La Voce del Popolo 2012 02

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Non è sempre facile ricordare i nomi delle persone che incontriamo e quando le ritroviamo – e loro ci riconoscono, e noi non abbiamo la piĂš pallida idea di chi esse siano – non di rado cerchiamo di cavarci d’impaccio provando a “recuperareâ€? dalle loro parole qualche elemento di riconoscimento. Il Signore, invece, conosce benissimo il nostro nome e tutto ciò che esso può significare. Con il nome, infatti, la Bibbia indica l’identitĂ , la realtĂ profonda, la “personalitĂ â€?, potremmo dire, di chi lo porta. Il Signore conosce il nostro nome e ci ama, nonostante tutto; ma anche a noi è dato – per grazia – di conoscere il Suo Nome e di invocarlo. Pensiamo in particolare al Nome di GesĂš e al suo significato: Dio salva. Il mese di gennaio tradizionalmente è dedicato al Nome di GesĂš: ottima occasione per riscoprirne la bellezza e invocare su di noi la sua forza. Potremmo farlo con la “preghiera del cuoreâ€?: “Signore GesĂš Cristo, abbi pietĂ di me, peccatoreâ€?; o con le Litanie del Nome di GesĂš: tante invocazioni con le quali lodarlo e – in spirito d’amore – riparare pure le bestemmie che lo offendono.

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Cristiani in Nigeria. In atto una pulizia etnica e religiosa

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Lograto. Fontana: “Cercare l’unitĂ senza divisioniâ€?

ÍšÍ? ……Ž‡•‹ƒ Monari alle genti: “Non basta essere fratelli serve fiduciaâ€?

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1 –‡Â?’‘ †‹ Â?‘Â? –‹”ƒ”‡ ƒ …ƒÂ?’ƒ”‡ Il cammino verso il Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali è appena iniziato è giĂ se ne stanno dicendo in diocesi di tutti i colori. O meglio: volano commenti, piĂš o meno sussurrati, su decisioni che sarebbero giĂ prese e strategie predeďŹ nite. Se ne dichiara cosĂŹ, preventivamente, l’inutilitĂ e si rischia di delegare il tutto a coloro che poi decideranno che ne sarĂ di noi. La scorsa settimana pubblicando l’intervista al Vescovo sul tema del discernimento abbiamo raccolto l’intenzione di mons. Monari a spingerci dentro il cammino sinodale con spirito di fede e con l’entusiasmo di chi crede che abbiamo ancora qualcosa da dire e da fare per l’annuncio della fede nel nostro tempo. Monari ha,

soprattutto, indicato un metodo, un modo per porsi seriamente la domanda: cosa chiede il Signore alla nostra Chiesa per il futuro? Non è una domanda banale. Ăˆ questa una richiesta che non accetta sempliďŹ cazioni, nĂŠ opinioni di parte, nĂŠ pregiudizi riduzionisti che manifestano solamente il desiderio di prendere scorciatoie. Non le accetta nĂŠ dai preti, nĂŠ dai laici. Per questo il tempo che si apre in questo mese di gennaio e che ci vedrĂ impegnati nei prossimi mesi è cruciale. Ăˆ, quindi, anzitutto un tempo di “consultazioneâ€?. Ciò signiďŹ ca che è ora che dobbiamo raccogliere le osservazioni di singoli e di gruppi, anche le piĂš critiche, su come riteniamo, in retta coscienza di fede, che le nostre parrocchie, la nostra pastorale, la nostra vita cristiana si debbano trasformare. Non è tempo per sussurare, ma per parlare, per esprimere i dubbi e le speranze. Soprattutto bisogna farle pervenire al centro, creare

dibattito sul territorio, utilizzare tutte le forme opportune (le schede predisposte), ma anche quelle meno opportune, che la fantasia pastorale ci suggerisce. Ăˆ un tempo per coinvolgere il popolo di Dio, per non ridurre la discussione tra i preti e i quattro gatti che non si staccano mai dalla tonaca del parroco. Ăˆ tempo di fare, come piĂš volte il Vescovo ha ripetuto “una vera consultazione, la piĂš ampia possibileâ€? sfruttando l’occasione di sentirci ancora una Chiesa viva. Questo tempo ci aiuta e provoca, poi, a uscire dal particolare e a cogliere la dimensione diocesana del nostro cammino ecclesiale. La vastitĂ della diocesi bresciana, si sa, non aiuta a percepire la dimensione diocesana della Chiesa radunata intorno al Vescovo. I cristiani bresciani amano tenacemente la loro Messa, il loro parroco e il loro oratorio. Ma “il mondo che cambiaâ€? ci interpella e le unitĂ pastorali saranno per noi, forse, il futuro

dell’evangelizzazione a Brescia. Ma in che modo accadrĂ ? Ecco perchĂŠ sono interpellati anche la parrocchia piĂš lontana e il parroco piĂš vicino alla pensione: se amano la Chiesa, non potranno star fuori da questo percorso rischiando di tirare a campare. Ne va della coerenza evangelica, quella che ci fa predicare alla societĂ e alla politica il dovere della cittadinanza attiva e della partecipazione. Per questo, inďŹ ne, mi sta a cuore dichiarare una disponibilitĂ . “Voceâ€? è il giornale della comunitĂ diocesana. Desidero che segua attentamente questo cammino possibilmente cercando di stimolarlo nei prossimi mesi. Aspetto le vostre lettere sulle unitĂ pastorali. Sono certo che saranno utili, necessarie, anche se scomode. Aspetto “altre vociâ€? con la certezza che ci aiuteranno a leggere la volontĂ di Dio. Aspetto le vostre iniziative. Le idee genereranno nella diocesi altre idee perchĂŠ cresca lo spirito di comunione.

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͘͜ …‘�‘�‹ƒ Governo Monti. Liberalizzare?Certo, ma in modo oculato

͙͜ ’‘”– Maifredi: “Sono qua perchĂŠ li abbiamo volutiâ€?


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Da piĂš parti di sostiene che le misure adottate dal governo Monti in materia di apertura degli esercizi commerciali finiranno col favorire i grossi centri ormai disseminati per il Paese. In assenza di pronunciamenti di rappresentanti di questo mondo, non sembra che anche nei luoghi della grande distribuzione largamente diffusa anche nel Bresciano si applauda apertamente alle misure indicate dall’art.31 del decreto “Salva Italiaâ€?. Si tratta di mezze ammissioni,

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dette sottovoce: la grande concentrazione di gente nelle gallerie dei centri commerciali o degli outlet non sempre si traduce in grandi affari. “Anche le aperture prenatalizie – sono le osservazione fatte da piĂš di un titolare di attivitĂ all’intero dei centri commerciali – non hanno prodotto quel volume di affari che ci saremmo aspettatiâ€?. L’unico indice aumentato è stato quello dei costi del personale necessario per garantire tante aperture domenicali infruttuose.

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o scorso 1 gennaio è scattata una, forse la prima, delle liberalizzazioni annunciate dal presidente del Consiglio Mario Monti, quella relativa “liberalizzazioneâ€? degli orari per la totalitĂ degli esercizi commerciali. Negozi, bar, ristoranti, supermercati, discoteche potranno restare aperti 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, senza alcun riguardo a domeniche o festivitĂ per (questo l’intento dell’iniziativa) aumentare i consumi. Il termine liberalizzazione in questo caso è usato in modo improprio. GiĂ da anni, infatti, l’accesso al commercio non deve piĂš sottostare al rilascio di licenze e di fatto è liberalizzato. Chiunque, con una semplce comunicazione di avvio attivitĂ , può buttarsi nel commercio. Quella attuata da Monti, semmai è una deregulation, situazione che per certi aspetti genera ancora piĂš perplessitĂ di una liberalizzazione. Al di lĂ della sua denominazione, però, il nuovo regime non ha suscitato valutazioni discordanti in particolare da parte dei commercianti che, come si legge anche in queste pagine, rischiano parecchio e vedono messi a rischio decine di migliaia di posti di lavoro nei loro negozi. “Effettivamente – commenta Noè Ghidoni, presidente regionale di Mcl che negli anni scorsi aveva fatto da capofila alla raccolta di firme contro il lavoro festivo – il provvedimento pare favorire la grande distribuzione a scapito dei piccoli negozi con il loro ruolo di presidio significativo di socialitĂ comunitariaâ€?. Non tutto ciò che luccica, però, è oro, dal momento che anche i grandi complessi non sembrano avere

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domenicale degli esercizi commerciali è di vecchia data tanto che molte associazioni, Mcl in testa, lanciaroni, qualche anno fa, una raccolta di firme che arrivò a 430mila sottoscrizioni in poche settimane. La campagna, denominata “La domenica è festa!â€? arrivò alla Camera e lĂŹ si arenò mentre in Regione ottenne il risultato di bloccare la situazione esistente senza ulteriori aperture. La liberalizzazione di Monti rimette dunque in discussione la difesa del carattere festivo della domenica e la salvaguardia dei giorni di festa, temi che ormai sembrano essere strettamente cattolici. “Niente di piĂš sbagliato – afferma con forza il presidente regionale di Mcl – anche se sappiamo bene che l’eucaristia è fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Basterebbe rileggere il Catechismo della Chiesa cattolica per verificare come la domenica e la festa sono certo giorno del Signore ma anche occasione per dare a tutti la possibilitĂ di godere di sufficiente riposo e tempo libero per curare la vita familiare, culturale, sociale e religiosaâ€?. Al di lĂ dei presunti risvolti economici, la deregulation in atto dal 1° gennaio deve indurre a una riflessione su cosa si debba intendere per festa, “ma anche – prosegue Ghidoni – su quale progetto di uomo e di societĂ vogliamo e che senso diamo al tempo o, ancor meglio, alla qualitĂ del nostro tempoâ€?. Se la prospettiva che è offerta ai giovani è l’apertura indiscriminata di bar e discoteche, e a famiglie e pensionati di frequentare quei nuovi templi che sono i centri commerciali passando lĂŹ i momenti di festa, una valutazione va fatta in particolare per

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,O FRPPHUFLR q RUPDL XQD FRSHUWD FRUWD “Costi ďŹ ssi e costi di gestione aumenteranno e conseguentemente saliranno anche i prezzi dei nostri prodotti. DifďŹ cile, dunque, immaginare che le misure che il decreto ‘Salva Italia’ di Monti dedica al commercio possano rilanciare, come nelle intenzioni chi le ha proposte, i consumiâ€?. Non ha mezzi termini Margherita Ancellotti (la seconda da sinistra in alto nella foto), della Tesmec di Capriano del Colle, nel bocciare la liberalizzazione di Ma-

rio Monti. “Non saranno certo orari di apertura piĂš lunghi – afferma ancora la commerciante impegnata nel negozio che la famiglia Ancellotti, il padre Daniele, la madre Maurizia e la sorella Irene, gestisce da oltre 40 anni nel centro della Bassa – a far crescere i soldi nelle tasche dei nostri clienti alle prese con le ristrettezze della crisiâ€?. Non occorre essere grandi economisti per capire, come hanno fatto nel negozio di Capriano del Colle, che quella

dei consumi è ormai una coperta corta. “Se anche riuscissimo tenere aperto il nostro esercizio per ogni week end dell’anno – afferma Margherita Ancellotti – diminuirebbe il numero dei clienti negli altri giorni della settimana. Il volume di affari resterebbe invariato, aumenterebbero invece i costi di gestioneâ€?. Alla Tesmec di Capriano del Colle, come in molti altri esercizi commerciali, non c’è una contrarietĂ pregiudiziale


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desertificazione dei quartieriâ€?. CosĂŹ il presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente di Anci Lombardia commenta l’art. 31 della legge “salva Italiaâ€? 201/2011 che liberalizza gli orari dei negozi. “Soprattutto, i Comuni non sono disposti a rinunciare alla loro funzione di governo del territorio e degli orari della cittĂ e di chi vi lavora - continua Fontana orari che rispondono a esigenze diverse da quartiere a quartiere e

da Comune a Comune, e che non possono essere regolate dall’altoâ€?. “Non c’è dubbio che il mondo sia cambiato, e cosĂŹ anche gli orari di lavoro e le esigenze dei cittadini in termini di apertura degli esercizi – ha aggiunto Pasquale De Sena, presidente del dipartimento commercio di Anci Lombardia – però occorre fare attenzione: la concorrenza selvaggia sugli orari favorisce la grande distribuzione che può applicare economie di scala. Chiederemo alla Regione

di adoperarsi in tutti i modi per riaprire un confronto con il governo su questo tema, e chiederemo che si rispetti la competenza dei sindaci sulla programmazione del territorio della cittĂ e dei suoi orari questo si può riflettere in un rilancio forte del piano degli orari, progetto che giudichiamo molto positivo, ma che insieme a un altro progetto importante come quello dei distretti del commercio, rischia di essere svuotato di ogni significato da questa normaâ€?.

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PHJOLR WXWHODUH L YDORUL alle misure in vigore dal 1° gennaio scorso. “Se si tratta di fornire un servizio alla nostra clientela – afferma ancora Margherita Ancellotti – siamo anche disponibili all’apertura di una domenica al mese. Oltre a questo noâ€?. PerchĂŠ oltre a valutazioni economiche nella famiglia Ancellotti subentrano anche considerazioni etiche e religiose. “Non bisogna dimenticare – afferma – che molti esercizi commerciali sono ancora portati avanti da

famiglie che considerano la domenica giorno del Signore e tempo da dedicare al riposo e alla condivisioe. Un valore a cui non intendiamo rinunciare e a cui probabilmente, non vogliono rinunciare neanche i nostri clientiâ€?. Ăˆ anche alla luce di queste considerazioni che Margherita Ancellotti, come molti altri, considera le misure introdotte da Monti la concessione di una grande vantaggio alla grande distribuzione e ai centri commerciali.

&RPH q FDPELDWD OD OHJJH Pochissime parole per rendere quello del commercio un campo senza piĂš alcuna regola da rispettare, almeno in termini di orario e di giorni di apertura. Le misure introdotte da Monti tolgono soltanto poche parole, introducono modifiche apparentemente insigniďŹ cati, nella normativa esistente con effetti, però, enormi. In materia di esercizi commerciali le misure dell’esecutivo tecnico sopprimono nella normativa vigente (la legge 248

del 4 agosto 2006, ndr.) diciture “in via sperimentaleâ€? e “ubicato nei Comuni inclusi negli elenchi regionali delle localitĂ turistiche o cittĂ d’arteâ€?. Piccole modiďŹ che che sanciscono che in ogni parte del Paese e senza alcun periodo di sperimentazione esercizi commerciali grandi e piccoli, piccola o grande distribuzione possono alzare o abbassare le serrande a loro piacere, fatto salvo soltanto il rispetto degli orari e dei turni di lavoro di eventuali

dipendenti. Una vera e propria censura di ogni regolamentazione che rischia, se non nel breve, nel medio e nel lungo periodo, di creare danni ben maggiori dei beneďŹ ci ipotizzati da chi le modiďŹ che le ha pensate. C’è da ritenere che a pagare il prezzo maggiore di questa liberalizzazione saranno gli anelli deboli della catena: i piccoli esercizi che non hanno le risorse per lunghe aperture e i dipendenti (soprattutto quelli dei grandi centri e degli outlet).


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“Il tempo non torna indietro e sarĂ il popolo siriano a decidere del suo futuroâ€?: sono state le parole del primo ministro del Qatar e presidente del comitato ministeriale della Lega araba, Sheikh Hamad Ben Jassem a campeggiare sulla prima pagina del quotidiano ‘Asharq al Awsat’ dopo il pronunciamento per il prosieguo della missione di osservatori in Siria. La stampa araba segue con grande attenzione la questione siriana

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monitorata da un gruppo di osservatori della Lega araba. L’organismo, dopo aver letto il primo rapporto stilato dalla missione inviata per le strade della Siria, ha escluso il ritiro dei suoi osservatori, ventilando anzi un suo rafforzamento in termini di uomini, e il “pienoâ€? coinvolgimento delle Nazioni Unite. Il rapporto degli osservatori riferisce di cadaveri per le strade, blindati e militari ancora nella gran parte delle cittĂ

visitate e detenzioni arbitrarie, che costituiscono un mancato rispetto degli impegni presi dal governo di Damasco nelle scorse settimane. A sostegno del governo del presidente Bashar al Assad, Mosca, storico alleato di Damasco, ha schierato nei giorni scorso una flotta nella base navale di Tartus. La flotta comprende navi da guerra, sottomarini, aerei da combattimento, elicotteri e diversi sistemi di missili antiaerei.

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li immigrati regolari presenti in Italia a fine 2010 erano 4 milioni 968mila, una cifra simile a quella dell’anno precedente perchĂŠ, per effetto della crisi, 684.413 permessi di soggiorno per lavoro non sono stati rinnovati, costringendo molti all’irregolaritĂ , al rimpatrio o al lavoro nero. Le nuove presenze sono state però oltre mezzo milione e circa mezzo milione pure gli irregolari. Le principali collettivitĂ sono i romeni (968.576), gli albanesi (482.627), i marocchini (452.424) e i cinesi (209.934). A metĂ secolo gli stranieri potrebbero essere 12,4 milioni, il 18% dei residenti. Sono i dati del 21° Dossier statistico immigrazione, curato da Caritas italiana e Fondazione Migrantes e centrato sul tema “Oltre la crisi, insiemeâ€?. Nell’ultimo decennio la popolazione immigrata è aumentata di 3 milioni di unitĂ e gli indicatori d’inserimento sono diventati sempre piĂš forti, dall’equilibrio tra uomini e donne immigrati (queste sono il 51,8%) al numero dei minori (993.238), dall’incidenza sulla popolazione residente (7,5%) a quella sulla forza lavoro (oltre il 10%), dal numero degli occupati (oltre 2 milioni) a quello dei titolari d’impresa (228.540), dalle acquisizioni di cittadinanza (66mila) ai matrimoni misti (21.357). Nel 2010 sono stati registrati 4.201 respingimenti alle frontiere e 16.086 rimpatri forzati, a

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ti politici in Tunisia, Egitto e Libia: oltre 60mila persone nei primi nove mesi dell’anno. Il Dossier rileva che nei “costosiâ€? Centri d’identificazione ed espulsione (la retta giornaliera è di 45 euro, l’espulsione di un immigrato costa fino a 10 mila euro), anche a causa del protrarsi del trattenimento fino a 18 mesi, “sono sempre piĂš ricorrenti le protesteâ€?, soprattutto da parte dei nordafricani. Nei Cie sono transitati, nel 2010, 7.039 immigrati, ma nonostante gli accordi bilaterali in tema di riammissione, osserva il Dossier, nemmeno la metĂ delle persone trattenute è stata effettivamen-

te rimpatriata (3.339). “La cosiddetta ‘tolleranza zero’ – commentano i curatori – non assicura di per sĂŠ l’efficacia auspicataâ€?. Anzi, “con l’inasprimento delle norme si rischia di peggiorare la situazione delle carceri italianeâ€?, dove il 36% dei 67.394 detenuti in stato di sovraffollamento sono stranieri. Oltre 540 i casi di discriminazione e razzismo segnalati all’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali). Due milioni di lavoratori, 1/5 dei disoccupati. Nel mondo del lavoro gli occupati stranieri sono due milioni e 89mila e costituiscono un decimo della forza lavoro.

,Q DWWR XQD SXOL]LD HWQLFD H UHOLJLRVD In Nigeria “è in atto una pulizia etnica e religiosa sistematicaâ€?. La denuncia è arrivata dai leader cattolici e protestanti del Paese africano, vittima da giorni di aggressioni mirate contro i cristiani del nord. Oltre 100 morti dal giorno di Natale, questo il bilancio degli attacchi, a pochi giorni dalla scadenza dell’ultimatum lanciato dalla setta islamista “Boko Haramâ€?, che ha rivendicato i massacri delle scorse settimane. “Andate via o sarete ucci-

siâ€?, avevano minacciato gli estremisti, che progettano di imporre la sharia negli Stati del nord, a maggioranza musulmana. “I terroristi stanno strumentalizzando la religione per esclusivi obiettivi di potereâ€?, ha affermato in un’intervista al sito “Vaticaninsiderâ€? l’arcivescovo di Lagos, mons. Ogokie, mentre “i cristiani – ha aggiunto – non si sentono protetti dallo Statoâ€?. Le autoritĂ musulmane stanno tentando il tutto per tutto per stroncare un con-

itto che minaccia di portare il Paese sull’orlo di una guerra civile. La Nigeria è anche alle prese con una grave crisi economica che sta creando gravi tensioni. Il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan (nella foto), è intervenuto per spiegare al Paese la decisione di eliminare le sovvenzioni statali al petrolio. “Un provvedimento nell’interesse della Nigeriaâ€?, che ha portato al raddoppio del prezzo del greggio, scatenando l’ira dei sindacati.

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che non risente della crisi. Libera ha presentato nei giorni scorsi, a Roma, il dossier “Azzardopoli, il Paese del gioco d’azzardo, dove quando il gioco si fa duro, le maďŹ e iniziano a giocareâ€?, curato da Daniele Poto. Il sistema dei giochi d’azzardo in l’Italia è un settore che offre lavoro a 120mila addetti, muove gli affari di 5000 aziende, grandi e piccole, e mobilita il 4% del pil nazionale. Con 76,1 miliardi di euro di fatturato legale l’Italia occupa il primo posto in Europa e il

terzo posto tra i Paesi che giocano di piĂš al mondo: I 71,6 miliardi di fatturato, infatti, sono il portato di quattro Finanziarie normali, una cifra due volte superiore a quanto le famiglie spendono per la salute e, addirittura, otto volte di piĂš di quanto viene riversato sull’istruzione. Si tratta di cifre che suscitano gli interessi delle organizzazioni criminali di stampo maďŹ oso presenti nel Paese, come confermato dal massiccio lavoro delle Procure di tutta Italia.

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’emergenza economica e finanziaria in tutta Europa è in cima alle preoccupazioni delle istituzioni Ue. Nel giorno dell’Epifania, Eurostat ha diffuso gli ultimi dati sulla disoccupazione, che nella zona euro ha raggiunto il 10,3% mentre nell’Ue27 sfiora il 10%, con 23 milioni e 600 mila persone ufficialmente senza impiego. Per i giovani, in particolare, le prospettive di un posto e di un reddito sicuro sembrano allontanarsi sempre piĂš, proprio mentre l’Ue lancia il 2012 come Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietĂ tra le generazioni. I dati dell’economia reale si accompagnano ai crescenti problemi di stabilitĂ monetaria e mentre vari Paesi Ue sono alle prese con il gigantesco peso del debito sovrano, i lavori di stesura per il nuovo Trattato che definirĂ il “fiscal compactâ€? (il patto che dovrebbe segnare nuove regole per il rigore dei conti pubblici e la riduzione dei debiti nazionali) faticano a procedere. Gli incontri bilaterali di questi giorni che hanno per protagonisti i leader di Germania, Francia, Italia e persino Regno Unito (autoesclusosi dal “fiscal compactâ€?) cercano di porre in evidenza tutti i temi piĂš delicati sui quali occorrerĂ trovare un accordo entro marzo: misure per il rigore, fondo salva-Stati, regole del mercato interno, sanzioni per gli Stati inadempienti, azioni per la crescita, eu-

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mute agenzie di rating; in Grecia si riparla di default; in parecchie capitali dell’Eurozona c’è chi riflette sui pro e i contro dell’abbandono della moneta unica. Ipotesi che, immediatamente, ciascun leader smentisce e che la Banca centrale di Francoforte continua a ritenere semplicemente “impossibileâ€?. Nei giorni scorsi Olivier Bailly, portavoce della Commissione Ue, ha affermato, visibilmente preoccupato, che “alcuni Stati Ue saranno probabilmente costretti a rivedere al ribasso le loro previsioni di crescitaâ€?. La Commissione ha ribadito “l’urgenza di sostenere la crescita e di compiere scelte intelligenti per il futuroâ€?, nel campo degli investimenti, della ricerca, della formazione e dell’energia.

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—‘Â?‡ Â?‘–‹œ‹‡ Â? Â?‡•‡ ’‡” Žƒ ’ƒ…‡ Rinnovando una tradizione proďŹ cua e consolidata, anche in questo 2012 le 11 parrocchie della zona pastorale XXVIII, i Frati minori di Rezzato, i circoli Acli situati nella parte est di Brescia, gli Scouts Bs7, i Missionari comboniani, il gruppo Molim e i gruppi del commercio equo e solidale presenti sul territorio, hanno promosso il mese della pace. Tema scelto per l’edizione di quest’anno, per altro ripreso dal messaggio di Benedetto XVI per la

‘Â?…‡”–‘ ƒ ‡”œ‹ƒÂ?‘ ’‡” Dz ”‘‰‡––‘ Â…ÂƒÂ”Â…Â‡Â”Â‡Çł Giornata del 1° gennaio scorso, è “Educare i giovani alla giustizia e alla paceâ€?. Molti gli appuntamenti in programma, a partire da quello inaugurale di giovedĂŹ 12 gennaio. Alle 20.30, presso i missionari comboniani di viale Venezia, si tiene l’incontro “Per una cultura della pace e non violenzaâ€? con la partecipazione di Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace. Altri appuntamenti sono in programma il 20 e 26 gennaio, il 3, il 12 e il 13 febbraio.

Dopo la pausa natalizia riprendono le attivitĂ del “Progetto carcereâ€?, l’iniziativa promossa dall’Uisp di Brescia in collaborazione con l’associazione “Carcere e territorioâ€?, con il patrocinio del Comune di Brescia e il sostegno della Fondazione Asm. Per venerdĂŹ 13 gennaio è in programma il concerto musicale di inizio anno con la cantante Nadia Busi e il Poddighe Acoustic Duo, al termine del quale verrĂ consegnato agli ospiti della casa

circondariale materiale sportivo (abbigliamento e attrezzature) per la ripresa delle attivitĂ (palloni e reti per il volley, macchina polifunzionale pesi per la palestra) in programma per sabato 14 gennaio con la ripartenza del 27° campionato di calcio a sette giocatori denominato “Memorial Giancarlo Zappaâ€?, competizione che vede la partecipazione di 11 squadre, tre composte da detenuti e otto esterne.

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$ SURSRVLWR GL VWUX]]L Le tasse non sono mai piaciute molto; naturale, quindi, che nasca disagio e insofferenza di fronte alle recenti decisioni del governo. E tuttavia una piccola riflessione va fatta; ed è che la responsabilitĂ prima non è di chi impone le tasse ma di chi ha deciso le spese. Ăˆ evidente che se faccio delle spese debbo pagare; e se non pago subito perchĂŠ preferisco prendere a credito, dovrò pagare in seguito con gli interessi. Quando dovrò pagare, sarĂ forse necessario fare dei sacrifici e rinunciare a qualche spesa utile; non sarĂ però una vera scelta, ma una decisione obbligata. La vera scelta è stata fatta quando ho deciso di comperare a credito e mi sono accollato un debito. CosĂŹ è anche per lo Stato. Ci lamentiamo per le tasse che ci vengono imposte, ed è del tutto comprensibile. Aumenta il costo dei servizi, aumentano le bollette della casa, aumenta tutto fuorchĂŠ gli stipendi e le pensioni; la vita diventa piĂš difficile. Il lamento è giustificato. Bisogna

però aggiungere: dove eravamo quando sono state decise le spese? PerchĂŠ l’errore era lĂŹ. Facendo le spese, sapevamo che prima o poi sarebbe stato necessario pagarle; perchĂŠ non ci abbiamo pensato? PerchĂŠ nessuno allora se ne è preoccupato? I governi lo sapevano, e bene. PerchĂŠ hanno deciso lo stesso? PerchĂŠ le spese sono popolari e le economie no; le spese

significano distribuzione di soldi e di servizi e tutto questo aumenta il benessere delle persone, quindi il consenso al governo. Per questo i governi hanno fatto finta di non vedere, accontentandosi di spostare i problemi al futuro; e per questo i cittadini – cioè noi – abbiamo preferito non vedere per poter godere di un benessere immediato e gratificante.

Il senso comune fa fatica a considerare le cose a lunga scadenza e questo fatto lo rende miope, incapace di prendere decisioni sagge, che servano davvero per tutti. A loro volta i governi fanno fatica a fare scelte che diminuiscano il consenso e per questo prendono decisioni che non risolvono i problemi ma producono difficoltĂ piĂš gravi. Dobbiamo uscire da questa

spirale. I governi debbono fare le scelte utili per il presente e per l’avvenire; e i cittadini debbono dare il consenso solo a chi ha il coraggio di agire in questo modo. Dice il proverbio che non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere; è saggezza vedere le cose come stanno, anche e soprattutto quando non corrispondono ai nostri desideri.

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Presenza e sorveglianza la faranno presto da padroni sul territorio coccagliese, grazie alla presenza di agenti speciali, battezzati “nonni vigiliâ€?. L’iniziativa, ideata dall’Ufficio servizi sociali in sinergia con l’assessore Agostino Pedrali, si rivolge infatti a pensionati o pensionate residenti a Coccaglio di etĂ non superiore ai 72 anni, disponibili a vigilare e collaborare sia con la polizia locale nella fase d’attraversamento stradale

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degli studenti nei pressi delle scuole o con l’autista dei pulmini durante il servizio di trasporto, che coi volontari del Servizio civile nell’attività di baby-sitting per favorire ai genitori con figli minori e senza possibilità di delegare l’accudimento, di partecipare a iniziative formative o di incontro. Per conoscere criteri d’ammissione, durata dell’incarico e modalità d’iscrizione (domande da presentare entro il 4 febbraio)

è possibile consultare il bando depositato nell’Ufficio servizi sociali o visitare il sito www. comune.coccaglio.bs.it. Il dato interessante è che per i “maturiâ€? e selezionati collaboratori è previsto un riconoscimento al servizio prestato in forma di buoni ticket del valore di 5 euro per ogni giorno d’attivitĂ effettivamente prestata da spendere nell’acquisto di generi alimentari o farmaceutici nei siti convenzionati. (a.s.)

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a vicaria di San Carlo, 19 parrocchie coordinate da quella rovatese retta dal prevosto Gian Mario Chiari, ha incontrato nei giorni scorsi il segretario della Fondazione Cogeme, Simone Mazzata. L’incontro, richiesto dai sacerdoti, è stato l’occasione per un confronto aperto sul nuovo progetto “Terre della Franciacortaâ€? che vede la onlus della societĂ di servizi impegnata in un avanzato progetto di valorizzazione complessivo del territorio e della comunitĂ che lo abitano. â€œĂˆ stato davvero un momento positivo e a suo modo emozionante – dice Simone Mazzata –: lo spirito del progetto è quello di disegnare un’idea futura di Franciacorta, in accordo con tutte le forze che animano la vita del nostro territorio. Salvaguardia dell’ambiente, dei beni culturali e artistici e un’idea di sviluppo sostenibile capace di generare ricchezza e migliorare la qualitĂ della vita: questi i punti cardine di ‘Terre della Franciacorta’. Il fatto che la comunitĂ cristiana, nella sua autonomia e con tutte le sue articolazioni, abbia deciso di confrontarsi con noi è un motivo di orgoglio e ci spinge ad andare avanti lungo un percorso comune che arrivi a coinvolgere tutti gli attori che animano e vivono il territorio. In questo quadro l’interesse dei parroci è fondamentale, e fa capire quanto le

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lano importante per tutta l’iniziativa�. La vicaria di San Carlo si aggiunge cosÏ al percorso che i 19 Comuni della Franciacorta hanno iniziato già da diversi mesi per definire un modello socio-economico di sviluppo, in grado di elevare la qualità della vita dei residenti e rendere competitiva l’area a livello internazionale. Tre gli obiettivi da raggiungere: un’idea condivisa di sviluppo socio-economico per i prossimi anni, caratterizzato da un miglioramento della qualità della vita e dalla competitività , all’interno di scelte politiche e modalità attuative sostenibili e durevoli; una strategia

che valorizzi l’identitĂ della Franciacorta e ne indichi alcune linee-guida; un tavolo di regia tra tutti coloro che concorrono al suo sviluppo, intorno al quale definire insieme “un’idea forte, ambiziosa, alta, per guardare lontano e nella stessa direzioneâ€?. Due le fasi giĂ definite: uno studio di fattibilitĂ finalizzato a proporre un Piano strategico per la Franciacorta e il piano vero e proprio che tenga conto delle sue peculiaritĂ , delle potenzialitĂ inespresse, delle linee-guida necessarie e coerenti per il suo sviluppo nel campo culturale, turistico, industriale e artigianale.

&RPXQH SDVVDWR SUHVHQWH H IXWXUR Variante al Pgt, apertura della Scuola dell’Infanzia statale e ďŹ rma della Carta educativa. Sono alcune delle “iniziative strategicheâ€? avviate nel 2011 dal Comune di Coccaglio e che – a detta del primo cittadino Franco Claretti – incideranno sul futuro sociale ed economico del paeseâ€?. “Anche quest’anno – ha spiegato Claretti – è stato centrato il rispetto del Patto di stabilitĂ , con un’azione virtuosa che ha permesso di ottimizzare gli equilibri

ďŹ nanziari col rilancio di alcune azioni di spesa indirizzate al miglioramento delle strutture sportive (nuovi campi di bocce, accesso al campo di calcio e completa tinteggiatura del Palasport), agire nella manutenzione-asfaltature strade e implementare i servizi culturali, sociali e scolastici di alto livelloâ€?. Nel 2011 è stato istituito lo Sportello unico attivitĂ produttive e il Distretto urbano del commercio “Montorfanoâ€? per consentire ai commercianti di go-

dere di contributi regionali a beneďŹ cio della propria posizione sul mercato. E per il 2012? “L’attenzione sarĂ incentrata sulla famiglia – ha anticipato Claretti – con l’attivazione di politiche comunitarie mirate (asilo, scuola, sostegno economico, lavoro). Scuola e realtĂ educative costituiscono un motore fondamentale del rinnovamento etico e del benessere della societĂ , dei giovani, che rappresentano un riferimento su cui investire per il futuroâ€?.

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qualiďŹ cato e integrato da alcune specialitĂ che oggi non sono presenti. Bisogna tenere presente che questo tipo di servizi viene utilizzato oggi da 80/90mila persone all’annoâ€?. Inutile, forse, ribadire che non cambiano le ďŹ nalitĂ delle strutture: “L’obiettivo fondamentale è quello di avere una struttura che sia fortemente caratterizzata per essere una realtĂ sanitaria privata no proďŹ t di forte e tangibile ispirazione cristiana. Vogliamo trasmettere

all’ammalato che si approccia alla nostra realtĂ la migliore qualitĂ in termini di cure e una rinnovata attenzione alla persona: è questo il nostro valore aggiuntoâ€?. Entrambi le sedi potranno beneďŹ ciare del collegamento metropolitano. â€œĂˆ una fortuna il fatto che entrambe le sedi siano collocate sul percorso della metropolitana. La Poliambulanza ha un’afferenza signiďŹ cativa dai paesi a sud della provincia e anche del Cremonese (gli utenti della cittĂ di Brescia sono circa il 30%),

diverso il discorso per Sant’Orsolaâ€?. La bussola è rappresentata dalla qualitĂ . “Abbiamo un livello di qualiďŹ cazione -– conclude il direttore sanitario Alessandro Signorini – che ci permette di attivare una serie di servizi che non sono presenti negli ospedali periferici come la neurochirurgia. La vocazione di Poliambulanza è territoriale, ma non disdegna la collaborazione con sedi piĂš lontane; a questo si aggiunge l’attivitĂ di Poliambulanza Charitatis Operaâ€?.

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i concretizza l’evoluzione della Fondazione Poliambulanza con un primo passaggio importante all’interno di un percorso piĂš ampio. Il trasferimento dovrebbe essere consolidato entro la fine di febbraio: siamo nella fase in cui si concretizza uno dei primi momenti di accorpamento tra la struttura di via Bissolati e quella di via Vittorio Emanuele. Il progetto è nato con l’acquisizione all’inizio del 2010 da parte della Poliambulanza del Sant’Orsola. Dopo aver effettuato i lavori, comincia l’integrazione tra i due nosocomi. Il 23 gennaio si verifica l’accorpamento dell’unitĂ di ostetricia e di ginecologia ossia il punto nascita delle due strutture verrĂ concentrato nella struttura di via Bissolati. “Questo comporta inevitabilmente – spiega Enrico Zampedri, direttore generale della Fondazione Poliambulanza – una fase di cambiamento delle abitudini per le circa 900 mamme che ogni anno partorivano nella struttura del centro, ma crediamo, accorpando le due realtĂ (i 900 del Sant’Orsola e i 1900 circa della Poliambulanza), di poter offrire una struttura molto piĂš qualificata con un’assistenza in termini di personale e di dotazione superiore. A fine febbraio, inoltre, faremo una nuova unitĂ di terapia

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2012 progressivamente avremo portato qui in via Bissolati tutte le attivitĂ di ricovero presenti al Sant’Orsola. Dopo l’ostetricia e la ginecologia, sarà – continua Zampedri – il turno delle parti di tipo internistico (medicina, geriatria e i reparti di riabilitazione neuromotoria e cardiologica) e da ultimo il reparto di chirurgia generale. Con lo spostamento, entro la fine dell’anno di queste unitĂ , avremo qui in via Bissolati tutte le unitĂ di ricovero: passeremo dai 350 ai 560 posti lettoâ€?. Uno degli aspetti piĂš delicati di tutte le operazioni di integrazione è il coinvolgimento dei

dipendenti (circa 1200 presso la Poliambulanza e 550 presso il Sant’Orsola). “La fortuna vuole che ci sia stata la possibilitĂ di ampliare le nostre attivitĂ e di riorganizzarle in maniera tale da poter trovare per la gran parte del personale una collocazione adeguata. Abbiamo dovuto curare molto l’aspetto comunicativo – prosegue Zampedri – attraverso riunioni e incontri per spiegare le motivazioni e gli obiettivi finali dell’operazione in modo tale che tutti i collaboratori, dai quali dipende la qualitĂ delle cure che tutti i giorni possiamo esprimere, siano coinvolti, consapevoli e fautori di questa operazione. Alla fine l’obiettivo è quello di fornire alla popolazione una struttura di qualitĂ ancora maggiore, coerente con il progetto iniziale delle due struttureâ€?. In via Bissolati lavoreranno circa 1800 persone. Una parte continuerĂ a portare avanti l’attivitĂ ambulatoriale presso il centro storico; nel centro storico vengono confermati, ad esempio, il punto prelievi e la radiologia. “Avremo due punti laboratoriali equivalenti con un unico Centro di prenotazione (in via Bissolati) attraverso il quale scegliere la soluzione miglioreâ€?. Entro la fine del 2012, quindi, la Poliambulanza di via Bissolati cambierĂ volto, ma non gli obiettivi.

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Šƒ”‹–ƒ–‹• ’‡”ƒ Â? Ž‹„”‘ †‹ ˆ‹ƒ„‡ Nel 2009 è nata Poliambulanza Charitatis Opera con l’obiettivo di riunire in un unico ambito tutte le iniziative che la Fondazione sviluppava a favore delle persone indigenti sia locali che provenienti da Paesi lontani. Fra i principali attori ci sono i medici e operatori dell’Ospedale che si fanno carico giorno per giorno di trasferte all’estero, di organizzazione sanitaria, di interventi e attivitĂ cliniche. Per aiutare l’opera è stato realizzato un libro di ďŹ abe “Il Centocchi. Macchia mamma e i loro amiciâ€?, un libro per sognare e che possa spiegare ai bambini, in modo leggere e positivo, delle realtĂ difďŹ cili, ma non immutabili. Alcuni scrittori e un illustratore di libri per bambini hanno dato vita a storie divertenti e al tempo stesso commoventi ispirate all’esperienza di Poliambulanza Charitatis Opera e ai suoi progetti. Il libro si trova presso la Poliambulanza: il ricavato va alla Charitatis Opera.


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due sedi, quella centrale in via F.lli Bandiera 22, e la sede decentrata di via della Maggia 6. A queste si aggiungono tre distaccamenti in provincia, Montichiari, Pontevico e Chiari. Per entrare a far parte non servono attitudini, titoli di studio o doti ďŹ siche particolari; serve solo tempo libero, voglia di fare e di mettersi a disposizione dei bisogni dei cittadini, gratuitamente, con passione e spirito di solidarietĂ . Il volontariato che offre la Croce Bianca è diretto a tutti, giovani e

meno giovani, uomini e donne, lavoratori, pensionati, studenti. Non è solo ambulanza ed emergenza. L’associazione organizza due corsi di primo soccorso rivolti alla cittadinanza e in modo particolare agli aspiranti volontari. Un corso inizierĂ a Brescia lunedĂŹ 16 gennaio alle ore 20.30. Il corso teorico avrĂ frequenza bisettimanale, il lunedĂŹ e il giovedĂŹ sera e si terrĂ presso la sede operativa della Croce Bianca in via della Maggia, 6 a S. Polo. L’altro corso si terrĂ a Pontevico

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presso la Casa di riposo in via Cav. di Vittorio Veneto, la prima lezione sarĂ lunedĂŹ 23 gennaio alle ore 20.30, poi proseguirĂ , a cadenza bisettimanale, il lunedĂŹ e giovedĂŹ sera. Al corso teorico seguirĂ la parte pratica da concordare con gli istruttori. Per informazioni in merito alla formazione che si terrĂ a Brescia contattare Barbara tel. 3341474618, per il corso che si terrĂ a Pontevico rivolgersi a Massimiliano tel. 3394018191. Per info, www.crocebianca.org. (a.t.)

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e festivitĂ natalizie sono scivolate via, ma le opere realizzate per l’occasione sono ancora visitabili. Le opere esposte colpiscono anche per la capacitĂ espressiva. La mostra “Art’è Nataleâ€? promossa in concomitanza con il concorso dei presepi del Movimento cristiano lavoratori, è allestita presso la Sala Bcc Agrobresciano di via Triumplina n. 237 a Brescia. Sono qui riunite, quindi le opere dedicate al tema “E si misero in camminoâ€? di tutti gli artisti “professionistiâ€? che hanno fatto tappa alla sala Piamarta di via San Faustino e che inizialmente si trovavano presso la Bcc di via Triumplina. Le opere esposte sono di Pierangelo Arbosti, Laura Bellini, Chiara Beschi, Michela Bianchi, Emanuela Brizzi, Carlo Alberto Gobbetti, Luca Gobbetti, Natasha Korosec, Lamberto Melina, Chiara Margherita Mazza, Miriam Rimon, Giulio Mottinelli, Pinuccia Nicolosi, Elena Niboli, Elisa Pedretti, Alessandra Pelizzari, Marisa Pezzoli, Alessandro Scalvini, Alice Solfrini. Si tratta di artisti bresciani di varie generazioni, con una significativa rappresentanza tra i piĂš affermati giovani con un significativo radicamento territoriale. Sono presen-

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“Art’è Nataleâ€?. Alla mostra di questi artisti, quasi tutti sul filo dell’innovazione e della sperimentazione, si aggiunge la mostra “Natale sotto la Neveâ€? promossa grazie all’impegno diretto degli artisti della piĂš schietta tradizione figurativa bresciana: Rinaldo Arcari, Emanuele Attanasio, Sergio Bazzana, Angelo Gavezzoli, Giuseppe Guarino, Loredana Mor, Gigi Silini, Gianluigi Magri, Maria Saporito, Luigi Zatti. L’esposizione è aperta fino a martedĂŹ 17 gennaio, con i seguenti orari: la sera di giovedĂŹ, venerdĂŹ, sabato si può visitare dalle 17 alle 19. Al mattino: è aperto sabato e martedĂŹ dalle ore 10 alle 12.

%DQGR SHU OR VSRUW LQ RUDWRULR Il tavolo apertosi alcuni anni fa tra il Comune e le parrocchie cittadine per la promozione, tramite gli oratori, di iniziative tese all’educazione, per mezzo dello sport, dei giovani, si è arricchito di una nuova offerta. Ăˆ stato presentato il bando, rivolto esclusivamente alle societĂ che operano in ambito oratoriale, che prevede l’erogazione da parte dell’Amministrazione di 174mila euro, da destinare, afďŹ ancati a quelli investiti dalle societĂ stesse, in parte al ďŹ nanziamento per l’acquisto di attrezzature o per rivedere strutture che necessitino di interventi ed in parte all’acquisto di mezzi di trasporto per gli spostamenti dei ragazzi. â€œĂˆ la prosecuzione di un’iniziativa mirata allo sviluppo dell’attivitĂ sportiva negli oratori – ha detto il vice sindaco Fabio RolďŹ â€“ luoghi riconosciuti come primari nella formazione, educazione e in-

tegrazione dei giovani. Questo bando sostiene scelte di investimenti in attrezzature/strutture e mobilità – ha aggiunto RolďŹ â€“ e sarĂ seguito da iniziative riguardanti progetti educativi e formativi rivolti agli operatori delle societĂ sportiveâ€?. 120mila euro saranno destinati all’acquisto di attrezzature o per il mantenimento degli impianti e 54mila per comprare minibus a nove posti da adibire al trasporto dei ragazzi per la partecipazione a gare e competizioni sportive. “Le societĂ potranno partecipare a entrambe le sezioni del bando – ha spiegato l’assessore allo Sport Massimo Bianchini (nella foto) – e la commissione valuterĂ le domande tenendo conto, oltre che dell’investimento economico e del numero dei tesserati che beneďŹ ceranno del contributo, della multidisciplinarietĂ delle attivitĂ sportive e della pre-

senza di squadre femminili, per una maggiore diffusione di attivitĂ che non siano solo calcio. L’oratorio è un veicolo di primo impatto nella società – ha aggiunto Bianchini – e contribuisce a intercettare il giovane il prima possibile, quale investimento per il suo futuroâ€?. “All’interno del tavolo vi è da sempre la massima attenzione al binomio sport-oratorio e a oggi, dal 2005 – ha osservato il direttore dell’UfďŹ cio oratori diocesano don Marco Mori – sono stati riqualiďŹ cati 17 impianti in sintetico. Questo bando tende ad ampliare le attivitĂ sportive ed è un esperimento, perchĂŠ ďŹ no allo scorso anno era previsto un contributo di 35mila euro annui destinati solo all’attivitĂ in quanto tale e non a quanto a essa connesso. Le societĂ sono circa 40, quasi come i 45 oratori interessati e l’80% di chi pratica calcio lo fa in oratorioâ€?.


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di Brescia Livia Narcisa Brassesco Pace ha invitato i sindaci a evitare ordinanze che pongano condizioni aggiuntive per la concessione della residenza, ma di attenersi alla legge vigente e, inoltre, ha fatto notare come la crisi del Paese colpisca soprattutto i piÚ poveri e gli stranieri. Allo stesso modo il governo ha precisato che gli immigrati devono pagare gli oneri per ottenere il permesso di soggiorno, cosa che già fanno, ma che non è lecito far pagare

loro balzelli per coprire le spese per il rimpatrio degli immigrati clandestiniâ€?. Nella Messa delle genti padre Toffari ha raccontato anche l’importanza che ha rivestito nel 2011 per la comunitĂ bresciana la lettera del vescovo Monari alle comunitĂ cristiane, “Stranieri, ospiti, concittadiniâ€?, che ha donato uno slancio per una maturazione della pastorale per i migranti e ha influito anche su quanti sono chiamati a guidare la societĂ civile.

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secondo le stime fatte, costeranno alle casse comunali circa 1 milione e 400mila euro; di questi, 600mila sono il costo della mancata introduzione dell’Imu sulla prima casa, mentre la rinuncia alla tassa di soggiorno vale circa 750mila euro. Per compensare tali mancati introiti cercheremo, dove possibile, di risparmiare ulteriormenteâ€?. Risolta, almeno ďŹ no al 30 giugno, anche la vertenza relativa alle aperture domenicali e festive di due simboli benacensi, le Grotte di Catullo

e il Castello (in perfetto stato di conservazione rappresenta un raro caso di fortiďŹ cazione destinata ad uso portuale) tra i piĂš visitati in Lombardia e meta di comitive di turisti in ogni momento dell´anno, in arrivo da ogni angolo d’Italia. Grazie all’impegno dell’amministrazione e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia si è potuto stilare un calendario con i nuovi orari di apertura per la domenica e i giorni festivi dei

due siti. Le Grotte si potranno visitare, ďŹ no al 31 marzo, dalle 8.30 alle 13.30, mentre dal 1 aprile al 30 giugno i cancelli saranno aperti dalle 8.30 alle 17. Il Castello Scaligero, invece, ďŹ no al 30 giugno apre i battenti dalle 8.30 alle 19. Informazioni allo 030916157 per le Grotte e allo 030916468 per il Castello. Con la speranza che la situazione tampone trovi una soluzione deďŹ nitiva per affrontare senza altri disagi la stagione estiva. (v.b.)

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radizione e passione. Sono gli ingredienti che accompagnano la tre giorni dedicata alla “Fiera regionale di Lonato del Gardaâ€? in programma da venerdĂŹ 13 a domenica 15. “Nonostante il perdurare della crisi – afferma il sindaco lonatese Mario Bocchio – la tradizione si rinnova. E la nostra fiera si conferma occasione valida per far sentire la voce e la forza dei settori cardine dell’economia: l’agricoltura, l’artigianato e il commercioâ€?. Si comincia venerdĂŹ alle 15 con l’apertura degli stand e delle mostre di pittura “Il Garda religiosoâ€? ospitata nella scuola di via Galilei e “Longitudine natura, latitudine uomoâ€? allestita nell’ex ufficio Sime in via Tarello. Alle 21 “Gran GalĂ Showâ€? presso il “Teatro Italiaâ€? del Centro parrocchiale Paolo VI in via Antiche Mura, con cabaret e musica. â€œĂˆ un onore – dichiara l’assessore al Commercio e presidente della fiera Valentino Leonardi – dare continuitĂ a un evento che risveglia lo

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per bambini. Dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 18 visite guidate e percorso dell’arte alla scoperta del patrimonio lonatese. Alle 10.30 taglio del nastro, presso l’ingresso di viale Roma. Alle 15 in piazza Matteotti, “Palo della Cuccagnaâ€?. Alle 21 commedia in dialetto “Chiacchiere in cucinaâ€? presso il Teatro Italia. “Proprio nei momenti di difficoltà – conclude il direttore del comitato fiera Nicola Ferrarini – bisogna reagire e, con l’aiuto di tutti, ricercare e riscoprire i valori del passato. E per valorizzare e proteggere i prodotti di nicchia, abbiamo istituito la Denominazione comunale di origineâ€?. Domenica alle 9 apertura stand, alle 10 le gare gastronomiche “El salam pĂś bĂš de LunĂ â€? e “El chisĂśl de la mĂŠ nĂłnaâ€?, il “Mercatino enogastronomicoâ€?, dimostrazioni di aratura e di trebbiatura, degustazione gratuita di risotto con radicchio in piazza Martiri e visite guidate. Nel pomeriggio, dalle 14, l’atteso “Palio di Sant’Antonioâ€? in piazza Matteotti, con la sfida

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nei giochi d’altri tempi tra le frazioni e la sfilata del Palio, le visite guidate, le premiazioni e alle 17.30, nella Sala Celesti del Comune, il concerto di musica classica curato dalla scuola Paolo Chimeri. Appendice religiosa martedĂŹ 17, con la Messa, alle 10, nella chiesa dedicata a Sant’Antonio abate e con la benedizione degli animali, alle 14.30, sul sagrato. E fino a domenica 26 febbraio nei ristoranti “A Tutto Porcelloâ€? a base di carne di maiale. Per info, 0309131456.

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Ăˆ mancato improvvisamente all’etĂ di 76 anni Giuseppe Granata, figura di riferimento delle Penne nere gardesane e valsabbine, giĂ presidente della sezione Ana “Monte Suelloâ€? di Salò dal 1985 al 1993. Granata è stato un importante punto di riferimento anche per i presidenti che lo hanno succeduto, oltre che per tutti gli alpini della “Monte Suelloâ€?, che lo hanno visto partecipe alle tante manifestazioni presso i gruppi del Garda Bresciano e della Valle Sabbia. Dopo aver prestato servizio fra gli alpini come sottotenente di complemento nel 7° Reggimento alpini, si è iscritto all’Ana nel 1961, iniziando un lungo impegno che lo ha accompagnato nel corso di tutta la sua vita, contribuendo all’ini-

zio alla ricostituzione del gruppo alpini di Desenzano. Ăˆ stato eletto consigliere della “Monte Suelloâ€? nel 1976, ricoprendo per sei anni il ruolo di segretario e poi di vice presidente, prima di essere eletto presidente nel 1985. Ăˆ stato il primo presidente non reduce della sezione e sotto la sua guida la sezione degli Alpini di Salò ha preso slancio anche in nuovi ambiti quali la Protezione civile, l’attivitĂ sportiva e l’escursionismo. Il primo impegno importante della sua presidenza è stata la costruzione della precedente sede sezionale in via Ragazzi del ’99 a Salò, compiuta interamente con l’impegno volontario degli alpini e inaugurata nel 1986, nel 60° anniversario della sezione. (Cesare Fumana)

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Il consiglio comunale detterĂ le linee generali di intervento, che poi verranno tradotte in risoluzioni un poco alla volta, a stralciâ€?. Alcuni interventi sono giĂ ipotizzati. Alcuni sensi unici sono giĂ stati introdotti, come quelli di via Mazzini e via Ermengarda. Altri dovrebbero esserlo a breve. “A Porzano, ad esempio – spiega l’assessore Braga – si potrebbe agire in tal senso anche per creare nuovi parcheggi. Ma le novitĂ verranno introdotte un poco alla volta. Come quella

che potrebbe riguardare la centrale piazza Cesare Battisti. Il sistema dei parcheggi del centro storico va rivisto, magari con l’introduzione del disco orario. Ma prima bisognerĂ individuare nuovi spazi per il parcheggio, poi si potranno mettere le soste a tempo. A tal proposito – prosegue l’Assessore – potrebbe tornare utile il futuro Comparto C, dove nasceranno nuovi parcheggi. Realizzato quello, cioè una volta trovati altri posti a poca distanza dal centro, potremo

eventualmente procedere con l’introduzione del disco orario in piazza Cesare Battistiâ€?. Altra questione è quella relativa alla segnaletica. “Soprattutto per quella privata – conclude l’assessore Braga – c’è un po’ di confusione, in quanto la materia non è mai stata regolata nello speciďŹ co. Ăˆ nostra intenzione provvedere, stabilendo dei criteri in base ai quali tutte le segnalazioni piĂš o meno pubblicitarie verranno sistemate, cosĂŹ da avere piĂš ordine e decoroâ€?. (mtm)

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on Biagio Fontana è dal 1999 parroco della Badia in cittĂ . Recentemente è stato nominato parroco di Lograto, dove prende il posto di don Domenico Amidani. Il suo ingresso è previsto nella prima metĂ di febbraio. Quali sono stati i lati positivi della sua ultima esperienza parrocchiale? L’accoglienza e la collaborazione delle persone del quartiere, lo spirito di aggregazione che permane negli anni. La Badia è una zona anomala, perchĂŠ pur essendo parte della cittĂ , mantiene quelle caratteristiche tipiche dei villaggi fondati da padre Marcolini, rimanendo sulla soglia tra un piccolo paese e un quartiere cittadino. Ci sono state anche difficoltĂ o aspetti meno positivi in questi 12 anni? Inizialmente c’è stata qualche difficoltĂ nella gestione del ruolo di parroco, curato e sacrista: le persone erano abituate a vedere figure diverse, perciò al primo impatto è stato sicuramente un po’ complicato abituarle a un’idea diversa; anche questo ostacolo è stato utile per superare le divisioni che potevano essersi create nel corso del tempo. E sul percorso di catechesi, quali sono le sue impressioni? Sicuramente, soprattutto per quanto riguarda i ragazzi, si è sentito l’effet-

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del 2005, ho notato un risveglio della componente giovanile. In particolare, la Badia si sta ringiovanendo: c’è stato l’arrivo di nuove famiglie e il ritorno di quelle che, magari, hanno preso il posto dei nonni. La situazione a livello di catechesi mi sembra allineata con quella delle altre parrocchie cittadine. Pensando al suo prossimo incarico, cosa sa della realtĂ di Lograto? Per ora ho ricevuto solo informazioni positive: pur non avendo esperienza diretta del territorio, so di una buona partecipazione e collaborazione della popolazione. Sono nato in cittĂ e sono sempre stato parroco a Brescia, perciò dovrò affrontare una situazione diversa e per certi versi stimolante. Quali sono le attenzioni pastorali che si prefigge di perseguire? Dovendo ricoprire sia il ruolo di parroco sia di curato, cercherò di creare un rapporto di equilibrio tra la componente giovane e quella anziana, compensando le esigenze di tutti in modo da poter camminare insieme. Credo che sia fondamentale riuscire a costruire un cammino di unitĂ privo di contrapposizioni. Se dovesse presentarsi alla nuova comunitĂ , come si descriverebbe? Vengo definito come un sacerdote “anomaloâ€?, fuori dall’idea comune, perchĂŠ cerco di creare anche uno spazio laicale all’interno della parrocchia. Diciamo che cerco di valorizzare quello che si dice “battesimo comuneâ€?.

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ÂŽ Â?—‘˜‘ ƒ•’‡––‘ †‡Ž …‹Â?‹–‡”‘ In questi mesi il cimitero di Capriano del Colle è stato sottoposto a una serie di interventi che ne hanno migliorato l’aspetto e la funzionalitĂ per rispondere anche alle richieste dei cittadini. Tra le prioritĂ dell’amministrazione comunale c’è quella di avere in ordine questo luogo di culto. “Mantenerlo in buono stato – riferisce il sindaco Claudio Lamberti – è, oltre che un volere, anche un dovere che abbiamo nei

confronti dei cittadiniâ€?. Tra gli interventi effettuati vi è il taglio delle siepi e degli alberi posti all’esterno; la tinteggiatura della facciata, dei sofďŹ tti dei porticati interni, della sala mortuaria, dei bagni, il rifacimento del tetto dell’ingresso e il ripristino del ghiaietto all’interno. Gli interventi sono stati appaltati alla ditta Onoranze funebri Rovaris, la stessa che in futuro si occuperĂ della manutenzione annuale dei cimiteri di Capriano e di Fenili

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A Palazzo Bertazzoli, sabato 14 gennaio alle ore 21, la compagnia “Gli Eccentrici Dadaroâ€? di Milano presenta: “Te, me, e lĂši’sâ€?; regia di Fabrizio Visconti. Due donne e un’automobile. Due donne in viaggio. Due donne in corsa verso un matrimonio. Trucchi, tacchi a spillo, parole, musica, storie per ridere, pensare, sognare, riconoscersi un po’. PerchĂŠ niente, in mano a due donne, resta com’è! Ingresso libero per studenti e over 65, ingresso adulti 7 euro. (pio)

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utto era iniziato nel 2008 con l’idea di tenere sotto controllo la sostenibilitĂ dello sviluppo nel territorio della Bassa: nasceva infatti con questa finalitĂ il progetto “Pianura sostenibileâ€?, portato avanti dalla fondazione Cogeme Onlus, in collaborazione con 30 Comuni della Bassa, la Regione Lombardia, l’Arpa e le associazioni degli agricoltori. Il tema, la cui importanza cruciale si è sempre piĂš rivelata nel corso di questi anni, ha avuto sin da subito una declinazione molto concreta: è stata definita infatti una serie di indicatori ambientali di cui tenere conto nell’elaborazione degli strumenti urbanistici come Vas e Pgt, sui quali inoltre è stata avviata una campagna pluriennale di monitoraggio del territorio. E proprio i dati raccolti grazie a questa operazione costituiscono la base di un percorso che prende in esame lo stato di salute della Bassa. “Percorsi per la qualitĂ della vita nella Pianuraâ€?, questo il nome dell’iniziativa, si concentra in particolare sul consumo di suolo e sulla qualitĂ delle acque, ritenuti snodi fondamentali per il futuro del territorio. CosĂŹ, dopo il primo incontro di presentazione della situazione generale, tenutosi a Berlingo il 2 dicembre, con l’inizio dell’anno nuovo ognuna delle due tematiche sarĂ affrontata singolarmente. Si comincia il 13 gennaio a Orzinuovi, presso la

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Rocca di San Giorgio, dove si parlerĂ di “Consumo di suolo ed effetti ambientaliâ€?: a fronte di un processo di urbanizzazione spesso non giustificato da reali esigenze residenziali e produttive, l’analisi di un impoverimento dell’ecosistema agricolo, alla base della cultura e del futuro dell’area. Tra

i partecipanti, il presidente provinciale di Confagricoltura Francesco Bettoni, il sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti e il vicesindaco di Urago d’Oglio Luca Squarzoni Balestra, oltre a Paolo Pileri del Politecnico di Milano. Il secondo appuntamento, il 3 febbraio a Rudiano, sarĂ dedicato alla “QualitĂ delle acque nel fiume Oglio sub-lacualeâ€? e vedrĂ gli interventi di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia, Pietro Vavassori, vicesindaco di Rudiano, e di Marco Bartoli e Pierluigi Viaroli dell’UniversitĂ di Parma. Entrambi gli incontri, condotti dal giornalista Enrico Mirani, si terranno dalle 17.30 alle 19, per poi concludersi con un aperitivo a base di prodotti tipici del territorio. In seguito a quella che si può definire come la fase di analisi e studio, con l’intento di offrire alcune linee guida per le politiche ambientali locali, vi sarĂ spazio per il confronto con gli enti del territorio: l’appuntamento è per il 18 febbraio a Padernello, dalle 9.30 alle 12.30, con i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni chiamati a commentare le proposte emerse negli incontri precedenti. L’obiettivo è quello di mettere in atto un’azione concertata per la gestione del territorio: la Bassa, infatti, è una paziente che desta preoccupazione e solo mettendo in comune gli sforzi di tutti sarĂ possibile guarirla.

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bruno, le sue recenti incursioni nella Valgrigna, il rinvenimento di orme e reperti nei Comuni di Collio, Esine e Darfo Boario Terme; in quest’ultimo municipio il plantigrado in particolare si era reso protagonista di episodi di predazione ai danni di allevatori e apicoltori locali. Gli ultimi due fatti piĂš recenti sono avvenuti a meno di un mese l’uno dall’altro: nel novembre scorso, in Comune di Esine, dove una persona ha scorto la grossa ďŹ gura dell’animale in localitĂ

Castegnac e lo scorso dicembre in localitĂ Passo di Crocedomini, nel Comune di Prestine, dove l’agente Paolo Tavelli, per due anni referente provinciale del progetto “Life Arctrosâ€? ha fotografato nella neve una pista di tracce che indica il percorso dalla Valle del Caffaro in direzione della Valcamonica. “Si tratta di individui erratici – ha spiegato lo stesso Tavelli, che si occupa personalmente della raccolta di campioni e dell’inserimento di

dati e di rilevazioni – rispetto allo scorso anno la presenza dell’Orso in Valgrigna è stata meno costante, anche se ci sono giunte diverse segnalazioni. Sebbene sia possibile con precisione risalire all’individuo avvistato, grazie alle indagini dei reperti, per quanto riguarda l’esemplare che ha frequentato la zona non è stata purtroppo credibile l’identiďŹ cazione. La nostra provincia – conclude Tavelli – è frequentata da esemplari giovani in esplorazione di nuovi territoriâ€?. (e.g.)

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’è l’idea del Vescovo alla base della creazione di un soggetto che si prenda cura della formazione dei giovani con forte motivazione cristiano-cattolica. Un’idea non occasionale nĂŠ peregrina, bensĂŹ un forte anelito alla ripresa della catechizzazione “dalla baseâ€?, dagli anni della formazione dei giovani, basato sullo spirito del Vangelo e dei grandi uomini della Chiesa italiana e bresciana degli anni scorsi. In primis di don Primo Mazzolari, ma anche dei Padri della Pace e della grande scuola che fu la fucina formativa di Giovanni Battista Montini, divenuto poi Papa. La scuola non è solo maestra di vita: è “maestraâ€? senza altri complementi di specificazione, perchĂŠ ciò che si apprende negli anni della scuola rimane per sempre. Ecco dunque il senso della nascita della Fondazione per la scuola cattolica di Vallecamonica, che avrĂ sede a Cemmo di Capo di Ponte. Luogo, questo, simbolo ed emblema per eccellenza della qualitĂ dell’insegnamento in ambito cattolico, voluto da Annunciata Cocchetti e portato a compimento con grande impegno e forte carisma dalle sue figlie spirituali:

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della Scuola. Ma tutte le parrocchie delle quattro zone pastorali della Valle (Pisogne, Darfo, Breno, Edolo) sono invitate a partecipare, a presenziare, a dare sostegno e testimonianza verso quella che dovrebbe diventare la linea di continuitĂ con i grandi educatori cattolici bresciani. Nell’immediato la nuova Fondazione sosterrĂ o gestirĂ le attuali scuole paritarie cattoliche di Cogno e Cemmo e per il prossimo anno scolastico sono giĂ stati previsti tre nuovi corsi che si affiancano a quelli esistenti: il corso di formazione professionale sull’organizzazione dell’ufficio; il corso di “Operatore del legnoâ€?, che insegnerĂ le basi di falegnameria e il corso per ‘Operatore elettrico’, che punterĂ sulla specializzazione delle energie alternative. Tutti corsi mirati all’immediata occupazione dei giovani per un futuro piĂš competente, sicuro e sereno.

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8Q QXRYR PRGR GL IDUH WXULVPR DUULYD O¡RVWHOOR Ăˆ stato inaugurato “Casthelloâ€?, il nuovo Ostello della Valle Camonica, che sorge a Breno e confina con l’oratorio San Valentino. VenerdĂŹ 6, al palazzo della Cultura ha preparato l’evento “Voci della Terraâ€?, un incontro con Lella Costa, moderato da Fabio Larovere: s’è trattato di un “viaggioâ€? alla scoperta della storia, dei paesaggi, delle energie creative di Breno e della Vallata dell’Oglio. Sabato 7 inaugurazione, taglio del nastro, visita alla struttura e intrattenimento musicale. “La cittadina camuna riafferma la sua centralitĂ nel panorama turistico della Valle e della provincia bresciana. Lo fa aprendo – ha detto il sindaco Sandro Farisoglio – una nuova struttura ricettiva e contemporaneamente mettendo in campo nuovi strumenti di promozione che incentivano le visite didattiche e i soggiorni piĂš lunghiâ€?. “Brenotiamoâ€? è il progetto appena presentato per il rilancio turistico del borgo: al centro dell’operazione sta l’Ostello. L’immobile, nel centro storico in via Mulini (un tempo aveva ospitato l’Asl, poi una scuola) è stato completamente ristrutturato grazie ad un finanziamento regionale di 500mila euro e all’impegno del Municipio, che ne ha messi a disposizione altrettanti. La palazzina dispone adesso di 24 camere, tutte con bagno e doccia, in grado di ospitare 60 persone. Per un accordo raggiunto tra Comune e parrocchia, quest’ultima si occuperĂ di gestire la struttura. Il Bim, proprietario, ha ceduto gratuitamente l’intera costruzione, facendosi carico anche della progettazione relativa alla tra-

sformazione. Il vicesindaco Simona Ferrarini, anche assessore alla Cultura in ComunitĂ montana, ha particolarmente curato l’operazione “Brenotiamoâ€?: un documentario su Breno di Davide Bassanesi; cinque itinerari (preistoria, etĂ romana, Medioevo, Rinascimento, etĂ moderna) curati da Elena Medeghini; nuova adeguata segnaletica in preparazione; agenzia turistica unita. (e.g.)

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ƒŽƒœœ‘Ž‘ …“—‡ ƒ‰‹–ƒ–‡ Â?‡ŽŽƒ Â?ƒ‰‰‹‘”ƒÂ?œƒ Caserma della Polizia locale e nuova Casa della musica: l’assessore Stucchi in Giunta ha votato contro i progetti preliminari e il sindaco ha chiesto le sue dimissioni. Proseguono le polemiche all’interno della maggioranza Pdl-Lega guidata dal sindaco Alessandro Sala (nella foto). Dopo l’avvicinamento del consigliere Luisa Sala (Pdl del gruppo “Intesa 852â€?) alla civica di Tarcisio Rubagotti, ora è l’assessore all’Edilizia scolastica e

Pubblica istruzione, Gianni Stucchi (Pdl, ex An), a criticare le scelte della sua maggioranza, votando contro i progetti preliminari, successivamente approvati in Giunta, della nuova caserma della Polizia Urbana e della sede dell’Accademia musicale “Riccardo Mosca�. Al centro della presa di posizione di Stucchi sta l’eccessiva spesa per la caserma, 1 milione e 200mila euro che, a suo avviso, non garantirebbe al territorio maggiore sicurezza e contraddice

le dichiarazioni di non consumo di territorio affermate in campagna elettorale; la maggioranza non ha voluto prendere altre proposte come la soluzione del cinema teatro Aurora quale luogo per l’Accademia musicale. Il sindaco Sala preferisce non rilasciare dichiarazioni, ma ha chiesto all’assessore Stucchi di dimettersi dall’incarico avendo deciso di esprimere apertamente la sua contrarietà ai due progetti. Pur essendo inseriti nel programma triennale delle opere pubbliche,

approvato e ďŹ nanziato, Stucchi contesta il modo con cui si è giunti alla decisione poichĂŠ da tempo con altre forze all’interno del Consiglio, erano state avanzate proposte diverse da quelle prese, ritenute piĂš coerenti con il programma elettorale ma senza ascolto. Siamo di fronte a una situazione aperta a ogni possibile sviluppo che le prossime settimane daranno modo di chiarire anche alla luce di quanto avviene politicamente a livello provinciale e nazionale.

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bbene sĂŹ, finalmente è arrivato il “fatidico giornoâ€? per suor Daniela Alborghetti. Domenica 8 gennaio, nella parrocchia di San Gregorio VII a Roma, insieme a suor Laura Maria Caddeo, suor Marcella De Marco, nel corso di una suggestiva celebrazione eucaristica, ha pronunciato la sua professione perpetua, assumendo il nome di suor Maria Daniela dell’amore crocifisso. Suor Daniela aveva iniziato nel 2001 il suo cammino di sequela nella famiglia delle Suore francescane dell’Addolorata, un ramo del Terz’Ordine regolare di S. Francesco: un anno di postulandato a Roma Capannelle, due anni “abbondantiâ€? di noviziato ad Assisi, la prima professione, seguita da sei anni di juniorato nelle varie comunitĂ , per giungere ora alla tappa piĂš importante della professione perpetua. I primi anni sono serviti principalmente per conoscere meglio e piĂš da vicino la famiglia religiosa, fondata dalla venerabile madre Francesca Streitel e attualmente guidata dalla superiora madre Teresina Marra; questo cammino è stato scandito dalla consegna di alcuni simboli importanti: in postulandato, non avendo ancora le professe alcun abito religioso, il tau come segno di appartenenza alla famiglia francescana; in noviziato l’abito, il velo bianco e le Costituzioni, con l’invito a studiarle e approfondirle; con la

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ralizia della famiglia religiosa cui appartiene suor Daniela, alla presenza di molte consorelle e uno stuolo di parenti e amici. Durante il rito della professione perpetua, presieduto da padre Massimo Reschiglian, sono stati donati altri simboli che aiuteranno le religiose a comprendere il significato di quanto vivranno: la fede nuziale, che dice la definitivitĂ del legame al Signore nel vincolo nuziale; la candela, accesa al cero pasquale che ricorda qual è la fonte della chiamata e invita a essere luce per i fratelli e le sorelle; il crocifisso, che invita a meditare sul mistero della salvezza e a farsi prossime delle tante croci presso cui saranno chiamate a stare come Maria. Durante la celebrazione eucaristica è stata pronunciata in maniera definitiva la risposta alla chiamata che il Signore ha loro: se con la prima professione l’adesione, pur essendo piena e totale nell’intenzione, aveva ancora il carattere della temporaneitĂ (i voti si rinnovano infatti ogni due anni), da questo momento in poi la loro vita sarĂ indissolubilmente legata a quella di Cristo, con i voti di castitĂ , povertĂ e obbedienza. Domenica 15 gennaio alle 11 presso la parrocchiale di S. Lorenzo in Zocco d’Erbusco, paese dove si è recentemente trasferita la famiglia di suor Daniela, ci sarĂ un altro momento di celebrazione di festa con una S. Messa animata dal Coro polifonico La Rocchetta di Palazzolo.

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La ComunitĂ montana, con i Comuni di Concesio, Nave, Sarezzo e con il Centro territoriale per l’educazione degli adulti, propone la sesta edizione dell’UniversitĂ per adulti. Il corso di psicologia “Il migrare dei giorniâ€? con le psicologhe Lucia Pelamatti e Luisa Damiano si tiene a Villa Carcina presso l’Istituto “T. Olivelliâ€? il mercoledĂŹ, dal 25 gennaio, alle 20.30. Quello di filosofia (“Trame dell’interrogare, filosofia e romanziâ€?) con Marco Rossini è a

Nave, nella sala civica, il venerdĂŹ alle 20.30 dal 24 febbraio al 23 marzo 2012. A Sarezzo, presso il palazzo Avogadro, il lunedĂŹ alle 20.30, dal 19 marzo al 7 maggio, si affronta l’arte (“Il bello, il difficile e l’inquietoâ€?). A Concesio, nella sala Alberina, il giovedĂŹ alle 20.30, dal 3 maggio al 7 giugno 2012, viene presentata la letteratura: da “I Promessi Sposiâ€? a “Il Gattopardoâ€?. Gli incontri hanno un costo di 25 euro a corso, 35 euro per due corsi, 40 euro per tre corsi e 45 euro per tutti e quattro i corsi.

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agli pesanti sui trasferimenti da enti soprattutto nel sociale: la ComunitĂ montana risponde con un bilancio di previsione 2012 e triennale al 2014 che punta su razionalizzazioni e sviluppo della “reteâ€? coi Comuni per servizi associati. Sono queste le caratteristiche sottolineate nell’illustrazione fatta dal presidente Bruno Bettinsoli, insieme a informazioni sul fronte Ospedale di Gardone dopo la perdita del punto nascite. Illustrazione fatta di luci e ombre. Tra le prime, vi è quella decisiva della continuazione operativa della ComunitĂ montana. La Lombardia garantisce l‘ossigeno necessario: il fondo regionale di gestione assicura 385mila euro per il 2012. Per investimenti sono disponibili fondi importanti per il piano sviluppo locale giĂ approvato: nel triennio 2011/2013, ricordiamo, 2,1 milioni sicuri a realizzare interventi per 6,3 milioni. Altre risorse arrivano dalla legge 31 (valorizzazione superfici forestali, agricoltura): 550mila euro nel 2012. Si aggiungono i trasferimenti dai vari enti (Asl, Comuni, Provincia ecc.) per i servizi sociali e culturali gestiti su delega dei Comuni. In totale il

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mizzando le risorse continuano i servizi sul territorio del sistema comunitario Sibca (biblioteche, musei, archivi): ma tra i progetti annuali si salva la collaborazione con Treatro e il Circuito di eventi sportivi “ Valle Trompia a 360°â€?. Regge il settore agricoltura e forestazione con i diversi piani giĂ approvati in Regione e il contributo del Gal Golem. Si punta sui servizi associati tra Comuni. Oltre a quelli gestiti da Civitas si ricorda l’avvio con sede presso la ComunitĂ del Polo catastale e Sportello unico attivitĂ produttive e, ultima, la decisione (prevista per almeno due servizi dalla legge) di Polaveno, Collio, Lodrino, Pezzaze, Tavernole e Bovegno di approvare la convenzione quadro con capofila la ComunitĂ montana per associare le funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente e quelle del settore sociale.

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8QD VHWWLPDQD GL IHVWD SHU 6DQW¡$QWRQLR DEDWH Torna come ogni anno a Cogozzo per un’intera settimana (dal 15 al 23 gennaio) la festa patronale di Sant’Antonio abate. Tutta la comunitĂ vi prende parte e, oltre alle celebrazioni religiose, è in programma un corollario di iniziative culturali: domenica 15 gennaio alle ore 15.30 presso il salone dell’oratorio “Domenico Savioâ€? sarĂ il giornalista lumezzanese Egidio Bonomi a tenere banco con un incontro molto particolare sul tema “Influenza della religione sul dialettoâ€?. LunedĂŹ 16, alle 20.30, un approfondimento su “Sostanze stupefacenti: è ancora possibile un dialogo con gli adolescenti?â€? a cura del dott. Massimo Ruggeri. MartedĂŹ 17 è il giorno della ricorrenza patronale: alle 10 la S. Messa per i pensionati e alle 20.30 quella solenne in memoria di S. Antonio abate officiata da don Piero Verzeletti (nella foto), fondatore della “ComunitĂ Calabroneâ€?. GiovedĂŹ 19 alle ore 15 confessioni per i ragazzi e alle 20.30 per gli adulti, mentre il 20 gennaio i festeggiamenti proseguiranno all’interno del PalaSant’Antonio con l’apertura alle 19 dello spazio gastronomico e alle 20.30 l’appuntamento con la musica revival ‘60/’70/’80 di dj Stefano. Sabato 21 alle ore 15 gara podistica non competitiva, mentre alle 20.30 sempre al PalaSant’Antonio si tiene il concerto de “Gli Zeusâ€?. Domenica 22 alle ore 10.30 S. Messa celebrata da don Alberto Donini, apertura bancarelle, benedizione degli animali e aperitivo al PalaSant’Antiono prima dello spiedo preparato dagli Alpini; alle 14 apertura della pesca di beneficienza, poi

spettacoli degli artisti di strada, discesa dei caratĂŹ, giochi presso il campetto ed esposizione di veicoli d’epoca e di modellismo, con l’apertura della gastronomia alle 19, sketch a cura dei giovani di Cogozzo ed estrazione della lotteria. Chiusura lunedĂŹ 23 gennaio alle 20.30 con uno spettacolo teatrale che vedrĂ protagonista da Zelig Lab il comico Ruben Spezzati con “Ahi LoviĂš Cabaretâ€?. (a.a.)

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‘˜‡”Â?‘ ‹”‹––‘ ƒŽŽ‘ •–—†‹‘ ’‹Î ‘Â?‘‰‡Â?‡‘ Il diritto allo studio deve essere reso piĂš omogeneo in Italia. Ne è convinto il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo (nella foto), che nei giorni scorsi ha riunito al ministero il primo Tavolo sul diritto allo studio a cui hanno partecipato i rappresentanti del Forum nazionale delle associazioni studentesche. Sono intervenuti i rappresentanti dell’Unione degli studenti, della Rete degli studenti, della Federazione degli studenti, del

Movimento studentesco nazionale, del Movimento studenti di Azione cattolica e del Movimento studenti cattolici. Dopo la prima riunione del novembre scorso, nel secondo incontro è iniziato un percorso per deďŹ nire una proposta di legge quadro sul diritto allo studio, da condividere con la Conferenza StatoRegioni. Il testo dovrĂ delineare le strategie, i principi, i livelli minimi da garantire su tutto il territorio nazionale, ma anche individuare le

essere svolto il ministro Profumo ha inoltre auspicato una relazione piĂš stretta tra il Ministero, gli studenti e la Conferenza Stato-Regioni. Per realizzarla, ha proposto ai componenti del Forum di individuare un proprio rappresentante che afďŹ anchi il Ministro nella sede in cui si discuterĂ della proposta di legge quadro. Da parte loro gli studenti hanno ricordato i temi che dovranno essere tenuti maggiormente in considerazione.

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ttuazione delle intese sugli scatti, nuovo reclutamento, sostegno all’autonomia. Questi alcuni dei punti su cui il ministro del lavoro Fornero ha aperto col sindacato della scuola. Ăˆ questa la strada giusta, affermano a tutti i livelli nella Cisl (da quello nazionale con il segretario Francesco Scrima a quello bresciano con Enrico Franceschini). Secondo la Cisl, dunque, governo e forze politiche devono assumere in positivo i temi dell’istruzione e della formazione, cosa che da troppo tempo non fanno. Al ministro Profumo, titolare della delega prima in possesso della bresciana Gelmini, è stato cosĂŹ chiesto di fare proprio l’impegno di una forte valorizzazione del lavoro nella scuola, che deve diventare settore prioritario di investimento per rilanciare la crescita del Paese. La prima garanzia che va data – afferma anche Enrico Franceschini – è quella della stabilitĂ : vale per i lavoratori, vale per il sistema, se si vuole che funzioni al

migliori pratiche giĂ messe in atto dalle diverse Regioni. L’obiettivo è quello di arrivare a designare una strategia generale comune. “Nella prospettiva di un’autonomia responsabile – ha affermato il ministro Profumo – è necessario rendere piĂš omogenea la materia sul territorio nazionale. Lo spirito della legge sarĂ quello di individuare i principi generali, secondo un approccio piĂš collaborativo e meno autorizzativoâ€?. Nel lavoro che dovrĂ

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ni difficili e che ha dato certezze di lavoro giĂ a 60mila persone. Altro impegno da rispettare è quello sul recupero degli scatti di anzianitĂ : c’è un’intesa che ha pagato per il 2010 e che la Cisl chiede di rispettare anche per i prossimi anni. “Chi lavora nella scuola – affermano alla Cisl – ha giĂ contribuito in modo pesante al risanamento dei conti pubblici, non può essere ulteriormente penalizzatoâ€?.


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”‡•…‹ƒ ’‡Â? †ƒ› ƒŽ ˆ’ ƒÂ?‘••ƒ “Open dayâ€? il 17 dicembre , il 14 e 20 gennaio prossimi, al Cfp Canossa di Brescia, per presentare i corsi triennali di qualiďŹ cazione professionale, rivolti a ragazzi/e in uscita dalla scuola media. L’istituto, di via S. Antonio 53 (zona stadio), saranno aperti dalle 14 alle 17; durante la visita, verrĂ anche consegnato il Pof, Piano dell’offerta formativa e saranno descritti nel dettaglio i corsi programmati per il prossimo anno scolastico. Accanto agli storici

corsi nel settore alberghiero, per le ďŹ gure professionali di aiuto cuoco, operatore sala bar e paniďŹ catore pasticcere; si conferma l’offerta di un nuovo percorso di formazione nel settore orovivaistico. Il corso di orovivaista, giĂ alla 3° edizione, offre concrete possibilitĂ di inserimento lavorativo presso la cooperative del verde, i garden, i orovovaisti e le aziende agricole. Il Centro di formazione è dotato di tre serre per la coltivazioni dei ďŹ ori, piante e ortaggi che richiedono

temperature calde. Oltre 1000 metri di terreno in campo aperto garantiscono la possibilitĂ di esercitazioni tecnico-pratiche per la realizzazione dell’orto, del frutteto, dei giardini con una grande varietĂ di piante e ďŹ ori.Tutti i corsi sono approvati e ďŹ nanziati dalla Regione Lombardia e prevedono, al termine del percorso triennale, l’effettuazione di qualiďŹ ca professionale, utile per l’inserimento lavorativo nel settore prescelto. Per informazioni: 030/2004013.

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on è difficile individuare, nel Bresciano, il volto di numerosi fondatori di diversi Istituti religiosi che hanno lasciato in ereditĂ un carisma educativo da spendere come missione nella scuola o in altri ambiti dove sono presenti fanciulli e giovani che si aprono alla vita. Si tratta per lo piĂš di uomini e donne che sono vissuti nel XIX secolo e quindi a un osservatore frettoloso potrebbero sembrare lontani dall’oggi, persone che non hanno piĂš nulla da dire nell’attuale societĂ complessa e caotica. In realtĂ non è proprio cosĂŹ: questi uomini e queste donne, dopo aver ricevuto e accolto dei “doni specialiâ€?, non li hanno racchiusi e conservati nel loro scrigno personale, ma li hanno messi a disposizione degli altri anche attraverso i loro istituti, creando cosĂŹ una tradizione educativa cristiana che non si esaurisce con il tempo e non invecchia con il passare degli anni, perchĂŠ in definitiva questi “doni specialiâ€? vengono dall’alto e prima di essere opera degli uomini sono opera di Dio. L’attualitĂ

dei carismi dei diversi fondatori si tramanda di generazione in generazione grazie a chi è stato chiamato ad accoglierli e a viverli nel tempo in fedeltĂ al dono di Dio e all’uomo di oggi. Chiediamoci, allora, se per i fanciulli, per gli adolescenti e per i giovani dei giorni nostri sono ancora validi quel clima e

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adeguato alle esigenze degli studenti attuali in modo da renderli capaci di partecipazione e di corresponsabilitĂ , di solidarietĂ attiva e di sana capacitĂ critica; tutto questo per la costruzione di spazi, di luoghi e di culture che sappiano accogliere tutti e ciascuno. In quei “doni specialiâ€? che chiamiamo “carismiâ€? i nostri santi fondatori ci hanno consegnato delle direttive di vita che rispondono alle disposizioni personali e alle capacitĂ di ognuno, ci hanno chiesto di essere guide autorevoli e discrete nei vari momenti della vita e ci hanno invitato ad avere nei nostri rapporti con i giovani un atteggiamento di amicizia e di amorevolezza nell’attenzione a far crescere delle personalitĂ libere e responsabili per la societĂ civile e per la Chiesa. Potremmo anche dire che ci hanno indicato la strada per una scuola che ogni giorno scopre in modo nuovo il suo compito educativo, attraverso la cultura, facendone cogliere il suo carattere vitale e mostrando la ricchezza che essa ha in ordine alla crescita di ciascuno.


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Â?’ƒ”ƒ”‡ ÂŽÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ …ƒ•‡ƒ”‹ƒ Imparare a trasformare il latte in azienda. Ăˆ questo lo scopo del corso di caseiďŹ cazione latte bovino, arrivato all’11ÂŞ edizione e che inizierĂ il 12 marzo presso la scuola casearia “Giardinoâ€? di Orzivecchi. L’iniziativa ha sempre riscosso unanime approvazione per la sua impostazione eminentemente pratica, e ha dato la possibilitĂ a molti produttori di latte di avviare un’attivitĂ di caseiďŹ cazione aziendale. Il corso si svolgerĂ con la formula “full-immersionâ€? dal 12

al 16 marzo per sei ore al giorno e si avvarrĂ , quali docenti, dei professori della Scuola casearia di Orzivecchi. Nelle esercitazioni pratiche si imparerĂ a caseiďŹ care i formaggi cotti (grana-sbrinz), quelli semicotti (Montasio), i freschi e lo yogurt. Il corso comprende anche l’apprendimento dell’utilizzo delle strumentazioni per il controllo della aciditĂ del latte, la presentazione delle attrezzature per la realizzazione di un minicaseiďŹ cio, la preparazione del

latto fermenti/innesti e l’analisi dei prodotti lavorati con la ricerca e la correzione dei difetti di caseiďŹ cazione. Le iscrizioni al corso, a numero chiuso, dovranno essere formalizzate presso la segreteria dell’Unione agricoltori di Brescia ( email – lucio.binacchi@ upagri.bs.it– tel 0302436225 – cell: 3332005265 - fax 030/2424054) entro il 22 febbraio. Il programma e la scheda di adesione sono scaricabili dal sito www.confagricolturabrescia.it

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ISTITUTO SANTA MARIA DI NAZARETH

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Scuola dell’infanzia Scuola primaria Scuola secondaria di primo grado

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rescerĂ ancora, nell’anno accademico 2012-13, il numero degli alunni con disabilitĂ e quello degli insegnanti di sostegno. La proiezione è del mensile “Tuttoscuolaâ€? (pubblicata dal sito www.redattoresociale.it), che alla ripresa delle attivitĂ scolastiche dopo le vacanze di Natale e alla vigilia, ormai prossima, delle iscrizioni fissata al 20 febbraio riporta la notizia della crescita nelle scuole italiane di studenti con diverse forme di disabilitĂ . Per il prossimo anno scolastico dunque gli inserimenti in scuole statali di ragazzi con disabilitĂ toccherĂ , secondo una proiezione di “Tuttoscuolaâ€?, quota 195 mila. Nel 2011-12 sono stati poco piĂš di 191mila, mentre 10 anni fa erano poco piĂš di 116 mila unitĂ con una popolazione scolastica che complessivamente era sugli stessi livelli attuali. L’incremento nel corso di poco piĂš di un decennio è stato pari a oltre il 70%. A fronte di circa 195 alunni disabili inseriti

nelle scuole statali – continua “Tuttoscuolaâ€? - saranno nominati circa 97mila docenti di sostegno, di cui alcune centinaia per effetto di sentenze del Tar. Il rapporto sarĂ circa di due alunni disabili per ogni docente di sostegno, ma vi saranno regioni nelle quali il rapporto sarĂ

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come l’obiettivo contenuto nella Finanziaria 2008 di fissare il criterio del 70% di posti di sostegno stabili (di ruolo) sia naufragato di fatto di fronte alla sentenza della Consulta che, stabilendo il diritto degli alunni al sostegno in caso di necessitĂ , ha di fatto riaperto “la corsa ai posti in derogaâ€? da assegnare a docenti di sostegno a tempo determinato. La situazione attuale è che oggi i posti fissi rappresentano il 64,6% di quelli complessivi, mentre quelli aggiuntivi sforano quota 30% attestandosi al 35,4%. â€œĂˆ questa – scrive il mensile – una situazione destinata ad aggravarsi, facendo ritornare il tutto indietro a quattro anni faâ€?. Per “Tuttoscuolaâ€? “occorrono nuovi criteri per una rinnovata stabilizzazione: esclusa la possibilitĂ di fissare un tetto massimo, potrebbe essere prevista una percentuale determinata di posti stabili da aggiornare annualmente sulla base della popolazione scolastica disabile accertata, secondo criteri predeterminati (storico, media biennio, anno precedente, ecc.)â€?.

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‹•Ž ƒ”Žƒ”‡ †‹ ‹•–”—œ‹‘Â?‡ …‘Â? ‹Ž …‹Â?‡Â?ƒ Da sempre l’arte cinematograďŹ ca è stata uno dei mezzi usati per parlare di scuola. La ďŹ lmograďŹ a è ricca di titoli piĂš o meno importanti che hanno contribuito a rendere ampia una riessione sul mondo della scuola e sulle sue implicanze educative. Titoli come “L’attimo fuggenteâ€? o “La scuolaâ€? hanno portato negli anni a mettere in primo piano riessioni su come la scuola educhi le giovani generazioni. Consapevole dell’importanza del mezzo

cinematograďŹ co anche la Cisl scuola di Brescia, in collaborazione con la sua articolazione lombarda e Biblio lavoro ha messo in calendario l’iniziativa “Parliamo di scuolaâ€?. Per due serate l’auditorium della sede Cisl di via Altipiano d’Asiago a Brescia si trasformerĂ in sala cinematograďŹ ca per la proiezione di pellicole dedicate al tema della scuola. VenerdĂŹ 20 gennaio, con inizio alle 20.30, sarĂ presentata la pellicola “Scuola mediaâ€? di Marco Santarelli, ďŹ lm documentario

interamente girato in una scuola media di un quartiere della periferia industriale a nord di Taranto che segue il lavoro quotidiano di alcuni insegnanti e di una preside che si confronta e si scontra con i sogni, i problemi e le difďŹ coltĂ di ragazzi e genitori. Per giovedĂŹ 26 gennaio, invece, è in programmazione la proiezione di “Signori professoriâ€? di Maura Delpero, la storia di tre professori (una laureata che ottiene la sua prima supplenza in una scuola media di Bologna,

un’insegnante di Napoli che prepare la sua ultima classe alla maturitĂ prima di andare in pensione e im precario palermitano cje si trasferisce a Bolzano per una supplenza annuale in un istituto superiore). La proposta è per il personale della scuola, per gli operatori tecnici e politici della Cisl, i genitori, gli studenti perchĂŠ partecipino a due incontri per continuare a ragionare di scuola, a partire da provocazioni cinematograďŹ che.

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n concomitanza con la riapertura delle scuole dopo le festivitĂ natalizie, si torna a parlare della presenza degli alunni stranieri nella scuola italiana. Ăˆ il mensile per insegnanti, genitori e studenti “Tuttoscuolaâ€? a pubblicare un rapporto dedicato alla presenza straniera sui banchi della scuola, dalla materna alle superiori. Questi alcuni numeri.. Aumentano complessivamente gli alunni stranieri inseriti nelle scuole italiane. Nel 2011-12 risultano iscritti in 711mila; l’anno prossimo potrebbero essere – sempre secondo la stima di Tuttoscuola - 30 mila di piĂš (l’8% dell’intera popolazione scolastica). Ma mentre il flusso migratorio tende sempre piĂš a calare, sono in aumento continuo invece gli studenti stranieri di seconda generazione, cioè nati in Italia, che si avvicinano ormai al 50% del totale di alunni stranieri inseriti. Si tratta di dati per altro in sintonia con numeri riportati da altri studi. Secondo il Dossier Caritas/Migrantes, pubblicato lo scorso ottobre, erano 42,2% gli alunni stranieri nati nel

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sier, romeni e albanesi sono in assoluto i piÚ numerosi, rispettivamente 126.441 e 99.421 presenze (17,8% e 14% degli iscritti non italiani), seguiti dai marocchini, anch’essi in numero superiore alle 90mila unità e con un peso percentuale del 13% sul totale. Le altre cittadinanze, anche per la grande varietà dei Paesi rappresentati (188 in tutto), registrano quote percentuali piÚ basse.

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‡•‡Â?œƒÂ?‘ Â?ƒ Â?—‘˜ƒ —Â?‹–Â? †‹ –‡”ƒ’‹ƒ ‹Â?–‡Â?•‹˜ƒ Â?‡‘Â?ƒ–ƒŽ‡ Ăˆ ormai tutto pronto per l’avvio dell’attivitĂ di ricovero presso la nuova unitĂ di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Desenzano (nella foto) che permetterĂ di assistere tutti i neonati patologici, in particolare quelli nati prima della 32ÂŞ settimana di gestazione o di peso alla nascita inferiore a 1500 grammi, e i neonati che presentino necessitĂ di assistenza respiratoria intensiva. Per la realizzazione del nuovo reparto

l’azienda ospedaliera ha acquisito un finanziamento dalla Regione Lombardia di 757mila euro utilizzato per la realizzazione dei lavori edili (520mila euro) e per l’acquisizione di arredi e attrezzature (per un totale di 237mila euro) ai quali sono stati aggiunti ulteriori 150mila euro attinti dal bilancio aziendale. Tra le attrezzature acquistate vi sono otto incubatrici, cinque monitor multiparametrici, cinque carrelli elettrificati, tre lampade

e adeguamento della patologia neonatale giĂ esistente. Il Reparto è ubicato al piano terra del corpo di fabbrica che ospita il nuovo blocco operatorio e occupa una superficie totale di 520 metri quadrati. Per la realizzazione dei nuovi locali è stato effettuato un intervento strutturale anche presso il blocco sale parto con la creazione della terza sala parto, ottenuta dall’annessione dell’ultima stanza di degenza del reparto di ostetricia i cui posti letto sono stati comunque mantenuti.

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l 23 dicembre 2011 è stato l’ultimo giorno del punto nascita di Gardone Val Trompia. Il reparto di Ostetricia, come ribadito a piĂš riprese dai vertici dell’azienda Spedali civili, è operativo con una serie di ambulatori. “La riorganizzazione – ha affermato nelle scorse settimane la dottoressa Mariangela Ongari, responsabile del reparto, sulle pagine de “La Voce della Valtrompiaâ€? – ha comportato la sola chiusura del punto nascita. Sono, però, rimasti attivi vari servizi ambulatoriali: monitoraggio gravidanza fisiologica, patologie gravidanza, ecodoppler ostetrico, traslucenza nucale, ecograďŹ a ostetrica, controlli a termine ďŹ no alla 41ÂŞ settimana di gravidanza, corsi di accompagnamento alla nascita, programmazione del taglio cesario, con quest’ultimo che noi medici seguiremo una volta che la partoriente sarĂ ricoverata a Bresciaâ€?. A Gardone sono state mantenute

riscaldanti, due fototerapie, tre ventilatori polmonari e due aspiratori chirurgici. Per l’avvio della nuova attività si sta provvedendo, secondo quanto autorizzato da Regione Lombardia, all’assunzione di nuovo personale – sia medico che infermieristico – necessario per garantire la presenza di un’Êquipe dedicata all’attività del reparto. Tutti i lavori sono stati realizzati nel rispetto della tempistica prevista e hanno comportato l’ampliamento

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di ginecologia. “Proseguono – sono ancora affermazioni della dottoressa Ongari – anche le attivitĂ di chirurgica e diagnostica ginecologiche. Nell’arco di sei mesi saranno attivi i nuovi ambulatori per le vaccinazioni anti Hpv. Il nostro intento è guardare ai servizi di assistenza alla popolazione, con l’auspicio che questa opportunitĂ venga raccoltaâ€?.


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Il giorno dopo Giovanni stava ancora lĂ con due dei suoi discepoli e, ďŹ ssando lo sguardo su GesĂš che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!â€?. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare cosĂŹ, seguirono GesĂš. GesĂš allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?â€?. Gli risposero: “RabbĂŹ – che, tradotto, signiďŹ ca Maestro –, dove dimori?â€?. Disse loro: “Venite e vedreteâ€?. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: “Abbiamo trovato il Messiaâ€? – che si traduce Cristo – e lo condusse da GesĂš. Fissando lo sguardo su di lui, GesĂš disse: “Tu sei Simone, il ďŹ glio di Giovanni; sarai chiamato Cefaâ€? – che signiďŹ ca Pietro.

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a forza delle parole. L’inizio dell’azione di GesĂš nel Vangelo di Giovanni è la diretta conseguenza di quanto l’evangelista ha posto come introduzione al suo testo: la Parola, il verbo che si fa carne, si traduce nell’azione di un uomo, è segnato dalla forza delle parole. Basta la parola di Giovanni Battista che indica GesĂš come l’agnello di Dio e i suoi discepoli cominciano a seguirlo; basta quel “venite e vedreteâ€? che i due vanno dietro a GesĂš senza esitazione; basta un nome nuovo per fare di Simone un uomo nuovo. Ma questi cambiamenti nei quali si esprime la forza delle parole sono accompagnati, in contrappunto, dall’insistenza sui verbi che indicano vedere: Giovanni fissa lo sguardo su GesĂš, i discepoli vedono dove abita, GesĂš fissa lo sguardo su Pietro. Le parole richiedono l’attenzione della vista, anzi l’intensificarsi della capacitĂ di vedere: Giovanni per dire che GesĂš è l’agnello di Dio ha bisogno di scrutarlo, cosĂŹ come GesĂš scruta Simone per

5LQJUD]LDUH q UHVWLWXLUH Il primo a telefonarmi il giorno dopo il funerale della mamma, fu Toni, carcerato conosciuto al Due Palazzi di Padova: mi disse: “Oggi è il giorno piĂš brutto perchĂŠ fino a ieri l’avevi in casa. Oggi sei solo. Coraggioâ€?. Anche questa gentilezza mi aiutò ad affrontare quella giornata. Toni, venne anche al funerale, non aveva i soldi per il treno e allora mi sono accordato con i frati di Padova ed è venuto in pulmino con loro. All’inizio era imbarazzato: lui, detenuto, in un pulmino di frati, ma poi, col suo modo di fare aperto e coinvolgente gli “sembrava di stare in famigliaâ€?. Nei giorni precedenti al funerale, una signora che non conosco bene, si è offerta di cucinare per me e i miei cari. Ha detto che lo faceva volentieri. Ogni giorno a pranzo e a

cena arrivava con i pasti giĂ caldi, non solo per noi quattro della famiglia, ma per qualcuno in piĂš cosĂŹ potevamo far sedere a tavola ospiti dell’ultima ora. Un’altra gentilezza delicata. La crisi economica ha messo in ginocchio la mia famiglia, a parte la casa non è rimasto molto e i soldi del funerale e della tomba erano una cifra che non potevamo permetterci di colpo. Ero andato al comune per prenotare un loculo, ma al ritorno mia zia mi ha detto che nella tomba della sua famiglia c’erano due posti vuoti, uno per mia madre e uno per mio padre. CosĂŹ la povera donna della quarta elementare ha il suo sepolcro tra i “ricchiâ€?, come è capitato a GesĂš. Per il funerale ci hanno pensato i frati, i miei fratelli, la mia nuova famiglia che non smette-

rò mai di ringraziare perchĂŠ mi hanno accolto, formato e non hanno mai chiesto una lira. Tutto gratis, tutto grazia. Non solo, ma mi hanno permesso di fare esperienze che mi hanno segnato in modo radicale: in Portogallo tra i poveri di un quartiere periferico di Lisbona; in Africa tra i lebbrosi del Ghana e in carcere a Padova proprio nell’anno del Giubileo del 2000. Sento che la mia preghiera, quando ricordo queste “gentilezzeâ€? continue di cui è stata oggetto la mia vita, si fa piĂš serena, raccolta e gioiosa. Ringraziare purifica il cuore da quelle sporcizie che ci si appiccicano addosso. Ringraziare è restituire, e ricordare le persone gentili, ci riconcilia con l’umanitĂ e ci insegna che il Vangelo è possibile: è fatto di piccole attenzioni quotidiane.

trovare in lui quel Pietro di cui ha bisogno, e i discepoli hanno bisogno di vedere per accorgersi che quello che stanno cominciando a seguire non è uno qualunque. Non si dice quello che vedono: ci è restituita solo una sensazione che segna una durata, anzi una decisione assoluta, che cambia per sempre la vita di quei due che cominciano a seguirlo: capiscono che Lui è il Messia. Non hanno dubbi; non si chiedono se sia proprio lui: sanno di averlo trovato. E questa esperienza non dipende piĂš dalle parole di Giovanni ma dall’aver visto, dall’aver seguito le parole di GesĂš. Ăˆ la risposta a quel vedere che Giovanni e GesĂš compiono nel profondo, scrutando, leggendo nel cuore. E i discepoli per capire, per fidarsi di quell’uomo che passa devono – forse per la prima volta nella loro vita – imparare a scrutare, attraverso quella familiaritĂ della quale GesĂš li mette a parte. Andare nella sua casa, nella sua dimora vuol dire qualcosa di piĂš del semplice sapere dove GesĂš abita: è capire dove ha preso dimora e, poche righe sopra,

l’Evangelista ha detto che il verbo ha preso dimora presso gli uomini. Non è un caso. Ăˆ piuttosto l’indicazione che quella dimora non è solo un luogo ma, soprattutto, è la persona stessa di GesĂš che sconvolge da quel momento in poi – dalle quattro del pomeriggio di un giorno remoto, sulle rive del lago di Galilea – la vita di due uomini e poi di altri che saranno capaci di intuire dov’è la sua dimora. Quello che hanno visto non è scritto, ma quello che ne è risultato è chiaro ed è la professione di fede: la forza delle parole che cambiano la “naturaâ€? di un uomo incontrato poco prima nella certezza che lui sia il Messia. Non sono piĂš le parole di Giovanni; non è piĂš la sua esperienza che li fa andare dietro a GesĂš: anche loro hanno visto la sua casa, il luogo dove ha deciso di stare Dio. E sanno che sarĂ per sempre anche se balbetteranno fino alla fine il senso di questa esperienza e non la capiranno che per frammenti, fissandola nella povertĂ delle parole con le quali cercheranno (come noi oggi) di tentare di dire la forza della Parola.


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Â?Â?—Â?…‹ƒ–‘ —Â? ‘Â?…‹•–‘”‘ ͚͚ Â?—‘˜‹ …ƒ”†‹Â?ÂƒÂŽÂ‹ÇĄ †‹ …—‹ Í™Í Â‡ÂŽÂ‡Â–Â–Â‘Â”Â‹ Il Santo Padre ha annunciato “con grande gioiaâ€? per il 18 febbraio un Concistoro nel quale procederĂ alla nomina di 22 nuovi cardinali, di cui 18 elettori, cioè con meno di 80 anni. 10 di loro sono membri della Curia romana: fra questi, mons. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, mons. Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le SocietĂ di vita apostolica, mons. Manuel Monteiro

de Castro, penitenziere maggiore della Penitenzieria apostolica, mons. Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato del Vaticano, mons. Domenico Calcagno, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, mons. Giuseppe Versaldi, presidente della Prefettura degli affari economici della Santa Sede, mons. Santos Abril y Castello, arciprete della Basilica papale di Santa Maria Maggiore, mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del

PontiďŹ cio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, mons. Francesco Coccopalmerio, presidente del PontiďŹ cio consiglio per i testi legislativi. Otto sono vescovi diocesani, fra questi mons. Giuseppe Betori (nella foto), arcivescovo di Firenze, mons. Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Berlino, mons. Timothy Michael Dolan, arcivescovo di New York e mons. Dominik Duka, arcivescovo di Praga. A questi si aggiungono quattro cardinali ultraottantenni.

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audet mater ecclesia. Ăˆ l’11 ottobre del 1962 quando Giovanni XXIII pronuncia queste parole, nella basilica vaticana di San Pietro. Discorso di apertura del Concilio ecumenico Vaticano II. Sono passati 50 anni dall’assise conciliare e il 2012 guarda a questo anniversario e all’Anno della fede che Papa Benedetto ha voluto indire per fare memoria dell’evento che ha segnato un cambiamento nella vita della Chiesa. 50 anni sono poca cosa: “I percorsi spirituali come quello dell’assimilazione del Concilio sono cammini della vita che hanno bisogno di una certa durata e che non possono essere percorsi da un giorno all’altroâ€?, ha affermato Benedetto XVI. Bisogna guardare al Concilio e ai documenti espressi dai Padri, riuniti nelle quattro sessioni e nelle tre intersessioni dal 1962 al 1965, non come un qualcosa da tenere nella libreria, ma come materia di continua riflessione e di aiuto anche nei tempi che stiamo vivendo. L’anno che si è appena concluso è stato difficile sotto molti punti di vista, da quello economico in primo luogo, ma non sono mancate complessitĂ politiche. Per i

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‹•‘‰Â?ƒ ‰—ƒ”†ƒ”‡ ƒŽ ‘Â?…‹Ž‹‘ Â?‘Â? …‘Â?‡ ƒ “—ƒŽ…‘•ƒ †ƒ –‡Â?‡”‡ ‹Â? —Â? …ƒ••‡––‘ cristiani è stato un 2011 drammatico, segnato da sofferenze, discriminazioni, ferite. Ecco che il Concilio ci viene

in aiuto con le parole del documento sulla libertĂ religiosa Dignitatis humanae, approvato, da 2.308 tra cardinali, arcivescovi e vescovi, il 7 dicembre 1965. GiĂ nel titolo del capitolo introduttivo leggiamo una affermazione che chiarisce l’intento propositivo del Concilio: “Il diritto della persona e delle comunitĂ alla libertĂ sociale e civile in materia religiosaâ€?. Nel testo

si legge: “La libertĂ religiosa comporta che le comunitĂ religiose non siano proibite di manifestare liberamente la virtĂš singolare della propria dottrina nell’ordinare la societĂ e nel vivificare ogni umana attivitĂ â€?. L’attualitĂ della preoccupazione del Concilio è sotto i nostri occhi; piĂš volte i Papi hanno ribadito l’inviolabilitĂ di questo diritto dell’uomo e dei popoli.

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sono i segmenti in cui è strutturata questa realtĂ : comunitĂ per minori, comunitĂ per disabili, comunitĂ per donne sole, per emarginati, per tossicodipendenti. Come ha ricordato don Albanesi l’origine di questa “grande famigliaâ€? risale al Natale del 1966 quando un piccolo gruppo di 13 persone disabili e un giovane prete, don Franco Monterubbianesi, decidono di cominciare l’avventura di una vita in comune in una vecchia villa abbandonata a Capodarco

di Fermo nelle Marche. Il motivo che li spinse a lasciare la famiglia o l’istituto fu quello di cambiare e dare uno scopo alla loro vita, inserirsi nella societĂ e capovolgere un’esistenza di emarginati. “Un tempo – ha ricordato don Albanesi – la solidarietĂ era rivolta a particolari ambiti: minori, psichiatria, carceri, prostituzione, i problemi erano alla nostra portata. Il volontariato intercettava i problemi prima delle istituzioni e le associazioni riuscivano a dare le risposte

necessarie. Oggi la situazione è molto piĂš complessa, aggravata dalla crisi economica: i bisogni sono sproporzionati rispetto ai nostri strumenti, i problemi non sono piĂš gestibili come un tempo, sono indispensabili nuovi approcciâ€?. Secondo padre Vinicio occorre saper leggere la storia. Di fronte alla marginalitĂ siamo tutti interpellati, non possiamo fermarci a forme elementari di riessione è necessaria una coscienza critica allargata. (a.t.)

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l Signore ci dia la forza di diventare fratelli e sorelle non solo per il battesimo, ma per le relazioni che stringiamoâ€?. Nella solennitĂ dell’Epifania il vescovo Luciano Monari ha concluso cosĂŹ l’omelia nella Cattedrale di Brescia per la Messa delle genti concelebrata dal vescovo Stanislao della diocesi di Kiremba in Burundi. Questo per ricordare lo stretto legame tra le due diocesi, legame che non si è certo affievolito dopo la morte di suor Lucrezia e di Francesco. Monari si è soffermato sull’importanza del pellegrinaggio universale dell’uomo moderno che è chiamato ad andare lĂ dove “Dio si consegna agli uominiâ€?. “Il Signore ci ha convocato – ha spiegato il Vescovo – per fare di noi il suo popolo. Siamo uniti dalla medesima fede, insieme cantiamo e preghiamo perchĂŠ siamo fratelli e sorelleâ€?. Questo, però, non può bastare. “Ci sono in noi – ha aggiunto Monari – delle paure, delle resistenze, che ci impediscono di costruire rapporti di fiduciaâ€?. Cosa fare dunque? Bisogna avere il coraggio di coltivare “piccoli gesti di fraternitĂ per immettere nel mondo un piccolo germe di fiducia; ogni piccolo gesto di fraternitĂ (stringere una mano, fare un sorriso) rende Brescia piĂš abitabileâ€?. La celebrazione era animata da nove comunitĂ etniche (cingalesi, eritrei, filippini, ghanesi, latino-americani, nigeriani, polacchi, senegalesi e

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anche la prima Messa delle genti dopo la lettera “Stranieri, ospiti, concittadiniâ€? alle comunitĂ cristiane scritta dal Vescovo. Oggi come allora il ponte di collegamento tra gli stranieri e i bresciani è padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio di pastorale dei migranti. Toffari ha ricordato i frutti di questa lettera che è stata letta in lungo e in largo anche dal mondo politico: “La speranza – tornando all’attualità – è che agli immigrati non si facciano pagare ulteriori balzelli (giĂ ci sono) per il permesso di soggiorno. Anche gli immigrati sono cittadini e come tali sono giĂ stati colpiti dalla ma-

novraâ€?. Le preghiere dei fedeli si sono concentrate sulla richiesta di una “fede che unisca i popoli e vada al di lĂ delle etnieâ€?. All’offertorio i cingalesi, indossando i loro costumi tipici, hanno portato all’altare proprio la luce della fede per illuminare il mistero cristiano, mentre ai piĂš poveri sono state donate alcune ceste con gli alimenti. La celebrazione si è conclusa con la benedizione, davanti all’altare, dei tanti bambini presenti oggi ancora stranieri domani, forse, italiani. Il nostro futuro, “in un’Italia che non fa figliâ€? citando padre Toffari, passa anche e soprattutto da loro.

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*OL DSSXQWDPHQWL GL JHQQDLR Si svolge in questo mese di gennaio la terza tappa zonale dell’itinerario di spiritualitĂ per giovani “la Vita: una Buona Notiziaâ€?. Tema di questa tappa sarĂ â€œi frutti buoni e la casa sulla rocciaâ€? (Lc 6,43-49). L’appuntamento è previsto nella seconda settimana del mese, nel giorno scelto in ogni zona. Per i giovani della cittĂ , la meditazione sarĂ offerta dal vescovo Luciano presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie venerdĂŹ 13 gennaio

2012 alle ore 21. Si terrĂ domenica 15 gennaio, dalle ore 9 alle 17, l’appuntamento unitario per tutti i percorsi vocazionali e missionari presenti in diocesi, tra i quali i gruppi diocesani “Sicharâ€? e “Emmausâ€?. In questo anno dedicato al centenario dalla morte di Sant’Arcangelo Tadini, l’appuntamento è fissato presso gli ambienti della parrocchia di Botticino Sera, in via IV novembre, 13. Nella sua meditazione il vescovo Luciano riprende-

rĂ il tema della giornata: Il piĂš piccolo è il piĂš grande (Mt 11,2-11). Si terrĂ sabato 28 gennaio dalle ore 9 alle 12.30 presso il Centro pastorale Paolo VI, in collaborazione con l’Ufficio famiglia, l’incontro “Gli educatori dei preadolescenti e la vocazione all’amore sponsaleâ€?, con l’intervento di don Renzo Bonetti e i coniugi Claudio e Maria Cortese (progetto Amos). Nella settimana concordata con ogni Zona pastorale, la proposta dell’anno

“Signore, da chi andremo?â€? (Gv 6,68), sarĂ vissuta a livello parrocchiale attraverso l’adorazione eucaristica con l’alternanza di tutte le vocazioni e a livello Zonale con la possibilitĂ di incontri e testimonianze vocazionali a partire dagli ambiti di lavoro e festa, fragilitĂ , tradizione, cittadinanza, vita affettiva, riprendendo l’esperienza del 25° Congresso eucaristico nazionale. In questo mese: dal 10 al 15 gennaio: zona Suburbana 3 (Travagliato)

e zona Alto Sebino; dal 16 al 22 gennaio: zona Suburbana 5 (Rezzato); dal 23 al 29 gennaio: zona Bassa Val Sabbia. Sono aperte presso l’Ufficio vocazioni le iscrizioni alle giornate di spiritualitĂ per giovani che si terranno presso l’eremo di Bienno nei giorni 28 aprile – 1 maggio 2012. Il tema è “La Vita Buona del Vangeloâ€?, le meditazioni saranno offerte dal Vescovo e l’animazione sarĂ curata dall’Êquipe diocesana.


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 13 gennaio Ore 21 - Brescia Incontro di preghiera per i giovani presso la Basilica delle Grazie.

Domenica 15 gennaio Ore 10 - Botticino Sera Incontro e Santa Messa con i gruppi vocazionali della diocesi.

Sabato 14 gennaio Ore 15 - Brescia Premiazione concorso presepi Mcl presso l’auditorium Capretti degli Artigianelli.

LunedĂŹ 16 gennaio Ore 18 - Brescia S. Messa nella memoria del Beato Giuseppe Tovini presso la chiesa di San Luca.

MartedĂŹ 17 gennaio Ore 16 - Brescia - incontro e S. Messa presso il Seminario di via delle Razziche. MercoledĂŹ 18 gennaio Ore 9.30 - Brescia - Consiglio presbiterale diocesano presso il Centro pastorale Paolo VI. GiovedĂŹ 19 gennaio Ore 20.45 - Brescia - Preghiera ecumenica presso la chiesa valdese.

La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Guido Zupelli, parroco della parrocchia di San Zeno Naviglio, è stato nominato vicario zonale della Zona pastorale XXXI (Urbana Brescia Sud). Il sac. don Biagio Fontana, giĂ parroco della parrocchia della Badia in cittĂ , è stato nominato parroco della parrocchia di Lograto.

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ennaio è il mese del dialogo. Si svolgono infatti in questo mese due appuntamenti importanti: la Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei che si celebra il 17 gennaio e ha scelto quest’anno come tema di riflessione “La sesta Parola: Non uccidereâ€?; e la Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristiani dal 18 al 25 gennaio vedrĂ impegnate diocesi e comunitĂ cristiane ad approfondire la frase evangelica “Tutti saremo trasformati dalla vittoria di GesĂš Cristo, nostro Signoreâ€?. L’agenda ecumenica di questo mese è fitta di appuntamenti. Tra le consuete iniziative di veglie di preghiera, tavole rotonde e dibattiti promosse su tutto il territorio nazionale dalle Chiese cristiane, c’è da segnalare quest’anno l’intento diffuso e condiviso di promuovere momenti di incontro e approfondimento del

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cominciano a essere trasformati in ciò per cui stanno pregandoâ€?. E aggiungono: “Un ostacolo permane, e può impedirci di portare a termine il nostro compito. Ăˆ l’ostacolo della divisione e della mancanza di unitĂ fra i cristiani. Come può il messaggio del vangelo risuonare autentico se non proclamiamo e non celebriamo insieme la Parola che dĂ la vita?â€?. CosĂŹ Riccardo Burigana, direttore del Centro per l’ecumenismo in Italia, commenta il messaggio sull’ultimo numero di “Veritas in caritateâ€?: “La firma congiunta a questa lettera non solo costituisce una consolidata tradizione, ma rappresenta anche chiara testimonianza del clima ecumenico che aiuta i cristiani in Italia a scoprire quanto giĂ li unisce nell’annuncio e nella testimonianza dell’evangelo. Di questo clima ecumenico, che si avverte soprattutto, ma non solo, proprio durante la Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristiani, si possono

leggere le tante iniziative diocesane in occasione della Settimanaâ€?. Gli appuntamenti diocesani per il 2012 sono i seguenti: giovedĂŹ 19 gennaio il vescovo Monari partecipa a una preghiera ecumenica presso la chiesa valdese, mentre domenica 22 alle ore 19.30 c’è una celebrazione eucaristica con la presenza della pastora Anne Zell presso la chiesa di Santa Maria della Pace. MartedĂŹ 7 febbraio, infine, alle ore 20.45 presso la sala Bevilacqua di via Pace 10 padre Milan Zust s.j. del Pontificio consiglio per la promozione dell’unitĂ dei cristiani affronta il tema “Tra Oriente e Occidente: i rapporti tra cattolici e ortodossi nell’Europa d’oggiâ€?. Le parrocchie sono invitate a pregare per l’unitĂ di tutti i battezzati in Cristo. L’Ufficio di pastorale per l’ecumenismo rinnova il suggerimento di celebrare una Messa la mese secondo lo schema “per l’unitĂ dei cristianiâ€? cosĂŹ da sen-

sibilizzare e appassionare le nostre comunitĂ circa il cammino ecumenico e la ricerca di una riconciliazione delle Chiese. Il tema della Settimana evidenzia il potere trasformante della fede in Cristo, particolarmente in relazione alla nostra preghiera. La Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristiani è preceduta dalla Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, ormai conosciuta come Giornata dell’ebraismo, che ricorre il 17 gennaio.

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, IUXWWL JHQHURVL GHOOD 0DUFLD GHOOD SDFH Durante la Santa Messa del 31 dicembre a conclusione della Marcia della pace sono stati raccolti 6300 euro che sono stati consegnati al Volca, i volontari che prestano servizio in carcere. La Marcia della pace nazionale, promossa dalla Cei, ha visto la partecipazione di circa 1500 persone. Una struttura, quella di Canton Mombello, che come

altre in Italia è sovraffollata: a fronte dei 205 posti ordinari previsti, le presenze sono 530, di cui il 70% stranieri. Prendendo la parola, dopo aver salutato i detenuti, il presidente di Caritas italiana, mons. Giuseppe Merisi, ha ringraziato le tante realtĂ che ogni giorno sono impegnate nei penitenziari e ha invocato “una giustizia che sappia creare la paceâ€?.


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Alla luce dello slogan “I cristiani sono gli unici che ci vedono in un mondo di ciechiâ€? torna nel mese di gennaio la nona edizione del grande “Concerto pro romitaggio Orto degli Ulivi – Gerusalemmeâ€?, tradizionalmente organizzato dalla ComunitĂ Shalom di Palazzolo, nata 26 anni fa per volontĂ e coraggio della caparbia suor Rosalina Ravasio. L’evento, in agenda per venerdĂŹ 14 gennaio, è uno di quelli particolarmente amati, non solo da coloro che vivono e

prestano servizio all’interno della struttura di via Raspina, ma anche dalla folla di familiari, parenti, amici e conoscenti esterni che ogni anno accorrono al Palatenda (nei pressi dell’area mercato di Palazzolo) per lasciarsi travolgere in una serata del tutto alternativa, carica non solo di buona musica, suggestive coreograďŹ e e impegnati artisti, ma anche e soprattutto di messaggi e valori importanti. Come da consuetudine lo spettacolo serale (inizio previsto al-

le 20.30) sarĂ anticipato alle 15.30 da un momento di accoglienza nella sede della comunitĂ da dove prenderĂ poi il via il corteo di ďŹ accole accese diretto al Palatenda per la celebrazione della Santa Messa in programma alle 18. Al timone della presentazione dello show, salirĂ sul palco l’affascinante Sandra Liutkeviciute insieme a Mario Mazzoleni, mentre tantissimi e di vario genere saranno gli artisti coinvolti, per un lungo no stop di note, arte e danze

ďŹ no a tarda sera. Tra i nomi in scaletta (molti i fedelissimi): Roberto Bignoli, Marina Murari, Nuova CiviltĂ , Ado Alive, Emily, Balletto Etoilè, Francesco Dal Poz, Leslie Abbaini, Joyce E. Yuille, Gianni Belleno, Peter Barcella, Cristina Greco, Lift Your Voice Gospel e l’immancabile Shalom Band. Oltre alla palazzolese Sara Corna, parteciperĂ come ospite speciale alla serata anche la sorella cantante Luisa. Per informazioni, www.comunitashalom.it. (a.s.)

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olto spesso sul territorio ci si accorge dell’importanza della vita religiosa femminile solo quando viene a mancare. La vita religiosa può dare una mano importante all’unitĂ pastorale per la capacitĂ insita nelle comunitĂ religiose di stare e vivere insieme con etĂ e provenienze diverse. Mettendo in campo il loro specifico “le comunitĂ religiose – spiega suor Maria Cecilia Signorotto, dorotea di Cemmo e delegata diocesana dell’Usmi – possono essere di aiuto e fermento per le comunitĂ pastoraliâ€?. La diocesi si prepara all’appuntamento del Sinodo e può contare sulle comunitĂ religiose femminili, che “fanno parte della Chiesa e si interrogano sulla loro presenzaâ€?. Nella nostra diocesi la vita religiosa femminile conta 1500 suore suddivise in 200 comunitĂ in rappresentanza di 58 famiglie religiose; a queste si aggiungono sette monasteri con 102 suore. Dallo scorso giugno suor Cecilia Signorotto è la delegata diocesana dell’Usmi; suora dal 1974, ha vissuto i primi 10 anni al Mater Divinae Gratiae, fino al 1995 è stata a Roma, successivamente è tornata al Mater e dal 2009 è a Cemmo

per seguire da vicino il progetto della casa della Beata Annunciata Cocchetti (“vorremmo che fosse un punto di riferimento per la Valleâ€?). Il compito dell’Usmi è quello di mantenere un contatto con la diocesi per offrire gli strumenti per camminare insieme. A Brescia si verifica anche una positiva collaborazione con il Cism (superiori maschili) e con il Gis (Istituti secolari). Le religiose sono presenti in molti ambiti della vita sociale, prestano il loro servizio nella sanitĂ , nella scuola, nei centri culturali, nelle scuole materne, nei centri di spiritualitĂ e nel sociale. Molte, poi, sono direttamente impegnate negli uffici di curia e nelle varie commissioni diocesane. “La nuova visione del territorio della diocesi – continua suor Cecilia – interrogherĂ noi come religiose sulla presenza spirituale e non solo operativa di tutte le componentiâ€?. La specificitĂ delle religiose è di avere una presenza significativa proprio sul territorio: “La diocesi ha a cuore di guardare allo spessore culturale di ogni realtĂ â€?. Le comunitĂ si preparano al Sinodo diocesano attraverso per “passare dalla comunitĂ parrocchiale a una comunitĂ piĂš ampia; il passaggio non è ovvio e non sarĂ indoloreâ€?. Monari ha riba-

dito in piÚ occasioni l’importanza del discernimento in vista del Sinodo, discernimento che sarà facilitato anche dalla presenza di nove schede individuali e di gruppo. Anche su questo versante le comunità religiose possono portare il loro specifico, perchÊ nelle comunità il discernimento viene maturato settimanalmente all’interno di un cammino continuo. Lo faranno certamente attraverso i consigli pastorali parrocchiali, i diversi gruppi parrocchiali e zonali. Per fare in modo che alla segreteria del Sinodo arrivi la voce delle 1500 religiose, la segreteria Usmi diocesana ha pensato di organizzare un incontro specifico al quale sono invitate le superiore delle comunità , le suore che partecipano ai Consigli pastorali parrocchiali e zonali e le suore che lo desiderano. Gli incontri, guidati dal pro vicario mons. Cesare Polvara, sono i seguenti: il 21 gennaio (ore 9.30-11) presso l’oratorio del S. Cuore a Montichiari; il 28 gennaio (ore 9.30-11) presso le Suore Dorotee di Cemmo a Cemmo di Capo di Ponte; il 5 febbraio (ore 15-16.30) presso le madri Canossiane – di via San Martino 13 a Brescia; il 25 febbraio (9.30-11) presso le Ancelle della Carità di via Santa Maria 1 a Barbarano.


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da piazza Arnaldo). Anche quest’anno i premi saranno conferiti alla presenza di mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia. Sono previsti premi per tutte le categorie e riconoscimenti per tutti i partecipanti. Oltre al primo assoluto, ricordiamo il premio per la migliore interpretazione del tema (in questa edizione “...e si misero in cammino�), il premio “Buona Notizia� dedicato a don Eridano Torri,

il premio dedicato a Fulvio Manzoni e quello dedicato a Gianfranco Migliorati, giĂ presidente provinciale Mcl. Un altro appuntamento atteso dai collezionisti e gradito agli appassionati, è previsto nello stesso luogo dalle ore 14 alle 18, si tratta del secondo annullo ďŹ latelico della manifestazione con cartoline dedicate dalle Poste Italiane; ricordiamo che il primo è stato apposto domenica 18 dicembre in Duomo Vecchio.

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l provvedimento che permette agli esercizi commerciali l’apertura per ogni ora di ogni giorno dell’anno, notti e feste comprese, trova la ferma opposizione del Movimento cristiano lavoratori. Mcl, dando continuitĂ ad una posizione consolidata tesa alla salvaguardia e promozione del carattere festivo della domenica, rinnova la propria contrarietĂ a tutte quelle forme legislative o di accordo che penalizzino il riposo comune che, oltre che a essere un diritto, favorisce la dignitĂ della persona, il ritrovarsi della famiglia intera, il senso di una comunitĂ nonchĂŠ, ma non solo, la partecipazione ai momenti liturgici per chi è credente. Certo per chi è cristiano la domenica è “il primo giorno dopo il sabatoâ€?, il “primo giorno della settimanaâ€?, il giorno del Signore. Ma la domenica ha anche un valore indistintamente per tutti ed un significato piĂš propriamente laico. Al riguardo cosĂŹ si esprimono i Vescovi lombardi: Chi abbia a cuore il benessere integrale della persona umana non può non adoperarsi per difendere il significato antropologico, culturale, sociale e per il cristiano anche religioso della domenica e, in ogni caso, del giorno comune a tutti di riposo festivo, nella certezza che “salvareâ€? la domenica non significa soltanto salvare un giorno della settimana. “Salvareâ€? la domenica significa piuttosto salvare l’uomo stesso, cioè aiutare ogni uomo a essere piĂš libero, a essere, in definitiva, piĂš uomo. L’attuazione del provvedimento governativo in comporta, per un numero alto di lavoratori, lo spostamen-

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to della pausa settimanale, ora coincidente con la domenica, in un altro giorno feriale qualsiasi e qui occorre interrogarsi sulle ripercussioni umane e sociali provocate dalla perdita di un giorno comune di festa. La desincronizzazione del giorno di festa ha un impatto fortissimo sulla vita di relazione delle persone e delle famiglie

e sulla qualitĂ della convivenza civile nel suo insieme in quanto godere del riposo dal lavoro in giorni diversi gli uni dagli altri non consente che esso sia vissuto come tempo di festa che è un bene relazionale collettivo di cui nessuna societĂ può fare a meno, pena la sua disgregazione, e che va quindi socialmente tutelato. Ci si chiede quali vantaggi possano derivare da tale liberalizzazione e chi ne possa godere. Il consumo sembra essere la base su cui poggiamo la nostra identitĂ (uno esiste in quanto consuma), ma una societĂ tutta incentrata sulle logiche economiche e di mercato è sostanzialmente votata all’autodistruzione in quanto incapace di generare e alimentare valori che danno senso al vivere.

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familiare e tutela minori); ostetrico-ginecologica (visite e consulenze ginecologiche, incontri su sessualità , contraccezione e pap test); preventiva ed educativa alla salute (interventi nelle scuole sulll’affettività , la sessualità e il benessere socio-relazionale, attività di sensibilizzazione e promozione dei vari servizi in ambienti extrascolastici). Da non tralasciare anche la possibilità di partecipare a incontri d’approfondimento su varie tematiche (quali il rapporto

madre-bambino, gravidanza e menopausa), di assistenza alla gravidanza e domiciliare alle puerpere. L’accesso è libero con tutela della privacy. Le cooperative aderenti a Confcooperative Brescia che gestiscono consultori familiari sono: Campus (Iseo), Cidaf. (Brescia); Consorzio Valli (Gardone Valtrompia); Cooperativa sociale Area (Gavardo); Familiae auxilium (Brescia); Family Hope (Brescia); Gruppo Eva (Brescia); Gruppo FraternitĂ (Palazzolo s/O.).

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a famiglia è il nucleo primario di qualunque societĂ e i compiti che svolge nel tutelare e sostenere i suoi componenti costituiscono la base di un sistema di welfare nel quale i soggetti non sono soltanto portatori di bisogni, ma anche di soluzioni, di stimoli e di innovazioni. La famiglia tramanda ai figli il patrimonio, ma anche la cultura e la conoscenza, le tradizioni, la lingua e dĂ vita a quel senso di appartenenza necessario all’identitĂ di ciascuno. Oggi la situazione delle famiglie è di crescente difficoltĂ , progressivamente aumentata negli ultimi 10 anni e significativamente acuita dalla perdurante crisi economica, dalla perdita dell’occupazione e dalla contrazione delle risorse a disposizione per i servizi sociali, con la conseguente esposizione degli individui a nuove forme di rischio collettivo e di vulnerabilitĂ individuale. La cooperazione osserva direttamente le condizioni di sofferenza della famiglia nei diversi settori in cui opera, passando dai problemi dei giovani a trovare un lavoro, alle difficoltĂ delle nuove coppie a trovare un’abitazione a condizioni di mercato accessibili, alle emergenze dovute alla perdita dell’occupazione di un componente della famiglia, fino alla crescente domanda di servizi sociali e di cura della persona che sono rivolte in particolare alla cooperazione sociale. Ăˆ comunque vero che il sistema della cooperazione nell’ultimo decennio ha visto un’avanzata strutturale. Seppure in condizioni di difficoltĂ , la cooperazione continua a fornire il proprio contributo alle famiglie e alla comunitĂ ,

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mente riconosciuto. Questo notevole successo della cooperazione non è casuale, ma è determinato dalla concomitanza di alcuni elementi, quali le sue potenzialitĂ di offerta occupazionale, l’efficienza gestionale, il radicamento territoriale nella comunitĂ e, nel caso della cooperazione sociale, la capacitĂ di proporsi quale realtĂ fondamentale del sistema di welfare, in grado di rinnovarsi e di portare un valido contributo di innovazione in questo settore, particolarmente importante ora che il settore pubblico arretra e diventa forte l’esigenza di individuare forme di welfare moderno capaci di rispondere alle esigenze delle famiglie integrando i ruoli di diversi attori sociali.

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realtĂ che vanta una storia ormai trentennale; a questa in anni recenti si è afďŹ ancata la scuola primaria frequentata da un numero sempre crescente di bambini. All’attivitĂ didattica diurna la “Don Orioneâ€? do Botticino afďŹ anca una serie di proposte in orario serale destinate agli adulti. Ăˆ inoltre sede del Punto famiglia che ogni anno organizza coinvolgenti percorsi formativi per i genitori. La realtĂ scolastica offre servizi qualiďŹ cati e vede impegnati non solo personale docente e non

docente, ma anche volontari che offrono gratuitamente un po’ del loro prezioso tempo per sostenere l’attivitĂ del doposcuola. La “Don Orioneâ€? ha un sogno ricorrente: essere considerata parte integrante del territorio, avere la possibilitĂ di realizzare progetti in rete con le altre scuole esistenti. “Ci piacerebbe – affermano alla Don Orione – camminare insieme perchĂŠ tutti stiamo lavorando con impegno e passione per la formazione e la crescita dei ragazzi “.

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estiere. Quando penso all’insegnamento preferisco questo termine piuttosto che quello di lavoro. Il termine mestiere mi stimola di piĂš perchĂŠ evidenzia meglio e con maggiore efficacia il fatto che insegnare significa reinventare ogni giorno come accompagnare i ragazzi all’incontro col sapere; significa metterci del tuo: del tuo intuito, della tua passione, della tua persona. Ho la fortuna – al 30° anno di insegnamento – di lasciarmi ancora sorprendere, o commuovere da espressioni dei miei alunni quali: “che bello, profeâ€?; “è davvero interessanteâ€?; “ma questo autore è proprio un genioâ€?. Penso che, se riusciamo ancora a entusiasmare, appassionare i ragazzi al “belloâ€? e al “buonoâ€?, stiamo aiutando loro e la societĂ intera a non dimenticare le â€?cose che contanoâ€?. Quando si impara una poesia si impara a lasciarsi illuminare il cuore, a guardare la vita con occhi penetranti. Quando si impara la grammatica, si impara a esprimere chiaramente il proprio pensiero e a comprendere correttamente quello degli altri. Oggi vedo in giro troppi colori scuri, troppe mode che rendono “uniformiâ€?tanti dei miei ragazzi. PerchĂŠ – è la domanda che con frequenza sempre maggiore mi pongo – in quello che indossano e utilizzano devono essere cosĂŹ nu-

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cietĂ da noi poco amati, custoditi, indagati, impreziositi, non mi perdo d’animo, certa che quello che ha fatto vibrare il nostro cuore, la nostra mente, i nostri occhi ha ancora tutta la sua potenza umana e divina, che chiede solo di essere consegnata con affetto ai nostri giovani. E si diffonderĂ allora il buono e il bello, che tante volte vedo sgorgare dai miei alunni quando sono spontanei, quando sono coinvolti in attivitĂ che li stimolano in questo senso, quando si cimentano a loro volta a scrivere bene, a scrivere cose belle. Anch’io, nel mio piccolo, penso che “la bellezza salverĂ il mondoâ€?.

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l riconoscimento del sito longobardo di Santa Giulia come patrimonio dell’Unesco ha provocato un sussulto di orgoglio in molti bresciani: finalmente Brescia, dopo le grandi mostre che la aprivano all’arte di altri mondi, attirava su di sĂŠ l’attenzione di un organismo internazionale e poteva cosĂŹ proporsi come luogo in cui la cultura non solo viene importata, ma custodita. Negli ultimi mesi, sulla scorta del riconoscimento ricordato, da parte di piĂš soggetti ci si è domandato quale sia la situazione della cultura nella nostra cittĂ e provincia. Tutti hanno manifestato consapevolezza che Brescia conserva tesori d’arte, ma hanno pure osservato che questi non sono adeguatamente valorizzati perchĂŠ poco conosciuti. Le molte iniziative di carattere culturale non sembrano raggiungere la maggioranza della popolazione, che si riversa nelle vie della cittĂ in occasio-

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duzione mondiale nell’ambito della teologia e dell’esegesi; nessuna cittĂ può fregiarsi di un complesso monumentale come Santa Giulia; poche cittĂ di medie dimensioni possono far vivere due UniversitĂ ; poche cittĂ hanno un numero cosĂŹ elevato di proposte di riflessione‌ e i confronti potrebbero continuare. Resta però da domandarsi se tutto questo riesca a innervare il modo comune di pensare e di agire. Sorge il sospetto che la cultura sia ritenuta lusso di pochi. Ma perchĂŠ? Si dice a volte che i bresciani sono persone pratiche, che guardano alle cose concrete. Forse si potrebbe trovare qui una ragione della scarsa incidenza delle iniziative culturali sul costume. Se però cosĂŹ fosse, sarebbe chiamata in causa l’idea stessa di cultura. Se, infatti, questa è identificata con semplice gusto, sapere, fruizione artistica, non c’è da meravigliarsi che non riesca a pervadere le coscienze. Va ricordato che cul-

tura è invece l’universo simbolico nel quale le persone interpretano e costruiscono la propria esistenza. A modellare tale universo concorrono molteplici fattori: la storia, l’arte (pittorica, architettonica, plastica, musicale), la letteratura, ma pure le relazioni umane. Brescia ha un passato glorioso in questo senso; lo si vede camminando per le vie della cittĂ o viaggiando sulle strade della provincia: ovunque si riscontrano tracce di una concezione della vita espressione di un universo simbolico ‘cattolico’. Certo, la Brescia attuale è figlia anche di una tradizione liberale e anticlericale. Ma nessuno potrĂ negare che l’immagine prevalente di Brescia sia quella ‘cattolica’. Con questo aggettivo non ci si vuol riferire soltanto a una confessione cristiana: ci si riferisce piuttosto a uno spirito aperto, che sa accogliere tutto quanto di bene e di bello si trova nel mondo. Del resto cultura, anche in senso umanistico, non è

forse coltivazione dello spirito mediante le ricchezze accumulate lungo i secoli? Non è forse affinamento di stili di vita, contrassegnati da pacatezza, gusto del pensare, nobiltĂ nel tratto? Non stiamo invece forse assistendo a un decadimento di stile nella vita delle persone? Pare infatti prevalgano slogan, linguaggio triviale, modi di esprimersi viscerali. E non per colpa dei nuovi arrivati. Anzi, rapporti non escludenti con questi potrebbero arricchire la nostra cultura. Ogni cultura infatti si costruisce per contaminazione. Questa comporta però il superamento di paure irrazionali, a volte artatamente alimentate. Si coglie a volte un paradosso: si importano prodotti artistici da altri popoli e si fatica a lasciare spazio alle espressioni ‘culturali’ dei popoli che ormai abitano la cittĂ . A partire da questa osservazione ci si potrebbe domandare se Brescia possa dirsi ancora cattolica.

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L’iniziativa “Di donna in donna. Essere donna. Risposte d’amore nella sofferenzaâ€?, continua nel suo viaggio alla scoperta del genio femminile, interrogandosi sulle caratteristiche del genere femminile, ritrovando contemporaneamente la complementare identitĂ del genere maschile, attraverso incontri e relazioni. Il prossimo è previsto giovedĂŹ 19 gennaio all’auditorium San Barnaba con Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, incontro dal titolo “Per non dimenticareâ€? per un omag-

La Fondazione San Benedetto organizza per giovedĂŹ 19 gennaio un incontro dal titolo “Dostoevskij: l’immagine del mondo e dell’uomoâ€?. la relatrice sarĂ Tat’jana Aleksandrova Kasatkina è presidente della Commissione per gli studi sull’opera di Dostoevskij presso l’Accademia russa delle scienze. Inizio alle 18 presso l’aula magna dell’UniversitĂ cattolica; ingresso gratuito.

gio alle donne della Shoah. Modera Paola Paganuzzi. Patrizia Enzi e Maria Elena Fiori leggono brani di Wanda Poltwaska, Edith Stein, Etty Hillesum, Elisa Springer. Intervento di scenografia virtuale della 5ÂŞ H Liceo artistico “Oliviero Maffeiâ€? e accompagnamento musicale dei Volks Populi con musica Klezmer. Il percorso è organizzatio da: Centro aiuto alla vita, Coordinamento aggregazioni femminili laicali, Donum vitae, Federvita Lombardia, Moica, Mpv e Scienza e vita e la rivista “Madreâ€?.

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orna all’Odeon di Lumezzane lunedĂŹ 16 gennaio alle 20.45 Emma Dante, “Io personalmente non sono mai venuta – dice divertita la regista – ma ci sono venuti i miei spettacoli e quindi è come se ci fossi giĂ venutaâ€?. La prevendita per la serata è stata annullata causa delle esigenze tecniche della compagnia. Gli spettatori potranno assistere allo spettacolo solo dalla platea, cosĂŹ gli organizzatori hanno dovuto riservare eccezionalmente le poltrone di platea agli abbonati della galleria. Sul palcoscenico triumplino andran-

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danza a ritroso di due vecchietti che tornano giovani, mentre ‘Il castello della Zisa’ è un teatrino grottesco di due suorine che accudiscono dei malati improbabili seduti su una sedia catatonici in stato neurovegetativo. Quando provo con gli attori do loro degli elementi di fastidio. Gli occhiali sul naso – aggiunge – durante le prove sono un elemento di fastidio, che ti fanno vedere male o meglio. Tutti i personaggi li portano, ma non si parla di occhialiâ€?. Emma Dante ha conquistato la scena teatrale internazionale e europee, ma confessa che non le interessa, non è un peso questo “quando

lavoro a un nuovo spettacolo. La responsabilità è nei confronti della compagnia e degli spettatori che seguono il mio percorsoâ€?. Il teatro raccontato dalla regista è teatro del disagio i protagonisti hanno “un attimo di riscatto, ma solo un attimoâ€? mentre è diverso per gli spettatori; la regista vuole mettere davanti ai loro occhi situazioni che normalmente non si vedono piĂš, per la frenesia del quotidiano il mondo si spegne e “il teatro serve ad accenderloâ€?. Confessa anche di non fare un lavoro documentaristico, ma di reinterpretare la realtĂ . Il disagio messo inscena è quello “dell’attore che ho

davanti. Quel disagio è autentico e diventa il modo migliore per raccontare il disagio del mondoâ€?. E gli attori come la pensano? “Non sono contenti, ma quando vivono l’esperienza lo sono, perchĂŠ il teatro deve smuovere queste cordeâ€?. Ma si vive raccontando il disagio? “Non ci si arricchisce, ma non mi interessa. Quello che faccio è un tentativo di vivere puro, attraverso la poesia. Mi interessa la vita con la poesia e il teatro me lo permette.â€? Viene spontaneo quindi chiedersi se c’è spazio per la poesia nella vita e lei sicura: “SĂŹ, dobbiamo trovarlo noiâ€?; forse servono un paio di occhiali.


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Il 16 gennaio alle 20.30, al Centro giovanile dell’oratorio di San Polo storico Angelo Onger presenta: “Dal ciancol alla Playstation, appunti per una storia di San Polo storicoâ€?. Un libro che attraverso ricerche, documenti e testimonianze, ripercorre un pezzo della vita del borgo alla periferia della cittĂ , partendo dal Pliocene, passando per le vicende della Seconda guerra mondiale, fino a oggi. A cura di Urbano Gerola e Primo Gaffurini, è dedicato a don Luigi Barberis.

La Fondazione Cocchetti propone due incontri per approfondire la conoscenza del mondo internet e per decifrare termini come social network, e-mule, bit-torrent, peer to peer, chat, “scaricare la musicaâ€?, “craccareâ€?, hacker, cyber-bullismo. Un mini-corso per imparare a navigare meglio e in modo piĂš sicuro. Doppia serata, venerdĂŹ 13 e 27 gennaio alle 20.30 presso la sede della Fondazione Cocchetti (via Tolera 4 a Cemmo di Capo di Ponte). Costo 15 euro.

Enrico Brignano sarĂ al PalaBrescia il 13 e il 14 gennaio alle 21. “Tutto suo padreâ€? è il titolo dello spettacolo teatrale che sta portando in tutta Italia, che arriverĂ anche a Brescia. Lo spettacolo è, giĂ nel titolo, un omaggio al padre recentemente scomparso. L’attore romano racconta a suo mpdo le vicende dell’Italia di oggi, “diventata una sgualdrina perbeneâ€?. Prezzi da 40 a 60 euro (a cui aggiungere la prevendita).

La stagione teatrale del teatro Rizzini di Cazzago San Martino si apre sabato 14 gennaio (ore 21) e domenica 15 gennaio (16) con “L’Usteriò del galâ€? di Lorenzo Stofler presentato dalla compagnia Olga. Continua per tutti i fine settimana fino al 26 febbraio con doppia rappresentazione. Il 21 e 22 gennaio “Al zio al gĂ decidit iseâ€? e il 28 e 29 gennaio “La locanda del cervoâ€?. Ingresso 3 euro o abbonamento a sette rappresentazioni 14 euro. Info: biblioteca comunale 0307254371.

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osa vedrĂ chi verrĂ al Crystal di Lovere per “Buon compleannoâ€?? VedrĂ uno spettacolo teatrale dove un attore festeggia i suoi 45 anni con il teatro. Quale sarĂ la sorpresa maggiore di questo compleanno? Tutto sarĂ una sorpresa perchĂŠ non mi hanno mai visto recitare a teatro. Non sono mai andato a Lovere di persona, quindi credo che giĂ ci sia la forte emozione di vedere un attore che da 45 anni recita sui teatri d’Italia; sono stato a Milano, Torino, Roma, Napoli. Ho fatto solo grandi cittĂ . Vado a Lovere perchĂŠ sono stato invitato; mi fa molto piacere. In scena l’attore riceverĂ molti pacchi regalo durante lo spettacolo, ognuno è una sorpresa. Qual è stata la sorpresa piĂš grande per Enrico Montesano nel raccontare la sua storia di 45 anni. Ogni sera è una sorpresa il pubblico presente. Il compleanno si fa con il teatro, ma il teatro è il pubblico. Il teatro non siamo noi attori soltanto: noi e il pubblico che viene. Gli uni non possono fare a meno degli altri. Ăˆ importantissimo: il pubblico alla fine sarĂ invitato a soffiare su una gigantesca torta. E poi ci sono questi doni, ricordo degli amici e collaboratori dell’attore. Ogni pacco che si apre lo porta a fare delle cose che lui nella sua carriera ha fatto, ovviamente nuove e rinnovate. Sono tutte pensate per questo spettacolo. Nella sua carriera le è piaciuta di piĂš la televisione o il teatro? Io sono un artigiano; se lei a un artigiano chiede: cosa ti piace fare di piĂš

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Come fa uno che fa il suo mestiere a fare i conti con questa modalitĂ ? A me piace, perchĂŠ è segno di maggiore libertĂ . Noi possiamo veicolare senza passare dalle reti generaliste. Sarebbe una bella soddisfazione. In quale giovane comico si rivede? Si è ispirato a me Enrico Brignano. Lui mi considera un suo archetipo, modello. Di questo sono molto contento. L’ultima volta che ci siamo visti si è inginocchiato e mi ha baciato la mano. In cosa è migliorata o peggiorata la comicitĂ negli anni? Ăˆ una domanda difficilissima. Magari lo sapessi, mi terrei il segreto e non lo direi a nessuno. Non c’è una regola. Non si sa e questo è il bello. Quale personaggio le è rimasto nel cuore? In questo spettacolo ripropongo Torquato il pensionato, oggi di moda e di attualitĂ , visto che abbiamo il problema delle pensioni e dei pensionati, e la romantica donna inglese che vede l’Italia come un Paese pittoresco anche nelle sue manifestazioni piĂš curiose o negative. Ai comici manca Berlusconi? Chiaro che Berlusconi era una fonte inesauribile e ha fatto campare bene tanti comici, che ora si sentono orfani. Io facevo satira brillante giĂ prima di Berlusconi. Ci sono momenti di vacche grasse e magre. Adesso sono magre: cosa vuol dire questo governo di anonimi, soporiferi; anche se Monti qualche spunto comincia a darlo, anche lui. Certo Berlusconi era imbattibile con le sue uscite, ma insomma: accontentiamoci.


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dell’attuale panorama geopolitico e dello spettro dell’antisemitismo di ritorno, guardando in una prospettiva di dialogo e legandosi inevitabilmente con il tema del Festival ‘Filosofi lungo l’Oglio’, che sarĂ la dignitĂ â€?. I relatori discuteranno sulle declinazioni della parola “memoriaâ€?: “La memoria del beneâ€?, affidata al giornalista Gabriele Nissim, presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti (oratorio Pio X di Castrezzato, 20 gennaio);

“L’era della postmemoriaâ€?, con lo scrittore e storico delle idee David Bidussa (Villachiara, 23 gennaio). “Il comandamento della memoriaâ€? sarĂ il tema affrontato da rav Giuseppe Laras, tra i cinque rabbini piĂš influenti al mondo, rabbino capo di Milano (Travagliato, 26 gennaio), e Amos Luzzato, presidente della ComunitĂ ebraica di Venezia si occuperĂ di “VanitĂ della memoriaâ€? (Orzinuovi, 2 febbraio). Concludono Massimo Giuliani

con “Olocaustoâ€? (Ostiano, 9 febbraio), Paolo De Benedetti, studioso contemporaneo dell’ebraismo, con “La memoria di Dioâ€? (Corzano, 16 febbraio), e il 24 febbraio Salvatore Natoli all’Auditorium San Barnaba di Brescia si occuperĂ de “La memoria di Giobbeâ€?. A completamento sarĂ pubblicata da Massetti Rodella Editori una collana con i migliori interventi. Inizio alle 20.45 (ingresso libero). Info: filosofilungologlio.it. (a.g.)

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fatto che uno pubblica. Lo facevo anche prima. La radio mi diverte. Il cinema mi piace meno degli altri due e la televisione va all’ultimo posto. Metto in cima la scrittura. Dove trovi l’ispirazione? Sono cresciuto in una famiglia in cui avere dei limiti e non essere perfetti

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er la recensione al libro “Le prime luci dell’albaâ€? rimandiamo al numero 1 del 2012 di “Voceâ€? (pag. 6); proponiamo alcuni passaggi del lungo (quasi un’ora e mezza) incontro che il bresciano Fabio Volo (40 anni il 23 giugno), all’anagrafe Fabio Bonetti, ha avuto con i propri fan bresciani il 22 dicembre, in un teatro Sociale stracolmo. Nel dialogo con i fan Volo alterna pensieri profondi a battute e comicitĂ , tipiche del suo modo di porsi. Il dubbio rimasto alla fine è: quanto Fabio c’è o ci fa; con quella capacitĂ di fare un passo verso un tema profondo e deviare subito, forse ad uso e consumo di chi gli sta davanti, verso posizioni piĂš popolari e battute accattivanti, svicolando davanti a quanto stava per essere approfondito. Impressioni, ma... Com’è scrivere al femminile? Prima di scrivere ho fatto delle ricerche, ma la storia che ho raccontato

poteva essere scritta anche al maschile, perchĂŠ è il percorso quello che mi interessava. Non conosco le donne, che restano un mistero per gli uomini ma anche per le donne stesse. Ăˆ stato divertente. All’inizio volevo raccontare del diario di donna, ma con l’io narrante al maschile: il marito che trova il diario. Nella crescita drammaturgica però mi ha intrigato di piĂš continuare con il punto di vista femminile. Ci spieghi la copertina? Il fondo rosso è il muro della mia cucina, con un bicchiere da vino con dentro del latte. Il titolo ha un senso di speranza, nelle prime luci del mattino c’è tutta la giornata da vivere; il rosso è la parte passionale e il bianco del latte è la purezza, la maternitĂ e feconditĂ nella sensualitĂ del calice. A dire la veritĂ , in realtĂ ho fatto la foto, poi ho cercato di capire perchĂŠ. Quello che scrivi lo vivi o è frutto della tua fantasia? I sentimenti e le emozioni hanno una

matrice autobiografica, nel senso che non riesco a raccontare un sentimento non vissuto. Le cose che accadono sono frutto del mestiere. Paragoni il Carmine a New York... Ho sempre detto che mi piacciono molto il Carmine e S. Faustino perchĂŠ sono la radice della cittĂ , la parte vecchia, ma allo stesso tempo sono il futuro della cittĂ . Io abito lĂŹ e lĂŹ ci sono tutti i paesi del mondo. Quando sono a New York esco a cena con i miei amici e uno è iraniano, uno cinese e uno francese; quando sono a S. Faustino nei vicoli ci sono le donne di una volta e i bambini bresciani con le facce di colori diversi. Questa è la mia versione del mondo migliore. Per me non ci sono un bianco e un nero che si scontrano. Per me il Carmine è il futuro; l’Italia sarĂ cosĂŹ. Cinema, scrittura o radio? Non sono ancora riuscito a scegliere e le faccio tutte. Quello che mi fa stare bene è la scrittura, a prescindere dal

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non era una cosa di cui vergognarsi, ma faceva parte della vita, e poi accetto il fatto che sono quello che sono. Ăˆ chiaro che un libro di Philip Roth è meglio del mio, ma non per questo non scrivo. L’isipirazione a scrivere viene semplicemente da come appoggi lo sguardo sulle cose. Quanto pesa la pubblicitĂ sulle vendite del tuo libro? Ăˆ relativo. Non è un’equazione che piĂš sei popolare o piĂš pubblicizzato e piĂš vendi: il mio risultato non è di talento, ma di lavoro. Io curo il rapporto con i miei lettori per sei mesi per confrontarmi con loro con un rapporto leale. Ăˆ vero che vado da Fazio o dalla Gruber e altri no, ma me lo sono guadagnato in base alle cose che ho fatto, non perchĂŠ sono amico o nipote di qualcuno. Ho applicato lo spirito bresciano: recupero con le ore di lavoro alla mancanza di talento. Ti piace Fabio Volo? A volte mi stufa; a volte vorrei che fosse un costume, ma questo lo vivevo anche prima; a volte mi piace. Ho un buon rapporto, mi pare un bravo ragazzo, piĂš che un bravo scrittore. In “Casomaiâ€? eri un giovane che si impegnava per il matrimonio, ora racconti di una donna che se ne libera come un peso. Io non volevo raccontare una storia di tradimenti, ho usato la sessualitĂ come il diritto a chiedere, nel senso che c’è un disequilibrio tra il piacere dell’uomo e quello della donna. Il piacere dell’uomo è accettato e giustificato, quello della donna solo se resta in un ruolo. Io credo che matrimonio non significa niente, si devono vedere le persone. Conosco dei matrimoni che sono la cosa migliore per quelle due persone e altri che sono la cosa peggiore. Non sono mai contrario o favorevole al matrimonio. Io non mi ci vedo a dire a una donna “Ti amo e ti promettoâ€?; per come sono io non

mi posso permettere una promessa cosĂŹ; posso promettere un rispetto eterno. Non sono cambiato, valuto le persone, piĂš che l’etichetta data al loro rapporto. Credo anche che la nostra generazione abbia avuto un crollo forte dei ruoli ed è piĂš difficile fare delle scelte. Una donna una volta era mamma e moglie, ora può avere un lavoro, cambiare cittĂ per la propria passione. Una volta seguiva il marito e basta. Ăˆ complessa. La sessualità è stata sovrastrutturata e resa peccaminosa, ma è una delle cose piĂš belle che Dio ci ha donato. Cos’è la saggezza? Se lo sapessi sarei saggio. Mia mamma è una persona saggia, anche i suoi genitori. Stiamo parlando di 3ÂŞ e 5ÂŞ elementare. La consapevolezza di dove sei, un punto fermo di ciò che sei. Quale trauma hai avuto con la scuola, visto che contrapponi chi ha studiato e chi non lo ha fatto? Ăˆ successo alle medie. Ho sempre incontrato persone arroganti con me e la mia famiglia, sempre con la laurea; i professori mi dicevano che se non mi laureavo mi avrebbero pestato i piedi, dando per scontato che bisogna umiliare gli altri. Ma è stata anche la forza, visto che la sofferenza mi ha spinto a reagire. Ho studiato e letto tanto in seguito. Ma non penso che ci sia contrapposizione tra laurea e saggezza. Ritengo che la scuola debba tenere presente i tempi. Non tutti i ragazzi hanno gli stessi tempi. Il metodo Montessori, esportato in America, ha creato tutti i genietti della Silicon Valley. Credo che ci sia proprio la necessitĂ di mettere mano al sistema e alle relazioni. Soprattutto con gli adolescenti: io ai ragazzi dico di sostituire l’obbligo di studiare con il diritto di sapere, con la curiositĂ . Ăˆ come andare in motoscafo o in barca a vela: il primo vuole arrivare, il secondo navigare.

di clownâ€?, seminario che si terrĂ dal 20 al 22 gennaio a Villa Badia (venerdĂŹ, dalle 19.30 alle 23.30; sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19; domenica, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19). Il laboratorio intende avvicinare i partecipanti alla figura del clown. “Il nostro clown – dicono gli organizzatori – farĂ da specchio alla nostra confusione e alla goffaggine maldestra con cui affrontiamo le forze avverse di un

universo inospitale il cui senso ci sfugge; getterĂ lo scompiglio nell’ordine; si prenderĂ gioco della sicurezza e metterĂ in crisi la presunta oggettivitĂ della nostra visione del mondo. Ci costringerĂ ad ammettere che il confine tra ordine e caos non è cosĂŹ netto come vorremmo e non è lĂ dove credevamo che fosse; ma ci aiuterĂ anche ad attingere energia dalle nostre possibilitĂ non sviluppate. DarĂ ,

con i suoi funambolismi, ali alla nostra gravezza e, con il suo riso, colore ai nostri giorni�. Concluso questo seminario, ne verranno proposti altri, sempre a Leno, nelle settimane successive su: “Espressione corporea�, “Illuminotecnica�, “Espressione attoriale, scenografia�, “Analisi del testo� e “Composizione scenica�. Per info: 0309038463, o “CaraMella�, 3397299337 (teatrocaramella.it). (mtm)

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7Y GL 6WDWR IUD FDQRQH TXDOLWj H SXEEOLFLWj Con l’anno nuovo arriva il momento di pagare il canone Rai. Entro il 31 gennaio chiunque sia in possesso di un apparecchio in grado di ricevere segnali radiotelevisivi (quindi oltre le tv anche smartphone, computer e tablet) deve versare 112 euro nelle casse della tv di Stato per partecipare alle spese di gestione. Inoltre ci sono i guadagni provenienti dalla pubblicitĂ . Il tributo del canone è in vigore fin dagli Anni Trenta, quando esisteva solo la radio, e da sempre l’Italia si è divisa su questo tema in allineati e dissidenti. Certo, nel panorama attuale mette i brividi sapere di contribuire a spin-

gere Giuliano Ferrara che ruota di 90 gradi con la sua scrivania tutte le sere su Rai Uno. Che fatica. Ma se pensiamo a trasmissioni piĂš virtuose, come “Reportâ€? o “Presadirettaâ€? (che è ripartito la scorsa domenica su Rai Tre), o ai numerosi canali tematici (come Rai News24, Rai Educational, Rai Storia‌), ci si chiede perchĂŠ non si possa fare un ulteriore passo in avanti, e finanziare la tv di Stato esclusivamente attraverso il canone. Ciò comporterebbe una svolta epocale nella storia della tv italiana: la scomparsa della pubblicitĂ dalla Rai. In Svezia e in Norvegia (ma c’era bisogno di dirlo?) funziona giĂ cosi: il

pubblico è l’unico finanziatore della tv di Stato. Ciò significa avere piĂš voce in capitolo e, ripetiamolo, niente piĂš pubblicitĂ . In Spagna addirittura la tv nazionale è finanziata esclusivamente dall’intervento economico del governo (ma questa non è un’ipotesi da fare in Italia, visti i recenti trascorsi). Che dire poi della Grecia, che ha inserito l’imposta direttamente nella bolletta della luce? Il canone in questo modo costa 50 euro all’anno. Pagare tutti, pagare meno. Un’altra ipotesi ben poco italiana. A ogni modo, alla luce della totale scomparsa di spot e televendite, l’idea sarebbe da consi-

derare, gli esempi europei sono molteplici e interessanti. Un’altra voce potrebbe obbiettare che senza la pubblicitĂ sulla Rai ci sarebbe ben poco da vedere. E come darle torto? Decenni di politica infiltrata, di interessi “poltronisticiâ€?, di raccomandazioni e cene con ricatto, hanno fatto perdere alla Rai il colore che paradossalmente aveva quando era in bianco e nero. La scorsa settimana il presidente del consiglio Monti ha promesso un intervento del governo sulla questione Rai. La speranza è che, al di lĂ del canone e della qualitĂ dei programmi, si metta mano alla gestione della Si-

pra, la concessionaria per la vendita degli spazi pubblicitari, che ha chiuso il 2011 con una perdita di 250 milioni di euro per mancate inserzioni. Se nel 2000 la Sipra rendeva il 60% rispetto a Publitalia (il suo alter ego a Mediaset), oggi siamo arrivati al 40%. La crisi della vendita di pubblicità è stata accentuata da clamorosi errori di pianificazione: per esempio in occasione dell’ultimo show di Fiorello, costato 12 milioni, la Sipra ne ha guadagnati solo otto, perchĂŠ aveva svenduto gli spazi sottostimandoli senza prevedere il boom di ascolti. Risultato: quattro milioni bruciati. E quanto fa quattro milioni diviso 112?


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J. Edgar Hoover diresse il Bureau of Investigation americano dal 1924 al 1972, quando morĂŹ. Passò indenne tra otto presidenti, da Coolidge a Nixon, accumulando un potere enorme, poggiato anche sui dossier segreti che faceva confezionare investigando sui vizi privati dei potenti. Fu quasi intoccabile ma la sua storia, per come la narra Clint Eastwood in “J. Edgarâ€?, appare soprattutto la parabola di un autocondannato alla solitudine: un paranoico ossessionato

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opo aver celebrato la scorsa settimana l’apoteosi live di Luciano Ligabue con il suo triplo cd “Campovolo 2.011â€?, torniamo ora a parlare di un cantautore sul quale abbiamo giĂ speso quest’anno belle parole in occasione del suo tour: Vinicio Capossela. Lo facciamo per tributargli la palma di disco dell’anno 2011, approfittandone cosĂŹ per recuperare “Marinai, profeti e baleneâ€?, l’ultimo album (doppio) uscito la scorsa primavera. Un lavoro che conferma la statura del cantautore nativo di Hannover ma irpino di origine, il quale ci ha ormai abituati a prove convincenti e di classe. L’album, è doveroso premetterlo, non è facile da assimilare e richiede un ascolto attento e dedicato. Un disco “acquaticoâ€? e forse anche per questo profetico, che pare respirare di mare e che contiene molti rimandi musicali e letterari, profumati di spiritualitĂ e di umanitĂ come raramente ci capita di ascoltare. Forse considerarlo concettuale è un’esagerazione, ma è evidente che questo doppio cd contiene contenuti di spessore molto elevato. Da Omero a Dante, da Melville a Conrad, fino alla Bibbia attraverso il Libro di Giobbe

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(cominciato con l’ascoltate il brano “Jobâ€?), questo è un disco che trova ispirazione nella letteratura di tutti i tempi e in cui risuonano il mito, il fato, la ricerca di salvezza, gli appunti di viaggio, la profonditĂ del mare e l’elevazione dello spirito. Alcune canzoni sono molto immediate e orecchiabili, come “Pryntilâ€?, ispirato da “Scandalo negli abissiâ€? di Celine, dall’andamento molto

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nella poetica caposseliana l’elemento popolare, come nel caso di “La Madonna delle Conchiglieâ€?, animata dalla presenza importante dei fiati. Splendida e degna conclusione di un album da ascoltare e da studiare la ballad solo piano â€?Le Sireneâ€?.Per realizzare quest’opera Vinicio si è avvalso della collaborazione di molti e qualificati musicisti, come gli americani Calexico, amici di vecchia data di Vinicio, con i quali è stato realizzato il brano “Polpo d’amorâ€?. Poi una sfilza molto lunga di collaboratori, tra i quali il nostro Alessandro “Assoâ€? Stefana di Nave alle chitarre; i contrabbassisti Greg Cohen e Ares Tavolazzi, Jimmi Villotti alla chitarra, Mauro Ottolini ai fiati, il Quartetto Esodea agli archi, i suoni di Mario Arcari, il produttore e musicista Taketo Gohara, storico collaboratore di Mauro Pagani e diversi altri. Un album che merita diversi ascolti e che invita a “elevare lo spirito per contemplare la bellezza di cui siamo fattiâ€?, confermando lo stato di grazia che guida da alcuni anni Capossela, che non fa mistero di avere come punto di riferimento artistico e umano uno dei testi maggiormente saccheggiati da rock e canzone d’autore, l’Antico Testamento.

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dal “nemicoâ€? (comunisti, delinquenti, neri, donne) e dal mito della propria immagine. Pronto a sacrificare affetti e impulsi all’aura di moralitĂ ed efficienza assolute che seppe costruire con metodo attorno a sĂŠ. Nella sua figura si condensano le ambiguitĂ della democrazia: un tema che percorre da sempre il cinema di Eastwood, rivolto a indagare l’humus oscuro del terreno in cui le nostre societĂ affondano le radici. Con uno sguardo che, in que-

sto film piĂš che in altri, si sforza di conservare una sorta di distanza di sicurezza. Eastwood non condanna apertamente i metodi di Hoover. Ne mostra anzi i successi, legati alla riorganizzazione del Bureau sulla base di innovativi metodi d’indagine. Rievoca i casi che fecero scalpore, dal conflitto a fuoco in cui morĂŹ il bandito John Dillinger all’inchiesta che portò alla cattura del presunto omicida del bambino del pilota Charles Lindbergh. La narrazione compie

continui salti nel tempo tra gli ultimi giorni di vita, in cui Edgar riscrive per i posteri la propria epopea, e i momenti cruciali della carriera. Penetra negli aspetti maniacali del protagonista, dedicando spazio alle vicende private: la madre tirannica (Judi Dench); la fedele segretaria, “sposataâ€? soltanto in ufficio (Naomi Watts); soprattutto l’ambigua relazione con Clyde Tolson (Armie Hammer), il suo piĂš stretto collaboratore. Proprio quest’ultima parte finisce

col mangiarsi il film, pur interpretato da Leonardo Di Caprio con la solita, intensa sensibilità . Eastwood dà per scontata l’omosessualità – mai provata, men che meno riconosciuta con se stesso – di Hoover, e finisce col narrare la storia d’un amore infelice. Un dramma non molto avvincente, che perde di vista il possibile legame tra le nevrosi di un singolo individuo e le perversioni dei meccanismi di potere che quell’uomo manipolava.

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Nei giorni scorsi il sindaco di Brescia, Adriano Paroli ha incontrato il ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e trasporti, Corrado Passera. L’incontro, annunciato durante la conferenza stampa di fine anno dal Sindaco, è stato richiesto allo scopo di sbloccare i finanziamenti necessari per la conclusione dei lavori di realizzazione della metropolitana leggera automatica di Brescia (nella foto). Il Sindaco ha

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e c’è un argomento sul quale Mario Monti può essere accreditato come uno dei maggiori esperti europei, è quello della concorrenza: per quasi un decennio è stata la massima autoritĂ comunitaria nel settore, con una verve capace di affrontare (con successo) pure giganti mondiali come Microsoft. Chi ha avuto a che fare con il commissario europeo Monti, sa che l’uomo è ferrato e‌ ferreo. Logico – da presidente del Consiglio italiano bisognoso di riattivare un’economia catatonica – il suo interessamento per sferzare i mercati interni, cosĂŹ come l’intenzione di affrontare monopoli vari, di scrostare rendite di posizione, di abbattere barriere e ostacoli alla libera concorrenza. La sfida a lobby, circoli chiusi, roccaforti e protezionismi, “colli di bottigliaâ€? e “riserve indianeâ€? è stata lanciata a gran voce. L’obiettivo è sferzare l’economia, quindi l’occupazione e in particolar modo quella giovanile. Che fare, dunque? Beh, se si guarda con attenzione il mondo dell’energia e delle reti infrastrutturali, delle banche e delle assicurazioni, dei trasporti pubblici e della distribuzione postale, della televisione e del commercio, delle professioni e quant’altro ancora, di carne da mettere al fuoco ce ne sarebbe parecchia. Farlo, è altra questione. E valutare attentamente ogni singolo provvedimento, è certo cosa buona

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e giusta per evitare di soddisfare il principio generale (piĂš concorrenza, piĂš libertĂ ) magari producendo l’effetto opposto. Un esempio? Il piĂš classico: i taxi. C’è una licenza, una regolamentazione del loro numero, sicuramente una certa carenza di auto gialle in certe cittĂ . Ma, appunto, in tre o quattro grandi cittĂ italiane: altrove la situazione è (per i taxisti) molto meno rosea, e lo testimoniano

i chilometri fatti e i loro redditi. Una liberalizzazione generalizzata rischia di risolvere i problemi dei passeggeri usciti dalla stazione di Roma Termini, ma di mandare in tilt l’esile rete di taxi esistenti in quasi tutte le città italiane. Pure nella iper-liberista e sovraffollata New York le licenze sono numerate. Quindi sarà vitale liberalizzare con oculatezza, cosÏ come nelle professioni. PerchÊ sostenere che

vi siano pochi avvocati o architetti in Italia può essere fatto solo da chi vive su Marte. E che uno sia medico con tutti i crismi, lo pretendiamo con forza nel momento in cui appoggia il bisturi sulla nostra pelle. Anche qui, quindi, vanno stanati i veri colli di bottiglia, senza per questo rompere la bottiglia stessa in nome del principio. PerchĂŠ i principi sono ottimi sulla carta, ma a volte un po’ meno nel giorno dopo giorno. La liberalizzazione delle strutture commerciali (salvo mirati casi, da oltre un decennio non occorre una licenza per aprire un negozio) ha portato a un fiorire di neo-imprenditori; ma non è che se i negozi triplicano, allora triplica pure la spesa dei consumatori. Il vero rischio è che si riduca per moltissimi la fettina di torta da spartirsi. E il vero rischio nella completa liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, in vigore da inizio anno è che se ne avvantaggi solo la grande distribuzione (come evidenziato in altra parte del giornale, ndr.).

9HUVR XQD 7RELQ WD[ GHOO¡8QLRQH Quali saranno i temi in primo piano e i protagonisti della politica europea nel 2012? Tra le poche certezze sul 2012 europeo spicca, ancora, la centralitĂ della questione-euro. La moneta unica circola sotto forma di banconote da 10 anni: la ricorrenza però non ha visto grandi festeggiamenti e cerimonie ufďŹ ciali. La difďŹ cile fase che sta attraversando l’economia europea, le preoccupazioni per il debito sovrano, le trattative in atto per salvaguardare

lo stesso euro da un possibile tracollo, hanno suggerito una garbata forma di prudenza. Al momento sono al lavoro le diplomazie dei 26 Paesi (tutta l’Unione tranne il Regno Unito) che hanno deciso di sottoscrivere il nuovo “patto di bilancioâ€?, il quale, obbligando al rigore nei budget statali, dovrebbe non solo dare ossigeno alla valuta comunitaria, ma trascinare con sĂŠ aspetti politici e ďŹ nanziari virtuosi quali la nascita di una governance

condivisa, la stabilitĂ dei conti pubblici e la disponibilitĂ di future risorse per promuovere crescita e lavoro. A fare da locomotiva in questa fase difďŹ cile è il duo Merkel-Sarkozy (nella foto) che ha messo tra le ricette “salva euroâ€? anche la discussa “Tobin taxâ€?, l’imposta sulle transazioni ďŹ nanziarie che dovrebbe diventare comunitaria (nonostante gli altolĂ dell’inglese Cameron). Di Tobin Tax (imposta che prende il nome dal suo ideatore, il

Premio Nobel per l’economia James Tobin, che la propose nel 1972 come modo per procurare denaro da destinare alla ComunitĂ internazionale) aveva giĂ parlato agli inizi deghli anni 2000 il bresciano Emilio Delbono, autore di una proposta di legge. Allora deputato della Margherita consegnò alla commissione ďŹ nanze della Camera una proposta per introdurre la tassa in Italia. Proposta, però, che non venne mai discussa.


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Secondo posto in classifica a quattro punti dalla capolista Reggio Emilia. Si è chiuso cosĂŹ lo splendido girone d’andata della Centrale del Latte Brescia che domenica pomeriggio alle 18.15 riparte ricevendo al San Filippo il Barcellona Pozzo di Gotto per la prima del giro di boa del campionato di Lega 2. “A volte – dichiara il presidente Graziella Bragaglio – mi sembra di vivere un sogno da cui non vorrei mai risvegliarmiâ€?.

Nonostante il rischio di scomparire a fine anno per mancanza di sponsor, il numero uno biancoazzurro aggiunge speranzoso: “Siamo sicuri che con l’aiuto della cittĂ e dei bresciani saremo ancora qui a combattere per posizioni di rilievo nel 2012â€?. Tornando alla sfida di domenica pomeriggio al San Filippo, radiocronaca integrale sulle frequenze 88.388.5 di Radio Voce e in streaming su radiovoce.it. (ma.ric.)

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rrivi. Il mercato di gennaio è visto spesso come l’occasione per riequilibrare o risolvere i problemi che i primi mesi del campionato hanno manifestato. I due arrivi in casa Brescia, Luca Caldirola e Salvatore Foti, hanno nelle tinte dell’azzurro il loro destino. Il primo di proprietĂ dell’Inter (neroazzurri), arriva in prestito alla societĂ di via Bazoli (azzurra con la V bianca), mentre ha collezionato presenze con la Nazionale (azzurra) dall’Under 15 all’Under 21, di cui è pilastro. L’altro arriva dalla Sampdoria (blucerchiati) nell’operazione che ha portato Berardi e Juan Antonio alla corte di Iachini; anche per lui presenze in tutte le categorie della Nazionale (azzurri) dall’Under 15 all’Under 21. Due giocatori che “abbiamo richiesto e voluto noi. Non sono arrivati qua perchĂŠ le grandi squadre li hanno mandati qua per migliorarsiâ€? sottolinea Gigi Maifredi. Il primo arriva dall’Inter, con il quale ha collezionato giĂ una presenza in Champions league in questa stagione. Nemmeno il tempo di disfare le valigie che si è ritrovato titolare nella vittoriosa sfida contro il Crotone nell’ultima del girone di andata. “Avevo voglia di giocare. Il mister mi ha chiesto la disponibilitĂ e io – racconta il giovane difensore classe 1991 – l’ho data. Ma non mi aspettavo di entrare subito in cam-

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po. Immaginavo di entrare a partita in corsoâ€?. Subito dopo chiosa Maifredi “Luca l’abbiamo preso per giocareâ€?. Ăˆ stato schierato nella difesa a tre da mister Calori, ma è in grado di giocare anche da centrale nella difesa a quattro e da terzino sinistro. Il suo modello è Nesta, ancora dai tempi della Lazio. “Ora penso solo al Brescia – risponde in sede di presentazione – sono giovane, devo fare un

passo alla volta. In Serie A rischiavo di non giocare. Il Brescia mi ha voluto e la Serie B è un passo che devo fare. Nel futuro si vedrĂ . Ovvio che sogno come tutti i giocatori la Champions e la Serie A, ma ora sono quaâ€?. Salvatore Foti, 24 anni, grande promessa ancora in divenire del calcio, è infortunato: restano da smaltire alcuni problemi agli adduttori e muscolari, dopo aver risolto un principio di pu-

balgia arrivato a dicembre. Dalla prossima settimana proverĂ ad allenarsi col gruppo: “Voglio dimostrare di poter far bene. Ho avuto la fortuna e la bravura di giocare presto in Serie A, poi a Vicenza e bene a Empoli lo scorso anno prima dell’infortunio. Mettiamoci qualche errore di gioventĂš, da cui poi impari, ora posso tornare ai livelli che conosco ioâ€?. Brescia per Salvatore Foti, seconda punta, come sottolinea lui “nonostante l’altezzaâ€?. Nel suo passato recente ha la Samp, in cui era ritenuto incedibile fino a novembre, poi il cambio dell’allenatore si è ritrovato a cambiare casacca “ma sono dispiaciuto per quanto sta accadendo ai ragazzi alla Sampâ€?. Nel segno dell’azzurro; i nuovi arrivi sono le novitĂ che assieme a mister Calori sembrano poter portare un po’ di blu sopra il cielo di Brescia. Con questo caldo quasi primaverile la natura sembra anticipare le stagioni. Ora tutti i tifosi aspettano l’arrivo delle Rondinelle, perchĂŠ sia primavera nel segno del blu.

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DGGLR VHQ]D ULPSLDQWL Non lo rimpiangeremo troppo questo 2011 a livello sportivo: ripercorrere le tappe di un anno che si era aperto con l’oro di Innerhofer nel SuperG ai Mondiali di Garmish oltre alla prima medaglia italiana nella storia del salto con gli sci, con l’argento di Elena Runggaldier e si è chiuso con lo scandalo scommesse. Nel mezzo la maturitĂ di Tania Cagnotto, oro agli Europei di Torino nel trampolino da un metro. Marzo: la vittoria dell’Italrugby sulla

Francia 22-21. Maggio: il Milan di Ibra e allenato da Allegri vince il suo 18° scudetto; il pallone nostrano conosce lo sbarco del primo presidente a stelle e strisce: Thomas DiBenedetto acquista la Roma. Il mondo del golf, vede la crescita dei campioncini azzurri Manassero e fratelli Molinari, dĂ l’addio al piĂš grande di tutti i tempi: Severiano Ballesteros a 54 anni. Contador vince uno dei piĂš duri Giri d’Italia del dopoguerra. Luglio: il Settebello

di pallanuoto torna sul tetto del mondo, Federica Pellegrini ai Mondiali di Shanghai porta a casa 200 e 400 stile libero. Agosto: sciopero proclamato dalla Serie A di calcio; slitta la prima giornata del campionato. Settembre: a Montpellier le azzurre si confermano campioni del mondo per la terza volta consecutiva nella ginnastica ritmica. Ottobre si apre con la conferma di Vettel sul trono della Formula Uno. Intanto a Catania Valentina Vezzali

diventa campionessa del mondo per la sesta volta, trascinando la scherma azzurra a quattro ori, tre argenti e quattro bronzi. Il 23 ottobre muore in un incidente a Sepang il Sic, Marco Simoncelli. Ancora apprensione qualche giorno dopo per il malore di Cassano. Fantantonio tornerĂ nella primavera di quest’anno. Prima della ďŹ ne l’Italvolley femminile trionfa in Coppa del mondo. Si apre il 2012, con l’augurio che lo sport ritrovi i suoi valori.

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intensa. Il Csi Brescia ha fatto lo stesso lo scorso 5 gennaio, in occasione della cena di apertura del 2012. I 160 presenti hanno brindato con i famigliari e i “colleghiâ€? ciessini all’anno nuovo, tra scambi di regali e i premi della tombola. Una festa in famiglia, che ha regalato il giusto entusiasmo per affrontare un anno davvero importante, che porterĂ alle elezioni di marzo e ad interessanti novitĂ provenienti da Roma, ma anche da via Chiusure, perchĂŠ il Csi non smette mai di crescere.

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a decisione è stata presa. Ed è di quelle importanti. Sabato scorso il Consiglio nazionale, all’unanimitĂ , ha deliberato l’introduzione di un percorso di formazione “obbligatorio e permanenteâ€? per tutti i dirigenti dell’associazione. Che cosa significa? In concreto vuol dire questo: da gennaio a luglio 2012 il Csi sarĂ attraversato dalla tornata elettorale. Uno dopo l’altro si eleggeranno tutti i nuovi consigli provinciali, regionali e nazionale. Per la prima volta nella storia dell’associazione tutti coloro che saranno eletti (a ogni livello) si impegneranno formalmente a frequentare un percorso di formazione che li accompagnerĂ nei quattro anni del loro mandato. Si ritorna dunque ad una moderna “scuola-quadriâ€? che coinvolgerĂ tutti i dirigenti del Csi, nessuno escluso. Ăˆ una scelta coraggiosa. A oggi nessun ente di promozione sportiva e nessuna federazione vincola in modo cosĂŹ chiaro e concreto i propri dirigenti. Il Csi ha scelto di fare da apripista confermando ancora una volta di credere ciecamente nella formazione, come testimoniano i 379 corsi organizzati nel 2011 su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è chiaro e ben fissato nel mirino, come afferma il presidente nazionale Massimo Achini: “ArriverĂ un giorno in cui tutti gli allenatori, i dirigenti, gli animatori e gli operatori delle nostre 13mila societĂ sportive saranno ac-

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tutti i dirigenti ciessini arrivavano dall’Azione cattolica. Oggi non è piĂš cosĂŹ. Per questo il comitato arancioblĂš sente il bisogno di un cammino di “alfabetizzazioneâ€? fondamentale per non perdere mai la rotta di un impegno educativo e sociale al servizio della Chiesa italiana. Il passo successivo, come anticipato da Achini, riguarderĂ le societĂ : “Il mio appello è un invito alle societĂ a investire sulla formazione di dirigenti e allenatori. Bisogna crederci e obbligarli, sapendo che quell’obbligo non è un peso, ma un aiuto. Il segreto del successo di ogni realtà è quello di costruire sulla roccia il futuro di ogni progettoâ€?.

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Riflessioni sulla Marcia della pace Egr. direttore, la lettura del suo editoriale sulla Marcia della pace del 31 dicembre, mi ha stimolato alcune riflessioni che ritengo di socializzare. Ăˆ stata certamente un’esperienza significativa e decisamente formativa per i partecipanti, grazie ai contenuti di riflessione che sono stati offerti e ai momenti di preghiera comunitaria proposti lungo il percorso e nella celebrazione conclusiva. Vorrei però soffermarmi anch’io sulla partecipazione a questo evento, anche perchĂŠ la lettera di don Angelo Chiappa sullo stesso numero di “Voceâ€? non mi sembra intraveda gli stessi segni di speranza da Lei invece individuati. Essendo una iniziativa nazionale mi sarei aspettato una partecipazione piĂš larga; le facce bresciane incontrate non erano molto diverse da quelle che si incontrano generalmente ad altre iniziative sulla pace; anch’io non ho visto molti giovani degli oratori bresciani; non ho visto molti preti; non ho visto partecipazioni organizzate provenienti dalle parrocchie. Lei vede nella partecipazione alla Marcia un segno di speranza per una ripresa educativa sul tema della pace che si sarebbe interrotta negli ultimi anni nelle nostre comunitĂ e addebita in parte l’allontanamento dei preti da questa preoccupazione educativa a chi avrebbe ideologizzato troppo l’argomento. Io non so a cosa si riferisca con questo affondo, ma credo dobbiamo essere grati a chi in questi anni, pur commettendo errori, ha man-

tenuta viva l’attenzione, almeno in alcune “nicchieâ€? ecclesiali, verso un tema sul quale l’insegnamento degli ultimi quattro pontefici è stato chiaro, coraggioso e costante mentre è stato molto in ombra nella maggior parte delle comunitĂ cristiane locali. Ma non è solo il tema della pace a essere stato trascurato in questi anni; con esso anche tutti gli altri argomenti di carattere sociale non hanno trovato cittadinanza nei momenti formativi delle comunitĂ (omelie, catechesi a tutti i livelli, centri di ascolto della Parola‌). Il Magistero sociale della Chiesa che dai tempi del Concilio a oggi si è arricchito in modo considerevole è rimasto confinato negli scaffali delle canoniche e non è mai, o quasi mai, circolato tra le mani e i pensieri dei laici cristiani ai quali principalmente è indirizzato; e quindi non solo il tema della pace, ma anche quelli della giustizia sociale, della partecipazione politica, della democrazia, del bene comune, della legalitĂ , del lavoro, della solidarietĂ internazionale, dei diritti umani, della famiglia nella sua valenza sociale, della politica, dello Stato‌ sono stati trascurati nella formazione cristiana. Il problema non è tanto di enunciare qualche volta qualcuno di questi valori/argomenti, quanto di farli diventare oggetto di formazione finalizzata all’impegno dei laici su di essi. Ăˆ questo che oggi deve sostanziare la fede di un cristiano, altrimenti si ferma tutto alla devozione e al sentimentalismo. Ci chiediamo spesso, di questi tempi, come mai le chiese si svuotano

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(ed è una realtĂ concreta) oppure perchĂŠ i giovani non si avvicinano alla fede. Certamente ci sono cause esterne che influenzano negativamente o che comunque non favoriscono un approccio vitale alla fede. Ma se non vogliamo accontentarci di addossare la colpa ad altri o, sarebbe piĂš grave, di cominciare a pensare che lo Spirito soffi oggi un po’ di meno, occorre che mettiamo seriamente in discussione il nostro tradizionale modo di presentare la fede e per fare questo non occorre inventare nulla di nuovo: basta tornare a mettere al centro il Vangelo e a mettere in pratica gli orientamenti scaturiti dal Concilio Vaticano II che in materia di ruolo dei laici è stato chiarissimo. Dal Vangelo e dal Concilio possiamo trarre i contenuti che devono innervare qualsiasi azione educativa, formativa e catechetica verso bambini, adolescenti, giovani, adulti, famiglie‌; obiettivo: costruire coscienze libere e responsabili, capaci di discernere alla luce del Vangelo qualsiasi realtĂ storica e di orientarla al Regno di Dio. Anche dalle sue riflessioni, direttore, appare come in questi anni il lavoro pastorale si sia orientato ad altro e che quindi serva un ri-orientamento formativo; ne sono fortemente convinto. Se la gente si allontana dalla fede (ma preferirei dire dalla Chiesa) credo possa essere per due motivi: perchĂŠ la proposta di fede è troppo scomoda e impegnativa, oppure perchĂŠ appare insignificante per la vita. Ho l’impressione che oggi gli abbandoni derivino piĂš dalla seconda motivazione che dalla prima. Una fede che coin-

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volga in modo esigente le scelte di vita provocherebbe certamente abbandoni, ma incontrerebbe anche adesioni sincere e convinte anche tra molti attuali non frequentatori delle nostre chiese. Una fede tiepida e accomodante oggi non serve a nessuno, e si vede. Altrimenti che cosa sarebbe la “nuova evangelizzazione� di cui tanto si parla? Dante Mantovani

La sfida indispensabile della pace Egr. direttore, ho letto in questi giorni l’articolo di fondo del primo numero di “Voceâ€? del 2012 e non posso rinunciare ad esprimere tutto l’apprezzamento e la condivisione per le considerazioni fatte in merito al tema della pace, con particolare urgenza di “Educare i giovani alla paceâ€?. Se questo impegno, indicato dal Papa per la Giornata del 1° gennaio e ampiamente affermato con la 44° Marcia della pace svoltasi a Brescia il 31 dicembre con il nostro Vescovo Luciano, mons. Giancarlo Bregantini e altri presbiteri, è una sfida indispensabile da affrontare per “liberareâ€? i cuori dall’egoismo e riempirli di un amore grande credo che diventi un dovere prioritario per ciascuna parrocchia favorire un ampio approccio alla tematica, mettendo in campo anche piccole iniziative locali per riflettere in merito al grande dono della pace. E tutto questo senza complessi di inferioritĂ verso coloro che, magari, sono tentati di strumentalizzare questo tema. La ringrazio. Giuseppe Delfrate

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

Associato

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FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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