La Voce del Popolo 2011 43

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La vita è bella anche perchĂŠ porta con sĂŠ continui cambiamenti, che ci impediscono di fermarci, di adagiarci, di “dormire sugli alloriâ€?. Le nuove situazioni ci “sfidanoâ€? infatti a mettere in gioco le nostre capacitĂ per affrontarle. Ci accorgiamo però che, nonostante i nostri sforzi, nella nostra vita e nel mondo vicino e lontano da noi, restano tante “zone d’ombraâ€?, difetti, peccati, ingiustizie‌ Che fare? Scoraggiarci? Nemmeno per sogno! Come cristiani sappiamo – e l’ultimo periodo dell’anno liturgico che stiamo vivendo ce lo ricorda – che la storia (generale, ma anche la nostra storia) ha un fine, un traguardo: Dio ci vuole con sĂŠ, e per sempre. Certamente, per giungere a lui non mancano le difficoltĂ , ma con la sua grazia tutto è possibile. Un aiuto può venirci anche dalla meditazione dei “novissimiâ€? (le cose ultime), spesso negletti. Ăˆ cosa buona ripassarli: morte, giudizio, inferno, paradiso. Non per coltivare “terrorismo psicologicoâ€?, ma per guardare serenamente e veramente ciò che ci attende, nella speranza dei nuovi cieli e della nuova terra che il Signore ha preparato anche per noi.

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Agricoltura. A Brescia, il primato dell’aratro

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Oftal. La lampada che brilla grazie al volontariato

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ƒ Ž‡œ‹‘Â?‡ †‡‰Ž‹ ƒÂ?‰‡Ž‹ †‡Ž ˆƒÂ?‰‘ A pochi giorni dall’alluvione che ha colpito Genova è difďŹ cile dire quale sia il sentimento prevalente di chi cammina lungo le strade dove l’onda di piena ha spazzato via vite umane e ha distrutto centinaia di auto, scooter, esercizi commerciali. Impossibile ancora quantiďŹ care i danni, anche se le prime stime parlano di 7 milioni per i soli ediďŹ ci pubblici e di almeno 100 milioni di danni alle imprese. Domenica scorsa le parole e la preghiera di Benedetto XVI hanno accompagnato la cittĂ nella sua voglia di ricominciare, anche se profondamente ferita. Una grande dignitĂ e numerosi gesti di solidarietĂ sono, forse, gli aspetti che piĂš colpiscono. Domenica 6 novembre è stata la giornata

degli “angeli del fangoâ€?. Migliaia di volontari hanno lavorato con guanti, pale e secchi per portare via tonnellate di detriti e fango dalle strade, dai negozi e dai fondi. Centinaia i genovesi, soprattutto giovani, che si sono messi a disposizione delle autoritĂ per prestare la loro opera coordinati dalla Protezione civile. “Abito a 200 metri da corso Sardegna – ha detto Marcello, 23 anni – e ho scelto di essere qua oggi perchĂŠ Genova è la mia cittĂ e mi sembra corretto tenerla il piĂš possibile pulita e in ordineâ€?. “Sono venuta qua – ha affermato invece Chiara, 24 anni – perchĂŠ, come scout, è il nostro modo di vivere e fare servizio e di prestare aiuto a coloro che ne hanno bisognoâ€?. Questi giovani volontari, a piĂš riprese, sono stati messi a confronto dai giornali con quelli poco indignati e soprattutto molto violenti che, solo pochi giorni fa, hanno trasformato piazza San Giovanni a Roma e le vie

limitrofe in un campo di battaglia. Non gli indignati alla ricerca di un pezzo di lavoro e di una speranza per il futuro, ma coloro che credono che mettere la societĂ a ferro e fuoco serva a far valere i propri diritti. Come stridono gli “angeli del fangoâ€? di Genova con i black bloc di Roma! Ancora una volta, però, il dramma che ha colpito una cittĂ e una regione come la Liguria ha messo in luce quella “meglio gioventĂšâ€? italiana fatta di ragazzi generosi, capaci di grandi slanci, di sacriďŹ cio e d’impegno gratuito. Sono coloro che coltivano ancora oggi nel loro cuore le motivazioni forti e i valori grandi della vita: la solidarietĂ , il servizio, la fede. Di loro si parla poco, e si vede ancor meno. Divengono protagonisti delle cronache solo in questi momenti di emergenza, quando la loro dedizione non può non interrogare anche i cronisti piĂš disattenti. Oppure vengono raccontati quando in grandi numeri si impongono

all’attenzione del mondo come durante le Giornate mondiali della gioventĂš. Accanto alla solidarietĂ , domenica scorsa, è stato anche il giorno della riessione e della preghiera. Preghiera di suffragio per le vittime e di speranza per i loro familiari. Ăˆ avvenuto a Genova, ma anche in tante altre parrocchie d’Italia. Don Adalberto della chiesa di corso Sardegna nella cittĂ ligure ha detto: “Questa tragedia ci pone delle domande. Eravamo pronti? Siamo pronti? In questi giorni alcuni di noi piangono nel cuore perchĂŠ hanno perso le cose, altri piangono di piĂš perchĂŠ hanno perso le persone. Non vogliamo accusare nessuno – ha aggiunto – ma solamente pregare e chiedere al Signore il dono della sapienzaâ€?. Preghiera, vicinanza, coraggio. I ragazzi con le pale e con le mani sporche di fango, questa gente carica di dignitĂ e fede, ancora una volta ci interpellano a fare sempre del nostro meglio.

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͛͜ …‘�‘�‹ƒ Confcooperative. Oltre la crisi, verso il patto federativo

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Coldiretti ha scelto Torbole Casaglia quale localitĂ per la Festa provinciale del ringraziamento (nella foto una delle edizioni degli ultimi anni). Per la sigla presieduta da Ettore Prandini e che conta quasi 9000 addetto che rappresentano piĂš del 53% delle imprese e degli occupati nel settore agricolo iscritti presso la Camera di Commercio di Brescia, la Festa del ringraziamento è il momento tradizionale per fare un bilancio dell’annata agraria appena conclusa. Si tratta di una

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festa che fa riferimento all’estate di San Martino, momento dell’anno in cui i contadini chiudevano la stagione del lavoro nei campi prima dell’inverno. Il programma della Giornata prevede alle 8 il raduno dei trattori e dei mezzi nel parcheggio della fonderia di Torbole da dove, alle 9, muoverĂ un corteo verso il centro. Alle 11 la celebrazione della Messa in piazza della Repubblica, alle 12 la benedizione dei mezzi e, a seguire, una degustazione in piazza di prodotti a “km zeroâ€?

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rriva la Festa del ringraziamento (in programma domenica 13 a Torbole Casaglia, box in alto) e il momento dell’anno in cui, da sempre, chi lavora la terra tenta un bilancio dell’anno che sta per lasciarsi alle spalle. Il mondo è cambiato e di certe tradizioni (anche se il grazie al Signore per i doni elargiti è ancora esigenza avvertita da molti) è rimasto solo un timido ricordo. L’agricoltura, insomma, non è piĂš quella romantica, seppure punteggiata da povertĂ e amarezze, dipinta da Ermanno Olmi nel suo “Albero degli zoccoliâ€?. Oggi parlare di agricoltura, soprattutto nel Bresciano, significa raccontare di uno dei piĂš importanti comparti economici provinciali, di un settore che primeggia in Italia, di un modo di fare impresa che realizza tante eccellenze. Di un mondo in cui la semplice passione per la terra non basta piĂš. Oggi essere agricoltori significa essere a tutti gli effetti imprenditori, con le difficoltĂ e le preoccupazioni che questo comporta. Agricoltori con un occhio alla terra, agli allevamenti e un altro ai mercati, alle borse e alle stanze della politica dove si prendono (o si dovrebbero) prendere misure adeguate a tutelare e valorizzare un settore economico che, pur nelle difficoltĂ , ha saputo reggere meglio di altri alla crisi degli ultimi anni. Partono proprio da questo aspetto le considerazioni di Gianfranco Tomasoni, assessore provinciale all’Agricoltura. “Rispetto ad altri comparti economici – afferma – l’agricoltura bresciana si sta comportando bene. I prezzi si sono riallineati rispetto a un paio d’anni fa. Oggi il prezzo del latte riconosciuto a chi lo afferisce ai produttori di Grana padano è tutto sommato buono. Ma anche chi lo destina ad altri usi alimentari riesce a spuntare un

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una punta di eccellenza assoluta nel mondo. “Le previsioni – afferma l’assessore provinciale – parlano di una produzione vicina ai 40 milioni di bottiglie. A fianco di realtĂ conclamate come quella della Franciacorta, stanno acquisendo grande importanza anche altri consorzi che se non possono competere sulla quantitĂ possono farlo sulla qualitĂ â€?. Ăˆ chiaro che in un tale contesto diventa determinante il ruolo di un’istituzione come la Provincia che per le sue competenze è probabilmente l’ente piĂš vicino al mondo dell’agricoltura. “Tutte le domande relative al piano di sviluppo rurale, per l’accesso delle aziende del settore a finanziamenti e contributi – specifica Tomasoni – passano, per la fase istruttoria, dai nostri ufficiâ€?. Al supporto burocratico la Provincia affianca altro. Sostiene, per esempio, enti e centri di ricerca (come il Centro di miglioramento latte o il Centro vitivinicolo provinciale) che svolgono un importante lavoro di supporto a due delle eccellenze bresciane, si spende per la promozione e la valorizzazione dell’agricoltura bresciana e dei suoi prodotti. “La Provincia – ricorda Tomasoni – sta lavorando perchĂŠ le tante eccellenze dell’agricoltura bresciana riescano finalmente a fare sistema per dare al comparto la posizione e l’attenzione che dovrebbero essergli proprie per i livelli che esprimeâ€?. Ăˆ un limite, forse una debolezza del comparto, che l’agricoltura bresciana paga anche sul piano della promozione. “Un limite non solo bresciano, ma dell’intero sistema agricolo regionale – sostieme l’Assessore provinciale – che preclude al settore l’accesso a importanti opportunitĂ â€?. Dell’agricoltura, dell’“aratro brescianoâ€? sono noti i primati nel campo vitivinicolo, in quello del latte e della zootecnia, ma sono molte altre le eccellenze che

l’agricoltura provinciale può vantare, picchi che vanno però fatti conoscere. Quanti sanno che l’alto Garda bresciano è una delle terre di eccelenza per la produzione del tartufo? E, ancora, che Calvisano vanta il primato mondiale per la produzione del caviale? O che l’intera produzione di Grana padano, il formaggio piĂš venduto al mondo, è sostenuta dal latte bresciano? Sono tre domande con cui l’assessore Tomasoni sottolinea solo alcuni dei tanti primati dell’economia bresciana che dovrebbero essere valorizzati. Ma in occasione della Giornata del ringraziamento ci sono altri temi da considerare. Il primo è mutuato, purtroppo dall’attualitĂ . “Grazie all’agricoltura di montagna che pur con fatica, sta ritornando – afferma Tomasoni – il Bresciano non diovrebbe conoscere situazioni drammatiche come quelle verificatesi a Genova e in Liguria nei giorni scorsiâ€?. L’agricoltura, è l’ultima puntualizzazione dell’Assessore provinciale, con la sua tenuta davanti alla crisi “ha dimostrato di essere una valida alternativa a quell’economia di carta e tutta virtuale che tanti danni ha prodotto in ogni parte del mondoâ€?. Le ragioni per ringraziare sono molte, cosĂŹ come le motivazioni per ribadire l’importanza dell’agricoltura a Brescia.

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8Q DQQR SDVVDWR WUD LO ODYRUR QHL FDPSL H Brescia è una delle piĂš importanti provincie agrarie italiane; primeggia nella produzione di latte, carni suine, bovine e avicole cui sono collegate importanti zone coltivate a foraggere. A reggere le sorti di molti dei protagonisti di questi primati è Ettore Prandini (nella foto), presidente di Coldiretti Brescia. Alla sigla di via San Zeno sono associati quasi 9000 operatori del comparto agricolo che rappresentano il 53% dell’intero movimento

bresciano. Con la Coldiretti sta mettendo a punto gli ultimi dettagli della Festa del ringraziamento provinciale in programma a Torbole Casaglia. Un appuntamento che, da tradizione, è anche occasione per fare un bilancio dell’annata agraria. “Il 2011 – afferma Prandini – è stato un anno di ripresa in settori chiave per l’agricoltira bresciana come la zootecnia da latte e per la suinicoltura che veniva da una situazione pensante durata parecchi

anniâ€?. L’anno che va a chiudersi è stato tutto sommato positivo, come ha ricordato il Presidente di Coldiretti Brescia, anche per il comparto delle carni rosse. “I segnali di chiusura d’annata – sono ancora considerazioni di Ettore Prandini – ci fanno ben sperare per il 2012â€?. L’anno pronto per essere consegnato agli archivi ha visto il mondo dell’agricoltura bresciano, Coldiretti in testa, dividere il suo tempo tra i campi e le piazze per rivendi-


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Â? Â?‘•–”ƒ Žǯ‡……‡ŽŽ‡Â?œƒ †‡ŽŽƒ œ‘‘–‡…Â?‹ƒ “Difendere la montagna ed i suoi prodotti di qualitĂ â€?: questo, nelle parole del presidente dell’Apa di Brescia Germano Pè, l’obbiettivo primario dalla Mostra provinciale delle bovine di razza bruna, in programma ad Edolo nel fine settimana del 12-13 novembre. L’evento rientra nel programma delle Giornate zootecniche ed è organizzato in collaborazione con Provincia di Brescia, ComunitĂ montana di Valle Camonica e e Comune di Edolo al Centro servizi

per l’agricoltura e la zootecnia di Edolo, in via Sora 1.“L’iniziativa è volta a valorizzare gli investimenti nella genetica degli allevatori bresciani – spiega il presidente Pè–. Imprenditori veri e concreti, che da anni, operando nell’ambito dello schema selettivo nazionale, hanno prodotto animali di ottima morfologia, longevi e con produzioni di elevata qualitĂ , che consentono al comparto zootecnico bresciano di rappresentare un polo d’eccellenza a livello nazionaleâ€?

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H OH EDWWDJOLH SHU LO ULFRQRVFLPHQWR GHOOD TXDOLWj care ragioni e principi basilari per il comparto. “Purtroppo il dato amaro arriva da un consumo eccessivo del suolo agricolo – afferma al riguardo il Presidente di Coldiretti – a vantaggio di opere di cementiďŹ cazione pubblica e privataâ€?. Un trend che Coldiretti e le altre associazioni di categoria hanno contestato in tutte le sedi ma che è proseguito con evidente danno per il mondo agricolo che, a differenza di quanto avviene all’estero non è stato

sufďŹ cientemente tutelato su questo versante dalle istituzioni e dalla politica. Non c’è in Italia, secondo Prandini, l’atteggiamento lungimirante di altri Paesi che hanno scommesso, anche sulla scorta di importanti studi di settore, sull’agricoltura come attivitĂ a cui afďŹ dare lo sviluppo nel futuro. Nonostante questa disattenzione il mondo agricolo, compreso quello bresciano, ha sostanzialmente retto alla crisi economica. “Per la verità –sono

ancora considerazioni del presidente Prandini – quella conosciuta dal comparto agricolo è stata ed è una crisi per certi versa diversa rispetto a quella che ha colpito altri settori dell’economiaâ€?. Ăˆ stata, innanzitutto, una crisi piĂš lunga e causata da ragioni ben precise. “Per anni – ricorda il leader di Coldiretti Brescia – le aziende agricole italiane, comprese quelle bresciane, si sono preoccupate della qualitĂ dei prodotti, disinteressando-

si poi della loro commercializzazione e della tutela degli stessiâ€?. La catena della commercializzazione è mancata e con essa sono stati vaniďŹ cati tanti sforzi. Per questo motivo Coldiretti e altre sigle hanno combattuto la battaglia per la ďŹ liera agroalimentare italiana che vede al centro proprio il tema della commercializzazione del prodotto dell’azienda, una delle vie maestre per affrontare e possibilmente superare la crisi ancora in corso.


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Il Quirinale è al lavoro per la soluzione immediata. Dopo l’esito parlamentare del Governo Berlusconi, tre cose sono certe. La prima è sulla stoffa della classe politica: oggi piĂš che mai serve il buon esempio, tanto piĂš se siamo di fronte a una ristrutturazione complessiva, quella che la crisi strutturale reclama all’Occidente avanzato. A nessuna categoria può oggi essere concesso di cercare furbescamente scorciatoie. Quel “bene comuneâ€? di cui si è tanto

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parlato qualche mese fa diventa cosĂŹ un riferimento saldo e necessario per tutti. Secondariamente, lo si deve ai giovani, perchĂŠ un grande Paese non può permettersi di rinunciare alla creativitĂ e alla naturale voglia d’impegnarsi dei suoi ventenni, dei suoi trentenni. Lo si è visto da ultimo a Genova, ma basta sentire il polso dell’associazionismo cattolico, quante sono le energie pulite, vivaci, forti, che reclamano semplicemente un quadro adeguato in cui spendersi. Ecco allora il

terzo punto. L’Italia unitaria e necessariamente anche federale non può rassegnarsi ad essere una posta del gioco tra le potenze europee, come era prima dell’unificazione. Ha qualcosa da dire e da far valere, in un quadro internazionale che è sempre piĂš complicato e competitivo. Gli italiani hanno voglia di lavorare e sanno come impegnarsi. Ăˆ questa la sostanza per affrontare la transizione del sistema politico che si disegna a partire da queste fibrillanti ore.

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lla fine, anche se pochi osservatori politici l’hanno evidenziato, è l’Europa la vera anima della politica italiana. Non solo perchĂŠ da Bruxelles è arrivato l’imperativo categorico a mettere mano definitivamente a quelle riforme strutturali piĂš e piĂš volte annunciate e puntalmente rinviate a data da destinarsi. PiĂš delle pressioni delle opposizioni e dei malumori interni alla maggioranza hanno alla fine potuto i diktat europei e i segnali inequivocabili giunti dalle Borse di mezzo mondo. Berlusconi alla fine è salito al Quirinale e ha annunciato al presidente Napolitano l’intenzione di dimettersi, non prima però di aver consegnato all’Europa ciò che l’Europa vuole: drastiche misure per rimettere in carreggiata il Paese e per renderlo credibile agli occhi dei suoi creditori. Il presidente del Consiglio preso atto che su un passaggio parlamentare dovuto come l’approvazione del rendiconto di esercizio 2010 la sua maggioranza granitica non era piĂš tale ha preso la decisione di gettare la spugna, non prima però di approvare il maxiemendamento alla legge di stabilitĂ (quella che sino allo scorso anno era nota con il nome di finanziaria) con tutte le misure richieste dall’Europa. Una mossa strategica: Berlusconi facendosi forza delle imposizioni europee cerca di barattare un’ampia convergenza

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di dimissioni, dopo averle invocate per mesi. Berlusconi, da parte sua, vincola il passaggio di consegne a un’ampia convergenza su temi e misure che avrebbero rischiato di frazionare ulteriormente un Parlamento giĂ ampiamente diviso. La matassa, ora, è nelle mani del presidente Napolitano. L’uscita da quella che a tutti gli effetti è una crisi di governo non pare facile. Da una parte, infatti, c’è l’esigenza di consegnare all’Europa e ai giudizi dei creditori l’immagine di un Paese capace di affrontare con senso di responsabilitĂ la crisi dell’Esecutivo. E queste sarebbero

ragioni che potrebbero far pensare a un Governo di unitĂ nazionale. Sull’altro piatto della bilancia è facile immaginare che Napolitano avverta la necessitĂ di non trasmettere l’immagine di un Paese pronto a mutare in Parlamento i responsi delle urne. Questa preoccupazione potrebbe portare il Capo dello Stato a cercare entro la maggioranza di centro destra la soluzione alla crisi in corso o a indire nuove elezioni. Soluzioni che, al di lĂ di quella scelta, saranno prese con un occhio volto al bene del Paese e l’altro ai giudizi dell’Europa o dei mercati internazionali.

$OWUR QR DOOD IHFRQGD]LRQH HWHURORJD Dopo il pronunciamento della Corte di giustizia europea a difesa dell’embrione umano, sottraendolo alla logica utilitaristica del commercio e dello scientismo manipolatore della vita, anche la Corte di Strasburgo (nella foto) sui diritti umani si è espressa con altrettanta chiarezza, sentenziando che “vietare la fecondazione eterologa non costituisce in alcun modo una violazione dei diritti dell’uomoâ€?. A provocare questo pronunciamento

della “Grand Chambreâ€? è stato il ricorso istruito da alcuni cittadini austriaci contro il proprio Paese, che – analogamente all’Italia – vieta la fecondazione artiďŹ ciale eterologa. Una prima sentenza, emessa il 1° aprile 2010, aveva l’istanza dei ricorrenti, ma la recente sentenza deďŹ nitiva, rovesciando completamente la precedente, afferma che il divieto di fecondazione eterologa (quella che utilizza un gamete non dei genitori, ma di una terza per-

sona) non è in contrasto con l’articolo 8 della Convenzione europea sui diritti umani, che sancisce il diritto al rispetto per la vita privata e familiare. Questa sentenza contesta “di fatto e di dirittoâ€? la donazione e l’utilizzo di ovuli e sperma non appartenenti alla coppia stessa. La sentenza potrebbe rappresentare un incoraggiamento per i legislatori nel divieto alla fecondazione eterologa, senza il timore di ledere alcun diritto civile della persona.

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dualistico di amministrazione e controllo con due diversi consigli che hanno congiuntamente delineato i rispettivi ambiti di competenza. Il processo che ha portato alla fusione ha preso il via giĂ nel dicembre del 2006 quando i consigli di amministrazione delle societĂ Aem e Asm approvano il piano industriale relativo al progetto di fusione. Ăˆ dei mesi di giugno e luglio del 2007 l’approvazione dei consigli comunali di Brescia e Milano.

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A2A è governata, come molti sanno, da un sistema duale. Di cosa si tratta? Di due consigli, di sorveglianza e di gestione, che si dividono le responsabilitĂ del gruppo. Il primo ha responsabilitĂ sul sistema di controllo interno, approva gli orientamenti strategici. Il secondo, quello di gestione, compie tutte le operazioni necessarie, utili o comunque opportune per il raggiungimento dell’oggetto sociale del gruppo.

Attuale presidente del consiglio di gestione di A2A è il milanese Giuliano Zuccoli, giĂ presidente di Aem al momento della fusione con Asm. Il bresciano Graziano Tarantini (nella foto) è, invece, il presidente del consiglio di sorveglianza. Tocca al consiglio di gestione, su indicazione di quello di sorveglianza nominare sino a due direttori generali che attualmente sono Renato Ravanelli per l’area corporate e mercato e Paolo Rossetti per l’area tecnico-operativa.

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on pare esserci possibilitĂ di appello nel giudizio che il Pd cittadino ha espresso su A2A, la multiutility nata dalla fusione tra la bresciana Asm e la milanese Aem. Non è stato, quello espresso dal capogruppo in Loggia Emilio Del Bono, da Aldo Rebecchi e Fabio Capra, tanto un giudizio sulla politica (“anche se alcune scelte – ha affermato Del Bono – sono nate dalla condivisione Pdl/Legaâ€?), quanto sulla gestione complessiva dell’azienda che continua a essere patrimonio della cittĂ di Brescia. La bocciatura della governance di A2A da parte del Pd si basa sui numeri. “Dal 2008 a oggi – è il primo dato snocciolato da Del Bono – il valore delle azioni della multiutility è sceso del 71%â€?. Non hanno nascosto, i consiglieri del Pd, la stagione di crisi globale che ha colpito indistintamente il settore. “C’è però una bella differenza – ha continuato Del Bono – tra le perdite patite da A2A e quelle dei suoi principali competitors nazionali. Evidentemente la multiutility bresciano-milanese mostra segnali di grande debolezzaâ€?. Altra nota stonata che contribuisce ad alimentare il pesante giudizio negativo del Pd su A2A e sui suoi organi di gestione e di sorveglianza (frutto della sistema duale pensato al momento della fusione per non scontentare nĂŠ Brescia nĂŠ Milano) è quella relativa agli oneri

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ra considerazioni di Del Bono – che è costata ad A2A 440 milioni di euro e i cui esiti oggi sono incertiâ€?. Operazioni come quella ricordata hanno fatto salire l’indebitamento della multiutility dai 3 miliardi di euro del 2008 ai 3,9 dello scorso anno. Sono invece calati gli investimenti industriali, passati dai 690 milioni che Asm e Aem avevano realizzato nel 2008 ai 460 dello scorso anno. Altri numeri che il Pd ha portato a sostegno della “condanna senza appelloâ€? sono quelli relativi all’aumento del personale passato dagli 8800 dipendenti del 2008 ai 12mila e passa del 2010 e quelli sui top manager saliti da 496 (2008) a 595 (2010) “assunzioni – ha affermato Del Bono – che non trovano giustificazione nell’andamento aziendaleâ€?. Dinanzi a una situazione che si caratterizza per l’assenza di un preciso disegno industriale e in vista dei prossimi rinnovi dei suoi vertici il Pd intende presentare una mozione per la convocazione di un consiglio comunale straordimario su A2A “perchĂŠ – ha spiegato Del Bono – la cittĂ , azionista di riferimento, faccia conoscere agli amministratori della stessa i propri intendimenti, colmando un vuoto di indirizzo che negli anni ha creato una situazione pesanteâ€?. Nel mirino del Pd anche la strategia di A2A e il consiglio di avviare con Lineagroup un dialogo per la creazione di una multiutility del nord prima di pensare a scenari europei.

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L’Ucid, (Unione cristiana imprenditori e dirigenti) provinciale di Brescia promuove per sabato 12 novembre l’incontro “Fare impresa: una responsabilitĂ afďŹ dataâ€?. Il tema sarĂ affrontato da mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la pastorale della cultura. Il teologo ha recentemente preso posizione in un confronto mediatico col noto ďŹ losofo Emanuele Severino, ricordando

Sono ripartiti a Brescia i corsi “Trasportaci sicuriâ€? organizzati dall’Aci e dall’Automobile Club di Brescia con la collaborazione delle strutture sanitarie “Istituto ospedaliero Fondazione Poliambulanzaâ€? e “Azienda ospedaliera Spedali Civili di Bresciaâ€?. Operatori dell’Aci fanno conoscere alle future mamme e papĂ l’importanza dell’uso dei seggiolini e delle cinture di sicurezza nel trasportare i bambini in

il ruolo positivo esercitato da tanti imprenditori bresciani nel dopoguerra. Ăˆ cosĂŹ anche oggi? Ăˆ questa la domanda a cui si cercherĂ una risposta nel corso dell’incontro che si terrĂ al Centro pastorale Paolo VI in via Gezio Calini, 30 a Brescia, a partire dalle 17. L’incontro promosso dall’Ucid si chiuderĂ con la celebrazione della Santa Messa a cui farĂ seguito un momento conviviale. Per informazioni fabio.lavini@a2a.eu

macchina per un viaggio o per un breve tragitto. Sono proprio le strade delle aree urbane quelle piĂš a rischio. Da una ricerca dell’Aci nell’ambito della campagna “Trasportaci sicuriâ€? finalizzata alla sensibilizzazione dei genitori sull’importanza dei dispositivi di sicurezza è emerso che il 62,2% dei bambini viaggia in auto senza il seggiolino, mentre l’88% degli adulti utilizza regolarmente la cintura di sicurezza.

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,VUDHOH VWD VFKHU]DQGR FRQ LO IXRFR Anche se noi italiani siamo soffocati dalle macerie provocate dalla crisi economica e dalla caduta dell’impero, la situazione nel Medio Oriente è in una fase di grande ďŹ brillazione e potrebbe riservare al mondo sorprese ben piĂš tragiche dei titoli tossici. La profonda crisi del regime siriano e l’avanzare della primavera araba, con tutte le incertezze del caso, offrono ai governanti israeliani la sensazione di vivere un momento favorevole per alzare il tiro nella direzione che è da tempo nel loro mirino: l’Iran. Il capo dello Stato israeliano, il ‘moderato’ Shimon Peres, giĂ premio Nobel per la pace, venerdĂŹ 4 novembre intervistato da una televisione privata del suo Paese ha detto: “L’opzione militare nei confronti dell’Iran, da parte di Israele e di altri Paesi, sembra avvicinarsi. I servizi di sicurezza di tutti i Paesi hanno compreso che il tempo stringe e di conseguenza hanno avvertito i rispettivi dirigenti. L’Iran si avvicina alle armi nucleari. Nel tempo che resta dobbiamo esigere dai Paesi del mondo di agire, e dire loro che devono rispettare gli impegni che hanno assunto, e far fronte alle loro responsabilitĂ : sia che si

tratti di sanzioni severe sia che si tratti di un’operazione militareâ€?. Tutti sanno che da tempo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu vuole attaccare i siti iraniani sospettati di preparare appunto la bomba atomica. Non ha ancora la maggioranza del Governo dalla sua parte, ma molti ministri la pensano come lui. Sono invece molto perplessi i militari, preoccupati per la difďŹ coltĂ di colpire obiettivi protetti da veri e propri bunker, per cui temono che l’attacco non

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raggiunga lo scopo voluto e scateni in quell’area un conitto dagli esiti imprevedibili. Nel frattempo lunedÏ 31 ottobre con una larga maggioranza di 107 favorevoli (52 astenuti e 14 contrari) a Parigi l’Unesco, l’organizzazione Onu per l’educazione, la scienza e la cultura, ha ammesso tra i suoi membri la Palestina. Favorevole la parte del mondo che cresce: Cina, India, Brasile, Sudafrica, oltre alla Russia, alla Francia e a tutti i Paesi arabi; contrari Stati Uniti e Canada. L’Italia

si è pilatescamente astenuta. Il voto all’Unesco è solo l’inizio, il preludio di uno scontro piĂš duro e importante che si svolgerĂ entro novembre al palazzo di Vetro di New York. Il Consiglio di sicurezza dovrĂ decidere se accettare la richiesta di adesione presentata il 23 settembre da Abu Mazen, il presidente dell’AutoritĂ palestinese (la Palestina di Cisgiordania, diversa da quella di Gaza governata da Hamas). La richiesta sarĂ respinta per il veto degli Usa, ma il problema

resterĂ a turbare la pace in Medio Oriente. Al voto dell’Unesco Israele (una “tragediaâ€? per i governanti) e Stati Uniti hanno risposto con le ritorsioni. Obama, come tutti i suoi predecessori è dalla parte di Israele a prescindere, non per considerazioni etiche o politiche, ma semplicemente perchĂŠ negli Usa ci sono sei milioni di elettori ebrei e molti di loro sono potenti. Fino a quando durerĂ ? L’Onu nella risoluzione del 1948 prevedeva la nascita dello Stato di Israele insieme con quello della Palestina, ma quest’ultimo è rimasto ďŹ nora sulla carta. Gli arabi hanno grandissime responsabilitĂ in proposito. Tuttavia oggi la situazione è cambiata e l’erezione dei muri o il ricorso alle armi sono segni di debolezza che non favoriscono nemmeno Israele (il Paese è stato nelle scorse settimane teatro di una forte protesta sociale di chi si ribella alle conseguenze della crisi economica mondiale, ma anche al perpetuarsi di spese enormi per la difesa). La fuga in avanti contro l’Iran è una pessima idea non solo dal punto di vista etico, ma anche sul piano politico e e militare. DiventarĂ una folle avventura?


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Può l’unitĂ pastorale passare anche dal web? A Bornato, Calino, Cazzago e Pedrocca sembra proprio di sĂŹ. L’azione concreta sul territorio dei parroci e dei fedeli rimane certo fondamentale nel lavoro coordinato da don Paolo Salvadori, parroco di Calino. Ma anche internet sta giocando la propria parte per consentire – dal basso – lo scambio di pratiche, testimonianze e la contaminazione di esperienze attorno al tema dell’unitĂ pastorale, centrale nell’azione di educazione

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e formazione cristiana anche in Franciacorta. “Animaâ€? di questa svolta tecnologica, che unisce e non divide i quattro borghi che compongono Cazzago San Martino, è il parroco di Bornato, don Andrea Ferrari, che è anche il curatore del sito della diocesi. Don Andrea, forte delle sue competenze e passioni, ha coordinato diversi siti molto partecipati: dalla Pieve di San Bartolomeo fino alla parrocchia di Bornato, passando da quella di Calino. Informazioni pastorali,

eventi, riflessioni comunitarie sul valore della Parola offerte ai tanti – specie giovani – che ormai utilizzano il web non solo per passatempo e lavoro ma pure come forma di informazione e crescita personale. L’unità pastorale, formato 2.0, non dimentica quindi la centralità delle persone nel messaggio cristiano, ma aggiunge forme – e sostanze – al proprio incedere all’interno delle comunità . A Bornato tanto quanto a Calino, Cazzago e Pedrocca.

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a presentazione del nuovo servizio di audio e video guide per conoscere a fondo la Pieve di San Bartolomeo, a Bornato è stata anche l’occasione per raccogliere un giro di pareri dai parroci delle quattro comunitĂ di fedeli che vivono nel territorio di Cazzago San Martino: Bornato, Calino, Cazzago e la Pedrocca. Le quattro realtĂ hanno avviato un percorso di unitĂ pastorale, coordinato dal parroco di Calino, don Paolo Salvadori: “La comunità è in cammino per un altro anno pastorale che ci vede impegnati nella ricerca di GesĂš, del suo volto, del suo incontro. Si può dire che tutte le nostre comunitĂ sono in cammino. Consapevoli e fermi, perchĂŠ insieme è meglio. La costruzione dell’unitĂ fra Bornato, Cazzago, Calino e Pedrocca è possibile, ma solo se prima riusciamo ad essere comunitĂ al nostro internoâ€?. Per don Andrea Ferrari, parroco di Bornato, “si tratta di un percorso lungo, non nato da imposizioni dall’alto, ma di una pratica positiva che si sta consolidando con il tempo. L’obiettivo resta quello di essere Chiesa in ogni dove, capaci di affrontare sfide nuove senza perdere i valori fondamentali del nostro essere cristiani. Per questo ben vengano i contatti che abbiamo stabilito fra noi parroci, i percorsi unitari e le formazioni comuni, specie per quanto riguarda i piĂš giovani. Certo, ci vuole

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nelle diverse chiese: non solo e non tanto per questioni di mera necessitĂ , quanto per cementare ulteriormente nei fatti il cammino di unitĂ pastoraleâ€?. Su una linea analoga anche don Luigi Venni, parroco di Cazzago: “L’unitĂ pastorale ha subito un’accelerazione con l’arrivo di don Paolo Salvadori, ma giĂ dal 2003 – con don Dario Pedretti avevamo intrapreso questa strada. Non c’è ancora un timbro ufficiale complessivo sull’unitĂ pastorale, ma dal basso e nella concretezza di ogni giorno la semina è buona. Sono numerose le iniziative comuni che abbiamo giĂ messo in campo. Ne cito

alcune: la Gmg di Madrid curata collettivamente da don Paolo Salvadori, oppure quella degli ammalati. I risultati piĂš concreti arrivano con i piĂš giovani, con i percorsi di formazione per giovani, pre-adolescenti e adolescenti, oppure con l’iniziazione dei fanciulli e dei loro genitori. Qualche passaggio in piĂš va fatto con il resto della comunitĂ dei fedeli: il discorso dell’unitĂ pastorale è passato, ma in quest’angolo di Franciacorta il senso d’appartenenza alla propria comunità è molto forte. Abbiamo giĂ fatto molta strada – chiude don Venni –, ma altra resta sicuramente da fareâ€?.

:DOWHU 0RQWLQL H O¡LPSHJQR LQ SROLWLFD “Desidero che questa stagione contribuisca a far sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorniâ€?. Questa esortazione del card. Angelo Bagnasco è solo un esempio dei tanti inviti lanciati al lai-

cato cattolico. Nel variegato mondo cattolico si registrano numerose iniziative culturali e prepolitiche che indicano un fermento interessante. In un Paese bloccato, si sente il bisogno di personalitĂ in grado di risvegliare la passione per il futuro. Sono parecchi gli uomini e le donne espressione delle comunitĂ ecclesiali idonei per un impegno. Ma non si vede come e dove potrebbero impegnarsi. Sono questi gli argomenti al

centro dell’incontro, aperto a tutti, organizzato dal Centro iniziative di cultura politica Alcide De Gasperi di Castegnato. L’iniziativa programmata per lunedĂŹ 14 novembre alle 20.30 al Centro civico di via Marconi 2 avrĂ come relatore il dott. Walter Montini, giĂ senatore della Dc e attuale capo di Gabinetto del Sindaco di Cremona. Il titolo della serata, introdotta da Tino Bino, è “LaicitĂ e impegno del cristiano in politicaâ€?.

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“Corriereâ€? perchĂŠ non sopportava l’idea che uscisse un “ritratto a tinte fosche degli istituti cattoliciâ€?. “L’articolo della Baresani – spiega la Menni – sottolineava gli aspetti negativi. Non posso pensare che un singolo episodio induca a esprimere un giudizio di valore a 360°â€?. Anche perchĂŠ la vicenda andrebbe contestualizzata: il riferimento della Baresani (il divieto imposto dalle suore Orsoline di scrivere con la mano sinistra) è relativo al 1967. In quegli anni erano poche le scuole

italiane “aperteâ€? alla scrittura con la mano sinistra. La direttrice non accetta i termini utilizzati “chiusaâ€? e “provincialeâ€?, basterebbe fare due passi all’Istituto per cogliere una realtĂ importante che sperimenta a teatro e con la seconda lingua e che accoglie molti cittadini stranieri. Una scuola dai numeri importanti (310 nella primaria, 150 nella scuola dell’infanzia, 160 nella secondaria di primo grado e un centinaio al liceo) dove vengono valorizzate le eccellenze, ma si fa

anche attenzione ai soggetti piĂš fragili. L’articolo ha provocato anche degli effetti positivi: le tante e-mail di affetto degli ex alunni che sono arrivate alla Menni. Forse la risposta piĂš bella è in quei genitori che, magari inizialmente difďŹ denti, accompagnano i loro ďŹ gli in una scuola paritaria e poi sono pronti a sottoscrivere l’alto valore educativo delle scuole cattoliche. “La nostra scuola – conclude la direttrice – è e resta aperta. Chi vuole può venire a vederlaâ€?.

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l Comune di Brescia, in considerazione della presenza di importanti attivitĂ produttive e di strade ad intenso traffico veicolare nell’area di San Polo, aveva richiesto all’Asl cittadina di effettuare alcune valutazioni sui possibili effetti sulla salute. L’analisi dei dati di mortalitĂ per grandi gruppi di cause e per alcune cause specifiche nel periodo 2004-08, ha mostrato un eccesso di morti per malattie respiratorie non tumorali tra i residenti a San Polo. L’aria che si respira a San Polo è diversa, in peggio, di quella che avvolge gli abitanti della rimanente parte della cittĂ . Lo dice un’indagine condotta dall’Asl cittadina, presentata da Carmelo Scarcella, Francesco Vassallo e Francesco Donato, rispettivamente direttore generale, sanitario e del Servizio epidemiologico dell’Asl di Brescia. “Dopo le note vicende dell’area Caffaro, l’Asl si è attivata per valutare le condizioni di salute di San Polo per la presenza di altri fattori di rischio – ha detto Carmelo Scarcella – quali le industre del territorio e il traffico insistente sullo stesso. L’indagine, costata circa 120mila euro, ha tenuto conto tanto della mortalitĂ nel periodo 2004-

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ritenuto valido e l’analisi dei dati ha confermato che, per una percentuale variabile tra il 20 e il 30%, vi è una maggiore frequenza di malattie respiratorie a San Polo. “Ma l’Asl ha voluto essere ancora piĂš precisa – ha proseguito Scarcella – e con la suddivisione del quartiere in sei sottoaree, ha identificato in quali vi sia una maggiore incidenza di un disturbo piuttosto che un altro, anche superiore al 200%, indicando che il territorio non è interessato in modo uniforme dai fattori di rischioâ€?. Ore si tratta di proseguire con ulteriori approfondimenti e l’Asl si sta muovendo in questa direzione. “Le prossime tappe riguardano l’analisi della prescrizione di farmaci antibiotici, cosĂŹ come l’aggiornamento della situazione ricoveri – ha aggiunto Scarcella – non solo per quanto concernente San Polo, ma con l’estensione all’intera cittĂ â€?.

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, JLRYDQL DOO¡DXWRGURPR SHU OD JXLGD VLFXUD L’autodromo di Franciacorta è stato teatro del progetto “Premiare l’eccellenzaâ€?, un’iniziativa di educazione e formazione alla guida sicura, indetta dall’Ufficio scolastico regionale, in collaborazione con l’assessorato alla Pubblica istruzione della Provincia di Brescia, il 118, la Scuola guida sicura dell’autodromo stesso, la concessionaria Bmw Nanni Nember e l’Aci cittadino. Cento ragazzi di 12 istituti superiori della provincia, selezionati in base alla somma dei crediti acquisiti nelle classi terze e quarte degli ultimi due anni, hanno potuto cimentarsi, sotto la guida degli istruttori dell’autodromo, in una serie di prove. La concessionaria Nanni Nember ha messo a disposizione 15 Mini e i giovani hanno eseguito una serie di esercizi: dalla posizione di guida allo slalom tra i birilli, dalle frenate di emergenza su fondo asciutto e bagnato alle stesse senza Abs, dalla simulazione di un improvviso ostacolo al controllo di una sbandata al solo fine di impadronirsi delle conoscenze che, molto spesso, possono salvare una vita. “Quando piĂš soggetti si uniscono per fini educativi è segno che vi è una volontĂ comune indirizzata verso il meglio – ha detto l’assessore all’Istruzione provinciale Aristide Peli (nella foto) – e il nostro impegno non si limita alle infrastrutture, ma ad affiancare iniziative come questa che tendono a formare il futuro automobilista, rendendolo consapevole dei limiti comportamentali che la strada impone di non superareâ€?. “Solo la logistica ha obbligato ad accettare 100 ragazzi – ha detto la re-

ferente provinciale dell’Usr per la sicurezza stradale Luciana Pasini – perchÊ abbiamo dovuto negare l’accesso ad altri istituti e ad altre centinaia di ragazzi, il che significa che l’iniziativa ha colto nel segno. Rimane da augurarsi che questa esperienza, unica in Lombardia per i promotori coinvolti – ha concluso Luciana Pasini – possa essere la prima di una serie che vorremmo istituzionalizzata�. (fr.a.)

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alla Presidenza del consiglio con delega alle politiche per la famiglia). Modera l’incontro Massimo Gandolfini, presidente dei Medici cattolici della Lombardia. In apertura del convegno, in programma presso l’auditorium San Barbaba, intervengono Gianni e Cristina Archetti, presidenti dell’Associazione famiglie numerose cattoliche. Per informazioni, www. famiglienumerosecattoliche.it.

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Le dimissioni di Achille Farina da capogruppo del Pdl a Palazzo Loggia non sono state indolori per la maggioranza ed evidenziano la presenza di un dibattito interno abbastanza teso. Resta da vedere se la soluzione, appoggiata e richiesta dal sindaco Paroli, sia solo un modo per mettere a tacere i malpancisti all’interno del partito o sia anche un tentativo, come auspicato dalle opposizioni, di cambio di passo della maggioranza.

L’Ucid provinciale di Brescia, dopo l’assembla di settembre in cui ha messo a tema il ruolo degli associati in un periodo di crisi, si interroga su “Fare impresa: una responsabilitĂ afďŹ dataâ€?. Interviene mons. Giacomo Canobbio. L’incontro si tiene sabato 12 novembre, con inizio alle 17, presso il Centro pastorale Paolo VI, in via Gezio Calini 30 a Brescia. Al termine verrĂ celebrata la Messa prefestiva e ci si potrĂ trattenere per una cena conviviale (indispensabile prenotazione a fabio.lavini@a2a.eu).

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l progetto (in fase di costruzione) è la realizzazione di una casa della musica per bambini, ragazzi e adulti disabili, il sogno è quello (un giorno) di formare una orchestra dove gli strumentisti sono gli stessi alunni portatori di handicap. A Brescia, nella parrocchia cittadina di S. Maria della Vittoria, è nata l’Accademia musicale Francesco Soldano-Scuola Gaetano Bonoris. Alla presenza del vescovo Monari è stata presentata l’Accademia, la cui nascita è stata resa possibile grazie al sostegno di diversi attori ed enti: la Fondazione Gaetano Bonoris, la Caritas, l’Odal, la Fondazione Cariplo, solo per citarne alcuni. In particolare è stato riconosciuto come progetto emblematico della Fondazione Bonoris, una delle sei fondazioni amministrate dal Sodalizio dei Confratelli della Congrega della caritĂ apostolica, realtĂ da sempre attenta ai bisogni del territorio e che ha contribuito in maniera significativa all’allestimento della Casa. L’obiettivo è quello di sviluppare un autonomo centro di terapia musicale orchestrale a Brescia. Il centro rivolgerĂ le proprie attivitĂ a bambini, ragazzi e adulti con ritardo mentale o malattie genetiche e disabili. Da anni l’Associazione Soldano con il suo direttore artistico, il maestro Daniele Alberti, lavora a stretto contatto con il mondo del disagio (basta pensare all’iniziativa “La musica e il disagioâ€?

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siderato un piccolo Conservatorio. La formazione dei professionisti – otto fra giovani musicisti e psicologi – è giĂ iniziata lo scorso presso la sede di Milano di “Esagrammaâ€?. Attraverso i cicli terapeutici realizzati da Esagramma può nascere una collaborazione con la rete di associazioni e strutture bresciane giĂ attive nell’ambito della disabilitĂ . La terapia dura tre anni, ma chi dimostra voglia e talento può decidere di continuare a studiare da solo gli strumenti. Concretamente ci sono ancora alcuni passaggi da fare per attrezzare lo spazio che supera i 200 metri quadrati; nel giro di quattro/ cinque anni l’Accademia dovrebbe essere a regime ovvero in grado di avviare alla pratica musicale circa 150 musicisti. Serve anche il sostegno di quanti vogliono con la loro generositĂ offrire un contributo per coprire i costi (alti) dell’acquisto degli strumenti. A fianco della struttura c’è la possibilitĂ di usufruire di un servizio mensa per andare incontro alle esigenze di quelle famiglie che vengono da lontano (il bacino di utenza comprende le province di Cremona e Mantova). Tecnicamente la Scuola, per sostenere il costo della strumentazione e della formazione dei docenti, dovrebbe costare 1.200 euro annui ad alunno, ma si pensa all’ausilio di borse di studio per non gravare sulle famiglie. La musica può essere davvero uno strumento per valorizzare la diversitĂ .

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propone alcuni momenti conviviali e di socializzazione vissuti sia all’interno del centro, sia durante le gite. “Descrivere questa realtĂ dall’esterno – ha spiegato Marcello Zane – ha permesso di non scivolare nel pietismo e nell’autocelebrazione, ma di raccontare un percorso di accoglienza, costruzione e ricostruzione della persona svolto con straordinaria dinamicitĂ dal centro, che nei decenni ha saputo adattarsi ai mutamenti socialiâ€?. L’autore si è avvalso della preziosa

collaborazione dei volontari del Cebs, che da anni svolgono servizio all’interno della struttura e hanno portato la propria esperienza diretta; inoltre, l’analisi dei documenti conservati nell’archivio del centro ha permesso di risalire alle fasi costitutive dell’associazione e alle decisioni prese nel corso degli anni in termini di progettazione. “L’idea – ha proseguito Zane – non è stata quella di raccontare singole storie personali, ma di ricostruire dinamicamente un

passato che servirĂ per progettare il futuro, aderendo come sempre a valori forti, trasformandoli in opere concreteâ€?. “Il libro – ha sottolineato la presidente Doralice Vivetti – nasce per far conoscere una delle tante esperienze positive che esistono nella nostra cittĂ e dare un messaggio di speranza a tutti coloro che soffronoâ€?. Il volume è disponibile presso il Cebs (via Donatello, 105) dal lunedĂŹ al venerdĂŹ, dalle 9.30 alle 12. Per informazioni 0302301290. (a.g.)

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al 1984 sino ad oggi, il Centro bresciano di solidarietĂ ha inserito in percorsi terapeutici 760 giovani tossicodipendenti, dei quali 440 hanno portato a termine con successo il loro programma di riabilitazione. Numeri che non stupiscono se si pensa all’entitĂ del fenomeno dell’utilizzo di sostanze stupefacenti, esploso negli anni Settanta/Ottanta e ancor oggi di stretta attualitĂ . Nato a Brescia nel settembre del 1984 grazie al sostegno dell’allora Ussl 41, il centro si ispirava al “Progetto Uomoâ€? che don Mario Picchi aveva messo in pratica all’interno del Centro italiano di solidarietĂ . L’idea che sottostava a questo approccio poneva al centro la singola persona che, accolta in centri di accoglienza o comunitĂ residenziali, aveva la possibilitĂ di svolgere un cammino di crescita personale, affiancato da strumenti psicopedagogici, professionisti e soprattutto dalla famiglia di origine. “Il Cebs è oggi una co-

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di piĂš droghe diverse, ma soprattutto l’utilizzo di alcool da parte dei piĂš giovani è indice di uno stile di vita preoccupanteâ€?. Oggi i posti accreditati all’interno della struttura sono 29, di cui 22 in regime residenziale presso la comunitĂ terapeutica e sette in un modulo abitativo autonomo. I soggetti che hanno accesso all’appartamento sono coloro che hanno seguito il percorso di recupero in comunitĂ ; per garantire una continuitĂ nell’assistenza e un percorso graduale di emancipazione dalla struttura, nel 2005 è stato attivato il progetto “Un ponte verso l’autonomiaâ€?, che permette di risiedere per un periodo di sei mesi, rinnovabile, nella struttura autonoma adiacente alla comunitĂ , dotata di un ingresso indipendente; requisito per l’accesso un lavoro esterno. Il Cebs si muove in direzione della prevenzione, fornendo un servizio psicologico-psicoterapeutico a supporto di persone che vivono disagi connessi con la crescita, uno di consulenza e trattamento

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delle incomprensioni o tensioni familiari, con l’intento di individuare possibili comportamenti di dipendenza o in generale di sofferenza. Il gruppo famiglia, gestito dai volontari, nasce sul principio dell’auto-aiuto. “L’imminente riforma sanitaria sposterĂ il baricentro delle proposte dall’offerta alla domanda, riconoscendo a paritĂ di patologie bisogni diversi – anticipa la dott.ssa Calvi – ma siamo certi che il Cebs saprĂ affrontare al meglio anche l’ennesima sfidaâ€?.

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ƒÂ?‡”„‹‘ ‡…—’‡”ƒ–ƒ Žǯ‹Â?Â?ƒ‰‹Â?‡ †‡ŽŽƒ ƒ†‘Â?Â?ƒ …‘Â? ‹Ž ƒÂ?„‹Â?‘ Al centro di un altare architettonicamente ricco e maestoso è posto un affresco, rafďŹ gurante la Madonna con il Bambino. Ăˆ il dipinto della Madonna della Neve. La venerata immagine è stata l’oggetto di un’opera di restauro caratterizzata dal consolidamento di intonaci e colori, da stuccature di piccole lacune, dal ritocco di colori per ridare lucentezza al dipinto senza alterare la semplicitĂ e la bellezza del dipinto. L’immagine in realtà è il

risultato di due interventi pittorici eseguiti a distanza di tre secoli l’uno dall’altro: il primo quattrocentesco, del quale vennero mantenuti soltanto i visi della Madre e del Figlio, mentre il fondo e i panneggi vennero ridipinti secondo il gusto settecentesco, quando l’affresco venne collocato nell’altare attuale. In origine il dipinto era posizionato nell’atrio dell’antica pieve. Quando questa venne demolita, rimase nell’attiguo cimitero ďŹ no al 1741, quando trovò la sua collocazione

deďŹ nitiva nel secondo altare di sinistra della parrocchiale. I visi della Vergine e del Bambino ora piĂš che mai risaltano all’interno di un complesso scultoreo di quattro colonne di marmo rosso, culminanti con una corona semicircolare sovrastata da un timpano ornato di putti. A contribuire alla sontuositĂ dell’altare contribuisce un ricco drappeggio di marmo scolpito, mentre il timpano è sorretto da cherubini. La policromia dei marmi e delle decorazioni dĂ una luce

particolare all’altare e all’immagine della Madonna contornata da nicchie contenenti le reliquie dei Santi Lorenzo e Costanzo, patroni della comunità , Caterina d’Alessandria e Vincenzo Ferreri. Con il restauro eseguito si rinnova la devozione per un dipinto che conserva un alone miracoloso come narrano le vicende del Settecento quando, nell’atto di trasportare l’affresco nella parrocchiale, un pezzo di muro cadde, ma l’immagine non venne lesionata. (e.u.)

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a scuola primaria paritaria “Maddalena di Canossaâ€? di Pontevico è gestita in totale autonomia dalla parrocchia. L’abate-parroco mons. Antonio Tomasoni ha delegato la direzione al prof. Savio Ardiccio, dirigente scolastico in pensione, che coordina l’attivitĂ in linea con le disposizioni ministeriali. Il 12 settembre il nuovo periodo didattico è stato avviato con gli alunni accolti dal personale docente che ha avuto particolari attenzioni per gli allievi al loro primo anno, provenienti da istituti per l’infanzia del paese e del circondario. E per fare in modo che ognuno si potesse riambientare al clima scolastico il prestigiatore Plin Plin (nome d’arte) è stato invitato a tenere un intrattenimento per illustrare il tema conduttore del nuovo anno: l’acqua elemento naturale indispensabile al genere umano. Domenica 27 novembre è previsto un programma di “scuola apertaâ€? dalle ore 10 a mezzogiorno per far visitare gli ambienti e dimostrare come funziona l’istituzione aperta nei giorni di lezione dal mattino fino al tardo pomeriggio per favorire le famiglie di genitori occupati nel lavoro. La scuola è inserita nel centro parrocchiale San Luigi, nel quale si trovano la direzione, le aule per lezioni teoriche, i laboratori di musica e di educazione all’immagine, le aule degli insegnanti e dell’informati-

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possibilitĂ di pranzare nelle proprie abitazioni. Il centro parrocchiale, inoltre, mette a disposizione ogni anno il teatro per le rappresentazioni che gli alunni preparano come lavoro finale del progetto di drammatizzazione. Questa è la scuola paritaria frequentata da un centinaio d’allievi distribuiti nelle cinque classi i quali abitano in paese, a Pontevico, e nei centri vicini di Alfianello e Robecco d’Oglio, nel Cremonese. Della segreteria, pronta ad aprire le preiscrizioni per ragazzi che il prossimo anno frequenteranno il primo anno, si occupa Luca Baronio, esperto di musica, maestro di cappella per titoli conseguiti in conservatorio, in rapporto diretto con il Vaticano dov’è stato chiamato in particolari occasioni dell’anno. Ha avuto l’opportunitĂ di far partecipare in piazza San Pietro a una celebrazione di papa Benedetto XVI, il coro parrocchiale al quale dedica buona parte del suo tempo libero. Ed è cosĂŹ che anche la musica trova spazio nei programmi dell’istituzione radicata nella comunitĂ da antica data che le Madri Canossiane hanno fondato consegnandola alla parrocchia quando sono state ritirate dalla congregazione per la carenza di vocazioni. La parrocchia ha raccolto l’ereditĂ e proseguito l’attivitĂ sostenuta anche da persone consapevoli del valore sociale dell’istituzione.

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Enrica Agosti – e di Gocce di SolidarietĂ , associazione di sostegno alle fragilitĂ che si sviluppa nel territorio a sostegno delle famiglie. Collaborano all’iniziativa genitori e nonni che contribuiscono alla raccolta di mele cotogne da conferire all’impresa Andrini di Gottolengo (rappresentata da Andrea Pedò) che produce marmellate tra le quali la “cotognataâ€?. “Il frutto è sempre piĂš raro negli orti delle

famiglie che, in poche, ancora li coltivanoâ€? commenta la dirigente scolastica Lucia Maria Ferraboschi che ha presentato l’iniziativa nell’auditorium delle elementare di Manerbio. “Insieme coltiviamo il mondoâ€? è conseguenza del programma “Orto in condottaâ€? esperienza avviata anche grazie alla disponibilitĂ dell’assessorato all’istruzione del Comune di Manerbio, delega a Cristina Cavallini, che l’ha sostenuto

nella continuitĂ del principio: “le persone che ci hanno lasciato ci hanno insegnato a prenderci cura degli altri. Noi continuiamo a farlo anche per loroâ€?. Gli alunni delle scuole hanno rivolto l’invito a genitori, nonni e nonne, cugini e fratelli che coltivano l’orto a mettere a dimora queste piante il cui frutto è utile all’industria conserviera che produce la â€?cotognataâ€? servita in tavola con i bolliti in particolare nella stagione autunnale. (f.pio)

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ono 115 gli editori indipendenti che dall’11 al 13 novembre saranno a Chiari, in Villa Mazzotti, sede storica della manifestazione, per la 9ÂŞ edizione della Rassegna della Microeditoria, organizzata dall’Amministrazione comunale e dall’associazione culturale l’Impronta. Edizione questa che sviluppa il tema “Articolo 1: valori di Cartaâ€? parlando di Costituzione, di lavoro e di nuovi modi di accostarsi ai libri. Edizione che rende omaggio a Mino Martinazzoli, recentemente scomparso. L’accostamento non è azzardato, perchĂŠ Martinazzoli infatti, durante la sua carriera, scelse di pubblicare i suoi scritti con piccoli editori come nello spirito della microeditoria. Alla sua figura di statista e uomo di cultura è dedicato il convegno di domenica pomeriggio con Cesare Trebeschi, giĂ sindaco di Brescia e Annachiara Valle, direttore di “Madreâ€? e giornalista di “Famiglia Cristianaâ€?. Questo è solo uno degli eventi del fitto calendario della tre giorni clarense dedicata a libri, lettori ed editori. A inaugurare la rassegna, venerdĂŹ 11 alle 20.30, è la scrittrice Dacia Maraini, che per l’occasione, parla della politica e partigiana Tina Anselmi, dialogando con Anna Vinci, autrice di un libro dedicato alla nota politica e al suo impegno contro la P2. Sabato 12 alle 10 è la volta di Gherardo Colombo, ex magistrato che parla

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tare il primo turista spaziale italiano ed europeo, ma soprattutto il primo dj al mondo a effettuare una trasmissione radiofonica dallo spazio. Ancora sabato Vincenzo Venuto, biologo e conduttore della trasmissione televisiva “Missione Naturaâ€? di La7, presenta un libro per avvicinare i piĂš piccoli al tema dell’ecologia. Claudia De Lillo, giornalista finanziaria, affronta il tema delle donne e del lavoro. Lavoro che è anche tra i temi principali degli appuntamenti di domenica. Stefano Boeri, assessore a Cultura, Expo, Moda e design del Comune di Milano e l’architetto Gianni Scudo, curatore della rivista “Progetto Sostenibileâ€?, riflettono sul tema“Urbanistica come strumento e condizione di democraziaâ€? in vista dell’Expo2015. Sempre domenica la tavola rotonda “Quale lavoro per il nostro futuro? Come fermare la fuga dei talenti?â€? intervengono i rappresentanti bresciani di Confindustria (Roberto Zini, vicepresidente Aib), Cgil (Damiano Galletti, segretario Cgil Brescia), Cna (Tobia Rizzini, direttore Cna Brescia), Acli (Roberto Rossini, presidente Acli Brescia), coordinati da Sergio Nava di Radio24, autore de “La fuga dei talentiâ€?. In tutto sono in programma oltre 80 presentazioni, letture per bambini, una mostra dedicata ai diritti delle donne e un’altra che ha come tema il lavoro quotidiano. Il calendario completo è sul sito www. microeditoria.it.

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il lettore in un viaggio che fa rimuginare – con il sorriso sulle labbra – sulle pecche di insegnanti e genitori, nel contesto di un sistema educativo che sembra fare acqua da tutte le parti. In realtĂ però non mancano, nel libro, accenni a ďŹ gure positive, nĂŠ tanto meno a personaggi esemplari, soprattutto di ieri e dell’altro ieri, però rievocati con tenerezza e nostalgia: quasi nel tentativo di raccogliere da loro, attraverso l’occasione offerta dalla scrittura, il “testimoneâ€? di

valori la cui irrinunciabilità è confermata dalla crisi morale dei nostri giorni. Denunciare questa crisi, mettere il dito sulla piaga (tra un sorriso, un ricordo ed un dito puntato) vuole essere appunto un modo per evidenziare l’esigenza di cercare e trovare un’alternativa, una via d’uscita da una scuola e da un contesto familiare che non funzionano e nei quali “maestranzeâ€? e “genitorazziâ€? sembrano avere la meglio. Arricchito dalle divertenti illustrazioni di Sergio Staino

e di Giorgio Tura, il volume riporta aneddoti e considerazioni ispirati all’esperienza personale dell’autrice nei suoi rapporti, anche professionali, con l’universo della scuola e catapulta il lettore in questo mondo, presentando personaggi e situazioni dei nostri giorni e tracciandone un proďŹ lo cosĂŹ realistico da apparire quasi irreale. Si apre uno squarcio sull’insensatezza di comportamenti ormai consueti e sicuramente da mettere in discussione. (e.g.)

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ircondata dai figli, dai nipoti e dai pronipoti, ha spento 90 candeline lo scorso 4 novembre, la signora Bortolina Fanchini, della parrocchia di Vissone, da tutti conosciuta come “la Lina del LegahĂłlâ€?, o “la Lina di Montecampioneâ€?. Ăˆ un vero punto di riferimento per chiunque si rechi nella bella chiesa della Trasfigurazione. Non manca mai: sempre lĂŹ, nel primo banco, inginocchiata a pregare il suo Signore, al quale ha promesso che finchĂŠ la lascerĂ qui, provvederĂ lei alla lampada del Santissimo. Non è una persona di molte parole. Ăˆ nata in un periodo in cui bisognava parlare poco e fare molto. La giovinezza, trascorsa nei boschi e nelle malghe, a far legna, a seguire i capi di bestiame della sua povera famiglia (sua mamma si è ritrovata vedova a 39 anni con ben quattro figli piccoli e uno in arrivo). Nell’aprile 1945 sposa Giovanmaria Peluchetti (‘Rasmo) e nel giugno dello stesso anno la nuova famiglia si abbona a “La Voce del Popoloâ€?. La famiglia si popola di figli, le fatiche e i sacrifici non si contano. Poi, nel 1970, la svolta. L’arrivo delle

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dove poter accogliere i fedeli, che nel frattempo sono diventati numerosi. Si tratta di una “baleraâ€? dismessa. Il parroco, don Lorenzo Pedersoli, non si lascia scappare l’occasione, e cosĂŹ la “baleraâ€? si trasforma in chiesa. Lina è la custode delle chiavi e la sacrista. Nella seconda metĂ degli anni ’80 la parrocchia, guidata da don Raimondo Sterni, decide di dotarsi di una vera e propria chiesa. Il vecchio edificio viene abbattuto, e la chiesa ricostruita nel medesimo luogo. Lina, che nel frattempo ha perso il suo amato ‘Rasmo, diventa un vero punto di riferimento per la chiesetta di Montecampione. Si sono avvicendati i parroci, ma Lina è sempre lĂŹ, nel primo banco della chiesa, con la corona del Rosario in mano e con un occhio all’altare per accertarsi che tutto sia in ordine. L’angelo di Montecampione vigila con amore sulla “suaâ€? chiesa.

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´7DP WDPÂľ SHU QDUUDUH XQ WHUULWRULR LPSRUWDQWH Il nuovo numero di “Tam tamâ€?, la rivista del Distretto culturale di Valcamonica, è in distribuzione. L’assessore alla Cultura della ComunitĂ montana nonchĂŠ presidente del Distretto, Simona Ferrarini, nell’articolo di fondo, ricorda che da due anni a questa parte s’è continuato a lavorare e la vallata dell’Oglio comincia ad esser meglio conosciuta; si stanno anche costruendo le basi oggettive per fattibili proposte turistiche, con adeguata segnaletica, itinerari proponibili, reti di informazione e collaborazione. “Il Distretto si appresta ad entrare nel terzo anno di vita – sottolinea il direttore Sergio Cotti Piccinelli – e si assume l’impegno di dimostrare che la Valle può trovare una sua prospettiva di sviluppo, a partire dalle risorse territoriali, tra le quali certamente c’è il suo grande patrimonio culturaleâ€?. Giampietro Moraschetti, nel suo contributo “CosĂŹ il territorio diventa ‘brand’â€? sostiene che le strategie di comunicazione sono fondamentali nel processo di sviluppo turistico. Proprio per questo il Distretto ha promosso l’ideazione di un nuovo marchio e di uno slogan per rappresentare l’identitĂ della zona: “La Valle dei segniâ€?. Un marchio che connoterĂ l’offerta turistica per il mercato italiano ed estero. L’incarico di elaborare il tutto è stato affidato allo studio “Magut Designâ€?. Il segno distintivo denota il carattere di una valle rocciosa che è stata capace di trasformare questa pietra per farne abitazioni, strumenti di lavoro, arte rupestre. Andrea Richini si occupa di problemi pratici nell’articolo “Ripen-

sare il turismo cominciando dalla segnaleticaâ€?: la cartellonistica italiana soffre di incongruenza e disorganizzazione; anche la Valcamonica non fa eccezione: cartelli pubblicitari e indicazioni obsoleti. Necessario fornire il territorio di un’identitĂ visiva facilmente riconoscibile con portali e “totemâ€? che rendano consapevole il visitatore del suo transito e lo guidino verso i siti d’attrazione.

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cimentarsi di nuovo con le parole dell’amore, grazie ad un concorso che, questa volta mette in palio mille euro per il primo classiďŹ cato. Nel 2010 furono in 45 concorrenti a partecipare e vinse una giovane di Angolo Terme, Marta Inversini. Quest’anno c’è tempo sino alle ore 18 del 23 gennaio 2012 per presentare un racconto inedito presso la Biblioteca comprensoriale di Breno. Il giorno della festa patronale brenese, il 14 febbraio 2012, è prevista un’apposita serata

per la premiazione del vincitore che avverrĂ alle ore 21, presso il Palazzo della Cultura in via Garibaldi. La commissione tecnica di valutazione dei racconti – composta da Barbara Zanotti (bibliotecaria), Antonietta Bettoni (insegnante), Maurizio Perini (insegnante) e Simone Burgo (esperto di letteratura), oltre alla presidente Maria Venturi – può attribuire sino ad 80 punti per originalitĂ ed efďŹ cacia del messaggio, qualitĂ tecnicoespressiva ed impianto emotivo.

La commissione segnalerĂ i cinque migliori elaborati, ma sarĂ la Venturi a decretare il vincitore del premio. Il premio è nato per valorizzare ancora di piĂš la festa del patrono di Breno, giĂ molto sentita nella cittadina, ma anche un po’ lungo tutto il solco montano dell’Oglio. Ovviamente, come è d’uso, gli elaborati che vengono consegnati sono anonimi e l’autore è segnato in un’apposita busta sigillata a parte. GiĂ lo scorso anno il concorso è stato un successo.

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camuni attendono ormai da anni la possibilitĂ di usufruire di prestazioni radioterapiche presso le strutture ospedaliere di Esine per non sobbarcarsi a lunghe trasferte in quel di Brescia. Sono state con puntualitĂ fornite dell’Asl Valcamonica Sebino informazioni circa lo stato di avanzamento dei lavori e comunicate le relative date, ma difficilmente gli utenti possono essersi fatti un’idea anche solo approssimativa della portata del progetto in termini sia economici, ma soprattutto di impegno a livello tecnico. Ăˆ noto che in

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zazione della struttura necessaria al centro di Radioterapia. In un’intervista rilasciata a un’emittente televisiva locale, il direttore generale Renato Pedrini indicava per il 5 di agosto 2011 la fase piĂš delicata ed impegnativa dell’intera opera: il getto del “bariticoâ€? per il labirinto. Sempre Pedrini è adesso in grado di informare tutti in ordine ai risultati dell’operazione e quindi della situazione in generale. Il direttore annuncia, non senza soddisfazione e con un certo sollievo che tutto si è svolto nel migliore dei modi; l’esecuzione del getto si è svolta senza

problemi, i lavori continuano, avviandosi verso la conclusione. Tuttavia, per rendere l’idea della delicatezza dell’operazione, l’Asl fornisce alcune indicazioni di carattere tecnico. Il “bariticoâ€? non è altro che un materiale con proprietĂ di schermatura totale delle radiazioni. Amalgamato con il calcestruzzo permette quindi di ottenere una costruzione che renda impossibili eventuali fughe di radiazioni all’esterno. PerchĂŠ ciò avvenga è indispensabile che tutte le fasi dell’operazione (dalla progettazione all’esecuzione) siano condotte con estrema professionali-

tĂ e competenza, in perfetto sincronismo. Quando si costruisce una casa solitamente si procede per gradi: si getta la base, la soletta e poi si erigono le pareti, di spessore variabile, ma comunque limitato. Nel caso del labirinto invece la procedura è ben diversa. Grazie alla competenza del fisico sanitario Paolo Frata della Radioterapia degli “Spedali Civiliâ€? di Brescia, che ha fornito tutte le specifiche necessarie alla costruzione, è stato calcolato lo spessore dei muri, in base al tipo di acceleratore da installare, relativamente alle radiazioni emesse.


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Domenica in Croce di Marone si ricorda la prima battaglia partigiana del 9 novembre 1943. Organizzano insieme la manifestazione le sezioni Anpi della Valtrompia e del Sebino in collaborazione con le due ComunitĂ montane, Comuni e associazioni d’Arma. Il prologo venerdĂŹ 11 a Iseo alla sala civica Castello Oldofredi alle 20. Lo storico Angelo Bendotti (Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’etĂ

Prende il via lunedĂŹ 14 novembre, nei locali di Villa Glisenti, il corso per familiari, utenti, volontari e operatori dei servizi dal tema “Salute mentale e lavoro in rete in Valtrompiaâ€?, con il patrocinio dell’Assessorato ai servizi sociali del Comune. Questo il programma degli incontri, tutti dalle 19 alle 22: LunedĂŹ 14 novembre “Clinica dei principali disturbi psichiciâ€? di S. Scaramucci e “Trattamenti in psichiatriaâ€? di G. Conte;

contemporanea) parlerĂ sul tema “Resistenza e Costituzione, idea d’un Italia democraticaâ€?. Domenica 13 la tradizionale cerimonia ufďŹ ciale in Croce di Marone al cippo che ricorda i caduti: preceduta alla 10 da unaâ€?Azione poetica- resistenteâ€? curata dai giovani di Nuova Resistenza, alle 10.30 la S. Messa e a seguire la commemorazione ufďŹ ciale di Marco Fenaroli, presidente provinciale dell’Anpi di Brescia.

MercoledĂŹ 30 novembre “La riabilitazione psicosocialeâ€? di S. Barlati e “Gli inserimenti lavorativiâ€? di M. Roversi; MercoledĂŹ 14 dicembre “Il lavoro di reteâ€? di M. Franzini, D. Rizzetti ed E. Corbellini, e “Organizzazione dei servizi psichiatrici in Valtrompiaâ€?, di A.Vita e G. Conte. La partecipazione è libera. Per informazioni contattare l’UfďŹ cio servizi sociali del Comune (tel. 030.8984324)

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ondata nel 1981, coinvolgendo alcuni insegnanti che nella scuola praticavano l’“Animazione teatraleâ€?, da 30 anni “Treatroâ€? l’associazione, con nome suggerito dalla storpiatura dialettale infantile nella pronuncia del vocabolo, è sulla scena valtrumplina. Oggi 10 novembre cominciano, nello sede di Ponte Zanano i suoi corsi di recitazione differenziati (di giovedĂŹ pomeriggio fino a maggio) per i bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado. LunedĂŹ 14 novembre (dalle ore 20.30 alle 22.30) inizieranno quelli per adulti. Recentemente il suo “Polvere d’argentoâ€? ad Aleno di Marcheno (una ricostruzione della vita di inizio Novecento) ha visto oltre mille spettatori alle messe in scena negli antichi cortili. Il progetto, concluso a giugno scorso “Sipari di fiumeâ€? col contributo del Fondo Genesi - Fondazione della ComunitĂ bresciana e sponsor locali, ha coinvolto oltre 600 ragazzi con bambini e ragazzi stranieri. Sono sfaccettature di un’attivitĂ sul territorio a 360° legata alla “rappresentazione attorialeâ€? dei temi piĂš diversi: da quelli storico-culturali a quelli sociali e am-

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bientali. AttivitĂ che ha portato a una rifondazione (ottobre 2010) col nuovo nome “Treatro-Terre di Confineâ€? con presidente Fabrizia Guerini. Quando nel 1983 Fabrizio Foccoli (allora presidente) illustrava in ComunitĂ montana l’idea di “Propostaâ€?, rassegna teatrale da realizzare in collaborazione con gli enti locali, meravigliò tutti con un programma all’avanguardia frutto di conoscenze, ricerche, competenze individuali. Gli credettero e “Propostaâ€?, programmata tra l’altro dal 1994 al 2000 col Ctb, è ora alla 29ÂŞ edizione. Ha portato in Valtrompia attori allora sconosciuti come Claudio Bisio. Certe volte nei piccoli teatri comunali c’erano meno spettatori degli attori sul palco. L’associazione ha prodotto una ventina di spettacoli, sempre con forte legame col territorio: emblematico “Le ore non si contanoâ€? dedicato alle valtrumpline che andavano a 12

anni come domestiche nelle case dei signori a Brescia, Milano, Genova, Torino. Dalla piccola sede nella Inzino vecchia, si era trasferita in quella di Gardone in via XX settembre e infine (2005) a Ponte Zanano in via Dante (sulla provinciale) con un proprio spazio teatrale. E l’attivitĂ si è fatta piĂš capillare: collaborazioni con gli enti locali e con le scuole. Un fiore all’occhiello i laboratori nel sociale: dal 1999, presso il Centro diurno del Cra di Rovedolo degli Spedali civili di Brescia; dal 2007, presso l’Rsd “F. Tomasoâ€? ComunitĂ Mamrè onlus; dal 2009 presso il Crm di Lumezzane. E ancora collaborazioni col Sert, “Centro Aironeâ€? dell’Asl di Brescia, con la cooperativa Cvl di Lumezzane; con Pro.di.gio (progetto prevenzione dipendenze giovanili), con alcune Rsa, con lo Spazio Gioco “Il mondo incantatoâ€? di Marcheno.

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´9HGHPÂľ OH OHWWHUH GHL UDJD]]L GHSRUWDWL Siamo strumenti della memoria e dentro di noi sta il compito di conservare il ricordo anche delle piĂš atroci azioni di cui è capace l’uomo. Azioni che i bambini di Terezin hanno fermato come fotografie di un tempo incancellabile sottoforma di semplici saggi, disegni, poesia. Terezin (o Theresienstadt) come il nome della cittadina in terra boema, nei dintorni di Praga, presso la cui fortezza venne allestito un campo di concentramento nazista: la cittĂ venne presa il 10 giugno 1940 e in poco piĂš di un anno, entro il 24 novembre 1941, venne cinta completamente da un muro e trasformata in un ghetto. CosĂŹ, la mostra “Vedemâ€? inaugurata lo scorso sabato ricorderĂ questi eventi presso la Sala colonne del Comune di Bovezzo e sarĂ visitabile fino al prossimo 19 novembre. “Costretti nell’infamia del lager – dice il vicesindaco e assessore alla Cultura Nicola Fiorin – un centinaio di ragazzi ebrei deportati nel lager di Terezin raccolsero tra il 1941 e il 1944 i loro pensieri sulla vita che conducevano nel campo di concentramento ceco. Provenivano da Praga e Brno ed erano ‘destinati’ al lager di eliminazione di Birkenau. Nell’arco di poco piĂš di due anni, sostenuti e aiutati da un loro insegnante, Valtr Eisinger, questi adolescenti scrissero testi che rappresentavano uno straordinario documento della loro capacitĂ di opporsi alla cultura della morteâ€?. Promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Bovezzo e dal Centro studi federazione bresciana di Anei (Associazione nazionale ex internati militari), la

mostra “Vedemâ€? presenta l’omonima rivista segreta dei ragazzi deportati nel campo di Terezin, blocco L147. Un’esibizione che sarĂ visitabile fino al 19 novembre presso la Sala colonne di via Veneto 13/15. Sono previste visite guidate per le scuole e per tutti i cittadini; per informazioni rivolgersi all’ufficio Cultura, telefonando al numero 030.2111207/208. (a.a.)

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L’assessorato ai Servizi sociali e il Tavolo delle politiche sociali, in occasione dell’Anno europeo del volontariato, presentano “Volontari ... cittadini attivi e solidaliâ€?, un ciclo di incontri e di proiezioni cinematograďŹ che a tema. Questo il programma. MartedĂŹ 15 novembre proiezione del ďŹ lm “Piovono muccheâ€?, di Luca Vendruscolo, sulla tematica: disabilitĂ - servizio civile con intervento a cura dell’Associazione Amici di Boo! MartedĂŹ 22 novembre proiezione

L’assessorato alle Pari opportunitĂ del Comune di Lumezzane ha deciso anche quest’anno di schierarsi contro la violenza sulle donne. Il 14 novembre alle 20.30 è in programma la proiezione del ďŹ lm “Thirteenâ€? (nella foto) di Catherine Hardwicke e a seguire il dibattito con Chiara Cominacini in Bulgarini, psicoterapeuta di Brescia. Il 22 novembre, invece, ci sono le proiezioni dei ďŹ lm “Il corpo delle donneâ€? di Lorella Zanardo; segue il

del ďŹ lm “Si può fareâ€?, di Giulio Manfredonia, sulla tematica psichiatria anni ‘80 con intervento a cura dell’Associazione Insieme. MartedĂŹ 29 novembre proiezione del ďŹ lm d’animazione “Upâ€?, di Peter Docter e Bob Peterson, sulla tematica: rapporti giovani-anziani, con intervento dell’Associazione Fratello per fratello, Volontariato Villa ed Avis. Nel corso delle serate sarĂ allestita la mostra fotograďŹ ca “Lasciati tentare dal volontariato!â€? curata dal Csv di Brescia.

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dibattito con Chiara Cominacini. Il 25 novembre, inďŹ ne, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, c’è un dibattito con Cesare Bonamartini, giudice del Tribunale di Brescia, Chiara Cominacini, Giampietro Rossi (psicoterapeuta di Lumezzane) e Maria Caccagni, dirigente scolastico Istituto “Bacheletâ€?. Gli incontri si svolgono nella Sala della comunitĂ di San Sebastiano di via Vittorio Veneto 26. L’ingresso è gratuito.

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i rinnova la collaborazione del Comune di Lumezzane con l’agenzia CasaClima di Bolzano nel solco del risparmio energetico abitativo. Ăˆ stato organizzato per sabato 12 novembre al teatro Odeon di San Sebastiano il corso CasaClima, organizzato dall’Amministrazione comunale in forma gratuita e aperta a tutti. Un’occasione per i partecipanti di venire a conoscenza dei metodi costruttivi che consentono di ridurre al minimo o annullare i costi di riscaldamento e raffrescamento di case o capannoni. “Il corso – spiega l’assessore a Edilizia privata e urbanistica, Andrea Capuzzi – è rivolto a tutti coloro che vogliono mettere in pratica la propria sensibilitĂ verso il risparmio energetico, sfruttando il parere competente di esperti che da anni operano all’interno del settore edilizio. Nell’ambito dell’incontro verranno presentate in modo semplice e chiaro le tecniche costruttive piĂš innovative riguardanti i componenti dell’edificio: muri, serramenti, impianto di riscaldamento e raffrescamento, impianto elettricoâ€?. Un corso che si svolgerĂ nell’arco dell’intera giornata, comunque diviso in due momenti (ore 9/13 e 14/18), toccando vari aspetti e contando sull’esperienza dell’agenzia CasaClima di Bolzano, uno degli organi certificatori piĂš qualificati a livello na-

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all’edilizia e toccando argomenti di attualitĂ : cambiamenti climatici, il razionale utilizzo delle risorse a nostra disposizione, la sicurezza della fornitura di energia. Il tutto verrĂ visto con un occhio di riguardo alla normativa europea, che prevede la costruzione di edifici a consumo zero a partire dal 2020; pertanto, a soli otto anni dall’entrata in vigore di tale normativa risulta di estrema attualitĂ fare scelte appropriate giĂ ora da parte di chi intende acquistare, costruire un nuovo edificio o ristrutturarne uno esistente per conservarne a lungo il valoreâ€?. L’appuntamento è per sabato 12 novembre al teatro Odeon di Lumezzane. Iscrizione al numero 030.8929315.

/D VFRSHUWD GL 7LEHUWL Spesso la vita sa insinuarsi dove meno ce l’aspetteremmo. Un curioso ritrovamento è stato fatto quest’estate nei laghi che stanno all’interno del Parco nazionale del Gran Paradiso: si tratta di un microorganismo dall’ostico nome (Daphnia MiddendorfďŹ ana), un piccolo crostaceo d’acqua dolce delle dimensioni di tre millimetri e mezzo, che di solito vive nella tundra artica, spingendosi ďŹ no alle latitudini piĂš estreme e comunque sopra i 2.600 metri di quota. Una scoperta che ha dell’incredibile, fatta dal saretino Rocco Tiberti e pubblicata sulla prestigiosa rivista scientiďŹ ca “Journal of Limnologyâ€?. Classe 1983 e dottorando presso il Dipartimento di Biologia animale all’UniversitĂ di Pavia, Rocco Tiberti collabora dal 2006 con il Centro studi fauna alpina del Parco per il programma internazionale Acowa ďŹ nanziato dalla Ue (Assessing Climate

Impacts on the Quantity and Quality of Water - Valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici su quantitĂ e qualitĂ dell’acquaâ€?); quest’estate la sorprendente scoperta, durante le consuete ricerche ecologiche che da anni interessano i laghi del Parco, con particolare riferimento a quello superiore del Nivolet, ai Trebecchi e al Lillet. “Il rinvenimento di questi microrganismi – spiega proprio Rocco Tiberti – è inconsueto, perchĂŠ sono identici a un altro gruppo di daphnia che vive tra Artico, Siberia e Canada. All’inizio credevamo si trattasse di una specie di relitto glaciale rimasto nei laghi dopo il ritiro dei ghiacciai. In realtĂ , sembra proprio un caso di forte convergenza ecologica, favorita dalle stesse condizioni climatiche (climi freddi, estati brevi e stessi livello di pressione atmosferica)â€?. Stando cosĂŹ le cose le daphnia della tundra

artica e quelle presenti nel Parco italiano avrebbero seguito una linea di evoluzione parallela, abbandonando entrambe la riproduzione sessuale a favore della partenogenesi, per favorire la sopravvivenza della specie. Questo signiďŹ ca che le uova non hanno bisogno di essere fecondate e ogni ďŹ glio è identico geneticamente a tutti gli esemplari di una certa zona. “Anche se per noi è di dimensioni molto piccole – precisa il giovane ricercatore –, la daphnia è l’organismo zooplanctonico piĂš grande dei laghi alpini ed è cosĂŹ esposta ai predatori come i salmerini, introdotti in passato e senza i quali i laghi alpini sarebbero completamente liberi da pesci e dai loro effetti devastanti sulla biodiversitĂ autoctonaâ€?. Alcuni campioni di daphnia middendorfďŹ ana sono giĂ stati processati, ora non resta che attendere i primi risultati.


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ÂƒÂŽĂ– ƒŽ ƒ”†ƒ ƒŽŽƒ ƒŽ–‡Â?‡•‹ ‹Â? „‹…‹…Ž‡––ƒ Con i 2.500 metri inaugurati a Salò le piste ciclabili della nostra provincia portano a quasi 300 i chilometri a disposizione degli appassionati delle due ruote, che possono godere delle bellezze del paesaggio, pedalando all’aria aperta, in totale sicurezza. Il nuovo tratto di ciclabile che, dalla frazione di Villa, percorre la strada panoramica che passa per le Zette e giunge in Valtenesi, è stato intitolato a Ugo Gagliardi, anestesista e rianimatore all’ospedale di Salò e cofondatore della locale sezione

Avis. L’opera, costata 410mila euro, è il risultato di un protocollo d’intesa sottoscritto nel dicembre 2007 dalla ComunitĂ montana Parco alto Garda bresciano e dal Comune di Salò: la prima, ha ďŹ nanziato il progetto con una cifra di 250mila euro, l’ente locale si è impegnato per la parte residua, curandone anche la progettazione, l’appalto e la realizzazione. “Questo tratto di ciclabile – ha ricordato Silvia Razzi (nella foto), assessore provinciale a turismo e cultura – rappresenta

un traguardo per il comparto turistico del Garda e interesserĂ i tanti appassionati di biking che arrivano dal Nord Europa tramite l’alto lagoâ€?. Da Puegnago parte il tratto di ciclabile “Valtenesiâ€? fruibile dal 2007 che si snoda per 15 km e che, dopo aver attraversato i comuni di Polpenazze, Soiano e Padenghe, giunge a Lonato. Seguendo il saliscendi delle dolci colline moreniche potremo godere di fantastiche vedute, dall’alto, del lago. Un paesaggio incredibile che si

assapora con il ritmo scandito dalle pedalate. Si snoda tra ulivi, vigneti, castelli, chiese e torri, che potremo ammirare in tutto il suo splendore. Cresce dunque la rete ciclabile gardesana. E nelle intenzioni del piano integrato d’area denominato “Il Garda bresciano: uno sguardo dalle mura antiche alle oasi naturaliâ€? queste reti di percorsi dovrebbero condurre ďŹ no al conďŹ ne, da un lato, con la provincia di Mantova e dall’altro, nell’alto Garda, con quella di Trento. (v.b.)

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i chiamano Comuni di confine. Sono quei paesi che soffrono una situazione di svantaggio di fronte alla “concorrenza slealeâ€? di quelli trentini, con i quali appunto confinano, che sono agevolati da uno statuto speciale. Per contare di piĂš si sono riuniti nell’Associazione comuni confinanti, il cui presidente Marco Scalvini, giĂ sindaco di Bagolino, è da anni impegnato a ridurre il divario infrastrutturale con le province autonome, anche attraverso gesti eclatanti, come il referendum per lasciare la Lombardia e passare in Trentino, minacciato a Bagolino nel 2005 e svoltosi con plebiscito favorevole a Magasa e Valvestino nel 2008, o come la protesta dei sindaci ad Arcore del 2010 e il lancio di palloncini neri a Breno di quest’anno. E qualcosa si è ottenuto. Nel 2008, con il cosiddetto “Fondo Lanzillottaâ€?, sono arrivati 25 milioni di euro (e se ne attendono altri 90 per l’esercizio 2009) che

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ni confinanti di Lombardia e Veneto e i criteri per la valutazione e l’approvazione dei progetti da finanziare vengono stabiliti dall’Odi, organismo di indirizzo appositamente creato a livello centrale. E qui cominciano le dispute, in quanto i Comuni di confine hanno chiesto che, tra i criteri per la distribuzione delle risorse, venga inserito quello di solidarietĂ in modo che tutti abbiano un uguale plafond di risorse. “Un criterio giĂ sperimentato con successo – spiega Nicola Adriano, segretario di AssComiConf – con i ‘Fondi Lanzillotta’. Se passa il criterio dell’Odi il rischio è che vengano finanziati progetti che con la qualitĂ della vita nei paesi di confine hanno poco a che vedere e che un solo Comune si porti via una gran fetta di contributi a discapito degli altri. I fondi devono servire per le spese urgenti e per i servizi che mancano. Questo è lo scopo per cui vengono erogati, non altro. Rivendichiamo il diritto dei sindaci di scegliere le prioritĂ nella

destinazione dei fondi, rigettando il gioco dei punteggi e delle graduatorie decise da chi non vive il territorioâ€?. Nell’attesa Bagolino può contare su un altro sostegno. La Fondazione della ComunitĂ bresciana ha selezionato fra i progetti finanziabili quello inviato dall’Associazione culturale “Legno e IdentitĂ â€? dal titolo “I saperi artigiani alla scuola primariaâ€?. Il progetto è rivolto agli scolari della scuola secondaria di primo grado e prevede una serie di incontri con artigiani.

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L’impiego dei volontari, in diversi ambiti della vita quotidiana, è sempre piĂš indispensabile. Per operare correttamente sul campo, oltre alla preparazione tecnica, è necessaria, oggi, anche quella normativa, per sapersi districare tra meandri giuridici e amministrativi. A “dare una manoâ€? questa volta ai volontari, scendono in campo lo Sportello territoriale Distretto 11 del Centro servizi volontariato e il Gruppo volontari del Garda che nella sede di via Fermi a Salò hanno programmato un “per-corso formativoâ€? di quattro “lezioni-laboratorioâ€? studiate per chi si occupa di no profit e per chiunque fosse interessato ad approfondire il tema. Quattro appuntamenti, a partire dal 22 novembre, dalle 20.30 alle 22.30, a partecipazione gratuita. Nel primo, “Costituire l’iden-

titĂ dell’associazioneâ€?, si presentano le forme giuridiche associative e i loro aspetti interdisciplinari. MartedĂŹ 29 il tema è “Gestire l’associazione: amministrazione, adempimenti, assicurazioni, convenzioniâ€? e all’ordine del giorno ci sono tenuta dei libri sociali e scadenze annuali. MartedĂŹ 6 dicembre è la volta di “Assicurare i volontari e il rapporto con i vari enti pubbliciâ€? che illustra la normativa di riferimento per la stesura di una convenzione e i criteri per valutare l’opportunitĂ di una convenzione. Chiude, martedĂŹ 20, “Orientarsi tra bandi di finanziamento e attivitĂ di raccolta fondiâ€? che introduce alle procedure per l’attivazione di raccolte-fondi, agli adempimenti per l’iscrizione e la rendicontazione delle risorse derivanti dal 5xmille. Per info, 0365.43633.

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settimana d’anticipo infatti, per l’intera domenica 20 novembre, piazza, piazzette e viuzze del borgo franciacortino, si orneranno e si animeranno di musiche, curiositĂ e leccornie al punto da richiamare la partecipazione. L’apertura dei mercatini sparpagliati un po’ ovunque – nella centrale piazza Luca Marenzio e lungo i caratteristici vicoli nei pressi dell’area Castello - è prevista attorno alle 10, accompagnata dall’esibizione del Civico corpo bandistico di

Coccaglio, e seguita alle 11 da “Aperitivo in piazzaâ€? offerto presso lo stand dell’Associazione Amici della montagna. Nel pomeriggio alle 14 l’animazione riprenderĂ con lo spettacolo musicale a cura del gruppo “Noter de la Al Camonegaâ€? e l’intrattenimento di divertenti giocolieri in piazza per i ragazzi; alle 16 nell’auditorium San Giovanni Battista in Castello andrĂ in scena uno show dedicato ai piĂš piccoli, mentre alle 16.30 nella Casa Albergo Mazzocchi sarĂ

proposto uno spettacolo per ospiti e simpatizzanti. Resteranno in funzione la giostra per i bambini e il toro meccanico per i ragazzi, mentre adulti e famiglie potranno snodarsi lungo il colorato serpentone di stand e bancarelle: vetrine a cielo aperto dedicate a oggettistica, artigianato, antiquariato, hobbistica e collezionismo, senza trascurare i gusti e i sapori nostrani, grazie all’esposizione dedicata alle genuine tipicità del territorio locale e della Valle Camonica. (a.s.)

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on una discarica per rifiuti, ma un innovativo Polo avanzato dell’energia. Ăˆ questa la nobile ipotesi maturata ed espressa nella conferenza stampa di mercoledĂŹ 9 novembre sull’annosa questione inerente gli oltre 315 mq dell’area “Bosco Stellaâ€? interessata dai Comuni di Castegnato (dove si trova il 97% dell’area), Paderno (3%) e i confinanti Passirano e Ospitaletto, coinvolti per motivi viabilistici. La richiesta della discarica era stata avanzata nel 2006 da Asm, ora Aprica Spa del Gruppo A2A, nell’intento di creare un impianto dalla capacitĂ di smaltimento pari a circa 4 milioni di mc. Gli scavi partirono, ma nel 2007 vennero fermati, mentre nel 2009 fu richiesto di riprendere. All’interno dei quattro Comuni coinvolti si costituirono singoli comitati uniti dal no alla proposta: ragioni che la Provincia condivise il 28 gennaio 2011. SeguĂŹ la riunione del 28 febbraio 2011 in cui i Comuni non solo ribadirono la propria contrarietĂ alla richiesta di realizzare la discarica, ma s’impegnarono anche “a dare corso a Varianti urbanistiche atte a evitare l’uso delle cave esistenti

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posizionate in modo da consentire un irraggiamento per coltivazioni sottostanti. Dall’altro un sistema di cogenerazione, la cui componente termica verrĂ dedicata al riscaldamento delle serre stesse, che potrĂ impiegare anche combustibili ottenuti da impianti a biogas, da sistemi di trattamento del rifiuto o da impianti di compostaggio delle biomasse vegetali. L’ipotesi potrĂ essere sviluppata attraverso l’impiego di impianti per la produzione di energia geotermica, che sfrutta la presenza di acqua calda in profonditĂ , oltre che favorita dal collegamento alle linee Terna giĂ in essere. “Un’ulteriore evoluzione del Polo multifunzionale – ha aggiunto il sindaco Orizio – potrebbe interessare l’attivazione di un Centro servizi con spazi dedicati dove sviluppare la ricerca tecnicoscientifica e la sperimentazione in campo energeticoâ€?.

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/D FRPXQLWj YLYD IDWWD GL SLHWUH YLYH La comunitĂ parrocchiale di Ospitaletto si appresta a far memoria del giorno in cui si “diede principio a dir messa in chiesa nuovaâ€?: correva il giorno 19 novembre 1711. Per l’occasione la parrocchia di San Giacomo Maggiore, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, ha pensato di proporre alla comunitĂ un programma di eventi e riflessioni che si estenderanno nell’arco di tutto l’anno, con al centro il tema della “comunitĂ â€?. Lo slogan che accompagnerĂ questi mesi è “pietre vive per una comunitĂ vivaâ€?. Le numerose proposte saranno collocate in tre diversi momenti dell’anno. Le iniziative prenderanno avvio con una conferenza che si terrĂ giovedĂŹ 17 novembre presso il teatro AgorĂ nella quale verranno affrontati il tema dell’evoluzione istituzionale della parrocchia e l’edilizia sacra del Settecento. IntrodurrĂ la conferenza Gabriele Archetti, docente di storia medievale presso l’UniversitĂ cattolica, interverranno poi Matteo Savoldi, che si è occupato del riordino e dell’inventariazione dell’archivio parrocchiale e Giuseppe Merlo, archivista di Stato e storico dell’arte. Sabato 19 novembre alle ore 18.30 una Santa Messa solenne presieduta dal parroco don Renato Musatti farĂ memoria del giorno in cui 300 anni fa la comunitĂ cominciava a svolgere le funzioni religiose nella nuova chiesa parrocchiale e in seguito verrĂ inaugurata una mostra presso la Sala consiliare nella quale si esporranno alcuni documenti sulla costruzione della chiesa, fotografie e materiale relativi

ai restauri passati. Per i giovanissimi dai 16 ai 19 anni si è proposto un progetto dal nome “Raccontiamoci la nostra storiaâ€?: è un itinerario che prevede una serie di incontri formativi per poter preparare gli interessati a svolgere alcune visite guidate nei mesi di maggio/giugno 2012, periodo in cui si prevede siano terminati i lavori di restauro degli affreschi dell’interno della chiesa parrocchiale.

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Sulla scottante questione della cava sita nel Comune di Telgate, in provincia di Bergamo ma conďŹ nante con Palazzolo, che dovrebbe diventare una discarica a cielo aperto, oltre a varie prese di posizione di gruppi politici, dell’apposito comitato “No alla discarica di Telgateâ€? nato dall’aggregazione spontanea di residenti dei tre paesi coinvolti (Telgate, Palosco, Palazzolo), c’è stata una presa di posizione pubblica da parte

L’Associazione diabetici di Brescia, tramite Il Gruppo volontari diabetici e il Centro diabetologico di Palazzolo, con il patrocinio del Comune e degli Assessorati alla Cultura e al Commercio, celebreranno domenica 13 novembre la 7ª Giornata mondiale del diabete. L’iniziativa servirà a sensibilizzare i cittadini sulle problematiche di questa malattia insidiosa che interessa settori sempre piÚ vasti della popolazione. Coloro

dell’Amministrazione comunale. L’Amministrazione ribadisce la forte contrarietĂ del Comune di Palazzolo sul progetto di recupero dell’ambito estrattivo ATEg39 previsto a Telgate mediante l’allestimento di una discarica di riďŹ uti inerti a poca distanza dal torrente Rillo e dai pozzi di Palosco sulla tangenziale di Mura. Una partita che rimane aperta dal cui esito possono derivare anche serie conseguenze per la vicinanza delle falde e delle aree agricole.

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che lo desiderano potranno sottoporsi volontariamente e gratuitamente alla valutazione del rischio diabetologico dalle 8 alle 13 presso il Palazzo comunale cittadino in via XX Settembre. Lo screening verrà eseguito da personale infermieristico specializzato, coordinato dalla dott.ssa Marialuisa Belotti, Responsabile dell’Ambulatorio di diabetologia del Presidio ospedaliero di Palazzolo sull’Oglio.

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utta l’Italia si è mossa per dare un segno tangibile di generositĂ alle popolazioni alluvionate in Liguria. Anche Brescia, forte della sua vocazione alla solidarietĂ , ha rimboccato le maniche e ha fatto la sua parte. Insieme al nucleo di Protezione civile partito da Brescia per Borghetto di Vara, in provincia di La Spezia, uno dei centri piĂš colpiti dall’alluvione che il 26 ottobre ha devastato la Liguria e la Lunigiana c’erano sei alpini palazzolesi: Mario Simoni, Bruno Facchi, Attilio Armanelli, Roberto Marchetti, Stelio Zendrini, Giovanni Raccagni allertati venerdĂŹ 28 ottobre e partiti lunedĂŹ 31 ottobre alle ore 5. La partenza è stata coordinata dagli uffici dell’Assessorato alla Protezione civile della Provincia di Brescia su richiesta del personale operante nella Val di Vara, dove è stato allestito il Centro operativo misto (Com) cui hanno fatto capo i volontari bresciani, ai quali è stata chiesta principalmente la disponibilitĂ di mezzi per la rimozione delle tonnellate di fango e detriti che hanno invaso l’intero abitato. A Borghetto di Vara sono stati impegnati 40 volontari bresciani: 20 che fanno capo alla Protezione civile della Provincia e 20 invece

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attestata dal fatto che Borghetto è uno dei centri piĂš colpiti dalla devastante alluvione e dove il 26 ottobre è stato anche rinvenuto il corpo di un 85enne del luogo trascinato via dalla furia dell’acqua assieme alla figlia. Tra i compiti assegnati ai volontari bresciani c’è lo sgombero di strade e piazze dal fango: agli alpini palazzolesi, è stato affidato il compito di pulire una zona adiacente ad un canale che ostruiva la viabilitĂ e che aveva inondato, isolandoli, fabbricati civili e industriali nonchĂŠ quella intorno all’Autostrada Azzurra, a nord dell’abitato, lo svincolo e il ponte.

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/¡LURQLD GL 0RQL 2YDGLD A parte alcune intemperanze verbali, è stata una serata di bravura quella che ha visto ospite e protagonista Moni Ovadia a Palazzolo il 3 novembre presso l’auditorium S. Fedele, come primo invitato dalla Biblioteca civica per la rassegna “Serate d’Autoreâ€?. Il tema era “Uno scoppio di risaâ€? una riessione dell’attore regista sull’umorismo ebraico, in pratica la presentazione molto vivace e divertente del suo libro “L’ebreo che rideâ€?, edito da Einaudi. Con la saggezza di un vecchio maestro ebraico, anche se agnostico, e con l’arguzia di un ďŹ ne affabulatore, di un vero uomo di teatro – si è deďŹ nito un “ciarlatanoâ€? come Shakespeare – ha introdotto l’incontro citando le due annunciazioni dell’Arcangelo, quella cristiana a Maria e quella ebraica a Sara, moglie di Abramo per dire che giustamente i cattolici ne hanno fatto

il punto centrale dell’Incarnazione, mentre lo scenario di quella ebraica è diverso, caratterizzato da uno scoppio di risa. Il nome di Isacco in ebraico vuole dire “ridereâ€?. In sintonia con questa linea si è costruito l’umorismo ebraico che è sĂŹ fatto anche di storielle molto gustose e sagaci, che però poco o nulla hanno a che fare con la comicitĂ tanto di moda anche oggi. Il suo scopo è quello di esiliare l’arroganza delle certezze, consapevoli della nostra precarietĂ ; da qui una forma mentis anti-idolatrica, che vinca l’ignoranza, i pregiudizi e, in ultima analisi, la violenza di chi vuole imporre agli altri le proprie convinzioni. E giĂš a intercalare dotte riessioni con molte storielle che hanno reso famoso Moni Ovadia non solo a livello nazionale. Anche il fuori onda a microfoni spenti, è stato interessante perchĂŠ l’autore de “L’ebreo

che rideâ€? ha illustrato alla cerchia ristretta di persone che gli si è formata incontro alcune sue opinioni, compresa una, seppur breve, vera e propria esegesi biblica dal punto di vista ebraico su numerose questioni, come la sua convinzione sulle cattive e distorte traduzioni della Bibbia nella nostra lingua facendo l’esempio del famoso proverbio “occhio per occhio dente per denteâ€?, sulla gravitĂ della situazione medio-orientale, l’importanza della ďŹ gura femminile di Maria. Il prossimo incontro è giovedĂŹ 24 novembre alle ore 21 sempre presso l’auditorium S. Fedele con Marcello Veneziani che presenterĂ il suo libro “Vivere non basta. Lettere a Seneca sulla felicitĂ â€?, edito da Mondadori. SeguirĂ giovedĂŹ 1° dicembre presso la Sala conferenze della Biblioteca civica un incontro con Michele Venturini sulla vita di Grace Kelly.


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”‡•…‹ƒ ƒ˜‹†‡ …Š‹ˆˆ‡” •— Dz Ž‹‘Â?ƒ •–‡Â? …‡ŽŽ•dz SigniďŹ cativa presenza agli Spedali Civili: giovedĂŹ 10 novembre alle ore 14 in aula Montini Davide Schiffer, professore emerito di Neurologia dell’UniversitĂ di Torino, tiene una lettura magistrale sul tema “Glioma stem cellsâ€?. L’incontro, oltre a proporre la lezione magistrale di uno dei pionieri della neurooncologia italiana, vuole essere l’occasione per presentare il gruppo neuro-oncologico, attivo presso l’Azienda Spedali civili con

la ďŹ nalitĂ di garantire ai malati affetti da patologie oncologiche del sistema nervoso centrale un percorso diagnostico e terapeutico integrato. A tal ďŹ ne il gruppo ha stabilito modalitĂ organizzative adeguate per garantire un approccio multidisciplinare lungo tutto il percorso clinico del malato, inclusi i controlli periodici dopo la ďŹ ne del trattamento integrato. L’attivitĂ del Gruppo si sta rapidamente sviluppando con

l’introduzione progressiva delle piĂš importanti fra le novitĂ in ambito diagnostico e terapeutico che si sono rese disponibili nel corso del tempo all’interno delle singole discipline. Davide Schiffer piemontese di famiglia ebraica, ha conosciuto la durezza delle leggi razziali durante il periodo fascista. Ăˆ stato ed è uno dei padri della neuropatologia in Europa e nel mondo. Ha pubblicato piĂš di 350 lavori scientiďŹ ci sulle piĂš prestigiose riviste internazionali.

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on coinvolge soltanto la 3ÂŞ Chirurgia la collaborazione tra gli Spedali civili di Brescia e il presidio di Gardone Val Trompia, bensĂŹ tutta l’unitĂ operativa di chirurgia. Un rapporto che ha cominciato a tessersi lo scorso settembre, quando proprio dal reparto cittadino è arrivato a dirigere quello gardonese Maurizio Ronconi, rilevando il testimone da Giancarlo Cervi, che ha lasciato la direzione di chirurgia generale dopo molti anni di apprezzato servizio presso l’ospedale di Gardone. Il progetto dell’azienda ospedaliera prevede che tra l’Êquipe del dottor Ronconi e quella di 3ÂŞ Chirurgia diretta dal professor Stefano Maria Giulini (anche preside della FacoltĂ di Medicina e chirurgia dell’UniversitĂ degli Studi di Brescia) ci sia una stretta collaborazione circa gli interventi chirurgici e le valutazioni cliniche dei vari casi, trasferendo dal presidio cittadino esperienza e professionalitĂ che possano rafforzare e potenziare le possibilitĂ dell’Êquipe

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gardonese.“Tra le nostre competenze – spiega Stefano Maria Giulini – vi è la chirurgia dell’apparato digerente eseguita con tecnica tradizionale o laparoscopica, chirurgia vascolare e d’urgenza, interventi su tumori al fegato, all’esofago, al colon, al retto, alle vie biliari, trapianti di rene; inoltre, ci muoviamo di concerto con discipline come medicina, radiologia, oncologia e proprio con l’universitĂ siamo convenzionati per le cattedre di Clinica chirurgica, Chirurgia d’emergenza, Chirurgia vascolare, oltre che per la scuola di specializzazione in Chirurgia generale. La direzione generale dell’azienda ha dato incarico anche

di istituire un gruppo di lavoro che è stato battezzato ‘Lineo’ ed è rivolto alle malattie biliari, del fegato, del pancreas con un interesse anche verso la radioterapia. Una lunga e vasta esperienza che da questo autunno è a disposizione anche della Chirurgia generale gardonese in un rapporto prevalente ma non esclusivo con la 3ÂŞ Chirurgia di Brescia. “Il reparto gardonese – continua il professor Giulini – avrĂ uno stretto rapporto di collaborazione con noi, potendo contare sull’esperienza nella diagnosi del trattamento di patologia correlate a gastroenterologia, malattie vascolari ed epatobiliari, oncologia, oltre alla specializzazione in chirurgia laparoscopica. L’ospedale di Gardone Val Trompia è molto ben attrezzato e può affrontare tutti gli ambiti patologici, però, alcuni pazienti particolarmente a rischio (per la presenza contemporanee di altre malattie che aggravano i rischi in fase di intervento operatorio e per i quali si prevede una terapia intensiva prolungata), possono essere trasferiti a Brescia.


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…—”ƒ †‹ ‘…‡ ‡†‹ƒ Â? ‡ˆˆ‹…ƒ…‡ ”‹Â?‡†‹‘ …‘Â?–”‘ Žƒ •–‹’•‹ La stipsi è un disturbo molto diffuso in tutti i Paesi industrializzati. Oltre alla incapacitĂ alla evacuazione, il corredo sintomatologico della stipsi è caratterizzato da: digestione lenta, sensazione di ingombro addominale, gonďŹ ore addominale, facile affaticabilitĂ sino al malessere generale e alla irritabilitĂ dell’umore. Ăˆ importante che il malato e il medico non trascurino questo sintomo perchĂŠ in alcuni casi può

accentuarsi ďŹ no a diventare una vera e propria emergenza clinica. Un corretto trattamento della stipsi richiede, innanzitutto, una corretta diagnosi dei meccanismi che l’hanno provocata. Le indagini diagnostiche devono escludere la presenza di malattie del colon, patologie organiche gravi quali diverticolite, stenosi. Generalmente, però, in piĂš del 90% dei pazienti non vi è una causa di base e la stipsi risponde a trattamenti quali idratazione

(assunzione di 1,5-2 litri di acqua al giorno), esercizio ďŹ sico, supplementazione progressiva di ďŹ bre (20-25 g/die), assunzione di agenti volumizzanti (es. psyllium). In tutti i casi di stipsi funzionale ostinata, un ottimo ausilio terapeutico è costituito dall’idrocolonterapia (da effettuarsi presso una struttura sanitaria o studio medico) e dal dispositivo lotus domestico, da utilizzare in alternativa al semplice clistere. Il dispositivo è

fornito con una pratica valigetta che ne consente un trasporto agevole e può pertanto essere utilizzato anche da persone con alvo abitualmente regolare in tutte quelle situazioni (es. viaggi) in cui, per stress o variazioni forzate delle proprie abitudini alimentari e di stile di vita, si può incorrere in problemi di stipsi temporanea. Per ulteriori informazioni: Wlife srl, via Brescia 41m/n, 25065 Lumezzane (tel. 0039-0305785026).

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9DUDWR LO EDQGR SHU L 3UHPL ULFHUFD Il consiglio di amministrazione della Fondazione Guido Berlucchi Onlus, presieduto da Sandro Paterlini, ha deliberato il lancio del bando per partecipare all’edizione 2012 dei Premi alla Ricerca (nella foto i premiati 2010). Inoltre, è stata fissata al 21 novembre prossimo la data dell’inaugurazione del Centro Pet intestato a Guido Berlucchi, presso la Medicina nucleare, e che sarĂ dotato di una nuova sofistica apparecchiatura che la Fondazione stessa ha donato agli Spedali civili di Brescia. Questa elargizione segue di un anno la consegna di un acceleratore di radioterapia alla Poliambulanza, donato al nuovo Centro specialistico di radioterapia, anch’esso intitolato alla memoria di Guido Berlucchi. Il budget stanziato per i Premi 2012 è di 500mila euro.

Anche per questa edizione, come è ormai consuetudine, un ulteriore finanziamento verrĂ riservato ai giovani ricercatori, con lo scopo di incoraggiare e porre in risalto studiosi che non abbiano ancora compiuto 40 anni e che si siano particolarmente distinti per aver pubblicato ricerche originali e rilevanti di argomento libero nel campo dell’oncologia. Le borse di studio per i giovani ricercatori sono sei, ciascuna del valore di 8000 euro. Il termine per presentare i progetti di ricerca è fissato al 31 dicembre, mentre per la presentazione delle pubblicazioni dei giovani under 40 c’è tempo fino al 15 dicembre. Ăˆ possibile avere informazioni e dettagli per le modalitĂ di partecipazione direttamente sul sito Internet della Fondazione all’indirizzo www.fondazioneberlucchi.com.



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[In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli questa parabola: “Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacitĂ , e partĂŹ.] Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. CosĂŹ anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autoritĂ su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. (...)â€?.

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piatti della bilancia. Ăˆ lo specchio della realtĂ , anche se forse non ci piace molto: qualcuno ha ricevuto di piĂš e qualcuno di meno. Ma, diversamente da quello che interessa a noi riguardo ai talenti ricevuti, a GesĂš interessa la risposta, il risultato. Il nostro obiettivo è puntato sulle capacitĂ e sullo sfruttamento di queste. Ma solo per noi, per far vedere chi siamo e cosa siamo capaci di fare. Il talento, quindi, è il modo per “riuscireâ€?, per andare fuori dalla massa, imporsi, essere riconosciuti. Il talento, in altre parole, è cosa nostra; certo ricevuto da qualche parte, dalla natura, o addirittura innato, ma sempre roba nostra, da gestire e sempre a nostro vantaggio. Il discorso di GesĂš invece indica chiaramente da dove vengono i talenti e per che cosa servono. Fino alla fine della parabola il servo è servo; non diventa padrone e non agisce da padrone. Il servo sa di aver ricevuto e sa anche che dovrĂ rendere conto. A un altro, non a se stesso. Il

3HU &ULVWR FRQ &ULVWR H LQ &ULVWR Una signora si avvicina e vuole raccontarmi di una sua preghiera di cui non è molto convinta. Suo figlio non riesce a superare un esame universitario. Studia, ma ormai la paura, l’emozione e una certa tensione tra lui e il docente, rendono l’impresa sempre piĂš ardua. La madre inizia una novena al Sacro Cuore di GesĂš tra lacrime e promesse. Arriva l’ennesimo tentativo, ma l’esame va male. La madre torna in chiesa, si reca davanti alla cappella del Sacro Cuore e arrabbiata in dialetto “sgridaâ€? GesĂš: “Tu non fai quello che ti chiedo, ma adesso io vado da tua Madre e le dico che non mi ascoltiâ€?. Si sposta di qualche passo e davanti alla Cappella dell’Immacolata sfoga tutto il suo dolore e la sua rabbia.

Poche settimane dopo l’esame è superato. La donna ringrazia Maria e poi si reca davanti alla Cappella del Sacro Cuore e chiede scusa a GesĂš per il suo comportamento, ma “tu non mi ascoltavi e io l’ho detto a tua Madreâ€?. Quello che colpisce in questa breve storia è l’umiltĂ e l’audacia di questa donna: prima si affida a GesĂš, poi lo sfida, e poi torna a chiedere perdono: è consapevole di aver superato la misura, ma come madre preoccupata non le riusciva di fare altro. Anche la Madre di GesĂš a Cana ha avuto un atteggiamento audace nei confronti del Figlio. Maria a volte la sentiamo piĂš vicina di GesĂš, non penso sia una lacuna o un errore teologico, ma un fatto naturale: la con-

seguenza di quell’affidamento che GesĂš ha fatto sulla croce dicendo: “Donna, ecco tuo figlio, figlio, ecco tua Madreâ€?. Noi sappiamo che ogni nostra preghiera “passaâ€? attraverso GesĂš. Preghiamo e GesĂš raccoglie le nostre invocazioni e le consegna al Padre tramite la sua incessante ed eterna preghiera. Maria non è un’altra via, non è una scorciatoia e nemmeno una strada secondaria. Lei consegna al Figlio le preghiere che le rivolgiamo, consapevole che la sua è una prerogativa della Grazia e non un merito. Alla scuola di preghiera siamo tutti discepoli e a volte impariamo gli uni dagli altri. La preghiera nasce dalla fede e un cuore che trabocca di fede ci insegna sempre come pregare.

frutto dei talenti è del padrone, non del servo. CosĂŹ è incomprensibile nella logica di GesĂš pensare ai talenti come a mezzi da sfruttare per se stessi. Ăˆ proprio un altro discorso. Ăˆ una logica che non accetta mai – quella di GesĂš – il concetto del fare per se stessi. C’è sempre la prospettiva del sapere da dove si viene e per chi si fa ogni cosa. CosĂŹ i talenti sono di Dio e il loro sfruttamento è per “il tuttoâ€?. CosĂŹ la diversa misura ha senso perchĂŠ legata a quanto ciascuno, con le sue personali possibilitĂ , può fare per “il tuttoâ€?. Altrimenti è giusta l’indignazione davanti alla differenza dei talenti distribuiti. Ma questa è la logica umana che ritiene discriminato chi ha meno (anche se poi la stessa logica è impregnata di egoismo e sopraffazione) perchĂŠ ha meno possibilitĂ per affermarsi e per fare. E chi ha poco deve rassegnarsi a quel poco, a scavare la buca per nascondere il suo talento. Proprio cosĂŹ: il terzo, quello che ha ricevuto un solo talento è l’immagine della logica umana: disperato nel-

la sua pochezza non può che sedersi e accettare il destino. Non c’è molla che lo faccia scattare, non ideale. Non potrĂ mai affermarsi, quindi: perchĂŠ lavorare? Ma in questo modo il suo poco diventa nulla e quel “tuttoâ€? per il quale il padrone aveva affidato ai suoi servi il suo denaro mancherĂ di qualcosa. Certo. L’idea della resa dei conti non è un pensiero simpatico. Ma ancor meno simpatica è la prospettiva del non aver futuro, non aver speranza e chiudersi nella pochezza di sĂŠ, guardando ai piĂš fortunati che hanno piĂš talenti e possono emergere. Tutto per se stessi. Chiuso nella buca del terreno nella quale si deve mettere il poco avuto. Che è sempre poco quando la logica è quella di volere e l’invidia verso chi si crede abbia ricevuto di piĂš. Ma siamo servi e non dovremmo dimenticarlo; con la responsabilitĂ , ma anche con la serenitĂ di fare quel che facciamo per chi ce lo ha dato, per quel tutto del quale non capiamo ancora i contorni ma che ci è stato affidato. Con amore.


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della religione cattolica in Italia – e insieme i suoi insegnanti – è in continuo movimento. Dalla revisione neoconcordataria in poi è stato grande lo sforzo soprattutto della Chiesa per garantire una materia scolastica adeguata alle esigenze di tutti gli allievi, una materia capace di tenere il passo delle riforme della scuola italiana. E per andare avanti, senza troppi disorientamenti – pur comprensibili in un tempo di cosĂŹ rapide trasformazioni – l’Irc ha tenuto il

timone fermo, ancorato saldamente al compito educativo scolastico. Tante riessioni, approfondimenti, corsi di aggiornamento – cosĂŹ anche questo, ultimo, di Montesilvano – hanno esplorato a diversi livelli l’argomento, facendo leva su un altro grande ďŹ lone: la professionalitĂ docente, la capacitĂ degli Idr di “maneggiareâ€? la propria materia per promuovere educazione, lo sviluppo pieno e complessivo della personalitĂ dell’allievo, come recitano le ďŹ nalitĂ dell’istituzione

scolastica. Quella stessa scuola che, spinta oggi da istanze socioculturali di portata europea – come ha ricordato il direttore del Servizio nazionale Irc della Cei, don Vincenzo Annicchiarico – “afďŹ na, con sempre maggiore vigore, lo spessore della responsabilitĂ pedagogica, sostenendo il compito educativo come impegno professionale scolastico che si realizza nei percorsi disciplinari, in vista della maturazione di adeguate competenze da parte degli alunniâ€?.

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a vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altriâ€?. Si apre con queste parole il messaggio del Consiglio episcopale permanente per la 34ÂŞ Giornata nazionale per la vita, che verrĂ celebrata il 5 febbraio 2012. Il titolo scelto dai vescovi è “Giovani aperti alla vitaâ€?, e proprio sui giovani si sviluppa il messaggio, laddove afferma: “Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa piĂš faticaâ€?. Come da tradizione nei messaggi precedenti, anche in quello per la prossima Giornata nazionale i vescovi fanno riferimento al tema centrale della difesa della vita dal suo sorgere al suo tramonto naturale. Affermano infatti che “l’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalitĂ che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtĂ , la vita è un bene non negoziabile, perchĂŠ qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debo-

le e indifesoâ€?. Le gravi situazioni di tensione e crisi sociale ed economica che si registrano in questi ultimi tempi sono considerate dai vescovi che indicano alcuni aspetti particolari: “In questi anni – scrivono nel Messaggio – non solo gli indici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato l’animo di quanti provano rispetto e ammirazione per il dono dell’esistenzaâ€?. “Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita – proseguono – significa offrire esempi,

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dal mondo giovanile, i vescovi annotano: “Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stessoâ€?. Insegnare il valore della vita non è – secondo i vescovi – un qualcosa di semplice o astratto, ma esige coerenza e valori solidi. Scrivono infatti che “molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vitaâ€?. Si afferma che “è una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti – adulti, istituzioni e corpi sociali –, perchĂŠ chi ama la vita avverta la propria responsabilitĂ verso il futuro. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti – annotano i vescovi –. Ăˆ un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. Ăˆ un esempio dell’Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltĂ â€?. In conclusione il Messaggio ricorda che “chi ama la vita non nega le difficoltĂ : si impegna, piuttosto, a educare i giovani a scoprire che cosa rende piĂš aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelanoâ€?.

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/D IHGH WUD L JLRYDQL “Crescere insieme per la vita buona – I giovani e la dimensione comunitaria della vita e della fedeâ€?: è questo il tema del 12° Convegno nazionale di pastorale giovanile che si svolge a Roma dal 10 al 13 novembre, su iniziativa del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, cui parteciperanno oltre 600 delegati di tutte le diocesi. Ricco il programma dell’incontro che vedrĂ diversi relatori affrontare temi quali “Individualismo, relazione e vita

comunitaria nella societĂ e nella cultura contemporaneaâ€?, “Quali scelte per una comunitĂ cristiana che ama i giovani e desidera aiutarli a incontrare GesĂšâ€? e “L’accompagnamento spiritualeâ€?. SigniďŹ cativa la presenza di padre Duarte da Cunha, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, che terrĂ una comunicazione su “I giovani e la pastorale giovanile in Europa. “Il Convegno intende riettere e individuare

– spiega al Sir don Nicolò Anselmi, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile – quelle prioritĂ che durante questo decennio possono rilanciare l’impegno delle comunitĂ ecclesiali a servizio dell’educazione. Ăˆ necessario riscoprire la bellezza e la necessitĂ di crescere insieme, di costruire relazioni, di vincere la tentazione dell’individualismo e di evitare il mostro della solitudine che rende impossibile l’incontro con Dioâ€?.


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ÂŽ ‡•…‘˜‘ ƒ ‘”–‘Â?ÂƒÇĄ ‘Â?–ƒÂ?‡ŽŽƒ–‘ ‡ ‡”‹Â?• Nel 2011-12 sono in programma tre pellegrinaggi che saranno presieduti dal vescovo Luciano. I pellegrinaggi di un giorno, fortemente voluti dal Vescovo, sono stati pensati per iniziare insieme l’Avvento e la Quaresima con la celebrazione penitenziale, confessioni ed eucaristia: al Santuario della Madonna della Guardia a Tortona (nella foto) il 3 dicembre 2011 e al Santuario della Beata Vergine del Rosario a Fontanellato il 25 febbraio

2012. Il pellegrinaggio di Tortona prevede la partecipazione alla celebrazione penitenziale e all’eucaristia presieduta dal vescovo Luciano. C’è, inoltre, tempo a disposizione per la visita del santuario dedicato alla Vergine, santuario che custodisce le spoglie di San Luigi Orione. Nel pomeriggio il rientro con la sosta a Piacenza per la visita della cattedrale. La quota di partecipazione è di 50 euro. Informazioni e prenotazioni

presso la Brevivet: telefono 0302895311. Il terzo pellegrinaggio è per i sacerdoti. Dopo l’esperienza di Ars e di Einsiedeln, quest’anno i sacerdoti vivranno le giornate di spiritualitĂ e fraternitĂ , aiutati dalle riessioni del Vescovo, presso l’abbazia di Lerins sull’isola di St. Honorat. SarĂ all’inizio della Quaresima, 5-7 marzo 2012 (dal lunedĂŹ al mercoledĂŹ per non disturbare le attivitĂ pastorali del ďŹ ne settimana).

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entre il compleanno riguarda la nascita degli uomini, gli anniversari si riferiscono a eventi o accadimenti. L’Oftal (Opera federativa per il trasporto degli ammalati a Lourdes ), che nella nostra diocesi è presente da ben 48 anni, celebra due significativi anniversari: il 100° del primo pellegrinaggio e l’80° di fondazione dell’Associazione. Quando, nel 1911, don Alessandro Rastelli, prete vercellese, decise di recarsi alla grotta di Massabielle a ringraziare la Vergine Immacolata per essere scampato a un incidente ferroviario che avrebbe potuto avere conseguenze mortali, certamente non poteva immaginare che nei 100 anni successivi molti l’ avrebbero seguito. Quando poi si mosse con gli ammalati da subito si unirono a lui volontari, medici e infermieri. “Noi – racconta il neoassistente generale Piero Bonetta – ringraziamo la divina Provvidenza e l’assistenza amorevole di Maria, e sinceramente gustiamo la bellezza, di una lunga e avventurosa storia. Lascio alla vostra immaginazione comprendere il movimento affettivo ed emotivo, fisico e psicologico, organizzativo e altro ancora, che è stato investito lungo il corso dei 100 anni. Oggi l’Oftal è apprezzata, come altre realtĂ similari, e assai vivaceâ€?. Tra le tante iniziative in calendario

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alle iniziative di sostegno e conforto ai fratelli nella prova. A Brescia la lampada è arrivata lunedĂŹ 7 novembre al Santuario cittadino delle Grazie accolta da mons. Gianfranco Mascher, il quale ha poi presieduto la Messa. Il giorno successivo la lampada è partita per la parrocchia di Bassano Bresciano dove alle ore 20 sono stati ricordati i volontari defunti sia dell’Associazione come di quelli che hanno collaborato, nel tempo, alle iniziative parrocchiali. Riportata alle Grazie il giorno successivo vi rimarrĂ fino a sabato 12 quando alle ore 18.30 raggiungerĂ la

Basilica di Bagnolo Mella dove don Maurizio Funazzi, direttore dell’Ufficio della salute, presiederà la Concelebrazione. Il giorno successivo la lampada rientrerà a Brescia dopo la Messa delle ore 10 celebrata da mons. Severino Chiari, parroco di Bagnolo Mella. Sabato 19 alle ore 18.30 sarà la chiesa parrocchiale di Isorella a custodire la lampada e lÏ, ad accoglierla, ci raggiungerà , mons. Paolo Angelino, presidente generale dell’Oftal, mentre alle 18.30 di domenica 20 toccherà a don Piero Bonetta riportarla alle Grazie dopo aver concelebrato l’eucaristia.

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3HUFRUVL H DGRUD]LRQH SHU L JLRYDQL Si svolge nel mese di novembre la prima tappa zonale dell’itinerario di spiritualitĂ per giovani. Il tema dell’anno, “La Vita: una Buona Notiziaâ€? verrĂ presentato con il riferimento evangelico “perchĂŠ sia salvata e vivaâ€? (Mc 5,21-43). L’appuntamento è previsto nella seconda settimana del mese, nel giorno scelto in ogni zona. Per i giovani della cittĂ , la meditazione sarĂ offerta dal vescovo Luciano presso la Basilica di Santa Maria del-

le Grazie venerdĂŹ 11 novembre 2011 alle ore 20.30. Percorso vocazionale Sichar - Inizia domenica 13 novembre, dalle 9 alle 17, il percorso “SĂŹ, per tutta la Vitaâ€?, proposto al gruppo vocazionale diocesano “Sicharâ€?, nato per le giovani e i giovani dai 18 anni che sono aperti al discernimento di tutte le vocazioni (vita matrimoniale, consacrata, missionaria, diaconale, presbiterale). L’incontro si svolgerĂ presso la nuova

sede del Seminario diocesano in via Razziche n. 4,. il tema della giornata è “FragilitĂ riconosciuta: per salvare ciò che era perdutoâ€? (Lc 19, 1-10). Percorso vocazionale Emmaus Giunge alla seconda tappa “Pane e Parola di Vitaâ€?, l’itinerario annuale di discernimento vocazionale proposto al gruppo diocesano “Emmausâ€? composto da giovani maggiorenni che non escludono per la loro vita la vocazione sacerdotale. Appuntamento

presso il Seminario diocesano di via Razziche n. 4, domenica 27 novembre, dal pranzo alle 12.30 fino alle 18, meditando il tema “Il Pane quotidianoâ€? (Mt 6,5-15). Settimana vocazionale - Nella settimana concordata con ogni zona pastorale, la proposta dell’anno “Signore, da chi andremo?â€? (Gv 6,68), sarĂ vissuta a livello parrocchiale, attraverso l’adorazione eucaristica con l’alternanza delle vocazioni e a livel-

lo zonale con la possibilitĂ di incontri e testimonianze vocazionali a partire dagli ambiti di lavoro e festa, fragilitĂ , tradizione, cittadinanza, vita affettiva, riprendendo l’esperienza del 25° Congresso eucaristico nazionale. In questo mese: dal 7 al 13 novembre (zona Suburbana I - Concesio); dal 14 al 20 novembre (zona Brescia Centro); dal 21 al 27 novembre (zona Val Gobbia); dal 28 novembre al 4 dicembre (zona Morenica del Garda).


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 10 novembre Ore 9 - Brescia Incontro con gli studenti dell’Istituto Cesare Arici. Ore 20.30 Castrezzone di Muscoline S. Messa in occasione della festa patronale. VenerdĂŹ 11 novembre Ore 6.50 - Brescia S. Messa presso il Seminario minore.

Ore 21 - Brescia Incontro di preghiera con i giovani presso la Basilica delle Grazie. Sabato 12 novembre Ore 9.30 - Brescia Tavola rotonda sul tema “Famiglie cattoliche nella societĂ multiculturaleâ€? presso l’auditorium San Barnaba. Ore 16.30 - Ponte Zanano Cresime.

Ore 20.45 - Chiari Incontro con i cresimandi della zona VIII presso l’Istituto San Bernardino.

LunedĂŹ 14 novembre Ore 9.30 - Brescia - Incontro con il clero presso il Seminario maggiore di via delle Razziche.

Domenica 13 novembre Ore 11 - Torbole Casaglia S. Messa per la giornata del Ringraziamento presso la chiesa parrocchiale di Casaglia. Ore 16 - Saiano Cresime e prime comunioni.

MartedĂŹ 15 novembre Ore 18.30 - Brescia - S. Messa per il giovane clero presso il Centro pastorale Paolo VI. MercoledĂŹ 16 e giovedĂŹ 17 novembre Visita ai sacerdoti della zona XXXII del Centro storico.

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n vademecum per la manutenzione ordinaria dei beni preziosi presenti nelle nostre comunitĂ attraverso le indicazioni di don Mario Trebeschi, Giuseppe Pagani, Elisabetta Boanini, Alberto Casella, Aurelio Albini, Giovanni Gregorelli e Giovanna Iacotti. Ăˆ questo il lavoro prodotto, ad uso e consumo delle parrocchie, da parte dell’Ufficio diocesano per l’arte sacra e i beni culturali ecclesiastici. Di fatto questo strumento era stato anticipato

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ma anche a tutti i laici una sorta di “prontuarioâ€? per le operazioni semplici di manutenzione. Si sa le chiese custodiscono un patrimonio inestimabile dal punto di vista artistico. Il sussidio diocesano vuole essere uno strumento di indirizzo anche pratico.“Per manutenzione ordinaria – scrive mons. Federico Pellegrini – si intendono tutte quelle attenzioni ‘quotidiane’ rivolte alle opere artistiche di vario genere perchĂŠ possano conservare nel piĂš lungo arco di tempo possibile la loro fattura e arginarne il naturale degradoâ€?. Semplici attenzioni che possono determinare anche un risparmio economico non indifferente. “Lo scopo di questo sussidio – continua mons. Pellegrini – è invece quello di essere amico fedele di tutte le quelle persone (sacerdoti, sacristi, consiglieri parrocchiali) affinchĂŠ, consapevoli che un uso corretto, un’adeguata sistemazione, una costante osser-

vazione di questi beni, permette ad essi di “sopravvivereâ€? e a noi di essere degni dell’ereditĂ ricevuta, di conservare la nostra fisionomia cristiana e popolare, e, rendendo gloria a Dio, con tali opere preziose, di aprire il nostro cuore per quella affascinante manutenzione ordinaria dell’uomo nuovo restaurato dal mistero pasquale di Cristoâ€?. Nello specifico il testo affronta il capitolo degli archivi e delle biblioteche parrocchiali, dei manufatti in pietra e marmo, dei paramenti sacri tessili, degli organi, delle opere pittoriche, delle suppellettili sacre in metallo e delle opere lignee policrome e dorate. Gli archivi hanno una loro particolaritĂ : mentre gli oggetti di arte o i reperti vari sono destinati a essere guardati e osservati, le carte d’archivio servono per essere consultate sia in ordine all’attivitĂ corrente dell’istituzione che li possiede sia ai fini della riflessione storica. Se si pensa, ad esempio,

all’entitĂ e alla qualitĂ del patrimonio tessile, diventa necessaria una conservazione preventiva. Risulta fondamentale la conoscenza degli ambienti in cui i parati sono custoditi: l’umiditĂ relativa, la temperatura, l’illuminazione, l’aerazione e la pulizia sono variabili importanti. Anche in questo caso va ricordato, ma forse non è necessario, che è bene puntare su personale specializzato, evitando quindi lavaggi casalinghi o puliture a tampone per non rischiare di far stingere i tessuti o creare aloni.

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nelle rispettive sedi universitarie: Arezzo, Bergamo, Bologna, Brescia, Caltagirone, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Firenze, ForlĂŹ, Lodi, Lucca, Macerata, Milano, Modena, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Ragusa, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Trento, Udine, Urbino. “La scelta del tema – affermano i presidenti nazionali Francesca Simeoni e Alberto Ratti – è stata dettata dal desiderio di sottolineare l’importanza di vivere

gli anni universitari con ‘gusto’, per realizzare in pienezza quello che è il tempo della nostra formazione e dare sapore alle conoscenze che acquisiamo, non limitandoci a considerarle semplici voci di competenza di un curriculum professionaleâ€?. A Brescia l’appuntamento è ďŹ ssato, martedĂŹ 15 novembre alle 18, nella sala della Gloria dell’UniversitĂ cattolica di via Trieste. Il titolo dell’incontro, coordinato da padre Michele

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Â?–‡”˜‹‡Â?‡ ‘Â?ƒ”‹ Pischedda, è “Studiare e crescere: quali opportunitĂ ?â€?. Intervengono Maria Pia Pattoni e Luigi Croce. L’evento di apertura della rassegna nazionale si tiene, invece, a Padova, mercoledĂŹ 16 novembre, con la conferenza “Meglio furbi che coltiâ€?. Studiare conviene? “Riteniamo di vitale importanza – affermano dalla Presidenza – interrogarsi sull’importanza dell’UniversitĂ , e piĂš in generale della cultura, per il presente e il futuro del Paeseâ€?.

VenerdĂŹ 18 novembre alle 17 nell’aula magna dell’UniversitĂ cattolica (nella sede di via Musei 41) il vescovo Monari interviene sulla parabola dei talenti; alle 18 Elvio Sonnino, direttore generale del Banco di Brescia, presenta la centralitĂ del risk management nei processi decisionali. La serata “Il rischio: da minaccia a opportunitĂ . La parabola dei talenti nell’economia d’oggiâ€? è organizzata dall’Ucid Giovani.

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i rinnova anche quest’anno, l’offerta del Centro missionario diocesano, dei corsi di formazione, sul tema della missione e dei nuovi stili di vita. L’arrivo di un nuovo direttore al Cmd, don Carlo Tartari, ha contribuito a dare una ventata di novitĂ alle proposte e ha permesso di attivare collaborazioni con altri uffici di altri uffici diocesani che si occupano di giovani. Il corso “Nuovi stili di viaggioâ€?, in collaborazione con gli istituti missionari presenti nella nostra diocesi, è rivolto a giovani desiderosi di provare un’esperienza breve in terra di missione. Il percorso formativo si articola in tre fasi, ugualmente importanti, che completano il senso di questo cammino. La preparazione all’esperienza estiva in terra di missione, attraverso una formazione sulla coscienza del mondo che ci circonda e del posto che occupiamo in esso e di come possiamo interagire con le persone, i popoli che lo abitano. Il viaggio nel sud del mondo, in un’esperienza di con-

divisione di una fede comune e di uno stile di vita radicalmente diverso dal nostro. Tutto ciò nell’ottica del ritorno a casa, con incontri di rielaborazione dell’esperienza, consapevoli che si può e si deve cambiare la propria vita e ci si deve impegnare nel proprio quotidiano. Il corso “Un’altra via, per un nuovo stile di vitaâ€?, che ha trovato la collaborazione di Acli, Azione cattolica e Agesci, affronta temi quali consumare, viaggiare, salvaguardare, ed è rivolto principalmente a coloro che non hanno dimestichezza con questi temi. Il percorso è rivolto a tutti coloro che sono interessati a conoscere e attuare nuovi stili di vita, come scelta personale quotidiana e come esperienza virtuosa nella comunitĂ e sul territorio, per un’economia del ben vivere, punto di incontro tra sobrietĂ e solidarietĂ . Si articola in tre moduli distinti, che possono essere affrontati anche singolarmente, attraverso relazioni, laboratori, esperienze dirette. “Nuovi stili di animazione missionariaâ€?, è rivolto a giovani e adulti,

gruppi missionari, interessati a un cammino di formazione missionaria, legato ai temi della mondialitĂ . Attraverso lo scambio delle esperienze maturate sul territorio, la riflessione sui documenti della Chiesa sulla missione, le dinamiche di conduzione dei gruppi missionari, la preparazione di attivitĂ comuni che possano essere stimolo alle nostre comunitĂ . Per il rinnovamento dei gruppi missionari esistenti e la nascita di nuove realtĂ , ove non ancora presenti. Queste proposte sono completate dal percorso “Oltre l’utopia, percorsi di speranzaâ€? organizzato dai missionari comboniani presso la Casa Comboni di viale Venezia 116, il secondo giovedĂŹ di ogni mese. Questa sera, giovedĂŹ 10 novembre, tocca a Brunetto Salvarani (direttore di Cem MondialitĂ ) con “Accogliendo il diversoâ€?; il prossimo appuntamento è, invece, per il 15 dicembre con don Vinicio Albanesi (presidente della comunitĂ di Capodarco) che affronta il tema “Aperti alla solidarietĂ â€?. Le locandine di tutti i percorsi sono scaricabili dal sito del Centro missionario www.cmdbrescia.it.


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‹ ”‹–‘”Â?‘ †ƒŽŽƒ Â?‰ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‡Â•Â’Â‡Â”Â‹Â‡Â?œƒ ƒŽŽƒ –‡•–‹Â?‘Â?‹ƒÂ?œƒ Il PalaBrescia ha accolto giovedĂŹ scorso un migliaio dei 2500 giovani bresciani che nel mese di agosto hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventĂš di Madrid: musica, colori e testimonianze hanno riportato alla mente la bella esperienza delle giornate madrilene. L’iniziativa è stata organizzata dal Centro oratori bresciani con il patrocinio del Comune di Brescia. Momento centrale della serata la parola del vescovo Luciano che ha vissuto

anche lui, come guida spirituale, la Gmg. All’interno dell’evento, scandito dagli inni delle vecchie giornate mondiali suonati dal vivo sul palco, Monari ha risposto a tre domande proposte dai giovani presenti le quali vertevano in particolare sul come concretizzare quanto emerso dall’esperienza spirituale vissuta a Madrid. Come mandato è stato consegnato un opuscolo contenente alcuni stralci delle catechesi del vescovo Luciano tenute durante la Gmg

per vivere il cammino del tempo d’Avvento. Altro momento bello che ha aiutato i presenti a far riafďŹ orare bei ricordi è stato quello della proiezione di alcune immagini tratte da un doppio dvd realizzato dal Centro audiovisivi: contiene sia il racconto del pellegrinaggio dei giovani bresciani sia, in forma integrale, le catechesi del vescovo Luciano. Ăˆ possibile prenotare il dvd inviando un sms al 3383636104 oppure telefonando allo 03044250. (e.c.)

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‘Â?ƒ•– Â?ƒ ”‡ƒŽ–Â? ’‡” ÂŽÇŻÂƒÂ•Â•Â‹Â•Â–Â‡Â?œƒ ƒŽŽ‡ ‹Â?’”‡•‡ Conast, societĂ cooperativa in forma consortile nata nel 1981 e attiva sul territorio dal 1993, promuove lo sviluppo delle imprese associate attraverso l’acquisizione di lavori e servizi, partecipa a gare d’appalto; svolge consulenze qualiďŹ cate nel campo della assistenza tecnica alle imprese; promuove e gestisce corsi di formazione imprenditoriale e agisce da incubatore d’impresa per le realtĂ di nuova costituzione. Conast

garantisce i propri clienti (aziende private, enti, amministrazioni pubbliche e fondazioni) attraverso un’efďŹ cace politica della qualitĂ certiďŹ cata (Uni En Iso 9001:2008) e avvalendosi delle sinergie tra le 24 imprese associate che occupano oltre 2300 addetti di cui 1900 soci di cooperative. L’azione di Conast per l’ambiente, i servizi e il territorio, pone al centro di ogni attivitĂ la tutela della persona, della comunitĂ e lo sviluppo di nuova occupazione.

La societĂ cooperativa opera in tre aree di intervento. La prima è quella dei servizi. C’è poi l’area delle consulenze con servizi prestati, per esempio, per la sicurezza negli ambienti di lavoro. La terza e ultima area in cui opera Conast è quella della formazione attraverso la proposta di corsi di formazione tecnica per imprese, di iniziative educative per scuole di ogni ordine e grado e di corsi di formazione per addetti ai centri di raccolta riďŹ uti.

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enedetto XVI ha piĂš volte ricordato che le difficili o precarie condizioni del lavoro rendono tali anche quelle della societĂ stessa, di un vivere ordinato secondo le esigenze del bene comune, invitando tutte le parti sociali a mettere in campo ogni sforzo perchĂŠ la catena delle morti e degli incidenti venga spezzata. Un invito chiaro, che non può non portare a una riflessione e a una verifica di quanto si è giĂ fatto, ma soprattutto di quanto si deve ancora fare. Un tema molto sentito anche dal mondo della cooperazione. La distribuzione degli addetti nel settore della cooperazione bresciana di Confcooperative è di circa 14mila unitĂ , ma la diversitĂ delle attivitĂ dei vari settori e l’eterogeneitĂ delle mansioni svolte fanno sĂŹ che devono essere numerosi gli interventi formativi in materia di sicurezza, rivolti sia ai datori di lavoro che ai dipendenti. In tema di sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro Confcooperative Brescia, con il supporto di Conast, svolge numerose attivitĂ di informazione e aggiornamento normativo, organizza numerosi eventi formativi e avvia percorsi specifici per tenere alto il livello d’informazione per contribuire alla diminuzione degli infortuni. Una caratteristica delle attivitĂ delle cooperative è quella di assumere frequentemente il ruolo di appaltatori di servizi e di lavori all’interno di aziende committenti. La valutazione dei rischi è giĂ un’azione relativamente complessa in una realtĂ aziendale confinata in

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relativi alla gestione della sicurezza in tali scenari lavorativi rimangono a oggi irrisolti, almeno parzialmente. Anche la presenza numerosa di lavoratori stranieri nelle imprese impone maggiori sforzi informativi e formativi. Alle note difficoltà , si sommano problemi di comprensione linguistica, abitudini e stili comportamentali diversi. La cooperazione, che pone al centro di ogni attività la tutela della persona, della comunità e lo sviluppo, non può e non vuole rinunciare a tenere la sicurezza tra le priorità per far sÏ che gli incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro.

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Â?‹œ‹ƒ–‹˜‡ ‘”•‘ †‹ ’”‡•‡’‹•–‹…ƒ ‡ …‘Â?…‘”•‘ Il Movimento cristiano lavoratori organizza tramite il suo ente di formazione Efal, in collaborazione con la Circoscrizione Centro e il Centro culturale “Il Chiostroâ€? il Corso di presepistica legato alla manifestazione del Concorso presepi. Il corso si svolgerĂ nelle giornate di sabato 12, 19, 26 novembre dalle ore 14 alle ore 18 nella Sala Civica della Circoscrizione Centro in via Elia Capriolo

n.17/d. Alla ďŹ ne del corso sarĂ rilasciato un attestato di frequenza a chi avrĂ partecipato almeno all’80% delle lezioni. Il contributo di iscrizione è pari a 20 euro. Per iscriversi telefonare allo 030/6950188 oppure scrivere una mail a corsi@efalbrescia.it. Mcl informa anche dell’apertura delle iscrizioni al 38° Concorso presepi che quest’anno ha per tema “E si misero in camminoâ€? Tutti possono iscriversi al concorso, Persone, famiglie,

gruppi, oratori, parrocchie, enti, ospedali, istituzioni, ecc‌ Le premiazioni sono in programma sabato 14 gennaio 2012 nell’auditorium Capretti degli Artigianelli in via Piamarta a Brescia alla presenza di mons. Luciano Monari. Sono previsti premi per tutte le categorie e riconoscimenti per tutti i partecipanti. Per informazioni e iscrizioni telefonare allo 030/2807812, mail presepi@mclbrescia.it

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un seminario sulla cittadinanza tenuto a Milano il presidente nazionale Mcl Carlo Costalli ha ribadito che occorre concedere la cittadinanza automatica per i figli di immigrati regolari nati sul suolo italiano: “Non possiamo ottenere rispetto dagli immigrati se non lo concediamo. Conoscenza e fiducia reciproca sono le chiavi per sconfiggere la paura e camminare verso la vera integrazioneâ€?; evidenziando in questo modo il forte ritardo della societĂ e del governo italiano sull’immigrazione. Sono occasioni perse dal punto di vista culturale (per creare coesione sociale) e pratico, cioè gestire la risorsa dei migranti che contribuiscono con natalitĂ e lavoro (aumento di pil) alla ricchezza del nostro Paese; ma, per ricordarne un’altra, anche con il pagamento dei contributi all’Inps (circa 7,5 miliardi di euro nel 2008 con solo il 2,2% di pensionati stranieri) sostenendo cosĂŹ le pensioni degli italiani. Al nostro dovere di appartenenza culturale ci ha richiamati mons. Luciano Monari con la lettera “Stranieri ospiti concittadiniâ€?: â€œâ€Śquesti bambini sono dal punto di vista culturale italiani: parlano la nostra lingua, frequentano le nostre scuole e vivono rapporti di amicizia e di dialogo con i ragazzi italiani; godono e soffrono le nostre ricchezze e le nostre povertĂ . Costringerli ad essere cittadini di uno Stato che non conoscono (quello dei loro genitori) e rifiutare la cittadinanza dello Stato che li ha educati, mi sembra illogico. Il rischio è fare di loro del-

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diritti dei migranti che si risolvono poi in una ricchezza per il nostro Paese. Tali motivi hanno spinto Mcl ad aderire al comitato bresciano “L’Italia sono anch’ioâ€? che organizza una campagna di diritti finalizzata a due proposte di legge di iniziativa popolare sulla cittadinanza ai figli degli immigrati e sul voto amministrativo. Ăˆ un modo per invitare e partecipare al dibattito, condividere un percorso che costruisce; una dinamica per cui la societĂ civile consegni alla politica un tema non da sfruttare ma da governare, cosĂŹ da perseguire attraverso adeguati provvedimenti “l’equilibrio culturale nel territorio in rapporto alla cultura prevalenteâ€? indicato da Giovanni Paolo IIâ€?.

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sĂŹ dei poteri, ma che ha anche il coraggio, l’intelligenza, il carattere, la gentilezza, la voglia di combattere per determinate cose. Gli eroi rischiano la propria vita per aiutare gli altri e, nonostante ciò, rimangono umili e lo fanno perchĂŠ se lo sentono nel cuore e non per complimenti o fama. Sono eroi quelli che dopo un terremoto si inďŹ lano nelle macerie di una casa crollata; sono veri eroi quelli che, gratuitamente si dedicano agli è successo in questi giorni a causa

delle alluvioni in Toscana e Liguria. Eroi sono i soldati che portano la pace in Afghanistan. Eroi sono i vigili del fuoco che nel 2001 a New York sono morti sotto le macerie delle Torri Gemelle per salvare piÚ vite umane possibili. Eroi sono i missionari e i volontari che aiutano le popolazioni piÚ povere del mondo. Ma eroi sono anche le persone piÚ comuni che compiono piccoli gesti e che probabilmente non sentiremo mai nominare alla televisione�.

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orte aperte sabato 19 all’Istituto Bonsignori. Gli alunni che attualmente frequentano la III media e sono prossimi alla non sempre facile scelta del nuovo indirizzo di studi avranno la possibilitĂ di conoscere l’offerta formativa della liceo scientifico di via Cappellazzi. A partire dalle 15 la direzione, gli insegnanti e alcuni alunni faranno conoscere agli interessati l’ambiente, permetteranno loro di vedere e sperimentare i laboratori, di colloquiare e avere informazioni sulle attivitĂ didattiche. Un appuntamento, questo con l’open day della scuola, che avrĂ poi un seguito nel mese di febbraio, con una seconda giornata di scuola aperta. Ăˆ un’occasione importante quella che viene offerta, perchĂŠ scegliere il percorso formativo adatto ai propri figli è per le famiglie spesso una difficoltĂ . Il liceo offre, a fianco del tradizionale percorso scientifico, anche due potenziamenti: quello di lingua inglese (rivolto agli allievi della prima e seconda liceo per approfondire la conoscenza della civiltĂ anglosassone e potenziare la lingua) e quello in Scienze ambientali. Arricchiscono l’offerta formativa le attivitĂ di giornalino (finalizzato all’apprendimento delle tecniche di scrittura giornalistica e alla realizzazione di un giornale d’istituto), la “Bonsignori music schoolâ€?

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vita, insieme a padre Giovanni Battista Piamarta, alla Colonia agricola. Era il gettare il seme di una grande storia che continua anche oggi e di cui, in forme diverse, gli oltre 600 alunni (divisi tra Centro di formazione professionale, scuola secondaria di I grado e liceo) che attualmente frequentano la scuola sono parte integrante. L’istituto celebrerà questo particolare momento con una semplice celebrazione eucaristica alle 17 nella chiesa parrocchiale del paese, a cui prenderanno parte alunni, genitori, personale educativo e quanti sostengono ancora oggi l’attività educativa dei giovani secondo lo spirito piamartino.

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Etty Hillesum: la fede e la speranza

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tty Hillesum non gode, presso tutti, della fama che meriterebbe come scrittrice e come grande testimone di umanitĂ in un tempo buio della storia. Per questa ragione la Cooperativa cattolico democratica di cultura ha dedicato una serata al libro “Etty Hillesum. La fortezza inespugnabileâ€? di Isabella Adinolfi, docente di storia del pensiero etico religioso all’UniversitĂ di Venezia. Marta Perrini, allieva della Adinolfi, ha illustrato brevemente la vita della Hillesum, un’ebrea olandese non osservante. Assistente e compagna di vita di Julius Spier, fondatore della psicochirologia, su consiglio di lui inizia a scrivere un diario. GiĂ nelle prime pagine quando aveva soli 27 anni, dice che “le minacce e il terrore crescono di giorno in giornoâ€?, era il 1941. Subito i tedeschi iniziarono i rastrellamenti degli ebrei olandesi, sorte alla quale scampò per qualche

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umana cui dovette assistere scriveva: “A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontĂ che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finitaâ€?. Grazie a un permesso del Consiglio ebraico si recò spesso ad Amsterdam per portare lettere e messaggi dal campo. Il 7 settembre 1943 arrivò, anche per lei e la sua famiglia, l’ordine di deportazione. Non si nascose mai, consapevole del fatto che al suo posto avrebbero mandato un altro. Etty sperimentò in sĂŠ una fede religiosa che dĂ ai suoi scritti una grande dimensione spirituale. Di questa dimensione si è invece occupata Isabella Adinolfi che attraverso una raffinata selezione degli scritti tradotti

in italiano (solo il 5% del totale in veritĂ ), ha introdotto il pubblico al concetto di amore e rapporto con Dio della Hillesum, al fine di capire come essa ha inteso e praticato l’intelligenza dell’anima. Attraverso il tema della comunione e della condivisione la giovane ebrea affronta quello che ha definito essere un “destino di massaâ€?. Fin dal 1942 la ragazza conosce e ha piena consapevolezza di ciò che le accade intorno e della sorte che attende lei, la sua famiglia, l’intero suo popolo e ne dĂ una lucida descrizione nei diari. Nel racconto delle sue giornate si disvela un’intensa storia d’amore che parte dalla relazione con Spear e attraverso di lui incontra la preghiera e la via per trovare Dio. Attraverso Dio Etty troverĂ la forza per amare tutti gli esseri umani. Prima di incontrare Dio la sua vita era descritta come senza senso, un rimescolio senza costrutto, eppure giĂ si percepiva in lei l’amore per la vita che la predispone all’incontro

con la fonte stessa dell’amore e del bene. A scuoterla dal torpore prima la bellezza che trova nell’arte e nella natura, poi l’intuizione della presenza di Dio nei Salmi e nel Vangelo di Matteo. Prima di morire Etty si ripromise, come ricorda la Adinolfi, di scrivere la storia di una ragazza che non sa inginocchiarsi, ma che impara a farlo incontrando Dio. Non scriverĂ mai questa novella, morirĂ ad Auschwitz il 30 novembre del 1943, ma la sua storia è la piĂš viva testimonianza di come una ragazza olandese abbia incontrato, in uno dei momenti piĂš bui della storia dell’umanitĂ , l’amore di Dio.

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MercoledĂŹ 16 novembre alle 17.45 Piero Roveredo, l’autore di “Mandami a direâ€?, Premio Campiello 2005, colloquia con Carla Boroni. PresenterĂ il suo libro “La melodia del corvoâ€?, una storia d’amore folle, un avvincente noir sentimentale che lascia col fiato sospeso. Pino Roveredo è un operatore di strada, scrittore e giornalista; fa parte di organizzazioni umanitarie. Ăˆ stato definito da Giorgio De Rienzo “uno dei migliori scrittori italiani dell’ultimo decennioâ€?.

Ăˆ Marco Travaglio, il giornalista piĂš irriverente del panorama italiano contemporaneo ad aprire la stagione “Colpi di scena al PalaBresciaâ€?. Sabato 12 novembre alle 21 sarĂ sul palco con “Anestesia totaleâ€? con la partecipazione speciale di Isabella Ferrari. Ăˆ uno spettacolo totalmente inedito, che prova a immaginare e a esorcizzare il futuro prossimo venturo dell’Italia. I due interpreti invitano il pubblico a riettere sull’attualitĂ del Paese. Un esperimento di contaminazione

In collaborazione con l’Azione Cattolica di Brescia martedĂŹ 15 novembre alle 18 nella libreria Paoline (via Gabriele Rosa, 52) saranno presentati i due libri “Sarah, la principessaâ€? e “Rebecca, la sposa cercataâ€?. Introduce don Massimo Orizio, intervengono Francesca Fabri, editor, Laura Susan, cantautrice, e Antonella Anghinoni, biblista e autrice. I volumi sono illustrati, adatti a bambini e ragazzi, ma strumento utile anche per catechisti ed educatori.

artistica: tra intermezzi musicali ed estratti di articoli di Indro Montanelli, “Anestesia totaleâ€? mette in evidenza un’Italia in controluce tra informazione, cronaca e disinformazione. Travaglio ritorna cosĂŹ ad appassionare il suo numeroso e affezionato pubblico attraverso lo stile di sempre: grande coerenza, ironia tagliente e un’infallibile memoria del nostro Paese. Prezzi del biglietto: da 20 a 36 euro con 4 euro di prevendita. Info: www.palabrescia.it

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l colore dominante è il blu e sul palcoscenico ho realizzato un allestimento asciutto, perchĂŠ tutto arrivi alla pancia e l’attenzione sia sugli interpretiâ€? spiega in poche battute Andre Cigni, regista e scenografo di “RomĂŠo et Julietteâ€?, opera di Gounod, che esordisce venerdĂŹ 11 novembre alle 20.30 al Teatro Grande. Si replica domenica 13 novembre alle 15.30. Lo spettacolo girerĂ poi l’Italia. Tornando al blu, Cigni spiega essere il colore che la musica gli suggerisce e durante la rappresentazione cambia intensitĂ accompagnando i personaggi e la musica. La direzione musicale è stata affidata al maestro Michael Balke, di origine tedesca che vive a Brescia: “Questa musica racconta una forte gamma di colori e accompagna il cammino dei personaggi. Si parte da toni leggeri per approfondire la gravitĂ . Ăˆ una cosa fisica che sento anche nel braccio mentre dirigoâ€?. Come per la scenografia che in pratica non esiste, per aiutare lo spettatore a focalizzare l’attenzione sui personaggi, cosĂŹ anche questi sono senza fronzoli. RomĂŠo, Giulietta e compagni abbandonano gli abiti cinquecenteschi per abiti senza tempo ed essenziali. “Ho chiesto loro di essere, oltre che di cantare, ho voluto − racconta ancora Cigni − che portassero in scena loro stessi perchĂŠ il racconto e le vicende fossero credibiliâ€?. “Mi ha chiesto − racconta Jean François Borras − di mettere in scena quello che ho provato quando mi sono innamorato

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si parla di amore e della naturalezza degli attegggiamenti degli innamorati − aggiunge ancora Cigni − oltre ovviamente a una serie di vicende minori che rendono vera quella principaleâ€?. Il lavoro e l’intento, che assicurano essere raggiunto, è quindi chiaro: sul palcoscenico gli attori e i loro personaggi diventano quindi nudi e si svelano al pubblico raccontando l’interioritĂ del proprio personaggio arricchita dalla propria anima che, grazie alla musica di Gounod, si fondono. Tutto è funzionale a questo. “Quando sei in scena e canti − spiega il soprano Serena Gamberoni − con la musica italiana la scena giĂ si riempie, poi usi il vestito e la scenografia. Qui Juliette è sola, senza grandi abiti da muovere e senza scenografia che l’aiuti. Mentre canto devo credere in quanto sto vivendo mettendo la passione necessaria. Allora funzionaâ€?. Le fa eco il tenore Borras: “Si deve credere a ogni gesto che si compie, perchĂŠ la storia diventi vera e appassioni lo spettatoreâ€?. Al pubblico il giudizio finale che, si agura Cigni, “si appassioni e affezioni ai personaggi ed esca dal teatro con un bagaglio piĂš ricco del semplice gusto estetico. Ăˆ per questo che mi immagino Romeo e Giulietta piĂš simili a due ragazzi di oggiâ€?. Il cast è composto da tutti artisti giovani, bravi e in carriera. L’opera di Gounod torna al Grande dopo 99 anni. Biglietti a partire da 20 fino a 60 euro (ridotti da 15 a 35 euro, over 65 da 15 a 48 euro), disponibili alla biglietteria del Grande (martedĂŹ - venerdĂŹ 13.30-19; sabato 15.30-19)

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so nel suo lavoro, racconta la storia della ragazza rapita dal Ghul, mostro di farina, e di come lo sceicco abbia sconfitto la creatura. “Heina e il Ghul” è stato ospite di molti festival, scuole teatri e biblioteche. Regia di Mario Gumina (Ingresso 8 euro). È ancora “Il nodo teatro” a proporre “Aladino e il genio della lampada” sabato 12 novembre alle 16.30 al teatro Don Bertini di Calcinato. Storia intramontabile quella di Aladino per la regia di Raffaello Malesci.

Un’altra fiaba è al centro della proposta fatta dal “Teatro Telaio” in “Storie storie storie” appuntamento ancora alla Sala Santa Giulia del Vill. Prealpino domenica 13 novembre alle 16.30. “Jack e il fagiolo magico” è della compagnia “Fratelli di Taglia”, ingresso 7 euro, 5 euro i bambini. Non è teatro, ma animazione alla lettura la proposta delle Paoline in libreria, con l’Istittuto Arici, per sabato 12 novembre dalle 16 per bambini dai 6 anni: “Ambientiamoci - lo spazio della storia”.

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el 1538 due avventurosi stampatori bresciani, Alessandro e Paganino Paganini, partirono per Istanbul con alcune copie del Corano da loro stessi stampate in arabo, con l’obiettivo di commercializzare l’opera. Arrivati nella cittĂ turca, i libri furono messi al rogo mentre i due subirono la mutilazione di una mano. Partendo da questo episodio, un convegno promosso dalla Fondazione civiltĂ bresciana ha voluto riflettere sul “primato brescianoâ€? dei Paganini, analizzandone le vicende e gli insegnamenti con padre Fiorenzo Reati, francescano attivo all’Accademia Teologica russa di San Pietroburgo, il prof. Paolo Corsini e Carlo Panella, giornalista e scrittore, autore del volume “Fuoco al Corano in nome di Allah. L’inquisizione islamica contro la stampaâ€? (Rubbettino). “I nostri due concittadini – ha spiegato il prof. Corsini − si sono scontrati con l’editto del 1483 che vietava la stampa di qualunque libro scritto in arabo o turco, divieto che scaturisce dal dogma che considera il Corano increato e provoca l’inaridimento della societĂ civile, l’assenza di un’Êlite culturale

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circolare la cultura. Oggi il recupero di questo ritardo ha permesso fenomeni come l’esplosione della primavera araba grazie a giovani laureati che vivono un rapporto critico con il testoâ€?. Padre Fiorenzo Reati ha portato invece la propria esperienza di francescano a Kazan, in Russia, “dove le parrocchie sono circondate da moschee e si vivono ottimi rapporti tra musulmani e cattoliciâ€?. “Le sure del Corano – spiega – sono ricche di termini che invitano alla tolleranza, al dialogo tra religioniâ€?. Le citazioni potrebbero essere molte: il rispetto per le credenze altrui (sura 6), la mancanza di costrizione nella fede (sura 2), la concezione di una comune umanitĂ che concepisce le differenze in nome della libertĂ di scelta (sura 7) sono solo alcuni esempi. “La strada del dialogo interreligioso va costruita sugli ideali e non sulle pratiche estremiste – spiega padre Reati – e il compito di tutti deve essere la dissociazione dell’idea di Dio da quella della violenza e la condivisione di un’identitĂ civile che subentri a quella confessionale, provocando l’estinzione di credenti fanatici e aggressiviâ€?.

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´6HUYL]LR SXEEOLFRµ OD WY GDO EDVVR Giovedì 3 novembre, con la prima puntata di “Servizio pubblico”, è iniziata la nuova avventura di Michele Santoro in tv. Abbandonata la Rai ha mobilitato tutto lo staff di “Annozero”, riproponendolo sostanzialmente nella forma e nei contenuti. Fin qui nulla di nuovo: in questi mesi ci siamo abituati ai flussi migratori di conduttori, giornalisti e direttori da un’emittente all’altra. È la teoria del libero mercato adattata al “non libero” mondo della televisione. Ai tempi della sua presenza in Rai erano in molti, chi a ragione, chi a torto, ad accusare Santoro & co. di faziosità politica: nemmeno questa è una novi-

tà, considerando oltretutto che nella nostra tv di Stato lavorano anche altri giornalisti dichiaratamente schierati politicamente (come per esempio Minzolini e Ferrara). Quando la politica invade la tv del servizio pubblico è impossibile regolamentarla. In un sistema televisivo democratico, liberale e soprattutto commerciale, ciò che dovrebbe decidere la vita o la morte di un programma non è il vento politico del momento, ma piuttosto il riscontro del pubblico. “Annozero”, invece, è stato cancellato nonostante la media di cinque milioni di spettatori a puntata. In fin dei conti poco male, conside-

rando che da questa battaglia politica e mediatica è scaturita un’interessante, paradossale, novità: il programma “Servizio pubblico” non appartiene a nessuna televisione. Il promotore di questa innovazione è l’omonima associazione Servizio pubblico, una realtà senza scopo di lucro che in collaborazione con il Gruppo Mediapason diffonde la diretta della trasmissione in tutta Italia creando un “evento multipiattaforma” in contemporanea su tre canali Sky, su una ventina di tv locali dislocate in tutte le regioni (per Brescia è Telelombardia), in streaming su quattro siti internet e in diretta radio. Un’idea già in parte sperimentata con

successo per 10 anni da Sat2000, ora Tv2000, l’emittente della Cei. “Servizio pubblico” si appoggia su un nuovo circuito mediatico che bypassa le reti nazionali generaliste. Usa una concessionaria pubblicitaria, Publishare, che ha garantito un introito minimo di 110mila euro a puntata. Inoltre – e questa è la reale, decisiva novità – ben 100mila utenti hanno donato 10 euro a testa per finanziare la prima puntata del programma. La vera “tv on demand”: il pubblico decide di appoggiare economicamente ciò che vuole vedere. Questo il commento di Santoro: “Avere un sistema dell’informazione libero non è un problema di

destra o sinistra, è un problema che vale per tutti. Le 100mila persone che hanno acceso le luci di questa sera si possono convincere che a questo punto possono accendere tutto quello che vogliono”. La prima puntata di “Servizio pubblico” è stata vista da più di cinque milioni di spettatori. Tutte le puntate del programma sono sempre a disposizione gratuitamente su internet. Che piaccia o no, questa è la direzione: la fine della tv generalista e l’avvento della “tv su misura”. La consueta domanda “Cosa danno in tv?” verrà presto sostituita da “Quale tv voglio creare?”.


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Non è un ďŹ lm per tutti, il “Faustâ€? che è valso quest’anno a Aleksandr Sokurov il Leone d’oro al Festival di Venezia. La peregrinazione interminabile che il regista impone a un Faust tutt’altro che anziano (Johannes Zeiler) è estenuante tanto per il protagonista quanto per lo spettatore, che deve prepararsi a un’esperienza visiva irripetibile ma ostica, spesso enigmatica, sempre claustrofobica – il ďŹ lm è proiettato in un formato piĂš piccolo del con-

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i solito il bassista è l’elemento piĂš schivo e nascosto della band. Si posiziona alle spalle del cantante, spesso in un angolo e passa il concerto a tessere la sua rete oscura ma in realtĂ sostanziale per l’economia del suono. Saturnino invece è un bassista anomalo, è l’uomo di classe, è il fantasista. Il suo talento e il suo carisma lo rendono sempre protagonista, sia che si esibisca come solista sia che faccia da spalla al cantante. Per questi motivi il suo concerto del 15 novembre, nel Ridotto del Teatro Grande con inizio alle 21 (al prezzo popolare di 15 euro, 10 euro per gli under 30 e gli over 65) è una occasione imperdibile per vederlo all’opera, per di piĂš nelle vesti di front man. Saturnino Celani è nato ad Ascoli Piceno nel 1969 ed è considerato dalla critica piĂš accreditata uno dei migliori bassisti della scena internazionale. Esordisce come solista nel 1995 con “Testa di bassoâ€?, album in cui mette in luce una non comune padronanza tecnica, un virtuosismo mai fine a se stesso, grande capacitĂ compositiva ed un pregevole eclettismo. Nel disco Saturnino è autore di tutti i brani e si avvicenda al basso, al-

la batteria e alla chitarra. Il disco è molto apprezzato e Saturnino viene ingaggiato dalla Verve, prestigiosa etichetta americana, che lo include, unico artista italiano, nel suo catalogo. Prima di questo suo disco d’esordio Saturnino aveva giĂ collaborato come bassista e coautore con Lorenzo Jovanotti dal 1991, dando inizio a una feconda e inossidabile collaborazione con il cantante di Cortona. Un ruolo il suo importantissimo nell’economia musicale di Jovanotti: non un semplice bassista ma una sorta di regista sonoro attorno al quale si costruisce il sound di Lorenzo. Ma è nei suoi album che il bassista di Ascoli riesce a liberare la sua anima, esprimendosi attraverso linee sonore originali e travolgenti. Gli altri suoi cd come solista sono: “Zeligâ€? (1996), il live “SaTOURninoâ€? (1997), “Cli-

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maâ€? (2000). Strumentista versatile Saturnino riversa nella sua musica tutto quanto assimilato con curiositĂ durante la sua esperienza musicale, dagli studi classici di violino al suo amore per il funky e l’hip-hop fino alla sua passione per grandi bassisti come Jaco Pastorius e Mark King dei Level 42, dai quali ha assimilato i giri di basso. Musicista colto e pop, Saturnino esplora i territori della musica punk, new wave e post punk mescolandoli con le sonoritĂ classiche del quartetto d’archi che lo accompagnerĂ in questo suo originale concerto nello splendido contesto del Ridotto del Teatro Grande. Il basso, o meglio i bassi (ne possiede una collezione interminabile) interpreta nelle mani di Saturnino la melodia vocale ed è il protagonista di questo progetto di fascino e originalitĂ che segna una nuova tappa del percorso artistico di uno dei piĂš grandi bassisti italiani. Un concerto che potremmo definire sperimentale, il che dimostra anche la grande apertura dell’Ente teatrale cittadino, che sonda cosĂŹ con questo e con altri concerti giĂ in programma territori sonori inusuali e per questo particolarmente stimolanti.

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sueto – e decisa a non concedere nessun appiglio all’empatia. Una dichiarazione di orgoglio intellettuale che nella sua radicalitĂ echeggia il carattere stesso (ombre comprese) della sďŹ da faustiana. “Dentro me stesso voglio assaporare la sorte dell’intera umanitĂ â€? dichiara Faust nel testo goethiano, accettando di ďŹ rmare il patto con MeďŹ stofele. Ma quella tra cui si muove senza requie il personaggio reinterpretato da Sokurov è un’uma-

nitĂ rinchiusa nel carcere di se stessa e della propria assenza di anima: proprio quell’elemento che all’inizio del ďŹ lm, frugando tra le viscere di un cadavere, il dottor Faust afferma di non riuscire a trovare. “Oggi – ha dichiarato il regista – ogni impegno spirituale è mal visto e persino il cinema ci abitua a non usare l’intelletto. Quindi vendere l’anima per l’uomo moderno non è piĂš importante: il nostro tempo è fondato sugli affari fasulli, sulla vendita al

limite della truffa delle cose inesistentiâ€?. CosĂŹ, anche “il male non è sovrannaturaleâ€?. Il demonio (Anton Adasinskiy) è un usuraio, un ometto petulante e fastidioso, oppresso dal mal di pancia, che pedina Faust nella sua ricerca tutta terrena del potere in un mondo che “duole e puzza come il corpo umanoâ€?, brulicante di mostri come un dipinto di Hyeronimus Bosch. Con questa grottesca raffigurazione Sokurov conclude la sua tetralogia del pote-

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re, iniziata nel 1999 con “Molochâ€?, il ritratto di un Hitler accompagnato in una straniante quotidianitĂ ; proseguita poi con “Taurusâ€? (la morte di Lenin) e “Il soleâ€?, dedicato all’imperatore giapponese Hirohito. A interessarlo – l’ha detto in un’intervista ad “Avvenireâ€? – è proprio “la natura del potere come manifestazione della volontĂ e del carattere umanoâ€?: la sostanziale infelicitĂ del tiranno, “condannato alla solitudine e privato del privilegio della penitenzaâ€?.

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Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, e Mario Mauro, europarlamentare, hanno rappresentanto il contributo del sindacato e della politica all’invito dalla ripartenza “da uominiâ€? espresso dalla Cdo nella sua assemblea. “La crisi degli ultimi anni – ha sottolineato Bonanni – ha portato le imprese e i lavoratori a una collaborazione mai vista in precedenza, al superamento della conflittualitĂ fine a se stessa, che ancora qualcuno praticaâ€?.

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Per il Segretario generale della Cisl è stata finalmente percepita l’importanza di un fronte comune per ripartire, per allontanare lo spettro di una crisi che è stata dura. Mario Mauro, giĂ vice presidente del Parlamento europeo, ha portato il suo contributo sapendo di partire svantaggiato rispetto agli altri interlocutori, a causa della credibilitĂ della politica che oggi, probabilmente, è ai minimi storici. Si tratta di valutazione ingiusta, generalizzata, ha

sottolineato l’europarlamentare che non si è sottratto, però, alle sue responsabilitĂ . “La crisi attuale – sono state le sue considerazioni – dovrebbe temprare chi ha un incarico di rappresentanza perchè possa guidare la gente da cui ha avuto il mandato fuori dal guado delle difficoltĂ attualiâ€?. Un compito non indifferente e che non si giova di una classe politica segnata, nel centro destra, da eccessivo personalismo e, nel centro sinistra, da troppa ideologia.

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ipartire da uomini: una sfida affascinante quella che la Compagnia delle opere di Brescia aveva assunto per la sua assemblea annuale, tenuta il 3 novembre scorso. Il perchĂŠ del “daâ€? era stato spiegato da queste stesse pagine dal presidente Cdo Giuseppe Battagliola: una sfida che faceva appello alla responsabilitĂ personale di ciascun uomo, alla sua volontĂ di mettere in gioco sĂŠ stesso e le sue capacitĂ senza attendere interventi miracolistici da altri. Affermazioni interessanti che necessitavano però di un confronto, di un riscontro nei fatti. Un passaggio affidato ai lavori dell’assemblea annuale che ha riunito alla Fiera di Brescia molti degli imprenditori della Cdo, ma anche l’establishment bresciano, nel ruolo, come lo scorso anno, di semplice invitato, proprio a sottolineare la volontĂ della Compagnia delle opere, un mondo “trasversale, unico, diverso da altriâ€?, come l’ha definito Battagliola, di voler trovare nel suo interno, nei suoi uominiimprenditori le ragioni e la forza della ripartenza. “Anche in tempo di crisi – ha affermato Giuseppe Battagliola aprendo i lavori dell’assemblea – un imprenditore non puĂš abbandonarsi al pessimismoâ€?. Ăˆ proprio questo, invece, il tempo della riscoperta dell’onore del fare impresa, per individuare

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espresso dal presidente Battagliola e raffigurato anche nell’immagine che campeggiava sul grande palco: un emigrante raffigurato nell’atto di intraprendere un’avventura al buio in un mondo nuovo. Un emigrante posto davanti a tante incognite, disposto però ad affrontarle supportato da poche, ma salde certezze: il suo piccolo bagaglio (rappresentanto nell’immagine dalla valigia) e la sua famiglia. “Anche noi – ha continuato Battagliola – siamo oggi chiamati a una nuova ripartenza, a una nuova vita. Una sfida che dobbiamo assumere avendo la consapevolezza

delle mete che intendiamo raggiungereâ€?. Mete che il Presidente Cdo ha riassunto nel superamento di quella crisi che ha colpito anche molti degli imprenditori associati alla Compagnia delle opere. Mete possibili da raggiungere come ha “certificatoâ€? chi si è succeduto, moderato dal vicedirettore ndel Tg1 Enrico Castelli, al microfono dell’assemblea Cdo: gli imprenditori Gianpaolo Dallara e Giuseppe Pasini, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, don Eugenio Nembrini e l’europarlamentare Mario Mauro.

'DOODUD H 3DVLQL VWRULH SRVVLELOL Gianpaolo Dallara (nella foto), presidente dell’omonima casa automobilistica che da anni calca con successo le piste di tutto il mondo, e Giuseppe Pasini, presidente del gruppo Feralpi hanno interpretato la risposta imprenditoriale a quel “ripartire da uominiâ€? chiesto dalla Cdo. Quella di Dallara, ingegnere cresciuto nella Ferrari prima di tentare il grande salto nell’impresa, è stata la risposta di chi non si è lasciato abbattere dai primi insuc-

cessi, di chi quotidianamante sente il dovere morale dell’essere imprenditore e “riparteâ€? per mantenere e incrementare ciò che anni di lavoro e di impegno hanno permesso di conquistare. Una ripartenza che si basa su quattro punti fermi come efďŹ cienza del processo produttivo, innovazione, proďŹ tto (che non è il ďŹ ne ultimo del fare impresa, ma indicatore della salute dell’azienda) e dimensione. Quella di Giuseppe Pasini, presidente

del gruppo Feralpi, è stata la testimonianza di chi ha saputo passare attraverso una crisi che in certi frangenti è stata feroce, andando alla scoperta di nuovi mercanti e puntando sui mantenumenti dei livelli occupazionali come punto di forza per una ripartenza “che – ha ricordato Pasini – non può dimenticarsi delle giovani generazioni a cui è necessario dare ďŹ duciaâ€?. Cosa che la Feralpi ha fatto con la promozione di propri percorsi formativi.

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Dopo i risultati positivi della prima esperienza, Abivit, l’associazione delle agenzie di viaggio bresciane aderente a Confesercenti, ha deciso di riproporre il progetto di formazione “Academyâ€?, una serie di incontri-lezioni sui temi di geografia, geopolitica, geoclima, geoeconomia etc. per dipendenti e titolari di agenzie di viaggio. Il progetto prederĂ il via il 16 novembre e proseguirĂ il 2 maggio 2012 nella sede di Confesercenti, in via Salgari 2/6. Le lezioni verranno tenute da

Si terrĂ presso l’azienda agrituristica Redaelli De Zinis di Calvagese Riviera il 1° Forum regionale sull’agriturismo promosso da Agriturist Lombardia. Obiettivo del Forum del 25 novembre sarĂ la condivisione di esperienze positive delle realtĂ rurali italiane e non, affinchĂŠ le aziende agrituristiche lombarde possano proporsi sul mercato attraverso nuovi servizi e attivitĂ innovative che permettano una positiva integrazione con imprenditoria e mondo agricolo.

PrenderĂ il via giovedĂŹ 24 novembre il percorso “Ripensare l’economia; ďŹ losoďŹ tra etica e mercatoâ€?, organizzato dalle Acli provinciali in collaborazione con il coordinamento soci di Brescia di Banca Etica e Icei. Il primo incontro (che inizierĂ alle ore 18) avrĂ come titolo “La crisi economica come occasioneâ€?. Gli incontri sono stati progettati e organizzati grazie alla collaborazione della FacoltĂ di ďŹ losoďŹ a dell’UniversitĂ di Verona.

esperti funzionari di tour operator che non illustreranno il prodotto dei loro cataloghi, ma concentreranno i loro interventi sulle destinazioni. La partecipazione ad “Academyâ€? 2012 è gratuita e riservata alle agenzie aderenti ad Abivit. (ogni agenzia può iscriversi con due partecipanti), ma possono partecipare anche giovani laureati o in possesso di master turismo. Per informazioni, contattare il numero 030-2421697; e-mail: info@abivt.it; sito web: www.abivt.it.

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a ricetta per sfuggire alla crisi attuale è difficilmente individuabile, ma nella complessitĂ delle situazioni che si instaurano all’interno delle dinamiche economiche e lavorative, le cooperative sembrano avere trovato gli ingredienti per reagire adeguatamente. “Questo tipo di impresa – ha spiegato il presidente di Confcooperative Brescia, Roberto Marcelli – crea occupazione, la trasmette di generazione in generazione, orientando la cultura verso il lavoro e non verso il capitaleâ€?. I dati relativi all’anno 2010 rivelano che le 600 aziende bresciane aderenti a Confcooperative, comprese le banche di credito cooperativo, hanno dato lavoro a 16mila addetti, occupati con un contratto a tempo indeterminato, e hanno prodotto un fatturato pari a un miliardo e 600 milioni. Il capitale di ricchezza accantonata ammonta invece a 400 milioni netti: le cooperative, infatti, girano gli utili in una riserva indisponibile, di cui una parte non viene tassata ed è destinata allo Stato in caso di chiusura dell’attivitĂ , mentre l’altra parte, subisce una tassazione. Proprio su questo punto il presidente Marcelli ha voluto sottolineare in primis la “confusione che si crea affermando che le cooperative sono agevolate perchĂŠ non pagano le tasseâ€?, ed in seguito la “miopia di un provvedimento inutile e punitivo

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za maggiormente le banche di credito cooperativo, alle quali è stato aumentato anche l’Irap, pur essendo le uniche ad aver incrementato il credito alle imprese e alle famiglie nell’ultimo periodoâ€?. Restando in tema di equivoci, il Presidente ha tenuto a ricordare la sentenza emessa in settembre dalla Corte di Giustizia europea secondo la quale le agevolazioni fiscali applicate alle cooperative non costituiscono un aiuto di Stato, ma sono coerenti con la specificitĂ di questo tipo di impresa. PerchĂŠ la cooperazione resiste dove invece altre aziende crollano inesorabilmente? “Le cooperative si salvano grazie alla diminuzione momentanea dei salari, alla rinuncia alle ferie, a risposte immediate che non subiscono la fatica della negoziazione sindacale – precisa Marcelli – e garantiscono un livello di protezione e solidarietĂ nei confronti dei piĂš deboli all’interno dell’impresaâ€?. Tuttavia, il prolungarsi della crisi crea incertezza anche al mondo delle cooperative. Pertanto, nel 2012, dichiarato dall’Onu Anno internazionale delle cooperative, oltre alle assemblee provinciali, nelle quali si proporranno progetti per salvaguardare e sviluppare il movimento, i settori verticali si raccorderanno su tutto il territorio nazionale per creare una piĂš solida alleanza, che nel 2016 dovrebbe concretizzarsi nel patto federativo del movimento cooperativo italiano.

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Il 7 gennaio occhi puntati sul palazzetto di via Dante Alighieri. L’appuntamento è di quelli da non perdere; di quelli che, diciamoci la veritĂ , chissĂ quando ricapiterĂ . Cologne ospiterĂ , presso il proprio palazzetto, la gara di qualificazione ai Mondiali di Spagna 2013 tra Italia e Lituania. “L’idea nasce in collaborazione con Riccardi (allenatore delle giovanili del Cologne, ndr), è merito suo se siamo riusciti

ad entrare in contatto con la federazione e proporci per ospitare un evento di tale calibroâ€? confessa Ermanno Gussarini, responsabile del comitato organizzativo. “Non è facile organizzare un evento di tale importanza e ringrazio la federazione. Ce la metteremo tutta per riempire il Palasport e trasmettere la passione per la pallamano anche a quelli che ancora non conoscono questa disciplinaâ€?. (m.r.)

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on sarĂ una gara di cartello, di quelle a cui non si può mancare quella di domenica contro l’Ascoli, ultimo in classifica, ma per qualcuno che probabilmente scenderĂ in campo, visto le numerose assenze nelle file delle Rondinelle, può essere la partita piĂš importante della carriera fino ad ora. A mister Scienza, che dopo il pareggio contro la Sampdoria di lunedĂŹ sera, è tornata una smorfia piĂš vicina a un sorriso rispetto a quelle che si erano viste nelle ultime gare, mancheranno molti giocatori. Smuovere la classifica era forse piĂš importante di tutto, ma non tanto per il punto racimolato con i blucerchiati, quanto per il valore morale che pareggiare contro una squadra che sulla carta e nelle individualità è da Serie A come la Sampdoria non è impresa da sottovalutare. Se a questo aggiungiamo l’assenza di alcuni giocatori importanti per il proprio reparto come Zoboli o Jonathas e altri a mezzo servizio, perchè in fase di recupero, è stato proprio un impresa eroica. Certo, se prima della partita, nessuno avrebbe rifiutato un pareggio, la prestazione delle Rondinelle in campo avrebbe meritato qualcosa di piĂš tanto da far rimpiangere non aver portato a casa i tre pun-

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ti. Verrebbe quasi da dire occasione mancata, soprattutto se Feczesin non avesse calciato al cielo un pallone invitantissimo al fine gara e l’avesse appoggiato a Maccan a mezzo metro dalla porta avversaria, solo soletto. Errore di Feczesin che sente la mancanza del gol e quindi ha cercato la rete per sÊ piuttosto che servire il compagno meglio piazzato. Occasione manca-

ta. Ora è l’occasione per Maccan. Contro l’Ascoli, mister Scienza ha bisogno di lui, unica punta in una panchina corta, assieme a Ramos ma schierata ancor meno. SarĂ proprio Maccan l’uomo che guiderĂ l’attacco del Brescia. In caso contrario ora sarebbe una bocciatura definitiva. Certo se quel pallone contro la Sampdoria gli fosse arrivato, tutti avremmo parlato di

Maccan come un eroe, quello che parte dalla panchina e risolve la gara. Per dovere di cronaca va detto che lui era al posto giusto, ma quel pallone proprio non gli è arrivato. Occasione mancata, ma ora la storia offre l’occasione proprio a lui, a Denis Maccan. La storia offre a lui un’occasione d’oro: Jonathas fuori per squalifica, Feczesin e El Kaddouri impegnati con le proprie Nazionali, la panchina con pochi attaccanti e l’avversario, con tutto rispetto, che non sembra sulla carta impossibile. Dall’altro lato, e non è cosa da poco, il Brescia ha bisogno di vincere, di avere tre punti, di associare al bel gioco anche la vittoria. Le assenze per i Nazionali e per squalifica, a cui si aggiungono quelle degli infortunati certo non facilitano le cose, tanto per il Brescia, quanto per il giovane attaccante nativo di Pordenone. Occasione sprecata con la Sampdoria, ma occasione d’oro per Maccan.

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3Xz ULWRUQDUH XQ ELQRPLR GL VXFFHVVR In una sala colma di studenti si è svolto presso l’UniversitĂ cattolica di Milano il convegno: “Quale futuro per lo sport, nell’oratorio del Terzo Millennio?â€? organizzato dal comitato regionale lombardo del Coni. Obiettivo del convegno capire se l’oratorio dei giorni nostri può tornare ad essere quello straordinario strumento di cultura e pratica sportiva – oltre che fucina di grandissimi campioni – qual è stato ďŹ no agli anni Sessanta. “A di lĂ degli

sforzi che tutti dobbiamo fare per cercare di portare quanto piĂš possibile lo sport nella scuolaâ€? ha dichiarato in apertura dei lavori il presidente del Coni Lombardia Pierluigi Marzorati “non possiamo pensare di rinunciare a priori ad un contributo fondamentale quale quello rappresentato dagli oratori. Obiettivo è capire quanto l’oratorio di oggi, cosĂŹ cambiato e rinnovato, possa assolvere ancora a questa funzioneâ€?. Dopo l’intervento intro-

duttivo di Aldo Grasso, editorialista del “Corriere della Seraâ€? e osservatore dei fenomeni sociali, che ha disegnato il ruolo nuovo dello sport nel contesto della societĂ moderna, al tavolo dei relatori si sono succeduti il presidente del Centro sportivo italiano Achini, quello del Credito Sportivo Cardinaletti, gli ex- nazionali Roberto Bettega e Francesco Toldo (nella foto). Particolarmente applaudito l’intervento del docente della Cattolica Maurizio

Mondoni, che ha tratteggiato la ďŹ gura dell’“alleducatoreâ€?, essenziale per dare allo sport oratoriano quella funzione educatrice che non può essere abdicata a favore del mero successo sportivo. A conclusione dei lavori don Alessio Albertini, responsabile dello sport della diocesi di Milano, ha dichiarato: “L’oratorio deve recuperare lo spirito di fare sport non in funzione del futuro possibile campione ma del futuro uomoâ€?.


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reagire in fretta se non vogliono tornare nel limbo dell’Open. Nel girone B il copione è lo stesso. Bar Ciringhito è in fuga a 21 punti, sette di vantaggio su Fiumicello e S. Filippo Neri. Esclusa la capolista la classiďŹ ca vede 10 squadre raccolte in 6 punti. Nel gruppo C c’è bagarre in vetta. Carrozzeria Bosini e Ponte Zanano sono prime a quota 18, ma Invicta, sesta, è distante solo quattro punti. Situazione identica nel girone D, dove Cripi e Amici di Ale (prima e sesta) hanno lo stesso distacco.

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giunta alla terza giornata l’avventura dei campionati provinciali Csi di pallavolo, quindi è giĂ tempo di dare un’occhiata ai progressi delle squadre in lizza per lo scudetto provinciale. Cominciamo dalla categoria Open misto. Folzano e Paitone guidano i due gironi provinciali, ma mentre i primi sono ancora “immacolatiâ€? (tre successi per 3-0) i secondi hanno concesso un set all’All Star Volley secondo in classifica. A marcare stretta la capolista del gruppo A c’è la Polisportiva Provagliese, che ha otto punti: i sebini pagano un 3-2 sul Cortefranca, terzo. A inseguire nel gruppo B c’è Ponte Zanano, che ha però giĂ sostenuto il suo turno di riposo, a differenza dell’All Star: stessi punti ma giĂ una sconfitta al passivo. Il resto della truppa è giĂ molto staccato: Mezzane, Quinzano e Camignone, Orzinuovi ed Unicorn completano la classifica di un gruppo, mentre Le Do Sante, Volley Borgo, Evolution Volley e Gardone Riviera chiudono l’altro. Le vicende dei tre gironi Open femminile hanno giĂ preso cammini tra loro ben differenti. Il girone A vede il dominio del Sant’Angela Brescia, autore di tre 3-0, mentre San Giacinto blu, autore a sua volta di tre vittorie ma con un 3-2 a far la differenza, segue staccato di un punto. Nel B nessuna squadra è a punteggio pieno: Bagolino comanda con otto punti, seguito da Polaveno con sei e Lumezzane

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punti, ma a tre lunghezze ci sono sei formazioni, di fatto annullatesi a vicenda nel corso delle tre giornate disputate. Il gruppone delle inseguitrici è formato da Seniga, Castenedolo, Free Act Lume, Rovato, Calcinato e 3nsa Volley, con Rovato che però ha giĂ riposato ed è dunque leggermente avvantaggiato. Due sono i punti sinora conquistati da Le Iene, uno per Resto del Maury; a secco c’è solo San Giacinto. Mentre il campionato entra nel vivo il corso dedicato ai direttori di gara di volley è giunto al termine. Sabato alle 13.30 cinque nuovi arbitri sosterranno l’esame finale in sede provinciale, ultimo scoglio per vestire la divisa arancioblu.

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LEALE FEDELE CORAGGIOSA

LA VOCE è quella giusta

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e, anni è stupor lo delle relazio cio di vite non il miraco l’intrec itato, per Essere dentro o da i. il dono immer cora, per zioni di legam che i legami fosser fonti di prigiocercato. Intersetempo pensato potenziali Ma poi si è reHo per moltoe un po’ sciolti, libera. Il scorrere ensabile. tenere sempr vita che deve l’altro è indisp o tu mi sei nia per una capovolgimento: propri le; ensabi aalizzato un legame, è indisp sostituito leg legame, quelle. potrĂ essere cancellerĂ alcuno ensabi nĂŠ , e non irti, ind indisp potrĂ sostitu senza riempimentonte come la soffeNess Nessuno a sarĂ mio: , insiste La tua perdit come la morte / d’ogni tormento o da te. L forte, tenace che sei partecipe o solo. / Ho bisogn te, il legamee, ioâ€?). b bisogno di mia pena; mio fratelldel pellegrinagg libro renza. “Ho “Il d’ogni Rilke, do dolce / (da: R. M. compagno de del pane!â€? di te, come

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Il nostro grazie a don Italo Uberti Egr. direttore, 14 settembre 1997- 6 novembre 2011: due date che racchiudono un tempo di missione-servizio liturgico compiuto tra noi, suore della CaritĂ di Santa Giovanna Antida Thouret, da don Italo Uberti. Aveva 47 anni quando mons. Olmi, allora vicario generale, ce lo concesse come cappellano per celebrare ogni mattina l’Eucaristia nella nostra cappella di via Torricella di Sopra, allora Casa provincializia. In seguito, la Santa Messa, per desiderio del vescovo Giulio Sanguineti, è stata (e lo è tuttora) trasmessa da “Radio Voceâ€? alle ore 6.30. Don Italo, ogni volta puntuale, nonostante l’ora certamente non ottimale, si è sempre presentato a celebrare il Divin Sacrificio. Ora il Vescovo Luciano lo ha trasferito per altri impegni pastorali. E noi, Suore della CaritĂ , sentiamo il dovere di ripetergli il nostro profondo, cordialissimo grazie. Certamente abbiamo sentito don Italo come parte di questa famiglia religiosa, nonostante i nostri rari colloqui con lui. “Ci mancherĂ ...â€? si usa dire, e per noi, spiacenti perchĂŠ ci lascia, questo è molto vero. Don Italo arrivava a Torricella tempestivamente per la Celebrazione eucaristica, puntuale per il tempo concesso dalla radio,e poi se ne andava al suo lavoro. Era appunto la S. Messa che ci univa a lui, in Dio, in GesĂš, con la nostra partecipazione unanime e intensa al sacrificio del Cristo. “Santa Messa trasmessa dalla ra-

dio diocesana!â€? Il nostro don Italo non ci ha mai espresso una valutazione circa le nostre voci un po’ “ingialliteâ€? dagli anni, per questo pensiamo che, come GesĂš, avvertiva sicuramente l’impegno del nostro cuore che voleva lodare il Signore il meglio possibile. Ricordiamo sovente le sue omelie domenicali: ci rendeva la Parola di Dio molto concreta; non tralasciava di assegnarci di tanto in tanto, qualche impegno da vivere durante la settimana, oppure di interrogarci sul Vangelo della domenica precedente per continuare il discorso che rimaneva aperto circa la Parola di Dio. Non dimentichiamo pure la presenza puntuale di don Italo nelle solennitĂ dell’Anno: triduo e Veglia pasquale,notte di Natale. Per noi, suore anziane, era veramente una grande gioia avere queste celebrazioni in casa. Auguri, don Italo: per lei sacerdote di Cristo, Dio sia sempre il suo tutto! e la sua vita continui a manifestare a tutti la presenza di Dio. Le ripetiamo il nostro affettuoso grazie, con la speranza di averla ancora tra noi in qualche bella occasione. Suore della CaritĂ di S.Giovanna Antida Brescia-Torricella

Una affermazione discutibile Egr. direttore, mi ha colpito negativamente l’articolo dedicato a un recente convegno sul Concilio vaticano II a Villa Pace apparso su “La Voce del Popolo� del 27 ottobre. In particolare

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per l’affermazione del relatore, il benedettino Lafont, che il Vaticano II è un punto di partenza, evidenziata anche nel titolo dell’articolo. Forse l’intenzione era quella di sottolineare l’importanza di questo Concilio, ma presa alla lettera quell’affermazione è una eresia, perchĂŠ la storia bimillenaria del cristianesimo ha un solo punto di partenza e di arrivo, GesĂš Cristo. Stando all’articolo il relatore ha anche dichiarato che la diatriba sulla rottura o continuitĂ del Concilio non ha senso. Mi sembra invece che la sua stessa impostazione sia di rottura, contrariamente alla saggia interpretazione del Concilio piĂš volte ripetuta da Benedetto XVI, secondo cui esso è stato un momento importante di riforma della Chiesa, ma in continuitĂ con la storia precedente. Emilio Guzzoni

Un dolore supremo che non si può consolare Egr. direttore, era una malinconica giornata di ottobre, il cielo plumbeo lasciava cadere una pioggia fitta fitta. La campagna, ormai squallida, mostrava i segni di un rigido inferno e, tratto tratto, una folata di vento portava via le poche foglie ingiallite che ancora restavano sui rami, unico vestigio della ridente stagione passata. LassÚ nel nuovo cimitero del villaggio a un paio di chilometri da un povero paesuccio, io ho visto portare a braccia una misera bara. Era quella di una giovane donna

vittima di un incidente automobilistico. La malinconica sfilata procedeva lenta lungo il sentiero tra i pallidi salici, che univa il paese al cimitero. Quattro giovani robusti, fra cui i parenti della morta, portavano il feretro coperto di rose, seguivano le fanciulle con la vesticciola bianca e il cero acceso, in coda venivano i parenti e fra questi il padre della morta, un bravo e onesto operaio. La fossa era giĂ stata scavata, il prete recitò le ultime preghiere e la povera bara fu coperta di terra. La gente andò via alla spicciolata, non rimase che il padre, ritto davanti alla fossa, pallido da far pietĂ , con gli occhi fissi sulla terra che copriva sua figlia. “Coraggioâ€? gli sussurrai io che ero entrato da poco nel cimitero e lo guardavo con il cuore malinconico, si rivolse a guardarmi e mormorò: “Qui sola, sola! Non ho il cuore di lasciarla, vede? Non c’è una croce, nĂŠ un cippo, nĂŠ un tumulo, è la prima, povera creatura miaâ€?. Avrei voluto tentare di togliere il pensiero del povero uomo dalla fossa dolorosa e desolata e di consolarlo con l’idea dello spirito immortale. Ma il dolore profondo e vero non vuole conforto, questo io so e sapevo e rispettai nel povero padre quel dolore inconsolabile. Il dolore è la palestra nella quale si misurano le forze dell’uomo e nella quale si agguerrisce lo spirito. Lo spirito non si piega alla sferza del dolore, ma s’innalza e si rinvigorisce; solo lo spirito debole s’abbatte e si dĂ per vinto. Edmondo Del Prete

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