La Voce del Popolo 2011 38

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Nella visita recente alle catacombe di San Callisto mi ha colpito l’insistenza della guida sulla giovane etĂ di alcuni martiri: invece di pensare a tutt’altro, hanno avuto il coraggio di offrire la loro vita per la fede. Dalla storia di San Daniele Comboni si apprende che giĂ a 17 anni decide “di consacrare tutta la sua vita all’apostolato dell’Africa centraleâ€?. Non sono pochi per una scelta radicale? Non è meglio “coccolareâ€? i nostri adolescenti, anzichĂŠ stimola a scelte faticose e forse decisive? Indubbiamente non larli sia siamo piĂš ai tempi di Santa Cecilia o di San Daniele, ma il Van Vangelo – anche se in nuova traduzione – non è forse sempre ste lo stesso? E non invita ad andare, fare discepoli, battezzare, insegna ciò che GesĂš ha comandato? Comboni ha mantenuto insegnare all’im fede all’impegno giovanile: ha “disegnatoâ€? un “Piano per la rigenerazione dell’Af dell’Africaâ€? ed ha cercato in tutti i modi, con l’aiuto del Signore, di realizzarlo. Oggi non si richiede forse con urgenza anche un “Piano per la rigener rigenerazione dell’Europaâ€?? PerchĂŠ non darsi da fare per realizzarlo, dai 17 aanni in su, ma magari anche prima?

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Profughi. La via difficile della convivenza

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Â?ƒ •‡Â?–‡Â?œƒ ‹Â? †‹”‡––ƒ –˜ Amanda ha sofferto, tutti sono preoccupati. Attorno a lei e non da oggi si è svolto un ampio gioco mediatico, che dal piano giudiziario e processuale ha trasferito la vicenda sul piano spettacolare. Protagonista è stata questa giovane donna avvenente che ha destato attenzione e curiositĂ e ha conquistato anche la stima del cappellano frequentando con assiduitĂ la cappella del carcere. Al momento dell’assoluzione dall’accusa dell’omicidio, in base alla quale era stata condannata in primo grado, si sono concentrate tutte le premure per facilitare il suo ritorno in patria, a Seattle, dove si è fatta festa, come si trattasse di una vittoria sospirata ďŹ nalmente raggiunta. In ambito processuale, purtroppo, si usano linguaggi da competizioni

sportive, parteggiando per l’una o l’altra parte, quando dovrebbe trattarsi di comune e doverosa, seppure sofferta, ricerca della veritĂ e della responsabilitĂ per rendere giustizia alle vittime. Nel nostro caso la vittima è stata Meredith Kercher, una studentessa inglese, che è stata sgozzata brutalmente. La vicinanza piena di affetto con gesti di protezione verso Amanda come verso lo stralunato Raffaele è legittima e rispettabile. Anche loro sono in qualche modo vittime di una carcerazione non dovuta secondo il verdetto di appello, e magari vittime anche di se stessi, essendosi cacciati in tanti guai. Amanda, tra l’altro, è stata condannata per calunnia contro Patrick Lumumba, risultato innocente. Ha giĂ scontato la pena, ma non ha fugato l’ombra di una persona capace, in certe situazioni, di comportarsi in maniera insincera e senza scrupoli. In questa brutta e tragica storia è difďŹ cile nominare la parola innocenza. E anche la parola

giustizia. Il fatto certo è la morte di Meredith, che abbiamo visto in una foto, la prima volta che è apparsa su giornali e teleschermi, dotata di una maschera macabra tipica della ricorrenza della festa pagana Halloween. Per alcuni una festa innocente, per molti solo da sballo. Lei e la sua famiglia, le vere vittime, sono rimaste male, molto male non potendo sapere neppure chi fosse stato l’assassino, considerato che il ragazzo africano Rudy GuedĂŠ è stato condannato per “concorsoâ€? in omicidio. L’assoluzione di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox lascia una scia d’interrogativi e di dubbi. Vi sono state anche reazioni contrarie al grido di “vergognaâ€? verso la corte. Questa ha certamente decretato l’assoluzione secondo scienza e coscienza, dopo aver assistito a tutte le sedute e ascoltato le arringhe dell’accusa, della difesa e dei periti e dopo aver discusso per 11 ore in camera di consiglio. Nessun dubbio su ciò. Il dubbio

resta sulle procedure d’indagine seguite ďŹ n dall’inizio, che avrebbero dovuto condurre a piĂš convincenti conclusioni. La conseguenza che da tutto ciò si trae è che la veritĂ , in ogni ambito di ricerca, non sempre si appalesa facilmente soprattutto quando sono presenti interessi perchĂŠ rimanga nascosta. La cittĂ di Perugia è stata certamente anch’essa vittima. Chi le addossa delle accuse di essere una cittĂ a rischio per i giovani dovrebbe riettere che questo è comune alle cittĂ dove c’è un’alta concentrazione di gioventĂš proveniente da ogni parte del mondo, allegra e spensierata, al limite della trasgressione. In queste situazioni c’è sempre qualcuno che se ne può approďŹ ttare. Di questa tragedia si continuerĂ a parlare essendo giĂ annunciato il terzo grado del processo, mentre tutti vorrebbero dimenticare. Che questa prolungata memoria, persino ossessiva, serva almeno ad alzare il livello d’impegno verso i giovani.

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L’avvio del trasferimento di alcuni dei 110 profughi africani che dal giugno scorso sono ospiti del residence “Le Baite� ai 1800 metri di Montecampione (nella foto) ha contribuito a rimettere in primo piano una questione come quella dell’accoglienza delle migliaia di persone in fuga dal Nord Africa e sbarcate sulle coste di Lampedusa, che dopo la stagione dell’emergenza era andata perdendo di attenzione. Lo spostamento sulla base

di quello che le autoritĂ hanno definito come “piano d’accoglienza diffusaâ€? è occasione anche per “Voceâ€? di tornare ad affrontare il tema giĂ trattato nei mesi scorsi. Lo fa con alcuni degli interlocutori giĂ ascoltati in primavera e che, a qualche mese di distanza, evidenziano aspetti nuovi, e per certi versi problematici, di questa esperienza. Il passaggio dalla stagione dell’emergenza a quella della

quotidianità ha fatto nascere, come si legge anche in queste pagine, aspetti nuovi, per certi versi imprevisti, dell’arrivo anche nel Bresciano di centinaia di profughi dal Nord Africa. Aspetti su cui anche la Chiesa bresciana con le sue comunità deve riflettere per evitare che col tempo questa presenza, fiaccata dalle lunghe attese imposte dalla burocrazia possa manifestare forme di disagio difficili da gestire.

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osa succede quando dall’emergenza si passa alla “normalitĂ â€? (se di normalitĂ si può parlare quando si deve dare quotidiana assistenza a centinaia di profughi giunti dalla Libia)? Non si tratta di un interrogativo campato per aria. Molte delle realtĂ che nei mesi scorsi si sono messe a disposizione per accogliere nel Bresciano una parte di quelle migliaia di persone in fuga dal Nord Africa (Libia in testa) dilaniato da guerre civili si stanno confrontando in queste settimane con la gestione di presenza “senza data di scadenzaâ€?. “Non ci è dato sapere – afferma al proposito don Danilo Vezzoli, responsabile della Caritas di Darfo che dall’aprile scorso sta dando ospitalitĂ e assistenza ad alcune decine di profughi – quando questa situazione potrĂ andare avanti nel tempoâ€?. Un’incertezza che se per ora non sta creando particolari preoccupazioni per la gestione materiale dei profughi (la Caritas camuna, cosĂŹ come le altre realtĂ operanti nel Bresciano non ha particolari difficoltĂ nel reperire quel che serve al mantenimento degli ospiti) sta invece facendo emergere altri problemi che se non considerati nella loro esatta portata potrebbero veramente creare, a lungo andare, situazioni di disagio e di difficoltĂ â€œC’è il rischio – afferma ancora il sacerdote che “Vo-

ceâ€? aveva giĂ incontrato all’indomani dell’arrivo a Darfo dei primi profughi – che molti di quelli che abbiamo accolto considerino la nostra ospitalitĂ come una sorta di diritto acquisito, di cui usufruire senza dare in cambio alcunchĂŠâ€?. Un rischio tutto sommato abbastanza contenuto rispetto ad altre ipotesi che lo stesso don Vezzoli con grande luciditĂ tratteggia. “Anche a causa della lungaggine dei tempi della burocrazia (servono infatti otto me-

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si per l’incontro con la commissione territoriale di Milano che deve vagliare la fondatezza della richiesta dello status di rifugiato e del conseguente rilascio del permesso di soggiorno) è forte il rischio che a lungo andare i profughi possano finire con l’ingrossare il numero dei clandestini presenti in Italiaâ€?. GiĂ una decina di profughi ospitati a Darfo ha lasciato il centro dopo il no della citata commissione.

“Per dove?â€? si domanda il sacerdote che trova anche la risposta: “Non certo per lasciare volontariamente il Paese secondo i termini di leggeâ€?. PiĂš facile immaginare, è ancora il suo parere, che abbiano trovato chi è disponibile ad accoglierli favorendo di fatto la loro clandestinitĂ . La sensazione, che non trova alcun riscontro nei fatti, è che ci sia una sorta di regia esterna che sta operando per favorire la loro presenza al di fuori della legge sul territorio italiano. “Si tratta di un aspetto – continua ancora don Danilo Vezzoli – su cui la Chiesa italiana e quella bresciana devono riflettere perchĂŠ nel nome del dovere cristiano dell’accoglienza non cadano nel buonismo acritico. “Chi, come i profughi, vive condizioni di sofferenza e di bisogno – continua il responsabile della Caritas camuna – è facilmente strumentalizzabile e potrebbe cadere vittima di chi, su un piano sociale e religioso, ha tutto l’interesse a mantenerli da clandestini nel nostro Paeseâ€?. C’è poi un ultimo aspetto degenerativo della forzata convivenza senza termine che anche a Darfo sti sta sperimentando ed è quello della tensione crescente tra gli ospiti del Centro. Ogni divergenza diventa occasione per sfoghi che rischiano di sfociare (come in occasione della celebrazione del ramadan) in vera e propria intolleranza tra i profughi.

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ǯ Poco meno di 400: tante sono, attualmente, le persone che sulla base di accordi nazionali sono state collocate nel Bresciano dopo il loro sbarco sulle spiagge di Lampedusa. Si tratta di un numero importante, direttamente collegato, come afferma anche il vice prefetto aggiunto Antonio Naccari che coordina i lavori del tavolo interistituzionale per la provincia di Brescia, all’andamento degli sbarchi sull’isola siciliana. Difficile, quasi impossibile, dire oggi se le

400 persone ospiti nel Bresciano sono un numero destinato a essere superato. Al di là dei numeri quello che è evidente è che una buona fetta di questa accoglienza a Brescia è gestito dalla Caritas e da molte delle sue articolazioni presenti nelle comunità parrocchiali della diocesi. Un’accoglienza che affonda le radici nella tradizionale capacità di leggere i bisogni e di trovare risposte sempre nuove e dignitose delle persone in condizioni di difficoltà.

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La condizione di giovani e donne nel mercato del lavoro europeo, le politiche attive del lavoro e la riduzione delle disuguaglianze sociali, le nuove forme della rappresentanza e il rapporto tra lavoro, partecipazione e democrazia. Sono alcuni dei temi al centro dell’incontro in programma a Londra sino al 9 ottobre, promosso dalle Acli. Si tratta di un’occasione – si legge sul sito delle Acli www. acli.it – per fare il punto sulla

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presenza delle Acli nel mondo e sulle condizioni degli italiani all’estero in tempo di crisi. L’incontro si apre il 6 ottobre, con il seminario del Patronato Acli dedicato al tema: “Quale futuro previdenziale per i giovani lavoratori in Europa? Il ruolo del patronato nella previdenza e nell’advocacy in Europa� con la partecipazione di Krzysztof Pater, del Comitato economico e sociale europeo (Cese), Stefano Ricci, della

direzione generale delle politiche previdenziali del ministero del Lavoro e Fabrizio Benvignati, vicepresidente delegato del Patronato Acli. Nella mattinata del 7 ottobre, è prevista, invece, l’Assemblea generale della Fai, la Federazione delle Acli internazionali, con i presidenti e i rappresentanti delle Acli in Argentina, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Lussemburgo, Olanda e Svizzera.

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a situazione dei cristiani in Medio Oriente sta diventando ogni giorno piĂš difficile, anche se l’attenzione del mondo è puntata su altri delicati equilibri che segnano quelle zone. Nonostante questo apparente disinteresse, però, esistono iniziative di carattere caritativo e culturale che fanno sperare in un futuro di convivenza pacifica tra le due religioni. Ăˆ a queste iniziative che l’Accademia cattolica di Brescia ha dato voce con il primo dei due incontri “Cristiani e mussulmaniâ€? tenuto l’1 ottobre scorso e destinato ad approfondire la situazione e le cause del tormentato rapporto. Mons. Giacomo Canobbio, del comitato scientifico dell’Accademia, ha usato tre parole per introdurre il tema e il senso dell’iniziativa: conoscere, capire e sperare. Occorre conoscere la situazione dei cristiani che vivono in Paesi a maggioranza islamica, per capire le loro difficoltĂ nel tempo e oggi e dare comunque spazio alla speranza che si possa costruire una convivenza possibile e fruttuosa per tutti. Due interventi hanno permesso di affrontare il tema del conoscere. Mons. Louis Sako (in basso a destra), vescovo di Kirkuk, in Iraq, ha descritto la situazione dei cristiani caldei, sottolineando il problema della continua riduzione numerica dei cristiani in quella regione. Dopo la seconda Guerra del Golfo sono rimasti solo

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impoverimento anche dal punto di vista storico e culturale. Nel secondo intervento, Peter Madros, delegato del Patriarca latino di Gerusalemme, ha raccontato la situazione dei cristiani in Palestina. Qui i cristiani non sono perseguitati, ma sono senz’altro oppressi, non potendo accedere a posizioni di leadership, non potendo fondare proprie emittenti radiofoniche e televisive e dovendo sottostare a regolamenti restrittivi sia nelle scuole sia nelle università . Nella seconda parte della mattinata, altri due interventi hanno guidato i presenti nel momento di capire. Samir Khalil-

Samir, professore presso l’UniversitĂ Saint Joseph di Beirut, in Libano, ha proposto un’ampia relazione in cui è stata ripercorsa l’evoluzione storica e dei codici culturali dell’Islam dalle origini ai giorni nostri, con particolare attenzione alla nascita del fondamentalismo e dell’Islam radicale a partire dagli anni Cinquanta e alle cause che hanno generato tale fenomeno. Ha chiuso la mattinata la relazione di Adnane Mokrani, professore presso la Pontificia universitĂ Gregoriana di Roma, che ha invece gettato uno sguardo in avanti, affrontando le sfide future per i cristiani in Medio Oriente.

6LUWH ULVFKLR GL FDWDVWURIH XPDQLWDULD “A Sirte la situazione è drammatica. I membri del Consiglio nazionale di transizione faticano a evacuare i civili, per gli scontri a fuoco con gli uomini di GheddaďŹ . Ăˆ necessaria una treguaâ€?. Queste sono le drammatiche dichiarazioni rilasciate all’agenzia AsiaNews, da mons. Martinelli (nella foto), vicario apostolico di Tripoli, che ha sottolineato il rischio di una catastrofe umanitaria. Il prelato lancia un appello alla comunitĂ internazionale:

“I Paesi stranieri, in particolare quelli europei accolgano i feriti nei loro ospedali. Le strutture sanitarie libiche stanno facendo del loro meglio, ma non sono sufďŹ cientiâ€?. Sarebbero oltre 10mila i profughi fuggiti da Sirte. Di questi almeno un terzo ha deciso di allestire accampamenti nelle aree desertiche a pochi chilometri dalla cittĂ , per restare vicino alle proprie case. Chi scappa descrive scenari caotici con centinaia di corpi per le

strade, case crollate e in ďŹ amme. In molti accusano Nato e ribelli di aver bombardato a caso senza curarsi delle possibili vittime civili. Secondo la Croce Rossa, a Sirte gli ospedali sono ormai inutilizzabili. I feriti gravi vengono trasferiti a Tripoli e Misurata, ma anche queste strutture stanno esaurendo le scorte di medicinali e la gente muore per la mancanza di bombole di ossigeno e i continui black-out.

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secondo la Commissione Ue, “la necessitĂ di maggiori sforzi per migliorare l’immagine e l’attrattiva dell’istruzione professionale e applicata. Sono alcune delle conclusioni cui è pervenuto l’Esecutivo europeo a fronte di una indagine di Eurobarometro presentata nell’ambito di World Skills London 2011, il concorso internazionale di competenze professionali in svolgimento nella capitale

britannica. L’indagine attesta che il 71% del campione (27mila residenti negli Stati membri) dĂ un giudizio favorevole della formazione professionale, che in genere comincia dopo la scuola dell’obbligo e che peraltro assume forme e programmi differenti fra Paese e Paese. Il 75% degli intervistati ritiene che essa offra “un apprendimento di elevata qualitĂ â€?. I motivi alla base di un’immagine complessivamente favorevole sono “insegnanti e

formatori di notevole competenza (76%)â€?, l’accesso a strutture moderne (82%) e “la possibilitĂ di proseguire con studi di livello universitario (68%)â€?. L’82% sostiene che l’istruzione di questo tipo “fornisca le competenze ricercate dai datori di lavoroâ€?. Il campione di intervistati concorda sul fatto che la formazione professionale “contribuisca positivamente all’economia (83%) e svolga un ruolo nel ridurre la disoccupazione (76%)â€?.

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a ricerca di nuovi equilibri in una societĂ che invecchia richiede azioni politiche che mettano ancora una volta “al centro la famiglia e le scelte che ne accompagnano i processi di formazione e di sviluppoâ€?. Sono queste le conclusioni cui sono pervenuti gli autori de “Il cambiamento demograďŹ co. Rapportoproposta sul futuro dell’Italiaâ€?, curato dal Comitato per il progetto culturale della Cei (www.progettoculturale.it ) e presentato nei giorni scorsi a Roma dal card. Bagnasco. Al volume hanno lavorato demografi e studiosi di diverse discipline che hanno evidenziato come occorra diffondere una nuova mentalitĂ che renda piĂš generativa ed equa la societĂ italianaâ€?, preoccupandosi “dell’ecologia umana, cioè del rispetto di quelle forme sociali di vita che rendono dignitosa la nascita dei figli e la possibilitĂ di allevarli ed educarli in un contesto che non ha sostituti o equivalenti funzionali: il contesto familiareâ€?. A tale fine, continuano gli estensori del rapporto, “dobbiamo però rivedere il concetto di sostenibilitĂ e includere in esso le relazioni umane e sociali, che rendono la popolazione non soltanto numericamente equilibrata, ma anche socialmente coesa e giu-

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liana degli ultimi 40’anni nei confronti del problema demograficoâ€? abbia “prodotto gravissimi danni sociali, economici e politiciâ€?. La prima sezione, corredata da tabelle e grafici, ripercorre il cammino demografico nel nostro Paese, dove da molti anni nascono meno di 600mila bambini l’anno (561.944 nel 2010, secondo l’Istat, dato in progressivo calo dagli anni Settanta quando toccava i 900mila), 150mila in meno di quanto sarebbe necessario “solo per garantireâ€? nel tempo “l’attuale dimensione demograficaâ€?, mentre la feconditĂ â€œsi è attestata attorno alla media di 1,4 figli per donnaâ€?. La seconda parte offre una riessione sui cambiamenti e i principali nodi critici, tra cui l’allungamento della vita, la convivenza con gli oltre cinque milioni di immigrati, le difďŹ coltĂ dei giovani adulti a raggiungere l’autonomia e il disagio per dover rimanere ancora in famiglia, le conseguenze della Legge 194 e l’inuenza dei media sulla societĂ . L’ultima parte del rapporto è dedicata, inďŹ ne, alle proposte e alle azioni e politiche sociali per governare questi importanti mutamenti, in un contesto come quello italiano che nei decenni non sempre si è occupato in modo adeguato della questione demograďŹ ca.

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Lo scorso 25 settembre a Stoccolma, è stato consegnato dal prof. David Kerr, presidente dell’European Society for Medical Oncology (Esmo), l’attestato d’accreditamento Esmo all’unitĂ operativa di oncologia medica della Fondazione Poliambulanza. L’unitĂ operativa diretta dal dott. Alberto Zaniboni è stata riconosciuto quale Centro di eccellenza per il trattamento oncologico palliativo integrato. Sono solo 19 gli ospedali italiani che hanno ricevuto questo

II diritto allo studio e a un’istruzione di qualitĂ per tutti è il messaggio che migliaia di studenti italiani hanno voluto dare con le opere realizzate per il concorso nazionale “Aggiungi un posto in classe, c’è un compagno in piĂšâ€?, promosso da Cesar Onlus con la collaborazione del ministero dell’Istruzione, universitĂ e ricerca, e Rai Educational, media partner del concorso, per promuovere e sostenere

importante riconoscimento. L’Oncologia medica di Fondazione Poliambulanza ha registrato in questi ultimi anni numeri importanti d’attivitĂ . Nel 2010 infatti i ricoveri ordinari sono stati 900 mentre oltre 6000 gli accessi in day hospital. Negli ultimi mesi nell’ambito dell’uniďŹ cazione con l’Ospedale S. Orsola tutta l’attivitĂ oncologica medica è trova sede in via Bissolati nel rinnovato reparto di Oncologia e Day Hospital posti al piano A.

il diritto all’istruzione in Sud Sudan. Nel corso delle premiazioni del concorso, in programma a Roma il 7 ottobre, Maurizio Contolini, piÚ volte volontario in Sud Sudan e membro dell’associazione Cesar, e Paul Boyong, architetto di origini sud sudanesi e residente in Italia, ricorderanno la figura del bresciano mons. Cesare Mazzolari, il vescovo comboniano di Rumbek (Sud Sudan) morto il 16 luglio scorso.

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,O PDQXDOH GHO SHQVLHUR SRSRODUH Ogni giorno c’è qualcuno che parla in nome e per conto del popolo italiano tirando in ballo i voti. Anche quando il consenso raccolto in qualche elezione è sotto il 10 per cento dei votanti (che sono un numero ridotto degli aventi diritto). La democrazia, magari prodotta da una legge elettorale ‘porcellum’ come quella in vigore in Italia, permette a chi ha un voto in piĂš di governare, ma non dovrebbe mai dimenticare che anche se avesse il 50 per cento dei voti non avrebbe il consenso della maggioranza degli italiani e quindi non sarebbe autorizzato a parlare in nome di tutti. Figurarsi se si ha il 10 per cento o anche meno. Questa riessione mi è stata suggerita dalla lettura di un corposo dossier che Luca Comodo, direttore del dipartimento politicosociale dell’Ipsos, un istituto internazionale di ricerca, ha presentato a un seminario delle Acli lombarde, tenutosi a Milano giovedĂŹ 15 settembre. Da quel dossier emerge una fotograďŹ a del Paese che non corrisponde certo a come lo descrivono i politici di ogni colore. A partire dalla costante crescita dell’area del non voto

che ha raggiunto quota 44% (tra indecisi e astensionisti). Alla richiesta di spiegare le ragioni dell’astensionismo, il 70% è nauseato dai politici (a proposito di popolo); il 19% pensa che nessun Governo sia in grado di risolvere i problemi del Paese; per l’11% tutti i partiti sono simili. Il 62% giudica negativa la manovra economica (quella approvata a settembre). Il 49% degli italiani sarebbero disposti a uno sforzo comune e a fare dei sacriďŹ ci, ma la politica non è in grado di raccogliere

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questa disponibilitĂ . Il 71% ha poca o nessuna ďŹ ducia nella capacitĂ del Governo di affrontare la crisi economica. Il 45% ritiene che il peggio debba ancora venire. Tuttavia gli italiani impietosi con i politici sanno anche fare autocritica. Alla richiesta di esprimere un giudizio sulla affermazione che la societĂ civile non è migliore della classe politica perchĂŠ è nel carattere degli italiani evadere il ďŹ sco, fare i furbi, ignorare la legge, il 44% è molto d’accordo e il 22% abbastanza

d’accordo. Dunque tutto si tiene. Un’altra contraddizione emerge nella valutazione del rapporto con la televisione. Gli italiani che seguono la tv, diminuiti negli anni precedenti, nel 2010 sono tornati, grazie all’aumento dell’offerta determinato dall’introduzione del digitale, ai livelli piĂš alti, pari a 25 milioni. Per quanto riguarda la formazione delle opinioni politiche la tv è saldamente al primo posto (il 15% si informa solo e il 35% prevalentemente con la tv). Ma i giudizi non sono lusinghieri. Il

43% è completamente d’accordo e il 27% abbastanza sul fatto che negli ultimi tempi l’informazione giornalistica della tv è peggiorata. Anche l’ultimo rapporto del Censis sulla comunicazione evidenzia come la percezione del giornalismo e dell’informazione è cambiato negli ultimi due anni: in una scala da 1 a 10, televisione e stampa non raggiungono il punteggio di soddisfazione in termini di reputazione: 5,74 è la media della credibilitĂ della televisione e 5,95 è il voto dato ai giornali. I giornalisti sono percepiti come poco afďŹ dabili da circa il 49,8% della popolazione. Il dossier dell’Ipsos contiene anche un signiďŹ cativo confronto fra il Tg1 e i telegiornali principali di Francia, Germania, Inghilterra e Spagna sui tempi dedicati ai vari argomenti di attualitĂ , ma non ho piĂš spazio io per parlarne. Basti la sottolineatura che il Tg1 dedica il 5% del proprio tempo ai temi dell’economia e del lavoro contro una media del 14% degli altri; il 13% al costume e alla cronaca rosa contro il 3% degli altri. Forse anche questo serve per capire la ragione della perdita di 700mila telespettatori.


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La Sagra della lumaca torna, come da apprezzata e ormai collaudata tradizione ottobrina, pronta per essere servita negli spazi della Cascina Cattafame di Ospitaletto. Sabato 8 e domenica 9 ottobre si rinnova infatti, per ben la sesta volta, l’appuntamento con la festa sociale aperta a tutti e di connubio tra buona cucina (in tavola casoncelli bresciani, grigliate di carne e varie specialità a base di lumache freschissime allevate all’interno

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della struttura), divertimento (animazione no stop per grandi e piccini e bancarelle), ma anche solidarietà : l’intero ricavato dell’ampia manifestazione sarà destinato a sostenere alcuni progetti dedicati ai minori. Il programma prevede: sabato (8 ottobre) dalle 19 e fino alle 23 apertura degli stand gastronomici, in compagnia dalla buona musica (inizio concento alle 21) del cantautore dialettale bresciano Charlie Cinelli.

Domenica 9 ottobre la cucina aprirĂ giĂ da mezzogiorno e resterĂ efficiente fino in tarda serata; alle 14 saranno proposti divertenti giochi e coinvolgente animazione per i piĂš piccini intervallati alle 16 dallo Show di magia del mago Fabix. Alle 18, seguirĂ l’aperitivo in musica coi “Cinderella Boyshâ€? e alle 21 gran finale musicale di tributo ai Nomadi insieme ai “Mercanti & Serviâ€?. Per info tel. 335.1865654 – 334.6810758.

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iusciremo a formare la comunitĂ cristiana su questo territorio?â€?. Era questo l’interrogativo che si poneva mezzo secolo fa il primo parroco della Ss TrinitĂ di Brescia don Francesco Zilioli. Proprio don Zilioli nel 1964 chiese e ottenne che la parrocchia fosse dedicata non a S. Rocco, ma alla SS. TrinitĂ : la chiesa come esperienza di comunione. La parrocchia festeggia i primi 50 anni. L’esperienza di vita della parrocchia è caratterizzata da due eventi che hanno accompagnato la Chiesa: la secolarizzazione e la celebrazione del Concilio Vaticano. Le strutture sono giĂ state portate a termine da tempo: la chiesa-edificio, l’oratorio, le aule di catechismo, i campi sportivi, ma “la comunitĂ cristiana, quella di pietre vive, ha bisogno invece – spiega il parroco don Elio Pitozzi – di rinnovarsi in ogni generazione: è sempre stato cosĂŹ; ma ciò è diventato evidente in questi ultimi due decenniâ€?. Anche qui si scontano quelle situazioni comuni un po’ a tutte le parrocchie: “Ogni parrocchia ha vissuto e sta vivendo ancora in qualche modo il travaglio del nuovo non ben definito da accogliere e della fede posseduta da non annacquare con la modernitĂ â€?. Don Pitozzi nel riassumere la storia della sua comunitĂ non nasconde le difficoltĂ iniziali, perchĂŠ “alla frenesia delle costruzioni anni Sessanta è su-

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Nel corso della storia della parrocchia si segnala nel 1974 la scelta di don Secondo Moretti di lanciare l’esperienza di “pastorale integrataâ€?. Spunta cosĂŹ l’idea del catecumenato: da allora, ogni anno, la parrocchia offre a giovani e adulti in ricerca l’opportunitĂ di ascoltare la “buona notiziaâ€? in un ciclo di catechesi che dura due mesi per poi intraprendere, per chi vuole, la riscoperta delle ricchezze del battesimo in una comunitĂ concreta. Le celebrazioni per il 50°, secondo il parroco don Pitozzi, non sono un momento per guardare a quanto è stato realizzato, ma “l’approfondimento del

non facile cammino dell’evangelizzazioneâ€?. Il numero unico del Giornale della comunitĂ mette in parallelo i 50 anni del Concilio e i 50 anni della parrocchia: “La secolarizzazione ha toccato la parrocchia, le risposte del Concilio devono arrivare alla parrocchia. Sabato 8 ottobre alle 18.30 il Vescovo celebra l’eucaristia nell’anniversario della fondazione della parrocchia. Domenica 9 ottobre sarĂ celebrata la festa della famiglia. I festeggiamenti si concludono, domenica 16 ottobre, dove nel solco della storia e della tradizione della comunitĂ vengono proposte le catechesi catecumenali.

/D YLVLWD D VRUSUHVD GL 0DURQL Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha incontrato nella sala Giunta di Palazzo Loggia il sindaco di Brescia Adriano Paroli, il vicesindaco Fabio RolďŹ , la presidente del Consiglio comunale Simona Bordonali, il prefetto Narcisa Brassesco Pace, il questore Lucio Carluccio e alcuni rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale. Sul tema della sicurezza è stato fatto un bilancio degli effetti portati negli ultimi anni dal Patto per Brescia

sicura. Il Ministro ha espresso apprezzamento per i progetti realizzati e in corso di realizzazione nella nostra CittĂ , alcuni oggetto di ďŹ nanziamento da parte del ministero dell’Interno, come l’interconnessione tra le centrali operative di Polizia, l’impianto di videosorveglianza installato per presidiare la zona della stazione e la centrale operativa della Polizia ferroviaria. Il Ministro ha quindi illustrato i tratti salienti della riforma della Polizia loca-

le, che verrĂ discussa in Senato e che garantirĂ maggiori poteri alle polizie locali che da tempo attendono una nuova legge quadro. Durante l’incontro si è discusso anche di metropolitana: Paroli e RolďŹ hanno chiesto un interessamento diretto da parte del ministro per sbloccare il ďŹ nanziamento di 80 milioni di euro approvato dal Cipe; il ministro Maroni ha dichiarato la propria volontĂ di rivedere alcuni passaggi del Patto di stabilitĂ .

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è affrontata con tempestivitĂ e passione civileâ€?. “Le maďŹ e – ha osservato don Giacomo – esistono anche quando non ci sono i mortiâ€?. Tutto il sistema maďŹ oso muove infatti da una profonda azione di “educazione all’illegalitĂ â€?, che è una “vera e propria educazione totale impartita in famigliaâ€?. Da ciò discendono “le inďŹ ltrazioni maďŹ ose negli organi politici, l’intercettazione dei ďŹ nanziamenti, la ricerca del potere, e soprattutto il riciclaggio del denaro sporcoâ€?. Un’attivitĂ ,

quest’ultima, che per essere attuata necessita di ingenti investimenti nelle zone piĂš ricche del Paese. “Le maďŹ e non è sono solo un affare meridionale. La necessitĂ di investire e fatturare hanno spinto i clan ad inďŹ ltrarsi anche nel Nord Italia, grazie a uno spostamento di persone che vogliono fare affari con il mondo economico e politicoâ€?. Insieme al presbitero bresciano è intervenuto anche il procuratore della Repubblica di Brescia Nicola Maria Pace, il quale

ha subito chiarito che la maďŹ a “non è un’entitĂ geograďŹ ca, etnica o culturale, ma è economica, perchĂŠ l’attivitĂ consiste nel governare i mercati illegaliâ€?. Pertanto è ovvio che anche il “Nord ricco e produttivo sia un luogo d’elezione per i clanâ€?. C’è però una differenza: “Nel nostro tessuto sociale non si è ancora radicata la mentalitĂ maďŹ osa. Bisogna stare attenti a non allentare la tensione, intervenendo subito sul processo di insorgenza della cultura di maďŹ aâ€?. (m.n.)

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orse i media si aspettavano altri numeri, forse qualcuno ha pensato che non fosse giusto testimoniare una vicinanza cristiana a una persona condannata nei tre gradi di giudizio. Se è vero che fra le virtĂš cristiane trova un posto di rilievo la prudenza (virtĂš richiamata da quanti hanno preso le distanze dalla manifestazione), è altrettanto vero che la forma piĂš alta e piĂš completa dell’amore è l’amicizia. Resta il fatto che 600/700 persone hanno scelto una serata di ottobre per manifestare ancora una volta la propria stima nei confronti di don Marco Baresi. Non contano i partecipanti, ma il significato di un gesto di amicizia. I processi certo non si cancellano e il loro corso non si cambia con i cortei, ma questo lo sanno bene anche gli organizzatori (Comitato Liberi nella veritĂ , FreeDon, ex alunni, parenti e amici) della fiaccolata. Dalla stazione a Piazza Loggia hanno sfilato in maniera composta gli amici di sempre, quelli di San Zeno (dove ha fatto il curato dal 1994 al 1999) e quelli del paese natale (Chiari), ma anche quanti in

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con la raccolta di firme per chiedere la revisione del processo: molto probabilmente non servirĂ perchĂŠ tecnicamente non è possibile, ma è un ulteriore segnale di vicinanza nei confronti di don Marco e, soprattutto, di sensibilizzazione. La vicenda giudiziaria, comunque, non può e non deve considerarsi conclusa perchĂŠ, come ha ribadito in piĂš circostanze don Mario Neva, c’è una “curiosa ed emblematica appendiceâ€?. In piazza gli organizzatori hanno ribadito l’innocenza di don Marco senza soffermarsi sui meccanismi del processo (ci sono delle sedi preposte). Di questa serata quasi estiva rimane l’universale stima di chi lo conosce e la limpida testimonianza offerta dallo stesso don Baresi nella prova. Peccato che don Marco non potesse vedere da vicino gli occhi dei suoi amici.

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%DWWDJOLROD ´3HU PH q XQD VFRPPHVVDÂľ “Per me è una scommessa, essendo imprenditore non ho molto tempo a disposizione, ma ho accettato volentieri: perchĂŠ voglio bene alla Cdo e perchĂŠ si è creato un gruppo di persone che si vogliono spendere e scommettereâ€?. Con queste parole Giuseppe Battagliola, neopresidente della Compagnia delle Opere, ha raccontato a Radio Voce il suo stato d’animo per il nuovo incarico. Giuseppe Battagliola, 54 anni, di Manerbio, sposato con un figlio, è proprietario, insieme al fratello Domenico, del gruppo “La Linea Verdeâ€? di cui è presidente. Il Gruppo, fondato dai due fratelli nel 1991, rappresenta l’evoluzione dell’azienda agricola familiare e ora leader dei piatti pronti freschi: comprende sei stabilimenti produttivi, di cui uno in Spagna. Dalla sua ha la conoscenza di un settore (quello dell’impresa) al tempo della crisi. Uno dei punti focali dell’azione della Cdo è proprio la rivendicazione di un’autonomia imprenditoriale: “Gli imprenditori hanno bisogno di sentirsi stimati e non bloccati. La Cdo rispetto ad altre associazioni valorizza molto la persona. Pensiamo che l’amicizia operativa sia un fattore importante, perchĂŠ le aziende non si sentano soleâ€?. Le soluzioni potrebbero essere tante. La prima risposta è in una maggiore “flessibilitĂ : ci sono aziende che hanno lavoro, ma magari hanno paura ad assumere. Lo stesso vale per chi fatica ad arrivare a fine mese che vorrebbe poter fare gli straordinari per guadagnare di piĂšâ€?. Il tema della prossima (il 3 novembre) assemblea bresciana della Cdo ver-

terĂ proprio sulla capacitĂ di mettersi in gioco. “Non vogliamo cercare di capire i motivi della crescita o pensare ai mezzi tecnici, ma vogliamo capire – spiega Battagliola – quali sono le leve che possono dare speranza. I nostri genitori avevano una capacitĂ di sacrificio, che oggi si è un po’ appannata. Abbiamo bisogno di capire il perchĂŠ lo facciamo e di mettere sempre al centro la personaâ€?.

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in apertura del primo appuntamento dedicato alla legalitĂ . Ospite don Luigi Ciotti (nella foto), fondatore del Gruppo Abele e di Libera. Don Ciotti ha esordito ricordando la ďŹ gura del giudice Rosario Livatino, martire di giustizia, ucciso il 21 settembre 1990 in un agguato maďŹ oso, è in corso il processo di beatiďŹ cazione. Don Ciotti ha rimarcato le parole lette sulle pagine del diario del giudice Livatino “Alla ďŹ ne della vita non ci sarĂ chiesto se siamo stati credenti, ma credibiliâ€?.

Nell’essere credibili c’è il nostro essere credenti. Dalla memoria di Livatino e di tutte le vittime delle maďŹ e è partita la riessione del Fondatore del Gruppo Abele sulla legalitĂ . “Prima della legalitĂ ci sta la libertà – ha spiegato don Ciotti – la piĂš grande ferita dell’uomo è la privazione della libertĂ . Assieme al dono della vita abbiamo ricevuto il dono della libertĂ . Purtroppo però basta guardarci attorno e troviamo tante storie, tanti volti di persone che per tante motivazioni non sono

libere, il nostro compito è affrancare queste personeâ€?. Nella seconda parte dell’incontro il relatore ha approfondito la tematica della legalitĂ richiamando il documento dei Vescovi “Educare alla legalitĂ â€? divulgato nel 1991 un anno dopo la visita di papa Giovanni Paolo II a Napoli. “La legalità – ha proseguito don Ciotti – è la saldatura tra libertĂ e giustizia. Le leggi sono un mezzo, il ďŹ ne ultimo è la giustizia. La giustizia è la realizzazione effettiva dei dirittiâ€?. (a.t.)

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er creare nelle giovani generazioni un’auspicata cultura della sicurezza stradale sono necessari l’impegno e la sinergia di diversi attori. E per validare questo impegno torna per l’anno scolastico 2011/2012 l’attivitĂ di “Educazione stradaleâ€? rivolta a bambini e ragazzi. Il progetto vede capofila la Polizia locale di Brescia, che ha iniziato l’attivitĂ di educazione stradale nel 1976 e si avvale della collaborazione dell’Ufficio scolastico territoriale e di una serie di enti e associazioni, quali Croce Bianca, Vigili del Fuoco, 118, e Familiari vittime della strada. “L’attivitĂ formativa – ha spiegato Giusy Pedracini, responsabile dell’ufficio educazione stradale della Polizia locale – si esplica in diversi ambiti, tra cui percorsi in classe, visite alle strutture e uscite serali con pattuglie, al fine di sensibilizzare ed insegnare il corretto comportamento dei giovani utenti della strada in relazione al loro livello, grado di

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sul tema della sicurezza stradale... ma non soloâ€?. Una serie di incontri nelle aule magne degli istituti superiori per illustrare i temi della sicurezza stradale e della prevenzione, con la presentazione dello spettacolo teatrale “raccolti per stradaâ€?, cui segue un dibattito con gli studenti. “Notiamo con soddisfazione – ha commentato Tiziana Pasini, coordinatrice provinciale per la sicurezza stradale dell’ufficio scolastico territoriale – che in questi anni la partecipazione delle scuole è andata aumentando. Su queste problematiche è necessario che le azioni sistematiche di informazione non cessino mai. Stiamo cercando accordi con le UniversitĂ per continuare il percorso di educazione stradale anche per fasce di etĂ piĂš adulte. Anche perchĂŠ i costi sociali sono in sensibile aumentoâ€?. Roberto Merli, presidente dell’Associazione familiari vittime della strada che lo scorso anno ha incontrato 6.500 giovani, ha snocciolato numeri purtroppo ancora molto negativi.

“Dopo alcuni anni di tendenza positiva, quest’anno il numero delle vittime della strada è di nuovo in aumento. I problemi legati al mancato rispetto delle regole, vanno di pari passo con l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcool. Ăˆ necessario che tutti facciano la propria parte per la piĂš ampia divulgazione all’interno delle strutture scolasticheâ€?. L’intero programma è scaricabile dal sito del Comune di Brescia direttamente dal link “Polizia locale-educazione stradaleâ€?.

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A Roncadelle, dopo il primo anno di porta a porta, la raccolta differenziata sale al 70%. â€œĂˆ passato poco piĂš di un anno – spiega l’assessore all’ecologia Paolo Lucca – da quando su tutto il territorio comunale è stato introdotto il nuovo servizio di raccolta rifiuti porta a porta con conseguente eliminazione dei cassonetti e delle campane della differenziata. Una rivoluzione non di poco conto, dal punto di vista organizzativo, ma anche delle abitudini di ciascuno di noi. A distanza di un anno i risultati sono positivi e gli obiettivi possono dirsi praticamente raggiunti. Il passaggio al nuovo servizio è stato sostanzialmente ordinato e non ha creato particolari problemi di pulizia o di igieneâ€?. Con il porta a porta i rifiuti solidi urbani sono passati da 3.447.980 kg del 2009 a 1.375.940 kg; il

dato dell’umido è ovviamente esploso (656.120 kg), ma la somma dei due rifiuti parla di un sensibile calo di ciò che prima finiva nella pattumiera. Calano anche i rifiuti ingombranti raccolti all’isola ecologica (da 451.240 kg a 339.160 kg), mentre aumentano quelli da spazzamento stradale (da 209.580 kg a 236.380 kg). “Questi numeri – conclude il sindaco Michele Orlando – dimostrano che il porta a porta, in particolare per un paese come il nostro attraversato da importanti vie di comunicazione e da molta gente di passaggio, sia l’unico sistema che consente di ridurre la quantitĂ di rifiuti complessivamente prodotti e di aumentare considerevolmente la raccolta differenziata, ottenendo cosĂŹ importanti benefici ambientali ed economiciâ€?. (v.b.)


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Â? …‘”•‘ ƒŽŽ‡ …Ž‹ Dz Â?ÇŻÂƒÂŽÂ–Â”Âƒ ˜‹ƒ ’‡” —Â? Â?—‘˜‘ •–‹Ž‡ †‹ Â˜Â‹Â–ÂƒÇł Le Acli-Ipsia in collaborazione con il Centro missionario diocesano, l’Azione cattolica (nella foto, il presidente Andrea Re), l’Agesci Brescia e Sebino promuovono un percorso formativo dal titolo “Un’altra via per un nuovo stile di vitaâ€?. Il corso è rivolto a tutti coloro che sono interessati a conoscere e attuare nuovi stili di vita come scelta personale quotidiana e come esperienza virtuosa nella comunitĂ e sul territorio per un’economia del benvivere, punto di incontro

tra sobrietĂ e solidarietĂ . Ăˆ nostra responsabilitĂ infatti soddisfare – e contenere – i bisogni del presente senza compromettere la possibilitĂ , per le generazioni future, di soddisfare i propri. Ogni scelta che facciamo ha un impatto sulla nostra vita, su quella di chi ci sta vicino e di chi vive a migliaia di chilometri, sull’ambiente, esserne consapevoli contribuisce a rendere migliore il mondo per tutti. Il corso è strutturato in tre moduli per tre “grandi temiâ€?: consumare,

viaggiare, salvaguardare. Al loro interno analisi del tema, risposte concrete, presentazione di esperienze, incontri e visite sul territorio. La metodologia utilizzata sarĂ interattiva e partecipativa. Il primo modulo dedicato al tema “consumareâ€? partirĂ venerdĂŹ 21 ottobre alle ore 20.30 con l’incontro intitolato “ Che cos’è il consumo critico: deďŹ nizione, analisi, proposteâ€? presso la sede delle Acli in via Corsica 165 a Brescia; proseguirĂ poi nel week

end del 19 e 20 novembre presso la Casa Scout di Piazzole di Gussago e si concluderĂ sabato 3 dicembre con l’incontro con un produttore etico e la visita a un’azienda. Il secondo modulo partirĂ a febbraio 2012 mentre il terzo modulo si terrĂ a maggio 2012. La quota di adesione è di 10 euro per modulo. Il numero massimo di iscritti è di 30 persone. Per partecipare al corso è necessario iscriversi entro lunedĂŹ 10 ottobre (tel. 0302294012). (a.t.)

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on Raffaele Donneschi ha nel suo dna la vocazione missionaria. E non solo per il suo curriculum riportato dall’annuario diocesano: prima con il servizio da Fidei donum in Brasile (dal 1982 al 1994) e poi con la direzione del Centro missionario diocesano (dal 2002). In precedenza era stato curato a Castenedolo (dal 1976 al 1982). Dopo il periodo in America Latina ha prestato il suo servizio a Roncadelle, a Zone, a Botticino e a San Giacomo in cittĂ . Ha uno spirito missionario riconosciuto anche dai confratelli che hanno camminato con lui nella sua formazione prima in Seminario e poi sacerdotale. L’esperienza missionaria è quella che si avvicina di piĂš alla realtĂ (nei Paesi del Sud del mondo si parla anche di inculturazione del Vangelo), perchĂŠ in missione bisogna fare di necessitĂ virtĂš, perchĂŠ in missione le strutture vengono dopo le relazioni. Forte di questo insegnamento, don Raffaele domenica 9 ottobre alle 16 fa il suo ingresso come parroco della comunitĂ del Villaggio Violino, un quartiere della cittĂ che sta vivendo negli ultimi anni una forte immigrazione con giovani famiglie italiane che hanno scelto di mettervi le proprie radici; accanto

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poter trovare “percorsi e cammini entusiasmanti. Dobbiamo tentare di condividere la scelta di mettere al centro la Parola di Dio, dando valore alle potenzialitĂ insite in ciascuno; anche per questo motivo è necessario affrontare il passaggio epocale da laici collaboratori a laici corresponsabiliâ€?. Non potrebbe essere altrimenti se si pensa che in Brasile don Raffaele gestiva da solo (come sacerdote) una parrocchia di 60mila abitanti: qui entra in gioco la capacitĂ di motivare e animare i fedeli. Oggi anche il Bresciano può essere visto

come terra di missione perchĂŠ bisogna saper distinguere la pratica religiosa (ancora discreta) da una vita vissuta alla luce del Vangelo. “L’attenzione pastorale – spiega don Raffaele – deve essere orientata alla costruzione della comunitĂ , solo cosĂŹ i laici diventano animatori e missionari dell’80% che non frequenta la parrocchiaâ€?. L’obiettivo è quello di trasformarsi “da comunitĂ di culto a comunitĂ missionaria. Non possiamo rivolgerci al 10% delle persone senza stimolarle alla missione, altrimenti si rinnega la Parola laddove si dice ‘Andate e annunciate il Vangelo’â€?. Quali sono allora i passi da fare? “Mettere al centro la Parola di Dio, formare e responsabilizzare i laici, senza rincorrere iniziative e strutture, pensando – perchĂŠ no – anche a un direttore laico dell’oratorioâ€?.

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Riprendono il 10 ottobre prossimo le proposte della Libera universitĂ di Orzinuovi. Il programma elaborato si articola in cinque corsi diversi. Il primo è dedicato alla fotografia e si terrĂ ogni lunedĂŹ dal 10 ottobre al 5 dicembre alle 20,45 presso il Centro Culturale Aldo Moro (per iscrizioni: Ufficio cultura 030-9942210/215). All’ambiente è dedicato il corso che prenderĂ il via, invece, il 21 ottobre. Dal 10 novembre, invece, si svolgeranno

La parrocchia prepositurale dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo ha pensato delle proposte di spiritualitĂ carmelitana nella vita quotidiana; il relatore è padre Mauro Sartorello. Gli ultimi due appuntamenti sono il 6 il 13 ottobre alle 20.30 nella chiesa di San Girolamo. Sabato 15 ottobre, invece, alle 20.45, l’incontro è con “Suoni, pensieri, parole: dialogo con la santitĂ â€?. Partecipa il coro parrocchiale di Gottolengo e Gabbioneta. Dirige Andrea Milzani.

VenerdĂŹ 14 ottobre il Circolo culturale Aldo Moro presenta il volume “Il memoriale della Repubblicaâ€?. Intervengono: l’autore Miguel Gotor, Giuseppe Pisanu, roberto Arlati (giĂ ufďŹ ciale dei Carabinieri nucleo antiterrorismo), Massimo Cacciari, Marco Follini, Paolo Corsini e Giovanni Minoli. L’appuntamento è alle 20.45 presso la sala civica dei Disciplini a Castenedolo in via Matteotti 96. L’iniziativa rientra nel ciclo “Castenedolo incontraâ€?.

gli incontri del corso di medicina che si terrĂ al Centro anziani (tel. 030/9941820). La quarta proposta è quella di un corso sui nuovi mass media in programma, come il quinto dedicato all’inglese, dal prossimo mese di febbraio. Le serate sui nuovi media si terranno dal 2 febbraio all’1 marzo 2012 alle 20.30 presso aula informatica scuola media. Il corso d’inglese si terrĂ dall’1 febbraio al 4 aprile presso il Centro diurno della cittadina orceana.

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uando una personalitĂ di grande levatura cessa i suoi passi sulla terra per approdare all’estremo traguardo dell’eternitĂ si sente il bisogno di ripercorrerne il cammino lungo le tappe della sua esistenza, per far sĂŹ che la sua esperienza non vada perduta. Ăˆ quanto accaduto martedĂŹ 4 ottobre a Orzinuovi, dove presso il centro culturale “Aldo Moroâ€? è stata ricordata la figura di Mino Martinazzoli, ad un mese dalla sua scomparsa. Dopo la messa celebrata alle 20 dal parroco don Franco Bertanza, che nell’omelia ha ricordato come egli “avesse percorso la sua missione all’interno dell’impegno politicoâ€?, varie sono state le voci, coordinate dall’ex-sindaco di Orzinuovi Ambrogio Paiardi, alle quali è stato affidato il compito di rievocare un personaggio complesso come fu il politico orceano. Non solo una parata di bei ricordi, però, nĂŠ tantomeno una pomposa celebrazione che del resto non sarebbe stata nello stile dell’uomo: a testimoniarlo il pubblico in sala, nel quale erano presenti molti amministratori locali e tanti che lo conobbero e ne condivisero parte dell’avventura politica, per dare la misura di un lascito estremamente vitale e attuale in termini di pensiero e di concezione della politica. Ecco quindi, dopo i salu-

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timi mesi “vissuti conciliato con il grande sĂŹâ€?, che avrebbe pronunciato il 4 settembre. In seguito è toccato al giornalista Tonino Zana tratteggiarne i rapporti con Orzinuovi: rifuggendo programmaticamente dalla tentazione di creare un mito, ne è uscita l’immagine di un uomo dalla straordinaria statura intellettuale e concentrazione di pensiero, che lo rendevano quasi inaccessibile ai piĂš, con l’eccezione degli amici della giovinezza orceana e di pochissimi compagni di strada. Gli ultimi due interventi, affidati al sen. Guido Galperti e all’on. Bruno Tabacci, hanno riportato l’attenzione sull’ereditĂ politica di Martinazzoli, sia a livello regionale che nazionale: la dismissione della Dc e la creazione del Partito popolare ha consentito in seguito la collocazione di molti ex democristiani nello schieramento politico attuale; la generosa, perchĂŠ giĂ segnata, sfida a Formigoni per la presidenza della Lombardia testimonia una concezione “altaâ€? della politica. Quando il discorso, nelle parole dell’esponente dell’Api, vira sull’attualità è chiaro come il pensiero e l’esempio di questa figura diventino pietra di paragone per riflettere sulla politica odierna. Non solo ricordi quindi, offerti a quanti al termine della serata si allontanano dal centro culturale, ma “ormeâ€? da ripercorrere e meditare.

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Silvana Boldini, Stefano Gandaglia, Andrea Gussago, Giuseppe Malagni, Giuseppe Mordenti, Umberto Paraluppi, Mario Pasini e Giuseppe Prandini. Distintivi argento dorato (24 donazioni) sono stati dati a 10 avisini; distintivi argento (16 donazioni), a 19 avisini e Distintivi in rame (otto donazioni), a 13 avisini. “La nostra realtà – ha affermato il vicepresidente Renato Lavagnini nel suo intervento – continua ad essere molto attiva. L’avisino autentico, anche quando

cessa di donare il sangue per limiti di etĂ o altra causa, si sente sempre parte della grande famiglia di donatori. E ne va orgoglioso. Oggi si sente affermare, ed in parte è vero, che molti giovani, pur potendo, non donano il sangue perchĂŠ mancano i valori, la generositĂ , l’impegno e il sacriďŹ cio. Ma state certi che l’Avis non morirĂ perchĂŠ ha in sĂŠ quel valore intrinseco, quel legame spirituale che non verrĂ mai meno ďŹ nchĂŠ ci saranno persone bisognose di sangueâ€?. Dopo le premiazioni e la

Messa c’è stata la deposizione della corona al Monumento dell’Avis. Inoltre è stato compiuto un importante gesto di solidarietĂ . Gli operai e le maestranze della Cobo, assieme alla signora Antonietta Lombardi, vedova dell’avisino Guido Soldi (avisino benemerito con distintivo d’oro con rubino per le 78 donazioni), hanno devoluto all’Avis il denaro raccolto, come partecipazione al lutto, per la realizzazione di un progetto da deďŹ nire. (mtm)

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ono in corso dei progetti a Verolanuova per la conservazione e il riuso della chiesa dei Disciplini di Santa Croce. Il restauro è argomento di una serie di serate per far conoscere la situazione di degrado del tempio che risale al XV secolo. Il primo incontro è in calendario giovedĂŹ 6 ottobre alle ore 20.30, in Disciplina con interventi dell’arch. Franco Maffeis, autore dei progetti; del sovrintendente ai beni archeologici di Lombardia Andrea Breda; dell’archeologa Anna Denise Morandi; di Angelo Carini, dell’UniversitĂ statale di Brescia; dell’ingegnere strutturista Antonio Valva. Altro incontro mercoledĂŹ 20 ottobre, alle ore 20.30 con introduzione dell’arch. Franco Maffeis, relazioni: Floriana Maffeis, storico; Dario Benedetti dell’UniversitĂ di Brescia, centro di ricerca per l’archeometria; restauratori Fontana e Marchetti, dell’accademia Santa Giulia. Il primo documento storico in cui si fa riferimento ad una chiesa dedicata al martire San Lorenzo in Verolanuova è una carta di procura indirizzata al pro-prete, tale don Pietro, datata 1267; in effetti, le fonti non consentono di verificare se l’attuale chiesa fosse esattamente l’edificio citato, ma è certo che nel

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nel 1534 un intervento di riparazione dell’edificio costato 400 ducati d’oro. Nel 1625, anno della consacrazione della nuova chiesa (ora basilica di San Lorenzo), l’edificio venne assegnato ai Disciplini di S. Croce: la confraternita lo utilizzò come propria sede religiosa fino al 1797 quando venne soppressa dal governo provvisorio bresciano. A seguito dell’editto di Saint Cloud (1804) la chiesa perse anche il Cimitero che da sempre la circondava, per finire abbandonata per piĂš di un secolo e utilizzata come deposito per i materiali della parroc-

chia. “La Disciplina di Santa Croce è estremamente importante per la complessa stratificazione storica e le preziose opere d’arte che conserva, tra cui pregevoli affreschi e decorazioniâ€? commenta l’arc. Maffeis annotando che “l’edificio presenta numerose situazioni critiche dovute ad incuria che richiedono un’urgente analisi per mezzo di indagini diagnostiche mirate, unitamente al monitoraggio specifico dei parametri che condizionano il degrado dei materialiâ€?. Per questo il progetto indica una serie di interventi di specialisti e ricercatori per identificare i fenomeni di degrado e determinarne le cause. L’ultimo terremoto, che ha colpito la provincia di Brescia, ha purtroppo aggravato la struttura compromettendo la stabilitĂ e la sicurezza dell’edificio stesso (arco di copertura del presbiterio, matroneo, controsoffitto centinato settecentesco). Mancano del tutto gli impianti tecnologici. Al recupero hanno assicurato il sostegno la Fondazione Nocivelli, rappresentata dalla signora Bruna, la Fondazione Cariplo ed altri enti locali quali il Rotary Club Manerbio, sensibili all’arte ed alla cultura che a Verolanuova dispone di importanti presidi.

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ƒ†‡”Â?‡ŽŽ‘ ˜‡Â?–‹ Â†ÇŻÂƒÂ—Â–Â—Â?Â?‘ Una domenica al Castello di Padernello con l’evento del vino 2011. Appuntamento domenica 9 ottobre dalle ore 14 con le atmosfere acustiche del gruppo “Ale e le maschere di Stanislavskijâ€?: Un pomeriggio a tutta musica col conforto di “Mantua Wine 2011â€? che coinvolge l’universo sensoriale attraverso la combinazione dei suoi preziosi elementi:colori, sapori e storia. Un itinerario innovativo alla scoperta dei vini mantovani selezionati dal Consozio provinciale tutela vini della terra di Virgilio. Domenica 16 ottobre, invece, dalle 9.30 alle 18.30, il Castello ospita il mercato del “Buono, pulito e giustoâ€? con il “gustosoâ€? obiettivo di valorizzare i prodotti del territorio, alla riscoperta di tradizioni contadine invariate nel tempo, rispettose dell’ambiente, dei suoi tipici sapori genuini, e di prodotti lontani da soďŹ sticazioni.


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ƒÂ?‡”„‹‘ ƒ ˆ‡•–ƒ †‡Ž ‘•ƒ”‹‘ Domenica 9 ottobre, festa della Madonna del Rosario, alle ore 21, nella chiesa della Disciplina, omaggio alla Vergine Maria nell’arte della sacra rappresentazione. Va in scena “Madreâ€?. Diretto da Maria Rita Simone, “Madreâ€? è il racconto della Passione di Cristo dal punto di vista di colei che è testimone del martirio e martire al tempo stesso, e vede in scena una giovane attrice, Enrica Chiurazzi, portavoce del racconto-confessione della madre, guida e corpo della storia

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‘Â?’‹ƒÂ?‘ Dz ”–‡ ‡ …ƒ”‹–Â?dzǣ ‹Â? Â?‘•–”ƒ ‹Ž Ž‡‰Â?‘ †‡ŽŽ‡ Â?†‡ ora attraverso le azioni ďŹ siche, ora attraverso le parole e il canto. Lo spettacolo, tratto dai testi di San Bernardo di Chiaravalle, è la storia di Maria, custode del mistero divino, grembo di amore semplice, maestra di dolore ai piedi della croce. Una sofferenza umana che chiede di essere condivisa, raccontata e celebrata. A seguire “meditazione musicaleâ€? a cura di vari gruppi della civica associazione Santa Cecilia di Manerbio. L’ingresso è libero ďŹ no ad esaurimento dei posti disponibili.

L’associazione Don Bosco in collaborazione con l’Operazione Mato Grosso ha allestito la mostra “Arte e caritĂ â€?, una mostra di arredi realizzati a mano dalle popolazioni delle Ande, il cui ricavato andrĂ a sostenerne le condizioni di vita. Piccoli artigiani che diventano grandi, che diventano uomini, seguendo gli insegnamenti di Don Bosco. Ăˆ a lui che il salesiano padre Ugo de’ Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, si è ispirato per dare vita alla

cooperativa Artesanos Don Bosco del PerĂš. E ora, quei giovani sono diventati degli abili artigiani e le loro produzioni arrivano in Italia. Fino al 9 ottobre 2011 i mobili saranno in mostra presso lo Spazio Espositivo “La Peschieraâ€? in piazza S. Andrea a Pompiano. Orari di apertura da mercoledĂŹ a venerdĂŹ dalle 20.30 alle 22,30, sabato dalle 15 alle 22.30 e domenica dalle 9.30 alle 12.15 e dalle 15 alle 22.30. Per informazioni: Alberto e Nadia (030 3581195) e Saverio e Giuliana (030 2761352).

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opo la notizia diffusa nei giorni scorsi riguardante la situazione della Lombardia, in cui il suolo destinato ad uso agricolo è sceso sotto il milione di ettari, l’argomento dello sfruttamento del territorio continua a tenere banco, portato all’attenzione dell’opinione pubblica non solo dalle notizie relative alle grandi opere come i cantieri della Tav e della Brebemi, ma anche per progetti ad essi collegati: piĂš modesti, forse, ma che se considerati nel loro insieme destano preoccupazione. In questo contesto si inserisce l’assemblea pubblica organizzata – tra gli altri – da Legambiente e Movimento per la decrescita felice martedĂŹ 4 ottobre a Urago d’Oglio. In platea, dopo un intenso volantinaggio e inviti a tutte le autoritĂ locali, un centinaio di persone che hanno ascoltato con interesse le parole dei relatori, non mancando di intervenire con passione e vivacitĂ . Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, Dario Balotta, responsabile dei trasporti e Gabriele Pellegrini, esponente del Movimento per la decrescita felice, hanno esposto la situazione lombarda e bresciana con riferimento a due situazioni: il polo logistico in costruzione a Calcio e la nuova area edificabile inserita nel Pgt di Roccafranca. Per il primo si parla di una superficie di 345mila

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muni circostanti. Diverse le considerazioni che supportano l’opposizione ai due progetti e piĂš in generale alla politica di sfruttamento del suolo: “Oltre alle ragioni di carattere ambientale – afferma Gabriele Pellegrini – che pure sono validissime visto che ogni giorno in Lombardia vengono persi dieci ettari di terreno, di cui tre solo nel Bresciano, ora siamo supportati anche da motivi economici. Dal comparto edilizio giungono analisi che invitano al rallentamento, a causa del crollo dei prezzi degli immobili. Proponiamo una moratoria di tre anni a tutte le nuove costruzioni per consentire la vendita di quanto giĂ c’è, ed è molto, a un prezzo miglioreâ€?.

´/R VSHFFKLR H JOL DOWULÂľ Il cinema torna protagonista a Montichiari con “Lo specchio e gli altriâ€?, iniziativa giunta alla sesta edizione e il cui obiettivo è la promozione della conoscenza di aspetti sociali e culturali del territorio tramite la proiezione di pellicole dei grandi registi italiani; l’organizzazione è del Comune di Montichiari e di Montichiari Musei. “Anche tramite questi eventi – afferma il sindaco Elena Zanola – la nostra amministrazione vuole diffondere cultura in tutti i suoi aspetti e la prova è il ricco cartellone di appuntamenti che durante tutto l’anno si tengono in cittĂ , dalla rassegna estiva alla stagione teatrale passando per concerti, mostre e dibattiti. Invito, dunque, i monteclarensi a partecipare alla rassegna etnograďŹ ca al Museo Bergomi (nella foto) per scoprire la bellezza del cinema d’autoreâ€?. I quattro appuntamenti si terranno venerdĂŹ 7, 14, 21 e 28 otto-

bre, sempre con inizio alle ore 20 e ad ingresso libero; il protagonista di questa edizione è il regista Giorgio Diritti, autore di documentari e sceneggiati di grande impatto ed erede della tradizione cinematograďŹ ca di Ermanno Olmi, Pupi Avati e Federico Fellini. Si parte, come dicevamo, il 7 ottobre con la proiezione de “Con i miei occhiâ€?, pellicola che racconta l’avventura di un giovane ragazzo indio nelle foreste brasiliane, alla ricerca del fratello perduto. VenerdĂŹ 14 sarĂ , invece, la volta de “Il vento fa il suo giroâ€?: l’arrivo del pastore Philippe nel piccolo borgo di Chersogno, nelle Alpi occitane, divide la comunitĂ e innesca riessioni, gelosie ed incomprensioni. Saranno le fatiche lavorative di alcune famiglie delle valli cuneesi gli elementi che costituiscono la trama del terzo documentario “PiazzĂ tiâ€?, proiettato venerdĂŹ 21, mentre l’ultimo appunta-

mento, con “L’uomo che verrĂ â€?, narrerĂ della strage di Marzabotto del 1944 vista con gli occhi dei componenti di una famiglia bolognese: tragedia tra le piĂš efferate messe in atto dai nazisti durante il loro ritiro dall’Italia, è tuttora viva nella memoria degli abitanti del piccolo borgo appenninico. Prima dei quattro documentari sarĂ possibile degustare prodotti biologici del territorio bresciano, in collaborazione con l’associazione “La Buona Terraâ€?. Sempre il Museo Bergomi ospiterĂ , durante i mesi di ottobre e novembre, un corso di impagliatura sedie con un maestro cestaio, un evento che nella scorsa edizione fece il pieno di partecipanti. Per informazioni si può chiamare la segreteria di Montichiari Musei al numero 030/9650455 o il Museo Bergomi al numero 030/9650591; è possibile consultare il sito www. montichiarimusei.it.


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‘ƒ”‹‘ ‡”Â?‡ ––‡•ƒ ’‡” ÂŽÇŻ ––‘„”ƒ–ƒ L’Amministrazione comunale organizza, domenica 9 ottobre, la “32ÂŞ Ottobrataâ€?, il raduno degli Autieri d’Italia della Sezione di Vallecamonica. Con la benedizione di motoveicoli e autoveicoli civili e militari in onore al Patrono S. Cristoforo e al 150° dell’UnitĂ d’Italia. Alle 8 il raduno dei partecipanti e deposito motoveicoli e autoveicoli sul Piazzale Einaudi di Boario Terme; alle 10 la benedizione di motoveicoli e autoveicoli civili e

”‡Â?‘ ‘Â?˜‡‰Â?‘ •— Dz ƒ”Â?‡˜ƒŽ‹ ‡ ˆ‘Ž…Ž‘”‡ ƒŽ’‹Â?‘dz militari presso Piazzale Einaudi. Inquadramento e sďŹ lata per il Monumento Autieri d’Italia “Alza Bandieraâ€? e deposizione corona d’alloro con gli onori ai Caduti di tutte le guerre; alle 10.45 la sďŹ lata ďŹ no al Tempio “Madonna delle Neviâ€? per la Messa. Gli automezzi proseguono la sďŹ lata per le vie della CittĂ di Darfo Boario Terme. Alle 11 la Messa e deposizione corone d’alloro al Sacrario “Don Turlaâ€?. Alle 12.30 il pranzo presso l’Hotel S. Martino in Boario Terme.

L’8 ottobre, a Breno, presso il Palazzo della cultura di via Garibaldi, con inizio alle ore 9, si svolgerĂ il convegno “Carnevali e folclore alpinoâ€?, organizzato dall’associazione culturale LontĂ no Verde. L’incontro, che è inserito nella rassegna “Di lĂ dei monti – Incontri di studio sulle tradizioni alpineâ€? avrĂ come obiettivo quello di mettere a confronto diversi territori delle Alpi su un tema comune: quello delle manifestazioni

carnevalesche e delle particolari tradizioni che campeggiano lungo tutta la catena montuosa che divide l’Italia dall’Europa continentale. Abiti stravaganti, maschere spaventose, musiche e balli, tradizioni popolari legate a riti ancestrali, esseri mitologici che si aggirano tra le vallate delle Alpi: un mosaico di varietà e singolarità che meritano un’approfondita attenzione nel campo del mantenimento del

patrimonio locale. Relazioni, immagini, filmati, suoni, figure in costume. Il tutto impreziosito da una mostra fotografica. Tra gli argomenti trattati: il “BadalĂŹschâ€? di Andrista (Cevo); la “Scasada del ZenerĂš di Ardesio; il “Carneal Veccâ€? di Grosio; “l’Homo Salvadegoâ€?, il Carnevale di Sappada ed il “Carnevale di Bagolinoâ€?. Alla manifestazione parteciperĂ Italo Sordi dell’UniversitĂ Ca’ Foscari di Venezia.

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abato 8 ottobre la chiesa degli Alpini di Boario, dedicata alla Madonna delle nevi, ospita una serata con due cori maschili che propongono un repertorio in parte riservato ad ognuno dei due cori, in parte eseguito assieme. Il titolo della serata è “Uguali e Diversiâ€? e vuole essere un omaggio alla memoria di don Guido Maurilio Turla, fondatore del Tempio come ex-voto alla Madonna del Don, ma anche uomo di grande coraggio e umanitĂ , meritando sul campo la medaglia d’argento al valor militare sul fronte del Don nella Seconda guerra mondiale. Interpreti della serata saranno il “Coro Vallecamonicaâ€? del Gruppo Ana di Darfo, coro ufficiale della Sezione Ana camuna (presieduta da Giacomo Cappellini); e il Coro “La Pinetaâ€? di Costa Volpino che annovera, tra i suoi coristi, numerosi alpini. Il repertorio spazierĂ dalla tradizione degli alpini, al canto della montagna, alla canzone d’autore per cori maschili che cantano la polifonia popolare dell’Italia unita. Ed è proprio all’UnitĂ d’Italia che la serata vuole tributare un omaggio. Il titolo stesso del programma lo dice: essere uguali mantenendo le proprie diversitĂ , stare uniti nella stessa terra mantenendo le tipicitĂ che fanno lievitare il gusto delle cose, cantare assieme le stesse “canteâ€?, sapendo cantare anche le “proprieâ€? specifiche, senza ri-

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vasi, Puritani e tanti altri. Il Coro “La Pinetaâ€? raccoglie coristi dalla bassa Vallecamonica, dall’alto Sebino e dalla vicina Val Porlezza; il Coro “Vallecamonicaâ€? raccoglie coristi alpini da tutta la Vallecamonica. Insieme hanno il gusto del cantare approfondendo il repertorio, il senso dei testi poetici, dialettali, italiani e stranieri, hanno la stessa caratteristica di impostazione tecnica, hanno la stessa disciplina vocale e musicale, solida, ben costruita e consolidata. Sono cori che non cedono al facile effettismo, alla superficialitĂ del suono urlato e incomprensibile, che hanno saputo curare fino nel particolare tutta la gamma sonora del cantare in coro. Le due prove settimanali ed i tanti concerti che ognuno dei due cori realizza durante l’anno sono la base sulla quale si poggia un lavoro continuo e silenzioso. Ma molto produttivo e ripagato dal pubblico che sa di canto e che ama le cose belle. Nel concerto del 8 ottobre insieme daranno vita a un unico coro in una serata che si preannuncia diversa e piĂš suggestiva rispetto alle semplici serate di rassegne corali, dove spesso “l’ammucchiataâ€? di cori non permette di andare oltre la “claqueâ€?. SarĂ una serata per don Turla, per l’UnitĂ d’Italia, per la gioia del canto popolare italiano a voci pari maschili che cantano a cappella, insieme come un’unica voce. Il concerto è alle ore 21 e l’ingresso è libero.

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Ancora una volta la Sala Mostre del Centro civico di Castegnato ospita la mostra personale di un pittore bresciano; dopo Vittorio Trainini tocca alla giovane artista Chiara Beschi che espone le sue opere fino al 10 ottobre. La mostra è a ingresso libero; è organizzata con il patrocinio del Comune di Castegnato, assessorato alla cultura e propone dipinti appartenenti a tre cicli, intitolati “TraMeâ€?, “Gechiâ€? e “Silenziâ€?, che bene rappresentano le ricerche stilistiche intraprese

Di concerto con il gruppo Auser Erbusco Università della Liberetà , l’ufficio Cultura ha attivato anche i corsi autunnali per tutti i tesserati Auser. Fra le proposte ci sono ginnastica dolce e in piscina, corso di alfabetizzazione al computer, incontri di psicologia, corso di cucina, bricolage, corso di inglese e spagnolo, corso di filosofia e di storia e un corso di make-up. Tutti i corsi Auser saranno avviati fra ottobre e novembre (per informazioni, 327 4759052).

In occasione dei 50 anni della prima bottiglia, il Consorzio Franciacorta presenta “Intralci 1961-2011â€?, una mostra-evento che ripercorre, attraverso l’arte contemporanea, le tematiche e l’identitĂ del territorio della Franciacorta. Le opere saranno esposte alla Fondazione Mudima di Milano dall’1 al 22 dicembre 2011. Protagonisti del progetto, curato da Jacopo Perfetti di Art Kitchen, sono 10 artisti provenienti da differenti Paesi.

negli ultimi anni dall’artista. Chiara Beschi, nata a Brescia nel 1982, si diploma presso il Liceo scientifico sperimentale indirizzo artistico “A. Caliniâ€? nel 2001. Frequenta la FacoltĂ di Lettere e Filosofia e consegue la Laurea triennale in scienze e tecnologie delle arti e dello spettacolo presso l’UniversitĂ cattolica. Parallelamente alla formazione teorica porta avanti una ricerca personale attraverso l’acquisizione delle tecniche pittoriche.

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el cuore del centro storico di Rovato, da 10 anni, batte il cuore della solidarietĂ . In via Bettini, 21, a pochi passi dall’oratorio “San Giovanni Boscoâ€?, ha sede infatti la casa famiglia “Pane e Saleâ€?, capace di dare sostegno a cinque bambini sotto i 10 anni e a un paio di ragazze adolescenti. La realtĂ nasce dalla collaborazione tra l’Istituto Palazzolo delle Suore delle Poverelle e la Fondazione Angelini di Rovato e prevede la presenza costante di una coppia di educatori e di un’operatrice educativa in loro supporto. La “Pane e Saleâ€? gira attorno alla scelta di vita, prima ancora che professionale, fatta da una coppia di sposi, Antonio e Mary Baglioni. L’obiettivo del loro intervento, 24 ore su 24, è quello di “rispondere al bisogno dei minori coinvolti di sentirsi amati, di poter costruire una relazione significativa con una mamma e un papĂ , nel tentativo di far sperimentare al minore un clima di vita familiare sereno e accoglienteâ€?. I bambini presenti a Rovato, allontanati dal loro contesto familiare o bisognosi di un supporto educativo, sono ospitati all’interno di una suggestiva ex cascina ristrutturata. Entrare nella struttura è lasciare la confusione esterna e lasciarsi trasportare in un’oasi di tranquillitĂ . Al piano terra si trovano la cucina, il soggiorno, un bagno-lavanderia, uno

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bambini, comunque, l’attivitĂ della comunitĂ educativa punta a coinvolgere tutto l’universo familiare della capitale della Franciacorta, da anni particolarmente attento ai fenomeni del sostegno a chi è in disagio e alle politiche di affido. Proprio in questa logica è apparso normale, lo scorso 18 settembre, fissare alla “Pane e Saleâ€? la festa dedicata alle famiglie della cittadina che ha concluso il progetto annuale “Insieme nella rete: un gruppo sostiene l’altroâ€?. Il progetto è stato pensato e realizzato tra il 2010 e il 2011 da molte realtĂ e associazioni genitoriali di Rovato, con il coordinamento del Tavolo politiche giovanili di Rovato ed il supporto dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune: Associazione genitori Rovato, Gruppo genitori affidatari, Gruppo Semplicemente Insieme, Associazione Uno per Tutti, la stessa Casa Famiglia Pane e Sale, Auser, parrocchia Santa Maria Assunta e Fondazione don Carlo Angelini, ente capofila del progetto. Scopo del progetto, che ha ottenuto un finanziamento regionale, è quello di “far conoscere ai tanti genitori di Rovato le opportunitĂ aggregative, di animazione e di impegno attivo presenti per loro sul territorio e fare in modo che azioni di solidarietĂ e di volontariato, portate avanti dai vari gruppi, potessero ancor piĂš essere diffuse cosĂŹ da contagiare un numero sempre maggiore di cittadini rovatesiâ€?.

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ƒ”‡œœ‘ ––‘ ˜‘Ž‘Â?–ƒ”‹ ’‡” ‹Ž ‡”˜‹œ‹‘ …‹˜‹Ž‡ Â?ƒœ‹‘Â?ƒŽ‡ Si è aperto presso il Comune di Sarezzo il bando per la selezione di otto giovani volontari di servizio civile nazionale che opereranno presso il Comune. I giovani selezionati saranno impegnati per 12 mesi nella realizzazione di due progetti, che impiegheranno ciascuno quattro volontari. “Un primo progetto – dice Roberta Guerini, assessore ai Servizi di comunicazione – si chiama ‘Io per l’altro’ e vede il volontario operare come protagonista come risorsa

all’interno della rete di servizi alla persona. L’obiettivo del progetto è la tutela delle fasce piĂš deboli del territorio dell’ente, in particolare la popolazione anziana, le famiglie con anziani a carico, i minori, le persone in condizioni di disagio economico, attraverso la realizzazione di attivitĂ che offrano da una parte maggiori livelli di autonomia personale e di qualitĂ della vita possibile e dall’altra migliori opportunitĂ di relazione nel territorio. Due volontari verranno impiegati presso

la Rsa comunale e due volontari presso i Servizi sociali. Il secondo progetto – continua l’assessore Guerini – è ‘Mettiamo le radici’, per valorizzare lo straordinario insieme di opportunitĂ culturali e di ricerca, di lettura, formazione e apprendimento, aggregazione e tempo libero, rappresentato dai diversi servizi sul territorio, promuovendo una piĂš forte integrazione nella vita sociale con l’intento di ampliarne le fasce di utenza e valorizzare l’integrazione

funzionale di risorse, azioni, opportunitĂ , servizi. I quattro volontari verranno impiegati presso la bibliotecaâ€?. Per presentare la domanda occorre aver compiuto il 18° anno di etĂ e non aver superato il 28° (28 anni e 364 giorni) anno di etĂ alla data di presentazione della domanda. La domanda di partecipazione dovrĂ essere consegnata presso l’ufďŹ cio Protocollo del Comune di Sarezzo (piazza C. Battisti 4) entro le 14 di venerdĂŹ 21 ottobre. (a.a.)

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Udine, nei giorni scorsi, promosso generale di brigata, Luciano Zubani ha assunto il comando della legione Friuli Venezia Giulia dell’Arma dei Carabinieri: è nato a Marcheno Valtrompia il 23 luglio 1956 e nella storia conosciuta risulta essere il primo valtrumplino assurto a quel grado. A Marcheno la sua famiglia col padre Peppino e la mamma Marisa abitavano in un appartamento appena prima della Piazza nell’ex “Casa Gittiâ€? ora ristrutturata a farmacia. Nel 1959 si trasferirono a Gardone Valtrompia dove tuttora, perso prematuramente il padre due anni fa, ha la mamma ed i fratelli Cristina e Diego. Qui è rimasto fino al diploma all’Itis locale. Poi, brillantemente superate le selezioni per l’ammissione alla Accademia di Modena (1976), è stata tutta una corsa verso l’alto. Tenente va a Sacile in Friuli, poi a Piacenza, Ozieri. Dal 1992 al 1995 ha retto il Reparto Operativo del Comando provinciale di Sassari. Dopo tre anni a Roma presso l’Ufficio del servizio navale del Comando generale (dal 1995 al 1998), tenente colonnello comanda fino al 2001 il Gruppo a Udine. Dal 2002 al settembre 2006 con il grado di colonnello guida il 13° reggimento Friuli Venezia Giulia di stanza a Gorizia: missioni internazionali. Poliglotta, lauree in Scienze politiche e in Scienza della

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zare a tutti i livelli nazionali ed esteri. Dal marzo al luglio 2004 comanda il reggimento Msu (Multinational specialized unit) a Nassiriya (Iraq) dopo l’attentato che costò la vita a 17 militari italiani (oltre a due civili). Anche i corrispondenti esteri apprezzarono il suo garbo, i suoi interventi per i miglioramenti nel carcere iracheno ecc. Dal gennaio ad agosto 2006 è vicecomandante missione internazionale (TipH) al valico di Hebron (Cisgiordania), per supervisionare l’accordo di pace arabo-israeliano siglato nel settembre 1995. Segue una parentesi italiana da ottobre 2006 all’aprile 2009 al comando della Provincia di Vicenza: la stampa locale salutandolo ne tesserĂ le lodi di organizzatore ed i risultati raggiunti nella lotta alla criminalitĂ â€œdiminuzione dei reati e al contempo un incremento di arresti e denunceâ€?. Dal maggio al dicembre 2009 è comandante della Gtd (Gendarmerie training division), a Bagdad, per la formazione della Gendarmeria irachena con un contingente internazionale di istruttori. E non mancano i riconoscimenti nazionali ed esteri: civili (Cavaliere della Repubblica), Encomio solenne del Comando Generale dei Carabinieri per la missione a Nassiriya. Al ritorno nel 2010 è per nove mesi capo di stato maggiore della Regione Emilia Romagna e da ottobre a Chieti direttore del Cna (Centro nazionale amministrativo).

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domenica, dalle 15, al parco urbano di Bovezzo si possono gustare le caldarroste. Per il 14, 15 e 16 ottobre, giorni in cui si chiuderĂ la manifestazione, tutti gli eventi si terranno alla Pieve della Mitria di Nave. Il 14 gli stand aprono alle 18, dalle 20.30 la serata in musica; sabato 15 alle 15 l’apertura degli stand e la dimostrazione della potatura, mentre in serata, dalle 20.30, il ballo. Domenica 16, inďŹ ne, alle 8 la Santa Messa, alle 9 l’apertura

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ƒ”‡œœ‘ Dz Ž‹ Â˜Â‘Â‰ÂƒÂ†Â”Â‘Çł degli stand, alle 12.30 lo spiedo su prenotazione e dalle 15 l’esposizione dei macchinari per la lavorazione del marrone e lo spettacolo dei burattini; la serata si conclude alle 20.30 con il ballo. Il 15 e 16, invece, sarĂ quindi dato spazio agli stand gastronomici con la premiazione dei marroneti piĂš belli. E proprio durante gli ultimi tre giorni, chi fosse interessato a gustare frutti e arte, una guida porterĂ i turisti per visitare la chiesa della Mitria.

L’assessorato alla Cultura del Comune di Sarezzo organizza la presentazione del libro “Gli Avogadroâ€? di Brunello Galliano. L’appuntamento è per venerdĂŹ 14 ottobre alle ore 20.30 presso Palazzo Avogadro di Zanano in via Gremone, 2. L’incontro è curato dal prof. Carlo Sabatti. La serata sarĂ accompagnata dalla corale polifonica Gennanates. SeguirĂ buffet. Per ulteriori informazioni, telefonare al numero 0308901244.

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omenica 2 ottobre è stato inaugurato il nuovo oratorio San Giovanni Bosco di Lumezzane San Sebastiano. L’inaugurazione del centro si è aperta alle 17 con l’intervento del vescovo Luciano Monari, il quale ha celebrato la Messa e donato la sua benedizione nella nuova sala dedicata a papa Paolo VI. Certo è che il percorso per arrivare sino all’aspetto attuale è stato molto lungo. Per chi lo ricorda, non piĂš di 20 anni fa i giovani si riunivano in un piccolo centro parrocchiale che si costruiva dinanzi all’edificio centrale, ospitante le stanze per il catechismo maschile, e che presentava un campetto da calcio e un piccolo parco con qualche giostra per i piĂš piccoli. Con il passare del tempo, si sono aggiunti un campo da basket e uno da pallavolo, il bocciodromo ha lasciato spazio a un ampio salone per i ritrovi e per le feste parrocchiali e l’edificio principale si è ampliato. Ora l’oratorio è un vero centro polifunzionale che presenta una superficie di 6.294 metri quadrati in grado di ospitare numerosissime attivitĂ e finalmente i frequentatori hanno a disposizione anche un vero e proprio parcheggio, situato sotto l’entrata pedonale in via Vittorio Veneto, nell’area ex bocciodromo. Ecco gli interventi effettuati alla struttura: rimangono uguali il livello ospitante il bar e il cinema, men-

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quadrati, due nuove aule da 22 metri quadri ciascuna, i bagni e il deposito. L’interno del centro, quindi, è ora perfettamente a norma, sia per quanto riguarda l’aspetto legislativo (motivo per cui fu steso il progetto nel 2008) sia per ciò che concerne la praticitĂ nelle attivitĂ svolte, per le quali esiste oggi un’ampia scelta di spazi dettata dalla diversitĂ delle persone che vi si ritrovano. Nell’oratorio non si riuniscono solo bambini e giovani, ma queste sale sono anche sede di incontri per anziani, per adulti, per le associazioni impegnate in missioni di solidarietĂ e per le famiglie impegnate nel catechismo o nell’organizzazione della vita parrocchiale. Ciò che resta da ultimare riguarda l’aspetta esterno e interessa la realizzazione di un terreno sintetico per il campo da calcio. Il parroco don Giulio Gatteri è soddisfatto della struttura che può dirsi ultimata. Una struttura resa possibile grazie alla Regione che ha finanziato parte dei lavori e alla generositĂ dei concittadini che come sempre si sono dimostrati desiderosi di prendere parte al compimento del progetto. Ringrazia di cuore chi ha aiutato alla realizzazione di questo sogno, un sogno che appartiene a tutti coloro che amano ritrovarsi e che amano vedere i giovani passare le loro giornate in compagnia all’interno di un luogo sicuro e dalle molteplici opportunitĂ di svago.

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Inizia a Gavardo il corso base di protezione civile, negli spazi dell’auditorium della biblioteca comunale, in prossimitĂ del municipio. Al corso partecipano ben 85 aspiranti volontari, provenienti per lo piĂš dalla Valsabbia. Le future divise gialloblu andranno ad incrementare le ďŹ la di ben 12 realtĂ di protezione civile, fra gruppi comunali e associazioni. Nello speciďŹ co, per quanto riguarda Gavardo, questo aspetto

Un’interessante tavola rotonda coordinata dal Presidente del Rotary valsabbino Davide Donati ha illustrato i contenuti di una recente ricerca sviluppata da Valentina Sberna nel Comune di Vobarno per conto della cooperativa sociale Area sul tema della devianza in un campione di adolescenti. Inquietanti i dati forniti; su 324 giovani adolescenti, di etĂ cioè compresa fra 12 e 16 anni: il 57% ha dichiarato di aver giĂ consumato alcolici, mentre il 40% dichiara di

sarĂ ancora piĂš importante in quanto il corso permetterĂ di “diplomareâ€? 19 persone, fra uomini e donne, italiani e immigrati, che andranno a “servireâ€? il neonato Gruppo comunale di Protezione Civile, pronto ormai per muovere i primi passi. Non a caso la squadra gavardese è la piĂš numerosa all’interno del corso. L’iniziativa rientra nelle attivitĂ che la Provincia di Brescia promuove in collaborazione con l’Associazione comuni bresciani.

conoscere coetanei che fanno uso di sostanze stupefacenti. Il 96% utilizza il computer e l’81% lo usa per navigare in internet, fra questi il 47% lo utilizza da 1 a 3 ore al giorno mentre un 22% piÚ di 3 ore al giorno. Chi naviga sul web per il 77% lo utilizza per chattare (ed il 17% dichiara di aver poi incontrato amici conosciuti in chat), il 47% lo utilizza per scaricare musica. Di questi l’80% dichiara di non avere alcun controllo da parte dei genitori per l’utilizzo del pc a navigare.

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tempo di castagne e di vino nuovo, di polenta tiragna e dell’immancabile spiedo alla bresciana, ma anche dei nuovi profumi del prelibato tartufo... Ăˆ tempo di “Ottobre in festaâ€?, a Polpenazze, nei grandi spazi del Polo fieristico enogastronomico del Garda che dalle colline valtenesine di Picedo si affaccia alla gardesana Desenzano-Salò: una grande festa lunga un mese intero, dedicata alle prelibatezze del territorio in una cornice di intrattenimento dai grandi numeri. Una sirena che richiama il pubblico da ogni dove all’insegna della buona tavola e dello stare insieme a suon di musica, sport, spettacoli e intrattenimenti per tutte le etĂ . Un insieme calato sul verde tavolo da gioco della Valtenesi, tra ulivi e vigneti, in questi giorni al centro delle attenzioni di molti, per la vendemmia che volge al fine, dall’oramai storico “Sporting Club Felterâ€? di Puegnago, dedito ad organizzare feste dai grandi numeri, e pronto anche quest’anno ad inaugurare la stagione autunnale del Benaco. Nel grande ed accogliente polo espositivo, dotato di oltre 3.000 posti auto, dopo l’apertura della Festa dedicata a sua maestĂ lo Spiedo bresciano preparato con maestria sabato 1 e domenica 2, vanno in

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sabato sempre dalle 18 alle 23.30, e la domenica rimane in pista per tutta la giornata: dalle prime ore del mattino - con gli appuntamenti sportivi, cari al gruppo podistico Sport Felter animatore da oltre 30 anni di questi ritrovi -, e ad orario continuato fino alle 23.30, con il gong per il pranzo e la cena. Ogni sera e la domenica anche il pomeriggio, la festa si anima di musiche dal vivo e balli liscio e latinoamericano con orchestre, cantanti e scuole. A corollario, negli spazi fieristici, lunghe file di stand espongono prodotti artigianali, food e non food, di articoli per la casa e la persona. Anche la beneficenza ha un angolo importante, ad “Ottobre in festaâ€?: con la pesca degli “Amici della Guinea Bissauâ€? che presentano il loro progetto “Fanheâ€?, frutto dell’amore e di molte fatiche dedite a chi, nei luoghi tra i piĂš poveri al mondo, attende l’aiuto giĂ concretizzato in scuole, ambulatori, orti e pozzi d’acqua ed insegnamenti proficui. La conclusione di “Ottobre in festaâ€? è affidata dal 29 al 31 del mese al weekend di Halloween, che promette, accanto a intrattenimenti musicali e gastronomici, sempre gardesani, giochi, svaghi e attrazioni nel segno del‌ brivido. Programma completo sul sito www. ottobreinfesta.it.

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Due opportunitĂ per i giovani. Entro le ore 12 di venerdĂŹ 21 ottobre è possibile presentare la domanda per il servizio civile a Gavardo presso il museo o la biblioteca per il progetto dal titolo “Vivere la cultura in provincia di Bresciaâ€?. Due sono i posti disponibili per il progetto, che dura 12 mesi e che prevede lo svolgimento del servizio nel settore cultura presso il Museo civico archeologico della Valle

Il grande coinvolgimento popolare della gente di Prevalle per le tradizionali celebrazioni che vengono promosse a ricordo del voto fatto alla Madonna del Carrozzone dalla comunitĂ locale, in particolare quella della contrada di Baderniga, per scongiurare la ďŹ ne dell’epidemia di colera nel 1836 ha sorpreso un po’ tutti: il parroco don Vittorio Bonetti in prima ďŹ la. Due settimane ďŹ tte di processioni e di celebrazioni che sin dall’inizio

Sabbia (piazza San Bernardino 2 telefono 0365 371474; gavardo@ istituzionemuseale.191.it) o presso la Biblioteca civica (via G. Quarena 8 tel. 0365 371281 mail biblioteca.civica@comune. gavardo.bs.it). Possono partecipare tutti i cittadini italiani che abbiano compiuto il 18° anno e non abbiano compiuto il 28° anno di età alla data della presentazione della domanda. Per ulteriori informazioni, www. scanci.it

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hanno riempito le chiese, le strade e le case di Prevalle. Per l’occasione è stata realizzata un’opera che racchiude tutti i segni della storia legata al Carrozzone e le secolari insegne della parrocchia e del Comune: un’incisione dello scultore e incisore Giambattista Tregambe tirata con la tecnica dell’acquaforte in un centinaio di esemplari che suggelleranno la storia in occasione di questo 175° anniversario.

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i è tenuta a Vestone la seconda edizione della fiera Ris-par-mi-an-do, la fiera espositivo-didattica sui temi dell’ambiente, del risparmio energetico e delle energie alternative, patrocinata da ComunitĂ montana Valle Sabbia, Provincia di Brescia e i Comuni valsabbini di Vestone, Anfo, Bagolino, Barghe, Casto, Lavenone, Mura, Pertica Alta e Sabbio Chiese. La manifestazione, riguardanti temi quali ambiente, energie alternative, risparmio energetico, domotica e sicurezza, cultura locale, si è svolta lo scorso weekend da venerdĂŹ 30 settembre a domenica 2 ottobre presso l’oratorio, dove sono stati allestiti diversi stand su materiali e tecnologie per il risparmio energetico e le energie rinnovabili, domotica e sicurezza anche in una tensostruttura. Diversi gli eventi proposti sia per grandi che piccini insieme all’esposizione, grazie anche alla collaborazione di diversi gruppi presenti sul territorio come Alpini, volontari ambulanza e Vigili del Fuoco, Corpo musicale Vestone e Gruppo flora alpina valsabbina. Si sono tenuti anche alcuni interventi come quello di venerdĂŹ 30 “Economia della Valle Sabbia: quali opportunitĂ dalle nuove fonti energetiche?â€?, che ha visto intervenire

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la strada, dimostrazioni di pronto soccorso, prove di arrampicata su roccia e apertura del ponte tibetano a cura del Cai di Vestone, canti tradizionali e interessanti mostre sulla flora valsabbina e di opere realizzate dalle associazioni LegnoIdentitĂ e Bottega di Scultura di Pertica Bassa. Ăˆ stata dedicata, inoltre, una serie di eventi anche per i piĂš piccoli: spettacoli di burattini e di magia, trucca bimbi, visite guidate agli stand per le scuole e laboratori creativi a cura di alcune bibliotecarie del Sistema Bibliotecario Nord-Est Bresciano, presente con uno stand di libri per adulti e ragazzi con bibliografie a tema.

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/D FLFODELOH OXQJR LO ILXPH Percorrere una pista ciclabile con consapevolezza e una piccola guida ai posti e alle persone del passato: ecco il progetto “Il ďŹ ume e la fabbricaâ€?, realizzato dai Comuni valsabbini di Roè Volciano, Villanuova sul Clisi e Vobarno (nella foto) grazie al bando di Regione Lombardia 2010-2011 “Percorsi storico-letterari delle scrittrici e degli scrittori lombardi del Novecento: i loro territori, le loro gentiâ€?. “Ripercorrere il ďŹ ume e le colline lungo la pista ciclabile, conoscere le vicende della storia industriale fra l’Ottocento e il Novecento, rileggere racconti e testi che in passato hanno narrato di questo territorio per trarne i caratteri di originalitĂ e di identitĂ . Un innovativo sguardo nell’ambito delle accresciute sensibilitĂ odierne, per cogliere il ďŹ ume, la collina, il bosco, la grande fabbrica oggi luogo di archeologia

industriale analoghi a quelli in cui si trovarono gli autori quando diedero corpo alle opere. Presentato quest’estate con diversi eventi fra letture e spettacoli nelle diverse tappe, questo progetto mira a rendere piĂš consapevoli dei posti in cui si sta passando in bicicletta non solo i turisti ma anche gli abitanti del posto: con la piccola guida è possibile scoprire le cinque tappe. La prima è la Ferriera di Vobarno, la cui societĂ nasce nel 1871 ed è stata attiva ďŹ no agli anni Novanta del Novecento. A questa è collegata la ďŹ gura di Giuseppe Solitro (1855-1950), autore di molte opere storiche dedicate al territorio bresciano e del lago di Garda. La seconda tappa è dedicata alla ferrovia Rezzato – Vobarno e i suoi ponti di Tormini e Pompegnino, che risaliva il percorso del Chiese, a binario singolo, inaugurata nel 1897

e smantellata nel 1976. A questa è collegata la ďŹ gura di Lorenzo Gigli (1889-1971), scrittore e giornalista. Terza tappa il cotoniďŹ cio di Roè, la cui attivitĂ iniziò nel 1882 e si concluse nel 1958, dopo aver occupato, nel periodo di massima produzione, arrivò a occupare 1294 operai. La ďŹ gura afďŹ ancata è quella di Eugenio Bertuetti (1895-1964), scrittore e commediografo. Quarta tappa il cotoniďŹ cio di Villanuova sul Clisi, attivo dal 1883 ďŹ no al 1992, 110 anni di attivitĂ : qui conosciamo il maestro del lavoro e poeta Vittorino Ravasio (1907-1982). Ultimo stop il laniďŹ cio di Gavardo, aperto nel 1889 e chiuso nel 1977 e la presentazione della ďŹ gura di Arnaldo Baruzzi, ricordato per i suoi fondi pubblicati sul Popolo di Brescia proprio sul ďŹ ume e le sue sponde. Il sito ufďŹ ciale http://ilďŹ umeelafabbrica.secoval.it.


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ÂŽ †‘…—Â?‡Â?–‘ ƒŽŽ‡ ‡Â?—Â?…‹ƒœ‹‘Â?‹ †‹ ’”‹Â?…‹’‹‘ ƒ‹ ˆƒ––‹ “Gli obiettivi principali del Piano regionale 2010-2020 per le persone con disabilitĂ â€? sono: garantire piena dignitĂ di esistenza a tutti i cittadini, promuovendo un ambiente favorevole che coinvolga tutti i settori della societĂ (sanitĂ , educazione, lavoro, mondo dell’impresa, terzo settore, enti e istituzioni locali, trasporti, tempo libero, ecc); realizzare un ambiente sempre piĂš capace di sostenere concretamente la volontĂ delle persone con disabilitĂ di perseguire

la propria realizzazione personale e sociale. Ăˆ inaccettabile infatti avallare l’idea che alcune condizioni di salute o di disabilitĂ rendano indegna la vita e trasformino il malato o la persona con disabilitĂ in un peso sociale. A sette mesi dalla presentazione ufďŹ ciale del Piano sono giĂ diverse le azioni intraprese sui diversi fronti. Nella delibera delle regole 2011 è stata prevista, per esempio, la realizzazione di accessi e di percorsi dedicati alle cure ospedaliere delle persone

con disabilitĂ in almeno una azienda ospedaliera per Asl. Entro pochi giorni, poi, sarĂ attivato un sito internet dedicato www. liberidiesserelombardia.it “Regione Lombardia – ha detto Mario Melazzini – è la prima in Italia che sta realmente trasformando in fatti concreti una legge dello Stato che è la numero 18 del 3 marzo 2009, ossia la ratiďŹ ca della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilitĂ â€?.

la Crs e facilitare l’accesso ai serviziâ€?. “Grazie a questo piano – ha aggiungo Boscagli – tutte le politiche regionali sono coordinate per rispondere ai bisogni delle persone con disabilitĂ . Il fascicolo ‘Liberi di essere’ si rivolge a tutti i cittadini lombardi e non certo solo a quelli giĂ colpiti da una qualche forma di disabilitĂ e serve a far capire quello che Regione Lombardia fa per venire incontro alle esigenzeâ€?. “Sul fascicolo ‘Liberi di essere’ – ha spiegato Mario Melazzini – non c’è nessun simboolo relativo alle persone disabili perchĂŠ il Piano regionale è per i cittadini lombardi tutti. La cultura secondo cui i disabili vivono in un mondo parallelo va ab-

battutaâ€?. Il presupposto fondamentale che sta alla base del Piano è infatti il concetto che la disabilitĂ non è il problema di un gruppo minoritario all’interno della comunitĂ , ma una condizione che ognuno può sperimentare durante la propria vita.

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iberi di essere: è questo il titolo dell’opuscolo informativo realizzato dalla Regione per rendere noti a tutti i cittadini scopi e contenuti del “Piano d’azione regionale 2010-2020 per le persone con disabilitĂ â€?, presentato ufficialmente lo scorso mese di febbraio. La pubblicazione sarĂ distribuita a tutti i cittadini lombardi attraverso diversi canali (Asl, ospedali, Sedi territoriali regionali, reti comunali, reti delle associazioni, terzo settore, diffusione via web, ecc). “La campagna di comunicazione - ha spiegato il presidente della Regione

Lombardia Roberto Formigoni, in una conferenza stampa tenuta insieme all’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e SolidarietĂ sociale, Giulio Boscagli e a Mario Melazzini, coordinatore del Gruppo di Approfondimento Tecnico regionale – è solo una delle molte iniziative previste dal ‘Piano d’azione regionale 2010-2020 per le persone con disabilità ’. Questo programma decennale, che ha visto la partecipazione di tutte le Direzioni Generali della Regione, è nato per realizzare un coordinamento forte delle politiche a favore dei disabili, per assicurare a ciascuno pari op-

portunitĂ di realizzazione e garantire elevati standard di qualitĂ della vitaâ€?. In Lombardia, secondo le ultime stime, ci sono circa 365mila persone con disabilitĂ , di cui 27mila circa in etĂ scolare. Ogni anno Regione Lombardia stanzia 400 milioni di euro per realizzare interventi a favore di questi cittadini. Tra gli interventi giĂ in fase di realizzazione, Formigoni ha ricordato “la creazione, in almeno un ospedale per ogni Asl, di percorsi dedicati ai disabili per le cure, sulla scorta di quanto giĂ messo in atto al San Paolo di Milanoâ€? e l’istituzione di un Gruppo di lavoro “per potenziare l’utilizzo del-

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‘Â?•‹‰Ž‹ ˆˆ”‘Â?–ƒ”‡ Žǯ‹Â?ˆŽ—‡Â?œƒ •‡Â?œƒ ƒŽŽƒ”Â?‹•Â?‹ Con l’arrivo dell’autunno hanno preso il via anche le campagne di informazione per l’inuenza di stagione che, a detta degli esperti, quest’anno dovrebbe essere meno aggressivo di quella degli anni precedenti. In attesa che il mondo delle sanitĂ fornisca maggiori informazioni sul ceppo del virus e si lanci in previsioni sul numero di italiani che saranno costretti a letto, giĂ arrivano i primi consigli su

come affrontare l’inuenza. Un primo suggerimento è quello di non ricorrere agli antivirali, farmaci che hanno conosciuto un’impennata nelle vendite in occasione dell’allarme viaria prima e della suina poi. Si tratta di farmaci particolarmente costosi e completamente a carico del paziente. Hanno un impatto molti limitati sulla durata dei sintomi. Secondo alcuni studi, infatti, potrebbero arrivare al massimo a ridurre di un giorno

il decorso dell’inuenza. Altre ricerche hanno poi stabilito che la maggiore efďŹ cacia degli antivirali si veriďŹ ca quando gli stessi sono assunti nelle 48 ore succesive alla comparsa dei primi sintomi, un lasso di tempo troppo breve per distinguere l’inuenza da una piĂš banale raffreddore e non certo sufďŹ cienti a passare dal medico di base per una visita a la prescrizione della ricetta da esibire in farmacia.

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’Azienda ospedaliera di Desenzano del Garda ha avviato da qualche mese, tramite l’UnitĂ operativa di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’Ospedale di Leno diretta da Carlo Benvenuti, un progetto di ricerca-azione mirato al potenziamento cognitivo dei bambini in etĂ scolare, basato sulla teoria Pass di A. Lurja che identifica quattro processi fondamentali alla base dell’intelligenza: pianificazione, attenzione, simultaneitĂ , successione. Il progetto è sostenuto da piĂš soggetti finanziatori: il Centro territoriale risorse handi-

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insegnanti, clinici e psicologi che, con la supervisione degli operatori dell’Uonpia e dei ricercatori dell’università di Firenze, metteranno a punto materiali e/o percorsi di intervento in grado di potenziare i processi cognitivi per intervenire a favore degli alunni della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado con disturbi dell’apprendimento. Gli interventi di potenziamento saranno preceduti da una valutazione dei processi cognitivi effettuata dall’Uonpia utilizzando il test Cognitive Assessment System (Cas), messo a punto dal prof. J. Naglieri (esperto statunitense e relato-

re di un importante convegno tenutosi a Desenzano nel 2009) che potrebbe coinvolgere anche altri alunni senza disturbi accertati, in chiave di prevenzione. Il ruolo degli specialisti dell’Uonpia e dei ricercatori dell’universitĂ , guidati dal dr. S. Taddei che ha adattato il test Cas-Naglieri per l’Italia, è di formare e informare gli insegnanti coinvolti tramite incontri di confronto-riflessione e un lavoro condiviso. L’intervento è rivolto anche ai minori migranti essendo il test di tipo “non verbaleâ€? e quindi transculturale. “La Pass – sottolinea Carlo Benvenuti – si propone come teoria neuropsicologi-

ca che consente di ridefinire il concetto di intelligenza umana, quale valida alternativa alla tradizionale nozione di quoziente intellettivo, in quanto propone una visione multidisciplinare e dinamica dell’intelligenza. Il metodo ha mostrato una forte correlazione con il profitto scolastico in cui, per eccellenza, si manifestano le difficoltà di apprendimento e offre valide indicazioni sull’efficienza dei sistemi cognitivi stessi�. Tramite il progetto verranno messi a punto percorsi volti al potenziamento cognitivo di tutta la classe migliorando l’apprendimento e riducendo il disagio scolastico.



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In quel tempo, GesĂš, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: ÂŤIl regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo ďŹ glio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: Dite agli invitati: “Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono giĂ uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!â€?. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle ďŹ amme la loro cittĂ . Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozzeâ€?. (...)

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l principio dell’incomprensione. I protagonisti di questa parabola possono essere collocati alla stessa distanza dal padrone: i primi, gli invitati che rifiutano, stanno da una parte, gli altri, quelli che entrano al banchetto, dall’altra. Ad accomunarli è l’invito; a distinguerli il risultato: i primi rifiutano, i secondi accettano. Ma lievissima, quasi impalpabile, è la linea che li divide, molto piĂš labile di quella che potremmo immaginare a prima vista. In entrambi i casi gli invitati non capiscono: i primi rifiutano, i secondi entrano ma senza sapere perchĂŠ. Chiamati, spinti, forzati perfino a entrare perchĂŠ la sala si riempia. Limite dell’amore e della volontĂ di Dio: che il Regno si riempia. Anche se gli invitati, quelli che capiscono, non hanno capito e hanno rifiutato. Ăˆ il primo elemento di incomprensione dell’amore di Dio. L’altra incomprensione sembra meno colpevole perchĂŠ è accettazione, ma di qualcosa che

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´1RYD LPSHQGHWÂľ DQFRUD DWWXDOH “Un nuovo flagello minaccia e in gran parte giĂ colpisce il gregge a noi affidato, e piĂš duramente la porzione piĂš tenera e piĂš affettuosamente amata, cioè l’infanzia, gli umili, i lavoratori meno abbienti‌ Parliamo della grave angustia e della crisi finanziaria che incombe sui popoli e porta in tutti i Paesi ad un continuo e pauroso incremento della disoccupazioneâ€?. “Vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per la gravitĂ della crisi del mercato del lavoro. Intorno al mondo, ci sono duecento milioni di persone senza lavoro‌La crisi del lavoro colpisce in modo particolarmente forte i gruppi piĂš vulnerabili, tra cui i giovani e i precariâ€?. I due passaggi sopra riportati appartengono a due documenti diversi. Il secondo è l’inizio del mes-

saggio congiunto che Angel GurrĂ­a, segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), e Juan Somavia, direttore generale dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), hanno indirizzato alla presidenza di turno francese del G20. Il primo, invece, è di 80 anni fa. Ăˆ l’inizio dell’enciclica Nova impendet, promulgata da Pio XI (nella foto) il 2 ottobre del 1931, quando nel mondo e in Europa ancora perduravano, anzi si acuivano, gli effetti devastanti della crisi economica e finanziaria (la “grande depressioneâ€?) prodotta dal crollo della borsa di New York del 1929. Enciclica delle piĂš brevi e meno note, la Nova impendet, ma di sorprendente attualitĂ , a dimostrazione che molti documenti pon-

tifici conservano la loro validitĂ a distanza di anni, anche perchĂŠ l’odierna situazione mondiale presenta molte analogie con quella di 80 anni fa. Pio XI, che nello stesso anno aveva firmato la Quadragesimo anno (15 maggio 1931) sui problemi sociali dell’occupazione e del lavoro, nel solco della Rerum novarum di Leone XIII, nella Nova impendet rivolge un accorato appello, a “quanti hanno sensi di fede e di amore cristianoâ€?, per una “crociata di caritĂ e di soccorsoâ€? in favore dei colpiti dalla piaga della disoccupazione, crociata la quale “mentre provvederĂ a sfamare i corpi, darĂ insieme conforto ed aiuto alle anime; farĂ in esse rinascere la serena fiducia, allontanando quei tristi pensieri che la miseria suole infondere negli animiâ€?.

sfugge. Si è dentro. Si è alla festa ma estranei finchĂŠ non si indossa l’abito nuziale. Altra sovrabbondanza dell’amore di Dio che potrebbe prendere il nome di Provvidenza. C’è tutto. C’è fin troppo. E il padrone sa che ha fatto bene e che quella follia di voler avere tutto pieno, anche se di inconsapevoli, corrisponde alla sua volontĂ di pienezza per quella festa destinata al figlio. Per lui non c’è misura. E nulla può rovinare la festa, nemmeno il rifiuto dei primi invitati. Nemmeno la nullitĂ di quelli che sono entrati alle nozze. Nemmeno il supplemento dell’abito nuziale. Ma tutto deve essere pienezza. Cacciata fuori l’incomprensione c’è la festa. Perfetta come dev’essere. Invece quel solo convitato senza abito nuziale segna la certezza che l’incomprensione è anche lĂŹ. Nemmeno l’amore piĂš perfetto può costringere alla risposta d’amore. Quell’invitato senza abito nuziale ha rifiutato qualcosa. Non ha accettato quel tipo di amore, di

chiamata. Ăˆ lĂŹ senza esserlo perchĂŠ è come quelli che hanno rifiutato. Infiltrato senza merito o furbo senza furbizia. Quanti ne ha chiamati il padrone? E quanti sono entrati? Ma quel solo continua ad essere l’immagine dell’imperfezione del nostro rispondere a Dio, nonostante Lui ci metta addosso tutto il suo amore. Con lui entra nel Regno l’impossibilitĂ a creare un equilibrio tra chiamata di Dio e risposta dell’uomo. Quella festa per il Figlio che è la riconciliazione di Dio con il mondo in Cristo continua ad essere imperfetta fino alla fine dei tempi, con la nostra personale incoerenza a quella chiamata e la pervicace volontĂ sua di amarci. Ăˆ lo snodarsi di questo invito continuo a stare con Lui che ci vede nella veste degli uni o degli altri protagonisti; ma pur sempre è il bisogno di una risposta quello che anima l’agire di Dio. CosĂŹ sono molti i chiamati e ma pochi gli eletti: un dramma che non è dell’uomo solamente, ma soprattutto di Dio.


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ÂŽ ’ƒ–”‹Â?‘Â?‹‘ †‡‹ …ƒ––‘Ž‹…‹ “Non c’è nessuna iniziativa volta a costituire, promuovere o organizzare un partito di cattolici, invece avvertiamo la responsabilitĂ della presenza cattolica nel Paese per poter mettere a disposizione di tutti il grande giacimento culturale e il patrimonio di valori di cui la comunitĂ cristiana è depositariaâ€?. CosĂŹ ha risposto, nella conferenza stampa conclusiva dei lavori del Consiglio episcopale permanente, mons. Mariano Crociata (nella foto), segretario generale della Cei, alla

domanda se per i vescovi italiani si aprisse una stagione di attivismo in politica. “In questa fase convulsa e accelerata della storia – ha precisato – il mondo cattolico continua a rappresentare una presenza di ampio radicamento e di diffusa presenza. Si respira una forte consapevolezza che non possiamo tenere per noi questo patrimonio culturale, spirituale e sociale e quindi i vescovi hanno sottolineato l’importanza che tutti i cattolici, e non solo loro, possano convergere

attorno a questi valori fondamentali, per dare un contributo atteso a superare le odierne gravi difďŹ coltĂ â€?. Mons. Crociata ha precisato, a proposito dei “valori non negoziabiliâ€?, che “la dottrina non è un vestito stagionale che si indossa o meno secondo le modeâ€?. Circa i rapporti col Governo in carica, ha affermato: “La Cei notoriamente non fa i Governi e nemmeno li manda a casa. Attribuire alla prolusione del presidente un’intenzione del genere è del tutto

fuori luogoâ€?. Sono stati poi toccati i temi della scuola cattolica: â€œĂˆ una falsitĂ dire che i contributi pubblici ad essa sottraggano risorse alla scuola statale, perchĂŠ in realtĂ per i conti pubblici la scuola cattolica ha un costo enormemente inferiore rispetto a quella stataleâ€?. Circa il tema degli abusi sessuali da parte di chierici, ha precisato che è stata prodotta una bozza di documento per l’applicazione nazionale delle “linee-guidaâ€? emanate dalla Santa Sede. (A cura di Luigi Crimella)

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iamo dinanzi a una situazione paradossale; emerge il distacco dalla religione cristiana e sembra rinnovarsi il senso per una ricerca del sacro e del religioso; si afferma che la fede non può avere alcuna voce quando si parla di vita privata, pubblica o sociale, eppure riusciamo a riempire le cittĂ con le iniziative pubblicheâ€?. Lo ha ricordato, il 30 settembre, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, intervenendo all’Assemblea plenaria del Ccee a Tirana. Per mons. Fisichella, purtroppo “l’esistenza personale si costruisce ormai prescindendo dall’orizzonte di fede che è relegato a un ambito privato senza incidere nella vita delle relazioni interpersonali, sociali e civiliâ€?. La religione, ha spiegato, “non viene negata, ma pensata con un suo ruolo ben delimitato; interviene solo in parte e marginalmente nel giudizio etico e nei comportamentiâ€?. Insomma, “si è venuta a creare una situazione completamente nuova in cui si vogliono sostituire gli antichi valori, soprattutto quelli espressi dal cristianesimoâ€?. “In un orizzonte di questo tipo, in cui l’uomo viene a occupare il posto centrale, baricentro di ogni forma di esistenza – ha avvertito il presidente del Pontificio Consiglio –, Dio diventa un’ipotesi inutile e un concorrente da evitareâ€?. Ma se “Dio ha perso la centralitĂ che possedevaâ€?, “l’uomo stesso ha perso il suo posto. L’eclissi del senso della vita riduce l’uomo a non sapersi piĂš collocare, a non trovare piĂš un posto all’interno del creato e della

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societĂ â€?. In questo contesto, “è necessario che la nuova evangelizzazione si faccia carico di contenuti capaci di mostrare che l’enigma dell’esistenza personale non si risolve rifiutando il mistero, ma scegliendo di immettersi in essoâ€?. Per quanto riguarda l’Europa, secondo mons. Fisichella, “si presenta una situazione paradossale evidente. Nel tempo in cui essa viveva di valori condivisi, possedeva una forte identitĂ che la rendeva facilmente riconoscibile nonostante i confini territoriali. In questi anni, invece, mentre sono stati abbattuti i confini e quindi poteva essere favorito un processo di unificazione, si assiste al moltiplicarsi delle differenze e all’aumento degli estremismi: la frammentarietĂ

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Eppure, “il cristianesimo è una condizione obbligatoria per comprendere coerentemente storia e attualitĂ dei nostri Paesiâ€?. Secondo mons. Fisichella, “vivere d’indifferenza, agnosticismo e ateismo non solo non consentirĂ mai di giungere a una risposta sul tema fondamentale del senso della vita, ma non permetterĂ neppure di centrare l’obiettivo dell’effettiva unitĂ delle nazioniâ€?. Dunque, “non è emarginando nĂŠ esorcizzando il cristianesimo che si potrĂ forgiare una societĂ miglioreâ€?. Il cristianesimo “ha infuso valori e plasmato le cultureâ€?, ma negli ultimi decenni “questi valori si sono ossidati e rischiano di essere sottoposti a uno struggente logorio non per il trascorrere degli anni, ma per la corrosione operata da fenomeni culturali e legislativi che minano il tessuto sociale. Avere spalancato le porte a presunti diritti individuali non ha portato a maggior coesione sociale nĂŠ tanto meno a un crescente senso di responsabilitĂ â€?. “La nuova evangelizzazione deve entrare in questo contesto culturale che forma la mentalitĂ di generazioni di personeâ€? con “il compito di produrre un pensiero che sia in grado di gettare le fondamenta per un’epoca che darĂ cultura impregnata di fede alle future generazioni, permettendo loro di vivere nella genuina libertĂ perchĂŠ proiettate verso la veritĂ â€?. “La nuova evangelizzazione – ha affermato mons. Fisichella – è una chance che viene offerta per leggere e interpretare l’attuale momento storico e per far diventare straordinaria un’attivitĂ ordinaria della Chiesaâ€?.

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´0LVVLRQH PHWURSROLÂľ “Missione metropoliâ€?. Ăˆ un’attivitĂ che nasce per indicare un percorso anche al Sinodo dei vescovi per l’ottobre 2012. “In questo primo momento – ha raccontato mons. Rino Fisichella, presidente del PontiďŹ cio consiglio per la nuova evangelizzazione – saranno coinvolte 12 diocesi che hanno offerto la loro disponibilitĂ : Barcelona, Bruxelles, Budapest, Colonia, Dublino, Lisbona, Liverpool, Parigi, Torino (nella foto il Duo-

mo), Varsavia, Vienna, Zagabria. Essa prende avvio da esperienze che sono state giĂ vissute da alcune diocesi. In particolare, la missione cittadina di Romaâ€?. Facendo tesoro di queste esperienze, “abbiamo pensato di far compiere un percorso comune a queste 12 diocesi nello stesso periodo della prossima Quaresima, per offrire un segno all’Europa che la Chiesa vive di unitĂ e ne presenta momenti concreti di attuazioneâ€?.

L’iniziativa si sviluppa in una serie di tappe: la lettura continuata del Vangelo di Marco; la catechesi del vescovo, che avrĂ come luogo la cattedrale e come destinatari principali i catecumeni, le famiglie, i giovani; il sacramento della riconciliazione; la lettura del testo delle “Confessioniâ€? di Sant’Agostino; la caritĂ , con un gesto concreto, con particolare riferimento alla situazione di siccitĂ di alcuni Paesi dell’Africa.


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della Valle, dall’estremitĂ nord di Malonno e Cedegolo a quella sud di Lovere. Questo l’itinerario: partendo da Niardo, e in particolare dalla casa natale del Beato Innocenzo, si è passati per Losine (antica Via Valeriana), Malegno, Ossimo Inferiore, Santuario dell’Annunciata, Angone, Piamborno, Berzo Inferiore, chiesa della SS. TrinitĂ , chiesa di S. Lorenzo per arrivare a Bienno alla casa della Santa Geltrude Comensoli. All’incirca 35 km di sentieri, strade sterrate e

bosco, ammirando il paesaggio e condividendo le emozioni. In questo cammino sono state fatte sette soste (uno dei numeri signiďŹ cativi nella Bibbia) ma sette sono i Santi e Beati della Valle Camonica: Innocenzo, Gertrude Comensoli, Annunciata Cocchetti, Mosè e Giuseppe Tovini, Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa. Ogni sosta corrispondeva al ricordo di un Santo o di un Beato, ripercorrendo la sua storia e le tracce che ha lasciato su questa terra tramite il bene compiuto.

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ul tema delle unitĂ pastorali il vescovo Monari sta incontrando i laici e i sacerdoti delle cinque macrozone della diocesi all’interno di “Popolo in camminoâ€?, la terza tappa di AgorĂ . VenerdĂŹ 30 settembre presso la Sala della comunitĂ di Inzino si è svolta la prima serata. Davanti a un folto pubblico, circa 300 tra laici, sacerdoti e consacrati, mons. Monari ha tracciato le linee guida che porteranno le nostre parrocchie al Sinodo diocesano del 2012, presentando le ragioni della scelta che la nostra diocesi sta da tempo maturando e condividendo con i presenti in sala aspettative, dubbi, considerazioni che tale scelta inevitabilmente comporta. Prima di presentare i due argomenti principali, le unitĂ pastorali e il Sinodo, il Vescovo ha voluto puntualizzare alcuni obiettivi del cammino della Chiesa dei nostri tempi. Un cammino caratterizzato dalla varietĂ dei carismi presenti in essa ma, contemporaneamente, basato sulla certezza che la Chiesa è una, nella dignitĂ e nella vocazione. La responsabilitĂ di tutti i battezzati, ha sottolineato e ripetuto piĂš volte, è edificare il corpo di Cristo, ossia concorrere a rendere tangibile a tutti la presenza del Signore nel mondo, nei vari ambiti in cui il cristiano è coinvolto, in primis in famiglia, nelle scelte economiche, fino ad arrivare alle sfere della politica e della cultura.

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di rendere sempre piĂš possibile, bella e feconda l’unitĂ dei battezzati in Cristo. Monari ha quindi presentato le unitĂ pastorali come un passo necessario per le nostre parrocchie, attualmente ancora basate sul binomio parrocchia-parroco. In un mondo che corre e cambia rapidamente, ha constatato il Vescovo, è auspicabile che il messaggio evangelico percorra nuove strade, proprio per essere sempre piĂš efficace e vissuto. Se da un lato non ci saranno piĂš confini tra parrocchie, venendo meno quindi la capillaritĂ della Chiesa sul territorio concepita come lo è tuttora, le unitĂ

pastorali potranno promuovere attivitĂ pastorali che, per varie ragioni, molte comunitĂ hanno abbandonato o non riescono a mettere in pratica. Non si tratta, come ha ben spiegato il vescovo Luciano, di cancellare le parrocchie; si tratta invece di rivedere la programmazione pastorale nei suoi molteplici aspetti, affinchĂŠ possa rispondere alle nuove necessitĂ di tutti. Il progetto delle unitĂ pastorali vuole che le parrocchie si aprano le une verso le altre, creando momenti di comunione e, contemporaneamente, permettendo alle nostre comunitĂ di scoprire le proprie identitĂ .

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,O FDPPLQR GL VSLULWXDOLWj GHO Agli inizi di un nuovo anno pastorale il Vescovo ci invita a pregare “PerchĂŠ la Chiesa bresciana viva la preparazione al Sinodo diocesano come comunitĂ in cammino nella preghiera, nel confronto e nella missioneâ€?. Ăˆ questa l’intenzione affidataci a livello diocesano, che terremo presente tanto a livello personale, quanto nelle iniziative che, secondo un metodo collaudato – ma aperto alle opportune

innovazioni – ci consentiranno di continuare il “camminoâ€? di spiritualitĂ , proposto dall’Apostolato della preghiera (la presidente è Anna Maria Toscani Guarneri), a servizio di tutte le vocazioni e illuminato dall’amore del Cuore di GesĂš e di Maria. Durante l’anno verranno perciò offerti alcuni momenti di riflessione, di adorazione, di formazione, di confronto. Il primo appuntamen-

to con il ritiro e l’assemblea è per mercoledĂŹ 26 ottobre dalle 9.30 alle 17 presso il Centro pastorale Paolo VI. Dopo il riuscito pellegrinaggio a Paray-le-Monial, Ars e TaizĂŠ, quest’anno proponiamo una meta piĂš vicina, raggiungibile in una sola giornata: Betania del S. Cuore (ispirata da Luisa Margherita Claret de la Touche, figura che vale la pena di conoscere, specialmente

per il suo amore al Cuore di GesĂš e l’impegno per la santitĂ dei sacerdoti), situata a Vische, nel Canavese. Questo in attesa forse di un pellegrinaggio in Terra Santa come richiesto da alcuni dei partecipanti agli incontri (aperti a tutti) dell’Apostolato della preghiera. La Gdsc (Giornata diocesana per la santificazione del clero) sarĂ sabato 16 giugno nella basilica di Botticino Sera, nella “sciaâ€? dell’An-

no tadiniano. Prosegue anche l’ora di adorazione eucaristica (dalle 17 alle 18) per le vocazioni presso la cappella del Santissimo Sacramento dalle suore ancelle della CaritĂ di via Moretto 35. Il primo incontro è mercoledĂŹ 19 ottobre, il secondo il 16 novembre e il terzo il 21 dicembre; l’ora di adorazione prosegue anche nel 2012. Per informazioni, si può contattare il numero 0303722245.


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 6 ottobre Ore 9.30 - Brescia - S. Messa presso la Domus Caritatis. Ore 20.30 - Manerbio Incontro con la macrozona presso la Sala della comunitĂ Politeama. VenerdĂŹ 7 ottobre Ore 20.30 - Ospitaletto - Incontro con la macrozona presso la Sala della comunitĂ AgorĂ .

Sabato 8 ottobre Ore 9 - Brescia Meditazione al Convegno missionario diocesano in via Bollani 20. Ore 18.30 - Brescia S. Messa per il 50° anniversario di fondazione della parrocchia SS. Trinità . Domenica 9 ottobre Ore 8.45 - Novagli di Montichiari Incontro e S. Cresima.

Ore 17 - Lograto Santa Messa in occasione delle feste quinquennali. 10 e 11 ottobre Il Vescovo partecipa alla Conferenza episcopale lombarda a Caravaggio. Domenica 11 ottobre Ore 20.30 - Brescia - Apertura degli itinerari di spiritualitĂ dei giovani in Cattedrale.

Il Centro missionario diocesano comunica che don Pietro Marchetti Brevi, missionario in Mozambico, resta in Italia ďŹ no al 13 ottobre. Per contattarlo si può chiamare la sorella al numero 0309787060. Suor Maria Luciana Ransenigo della congregazione delle Mariste, religiosa missionaria in Mauritania, si ferma in Italia ďŹ no al 2 novembre presso le suore mariste di San Polo (telefono 0302303888).

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ue giorni di ritiro all’Eremo di Montecastello. Per ascoltare la Parola, pregare, riflettere, meditare, ripensare a quanto fatto e programmare il futuro con un tocco in piĂš di spiritualitĂ . La scuola di formazione all’impegno sociale e politico (Sfisp) della diocesi ha ripreso le attivitĂ proponendo ai corsisti un week-end di spiritualitĂ a 360 gradi. Lo scenario dell’Eremo ha fatto da cornice ad un programma ricco di contenuti, nei quali i partecipanti hanno potuto immergersi nell’ascolto e nell’analisi del proprio intimo. A condurre la riflessione è stato don Dino Capra, che ha aiutato i corsisti a destreggiarsi sui versetti biblici. Antico e Nuovo Testamento. Salmi, profeti, lettere paoline, e naturalmente il Vangelo. Il testo biblico ha accompagnato i partecipanti lungo tutto il cammino, costellato – come accade sovente in occasione del genere – da lunghi e intensi momenti di silenzio. A con-

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di partenza altre due scuole in altrettante zone della diocesi. A Gavardo e Rovato sarĂ replicato il percorso fruttuosamente portato a termine in cittĂ nel biennio scorso. La scuola si rivolge a tutte le persone impegnate o disponibili ad impegnarsi in attivitĂ sociali o politiche, di etĂ compresa tra i 18 e i 35 anni. Si richiedono una partecipazione assidua e un coinvolgimento attivo. Il primo anno di corso introduce ai concetti fondamentali, riguardanti la politica, lo Stato, la democrazia e la dottrina sociale della Chiesa ed è orientato a dare una base cognitiva omogenea a tutti i partecipanti. Il secondo anno si propone di approfondire alcune tematiche specifiche della dottrina sociale della Chiesa: legalitĂ , diritto al lavoro, famiglia. Per la zona Brescia Est il corso (9 incontri tra il 14 gennaio e il 5 maggio) si terrĂ a Gavardo nella scuola parrocchiale “San Giovanni Boscoâ€?, il sabato mattina dalle 9.30 alle 12.30. Per la zona Brescia Ovest la sede delle le-

zioni sarĂ sala della comunitĂ â€œMons. Luigi Zenucchiniâ€? di Rovato, sempre il sabato mattina (9 incontri tra il 14 gennaio e il 5 maggio). Le iscrizioni si effettuano on line sul sito internet www.diocesi.brescia.it/sfisp entro il 10 dicembre. La quota di partecipazione è di 50 euro. Infine, a Brescia i partecipanti all’edizione cittadina saranno coinvolti in tavoli di discussione su tematiche d’attualitĂ . Un modo per applicare le nozioni apprese ed essere attivi nella vita sociale.

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/D YHJOLD GHJOL VSRUWLYL FRQ LO YHVFRYR 0RQDUL “Vi ringrazio, cari atleti, che fate dello sport una ragione di stile di vita, nonchĂŠ un legittimo motivo di prestigio e di onorevoli affermazioni, Vorrei esortarvi – scriveva Giovanni Paolo II – a far sĂŹ che le competizioni sportive siano contraddistinte non solo dalla virtĂš della lealtĂ e dalla probitĂ , ma anche da un impegno costante per

le conquiste piÚ vere e durature, per le vittorie dello spirito, il quale deve avere sempre il primato nella scala dei valori umani, siano essi agonistici, siano sociali e civili�. Sabato 15 ottobre dalle 20 nella parrocchiale di S. Gaudenzio di Mompiano il vescovo Monari celebra la veglia degli sportivi. Al termine un momento di festa.

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‘Â?ƒ †‡Ž ‡„‹Â?‘ Dz ƒ ˆƒÂ?‹‰Ž‹ƒ ƒŽ …‡Â?–”‘dz A conclusione del VI Incontro mondiale delle famiglie, svoltosi a CittĂ del Messico nel gennaio 2009, Benedetto XVI annunciò che il successivo appuntamento delle famiglie cattoliche del mondo intero con il Successore di Pietro avrebbe avuto luogo a Milano, nel 2012, sul tema “La famiglia: il lavoro e la festaâ€?. L’incontro si terrĂ dal 30 maggio al 3 giugno del prossimo anno. Anche la Chiesa bresciana partecipa alla

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‡‹… ‡”•‘ ‹Ž ‹Â?‘†‘ preparazione dell’evento che si concluderĂ con la Messa celebrata dal Papa nel capoluogo lombardo. La commissione zonale per la pastorale sociale della zona Sebino ha deciso di dedicare al tema della famiglia gli abituali incontri autunnali. Con il titolo “La famiglia al centroâ€? sono stati ďŹ ssati due appuntamenti. MercoledĂŹ 12 ottobre presso la vecchia chiesa di Clusane, alle ore 20.30, il dott. Nino Sutera, responsabile

provinciale del Forum delle associazioni familiari, tratterĂ il tema: “Quali politiche per la famiglia?â€?. MercoledĂŹ 9 novembre, sempre alle 20.30 presso il teatro parrocchiale di Sale Marasino, il dott. Silvano Corli, direttore del Consultorio diocesano per la famiglia, parlerĂ di: “Quali modelli di famiglia?â€?. L’invito è aperto a tutti, in particolare ai catechisti e ai membri dei Consigli pastorali parrocchiali.

All’interno delle iniziative di preparazione al prossimo Sinodo sulle unitĂ pastorali il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) promuove per martedĂŹ 11 ottobre alle 21 presso l’oratorio della Pace di Brescia l’incontro “Evoluzione storica delle strutture pastorali della Chiesa localeâ€?. IntrodurrĂ la discussione don Angelo Maffeis, docente di storia della teologia presso la FacoltĂ teologica dell’Italia settentrionale.

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ormazione, spiritualitĂ e servizi. La programmazione 2011/ 2012 dell’Ufficio pastorale della salute, diretto da don Maurizio Funazzi, si concentra sulla formazione pastorale nelle comunitĂ parrocchiali (gruppi e associazioni). Alle tradizionali occasioni di incontro e riflessione con il vescovo Monari (il 5 febbraio con la Giornata per la vita e l’11 febbraio con la Giornata mondiale del malato “Alzati e va, la tua fede ti ha salvatoâ€? alle 15.30 presso l’ospedale di Manerbio e il 12 alle ore 16 nella basilica delle Grazie) si aggiungono molte proposte. In un contesto sociale nel quale sono sempre piĂš numerosi gli infermi e i malati cronici al proprio domicilio, l’Ufficio propone, infatti, tempi di spiritualitĂ e offre percorsi formativi (da quattro a 30 ore) su richiesta di parrocchie e gruppi, per ministra straordinari dell’eucaristia, per volontari e altri operatori pastorali con gli infermi. La preparazione è indispensabile per accompagnare la persona fragile a vivere nella fede il periodo della malattia o dell’etĂ anziana, accom-

pagnando al dono della comunione eucaristica, anche il dono di una vicinanza, comunione ecclesiale e capacitĂ di evangelizzare il tempo della sofferenza. La prima proposta (il 7, 14, 21 e 28 novembre dalle 20.30 alle 22 al Centro pastorale Paolo VI) è il corso di formazione per i ministri della pastorale per i malati. Presso il Centro Mater Divinae Gratiae l’8 ottobre inizia il percorso mensile di preghiera e condivisione “Attraversiamo insieme il guadoâ€? per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante. Prosegue anche la formazione e il sostegno alle persone in lutto che faticano a superare il tempo del lutto e a trovare nuovi equilibri di vita; fra le iniziative, si segnala dal 4 febbraio “Rielaborare‌ per tornare a vivereâ€?. Al cospetto delle nuove frontiere tecnico-scientifiche che producono vantaggi ma sollevano anche nuovi interrogativi, non va dimenticato, inoltre, che l’Ufficio organizza anche incontri a tema su richiesta di parrocchie e gruppi. Per quanto riguarda, invece, i professionisti della salute sono state promosse, a partire da ottobre

nella chiesa degli Spedali civili, delle occasioni di formazione e di cammino spirituale, cioè degli incontri di preghiera mensili per gli operatori sanitario-assistenziali. A ottobre e a novembre la sala congressi della Poliambulanza ospita il corso di formazione per farmacisti: “Il farmacista e la relazione di qualitĂ con il cliente/pazienteâ€?. Non mancano le proposte tradizionali come la festa di S. Lucia con la visita del Vescovo ai bambini ospiti in ospedale. Fra i servizi offerti, ci sono lo sviluppo e lo sostegno di sportelli di accoglienza negli ospedali e lo sviluppo del lavoro in rete con le associazioni di aiuto alla donna e di aiuto alla vita. Resta operativa anche l’unitĂ medica di strada: ogni martedĂŹ e giovedĂŹ il servizio sanitario volontario, in collaborazione con Camper emergenza, ai senza fissa dimora. Ăˆ attivo anche il servizio di orientamento alloggio per i familiari che assistono i ricoverati negli ospedali cittadini (il numero di telefono è il seguente: 3275424211). Per ulteriori informazioni relative all’Ufficio diocesano, si può contattare il numero 030372221.

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Cremona, Lodi, Milano, Pavia e Vigevano nella mattinata, molti pullman si sono fermati nei parcheggi adiacenti al Santuario con i circa 2000 pellegrini ucraini, polacchi, albanesi, rumeni, peruviani, ďŹ lippini, srilankesi, eritrei, ecuadoriani, senegalesi, ghanesi, nigeriani, colombiani e altri. Alle 13 è iniziato il momento religioso vero e proprio. Il pellegrinaggio è segno della condizione itinerante della Chiesa, popolo di Dio in cammino verso la

Gerusalemme celeste. La preghiera del Rosario, recitato in varie lingue, ha accompagnato la visita al Sacro Speco. Una volontaria impegnata nel servizio di accoglienza li ha cosĂŹ colti nel loro passare davanti all’immagine della Vergine Maria: ‘Vedevo scorrere una ďŹ umana di gente che con fede semplice e appassionata volgeva a Maria degli occhi imploranti, spesso pieni di lacrimeâ€?. Alle 15.15 ha avuto inizio la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Lino Belotti e

concelebrata da 22 sacerdoti che sono impegnati nella cura pastorale dei migranti nelle varie diocesi lombarde. Prima della benedizione, la comunità dei migranti di Lodi ha annunciato la presenza della nigeriana Kate Omoregbe, cristiana, che ha ottenuto lo status di rifugiato politico evitando il rimpatrio in Nigeria, dove avrebbe rischiato la lapidazione o di essere sfregiata con l’acido per vendetta per essersi convertita alla religione cattolica. (Ester Gandini)

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ono 30 gli anni di vita comunitaria e di attività in missione per la Comunità missionaria di Villaregia. Il 9 ottobre 2011 infatti, la Cmv, fondata da padre Luigi Prandin e Maria Luigia Corona nel 1981, celebra i 30 anni di fondazione al Gran teatro Geox (Corso Australia, 55 a Padova), dove sono attese circa 3000 persone. Questa giornata vedrà riunite in un’unica grande festa le Comunità di: Villaregia (Rovigo), Lonato del Garda, Pordenone e Imola, assieme a numerosi amici che in questi anni hanno condiviso la spiritualità e l’impegno missionario della Cmv, collaborando in vari modi. Ospite speciale sarà mons. Jean Salomon LezoutiÊ, vescovo coadiutore di Yopougon (Costa D’Avorio), che giungerà dalla sua diocesi, duramente provata dai conflitti armati che hanno investito il Paese dopo le elezioni presidenziali di novembre 2010. Mons. LezouitÊ porterà il dolore e la riconoscenza di migliaia di persone, cristiane e non, che hanno trovato nella Comunità missionaria di Villaregia un punto di riferimento morale, spirituale e materiale per fronteggiare gli orrori della guerra. Il Vescovo di Yopougon presiederà la solenne concelebrazione di ringraziamento che avrà luogo alle

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Fondatori della Comunità – la Cmv è chiamata a vivere con responsabilitĂ e gioiosa libertĂ questa tappa della sua giovane storia. Ringraziamo tutti quelli che con noi, in questi 30 anni si sono adoperati ad ogni latitudine per diffondere il Vangeloâ€?. La giornata del 9 ottobre sarĂ scandita dalla riflessione dei fondatori, che ripercorreranno le tappe fondamentali della fondazione, da testimonianze di persone la cui vita è cambiata nell’incontro con la ComunitĂ e dall’incontro con alcune autoritĂ civili e religiose. Non mancherĂ anche il tocco artistico

per raccontare in musica e immagini questi 30 anni di storia.La ComunitĂ missionaria di Villaregia è una realtĂ ecclesiale nata nel 1981, nella diocesi di Chioggia, e riconosciuta dal Pontificio consiglio per i laici come Associazione pubblica internazionale di fedeli dal maggio 2002. Sono uomini e donne che hanno consacrato la loro vita a Dio e alla missione ad gentes. Le attivitĂ sono rivolte principalmente all’evangelizzazione e alla promozione umana a favore delle fasce piĂš povere dell’umanitĂ , ma anche all’evangelizzazione e all’animazione missionaria sul territorio italiano, con lo scopo di sollecitare una maggiore condivisione con chi soffre e una chiara coscienza di quei valori umani e cristiani che rendono piĂš giusta, nobile e fraterna la convivenza tra gli uomini. Attualmente i membri effettivi della ComunitĂ missionaria di Villaregia sono 600, attorniati da circa 21mila membri aggregati. Nel Bresciano è presente a Lonato del Garda ed è attiva nelle missioni popolari. Sono molti i volontari che collaborano con la ComunitĂ di Villaregia offrendo supporto e appoggio alle varie attivitĂ . Per informazioni è possibile consultare il sito www.cmv.it oppure contattare la sede di Lonato tel. 030 9133111.

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Stato, approvato a dicembre 2010, prevede per gli anni 2012 e 2013 uno stanziamento di 280 milioni di euro per l’istruzione non stataleâ€?. Una cifra ben lontana dai 535 milioni l’anno che da 10 anni è lo stanziamento storico della legge 62. “Lo stanziamento previsto per i prossimi due anni – denunciano i ďŹ rmatari – comporterebbe di fatto una riduzione del 45% delle risorseâ€?. E se il taglio rimanesse quello previsto, avverte il Gruppo di lavoro, “moltissime scuole

paritarie sarebbero costrette a cessare l’attivitĂ , con gravissimo danno per le comunitĂ locali e per la stessa spesa pubblicaâ€?. Il Gruppo per la paritĂ offre una possibile soluzione: la legge di stabilitĂ da subito ripristini almeno la cifra di 535 milioni di euro, “onde evitare le lunghe procedure seguite negli ultimi anni, che hanno causato gravi ritardi nel previsto reintegro delle risorse e conseguenti pesanti sofferenze ďŹ nanziarie alle scuoleâ€?.

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l gioco dei quattro cantoni. Ăˆ questo il titolo del corso di inizio anno organizzato dalla Lesic (Centro di formazione dell’AdasmFism di Brescia) e strutturato su cinque convegni, aventi come unico filo conduttore quello relativo al “prendersi curaâ€? del bambino e della sua famiglia. Il primo convegno si è svolto a fine agosto al Centro fiera di Montichiari. La relazione centrale è stata di Roberto Franchini, docente di pedagogia speciale presso l’UniversitĂ cattolica di Brescia, che ha sottolineato come il mondo dell’educazione debba fronteggiare impellenti sfide culturali caratterizzate dal fenomeno della globalizzazione, del cambiamento del mondo del lavoro e delle competenze che esso richiede, della trasformazione dell’infanzia e dello sviluppo delle tecnologie digitali. Insegnanti ed educatori, dinanzi a questa complessa situazione, sono chiamati ad adottare, nei confronti dei bambini, uno “sguardo intelligenteâ€?, devono riuscire a vedere il bambino come immagine di Dio, come un “interoâ€?, come anima oltre che corpo e psiche. Devono educare quindi ai trascendentali (all’unitĂ , alla veritĂ , alla bontĂ e alla bellezza), adottando lo sguardo di amore. Devono anticipare, liberare, far venire alla luce una parte del discente che è giĂ presente in lui. Tutto ciò si realizza attraverso la relazione, (che si esplicita nello sguardo, nella postura, nella posizione e nel contatto con il bambino), attraverso l’arte della conferma, dell’incoraggiamento, dell’alleanza educativa. Alla luce di questo è necessario ri-proget-

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e creativo, soprattutto quando è frutto dell’esperienza vissuta e quando è strettamente unito all’azione. Patrizia Enzi si è occupata degli spazi come risposta ai bisogni di relazione e di cura nel rapporto educativo con i bambini. Enrica Casali ha trattato il tema della relazione con il bambino “difficileâ€?, relazione che richiede un rapporto individualizzato e speciale. Il livello di partecipazione è stato alto; le insegnanti hanno apprezzato il contributo teorico ricco di spunti di riflessione, hanno partecipato con voglia di mettersi in gioco ai laboratori, all’interno dei quali hanno potuto rielaborare, anche con esperienze dirette, il tema della “curaâ€? e della relazione con il bambino piccolo.

I NOSTRI SERVIZI 1) Servizio di traduzione e Interpretariato (rivolto ad Aziende, Enti pubblici). Consulenza ed assistenza linguistica in convegni, conferenze, incontri, ďŹ ere e visite/training aziendali. Interpretariati: interpretazione simultanea, interpretazione di trattativa. 2) Servizio di sbobinatura e battitura testi (rivolto alle universitĂ , enti pubblici, aziende)

3) Formazione: corsi a pagamento di Lingue, Turismo, Informatica, Contabile, ASA, OSS e RiqualiďŹ ca. 4) Servizio di Data Entry, Scannerizzazione dei documenti, Archiviazione. Il servizio è rivolto: alle aziende, tribunali, federazioni, ospedali, enti pubblici. Il servizio viene svolto da ragazzi diversamente abili con Handicap Fisico.

5) Verbalizzazione delle multe (rivolto ai Comuni e alle Province). Il servizio comprende: Software: sistema accessibile tramite web; Esternalizzazione data entry: caricamento dati (comando o presso nostra sede); Esternalizzazione stampa: imbustamento, predisposizione postalizzazione dei verbali. Esternalizzazione rendicontazione: caricamento dati - notiďŹ che,

pagamenti, decurtazione punti, gestione art. 126-bis.

APPLICA Via Chiassi, 106 - Castiglione delle Stiviere (MN) Tel 0376 1818124 www.applica.it email info@applica.it


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ƒ„ƒ–‘ Í™Í? ‘––‘„”‡ ƒ ˆ‡•–ƒ †‡Ž ˜‘Ž‘Â?–ƒ”‹‘ Sono molte le iniziative che sono state messe in campo in questi mesi per celebrare il 2011 come Anno europeo del volontariato. Tra le tante associazioni che si sono attivate c’è anche l’Aval, una delle ultime nate in casa Acli. Si tratta dell’Associazione volontari Acli Lombardia: in pratica la casa di tutti coloro che operano nei circoli e nelle associazioni speciďŹ che che fanno parte del cosiddetto “Sistema Acliâ€?. Per i volontari sono giĂ

numerosi i corsi di formazione e i convegni che vengono proposti; per questo l’Aval ha scelto di organizzare una giornata per ringraziare coloro che generosamente offrono il loro tempo per gli altri. Si terrà infatti sabato 15 ottobre la Festa del volontario, rivolta a tutti i volontari del mondo Acli. La festa si terrà presso il salone della parrocchia di Sant’Angela Merici a San Polo dalle 17. Dopo i saluti del presidente Aval

Valter Taesi e del presidente Acli Roberto Rossini (nella foto), i volontari saranno intrattenuti dall’attore comico Giorgio Zanetti (suor Letizia a Zelig). La festa si concluderà poi con un buffet organizzato dai volontari del circolo Acli di San Polo. Un modo simpatico e divertente per ringraziare i tantissimi volontari che ogni giorno dedicano il loro tempo all’associazione e alle persone che incontrano nelle loro comunità . (r.t.)

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acile dir male di un Governo che governa – tenta – con lo sfavore di tanti. I motivi di questo rivolgimento di giudizio andrebbero esaminati con calma, perchĂŠ danno la misura dei rapporti di potere. Poteri che poi si preoccuperanno di aprirci nuove strade politiche: in questi mesi assistiamo all’interessante fenomeno del come ricostruire un’offerta politica da giocare nel momento in cui si spariglieranno le carte e si ripartirĂ senza il leader berlusconiano. Tra i diversi tentativi osserviamo la riapertura di un file che sostava nascosto in un floppy-disk con l’etichetta “partito dei cattoliciâ€? o nella variante “terzo polo civicoâ€?, di responsabilitĂ . L’aspetto positivo è che in quest’operazione nazionale si sollecita la presenza dell’associazionismo dei laici che, di solito, essendo a contatto con la realtĂ quotidiana, hanno una buona percezione della vita concreta e sono in grado di portare elementi di vita vissuta. Ma questo associazionismo è anche depositario di visioni differenti: si riuscirĂ a rendere compatibili i pensieri di Cl, Cdo, Focolarini, Azione cattolica, Scout, Sant’Egidio, Cisl, Mcl, Coldiretti, Confcoop e delle Acli? Ăˆ una bella sfida. Soprattutto perchĂŠ una proposta politica vive se risponde in modo coerente a domande reali, se incrocia le attese vissute, se è compatibile con lo spirito del tempo, se coglie il sentimento diffuso. Non si tratta di stare insieme nella tempesta: ma di sapere dove andare, leggere i venti e le correnti del mare e poi scegliere

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che sostanziano i valori. Si riuscirĂ a collocarsi in questo quadro elaborando una proposta di senso valida per tutti? La leadership in politica – ricordiamo la lezione di Alberoni – è tale quando è depositaria della meta, quando indica a tutti dove andare e controlla che la rotta sia tenuta, che il viaggio solleciti consenso e senso del dovere collettivo. In altre parole, è decisivo condividere un’idea, una prospettiva coerente. Ăˆ comunque un esperimento interessante rispetto a chi coltiva progetti di vertice, artefatti: c’è un’Êlite, manca la truppa. Le “risorse cattolicheâ€? possono aprirsi per essere luogo centrale tanto quanto il sagrato di una chiesa nella piazza del paese.

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’è una crisi tra il mondo ecclesiale e l’arte contemporanea. Lo si osserva in quella che Philippe Daverio, eccentrico e straordinario critico d’arte, definisce una cosa di una bruttezza senza pari, l’architettura ecclesiale del XX secolo. Una consistente folla di estimatori d’arte di ogni etĂ (fa piacere sottolinearlo) si è stipata nella chiesa di San Giuseppe per poter ascoltare il critico di “Passepartoutâ€?, il programma televisivo sull’arte della Rai, nella conferenza sulla crisi del rapporto tra la fede e gli artisti. Di certo gli organizzatori della Settimana dell’arte non avevano sottovalutato il prestigio dell’ospite, ma i bresciani hanno saputo stupire tutti, persino se stessi, per l’alta partecipazione riservata all’evento, lo stesso Daverio entrando ha voluto fotografare la folla venuta ad ascoltarlo. Solo il tempo di un saluto, dunque, da parte

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siano cosĂŹ brutti e incapaci di comunicare perchĂŠ la religione cattolica ha perso controllo e potere nella societĂ , non ha piĂš un ruolo di guida, quindi a risentirne sono anche i suoi artefatti, come molti sono propensi a credere, o se invece l’arte contemporanea non sia realmente troppo fragile per rappresentare un mondo cosĂŹ complesso. Facendo un rapido excursus storico artistico dal Duecento ad oggi appare subito evidente una differenza. La Chiesa è sempre stata immediatamente contemporanea, è sempre stata partecipe e spesso guida, delle attivitĂ artistico-sociali. Infatti, fa notare il critico, ha fatto vivere e fiorire l’arte rinascimentale e le sue chiese, quella barocca e i suoi santuari e via a scorrere nel corso dei secoli, Chiesa e arte, l’una a trascinare l’espandersi dell’altra. Dalla fine dell’Ottocento ad oggi questo connubio si è sciolto, con il risultato che l’arte è mercato per pochi, che non

ne capiscono gran che, ma amano farsene vanto, e non sa ascoltare e comprendere i tempi che vive, non sa trarne ispirazione. Gestita da pochi speculatori l’arte contemporanea è fatta di nulla e destinata a svanire. Una critica lucida che non ha risparmiato, nelle molte sfaccettature, le responsabilitĂ della politica che finanzia senza riserva progetti destinati a coccolare i rari compratori, mantenendo cosi immutato lo stato delle cose e non dedicandosi mai alla reale crescita dell’arte e degli artisti a tutti i livelli. “Non sono disperato − chiude però Daverio − so che tra le pieghe di questa stanza ci sono artisti che immaginano un mondo diversoâ€?. Il presente dell’arte è in un momento di staticitĂ che non può durare per sempre, come un pendolo che si muove tra materialismo e idealismo, il nostro tempo è fermo ad uno degli estremi, ma questa condizione è necessariamente quella che precede il cambia-

mento. Non si sa quanto dovremo aspettare, ma questo movimento ha caratterizzato la storia dell’arte e del pensiero ed è quindi prevedibile che il pendolo riprenderĂ presto la sua oscillazione trascinando con se artisti e societĂ . Chiudendo con queste parole Daverio ha illuminato il viso dei molti ragazzi che hanno scelto di dedicare la vita all’arte e con capelli di strani colori e abiti bizzarri hanno varcato la soglia della chiesa per ascoltare il critico e forse hanno potuto guardare con occhi nuovi al concetto di arte sacra.

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Approda a Rezzato, con un allestimento assai suggestivo presso il chiostro del Convento francescano, una mostra fotograďŹ ca realizzata da Enrico Mascheroni che documenta riti e valori di numerose religioni mondiali. “I colori di Dioâ€? è un percorso che conta oltre 50 fotograďŹ e di grandi dimensioni. Le immagini sono accompagnate dalle note del cardinale Carlo Maria Martini, giĂ arcivescovo di Milano. Le fotograďŹ e resteranno esposte ďŹ no al 27 ottobre con possibilitĂ di

Secondo incontro lunedĂŹ 10 ottobre presso la Libreria Paoline (ingresso gratuito) per il percorso formativo per scambiare emozioni, pensieri, possibili strategie educative da attivare con i ďŹ gli “Essere genitori dentro la complessitĂ dell’oggiâ€?. InterverrĂ Domenico Simone alle 20.30 sul tema “Di che famiglia sei? - Dalla genitorialitĂ alla cogenitorialitĂ : coppie separate, genitori uniti?â€?. Gli altri incontri si terranno di lunedĂŹ ďŹ no al 31 ottobre. Info: 03042281 o www.paoline.it

visite guidate il lunedÏ in mattinata (10-12) il mercoledÏ e il venerdÏ sia al mattino che nel pomeriggio (14-17) e il sabato dalle 10 alle 12 per consentire la piÚ ampia visibilità da parte delle classi scolastiche del territorio. Per prenotazioni si può telefonare allo 0302594142. La mostra si chiuderà con un momento di preghiera condiviso fra vari rappresentanti di religioni presenti sul territorio bresciano nella sera di giovedÏ 27 ottobre, presso il chiostro del Convento.

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omincia la parte lirica della stagione al Teatro Grande. C’è “Il cappello di paglia di Firenzeâ€?, mai rappresentato al Grande, “Romeo et Julietteâ€? che da 99 anni manca dal Teatro e poi ci sono tre titoli importantissimi come “Rigolettoâ€?, “I puritaniâ€? e “Il barbiere di Sivigliaâ€?. “Romeo et Julietteâ€? sarĂ la produzione del Teatro Grande. La stagione mescola concerti, danza e lirica: perchĂŠ? Diciamo che è la prima volta che la Fondazione del Teatro Grande offre una stagione pluridisciplinare. L’idea è quella di far sĂŹ che il Grande non sia solo teatro d’opera ma divenga un luogo culturale dove dibattere, riflettere con spettacoli articolati in varie discipline, danza contemporanea – il 12 ottobre Shen Wei, uno dei piĂš grandi coreografi al mondo – musica contemporanea con Sentieri selvaggi, musica pop con Ana Moura o Capossella. Ci so-

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do, il tempo: il progetto ha bisogno di svilupparsi sul medio-lungo periodo, per costruire una nuova identitĂ del Grande e farla percepire. Terzo, le risorse: riusciamo a fare molto, però si necessita che siano sostenute. Brescia può divenire un modello, perchĂŠ dietro alla Fondazione c’è un’intuizione lungimirante sia da parte dell’amministrazione pubblica che degli imprenditori privati. La presenza del privato supera quella dell’intervento pubblico, con un vicepresidente espressione della migliore imprenditoria privata. La collaborazione con altre realtà è una via praticabile? Ăˆ praticabile e in parte l’abbiamo praticata o la stiamo praticando. Abbiamo collaborato con il Conservatorio, con le Settimane barocche, con il Festival pianistico; la stagione 2012 vedrĂ una prima forma embrionale con il Ctb. Il Grande non vuole e non sarĂ un eremita nel panorama culturale della cittĂ . Il Grande deve

essere un faro e spugna della cittĂ . Nuovo piano di comunicazione con sito e social network. La comunicazione è fondamentale per intercettare un pubblico giovane e dialogare con il pubblico. Abbiamo introdotto un biglietto under 30. C’è anche “Dietro le quinteâ€?, in cui raccontiamo sul web cosa accade dietro il palcoscenico nella stagione lirica. SarĂ possibile vedere l’allestimento delle opere, l’intervista alla sarta e via dicendo.

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,O ´5LJROHWWRÂľ GL 9HUGL AllorchĂŠ si parla di un’opera lirica molto celebre, è comune ascoltare affermazioni del tipo “Certo, questo brano lo conosco!â€?. E chi non ha mai avuto occasione di ascoltare arie come “Caro nomeâ€? o “La donna è mobileâ€?? Eppure, se c’è un melodramma in cui è fondamentale inquadrare ogni parte nel suo contesto, questo è proprio “Rigolettoâ€? di Giuseppe Verdi. L’opera mette in musica il dramma storico di Victor Hugo “Le Roi s’amuseâ€?, rappresentato una sola volta a Parigi il 22 novembre 1832, prima di essere bloccato dalla censura. Protagonisti erano il re di Francia Francesco I e il suo buffone di corte Triboulet. Con grande audacia, e un pizzico di temerarietĂ giustiďŹ cata dalla consapevolezza di essere ormai l’operista piĂš importante di tutta Europa, Verdi propone il soggetto per la stagione del Carnevale 1851 al Teatro “La Feniceâ€?

di Venezia. Con abilitĂ , nonostante i veti posti dalla censura, riesce poi a difendere il progetto, sostanzialmente al solo prezzo di spostare l’azione, sempre di ambientazione cinquecentesca, da Parigi alla non piĂš esistente corte del Ducato di Mantova, con ridenominazione dei personaggi. Emerge la maestria con cui Verdi riesce ad adattare forme tradizionali alle esigenze della vicenda. Un’altra caratteristica, presente in vari passaggi cruciali, è la scelta di avvalersi del diverso grado di consapevolezza di personaggio e spettatore, per insinuare delle forme di “ironia tragicaâ€?. Nel celebre a solo “Caro nomeâ€?, la protagonista femminile, Gilda, ha appena appreso il nome (Gualtier MaldĂŠ) dalle labbra dell’amato. Giovinetta che si apre ai sogni d’amore dĂ libero sfogo alla sua passione in un’aria alquanto ornata. Lo spettatore

sa invece benissimo che il Caro nome è falso, trattandosi del libertino Duca di Mantova: amara ironia. Ancor piĂš paradigmatica è la canzone “La donna è mobileâ€?, che compare tre volte nell’ultimo atto. Si tratta di un motivo musicale che esprime il gioioso vitalismo del Duca di Mantova, ma Verdi ne fa un uso spietatamente tragico. AllorchĂŠ il buffone Rigoletto ordisce un tranello per far uccidere il Duca e vendicare l’oltraggio subito dalla ďŹ glia Gilda, quest’ultima si sostituisce alla vittima e muore in sua vece. Quando Rigoletto crede di celebrare la sua vittoria s’ode in lontananza la voce dell’inconsapevole Duca che, salvato da una donna cui non serberĂ nemmeno riconoscenza, si allontana cantando che “La donna è mobileâ€?. Verdi rappresenta il Duca come un personaggio “simpaticoâ€?, rivestito con temi musicali di grande fascino.


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ÂŽ ˆ‘›‡” †‡Ž ‘…‹ƒŽ‡ ° Ž—‘‰‘ ’‡” ‹Â?…‘Â?–”‹ ‡ †‹ƒŽ‘‰Š‹ Due le grandi novitĂ del Ctb per la stagione entrante, oltre alle rappresentazioni teatrali. “Autori a teatroâ€? è la prima che prenderĂ il via il 9 novembre. Quattro incontri in forma colloquiale tra scrittori legati al teatro, addetti ai lavori e artisti impegnati nella stagione di prosa, inseguendo forme diverse di connessione fra teatro e letteratura. Il primo appuntamento vede a confronto Oliviero Ponte di Pino direttore editoriale di Garzanti libri, autore di “I mestieri del libroâ€?

e Franco Branciaroli. Secondo appuntamento (16 novembre) con Pino Roveredo, premio campiello e autore di successi come “Mandami a direâ€? e “La melodia del corvoâ€?. DialogherĂ con Carla Boroni, presidente del Ctb e docente in Cattolica. Terzo incontro (23 novembre) con Bruno Gambarotta, autore del libro “Le ricette di Nefertitiâ€?. DialogherĂ con Lucilla Giagnoni. Ultimo appuntamento (30 novembre) con Franca Valeri (nella foto), autrice e attrice

televisiva. DialogherĂ con Paolo Bessegato a Brescia perchĂŠ regista e interprete della “Sacra Familiaâ€? di Achille Platto, una novitĂ in scena al Santa Chiara. Tutti i dialoghi si svolgeranno nel foyer del teatro Sociale, alle 17.45, che vuole divenire centro di incontro e dialogo e ulteriore punto di incontro tra la cittĂ e il suo teatro. “Autori a teatroâ€? è a cura di Sonia Mangoni. Tra gennaio e marzo anche “Gli incontri del foyerâ€? con docenti universitari a cura di Roberto Gazich.

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ttobre – e successivamente febbraio – vedrĂ la 5ÂŞ edizione della rassegna “Cinema Africaâ€?, organizzata dall’Associazione Kamenge di Brescia, con il sostegno della Fondazione Asm per le proiezioni serali, della Fondazione Tovini e del Centro servizi volontariato per le proiezioni programmate per le scuole e dell’Associazione Carcere e Territorio per la mini rassegna che verrĂ proposta all’interno della Casa circondariale di Brescia. L’Associazione Kamenge (via Trento, 62 in cittĂ ), opera a favore dei Paesi in via di sviluppo diffondendo la conoscenza dei loro problemi economici e sociali, promuovendo iniziative, quali questa rassegna, selezionata dal Coe di Milano, Centro orientamento educativo, cui si deve l’annuale Festival del cinema africano e dell’America latina. Le proiezioni serali, dieci le proposte, avverranno alle 20.30 presso il cinema di Borgo Trento in via Filzi 3 nei giorni 14-15 e 21-22 e saranno tutte in versione originale sottotitolata. Il 14 “Made in Mauritiusâ€? di David Constantin, seguito da “Abandon de posteâ€? di Mohamed Bouhari, “Garagouzâ€? di Abdenour Zahzah e chiude “Tinye soâ€? di Daouda Coulibaly. Il 15 ottobre si prevede la proiezione diâ€?Encourageâ€? di Eleonora Campanella e “Hermanitos - Fratelli d’Italiaâ€?

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mo chiamati sempre piĂš a confrontarci per migliorare le condizioni di convivenza – ha detto il presidente della Kamenge Sergio Faini – e per la seconda volta entreremo in carcere, il 14 ed il 21, per estendere alla popolazione carceraria di origine africana il medesimo messaggio di convivenzaâ€?. In febbraio parte dei film verrĂ riproposta, con alcune varianti, dalle scuole primarie (le quinte), alle secondarie di secondo grado, in tre suddivisioni d’etĂ , con ottiche ed approfondimenti diversi, affinchĂŠ i giovani possano meglio accogliere il messaggio proposto. “Questi film non trovano spazio nella normale distribuzione – ha detto per il Coe Emanuela Pursumal – e questa rassegna favorisce la conoscenza culturale africana, mettendo in contatto la tradizione con i contrasti esistentiâ€?. “Queste iniziative sono possibili grazie alla capacitĂ del volontariato di confrontarsi – ha aggiunto Alberto Romano, presidente dell’Associazione Carcere e Territorio – spesso chiamato a mutuare qualche risorsa istituzionale che si è sterilizzataâ€?, mentre la responsabile della rieducazione della Casa circondariale cittadina Filomena Tammaro ha sottolineato come â€?di fronte ad una popolazione carceraria che per il 70% è di matrice africana, queste proiezioni aiutano la crescita individuale, pur in una condizione deprivante quale quella del carcereâ€?.

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pa; la Georgia, amica degli americani, è quella che si è avvicinata di piÚ a questo sogno. La Russia stessa ha bisogno di sviluppare la tecnologia legata al petrolio e ha bisogno della conoscenza e del capitale occidentale A proposito di Federazione russa: un aggettivo per tre presidenti,

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to tornando da Tblisi, quando mi dicono che chiamano dalla Rai... Ero in una grande cittĂ sovietica, fine della via della Seta, e nessuno sapeva che era morto papa Luciani. Mi sono fatto raccontare qualcosa da mia moglie e ho fatto il servizio alla Rai, descrivendo una qualsiasi giornata a Moscaâ€?. Questo aneddoto raccontato da Demetrio Volcic descrive bene la distanza non solo fisica ma anche comunicativa che separava l’Asia dall’Europa. Oggi, in un mondo globalizzato, non è piĂš cosĂŹ. Cosa manca all’Europa per essere davvero unita nei momenti difficili e per andare oltre i particolarismi? Era facile fare dei passi avanti verso l’unificazione europea quando i Paesi erano cinque ed erano omogenei, piĂš difficile con 12, molto difficile con 15, figurarsi con 27. Non si possono mettere insieme Paesi che corrono

velocitĂ diverse. Manca tutto quello che serve per costituire una Confederazione europea. I primi segnali sono arrivati due anni fa quando la Francia e l’Olanda hanno votato contro la Costituzione europea. La speranza di poter portare tutti i 27 Paesi allo stesso livello è piuttosto lontana; quello che piĂš si avvicina alla Costituzione è la moneta comune (l’euro), anche se ci sono dei dubbi. Nella prima vera crisi l’unitĂ europea si è dimostrata piĂš un fatto retorico che una realtĂ . La realtà è il libero transito di capitali e di uomini con i problemi che in alcuni casi ne sono derivati. Un Paese per entrare in Europa doveva rispettare una trentina di regole, fra queste la concorrenzialitĂ : ma vorrei vedere quale Paese può essere concorrenziale con la Germania‌ Ăˆ cessata per tutti l’idea di Europa come un Babbo Natale permanente: ai Paesi emergenti erano stati offerti i soldi nel momento di associazione,

di transito e nel periodo di adattamento alle regole europee. Nessuno di questi ha saputo reggere alla crisi. Nello stesso tempo è aumentata anche l’immigrazione dall’Africa senza sapere quali sono le dimensioni reali di questo fenomeno. Noi piangiamo, mentre la Tunisia ha accolto 400mila profughi dalla Libia. L’Italia e la Francia hanno litigato per quei 20 che tentavano di entrare; l’Europa ha dimostrato di non essere in grado di una minima solidarietĂ . Questo, unito alla crisi economica, ha mostrato come sia difficile procedere sulla strada di un’Europa unificata o federalista. Nello scacchiere europeo quale ruolo può esercitare la Russia con le sue risorse (gas e petrolio)? Il sogno di Gorbaciov di fare la casa comuna europea non si è realizzato. Ll’Unione Sovietica è crollata, poi ci sono stati alcuni Paesi (la Bielorussia, l’Ucraina e altri Paesi caucasici) che si volevano avvicinare all’Euro-

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partiamo da Gorbaciov… Gorbaciov è quello che rompe con il passato. Sognatore semiconcreto passa alla storia perché ha distrutto una realtà come l’Unione Sovietica, ma non è stato capace di crearne una nuova: il tenore di vita cala del 50%. Eltsin… Ambizioso, vanitoso, malato, ma discreto giocatore di tennis e discreto bevitore. Uomo sostanzialmente mediocre. Nel 1996 quando viene eletto presidente è già malaticcio; è una figura di transizione. Putin… Un uomo che conosce la Russia. Ha trasformato 300mila agenti della Polizia segreta in altrettanti funzionari di stato. La Russia come i Paesi in via di

sviluppo aveva una burocrazia nella quale si entrava solo per accettazione. Putin sa che questi 300mila sono affidabili e ha affidato loro le funzioni dell’amministrazione e dell’economia ai soldati istruiti. 300mila agenti toccati dalla Perestroika, toccati dalla libertà di viaggio; oggi questi sono meno disonesti dei vecchi funzionari del Partito. E alla voce diritti umani cosa si può dire sulla Russia di oggi? Non c’è più paura di dire il proprio pensiero. Ci sono abbozzi di dissidenza. Sono 250 i giornalisti morti negli ultimi anni. Se sei diventato capitalista, puoi fare il vecchio russo: spendere e spendere. Il Paese ha fatto 70 anni di risparmio perché il guadagno andava nelle casse dello Stato. Tutto quello che è stato costruito è stato privatizzato per due lire. Si deve considerare un Paese in via di sviluppo (con il potere economico in mano a pochi) o una potenza mondiale con le inevitabili contraddizioni? Penso la seconda. La Russia sta perdendo la sua influenza sull’estero vicino (così chiama i Paesi che prima facevano parte dell’Unione Sovietica). Probabilmente dovrà sviluppare meglio le sue infrastrutture e non perdere soldi in progetti politici troppo ambiziosi: in Russia faranno i Giochi del 2014 a Soci è come fare i Giochi invernali a Brescia con la pista di slalom al Sestriere… Oggi il relativo benessere dei russi si sviluppa a partire dalle grandi città: la campagna è impoverita perché la manodopera è stata portata dal comunismo nelle città. L’attrezzatura ospedaliera è limitata, l’autostrada non collega ancora gli estremi della Russia. La Russia trova il suo orgoglio storico nella Seconda guerra mondiale con 20milioni di soldati morti. È una grande potenza, perché ha la sensazione di esserlo.

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/D WY PDHVWUD GL YLWD PD VROR D WDUGD RUD Ăˆ ormai una regola che i programmi di approfondimento in tv vengano posizionati all’interno del palinsesto in orari poco accessibili. Spesso solo chi può permettersi di fare le ore piccole ha la possibilitĂ di seguire trasmissioni che cantano fuori dal coro, che non seguono la strada spianata dell’intrattenimento di massa, ma che vogliono andare piĂš a fondo, sfruttando il mezzo televisivo in maniera costruttiva. Ăˆ il caso di “Sbarreâ€?, docureality in onda ogni mercoledĂŹ alle 23.40 su Rai Due. Un viaggio all’interno di un mondo con il quale tutti conviviamo, ma che pochi conoscono a fondo: il

carcere, luogo di redenzione o solamente di punizione? Le statistiche ci dimostrano che spesso chi ďŹ nisce in prigione rischia, una volta in libertĂ , di commettere altri crimini. Ma molti detenuti sono piĂš forti dei numeri, in carcere hanno trovato una strada per riabilitarsi. E vogliono raccontare la loro esperienza, soprattutto a chi potrebbe compiere i loro stessi sbagli. In ogni puntata di “Sbarreâ€? assisteremo a un incontro fra un giovane e un adulto. Il primo è un ragazzo che in seguito a piccoli reati è considerato “a rischioâ€?, vive per esempio in un riformatorio, in una comunitĂ protetta o agli arresti domiciliari. Il secondo è

invece un detenuto che passerĂ gran parte della sua vita in carcere in seguito a una condanna per gravi reati. L’incontro avviene dietro le sbarre del carcere di Rebibbia, uno dei penitenziari piĂš grandi d’Italia. Un ragazzo “difficileâ€? alla ricerca di un maestro positivo incontra un esempio di vita nel posto in cui nessuno si aspetterebbe di trovarne, conosce una persona che ha capito il vero senso dell’esistenza, proprio perchĂŠ è stata costretta dai suoi errori a riconsiderare tutto, a ricominciare da capo. Un racconto semplice, senza effetti speciali e, proprio per questo, degno

di arrivare al grande pubblico televisivo: i personaggi che conosceremo grazie a “Sbarreâ€? hanno molto da dire, sono al di fuori di qualsiasi stereotipo, “bucanoâ€? lo schermo. Una bella risposta alle montagne di parole sprecate sui numerosi casi giudiziari che la televisione sfrutta per creare il suo ruolo di giudice supremo: in questi giorni, in seguito ai recenti risvolti del cosiddetto “caso Meredithâ€?, la spastica smania di protagonismo del piccolo schermo è sotto gli occhi di tutti. Ma è troppo facile – e pericoloso – presentare al pubblico casi di efferati omicidi con intriganti imputati, colpi di scena e

collusioni internazionali. Per questo tipo di racconto ci sono giĂ parecchie ďŹ ction tv che fanno un ottimo lavoro. La realtĂ invece è molto piĂš semplice e dura: nella maggior parte dei casi chi ďŹ nisce in prigione è un disperato, un emarginato, un debole. Per esempio, un giovane qualunque, con un passato difďŹ cile e con poche possibilitĂ di riscatto che, solo per il fatto di essere nato in un quartiere degradato, rischia di passare la vita in galera: ecco una vera storia televisiva. Invece il primissimo piano delle lacrime di Amanda Knox non ha nulla a che fare con la cosiddetta “informazioneâ€?: è semplice “intrattenimentoâ€?.


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Ci aveva provato nel 2003 Roberto Faenza, con il mediocre “Prendimi l’animaâ€?, a raccontare la prepotente relazione amorosa tra lo psicoanalista Carl Gustav Jung e la sua paziente Sabina Spielrein, una donna destinata a sua volta a lasciare un segno nel campo della psicoterapia infantile prima di morire, per mano dei nazisti, in Russia nel 1942. La stessa storia è ora al centro di “A Dangerous Methodâ€?, nel quale anche un regista di valore come David Cro-

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opo il grande successo di J Ax di sabato scorso il Cipesse propone questa settimana un altro concerto prevedibilmente molto affollato. Sempre al Pala Fiera, giovedĂŹ 6 ottobre alle ore 21, saranno di scena i ModĂ (prezzo unico 34.50 euro compresi diritti di prevendita), band emergente che ha bruciato le tappe della notorietĂ e che può essere considerata come una delle realtĂ piĂš interessanti del nuovo pop-rock italiano. I ModĂ si definiscono “romanticiâ€?, termine che ritroviamo nell’ultimo cd “Viva i romanticiâ€? del febbraio di quest’anno e nel tour di successo attualmente in corso, intitolato appunto “I Romantici tour 2011â€?. Una band che ha avuto una grande spinta dalla partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo, che li ha visti conquistare il secondo posto tra i big con il brano “ArriverĂ â€?, cantato con Emma e che a detta di molti avrebbe meritato di conquistare la palma del vincitore. Poco male, la seconda piazza ha rappresentato ugualmente un trampolino di lancio per questa band guidata da Francesco “Kekkoâ€? Silvestre, vocalist straordina-

rio che incarna alla perfezione il ruolo di cantante e front man di questa band dall’immagine pulita e sfiziosamente dandy. Un gruppo che mostra senza nulla nascondere di attingere da suoni del passato, aggiungendo però le giuste dosi di energia e di impatto immediato che il rock moderno impone. Come non viene nascosto anche se non dichiarato il fatto di apparire in alcuni passaggi molto simili ai Negramaro, dai quali si differenziano decisamente per l’immagine e la minor varietĂ sonora. La loro vicenda artistica è iniziata col classico ep autoprodotto “Vie d’uscitaâ€?, uscito nel 2003, cui sono seguiti tre cd (“Ti amo veramenteâ€?, “Quello che non ti ho dettoâ€?, “Sala d’attesaâ€?), molti singoli, e soprattutto l’ultimo album “Viva i romanticiâ€?, che ha segnato la de-

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finitiva consacrazione del gruppo. Un “complessoâ€? composto, oltre che dal leader “Kekkoâ€? Silvestre da Diego Arrigoni (chitarra elettrica), Stefano Forcella (basso), Enrico Zapparoli (chitarra acustica) e Claudio Dirani (batteria). Il loro suono si caratterizza in particolare per sfumature delicatamente dark e malinconiche, con rimandi evidenti, musicali ma anche di ambientazione, a melodie in voga nell’Italia di alcuni decenni fa. Il tema pressochĂŠ costante delle loro canzoni è l’amore di coppia, le relazioni contrastate tra uomo e donna, la necessitĂ di essere salvati se non redenti dall’amore. Proprio “Salvamiâ€? è il titolo dell’ultimo singolo da poco pubblicato, che sta contribuendo a mantenere alta l’attenzione sull’ultimo loro lavoro, che li ha definitivamente sdoganati come band di successo, non solo nazionale. I ModĂ saranno infatti protagonisti nel novembre di quest’anno a Belfast, alla serata degli Mtv Emas 2011. Una partecipazione che conferma la qualitĂ di una band capace non solo di realizzare canzoni apprezzabili, ma anche di rilanciare l’immagine di un rock pulito e portatore di valori.

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nenberg – che non ha mai disdegnato il ricorso a immagini ad alto impatto disturbante – appare come intimorito dall’incandescenza della vicenda. Fino a raggelarla in una successione di inquadrature molto curate, ricche di dettagli rivelatori ma in certi momenti incapaci di sfuggire alla noia. Meglio cosÏ, d’altra parte, rispetto al facile rischio di deragliare nel melodrammatico o, peggio, nel ridicolo. In scena sono due rivoluzionari pensatori del primo ’900, Jung

e Sigmund Freud, e la loro amicizia dapprima intensa, poi destinata a incrinarsi quando Jung mette in discussione la convinzione freudiana che ogni problema nevrotico sia riconducibile all’ambito della sessualitĂ . Su questo versante è il meglio del ďŹ lm e della notevole sceneggiatura che Christopher Hampton ha tratto dal suo testo teatrale “The Talking Cureâ€?. Negli incontri fra i due, un’acuta regia ne coglie tutte le differenze: sociale (la condizione

modesta di Freud, la ricchezza di Jung), etnica (uno è ebreo e l’altro “arianoâ€?); psicologica (lo studio caotico di Freud e l’esteriore metodicitĂ della vita di Jung); intellettuale, con Freud preoccupato di dare uno status istituzionale alla nuova disciplina, e Jung desideroso di superare la rigiditĂ dei canoni applicati dal maestro. Cronenberg sta dalla parte di Jung (Michael Fassbender), anche se il Freud cesellato da Viggo Morten-

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Nonostante siano stati aggiornati pochi giorni fa gli elenchi del 5x1000 del 2009, sono moltissime le associazioni che dopo tre anni stanno ancora aspettando di ricevere i fondi. I pagamenti del 2009 stanno infatti arrivando solo per quanto riguarda le cifre inferiori ai 500mila euro. â€œĂˆ inaccettabile ha dichiarato il portavoce Forum nazionale del terzo settore Andrea Olivero – che il 5x1000 venga erogato con una media di due anni di ritardo, che in questo caso rischia

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di toccare i tre. Ciò mette a forte rischio la realizzazione delle loro attivitĂ socialiâ€?. “Chiediamo – ha affermato ancora il portavoce – al Ministro dell’economia di assolvere in tempi brevi al suo dovere e di trovare i fondi per le integrazioni di cassa. Il terzo settore italiano non può accettare questa situazione, tanto piĂš in questo momento di grave crisi economica, che va a incidere pesantemente nella vita di tante famiglie e cittadini che vivono in stato di disagio e di bisogno,

ai quali le organizzazioni sociali cercano di dare risposte, attivando progetti e servizi proprio con le risorse provenienti dal 5x1000�. Sono oltre 50mila, secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle entrate, gli enti che hanno chiesto di poter beneficiare del 5x1000 2011. Si tratta di oltre 35mila enti di volontariato, 6.500 associazioni sportive dilettantesche, piÚ di 400 enti di ricerca scientifica e università , un centinaio di enti della salute e tutti gli 8100 Comuni italiani.

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iovedĂŹ 29 settembre i maggiori quotidiani hanno riportato la notizia della perquisizione della sede del giornale “L’Avantiâ€? (nato nel 1996 sulle ceneri di “Avanti!â€?, storico organo dei socialisti), avanzando varie ipotesi sulla ragione dell’intervento della Guardia di finanza. Non ultima quella di truffa nei riguardi dello Stato per l’incasso di contributi editoriali indebiti. Gli stessi giornali hanno invece pressochĂŠ ignorato l’assemblea nazionale dell’editoria cooperativa, non profit e di partito, riunita, mercoledĂŹ 28 settembre, a Montecitorio per iniziativa di Mediacoop, Fnsi, Articolo 21, Fisc, Comitato per la libertĂ e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo, Federcultura-Confcooperative. Nel corso dell’assemblea, alla quale ho partecipato, è risuonato piĂš volte l’allarme della crisi irreversibile che minaccia la sopravvivenza di numerose testate. “Il fondo per l’edito-

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aggiunto Grassucci sottolineando la difficoltĂ di fare impresa in una simile situazione. “Il rischio è che il prossimo anno molti di noi non ci siano piĂšâ€?: un pericolo che porterebbe alla scomparsa di “500mila copie al giorno di giornaliâ€?, “400 milioni di euro di giro d’affari in menoâ€?, oltre a “4000 tra giornalisti e poligrafici senza lavoroâ€?. Nel corso dell’ampio dibattito, cui hanno partecipato giornalisti, amministratori e parlamentari, è stato citato piĂš volte il nome di Lavitola come emblema di una distribuzione scorretta dei giĂ esigui fondi che finisce per premiare giornali inesistenti o profittatori. Ma l’assemblea non si è limitata a piangere su se stessa. Sono state fatte varie proposte sia sui criteri di assegnazione dei contributi che sul reperimento di nuove risorse. La risposta del governo è venuta dall’intervento dell’on. Paolo Bonaiuti, sottosegretario con delega per l’informazione

e l’editoria, che sul fronte delle regole ha ripetuto promesse giĂ fatte e ripetute da molti governi nel corso degli ultimi anni, mentre per quanto riguarda i contributi non ha offerto certezze nemmeno sul contributo per il 2010. Ha invece detto che serve non “una riforma dell’editoriaâ€?, ma “una piccola rivoluzione da fare insieme e in tempi breviâ€?. Della serie continuiamo a raccontarci bugie.

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Il settore delle piccole e medie imprese italiano tornerĂ ai livelli di fatturato di prima della crisi soltanto dopo il 2011. Dal 2008 al 2010 le Pmi italiane hanno perso il 3,3% dell’occupazione, e il loro valore aggiunto è diminuito del 4%. Quest’anno il numero di Pmi dovrebbe scendere dello 0,6%, con quasi il 3% di perdita di valore aggiunto e nessuna crescita sul fronte del lavoro. L’Italia è un Paese che dipende dalle microimprese (cioè le imprese che impiegano meno di 10 dipendenti) molto di piĂš rispetto agli altri Paesi europei. Sull’applicazione delle “Small Business Actâ€?, resta ancora molto da fare per raggiungere la performance media dell’Ue in quasi tutti

i settori, soprattutto la semplificazione amministrativa e l’accesso al credito. Nel 2010, l’Italia ha adottato una strategia per accelerare questo processo, e ha nominato il suo “Mister Pmiâ€?, Giuseppe Tripoli del Ministero dello sviluppo economico, per coordinate queste iniziative. Sono queste le principali conclusioni sulle Pmi in Italia, contenute nella relazione della Commissione europea sull’applicazione dello “Small Business Act (Sba)â€?, presentata nel quadro della settimana europea delle Pmi lo Sba è l’iniziativa faro dell’Ue a sostegno delle piccole e medie imprese. In Italia sono oltre 3 milioni e mezzo le micro imprese, il 94,5% del totale, rispetto al 92% della media Ue.

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Tutto pronto per il ritorno nel massimo campionato del Cammi Calvisano dopo due anni di assenza. Domenica alle 15 l’esordio in casa dei Campioni d’Italia del Padova. Tema comune, ribadito in occasione della conferenza stampa di presentazione, resta la valorizzazione del settore giovanile assieme a un mix di giocatori d’esperienza. Uno su tutti, Paul Griffen che aveva deciso di smettere con il rugby giocato ma che si è preso un altro anno di tempo. Al

timone del club bassaiolo ci sarà Andrea Cavinato, uno che con i giovani ci sa fare vista l’esperienza sulla panchina della Nazionale azzurra Under 20 e tornato dopo il primo scudetto centrato proprio a Calvisano nella stagione 2004-2005. L’esordio casalingo, invece, avverrà sabato 15 contro il neo promosso Reggio Emilia. Il resto della prima giornata d’Eccellenza: MoglianoLazio, L’Aquila-Crociati Parma, S. Gregorio Catania-Prato, R. EmiliaRovigo. (ma.ric.)

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ome stai? Sto meglio; bene quando sono in campo. Dicono che non ci siano piĂš bandiere se non Del Piero, Totti e Zanetti. Io aggiungerei Marco Zambelli. Sono d’accordo. Se bandiera vuol dire stare tanti anni in una squadra, e se hai la fortuna che sia la squadra della tua cittĂ , mi sento bandiera. Sabato il Padova. Ci sarai? Una bella partita. Dovrei esserci. A inizio anno non avremmo mai pensato di essere lĂŹ. Non è una sfida cruciale per il nostro campionato. Giocare con queste squadre ti dĂ la consapevolezza di ciò che sei o che potrai essere. Cosa ti piace di questo nuovo Brescia e cosa no? Quest’anno non ci sono cose che non mi piacciono. La cosa che mi piace di piĂš è l’entusiasmo con cui i ragazzi si sono calati nel progetto, sia chi è restato, sia chi è arrivato. Indipendentemente da chi gioca. Cosa vuol dire essere il capitano di questa squadra? Posso dirti cosa vuol dire essere il capitano, stare fuori e non giocare. Da capitano, non poter dare una mano ai compagni e cercare di trascinarli è piĂš logorante degli altri anni. Per me è un onore. Non so ancora bene come si faccia; spero col tempo di imparare. In una parola: mister Scienza. Mi viene difficile. Non potevamo chie-

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dere di meglio nella situazione in cui eravamo. Non sono ruffiano: è bravo, attento alle esigenze di tutti; sa coinvolgere tutti verso le sue idee, in campo e fuori. Con una parola: incredibile. Chi è stata la rivelazione finora? Il gruppo, che sta tirando fuori il meglio dai singoli: Jonathas, El Kaddouri, Salamon, Juan Antonio. Ragazzi che si stanno esprimendo al meglio. Bello vedere i bresciani: Magli, Martina

Rini, Paghera: una ventata positiva. Una fotografia di cui faresti il poster della tua vita nel Brescia? Non l’ho ancora scattata. Chiedimelo tra 12 anni, quando smetto. Cosa fai quando non giochi? Nulla di particolare. Passo il mio tempo a casa, con la fidanzata, gli amici e in cose socialmente utili. Meno tempo libero ho, meglio è, cosĂŹ mi alleno. PerchĂŠ ogni settimana vai a trova-

re i bambini all’ospedale? PerchĂŠ fanno bene a me e ai compagni che vengono. Fa bene sentire storie di vita, fatte dalla realtĂ e dalla difficoltĂ . Per il mondo di cui faccio parte questi incontri fanno solo bene e ci aiutano a tenere i piedi per terra. Avere un bambino malato è difficile, a maggior ragione se si fatica ad arrivare a fine mese. Non ho la presunzione di risolvere problemi ma far passare un po’ di tempo diverso dal solito. Quale canzone ascolti di piĂš? “Ho messo viaâ€? di Ligabue. Di cosa non puoi fare a meno. Del Brescia, si sa, degli amici, della fidanzata e della mia famiglia, senza i quali è dura. Marco quella volta... si divertĂŹ... Quando siamo andati in Serie A. ...l’ha combinata grossa... Quando mi sono presentato alla MaturitĂ in pantaloncini, magliettina e ciabatte, giĂ pronto per andare al mare. Non mi volevano far fare l’esame. ...non la dimenticherĂ mai Devo ancora scriverla.

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%UHVFLD LO UXJJLWWR GHOOH ´OHRQHVVHÂľ La stagione si è aperta sotto i migliori auspici per la Pallamano Leonessa “Centrale del Latte – San Filippoâ€?. Dopo il felice esordio nel campionato di serie A2 femminile con la prima partita vinta in casa dalle Leonesse contro le atlete giallo verdi del Mestrino la squadra guidata da Mister Lancini si è presentata con le idee ben chiare all’appuntamento a Palazzo Loggia sfoggiando grinta da vendere e un solo obiettivo: migliorare o mantenere

le posizioni. Un punto di partenza e di arrivo al tempo stesso che il neo presidente Matteo Rinaldi (ex consigliere subentrato a Ivano Lattucchella, costretto a lasciare la squadra per impegni di lavoro) ha ribadito piĂš volte mentre insieme al vicesindaco (e tifoso) Fabio RolďŹ , all’assessore alla Sport Massimo Bianchini e a un “testimonial d’eccezioneâ€? come il capitano del Brescia Calcio Marco Zambelli elogiava l’impegno e la passione

che le atlete e lo staff tutto dedicano a questo sport forse non sufďŹ cientemente conosciuto ma certo nella nostra cittĂ particolarmente fortunato. Ora ad attendere le Leonesse c’è un campionato che si preannuncia impegnativo e stimolante giĂ dalle prime partite. Dopo la formazione padovana del Mestrino – battuta al San Filippo con un sudatissimo ma meritatissimo 29 a 28 grazie anche agli 11 punti del capitano Simona Savoldi e

alle azzeccatissime parate della new entry Lorena Bassi – ora le bianco blu dovranno fronteggiare le fortissime veronesi del’Alitrans Vigasio per poi vedersela con il Casalgrande (il 15 ottobre), il Raluca (il 29), l’Ariosto Ferrara (il 5 novembre), il Mezzocorona (il 12), il Brixen di Bressanone (il 19), il Taufers (il 3 dicembre), lo Schenna (il 10) e il 14 gennaio del 2012 – ultimo giorno di andata – con il Cassano Magnano.


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Bovegno – S. Benedetto 6-4. Sugli altri campi dell’open femminile spicco il successo del S. Francesco sul Berlinghetto per 12-0. Bene anche il Pompiano (6-1 a Lady Novagli) e poverissimo del Casto al Cremignane. In Valsabbia ďŹ nisce con un chiaro 5-0. Il Csi Brescia ricorda alle societĂ di ogni disciplina sportiva di aggiornare i propri risultati online su www.csi.brescia.it al termine delle gare.

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l ciclismo bresciano si tinge di tricolore. La delegazione provinciale ciessina torna da Grosseto con medaglie pesantissime che danno lustro al comitato di via Chiusure. Baldassarre Mangerini, Roberto Marchesi e Flavia Pasotti, infatti, si sono laureati campioni d’Italia in terra toscana. Partiamo dal successo del biker della Team Piton, numero uno nella mountain bike nella categoria M5. Ha completato un percorso di 7,3 km in 1h03’34’’. Per lui è il secondo titolo nazionale consecutivo, dopo il trionfo alla Vignalonga della stagione scorsa. Il gradino piĂš alto del podio cadetti MT è stato conquistato invece da Roberto Marchesi, con il tempo di 1h10’05’’. La sua compagna di squadra Flavia Pasotti ha firmato il successo tricolore nella crono femminile di 11 km centrando la personale doppietta il giorno successivo nella gran fondo. Nave bike ha messo in bacheca anche due argenti gentlemen con Luigi Venturini, un argento ed un bronzo veterani con Claudio Ruta. Buoni piazzamenti anche per Alberto Glisoni del Csi Ciclobrescia, che ha disputato tre gare conquistando un quarto, un quinto e un settimo posto. Le gare nazionali non hanno bloccato l’attivitĂ provinciale. A Barco di Orzinuovi sabato è stato dedicato ai bambini e la domenica agli adulti, con la sei ore di Urcis endurance mtb. Su un

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blu sarĂ domenica a Pompiano, con la cronometro a quintetti Csi coppa Leonessa memorial Volpi e Ceriani. Ritrovo alle 8 in piazza S. Andrea e partenza del primo equipaggio alle 9.30. Necessaria la preiscrizione entro le 17.30 di venerdĂŹ. Risultati nazionali: Assoluti strada: 1) Sensi Danilo (Gs Teambike); 2) Caroti David (Gc Tondi Sport); 3) Digilio Emanuele (Gc Tondi Sport). Assoluti mtb: 1) Digilio Emanuele (Gc Tondi Sport); 2) Infelli Francesco (Vittorio Bike); 3) Guiducci Angelo (Extreme Bike). Assoluti crono: 1) Nencini Andrea (Team Bike Perin); 2) Barbieri Raffaele (Ss Grosseto); 3) Zugarini Simone (Ciclistica Senese).

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Egr. direttore, desidero comunicare attraverso “Voceâ€? con gli amici di don Baresi, organizzatori della fiaccolata del 4 ottobre alla quale pure sono stata invitata a partecipare per poi firmare la richiesta di revisione del processo. Ritengo che sia sempre doveroso aspettare che la Magistratura abbia terminato il suo lavoro prima di manifestare a favore o contro un processo e le sue risultanze: per questo motivo non ci sono andata. Non ho mai avuto la fortuna di conoscere personalmente don Marco Baresi che numerosi amici mi hanno riferito essere persona splendida, confermandomi anche che è “innocenteâ€?. Credo che tutti dobbiamo esercitare una virtĂš cristiana poco valutata e citata: la prudenza. Quest’ultima non deve mai cadere negli atti d’omissione o nell’ignavia. Amando noi tutti la Chiesa bresciana, magari soffrendo per i suoi limiti in alcune occasioni e gioendo per la sua lungimiranza in altre, penso che non dobbiamo mettere la nostra Chiesa in una possibile condizione di fraintendimento e malintesi, di fronte all’opinione pubblica, rispetto a qualsiasi indagine presente o futura da parte della Magistratura, piuttosto collaborando come laici, clero e religiosi al bene comune dentro la societĂ sĂŹ, ma anche dentro la Chiesa. Francesca Paganuzzi Caldonazzo

Egr. direttore, non credevamo ai nostri occhi quando nello scorso luglio abbiamo letto sui giornali la sintesi del documento dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) che, nell’interpretazione dei giornalisti di quasi tutti i quotidiani italiani, invitava i docenti europei a non bocciare gli studenti. In realtĂ i funzionari dell’Ocse affermano che la bocciatura non aiuterebbe gli studenti in difficoltĂ , mentre viceversa aumenta i costi per l’istruzione. Inoltre l’Ocse non si rivolge agli insegnanti, ma ai governi. Ăˆ vero che in molti casi la bocciatura non aiuta lo studente, poichĂŠ non è in grado di eliminare le sue difficoltĂ , nella maggior parte dei casi dovute ad insufficienti motivazioni allo studio, che spesso si ripresentano negli anni successivi. In altri casi la bocciatura è utile allo studente, lo rende consapevole di non aver raggiunto gli obiettivi minimi e lo sollecita a riconsiderare il suo impegno. Tuttavia la questione centrale non è questa: il fine principale delle bocciature non consiste nel perseguire il bene dei bocciati, bensĂŹ quello di tutti gli altri (cioè i promossi) e dell’intera societĂ . Se uno dicesse: aboliamo le multe per le infrazioni al Codice della strada, poichĂŠ è dimostrato, dati alla mano, che le multe non fanno bene ai multati e non diminuiscono la loro propensione a violare le norme, sarebbe facile rispondergli che il rischio delle multe contribuisce a fare in modo che la gran parte degli automobilisti rispetti maggiormente le regole e quindi ri-

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Se la bocciatura è un valore

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La virtĂš cristiana della prudenza

duce incidenti, danni, morti e feriti. Allo stesso modo se si abolissero le bocciature, verrebbe meno una delle cause fondamentali che spingono gli studenti a stare attenti in classe, a svolgere i compiti a casa, a dedicare tempo e impegno nello studio, a cercare di rimediare alle insufficienze: la qualitĂ della scuola e i livelli d’apprendimento si abbasserebbero notevolmente. Anche dal punto di vista economico il ragionamento dell’Ocse non sta in piedi: è vero che uno studente delle superiori costa allo Stato circa 5000 euro annui (quindi nell’immediato un calo di bocciature costituisce un risparmio) ma i solerti funzionari dell’Ocse non hanno calcolato quale enorme danno economico ne deriverebbe per la societĂ dal peggioramento della preparazione degli studenti? Ăˆ ovvio che la bocciatura in sĂŠ non è desiderabile: è l’ultima soluzione, quando tutti i tentativi di recupero sono falliti e le competenze minime non sono acquisite (non a caso le scuole di qualitĂ hanno percentuali di non promozione un poco inferiori alla media). Negli ultimi anni, però, l’aumento degli alunni per classe e i ripetuti tagli di bilancio rischiano oggettivamente di aggravare il fenomeno. Maurilio Lovatti e altri 23 insegnanti

Un sentito ringraziamento Egr. direttore, vorrei esprimere dalle pagine del settimanale diocesano un sentito ringraziamento, a nome dei parrocchiani di Angone, a tutti i sacerdoti ed al diacono che il 21 settembre

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hanno concelebrato l’eucaristia del nostro patrono San Matteo Apostolo. Un ringraziamento particolare al nostro parroco don Battista che si è premurato nell’organizzazione di questa bella e sentita celebrazione. Lettera firmata

Grazie dal Kenya Egr. direttore, da circa 10 anni ricevo “La Voce del Popoloâ€? regolarmente nella missione in cui mi trovo, vicino alla capitale Nairobi. Nei momenti liberi leggo il giornale che trovo sempre molto interessante. Mi dispiace di non avervi manifestato prima apprezzamento e ringraziamento. Attualmente svolgo il mio servizio a due o tre ore dalla capitale, anche se la mia età è ormai veneranda. Mi trovo in una zona molto popolata e, per i giĂ citati limiti anagrafici, faccio quello che posso. Visito tanta gente con cui è facile stringere amicizia. Sono molto contenta, perchĂŠ proprio i poveri sono i piĂš vicini a GesĂš. Questa zona si chiama Kariobangi ed è una delle parti piĂš popolate del Paese. Si tratta di gente povera ma non misera perchÊè mette impegno e dignitĂ in quello che fa, lavorando dalle 6 del mattino, magari per cuocere, su un piccolo fuoco alimentato da pochi pezzi di carbone frittelle, ciambelle (ciapatĂŹ), grano e fagioli, ecc, riuscendo cosĂŹ a mettere insieme il necessario per la sopravvivenza. Termino queste poche righe esprimendo ancora una volta il mio grazie per quel che fate con “La Voce del Popoloâ€? e invio i miei migliori auguri. suor Donatella Reghenzi

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