La Voce del Popolo 2011 46

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Nei boschi incantati delle favole cavalieri senza macchia e senza paura conducevano le loro imprese avventurose alla ricerca del bene difficile, lottando contro il male facile. I bambini di un tempo (ancora non “assediatiâ€? da telefonini e computer) sognavano di poterli imitare. Nella pienezza dei tempi, volendo mandare suo Figlio a compiere l’opera della Redenzione, Dio ha preparato per lui una madre senza macchia, tutta pura, senza ombra di peccato. Ăˆ il mistero dell’Immacolata, che ci può ben accompagnare in questo Avvento. Non si tratta di favole o di miti: è l’Amore gratuito di Dio che salva, chiama, accompagna i suoi figli. Possano i bambini e gli adulti di oggi guardare spesso a questa “stellaâ€?, che sempre risplende sull’orizzonte della storia umana. “Segno di sicura speranza e di consolazioneâ€? (cfr. Concilio Vaticano II), la Tota pulchra sostenga, specialmente i genitori e gli altri educatori, a vivere e trasmettere il gusto del bene, talora difficile, contro il male, spesso facile, per poterci presentare un giorno “santi e immacolatiâ€? al cospetto del suo Figlio.

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UniversitĂ . Brescia scopre la “Cattolica 2â€?

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͚ͥ ……Ž‡•‹ƒ La Caritas a Roma. Opere parlanti, segno di Cristo

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͚͜ …‘�‘�‹ƒ ‡ Žƒ˜‘”‘ Artigiani bresciani. L’orgoglio della fatica contro la crisi

ÍœÍ? ’‘”– Corioni: “Cambio mister se non ha la situazione in manoâ€?

‘Â?‘ ‡ ’‡”†‘Â?‘ Mentre lo sguardo dei bresciani è ancora rivolto alla missione di Kiremba in Burundi e alla sorte di suor Lucrezia Manic, Francesco Bazzani e della pontogliese suor Carla Brianza, oltre che agli interrogativi che suscita questa immane tragedia, arrivano sui giornali le notizie dell’arresto del politico bresciano Franco Nicoli Cristiani, vice presidente del Consiglio regionale lombardo. Nicoli Cristiani, 68 anni, esponente di spicco del Pdl, nativo di Breno, piĂš volte consigliere regionale e assessore è stato fermato per presunte tangenti in merito allo

smaltimento di rifiuti. Un nuovo terremoto, un brivido di amarezza che entra con prepotenza nelle vene della convivenza civile bresciana proprio in un tempo dove pare che gli interrogativi sul futuro di Brescia siano un’urgenza, una necessitĂ da indagare a causa di una crisi che non è solo economica, ma soprattutto a causa di un cambiamento sociale che esige una rinnovata credibilitĂ della classe dirigente per guidare con nuova responsabilitĂ la nostra cittĂ . Da un lato, quindi, Kiremba. Dall’altro l’arresto di Nicoli Cristiani. Due fatti oggettivamente e completamente diversi. Li unisce solo lo sconcerto, la forza d’impatto e il senso di smarrimento che entrambi hanno provocato nei bresciani. L’uno per l’assurditĂ della violenza e il dolore per la morte di due missionari, l’altro perchĂŠ ancora

una volta il volto bello della politica come misura alta della caritĂ sembra deturpato dai fatti che speriamo la magistratura chiarisca al piĂš presto. Questa la cronaca. A margine, a mio parere, due riflessioni che, in qualche modo, cercano di dire come la nostra Chiesa si ponga ancora una volta davanti alle sfide della storia. Le prendo dalle parole del vescovo Luciano a margine di una chiacchierata con alcuni giornalisti. “Il contributo specifico che la comunitĂ cristiana dĂ alla società – ha detto Monari – è di due tipi: anzitutto la necessitĂ di vivere la vita con gratuitĂ , in secondo luogo, la logica del perdono davanti al peccato degli uominiâ€?. L’amore oblativo, lo stile di una vita donata, che ancora una volta abbiamo visto nel martirio dei nostri missionari in Burundi, ricorda ai bresciani che donare

la vita è un’esigenza del Vangelo e che se vogliamo “ritrovarciâ€? dobbiamo avere il coraggio di “perderciâ€?. Kiremba che è per noi il simbolo della passione della nostra Chiesa per il Vangelo che arriva fino ai confini della terra, oggi bagnata dal sangue di suor Lucrezia e di Francesco, ritorna su Brescia richiamandola a spendersi fedelmente e con generositĂ in ogni contesto ecclesiale, sociale, politico, economico. Solo cosĂŹ queste morti non saranno vane. C’è poi il perdono. Ăˆ il modo che GesĂš ci ha donato per dirci che il male, l’egoismo, il tradimento, la corruzione non possono essere l’ultima parola sul nostro vivere individuale e sociale. Laddove c’è stato il male, fosse anche nella politica, ripartire dalla giustizia e dal perdono permette al nostro cuore di non smarrirsi, ma di continuare a sperare.


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Sei facoltĂ , 15 corsi di laurea, otto triennali, una a ciclo unico e sei magistrali. Quello dell’UniversitĂ cattolica di Brescia (nella foto la sede di via Musei) è un vero microcosmo di saperi che si incrociano nel cuore della cittĂ . La Cattolica è stata la prima universitĂ della cittĂ in cui è presente sin dal 1965. L’avvio fu con la facoltĂ di magistero. Nella sede di via Trieste vengono ogni anno accolti migliaia di studenti che scelgono di avvicinarsi ai temi dell’educazione, delle letterature, delle scienze e

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della sociologia, nonchĂŠ ai problemi della vita sociale. Tra le eccellenze della Cattolica di Brescia vanno segnalati anche gli studi scientifici, caratterizzati da una grande attenzione alle attivitĂ di laboratorio. Negli anni la Cattolica ha creato importanti legami con altre realtĂ della cittĂ , progettandone il futuro e collaborando a tracciarne possibili sviluppi. In oltre 45 anni di presenza a Brescia sono stati oltre 15mila gli studenti che si sono laureati in via Trieste.

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uigi Morgano (direttore di sede) e i progettisti Fausto Baresi e Fausto Minelli hanno presentato nei giorni scorsi il progetto della “Cattolica 2â€?, la nuova sede dell’ateneo presente a Brescia da 45 anni, che andrĂ ad affiancare quella di via Trieste 17. La struttura sorgerĂ in quella porzione dell’ormai ex Seminario vescovile di via Bollani che la Cattolica aveva acquisito dalla diocesi nel 2007. Nella nuova struttura troveranno sede tutte quelle attivitĂ formative oggi ospitate in via Musei, contrada Santa Croce e in via Aleardi. “Il progetto – ha affermato Morgano – rientra nella scelta strategica di Brescia cittĂ universitaria che tanti consensi ha ottenuto a livello culturale, sociale e politicoâ€?. La realizzazione della Cattolica 2 (su un’area di oltre 20mila mq, 9000 dei quali coperti) conferma la volontĂ piĂš volte espressa dai vertici dell’Ateneo (rettore Ornaghi, oggi ministro, in testa) di radicare ulteriormente la sua presenza formativa nel Bresciano. Nella sede di Mompiano (tre anni dal momento del via dei lavori per 40 milioni di euro di spesa) la Cattolica collocherĂ i corsi di laurea della facoltĂ di Scienze matematiche, fisiche e naturali, corredata di moderni laboratori, i corsi della facoltĂ di Psicologia, quelli relativi alla formazione primaria, allo Stars, l’Alta scuola per l’ambiente (sia per la parte della didattica che della ricerca) e la biblioteca “Carlo Viganòâ€? una delle piĂš importanti in Europa per la presenza di testi scientifici

editi tra il 1500 e il 1700. “Nella stessa sede – ha continuato il direttore Morgano – troveranno spazio anche ulteriori sviluppi del post laureaâ€?. Questi alcuni numeri della nuova sede, che avrĂ il suo ingresso da via Garzetta. Nella Cattolica 2 troveranno spazio 33 aule (da 30 a 280 posti), 70 studi professionali, 15 laboratori per la ricerca e la didattica, otto sale riunioni, quattro laboratori di informatica, auditorium, cappella, teatro, biblioteca e palestra. Il tutto corredato da 300 posti auto interrati, la mensa e tutti gli altri servizi accessori. “Il progetto della

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nuova sede – ha specificato Morgano – non richiede alcuna deroga o concessione rispetto a quanto giĂ in essere nel Pgtâ€?. Il consiglio comunale dovrĂ in sostanza esprimere solo un parere sul progetto che dovrebbe passare a breve in commissione urbanistica. Il progetto, nel frattempo, ha acquisito i pareri favorevoli della Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici delle province di Brescia, Cremona e Mantova. Con la presentazione del progetto (accelerato per via dei sempre piĂš numerosi “si diceâ€? come affermato dallo stesso Morgano) la Cattolica apre una nuova pagina della sua lunga storia bresciana. L’ateneo voluto da padre Gemelli è presente in cittĂ dall’anno accademico 1965/1966. Sin dall’avvio ha trovato la sua sede nell’elegante palazzo Martinengo dell’Aquilone, uno spazio prestigioso su cui negli anni la Cattolica ha investito moltissimo e che l’universitĂ non intende certo lasciare, rassicurando chi teme (giunta Paroli in testa) che la costruzione della nuova sede in via Garzetta possa essere il preludio di una possibile fuga dal centro storico. L’avvio della presenza della Cattolica a Brescia si deve alla volonta di mons. Luigi Morstabilini e di autorevoli istituzioni e realtĂ cattoliche bresciane che chiedevano per la cittĂ una sede universitaria capace di sostenere la feconditĂ del pensiero pedagogico del tempo. Nei decenni l’UniversitĂ cattolica a Brescia ha visto crescere la propria offerta formativa e il numero dei suoi stu-

denti. Dalle 470 matricole del novembre 1965 è giunta cosĂŹ ai 4000 dell’anno accademico in corso. Una crescita che nel tempo ha deteminato il bisogno di spazio sempre nuovi, non sempre però adeguati alle esigenze dell’insegnamento accademico. Serviva dunque uno spazio nuovo, appositamente progettato come po-

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&RVD FL ID XQ SUHWH QHL FRUULGRL GHOOD 6W Don Raffaele Maiolini è da pochi mesi responsabile della pastorale universitaria diocesana. Un campo di “azioneâ€? per certi versi insolito e del quale, forse, non si comprende ancora del tutto il senso, soprattutto in un ambiente tradizionalmente laico come quello di un ateneo statale. Ăˆ lo stesso don Maiolini ha chiarire questo interrogativo. “La questione è abbastanza semplice – afferma –. La Chiesa ha sempre creduto nell’importanza di essere presen-

te non solo laddove l’uomo e i giovani vivono ma anche laddove i processi formativi ed educativi culturalmente signiďŹ cativi vanno compiendosi, com’è per l’universitĂ â€?. La scelta della pastorale universitaria è, per don Maiolini, l’indice dell’attenzione che la Chiesa nutre nei confronti di un mondo educativo importante com’è quello dell’universitĂ . “Concretamente – sono ancora sue considerazioni – quando mi presento alle matricole ricordo

innanzitutto il senso della presenza di un prete in universitĂ per ricordare che c’è una dimensione universale che è piĂš grande rispetto a quella educativa, che è sempre importante comprendere la centralitĂ del senso della vita e di tutte le domande sul senso dell’esserciâ€?. Questo, in sostanza è il cuore della pastorale universitaria. La presenza di un sacerdote in universitĂ rappresenta per i non credenti la possibilitĂ di un confronto culturale


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ƒÂ?„‹‘ ƒŽ ˜‡”–‹…‡ ”ƒÂ?…‘ Â?‡ŽŽ‹ •—’’Ž‹•…‡ ‹Ž ”‡––‘”‡ †‹˜‡Â?—–‘ Â?‹Â?‹•–”‘ La scelta di Monti di “pescareâ€? ministri nel mondo accademico ha interessato anche l’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore. Come noto il Presidente del consiglio ha indicato quale ministro per i Beni culturali proprio il rettore Lorenzo Ornaghi. Il neo ministro, prima di accettare la carica, sulla scorta di quanto previsto dalle normative in vigore (e dallo statuto dello stesso ateneo) ha chiesto il collocamento in aspettativa. Il consiglio di amministrazione dell’Ateneo

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lo universitario. L’acquisto di parte del Seminario vescovile (ormai ex) e il percorso progettuale hanno fatto il resto. Ora la nuova Cattolica, la Cattolica 2, è una realtĂ (almeno nelle schede dei progettisti). “Svelatoâ€? il progetto, la palla, per il via ai lavori, passa ora a Palazzo Loggia. La partita è dunque aperta. In via Trieste attendono risposte.

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DWDOH" sulla dimensione religiosa, domandando, interrogando in modo maturo e competente. “Per chi è di altra religione – ricorda ancora il responsabile diocesano della pastorale universitaria – l’idea è quella di permettere un dialogo in un contesto come quello universitario che dovrebbe favorire questo genere di confronti. Per chi, invece, è cristiano la presenza di un sacerdote consente di vivere l’esperienza universitaria alla luce del Van-

gelo di GesĂšâ€?. Dichiarazioni d’intenti signiďŹ cative, quelle di don Maiolini, che si sono scontrate poi con la realtĂ . “Il mio primo giorno in Statale è stato divertente. La fatica piĂš grande è stato far comprendere che ero un preteâ€?. Molti si aspettavano il sacerdote in tonaca. “In Statale – conclude don Maiolini – si incontra un po’ di tutto. C’è chi è indifferente, chi è tiepido, chi è stizzito e chi, invece, apprezza la possibilitĂ di un confrontoâ€?.

ha preso atto della richiesta del Rettore divenuto ministro del governo della Repubblica italiana e d sulla base dell’articolo 13 del D.P.R. n. 382/1980, ha affidato (secondo statuto) tutti i poteri e le funzioni facenti capo alla carica di rettore al prorettore vicario, Franco Anelli, per il periodo di espletamento dell’incarico di ministro da parte del professor Ornaghi. Franco Anelli, nato a Piacenza il 26 giugno 1963, è professore

ordinario di Diritto civile presso la facoltĂ di Giurisprudenza dell’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore ed è prorettore vicario della stessa UniversitĂ . Dopo il dottorato di ricerca in diritto commerciale conseguito nel 1992, è diventato professore associato di Istituzioni di diritto privato presso la facoltĂ di Economia e commercio dell’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore. Vincitore del concorso a posti di professore ordinario di

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Diritto civile nel 1996. Professore straordinario di Diritto di famiglia presso la facoltĂ di Giurisprudenza dell’UniversitĂ degli Studi di Parma nel 1996. Professore straordinario di Istituzioni di diritto privato presso la facoltĂ di Giurisprudenza dell’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore nel 1997. Il “rettore pro temporeâ€? è noto anche negli ambienti di via Trieste per avere partecipato piĂš volta a incontri e convegni organizzati a Brescia dalla Cattolica.

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Bufera giudiziaria su Brescia. Nelle prime ore del 30 novembre i Carabinieri hanno tratto in arresto Franco Nicoli Cristiani, Pdl, vicepresidente del consiglio regionale lombardo. Dopo un interrrogatorio presso la caserma del Comando provinciale di piazzale Tebaldo Brusato, l’uomo politico è stato trasportato in carcere. L’accusa mossa nei suoi confronto e verso altri nove arrestati, tra cui il coordinatore

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dello staff dell’Arpa, è di presunte tangenti e di traffico illecito di rifiuti. La stessa indagine che ha portato all’arresto di Franco Nicoli Cristiani, esponente di punta del Pdl bresciano e regionale e in passato assessore all’Ambiente prima e al Commercio poi in Regione, ha portato anche al sequestro di alcuni cantieri della Brebemi nel Milanese e nella Bergamasca, della cava di Cappella Cantone (Cremona)

destinata a una discarica di amianto (era in corso un travagliato iter al Pirellone), un impianto per il trattamento di rifiuti a Calcinate, in provincia di Bergamo. Caute sono state le reazioni del mondo della politica locale, sostanzialmente improntate alla massima fiducia nell’operato dei magistrati e alla speranza che Nicoli Cristiani possa chiarire la sua posizione in merito alle imputazioni rivolte.

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a tragedia che ha colpito la comunitĂ delle Ancelle della CaritĂ di Kiremba, in Burundi, ha fatto il giro del mondo. L’assassinio di suor Lucrezia Manic, del volontario Francesco Bazzani e il ferimento di madre Carla Brianza, che hanno riempito le pagine dei giornali, ha messo una volta di piĂš in risalto il martirio come una delle possibilitĂ di chi compie la scelta missionaria. Le vittime deli ultimi giorni vanno ad allungare il triste elenco di chi, ogni anno, paga con la vita il proprio impegno. Anche Brescia ha pagato a piĂš riprese questo prezzo. Legittimo, dunque, che qualcuno si ponga la domanda sul senso di questo martirio oggi. L’interrogativo è girato a don Carlo Tartari, da pochi mesi vicedirettore dell’Ufficio missionario diocesano, il primo a ricevere nei giorni scorsi la notizia della tragedia di Kiremba. “L’interrogativo –afferma il sacerdote – mette in evidenza che il martirio non è solo qualcosa scritto nei libri di storia, ma è una possibilitĂ che fa parte dell’oggi della Chiesaâ€?. Le due vittime nella missione “brescianaâ€? di Kiremba, sono ancora considerazioni di don Tartari, ricordano che testimoniare Cristo nel mondo a volte può portare a ripercorrerne l’esperienza della morte. â€œĂˆ prematuro – continua il vicedirettore dell’Ufficio missiona-

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che il nostro impegno missionario non finisce, ma prosegue e troverĂ nuova linfa dalla testimonianza dei martiri degli ultimi giorniâ€?. Altra cosa, invece, sarĂ progettare la forma che questo impegno potrĂ assumere. Per questo il giovane sacerdote bresciano ritiene necessaria una consultazione con tutte le realtĂ che contribuiscono all’azione missionaria di Brescia nel mondo. “Le stesse Ancelle della CaritĂ , duramente colpite nei giorni scorsi – sono altre considerazioni di don Tartari – sapranno riflettere, passato il tempo dell’emozione e della commozione,

con la dovuta luciditĂ sul loro futuro in terra di missioneâ€?. Nei prossimi giorni, comunque, una delegazione della Chiesa bresciana tornerĂ a Kiremba, non solo per rassicurare i missionari comprensibilmente sotto shock. “In queste ore – afferma don Tartari – sono in corso valutaziono con il Vescovo e il Vicario generale sulla composizione della delegazione che dovrĂ portare a Kiremba la vicinanza e la solidarietĂ di Brescia e ad aiutare a leggere il sacrificio di suor Lucrezia, di Fabrizio e la dedizione di madre Carla come uno stimolo a riprendere il servizio missionarioâ€?.

/D WHVWLPRQLDQ]D GL GRQ &DUOR “Dopo aver cenato con don Michele ed essermi rallegrato per la vittoria in extremis dell’Inter a Siena vado a letto, ma non prendo subito sonno. Sento dei colpi, sono passate da poco le 21. Si ripetono, ma non riesco a capire da dove provengonoâ€?. Inizia cosĂŹ il racconto che don Carlo Masserdotti, un ďŹ dei donum di Novara da anni presente a Kiremba, ha inviato nei giorni scorsi all’UfďŹ cio missionario di Brescia. Si tratta di una testimonianza

inedita che mette in luce tutta la drammaticitĂ di quanto accaduto nella casa delle Ancelle della CaritĂ di Kiremba. “Esco alla ricerca di don Michele (Tognazzi, ndr.) – continua il racconto – lo trovo nella sala, sdraiato contro il muro. Gli spari proseguono. Verso le 22 sembra tornata la calma. Ci affacciamo alla ďŹ nestra e il guardiano notturno ci dice che i banditi sono partiti con la macchina delle suore. Hanno ucciso un uomo biancoâ€?. I due sacer-

doti scendono nella casa delle suore dove regna il terrore, raccontano del black out elettrico, dell’irruzione di due uomini armati, dell’uccisione a sangue freddo di suor Lucrezia, della richiesta di soldi, della fuga dopo aver costretto Francesco Bazzani alla guida dell’auto e aver preso come ostaggio madre Carla Brianza. Il resto è storia nota, con il brutale assassinio del volontario veronese e il ferimento della religiosa originaria di Pontoglio.

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dicastero o di un sottosegretario alla famiglia. “Forte è la delusione delle associazioni familiari nel vedere che la famiglia non merita, per questo governo, l’esplicitazione di una delega speciďŹ ca, di un responsabile che ne curi la condizioneâ€?. Ăˆ questo il commento di Francesco Belletti (nella foto), presidente del Forum delle associazioni familiari che ha chiesto a Mario Monti chiede un incontro urgente. Tre le richieste giĂ da tempo avanzate dalle

famiglie: una delega ad hoc, il Piano nazionale per la famiglia e l’adozione del FattoreFamiglia per dare equitĂ â€œa misura di famigliaâ€? a tutte le prossime azioni di contrasto della crisi. “Rinnoviamo quindi una sollecitazione forte alla sensibilitĂ personale di Monti e di tutti i membri del governo – ha affermato Belletti –, restando a disposizione per sostenere il grande sforzo che il Paese tutto insieme dovrĂ affrontare in questi giorniâ€?.

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uando il salone dei vescovi del Palazzo Vescovile apre le sue porte è per qualcosa di significativo. Importanti sono stati in tempi piĂš o meno recenti le convocazioni in questo spazio per l’annuncio della nomina di mons. Monari a vescovo di Brescia (luglio 2007) o per la comunicazione da parte del Vescovo dell’avvio del cammino sinodale (luglio 2011). CosĂŹ anche il via ufficiale, il 29 novembre scorso, della campagna di microbeneficenza “Supercentâ€? rientra a pieno titolo fra gli eventi importanti della Chiesa bresciana. Promossa dalla Caritas diocesana di Brescia, grazie al supporto operativo di Congrega della caritĂ apostolica e Fondazione Opera Caritas San Martino, la campagna è una di quelle piccole cose “in grado di cambiare il mondoâ€?, come ha sottolineato lo stesso Vescovo in conclusione del suo intervento. La straordinarietĂ di una iniziativa che si sostanzia di piccoli gesti (perchĂŠ piccolo è il dono di 1 centesimo) sta proprio nella capacitĂ di coinvolgere un numero sempre maggiore di persone perchĂŠ la cifra raccolta alla fine diventi significativa e possa aiutare tante famiglie che si trovano in difficoltĂ in seguito alla crisi economica che sta coinvolgendo il Paese. Semplice è il meccanismo su cui si fonda “Supercentâ€?: spingere i bresciani titolari di conto

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tare il numero sempre crescente di famiglie bresciane in difficoltĂ ad affrontare le incombenze della quotidianitĂ . Il lancio di “Supercentâ€? è stato salutato dal vescovo Luciano Monari, dal diacono Giorgio Cotelli, direttore della Caritas diocesana, e da Mario Taccolini, presidente della Congrega della caritĂ apostolica. Quest’ultimo ha definito “Supercentâ€? come la piĂš moderna tra le attualizzazioni di quella cultura della caritĂ che da anni abita a Brescia. Mons. Monari, invece, ha sottolineato, come giĂ ricordato, come un piccolo gesto com’è il dono di un centesimo di euro, possa contribuire, se arriva direttamente dal cuore, a costruire un mondo nuovo.

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“Sposati e sii sottomessa. Pratiche estreme per donne senza pauraâ€?. Ăˆ questo il titolo dell’incontro che si terrĂ il 2 dicembre, alle ore 20.30, presso la Cripta di S. Angela Merici, in via Crispi, 23 a Brescia, nell’ambito del ciclo di “Di donna in donnaâ€?. Nel corso della serata, la giornalista Rai Costanza Miriano parlerĂ del suo discusso libro, da cui trae ispirazione il titolo dell’incontro, testimonianza

Un sms al 45596 per il Progetto bambini Unitalsi. La nuova campagna di raccolta fondi Unitalsi per il Progetto bambini si terrĂ dal 3 al 17 dicembre: si può donare 1 euro per ogni sms inviato al 45596 da cellulari Tim, Vodafone, Wind, 3, PosteMobile, CoopVoce e Tiscali; e due euro per ogni chiamata fatta da rete fissa Telecom Italia, Fastweb, Tele Tu e Tiscali. Con il Progetto, l’Unitalsi offre interventi di sostegno alle famiglie con bambini affetti da varie patologie e costrette

ironica, allegra e coraggiosa sull’importanza dell’amore e della famiglia. Moderatore dell’incontro Federico Vincenzi. Promuovono l’incontro: Centro di aiuto alla vita – Brescia, Coordinamento aggregazioni femminili laicali, Donum vitae, Federvita Lombardia, Moica, Mpv – Brescia, Scienza & Vita – Brescia, in collaborazione e con il sostegno della Commissione pari opportunità del Comune di Brescia.

a lasciare la propria casa per farli curare in un centro specializzato lontano dal luogo di residenza. Per poter perseguire questo obiettivo l’Unitalsi offre ospitalità , totalmente gratuita, in alcune città vicino ai principali ospedali pediatrici. Il progetto ha avuto inizio nel 2002 con l’inaugurazione della prima casa di accoglienza. L’esperienza positiva di questa prima casa e la richiesta crescente da piÚ parti, hanno spinto l’associazione a proseguire su questa strada.

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/D WHOHYLVLRQH ORJRUD FKL FH O¡KD Nelle scorse settimane ho letto una nota del prof. Alberto Alesina, che insegna ad Harvard (Usa), pubblicata su “L’Espressoâ€? (22 settembre, pag. 26). Parla di una ricerca ďŹ rmata da Eliana La Ferrara della Bocconi, Alberto Chong e Suzanne Duryea. Si intitola “Soap operas e fertility: evidence from Brasilâ€? (traduzione casalinga: Soap opera e fertilitĂ : risultanze dal Brasile). Le telenovela sono un tipico prodotto televisivo dell’America latina; in Brasile le trasmette in particolare la Rede Globo il cui segnale è arrivato negli Stati in cui è diviso il vasto territorio di quel Paese in tempi diversi. La ricerca ha analizzato i comportamenti delle popolazioni dopo l’ascolto delle telenovela. E ne è sortita questa constatazione: “Quando la telenovela arriva in una nuova zona del Brasile e conquista il mercato televisivo, il tasso di natalitĂ di quella zona scende e di molto. In particolare gli autori dimostrano che le donne brasiliane che guardano le telenovela raggiunta una certa etĂ smettono di avere ďŹ gli, mentre quelle che non le guardano continuano ad averliâ€?. Questo

perchĂŠ le telenovela solitamente raccontano storie di famiglie ricche con un numero di ďŹ gli piĂš basso di quello delle normali famiglie brasiliane. La ricerca è una veriďŹ ca importante che risponde anche all’eterna discussione sull’inuenza della tv. Qualcuno sostiene che i telespettatori scelgono programmi che corrispondono al loro modo di pensare e di essere. Qualcun altro invece è dell’opinione che la tv provochi un cambiamento nella mente e nei comportamenti

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delle persone che la guardano. Non si può mai generalizzare, ma è evidente che la ricerca brasiliana conferma la seconda ipotesi. A mio avviso uno degli errori che si compiono in questo ambito è quello di prendere soprattutto in esame le scelte politiche per misurare l’inusso della tv, perchĂŠ su quel terreno è piĂš facile che i telespettatori seguano le reazioni personali e quindi cerchino la conferma dal piccolo schermo. Invece è sul piano dei costumi e della morale, degli stili di vita che

i telespettatori sono piĂš facilmente catturati dalle suggestioni che passano attraverso i generi televisivi dell’intrattenimento. Come appunto le telenovela. Di questi tempi si parla molto di identitĂ con la evocazione di scenari apocalittici (da horror culturale, religioso e politico) per l’arrivo degli immigrati. Ăˆ innegabile che l’identitĂ ereditata da una societĂ fondata sulla cultura cristiana è in crisi, ma lo era giĂ prima che arrivassero i presunti barbari in carne e

ossa. Prima di loro sono arrivati Dallas, Beautiful e le telenovela con tutto quel che segue. Se qualcuno vuole veriďŹ care provi a rivedersi qualche serial prodotto dalle tv italiane e vi ritroverĂ tutti gli stereotipi culturali “americaniâ€? che hanno ridotto in brandelli l’idea cristiana di famiglia. E potrei citare mille altri esempi, anche a proposito dei principi non negoziabili. La controprova arriva da un altro dato, sempre demograďŹ co. Nel recente rapporto sul “Cambiamento demograďŹ coâ€? in Italia, curato dalla Cei, si evidenzia che il tasso di natalitĂ nel nostro Paese si è stabilizzato, (in basso) negli ultimi anni grazie al notevole contributo degli stranieri. Tuttavia si sottolinea che non bisogna contare piĂš di tanto sulla proliďŹ citĂ delle donne straniere perchĂŠ “le immigrate si adattano giĂ dalla seconda generazione al modello delle italianeâ€?. Per cui sono gli immigrati che venendo tra noi rischiano di stravolgere la loro identitĂ , e non viceversa. Grazie anche, ma non solo, alla televisione. Se si vuol capire. Altrimenti continueremo a pestare l’acqua nel mortaio.


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La fibrosi cistica è una malattia genetica che colpisce soprattutto i bambini. In Franciacorta torna dal 2 al 4 dicembre la 16ÂŞ edizione dell’iniziativa di solidarietĂ . Lo scopo di queste serate è anche quello di raccontare il cammino intrapreso in questi 15 anni di lotta e di sconforto ma anche di gioia e di speranza per i risultati fin qui ottenuti. S’inizia il 2 dicembre alle 20.30 con una cena benefica, presso il Ristorante Giardino di Paderno Franciacorta, nel corso

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della quale interviene la dott. ssa Rita Padoan del Centro di supporto fibrosi cistica degli Spedali civili. Sabato 3 dicembre alle 20.30 dopo l’introduzione del dott. Alberto Gerosa (presidente dell’Associazione lombarda fibrosi cistica), alle 21 il gruppo teatrale “Olga Rossini Gelfiâ€? presenta “Chi la fa l’aspettiâ€?: una commedia dialettale in tre atti da “Chel sĂźcĂš del sior padrĂšâ€? di Stefano Gozzini. L’inizio è alle 21 al teatro dell’oratorio di Padergnone.

A partire dal sabato viene aperta anche la bancarella della solidarietĂ con la possibilitĂ di acquistare vino e olio di Franciacorta e oggetti e fiori di Natale. Domenica, invece, dalle 15 appuntamento per i bambini con la partecipazione de “Il piccolo coro oratorio di Saianoâ€?; alle 16.30 la tombolata in famiglia. Il ricavato della manifestazione sarĂ devoluto interamente all’Associazione lombarda fibrosi cistica per il Centro di supporto di Brescia.

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a Valgrigna comprende i Comuni di Prestine, Bienno, Berzo Inferiore, Esine e la frazione di Plemo; quattro municipalitĂ , con 10.500 anime. Qui si sta realizzando una singolare esperienza ecclesiale: le parrocchie insieme stanno lavorando in ordine all’erigenda unitĂ pastorale. In costruzione con l’aiuto di don Aldo Mariotti, un tempo solo parroco di Bienno, poi di Bienno e Prestine, quindi vicario zonale e da ultimo massimo responsabile con i sacerdoti che si alternano nel coltivare questa porzione della vigna del Signore. A fianco di don Aldo i collaboratori: don Pietro Parzani, (curato), don Giacomo Ercoli (ex cappellano all’ospedale di Esine), don Giuseppe Gallina, don Arturo Pelamatti (nuovo cappellano), don Mario Marioli e don Francesco Nodari. Abbiamo chiesto a don Aldo Mariotti il perchĂŠ della particolare insistenza sull’aggettivo “erigendaâ€?, quando tratta dell’unitĂ Pastorale. Ăˆ d’obbligo la prudenza, anche perchĂŠ si tratta di “qualcosaâ€? di cui è stata progettata la costruzione, o decretata la fondazione. Ancor troppo presto dunque per farla passare come una realtĂ ormai consolidata. Potrebbe anche, in altri termini, esser definita una scommessa scattata soltanto a settembre. Subito però l’affacciarsi di un pericolo da tenere presente: occorre fare molta attenzione perchĂŠ non

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Mariotti ci fa vedere un contributo scritto di un uomo del suo gregge; lo scritto titola: “L’unitĂ parrocchiale‌ fa la forzaâ€?. Si tratta di una sorta di lettera spedita idealmente a tutti i membri della comunitĂ ecclesiale: “Caro fratello, hai visto cosa è successo? Si parlava di carenza di sacerdoti e all’improvviso‌ eccoli moltiplicati nell’unitĂ pastorale! Hai visto quanta ricchezza ci è piovuta dal cielo? Ora Cristo ci parla attraverso piĂš pastori, con molteplici modalitĂ e sensibilitĂ , come se avesse coordinato meglio le membra del suo corpoâ€?. La missiva prosegue poi giungendo a constata-

re con gioia â€œâ€ŚIl nostro campanile si è allargatoâ€?. E ancora: “Hai visto, fratello, come la nostra Chiesa è in movimento e attenta a noi?. Lo scritto conclude: “Beato è quel gregge in cui il Pastore ‘ si fa in quattro’ per mantenere unite e ben servite le sue amate pecorelleâ€?. Don Aldo si avvia alla conclusione: gli impegni anche oggi sono tanti e gli vorticano intorno in certi momenti togliendogli il respiro, non però entusiasmo, costanza, pazienza, caritĂ : “La nostra diocesi va verso la celebrazione del Sinodo, una svolta epocale per cui bisogna pregare, invocando discernimentoâ€?.

8Q SUHVHSH ´LQ PRYLPHQWRÂľ Sono una decina e da 13 anni allestiscono con pazienza, ingegno e creativitĂ sicuramente uno dei presepi piĂš originali e apprezzati del territorio. Stiamo parlando del Gruppo volontari allestimento presepe, in questi giorni nel vivo dell’impegno che condurrĂ a svelare, nel seminterrato dell’oratorio femminile di via Castello in tempo per il pomeriggio di Natale, una grandiosa creazione: circa 150 mq di presepe con 27 gruppi di personaggi in movi-

mento, rievocanti personaggi tipici (falegname, pescatore, contadino, pastore, ďŹ latrice, garzatrice, fornaio, vasaio, piallatore, costruttore di scale e ruote da carretto, tintore di pelli, spaccapietre, taglialegna e maniscalco), luoghi e scene cruciali (censimento, apparizione dell’angelo, ricerca alloggio di Giuseppe e visita dei pastori al Bambin GesĂš cullato da Maria). Quest’anno il presepe s’avvalora delle scene del Castello del Re Erode con

guardie e ponte levatoio, del deserto e dei sollevatori di pietre. Centinaia i personaggi, animati dall’elettricità dei motorini tergicristalli d’auto, e una montagna di case in legno e polistirolo, ambientazioni modellate con carta a spruzzo e scenari su compensato intagliato e dipinto: il tutto riciclando scarti di privati e aziende. Per assistere al ciclo completo bastano tre minuti. Visite: festivi 10-12/15-18, feriali 15-18. Info: 030/7156430.

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‹”…‘•…”‹œ‹‘Â?‡ …‡Â?–”‘ ’‡”ƒœ‹‘Â?‡ ƒÂ? ƒ”–‹Â?‘ǣ ’ƒ……Š‹ ˜‹˜‡”‹ Â?‡ŽŽ‡ …ƒ•‡ Pasta, riso, zampone, caffè e altro ancora. Ritorna con la regia dell’assessorato al Centro storico e della Circoscrizione centro l’iniziativa di solidarietĂ â€œOperazione San Martinoâ€?. Quest’anno saranno distribuiti (portati sulla soglia di casa) circa 500 pacchi destinati prevalentemente alle persone anziane e piĂš in generale alle persone in difďŹ coltĂ . I destinatari sono stati individuati grazie alle segnalazioni di cittadini, parrocchie, scuole, Circoscrizione, Mcl e

associazioni umanitarie. I generi alimentari (ogni pacco avrĂ un valore di circa 80 euro) saranno consegnati dai volontari tra il 5 e il 18 dicembre. La consegna a domicilio del pacco (generi alimentari forniti dai cittadini e da numerose realtĂ locali) sarĂ fatta da persone conosciute. L’appello è anche alla sensibilitĂ delle persone che possono arricchire il pacco vivere portando dei viveri a lunga conservazione nella sala Cristini di via Paitone 41. La sinergia di

diverse realtĂ (l’Ortomercato, la Centrale del Latte, Valle d’Oro) ha reso possibile la realizzazione di questo intervento di solidarietĂ e di attenzione al territorio dove ognuno è chiamato a un gesto di responsabilitĂ : essere prossimo del vicino segnalando situazioni di emergenza. “Questa iniziativa – ha spiegato l’assessore Mario Labolani (nella foto) – è molto sentita dagli anziani del centro storico. L’iniziativa è fatta in particolare per gli over 65, anche se non abbiamo

detto di no alle situazioni familiari disagiate. Marco Stellini, presidente di Brescia In, e la cooperativa La Chimera si occuperanno di consegnare i pacchi. All’inizio (50/60 pacchi) andava incontro alle esigenze di poche persone, oggi – anche per la crisi – le necessitĂ sono aumentate. “Insieme – ha aggiunto Flavio Bonardi, presidente della circoscrizione centro – si può fare qualcosa di positivoâ€?. Insieme, anche quando le risorse pubbliche sembrano venire meno.

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a formazione professionale, alla luce del recente andamento dell’economia, sta assumendo anno dopo anno un’importanza sempre maggiore, al punto che il numero di aziende che investono in formazione dei propri dipendenti, attraverso accordi con istituti di settore, è in costante aumento. Questo, senza nulla voler togliere alla scuola “tradizionaleâ€?, la cui valenza non è mai stata messa in discussione. Questo è, ridotto in estrema sintesi, quanto emerso nel corso di un incontro tenutosi nei giorni scorsi in Provincia con il presidente della stessa Daniele Molgora, affiancato dall’assessore alle AttivitĂ produttive e al Lavoro Giorgio Bontempi, dal delegato della medesima presso il Cfp Zanardelli Ivano Corini e dal direttore del Centro Marina De Vito. “Registro con soddisfazione che i risultati conseguiti dal 2009, anno in cui abbiamo preso in carico il Cfp Zanardelli, sono in costante miglioramento – ha detto Daniele Molgora – perchĂŠ il centro ha saputo adeguarsi ai cambiamenti imposti dalla societĂ , allineandosi alle variazioni che l’economia nazionale

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Zanardelli è la piĂš grande Azienda di formazione professionale della Lombardia, in termini sia numerici sia qualitativiâ€?. “Seguendo le linee guida indicate dalla Provincia – ha aggiunto Ivano Corini – abbiamo fatto decollare in maniera definitiva lo Zanardelli, facendone un’azienda sana, che oggi ha ridotto i propri dipendenti pronta a riaumentarli a fronte di nuovi obiettiviâ€?. A Marina De Vito il compito di fornire alcune cifre, non senza aver rimarcato ancora “il grande risultato dell’abolizione del precariato. A fronte delle diverse necessitĂ sul piano dell’economia – ha continuato De Vito – lo Zanardelli si è reinventato con l’accreditamento al lavoro, valorizzando le opportunitĂ che può offrire alle aziende. PiĂš di 3.100 allievi nel diurno, circa 400 nel serale, oltre 1.700 gli iscritti in ambito di apprendistatolavorativo definiscono questa realtĂ â€?.

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0DQGDWR PLVVLRQDULR SHU LO %XUNLQD )DVR Sotto lo sguardo di Maria Immacolata e accanto alla tomba del beato Fondatore, padre Lodovico Pavoni, sabato 10 dicembre la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata – Pavoniani da il via alla nuova missione in Burkina Faso. Durante la concelebrazione eucaristica delle 18.15, che si terrĂ nella parrocchiale e santuario di S. Maria Immacolata presso l’Opera Pavoniana, verrĂ conferito il mandato missionario a padre Flavio Paoli e a fratel Pierre Michel Towada. Padre Flavio, insieme con altri missionari italiani, era stato espulso nel 2008 dall’Eritrea, dove si trovava dal 1993. Frate Pierre Michel, camerunense, sarĂ ordinato sacerdote il prossimo anno. I due religiosi pavoniani nel mese di gennaio partiranno per il Paese africano, dove la Congregazione pavoniana sta ultimando la costruzione di una scuola destinata a ospitare e a educare ragazzi sordomuti. L’iniziativa, promossa in collaborazione con l’associazione “La gocciaâ€? di Roma, rientra nell’ambito del carisma pavoniano, perchĂŠ giĂ il Fondatore padre Pavoni aveva accolto ed educato nel suo Istituto di San Barnaba in Brescia un gruppo di sordomuti. L’opera, sostenuta anche dai Vescovi e condivisa dalla Chiesa locale e dalle autoritĂ del Burkina Faso, si realizza in un Paese tra i piĂš poveri e in cui i bisogni della popolazione sono enormi. Ăˆ un nuovo campo di missione dove, con la benedizione del Signore e con la disponibilitĂ delle persone, sta per estendersi il carisma pavoniano, secondo il progetto del Padre fondatore, percepito

da lui come “disegno del cieloâ€?, che invitava la sua religiosa Famiglia a “stendere le caritatevoli sue bracciaâ€?, secondo le necessitĂ â€œdelle circostanze e dei luoghiâ€?. In onore del Beato Lodovico Pavoni è stato pensato anche il concerto “La Buona Novellaâ€? di Fabrizio De Andrè nella serata di giovedĂŹ 8 dicembre alle 21 presso la parrocchia di Santa Maria Immacolata in via Pavoni 11. L’ingresso è libero.

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Â…ÂŽ ‘Â? —Â? …Ž‹…Â? •‹ ƒ……‡†‡ ƒŽ ‘Â?…‘”•‘ ’”‡•‡’‹ â€œâ€ŚE si misero in camminoâ€?, con un “clickâ€?. Basta guardare, scegliere, digitare e inviare tutto con un “clickâ€? sulla tastiera: dal check-in virtuale alle prenotazioni alberghiere; dalla consultazione degli itinerari ai biglietti per le mostre. Un viaggiare nel web che non è fine a se stesso, ma funzionale a un’attivitĂ concreta e vitale. Ăˆ stato possibile compilare il censimento della popolazione 2011 con internet. Giuseppe e Maria hanno dovuto, invece,

spostarsi a piedi da Nazareth a Betlemme. Bisogna andare a piedi per ritrovare lo spirito natalizio? Da buon falegname Giuseppe avrebbe disdegnato le novità tecniche per lavorare o vivere? Probabilmente no. Ecco perchÊ ora nei presepi troviamo non solo materiali sintetici, ma anche luci elettriche, persino motori e marchingegni. Questo senza tradire lo spirito della tradizione; anzi rinnovandolo per mantenerlo al passo coi tempi. Importante è sapere perchÊ

si fa il presepio. Il come è un adeguamento contemporaneo che aiuta le persone a ritrovarsi attorno al progetto del presepio proprio perchĂŠ utilizza le modalitĂ del tempo attuale, conosciute da tutti, favorendo cosĂŹ il coinvolgimento nella famiglia e nei gruppi. A tal proposito c’è una novitĂ anche per il 38° Concorso presepi Mcl dal tema â€œâ€Śe si misero in camminoâ€?: dalla prossima settimana sarĂ possibile iscriversi on-line all’indirizzo www. concorsopresepi.it. Per partecipare

è sempre possibile telefonare allo 030.2807812 o inviare una mail a presepi@mclbrescia.it. L’iscrizione è aperta a tutti, persone, famiglie, gruppi, oratori, parrocchie, enti, ospedali, istituzioni, ecc. Sono previsti premi per tutte le categorie e riconoscimenti per i partecipanti che saranno conferiti sabato 14 gennaio alle 15 nell’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli in via Piamarta a Brescia in occasione della Premiazione del Concorso. SarĂ presente il vescovo Monari.

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estaurare, restituire. Termini assonanti, accomunati non solo dalla forma, ma soprattutto dal contenuto intenzionale. Restaurare il patrimonio architettonico di una cittĂ significa restituirne il suo valore alla comunitĂ , valorizzarlo e renderlo fruibile alla cittadinanza e a chi proviene dall’esterno. Tema che è stato affrontato in una conferenza promossa dall’Associazione artisti bresciani, dedicata a “l’esperienza bresciana per il recupero di edifici storici e chieseâ€?, in particolare Santa Giulia e Santa Maria della CaritĂ , conosciuta anche come chiesa del Buon Pastore. L’operazione è perfettamente riuscita per quello che noi tutti oggi chiamiamo “Museo della cittĂ â€?, ossia Santa Giulia, portato all’attuale splendore grazie a un intervento di Comune e Fondazione Cab realizzato nel 2000, proseguito nel 2003 con la sistemazione delle Domus dell’Ortaglia, sfociato nel riconoscimento Unesco. “Si tratta di grandi opere che necessitano di professionalitĂ e che richiedono ingenti finanziamenti – ha spiegato l’assessore Arcai, specificando la strategicitĂ di un restauro come quello della chiesa del Buon Pastore, situata in via Musei, cuore del turismo culturale bresciano. “La scelta di quest’edificio – ha precisato Agostino Mantovani, segretario di Fondazione Cab – nasce anche dall’urgenza di in

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di restauro, iniziate alla fine del 2010 – ha spiegato l’arch. Tortelli – hanno dovuto scontrarsi con alcuni imprevistiâ€?. La struttura di pianta ottagonale, mostrava delle crepe che si sono rivelate molto profonde; inoltre, gli otto spicchi della cupola hanno dovuto essere ricompattati attraverso l’inserimento di barre d’acciaio. Anche il timpano si mostrava molto danneggiato, le tegole erano sgranate e provocavano infiltrazioni e danni all’interno, fastoso ma deteriorato dall’acqua. “La facciata sarĂ terminata entro un paio di settimane, mentre per l’interno si prevede un termine nell’autunno del 2012â€?, ha precisato Mantovani. “Tuttavia, non basta il restauro dell’opera – ha proseguito – perchĂŠ per restituire un bene alla cittĂ serve il pieno coinvolgimento di tuttiâ€?. Per fare ciò la cittadinanza può partecipare in ogni forma al finanziamento, donando soltanto una cifra simbolica che sia segno della propria presenza, oppure adottando un singolo elemento e impegnandosi per la sua sistemazione. Sono stati coinvolti i docenti e gli studenti delle accademie Santa Giulia, Laba e la scuola Enaip che si stanno occupando di alcuni restauri; da settimane si svolgono visite guidate al cantiere che, salendo sull’impalcatura, permettono di scoprire i tesori piĂš nascosti di un edificio che tornerĂ ben presto a essere un bene comune, in molti sensi.


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km risiede nell’elevato sistema di interconnessione del tracciato, con sei caselli intermedi e nelle nuove tangenziali che renderanno piĂš uido il trafďŹ co in entrata e in uscita. Per questo sono pronti a partire, entro ďŹ ne anno, cinque interventi, che dovrebbbero concludersi entro ottobre del 2013. Il piĂš importante riguarda la tangenziale sud di Brescia che collegherĂ le infrastrutture di Brebemi e il raccordo OspitalettoMontichiari. La bretella nasce a una

sola corsia per senso di marcia, ma è giĂ predisposta per l’ampliamento a due corsie. Il secondo intervento, sempre sulla sud, prevede la creazione della terza corsia anche tra il casello di Brescia ovest e lo svincolo con la tangenziale ovest. VerrĂ poi riqualiďŹ cata la ex statale 510 e verrĂ realizzata una nuova variante che collegherĂ la ‘sud’ alla ex statale 11 in localitĂ Mandolossa. In tutto lavori per oltre 57 milioni di euro. InďŹ ne è prevista la variante alla sp 17, da Chiari a Cologne, per

creare una nuova direttrice nord/ sud. “Una squadra di esperti – spiega Franco Bettoni (nella foto), presidente della societĂ di progetto – ha studiato i ussi di trafďŹ co e le conseguenti misure da adottare in fase di esecuzione dei lavori. Se subiremo qualche disagio, sarĂ per avere una viabilitĂ piĂš scorrevole, moderna e sicuraâ€?.“L’obiettivo – assicura l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Vivaldini – è quello di ridurre al minimo l’impatto dei cantieriâ€?. (v.b.)

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e giovani leve cattoliche del Partito democratico “hanno chiamato alla sbarraâ€? i cosiddetti padri fondatori in un convegno finalizzato alla raccolta delle idee per una riorganizzazione dal basso. Complice il momento di rottura con la politica berlusconiana degli ultimi 18 anni, i giovani del Pd si sono fatti promotori di una conferenza sul tema “Una nuova prospettiva per l’Italia. L’impegno dei cattolici nel Pdâ€? invitando i big a esporre il loro punto di vista sul ruolo che dovranno impegnarsi a svolgere per il futuro. Sono intervenuti: il senatore Guido Galperti; il consigliere regionale Gian Antonio Girelli, il capogruppo in Loggia Emilio Del Bono; il capogruppo in Broletto Diego Peli. Dal dibattito è emerso il bisogno di lavorare affinchĂŠ la proposta del Pd sia corrispondente a quei fondamentali valori, cattolici ed etici, che la politica ha sempre piĂš abbandonato: il primato delle persone attraverso le politiche sociali e per la famiglia; il controllo dell’economia capitalistica affinchĂŠ non schiacci i lavoratori e le persone piĂš deboli e, in modo particolare, una nuova etica civile che permetta un ritorno alla democrazia tra partiti, che non devono piĂš affrontarsi e distruggersi come “i nemiciâ€?, ma piĂš civilmen-

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dirigenza del partito e le persone che lo compongono e sostengono. Questo particolare momento storico-politico offre, prima di tutto, l’occasione di recuperare il rapporto tra cittadino e istituzioni che oggi è disconosciuto e svalutato. Il politico non è visto come il portatore degli interessi dei cittadini, ma come un soggetto che agisce per sĂŠ, lontano dai problemi della gente. Nelle parole di Aldo Moro lo Stato deve farsi umano e ricordare che ha un mandato fiduciario da parte della societĂ . La presenza dei cattolici nel Pd è molto forte grazie ai sindaci e alle

giunte dei piccoli Comuni, un canale questo da lasciare aperto per recepire le problematiche e le idee che sono la base di costruzione di una nuova classe dirigente che riporti la politica tra le persone. Un momento delicato della storia nel quale all’intero Paese è offerta la possibilitĂ di ricostruire il proprio ruolo all’interno del cammino europeo. Se i cattolici vogliono essere determinanti devono interrogarsi sull’incidenza che i valori, dei quali sono portatori, hanno sul percorso o se, in realtĂ si sono perduti nei corridoi della politica. Il dibattito si è poi animato con una grande partecipazione da parte di tutti i presenti. La sala offre un’immagine nuova di giovani e vecchi della politica che si ascoltano e si confrontano su un obiettivo comune: ridare valore e senso alla politica per il Paese. Ed è proprio la politica la protagonista, quel soggetto cui i cattolici vogliono ridare valore. Ricreare una politica come strumento al servizio del cittadino stando all’interno di un contenitore, il Pd, e affrontando i problemi e le divergenze che si presentano di volta in volta. Unanimi su questo tema i presenti sottolineano che non serve scappare in mille piccoli partiti, ma restare permeati dal senso di responsabilitĂ che abbatte i personalismi.

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LEALE FEDELE CORAGGIOSA

LA VOCE è quella giusta

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e, anni è stupor lo delle relazio cio di vite non il miraco l’intrec itato, per Essere dentro o da i. il dono immer cora, per zioni di legam che i legami fosser fonti di prigiocercato. Intersetempo pensato potenziali Ma poi si è reHo per moltoe un po’ sciolti, libera. Il scorrere ensabile. tenere sempr vita che deve l’altro è indisp o tu mi sei nia per una capovolgimento: propri ensabile; o un a alizzat e, è indisp legam sostituito legam leg e, quelle. potrĂ essere lerĂ indispensabi sostituirti, nĂŠ alcunomento, e non cancel indi la potrĂ riempi come soffeNessuno Ness a sarĂ senza mio: , insistente La tua perdit come la morte / d’ogni tormento o da te. L tenace partecipe o solo. / Ho bisogn forte, e, e sei che te, il legam ioâ€?). bisogno di mia pena; mio fratelldel pellegrinagg b libro renza. “Ho dolce / d’ogni R. M. Rilke, “Il do (da: compagno de del pane!â€? di te, come

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Abbonamento presso il Centro per le Comunicazioni Sociali di via Callegari, 6 - 25121 Brescia. Per qualsiasi informazione: UfďŹ cio abbonamenti Tel: 030 44 250 e-mail: abbonamenti@lavocedelpopolo.it Fax: 030 280 93 71

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ƒÂ?‡”„‹‘ ”ƒœ‹‘ŽƒÂ?Â†Â‹ÂƒÇŁ Žƒ ”ƒ†‹‘ Â?‡Ž –‡Â?’‘ †ǯ ˜˜‡Â?–‘ Si può vivere l’Avvento anche giocando, ma solo se il gioco è educativo e, soprattutto, se al gioco viene abbinata la preghiera. Per il periodo pre-natalizio 2011, l’oratorio di Manerbio propone Oraziolandia: non si tratta di una iniziativa nuova, ma di una proposta che ritorna sull’onda del successo della trasmissione ottenuto gli scorsi anni. Oraziolandia è un appuntamento radiofonico diffuso dalla radio parrocchiale (Radio Ponte 89.90

FM) ogni settimana, a partire da venerdÏ 2 dicembre alle ore 20.30 e rivolta ai bambini e ai ragazzi e, naturalmente, alle loro famiglie. Artefici di Orazionlandia sono giovani dell’oratorio di Manerbio, che sotto l’occhio vigile del curato, don Oscar La Rocca (nella foto), hanno predisposto l’attività . Telefonando, i ragazzi manerbiesi hanno la possibilità di partecipare a un grande gioco dell’oca, rispondendo ad alcune domande che abbracciano temi svariati

(compreso quello religioso). L’ obbiettivo prioritario di tale iniziativa è indurre i ragazzi a dire no alla tv almeno per una sera, e prediligere un’attivitĂ che, pur essendo di carattere ludico, ha un alto valore formativo, oltre al fatto che può diventare un’occasione di maggiore coesione e un clima di serenitĂ all’interno dell’ambito familiare. La conclusione della trasmissione, tradizionalmente affidata alla preghiera, contribuisce ad inserire

la proposta nel quadro della giusta preparazione pre-natalizia per i piĂš giovani. Gli appuntamenti non si fermano qui; e il teatro può avere un ruolo altrettanto importante. “Il buon ladroneâ€? è il titolo dello spettacolo, allestito dal gruppo degli adolescenti dell’oratorio di Castenedolo, che andranno in trasferta a Manerbio e che mercoledĂŹ 7 dicembre alle 20.45 proporranno il loro spettacolo al Politeama di Manerbio. (e.u.)

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orgosotto di Montichiari è una realtĂ viva, capace di camminare al passo con i tempi, ma che non dimentica la propria anima spirituale: per chiudere in bellezza il 2011, che tante iniziative ha visto tenersi nella parrocchia guidata da padre Rinaldo Guarisco, è stata organizzata, come lo scorso anno, una serata dedicata alla riflessione e alla discussione intorno alla lettera pastorale del Vescovo, in programma mercoledĂŹ 7 dicembre alle ore 20.30. PerchĂŠ, chiediamo a padre Rinaldo, dar vita anche quest’anno a tale evento? “Prendendo spunto dalla conclusione della lettera pastorale del vescovo 2010/11 che recita ‘Tutti siano una cosa sola’ – dichiara – il Consiglio pastorale ha inteso portare i nostri fedeli a conoscenza del contenuto e del messaggio di tale documento e proporlo come strumento di confronto e approfondimento dell’esperienza vissuta nella nostra comunitĂ . Ăˆ nata l’idea innanzitutto di presentare la Lettera alla comunitĂ con una serata dedicata all’arte pittorica e all’ascolto di alcuni cantiâ€?. Il 7 dicembre verranno consegnati un opuscolo e di un dvd che racchiudo-

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oggi all’interno di questa parrocchia, per rimotivarlo con lo slancio e la dedizione dei primi tempiâ€?. Borgosotto guarda in avanti e si prepara, altresĂŹ, all’importante appuntamento dell’Anno sinodale del 2012 per il quale “ci saranno diverse iniziative in programma – ci comunica il Parroco – allo scopo di riflettere sul senso del nostro essere piccola comunitĂ , ma in cammino insieme alle altre e al Vescovo stesso. Ecco perchĂŠ nel titolo dell’opuscolo che distribuiremo abbiamo richiamato il documento preparatorio alla celebrazione del Sinodo “ComunitĂ in camminoâ€?. Vuol essere questo lo spirito che ci accompagnerĂ per vivere alcuni atteggiamenti che fondano una comunitĂ parrocchiale: dal sentirsi in comunione in modo visibile, alla corresponsabilitĂ di tutti i battezzati, per un’apertura missionaria di annuncio del Vangelo.

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3UHVHSL GDO PRQGR LQ XQ¡XQLFD PRVWUD La festa del Natale, con le luminarie di molti negozi accese giĂ un mese prima, rischia di essere vissuta superficialmente. Per questo va lodato l’impegno di coloro, e sono tanti, che si oppongono a un appiattimento morale e al secolarismo estremo per entrare nel profondo del significato dell’evento. Per far vivere questo importante momento della tradizione cristiana al meglio ormai da anni l’associazione Amici del Presepio di Vighizzolo (comune di Montichiari), sotto la guida preziosa di don Claudio Vezzoli e con il patrocinio del Comune, si fa promotrice di una mostra specifica che vuole costituire uno spazio di riflessione e di attenzione al mondo del sacro e al significato piĂš religioso del Natale. GiovedĂŹ 8 dicembre alle 11 nella Galleria civica della Pro Loco, si inaugura anche quest’anno, dunque, l’esposizione di presepi che l’associazione farĂ giungere da molte parti del mondo unitamente a una sezione curata da alcuni commercianti monteclarensi e costituita da presepi “commestibiliâ€? realizzati con pane, cioccolato e altri generi alimentari. La mostra, patrocinata dal Comune, rimarrĂ aperta sino all’Epifania e darĂ modo di ammirare splendide creazioni artistiche, frutto del lavoro di menti illuminate e mani creative, messe al servizio del messaggio della nascita di GesĂš. Il successo riscosso dall’evento negli scorsi anni fa bene sperare anche per l’appuntamento del 2011. L’associazione Amici del Presepio arricchisce cosĂŹ il Natale monteclarense ed è doveroso, pertanto, un plauso a

don Claudio e ai suoi volontari per la passione che pongono sempre nel dar vita a un evento tra i piĂš importanti della cittĂ . Il Natale della pace e della bellezza è nella Galleria della Pro Loco: lasciamoci avvolgere, anche quest’anno, dalla sua intima atmosfera e dalla bellezza delle opere presentate. Per informazioni o per gli orari si può chiamare la Pro Loco al seguente numero: 030/5235123. (f.m.)

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collaborazione con la biblioteca comunale “G.B. Zottiâ€?, il Gruppo Alpini di Berlingo e Berlinghetto e l’A.Ge. Berlingo. Gli orari di apertura sono previsti sabato dalle 19 alle 22 e domenica dalle 14 alle 19. Tra le iniziative collegate, domenica dalle 15.30 alle 17.30 sarĂ attivo il il punto creativo “Crea con Rosâ€?, un’occasione per sperimentare la realizzazione di alcuni lavori natalizi, cui si potrĂ liberamente partecipare. Entro le ore 20.30, inoltre, chiunque

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‘Â?–‘‰Ž‹‘ ‘Â?…‡”–‘ ’‡” …‘”‹ si dilettasse di pasticceria e decorazione potrĂ portare la propria torta in palestra, poichĂŠ alle 21 si terrĂ la premiazione del concorso “La torta piĂš bellaâ€? con l’assegnazione del premio “Tortarolo berlinghese dell’annoâ€?. Durante tutta la manifestazione, inďŹ ne, sarĂ attivo uno spazio gestito dal gruppo alpini e un’area dedicata ai piĂš piccoli tenuta dall’A. ge di Berlingo, nella quale per i bambini saranno allestiti laboratori creativi e truccabimbi. (f.u.)

Una serata in musica. Domenica 4 dicembre alle 16 nella chiesa parrocchiale S. Maria Assunta va in scena “Aspettando il Natale con Mariaâ€?: il concerto per cori con le corali di S. Maria Assunta di Pontoglio, S. Giorgio di Capriolo e “Montorfanoâ€? di Cologne. All’organo si esibiscono i maestri Renato Tamanza e Carlo Bonzio; dirigono le corali i maestri Renata Chiari e Marco Bovaris. L’ingresso allo spettacolo è libero.

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nche la stagione 2011 del Water Ski San Gervasio Bresciano ha confermato gli ottimi risultati conseguiti dai suoi atleti che hanno assicurato al sodalizio l’oro a squadre per il settimo anno consecutivo ai Campionati italiani. Ma altri riconoscimenti sono stati conquistati sul campo in varie categorie. Silvia La Malfa, di Alfianello, oro in slalom, argento in figure nella categoria under 10 e in quella under 12 Alberto La Malfa, pure di Alfianello, argento in figure e combinata, bronzo nel salto. “Sono risultati che gratificano i nostri sforzi nel far crescere nuovi atleti in una disciplina impegnativa come quella dello sci nautico per il quale abbiamo realizzato lo specchio d’acqua a Casacceâ€?, il commento del delegato della Federazione sci nautico nell’ambito del Coni provinciale, Giampaolo Mantelli, che non manca di riconoscere i meriti al presidente del Jolly Ski Brescia e del Water Ski San Gervasio, Fedele Luzzeri, di svolgere con profitto il compito assegnatogli. Con Luzzeri collaborano i tecnici preparatori Claudio Benatti di Brescia, e il georgiano Genadi Guraglia che hanno portato in diverse manifestazioni atleti del sodalizio della Bassa ai massimi livelli. L’elenco è eloquente dei valori che si esprimono a Casac-

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isa Pajni argento in slalom e figure e bronzo in salto, Nicholas Benatti, oro in figure e argento in slalom. Nell’open, argento in figure e bronzo in slalom per Matteo Luzzeri di Villongo oro per Genadi Guralia di San Gervasio Bresciano, in slalom, salto e combinata. Infine oro in slalom a Fedele Luzzeri. Nei campionati assoluti a Nocholas Benatti l’oro in figure; l’argento in combinata a Gianmarco Pajni. Ai Campionati europei bronzo in salto e figure tra gli under 17 a Gianmarco Pajni; argento in figure all’under 21 Nicholas Benatti; oro in combinata, argento in slalom e salto al senior over 35 Genadi Guralia. Nella stagione passata a Casacce di San Gervasio sono state organizzate quattro manifestazioni internazionali con una nutrita partecipazione di atleti stranieri che ritengono l’impianto tra i migliori al mondo tecnicamente attrezzato con impianti d’avanguardia. Sono pareri espressi nella serata di fine anno, per gli auguri ad atleti e dirigenti dello sci nautico bresciano durante la quale a Nicholas Benatti, è stata consegnata la targa di “atleta dell’annoâ€? per il costante impegno che l’ha portato a conseguire ottimi risultati che pongono in evidenza sulla scena internazionale il Water Ski San Gervasio, costituito nel 2005 con l’apertura del bacino artificiale di Casacce.

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Sono diversi gli appuntamenti culturali in programma nel mese dicembre. VenerdĂŹ 2 dicembre al Teatro delle Ali di Breno è in programma il ciclo “Incontri di Arte e Vitaâ€? alle 18: interviene Pavel Vernikov, violino con la conferenza e il concerto dedicati alla celebre Ciaccona di Johann Sebastian Bach. Modera Arnoldo Mosca Mondadori, presidente del Conservatorio di Milano. GiovedĂŹ 8 dicembre per il ciclo “Musica sulle aliâ€? (ore 20.30) si

“Per Natale? Io regalo culturaâ€? è il titolo dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Cocchetti in vista delle festivitĂ natalizie. La Fondazione di Cemmo mette a disposizione alcuni pacchetti regalo, fra questi: “La sďŹ da educativa: correre insieme ai nostri ďŹ gliâ€? ovvero una serata per genitori, educatori e insegnanti con il prof. Paolo Crepet; “Navigare a vista – internet in sicurezzaâ€? con Luciano Bettinelli per conoscere e difendere se

esibisce il Quartetto Sinfonia con il concerto promosso dall’Associazione Amici dell’Accademia Arte e Vita. VenerdĂŹ 16 per il ciclo “Incontri di Arte e Vitaâ€? (ore 18) parlano Salvatore Veca, ďŹ losofo e Pietro Coletta, scultore, che espone le sue opere. Modera Arnoldo Mosca Mondadori. Sabato 17, alle 16.30, c’è lo spettacolo di Natale degli allievi dell’Accademia. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

stessi e i propri ďŹ gli dai pericoli della rete; “Vita quotidiana in Valle Camonicaâ€?, corso di storia camuna con lo storico Oliviero Franzoni. Il regalo verrĂ emesso sotto forma di coupon intestato al beneďŹ ciario. Per prenotare il tuo dono compila il modulo di richiesta che trovi sul sito www.fondazionecocchetti. bs.it e rispediscilo a info@ fondazionecocchetti.bs.it oppure al fax 0364 331287 insieme al boniďŹ co bancario o postale.

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abato 3 e domenica 4 dicembre il Comune ha organizzato una serie di appuntamenti che culminano negli onori solenni che tutto il paese tributerĂ ai resti del soldato capontino Emilio Taboni, morto in prigionia il 18 novembre 1944 in Polonia e sepolto nel cimitero di Bielany. Emilio Taboni, nato l’11 novembre 1924, fu fatto prigioniero con molti altri italiani l’8 settembre 1943 e deportato a Torun, nel voivodato di Pomerania, in un campo di concentramento polacco, dove morĂŹ a soli 20 anni. Negli anni ‘50 vennero resi noti i circa 300 nominativi di soldati bresciani le cui sepolture si trovavano nei vari cimiteri di guerra, ma la riesumazione delle salme e il rimpatrio fu cosa lunga e difficile. Ci volle la fine del blocco sovietico per aprire le frontiere per il ritorno delle salme di tanti italiani in patria. Emilio Taboni era di Pescarzo di Capo di Ponte e come tanti giovani della classe 1924 – l’ultima della leva dell’Esercito italiano prima dell’armistizio – era impiegato come forza fresca voluta dal fascismo accanto alle armate dell’alleato tedesco. Non era sposato

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sa parrocchiale di San Martino, dove alle 10 il parroco don Fausto Murachelli celebrerĂ la Santa Messa di suffragio per tutti i caduti, animata dai canti del Coro Ana Vallecamonica. Al termine, con l’accompagnamento della Banda musicale capontina “Cav. Bortolo Ghettiâ€?, ci sarĂ il corteo verso il cimitero con la benedizione del caduto nel nuovo Ossario unitamente agli altri caduti del Comune di Capo di Ponte. Dopo il ricordo nella preghiera di suffragio, la cerimonia civile si concluderĂ proprio qui, come luogo simbolo per tutti. Ed è qui che gli alunni dell’Istituto comprensivo “Pietro da Cemmoâ€?, che giĂ hanno realizzato uno splendido spettacolo dal titolo “Quel treno per Auschwitzâ€?, terranno la loro commemorazione. Il Comune ha invitato tutta la popolazione a partecipare alle cerimonie e a esporre il tricolore.

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&RQWUR OH PRWRVOLWWH SHU OD VLFXUH]]D Il 3 dicembre, presso il salone del Bim, è previsto il convegno “Territorio montano e gestione dei mezzi motorizzatiâ€?. Il Club alpino italiano, sezione di Valcamonica, ha stilato una lettera aperta sull’argomento che esprime la contrarietĂ alle motoslitte: dovrebbero esser riservate alle operazioni di soccorso e per impieghi di lavoro. Ăˆ stato anche stato diramato un comunicato stampa della federazione nazionale “Uomo e territorio Pro Naturaâ€?, associazione ambientalistica con sede a Milano. Il documento appena citato testualmente recita: “Il progetto di legge n. 0118 presentato in Regione Lombardia esautora i Comuni, le ComunitĂ montane e i Parchi e consegna ai club delle motoslitte le montagne lombarde e i contributi per le loro attivitĂ ricreative, senza fare riferimento al rispetto delle norme e dei vincoli territoriali, urbanistici, ambientali e a forme di garanzia per i danni al suolo e alle stradeâ€?. In altre parole l’associazione boccia il progetto di legge “Disciplina in materia di utilizzo delle motoslitte e dei mezzi meccanici assimilatiâ€?. Il sodalizio lamenta che il provvedimento liberalizzi – nella sostanza – l’accesso con le motoslitte alle strade agro-silvo-pastorali, che per legge sono “infrastrutture finalizzate a un utilizzo prevalente di tipo agrosilvopastorale, non adibite al pubblico transitoâ€?. CosĂŹ si stravolge – continua il testo – la definizione stessa di tali strade, mettendo in discussione gli obiettivi di tali infrastrutture e la relativa competenza, anche in relazione all’origine dei fondi utilizzati per

la gestione e la manutenzione, agli strumenti di pianificazione, ai soggetti attuatori delle disposizioni e alla definizione degli enti responsabili di tali attuazioni. “Pro Natura� lamenta anche che il progetto di legge della Regione liberalizzi la circolazione delle motoslitte sulle strade pubbliche, in contrasto con quanto formalmente espresso dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.

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‹ƒÂ?„‘”Â?‘ Dz ‹Ú †‡ •ƒ …Š‡ †‡ ÂŽÂ?Çł Il dialetto a teatro è motivo di divertimento e ha la capacitĂ di regalare una serata spensierata di distacco dalla quotidianitĂ . L’amministrazione comunale di Piancogno e l’oratorio di Piamborno invitano a partecipare, venerdĂŹ 9 dicembre 2011 alle ore 20.30, allo spettacolo “PiĂś de sa che de lĂ â€?: commedia brillante in dialetto bresciano che andrĂ in scena presso il teatro parrocchiale di Piamborno. Sul palcoscenico si esibisce la

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Si tiene venerdĂŹ 2 dicembre 2011, alle ore 20.30 presso l’aula magna dell’UniversitĂ della montagna di Edolo (nella foto), il nuovo appuntamento del ciclo di incontri “ArchaiologhĂŹa 2011â€? organizzato dal Dipartimento Valle Camonica e Lombardia del Ccsp (Centro camuno di studi preistorici). Il titolo della serata è “Comunicazione, commercio, conďŹ ni: viaggiare in Valle Camonica in etĂ modernaâ€?, a cura di Luca Giarelli. La

relazione illustra la geograďŹ a della vallata, da sempre terra di conďŹ ne a ridosso di diversi stati esteri, descrivendone i limiti politici, il corso dell’antica strada di valle, la “vallerianaâ€?, i ponti che congiungevano le sponde dell’Oglio ed elencando gli approdi lacustri e uvali. Non mancheranno approfondimenti sulle pratiche commerciali durante la Repubblica di Venezia, con note sui trafďŹ ci del ferro. Ingresso libero e gratuito.

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Ikelu, un villaggio che si trova nella zona sudovest della Tanzania e che dista 800 chilometri da Dar Es Salaam è stato inaugurato il nuovo ospedale voluto dal sacerdote Fidei donum don Tarcisio Moreschi, nello Stato africano da 18 anni. La struttura sorge in una zona abitata da piÚ di 150mila persone che, per condizioni economiche e posizione geografica, non hanno la possibilità di ricorrere al medico e ai servizi sanitari. Il primo ospedale efficiente è a circa 100 chilometri. Molti ammalati che vivono in povertà si rivolgono ancora allo stregone. Don Tarcisio, nato a Malonno nel 1947, ordinato a Brescia nel 1975, in Tanzania dal 1993, svolge con impegno il servizio religioso e continua a migliorare i servizi sociali già realizzati: dispensario, orfanatrofio, scuole, assistenza alle famiglie. La necessità di un servizio ospedaliero è stata da lui subito avvertita. Il progetto,

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condiviso dal vescovo della diocesi e stato fatto proprio dall’associazione “Pamoyaâ€? (insieme per crescere). Il nosocomio costruito dal sacerdote camuno è passato alla diocesi di NJombe e ora è affidato alle suore Benedettine di Santa Geltrude, che in futuro si faranno carico di continuare l’attivitĂ : giĂ ci sono suore infermiere, ostetriche ed altre religiose sono all’UniversitĂ per la laurea in medicina. L’associazione “Pamoyaâ€? ha sede a Malonno; ha iniziato a operare nel 2004; gli iscritti sono tutti i volontari che aiutano don Tarcisio e sostengono, con le adozioni a distanza, l’attivitĂ di Fausta Pina che assiste gli orfani e le famiglie in difficoltĂ . Un apposito accordo, sottoscritto dalle suore, da “Pamoyaâ€?, dal “Rotaryâ€? e da “Sicomoroâ€? garantirĂ l’avvio dell’attivitĂ sanitaria. Il “Rotaryâ€?, negli ultimi tre anni ha offerto un contributo economico e ha inviato a Ikelu medici specializzati per verificare la struttura e per acquistare i macchinari necessari. “Sicomoroâ€?, una “onlusâ€? che opera a livello mondiale, si occuperĂ dell’invio dei medici.


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concorso che s’incentra sul tema delle tradizioni religiose e della devozione popolare in Valtrompia, rivolgendosi alle classi quarte e quinte delle elementari e alle prime medie. “Il progetto – dice Armando Signorini, presidente dell’associazione – intende promuovere presso gli alunni delle scuole partecipanti un percorso di approfondimento delle tradizioni religiose e popolari del passato. Per cercare di non dimenticare le usanze tanto care ai nostri padri e

ancor piĂš ai nostri nonni, perchĂŠ fanno parte della nostra cultura ed è giusto poterle tramandare e farle rivivere ai nostri ďŹ gliâ€?. Le scuole che intendono partecipare al concorso dovranno comunicare la propria adesione entro lunedĂŹ 16 gennaio 2012. Il concorso mette in palio tre premi: 1° premio lavagna interattiva multimediale, 2° premio notebook, 3° premio videoproiettore. Al ďŹ ne di garantire il sostegno alle scuole che parteciperanno al concorso è stato programmato per giovedĂŹ

26 gennaio presso la sede Sibca (convento di S. Maria degli Angeli, Gardone) un incontro per coloro che si sono iscritti, per illustrare le potenzialitĂ e le possibilitĂ di utilizzo delle fonti conservate nelle biblioteche, negli archivi storici e nei musei e si potranno concordare le consultazioni. Il bando e la scheda di iscrizione sono disponibili sul sito http://cultura.valletrompia. it (sezione “Bandi e concorsiâ€?). Per informazioni, e-mail signorini. armando@alice.it, tel. 392.3801040).

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a perdita del punto nascita dall’1 gennaio 2012 è un colpo grave per l’ospedale di Gardone e la sanitĂ valtrumplina. Ma persa una battaglia non bisogna perdere la guerra: la permanenza nella cittadina armiera di un presidio ospedaliero di qualitĂ , potenziato nei servizi esistenti, a cominciare dal pronto soccorso. Con una convinzione: ci sono le carte in regola per esigere soddisfazione da chi tiene la borsa (la Regione). L’ospedale gardonese non è solo ginecologia ma ha servizi e dotazioni di eccellenza come la prima macchina in provincia per la risonanza magnetica cardiaca arrivata ultimamente, dono di imprenditori valtrumplini che giustamente mettono ora paletti: confermano il sostegno se le prospettive sono di crescita e non di smantellamento. Bisogna poi far passare un messaggio forte agli utenti sollecitando la preziosa collaborazione dei medici di base: l’ospedale in zona è una risorsa preziosa da utilizzare. Questa la posizione unanime dei sindaci uscita da un intenso dibattito in assemblea della ComunitĂ montana. Il sindaco di Sarezzo Massimo Ottelli ha ribadito che

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garantiti nel 2010, sono stati promessi: 1,5 milioni per la ristrutturazione del Pronto soccorso; il potenziamento degli ambulatori di ginecologia; il raddoppio del monte ore (da 10 a 20) per Civitas; l’arrivo di un reparto subacuti e di uno di ematologia. Ma si è aperto un altro fronte col “riordinoâ€? del 118: trasferimento dell’“automedicaâ€? da Lumezzane; scomparsa dell’autoambulanza infermierizzata per l’Alta valle ora presso Valtrompia Soccorso a Brozzo. I sindaci sono decisi. Vogliono subito il rispetto di quanto promesso partendo dal “pronto soccorsoâ€?: da lĂŹ nascono flussi per i reparti. Hanno formato un gruppo permanente di lavoro composto da Bruno Bettinsoli e dai sindaci Michele Gussago (Gardone), Fabio Peli (Polaveno), Gabriele Zanolini (Marmentino) che chiederĂ un immediato incontro coi vertici regionali.

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, 5H 0DJL LQ FDPPLQR QHOOH &DVH GL ULSRVR Circa 30 anni fa, per un’iniziativa spontanea dei cantori del giĂ affermato Coro della Montagna di Inzino, nasceva il Gruppo Stella. Il loro intento era quello di far rivivere una tradizione antica che si rifaceva al culto religioso della stella dei Re Magi e che prevedeva l’accompagnamento della stella per le vie del paese, accompagnando il tutto con canti sacri e canzoni della nostra tradizione, dette anche “chele del fè magherâ€?. I Re Magi del Gruppo Stella di Inzino, accompagnati da pastori e zampogne hanno iniziato il loro viaggio, cominciando dagli anziani della Case di riposo di Concesio poi fino a metĂ mese toccherĂ alle altre. Seguiranno i cortei sotto Natale per le vie di Gardone e in Alta valle. Il gruppo è nato quasi 30 anni fa come “costolaâ€? del Coro di Montagna del paese per far rivivere l’antica tradizione che si rifĂ al culto religioso dei Re Magi. Dietro una grande stella luminosa montata su un carrettino il suo corteo si snodava per le vie intonando i canti religiosi e tradizionali natalizi. Da allora non hanno mai smesso arricchendo il gruppo di nuovi elementi con costumi sempre piĂš ricchi a cominciare da tre Magi regalmente vestiti. Attualmente sono una trentina i componenti. Recentemente hanno rinnovato il loro consiglio chiamando all presidenza Lorenza Ansaldi con vice Luciano Cottali (che ha diretto il gruppo per diverso tempo), segretaria Rita Zanotti, e tesoriera Maria Riva. Proprio con Cottali il gruppo ha aggiunto alla at-

tivitĂ piĂš “folcloristicaâ€? le visite alle Case di riposo degli anziani, oggi forse l’attivitĂ preponderante, “fiore all’occhielloâ€? del quale tutti sono orgogliosi. Sono passati gli anni, e il Gruppo Stella ha subito molte modifiche nel numero dei componenti, in quanto molti sono usciti, e volti nuovi sono entrati, ma quello che è rimasto immutato è lo spirito e la passione del gruppo. (e.b.)

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persone di imparare in maniera piĂš completa alcune materie che per svariati motivi (lavorativi, di tempo) non hanno modo di approfondire durante il giorno. Il tutto con una forma molto semplice che consiste in lezioni serali settimanali a basso costoâ€?. Giunta alla terza edizione, l’iniziativa prenderĂ il via a gennaio 2012, accompagnando i corsisti ďŹ no al prossimo giugno attraverso diverse aree tematiche: ďŹ losoďŹ a, inglese, spagnolo, criminologia, storia dell’arte, cittadinanza attiva

(fondamenti di Costituzione), informatica, psicologia clinica e della coppia, energetica (scienza ed etica dell’energia), scacchi, creazione di bijoux, disegno, cucina e arte bresciana. Un poliedrico programma che spazia da materie di tipo umanistico a quelle scientiďŹ che, sino a sconďŹ nare nelle attivitĂ di tempo libero. “A gennaio si ricomincia – aggiunge Nicola Fiorin –, con l’offerta aperta a tutti, dai ragazzi delle superiori ďŹ no ai pensionati, consentendo a

chiunque di fare proprio un pezzo di cultura secondo la massima del librettista inglese Henry Brougham che abbiamo fatto nostra proprio per la presentazione dell’iniziativa: La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difďŹ cile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitĂšâ€?. Le iscrizioni sono aperte presso l’UfďŹ cio cultura del Comune ďŹ no al 16 dicembre dal lunedĂŹ al venerdĂŹ (ore 9/12.30) e il lunedĂŹ e mercoledĂŹ (anche 16/17.30). Per informazioni, 030.2111207/208.

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erchĂŠ non si perda la memoria di papa Paolo VI e del suo rivoluzionario magistero, è stato redatto un pieghevole che ripercorre i luoghi montiniani che ne hanno segnato e continuano a segnare il percorso terreno. Questa l’iniziativa promossa dall’ufficio diocesano per il Turismo e i Pellegrinaggi di concerto con Comune di Concesio, parrocchia della Pieve e Istituto Paolo VI per stimolare le persone a compiere una visita sui luoghi del Papa bresciano. “Il pieghevole è giĂ in distribuzione –

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custodita dalle suore salesiane, la collezione di ‘Arte e spiritualità ’ presso l’Istituto Paolo VI, il santuario della Madonna della Stella, la Cattedrale e la chiesa delle Grazie a Brescia. Vogliamo risvegliare nella coscienza dei cristiani un’attenzione verso Paolo VI e coltivare una giusta devozione popolare, anche in vista dell’Expo 2015 di Milano, presentando questi itinerari come opera minore all’interno di un percorso sulle vie dei Santi brescianiâ€?. Una valorizzazione dei luoghi cari al Pontefice bresciano che parte dalla casa natale, dove negli ultimi

due anni si sono registrate 6.200 presenze tra singoli, gruppetti di passaggio e gruppi venuti appositamente. “Paolo VI – dice il parroco della Pieve, mons. Dino Osio – è il Papa dell’innovazione pastorale, il primo ad aver viaggiato all’estero, il primo ad essere andato in Terra Santa, il primo a parlare all’assemblea dell’Onu. Questa è un’opera attraverso la quale far capire anche a chi non ha potuto conoscerlo quale grande impulso abbia dato alla storia della Chiesa. GiĂ in distribuzione presso tutte le parrocchie bresciane e in 2.000 sul territorio milane-

se, il pieghevole sarĂ presente con 60mila copie nel catalogo Brevivet e a breve ne verranno inviate alle diocesi e alle comunitĂ religiose. Un dĂŠpliant che vuole essere un lasciapassare per la creazione di un vero itinerario dei luoghi montiniani. “Anche come amministrazione comunale – spiega Dario Temponi, consigliere delegato al Commercio – ci stiamo impegnando per studiare soluzioni con ristoratori, commercianti e strutture ricettive della zona e formare una proposta di accoglienza per i visitatori, partendo da un link sul sito del Comuneâ€?.


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A partire dal 10 dicembre, si terrĂ , presso la parrocchiale “San Giovanni Boscoâ€? di Gavardo, la terza edizione della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico (Sfisp) per la zona est bresciana. L’obiettivo del corso è quello di promuovere un impegno personale responsabile, ispirato ai principi della dottrina sociale e della Costituzione italiana. Il corso, che si articola in due anni formativi ed è rivolto a tutti i

In omaggio a d’Annunzio e all’“inďŹ nito ediďŹ zioâ€? verrĂ inaugurato nei giardini del Vittoriale l’audace obelisco di Arnaldo Pomodoro. Alle 15 di domenica 4 dicembre intervengono Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale, Arnaldo Pomodoro, Maria Fede Caproni, Luca Del Baldo, Licio di Luzio e Augusto Traina. La scultura, alta quasi sette metri, viene inaugurata alle 16 nelle limonaie dei giardini privati

giovani con un’età compresa fra i 18 e i 35 anni, richiede l’impegno costante per un giorno a settimana (ogni sabato mattina dalle 9 alle 12.30) e la disponibilità a un coinvolgimento attivo. Per partecipare alla scuola si dovrà effettuare l’iscrizione attraverso il sito della diocesi www.diocesi.brescia.it/sfisp, entro il 10 dicembre. Mentre all’inizio del corso sarà richiesto ai partecipanti il versamento di una quota di 50 euro.

della dimora dannunziana. Il Vittoriale si arricchisce anche del magniďŹ co ritratto di Gabriele d’Annunzio realizzato da Luca Del Baldo, della straordinaria collezione di francobolli ďŹ umani donati da Augusto Traina, degli importanti documenti di Anselmo Viti e carteggi, dalla collezione di Licio di Luzio, dei preziosi cimeli aeronautici di Maria Fede Caproni. Donatori generosi cui ben si applica il motto dannunziano “Io ho quel che ho donatoâ€?.

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ra mercatini, pattinaggio su ghiaccio e presepi. Tre gli appuntamenti in piazza Malvezzi a Desenzano: dal 9 all’11, dal 16 al 18, il 23 e il 24, dalle 9 alle 22. A Gardone Riviera domenica 18, in piazzale Scarpetta, nella frazione Gardone Sopra. A Maderno, nel centro storico e sul lungolago, si allestisce dal 16 al 18 dalle 10 alle 21 “Natale con Gustoâ€?, Festival dei sapori, delle tradizioni e delle tipicitĂ con concerti, degustazioni e animazione per bambini. A Manerba, mercoledĂŹ 28, il Palazzetto dello sport si riempie con “Il Villaggio di Babbo Nataleâ€?. Infine Salò, dall’1 al 4 e nei successivi 8-12 e 15-18, propone i “Mercatini dei Sapori di Nataleâ€?, in piazza Vittorio Emanuele. Il Garda offre due siti per pattinare fronte lago. Piazza Vittoria a Salò si trasforma in una pista di 25 m per 14, pronta ad accogliere acrobati fino al 15 gennaio. Sirmione risponde, dall’Immacolata fino all’8 gennaio, con una pista di 15 m per 30, allestita in piazza Mercato a Colombare. Presepi, tradizionali, meccanici e viventi, allestiti un po’ ovunque, con grande cura dei particolari. A Desenzano due le installa-

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Nataleâ€? nella frazione di Esenta, il 24, 25 e 26, con la partecipazione di oltre 100 personaggi lungo le vie del centro storico. Per info: tel. 030.9105147. A Manerba e a Muscoline il presepe è meccanico. Il primo, realizzato su 140 mq, è collocato nella chiesa di San Giovanni in piazza Garibaldi a Solarolo. Per gli orari di visita, dalla vigilia al 21 gennaio consultare il sito www.manerbaservizituristici.it. Il secondo di 50 mq, con statue giganti, si può ammirare, dalla Vigilia fino al 16 gennaio, nella frazione di Castrezzone, presso il sagrato della parrocchiale. Per info: tel. 0365.374159. A Salò, sotto la Loggia della Magnifica Patria, è visibile il “Grande presepio storicoâ€? dall’Immacolata al 6 gennaio. Sull’Alto Garda a Tremosine, da martedĂŹ 20 al 6 gennaio, allestimento di presepi “Tra arte e tradizioneâ€? nelle frazioni. Per info: tel 0365.953185.

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,QL]LDWLYH DFFDWWLYDQWL SHU WXWWD OD SRSROD]LRQH A Calcinato sono partiti nei giorni scorsi i corsi 2011/2012 di “Apertamenteâ€?, sotto l’egida dell’assessorato ai Servizi sociali del Comune e in collaborazione con “Terra giovaneâ€?, la Caritas interparrocchiale, il Gruppo Scout di Calcinatello e il circolo Acli di Ponte San Marco. Si tratta di un variegato insieme di iniziative per tutta la popolazione e accattivanti. Per la sezione “La corte del sorrisoâ€? sono previsti corsi di yoga e di ginnastica dolce, ma anche momenti piĂš prettamente ricreativi all’associazione Centro sociale nonchĂŠ percorsi podistici nel verde dedicati a tutti gli anziani. PiĂš culturali sono, invece, le attivitĂ organizzate per la sezione “Il portico dei raccontiâ€?: in questo caso si va da “Salviamo i nostri ricordiâ€?, spazio per raccontare liberamente e condividere insieme fatti, avvenimenti e persone di un tempo passato, a laboratori di scrittura senza dimenticare “Ri-trovarsiâ€?, per coltivare l’importanza del ricordo sino a un’iniziativa destinata a sviluppare le proprie abilitĂ nel mondo del canto. Per “La bottega delle artiâ€? ecco tutte le iniziative in programma: “Spazio donnaâ€?, percorsi culturali nella natura, nella storia e nell’arte; “Approccio all’ingleseâ€?, per imparare la lingua di Shakespeare in maniera semplice e pratica, “Pomeriggi viaggiantiâ€?, per viaggiare attraverso film e racconti, per chiudere con gli “Incontri sul sacroâ€?, nei quali saranno affrontati alcuni personaggi storici legati al mondo religioso. L’ultima serie di eventi si intitola “L’orto delle ideeâ€? che si snoderĂ attraverso

momenti di taglio e cucito e corsi di videoripresa, per gli amanti del cinema. Da ricordare che “Aperta-menteâ€? è sempre disponibile a raccogliere suggerimenti e collaborazioni da parte di enti e privati del territorio. Per ulteriori informazioni si può chiamare l’ufficio Servizi sociali del Comune al numero 030/9989221 o inviare una mail a servizi.sociali@comune.calcinato.bs.it. (f.m.)

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Doppio appuntamento di festa e suspense in Cattafame a Ospitaletto dove, questo weekend, prosegue la rassegna “Nella cascina dei misteriâ€?. VenerdĂŹ 2 verrĂ proposto l’incontro con l’autore Patrizio Pacioni e sabato 3 sarĂ servita una cena con delitto. L’incontro di venerdĂŹ è ďŹ ssato alle 20.30 (ingresso gratuito) all’interno della Sala Polifunzionale di Ospitaletto, dove interverrĂ , introdotto dalla

Quattro libri di storia locale in quattro anni. Il primo libro è stato presentato nel 2008 sulla “Storia di Castegnato dalle origini all’Ottocentoâ€?; il secondo nel 2009 sulla “Storia di Castegnato nel Novecentoâ€?, quindi la storia delle sorelle Ambrosetti, scienziate di Castegnato. Sabato 10 dicembre, alle 15.30 nel Centro civico (nella foto il Sindaco) verrĂ presentato il libro di Gianpietro Belotti “Pietro Trebeschi. Patriota, letterato e sindaco del progressoâ€?.

scrittrice Giorgia Boragini, l’autore di libri gialli Patrizio Pacioni. Durante l’incontro, organizzato in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e la Biblioteca di Ospitaletto, verrà offerta a tutti i presenti l’occasione di trascorrere una serata alternativa in cui verranno affrontati i temi legati al genere nella declinazione della drammaturgia in generale e nella scrittura per cene con delitto in particolare. Sabato 3 dicembre

alle 20, in Cascina andrĂ invece in scena la cena con delitto “News & the city: un delitto patinatoâ€? di Piccolo Laboratorio, in cui si racconterĂ come in una testata giornalistica i rapporti tra colleghi non siano sempre idilliaci: potere, passione e denaro sono il motore di mille scontri e tutti gli equilibri sembrano reggere ďŹ no al giorno di un evento sconvolgente. Costo di partecipazione 35 euro; info: 339.2258673 - info@ piccololaboratorio.it.

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ella colorata cornice di festa della tradizionale sagra patronale di Coccaglio, dedicata ai Santi Maurizio e Giacinto, promossa dall’amministrazione comunale in sinergia con parrocchia, quartieri, enti e gruppi locali e celebrata in un’intensa giornata di mercatini e iniziative, è stato conferito nelle mani del cavaliere Lino Lovo anche il secondo riconoscimento civico “Il Marenzino d’oroâ€?, prestigiosa medaglia d’argento massiccio placcata d’oro con l’effige dell’illustre concittadino Luca Marenzio, coniata dall’incisore Francesco Medici. Giunto alla sua seconda edizione (il primo era andato al pittore Renato Rubagotti) e ideato dalla Giunta guidata dal primo cittadino Franco Claretti, il pregevole premio è nato con la volontĂ â€œdi esaltare percorsi umani significativi e iniziative od opere dell’ingegno che abbiano contribuito in varia misura a dar lustro al Comune e al suo territorio, proiettandosi al di lĂ dei confini comunaliâ€?. Come da Regolamento, è prevista l’assegnazione di un solo riconoscimento da parte della Commissione che, dopo aver preso in esame quest’anno le cinque candidature delle personalitĂ (corredate da biografia e illustrazione dell’operato) che son state liberamente presentate da gruppi o singoli entro fine ottobre in Municipio, ha scelto il coccagliese Lino

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na e da una straordinaria capacitĂ di coinvolgimentoâ€?, ma anche “pioniere di associazioni di volontariato e artefice di importanti iniziative sul tema della donazione degli organi e dei tessuti; promotore della Marcia internazionale della solidarietĂ che ha contribuito a proporre Coccaglio anche nell’altro emisfero; animatore convinto di iniziative tese a sollecitare un’estesa consapevolezza sui temi della salvaguardia del pianeta e dell’utilizzo oculato e compatibile delle risorse naturaliâ€?. E ancora “precursore di un approccio concreto e non ideologico al tema dell’ambiente con particolare riguardo al riciclo dei materiali anche attraverso proposte geniali di grande impatto e risonanza (come i “monumenti in alluminioâ€?); organizzatore straordinario di eventi dedicati alle nuove frontiere della solidarietĂ e del volontariato sociale; ideatore e promotore di interventi concreti a vantaggio dei soggetti colpiti, sia in occasione di calamitĂ naturali, che di altre emergenze ed esempio insuperato di impegno generoso ed espressione di quel mondo, sempre vivace e propositivo che, senza inutili clamori, con straordinaria, costante dedizione e nel solco di una tradizione fondata sui principi eterni del messaggio evangelico, ha contribuito a diffondere un’immagine solidale di Coccaglio ampiamente riconosciuta e apprezzataâ€?.

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INSIEME AL TERRITORIO PER ANDARE LONTANO

PiĂš forte LGH, piĂš forti i Nostri Territori. Per garantire uno sviluppo piĂš sereno al nostro territorio, occorre condividere con forza e passione le eccellenze, le tradizioni e le esperienze. Ecco perchè Cogeme Rovato, SCS Crema, Aem Cremona, Astem Lodi e Asm Pavia hanno dato vita a Linea Group Holding, un grande Gruppo, dedicato ad offrire ai propri p p clienti alti livelli di qualitĂ nei settori di acqua, gas, energia elettrica, ambiente nte e telecomunicazioni. I suoi numeri parlano chiaro: Lgh è tra i primi cinque operatori a livello nazionale nale nella gestione dei riďŹ uti con circa 1.000.000 di tonnellate gestite ed è ormai vicina al traguardo di un miliardo di Kw/h di energia elettrica provenienti da fonti rinnovabili. In piĂš, distribuisce e vende circa rca 500 milioni di m3 di gas e 14 milioni di m3 di acqua e produce e distribuisce calore per circa 180 GWh. lla Oltre 100 milioni di euro sono gli investimenti nel triennio 2008-2010, tradotti nella realizzazione di opere pubbliche e nella crescita costante dei servizi ai cittadini: valori concreti, per dare al nostro territorio le migliori prospettive.

Il futuro del territorio è in buone mani www.cogeme.net

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di inserirsi ai massimi livelli enogastronomici internazionali. Inoltre, la possibilità è importante anche per il territorio, le aziende locali, sponsor e partner, che hanno l’occasione di valorizzare e promuovere le proprie eccellenze agroalimentari, uno dei patrimoni culturali italiani che il mondo ci riconosceâ€?. Come per le precedenti edizioni, possono partecipare al “Gran trofeo d’oro della ristorazione italiana tutti gli studenti che

siano iscritti a un istituto alberghiero italiano o europeo, che non abbiano ancora compiuto il 19° anno d’etĂ . Per partecipare devono comunqie riunirsi in una squadra composta da cinque allievi e due insegnanti accompagnatori. Lo scorso anno il “Gran Trofeoâ€? era andato all’istituto “Bonaldo Stringherâ€? di Udine che si era distinto per aver realizzato la migliore proposta gastronomica tipica. Secondo classiďŹ cato dell’edizione 2010

era stato l’istituto “St. Julian’sâ€? di Malta; medaglia di bronzo per l’Istituto alberghiero “Ignazio e Vincenzo Florioâ€? di Erice (Tp). L’edizione 2011 del concorso era stata patrocinata dal Comitato Italia 150, in concomitanza con la celebrazione dei 150 anni dell’UnitĂ nazionale, nell’ambito di una densa stagione di eventi, “Esperienza Italiaâ€?, nella doppia cornice di OfďŹ cine Grandi riparazioni e della Reggia di Venaria Reale.

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o “stivaleâ€? al completo, in mostra al Gran trofeo d’oro della ristorazione italiana con tutta la ricchezza e la varietĂ delle tradizioni culinarie che lo contraddistinguono. Questi gli scenari che vanno delineandosi per l’edizione 2012 del prestigioso concorso abbinato alla manifestazione “Aliment&attrezzatureâ€?. Cucine locali e regionali, profondamente diverse le une dalle altre, in funzione delle differenze storico-culturali, ambasciatrici di un importante ventaglio di prodotti riconosciuti con la qualifica Dop Denominazione d’origine protetta, Igp - Indicazione geografica protetta e Stg - SpecialitĂ tradizionale garantita. Il Campionato, organizzato dall’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Brescia, che prevede il confronto di 30 squadre italiane ed europee sulla base della realizzazione di una proposta gastronomica corretta dal punto di vista dell’equilibrio alimenta-

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re, della salubrità degli alimenti e della piacevolezza del gusto, celebra come protagonista assoluta la cucina bresciana, espressione di una varietà di ricette profondamente tradizionali e legate alla dieta mediterranea, Patrimonio dell’umanità . Propedeutica la fase preliminare, riguardante l’educational rivolto ai docenti, operatori del settore di alto livello, chiamati ad approfondire le tradizioni culinarie della nostra provincia e i segreti per preparare a regola d’arte i nostri piatti tipici; il tutto con la guida di chef e pasticcieri delle piÚ importanti scuole di cucina

e di pasticceria del nostro Paese, Cast-Alimenti La Scuola di cucina, Gambero Rosso e Alma. Cinque le competizioni del concorso, legate ad ambiti diversi della ristorazione (Concorsi internazionali di cucina, del servizio di sala, del servizio del formaggio, di sommellerie e “Ambasciatori del territorio brescianoâ€?) per diffondere la conoscenza delle produzioni agricole del Paese. Un obiettivo ambizioso che si prefigge di stimolare nei giovani studenti in concorso, il futuro della ristorazione italiana ed europea, il confronto costruttivo delle esperienze, lo sviluppo delle competenze e la conoscenza dei prodotti tipici della nostra terra. In occasione del riconoscimento della dieta mediterranea a patrimonio mondiale dell’umanitĂ , due concorsi specifici: “I corti del Gran trofeo - La dieta mediterranea, uno stile di vita tutto italianoâ€?, con la presentazione di video prodotti dagli stessi istituti e “A tavola nelle province italianeâ€?, un focus sulla

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geografia del gusto del nostro Paese. La competizione prevede anche svariati eventi collaterali, tra cui un corso di formazione rivolto ai docenti delle squadre ammesse alla finale e un work-shop dedicato al miglioramento delle competenze relative alla cultura dell’accoglienza. In Italia non c’è borgo o regione che non abbia un prodotto gastronomico originale: salumi e formaggi, pasta e olio, conserve e

marmellate sono solo alcune delle produzioni del nostro territorio. L’interesse crescente verso questi prodotti, testimoniato dalla 6ÂŞ edizione del Gran trofeo d’oro della ristorazione italiana, è l’espressione di un bisogno sentito, quello di recuperare le tradizioni, la storia di un passato che rischia di smarrirsi in un mondo sempre piĂš anonimo, sempre piĂš indifferenziato anche a tavola.


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importante che il territorio possa valorizzare le proprie potenzialitĂ anche a livello internazionale: il settore agro-alimentare del territorio bresciano esprime diverse realtĂ di altissimo livello qualitativo con prodotti di eccellenza nel panorama eno-gastronomico, e per questo ci sentiamo orgogliosi se possiamo dare anche il nostro contributoâ€?. Spiega cosĂŹ la filosofia del pastificio Valdigrano il titolare Flavio Pagani, che fa della passione per il territorio e della qualitĂ dei suoi prodotti il suo cavallo di battaglia. Un successo crescente, dimostrato dalla rapida crescita dell’azienda, in volumi prodotti e in fatturato, dalla sua fondazione nel 1997 a oggi. Da Rovato, capitale della Franciacorta, Valdigrano esporta oggi la qualitĂ del “Made in Italyâ€? non solo in Europa, ma anche negli Usa e in Africa, Australia, Canada, Cina, Giappone, India, Israele e Sudamerica. Proprio per il suo impegno e la qualitĂ dei suoi prodotti, il pastificio Valdigrano si è aggiudicato il Premio Golosario 2011

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(14,5%) che, determinando la formazione di glutine (circa il 80%), ne assicura un’ottima tenuta in cottura. Amido e glutine, infatti sono i principali componenti della pasta, responsabili delle trasformazioni che avvengono in cottura, determinando quindi il risultato finale e perciò la qualitĂ stessa della pasta. Durante la cottura queste sostanze hanno un comportamento esattamente opposto: l’amido tende ad assorbire acqua, gonfiandosi sino a rompersi e a liberare in acqua il suo contenuto; le proteine del glutine invece si coagulano formando un reticolo molto compatto che avvolge e trattiene l’amido. Se la pasta è di qualitĂ scadente tende a perdere amido, che si scioglie nell’acqua. Il risultato è una pasta collosa e senza “carattereâ€? e un’acqua che, al termine della cottura risulterĂ torbida e imbiancata. Al contrario nella pasta di qualitĂ il glutine, trasformandosi, impedisce all’amido di assorbire acqua, proteggendo la sostanza interna e quindi non soltanto il sapore stesso della pasta, ma anche la sua consistenza. La Pasta di Francia-

corta, pertanto, ha un carattere deciso, piacevole al gusto, che esalta tutto il sapore del grano: perchĂŠ la pasta non deve essere un semplice supporto al condimento, ma un vero e proprio ingrediente indispensabile per il corretto equilibrio dei sapori. All’origine de La Pasta di Franciacorta la partnership con Molino Grassi, che gestisce direttamente la coltivazione del grano Kronos in Italia e il processo di molitura. Ciò garantisce al consumatore la fre-

schezza e la purezza delle materie prime, grazie anche alla professionalitĂ e sensibilitĂ di un operatore specializzato nella qualitĂ di prodotti e produzioni. La Pasta di Franciacorta è disponibile in 14 diversi formati, in confezioni da 500 g e, per la ristorazione professionale, da 3 kg. La gamma dei prodotti include anche pasta di semola di grano duro tradizionale, pasta all’uovo, pasta integrale e pasta biologica, quest’ultima distribuita con il marchio Valbio.


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”‘ ‘…‘ ƒ–ƒŽ‡ ƒ ƒ”’‡Â?‡†‘Ž‘ Le novitĂ a Carpenedolo non ďŹ niscono mai. A cura della Pro Loco in collaborazione con l’associazione dei commercianti “I Negozi del Campanileâ€? si è data iniziativa di esprimere con un cartellone decorato e disegnato il “Natale a Carpenedoloâ€?. L’invito è stato riservato ai bambini della scuola d’infanzia e primaria del paese. L’adesione non si è fatta attendere: 15 classi per oltre 430 ragazzi hanno aderito alla proposta del sodalizio locale

nell’ambito della Fiera del torrone. Negli scorsi anni il concorso aveva come tema “Decora l’albero di Nataleâ€?, ora invece si è voluto cambiare soggetto lasciando descrivere come viene vissuta la grande festa del Natale nella cittadina dei carpini. Ai primi tre lavori classiďŹ cati sarĂ riservato un premio di natura didattica, mentre a tutti gli altri partecipanti un “dolceâ€? riconoscimento. Sotto la direzione dei propri insegnanti i gruppi scolastici stanno giĂ

elaborando idee scaturite dalla fantasiosa descrizione dei ragazzi per illustrare meglio l’atmosfera vissuta a Carpenedolo. I lavori verranno poi esposti e nel pomeriggio dell’8 dicembre, Festa della Madonna del Castello, durante il corso della Fiera del torrone verranno assegnati i premi. Con questa iniziativa sia la Pro Loco che l’Associazione “I Negozi del Campanileâ€? vogliono dare maggior spazio all’attivitĂ didattica-educativadella scuola nel

coinvolgere gli alunni per renderli partecipi della vita comunitaria e vivere insieme a intere famiglie eventi, tradizioni e ricorrenze particolari. La proposta ha ottenuto subito l’interesse delle autoritĂ scolastiche. Tra le classi partecipanti ben 10 sono della scuola primaria, quattro della scuola d’Infanzia Statale di via Isonzo e tre della scuola d’infanzia “Maria Immacolataâ€? gestita dalle suore del Sacro Cuore.

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enerdĂŹ 2 dicembre verrĂ presentata ufficialmente davanti alle autoritĂ regionali, interprovinciali e intercamerali di Brescia e Cremona nonchĂŠ quelle locali e a tutta la stampa l’edizione 2011 della Fiera del Torrone. Il lavoro di preparazione da parte della Pro Loco di Carpenedolo è giunto ormai ai ritocchi finali, per una manifestazione che anche quest’anno si sta proponendo in modo preponderante a livello nazionale. Il quadro espositivo è ormai al completo, annoverando nuove adesioni di importanti aziende che porranno in vendita oltre 40 tipi di torrone richiamando produzioni delle varie regioni italiane oltre ai prodotti tipici enogastronomici alimentari nonchĂŠ di artigianato di tutto il suolo nazionale. Una prima presentazione è stata effettuata nei tre giorni della “Festa del torroneâ€? a Cremona con cui è condivisa questa tradizione sin dal 1787 in occasione della Festa della

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Madonna del Castello. La Pro Loco è stata presente in quella piazza invitata a promuovere la manifestazione che porta oltre ai patrocini regionali, provinciali e camerali di Brescia quelli comunali, provinciali e camerali di Cremona. Si tratta di una collaborazione che sta dando frutti per una promozione dei territori interessati. La trasferta ha visto il presidente Ferrari e i suoi collaboratori tessere rapporti con visitatori, espositori e autorità locali. Grande diffusione del libretto ufficiale che è stato gradito notevolmente nella forma, grafica, contenuti storici e culturali richiamando

appunto l’amicizia che lega le due localitĂ da secoli. Per il 7 e l’8 dicembre a Carpenedolo nel palazzo Laffranchi, dove verranno allestite delle mostre a tema, verranno poste diverse teche allestite proprio dalla camera di Commercio di Cremona con al centro il Torrone di Cremona nelle diverse produzioni della grandi industrie di quella cittĂ . Lo stand carpenedolese posto nel mezzo della manifestazione della CittĂ di Cremona ha ricevuto la visita delle autoritĂ : il sindaco Perri, l’assessore Del Bono, il presidente della Provincia Salini e il suo vice Lena, Ilaria Casadei della Camera di commercio di Cremona si sono intrattenuti presso la postazione della Pro Loco di Carpenedolo Le autoritĂ cremonesi sono state invitate in quell’occasione alla presentazione della manifestazione di Carpenedolo che si terrĂ venerdĂŹ 2 dicembre alla presenza della stampa e all’inaugurazioneIl 26 novembre, inoltre, è stato acceso ufficialmente in tarda serata il grande albero

pieno di luci e colori con le insegne della Pro Loco, dell’altezza di 11 metri in piazza Matteotti per richiamare l’arrivo del prossimo Natale, ma anche per preparare una cornice fantastica per una grande festa. Nel corso della Fiera le musiche delle cornamuse di Franciacorta in formazione completa unitamente al coro delle voci bianche della scuola secondaria di Carpenedolo e alle figure di Babbo Natale e San-

ta Lucia completeranno un quadro fiabesco di armonia e serenitĂ . Da non tralasciare l’8ÂŞ edizione di Mercanti Principianti durante la quale i ragazzi si trasformeranno in piccoli commercianti per lo scambio dei loro oggetti. L’organizzazione della Pro Loco prevede anche punti di calore lungo i vari percorsi della manifestazione e un’accoglienza “molto calda e piacevoleâ€? a espositori e visitatori.


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”‡•…‹ƒ ‡––‡ ”‡‰‘Ž‡ ’‡” —Â? „—‘Â? ‰‡Žƒ–‘ Anche il gelato ha la sua ďŹ losoďŹ a? Parrebbe proprio di sĂŹ visti la serietĂ e l’impegno con cui alla gelateria 7° Gelo di Brescia si affronta la produzione di un alimento (perchè il gelato è a tutti gli effetti un alimento) universalente apprezzato. I responsabili della gelateria posta all’angolo tra via Corsica e via Cefalonia a Brescia hanno elaborato un protocollo in sette regole per la produzione del loro gelato, norme che a tutti gli effetti

hanno in senso di una vera e propria ďŹ losoďŹ a. La prima regola che 7° Gelo si è data è la ricerca e la selezione delle materie prime. La seconda è quella che impone l’utilizzo di latte e di panne esclusivamente italiani. L’impegno di cioccolaro puro e di frutta fresca portano a quattro le regole. A queste vanno ad aggiungersi quelle che riguardano la cura nella lavorazione artigianale, l’attenzione alle intolleranze alimentari e l’utilizzo

di confezioni biodegradabili. la gelateria 7° Gelo applica queste regole a tutte le sue produzioni che comprendono anche barrette di gelato con grassi liberi al latte di riso, al latte di soia e gelato senza zucchero, prodotti per celiaci e vegani. All’interno, della gelateria, poi, è stato creato un angolo Frutteria per una piccola merenda, per un pasto dietetico o per gustare frullati ipovitaminici pensati per persone attente alla loro alimentazione.

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$PDUR FRQ JXVWR LO WRUWHOOR GL &DVWHO *RIIUHGR Chi, in queste settimane che precedono il Natale, si sta prodigando per la preparazione dei pranzi dovrebbe prendere in considerazione anche la possibilitĂ di servire ai propri ospiti il tortello amaro di Castel Goffredo. Si tratta della specialitĂ espressa da un territorio posto appena al di lĂ del confine bresciano. Una specialitĂ le cui origini risalirebbero a otto secoli fa. Un prodotto realizzato con gli elementi presenti nei campi, come avviene per tutte le specialitĂ della cucina della tradizione contadina. Castel Goffredo ha dedicato al tortello amaro una pubblicazione, visto che nei territori limitrofi è conosciuto come una specialitĂ â€œde chei del Castelâ€?. Il tortello amaro è frutto di una passione sotterranea, di una cura estrema e di un’erba, la balsamite, erba amara o erba di San Pietro, che

da sempre cresce negli orti della zona. La fortuna del tortello amaro è collegata anche a una tradizione religiosa. Era infatti il piatto tipico della sagra di Selvole, un picolo borgo confinante con Castel Goffredo. Una tradizione che si è tramandata sino a oggi, anche se soltanto a poche persone. Pare infatti che solo poche donne di Castel Goffredo conoscano la ricetta originaria del tortello amaro, comunicata oralmente di madre in figlia. La ricetta ufficiale prevede quali ingredienti del tortello amaro di Castel Goffredo erbette, formaggio grattugiato, pane grattugiato, erba amara, uova, salvia, cipolla, sale e noce moscata. Con questi pochi elementi nella cittadina appena al di là dei confini bresciani si prepara un piatto che col tempo è andato ad affiancarsi nella tradizione culinaria mantovana ad altri piÚ rino-

mati come i tortelli di zucca, immancabili sulle tavole mantovane alla vigilia di Natale. Oggi il tortello amaro ha conquistato un proprio spazio nella tradizione, tanto da meritarsi addirittura un sito internet tutto suo. Su www.tortelloamaro.it si possono trovare tutte le informazioni su questo piatto, dagli esercizi commerciali in cui è possibile acquistarlo alle notizie sulla festa che l’amministrazione comunale ha voluto dedicare in tempi recenti al tortello amaro. Le imminenti feste di Natale e la voglia di stupire i propri ospiti con ricette insolite potrebbe essere occasione propizia per conoscere anche nel Bresciano il tortello amaro di Castel Goffredo e sfatare la tradizione che vuole questa cittadina conosciuta oltre i confini provinciale solo come “capitale delle calzeâ€?.


7-8 Dicembre 2011 - Carpenedolo (Bs)

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Inizio del vangelo di GesĂš, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta IsaĂŹa: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerĂ la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieriâ€?, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel ďŹ ume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai ďŹ anchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: “Viene dopo di me colui che è piĂš forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerĂ in Spirito Santoâ€?.

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esiderio. La voce che grida nel deserto si fa ascoltare, trova una regione, un popolo; trova gente che si accorge di quel grido e va dove grida la voce. Lui prepara e la gente lo ascolta. Chi arriva da ogni parte è pronto ad ascoltare, sente il bisogno di ascoltare e di cambiare in qualcosa. Il discorso di Giovanni è breve, scarno, quasi un balbettio: è una voce non un discorso. E questa voce dice la necessità di aspettare chi è vicino, chi sta arrivando. Giovanni prepara perchÊ indica, perchÊ dice chi deve arrivare, ma il suo discorso non ha un contenuto. Solo invita alla conversione. E cosa significa? Confessare i peccati? Farsi battezzare? E a che scopo? Lui non lo sa, o almeno non lo dice. Viene dopo di lui quello che sa cosa dire e che deve parlare che, anzi, è la Parola. Giovanni è messaggero perchÊ dice una necessità , la mette davanti agli occhi di quelli che arrivano da lui: liberarsi, lavarsi, trovare il modo di ascoltare non una voce ma la Parola. Questa

/¡DGGLR QHO VLOHQ]LR Una serata in famiglia; siamo tutti in casa seduti davanti alla televisione ad ascoltare l’Aida dall’Arena di Verona. Mio padre è sul divano con una coperta addosso, ormai il suo cuore non ubbidisce piĂš. Ogni mattina il solito rituale: dolori al petto, prima pastiglia, attesa‌ se passano i dolori tutto ok, altrimenti si ripete l’operazione; se anche alla seconda pastiglia i dolori non cessano si chiama l’autoambulanza e si corre in ospedale. Ormai non la chiamiamo neanche piĂš, mia madre preferisce accompagnarlo in auto a Bergamo. Qualche volta ci sono andato anch’io. Torniamo alla serata con l’opera di Verdi. Siamo all’ultimo atto: Aida, la schiava etiope, è scesa in segreto nel sepolcro dove

Amneris ha fatto rinchiudere Radames. I due attendono la morte, si giurano eterno amore e cantano l’addio alla vita: “O terra addio, addio valle di pianto‌ a noi si schiude il ciel e l’alme erranti volano al gaudio dell’eterno dĂŹâ€?. Il canto è portato avanti prima dai due solisti che poi cantano insieme rincorrendosi e incoraggiandosi con quelle parole di preghiera. A quel canto e a quelle parole mia madre e io vediamo sul volto di papĂ scorrere alcune lacrime. Scende il silenzio e l’imbarazzo. La sua vita è stata davvero “una valle di piantoâ€?: a sei anni orfano di entrambi i genitori, per la sua salute cresciuto lontano dai fratelli e dalla sorella, poi alcune malattie in giovane etĂ : il tifo, l’enfisema polmo-

nare‌ a 45 anni il primo infarto, e poi uno ogni due anni. Adesso ne ha 50 e pochi mesi dopo quell’Aida sarebbe morto, una mattina dopo la solita trafila delle pastiglie‌ Quella sera tutti pregammo in silenzio, vicini uno all’altro per farci coraggio e per fargli sentire il nostro affetto. Che bello pregare quando l’emozione e la situazione fermano le parole. Il ricordo si è fissato nella mente con una sua forza affettiva particolare, ritorna spesso ma ha perso tutta la tristezza, è come se fosse rimasto solo il positivo: la grazia di condividere interiormente, in silenzio, un’emozione, una paura, un “ad-Dioâ€?. La speranza che il cielo si schiuda su quel giorno senza tramonto che è la risurrezione.

è la necessitĂ . E lui è costretto a dire solo questa necessitĂ , lui che vede da lontano quello che arriva e lo riconosce piĂš forte e piĂš grande di lui. Ma non sa definirne i contorni. Non ha ancora ascoltato, nemmeno lui, la Parola e quindi la sua voce è frammento di attese, balbettio di speranze. La necessità è svelata ma non ancora spiegata e la conversione, la purificazione servono come mezzo per non lasciar scappare questa necessitĂ . Svuotarsi per riempirsi, lavarsi per purificarsi. CosĂŹ comincia il Vangelo, cosĂŹ comincia il discorso della speranza e la novitĂ del Regno che un altro dovrĂ descrivere. Il Vangelo comincia da qui, prima di GesĂš, mentre Giovanni, incerto, vede la necessitĂ e la grida a tutti quelli che la possono sentire, li costringe a non essere indifferenti. Ăˆ giĂ Vangelo perchĂŠ comincia a preparare a una speranza inattesa per la quale è necessario essere pronti. Non succede all’improvviso questo primo arrivo della Parola; non è ancora tempo di vegliare, ma solo di accorgersi che

qualcosa di nuovo sta cominciando. Ăˆ questa novitĂ che sorprende ma che non deve trovare impreparati quelli che la sentono. Giovanni lo grida; e da ogni parte arrivano per sentire questa novitĂ . Ma Giovanni non la può dire perchĂŠ non è lui la Parola. Ăˆ la sua grandezza e la sua inferioritĂ nel Regno: lui può solo chiamare, gridare. Ma chi ascolta, ascolterĂ un altro. Il nostro vegliare si nutre di questa voce perchĂŠ la nostra speranza non si disperda. Noi conosciamo la Parola e sappiamo cosa ci ha aperto davanti. Sappiamo cos’è la speranza di Dio e non ci basta la voce di Giovanni. Ma anche questa è Vangelo: perchĂŠ anche a noi ricorda la necessitĂ di ascoltare, di svuotarci da quello che potrebbe rendere ottusa la Parola, da quello che potrebbe appannare la speranza. Guardiamo Giovanni dall’altra parte del confine. La Parola è venuta, ma lui dall’altra parte continua a gridare perchĂŠ non siamo proprio noi ad addormentarci e a lasciar passare inutilmente la Parola.


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‘Â?–‹ˆ‹…‹‘ …‘Â?•‹‰Ž‹‘ ’‡” Žƒ ˆƒÂ?‹‰Ž‹ƒ ƒ •ƒÂ?–‹–Â? †‡ŽŽƒ ˆƒÂ?‹‰Ž‹ƒ “Il PontiďŹ cio consiglio sta compiendo un grosso sforzo per diffondere gli insegnamenti papali sulla famiglia, a partire dalla Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II di cui celebriamo quest’anno il 30° di pubblicazioneâ€?: l’ha detto mons. Jean LafďŹ tte, segretario del PontiďŹ cio consiglio per la famiglia. â€œĂˆ universalmente riconosciuta l’importanza della Familiaris Consortio e di tutti gli insegnamenti del Beato Giovanni Paolo II – ha proseguito mons.

LafďŹ tte – e lo stesso PonteďŹ ce aveva conďŹ dato a mons. Caffarra che ‘voleva essere ricordato come il Papa della famiglia’â€?. Riguardo alla “santitĂ â€? della famiglia, si è ricordato l’esempio dei coniugi Quattrocchi e dei genitori di S. Teresina di Lisieux, giĂ dichiarati beati. “Ma – ha aggiunto il card. Antonelli – altre sette od otto cause di beatiďŹ cazione di coppie di sposi si proďŹ lano all’orizzonteâ€?. Mons. LafďŹ tte e p. Gianfranco Grieco hanno richiamato le

ipotesi circa i genitori di p. Piero Gheddo, i coniugi Bernardini di Modena che hanno avuto 9 ďŹ gli di cui due divenuti vescovi, tre suore e uno francescano; oltre ai coniugi Zuppi e ai Maritain. In vista dell’Incontro mondiale delle famiglie a Milano nella primavera prossima il PontiďŹ cio Consiglio ha tradotto in sette lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese e polacco) le catechesi preparatorie, che vengono adottate dalle diocesi di tutto il mondo.

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ncora una volta il Papa ha sottolineato l’importanza delle questioni ambientali. All’Angelus della prima domenica di Avvento ha ricordato l’inizio dei lavori a Durban, in Sud Africa, della Convenzione dell’Onu sui cambiamenti climatici, che, dall’1 al 9 dicembre, dovrĂ aggiornare e sviluppare il Protocollo di Kyoto. “Auspico – ha detto – che tutti i membri della comunitĂ internazionale concordino una risposta responsabile, credibile e solidale a questo preoccupante e complesso fenomeno, tenendo conto delle esigenze delle popolazioni piĂš povere e delle generazioni futureâ€?. L’attenzione ai grandi temi dell’ambiente è uno dei tratti che caratterizzano il magistero di Benedetto XVI. Il motivo profondo di questo convinto “ecologismoâ€? lo ha ribadito proprio presentando il cammino dell’Avvento, “perchĂŠ la nostra vita ritrovi il suo giusto orientamento, verso il volto di Dioâ€?. Ritrovare il giusto orientamento significa mettere le cose nel loro ordine: di qui la necessitĂ di tenere insieme l’ecologia ambientale e l’ecologia umana, come instancabilmente

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tenzione globale. Nell’enciclica Caritas in veritate aveva indicato una strada: “Impegnarsi nella realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della caritĂ nella veritĂ â€?. In concreto infatti “il libro della natura è uno e indivisibile, sul versante dell’ambiente come sul versante della vita, della sessualitĂ , del matrimonio, della famiglia, delle

relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale. I doveri che abbiamo verso l’ambiente si collegano con i doveri che abbiamo verso la persona considerata in se stessa e in relazione con gli altriâ€?. Insomma, il punto è proprio suscitare “quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dioâ€?.

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è soffermato sulla dualitĂ insita nell’essere umano, che gli consente di “essere abitato da Dioâ€?, principio di cui l’Incarnazione rappresenta la piĂš perfetta realizzazione. La possibilitĂ di guardare all’inďŹ nito come oggetto del pensiero e della propria azione è da una lato il tratto caratterizzante dell’uomo all’interno del creato, dall’altro la chiave per fare esperienza del dono inďŹ nito della libertĂ . Nulla può essere “perâ€? l’uomo se non è “di fronteâ€? all’uomo, se non può essere

scelto in virtĂš della propria libertĂ . Ciò mette capo a una immediata quanto fondamentale relazione fra libertĂ e responsabilitĂ e ci richiama alla necessitĂ di rispettare le norme della vita associata, in ogni sua forma, senza le quali la libertĂ si dissolve in un’illusione individualista. Alla libertĂ ereditata dal pensiero moderno, intesa come arbitrio, cioè come “libertĂ diâ€? scegliere questo o quello, e dunque anche il bene o il male, bisogna aggiungere un livello piĂš interiore,

piĂš maturo e completo di libertĂ , la “libertĂ daâ€?, da conquistare rispetto a quella parte di sĂŠ con cui il rapporto è piĂš sofferto e a cui spesso si ďŹ nisce col soccombere. La libertĂ nella sua accezione piĂš piena si consegue mediante un addestramento della relazione con la sfera emotiva e le passioni, un percorso introspettivo in cui la fede può giocare un ruolo decisivo, accompagnando e sostenendo questo operoso cammino di emancipazione. (Gualtiero Lorini)

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ono tre le lettere giunte dalla grande diocesi sudamericana: quella del Vescovo bresciano Carlo Verzeletti, da sei anni al servizio di questa diocesi; quella di Antonio e Camila, due ragazzi di Castanhal di 11 e 13 anni e quella di due sacerdoti bresciani fidei donum, don Pierino Bodei e don Marco Pozzi, da poco avviati nella stimolante avventura pastorale di erigere una nuova grande parrocchia intitolata a Giovanni Paolo II. Attraverso le lettere è possibile, nella presentazione del progetto alle nostre comunitĂ parrocchiali, capire meglio il contesto territoriale e sociale in cui viene sostenuto il progetto, come ci raccontano don Marco e don Piero: “La nostra futura parrocchia, si trova nella periferia nord-est della cittĂ di Castanhal, una cittĂ in grande sviluppo sia industriale che demografico. Ăˆ una zona abbastanza povera, le strade sono quasi tutte non asfaltate, piene di buche che durante il periodo delle piogge (che dura da gennaio a giugno) si trasformano in fiumi allagando anche le case. Si vedono ancora case di legno e di fangoâ€?. Il lavoro pastorale a Castanhal è ricco e stimolante e in qualche modo molto nuovo, sempre nel racconto di don Marco e don Piero: “La nostra area pastorale è composta da

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nitario, un cammino e un piano pastorale che crei comunità attorno all’eucaristia e alla Parola di Dio�. Accanto alle sfide pastorali si evidenziano alcune necessità materiali: manca la chiesa parrocchiale per le celebrazioni, una casa dei sacerdoti, che ancor oggi sono ospitati nella casa del Vescovo ed un centro pastorale per gli incontri di formazione, con una particolare attenzione alla formazione dei laici, che in un contesto cosÏ popoloso e con una relativa presenza di sacerdoti, sono uno strumento molto prezioso di collaborazione ed evangeliz-

zazione. Il centro pastorale dovrĂ fungere anche da piccolo oratorio, con lo spazio per il catechismo e i momenti ricreativi, per i numerosissimi bambini di questa zona periferica della cittĂ . Ecco quindi la richiesta di aiuto ai bambini bresciani, che l’Operazione “Un dono in donoâ€? fa propria con le parole del vescovo Carlo Verzeletti: “Spero che Santa Lucia porti anche qui in Brasile, non solo le offerte dei vostri risparmi, per noi importanti, ma anche la voglia di donare la vita al Signore con gioia come questa santa ha fattoâ€?.

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, PDUWLUL FULVWLDQL GHO ;; VHFROR LQ 8UVV Che cosa accadde ai cattolici in Unione Sovietica dopo la Rivoluzione, come vissero la loro vita quotidiana in quegli anni, quale la sorta di milioni di credenti? La Fondazione per il dialogo italo-russo, la Chiesa ortodossa russa in Brescia e l’Ufficio diocesano per l’ecumenismo il 10 dicembre organizzano al Centro pastorale Paolo VI (dalle 10 alle 14) il convegno “I martiri cristiani del XX secolo in Urss�. Nel 2000 la Chiesa ortodossa

russa ha canonizzato 2123 santi russi martirizzati dal regime sovietico (il martirio decorre dal 1917 al 1981), mentre la Chiesa cattolica si accinge a beatificare i suoi primi 16 martiri uccisi sotto il regime sovietico. I loro nomi sono molto noti in Russia, ancora poco in Occidente. Al simposio bresciano intervengono: padre Giorgij Mitrofanov, membro della commissione diocesana di San Pietroburgo per la canonizzazio-

ne dei Santi, su “Il senso della testimonianza dei martiri oggiâ€?; il prof. Mixail Shkarovskij (membro della stessa commissione) su “La Chiesa ortodossa sotto Stalin e Kruscev: l’etĂ del martirioâ€?; padre Fiorenzo Reati (autore del martirologio dei cattolici russi del XX secolo) su “I martiri cattolici in Urss: una memoria per noi uomini d’oggiâ€?. Mancano dati documentari e gli archivi sovietici risultano inaccessibili. “Il martirio

– scrive padre Reati – è anche un forte segno ecumenico, poichĂŠ i martiri appartengono a tutte le confessioni cristiane: il martirio come via all’unitĂ delle Chiese, anzi come segno di una unitĂ giĂ raggiuntaâ€?. Il martirio in Russia è antico quanto la Russia cristiana: i primi martiri, i principi Boris e Gleb, appaiono subito dopo la conversione del Paese al cristianesimo. I nuovi santi del XX secolo, martiri dell’epoca sovietica, irradia-

no una santità originale. Ad esempio Elisaveta FÍdorovna, sorella della zarina Alessandra, dopo che il marito era stato ucciso da un terrorista rivoluzionario, trasfigurò il dolore con la creazione di una nuova forma di monachesimo in Russia: associò alla contemplazione la cura dei poveri. Suor Maria Skobcova, rivoluzionaria a Leningrado nel 1917, fu poi monaca a Parigi: unÏ alla contemplazione la cura degli ebrei perseguitati.


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 1 dicembre Ore 9.30 − Brescia − Ritrovo per i sacerdoti in occasione della Giornata missionaria sacerdotale presso la chiesa di S. Cristo. VenerdĂŹ 2 dicembre Ore 7.00 − Brescia − S. Messa in occasione del Capitolo elettivo presso il Monastero delle suore del Buon Pastore a Mompiano.

ƒ�…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘�‹�‡ ‡ ’”‘˜˜‡†‹�‡�–‹ Ore 20.45 − Brescia − Lectio divina per l’Agesci presso la chiesa di S. Giorgio. Sabato 3 dicembre Pellegrinaggio diocesano per le parrocchie a Tortona. Ore 18.30 − Brescia − S. Messa in Cattedrale. Domenica 4 dicembre Ore 9 − Brescia − S. Messa presso il Comando provinciale dei Vigili del fuoco. Ore 10.30 − Castenedolo − S. Messa.

Ore 18.30 − Sarezzo − S. Messa. MartedĂŹ 6 dicembre Ore 18.30 − Brescia − S. Messa presso il Centro pastorale Paolo VI. GiovedĂŹ 8 dicembre Ore 10.30 − Brescia − S. Messa nella festa patronale del Seminario presso la chiesa di S. Bartolomeo. Ore 17.00 − Brescia − S. Messa con il rito dei ceri e delle rose in S. Francesco.

La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Gualtiero Pasini, giĂ parroco della parrocchia di San Benedetto abate in cittĂ , è stato nominato parroco delle parrocchie di Odolo, Binzago e Gazzane e coordinatore della erigenda unitĂ pastorale della cosiddetta “Conca d’oroâ€?

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nche in una cittĂ industrializzata e ricca di iniziative come Brescia si può sentire la mancanza di un polo aggregativo. Per non parlare della formazione. Siamo nella periferia della Leonessa d’Italia, in una quartiere a sud della cittĂ dove nel 1979 è stata istituita la parrocchia del Beato Palazzolo. LĂŹ don Alberto Maranesi, parroco dal 2005, ha pensato bene di ampliare la proposta della parrocchia e ha puntato sulla costruzione di un oratorio, luogo per eccellenza di formazione e al tempo stesso di aggregazione. Il primo passo è stato quello di acquisire una cascina (di proprietĂ del Comune che ha capito la necessitĂ ) adiacente alla parrocchia, poi successivamente ha sviluppato un progetto per l’edificazione di un oratorio con i relativi spazi. Si sa che le idee necessitano anche di finanziamenti importanti:

la sistemazione della struttura ha richiesto un investimento di circa 1 milione e 300mila euro, di questi 380mila sono arrivati grazie ai fondi dell’8xmille; il resto è stato possibile grazie anche alla partecipazione di un cospicuo finanziamento regionale di 20 anni senza interessi. Fondi dell’8xmille che ovviamente hanno sostenuto anche altre realtĂ diocesane. L’esperienza dell’oratorio del Beato Palazzolo è significativa perchĂŠ ha permesso da una parte di attrezzare una zona della cittĂ con uno spazio destinato ai ragazzi e alle famiglie e dall’altra

di attrezzare il Centro oratori bresciani di un luogo fisico per la formazione di giovani e volontari. La cascina da ristrutturare era, infatti, troppo ampia per il solo oratorio e poteva ospitare altre realtĂ o associazioni. Don Alberto ha optato (nonostante le molteplici richieste di affitto) per la formazione e ha avuto l’intuizione di coinvolgere nel progetto don Marco Mori, direttore dell’Ufficio oratori diocesano nonchĂŠ presidente del Foi, che da tempo cercava una struttura dove poter organizzare corsi e incontri diocesani. Gli oratori stanno investendo da anni nella formazione: l’obiettivo è quello di preparare dei giovani direttori laici degli oratori: è un passaggio inevitabile vista anche la diminuzione delle vocazioni sacerdotali. Il progetto bresciano, presentato agli Uffici nazionali, ha beneficiato quindi di un contributo significativo a sostegno dei lavori per la parte pastorale. Il piano in-

feriore della struttura è stato destinato alle attivitĂ dell’oratorio del Beato Palazzolo, quello superiore è stato preso in gestione dall’Ufficio oratori. In un quartiere dormitorio della cittĂ si sono, quindi, incontrate due esigenze con un conseguente arricchimento per tutto il territorio. Oggi (l’oratorio è stato inaugurato nel marzo 2010, mentre Casa Foresti aveva aperto i battenti nel gennaio 2010) la parrocchia del Beato Palazzolo dispone di aule per la catechesi e di una sala polifunzionale che di volta in volta diviene sede ottimale per giochi, corsi di ballo, convegni e serate musicali. Accanto a questo c’è una fiorente attivitĂ culturale e formativa con il coinvolgimento attivo dei genitori, che nel nuovo cammino diocesano di iniziazione cristiana sono ancora di piĂš i protagonisti principali dell’educazione alla vita buona del Vangelo. Nel cortile dell’oratorio rimbalza il pallone, arbitro

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di una sfida infinita che si rinnova settimana dopo settimana. Non poteva mancare un bar, che gestito dai volontari, anima il quartiere. I sogni, come ha ricordato don Alberto durante l’inaugurazione, si possono realizzare. Basta credere alla Provvidenza. Senza grandi disponibilitĂ finanziarie è stato possibile edificare un oratorio, che oggi rappresenta un polo importante per tutto il quartiere e, soprattutto, permette alla comunitĂ cristiana di avere un luogo ideale e accogliente per incontrarsi e crescere insieme.

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nominato presbitero collaboratore della parrocchia di Rovato S. Maria Assunta.

Il sac. mons. Giulio Sembeni, già parroco della parrocchia di Fiesse, è stato destinato alla sezione per gli affari generali della Segreteria di Stato di Sua Santità .

Il sac. don Flavio Dalla Vecchia, insegnante in Seminario e cappellano del Monastero della Visitazione in cittĂ , è stato nominato collaboratore dell’UfďŹ cio catechistico come responsabile dell’Apostolato biblico.

Il sac. don Valentino Bosio, già presbitero collaboratore della parrocchia di Chiari, è stato

Con decreto del 10 novembre 2011

il Vescovo ha costituito la Commissione preparatoria del Sinodo diocesano, da lui presieduta e composta dai seguenti membri: mons. Gianfranco Mascher; mons. Cesare Polvara; mons. Marco Alba; don Adriano Bianchi; mons. Giacomo Canobbio; padre Francesco Ferrari; don Pierantonio Lanzoni; diac. Francesco Lonati;

don Angelo Maffeis; Angela Mantovani; don Mario Metelli; Cristina Molinari; don Marco Mori; don Massimo Orizio; Silvana Platto; Andrea Re; don Gianfranco Rossi; mons. Alfredo Scaratti; Francesco Tomasoni; mons. Renato Tononi; madre Eliana Zanoletti.

Ăˆ in fase di preparazione l’Annuario diocesano edizione 2012. Eventuali segnalazioni e modiďŹ che vanno comunicate per iscritto a: Redazione Annuario diocesano 2012 via Trieste 13 – 25121 Brescia oppure via e-mail a: annuario@diocesi.brescia.it. Il termine ultimo è ďŹ ssato per venerdĂŹ 16 dicembre prossimo, ma è consigliabile non aspettare gli ultimi giorni per non complicare il lavoro redazionale.

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6

ono tanti gli anni di presenza sul territorio della Caritas italiana, ramificata e capillare nelle singole realtĂ diocesane e parrocchiali. In occasione del 40° anniversario dell’istituzione di Caritas italiana, in molti nella mattinata del 24 novembre hanno gremito la Basilica di San Pietro in Vaticano, per la celebrazione eucaristica con il card. Angelo Bagnasco e per l’udienza con papa Benedetto XVI. Anche la nostra diocesi era presente con un gruppo di 74 persone, tra cui tre sacerdoti e quattro diaconi. Una mattina intensa, tra “memoria, fedeltĂ e profeziaâ€?, culminata con l’incontro con il Santo Padre che con gioia ha accolto i partecipanti: “Siete venuti presso la tomba di Pietro per confermare la vostra fede e riprendere slancio nella vostra missioneâ€?. Intenso, vibrante il suo intervento, a partire dalla sottolineatura della prevalente funzione pedagogica della Caritas: “A voi, infatti, è affidato un importante compito educativo nei confronti delle comunitĂ , delle famiglie, della societĂ

civile in cui la Chiesa è chiamata a essere luce (cfr. Fil 2,15). Si tratta di assumere la responsabilitĂ dell’educare alla vita buona del Vangelo, che è tale solo se comprende in maniera organica la testimonianza della caritĂ . [‌] Questo è il distintivo cristiano: la fede che si rende operosa nella caritĂ . Ciascuno di voi è chiamato a dare il suo contributo affinchĂŠ l’amore con cui siamo da sempre e per sempre amati da Dio divenga operositĂ della vita, forza di servizio, consapevolezza della responsabilitĂ . ‘L’amore del Cristo infatti ci possiede’ (2 Cor 5,14), scrive San Paolo. Ăˆ questa prospettiva che dovete rendere sempre piĂš presente nelle Chiese particolari in cui viveteâ€?. Particolare l’espressione che Benedetto XVI ha utilizzato per sintetizzare questa prospettiva e ridare rinnovato vigore al mandato di Caritas, quella di rendere le opere “parlantiâ€?: “Quella dei gesti, dei segni è una modalitĂ connaturata alla funzione pedagogica della Caritas. Attraverso i segni concreti, infatti, voi parlate, evangelizzate, educate. Un’opera di caritĂ parla

di Dio, annuncia una speranza, induce a porsi domande. Vi auguro di sapere coltivare al meglio la qualitĂ delle opere che avete saputo inventare. Rendetele, per cosĂŹ dire, ‘parlanti’, preoccupandovi soprattutto della motivazione interiore che le anima, e della qualitĂ della testimonianza che da esse promana. Sono opere che nascono dalla fede. Sono opere di Chiesa, espressione dell’attenzione verso chi fa piĂš fatica. Sono azioni pedagogiche, perchĂŠ aiutano i piĂš poveri a crescere nella loro dignitĂ , le comunitĂ cristiane a camminare nella sequela di Cristo, la societĂ civile ad assumersi coscientemente i propri obblighiâ€?. Gesti, segni, opere “parlantiâ€? di cui il Santo Padre ha indicato il bisogno tanto piĂš di fronte al “rischio di un calo di speranzaâ€?: “l’umanitĂ cerca segni di speranza. La nostra fonte di speranza è nel Signore. Ed è per questo motivo che c’è bisogno della Caritas; non per delegarle il servizio di caritĂ , ma perchĂŠ sia un segno della caritĂ di Cristo, un segno che porti speranzaâ€?. Un segno “che sappia allargarsi a cerchi concentriciâ€?.


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I sacerdoti aiutano tutti.

Aiuta tutti i sacerdoti. Ogni gior no i sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità , conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite a tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità piÚ bisognose, che possono contare cosÏ sulla generosità di tutti.

O F F E R T E P E R I N O S T R I S A C E R D O T I . U N S O S T E G N O A M O LT I P E R I L B E N E D I T U T T I . Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalitĂ :

L’offerta è deducibile:

8 .-3. $.11&-3& /.23"+& -;

Per chi vuole, le offerte versate a favore dell’Istituto Centrale

8 "13& %* $1&%*3. $*1$4*3.

CartaSi chiamando il numero

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Sostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimo %* &41. "--4* %"+ /1./1*. 1&%%*3. $.,/+&22*5.

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ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali.

8 *1&33",&-3& /1&22. + 23*343. .23&-3",&-3. +&1.

Per maggiori informazioni consulta il sito www.offertesacerdoti.it

della tua diocesi.

CHIESA

CATTOLICA

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C.E.I.

Conferenza

Episcopale

Italiana


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diminuiscono dal 23,1% al 21,2%; sostanzialmente stabili al 53,1% coloro che hanno un solo fratello. Raddoppia il numero di minori che vivono con un solo genitore: dal 6% del 1998 al 12% del 2011. Sono ormai di piÚ i minori che hanno ambedue i genitori occupati (41,5%) rispetto a quelli che hanno la madre casalinga. Per quanto riguarda le nuove tecnologie, queste sono il terreno rispetto al quale cambia piÚ velocemente il comportamento di bambini e ragazzi. Cresce l’uso del

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cellulare, che quasi raddoppia tra gli 11-17enni (dal 55,6% del 2000 al 92,7% del 2011), e si trasforma in strumento multimediale. Aumenta notevolmente anche l’utilizzo di Internet: per la classe di età 6-17 anni si passa dal 34,3% nel 2001 al 64,3% nel 2011; per gli 11-17enni si passa addirittura dal 47% al 82,7%. Cresce la quota di bambini di 3-5 anni che usano videogiochi e computer per giocare: dal 19,6% del 1998 al 24,1% del 2011 per i maschi e dal 6,7% al 15,9% per le femmine.

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a fondazione Lesic (Centro di Formazione dell’Adasm/Fism di Brescia) offre alle insegnanti di scuola dell’infanzia e alle educatrici di asilo nido di Brescia e provincia un ampia proposta formativa. L’offerta relativa all’anno scolastico 2011-2012 ha preso il via nel mese di ottobre con i laboratori: “Io, tu, lei, lui, noi, voi‌ Viaggio alla scoperta di sĂŠ e alla conquista dell’identitĂ â€? (P. Enzi), “Lettura ad alta voceâ€?: Cosa leggere e come leggere ai piĂš piccoli per divertirsi con i suoni, le parole, i libri (M. Agostini), “Mi muovo, sono un bambino!â€? (G. Pedruzzi). Tra gli atelier figurano “Calzzamiâ€?, costruzione creativa di burattini a “guantoâ€? (Associazione Biridilla), “Fiocchi di Natale, idee e suggerimenti per i laboratori di Nataleâ€? (A. Agnelli), “Il gioco e l’interazione sociale sull’autismo. AttivitĂ e giochi per bambini con difficoltĂ nello sviluppoâ€? (E. Casali), “Colori al nidoâ€?, la scoperta del coloreâ€? (A. Pesci). Da dicembre a febbraio prenderanno il via i laboratori di “Introduzione alla psicomotricitĂ â€? (C. Arcari) e di “PsicomotricitĂ educativaâ€? (M. Gorini), “L’officina del pensieroâ€?, esperienze logico-linguistiche nella scuola dell’infanzia, gli atelier “Aiutami a fare da soloâ€?, qualche “spuntinoâ€? di normale, montessoriana quotidianitĂ (P. Enzi), “Maghi, fate e‌ arriva Carnevaleâ€?, come costruire maschere e travestimenti a misura di bambino (A. Agnelli), “Il pulcino, la colomba ed è Pasquaâ€?, idee e suggerimenti per i laboratori dedicati alla primavera (A. Agnelli).

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scuola in internet (G. Comini); tra gli atelier ricordiamo: “Che bella storia!â€?, leggere ai bambini fin dalla piĂš tenera etĂ (M. Agostini), “Che peso, bambini miei!â€?, quattro chiacchiere fra educatrici‌, “Homo ridensâ€?, avvicinarsi al mondo dell’ironia per rendere piacevoli le attivitĂ scolastiche (R. Manenti), “Facciamo festaâ€?, idee per organizzare una festa con bambini e genitori (M.Pennacchio). Inoltre, un corso biennale per l’acquisizione dell’idoneitĂ all’insegnamento della religione cattolica, la formazione per il personale di coordinamento e un corso dedicato alle giornate di richiamo per le educatrici che hanno conseguito il diploma per l’insegnamento della religione cattolica.

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‘Â?†‘ ƒ”ƒ„‘ 1 ƒÂ?…‘”ƒ ’”‹Â?ÂƒÂ˜Â‡Â”ÂƒÇŤ Nel marzo 2010 prese il via “Fabula Mundiâ€?: un (per)corso di geopolitica, organizzato dalle Acli provinciali e da Ipsia, che raccolse piĂš di 50 partecipanti ed ebbe un grande successo, al punto che verrĂ ripetuto dal prossimo febbraio, anche grazie alla collaborazione di alcuni corsisti. Nel frattempo però vogliamo tenere alta l’attenzione su alcuni temi di carattere internazionale: lo facciamo con una riessione su quello che

sta accadendo in una parte del mondo che negli ultimi mesi si è trovata a vivere cambiamenti particolarmente signiďŹ cativi. Stiamo parlando di quei Paesi del Mediterraneo dove – a cominciare dalla Tunisia quasi un anno fa – si stanno susseguendo una serie di rivoluzioni, cambi di regime, proteste di vario genere: quel fenomeno che è stato deďŹ nito “Primavera arabaâ€?. Parliamo di tutto questo in una tavola rotonda intitolata: “Mondo

arabo: è ancora primavera? Quale futuro e prospettive stanno disegnando le rivoluzioni dei Paesi del Mediterraneo?â€? che si terrĂ nella sala Piamarta in via San Faustino, martedĂŹ 6 dicembre alle ore 20.30, all’interno della Tenda della solidarietĂ tra i popoli. All’incontro, che sarĂ moderato da Claudio Gandolfo, saranno presenti Flavio Lotti (coordinatore della Tavola per la pace) e il giornalista di “Limesâ€? Umberto De Giovannangeli. (r.t.)

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opo 17 anni è finita ingloriosamente l’epoca Berlusconi-Bossi. Dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, iniziare una nuova fase, che abbia il coraggio di “aprire le finestre e purificare l’ariaâ€?, per usare l’espressione efficace del cardinal Bagnasco. Cosa ci ha lasciato il berlusconismo? Un Paese diviso in tifoserie nemiche, una crescente antipolitica, alimentata dagli stessi membri “nominatiâ€? in Parlamento, una situazione economica e sociale pessima che rischia di portarci fuori dall’Europa. La credibilitĂ italiana è ai minimi storici: rasenta perfino il ridicolo. Dobbiamo recuperare la politica per recuperare credibilitĂ e ciò non riguarda solo l’Italia. Sul nuovo governo di Mario Monti le aspettative sono alte: saprĂ dare risposte convincenti? La differenza qualitativa rispetto

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straguadagnanoâ€? piĂš di quello che danno. Bisogna proprio purificare l’aria. Che conto ci presenterĂ ? A oggi non lo sappiamo, tranne che per la traccia della lettera della Bce, da cui sarĂ difficile sfuggire, perchĂŠ il Pdl minaccia la sfiducia se non la si adotta. SembrerĂ paradossale, ma è proprio a un governo di tecnici che si chiede di sopperire al grande deficit di iniziativa politica e di rimettere in ordine l’economia per rilanciare il nostro ruolo in Europa. Di avviare riforme che permettano di uscire da una rappresentazione della “Repubblica delle differenze e dei differenzialiâ€?. Misure pesanti, da sacrifici, ma se solo scorgeremo la speranza di ridurre le tante differenze esistenti in Italia – per etĂ , genere e territorio, per condizione sociale e ceto – eliminando antichi privilegi, permettendo a tutti di avere

eguali opportunitĂ di partenza e sicurezza sociale per i piĂš deboli, facendo pagare a chi fino ad ora ha contribuito poco o per niente, saremo disposti ad accettarle sapendo che partendo da qui si produrrĂ crescita e sviluppo. Una risposta di equitĂ , democrazia partecipata, dialogo e pace sociale. Risorse immateriali piĂš che materiali, ma indispensabili per promuovere la dignitĂ di ogni persona. Abbiamo bisogno di riconciliazione, non di tifoserie, per rigenerare relazioni, dialogo, confronto seri. Non è una bella immagine quella definita “l’accordo del tunnelâ€? tra governo, Pdl, Pd e Terzo Polo – che non volevano farsi vedere insieme dalle rispettive tifoserie. Ci viene da dire invece che, in un momento come questo, certe “pantomineâ€? non servono: serve lavorare insieme alla luce del sole. Riprovateci e sarete apprezzati.


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Essere donna nel mondo islamico ”‹Â?ƒ †‘Â?Â?ƒ Â?—•—ŽÂ?ƒÂ?ƒ ƒ ˜‹Â?…‡”‡ Â?‡Ž ͚͛͘͘ ‹Ž ”‡Â?‹‘ ‘„‡Ž ’‡” Žƒ ƒ…‡Ǥ Dz ‘Â? „ƒ•–ƒ ‹Ž …”‘ŽŽ‘ †‹ —Â? ”‡‰‹Â?‡ †‹––ƒ–‘”‹ƒŽ‡ ’‡”…Š¹ Â?ƒ•…ƒ ˜‡”ƒ †‡Â?Â‘Â…Â”ÂƒÂœÂ‹ÂƒÇł Šƒ ‡•‘”†‹–‘Ǥ

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a mesi i mezzi di comunicazione italiani parlano di ‘primavera araba’: tuttavia, sono fermamente convinta che i tempi per poter fare una simile affermazione non siano ancora maturi; non basta infatti il crollo di un regime dittatoriale perchĂŠ nasca vera democrazia. La vera ‘primavera araba’ nascerĂ solo e soltanto quando uomini e donne avranno realmente pari dirittiâ€?. Questa, la forte e decisa affermazione di Shirin Ebadi, in apertura del suo intervento tenutosi nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia lunedĂŹ 28 novembre; una serata, questa, organizzata in sinergia dalla Commissione Pari OpportunitĂ del Comune di Brescia e dalla stessa Commissione della Provincia, a chiusura di alcune iniziative per ricordare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite e che si tiene il 25 novembre di ogni anno. Shirin Ebadi, avvocato, è stata

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parte di un militare, che non venne particolarmente gradita dal governo. Il 10 ottobre 2003 il comitato per il premio Nobel annunciò la decisione di conferirle il riconoscimento “per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e a favore della democraziaâ€?. Oggi Shirin Ebadi vive a Londra per cercare di sfuggire alle misure restrittive del suo Paese e continuare cosĂŹ la sua decisa lotta attivista a favore delle donne. “Nel 1979, in Iran, il popolo si fece promotore di una rivoluzione e la dittatura monarchica venne rovesciataâ€? – ha proseguito la Ebadi – “purtroppo, alla dittatura regale non è succeduta la democrazia bensĂŹ un altro tipo di regime dittatoriale, su base religiosa, che ha tolto al popolo anche alcune piccole libertĂ individuali. A essere colpite dal nuovo regime sono state soprattutto le donne, in seguito all’approvazione di alcune leggi discriminatorie loro indirizzate. Oggi, in Iran, la vita di una donna – ricorda nel suo intervento la vincitrice del No-

bel – vale la metĂ di quella di un uomo e questa è solo una delle numerose leggi a svantaggio di noi donne. In un Paese dove oltre il 65% degli universitari sono proprio donne, simili leggi non sono nĂŠ possono essere compatibili con la situazione e la cultura del genere femminile locale che fortunatamente si è organizzato in un importante movimento femminista che lotta quotidianamente per cambiare la situazioneâ€? ha aggiunto. Accanto a Shirin Ebadi, altre donne islamiche lottano per dar voce ai diritti umani: tra loro, ci sono senza dubbio Fatima Ibrahim, scrittrice e politica sudanese e Malalai Joya, politica afghana, ricordate attraverso un documento filmato, presentato al pubblico in sala dalla giornalista Marisa Paulucci. Le tre donne, seppur provenienti da Paesi e generazioni diversi, affermano a gran voce che l’islam non è contro la donna. “Oggi nel mondo viviamo una sorta di islam-fobia, dovuta forse al fatto che la nostra religione è stata dipinta

come fondamentalista e pericolosaâ€? ha detto ancora la Ebadi. “Purtroppo infatti, laddove la shari’a musulmana ha subito un’errata interpretazione umana, si sono sviluppati movimenti integralisti e con essi misure restrittive inaccettabili. Oggi le donne islamiche chiedono a gran voce l’aiuto di voi occidentali e, in particolare, delle donne, per far sĂŹ che la loro lotta arrivi al mondo: sono convinta infatti che, se non ci fermeremo, un giorno non troppo lontano il popolo iraniano e molti altri riusciranno finalmente a far valere i propri dirittiâ€? ha concluso.

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l’autore – e da allora ci sono tornato tante volte sempre in prima linea. Prima in Croazia e Bosnia e poi in Kosovo dove il conitto ha avuto termine con l’occupazione da parte della Nato nel 1999. Ăˆ stata una guerra che mi ha visto coinvolto in prima persona perchĂŠ ho sentito il dovere morale insieme all’esigenza professionale di documentare la tragedia umana e lo sfaldarsi di una nazione nel cuore dell’Europa. A 20 anni dalla sanguinosa dissoluzione della Jugoslavia sono tornato negli

stessi luoghi per documentare i cambiamenti o i problemi ancora irrisolti�. All’inaugurazione e al successivo convegno, sabato 17 alle 10.30, assieme all’autore, interverrà Azra Nuhefendic, nata a Sarajevo, ex reporter bosniacomusulmana della tv di Stato di Belgrado, da cui fu allontanata dopo i primi reportage dalla sua città natale. Entrambi, per quanto scritto e fotografato, hanno ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. (fr.a.)

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utti sanno chi è, e l’immagine comune di Biancaneve è pressochĂŠ identica: Disney docet. Claudia Cecchini è una perfetta Biancaneve, risponde a tutto questo e in piĂš “C’è tanta maturitĂ . C’è quello che mi immaginavo da bambina – assicura Cluadia – ma anche il mio essere ventunenne di oggiâ€?. “Biancaneve il musicalâ€? è il nuovo family show che arriverĂ al PalaBrescia, per la stagione “Colpi di Scenaâ€? domenica 4 dicembre alle 15. La storia di Biancaneve è quella classica raccontata dai fratelli Grimm e poi dalla Disney. “Abbiamo però scelto di basare lo spettacolo sull’importanza della natura – ci racconta ancora Claudia Cecchini – con un messaggio educativo e pedagogico. La natura per la storia è importante perchĂŠ aiuta Biancaneve. La natura è impersonificata dai quattro elementi, cosĂŹ come i nani diventano una parte della natura, identificati con elemen-

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quasi scappino dalla problematicitĂ di tutti i giorniâ€?. Lo spettacolo è nuovo, le musiche e le liriche, originali, sono di Daniele e Lorenzo Biagini con la direzione vocale di Alex Mastromarino (AbĂš in “Aladinâ€?). Le canzoni, accanto alla trama e al recitato, sono parte fondamentale di un musical “piacciono; la gente esce dal teatro cantando le melodieâ€?. Accanto, uniti in una simbiosi, le coreografie e i balletti, altra componente importante per questi spettacoli musicali. Le coreografie sono di Mara Mazzei, funzionali alla storia con situazioni e balli semplici e altri complicati come quella della natura in cui ci sono gli animali “per quanto riguarda i nani, non è credibile che nella storia siano dei ballerini provettiâ€? dice Claudia Cecchini. Ma chi è Claudia Cecchini? Giovanissima, ventunenne, appena uscita dall’accademia si ritrova subito protagonista di uno spettacolo. “SĂŹ, è bellissimo. Non mi aspettavo di uscire dalla scuola e

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subito interpretare un ruolo. Succede molto raramente nel nostro settore. Sono molto contenta. Ăˆ un ruolo con molta responsabilitĂ perchĂŠ Biancaneve è il personaggio principale ed è il modello delle bambine. Quando entro in scena sento il peso di interpretare un modello per i bambiniâ€?. Non è l’unica in questo cast che appena uscita dall’accademia ricopre un ruolo di rilievo nella storia; ci sono Simona Distefano che interpreta la strega, Edoardo Scalzini che interpreta Pignolo,

capo dei nani. Il principe azzurro è piĂš presente che nella versione originale, grazie alla sua figura si sviluppa il rapporto madre-figlio, infatti è il figlio della regina cattiva. Il principe azzurro è interpretato da Gian Marco Schiaretti (Mercuzio in “Giulietta e Romeoâ€?). Un pomeriggio da fiaba. Ingresso: 17 euro in Gran poltrona e 13 nei restanti posti (a cui aggiungere 4 euro - Ridotti13 e 10 euro). Promozione sui biglietti di Peter Pan del 25 febbraio. Info:palabrescia.it

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Quarto titolo in cartellone il 2 (20.30) e 4 dicembre (15.30) al Teatro Grande, “Il cappello di paglia di Firenzeâ€? di Nino Rota, vedrĂ il suo primo debutto assoluto a Brescia, 56 anni dopo la sua prima rappresentazione al Teatro Massimo di Palermo. Quest’opera, unico titolo del Novecento inserito nella programmazione, sarĂ occasione per rendere omaggio al suo compositore nell’anno in cui ricorre il centenario della sua nascita. Il cast si avvarrĂ di interpreti come Leonardo Cortellazzi e Fabrizio Paesano, accanto ai vincitori del concorso As.Li. Co. per giovani cantanti d’Europa che saranno coordinati per la parte musicale dal maestro Giovanni Di Stefano e per la parte drammaturgica dalla regista veneziana Elena Barbalich. Dopo l’ouverture, la scena si apre sul

racconto di Fadinard, nel giorno delle sue nozze, allo zio sordo: mentre era a spasso in calesse, il suo cavallo ha mangiato il cappello di paglia di Firenze di una signora. Costei, Anaide, arriva con l’amante a reclamare un cappello uguale: senza non può tornare dal marito. Parte da qui l’opera in questa disperata e comica ricerca del cappello di paglia. Opera piacevole che maschera citazioni colte come Mozart, Rossini e Stravinskij. Info: teatrogrande.it. Biglietti da 20 a 60 euro. (ridotti under30 e over65). Il Teatro Grande ospita anche i “LunedĂŹ del conservatorioâ€?, concerti dei giovani musicisti del Conservatorio Luca Marenzio nel Salone delle Scenografie. LunedĂŹ 5 dicembre alle 18.30 Rossella Biagioni e Marco Mariani al flauto e clarinetto.

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Ăˆ ufďŹ ciale: da ottobre 2012 ad aprile 2013, infatti, il Museo di Santa Giulia di Brescia ospiterĂ â€œMaya. I signori del tempoâ€?, rassegna promossa dal Comune di Brescia e organizzata da Fondazione Brescia Musei e Artematica, con capolavori unici e sezioni tematiche che consentiranno al visitatore di esplorare tutti gli aspetti di una delle civiltĂ piĂš affascinanti dell’America precolombiana. L’esposizione presenterĂ oltre 250 reperti di altissimo livello che illustreranno

Fino al 21 dicembre sarĂ visibile al Museo di Santa Giulia la mostra “La pittura della realtĂ nella Collezione Gregorio Sciltian. Opere dal Vittoriale degli Italianiâ€?, che espone per la prima volta nove dipinti della collezione del pittore, donati dalla moglie Elena al Vittoriale e temporaneamente concessi alla Pinacoteca Tosio Martinengo. Un’occasione per ammirare capolavori del Seicento e del Settecento lombardo e veneto, appartenenti per la maggior parte

in modo esaustivo tutti gli aspetti della cultura maya; sono il risultato di una selezione condotta nei musei del Guatemala, dell’Honduras e dell’Europa. Tra gli elementi di maggior rilevanza si segnalano: le stele litiche con iscrizioni, le sculture, le ceramiche policrome, i manufatti di giada, ossidiana, quarzo, e le riproduzioni di codici e affreschi. La mostra è curata da Antonio Aimi e Giuseppe OreďŹ ci, con il coordinamento artistico di Maurizio Bernardelli Curuz.

alla pittura di genere, che un secolo prima si era diffusa in Italia grazie alle opere del bolognese Annibale Carracci e che ha in Antonio Cifrondi e in Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, i massimi esponenti. Uno sguardo compassionevole rivolto agli strati piĂš bassi della societĂ del tempo, attraverso la rappresentazione di scene di vita quotidiana, cariche di un realismo talvolta crudo, rappresentato con giochi di luce e ombre. Da martedi a domenica dalle 9.30 alle 17.30.(l.b.)

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osa è “Sacra familiaâ€? che si può vedere al teatro Santa Chiara fino al 18 dicembre (feriali 20.30, domenica 15.30 e lunedĂŹ riposo. Info: ctbteatrostabile.it. Ingresso 15 euro - ndr.)? Una rappresentazione teatrale che esce dagli schemi oleografici a cui siamo stati abituati. Non si vedrĂ la Sacra famiglia come l’abbiamo sempre immaginata o come i Vangeli apocrifi l’hanno raccontata, ma si vedrĂ una situazione di normalitĂ , una situazione di famiglia che vive i problemi come tutte le altre famiglie, vicine ai problemi del nostro tempo. Ci sarĂ quindi un problema di coppia: dall’affettivitĂ e sessualitĂ fino al problema particolare di Giuseppe su come comportarsi con Maria, che lui ha amato da sempre. Risolto questo problema c’è n’è subito un altro: i problemi che crea GesĂš. Maria vorrebbe crescerlo come tutti gli altri figli del paese, ma gli sfugge di mano; capisce che è diverso dagli altri. Gliel’hanno profetizzato ma comincia ora a capire e accettare. Vorrebbe farlo sposare, avere dei nipoti e fare la nonna. Vorrebbe una vita normale ma deve rinunciare. Qui c’è il

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decide di partire. Giuseppe la seguirĂ . Prima il “BibbiĂšâ€? ora “Sacra familiaâ€?: scrive sempre temi sacri in dialetto. PerchĂŠ? Racconto temi che sono conosciuti da tutti, anche coloro che non masticano il dialetto quindi capiscono cosa succede; l’altra motivazione è la radice profonda umana e italiana che questi temi hanno. Significa andare alle radici della nostra cultura. La lingua di “Sacra familiaâ€? non è dialetto puro. Mi sto accorgendo che sempre piĂš gente non parla il dialetto; resta un dialetti slang che i giovani individuano con la lingua delle parolacce. Allora ho pensato di creare una lingua di sintassi dialettale ma le parole possono essere inserite italinizzandole. Ăˆ stato un esperimento. Non so se lo ripeterò ancora. I due attori Mascherpa ed Elisha, per la regia di Bessegato? La stanno interpretando in modo giusto, come io avevo immaginato. Certo che in ogni edizione teatrale il regista dĂ il proprio taglio. La Madonna è un’attrice bresciana di colore: sembra un ossimoro ma è cosĂŹ. Ăˆ brava e dolce.

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)HVWLYDO GHO OLEUR SHU UDJD]]L Da giovedĂŹ 1 a domenica 4 dicembre il Museo diocesano di Brescia ospita il primo festival bresciano del libro per ragazzi. Patrocinato dal Comune di Brescia è realizzato in collaborazione tra Circoscrizione centro, libreria Ferrata e Museo diocesano; propone eventi, incontri, animazioni ed esposizione di libri negli spazi tipici della cultura. “Vogliamo creare un evento – racconta Flavio Bonardi, presidente della circoscrizione centro – che diventi tradizione, che possa continuare nel tempo e non sia un’iniziativa sporadicaâ€?. Brescia si sta riscoprendo fan del libro nelle sue forme e misure. Il libro mantiene quel suo fascino dato dallo sfogliare la carta, averla fra le dita, e richiede tempo, quello che diviene scambio di idee, valori che, grazie al tempo sono assimilati. Il festival, a ingresso gratuito, si apre giovedĂŹ 1 dicembre alle 9.30 con

l’inaugurazione e con “La spirale della gioiaâ€? di Maria Rosa Garatti. Alle 11 l’incontro, punta di diamante, con Roberto Piumini, a cura di Magda Biglia e Piera Maculotti. Piumini, pubblica dal 1978 storie e racconti per ragazzi ed è tra gli ideatori e autori de “L’albero azzurroâ€?. Nel pomeriggio alle 15.30 “Lino diventa cittadinoâ€? di Dora Patronaggio (Zephyro edizioni), libro adatto alle figure che con i ragazzi si rapportano per rendere sicuri parchi e strade; alle 16 “Cibi gusti e sapori tra monti e lagoâ€? (Sebinius) di Irene Foresti, un libro sulla ricerca contro l’obesitĂ infantile. VenerdĂŹ 2 dicembre alle 10 “Orsobruno e Celestinoâ€? (Albero) interviene Fabio Balduzzi illustratore; alle 11 “Coccolite Giramondo e il mago Rufusâ€? (Quiedit) con Marcella Bernardinelli clown dottore e autrice del libro; alle 16 “Le avventure di Camilloâ€? (Ga-

laad) di Francesca Nava. Sabato 3 dicembre alle 10 “Favoleggiando nella brescianitĂ â€? con Carla Boroni e Marta Mai; alle 11 “Il cibo e i suoi simboliâ€? di Maria Rosa Garatti con l’intervento di Antonio Vilardi medico chirurgo agli Spedali civili; alle 16 “Aspettando il Natale con i gattiâ€? (Compagnia della Stampa) di Annamaria Beretta. Domenica 4 dicembre dalle 14 alle 18 “Disegna il tuo libroâ€?, laboratorio artistico con Marina Borghetti; alle 16 “Iniziazione ai misteri del mareâ€? di Gianbattista Cortesi e alle 17 “Eileen e il sogno di Velathriâ€? (Zephyro) di Elena Stefania Pietra. Per tutta la giornata di domenica “Clubinoâ€? di Ubi banco di Brescia che trasforma un angolo del museo in un parcogiochi. Alle15 di ogni giorno ci sarĂ la merenda, offerta da Centrale del latte. Info: Monica Ferrata 3290974320 o monica@ libreriaferrata.it


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di vista. Anzi, per molti aspetti diametralmente opposti. Rappresentano culture e realtĂ differenti. Eppure queste culture sono di fatto complementari. Ăˆ una delle realtĂ che è legittimo sottolineare, come la complementarietĂ di Shuttle e Soyuz, sia pur profondamente differenti. Espressio-

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oberto Vittori è nato a Viterbo il 15 ottobre del 1964 è un ufficiale dell’Aeronautica militare e un astronauta dell’Esa. Nell’agosto del 1998 ha iniziato presso il Johnson Space Center a Houston, Texas, il programma di formazione per missioni a bordo dello Space Shuttle e della Stazione spaziale internazionale. Ăˆ stato il primo astronauta europeo a conseguire la qualifica di comandante Soyuz russo. Ing. Vittori, un doppio appuntamento con i bresciani, il 2 e il 3 dicembre, con gli adulti, da un lato e con i giovani e gli studenti, nella seconda giornata. Ci sono davvero ancora posti per l’Italia nel mondo “che contaâ€?? Se pensiamo al ‘mondo’ di mia competenza, al mondo spaziale, la risposta è senza dubbio positiva. Il 2011 che volge al termine è stato un anno importante in questo senso. L’Italia è

stata presente in maniera significativa nel settore spazio. Non solo per le opportunitĂ legate al volo (e penso anche al mio collega Paolo Nespoli), ma alla ricerca scientifica, che riceve e ha ricevuto un contributo importante dal nostro Paese, alla presenza industriale, alla sempre maggiore vicinanza con la nazione francese. Il 2011 è un anno che vede l’Italia presente e protagonista. Certo, questo aspetto non risolve tanti dubbi, ma dobbiamo ragionare in una prospettiva futura, che non manca. Ora stiamo vedendo i risultati di 10 anni, concreti, di lavoro italiano. E questo fa ben sperare. C’è ancora spazio per i nostri studenti, i neolaureati, che vogliano competere e mettersi alla prova? Ai giovani che ancora vogliono impegnarsi, che pensano a crescere in questo contesto, va guardato con ottimismo. Il futuro in questo senso è loro, è per chi vuole davvero scommettere sul proprio impegno.

Lei ha visto il mondo dall’alto, un bel po’ di volte. Che aspetto hanno le nostre diffidenze, le differenze, le diatribe dell’uomo, da lassĂš? Semplicemente scompaiono, non esistono. La vista della Terra dall’esterno, dallo spazio, fa svanire il concetto stesso di confini. La predominante, mi creda, è quella di un meraviglioso pianeta azzurro, sul quale viviamo tutti e che emana una grande, positiva, energia magnetica. Il resto conta poco. Lei ha la qualifica di ‘comandante Soyuz’ ed è stato il primo astronauta europeo a conseguire questa qualifica. Ed è anche stato ‘mission specialist’ con lo Shuttle. Russi e americani. L’addestramento a CittĂ delle Stelle, un nome fortemente evocativo, carico di fascino e a Houston. Come si lavora in queste due realtĂ diverse? Sono mondi diversi, da molti punti

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ne di due modi di intendere il mondo. O forse di sogni differenti. In che senso? La Soyuz è di fatto una capsula, e tale rimarrà, per i voli esplorativi, su Marte e su altri pianeti. È quel modello d’idea. Lo Shuttle è invece il progenitore del trasporto spaziale della futura generazione. Rappresentano modi differenti di guardare allo spazio, eccellenze entrambi, e complementari. L’Italia e lo spazio, un pezzo della nostra penisola, anzi un particolare, pregiato oggetto, sono stati con lei in volo sullo Shuttle: Petra de Burgo e Sansepolcro, che legame c’è tra una splendida balestra e una città capace di affascinare? Per una serie di coincidenze, con mia

moglie che è umbra, oggi vivo a Sansepolcro. Ed è una realtà splendida. Ho reso omaggio, in un certo senso, al lavoro di un artista locale, portando nello spazio questa balestra, Petra de Burgo, in onore di Piero della Francesca, che amava firmarsi così, un piccolo gioiello. Che meritava una passeggiata sperimentale nello spazio. Lei, comandante, è anche attore: ha prestato la voce al cinema di animazione. Con “Wall- E” dove interpreta un piccolo robot. Sì, è stata una delle esperienze più particolari e simpatiche condotte al di fuori della mia attività professionale. Del resto per tutti i ragazzi della mia generazione il robot spaziale è stato un riferimento, quindi ho accettato con grande piacere questo ruolo. Con il suo collega Paolo Nespoli è stato recentemente ricevuto da papa Benedetto XVI. Qual è il suo rapporto con l’infinito? Sono cattolico e praticante. Devo sottolineare che l’esperienza spaziale, e credo di parlare anche a nome dei miei colleghi, è un momento che consente ampi spazi di riflessione. Una esperienza che mi ha spinto a rafforzare ulteriormente questo rapporto. Esplorare il futuro è il tema della lectio magistralis bresciana. Ha un senso per l’umanità il collocare il volo spaziale nell’ottica di un simbolo di pace e cooperazione internazionale? Una speranza possibile o un viaggio ancora tutto da percorrere? Basta guardare alla stazione spaziale internazionale. È quello il grande progetto di cooperazione. E vederla oggi, in quest’ottica, qualcosa che fa pensare. Vede, il volare dal segmento americano a quello russo è stato davvero gratificante, come passare da un mondo all’altro, in perfetta armonia. Ecco, la stazione spaziale internazionale è un simbolo.

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)D]LR OD FRQYHUVD]LRQH YLQFH LO TXDOXQTXLVPR Negli ultimi anni la tv ci ha abituati allo scontro piuttosto che all’incontro. Gli esempi si sprecano, dalle liti in diretta nei varietà, alle lotte intestine nei reality-show. La situazione però sta cambiando: abbiamo già accennato al tracollo del modello “Grande Fratello”, e in questi giorni si ipotizza perfino la chiusura di “Domenica Cinque”, storica roccaforte della rissa in tv. Il pubblico sta scoprendo che cambiando canale si possono trovare alternative di qualità. In una televisione sempre più urlata ed esplosiva, vince chi sa comunicare senza dover alzare la voce. “Che tempo che fa”, il talk-show di Rai Tre condotto da Fa-

bio Fazio, sta contribuendo a questo cambiamento. L’avventura della trasmissione inizia nel 2003, nello spazio preserale del palinsesto di Rai Tre, un orario occupato perlopiù da telegiornali e quizshow. Nonostante la concorrenza Fazio resiste e in soli due anni la terra di nessuno del terzo canale passa dal 2% al 12% di share. Oggi “Che tempo che fa” è stabile al 14%, e lo scorso weekend ha persino superato gli ascolti de “I soliti ignoti”, l’acclamato show di Frizzi di Rai Uno. Come può una trasmissione nata in sordina, quasi in via sperimentale, raggiungere in pochi anni un tale successo? Questa do-

manda è stata oggetto di un incontro svoltosi lunedì scorso all’Università cattolica di Brescia, al quale ha partecipato Loris Mazzetti, ideatore della trasmissione, l’autore Paolo Aleotti, il regista Duccio Forzano e, via telefono, Fabio Fazio. Nella televisione italiana, ricca di trasmissioni che usano la parola più per distruggere che per costruire, “Che tempo che fa” è un talk-show sui generis. Si tratta infatti di uno “spazio conversativo”, che esce dai tempi frettolosi della tv, facendo informazione, approfondimento e intrattenimento. Fazio incontra personaggi della politica, dello spettacolo, della

cultura, si occupa di arte, di musica, ospita comici e opinionisti. Certo su alcune presenze fisse, come quella di Luciana Littizzetto, spesso “fuori dalle righe” nonostante la fascia protetta, ci sarebbe ancora da lavorare. Ma lo stile di Fazio, elegantemente dimesso, mai frontale, è impeccabile. Incontra i suoi ospiti senza aggredire o retrocedere, imposta un dialogo che non ha nulla a che vedere con i soliti botta e risposta in cui chi fa le domande non ascolta nemmeno le risposte. Paradossalmente Fazio nella sua semplicità, frutto di grande preparazione ed esperienza, è un non-giornalista che non-intervista, e

questo atteggiamento è vincente. Il lavoro di preparazione alle puntate è fondamentale: un’équipe che passa molto tempo insieme, che condivide idee e proposte, discute, mette in dubbio, migliora, produce idee solide, inattaccabili. Durante l’incontro in Università la psicologa Caterina Gozzoli ha spiegato come un processo di convivenza virtuoso produca fasi creative, offra la sicurezza necessaria per osare, spingersi oltre, sperimentare. Ecco la forza di “Che tempo che fa”: l’incontro, la condivisione, la “conversazione” nascono già dietro alle quinte. È naturale che arrivino sullo schermo.


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‹’‹‡••‡ ‡”–‡Â?• ‹Â? …‘Â?…‡”–‘ Appuntamento musicale il 2 dicembre alle 21 al Teatro Ctm di Rezzato con uno dei pianisti contemporanei piĂš apprezzati, il belga Wim Mertens, autore fra le altre musiche, di colonne sonore. “Il mio scopo – racconta – è comunicare le emozioni attraverso la musica e utilizzo prevalentemente la melodia perchĂŠ credo sia il miglior mezzo per esprimerleâ€?. Ingresso: 25 euro, 27 la sera dello spettacolo. Info: cipiesse-bs.it

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Francesco Bruni è uno dei piĂš noti sceneggiatori italiani, autore dei dialoghi del “Montalbanoâ€? televisivo e complice fisso, al cinema, del regista Paolo VirzĂŹ. Con “Scialla!â€? esordisce nella regia e trova una marcia in piĂš nella efficacia degli attori: Fabrizio Bentivoglio, che si aggira per le strade di Roma esibendo una pesante cadenza veneta; e soprattutto Filippo Scicchitano, esordiente pieno di energia e veritĂ , che incarna un quindicenne abbastanza

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’amore è una cosa sempliceâ€? è il nuovo disco di Tiziano Ferro, il quinto in studio della serie. Un album che dopo 35 minuti dalla pubblicazione aveva conquistato il n.1 di iTunes e che è destinato a lanciare ancora piĂš in alto un cantante-cantautore che sta letteralmente bruciando le tappe della popolaritĂ . Preceduto dal singolo “La differenza tra te e meâ€? l’album conferma la statura di un artista che a soli 31 anni può essere considerato uno dei maggiori artisti italiani, artefice di un soul-pop assolutamente caratterizzato. Il disco è la conferma della bravura di Tiziano, che manifesta la solita grande vocalitĂ , ma per certi versi è anche spiazzante, se analizziamo soprattutto la varietĂ di stili inseriti in questo disco. Si va dalle ballate classiche a suoni piĂš incisivi e black, che ribadiscono la classe assoluta di Tiziano Ferro riversata in un disco dalla vocazione internazionale. Nel brano conclusivo è ospite lo strepitoso John Legend, una delle leggende del soul contemporaneo. Con Legend Tiziano Ferro canta “Karmaâ€? (versione inglese di “Smeraldoâ€? il cui testo è stato firmato dal produttore americano Billy Mann) un perfetto luogo di incontro tra lo stile e l’ele-

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ganza dei due interpreti. Incontro reso possibile grazie anche alla scelta di registrare nei prestigiosi Henson Recording Studios (studi fondati agli inizi del Novecento da Charlie Chaplin che negli anni hanno visto passare artisti come John Lennon, Joni Mitchell, The Supremes e The Doors passando per Pink Floyd e U2 fino ad arrivare a BeyoncĂŠ e Robbie Williams). Ad accompagnare Tiziano Ferro strumentisti prestigiosi come Mike Landau alla chitarra, Vinnie Colaiuta alla batteria e Reggie Hamilton al basso. Come il precedente “Alla mia etĂ â€?, pluripremiato cd, anche questo disco vede raccogliersi tutti i brani attorno al tema dell’amore, che riesce, pur attraverso sound e slanci eterogenei, a fare da collante tra le varie canzoni. Questo produce una piacevole sensazione di calore e di serenitĂ , come una sorta di dichia-

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razione d’amore all’amore: “L’amore ti salva la vita. L’amore è una cosa semplice perchĂŠ ti deve semplificare la vita... ogni volta che c’è ed è vero, aiuta a migliorare la qualitĂ della vita delle persone. Quando ho iniziato ad avere in mano il primo materiale di questo disco ho pensato che avrebbe rappresentato un momento di cambiamento prepotente per quanto mi riguarda. Lo è perchĂŠ fondamentalmente si tratta del primo disco in cui mi esprimo avendo perso un bagaglio ingombrante, quello della mancata accettazione di me stesso, che in passato mi ha fortemente condizionato anche nella scrittura: in questo tempo ho anche scoperto che essere felici e sereni non è per nulla inaridente per la propria ispirazioneâ€?. “L’amore è una cosa sempliceâ€? è quindi un album che ci mostra come nella vita la semplicitĂ non sia sinonimo di banalitĂ , ma piuttosto un percorso esistenziale che ci porta a spogliarci di aspetti inutili e ingombranti del nostro essere per tornare a essere essenziali. L’album sarĂ presentato live il prossimo anno attraverso un tour italiano che si concluderĂ con uno straordinario concerto all’Olimpico di Roma il 14 luglio 2012, per il quale è giĂ iniziata la caccia ai biglietti.

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realistico da lasciarsi seguire fino in fondo nelle sue complicazioni di vita. Anche dove la sceneggiatura – forse non la migliore che Bruni abbia scritto – prende qualche scorciatoia per evitargli di finire troppo nei guai. Siamo d’altra parte nel territorio della commedia, quindi non bisogna esagerare col realismo. Bentivoglio è Bruno Beltrame, un ex insegnante e quasi ex scrittore che vive, isolato, una quotidianità impastata di indo-

lenza e cialtroneria. Le sue fonti di guadagno sono le lezioni private e l’attività di scrittore “ombra”, autore delle autobiografie di personaggi famosi ma non memorabili: come la ex diva del cinema a luci rosse (Barbora Bobulova) della quale sta raccogliendo le memorie. Tra i suoi allievi c’è Luca, un adolescente campione di menefreghismo e irriverenza; mosso però da un’energia che si alimenta anche di sentimenti non detti, come il dolore per la man-

canza di un padre mai conosciuto. La madre di Luca, in partenza per l’Africa, affida il figlio per sei mesi alle cure del professore, lasciandolo anche alle prese con una inaspettata rivelazione. Che costringe Bruno a farsi carico del giovane e anche di se stesso, cercando di avvicinare lo studente svogliato alla cultura e di risolvere i guai che le cattive compagnie rischiano di fargli cadere addosso. Proprio la parte “nera” è la più debole, mentre sono

spassosi i duetti tra Bruno e Luca, i tentativi del professore di fargli entrare in testa il latino o l’epica, le tensioni di una convivenza fra due personaggi lontanissimi nel carattere, ma complementari nel disagio esistenziale. “Scialla!”, nel gergo giovanile romano, significa “stai calmo”. Dice il regista: “Mi piace l’invito alla moderazione che contiene; infine, la considero anche una sorta di manifesto poetico”. Non inedito, ma fresco.

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“Il valore di un incontroâ€?: è questo il titolo della 7ÂŞ edizione di Matching (nella foto), il grande evento per il business di Compagnia delle Opere, tenuto dal 21 al 23 novembre scorsi nei padiglioni di Fieramilano, a Rho. Si tratta di una manifestazione fieristica unica nel suo genere che ha l’obiettivo di favorire il contatto diretto e le relazioni tra gli imprenditori. Nell’edizione appena conclusa le imprese partecipanti sono state oltre 2.400

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(da piĂš di 40 Paesi), di cui 145 bresciane. “In questo momento cosĂŹ delicato per il futuro del nostro Paese, le imprese sono chiamate a dare un contributo decisivo alla crescita e quindi a una ripresa che crei occupazione – ha dichiarato il presidente di Cdo Brescia Giuseppe Battagliola – Matching è stato ancora una volta un sostegno a chi vuole affrontare le sfide di un’economia che cambia in modo radicale e incontrovertibileâ€?.

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o sviluppo non può piĂš essere quello visto finora. Il ruolo dell’uomo non dovrĂ piĂš essere marginale ma centrale, da protagonista. Ăˆ condensata in queste poche parole l’esortazione di Enrico Mattinzoli, che apre la giornata dedicata al 66° compleanno dell’Associazione artigiani di Brescia. Si vive cosĂŹ il prologo dell’evento, festeggiato per l’occasione con la presentazione del volume “L’orgoglio della fatica - Sessantacinque anni di mestieri si raccontanoâ€?, dedicato alla storia dell’associazione e prodotto da Meccanica delle Idee - Editoria e Comunicazione. All’esortazione di Enrico Mattinzoli replicano il vescovo Luciano Monari e Giovanni Bazoli. Stimolo al dibattito è l’analisi di un passaggio tratto dall’enciclica Populorum progressio di Paolo VI, “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomoâ€?. Ăˆ per primo Giovanni Bazoli a inquadrare il problema e la crisi drammatica ancora in corso, in un contesto di piĂš ampio respiro, che secondo lui ha radici nella caduta del Muro di Berlino, nell’89, guarda caso, come avvenne 200 anni prima con la Rivoluzione francese, e negli effetti imprevisti che questa causò. Dalla degenerazione del capitalismo, spin-

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to all’eccesso del “turbocapitalismoâ€?, alla ricerca della speculazione al ribasso. al crollo di schemi e certezze, all’esaltazione dell’assenza di regole, per approdare all’economia di carta e alla cessione progressiva di debiti (tanto da non capire piĂš chi fosse il debitore originale), il passo è ventennale, eppure breve. Il fallimento di Lehman è l’effetto, le cause sono molteplici. Secondo Bazoli la stessa

necessitĂ del profitto, legata al modo di intendere il sistema americano, la prioritĂ nel raggiungere obiettivi sempre piĂš alti, i superpremi ai manager sono eventi scatenanti. Sono cause affastellate puntualmente nei cartoni che raccolgono gli effetti personali, tolti dalle scrivanie rimaste vuote a Wall Street e Manhattan. LĂŹ c’è giĂ tutta l’avvisaglia di un sistema che implode. Eppure anche questa immagi-

ne è sottovalutata. Servono regole, è la conclusione, e una visione diversa del ruolo delle banche, dell’impresa, dell’uomo. Le banche europee contrapposte a quelle americane. Due diverse visioni del mondo che ora devono trovare la giusta dimensione, una possibile terza via. “Ma non bastano nemmeno le scelte tecniche e le regole – ribatte con forza il Vescovo –, se dobbiamo guardare al bene comuneâ€?. Ed è proprio lo sguardo rivolto ai presupposti del bene comune, ma da un diverso punto di vista, da quello dell’uomo, l’argomento che conquista la platea nella disamina di mons. Monari. Il presupposto della collaborazione, della condivisione, dell’eliminazione delle visioni unilaterali, di gruppo chiuso, dell’ottica inevitabilmente ristretta di questo modo di essere che va rivisto. Serve uno sforzo di buona volontĂ nel ridisegnare la mappa, la scala, delle abitudini e dei valori. Ritrovare le ragioni dell’essere, a scapito dei riti stantii e per molti versi da tragicommedia, dell’apparire.

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%WS GD\ OD YRJOLD GL UHDJLUH Ăˆ stato soprattutto un gesto simbolico, la voglia di reagire a una situazione in cui l’intera nazione appare impotente di fronte a un fenomeno di portata planetaria. Il Btp-day di lunedĂŹ 28 novembre – l’acquisto di titoli di Stato italiani favorito dalla mancata richiesta da parte delle banche delle commissioni di intermediazione – ha registrato un buon successo nella parte piĂš delicata della questione: la ďŹ ducia. C’è sĂŹ stato un forte aumento delle

transazioni (doppie rispetto ai giorni precedenti, con molti acquisti fatti per poche migliaia di euro), segno che l’appello a sostenere il nostro debito pubblico si è fatto strada in molti portafogli italiani. Ma soprattutto si è fatto strada nei cuori, nella voglia di ridare ďŹ ducia al sistema-Italia, nel desiderio-necessitĂ di riappropriarci del nostro destino.Non poteva certo essere una simile mossa a cambiare il corso delle cose: un miliardo di euro

di acquisti deve infatti scontrarsi con l’imponente mole (1.900 miliardi) di debito pubblico italiano detenuto da investitori di tutto il mondo. Ma quel che deve fare oggi l’Italia è soprattutto convincere il mondo che siamo una nazione forte, patrimonializzata, con un’economia tutto sommato sana, con la capacitĂ quindi non solo di pagare gli interessi su quel debito, ma pure di poterlo ridurre nel corso dei prossimi anni. Ăˆ questo che ci

sta affossando. Gli investitori giapponesi, i fondi sovrani del Golfo, i fondi pensione canadesi od olandesi, le banche d’affari di Singapore o di New York (in una parola, “i mercatiâ€?): sono in troppi a non credere piĂš anzitutto nell’euro, e a pensare che l’anello debole della moneta sia l’Italia. Quella data da tanti italiani è la risposta della responsabilitĂ a chi, in Europa, continua a dire che l’Italia è come la Grecia.


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”‡•…‹ƒ ”‡•‡Â?–ƒ–‘ ‹Â? ‹„ Dz „‹‡––‹˜‘ Â…Â”Â‡Â•Â…Â‹Â–ÂƒÇł ’‡” Ž‡ Â’Â?‹ La Piccola Industria di ConďŹ ndustria e Intesa Sanpaolo hanno sottoscritto un accordo per assicurare sostegno alle piccole e medie imprese. L’accordo, deniminato “Obiettivo crescita. Impresa, banca, territorioâ€?, che fa seguito a quelli del 2009 e del 2010, è stato pensato per continuare a sostenere le imprese nei loro percorsi di crescita e di rafforzamento del business. Grazie all’accordo, siglato a livello nazionalee che amplia l’offerta di

servizi e prodotti con l’obiettivo di rispondere concretamente alle esigenze di sviluppo e di riposizionamento delle imprese, vengono cosĂŹ messi a disposizione delle aziende associate al sistema ConďŹ ndustria 10 miliardi di euro per sostenere la costituzione di Reti d’impresa e altre forme di alleanza e a supporto di ricerca, sviluppo, innovazione e internazionalizzazione. I contenuti dell’accordo e una loro declinazione in chiave bresciana sono stati

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Â? ƒÂ?–ƒ ‹—Ž‹ƒ ‘Ž‹–‹…Š‡ ’‡” Žǯ‹Â?’”‡•ƒ presentati nei giorni scorsi presso la sede del’Associazione industriale bresciana nel corso dell’incontro “Obiettivo crescita – Impresa, banca, territorio – Focus Internazionalizzazioneâ€?. Che ha visto la partecipazione di Francesco Franceschetti, presidente Piccola Industria Aib, di Pier Aldo Bauchiero, Andrea Bartolini, Roberto Gorlier e Stefano Burani di Intesa Sanpaolo e di Maria Cristina Bertellini, vice presidente Piccola Industria ConďŹ ndustria.

Si terrĂ il 2 dicembre (inizio alle 18), presso l’auditorium del Museo Santa Giulia, in via Piamarta, 4 a Brescia l’incontro “Politiche per l’impresa e il lavoro: l’esperienza lombarda, promosso da Acf sps e Ibs Consulting, societĂ leader nei servizi di consulenza ďŹ nanziaria d’impresa, come un momento aperto alla condivisione di giudizi sui meriti e sui limiti rilevati nelle politiche di supporto all’impresa. L’incontro è aperto alla partecipazione di imprenditori e professionisti.

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l dato è stato confermato a piĂš riprese nei giorni in cui, nel Bresciano, è stata celebrata la Giornata del ringraziamento. In un comparto, come quello agricolo, che meglio di altri ha retto all’urto della crisi, risultati importanti sono stati raggiunti dalla viticoltura. A fare la parte del leone, ovviamente, la Franciacorta, l’area maggiormente “vitataâ€? della provincia. Non meno significativi sono stati i risultati conseguiti anche da altre realtĂ della vitivinicoltura bresciana, a partire dal consorzio Garda classico, territorio che si affaccia sulla sponda bresciana del Benaco. Un territorio dove la coltivazione della vite vanta origini antichissime, che affondano addirittura in epoca pre-romana. Un territorio oggi fortemente impegnato, come conferma Sante Bonomo presidente del Consorzio, nella definitiva consacrazione della sua vocazione vitivinicola. “Negli ultimi 40 anni – afferma il presidente – la sponda bresciana del lago ha sacrificato la storica attenzione all’agricoltura all’affermazione della dimensione turisticaâ€?. L’agricoltura, e nello specifico la viticoltura, gardesana è stata cosĂŹ costretta a marciare per anni a ranghi sciolti. Solo negli ultimi anni il Consorzio Garda Classico ha concentrato i suoi sforzi per la creazione di un vero e proprio sistema tra tutte le aziende che sulla sponda bresciana del lago han-

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tigno autoctono da sempre presente nella nostra terra, dall’altraâ€?. Il punto di partenza è diventato cosĂŹ il territorio della Valtènesi, l’area morenica su cui ha trovato patria elettiva il Groppello, vitigno autoctono, padre di vini rossi di qualitĂ e del Chiaretto. “Il primo passo – sono ancora affermazioni di Sante Bonomo – è stato quello di garantire visibilitĂ proprio al territorioâ€?. Il Consorzio ha cosĂŹ elaborato lo slogan “Mettiamo l’accento alla Valtènesiâ€?, che sintetizza la volontĂ di valorizzare i caratteri ambientali, umani e produttivi dell’area di riferimento, di vini, per aspetti dettati proprio da microclima, sono unici al mondo. Grazie agli sforzi del Consorzio, Chiaretto e Gropello sono oggi vini riconosciuti e apprezzati per la loro semplicitĂ e la facilitĂ di abbinamento a tanti piatti. Il lavoro svolto sta dando frutti e oggi la sponda bresciana del Garda oltre che per le sue bellezze ambientali, che ne fanno meta turistica di primo piano, comincia a essere conosciuta anche per i suoi vini e anche un numero sempre crescente di operatori sta scoprendo le potenzialitĂ (in termini di attrattiva e di business) dell’abbinamento turismo-vini del Garda. “Sono sempre di piĂš le agenzie del territorio – sottolinea non senza soddisfazione Bonomo – che chiedono di poter instaurare partnership con il nostro consorzioâ€?.

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L’assessorato allo Sport della Provincia di Brescia ha premiato con il premio “Sport e Passione 2011â€? 12 realtĂ o atleti bresciani distinti dell’anno. Stefano Miglietti (10 maratone non stop nel Sahara egiziano); Mauro Vivenzi (nella terna di Cesena-Cagliari); SocietĂ ginnastica bresciana Forza e Costanza (125 anni di sport); Davide Martinelli (ciclista del 1993 campione italiano di inseguimento individuale); Giovanni De Gennaro (su Kayak, in corsa

per le olimpiadi); Gruppo sportivo Pallaelastica Sabbio Chiese (tre scudetti nazionali di fila); sci club Ponte di Legno (100 anni di attivitĂ ); Nicholas Benatti (oro e argento nei campionati italiani sci nautico); Zamboni Piergiorgio (vincitore del campionato italiano nella vela categoria Asso 99); Hockey cusCube Brescia (scudetto Under18); unione operaia escursionisti italiani Brescia (100 anni); Leonardo Arici (argento e titolo regiobale in mountainbike); Unione sportiva libertas (100 anni).

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uando parla lui, non è mai per niente o a vanvera. Regala sempre, tra le righe o apertamente, sorprese. L’abbiamo intervistato, in esclusiva per “Voceâ€? raggiungendolo al telefono. Il “luiâ€? in questione è il presidente del Brescia calcio Gino Corioni. All’orizzonte Varese - Brescia che si giocherĂ a sabato 3 dicembre alle 15. Davamo per finita l’esperienza di Scienza, dopo la sconfitta in casa contro l’Albinoleffe, ma lei ci ha sorpreso tutti. Crede ancora nel progetto di Scienza? Il progetto di Scienza è il progetto del Brescia. Io ho sempre sostenuto che si cambia l’allenatore non quando vince o perde, ma quando non ha piĂš in mano la situazione. Qui mi pare che i ragazzi siano tutti con lui. Hanno avuto un calo prevedibile, ma non fino a quel punto. Noi abbiamo una squadra giovanissima, la piĂš giovane che sia mai stata schierata in Serie B e, sicuramente, la piĂš giovane della Serie B. Ăˆ partita che ha sorpreso tutti positivamente, adesso le cose sono andate abbastanza male e sta sorprendendo negativamente. Se pensiamo che la squadra è partita per salvarsi e facciamo la media del campionato diciamo che siamo pari: non siamo nĂŠ illusi nĂŠ

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delusi. Se all’inizio eravamo illusi, poi siamo stati delusi, quindi la media è pari. Accanto ai giocatori giovani, non sono venuti meno i giocatori con piĂš esperienza? Probabilmente la mentalitĂ dei giocatori è cosĂŹ: sono stati l’esempio di tutti in Italia e in Europa per la bellezza del gioco e dei risultati, e quando le cose vanno male sono

nervosi. Abbiamo fuori tre giocatori per proteste. Tre o quattro sono fuori per infortuni. Quest’anno c’è la regola che non si sospendono le partite di Serie B anche se hai quattro o cinque giocatori nelle Nazionali e per noi è un grande problema, per cui, caro mio, le abbiamo subite un po’ tutte. Qualche giocatore che ha visto su di sĂŠ gli occhi di molti club

importanti può aver tirato il freno a mano per abbassare il prezzo del cartellino per andarsene prima. Questo non esiste assolutamente. Esiste che un ragazzo di 20 anni che sente che lo vuole la Juve, il Real Madrid, il Barcellona o il Porto sia disturbato mentalmente. Questo è comprensibile. Non fanno le cose apposta. Per il mercato? Qualcosa dovremo fare. In entrata o in uscita? PiĂš in entrata che in uscita. Lei è contestato da anni. Chi glielo fa fare? Tu sai cos’è un’azienda? Non lo sai se fai questa domanda. Chiudi un’azienda se sei capace. Questa è peggio di un’azienda, come si chiude. Ăˆ 20 anni che chiamo i bresciani: venite con me o senza di me. Venite che siete piĂš forti. Ma sono ancora solo. Che devo fare? Se dovessimo perdere sabato a Varese. Scienza rimane? Vinceremo quella dopo! Ti saluto.

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1HO ILQH VHWWLPDQD )DQFKLQL H 0HULJKHWWL Daniela Merighetti (nella foto) ed Elena Fanchini sono nel weekend dal 2 al 4 dicembre saranno impegnate con le prime gare di Coppa del mondo di velocitĂ di questa stagione in Canada. Dopo i test estivi in Sud America ad Ushuaia, l’ultimo allenamento effettuato le scorse settimane ha dato riscontri positivi per entrambe. Nadia Fanchini prosegue nel frattempo il suo recupero concentrandosi sul gigante, mentre la sorella Sabrina è

pronta per la Coppa Europa, con la speranza di ritornare nel massimo circuito della Coppa del Mondo a Courchevel. Daniela Merighetti, miglior discesista azzurra nella scorsa stagione, sta bene sia ďŹ sicamente che tecnicamente. Questa estate ha provato uno scarpone performante in grado di garantirle piĂš scorrevolezza nei tratti piani e piĂš velocitĂ in uscita di curva. Daniela non nasconde il suo obiettivo per quest’anno: salire

sul podio. “Sto bene, sono in forma e tranquilla – afferma la ďŹ nanziera bresciana – . Ho lavorato molto e ora ho voglia di gareggiare. Sento l’esigenza di gareggiare per dare il massimo. A Lake Louise lo scorso anno sono arrivata quarta: voglio migliorare quel piazzamentoâ€?. Elena Fanchini è tornata da Hintertux davvero carica. Le sensazioni sono buone e ďŹ nalmente ha potuto misurarsi su una neve dura, molto simile a quella che troverĂ

in Canada. “Sto bene – precisa la maggiore delle sorelle di Montecampione – gli ultimi test svolti ad Hintertux mi hanno ďŹ nalmente dato sensazioni positive, e questo mi dĂ molta caricaâ€?. Elena ha ben in testa il suo obiettivo per la stagione e per la prossima gara: “A Lake Louise voglio migliorare la posizione dello scorso anno – 12° posto in downhill –. Questo è il mio primo obiettivo; poi punterò ad arrivare piĂš in altoâ€?.


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‘Ž‹•’‘”–‹˜‘ Â? •—……‡••‘ Žƒ –ƒ’’ƒ †‹ Ǥ ƒÂ?…”ƒœ‹‘ Il Polisportivo è tornato sotto i riettori arancioblĂš domenica all’oratorio di S. Pancrazio in occasione della seconda festa di questa stagione, che ha coinvolto 80 piccoli atleti. La disciplina protagonista è stata il tennis tavolo, che ha visto le bambine del minivolley e gli under 12 delle societĂ di calcio impugnare le racchette per conquistare importanti punti da aggiungere alle graduatorie della regular season. Anche alcuni genitori

hanno partecipato alle gare, che hanno visto trionfare Calcinato e Badia, primi a quota 7. Il prossimo appuntamento polisportivo riguarderĂ le categorie under 8, 10 e 11 del calcio, che si raduneranno a Erbusco sabato 10 e domenica 11 dicembre. ClassiďŹ ca volley under 10: Calcinato 7, Giovani Bassa Bresciana e Franciacorta 6, Ofaghese 4, Casazza 3, S. Pancrazio 2. ClassiďŹ ca calcio under 12: Badia 7, Jolly Orzinuovi 6, Capriolo 5, S. Faustino 4.

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esta giornata completata nei tre gironi del campionato provinciale Open femminile di pallavolo: a tre giornate dalla fine dell’andata arrivano delle conferme, e qualche sorpresa. In ciascuno dei tre gironi c’è almeno una squadra capace di vincere tutte le gare sin qui giocate: Sant’Angela Merici, Bagolino, Carpenedolo e Star Volley hanno una percentuale del 100%, con dati impressionanti specie per queste ultime due, che ancora non hanno lasciato un solo set alle rivali e sono destinate a giocarsi la supremazia del gruppo C in un emozionante spareggio all’ultima giornata. Nel girone A Sant’Angela Merici ha vinto anche lo scontro diretto, battendo 31 San Giacinto Blu e proseguendo la sua corsa a punteggio pieno; in terza posizione rimane Pozzolengo, grazie alla seconda vittoria consecutiva ottenuta con un 3-0 su Gavardo, il quale in sei gare non è ancora riuscito a far suo nemmeno un set. In quarta posizione salgono le ragazze della Virtus San Faustino, autrici di un perentorio 3-0 su Violino, utile per scavalcare Prevalle che ha lasciato un punto a Mompiano, chiudendo sul 3-2. Il girone B continua a vedere il dominio di Bagolino, sei vittorie ma un 32 all’esordio contro Inzino che costa l’en plein alle rossoblu. In casa del Lumezzane, però, nessun errore: 3-1 e vantaggio sulle inseguitrici momentaneamente ampliato. In terza posizio-

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a Resto del Maury, Bagolino e Polaveno. Nel gruppo C è avvenuto il tanto atteso aggancio, e ora si prospetta un frizzantissimo scontro diretto in programma proprio all’ultima giornata: l’andamento di Carpenedolo e Star Volley Academy Nord è stato sin qui impeccabile, con cinque successi per 3-0 a testa. Nell’ultimo turno le carpenedolesi sono state fermate dal turno di riposo, cosicchĂŠ le ragazze di Castelcovati hanno potuto operare il ricongiungimento superando senza batter ciglio Calvisano. Alle spalle delle due Castenedolo non molla la presa. Tre le squadre che ancora devono riposare: si tratta di Castenedolo, Volley Rocca e Calvisano.

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Quale visione di Chiesa oggi? Egr. direttore, recentemente, almeno a Brescia, sono emerse ben tre posizioni di Chiesa cattolica, ispirate e sorrette da visioni diverse di societĂ . La Chiesa montiniana e del Concilio, che nel Bresciano affonda le sue radici nel movimento cattolico guidato dal Beato Giuseppe Tovini e Giorgio Montini, i padri “filippiniâ€? della Pace, tra cui padre Giulio Bevilacqua; quindi Giovanni Battista Montini, allora assistente nazionale della Fuci, cardinale di Milano e, poi, papa. Dagli anni “60 del secolo scorso i punti di riferimento sono stati Giovanni XXIII e Paolo VI; i papi del Concilio. Non possiamo dimenticare come la grande assise conciliare abbia prodotto un ampio rinnovamento nella Chiesa, attraverso il suo instancabile Magistero rivolto a tutti i cristiani, anche non cattolici, e a tutte le persone di buona volontĂ , sparse nel mondo intero. Ricordiamo, pure, che l’ansia di dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo sono i capisaldi contenuti nella Gaudium et Spes, voluta dallo stesso Paolo VI. Dopo alcuni decenni, da quella grande stagione di speranza post conciliare, avvertiamo un certo scollamento nella vita e nella pastorale della Chiesa rispetto alle indicazioni contenute nei testi approvati dai Padri conciliari; dei quali si nota una scarsa conoscenza, sia nel clero meno anziano che nei fedeli. Va annotato che, mentre diverse associazioni ecclesiali, in primis l’Azione Cattolica, avevano sposa-

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to integralmente le tesi del Concilio, il movimento di Comunione e Liberazione, che si è affermato dopo la stagione conciliare, non ha mai accettato la distinzione della sfera politica dalla dimensione religiosa, rifiutando, di fatto, ogni forma di confronto e di dialogo con tutte le componenti culturali e sociali della comunitĂ . Senza una chiara distinzione dell’impegno civile da quello religioso prevale, nei ciellini, una visione di Chiesa ancorata al potere economico e politico. Ne è prova come la Compagnia delle Opere – che è espressione diretta di C.L. – condizioni, pesantemente, ogni scelta sociale di quei soggetti che vogliano operare in autonomia. Questo modello di Chiesa trova ampio consenso e sostegno anche nell’alta Gerarchia ecclesiastica. C’è infine la Chiesa sostenuta, principalmente, dalla Lega; ancora legata al Concilio di Trento, che si basa sulla difesa dei simboli, e di un modello sociale che univa le comunitĂ civili e religiose fino a 40 anni fa, ma che oggi non si riscontra piĂš, neppure nei piccoli paesi. Un simile modello di Chiesa, che fa breccia anche in giovani preti, rivendica un passato che non ritorna, e osteggia ogni tentativo di dialogo con le altre religioni. Infatti sono contrari, in modo pregiudiziale, a stabilire un rapporto di reciproco rispetto nei confronti dei tanti immigrati che vivono nelle nostre comunitĂ , accanto a noi. Si oppongono, in modo strumentale, a permettere ai mussulmani di aprire luoghi di culto (moschee). Complessivamente, la Chiesa italiana, da alcuni lustri, sta dimostrando di essere piĂš propensa a giocare in difesa dello status quo, che a es-

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sere propositiva e missionaria per rievangelizzare i battezzati, i quali, molto spesso, nella vita quotidiana, sono poco coerenti con il Vangelo e il Messaggio delle beatitudini. La dottrina sociale della Chiesa – poco conosciuta, sia dai Presbiteri che dai Fedeli laici – non è piĂš la bussola di orientamento dei cristiani, per un’azione qualificante da svolgere nella “CittĂ dell’uomoâ€?. Ne è prova il fatto che, pure l’enciclica sociale di Benedetto XVI, la Caritas in Veritate non è stata molto illustrata ed approfondita nelle comunitĂ parrocchiali. E meno ancora i parroci inseriscono il Magistero sociale nel programma dell’anno pastorale. Il risultato di tale impostazione lo si può riscontrare dalla indifferenza manifestata, anche dai piĂš assidui frequentatori alla Messa domenicale manifestano, verso l’illegalitĂ diffusa e il degrado morale che ha coinvolto i vertici delle istituzioni dello Stato italiano; quasi che li riguardassero gli stili di vita, negativi, che si diffondono. Dobbiamo rivisitare, con piena apertura d’animo, tutto l’insegnamento conciliare. I numerosi documenti del Concilio – dalla Lumen Gentium alla Gaudium et Spes – vanno letti ed approfonditi: sia dai sacerdoti che dai laici, in particolare da coloro che, per motivi di etĂ , non hanno conosciuto quella grande stagione che vide circa 3000 Padri conciliari, radunati a Roma per aggiornare il Messaggio della Chiesa cattolica alla luce delle grandi trasformazioni sociali che erano intervenute negli ultimi secoli. Per quanto mi riguarda, con il grande bagaglio di formazione sociale ricevuta a suo tempo, vorrei tanto poter

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contribuire a consolidare la Chiesa del Concilio, una Chiesa libera dal potere, ancora in grado di rinnovare la scelta preferenziale dei poveri. Giuseppe Delfrate

Un treno per Auschwitz, per non dimenticare Egr. direttore, 450 studenti di tre scuole dell’Aquila e 19 bresciane, ed io ero tra questi. Il viaggio (durato ben 20 ore) e organizzato dall’associazione “Officina Memorieâ€? è iniziato 6 novembre, momento in cui noi ragazzi abbiamo preso il treno alla stazione di Brescia arrivato a Cracovia lunedĂŹ 7 nelle prime ore del mattino. Durante questi tre giorni noi ragazzi, oltre ad aver visitato la cittĂ , ci siamo confrontati attraverso alcuni lavori svolti nei mesi precedenti alla partenza su un capitolo del libro di Primo Levi intitolato “Il sistema periodicoâ€?. Il martedĂŹ c’è stata la visita ai campi di concentramento di Auschwitz e di Birkenau. L’emozione e la tensione erano palesemente palpabili durante tutta la visita, nei campi vigeva il silenzio e vedevo i volti degli altri ragazzi che avevano assunto un’aria pensierosa, che ha sostituito il sorriso “stampato in facciaâ€? che ci ha accompagnati nei 1700 chilometri percorsi i giorni precedenti. La visita ai campi si è conclusa con una cerimonia in cui tutti noi ci siamo disposti sulle rotaie che portavano i deportati a Birkenau e con il sottofondo di un flauto traverso i cancelli si sono chiusi alle nostre spalle. Verso le 22 della stessa sera abbiamo preso nuovamente il tre-

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no per fare ritorno in Italia. Questa esperienza mi ha lasciata stupita e anche un po’ rattristata, ma senza dubbio mi ha cambiata e mi ha aiutata a rendermi conto della gravità di quei momenti. Beatrice Castellucchio

Un appello da Mezzocorona Egr. direttore, scrivo alla Vostra redazione su indicazione del mio parroco (don Valentini, di Mezzocorona, Trento) per chiedere un favore. Sto svolgendo una ricerca in campo storico per un Istituto di ricerca storico in vista dell’allestimento di una mostra sul tema del lavoro coatto svolto dai cosiddetti Imi (Internati militari italiani) nei campi lavoro tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. In particolar modo sto cercando ex-internati militari ancora viventi, quindi persone di etĂ compresa tra gli 80 e i 95 anni circa, per potere effettuare delle interviste e raccogliere le loro memorie e testimonianze. Uno dei modi migliori per raggiungere la popolazione locale è pubblicare degli annunci di ricerca-persone sui settimanali delle diocesi che hanno una diffusione capillare in Italia. Per questo motivo mi permetto di chiedere gentilmente la vostra collaborazione. Sarei molto grata se poteste aiutarmi in questo lavoro di recupero e conservazione della memoria storica di vicende tutt’ora poco conosciute alla storiografia, alla popolazione e ai giovani. Grazie! Federica Dalla Pria

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Troppe cave a Vighizzolo Egr. direttore, volevo inanzitutto ringraziarla per lo spazio che mi concede per esternare e condividere con i lettori di “Voceâ€? i miei sentimenti e le mie considerazioni Abito a Vighizzolo, frazione di Montichiari di circa 1800 abitanti. Da anni la nostra brughiera è martoriata da innumerevoli escavazioni, cave che poi, mai ripristinate come si dovrebbe, sono diventate quasi in automatico discariche. Ne abbiamo 11, raggruppate in pochissimi chilometri quadrati, confinano una con l’altra, come un inquietante quadrifoglio. Si aggira intorno di 15milioni di mc la quantitĂ di rifiuti di ogni genere in esse stipati, o piĂš precisamente alla fine delle quattro ancora operative (le altre hanno giĂ terminato il loro ciclo). Tutte autorizzate, d’accordo. L’ultima aperta un anno fa ha giĂ chiuso, una prima volta per 15 giorni per problemi tecnici e poi, circa 20 giorni fa, sequestrata dalla procura, e ora riaperta a basso regime, ma ancora sotto sequestro. Dalla sua apertura specialmente noi di Vighizzolo abbiamo subito giornalmente, festivitĂ comprese, disagi olfattivi molto forti. Molte volte, all’ora di pranzo o di cena sembra di avere in casa un animale morto in avanzato stato di decomposizione. Le innumerevoli denunce inoltrate agli organi competenti, per altro sempre in modo molto civile, hanno portato gli organi di controllo e giudiziari a controllare in modo piĂš approfondito il problema. Ci aspetta poi a breve l’apertura di una discarica in cui dovrebbe esse-

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re smaltito l’amianto di una parte della Lombardia e in particolare di Milano. Circa 600mila mc la sua capacitĂ . In questo caso le proteste e i vari ricorsi non sono serviti, perchĂŠ giĂ da tempo la realizzazione era stata pianificata e a niente sono valsi i nostri sei incontri in Regione. Francamente mi pare di poter affermare che questo pezzo di territorio è stato messo pesantemente sotto pressione e a dura prova. Ma questo non è tutto. 15 giorni fa è giunta la richiesta di una nuova discarica di circa 1 milioni di mc di rifiuti non pericolosi contenenti amianto, confinante anche questa con le altre discariche. Ăˆ incredibile! Ed è altrettanto incredibile leggere su un giornale che il piano d’area bloccherebbe sĂŹ nuove escavazioni (che di fatto cosĂŹ non è) e discariche, ma soltanto quelle che potrebbero attirare gabbiani (pericolosi per l’aeroporto) ma altre, se compatibili potrebbero essere prese in considerazione. Compatibili?! Tutte le valutazioni di impatto ambientale fatte dai proponenti sono compatibili con la fauna, la flora, l’impatto visivo. E con le persone, con noi? Cosa contiamo in queste valutazioni? Non continiamo nulla! Visto che in questi ultimi anni ci hanno scaricato addosso 15 milioni di mc di rifiuti di ogni genere. Possibile che nessun politico abbia un po’ di coscienza e non si chiedo se tutto ciò è compatibile con il vivere quotidiano di bambini e di adulti. Noi che viviamo a poco piĂš di 500 metri da tutto questo cosa dobbiamo fare di piĂš per bloccare altre richieste scellerate di questo tipo? Noi siamo molto preoccupati. Per noi, per i nostri figli, per il nostro futuro. Per questo ci stiamo muovendo per finanziare

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uno studio di impatto ambientale e l’11 dicembre prossimo abbiamo organizzato un concerto dei Nomadi al PalaGeorge di Montichiari. Gianluigi Rosa

Chi paga le carenze energetiche? PerchĂŠ l’energia elettrica è la piĂš cara di qualsiasi altro Paese d’Europa? L’Italia è di fatto il primo Paese al mondo per importazione di energia elettrica, facciamo provviste da piĂš o meno tutti i nostri vicini, Francia e Svizzera in testa. Dopo il referendum del 1987 l’Italia ha smantellato le sue centrali nucleari con il risultato di pagare di piĂš l’energia e di essere in balia dei costi del petrolio. Quando anche il governo Berlusconi pare sul punto di riconsiderare la scelta nucleare si è verificato il disastro di Fukushima e l’opinione pubblica si è schierata contro questo ritorno. Il referendum del maggio scorso hanno di fatto confermato la chiusura al nucleare in Italia. Eppure l’Italia ha bisogno di questa forma di energia anche per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Nonostante ciò in tanti, deputati compresi, continuano a pronosticare chissĂ quali catastrofi e immani tragedie. Invece siamo letteralmente circondati dalle centrali nucleari; comperiamo a caro prezzo energia elettrica. Sarebbe onesto e doveroso dire agli italiani che molte industrie perdono progressivamente competitivitĂ per gli altri costi energetici che devono sopportare. Ci lamentiamo per i gas serra, ma escludiamo una fonte di energia che non li genera. Ripetiamo come pappagalli la lezione sulle energie rinnovabili, ma dipen-

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diamo dal petrolio e sempre di piĂš dal gas. Fra 40 anni non avremo piĂš petrolio, fra 90 sarĂ esaurito anche il carbone. Fra 120, probabilmente sarĂ esaurito anche il gas. Se abbiamo a cuore l’amore per i nostri figli e i nostri nipoti dobbiamo battere serie vie alternative a queste fonti energetiche e una di queste è quella nucleare. L’Europa è il continente con la maggior concentrazione di centrali nucleari che producono il 40% dell’energia di cui ha bisogno. La necessitĂ del nucleare è anche dettata dal fatto che le energie rinnovabili sono ancora economicamente poco vantaggiose; il solare, il fotovoltaico sono di sicuro le fonti energetiche del futuro, ma serviranno ancora molti anni di ricerca prima che queste diventino realmente competitive. Perciò smettiamola di fare i rivoltosi, l’energia atomica magari ci piace anche, purchĂŠ sia lontana da casa nostra; smettiamola di contrastare il progresso. Se nel secolo scorso non si fossero fatte tante opere di cui ancora oggi godiamo i frutti, probabilmente il nostro Paese sarebbe da terzo mondo. Edmondo Del Prete

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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