La Voce del Popolo 2012 03

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Il desiderio di GesĂš nell’Ultima Cena è che tutti i suoi discepoli formino “una cosa solaâ€? (Ut unum sint). Purtroppo la storia ha portato molteplici divisioni tra i cristiani. Come noto, dal 18 al 25 gennaio si snoda la “Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristianiâ€?. Può essere questo un momento ideale per rinnovare la preghiera e l’impegno concreto in favore della conoscenza, del confronto e dell’arricchimento reciproco tra cristiani. Un momento per respirare “a pieni polmoniâ€? l’aria della Chiesa universale. Giovanni Paolo II osservava che “non si può respirare come cristiani, direi di piĂš, come cattolici, con un solo polmone; bisogna aver due polmoni, cioè quello orientale e quello occidentaleâ€?. Se questo vale giĂ all’interno della Chiesa cattolica, a maggior ragione è da coltivare nel rapporto con i fratelli cristiani, con i quali al momento siamo ancora “separatiâ€?. L’unità è dono che viene da Dio, ma anche responsabilitĂ : che ognuno possa camminare e crescere nell’ecumenismo, per offrire al nostro tempo – segnato da violenze e conflitti – segni autentici di unitĂ , amore e pace.

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Festa dei giornalisti Media credibili? Incredibile...

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••‡”‡ …”‡†‹„‹Ž‹ ‡ ‹Â?…”‡†‹„‹Ž‹ Nel vasto mondo dell’informazione bresciana noi siamo i piĂš piccoli, ma i piĂš antichi. I nostri lettori sanno che da quasi 120 anni ogni settimana entriamo nelle loro case, che da circa 40 anni lo facciamo anche con Radio Voce, e che dal 2005 ad essi si è aggiunto l’impegno del Centro diocesano per le comunicazioni sociali. Il prossimo 24 gennaio, festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il Vescovo proporrĂ a tutti i giornalisti bresciani una riessione sul tema “Credibili e incredibiliâ€?. In merito provo a porre alcune riessioni circa il senso del nostro lavoro. Cercare di essere signiďŹ cativi e di raccogliere la sďŹ da della credibiltà è per noi cercare di proporci come “modello

di comunicazione locale con orizzonte globaleâ€? traendo forza e motivazione dalla nostra chiara ispirazione cristiana. “Voceâ€?, come sapete, non è solo un giornale d’informazione ecclesiale, è un giornale ecclesiale che fa informazione generale e il nostro lavoro “investe sulla comunicazione legata al territorio, cercando di creare identitĂ e senso di appartenenzaâ€?. CosĂŹ si è espressa anche “CiviltĂ cattolicaâ€? nei mesi scorsi descrivendo l’informazione diocesana, cosĂŹ il beato Tovini, fondatore del settimanale diocesano, ci ha indicato la strada nell’editoriale dell’8 luglio 1893. Per questo ogni giorno, con i mezzi che abbiamo, cerchiamo di porci accanto ai tanti mezzi di comunicazione bresciana che in questi anni sono cresciuti e si sono diversiďŹ cati. In questo ormai ampio panorama fare comunicazione per la diocesi è fare un’esperienza di libertĂ che oggi rischia di essere

penalizzata dalla prevedibile ďŹ ne di quei contributi all’editoria che riequilibravano lo strapotere pubblicitario della televisione, ma anche da un qualche rischio sul fronte ecclesiale. In questo senso la domanda piĂš cocente resta circa l’interesse o il disinteresse dei cattolici nei confronti dei loro mezzi d’informazione e circa la percezione del valore dell’impegno della stampa cattolica nel cammino della nuova evangelizzazione. Certo, se si chiede a un giornale di fare la formazione teologica o il catechismo rispondo: non è il nostro mestiere. Come, infatti, da un teologo non mi aspetto che sappia fare radio o un giornale cosĂŹ non chiedo a un giardiniere di fare le torte! La professionalitĂ e la competenza non s’improvvisano nemmeno in questo campo. Un’altra riessione intraecclesiale mi lascia perplesso: il come non si colga che senza strumenti di comunicazione propri la Chiesa stessa oggi rischia di restare afona nel territorio. Tutti

parlano della Chiesa oggi, ma non c’è dubbio che tutti lo facciano esprimendo comunque e sempre un proprio punto di vista. Per quanto afďŹ dabili gli strumenti laici, seppur degni di stima come quelli bresciani, resto convinto che il non esserci implicherebbe per la Chiesa una mancanza grave nello sforzo di mediazione culturale del Vangelo. Non lo dico io, ma molti documenti del magistero. InďŹ ne il contributo alla credibilitĂ , anche degli altri, i nostri mezzi lo forniscono dando voce ai cattolici nella societĂ : essi sono un servizio alla democrazia. Proporre la veritĂ nell’attualitĂ , far emergere il senso religioso della vita e difendere la dignitĂ di ogni persona è parte della nostra missione, ma anche contribuisce a costruire una societĂ piĂš giusta e umana. Per questo martedĂŹ, insieme agli altri giornalisti bresciani, noi di “Voceâ€? accoglieremo con attenzione la parola del Vescovo certi che ciò che dirĂ vale anzitutto per noi.

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Í›Í Â…Â‘Â?‘Â?‹ƒ Il Paese sembra esposto a un rischio... pilotato

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Torna anche in questo 2012 la Giornata di “Avvenireâ€?, un appuntamento che ogni diocesi italiana mette in calendario per valorizzare l’esperienza comunicativa del quotidiano cattolico nazionale. Brescia ha scelto per questo appuntamento la data di domenica 22 gennaio. Per la circostanza il quotidiano diretto da Marco Tarquinio dedicherĂ una pagina alla realtĂ bresciana. Ci sarĂ spazio per

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a parola è quella che fa la differenza tra il mondo dell’immediato e il mondo dei significati, nel quale, in realtĂ , viviamo. Senza la parola non è possibile vivere umanamenteâ€?. CosĂŹ, lo scorso anno, mons. Monari si rivolgeva ai giornalisti bresciani in occasione della festa di San Francesco di Sales. Il Vescovo esortava il mondo dell’informazione al rispetto della parola, come corsia preferenziale per una comunicazione credibile. Un tema che, a un anno di distanza da quell’incontro e a pochi giorni da un nuovo appuntamento tra il Vescovo e i giornalisti bresciani (il 24 gennaio al Paolo VI), non ha perso nulla della sua attualitĂ . Il mondo della comunicazione è piĂš che mai nell’occhio del ciclone. Non solo per le annunciate liberalizzazioni del governo Monti, che ha inserito tra le tante caste da abolire anche quella dei giornalisti, ma perchĂŠ dal novero di chi ha delle responsabilitĂ nella situazione di degrado complessivo in cui è scivolato il Paese non possono chiamarsi fuori i mass media. Affidandosi sempre piĂš spesso a un “collaudatoâ€? modo di fare giornalismo, fatto di dossier, di veleno sparso a piene mani, di maldicenza i media, in un continuo rincorrersi l’un con l’altro, sembrano aver messo del loro per peggiorare una situazione giĂ delicata. E chi sosteneva che con l’uscita di scena della politica, con una parte consistente di informazione piegata alla ragion di stato della “bottega politicaâ€?, questo uso “indebitoâ€? della parola sarebbe venuto meno è stato prontamente smentito. Un esempio per tutti: l’ascesa a palazzo Chigi di un governo tecnico,

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svincolato da qualsiasi “parentelaâ€? politica non ha messo la sordina a quello che ormai in ambito giornalistico, ma non solo, è conosciuto come “metodo Boffoâ€?, pesanti bordate sparate per fare male, per delegittimare l’avversario (o presunto tale) del potente di turno. Nel mirino sono oggi i tecnici chiamati al capezzale di un Paese in crisi, ma i metodi usati per delegittimarli sono sempre gli stessi. Torna cosĂŹ a galla la questione mai risolta della crisi di

credibilitĂ di buona parte del sistema dell’informazione italiana, troppo presa dalla “distruzioneâ€? reciproca dei nemici degli editori di riferimento piuttosto che teso a raccontare la vita reale del Paese. Anni fa il card. Dionigi Tettamanzi, allora arcivescovo di Milano, incontrando i giornalisti della sua diocesi aveva ricordato che non esiste in sĂŠ una comunicazione buona o cattiva. La qualitĂ della stessa dipende dalla bontĂ del comunicatore, dalla sua credibilitĂ . “Per questo il rispetto della parola è cosĂŹ importante, decisivo – affermava ancora il vescovo Monari lo scorso anno –. PerchĂŠ è la parola che struttura il mio mondo vitale. E dove non c’è una parola, c’è un aspetto di tenebra, qualche cosa di lontano, che è tagliato fuoriâ€?. Ricordava ancora il Vescovo, che le parole usate in modo corretto, onesto permettono la vita sociale. Senza le parole lo Stato non sta in piedi, la societĂ non sta in piedi. Mons. Monari anticipava, nel gennaio 2011, uno scenario che nei mesi a venire si sarebbe delineato con preoccupante chiarezza: l’Italia oggi soffre anche per una carenza di informazione e di informatori credibili. Ăˆ un’ombra che si allunga in modo evidente sui mass media (quelli tradizionali e quelli moderni) nazionali, è un interrogativo al quale non possono sfuggire le realtĂ locali. Ricerche del settore (a piĂš riprese anche “Tabloidâ€?, la rivista ufficiale dell’Ordine dei giornalisti di Milano, è tornata sul tema con studi e convegni), chiamate a determinare il tasso di autorevolezza e di credibilitĂ di testate grandi e piccole, sembrano escludere da questo orizzonte la stampa locale, connotata da un forte radica-

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&RQ O¡DIILGDELOLWj JDUDQ]LD GL IXWXUR La credibilitĂ oggi piĂš che mai continua a essere valore fondante ed elemento qualiďŹ cante della comunicazione. Senza credibilitĂ l’informazione, come spesso capita, si riduce al rango di chiacchiericcio. Per questo, in un tempo in cui la tecnologia ha aperto indiscriminatamente il campo del comunicare, la credibilità è la garanzia e futuro della comunicazione stessa. Per chi mette voce e volto davanti a una telecamera o a un microfono la

credibilitĂ deve andare poi di pari passo con l’afďŹ dabilitĂ , con la capacitĂ scegliere nell’immenso uire di eventi e di notizie che caratterizza anche la realtĂ bresciana ciò che ha interesse per gli ascoltatori e i telespettatori in una forma, poi, che non lasci pensare che l’informazione ha lasciato il posto al pettegolezzo, alla chiacchiera senza senso. Per questo motivo chiedo a me stessa e ai miei collaboratori di avere sempre coscienza di essere comun-

que persone che si mettono a servizio della comunicazione con i propri limiti, con la consapevolezza di non essere depositari della verità assoluta e ultima, ma di essere anche disposti a lavorare, a cercare anche quanto la notizia sembra già scritta, già raccontata. La gente che ti segue sa cogliere se questo è un atteggiamento autentico, credibile o è una maschera che indossi e su questo valuta la tua autorevolezza.

raccontare l’avvio del cammino verso il Sinodo diocesano con la fase della consultazione e per dare un risalto nazionale a una significativa azione di solidarietà come quella di Supercent avviata in diocesi ormai da qualche settimana. Tra le segnalazioni anche quelle relative al programma predisposto per la festa di Sant’Angela Merici del 27 gennaio. La pagina sarà aperta da una riflessione del vescovo Luciano Monari.


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moltissime radio locali, anche se le normative sull’emittenza radiotelevisiva e i costi di gestione hanno operato una drastica selezione anche nel Bresciano rappresentano uno spaccato della comunicazione oggi a Brescia. A questo panorama tradizionale, anche se in continua evoluzione tecnologia, si affiancano ormai anche quelli che sono definiti new media. Non soltanto quelli digitali come testate online, blog e altro ancora, ma anche i free press, media

gratuiti, mutuati dalla tradizione anglossassone e che hanno preso piede, o cercato di prendere piede con alterne fortune, anche nel Bresciano. Il panorama della comunicazione locale è dunque variegato e per questo necessità di momenti di riflessione su temi come autorevolezza, credibilità e affidabilità che spesso mal si conciliano con i ritmi vertiginosi, in termini di produzione di notizie e di tourn over degli operatori, imposti dalla comunicazione mordi e fuggi

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)D DQFRUD OD GLIIHUHQ]D Alla ďŹ ne nella produzione dell’informazione ciò che fa la differenza, anche in termini di credibilitĂ , è la posizione in cui ci si pone davanti alla realtĂ . Il punto di vista cambia se, per esempio, in tv si mostra, occupando tutto lo schermo, un gruppetto di persone che protesta in strada inalberando dei cartelli, e se si ripropone la stessa scena, con un campo lungo, facendo vedere i manifestanti ma anche un’altra folla ben piĂš numerosa che se ne va tranquillamente

per la via al proprio lavoro. Il problema della moralitĂ dell’informare sta nella serietĂ con cui si cerca di mostrare il nesso che quel particolare che si sceglie, fra decine, ogni giorno, e si mette in un titolo di telegiornale o in pagina, ha con la totalitĂ del contesto. Questo permette una cosa che oggi sembra impossibile: la possibilitĂ di correggersi, cioè che una notizia sbagliata possa essere corretta perchĂŠ non ha tenuto conto dei fattori del contesto. Questa

è la vera questione morale, se cioè ciò di cui si parla ha un nesso con la persona e col contesto che crea la persona nei suoi rapporti, nella vita sociale, cosĂŹ che l’informare sia fattore di una positivitĂ e di una maggiore libertĂ , e la comunicazione non sia un lanciarsi pietre ma il dirsi di esperienze che insieme collaborino a un bene comune piĂš grande del particolare che tante volte sembra prevalere nelle nostre giornate e sui nostri mass media.


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Ăˆ stato un forte e convinto appello al dialogo, alla tolleranza e alla giustizia quello che l’Holy Land coordination (Hlc), il coordinamento dei vescovi di Nord America e Ue per la Terra Santa, ha lanciato a israeliani e palestinesi nella dichiarazione finale al termine della loro visita annuale tenuta nelle scorse settimane. Dal 1998, su mandato della Santa Sede, i Vescovi dell’Hlc si recano ogni anno, a gennaio, in Terra Santa per testimoniare la vicinanza e

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la solidarietĂ delle loro Chiese alle comunitĂ locali e sostenerle cosĂŹ nella loro vita e missione, resa particolarmente difficile da un conflitto ultradecennale che vede fronteggiarsi israeliani e palestinesi. I presuli di Canada, Stati Uniti, Francia, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Paesi Scandinavi e Germania hanno ribadito “l’importanza della ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesiâ€? e hanno chiesto “urgentemente un accordo negoziatoâ€?. I Vescovi

hanno anche lanciato un appello “per una leadership creativa, tollerante e coraggiosa, capace anche di mostrare perdono e umiltĂ , e di promuovere una pacifica coesistenzaâ€?. “Abbiamo visto – hanno affermato – come l’occupazione, l’insicurezza, la paura e la frustrazione dominino la vita delle persone in questa terraâ€?. La presenza della delegazione Hlc ha riproposto il tema dl grave disagio in cui vivono le comunitĂ cristiane di tutti i Paesi del Medio Oriente.

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a Chiesa maronita del Libano è particolarmente impegnata nell’opera di educazione e formazione delle giovani generazioni. Ăˆ questa la via praticata per tradurre in azioni concrete i ripetuti appelli alla convivenza e all’integrazione quale premessa per un futuro di pace in una delle aree piĂš tormentate del pianeta. Nelle scuole dei maroniti vengono accolti studenti senza alcuna distinzione per la religione professata; a tutti vengono offerte conoscenze culturali, valori umani e spirituali. Si tratta di un impegno oneroso, possibile anche grazie a una vasta solidarietĂ internazionale in cui figura anche la cittĂ di Brescia. Nei giorni scorsi la cittĂ ha accolto mons. Marcel Abi Khalil, giĂ abate generale dell’ordine maronita, invitato dall’associazione Terrae caritatis, una realtĂ che, come si legge in questa pagina, si è fatta carico della continuitĂ di un progetto di adozioni a distanza che da anni lega Brescia al Libano. La presenza dell’esponente della Chiesa maronita del Libano è stata occasione per affrontare il tema delle difficoltĂ in cui si dibattono le comunitĂ cristiane del Medio Oriente. “Anche se il Libano sta vivendo un periodo di relativa tranquillitĂ interna – afferma l’abate Marcel Abi Khalil – è la situazione generale di quest’area a preoccuparci, cosĂŹ come la stagione di

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contro la Siria, mentre quella sciita sostiene il regime del presidente Assadâ€?. La comunitĂ cristiana che vive in Libano si mantiene equidistante anche se teme che una vittoria in Siria dei Fratelli musulmani potrebbe portare anche per i cristiani presenti nel Paese quelle difficoltĂ conosciute dopo la primavera araba. “Quanto successo in Tunisia e in Egitto –afferma mons. Marcel Abi Khalil – ha preoccupato non poco i cristiani che in Medio Oriente sono comunque minoranzaâ€?. Tra Siria, Egitto, Libano, Giordania, Palestina vivono poco piĂš di 10 milioni di cristiani a fronte di 120 mi-

lioni di musulmani. Anche ciò che è avvenuto in Iraq non lascia tranquilli i cristiani del Libano, che pure da anni conoscono una situazione di pace. Prima della guerra i cristiani di quel Paese erano piĂš di 1,5 milioni. Oggi sono poco piĂš di 500mila, moltissimi dei quali si sono rifugiati in Kurdistan per sottrarsi a persecuzioni di sciiti e sunniti.â€? “Confidiamo nel Signore – prosegue il maronita –, perchĂŠ sappiamo che da sempre i cristiani sono perseguitatiâ€?. Le preoccupazioni, tuttavia, non incidono, almeno in Libano, sulla scelta di continuare a essere vicini ai musulmani.

6ROLGDULHWj FRQ ´7HUUDH &DULWDWLVÂľ Da diversi anni Brescia vanta un intenso legame con la Chiesa maronita libanese. Grazie all’adozione a distanza di bambini e ragazzi delle scuole cristiane del Paese dei cedri(nella foto) molti bresciani aiutano famiglie libanesi bisognose ad affrontare i costi per l’istruzione dei ďŹ gli. Si realizza in questo modo un rapporto di solidarietĂ e di amicizia che apre alla speranza per il futuro di bambini e ragazzi che senza l’aiuto bresciano non potreb-

bero avere accesso all’istruzione. Il rapporto tra Brescia e il Libano si deve a un gruppo di persone, sacerdoti e laici, che da alcuni anni sostengono progetti di solidarietĂ con la Terra Santa. Si tratta di collaborazioni nate a suo tempo con la Caritas diocesana, allora diretta da don Pierantonio Bodini, poi passata in capo all’associazione “Terrae Caritatisâ€?, che ha come punto di riferimento la parrocchia di S.Francesco da Paola a Bre-

scia. Il progetto “Adozioni a distanza Libanoâ€? prevede una quota annuale di poco superiore ai 300 euro che consente il mantienimento agli studi presso la scuole maronite di un giovane studente libanese. Ogni adozione è documentata da una scheda fotograďŹ ca corredata dai dati personali e delle condizioni familiari dell’adottato. Per ulteriori informazioni è possibile prendere contatto con l’associazione sul sito www.terraecaritatis.it

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dimessosi lo scorso dicembre dopo l’arresto scaturito in seguito alla vicenda legata alla discarica di Cappella Cantone. L’elezione di SafďŹ oti è avvenuta nella mattinata del 17 gennaio nel corso della seduta del Consiglio regionale. La sua candidatura è stata avanzata a nome della maggioranza dal capogruppo del Pdl Paolo Valentini. Consigliere regionale dal 1995, SafďŹ oti ha alle spalle la presidenza di alcune importanti Commissioni consiliari

come SanitĂ , AttivitĂ produttive e Agricoltura. L’elezione del nuovo vicepresidente del Consiglio regionale è avvenuta a poche ore dallo scoppio dell’ennesima grana giudiziaria che ha investito il Pirellone. Massimo Ponzoni, ex assessore regionale è stato accusato di corruzione, concussione, bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita nell’ambito di un’indagine monzese. Prima di consegnarsi ai magistrati l’indagato si è dimesso dall’incarico di

consigliere segretario all’interno dell’UfďŹ cio di presidenza dell’assemblea lombarda. Incalzato dalle opposizioni che parlano apertamete di questione morale, il presidente Formigoni ha parlato di responsabilitĂ personali. “La Giunta di Regione Lombardia – ha ribadito alla stampa Formigoni – non ha nulla da rimproverarsi. Quelli di Ponzoni sono comportamenti personali di cui risponderanno le singole persone come succede in un regime democraticoâ€?.

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o al referendum per l’abrogazione della legge elettorale del 2005, nota come “porcellumâ€?. La decisione della Corte costituzionale sull’inammissibilitĂ dei due quesiti è giunta nella tarda mattinata del 12 gennaio, al termine di una lunga seduta dei giudici, durata un giorno e mezzo, mentre fuori dal Palazzo della Consulta, a Roma, fervevano le dichiarazioni e le “preghiereâ€? dei referendari. Sull’esito dell’esame è stato intervistato Cesare Mirabelli, giurista e presidente emerito della Corte costituzionale. Qual è il significato della decisione della Corte costituzionale? Evidentemente la Corte ha ritenuto che dall’eventuale abrogazione delle norme sottoposte a referendum sarebbe residuato un testo normativo che non avrebbe consentito il rinnovo del Parlamento senza altri interventi del legislatore. Si sarebbe corso, in sostanza, il rischio di un “vuoto legislativoâ€?... SĂŹ, l’incoerenza del sistema che sarebbe emerso da un’eventuale vittoria dei ‘sÏ’ al referendum era uno dei rischi paventati, ma pure l’eventuale reviviscenza delle norme precedenti. In altre parole, l’abrogazione del ‘porcellum’ avrebbe portato alla reviviscenza del ‘mattarellum’ o a un vuoto che il legislatore avreb-

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Il fatto che abbia discusso cosĂŹ diffusamente su un unico tema significa che è stato fatto un esame approfondito sui quesiti. Ăˆ vero che, in via generale, se si tratta di un’abrogazione che ridisegna il sistema, come è stato per il sistema elettorale vigente rispetto a quello precedente, è difficile che l’abrogazione di tale norma possa far rivivere la legge precedente, aprendo quindi la strada al vuoto legislativo. Naturalmente ora i giochi rimangono aperti a livello politico. Adesso, cosa può succedere? Sarebbe auspicabile un lavoro parlamentare che riguardi la modifica della legge elettorale e alcune riforme istituzionali di rilievo. Mentre il governo concentra la sua azione sull’economia, sul risanamento e sullo sviluppo, le forze politiche in Parlamento potrebbero concentrarsi su queste riforme. Secondo lei questo è possibile? Ăˆ difficile, ma il Parlamento e la politica acquisterebbero un ruolo e una considerazione rilevanti se riuscissero a ridisegnare alcuni aspetti dell’assetto istituzionale e delle norme elettorali. Qui ora la politica si gioca la sua credibilitĂ . Se il distacco tra opinione pubblica e classe politica si può accorciare, questo può avvenire solo se ci sarĂ la capacitĂ di risolvere problemi istituzionali e trovare una convergenza su una legge elettorale che consenta una maggiore rappresentativitĂ .

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Come prologo della manifestazione ufďŹ ciale del “Giorno della memoriaâ€?, domenica 22 gennaio, alle ore 17 nella sala Filanda di Palazzo Bertazzoli (ingresso libero), l’associazione culturale “Cara‌ Mellaâ€?, nell’ambito di Tuttuateatro 2011, propone l’incontro con Nedo Fiano, scrittore italiano sopravvissuto alla deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz, uno dei piĂš attivi testimoni contemporanei dell’esperienza dell’Olocausto

Prendono il via il 19 alle 20.45 i “GiovedĂŹ della formazioneâ€? promossi dagli UfďŹ ci diocesani per le comunicazioni sociali e oratori e pastorale giovanile e dal Centro oratori bresciani. L’incontro di apertura prevede l’intervento di Stefano Pinna sul tema “Una pastorale giovanile per la vita e la speranzaâ€?. VenerdĂŹ 3 febbraio interverrĂ Francesco Gesualdi su “Prima che sia troppo tardi! Quale stile di vita oggi testimonia il Vangelo nei nostri

nazista. Nato a Firenze nel 1925, dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste nel 1938, dovette abbandonare la scuola a 13 anni perchĂŠ di religione ebraica. ProseguirĂ gli studi presso una piccola scuola organizzata autonomamente all’interno della comunitĂ ebraica ďŹ orentina. Il 6 febbraio 1944 viene arrestato dalla polizia fascista e rinchiuso nel carcere di Firenze e, piĂš tardi, nel lager polacco dove perderĂ l’intera famiglia.

oratori?â€?. L’incontro è organizzato in collaborazione con Centro missionario diocesano. GiovedĂŹ 16 febbraio sarĂ presente Luca Moscatelli che terrĂ un intervento sul tema “Mai come oggi è urgente la missione di ogni... oratorio! Ok, ma quale missione?â€?. Il 12 aprile chiuderĂ Nando Pagnoncelli, presidente dell’Ipsos, con una ralazione su “I dati sui giovani oggiâ€?. Gli incontri si tengono alla casa di formazione “Bruno Forestiâ€? in via Asti a Brescia.

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1RQ F¡q VROR )DULQD QHO QRVWUR VDFFR LunedĂŹ 9 gennaio è stato consegnato, per il terzo anno consecutivo, il pallone d’oro all’argentino Lionel Messi, che ha cosĂŹ eguagliato il primato di Michel Platini (anche Johan Cruijff e Marco Van Basten lo hanno vinto tre volte, ma non di seguito). Il trofeo si assegna dal 1956. Nelle classiďŹ che del 2011 i giocatori italiani sono stati rappresentati, nella prima selezione, soltanto da Totò Di Natale. Ma sul palco di Zurigo i riettori erano puntati anche su Chantal Borgonovo, moglie di Stefano (giĂ centravanti di Fiorentina e Milan, malato di Sla) che ha parlato della malattia degenerativa che ha colpito e colpisce molti calciatori. E poi su Simone Farina, il biondo terzino del Gubbio che ha denunciato chi aveva cercato di corromperlo offrendogli 200mila euro a ďŹ ne settembre per corrompere portiere e difensori e combinare il risultato della partita Cesena-Gubbio di Tim Cup del 30 novembre. La denuncia ha dato il via alla seconda fase dell’inchiesta sul calcio scommesse.

A volere quest’ultimo a Zurigo è stato il presidente della Fifa Joseph Blatter, che lo ha nominato nuovo ambasciatore Fifa del Fair Play. “Non è facile, ma bisogna trovare la forza di andare avanti nella vita – ha detto Farina sul palco –. Vorrei ringraziare il presidente della Fifa, è un grande onore per meâ€?. Lo stesso Blatter ha ringraziato cosĂŹ Farina: “Ci tengo a farti i complimenti per il tuo coraggio e la tua correttezza: hai riďŹ utato la proposta che ti hanno fatto,

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sei un esempio per il futuro. Se ci sono dei giocatori come te che combattono contro questa maďŹ a possiamo guardare con ďŹ ducia al futuroâ€?. Il paradosso, o la sďŹ da, è rappresentato dal fatto che la storia di Blatter è tutt’altro che limpida, piĂš volte messo sotto accusa ma sempre rimasto in sella e quindi non è tutta Farina quella del suo sacco. Comunque Simone sarĂ premiato anche dall’allenatore della Nazionale Cesare Prandelli: lo convocherĂ per il

test match contro gli Stati Uniti in programma il prossimo 27 febbraio. Ăˆ sempre importante che venga premiata l’onestĂ , ma è altrettanto necessario riettere sulla portata dell’episodio. Soprattutto per interrogarsi sulla fragilitĂ della morale comune. Se chi si comporta onestamente diventa un eroe signiďŹ ca che la disonestà è diffusa. Le cronache quotidiane sono un documento inoppugnabile a questo proposito. Lo stesso scandalo

del calcio scommesse, che deve essere ancora pienamente svelato, testimonia l’esistenza di una ragnatela non trascurabile di corrotti e corruttori. Per tacere della maďŹ a, della camorra, della ‘ndrangheta e delle cosche di vario genere. Tuttavia non si può dire che “il piacere dell’onestĂ â€? (magistralmente rappresentato dall’omonima commedia di Pirandello) sia stato cancellato nella vita quotidiana. Non c’è solo Farina a praticare la virtĂš. Ci sono tutti quelli che, come lui, coltivano i doveri insieme ai diritti. Ci sono le tante vittime delle cosche maďŹ ose. Ci sono i tanti cittadini che non hanno perso il senso del bene comune. L’unica sensazione fastidiosa deriva dal fatto che corrotti e corruttori cercano molto spesso di mettere una patina di normalitĂ alle loro anomalie. Le chiamano regole del mercato oppure “gentleman’s agreementâ€? (letteralmente signiďŹ ca “accordo fra gentiluominiâ€?, in pratica sta per “guerra dei furbastriâ€?). L’onestĂ incomincia dalla voglia di chiamare le cose con il loro nome, senza ipocrisie.


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Il Centro faunistico del Parco dell’Adamello, gestito da Legambiente Lombardia, in collaborazione con il Parco dell’Adamello e Comune di Paspardo, organizza domenica 22 gennaio una ciaspolata non competitiva adatta alle famiglie. Il programma prevede alle 9 il ritrovo presso il parcheggio all’ingresso del paese (via Bertolotti), partenza della passeggiata verso localitĂ Zumella e Volano dove è previsto il pranzo (primo, secondo, contorno e caffè)

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presso il rifugio De Marie al Volano. Dopo pranzo chi vuole potrĂ fare una passeggiata nei pressi del Rifugio nella splendida cornice delle conche gemelle di Volano e Zumella, per tornare poi verso il fondovalle. Il ritorno alle auto è previsto per le ore 16.30-17. Se sprovvisti di racchette da neve è necessario prenotare anche l’affitto delle medesime nel momento dell’iscrizione, se si richiede il noleggio anche in mancanza di neve poi è necessario pagarne il costo. Info e prenotazioni

al numero 392.92.76.538 oppure info@centrofaunisticoadamello. L’iscrizione, obbligatoria, va fatta entro le ore 18 di venerdĂŹ 20 gennaio. L’abbigliamento richiesto è il seguente: scarponi o scarpe con suola antiscivolo, indumenti appropriati. La quota di partecipazione è di 20 euro (pranzo senza il noleggio delle racchette da neve), 25 euro (pranzo con noleggio racchette); 10 euro (passeggiata e noleggio racchette) e 5 euro (solo passeggiata).

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l 2011 per l’Amministrazione comunale di Borno può considerarsi un anno particolarmente produttivo sul piano delle realizzazioni dei progetti in cantiere. Tra le tante iniziative, si registra la nuova isola ecologica, di cui il paese e tutto l’Altopiano del sole avevano estremo bisogno; il restauro profondo della storica Villa Guidetti, vero gioiello del liberty elegante della montagna di fine Ottocento; la vendita della concessione dello sfruttamento del torrente Trobiolo ai fini idroelettrici. Operazione, questa, che ha consentito di azionare un volano finanziario importante per tante realizzazioni di opere pubbliche; il salvataggio pressochĂŠ definitivo dell’attivitĂ degli impianti di risalita del Monte Altissimo. Ma soprattutto e questa volta davvero sopra ogni altra impresa, l’ampliamento e la messa a norma della Rsa Cav. Paolo Rivadossi che, senza questo fondamentale passo, avrebbe perso l’accreditamento regionale. Si tratta di un’opera realizzata in tempi record, poichĂŠ la ditta appaltatrice dei lavori a dicembre 2010 era stata dichiarata fallita. Ma il general contractor in poco meno di due mesi era riuscito a far ripartire i lavori rispettando i tempi di consegna dell’opera che doveva essere autorizzata dalla Regione entro il 31 dicembre 2011. L’inaugurazione solenne, con ben due giorni di

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spalle. Con la Rsa nuova, i 75 posti letto di cui 70 accreditati e cinque di sollievo, i circa 50 posti di lavoro, i tempi rispettati nella consegna della casa, i disagi per gli anziani ospiti ridotti al minimo, abbiamo davvero centrato l’obiettivoâ€?. Ma l’azione della giunta guidata da una donna dall’aspetto tranquillo e dalla determinazione di un manager convinto, continuerĂ anche nel 2012. “Abbiamo ancora due opere importanti da realizzare i cui benefici ricadranno su tutta la comunità – afferma Antonella Rivadossi – la prima la realizzazione della centralina idroelettrica

sull’acquedotto Lovareno, da cui si ricaveranno circa 250mila all’anno per molti anni a venire. Questi denari – dice il Sindaco – serviranno per tante opere pubbliche e per le attivitĂ di cassa urgentiâ€?. La seconda opera pubblica “sarĂ il rifacimento totale del piazzale in zona Dassa dove si svolgeranno molte iniziative della comunitĂ â€?. Ma il vero impegno di sindaco e amministrazione bornese è l’attuale emergenza sociale. “lavoreremo per dare un aiuto concreto nei casi di emergenza sociale per dare quante piĂš risposte possibili e concrete alla nostra genteâ€?.

JLRYDQL LQ FDPPLQR Si è svolto il 15 gennaio a Botticino Sera l’appuntamento per i giovani che seguono in diocesi i cammini di discernimento vocazionale e gli itinerari offerti dall’UfďŹ cio missionario. La scelta della sede, dove si trova anche la Casa Madre delle suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, ha voluto ricordare il centenario della morte di Sant’Arcangelo Tadini, uno dei tre testimoni di santitĂ bresciana che hanno accompagnato il percor-

so pomeridiano per gli oltre 120 presenti. Le altre due ďŹ gure presentate sono state il Beato Giovanni Battista Piamarta, che verrĂ canonizzato quest’anno, e il santo fondatore dei Saveriani, padre Guido Maria Conforti. La giornata, dal tema “Il piĂš piccolo è il piĂš grandeâ€? (Mt 11, 2-11), si è aperta con il Vescovo che ha offerto la meditazione a partire dal brano biblico di riferimento e ha presieduto la celebrazione eucaristica. Per guidare i

giovani, il Vescovo si è soffermato sulle domande che contraddistinguono l’incontro tra GesĂš e i discepoli (Sei tu? Che cosa siete andati a vedere? Che cosa cercate? Dove dimori?). Gli interrogativi caratterizzano non solo chi è in ricerca, ma anche il Maestro, perchĂŠ il discernimento è legato alla capacitĂ di lasciarsi interrogare, provocare. Quando una domanda lascia il segno, la risposta diventa rivelazione di un mistero piĂš grande.

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che intende rafforzare la capacitĂ delle organizzazioni di rispondere ai bisogni dei territori, lavorando in rete e stimolando la partecipazione delle persone. Il bando si chiude il 30 marzo 2012 e si propone di sostenere i progetti in grado di: avviare o potenziare azioni che rispondendo a bisogni rilevanti per il territorio, promuovano e rafforzino il volontariato, il legame sociale e le relazioni tra gli abitanti e le persone con fragilitĂ , la cittadinanza attiva e intendano

garantire lo sviluppo di metodologie e strumenti di miglioramento delle capacitĂ organizzative delle associazioni proponenti. Il bando è aperto alle organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale della Lombardia del volontariato e alle organizzazioni di volontariato non iscritte che rispettano i requisiti della legge 266/91. I progetti devono essere presentati da un’organizzazione di volontariato in rete con almeno un’altra; la rete potrĂ prevedere la

partecipazione di soggetti diversi, che potranno avere un ruolo attivo nelle azioni previste, ma non potranno essere destinatari di contributo. Per partecipare occorre seguire la procedura sul sito www.bandovolontariato. it. Il Csv è a disposizione delle associazioni che vogliono avere informazioni o necessitano di un accompagnamento progettuale; organizza un corso di formazione sulla progettazione per i volontari, per info 030/2284900. (a.t.)

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hi lo conosce sa che è uno di quei sacerdoti che si distingue per la capacitĂ di creare rapporti umani e intessere relazioni. Don Claudio Vezzoli, attuale parroco di Vighizzolo, è stato nominato come successore di don Gualtiero Pasini nella parrocchia cittadina di San Benedetto (quartiere Primo maggio). Dopo 11 anni, a marzo quindi, don Claudio saluterĂ la comunitĂ delle frazione monteclarense per dedicarsi a una nuova esperienza. Classe 1958 e originario di Palazzolo, in precedenza era stato curato a Borgosatollo (1982-1991) e parroco a Grignaghe e Pontasio (1991-2001) dove ha insegnato anche al liceo artistico di Lovere; continuerĂ a fare e il consulente ecclesiastico provinciale e regionale della Coldiretti. La sua capacitĂ relazionale è nota anche alla Coldiretti, associazione nella quale ha saputo coltivare delle amicizie e rinnovare l’attenzione alla spiritualitĂ . Con entusiasmo si appresta a conoscere da vicino la realtĂ di San Benedetto con l’obiettivo di rispettare e valorizzare ciò che giĂ c’è. Don Vezzoli ha ben chiara la sua

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compleanni. Nel suo dna sacerdotale emerge chiaramente l’aspetto oratoriano: a San Benedetto come a Vighizzolo dovrĂ occuparsi direttamente anche dei giovani. Ha alle spalle ben sei Giornate mondiali della gioventĂš. Fra le sue passioni, c’è sicuramente l’arte del presepio: ne possiede molti, anche in miniatura. Grazie a questa passione è riuscito a creare un’associazione degli amici del presepio. Solo per fare alcuni numeri, quest’anno ha visitato nelle famiglie a Vighizzolo (una realtĂ di poco piĂš di 2000 abitanti) ben 190 presepi, occasione propizia anche per benedire le case e incontrare le persone. Anche a San Benedetto cercherĂ di studiare un “sistema per conoscere le famiglieâ€?, magari puntando anche sullo strumento giĂ sperimentato a Vighizzolo delle missioni popolari.

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´)DUPDFLD D FDVD WXDÂľ FRQWLQXD LO VHUYL]LR Consegna farmaci a domicilio. A Brescia è possibile, grazie a un protocollo, attivato da Comune, Croce Bianca, Atf-Federfarma e Farcom. Il servizio, gratuito, è rivolto a persone residenti nel Comune, di etĂ superiore a 75 anni, oppure riconosciute disabili perchĂŠ impedite a recarsi in farmacia o dal proprio medico curante per il ritiro delle medicine e delle prescrizioni e in assenza di familiari in grado di provvedere all’esigenza. Per usufruire del servizio, attivo 24 ore su 24 (dalle 19 alle 8 la disponibilità è riservata alle richieste con carattere di urgenza), tutti i giorni, basta telefonare alla Croce Bianca (tel. 03035118) e accordarsi con l’operatore. La consegna, effettuata dai militi del sodalizio riconoscibili grazie alla divisa e a un cartellino, viene garantita entro tre ore. La “farmacia a casa tuaâ€? ha raggiunto 65 cittadini bresciani nei primi sei mesi del servizio. “L’obiettivo per il nuovo anno – osserva il vicesindaco Fabio Rolfi – è di incrementarne la fruizione. Il progetto, lanciato in via sperimentale per un anno, prosegue per dare risposte a un bisognoâ€?. “L’iniziativa – sottolinea il presidente della Croce Bianca Filippo Seccamani Mazzoli – è affidata alla disponibilitĂ dei tanti militi che da 121 anni si spendono a sostegno della comunitĂ bresciana, con servizi di tipo sociale, non cruenti, che può svolgere anche chi non se la sente di andare in ambulanza, ma ha voglia di donare una parte del proprio tempo a favore degli altriâ€?. “L’attivitĂ di consegna dei farmaci a domicilio – commenta Francesco Paracini, vice presidente di

Atf-Federfarma – rientra in un ruolo piĂš generale delle farmacieâ€?. “I risultati non si raggiungono affidandosi al caso – dichiara Luigi Cavalieri (nella foto), presidente di Farcom, l’associazione che riunisce le farmacie comunali – occorre una grande serietĂ da parte degli attori coinvolti. Le farmacie sono presenti quando vengono chiamate a svolgere un servizio sul territorioâ€?. (v.b.)

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‘Â?„‘Â?‹ƒÂ?‹ Žƒ˜‹‘ ‘––‹ǣ Dz ‘•–”—‹ƒÂ?‘ ‹Â?•‹‡Â?‡ Žƒ …‹––Â? †‡ŽŽƒ Â’ÂƒÂ…Â‡Çł Gennaio è il mese della pace. GiovedĂŹ 12 gennaio presso la sede dei Comboniani si è tenuto l’incontro “Per una cultura di pace e non violentaâ€? relatore Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. La “Tavola della paceâ€? è una nuova esperienza di coordinamento e confronto tra chi lavora nel nostro Paese per promuovere la pace, i diritti umani e la solidarietĂ . Vi aderiscono centinaia di associazioni, organismi laici e religiosi ed enti locali di tutte

le regioni italiane. Nato nel 1996 come strumento per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della non violenza, questo coordinamento ha gestito l’organizzazione annuale delle “marce per la paceâ€?. Nel corso dell’incontro Lotti ha approfondito i diversi aspetti legati al tema della pace partendo dal significato di questo termine e richiamando in particolare alcuni passaggi fondamentali del messaggio di papa Benedetto XVI per la 45ÂŞ Giornata della pace, intitolato “Educare i

giovani alla giustizia e alla paceâ€?. Riprendendo il messaggio del Papa si deduce che “la pace non è la semplice assenza di guerra, la pace è frutto della giustizia ed effetto della caritĂ ; la pace è anzitutto un dono di Dio. Ma la pace non è soltanto dono da ricevere, bensĂŹ anche opera da costruire insiemeâ€?. Il Pontefice esorta i giovani a impegnarsi per costruire un futuro migliore. “Costruiamo insieme le cittĂ della pace e dei diritti umani – ha rimarcato Lotti –. Per uscire

dalla crisi dobbiamo investire sulle cittĂ . Ăˆ qui che possiamo trovare gli strumenti per affrontare insieme le difficoltĂ del nostro tempo e coltivare la speranza in una vita migliore per tutti. La pace comincia nelle nostre cittĂ . Ăˆ qui che ci giochiamo il rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona. Ăˆ qui che i grandi ideali della pace e della giustizia si saldano con la nostra vita di tutti i giorniâ€?. Per informazioni, consultare il sito www.perlapace.it. (a.t.)

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a sezione di igiene, epidemiologia e sanitĂ pubblica dell’UniversitĂ degli studi di Brescia, con il patrocinio del Comune di Brescia, ha organizzato il progetto “Respiraâ€?, Rischio esposizione inquinamento aria atmosferica, con l’obiettivo di valutare, nei bambini della scuola dell’infanzia, l’eventuale danno al dna nelle cellule delle vie respiratorie derivato dall’esposizione agli inquinanti atmosferici. “A tale scopo e in maniera assolutamente indolore e per nulla invasiva – ha spiegato il responsabile del settore promotore Francesco Donato – saranno raccolte cellule della mucosa della bocca dei bambini, con un leggero spazzolamento all’interno della guancia, affinchĂŠ siano analizzate per valutare eventuali danni al dna, derivanti sia dalle polveri sottili sia dalle sostanze chimiche attaccate alle stesse. Contemporaneamente verranno raccolti campioni di aria nell’area della scuola – ha continuato Donato – e verrĂ chiesto alle famiglie di compilare un questionario per raccogliere informazioni relative alle caratteristiche dell’abitazione, all’esposizione a fumo passivo e a inquinanti dell’aria presenti in casa. Saranno quindi messi in relazione gli aspetti biologici e ambientali scuola-casaâ€?. Lo studio coinvolge le scuole dell’infanzia dell’intera cittĂ ÇŻ 1

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lule della bocca rispetto all’inquinamento atmosferico, danno che può favorire l’insorgenza di malattie croniche, come i tumori, poichĂŠ molte alterazioni iniziano a quest’etĂ . Al termine della ricerca, che coinvolge anche la FacoltĂ d’Ingegneria – ha chiosato Donato – i risultati, confidenziali e sottoposti alla normativa per la tutela della privacy, saranno resi noti unicamente in forma anonima e aggregata, sia in ambito locale sia in convegni nazionali e internazionaliâ€?. Il progetto è finanziato da fondi del Centro di ricerca Q-Tech research and study center dell’UniversitĂ di Brescia e dalla Regione Lombardia che ha messo a disposizione un assegno di ricerca per tre anni. “I bambini sono piĂš vulnerabili degli adulti agli effetti dell’inquinamento atmosferico – ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai, anche a nome dell’intera Amministrazione – e i risultati di questo studio, affiancati ad altre analisi condotte nella scuola dell’infanzia, non potranno che portare al miglioramento dell’ambiente scolasticoâ€?, principio ripreso sia dal consigliere comunale con delega alla SanitĂ Achille Farina, sia dal responsabile del servizio Scuole dell’infanzia Pietro Gardani, che ha sottolineato come “sia fondamentale e ampio il coinvolgimento delle famiglieâ€?.


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Un gruppo di coscritti del Vescovo appartenenti a diverse parrocchie della diocesi organizza sabato 17 marzo 2012 una giornata speciale per festeggiare “i primi 70 anniâ€?. La proposta prevede la Messa in Duomo alle 10.30 presieduta dal vescovo Monari, che il 28 marzo festeggia il compleanno. All’incontro sono invitati laici e sacerdoti nati nel 1942. La risposta di molte persone all’appuntamento lo renderĂ memorabile. La giornata prosegue al Centro pastorale Paolo

L’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Brescia con la presidente Sandra Inverardi organizza un concerto per chitarra classica. Quando? Sabato 21 gennaio alle 15.30 presso il “Salone Ponti� della sede associativa di via Divisione Tridentina 54 a Brescia. Alla chitarra si esibisce il maestro Luca Lucini, impegnato concertisticamente sia come solista che in formazioni cameratistiche e vincitore di vari

VI per un pranzo insieme. Per agevolare la raccolta delle adesioni (entro il 28 febbraio), sono stati deďŹ niti i referenti: Ferruccio Minelli (335 8172682); Elio Peli (030800559), Adriana Bertelli (3456955797), Vittorio Inverardi (030654069), Carla Baresi (3384485440), Bruno Ruggeri (3355347189), Lidovina Serini (030713287), Pierina Barcella (030713484), Flaviano Codignola (3487836590), Luigi Olini (030933212), Battista Facchinetti (030660650).

concorsi. La cittadinanza è invitata a partecipare, l’ingresso è libero. L’Unione italiana ciechi e ipovedenti onlus è un ente morale, cui la legge e lo statuto afďŹ dano la rappresentanza e la tutela degli interessi morali e materiali dei non vedenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni. L’Unione ha per scopo l’integrazione dei non vedenti nella societĂ , perseguendo l’unitĂ della categoria. Per informazioni: 030 2209416

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e “Case famigliaâ€? fondate dall’“Asilo Notturno San Riccardo Pampuri Fatebenefratelli Onlusâ€? offrono percorsi riabilitativi finalizzati al reinserimento sociale attraverso ospitalitĂ , vitto, alloggio, opportunitĂ lavorative e formative, per rispondere ai bisogni delle persone che hanno perso la loro famiglia a causa di problemi di dipendenze e/o di conflitti familiari, senza distinzione di sesso, razza, nazionalitĂ , religione, nel rispetto dei valori del carisma dell’OspitalitĂ di San Giovanni di Dio. Queste “Case famigliaâ€? andranno a creare il Villaggio della CaritĂ . Per ogni persona accolta è previsto un percorso individuale finalizzato al recupero della propria dignitĂ e al reinserimento sociale. La struttura si sostiene attraverso il lavoro di ciascuna persona accolta, secondo le sue capacitĂ , oltre che con iniziative dedicate. Lavorano in ĂŠquipe con servizi socio-sanitari, scuola, tribunali

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per minori, percorsi formativi professionali, aziende locali, cooperative, famiglie di origine, forze dell’ordine. In cittĂ dal 1982 opera l’Asilo notturno di via Corsica 341; è aperto 24 ore su 24 per l’intero anno e richiede alle persone accolte il rispetto di alcuni principi e regole fondamentali. Ospita circa 40 persone di sesso maschile, dai 17 ai 63 anni. Nel novembre 2010 è sorta una Casa famiglia donne per dare una risposta concreta alle donne senza fissa dimora nei periodi invernali. Apre le porte la sera alle ore 18, offre una pasto caldo, un luogo accogliente dove trascorrere la notte e la mattina fare colazione. La famiglia apre da novembre e maggio ed è supportata dal Gruppo Volontari del Sebino e accoglie 12 donne. Nel luglio 2011 è stata ideata anche una Casa per 10 anziani gestita da un coordinatore e da due badanti. A ottobre è stata aperta una cooperativa lavoro al fine di consentire alle persone di riprendere in mano la propria vita, offrendo loro la possibilitĂ di un lavoro retribuito. L’ultima nata (a novembre) è una Casa famiglia per 20 giovani inviati dal Comune.

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’”‘–‡––‘”‡ †‡‰Ž‹ ƒÂ?‹Â?ƒŽ‹ Nel giorno della sua festa liturgica, si benedicono le stalle e si portano a benedire gli animali domestici; in alcuni Paesi di origine celtica, s. Antonio assunse le funzioni della divinitĂ della rinascita e della luce, il garante di nuova vita, a cui erano consacrati cinghiali e maiali, cosĂŹ s. Antonio venne rappresentato in varie opere d’arte con ai piedi un cinghiale. Patrono di tutti gli addetti alla lavorazione del maiale, vivo o macellato; è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco,

come i pompieri, perchĂŠ guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster, ma anche in base alla leggenda popolare che narra che S. Antonio si recò all’inferno, per contendere l’anima di alcuni morti al diavolo e mentre il suo maialino sgaiattolato dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui accese col fuoco infernale il suo bastone a “tauâ€? e lo portò fuori insieme al maialino recuperato e lo donò all’umanitĂ , accendendo una catasta di legna. Per millenni e ancora oggi,

si usa nei paesi accendere il giorno 17 gennaio, i cosiddetti “focarazziâ€? o “ceppiâ€? o “falò di S. Antonioâ€?, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera. Le ceneri poi raccolte nei bracieri casalinghi di una volta, servivano a riscaldare la casa e con apposita campana fatta con listelli di legni per asciugare i panni umidi. Ăˆ invocato contro tutte le malattie della pelle e contro gli incendi.

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Sabato 28 gennaio l’oratorio San Filippo Neri di Manerbio organizza l’adorazione notturna per invocare da Dio il dono della pace e per prepararci con la preghiera alla prossima 34ÂŞ Giornata per la vita. Il programma è il seguente: alle ore 20 la Santa Messa nella cappella dell’oratorio per adolescenti e giovani; alle 21 nell’auditorium dell’oratorio viene proiettato il ďŹ lm “Voglio essere profumoâ€? proposta dal Movimento per la

Prosegue il calendario di appuntamenti organizzati dal gruppo “Casalinghe di Bagnoloâ€?. Il gruppo, guidato da Francesca Cominetti, ha in cantiere, prima della stagione primaverile che viene dedicata alle visite culturali, cicli di incontri, conferenze organizzate per proporre alle associate e all’intera popolazione bagnolese momenti di approfondimenti culturali su temi di attualitĂ o di interesse generale. Come da

vita. Il baricentro della storia è il seminarista Francesco, che vive per gli altri: ampio spazio viene lasciato alle vicende dei giovani che in modo piĂš o meno occasionale lo hanno incontrato. Alle ore 22.30 c’è l’esposizione e preghiera comunitaria davanti al Santissimo Sacramento animata da gruppo Diapason. Dalle ore 23 alle 6.30 lo spazio per l’adorazione personale. Alle 6.30 c’è la preghiera delle lodi e la benedizione eucaristica.

consuetudine il primo gruppo di tre incontri vedrĂ come relatore il dottor Alessandro Zucchelli, psicopedagogista. Titolo: “Dna (Dai nostri antenati)â€?. Si comincia lunedĂŹ 23 gennaio con la dissertazione su “Dov’è nascosta la saggezzaâ€?. LunedĂŹ, 30 gennaio si parlerĂ del “Viaggio di Ulisse: l’intelligenza non bastaâ€?. L’ultimo incontro, lunedĂŹ 6 febbraio, si parlerĂ di “La maturazione e il rientro nella famigliaâ€?.

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on c’è pace in quel di Vighizzolo, la frazione monteclarense i cui abitanti sono da anni in lotta contro nuove e vecchie discariche, vere e proprie spine nel fianco per tutti i residenti. A tenere desta l’attenzione della popolazione è ora Gedit, l’impianto di smaltimento di rifiuti tossico-nocivi di proprietĂ della famiglia Gabana: il tutto prende spunto da vari malesseri accusati nei giorni scorsi da ragazzi e insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia, secondo molti da attribuire proprio ai miasmi e all’attivitĂ produttiva della Gedit. Il sindaco Elena Zanola ha provveduto a effettuare vari sopralluoghi con tecnici comunali, della Provincia nonchĂŠ di Asl e Arpa i quali hanno confermato la gravitĂ della situazione: “Per questo ho deciso di sospendere in via cautelare l’attivitĂ della discarica – ha riferito il primo cittadino – tramite un’ordinanza comunale contingibile e urgente. Seguiamo attentamente la questione da tempo e per questo invito tutti i cittadini che lamentassero odori cattivi o malesseri a compilare l’apposito modulo di molestie olfattive che è presente sul sito internet del Comune, uno strumento efficace per tenere monitorata la situazioneâ€?. Il provvedimento di sospensione, emanato lo scorso 12 gennaio, doveva rimanere in vigore fino

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zione dei giudici amministrativi asserisce come sia da sottolineare la leale collaborazione sempre dimostrata ai controlli da parte nostraâ€?. Da noi interpellato, Gianluigi Rosa, uno dei genitori scesi a protestare nonchĂŠ presidente del Comitato Montichiari Sos Terra, esprime “grande preoccupazione per la situazione ambientale di Montichiari. Speriamo che i due incontri del 17 e 18 in Provincia e davanti al Tar portino a frutti positivi. Resta il nostro stupore – conclude Rosa – per i tempi con cui è stata concessa la riapertura dell’attivitĂ della discarica Gedit visto il perdurare di momenti di criticitĂ e di drammaticitĂ che hanno portato al limite dell’esasperazioneâ€?.

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´0L VWD D FXRUH HGXFDUHÂľ “Mi sta a cuore educare!â€? è il tema scelto per la settimana educativa in programma dal 24 gennaio al 3 febbraio presso l’oratorio G. Gaggia di Verolanuova. Ad aprire gli incontri sarĂ padre Gianmaria della comunitĂ Servi di Nazareth, che il 24 gennaio alle ore 20.45 presso la sala riunioni del circolo parrocchiale, presenterĂ la Missione Giovani del prossimo marzo. Successivamente i protagonisti

saranno i chierichetti che mercoledĂŹ 25 saranno ospiti di un meeting zonale presso l’oratorio di Verolanuova alle 17. VenerdĂŹ 27 gennaio toccherĂ agli adolescenti con l’incontro zonale presso Faverzano alle ore 20.30. La giornata di domenica 29 gennaio è dedicata ai bambini infatti alle 10.30 prenderĂ vita la “Marcia della paceâ€? che si concluderĂ con il lancio dei palloncini per la festa della vita in

oratorio. Nel pomeriggio alle 15 la gioia del Gruppo Animazione sarĂ protagonista con i giochi di San Giovanni Bosco. MercoledĂŹ 31 gennaio alle 15 in basilica la Preghiera per i bambini e ragazzi delle scuole medie e elementari, mentre venerdĂŹ 3 febbraio alle ore 20.45 lo psicologo Osvaldo Poli, collaboratore della rivista “Famiglia Cristianaâ€?, interviene in un incontro per i genitori.


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“L’educazione è cosa di cuoreâ€?: una mostra allestita e inaugurata il 6 gennaio presso l’istituto salesiano di S. Bernardino di Chiari. Voluta e pensata in occasione della 31ÂŞ edizione del Meeting di Rimini del 2010 dal centro di pastorale giovanile di Milano ed elaborata con il contributo di 40 giovani provenienti da Emilia Romagna e Lombardia. La rassegna è stata riadattata in termini di spazio alle esigenze del centro clarense. L’anno 2012, come proposto dal rettore maggiore don

Pasquale Chevez Villanueva, sarĂ dedicato alla storia di don Bosco, alla conoscenza del suo metodo e del suo modello educativo. E i 50 pannelli esposti ne illustrano i punti salienti della biograďŹ a e pedagogia. Sviluppati in senso verticale, viene presentato il suo criterio, deďŹ nito “oratorialeâ€?, e sotto, la riessione. Molte le immagini correlate. Ăˆ un anno di approfondimento e di conoscenza della ďŹ gura del Santo come educatore, pastore, fondatore, guida e legislatore. La mostra si presenta

suddivisa in quattro sezioni: la casa che accoglie, il cortile per incontrarsi da amici, la scuola che avvia alla vita, la parrocchia che evangelizza. Quattro ambiti correlati, â€?perchĂŠ per don Bosco tutto era oratorio e l’esperienza educativa era totalitariaâ€?. Resta aperta ďŹ no al 2 febbraio con il seguente orario: dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 20.30 alle 22.30; sabato dalle 15 alle 18 e domenica 10.30-12, 15-19. Sono possibili, su prenotazione, le visite guidate per le scolaresche. (Claudia Morandini)

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nire le forze per collaborare alla difficile opera dell’educazione. Ăˆ partita con queste premesse a Orzivecchi, dopo che uno scambio d’auguri sotto Natale era servito a presentarne in contenuti agli interessati, un’iniziativa rivolta ai genitori e piĂš in generale a tutte le figure che operano con i giovani nella complessa stagione della loro crescita. Protagoniste le principali agenzie educative sul territorio con l’obiettivo di coordinare idee ed energie incanalandole in iniziative pensate per il mondo giovanile: è per questo motivo che un gruppo di genitori, in collaborazione con la parrocchia, il Comune e il Consultorio familiare, sta promuovendo un ciclo di incontri dedicati alle tematiche educative, distribuiti nei primi due mesi dell’anno. Dopo la prima serata di martedĂŹ 10 gennaio, i prossimi appuntamenti sono previsti a cadenza settimanale per il 24 e il 31, mentre la conclusione sarĂ il 7 febbraio. Il luogo scelto per ospitare le riunioni è l’oratorio dove, a partire dalle 20.30, il dottor BenvegnĂš, psicologo, guiderĂ i partecipanti a riflettere e interrogarsi sul proprio ruolo di educatori, aiutandoli ad affrontare le difficoltĂ connesse al compito e facendo emergere aspettative e dubbi. Soprattutto in ogni

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entrare in contatto con un mondo complesso come quello giovanile. “La formazione del gruppo di genitori – afferma l’assessore ai Servizi sociali di Orzivecchi Fulvio Cominotti – sta ancora muovendo i primi passi, è ancora in cantiere. C’è molto entusiasmo, sia nella definizione del ruolo che del futuro del gruppo. L’idea è quella di muovere piccoli passi, per fondare questo progetto su buone basi. Dobbiamo ancora capire le opportunitĂ , le ambizioni e le potenzialitĂ sulle quali lavorare, per questo ci si ritroverĂ anche sabato mattina per un ulteriore momento di confrontoâ€?. Viene inoltre sottolineata dallo stesso Cominotti l’importanza della collaborazione tra le diverse realtĂ : â€œĂˆ un bel segno il coinvolgimento sia dell’oratorio, presso il quale il gruppo si riunisce, sia del consultorio della fondazione, che ha nel gruppo una sua rappresentante, peraltro di Orzivecchi. Da parte nostra vorremmo aiutare il gruppo nella fase iniziale della sua costituzione, per poi mantenere un ruolo di interlocutori e lasciare a esso la piena autonomia di crescita ed espressione, grazie al contributo delle persone che vi si impegnerannoâ€?. Solo l’inizio, insomma, di un lungo cammino da percorrere con pazienza, affiancando i passi dei ragazzi, perchĂŠ essi non rimangano soli.

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tutto il Consiglio all’unanimitĂ e senza alcun distinguo ha rigettato in toto il progetto della Scabi. Quindi domenica 15 gennaio con la raccolta in piazza di oltre 5.000 ďŹ rme di privati cittadini e di amministratori, tra cui molti sindaci dei paesi limitroďŹ , consiglieri regionali e provinciali appartenenti a schieramenti trasversali. InďŹ ne nell’assemblea pubblica di martedĂŹ 17, nella quale il sindaco Mario Pendoli (nella foto) ha rigettato ogni proposta, forte anche del

sostegno delle ComunitĂ montane e dei sindaci della zona. Ma nella vicenda si sono introdotto anche i “corviâ€?. In un volantino diffuso di notte, a sorpresa, maldestramente composto al computer con stemma del Comune di Gianico (falso) e con ďŹ rma del Sindaco Mario Pendoli (anch’essa falsa), si informava la popolazione che l’amministrazione comunale nella persona del sindaco Mario Pendoli aveva dato parere favorevole all’impianto di trattamento dell’amianto. ll

volantino fasullo è apparso a Gianico nelle ore precedenti l’assemblea pubblica che il sindaco aveva convocato per spiegare le motivazioni che hanno spinto l’amministrazione a sostenere il comitato “No all’amiantoâ€? e a chiedere che il forno per rendere inerte l’amianto non venisse costruito a Gianico nello speciďŹ co ma nemmeno in Valle. Mario Pendoli ha smentito il volantino e ha poi sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri di Artogne. (d.a.)

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uando l’informazione ambientale entra nell’istituzione scolastica – scrive in un comunicato stampa il gruppo Valcamonica Servizi – non può che farlo con un abito: quello didattico-pedagogicoâ€?. In questa forma ha preso avvio l’impegno per il corrente anno scolastico di Valcamonica Servizi, con l’offerta di interventi in aula sul tema ‘Ciclo integrato dei rifiuti’. Il servizio didattico – spiega l’addetta stampa Irene Richini – è rivolto agli istituti scolastici presenti nel territorio e risponde alle esigenze di piĂš interlocutori e fra questi – ci ricorda Alessandro Bonomelli, presidente della holding del gruppo valligiano â€œâ€Śle amministrazioni comunali che hanno la necessitĂ di informare al meglio i propri cittadini e di richiedere a questi azioni e comportamenti in linea con modalitĂ e obiettivi di sostenibilitĂ e sviluppo. “La nostra azione nelle scuole seguirĂ questa logica di supporto a servizio dei nostri Comuni soci. In questo caso il tema è la gestione da parte dei cittadini dei rifiuti urbani prodotti, ambito nel quale informazione e sensibilizzazione sono

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ha previsto due fasi per gli incontri scolastici. La prima, sino a dicembre, ha coinvolto i ragazzi delle classi quarta e quinta delle scuole primarie che avevano giĂ nei mesi scorsi segnalato il loro interesse. Una seconda fase, invece – dal gennaio 2012 – interessa gli insegnanti e le classi prime delle scuole secondarie di primo grado. Si ricorda che sono aperte le adesioni all’incontro formativo rivolto agli insegnanti, previsto per il mese di marzo 2012. Il tema verterĂ attorno alla gestione dei rifiuti urbani, alla filiera del riciclo e alle fasi dello smaltimento. Verranno toccati anche aspetti di natura didattica e si affronterĂ la questione dei “luoghi comuniâ€? circa ambiente e rifiuti. Gli interessati possono prendere contatto col numero diretto 0364/542146, o chiamare il centralino del gruppo 0364/542100.

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/D FRPXQLFD]LRQH GHOOH LPSUHVH VXO ZHE A tutti i soggetti interessati, l’assessore alle Attività produttive della Comunità montana di Valle Camonica (Francesco Ghiroldi), comunica l’istituzione di uno sportello unico delle attività produttive (Suap). Si tratta della presentazione del progetto comunitario e dell’illustrazione dell’uso degli strumenti telematici della vallata dell’Oglio e della Camera di commercio di Brescia. Nella Gazzetta ufficiale del 30 settembre 2010 era stato pubblicato il regolamento per la semplificazione e il riordino della disciplina sullo sportello unico. Il decreto ridefinisce la disciplina sui Suap, imponendo ai Comuni di mettere in atto una serie di adeguamenti regolamentari, organizzativi e tecnologici per un’ulteriore semplificazione in materia di procedure e strumenti per l’avvio, la trasformazione, la gestione e la cessazione dell’attività d’impresa, in quanto il Suap diviene l’unico canale esclusivo di comunicazione tra imprenditore e pubblica amministrazione. Regione e Camera di commercio, auspicando e incentivando (anche attraverso appositi finanziamenti) la gestione associata di tale servizio, hanno permesso la creazione del Suap della Valle Camonica (www.suap.cmvallecamonica.bs.it) a cui hanno aderito tutte le amministrazioni comunali del territorio. Al fine di presentare il progetto, nonchÊ di consentire il corretto utilizzo degli strumenti telematici dedicati, tutti i soggetti interessati sono invitati a un momento conoscitivo-formativo che si terrà venerdÏ 20 gennaio 2012 dalle ore 9.30 alle ore 13, presso l’au-

ditorium del “Palazzo della Culturaâ€?, in via Garibaldi a Breno. Interverranno oltre ai funzionari della ComunitĂ , l’azienda Globo (responsabile tecnico del progetto), lo studio Angelo Straolzini & Partners (consulente nell’ambito del commercio), nonchĂŠ il Conservatore e un funzionario del registro imprese, tenuto dalla Camera di Commercio di Brescia. Info: 0364/324011. (e.g.)

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‘˜ƒ–‘ Dz –”ƒ†ƒ ÂŽÂƒÂ”Â‰ÂƒÇł ’‡” ˆƒ”‡ …—Ž–—”ƒ La cultura a Rovato aggiunge un nuovo importante tassello: è il circolo culturale “Strada largaâ€?. Il nome del sodalizio si rifĂ all’antico nome di corso Bonomelli, il principale asse viario della capitale di Franciacorta che ancora oggi taglia in due il cuore del centro storico. Un bell’esempio di tentativo di creare sinergie, rilanciando il dibattito culturale e stimolando la discussione attraverso incontri, eventi e momenti di confronto aperti alla

cittadinanza franciacortina. Il circolo culturale “Strada largaâ€? è nato da pochi mesi: l’apertura, nella sede di via XXV Aprile, 99/101 è avvenuta a cavallo dei mesi di novembre e dicembre dell’anno appena trascorso. A capo del sodalizio c’è il professore rovatese Gian Paolo Grassi. Le altre cariche associative sono ricoperte da Elena Locatelli, che funge da responsabile amministrativo, e dal ragionier Marco Onger, responsabile delle

relazioni pubbliche. “Le tematiche che intendiamo affrontare quest’anno – dice il prof. Grassi – sono diverse: dal territorio all’area artistico-musicale, dalla tematica economico-produttiva al capitolo della famiglia: sport e tempo libero, economia domestica e crescita personale. InďŹ ne, l’aspetto della comunicazione con attenzione verso libri, blog, web e pubblicazioni da e per il territorioâ€?. “Strada largaâ€? ha inoltre l’ambizione di far correre

le potenzialitĂ dei giovani, sia per etĂ anagraďŹ ca che per esperienza culturale e artistica. In questa direzione andranno le proposte pubbliche che proprio in questi giorni gli esponenti del sodalizio stanno mettendo in cantiere. Per informazioni o per entrare a far parte del circolo culturale “Strada largaâ€? si può contattare il numero 030/7721235, o l’indirizzo e-mail centrostradalarga@libero.it. Attivo un proďŹ lo su Facebook, “Circolo culturale Strada largaâ€?. (d.p.)

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mmaginate che l’enorme quantitĂ di derrate alimentari con difetti di confezionamento, rimaste invendute o prossime alla scadenza, provenienti dalla grande distribuzione e aziende produttrici, invece di finire in discarica e tramutarsi in rifiuti, vengano recuperate. Da una parte si combattono gli sprechi, dall’altra si permette alle persone disagiate ed economicamente svantaggiate di poter usufruire di generi alimentari. Immaginate che questa teorica idea si concretizzi in un protocollo operativo siglato da Comune, Caritas parrocchiale e Gruppo volontari del soccorso, schierando in campo tutte quelle risorse materiali, umane e logistiche fondamentali per l’avvio e il decollo del nobile progetto: dalla disponibilitĂ dei generi alimentari, ai mezzi di trasporto, fino al personale addetto a ritiro e distribuzione, passando per la consulenza tecnica, organizzativa, legale e sanitaria. A Coccaglio tutto questo potrĂ presto diventare reale, in vista dell’attivazione dell’iniziativa “Dispensa socialeâ€?, orientata a conciliare appunto finalitĂ sociali (sostegno di nuclei familiari disagiati, tramite distribuzione mirata di pacchi alimentari), ecologiche (ridurre sperperi alimentari, diminuendo l’impatto ambientale degli scarti) ed economiche (contenimento dei costi di stoccaggio-smaltimento in capo alle

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si di contribuire, nell’ottica futura d’estendere questa esperienza pilota (nella fase iniziale destinata solo ai residenti coccagliesi) verso i Comuni limitrofi, senza escludere la prospettiva di creare attorno a questa attivitĂ anche posti di lavoroâ€?. Il progetto, presentato dal Gruppo volontari del soccorso capitanato da Lino Lovo, ha trovato pieno consenso sia dal Comune rappresentato dal sindaco Franco Claretti, che della parrocchia guidata da don Giovanni Gritti e giĂ esperta da anni nel campo della consegna settimanale di beni di prima necessitĂ mediante la Caritas locale, nonchĂŠ sostegno economico da parte della Fondazione Cogeme. All’assessorato ai Servizi sociali rappresentato da Agostino Pedrali e all’Area servizi alla persona, coordinata dalla responsabile Daniela Antonini, saranno invece affidati la raccolta delle domande, il rilascio della tessera per il ritiro dei pacchi e la pubblicizzazione al fine di “creare azioni sussidiarie che stimolino la responsabilitĂ verso il prossimo, nella logica di aiutare chi aiuta, dando vita a un circolo virtuoso che coinvolga tutti gli stakeholder: dalle aziende donatrici, agli enti riceventi; dai volontari ai bisognosi; dagli amministratori ai cittadiniâ€?. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio servizi sociali o telefonare al 335/5477413.

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ƒ˜‡ ‘Â? ‹ƒ…‘Â?‘ ƒÂ?‹œœƒ ƒŽ ‹ŽŽƒ‰‰‹‘ †‡ŽŽƒ ’ƒ…‡ La sede del circolo Acli di Nave, collocata davanti alla chiesa parrocchiale, si è da poco evoluta. Da un punto di vista amministrativo, oltre a svolgere il ruolo di ufďŹ cio preposto alle pratiche inerenti le pensioni, è ora impegnata anche nell’accoglienza e regolamentazione degli immigrati, con un ufďŹ cio che si occupa degli indispensabili permessi di soggiorno. Da un punto di vista logistico, gli spazi non esageratamente ampi, sono stati

sfruttati al meglio permettendo di ricavarne anche una sala riunioni all’interno della quale, venerdĂŹ 20 gennaio alle 20.30, si terrĂ un importante incontro intitolato: “Educare alla giustizia e alla paceâ€?. Presenzieranno tra gli altri il sindaco Tiziano Bertoli e i parroci di Muratello, Nave e Cortine. Protagonista del dibattito sarĂ don Giacomo Panizza (nella foto), ďŹ gura emblematica, originaria del Bresciano, che dal 1976 opera a sostegno di persone

tossicodipendenti e disabili presso Lamezia Terme. Avendo coraggiosamente fondato il centro “Luna Rossaâ€?, della comunitĂ â€œProgetto sudâ€?, in uno stabile conďŹ scato alla maďŹ a, il sacerdote è stato oggetto di un tentativo di attentato poco prima di Natale. Il 20 gennaio, alle 17.30, si terrĂ anche l’inaugurazione del negozio equo e solidale, importante novitĂ della riorganizzazione nell’ambito della sede del patronato. SarĂ possibile degustare prodotti

provenienti dal terzo mondo, dalle terre conďŹ scate alle maďŹ e e dalle cooperative sociali. Lo stesso negozio, nato dalla comunione tra la cooperativa di solidarietĂ sociale di Cortine, l’associazione di volontariato l’Alba, la cooperativa Futura e il circolo Acli di Nave stesso, ospita anche diversi laboratori per la valorizzazione della manodopera dei disabili, i cui lavori sono acquistabili accanto ai prodotti biologici. (Barbara Fenotti)

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Marcheno i rappresentanti delle realtĂ educative (scuole, parrocchie e genitori) hanno siglato il “Patto educativo di comunitĂ â€?. Ăˆ il frutto di un progetto avviato a fine 2009 dal Comune con la costituzione del “tavoloâ€? composto da 20 rappresentanti di quelle realtĂ e significativamente chiamato “Nemoâ€?, nome del leggendario capitano del “Nautilusâ€?: si intendeva esplorare il grande mare dell’“educazione giovaniâ€?. Obiettivo: valorizzare la comunitĂ educante in tutte le sue componenti, promuovendo un linguaggio condiviso; riflettere sulla funzione educativa e la gestione delle “regoleâ€? con bambini e ragazzi. Alla base la convinzione che i giovani non si educano da soli e la constatazione del disorientamento di fronte al “quotidianoâ€? sia dei ragazzi che dei genitori: da qui lo slogan adottato “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggioâ€?. Ha coordinato l’iniziativa l’educatore Stefano Contardi. L’assessore Gabriele Fausti ha riassunto le tappe del progetto che si è sviluppato attraverso incontri aperti con invito ai genitori, riunioni del “tavoloâ€?, un’indagine conoscitiva con un questionario sui “comportamenti disfunzionali da regolare ed educareâ€?. Nell’opera di sensibilizzazione generale sono state coinvolte una ottantina di persone. Gli incontri coi genitori hanno visto una media di

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relazionavano il tavolo sulle tematiche emerse negli incontri e nell’indagine sociale. Questa ha intercettato 940 persone. Le risposte sono state 340 con la punta di 126 (84%) su 150 per la terza fascia (11/14) e solo 28 su 240 per quella oltre 14 anni. Spulciando i dati c’è da riflettere. Tra gli 11 e 14 anni il 39% segnala “usare sostanze legali e illegaliâ€?; il 33% “aggressivitĂ fisica e verbaleâ€?; il 25% “danneggiare ambienti e spaziâ€?. Oltre i 14 anni la prima segnalazione (sostanze) arriva al 64%; segue “linguaggio scurrileâ€? al 61%; al 29% la violenza fisica e verbale. Problema, l’ultimo, che si presenta per il 33%, col vandalismo al 25%, giĂ tra sei e 11 anni. Il patto educativo elenca cosa si impegnano a promuovere e cosa a scoraggiare sia le figure adulte che i bambini. Per esempio vediamo cosa si impegnano per la fascia dai sei agli 11 anni: promuovere valori di riferimento per comportamenti coerenti, rispetto delle regole di convivenza, ascolto, apertura alla conoscenza dell’altro (adulti); fiducia in se stessi, autonomia nella pratica quotidiana e pensiero, costanza nella attivitĂ (bambini). I prossimi sei mesi saranno dedicati alla divulgazione del patto e realizzazione. “Alla base – ha sollecitato il parroco don Maurizio Rinaldi – ci devono essere incontro, credibilitĂ , passione, responsabilitĂ e anche fede perchĂŠ tutto non rimanga solo un grande progettoâ€?.

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‘˜‡œœ‘ Dz ‡–ǯ• ”‘…Â?dzǣ …‘Â?…‘”•‘ Â?—•‹…ƒŽ‡ ‹Â? ‘”ƒ–‘”‹‘ C’è del rock in Valtrompia. Ed è quello del concorso musicale giunto alla terza edizione presso l’oratorio di Bovezzo. Si chiama “Let’s rockâ€? e le selezioni per l’esibizione ďŹ nale si svolgono durante l’anno: la prossima sarĂ sabato 21 gennaio (a seguire altri tre appuntamenti: 18 febbraio, 24 marzo, 21 aprile). Il programma di ogni serata vedrĂ salire sul palcoscenico tre gruppi. Al termine di ogni serata una giuria di esperti dichiarerĂ il vincitore, al quale verrĂ data la

possibilitĂ di partecipare alle fasi ďŹ nali del concorso, che si terranno all’interno della festa dell’oratorio dal 28 maggio al 3 giugno; alle semiďŹ nali parteciperanno anche le due migliori seconde classiďŹ cate, oltre alle sei vincitrici delle serate di selezione. “Valutate da una giuria di esperti – dice Stefano Bonetti, uno degli organizzatori – le due migliori band andranno alla ďŹ nalissima, dove verrĂ riproposta la canzone della semiďŹ nale. Al primo classiďŹ cato andrĂ un

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‘†”‹Â?‘ Dz ׋ †° Â…ĂšÂ?Â–ÂƒÂŽÂƒÇł premio di 600 euro, mentre alla seconda band un pranzo completo all’oratorioâ€?. L’etĂ dei partecipanti deve essere inferiore ai 30 anni. Per iscriversi è necessario mandare un’e-mail a bovezzoletsrock@ hotmail.it con il nome del gruppo e una demo (anche se registrata artigianalmente). L’iscrizione sarĂ completa con il pagamento di 25 euro presso l’oratorio in via Paolo VI 4 dal lunedĂŹ al venerdĂŹ (ore 15-18). Per i dettagli, contattare Stefano Bonetti (3314469409).

Sabato 28 gennaio alle ore 20.30 presso il Teatro di Lodrino va in scena “GĂłi dè cĂśntĂ laâ€?, un concerto in dialetto. La regia è dell’associazione Palcogiovani in collaborazione con la commissione cultura del Comune di Lodrino. Partecipano: I Malghesetti, Selvaggi Band, Francesco Braghini (noto “cantastorieâ€? delle cose bresciane), Sergio Minelli e La cantina di Ermete. L’ingresso alla serata per gli adulti costa 5 euro, il ridotto costa 4 euro.

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al 17 gennaio anche i nuovi locali del centro “Amici degli anzianiâ€? di Lumezzane sono pienamente funzionanti e lo saranno ogni martedĂŹ e giovedĂŹ dalle ore 14.30 alle 18. CosĂŹ, dopo il momento dell’inaugurazione ufficiale avvenuta a dicembre, la rinnovata sede del centro di ritrovo degli “Amici degli anzianiâ€? è ora operativa in via U. Gnutti 11. Un progetto a lungo inseguito dall’amministrazione comunale che, pur dovendo attendere ancora, per mancanza di risorse, la ristrutturazione delle parti esterne, è riuscita a portare a termine tutti i lavori nei locali interni della struttura. Un gruppo in continua crescita, visto che nel solo 2011 sono 13 i volontari che si sono aggiunti ai vecchi associati, facendo raggiungere al gruppo l’importante cifra di 63 aderenti. “Siamo contenti che la nostra associazione sia cosĂŹ viva – sottolinea il presidente Ersilio Zavaglio –, rinnovata anche dalla presenza di molti piĂš giovani, che possono aiutare nel nostro lavoro di promozione di attivitĂ ricreative pomeridiane per gli anziani. Inoltre, possiamo contare anche su due minibus da nove posti ciascuno e una vera e propria flotta di 18 autisti che nel 2011 ci hanno consentito di prestare oltre 1.100 servizi, muovendoci agilmente su tutto il territorio valgobbino. Il cen-

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soffre l’anzianoâ€?. Un gruppo variegato quello degli “Amici degli anzianiâ€? che può contare anche su alcuni giovani (un dottore in Progettazione pedagogica, un laureato in Scienze della comunicazione, un ingegnere di sistemi d’informatica, un perito in Comunicazione marketing, un geriatra e un dottore in Economia). Una realtĂ che è un’eccellenza del Comune di Lumezzane, con servizi che vanno dal trasporto della persona alla visita ospedaliera all’accompagnamento alla Rsa “le Rondiniâ€? per chi usufruisce del servizio diurno, al trasporto degli anziani ogni mercoledĂŹ ai vari centri di ritrovo e la visita ai propri defunti presso i cimiteri oltre all’animazione svolta tra le case di riposo triumpline di Villa Carcina, Sarezzo, Concesio, Nave, Pezzaze, Bovegno. Un servizio per il quale si è espresso molto positivamente anche il primo cittadino lumezzanese, Silverio Vivenzi: “Credo che l’azione del gruppo ‘Amici degli anziani’ sia preziosissima per il nostro territorio, riuscendo a svolgere servizi a 360 gradi e sopperendo laddove l’amministrazione comunale non ha risorse sufficienti da impiegare. PiĂš di tutto sono convinto che l’associazione sia in grado non di aggiungere anni alla vita, ma vita agli anniâ€?. Per maggiori informazioni sulle attivitĂ del gruppo è possibile visitare il sito web www. amicideglianziani.it.

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ÂŽ •ƒŽ—–‘ †‹ ˜‡Â?–‹Â?‘ ”ƒ— Saluta, con una lettera aperta indirizzata agli “amici e concittadini del Gardaâ€?, Aventino Frau ďŹ no a lunedĂŹ 23 presidente della ComunitĂ del Garda. Era il 1967 quando Frau assunse per la prima volta la guida dell’ente comprensoriale, mantenendola sino al 1975 e riprendendola poi dal 2005 sino a oggi. 14 anni intensi, densi di soddisfazioni, ma anche con qualche nota amara. â€œĂˆ giunto il tempo – scrive Frau – di riconsegnare la ComunitĂ ai

gardesani, perchĂŠ è fondamentale garantire, ad un territorio cosĂŹ ampio e prezioso come il Garda, il ricambio della dirigenza politica, l’avvento di nuove personalitĂ capaci di pensare al futuro e di costruirlo. CosĂŹ come facemmo in passato pensando all’ambiente, alla tutela delle acque, all’unitĂ della regione gardesanaâ€?. Nel farlo punta il dito sulla drammatica presenza di una dirigenza politica e amministrativa che non sa vedere oltre l’ombra del proprio campanile

e spesso di categorie economiche molto capaci nel chiedere aiuti pubblici ma non altrettanto di contribuire, anche solo con la partecipazione e la proposta. “Sono le assenze che danneggiano il Garda, sono le sterili proteste senza proposta, sono il non sentirsi parte di una ComunitĂ piĂš ampia. Per fortuna ci sono coloro che, per un Garda unito e forte, capace di difendersi, di sostenere, in visione ampia, i propri legittimi interessi, il proprio avvenire, si battono e

superano le difďŹ coltĂ , lavorando e facendo anche per gli assentiâ€?. Frau rivendica anche la qualitĂ del lavoro svolto. “Riconsegnamo una ComunitĂ , a onta dei tempi duri che viviamo, sempre povera, ma viva e attiva, capace di essere esemplare con solo quattro dipendenti, un direttivo che lavora gratuitamente, un bilancio ordinario di poco oltre i 500mila euro, un livello di presenza internazionale, studi assegnati e pagati dall’Unione europea e dalla Fondazione Cariploâ€?.

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n Garda in salute. Ăˆ quanto emerge dai risultati, presentati al Palazzo scaligero di Verona, della campagna di monitoraggio e delle conseguenti analisi effettuate dall’Istituto “Mario Negriâ€? di Milano sulle acque gardesane. Secondo questi studi, coordinati dal prof. Emilio Benfenati, i valori delle sostanze misurate nelle acque del Benaco e in quelle del Mincio a valle del depuratore di Peschiera rispettano i limiti di legge e gli standard di qualitĂ . La “radiografiaâ€? delle acque gardesane è stata commissionata all’istituto di ricerca milanese dall’Azienda gardesana servizi e sostenuta da Garda Uno, Depurazioni benacensi, Comune di Peschiera, Rotary di Peschiera, Desenzano-Salò, Riva del Garda e Mantova e Lions distretto 108 Ib2. “Gli scopi della campagna – ha spiegato Benfenati – erano di fornire un contributo per capire lo stato di salute del lago, evidenziare gli aspetti positivi e

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legge o agli standard di qualitĂ , definiti dal decreto del 2009. I risultati dell’indagine sono stati accolti con soddisfazione dai rappresentanti delle istituzioni, l’assessore al Turismo della Provincia di Brescia, Silvia Razzi, il presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, il vice presidente e assessore all’ambiente Fabio Venturi, il presidente Ags Alberto Tomei, il sindaco di Peschiera Umberto Chincarini, il presidente dell’Associazione giovani albergatori del Garda-Veneto Nicola Thurner e il vice presidente della ComunitĂ del Garda Giorgio Passionelli, uniti dalla convinzione che le politiche di tutela ambientale e di sviluppo turistico del bacino gardesano, intrinsecamente connesse, debbano necessariamente passare attraverso una concreta concertazione tra gli enti territoriali. “I dati presentati oggi – ha commentato l’assessore al turismo provinciale, la gardesana Silvia Razzi – sono decisamente positivi. Un lago sano è molto importante per

tutte le attività che si svolgono sulle sue acque e lungo le sue sponde. Tra queste, il settore turistico rappresenta un traino per la nostra economia e guarda con particolare attenzione alla sua salute. Un ambiente sano rappresenta una condizione imprescindibile per la crescita e lo sviluppo di tutto il comparto. Mi auguro che la collaborazione con la Provincia di Verona e con quella autonoma di Trento, confluita in questa ricerca, continui e si estenda anche ad altre iniziative�.

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Nel fine settimana a Salò si può respirare un intenso “Profumo di tartufiâ€?. Sabato 21 e domenica 22, l’Associazione tartufai bresciani e il Comune, per far conoscere e valorizzare il tartufo nero pregiato dell’Alto Garda bresciano, organizzano, presso la Sala dei Provveditori e nel loggiato della Magnifica Patria, la seconda edizione della mostra mercato dedicata al ‘Tuber melanosporum’. Il sipario sulla rassegna si alza sabato alle 10.30 con l’inaugurazione ufficiale. Nel pomeriggio, alle 16.30 in Sala dei Provveditori, si parlerĂ di “Tartufi e tartuficoltura: un’importante risorsa per il territorioâ€?. Il convegno vedrĂ le relazioni di Alberto Lugoboni, dirigente del settore agricoltura della Regione Lombardia, Paolo Papazzoni, presidente dell’Unione regionale as-

sociazione tartufai, Andrea Bonucci, presidente dell’Associazione tartufai orobici e Virgilio Vezzola, presidente dell’Associazione tartufai bresciani e anima della rassegna. Al termine del convegno, dalle 18.30, saranno messi all’asta i migliori esemplari di tartufo gardesano. Si replica domenica, dalle 10, con la riapertura degli stand, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16 laboratori del gusto e degustazioni guidate a cura di SlowFood Garda e dell’associazione tartufai (per informazioni 339.4698838). Alle 15, in piazza Vittoria, una gara di ricerca con cani addestrati. Alle 19 chiusura della mostra. Nella due-giorni esperti tartufai saranno a disposizione per illustrare le specie e la biologia di questo fungo. Sarà possibile acquistare il tartufo nero pregiato presso i banchi vendita.

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l’Istat, è quella legata al ritardo mentale che riguarda in media, per entrambi gli ordini scolastici, piĂš del 40% della popolazione con disabilitĂ . Nella scuola primaria tale problema è seguito dai disturbi per l’attenzione, da quelli del linguaggio e dai disturbi dell’apprendimento, che riguardano rispettivamente il 26,5%, 24,6% e il 22,6% degli alunni con disabilitĂ . Nella scuola secondaria di primo grado, dopo i disturbi mentali, i problemi piĂš frequenti sono legati

ai disturbi dell’apprendimento, a quelli dell’attenzione e ai disturbi affettivi relazionali che colpiscono, rispettivamente, il 26,9%, 22,1% e 18,6% degli alunni con disabilitĂ . Le disabilitĂ motorie riguardano invece il 13,9% per la scuola primaria e il 10,4% per la scuola secondaria di primo grado. La cecitĂ lo 0,9% in entrambi gli ordini scolastici, cosĂŹ come l’ipovisione che è circa il 3,6% in entrambe, e sorditĂ e ipoacusia (1,1% e 1,4% la prima, e 3,4% e 3,5% la seconda).

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vero che la famiglia precede qualsiasi altra agenzia educativa, ma è altrettanto vero che la famiglia da sola non riesce ad avere una forte incidenza sui figli inseriti in altre realtĂ sociali. Si legge infatti nel documento della Cei, ‘Educare alla vita buona del Vangelo’: “Se si vuole che l’azione educativa ottenga il suo scopo, è necessario che tutti i soggetti in essa coinvolti operino armonicamente verso lo stesso fine. Per questo occorre elaborare e condividere un progetto educativo che definisca obiettivi, contenuti e metodi su cui lavorareâ€?. Anche da qui si può comprendere quanto sia necessario ottenere un’alleanza educativa con le comunitĂ con cui la famiglia si trova a dover collaborare. Una di queste, forse la piĂš importante, è sicuramente la scuola. Per compiere un percorso che sia il piĂš possibile proficuo al raggiungimento della maturitĂ dei ragazzi è necessario che tra queste due agenzie ci sia un orizzonte di valori condivisi, senza fermarsi sol-

tanto sugli insegnamenti disciplinari, ma guardando oltre. L’attenzione alla persona, obiettivo fondamentale per una scuola cattolica, diventa impegno a non ridurre il proprio cammino educativo solo nel fornire informazioni funzionali, abilità tecniche o competenze professionali, ma anche

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certezze che sempre riserva il campo educativo, ci deve essere comunque un minimo di chiarezza sugli obiettivi che si vogliono raggiungere e sulla strada che va percorsa per arrivare ad essi. La scuola cattolica, in forza della sua missione, persegue, accanto alle finalitĂ culturali specifiche di qualsiasi tipo di scuola, anche la formazione umana degli studenti che la frequentano, cercando di creare al suo interno un ambiente comunitario che sia permeato dallo spirito evangelico di libertĂ e di caritĂ , cosĂŹ come sottolinea il documento conciliare Gravissimum educationis. Questa sinergia che vede operare insieme, in un clima di condivisione, scuola e famiglia, in un luogo nel quale il docente si è svestito della sua corazza e il genitore è diventato collaboratore, può certamente rendere piĂš efficace la trasmissione dei diversi saperi, ma soprattutto saprĂ costruire con pazienza e tenacia l’offerta di un progetto educativo che tocca la persona e l’aiuta con coraggio e rispetto al tempo stesso nella sua crescita.

ISTITUTO SANTA MARIA DI NAZARETH Scuola dell’infanzia Scuola primaria Scuola secondaria di primo grado

Via E. Ferri, 91 BS

Tel. 030.2306871

Fax 030.2306875


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‘Ž‘‰Â?‡ Â? …‘Â?’Ž‡••‘ ‹Â?–‡”˜‡Â?–‘ †‹ ”‡•–ƒ—”‘ La parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio e Protasio di Cologne (nella foto) è stata recentemente oggetto di un profondo intervento conservativo che ha interessato tanto la parte strutturale, come riportato anche da “Voceâ€?, quanto quella degli arredi. Particolare attenzione ha richiesto il restauro del coro, situato dietro l’altare centrale dell’abside della parrocchiale. L’opera è stata costruita tra la ďŹ ne del XVI secolo e l’inizio del

XVII secolo in legno di noce. Ăˆ composta da 22 stalli, due grandi inginocchiatoi laterali e uno piccolo centrale. Gli stalli sono divisi tra loro da dei braccioli intagliati a volute e foglie d’acanto. Le lesene soprastanti i braccioli sono state eseguite in forme geometriche che riprendono l’architettura delle costruzioni rinascimentali molto visibili nelle cornici superiori che riprendono gli architravi dell’epoca classica.

In concordanza con il parroco don Gaetano Fontana, poi passato alla guida della comunitĂ di Montichiari e il consenso degli enti preposti per la tutela per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Brescia, Mantova e Cremona e della curia di Brescia il coro è stato rimosso per essere trasportato presso il laboratorio di restauroâ€?Marini Vincenzo restauro mobili antichiâ€? dove sono iniziati i lavori di restauro.

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del laboratorio di restauroâ€?Marini Vincenzo restauro mobili antichiâ€? l’intervento sul coro ligneo della parrocchiale di Cologne. La delicata opera di recupero del manufatto risalente al XVI secolo ha richiesto il trasporto dello stesso nel laboratorio del restauratore. Qui, dopo una accurata asportazione a secco dei depositi organici e non con pennello e aspirapolvere (il coro si presentava con vari strati di vernice sintetica accumulati negli anni), si è proceduto a una approfondita pulitura facendo dei piccoli tasselli d’assaggio per salvaguardare la patina che generalmente si forma negli anni. La pulitura ha evidenziato lacune molto ingenti in tutti i supporti lignei: formelle, comici, fasce orizzontali e verticali. Gli innumerevoli attacchi atmosferici, biologici, e d’insetti xilofagi hanno compromesso tutta la struttura lignea provocando disgiunzioni, fessurazioni, sfarinamento delle parti a contatto con l’umiditĂ . Dopo aver rimosso tutte le parti lignee si è proceduto alla catalogazione e numerazione delle stesse affinchĂŠ il trattamento con antitarlo potesse penetrare e di conseguenza agire. Nella fase successiva si è proceduto al fissaggio delle parti disgiunte mentre per quanto concerne le lacune

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fine per poter togliere lo stucco in eccedenza. La fase di rimontaggio è cominciata, dopo un sopralluogo di Renata Casarin, ispettrice della soprintendenza per beni storici, culturali ed etnoantropologici di Brescia, Mantova e Cremona, con la sostituzione totale delle travi che sostenevano il coro gravemente compromesse. Dopo un nuovo consulto di Renata Casarin è stata decisa la sostituzione del pavimento del coro gravemente danneggiato. La lucidatura finale è avvenuta con gomma lacca a scaglie diluita in alcool 99% messa a piĂš riprese; mentre per quanto riguarda il pavimento si è scelta una soluzione piĂš pratica per la pulizia e quindi è stato dato dell’impregnante idrorepellente.


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ÂŽ …ƒŽ‡Â?†ƒ”‹‘ †‡ŽŽ‡ ’”‘••‹Â?‡ ‰‹‘”Â?ƒ–‡ †‡ŽŽǯ‘’‡Â? †ƒ› L’Accademia di belle arti SantaGiulia apre i propri spazi a tutti gli studenti, i genitori e i docenti che siano interessati a esplorarne l’articolata offerta didattica e conoscerne le innumerevoli attivitĂ . Il 23 e 24 gennaio, il 26 e 27 marzo, il 16 e 17 aprile e il 21 e 2 maggio si terrranno infatti le giornate dell’open day. Dalle ore 9.30 alle ore 17 gli studenti interessati potranno visitare i laboratori, osservare il lavoro degli studenti, essere guidati

tra le opere piĂš meritevoli dei ragazzi che hanno concluso il loro percorso e che restano ora allestite negli ambienti dell’Istituto.Tra i corridoi e le aule dell’Accademia si potranno toccare con mano le creazioni delle nove scuole di graďŹ ca, scenograďŹ a, decorazione, pittura, scultura, restauro, didattica dell’arte, progettazione artistica per l’impresa e nuove tecnologie dell’arte. Il servizio di orientamento rientra in quello che è stato deďŹ nito dall’Accademia SantaGiulia

“Progetto Ponte Scuolaâ€?, ideato con l’obiettivo di promuovere una serie di attivitĂ formative propedeutiche e un incontro di tipo istituzionale tra gli studenti delle scuole superiori e il contesto accademico. Tale progetto intende offrire un’ancor piĂš concreta opportunitĂ di orientamento e di informazione, in modo da assolvere a una funzione formativa quanto adeguata alle necessitĂ delle singole scuole. Per partecipare è necessaria l’iscrizione wwwaccademiasantagiulia.it.

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al 4 al 12 febbraio prossimo si rinnova al Centro fiera di Montichiari l’atteso appuntamento con “Samarcandaâ€?, la mostra mercato d’antichitĂ , collezionismo, modernariato, decorazione e oggettistica. Nove giorni intensi, con opportunitĂ , occasioni e pezzi unici che faranno la gioia di collezionisti e appassionati. “Samarcanda ripropone la formula vincente che, da 25 edizioni, è il principale biglietto da visita dell’eventoâ€? spiega Ezio Zorzi, direttore del Centro fiera. “La mostra proporrĂ anche quest’anno un’offerta di antiquariato articolata e in grado di accontentare i gusti del pubblico. Il Centro fiera di Montichiari propone da anni eventi di successo legati all’arte e all’antiquariato, a conferma di un territorio particolarmente recettivoâ€?. Tra gli stand di “Samarcandaâ€?, i visitatori potranno trovare un’offerta che abbraccia una molteplicitĂ di stili e tendenze, in una combinazione in grado di soddisfare appieno le aspettative tanto del collezionista quanto del semplice curioso. La mostra mercato prossima all’apertura, infatti, è una fiera fruibile per la piĂš ampia gamma di pubblico, pur mantenendo uno stile e un’eleganza che sono l’elemento ormai distintivo in oltre 20

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guardano al vintage, al modernariato e, ad esempio, alla bigiotteria americana di valoreâ€?. L’edizione 2012, dunque, si presenta con un percorso classico nell’antiquariato, dando spazio a contenuti innovativi che sapranno incuriosire un pubblico piĂš eterogeneo. “Samarcanda è una mostra che ha tutte le caratteristiche per coinvolgere anche il pubblico piĂš giovane – conclude Silvia Dalcò –. Il nostro invito è rivolto anche a coloro che muovono i primi passi nell’arte e stanno imparando a conoscere ed amare un mondo intrigante come quello dell’antiquariatoâ€?. La mostra avrĂ i seguenti orari di apertura: sabato e domenica dalle 10 alle 20; dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 15 alle 20.


Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

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IL DUOMO DI MONTICHIARI Anno 2009

LO *HQQDLR Parrocchie di Botticino

CHIESE PARROCCHIALI DI BOTTICINO

Anno 2010

LO )HEEUDLR Parrocchia di San Lorenzo martire - Verolanuova (BS)

LA BASILICA DI SAN LORENZO A VEROLANUOVA

Anno 2010

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Parrocchia di S. Stefano protomartire - Bedizzole (BS)

SANTO STEFANO MARTIRE DI BEDIZZOLE

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Anno 2011

LO 0DU]R Parrocchia di San Marco - Gardone Valtrompia (BS)

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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MARCO GARDONE VALTROMPIA

Per avere i DVD: - Telefona al n. 030 44250 int. 1 e prenota il tuo DVD - Prenota all’indirizzo abbonamenti@lavocedelpopolo.it - Ritaglia e spedisci il tagliando sottostante a: “VOCE AUDIOVISIVI” via Callegari, 6 - 25121 Brescia

Anno 2011

LO 0DU]R Parrocchia di S. Maria Assunta in Ghedi (Bs)

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Nome .................................................

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LA CHIESA PARROCCHIALE DI GHEDI Anno 2011

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Dopo che Giovanni fu arrestato, GesĂš andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangeloâ€?. Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. GesĂš disse loro: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uominiâ€?. E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, ďŹ glio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

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asciare. In tutti e quattro i Vangeli il momento della chiamata dei primi discepoli è avvolto da un’atmosfera incantata: sembra che in quel momento il tempo si fermi, che la vita di tutti i giorni diventi improvvisamente lontana, insieme a tutte le preoccupazioni, ai bisogni, alle certezze. Rimane solo la parola assoluta di GesĂš. Quello che segue sembra impossibile da immaginare tanto è veloce e incredibile: subito lasciano quello che hanno e quello che stanno facendo. Domina l’avverbio di tempo che non lascia scampo, che dice una velocitĂ nel chiedere e nel rispondere che non sapremmo immaginarci. Ha la velocitĂ del rapimento e le conseguenze del cambiamento totale. Non potremo mai immaginarci questo momento pensandolo come uno dei tanti che possono accadere in una vita. Ăˆ un momento assoluto, unico e irrimediabile. E non capita a tutti. Capita a loro e trascrivere quel momento per tramandarlo, per far sapere che è in quel modo che sono stati presi da Ge-

/D PRUWH UHQGH SL YLFLQL Ho sognato quattro volte mia madre dopo la sua morte. La prima era in una casa piccola al piano terra (lei abitava in un appartamento molto grande al quarto piano). Io ero in ritardo ed entrando la vidi arrabbiata. C’era accanto a lei la cassa da morto vuota, lei era seduta di fianco con la tuta rosa che di solito portava in casa. Mi avvicinai timoroso aspettandomi una sfuriata che puntale arrivò ma con parole diverse da quelle attese: “Basta andare in giro a dire che sono morta! Basta. Dillo anche a tua sorella. Non sono morta!â€?. Mi svegliai. Passarono alcuni mesi e la sognai di nuovo: ancora con la solita tuta rosa. Mi guardò e mi disse in dialetto: “Ma non mi racconti piĂš niente? PerchĂŠ devo saperlo dagli altri quello che fai? Guarda che

puoi parlarmi ancora‌â€?. Ho preso l’abitudine nella preghiera della sera, guardando la sua foto, di dirle i fatti della giornata. Dopo qualche tempo, il terzo sogno: era in ospedale e con un’infermiera l’avevo lavata perchĂŠ si era sporcata. Ora era profumata e ben vestita con una camicia da notte bianca. Mi guardò e mi disse che dovevo andare a lavarmi‌ il giorno dopo ascoltai il suo consiglio e andai a confessarmi. L’ultimo sogno risale a settembre: dovevo celebrare al mattino alle 5.30 (l’ora in cui lei è morta) una Messa a Roncadelle. Ero in ritardo e percorrevo le viuzze della cittĂ in bicicletta. Era buio. A un tratto mia madre era bellissima, sulla canna della bicicletta, seduta con la camicia da notte bianca. Sentivo il calore del

suo corpo contro il petto. La gente mi chiedeva chi era quella bella signora e io rispondevo che era la mia mamma. Era venuta per ripararmi dal freddo. Ho sognato anche mio padre, tanti anni fa: una volta eravamo al mare in inverno e parlavamo a lungo, volevo fermarmi con lui perchĂŠ si stava bene, ma lui mi chiese di non far preoccupare la mamma. Un’altra volta lo sognai che mi tranquillizzava: “Vedrai che tutto andrĂ bene! Stai tranquillo!â€?. Ripeteva queste parole con insistenza e apparentemente non c’era nessun motivo. Poi il giorno dopo, mentre guidavo, l’auto si incendiò, mi fermai, andava a Gpl! Ma passarono i pompieri e tutto finĂŹ per il meglio. Solo l’auto era da buttare via. La morte non separa, rende piĂš vicini.

sĂš è difficile; le parole non bastano, ma dietro le parole di sente perfino il profumo del lago e la temperatura di quel giorno. PerchĂŠ quel momento, quel “subitoâ€? è stato trascritto non solo in parole, ma nella vita di tanti ai quali è capitato allo stesso modo di trovarsi a rispondere con un “subitoâ€? a una richiesta troppo grande per essere tradotta in parole. I discepoli non rispondono nulla, non dicono di sĂŹ. Nessuno di loro ha tempo per dire qualcosa. La trascrizione nel tempo di quel “subitoâ€? non può passare attraverso le parole. Passa attraverso un’azione assoluta come la chiamata: lasciare. Tutti lasciano quello che hanno, quello che stanno facendo. E non perchĂŠ poi non tornino a fare quello che stavano facendo, ma perchĂŠ tornare alle loro cose non sarebbe piĂš stato la stessa cosa. Ăˆ questo il senso del lasciare: accorgersi che quella parte del loro mondo, l’unica che conoscevano, l’unica per la quale si alzavano la mattina e faticavano durante la giornata, non è piĂš la parte fondamentale. Non è importante non

fare piĂš quello che si faceva: non è ancora lasciare il fatto di non avere piĂš. Quello che lasciano per andare dietro a GesĂš quei quattro discepoli è la vita come l’avevano pensata loro, anche se resteranno pescatori fino alla fine della vita forse, anche se nulla cambierĂ nel modo di fare. Sono cambiati loro e con loro anche i progetti che fino a quel momento avevano fatto. Ăˆ questo il senso del lasciare: non avere altro futuro che quello di Dio. Ed è piĂš forte e profondo del solo lasciare qualcosa, o anche tutto: perchĂŠ è lasciare a Dio la parte piĂš profonda di se stessi. Saranno uomini senza futuro, per un certo verso. O uomini dell’unico futuro che conta, che è quello di Dio, che è quello di essere pescatori di uomini senza le reti che hanno subito lasciate, insieme al padre e ai garzoni e insieme alla vita che si erano pensati. Non saranno piĂš quelli di prima. Ma saranno uomini di un futuro diverso, assoluto e contraddittorio come la storia di quattro pescatori chiamati a un destino che si condensa in un istante. Subito.


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‹Â?‘ ƒŽ ÍšÍ? ‰‡Â?Â?ƒ‹‘ ‡Ž †‹ƒŽ‘‰‘ Žƒ ˜‹ƒ †‡ŽŽƒ ’ƒœ‹‡Â?œƒ Il punto della situazione “ecumenicaâ€? tra i traguardi raggiunti in questi 50 anni di dialogo (dal Concilio Vaticano II ad oggi) e le sďŹ de nuove da affrontare. Il card. Kurt Koch (nella foto), presidente del PontiďŹ cio Consiglio per l’unitĂ dei cristiani, ha rilasciato un’intervista al Sir in occasione della Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristiani che si celebra ďŹ no al 25 gennaio e alla Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei.

La Settimana di preghiera del 2012 si celebra nell’anno in cui la Chiesa ricorda l’apertura 50 anni fa del Concilio Vaticano II. Ci può stilare un bilancio “ecumenicoâ€? dei traguardi piĂš importanti raggiunti e delle sďŹ de nuove emerse? “In questi 50 anni sono stati compiuti molti passi. Abbiamo avviato 16 diversi dialoghi. E se abbiamo potuto fare molti passi nel dialogo con gli ortodossi, nel mondo occidentale i problemi sono divenuti piĂš complessi a

causa di tre nuove sďŹ de: in primo luogo nel mondo delle Chiese della Riforma ci troviamo di fronte a una grande frammentazione e la nascita di nuove Chiese. La seconda sďŹ da è che sono aumentate le diversitĂ a livello etico e questo è un grande cambiamento rispetto per esempio agli anni ‘70 e ‘80 durante i quali si diceva: ‘la fede separa, la pratica unisce’. Ma per dare oggi una testimonianza credibile nella societĂ , dobbiamo trovare un approccio comune sui

temi dell’etica perchĂŠ in un mondo fortemente secolarizzato c’è bisogno di una comune voce dei cristiani. Il terzo aspetto problematico è l’aver dimenticato l’obiettivo ultimo dell’ecumenismo. Non poche Chiese e comunitĂ ecclesiali che sono nate dalla Riforma non vedono piĂš come meta ultima l’unitĂ visibile nella fede, nei sacramenti, nei ministeri ma intendono l’unitĂ come somma di tutte le Chiese. Una visione ecumenica che come cattolici non possiamo accettareâ€?.

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l’incanto che fa la differenzaâ€?. Ne è convinto Pierangelo Sequeri, docente di teologia fondamentale alla Pontificia facoltĂ dell’Italia settentrionale e di estetica teologica all’Accademia delle belle arti di Brera, tra i relatori dell’evento internazionale “GesĂš nostro contemporaneoâ€?, in programma a Roma dal 9 all’11 febbraio. “Tutti noi – spiega il teologo – abbiamo bisogno di sapere se le nostre affezioni, le cose a cui teniamo di piĂš – persone, idee o convinzioni – hanno un lògos, un destino. La consapevolezza della fede cristiana viene sempre dopo che abbiamo trovato abbastanza lògos, parola, sguardo, espressione da poter dire a noi stessi: ‘Sento che questa persona tiene a me, che quest’idea vale anche il prezzo di molti sacrifici’â€?. Sta qui l’“incantoâ€?, di cui l’espressione massima è la figura di GesĂš. Possiamo davvero affermare, oggi, che GesĂš è “nostro contemporaneoâ€?? GesĂš è nostro contemporaneo, anche da un punto di vista oggettivo, storico-culturale. Nel mondo, infatti, non c’è nessun dibattito su questioni religiose significative, importanti, che non coinvolga GesĂš o non approdi alla questione di GesĂš, perchĂŠ GesĂš è il punto di arrivo della rivelazione di Dio che interessa anche le altre religioni, in quanto impone anche a ognuna di esse di cercare al loro interno il proprio significato. In un mondo dove le fedi sono molteplici, anche le altre religioni si sono ormai aperte, in misura piĂš o meno minore, ad una pro-

blematica interna sulla loro esistenza, proprio in conseguenza di GesĂš. La domanda da porsi, semmai, è se il mondo sia abbastanza “contemporaneoâ€? di GesĂš, cioè se la storia è davvero all’altezza di questo avvenimento. La mia impressione è che, oggi, la storia dell’Occidente è spesso al di sotto, forse le converrebbe essere un po’ piĂš contemporanea di GesĂš... “La prioritĂ che sta al di sopra di tutte è di rendere Dio presente in questo mondo e di aprire agli uomini l’accesso a Dioâ€?, ha scritto il Papa. Come realizzarlo? La realtĂ da cui bisogna partire è il Regno di Dio: tutti noi siamo avvolti in una specie di grembo, e siamo come il frutto sperato di un concepimen-

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to, che attende la sua maturazione, la sua iniziazione, in modo da uscire dal nostro bozzolo, in cui sperimentiamo tutte le possibilitĂ dell’umano, per accedere al grande grembo del Regno di Dio, che è allo stesso tempo

dentro e fuori di noi. GesĂš, a questo proposito, ci dice due cose: che Lui è il grembo che filtra da ogni poro nella nostra esistenza e nella nostra storia, ma nello stesso tempo che ‘non va in automatico’, ha bisogno che noi lo respiriamo. Non c’è per GesĂš maggior dignitĂ dell’essere una parte dell’organismo di Dio: questo è l’uomo, e in questo senso il messaggio di GesĂš è qualcosa di strepitoso, che ci invita a recuperare il senso del “fronteggiamentoâ€? di Dio, di cui ci parlano i primi tre capitoli della Genesi, nei quali risiede il segreto del mondo. In che senso l’uomo “fronteggiaâ€? Dio? Quando pensiamo all’espressione “immagine di Dioâ€? sentiamo Dio che respira dietro le nostre spalle, che soffia il suo alito nelle nostre narici. Ma per fare questo, deve prima girarci: il racconto della creazione dell’uomo è un racconto in cui Dio fa un uomo in grado di fronteggiarlo, quindi anche di resistergli, perchĂŠ secondo Lui non c’è alcuna creatura piĂš bella di cosĂŹ. In altre parole, Dio non vuole essere subĂŹto, non chiede all’uomo un atteggiamento passivo. Il fatto che l’uomo possa fronteggiare Dio implica per l’uomo la dignitĂ di poter scegliere Dio, e non di subirlo “semplicementeâ€? perchĂŠ è Lui l’origine del mondo. La differenza, per l’accesso al Regno, consiste nel fatto che ogni volta l’uomo possa dire “sĂŹâ€?. Ciò significa che c’è un atto d’amore affidabile, nell’essere venuto al mondo: anche se io, uomo, non capisco fino in fondo, quello che vedo mi basta per dire: ‘Non ho di meglio’â€?.

/¡DQQXQFLR QHOOD IHGH Il tema della vocazione e il ruolo decisivo della guida spirituale nel cammino di fede sono stati al centro dell’Angelus di domenica 15 di Benedetto XVI. Nelle Letture bibliche della seconda domenica del Tempo ordinario, ha sottolineato il Papa, “emerge il tema della vocazione: nel Vangelo è la chiamata dei primi discepoli da parte di GesĂš; nella prima Lettura è la chiamata del profeta Samueleâ€?. Il PonteďŹ ce ha sottolineato “il ruolo decisivo

della guida spirituale nel cammino di fede e, in particolare, nella risposta alla vocazione di speciale consacrazione per il servizio di Dio e del suo popolo. GiĂ la stessa fede cristiana, di per sĂŠ, presuppone l’annuncio e la testimonianza: infatti essa consiste nell’adesione alla buona notizia che GesĂš di Nazaret è morto e risorto, che è Dioâ€?. E cosĂŹ “anche la chiamata a seguire GesĂš piĂš da vicino, rinunciando a formare una propria famiglia per

dedicarsi alla grande famiglia della Chiesa, passa normalmente attraverso la testimonianza e la proposta di un ‘fratello maggiore’, di solito un sacerdoteâ€?. Questo “senza dimenticare il ruolo fondamentale dei genitori, che con la loro fede genuina e gioiosa e il loro amore coniugale mostrano ai ďŹ gli che è bello ed è possibile costruire tutta la vita sull’amore di Dioâ€?. Perciò il Santo Padre ha esortato a pregare “la Vergine Maria per tutti gli educatoriâ€?.


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Caro don Adriano, vorrei che tu provassi a reagire come ho reagito io, nel sentire una delle osservazioni, forse la prima, che ho raccolto dai miei catechisti in questi incontri verso il Sinodo. Aperto il dibattito, in un sincero clima di preghiera, una catechista dice: “Ma, don: 830 preti, 480 parrocchie�. Silenzio. Potevo dire che ci sono gli anziani e i malati, quelli in missione, in Curia... Io non ce l’ho fatta a dire niente: lo sapeva anche lei, non

è una pivella della vita della Chiesa. Ed io mi sono trovato a parteggiare per la mia catechista. Se ne facciamo una questione di numeri, non abbiamo un clero poco numeroso. Cosa voglio dire, con questo? Voglio dire, per gettare un sasso, mentre al centro pontificate di pastorale, noi siamo qui a correre per fare i preti. Non serviranno, quindi, le unità pastorali? Mah, sinceramente non lo so. Come sono andati gli esperimenti di ministero in cui

c’è sempre meno contatto con la gente e sempre piĂš lavoro su un territorio vasto? Penso alle grandes paroisses di Francia, ai territori di missione in cui il prete compare una o due volte l’anno: cosa ne è venuto? Ne vale la pena? Le dobbiamo sposare cosĂŹ, senza fare una piega? E, ripeto, non sono uno tra gli scettici in partenza... Temo solo che queste benedette unitĂ pastorali, alla fine, rimarremo noi preti ruspanti a tenercele sul groppone. (g.m.)

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oltanto Luca racconta che GesĂš mandò 72 discepoli ad annunciare il Regno nelle diverse cittĂ della Palestina: ricolleghiamo questa prima missione al primo sinodo, presieduto da Maria dopo la resurrezione; i 12 chiusi nella sala superiore erano turbati. Forse è anche oggi il tempo dei 72 laici, che GesĂš manda nelle cittĂ dove non è ancora conosciuto, ad annunciare la pace, guarire gli infermi, dire che il Regno di Dio è giĂ vicino a loro che ancora non lo conoscono, o lo malconoscono per l’immagine che ne diamo noi, sedicenti cristiani. Il Sinodo propone il tema del territorio: quante e quali cittĂ ? Brescia si presenta come cittĂ di religiositĂ pluralista: cristiani di varie confessioni e varie sette, spesso incomunicanti, islamici, induisti, adoratori di un Dio ignoto, o negatori di ogni Dio: giĂ cittĂ cattolica al 99%, per la maggioranza dei bresciani GesĂš deve ancora venire. Di Brescia cittĂ della cultura, mons. Canobbio ricorda vitalitĂ e contraddizioni; di Brescia cittĂ operosa le statistiche denunciano il pauroso aumentare dei fallimenti, della Cassa integrazione; delle vittime di infortuni sul lavoro e del traffico stradale: indice di fatalitĂ o di morale insensibilitĂ alle regole? Possiamo ancora definire Brescia, consacrata alla giustizia, cittĂ della buona amministrazione? Possiamo dirla cittĂ accogliente verso immigrati, disabili, diversi? Il Sinodo vorrĂ riflettere sui nuovi peccati? C’è, certamente una cittĂ che funziona nella sanitĂ ,

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nostra famiglia, ma quando diventa stretta per la famiglia che cresce, non ci facciamo rincrescere abbandonarla per muri piĂš ospitali che poi, rimasti soli, vedremo accogliere nuovi virgulti. Non dovrebbe esser cosĂŹ anche per i muri delle nostre chiese, angusti per cittĂ che si espandono malinconicamente vuoti per comunitĂ isterilite: non dovremmo accettar lietamente l’accorpamento delle parrocchie senza pretendere il servizio ai muri, e nel contempo cedere con semplicitĂ i muri delle nostre chiese ai fedeli del dio ignoto? PerchĂŠ GesĂš manda i discepoli due a due? chi è solo, avverte la Bibbia, se inciampa non ha chi lo sollevi. Luca non lo dice e non lo esclude; forse, la Chiesa ecumenica sarĂ indotta a ripristinare l’ardita interpretazione del vescovo milanese

Ambrogio: nell’arca di Noè uomini e animali entrarono due a due, maschio e femmina; nella comunione dei corpi santi di un cimitero gardesano aspetta la resurrezione, amico di tanti giovani bresciani, l’animoso pastore di una parrocchia evangelica tedesca, ove al termine del servizio divino festivo sua moglie offriva ai fedeli la letizia della convivialitĂ . Comunque, vero per le persone, per le istituzioni può risultare necessario sacrificare peculiaritĂ tradizionali. Se il Sinodo vuol parlare non soltanto agli Apostoli – ai parroci, mandati istituzionalmente – ma i discepoli, la cui missione parrebbe (anche se il termine non mi piace) meno professionale, senza perder tempo a piangere sul latte versato, inviti a testimoniare caritĂ e speranza.

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/H VSHFLILFLWj GLYHQWDQR XQD ULFFKH]]D Cailina, Carcina, Cogozzo e Villa Carcina sono quattro parrocchie che gravitano su un unico Comune e che stanno costruendo un’unitĂ pastorale. A partire dalla prima scheda per la consultazione abbiamo chiesto a don Oliviero Faustinoni (nella foto), parroco di Cailina, Carcina e Villa Carcina (il parroco di Cogozzo è don Paolo Lanzi), come la Chiesa può abitare in modo diverso il territorio. Iniziamo dal

dato oggettivo: da alcuni anni, dal 2005, lavorano insieme, pur tenendo in debita considerazione “l’identitĂ di ciascuna parrocchia. Le parrocchie in questione sono legate sul territorio e collaborano con le realtĂ pubblicheâ€?. L’operato delle comunitĂ ha una notevole ricaduta nel campo sociale soprattutto in un Comune medio-grande come quello di Villa Carcina sia per il mondo degli anziani sia per il mondo dei

bisogni (Caritas). In particolare la Caritas coinvolge tutti i laici delle quattro parrocchie in un cammino di formazione, laici che diventano una sorta di antenne sul territorio per rendere piĂš attento ed efďŹ cace il servizio. Lo stesso si può dire che si sta cercando di fare nel campo dell’assistenza agli ammalati. MissionarietĂ signiďŹ ca anche sperimentare un incontro concreto sul territorio: una sera alla setti-

mana don Oliviero va nelle famiglie per dialogare sulla Parola di Dio. “Adesso – conclude don Oliviero – stiamo cercando di riempire di contenuti l’unitĂ pastorale. Dobbiamo, evidentemente, fare i conti con il campanilismo. Il lato positivo è la valorizzazione della speciďŹ citĂ e dei particolarismi in una condivisione che diventa ricchezza: mettiamo in sinergia le nostre capacitĂ che, mediate, diventano capacitĂ di tuttiâ€?.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 19 gennaio Ore 20.45 - Brescia Preghiera ecumenica presso la chiesa valdese. Sabato 21 gennaio Ore 10 - Brescia Santa Messa per la Polizia municipale in Cattedrale. Domenica 22 gennaio Ore 11 - Brescia Cresime e prime comunioni

presso la parrocchiale delle SS. Capitanio e Gerosa. MartedÏ 24 gennaio Ore 11 - Brescia S. Messa e incontro con i giornalisti presso il Centro pastorale Paolo VI. MercoledÏ 25 gennaio Ore 20.30 - Botticino Mattina Incontro con gli animatori dell’unità pastorale.

La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il dottor Mauro Salvatore è stato nominato economo diocesano. Il sac. don Claudio Vezzoli, giĂ parroco della parrocchia

di Vighizzolo di Montichiari, è stato nominato parroco della parrocchia di San Benedetto in Brescia. Il rev.do don Alberto Maranesi, parroco della parrocchia del Beato Palazzolo in Brescia, è stato nominato assistente spirituale dell’Associazione missionarie laiche.

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a un lato c’è l’attenzione alla presenza significativa nella storia della Chiesa dell’aspetto educativo insito nelle tante comunitĂ che si ispirano a S. Angela Merici; dall’altro c’è il tentativo di comunicare al mondo odierno l’attualitĂ di una Santa che ha dato un impulso notevole alla promozione della donna: “Le donne – come ha dichiarato mons. Olmi in sede di presentazione – non hanno aspettato il femminismo per essere protagoniste nella Chiesaâ€?. A partire da S. Angela c’è, infatti, un’ininterrotta attenzione nella storia bresciana e oltre alla condizione femminile. Ăˆ un personaggio storico che ha attraversato i secoli e che oggi, di fronte a un mondo femminile alla ricerca di se stesso, può parlare al cuore. Non a caso la Settimana mericiana si apre, sabato 21 gennaio alle 9.30 presso la chiesa inferiore del santuario di

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9), i pellegrini si mettono in marcia alle 8 dalle “Grezzeâ€?, localitĂ di Desenzano dove c’è la casa natale della Santa, a Brescia per arrivare alla celebrazione del vescovo Monari. Il pellegrinaggio a piedi è la condivisione di un’esperienza di fede, di amicizia, di devozione. Il ritrovo è alle 7.20 presso la stazione ferroviaria di Brescia, per le informazioni contattare Alberto (338129506). Tornando a Brescia, dalle 14.30 alle 15.30 i diaconi permanenti guidano l’adorazione eucaristica; alle 16 la Santa Messa è presieduta dal vescovo Monari; alle 17.45 i vespri solenni. Alle 17 viene inaugurata la mostra scolastica curata dal gruppo Sapere (Sant’Angela per educare) ideato e coordinato da Donatella Maldina, in collaborazione con l’Ufficio missionario e la Pinacoteca dell’etĂ evolutiva. L’esposizione pedagogico-didattica sul tema dell’acqua (declinato secondo l’acronimo “acquaâ€?, cre-

ativitĂ , qualitĂ , umanitĂ , armonia) vede la partecipazione degli alunni delle scuole. In serata, alle 21, con la produzione sacra di Antonio Vivaldi ci sono “Gli errantiâ€? in concerto nel santuario con il soprano Gemma Bertagnoli e all’organo e direzione Alessandro Casari. Sabato 28 gennaio alle ore 16 la chiesa inferiore del santuario di S. Angela Merici ospita la presentazione degli atti del convegno del novembre 2010. Giampietro Belotti ha curato con gli atti il libro “La risposta femminile ai nuovi bisogni dell’etĂ borgheseâ€?; il volume di circa 800 pagine contiene i contributi da tutto il mondo. Racconta il fenomeno delle Orsoline in tutte le sue sfaccettature tra l’Ottocento e il primo Novecento, evidenziando i diversi carismi sviluppati nei differenti angoli della terra. Per esempio, a Malta le orsoline si sono segnalate per la fondazione degli asili infantili, rispondendo cosĂŹ concretamente

al triste dato della mortalitĂ infantile; nelle valli vicentine, invece, si sono dedicate alle donne disagiate. La presenza in altri Paesi è ampiamente documentata attraverso i casi della Germania-Austria, della Polonia, dell’Ungheria e di Malta. Dal testo emerge anche il ruolo centrale esercitato da Brescia grazie alla presenza delle sorelle Girelli. La presenza di Angela Merici a Brescia dĂ vita, attraverso la storia secolare della Compagnia, a una grande sensibilitĂ nei confronti della pastorale dell’educazione.

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sull’aspetto religioso ed evangelizzante dell’ediďŹ cio e sul signiďŹ cato che la chiesa riveste nell’ambito di una comunitĂ . Il dvd sulla chiesa di San Paolo di Flero, che ha una durata di circa 40 minuti, è curato dal giornalista Fabio Larovere; oltre a una presentazione storico-artistica del pregevole ediďŹ cio recentemente restaurato, vi è un intervento del parroco don Valerio Scolari e pure il signiďŹ cativo contributo di due storici locali, Claudio Giacomelli ed Ester Zampedrini Timelli. Nel

dvd anche alcune immagini della consacrazione del nuovo altare da parte del vescovo Monari nel giugno 2009. EdiďŹ cata a partire dal 1721 inglobando alcune parti di un ediďŹ cio preesistente, la chiesa di Flero sarebbe stata progettata da Antonio Corbellini per le analogie stilistiche con le chiese di Travagliato e Coccaglio; nel 1905, a causa dell’aumento di popolazione, la chiesa venne allungata di altre due campate, assumendo l’aspetto attuale. Al suo interno presenta alcu-

ne pregevoli opere d’arte, a cominciare dalla seicentesca pala d’altare di Grazio Cossali; splendida la tela dell’altare del Santissimo Sacramento, tra le opere migliori di Tommaso Bona, ďŹ rmata e datata 1576: si tratta di una densa meditazione sul mistero eucaristico, nel segno della profonda religiositĂ che fu di Moretto, modello di Bona. Di fronte sorge il magniďŹ co altare del Rosario, con i 15 Misteri dipinti su telette da Pietro Ricchi, detto il Lucchese, a metĂ del Seicento. Ai

lati della cappella sono state collocate due interessanti tele (San Fermo e Sant’Antonio da Padova) recentemente attribuite al pittore Ottavio Amigoni, artista bresciano vissuto tra il 1605 e il 1661. Bella la settecentesca tela di Giuseppe Tortelli con la Vergine e Antonio da Padova. A ďŹ anco della parrocchiale, sorge l’antica cappella dei Disciplini, restituita alla sua funzione liturgica nel 2000. Chi fosse interessato al progetto, può prendere contatti al 03044250.

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rrivano alla spicciolata i partecipanti al 38° Concorso presepi Mcl: l’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli appare vuoto, poi all’improvviso un vociare incessante, l’ingresso occupato, la platea gremita, i corridoi occupati da gente in piedi. Silenzio: il Vescovo è salito sul palco. Parla di uomini che si affaccendano, di quotidianitĂ , di mansioni umili, ma necessarie, attorno a un Bambino che sembrava non contare nulla e invece è il fulcro della storia dell’uomo: tutto questo è il Presepe. â€œâ€ŚE si misero in camminoâ€? il tema del concorso che si lega alla scelta pastorale “ComunitĂ in camminoâ€?. A tutti i partecipanti è stato consegnato un riconoscimento (tra cui le due cartoline delle Poste Italiane con gli annulli filatelici dedicati alla manifestazione e il Rosario “Terrasantaâ€? in legno d’ulivo legato alla campagna “Una casa per le giovani coppie di Gerusalemmeâ€? lanciata da mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme, alla quale Mcl ha aderito in occasione del suo 40°). Il vincitore assoluto è stato il presepe di Motella di Borgo San Giacomo allestito dagli “Amici della Greppiaâ€?. I premi speciali

sono stati assegnati al Gruppo “I MaringĂš del presepioâ€? di Gussago (miglior interpretazione del tema), all’Associazione ex alunni degli Artigianelli di Brescia (premio Fulvio Manzoni), al Gruppo Amici del presepio di Marcheno (premio “Buona Notiziaâ€? Don Eridano Torri), alla Scuola di pittura “Accademia del GĂ mberâ€? di Gambara (premio Gianfranco Migliorati), alla Scuola materna parrocchiale “Don Giuseppe Davidâ€? di Nave (premio Famiglia Aliprandi). Ogni categoria ha avuto la sua classifica con i relativi premi. Categoria famiglie: 1° classificato ex-aequo i presepi di Annamaria Boniotti di Ome e quello di Giovanni Molinari di Brescia, 2° ex-aequo Nives Bolzoni di Remedello e Giancarlo Venturini di Rovato, 3° ex aequo Giovanni Scrof di Montichiari e Mauro Calabria di Palazzolo sull’Oglio; categoria oratori 1° classificato Gruppo Amici del Presepio oratorio San Luigi di Bassano Bresciano, 2° exaequo oratorio don Giovanni Salvetti di Gianico e oratorio San Filippo Neri di Manerbio, 3° oratorio San Nicola di Rodengo Saiano; categoria ospedali/centri per anziani 1° classificato Istituto Cremonesini Onlus di Pontevico; categoria rassegne/mostre/con-

corsi 1° classificato Concorso presepi Spedali Civili di Brescia; categoria gruppi 1° premio Gruppo San Rocco di Paitone, 2° ex-aequo Circolo cooperativo Arca Ass. Ricreazione cultura anziani Scarl di Pontoglio e Gruppo Amici del Presepio di Zocco di Erbusco, 3° Amici del presepio di Verolavecchia; Categoria scuole 1° premio Scuola materna comune Beata Cerioli di Castel Mella, 2° Scuola dell’infanzia Pascoli di Montichiari; categoria Presepio “Fai da teâ€? Istituto Cesare Arici Scuola primaria 4/a e 5/b; categoria presepi viventi 1° classificato oratorio Bione San Faustino e oratorio Bione Pieve di Bione, 2° Amici del presepio vivente di Gavardo; categoria aziende 1°premio Gamma Stampi snc di Iseo; categoria parrocchie 1° classificato presepio parrocchia di San Giovanni Battista in Olmeneta (Cr), 2° ex-aequo parrocchia Visitazione di Maria Vergine di Bagnolo Mella, parrocchia di Sant’Afra e parrocchia di Nozza di Vestone, 3° classificato ex-aequo parrocchia Sant’Alessandro di Brescia e parrocchia San Zenone di Sale Marasino; categoria Istituzioni 1° classificato 12° Battaglione Carabinieri Sicilia di Palermo, 2° Gruppo sportivo polizia municipale di Brescia.


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Il 31 gennaio ricorrerĂ il 75° anniversario della morte del colonnello Luigi Bernardi, a cui è intitolata una delle Fondazioni amministrate dalla Congrega, creata nel 1937 con il compito di provvedere a mantenere in idonei istituti giovani fanciulli “poveri e deďŹ cientiâ€?. Ogni anno dunque i proventi derivati dal patrimonio della Fondazione vengono investiti in erogazioni a enti o istituzioni che operano a sostegno della disabilitĂ psichica e ďŹ sica.

Gli alloggi delle due residenze universitarie della Congrega risultano quasi interamente occupati. Gli studenti, 15 maschi e 16 femmine, frequentano in prevalenza l’UniversitĂ degli Studi di Brescia (50%) e principalmente la facoltĂ di Medicina. Seguono le due accademie di belle arti della cittĂ con il 45% del totale e l’UniversitĂ cattolica con il rimanente 5%. Ăˆ tuttora aperto il bando per le assegnazioni degli ultimi posti ancora disponibili: www.congrega.it

Prosegue Supercent, campagna di microbeneďŹ cenza realizzata, sotto l’egida della Caritas diocesana, a cura di Fondazione Opera Caritas San Martino e Congrega della CaritĂ Apostolica. Il progetto consiste nella raccolta, su vasta scala, di piccole erogazioni di denaro, effettuate dagli utenti dei servizi bancari. Per maggiori informazioni e per conoscere la lista degli istituti di credito aderenti è possibile consultare il sito www. supercent.it

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a Congrega della CaritĂ Apostolica ha promosso quest’anno l’iniziativa natalizia “Dona la fortuna e riaccendi la speranzaâ€?, attraverso la quale – organizzando una lotteria di solidarietà – ha inteso dare un aiuto concreto alle molte donne sole con bambini che quotidianamente sono accolte negli uffici di via Mazzini. La proposta è stata rivolta ai privati e alle aziende, che hanno voluto sostituire o affiancare il classico regalo di Natale con un segno di solidarietĂ verso chi, anche a Brescia, ha piĂš bisogno. L’importanza di sostenere un’adeguata raccolta fondi attraverso tutti gli strumenti messi a disposizione dalle moderne attivitĂ di fund raising è un tema di grande attualitĂ anche per un ente dalla storia plurisecolare quale è la Congrega. A questo proposito, discutiamo con Renzo Catellani, vice presidente del sodalizio e presidente della rsa Pasotti Cottinelli onlus. La Congrega è nata a Brescia nel Duecento. In passato dove trovava le risorse da distribuire in beneficenza? Le piĂš grandi famiglie bresciane, a partire dal Cinquecento, vollero lasciare ai piĂš deboli, per il tramite della Congrega, patrimoni ragguardevoli. Tra i benefattori dell’ente si contano nobili, nobildonne, cardinali, vescovi, imprenditori, che lasciarono ai poveri della cittĂ beni mobili e immobili. La Congrega, dunque, distribuisce i proventi derivati da questo

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in cittĂ e provincia sono sempre maggiori e diversificati, e richiedono un aumento delle capacitĂ di intervento, anche perchĂŠ oggi l’azione della mano pubblica è sempre meno presente. Qual è la risposta della Congrega a questa trasformazione? Ăˆ di vitale importanza, a questo punto, attivare nuovi canali di raccolta e sensibilizzare la comunitĂ , per far sĂŹ che tanti, anche con poco, possano fare molto. In questo senso, la lotteria di Natale è stata una prima, piccola iniziativa che ha permesso di offrire un aiuto concreto a donne sole con bambini, una parte dei circa 3000 utenti che, ogni anno, le strutture della Congrega si impegnano a incontrare direttamente.

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n appuntamento, oramai consueto, tradizionale quello proposto dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo che cade il 17 gennaio. La giornata per l’approccio e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei è giunta, quest’anno, alla sua 23ÂŞ edizione. Ospite della cittĂ il rav (che sta per rabbino) Ariel Finzi, capo della seconda sinagoga italiana per importanza, quella di Milano. Ăˆ dal 2005 che le giornate dell’ebraismo sono dedicate ai Dieci comandamenti. L’occasione stimola alla riflessione e alla conoscenza e il rav Finzi, partendo dalla storia di Mosè, introduce la platea della sala Bevilacqua, presso i Padri della Pace, al sesto comandamento, secondo la lettura dell’Esodo e non del Deuteronomio, “Non uccidereâ€?. Mosè fu salvato dalla figlia del Faraone, colui che ordinò la morte di tutti

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anche di differente credo, avrĂ accesso al Paradiso. Approfondisce rav. Finzi spiegando che la religione ebraica non ha nessun mandato di conversione del prossimo, è sufficiente rispettare i sette precetti, ecco perchĂŠ non c’è traccia nella storia di guerre religiose attribuibili a questo popolo. Anche i cattolici riconoscono il comandamento non uccidere, continua Finzi, tra le due religioni esistono, però due fondamentali differenze. La prima è che l’ebraismo si colloca in un era premessianica, ovvero non riconosce Cristo come il messia. Non lo fa perchĂŠ il Messia, secondo il Talmud arriverĂ in un momento di forte cambiamento e lo completerĂ verso una condizione di pace. Questo, dunque, per il popolo ebraico è un momento di attesa che può ben essere compreso alla luce, ad esempio, delle molte restrizioni alimentari cui sono sog-

getti. Gli ebrei non mangiano carne di maiale, uno dei motivi è che il Messia renderĂ il mondo vegetariano perchĂŠ anche gli animali sono creature di Dio, la limitazione ricorda quotidianamente la situazione di transitorietĂ . Tutti i precetti, che per l’ebreo credente sono 613, sono in quest’ottica di attesa. La seconda differenza fondamentale riguarda invece l’approccio ai testi. L’ebraismo ritiene che la Torah sia stata scritta da Dio per mano di Mosè, se Dio l’ha scritta non ci saranno in essa nĂŠ parole superflue, nĂŠ inutili. Ogni parola ha, dunque un suo significato che va studiato e capito. Mosè nei 40 giorni trascorsi sul monte con Dio ha acquisito tutto lo scibile e lo ha tramandato in forma scritta e orale ai suoi discendenti. Questo costituisce la rivelazione di Dio, ogni regola viene ricavata da questo processo. Ecco dunque come si possa comprendere il perchĂŠ,

secondo il popolo ebraico, la Torah sia un libro che non ha tempo, valido sempre perchĂŠ dettato direttamente da Dio. La legge orale venne poi trascritta dai discendenti di Mosè e solo con la sua lettura si può comprendere la Torah. Dalle parole dal rav Finzi nasce un intenso e appassionato dibattito al quale il religioso partecipa pienamente. Con pazienza spiega i fondamenti del proprio credo affrontando temi difficili come la guerra di territorio e la pena di morte, che l’ebraismo ammette solo in casi di estremo paradosso, quando la normalità è sovvertita, come avvenne nell’Olocausto. Non tralascia però di ricordare che alcuni nazisti pentiti si sono convertiti e sono stati accettati dal popolo ebraico. Un dialogo sereno durante il quale rav Finzi ha sfatato quell’immagine caricaturale che troppo spesso i media offrono rispetto alla figura dell’ebreo.

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Domenica 22 gennaio alle 18 riprendono gli appuntamenti di Aref in musica, rassegna di musica contemporanea curata dal maestro Mauro Montalbetti per l’Aref, arrivata alla quarta edizione consolidando nel tempo collaborazioni prestigiose con musicisti, compositori e studiosi di altissimo livello, e godendo di un crescente apprezzamento da parte del pubblico bresciano. Ad aprire la rassegna, ospitata da SpazioAref, in piazza Loggia, è la flauti-

VenerdĂŹ 3 febbraio alle 17.30 presso la sede storica di Palazzo Tosio Paolo Corsini terrĂ una conferenza su “Mino Martinazzoli (nella foto) l’intelligenza degli avvenimenti, il carisma della parolaâ€?. La conferenza è organizzata dall’Accademia di scienze, lettere e arti. L’ex sindaco di Brescia Corsini, è stato vicino a Martinazzoli e suo vice quando l’ex segretario Dc fu eletto primo cittadino.

sta Francesca Cescon, con musiche di Stefano Gervasoni, Claudio Ambrosini, Luigi Nono, Niccolò Castiglioni. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Domenica 26 febbraio ore 18, conferenza “Come io passo l’estateâ€? su Niccolò Castiglioni di Carlo Boccadoro. Domenica 18 marzo alle 11 concerto di Elisa Bellabona e Marco Perrini (violino e violoncello) su musiche di Ravel e Kodaly. Info e altri appuntamenti: aref-brescia.it

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a dove nasce l’idea di raccontare Galileo agli italiani di oggi? Nasce da un desiderio personalissimo e come tutti gli spettacoli non si giustificano mai. Per una serie di ragioni ho impattato in Galileo e studiandolo ne ho fatto una narrazione personale. Non sono uno storico. Ho cercato di tenermi fuori dal lavoro di Brecht che da ragazzo ho conosciuto e mi sono apprestato a fare una biografia, mettendo piÚ attenzione agli argomenti da lui trattati. Ho cercato di fare un lavoro di storia della scienza piÚ che di uno scienziato. Non ho provato ad attualizzare lo spettacolo, ma piÚ lo studiavo piÚ mi sembrava parlasse anche di noi. Non essendo uno storico e non riuscendo a mantenere la distanza e l’obiettività , mi faccio influenzare dalle cose, e molte mi portavano allo stato del nostro pensiero. Ho pensato che chi lo vede, possa fare dei pensieri. Credo di aver fatto uno spettacolo

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Lo spettacolo sarĂ un dialogo sui massimi sistemi con il pubblico? Stiamo un po’ piĂš bassi. Ogni tanto, all’inizio soprattutto, dialogo per mettere i paletti del ragionamento, poi in realtĂ vado da solo. Francamente ritengo di aver fatto uno spettacolo piĂš leggero di quel che pensavo. Io pensavo fosse piĂš difficile, personale e rognoso. No, sono stato stupito per come viaggiava lo spettacolo. Il mio è un Galileo molto pop. Cosa la affascina di piĂš? La tenacia. La volontĂ di non arrendersi alle difficoltĂ , neanche con l’etĂ . Non tanto l’aver ragione, non tanto aver fatto delle scoperte. Ha anche dei lati meschini l’uomo. Non è da mettere sul piedistallo, ma dal punto di vista del pensiero, il suo è un pensiero non facile, al di lĂ della ragione e del torto. Quello che stupisce è l’andare avanti comunque, anche quando sono cosĂŹ pochi a dirti: anche io la penso cosĂŹ. Si sente uomo di pensiero? No, io uso quello degli altri. Mi sento

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uno che non produce un pensiero originale, ma sono abbastanza bravo a rendere piĂš chiare le cose che mi incuriosiscono o mi raccontano. Paolini e i bresciani. Gli attori sono come i marinai; in ogni porto abbiamo una platea e quella ci dĂ tante soddisfazioni. In realtĂ frequento Brescia e il suo pubblico grazie soprattutto a Vittorio Pedrali che testardamente mi portava, prima solo a Lumezzane, poi anche al PalaBrescia. Sono contento di incontrare il

pubblico bresciano, non sono contento di non esserci stato gli anni scorsi; sono affezionato a Brescia grazie a un suo cittadino che fa l’organizzatore tetrale e mi permette di incontrare questo pubblico. Come esce dallo spettacolo “Itis Galileoâ€? il pubblico? Vuol saperlo? Esce chiedendosi: ma il finale cosa c’entra? Glielo dico io, è vero, è cosĂŹ. Se lei scrive questo, adesso se lo aspettano cosĂŹ quando lo vedono ci pensano di piĂš.

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,QDXJXUD]LRQH VWDJLRQH La nuova stagione 2012 di concerti e spettacoli al Teatro Grande s’inaugura domenica 22 gennaio (ore 21) con un prestigioso concerto sinfonico che avrĂ come protagonista l’Orchestra ďŹ larmonica di San Pietroburgo diretta da Yuri Temirkanov (nella foto), uno dei piĂš grandi direttori d’orchestra oggi in attivitĂ . Interamente dedicato a musiche di autori russi del Novecento, il programma prevede dapprima l’esecuzione del Concerto n. 1 per violino e orchestra di Shostakovich (solista Leticia Moreno), quindi una selezione dalle musiche per il balletto “Romeo e Giuliettaâ€? di ProkoďŹ ev. Tanto Shostakovich quanto ProkoďŹ ev subirono umilianti censure dal regime sovietico e la loro musica fu ottusamente accusata di avere un carattere troppo intellettuale e “formalisticoâ€?. Oggi, però, un pubblico sempre piĂš ampio e internazionale pone entram-

bi questi compositori ai vertici della musica d’arte del XX secolo. Fondata nel lontano 1882, l’Orchestra ďŹ larmonica di San Pietroburgo è la piĂš antica compagine sinfonica russa e si è sempre distinta per una sua peculiaritĂ di suono, soprattutto nelle sezioni dei legni e degli ottoni. Originario del Caucaso, il maestro Temirkanov, dopo aver vinto nel 1966 il concorso nazionale per direzione d’orchestra, viene eletto a scrutinio segreto dagli stessi orchestrali di Leningrado (il nome sovietico di San Pietroburgo), nonostante il musicista si sia sempre riďŹ utato di assecondare la politica del regime. Anche in Occidente il suo nome comincia a essere noto in quel periodo, grazie a una tournĂŠe in Europa e negli Stati Uniti accanto al celebre violinista David Oistrakh, giĂ ispiratore e dedicatario del Concerto per violino di Shostakovich. Fra gli anni

’70 e ’80 Temirkanov diviene direttore musicale del Teatro Kirov (oggi Teatro Mariinskij) realizzando fra l’altro allestimenti dei capolavori operistici di Cajkovskij, divenuti leggendari nella storia del teatro. Nel 2003 il presidente russo Vladimir Putin gli conferisce una medaglia. Nel nostro Paese il maestro Temirkanov è accademico onorario di Santa Cecilia: nel 2002 ha ricevuto il “Premio Abbiatiâ€? come miglior direttore e in seguito la nomina di “Direttore dell’anno 2003â€?. I prezzi dei biglietti per il concerto vanno dai 17 euro della seconda galleria (ex loggione) ai 28 euro di platea e palchi; gli under 30 e over 65 hanno diritto ai biglietti ridotti che costano rispettivamente 12 e 22 euro. La biglietteria del Grande è aperta dal martedĂŹ al venerdĂŹ dalle 13.30 alle 19 (sabato dalle 15.30 alle 19); è possibile acquistare i biglietti anche online su vivaticket.it.


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incontro dal titolo “Il tragicoâ€?. Il prossimo appuntamento “Il comicoâ€? è martedĂŹ 31 gennaio alle 17.45, il relatore è Ermanno Paccagnini, italianista. MartedĂŹ 14 febbraio “Chi ci libereraĂ dai Greci e dai Romani’â€? con Maria Pia Pattoni, grecista. MartedĂŹ 28 febbraio “Piangere per Ecuba?â€? con Roberto Gazich e Maria Pia Pattoni. MartedĂŹ 13 marzo “Le arti nella Vienna di Hofmannsthalâ€? con Paolo Bolpagni e martedĂŹ 27 marzo “Hofmannstahl e Richard Straussâ€? con Marco

Bizzarrini. Tutti con inizio alle 17.45. Fino al 22 gennaio al Sociale resta in scena “Antigoneâ€? di Elena Bucci. LunedĂŹ 23 gennaio e martedĂŹ 24 gennaio al Sociale andrĂ in scena invece “Finale di partitaâ€?, inizio alle 20.30, di Samuel Becket per la regia di Massimo Castri. Lo spettacolo ha vinto il premio Ubu nel 2010 e il premio Alabarda d’oro cittĂ di Trieste come migliore spettacolo 2011. Per il regista è la conclusione di un lungo discorso sull’infelicitĂ , sul vuoto che attanaglia l’esistenza.

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opo averlo visto in televisione a condurre Colorado Cafè in compagnia di Belen, Paolo Ruffini sta portando in teatro “Tre cuori in affittoâ€?, musical estrapolato dalla sit-com omonima degli anni ‘80 in compagnia di Justine Mattera e Arianna. “L’idea è portare un telefilm che mi piaceva tanto in teatro – racconta Ruffini – con gli stessi caratteri, gli stessi personaggi, quasi fosse una grossa puntataâ€?. Il musical sarĂ al PalaBrescia venerdĂŹ 20 gennaio alle 21. Ci sono tre elementi fondamentali nello spettacolo: musica, risate e interattivitĂ : “l’interazione col pubblico è un mio pallino. Direi che è uno spettacolo in 3D, senza occhialini – commenta l’attore – è uno spettacolo che farĂ divertire tanto a teatro. Vi vedrete uscire dalla sala con un sorrisoâ€?. L’interazione con il pubblico è una delle caratteristiche fondamentali degli spettacoli in cui c’è Paolo Ruffini: “al giorno d’oggi è difficile giustificare una persona che non sa stare al gioco. Contro tutto; non accetto i politici tromboni o chi si prende sul serio. Da qui parte il mio intento di scherzare col pubblico. Penso che chi paga per un intrattenimento e viene a teatro debba sentirsi protagonista. Tutto va in questa direzione: televoto, cinema...â€?. Un fiume in piena Paolo Ruffini; il tema lo tocca: “il fatto che un attore, che non è piccolo come in tv o grande come al cinema, ma ad altezza naturale, esca dal palco e coinvolga il pubblico in qualcosa che è unico e irripetibile, perchĂŠ non troverai

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che non solo in questa occasione ha portato in teatro: “Mi sento piacevolmente vecchio, perchĂŠ è un piacere avere nostalgia di epoche analogiche, quando si andava dal fotografo senza sapere se la foto era mossa. Era un periodo in cui c’era piĂš gioia nel percorso che nella meta, era piĂš bello cercare le cose invece che trovarle. Nonostante tutto, sono progressista, ma non posso non assecondare la nostalgia per questo periodo della mia infanziaâ€?. Insomma nostalgia per il passato, ma il presente di Ruffini parla di notorietĂ aumentata dalla televisione “Sono stato molto contento di aver fatto ‘Colorado’. Mi ha dato notorietĂ tra i ragazzi 7-14, fascia d’etĂ che sgama subito la falsitĂ . Per la strada la gente ti ferma, come se ti conoscesse giĂ â€?. Nel cast dello spettacolo c’è anche la moglie di Ruffini, Claudia Campolongo, ma attorno il giovane livornese ha sempre belle donne “le vive con gioia; quale moglie può essere cosĂŹ contenta di vedere il marito lavorare con donne bellissime. Tutto è alla luce del sole e il fatto che cerchi di lavorare sempre insieme a lei è importante. L’unica persona con cui sono disposto a mescolare lavoro e vita personale è lei. Per me sarebbe difficile questo lavoro senza di lei che sopporta. Anche su Belen potrei dirti cose stupende è una bella personaâ€?. Nella sua carriera non solo comicitĂ e qualcuno dice che è meglio drammatico: ride e dice di sentirsi un po’ come il caciucco “l’importante è digerirlo. L’unica formula che premia nel mio lavoro è la veritĂ , oltre al copioneâ€?.

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ƒŽŽ‡”‹ƒ ƒ…‹ ”–‡ ƒ ‘‡•‹ƒ ˜‹•‹˜ƒ ‹Â? Â?‘•–”ƒ ˆ‹Â?‘ ÂƒÂŽÂŽÇŻÍ™Í™ ˆ‡„„”ƒ‹‘ La galleria PaciArte ospita gli scatti del fotoreporter Phil Borges, raccolti in una personale dal titolo “Pensieri in cammino... Thoughts on the wayâ€?. L’esposizione mostra una serie di ritratti di persone che il maestro americano ha avuto modo di conoscere e di immortalare durante i suoi viaggi alla scoperta delle zone piĂš lontane del pianeta. I protagonisti delle foto di Borges sono persone qualunque, consumate dalla fatica del lavoro, fratelli e sorelle stretti negli abiti tradizionali,

bambini nati in un momdo difďŹ cile dominato dalla povertĂ . Il realismo di questi scatti non ne disperde però la poeticitĂ e il fascino, li rende anzi piĂš vicini e familiari nonostante l’enorme distanza, geograďŹ ca e sociale, che ci separa da questi indigeni. L’obiettivo di Borges è mostrare e far conoscere queste popolazioni emarginate che il mondo occidentale sembra aver dimenticato, alle quali guarda spesso con superioritĂ e indifferenza minacciando la loro

sopravvivenza. Da sempre attivo difensore dei diritti umani al ďŹ anco di Amnesty International e considerato uno dei piĂš grandi fotograďŹ contemporanei, Borges ha documentato le popolazioni del Tibet nel libro di recente pubblicazione “Tibet. Culture on the Edgeâ€?, edito da Rizzoli International Publications. “Pensieri in cammino‌Thoughts on the wayâ€?, PaciArte contemporary, via Trieste 48; ďŹ no al 27 marzo dal martedĂŹ al sabato (10-13 e 15.30-19.30). (e.b.)

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e iniziative per il “Giorno della memoriaâ€? sono molte, per quest’anno “le abbiamo radunate quasi tutte − racconta Manlio Milani, presidente della Casa della memoria, che ha coordinato la raccolta − e ne mancano ancoraâ€?. Per venire ai numeri: sono 40 le iniziative per 25 associazioni, con il patrocinio di Comune di Brescia e Provincia di Brescia e Ufficio scolastico provinciale. Di alcune di queste abbiamo dato conto nel numero scorso, come per gli incontri “Fare memoria: che cosa è stato?â€? promossi dall’associazione culturale Filosofi lungo l’Oglio o l’incontro con Liliana Segre nel percorso “Di donna in donnaâ€?(n. 2 pag. 34 e pag. 32) di altre ne offriamo un elenco. VenerdĂŹ 20 gennaio: presentazione del quarto numero del giornale di viaggio “Memoria-gedenken-pamet. Reportage del viaggio dallo Spielberg ad Auschwitzâ€? all’auditorium Celesti a Desenzano (Anei Brescia) alle 9.30; pro-

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sizione della mostra “Tra ‘800 e ‘900 antisemitismo, leggi razziali, persecuzioniâ€?, da lunedĂŹ a venerdĂŹ dalle 9 alle 17.30 nella biblioteca della Cattolica (UniversitĂ cattolica e Archivio storico della Resistenza bresciana). MartedĂŹ 24 gennaio: Messa alle 18.15 nella basilica di S. Faustino per il 67° anniversario della morte di G. Andrea Trebeschi a Gusen. MercoledĂŹ 25 gennaio: spettacolo messo in scena dalle classi quinte della scuola primaria “Caliniâ€? ispirato all’opera “BrundibĂĄrâ€? di Krasa (Nuovo Eden ore 20.45), dal titolo “Questa è la storiaâ€?; in replica anche 1 e 2 febbraio (10 e 11.30). GiovedĂŹ 26 gennaio: deposizione corona d’alloro alla lapide dei caduti bresciani nei lager alle 11 in piazza Rovetta; incontro con Maria Piras, vicepresidente nazionale Anei, sul tema “AttualitĂ di una memoria in VedĂŠmâ€? (Comune di Malegno ore 20.30). VenerdĂŹ 27 gennaio: consegna da parte del Prefetto di Brescia della meda-

glia d’onore ai deportati e internati militari e civili nei lager. Sono 27 medaglie: 26 consegnate a Brescia e una a Roma; intervento su “Gli scioperi contro fame e guerra nel ‘44 e la deportazione di operai nei campi di sterminio da Brescia e Milanoâ€? da parte di Rolando Anni (Archivio storico della Resistenza bresciana) e Giuseppe Valota (presidente Aned di Milano), seguirĂ corteo per la commemorazione al monumento del deportato e alle 12 omaggio al monumento in piazzale Cremona. Alle 10.15 deposizioen corona di alloro al monumento dei caduti per la libertĂ (parco di via Roma, quartiere Chiesanuova); alle 11 celebrazione religiosa nella cappella del deportato e dell’internato (Chiesa S. Maria Assunta, via Fura). Alle 17.30 Fiaccolata e commemorazione al monumento agli ex internati con partenza da Borgo Trento. Alle 20.30 presentazione del libro “Shoah. Le colpe degli italianiâ€? di Marino Ruzzenenti (Comune di Cigole).

Alle 21 opera musicale coro di voci bianche della scuola diocesana (vedi pagina a fianco). Sabato 28 gennaio: lettura drammaturgico-musicale “Ad Auschwitz... un’orchestra� (14.30, auditorium S. Barnaba), direttore Giuseppe Orizio. Deposizione della lapide in ricordo degli ebrei deportati da Milzano dove erano in domicilio coatto (17.30 Municipio di Milzano). Domenica 29 gennaio: concerto per la memoria (Auditorium San Barnaba ore 16) con il coro “Il labirinto�. Sabato 11 febbraio: spettacolo teatrale “L’altra via crucis� di Alberto Zacchi alle 20.45 nella parrocchia di Santa Maria in Silva, via Corsica. Info su queste iniziative e altre alla Casa della memoria: 28maggio74.it o 0302978253.

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“Io sono di buona salute come spero anche di voi e di tutti...â€? è il titolo del volume che raccoglie i carteggi della Prima guerra mondiale (1915-1918) dei Caduti della Valle Camonica. Il progetto è nato da un’idea di Bruno Poli Imitatori, curato da don Gianni Donni, Giancarlo Maculotti, Francesco Zeziola. L’ambizione di quest’opera è di riportare in primo piano le dimensioni della soggettivitĂ , dell’esperienza vissuta, dell’immaginario e della memoria grazie all’uso di fonti mai prima esplorate, vale a dire le lettere scritte dai soldati caduti dei Comuni della Valle Camonica e del Sebino bresciano. Scrive Corrado Tomasi, presidente della comunitĂ montana e del Bim di Valle Camonica: “Nelle seguenti pagine i soldati diventano testimoni e protagonisti del loro tem-

po, restituendoci con i loro racconti di vita vissuta un drammatico e vivido spaccato degli anni bui della Prima guerra mondiale. Un quadro reso ancora piĂš vivo e serrato dal ricorso frequente dei testimoni al proprio dialetto: formidabile e, talvolta, insostituibile mezzo espressivo per dar voce al piĂš autentico sentire dell’animo popolareâ€?. Tornano vive nelle loro parole gli scenari di guerra in alta montagna, l’esperienza delle trincee e le esperienze di vita vissuta insieme e di solidarietĂ fra commilitoni tra ordini dei superiori, paure e gioie, entusiasmo, disperazione e dolore. “Ci raccontano di un elevato senso della famiglia, della patria, della fede – scrive ancora Tomasi – momenti cruciali e incancellabili della storia del nostro territorio e dell’intero Paeseâ€?.

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nuovo sito fa spazio alla modernitĂ ospitando una nuova gallery di contenuti fotograďŹ ci e video (collegati a un canale tematico su YouTube) e alla prossima applicazione mobile che consentirĂ una visualizzazione ottimale su tutti i modelli di smartphone e tablet. Sono messe in evidenza le iniziative particolari e quelle rivolte a famiglie e gruppi, piccoli e adulti, come “Compleanno al Museoâ€?, un regalo per introdurre i bambini alla scoperta del Museo di S. Giulia.

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a Fondazione diocesana Santa Cecilia ha allestito l’opera per bambini “BrundibĂĄrâ€?, che verrĂ rappresentata in forma scenica nei giorni 27 (ore 21) e 28 gennaio (11 per le scuole e 21), nella Sala della comunitĂ â€œS. Giuliaâ€? al Villaggio Prealpino, nell’ambito delle manifestazioni promosse in occasione del “Giorno della memoriaâ€?. Ingresso gratuito. La voce narrante è di Laura Mantovi con la regia di Sara Poli. Direttore Mario Mora. “BrundibĂĄrâ€? è un’opera per bambini del compositore ceco, di origine ebraica, Hans KrĂĄsa, su libretto di Adolf Hoffmeister. Venne rappresentata dai bambini del campo di concentramento di Theresienstadt, nella Cecoslovacchia occupata dai nazisti. KrĂĄsa e Hoffmeister scrissero l’opera nel 1938, ma essa potĂŠ essere rappresentata per la prima volta nel 1942 all’orfanotrofio ebraico di Praga, quando però il compositore e lo scenografo Frantisek Zelenka erano ormai giĂ stati deportati a Theresienstadt. Nel luglio del 1943 quasi tutti i componenti del coro originale e il personale dell’orfanotrofio vennero deportati a The-

resienstadt. Qui KrĂĄsa ricostruĂŹ l’intera partitura, basandosi sulla propria memoria e su una parte dello spartito che ancora possedeva. La prima di “BrundibĂĄrâ€? ebbe luogo il 23 settembre 1943. 55 furono le repliche, organizzate clandestinamente nei luoghi piĂš disparati del campo. Una rappresentazione speciale, per mostrare quanto la vita a Theresienstadt fosse “confortevoleâ€?, venne offerta dalle autoritĂ nel 1944 a una commissione della Croce Rossa incaricata di ispezionare le condizioni di vita nel campo. “BrundibĂĄrâ€? fu anche ripresa per un film di propaganda nazista. La maggior parte dei partecipanti alla rappresentazione di Theresienstadt, incluso il compositore KrĂĄsa, furono trucidati ad Auschwitz. La trama racconta dei fratelli PepĂ­cek e Aninka che non hanno i soldi per acquistare il latte per la madre, malata. Decidono di cantare al mercato, ma il malvagio suonatore d’organo BrundibĂĄr li caccia. Con l’aiuto di un passero, un gatto, un cane e dei bambini del paese, riescono a realizzare il loro disegno, racimolando i soldi sufficienti, che però vengono loro rubati da BrundibĂĄr. Questi alla fine, verrĂ rag-

giunto e “sconfittoâ€?. L’affermazione dei bambini sul perfido suonatore ha una valenza simbolica: la solidarietĂ dei ragazzi, vittime inermi, prelude a un futuro riscatto. L’esibizione è un momento importante del Progetto educativo di formazione musicale per minori che la Fondazione sta da anni attuando; l’iniziativa vede coinvolti, come esecutori delle parti vocali, allievi del Coro di voci bianche della Scuola diocesana di musica Santa Cecilia e il coro Carminis Cantores di Puegnago del Garda. L’opera, in due atti, è presentata nella riduzione di Mauro Zuccate e prevede la partecipazione di 10 bambini solisti e di un coro di circa 30 elementi; l’organico strumentale è cosĂŹ costituito: pianoforte, chitarra, fisarmonica, flauto, clarinetto e percussioni.

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6L DYYLFLQD O·HYHQWR SL WHOHYLVLYR FKH PXVLFDOH Introduzione, strofa-ritornello, strofa-ritornello, variazione (spesso con cambio di tonalità), casomai un assolo, ritornello finale. In una parola: Sanremo. Non che sia un male creare canzoni seguendo queste regole. In passato come oggi questo schema di scrittura ha caratterizzato veri e propri capolavori. Certo, per fortuna il mondo della musica è ben più vasto della cosiddetta “musica leggera”, quella che in sostanza ascoltiamo ogni anno durante il Festival di Sanremo, un evento televisivo che offre esclusivamente questo preciso tipo di canzoni. È un fenomeno di nicchia, per gli appassionati del genere.

Per il restante 99% della musica degli ultimi 2000 anni, bisogna cercare altrove, non di certo nella prima serata di Rai Uno. Il problema è che la televisione promuove l’appuntamento con il Festival come se fosse l’unica vera certezza alla quale l’Italia si può aggrappare. Il polverone di solito viene sollevato fin dall’estate precedente, durante la quale si inizia a ipotizzare chi possa essere il fortunato conduttore dell’edizione ventura. Poi la notizia ufficiale: è lui. E seguono mesi di commenti e auguri di ogni sorta. Fino ai giorni in cui si svolge la kermesse, e tutte le reti nazionali im-

molano ore di programmazione per essere sul posto a scalpitare insieme ai telespettatori che, in stato di semicoscienza si bevono fiumi di parole e di pubblicità. Un meccanismo televisivo ai quali ingranaggi non smettono mai di lavorare. Di conseguenza in Italia la musica incasellabile nel genere “Sanremo” è sempre la più gettonata, la più incentivata, la più pubblicizzata. Perché la tv ha deciso di puntare e di investire su questa musica e non su altri generi? Perché è semplice, immediata, simmetrica, prevedibile nella sua struttura narrativa, affronta tematiche innocue: quindi piace

al maggior numero di persone. È questo il motivo per cui il Festival di Sanremo viene ancora lanciato come l’evento televisivo-musicale dell’anno: la discriminante che decide se un programma in tv funziona o meno, se può sopravvivere o essere cancellato, sta nella formula magica “maggior numero di persone”. Più spettatori significa più soldi, prima durante e dopo la manifestazione. E in onore dei soldi si è disposti a farcire un evento prettamente musicale di ingredienti che nulla hanno a che spartire con chitarra voce e palcoscenico: le sfilate dei vip, gli ospiti milionari, i cabarettisti, il corpo di

ballo, i fuori-programma programmati, le cattiverie fra i musicisti, i vestiti delle primedonne, le gaffe delle grandi occasioni. Anche gli insulti aumentano l’audience: la scorsa settimana un “vaffa” lanciato attraverso internet da un vip (che chiameremo X) al conduttore di turno del Festival (che chiameremo Y), ha catalizzato l’attenzione di migliaia e migliaia di utenti del web che hanno a loro volta commentato sui social network. Bla bla bla. Intanto i produttori televisivi nuotano nel denaro. E la “musica leggera”, che ha scelto di essere serva del piccolo schermo, continua a deformarsi inesorabilmente.


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VenerdĂŹ 20 gennaio alle 21 al teatro Centro Lucia di Botticino si esibisce Alan Zamboni in un concerto con proiezione d’immagini dal titolo “Vincent Omaggio a Van Goghâ€?. Il ricavato dello spettacolo sarĂ dedicato a “Campagna di interventi chirurgiciâ€? dell’associazione Sin fronteras onlus. Ingresso 8 euro. I biglietti sono in prevendita presso Pierre 2000 a Rezzato e Medulla a Brescia.

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Una delle suggestioni che ha attirato gli autori de “La talpaâ€? è stata la possibilitĂ di ricostruire un’epoca – gli anni Settanta del ’900, ancora segnati dalla scissione fra Occidente e Unione Sovietica – che oggi potrebbe apparire quasi preistorica. UscĂŹ verso la metĂ di quel decennio il romanzo di John Le Carrè da cui il film è tratto, un capolavoro che supera i confini della letteratura di spionaggio. Nel 1979 il libro ispirò uno sceneggiato televisivo con

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iene presentato ufficialmente questa settimana “Amorevolmenteâ€?, esordio discografico di Gilda Reghenzi, cantante mantovana che si appoggia all’etichetta bresciana Penthar Music. L’appuntamento è per giovedĂŹ 19 alle 20.30 presso la Concessionaria Fiat Lux in Viale Venezia 20 a Brescia. L’album è il condensato di un lavoro a piĂš mani, nel quale in molti hanno dato il loro contributo per consentire alla bella voce di questa cantante dalle buone prospettive di potersi esprimere al meglio. Gilda Reghenzi vanta una solida esperienza, avendo giĂ lavorato con nomi noti del panorama musicale italiano, come Marco Ferradini, Riccardo Fogli e Gatto Panceri, oltre ad aver aperto i concerti di artisti di caratura internazionale come Scott Finch, Paolo Bonfanti, Jono Manson & John Popper (Blues Traveler), Robben Ford, Rudy Rotta, Sugar Blue, Nine Below Zero, Eugene “Hideawayâ€? Bridges, Tishamingo, John Mayall & TheBluesbreakers, Watermelon Slim & The Workers, Andy J.Forrest. Un grazie particolare va ad Omar Pedrini, che ha preso Gilda sottobraccio consentendole di aprire molti suoi concerti recenti, oltre ad averla spin-

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ta alla realizzazione di “Amorevolmenteâ€?. Omar ha anche contribuito in maniera importante alle canzoni del disco, firmandone un paio, “Da quiâ€? e “Ultima poesiaâ€?. Oltre all’ex leader dei Timoria troviamo in questo cd la firma di molti autori noti del panorama locale, come Alberto Boldrini, Massimo Alessi, Paolo Salvarani e Andrea Romano. Un ruolo decisivo è però riservato ai

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Jones, che introduce con la sua splendida voce il disco. Tra tanti talenti il pezzo che piĂš cattura, del quale è stata fatta una versione radio remix e un video, è “Tic tacâ€?, naturalmente incentrato sul suono della sveglia, “quella maledetta svegliaâ€?. “Amorevolmenteâ€? è un album assolutamente piacevole, che si apre con la bella “Senza teâ€?, e che prosegue sul classico filone del pop-jazz, con piĂš di un rimando a Mina, della quale Gilda è una delle migliori interpreti (suo il progetto di portare le canzoni della Tigre di Cremona in giro per i teatri italiani, arrangiate in chiave jazz). Tra momenti dolci e suadenti (“Dimmiâ€?, di Andrea Romano) e altri piĂš trascinanti (“Se c’è una cosa che mi fa impazzireâ€?) il disco è indubbiamente godibile, regalando sfumature jazz (“Marijuana jazzâ€?) e momenti di poesia (â€?Ultima poesiaâ€? di Omar Pedrini). Nessuna pretesa di impegno in questo disco, ma solo bella musica e un’ottima voce. Un album che Gilda promette di far decollare grazie anche alle esibizioni live, potendo contare su un’ottima band composta da Arki Buelli (batteria), Simone Boffa (chitarra), Roberto Gherlone (basso) e Luca Rossi (piano e hammond).

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Alec Guinness, che parve un punto d’arrivo. Ma ora il regista Tomas Alfredson ha riportato sullo schermo George Smiley, l’eroe taciturno e tenace di molte storie di Le Carrè, insieme alle spie metodiche e un po’ grigie del Circus, la sede centrale del Secret Intelligence Service inglese dove si gestiscono gli ultimi scampoli di guerra fredda. E lo scrittore ha approvato con entusiasmo progetto e risultato finale, partecipando all’impresa come produttore

esecutivo. L’efficacia del film nasce soprattutto dalla resa meticolosa dell’atmosfera in cui è immerso il lavoro delle spie, lontanissima dalle avventure iperboliche alla James Bond. Una sensazione generale di decadenza avvolge gli ampi uffici del Circus, le abitazioni caotiche e buie, mobili e tappezzerie, telescriventi e registratori che sanno d’antico. Gli agenti segreti britannici, snobbati dagli americani, hanno nostalgia della guerra vera, quan-

do la loro attivitĂ aveva ancora un alone eroico. Oggi è un mestiere da praticare in sordina, immergendosi in labirinti di informazioni nei quali è arduo capire chi mente e chi dice il vero. Ancora però si rischia la pelle, come avviene all’inizio del racconto a Jim Prideaux (Mark Strong), inviato in Ungheria dal capo del Circus (John Hurt) in cerca di informazioni sulla “talpaâ€?, l’inglese che – dai massimi vertici del Servizio – trasmette ai

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russi segreti vitali. I sospettati sono quattro, e a identificare il colpevole – con un’operazione coperta dal segreto assoluto – è chiamato George Smiley. Lo interpreta Gary Oldman, eccellente nel rivelarne le capacitĂ deduttive e i tormenti psicologici in apparenza senza quasi far nulla: Smiley parla poco, lascia trapelare ancor meno, ma dipana senza smarrirsi i fili di una trama intricata, emergendo vincitore in una squadra di ottimi attori.

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Gli Stati si finanziano, oltre che con il sistema delle imposte dirette e indirette, anche con l’emissione di titoli obbligazionari. Si tratta, in questo caso, di un credito che l’investitore ha dell’ente governativo. Come tale è soggetto al rischio che, a causa del futuro deteriorarsi della situazione finanziaria dell’emittente, quest’ultimo non sia in condizioni di pagare le cedole o, nei casi piĂš gravi, di rimborsare il capitale. Ne deriva come l’acquisto di un titolo obbligazionario debba

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essere preceduto da un’accurata analisi delle condizioni di stabilitĂ economico-finanziaria-patrimoniale di chi lo emette, esattamente come fa l’ufficio fidi di una banca prima di concedere un finanziamento a una impresa o a un privato. Per certificare questo stato di salute sono nate le agenzie di rating, specializzate nell’analizzare la soliditĂ finanziaria di questi “soggettiâ€?. Si tratta di vere e proprie entitĂ che valutano la qualitĂ creditizia di imprese, stati, governi nazionali e sovranazionali

esprimendo il proprio giudizio sotto forma di report e di un sintetico indicatore detto rating. Le agenzie di rating, però, non sono istituti di ricerca imparziali. Negli ultimi tempi anche il piĂš distratto degli italiani ha preso familiaritĂ con nomi come Standard&Poor’s. Moody’s e Ficht, agenzie di rating controllate da privati che con le loro “sentenzeâ€? possono vanificare gli sforzi di risanamento di tanti Paesi, Italia compresa, come si legge in questa pagina.

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maligni dicono che, per ritoccare in peggio il totem della tripla A (massima affidabilitĂ ) della Francia, Standard&Poor’s l’abbia “nascostaâ€? in mezzo ad un’insalata di altre bocciature: Spagna, Portogallo, Austria e, purtroppo, Italia. Per la quale continua a piovere sul bagnato. L’agenzia di rating americana – una delle tre piĂš potenti al mondo assieme a Moody’s e Fitch – sostiene che in Italia la situazione sta sĂŹ migliorando, ma che permangono dubbi sull’effettiva volontĂ di cambiare le cose qui nello Stivale e che comunque stiamo dentro a un’Eurozona sempre piĂš fragile e indifesa. Ăˆ un giudizio, di un’agenzia che valuta (anche) la qualitĂ dei debiti pubblici degli Stati. Magari con molta cautela quando si tratta di superpotenze come gli Usa o la Francia, dove questa bocciatura rischia di compromettere la rielezione di Sarkozy. Un giudizio che si potrebbe ignorare, o farne sapiente tesoro. Per il commissario europeo agli affari economici Olli Rehn, “le agenzie di rating non sono istituti di ricerca imparziali ma svolgono il loro ruolo molto in linea con il capitalismo finanziario Usaâ€?. Per il suo collega Michel Barnier, “il punto di vista di queste agenzie è solo uno fra tantiâ€?. Tutto vero. Il fatto è che questi “votiâ€? dati dalle agenzie di rating, sono tenuti in massima considerazione da una miriade di investi-

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menti sicuri devono andare laddove c’è la tripla A o giĂš di lĂŹ. Addirittura esistono fondi pensione o compagnie di assicurazione che per loro statuto possono investire solo in titoli – di Stato o di aziende private – aventi un certo (alto) giudizio. Qui il doppio danno: non si riesce a intercettare questo flusso di investimenti, e ogni bocciatura porta con sĂŠ l’immediato smobilizzo di titoli non piĂš ben classificati. Un fiume di denaro che si sta riversando sempre di piĂš verso gli ormai pochi Paesi europei che ancora godono del massimo dei voti: Germania, Olanda, Finlandia,

Lussemburgo; i cui titoli di Stato, a causa proprio di questa enorme domanda, offrono rendimenti ai limiti del ridicolo. Ma tant’è: sono “sicuriâ€?. Gli Usa poi sono un caso a sĂŠ. Hanno un debito pubblico spaziale, se conteggiato nella sua interezza farebbe degli Stati Uniti un Paese sull’orlo del burrone. Ma è pure un Paese che ha nella manica due assi: può stampare dollari a piacere, cioè la moneta “mondialeâ€? per eccellenza rimane la principale potenza militare del mondo. Cosa c’entrano i cannoni con la valutazione di un Paese? Niente, niente‌

,PSUHVD H FULVL FRVu L JLRYDQL 8FLG “Revisione della legge elettorale; riduzione della burocrazia; revisione del sistema giudiziario; sempliďŹ cazione e riduzione del sistema di tassazione come migliore e piĂš efďŹ cace azione di contrasto all’evasione ďŹ scale; revisione del sistema educativo, puntando maggiormente alla formazione ‘valoriale’, nonchĂŠ all’accrescimento della cultura del rispetto della persona e del dono; una piĂš coerente destinazione degli investimenti tanto nella ricerca

quanto nella scuola�. Questi sono in sintesi i temi emersi dai risultati della ricerca “Essere giovani cristiani al tempo della crisi� presentata nel corso dell’edizione 2012 dell’Ucid International School on the snow, l’appuntamento formativo del Movimento giovani dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti (Ucid), svoltosi a Cortina d’Ampezzo nei giorni scorsi. Manlio d’Agostino (nella foto), presidente nazionale del Movimento gio-

vani dell’Ucid, ha detto, presentando i risultati dell’indagine, “che è un punto di partenza per formulare la nostra proposta su come uscire dalla crisi, e piĂš in generale, anche per progettare una strategia per il bene comuneâ€?. La ricerca ha coinvolto i giovani Ucid e si è sviluppata su tre ambiti: coerenza di vita cristiana e conoscenza della dottrina sociale della Chiesa, impegno e azioni per il bene comune, crescita culturale e in-formazione.

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‘Ž†‹”‡––‹ ƒ”‘ …ƒ”„—”ƒÂ?–‹ǣ •–ƒÂ?‰ƒ–ƒ †ƒ‹ …ƒÂ?’‹ ƒŽŽƒ –ƒ˜‘Žƒ Stangata da 400 milioni di euro per gli agricoltori italiani a causa del caro carburanti. L’analisi viene da Coldiretti dopo il nuovo record raggiunto dalle quotazioni dei prodotti petroliferi, con la benzina a 1,75 euro al litro e il rischio contagio per i prezzi del campo alla tavola. Nel giro di un anno il costo dei carburanti agricoli è aumentato del 58%, con effetti pesanti sul costo della varie operazioni che si effettuano in campagna. Per arare un campo di dimensioni medie,

sottolinea Coldiretti, un agricoltore italiano spende oggi 150 euro in piĂš rispetto a un anno fa. Per chi semina il rincaro è stato di 120 euro cosĂŹ come per la trebbiatura dei cereali e lo spandimento del letame. Oltre all’aumento dei costi per il movimento delle macchine come i trattori, in agricoltura il caro petrolio colpisce soprattutto le attivitĂ agricole che utilizzano il carburante per il riscaldamento delle serre (ďŹ ori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche

per l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione degli animali. “Come abbiamo giĂ avuto modo di puntualizzare durante la presentazione dei dati dell’annata agraria 2010/2011 – rilancia il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini (nella foto) – se da un lato è positivo il dato di un pil agricolo provinciale in aumento rispetto alla annata precedente, dall’altro bisogna registrare il notevole aumento dei costi di produzione, che pesano non poco

sul reddito ďŹ nale e sulla liquiditĂ delle aziendeâ€?. Al caro gasolio, infatti, si deve aggiungere anche l’impennata del costo di mangimi, concimi ed energia elettrica. “Il nuovo record raggiunto dal prezzo della benzina – continua Ettore Prandini – avrĂ un effetto valanga anche sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che a quelli di produzione, trasformazione e conservazione. A subire gli effetti del record nei prezzi è, infatti, l’intero sistema agroalimentareâ€?.

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’Associazione artigiani di Brescia, per voce del suo presidente Enrico Mattinzoli, a qualche giorno dall’avvio del nuovo anno, ha fatto il punto sul 2011 appena concluso e sulle prospettive che attendono la categoria. “La nostra realtĂ consta di 13.260 aziende e stiamo mettendo a punto una banca dati che sia costantemente aggiornata – ha affermato il presidente Mattinzoli – affinchĂŠ sia possibile fornire al governo valori reali e qualificati, tali da consentire la proporzionalitĂ dei provvedimenti, perchĂŠ a Brescia come in Italia, non sono tutti nĂŠ barbieri nĂŠ Fiatâ€?. Mattinzoli ha ricordato l’impegno di Associazione artigiani, tramite Rete Impresa Italia, affinchĂŠ vi possa essere un solo interlocutore che, pur nel rispetto delle specificitĂ dei singoli, capace di rappresentare centralmente tutte le categorie, quanto meno sulle tematiche di base. “Non siamo certamente noi i difensori di chi vuole sottrarsi ai propri obblighi fiscali – ha continuato il presidente dell’Associazione artigiani bresciana – ma, mentre le nostre imprese per continuare a operare devono innovarsi e fare sacrifici, la politica è al palo, è messa in secondo piano e spesso si dimentica che, in un modo o nell’altro, ci rappresentaâ€?. Non è il momento, e Mattin-

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guardare in casa – ha osservato ancora Mattinzoli – si salvano con l’export, in quanto il mercato interno è in flessione ed è fondamentale che le specificitĂ vengano mantenute, con particolare riguardo alla qualitĂ â€?. Il presidente dell’Associazione artigiana ha anche accennato alla querelle Confidi-Centro storico, con tutte le sue implicazioni, sulla quale ha rigettato ogni accusa di protezionismo, perchĂŠ, ha affermato al proposito “crediamo che bloccare ciò che si va delineando in periferia non risolva i problemi delle attivitĂ del centro, che devono necessariamente differenziare l’offerta e adeguarsi alla richiesta, con la piĂš grande attenzione, come giĂ detto, alla qualitĂ â€?. “Mi si spieghi – ha esemplificato Mattinzoli – perchĂŠ nei parcheggi si vedono sempre piĂš automobili tedesche e meno Fiat, per essendo le prime piĂš care. Ăˆ noto che Confidi, quest’anno in sofferenza per lo 0,9%, valore estremamente contenuto, pur triplo rispetto a quello dello scorso anno – ha sottolineato Mattinzoli – guarda alle aziende. Pensando al Pgt, stiamo cercando lo strumento migliore per poter agevolare anche il privato, affinchĂŠ lo sforzo possa essere ripartito per un terzo su ciascun soggetto, ovvero su istituto di credito, Confidi e acquirente, al fine di sbloccare il mercato immobiliare nella maniera piĂš equa e meno ‘difficile’ per tuttiâ€?.

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In attesa di scendere in campo domenica sul parquet di Sant’Antimo (18,15 con diretta integrale su Radio Voce Fm 88.3-88.5), il Basket Brescia ha presentato una campagna di visibilitĂ con la sezione cittadina dell’Avis (Associazione Volontari Italiani Sangue). Lo scopo è sensibilizzare ed instaurare nei giovani la cultura della donazione costante nel tempo, ritenendo che lo sport con i suoi valori possa essere il contenitore piĂš idoneo

a far capire loro l’importanza della raccolta del sangue per contribuire in modo fattivo al bene comune della nostra popolazione. A breve sulle calottine dei giocatori che scenderanno in campo comparirà il logo dell’Avis fino al termine del torneo di Lega 2. Alla presentazione hanno preso parte il presidente del club Graziella Bragaglio, il Direttore generale Costa e il Dottor Farcella presidente della sezione Avis Brescia. (ma.ric.)

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l Brescia calcio continua la sua corsa, o meglio, l’ha ripresa. La cura di mister Calori sembra dare i suoi effetti: 270 minuti senza subire reti, tre vittorie su tre partite, l’ultima ottenuta per una parte di gara in uno in meno e cinque giocatori diversi in rete in poche partite: Antonio, Zambelli, El Kaddouri, Vass e Feczesin. Numeri che parlano da soli, ma che se aggiungiamo il fatto che ora il Brescia si trova a soli quattro punti dalla zona play-off. Una tegola però è arrivata con la squalifica del centrocampista ungherese Vass per tre turni. CosĂŹ la motivazione: “avere proferito espressione blasfema e rivolto all’Arbitro successiva clamorosa espressione offensiva; infrazione rilevata dal Quarto Ufficialeâ€?. Quasi a dire che la navigazione delle Rondinelle non possa mai essere tranquilla. Mister Alessandro Calori nel frattempo frena e ha dichiarato che pur essendo contento e soddisfatto non può non calmare i bollenti spiriti. A chi gli chiede cosa farĂ domenica alle 19 al Rigamonti contro la Nocerina risponde: “Per la sua sostituzione ho giĂ l’idea di cosa fare. Forse cambierò il moduloâ€?. Se Vass, che sembrava aver trovato nuova grinta, non può essere una certezza per i prossimi turni, il modulo è di nuovo in discussione “ne voglio piĂš d’unoâ€? dice il mister, sta diventando una certezza Omar El Kad-

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douri. Messo lĂŹ, dietro la punta, a metĂ tra l’essere il secondo attaccante, essere il trequartista e il centrocampista, sta dimostrando il suo valore. Che sia questo il ruolo giusto per il belgamarocchino? La questione dei ruoli è una questione che Calori ha sistemato con molta concretezza: nel suo 35-2 ognuno era nel proprio ruolo naturale. CosĂŹ si è scoperto finalmente anche Mandorlini, che fino a prima di

essere impiegato come centrocampista interno, era stato messo come terzino o come esterno di centrocampo. Insomma, forse il gioco del Brescia è meno bello, forse subisce di piÚ, ma la concretezza è quella che per ora al popolo biancoblÚ piace di piÚ. E se il mercato può ancora riservare qualche sorpresa, in settimana Foti si è allenato con il gruppo. La cura Calori aiuta, le cure a Corioni continuano e

in questi giorni anche gli Ultras 1911, che contestano il presidente, hanno scritto un comunicato augurandogli di guarire e riprendersi: “L’aspettiamo allo stadio, magari anche per criticarla, ma con la certezza di avere di fronte a noi un uomo ristabilito e pronto a nuove battaglie. Un grosso in bocca al lupo da tutti noi...�. Che le cure, tutte, facciano effetto. In bocca la lupo a tutti, anche da noi.

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6RQR OH PHGDJOLH In tutto sono 15 gli atleti bresciani disabili premiati quest’anno dall’assessorato allo Sport della Provincia di Brescia in occasione della seconda edizione del concorso “Sport e passioneâ€?. La manifestazione è nata con lo scopo di premiare atleti che in discipline poco conosciute al grande pubblico si sono particolarmente distinti nel corso dell’anno solare 2011, o nella propria carriera, pro-

muovendo il nostro territorio a livello nazionale e internazionale. I riconoscimenti, consegnati alle Porte Franche di Erbusco alla presenza dell’assessore Fabio Mandelli, sono andati a Gabriele Festa, Greta Ghidini, Federica Mondini e Gabriele Rondi (atletica leggera), Emanuele Bersini (ciclismo tandem) e Mirco Bressanelli (ciclismo Handbike), Alberto Zemello (golf), Giuseppe Romele, Efrem Morelli,

Gabriel Greotti, Paola Piatti e Veronica Pini (nuoto), Pamela Novaglio (tiro a segno e biathlon, componente della squadra nazionale di sci nordico) e Santina Pertesana (tiro con l’arco). Premiata anche una societĂ : l’Active Sport, che si è aggiudicata la medaglia d’argento ai Campionati assoluti italiani di tennis a squadre con i giocatori Antonini, Boriva e Cullea.


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ÂŽ †—‡ŽŽ‘ –”ƒ ƒŽŽƒ–ƒ ‡ ‡ƒÂ? ÇŽÍ Í&#x; La sconďŹ tta contro i rivali della Pallata dopo anni di imbattibilitĂ ha lasciato qualche scoria nel quintetto dei campioni provinciali del Team ’87, che vincono senza brillare con un 68-58 sul New Team Volta. Anche per Pallata (seconda forza del campionato) non è stata una passeggiata contro i Mascalzoni, ma la formazione cittadina l’ha spuntata con un +5. I sebini vengono agguantati al quarto posto dai Panthers (88-67 sui Jackals), mentre acquista sempre piĂš credibilitĂ il

terzo posto del Toscolano. S. Luigi Gonzaga approda nella parte alta della classiďŹ ca grazie al successo sul parquet di Rezzato (66-56) e anche la Virtus torna a respirare battendo 50-45 il Botticino. Impresa del Marcheno, che ha la meglio su Monticelli Brusati (67-54) e prosegue la risalita dai bassifondi, dove resta inguaiato l’Ome, sconďŹ tto 65-42 dal Bovezzo. La mano calda della 14ÂŞ giornata è stata di Andrea Moretta del Marcheno, autore di 30 punti.

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due settimane dalla ripresa dei campionati giovanili continua la carrellata provinciale per scoprire le principali candidate al titolo. Nella categoria juniores del calcio a 7 l’eco delle imprese di Nozza Alcafond si sta diffondendo dalla Valsabbia a tutte la provincia. Con i suoi 27 punti all’attivo è l’unica squadra a punteggio pieno della categoria e vanta il miglior attacco e la miglior difesa. Nel suo girone le pur forti Bar Cantuccio e Asco Vestone (a -9) sembrano aver giĂ issato bandiera bianca, a meno di clamorosi stravolgimenti di classifica. Le altre capoliste sono piĂš umane, anche se nel girone valtrumplino e in quello benacense Adro e Audax Virle vantano un importante +5 sulle dirette inseguitrici: B Rock da una parte e Calcinatello dall’altra. Stesso vantaggio per Rudiano, che nella bassa occidentale si è lasciato alle spalle Cigolese e Berlinghetto. Il gruppo piĂš equilibrato è quello bresciano, con la Torricella a quota 22 e il Sale Gussago subito dietro con 21 punti. Nave è piĂš staccato, ma ha i mezzi per tornare in corsa. Nel volley è un’altra storia. 22 squadre sono giĂ pronte a ricominciare. Questo fine settimana le juniores del volley tornano sotto rete a caccia di punti per accedere alle finali primaverili. Nel girone A le prime tre della classe stanno facendo un campionato a parte. Troppo ampio il divario con il resto della

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A quota 23. Dalla parte opposta, nel gruppo B, Ponte Zanano guarda tutte dall’alto dei suoi 26 punti, con cinque set fin qui concessi alle avversarie. Paolo VI Concesio tiene il passo a fatica con cinque punti di ritardo dal vertice. Dietro è grande bagarre per il terzo gradino del podio, con S. Giacinto Verde, S. Angela Merici e Calcinato raccolte in un solo punto. Non solo volley, tuttavia, nel prossimo weekend. I riflettori del mondo giovanile tornano sulla ginnastica artistica, con l’esordio stagionale che avverrĂ domenica a Palazzolo. In riva all’Oglio sono attese oltre 200 ginnaste provenienti da tutto il territorio bresciano. L’inizio è previsto per le 8.30.

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Referendum e protagonismo della politica Egr. direttore, questo referendum non s’ha da fare! CosĂŹ ha detto la Corte. Non so se con motivazioni limpide o fumose. Sono invece certo che molto fumo (non di persecuzione) è circolato alla Camera dei deputati. Ora mi auguro che il Pd indica subito le primarie al suo interno, senza attendere quelle di coalizione, semmai ci sarĂ coalizione. Qualunque sia la legge con la quale si andrĂ a votare (e non è da escludere che sia ancora la porcata calderoniana amata da Berlusconi) il Pd scelga i suoi candidati al Parlamento con le primarie. Con esse tiene fede a sĂŠ stesso e acquista ulteriore consenso fra gli elettori. Soprattutto, cosĂŹ facendo, dimostra di essere una vera forza democratica. Inietta inoltre un po’ di vigore nella nostra democrazia ridotta a larva da Berlusconi e dai suoi accoliti, siano essi i vocianti leghisti o i muti nominati. Con la convocazione delle primarie si allontana ogni dubbio che qualcuno, nel Pd, consideri il porcello un male minore. Non illudiamoci che il governo Monti sia la panacea di tutti i mali. Da molto tempo l’Italia è in forte declino morale, demografico, economico, sociale, civico e politico. Nella lunga notte le sentinelle (Dossetti lo era) hanno visto solo qualche sprazzo di luce (ad esempio con Prodi). Il lavoro da fare è tantissimo. La contrapposizione urlata pare assopita ma è solo trattenuta e pronta a riesplodere piĂš violenta di prima. NĂŠ si può a lungo accoccolarsi dietro Monti come mi pare facciano i sedicenti centristi, Casini in testa, e seppure in misura piĂš ridotta anche

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Bersani. I populisti alla Grillo sono irresponsabili mentre Di Pietro accarezza l’opportunismo. Per chi vuol veramente operare per la CittĂ dell’uomo è venuto il momento di lavorare sodo, con pensieri, parole e opere. Senza omissioni allungare lo sguardo e mondializzare il cervello. Buon Anno e scusa il predicozzo finale, ma mi è venuto cosĂŹ ed essendo pigro e non lo cancello. Aldo Ungari

Sos Rukago: obiettivo raggiunto Egr. direttore, dalle pagine di “Voceâ€? del 22 settembre 2011 avevo lanciato un appello per venire incontro a nuove esigenze e necessitĂ per le scuole di Rukago, in Burundi. Ora, a distanza di pochi mesi, a obiettivo raggiunto, sento il dovere mio personale, e sicuranmente anche a nome di suor Rina Cucit, della sua comunitĂ delle suore maestre di Santa Dorotea e di tutti quei ragazzi che beneficeranno dei lavoro di ampliamento e di ristrutturazione del plesso scolastico africano, di ringraziare quanti, grazie alla loro generositĂ e sensibilitĂ , ci hanno dato la possibilitĂ di realizzare questi nuovi lavori. Un grazie di cuore, a cui si associa anche la madre generale, a “Voceâ€? per la disponibilitĂ e ai suoi lettori per la generositĂ dimostrata Giovanni Savelli

Quel re nato nella stalla Egr. direttore, nella settimana di Natale ci sono stati oltre 100 morti in Nigeria: questo il disgustoso e crudele bilancio dlele vit-

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time della guerra ai cristiani, che non si è fermata nemmeno il giorno di Natale. Cinque di questi attentati sono stati rivendicati dal movimento Boko Haram, la cui traduzione in italiano è “l’educazione occidentale è peccatoâ€?. Ciò, oltre a suscitare sdegno, sgomento e ribrezzo, avrebbe dovuto provocare anche indignazione nel mondo occidentale, cosa che non mi è parsa di avvertire oltre alle solite parole di circostanza. Mi sembra che questo fatto confermi una sorta di assuefazione a episodi tanto cruenti: se ne parla per qualche giorno e poi si fa finta di nulla, in attesa dei prossimi eccidi di cristiani. Questi fatti hanno fortificato in me la convinzione, che peraltro giĂ avevo, che piĂš i cristiani sono fragili in Occidente piĂš vengono perseguitati dove sono minoranza religiosa. Il tutto mentre nelle stesse ore in Italia, nelle scuole e negli asili, in occasione delle rappresentazioni effettuate durante le festivitĂ natalizie, si è sorvolato dolosamente su qualunque riferimento al figlio di Dio, a Cristo, a GesĂš, con una spettacolarizzazione della NativitĂ che, oltre a tradursi in una presa per i fondelli per i nostri bambini, dovrebbe far riflettere profondamente tutti e porsi dei seri e preoccupati interrogativi per il presente e per il futuro. Matteo Rinaldi

L’anno tanto atteso Egr. direttore, ho detto addio con il cuore leggero al vecchio anno; l’ho salutato senza, nessun rimpianto, non è certo da ricordare, ma in fretta da dimenticare. Il simbolico spartiacque fra

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l’anno vecchio, con tutto il suo carico di accadimenti (buoni e cattivi) e quello appena nato, vestito per l’occasione di carezzevoli illusioni e condito di languide speranze è stato una sorta di limbo dove rimanere per un istante sospesi fra il prima e il poi, a tracciare bilanci di vita e sognare vite che non ci apparteranno mai, prima che la giostra del divenire stemperi l’attimo e il futuro si faccia presente, riportandoci alla realtĂ . Tutti, Monti compreso, mai eletto dagli italiani e deputato a portare avanti un programma di governo imposto nei dettagli dalla Bce e mai sottoposto al vaglio degli elettori, che a suo tempo votarono i programmi di Berlusconi e Veltroni, di natura profondamente diversa, se non antitetica, rispetto a quello che verrĂ realizzato nei prossimi mesi. Monti e la congrega di banchieri da lui rappresentati non sono espressione delle urne e con le urne non dovranno confrontarsi mai. Incarnano esclusivamente i grandi interessi finanziari, sono servi alle dipendenze del denaro e il denaro non è dotato di sensibilitĂ sociale, non è incline alle mediazioni, non deve moderarsi temendo di perdere voti, non possiede sentimenti e neppure pietĂ . Persegue un solo scopo, moltiplicarsi all’infinito nella maniera piĂš rapida possibile, poco importa quali siano i costi in termini di macelleria sociale, dal momento che conosce un solo costo, quello monetario. La dittatura del denaro è in assoluto la peggior forma di governo possibile, nel 2011 ne abbiamo avuto un primo assaggio con la soppressione delle pensioni per tutte le nuove generazioni (e buona parte delle vecchie),

l’aumento indiscriminato di tasse e costi a carico di una popolazione giĂ fortemente impoverita, la riduzione delle opportunitĂ di lavoro. Ma solo nel 2012 saremo in grado di apprezzare la reale dimensione del disastro che sta precipitando sulle nostre teste e il contatto con la realtĂ risulterĂ con tutta probabilitĂ drammatico. Il potere politico che appoggia il governo Monti, avrebbe in teoria la funzione di appianare i contrasti, invece rivela tutta la sua impotenza. E cosĂŹ è destinato a essere travolto dalle contraddizioni che è incapace di governare. Colgo comunque un buon segnale, dalle due potenze economiche asiatiche nei confronti della travagliata area euro-dollaro. Il patto Cina-Giappone è un chiaro segnale di sfiducia o fiducia? Penso e spero che rappresenti una sfida che evidenzia l’importanza di una â€?Europa unita e di una moneta comune che ci dĂ buone possibilitĂ di perseguire i nostri interessi e l’opportunitĂ di realizzarli a livello mondialeâ€?. Ăˆ un abbaglio? Gradirei che qualche lodevole economista della nostra UniversitĂ statale degli studi di Brescia mi desse dei ragguagli: che la seconda e la terza economia mondiale, Cina e Giappone, hanno siglato un accordo che prevede l’abbandono del dollaro americano? Potrebbe essere quella debole luce in fondo al tunnel? Poi condivido la proposta dell’ on. Daniele Molgora, che la nostra Provincia per dimensioni, popolazione e Pil, ha tutte le caratteristiche costituzionali per essere considerata una regione. Sono d’accordo di dar vita a un percorso volto alla difesa del territorio bresciano, un referendum che

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punta a chiederne la promozione a “Regioneâ€?. L’art.132 della Costituzione, infatti recita: “Si può, con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni stesse. Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un’altraâ€?. Condivido la preoccupazione del presidente Molgora, che la perdita dell’Ente Provincia rappresenta un tentativo di eliminare l’identitĂ bresciana in cui il territorio si riconosce. Celso Vassalini

Siamo liberi Egr. direttore, detto francamente avrei preferito che il governo Berlusconi avesse spinto la sua risoluzione piÚ oltre. La valutazione delle opposizioni e degli antiberlusconiani è stata talmente negativa da considerare la discesa in politica del Cavaliere la causa di tutti i mali del Paese. Le stesse dimissioni di Berlusconi hanno dato luogo a ridicole manifestazioni di gioia innervate da una profonda ideologia. La stessa che

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per settimane ha portato i maggiori quotidiani del Paese a denigrare lo stesso Berlusconi mettendo in cattiva luce l’Italia stessa. Una situazione contro cui urge prendere le dovute contromisure, non come concessione alla destra o alla sinistra, ma come esigenza vitale per il Paese. Se, però, la democrazia è questo sono portato a ritenere che abbia ragioni chi sostiene che si stava meglio quando si si stava peggio. Ciò che accadde dopo Tangentopoli, con la comparsa sulla scena nazionale di Forza Italia e l’affermazione del sistema bipolare è stato per me un fatto positivo. Al teatrino dei governicchi in continuo cambiamento e sempre uguali a se stessi si è succeduta un’alternativa chiara. Quello che è seguito negli anni è stata, purtroppo, l’affermazione di una sempre piĂš aspra contrapposizione tra maggioranza e opposizione. Un contrasto che si è sempre piĂš incancrenito sino a portare tanti in piazza a inneggiare alla ritrovata libertĂ dopo le dimissioni di Berlusconi. Liberi, sĂŹ, ma da cosa? Mi sembrava di essere tornato al 25 luglio 1943 quanto tutti, da fascisti che erano, manifestarono contro il dittatore deposto. Per questo non posso che condividere il pensiero di quanti sostengono che il vero limite dell’Italia non è tanto la politica fisiologicamente incapace di risolvere il problemi del Paese, ma gli italiani sempre pronti. da voltagabbana, a cambiare carro in corsa. Sino a poche settimane fa leggendo i giornali si percepivano i contorni drammatici di una crisi difficile da affrontare e risolvere. Dopo la caduta di Berlusconi e l’avvento del governo tecnico di Mario Monti le

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stesse testate si sono prodigate nel dire che la fine del tunnel era a portata di mano (previsioni per altro smentite dai fatti nelle settimane successive). A chi dovremmo credere? Lasciamo perdere il pil, il debito pubblico, gli indici della borsa e tutto il resto, elementi che dicono tutto e il contrario di tutto. Non c’è bisogno di pendere dalle labbra dei politici o degli economisti. La crisi per gli esperti è solo un insieme di numeri, di proiezioni, di calcoli che non tornano mai. Sono sempre quegli esperti che sino al giorno prima del crollo delle borse sostenevano che tutto andava bene e che poche ore piĂš tardi non hanno esitato a sposare la causa del disfattismo assoluto. Secondo il rapporto sulla stabilitĂ finanziaria redatto da Bankitalia la situazione economica delle famiglie italiane è nel complesso solida; il rapporto segnala come il debito delle famiglie rimanga basso se rapportato a quello di altri Paesi. Alla luce di tutto questo mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia ancora posto il problema della legittimitĂ dell’intera operazione che ha portato alle dimissioni di Berlusconi. A qualche settimana di distanza continuo a reputarla un’operazione ardita. Non doveva esserci altra alternativa al governo uscente che quella di un nuovo esecutivo eletto dal popolo. Invece è andata in scena a una grande pressione mediatica a cui hanno preso parte anche tanti presunti amici di Berlusconi per costringerlo a una uscita di scena anzitempo. Eppure il governo Berlusconi ha fatto tanto e ad oggi non si vede ancora all’orizzonte chi possa fare di piĂš e di meglio. Nonostante tutto,

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però, è bene non perdere la speranza perchÊ le positive energie di chi ancora crede nel Paese non vadano disperse. Non ci sarà mai alcun governo in grado di risollevare il Paese se non sarà accompagnato dallo sforzo morale di ogni italiano. Edmondo Del Prete

Errata corrige In merito all’articolo apparso lo scorso numero su “Voceâ€? a pagina 14 a firma Davide Alessi dobbiamo rettificare alcuni passaggi. A Cemmo di Capo di Ponte nasce la Fondazione per la scuola cattolica. Al progetto della Fondazione hanno aderito cinque parrocchie (quelle di Breno, Edolo, Lovere, Pisogne e Cogno) e l’Alma Tovini Domus di Brescia (di cui fa parte l’Eremo di Bienno), oltre alla Fondazione Camunitas, la Fondazione Tassara, la cooperativa sociale Foppa, la Finanziaria di Vallecamonica, oltre all’Istituto delle suore dorotee di Cemmo. La Fondazione gestirĂ la scuola di Cemmo e non quella di Cogno (come erroneamente indicato nell’articolo). la redazione

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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