacortino, sostiamo a Rodengo Saiano per una visita all’abbazia di San Nicola, fondata dai monaci di Cluny nel XI secolo, ma passata sotto la tutela degli Olivetani verso la metĂ del Quattrocento. La struttura custodisce tre chiostri edificati in periodi differenti e importanti cicli ad affresco: nell’antirefettorio Lattanzio Gambara realizzò l’imponente programma iconografico della Salvezza (1570), mentre nel refettorio della foresteria si sono conservati alcuni lacerti a opera del Romanino. Adiacente al monastero si trova la chiesa, dedicata anch’essa al Santo di Bari, nella quale si aprono sei cappelle riccamente decorate (la seconda custodisce un “Cristo in gloriaâ€? opera del Moretto) e dove si possono ammirare gli stalli del coro quattrocenteschi e una porta con formelle intarsiate in sacrestia. La gita prosegue in direzione del Sebino, per visitare il monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo.
Il complesso, fondato nell’XI secolo e modificato a piÚ riprese, è uno dei piÚ interessanti esempi di architettura romanica in territorio bresciano ed è inserito nel prezioso ecosistema delle Torbiere, la zona umida piÚ vasta dell’intera Lombardia. Questo habitat, prodotto dai continui scavi per estrarre la torba nei secoli scorsi, è ora una riserva naturale, ricca di variegata vegetazione e luogo accogliente per diverse specie ittiche e uccelli. Ritornando nell’entroterra e girovagando per le vie secondarie che conducono a Timoline e Colombaro, entriamo nel Comune di Corte Franca. A Nigoline merita una visita Palazzo Torri, villa rinnovata dai diversi nobili proprietari e che conserva le tracce di differenti periodi storici, dalla Sala della Musica alla Biblioteca. Il percorso continua verso ovest, in direzione di Adro, dove è possibile visitare il Santuario della Madonna della Neve, sorto nel 1521 in seguito all’apparizione della Vergine ad un sordomuto e ricostruito alla metà del Settecento. Ci dirigiamo a Capriolo, dove possiamo svagarci nel-
la visita del Museo agricolo e del vino Ricci Curbastro. Aperto tutto l’anno dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, il Museo racconta la storia agricola del territorio e la lavorazione del vino, con grandi torchi e strumenti delle attivitĂ artigianali franciacortine. Ritorniamo sui nostri passi e ci dirigiamo verso Erbusco, oggi meta del turismo enogastronomico e un tempo luogo di villeggiatura per i nobili cittadini che qui edificarono le loro ville. Oltre alla pieve di Santa Maria, in stile romanico, merita una sosta la magnifica Villa Lechi, che con i suoi corpi di fabbrica laterali in stile palladiano incarna l’esempio di dimora signorile in campagna. L’itinerario volge alla conclusione verso Bornato e Passirano, entrambi custodi di due castelli: in particolare quello di Passirano, sede di un’azienda vitivinicola, è il meglio conservato e mostra due torri semicircolari e la muratura con i caratteristici merli, a coda di rondine. Lungo la strada percorsa, numerose sono le cantine segnalate che meritano una sosta, per assaporare le mitiche “bollicineâ€?.
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Meeting? Io ci sono stato Egr. direttore, dopo aver letto l’articolo di Angelo Onger “Fuori i mercanti dal tempioâ€?, mi sono chiesto se stava parlando dello stesso Meeting al quale io ho partecipato dal 21 al 27 agosto. Il tema era lo stesso “E l’esistenza diventa un’immensa certezzaâ€?. Tema molto caro a don Giussani, ma anche a Benedetto XVI, come risulta dal messaggio inviato dal card. Bertone ai partecipanti. Peccato che il sig. Onger al Meeting non c’era: avrebbe capito, senza le frasette televisive, il valore dell’evento culturale cattolico piĂš importante d’Europa (e non solo!) che, da 32 anni, continua a porre domande, cerca risposte in Cristo, incontra uomini e donne di tutto il mondo e si propone ad altri Paesi (lo scorso anno in ottobre si è svolto per la prima volta un Meeting al Cairo, e fra poco giungerĂ a Tokio). Di fronte a persone che credono e che mettono la loro faccia da anni in quest’opera (anche quest’anno erano 3300 volontari nella settimana, 800 per preparare la fiera e che a loro spese prestano questo servizio, e circa 800mila presenze) credo che bisognerebbe avere un po’ piĂš di rispetto. Sono convinto che, come diceva il nostro beato Giuseppe Tovini ai suoi figli, chi ha fede non morirĂ mai di fame (in sintesi: “Chi crede non ha pauraâ€?, come ha detto quel giovane nell’intervista) e che nessuno mette in dubbio la difficoltĂ della vita e della Croce (mai nascosta durante gli incontri del Me-
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eting). GiĂ la parola stessa Meeting per l’amicizia tra i popoli parla di incontri tra persone che vogliono provare a mettersi in discussione su tematiche che possono sembrare diverse una dall’altra, ma che parlano della vita, delle sue incertezze e certezze, difficoltĂ e scoperte. La bellezza sta proprio qui: lo stupore di un bambino che si mette di fronte alla vita e cerca di guardarla con amore e con tanta curiositĂ . E amare non vuol dire “non soffrireâ€?. Forse Onger non sa che la certezza cristiana la si ha solo in Cristo. Newton, l’ho scoperto in una mostra del Meeting sull’atomo, diceva che quello che lui aveva scoperto erano come conchiglie sulla spiaggia del mare, ma ciò che ancora bisognava scoprire era nel mare. Ma giĂ Michelangelo diceva a chi lo lodava per la sua bravura di scultore, che lui non faceva altro che liberare il bello che giĂ nel marmo si trovava. Nessuno al Meeting ha mai smentito queste cose. Vedere studenti, giovani famiglie, adulti e anziani partecipare a questa settimana per me è stata una festa. Non nego la stanchezza, ma anche tanta gioia nel vedere mostre, ascoltare relazioni, incontri, concerti... Purtroppo chi vuol vedere solo un aspetto del Meeting senza inserirlo in quel contesto non lo capirĂ mai. SĂŹ, c’è anche chi rischia per un’impresa, ma ho visto anche, tre anni fa, detenuti del carcere di Padova, fare il pane, la pasta, le torte. Ho visto incontri con buddisti e musulmani, ortodossi e anglicani, presentazioni di libri (uno di questi di
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Anselmo Palini insegnante a Gardone V.T. sul vescovo Romero “Ho ascoltato il grido del mio popoloâ€?), presidenti, politici di destra e di sinistra. In questi anni ho incontrato madre Teresa, fratel Ettore, don Benzi, l’americano che ha iniziato il banco alimentare.... Purtroppo chi non ha vissuto il Meeting non può gioire di un cristianesimo amato e stimato in modo particolare da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI. Quando ho chiesto ad un adolescente di Bologna (prima superiore liceo scientifico) come mai era al Meeting, mi ha risposto: “Venivo giĂ con i miei, ma giocavo solo. Adesso sono al liceo e sono qui ad ascoltareâ€?. Stava iniziando il suo intervento il prof. Costantino Esposito, docente di filosofia dell’UniversitĂ di Bari, chiamato a spiegare il tema del Meeting. Un intervento non facile da seguire, ma ho notato l’attenzione di questo studente. Scusate questa mia, ma io ci sono stato e ringrazio il Signore. don Ezio Bosetti
L’Inps e le pratiche di invalidità Egr. direttore, le chiedo un poco di ospitalità per denunciare una situazione che ritengo incresciosa o meglio scandalosa. Un cittadino in gravi condizioni di disabilità e già in possesso di verbale di invalidità riconosciuta al 75%, del quale non faccio il nome per motivi di riservatezza, in seguito ad aggravamento delle
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proprie condizioni, nel mese di ottobre 2010, inoltra secondo la prassi e l’iter previsti, domanda per il riconoscimento dell’aggravamento stesso. L’Asl convoca la persona per visita davanti all’apposita commissione, nel mese di febbraio 2011, dopo cinque mesi. Dopo molti solleciti, la persona riceve dall’Inps, competente della pratica, nel mese di settembre 2011, cioè piĂš di sette mesi dopo l’accertamento in commissione, come risposta l’invito a presentarsi per una nuova visita, questa volta presso la sede territoriale dell’Inps di Brescia. Ăˆ facile immaginare lo stato di prostrazione che colpisce una persona giĂ molto provata per le sue condizioni di salute e che per vivere ha bisogno di una persona che l’accudisca nei bisogni primari 24 ore al giorno. Non mi permetto di entrare nel merito delle valutazioni dei sanitari, ma non posso esimermi dal sottoporre all’attenzione dei responsabili e dell’opinione pubblica il trattamento che le nostre istituzioni riservano alle persone piĂš fragili della nostra comunitĂ . Faccio notare che qualora la risposta alla richiesta del riconoscimento di aggravamento fosse negativa, il cittadino può inoltrare ricorso avverso tale conclusione. Ma con questi tempi e queste modalitĂ , può succedere che la persona tolga prima il disturbo. Che sia una scelta politica? Le affermazioni fatte sono tutte documentabili. Grazie dell’ospitalitĂ . Alfeo Pasini
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