La Voce del Popolo 2011 49

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Ăˆ sempre commovente cantare – o riascoltare – i canti natalizi, che spesso ci accompagnano sin dall’infanzia. Tra di essi, un posto di primo piano spetta senz’altro all’inno di Sant’Alfonso (missionario, teologo, dottore della Chiesa) “Tu scendi dalle stelleâ€?. Credo che possa essere maggiormente “gustatoâ€?, anzichĂŠ nelle chiese comode e riscaldate, in alcune parrocchie in cui, in effetti, “il freddo e il geloâ€? si fanno sentire, dando un dono “realisticoâ€? al canto, magari accompagnato dalle tipiche nuvolette di vapore emesso dalle bocche dei cantori infreddoliti. Al di lĂ delle condizioni meteorologiche di Betlemme al tempo della nascita di GesĂš, mi sembra che ognuno di noi possa riflettere e sull’umiltĂ del Figlio di Dio che “scende dalle stelleâ€? per salvarci e sulla risposta che purtroppo spesso riceve da coloro che pure vuole redimere. Davanti al presepio – artistico o semplice che sia – vi invito a chiedervi se il Redentore e i suoi prediletti – i poveri – trovano oggi presso di noi una calda ospitalitĂ o se – ancora una volta – devono restare fuori “al freddo e al geloâ€?. Buon Natale!

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Politica locale. Brescia e l’onda lunga di Monti

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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Gianico. Devozione mariana e tanto volontariato

ÍšÍ Â…Â…ÂŽÂ‡Â•Â‹Âƒ Padre Piamarta. Un nuovo Santo molto bresciano

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”‡†‘ Â?‡Ž ƒ–ƒŽ‡ –—––‘ ‹Â?–‡”‘ Ăˆ il Natale di GesĂš; che cosa questo signiďŹ chi lo diciamo tutte le domeniche nel ‘Credo’: “Credo in un solo Signore, GesĂš Cristo, unigenito Figlio di Dio‌ Dio da Dio‌ per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo.â€? Per noi il Natale è questo: niente di meno. Naturalmente ci sono molti Natali: c’è quello delle musiche e delle zampogne, quello del pranzo in famiglia, quello dei biglietti d’auguri, quello del commercio‌ Niente da dire; sono cose buone e le frequentiamo volentieri. Ma per noi il Natale è l’incarnazione di Dio; tutto il resto sono sottoprodotti. Qualcuno ci prende per pazzi o

per fanatici o per gente irrazionale. Avranno anche ragione, ma a questa fede non sappiamo rinunciare. Da questa fede ci viene la ďŹ ducia che il mondo non è nelle mani di un potere anonimo che può presentarsi un giorno favorevole e l’altro giorno ostile secondo le misteriose variazioni del caso; ci viene la stima per l’uomo, creatura in cui il mistero di Dio può manifestarsi; ‘capax Dei’ lo deďŹ nisce la ďŹ losoďŹ a cristiana: cosĂŹ grande da poter accogliere Dio e quindi cosĂŹ grande da poter riettere la bontĂ , la santitĂ , la bellezza di Dio; dal Dio incarnato ci viene la ďŹ ducia che il tempo non è capace di corrodere tutto della vita dell’uomo e che il nostro corpo, la nostra carne, è razza di eternitĂ . Possiamo buttare a mare tutto questo? E per che cosa, poi? Per diventare ‘razionali’? Ma di quale ragione? Quella che ci vuole convincere che l’uomo viene dal nulla e va verso il nulla? che tutto è caso e che non esiste alcun senso nel vivere

umano? Il Dio che si fa carne è ‘Logos’, parola, pensiero, ragione; è pessima teologia quella che svaluta la ragione. Il Dio che si fa carne è ‘Agape’, amore, comunione, dono di sĂŠ; è pessima ďŹ losoďŹ a quella che distrugge il valore dell’uomo e della sua libertĂ . Fede in Dio e apprezzamento del valore della persona umana vanno insieme. Li tiene insieme proprio la fede nell’incarnazione, il nostro Natale. Continueremo, quindi, a professare con gioia la fede del ‘credo’; continueremo a credere nell’uomo e nella sua dignitĂ , nel valore della sua ragione, nella ricchezza delle sue capacitĂ ; continueremo a fare il Natale integro, quello che unisce festa e fede, lode e fraternitĂ . Sia un Natale pieno, dunque, e proprio per questo un Natale impegnativo. Credendo nell’incarnazione di Dio, saremo costretti a sperare contro ogni speranza, a farci solidali con la povertĂ dell’uomo perchĂŠ Dio si è fatto solidale con la nostra

stessa povertĂ ; saremo costretti a riconoscere un valore trascendente alla nostra vita e alla vita di ogni altro uomo. Forse in questo può aver ragione chi ci critica: che non siamo all’altezza della nostra fede, che non riusciamo a vivere in pienezza quella vita nuova che l’incarnazione di Dio ha fatto irrompere nel mondo. Lo diciamo non con avvilimento, ma con la consapevolezza che la nostra testimonianza di fede si gioca proprio in questo: mostrare con una vita rinnovata che la fede in Dio fatto uomo ci rende autenticamente umani. Lo esprimeva magniďŹ camente San Leone Magno: “Riconosci, cristiano, la tua dignitĂ e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna.â€? Allora sarĂ davvero un Natale intero, senza riduzioni; e anche le altre dimensioni del Natale – musiche e luci, colori e sapori – riusciranno a trasmettere gioia e speranza.

͛͛ —Ž–—”ƒ ‡ …‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‡ Salvatore Borsellino. La mafia c’è anche a Brescia

͚͜ …‘�‘�‹ƒ Confartigianato L’accesso al credito turba gli artigiani

͜͜ ’‘”– Il bilancio del 2011. Un anno intenso di sport bresciano


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C’è una parte della politica bresciana che non sembra risentire dell’onda lunga del governo Monti. Si tratta dell’Officina della CittĂ , l’associazione nata nel 2008 a sostegno della Lista Civica in campo per la candidatura a sindaco di Francesco Onofri e che sta distinguendosi per iniziative di peso nell’ambito del dibattito politico e sociale cittadino. Nei giorni scorsi ha provveduto alla nomina del suo nuovo presidente. Francesco Onofri, che rimane

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nel direttivo, ha lasciato il posto a Francesco Corbetta. Un “passo indietroâ€?, quello di Onofri, dettato dalla volontĂ di valorizzare altre figure e altre risorse all’interno dell’associazione, in vista della futura definizione di progetti per la cittĂ in continuitĂ con quanto l’associazione ha fatto negli ultimi mesi. Una presenza, quella dell’Officina della CittĂ , che sta suscitando l’interesse della forze politiche intenzionate ad aprirsi a un confronto con questa realtĂ civica.

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sservatori e politologi stanno analizzando in ogni dettaglio le misure adottate dal governo Monti per salvare l’Italia. Misure drastiche, per certi versi durissime, ma (cosĂŹ affermano) necessarie per evitare al Paese l’incubo della banca rotta. Dicono, i critici del governo, che Monti mettendo mano alla riforma delle pensioni, alla reintroduzione dell’Ici, alle accise dei carburanti si sia accanito su chi giĂ sta dando tanto alla causa del Paese. C’è, però, un’altra categoria che piĂš di altre è stata travolta dal “ciclone Montiâ€?: è quella dei partiti. L’avvento alla guida del Paese del governo tecnico si è abbattuto sul sistema partitico come un vero e proprio terremoto. L’appoggio quasi obbligato all’esecutivo fortemente voluto dall’Europa e dal Presidente della Repubblica è riuscito a mutare scenari che parevano consolidati e che erano passati indenni da anni e anni di propaganda politica. L’asse Lega-Pdl (che Bossi e Berlusconi hanno a piĂš riprese definito granitico) si è squagliato come la neve al sole. In Parlamento le due forze siedono su schieramenti opposti e non perdono occasione per rimarcare la nuova situazione. Il mondo della politica, liberato da responsabilitĂ di governo o di opposizione, è entrato in fibrillazione a tutti i livelli. Anche nel Bresciano stanno arrivando gli effetti piĂš o meno diretti dello tsunami Monti. Non sono molti (e probabilmente solo nelle segrete stanze) quelli che stanno riflettendo su come i partiti escano dall’avvento di un governo tecnico. Non arrivano a Brescia quei venti di

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pendenza della Padania (in ogni consiglio comunale è stato ripristinata questa denominazione), il Nord che non può pagare le tasse anche per il Sud, e altro ancora. Ad agitare ancora di piĂš le acque nel centro destra bresciano, poi, c’è anche l’apertura di nuovi capitoli giudiziari e la conseguente necessitĂ di trovare il modo per ribadire una volte per tutte un no deciso alla commistione tra politica e affari. Nessuno, in sostanza, può ritenersi al riparo dell’onda lunga dello tsunami Monti. Paroli, che ha optato definitivamente per palazzo Loggia e ha salutato Roma, deve gestire la macchina amministrativa facendo i conti con le uscite (piĂš di facciata che non di sostanza) della Lega e del vicesindaco Rolfi, sapendo che l’appuntamento amministrativo del 2013 non è poi cosĂŹ lontano e chiede una attenzione particolare anche nei confronti del terzo polo. Approdo a cui guarda con non celate speranze di accordo anche il Pd che ambisce alla riconquista della Loggia persa nel 2008. Si tratta di scenari fluidi, in costante evoluzione, come confermano in questa pagina anche alcuni dei diretti interessati come il sindaco di Brescia Adriano Paroli, lo stesso vice Fabio Rolfi e il segretario del Pd cittadino Giorgio De Martin. Voci altrettanto autorevoli (che incarnano la fibrillazione della stagione politica) sono anche quelle di Daniele Molgora si vede la provincia tagliata da Mario Monti e quella di Margherita Peroni chiamata al ruolo di vicepresidente del consiglio regionale sino a poche settimane fa sulle spalle di Nicoli Cristiani.

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%UHVFLD UHJLRQH" /R GLFH OD &RVWLWX]LRQH Ăˆ uno dei tanti parlamentari chiamati nelle scorse settimane a optare tra Roma e le amministrazioni locali. Ma è anche uno dei tanti amministratori chiamati, dalle recenti disposizioni della manovra Monti, a svolgere nei fatti il ruolo di “curatore fallimentareâ€? delle Province. Un ruolo che all’esponente leghista, alla guida di Palazzo Broletto dal 2009, non piace e non tanto perchĂŠ mette a repentaglio la sua carica, ma perchĂŠ è frutto della totale mancan-

za di conoscenza dell’ente provincia. “Contestiamo fortemente a Monti – ha dichiarato Molgora (nella foto) ai microfoni di Radio Voce – il fatto di avere agito per vie generali, senza i dovuti distinguo tra provincia e provinciaâ€?. Non è che Molgora sia contrario a una revisione del sistema delle provincie, il presidente di Palazzo Broletto denuncia la scelta di “prendere il sacco in cimaâ€? e prevedere l’abolizione di enti che in territori come il Bresciano

hanno una grande importanza e che poco incidono (a Brescia poco piĂš di 30 centesimi per abitante) sul debito pubblico. Di qui la proposta, neanche tanto provocatoria di fare di Brescia una regione, staccata dal resto della Lombardia. “I numeri previsti dalla Costituzione – afferma il presidente della Provincia – consentirebbero questa operazione che eviterebbe a una realtĂ come quella bresciana di dover dipendere da Milano per temi come la viabi-

litĂ , la tutela del territorio, le scuole oggi di competenza provincialeâ€?. In attesa che l’idea maturi, però, Molgora non vuole assistere impontente al progressivo svuotamento di competenze e di poteri della Provincia con l’entrata in vigore delle misure Monti che, da leghista, non condivide. “A Brescia – afferma – sono in corso partite importanti in tema di viabilitĂ e infrastrutture che non possiamo giocare con l’abolizione delle Province sulla testaâ€?.


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il segretario cittadino del Pd, che quell’alleanza che si è creata a Roma possa riprodursi anche a Brescia, soprattutto per mettere mano, in sede locale, a quelle misure drastiche (la nuova Imu su tutte) imposte dalla manovra Monti. “Non esistono in consiglio comunale – afferma in proposito – le condizioni per una fattiva collaborazione con l’attuale maggioranza che, dal sindaco in giĂš, ha scelto di appiattirsi sulle posizioni oltranziste di Rolfi e

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della Legaâ€?. Una impossibilitĂ , quella dichiarata da De Martin, certificata anche dalla chiusura del centro destra al confronto su un tema spinoso come quello del pgt. “Mai prima d’ora nella storia amministrativa bresciana – sottolinea il segretario del Pd – c’è stata una totale chiusura al contributo delle minoranze alla stesura di un documento importante come quello di programmazione urbanisticaâ€?. Scontato, quindi, che in previsione delle amministrative

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8Q DQQR VDEEDWLFR ULFFR GL SRVVLELOLWj Quello imposto dal governo Monti alla politica ha il sapore di un vero e proprio anno sabbatico che non può essere vissuto continuando a rimuginare su ciò che è stato e su ciò che, al contrario, avrebbe potuto essere. Potrebbe diventare invece un periodo di straordinaria feconditĂ per riallacciare un legame con il territorio ultimamente sďŹ lacciato e per ripensare alla dimensione partecipativa della democrazia che pur nell’era di Facebook

e dei social network non può essere sottovalutata. Ăˆ questo il pensiero di Margherita Peroni (nella foto), pdl, consigliere regionale del Pdl, chiamata a dare una risposta deďŹ nitiva in merito alla vicepresidenza del Consiglio regionale. Una responsabilitĂ che la Peroni si è vista recapitare nelle scorse settimane, dopo che un’inchiesta giudiziaria ancora in corso ha portato all’uscita di scena del vicepresidente in carica Franco Nicoli Cristiani. “Da

del 2013 lo sguardo del Pd cerchi altri orizzonti, a partire dal terzo polo a cui anche altri guardano e dal panorama civico in cui si colloca, per esempio, l’esperienza dell’Officina della cittĂ di Francesco Onofri. Non ci sono solo alleanze, però, nell’agenda del Pd cittadino, ma anche l’ascolto attento (come avvenuto per il pgt) della cittĂ e la condivisione con le altre forze prima di dare vita, come dichiarato da De Martin, alle primarie di coalizione.

donna di partito – ha affermato al proposito Margherita Peroni – ho il dovere di prendere in considerazione la proposta che mi è stata sottoposta dal Pdl di andare a colmare questo vuotoâ€?. Al legittimo orgoglio personale e al dovere di prendere in considerazione la nuova responsabilitĂ Margherita Peroni afďŹ anca anche l’altrettanto legittimo diritto di riettere attentamente sul nuovo incarico. “Le vicende che hanno investito il ruolo della vicepresidenza

del consiglio regionale (i procedimenti giudiziari a carico di Filippo Penati, pd, e del giĂ ricordato Nicoli Cristiani – ricorda Margherita Peroni – impongono una oculatezza nell’assunzione di tale responsabilitĂ â€?. Di qui la richiesta di posticipare a dopo Natale la scelta deďŹ nitiva. A Margherita Peroni che dal suo esordio in Regione si è sempre interessata di politiche sociali e sanitarie, dispiacerebbe dover mettere in secondo piano l’impegno in questi campi.

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SarĂ un Natale “tra paura e speranzaâ€? quello che si apprestano a vivere i cristiani iracheni, minoranza vittima di violenze, abusi e intimidazioni, come testimoniano il recente omicidio di una coppia cristiana a Mosul e gli attacchi a negozi e proprietĂ cristiane a Zakho, solo gli ultimi anelli di una catena di soprusi lunga diversi anni. E ora con il ritiro dell’esercito americano dal Paese la situazione rischia di degenerare, come testimonia il vicario patriarcale di Baghdad,

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mons. Shlemon Warduni. “Il nostro problema si chiama sicurezza – spiega il presule caldeo – per questo dovremo avere prudenza e giudizio nel celebrare le imminenti feste di Natale. Noi vorremmo dare al Natale il giusto risalto, ma non è possibile per motivi di sicurezza. Non possiamo esporre i nostri fedeli al pericolo. Perciò le Messe di Mezzanotte, del 24, saranno anticipate al pomeriggio, quelle del 25 verranno celebrate al mattino presto. Io spero di poter celebrare

nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo nel quartiere di Dora dove abbiamo anche un Seminario, chiuso. riti natalizi verranno celebrati, aggiunge mons. Warduni, “tra misure di sicurezza rafforzate come ci hanno detto le AutoritĂ . Non solo a Baghdad. Ci sono, tuttavia, piccoli segni di speranza: ho appena terminato un incontro sul Natale per il canale televisivo Al Arabiya. Ho notizia, poi, che alcuni importanti leader musulmani, hanno chiesto di presenziare alla Messaâ€?.

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im Jong-il, il leader di una delle piĂš bizzarre e crudeli dittature comuniste del mondo, è morto nei giorni scorsi all’etĂ di 69 anni. La televisione della Corea del Nord, che ha dato l’annuncio della sua morte, ha giĂ affermato che tutto il popolo coreano seguirĂ il nuovo leader Kim Jong-un, terzogenito del defunto famoso per il suo carattere senza scrupoli e per la voglia di mostrare il potere militare e nucleare del suo Paese. La morte di Kim Jong-il avviene in un momento di tensione fra le due Coree. In passato, nel 2000 e nel 2007 vi sono stati incontri con i presidenti del Sud, nel tentativo di bloccare lo sviluppo nucleare e gli esperimenti missilistici del Nord, in cambio di aiuti per il Paese impoverito da alluvioni, siccitĂ e una disastrosa economia agricola. Nel 2008, l’attuale presidente del Sud, Lee Myung-bak, ha bloccato gli aiuti esigendo uno stop reale ai programmi nucleari del Nord. Nel marzo 2010, pochi mesi dopo la promozione di Kim Jong-un al comando militare, una corvetta militare della Corea del Sud, la Cheonan, è stata affondata provocando la morte di 46 marinai. Nel novembre 2010 il Nord ha bombardato un’isola sul confine fra le due Coree, ferendo decine di civili e causando la morte di un militare. Considerata un tempo il fiore all’occhiello della costellazione sovietica,

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nendo i rapporti. Mentre il Paese mostra i suoi muscoli con enormi parate militari ed esperimenti nucleari, la popolazione soffre per mancanza di cibo e del necessario per vivere. Si calcola che quasi due milioni di nordcoreani siano morti per fame. Ancora oggi la situazione è di vera emergenza. Sul lato dei diritti umani, la Corea del Nord si è sempre distinta per una repressione a tutto campo di ogni dissenso o critica ai leader. Nessuna religione è permessa se non l’adorazione del “padre della nazioneâ€?, Kim Il-sung, e di suo figlio Kim Jong-il. Nonostante ciò, nei mesi scorsi, per

la prima volta, vi sono state manifestazioni di critica, spinte proprio dalla miseria e dalla paura che salisse al trono Kim Jong-un, da tutti conosciuto come un sanguinario senza scrupoli. Corea del Sud e Giappone hanno indetto riunioni del loro Consiglio di sicurezza per affrontare la situazione. L’esercito di Seul è in allerta di emergenza. Una fonte vicina all’agenzia stampa Asianews racconta che la popolazione della Corea del Nord teme per la propria sopravvivenza. Due milioni di persone, infatti, rischiano di non sopravvivere all’inverno ormai alle porte.

3ULPR WLPLGR VHJQDOH GL GLVWHQVLRQH La Siria ha ďŹ rmato con la Lega araba l’accordo in base al quale permetterĂ l’accesso di “osservatoriâ€? con il compito di controllare la messa in opera da parte del governo di quel piano di pace della stessa Lega araba, che il 3 novembre Damasco aveva detto di accettare. Tra questi, secondo il piano, ci dovrebbero essere anche giornalisti esteri. Il ministro degli esteri siriano Walid al-Muallem (nella foto) si è preoccupato di sottolineare, co-

me riportato dalle agenzie di stampa ufďŹ ciali che è “una pura e semplice decisione nazionale, basata sugli interessi del popolo sirianoâ€?, mentre per gli oppositori del Syrian National Council “è solo una tatticaâ€? per evitare una condanna del Consiglio di sicurezza dell’Onu. L’opposizione fa riferimento al nuovo atteggiamento della Russia che in passato ha bloccato una mozione occidentale contro il regime di Bashar al-Assad. Una

presa di posizione contro Damasco è però giĂ arrivata dall’Assemblea che con 133 voti a favore, 11 contrari e 43 astenuti ha approvato una risoluzione che “condanna fermamente le continue, gravi e sistematiche violazioni dei diritti umaniâ€? compiute in Siria. Tra gli astenuti ci sono Cina e Russia. Alle novitĂ sul fronte internazionale fa da contraltare solo l’aumento delle vittime della violenza: solo nel giorno dell’accordo sono state 108.

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del rapporto “Welfare oggi?â€? . “In questo contesto il ďŹ nanziamento non va messo in discussione anzi bisogna pensare a come ottenere nuove risorse, ma è comunque necessaria una razionalizzazione che consenta di ďŹ nalizzare meglio le risorse a disposizione – afferma il sottosegretario –. Anche la riforma di un istituto come l’Isee è imprescindibile. Si tratta di un intervento importante, ma va chiarito che si tratta di una misura e non di uno strumento di politica

socialeâ€?. Guerra ha voluto poi speciďŹ care che “l’articolo 5 del decreto non è opera mia. Ma ho ottenuto che il decreto parta su iniziativa del Ministero. Sappiamo tutti che opereremo entro vincoli molto forti – aggiunge -. La mission numero uno del governo è spingere sul risanamento dei conti pubbliciâ€?. Il sottosegretario ha poi sottolineato di voler operare un cambiamento semantico, culturale e lessicale: “Non condivido termini come falsi invalidi, che danno l’idea di un

settore in cui ci sono solo abusi e sprechi. Solo vocaboli di disprezzo verso situazioni di sofferenza e bisogno e spostano l’attenzione verso una visione assistenziale. Preferisco parlare di politiche sociali e di persone come cittadiniâ€?. Per quanto riguarda i livelli essenziali ha affermato che si tratta di “prestazioni bloccate dall’idea del tutto o niente, il mio punto di vista è che sia necessario andare per processi anche lunghi. ma che abbiano un ďŹ neâ€?.

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2

ttenuta, come previsto, la fiducia alla Camera il governo Monti è ora al Senato per il dibattito e il voto sulla manovra cosĂŹ da centrare l’obiettivo dell’approvazione prima di Natale. Rispetto al varo del governo tecnico si è allargato il fronte parlamentare di chi è apertamente contrario al nuovo esecutivo. La novitĂ legata alla manovra finanziaria, infatti, è l’aggiunta all’opposizione della Lega di quella speculare dell’Italia dei Valori. Il partito di Di Pietro si è smarcato dai due maggiori partiti, Pdl e Pd, che votano con senso di responsabilitĂ , mentre l’appoggio piĂš deciso al governo chiamato a salvare l’Italia continua ad essere quello del “terzo poloâ€?. Nei giorni scorsi Giorgio Napolitano è tornato a far sentire la sua voce per proteggere Monti e i suoi ministri da chi sostiene che con l’esecutivo tecnico l’Italia abbia accettato una sospensione della democrazia. Al di lĂ di queste questioni, però, l’esecutivo ha raggiunto uno dei suoi primi obiettivi: quello di lanciare segnali precisi. Il primo è ovviamente per l’Europa e poi per i mercati, ancora nel quadro di una situazione di nervosismo diffuso. In un quadro confuso per il pilotaggio degli indirizzi politici dell’Unione, al passaggio di

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do anche gli effetti indotti, mentre il Paese ritorna in una fase recessiva. Diventa cosĂŹ sempre piĂš urgente quel secondo tempo della manovra che il governo peraltro ha annunciato da subito e dovrebbe dare fiato alla crescita e all’occupazione oltre che rispondere anche alle trasversali richieste di maggiore equitĂ e di efficacia piĂš mirata, che sono state annunciate e appunto si dovrebbero affinare strada facendo. D’altra parte dal governo, come dalla politica, non ci si può aspettare tutto. Ăˆ la societĂ italiana tutta, nella sua complessa articolazione, che deve trovare piĂš slancio, piĂš responsabilitĂ , piĂš efficienza, piĂš efficacia. Qui sta veramente il punto e i segnali continuano a essere contraddittori. Per questo è necessario continuare a investire sui valori e sui principi, questa sorta di investimento sociale disseminato che ĂŠ a rendimento sicuro. Ăˆ l’investimento educativo, che non a caso da qualche anno ormai è al centro dell’impegno della Chiesa italiana. Riprendere a scommettere, ad investire sull’educazione peraltro è anche al centro dell’Orizzonte 2020, che l’Unione europea ha lanciato con prospettiva decennale. PerchĂŠ l’impegno fondamentale nella crisi è sempre e prima di tutto sapere guardare oltre. E operare di conseguenza con serietĂ e determinazione.

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Viviamo questo Natale nel pieno di una crisi che non accenna a mollare la presa. Forse lo sconforto per le difďŹ coltĂ sta minacciando la speranza e l’attesa di un futuro migliore. Per questo ci importa che l’augurio natalizio di quest’anno vi giunga caloroso e intenso. In prima pagina trovate “Adorazione dei magiâ€? del Sassetta presente al Museo diocesano. L’umanitĂ che sembra aver smarrito il senso cristiano della vita alzi lo sguardo verso un cielo che ancora una volta

Le aziende ospedaliere bresciane chiudono il 2011 con importanti risultati. L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che premia gli ospedali italiani che curano patologie speciďŹ catamente al femminile ponendo la donna al centro del percorso diagnostico terapeutico, ha riconosciuto l’impegno delle aziende ospedaliere del Bresciano. Tre bollini rosa, il massimo del riconoscimento, sono andati agli Spedali civili di Brescia.

ci dona un Figlio. Quel bambino ci consola e ci stimola a camminare diritti verso il bene. La sua stella tracci la via perchĂŠ come i magi possiamo trovare il Salvatore. Cari lettori di “Voceâ€? a nome della direzione e del personale del Centro per le comunicazioni sociali e della Fondazione San Francesco di Sales vi auguro un buon Natale e felice anno nuovo. La prossima settimana il giornale non sarĂ nelle vostre case. TornerĂ il prossimo 5 gennaio. Auguri! (don Adriano Bianchi)

Due bollini sono stati assegnati invece agli ospedali di Desenzano, Gavardo e Manerbio che fanno parte dell’azienda ospedaliera della cittadina gardesana. Un bollino rosa, inďŹ ne, è stato assegnato di presidi di Chiari e di Iseo che fanno riferimento all’azienda ospedaliera Mellino Mellini di Chiari. L’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, nella deďŹ nizione degli ospedali da premiare, ha passato in rassegna tutte le strutture del Paese.

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/HWWHUD DSHUWD D *HV %DPELQR Caro GesĂš Bambino, è di nuovo Natale. Ricorderai certamente la poesia che il poeta-operaio Alberto Penna compose negli anni ’50 con questa appassionata invocazione: “O GesĂš! se un giorno Tu ritorni vieni a nascere nell’ofďŹ cina; sopra un maglio, la culla divina ti riscalda il calore dei forniâ€?. Qualcuno l’aveva anche musicata e la cantavamo in chiesa. Da molto tempo è sparita dal repertorio delle musiche sacre insieme alle ofďŹ cine di allora. Oggi abbiamo altri luoghi da offrirti molto piĂš invitanti. Potresti nascere in uno dei tanti centri commerciali, le nostre cattedrali. Pensa, nella nostra cittĂ ne avremo sei e presto saranno aperti 24 ore su 24. Almeno i barboni avranno qualche angolo in piĂš per ripararsi dal freddo: saranno i nostri barboni ďŹ rmati. Oppure, se vuoi un Natale alternativo, ci sono le discariche, cioè i terminali naturali delle cose usa e getta che si comperano nei centri. E che noi adoriamo. Mosè si scagliò contro il vitello d’oro. Se tornasse anche lui dovrebbe infuriarsi con i nostri idolipatacca che abbagliano i gonzi.

Ti consiglierei di evitare i Monti perchĂŠ di questi tempi promettono lacrime e sangue e quindi sanno piĂš di Calvario e VenerdĂŹ Santo che di Natale. Se, come penso, non hai prenotato evita gli alberghi perchĂŠ San Giuseppe potrebbe sentirsi dire: “No Alpitour? Ahi! Ahi!â€?. Personalmente ti vedrei bene in mezzo ai nuovi malati. Quelli che quando il dottore gli dice: “Faccia Aaaa‌â€?, rispondono: “Aaab...â€? perchĂŠ gli hanno declassato il rating. Quelli

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che: “Dottore, ho ingoiato una confezione di tachipirine, ma lo spread non si abbassaâ€?. Quelli che vanno dal dermatologo perchĂŠ gli fa prurito il Pil. Quelli che, come molti operatori ďŹ nanziari, vengono ricoverati a causa degli effetti collaterali provocati dall’uso e abuso dei titoli tossici. Quelli che sono stati feriti dalle lunghe “manovreâ€? che sono in corso da mesi e non ďŹ niscono mai. Quelli che sono pieni di lividi perchĂŠ hanno preso troppi Bot.

Potresti nascere all’Inps. Magari per l’occasione riaprono le ďŹ nestre che hanno chiuso, rendendo ancora piĂš difďŹ cile la respirazione ai piĂš fragili. Ma il piĂš grande scoop di tutti tempi lo faresti se nascessi durante una maratonissima televisiva intitolata “Dalla vigilia all’Epifaniaâ€?. Potrebbe iniziare con “La prova del cuocoâ€? per il cenone appunto della vigilia e ďŹ nire con l’arrivo dei tre Magi che potrebbero essere tre tecnici per non urtare

il governo oppure tre grandi evasori ďŹ scali oppure Bossi per la Padania, Alemanno per Roma ladrona e Lombardo per la Terronia (resta fuori la sinistra, ma è nella natura delle cose). Il clou sarebbe rappresentato dalla tua apparizione nel corso di una edizione straordinaria di “Porta a portaâ€?. Sai che lĂŹ sei stato preceduto da uno che emanava profumo di santitĂ . Noi ne sentiamo ancora l’odore. Alla ďŹ ne le offerte (penso a cifre da capogiro) potrebbero essere devolute alle banche che stanno passando, poverine, un brutto momento (ďŹ gurati noi). Insomma nasci dove preferisci, ma nasci perchĂŠ non siamo messi bene. Non è una novitĂ per noi uomini, deboli e presuntuosi. Se lo fosse non saresti mai venuto sulla terra. Sono certo che anche quest’anno non mancherai all’appuntamento. Semmai siamo noi che non ci facciamo trovare. Non stancarti di aspettarci. E scusami se ti ho scritto una lettera tra il serio e il faceto. Se non ridiamo un po’, non ci resta che piangere. A presto.


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Ăˆ in distribuzione per le festivitĂ natalizie "La Voce del Garda e Valsabbia", il mensile gratuito dedicato al territorio. In primo piano gli appuntamenti natalizi (mercatini, presepi e concerti). All'interno, sei pagine speciali sono dedicate al Comune di Gavardo: si parla di nuova biblioteca, nuova strada cavatori, del teatro, del neonato gruppo di Protezione civile, della Fondazione Valsabbia solidale e di tanto altro. L'assessore al

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Turimo della provincia, Silvia Razzi, presenta i dati del flusso turistico in merito al periodo estivo sul Garda. L'intervista di economia ha come protagonista Sante Bonomo, presidente del Consorzio Garda Classico. Nelle pagine culturali si può anche leggere il programma delle Sale della comunità (Desenzano, Odolo, Sabbio Chiese, Prevalle, Serle, Lonato, Villanuova, Ponte Caffaro). Lo sport, invece, affronta la storia

del Circolo Canottieri Garda Salò, la stagione sciistica del Gaver e, per quanto riguarda il calcio, un primo bilancio (andamento altalenante) della Feralpi Salò. Il mensile si può sfogliare gratuitamente online all'indirizzo www.lavocedelpopolo.it. Allo stesso indirizzo si possono sfogliare anche gli altri free press mensili: La Voce della Bassa Bresciana, La Voce della Valtrompia, La Voce di Brescia e La Voce della Franciacorta.

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on Fausto Gregori è parroco di Gianico soltanto da un anno e si considera ancora in fase di osservazione e studio del proprio gregge. Ha giĂ individuato però alcuni punti di forza della comunitĂ : il grande attaccamento alla “Madonninaâ€? (santuario della Madonna del monte) e una straordinaria “fiorituraâ€? di tanti gruppi di volontariato. Una cosa però risulta ancora difficile: unire il “fareâ€? con l’aspetto interiore, quello che si potrebbe definire “contemplativoâ€?. Anche qui si assiste a una sorta di “divorzioâ€? tra vita e fede. L’evangelizzazione è difficile. Spesso i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa inducono il brutto vezzo dell’apparire, la voglia dell’applauso, il gusto di sentirsi al centro del proscenio, sotto i riflettori. Ma don Fausto non si rassegna e titola l’articolo di fondo della rivista “Vita Nostraâ€?: “Rendiamo possibile l’incarnazione di GesĂš, oggiâ€?. Tra i concetti pregnanti, il parroco sottolinea: “Allora dovrò imitare GesĂš vivendo i suoi insegnamenti e cioè incarnarsi, amando l’umanitĂ odierna con i suoi pregi e fragilitĂ , per renderla migliore, costruendo la civiltĂ dell’amoreâ€?. E ancora: “Oggi tocca a noi diventare missionari, testimoni del suo amore gratuito. Tocca a noi inserirsi nella realtĂ della famiglia, del fidanzamento, del lavoro, della sofferenza, della festa, del tempo libero,

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di Artogne: il tutto perfino in preparazione di un’eventuale, futura, erigenda unitĂ pastorale. I due paesi puntano sul valore della comunione di 5.745 anime. Un buon aiuto alla comunitĂ religiosa che sta in Gianico viene offerto dalle quattro suore Dorotee di Cemmo. “Occorrerebbe una formazione permanente che tutti i giorni, goccia dopo goccia, puntasse sulla realizzazione di un rapporto personale col Cristoâ€?. A questo proposito si potrebbe puntare sui Centri d’ascolto, o sulla nuova esperienza delle “Cellule vive di evangelizzazioneâ€?, o ancora su una sezione staccata valligiana del

corso di Teologia per laici del Seminario diocesano. La parrocchia di Gianico ha la fortuna di avere due studenti che si preparano al sacerdozio: uno in ginnasio e uno in teologia. Un motivo per ben sperare che altri giovani seguano questo cammino. Presso il teatro parrocchiale è in allestimento la 20ÂŞ mostra dei presepi e si pensa anche a una replica del presepio vivente (settima edizione), perchĂŠ contemplando il mistero del Dio che si fa uomo si rifletta con don Fausto: “A noi, come a Maria è chiesto di dire di sĂŹ allo Spirito Santo. Siamo pronti a rendere tale servizio al mondo, oggi?â€?.

,O QR UHLWHUDWR DOOD GLVFDULFD Il 15 dicembre si è tenuta l’audizione dei sindaci di Castegnato, Ospitaletto, Paderno e Passirano, voluta dagli stessi per ribadire la loro contrarietĂ all’ipotesi della discarica a Bosco Stella. “Sin dal 2006, da quanto è stato avviato l’iter per realizzare un impianto di smaltimento – ha espresso il primo cittadino di Castegnato Giuseppe Orizio (nella foto) –, abbiamo ribadito il nostro no, in quanto abbiamo giĂ dato e anche molto: il territorio è per

il 4% utilizzato per cave e discariche che hanno creato una serie di problemi ambientali, mentre continuiamo a contribuire per la salvaguardia ambientale, con la drastica riduzione dei riďŹ uti da conferire nelle discariche, il teleriscaldamento, la centrale di cogenerazione e il fotovoltaicoâ€?. L’idea presentata in Provincia è quella di optare per un riutilizzo “virtuosoâ€? dell’area degradata incentivando la creazione di un parco dell’energia

dedicato al sistema integrato di produzione di energia da fonti rinnovabili e pulite ad alto contenuto innovativo e tecnologico, mediante l’installazione di uno o piÚ impianti integrati, con l’installazione di pannelli solari/serre all’interno dell’area depressa creando un sistema di auto-alimentazione e di facile collegamento, grazie alla vicinanza delle linee Terna e alla piattaforma del sistema industriale a cavallo tra Castegnato e Ospitaletto.

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amicizia, i volontari festeggiano l’arrivo del nuovo anno con i senza tetto e gli emarginati della nostra cittĂ . L’invito è aperto a tutti: i partecipanti dovranno portare qualcosa da condividere; dato che la festa sarĂ all’aperto, si consiglia un abbigliamento pesante, adeguato. Lo scopo della proposta è avvicinare la gente a chi è nel bisogno e far capire cosa signiďŹ ca stare con loro. L’associazione Camper emergenza opera costantemente nell’ambito della povertĂ ed emarginazione

offrendo qualcosa da mangiare e delle bevande calde alle persone piĂš povere che vivono sulla strada. “Il camper – spiega il responsabile Romano Damiani – esce la sera, con la disponibilitĂ a incontrare coloro che vivono per strada. L’incontro, mediato dall’offerta di prime necessitĂ , intende dare un volto umano all’emarginazione. Chi esce con il camper intende corrispondere alla propria necessitĂ di esprimere una nota caratteristica del Vangelo e un diverso livello di civiltĂ , che

si fonda sul riconoscimento della comune dignitĂ e si traduce in accoglienza e ospitalitĂ â€?. Camper non lavora da solo, ma ha stretto legami con altre realtĂ per realizzare una rete di primo aiuto nel territorio cittadino. L’Associazione sta cercando nuovi volontari per il servizio in strada alla sera oppure per la mensa domenicale “Vieni a pranzo con noiâ€?. Per info, www. camperemergenza.org oppure contattare Romano Damiani (338/1939313). (a.t.)

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ei giorni scorsi 11 studenti dell’Istituto “G. Pastoriâ€? hanno ricevuto l’attestato di partecipazione al progetto “Io ho scelto la Protezione civileâ€?, promosso dal medesimo servizio del Comune di Brescia e rivolto agli allievi delle scuole superiori della cittĂ . Tale progetto in origine prevedeva il coinvolgimento di piĂš istituti, ma ragioni logistiche, quali gli spostamenti dei ragazzi, hanno indotto a sceglierne uno, con l’intenzione di renderlo itinerante nei prossimi anni. Dopo una prima fase, che ha visto il contatto con i contenuti della Protezione civile, cui hanno aderito circa 700 studenti del Pastori, ne è seguita una seconda, frequentata da chi aveva mostrato piĂš interesse alle tematiche proposte, in cui si è riflettuto sul perchĂŠ di una scelta, accompagnata dall’analisi dei possibili rischi del territorio. Successivamente vi è stato il contatto diretto, sulle diverse specificitĂ dei gruppi di volontariato, coordinato dal responsabile del Servizio ProCiv Giammarco Pilia

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suetudine in ogni settore della societĂ civile giapponeseâ€?. â€œĂˆ emerso nei ragazzi il senso di condivisione che spesso manca – ha sottolineato l’insegnate del Pastori che ha seguito il progetto Edvige Santus – perchĂŠ il volontariato, come arte del dono, è una missione che ha solo bisogno di essere stimolata per brillare in ognuno di noiâ€?. “Dei 700 ragazzi che hanno seguito la prima fase, nel maggio scorso – ha detto Chiara Comincini – siamo arrivati a oggi, con i riconoscimenti a chi ha concretamente operato la scelta di arrivare fino in fondoâ€?. “Inizialmente abbiamo chiesto agli istituti di partecipare – ha detto Giammarco Pilia –, ora sono le scuole che richiedono di aderire e questo, per tutti coloro che si sono impegnati e hanno lavorato al progetto, è un motivo di orgoglioâ€?.

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8QD UHWH VHPSUH SL DPSLD VXO WHUULWRULR Dopo il primo dei cinque anni di mandato, l’Asl di Brescia ha redatto un primo bilancio di quanto fatto e dei futuri programmi. Lo ha fatto il direttore generale Carmelo Scarcella (nella foto), affiancato dagli omologhi sanitario, sociale e amministrativo Francesco Vassallo, Anna Calvi e Pier Mario Azzoni. “Ci piace fornire alcune indicazioni numeriche relative al 2011 – ha detto Carmelo Scarcella – solo per cercare di dare un’idea di quanto l’azienda abbia profuso sul piano logistico: 1.654 dipendenti, di cui 610 in cittĂ e 1.044 sul territorio, distribuiti nella 94 sedi e presidi complessivi, che hanno percorso 3,7 milioni di chilometri. L’Asl è una realtĂ fatta di contatti, attraverso i quali sono state superate criticitĂ non indifferenti, quali le complesse situazioni sul piano ambientale – ha illustrato Scarcella – che hanno visto S. Polo e le problematiche connesse a quest’area in primo piano. A questa vanno aggiunte le tematiche riguardanti il superamento di molti gradini di ordine burocratico, gli interventi in ambito preventivo, cui affianchiamo quelli di ordine veterinario. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza la collaborazione con molti soggetti operanti sul territorio. Abbiamo prodotto un’ampia reportistica relativa ai vari campi d’azione, rivelatasi utile non solo per comparazioni territoriali all’interno, ma anche quali strumenti utilizzati all’esterno come esempi da seguire. Uno dei campi di lavoro del 2012 – ha proseguito Scarcella – sarĂ il progetto ‘Matrice’, che prevede la produzio-

ne di banche dati che consentano la lettura delle cronicitĂ , in cui Brescia sarĂ di riferimento per la Regione e che vede coinvolte anche Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Veneto. Un altro progetto, dei molti, che ci vedrĂ protagonisti – ha continuato Carmelo Scarcella – è il Cricorm, che ci vedrĂ capofila nella comunicazione in situazioni di emergenza sanitariaâ€?. (fr.a.)

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recuperarne l’identitĂ â€?, ha spiegato Luciano Bulgari, coordinatore del Club del territorio, che, insieme ad Antonio Maggi, presidente della Fondazione Dolci, e Attilio Rossi, responsabile del Centro culturale Il Chiostro, è tra i curatori della mostra. Don Amerigo Barbieri, parroco di San Giovanni, sottolinea il carattere di collaborazione tra diverse associazioni, che rappresenta “un bel modo di fare la cittĂ â€?. Eros Pedrini, figlio di Mario, l’autore del plastico, scomparso nel

febbraio 2010, ricorda che il padre nutriva un forte attaccamento verso i quartieri storici della cittĂ e aveva iniziato a realizzare modelli in scala 1:100 dei monumenti principali, partendo dalla chiesa del Carmine (nella foto), della quale riprodusse nei dettagli persino il coro ligneo e gli altari interni, fino a ricostruire, utilizzando il cartone, l’intero quartiere. Negli anni successivi costruĂŹ il modello di Piazza della Loggia e iniziò quello del Duomo Nuovo. “Il plastico, sebbene sia

un lavoro eccezionale, è stato esposto una sola volta nella chiesa del Carmine, dove fu danneggiato. Per questo Pedrini era restio a concedere la sua opera, che merita di essere vista da un maggior numero di personeâ€?. La mostra è aperta tutti i giorni fino all’8 gennaio dalle 9.30 alle 11.30 e dalle 15 alle 18, domenica e festivi dalle ore 10.30 alle 12.30, apertura pomeridiana il 25 dicembre e l’8 gennaio. L’ingresso è libero, l’entrata è da contrada San Giovanni 8. (a.g.)

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ottobre 2008 (dopo essere stata ospite per circa un anno) mi è stato proposto di fare l’ospite custode, che vuole dire avere un lavoro e una situazione di sicurezza migliore e essere in regola con l’amministrazione italiana, poichĂŠ quando sono arrivata a casa Ozanam ero clandestina, e questa offerta mi ha veramente risuscitato in tutti i sensi anche se è da quando sono entrata nella Casa che mi sento rinataâ€?. Il ruolo della San Vincenzo a Brescia oggi è quanto mai attuale e testimonianze come questa (scritta da un’ospite di Casa Ozanam) sono esemplari. La San Vincenzo opera con i gruppi di base, denominati Conferenze, distribuiti sul territorio cittadino e della provincia, opera a favore delle famiglie che versano in stato di bisogno. Nell’anno 2010 ha aiutato oltre 4200 le persone con erogazioni pari a circa 300mila euro. Nelle due Case di accoglienza (Dormitorio maschile e Casa Ozanam) vengono ospitate persone in difficoltĂ e senza fissa dimora garantendo ascolto e accompagnamento. La permanenza varia a seconda della necessitĂ , in un cammino di recupero personale verso l’autosufficienza e il dignitoso reinserimento nel contesto sociale. Ogni anno si contano circa 22.500 presenze e vengono distribuiti 39mila pasti con il coinvolgimento di oltre 200 volonta

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ma queste storie hanno un denominatore comune, parlano di persone che la San Vincenzo, con la sua vocazione, che non si ferma all’emergenza, ma cerca una relazione amicale, ha aiutato a ritrovare speranza nel futuro e fiducia in se stesse oltre che nel prossimo. “Credo sia difficile – spiega Giuseppe Milanesi, dal febbraio 2010 presidente della San Vincenzo di Brescia – fare statistiche, ma sicuramente esiste una moltitudine di persone, che erano allo sbando o che sembravano perdute, che sono tornate soggetti attivi nella societĂ . Molte rimangono a contatto con la San Vincenzo, alcune diventano volontariâ€?. La drammatica congiuntura economica non risparmia nessuno. “Vicine a noi – continua Milanesi – ci sono tantissime, troppe, persone che si trovano in condizioni di grande precarietĂ . Una giovane donna con un contratto a progetto che rimane incinta; un uomo di 50 anni la cui azienda chiude e si trova senza lavoro (e spesso, in breve tempo, anche senza famiglia); una persona di mezza etĂ che si separa dal coniuge (e spesso, in breve tempo, rimane anche senza lavoro). Gente che non ti aspetti vive sulla soglia della povertĂ e la passa per un nulla, un imprevisto o l’impossibilitĂ , l’incapacitĂ , di gestire uno stile di vita quotidiano esigente. Come dicono molti esperti oggi il problema non sono tanto gli ultimi quanto i penultimiâ€?.


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e Soprintendenza) ancora nella primavera 2009 e senza ricevere risposte, prima ancora che il progetto della Loggia prendesse forma. Animato dalla passione per una città a misura d’uomo e accompagnato dalle conoscenze storiche, Frassine ha proposto un intervento meno invasivo e, soprattutto, meno costoso inserito nella parte superiore della galleria Tito Speri (nella foto), con l’accesso dalla prima curva della salita da via San Faustino; questa soluzione

permetterebbe, abbassando al massimo la zona centrale, di ricavare due piste ciclabili e due marciapiedi protetti dai gas di scarico e dal rumore. L’aria, prelevata dalle gallerie laterali esistenti, impedirebbe l’entrata dei fumi dagli imbocchi. Il marciapiede e la pista del lato ovest comunicanti con la contrada S. Chiara; quelli del lato est col Castello; entrambi ovviamente col parcheggio. In verità il professore ha ricevuto ascolto da Brescia Mobilità , che

sembra però aver bloccato l’analisi del progetto di fronte ai numeri: il parcheggio cosĂŹ proposto avrebbe 222 posti auto contro i 600 previsti dall’amministrazione. Resta, comunque, aperto il dibattito se, in un cittĂ che corre verso la metropolitana, resti una prioritĂ un parcheggio nel centro della cittĂ . Fra le proposte avanzate, anche quella di scavare la fossa a ovest di via Turati per ripristinarne il livello originario e una pista ciclabile che sfrutta i canali del ďŹ ume Garza.

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ra bilanci, inaugurazioni e progetti di sviluppo per un’istituzione cara alla cittĂ . Nel tradizionale incontro di fine anno Enrico Broli, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Poliambulanza, ha snocciolato dati su passato, presente e futuro dell’istituto ospedaliero con sede in via Bissolati. “Nel corso del 2011 sono entrati in funzione due nuovi importantissimi servizi: il Centro di radioterapia Guido Berlucchi e l’UnitĂ di medicina nucleare. Il riscontro immediato di queste attivitĂ , realizzate con il contributo della Regione Lombardia e della Fondazione Berlucchi, è la migliore conferma della bontĂ dei progetti condivisi con l’Asl. E oggi inauguriamo il nuovo Centro di endoscopia digestiva che ci consente di fare un deciso salto di qualitĂ in un settore di cruciale importanza nella diagnosi e nella cura delle malattie gastro-enterologicheâ€?. Intanto è proseguito il processo di accorpamento dell’ospedale S. Orsola in Poliambulanza. “Entro febbraio si integreranno le UnitĂ di ostetricia, Ginecologia e pediatria dei due ospedali. Grazie a questa operazione potremo disporre di un unico punto nascita, adeguatamen-

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nella zona nord, vicino al nuovo ingresso del Pronto soccorso, che sarà spostato su via Don Pinzoni per migliorarne l’accessibilità �. Altri interventi, la costruzione del nuovo ingresso/sala convegni e della nuova piastra per l’ampliamento del blocco operatorio, attendono, per poter partire, le necessarie autorizzazioni. La soddisfazione per i risultati ottenuti, dal punto di vista clinico e gestionale e gli importanti progetti avviati, non fanno perdere di vista il progetto voluto dalla Congregazione delle Ancelle della Carità e

condiviso con l’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore, la diocesi di Brescia e la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza di Verona, nota come Opera don Calabria, con la creazione della Fondazione Poliambulanza: un moderno ed efficiente esempio di sanitĂ per ‘malati acuti’, gestito con la esplicita finalitĂ non-profit e di solida matrice cattolica. “Per fare un buon ospedale – ha sottolineato il vescovo Luciano Monari – occorrono medici motivati, non solo bravi. Medici che sappiano agire seguendo un impulso che viene da Dio. La Poliambulanza è una istituzione dove opera l’amore di Dio, che sa creare a favore della vita dell’uomoâ€?. “La Fondazione Poliambulanza – ha affermato madre Gabriella Tettamanzi, superiora generale delle Ancelle – è una realtĂ sanitaria senza scopo di lucro che, nello spirito di solidarietĂ cristiana dei quattro fondatori, opera al fine di garantire la miglior risposta alle esigenze di cura, di conforto e di assistenza dell’ammalatoâ€?. “Anche noi – ha ribadito fratel Mario Bonora, superiore generale dell’Opera don Calabria – abbiamo un santo fondatore, San Giovanni di Dio, che ispira la nostra presenza nel comparto sanitarioâ€?.



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Lo scorso anno è stato prodotto dalla “Sheva collectionâ€? – una casa discograďŹ ca inglese – un apprezzatissimo cd inciso con il suo “Trio baroccoâ€?: oltre 6.000 le copie vendute. La novitĂ di quest’anno è il nuovo cd come solista dedicato al grande Kantor di Lipsia – J. S. Bach intitolato “J. S. Bach Grosse Orgelwerkeâ€? edito dalla prestigiosa casa discograďŹ ca francese “Fugattoâ€?, da sempre in prima linea sul mercato mondiale

per la realizzazione di cd e dvd dedicati all’organo, per il quale Ronda ha scelto alcune tra le piĂš grandi opere rappresentative dell’arte bachiana da immortalare in una mirabile e intuitiva interpretazione per tutti. L’organo scelto è il monumentale Tamburini-Bonato del prestigioso Duomo di S. Lorenzo in Abano Terme – in provincia di Padova. L’organo si compone di circa 80 registri disposti su tre manuali

e pedaliera. Tornando al cd di Bach, la critica internazionale non ha esitato a scrivere nell’immediato recensioni assolutamente lusinghiere; solo per citare alcune fonti: la Bbc e varie riviste di alto prestigio hanno scritto delle recensioni positive, dalla Nuova Zelanda, Germania, Austria, Svizzera, Francia, Gran Bretagna. Per Borgo San Giacomo è un onore poter contare sul poliedrico talento del suo musicista.

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bitare in campagna: dalla villa romana alla cascina lombardaâ€? è il tema del convegno nazionale organizzato da Fondazione CiviltĂ Bresciana e svoltosi dal 15 al 17 dicembre tra Brescia e Borgonato di Corte Franca. L’importante appuntamento ha visto alternarsi numerosi relatori provenienti da diverse universitĂ italiane e fondazioni che, con le proprie ricerche, hanno contribuito a dare uno sguardo pressochĂŠ completo sull’abitare in campagna. Nella giornata inaugurale, svoltasi presso l’aula magna dell’UniversitĂ cattolica di via Musei, gli interventi si sono concentrati su alcuni aspetti della storia antica e medievale, con l’analisi delle epigrafi e delle strutture emerse dagli scavi archeologici. Negli interventi di Roberto Bellini, Simona Gavinelli e Gabriele Archetti è stata riservata una particolare attenzione ai documenti d’archivio di etĂ medievale che parlano della vita in campagna, delle abitazioni e delle norme che la regolano. La seconda giornata di studi ha visto molteplici approfondimenti su edifici rustici esistenti, dal Medioe-

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ispirato ai borghi rurali ed esposto da Michele Busi, è costituito dai villaggi Marcolini, sorti alle porte della cittĂ ma profondamente legati a tipologie architettoniche e valori sociali, che nel boom industriale, non potevano che trovare le loro radici in campagna. L’ultima giornata si è svolta nel suggestivo palazzo Lana a Borgonato, sede dell’azienda Guido Berlucchi. Oltre all’architettura e alle indagini archeologiche dell’edificio, è stata presentata la storia della famiglia Lana, residente nell’omonima dimora, tramite i copiosi documenti d’archivio studiati da Giovanna Gamba. In questa occasione sono stati esposti i risultati di una prima ricognizione sulla cartografia storica di etĂ moderna. Le tre giornate di studio si sono rivelate di fondamentale importanza per futuri progetti di salvaguardia, recupero e valorizzazione dei territori rurali.

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&DOD LO VLSDULR VXO GHO WHDWUR %RQRULV Cala il sipario sul 2011 anche per il Teatro Bonoris di Montichiari, pronto a offrire nuovi momenti culturali e ricreativi per l’anno che andrĂ a breve ad aprirsi: l’ultimo appuntamento in programma prima delle festivitĂ natalizie è il tradizionale concerto della Banda cittadina Carlo Inico che si terrĂ venerdĂŹ 23 dicembre alle ore 21. Non mancheranno musiche classiche e moderne, eseguite con la consueta professionalitĂ dai validi interpreti del sodalizio; il concerto è a ingresso gratuito, ma è obbligatoria la prenotazione. Molto nutrito è il cartellone previsto per il mese di gennaio: si parte domenica 8 alle 17 con uno spettacolo della Rassegna dialettale dal titolo “PecĂ vec, penitensi noviâ€? portato in scena dalla Compagnia “I Cumediantâ€? di Levate (Mantova) (ingresso 6 e 4 euro). VenerdĂŹ 13 alle 21 sarĂ , invece, la volta della musica con una Rassegna coristica che vedrĂ l’esibizione di diversi cori appartenenti all’Usci (ingresso 8 e 5 euro). La Rassegna concertistica CittĂ di Montichiari farĂ , invece, il tris: domenica 15, infatti, tocca ad alcuni allievi del Conservatorio di Mantova, il 22 a quelli di Padova e il 29 ai musicisti del Conservatorio di Vicenza (l’orario dei concerti è alle ore 17 e tutti gli ingressi sono liberi). La grande prosa farĂ capolino al Teatro Bonoris venerdĂŹ 20 alle 21 con “La bisbetica domataâ€? di William Shakespeare, a opera della Compagnia teatrale “I Salamanderâ€? di Genova (ingresso 16 e 12 euro). Sempre la prosa sarĂ protagonista con l’ulti-

mo spettacolo del mese di gennaio, in programma venerdĂŹ 27 alle 21 con “Questa sera si recita Pirandelloâ€?: in questo caso a esibirsi sul palcoscenico del teatro monteclarense sarĂ la compagnia teatrale bresciana dei Guitti (ingresso 16 e 12 euro). Per informazioni si può chiamare il botteghino del teatro al numero 030/961115 o teatrobonoris@virgilio.it. (f.m.)

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œœƒÂ?‘ ‡ŽŽƒ ƒ Â?‡‘Â?ƒ–ƒ ”‘ ‘…‘ ° ‰‹Â? ƒŽ Žƒ˜‘”‘ Ad Azzano Mella è nata una nuova associazione: la “Pro Loco Azzano Mellaâ€?. Presieduta da Maria Grazia Bignotti, questo neonato sodalizio, che conta giĂ 150 iscritti, approďŹ ttando delle festivitĂ natalizie si è giĂ messo al lavoro con una bella proposta culturale. Si tratta del primo concorso memorial Prestini Ottavio, presentato la scorsa domenica nello Showroom Alex Color. L’iniziativa artistica, dedicata alla pittura, ha come tema: “La terra bresciana: le

sue ďŹ gure e i suoi personaggiâ€?. In esposizione diverse opere di artisti locali e non che rimarrĂ aperta al pubblico ďŹ no al 6 gennaio con i seguenti orari di apertura: dal 19 al 23 dicembre, dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18.30; il 25 e 26 dicembre, 3, 4, 5 gennaio, dalle 16 alle 20. La cerimonia di premiazione delle opere migliori è in programma il 6 gennaio alle 17. A premiare gli artisti sarĂ presente l’artista Domenico Gabbia, originario di Azzano Mella, noto pittore operante oggi

a Brescia. Contemporaneamente all’esposizione del Concorso Prestini Ottavio, la Pro Loco, in collaborazione con le Botteghe di Azzano, propone una mostra itinerante per i negozi del paese. Ogni artista esporrĂ una o piĂš opere (fuori concorso) che i visitatori potranno ammirare seguendo un “percorso d’arteâ€?. “La Pro Loco Azzano Mella – riferisce la presidente Bignotti – è una associazione che nasce perchĂŠ non vada disperso il patrimonio

culturale, storico, artistico, enogastronomico del paese. Nasce per custodire la storia della comunità , con attenzione alla tutela e alla valorizzazione degli usi e costumi, del linguaggio, delle tradizioni e per salvaguardare, promuovere e trasmettere le conoscenze delle tipicità locali, dell’artigianato tradizionale, dei vecchi mestieri. L’associazione – conclude la presidente – opera con l’intento di promuovere la vita collettiva�. (mtm)

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rovate a immaginare la scena: in un negozio di alimentari la gente, dopo aver fatto la spesa, ne lascia una parte nel carrello e prosegue tranquillamente per le proprie commissioni. Sbadataggine? Nient’affatto, è semplicemente quanto avvenuto nei giorni scorsi a Urago d’Oglio, dove l’amministrazione comunale ha lanciato l’idea di “Carrello amicoâ€?. Si tratta di un’iniziativa di solidarietĂ promossa in collaborazione con i commercianti e i negozi di alimentari del paese, per raccogliere beni e viveri. L’idea è semplice: i clienti sono stati invitati, al momento della spesa, a lasciare una parte di ciò che hanno comprato in un carrello predisposto per l’occasione. Il modello è quello giĂ sperimentato su scala nazionale con successo da alcuni anni dal Banco Alimentare. Il contenuto, una volta terminata la raccolta, è stato raccolto dal Comune che provvederĂ a destinarlo alle famiglie bisognose del paese: si tratta in prevalenza di generi alimentari non deperibili, particolarmente adatti a quanto richiesto. Raccogliendo i pareri dei vari negozianti si è notato come la raccolta sia stata particolarmente apprezzata. â€œĂˆ il primo anno che questa iniziativa viene messa in atto – afferma la titolare di un negozio di ortofrutta –

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ziativa e aderiscono di buon grado, riempiendo in breve tempo i contenitori preparati dai commercianti. “La gente di Urago d’Oglio aderisce sempre volentieri a questo tipo di iniziative – è il commento della titolare – e anche in questa occasione non si fa eccezioneâ€?. Buona la prima, insomma, per un gesto di solidarietĂ concreta, capace in questo tempo di crisi sempre piĂš graffiante di guardare anche ai bisogni di chi ci sta accanto. Questo infatti è il pensiero dell’assessore ai Servizi sociali e vicesindaco Luca Squarzoni Balestra, ideatore di “Carrello amicoâ€?, che si esprime in questi termini: “Siamo partiti dal dato di fatto che mancano risorse per i servizi sociali e che anche il mondo del volontariato non riesce a rispondere totalmente ai bisogni sempre crescenti. Perciò ci siamo attivati per un’azione mirata, che potesse affiancare il lavoro di associazioni come Caritas o il centro Auxilium. Ăˆ un aiuto concreto che si fa nel territorio per il territorio, un esempio se vogliamo di glocalizzazione. A questo proposito è fondamentale il coordinamento del Comune, sia per la privacy delle famiglie che verranno aiutate sia per coordinare, controllare e verificare le distribuzioni in modo da evitare sprechi. Ăˆ infine un modo per sensibilizzare le persone sulla realtĂ della crisi, è necessario far riflettere anche chi donaâ€?.

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P iĂš f o rte L GH, piĂš f o rti i No stri Territo ri. Per garantire uno sviluppo piĂš sereno al nostro territorio, occorre condividere con forza e passione le eccellenze, le tradizioni e le esperienze. Ecco perchè Cogeme Rovato, SCS Crema, Aem Cremona, Astem Lodi e Asm Pavia hanno dato vita a Linea Group Holding, un grande Gruppo, dedicato ad offrire ai propri p p clienti alti livelli di qualitĂ nei settori di acqua, gas, energia elettrica, ambiente nte e telecomunicazioni. I suoi numeri parlano chiaro: Lgh è tra i primi cinque operatori a livello nazionale nale nella gestione dei riďŹ uti con circa 1.000.000 di tonnellate gestite ed è ormai vicina al traguardo di un miliardo di Kw/h di energia elettrica provenienti da fonti rinnovabili. In piĂš, distribuisce e vende circa rca 500 milioni di m3 di gas e 14 milioni di m3 di acqua e produce e distribuisce calore per circa 180 GWh. lla Oltre 100 milioni di euro sono gli investimenti nel triennio 2008-2010, tradotti nella realizzazione di opere pubbliche e nella crescita costante dei servizi ai cittadini: valori concreti, per dare al nostro territorio le migliori prospettive.

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Š‹ƒ”‹ ƒ Â?‹•–‡”‹‘•ƒ •–‘”‹ƒ †‡ŽŽƒ …Š‹‡•ƒ †‹ ƒÂ? ‘……‘ “La Chiesa di San Rocco in Chiari. Primi studi e ricercheâ€? è il libro curato da don Giuseppe Fusari, edito dalla Compagnia della Stampa Massetti Rodella e presentato domenica 18 dicembre nel salone marchettiano di Chiari. Dopo il saluto dell’editore, dell’assessore alla Cultura Senici, di mons. Verzeletti e degli architetti Ercolini e Maffeis, incaricati del progetto per il restauro conservativo della facciata, la parola è passata all’autore del volume. “Bisogna

fare delle ipotesi, delle congetture, parlare di possibilitĂ â€? ha esordito Fusari spiegando la difďŹ coltĂ di reperire documenti, causa, si legge nel capitolo dedicato alle origini, “il quasi totale naufragio delle carte riguardanti la storia della piccola chiesa‌.â€?. Ancora oggi il tempio dedicato al culto del Santo taumaturgo protettore degli appestati, resta un mistero che ne accresce e ne mantiene intatto il fascino nonostante lo scorrere degli anni, o meglio, dei secoli.

Sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, che l’origine dell’ediďŹ cio fosse un ospedale o lazzaretto, con un portico aperto verso la seriola, e solo successivamente trasformato in chiesa. Anche il rapporto con l’acqua, nella storia del tempio, ha un ruolo importante e non chiaro, ma che secondo Maffeis andrebbe approfondito. Il volume, corredato da molte fotograďŹ e, ripercorre a partire dalla ďŹ ne del Cinquecento, le fasi dei vari rimaneggiamenti e riletture subite dalla chiesa e che

ne hanno aumentato la difďŹ coltĂ di lettura storica. Le fonti alle quali l’autore ha attinto sono l’archivio parrocchiale, l’archivio comunale e il testo di G.B. Rota e L. Rivetti. Il volume è il primo tentativo di fare chiarezza attorno alla chiesetta, amata dai clarensi e in particolare dai volontari amici di San Rocco, associazione nata nel 1996 e impegnata nel portare a compimento il percorso di restauro avviato in passato di questo misterioso pezzo di storia. (c.m.)

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all’editto di Saint-Cloud in avanti la storia si ripete: le leggi che si occupano dell’ambito funebre hanno sempre costituito un argomento delicato, poichĂŠ mettono a confronto le corde piĂš profonde della pietĂ e sensibilitĂ umana con esigenze di carattere pratico. A questo proposito è notizia di questi giorni a Chiari l’ordinanza del sindaco Sandro Mazzatorta che si occupa dei cortei funebri, autorizzando solamente quelli dalla chiesa parrocchiale al cimitero. Non sarĂ piĂš possibile, pertanto, continuare con l’abitudine, molto sentita dalla gente, di accompagnare in corteo il feretro dalla casa fino all’edificio sacro: il motivo di tale scelta va ricercato nell’aumento del traffico urbano nella cittadina della Bassa, che non consente piĂš in queste occasioni un’adeguata tutela e sicurezza. Alla decisione sono arrivati di concerto Comune, Polizia locale e parrocchia, che hanno convenuto su alcuni direttive che d’ora in poi avranno valore ufficiale. Il tra-

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avvenuta in completo accordo con la Parrocchia e simili disposizioni siano giĂ in vigore nei centri urbani di grandi dimensioni, la decisione non ha mancato di suscitare tra la gente qualche perplessitĂ e polemica. Getta però acqua sul fuoco il prevosto di Chiari, mons. Rosario Verzeletti: “Dopo un iter di un anno, abbiamo condiviso l’ordinanza, constatando le difficoltĂ create al traffico quando il corteo si sposta su strade ad alta percorrenza: Chiari ha dimensioni e ritmi cittadini che non si possono ignorare. Certo, la tradizione del corteo è molto sentita, ma sarĂ mantenuta nel percorso verso il cimitero, con il dovuto raccoglimento. Ci siamo confrontati anche con i fedeli e, se anche c’è stata qualche perplessitĂ , i riscontri sono generalmente positiviâ€?.

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/H QRYLWj H L GLYLHWL SHU LO FRPSDUWR DJULFROR Per quanto riguarda l’ambito agricolo, dall’1 gennaio 2012 entrerĂ in vigore il nuovo Programma d’azione regionale che definirĂ le prossime direttive per il comparto. Tra i temi piĂš importanti, l’attuazione nel nostro territorio della deroga alla ormai conosciutissima “Direttiva nitratiâ€?, vale a dire la normativa europea che fissa i livelli massimi di azoto, contenuto nei reflui animali, consentiti per ogni ettaro di terreno coltivabile. Dopo che le rilevazioni nel nostro territorio avevano mostrato livelli di gran lunga superiori a quelli fissati in sede Ue, causando una diffusa preoccupazione tra gli allevatori sulla possibilitĂ di adeguarsi a quanto stabilito, il 3 novembre scorso è stata concessa una deroga: da 170 kg per ettaro si è passati infatti a un limite di 250 kg per le aziende che ne faranno richiesta. PoichĂŠ però l’adesione a tale possibilitĂ comporta un certo iter, da completare entro il 15 febbraio 2012, è stato organizzato a Orzinuovi nella serata di mercoledĂŹ 28 dicembre un incontro preparatorio. Presso la Sala Belvedere della Rocca di San Giorgio a partire dalle 20.30 si discuterĂ del “Nuovo Programma d’azione, le novitĂ , i divieti e le deroghe nitratiâ€?. I lavori saranno aperti dal sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti con un intervento intitolato “Un impegno comune per affrontare la direttiva nitratiâ€?. A seguire vi sarĂ la relazione tecnica di Mario Braga, consigliere di Ersaf Lombardia, l’ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. Si occuperĂ pertanto di illustrare le novitĂ normative della Direttiva nitrati in

particolare per quanto riguarda la deroga alla quantitĂ massima, i periodi nei quali lo spandimento di liquami è consentito o vietato e l’adeguamento degli impianti di stoccaggio. L’incontro si propone come obiettivo quello di contribuire alla collaborazione con le organizzazioni agricole, gli imprenditori, i contoterzisti e i tecnici agricoli, per favorire da parte loro la migliore attuazione e gestione delle novitĂ .

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Ăˆ ufficiale: al Maniva da venerdĂŹ 23 dicembre ripartono gli impianti di sci. Una bella notizia per tutti: sciatori e operatori. Lo comunica la societĂ Maniva Ski. La nevicata di venerdĂŹ sera, aggiunta a quelle piĂš deboli precedenti ha portato sul territorio, per la gioia di tutti gli appassionati, tra i 25 e 30 centimetri di neve fresca: il calo di temperatura ha consentito di mettere in funzione in pieno l’impianto di innevamento

In preparazione al Natale sono stati predisposti una serie di appuntamenti e manifestazione culturali. L’assessorato alla Cultura ricorda che giovedÏ 22 dicembre, alle 20.30 presso la chiesa parrocchiale di Villa, la Banda Amica, con la partecipazione del coro Regina Coeli di Villa, delle corali parrocchiali di Carcina e Cailina, dei cori Torricella e Pendolina di Brescia, si esibirà nel tradizionale concerto di Natale.

artificiale e il panorama è splendido. Il risultato lo si vede nella fotografia pubblicata con la pista Barard. Gli sciatori troveranno tante novitĂ e migliorie: il grande parco snow-bord di 20 km quadrati sotto il Passo, lo skilift di raccordo tra la pista Maniva Zocchi e Persole-Dasdanino (2080 m), il nuovo ospitale chalet all’arrivo oltre 2000 e prezzi invariati per 40 km di piste a un’ora dalla cittĂ . (e.b.)

La mini banda ensemble Paideia, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura, propone, invece, per sabato 24 dicembre il “Natale in musicaâ€?. Sono previsti due appuntamenti: alle ore 15 presso la Villa dei Pini e alle ore 16 presso il C.R.H. “Firmo Tomasoâ€?. Si terrĂ , inoltre, sabato 24 dicembre, il suggestivo concerto itinerante nelle vie del paese della Banda Amica che al suono delle melodie natalizie allieteranno la giornata della vigilia.

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na delegazione composta da don Maurizio Rinaldi e don Giuseppe Rossi, parroci rispettivamente di MarchenoCesovo e Brozzo col sindaco Barbara Morandi e i concittadini Dante Fausti, Roberto e Angelo Gitti, è stata a Blinisht nel nord Albania per rendere gli onori a don Antonio Sciarra, 75 anni, abruzzese, missionario e parroco laggiĂš per 20 anni, in occasione della sua nomina a “Monsignore, prelato d’onore di Sua SantitĂ â€? nel 50° della sua ordinazione: un gesto di riconoscenza della Chiesa albanese per il suo straordinario impegno civile e religioso, interrotto solo da poco da problemi di salute. Don Antonio Sciarra è cittadino onorario di Marcheno dal 2010 ma si può dire che tutta la diocesi bresciana è legata a lui da un filo rosso di affetto e solidarietĂ . Quando la Caritas realizzò nel 1999 a Krajen, uno dei sette villaggi che costituiscono il comune albanese, un progetto per una scuola professionale da 1,5 miliardi di vecchie lire, approvato anche dalla Missione Arcobaleno nata in aiuto ai rifugiati kossovari, lui ne fu il riferimento. Responsabile della Ca-

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e i marchenesi sono tornati laggiĂš a dare una mano per l’avvio delle diverse iniziative. Momenti intensi, tra gli altri, sono stati la visita delle carceri di Scutari, dove fu imprigionato padre Fausti e l’incontro con la municipalitĂ per rinnovare il gemellaggio, fare una ricognizione delle iniziative in atto e delle possibilitĂ e modi per farle continuare. A nome delle parrocchie di Marcheno e Cesovo gli è stato consegnato un contributo per le opere della missione e una cornice in argento “a racchiudere simbolicamente la sua operaâ€?. Mons. Antonio, ricordando con parole piene di fede i 20 anni laggiĂš, le sei chiese “suoi figliâ€? costruite, l’aiuto civile e religioso dell’Albania, la solidarietĂ italiana, ha ringraziato tutti: “Sono stato uno strumento nelle mani del Signore... qui ho trovato fuoco, ho trovato GesĂš, ed allora posso solo dire grazieâ€?.

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,O VDOYDWDJJLR HVWUHPR GHO WRUUHQWH *REELD GiĂ negli anni Settanta cominciò a essere calpestato dall’incuria nei confronti del proprio territorio quel torrente Gobbia che oggi appare oltremodo inquinato. A risentirne in termini di abitabilitĂ anche la gente che mestamente lo vede tutti i giorni scorrere nell’alveo che da Lumezzane scende verso Sarezzo e quindi passa per Villa Carcina prima di diventare parte integrante del fiume Mella. Molti cittadini hanno dovuto rimboccarsi le maniche e inventarsi qualcosa per difenderlo (vedi la raccolta fondi messa in piedi i mesi scorsi e ora riproposta da “Generazione lumezzaneseâ€? con delle magliette da vendere e il ricavato da destinare alle opere di pulizia). Un lento salvataggio che, forse, potrĂ arrivare solo con un sistema di depurazione ad oggi assente. Adesso interviene anche l’Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) attraverso dei controlli ambientali che interessano il tratto finale del torrente, quello che attraversa il Comune di Sarezzo. Un’azione che viene intrapresa di concerto con il Comune di Lumezzane e le forze di polizia locale, mediante l’installazione di quattro centraline mobili in altrettanti punti (segreti) del torrente Gobbia, utili al monitoraggio continuo 24 ore su 24. “Proprio in questi giorni – dice l’assessore all’Ambiente, Andrea Capuzzi – stiamo procedendo alla taratura dei dispositivi che, entro la fine di dicembre, entreranno in funzione: di fatto, le centraline rileveranno dati su profonditĂ e temperatura delle acque, inviando un segnale di allarme telefonico ad

Arpa allorchĂŠ si registrassero valori anomali; a quel punto Arpa avviserĂ l’ufficio Ambiente del Comune di Lumezzane e la polizia locale, pronti a intervenire subito per stabilire le cause dell’anomalia ed eventualmente risalire al soggetto che le ha determinateâ€?. Un’iniziativa che cerca di correggere l’inciviltĂ di molta gente, che da anni è rivelata dalle acque schiumose del torrente Gobbia. (a.a.)

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l’allestimento di un presepe da sempre è momento di unione e festa per chi lo crea e di gioia per chi poi ne ammira il risultatoâ€?. Niente vincitore quest’anno, quindi, ma un segno a tutti i partecipanti per il loro impegno. Le opere saranno esposte da giovedĂŹ 22 dicembre a domenica 8 gennaio. Sabato 24 dicembre Babbo Natale passerĂ con le sue renne portando doni a tutti i bambini e agli anziani, che non hanno potuto partecipare al pranzo per la festa della terza

etĂ . MercoledĂŹ 28 dicembre una ďŹ accolata seguirĂ il percorso dalle ore 20 con partenza dal Municipio, con alcuni punti di ristoro con vin brulĂŠ e panettone, in compagnia dei cantori che intoneranno canti tradizionali natalizi. GiovedĂŹ 5 gennaio appuntamento con i cantori del paese per la Festa della Stella: per le vie del paese si udirĂ la canzone in attesa dei Re Magi e alla ďŹ ne del percorso un momento conviviale con polenta tiragna. Appuntamento ďŹ nale sabato 14

gennaio 2012 con l’appuntamento parte della rassegna “La Dodicesima notteâ€?, l’esibizione di alcuni “Gruppi della stellaâ€? della Valle Sabbia e dintorni che si esibiranno con i cori della canzone della stella tipica del loro paese. Un’orchestra composta da 30 elementi interpreterĂ le canzoni stesse e altri canti natalizi. Per gli amanti dello sci di fondo, è possibile utilizzare la pista di sci di fondo del Monte Stino. Per informazioni relative alla viabilitĂ , info@audaxcapovalle.net. (n.t.)

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sindaci dei comuni gardesani e i presidenti degli enti preposti alla depurazione delle acque, Azienda gardesana servizi, Garda Uno e Depurazioni benacensi, hanno approvato lo scorso 5 dicembre un ordine del giorno, che è stato trasmesso alle regioni Lombardia e Veneto, alla Provincia autonoma di Trento e all’AutoritĂ di bacino del fiume Po sulla regolazione e gestione dei livelli delle acque del Garda. Con tale documento si richiede un intervento d’urgenza affinchĂŠ la disciplina dei livelli lacustri sia modificata e aggiornata entro il primo semestre del 2012 con l’applicazione del principio di proporzionalitĂ , secondo cui le erogazioni a carico del Lago devono essere rapportate alle effettive disponibilitĂ , con il potenziamento di un sistema informatizzato che consenta, in base ai dati dell’esperienza, di fornire prontamente le indicazioni ottimali da utilizzare per l’esercizio della rego-

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1957 venne istituita una commissione per l’esercizio della regolazione dei livelli del Garda e considera che a distanza di quasi 50 anni da quando fu elaborata, l’attuale disciplina della regolazione dei livelli del Garda non appare piĂš rispondente, sotto svariati profili, alle esigenze via via emerse con crescente intensitĂ , in particolare per il peso determinante che oggi viene attribuito alla salvaguardia dell’ambiente e all’uso turistico delle acque. La ComunitĂ del Garda, quale organismo politico unitariamente rappresentativo delle istanze finalizzate alla tutela e allo sviluppo del comune patrimonio benacense, non si è limitata a segnalare il problema, ma ha offerto la propria collaborazione alle AutoritĂ competenti al fine di individuare le soluzioni ottimali, compiendo, con l’ausilio di un organismo altamente qualificato, un’indagine conoscitiva sulla regolazione dei livelli del Garda che è stata consegnata al ministero

dei Lavori pubblici e agli altri Enti competenti. La ComunitĂ del Garda rappresenta i Comuni e le realtĂ territoriali della regione gardesana, svolge un ruolo di rappresentanza e di coordinamento nel rispetto delle autonomie decisionali dei Comuni e delle altre autoritĂ istituzionali. Il territorio della ComunitĂ del Garda comprende 70 Comuni nelle Province di Brescia, Mantova, Trento, Verona e nelle regioni Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige.

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La comunitĂ bedizzolese si appresta a vivere il Santo Natale nel segno della fede e della speranza: oggi piĂš che mai Natale è accogliere GesĂš non tanto in un presepio ma riconoscerlo e vederlo presente in ogni uomo. Dopo il concerto nella parrocchiale della corale “S. Stefanoâ€? di sabato 17 dicembre e il presepio vivente dei bambini in oratorio di domenica 18, sono numerosi gli appuntamenti in calendario. Si inizia martedĂŹ 20 dicembre con le confessioni; mercoledĂŹ 21 dicembre, alle 15, Santo Natale presso il Centro sociale, mentre venerdĂŹ 23, alle 16, Natale per tutti gli ospiti e parenti della Fondazione “Casa di soggiorno per anzianiâ€?. Sabato 24 dicembre, in occasione della Vigilia di Natale, confessioni in parrocchia dalle ore 15 alle ore 19; dopo l’Ufficio delle letture alle ore 23.30,

l’immancabile Messa di Mezzanotte. LunedĂŹ 26 dicembre, in occasione della festivitĂ di Santo Stefano, Santo a cui è dedicata la chiesa parrocchiale barocca, concelebrazione delle 18.30 presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi. Saranno presentati i comunicandi e i cresimandi. Al termine aperitivo in piazza. GiovedĂŹ 29 dicembre, nella ricorrenza di San Tommaso Becket, c’è la festa patronale nella frazione di S. Tommaso. Per la notte di San Silvestro, fervono i preparativi: sabato 31 dicembre, dopo la Messa delle 18.30 in ricordo dei battezzati dell’anno, festa di fine anno in oratorio per le famiglie e gli adolescenti. Si conclude venerdĂŹ 6 gennaio con l’arrivo dei Magi in parrocchia e il concerto in Santuario del coro “Amodonostroâ€? alle ore 20.45. (Giovanni De Marco)

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†‘Â?‹ †‹ ƒ„„‘ ƒ–ƒŽ‡ Il Comune di Darfo, con il Gruppo sportivo di animazione di Angone in collaborazione con l’Istituto comprensivo Darfo 2 organizza “Babbo Natale e il pacco segretoâ€?. Quando? GiovedĂŹ 22 dicembre alle ore 20 presso la palestra della Scuola primaria di Angone. Un pacco nero spicca tra le decine di pacchetti preparati da Babbo Natale. La favola si apre con l’arrivo dei folletti, tutti intenti a preparare

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ƒ”ˆ‘ ‘ƒ”‹‘ Dz Â?‘ •’‡––ƒ…‘Ž‘ †‹ Â”ÂƒÂ‰ÂƒÂœÂœÂ‹Çł giocattoli di ogni tipo. Ben presto arriverĂ Babbo Natale, e ricorderĂ a tutti i folletti che nel pacco nero sono state rinchiuse tutte le malvagitĂ e i pensieri cattivi della gente. I bambini sono coinvolti in questa avventura: dovranno aiutare Babbo Natale e i folletti protagonisti della favola. Nel corso della serata è prevista anche un’asta con la vendita delle torte fatte dalle mamme e una sottoscrizione a premi.

L’assessorato alla Cultura in collaborazione con Cinema & Friends organizza la rassegna “Uno spettacolo di ragazzi�: Si tratta della terza edizione di una manifestazione riservata aI bambini e ai ragazzi residenti nel territorio della Vallecamonica e dell’Alto Sebino. I ragazzi si esibiscono nel canto, nella musica, nella danza e nello sport. Si divide in due categorie: i grandi (i ragazzi nati tra il 1995 e il 2001) e i piccoli (i bambini nati

tra il 2002 e il 2006). Il termine delle iscrizioni è ďŹ ssato per sabato 14 gennaio 2012. Le esibizioni si terranno presso il teatro San Filippo di Darfo. I grandi vanno in scena sabato 28 gennaio alle 20.30, i piccoli domenica 29 gennaio alle 15. I due appuntamenti sono presentati da Ambrogio Minini. L’ingresso è libero. Per informazioni, si può telefonare al numero 0364/527049.

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l piccolo coro arcobaleno di Borno domenica 18 ha accompagnato gioiosamente la cerimonia di inaugurazione della Rsa cav. Paolo Rivadossi che vede nuova luce, nuovi ospiti, nuova disponibilitĂ , per le esigenze di una grande comunitĂ che è molto cresciuta. Una cerimonia di inaugurazione che ha visto presente tutta la comunitĂ , con l’orgoglio di chi ha voluto questa realizzazione portando i posti da 54 a 74, dei quali 70 accreditati e quattro di sollievo, dando lavoro a circa 60 persone fisse per tutto l’anno. Dopo la cerimonia civile con i discorsi ufficiali del sindaco Antonella Rivadossi, del direttore generale dell’Asl di Vallecamonica-Sebino, Renato Pedrini, del Direttore generale della SocietĂ di progetto Invicta, Mario Minighin, e dell’onorevole Giuseppe Romele per la Provincia, è stata celebrata la Messa presieduta dal card. Re, concelebrata da mons. Angelo Bassi e da don Giuseppe Maffi, che fu parroco di Borno per 19 anni. Il ricordo è andato anche a Paolo Rivadossi che volle questa casa. Al termine delle celebrazioni, il piĂš longevo tra gli ospiti di questa Rsa, che vive qui da 30 anni, ha tagliato il nastro: è stata festa per tutti, anche per gli anziani ospiti che, frastornati ma felici, sono stati al centro della festa. Ma sotto l’albero della sanitĂ camuna quest’anno c’è anche

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di tutta l’Asl. Si basa su due strutture ospedaliere: quella di Esine e quella di Edolo. Il servizio è stato realizzato con sforzi congiunti da tutti gli attori interessati: innanzitutto il direttore generale dell’Asl Renato Pedrini e il presidente della Conferenza dei Sindaci, Francesco Abondio. Il nuovo reparto è stato realizzato facendo economie intelligenti su tutto il sistema: un modello che è stato valutato molto positivamente anche dalla politica. Il Reparto di Esine è ora destinato alle patologie specialistiche, mentre quello di Edolo è destinato alla lungodegenza, con un totale di 42 posti, di cui 27 a Esine e 15 a Edolo che presto saranno portati a 20.

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1HO ERVFR GHJOL DOEHUL GHO SDQH Un ecomuseo (o museo diffuso), è un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico-artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela. L’Ecomuseo “Nel bosco degli alberi del paneâ€? si estende su una vasta area della Media Vallecamonica inserita nel Parco dell’Adamello e comprende i Comuni di Ceto, Cimbergo, Paspardo (nella foto il Municipio) e Capo

di Ponte. La maestosità delle montagne, i castagni secolari e il patrimonio mondiale delle incisioni rupestri caratterizzano e contraddistinguono l’Ecomuseo, offrendo al turista bellezze naturali incomparabili, borghi ricchi di storia e tradizione, rocce incise che ci parlano oggi del passato piÚ lontano. Nella zona da oltre 10 anni si svolgono attività di ecomuseo, grazie agli enti locali e a privati aderenti al

Consorzio della Castagna di Vallecamonica. L’Ecomuseo “Nel bosco degli alberi del paneâ€? è stato costituito il 19 maggio del 2008 dall’Unione dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo e dal Comune di Capo di Ponte, con le modalitĂ e ďŹ nalitĂ previste dalle normative regionali in materia. L’Ecomuseo nasce con l’intento di valorizzare un territorio di forte impatto paesaggistico, ricco di storia e tradizioni.


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ÂŽ Í?Í˜Îť †‹ •ƒ…‡”†‘œ‹‘ †‹ †‘Â? ‹‡” ‹”‰‹Ž‹‘ ‡‰Â?‹ ‡†‘Â?ƒ Domenica 18 dicembre la parrocchia di S. Maria Assunta di Gussago ha celebrato la memoria del 50° anniversario dell’ordinazione sacerdotale di don Pier Virgilio Begni Redona (nella foto). Ordinato a Brescia il 23 dicembre 1961, ricorreva allora la IV domenica di Avvento, nella stessa domenica del tempo liturgico a distanza di 50 anni è stato ringraziato il Signore per il dono della sua persona, del suo ministero e della sua presenza a Gussago.

Dal 1973 è presbitero collaboratore a S. Maria Assunta. Da 38 anni è al servizio della comunitĂ di Gussago con una presenza spiritualmente ricca, ammirevole nella costanza, molto discreta della dedizione, instancabile nell’operositĂ e culturalmente qualiďŹ cata. Generazioni di gussaghesi, accolte con rispettoso riserbo e misurato equilibrio, hanno scoperto in lui una sensibilitĂ umana e spirituale ricca di paziente attesa, di delicatezza, di ottimismo e di realismo. Arrivato

a Gussago per servire la comunitĂ , attraverso il suo discernimento, le sue omelie e i suoi interventi, si è fatto conoscere come sacerdote di fede semplice e chiara, che si nutre di preghiera silenziosa e profonda. Sorprende la ricchezza e la vastitĂ della sua cultura, che spazia nei vari ambiti del sapere e dell’espressione artistica, sempre offerta con umiltĂ . In particolare in lui è molto vissuta la conoscenza della bellezza del patrimonio artistico, umanistico, storico e

letterario del tesoro di famiglia della Chiesa. Ricchezza spesso illustrata e raccontata come perennemente viva, nella quale brilla qualche raggio di verità e di giustizia, dovunque appaia e si manifesti. La Messa di ringraziamento da lui presieduta è iniziata alle 11.15 nella prepositurale. Alla sera in suo onore si è tenuto un concerto durante il quale il quale sono risuonate le musiche di Georg Friedrich Haendel; sono intervenuti i Solisti di Cremona. (Adriano Dabellani)

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l premio “Comuni ricicloni Lombardiaâ€? può essere considerato ambito per sindaci e assessori tanto quanto un Oscar per attori e registi. A sostenerlo sono gli stessi promotori dell’annuale sentito riconoscimento – in prima linea Legambiente, da sempre attivamente impegnata in progetti mirati alla difesa dell’ambiente, allo sviluppo sostenibile e in particolare al riciclaggio – pensato, sia per premiare, che per sostenere la corsa al miglioramento dei risultati della raccolta differenziata. MercoledĂŹ 15 dicembre, nel corso della tradizionale conferenza organizzata a Milano – a cui hanno partecipato tra gli altri Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia, Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente e l’assessore regionale al Territorio e Urbanistica, Daniele Belotti – è stato illustrato il quadro generale

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e superare le due soglie di raccolta differenziata a seconda della dimensione dei Comuni. I grandi Comuni (con oltre 10mila abitanti) devono superare quota 60%, mentre ai Comuni sotto i 10mila abitanti viene chiesto di superare il 65% nell’intento di premiare solo quei Comuni che hanno superato gli obiettivi indicati dalla Legge finanziaria del 2007 che imponeva giĂ l’obiettivo del 60% per il 2011, tenendo conto della maggiore complessitĂ della gestione per i Comuni di piĂš grande dimensione. Con grande soddisfazione da parte del sindaco Franco Claretti e dell’assessore all’Ecologia e Ambiente Agostino Pedrali, Coccaglio si è piazzato cosĂŹ al primo posto dei Comuni al di sotto dei 10mila abitanti per la Provincia di Brescia: aumentando l’indice di gestione a 77,05 punti, mantenendo il quinto posto regionale dell’anno scorso e superando il Comune di Paderno Franciacorta che è slittato dal secondo al

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sesto posto rispetto all’anno scorso. Per quanto riguarda la lista stilata per i Comuni che oltrepassano i 10mila abitanti, occupano invece le prime tre posizioni: Travagliato (che ha conquistato con un indice di 77,88 anche il secondo gradino del podio dei vincitori assoluti in base all’indice di buona gestione tra i Comuni sopra i 10mila abitanti), Ghedi con un indice di buona gestione del 74,49 e Mazzano del 73,70. A scalare i primi posti della classifica dei

Comuni che hanno realizzato un incremento nella percentuale di raccolta differenziata superiore al 20% rispetto al 2010, da segnalare anche nelle prime due posizioni Mazzano (incremento Rd 39,5%) e Rezzato (incremento del 35,8%), Berlingo al quarto posto (34,3%) e Offlaga al settimo posto (31,1%). Via via scendendo appaiono anche Villachiara (24,9%), Agnosine (24,7%), Isorella (21,3%), Rovato (20,8%) e Cazzago San Martino (20,1%).

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Il vademecum sul turismo bresciano di Ubaldo Mutti, editato oltre un decennio fa da La Quadra in forma di agile fascicolo, sarĂ presentato alle istituzioni, agli albergatori e agli organismi professionali del settore in occasione di un dibattito, impreziosito dalla recitazione di alcuni passaggi del testo interpretati dall’attore Sergio Isonni. Location dell’appuntamento la suggestiva cornice di Borgo Antico San Vitale a Borgonato di Corte Franca. La presentazione del volume, moderata da Massimo Tedeschi, ha visto una conversazione fra Paolo Rossi, Ugo Calzoni, Tino Bino e Agostino Mantovani. “La pubblicazione – afferma con convinzione Paolo Rossi di Federalberghi Brescia – scova i tesori e le risorse storico-culturali

misconosciute del nostro territorio, riproponendo una serie di approfondite riflessioni sul settore tuttora attualissime. Una risorsa pregevole che merita di essere opportunamente diffusa, conosciuta, consultata, che Federalberghi ha deciso di donare agli operatori delle strutture turistico-ricettive e a tutti i Sindaci della provincia di Brescia�. La ricostruzione dell’autore – che ripercorre la Valle Camonica e la Franciacorta, la Bassa e le montagne, i laghi e le valli alla stregua di “un’escursione a vasto raggio, cadenzata sul respiro ambientale e turistico – ospitale� – ha il pregio di offrire indicazioni ancora valide su cosa sarebbe bene mettere in campo per dare slancio alla leva della promozione turistica.



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Il dirigente nazionale dell’Associazione italiana amici del presepio è un palazzolese doc, Guido Raccagni, trapiantato in terra bergamasca, dove nel 1991 ha fondato la sezione locale dell’Associazione presepistica, dopo che un gruppo di presepisti giĂ da circa 20 anni allestiva presepi di grandi dimensioni (circa 40 mq), con le tecniche e i materiali tipici del presepio tradizionale, cioè con l’utilizzo di materiali come la carta per fare le montagne, il cartone per

le case e l’utilizzo di muschio per il fondo, sovente meccanizzato. Quando a Cividino-Quintano di Castelli Calepio si costituĂŹ la sezione, si cominciò a costruire i diorami con la tecnica spagnola e con lo studio della prospettiva, tecnica che viene tuttora utilizzata. La sezione da piĂš di 10 anni possiede una mostra permanente in cui sono esposti presepi aperti e diorami dei piĂš importanti presepisti italiani e le migliori opere della scuola presepistica; inoltre

ha organizzato una ventina di corsi teorici e una decina di corsi pratici coinvolgendo un migliaio di persone tra appassionati e presepisti alle prime armi. La mostra di Cividino (Bg) è ospitata nella chiesa romanica di via S. Giovanni Battista dal 24 dicembre all’8 gennaio secondo i seguenti orari: il sabato dalle 14.30 alle 18.30, festivi dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.30; a Natale dalle 15 alle 18.30 e a capodanno dalle 15 alle 18.30. (Luciano Demasi)

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’”‡•‡’‹ ‹Â? —‘Â?‘ ‡……Š‹‘ ‡ ‹Â? …‹––Â? Mentre si raccolgono le adesioni per la 38ÂŞ edizione del Concorso presepi (iscrizioni sul sito www. concorsopresepi.it, al numero 0302807812 - fax 0306950192 o presepi@ mclbrescia.it), il Movimento cristiano lavoratori si prepara a ricevere e diffondere il messaggio di accoglienza del Natale. Sabato 17 dicembre, dopo la posa del Bambino in Capitolium, si è tenuta alle ore 16 in Duomo Vecchio la cerimonia di inaugurazione e benedizione di “Presepi in mostraâ€? che ha visto la partecipazione nella

giornata inaugurale di 3mila visitatori. In esposizione piĂš di 100 presepi dall’Italia e dal mondo. Aperta ďŹ no al 15 gennaio nei seguenti orari: dal martedĂŹ al venerdĂŹ (9-12 e 15-18.30), sabato (9-12 e 15-19); domenica e festivi (9-10.45 e 15-19). L’ingresso è libero. Nella scorsa edizione l’esposizione ha portato in cattedrale oltre 25mila visitatori. Dal 17 dicembre, e ďŹ no al 15 gennaio 2012, si potranno ammirare i diorami dei maestri presepisti nazionali (da Bergamo, Mantova e oltre) tra i quali quello del bresciano Carlo Battista Castellini. Ma

anche numerosi presepi artigianali locali e di artisti, scenograďŹ o attori bresciani. Esposto in mostra un arazzo ďŹ ammingo del XVII secolo con scena natalizia. Gli allestimenti non si fermano in Duomo Vecchio. Frequentati i luoghi (quest’anno 14) delle installazioni in chiese, piazze o istituzioni. Si ricordano i presepi sotto Palazzo Loggia, al Capitolium, nella sede dell’UniversitĂ cattolica, in piazzale Arnaldo. Per la prima volta è allestito un presepio nella sede di Palazzo Bettoni dell’UniversitĂ Statale, in piazzetta Bruno Boni.

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In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria cittĂ . Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla cittĂ di NĂ zaret, salĂŹ in Giudea alla cittĂ di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo ďŹ glio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perchĂŠ per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. (...)

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egno. Ăˆ come per i pastori: non ci si può fermare a quello che si vede. Il bambino è un segno, solo un segno, e se ci si ferma a quel segno si rischia di non arrivare alla meta. Quello che è annunciato è il Salvatore, il Cristo, e il bambino è il modo gracile con il quale questa speranza diventa certezza. Un segno cosĂŹ è – paradossalmente – una cosa facile da accettare. Ăˆ un cucciolo di cui prendersi cura. Chi non lo farebbe? E chi non si sentirebbe buono davanti a questa fragilitĂ ? Ma anche qui sta in agguato la favola, la spartizione tra buoni e cattivi che costringe a sicurezze stilizzate. Ăˆ il presepio infantile col castello di un Erode di cartone e con le strade di farina. Una favola che addolcisce una storia crudele e straziata dalla necessitĂ di salvezza. Questo si nasconde nel segno e nella contraddizione della sua debolezza. E se ci lasciamo sviare dal segno seguiremo strade di farina e castelli di cartone, e file di angeli di cartape-

6DQJXH H DFTXD YLWD SHU JOL DOWUL 21 maggio 2010, ho da poco terminato un colloquio con un postulante. Salgo in camera e un frate della comunitĂ mi dice che devo chiamare subito a casa. Chiamo. Mia nipote mi avvisa con tono pacato e fermo che mia madre è in fin di vita al pronto soccorso. Rimango in silenzio. Mia nipote Lara ripete tutto, per la seconda volta, con lo stesso tono pacato. Salgo in auto e in poco piĂš di mezz’ora raggiungo l’ospedale. Stanno trasportando mia madre in una stanza. Mi dicono che è in coma irreversibile per un’emorragia cerebrale. La mattina si era alzata per andare alla Messa (senza auto perchĂŠ non stava bene), poi aveva recitato il rosario da una sua coscritta defunta qualche giorno prima. Infine, la spesa per lei e per una sua cugina e,

giunta a casa, le pulizie del pianerottolo con una vicina. Un forte dolore alla testa e il vomito. Hanno chiamato l’ambulanza, salendo ha detto alla vicina di avvisare mia sorella e me, e ha spiegato in quale cassetto si trovava la biancheria nel caso di ricovero. Pochi minuti dopo è entrata in coma. Accanto al suo capezzale ho passato 16 ore, tenendole la mano, accarezzandole la testa. Ricordando, pregando. Provavo una calma profonda, una serenitĂ incomprensibile. Sono emersi tanti sensi di colpa, per non averle detto piĂš volte “ti voglio bene e scusami per quello che ho combinato, per le assenza prolungate, per le telefonate non fatteâ€?. Ogni tanto sorridevo ricordando con mia sorella anche gli episodi divertenti, i momenti

belli, la sua esuberanza. 16 ore. Volate. Intense, quasi un’unica preghiera. Poi la notte ho cominciato a sentire i respiri farsi affannosi. Mia madre ha accompagnato alcune persone nella fase del trapasso e mi aveva insegnato a “contare il tempo tra un respiro e l’altroâ€?. Da lei ho imparato a riconoscere quanto tempo manca alla morte, cosĂŹ ho chiamato l’infermiera per dire che mia madre stava morendo. L’infermiera mi ha corretto dicendo che sarebbe arrivata al pomeriggio, ma ho avuto ragione io, grazie agli insegnamenti di mia madre. 20 minuti dopo mia madre spirava. Dalla sua bocca, insieme all’ultimo fiato sono usciti sangue e acqua: il simbolo di una vita vissuta per gli altri. A cominciare dai famigliari.

sta dalle faccine di porcellana. Non c’è nessuno di questi segni addolciti nella pagina del Vangelo di Luca: solo pochi cenni a cosa è successo, la povertĂ della situazione, l’alloggio scomodo e di fortuna, il parto. E l’annuncio. Questo è fuori dalla portata dell’uomo perchĂŠ è annuncio divino e parla di un segno che i pastori troveranno e al quale dovranno credere nonostante sembri cosĂŹ fragile, piccolo e contraddittorio. L’irrompere di Dio nella storia ha i connotati della debolezza assoluta perchĂŠ deve essere segno, cioè aprire senza costringere. Non è atto di forza ma invito. E se si vuole lo si può accogliere. PerchĂŠ non è fuori dalla portata, non è lontano, non è grande al punto da averne paura. Possono vederlo perfino dei pastori, gente che vive all’aperto dietro ai greggi; anche loro possono capire un segno di questa piccolezza. Ma anche loro possono capire la promessa, possono sentire la necessitĂ di un salvatore. E se vanno a Betlemme comprendono per for-

za e capiscono cosa sia il bisogno di salvezza. Non si cerca quello di cui non si ha bisogno e se, nel cuore della notte, decidono di partire alla ricerca del segno non è per il segno ma per la promessa. Non basta l’esercito del cielo a spingere ad andare. Non c’è nulla che costringa a cercare quello di cui non si ha bisogno. Nella loro testa quella salvezza ha il suono di una pace che deriva dallo scoprire che Dio li ama. CosĂŹ intuiscono la salvezza e vanno verso il segno. Hanno capito bene: è solo un bambino con sua madre in una mangiatoia. Ma che importa? Nella testa suonano altre parole e la pace promessa è piĂš grande di quello che i loro occhi riusciranno a vedere in quella mangiatoia. Guardano la promessa e, senza capire, sanno di poter sperare e intuiscono a tentoni quell’amore che non sapevano nemmeno di poter sperare. Ăˆ tutto lĂŹ, in un bambino che è segno, ma è soprattutto speranza anzi, certezza di un amore nuovo col quale Dio da lĂŹ in poi vorrĂ amare l’uomo.


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ÂŽ „ƒŽ•ƒÂ?‘ †‡ŽŽƒ Â?‹•‡”‹…‘”†‹ƒ “Grande gioia e commozioneâ€?: sono questi i sentimenti espressi da Benedetto XVI nella sua visita pastorale alla casa circondariale di Rebibbia. Il balsamo della misericordia. “Dovunque c’è un affamato, uno straniero, un ammalato, un carcerato, lĂŹ c’è Cristo stesso che attende la nostra visita e il nostro aiuto. Ăˆ questa la ragione principale che mi rende felice di essere qui, per pregare, dialogare e ascoltare. La Chiesa ha sempre annoverato, tra le opere

di misericordia corporale, la visita ai carcerati. E questa richiede una piena capacitĂ di accoglienza del detenutoâ€?, ha affermato il PonteďŹ ce a Rebibbia. “La giustizia umana e quella divina – ha osservato il Santo Padre – sono molto diverse. Certo, gli uomini non sono in grado di applicare la giustizia divina, ma devono almeno guardare ad essa, cercare di cogliere lo spirito profondo che la anima, perchĂŠ illumini anche la giustizia umana, per evitare che il detenuto divenga

un esclusoâ€?. Giustizia e caritĂ sono “cardini della dottrina sociale della Chiesa, sono due realtĂ differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore – ha evidenziato Benedetto XVI –. Giusto per noi è ‘ciò che è all’altro dovuto’, mentre misericordioso è ciò che è donato per bontĂ . E una cosa sembra escludere l’altraâ€?. Ma “per Dio non è cosĂŹ: in Lui giustizia e caritĂ coincidonoâ€?. Perciò il Papa ha esclamato: “Come è lontana la

logica di Dio dalla nostra! Scrive San Paolo: la nostra giustizia sarĂ tanto piĂš perfetta quanto piĂš sarĂ animata dall’amore per Dio e per i fratelliâ€?. Bisogna tenere in considerazione la funzione rieducatrice della pena. “Il sistema di detenzione – ha ricordato il PonteďŹ ce – ruota intorno a due capisaldi, entrambi importanti: da un lato tutelare la societĂ da eventuali minacce, dall’altro reintegrare chi ha sbagliato senza calpestarne la dignitĂ ed escluderlo dalla vita socialeâ€?.

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ari giovani, voi siete un dono prezioso per la societĂ â€?. Ăˆ quanto scrive Benedetto XVI, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si celebrerĂ l’1 gennaio sul tema: “Educare i giovani alla giustizia e alla paceâ€?. La parte finale del testo è un appello diretto ai giovani: “Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltĂ e non abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via piĂš facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affrontare la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedono fedeltĂ e costanza, umiltĂ e dedizione. Vivete con fiducia la vostra giovinezza e quei profondi desideri che provate di felicitĂ , di veritĂ , di bellezza e di amore vero! Vivete intensamente questa stagione della vita cosĂŹ ricca e piena di entusiasmoâ€?. E ancora: “Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto piĂš vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto piĂš desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo. Siate consapevoli delle vostre potenzialitĂ e non chiudetevi mai in voi stessi, ma sappiate lavorare per un futuro piĂš luminoso per tuttiâ€?. “Non siete mai soliâ€?, garantisce il Papa: “La Chiesa ha fiducia in voi, vi segue, vi incoraggia e desidera offrirvi quanto ha di piĂš prezioso: la possibilitĂ di alzare gli occhi a Dio, di incontrare GesĂš Cristo, Colui che è la giustizia e la paceâ€?. Bisogna anche guardare con fiducia al 2012. â€œĂˆ vero – ammette Benedet-

to XVI – che nell’anno che termina è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la societĂ , il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto culturali e antropologicheâ€?. “Sembra quasi – la suggestiva immagine scelta dal Papa – che una coltre di oscuritĂ sia scesa sul nostro tempo e non permetta di vedere con chiarezza la luce del giornoâ€?. Tuttavia, “in questa oscuritĂ il cuore dell’uomo non cessa di attendere l’auroraâ€?. Un’“attesaâ€?, questa, “particolarmente viva e visibile nei giovaniâ€?, i quali “con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondoâ€?. “Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valoriz-

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il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del beneâ€?. Un compito in cui, per il Papa, “tutti siamo impegnati in prima personaâ€?. Per quanto riguarda i giovani, l’autentica libertĂ â€œnon è l’assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio, non è l’assolutismo dell’ioâ€?. CosĂŹ il Papa spiega ai giovani che “l’uomo che crede di essere assoluto, di non dipendere da niente e da nessuno, di poter fare tutto ciò che vuole, finisce per contraddire la veritĂ del proprio essere e per perdere la sua libertĂ â€?. In altre parole, “la libertà è un valore prezioso, ma delicato: può essere fraintesa e usata maleâ€?, soprattutto se è confusa con un “orizzonte relativisticoâ€? in cui “non è possibile una vera educazioneâ€?, perchĂŠ “senza la luce della veritĂ prima o poi ogni persona è condannata a dubitare della bontĂ della stessa vitaâ€?. In questa prospettiva, “l’esercizio della libertà è intimamente connesso alla legge morale naturaleâ€?. Anche i giovani, per il Papa, devono “fare un uso buono e consapevole della libertĂ â€?. Ai giovani, che “hanno sempre viva la tensione verso gli idealiâ€?, spetta il compito di “avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando tutto ciò può comportare sacrificio e andare controcorrenteâ€?. Per essere veramente “operatori di paceâ€? dobbiamo “educarci alla compassione, alla solidarietĂ , alla collaborazione, alla fraternitĂ â€?: di qui l’impegno a “promuovere la giustizia, secondo le proprie competenze e responsabilitĂ â€?.

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1XRYD HYDQJHOL]]D]LRQH Il tema proposto dal Papa per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2012 (15 gennaio) è “Migrazioni e nuova evangelizzazioneâ€?. Ciò realizza in pieno la missione della Chiesa, che è inviata ad annunciare GesĂš Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore. Siamo a tal ďŹ ne invitati a rinnovare la nostra vita, a risvegliare l’entusiasmo di una fede giovane, ma matura, ad annunciare la novitĂ del Regno, a proclamare il Vangelo ad ogni creatura. Que-

sta urgenza è sentita maggiormente in un tempo segnato da abbattimento delle frontiere e da quel processo in atto di globalizzazione che determina l’incontro tra i diversi popoli, tra le diverse culture e quindi anche della facilitĂ della comunicazione globale. La storia delle migrazioni è segnata da sofferenze, alla ricerca di una esistenza migliore possibile, sfuggendo da minacce di persecuzioni, guerre, violenza, fame, pericoli derivanti da

catastroďŹ naturali. Questo determina un usso di persone e di diversa problematica sia dal punto di vista umano che etico e religioso. L’apporto delle culture e delle tradizioni personali, familiari e dei diversi popoli determina poi una frammentazione di linguaggi, per cui la società è sempre piĂš multietnica e multiculturale. Richiede uno sforzo di buona volontĂ scambievole, perchĂŠ possano esistere e dialogare le identitĂ e le differenze.


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l’organo, a volte componendo lui stesso motivi semplici e orecchiabili. Nel 1950 divenne parroco di Barco, piccola frazione di Orzinuovi. Il giovane parroco portò una ventata di novitĂ , non solo negli incontri formativi ma anche in quelli aggregativi come le estati dei ragazzi in riva all’Oglio. Nel 1955 diventa parroco di Montemaderno. Nella amena localitĂ gardesana il parroco, subito apprezzato per la sua bontĂ d’animo e le sue qualitĂ umane, diede il via a una serie

di fruttuose attivitĂ educative e formative. Poi curò una serie di opere strutturali: dall’abbellimento della parrocchiale alla creazione di una cappella in localitĂ Vigole. Dopo 15 anni fu trasferito in un’altra parrocchia gardesana: Bogliaco. Problemi alla vista e alle corde vocali portarono don Mario Vesconi, dopo solo quattro anni, a rinunciare alla parrocchia per scegliere di fare il collaboratore in altra comunitĂ . La scelta cadde su Ponte Caffaro, dove collaborò nella pastorale con tante

iniziative centrate sulla musica. Nel 1976 lasciò Ponte Caffaro per guidare la parrocchia di Cecina come parroco. Nel 1986, con la vista dimezzata, chiese di essere sollevato dal ruolo di parroco per svolgere il ministero di cappellano nella Casa di riposo di Maderno dove ďŹ no al 2009, prestò fra gli anziani e i familiari un ammirevole apostolato con zelo, precisione e con quel buon bagaglio di virtĂš umane che l’hanno accompagnato nelle tappe del suo ministero.

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on don Secondo Moretti è scomparso uno dei preti piĂš noti e stimati in diocesi, protagonista di alcune pagine ormai memorabili della Chiesa bresciana: la pastorale vocazionale e la costruzione del Seminario nuovo Maria Immacolata, accanto a mons. Dino Foglio; il radicamento del cammino neocatecumenale nel Bresciano; l’attivitĂ missionaria. Brillante e simpatico, buon conversatore con senso dell’umorismo e l’umiltĂ di chi sa ascoltare, è stato per tanti laici e confratelli un vero amico e padre, testimone della bellezza del Vangelo. Originario di Salò, patria della quale andava fiero, fu ordinato nel 1951. La sua prima destinazione fu la parrocchia di Vobarno dove visse una esperienza pastorale relativamente breve ma intensa, segnata anche dal santo contrasto fra la sua intraprendenza giovanile e lo stile tradizionale del parroco. Don Secondo a Vobarno curò soprattutto la gioventĂš di Azione cattolica, il piccolo clero e l’insegnamento della religione alle elementari e alla scuola allora detta di Avviamento professionale. Lasciò Vobarno perchĂŠ chiamato dal Vescovo in cittĂ dove si sarebbe occupato dell’Ove, Opera vocazioni ecclesiastiche, con sede in Seminario e in Seminario insegnò nell’anno scolastico 1957-58

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se cura anche della spiritualitĂ promuovendo la partecipazione a ritiri e esercizi spirituali. Lui stesso era un predicatore piacevole e ricercato. Contemporaneamente al ministero diocesano, don Secondo Moretti ha sempre avuto una parrocchia cui dedicare le sere e le giornate libere: San Benedetto in periferia, San Giovanni in centro e Cadimarco, poco distante da Fiesse dove fu parroco festivo dal 1969 al 1972. Nel 1972 gli fu affidata la parrocchia della SS. TrinitĂ . Erano gli anni fervidi del dopo Concilio e si andavano diffondendo nuove esperienze pastorali e gruppi,

movimenti e associazioni laicali andavano espandendosi. Nell’ottobre del 1974 anche a Brescia si avviò il cammino neocatecumenale. Don Secondo Moretti insieme a don Francesco Vergine a Gottolengo fu tra i primi parroci ad accogliere l’esperienza. Non fu un percorso facile. Le critiche che piovevano erano tante. Don Secondo scelse la via dell’equilibrio: “Il tempo chiarirĂ ruoli e speranze – disse – adesso è soltanto il caso di pregare e testimoniareâ€?. E la sua testimonianza è stata credibile: pur dedicandosi alle comunitĂ neocatecumenali non ha mai sottratto tempo alla dedizione alla popolosa parrocchia cittadina che resse per lunghi anni, amato e stimato da tutti i fedeli. NĂŠ ruppe il filo che lo legava alla diocesi, intervenendo con buona stoffa di giornalista, sulla rivista del Seminario e sul nuovo quotidiano “Bresciaoggiâ€?, commentando temi etici e religiosi. In questa prospettiva di comunione diocesana, lasciata la parrocchia, si dedicò a Cuore Amico, a sostegno dei missionari sparsi nel mondo. Negli ultimi anni fu assistente spirituale del Seminario internazionale Redemptoris Mater in Terra Santa. Dalla terra di Cristo ritornò a Brescia ormai segnato dal male, nell’estate del 2011. Dopo poche settimane si spegneva serenamente e nella pace.

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GiovedĂŹ 22 dicembre Ore 9.30 – Brescia − S. Messa presso la Domus Caritatis. Ore 19 – Brescia − S. Messa per i collaboratori del Centro studi padre Marcolini presso Casa S. Filippo. Sabato 24 dicembre Ore 10 – Chiesanuova – S. Messa per i gruppi Sinti della

Lombardia presso la chiesa parrocchiale. Ore 23.30 – Brescia – UfďŹ cio di lettura e S. Messa in Cattedrale. Domenica 25 dicembre Ore 8.30 – Brescia – S. Messa per il carcere di Verziano. Ore 10 – Brescia – S. Messa in Cattedrale. Ore 12 – Brescia – Preghiera di saluto agli ospiti della Mensa Menni presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 17.45 – Brescia – Vespri in Cattedrale.

Sabato 31 dicembre Ore 18 – Brescia – S. Messa di ringraziamento presso la Basilica delle Grazie. Ore 22.30 – Brescia – S. Messa di chiusura della 44ª Marcia nazionale per la pace presso la chiesa dei Santi Nazaro e Celso. Domenica 1 gennaio Ore 19.30 – Brescia – S. Messa per la pace presso la chiesa di S. Maria della Pace. VenerdÏ 6 gennaio Ore 16 – Brescia – S. Messa dei popoli in Cattedrale.

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e agenzie di stampa hanno trasmesso lunedĂŹ 19 dicembre la notizia che il Papa ha approvato il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Giovanni Battista Piamarta (1841-1913). Padre Piamarta entro il prossimo anno sarĂ dunque proclamato Santo. La notizia è un riconoscimento non solo alla sua santitĂ personale, ma anche alla Chiesa bresciana, alla quale si gloriava di appartenere, dalla quale è stato formato, e nella quale ha trovato esempi contagiosi di santitĂ . Egli ricordava con riconoscenza spesso i suoi maestri, primo fra tutti il grande vescovo Bonomelli, al quale resterĂ sempre legato con una solida amicizia. Si diceva orgoglioso di appartenere a questa Chiesa che rispondeva al male con il bene, che accoglieva con intelligenza creativa il futuro. Che sapeva lottare, pregare, soffrire e agire. Vedeva le miserie del suo tempo, ma aveva imparato dalla sua

gente e dai suoi maestri che lamentarsi non serve a nulla e che a noi è richiesto di non restare con le mani in mano. Mettere sul candelabro questo operoso Servo di Dio, che si considerava una macchia d’inchiostro nel libro dei benefattori, significa anche gettare luce sulla Chiesa bresciana della seconda metĂ dell’Ottocento, caratterizzata da un clero attento e attivo, che condivide i problemi, le sofferenze e le speranze della gente e arricchita dalla presenza di un laicato che entra responsabilmente nei campi della politica e della giustizia sociale. Piamarta ha tutte le caratteristiche di un santo prete, ma condivi-

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de anche le preoccupazioni dei laici, che devono faticare per tirare su una famiglia, sia “materialmente che moralmenteâ€?. La sua è una santitĂ che può illuminare la vita del prete che a che fare col mondo complesso della gioventĂš, ma che può aiutare anche la vita delle famiglie, con le loro difficoltĂ di convivenza, di bilancio, di educazione. Ăˆ un santo bresciano anche per la concretezza delle diagnosi, per la creativitĂ delle soluzioni, per la decisione nello spendersi per realizzare la missione affidatagli dal Signore, per il desiderio di non essere un servo pigro e inutile. Ăˆ un santo della quotidianitĂ , delle cose di ogni giorno, ma non della banalitĂ . Per padre Piamarta, nemico della mediocritĂ , la salita a Dio passa attraverso il miglioramento della societĂ , che inizia con il miglioramento di sĂŠ, si manifesta nella crescita del giovane attraverso l’educazione del cuore e la preparazione al lavoro, si completa nella formazione di buone famiglie,

specie quelle di umili condizioni, per le quali ha proposto il modello della Santa Famiglia. I suoi campi di intervento sono “il lavoro, la famiglia e la societĂ â€?, campi attualissimi, dove è possibile trovare sue indicazioni e suoi esempi, per coloro che non desiderano venir meno nel loro cammino verso Dio, nella fedeltĂ al proprio tempo e alla propria missione. Sono tuttora questi i campi dei suoi interventi, perchĂŠ i santi ci sono dati perchĂŠ in loro abbiamo un esempio, una intercessione, un aiuto. La Chiesa bresciana è ora arricchita di una nuova luce. A noi lasciarci illuminare, per non essere incerti e insicuri testimoni per il nostro tempo.

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Due giorni di riessione, preghiera e gioco presso il Seminario minore di via Musei 58. Quando? Da martedĂŹ 27 a mercoledĂŹ 28 (alle ore 18) dicembre. L’inizio è martedĂŹ 27 alle 9 con l’accoglienza. L’offerta è libera, serve il sacco a pelo. Per informazioni, 3474139309. “Piccolo Samueleâ€? è un cammino speciďŹ co di accompagnamento per i ragazzi che sono intenzionati a entrare in Seminario. Chi volesse sapere obiettivi e modalitĂ , può contattare don Giovanni Milesi.

Si è spento mercoledĂŹ 21 dicembre il diacono permanente Mario Morbini, giĂ sindaco di Prevalle. Di origini trentine (era nato nel 1920), fu eletto sindaco nel 1951 e fu rieletto per quattro mandati ďŹ no al 1970. Rimasto vedovo, nel dicembre del 1990 fu ordinato diacono permanente da mons. Olmi. In parrocchia si distinse come collaboratore assiduo e fedele testimone del Vangelo con una predilezione per l’impegno sociale.

VenerdĂŹ 6 gennaio alle 16 in Cattedrale è in programma la Messa dei popoli. Celebrata ogni anno il 6 gennaio, solennitĂ dell’Epifania, è particolarmente partecipata dalla rappresentanza delle etnie cattoliche presenti in diocesi e provenienti da molti Paesi (Ucraina, Polonia, Filippine, Sri Lanka, Nigeria, Ghana, Senegal, America Latina,...), nonchĂŠ dai presbiteri, diaconi e laici a servizio degli immigrati, con il coordinamento dell’Ufficio e del Centro migranti.

Michele Busi è stato nominato dal Vescovo direttore della Sfisp, la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico “Mons. Gennaro Franceschettiâ€?. Lo statuto della Scuola, promossa dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Brescia, in collaborazione con l’Ufficio oratori e pastorale giovanile e l’Ufficio migranti e la partecipazione di Acli, ComunitĂ e scuola, Focolarini, Mcl e Ucid, ha ricevuto l’approvazione canonica il 25 ottobre 2011.

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itrovarsi prima del Natale per riflettere sulla Parola di Dio, meditare sull’operato passato e pensare alle azioni future. Come da tradizione, le persone impegnate nella politica, nell’impresa, nel mondo del lavoro e del sociale sono state protagoniste al Centro pastorale Paolo VI del Ritiro di Avvento, organizzato dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro. La celebrazione eucaristica, un momento di preghiera, la riflessione del vescovo Monari, alcuni intermezzi musicali e infine l’intervento di don Raffaele Maiolini. Questo il menĂš della mattinata, servito sotto un’etichetta molto accattivante: “Segni dei tempi, degni di Dio, responsabilitĂ dei credentiâ€?. Nella sua relazione mons. Luciano Monari ha invitato i presenti a non far scorrere questo tempo stando fermi, ma a riconoscere quanto Dio sia vicino. “Il centro della predicazione di GesĂš – ha osservato il Vescovo – è l’annuncio del Regno dei cieli. Questo Regno però non

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a “non fermarsi sul tempo passato, ritenendolo migliore dell’attualeâ€?, ma a “vivere al meglio l’oggi, cogliendone tutte le opportunitĂ â€?. Solo cosĂŹ, ognuno di noi può dare un contributo al Regno dei cieli, rispettando l’azione altrui e operando secondo parametri che consentono di crescere “in etĂ , sapienza e graziaâ€?. Dopo la relazione del vescovo, don Mario Benedini, responsabile della pastorale sociale e del lavoro, ha introdotto la figura di Dietrich Bonhoeffer, a cui è stata dedicata la riflessione di don Raffaele Maiolini. Una meditazione incentrata su due aspetti: la necessitĂ di adeguarsi alla realtĂ in cui si vive, senza lasciarsi travolgere da letture ideologiche; e il bisogno di una corretta interpretazione del messaggio centrale del cristianesimo.

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&ULVWR q XQD SUHVHQ]D UHDOH QHOOD VWRULD Padre Giancarlo Bruni, biblista e docente ecumenico presso la Pontificia facoltĂ teologica Marianum di Roma, ha parlato della resurrezione come del mistero che sta al cuore del cristianesimo. Lo ha fatto nel chiostro della chiesa di San Giovanni a Brescia, nell’ambito del progetto Dialoghi in chiostro. â€œĂˆ veramente resuscitatoâ€?: parte da questa affermazione degli apostoli la riflessione di padre Bruni. La resurrezione non è una scelta, ma si impone agli apostoli e li costringe a dire: â€œĂˆ quiâ€?. Il miracolo di GesĂš risorto ha fatto sĂŹ che la sua vita e il suo cammino non fossero un ricordo o una memoria, ma qualcosa che si avverte, che vive e c’è nel presente al fianco e nel cuore di ognuno. Resurrezione, il punto di partenza del tutto, è da lĂŹ che inizia la riflessione su GesĂš. L’ultimo capitolo dei Vangeli diventa cosĂŹ il primo, quello da cui partire. Alla luce della resurrezione si può finalmente capire la passione di Cristo. Leggerla come uno scandalo perchĂŠ Egli fu ucciso perchĂŠ accusato di essere un bestemmiatore, un sobillatore. Nell’ebraismo la morte per crocifissione significava morire come maledetti da Dio; per i romani era la morte riservata allo scomunicato. Ma Cristo risorge per volere di Dio ed ecco che la resurrezione, ancora di piĂš, significa che il Signore ha detto si a quell’Uomo e alla sua visione di Dio. GesĂš torna alla vita perchĂŠ Dio si riconosce nei suoi racconti, Egli non può morire come un rinnegato poichĂŠ la sua lettura del Regno dei cieli è la lettura secondo Dio. Quante volte nella

vita, continua padre Bruni, ci capita di capire una persona a partire da un evento, la crocifissione, il Cristo risorto e i Vangeli sono l’esplicitazione di questo. Questa la ragione per la quale padre Bruni ha accettato di parlare di resurrezione in tempi prossimi al Natale, è necessario rileggere l’intera vita di GesĂš alla luce di questo significativo evento che lo ha reso “Il viventeâ€? tra gli uomini. (em.b.)

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ƒÂ?Â?‹ •’ƒœ‹‘ Â?‘ •’‘– ’‡” ‹Ž ˜‘Ž‘Â?–ƒ”‹ƒ–‘ CsvNet, Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’UniversitĂ e della Ricerca, con l’intento di valorizzare l’impegno civile dei giovani e diffondere i valori del volontariato attraverso il coinvolgimento attivo degli studenti, indicono il concorso, rivolto alle Scuole secondarie di II grado, statali e paritarie,“Dammi Spazio, Giovani, Presente e Volontariatoâ€?.

Il concorso prevede la realizzazione di uno spot, di un cortometraggio o di uno slogan relativi alle tematiche dell’impegno civile dei giovani. La scadenza entro la quale le scuole sono inviate e presentare le proposte è il 30 aprile 2012. La premiazione degli elaborati si realizzerĂ a settembre con l’inaugurazione dell’anno scolastico. Le scuole possono avvalersi dell’esperienza del Centri di servizio per

il volontariato di Brescia nell’ambito della promozione del volontariato giovanile per un primo orientamento rispetto alla partecipazione al bando. Per i centri di servizio il concorso rappresenta uno strumento attraverso il quale valorizzare l’esperienza acquisita sul tema della promozione del volontariato giovanile, il ruolo delle organizzazioni e soprattutto abbattere il mito del disimpegno giovanile.

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i blocchi di partenza l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietĂ tra le generazioni. SarĂ questa la tematica che per volere del Parlamento europeo prenderĂ il testimone portato per tutto il 2011 dal volontariato: un volontariato che è riuscito, in un clima di difficoltĂ diffusa, a onorare l’impegno creando diversi momenti aggregativi, celebrativi e di riflessione. Brescia e provincia hanno contato un numero elevato di eventi in cui volontari, cittadini di ogni etĂ e istituzioni si sono mescolati e conosciuti. La festa organizzata lo scorso 3 dicembre dal Csv di Brescia ha visto la partecipazione di quasi 2000 persone fra bambini, insegnanti, genitori e associazioni; l’ultima tappa ufficiale di un percorso che ha attraversato i mesi e toccato i luoghi della provincia, portando occasioni di conoscenza di un mondo basato su valori altri e diversi da quelli che regolano il vivere quotidiano dettato dai parametri economici. Inutile dire che il tema posto al centro dell’anno che sta per iniziare è in stretta contiguitĂ con la realtĂ volontariato, anche se la chiamata è indirizzata a molti ambienti diversi. Il 2012 è negli intenti degli organizzatori un’occasione per riflettere su come oggi gli europei vivono e restano in salute piĂš a lungo; invecchiamento attivo come possibilitĂ di restare occupati e condividere la propria esperienza lavorativa continuando a svolgere un ruolo attivo nella societĂ . I problemi connessi però al continuo innalzarsi dell’etĂ media della popolazione sono

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informativi, i trasporti e tutti quegli aspetti che incidono sul vivere quotidiano. L’Anno europeo – come già successo nel 2011 – mira a sensibilizzare a questi temi e al modo migliore per affrontarli. Ma innanzitutto cerca di incoraggiare tutti i responsabili politici e i soggetti interessati a fissare degli obiettivi e realizzarli. In questa partita il volontariato gioca il proprio ruolo di supporto in diversi ambiti che vedono tante associazioni impegnate quotidianamente in assistenza, accompagnamento, animazione, supporto e molto altro. Avremo modo di parlarne ancora da gennaio in poi. A tutti i lettori, dal Centro servizi per il volontariato di Brescia, i migliori auguri di un sereno Natale.

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BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO Anche quest’anno, grazie alla generositĂ di tante persone, abbiamo realizzato a Tascolano Maderno alla fine del mese di agosto l’iniziativa estiva de “IL TRAMPOLINOâ€?: una vacanza per bambini con problemi di salute. Dal 1999, anno della prima esperienza de “IL TRAMPOLINO", piĂš di 300 sono stati i ragazzi e ragazze ospitati. La filosofia de “IL TRAMPOLINOâ€?, è quella di aiutare il bambino a fare da solo, ad autogestirsi le terapie, affrontando con maggior autostima e autocontrollo le dolorose cure necessarie. Lo si ottiene con un percorso studiato che mira a facilitare l’amicizia e la complicitĂ tra i giovani in modo che ognuno possa mettere in campo tutte le proprie potenzialitĂ per il raggiungimento del successo comune. I ragazzi comprendono che la malattia, se adeguatamente gestita, non rappresenta un fattore limitante per una vita felice, ma al contrario le terapie necessarie e il supporto reciproco fra amici possono essere la via per una vita serena, pienamente vissuta e integrata nella societĂ . Sostenere I'Associazione è semplice. Donando il 5 per 1OOO dell'IRPEF indicando iI Codice Fiscale 98080160173 - oppure effettuare donazioni sui conti correnti presso: - UBI BANCO DI BRESCIA - Agenzia di Iseo - IBAN - IT71D0350054610Q00000026950 - BANCA PROSSIMA - Agenzia di Iseo - IBAN - IT96D0335901600100000004862 - CONTO CORRENTE POSTALE - IBAN - IT10E0760111200000015633258 Intestati a: ASSOCIAZIONE DON TARCISIO FESTA - ONLUS Sede Operativa: Via Sombrico, 33 - 25049 ISEO (BS) Sede Legale: Via Solferino, 32/a - 25121 BRESCIA Tel. 0309821827 - Fax 0309821946E-mail provvisoria: bettoni.giulio@gmail.com


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”‹Â?‹ „‹ŽƒÂ?…‹ ”‹…‹‘Ž‡ Ž—…‡Â?–‹ Una delle iniziative di Mano Fraterna, il fondo “Briciole lucentiâ€?, lanciato nella Giornata del Pane 2010 nell’ambito dell’Avvento di CaritĂ â€œGli ultimi, forza di comunioneâ€?, è ďŹ nalizzato a sostenere il ruolo di prossimitĂ delle Caritas nell’ accompagnare la risposta ai bisogni concreti, precisi e contingenti di famiglie con minori a carico. Nel primo semestre del 2011, dopo un’attenta valutazione delle domande operata da una commissione appositamente

costituita, le persone che indirettamente hanno beneďŹ ciato dell’accompagnamento-sostegno sono state 565: oltre al sostegno economico (che nel 65% dei casi era relativo alle spese per la casa: canoni di afďŹ tto, utenze domestiche e spese condominiali), hanno potuto beneďŹ ciare di un accompagnamento costante e continuo dei volontari delle Caritas locali. Il termine per la presentazione della seconda tranche di domande è stato ďŹ ssato per il 9 gennaio 2012.

Entro tale data, le Caritas possono chiedere una partecipazione al fondo ďŹ no al 50% delle erogazioni concesse a famiglie con minori (per un importo massimo di 5000 euro al semestre). Le spese ammesse riguardano la casa, l’istruzione (rette della scuola, mensa e trasporti) e la salute. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito internet www.caritas.brescia.it (sezione Opere Segno: Fondo di assistenza) o telefonare al 030.3757746.

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Natale la Parola è un bambino che non sa parlare‌ un neonato non può far paura: si affida, vive solo se qualcuno lo ama e si prende cura di lui. Come ogni neonato, GesĂš vivrĂ solo perchĂŠ è amato. (Ermes Ronchi, 2011). Ogni giorno dell’anno, fratelli e sorelle nel bisogno si prendono cura di noi. In 10 anni la Mensa Madre Eugenia Menni ha infatti apparecchiato la tavola con 270mila coperti e, può sembrare provocatorio, centinaia di “persone nel bisognoâ€? si sono prese cura di noi. Ogni giorno dell’anno ci ricordano infatti di quanto sia grande la fame che attanaglia ogni uomo. Veniamo al mondo cercando il latte di nostra madre e da subito lei sazia le nostre paure abbracciandoci e stringendoci forte a lei. Crescendo scopriamo che la nostra fame è la fame di molti altri. Fame di ascolto, di relazione, di speranza, di futuro. Quando troviamo qualcuno che sazia una nostra fame, ritroviamo la gioia di un grembo che ci accoglie, nel quale a nostra volta impariamo ad accogliere. Ogni giorno ci sediamo a tavola, a pranzo prima e a cena poi, due momenti che ci ricordano la metafora della vita. La tavola è il vivere festoso. Ăˆ l’immagine ricorrente della salvezza che Dio offre a tutti i popoli, il banchetto imbandito dalla sapienza di un Padre che si prende cura di noi. Un Dio innamorato del mondo e che della tenerezza fa la sua occupazione. Un Dio, il nostro, che ci trae con legami di bontĂ e con vincoli d’amore. Un Dio che ci solleva alla sua guancia e si china su di noi per darci

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mensa, ogni giorno chiama ciascuno di noi. Ăˆ come se dicesse: “non fermarti solo alla mensa della Parola, esci e siediti anche alla mensa della vita dove tutti sono invitati perchĂŠ bisognosi di meâ€?. Non esiste la nostra e la loro fame, ma un’unica fame che ci accomuna tutti. GesĂš nasce a Betlemme ogni anno per ricordare che in ciascuno di noi c’è una Betlemme “casa del paneâ€?. Una Betlemme dove la fame si apre alla meraviglia dell’eucaristia, pane spezzato per la nostra fame. Quest’anno, a sottolineare i 10 anni della “mensa dei poveriâ€?, il tradizionale pranzo di Natale trova ospitalitĂ in un luogo-simbolo della diocesi bresciana: il Centro pastorale Paolo VI. SarĂ mons. Monari a benedire gli ospiti alle 11.45

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l giudice Paolo Borsellino fu ucciso con una carica di esplosivo a Palermo il 19 luglio 1992 perchÊ si frappose alla trattativa Stato-mafia, che solo oggi sembra emergere da documenti e dichiarazioni ufficiali. Ne ha parlato in un incontro organizzato dagli universitari della Facoltà di economia in collaborazione con la Rete antimafia di Brescia il fratello, Salvatore Borsellino, che da anni parla ai giovani della speranza di Paolo, che la mafia venga sconfitta dalla società civile. Dopo la strage di via D’Amelio, per 5 anni ha raccontato la storia di suo fratello e di come la mafia lo avesse tolto di mezzo proprio perchÊ consapevole che, come in altri importanti casi, quello del generale Dalla Chiesa, quello del giudice Chinnici e molti altri, una volta eliminate certe figure la lotta alla mafia si sarebbe fermata per molti anni. Forte della reazione dei giovani pa-

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to mentre trafugava l’agenda rossa del giudice, ma che oggi dichiara di non aver memoria dell’evento. Scrive una lettera, Salvatore che pubblica in rete, un fiammifero gettato sul carburante dei giovani affamati di giustizia. Dal 2007 riprende la battaglia civile per ottenere veritĂ e giustizia sostenuto da milioni di ragazzi in tutta Italia che insieme costituiscono il movimento delle “agende rosseâ€? impegnato a raccogliere e raccontare i fatti di mafia. A Brescia Salvatore parla dell’insediamento della piovra al Nord, stabile, forte, prepotente. Un’arroganza che troppo spesso è dovuta al sodalizio con certa parte della politica, come ricordano le piĂš attuali cronache. Continua il discorso Emiliano Morrone giornalista, attore e autore di teatro, che sottolinea come la relazione tra politica e criminalitĂ organizzata passi attraverso la disin-

formazione, perchĂŠ ciò di cui non si parla non esiste. Ci sono tanti luoghi dove la mafia prolifera nel silenzio perchĂŠ la televisione non ne parla. Uno di questi è Brescia, fertile terreno per qual si voglia tipo di commercio che da tempo ha attirato l’attenzione delle cosche. Molte le indagini, pochi i testimoni che hanno paura per l’incolumitĂ delle loro famiglie, ancora meno le cronache giornalistiche degli eventi. Diventa fondamentale, dice Morrone, liberarsi dell’immagine del camorrista che spara dalla moto in corsa e volgere lo sguardo a quel nugolo di affari che nel nord Italia muovono milioni di euro che sono appannaggio esclusivo di alcuni imprenditori, non certo per questo mafiosi, ma esposti al rischio del ricatto. La storia di un imprenditore di Desenzano, che ha sfidato e denunciato Cosa Nostra, verrĂ presto resa

pubblica da un documentario che la Rete antimafia di Brescia sta collaborando a realizzare. La serata ha visto anche la premiazione di Chiara Biondo, diciottenne dell’istituto superiore Bazoli-Polo di Desenzano che ha vinto il concorso “Immagina il simbolo della Rete antimafiaâ€?. Un segno tangibile della sempre maggiore partecipazione giovanile alla lotta che riporterĂ nel Paese “Quel fresco profumo di libertĂ â€? di cui parlava Paolo Borsellino. L’ultima parola a Salvatore che ha onorato una promessa fatta alla madre, che il 19 luglio 1992 ha assistito all’esplosione che ha ucciso suo figlio. Il giudice Borsellino non è morto da solo, ma con Emanuela Loi, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina e Agostino Catalano, i valorosi componenti della scorta che dovranno sempre essere ricordati insieme al giudice.

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Una platea di oltre 80 convitati tra soci, familiari e ospiti, ha potuto apprezzare l’esibizione del soprano giapponese Satoko Shikama (nella foto), martedĂŹ sera, nel Salone delle cerimonie della sede del Rotary Club Brescia-Manerbio. La “Prenataliziaâ€?, come viene deďŹ nito l’incontro che precede le festivitĂ , è tradizionalmente l’occasione per un sincero scambio di auguri ma quest’anno le emozioni sono state esaltate dalla presenza della cantante che, accompagnata

“Campanèr e i tirabaciòcoiâ€?, concerto di campane e campanari: 24 dicembre alle16 al Villaggio Badia “Concerto solenneâ€?; 26 dicembre: 10.30 melodie natalizie di carillon; ore 16 concerto con campane a bicchiere; sabato 6 gennaio ore 16 concerto di chiusura. “Poesie in movimentoâ€?: 23 e 24 dicembre sugli autobus alle 9 alle 15 e alle 18 poesie recitate da 40 persone. GiovedĂŹ 22: “Cantomcrismasâ€? con Cinelli e Gozzetti a Ome; “Chel

al piano da Andrea Facchi, ha incantato i presenti con un repertorio che ha spaziato dalla celeberrima “Un bel dĂŹ vedremoâ€?, dalla Madama Buttery di Puccini, alla sequenza “Ah, fors’è luiâ€? con la cabaletta “Sempre libera degg’io...â€?, dalla Traviata di Verdi, passando per il canto di Natale “Oh Holy Nightâ€? di Adolphe Adam. Mezz’ora di emozioni che la Shikama ha offerto all’attenta platea che a sua volta ha tributato all’artista uno scrosciante e meritato applauso ďŹ nale. (m.l.)

mòtom che el va gnĂŠ a inciodĂ lâ€? (S. Lorenzo a Gussago; anche il 23 nella Sala delle colonne a Bovezzo). LunedĂŹ 26: “Sèt storie che scalda el cĂśrâ€? (S. Martino, Rudiano). MercoledĂŹ 28: “Come ombre su un campo di neveâ€? (San Lorenzo, Sabbio chiese). GiovedĂŹ 29: “La ciĂ vâ€?, S. Andrea, Concesio). Tutti alle 20.30. Altri spettacoli ďŹ no al 5 gennaio in tutta la provincia nel programma di “Natale nelle pieviâ€? sul sito natalenellepievi.com.

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uanti ogni anno si chiedono: “Come passare l’ultima notte dell’anno?â€?. Le risposte sono molteplici e varie, cosĂŹ come ogni persona è diversa dall’altra. Il PalaBrescia propone un ultimo dell’anno all’insegna del balletto classico con compagnie provenienti dall’est Europa. Non è la prima volta che viene proposta una cosa simile, con buona soddisfazione dei molti bresciani che hanno aderito. Quest’anno l’ultima notte del 2011 vedrĂ â€œIl lago dei cigniâ€?, musicato da Pyotr Ilyich Tchaikovsky, con il balletto di Sofia e la partecipazione di Vesa Tonova e Trifon Mitev, solisti del Sofia National Opera and Ballet. Dopo lo spettacolo, che inizia alle 21.30, brindisi di mezzanotte nel foyer del teatro con spumante e panettoni. Il balletto è proposto in quattro atti (con la durata di due ore e mezza), come normalmente viene rappresentato nell’Europa orientale, mentre in Europa occidentale e in Russia la messa in scena è in tre

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atri bulgari, appositamente creati per i vari progetti. I ballerini del Balletto di Sofia sono allievi della Scuola nazionale di danza a Sofia, e delle scuole accademiche russe a Mosca e a San Pietroburgo. Negli ultimi anni i direttori del balletto sono stati gli eminenti artisti del balletto bulgaro quali: Petar Lukanov, Hikmed Mehmedov, Yasen Valchanov, Maria Ilieva, Silvia Tomova. Il Balletto nazionale di Sofia è stato ospite in decine di Paesi in tutto il mondo ed è stato riconosciuto sia dal pubblico che dalla critica. Un’ottima occasione per un ultimo dell’anno diverso, culturale e, allo stesso tempo, che può essere arricchimento culturale e piacevole passatempo. Biglietti da 36 a 56 euro (piĂš 4 per prevendita). Informazioni: palabrescia.it

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,O *ULOOR GHOO¡XOWLPR GHOO¡DQQR L’ultimo dell’anno a Brescia è ricco di eventi. Come sempre, forse, come non mai, anche. Beppe Grillo in uno spettacolo all’ultimo nella cittĂ della Leonessa non si era mai visto. Torna nella cittĂ della Leonessa dopo otto anni e lo fa in una serata particolare, nella notte di San Silvestro. Arriva a Brescia con il suo spettacolo, uno spettacolo che molti ritengono essere il piĂš visto in Italia nel 2011. Un concentrato di satira corrosiva che con l’aiuto della magia bianca descrive il nostro Paese svelando, dal suo punto di vista, alcune veritĂ e retroscena e trascina gli spettatori nel futuro. Uno spettacolo che sta spesso a metĂ tra la comicitĂ vera e propria, la satira e la denuncia, trasformando il protagonista, cioè lo stesso Grillo, in quel leader d’opinione in cui si è trasformato da diversi anni. Personaggio spesso scomodo, è divenuto cosĂŹ con il suo movimento a Cinque Stelle un narratore di scomode veritĂ . Tra queste, non si dimentichino le accuse legate al termovalorizzatore di Brescia e quello che rilascia nell’aria; per lui non si tratta di solo vapore acqueo. Sabato 31 dicembre alla Fiera di Brescia, con inizio alle 22 cominceranno i botti di Beppe Grillo. A mezzanotte ci sarĂ il brindisi. I biglietti sono in vendita nelle prevendite dei circuiti greenticket e vivaticket. Prezzi dei biglietti che partono da

33 euro per la tribuna centrale non numerata, 44 euro per il 2° settore numerato e tribune laterali e 55 euro per il 1° settore numerato. La vendita dei biglietti per disabili è gestita direttamente da Cipiesse, l’organizzatore dell’evento per Brescia (0302791881 o cipiesse-bs.it). Un ultimo dell’anno con i botti; questo è assicurato.

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VenerdĂŹ 23 dicembre alle 20.30 è di scena al Teatro Grande l’Associazione filarmonica “Isidoro Capitanioâ€?, banda cittadina di Brescia, diretta da Sergio Negretti e Giuliano Mariotti, con il tradizionale concerto dedicato ai soci e alla cittadinanza nell’ambito della Rassegna bandistica 2011 intitolata a Giovanni Ligasacchi, promossa con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura e della Circoscrizione Centro del Comune di Brescia e dell’Associazione bande musicali

Il 27 dicembre alle 21 l’arte dell’immagine dialoga con l’arte musicale per guardare il Natale in “Sulla NativitĂ â€? al centro Mater divinae gratiae a Brescia, con il patrocinio del Comune di Brescia. La scelta artistica, l’esecuzione e i commenti sono a cura dell’associazione culturale Frau Musica. Tra le opere indicate per la serata l’“Adorazione del bambinoâ€? (nella foto) di Gerrit Van Honthorst, detto Gherardo delle Notti.

bresciane. La prima parte del concerto è un ultimo omaggio dedicato ai 150 anni dell’UnitĂ d’Italia, la seconda propone due composizioni originali per Symphonic Band, nella terza l’operina “Eugenio ovvero il Maestro Biscromaâ€? di Marco Tamanini e si chiude con l’originale per Symphonic Band, “Land of Legendâ€? di Andreas Ludwig Schulte. I biglietti gratuiti sono esauriti. Info: da lunedĂŹ a venerdĂŹ dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 18 allo 030 3756449.

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ll’interno del prestigioso Caffè del Teatro Grande – Berlucchi, la fondazione Teatro Grande di Brescia ha presentato i numeri del suo primo anno di lavoro. Il trend delle presenze per gli spettacoli è piĂš che raddoppiato rispetto al 2010: dal mese di marzo, periodo in cui è partita l’attivitĂ della Fondazione, hanno varcato le porte del Teatro Grande circa 20mila spettatori. Ăˆ da segnalare inoltre la forte presenza del pubblico under30 che su diversi spettacoli ha rappresentato circa il 30% della totalitĂ del pubblico in sala. Anche gli abbonamenti alla stagione lirica sono cresciuti in modo cospicuo rispetto agli anni precedenti. La Fondazione, presieduta da Adriano Paroli, sindaco di Brescia, nasce nel 2010 con l’obiettivo di valorizzare la tradizione e la contemporaneitĂ del massimo teatro cittadino, diffondendo l’idea di un teatro aperto, che diventi punto di riferimento per la cittĂ e per il territorio e dove trovino spazio diverse proposte per disparati pubblici. Il Teatro Grande di Brescia trasse le sue origini da un’istituzione seicentesca; con il passare degli anni,

ƒ”‘Ž‹ Šƒ ‹Â?ƒ—‰—”ƒ–‘ Â?‡Ž ƒˆˆ° Žƒ –”ƒ†‹œ‹‘Â?‡ ’ƒ”–‡Â?‘’‡ƒ †‡Ž …ƒˆˆ° •‘•’‡•‘ si affermò come il principale teatro cittadino, tanto da essere riconosciuto come monumento nazionale. Oggi, la volontĂ della Fondazione è quella di proiettare il Teatro Grande a livello

nazionale e internazionale cercando di vincere la difficile e ambiziosa sfida di coniugare tradizione e contemporaneitĂ nei progetti artistici e culturali proposti via via. Visti i risultati, pare davvero che, grazie all’azione congiunta di realtĂ pubbliche e private, il Grande di Brescia si stia realmente trasformando da “luogo privatoâ€? a “luogo pubblicoâ€?, mutandosi cosĂŹ da luogo di spettacolo d’elite a luogo “vissutoâ€? da cittadini e ospiti che lo desiderano. Tra i “fiori all’occhielloâ€? del Teatro c’è il Caffè: aperto tutti i venerdĂŹ, sabato e domenica dalle 10 alle 20, il locale, ha raggiunto picchi di oltre 2.000 persone in un solo giorno: in 20 giornate di apertura del Caffè (solo nei fine settimana) sono state raggiunte piĂš di 13mila presenze. Vorrebbe essere un vero e proprio caffè culturale; in tutti i suoi spazi è attivo il wi-fi gratuito; proprio in occasione dell’incontro con la stampa, il sindaco Paroli ha lanciato la tradizione partenopea del “sospesoâ€?: quando viene ordinato un caffè sospeso, il cliente paga due caffè, ma ne riceve uno solo, lasciando cosĂŹ l’opportunitĂ a una persona povera di entrare nel bar e bere un buon caffè senza pagarlo.

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PRESEPE DI PIUBEGA

Le rappresentazioni del Presepio Vivente di Piubega Sabato 24 dicembre: alle 23 la Santa Messa, alle 23.45 l’apertura del presepio Domenica 25 dicembre dalle ore 15 alle 18 LunedÏ 26 dicembre dalle ore 15 alle 18 Domenica 1 gennaio dalle ore 15 alle 18 VenerdÏ 6 gennaio dalle ore 15 alle 18 con l’arrivo dei Re Magi Domenica 8 gennaio dalle ore 15 alle 18

A Piubega (Mantova) è in programma la 19ÂŞ edizione del Presepio Vivente. I giardini pubblici, le piazze e le vie del paese si trasformano in una piccola Betlemme con tanto di case, capanne, laghi e deserti e di quant'altro serve per ricreare i paesaggi tipici della nativitĂ su un totale di circa 10.000 mq di superficie utilizzata. A fianco delle classiche figure del Presepio quali la nativitĂ , la sinagoga, il castello di Erode, i pastori, i pescatori e gli accampamenti arabi, capita quindi di vedere le lavandaie, il fabbro, l’arrotino, il falegname, il fornaio, le tessitrici. Sono piĂš di 200 le comparse che danno vita alle circa 30 attivitĂ . Sono piĂš di 50.000 i visitatori che mediamente visitano il Presepio Vivente di Piubega. Per informazioni, www.presepiodipiubega.it.


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l Natale, incontro tra due mendicanti d’amore, Dio e l’uomo, è anche un vero e proprio tempo di abbracci: l’abbraccio di Maria ed Elisabetta o, ancora, quello di Maria e Giuseppe. Nel mistero della sua incarnazione Dio sceglie di esaltare l’umiltà, facendosi bambino in Gesù e abbracciando così ogni uomo”. Nella Libreria Paoline (via Gabriele Rosa), gremita, padre Ermes Ronchi, volto televisivo, ha così meditato, presentando la sua ultima opera letteraria, “Natale: l’abbraccio di Dio”. Ermes Ronchi, dell’Ordine dei Servi di Maria, dirige il Centro culturale “Corsia dei Servi” a Milano. Docente al Marianum, è autore di diversi testi, collabora con giornali e riviste e cura il commento al Vangelo della domenica per la trasmissione televisiva di Rai Uno “A sua immagine”. La sua nuova opera ha un unico filo conduttore: Maria, l’amata madre di Gesù che permette a Dio di incarnarsi per abbracciare l’uomo. L’abbraccio di Dio salva l’uomo: l’energia divina, infatti, è per noi e ci avvolge: ad essa possiamo accedere liberamente perché segno di accoglienza. Ancora oggi, Dio vive grazie al nostro amore; per

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questo sta a noi aiutarlo a incarnarsi nelle nostre case e “farci stella” l’uno per l’altro. Gli eventi più importanti della vita di ogni uomo: la relazione con l’altro, e quindi, il matrimonio e la maternità/paternità, e quindi, la nascita. Entrambi gli eventi sono sinonimo di accoglienza: si respira oggi anche nella nuova formula del rito del matrimonio, introdotta alcuni anni fa e che vede gli sposi “accogliersi l’un l’altro con la Grazia di Cristo”, come dono e vocazione l’uno dell’altra. Accoglie-

re significa amare, così come amare, non può che ricondurre a vivere. Tornando a Maria, il filo conduttore, non si può che notare in lei l’accoglienza fatta persona: nei suoi “sì” pronunciati con fiducia: a Dio, che l’aveva scelta come madre di Cristo, e a Giuseppe, il suo amore di ragazza. Nel suo grande progetto il Padre non ruba spazio alla famiglia, bensì la incalza e coinvolge, scommettendo su coloro che la storia non considera: perché destino di ogni creatura è diventare “sillaba di Dio”.

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a notizia di questi giorni, nel mondo della lirica, sono le dimissioni del maestro Umberto Fanni, bresciano, da direttore artistico della Fondazione Arena di Verona. I risultati artistici, di numero e di qualitĂ , compresi gli incassi, non mettono in discussione la figura del direttore e del suo mandato. Pare quindi evidente che ci siano altre ragioni dietro all’abbandono. Ne abbiamo parlato con lui. PerchĂŠ si è dimesso? Ăˆ stata una decisione frutto di una querelle, di una vicenda che sotto piĂš di un aspetto pare degna del teatro dell’assurdo, che ha tenuto banco tutta l’estate scorsa e l’intero autunno, con me protagonista involontario per una presunta contestazione di un doppio incarico, alla fondazione Arena di Verona e al Teatro Grande di Brescia. Un paradosso perchĂŠ all’atto dell’affidamento dell’incarico a Verona nel 2010 ricoprivo giĂ l’incarico al Teatro Grande di Brescia e anche al Teatro

Verdi di Trieste; era una faccenda nota a tutti. In seguito del protrarsi di questa situazione paradossale ho deciso di dare le dimissioni. Ho condotto con incontestabile adempimento di mansioni e deontologia professionale. La stagione ha avuto risultati di aumento di pubblico, di abbonati e incassi incontestabili, cosĂŹ pure per la qualitĂ artistica notevole. Ho fatto lavorare molti giovani, non succedeva da anni in Arena, scommettendo su di loro, che hanno avuto poi riconoscimenti internazionali notevoli. Sono tranquillo e penso di aver fatto bene il mio lavoro. Contestualmente ho preparato tutto il programma nei minimi dettagli

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per la stagione al teatro filarmonico e all’Arena di Verona per tutto il 2012 e ho preparato un progetto con le linee artistiche fino al 2014. Vedremo la sua mano fino al 2014? Concretamente per tutto il 2012, con dettagli su tutto: opere, cast e via dicendo. Per il 2013 e il 2014 ho dato le linee artistiche, che chi mi succederĂ valuterĂ se mantenere o cambiare. Io ho la coscienza a posto; ho fatto un lavoro corretto nei confronti di tutte le persone con cui ho lavorato. Le dimissioni da un incarico importante in Italia oggi sono un fatto inconsueto... Certo a me dispiace molto. Non vorrei dire che sono stato costretto, ma non trovavo piĂš alcuna motivazione. Preferisco trovare altre situazioni che mi permettano di lavorare. Il futuro... Al momento sto vivendo questa situazione e porterò a termine il mio lavoro fino alla fine di febbraio all’Arena di Verona, poi vedremo. Il pubblico della lirica aumenta.

Voglia nuova o riscoperta? Il melodramma, l’opera lirica in questi anni ha avuto un aumento costante di interesse. Sicuramente è uno dei patrimoni dell’Italia, che detiene il 70% del patrimonio culturale mondiale, non solo architettonico. Questo patrimonio a un certo punto esce. Teniamo conto che l’opera nasce per il popolo, quindi il suo linguaggio è semplice; paragoniamo le trame, con una forzatura, a quelle delle attuali soap opera. In piĂš i giovani, con iniziative particolari, si sono avvicinati, per di piĂš c’è un cambio generazionale che porterĂ interesse. Questo momento non è confortato dal sostegno economico degli enti pubblici. Quanto le mancherĂ l’Arena e

quanto lei mancherĂ all’Arena? Posso dire che a me mancherĂ tantissimo, perchĂŠ è una macchina meravigliosa in cui lavorano tantissime persone che hanno passione. Voglio ringraziare tutti i miei collaboratori e i lavoratori della Fondazione Arena di Verona, che ogni anno riescono a mettere in scena uno degli spettacoli piĂš belli del mondo, oltre che complesso. Sono stati due anni intensi e pieni di soddisfazioni. Se dovessimo scegliere un’aria che descriva il suo stato d’animo, che aria sentiremmo? (Rubiamo una risata, ndr.) Per gli amanti di Rossini, direi di ascoltare “Il Barbiere di Sivigliaâ€? in cui c’è un’aria che descrive questa situazione.

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3LHUR $QJHOD H ´4XDUNÂľ DQQL GL TXDOLWj Con gli sfarzi natalizi iniziati un mese prima del dovuto, il festante serraglio dei personaggi televisivi ha una doppia mole di lavoro: mantenere sveglio il pubblico e nel contempo fare ďŹ nta di “dreaming for a white Xmasâ€?. Obbligatorio abusare di alberelli e secolari canzoni a tema, parlare di storie struggenti e prodigarsi per raccogliere fondi “a favore di...â€?. Del resto anche questa è una tradizione, che piaccia o no, della tv e quindi dell’Italia. Fortunatamente però esistono anche consuetudini piacevoli, personaggi che hanno lasciato un’impronta nella storia del piccolo schermo, professionisti di una tv da

gustare e non da divorare. Ăˆ il caso di Piero Angela, che proprio lunedĂŹ scorso ha festeggiato 30 anni di attivitĂ al comando di “Quarkâ€? e di “Superquarkâ€?, celebrando l’evento con una puntata speciale che ha ripercorso le tappe signiďŹ cative della trasmissione, dal 1981 a oggi. In questa occasione 3,7 milioni di telespettatori hanno scelto una tv di qualitĂ , che non urla per attirare l’attenzione, ma che ottiene successo per il valore dei contenuti e l’eleganza della forma. Piero Angela è un personaggio signiďŹ cativo di Rai Uno. Prima la professione di giornalista, come corrispondente estero e come cronista, e poi

la carriera di conduttore: un successo che abbraccia tutta la storia della Rai, dal 1952 a oggi. Con “Quarkâ€? Piero Angela ha dato vita a un “gioielloâ€? di casa Rai: un approccio gentile e familiare nei confronti dei telespettatori, un atteggiamento professionale e preciso verso gli argomenti trattati con estrema semplicitĂ , consapevole del pubblico eterogeneo e per la maggior parte digiuno di nozioni scientiďŹ che. In un’intervista, Angela spiega il suo modus operandi nell’ideazione del programma: “Puntare alla piĂš alta soglia dei contenuti con la piĂš semplice soglia del linguaggio. Ăˆ in quel varco che possono entrare pubblici

numerosi e diversiâ€?. Filmati di qualitĂ con spiegazioni esaustive, coadiuvati anche da brevi cartoni animati – disegnati da Bruno Bozzetto – che aiutavano a entrare con leggerezza e senza pregiudizi nel mondo della scienza e della tecnologia. Nel corso degli anni “Quarkâ€? e “Superquarkâ€? si sono occupati in sostanza di tutto lo scibile umano: storia, natura, universo, civiltĂ , letteratura, economia, ambiente, meccanica, medicina, psicologia, musica‌ Esperto pianista, Piero Angela ha saputo tradurre lo stile e la classe della musica jazz nella creazione di quello che a oggi resta il miglior programma di divul-

gazione scientiďŹ ca della tv italiana (e forse l’unico). Da queste sue parole, che vogliono spiegare un atteggiamento nei confronti della vita, possiamo ricavare anche un insegnamento per tutto il mondo della televisione moderna: “Gli individui che incontrano il maggior successo (e non solo con le donne) solitamente sono forti dentro e cortesi fuori. Ăˆ un po’ come per il pianoforte. Ricordo sempre quello che mi diceva la mia vecchia insegnante di pianoforte: per avere un buon tocco occorrono dita di acciaio in guanti di velluto... Forse anche nella vita è cosĂŹâ€?.


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mplimenti all’Associazione Palcogiovani, con un plauso particolare all’infaticabile Christian Delai, che con grande passione e crescente competenza è riuscita anche quest’anno a portare nelle edicole bresciane l’undicesimo episodio del cd â€œâ€Ś GĂłi de cĂśntĂ la?â€?. Piccole storie in musica che vanno a costituire una raccolta di canzoni che paiono legate da un senso comune, da ricercare nel linguaggio “nostroâ€? ma ancor di piĂš nell’idea di attribuire un significato sempre piĂš intenso e vero alla tradizione locale, fatta di humus dal quale continuamente attingere. Le canzoni presentano fin dal primo impatto un ottimo sound, e nel complesso questa pubblicazione risulta essere forse la piĂš omogenea ed elevata dell’intero lotto. Pur senza la presenza di alcuni dei piĂš insigni rappresentanti della canzone dialettale bresciana, come i due Cinelli e i grandi Luf, i 14 protagonisti di questo disco mettono in campo buone doti che piacciono principalmente per la freschezza e la molteplicitĂ di stili. Il primo brano è “CompĂ gn de ‘n gnĂ roâ€? di Sergio Minelli, che conferma la sua graduale crescita e che spende molte energie per l’intero progetto.

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Hanno qualche ragione i critici americani, che non sono impazziti per il secondo episodio dello “Sherlock Holmesâ€? diretto da Guy Ritchie, subito campione d’incassi in Italia. “Un film nello stesso tempo iperattivo e pigroâ€?, lamenta il “New York Timesâ€?: “Non c’è reale intrigo, mistero o suspense e nemmeno il vago sentore di qualcosa a rischioâ€?. Tutto vero, ma con questi e altri limiti “Gioco di ombreâ€? resta uno spettacolo sontuoso, un giocattolo che dall’inizio

Prima partecipazione a questa raccolta per il funambolico Isaia Mori, che con la sua orchestra di Radio Clochard regala l’ottima “Maja fĂśmâ€?, dedicata ai pompieri. La Selvaggi band con “Accensione a strappoâ€? (testo di Alessandro Ducoli e Roberto Bettinsoli), si ispira ai social network, mantenendosi sui consueti binari del folk, speziato di soul grazie al trombone di Doriano Zappa. Sempre grande l’orobico Bepi con i suo Prismas, che spinge a mille con il potente rock di “Castègna gengiaâ€?. Il fedelissimo Daniele Gozzetti presenta “La contrada del DiĂ olâ€?, una scary song oscura e ottimamente scritta, sia a livello lirico che musicale. Come al solito molto azzeccata è la canzone dei Malghesetti, “Il mendico audaceâ€?, mentre stupisce la crescita dei “cuginiâ€? Valtrumplini, con un brano molto dark e violento co-

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me “La cĂ sa del gòbâ€?, dalle sonoritĂ molto curate. Accattivante è il dialet rap degli Italian Farmer, duo che ci propone “Fan songâ€?. Una new entry è anche Lorenzo Recca & My Tranquill, che propongono il piacevole “Il bogi boogieâ€?, pezzo per taglie forti. Partecipazione importante in questa compilation è quella del veterano Francesco Braghini, il padre della canzone dialettale moderna made in Brescia, che azzecca un pezzo eccellente come “Na bĂ la ‘n gran bèlaâ€?, uno scambio di coppia trattato con la consueta maestria ed eleganza. Da ascoltare anche tutti gli altri protagonisti del cd, Renato Bertelli ed Emanuela Biancardi (“La cĂ sa ‘n montĂ gnaâ€?), La Cantina di Ermete (“Salidaâ€?), Caio de Ro (“GirasĂšlâ€?), Pa &Ansia (“La Teclaâ€?). Un bel disco, ottimo come regalo natalizio, da ascoltare col cuore e la mente mentre fuori il freddo imperversa. Il disco si trova nelle edicole al costo di 12 euro abbinato alla rivista “MĂźsicaâ€?. Il ricavato della vendita del cd servirĂ per sostenere le attivitĂ dell’Associazione Palcogiovani e della Fondazione Ant. Info al numero 335 7797944 o per mail a: info@palcogiovani.it.

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La semplicità è la necessitĂ di distinguere sempre, ogni giorno, l’essenziale dal superuo ERMANNO OLMI

VOCE

Sala della ComunitĂ

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125'

S.A.S.

Diocesi di Brescia Gennaio 2012

01


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alla fine lavora per sorprendere lo spettatore con un accumulo di corse, battute, effetti esplosivi, ritmi terremotati, debordanti scenografie. E perfino un pizzico di cultura, tra una messinscena del “Don Giovanni” mozartiano e l’ascolto di un Lieder di Schubert. Non è poi così vero che il pirotecnico Holmes di Robert Downey Jr. – giovane, muscoloso, esperto lottatore e naturalmente infallibile maestro di deduzioni – non c’entri

proprio nulla con l’originale creato da Arthur Conan Doyle. È piuttosto una traduzione del personaggio adeguata ai tempi moderni, che porta all’estremo la follia e la deriva allucinatoria all’origine del suo talento investigativo. Contrapponendogli, nella nuova avventura, il suo esatto opposto: il raziocinante e diabolico professor Moriarty (Jared Harris), all’origine di una serie di attentati destinati a provocare un conflitto tra Francia e Germania dal quale il

professore è pronto a ricavare lauti profitti. Per fermarlo, Holmes rigetta nell’azione il fido dottor Watson (Jude Law), che pensava ormai di essersi accasato. E lo lancia con sé come un proiettile attraverso mezza Europa, fino a un castello incastonato tra le montagne svizzere dove ha luogo la partita a scacchi conclusiva. La fotografia ferrosa di Philippe Rousselot inquadra un mondo nel quale la tecnica si avvia a celebrare i suoi trionfi, dalla prima automo-

bile al proliferare di armi micidiali. Anche il film di Ritchie mette in mostra la sua sofisticata ingegneria meccanica, tra accelerazioni e ralenti, complesse deduzioni concentrate in pochi secondi e pause di dialogo da vecchia commedia: perfetto, in questi segmenti, l’eccentrico fratello di Sherlock interpretato da Stephen Fry. Molto meno incisiva la zingara Sim di Noomi Rapace, che sostituisce purtroppo la Rachel McAdams del primo episodio.

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Sta destando preoccupazione il cosiddetto decreto “salva Italiaâ€? anche nel Gruppo del Nord Est per l’edilizia residenziale pubblica. Un prevedibile (e previsto) salasso di vari milioni rischia infatti di azzerare la costruzione di nuovi alloggi pubblici destinati alle fasce deboli. L’allarme è stato lanciato dall’Assemblea del Gruppo che si è riunita nel giorni scorsi nella sede dell’Ater di Treviso, alla luce delle norme introdotte dal governo Monti.

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In base alla manovra “lacrime e sangueâ€?, dovranno pagare l’Imu, la nuova Imposta municipale unica, anche gli alloggi sociali di edilizia residenziale pubblica, di proprietĂ e gestiti dalle Aziende per l’edilizia residenziale. Nel Bresciano, per fare l’esempio piĂš diretto, si tratta di circa 10mila alloggi e una imposta da 300 euro ad abitazione (ma le cifre dovranno essere ulteriormente precisate) significherebbe un esborso di oltre 3 milioni. Sostanzialmente –

viene precisato – si ripresenta la situazione che vigeva prima della normativa varata nel 2008. Anzi, la situazione è pure peggiorata, in quanto priva le Aziende della possibilitĂ di usufruire delle detrazioni riconosciute a tutte le fattispecie di immobili assimilati all’abitazione principale. Un taglio che arriva in un momento di crisi in cui lo Stato e le Regioni hanno bloccato l’erogazione dei contributi destinati al settore dell’edilizia sociale.

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l 2011 è stato per il mondo artigiano che fa capo a Confartigianato un anno tutto sommato positivo. “I nostri associati – ha affermato il presidente Eugenio Massetti nell’incontro di fine anno con la stampa locale – hanno lavorato, mantenendo i livelli occupazionaliâ€?. Sforzi non indifferenti, spesso messi a dura prova dai ritardi nei pagamenti che ancora una volta, come ricordato anche dalla sigla via Orzinuovi, chiama il causa le responsabilitĂ del mondo del credito nell’acuirsi degli effetti della crisi. In questi scenari Confartigianato “ha lottato e affiancato i propri artigiani – ha continuato Massetti – nella consapevolezza che la crisi è ancora al di lĂ dal finireâ€?. Non a caso in via Orzinuovi è stata aumentata la dotazione della cooperativa di garanzia. “Il problema – è stata un’altra sottolineatura del Presidente – è che nel corso del 2011 gli artigiani hanno fatto ricorso al credito non per sviluppare le loro imprese ma per pagare i debiti. Per questo motivo giudico lungimirante la scelta effettuata dalla Camera di commercio di Brescia di mantenere inalterata per il 2012 la quota destinata al sostegno del creditoâ€?. Anche Massetti, come altri rappresentanti del mondo produttivo bresciano, non ha mancato di esternare una doppia delusione nei confronti del governo, sia di quello politico costretto alle dimissioni che di quello tecnico a cui

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la politica – oggi il Paese è affidato a un governo tecnico chiamato a supplire al fallimento della politicaâ€?. Anche se non l’ha detto a chiare lettere, per il presidente della Confartigianato bresciana è forte il rischio che “la toppa sia peggio del bucoâ€?. Le scelte operate da Monti, infatti, non convincono il mondo artigiano che guarda con preoccupazione all’ennesimo inasprimento della pressione fiscale e alla totale assenza di misure che possano favorire lo sviluppo e in grado di colpire le vere sacche di evasione fiscale. “Non è con i limiti ai prelievi bancari o i pagamenti in contanti am-

messi sino a 1000 euro che si combatte l’evasione – ha dichiarato Massetti –, soprattutto quella in giacca a cravattaâ€?. Troppe tasse, quasi 3,5 punti di pil, rischiano di bloccare le imprese artigiane al pari di un proliferare incontrollato di burocrazia fortemente penalizzante (un caso su tutti il Sistri per la tracciabilitĂ dei rifiuti “che un artigiano è costretto a osservare anche quando deve smaltire il materiale prodotto dall’abbattimento di una parete, mentre si accetta che tonnellate di rifiuti pericolosi finiscano nella realizzazione di importanti infrastruttureâ€? come affermato da Massetti).

, FRVWL GHOOD ´FDVWDÂľ GHL SUHWL Quanto costa la Chiesa? Tanto, troppo secondo i sostenitori dell’abolizione di ogni genere di agevolazione da parte dello Stato, Ici in testa. Nei giorni scorsi il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, quasi a smentire (se mai ce ne fosse bisogno) chi sostiene che la casta dei preti costa piĂš di quella dei politici, ha affermato che lo stipendio di un vescovo, titolare di quella che per i manager pubblici viene deďŹ nita “posizione apicaleâ€?

e che giustiďŹ ca stipendi di parecchie centinaia di migliaia di euro l’anno, è di 1300 euro al mese. Va decisamente meno bene, tanto che sulla scorta dei criteri utilizzati dall’Istat potrebbero rientrare nelle categorie a rischio “povertĂ â€?, ai semplici sacerdoti. I dati che li riguardano non sono cambiati molto rispetto al 2007, anno in cui “la Repubblicaâ€? sollevò la prima polemica sui costi della Chiesa. All’epoca don Adriano Bianchi, da poco giunto alla

direzione di “Voceâ€?, dichiarò il suo stipendio: 755,53 euro dall’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, altri 130 euro dalla curia, 40 dalla celebrazione di quattro messe domenicali (a 10 euro l’una) per un totale di 925,53 euro al mese. Il conto delle spese assommava a 585 euro. Al sacerdote restavano allora, come oggi, ben 340 euro al mese. Cifre lontane da quelle della politica e non certo da casta.

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proposto la revisione della direttiva sulle qualiďŹ che professionali, con l’obiettivo di sempliďŹ care le regole per la mobilitĂ dei lavoratori altamente qualiďŹ cati in Europa. Tra le novitĂ principali, si introdurrĂ una tessera professionale europea che consentirĂ un riconoscimento piĂš facile e rapido delle qualiďŹ che. Saranno presi in considerazione aspetti che riguardano le preoccupazioni dell’opinione pubblica sulle competenze linguistiche e la mancanza di mezzi

efďŹ caci per la segnalazione di errori professionali, in particolare in ambito sanitario. La direttiva sulle qualiďŹ che professionali è essenziale per consentire agli operatori di avviare una nuova attivitĂ o di trovare un posto di lavoro in un altro Paese Ue. Il commissario per il Mercato interno e i servizi, Michel Barnier (nella foto) ha dichiarato: “L’Europa sta affrontando numerose sďŹ de. Una di esse sarĂ l’aumento della domanda di personale altamente qualiďŹ cato

in tutta l’Ue. La proposta sulle qualiďŹ che professionali risponde all’esigenza di disporre di un buon sistema di riconoscimento delle qualiďŹ che per sostenere la mobilitĂ dei professionisti di tutta Europa. In questo modo sarĂ piĂš facile trasferirsi laddove si prospettano offerte di lavoro, contribuendo cosĂŹ alla crescita dell’economia europea. Sono convinto che l’idea di una tessera professionale europea, sotto forma di certiďŹ cato elettronico, sia la giusta via da seguire.â€?

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farmacisti non sono una casta. L’affermazione perentoria è di Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia che, nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa locale, ha voluto difendere la categoria nei giorni scorsi al centro di polemiche per la ferma opposizione a quella parte di manovra economica che prevedeva la liberalizzazione dei farmaci di classe C anche nelle parafarmacie e nei corner dei centri commerciali. I rapporti tra Monti e i farmacisti (come si legge nel box a fianco) hanno raggiunto livelli di alta tensione (tanto da arrivare alla minaccia di una serrata delle farmacie) nei giorni scorsi, all’atto di presentazione di quello che lo stesso Primo ministro aveva definito “decreto salva Italiaâ€?. Nel documento figurava anche un lungo elenco di privatizzazioni. Le uniche ad avere conquistato la ribalta, proprio per la tenace opposizione dei loro rappresentanti, quelle dei tassisti e, appunto, quelle delle farmacie. L’opposizione, come ha precisato a piĂš riprese Clara Mottinelli, non è stata motivata da ragioni di casta, ma soltanto dalla volontĂ di non vedere bloccato quel cammino di ammodernamento della farmacia come presidio sanitario sul terri-

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viata con la legge 69 del 2009, “una normativa – sono ancora considerazioni di Clara Mottinelli – che ha comportato per ogni singola farmacia un impegno economico e progettuale non indifferenteâ€?. Per questo motivo la fuoriuscita dalla farmacia dei farmaci sottoposti all’obbligo di prescrizione medica (C) avrebbe rischiato di portare al collasso il sistema delle farmacie, con il conseguente impoverimento di larghe fasce del territorio bresciano. La decisione è poi rientrata e la polemica, almeno per il momento, pare essere rientrata. I far-

macisti bresciani possono dunque concrentrarsi, come ribadito dalla loro rappresentante, sulla conclusione di un percorso impegnativo che nel 2012 porterĂ la farmacia bresciana a entrare nell’assistenza domiciliare integrata. “Siamo cosĂŹ lontani da una mentalitĂ lobbystica – sono ancora considerazioni di Clara Mottinelli – che siamo pronti a bandire un concorso straordinario per soli titoli e in 120 giorni aprire nuove farmacie, per dare l’opportunitĂ ai non titolari e ai farmacisti rurali di aprire nuove farmacieâ€?. Quello che molti farmacisti hanno contestato alla proposta di liberalizzazione di Monti ĂŠ di aver puntato soprattutto su un piano economico. “Se ci abbandossimo a logiche puramente economiche – è la puntualizzazione della presidente di Federfarma – molti di quei titolari di farmacie delle zone rurali e disagiate potrebbero essere tentati di spostare i loro esercizi in territori commercialmente piĂš appetibili aprendo la strada a una vera e propria desertificazioneâ€?. C’è il caso della sorte toccata ai negozi di prossimitĂ all’apertura dei grandi centri commerciali a testimoniare che il rischio paventato dalla Mottinelli potrebbe trasformarsi in un disservizio per il territorio. Di qui la difesa strenua del servizio offerto e non della casta che lo offre.

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Esclusa la mancata medaglia di Federica Pellegrini nei 400 stile libero, gli Europei in Polonia sono stati un grande successo per l’Italnuoto. Oltre a Fabio Scozzoli, capace di vincere e di fare la differenza anche in staffetta, Filippo Magnini non ha tradito le attese nei 200. Si esce con la convinzione che la nostra scuola resta tra le migliori d’Europa e non soltanto sul fronte maschile, dove all’argento di Dotto, e al bronzo di Orsi si è aggiunto l’insperato oro della 4x50. Anche tra

le donne, infatti, grandi progressi, con un insperato bronzo nella 4x50 stile: almeno qui la Pellegrini ha dato una spinta decisiva. Sul suo flop individuale, invece, si discuterĂ a lungo, ma siamo certi che sia stato solo un incidente di percorso. Quando gli appuntamenti conteranno davvero, come a Londra 2012, rivedremo la solita furia in vasca. Giganteschi i progressi dimostrati da Ilaria Bianchi, che nella farfalla ha strappato un bronzo di grande spessore.

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empo di Natale e, immancabilmente, tempo di bilanci. Per un anno che se ne va, uno è giĂ pronto a cominciare. Con i migliori propositi, si spera. La copertina, troppe volte dedicata al calcio, stavolta va di diritto al basket. Alla Centrale del Latte Brescia, per la precisione, che – dopo essere tornata in vita a distanza di oltre 15 anni – nel 2011 ha prima conquistato la promozione in Lega 2 (il secondo campionato italiano per importanza) per poi veleggiare in testa alla classifica nella stagione corrente. Ai biancoazzurri del canestro vanno sicuramente molti “dolciâ€? da mettere sotto l’albero o nella calza della Befana. Tanto carbone – e qui veniamo alle dolenti note – per il Brescia Calcio. Dalla retrocessione in serie B alla difficile permanenza addirittura nel campionato cadetto. La vittoria di Livorno ha risollevato le Rondinelle dalla zona play out ma il futuro della societĂ resta incerto. Il tutto nell’anno del Centenario, proprio non ci voleva. E a gennaio si tornerĂ a parlare di mercato (almeno si spera se non si vuol finire in Lega Pro). Tornando ai buoni propositi, invece, il secondo posto del podio va sicuramente al Cammi Calvisano di rugby. Tornato nel massimo campionato dopo due anni di purgatorio, la formazione giallonera ha prima richiamato in panchina una

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vecchia volpe come Cavinato (il migliore sulla piazza per far crescere e valorizzare i giovani) e a sorpresa è lĂŹ a giocarsi lo scudetto. Chi l’avrebbe detto: e meno male che l’obiettivo iniziale della societĂ era quello di conquistare una tranquilla salvezza. Restando in provincia, ben augurante è il ritorno del volley (seppur di A2 femminile) a Montichiari, per anni vanto della pallavolo nazionale con

la Gabeca Montichiari poi emigrata a Monza. Rientrando in città , avanti con la pallanuoto di A1 e la rinascita del nuovo Brescia. Della vecchia società è praticamente rimasto il solo direttore sportivo Piero Borelli e il tecnico Alessandro Bovo. Anche questo, al pari del basket, può essere considerato un altro miracolo sportivo. Si parlava di fallimento, invece è arrivato il primo posto in

classifica fino alla scorsa settimana. Senza dimenticare la crescita di Cristian Presciutti, ormai punto fermo della nazionale azzurra. Restando in acqua, permetteteci un augurio particolare a Paolo Bossini tornato a gareggiare dopo un tumore. Questo è il miglior successo sportivo “made in Bresciaâ€?. E l’esempio che volere è potere: contro tutto e tutti. Non c’è crisi che tenga.

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´6H QR FKH JHQWH VDUHPPRÂľ “Se no che gente saremmoâ€? è una considerazione affettuosa, che racchiude gli insegnamenti di una vita vissuta in famiglia da un uomo che al pubblico piĂš vasto è noto per essere stato un calciatore, simbolo dell’Inter di Herrera e poi bandiera. Gianfelice Facchetti ripercorre nel libro (Longanesi) la storia di un rapporto padre e ďŹ glio, ma anche l’intera vicenda di un uomo, senza essere una biograďŹ a, “perchĂŠ non avrei potuto avere l’oggettivitĂ

che si richiede a un biografoâ€?, spiega in libreria dell’UniversitĂ Cattolica, accompagnato dal giornalista Rai Enzo Creti e da Giovanni Gregorini. Facchetti, che per errore del tecnico argentino divenne Cipelletti, rimase “Cipeâ€?, “un omone grande e buono, con un retroterra valoriale che oggi si fatica a trovare in buona parte del mondo del calcioâ€?, spiega Creti, non senza l’inuenza di un’amicizia durata negli anni con il ďŹ glio Gianfelice.

“Giocare, resistere e altre cose imparate da mio padre Giacintoâ€? è il complemento del titolo, che rivela “la volontĂ di restituire a chi l’ha stimato in passato e lo stima tutt’ora l’immagine di mio padre – ha spiegato l’autore – e ho deciso di fare quest’operazione cinaue anni dopo la sua morte, per poter avere la distanza necessaria per ripercorrere la storia della mia famiglia con lui in salute, nella malattia e, inďŹ ne, senza di luiâ€?. Nel libro, anche

accenni alle polemiche estive legate alla prescrizione dell’Inter per i fatti di calciopoli, “perchĂŠ non esiste che si formuli un atto di accusa nei confronti di una persona che non c’è piĂš e non può difendersiâ€?. Ai tifosi che gli hanno chiesto della sua apertura verso la restituzione dello scudetto, ha risposto: “La mia era una provocazione. Mettiamolo sul tavolo e vediamo chi ha il coraggio di riprenderseloâ€?. Altro che “tavolo della paceâ€?, insomma.


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pallavolo e ginnastica artistica. Attualmente conta circa 250 tesserati. Collabora sul territorio con altre associazioni sportive e condivide con i piccoli associati progetti solidali. Da un paio d’anni è a ďŹ anco dell’Associazione bambino emopatico e dell’Associazione Abe & Friends a sostegno dei bimbi del reparto pediatrico di oncologia dell’Ospedale Civileâ€?. Un curriculum di tutto rispetto che rappresenta un modello da seguire e un vanto per tutto il movimento ciessino.

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el mondo del ciclismo il 2012 sta giĂ bussando alle porte. Una grande novitĂ , infatti, consiste nell’accordo stipulato tra Csi e Federazione ciclistica italiana per promuovere le due ruote nelle nuove generazioni all’interno degli oratori di tutto lo Stivale. Brescia ha giĂ un piccolo vantaggio, avendo organizzato nella stagione che si sta concludendo numerosi momenti di svago per bambini in sella alle loro biciclette. Eventi importanti, dove l’ampia presenza è stata sinonimo di successo. Le tappe di Montirone, Pezzoro, Provaglio d’Iseo e Barco di Orzinuovi, infatti, sono rimaste impresse nei ricordi degli addetti ai lavori arancioblu. Questo accordo nazionale certifica l’importanza della linea verde e rinnova l’impegno del comitato bresciano ad investire i propri sforzi in ambito polisportivo. Intanto prende forma anche il calendario riservato agli adulti. La gara d’esordio del 2012 su strada sarĂ il 19 febbraio a Borgosatollo, e rientrerĂ nelle sei prove del campionato Inverno-Primavera. Confermato anche il Loda Tour, seppur con alcune modifiche, mente la piccola Roubaix lascerĂ posto a una nuova prova. Si preannunciano grandi novitĂ anche nel campionato Cronometro, specialitĂ che nel 2011 ha riscosso le maggiori partecipazioni. SarĂ il sabato il giorno dedicato, con ogni probabilitĂ , al campionato Montagna, mentre

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si svolgerĂ dal 21 al 23 settembre, ma la location è ancora top secret. Conto alla rovescia per la prima pedalata del 2012, prevista per il 6 gennaio con la Befana Bike di Orzinuovi, gara amatoriale con una raccolta di fondi, poi si inizierĂ a fare sul serio con il III Cross delle Torbiere a Clusane d’Iseo (22 gennaio) e il XIV Trofeo S. Angela Merici a Desenzano (29 gennaio). Grandi appuntamenti, insomma, ma per ora pensiamo al Natale, con una vigilia all’insegna del ciclismo in piazza Garibaldi a Iseo. Alle 14.30 si svolgerĂ la seconda edizione della Pedala con Babbo Natale, pedalata in paese con i bambini della scuola di mountain bike Diavoli Rossi. SeguirĂ rinfresco.

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Tetto agli stipendi nella pubblica amministrazione Egr. direttore, da diversi anni vado sostenendo che certi stipendi stabiliti per direttori o dirigenti di aziende o di societĂ , pubbliche in particolare, è uno scandalo che grida vendetta verso milioni di persone e famiglie alle prese con gravi ristrettezze economiche. In queste mie considerazioni aggiungevo che, se la responsabilitĂ di un dirigente può anche giustificare una determinata retribuzione, con il pensionamento siamo tutti dei comuni mortali, e pertanto non devono essere concesse pensioni oltre una certa soglia. Oggi, vista l’impossibilitĂ di introdurre aliquote Irpef piĂš pesanti per i redditi molto elevati, credo sia indispensabile porre un tetto massimo agli stipendi derivanti da rapporto di lavoro anche per coloro che hanno responsabilitĂ dirigenziale. PoichĂŠ è risaputo che gli stipendi e salari medi, di operai o impiegati, non arrivano ai 2000 euro mensili, credo che al massimo si possa arrivare a cinque volte tale cifra. Questa mia convinzione è suffragata dal fatto che gli stipendi “d’oroâ€? e le conseguenti pensioni da “principeâ€? sono poche come numero, ma consumano ingenti risorse pubbliche. Inoltre, alcuni soggetti, anche parlamentari, percepiscono due o tre pensioni, (come se avessero lavorato per cento anni). I mali dell’Italia consistono negli errori, o vizi, del passato che hanno permesso di consolidare troppi privilegi, definendoli dei diritti acquisiti. Attualmente occorre un consenso molto ampio per debellare la corruzione, il

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malcostume, stanare le evasioni, contribuire in modo equo al risanamento del debito per poter ritornare a garantire i servizi sociali essenziali, in uno Stato di diritto. Le storture di un sistema liberista senza regole hanno prodotto un forte aumento della povertĂ reale di moltissimi italiani, in primis le famiglie con tre o piĂš figli a carico. Nello stesso tempo un dieci per cento circa di persone detengono ingenti patrimoni, in Italia o nei paradisi fiscali vicini. E il precedente governo di Berlusconi li ha favoriti con il condono. Serve un impegno comune di tutte le persone che vivono onestamente per ridurre queste enormi disuguaglianze sociali. Ăˆ un dovere di civiltĂ . Giuseppe Delfrate

Il grazie dello Svi Egr. direttore, a nome dello Svi la ringrazio sentitamente per la bellissima recensione al libro del caro amico Aldo Ungari, pubblicata nell’ultimo numero di “Voceâ€?. Ăˆ solo grazie all’attenzione della stampa locale che riusciamo a far percepire ai bresciani che l’impresa iniziata piĂš di 40 anni fa da giovani pionieri, fra cui il nostro Aldo, continua nella sua missione di attenzione e vicinanza ai Paesi poveri, secondo le indicazioni del Papa bresciano nella Populorum progressio. A maggior ragione siamo contenti nel ricevere una volta ancora l’attenzione da parte del giornale della diocesi, di cui ci sentiamo parte attiva. Il nostro lavoro continua con i progetti attualmente aperti: quattro in Africa (in Burundi, in Zambia, in Uganda e in Mozambico) e due in America Latina (in Brasile e in Venezuela), con

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l’impegno di 16 giovani volontari e due senior. Nel caso volesse dedicare spazio a ulteriori approfondimenti alle attività dello Svi nel corso del nuovo anno, mi consideri pure il referente a sua disposizione. Colgo l’occasione per porgere a Lei e a tutta la redazione i piÚ sentiti auguri di un Santo Natale e felice anno nuovo. Mario Piazza

Quel re nato nella stalla Egr. direttore, ogni anno nei giorni del Natale, ascoltiamo piĂš di una volta gli evangelisti raccontare la nascita di GesĂš come una specie di carta d’identitĂ cosĂŹ concepita: nome: GesĂš, Jesus; padre legale: Giuseppe, Josef; cognome: Ben-Josef (figlio di Giuseppe); madre: Maria, in ebraico Myriam; luogo di nascita: Betlemme di Giudea; data di nascita: ai tempi di re Erode, durante il primo censimento di Quirino governatore della Siria tra il 4 o il 6 a.C.; residenza: Nazaret di Galilea, in seguito Cafarnao e poi senza fissa dimora; stato civile: celibe; professione: carpentiere, poi predicatore ambulante; segni particolari: nessuno. Ebbene da questa scheda anagrafica voglio estrarre e approfondire il Natale di GesĂš. Maria e Giuseppe, nell’imminenza della nascita del Bambino, si spostano da Nazaret a Betlemme attraversando praticamente tutta la Palestina. Il viaggio è provocato dalla necessitĂ di farsi registrare in occasione del censimento indetto dall’imperatore Augusto, un gesto di obbedienza civile che si inserisce

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provvidenzialmente nel disegno divino. A Betlemme, GesĂš nasce nella confusione delle operazioni del censimento e nella solitudine di una grotta. Nel villaggio, l’ospitalitĂ era problematica per l’eccezionale afflusso di non residenti, l’albergo disponeva di pochissimi ambienti riservati e non si trovò di meglio che una delle grotte adibite a rifugio di fortuna e a dare ricovero alle bestie. GesĂš nasce, dunque, in povertĂ , un modo di vivere squisitamente evangelico e in circostanze che escludevano quelle comoditĂ da chiunque ritenute indispensabili per la venuta al mondo di una creatura. Gli bastano le cure materne di Maria, le fasce in cui essa l’avvolge, la presenza protettrice di Giuseppe: si componeva cosĂŹ il quadro della Santa famiglia. Un alto silenzio incombeva quella notte a Betlemme mentre si compiva l’evento che avrebbe segnato l’inizio di una nuova storia, l’avvento nel cuore dell’umanitĂ di una speranza immensa. I primi a farne esperienza furono alcuni pastori che vegliavano il gregge nei campi vicini, dove mille anni prima Davide giovinetto conduceva il suo armento. Nulla vieta che i pastori della notte santa fossero, a dispetto dei malpensanti, anime buone, essi, infatti, accolgono con devozione ed entusiasmo il privilegio che li ha immortalati; in ogni caso, GesĂš chiama per primi intornp a sĂŠ gli emarginati da un certo mondo e spalanca loro le porte del Regno di Dio. Il firmamento di Betlemme si riempĂŹ di una folla di angeli, è la piĂš grandiosa manifestazione angelica della Bibbia, come se il cielo si fosse proteso sulla

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terra in un’ansia di riconciliazione e a invitare l’umanitĂ a mirare in alto, a trovare in Dio la soddisfazione dei desideri d’infinito. GesĂš è dunque nato in una grotta. Questa notizia, per noi abituati ad accettare una nuova vita nel caldo tepore di una casa, dice povertĂ estrema, solitudine e tutto quanto ci hanno ricamato sopra predicatori e poeti. I primi cristiani, anche in questo caso, andarono facilmente oltre questo sentimentalismo piĂš o meno gratuito e fermarono la loro riflessione su quel bambino che ai loro occhi era solo il figlio di Maria. Riuscirono a operare un nuovo miracolo trasformando quella grotta tenebrosa in una caverna di luce, con Cristo, il nuovo sole sorto nel mondo che finalmente splendeva su Israele. Dio si è fatto uomo e figlio e il figlio piange disorientato agitando le mani nell’aria. Ăˆ appena nato, ma Maria sa di averlo amato da sempre. Lo guarda rapita da un simile miracolo mentre prova a stringerlo senza fargli male; il suo uomo Giuseppe assiste alla scena desideroso di prendervi parte. C’è luce tutto intorno... A volte mi scopro a immaginare la Sacra famiglia nel giorno di Natale immersa nella normalitĂ dell’esistenza umana. C’era una volta Natale tutto per la gente, aveva un significato diverso e profondo. Era la festa della famiglia, ognuno a riconciliarsi col vicino e col lontano, i piccoli e i grandi a gustare le buone e semplici cose fatte in casa, ed era la festa del mondo, perchĂŠ la nascita è l’atto supremo dell’uomo, lo stato perenne della vita. Questo è il doppio mistero del Natale cristiano, come nascita in sĂŠ e come mistero

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dell’incarnazione. Un Natale cosĂŹ è senza tempo, un dicembre che ti riempie per un anno, fino a dicembre dell’anno successivo. Oggi è un altro Natale, degradato a semplice ricorrenza. Il Natale di oggi ha perduto quasi del tutto la sua inconfondibile identitĂ : è sempre meno religioso e domestico, è sempre piĂš pagano ed edonistico. Il Natale oggi è uscito di casa, i suoi riti va a celebrarli in luoghi che hanno per scenografia le strade scintillanti e caotiche delle cittĂ . L’opulenza dei negozi e le stazioni di villeggiatura. I pranzi fatti in casa sono soltanto un vago ricordo; oggi tutto è preconfezionato, si deve soltanto prendere, pagare, aprire, dare, ricevere, gustare, indossare, buttare. Il Natale è cambiato perchĂŠ è cambiato il paesaggio degli uomini. Ăˆ Natale e a Natale si può fare di piĂš, e a Natale si può amare di piĂš. Edmondo Del Prete

Il futuro è giĂ iniziato, anche nelle nostre cittĂ Egr. direttore, ho ancora nel mio cuore le parole del card. Tonini, in merito ai problemi dell’immigrazione, era il 1995 nella chiesa di Roccafranca. Tutte le volte che passo per le vie della mia cittĂ , oltre alla normale curiositĂ , in questa mia cittĂ abitano persone non straordinarie, ma che sono riuscite in qualche modo ad affrontare o superare i tanti problemi della vita, in questa cittĂ mi rendo conto quanta gente ci conduce all’interno del coraggio, nella passione, nell’amore e nel talento che contraddistingue gli italiani. PiĂš

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passo e piĂš mi rendo conto della differenza razziale, il pensiero e la ragione prende la via confidenziale e assume pensieri-toni senza paura, equilibrati: “Voglio raccontarvi l’emozione che ogni mattina provo vedendo dalle vie del centro storico gruppetti di bambini con i loro zainetti pieni di cultura con sguardo fiero avviarsi verso la casa della scuola. E tutte le volte mi giro e guardo con nostalgia i bambini che attendono l’entrata e vi confido che tutte le volte mi viene un magone. Mentre li osservo noto che gli stranieri sono molto di piĂš e quello è il nostro futuro che è il simbolo dell’integrazione. Secondo le previsioni, nel 2050 gli scolari stranieri saranno la maggioranza, allora sono andato a guardare nel nostro presente per capire il nostro futuroâ€?. Ed effettivamemte mi soffermo in questa scuola particolare, ascolto le voci dei bambini della scuola elementare (la stessa dove studiarono molti miei concittadini meridionali) oggi con la piĂš alta densitĂ di allievi extracomunitari della mia cittĂ . Una scuola che da sempre ha accolto le grandi ondate migratorie dal Sud alla periferia del Cairo, passando dall’India, 16 nazionalitĂ differenti, insomma il mondo in una scuola, una vera babele. Invece questa scuola insegna a tutti coloro che temono la diversitĂ e il confronto, è un modello di integrazione vera, dove i bambini si sentono italiani, con regole uguali per tutti, disciplinatissimi nei loro grembiulini senza fiocco ma con un senso molto alto del rispetto, dell’educazione. Bambini che hanno grandi aspirazioni, tanta voglia di apprendere, forza, determinazione, assor-

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bono tutto con aviditĂ e vogliono che l’Italia sia la loro Patria. Hanno capito che attraverso l’istruzione avranno un futuro. A guardare con quale entusiasmo questi piccoli vanno dentro questa scuola sembra tutto facile, sono convinto che le lezioni sono altamente partecipative e coinvolgenti, quella di musica offre la possibilitĂ di conoscere sonoritĂ diverse, percussione e ritmi africani, danze di altre nazioni e loro mano nella mano, con colori di pelle che si mescolano, giocano e imparano nel confronto, e sognano di fare, l’avvocato, il calciatore, l’attrice, la parrucchiera, la maestra. Alla domanda cosa è l’Italia rispondono: pace, bandiera, Brescia, stivale e casa! Questa scuola gli ha regalato un’identitĂ . Un piccolo miracolo, una scuola con le capacitĂ di mettere insieme mondi diversi. Ma anche le piĂš belle favole cozzano contro l’attuale politica e quando le cose non funzionano bene in Italia con la diffidenza e il pregiudizio che isolano le coraggiose maestre di frontiera, che ci mettono tutto il loro impegno, è qui che si sente piĂš forte che altrove la voglia di resistere, di ritrovare un’idea di quartiere e di comunitĂ : attorno a una scuola che sembra Fort Alamo. Una scuola che riesce a mettere insieme gente e storie diverse di un quartiere smisurato. Ma è lĂŹ, il nostro futuro, ed è multietnico. Se pensiamo al 2050 ci sembra una data lontanissima, invece quel futuro è giĂ iniziato‌e gli esempi di funzionalitĂ ci sono e allora perchĂŠ renderli vani? Prendiamo spunto dai piccoli che sono capaci di fare quello che non sanno fare gli adulti: cercano di stare insieme. Storie di persone che non si arrendono alle difficoltĂ della vita di tutti i giorni, ma anzi le

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usano per avere ancora piĂš forza e coraggio per superarle e rendere possibili le loro idee anche a prezzo di grandi sacrifici. “Il Santo Padre – ha detto il nostro vescovo Monari – ha pronunciato parole forti, radicali e inequivocabili sul rispetto dei diritti ‘inalienabili’ dei migranti, da rispettare sempre e da tutti. Ha parlato in particolare dei minori, del loro diritto alla scuola e all’inserimento nel mondo del lavoro. Di un’integrazione sociale che va ‘facilitata’ e non certo ostacolata per le cosiddette seconde generazioni. Ha parlato di GesĂš ‘migrante’ e del Vangelo della solidarietĂ . Difficilmente chi vuol dirsi cristiano potrĂ piĂš ignorare queste parole quando si troverĂ ad affrontare le questioni legate all’immigrazione. Nessun ‘Bianco Natale’ è tollerabile in un Paese di tradizioni cristianeâ€?. Nella nostra cultura verso i bambini e verso gli anziani c’è massima attenzione, per il patrimonio umano del futuro e per il patrimonio umano che ha reso grandi le nostre cittĂ . Auspico che chiunque nasca nel nostro territorio abbia diritto alla cittadinanza italiana. Meditiamo e prepariamoci alle sante feste. Celso Vassalini

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