La Voce del Popolo 2012 09

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La prima icona “scrittaâ€? da chi, dopo lunga preparazione, si accinge a iniziare la “missioneâ€? di iconografo, è quella della Trasfigurazione. Mistero folgorante. Sul monte GesĂš, davanti a pochi discepoli stupefatti, manifesta la sua gloria. La Legge e i Profeti gli rendono testimonianza. Ăˆ uno squarcio sull’identitĂ profonda e vera di GesĂš, un anticipo del mistero della Pasqua, in cui risplenderĂ il suo nome di “Signoreâ€?, una rivelazione (come al battesimo) della TrinitĂ . Contempliamo con calma quel Viso trasfigurato, inondato di luce, che ha accettato per nostro amore di essere “sfiguratoâ€? nella Passione e sulla Croce. Potremo apprendere che “solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezioneâ€? e trovare la forza per “trasfigurareâ€? anche i momenti della vita piĂš scialbi. Santa Teresa di Lisieux, “specialistaâ€? della piccola-grande via dell’infanzia, era stata ben presto attirata dal Volto Santo di GesĂš. Lo invocava come la stella che guidava i suoi passi, come il suo Cielo quaggiĂš! Anche a noi quel Volto, pieno di luce e di dolore, possa sempre indicare la via.

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Albini e Comolatti. Scuole paritarie, Monti e l’Imu

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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Gussago. Verso le elezioni: sono poche le certezze

͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Don Giussani. L’intervista a Walter Sabattoli

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͙͜ ’‘”– Lo sport mese per mese: 12 scatti per fare del bene

‹ŽŽ‡ Ž‹”‡ ƒŽ Â?‡•‡ “Che disperazione, che delusione dover campar, sempre in disdetta, sempre in bolletta! Ma se un posticino domani cara io troverò, di gemme d’oro ti coprirò! Se potessi avere mille lire al mese, senza esagerare, sarei certo di trovar tutta la felicitĂ !â€?. CosĂŹ cantava Gilberto Mazzi nel 1939 quando poter avere 1000 lire al mese, per un operaio, un manovale, un salariato o un bracciante, era un autentico miraggio. In quell’anno l’Italia sembrava abbastanza tranquilla e serena, proprio come quella canzone che, solo a sentirla,

infondeva fiducia e allegria negli italiani. Ma come si viveva negli anni trenta? Una coppia d’uova costava 0,90 lire, le patate 0,600,75 lire al kg, il latte 1,25 lire al litro, le sigarette 1,70-2 lire di media a pacchetto da 10, il pane 2 lire al kg e l’affitto di una casa 200-250-300 lire al mese. E le paghe dei lavoratori? I manovali, salariati dell’agricoltura, braccianti e manovali 300 lire mensili, gli operai specializzati: da 300 fino a 600 lire al mese e gli impiegati da 600 a 1000 lire al mese. E i manager? Bella domanda. Oggi in tempo di tagli e di crisi economica la sproporzione tra chi prende poco piÚ di 1000 euro al mese e certi stipendi d’oro balza ancora di piÚ all’occhio. La pubblicazione nei giorni scorsi delle retribuzioni dei manager pubblici, con cifre da capogiro che superano le

centinaia di migliaia di euro, a cui vanno aggiunti magari dei doppi o tripli incarichi altrettanto ben retribuiti e non quantificabili nemmeno dallo Stato, è un atto di veritĂ e trasparenza che fa pensare. La prima cosa che stride è la sproporzione tra ciò che uno fa e il livello dello stipendio che percepisce. Si dirĂ : “Questi manager hanno grandi responsabilitĂ e pertanto vanno ben pagatiâ€?. Legittimo, ma con i soldi che prendono non gli basterĂ un’altra vita per spenderli tutti! Possibile non ci sia un limite di equitĂ tra il lavoro e una paga che sia giusta ma non esosa? Anche GesĂš parlava dell’operaio e della giusta “mercedeâ€?, ma con quale proporzione? Pare che l’Italia sia tra le nazioni europee con minor crescita degli stipendi medi negli ultimi anni. Significa che solo alcuni italiani hanno

meritato il premio di produzione e tutti gli altri sono sfaticati? Ben venga perciò la fissazione di un limite per gli stipendi dei dirigenti pubblici. Si parla di un tetto di 295mila euro, comunque non proprio briciole. Lo scandalo è che la norma potrebbe arenarsi in parlamento. Non si toccano i diritti acquisiti... non è giusto che i dirigenti delle Regioni prendano di piĂš di quelli nazionali... Insomma, molte ragioni per aggirare o ritardare l’applicazione della norma. Interessi personali, qualche lobby che bussa alla porta e il gioco è fatto. I manager strapagati, per ora, tacciono. Forse un’autoriduzione volontaria della paga non sarebbe un brutto segno. Il resto dell’Italia, intanto, canta e sogna “un modesto impiego, io non ho pretese, voglio lavorare per poter alfin trovar tutta la tranquillitĂ !â€?.


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Rimpiangere il passato o detestare il presente? Pende comunque dalla parte sbagliata la bilancia esistenziale dei tre protagonisti di “Posti in piedi in paradiso�, l’ultimo film dell’attore comico romano Carlo Verdone. Un discografico di successo (Verdone) travolto da onde sonore sintonizzate sui nuovi mercati; un imprenditore rovinato dal vizio del gioco e dall’azzardo in camera da letto (Giallini); un critico cinematografico (Favino)

caduto in disgrazia con il proprio direttore per averne sedotto (per email!) la moglie. Tre moschettieri dalla spada spuntata e le calze bucate, eternamente in bolletta e stretti nella morsa dei matrimoni falliti, dei figli a carico e degli alimenti da pagare. Dentro questa visione d’insieme, disincantata e a tratti feroce Verdone tratta il tema dei padri separati in questo tempo di crisi. Si ride di riflesso, ma guardarsi fa male. Quei posti in piedi sono anche per noi.

to che segna per sempre chi ne resta vittima. Dati che evidenziano una volta di piÚ il bisogno, l’urgenza di forme di accompagnamento, di vicinanza, di condivisione comunitaria con chi sta cercando faticosamente di ricomporre il proprio matrimonio o chi, fallita anche questa ultima mediazione, deve gestire la fine del rapporto. Percorsi, attenzioni, preoccupazioni che l’Ufficio famiglia della diocesi mette tra le sue progettualità , cosÏ come quelle

strutture che, nel Bresciano, operano a sostegno della famiglia. Ma quello dell’accompagnamento, del sentirsi parte di una comunità è un bisogno avvertito, come testimonia Luigi Lussana presidente dell’associazione “Mamme e papĂ separatiâ€? in queste pagine, anche da chi sta vivendo questa dolorosa esperienza. “Tematizzareâ€? questi aspetti rappresenterebbe un atto di civiltĂ piĂš significativo rispetto ai cambiamenti della normativa in discussione.

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n anno: tanto dovranno aspettare, se la normativa congedata dalla commissione giustizia della Camera dei deputati diventerĂ un giorno legge dello Stato, le coppie in crisi per ottenere il divorzio. Il passaggio dai tre anni previsti dalla normativa vigente (si tratta ovviamente della durata della separazione legale) ai 12 mesi della proposta al vaglio del parlamento è stato salutato in modo bypartisan come un “atto di grande civiltĂ â€? che avvicina l’Italia all’Europa. Il deputato Maurizio Paniz, presentando alla Camera la sua proposta di legge contenente modifiche al Codice civile e all’art. 3 della legge 1 dicembre 1970 n° 898 in materia di scioglimento del matrimonio e della comunione tra i coniugi, parlava di disciplina del divorzio in Italia “molto rigida rispetto alle effettive dinamiche sociali e culturali che il legislatore deve saggiamente accompagnare, senza la pretesa di imporre comportamenti nĂŠ di intralciare l’autonomia dei soggettiâ€?. A sostegno della riduzione della durata della separazione legale Paniz, era il 6 maggio del 2008, sosteneva che i tre anni previsti dalla legge non svolgevano alcuna funzione deterrente per la prosecuzione di vita di coppie ormai logorate. Una scelta definita di civiltĂ , dunque che, come spesso accade in Italia, finisce per prendere “il sacco in cimaâ€?. La proposta, infatti non considera gran parte dei problemi, spesso drammatici, connessi con la fine, quasi sempre traumatica e dolorosa, di un rapporto di coppia. E anche quando lo fa, come nel caso di una durata piĂš lunga della separazione (due anni) in presenza di

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figli minori, l’interesse è superficiale, quasi che raddoppiare il tempo a disposizione per una eventuale ricomposizione della coppia, fosse la via per rendere meno drammatica l’esperienza della crisi. Il problema vero, drammatico, è che la fine del matrimonio, nonostante tocchi un numero sempre piĂš ampio di persone, è ancora considerato un fatto essenzialmente privato, e probabilmente per tanto aspetti ancora lo è, nonostante le dimensio-

ni da “fenomeno socialeâ€?. Tre milioni: tanti erano nel 2009 gli italiani alle prese con la fine del loro matrimonio, il 6,1% dell’intera popolazione nazionale. “Un esercito – scriveva all’epoca l’Istat – con un livello di istruzione medio alto, piĂš diffuso al Centro Nord e nelle grandi aree metropolitaneâ€?. Un esercito composto da tante piccole storie private ma che hanno evidenti ripercussioni sulla comunitĂ . PerchĂŠ il divorzio, lo dicono le statistiche, comporta un peggioramento complessivo delle condizioni economiche delle persone coinvolte: moglie, marito ed eventuale figli. A scattare la fotografia di questo primo aspetto problematico è ancora l’Istat: il 46% delle persone divorziate o in attesa di divorzio dichiara un peggioramento delle proprie condizioni economiche. Un peggioramento che per tanti comporta uno sconfinamento fra i nuovi poveri. Un dramma raccontato anche nella recente fiction “Sarò sempre tuo padreâ€? e in toni piĂš lievi da “Posti in piedi in paradisoâ€?, l’ultimo film di Carlo Verdone. La fine del rapporto dei genitori porta tanti figli a rinunce forzate. Non si tratta soltanto d rinunciare alle vacanze, alle attivitĂ sportive, ad alcuni svaghi, o ad altri piccoli lussi. Deve far pensare il fatto che per il 5% dei figli “vittimaâ€? della fine di un matrimonio siano a rischio anche le spese mediche. E visto che “piove sempre sul bagnatoâ€? una buona percentuale di questi figli (quasi il 21%) vede peggiorare anche il proprio rendimento scolastico. Poche percentuali che non riescono però a tradurre in tutta la sua problematicitĂ la fine di un matrimonio. Numeri che non riescono a raccontare la drammaticitĂ di un even-

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6L ID SUHVWR D SDUODUH GL VFHOWD GL FLYLOWj Sono domande, piĂš che riessioni, quelle che Nino Sutera, presidente del Forum provinciale delle associazioni familiari pone sull’approvazione della normativa che riduce i tempi della separazione. “Adesso abbiamo inventato il divorzio breve: forse in contrapposizione a un divorzio lungo? e qual è la differenza tra i due? Come il caffè ristretto e il caffè lungo?â€? Quella scelta dal Parlamento è per Sutera la via, piĂš facile dello slogan, che non quella

di uno sforzo di riessione e di coerente razionalitĂ . â€œĂˆ il trionfo – continua – del primato del sentimento e della passione sull’impegno, sulla responsabilitĂ , sul progetto. La norma in discussione per Nino Sutera ha legittimato l’amore a termine, quello che dura ďŹ nchĂŠ deve durare e poi ciascuno per la propria strada. “E i ďŹ gli? – si domanda provocatoriamente –. B C’è la soluzione con l’afďŹ do condiviso, con magari “due papĂ â€? o “due

mammeâ€? alla festa della scuola o alla prima comunioneâ€?, Ricorre al paradosso Sutera per sottolineare come il matrimonio sia sempre piĂš ridotto a semplice scambio di carte che possono in tempi sempre piĂš brevi essere sostituite da altre carte: “cambia solo il referente – afferma –-: per il primo accordo il sindaco o il prete, per il secondo il giudiceâ€?. Prima di parlare di avanzata civile in riferimento al “divorzio breveâ€?, il presidente del Forum

provinciale delle associazioni familiari invita a serie riessioni in merito alle conseguenze della rapiditĂ approvata: ai ďŹ gli eventualmente coinvolti, alla coppia in quanto tale, alla societĂ nel suo insieme, alle ricadute sul coniuge economicamente piĂš debole e sui ďŹ gli. Il Forum nazionale chiede al legislatore di non stravolgere una tradizione giuridica orientata al favor familae, per introdurre una dubbia preferenza per il favor divortiiâ€?.


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La separazione prima del divorzio come momento per cercare di “ricomporre i cocchi” e, quando esistono, per tutelare i figli. Ma è veramente così? La domanda è stata posta al pedagogista Luigi Domenighini, collaboratore di “Voce”. “Nessuno nasconde che proprio i figli sono quelli che soffrono maggiormente per la crisi dei figli – afferma –. Per questo bisogna dare loro tempo per cercare di capire quello che sta accadendo”. Per questo la

durata della separazione non può essere considerata come semplice elemento temporale. “È necessario che i coniugi in crisi sappiamo approfittare di questo tempo – sono ancora considerazioni di Luigi Domenighini – vivendolo con dignità, aiutando i figli a non sviluppare sensi di colpa per quanto sta succedendo”. L’accanirsi, come spesso capita, tra coniugi, dimenticandosi del disagio che può montare nei figli significa, per il pedagogista,

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esporli a rischi gravi. “Non si tratta solo di difficoltà scolastiche – sono considerazioni di Domenighini –. Ci sono rischi di devianze che possono avere importanti ripercussioni nella loro vita e in quella dei genitori, anche se separati o divorziati”. Per questo è fondamentale che marito e moglie in crisi non dimentichino mai, anche nelle fasi più difficili, di essere genitori con il dovere di pensare sempre e comunque al bene dei figli.

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0HGLDUH SULPD FKH VLD WURSSR WDUGL In 11 anni di presidenza dell’associazione dei padri separati, poi allargata anche alle mamme (oggi il nome è “Mamme e papà separati) ha avuto modo di constatare che solo una piccolissima percentuale di coppie in crisi ha approfittato dei tempi della separazione per rimettere insieme i cocci del proprio matrimonio. Per molti degli altri si è trattato di un estenuante cammino di corsi e ricorsi che hanno portato al divorzio.

“Per questo fatto salvo il bene dei figli – affema Luigi Lussana, presidente dell’associazione bresciana – credo che il termine di un anno sia una scelta opportuna, oltre che necessaria per avvicinare la legislazione italiana a quella europea”. Non gioisce, però, Lussana perché è ben cosciente che questa nuova normativa non risolve la crisi dell’istituto del matrimonio e dell’estrema facilità con cui tanti giovani, senza un’adeguata prepa-

razione alle spalle, si sposano. “Con sempre maggiore superficialità tante coppie decidono di sposarsi – sono considerazioni di Luigi Lussana – e con altrettanta facilità decidono dimettere fine a questa esperienza, indipendentemente dalla presenza dei figli”. La via della mediazione prima ancora di quella prevista nel tempo della separazione, potrebbe essere una delle vie da perseguire per far fronte con efficacia al numero sem-

pre maggiore di divorzi che anche Brescia registra. “Parlarsi prima che la crisi sia conclamata, prima di essere obbligati per legge a farlo – afferma Luigi Lussana – potrebbe essere la strada per evitare tante sofferenze e tante povertà che colpiscono chi vive il dramma della separazione e del divorzio”. Perchè è vero, che anche a Brescia, chi incappa in questa situazione rischia la povertà economica e sociale.

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Ăˆ sempre complicata la situazione diplomatica creatasi tra India e Italia dopo l’incidente che ha portato all’uccisione di due pescatori di cui sono accusati due marò a bordo della petroliera italiana MV Enrica Lexie, al largo delle acque del Kerala. Le autoritĂ italiane hanno definito l’accaduto un “triste erroreâ€?: i fucilieri del Battaglione San Marco, a bordo della petroliera per garantire la sicurezza, avrebbero infatti sparato dopo aver scambiato il peschereccio per un

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vascello pirata. Indagini e prove balistiche sono ancora in corso, ma l’ottimismo dimostrato nei primi giorni dalla diplomazia italiana ha lasciato spazio a un atteggiamento di maggiore cautela. Da qualche giorno le autoritĂ dei due Paesi coinvolte nel caso lavorano in uno spirito di reciproca collaborazione. Ajith Kumar, commissario di polizia di Kochi, ha dichiarato ai media locali che “la delegazione italiana ha fornito grande sostegno e collaborazioneâ€?. Nei giorni scorsi lo

stesso ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, è arrivato in India per occuparsi personalmente della questione. Le famiglie dei due pescatori uccisi stanno invece ricevendo il sostegno dell’intera comunitĂ cattolica del Kerala a cui appartenevano. P. Stephen G. Kulakkayathil, segretario generale del Kerala Region Latin Catholic Council ha ribadito che la locale comunitĂ cristiana non nutre comunque sentimenti di rivalsa nei confronti dell’Italia.

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ufficiale: l’Agenzia per il terzo settore, ente di emanazione governativa di diritto pubblico preposto a esercitare poteri di indirizzo, promozione e vigilanza nel contesto in cui agiscono le organizzazioni non lucrative di utilitĂ sociale, i soggetti del terzo settore e gli enti non commerciali. sarĂ cancellata. A confermarlo, a Villaggio Solidale, il salone del volontariato italiano tenuto nei giorni scorsi a Lucca, è stato Danilo Giovanni Festa, direttore generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali del ministero del Lavoro e politiche sociali. “Il consiglio dei ministri ha approvato l’abrogazione dell’Agenzia del terzo settore – ha annunciato Festa – e le sue funzioni passeranno quindi al ministero del Lavoro e delle politiche socialiâ€?. Mentre il consiglio dei ministri stava varando la manovra fiscale, sempre nel corso del salone del volontariato italiano organizzato a Lucca dal Centro nazionale per volontariato in collaborazione con la Fondazione volontariato e partecipazione e il Cesvot, Emanuele Rossi, consigliere dell’Agenzia, aveva dichiarato di non conoscere “le ragioniâ€? della chiusura. “Nessuno – ha aggiunto Rossi – ha mai spiegato nulla. NĂŠ a me nĂŠ agli altri consiglieri dell’Agenzia. Forse si vogliono risparmiare quei 15mila euro annui che rappresentano il ‘costo’

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– si parla di chiusura. Ci vorrebbero un minimo di coerenza e di serietĂ â€?. A rispondere a queste perplessità è stato lo stesso Festa che nel corso di un convegno organizzato sempre nell’ambito della manifestazione lucchese ha ricordato come, nonostante il bilancio dell’agenzia del terzo settore non fosse particolarmente gravoso, in una fase congiunturale come quella che sta vivendo l’Italia “era importante dare un segnaleâ€?. Nel convegno di Lucca in cui si è discusso sui possibili sviluppi per il volontariato italiano in questa fase sospesa tra federalismo e prospettive di riforma, il Direttore

generale per il volontariato, l’associazionismo e le formazioni sociali del ministero del Lavoro e politiche sociali ha anche affermato che la legge quadro sul volontariato andrebbe rivista. “Dal 1991, anno della sua approvazione, si sono alternati molti governi – commenta Giovanni Festa –. Ci sarebbe stato tutto il tempo per cambiare la legge 266, ma ciò non è avvenuto. Anche perchĂŠ c’erano forti resistenze da parte dello stesso mondo del volontariato. Comunque al momento non è un argomento al tavolo di questo governo, anche se la forza per cambiarla l’avrebbeâ€?

,O 3DHVH YHUVR OD QRUPDOL]]D]LRQH Lo Yemen, uno dei tanti Paesi attraversati da quella “primavera arabaâ€? che ha iniziato a soffiare dai primi mesi dello scorso anno, sembra avere imboccato la via della normalizzazione. Ali Abdullah Saleh, dopo 33 anni di regime ha ufďŹ cialmente rinunciato al potere, e ha fatto posto al suo vice, Abdrabbuh Mansour Hadi (nella foto), che dopo le elezioni, ha giurato il 26 febbraio davanti al parlamento. Nel recente passato, per tre volte Ali

Abdullah Saleh aveva promesso di ďŹ rmare un accordo per la sua uscita di scena e per tre volte si è rimangiato la decisione. Il trasferimento di poteri fa parte di un accordo, faticosamente portato avanti dalla diplomazia internazionale e garantito dal Consiglio di cooperazione dei Paesi del Golfo. In base a questo accordo, Mansour Hadi resterĂ al potere per due anni per supervisionare la stesura di una nuova Costituzione, e per organizzare nuo-

ve elezioni, sia parlamentari che presidenziali, previste nel 2014. Alla cerimonia di giuramento ha promesso di lavorare per riportare a casa le migliaia di sfollati, creati dai combattimenti fra lealisti e oppositori nell’ultimo anno. “Uno dei compiti piĂš importanti è la prosecuzione della lotta contro alQaeda, come un dovere religioso e nazionale, e riportare gli sfollati alle loro caseâ€? ha dichiarato Mansour Hadiâ€?.

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anche per Unicef. Quando ci si trova davanti a lui viene spontaneo chiedergli il perchĂŠ di questo impegno e da dove nasce; disarmante nella semplicitĂ â€œWhy not, mi verrebbe da dire – risponde Covatta con franchezza e sincerità – Ma detto questo non c’è nessun motivo che lo impedisca. Ci sono tutte le motivazioni che nel corso degli anni ‘70 ho vissuto e che cerco di tenere vive dentro di meâ€?. Aspetti che nascono in un periodo di fermento dell’Italia e degli animi

e che rimangono nel cuore. Ma Giobbe Covatta, all’anagrafe Gianni Covatta, è uno dei tanti personaggi famosi che si dedica alla solidarietĂ . “In Africa non mi conoscono come personaggio famoso – racconta ancora il comico – l’impegno è la risposta a una esigenza personale. C’è qualche nazione, come l’Egitto, in cui le televisioni traducono qualche programma nostro in arabo, ma nulla di che. Ogni tanto qualcuno ti riconosce, ma questo avviene

quando attraverso il Maghreb, cosa che per altro faccio di rado perchè io frequento soprattutto l’Africa sub-sahariana e – continua con ironia amara – lĂŹ molti non sanno nemmeno cosa sia la televisioneâ€?. Giobbe parla con passione; non sono frasi fatte. Dietro c’è una vita, un volto, ci sono delle persone. Nei suoi lavori non mancano anche libri e spettacoli che pongono davanti agli italiani le situazioni che a lui stanno a cuore, come dire a tutti: “PerchĂŠ no?â€? (m.t.)

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opo tante polemiche (strumentali) la questione Imu (ex Ici) ChiesaStato è avviata a soluzione con evidente soddisfazione delle parti in causa. Ăˆ stato lo stesso premier Mario Monti, con un intervento non programmato alla Commissione industria del Senato che stava discutendo di liberalizzazioni, a chiarire la posizione del governo. Saranno soggette al pagamento dell’Imu le scuole cattoliche che svolgano la loro attivitĂ senza finalitĂ di lucro. Il chiarimento ha fatto tirare un sospiro di sollievo anche a tante scuole cattoliche bresciane e alle associazioni che le rappresentano. “Anche se – afferma Lorenzo Albini, presidente dell’Adasm Fism di Brescia – c’è da chiarire che le misure annunciate da Monti riguardano tutte le scuole paritarieâ€?. Una precisazione , quella del Presidente delle 262 scuole materne di ispirazione cristiana del Bresciano, che mira a sgomberare il campo da fraintendimenti che hanno, sino a pochi giorni fa, alimentato la polemica di presunte regalie dello Stato alla Chiesa. “La parificazione – continua Albini – ha imposto alle scuole di essere enti non profit con l’obbligo di presentazione di bilanci che certifichino questi aspetti. Se Monti ha ritenuto nei giorni scorsi di chiarire questo aspetto significa,

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posizione tra scuola statale e scuola paritaria. “Il pagamento dell’Imu – prosegue il presidente Adasm – avrebbe causato una reazione a catena mettendo a rischio lo stesso servizioâ€?. La speranza è che il chiarimento di Monti non provochi una ripresa di quella che con un giro di parole Albini definisce “guerra tra poveriâ€?, con le scuole statali e quelle paritarie (alle prese le une con i sempre piĂš frequenti tagli e le seconde con i ritardi dei trasferimenti dei fondi promessi) chiamate a una contrapposizione che non ha alcun senso, perchĂŠ il rischio è che a pagare il prezzo piĂš alto siano ancora una volta gli studenti e le loro famiglie. Anche suor Alba Comolatti, delegata provinciale della Fidae, esprime soddisfazione per la precisazione del presidente Monti. “Credo che le sue parole – afferma – rispondano a una questione di giustizia perchè l’applicazione dell’Imu alle nostre scuole sarebbe stata al di fuori di ogni logicaâ€?. La nuova imposta sarebbe stata per la religiosa il colpo mortale per tante scuole paritarie che giĂ vivono in condizioni di precarietĂ . “Sarebbe stata anche una profonda ingiustizia – continua suor Alba Comolatti – perchè avrebbe certificato il disconoscimento del ruolo pubblico che le scuole paritarie svolgono e del risparmio che, con il loro servizio, consentono alle casse dello Statoâ€?.

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Su iniziativa della Cdo verrĂ presentato a Brescia il 27 marzo prossimo lo spettacolo teatrale “La penultima cenaâ€?, scritto e interpretato da Paolo Cevoli. L’iniziativa fa parte della campagna “Tende di Natale 2011-2012â€? a favore dei progetti di cooperazione internazionale della Fondazione Avsi, una ong che aderisce alla Cdo. Il ricavato della serata che si terrĂ al PalaBrescia, sarĂ destinato al Progetto Haiti per la realizzazione

Tre giorni dedicati all’economia sociale in cui Brescia è il palcoscenico per cooperative sociali, aspiranti imprenditori del settore, accademici e professionisti del mondo della cooperazione, oltre che rappresentanti della ComunitĂ europea e dei 12 partner europei che partecipano al progetto Isedenet. Brescia ha accolto i partner del progetto provenienti da otto Paesi del Sud Est Europa (Austria, Bulgaria, Grecia, Serbia, Slovenia, Ucraina e Ungheria, oltre ovviamente

di un centro educativo per bambini e giovani nella capitale Port au prince. L’Avsi, presente nel Paese caraibico sin dal 1999, ha moltiplicato i suoi sforzi dopo il sisma del 2010 che ha distrutto l’isola. Con il suo programma di emergenza l’Avsi ha aiutato 40mila persone e ha costruito 16 strutture. Con lo spettacolo del 27 marzo l’associazione punta a costruire un centro educativo nella capitale che possa diventare punto di riferimento per i piÚ piccoli.

all’Italia che vede coinvolte, oltre alla Provincia di Brescia, anche Caritas Ambrosiana e il Comune di Venezia). Il progetto, ďŹ nanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale nell’ambito del Programma South East Europe è nato per dare slancio allo sviluppo dell’economia sociale. L’evento culminerĂ con la conferenza aperta al pubblico, che avrĂ luogo venerdĂŹ 2 marzo sul tema “L’economia sociale tra realtĂ e prospettive di sviluppo nell’attuale contesto di crisi globaleâ€?.

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6XOO¡HVLVWHQ]D GHO OLEHUR DUELWULR Il libero arbitrio non ha vita facile; sembra una moda negarlo con argomenti scientiďŹ ci o riessioni esistenziali o, piĂš spesso, senza nessun argomento, come si trattasse di cosa evidente, che solo i ciechi e gli illusi non riconoscono. Leggo da una cronaca: “Cos’è la libertĂ ? Essere consapevoli che il libero arbitrio non esiste‌â€?. L’interessante è che chi fa queste affermazioni aggiunge generalmente tutta una serie di indicazioni rivolte agli altri: quello che debbono pensare, dire, fare, quello che debbono evitare, combattere, disprezzare‌ Mi chiedo: se il libero arbitrio non esiste, a che cosa servono le esortazioni? Non è tutto predeterminato come il moto dei pianeti? Dire a Giove di rallentare la sua corsa non servirebbe molto; e nemmeno sarebbe giusto rimproverare Saturno di andare in giro con troppi anelli. Che cosa si vuole dire, allora? Se il signiďŹ cato è che la libertĂ dell’uomo deve misurarsi con una serie di condizionamenti, questo è

piĂš che evidente: non riesco a saltare due metri in alto anche se lo desidererei; e se non prendo 2000 calorie al giorno non sto in piedi. Ma questo vuol dire che non ho il libero arbitrio? che non sono responsabile delle scelte che faccio? che sono solo una funzione delle leggi cosmiche che dirigono ogni cosa? Torno all’affermazione iniziale: “la libertà è essere consapevoli che il libero arbitrio non esisteâ€?. Forse la frase è piĂš vera di

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quanto pensavo all’inizio; la consapevolezza, cioè la presenza a se stessi, è esattamente il segno della libertĂ : non solo pensiamo, ma siamo presenti a noi stessi quando pensiamo; non solo decidiamo, ma siamo presenti a noi stessi quando decidiamo; non solo agiamo, ma siamo presenti a noi stessi quando agiamo. Da qui nasce la responsabilitĂ : di ciò che penso, di ciò che desidero, di ciò che decido, di ciò che faccio sono responsabile; sono io

che lo penso o lo desidero o lo decido o lo faccio. Non sono una marionetta manovrata da un burattinaio che tira i ďŹ li e mi usa a suo piacimento. Certo, posso anche rinunciare alla mia libertĂ ; posso lasciarmi andare e lasciarmi dominare dagli eventi; posso decidere di non decidere; ma anche di questo sono inevitabilmente responsabile. Temo che dietro alla negazione del libero arbitrio ci sia la fatica di essere responsabili

di se stessi; la sofferenza di non potere attribuire ad altri i propri errori; l’angoscia di non essere all’altezza dei propri compiti. Se non sono libero, posso dire e fare quello che voglio; non sarò io a farlo, ma l’impulso che abita in me; ho trovato la magica chiave passe-partout, capace di giustiďŹ care me stesso, tutti i miei comportamenti. Basta rinunciare a essere ‘umani’ e tutto diventa facile, tutto giusto, tutto lineare; o no?


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L’unitĂ pastorale di Brescia Ovest (Divin Redentore, NativitĂ Beata Vergine Maria, S. Giovanna Antida e Santo Spirito) ha proposto quattro appuntamenti durante il cammino di Quaresima per i genitori. La prima serata è andata in scena mercoledĂŹ 29 febbraio con Mirko Pizzoli che ha parlato di “Chiesa educante... il primato della famigliaâ€?. Nel secondo incontro (mercoledĂŹ 7 marzo) mons. Cesare Polvara,

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provicario della diocesi, interviene su “UnitĂ pastorali... quale cammino: prospettive e difficoltĂ â€?. MercoledĂŹ 14 marzo tocca, invece, a padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio migranti, presentare il tema “I cristiani immigrati nelle nostre comunitĂ â€?. Il 21 marzo, infine, il collega Mauro Toninelli racconta “Chiesa-web 2.0 e mondo giovanile: cosa conosciamo noi adulti?â€?. Gli adulti spesso

faticano a entrare in contatto con i giovani perchĂŠ non conoscono i loro strumenti e faticano a comprenderne la portata. La sfida dell’educazione passa, però, anche dai social network (Facebook, blog, Twitter...): come dobbiamo accostarci, quali risorse abbiamo a disposizione per confrontarci con questi nuovi strumenti educativi? Tutti gli incontri si tengono alla Pieve di Urago Mella con inizio alle 20.45.

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l quadro completo si avrĂ solo fra un mese quando ai primi di aprile scatterĂ la scadenza per la presentazione delle liste, 34 giorni prima di quel 6 maggio in cui sono previste le prossime elezioni amministrative. La parrocchia, con una lettera del parroco don Adriano Dabellani al consiglio pastorale, ha ribadito che “conformemente ad un costume ben collaudato, non si schiera nel sostenere persone o partitiâ€?. Don Adriano lancia anche un appello: “Stiamo soffrendo a causa di un malessere politico sociale misterioso, che non ci aiuta ad essere una comunitĂ serena, unita e pacificata. Siamo appesantiti da contrapposizioni e da risentimenti che preoccupanoâ€?. Per ora solo due candidati sindaco sono usciti allo scoperto: l’ex sindaco Bruno Marchina alla guida di “Gussago Insiemeâ€? e Damiano Ceretti per la nuova lista civica “Con Voiâ€? che vede unirsi sia esponenti vicini al Partito democratico di cui Ceretti è stato capogruppo in consiglio comunale sia altre personalitĂ note del panorama politico gussaghese. Sebbene i candidati non siano piĂš un mistero, i nomi effettivi inseriti nelle liste non sono ancora stati resi noti sebbene entrambe le coalizioni abbiano annunciato un massiccio inserimento di volti nuovi. PiĂš nebulosa invece la situazione per il centro destra che dopo aver accusato il colpo della ca-

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e il Movimento “Cinque Stelle� hanno dato il via a una serie di incontri per la costruzione di un programma e di una lista che possa rispettare i valori che caratterizzano i due movimenti, promuovendo assemblee pubbliche sul territorio. Smentita direttamente dall’interessata invece la candidatura a sindaco per l’ex assessore al commercio Lucia Masutti, indicata da rumor di paese come il possibile candidato di punta di una lista civica composta a maggioranza da cittadini di Ronco. All’orizzonte si profila quindi un possibile scenario di consultazione anche a sei/sette liste, una frammen-

tazione che porterebbe quindi ad abbassare la percentuale di voti necessaria per poter vincere la tornata, che si terrĂ per l’ultima volta a turno unico, data la mancanza dei tempi tecnici per la certificazione del superamento dei 15mila abitanti prevista attraverso il censimento generale della popolazione. Le due liste giĂ ai blocchi di partenza hanno anticipato che il programma elettorale verrĂ modellato su quello presentato durante le elezioni del 2009 riveduto e corretto. Un programma che però dovrĂ tenere conto degli inevitabili tagli di bilancio previsti dalle ultime riforme.

,Q FDPPLQR YHUVR OD 4XDUHVLPD Il cammino quaresimale è un cammino forte di grande preparazione per i cristiani nel mondo: una cammino tra impegno e riessione in preparazione alla Pasqua anche per la comunitĂ bedizzolese che per il 2012 punta su progetti semplici e quotidiani, attuando la Parola di Dio. Per il mese di marzo, le proposte per un cammino di riessione quaresimale e sul suo signiďŹ cato sono in parrocchia ogni giorno alle 8.30 e alle 18 con la Messa; al Santua-

rio della Madonna di Masciaga alle ore 9, senza dimenticare la preghiera serale in famiglia alle 19.45 sulle frequenze di Radio Ecz (FM 94 Mhz) dal lunedĂŹ al venerdĂŹ. LunedĂŹ (in alcune zone martedĂŹ o mercoledĂŹ) alle ore 20.30, gli immancabili centri di ascolto presso le numerose frazioni del paese. In particolare per adolescenti e lavoratori, ogni mercoledĂŹ mattina alle ore 6.45 la preghiera nel coretto della parrocchia; alle 7.40 la preghiera per

ragazzi delle elementari e delle medie presso il teatro dell’oratorio. Ritorna la via Crucis itinerante con processione ogni venerdĂŹ del mese, alle ore 14.30. La partenza è dal Parco di S. Rocco, presso il Cimitero. Sempre di venerdĂŹ, alle ore 20.30, la Via Crucis vomunitaria nelle varie contrade. Da non dimenticare gli esercizi spirituali dal 21 al 24 marzo: alle 15 preghiera e riessione per anziani e pensionati; alle 20.30 la liturgia della Parola.

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ƒ„ƒ–‘ Í› Â?ƒ”œ‘ ‡ ˆƒÂ?‹‰Ž‹‡ǥ ”‹•‘”•ƒ †‡ŽŽƒ •‘…‹‡–Â?ÇĄ •‹ ‹Â?…‘Â?–”ƒÂ?‘ “La famiglia risorsa e speranza per la societĂ â€? con mons. Monari. L’ex seminario di via Bollani 20 ospita sabato 3 marzo una giornata dedicata alla famiglia in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie di Milano (30 maggio-3 giugno). La festa è promossa da diverse realtĂ : dall’Associazione nazionale famiglie numerose all’Associazione di solidarietĂ familiare spazio famiglia, dalle Acli Lombardia al Forum delle associazioni familiari, dalla

Carovana per la famiglia alle parrocchie delle zone pastorali di Brescia. Nella prima parte, alle 9.30, il Vescovo interviene sulla Familiaris Consortio quando dice che “Il compito sociale della famiglia non può certo fermarsi all’opera procreativa ed educativa, anche se trova in essa la sua prima e insostituibile espressioneâ€?. Nella seconda parte tocca, invece, a Pietro BofďŹ (responsabile del Centro documentazione del Cisf), Mario (nella foto)

ed Egle Sberna (presidenti dell’Associazione Famiglie numerose), a Cesare Palombi (Carovana per la famiglia) e a Giorgio Maione (presidente del Consiglio dei sindaci e assessore alla Famiglia del Comune di Brescia); l’incontro è moderato da Nino Sutera, presidente del Forum di Brescia. Alle 12.30 il buffet è offerto dall’Associazione famiglie numerose. Alle 14 seguono l’accoglienza e i saluti delle autoritĂ locali, mentre alle

14.30 c’è un momento spettacolare per bambini e genitori. Alle 16, inďŹ ne, la merenda. Durante tutta la mattinata sono previsti i giochi e l’animazione per i bambini. I prossimi appuntamenti in provincia sono i seguenti: il 20 aprile (ore 21) a Orzinuovi, il 27 (alle 21) a Leno, il 28 (dalle 16 alle 19) a Polpenazze, il 4 maggio (alle 21) a Capriano del Colle, il 12 maggio (dalle 16 alle 18.30) a Capriolo, il 18 (alle 21) a Cellatica e a Odolo.

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’Incontro mondiale delle famiglie si terrĂ a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Un incontro, quello milanese, che non ambisce a essere paragonato a una kermesse o a una protesta politica, ma che si terrĂ , invece, nella logica delle Gmg: all’Incontro di Milano, dunque, si incontreranno dei credenti, per riflettere sulla fedeltĂ alla propria vocazione di sposi, di genitori o di figli e con l’obiettivo ultimo di dimostrare l’importanza del ruolo e del valore della famiglia nella societĂ odierna. CosĂŹ si è espresso mons. Gabriele Filippini, durante la sua breve introduzione nelle vesti di moderatore dell’annuale tavola rotonda organizzata dal Pro Familia. Due i relatori: don Flavio Dalla Vecchia e Francesco Zanotti. A don Flavio, noto biblista e insegnante, dunque, il compito di evidenziare lo stretto rapporto tra famiglia e Parola, mentre a Zanotti, giornalista e presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, quello di mostrare l’importanza di dare ancora la parola alla famiglia e di farla parlare di sĂŠ

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è evidente come il canale prioritario di trasmissione della fede sia proprio la famiglia: la fede e i principi religiosi vengono tramandati infatti di padre in figlioâ€?. “Il pensiero dominante della societĂ moderna è quello di non fermarsi e senza dubbio, apparire è ben piĂš importante di essereâ€? ha esordito Francesco Zanotti. “La rapida diffusione della tecnologia permette a ogni componente della famiglia di accedere con facilitĂ alla Rete, ovunque si trovi, con il rischio che proprio la Rete ci strumentalizzi, nonostante la nostra convinzione di dominarla. Ăˆ importante invece saper fare un uso corretto e consapevole della tecnologia facendoci testimoni credibili della fede, nella consapevolezza che abbiamo la missione di portare agli altri una Parola importantissimaâ€?.

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$UULYHGHUFL VLQGDFR H JDODQWXRPR Gli era rimasto nel cassetto quel libro mai scritto, che avrebbe voluto donare il prossimo Natale alla sua comunitĂ . Quel libro sulla sua vicenda e sul legame profondo che aveva con San Zeno, con quel pezzo di terra piatta tagliata in due dal Naviglio che ha rappresentato i confini della sua vita. Angiolino Serpelloni ha voltato l’ultima pagina del suo racconto senza clamore. Ci ha salutato dall’ospedale di Montichiari, dove era ricoverato per una maledetta malattia che da tempo lo costringeva a soffrire e ha regalato ai suoi cari, agli amici, alle persone che aveva vicino, e sono davvero tante, l’ultimo pensiero. Mi piace ricordarlo cosĂŹ: allegro, gioviale, convinto e forte nelle sue idee, come le manate che picchiava sul tavolo, quando si scaldava. Un sindaco che sarebbe piaciuto a Guareschi. Dedito, soprattutto, al suo paese. A prescindere, spesso, anche dalla politica. Quante volte l’ho sentito dire: “Hai visto che forza? Questo è il bello di San Zeno, la sua gente, l’entusiasmoâ€?. Ecco, forse era persino piĂš entusiasta lui, di quelli che dovevano e avevano motivo di esserlo. Ma qui è l’amico che prende spazio sulla carta. Angiolino, con quel suo riandare alla gente, al potere benefico della comunitĂ quando è davvero in accordo, viveva un sogno che si concretizzava spesso. Nei mercatini di Natale, nelle casette di legno o in quel deporre GesĂš a mezzanotte nel presepe costruito lungo il Naviglio ripulito. I volontari, ecco la sua forza. La gente che gli voleva bene, al di lĂ di colorazioni politiche e opposizioni

e demagogia. Le iniziative benefiche? Tante. Il toro allo spiedo, le feste, il ritrovarsi insieme, le gare d’epoca, i Mercanti del Naviglio, le gare di pittura in piazza. Spulcio i vecchi articoli e ritrovo una cascata d’idee, un rapporto stabile con gli altri, e pure le posizioni forti in consiglio, la tangenziale, il confronto civile e ora anche quel benedetto sottopasso che vedrà realizzato solo dall’alto. (Roberto Barucco)

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inusuale vengono esposti contenuti, idee e progetti con il ritmo serrato di 20 slide da 20 secondi (questa modalitĂ si dice “pecha kuchaâ€? ed è nata in Giappone). Sette sono i relatori che hanno accettato l’invito di Piattaforma Civica a cimentarsi con il Pecha Kucha e questi i temi che affronteranno: Franca Grisoni, poetessa (“Cultura. Quale?â€?); Marco Nicolai, economista (“Una finanza per uno sviluppo locale sostenibileâ€?); Paolo Pileri, professore di pianificazione

urbanistica (“Consumo di suolo, consumo di futuroâ€?); Fulvio Porta, pediatra (“Ambiente e salute del bambinoâ€?); Carlo Alberto Romano, criminologo (“Sicurezza e insicurezzaâ€?); Marco Salvadori, manager Cisco (“Digital smart city, da concetto a realtĂ concretaâ€?); Fabio Tavelli, giornalista Skysport (“Fare sport è il vero businessâ€?). “Il mondo corre, la politica e i suoi riti sono invece troppo spesso lenti e in ritardoâ€? dice Francesco Onofri, coordinatore di Piattaforma civica.

“E allora ci siamo chiesti perchĂŠ non utilizzare il ‘pecha kucha’ per parlare della nostra cittĂ e per dare un segnale di cambiamento?â€?. “L’iniziativa – aggiunge Onofri – nasce su idea di Flavio Pasotti, vicino a Piattaforma civica dal suo esordio e che dal palco di San Cristo spiegherĂ anzitutto “che cosa ci stiamo a fareâ€?. Originale è l’aggiunta allo schema della musica – affidata al trio di Franco Testa, Giulio Corini ed Emanuele Maniscalco – e del teatro di Giuseppina Turra.

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an Giovanni di Dio è il patrono degli ammalati, degli operatori sanitari e degli ospedali. Il giubileo è stato indetto dai Fatebenefratelli per vivere un anno consacrato alla testimonianza del carisma di un Santo affinchĂŠ questo si incarni maggiormente nel presente. Questo Santo è attuale “perchĂŠ la situazione critica della sanità – commenta fra Marco Fabello – richiede una solidarietĂ e un senso di altruismo verso gli ammalati. Addirittura questo tempo ci riporta a quello di San Giovanni di Dio quando i poveri e gli ammalati erano abbandonatiâ€?. Il giubileo ha coinvolto il mondo del Fatebenefratelli (300 opere diffuse in cinque continenti). Ăˆ stato un anno di richiamo per noi e per i collaboratori (dipendenti, volontari e benefattori) nel tentativo di formare una famiglia piĂš grande perchĂŠ l’ordine con il passare degli anni non potrĂ essere formato solo dai religiosiâ€?. “Il nuovo volto dell’Ordineâ€? è il documento che ha aperto l’anno giubilare. Qual è il nuovo volto? “In questo documento si immagina appunto un futuro nel quale collaboratori e religiosi siano un tutt’uno perchĂŠ l’ospitalità – spiega fra Marco – possa avere una risposta univoca e piĂš completa per andare anche incontro al Concilio che chiede la collaborazione dei laiciâ€?. A chiusura dell’anno giubilare sono state predisposte delle iniziative. ÇŻ

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una migliore ospitalitĂ interiore delle persone malateâ€?. L’8 marzo il Vescovo celebra, invece, alle 10 la Messa nella sede dell’Irccs, nella giornata vengono premiate con la medaglia d’oro le persone che collaborano da 25 anni con l’Istituto; qualche giorno prima (il 4) gli ex collaboratori chiudono l’anno giubilare davanti a fra Marco che presenta l’attualitĂ di San Giovanni di Dio. “La riabilitazione psico-sociale: uno sguardo al futuroâ€? è il titolo del convegno del 9 marzo. Il residence Pampuri, che compie 20 anni, nasce in risposta alle sollecitazioni del prof. Franco Basaglia. “Secondo la nostra visione Basaglia è stato una grande uomo che ha ridato dignitĂ e valore al malato di mente in sintonia con San Giovanni Di Dio. Ci ha dato una spinta a rinnovare la nostra idea di malato mentale. Abbiamo costruito una struttura all’avanguardia composta da 10 case (ogni casa ospita sei ammalati) che è stata l’inizio della trasformazione. Nel convegno ricorderemo come è nata, il presente e ciò che ci prospetta il futuro. La crisi deve farci capire che dobbiamo utilizzare strumenti nuovi e, soprattutto, una vitalitĂ nuova: non contano tanto i farmaci, ma l’umanitĂ che c’è attornoâ€?. Il 29 febbraio in castello è stata aperta (fino al 15 marzo) una mostra realizzata dagli ammalati, “il cui livello artistico è molto alto, ma resta spesso inespressoâ€?, e dagli operatori del Centro di ricerca.


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territorio. La Caritas dell’unitĂ pastorale del centro storico propone alle parrocchie della cittĂ , in particolare agli operatori pastorali, alcune riessioni sulla crescita delle drammatiche povertĂ nel Paese. Il ciclo di incontri chiamato “I poveri, ecco, questi sono i nostri tesoriâ€? parte da una provocazione sempre attuale di padre David Maria Turoldo a 20 dalla sua scomparsa: “I poveri sono stati la causa della mia vocazione, i

poveri sono il contenuto della mia fede, fonte di ispirazione della mia poesia e della mia predicazioneâ€?. Il primo incontro è in programma venerdĂŹ 9 marzo alle 18 con don Flavio Dalla Vecchia, biblista che parlerĂ di “Beati i poveriâ€?. Nel secondo incontro (giovedĂŹ 15 marzo alle 18) tocca a padre Mario Menin, direttore di “Missione Oggiâ€? soffermarsi su “Per una Chiesa povera e dei poveriâ€?. Roberto Cucchini, volontario Caritas,

giovedĂŹ 22 marzo alle 18 si concentra su “Poveri e povertĂ / In margine a un’esperienzaâ€?. Nel quarto incontro, inďŹ ne, Franco Valenti (nella foto, presidente della Fondazione Guido Piccini) e Annachiara Valle (direttrice della rivista “Madreâ€?) affrontano, venerdĂŹ 30 marzo alle 18, il tema “I poveri salvezza del mondo: per una pastorale contestualeâ€?. Gli incontri si tengono presso la Sala Piamarta di via San Faustino 74 a Brescia.

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l Congresso provinciale per la consueta tappa democratica che contraddistingue una realtĂ come le Acli molto radicata nella provincia. Ogni quattro anni l’Associazione celebra il proprio congresso a tutti i livelli (dai circoli alla sede nazionale). Al centro del dibattito ci sono due tematiche: le Acli come soggetto attivo del terzo settore sulla spinta della Caritas in veritate e l’impegno politico, cioè come prendere in mano il dopo Todi: “Noi – spiega senza indugi il presidente provinciale Roberto Rossini – non siamo dell’idea di ricostruire il partito dei cattolici, ma di portare buone idee perchĂŠ serve un nuovo riformismoâ€?. Rossini dopo quattro anni al vertice si mette nuovamente al servizio dell’Associazione bresciana; durante il primo mandato ha cercato di “svecchiareâ€? l’associazione, coinvolgendo diversi giovani sul territorio e facendo ri-

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partire la rivista bimestrale “Battaglie socialiâ€?, un occhio attento e critico sulla realtĂ bresciana. Da piĂš di 60 anni tessono i legami della societĂ attraverso una rete di circoli (71), servizi, imprese, progetti e associazioni specifiche. Oggi in Provincia conta circa 11.500 iscritti e 71 circoli e ogni anno raggiunge con i suoi servizi piĂš di 50mila persone. Oltre alla promozione dei diritti sociali e un’educazione alla cittadinanza attiva, bisogna registrare l’assistenza previdenziale (Patronato) e fiscale (Caf), ma anche la difesa dell’ambiente (Acli ambiente anni verdi), dei consumatori e degli inquilini (Sicet), la formazione professionale (Enaip), la cooperazione, l’animazione sportiva, il turismo sociale, la promozione della donna (Coordinamento donne), gli anziani, il volontariato e la condizione giovanile, l’impegno per la pace e lo sviluppo (Ipsia) e l’impegno con gli immigrati (Acli Colf e Progetto Immigrati). A proposito degli stranieri va ricordato il protagonismo delle Acli nella campagna “L’Italia sono anch’ioâ€?.

Il 24° Congresso, in programma sabato 3 domenica 4 marzo all’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli, ha come titolo “Rigenerare comunitĂ per ricostruire il Paese. Acli artefici di democrazia partecipativa e buona economiaâ€?. Il programma prevede una sessione pubblica (sabato mattina alle 8.45) con la relazione del presidente provinciale Roberto Rossini e due interne (sabato pomeriggio e domenica mattina). Sabato sono previsti anche i saluti istituzionali (sono stati invitati, fra gli altri, il sindaco Adriano Paroli, il presidente della Provincia Daniele Molgora, il portavoce del Forum del terzo settore e l’Azione cattolica) e gli interventi del pubblico prima dell’aperitivo con Edo Martinelli. La giornata di domenica, in particolare, sarĂ aperta dalla S. Messa delle 8.30 presieduta dal vescovo Luciano e dall’intervento del presidente nazionale Andrea Olivero. Al Congresso vengono elette 24 persone che insieme ai 12 eletti dalla presidenza di circolo sceglieranno il prossimo presidente.


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è una grande opportunitĂ per il territorio e le aziende italiane, che valorizzano e promuovono le proprie eccellenze agroalimentari ai futuri ambasciatori dell’eccellenza made in Italy nel mondo. Il Gran trofeo d’oro conta su partnership importanti come quelle di Alma e Castalimenti e vanta la partecipazione dei personaggi piĂš autorevoli del settore come il maestro Iginio Massari e il patrocinio di Upi (Unione delle Provincie d’Italia), Inran, ministero

delle Politiche agricole, alimentari e forestali, ministero dell’Istruzione, dell’universitĂ e della ricerca e l’adesione del Presidente della Repubblica italiana. Al Gran trofeo hanno partecipato 30 scuole, tra queste due bresciane: l’istituto Andrea Mantegna di via Fura a Brescia e il Dandolo di Bargnano. Al primo posto è stato premiato l’istituto Cavallotti di CittĂ di Castello davanti ai ragazzi dell’Ipsar Carlo Porta di Milano e agli studenti dell’istituto Saint Julian’s di Malta.

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‡”‘ŽƒÂ?—‘˜ƒ ƒ „‡ŽŽƒ ”‡ƒŽ–Â? †‡Ž Â?‹…”‘…”‡†‹–‘ Lo sportello microcredito (nella foto l’economista Muhammad Yunus) è aperto ogni giovedĂŹ dalle 18 alle 20 nella sede del sodalizio collocata in Castel Merlino di Verolanuova. L’iniziativa è della parrocchia organizzata in collaborazione con enti di solidarietĂ dei paesi vicini. Nel secondo semestre del 2011 la commissione incaricata ha avuto modo di incontrare numerose famiglie e di iniziare con loro un percorso di condivisione dei problemi e delle necessitĂ che via

via si sono presentate. La perdita del posto di lavoro, i mancati o ritardati pagamenti di varie mensilitĂ di stipendio, necessitĂ impreviste e improvvise sono le situazioni precarie riscontrate in numerose famiglie, risultato della crisi che non ha risparmiato nemmeno questa parte del Bresciano. Al 31 dicembre 2011 risultavano accettate sette richieste di ďŹ nanziamento, per un totale di 19mila euro; tre richieste stanno per essere perfezionate e altre sono in attesa di risposta

da parte dell’ente ďŹ nanziario che aderisce all’iniziativa. Si tratta di un risultato positivo, reso concreto dalle offerte raccolte durante la Quaresima 2011 che furono di 11mila euro. A questo punto – per i volontari che si interessano al microcredito – risulta chiara la situazione sociale ed economica di famiglie del territorio alcune sostenute anche dalla Caritas diocesana, che propone, oltre al Microcredito, iniziative idonee a tendere una mano a chi è piĂš

“fragileâ€? per liberarlo dell’urgente bisogno di aiuto. Intanto dal comitato che coordina le iniziative, alle componenti sociali è lanciato l’invito a sostenere il microcredito per non far sentire meno sole le persone in difďŹ coltĂ , sempre parte integrante della comunitĂ . Una questione che non si è esaurita e che nella sede del microcredito resta al centro degli argomenti affrontati con diverse iniziative, rendendo conto del bilancio delle varie operazioni. (f. pio)

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no spicchio di Brescia sulle rive del Tevere. L’Opera pia dei bresciani può essere considerata in qualche modo il fulcro della presenza bresciana a Roma, punto di riferimento per quanti dalla nostra cittĂ , sacerdoti o laici, si trovano nell’Urbe; durante l’anno l’occasione principale di ritrovo è la festa dei Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia. Perciò, trascorse poco piĂš di due settimane dalla loro memoria liturgica, ci racconta di questa realtĂ mons. Vittorio Formenti: originario di Castrezzato e a capo dell’Ufficio centrale di statistica della Chiesa, dell’Opera pia è consigliere e cappellano. “L’Opera pia – esordisce ricapitolandone brevemente la storia – nasce nel 1564 proprio come Confraternita intitolata ai Santi Faustino e Giovita. Ăˆ una fondazione del cardinale bresciano Gianfrancesco Gambara, che innalza sul Lungote-

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vere la splendida chiesa dedicata ai due martiri, con lo scopo di accogliere i pellegrini che da Brescia giungevano nella CittĂ eterna in occasione degli anni santi. Negli anni viene dotata di immobili che le consentono di accogliere molti pellegrini e conosce nel ‘700 il suo periodo di massimo fulgoreâ€?. Nel secolo successivo la crisi, che coincide con la nascita dello Stato sabaudo e gli anni difficili della Questione romana: la Confraternita diviene

un ente laico – l’Opera pia, appunto – e la chiesa viene abbattuta nel 1888 per fare spazio ai nuovi argini del Tevere. La sua storia prosegue con pochi squilli fino alla fine del secolo scorso quando la Provincia di Brescia nomina un nuovo consiglio che incomincia il recupero del patrimonio edilizio dell’Opera, terminato da pochi anni. “Da allora – prosegue mons. Formenti – la mutata situazione patrimoniale ci consente di avere maggiori risorse per

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’‘Â?‡”‹‰‰‹ …—Ž–—”ƒŽ‹ †‡ŽŽƒ —Â? La cultura è di casa a Manerbio. Continuano i “pomeriggi culturaliâ€? organizzati dalla Lum (Libera universitĂ di Manerbio), tutti in programma il giovedĂŹ alle 15.15 al Piccolo Teatro della cittadina. In un’alternanza di letteratura, arte e scienza, il mese di marzo si concentrerĂ sul Sette e Ottocento. AprirĂ , giovedĂŹ 1 marzo, una lezione di giornalismo, che vide la nascita proprio nel secolo

dei Lumi. “Dalle gazzette a Facebook: cosĂŹ cambia il modo di fare informazioneâ€? è il titolo dell’intervento di Claudio Baroni, vice-direttore del “Giornale di Bresciaâ€?. Una settimana piĂš tardi, giovedĂŹ 8 marzo, l’architetto Mara Flandina, parlerĂ de “L’immagine di Venezia nel Settecentoâ€? nell’ambito di “Conoscere l’Italia attraverso le sue cittĂ â€?, una sorta di corso monograďŹ co alla scoperta delle cittĂ che, in

diverse epoche, hanno “fattoâ€? la storia d’Italia. “La cipria e gli antenati: il ‘700 fra Parini e Goldoniâ€? è il titolo suggestivo scelto dalla professoressa Carla Boroni, che interverrĂ con Cesira Giovanardi e Mauro Barcellandi, due attori titolari del “Teatro del Teâ€?, i quali leggeranno alcune pagine tratte dalle opere dei due autori. Scienza e medicina saranno di scena giovedĂŹ 22 marzo, quando il dott. Fabrizio Bonera terrĂ

una lezione su “Il dibattito concettuale della medicina nel ‘700 e ‘800 e sua ricaduta sulle attuali modalitĂ di pensieroâ€?. ChiuderĂ , il 29 marzo, un omaggio alla brescianitĂ . In occasione del 150° anniversario della nascita di Angelo Canossi, Costanzo Gatta, giornalista, scrittore, nonchĂŠ grande conoscitore del poeta bresciano, terrĂ una relazione dal titolo: “Angelo Canossi: un Carneade brescianoâ€?. (e.u.)

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uest’anno, dopo Pirandello e Dante, stanno per fare tappa a Corzano i poeti maledetti. Saranno protagonisti nella serata di mercoledĂŹ 7 marzo, rievocati dalla voce di Elena Bettinetti e dalla chitarra di Angel Luis Galzerano. L’appuntamento, intitolato “Di vino, di poesia o di virtĂšâ€?, fa parte dell’edizione 2012 della rassegna “30 minuti di...â€?. Si tratta di un incontro letterario veloce, dal formato agile, quasi un trailer o meglio ancora un aperitivo che vuole stuzzicare la curiositĂ e la voglia di tornare a leggere. SĂŹ, perchĂŠ la mezz’oretta trascorsa ascoltando una novella di Pirandello o qualche terzina di Dante, non può che indurre a tornare a casa e spulciare nella propria libreria, oppure correre il giorno dopo in biblioteca per recuperare l’opera completa. Per quest’anno sono previsti altri due appuntamenti dedicati al giallo e alla poetessa bresciana Veronica Gambara. “Abbiamo cercato – spiega Mariella Amoroso, presidente della Biblioteca di Corzano, parlando della nascita dell’iniziativa – di trovare una formula che ci consentisse di rendere accessibile a tutti anche un’opera culturale di alto livello. Il nostro obiettivo è di seminare qualcosa, di far pensare che è un’esperienza

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spazio alla narrativa, alla poesia e al teatroâ€?. Un impegno che costituisce il momento di maggior rilievo tra le iniziative della biblioteca, impegnata però anche su altri fronti. Durante l’anno, infatti, molti sono gli incontri dedicati alla salute e al benessere, spaziando dai metodi di medicina alternativa alle collaborazioni con l’Asl. Molto spazio inoltre viene dedicato all’impegno civico, per esempio con la celebrazione del Giorno della memoria: quest’anno si è tenuto l’incontro con Paolo Debenedetti per il ciclo “Che cos’è stato?â€?, dedicato dall’associazione “Filosofi lungo l’Oglioâ€? all’Olocausto. Oppure con iniziative di incontro tra le diverse etnie presenti sul nostro territorio. Vario quindi il ventaglio delle iniziative, che si misurano costantemente con la risposta della gente; al proposito Mariella Amoroso afferma: â€œĂˆ vero, qualche volta capita che siano presenti solo i fedelissimi, mentre spesso, anche grazie al sito internet, partecipano alle serate moltissime persone. Ăˆ una soddisfazione per quanti si impegnano, un ulteriore premio alla passione che sta alla base di tuttoâ€?. Sono insomma i frutti di un’attivitĂ costante, che continua a dare spazio alla cultura, anche solo per mezz’ora.

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ÂŽ …‹…Ž‘ Dz ƒ …‹––Â? ’‡” Žǯ—‘Â?‘dz •—Ž –‡””‹–‘”‹‘ Emergenza educativa, dignitĂ del fine vita, formazione e lavoro: sono solo alcune delle delicate tematiche trattate di recente nell’ambito del ciclo d’incontri itinerante “La cittĂ per l’uomoâ€? curato dall’Azione cattolica di Capriolo, Castelcovati, Castrezzato, Chiari, Cologne, Pontoglio, Rovato, Rudiano; dalle Acli della zona Chiari-Franciacorta, dall’Age di Rudiano, dal Tavolo della Pace Montorfano-Franciacorta e dalla parrocchia di Adro. Serate a ingresso gratuito, promosse nell’intento di ascoltare,

discutere e condividere testimonianze ed esperienze significative che gravano su alcuni temi caldi della societĂ attuale, come lo è quello scelto per il penultimo appuntamento in programma giovedĂŹ 15 marzo a Cologne, dove si parlerĂ di “Monoteismo e integralismiâ€?. All’incontro, fissato per le 20.30 nel Cine-teatro parrocchiale di via Martinelli e curato dai giovani dell’Azione cattolica locale, interverrĂ mons. Giacomo Canobbio e verrĂ portata testimonianza sulla vita del colognese Cristoforo Torri,

storico sindaco del paese. Nella stessa serata, sempre a Cologne con inizio alle 21, c’è in agenda anche un altro appuntamento collegato al tema dell’integrazione, ma questa volta organizzato dal Centro Filippo Buonarroti nell’aula magna delle scuole medie di via Corioni. La serata, intitolata “Demografia, migrazioni e razzismoâ€? sarĂ introdotta da Michele Piantoni, al quale seguiranno gli interventi dei relatori: Giovanni Bonassi che ricorderĂ â€œQuando erano i bresciani a emigrareâ€?; Salvo Bordonaro che trat-

terĂ â€œDalla biologia una certezza: una sola specie umanaâ€? e Antonio Barberini che chiuderĂ parlando di “Calo della natalitĂ , invecchiamento della popolazione e flussi migratoriâ€?. Il ciclo “La cittĂ per l’uomoâ€? terminerĂ invece giovedĂŹ 29 marzo all’oratorio di Adro dove dalle 20.30 i riflettori saranno puntati sulle “Mafie in Lombardiaâ€? e interverrĂ un rappresentante degli Amici di Libera Terra in Franciacorta. Per maggiori info è possibile telefonare allo 030/7167186. (a.s.)

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caccia dell’antico splendore. Avviati i lavori sulla parrocchiale di Gussago, dedicata a Santa Maria Assunta, che puntano ad arginare i segni del tempo sull’edificio che può vantare ben due secoli e mezzo di vita. Lavori che puntano in via preventiva ad arginare le degenerazioni della struttura che negli ultimi due anni si sono aggravata a tal punto da non permettere piĂš di attendere a intervenire, nonostante, l’importo dei lavori raggiunga la considerevole cifra di 1,6 milioni di euro. I lavori concretamente procederanno in due fasi come evidenziato dall’architetto Stefano Cartella, curatore dei restauri, con tempi di intervento stimati in almeno 18 mesi. “In un primo tempo interverremo a fornire maggiore stabilitĂ alla struttura – ha ribadito l’architetto Cartella – in particolare con il rinforzo degli elementi che costituiscono l’orditura principale della chiesa sia nell’abside che nella sacrestia che in facciata con l’inserimento di elementi metallici di rinforzo per contrastare le spinte subite dall’edificio. Elementi che dovrebbero dare un sostanziale miglioramento sismico al fabbricato che troveranno completezza con il restauro delle coperture e degli intonaci esterni per limitare al mas-

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se nell’ultimo anno. A giustificare l’importo elevato sono soprattutto le dimensioni della chiesa gussaghese che domina piazza Vittorio Veneto, la navata misura all’interno 28 metri di lunghezza per 14,7 di larghezza. Il presbiterio è largo 14,1 metri e lungo 12,7, mentre il diametro dell’abside semicircolare è pari a 4,80 metri. “Non potevamo piĂš aspettare – ha piĂš volte ripetuto il parroco don Adriano Dabellani – negli ultimi due anni la situazione è precipitata e quelle che sembravano lesioni da assestamento sono diventate delle vere e proprie sofferenze e criticitĂ strutturali a cui bisogna mettere mano il prima possibile. La chiesa è sempre stata curata e ben tenuta anche dai miei predecessori con interventi di mantenimento arricchimento e abbellimento che danno alla parrocchiale costruita nel Settecento un aspetto maestoso, che però le ultime degenerazioni evidenti giĂ dal sagrato pongono a rischio. Per il reperimento delle risorse necessarie mi appello ancora una volta e consapevole del periodo difficile, al buon cuore dei gussaghesi e alla vendita di un’area in una zona di pregio pedecollinare a Gussago da cui ci aspettiamo di ricavare 550mila euro in virtĂš dei suoi 1800 metri quadrati di superficie di cui 530 giĂ edificabiliâ€?.

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tratterrebbe di almeno 72mila tonnellate all’anno, in una prima fase, di prodotti contenenti amianto, trattati a una temperatura di 1.200 gradi. Contro questa ipotesi sono state giĂ raccolte oltre 15mila ďŹ rme dal comitato spontaneo “No all’amiantoâ€?, mentre il Comune di Gianico si è fatto promotore di numerose iniziative, con i Comuni di Darfo, Artogne, Piancamuno e Pisogne, con l’adesione delle ComunitĂ montane di Valle Camonica, del Sebino bresciano

e dei Laghi bergamaschi. La prima conferenza dei servizi, convocata al Pirellone, ha visto un fronte deciso di “noâ€? da parte degli amministratori camuni contro il progetto. I motivi sono molti e li ha sviscerati don Scalmana, che ha dimostrato una notevole preparazione scientiďŹ ca. Uno tra tutti: il modello ipotizzato a Gianico è stato studiato in laboratorio e mai realizzato prima in Europa su scala industriale di tali dimensioni. Quindi l’enorme inquinamento da trafďŹ co (si parla

di 20mila autotreni in piĂš all’anno), l’immissione di masse di anidride carbonica nell’atmosfera di una valle che ha solo la possibilitĂ di correnti longitudinali. Sabato 25 febbraio un corteo di circa 3.000 persone, di ogni etĂ (tante famiglie con i bambini) ha percorso la 510 da Piancamuno a Darfo per dire “noâ€? all’amianto. La prossima conferenza dei servizi dovrĂ fare i conti con questo fronte ampio, compatto e sempre piĂš forte. (Franco Garattini)

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ra troppo bello. Viaggiare in treno senza l’impressione di essere in ritardo di qualche... decennio. Il 2011 verrĂ ricordato come un “erroreâ€? nelle vicende della Brescia-Iseo-Edolo: tanti convogli stranamente silenziosi e dall’aerodinamica modernissima che sfrecciano a 80-90 km/h. Un “erroreâ€? dicevamo, che ora è stato “correttoâ€?. Infatti da qualche settimana due di questi avveniristici otto convogli sono passati alla Milano-Molteno-Lecco. Ma non basta: ambienti interni a TreNord lasciano intendere che altri due di questi treni seguiranno lo stesso destino. Forse la decisione (perchĂŠ qualcuno l’avrĂ pur deciso) obbedisce a una logica d’azienda: visto che TreNord in forza del mega-contratto di servizio stipulato nel 2009 con la Regione Lombardia fa il bello e il cattivo tempo nel settore del “servizioâ€? ferroviario regionale e comanda a Edolo come a Lecco, naturale che voglia sfruttare questi mezzi nella maniera migliore utilizzandoli sulle linee dove l’utenza è maggiore. Sarebbe una decisione rispettabile, se non fosse per un unico fatto: quei treni erano stati

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problema di imbroccare le corse dei nuovi treni superstiti: se si capita male, si ripiomba sugli sferraglianti, lenti convogli di 40 anni fa, una decina di motrici 668 sopravvissute dopo adeguata ‘rigenerazione’ (interni nuovi, struttura vecchia). Ora ne sono rientrate in servizio altre due (e due attendono in panchina) di queste onorate motrici, con relativi e talora ancor piĂš vetusti vagoni. Il problema, sollevato da sindacati e politici, è che dei 31,9 milioni di euro spesi sette vengono dagli Enti locali bresciani. Si attende una risposta soprattutto da TreNord, che nel frattempo ha deciso di spendere due milioni di euro per la “comunicazioneâ€? e la pubblicitĂ , visto che in stazione in Valcamonica il personale non dispone per residenti e turisti nemmeno di semplici fotocopie con gli orari delle 16 corse che ogni giorno uniscono Edolo a Brescia.

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)DPLJOLD ODYRUR WDYROR SHU OD FRQFLOLD]LRQH Le politiche per la conciliazione rappresentano un importante fattore di innovazione dei modelli sociali, economici e culturali e si ripropongono di fornire strumenti che rendano compatibili sfera lavorativa e sfera familiare, consentano a ciascuno di vivere al meglio i molteplici ruoli che gioca all’interno di societĂ complesse. Presso l’Asl di Valcamonica-Sebino è stato istituito un “tavoloâ€? territoriale per la conciliazione famiglia-lavoro. L’ultima seduta è stata occasione per un aggiornamento indirizzato ai soggetti sottoscrittori e aderenti in ordine alle novitĂ in materia di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro. Questo tema costituisce uno degli ambiti privilegiati per la Regione che da anni sta elaborando nella direzione un modello che ponga la famiglia al centro delle politiche sociali e di un sistema di welfare che coinvolga in modo sinergico tutte le risorse del territorio. Buone notizie ha portato al “tavoloâ€? la “Cestecâ€? spa che su incarico della direzione generale Istruzione, formazione e lavoro della nostra Regione garantirĂ l’assistenza e il supporto nell’attuazione di una sperimentazione diretta alle micro, piccole e medio imprese. Si tratta di un servizio di consulenza gratuito e personalizzato da parte di un esperto di organizzazione aziendale che, partendo dall’analisi dell’impresa che ne fa richiesta, può proporre un ventaglio di servizi e strumenti che permettano di tutelare l’azienda e la produttivitĂ , tenendo contemporaneamente conto delle esigenze di flessibilitĂ dei dipendenti. I vantaggi vanno

dalla riduzione del turn-over del personale e delle assenze impreviste, o per malattia, alla conservazione della conoscenza e del capitale intellettuale delle risorse umane. La consulenza può essere chiesta da tutte le micro e piccole imprese, imprese artigiane, piccole e medie imprese cooperative che non superino i 249 dipendenti e che abbiano almeno una sede attiva in Lombardia. (e.g.)

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Ž–ƒ ƒŽŽ‡ ǯ‡……‡ŽŽ‡Â?œƒ †‹ ‘ŽŽ‹‘ ‹Â? –‡Ž‡˜‹•‹‘Â?‡ L’Alta Valtrompia in televisione con una sua eccellenza: il formaggio nostrano. Domenica 12 febbraio Collio e uno dei protagonisti del suo territorio sono andati in onda a “Melaverdeâ€?, il programma settimanale condotto dal critico gastronomico Edoardo Raspelli. Un’incursione della televisione nazionale in Alta Valle per mostrare un territorio dove resiste un’agricoltura fatta ancora di piccole aziende familiari

proprietarie di stalle con pochi animali, esclusivamente bovini per la produzione del latte. Le poche parole dei triumplini a far da contorno al processo di produzione del “Nostrano Valtrompiaâ€?, realizzata in piccoli caseiďŹ ci a conduzione familiare, e alla produzione della “Formaggella di Collioâ€?, che giunge a formazione in quei periodi dell’anno in cui c’è meno disponibilitĂ di latte. Una Valtrompia che sa ancora attingere alle tradizioni secolari che ne

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VenerdĂŹ 9 marzo viene presentato il volume “La Luce della Parola. Il bello è lo splendore del veroâ€? di Alba Pioletti. Il testo, editato dalla Fondazione civiltĂ bresciana, è ricco di spunti iconograďŹ ci suddivisi in alcune sezioni: Antico Testamento, Nuovo Testamento, il cristianesimo, l’impero d’Oriente, la Rus’ di Kiev, la Chiesa cattolica e la confessione ortodossa. L’appuntamento è a Palazzo Avogadro in via Gremone 2 alle ore 20.30. L’ingresso è gratuito.

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nche il sindaco del paese Iside Bettinsoli ha sentito il bisogno a fine gennaio scorso di inviare una lettera di “doveroso ringraziamentoâ€? ai volontari della Squadra antincendio boschivo di Lodrino: da soli, coordinati dai forestali di Gardone, tra il 22 e 23, erano riusciti a circoscrivere e bloccare, lavorando duramente con pale, rastri e soffiatori in spalla, un subdolo incendio doloso, appiccato di notte, per rendere impossibile l’intervento dell’elicottero, in piĂš punti in Valle Duppo (quella dell’impianto di tiro sportivo sopra Casto di Valsabbia) a Costa Nibbia. Spinto in alto dal vento, se fosse arrivato a scavalcare il crinale sarebbe sceso verso il Santèl di S. Croce sovrastante il paese. La squadra conta attualmente su 42 volontari, preparati e affiatati e sabato 3 marzo faranno festa speciale: ricorderanno il loro 20° di fondazione con un nuovo arrivato, un modernissimo pick-up marca Isuzu provvisto di vasca e motopompa per interventi con l’acqua, costato 40mila euro pagati con un contributo di Regione Lombardia di 30mila, l’aiuto del Comune e fondi propri. 20 anni fa erano solo un gruppo di amici generosi con sede provvisoria presso il Municipio: dal luglio 2003 sono una onlus iscritta all’Albo della Protezione civile a tutti gli effetti. Sempre appoggiati dal Comune, nel 2009 hanno

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cendio sul territorio comunale e fuori con le altre 17 squadre valtrumpline coordinate dalla ComunitĂ montana, quando chiamati di rinforzo in emergenze. Nel 2011 sono intervenuti su due incendi in territorio lodrinese e altrettanti nei Comuni limitrofi. In media questi sono purtroppo cinque/ sei all’anno sicuramente dolosi o per imprudenza: ricordano sempre quello che nel luglio 2007 li tenne impegnati per ben tre giorni consecutivi in Valle Duppo. Insieme però si occupano del mantenimento e della pulizia dei sentieri convinti che con la prevenzione e il buon senso si evitano veri e propri disastri. In accordo col Comune e in collaborazione con le altre associazioni, organizzano, curano e gestiscono la sicurezza delle varie manifestazioni durante l’anno: mercatini di Natale, Carnevale, eventi sportivi ecc. Recentemente hanno completato la nuova ferrata in localitĂ Caspai, il massiccio roccioso che sovrasta il paese, con un lavoro di diversi mesi per installare corde fisse e rendere sicuro un percorso entusiasmante giĂ diventato una via classica per gli appassionati. Sabato 3 marzo il programma prevede alle 16.30 l’inaugurazione con le autoritĂ e la benedizione fatta dal Parroco in piazza Don Benigna a Invico e alle 17 la Messa di ringraziamento in S. Rocco. SeguirĂ l’assemblea dei volontari in sala consiliare. Il tutto si concluderĂ alla Pizzeria Genzianella.

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Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

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IL DUOMO DI MONTICHIARI Anno 2009

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CHIESA PARROCCHIALE DI FLERO

Anno 2010

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CHIESE PARROCCHIALI DI BOTTICINO

Anno 2010

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Parrocchia di San Lorenzo martire - Verolanuova (BS)

LA BASILICA DI SAN LORENZO A VEROLANUOVA

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Anno 2010

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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MARCO GARDONE VALTROMPIA

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Anno 2011

LO 0DU]R Parrocchia di S. Maria Assunta in Ghedi (Bs)

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LA CHIESA PARROCCHIALE DI GHEDI Anno 2011

LO 0DU]R


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le regole per accedere ai fondi. Si tratta di un nuovo importante risultato per l’Associazione dei Comuni di conďŹ ne nata nel 2005 da un’idea di Marco Scalvini, allora primo cittadino di Bagolino, per compensare i disagi delle aree territoriali conďŹ nanti con le regioni a statuto autonomo. Le risorse sbloccate fanno parte del “fondo Lanzillotta/Lettaâ€? istituito nel 2008 per la valorizzazione e la promozione delle aree territoriali svantaggiate, che prevedeva

l’erogazione di 25 milioni di euro ďŹ no al 2011. In realtĂ dopo la distribuzione della prima tranche, anche in considerazione della sopraggiunta crisi economica, tutto si bloccò. Ora ďŹ nalmente arrivano, con gli interessi, le tre annualitĂ successive. Nel frattempo le ďŹ la dell’associazione si sono ingrossate accorpando anche 77 Comuni frontalieri con Svizzera e Austria e poco meno di 300 Comuni di “seconda fasciaâ€? in rappresentanza di oltre due

milioni di abitanti. “Riteniamo che in questo modo Č‚ ha affermato Nicola Adriano, segretario e coordinatore di Ass.Comi. Conf Č‚ sia stato riconosciuto un diritto. Ma si tratta di un punto di partenza. Siamo convinti che questa modalitĂ di sostegno per i Comuni in difďŹ coltĂ non possa essere episodica, ma debba diventare strutturale, coinvolgendo anche i Comuni di seconda fascia, ugualmente meritevoli di attenzioniâ€?.

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Sirmione la “Festa della donnaâ€? è un omaggio a Benedetta Bianchi Porro. Alla giovane, scomparsa a soli 27 anni il 23 gennaio 1964 e che ha vissuto metĂ della sua vita nella penisola gardesana, è dedicato uno spettacolo musicale inedito, scritto e sceneggiato dalla regista teatrale Maria Francesca Siciliani e dal musicologo e critico Giancarlo Landini, dal titolo “Le donne di Pucciniâ€?. Si tratta di uno spettacolo, si diceva, mai dato alle scene prima d’ora, realizzato appositamente per la sera dell’8 marzo, in cui si esibiranno sette cantanti e un attore teatrale che impersonerĂ Giacomo Puccini. Sul palco anche il maestro Paolo Troian al pianoforte, direzione artistica di Franco Masseroni, scenografia di Fabrizio Ferrari, regia di Maria Francesca Siciliani. A organizzare l’evento, che va in scena giovedĂŹ 8 marzo alle 20.45 al PalaCreBerg con ingresso libero, è l’associazione “Amici per Benedetta onlusâ€? di Sirmione in collaborazione con la compagnia “Nova Operaâ€? e con il patrocinio e il contributo del Comune. Benedetta nasce nel 1936 a Dovadola in provincia di ForlĂŹ e nel 1951 si trasferisce a Sirmione per seguire il padre direttore tecnico

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arti e a vivere paralizzata gli ultimi anni nel letto della sua casa di via Catullo. Ăˆ un calvario indicibile il suo, in cui, con il progredire della malattia, si alternano momenti di sconforto e straordinari slanci di entusiasmo di fronte ai doni dell’amicizia, alle bellezze del creato, alla percezione sempre piĂš intensa della vicinanza di Dio. Infine, è proprio nel mistero della croce, mistero di amore e di dolore, che Benedetta trova una ragione alle proprie sofferenze e attinge la forza per viverle e accettarle con serenitĂ . Ha lasciato centinaia di

scritti e lettere, una grande testimonianza non solo di incrollabile fede, ma anche di amore. “Io penso – scrive Benedetta – che cosa meravigliosa è la vita anche nei suoi aspetti piĂš terribili e la mia anima è piena di gratitudine e di amore verso Dio per questoâ€?. E poco prima di morire rivolgendosi alla madre: “In questi ultimissimi giorni sono peggiorata di salute, spero, perciò, che la “chiamataâ€? non si faccia attendere troppo... ti dirò che ho giĂ sentito la voce dello Sposo. Sono lenta nelle preghiere, ma offro tutto, cosĂŹ come sono. Lui, che è generato in me, voglia guidarmi fino in fondoâ€?. Le spoglie mortali sono custodite in un sarcofago nell’Abbazia di S. Andrea a Dovadola. A tutti ha donato la speranza, la sua fede ha operato prodigi. Il 3 dicembre 1974 è stata costituita l’Associazione “Amici di Benedettaâ€? allo scopo di diffonderne la conoscenza e di perpetrarne l’esempio mediante pubblicazioni, incontri ed eventi. Il 25 gennaio 1976 nella Cattedrale di ForlĂŹ ha avuto inizio il processo di beatificazione e di canonizzazione. Il 23 dicembre 1993 papa Giovanni Paolo II ha approvato il decreto sull’eroicitĂ delle virtĂš di Benedetta, che è stata dichiarata “venerabileâ€?. Prossima tappa la definitiva beatificazione.

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/¡LPSHJQR PLVVLRQDULR GHO *ULPP Dal Grimm giungono sempre notizie confortanti. Nel 2012 è stato stilato un nutrito calendario di progetti che vede protagonista il sodalizio di impegno missionario fondato da don SeraďŹ no Ronchi, tra i quali spiccano campi di lavoro, adozioni a distanza e solidarietĂ sul territorio. L’anno è iniziato sotto i migliori auspici con l’inaugurazione del centro scolastico dei Padri Oblati di Maria Immacolata a Farim, in Guinea Bissau, opera realizzata dai volontari del Grimm nella missione “Casa del sorrisoâ€? di padre Carlo AndolďŹ . Il gruppo ha all’attivo otto campi di lavoro: 11 volontari sono in Mozambico, dai Padri della Sacra Famiglia, cinque in Burundi dalle Suore Operaie, altri sei sono operativi in Brasile dalle Suore dell’associazione Aper, due in Algeria in un campo profughi e altri ancora sono presenti in Camerun dai Padri Saveriani, in

Etiopia dalle Suore Comboniane e altri due in Tanzania dal sacerdote ďŹ dei donum bresciano don Tarcisio Moreschi e in Brasile dalle Monache Benedettine. Il mese di giugno vedrĂ l’avvio del campo di Haiti ed è prevista l’organizzazione di campi d’animazione destinati a quanti desiderano vivere un’esperienza accanto a bambini e adolescenti. Un altro ambito riguarda le adozioni a distanza, per le quali da oltre 15 anni collabora con opere missionarie in particolare in Africa e America Latina: sono attive oltre 1400 adozioni. “L’obiettivo – ricorda Mario Cherubini – è quello di promuovere un rapporto di sostegno a distanza di bambini in stato di disagio e in povertĂ : i fondi raccolti vengono consegnati nelle mani dei missionari che li utilizzano per assicurare cibo, assistenza sanitaria e istruzione ai minori. In considerazione dell’aumento del

costo della vita in quei Paesi, dal 2010 l’associazione missionaria ha stabilito di elevare da 180 a 200 euro la quota annuale per il sostegno a distanza. Vengono promosse anche le “adozioni a progetto�, una nuova iniziativa consistente nella raccolta fondi per sostenere ragazze madri analfabete, orfane o cacciate dalle loro famiglie, che nella missione delle suore Comboniane a Lilanda, in Zambia, ricevono un’istruzione di base e professionale

per cercare di offrire loro i mezzi per una vita dignitosaâ€?. Il terzo progetto si intitola “Strade di solidarietĂ â€?: aiutare le famiglie e gli individui in stato di disagio morale e materiale tramite la consegna di generi alimentari ogni sabato mattina. Grimm fa sempre piĂš rima con solidarietĂ . VenerdĂŹ 16 marzo alle 18.30 presso la parrocchiale di Esenta viene celebrata una Messa in memoria di don SeraďŹ no Ronchi nel 7° anniversario della scomparsa.


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”ƒÂ?†‡ ƒ––‡Â?œ‹‘Â?‡ ƒŽŽ‡ ˆ—–—”‡ •’‘•‡ Da sempre Brescia casa riserva grande attenzione alle future spose che nella manifestazione possono trovare risposte alle molte domande che le assillano in vista del matrimonio. In questa prospettiva si colloca una iniziativa pensata per le visitatrici prossime alle nozze. Si tratta dell’allestimento di un’area dedicata, curata da un noto atelier di hair stylist in Brescia, che oltre ad occuparsi dell’hair style delle sďŹ late, sarĂ disponibile ad offrire

gratuitamente un servizio di total look (acconciatura, beauty e trucco). L’area dedicata alle future spose, oltre allo spazio dell’hair style, proporrĂ corsi di portamento e stile, oral design, wedding planner, cup cake, wedding reporter allietati da aperitivi e musica. Seguendo il percorso espositivo il visitatore inďŹ ne entrerĂ nell’area “dC dentroCasa designâ€?, uno spazio di circa 7000 mq distinto dal resto della rassegna ed

elegantemente allestito dove oltre 50 espositori offriranno al pubblico di Brescia casa design, una nuova esperienza di ďŹ era. A disposizione degli ospiti, un’area lounge dove potersi rilassare. Anche in questo grande salotto luxury è previsto un ricco programma di intrattenimento con ospiti d’eccezione. A completamento dell’offerta espositiva, è prevista una sezione workshop realizzata in collaborazione con Ips consulting e Csp Resorcing

dedicata a iniziative di formazione per architetti e altri operatori del settore, oltre a convegni di attuale interesse, realizzati in collaborazione con l’Ordine degli architetti di Brescia. “Brescia casa designâ€?, che sta scaldando i motori in vista dell’apertura di venerdĂŹ 2 marzo si preannuncia ricca di novitĂ e di sensazionali sorprese. Il programma completo della manifestazione è disponibile all’indirizzo web www. ďŹ erabresciacasa.it.

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uesta alleanza strategica è stata dettata dalla necessitĂ di investire maggiore attenzione nella qualitĂ degli espositori presenti, per garantire al pubblico un elemento distintivo, capace di restituire alla rassegna Brescia casa, il prestigio e l’interesse di un tempoâ€? dichiara Carlo Massoletti, presidente di Fiera di Brescia. Oltre 150 aziende espongono alla 31ÂŞ edizione di “Brescia casa designâ€?, la rassegna dedicata al design contemporaneo, che apre i battenti venerdĂŹ 2 marzo, inaugurando alle ore 17.30 con un insolito taglio del nastro sulle note musicali di un dj

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set arricchito da un invitante aperitivo. L’ingresso del padiglione è dedicato allo spazio dei giovani talenti con la seconda edizione di A&D Project, iniziativa ideata Dario Polatti e costruita sulle alleanze tra mondo accademico, Brixia Expo

Fiera di Brescia e la locale Camera di commercio. Quest’anno, la ricerca di nuovi linguaggi e interpretazioni del vivere contemporaneo, si è concentrata sul tema del green, del vivere sostenibile che, grazie al concorso dal titolo “EcosostenibilitĂ dei materiali ed ecosostenibilitĂ dei processi produttiviâ€? tre oggetti di comune utilizzo, reinventati dai rispettivi autori, hanno trovato forma aggiudicandosi i primi tre titoli. La premiazione dei vincitori avverrĂ sabato 3 marzo alle 18 nello spazio mostra, dove sono in esposizione tutti i progetti che hanno partecipato al concorso. Sempre sotto il cappello di A&D Project, si

inserisce l’esposizione collettiva dal titolo: “Le espressioni dell’arteâ€?, una vera mostra mercato di design autoprodotto dove giovani designer mettono in vendita le proprie opere. Qui è possibile acquistare oggetti unici di design, dipinti, fotografie e sculture a prezzi accessibili. Per offrire al visitatore un’opportunitĂ di sicuro interesse, in collaborazione con “Machina impresaâ€?, in fiera per la prima volta c’è “Brescia casa on demand 3 D, la tua casa in un clickâ€?. Un gruppo di professionisti saranno a disposizione del pubblico, che potrĂ richiedere gratuitamente la riprogettazione

grafica del proprio spazio abitativo, ripensare colori, arredi e nuove superfici per cambiare volto alla propria casa. Per richiedere un appuntamento è consigliabile inviare una mail a bresciacasaondemand@ fierabresciacasa.it. Proseguendo la visita si entra nel tradizionale spazio espositivo, costituito da circa 100 marchi dei settori: arredo, accessori e servizi per la casa, giardino, finiture d’interni ed esterni, servizi ed edilizia. Dall’area espositiva dedicata alla casa, si arriva poi allo spazio wedding “Carlotta si sposaâ€? realizzato in collaborazione con importanti operatori del settore.


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predisponendo programmi pluriennali di intervento, con l’obbiettivo di un progressivo allineamento delle caratteristiche del patrimonio abitativo pubblico alle esigenze di riduzione delle dispersioni degli ediďŹ ci e di educazione dell’utenza alla responsabilizzazione energetica. Nei programmi possono essere inseriti anche interventi ďŹ nanziati in conto terzi attraverso l’utilizzo delle Esco e forme di sperimentazione di intervento sulle diverse tipologie

impiantistiche ed edilizie presenti nel patrimonio del singolo ente proprietario, anche al ďŹ ne di deďŹ nire modalitĂ di intervento, utilizzabili quali buone pratiche. Per tutti gli ediďŹ ci di edilizia residenziale pubblica, con la deďŹ nizione dei programmi pluriennali, si devono prevedere interventi che consentano di ottenere un risparmio del 15% rispetto ai consumi della stagione termica; tale risparmio dovrĂ essere attestato mediante un bilancio energetico

che consideri le minori dispersioni dell’involucro e il maggior rendimento degli impianti ovvero il ricorso a reti di teleriscaldamento con cogenerazione o termovalorizzazione. A seguito della realizzazione degli interventi, deve essere predisposto un monitoraggio per le successive due stagioni termiche al ďŹ ne di valutare l’effettivo risparmio conseguito. Con successivi atti dirigenziali Regione Lombardia deďŹ nirĂ le modalitĂ tecnico-operative.

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a legge regionale n. 24/06 prevede l’adozione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore per gli impianti termici a servizio di piĂš unitĂ immobiliari, al fine di favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la suddivisione delle spese per la climatizzazione invernale in base ai consumi effettivi di ciascuna unitĂ . La regolazione climatica deve essere indipendente per singolo ambiente o per singola unitĂ immobiliare e, ove possibile, assistita da compensazione climatica. La contabilizzazione deve poter individuare i consumi di energia termica utile per singola unitĂ immobiliare e deve essere effettuata anche per i consumi di acqua calda sanitaria, ove questa è prodotta centralmente, attraverso l’individuazione dei consumi volontari di energia termica utile. In caso di impossibilitĂ tecnica nella individuazione dei consumi di energia termica utile riferiti all’acqua cal-

”‡˜‹•–‡ ’‡” Ž‡‰‰‡ Ž‡ Â?‹•—”‡ †ƒ ƒ†‘––ƒ”‡ ’‡” ƒ––—ƒ”‡ ”‹•’ƒ”Â?‹ ‡Â?‡”‰‡–‹…‹ •‹‰Â?‹ˆ‹…ƒ–‹˜‹ da sanitaria, è prescritta l’installazione di contatori di acqua calda sanitaria che individuino i consumi per singola unitĂ immobiliare.

I nuovi impianti progettati e realizzati successivamente all’entrata in vigore del presente dispositivo devono obbligatoriamente prevedere sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. Tale obbligo è altresĂŹ previsto per le sostituzioni dei generatori di calore, anche se la sostituzione non coinvolge tutti i generatori che costituiscono l’impianto.



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Sei giorni dopo, GesĂš prese con sĂŠ Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasďŹ gurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle cosĂŹ bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con GesĂš. Prendendo la parola, Pietro disse a GesĂš: “RabbĂŹ, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Eliaâ€?. Non sapeva infatti che cosa dire, perchĂŠ erano spaventati. Venne una nube che li coprĂŹ con la sua ombra e dalla nube uscĂŹ una voce: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!â€?. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro piĂš nessuno, se non GesĂš solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti.

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loria. Delle tante immagini, del bianco accecante, dei personaggi e delle voci che si accumulano in questo episodio, solo il filo di voce di Pietro che parla senza sapere cosa sta dicendo ci avvicina al senso di assoluta impossibilitĂ a comprendere un fatto come questo, a ridurlo alle nostre parole e alle nostre immagini. Pietro non sa cosa dire, si affretta ad aggiungere Marco, e questo forse per giustificare una richiesta che, dopo l’esperienza della risurrezione, mostrava tutta la sua fragilitĂ . Ma nella richiesta ingenua di Pietro c’è la radice della gloria e la sua percezione non a livello intellettuale ma come esperienza che coinvolge e travolge. Dice: “è bello stare quiâ€? e questo fa cogliere un aspetto di questa situazione al limite dell’indicibile, che permette anche a noi di intuire cos’è la gloria. Ăˆ uno stato e non una cosa; non è

3LDQJHUH VRUULGHQGR “Ma tu vedi, Dio! Tu vedi. Vedi la morte di un’innocente. Vedi la mia vendetta e non l’hai impedita. Io non ti capisco. Eppure adesso chiedo il tuo perdono. Non conosco altro mezzo per conciliarmi con queste mie mani. Non conosco altro modo di vivereâ€?. Questa preghiera viene urlata dal protagonista, verso la fine del film di Ingmar Bergman, intitolato “La fontana della vergineâ€? (nella foto), girato in un sublime bianco e nero nel 1960. Nella trama c’è il rapporto conflittuale con un Dio “indifferenteâ€?, il quale lascia che avvengano cose mostruose come la triste sorte di Karin, violata e uccisa da tre fratelli ladri, mentre una mattina si reca alla chiesa per offrire ceri alla Madonna. I tre omicidi andranno a

cercare rifugio, senza saperlo, proprio nella casa dei genitori della ragazza, tentando di vendere alla madre il vestito prezioso che hanno strappato a Karin. TĂśre, il padre, si vendicherĂ con violenza, senza risparmiare nemmeno il piĂš piccolo dei fratelli, un ragazzino. Aiutati da una serva, la famiglia raggiunge il luogo del misfatto. Il padre, alza allora questa preghiera a Dio, nella quale dĂ sfogo al suo dolore e comprende di aver risposto al male con altrettanta violenza. Per questo chiede perdono a Dio, non senza aver ammesso la sua fatica a comprendere come Lui abbia potuto permettere tanto male: “Io non ti capiscoâ€?. La nostra esperienza di fede è tutta in queste parole. Vorremmo vivere sen-

za peccare, vorremmo raggiungere la perfezione morale, vorremmo‌ ma la realtĂ ci smentisce. Siamo in Quaresima, tempo penitenziale e la penitenza passa inevitabilmente attraverso il sacramento della riconciliazione. Non conosciamo altro modo di vivere se non nel chiedere perdono. Il film del regista svedese si chiude su di una fontana sgorgata nel luogo dove è adagiato il corpo di Karin, immagine dell’acqua e del sangue sgorgati dal corpo dell’Innocente, il Cristo. Tutti i protagonisti vi si lavano e piangendo sorridono. Ăˆ l’esperienza che dovremo fare nella confessione: il penthos, quel pianto che nasce dall’esperienza del peccato, ma si trasforma in gioia davanti al perdono di Dio.

vedere qualcuno o sentirlo; non è nemmeno partecipare a qualcosa. Ăˆ tutto insieme e qualcosa di piĂš. Pietro cerca di afferrare questa bellezza che solo intuisce e dalla quale non vorrebbe piĂš separarsi. Non capisce quello che si dicono i tre; non capisce nemmeno perchĂŠ questo stia avvenendo. Eppure è lĂŹ e quello che accade lo trascina al punto da costringerlo a dire parole che giudicherĂ poi senza senso, a voler mantenere quella situazione per sempre. Questa gloria, questa bellezza ha (o vorrebbe che avesse) la bellezza di una situazione quotidiana, la domesticitĂ della capanna, la normalitĂ dello stare lĂŹ, semplicemente. Non è facile nemmeno per chi tenta di commentare questo brano di Vangelo riuscire a dire quello che suscita: è un testo da contemplare piĂš che da commentare. Riempirlo di parole “altreâ€? è come smontare una poesia credendo di leggere in fondo alla tecnica del poeta il segreto della bellezza che suscita

quando la si legge. Anche questo brano, soprattutto nella descrizione di Marco, con l’ingenuitĂ stupita di certe sottolineature che sembrano uscite dalla bocca di un povero predicatore d’altri tempi, racchiude il segreto di un’esperienza che non può essere trascritta se non cosĂŹ e che introduce chi la legge a quel mistero che le parole da sole non sanno (e non sapranno) mai dire: la bellezza che è la gloria di Dio. Che si intuisce in un attimo. E poi sono le parole che devono riempire il vuoto delle immagini, e poi sono i ricordi di letture antiche, e i simboli, e i rimandi che servono a spiegare, dopo la risurrezione, che cosa avrĂ significato quel frammento di tempo che è stato essere su quel monte e che non può essere trascritto ma solo srotolato come la pellicola di un film. Non c’è intimismo nelle tre capanne di Pietro; solo l’impossibile desiderio di trasformare in tempo l’intuizione assoluta della felicitĂ . Che è bellezza. Che è Dio.


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impiego, che spesso ignorano di avere il diritto di scegliere a chi destinarlo. Anche quest’anno i giovani vengono coinvolti attivamente nella raccolta delle sole schede allegate ai Cud, ma la novitĂ principale rispetto all’anno passato è il taglio del concorso che vuole agevolare la conoscenza del mondo del lavoro da parte dei giovani tramite un’esperienza concreta di progettualitĂ , oltre a sensibilizzarli sui temi del sostegno economico alla Chiesa e

al rapporto con gli anziani. I ragazzi che parteciperanno all’iniziativa sono chiamati a ideare un progetto di utilità sociale per la propria comunità parrocchiale e concorrere alla vincita di un contributo economico per la sua realizzazione. Per partecipare i giovani dovranno creare una squadra e iscriversi sul sito del concorso www.ifeelcud. it con il consenso del parroco. Raccogliere il maggior numero di schede allegate al Cud (minimo 30) tra la popolazione della propria

comunitĂ e consegnarle a un Caf di riferimento sul territorio entro e non oltre il 1° ottobre 2012. I giovani dovranno poi caricare on line il Progetto ideato e un video che illustri l’idea che si intende realizzare. In palio contributi, in proporzione al numero di schede Cud raccolte, da un minimo di 1.000 euro ďŹ no a un massimo di 29.500 euro. Previsto anche il “premio del pubblicoâ€?, 1.000 euro per il miglior video. Lo vincerĂ il ďŹ lmato piĂš votato dagli utenti on line.

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l deserto possiede un fascino misterioso nella sua estensione di dune e di giochi di sabbia, di oasi e di carovane di cammelli. Di notte lo splendore delle stelle è ineguagliabile. Questo però, anche se non assomiglia alla Parigi-Dakar, non è il deserto di cui parla il Vangelo nella narrazione di Marco che Benedetto XVI commenta, perchĂŠ è luogo di lotta, dove il nemico attacca e sferra ripetutamente i suoi colpi. Senza cambiare luogo geografico per un’avventura momentanea, tentiamo di cogliere il senso dell’avventura quaresimale che ci fa attraversare il deserto del cuore della persona e la mette a nudo. Lo spaccato che si apre palesa lo “stato di abbandono e di solitudineâ€? in cui si versa o in cui volontariamente si entra, per sperimentare la potenza di questo “‘luogo’ della debolezza dell’uomo dove non vi sono appoggi e sicurezze, dove la tentazione si fa piĂš forteâ€?. Sarebbe temerario voler attraversare questo deserto per sfida a se stessi, per gettare un guanto di provocazione e misurare la propria tenuta. L’accento è ben diverso: la persona varcando la soglia della Quaresima abbandona quanto la circonda e sorregge la propria autostima, il proprio prestigio, per guardarsi nel profondo e scoprire se stessa e le tensioni vitali che l’abitano e la nutrono; per mettere a fuoco quelle punture che fanno scoppiare l’io e domandano di essere realisticamente guardate negli occhi. Satana, cioè il nemico che non vuole la nostra salvezza, non demorde, dimenticando che il deserto conosce un risvolto di estrema dolcezza e sicu-

rezza, infatti “può indicare anche un luogo di rifugio e di riparoâ€?, e la viva esperienza del popolo d’Israele ha segnato la storia di chi cammina andando incontro all’Altissimo. Si scampa dalla schiavitĂš d’Egitto ma anche “si può sperimentare in modo particolare la presenza di Dioâ€?. Il vuoto creato dall’abbandono di ogni certezza diventa propulsivo per comprendere e sperimentare che mai, durante i 40 anni di vita nomade nel deserto, il sandalo si è logorato al piede. Non perchĂŠ gli israeliti fossero bravi calzolai, ma perchĂŠ il Signore vegliava e provvedeva. La grande tentazione epocale che innerva la nostra societĂ esplode sulle dune del deserto del cuore: â€œâ€Śrimuovere Dio, mettere or-

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teologia, ammonisce che “è sempre presente nella storia dell’uomoâ€?. La persona si centra su se stessa, si autoconvince di essere costruttrice di vita, produttrice di benessere e quindi non vuole apprendere pazienza e umiltĂ e radicarle fortemente nel proprio spirito per “seguire ogni giorno il Signore, imparando a costruire la nostra vita non al di fuori di Lui o come se non esistesse, ma in Lui e con Lui, perchĂŠ è la fonte della vera vitaâ€?. Il deserto, se la tentazione non viene vinta guardando a GesĂš che ha vinto appellandosi alla Parola del Padre, può produrre anche questa devastazione personale e comunitaria. Quale il kit per attraversare le dune con la guida del Salvatore? La preghiera quotidiana: che sposti l’autocentratura e rilanci la persona verso il Padre; i gesti di penitenza: che facciano toccare con mano i nostri limiti per ricondurci a una misura che si conosce povera; le opere di caritĂ fraterna: che spostino lo sguardo dal nostro interesse al bisogno altrui. Sarebbe illusorio pensare al kit come al prodotto vincente e autoprogrammato, porterebbe la griffe dell’orgoglio smisurato della conquista umana, mentre deve portare il sigillo dello Spirito che plasma ogni nostro agire e sentire per diffondere nel mondo “il lievito evangelico della veritĂ attraverso i gesti della misericordia, del perdono e della riconciliazioneâ€?. Solo allora la nostra traversata quaresimale potrĂ godere della sua “protezioneâ€? e ci aiuterĂ â€œa imprimere nel nostro cuore e nella nostra vita le parole di GesĂš Cristo, per convertirci a Luiâ€?.

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/D %LEELD LQ OLQJXD DUDED “Un dono prezioso per i cristiani di Terra Santa�. Con queste parole la Custodia francescana di Terra Santa (nella foto padre Pierbattista Pizzaballa) ha annunciato una nuova edizione della Bibbia in lingua araba. La Stamperia Francescana a Gerusalemme ha stampato due versioni “pregiate� della Sacra Scrittura in lingua araba. La Custodia francescana ha acquistato la traduzione della Bibbia realizzata dai gesuiti della St. Joseph

University a Beirut, in Libano, e afďŹ dato la stampa alla Franciscan Printing Press, che piĂš di 150 anni fa iniziò la sua attivitĂ stampando la Bibbia in arabo. Si tratta di “un’iniziativa di grande valore, che intende essere una risposta all’appello della Chiesa cattolica, che ha invitato l’intera comunitĂ dei fedeli a riscoprire le radici della fede cristiana, il fondamento e il signiďŹ cato della vita di fede e della nostra missione come discepoli di Cristoâ€?.

Per la Custodia francescana, “la lettura e la conoscenza della Bibbia e la meditazione costante dei suoi testi e del suo messaggio di salvezza sono un elemento imprescindibile per la costruzione dell’identitĂ cristiana e per l’adesione sempre piĂš perfetta al progetto di Dio per l’uomo. Per chi vive e opera in Terra Santa il rapporto con la Bibbia è arricchito di un’esperienza particolare, di un contatto diretto con il contesto in cui GesĂš è vissutoâ€?.


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Caro direttore, se sono 830 i sacerdoti bresciani impegnati in 480 parrocchie ben è rimasto perplesso il confratello che doveva rendere conto ai suoi catechisti di come effettivamente ci si possa lamentare della penuria del clero. Dove finiscono tutti i nostri sacerdoti? Molti, è vero, sono malati, anziani e non piÚ in attività . La Chiesa bresciana, comunità in cammino verso il Sinodo, dovrà pur ben chiedersi anche che ruolo dare ai numerosi confratelli religiosi

che in diocesi sono presenti, e pur numerosi. Penso ai Salesiani a Chiari e a Nave, ai Carmelitani di Adro e di Via del Castello a Brescia, ai Francescani, ai Piamartini, ai Pavoniani, per citarne solo alcuni. Nella mia parrocchia sono quattro i padri Comboniani presenti e fino a tre anni fa celebravano due Sante Messe ogni giorno, compreso la domenica, mentre in parrocchia ne celebravo una ogni giorno e tre la domenica per circa 300/350 fedeli praticanti per una popolazione di

circa 1.150 abitanti. Ho allertato la nostra Curia che con le qualifiche di ‘oratorio’ e di ‘chiesa’ ha regolarizzato 44 anni di presenza comboniana indefinita, ma qualche difficoltĂ resta. Confido che il Sinodo diocesano possa portare i religiosi ad avere un proprio ruolo ben specifico nelle programmate unitĂ pastorali. Sono certo che la conclamata penuria di clero diocesano avrĂ quindi da loro un valido contributo. (mons. Eraldo Fracassi)

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’oratorio è ancora un luogo significativo? La risposta non può essere formulata semplicemente attraverso un sĂŹ o un no. C’è da domandarsi quali sono le condizioni affinchĂŠ un luogo come l’oratorio possa dirsi significativo per questi ragazzi, adolescenti e giovani. Il problema dell’organizzazione degli spazi o il tema del coordinamento tra le strutture dell’unitĂ pastorale passa in secondo piano e rischia di diventare fuorviante se non si risponde con luciditĂ e schiettezza alla precedente domanda. CosĂŹ anche la preoccupazione di cosa possa succedere con il venire meno del numero dei curati e delle energie che questi sono in grado di dedicare al presidio dello spazio oratoriano, magari distoglie l’attenzione dalle domande cruciali che ogni comunitĂ deve porsi circa la propria capacitĂ di orientamento reale alle sorti della pastorale giovanile nei propri territori. E cosa significa fare pastorale giovanile? Mi sento di poter individuare almeno due elementi che possono diventare altrettante piste di lavoro. L’oratorio è uno strumento della pastorale e non il suo obiettivo. Esso rappresenta l’offerta che la comunitĂ cristiana fa ai giovani di uno spazio e un tempo di partecipazione che permetta loro di radicarsi nell’ambiente sociale ed ecclesiale. In questa prospettiva esso è a tutti gli effetti un lab-oratorio di vita che permetta ai giovani (in modo corrispondente alle esigenze delle diverse etĂ ) di riconoscere e dare senso alle azioni della propria

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ture oratoriane, ma con le politiche giovanili e con le diverse esperienze di volontariato che animano i paesi. L’oratorio è un luogo di incontro tra i giovani ed è l’offerta di uno spazio da animare, da co-costruire nello scambio generazionale. Se vogliamo dare nuova linfa all’esperienza oratoriana non possiamo non accettare la sfida di una progettazione che contempli la possibilitĂ di proposte cristiane (ahimè solo per pochi) e l’offerta di aggregazione per tanti giovani oggi scarsamente impegnati e interrogati dalla fede. Non si tratta di affidarsi soltanto alla ricerca di figure educative “nuoveâ€?, quanto piuttosto di fare lo sforzo di reinterpretare il progetto educativo dell’oratorio dedicando energie e competenze anche all’individuazione di percorsi formativi e

di impegno per i giovani che non riguardino soltanto ruoli educativi, ma che accompagnino la strutturazione dell’identitĂ di ciascuno attraverso un orientamento (vocazionale) alle diverse forme attraverso le quali una persona può realizzarsi nella propria dimensione sociale e cristiana.

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5D]LRQDOL]]DUH VHQ]D SHUGHUH OR VSHFLILFR Don Francesco Bezzi (nella foto) è il responsabile della pastorale giovanile di Palazzolo. Un ruolo senza dubbio complesso perchĂŠ raggruppa cinque oratori di un territorio che di fatto ďŹ no a oggi ha lavorato poco insieme. Don Francesco, sacerdote novello, sta ancora conoscendo la realtĂ e aspetta anche delle indicazioni dal Sinodo per intraprendere un lavoro di pastorale unitaria. Al momento i curati sono due (c’è anche don Paolo Gregorini

che segue le parrocchie di San Rocco e Sacro Cuore) e c’è un consiglio dell’unitĂ pastorale giovanile. Con un solo curato, secondo don Bezzi, è indispensabile la presenza di nuove ďŹ gure educative: “Bisogna sostituire l’anima dell’oratorio, che è la presenza di qualcunoâ€?. Oggi si cerca di dare un senso educativo ai pomeriggi con la presenza dei Cag per i ragazzi. Domani molto probabilmente si dovrĂ mettere mano alla razionalizzazione delle strutture

per non disperdere le energie. All’interno dei singoli oratori saranno indispensabili “la catechesi, un punto aggregativo informale e uno spazio gioco�; va, invece, fatta insieme “la pastorale degli adolescenti e dei giovani e gli incontri degli adulti dell’iniziazione cristiana�. Don Francesco sta lavorando sul versante sportivo con il coinvolgimento del Csi, attivo in tutti gli oratori. Per incontrarsi, per conoscersi e per farsi conoscere alla

città è stata pensata una grande giornata di festa sportiva; ci sono anche alcuni modelli, come il Polisportivo a San Pancrazio, che possono diventare “esportabiliâ€?. L’aspetto piĂš dolente è quello della pastorale giovanile, anche se non mancano le proposte: nei venerdĂŹ di Quaresima è stato allestito un momento chiamato “Vespri hourâ€? per commentare il Vangelo della domenica. E per l’estate bisogna condividere insieme alcune idee.

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Sabato 3 marzo Ore 9.30 - Brescia Incontro con l’Associazione famiglie numerose presso l’ex Seminario di via Bollani 20. Ore 16 - Palosco Incontro con i cresimandi della zona VII.

‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 1 marzo Ore 10.30 - Brescia Incontro con i maturandi delle scuole cattoliche presso l’istituto Piamarta. Ore 20.30 - Brescia Scuola di preghiera in Cattedrale.

Domenica 4 marzo Ore 8.30 - Brescia - S. Messa per i congressisti delle Acli provinciali presso l’Istituto Artigianelli. 5, 6 e 7 marzo Il Vescovo presiede il pellegrinaggio diocesano per i sacerdoti a LÊrins in Francia.

VenerdĂŹ 2 marzo Ore 20.30 - Brescia Quaresimali in Cattedrale.

ƒ�…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘�‹�‡ La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana:

nominato vicario parrocchiale anche delle parrocchie di Ossimo Inferiore, Ossimo Superiore, Lozio e Villa di Lozio.

Il sac. don Francesco Rezzola, parroco di Borno, è stato nominato parroco anche delle parrocchie di Ossimo Inferiore, Ossimo Superiore, Lozio e Villa di Lozio.

Il sac. don Hilaire Berri (della diocesi di Nkayi – Congo), presbitero collaboratore delle parrocchie di Ossimo Inferiore, Ossimo Superiore, Lozio e Villa di Lozio è stato nominato presbitero collaboratore anche della parrocchia di Borno.

Il sac. don Simone Ziliani, vicario parrocchiale di Borno, è stato

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i suoi funerali l’allora card. Ratzinger, davanti a 40mila persone, disse che “Mons. Giussani, con la sua fede imperterrita e immancabile, ha saputo, che anche in questa situazione, Cristo, l’incontro con Cristo rimane centrale, perchĂŠ chi non dĂ Dio, dĂ troppo poco e chi non dĂ Dio, chi non fa trovare Dio nel volto di Cristo, non costruisce, ma distrugge, perchĂŠ fa perdere l’azione umana in dogmatismi ideologici e falsi, come abbiamo visto molto bene. Don Giussani ha conservato la centralitĂ di Cristo e proprio cosĂŹ ha aiutato con le opere sociali, con il servizio necessario l’umanitĂ in questo mondo difficile, dove la responsabilitĂ dei cristiani per i poveri nel mondo è grandissima e urgenteâ€?. Oggi il movimento di Comunione e Liberazione, a distanza di 30 anni dall’approvazione pontificia, ha chiesto al card. Scola l’apertura della fase diocesana del processo per

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R I C E

MKT-2012 43

pp. 192 â‚Ź 11,00

LA SCUOLA

tina di persone che fanno un lavoro di catechesi settimanale sui testi di don Giussani; da due/tre anni c’è un collegamento video con la scuola di comunitĂ di JuliĂĄn CarrĂłn (successore di don Giussani). Ci ritroviamo a Brescia (in universitĂ ), a Desenzano e a Salò. Un aspetto importante è quello della caritativa‌ Chiediamo alle persone che aderiscono al movimento un gesto di caritativa come un gesto di educazione alla persona; molti sono impegnati nelle parrocchie a servizio della realtĂ locale, altri si occupano del Banco di solidarietĂ : portano pacchi alimentari a famiglie bisognose una volta al mese. Un altro gruppo si occupa di domanda/ offerta lavoro, un altro ancora è attivo nel doposcuola. I piĂš giovani, accompagnati dagli adulti, visitano gli ospizi per portare un momento di serenitĂ . Sui media il Movimento viene confuso con la politica. Il proces-

so di beatificazione potrebbe eliminare qualche dubbio? CarrĂłn, come peraltro aveva giĂ precisato don Giussani, precisa sempre che Cl è un movimento ecclesiale. Siamo stati educati ad avere un’apertura a 360° sul mondo, ma è sempre stato chiaro per tutti che l’impegno nel sociale o in politica è una responsabilitĂ mia, non del movimento. Riteniamo che l’educazione avuta sia in grado di aiutarci in questa presenza sul territorio, è altrettanto chiaro che lĂ dove ci sono degli errori la responsabilità è di ognuno di noi.

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Dopo un'avventurosa carriera militare e viaggi di esplorazione in Marocco, Charles de Foucauld (1858-1916) si converte e diventa testimone mite del Vangelo tra i tuareg del Sahara. I testi qui raccolti consentono di ripercorrere la vicenda umana e spirituale di frère Charles nei suoi snodi salienti e di ravvivare cosÏ la memoria di un personaggio che offre agli uomini del nostro tempo profonde intuizioni spirituali.

E D I T

della storia della Chiesaâ€?. Come descriverebbe la figura di don Giussani? Per l’esperienza che ho avuto è una persona geniale che ha saputo risvegliare in me il senso religioso, una domanda esistenziale sulla mia vita; questa domanda ha trovato una risposta nella persona di GesĂš Cristo che lui riusciva a rendere contemporaneo. Ha risposto a quella grande sfida con cui ha sempre provocato noi giovani: la fede era in grado di rendere piĂš umana la nostra vita. GesĂš Cristo, come ci ricordava il Vescovo (nella Messa nella chiesa di San Faustino della scorsa settimana, nda) è venuto per salvare il mondo e la Chiesa è lo strumento per cui questo può accadere. Quali i numeri nel Bresciano? Il punto di lavoro principale per gli adulti e per i giovani è la scuola di comunitĂ : tutti gli anni si iscrivono dalle 400 alle 450 persone. La realtĂ dell’universitĂ raccoglie una cinquan-

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Â? —•…‹–ƒ ‹Ž †˜† ƒ …Š‹‡•ƒ †‹ ‡†‹œœ‘Ž‡ •‹ ”ƒ……‘Â?–ƒ Prosegue con la pubblicazione del dvd sulla chiesa parrocchiale di Santo Stefano protomartire di Bedizzole la collana dedicata alle piĂš belle chiese della nostra diocesi. Il progetto, a cura di Voce Media e con il patrocinio della sottocommissione Catechesi attraverso l’arte, intende valorizzare lo straordinario patrimonio di arte e di fede dei paesi bresciani. Iniziata nel 1721 e consacrata nel 1760, la parrocchiale di Bedizzole rappresen-

ta al meglio il fervore costruttivo e decorativo in campo religioso che interessò il territorio di questo Comune per tutto il Settecento. Alla sua progettazione e all’arredo interno concorsero pregevoli artisti giĂ attivi per importanti committenze nella cittĂ di Brescia e provenienti dall’area lombardo-veneta. La progettazione del maestoso ediďŹ cio fu afďŹ data all’architetto comasco Antonio Spazzi, in quegli stessi anni attivo nel cantiere del-

la chiesa di Santa Maria della Pace a Brescia. Un autentico “tesoroâ€? della chiesa di Santo Stefano sono gli altari collocati nelle cappelle laterali e nel presbiterio, signiďŹ cativi esempi della scultura rococò a Brescia; custodiscono pregevoli tele, delle quali ricordiamo quelle di Giambattista Pittoni, con Tiepolo, il maggior pittore veneziano del Settecento, e poi Grazio Cossali, Ludovico Gallina, Giuseppe Pirovani. Oltre al coro e ad altre ope-

re lignee della famiglia valsabbina dei BoscaĂŹ e a opere in marmo della famiglia Callegari, la chiesa custodisce un magniďŹ co CrociďŹ sso ligneo, probabile opera cinquecentesca del grande scultore bresciano Maffeo Olivieri. Si segnala inďŹ ne l’elegante architettura dell’altare della Scuola del Suffragio, sul cui retro si apre un’ampia cappella, opera anch’essa dello Spazzi. Il dvd si può prenotare telefonando al numero 03044250.

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l vescovo Luciano con grande afflato e piglio deciso ha offerto molte luci ai rappresentanti della Cdal. Innanzitutto ci ha mostrato come nella vita della Chiesa siano presenti fondamentalmente due funzioni: la comunione e la missione. Attraverso la Parola, i sacramenti e l’amore fraterno un frammento di mondo assume una forma nuova che è il riflesso della vita di Dio. Il passaggio è naturalmente GesĂš Cristo. Missione vuol dire che il popolo di Dio ha una forma nuova nello Spirito, secondo l’umanitĂ di GesĂš ed è in questo mondo non per viverci bene, ma per animarlo e trasformarlo. “Questa dimensione di missione dice che la vita di comunione della comunitĂ cristiana non è una vita ripiegata su se stessa, perchĂŠ si possa vivere bene fra noi, ma è un compito, una responsabilitĂ , una funzione di trasformazione del mondo nella sua totalitĂ perchĂŠ quello che Dio vuole salvare è il mondo, non la Chiesa, la Chiesa è uno strumento di questa salvezza del mondo e dell’umanitĂ , di questa trasformazione, trasfigurazione, rinnovamento. Quello che voi dicevate a proposito dei laici si gioca prima di tutto nel campo della missione. I lai-

ci cosa ci stanno a fare? Vivono una vita normale, dell’uomo comune, con tutto quello che fa parte dell’esistenza dell’uomo: la politica, l’economia, la cultura, le relazioni, gli affetti, la famigliaâ€?. Ăˆ compito del laico trasformare queste cose perchĂŠ abbiano dentro di loro una partecipazione della vita di Dio, ma riesce a farlo nella misura in cui vive la comunione, questa vita se la porta dentro perchĂŠ non è una parola da annunciare, da dire, basta averla imparata, ma è una vita da comunicare. “Nelle unitĂ pastorali il centro è la comunione come nella vita delle parrocchie, ma dentro “un programma pastorale. Io spero, e questo sarebbe uno dei desideri, che siccome l’unitĂ pastorale poggia su un programma pastorale, nel senso che una unitĂ pastorale incomincia a funzionare quando si dĂ un programma che dirige l’azione pastorale di tutto il territorio, in un’unica prospettiva, spero che riusciamo a far percepire come il programma pastorale non sia un programma solo ad intra, ma un programma ad extra, cioè quello che noi facciamo per crescere come comunitĂ cristiana, lo facciamo perchĂŠ la nostra testimonianza diventi efficace e perchĂŠ

il mondo creda che Dio ha mandato GesĂš Cristo. In questa dimensione missionaria le associazioni e i movimenti sono in primo piano perchĂŠ essi, colgono esattamente le persone nel loro vissuto quotidiano normale e nella misura in cui riescono a realizzare questa trasformazione del vissuto quotidiano secondo la legge della comunione, permettono alla Chiesa di diventare attiva, operativaâ€?. Entrando nello specifico il Vescovo sottolinea che: “Una realtĂ come la Consulta può diventare utilissima non per omogeneizzare le aggregazioni laicali perchĂŠ se le omogeneizziamo non riusciamo piĂš ad affrontare una realtĂ varia come quella in cui siamo. La varietĂ ci sta bene, una varietĂ di opinioni, di valutazioni, se questo sta dentro la percezione di fede che quello che ci unisce è infinitamente di piĂš di quello che ci divide. Se riusciamo ad entrare nella logica della comunione per cui non difendo semplicemente la mia aggregazione, ma difendo anche quella degli altri, cioè difendo il tessuto generale delle esperienze ecclesiali: ama il prossimo tuo come te stesso, ama l’aggregazione altrui e il movimento altrui come il tuoâ€?.


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aprile e 1 maggio 2012, in orario 9.30-19. PiĂš di 100 punti gioco in grado i soddisfare ogni desiderio dei bambini, gli spettacoli teatrali e musicali, i laboratori creativi, i gonďŹ abili e i padiglioni sportivi‌ stanno per essere allestiti; il capostazione Nello è alle prese con la manutenzione dei suoi trenini per trasportare ancora tantissimi bambini a zonzo per Seridò; anche i simpatici animatori stanno per indossare di nuovo le loro

magliette colorate, per giocare insieme a famiglie e bambini. Insomma, manchi solo tu, ti aspettiamo. Poche le cose da fare per il momento, se non appuntare sul calendario questo importante appuntamento e consultare di tanto in tanto il sito internet www.serido.it, creato proprio per soddisfare la curiostĂ di grandi e piccoli in attesa che vengano i giorni del grande evento al Centro ďŹ era di Montichiari.

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ontinuando l’iniziativa di formazione avviata nello scorso anno, che ha registrato la partecipazione di molti presidenti e amministratori, l’AdasmFism di Brescia e il centro di formazione Lesic stanno proponendo per il secondo anno la Scuola di formazione per i presidenti, gli amministratori, i componenti dei consigli di amministrazione delle scuole dell’infanzia associate. Le tematiche affrontate prendono in esame i principali aspetti organizzativi, normativi e contrattuali legati alla quotidianitĂ della vita amministrativa scolastica. Gli incontri sono tenuti da esperti con competenze nei diversi settori e si svolgono nella sede utilizzata lo scorso anno, presso la Casa Foresti di via Asti a Brescia. Il corso ha preso il via sabato 25 gennaio, con una mattina di lavoro sul tema “Le nature giuridiche delle scuole dell’infanzia. Statuti e regolamentiâ€?, in cui è stata presentata una comparazione tra le differenti forme giuridiche delle scuole dell’infanzia senza fini di lucro: la costituzione, gli organi sociali, la responsabilitĂ degli amministratori e i relativi adempimenti. Sabato 25 febbraio, il secondo incontro ha proposto il tema de “La sicurezza sui luoghi di lavoro (d.lgs. 81/2008). La sicurezza igienico-alimentare (regolamento CE 852/2004)â€?, con l’analisi della principale normativa a cui le istituzioni scolastiche devono attenersi. Il corso è di indubbia importanza e vuole offrire aggiornati strumenti

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ta erogazione o al venir meno di una parte importante dei contributi pubblici. Finora oltre 100 amministratori non si sono lasciati scappare questa occasione di aggiornamento e di confronto, a testimonianza di un’iniziativa di cui si sentiva il bisogno, in un clima di condivisione di problematiche e di prospettazione di possibili soluzioni. I prossimi appuntamenti sono fissati per sabato 24 marzo, sul tema “Pianificazione, bilancio e sostenibilitĂ economica delle scuole dell’infanzia paritarie – Contratto collettivo nazionale Fismâ€?, mentre l’ultimo incontro è previsto per la fine di maggio, in coincidenza con l’annuale assemblea provinciale dell’Adasm-Fism.

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delle persone “fragiliâ€? sul signiďŹ cato e l’importanza della protezione giuridica e l’aiuto concreto alle famiglie perchĂŠ, informate, sappiano scegliere ďŹ gure che, grazie al ruolo di amministratore di sostegno, consentano al congiunto in stato di bisogno di realizzare il proprio progetto di vita. Ăˆ dunque nostro scopo formare ďŹ gure del terzo settore che siano professionalmente in grado di garantire una corretta informazione, assistendo le famiglie anche in tutte

le fasi procedurali conseguenti e strutturare una rete di sportelli utili a consentire un piÚ facile accesso al servizio, anche in posizioni territorialmente decentrate rispetto alla città . Entro il primo semestre del 2012 sarà completata la formazione delle persone che hanno dato disponibilità per il progetto e resi operativi gli sportelli. L’Aval aprirà quattro sportelli, di cui tre decentrati – a Montichiari, Rovato e Verolanuova – e uno in città , presso la sede provinciale delle Acli.

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logiche del libero mercato. Dentro tale quadro si colloca questa fase congressuale delle Acli, che scelgono di essere soggetto attivo della societĂ civile e della comunitĂ ecclesiale. Stare nel cambiamento come artefici vuol dire non subirlo, è uno sforzo che chiede discernimento ed esercizio della responsabilitĂ , fedeltĂ ai principi essenziali, capacitĂ di rinnovare le forme con cui incarnarli nelle opere e nell’azione quotidiana. Significa essere consapevoli che nell’attuale fase di mutamento storico vanno date risposte nuove a domande nuove. Contribuire a “rigenerare comunitĂ â€? per noi significa rendere sempre piĂš protagonisti i nostri circoli – che rappresentano il principale capitale sociale dell’associazione –: attraverso proposte innovative e sperimentali essi devono diventare artefici di una nuova partecipazione popolare con una prioritaria attenzione ai lavoratori, alle famiglie e alle persone in

situazione di fragilitĂ . La democrazia sta vivendo una fase di estrema crisi trascinata da una caduta verticale di credibilitĂ della politica. Le Acli continuano a credere in una democrazia che rinasce dal basso, dai processi di partecipazione diffusa, dalla creativitĂ del sociale che alimenta le istituzioni fondate sulla costruzione del bene comune. Per le Acli, dunque, si apre la stagione di un “grande compitoâ€?: ricostruire la politicitĂ del civile riscoprendo la propria fedeltĂ alla democrazia. Anche la Chiesa non è estranea a questa fase di mutamento radicale: il cammino sinodale che si è aperto nella Chiesa bresciana è un segnale di questa consapevolezza e le Acli bresciane si sentono chiamate, in questo cammino, a essere sempre piĂš soggetto di formazione di coscienze laiche, alla luce del Vangelo, coerenti con gli orientamenti del Concilio Vaticano II e in sintonia con l’insegnamento sociale della Chiesa.

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igenerare comunitĂ per ricostruire il Paese: Acli artefici di democrazia partecipativa e di buona economia. Ăˆ questo è il tema che il Consiglio nazionale delle Acli ha scelto per la riflessione e l’approfondimento delle centinaia di assemblee congressuali che si terranno in questi mesi e che culmineranno nel Congresso nazionale di inizio maggio. La crisi che l’Italia sta attraversando non è soltanto politica o economica: è innanzitutto il significato del perchĂŠ e del come stare insieme che è in crisi nel nostro Paese. Per questo “rigenerare comunitĂ â€? diventa il presupposto di qualsiasi cambiamento possibile. Un’organizzazione come la nostra, profondamente radicata nel territorio, con molteplici spazi di condivisione e d’incontro con le persone, è chiamata a svolgere in questi luoghi un compito difficile ma assolutamente fondamentale: non solo gestire attivitĂ o servizi, ma offrire sen-


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ell’occasione della presentazione del libro “Il deliriumâ€?, curato da Alessandro Morandi, medico geriatra e ricercatore, presso l’UniversitĂ cattolica di Brescia, mons. Luciano Monari è intervenuto con una relazione dal titolo “Il vecchio nella Bibbiaâ€?. Il Vescovo afferma che nel Libro di Qoelet, nella parte finale, è presente una magistrale descrizione della condizione dell’anziano. Il testo biblico fa emergere la fragilitĂ e la caducitĂ dell’esistenza umana, che fiorisce nella giovinezza e decade negli anni della vecchiaia, “quando si abbasserĂ il rumore della mola e si attenuerĂ il cinguettio degli uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; quando si avrĂ paura delle alture e degli spauracchi della stradaâ€?. Ogni etĂ della vita, ricorda mons. Monari, ha un suo valore intrinseco, una sua cifra peculiare: l’essere umano dev’essere capace di vivere

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pensiero e della spiritualitĂ , evitando di consumarci nella presunzione e nella saccenteria, che possono scaturire dal tempo che abbiamo alle nostre spalle. Come ci avvisa Qoelet, “VanitĂ delle vanitĂ , e tutto è vanitĂ â€?, in una frase, che sembra un aforisma inciso sulla roccia. Secondo mons. Monari, non possiamo ignorare la caducitĂ della nostra esistenza: in un’epoca connotata dalla velocitĂ della tecnologia e dalla superficialitĂ dei rapporti umani, rischiamo di perdere di vista la nostra natura, di non “vedereâ€? la nostra fragilitĂ , la nostra finitezza. I progetti, le costruzioni, le conquiste umani sono “vanitĂ â€?, se intese come qualcosa di autonomo, di autosufficiente, di fine a se stesso; la nostra esistenza può avere un senso se rapportata ad “altroâ€?, a ciò che non muta, al fondamento stabile dell’essere. La vecchiaia, a tale riguardo, è l’occasione piĂš preziosa per riflettere sulla natura umana: es-

sa ci può dare la giusta dimensione della nostra vita, che, vista sul piano meramente fisico, è misera, precaria, fallimentare, ma che, se assunta nell’orizzonte piĂš vasto della spiritualitĂ e del trascendente, può rivelarsi grande, nobile, destinata all’eternitĂ . Inoltre, il Vescovo richiama anche Paolo, che, nella Lettera ai Romani, parla di Abramo, che ha un figlio proprio durante la vecchiaia da Sara. Questo fatto dimostra che l’etĂ anziana non è sterile, vuota, inutile, ma può essere fertile, propositiva, attiva. Il vecchio ha una sua “generativitĂ â€?, arricchita dalla sua esperienza, dalla sua saggezza, per cui può comprendere meglio le proprie azioni. Per Paolo, la vecchiaia non è uno “statoâ€? fisso, predeterminato, ma è un compito, che implica una forte responsabilitĂ . Se l’anziano chiude bene la sua vita, nella compiutezza del suo essere umano, può morire “sazio di giorniâ€?, felice di avere por-

tato a compimento la sua esistenza. Nel nostro tempo, la riflessione biblica può aiutarci a capire il valore delle fasi della vita. Noi siamo abituati a vedere tutto nell’ottica del consumo, della quantitĂ , della misurazione economica, del successo immediato, e spesso non riusciamo a comprendere i significati piĂš profondi dell’esistenza. In questo modo, rischiamo di considerare i deboli, le persone anziane come esseri marginali, inutili, residui del passato da sistemare come oggetti in luoghi isolati dalla societĂ . In realtĂ , il vecchio è un valore assoluto, che porta in sĂŠ un segmento di storia, un bagaglio di tempo e di pensiero: è la sintesi vivente dell’esistere, che può illuminare la vita delle persone piĂš giovani. Una societĂ che non rispetta gli anziani è destinata a declinare e a imbarbarirsi, perchĂŠ perde se stessa, il proprio passato, quindi non sa piĂš capire il presente e aprirsi al futuro.

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risposta alla Parola, presentando un modello propositivo dell’essere donna. Si comincia l’8 marzo alle 17.30 “La parola che difendeâ€? in cui viene presentato il libro “MaternitĂ interrotteâ€?; intervengono Elisabetta Pittino, consigliere nazionale del movimento per la vita, Massimo Gandolfini, primario neorichirurgo della Poliambulanza, Gabriele Zanola, psichiatra e psicoterapeuta,; modera Paola Arosio della rivista “Madreâ€?. Brani letti da Maria Elena Fiori. Il 21 aprile “La Parola che genera speran-

za� con Giorgio Maione, assessore alla famiglia, alla persona, ai servizi sociali di Brescia; Rita Giretta, suore orsoline del Sacro Cuore; Annachiara Valle (nella foto), direttrice di “Madre�. Il 12 maggio “La Parola che comunica: abitare il continente digitale� con Cristina Beffa, figlie di San Paolo, giornalista; don Adriano Bianchi, direttore Centro per le comunicazioni sociali della diocesi di Brescia; Anna Della Moretta giornalista del “Giornale di Brescia�. Tutti alla libreria Paoline.

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ello spettacolo “Open dayâ€? al Politeama di Manerbio, martedĂŹ 6 marzo ore 21, una madre e un padre separati che si ritrovano per iscrivere la figlia adolescente alle superiori. Cosa succede poi? Loro due perdono la ragione per una cosa semplice e banale; scoprono cose che non sapevano e viene fuori un po’ di schifezza dal loro passato. Viene fuori che sono abbastanza disorientati e che invece alla fine la figlia, che si vede all’inizio e alla fine dello spettacolo, aveva una vitalitĂ e una marcia in piĂš. Forse questi genitori non la capivano proprio, anche se c’era comunicazione, non era vitale, vivace e proficua. Alla fine chi vince? Nessuno. In generale vince la figlia e quindi si spera che vincano le nuove generazioni. Raccontate la vita di due coniugi. In molti film interpreti mogli

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Bisognerebbe chiederlo qui in casa. io penso che rispetto a quelli che sono bravi e sanno costruire un coppia, io sono bocciatissima, ma se uno dei due lo sa fare, nel mio caso Daniele lo sa fare, allora va bene. Che mamma è Angela Finocchiaro? Non lo so. Penso come tutte le mamme che in certi momenti credono di essere decenti e in altre sbatterebbero la testa contro il muro. Sono sempre dei lavori in corso, con i marciapiedi divelti ed è difficile capire e dire dove si è, come in uno stato sempre in progresso. Quanto c’è di reale in questi personaggi? E il pubblico? Molto. Per ora le persone rispondono positivamente e nello specifico ci raccontano di essersi sentiti tirati in causa. Certo questi personaggi sono elaborati con aspetti eccessivi, che sono anche fonte di divertimento, si ritrovano molto. In questo periodo esce il film di

Verdone “Posti in piedi in paradisoâ€? sui padri separati, il tuo spettacolo, la legge italiana che sta velocizzando le pratiche per la separazione. Che spazio c’è per il matrimonio? Io mi sono sposata per i miei figli, perchĂŠ non ci sono ancora gli stessi diritti per i figli di non sposati. Ci siamo sposati dopo 18 anni. Per me l’importante è la qualitĂ dell’unione. Non mi pare che essersi sposati in chiesa o in Comune migliori o meno le cose. Credo che si debba riuscire a creare una coppia stabile. Qual è il personaggio a cui sei piĂš affezionata? “La bestia nel cuoreâ€? di Cristina Comencini perchĂŠ il drammatico si sposa con una sorta di umorismo e perchĂŠ era un personaggio a tutto tondo che mi è costato fatica e mi ha dato un coraggio maggiore per i lavori successivi. Nello spettacolo fai sia la moglie che la figlia. Cosa diresti ad un

adolescente che vede il tuo spettacole e a una madre che vede il tuo spettacolo? Già è tanto se lo vengono a vedere. Per me è bellissimo trovare il pubblico che viene. Spereri che questa commedia divertente abbia fatto sentire un po’ piĂš vicini e magari gli abbia dato qualche apertura mentale. Che cosa stai leggendo? L’ultimo libro di Luca Telese. Parla del precariato, dei giovani e del lavoro in questo momento in Italia. Cosa butteresti dal ponte? Personalmente niente, cose come pigrizia e ansie. Tutto quello che affatica la vita. PerchĂŠ venire a vedere “Open dayâ€?? Questo me lo domando anche io. Direi perchĂŠ l’ha scritto Walter Fontane, dotato di umorismo e intelligenza e perchĂŠ lavoro con un attore molto bravo come Michele Di Mauro.

$O YLD LO IHVWLYDO VXO 5RPDQLQR Parte da Pisogne, dalla chiesa di S. Maria della Neve sabato 3 marzo il festival dedicato al Romanino dal titolo “I volti del Romanino: rabbia e fedeâ€?. Organizzato dall’associazione culturale Cieli vibranti in collaborazione con Provincia di Brescia, ComunitĂ montana di Valle Camonica, Consorzio dei Comuni della Valle Camonica e i Comuni di Pisogne ( a cui si deve l’idea di un percorso sul Romanino), di Breno e Bienno. “Il Romanino – ha commentato Silvia Razzi, assessore alla Cultura e al Turismo della Provincia – è di Brescia, ma allo stesso tempo è dell’intera umanitĂ . Dove c’è turismo c’è cultura e dove c’è cultura c’è turismoâ€?. Insomma la riscoperta di un pittore bresciano che fu al centro di un convegno nel 1965 che vide coinvolti grandi nomi del mondo della cultura di allora come Pier Paolo Pasolini o

Renato Guttuso. “Mi piacerebbe realizzare prima dell’estate – aggiunge ancora Silvia Razzi – un convegno di livello nazionaleâ€?. Il festival ripercorre alcune delle tappe che hanno visto lavorare il pittore bresciano , per cui a Pisogne il 3 marzo alle 20.30, nella chiesa di S. Maria della Neve “Preludio a Romaninoâ€? in cui Diana Trivellato, soprano, si esibirĂ con Silvia De Rosso alla viola da gamba e Riccardo Favero all’organo, in musiche dai tempi del Romanino. I tre appartengono a OďŹ cina Musicum (nella foto), uno dei piĂš affermati esnsemble di musica antica. Sabato 10 marzo alle 17 sempre a Pisogne tavola rotonda con presentazione del libro di Massimo Minini “Romanino. Il teatro degli sguardiâ€?, il cui ricavato andrĂ all’hospice di Pisogne. Domenica 11 a Breno nella chiesa di S. Antonio alle 18.30 e alle 20.30 “Contemporane-

amente Romaninoâ€? in cui Pierangelo Taboni suonerĂ musiche scritte ad hoc, su immagini realizzate da Wladimir Zaleski. Per entrambi il punto di partenza sono state le opere del Romanino. VenerdĂŹ 16 marzo a Bienno nella chiesa di S. Maria Annunciata alle 20.30 “Una voce per Romaninoâ€?. Arte e spiritualitĂ si incontrano in un concerto lirico eseguito da Norma Raccichini, soprano, e Adele D’Aronzo al pianoforte. Don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano, illustrerĂ la musica e i dipinti di Romanino. Sabato 17 marso alle 20.30 ancora a Pisogne si esibirĂ il Coro lirico “Giuseppe Verdiâ€?. Domenica 25 marzo alle 20.30 sarĂ riproposto “Contemporaneamente Romaninoâ€?. “Per il prossimo anno – aggiunge Fabio Larovere, direttore artistico dell’associazione Cieli vibranti – vorremmo allargare il percorsoâ€?.


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Appuntamento con il mondo del fumetto sul tema “Il fumetto fra mestiere e sognoâ€? con la presenza di Gigi Simeoni, fumettista bresciano. LunedĂŹ 5 marzo alle 20.30 all’auditorium del Museo di scienze naturali di Brescia. Il primo momento rietterĂ sul fumetto, a cui seguirĂ la conoscenza dell’artista e da ultimo la presentazione del suo ultimo lavoro “Striaâ€?, un horror sui monti che separano la Valtrompia e la Valsabbia.

Al Teatro Sociale ďŹ no a domenica 4 marzo è in scena lo spettacolo teatrale “Tradimentiâ€? per la stagione teatrale del Ctb. La commedia che Harold Pinter scrisse nel 1978, è stata celebrata ďŹ n dagli esordi come uno dei maggiori testi del premio Nobel inglese, grazie ai dialoghi stringati, alle ambigue emozioni che ďŹ ltrano attraverso il fair play dei protagonisti, all’ipocrisia dei rapporti personali e professionali. La pièce parte dall’appuntamento

tra due ex amanti che, anni dopo la ďŹ ne del loro affaire, si incontrano in un pub. In nove, rapide scene si riavvolge il nastro della storia clandestina dei due, ďŹ no al bacio che sigla l’inizio della relazione tra Emma, sposata con Robert, e Jerry, miglior amico dell’uomo. Tra i protagonisti spicca Nicoletta Brasci, moglie di Roberto Benigni. In occasione della programmazione di “Tradimentiâ€?, sabato 3 marzo, alle 17.30, al

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Nuovo Cinema Eden si terrĂ un incontro con l’attrice, intervistata da Daniele Pelizzari. A seguire verrĂ proiettato il ďŹ lm “Mobbingâ€? di Francesca Comencini. (Ingresso gratuito). Tornando allo spettacolo l’attrice sarĂ in scena con Enrico Iannello e Tony Laudadio, diretti da uno dei piĂš interessanti interpreti della scena italiana, Andrea Renzi. Fino a sabato lo spettacolo è alle 20.30, domenica alle 15.30. Info:ctbteatrostabile.it

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iĂ tutto esaurito per la tappa a Lovere, al teatro Crystal dello spettacolo “Niente progetti per il futuroâ€? con Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta, in un testo di Francesco Brandi. Tutto esaurito in un doppio appuntamento, sabato 3 marzo (20.45) e domenica 4 marzo (16), a indicare la grande attenzione e affetto che il pubblico riserva sempre loro. “Niente progetti per il futuroâ€? racconta di due uomini che si incontrano di notte su un ponte della periferia di una grande cittĂ . Entrambi sono lĂŹ per il medesimo gesto: suicidarsi gettandosi dal ponte. “I riferimenti al mondo reale sono abbastanza vaghi – precisa Giobbe Covatta, classe 1956 – se non attraverso il mestiere dei due protagonisti: un televisivo e un sottoproletario. Il riferimento del titolo al futuro riguarda solo loro dueâ€?. Il televisivo si chiama Tobia ed è interpretato da Enzo Iacchetti, psicologo di nascita ma opinionistatuttologo di adozione televisiva, uomo colto e ironico; Covatta è Ivan, il sottoproletario, un garagista, uomo di piacevole concretezza, religioso praticante, con una cultura non certo ricca ma nutrita da un’insopprimibile curiositĂ . “Nello spettacolo ci sono dei valori deformati. I motivi per cui i due si trovano sul ponte – continua il comico originario di Taranto, ma trasferitosi con i suoi a Napoli a tre anni – sono motivi completamente edo-

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quello che è. Se uno ci legge qualcosa dentro, bontĂ sua. Io non sono uno che attraverso il teatro vuole lanciare messaggi. Uno decide di mettere in pista la propria opinione e il proprio punto di vista; non c’è l’universalitĂ del teatro di Shakespeare. Mi piacerebbe, ma non c’èâ€?. Un successo dietro l’altro per “Niente progetti per il futuroâ€? con il duo Covatta-Iacchetti che ormai da qualche anno portano in giro questo spettacolo, che colleziona sempre molti biglietti staccati al botteghino “ma il segreto non so quale sia – confessa ancora Covatta ridendo – se ci fosse un codice per questo avrei collezionato tutto esaurito per tutta la vita; ma non c’è una ricetta, un metodo. Ăˆ una domanda che mi facevano anche quando scrivevo libri di strepitoso successoâ€?. I due comici, amici da molto tempo, con una conoscenza piĂš che trentennale non hanno mai nascosto il desiderio di fare qualcosa insieme; la fatica era quella di riuscire a trovare spazi, tempi e modi in una serie di impegni molto intensi “ma la volontĂ c’eraâ€? aggiunge. E alla fine dello spettacolo lo spettatore cercherĂ un ponte? “Beh, speriamo che non lo faccia per buttare noiâ€? commenta ancora ridendo. Nella carriera di Covatta anche molti libri e spettacoli che si rifanno in qualche maniera alla Bibbia e alla domanda sul suo rapporto con Dio Covatta risponde sarcastico: “Dovresti chiederlo a Lui. Se vuoi ti do il numeroâ€? e conclude con una risata.

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nazione, ponendosi come spirito critico all’interno del sistema, allo stesso modo il gioco rappresenta la sinceritĂ , il desiderio di evasione e di libertĂ presente in ciascuno di noi, da riscoprire poeticamente nelle attivitĂ ludiche. Un gioco però, dettato da regole, simbolo di ordine mentale, che si riscontra nella presenza di superďŹ ci piene e vuote, riempite da oggetti che ci consentono nello stesso tempo di aprire una ďŹ nestra nel passato, passando attraverso

i momenti piÚ intimi della vita quotidiana, vissuta tra i banchi di scuola o durante i pranzi in famiglia, nei quali il gioco diventa motivo di aggregazione sociale; i giochi dei bambini, simbolo inoltre dell’ingegno e dell’originalità dell’artigianato, capace di produrre oggetti diversi, piccoli e grandi, ciascuno dei quali pensato e realizzato per rispondere a precise funzioni. Una polemica dunque, nei confronti della società moderna, consumistica e pratica,

ma anche un omaggio al dadaismo il cui termine, “dadaâ€?, signiďŹ ca appunto giocattolo, e che fece dell’objet trouvĂŠ uno strumento di una nuova maniera di “fare arteâ€?. Nelle opere di Regina Landi è presente inďŹ ne una necessitĂ di forma etica ed ecologica, contro lo spreco delle cose a discapito dell’ambiente. “Regina Landi, Archiviâ€?, ďŹ no al 10 marzo, aperto il giovedĂŹ dalle 15.30 alle 19.30, venerdĂŹ e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. (l.b.)

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rescia, grazie al complesso di Santa Giulia, è stata inserita, dal 21 giugno 2011, fra i Patrimoni dell’umanitĂ dell’Unesco. Tale risultato è stato ottenuto grazie all’intuito avuto a Cividale del Friuli di formare una rete in tutta Italia che richiamasse i siti in cui dominarono i Longobardi e di cui fanno parte, assieme alla cittadina friulana e a Brescia, Benevento, Campello sul Clitunno, Castelseprio Torba, Monte Sant’Angelo e Spoleto. Il consiglio d’amministrazione di Italia Langobardarum, presieduto quest’anno da Andrea Arcai e composto dai rappresentanti le amministrazioni delle localitĂ richiamate, unitamente ad Alessandro Piergentili per la Fondazione Cab e ad Anna Maria Ferroni del Mibac, il ministero dei Beni ambientali e culturali, si è riunito in Loggia per definire progetti e iniziative future. “Dopo alcuni incontri in altre localitĂ , è la prima volta che il cda si riunisce a Brescia

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rete cosĂŹ complessa, che comprende tutta l’Italiaâ€?. “Abbiamo avuto il pregio, tutti assieme – ha detto il sindaco di Cividale del Friuli Stefano Belloch – di aver creato un sistema da esportare, superando difficoltĂ talvolta ritenute invalicabili, quali, ad esempio, le differenti titolaritĂ dei singoli siti. Rilevo, a suffragio della valenza di uno degli aspetti del riconoscimento Unesco, che i nostri siti hanno avuto, in pochi mesi, un incremento di visite del 75%â€?. Fra i programmi tesi alla valorizzazione dei sette comuni, “trovano ampio spazio le iniziative legate al turismo studentesco, direttamente connesse all’approfondimento culturale del patrimonio artistico lasciatoci dai Longobardi – ha detto Anna Maria Ferroni – con la messa in rete delle 58 strutture cha hanno contribuito al prestigioso riconoscimento, la cui eco si va diffondendo nel mondo e che noi dobbiamo contribuire a incrementare. Stiamo approntando iniziative legate a cinque grandi tematiche – ha

aggiunto Anna Maria Ferroni – la conoscenza, la tutela e la conservazione, la comunicazione, lo sviluppo socioeconomico e la valorizzazione, termine, quest’ultimo, che potrebbe riassumere gli altri. Si stanno definendo, tra le molte cose – ha chiosato Ferroni – iniziative celebrative comuni, cosĂŹ come il logo dell’associazione e la segnaletica, anche autostradale, dei siti Unesco, al pari dell’utilizzo del ‘brand’ quale riconoscimento ad attivitĂ economiche che ne saranno meritevoliâ€?.

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“Nella polvere rossa – Racconti da Ciudad Doradaâ€? è il libro di Paolo Romagnosi, giornalista pubblicista e volontario recentemente rientrato dal Venezuela. Presentato a Brescia dallo Svi, servizio volontario internazionale in collaborazione con Gam Editrice. Cristina Mosca nella presentazione scrive che va letto reggendosi ai bordi. Affrontarlo vuol dire trovarsi risucchiati in un non-luogo, come lo definisce lo stesso Paolo Romagnosi, appiccicosi di sudore e di odori forti, impregnati di una scrittura vischiosa e concreta, dura, che tra i fumi “dell’ennesima sigarettaâ€? restituisce percezioni sensoriali al vuoto quotidiano di senso. Gli aneddoti e le storie di vita puntellano paesaggi polverosi e secchi d’amore, che vivono in simbiosi con i loro abitanti come

se fossero scenografie di cartone da cui vengono ritagliate le forme dei personaggi: è dalle loro viscere che sbucano i protagonisti, dalle notti pesanti “come un rimorchioâ€?, e ne sono dello stesso colore. La scrittura non poteva essere diversa da questa, dolorosa e forte della presenza di due ingredienti imprescindibili: una motivazione molto forte e un’esperienza di volontariato cosĂŹ intensa che chi lo vive ha bisogno di “scaricarlaâ€? su pagina mano a mano. ‌PerchĂŠ nella solitudine le emozioni possono sopraffare, e l’empatia può provocare effetti collaterali. Occorre un severo gioco di equilibri interni per non cadere nella spersonalizzazione o addirittura nella saturazione. Ogni tanto occorre risalire a prendere una boccata d’aria.


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Francesco Lucioli. “La dolcezza dell’amiciziaâ€? verrĂ celebrata invece sabato 3 marzo: il Vittoriale presenterĂ alcune importanti acquisizioni tra cui il carteggio D’Annunzio-Di RudinĂŹ. Nasce anche l’associazione Amici del Vittoriale per sostenere l’attivitĂ . Nel 2013 cadono i 150 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio. Per l’occasione in tutto l’anno saranno celebrati eventi speciali. Il 3 marzo il presidente del Vittoriale svelerĂ il logo e alcune anticipazioni.

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’Incontro mondiale delle famiglie che si svolgerĂ a Milano dal 30 maggio al 3 giugno è un appuntamento importante per molte persone nel mondo. “Famiglia, lavoro, festaâ€? sono le tre parole del tema per il 7° Incontro mondiale delle famiglie. Formano un trinomio che parte della famiglia per aprirla al mondo: il lavoro e la festa sono modi con cui la famiglia abita lo “spazioâ€? sociale e vive il “tempoâ€? umano. Il tema mette in rapporto la coppia di uomo e donna con i suoi stili di vita: il modo di vivere le relazioni (la famiglia), di abitare il mondo (lavoro) e di umanizzare il tempo (festa). C’è a disposizione un libro con tutte le catechesi, scaricabili anche dal sito www.family2012.com. Le catechesi sono articolate in tre gruppi, riguardanti in sequenza la famiglia, il lavoro e la festa e introdotte da una catechesi sullo stile della vita familiare. Vogliono illuminare l’intreccio tra l’esperienza della famiglia e la vita quotidiana nella societĂ e nel mondo. Ma il materiale è molto e vario. Abbinata a ogni catechesi preparatoria c’è la possibilitĂ di utilizzare un cortometraggio, anche questi sul sito,

con la storia di una famiglia “normalmenteâ€? eccezionale. Famiglia, lavoro e festa declinati nella vita quotidiana. Si possono vedere e scaricare i filmati per utilizzarli negli incontri. 10 storie di famiglie che si raccontano dando cosĂŹ l’opportunitĂ a chi le ascolta di avvicinarsi alle catechesi Ăˆ la proposta “Stili di vitaâ€?, dieci brevi film, della durata di pochi minuti, pensati come approfondimento del percorso di catechesi che ha il titolo stesso dell’Incontro mondiale: “La famiglia: il lavoro, la festaâ€?. Ma i materiali che declina nella vita di tutti i giorni sono vari e diversi. Ăˆ stata realizzata una collana di tre volumi, ciascuno con uno dei temi come titolo, che approfondisce una a una le 10 catechesi ufficiali, con testi che traggono spunto da riferimenti bibblici ma anche dalla letteratura contemporanea, da fumetti, canzoni, film e opere d’arte. Un’iniziativa che si rivolge al pubblico ampio ed eterogeneo, in particolare i giovani e le coppie di fidanzati o giovani sposi. I testi sono pubblicati dall’editore Itl di Milano. Il primo volume “La famigliaâ€? è in libreria a 6,90 euro, il secondo e il terzo volume “Il lavoroâ€? e “La festaâ€? a 5,90 euro. Ci si può cosĂŹ tro-

vare a riflettere su “Il lavoro e la festa nella famigliaâ€? con un brano tratto da “Storie della mia genteâ€? di Edoardo Nesi, con la formella di Jacopo della Quercia nel portale della Cattedrale di Bologna con Adamo ed Eva al lavoro o “Salvamiâ€? da “Viva i romanticiâ€? dei ModĂ o con il film “Il gioiellinoâ€? di Andrea Molaioli o in altri temi anche Vasco o Ligabue. Ogni catechesi si riempie con 12 aspetti che toccano argomenti come la Bibbia, la letteratura, l’arte, il cinema e la musica cosĂŹ titolati: per cominciare a riflettere, per approfondire ancora, riflessioni con youcat, testi biblici, spiritualitĂ e teologia per approfondire, ispirazione e spunti per la discussione, parole di carta, storie sulla tela, perole in musica, parole sullo schermo, stili di vita, per riflettere in coppia e in gruppo.

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4XDQGR L SDFFKL IRUPDQR XQD QD]LRQH Ne è passato di tempo dal 13 ottobre 2003, data in cui ebbe inizio la scalata al successo del game-show “Affari tuoi”. In questi anni sono andate in onda circa 1500 puntate, condotte da nomi blasonati della tv italiana come Paolo Bonolis, Flavio Insinna, Antonella Clerici. Dal 2008 è il turno di Max Giusti, che quest’anno ha inaugurato la nona edizione del programma. “Affari tuoi” viene prodotto da Endemol, una delle maggiori case di produzione televisiva mondiali. Il format del programma è distribuito in decine di Paesi nel mondo, in tutti i cinque continenti. Un fenome-

no televisivo che, nonostante abbia perso lo smalto iniziale, continua a essere seguito da cinque-sei milioni di spettatori per puntata. Ascolti milionari per premi milionari. I concorrenti, selezionati in tutta Italia attraverso casting organizzati da Endemol, rincorreranno, pacco dopo pacco, il montepremi di 500mila euro, che quest’anno può anche essere raddoppiato fino a un milione di euro. Il conduttore, istrionico e accomodante, parteggia per il concorrente, se lo fa amico, lo accompagna attraverso la scoperta della fortuna che gli cambierà la vita o della sfortuna che lo farà rimanere un

ranocchio che ha solo perso tempo. Lacrime e commozione, sogni, progetti di tutta una vita che il re Mida televisivo potrebbe toccare e trasformare in certezze. I 20 concorrenti dalle 20 regioni dello Stivale simboleggiano un’Italia che si stringe intorno a un luminoso buco nero che dispensa facili fortune, che non richiede alcuna abilità, ma esige che per 40 minuti l’italiano medio tenti la sorte, e lo faccia con personalità, stile, fascino. Che dimostri, in sostanza, che azzardare è bello, è divertente, è giusto. È lo stesso messaggio che passa sempre più di frequente in tv, fra ga-

me-show e pubblicità di poker e roulette on line. Scommesse e puntate al lotto, slot-machine e “grattini”: una deriva culturale che sta diventando ormai una triste consuetudine. Ormai in tv il gioco d’azzardo viene presentato al pubblico come una moda per tutti, un passatempo per padri di famiglia, un semplice gioco che, al di là della possibile vincita, è già di per sé piacevole e appassionante. I game show milionari in tv hanno il compito di avverare i sogni di grandezza dello spettatore, mostrandogli che è possibile, che qualcuno ci riesce, e che quel “qualcuno” potrebbe essere uno di noi.

Ecco il perché delle accurate selezioni dei partecipanti ai game-show. Essi devono innanzitutto diventare modelli per il pubblico, che deve sentirsi complice con loro di questo perdonabile furtarello alla società. Vincere 500mila euro per aver avuto la fortuna di aprire nella sequenza giusta 20 scatole, dov’è l’abilità? Questa sarebbe un’ingiustizia agli occhi di tutti, se non fosse che il pubblico desidera, a sua volta, far parte di questa mini-truffa alla realtà. Già, la realtà: ci ricorda che gli obiettivi si raggiungono con fatica, è una guastafeste in una tv in cui si continua a vincere facile.


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ƒ”†ƒŽƒÂ?† ’‡”–—”ƒ ‡……‡œ‹‘Â?ƒŽ‡ ƒ Â?ƒ”œ‘ Prezzemolo e i suoi amici invitano tutti a una festa in maschera tutte le domeniche di marzo dalle 10.30 alle ore 17. Ci sarĂ l’apertura straordinaria delle aree piĂš belle dedicate ai piccoli di Gardaland Park. Inoltre, sarĂ possibile visitare l’affascinante Gardaland Sea life Aquarium comodamente collegato al Parco da un simpatico trenino. L’entrata con biglietto congiunto, sia per le aree destinate ai piĂš piccoli del Parco che per il meraviglioso

Acquario, è di soli 15 euro. Ogni domenica, un comico di “Coloradoâ€?, presenterĂ uno spettacolo dal vivo alle 16.20 presso il Palaraptor. Il 4 e l’11 marzo sarĂ ci sarĂ Baz iornata; domenica 18 marzo sarĂ la volta de I Turbolenti e il 25 marzo sarĂ il clown fantasista Pistillo. Le attrazioni disponibili sono Fantasy Kingdom, il Castello di Mago Merlino, l’Area West, Palaraptor, TransGardaland Express, la pista di discesa dei gommoni e molte altre.

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Sono in diversi modi “intoccabiliâ€? i due protagonisti di “Quasi amiciâ€?, il film di Olivier Nakache ed Eric Toledano che in Francia ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico. Il titolo originale, “Intouchablesâ€?, esprime meglio la loro condizione. Uno, Philippe (François Cluzet), è ricchissimo ma con la vita delimitata da una doppia disgrazia: la morte della moglie e la caduta dal parapendio che l’ha condannato alla totale immobilitĂ . La

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anto ogni volta che il Signore mi dirĂ di cantareâ€?, recita il motto di Cheryl Porter, artista dotata di un’enorme carica coinvolgente e di una spiritualitĂ altrettanto grande, che approda all’Auditorium San Barnaba di Brescia domenica 4 marzo 2012 alle 18 (ingresso euro 20, ridotto 10, per acquisto, Studio Pagliuca 0303702300, Studio Capriotti 0302007933). L’occasione è quella di un concerto di beneficenza organizzato a sostegno di Fael Onlus (Familiari e amici emopatici) che da piĂš di 20 anni si riuniscono intorno a un unico obiettivo, la lotta contro la leucemia. Presentata da Cesare Cadeo, la cantante sarĂ supportata dalla sua Jazz Big Band e presenterĂ brani del suo repertorio, che spazia dal jazz, al gospel, alla lirica fino allo spiritual. Ospite della serata sarĂ il giovane Gioele Albertella, della trasmissione tv “Ti lascio una canzoneâ€?. L’obiettivo dello spettacolo è quello di raccogliere fondi a favore di Fael, che dal 1989 sostiene concretamente l’attivitĂ del reparto di Ematologia dell’ospedale Civile di Brescia. I dati nel nostro territorio sono allarmanti: ogni anno, infatti, vengono diagnosticate circa 600 nuovi casi di

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malattie neoplastiche del sangue; di essi, circa 200 sono linfomi. Dall’inizio della sua attivitĂ a oggi, i pazienti seguiti dall’unitĂ operativa ammontano a circa 20mila. “L’alleanza paziente-famiglia-associazione è fondamentale per la cura di ogni patologia – spiega il dottor Giuseppe Rossi, primario del reparto – perchĂŠ, alla luce delle necessitĂ evidenti, l’ospedale non può farcela soltanto con le

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‹‘‡Ž‡ Ž„‡”–‡ŽŽƒ †ƒ Dz ‹ Žƒ•…‹‘ —Â?ƒ …ƒÂ?œ‘Â?‡dz proprie forzeâ€?. Per questa ragione, da piĂš di 20 anni Fael si impegna direttamente su piĂš fronti, fornendo borse di studio per laureati in medicina e per tecnici di laboratorio, sostenendo la spesa di mantenimento delle figure degli psicologi all’interno del reparto, finanziando un posto aggiuntivo di specializzazione in ematologia e rimborsando le spese di trasporto dei pazienti sottoposti a terapia, ma anche piĂš semplicemen-

te procurando libri, riviste, musica per rendere piĂš gradevoli le giornate dei degenti. “Il nostro reparto è il piĂš informatizzato di tutto l’Ospedale – sottolinea il dott. Rossi – e ciò avviene grazie a Fael che da sempre ci fornisce le attrezzature necessarieâ€?. Fael impegna le proprie risorse anche per quanto riguarda il trasporto dei farmaci in funzione del servizio di terapia dislocata nell’ospedale di Gardone Valtrompia; inoltre, l’impegno dell’associazione si traduce anche nel sostegno ai percorsi di formazione degli infermieri che sono impegnati nelle attivitĂ di terapia attraverso farmaci sperimentali: “Partecipiamo a oltre 40 protocolli di studio nazionali e internazionali – conclude il dott. Rossi – per la valutazione di farmaci e modalitĂ terapeutiche innovative, che permettono di garantire ai pazienti l’utilizzo dei medicinali piĂš moderni, che spesso non sono ancora in commercio, ma, dall’altro lato, questo tipo di cura e somministrazione necessita ovviamente di un impegno che richiede spesso il doppio del tempo e di risorseâ€?. Risorse garantite dalla “generositĂ brescianaâ€? di Fael che, insieme all’altra realtĂ di sostegno al reparto, l’Ail, fornisce ai malati emopatici una speranza in piĂš.

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sua infermitĂ dorata, in un palazzo di debordante eleganza, fa di lui un pezzo da collezione, da trattare e manipolare con la cura che si riserva a un prezioso vaso di cristallo. L’altro polo della coppia, Driss (Omar Sy), viene dalla periferia povera e sovrappopolata di Parigi. Allevato da una zia, è cresciuto tra furti, bugie e galera, lungo un sentiero che sembra giĂ tracciato dall’inizio alla fine. Quando i due s’incontrano, Driss cerca soltanto

una firma che gli assicuri il sussidio di disoccupazione. Philippe invece, contro il parere di tutti, lo assume come badante, dando vita a una strana coppia che – come vogliono le regole di questo genere di racconti – innescherà dinamiche destinate a cambiare la vita di entrambi. A ricordarci che non siamo nelle favole provvedono, all’inizio e alla fine, i richiami alla storia vera cui il film si ispira: quella che Philippe Pozzo di Borgo ha raccontato

nel libro autobiografico “Il diavolo custode� (edito da Ponte alle Grazie), parlando della sua tragedia e dell’amicizia con il badante algerino Abdel, che l’ha aiutato a ritrovare la passione per la vita. Nakache e Toledano declinano la storia in commedia, approfittando dell’intesa tra i due bravissimi interpreti per inscenare una riflessione sull’handicap (fisico e sociale) per nulla retorica o lacrimevole, cadenzata da situazioni divertenti. In casa di

Philippe, Driss è il classico elefante nella cristalleria, una forza caotica ignara di regole e buoni comportamenti. In grado di portare un soffio di novitĂ e concretezza, ma anche di assimilare l’arte e il valore della cura, per fare un passo oltre il confine giĂ tracciato della sua esistenza. Lo spettatore coglie la furba architettura narrativa; ma si affida volentieri alla simpatia dei personaggi e al loro spirito esemplare di solidarietĂ .

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Promosso da Acf spa, realtĂ nata a Milano nel 1995 su iniziativa di Assolombarda, Camera di commercio e Confidi Milano con l’obiettivo di facilitare il rapporto fra banca e impresa, in collaborazione con l’assessorato alle AttivitĂ produttive della Provincia di Brescia, si tiene il 5 marzo prossimo, con inizio alle 15.30 presso la sala Sant’Agostino in Palazzo Broletto, l’incontro “L’impresa oltre la crisi. Nuova finanza e ristrutturazione del

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per gestire in maniera efficace e consapevole il proprio indebitamento e garantire la continuità aziendale. Gli interventi tecnici illustreranno i punti di vista di amministratori e professionisti, al fine di formulare proposte di metodo utili ad affrontare una ristrutturazione intelligente del debito. La partecipazione all’incontro, a titolo gratuito, prevede l’iscrizione preventiva. Per informazioniacf@ acfspa.com

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arco Menni è, dallo scorso 25 febbraio, presidente di Confcooperative Brescia. Succede a Roberto Marcelli, del quale è stato vice presidente, e proviene da una lunga esperienza cooperativa, trasversale a tutti i settori. Da sempre è impegnato nel settore lavoro servizi cultura attraverso il Conast, che ha contribuito a costituire, e il sistema cooperativo del gruppo Acli, che ha promosso e rafforzato. Da tempo, inoltre, ricopre il ruolo di presidente della cooperativa sociale “Il Vomereâ€? di Travagliato. Convinto che “il socio, la famiglia e i loro bisogni di crescita, dovranno essere al centro delle sensibilitĂ imprenditoriali dei cooperatori e dei piani di sviluppo delle imprese cooperativeâ€? Menni si è messo al servizio delle cooperative bresciane con passione, per rafforzare il radicamento territoriale delle cooperative e il loro potenziale competitivo. Un primo pensiero il neopresidente Marco Menni l’ha dedicato al suo predecessore, quel Roberto Marcelli, che ha guidato Confcooperative per 17 anni, promuovendo uno stile sobrio, generoso, attento a costruire rete fra le diverse anime del mondo cooperativo bresciano. “Un impegno – ha sottolineato Menni – che ha portato Confcooperative

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suo futuro. “Da sempre – ha sottolineato il nuovo Presidente – l’esperienza della cooperazione ha avuto il suo punto di forza nella capacitĂ di assunzione di responsabilitĂ civili da parte di tante persone che insieme, come avvenne negli anni ‘50 con l’esperienza di padre Marcolini e negli anni ‘80 sul tema del welfare, hanno saputo dare risposte importanti alla societĂ â€?. Fare rete sarĂ un imperativo anche del mandato del nuovo presidente Menni convinto, come i predecessori, che sia la via privilegiata per una nuova responsabilitĂ sociale del mondo cooperativistico.

“Si tratta di un tipo di approccio – ha affermato ancora Marco Menni – che deve mettere le cooperative nelle condizioni di rinnovare quel loro protagonismo di base che le rende interlocutrici attendibili anche del pubblicoâ€?. Il primo impegno dal nuovo presidente di Confcooperative è tutto interno alla squadra che lo affiancherĂ nel nuovo incarico. “Per molti dei nuovi consiglieri – afferma Menni – si tratta del primo mandato. C’è dunque bisogno di valorizzare e ottimizzare il senso di questo nuovo impegno che, vale la pena di ricordarlo, è totalmente gratuitoâ€?.

8QLRQH DJULFROWRUL LQ DVVHPEOHD Sabato 3 febbraio, a partire dalle ore 9.30, alla Camera di commercio di Brescia si terrà l’annuale assemblea dell’Unione agricoltori di Brescia. Il presidente Bettoni porterà in assemblea le problematiche di un settore, che al pari di altri, soffre non poco la sfavorevole congiuntura. Una recente indagine congiunturale trimestrale sull’agricoltura lombarda realizzata da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia,

ha evidenziato, dopo tre trimestri positivi del 2011, un rallentamento della crescita anche dell’agricoltura bresciana, con un generalizzato calo degli indicatori rispetto al trimestre precedente. A tutto questo si aggiungono altri tre fattori esterni che minacciano la competitività dell’agricoltura bresciana: la riforma della Pac, la nuova tassa (Imu) che il governo Monti ha imposto all’agricoltura e un ca-

lo generalizzato dei consumi agroalimentari che si sta ripercuotendo sui prezzi dei nostri prodotti. Tutte queste tematiche saranno sviluppate nel corso dell’assemblea che avrà come ospiti il sociologo Mauro Magatti, il presidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, Mario Guidi, presidente di Confagricoltura e Giulio De Capitani, assessore regionale all’Agricoltura.

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Si prospetta qualche giorno di riposo per gli uomini di coach Sandro Dell’Agnello, l’ideale per metabolizzare la sconfitta contro la Conad Bologna. Dopo la sfortunata trasferta al PalaDozza, dove pure la Centrale del Latte non ha demeritato, arriva ora una settimana di sosta all’interno del campionato di Legadue. Per la Leonessa la pausa si prolungherĂ anche nell’ottava giornata di campionato, nella quale è previsto il turno di

riposo. Questo periodo sarĂ quindi l’occasione per un lavoro in casa che incomincerĂ oggi con una doppia seduta di allenamento al San Filippo. Non solo allenamenti però: per sabato 3 marzo, inoltre, è giĂ stata programmata una partita amichevole con gli svizzeri del Sav Vacallo, formazione di Chiasso che attualmente milita nella massima divisione elvetica, la Lna. La palla a due è fissata al San Filippo per le ore 17. (f.u.)

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port e solidarietĂ : binomio perfetto. L’idea nasce la scorsa estate: fare della generositĂ un’unica bandiera, da sventolare tutti insieme. Al progetto, coordinato dall’assessorato allo Sport della Provincia di Brescia, guidato da Fabio Mandelli e dall’Ufficio oratori della diocesi, diretto da don Marco Mori, hanno dato la loro convinta adesione i capitani delle piĂš importanti societĂ sportive della provincia – Associazione nuotatori Brescia, Atlantide Pallavolo, Basket Brescia Leonessa, Bengals Brescia, Brescia Calcio, Brescia Calcio Femminile, Feralpi Salò, Montichiari Calcio, Pallamano Leno, Pallamano Leonessa, Promoball Vbf Flero, Rugby Brescia e Rugby Calvisano – riuniti per un unico progetto benefico. Giocatrici e giocatori si sono messi in gioco e ‘vestendo i panni’ di altre squadre e discipline sono stati immortalati negli scatti di alcuni fotografi bresciani e si sono ritrovati nei mesi di un calendario. “Mesi di sport, realizzati con ironia e genuinitĂ âˆ’ ha affermato Mandelli − che rappresentano la sintesi dello sport bresciano fatto di passione e di lealtĂ , dentro e fuori dal campo e che formano una sola squadra che vince nel nome della solidarietĂ â€?. “I nostri atleti – ha sottolineato don Mori – giĂ campioni sul campo si

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sono dimostrati campioni anche di solidarietĂ â€?. Il calendario è stato promosso al Centro sportivo San Filippo in una serata di sport e spettacolo durante la quale tanti campioni bresciani hanno messo all’asta le maglie autografate. Sono stati raccolti circa 20mila euro che, nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Broletto, sono stati consegnati ad associazioni di volontariato – Associazione bambino emopatico, As-

sociazione Amici di San Patrignano, Centro bresciano down, Associazione nazionale tumori, Gruppo Nuovo Sentiero di Capriolo e Cooperativa sociale La Nuova Cordata onlus di Iseo – che operano sul territorio bresciano e che sono state indicate dagli stessi atleti. Il sintetico pensiero “Far del bene ti fa star bene� di Marco Zambelli, capitano del Brescia Calcio, rappresenta la miglior ‘fotografia di copertina’ di una iniziativa sicuramente da ripetere.

,O SHVR GHOOH SDUROH ďŹ no a 15, e se davanti alla bocca abbiamo un microfono o scriviamo su un giornale, meglio contare anche ďŹ no a 20. Le accuse e le ingiurie nei confronti di Antonio Conte da parte di Carlo Pellegatti, che si è poi scusato pubblicamente con l’allenatore della Juve, sono la punta di un iceberg. Il giornalismo, soprattutto sportivo, sbraita, urla, accusa. Quante trasmissioni, seguite, sono fatte da urla e offese. Le parole sono importanti e pesano.

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I nostri nonni, forse un po’ piĂš saggi, perchĂŠ con la vita si sono trovati a fare a botte per continuare a vivere, dicevano di contare ďŹ no a 10 prima di aprire bocca. E ovviamente si riferivano alle possibilitĂ che quanto detto potesse nuocere alla serenitĂ propria e delle persone con cui ci si trova a condividere qualche esperienza nella vita. Se 10 bastava nella normalitĂ , ďŹ guriamoci quando ci si trova a perdere le staffe; forse dobbiamo contare

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Le parole condizionano un clima che si ripercuote su un ambiente. E non meravigliamoci se ci sono cori razzisti o insulti dalle curve, non meravigliamoci se attorno al calcio c’è violenza, dubbio, malafede su tutto. Il mondo del calcio, malato, lo è anche perchĂŠ qualcuno ha dimenticato che si può discutere, ci si può arrabbiare, ci si può emozionare e confrontare sempre nel rispetto. Per fortuna, qualche giornalista sa che non serve urlare.

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Il Csi Brescia si prepara alle elezioni del prossimo 17 marzo. Al vertice dell’associazione ci sarĂ ancora la presidente uscente Amelia Morgano, unica candidata. Sono 23, invece, i tesserati ciessini pronti a sedere nel consiglio provinciale. 18 di essi avranno una poltrona. Per il ruolo di revisore dei conti i nomi sono quelli di Angelo Buffoli e Nicola Fiorentino. Ciascuna societĂ ha diritto di voto per tutte le cariche, e può esprimere sei preferenze riguardo ai consiglieri.

I candidati al consiglio provinciale: Luca Angeli, Alessandro Armanaschi, Marco Baiguera, Marco Benedetti, Angelo Bettoni, Alberto Bonomelli, Alberto Campanelli, Grazia Colosio, Bruno Forza, Luigina Girelli, Danilo Grazioli, Mirco Marmaglio, Mariagrazia Mazzacani, Diego Mondini, Ernesto Muscatelli, Francesco Pintaldi, Roberto Pintossi, Luigi Ragazzi, Severino Ravelli, Claudio Rossi, Emiliano ScalďŹ , Gualtiero Spagnoli, Giuseppe Zeni.

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a proposta è semplice e intrigante. Ve la sentite durante una settimana del mese di marzo di fare un allenamento in piĂš? Si tratta di un allenamento particolare. Niente spogliatoio, nessun palleggio nĂŠ partitella nĂŠ doccia. La sfida è di quelle per “campioni nella vitaâ€?. Ci si ritrova al campo e insieme a tutta la squadra si dedica il tempo di un normale allenamento a compiere una “buona azioneâ€?per il proprio quartiere, il proprio paese, la propria parrocchia. Immaginiamo squadre impegnate nell’andare a trovare i “vecchiettiâ€? di un ospizio; altre pronte a fare i volontari per un giorno in associazioni del territorio; altre presenti alle mense per i senza tetto ad aiutare a preparare la cena, a sistemare i tavoli e cosĂŹ via. Ăˆ meraviglioso. Questa proposta è stata presentata dal Centro Sportivo Italiano in occasione del Candido Day che si è tenuto a Milano nella sede della “Gazzetta dello Sportâ€?, per ricordare l’illustre figura del giornalista e scrittore Candido Cannavò a tre anni dalla sua scomparsa. Per noi è sempre stato un amico e un maestro, con quel suo modo di vivere la vita e lo sport è sempre stato un esempio e un modello per tutti. Cannavò ha sempre sognato un giornale di buone notizie. Non è mai riuscito a vederlo stampato, ma ci ha sempre creduto. Noi abbiamo pensato di dedicare a lui la “settimana delle buone notizieâ€?.

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notizieâ€?. Ora tocca a voi. Inventatevi una buona azione da realizzare con la vostra squadra. Nel mese di marzo vivetela come “allenamento alla vitaâ€?. Inviateci la documentazione (foto e racconti), scrivendo a stampa@ csi-net.it per il nazionale e stampa@ csi.brescia.it per il locale. Noi le raccoglieremo e le pubblicheremo. Candido sarĂ felice. A noi piace giocare cosĂŹ: non parole, ma testimonianze. Non discorsi, ma fatti. Non solo coppe e trofei, ma buone azioni come allenamenti vincenti. SocietĂ sportive non chiuse, ma pronte a diventare protagoniste della loro comunitĂ e del loro territorio, coinvolgendo i ragazzi con passione ed entusiasmo.

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Un grazie di cuore a “Voceâ€? Egr. direttore, vorrei cogliere l’occasione per ringraziarvi tantissimo per l’opportunitĂ che mi avete dato, grazie all’iniziativa “All’evento con Voceâ€?, di godere di una bellissima serata di teatro. Amo molto il teatro! Non avevo mai vinto nulla prima d’ora, e vincere (due biglietti per lo spettacolo “Un marito idealeâ€? andato in scena al Crystal di Lovere, ndr.) proprio una serata con quella che rappresenta la mia piĂš grande passione è stato esageratamente bello. Grazie, grazie, grazie. Virginia Albertini

Le responsabilitĂ delle banche

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Egr. direttore, la crisi economica diventa sempre piĂš dura. Io alle volte pensavo che se noi fossimo capaci di risparmiare, forse si potrebbe superare, ma dopo ciò che ho letto questa mattina e per un motivo che dirò poi vedo che per chi è licenziato le cose si fanno veramente dure. Dunque leggo su “Avvenireâ€? che un amico, a cui mancano solo 30 mesi per arrivare ai 40 di contributi, è stato licenziato e non trova un altro lavoro per completare quello che la nuova legge ha dettato. Per ora prende un assegno di disoccupazione che però non lo aiuta a completare le ritenute e avere la pensione. CosĂŹ come dice il giornalista, quest’uomo si trova in cattivo stato. Ecco io direi che era meglio che il lavoratore potesse andare in pensione a 60 anni come i nostri padri ed è stato un grande sbaglio nel passato diminuire l’etĂ in quanto io ho visto piĂš di un uomo prendere la pen-

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sione a soli 50 anni. Naturalmente a chi avesse fatto meno anni di lavoro dare solo quello che gli spetta. Il governo si è fidato troppo del molto che c’era e ora ci troviamo a mal partito. Purtroppo nell’ultimo anno qualcosa di piĂš ho saputo e che aggrava le cose. Le banche non prestano piĂš i soldi alle aziende. Ed io mi dico: perchĂŠ fanno questo? Vi sono stati cosĂŹ tanti manager che non hanno restituito i prestiti fatti? Questo mi sembra non vero. Fino a ieri credevo che gli istituti bancari fossero fatti per aiutare a dare lavoro, ma se è cosĂŹ mi devo ricredere. Mi diceva un amico che, siccome la sua azienda come tante è in crisi i suoi dirigenti hanno pensato di investire in nuovi prodotti che hanno piĂš mercato, ma siccome per far questo occorrono materie prime che bisogna pagare subito, possono fare poco a causa della difficoltĂ di accedere al credito. Il mio pensiero sarebbe questo: noi togliamo i nostri soldi dalla banca, mettiamoci tutti insieme, specie chi ha familiari che potrebbero restare sul lastrico e prestiamoli noi, col permesso di una legge, a un manager che ci conosce e voglia accettare e questo per dare la possibilitĂ ai nostri cari di avere un lavoro. Qualcuno riderĂ di questa mia proposta. Però forse anche con piccoli gesti, se sostenuti da molti, si potrebbero raggiungere importanti risultati. Allora chissĂ che queste cambino pensiero e ascoltino Draghi e Visco che le esortano a prestare alle aziende. Allora potrebbero cambiare le cose in meglio. Mi rendo conto che la mia è un’utopia, ma piĂš che da uomo parlo da risparmiatore perchĂŠ sono tale sin dalla mia giovinezza. Domenico Marchesi

Ancora sulla Beata Cristina Egr. direttore, nell’editoriale di “Voceâ€? del 9 febbraio scorso, prendendo spunto dalla visita del nostro Vescovo al consiglio comunale di Brescia, ci ha portato a riflettere e a impegnarci “ad agire con responsabilitĂ per il bene comuneâ€?, poichĂŠ è di questa “nuova identitĂ â€? politica che la terra bresciana ha bisogno. AffinchĂŠ ciò si realizzi, nella sua conclusione, ha invocato l’intercessione dei Santi patroni Faustino e Giovita. Peccato che noi, da anni impegnati in prima linea nel sociale, non possiamo fare altrettanto, perchĂŠ è un conto pregare un santo che è esistito, e un altro è invocare chi è solo proiezione delle proprie fantasie. Ăˆ esattamente questo l’esito della lettura del trafiletto a p.14 dedicato alla storia della Beata Cristina. Siamo semplicemente degli amministratori della casa di riposo del nostro paese intitolata alla Beata Cristina e, in coscienza, non possiamo accettare le imprecisioni di questo articoletto. Due accenni: il titolo parla di “Santaâ€? e, a fianco, di “Beataâ€?; il suo corpo si trova a Spoleto, ma nella chiesa di S. Gregorio e non da oggi. PerchĂŠ far passare per leggenda ciò che è storia, veritĂ documentabile! Inoltre, negli ultimi decenni, su sollecitazione di alcuni calvisanesi, il Vescovo di Spoleto ha predisposto accertamenti canonici sul feretro della Beata e i risultati sono chiarificatori riguardo alla sua identitĂ . Forse siamo di vecchio stampo dal momento che viviamo a contatto con gli anziani, ma proprio loro ci hanno insegnato che “con i santi non si scherzaâ€?, allora sĂŹ che possono intercedere e aiutarci a metterci al servizio del bene comune. Domenico Perini, Giovanni Appiani

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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