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In Oriente, specie in Giappone, si trovano giardini creati appositamente per offrire un luogo dove meditare. Ma cosa significa “meditareâ€?? Il Vangelo di San Luca ci presenta Maria, la Madre di Dio che “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuoreâ€?. Le “coseâ€? custodite da Maria erano le parole e gli eventi che sperimentava in rapporto a suo Figlio. La sua “meditazioneâ€?, come il termine stesso suggerisce, consisteva probabilmente nel “confrontareâ€? tali realtĂ con la sua vita per cogliere il disegno di Dio nei suoi confronti. In questi giorni di novembre – ma anche in altri periodi – vorrei suggerirvi un “giardinoâ€? particolare per meditare. Si trova in tutti i paesi e cittĂ ed è facilmente accessibile: è il cimitero, il camposanto, in cui riposano le spoglie mortali di coloro che ci hanno preceduto. Vi consiglio di visitarne una parte con calma, di soffermarvi su qualche lapide o segno e riflettere: sono convinto che il “confrontoâ€? con i cari defunti – nella fede del Signore morto e risorto – ha molto da insegnarci per meglio vivere e – in quel giorno – meglio morire.
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Crisi e famiglie. Nel mirino della povertĂ
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͚ͥ ……Ž‡•‹ƒ Don Italo Uberti. Inseguendo la Buona Notizia
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‡ŽŽƒ …”‹•‹ ”‡‰Â?ƒ Žƒ …‘Â?ˆ—•‹‘Â?‡ Continuiamo a non capire. Le borse crollano, lo “spreadâ€? sale e la crisi si aggrava sempre di piĂš. E noi cittadini normali, senza una laurea in economia, restiamo sempre di piĂš senza parole. In questi giorni si è evocata l’idea di un Paese alla deriva e forse è vero. Siamo alla deriva perchĂŠ, anzitutto, non ci fanno capire che sta succedendo. Le analisi dei politici cambiano a seconda del colore del partito. L’Europa annaspa, chiede e non ottiene e ci punisce e cosĂŹ fanno i mercati. L’Italia rischia il fallimento e noi ancora non capiamo a cosa stiamo andando incontro. Forse qualcuno dovrebbe spiegarcelo con parole semplici e chiare. Magari iniziando da quella che ormai è un po’ piĂš di una percezione
della crisi. Anche perchĂŠ adesso veramente quando le famiglie aprono il borsellino non ci trovano abbastanza denaro per arrivare a ďŹ ne mese; fanno la spesa, ma hanno sempre piĂš bisogno dell’aiuto della “bustaâ€? della Caritas. Se i giovani sembrano girare a vuoto in cerca di un posto di lavoro e chi un lavoro l’aveva adesso è perennemente in cassa integrazione, ci deve essere un motivo. C’è modo di capire come mai le imprese smettono di fare investimenti e non possono assumere e le banche non fanno piĂš i mutui per comprare la prima casa? In sintesi: chi ne capisce di queste cose o ha l’onere di intervenire, sta facendo abbastanza per rimediare oppure no? E qui si apre il dibattito, soprattutto politico. Si è detto, il Governo ha le sue responsabilitĂ probabilmente gravi. Ma se si è veriďŹ cato che chi ci governa non è all’altezza della situazione? Come tirare qualche conclusione? Non lo dico per accanimento verso il
Berlusconi, il Bossi o il Tremonti di turno, ma per senso della realtĂ . L’impressione è che se non fosse per i cittadini che ne fanno le spese tutti i giorni in termini di risorse e di occupazione, la crisi sembrerebbe qualcosa di virtuale, una materia per addetti ai lavori di cui i giornali scrivono piĂš o meno a vanvera. Gli italiani, invece, adesso la crisi la vivono sulla pelle e non possono piĂš aspettare. Serve una soluzione pragmatica e l’umiltĂ , forse, di ammettere la sconďŹ tta. Che ne sarĂ delle famiglie reali, dei poveri, dei lavoratori e delle imprese, dei giovani che chiedono un segnale di speranza? Sembra che l’effetto della manovra di 59,6 miliardi di agosto sia in parte giĂ svanito per l’esplosione del costo del debito, e adesso che si fa? La politica dei troppi annunci e delle troppe marce indietro non paga, come pure qualcuno dovrĂ rendere conto del fatto che il destino dell’Italia sembra piĂš legato alla
paura di perdere voti che al bene comune. Anche l’opposizione, poi, che pare si accordi solo per chiedere le dimissioni del Governo, deve ritrovare il senso della realtĂ . Il tempo di Silvio potrebbe essere ďŹ nito, ma diamoci un taglio con un accanimento che risulta sterile. Il problema della crisi mondiale non è solo Silvio, fatevene una ragione! Se, invece, l’opposizione i problemi li vede, se ha delle soluzioni concrete le spieghi al Paese e soprattutto dimostri di essere all’altezza di affrontare questa emergenza in modo diverso. Fa sorridere l’ultima fatica interna al Pd intento a tenere a bada le idee del Sindaco di Firenze. Se sono idee buone e non proclami a ďŹ ni mediatici daranno frutto a loro tempo e sarĂ bene tenerne conto senza scomuniche. La confusione, quindi, regna. SarĂ utile dimostrare al piĂš presto, anche in Europa, che gli italiani hanno ancora un poco di valore e di onore.
͛͛ —Ž–—”ƒ ‡ …‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‡ Giornata diocesana. “La voce è quella giustaâ€?
͚͜ …‘�‘�‹ƒ Cdo. Il coraggio di ripartire come antidoto alla crisi
͜͜ ’‘”– Brescia calcio. Che sia un finale diverso
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Ăˆ in piena attivitĂ la macchina organizzativa delle Caritas parrocchiali sparse in tutta la diocesi per mettere a punto la Giornata del pane, in programma per il 27 novembre prossimo, prima domenica di Avvento. Grazie alla collaborazione dell’Unione panificatori artigiani della provincia di Brescia verranno venduti sacchetti di pane il cui ricavato andrĂ a sostegno della mensa dei poveri “Madre Eugenia Menniâ€? (nella foto), una delle
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dita della Mano fraterna varata dalla Caritas diocesana per far fronte all’aumento delle richieste di aiuto di un numero sempre maggiore di persone. I dati piĂš recenti, quelli relativi al 2010 riassunti del recente bilancio “Un anno con Caritasâ€?, fissa a 30.288 i pasti distribuiti a 1222 ospiti, numeri in netto aumento rispetto ai 26.425 dell’anno precedente e che fotografano in modo chiaro quanto il bisogno sia andato aumentando anche nel Bresciano.
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uando anche i luoghi comuni cominciano a vacillare... non c’è da aspettarsi niente di buono. Analisti ed esperti dei processi economici sostenevano, almeno sino a qualche tempo fa, che la fortuna italiana rispetto alla crisi in atto, erano le famiglie. Con la propensione al risparmio e con il mito della casa di proprietĂ rappresentavano quella ciambella di salvataggio a cui molti altri Paesi, Usa in testa, non avrebbero potuto aggrapparsi. Sono bastati, però, solo pochi mesi in piĂš e una crisi che, alla faccia di tanti annunci, non accenna ancora a ridurre i suoi effetti per mettere in gioco la “certezza italicaâ€?. La famiglia, insomma, è entrata in sofferenza con esiti facilmente intuibili. Il recente Rapporto sulla povertĂ ed esclusione sociale elaborato da Caritas italiana e dalla Fondazione Zancan, presentato nelle scorse settimane, ha messo in luce una situazione piĂš problematica di quanto molti si aspettavano. Lo studio “Poveri di dirittiâ€? (questo l’emblematico titolo dato al Rapporto) ha allargato, purtroppo, gli orizzonti della povertĂ . Non si tratta piĂš di un sostantivo “declinabileâ€? solo da un punto meramente economico. A questo vanno invece associate altre privazioni che peggiorano lo stato di precarietĂ . Si tratta di contesti, quelli che sono andati delineandosi negli ultimi tempi, che hanno finito col mettere in discussione il diritto alla casa, al lavoro, all’educazione, alla giustizia, ambiti di cui, tradizionalmente, la famiglia italiana era il perno. Nel 2010, secondo il Rapporto di Caritas/Fondazione Zancan, in Italia le persone povere sono stimate in 8 milioni e 272 mila, quasi 500mila in piĂš rispetto all’anno precedente. A decretare questo aumento, e questo è il dato veramente
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tate e la mancanza di reali politiche a sostegno della famiglia. Insomma, la stagione in corso non è delle piĂš felici neppure per la famiglia, da sempre considerata (anche dalla politica) il primo e il piĂš potente fra gli ammortizzatori sociali di cui il Paese poteva disporre. La tenuta economica e sociale della famiglia, dunque, comincia ad accusare segnali sempre piĂš preoccupanti di difficoltĂ . Ne sanno qualcosa quelle realtĂ che, istituzionalmente, si occupano di marginalitĂ e di aiuto a chi si trova in condizioni di bisogno. RealtĂ che negli ultimi anni hanno visto aumentare, prima timidamente e poi in modo sempre piĂš consistente, le richieste di aiuto da parte di famiglie tradizionalmente escluse dai percorsi della povertĂ . “Quando una famiglia comincia ad avere piĂš di due figli – afferma il direttore della Caritas diocesana Giorgio Cotelli – è giĂ a rischio di povertĂ relativaâ€?. Sono le famiglie a basso reddito, quelle che possono contare su 1000 al mese, con cui magari affrontare un mutuo o l’affitto, a sperimentare una sofferenza che va ben oltre il semplice aspetto alimentare per sbordare su quello economico. “Per questo – afferma ancora Cotelli – abbiamo affiancato ai pacchi viveri anche ilmicrocredito, un progetto capillarmente diffuso in tutte le zone della diocesi a conferma dell’aumento del bisognoâ€?. Si tratta di risposte pensate anche per far fronte alle sempre maggiori difficoltĂ che incontrano i Comuni nell’erogazione di quei servizi con cui, sino a poco tempo fa, rispondevano al bisogno delle famiglie. L’aspetto piĂš problematico di questo aumento dei bisogni è che ha, come conferma anche il direttore della Caritas diocesana, per protagoniste famiglie che non
avevano mai conosciuto prima la povertĂ . PerchĂŠ se è vero che sono ancora molte le famiglie extracomunitarie che si rivolgono alle Caritas presenti sul territorio per un aiuto, è altrettanto vero che “dal 2007 ad oggi – afferma Cotelli – è cresciuta considerevolmente anche la percentuale delle famiglie italiane che chiedono aiutoâ€?. Per queste famiglie che devono anche scontrarsi con il pudore del chiedere è necessaria quella che il direttore Caritas definisce “prossimitĂ nel quotidianoâ€?. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Mario Taccolini, presidente della Congrega della caritĂ apostolica, realtĂ che da secoli risponde ai bisogni della marginalitĂ ma che negli ultimi tempi ha dovuto misurarsi con nuove tipologie di bisogno. “Dal nostro osservatorio che è dilatato e tipologicamente eloquente – sono considerazioni di Taccolini – constatiamo una sempre piĂš cruda e evidente marginalitĂ di adolescenti e giovani e delle famiglie con minoriâ€?. L’ormai incontenibile disoccupazione giovanile, confermano dalla Congrega, rende questi scenari sempre piĂš problematici con evidenti ricadute sulle famiglie che rischiano una sempre piĂš evidente marginalitĂ . “Da tempo – afferma ancora il presidente Taccolini – gli interlocutori abituali dei nostri servizi sono i nuclei familiari con minori e giovaniâ€?. Paradossalmente l’anziano che per tradizione è da sempre il destinatario tradizionale dei servizi della Congrega, pare oggi godere di maggiori tutele e di condizioni migliori, anche per i piccoli risparmi di una vita o per altre forme di assistenzaâ€?. Anche per la Congrega è la famiglia, insomma, a essere in modo sempre piĂš netto nel mirino della povertĂ .
6XSHUFHQW LO SLFFROR DLXWR FKH SXz DQFKH Se è vero, come recita un vecchio adagio popolare, che la necessità aguzza l’ingegno, quelli attuali sono veramente momenti di grande bisogno. La conferma arriva ancora una volta dalla capacità che le realtà , che per tradizione si confrontano col bisogno, hanno nel mettere a punto iniziative sempre nuove di solidarietà . Caritas diocesana (attraverso la Fondazione San Martino) e Congrega della carità apostolica sono le
realtĂ capoďŹ la di un nuovo progetto pensato per “ricavare moltoâ€? da un gesto apparentemente piccolo. L’iniziativa è stata battezzata “Supercentâ€? e consiste nel devolvere alla Fondazione Opera Caritas San Martino un centesimo per ogni operazione bancaria eseguita. Chi intende aderire all’iniziativa dovrĂ soltanto dare mandato al proprio istituto di credito di effettuare con cadenza mensile un boniďŹ co alla giĂ citata Fondazio-
ne con l’importo in centesimi corrispondente al numero di operazioni effettuare. Un piccolo aiuto che messo al ďŹ anco di tanti altri potrĂ portare considerevoli frutti. “Nell’attuale periodo di crisi economica – affermano Caritas e Congrega che hanno lanciato l’iniziativa – emerge un incremento del disagio, soprattutto nelle famiglie dove è a rischio o è venuta meno la fonte di reddito. In questo contesto ha preso corpo il progetto comuneâ€?.
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Â? …”‡•…‹–ƒ ‹Ž ˆ‡Â?‘Â?‡Â?‘ †‡‹ Ç˛ÂŽÂƒÂ˜Â‘Â”ÂƒÂ–Â‘Â”Â‹ Â’Â‘Â˜Â‡Â”Â‹Çł Arriva da Milano l’ultimo dato preoccupante che certifica come la crisi stia facendo sentire i suoi effetti anche su chi non ha mai conosciuto il reale significato della parola povertĂ . Nei giorni scorsi la Caritas ambrosiana ha diffuso il 10°Rapporto dell’Osservatorio diocesano delle povertĂ e delle risorse. Uno studio della realtĂ milanese che, con le dovute differenze, potrebbe descrivere con efficacia anche la realtĂ bresciana. Gli utenti dei centri di
ascolto del Milanese, si legge nella presentazione del Rapporto, sono aumentati del 10,7% rispetto al 2007, l’anno prima della crisi e del 59% rispetto al 2002. Per un quarto sono ormai italiani. Chiedono lavoro, ma sempre di piÚ aiuti economici. Quasi il 50% non riesce a far quadrare il bilancio familiare, anche quando ha un’occupazione. Sta diventando esplosiva la questione del reddito: quasi la metà delle persone che si sono rivolte agli sportelli della Caritas milanese non arriva a fine
mese, anche quando hanno un lavoro. Anche quando c’è, è questo forse l’aspetto piĂš preoccupante del rapporto elaborato dalla Caritas ambrosiana, il lavoro rischia di non bastare piĂš, soprattutto quando si tratta di famiglie con piĂš di due figli, o di famiglie monoreddito. “Oggi – ha affermato don Roberto Davanzo (nella foto), direttore della Caritas di Milano – avere un lavoro non è piĂš sufficiente per potersi considerare al riparo dalla povertĂ â€?.
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H GLYHQWDUH JUDQGH H VRVWHQHUH PROWL É nato cosÏ il progetto Supercent, che consiste nella raccolta su vasta scala di piccole erogazioni di denaro, effettuate dagli utenti dei servizi bancari e di altri servizi di larga diffusione. Queste piccole erogazioni comportano per i singoli donatori un modestissimo esborso, ma possono dar luogo, se unite tra loro, ad un’importante risorsa per i casi di povertà piÚ urgenti. Da parte loro le banche e le imprese che hanno aderito al proget-
to si sono impegnate a non far gravare alcun costo sulle operazioni di micro donazione effettuate dai loro clienti. Scopo dell’iniziativa è anche quello di favorire il coinvolgimento di tutta la comunitĂ bresciana, afďŹ nchĂŠ possa prendere sempre piĂš parte a un progetto di attenzione alle situazioni di difďŹ coltĂ . A oggi hanno garantito il loro appaggio all’iniziativa congiunta di Fondazione Opera Caritas San Martino e Congrega della CaritĂ Apostolica
Banca Intesa San Paolo, Ubi Banco di Brescia, Ubi Banca di Valle Camonica, Credito Bergamasco, Banca di Credito Cooperativo di Brescia, Banca di Credito Cooperativo della Provincia di Brescia e Monte dei Paschi di Siena. Ulteriori informazioni su un progetto che va idealmente a comnpletare quanto la Mano fraterna della Caritas mette in campo per rispondere a forme sempre piĂš diffuse di povertĂ e di bisogno, si trovano sul sito www.
supercent.it. I navigatori troveranno un simpatico supereroe chiamato proprio Supercent (a destra) che illustrerà le ragioni del progetto, come aderirvi e soprattutto le realtà che grazie ai centesimi versati potranno essere aiutare. Da parte di Supercent (e dei suoi promotori) l’assunzione dell’impegno di presentare in tempi certi dettagliati resoconti sull’anadamento della raccolta e sulla destinazione della stessa.
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Al G20 in corso a Cannes (la chiusura dei lavori è prevista per venerdÏ 4 novembre) l’Ue si è presentata con intenti comuni, avendo abbozzato una sorta di strategia condivisa. Van Rompuy e Barroso hanno a piÚ riprese segnalato che, di fronte alle gigantesche sfide poste dalla crisi economica, dalla instabilità dei mercati, ma anche da altri problemi di portata globale (energia, cambiamento climatico), sia tempo di agire in
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maniera coordinata, soprattutto perchÊ i destini delle potenze mondiali e quelli dell’intera umanità sono, oggi piÚ che mai, interdipendenti. Il belga Van Rompuy e il portoghese Barroso hanno anche indicato una serie di priorità per il vertice del G20: affrontare gli squilibri macroeconomici globali, favorire la crescita (anche promuovendo gli scambi commerciali), attuare il programma di riforme del mercato finanziario cosÏ da
renderlo piÚ resistente, rafforzare la dimensione sociale della globalizzazione, garantire la sicurezza alimentare, intervenire contro il cambiamento climatico (tema in discussione alla Conferenza Onu di Durban, tra meno di un mese), affrontare la sfida energetica e la lotta contro la corruzione. In realtà non c’è molto di nuovo. Il problema è quello di verificare la capacità del G20 di passare da enunciazioni di principio a concrete azioni.
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vevano chiesto un impegno, l’Italia ha risposto con un impegno scritto: quello di realizzare in un anno e mezzo un vero e proprio programma di governo. All’Europa, la cosa è bastata e tutta la telenovela del “dovete fare qualcosa di fondamentale per la ripresa economica e per la salvaguardia del debito pubblicoâ€? – rivolto all’Italia con le buone e pure con le cattive maniere – è finita lĂŹ. Per ora. PerchĂŠ chiaramente quella scritta da Silvio Berlusconi non dovrebbe essere una lettera da libro dei sogni, ma qualcosa che dovrĂ poi trovare attuazione, in tempi ristretti. Sennò le ire soprattutto tedesche saranno funeste per l’Italia. Quando, quest’estate, l’euro è finito sotto attacco degli investitori, s’è capito rapidamente che la Grecia era l’antipasto, ma la pietanza vera erano la Spagna o l’Italia. A Madrid la soluzione della crisi è stata drastica: il premier Zapatero si è fatto da parte rispolverando le urne elettorali per fine anno. Qui, s’è approntata una manovra all’italiana, piena di buoni propositi, di cose da fare tra due o tre anni, di proclami e tanti tentennamenti. I mercati finanziari hanno continuato ad attaccare l’Italia, ancor piĂš convinti che qui non ci sia una mano forte che possa governare la crisi. Una crisi invece fronteggiata dalla
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tanto di ultimatum a presentare (come scritto anche da Voce la scorsa settimana, ndr.) proposte vere e sensate entro tre giorni. E dopo 72 ore, ecco la lettera di 17 pagine inviata al “caro Hermanâ€? e al “caro Josè Manuelâ€? (i vertici della Ue), con il nuovo programma di governo dell’Esecutivo Berlusconi. In sintesi: si sta approntando il decreto Sviluppo, ma occorre reperire soldi e lo si farĂ vendendo dal prossimo 30 novembre beni di proprietĂ pubblica. In piĂš si recupereranno fondi strutturali europei per il Mezzogiorno. Due, fra le misure annunciate, fanno discu-
tere: le pensioni e i licenziamenti. A dire la veritĂ , sembrerebbe trattarsi di due bolle di sapone. La lettera di Berlusconi, in tema pensionistico, non fa altro che ribadire quanto è stato giĂ approvato, come si legge a fianco. In tema di licenziamenti il Premier avrebbe promesso di dare seguito a una norma giĂ votata in Parlamento ma mai utilizzata per quel che riguarda il pubblico impiego, una norma di legge giĂ in vigore, che permette alla pubblica amministrazione di “scremareâ€? i propri dipendenti mettendoli per due anni a indennitĂ ridotta all’80% dello stipendio.
,Q DLXWR GL /LJXULD H 7RVFDQD Dopo l’alluvione che nei giorni scorsi ha colpito e devastato la Liguria e la Toscana la Chiesa si è attivata immediatamente per venire incontro alle esigenze delle popolazioni cosĂŹ duramente provate e colpite dai lutti e dalle devastazioni. 10 i morti ďŹ nora accertati, anche se altre tre persone risultano ufďŹ cialmente disperse. 65 i milioni di euro giĂ stanziati dal Governo per le necessitĂ immediate (40 milioni per lo Spezzino e 25 per
la Lunigiana), anche se si parla giĂ di almeno 500 milioni di danni per le sole strutture pubbliche. La macchina della solidarietĂ e della ricostruzione è giĂ all’opera in quella che, sempre di piĂš, appare una corsa contro il tempo, per cercare i dispersi e mettere in sicurezza le infrastrutture, prima delle nuove forti piogge previste per i prossimi giorni. Anche Caritas italiana si è attivata tempestivamente esprimendo “vicinanza nella pre-
ghieraâ€? alle popolazioni colpite rendendosi nel contempo “disponibile ad intervenire per sostenere le azioni delle Chiese localiâ€?. Anche la ComunitĂ di Sant’Egidio è in prima linea nella raccolta di generi alimentari e di prima necessitĂ . Nei giorni scorsi un primo carico di aiuti raccolti a Genova è stato consegnato a Borghetto Vara, uno dei centri maggiormente colpiti dalla tragica alluvione.
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tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione sia nel confronto congiunturale (-0,2 punti percentuali) sia in termini tendenziali (-0,1 punti percentuali). Il numero dei disoccupati, pari a 2 milioni e 80mila, aumenta del 3,8% rispetto ad agosto (76mila unità ). Su base annua si registra una crescita del 3,5% (71mila unità ). L’incremento interessa sia la componente maschile sia quella femminile. Il tasso di
disoccupazione si attesta all’8,3%, in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto ad agosto sia rispetto all’anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile sale al 29,3%, con un aumento congiunturale di 1,3 punti percentuali. Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni crescono dello 0,1% (21mila unità ) rispetto al mese precedente e il tasso di inattività si attesta al 37,9%, registrando un aumento congiunturale di 0,1 punti percentuali.
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l passaggio dal big bang al buco nero è molto sottile, almeno in politica. L’iniziativa promossa dal sindaco di Firenze Matteo Renzi per rilanciare su un piano nazionale il ruolo del Pd (questa in estrema sintesi il senso delle tre giornate fiorentine chiamate “Big bangâ€?) sembra aver innescato all’interno del partito una deriva preoccupante. Questo è quanto emerge dai commenti riportati dagli organi di stampa alle proposte e alle provocazioni del sindaco Renzi. Le uscite del primo cittadino fiorentino, ormai noto come il “rottamatoreâ€?, hanno suscitato un dibattito tutto interno al Pd che sembra essersi spostato dai contenuti (molti, qualcuno anche criticabile, quelli messi sul tavolo della Leopolda, la vecchia stazione che ha ospitato l’evento) alle critiche espresse sull’attuale classe dirigente. Anche a Brescia, come riportato con puntualitĂ dai giornali locali, il confronto sembra essersi incanalato su questi binari. Solo dal segretario provinciale Pietro Bisinella, uno dei pochi bresciani presenti alla tre giorni fiorentina, arriva un commento puntale alle salutari provocazioni giunte dal capoluogo toscano. “Alla Leopolda – afferma Bisinella – non si è parlato soltanto di rottamazioni e di questione generazionale. Sono state lanciate, invece, proposte su cui aprire un confronto per fare del Pd un’alternativa credibile per il Pa-
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poste per fare del nostro partito il motore di quella ripartenza che da troppo tempo il Paese attende�. Figure politiche, quelle ricordate da Bisinella, che hanno avuto il merito di mettere da parte antiche appartenenze, per rinverdire il sogno “possibile� di un Pd che fosse una forza capace di mettere insieme culture diverse per una reale alternativa. “Un percorso – sono ancora considerazioni del segretario provinciale – necessario per fare in modo che il tempo dell’indignazione si trasformi in quello della semina e non in quello della violenza e della sterile protesta�. Si inserisce in questa prospettiva l’invito che Bisinella ha rivolto a Renzi per un prossimo incontro a Brescia.
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Ăˆ stato presentato in Palazzo Broletto a Brescia il primo intervento dell’iniziativa “Concretamente 2011-2013â€?, il piano di aiuti alle persone e alle imprese in difďŹ coltĂ messo a punto dall’amministrazione provinciale. La prima categoria interessata da questa nuova politica attiva del lavoro, ha ricordato l’assessore Bontempi, è quella dei disoccupati over 55 iscritti al Centro per l’impiego. Sono
La Nanni Nember di Brescia, partner della Scuola di Guida Sicura presso l’Autodromo di Franciacorta e l’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia hanno organizzato, in collaborazione con l’assessorato alla Pubblica istruzione della Provincia di Brescia, l’Autodromo di Franciacorta, l’Automobile Club di Brescia e il Servizio 118 - un concorso destinato agli studenti dell’ultimo anno degli Istituti secondari superiori bresciani, la cui
stati presentati due bandi che coinvolgeranno, rispettivamente, 60 cittadini residenti nel Comune di Brescia o in uno dei Comuni del territorio della provincia e 25 residenti in uno dei Comuni della Vallecamonica e del Sebino bresciano. Il “Progetto over 55â€?, partendo dal fabbisogno lavorativo del territorio, promuoverĂ percorsi professionali personalizzati, mettendo a disposizione una dote di 8ooo euro per ciascun destinatario.
graduatoria di merito sarĂ stilata sulla base della somma dei crediti scolastici acquisiti dagli studenti nelle Classi III e IV degli scorsi due anni. Il progetto, che ha preso il nome di “ Premiare l’Eccellenzaâ€?. prenderĂ il via l’8 novembre, presso il Centro di Guida Sicura con uno stage di guida totalmente gratuito, destinato ai 100 migliori studenti. Grazie alla collaborazione con Aci Brescia, ad ognuno dei partecipanti sarĂ omaggiata una tessera Aci One.
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(VVHUH R FRQVXPDUH" 4XHVWR q LO SUREOHPD Non è un buon momento per Roma. A parte le ambasce del Governo e del Parlamento, 15 giorni fa ci sono stati i disordini provocati dai black bloc, a seguire c’è stata l’alluvione e inďŹ ne, giovedĂŹ 27 ottobre, l’assalto ai telefonini. Nella zona di Ponte Milvio si inaugurava un nuovo centro commerciale di 5000 metri quadri, evento preceduto da un battage pubblicitario che offriva a prezzi stracciati tv, iPhone, navigatori, lavatrici e forni a microonde. All’apertura delle porte c’è stato un vero e proprio assalto con risse e una vetrina sfondata. Addirittura molti, per non perdersi le occasioni (in numero limitato) hanno dormito con il sacco a pelo davanti al negozio. L’hanno chiamata la marcia su Roma degli “intronatyâ€? (il centro è gestito dalla Trony). Nella giornata sono accorse 25mila persone che hanno speso oltre 2 milioni e mezzo di euro, per una media a cliente di circa 270 euro. TrafďŹ co in tilt naturalmente. Il sindaco Alemanno è stato costretto
a mobilitare 250 vigili per normalizzare la situazione, con un costo pubblico rilevante, al punto che lo stesso Sindaco si propone di “valutare la possibilitĂ di una richiesta di risarcimento danni nei confronti della cittĂ di Romaâ€?. I prodotti subito esauriti sono stati i cellulari iPhone e particolari modelli di televisori da 32 pollici, lavatrici e computer notebook (questi ultimi tre oggetti venduti sotto i 100 euro). Tra gli acquirenti
ÇŻÂƒÂ•Â•ÂƒÂŽÂ–Â‘ ƒ‹ Â?‡‰‘œ‹ ‡ ƒ‹ ‰”ƒÂ?†‹ Â?ƒ‰ƒœœ‹Â?‹ Â?‘Â? ° —Â?ƒ Â?‘˜‹–Â? ÂƒÂ•Â•Â‘ÂŽÂ—Â–ÂƒÇĄ ‡’’—”‡ ƒ’’ƒ”‡ ’ƒ”ƒ†‘••ƒŽ‡ ‹Â? –‡Â?’‹ †‹ …”‹•‹Ǥ ƒ Žƒ ’ƒ–‘Ž‘‰‹ƒ …‘Â?•—Â?‹•–‹…ƒ ° ’ƒ”–‡ ‹Â?–‡‰”ƒÂ?–‡ †‡ŽŽƒ …”‹•‹
molti giovani stranieri, in particolare cinesi e indiani, che sono usciti con molte buste piene di telefonini e portatili, pronti a rivendere la merce a borsa nera. Con punte di fanatismo: “Ho trovato tutto quello che cercavo – ha spiegato una studentessa 23enne – ho speso quasi 4000 euro ma ne è valsa la penaâ€?. Secondo il sociologo Domenico De Masi questo episodio conferma il successo degli oggetti elettronici di culto: “Non
possiamo negare che sono di grande ghiottoneria, peraltro meritatissima. In fondo ci impediscono di perderci, di annoiarci, di dimenticare e di stare da soli: quattro ingredienti bomba della nostra felicità . Si pensi soltanto per quanti secoli gli uomini hanno sofferto la solitudine, la noia, la dimenticanza�. Sarà , ma non ci credo. C’è tanta di quella solitudine in giro! Piuttosto anche in questo caso ho sentito molte persone ripetere un
commento abbastanza diffuso: “Tutti parlano di crisi, ma i ristoranti sono pieni, i centri commerciali sono affollatiâ€?. Anzi, vengono presi d’assalto. Allora: c’è o non c’è la crisi? Non ho alcun titolo per esprimere valutazioni “scientiďŹ cheâ€?, ma ho l’impressione che anche la corsa irrazionale al consumo sia un segno della crisi. PerchĂŠ siamo guidati, piĂš o meno consciamente, dall’ideologia del consumo, degli oggetti-simbolo da presentare come credenziali identitarie. Ho citato altre volte il titolo signiďŹ cativo di un libro del sociologo Zygmunt Bauman: “Consumo, dunque sonoâ€?. Sulla quarta di copertina si legge: “Consumiamo ogni giorno senza pensare, senza accorgerci che il consumo sta consumando noi e la sostanza del nostro desiderio. Ăˆ una guerra silenziosa e la stiamo perdendoâ€?. Per questo non usciamo dalla crisi. PerchĂŠ non vogliamo rinunciare a vivere al di sopra delle nostre possibilitĂ , a cambiare stili di vita che spezzano spesso e volentieri l’equilibrio.
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La continua venerazione dei cittadini di Gianico nei confronti della cara chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine, sovrastante il paese, circondata da castagneti secolari, si vede anche nelle ricorrenti opere di restauro che in questi anni si stanno compiendo al fine di conservare al meglio questo monumento religioso. Dal restauro dell’organo edificato dai Fratelli Perolini di Villa D’Ogna nel 1863 al lungo e paziente lavoro di restauro della
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pala dell’altare maggiore. L’opera, olio su tela, raffigurante la natività di Maria Vergine, è attribuita al noto pittore bresciano Camillo Rama (1568-1627), copia di un’incisione di Cornelisz Cort del 1568, tratta da un’invenzione di Taddeo Zuccai (1540-1609). L’importante dipinto ha ritrovato l’antica lucentezza grazie al lavoro del restauratore bresciano Leonardo Gatti che ha eseguito un restauro complesso e molto delicato perchÊ trattasi di un’opera ricca di variegate
policromie rese però instabili dallo stato di deterioramento alquanto avanzato. Il Santuario di devozione mariana fu eretto per voto antico nel 1536, ma della chiesa primitiva non sono visibili molti resti; infatti, nel ‘700 fu ampliata ed assunse l’attuale forma barocca. L’interno è a navata unica, di stile barocco, molto vario e ricco di decorazioni a stucco e ad affresco. La chiesa è costituita dall’innesto nell’ottagono centrale di quattro bracci che formano una croce.
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a festa 2011 del patrono, a Rovato, se la scorderanno in pochi. La giornata di venerdĂŹ 4 novembre, dedicata alle celebrazioni per San Carlo Borromeo, è quella in cui lo storico teatro “San Carloâ€? di via Castello, 432 tornerĂ alla vita. Il merito del recupero della struttura, chiusa ormai da quasi 20 anni e incastonata fra la Collegiata insigne di Santa Maria Assunta, l’oratorio della Disciplina e la torre civica, va equamente diviso fra la parrocchia rovatese e un gruppo di famiglie che da lungo tempo condivide il percorso di formazione ed educazione cristiana all’oratorio Don Giovanni Bosco del centro storico. Sono proprio stati questi nuclei familiari che, oltre un anno fa, hanno posto l’esigenza al prevosto don Gian Mario Chiari di restituire alla comunitĂ uno spazio pubblico che il passare del tempo aveva consegnato all’oblio. “La rinascita del San Carlo – dice il prevosto della capitale della Franciacorta – è innanzitutto figlia della volontĂ di un gruppo di famiglie che frequentano la parrocchia e l’oratorio. Dal canto nostro, abbiamo valutato la fattibilitĂ della loro disponibilitĂ e – visto che si poteva fare – ci siamo messi operativamente al loro fiancoâ€?. Un mutuo da 600mila euro, la volontĂ e il sostegno di tanti cittadini, professionisti e fedeli e un anno di lavori hanno portato al risultato attuale:
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to. A condurre i rovatesi alla scoperta del teatro San Carlo saranno gli adolescenti dell’oratorio Don Giovanni Bosco del centro storico, assieme a mons. Gian Mario Chiari, all’architetto Franco Fogazzi (che ha realizzato il progetto) e al vescovo di Fidenza, mons. Carlo Mazza. L’appuntamento è fissato alle ore 16.30. Il momento pubblico, oltre a presentare le caratteristiche della struttura e gli obiettivi della riapertura, sarà anche il modo per ricordare don Luigi Gregori. Accanto al teatro sorge infatti l’ex alloggio del sacerdote che ha rappresentato un pezzo importante della storia recen-
te del centro storico di Rovato. Fino all’estate 2009 don Luigi, meglio conosciuto in tutta la cittadina dell’Ovest bresciano con l’appellativo di “prete con la biciclettaâ€?, partiva proprio da via Castello per il suo lungo peregrinare nei luoghi rovatesi dove la sua presenza e la sua testimonianza erano richieste. Don Luigi è stato per oltre 20 anni una presenza discreta quanto certa per tutti i rovatesi bisognosi di una parola di conforto o di un gesto di solidarietĂ concreta. Il giorno del taglio del nastro sarĂ quindi l’occasione per dedicare a don Luigi un altro commosso saluto.
/¡DEEUDFFLR DOOD QXRYD &DVD GL ULSRVR Tutto il paese di Odolo è intervenuto all’inaugurazione della nuova Casa di riposo realizzata per offrire un servizio di assistenza rivolto non solo agli ospiti residenti ma a tutti gli anziani e anche ai malati che necessitano di riabilitazione nel contesto della Conca d’Oro nella Media Valle Sabbia. La Messa è stata presieduta da mons. Georges Fonghoro, vescovo della diocesi di Mopti nel Mali, Paese con il quale da molti anni Odolo mantiene
un sentito legame di amicizia. Molti i ringraziamenti formulati dal presidente della casa di riposo Marco Pasini e dal sindaco di Odolo Fausto Cassetti ai collaboratori, ai dipendenti e ai volontari e soprattutto in questo momento ai benefattori cosĂŹ generosi. Innanzitutto le aziende siderurgiche: Ferriera Valsabbia, Iro, Olifer e Bredina, quindi la Fondazione Cariplo che ha offerto 100mila euro a fondo perduto, la Fondazione della Comu-
nitĂ bresciana e il Rotary Valle Sabbia che congiuntamente hanno offerto oltre 150mila euro. Nei prossimi giorni grazie a questa sinergia prenderĂ il via presso la casa di Odolo il Caffè Alzheimer, un servizio rivolto ai pazienti affetti da questo morbo e ai loro familiari per alleviare le difďŹ coltĂ della vita quotidiana e offrire una sponda di supporto alle famiglie. Per chi fosse interessato vi sono ancora dei posti disponibili.
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riconoscimento ufďŹ ciale della Presidenza della Repubblica e rappresenta una consolidata tradizione culturale della cittĂ . L’edizione 2011 è dedicata a Primo Levi, cittadino italiano ebreo e antifascista deportato ad Auschwitz e divenuto, dopo la Liberazione, la principale voce dell’Italia repubblicana a testimonianza dell’inferno del lager. Opere e pensiero dell’autore hanno costituito il ďŹ lo conduttore della formazione dei docenti e
degli studenti. I primi sono stati coinvolti in un progetto di studio relativo all’opera “I sommersi e i salvatiâ€? mentre gli studenti hanno concentrato la loro attenzione sul testo “Il sistema periodicoâ€?. Formazione ďŹ nalizzata non solo alla visita ad Auschwitz, ma anche alla preparazione di iniziative volte a commemorare, nel 2012, il 25° anniversario della morte di Levi. La rete del progetto si estende a due cittĂ dall’elevato valore simbolico: Torino e L’Aquila. Saranno tre le
scuole aquilane che parteciperanno al viaggio: si consolidano, cosĂŹ, i rapporti con una cittĂ che cerca di risollevarsi, anche attraverso i canali della cultura e dell’istruzione, dal recente dramma che l’ha vista protagonista. I rapporti con Torino, cittĂ di Primo Levi e luogo simbolico per la storia nazionale, si consolidano grazie al fruttuoso incontro tra il Centro studi bresciano OfďŹ cina Memoria e il Centro studi internazionale Primo Levi di Torino.
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un anno dalla gru, a differenza di chi ha, forse, qualche interesse nell’affermare il contrario, le cose sono cambiate. Il contenuto della protesta degli immigrati (il reato di clandestinitĂ non deve ostacolare la concessione del permesso di soggiorno a colf e badanti) è stato accolto. I diritti degli immigrati sono la vera sfida di oggi. Per acquisire tutti i diritti, un immigrato in Italia deve diventare cittadino italiano, ma la cittadinanza dovrebbe essere una scelta libera e non vincolata all’accesso ai diritti. “Non si deve – spiega padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio migranti – diventare italiani per avere diritti che spettano a tutti. Io ero in Germania da cinque anni e ho votato alle amministrative per il Comune di Colonia senza prendere la cittadinanza tedesca. I diritti vanno riconosciuti al di lĂ della cittadinanzaâ€?. L’auspicio è quello di estendere a tutti i lavoratori gli stessi diritti dei cittadini europei senza l’obbligo di cittadinanza. Siamo lontani dal concepire il rispetto dei diritti civili, sociali e religiosi, anche perchĂŠ spesso ci nascondiamo dietro il principio di reci-
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procitĂ . “Bisogna estendere i diritti e i doveri. Persone che vivono da tempo un territorio hanno il diritto di eleggere chi li rappresenta o avere una forma di partecipazione. Ci sono anche sentenze infinite sulle discriminazioni in ambito scolastico e lavorativo: un lavoratore oggi se perde il lavoro, perde il permesso di soggiornoâ€?. Servono anche delle intuizioni. La Chiesa tedesca, per esempio, nominò Toffari amministratore parrocchiale (di fatto con gli stessi diritti e doveri di un parroco) perchĂŠ il Concordato sulla carta non permetteva a un cittadino straniero di diventare parroco di una parrocchia. “I diritti dei bambini e degli adulti vanno riconosciuti perchĂŠ sono persone: le discriminazioni nella scuola, sul lavoro e nella vita civile vanno contro il diritto naturale. Una persona può richiedere la cittadinanza, ma solo se la ritiene opportuna
per la sua vita e per il suo modo di vivereâ€?. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di ricostruire la vicenda della gru, partendo dal nodo centrale. “Come Centro migranti avevamo giĂ detto che era la stessa legge a contenere un vulnus per il fatto che si regolarizzavano alcuni lavoratori piuttosto che altri con il rischio di qualche associazione impropria. Quella protesta, però, condivisa nei contenuti e non nelle modalitĂ , è finitaâ€?. E se queste persone in attesa del permesso hanno commesso dei reati ostativi? “Trattandosi di diritto, va valutato nelle sedi opportune. Non era giusto – continua Toffari – che ci fosse un discrimine tra chi veniva sorpreso nel reato di clandestinitĂ e chi no. Il problema è verificare le 800 pratiche bresciane: la Prefettura ha individuato un nuovo metodo e si prevede che le domande verranno espletate in breve tempoâ€?.
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´)OHUR FDPELDÂľ VDQDQGR L SUHJUHVVL Dal 16 maggio e dalla vittoria della lista “Buongiorno Fleroâ€? sono passati quasi sei mesi. I primi 100 giorni di governo locale sono stati metabolizzati e ora la giunta di Nadia Pedersoli, sindaco di Flero, si avvia verso il primo Natale. “Archiviamo questi mesi – dice Nadia Pedersoli – all’insegna della positivitĂ . Purtroppo non c’è una vera autonomia comunale, di spesa, che ci consenta di intervenire al meglioâ€?. E il progetto elettorale? Ăˆ un progetto chiaro, vogliamo riqualificare e cambiare il passo rispetto a prima. Bisogna, ragionare sulla qualitĂ del paesaggio e dell’ambiente. Vivere una politica di servizio che consenta un cambio di prospettiva per il nostro paese. Flero cambia, come? Con nuovi modi di vivere, in tranquillitĂ , con piĂš spazi di socializzazione. Ad esempio, la piazza? Certo, liberandola dalle auto, riportando il mercato in Piazza IV Novembre, trasformandola in luogo di incontro, con piĂš panchine, luoghi per parlare, intervenendo, ovviamente dopo un confronto ampio con i cittadini, per capire tutte le necessitĂ . La rielaborazione del Pgt a prima vista è sembrata un passaggio “autoritarioâ€?, ma risponde a scelte precise. Vogliamo lavorare sanando i pregressi, prima di intervenire. Pensiamo alle aree agricole, ad esempio. Le aree agricole strategiche devono tornare a essere produttive e dobbiamo rispettare le cosiddette “pauseâ€? agricole, quegli spazi che ancora ci separano dalla cittĂ , oltre a valorizzare i per-
corsi ciclabili, come per il parco del Monte Nettoâ€?. Che sviluppo futuro può avere il Centro operativo soccorso pubblico? “Il Cosp deve rimanere a Flero e crescere, raccordarsi con la Protezione civile (qui non c’è). Abbiamo trovato un’alternativa alla vecchia ipotesi di sede: in zona industriale c’è un capannone adeguatoâ€?. (Roberto Barucco)
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ƒÂ? ƒ”Â?ƒ„ƒ Dz ‘Â?…‡”–‘ ‹–ƒŽ‹ƒÂ?‘dz MartedĂŹ 8 novembre alle 21 in San Barnaba è in programma, alll’interno della rassegna “Scintille musicaliâ€?, il “Concerto italianoâ€? con Emanuela Baronio al pianoforte e con il quartetto ConCorde (Rossella Borsoni, Elena de Nard, Elena Laffranchi, Marzia Saottini). Nel programma vengono eseguite le musiche di Franco Margola, Gian Francesco Malipiero e Massimo Priori. La Baronio si è diplomata nel 1991 in pianoforte presso il
conservatorio “L. Campianiâ€? di Mantova. Attualmente è docente di pianoforte presso varie scuole di musica della cittĂ e della provincia. Il quartetto nasce, invece, nel comune intento di unire diverse esperienze formative in un approccio sereno e divertito del fare musica insieme. Diversi percorsi lavorativi confluiscono in un’attivitĂ che alterna il rigore di una formazione classica alla curiositĂ di uno sguardo attento ai giorni nostri.
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All’interno delle proprie iniziative di lettura della realtĂ culturale bresciana, il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) promuove per martedĂŹ 8 novembre alle ore 21 presso l’Oratorio della Pace di Brescia un incontro dal titolo “Leggere i segni dei tempi. Le tendenze della cultura oggi a Bresciaâ€?. Introduce la discussione il giornalista Angelo Onger, presidente dell’Opera diocesana Fondazione San Francesco di Sales.
LunedĂŹ 14 novembre, dalle 18.30 alle 23, Slow Food presenta all’istituto professionale per i servizi alberghieri e della ristorazione “Andrea Manteganâ€? di via Fura 96 l’edizione 2012 di “Osterie d’Italia, sussidiario del mangiarbere all’italianaâ€?. Per la partecipazione alla serata è richiesto un contributo di 35 euro, scontato a 25 per i soci Slow Food. La metĂ degli utili è destinatata al progetto “Mille Orti in Africaâ€?, che è coordinato dalle ComunitĂ di Terra Madre.
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revenire è meglio che curare. Ăˆ iniziata il 3 novembre, per proseguire per l’intero mese, la consueta campagna vaccinale promossa dalle Asl della provincia di Brescia e che permetterĂ di proteggere in tempo utile circa 175mila persone a rischio, con l’impegno dei Servizi vaccinali delle Asl e la collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta. Il mese di novembre si qualifica come momento ottimale per attuare la campagna di vaccinazione, in quanto l’efficacia dei vaccini si protrae per circa sei-otto mesi e l’epidemia è prevista tra la fine dell’anno e il mese di febbraio, con un picco nelle prima quindicina di quest’ultimo. “Nel 2010 sono state vaccinate 169mila persone – ha illustrato il presidente dell’Asl Brescia Carmelo Scarcella – di cui 145mila presso i medici di medicina generale e 24mila presso le nostre strutture e abbiamo provveduto ad approvvigionarci di 160mila dosi, di cui 15mila di tipo adiuvante. Confidiamo di coprire il 65-75% degli over 65 e circa il 25% dei soggetti a rischio di etĂ inferiore ai 65 anni e superiore ai sei mesi di vitaâ€?. Destinatari della vaccinazione gratuita saranno principalmente gli over 65, i bambini affetti da particolari malattie respiratorie croniche e i loro conviventi, le donne che, nel corso del periodo endemico, si troveranno nel 2°
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co, affinchĂŠ vengano ridotti al minimo i casi e le complicanze dell’influenza, oltre che per assicurare il piĂš possibile il mantenimento dei servizi essenziali e minimizzare l’interruzione dei servizi sociali. “Qualora i datori di lavoro, pubblici o privati, volessero provvedere a vaccinare i soggetti adulti alle loro dipendenze e non rientranti nelle categorie a rischio – ha chiosato Scarcella, non senza aver richiamato le buone norme comportamentali di igiene e protezione personale – lo faranno con costi a loro caricoâ€?. “Il vaccino è lo stesso della scorsa stagione – ha spiegato il direttore sanitario dell’Asl Brescia Francesco Vassallo – e sarĂ attivo contro i tre virus che hanno colpito le popolazioni nell’ultimo anno, compreso il piĂš volte citato dai media H1N1. 15mila dosi, definite adiuvanti, saranno destinate a soggetti anziani affetti da gravi patologie – ha aggiunto Vassallo – e per tale ragione con un sistema immunizzante depresso e meno attivo. L’Azienda ha stanziato per questa campagna 1,5 milioni di euro, un terzo dei quali per il costo del vaccino e il rimanente destinato ai medici di medicina generale, oltre il 90% del totale del territorio, che hanno aderito alla campagnaâ€?. Presso le strutture dell’Asl, farmacie, municipi, ambulatori distrettuali e dei medici stessi verrĂ esposto l’elenco delle sedi e degli orari dove verranno effettuate le vaccinazioni.
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in piĂš per apprezzare le bellezze e le bontĂ del territorio – ha detto l’assessore provinciale all’Agricoltura Gian Franco Tomasoni – perchĂŠ la qualitĂ delle proposte ha raggiunto livelli di eccellenza, limitata solo dalla quantitĂ imposta dal territorio di riferimentoâ€?. Dopo il prologo, quale “appuntamento zeroâ€?, di domenica 30 ottobre presso la Cascina Maggia, prende il via il nutrito calendario che, per i prossimi due mesi, vedrĂ in primo piano “il meglio dei nostri
prodotti, dai vini ai formaggi, dai salumi ai mieli e quanto ancoraâ€?, ha illustrato il presidente del sodalizio organizzatore Luigi Bandera. “11 anni di vita in comune, pur nella valorizzazione delle proprie tipicità – ha proseguito Bandera – ci ha resi sempre piĂš consapevoli della qualitĂ della nostra offerta, qualitĂ suffragata dall’accoglienza da parte del pubblico, che non ci ha mai fatto mancare la propria approvazione. Ci sentiamo parte attiva, con i dovuti limiti – ha precisato Bandera
– del prestigioso riconoscimento concesso dall’Unesco alla nostra cittĂ , in quanto la ‘Strada’ ha avuto un ruolo di collante con Cividale del Friuli, attraverso un continuo contatto nei rispettivi settoriâ€?. L’intero calendario è disponibile sul sito www. stradadelvinocollideilogobardi.it, dove sono speciďŹ cate le visite con degustazioni piuttosto che quelle con pranzi o cene, con le relative modalitĂ di prenotazione, ove richiesta. (fr.ar.)
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arlare di un’equazione a un pubblico adolescente non è il miglior modo per catturare l’attenzione. Ma se l’operazione in questione non è propriamente matematica, il risultato potrĂ essere soddisfacente. Sommando due territori, piĂš tre associazioni, si ottengono innumerevoli performance creative. Curiosa equazione proposta, appunto, da Elea – Espressione libera e artistica, Materiali scenici e I Briganti, ovvero le tre associazioni culturali vincitrici del bando proposto da Fondazione Cariplo per valorizzare la creativitĂ giovanile in campo artistico grazie al progetto “Equazione Estâ€?. Svolgimento: si prendano due quartieri, rispettivamente a est di Brescia, San Polo, e di Milano, Pioltello. Con l’apporto delle tre associazioni, i ragazzi appartenenti alle due zone avranno l’opportunitĂ di impegnarsi in laboratori di street art, affiancati da esperti del settore che li seguiranno nel percorso
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tello era piĂš interessante la musica, come il rap o lo slamâ€?. Focalizzando l’attenzione sul quartiere bresciano, i passaggi successivi sono stati la realizzazione di un flashmob e di un video, Beatside, che ha visto come protagonisti i ragazzi agganciati nella fase di contatto, ma anche i commercianti della zona e le persone incontrate lungo le strade. A partire da novembre e fino a maggio saranno attivati laboratori a tema e workshop con esperti del settore: una volta a settimana i ragazzi frequenteranno minicorsi di due ore durante i quali cercheranno di rielaborare in modo creativo le tradizioni della zona, che verranno restituite al quartiere nell’insolita forma della street dance. “L’intento – precisa Barbara Pizzetti de I Briganti – è quello di consolidare il senso di appartenenza al territorio attraverso quella che si definisce performance sociale, ovvero la narrazione della storia di un luogo attraverso l’arteâ€?. In questi mesi, Pioltello e San Polo saranno colle-
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gati tramite il sito www.equazionest. net e la piattaforma Webst, creati per lo scambio di materiali tra i due gruppi. Infine, a giugno, i prodotti dei laboratori saranno presentati durante un festival, e i risultati ottenuti saranno oggetto di discussione di un convegno. “Il calendario – concludono gli organizzatori – è stato definito su un arco temporale piuttosto variabile, che dipenderĂ dalle risposte ottenute dai ragazziâ€?. Insomma, tutt’altro che certezze matematiche.
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assieme a quello di Verziano) che permette, nel giro di sei-otto ore, di depurare l’acqua in ingresso dalle fognature e dagli scarichi civili e industriali, acqua che viene reimmessa, al termine del processo, nel ďŹ ume Chiese. La potenzialitĂ della struttura consente di coprire una popolazione di circa 40mila abitanti, con possibilitĂ di espansione a 60mila e si basa su un reattore biologico a membrane per una potenza installata di 1200 kW. Numerose le fasi di trattamento:
si parte con la grigliatura grossolana sino all’equalizzazione mentre in apposite vasche si ha la dissabbiatura e disoleatura con ossidazione e nitriďŹ cazione; gli ultimi passaggi arrivano sino all’ispessimento e disidratazione dei fanghi. “La peculiaritĂ dell’impianto – ha dichiarato Mario Tomasoni di A2A – consiste nella separazione solido-liquido che avviene, anzichĂŠ tramite un sedimentatore e quindi a gravitĂ come in molti impianti tradizionali, attraverso membrane
che consentono di trattenere tutti i composti presenti, evitando, in pratica, che vi passino virus e batteri. Il risultato è un prodotto limpido e inodore nonchĂŠ completamente puriďŹ catoâ€?. L’acqua trattata viene poi reimmessa in circolazione nel Chiese e in un prossimo futuro, con un ampliamento e successivi interventi sul depuratore, potrebbe trovare riutilizzo sia nell’ambito agricolo per l’irrigazione sia nell’acquedotto. (Federico Migliorati)
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’unitĂ pastorale raduna il capoluogo e le frazioni in un’unica realtĂ . La parrocchia dei Santi Tommaso e Andrea nel capoluogo con poco piĂš di 5000 abitanti; di Santa Maria Maddalena per i 250 residenti a Bettegno-Campazzo; di Sant’Ignazio di Loyola per i 430 abitanti di Torchiera e di Sant’Antonio di Padova con circa 600 abitanti di Chiesuola. “Ci sforziamo di salvaguardare le singole identitĂ e le tradizioni di ciascun borgo con un programma di iniziazione cristiana per ogni singola frazione in modo che l’insegnamento evangelico giunga in ogni famigliaâ€? commenta l’abate parroco mons. Antonio Tomasoni col quale collaborano tre sacerdoti delegati a diversi incarichi. Nell’ambito dell’unità è organizzato un unico gruppo Caritas che ha sede in via Ruffoni dove opera pure il Microcredito sociale, mentre in vicolo del Vento sono operativi il Banco alimentare e la distribuzione di vestiario. In questo contesto è evidenziata l’attivitĂ del gruppo missionario che ha giĂ promosso la raccolta di un finanziamento per un’opera del Voica in Togo, ha contribuito ai progetti Caritas per il Corno d’Africa e attivato la tenda missionaria che ha raccolto una cospicua somma destinata a lenire la fame nel mondo. “Se si potesse quantificare l’amore che una comunità è in grado di donare si deve concludere
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come ogni anno, “La cena del poveroâ€? all’oratorio di Pontevico. Sono le famiglie a sostenere le iniziative degli oratori aperti per iniziative finalizzate alla solidarietĂ e alla riconoscenza. Ăˆ avvenuto con la conviviale riunione organizzata dalla famiglia Martinoni nell’oratorio di Bettegno per ringraziare i volontari che in agosto non si sono risparmiati nell’accorrere a limitare i danni provocati dall’incendio che ha distrutto una cascina in centro al paese. DisponibilitĂ anche a Torchiera per tenere in ordine la chiesa e l’oratorio. A Chiesuola è la famiglia Baronio a farsi carico dal decoro della chiesa e dell’oratorio sede di serate musicali tra le quali la manifestazione canora animata dalle giovani voci dei partecipanti al festival nel quale ha trionfato il duo composto da Giuseppe Scapelletti (voce) e Francesco Baronio (chitarra). Dietro le quinte Luca Baronio a coordinare l’evento nel salone dell’oratorio presente un pubblico numeroso di giovani e adulti del circondario. Un successo che è premessa, sempre a Chiesuola, alle iniziative di novembre. La Festa del Ringraziamento del 13 del mese (ritrovo alle 10, Messa alle 10.30, pranzo sociale alle 12.30. Domenica 20, festa di Cristo Re, nella chiesa di Sant’Antonio abate proposto il concerto offerto da Giovanna Nocivelli in memoria del padre Enrico con la formazione di due trombe, un trombone e un corno.
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teatrale Giacomo Gamba, che li aiuterĂ nel compito di tradurre sul palcoscenico le proprie riessioni. Il percorso infatti prevede, prima della stesura del copione e delle prove, momenti di interiorizzazione del dettato evangelico, in modo che ognuno senta come proprio ciò che andrĂ a rappresentare. â€œĂˆ un modo per stare con gli adolescenti – afferma a commento dell’iniziativa il vicario parrocchiale don Claudio Andreoletti (nella foto) – e proseguire in modo diverso
nel cammino di catechesi dopo che hanno ricevuto la cresima. Non saranno lezioni frontali, ma grazie all’approfondimento e al gioco teatrale si potrĂ affrontare con serietĂ e partecipazione l’argomento. I ragazzi si potranno rendere conto che la parola di GesĂš ha molto valore anche al giorno d’oggiâ€?. Il laboratorio teatrale si sviluppa ďŹ no a che in marzo o aprile andrĂ in scena la rappresentazione. Non è questa l’unica iniziativa dell’oratorio che per ďŹ ne novembre
propone due serate in musica: sabato 26 “Canta qui!â€?, una serata di esibizione canora, seguita domenica 27 dal “November festâ€?. In quest’occasione i gruppi giovanili avranno la possibilitĂ di esibirsi con il proprio repertorio di cover o brani originali. “Negli anni scorsi – ricorda don Claudio – avevamo messo questa serata il 31 ottobre in alternativa alle feste di Halloween. Ci auguriamo che i ragazzi possano far festa ed esibirsi in un contesto positivoâ€?. (Francesco Uberti)
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re moduli, 21 incontri e oltre 80 partecipanti: sono solo alcuni dei numeri che contraddistinguono il “Lab... oratorio della formazioneâ€? avviato con successo dalla parrocchia di Pontoglio, su iniziativa del parroco don Angelo Mosca, a seguito di un confronto con i catechisti e di uno studio maturato nel Consiglio pastorale. Il progetto, che punta a formare “in modo serio e qualificatoâ€? non solo i catechisti di ragazzi, adolescenti e giovani, ma anche i conduttori dei gruppi di adulti dell’iniziazione cristiana e gli animatori a vario titolo, si differenzia dai tradizionali percorsi, soprattutto per la modalitĂ e del laboratorio con cui è proposto, che permette ai partecipanti, suddivisi in gruppi piĂš ristretti, di sperimentare quanto illustrato dal parroco che presiede il corso, ispirato al progetto formativo dell’Azione cattolica “PerchĂŠ Cristo sia formato in noiâ€?. Gli incontri si
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ramazione in due percorsi distinti: uno di base per le nuove leve e un altro avanzato per coloro che hanno giĂ partecipato al primo. Le date sono state pianificate in modo da non disturbare il programma dei rituali appuntamenti fissati dal calendario liturgico nel tempo non ordinario e sovraccaricare di impegni e nozioni. “L’augurio è che cresca e si fortifichi tra i giovani (che rappresentano il 60% dei corsisti) la voglia di conoscere e di formarsi per essere in grado di trasmettere ciò che vivono ai piĂš piccoli – ha sottolineato il parroco don Angelo, ideatore dell’articolato progetto, specificando “come l’idea del laboratorio sia scaturita dalla constatazione dell’effettiva necessitĂ di disporre di persone, soprattutto laiche, formate, preparate e capaci di svolgere il difficile e affascinante compito di comunicare il Vangelo in un mondo che cambiaâ€?. Il laboratorio s’inserisce inoltre come risposta a una delle quattro dimensioni che la
parrocchia ha scelto di perseguire in quest’anno pastorale. Oltre a quella formativa, si è parlato di perseguire la dimensione liturgica, con la creazione di un gruppo ad hoc, e quella caritativa, col decollo, dopo Natale, di un gruppo Caritas. “Quella piĂš delicata – ha ribadito don Angelo – resta invece la missionaria, focalizzata a individuare un gruppo leader particolarmente attendo alla formazione delle ragazze, oggigiorno sempre piĂš abbandonate a se stesseâ€?.
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Il Comune di Leno vende i diritti edificatori. Si tratta di un’iniziativa urbanistica programmata dall’amministrazione comunale studiata per mettere a disposizione nuove volumetrie residenziali a favore di privati e operatori immobiliari al fine di definire nuove iniziative o completare e ampliare edifici esistenti. “Abbiamo in previsione – spiega il sindaco Piero Bisinella – di mettere in vendita dei diritti edificatori derivanti da un’area di proprietĂ comunale, con la possibilitĂ di collocarli su altre aree, anche di proprietĂ privata, previa la stipula di apposita convenzione. Il volume complessivo messo a disposizione è pari 3.373 metri cubi. Tale volume è stato suddiviso in 37 blocchi distinti, con tagli che vanno da un minimo di 75 metri cubi fino a 173. Decisione questa
che dovrebbe incontrare l’interesse di molti. L’obiettivo è di coinvolgere all’asta il maggior numero possibile di persone�. Con questa operazione, l’amministrazione intende andare incontro alle necessità delle famiglie che intendono ampliare la propria abitazione, ma che hanno già sfruttato le potenzialità edificatorie del lotto di proprietà . Oltre alle necessità dei singoli, possono essere evase anche le richieste di operatori immobiliari che intendono completare eventuali interventi in corso riorganizzando le soluzioni progettuali grazie ai nuovi volumi resi disponibili. L’avviso d’asta è stato pubblicato e la scadenza per la presentazione delle offerte è il 14 novembre. Per informazioni gli interessati potranno rivolgersi all’ufficio tecnico (settore edilizia privata). (mtm)
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altri enti attivi sul territorio al ďŹ ne di sviluppare un ambizioso “Piano strategico per la Franciacortaâ€? atto ad “accendere di funzioni e servizi il patrimonio dei beni culturali e ambientali giĂ presenti, ma anche riqualiďŹ care beni e aree dismesseâ€?. Sabato mattina 29 ottobre presso il Monastero di San Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo, ha preso avvio il ciclo d’incontri promossi per condividere i risultati dello Studio e incentivare verso una progettualitĂ allargata. Sabato 12, sempre dalle
9.30 alle 12 in Monastero, è ďŹ ssato il secondo appuntamento dal tema “Cultura e ambiente: leve di sviluppo per la Franciacortaâ€? coordinato dal direttore di “Bresciaoggiâ€? Maurizio Cattaneo, al quale ne seguirĂ un terzo il 26 novembre, questa volta incentrato sulle “Strategie locali per il ruolo internazionale della Franciacortaâ€? guidato da Massimo Tedeschi. Al termine degli incontri si potrĂ prender parte anche alla visita guidata del percorso espositivo
tra la Sala Bettini, la chiesa di San Pietro e la cappella barocca del Monastero. Rispettivamente, sarĂ possibile ammirare l’esposizione di elaborati, contenuti e linee-guida che hanno portato alla redazione del Piano, la mostra fotograďŹ ca “IdentitĂ della Franciacorta: patrimonio da salvareâ€? curata dal Gruppo Iseo Immagine e quella piĂš ridotta dedicata a “La via del sacroâ€?. Il percorso resterĂ aperto al pubblico ďŹ no al 4 dicembre: per info, 030/7714643. (a.s.)
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i auguro di annunciare con vigore l’amore di Dio racchiuso nel Vangelo. Un annuncio che rappresenta una comunione piĂš profonda con Dio capace di porre il seme della fiducia e della speranza nella vita di ognuno, valori intrinseci nell’amore del Padre che rendono in grado di superare le difficoltĂ â€?. Con queste parole il vescovo Luciano Monari ha salutato la missione popolare che dal 5 al 20 novembre vedrĂ come protagoniste le parrocchie di Cellatica Gussago, Civine, Ronco e Sale, che vivranno una nuova esperienza di evangelizzazione grazie al sostegno di 24 Missionari Oblati di Maria Immacolata, che affiancheranno i laici nel rilancio di una nuova evangelizzazione a Gussago. “Una missione per avvicinare Chiesa e parrocchie alla genteâ€?, hanno piĂš volte ricordato i parroci nel lungo cammino di preparazione alla missione durato un intero anno, una preparazione giunta ormai al termine e che vedrĂ l’apertura ufficiale del periodo di missione sabato 5 novembre con la Messa alle 18.30 nella parrocchiale di Gussago presieduta dal vicario generale Gianfranco Mascher. Due le settimane in cui le missioni troveranno la propria pienezza, la prima dedicata soprattutto alla riscoperta della fede attraverso le visite alle famiglie dei missionari e soprattutto la partecipazione ai numerosi centri di ascol-
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grammate, mentre per i giovani sono in programma incontri-testimonianza con sportivi come Marco Zambelli e una delle sorelle Fanchini, dal titolo “Come vivere lo sport alla luce del Vangeloâ€?, del 5 novembre e gli incontri quotidiani di preghiera alle fermate degli autobus e nella grande tenda della missione allestita in piazza Vittorio Veneto. Ai giovani sono anche dedicati i focus di giovedĂŹ 10 novembre alle 20.30 sui i seguenti temi: affettivitĂ , relazioni, immigrazione e legalitĂ . Mentre per far riscoprire la dimensione gioiosa della fede sabato 12 novembre è stata organizzata la serata Musicagiovane in cui testimonianze di coetanei e l’alternanza di gruppi musicali di adolescenti mostreranno come sia possibile trovare la fede attraverso le piccole e grandi passioni della vita di tutti i giorni. La seconda settimana sarĂ invece dedicata alla riscoperta della celebrazione collettiva della fede attraverso sette giorni dedicati ai sette temi principali proposti come: famiglia, Vangelo, padre, prossimo, comunitĂ , sofferenza, e madre. Con concluderĂ il periodo di missione la solenne Messa di ringraziamento di domenica 20 novembre alle 11.15 nella parrocchiale gussaghese dedicata a S. Maria Assunta. Il Vescovo ha consegnato ai parroci e ad alcuni giovani una lampada e un’icona mentre al rappresentante dei missionari un Vangelo.
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ƒ˜ƒ”†‘ Dz ”‡ƒ–‹ ‹Ž ÂƒÂ–ÂƒÂŽÂ‡Çł Aumentano ogni anno gli appassionati e i cultori del fai da te; sono sempre di piĂš le persone che si dilettano a realizzare le decorazioni natalizie e i vari addobbi. Oltre ad essere un bel passatempo, è un modo per rilassarsi e al tempo stesso ci si diverte a decorare e abbellire la casa. Il Comune di Gavardo in collaborazione con l’associazione culturale La Pulce nell’Orecchio organizza la seconda edizione del corso pratico di decorazioni
‘„ƒ”Â?‘ Dz —‡ Â?ƒ”‹–‹ ‹Â?„”‘‰Ž‹‘Â?‹dz natalizie dal titolo “Creati il Nataleâ€?, che si terrĂ il lunedĂŹ sera presso il Centro sociale in via Mangano 7. Le iscrizioni si raccolgono entro il 7 novembre presso Davide (335 1224839) o Anna (349 6439055); la quota di partecipazione ammonta a 50 euro e comprende i materiali e le attrezzature necessarie. Idee, consigli e suggerimenti su come realizzare le decorazioni natalizie dell’albero o da mettere in tavola.
Per trascorrere alcune serate in compagnia di una commedia brillante. Sabato 12 novembre al teatro di Vobarno va in scena la commedia “Due mariti imbroglioniâ€? di Eduardo Scarpetta con la regia di Enzo Rapisarda. Sul palcoscenico arriva la Nuova Compagnia teatrale di Verona. La stagione teatrale 2011/2012 prosegue ďŹ no a sabato 10 marzo. Sabato 26 marzo tocca a “La casa nuovaâ€?, il 10 dicembre
ad “Aladino e il genio della lampadaâ€?, il 28 gennaio a “Il misantropoâ€?, l’11 febbraio “Il giro del mondo in 80 giorniâ€?, il 25 febbraio “Buon compleannoâ€? e il 10 marzo, inďŹ ne, “La vedova allegraâ€?. Gli spettacoli avranno inizio alle ore 21 presso il Teatro comunale di Vobarno, piazza Migliavacca 2. Ingresso posto unico 5 euro. Per informazioni, si può consultare il sito www.vobarnoteatro.com con le note sugli spettacoli.
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dedicata a Ercolano, santo di origine teutonica, vescovo di Brescia nel 552 e morto a Campione del Garda nel 576, l’unitĂ pastorale che, sotto la guida di don Leonardo Farina, raggruppa le parrocchie gardesane di Cecina, Fasano, Gaino, Maderno, Montemaderno e Toscolano. “Quello dell’unitĂ pastorale – spiega don Leonardo, che quest’anno ha festeggiato il 25° di ordinazione sacerdotale – è un cammino faticoso, ma che offre tante opportunitĂ â€?. “L’unitĂ pastorale rappresenta il nodo – afferma il vescovo Monari nella lettera pastorale Tutti siano una cosa sola – che esprime meglio l’unitĂ e la comunione tra parrocchie vicine, unificando la progettazione pastorale, discutendo e decidendo insieme quello che si deve fare e come si deve fareâ€?. Per cogliere queste opportunitĂ lo scorso ottobre si è svolta, all’oratorio di Toscolano, la prima assemblea generale delle parrocchie. â€œĂˆ stata l’occasione – continua don Leonardo – per passare in rassegna le cose fatte in questi anni, che giĂ agiscono nell’ambito
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ve, che si svolgono – sotto la guida di don Giovanni Cominardi - negli oratori di Maderno e Toscolano. E sono di grande coinvolgimento, come le esperienze missionarie del viaggio in Mozambico dello scorso agosto con gli aiuti portati nelle comunitĂ gestite dai Padri della Congregazione della Sacra Famiglia e della raccolta di viveri di prima necessitĂ destinati ai bambini piĂš poveri del PerĂšâ€?. Una unitĂ pastorale che trova forza e si rafforza nella comunione dei sei sacerdoti – oltre a don Leonardo e a don Giovanni, don Carlo Moro, don Palmiro Crotti, don Armando Scarpetta e don Faustino Prandelli – che vi fanno parte. “Un luogo dove ognuno di noi – conclude don Leonardo – in uno spirito di collaborazione, di condivisione e di fraternitĂ , porta e valorizza i suoi doniâ€?.
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ni e una scuola, la “Enrico Medi�, che occupa 40 insegnanti, 20 collaboratori e 380 studenti, suddivisi tra le medie e il liceo della comunicazione. Una parrocchia che sa comunicare quanto fa, attraverso il bollettino mensile “Il duomo�, alla cui redazione e stampa collaborano diverse persone e il sito internet www.parrocchiadisalo.it, costantemente aggiornato.
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Â?ƒ—‰—”ƒœ‹‘Â?‹ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‘Â”ÂƒÂ–Â‘Â”Â‹Â‘ ƒŽ …‡Â?–”‘ ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‡ Con grande gioia, la comunitĂ di Bedizzole ha accolto sabato 29 ottobre il vescovo Monari, per inaugurare l’oratorio, il centro parrocchiale, la canonica e la sezione Primavera della Scuola materna “Sacra Famigliaâ€?. Un momento storico per i bedizzolesi, che da poco hanno terminato l’anno giubilare che ha ricordato il 250° di consacrazione della chiesa di Santo Stefano. La visita del Vescovo non è stata una semplice cerimonia di benedizione di
nuovi ambienti, ma un momento di gioia e rinascita per l’oratorio e per l’intero paese riunito per fare eucaristia. L’intervento del vescovo Luciano, prende spunto dalla lettura della prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi: “Siamo sicuri di poche cose, ma il fatto che Dio ci ami è una certezza profonda. Essere cristiani vuol dire essere autentici: sostenete anche voi il Vescovo e i preti, affinchĂŠ possano continuare il loro ministero con coerenza, disinteresse e
con dedizione a GesÚ Cristo. Se seguiamo questa strada, la Chiesa cristiana diventa ciò che dovrebbe essere: comunità �. Iniziati a maggio 2009, i lavori hanno scrostato dal tempo la vecchia casa canonica e le strutture annesse dell’oratorio restituendone la bellezza e la funzionalità , permettendone cosÏ l’inserimento nel complesso storico di piazza Vittorio Emanuele II accanto alla parrocchiale di Santo Stefano e all’edifico comunale. (Giovanni De Marco)
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—Â?‡œœƒÂ?‡ ƒÂ? ‡„ƒ•–‹ƒÂ?‘ Â?ƒ …‘Â?—Â?‹–Â? ‹Â? Â?‘˜‹Â?‡Â?–‘ Che Lumezzane sia una cittĂ in continuo movimento è noto. Il lavoro non riguarda solo fabbriche e ofďŹ cine ma anche quello spirituale promosso da tutte le parrocchie valgobbine, in particolare quella di San Sebastiano. La parrocchia lumezzanese è una delle piĂš attive sul territorio e lo dimostrano le attivitĂ promosse dal parroco don Giulio Gatteri e dal curato don Mauro Rocco (nella foto). Dopo la recente inaugurazione del nuovo oratorio San Giovanni Bosco,
la comunitĂ si appresta a vivere insieme un momento di preghiera nel quale si riette e si sosta sul senso dell’eucaristia. “La settimana eucaristica che si svolgerĂ a partire da martedĂŹ 15 a domenica 20 novembreâ€? dice don Mauro Rocco, “sarĂ un appuntamento importante per tutti i nostri parrocchiani per condividere e meditare sull’istituzione dell’eucaristia da parte di nostro Signore GesĂš Cristo. Voglio sottolineare la presenza dei Padri missionari di Villaregia che
ci aiuteranno a pregare meglio con l’aiuto del loro spirito missionario. Questi operai di Dio, saranno disponibili durante la settimana ad ascoltare chi volesse un dialogo personale.� Una splendida iniziativa che va a sommarsi alle numerose attività promosse per i giovani e gli adolescenti. Si stanno ultimando i lavori per rinnovare anche l’area bar, i locali dedicati ai giovani sono i piÚ frequentati dai piccoli parrocchiani di San Sebastiano e come sostiene il curato originario di
Chiari “i nostri ragazzi sono attratti e con un oratorio all’avanguardia si lavora meglio e a giovarne è sicuramente tutta la comunitĂ â€?. Tra le numerose proposte troviamo i vari laboratori quali il teatro, la cucina, la scuola di sci e soprattutto i percorsi ispirati all’Azione cattolica. Il programma completo della settimana eucaristica e delle altre innumerevoli attività è disponibile a portata di clic sul sito www.parrocchiadisansebastiano.it. (Alessio Andreoli)
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a commemorazione della Festa della Vittoria è stata fissata a Marcheno per sabato 5 novembre perchĂŠ ha assunto un significato grande e particolare: è tornato al suo paese il fante Egidio Vivenzi classe 1920, scomparso in un campo di internati in Germania nel febbraio 1944. La famiglia sapeva solo che era lĂ , deceduto: anche la data era incerta, nulla sulla sepoltura. Egidio, classe 1920, di leva in fanteria, era il sesto dei 10 fratelli figli di Giacomo e Caterina Zanardini: scoppiata la guerra non doveva partire avendo giĂ tre fratelli al fronte. Ma il Duce aveva bisogno di soldati: cosĂŹ nel 1941 è in Albania e Grecia. Nel 1943 è a casa in licenza, ammalato. Non vorrebbe ripartire, medita di andare in montagna coi partigiani: forse una soffiata lo tradisce, i Carabinieri lo prelevano a casa, lo riportano in caserma. In settembre è internato in Germania dove scompare. Dei suoi familiari sono ancora vivi tre fratelli: Giacomo (col nome del padre), chiamato da tutto “CumilĂŹâ€?, classe 1913, alpino, decano del paese tra i maschi; Innocenza (87 anni) e Ma-
…‘Â?’ƒ”•‘ ‹Â? —Â? …ƒÂ?’‘ †‹ ‹Â?–‡”Â?ƒ–‹ ‹Â? ‡”Â?ƒÂ?Â‹ÂƒÇĄ ’”‡…‹•ƒÂ?‡Â?–‡ ƒ ”ƒÂ?…‘ˆ‘”–‡ Â?‡Ž ˆ‡„„”ƒ‹‘ †‡Ž Í™ÍĄÍœÍœÇĄ Šƒ ˆƒ––‘ ”‹–‘”Â?‘ ƒ …ƒ•ƒ †‘’‘ ÍžÍ&#x; ƒÂ?Â?‹ ‹Â? —Â?ƒ ’‹……‘Žƒ „ƒ”ƒ †‹ …Š‹ƒ”‘ ƒ„‡–‡ ƒ˜˜‘Ž–ƒ Â?‡Ž –”‹…‘Ž‘”‡ ria, la piĂš giovane, classe 1928. Altri sei sono nel camposanto del paese. Mancava solo lui sepolto, chissĂ dove, in uno dei sei cimiteri italiani d’onore (in Germania, Polonia, Austria) dove negli anni Cinquanta avevano trovato pace i soldati esumati e identificati, dimenticando, per i piĂš, di avvertire le famiglie. Il 4 luglio dell’anno scorso, “Bresciaoggiâ€? pubblicava la parte sui bresciani di una ricerca (un’impresa perchĂŠ furono 700mila i soldati italiani internati in Germania) che dura dal 1994 di Roberto Zamboni iniziata sulle tracce di uno zio disperso: oltre 300 piccole schede di bresciani, suddivise per paese con indicato, nome, cognome, causa della morte, luogo, cimitero, posizione tombale. Per Marcheno venivano elencati tre nomi: Giuseppe Massimino Contessa (a Mauthausen), Michele Muffo-
lini ed Egidio Vivenzi a Francoforte. Maria, da quando legge trepidante il nome del fratello Egidio, con la famiglia non si dĂ piĂš pace. Comincia la pratica tramite il Ministero della Difesa. Finalmente mercoledĂŹ 26 la conclusione alla Malpensa: tra le 22 piccole bare di chiaro abete avvolte nel tricolore coi resti di soldati italiani (non solo bresciani) arrivate da Francoforte c’era anche la sua. L’hanno accolto Innocenza e i due figli di Maria, Bruno e Franco Dusina. Ha passato la prima notte tra i suoi in casa del fratello Giacomo che l’ha vegliato commosso. La cerimonia ufficiale dell’“accoglienzaâ€?, come detto sabato: alle 9 il raduno nella sala consiliare. SeguirĂ il corteo al Monumento ai caduti e alle 10.30 l’ufficio funebre nella parrocchiale. Poi il corteo al camposanto per la tumulazione.
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8QD PRVWUD SHU ULVFRSULUH O¡,WDOLD Ăˆ l’evento che conclude l’anno dedicato al 150° dell’UnitĂ nazionale d’Italia la mostra inaugurata sabato a Gardone Val Trompia. S’intitola “Gardone 1961: uomini, equipaggiamenti, economiaâ€? e farĂ brillare di nuova luce fino al 22 gennaio 2012 il Museo delle armi che sta al primo piano di Villa Mutti Bernardelli. “Con questa esibizione – spiega Lionello Anelli, coordinatore del Sistema museale della ComunitĂ montana (nella foto il Gruppo area) – abbiamo tentato di dare un taglio che ponesse l’attenzione alla situazione economica, sociale e produttiva di Gardone e della Valtrompia negli anni dell’UnitĂ . La mostra parte dalla situazione generale dell’Italia per arrivare alla realtĂ , che rispecchia in pieno il clima culturale di scoperta e difesa degli ideali risorgimentali rappresentati dai volontari garibaldini della valle. Stessa cosa si può vedere nello sviluppo economico legato alla produzione armiera e alle lavorazioni siderurgicheâ€?. Una mostra inserita all’interno delle manifestazioni per il 150° dell’UnitĂ d’Italia, con testi semplici e concisi. “Fattivamente – spiega Silvia Serugeri, conservatrice del Museo delle armi – la mostra si divide in tre sezioni: uomini per inquadrare alcuni personaggi della Valle che hanno operato nel periodo unitario; equipaggiamenti per presentare l’evoluzione tecnologica degli armamenti e le dotazioni degli eserciti del periodo; economia per illustrare la gestione della produzione dalla dominazione austriaca alla prima industrializzazione degli stabilimenti valtrumplini, con
documenti storici emanati dalle istituzioni che nel corso dei decenni a cavallo dell’Unità d’Italia si occuparono dell’economia gardonese�. La mostra rimane aperta fino al 22 gennaio 2012 il martedÏ e mercoledÏ (14.30-18.30), il giovedÏ e venerdÏ (9-12 e 14.30-18.30), il sabato (9-12) e la domenica (su prenotazione). Costo del biglietto 5 euro, ridotto (dai 13 ai 18 anni) 3 euro. Info al numero 030.831574. (a.a.)
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di opera letteraria, la tragedia classica ha offerto diversi spunti di riessione, tra i quali spicca il tema della cecitĂ . La docente di lettere Franca Zanetti, che ha presentato l’opera al pubblico, ha approfondito particolarmente l’aspetto piĂš incisivo della vicenda di Edipo, da intendersi come incapacitĂ di accettare l’evidenza, ostinazione al riďŹ uto di comprendere la propria e altrui condizione. A chi ha partecipato alla presentazione è poi concesso un mese di tempo per
riettere sugli spunti chiave offerti dalla relatrice, dopodichĂŠ, lunedĂŹ 28 novembre, il gruppo si riunirĂ al ďŹ ne di ragionare insieme sugli argomenti presi in considerazione, in modo da condividere pareri e osservazioni. Stesso procedimento verrĂ adottato per la discussione delle altre due opere contemplate dal piano di “Libri in tavolaâ€?. Si tratta di: “La terra strada del cieloâ€? di Fabrice Hadjadj, presa in considerazione come proiettore di interessanti spunti riguardo l’attualitĂ . La
presentazione, a cura del docente di ďŹ losoďŹ a Mario Zani, avrĂ luogo lunedĂŹ 16 gennaio 2012 alle ore 20.30 presso le sale dell’oratorio. SeguirĂ la discussione condivisa del testo lunedĂŹ 20 febbraio 2012. Per quanto riguarda l’aspetto spirituale, “Le lettere di Nicodemoâ€? saranno al centro dell’illustrazione promossa da mons. Giacomo Canobbio. Quest’ultimo appuntamento è lunedĂŹ 26 marzo 2012, sempre alle ore 20.30. (Barbara Fenotti)
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nche per quest’anno si rinnova la proficua collaborazione degli ultimi anni tra la ormai ex Aato (Autorità d’ambito territoriale ottimale), oggi Azienda speciale provinciale per la regolazione e il controllo della gestione del Servizio idrico integrato, e le Comunità montane. Nell’ultima seduta del Consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’ambito sono stati infatti assegnati i contributi per l’anno 2011 che, come per gli anni scorsi, sono finalizzati alla difesa e tutela dell’assetto idrogeologico, delle acque e degli
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vio ai lavori, che in alcuni casi risolvono problematiche connotate da carattere di urgenza. Dei 577mila euro complessivamente assegnati a livello provinciale, 227.287 euro sono stati impegnati per la copertura di nove interventi ricadenti nel bacino della Valle Trompia, presentati nelle scorse settimane dalla ComunitĂ montana. Gli interventi in questione interessano tutto il territorio triumplino. Sono previste opere di messa in sicurezza di versanti franosi che insistono su strade di collegamento a Pezzaze, Collio, Lodrino (6000 euro per la strada Valle Duppo) e Polaveno
(7.500 euro per il consolidamento e riqualificazione della vecchia strada Beltarmelli), opere di difesa spondale sul fiume Mella (86.665,95 euro) in diversi tratti dell’asta fluviale in particolare a Tavernole Sul Mella (10mila euro), opere di difesa del suolo a Marcheno, Nave (30mila euro) e Villa Carcina (16.500 euro). Con questa ulteriore iniziativa dell’Ufficio d’ambito i contributi complessivamente assegnati alla Comunità montana di Valle Trompia superano il milione di euro, un impegno concreto che si è già tradotto negli ultimi anni in opere che hanno contribuito a migliorare
la protezione e la sicurezza ambientale del territorio, eliminando situazioni di rischio e garantendone una maggiore fruibilitĂ . Fra i contributi assegnati, si segnala in particolare: 10.621,05 euro per la manutenzione straordinaria e di messa in sicurezza della strada da Pezzaze a Colle di San Zeno (Pisogne); 40mila euro per le opere di riassetto idrogeologico e di messa in sicurezza del versante e di un tratto della sede della strada Santelle-Fletti nel Comune di Collio; 20mila euro per le opere di difesa del suolo sul movimento franoso a Brozzo di Marcheno.
L’ISTITUZIONE CHE
SALVERĂ€
L’ITALIA NON Ăˆ POLITICA In un momento in cui non sembrano piĂš esistere certezze, una rimane. La famiglia e i suoi valori resistono alle difďŹ coltĂ quotidiane e nei momenti di crisi appaiono ancora piĂš forti. Per deďŹ nire il futuro dell’Italia e porre le basi per una societĂ migliore, è dalla famiglia che dobbiamo partire. Ăˆ la famiglia che va sostenuta. Noi lo facciamo dal 1931.
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ƒŽ‘Â?Â?‘ ”‰‘‰Ž‹‘•‹ †‡ŽŽƒ Â?‘Â?—Â?‡Â?–ƒŽ‡ Â?ƒ……Š‹Â?ƒ †‡Ž –”‹†—‘ La parrocchia di Malonno è celebre, tra le molte altre cose, per la sua monumentale macchina del triduo, che solitamente viene allestita nella stagione invernale. Nel pregevole volume “Il disegno dei tridui: il tempo e la memoria nello spazio della Chiesaâ€? a cura di Ivana Passamani Bonomi (con contributi di Gabriele Archetti, Giacomo Canobbio, Piergiovanni Damiani, Oliviero Franzoni, Elisa Gusmeroli, Anna Teresita Massarsi, Gabriele Medolago) (ed. Banca
di Valle Camonica, Breno, 2009) si tratta a lungo del maestoso apparato effimero che viene montato nell’antica parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, una chiesa che sembra posta a guardia del borgo sulla collina che sovrasta il paese. L’apparecchiatura conta 500 candele ed in passato l’allestimento e la funzione non si svolse sempre con regolare cadenza; poi però – si narra – che un fatto miracoloso abbia fatto riprendere la tradizione. L’autrice già citata riferisce che
l’impianto temporaneo viene attribuito alla bottega dei Fantoni da Rovetta, sottolineando che però forse sarebbe da assegnare agli artisti bergamaschi solo la parte centrale scampata di una macchina precedente, ovviamente andata perduta per un incendio. Il fuoco di tutte le candele che venivano accese sull’impalcatura di legno era il nemico piÚ subdolo e frequente di questi capolavori d’arte minore. L’origine della celebrazione dei tridui (della durata di tre giorni
consecutivi), solitamente con le meditazioni sui Novissimi, in gran parte delle parrocchie della diocesi di Brescia è da collegare all’antichissimo culto dei morti, di cui si può trovare traccia persino nelle incisioni rupestri preistoriche. Una tela senza cornice, posta in posizione centrale nell’apparato di Malonno spiega il motivo della celebrazione: offrire il giusto, doveroso, cristiano suffragio per i morti della comunità che ancora attendono in purgatorio. (e.g.)
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i è tenuto il tavolo di Brescia sulla stato di avanzamento dei lavori della Statale 42 a Capo di Ponte e Berzo Demo: il primo risultato emerso dal sopralluogo agli imponenti lavori ha dato risultati soddisfacenti. Rispettati i tempi del cronoprogramma, le procedure e soprattutto i costi dell’opera. Dopo tanti anni in attesa che l’opera decollasse, dopo tante false partenze e veri stop, finalmente si vede la luce della fine del tunnel. Non solo dei tunnel nella roccia, tutti realizzati completamente e ora in fase di allestimento di opere accessorie, ma anche dei tanti tunnel procedurali, legali, amministrativi, finanziari, politici. Insomma: si intravede con certezza il termine ultimo per la consegna alla Valle Camonica: dicembre 2012. Il sopralluogo della Commissione provinciale, con l’Anas e le ditte della Ati è servito anche per fare il punto sulla statale 39 di Aprica, ma anche sullo svincolo di Esine della Statale 42, dove i lavori sono finalmente ripresi dopo il forzato fermo dovuto al sollevamento del manto d’asfalto appena posato. Si è parlato anche del sistema ipotizzato per bypassare Edolo, dove
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vo avanza di un metro al giorno, oggi impiegando le mine, ma fino a poco tempo fa con la tecnica innovativa “super wedgeâ€?, molto simile a quella impiegata per scavare le metropolitane. Ma in questa zona risulta piĂš delicata per la presenza di abitazioni in superficie. Consegnata da qualche mese la galleria e il viadotto di Sellero alla ditta incaricata di eseguire le opere accessorie, le operazioni si concentrano su Berzo Demo. Qui sono stati posizionati due ponti ad arco sull’Oglio, mentre a metĂ dicembre dovrebbe cadere il diaframma della galleria che parte dalla localitĂ Saletto e sbuca poco prima del bivio per Forno Allione, dove ci sarĂ lo svincolo della 42 e la rotonda che servirĂ per tornare verso la Val Saviore. In tutto, saranno spesi 134 milioni di euro per le opere principali e 30 milioni per le accessorie.
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,PSUHQGLWRUL VL GLYHQWD FRQ L FRUVL VXO FDPSR Torna “Assocamuna Scuola di alta formazione managerialeâ€?, un progetto di elevata formazione avviato nello scorso 2010 grazie alla partnership tra l’associazione degli imprenditori della Valle Camonica e “Mipâ€? (“School of managementâ€?) del Politecnico di Milano, una tra le piĂš importanti “Business schoolâ€? riconosciute a livello italiano, con l’obiettivo di migliorare la cultura manageriale ed imprenditoriale delle imprese del territorio e favorire la crescita di competenze e di competitivitĂ . Ben 21 gli imprenditori e i manager coinvolti lo scorso anno in questo progetto formativo; quattro i laureandi che hanno beneficiato di borse di formazione offerte da Assocamuna e da aziende del territorio; 72 le ore di formazione firmate “Mipâ€?, erogate nel corso della prima edizione della scuola; quest’anno tre le borse di formazione co-finanziate da Assocamuna e da tre diversi enti operativi sul territorio (Ubi Banca di Valle Camonica, fondazione “Tassaraâ€?, Kappa immobiliare) che, grazie a un apposito bando, offriranno a tre laureandi o neo-laureati la possibilitĂ di accedere gratuitamente alla prima annualitĂ della scuola. Formazione d’eccellenza firmata “Mipâ€?, creazione di un “networkâ€? di imprenditori, alto grado di personalizzazione della formazione, ottimizzazione dei tempi e delle risorse grazie all’erogazione della scuola in Valle Camonica e all’organizzazione degli appuntamenti formativi in formula “week-endâ€? (venerdĂŹ e sabato), forte integrazione tra conoscenza ed esperienza sul campo, grazie all’alter-
nanza tra formazione generale e approfondimenti specialistici e pratici anche strutturati sulla base di esigenze espresse dalle imprese, dallo studio di casi di successo ed attivitĂ di “team buildingâ€?: questi i punti qualificanti e le caratteristiche innovative di questo progetto formativo. L’11 novembre a Boario Terme prende avvio la seconda edizione della prima annualitĂ della scuola di alta formazione.
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••‘’ƒ†ƒÂ?ƒ ‡…Â?‘Ž‘‰‹‡ †‡Â?Â–ÂƒÂ”Â‹Â‡ÇŁ ƒ ”‡•…‹ƒ ‹Ž …‘Â?‰”‡••‘ 2437 partecipanti provenienti da 13 Paesi, traduzioni simultanee in quattro lingue per tutti gli interventi congressuali, 77 ditte espositrici: numeri che danno la misura dell’importanza, anche a livello internazionale, del successo riscosso da “Colloquium dentalodontotecnica made in Italyâ€? la quarta rassegna ďŹ eristica e congressuale per odontotecnici e dentisti. L’evento si è svolto venerdĂŹ 28 e sabato 29 ottobre
presso il nuovo padiglione ďŹ eristico di Brixia Expo. Il tema di quest’anno riguarda le protesi dentarie, in particolare l’evoluzione tecnologica in questo campo: come titolo del congresso, infatti è stato scelto “Dalla protesi adesiva alla protesi avvitata. AttualitĂ protesiche e prospettive futureâ€?. Sul palco si sono avvicendati relatori di prestigio internazionale, provenienti da Paesi come Germania, Svizzera,
Giappone, Messico e Australia oltre ovviamente all’Italia. Contrariamente alla scorsa edizione Assopadana-Claai ha riproposto l’evento afďŹ ancata da Cna Brescia, afďŹ dando l’organizzazione e la gestione a Teamwork media srl e Siced, due realtĂ molto conosciute per chi opera nell’ambito dentale. Oltre all’ambito congressistico, all’interno del quale le relazioni si sono dimostrate di alto livello scientiďŹ co, accompagnate anche
dalla presentazione di lavori di alta precisione ed estetica eseguiti con le piÚ innovative tecnologie, di rilievo l’aspetto relazionale. Le due giornate, infatti, sono state anche un’occasione per i congressisti di incontrare vecchi colleghi, con i quali scambiare opinioni e pareri professionali e alimentare discussioni sulle attuali tecnologie, oltre ovviamente a facilitare la nascita di nuove amicizie tra colleghi.
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ll’interno degli impegni presi dal Governo nei confronti dell’Unione europea per dare stabilitĂ alla situazione economica futura del nostro Paese e tranquillizzare i mercati, il capitolo dedicato ai “licenziamenti faciliâ€? è quello che ha prodotto le maggiori perplessitĂ e prese di posizioni fortemente contrarie. Anche per Enzo Torri, segretario provinciale di Cisl Brescia, gli interventi prospettati in questo campo sono indice di un problema mal posto. â€œĂˆ molto grave – afferma – che si insinui il fatto che la soluzione dei problemi di sviluppo della nostra economia e di futuro per i nostri giovani stia nella possibilitĂ delle aziende di licenziare con piĂš facilitĂ â€?. Anche perchĂŠ la situazione non permette di stare tranquilli: “Veniamo da tre anni di cassa integrazione durissima – continua – e la prospettiva di un licenziamento non fa altro che alimentare angosce e timori. Tanto piĂš che giĂ adesso le aziende possono per motivi eco-
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nomici, dimostrando che il lavoro manca, utilizzare gli strumenti della cassa integrazione e della mobilitĂ â€?. Secondo il Segretario provinciale altre sono le misure da mettere in atto per rispondere alla crisi economica perdurante: “Condivido l’osservazione che ci sia bisogno di un welfare aggiornato, che però come negli altri Paesi europei preveda ammortizzatori sociali adeguati e il sostegno al lavoratore nella riqualificazione e nella ricerca di un nuovo posto di lavoro dopo l’eventuale licenziamentoâ€?. Un ulteriore aspetto su cui è necessario intervenire è quello dei contratti “atipiciâ€?, defi-
nizione che comprende contratti a progetto e di collaborazione, partite Iva e in generale tutte le forme che si sostituiscono al lavoro dipendente. “Ho l’impressione – precisa Torri – che le aziende ricorrano a questa forma di contratto non solo perchĂŠ non hanno la sicurezza di garantire i posti di lavoro, ma anche per i minori costi che essa comporta. La sfida è quindi di rendere questi contratti meno vantaggiosi per le aziende, per esempio prevedendo un pagamento maggiore per quanti fossero assunti in questo modoâ€?. Il tema del lavoro, inoltre, si incrocia inevitabilmente con quello dei giovani e del loro futuro: â€œĂˆ sbagliato – questa l’opinione di Torri in proposito – creare contrapposizione tra vecchi e giovani, quasi questi non lavorassero a causa del permanere nel mondo del lavoro dei primi. Piuttosto bisogna guardare con favore al nuovo contratto di apprendistato e piĂš in generale alle forme di contratto che permettano ai giovani di incrociare il mondo del lavoro con lo studio e
la formazione. Ăˆ ovvio poi che se la crescita non riparte è difficile che ci sia lavoro per tutti, nessuno ha la bacchetta magica. Il primo passo dovrebbe essere quello di favorire i consumi lasciando piĂš soldi nella busta paga dei lavoratori e favorire gli investimenti, anche dall’estero, delle aziende tramite una contrattazione mirataâ€?. Un’ultima battuta è dedicata alle affermazioni del ministro Sacconi sulla minaccia terro-
ristica legata all’evoluzione della riforma sul lavoro: “Se il ministro ha elementi certi su cui basare le sue affermazioni la cosa è preoccupante, ma forse sarebbe stato meglio tacere e agire in silenzio per prevenire la minaccia. Altrimenti si tratterebbe di un’affermazione grave, fatta per allentare la pressione sulla tematica del licenziamento, secondo una modalitĂ errata di dibattito e di confrontoâ€?.
GUIDOELLE
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI
ASSOCIAZIONE ARTIGIANI Via Cefalonia, 66 25124 Brescia Tel. 030 2209811 r.a. Fax: 030 2449993 Presidenza Direzione 030 2428134 Amministrazione e tesseramento Gruppi associativi Servizio categorie Centro Studi e Formazione Angelo Lino Poisa ASSOARTIGIANI Soc. Coop. Gestione Servizi Via Cefalonia, 66 25124 Brescia Tel. 030 2209811 r.a. Fax: 030 2449993 Direzione UfďŹ cio paghe 030 2428134 Amministrazione e tesseramento Fiscale e contabilitĂ Sicurezza ambientale ed ecologia UfďŹ cio trasporti Formazione Privacy E-mail: info@assoartigiani.it
ARTFIDI LOMBARDIA 25124 Brescia, Via Cefalonia 66 Tel. 030.2209811 - Tel. 030.2428244 Fax 030.2450511 WWW ARTlDI IT s % MAIL INFO ARTlDI IT
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anno di costituzione 1945
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e è passato di tempo da quando i mercanti veneziani e genovesi potenziavano le loro vie commerciali verso Oriente con l’avallo dei banchieri di Amsterdam, Londra e Firenze. Banche e assicurazioni dall’Italia si diffusero rapidamente durante il Rinascimento in tutti i Paesi europei, favorendo lo sviluppo economico. Certo, il rischio che una banca fiorentina del Cinquecento metteva in campo per finanziare una spedizione nelle Americhe, era certamente maggiore rispetto a quello di mantenere, agli inizi del nuovo millennio, una linea di credito a una azienda artigiana che, da quando è nata, ha sempre onorato i propri impegni e che ora, a causa di una congiuntura tanto negativa quanto eccezionale, si trova in seria difficoltĂ . Ăˆ fuori dubbio che gli istituti di credito, come ogni altra intrapresa commerciale, hanno la necessitĂ
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di produrre utili: aprire troppo la borsa dei quattrini per le banche che ancora ne hanno la forza, corrisponde ad aumentare il rischio, ma non farlo, in questo momento, significherebbe far chiudere migliaia di imprese, e di conseguenza, per il mondo bancario iscrivere a bilancio perdite ben superiori. Si tratta quindi, per gli istituti di credito, dal punto di vista puramente economico, di valutare quale sia il rischio minore. Ma se per un momento le grandi banche avessero il coraggio di rimettere in discussione, non solo le logiche di mercato, ma la possibi-
lità di recuperare un ruolo sociale caduto ormai in disuso nella modernità , sarebbero anche in grado di valutare quanto sia importante mantenere in vita le imprese artigianali, commerciali e agricole, non delegando questo gravoso compito alle banche di credito cooperativo. La piccola impresa artigiana, commerciale, agricola, è una realtà dove il titolare lavora gomito a gomito con il proprio dipendente e con lui, condivide successi e insuccessi e dove i valori e il senso di comunità sono ancora ben radicati. E poi, diciamolo una volta per tutte, che le sofferenze delle banche, non sono certo da imputare alla piccola impresa, che per realizzare il sogno di veder crescere un progetto, dà in garanzia tutto quello che ha e sempre piÚ spesso anche quello che non ha, coinvolgendo nel rischio di impresa parenti edamici. Senza dimenticare che gli utili, le piccole imprese non li nascondono nei paradisi fiscali,
ma al contrario, li hanno sempre reinvestiti nell’impresa e non nella finanza creativa, quella che anche a Brescia ha bruciato in questi anni ingenti risorse. In buona sostanza, non può essere il prodotto di un calcolo matematico di Basilea, il metro con il quale si definisce la bancabilità di un’impresa! Quindi, ritornino le banche non solo al Rinascimento, dove il rischio era sÏ veramente alto, ma almeno al Dopoguerra, dove l’etica, la serietà , la voglia di fare, il sacrificio, il senso del dovere unite alle capacità imprenditoriali, erano il presupposto fondamentale per concedere credito. Le Organizzazioni di categoria, attraverso i loro confidi, continueranno a fare il loro mestiere, rischiando sulla fiducia e garantendo il 50% di ciò che le banche concedono, certi che questo significhi credere nel futuro e anche un po’ sognare, due ingredienti che hanno fatto grande il nostro Paese.
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ƒ••ƒ–‹ ‡ Â?ƒœœ‹ƒ–‹ ÇŻ –ƒŽ‹ƒ ˜‹•–ƒ †ƒ ‹—•‡’’‡ ‘”–‘Ž—••‹ L’Italia può essere considerata come un condominio che ha le scale sporche, l’ascensore è rotto, le tasse condominiali però sono alte, dove un condomino su sei non le paga, l’amministratore italiano incassa piĂš euro del collega tedesco, che, invece, fa funzionare l’ediďŹ cio a puntino. Questa l’allegoria espressa da Giuseppe Bortolussi (nella foto), segretario della Confartigianato di Mestre, in un dibattito presso la sede della Confartigianato bresciana. La
pressione ďŹ scale media in Italia è del 43,2%, ma l’insieme di tasse e balzelli l’accresce per molti oltre il 50%. Dare tutte le colpe agli evasori aiuta a nascondere che lo Stato italiano incassa piĂš degli altri spendendo male. Occorre “una rivoluzione che metta al centro il problema della spesa pubblicaâ€?, ha spiegato Bortolussi. Gli artigiani, però, devono conoscere i dati reali, come le molte imposte una tantum che non sono state mai cancellate, per chiedere alla
politica risposte concrete. In Italia si chiede alle imprese e ai cittadini di fare sempre di piĂš. I lavoratori autonomi hanno ben 26 voci da sborsare, si pagano le tasse sulle tasse con iva e accise, alla pompa pagano per la guerra in Abissinia e la crisi di Suez e i ritardi della Giustizia costano ogni anno 2 miliardi al sistema delle imprese. Dalla casa il ďŹ sco ricava 43 miliardi di euro, dai trasporti 58 miliardi, nelle bollette le imposte rappresentano il 39%. La spesa
sociale è il 9.4% del pil, la piĂš bassa d’Europa, l’economia sommersa rappresenta il 16.9% del pil, e altro ancora. Dinanzi a questa soluzione è stata posta la domanda: “Che parte possiamo fare, le banche non ci fanno credito, all’estero siamo penalizzati per i nostri costi troppo alti, il patto di stabilitĂ impedisce alle amministrazioni di onorare i debiti con chi ha lavorato, che parte dobbiamo fare signori, ministri?â€?. La soluzione? Per Bortolussi è il federalismo.
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entotto milioni di euro di costi in piÚ nel 2011 per le piccole imprese bresciane che richiedono credito per affrontare la crisi di liquidità (e 117 giorni per ricevere un pagamento): queste le crude cifre snoccialate dal Centro studi di Confartigianato Imprese Unione di Brescia, che ha paragonato i dati rilevati a luglio 2010 e li ha confrontati con quelli del luglio 2011. La politica di incremento dei tassi di interesse attuata dalla Bce (+0,50 nel 2011) sta mettendo in forte crisi le piccole e micro imprese della provincia di Brescia, che nel 2011 hanno sostenuto un costo per maggiori oneri finanziari stimato in 28, 2 milioni di euro, 253 euro all’anno in piÚ media per ciascun piccolo imprenditore. Continua dunque la crisi del credito alle imprese che a tutt’oggi rappresenta il piÚ forte freno allo sviluppo e alla ripresa. Se è pur vero che è aumentato lo
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stock dai crediti richiesti e ottenuti da luglio 2010 a luglio 2011 (+7,1% nel manifatturiero, +1,1 % nei servizi e +5,1% nelle costruzioni), è importante sottolineare che nel contempo ne è aumentato il costo e che buona parte di questo aumento di credito ottenuto a costi piÚ alti non è legato a investimenti e progetti di sviluppo ma alle sempre piÚ forti tensioni sulla liquidità aziendale. Tutto questo sembra determinato soprattutto dal forte incremento dei ritardi nei pagamenti: se a luglio 2010 occorrevano 90 giorni in media per ricevere un pagamen-
to, a giugno 2011 il tempo medio necessario è arrivato a 117 giorni. Questo inequivocabile grido di allarme, piĂš volte sottolineato dal presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia Eugenio Massetti, richiama ancora una volta tutto il mondo economico e politico ad attuare provvedimenti urgenti e immediati per favorire l’accesso al credito delle imprese riducendone i costi, il cui aumento è del tutto ingiustificato stante anche la situazione di quasi stagnazione economica che perdura e ai segnali pressochĂŠ continui di non-ripresa che giungono dalle statistiche. A Brescia il 18% del credito alle imprese è infatti assorbito dalle piccole e micro imprese, che ancora una volta rischiano di pagare caro la politica della Bce di incremento dei tassi e il clima di sfiducia e instabilitĂ del mondo bancario che sembra accentuarsi in queste settimane. “Il calo di domanda di credito per
gli investimenti – sottolinea Massetti – è un grave segnale per l’economia della Provincia ed è dovuto alla continua incertezza delle prospettive della domanda, al rallentamento quasi a zero della crescita economica e alla ancora non piena utilizzazione degli impianti, dato accertato col rallentamento della produzione ancora a settembre 2011�. Ciò che impressiona, sono ancora
considerazione di Massetti, è che le imprese chiedono credito soprattutto per ristrutturare debiti già esistenti. In questo quadro difficile rimane come uno dei pochi punti di riferimento e garanzia solo il sistema dei Confidi Artigiani, che sono tra i pochi a sostenere questa richiesta di credito (+19,2% di garanzie prestate in provincia di Brescia negli ultimi 12 mesi).
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i sta svolgendo a Brescia (sino al 4 dicembre) l’edizione 2011 di “Ars gustandi”, manifestazione che rappresenta da anni il collegamento tra l’arte e il mondo della ristorazione bresciana. Dopo la proficua collaborazione con le grandi mostre di Santa Giulia e i musei cittadini, l’edizione 2011 della rassegna si è rinnovata, coinvolgendo, accanto ai ristoranti, anche pasticcerie e bar, accomunati dal desiderio di accogliere con calore e simpatia visitatori, turisti e cittadini bresciani. Ars gustandi è un’iniziativa curata da Fiepet Confesercenti, inserita tra i progetti di animazione del centro storico previsti dal Duc di Brescia, che vede partecipi Regione Lombardia, Camera di commercio, Comune di Brescia, Compagnia delle opere, Brescia Tourism, Associazione commercianti, Confesercenti, Consorzio Brescia Centro, Associazione artigiani, Assopadana, Cna e Confartigianato. Un prestigioso ed esclusivo omaggio artistico verrà consegnato a coloro che, nel periodo della
CRESCIUTI BENE INSIEME LA PARTE PIÙ FRESCA DI NOI DAL 1931
ǯ ° ǯ rassegna, acquisteranno dolci tipici di pasticceria, degusteranno menù e aperitivi a base di prodotti enogastronomici bresciani in uno degli oltre 40
esercizi partecipanti. Si tratta di piatti offerti presso i ristoranti, di piattini da dolce donati dalle pasticcerie e di sottobicchieri distribuiti dai bar, tutti decorati. Un ricordo da conservare e collezionare, scoprendo, di volta in volta, le proposte dei locali che partecipano all’iniziativa. Per chi vorrà cogliere questa occasione, sono disponibili 2500 piatti, 500 piattini e 6000 sottobicchieri.
Dal 17 ottobre al 4 dicembre 2011 scoprite i ristoranti, le pasticcerie e i bar bresciani, collezionando prestigiosi ed esclusivi omaggi artistici
www.arsgustandi.it
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In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sĂŠ olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. PoichĂŠ lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perchĂŠ le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa (...)â€?.
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el mezzo della notte. Quando, cioè, uno meno se l’aspetta. Ăˆ il momento del grido, della voce che parla dell’arrivo. Una tradizione antica diventa lo spunto per GesĂš per far intuire cosa significhi aspettare. Ăˆ l’incertezza del tempo; non è il metro umano a decidere il tempo di Dio. Tanto o poco, lungo o breve. Non sono cose che possiamo misurare. L’unico tempo certo è quel mezzo della notte che significa l’ora dell’incertezza, del buio che non può essere colmato dalle nostre forze e dalla nostra intelligenza. Dormono tutte, sagge e sprovvedute, e le lampade consumano lo stesso olio. Ma in quel momento, nel mezzo della notte, quando arriva il grido che lo sposo sta arrivando quella luce incerta della lampada è la sola che può far un po’ di luce. E pericolosamente si affievolisce perchĂŠ manca l’olio. E non è possibile farlo bastare per tutte. Bisogna
,O OLQJXDJJLR GHOOH FDPSDQH Mia madre era solita, quando sentiva suonare le campane a morto, decifrarne il linguaggio. Un tocco in piĂš e capiva che era un maschio, un suono strano ed era una persona del paese ma morta lontano. A volte anche l’orario era importante perchĂŠ rivelava qualche cosa del defunto. Finito di decifrare il suono delle campane iniziavano le telefonate: alla “Pinaâ€? perchĂŠ abitava piĂš vicina alla piazza e quindi prossima alla fonte delle notizie. Quando le informazioni, avevano raggiunto una buona dose di certezza, allora ci si organizzava e si raggiungeva la casa del defunto per confortare i parenti e per la preghiera del rosario. Ho sempre criticato questo aspetto di mia madre, questo informarsi sul dolore altrui e lei mi ha sempre dato
dello stupido su questo. Ho cambiato idea lo scorso 22 ottobre 2010 quando mia madre Mariuccia è morta. Il primo a venire fu proprio quel gruppo di comari, amiche di mia madre e sue compagne nelle visite ai defunti. Sono entrate, un breve saluto e poi si sono sedute e hanno attaccato la preghiera del rosario. Un rosario scarno, essenziale dove si diceva il numero del mistero ma senza enunciarne il contenuto. Dove la seconda parte dell’Ave Maria si sovrapponeva alla conclusione della prima, dove non c’era spazio per la meditazione ma quella preghiera sembrava la voce del genere umano. Una voce rassegnata e pacificata. Quasi un certificato di consegna del defunto alle mani di Dio. La consapevolezza che per quella donna era
finito tutto il percorso terreno con le fatiche, le gioie e i dolori che accompagnano la vita di ciascuno e finalmente aveva inizio la vita vera, quella nel Mistero di Dio. Le litanie erano in un latino popolare, storpiato ma dal bellissimo suono e l’ultima preghiera era commovente: un’Ave Maria per quelli che non sono ricordati da nessuno. L’intenzione era in dialetto, cosÏ che la preghiera toccava le tre lingue della fede e della cultura popolare: l’italiano imparato a memoria, il latino trasmesso dai ricordi di ciascuno con gli errori di pronuncia e il dialetto conosciuto da tutti. Questa preghiera mi ha fatto dimenticare per un momento tutte le regole stabilite dalla scuola: il cuore si apriva ad ascoltare quella voce per pregare.
fare in fretta, prenderne dell’altro. E mancare l’appuntamento con lo sposo. Lui non ammette ritardo. PerchĂŠ il suo è il tempo giusto, nĂŠ prima nĂŠ dopo. E la strada al buio, nel mezzo della notte, non è facile da trovare. Inutile bussare. Ăˆ fin troppo facile interpretare questo dramma schematico come l’appello di GesĂš a essere pronti. Ăˆ anche questo. Ma l’insegnamento va oltre: interpella quelle vergini, immagine nostra, immagine di chi non è ancora compiuto. Chiede a quelle vergini quanto saprebbero aspettare e come potrebbero andare incontro a uno sposo che tarda. Non solo la preparazione, non solo la scorta di olio, ma l’atteggiamento, l’attesa, la capacitĂ di comprendere che quello è il senso di una vita, è il vero filo rosso che unisce esperienze diverse e le polarizza verso qualcosa, verso Qualcuno. Che dormano tutte è il riflesso della nostra fragilitĂ , di chi è convinto come di chi è tiepido; è l’incertezza
del cuore umano che non sa reggere l’attesa. Ma quell’olio pronto che ci si porta di scorta non è solo l’immagine dell’essere preparati ma, soprattutto, del capire chi siamo e chi stiamo aspettando. Per quante fragilitĂ possiamo avere quello che ci è chiesto è di capire Chi stiamo aspettando. La misura del tempo di questa attesa non è nelle nostre mani. Ăˆ il buio piĂš profondo. Ma l’attesa fragile non è attesa da sprovveduti e non è semplicemente resistenza: è il desiderio di incontrare. E da qui viene il resto. Che non sarĂ allora necessitĂ ma bisogno, non tensione ma incontro. Desiderare questo incontro diventa la chiave della preparazione e non permette di essere sprovvisti del necessario. Ăˆ troppo importante quell’incontro. Ma bisogna arrivare a capirne l’importanza. Altrimenti sarĂ solo sonno e fragilitĂ e corsa inutile per rimediare. Altrimenti sarĂ tensione e non attesa, paura e non amore.
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Fisichella, presidente del PontiďŹ cio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. “L’evangelizzazione non sarĂ mai possibile senza l’azione dello Spiritoâ€?. Questo il tema, tratto dalla Lettera di Paolo VI Evangelii Nuntiandi. Mons. Fisichella esordisce ricordando le parole di Benedetto XVI: “La Parola di Dio è sempre viva, in ogni momento della storia, perchĂŠ la forza della Parola non dipende anzitutto dalla nostra azione, ma da Dioâ€?. Ăˆ lo
Spirito Santo il cuore dell’intervento di mons. Rino Fisichella. Uno Spirito da riconoscere, da cogliere, da diffondere, dal quale lasciarsi trasformare e a cui obbedire. Spirito Santo che è il “protagonista dell’evangelizzazioneâ€? e che, diceva Giovanni Paolo II, precede i missionari, li accompagna nella predicazione, li segue nella missione. “Ognuno di noi – continua Fisichella – deve divenire un profeta; cioè possesso dello Spirito e ‘bocca’ mediante la quale Dio
fa udire la sua voceâ€?. I Padri della Chiesa parlavano dello Spirito come della “boccaâ€? di Dio: “Questo essere “boccaâ€? dello Spirito ci riporta al giorno di Pentecoste, dove gli apostoli hanno la forza di porsi nel mondo come testimoni della risurrezione del Signoreâ€?. Una missione, quella della nuova evangelizzazione, in cui è necessario – riprendendo le parole del vescovo Fausto (V secolo) – fare ininterrottamente memoria degli apostoli e dei Vangeli.
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urante la fase finale della celebrazione per la pace nella piazza antistante la basilica inferiore di San Francesco, una splendida colomba bianca si è posata su un membro della delegazione, il buddista che le ha teso la mano e l’ha a lungo mostrata innalzandola sopra all’assemblea. Ăˆ sembrato un piccolo segno, non tanto del buddista, che la colomba non aveva mai visto, ma della mano tesa, aperta per l’appoggio. Chi ha partecipato a questa Giornata, prolungata nel prima e nel dopo da veglie di preghiera, ha percepito che la pace esiste nelle dichiarazioni, nelle aspirazioni, nelle proclamazioni, nelle speranze e anche nelle possibilitĂ . Tutti i discorsi sono stati bellissime illustrazioni del significato della pace, del pellegrinaggio, della veritĂ , e vi sono stati il riconoscimento e l’esplicita espressione di gratitudine verso Giovanni Paolo II, che con l’iniziativa di 25 anni fa ha indotto tutti a considerare la pace non come un problema pragmatico, ma teologico e antropologico, in tutta la ricchezza e profonditĂ dei suoi significati. Il tema della pace coinvolge il pellegrinaggio verso la veritĂ , l’impegno per la giustizia, la conversione del cuore. Questi presupposti, in questi 25 anni, sono stati oggetto di riflessione ovunque nel mondo da parte di uomini legati per fede e professione alle religioni, in studi, ricerche, dibattiti, seminari e convegni. Una letteratura di altissimo livello di cui i discorsi di Assisi possono essere un degno documento. Ciò che manca è la mano
tesa del buddista. Altre colombe sono volate via lontano o si sono messe ferme a guardare lo spettacolo. Uomini disposti a tendere la mano e accogliere il dono dello “spirito di Assisiâ€? è e dovrebbe essere il frutto della Giornata appena trascorsa. Da molti è stata infelicemente chiamata di commemorazione della prima, del 1986, ma, pur prendendo occasione per fare memoria, ad Assisi si è fatta storia facendo proseguire e convalidando il dialogo giĂ avviato e aprendo altri orizzonti di comune ricerca di veritĂ e di pace, anche con altre componenti della famiglia umana, dando al tema un carattere di maggiore universalitĂ senza esclusione di persone. Onestamente si deve di-
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ÂŽ ’‡ŽŽ‡‰”‹Â?ƒ‰‰‹‘ †‡˜‡ ‡••‡”‡ ‹Â?–‡”‹‘”‡ re che di veritĂ si è parlato poco. La parola è alta, stringente, impegnativa. Ma la prima veritĂ che supporta ogni progetto di pace e che lega tutti i dialoganti non è quella delle parole o dei sentimenti, ma quella dell’essere.
Siamo e dobbiamo essere uniti, considerandoci non gli uni contro gli altri e neppure soltanto gli uni accanto agli altri, ma gli uni insieme agli altri e per gli altri. Non tanto per quello che pensiamo e neppure per quello che crediamo, ma per quello che siamo, in quanto siamo. Creature di Dio, fatte a sua immagine e somiglianza. Il pellegrinaggio della veritĂ deve essere interiore e convertire le menti e i cuori. Dalla consapevolezza del proprio essere nascono i pensieri e i sentimenti piĂš forti e resistenti a ogni variazione di cultura e di situazione. La pace non approda nelle piazze e non si annida nelle case degli uomini perchĂŠ non si fa spazio ai sentimenti scaturiti dall’essere, ma dal potere, dal prestigio, dal dominio sugli altri. Un sentimento, che non affiora in modo rilevante nei testi letti nella basilica della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, mentre è esplicito e marcato dal tono della voce di Benedetto XVI, è la “vergognaâ€?. Nessun altro si deve vergognare per l’uso della forza, o per azioni violente, per ingiustizie e soprusi collettivi, persino per genocidi compiuti o tollerati in nome e per conto della religione? FinchĂŠ le religioni e gli uomini che vogliono la pace, religiosi e atei, non si vergognano o almeno non verificano i limiti e le storture delle loro storie, non ci sarĂ spazio per la riconciliazione e neppure per le ragioni degli altri. Questo si chiama purificazione e riconciliazione delle memorie. Una straordinaria occasione di unitĂ vissuta nella profonditĂ delle essenze, è stata il minuto di preghiera muta dell’assemblea.
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$OOH SRUWH GHOOD &HUWRVD “Quando sei seduto in cella, sii come un pilota sperimentato da una nave. Ăˆ attento al vento, per vedere da dove viene e dove va, se è favorevole o se porta tempesta. Seduto nella cella, non essere come un sepolcro, ma come una sala da ballo. Quando sei seduto in cella, non lasciare il tuo pensiero vagare fuori; chiedi a Dio di riconoscere ciò che ti abitaâ€?. Le parole di Stefano di Tebe sulla clausura del monaco riportate in “Solo dinan-
zi all’Unicoâ€? (Rubbettino, 140 pagine) sono ricordate al giornalista che condivide per alcuni giorni la vita comune dal priore della Certosa di Serra San Bruno, dom Jacques Dupont. Il cronista, che durante la sua permanenza intervista il certosino, è Luigi Accattoli (nella foto) vaticanista prima di “la Repubblicaâ€? e poi del “Corriere della seraâ€?, il quale alla ďŹ ne non riesce a nascondere, nonostante la sua lunga esperienza, il suo stupore – e commo-
zione – di fronte ad alcune parole. I certosini amano il silenzio, ed è possibile che quando le parole risalgono dagli abissi del non detto acquistino un peso diverso, piÚ vicino ai misteri del sacro. L’esperto giornalista resta stupito perchÊ le aspettative di un occidentale colto che si trova dinnanzi alla scelta della solitudine monastica talvolta cozzano con la realtà di alcune scelte, fatte da uomini colti, che potevano realizzarsi anche nel mondo.
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responsabile del laboratorio. Ăˆ possibile assistere “in provaâ€? alle prime tre lezioni, concordando con il responsabile le modalitĂ di partecipazione. La prosecuzione dell’attivitĂ sarĂ condizionata in modo inderogabile dalla regolaritĂ della frequenza e dai risultati positivi raggiunti. Il laboratorio verrĂ attivato al raggiungimento di almeno dodici partecipanti. Il laboratorio, articolato incontri di 90 minuti, si terrĂ il lunedĂŹ. La docenza è
afďŹ data ad Alberto Donini (nella foto), insegnante in musica sacra in Seminario e direttore della Scuola diocesana di musica Santa Cecilia di Brescia. Questo il programma. Livello I: dalle 20 alle 21.30 (dal 7 novembre 2011); livello II dalle 20.30 alle 22 (dal 14 novembre 2011). Il contributo per la partecipazione al laboratorio è di 70 euro (comprensivi del materiale didattico). Per informazioni, Scuola diocesana di Musica Santa Cecilia in via Bollani, 20 (tel. 030 3712233).
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osa spinge una persona a partire per un periodo, se pur breve, in missione e lasciare tutto? Ăˆ questa la domanda che molto spesso si accompagna alla notizia di quanti scelgono di allontanarsi dalla quotidianitĂ per immergersi in una nuova realtĂ . Le motivazioni come racconta Michela “sono tante e varieâ€?. Nella sua storia di giovane impegnata nella catechesi e nell’animazione missionaria possiamo ripercorrere la storia di tanti bresciani che si impegnano all’interno delle nostre comunitĂ . Portare alla luce queste buone notizie può servire a spronare altre persone e, soprattutto, ci dice che nell’esperienza missionaria uno può portare tutto il suo vissuto. In Uganda, nel caso di Michela, non servono solo medici o religiosi, ma anche persone che sappiano accompagnare lo sviluppo di un progetto e che sappiano mettere le loro conoscenze al servizio degli altri. La tua sensibilitĂ missionaria parte da lontano, ma forse non bastava piĂš... Il fatto di ripetere tutti i giorni tutte le settimane tutti i mesi quasi le stesse identiche cose non mi bastava piĂš, non mi bastava relegare ai 15 giorni di vacanza estivi la possibilitĂ di fare qualcosa di speciale e cosĂŹ ho deciso che era il momento di provare. Anche solo per poco, a lavorare per qualcosa di piĂš grande e ho avuto la fortuna di
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bilitĂ ad alcune persone di provare a vivere un po’ meglio. Altra motivazione che mi spinge verso questo tipo di esperienza e che mi spingeva a darmi da fare anche prima dall’Italia è tentare di “restituireâ€? alcune delle cose belle che ho avuto io finora dalla vita. Tra le mie motivazioni non manca anche la voglia di mettermi alla prova, di imparare qualcosa di nuovo e di ritornare poi a vivere dove sono nata piĂš ricca dentro e piĂš consapevole. Quanto conta aver conosciuto sul cammino persone significative? L’incontro di persone diverse o simili, significative o anche solo di passag-
gio, è importante di per sĂŠ, solo per il fatto di averle incontrate. Ognuno di noi è quello che è grazie a tutte le persone che incontra. E la fede (la ricerca) che ruolo gioca in questa dimensione? Io sono sempre e perennemente in ricerca; mi domando se sto facendo la cosa giusta se sto realizzando la vera me stessa, spesso mi ritorna in mente la citazione di Giovanni Paolo II alla Gmg di Roma: “Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondoâ€?. Io ci provo con le mie poche forze ad accendere un piccolo fuoco sperando che Lui soffi un po’!
/H SURSRVWH VSLULWXDOL GHO PHVH GL QRYHPEUH Domenica 6: Cori all’Eremo, ore16.30, Coro san Valentino di Berzo Demo; Esercizi spirituali per i sacerdoti con Mons. Ettore Malnati. Inizio ore 19. LunedĂŹ 7: ore 20.15 corso per catechisti. GiovedĂŹ 10: ritiro per i sacerdoti al Pro Familia di Breno; ore 20 gruppo Galilea. VenerdĂŹ11 ore 20.30: I concerti dell’Eremo: Cielinterra I, “Magnificatâ€?: L’organo e la voce del soprano (Elena Gallo, Cristina Ramazzini, Francesca Olga Cocchi). Sabato 12:
ore 9, ritiro per le suore e le consacrate; ore 16, Incontro con l’economista Alberto Quadrio Curzio proposto a tutti dal gruppo dell’Eremo “Camunni�; ore 16.30, Santa Messa per i figli in Cielo, al Monastero. Domenica 13: Celebrazione dei 40 anni delle Suore dorotee all’Eremo: Ore 15, I Concerti dell’Eremo: Venti d’Infinito una riflessione musicale sulla vita della Beata Annunciata Cocchetti, proposta dall’Associazione culturale Frau
Musica. Ore 16.30, Santa Messa di ringraziamento presieduta da mons. Bruno Foresti con un indirizzo di saluto della madre generale, suor Lucia Moratti. LunedÏ 14: Esercizi spirituali per i sacerdoti con don Giovanni Ciarcià , inizio ore 12; ore 20.15 Corso per catechisti. MercoledÏ 16: ore 9, ritiro per le donne; ore 20 – 21.30: Adorazione Eucaristica. GiovedÏ 17: ore 10.30 Uac, Unione apostolica del clero. VenerdÏ
18: ore 20.30 i concerti dell’Eremo: Cielinterra II, L’arte del clavicembalo (Alessandro Casari); week-end di iconografia. Sabato 19: Scuola di formazione all’impegno socio-politico (Sfisp), ore 9; Incontro della Fondazione Camunitas aperto a tutti per la presentazione di una nuova pubblicazione, ore 16. Domenica 20: Incontro vocazionale per le ragazze, dalle14 alle 17; ore 20.30, incontro di Spiritualità per giovani. LunedÏ 21: ore
20.15 Corso per catechisti. VenerdĂŹ 25: I concerti dell’Eremo: Cielinterra III, “Raccontamiâ€?, pianoforte solista (Francesca Olga Cocchi), Teatro delle Ali, Breno, ore 20.45. Sabato 26: Scuola di formazione all’impegno socio-politico (Sfisp), ore 9, ore 20.30 Ufficio delle Letture al Monastero. Domenica 27: ore 15.00 ritiro del gruppo Galilea LunedĂŹ 28: ore 20.15 Corso per catechisti.
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Ore 20.30 − Bienno − Incontro con la Sfisp della macrozona presso l’Eremo. GiovedĂŹ 3 novembre Ore 9.30 – Mompiano − S. Messa presso la Domus Caritatis. Ore 20 – Brescia − Incontro con i giovani della Gmg di Madrid al PalaBrescia VenerdĂŹ 4 novembre Ore 6.50 − Brescia − S. Messa presso il Seminario minore.
Sabato 5 novembre Ore 10 – Rovato – Incontro con la Sfisp della macrozona. Ore 18.30 – Brescia – S. Messa di ringraziamento per la canonizzazione del vescovo Guido Maria Conforti presso la Cattedrale.
Domenica 6 novembre Ore 9 – S. Zeno – Cresime e prime comunioni. Ore 16 – Caionvico – Cresime e prime comunioni. MartedĂŹ 8 novembre Ore 16 – Brescia − Inaugurazione della scuola di musica Gaetano Bonoris presso la parrocchia di S. Maria della Vittoria.
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on la memoria liturgica di San Martino di Tours, fissata l’11 novembre, torna la tradizionale raccolta di indumenti in oltre 120 oratori della nostra diocesi. La Raccolta prende spunto dal piĂš noto episodio della biografia del Santo: Martino, quando ancora era militare romano, incontrò un mendicante senza vestiti: alla vista dell’uomo tagliò il proprio mantello in due parti e ne diede una al mendicante. Nella notte sognò GesĂš che gli restituiva metĂ del mantello e diceva: “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestitoâ€?; al risveglio trovò integro il proprio mantello. Martino, che era un catecumeno, si fece battezzare nella Pasqua successiva, abbandonò l’esercito e alcuni anni piĂš tardi, nel 371 divenne vescovo di Tours, dove si distinse per la vita santa e sobria. La condivisione, come nel semplice gesto di San Martino, è quindi il mo-
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la Romania, dove le principali fonti di lavoro sono alcune fabbriche di lavorazione del legname e di confezioni e dall’agricoltura è di tipo familiare. Sighet conta un orfanotrofio (con, attualmente, 82 ragazzi), 10 case di tipo familiare della Regione (con 13 ragazzi l’una e di cui alcune sono per ragazzi diversamente abili), quattro case di tipo familiare private (tre dei gesuiti e una nostra), un centro di urgenza (momentaneamente 11 bambini) e un centro assistenza alle madri, Il numero dei ragazzi istituzionalizzato è notevole. Il progetto si inserisce nella fase in cui i giovani che lasciano l’orfanotrofio o le case famiglia della Regione (al 18° anno o al termine degli studi): una fase che purtroppo vede una grande fatica nel trovare un alloggio (diffidenza, difficoltà economiche, problemi effettivi nella gestione personale, mancanza di formazione al nuovo tipo di vita e difficoltà di solitudine e reinserimento in società ).
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può ospitare due persone, quindi si potrebbero accogliere fino a 24 persone. Il progetto vorrebbe aiutare questi ragazzi nei tre anni successivi inserirli gradualmente in società verso una propria autonomia, garantendo loro un sostegno sicuro nel momento in cui le istituzioni si ritirano. Concretamente la Raccolta prevede in questi giorni la distribuzione dei sacchetti nelle case (o il loro ritiro in parrocchia) e sabato 12 novembre la raccolta nelle parrocchie che aderiscono all’iniziativa e nei 29 centri indicati. Informazioni su tempi, luoghi e modalità della raccolta sono sul sito www.oratori. brescia.it.
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Ž‹ ƒ’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‹ †‹ Â?‘˜‡Â?„”‡ Il Centro Mater Divinae Gratiae di via Sant’Emiliano ha messo a punto gli appuntamenti del mese di novembre. Il mistero dell’universo e dell’uomo viene affrontato da diversi punti di osservazione: giovedĂŹ 3 novembre alle ore 20.45 lo spettacolo Big Bang; giovedĂŹ 10 (ore 20.45) il senso della ricerca scientiďŹ ca e teologica; giovedĂŹ 17 (ore 20.45) l’origine dell’universo: big bang e/o creazione?; giovedĂŹ 24 (ore 20.45)
l’origine dell’uomo: evoluzione e/o animazione? Tutti i martedĂŹ dall’8 al 29 novembre, dalle 9 alle 10.30, c’è la lectio divina con approfondimenti e preghiera in gruppo del Vangelo di Giovanni. Sabato 12 (dalle ore 16 alle 17.30) un incontro dal titolo “Attraversiamo insieme il guado!â€? per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante. Domenica 20 (dalle 9 alle 16): un incontro di formazione per giovani
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ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ animatori. Domenica 20 (dalle ore 9 alle 17): “L’infanzia negataâ€?, la Giornata missionaria d’Istituto. Dal 20 al 27 novembre, inoltre, ci sono gli esercizi spirituali per religiose/i, sacerdoti e laici con don Giulio Lunati. Sabato 26 e domenica 27 la meditazione cristiana con padre Andrea SchnĂśller. MartedĂŹ 29 (ore 20.45) “Siamo corpoâ€?: incontro di educazione all’affettivitĂ e alla corporeitĂ (prima serata).
La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Italo Uberti è stato nominato presbitero collaboratore della parrocchia di Santa Maria Assunta in Montichiari.
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a diset amò mesa?â€? Questa frase ha accompagnato don Italo Uberti nei suoi 25 anni al servizio della comunicazione diocesana (alla radio, al settore audiovisivi e alle 36 Sale della comunitĂ che fanno capo al Sas). Un’espressione che nasconde anche un po’, soprattutto fra i sacerdoti, di mancata conoscenza delle potenzialitĂ del mondo delle comunicazioni sociali: oggi ancora piĂš di ieri le nuove tecnologie permettono di portare la Buona Novella lĂ dove fino a ieri era inimmaginabile. Anche per questo motivo si deve considerare un servizio a tempo pieno del Vangelo. Don Italo adesso torna a dire Messa (anche se ovviamente anche prima la diceva) in una parrocchia come presbitero collaboratore di Montichiari. Lo farĂ con un’attenzione particolare anche al Gloria, la vivace (ha il microcinema digitale e studia anche il 3d) Sala della comunitĂ parrocchiale della cittadina monteclarense. “Adesso – spiega don Italo – la stagione è giĂ stata pensata, il mio compito sarĂ anche quello di tenta-
re, prossimamente, una programmazione che contenga cinema, teatro e musical con anche uno sguardo a tutta la zona pastorale. Sono contento di recuperare le attivitĂ della parrocchia, pur restando nel mondo della comunicazioneâ€?. I sogni nel cassetto di don Italo, che ritorna in parrocchia dopo le esperienze a Palazzolo, Montirone e Cellatica, sono tanti, fra questi quello di proporre una rassegna teatrale di qualitĂ e, soprattutto, l’idea di “approfondire delle tematiche particolari da mediare attraverso la tecnologia (documentari, power point e altro), creando cosĂŹ una sorta di rivista video che contenga – su un determinato aspetto – differenti chiavi di letturaâ€?. A questo si aggiunge anche la suggestiva proposta di una catechesi “spettacoloâ€?. In questi anni, complici anche i cineforum, ha visto tanti film e ha imparato a “leggere da ogni pellicola gli aspetti positivi e negativi, perchĂŠ ogni lavoro cinematografico va smontato e utilizzato per tutti i suoi aspetti o messaggiâ€?. La parrocchie faticano a utilizzare questi strumenti e chiedono in-
terventi ad hoc: “Su mandato del Vescovo sarò a disposizione anche delle comunitĂ e degli oratori che avranno bisogno di una consulenza o di studiare dei percorsi formativi sul cinema o sulla televisioneâ€?. Sono tanti i giovani che, appassionati di film e musica, potrebbero diventare protagonisti all’interno delle parrocchie, ma molto spesso non trovano le giuste competenze per essere affiancati. Ecco allora che le trasmissioni radio o i corsi teatrali, solo per fare due esempi, rischiano di durare il tempo di una stagione. Non si interrompe cosĂŹ neppure il legame con il Centro per le comunicazioni, perchĂŠ la storia di una persona è anche il suo passato e non solo il suo presente. Don Italo prosegue cosĂŹ il lavoro nel pianeta “dell’immagine, della produzione e della mediazione cristianaâ€?. Continua anche a insegnare all’Istituto di scienze religiose. In diocesi si è fatto conoscere per il suo modo di fare immediato e spontaneo, sempre pronto a rimboccarsi le maniche. Adesso tocca a Montichiari accoglierlo e farlo sentire parte di una famiglia.
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obbliga a mettere in discussione il nostro sistema politico, sociale e soprattutto economico. Per questo il gruppo dei giovani, giovedĂŹ 27 ottobre presso la sede provinciale delle Acli, ha proposto un incontro aperto con Paolo Cacciari (nella foto) sul tema della decrescita. La serata (dal titolo provocatorio “Ma dobbiamo proprio crescere?â€?), è stata molto partecipata riuscendo a coinvolgere parecchi giovani. Paolo Cacciari, introdotto dal segretario dei giovani Davide Bellini e da Gianluca
Alfano delle Acli Lombardia, ha presentato la decrescita precisando che non si tratta di una teoria ma di una “indicazioneâ€?, e ha sfatato alcuni luoghi comuni intorno ad essa: non si tratta di “tornare all’etĂ della pietraâ€?, ma di rimettere al centro del sistema economico e produttivo la persona e le relazioni, e non il proďŹ tto e la ďŹ nanza. Se sei giovane e hai voglia di riettere su questo tema (ma non solo), Ga potrebbe essere il posto che fa per te. Fatti sentire: roberto. toninelli@aclibresciane.ita
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a crisi che viviamo ormai da alcuni anni sta profondamente rivoluzionando il sistema occidentale, non solo dal punto di vista economico: l’ha confermato anche il ministro Tremonti nel recente Convegno di Studi delle Acli. Sono in revisione tutti i rapporti di relazione, di gestione delle risorse all’interno di un intero sistema economico che fino a pochi anni fa decideva i destini dell’intero pianeta, quello governato dagli Stati Uniti e dai Paesi industrializzati d’Europa. Ormai le economie che crescono a ritmi del 10% l’anno sono quelle della Cina e di altri Paesi che stanno sviluppandosi sulla spinta di una domanda interna fatta di miliardi di cittadini che, da condizioni di povertà assoluta, si muovono con la speranza di una vita migliore. Nel vecchio continente, invece, di
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Dopo aver osannato l’avvento della moneta unica, gli Stati europei sono alle prese con la ricerca di un’unitĂ politica che al momento appare lontana. Ogni Stato sembra difendere i propri interessi, c’è crisi di fiducia e credibilitĂ , quelle che i grandi fondatori europei nutrivano uno per l’altro. In quest’ottica va letta la pressante lettera della Bce al Governo italiano con l’invito a fornire “cifre, misure e indicazioniâ€? su come ridurre nei prossimi anni il debito pubblico, ormai divenuto bersaglio della speculazione internazionale. La risposta del Governo italiano, in sospeso fino all’ultimo secondo disponibile per le differenti vedute all’interno della maggioranza, è stata negli intenti accolta positivamente dalle autoritĂ monetarie europee. Ma la realizzazione delle indicazioni contenute nella lettera è tutt’al-
tro che facile in un contesto di maggioranza fragile, vincolata ai veti incrociati dei partiti e delle correnti, e di un’opposizione frazionata che non riesce a costituire un’alternanza reale. Le misure indicate nella lettera del Governo non toccano argomenti di poco conto: licenziamenti per motivi economici, cassa integrazione per dipendenti pubblici, piano per il Sud, dismissioni del patrimonio pubblico, grandi infrastrutture, riforme istituzionali. Va sicuramente elogiato il ruolo del Presidente della Repubblica, che ogni giorno auspica soluzioni condivise per non lacerare oltre le relazioni sociali e, soprattutto, misure che vadano verso un’equità spesso dimenticata quando occorre decidere in poco tempo e in fretta. Lo scenario di sacrifici che si presenta non sarà di poco conto, ci si augura non siano sempre le fasce deboli a pagarne il prezzo.
La Rocca di Rodengo
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‡––‡ Ž‹Â?‡‡ ‰—‹†ƒ 1 “—‡•–ƒ Žƒ •…—‘Žƒ ‹†‡ƒŽ‡ A cura della SocietĂ italiana di pediatria, sono state presentate le sette linee guida per una scuola a misura di bambino (nella foto). La scuola è dove i bambini passano dalle quattro alle otto ore per circa 10 anni. Ăˆ fondamentale che questi spazi siano in grado di generare benessere non solo ďŹ sico ma anche psicologico. Ecco le linee guida elaborate dai pediatri. La scuola dovrebbe essere: raggiungibile con mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi in condizioni
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di massima sicurezza, lontana da arterie cittadine a grande scorrimento, ferrovie, aeroporti a trafďŹ co intenso; sicura, quindi distante da linee dell’alta e media tensione, cabine di trasformazione e sottostazioni elettriche; verde, con spazi recintati a uso esclusivo dei bambini per l’insegnamento, l’osservazione, la creativitĂ e la socializzazione; colorata, alle materne e alle elementari pareti color salmone chiaro, giallo tenue e caldo, giallo arancione
pallido e color pesca per ridurre nervosismo e ansia; accogliente, no a lunghi corridoi con tutte le classi affacciate su un lato, meglio spazi interconnessi; spaziosa, l’ampiezza minima per alunno (che comprende tutti gli spazi a sua disposizione nella scuola) è di 25 mq per la scuola materna; ecologica, contenitori per la raccolta differenziata in ogni classe per educare i cittadini di domani. Miscelatori e interruttori automatici per promuovere il risparmio idrico.
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a biblioteca dell’Adasm ha custodito un patrimonio culturale del pensiero pedagogico di interessante valore. Per questo la Fondazione Lesic ha organizzato la biblioteca che l’Adasm ha allestito nel corso degli anni. Come ente di formazione, la Lesic ha ritenuto opportuno rivitalizzare un patrimonio di 900 volumi e costruire cosĂŹ una valida integrazione al proprio catalogo annuale di eventi formativi. Infatti non è pensabile che l’aggiornamento professionale si limiti alla sola frequenza dei corsi o dei laboratori, senza un approfondimento personale: lo studio aiuta a scoprire i significati profondi delle relazioni e della vita quotidiana cui si partecipa come educatori. â€œâ€Śi libri senza i lettori sono mortiâ€?: per questo è stata predisposta la catalogazione informatizzata, modalitĂ oggi piĂš accessibile per favorire la fruibilitĂ dei titoli a disposizione.
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dettagliata programmazione, cosĂŹ come richiesta dalle Indicazioni e dagli Orientamenti. PoichĂŠ il percorso educativo non è mai un “affareâ€? della sola scuola, anche la formazione dei genitori trova un suo ampio spazio di consultazione: molti testi permettono di avvicinare docenti e genitori a positivi spunti educativi, che si possono tradurre in buona pratica a casa e a scuola. Un aspetto oggi al centro dell’attenzione educativa di genitori e insegnanti è la promozione della lettura: questa sensibilitĂ trova espressione in titoli che si riferiscono all’analisi della letteratura per l’infanzia e alla sua promozione, fin da quando ancora il bambino non sa leggere. Una possibilitĂ di approfondimento viene offerta anche dalla bibliografia dedicata al valore, ai modi e ai tempi di attenzione all’infanzia con disabilitĂ . Una sezione è dedi-
soluzioni, ottenere il miglior rapporto prezzo/servizio, poter valutare con indipendenza qual è davvero la TUA scelta. STARE AL TUO FIANCO. Vogliamo andare oltre il nostro incontro: perchè la ricerca della soluzione migliore e piÚ conveniente sia continua e continuamente in divenire cosÏ come lo è la tua vita, il tuo lavoro, il nostro mercato.
cata al riconoscimento dell’azione educativa svolta nel tempo dalle scuole materne dell’Adasm: comprende molte pubblicazioni prodotte in proprio dalle scuole materne per ricordare gli anniversari della loro costituzione. Questo spazio viene offerto in particolare alla consultazione, come modello e stimolo, a coloro che si accingono a organizzare questi eventi di grande significato per le comunità . Insegnanti, educatori, genitori, amministratori, sono invitati a prendere visione dei titoli,potranno poi chiedere in prestito alla segreteria, collegandosi al sito internet www.lesic.it. Le indicazioni bibliografiche che ci verranno eventualmente suggerite saranno considerate contributo prezioso per un eventuale arricchimento della biblioteca, per continuare con responsabilità e competenza il servizio alla cultura.
LA COMPETENZA. Il nostro lavoro viene premiato dalla relazione prolungata nel tempo e dal continuo aggiornamento normativo, economico e sociale. Di questo ti teniamo informato. SVILUPPARE IL TUO... Grazie alla partnership che abbiamo integrato in tema di: finanza agevolata, compravendita immobiliare formazione e marketing.
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e, anni è stupor lo delle relazio cio di vite non il miraco l’intrec itato, per Essere dentro o da i. il dono immer cora, per zioni di legam che i legami fosser fonti di prigiocercato. Intersetempo pensato potenziali Ma poi si è reHo per moltoe un po’ sciolti, libera. Il scorrere ensabile. tenere sempr vita che deve l’altro è indisp o tu mi sei nia per una capovolgimento: propri le; ensabi aalizzato un legame, è indisp sostituito leg legame, quelle. potrĂ essere cancellerĂ alcuno ensabi nĂŠ , e non irti, ind indisp potrĂ sostitu senza riempimentonte come la soffeNess Nessuno a sarĂ mio: , insiste La tua perdit come la morte / d’ogni tormento o da te. L forte, tenace che sei partecipe o solo. / Ho bisogn te, il legamee, ioâ€?). b bisogno di mia pena; mio fratelldel pellegrinagg libro renza. “Ho “Il d’ogni Rilke, do dolce / (da: R. M. compagno de del pane!â€? di te, come
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Abbonamento presso il Centro per le Comunicazioni Sociali di via Callegari, 6 - 25121 Brescia. Per qualsiasi informazione: UfďŹ cio abbonamenti Tel: 030 44 250 e-mail: abbonamenti@lavocedelpopolo.it Fax: 030 280 93 71
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i dice, di questi tempi, che i mezzi di comunicazione prolunghino la relazione, spesso al di lĂ e oltre le possibilitĂ che un uomo ha. E se la relazione che si prolunga parla di noi, di quello in cui crediamo e di quello che siamo, non può essere che una relazione reale, che condivide i nostri pensieri con coloro che sono raggiunti dallo strumento. Si festeggia domenica 6 novembre la giornata dedicata a “Voceâ€?, occasione importante per ricordare alla diocesi di Brescia, al suo clero, ai suoi fedeli che c’è una voce che parla del mondo e della Chiesa bresciana con un occhio cattolico. Una voce che sin dall’8 luglio 1893, quando venne pubblicato il primo numero del settimanale, chiarisce, nelle parole del primo editoriale dal titolo “Che ‘Voce’ sarĂ ?â€?, quale sia la carta d’identitĂ , la missione e, per dirla cristianamente, la vocazione: “Non sarĂ questo un periodico dallo stile elevato e dalle frasi ricercate; ma
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alla relazione e all’informazione ispirata ai valori cristiani, un’alienazione che porta a privarsi di qualcosa che risponde a un’esigenza umana di raccontarsi e raccontare. Il vescovo Monari ha scritto in una lettera inviata ai sacerdoti lo scorso anno: “La Voce del Popolo è da quasi 120 anni il giornale della nostra comunitĂ diocesana. Sentircene parte è importante, trovare parole comuni, alimentare la comunione tra noi anche attraverso questi strumenti che ci permettono di conoscere ciò che di bello il Signore fa crescere nella nostra Chiesa, ci aiuta a diventare in Cristo una cosa solaâ€?. Diverse le iniziative a margine della campagna “La voce è quella giustaâ€?. Accanto a iniziative specifiche di abbonamento e tradizionali (vedi box o 030344250 o www.lavocedelpopolo. it), la redazione si impegna a moderare incontri sul territorio e gestirne altri per adulti e ragazzi su temi della comunicazione (come Facebook e gli altri social network). Per la gente con
la gente. Ma la giornata di “Voceâ€? è anche l’occasione per ricordare le altre voci della comunicazione diocesana; tutte seguono la stessa dichiarazione d’intenti: Radio Voce, Voce Sas, Voce web, Voce audiovisivi, gli ultimi nati, i free press (Voce di Brescia, Voce della Bassa Bresciana, Voce della Franciacorta, Voce della Valtrompia, Voce del Garda e della Valsabbia). In un contesto in cui la cultura e la mentalitĂ odierna sono segnate dagli strumenti della comunicazione sociale che tendono a omologare il pensiero e a escludere il riferimento ai valori cristiani, difficilmente si trovano nelle giovani famiglie strumenti d’informazione di chiara ispirazione cristiana che facilitino la sintesi tra la fede e la vita con un linguaggio che intrecci la vita quotidiana. “Voceâ€?, e le sue declinazioni, si propongono di fare questo, meglio, di essere questo per ciascuno in una relazione che diventa tanto piĂš significativa quanto la si scopre e crede come reale.
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LunedĂŹ 7 novembre alle 18 all’interno del percorso de “I lunedĂŹ al Sancarlinoâ€?, promosso dalla Provincia di Brescia, Charlie Cinelli racconterĂ a modo suo le storie, i detti e le canzoni di montagna. Il tutto con accompagnamento musicale. La proposta di questa edizione si concentra sulla montagna, come tema monograďŹ co, e pone nelle mani, nelle corde e nella voce di Cinelli quello che arricchisce la cultura popolare.
L’Assessorato alla Pubblica istruzione del Comune di Palazzolo in collaborazione con la Commissione della biblioteca civica Lanfranchi organizza “Serate d’autoreâ€?. La prima è giovedĂŹ 3 novembre alle 21 presso l’auditorium San Fedele in cui Moni Ovadia interverrĂ con “Uno scoppio di risaâ€?, reading dell’attore-regista sull’umorismo ebraico. GiovedĂŹ 24 novembre Marcello Veneziani presenterĂ il suo libro “Vivere non basta. Lettera a Seneca sulla felicitĂ â€?
Si inaugura domenica 30 ottobre (alle 17), e sarĂ visitabile ďŹ no al 18 novembre, la mostra personale di Gb Merigo alla galleria d’arte “La Paradaâ€? in via Milano, 64. L’artista è stato deďŹ nito “visionario sensibile alunno di intriganti percezioni che sa captare i colori dell’animaâ€? da Mark Kirchler. Un’esposizione di dipinti dell’artista emergente di impatto visivo assolutamente fuori dagli schemi. Dal martedĂŹ al venerdĂŹ dalle 19 alle 21, sabato e domenica su appuntamento. Info: 3355633509.
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inalmente è giunta la tanto attesa stagione di prosa 2011-2012 del Ctb. E sarĂ Franco Branciaroli, il consulente artistico dello Stabile cittadino, a inaugurarla. Innanzi tutto due parole sulla trama di questa fatica di Harwood. Prima della guerra in Inghilterra c’erano compagnie di giro di capocomici che rappresentavano in tutta la nazione il solo Shakespeare. Ecco, questa è la storia di un capocomico e del suo servo di scena. Il servo di scena è il factotum del capocomico, molto piĂš di un servo, molto piĂš di un segretario; una figura straordinaria che, spesso, genera legami e conflitti psicologici anche fortissimi. Siamo in una cittadina inglese nel ’42, nel pieno della guerra, e questo grande attore deve mettere in scena per l’ennesima volta il “Re Learâ€?. Ma ci sono i bombardamenti in corso, e questo sconvolge letteralmente il capocomico che comincia a comportarsi nella vita reale
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è leggero ma che in realtĂ fa passare temi importanti. Gli addetti ai lavori affermano che il testo sia ritagliato ad hoc per un attore di grande carisma... Quello che è certo, è che in questo tipo di testi se sbagli gli attori sei perduto; e poi funziona solo se il pubblico in sala riconosce, in colui che interpreta il capocomico, un attore di carisma: non si può fare doppia finzione. E il “Servoâ€? di Branciaroli? Non ci sarĂ un di piĂš, perchĂŠ questi sono testi che non permettono invenzioni. L’unica cosa inventata, a favore del pubblico, è che abbiamo una scena su due piani cosĂŹ da rendere possibile la visione contemporanea di camerini e palco. L’alternativa sarebbero state continue interruzioni per cambio scena. Al Sociale 11 rappresentazioni, e poi una lunga tournĂŠe in Italia e tappa anche all’estero. Ecco, questa è la soddisfazione: lo spettacolo è stato molto venduto e lo
Stabile di Brescia verrĂ messo in primo piano in tutta la nazione. “Servo di scenaâ€? di Ronald Harwood con Franco Branciaroli e Tommaso Cardarelli, secondo la traduzione di Masolino D’Amico e la regia di Franco Branciaroli. Scene e costumi di Margherita Palli; luci di Gigi Saccomandi. Con (in ordine alfabetico): Lisa Galantini, Melania Giglio, Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Valentina Violo. Biglietteria Teatro Sociale: 0302808600. Info: www.ctbteatrostabile.it
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7L VSLHJR )DFHERRN Facebook è ormai una realtĂ diffusa, un social network che è entrato nella vita della gente, dai ragazzi agli adulti e che cambia, modiďŹ ca le relazioni e il modo di essere, con conseguenze piĂš o meno signiďŹ cative che toccano la stessa natura dell’uomo. Benedetto XVI stesso nel discorso scritto per la Giornata mondiale delle comunicazioni lo scorso 5 giugno ha evidenziato come il cambiamento sia paragonabile a quello prodotto dalla rivoluzione industriale. Si parla quindi di cambiamenti antropologici. Il fenomeno potrebbe sparire, soppiantato da qualcosa di meglio, da qualcosa che potenzia ancor piĂš le caratteristiche di Facebook. La presenza del social network sugli smartphone ne è un esempio. Ora il telefono che sta nelle tasche della gente, non serve piĂš solo a telefonare, ma è una porta aperta sul mondo delle rela-
zioni di ciascuno. La questione interroga e stimola ovviamente riessioni che sfociano piĂš volte in incontri per adulti e ragazzi, a cui il Centro per le comunicazioni diocesano risponde. Sabato 5 novembre all’oratorio di Bedizzole Mauro Toninelli, giornalista di Voce, incontrerĂ i ragazzi di terza media (alle 17) per approfondire alcuni segreti del social network, per capirne le implicazioni reali. “Non c’è per i ragazzi una realtĂ virtuale e una reale, ma una realtĂ che si ampliďŹ ca e si prolunga unica. Educatori, insegnanti e genitori devono abbandonare la paura e provare a declinare i valori di un tempo in un nuovo mondoâ€? ricorda il giornalista. “Incontriamoci su Facebookâ€? è il titolo del doppio incontro, domenica 6 e domenica 20 novembre, che lo vedranno invece a Nave con i ragazzi di seconda e poi di terza media.
“Taggo quindi esistoâ€? è l’incontro con gli adolescenti della zona pastorale di Gussago, giovedĂŹ 10 novembre alle 20.30 all’oratorio di Sale di Gussago. Percorso piĂš elaborato quello giĂ in programma a Caino che prevede due incontri con i genitori e due con i ragazzi, piĂš uno conclusivo. “Media ed educazioneâ€? e “La relazione al tempo di Facebookâ€? (25 novembre e 13 gennaio ore 20.30) per gli adulti e saranno tenuti da don Adriano Bianchi, direttore del Centro per le comunicazioni sociali. “Facebook: un mondoâ€? e “Ci metto la facciaâ€? (16 dicembre e 10 febbraio ore 20.30) per i ragazzi. “Troviamoci su Facebook - Intervista con genitori e ďŹ gliâ€? è il titolo dell’incontro conclusivo del percorso il 24 febbraio. Un tema caldo che giĂ da qualche tempo sta stimolando la riessione. E tutto questo non può che essere un bene.
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tratta, in sostanza, “di fogli abitati da graďŹ esistenziali, superďŹ ci accoglienti ogni forma e pensiero, ogni sensazione e ricerca, abitati da aperture vitali. Sono opere – afferma Migliorati – che mostrano le meravigliose possibilitĂ di esistenzaâ€?. “Le mie opere – ci conďŹ da Ferretti – sono in qualche misura come un vestito che, man mano che si cresce, va sistemato, anche cambiato e reso adattabile al proprio corpo. Mi piacerebbe che chi guarda le mie tele possa
ricevere stimoli emozionali: poi ciascuno vi ritroverà aspetti o informazioni diverse da quelle che io ho immesso all’atto della creazione, questo poco conta perchÊ l’arte è soggettiva�. L’esposizione, patrocinata dal Comune di Montichiari, è aperta tutti i giorni dalle 16 alle 19 nei giorni feriali, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 il sabato e festivi; l’ingresso libero. Per ulteriori informazioni si può chiamare lo 030/964402. (f.m.)
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i chiama “Oblivion show 2.0 - Il sussidiarioâ€? il nuovo spettacolo comico degli Oblivion che arriverĂ a Brescia venerdĂŹ 4 novembre alle 20.45. Ne parliamo con Fabio Vagnarelli, uno dei cinque comici. Cosa ci dobbiamo aspettare per il nuovo spettacolo? Lo spettacolo è un’evoluzione di “The Oblivion showâ€?, ma è anche una evoluzione del nostro modo di fare comicitĂ . Il contenitore rimane lo stesso, rispetto allo spettacolo precedente, ma come la versione di un programma per computer che si aggiorna, anche il nostro spettacolo ha pensato di sviluppare funzionalitĂ nuove. Ci sono canzoni nuove, siparietti nuovi con un’attenzione maggiore all’attualitĂ , alla critica di costume e sulla societĂ , senza rinunciare ai nostri cavalli di battagli storici e piĂš conosciuti. il sottotitolo è “Il sussidiarioâ€?, quell’oggetto di una volta a cui siamo affezionati come compendio di tutto lo scibile. Si mescola Lady Gaga con Bach. Come si fa? C’è una sezione nello spettacolo che si chiama “Esercizi di stileâ€? in cui uniamo stili musicali diversi e cose surreali tra loro. Ci sono abbinamenti tra Ramazzotti e i tenores sardi o una cantica gregoriana con Zucchero. In questo gioco proviamo a mescolare Lady Gaga con Bach, come se la musica di lei fosse un coro di lui. Se Manzoni vedesse i vostri “Promessi sposiâ€? come reagirebbe? Ci lancerebbe contro pomodori e insalata. Credo non fosse un personaggio autoironico il buon Alessandro. Grazie ai nostri “Promessi sposiâ€? abbiamo provato a sdrammatizzare come hanno fatto altri, prima di noi. Paradossalmente il pubblico dei ragazzi che ci ha conosciuto in Rete, è riuscita a farsi piacere “I Promessi sposiâ€?. Ma lavoreremo anche con altri come Dante e la “Divina commediaâ€? o Collodi con “Pinocchioâ€?, una fiaba con risvolti truci con il grillaccio del malaugurio e gli altri personaggi. Giocheremo anche con altri mostri sacri come Shakespeare. Ci piace tenere un piede nella cultura alta e un piede nel fango. Per vedere un vostro spettacolo bisogna conoscere la letteratura, per cogliere la vostra ironia? Il nostro spettacolo si può apprezzare a vari livelli. Facciamo giochi semplici, non hanno bisogno di una cultura particolare. In un discorso parodistico puoi ridere perchĂŠ ti ricordi della
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ratorio. Da parte nostra c’è lo studio. Quanto è importante il web Fondamentale nel 2009 con “I Promessi sposiâ€?, ma continua a essere un tramite per stare vicini al pubblico. Nel maggio scorso abbiamo messo in rete un altro filmato “Obliavatarâ€?, “Avatarâ€? in sei minuti. Quanto vi divertite? Noi ci divertiamo molto. Ci piace curare ogni aspetto dello spettacolo, quindi anche sacrifici per migliorarsi e migliorare. Direi divertimento sudato.
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e la voglia di offrire un contributo allo sviluppo delle nuove correnti artistiche in atto. Marta Vezzoli è nata a Palazzolo sull’Oglio nel 1976, ha frequentato il Liceo artistico statale di Bergamo. Continua poi la sua ricerca diplomandosi in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. La sua ricerca artistica si è sviluppata a partire dallo studio di architetture antiche e moderne, con particolare attenzione alla fabbriche dismesse e ha realizzato opere utilizzando
pietre, ferro, materiali che le hanno permesso di creare forme primarie e sintetiche che tendono a concetti essenziali. Il suo percorso artistico approda poi alla pittura, che le consente, attraverso il colore, di aggiungere nuovi elementi alla sua espressione artistica. Nella continuitĂ di una ricerca e tensione compositiva e creativa originale ed elegante si ritrovano nella giovane artista, i segni di una sensibilitĂ estetica senza tempo anche se moderna. (l.d.)
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on ci saranno grandi mostre nel 2011-2012. Si parla dei Maya nel 2012-2013. Vero. Purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con determinate esigenze economiche. Quest’estate il Governo aveva dato la possibilità ai Comuni di chiedere deroghe e quindi noi abbiamo, insieme ad Artematica, Fondazione Brescia Musei, su richiesta dei governi messicano e guatemalteco, impostato la mostra dei maya. Il progetto è appoggiato dal Ministero per i Beni e le attività culturali, che ora dovrà approvarlo. Al ritorno dal Messico del dottor Brunello, sapremo cosÏ se ci sarà un parere positivo. Se non verrà approvato? Abbiamo a disposizione dei soldi per fare altre mostre, che non sono le grandi mostre, perchÊ per queste servono minimo due milioni e mezzo/tre milioni. Useremo i soldi per altri tipi di mostre e interventi diversi. E l’accordo con Artematica...
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mune di Brescia, esprime la volontĂ di fare la mostra. Sono fiducioso, ma in questo periodo finchĂŠ non abbiamo conferme, agiamo con prudenza. Quanto è difficile abbinare la cultura ai conti? Ăˆ difficilissimo. Avevamo fatto dei prrogrammi ma la manovra ci ha stroncato completamente. Siamo stati obbligati a sostituirne due con una, portando a Brescia non la miglior mostra possibile, ma la miglior mostra in assoluto. In tutto, anche nella cultura, c’è una necessitĂ di programmazione. Oggi è difficile programmare. Vorremmo che il Governo ci dicesse: dovete tagliare una certa cifra, e poi lasciasse ai Comuni decidere dove tagliare. Con il Capitolium e Santa Giulia non potremmo fare tutto, ma faremo il meglio perchĂŠ Brescia sia attrattiva grazie al riconoscimento dell’Unesco. Si possono in questo modo riscoprire i longobardi? Gli impegni presi restano. Noi vogliamo arrivare nel 2014-2015 con una
grande mostra sui longobardi, per approfittare anche di Expo. Quanto è utilizzabile, per vendere, la credenza maya della fine del mondo nel 2012? SarĂ l’occasione per fare chiarezza anche su questo aspetto. Simile a “mille non piĂš milleâ€?, indicava un cambiamento, non la fine del mondo. La mostra sarĂ curata da Vittorio Orefici, archeologo bresciano. La fine come cambiamento, passaggio; un po’ ciò che viviamo in momenti difficili.
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A guardare le sue foto, per esempio quella in copertina, John Pridmore doveva far davvero paura quando, vestito di tutto punto come un qualsiasi buttafuori che si rispetti, brandiva le sue armi o con la sola forza fisica cacciava dai locali i piĂš esagitati. E pensarlo poi in giro per le scuole e per le chiese ad evangelizzare e annunciare l’amore di Dio è davvero strano! John Pridmore, dopo un’infanzia difficile, dĂ inizio ad una serie di piccoli crimini, che lo portano anche ad assaggiare la galera. L’escalation continua e gli spalanca le porte di un mondo all’apparenza dorato: John fa “ufficialmenteâ€? il buttafuori, ma spaccio di droga, pestaggi, furti e delinquenze di ogni genere gli procurano una grande ricchezza. Questo finchĂŠ un giorno, dopo aver quasi ucciso un uomo,
“sentii la voce di Dio, della mia coscienza. Mi venne a mancare il respiro. Mi sembrava di morire, mi sentivo in preda ad una paura incredibile‌ All’improvviso, ebbi la sensazione che qualcuno mi avesse messo una mano sulla spalla e mi stesse sollevando. Mi sentii pervaso da un calore incredibile e la paura svanĂŹ immediatamente. In quell’istante non solo credetti, ma capii che Dio esisteva!â€?. E cosĂŹ John Pridmore inizia ad annunciare l’amore di Dio a tutti e in particolare ai giovani, ribadendo piĂš volte che se Dio si serve di una persona fragile come lui, la sua misericordia non ha confini! “Il Buttafuori di Dioâ€? (Paoline) è il titolo del libro scritto dallo stesso Pridmore con Greg Watts in cui si racconta questa storia. In lavorazione anche un film.
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”‡Â?‘ ‡…‘Â?†ƒ ‡†‹œ‹‘Â?‡ †‡Ž …‘Â?…‘”•‘ Ž‡––‡”ƒ”‹‘ “L’amore è‌ perdonoâ€?: è il tema della seconda edizione del Concorso letterario “San Valentinoâ€?, voluto dal Comune di Breno insieme alla Biblioteca comprensoriale e al Sistema bibliotecario camuno. Il tema è stato suggerito dalla madrina del premio, la scrittrice e sceneggiatrice Maria Venturi. Scrittori di ogni etĂ e provenienza, quindi, potranno cimentarsi di nuovo con le parole d’amore grazie a un concorso che, anche quest’anno, mette
in palio mille euro per il primo classiďŹ cato. C’è tempo sino alle 18 del 23 gennaio 2012 per presentare un racconto inedito presso la Biblioteca comprensoriale di Breno. Il 14 febbraio 2012 è prevista una serata per la premiazione (alle 21 al Palazzo della Cultura). Il bando, con tutte le informazioni può essere ritirato presso il Comune o la Biblioteca comprensoriale di Breno, oppure scaricato dai siti www.comune.breno.bs.it e www. vallecamonicacultura.it/biblioteche.
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a speranza non fa rumore, storie speciali di persone normali� è il titolo del libro scritto da Chiara Bertoglio e pubblicato quest’anno. Pagina dopo pagina si intrecciano le vite di persone speciali, persone che nonostante i problemi non perdono la voglia di vivere e lo dimostrano attraverso le parole. Protagonista di uno di questi racconti è Stefania Rodofile, una ragazza lumezzanese di trent’anni sordocieca. La sua storia è all’apparenza semplice, come lo è lei: si mostra tranquilla, serena, felice di fare la mia conoscenza. Parla a lungo della sua vita, della scoperta di essere malata quand’era ancora bambina, di quanto è difficile per lei trovare dei veri amici, di come a volte si ritrova ad affrontare situazioni pesanti e di come al contrario riesce a dare piacevole seguito alle sue passioni e ai suoi desideri. Dalle sue parole traspare un profondo senso di speranza verso il futuro, verso se stessa e verso le persone che la circondano. Da anni infatti Stefania suona il pianoforte. Iniziò a Lumezzane, ma i primi tempi si rivelarono pro-
blematici a causa di alcune incomprensioni durante il corso. Dopo ogni lezione si sentiva tesa e triste per quello che non era riuscita a fare, fino al punto di mollare sfiduciata proprio prima del saggio finale del suo quinto anno di studio. Stefania è una persona che desidera dare il meglio di sĂŠ per far capire a tutti quanto vale, ma in quella circostanza sentiva di non essere a suo agio e sapeva che qualcosa probabilmente sarebbe andato storto. CosĂŹ decise di lasciar perdere il corso ma non la sua passione: iniziò a frequentare un corso a Villa Carcina, recuperando la fiducia in se stessa e nelle sue capacitĂ : “Ora mi sembra che nulla sia impossibileâ€? mi confida Stefania. Il racconto di Chiara tratta questi aspetti della vita di Stefania. Quando le chiedo cosa ne pensa di essere tra i protagonisti di un libro, risponde sorridendo: “Mi lusinga molto. Non intendo essere un esempio, io sono fatta cosĂŹ, ho pregi e debolezze come chiunque altro, però sono felice di farmi conoscere perchĂŠ vorrei poter aiutare gli altri raccontando la mia storiaâ€?. Speranzosa, mi confida che vor-
rebbe svolgere quante piĂš attivitĂ possibile. Le piace moltissimo andare a cavallo, per anni ha seguito un percorso di equitazione per non vedenti e ora sente che le farebbe davvero piacere ricominciare. Ăˆ membro del Comitato nazionale per le persone sordo cieche, grazie al quale si tiene spesso impegnata. Ora sta imparando il linguaggio Lis, il linguaggio dei segni, ma è difficile soprattutto perchĂŠ a Lumezzane è l’unica a studiarlo e non riesce a esercitarsi come dovrebbe. E, dulcis in fundo, scrive poesie. Ha vinto un concorso grazie a una di esse. Recita alcuni dei suoi versi, dice che “sono poesie molto malinconicheâ€?. Ed è vero, ma è una malinconia colma di melodia e straripante di fiducia verso l’amore delle persone.
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2ELHWWLYR ULIXJLDUVL QHOOD SDQFLD GHOOD WY Lo scorso 24 ottobre a Roma, davanti agli studi di CinecittĂ , un uomo si è cosparso di benzina e ha tentato di darsi fuoco, fallendo. Protestava contro la sua mancata presenza nel cast del “Grande Fratelloâ€?, a sua detta promessagli da un dirigente Mediaset. Senza dubbio il gesto di un folle. E come potremmo deďŹ nire le migliaia di persone che per mesi hanno rincorso la carovana televisiva del Gf elemosinando consensi e pacche sulle spalle, nella speranza di ottenere, casting dopo casting, il privilegio della fama? Certo nessuno di loro ha tentato il suicidio per non essere stato scelto. Ma solo per il fatto
di averci provato, per aver permesso alla tv di scrutare nei loro pensieri, nel loro passato, nelle aspirazioni e nei sogni di una vita, per aver messo in vendita la propria privacy, per essersi considerati relativi e comparabili a tanti altri, sicuramente una parte recondita della loro esistenza è stata ugualmente in pericolo. Che pena vedere uomini e donne che davanti a milioni di persone piangono e ridono come farebbero con i loro amici. Ma forse chi è disposto a lasciare la propria vita in stand-by per mesi, mollando tutto e buttandosi fra le braccia della televisione, di amici non ne ha poi molti, proba-
bilmente nessuno. Tempi duri però per i “cocchi di mamma tvâ€?: i giefďŹ ni potrebbero presto ritrovarsi orfani, quest’anno ci si aspetta un op per la 12ÂŞ stagione del reality. La probabile ďŹ ne del “Grande Fratelloâ€? coincide con l’incalzare dei problemi sociali ed economici che stiamo vivendo. SĂŹ, perchĂŠ per 11 anni il Gf ha cavalcato la crisi piĂš distruttiva del nostro Paese, quella culturale. Ci ha abituati al peggio: le prime liti furibonde in tv, tradimenti come se niente fosse, le prime bestemmie in diretta, le scene di sesso: un esercito di giovani sfaccendati che non sanno come passare il tempo‌ ol-
tretutto ci avevano convinti che era tutto vero, era la realtĂ che andava in tv: non ci si poteva fare niente. Il suo stile “da bettolaâ€? ha fatto scuola, dal 2000 in poi altre trasmissioni hanno messo in pratica i suoi insegnamenti. Nella vetrina televisiva si è dato sempre piĂš spazio a persone pompate, estreme, a gente che urla, che non ascolta, che non cresce, gente che vive per sĂŠ e pochi altri, che sa solo rispettare i potenti e che si scarica sui deboli. Ăˆ la tv che ritrae la societĂ ? Niente affatto. Ăˆ proprio l’esatto contrario, da sempre. Una paradossale variazione de “Il ritratto di Dorian Grayâ€?:
il quadro, la tv, resta sempre intatto e luccicante; il padrone del ritratto, la nostra società , appassisce e si disgrega. Ironia della sorte. Ma anche questa in fondo non è tutta la realtà . Per completarla dobbiamo anche dare voce a chi invece la propria vita vuole costruirla, poco alla volta, senza dover chiedere il permesso a nessuno. Queste persone sono invisibili all’occhio del Grande Fratello, lui preferisce circondarsi dei suoi cannibali sgargianti in tanga e tatuaggi. Sono gli unici che accettano di vivere per mesi nella sua pancia. Il resto della gente, quella normale, preferisce lavorare.
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Un uomo di mezza etĂ , dipendente esemplare di un centro commerciale, viene improvvisamente licenziato in seguito a una delle tante, implacabili ristrutturazioni aziendali di cui abbiamo notizia sempre piĂš spesso. Parte da uno spunto di attualitĂ â€œL’amore all’improvvisoâ€?, il ďŹ lm che Tom Hanks ha prodotto, scritto (con Nia Vardalos), diretto e interpretato. Tanta abnegazione è segno di un legame affettivo verso il soggetto, che non si è purtroppo tradotto in un ďŹ lm
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delmo Fornaciari, in arte Zucchero, è probabilmente il piĂš internazionale dei cantanti italiani, in virtĂš soprattutto delle sue collaborazioni con importanti star del musical circus. Nel corso della sua ormai quasi trentennale carriera “Sugarâ€? ha condiviso studio e palco con mostri sacri del calibro di Sting, Eric Clapton, John Lee Hooker, B.B.King, Miles Davis, Joe Cocker, Ray Charles e molti altri, oltre ad aver lavorato e cantato con alcuni tra i migliori artisti italiani, da De Gregori a Jovanotti, da Giorgia a Elisa, da Pino Daniele a Bocelli e Pavarotti. Esemplificativo in questo senso il suo album “Zu & Co.â€? del 2004, nel quale vengono raccolti i suoi migliori duetti. Per questo il concerto del 9 novembre al Palafiera (ore 21), portato da Cipiesse, assume il carattere di un evento dal valore assoluto che, oltre a portare a Brescia il pubblico delle grandi occasioni contribuisce a rendere questo 2011 un’annata che la Brescia musicale sicuramente non dimenticherĂ . La vicenda artistica di Adelmo Fornaciari (fu un suo maestro di scuola elementare ad attribuirgli l’appellativo di Zucchero, per la sua timidezza) inizia quando incontra uno studente americano di
colore che gli insegna i primi accordi di chitarra e gli infonde l’amore per la soul music. Un amore che ha determinato in maniera assoluta il cantante emiliano al punto da renderlo l’unico artista italiano in grado di poter interpretare questo genere tipicamente statunitense. Possiamo affermare senza timore di smentita che “Sugarâ€? ha saputo tracciare una via italiana, tutta ed esclusivamente sua, della soul music. Il suo primo album è del 1983, “Un po’ di Zuccheroâ€?, ma il primo successo è “Donneâ€?, penultimo al Festival di Sanremo del 1985 ma tra i piĂš richiesti dagli ascoltatori. Da lĂŹ in poi è tutta una lunga ed entusiasmante serie di successi, con dischi trionfanti come “Blue’sâ€?, un milione di copie vendute solo in Italia o “Miserereâ€?, contenente il singolo col famoso duetto con Luciano Pavarotti. Artista poliedrico,
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capace di provocare senza mai diventare trasgressivo, con gli ultimi lavori pare aver raggiunto l’equilibro sia musicale che umano, attraverso dischi come “Flyâ€? o come l’ultimo “Chocabeckâ€? (nome che richiama lo schiocco del becco dell’animale che non ha nulla da mangiare), nel quale riscopre le sue radici popolari trovando un ideale connubio tra folk emiliano e soul americana. Un album concept, come quelli in voga negli anni Settanta, attraverso il quale Zucchero racconta e immagina una giornata estiva, della sua infanzia, vissuta dall’alba al tramonto. L’album si apre con “Un soffio caldoâ€?, scritta con Guccini, mentre la seconda traccia è in un certo senso il fulcro attorno al quale ruota l’intero album: “Il suono della domenicaâ€? che diventa “Someone Else’s tearsâ€?, con il testo di Bono, per il mercato europeo. â€œĂˆ un peccato morirâ€? è una canzone molto ritmata e d’impatto, con testo simpatico di Pasquale Panella. Un bel disco (da segnalare la partecipazione vocale di Brian Wilson dei Beach Boys nel brano “Chocabeckâ€?) che Zucchero ha portato in giro in una lunga ed entusiasmante tournĂŠe e che avremo la fortuna di ascoltare, insieme a molti altri successi, anche nella nostra cittĂ .
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interamente riuscito. Regalando comunque una commedia con qualche spunto divertente, una discreta cura nei dialoghi e un gruppo di personaggi non troppo realistici, ma di rassicurante simpatia. Larry Crowne, il protagonista, ha perso alla lotteria del posto di lavoro perchÊ, dopo aver terminato il servizio militare in Marina, ha cercato subito un impiego invece di diplomarsi. I tempi ora sono duri: Larry è divorziato, sulla casa grava il mutuo
e anche l’automobile diventa un lusso. Decide cosĂŹ di iscriversi all’East Valley Community College, dove frequenta i corsi di economia e di comunicazione sperando che possano portargli qualche chance in piĂš. Ăˆ qui che, oltre a un variegato gruppo di studenti, conosce Mercedes Tainot (Julia Roberts), l’insegnante di comunicazione. La donna è inizialmente piuttosto scontrosa, anche a causa di una situazione familiare non idilliaca; ma, come è necessario
in quasi ogni commedia, i rapporti sono destinati a cambiare. Sull’altra sponda del tema – angoscioso, in questi tempi, non solo per l’America – della perdita del lavoro, avevamo incontrato un George Clooney licenziatore cinico in “Tra le nuvoleâ€? di Jason Reitman. Il Larry Crowne che Hanks interpreta con affettuosa adesione è assai meno problematico: buono, un po’ ingenuo, riesce attraverso lo studio (e il sentimento) a portare in luce poten-
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zialitĂ intellettuali ed emotive delle quali non era consapevole. Lo aiuta un gruppo di studenti appassionati di scooter, che lo guida alla scoperta di come si possa migliorare la propria condizione esistenziale anche col portafoglio semivuoto. Su questo versante il ďŹ lm dĂ il suo meglio, disseminando alcuni caratteri ben tratteggiati. La vicenda sentimentale, invece, risulta incollata un po’ a forza: perďŹ no i protagonisti non ne sembrano del tutto convinti.
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PrenderĂ il via il prossimo 16 novembre la seconda edizione del percorso formativo “MarcoliniToviniâ€? per la gestione responsabili di organizzazioni, promosso dall’Ucid (l’Unione cristiana imprenditori e dirigenti) di Brescia in collaborazione con la Sfisp e la diocesi di Brescia. Tema di questa seconda esperienza, dopo quella dello scorso anno dedicato all’abc dell’imprenditorialitĂ responsabile, sarĂ â€œFonti rinnovabili ed efficienza energetica per uno
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sviluppo sostenibile�. Il percorso formativo è rivolto a un massimo di 30 partecipanti ed è strutturato su sei lezioni che si terranno presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia dalle 18 alle 20. Due i relatori del corso: Gianfranco Tosini, docente di economia internazionale presso l’Università cattolica di Brescia e già direttore del Centro studi della Banca San Paolo dii Brescia, prima, e dell’Aib poi, e don Gabriele Scalmana, collaboratore dell’Ufficio dicoesano di pastorale sociale.
La prima lezione, come giĂ ricordato, si terrĂ il 16 novembre prossimo e sarĂ dedicata al tema “Scenari energetici mondiali (2010-2030): l’apporto delle fonti rinnovabiliâ€?. Durante il percorso formativo i partecipanti potranno anche visitare alcune aziende che operano nel settore delle fonti rinnovabili. Le iscrizioni, corredate da curriculum vitae, devono pervenire entro il 31 ottobre a info@ ucidbrescia.org; fabio.lavini@a2a. eu.
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in programma il 3 novembre alla fiera di Brescia, a partire dalle ore 18.30, l’assemblea annuale della Compagnia delle opere di Brescia. Il tema scelto per quest’anno è: “Ripartire da uominiâ€?, un’occasione per riflettere su come tornare a porsi di fronte alla realtĂ dell’impresa e del lavoro con coraggio e speranza in un momento di forti difficoltĂ . Temi cari a Giuseppe Battagliola, da poche settimane alla presidenza della Cdo bresciana. “PerchĂŠ ripartire? – si domanda Battagliola – PerchĂŠ è necessario voltare pagina rispetto alla crisi attuale, ma bisogna farlo da uominiâ€?. Quella che il presidente Cdo richiama è una responsabilitĂ personale perchè “non è piĂš tempo – afferma – di invocare sempre l’aiuto di qualcun altro. Quello attuale, invece, è il tempo dell’assunzione di responsabilitĂ personale, della volontĂ , del coraggio e della passione per cercare le vie d’uscita da una crisi troppo lungaâ€?. Anche la scelta del manifesto che annuncia l’assemblea annuale rimanda alle riflessioni di Battagliola: il monumento a un emigrante ritratto con la valigia e la famiglia alle spalle. “Un’immagine – sono ancora considerazioni del presidente Cdo – scelta perchĂŠ evoca l’atteggiamento con cui la nostra realtĂ si pone davanti al periodo di difficoltĂ : ritrovare nell’uomo, nell’imprenditore quelle motivazioni
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che non è solo suo, ma può tornare a vantaggio di molti. “Spinte all’azione – ricorda il presidente Cdo – che l’assemblea, anche grazie all’autorevolezza delle persone invitate a portare il loro contributo, vuole mettere al centro del suo dibattitoâ€?. Bastano, però, le motivazioni personali per uscire dalla crisi? “Coraggio, non paura del cambiamento, visione capace di andare oltre l’immediato, orgoglio – è la risposta di Battagliola – sono elementi che oggi segnano il passo. Ripartire da questi, dall’uomo, è giĂ un importante passo in avanti, in attesa che anche gli altri attori facciano la loro parteâ€?. La
disponibilitĂ all’assunzione personale di responsabilitĂ , sottolinea ancora il Presidente della Cdo bresciana, non esime le istituzioni dal compiere un passo analogo. “Anche chi governa il Paese e i suoi processi economici e la politica – sostiene Battagliola – devono mettere in campo lo stesso coraggioâ€?. Gli imprendotori bresciani che fanno capo a Cdo, insomma, non chiedono alla politica (assente come lo scorso anno anche dall’assemblea 2011 a eccezione dell’europarlamentare Mauro) interventi miracolistici. Con la loro “ripartenzaâ€?, indicano, però, una strada.
D]LHQGH DGGHWWL Gli ultimi dati, aggiornati al 30 settembre scorso, indicano in 1282 il numero delle aziende associate e in 25.349 quello degli addetti impiegati. Ăˆ questa la realtĂ della Compagnia delle opere di Brescia che si appresta a celebrare la sua assemblea annuale. A farla da padrone, in scenari per altro molto importanti, è il settore industria, con 347 aziende per un totale di 13.363 addetti. Segue quello dei servizi, il piĂš
numeroso con le sue 506 imprese associate, e il secondo (8372) per numero di addetti. 196 sono le imprese del settore commercio con 1503 addetti. 121 sono le imprese artigiane che fanno capo a Cdo e che impiegano 692 addetti; 39 quelle agricole con 206 dipendenti. C’è però un altro settore della Cdo Brescia che sta particolarmente a cuore al nuovo presidente Giuseppe Battagliola ed è quello del non
proďŹ t e dell’impresa sociale, con 73 associati e 1213 addetti. Nata a Brescia nel 1988 la Cdo è andata progressivamente crescendo. Dalle sei imprese dell’anno di partenza, il numero è costantemente aumentato, superando quota 1000 nel 2002. Con le sue quasi 1300 imprese associate Cdo Brescia è una delle realtĂ piĂš signiďŹ cative di un’associazione che a livello nazionale conta su oltre 34mila imprese associate.
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nella provincia di Brescia che purtroppo è salita al primo posto nella triste graduatoria delle province con il maggior numero di infortuni mortali sul lavoro. L’ha ricordato Roberto Zini (nella foto), presidente del gruppo Farco e coordinatore dei lavori del convegno che ha invitato tutti i partecipanti a mantenere alta l’attenzione sui temi della salute e sicurezza sul lavoro ma anche dell’organizzazione e della gestione, elementi questi che possono
davvero garantire il benessere dei lavoratori e l’efďŹ cienza produttiva dell’azienda. Al tavolo dei relatori si sono alternati tecnici esperti in sicurezza, l’ing. Ceretti e l’ing. Pagani, che hanno inquadrato il tema dei sistemi di gestione in termini di normativa ambientale e in termini di opportunitĂ , dato che l’implementazione dei sistemi e modelli porta concreti vantaggi economici e agevolazioni alle imprese, e tecnici esperti in sistemi e certiďŹ cazioni, l’ing.
Ducoli e il prof. Fada, che hanno delineato le tappe, le criticitĂ e i vantaggi dell’implementazione dei sistemi di gestione; l’on. Del Bono ha deďŹ nito invece il quadro normativo che risulta complesso e ricco di sfaccettature, sia in termini di responsabilitĂ delle persone ďŹ siche che giuridiche.â€?L’evento, dato il grande successo, ha l’ambizione di diventare un appuntamento ďŹ sso annualeâ€? , ha commentato a caldo, Zini, promotore dell’evento.
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ulla curva dove sta dal 1970 lo stabilimento della Trw diventa trasparente grazie al “nuovo corsoâ€? impostato dal manager Paul Parnham, che ha aperto alla stampa le porte dello storico impianto gardonese facente capo al gruppo americano Trw Automotive. “Sono qui da circa due mesi – ha spiegato Paul Parnham –, perchĂŠ credo in Gardone e voglio mettere a disposizione l’esperienza maturata negli anni tra Stati Uniti, Cina, Brasile, Thailandia, Germaniaâ€?. Il gruppo Trw conta su 185 stabilimenti sparsi in 16 Paesi (14,4 miliardi di euro fatturati nel 2010) ed è principale sviluppatore di sistemi di sicurezza attiva e passiva e fornitore di tutti i principali Oem (Original Equipment Manifacturing, ossia ‘primi impiantÏ’) automobilistici del mondo. “Qui a Gardone – ha sottolineato Parnham – facciamo componenti molto complessi relativi ai sistemi sterzanti e siamo fornitori di altre Trw (oltre a essere uno degli 11 centri tecnici Trw nel mondo), impegnando circa 400 dipendenti. Quello che voglio far capire è che al-
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la fine sono le persone le vere risorse, e per questo vogliamo cambiare il processo; certo, i cambiamenti portano con sĂŠ qualche dubbio, ma non bisogna avere paura e bisogna incamminarsi sulla strada che guarda al futuroâ€?. Un messaggio chiaro e diretto quello del manager americano, che ha rimarcato l’importanza dell’impianto gardonese, da trasformare in un vero e proprio modello di efficienza produttiva. “Il fattore chiave – ha aggiunto Paul Parnham – è il Tpm (Total Productive Management): si spinge tutti a collaborare, creando un clima di ‘Team Working’ che attraversi le varie aree di business (gestione a vista), addestrando tutti a essere flessibili e ad esempio eliminando il premio di risultato individuale che tende a porre l’attenzione sul numero dei pezzi da produrre piuttosto che sugli sprechi e sulle inefficienzeâ€?. Un nuovo corso che arriva dall’America per portare l’azienda gardonese (60 milioni di euro fatti nel 2010) piĂš vicina alla comunitĂ , nello spirito spiegato da Paul Parnham: “Trw è l’azienda, ma l’azienda è nulla senza le personeâ€?.
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Secondo anticipo consecutivo di campionato per il Basket Brescia che questo venerdÏ alle 20.45 è di scena sul parquet della Giorgio Tesi Group Pistoia per la sesta giornata d’andata della Lega 2 maschile di pallacanestro. Sarà ancora una sfida fra capoliste: entrambe, infatti, occupano il primo posto della categoria con otto punti assieme a Reggio Emilia, quest’ultima già affrontata e contro la quale i biancoazzurri hanno rimediato fino ad ora
l’unica sconfitta del campionato. Come da tradizione, anche Radio Voce garantirà la diretta integrale dell’incontro domani sera a partire dalle ore 20.35 sulle frequenze terrestri Fm 88.3-88.5 e via internet grazie al servizio streaming su radiovoce. it con radiocronaca a cura di Alberto Banzola. Sarà possibile interagire con il cronista inviando domande e curiosità nel pre-gara e a fine gara al numero di sms 338.3636104.(ma.ric.)
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sono diventate cinque. L’ennesima sconfitta per i ragazzi di Beppe Scienza è arrivata dal Bentegodi di Verona, perdendo 1 a 0 con un eurogol di Pichlmann all’88° minuto. Film giĂ visto in un passato nemmeno troppo lontano. Il Brescia gioca bene, promette, crea occasioni. Talmente bello a tratti da non sembrare vero, ma non segna, non sfrutta le occasioni che crea. E poi, prima o dopo, gli avversari colpiscono, chiudendo la gara con la vittoria, forse non meritata, ma mai del tutto insperata. Il Brescia che non segna e chiude le partite del resto lascia vive le speranze. E il dilemma si ripropone. Meglio un Brescia bello, anche se non sempre vincente, o meglio una squadra che vince, al di lĂ del bel gioco? A fine partita mister Scienza, forse per la prima volta da quando è a Brescia, è sembrato quasi scoraggiato. “Non so cosa fare. PiĂš che creare e giocare. Sono preoccupato perchĂŠ queste strisce negative portano frustrazioni ai giocatori di cui non hanno bisognoâ€?. Subito dopo la gara è arrivata la conferma sulla panchina da parte del presidente Corioni e sulla sua possibile partenza è schietto Scienza: “Cosa devo dire? Penso
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a far giocare la squadra, altri sono preposti a fare le scelte. Sarei bugiardo a dire che non m’interessaâ€?. Scienza sulla situazione, sapendo come Brescia sia facile ad innamorarsi e a scaricare il mister nelle difficoltĂ , aggiunge “Se guardiamo i risultati c’è da cambiare tutto. Ma se guardiamo le prestazioni le cose cambianoâ€?. Nonostante lo sconforto Scienza, che deve essere la
guida del gruppo, non può cedere alla sfiducia. Sembra un’immagine già vista, con al posto di Scienza altri allenatori. Ma è meglio dimenticare lo scorrere di quei film che tutti i tifosi del Brescia hanno ben presenti. Bisogna guardare avanti. Il futuro immediato, quello ancora da girare nei prossimi fotogrammi racconta dell’arrivo al Rigamonti
della Sampdoria. LunedÏ 7 novembre, posticipo, alle 20.45 si gioca una gara che potrebbe segnare fortemente in positivo Zambelli e compagni e ridare loro la fiducia di un tempo. L’intera città è chiamata a sostenere le Rondinelle. I motivi di un momento difficile possono essere molti, ma non può essere la mancanza di sostegno ai ragazzi. Il campionato del Brescia è un campionato per la salvezza, dichiarazione d’intenti di inizio anno che non sembrava reale, ma ora è tanto vera quanto il peso di cinque sconfitte consecutive. Se in parte il film sembra già visto, vorremmo che la sceneggiatura non fosse ancora conclusa e restasse a questo gruppo e alla propria guida la possibilità di recitare il ruolo da protagonisti. I playout sono a tre punti e i playoff a cinque. Tutto è ancora possibile per chi deve ancora crescere. Che il finale sia diverso dal passato...
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,Q RWWR SHU VRVWHQHUVL Otto realtĂ sportive bresciane hanno dato vita all’Associazione Brescia con lo sport, costituendo un ente unico di riferimento per fare fronte alla crisi economica che colpisce i cosiddetti sport “minoriâ€? dal punto di vista dei budget, ma il cui bacino di utenza si stima attorno ai 2000 atleti, a cui vanno sommati allenatori, preparatori e staff tecnici. Si tratta di Atlantide Pallavolo Brescia, Atletica Brescia 1950, Baseball Cus Brescia,
Bengals Brescia, Brixia Basket, Pallavolo Brescia, Tennistavolo Brescia e Volley Millennium Brescia. Patrocinata dal Comune di Brescia e presieduta da Francesco De Petra, l’associazione ha come obiettivo primario la valorizzazione dello sport, offrendo contemporaneamente piÚ discipline a chi intende avvicinarsi alla pratica sportiva, mantenendo come capisaldi il modello educativo che sta alla base di qualunque attività agonistica e non:
il rispetto per l’avversario, il senso di appartenenza ad una squadra, l’impegno, la fatica per il raggiungimento di un obiettivo e la lotta contro le sostanze dopanti. “L’idea di presentarci come un’unica associazione – spiega il presidente De Petra – ci permetterĂ di reperire un maggior numero di risorse economiche, sia grazie al patrocinio del Comune, sia con il lavoro della Wmc Italia, azienda commerciale specializzata che si rivolgerĂ a circa
1400 aziende chiedendo loro un sostegnoâ€?. “Il bilancio comunale ha posto dei limiti – spiega l’assessore Bianchini – al nostro intervento, per cui è stato necessario basarsi sul principio di sussidiarietĂ â€?. “La domanda di sport a Brescia è enorme – conclude il sindaco Paroli – e le strutture sono carenti non per qualitĂ , ma per quantitĂ , per questo nel Pgt abbiamo inserito il progetto di realizzare un centro sportivo per ogni circoscrizioneâ€?.
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segretario della zona Brescia Hinterland, collaboratore della segreteria provinciale e, in seguito, segretario della zona Bassa orientale. Il suo “primo amoreâ€?, il ciclismo, gli è sempre rimasto nel sangue. All’associazione mancherĂ certamente quest’uomo esile che ďŹ no alla ďŹ ne ha voluto donare la sua preziosa opera. La Presidenza, il Consiglio, le zone Brescia Hinterland e Bassa Orientale si uniscono al dolore della moglie e della ďŹ glia.
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giunta alla sua quarta tappa la corsa della categoria top junior. Nei sei gironi provinciali sono solo due le squadre capaci di raccogliere sin qui tutti i 12 punti in palio, anche se non bisogna dimenticare il peso dei turni di riposo. Il raggruppamento piĂš aperto sembra quello della Valtrompia, dove Augusta, Brozzo ed Aurora “Aâ€? hanno vinto tutte le rispettive partite: quattro su quattro la prima, tre su tre le altre due, con un gustosissimo Augusta – Aurora in programma sabato alle 16. Alle spalle delle tre leader incombe Bovegno, fermo a quota sei e in attesa dello scontro diretto con Brozzo del prossimo turno. Grande equilibrio anche nel girone Sebino, dove Padergnone conduce con i suoi nove punti ma è marcato stretto da Adro e Nigoline, a quota sette; Lampo Zippers e Villa Pedergnano si fermano a sei, mentre a ruota seguono Saiano, San Rocco, San Giuseppe, Erbusco ed Atletico Mura, tutte staccate l’una dall’altra da un punto. Nel prossimo turno Padegnone riposerĂ , aprendo al possibile sorpasso in vetta. Nel girone Valverde Ponte San Marco e Colombare hanno lasciato le briciole alle avversarie: i ponsammarchesi guidano con dodici punti e una media di oltre sei gol segnati a partita; seguono i sirmionesi, sotto di tre punti ma giĂ col primo riposo effettuato. A quota sei un tris di squadre, tutte fermate negli scontri
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ricella quinta ed il San Giacomo nono corrono due soli punti. PiÚ definita la situazione nel gruppo Brescia B: Violino conduce con nove punti, inseguito da Sant’Antonio, Nave e Roè Volciano a sei; Cailina, Sabbio, Prealpino s. Giulia, Paolo VI e Caino sono già piÚ attardate. Nei bassifondi della classifica c’è anche Vestone, vicecampione provinciale di categoria e unica delle finaliste rimaste dopo l’addio della Smv: come lo scorso anno i valsabbini hanno raccolto un solo punto in tre gare. Chiudiamo col girone occidentale: qui sono ben quattro le squadre in testa, cioè Castelcovati, Borgo San Giacomo, Pompiano ed Orzivecchi, tutte con sei punti.
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Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Dz Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;Çł Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Í&#x2122;Í&#x161; Â?Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021; Í&#x161;Í&#x2122;Ǣ Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039;
Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201E;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â?Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;Ǥ Dz Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;Çł ° Â&#x2014;Â? Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;ÇŁ Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â?Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2039; Â?Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2021;Â&#x2020; Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â?Â&#x2020;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039;Ǥ Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2022;Âż Â&#x192;Â&#x2020; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ Â&#x17D; Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x192; Dz Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Çł Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018; Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;Çł Â&#x2039;Â? Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Í&#x17E;ÇĄ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122;Ǥ Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x17D;ÇŻÍ Â?Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ
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Il Paese ha bisogno dellâ&#x20AC;&#x2122;impegno dei giovani Egr. direttore, chiedo ospitalitĂ nella sua rubrica con riferimento allâ&#x20AC;&#x2122;articolo apparso lo scorso giovedĂŹ 27 ottobre sul â&#x20AC;&#x153;Corriere della seraâ&#x20AC;?, a pagina 19, che non posso non commentare. In quellâ&#x20AC;&#x2122;articolo, infatti, relativo allâ&#x20AC;&#x2122;iniziativa di Matteo Renzi denominata â&#x20AC;&#x153;Big Bangâ&#x20AC;?, si riportano le considerazioni dellâ&#x20AC;&#x2122;astrofisica Margherita Hack, che afferma: â&#x20AC;&#x153;Con la destra in grave crisi, a sinistra è davvero il momento di un big bang politico. Ma per farlo Matteo Renzi, con quella sua faccetta da ragazzino dellâ&#x20AC;&#x2122;Azione cattolica, non mi ispira fiducia: molto meglio un personaggio solido come Rosy Bindiâ&#x20AC;?. In sostanza, in unâ&#x20AC;&#x2122;unica, infelice frase, la signora Hack si permette di criticare la fascia generazionale piĂš attiva del Paese e, allo stesso tempo, quella formazione umana, culturale e spirituale che ha dato storicamente grande ricchezza alle nostre comunitĂ . Per quanto tutti, in quanto uomini sociali, siano titolati a parlare di politica, è bene non confondere lâ&#x20AC;&#x2122;astrofisica con le problematiche connesse allâ&#x20AC;&#x2122;idea di sviluppo della nostra societĂ : per questi motivi, preferisco considerare le esternazioni della signora Hack come una battuta... peraltro mal riuscita! Tornando, invece, alle questioni di fondo, senza entrare nel merito dei problemi interni al Pd, è però indubbio che oggi, piĂš in generale, lâ&#x20AC;&#x2122;Italia stia pagando due situazioni fortemente penalizzanti, che è sbagliato trattare con superficialitĂ e sulle quali non è opportuno ironizzare: la classe dirigente piĂš vecchia dâ&#x20AC;&#x2122;Europa (che non mi pare ci abbia lasciato una grande
ereditĂ ...); e la marginalitĂ della cultura cattolica, che ha fatto smarrire punti di riferimento e valori un tempo condivisi. Peraltro, il grande messaggio di Todi ribadisce con forza che, senza unâ&#x20AC;&#x2122;etica della vita, è impensabile una vera etica sociale. Essendo praticamente coetaneo del Sindaco di Firenze ed essendo, da sempre, impegnato attivamente in Azione cattolica, oltre che in vari altri ambiti del sociale, ritengo che il nostro Paese, cosĂŹ come la nostra cittĂ , abbia, al contrario, estremo bisogno dellâ&#x20AC;&#x2122;impegno di persone giovani, nuove, che mettano a disposizione di tutti le proprie energie, le proprie competenze e le proprie professionalitĂ . Soprattutto, che abbia estremo bisogno di cattolici, specialmente formati nellâ&#x20AC;&#x2122;associazionismo, che si mettano a servizio di tutta la comunitĂ . Massimo Pesenti
Datemi spazio Egr. direttore, parole in libertĂ : mi ci imbatto leggiucchiando il settimanale diocesano â&#x20AC;&#x153;La Voce del Popoloâ&#x20AC;?; mi attira il titolo dellâ&#x20AC;&#x2122;articolo (â&#x20AC;&#x153;Non è un Paese per giovaniâ&#x20AC;?, di Giovanni Formichella, 21 ottobre) e, quasi subito, mi accendo come il cerino che sono. So bene che â&#x20AC;&#x153;1984â&#x20AC;? di Orwell è ormai realtĂ , e da molto tempo: da â&#x20AC;&#x153;Hanno frainteso le mie paroleâ&#x20AC;? a â&#x20AC;&#x153;Noi siamo il partito dellâ&#x20AC;&#x2122;Amoreâ&#x20AC;?, passando per la â&#x20AC;&#x153;Guerra umanitariaâ&#x20AC;?, la neo-lingua ribalta il contenitore (le parole) in contenuto, trasformando il linguaggio in fluido da adattare a inedite attribuzioni di senso. Nellâ&#x20AC;&#x2122;articolo in questione colgo i soliti passaggi dellâ&#x20AC;&#x2122;operazione neolinguistica, camuffata da paternalisti-
ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2021; Ǥǣ Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x2018; Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x201D;Ă&#x2013; Â&#x2039; Â&#x17D;Â&#x192;ÇŚ Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;ÇŚ Â&#x17D;Â&#x192; Â?Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Ǥ Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â?Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;ÇŚ Â&#x2030;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018; Č&#x2039;Í?Í?ÎŹČ&#x152;ÇŤ Ǥǣ Â&#x2039;ÇĄ ° Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; DzÂ&#x2020;Â&#x2021;ÇŚ Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Í?Í?ÎŹÇł Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Ǥ Â&#x17D; Í&#x203A;Í&#x2122;ǤÍ&#x2122;Í&#x161;ǤÍ&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2122;Í&#x2122; ° Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2021; Â&#x2014;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x2C6;Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2021;ÇŚ Â?Â&#x2021;Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2018;Ǥ Â?Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2039;ÇŚ Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2018;Â?Â&#x2039;Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x2030;Â&#x2021; Í&#x161;ÍĄÍ&#x17E;Č&#x20AC;Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2DC;Í&#x17E;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2021; Â&#x2039; Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039; Â?Â&#x2018;Â? 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co buon senso. Sono dâ&#x20AC;&#x2122;accordo con Ostellino; non aspetterò nellâ&#x20AC;&#x2122;angolino che i vecchi mestieranti accampati in tutti i settori produttivi della societĂ italiana â&#x20AC;&#x201C; profit e non â&#x20AC;&#x201C; mi concedano di esprimere le mie competenze, presunte o reali. Non resterò ad agonizzare nel paradigma del lavoro subordinato â&#x20AC;&#x201C; che è sempre piĂš spesso mera cessione del proprio tempo di vita e messa al lavoro per lâ&#x20AC;&#x2122;accumulazione delle rendite di posizione altrui â&#x20AC;&#x201C; coltivando lâ&#x20AC;&#x2122;illusione di una carriera professionale e di unâ&#x20AC;&#x2122;ascesa sociale liberante; e non mi accontenterò nemmeno di enunciare la necessitĂ di una conversione ecologica del sistema produttivo, salvo poi rinchiudermi in un privato di frustrazioni e inservibili velleitĂ di assalto ai palazzi del potere. Al contrario; sarò artefice, nel bene e nel male, del mio destino e, precisamente, del cambiamento del destino di dumping sociale al quale vorrebbero condannarmi gli scribi del liberismo. Alcuni tra noi pianteranno le tende; io, probabilmente, le pianterò altrove, in un Paese meno stantio di questo che permetta al leggerissimo bagaglio che porto con me (un pizzico di cultura â&#x20AC;&#x201C; due competenze tecniche â&#x20AC;&#x201C; quattro risparmi â&#x20AC;&#x201C; sogni q.b.) di trasformarsi in esperienza di innovazione. Non sono i giovani di 20, 30, 40 anni in crisi, ma i vecchi che negli ultimi 30 anni hanno demolito la costituzione materiale italiana per sostituirla con una societĂ di mercato predatrice di vita, persone ed ecosistemi. Questo scempio culturale è il risultato di un deliberato progetto di lotta di classe condotto dallâ&#x20AC;&#x2122;alto verso il basso e di un suo esemplare programma di attuazione (assolutamente efficace, vista la concentrazione raggiunta
Â?Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;ÇŁ Â&#x2014;Â? Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2039;Â? Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2DC;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2018;ÇĄ Í&#x2122;Č&#x20AC;Í&#x161; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2026;ÇŚ Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â?Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2020;ÇŻÂ&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;ÇŚ Â&#x2DC;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â?Â&#x192;Â?Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2030;Â&#x2039;Â?Â&#x2021;ÇŚ Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2022;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2026;Â&#x2018;Ǥ Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇŁ Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â? Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2022;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192;Ǣ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;
dalla ricchezza in Italia e davvero efficiente, considerando i pochi anni in cui questa campagna è stata condotta, vinta e celebrata a danno dei vinti). Chi ha determinato il declino culturale (e di conseguenza sociale, politico ed economico) del Paese e si propone di uscire da questa devastazione radicalizzando i tratti del sistema â&#x20AC;&#x201C; meno Stato, piĂš individualismo â&#x20AC;&#x201C; è impossibilitato a immaginare unâ&#x20AC;&#x2122;alternativa percorribile a questo sfascio. Eppure, lâ&#x20AC;&#x2122;Italia e lâ&#x20AC;&#x2122;Europa hanno le risorse intellettuali per rifondarsi attraverso la fase costituente di un nuovo patto sociale; queste risorse appartengono, tra gli altri, ai giovani lavoratori della conoscenza, ai laureati proletarizzati over-educated che molti vorrebbero relegare nel bacino dello sfruttamento funzionale allâ&#x20AC;&#x2122;accumulazione del profitto. Qui, si è impiantato lâ&#x20AC;&#x2122;embrione di unâ&#x20AC;&#x2122;intelligenza collettiva che, come uno sciame, elaborerĂ nuove forme di partecipazione politica e di organizzazione sociale della produzione per rispondere ai bisogni delle persone, delle comunitĂ e degli ecosistemi. Qui â&#x20AC;&#x201C; in una cesura culturale e materiale e in un riequilibrio storico delle risorse e delle relazioni di potere â&#x20AC;&#x201C; sta il sogno di liberazione di quei giovani adulti che a qualcuno piace immaginare accasciati, in attesa di chissĂ quali aiuti dallâ&#x20AC;&#x2122;alto. Nessun correttivo può essere apportato al modello neo-liberale della societĂ di mercato; siamo chiamati, tutte e tutti, a immaginare e costruire comunitĂ nuove, a partire â&#x20AC;&#x201C; è vero â&#x20AC;&#x201C; da un cambiamento individuale immerso in percorsi collaborativi e cooperativi, di gruppo e di comunitĂ . Dateci spazio e sappiate che ce lo prenderemo. Michele Vezzoli
Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2030;Â&#x2039;Â?Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018; Â?Â&#x2021;Â&#x17D; Â?Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x2018;Ǥ Â? Â&#x2014;Â? Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2019;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x2021;Â&#x201D;Â?Â&#x2021; Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018;Ǣ Â?Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2039; Â&#x192; Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇŚ Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;Ǥ Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2039;Â? Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x17D;Â&#x192; Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x192;Ǥ Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2021;ÇŚ Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2C6;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2022;Â&#x192;Ǥ
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Associato
UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
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