La Voce del Popolo 2012 12

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Strano abbinamento a prima vista. Eppure è GesĂš stesso a proporlo: “Quando tu digiuni, profĂšmati la testa e lĂ vati il volto, perchĂŠ la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserĂ â€?. Non so se tutti coloro che fanno uso di profumo − talora di scarsa qualitĂ e dall’odore penetrante, se non indisponente − digiunino anche. In ogni caso, non ci interessa adesso. Molto piĂš interessante è invece chiederci che spazio riveste il digiuno (fisico, visivo, spirituale...) e altre forme di penitenza nella nostra vita, e specialmente in questa Quaresima. I nostri Vescovi, in una Nota pastorale un po’ dimenticata − Il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza − ricordano che qualsiasi pratica di rinuncia trova il suo pieno valore solo se compiuta in comunione viva con Cristo, e quindi se è animata dalla preghiera ed è orientata alla crescita della libertĂ cristiana, mediante il dono di sĂŠ nell’esercizio concreto della caritĂ fraterna. PerchĂŠ non “allenarciâ€? allora un po’ di piĂš anche nel digiuno - con o senza profumo?

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Italia. Il servizio civile in cerca di tutela

Fatebenefratelli. Dopo il giubileo di S.Giovanni di Dio

Gmg 2012. Veglia delle Palme e Roma Express

Franco Garelli. Stile italiano anche in religione

Lavoro: la riforma del governo Monti passa al Parlamento

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Â?ƒ Â?—‘˜ƒ Â?ƒÂ?‹ ’—Ž‹–‡Ǎ Il fenomeno è di portata diversa, ma alcuni aspetti dei recenti scandali di commistione tra politica e affari ricordano molto da vicino contenuti e modi di quella che, giusto 20 anni fa, fu etichettata come l’epoca di “Tangentopoliâ€?. Sarebbe qualunquistico affermare che nulla è cambiato, nonostante “Mani puliteâ€?, le condanne e le assoluzioni, gli esiti in alcuni casi drammatici e l’indignazione popolare che montò quando la pentola del malaffare fu scoperchiata. I casi che coinvolgono fra gli altri Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, il sindaco di Bari Michele Emiliano, il presidente

dell’Emilia Romagna Vasco Errani, il presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni e altri consiglieri regionali della Lombardia si aggiungono a quelli che – sempre nei dintorni del Pirellone – nel recente passato hanno interessato Filippo Penati del Pd, Massimo Ponzoni e Franco Nicoli Cristiani (Pdl). Le spietate leggi dell’informazione prevedono che un fatto per diventare notizia debba avere una serie di caratteristiche, tra cui quella della novitĂ . In questo senso, i casi di eventuale corruzione o concussione oggi alla ribalta non rappresentano proprio delle news. Nonostante questo, attirano l’attenzione del pubblico sia perchĂŠ argomenti di questo genere suscitano puntualmente la (piĂš che giustificata) indignazione popolare, sia perchĂŠ ci vengono raccontati di giorno in giorno a puntate, con la frequente promessa di “imminenti sviluppi entro le prossime oreâ€? che

“potrebbero coinvolgere altri personaggi eccellentiâ€?. Questo tipo di struttura narrativa solletica l’attenzione del pubblico e aggiunge suspance, proprio come accadeva 20 anni fa. Allora, però, il rapporto fra i media e la popolazione che scopriva il malaffare in tutta la sua clamorosa portata era piĂš stretto e piĂš empatica mente coinvolgente. Il fenomeno era nuovo, nel senso che fino al 1992 nessuno era riuscito a far emergere le storture di un intero sistema in cui i perversi legami fra imprenditoria e politica erano stati spesso oggetto di maldicenze e sospetti, ma raramente avevano avuto un riscontro in sede giudiziaria. E i cittadini, non avendo ancora a disposizione l’accesso in tempo reale all’informazione online che oggi consente di essere sempre in diretta (anche) con le inchieste giudiziarie, attendevano il telegiornale della sera o il quotidiano del mattino

per rispondere al “toto-inquisitoâ€? del giorno (“A chi toccheranno oggi i nuovi avvisi di garanzia?â€?). Quella che allora era una reazione di sorpresa e aveva fatto sperare in un rinnovamento della politica dal basso è diventata oggi in larga parte una sorta di rassegnazione a un sistema in cui gli affari sporchi o illeciti non soltanto non sono morti, ma – anzi – si sono moltiplicati diventando piĂš raffinati e per questo ancora piĂš “redditiziâ€? in molti casi. Oltre alla mutata sensibilitĂ popolare, un’altra grande differenza fra la copertura mediatica dei casi di oggi e di quelli di 20 anni fa è la propensione degli indagati a parlare in pubblico. Se allora la prima reazione era di nascondersi o negarsi ai cronisti che incalzavano, lasciando che a fornire dichiarazioni fossero eventualmente gli avvocati, oggi molti protagonisti delle vicende giudiziarie non perdono un minuto per proclamare ai quattro venti

la propria innocenza, facendosi intervistare da quotidiani, telegiornali e programmi di approfondimento o usando le pagine personali online per fornire la loro versione difensiva. L’immediatezza di questa comunicazione, se da un lato è caposaldo della democrazia mediatica, dall’altro non sempre contribuisce a far sĂŹ che il cittadino possa farsi un’idea quanto meno attendibile su come si sono svolti i fatti e, di conseguenza, sulle eventuali responsabilitĂ di chi lo rappresenta (o dovrebbe farlo per mandato) al l’interno delle istituzioni. Di fronte a fenomeni di questo genere, è importante cercare di mantenere la maggiore serenitĂ di giudizio possibile, prendendosi la briga di conoscere al meglio i presupposti delle inchieste in corso e non cadendo nella tentazione di schierarsi a priori fra gli “innocentistiâ€? o fra i “colpevolistiâ€? come certe testate indurrebbero a fare.


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Il Servizio civile nazionale, istituito con la legge 6 marzo 2001 n° 64, che dal 1° gennaio 2005 si svolge su base esclusivamente volontaria, è un’opportunitĂ messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale. Il servizio civile volontario (nella foto l’incontro dei volontari con il Papa nel 2009) garantisce ai

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giovani una forte valenza educativa e formativa, una importante e spesso unica occasione di crescita personale, una opportunitĂ di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese. I giovani interessati al Servizio civile volontario possono partecipare ai bandi di selezione dei volontari pubblicati nella Gazzetta ufficiale, presentando, entro la data di scadenza prevista dal bando, domanda di partecipazione.

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iamo qui non per celebrare un funerale, ma per porci il problema di come continuare e per porre le basi di un confronto sul Servizio civile nazionale. Con queste parole Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione con delega al Servizio civile nazionale, ha portato la voce del Governo in un dibattito in corso da tempo. Le parole del ministro sono arrivate dopo un lungo silenzio che ha fatto temere la fine dell’importante esperienza del servizio civile volontario. La stagione di rigore imposta da Mario Monti per rimettere in sesto l’Italia rischiava di far sentire pesantemente in suoi effetti su un’esperienza importante, per il suo valore civico e sociale, come quella del servizio civile che per tanti giovani è stata vera e propria palestra di vita. Gli interlocutori interessati che si aspettavano di piĂš dal Ministro sono stati delusi. Riccardi, infatti, non si è sbilanciato: nessuna promessa su fondi o su una possibile riforma, ma soltanto l’annuncio dell’avvio di un confronto tra le parti per “misurare la temperatura dell’interesseâ€?. “Quando questo governo è nato c’era giĂ una comune tensione volta a ripensare il servizio civile – ha affermato Riccardi –. Per questo ho voluto questa tavola rotonda che raccogliesse diverse posizioni, ma tutte convergenti nel dire che il servizio civile è una cosa importante e riguarda il futuro dei giovani e del nostro Paeseâ€?. Una esperienza importante che, senza le dovute coperture finanziarie, rischierebbe però di giungere a termine a poco piĂš di un decennio dalla sua formalizzazione con legge dello stato, come ricorda il sociolgo Diego Mesa, che per conto della Caritas diocesana si interessa del tema. “Nel 2001,

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a seguito di un consistente dibattito – ricorda – veniva approvata la legge sul servizio civile volontario, che si proponeva di raccogliere e rilanciare l’eredità positiva di impegno civile e sociale di 20 anni di obiezione di coscienza offrendo la possibilità per i giovani da 18 a 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico, in Italia o all’estero�. Si trattava di una proposta che, pur presentando alcune criticità (esclusione dei giovani non di cittadinanza italiana, rigidità delle procedure di partecipazione e incertezza della tempistica, poca trasparenza nei processi di valutazio-

ne dei progetti‌), aveva da subito riscontrato ampia adesione sia tra i giovani che tra gli enti pubblici, ecclesiali e del privato sociale, molti dei quali avevano accolto in precedenza obiettori di coscienza. “Tra il 2005 e il 2006 – sono ancora considerazioni di Mesa – il numero di giovani aderenti alla proposta era giĂ di oltre 45milaâ€?. Negli anni successivi lo Stato, pur a fronte di una domanda crescente ha progressivamente tagliato i fondi a disposizione fino ad arrivare al contingente dei 14mila partenti del 2010. La parabola discendente ha toccato il punto piĂš basso negli ultimi mesi, con una proroga delle partenze del contingente 2011 e con il rischio di una sospensione totale delle partenze nel 2013 se le risorse che la legge di stabilitĂ 2012 (legge 183/2011) ha ridotto non saranno reintegrate. La situazione è tale da indurre la Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile), il Forum nazionale del servizio civile e la Rappresentanza nazionale dei giovani in servizio civile a lanciare alla fine del 2011 la campagna “Non tagliate il futuro dell’Italia!â€? in difesa del servizio civile nazionale. “Operare tagli indiscriminati al Servizio Civile – si legge nel manifesto della campagna – significa non dare ai giovani le adeguate opportunitĂ per fare la propria parte per la comunitĂ , relegandoli ai margini della crescita sociale, culturale e democratica del Paeseâ€?. Tale appello non ha trovato particolari riscontri da parte dell’attuale governo se non il giĂ citato intervento del ministro Riccardi alla tavola rotonda dei giorni scorsi. “L’investimento sui giovani e la volontĂ di renderli protagonisti del futuro, prioritĂ dichiarate dall’attuale esecutivo – afferma Diego Mesa –, passa anche attraverso la valorizzazione e il rilancio di una propo-

sta come questa che ha una storia, si radica nei valori civili del servizio e della convivenza e ha dimostrato di offrire concrete opportunitĂ di radicamento nel tessuto vivo della societĂ â€?. Affermazioni in perfetta sintonia con quelle pronunciate dal titolare del dicastero per la Cooperazione internazionale e l’integrazione che non ha mancato di evidenziare uno dei tanti paradossi italiani. “Una straordinaria esperienza come quella del servizio civile – ha affermato -, che in numerosi studi europei è stata proposta come una delle buone pratiche del nostro Paese, rischia di essere messa in crisi per mancanza di risorseâ€?. Per Riccardi è dunque “necessario continuare a offrire questo prezioso supporto per una formazione civica, culturale, professionaleâ€?. Formazione che anche Urbano Gerola, presidente del Centro servizi per il volontariato di Brescia, considera una preziosa ed efficace palestra di vita, premessa per un continuativo impegno di vita, come afferma nell’intervista in queste pagine. In attesa che lo Stato sciolga le sue riserve su futuro del servizio civile c’è chi, fortunatamente, continua a credere (e a investire) sulla straordinaria importanza di un momento di discernimento delle scelte di vita di un giovane attraverso esperienze di comunitĂ e di servizio. Caritas e altri uffici diocesani (Tempi dello spirito, Oratori e Pastorale giovanile), come si legge qui a fianco, sono i sostenitori del progetto “Giovani & ComunitĂ â€?. Sono le parole delle giovani che stanno vivendo l’esperienza, a evidenziare come si tratti di un “trampolino di lancio verso una vita da vivere appienoâ€?. E che questo particolare trampolino sia il servizio civile o progetti simili a “Giovani & ComunitĂ â€?, poco importa...

(GXFDUH OH JLRYDQL JHQHUD]LRQL DOOD JLR Per molti la messa in discussione, per carenza di risorse con cui ďŹ nanziare i bandi (mancherebbero 50 milioni di euro per far partire i progetti previsti per questo 2012), dell’esperienza del servizio civile metterebbe a rischio anche la soppravvivenza di tante esperienze di volontariato. Il venir meno di quella che è generalmente considerata una importante palestra di vita getterebbe pesanti ombre sulla

possibilitĂ di dare continuitĂ a questa esperienza in svariate forme di volontariato. L’interrogativo è stato girato a Urbano Gerola che, da presidente del Centro servizi per il volontariato di Brescia, conosce perfettamente questo mondo e i canali attraverso cui questi si alimenta. “Se devo considerare il rapporto tra mondo del volontariato bresciano e giovani – è la risposta di Urbano Gerola – non possono non

rimarcare come questo viva le stesse difďŹ coltĂ che incontrano tutte le altre dimensioni che cercano di intercettare le giovani generazioniâ€?. I giovani, è un dato sociologico, sono sempre di meno e difďŹ cili da coinvolgere in modo consistente in una attivitĂ perchĂŠ piĂš propensi a forme di appartenenza parcellizzate. “A questa condizione ďŹ siologica – continua il Presidente del Csv – se ne aggiunge una seconda non me-


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veniva approvata la legge n° 772 che dava il diritto all’obiezione e al servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici (nella foto un presidio di obiettori bresciani della Caritas del 1991) La legge segnò un cambiamento storico nella legislazione italiana, perchĂŠ introdusse la possibilitĂ di rifiutare il servizio militare con le armi sostituendolo con un servizio militare non armato. L’obiezione di coscienza non veniva ancora considerata un diritto. Nonostante il

carattere restrittivo della legge (otto mesi di servizio in piĂš, commissione giudicante, esclusione delle motivazioni politiche, dipendenza dai codici e dai tribunali militari) il numero dei giovani che sceglievano l’obiezione di coscienza andò crescendo costantemente. 16mila furono le domande presentate nel 1990 che divennero 30mila quattro anni piĂš tardi, per raggiungere le 70mila nel 1998. Il passaggio (con la legge 230 del 1998) a servizio civile avviene nel 2001.

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RLD H DOOD EHOOH]]D GHOO¡LPSHJQR no importante: quella della difďŹ coltĂ organizzativaâ€?. Per tanti giovani risulta a volte difďŹ cile inserirsi in realtĂ del volontariato che hanno sistemi organizzativi forse un poco lontano dalla mentalitĂ dei giovaniâ€?. C’è poi un altro fattore che Gerola elenca per le cause della distanza che spesso si crea tra volontariato e giovani. “Forse – afferma al proposito – dobbiamo imparare a trasmettere alle giovani genera-

zioni il gusto, la gioia, la bellezza dell’impegno per gli altriâ€?. Troppo spesso, invece, si tende a battere molto sulla fatica dell’impegno e questo, probabilmente ďŹ nisce per scoraggiare chi, come i giovani, non è molto avezzo alla fatica. L’aspetto che piĂš sembra preoccupare Gerola di una possibile ďŹ ne (che per altro tutti gli attori della partita vogliono scongiurare) dell’esperienza del servizio civile volontario non è

tanto quello della palestra di vita, ma quello dell’educazione all’impegno. Una crisi che il presidente del Csv vede anche nella vita di tante associazioni dove scarseggiano gli educatori. Chi assolve allora questo importante compito? L’osservatorio privilegiato del Centro servizi per il volontariato fornisce a Gerola le coordinate per una risposta: la scuola, gli oratori, le associazioni. “Nel mondo della scuo-

la bistrattato a volte senza ragione – afferma il presidente del Csv – ci sono tanti insegnanti che si spendono per educare le giovani generazioni all’impengo, al volontariatoâ€?. Anche gli oratori continuano a svolgere questa importante funzione (l’esperienza “Giovani & ComunitĂ â€? raccontata anche in queste pagine è emblematica). Insomma, nonostante tante fatiche e altrettante criticitĂ Urbano Gerola non

ha grossi dubbi nell’affermare che il mondo del volontariato bresciano (circa 3000 realtĂ per un esercito di quasi 30mila persone), nonostante tanti ostacoli (eccessiva burocratizzazione, “delegheâ€? sempre piĂš pesanti nella gestione di servizi, soprattutto in campo sociale, che il pubblico non riesce piĂš a garantire per la crisi economica che impone tagli sempre piĂš evidenti) troverĂ sempre la via per un ricambio generazionale.


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Confisca estesa, confisca nei confronti di terzi, confisca limitata non basata sulla condanna, congelamento precauzionale, gestione dei beni: sono alcuni dei provvedimenti che la Commissione Ue ha suggerito agli Stati membri per un’azione piĂš ampia ed efficace contro la criminalitĂ organizzata. L’intento è quello di colpire le bande criminali e le mafie sul piano finanziario, contrastando su scala sovranazionale la penetrazione del crimine nell’economia europea.

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“Dobbiamo colpire la criminalitĂ lĂ dove sono i suoi maggiori interessi, dando la caccia al denaro, e dobbiamo riportare i suoi profitti nel circuito dell’economia lecita, soprattutto stante la crisi attualeâ€?, ha spiegato nei giorni scorsi Cecilia MalmstrĂśm, commissaria per gli affari interni. “Le autoritĂ di polizia e giudiziarie devono avere a disposizione strumenti migliori per seguire le tracce del denaro e maggiori mezzi con cui poter recuperare una parte piĂš

consistente dei proventi di reatoâ€?. La proposta, che passa ora al vaglio di Consiglio e Parlamento europeo, è accompagnata da dati economici che dimostrano come il crimine reinvesta nei settori produttivi e commerciali i “guadagniâ€? derivanti dal traffico di droga, da quello delle armi, dalla prostituzione, dal lavoro nero. Ogni anno, infatti, in Europa, centinaia di miliardi di euro finiscono direttamente nelle tasche di bande criminali e della mafia.

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embra difficile crederlo, perchĂŠ si ritiene che sia un fenomeno diffiuso nei Paesi del Sud del mondo, ma anche nella vecchia Europa si registrano sempre piĂš casi d’intolleranza e di discriminazione nei confronti dei cristiani. Allo stesso tempo, il crescente interesse dei media ha dato voce all’anonima sofferenza di casi di persone che sempre piĂš acquisiscono una rilevanza internazionale. Ăˆ quanto emerge dal Rapporto 2011 sui casi d’intolleranza e di discriminazione dei cristiani in Europa che è stato pubblicato nei giorni scorsi sul sito dell’Osservatorio sull’intolleranza e sulla discriminazione religiosa in Europa (Oidce). Il Rapporto (disponibile su www.intoleranceagainstchristians.eu) rappresenta oggi l’unica indagine esauriente esistente riguardo alla situazione dei cristiani in Europaâ€?. L’Osservatorio è una ong registrata in Austria. Ăˆ membro della piattaforma per i diritti fondamentali dell’Agenzia Ue per i diritti fondamentali e lavora in stretta collaborazione con l’Osce. I veicoli principali per raccogliere le informazioni sono le fonti stampa e gli individui. A sua volta l’Osservatorio fornisce informazioni alle organizzazioni governative internazionali e, in particolare, all’Osce. Le statistiche, per quanto difficili da reperire, mostrano l’ampiezza del problema: il 74% degli in-

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terpellati in un sondaggio effettuato nel Regno Unito afferma che c’è piĂš discriminazione negativa contro i cristiani che contro le persone di altre fedi. L’84% del crescente vandalismo in Francia è diretto contro i luoghi di

culto cristiani. In Scozia, il 95% della violenza a sfondo religioso ha come obiettivo i cristiani. Gli incidenti d’intolleranza e discriminazione contro i cristiani sono suddivisi dall’Osservatorio in diverse categorie: libertà di religione, libertà di espressione, libertà di coscienza, politiche discriminatorie, esclusione dei cristiani dalla vita politica e sociale, repressione dei simboli religiosi, insulto, diffamazione e stereotipi negativi, incidenti per odio, vandalismi e dissacrazione e, da ultimo, crimini di odio contro singoli individui. Nel Rapporto vengono annoverati casi come la denun-

cia del maggio 2011 contro Benedetto XVI per crimini contro l’umanità , a motivo delle posizioni in materia di morale sessuale, oppure la campagna all’Università di Granada per rimuovere dall’ateneo la Facoltà di teologia, vista come violazione dei principi costituzionali spagnoli di laicità e neutralità . Numerosi i casi riportati dalla Germania in cui emerge una forte limitazione alla libertà di associazioni confessionali di svolgere attività antiabortive. In Inghilterra, a Jersey, i postini si sono rifiutati di distribuire in tutte le case cd contenenti registrazioni del Vangelo di san Marco.

,WDOLDQL DQFRUD QHO PLULQR Per l’Italia si è aperto un secondo fronte diplomatico con l’India. Dopo quello relativo ai due marò in stato di fermo con l’accusa di avere ucciso due pescatori nella regione del KeralĂ scambiati per pirati, dal 14 marzo scorso, anche se la notizia è stata data con qualche giorno di ritardo, i rapporti tra Italia e India devono fare in conti anche con il rapimento di due volontari nella regione dell’Orissa. I due sequestrati sono Paolo Bosusco,

titolare di un’agenzia di viaggio e originario di un paese della Val di Susa, e Claudio Colangelo (nella foto), un medico missionario di Rocca di Papa. Sarebbero nelle di un gruppo di maoisti a Odisha, nel distretto di Kandhamal. Secondo le prime notizie diffuse i due italiani sarebbero stati rapiti mentre prendevano foto a donne tribali che si bagnavano, in una zona vietata dalle regole dello Stato. Chi conosce bene i due volontari rapiti afferma però che,

proprio in virtĂš del rispetto che i due hanno delle leggi del posto, difďŹ cilnmente avrebbero commesso una tale ingenuitĂ . PiĂš facile immaginare che i due italiani siano stati rapiti per far prendere coscienza al mondo dell’esistenza di un gruppo che contesta fortemente le autoritĂ che da anni guidano la regione dell’Orissa. I ribelli sono attivi in 20 dei 28 Stati dell’India e possono contare su una forza armata di almeno 10mila guerriglieri.

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giunti il ministro dell’Interno Claude Gueant e il presidente francese Nicolas Sarkozy. â€œĂˆ una tragedia – ha dichiarato sconvolto il presidente francese –. Ed è una tragedia anche che esistano dei folli capaci di questo genere di atti, che non hanno alcun rispetto per la dignitĂ e per la vita delle personeâ€?. La comunitĂ ebraica che vive in Francia, nonostante il comprensibile stato di choc per l’attentato di Tolosa, è stata raggiunta da un appello

lanciato dal Crif (il Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche): “Ci appelliamo alla responsabilitĂ di ciascuno, alla vigilanza e alla calmaâ€?: questo il primo passaggio dell’appello che ha poi ribadito l’intenzione della comunitĂ ebraica di istituire “un comitato operativo per valutare la situazione in relazione alle autoritĂ pubblicheâ€?. Il Gran Rabbino di Francia Gilles Bernheim si è detto profondamente colpito, quasi a morte “nel corpo e nell’animaâ€?. Il

presidente del Concistoro centrale israelitico JoĂŤl Mergui ha qualiďŹ cato l’attentato alla scuola ebraica di Tolosa come “un dramma assolutoâ€?. Anche i cattolici francesi hanno espresso forte indignazione davanti alla violenza insensata che ha avuto come bersaglio individui senza difesa. E nella serata di lunedĂŹ 19 marzo la Conferenza episcopale francese ha organizzato una veglia di preghiera per le vittime dell’attentato nella cattedrale di Notre Dame.

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ra le tante comunitĂ di stranieri presenti nel territorio bresciano, vi è, seppure piccola, anche quella nigeriana. Si tratta di uomini e donne che da qualche mese stanno soffrendo per ciò che sta accadendo nel loro Paese. La Nigeria, infatti, è diventata teatro di una violenta persecuzione a cui i fondamentalisti islamici, appartenenti al gruppo Boko Haram, stanno sottoponendo le comunitĂ cristiane locali. Nei giorni scorsi i media nazionali si sono interessanti della Nigeria per lo scontro armato che ha portato all’uccisione del tecnico italiano Lamolinara. Poco, dopo i primi episodi registrati a partire dallo scorso Natale, si è detto invece della persecuzione sistematica attuata nei confronti dei cristiani. Un silenzio che crea sofferenza anche nella comunitĂ cattolica nigeriana bresciana, che non manca di manifestare il proprio disappunto e la propria condanna per quanto sta accadendo in Nigeria. La piccola comunitĂ che vive nel Bresciano e si raduna per celebrare la propria fede nella parrocchia di Leno, ha scelto di unirsi alla voce di quanti, che da piĂš parti, chiedono una condanna di ciò che sta accadendo nel Paese africano e la fine del martirio a cui sono sottoposti i cristiani che vivono in Nigeria. “La tristezza piĂš grande – affermano

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vuole vivere con un credo diversoâ€?. Cristiani e musulmani, chiese e moschee, devono avere la possibilitĂ di esistere e di coesistere, con uno sforzo che deve essere reciproco: è questo il messaggio che si leva dai nigeriani che vivono nel Bresciano. Messaggio che risuonerĂ anche nel corso di un momento di preghiera che la stessa comunitĂ ha organizzato per sabato 24 marzo. Presso la parrocchia della Stocchetta a Brescia, con la celebrazione della Santa Messa alle 18, la comunitĂ nigeriana vuole unirsi ai cattolici bresciani nella preghiera per auspicare una pacificazione e un termine a questa violenza.

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2OWUH ´.RQ\ Âľ Il ďŹ lm “Kony 2012â€? è diventato in poche settimane un fenomeno mondiale. Il docuďŹ lm realizzato da Jason Russel in cui si denunciano le le atrocitĂ commesse dal signore della guerra dell’Uganda è stato visto, grazie a Youtube, da oltre 80 milioni di persone in tutto il mondo. Il risultato piĂš importante di questa operazione, condotta attraverso il ricorso ai piĂš importanti social network (Facebook in testa), è

stata la presa di coscienza dei crimini commessi nel Paese africano dal capo dei ribelli della Lra (Lord resistance army) che, in oltre 20 anni, avrebbe catturato migliaia di bambini costringendoli con la forza e sotto la minaccia di atroci violenze a combattere per il suo esercito. Il ďŹ lm ha anche certiďŹ cato la necessitĂ di consegnare Kony all’Alta corte che presso l’Onu si occupa di crimini contro l’umanitĂ . L’operazione

“Kony 2012â€? è stata commentata per “Voceâ€? anche da p. Gisueppe Franzelli (nella foto), comboniano nativo di Roccafranca, vescovo di Lira in Uganda. Il comboniano (le cui riessioni troveranno spazio integralmente sul prossimo numero di “Voceâ€?) apprezza lo sforzo compiuto dal regista, ma invita ad andare oltre le sempliciďŹ cazioni, ricordando che i problemi dell’Uganda vanno oltre la ďŹ gura di Kony.


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Viene inaugurata alle 17 del 22 marzo la mostra di arte contemporanea “Segno di Croceâ€?, con opere pittoriche di Giuseppe Monguzzi. La mostra è allestita presso la cappella Santa Maria della chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista in Brescia. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra il Centro culturale “Il Chiostroâ€? e l’associazione per l’arte “Le Stelleâ€?e rimarrĂ aperta al pubblico ďŹ no a domenica 15 aprile. L’istallazione

Prosegue, nei chiostri della chiesa di San Giovanni in Brescia, la mostra “Preti, donne e popolo, i piĂš dimenticatiâ€?, della Fondazione CiviltĂ Bresciana come conclusione dell’anno che ha ricordato il 150° dell’UnitĂ d’Italia. Si tratta di cento pannelli che raccolgono illustrazioni e notizie che resteranno esposti sino al 1° aprile. A corollario della mostra è previsto per le 16.30 di sabato 24 marzo, nel teatro della stessa parrocchia, uno spettacolo (a ingresso gratuito) della compagnia

temporanea “Segno di Croceâ€? nella antica cappella di Santa Maria è impostata su un ideale percorso che attraversa longitudinalmente la navata formato da tele che ripetono il tema della Croce e della Corona di spine come tessere della memoria collettiva, umano percorso del credente che si afďŹ da a Dio. La scelta delle opere proposte abbraccia un ampio arco di tempo, oltre un ventennio, che testimonia il lungo percorso di ricerca sul sacro di Monguzzi.

pupara “Papa Orlanoâ€? di Milano che porterĂ in scena una traspozione per pupi delle commedie “Aria de primaèraâ€? di Mario Bonardi, Renzo Ridolo e Induno) e “Il duello tra Orlando e Agricaneâ€? di Matteo Maria Boiardo. La proposta è frutto della collaborazione tra la Fondazione CiviltĂ Bresciana, l’associazione Amici della Fondazione, l’Istituto per la storia del prete e il Coordinamento aggregazioni femminili laicali della diocesi di Brescia.

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8QD SDUROD q SRFR GXH VRQR WURSSH Nell’ultimo festival di Sanremo la seconda canzone classiďŹ cata, cantata da Noemi, si intitola “Sono solo paroleâ€?. Racconta la storia di una relazione amorosa in crisi: “Tu sei stanco di tutto e io non so cosa dire. Non troviamo il motivo neanche per litigare. Siamo troppo distanti tra noi. Ma le sento un po’ mie le paure che hai, vorrei stringerti forte e dirti che non è niente. Posso solo ripeterti ancora: sono solo paroleâ€?. Ăˆ una canzone che fa l’eco a “Parole, parole, paroleâ€? cantata da Mina in dialogo con la voce di Alberto Lupo. Due brani musicalmente non comparabili, per merito di Mina, ma entrambi incentrati sulla perdita di senso della parole. Sono solo canzonette, direbbe Bennato. E canzonette d’amore. Ma fanno parte della cultura di chi le scrive, di chi le canta, di chi le ascolta. Quindi fanno parte dei pensieri e delle emozioni comuni. Infatti mi pare di osservare una serie di fenomeni paradossali. Dopo l’avvento del cinema e della televisione si è detto e ripetuto che viviamo dentro una nuova civiltĂ , quella delle immagini. Secondo questa convinzione le immagini

avrebbero scavalcato, se non soffocato, le parole. Invece le parole straripano ovunque, a partire proprio dal cinema e dalla tv. Qualcuno ha chiesto, per esempio, una legge o un regolamento che proibisca i dibattiti in tv perchĂŠ sono ďŹ umi di parole che scorrono senza controllo. Ci aiuta un’altra volta Sanremo dove anni fa vinse una canzone intitolata “Fiumi di paroleâ€? che gridava, fra l’altro: “Sei un ďŹ ume di parole dove anneghi anche me, che bravo che sei, ma questo linguaggio da talk show

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cosa c’entra con noi?â€?. Dalla tv alla rete, dal cellulare al pc, dagli sms alle mail, dai blog ai social network, il ďŹ ume è diventato un oceano. Quindi potremmo dire cha la parola, le parole hanno ripreso il sopravvento. Ma dalla marea emerge un altro paradosso: l’eccesso delle parole ne impoverisce il signiďŹ cato ďŹ no quasi a cancellarlo. Anche perchĂŠ sono quasi sempre parole dette e non ascoltate. Non solo nei dibattiti televisivi dove tutti si parlano addosso uccidendo sul

nascere l’idea del dialogo, ma anche nei rapporti quotidiani con gli altri. I nostri saluti “Ciao, come stai?â€? si incrociano senza aspettare una risposta che vada oltre veloci convenevoli e sorrisi stereotipati. E le parole perdono senso. Italo Calvino ne “Le cittĂ invisibiliâ€? narra che il dialogo tra Marco Polo e Kublai Kan, imperatore dei Tartari, all’inizio era reso possibile dai gesti e dagli oggetti perchĂŠ parlavano due lingue diverse.

Poi con l’andar del tempo “nei racconti di Marco le parole andarono sostituendosi agli oggetti e ai gesti: dapprima esclamazioni, nomi, secchi verbi, poi giri di frase, discorsi ramiďŹ cati e frondosi, metafore e traslati. Lo straniero aveva imparato a parlare la lingua dell’imperatore, o l’imperatore a capire la lingua dello stranieroâ€?. Eppure “si sarebbe detto che la comunicazione tra loro fosse meno felice di una voltaâ€?. Certo le parole servivano meglio degli oggetti e dei gesti, tuttavia poco alla volta a Marco Polo “giorno per giorno, sera dopo sera, le parole gli venivano meno, e a poco a poco tornava a ricorrere a gesti, a smorďŹ e, a occhiateâ€?. Incominciò a fare commenti muti e un nuovo dialogo si stabilĂŹ fra loro e “mentre il campionario delle cose si rinnovava con i campionari delle marci, il repertorio dei commenti muti tendeva a chiudersi e a ďŹ ssarsi. Anche il piacere a ricorrervi diminuiva in entrambi; nelle loro conversazioni restavano il piĂš del tempo zitti e immobiliâ€?. Diciamo spesso che le aprole sono pietre. Da maneggiare con cura. Con amore. Con sobrietĂ .


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Il Gruppo Meic di Brescia in collaborazione con Azione Cattolica, Fuci, CittĂ dell’Uomo, Convento dell’Annunciata - Rovato presenta il volume “Turoldo. Educare alla libertĂ umana e cristianaâ€? a cura di Maria Cristina Bartolomei (La Scuola, Brescia 2011, collana “Maestriâ€?). L’appuntamento è per giovedĂŹ 29 marzo alle 18 presso Palazzo San Paolo in via Tosio 1. “La vita che mi hai ridato/ ora te la

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rendo/ nel canto�. Con questa sigla autobiografica, padre David Maria Turoldo aveva firmato i “Canti Ultimi� (Garzanti) la raccolta di liriche generata da un lungo inverno di sofferenza, culminato nella morte avvenuta a Milano il 6 febbraio di 20 anni fa. Aveva ragione Carlo Bo quando, scrisse: “Padre David ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede, gli ha imposto di cantarla tutti i giorni�. Introduce Luca Ghisleri, presidente del gruppo

Meic di Brescia. Intervengono: Luciano Pazzaglia, giĂ docente di storia della scuola e delle istituzioni educative presso l’UniversitĂ Cattolica del S. Cuore di Milano e direttore della collana “Maestriâ€? dell’Editrice La Scuola; don Angelo Casati, giĂ parroco della comunitĂ parrocchiale di San Giovanni in Laterano a Milano; Maria Cristina Bartolomei, docente di filosofia della religione presso l’UniversitĂ degli Studi di Milano.

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l fumo fa male, si sa. Quello che dovrebbe preoccupare di piĂš è che nel Bresciano si abbassa sempre di piĂš l’etĂ di accesso alla prima sigaretta. Il divieto di fumo nei locali pubblici introdotto nel 2003 dall’ex ministro Sirchia ha dato i suoi frutti, ma incontra alcune sacche di resistenze, basti pensare alle scuole superiori dove si cerca qualche escamotage per garantire un chissĂ quale diritto. Succede anche, come è capitato al Gambara, che siano gli stessi studenti a chiedere una presa di responsabilitĂ da parte dell’Istituto. PerchĂŠ? Al Gambara si può fumare nel chiostro durante la ricreazione con il fumo che entra direttamente nelle finestre delle aule. Ci sono anche, però delle eccellenze come il Capirola di Leno che senza indugi ha vietato ogni spazio al fumo. A questo proposito è netta la posizione del dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale: “Credo che i dirigenti su questa materia non abbiano bisogno di avere due righe dall’Ufficio scolastico provinciale, hanno tutti gli strumenti − spiega Maria Rosa Raimondi − per inserire nei propri regolamenti una decisione che mi vede del tutto favorevole. Credo che il fumo sia effettivamente una delle emergenze sanitarie; incide sempre di piĂš a livello giovanile e, soprattutto, sulle ragazze con un’incidenza sulla salute per tutto l’arco della vitaâ€?. La legge prevede

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detti al fumo o in ogni caso individuare uno spazio protetto e non nocivo per gli altri. Al di lĂ della sanzione la scuola deve essere interessata all’acquisizione della consapevolezza del danno. Va detto che le scuole stanno lavorando per raggiungere il risultatoâ€?. L’Ufficio scolastico ha, infatti, incentivato le azioni con un progetto triennale “Scuole senza fumo: una scelta consapevoleâ€? partito lo scorso anno d’intesa con l’Asl di Brescia e della Valle Camonica. Connesso a questo progetto viene lanciamo una bando di concorso, rivolto alle scuole secondarie a indirizzo grafico e arti-

stico, per l’individuazione di un logo per il progetto. Con questo si invitano le scuole ad assumere la lotta al tabagismo come parte integrante dell’offerta formativa; le azioni e le fasi di lavoro sono a cura dell’Asl di Brescia e dell’Usr Lombardia, ambito territoriale di Brescia. “La particolarità è che si rivolge a tutte le componenti, adulti compresi, del mondo scolastico: è facile dire agli studenti qui non si fuma, ma si potrebbero avere delle resistenze da parte dei docenti e del personaleâ€?. L’intenzione è di rilasciare un bollino blu di scuola libera dal fumo a chi avrĂ fatto il percorso.

&RPH YDORUL]]DUH LO YHUGH SXEEOLFR L’amministrazione comunale sta dando attuazione a un progetto che prevede la valorizzazione del verde pubblico. Si tratta di una serie di opere, giĂ programmate, volte a migliorare l’aspetto del territorio e dell’ambiente comunale. In questi giorni è terminato un intervento di riqualiďŹ cazione del vaso “Poncaralaâ€?, un’opera che ha interessato uno dei fossi piĂš suggestivi del territorio di Mairano. Posto a sud ovest del centro (in direzione Longhe-

na), questo vaso è stato rivalorizzato attraverso un’opera di rifacimento delle sponde con palizzate in legno di castagno di grandi dimensioni. “La parte piĂš suggestiva ed unica dal punto di vista ambientale − spiega con entusiasmo il sindaco Vincenzo Lanzoni − è rappresentata dal recupero integrale della vasca delle risorgive che si trova in capo a questo vaso. Qui sono stati realizzati dei particolari terrazzamenti a cui si è aggiunta

la riqualiďŹ cazione integrale del fondale dove insistono le risorgive. Era un impegno che ci eravamo assunti in campagna elettorale − conclude il sindaco – perchĂŠ convinti della necessitĂ di far rivivere uno degli angoli di verde piĂš belli del nostro territorioâ€?. Il lavoro di valorizzazione del verde non si conclude qua. Sono previste giornate di “My time for Myranoâ€?, ovvero di scuola pratica di ecologia alla quale aderiscono sempre tanti cittadini.

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cambiare, per arricchirci e lasciarci “contaminareâ€?. “Per costruire una societĂ multietnica – ha esordito CĂŠcile Kyenge – dobbiamo mettere al centro la persona per quello che è, liberandoci da ogni pregiudizio o etichetta; dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare e di fare. L’altro è uguale a noi, non dobbiamo considerarlo diversoâ€?. Le differenze e le paure nei confronti di quello che non conosciamo e che consideriamo diverso, sono ostacoli creati dal nostro modo di

pensare; in una societĂ dominata dall’individualismo, la presenza e la conseguente accettazione di persone considerate diverse, può costituire un elemento destabilizzante della nostra idea di relazione. Nell’ultimo anno, complici gli avvenimenti che hanno mutuato il contesto sociopolitico dei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo, il nostro Paese è stato meta di tanti migranti; secondo la coordinatrice del movimento “Primo Marzoâ€?

“chi si propone di realizzare una nuova societĂ deve porsi nella condizione di considerarsi un “potenzialeâ€? migrante; scambiare le nostre esperienze con le persone che ci sono vicino aiuta a crescere. La migrazione è un fenomeno naturale, perchĂŠ strettamente connesso con la possibilitĂ di sopravvivere. Bloccare le persone signiďŹ ca impedire ed arrestare la contaminazione tra cultureâ€?. L’ultimo appuntamento (il 12 aprile) è con Ernesto Olivero. (a.t.)

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a cittĂ ha il suo Piano di governo del territorio, ma maggioranza e opposizione sono distanti anni luce nella valutazione. Il Pgt terrĂ sicuramente banco anche nella prossima campagna elettorale. In veritĂ tra adozione e approvazione del documento ci sono state delle piccole modifiche, fra queste lo stralcio (su pressione dell’opposizione) dell’operazione relativa alla collina di Sant’Anna con annessa operazione di permuta edilizia. L’opposizione durante la discussione si è mostrata unita cosĂŹ come alla fine la maggioranza, che nonostante alcune divisioni all’interno sul tema dei centri commerciali (sono passati da cinque a tre) si è compattata durante il voto e si è dimostrata soddisfatta. Per Paola Vilardi, l’assessore che ha seguito fin dalle prime battute il Piano, il Pgt “guarda ai cittadini e al verdeâ€?. Via libera a cinque nuove strutture sportive, una per circoscrizione, al parcheggio sotto il

castello e al campus universitario alla Randaccio; parere postivo anche per gli ampliamenti delle strutture sanitarie (Poliambulanza, Sant’Anna e Civile). Il Partito democratico con il suo capogruppo in Loggia, Emilio

Del Bono, ribadisce il giudizio negativo nei confronti di un Piano “anni Sessanta che non si preoccupa della qualitĂ del vivere, ma si basa sulla quantitĂ del costruire e sul consumo del suolo agricolo in una cittĂ tra le

piĂš inquinate d’Europa. Questo Pgt − continua Del Bono − non disegna la Brescia del futuroâ€?. Delle quasi 5.000 osservazioni ne sono state approvate 167, oltre 4.000 parzialmente accolte e 500 respinte. Resta indecifrabile la situazione dell’UniversitĂ Cattolica (per Del Bono la vicenda “è una brutta paginaâ€?): l’investimento da 40 milioni di euro resta ancora sospeso. Ăˆ quantomeno singolare il fatto che l’ampliamento del polo universitario nell’ex sede del Seminario a Mompiano non sia stato preso in considerazione. Se si vuole costruire una Brescia universitaria, perchĂŠ non prendere in considerazione la scelta di un privato che decide di potenziare a sue spese l’offerta formativa?

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GIOVEDĂŒ 12 APRILE

IL MESE LETTERARIO

Sulle tracce del destino

TOLKIEN con Edoardo Rialti

AUDITORIUM CAPRETTI Istituto Artigianelli Via B. Avogadro (ingresso carraio)

GIOVEDĂŒ 19 APRILE

BRESCIA ORE 20.30

Se la vita ci soddisfacesse, fare letteratura non avrebbe alcun senso.

UNGARETTI con Paolo Campoccia

GIOVEDĂŒ 26 APRILE

(Flannery O’Connor)

MANZONI con Pietro Baroni L’ISCRIZIONE Ăˆ OBBLIGATORIA e la quota complessiva di partecipazione al ciclo dei quattro incontri è di Euro 10 (dieci), versati a titolo di donazione alla Fondazione San Benedetto:

s il pagamento della quota può essere effettuato in contanti all’atto della domanda d’iscrizione o nella serata del primo incontro; s fermo l’obbligo d’iscrizione, la partecipazione è gratuita per i minori di anni 20. 5(39

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con il patrocinio dell’UfďŹ cio Scolastico Territoriale di Brescia e della Consulta Provinciale Studentesca di Brescia

LE ISCRIZIONI SARANNO ACCETTATE FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI DISPONIBILI. Il modulo d’iscrizione può essere scaricato dal sito www.fondazionesanbenedetto.it o richiesto alla Segreteria della Fondazione San Benedetto.

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ISCRIZIONE OBBLIGATORIA Tel. 030 3366919 www.fondazionesanbenedetto.it

GIOVEDĂŒ 3 MAGGIO SHAKESPEARE con Edoardo Rialti


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sia consapevole e condivisa. VenerdĂŹ 23 marzo alle ore 20,30 all’auditorium comunale di Pompiano: intervengono SeraďŹ no Bertuletti, sindaco di Pompiano, Lino Lovo (nella foto), presidente provinciale dell’Aido e Angelo Maffeis, vicepresidente provinciale dell’Aido. Sabato 24 marzo alle ore 16 a Marcheno nella sala consigliare del Comune intervengono Barbara Morandi (sindaco di Marcheno), Lino

Lovo (presidente provinciale dell’Aido), Enzo Tanfoglio (consigliere provinciale dell’Aido) e Bemvenuto Contessa (referente del gruppo Aido di Marcheno). MartedĂŹ 27 marzo alle 20.30 a Villachiara, nella sala consigliare, parlano: Elvio Bertoletti (sindaco di Villachiara), don Francesco Bertoli (parroco di Villachiara), Lino Lovo e Angelo Maffeis. VenerdĂŹ 30 marzo, inďŹ ne, alle

20.30 a Brescia nella sede della Circoscrizione Centro in via Elia Capriolo 17/d. Portano il loro contributo: Flavio Bonardi (presidente della Circoscrizione Centro), Ottorino Barozzi (coordinatore dei prelievi dell’area bresciani agli Spedali civili di Brescia), Lino Lovo e Rosaria Prandini (segretaria provinciale dell’Aido). A tutti gli incontri è prevista anche la testimonianza di persone trapiantate di organi.

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n patto per la sicurezza. Ăˆ quanto prevede il “Protocollo di sicurezza urbanaâ€? siglato da Comune, Polizia, parrocchie, scuole e realtĂ associative dei quartieri di San Polo e Sanpolino. â€œĂˆ necessario migliorare la percezione della sicurezza – ha precisato Fabio Rolfi, assessore alla sicurezza – che va intesa non solo come controllo, ma anche come promozione della cultura della legalitĂ . Per farlo occorre che piĂš attori lavorino a un progetto unitario condividendone gli obiettiviâ€?. PerchĂŠ San Polo e Sanpolino? “Da diversi anni queste zone sono interessate da fenomeni di degrado sociale e da continui episodi di microcriminalitĂ â€?. Nei quartieri si riscontrano problemi di disadattamento giovanile con conseguenze legate all’utilizzo di sostanze stupefacenti, atti vandalici e aggressioni effettuate da baby gang. “Sono problematiche che emergono in piĂš contesti − oratorio, scuola, luoghi di aggregazione − e che spesso hanno il bullismo giovanile come denominatore comuneâ€?. “Il protocollo – ha specificato Luca Iubini, responsabile del Servizio di sicurezza urbana − si sviluppa in tre aree settoriali che toccano gli aspetti relativi alla sicurezza, quelli legati alla conoscenza e l’ambito della formazioneâ€?. “Per le specifiche attivitĂ di sicurezza – ha spiegato Ro-

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prensorio dove gli agenti, assistiti da esperti psicoterapeuti, incontreranno 700 studenti degli ultimi due anni delle primarie e del triennio delle medieâ€?. Della terza fase, quella formativa, si occupano l’Associazione “Brescia 3â€?, che lavorerĂ sul fenomeno della dispersione scolastica, la Cooperativa “Il Calabroneâ€?, che curerĂ l´attivitĂ di prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti e le parrocchie − S. Luigi Gonzaga, Conversione di San Paolo e S. Angela Merici – dove saranno attivi degli operatori che si occuperanno di sensibilizzare i ragazzi alla legalitĂ . In questo progetto non vanno dimenticate le famiglie. L’accordo durerĂ fino al termine del 2013.


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Â? …ƒÂ?Â?‹Â?‘ …‘Â? ‹ ’ƒ˜‘Â?‹ƒÂ?‹ †ƒ ”‡•…‹ƒ ƒ ‘†‡Â?‰‘ Si terrĂ sabato 31 marzo l’annuale “Camminata pavoniana da Brescia a Saiano, giunta alla 13ÂŞ edizione. Iniziata con sistematicitĂ nell’anno 2000, la Camminata intende far rivivere ai partecipanti l’ultimo percorso effettuato a piedi e sotto la pioggia dal beato Lodovico Pavoni durante le Dieci Giornate di Brescia del 1849, per portare in salvo i ragazzi del suo Istituto di san Barnaba in Brescia. Le fatiche del viaggio lo portarono alla morte, avvenuta al Calvario di Saiano il 1°

aprile, ultima delle Dieci Giornate e domenica delle Palme. Il tema della Camminata di quest’anno è legato ad un anniversario particolare: il bicentenario della fondazione dell’oratorio, che Lodovico Pavoni, giovane prete, ha realizzato nel 1812, su incoraggiamento del vescovo mons. Nava. Era uno dei primi oratori nati a Brescia dopo la bufera della rivoluzione francese ed era destinato principalmente ai giovani piĂš emarginati e piĂš poveri della cittĂ . All’esempio di

questo oratorio e di altri sorti in quei decenni in Lombardia si rifarĂ anche don Bosco, che nel 1812 non era ancora nato. La Camminata, lunga 14 km, avrĂ inizio alle ore 14.15 presso la chiesa di S. Maria Immacolata in via Lodovico Pavoni 11. Dopo due soste a Gussago e a Saiano, si concluderĂ per le 19.30 sulla collina del Calvario di Saiano, presso la chiesa del convento francescano, dove si trova la stanza in cui morĂŹ il beato Lodovico Pavoni. Questa stanza

è stata di recente restaurata, in concomitanza con il bicentenario dell’oratorio e con il decimo anniversario della beatiďŹ cazione del Pavoni, e sarĂ inaugurata il giorno seguente, il primo aprile, domenica delle Palme, data e circostanza che coincidono con quelle del 1849. La cerimonia avverrĂ alle 10 e sarĂ seguita dalla celebrazione della messa, a cura dell’associazione degli ex allievi Pavoniani di Brescia. L’invito è aperto a tutti.

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orse raramente come in questo momento, il lavoro, ad ogni livello, costituisce un tema cui si guarda con attenzione e preoccupazione. In tale ottica il Comune di Brescia, per il tramite dell’assessorato ai Servizi sociali, ha avviato due progetti mirati, ha detto l’assessore Giorgio Maione, “a dare lavoro anzichĂŠ un mero contributo economico che, per sua natura, è destinato ad estinguersiâ€?. Il primo consiste nell’adesione al progetto, promosso dalla Provincia, “Lavoro accessorioâ€?, consistente nel dare un’occupazione, se pur temporanea, a disoccupati, iscritti a liste di mobilitĂ e lavoratori in cassa integrazione. “La Provincia ha messo a disposizione 9.000 euro – ha detto Maione – che noi abbiamo integrato fino a 12mila per l’istituzione di 10 voucher da 1.200 euro lordi ciascuno, affinchĂŠ altrettante persone potessero garantirsi un sostegno al reddito e nel contempo svolgere un servizio

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del nucleo familiare, la sua situazione economica e l’etĂ del richiedente. Il secondo progetto trae origine dalle risorse del “Fondo lire Unrra 2011â€?, United Nations relief and rehabilitation administration, l’ente delle Nazioni Unite per il soccorso e l’assistenza, che, attraverso il Ministero dell’Interno, ha accolto un progetto presentato dal Comune di Brescia per favorire i disabili con patologie psichiatriche. “Abbiamo presentato al Ministero dell’Interno – ha illustrato Giorgio Maione – un progetto che prevede l’inserimento nel mondo del lavoro di 18 disabili con patologie psichiche. Il ministero lo ha approvato ed ha stanziato 66mila euro degli 82mila complessivi del costo del progetto, affinchĂŠ queste diciotto persone, segnalate dai servizi psichiatrici territoriali – ha continuato Maione, affiancato nella presentazione dei progetti dal responsabile del settore Servizi sociali Raffaele Bonora – potessero compiere il complesso percorso per l’inserimento nel mon-

do del lavoro�. Le attività preliminari di tale percorso prevedono la valutazione delle capacità /potenzialità della persona, seguita da azioni volte alla formazione ed orientamento presso aziende e/o cooperative sociali, per un massimo di sei mesi, periodo che prevede l’erogazione di un compenso incentivante per tutti i partecipanti. Al termine verranno poste in atto azioni di sostegno per concretizzare attraverso l’assunzione il rapporto con il luogo del lavoro.

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Zoff e di Eusebio; nel mondo della cultura, ci sono lo scrittore Vladimir Bukovskij, Luciano Canfora e Ernesto Galli Della Loggia; nello spettacolo Lou Reed e Barbara Streisand. Curiosamente anche nella Chiesa cattolica ci sono diversi Vescovi nati nel 1942: il bresciano Domenico Sigalini, Ignazio Sanna, Paolo Mario Virgilio Atzei, Ricardo Ezzati Andrello, Carlo Mazza, Piero Marini e Ignazio Zambito. Nella diocesi di Brescia sono 22 i sacerdoti nati nel 1942. Nel corso

dell’omelia Monari ha ricordato come sia importante “consegnare al Signore il nostro passato perchĂŠ il Signore lo renda fecondo per gli altri. Vorremmo lasciare in ereditĂ ai giovani qualche cosa di positivo che li aiuti a crescere e a vivere meglio. Ci sentiamo un po’ tutti dei nonni che conoscono la vita: l’ambizione è quella di trasmettere fiduciaâ€?. A tutti i presenti è stato consegnato come ricordo il portachiavi “I miei primi 70 anniâ€? con raffigurato sul retro il Duomo di Brescia.

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Tra i Santi, c’è San Giovanni Grande di Jerez de la Frontera, in Spagna e i 72 martiri della rivoluzione di Spagna alla ďŹ ne degli anni 1930. Inoltre il milanese San Benedetto Menni che fu il restauratore dell’Ordine in Spagna, Portogallo e grande riformatore della psichiatria negli stessi Paesi. San Riccardo Pampuri (nella foto) che visse il suo noviziato a Brescia all’Ospedale S. Orsola e che era anche il medico del seminario, come attestava Mons.

Gazzoli. A Brescia nel suo nome è ďŹ orente L’asilo notturno a lui dedicato e altre iniziative nel segno delle nuove povertĂ . Altri Beati piĂš recenti sono il cobano Ollallo Valdes e il tedesco Eustacchio Kugler entrambi beatiďŹ cato da Benedetto XVI. Sono questi tutti segni di una ospitalitĂ ancora vivace dopo oltre cinque secoli di storia dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio, piĂš conosciuto in Italia come Fatebenefratelli.

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overtĂ , castitĂ e obbedienza sono i tre voti classici comuni a tutti gli ordini religiosi. I Fatebenefratelli aggiungono un quarto voto: ospitalitĂ . OspitalitĂ come amore verso Dio e verso il prossimo: assistere gli infermi, raccogliere l’elemosina per la loro sopravvivenza − “Fratelli, fate il bene a voi stessi dando l’elemosina ai poveriâ€? è il celebre invito di San Giovanni di Dio − esercitare un attivo apostolato con “donne di vitaâ€?, imboccare la professione medica non per fare soldi, ma per servire l’uomo, in particolare il piĂš bisognoso...â€?. Scrive Fra Pascual Piles: “Giovanni di Dio può considerarsi a pieno titolo come un modello della ‘nuova ospitalità ’, perchĂŠ ha saputo coniugare l’amore verso Dio e l’amore verso il prossimo incarnandolo nella realtĂ concreta del suo tempo con grande capacitĂ organizzativa dell’assistenza e con una chiara visione del futuroâ€?. Ăˆ un carisma “operativoâ€?, l’ospitalitĂ . Ăˆ la speranza! Si tratta di venire in soccorso di questa societĂ , disorientata ma orgogliosa delle sue conquiste, con i valori immutabili della caritĂ . Come scrive Fra Marco Fabello: “I grandi significati dell’ospitalitĂ , oggi, si manifestano concretamente nella solidarietĂ e ÇŻ

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to e per il malato. I malati non sono degli estranei. Sono dei “profeti del sensoâ€? che, con il loro dramma personale, ci ricordano chi siamo e perchĂŠ esistiamo. Il malato cerca allora qualcuno. Quel qualcuno siamo tutti noi, oltre naturalmente al personale ospedaliero, che è in prima linea ogni giorno nella lotta contro la sofferenza degli ammalati. Ancora Fra Pierluigi Marchesi, dal discorso pronunciato nell’ottobre 1983, al VI Sinodo dei Vescovi: “Se il malato non è al centro dell’ospedale, al centro degli interessi di tutti gli operatori, altri si mettono al suo posto. Non è raro negli ospedali vedere emergere la centralitĂ del medico, o dell’amministratore, o del sindacalista, o del religioso: tutti usurpatori, perchĂŠ il posto centrale non spetta ai medici, nĂŠ agli infermieri, nĂŠ agli amministrativi, nĂŠ alla comunitĂ dei religiosi o delle religioseâ€?. Saper ascoltare è l’atteggiamento ideale per avvicinare il malato. Se curare è rispondere ai bisogni del malato, allora si deve tenere conto anche della sua persona, di quello che sente e risente. E per questo non c’è che la qualitĂ del silenzio. Un silenzio abitato da due persone. LĂŹ c’è l’ospitalitĂ , che è comprensione, attenzione, comunione nella domanda sul senso da dare all’avventura umana.

L’Istituto è dedicato al Sacro Cuore di GesĂš da cui prende il nome - inizia la sua attivitĂ nel 1882 come ospedale psichiatrico per una donazione ai padri Fatebenefratelli da parte delle sorelle Girelli. Funziona come ospedale psichiatrico sino al 1978 anno della riforma psichiatrica. Quando inizia un profondo processo di cambiamento che passa attraverso un percorso formativo, il rinnovamento degli ediďŹ ci e l’attivazione di progetti sperimentali quale quello che porta alla riabilitazione psichiatrica e quello per la riabilitazione delle persone affette da demenza, ambito per cui l’Istituto entra a far parte di un progetto-pilota della Regione Lombardia. Negli stessi anni vengono attivati servizi riabilitativi diurni per anziani. Inizia quindi una intensa attivitĂ di ricerca scientiďŹ ca che contribuisce al riconoscimento dell’Istituto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientiďŹ co per la riabilitazione psichiatrica e per la malattia di Alzheimer il 19 dicembre 1996 con il nome di “Centro San Giovanni di Dio – Fatebenefratelliâ€?. L’Istituto oltre alle unitĂ operative di degenza, di day hospital, alle strutture per la residenzialitĂ psichiatrica e agli ambulatori vede attive diverse unitĂ organizzative di ricerca – sia nella forma di veri e propri laboratori, come quelli di genetica, neurobiologia, neuroimaging, neuropsico-

logia e neuroďŹ siologia che di ĂŠquipe, come quelle della ricerca psicosociale e della ricerca clinica sulla malattia di Alzheimer – che impegnano un importante numero di giovani ricercatori. Tale sforzo che nei secoli ha conciliato la caritĂ antica con mezzi modernissimi cerca ora di coniugare il massimo della scienza con il massimo della assistenza.

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6ROLGDULHWj H DOWUXLVPR YHUVR JOL DPPDODWL Il giubileo è stato indetto dai Fatebenefratelli per vivere un anno consacrato alla testimonianza del carisma di un Santo afďŹ nchĂŠ questo si incarni nel presente. Questo Santo è attuale “perchĂŠ la situazione critica della sanità – commenta fra Marco Fabello – richiede una solidarietĂ e un senso di altruismo verso gli ammalati. Addirittura questo tempo ci riporta a quello di San Giovanni di Dio quando i poveri e gli ammalati erano abbandonatiâ€?. Il giubileo ha coinvolto il mondo del Fatebenefratelli (300 opere diffuse in cinque continenti). Ăˆ stato un anno di richiamo per noi e per i collaboratori (dipendenti, volontari e benefattori) nel tentativo di formare una famiglia piĂš grande perchĂŠ l’ordine con il passare degli anni non potrĂ essere formato solo dai religiosiâ€?. “Il nuovo volto dell’Ordineâ€? è il documento che

ha aperto l’anno giubilare. Qual è il nuovo volto? “In questo documento si immagina appunto un futuro nel quale collaboratori e religiosi siano un tutt’uno perchĂŠ l’ospitalità – spiega fra Marco – possa avere una risposta univoca e piĂš completa per andare anche incontro al Concilio che chiede la collaborazione dei laiciâ€?. A chiusura dell’anno giubilare sono state predisposte delle iniziative, fra queste il convegno del 9 marzo: “La riabilitazione psico-sociale: uno sguardo al futuroâ€?. Il residence Pampuri, che compie 20 anni, nasce in risposta alle sollecitazioni del prof. Franco Basaglia. “Secondo la nostra visione Basaglia è stato una grande uomo che ha ridato dignitĂ e valore al malato di mente in sintonia con San Giovanni Di Dio. Ci ha dato una spinta a rinnovare la nostra idea di malato mentaleâ€?.


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il mantenimento di progetti assistenziali in Paesi piĂš poveri. L’Ordine è aperto a nuovi approcci professionali e sociali, a nuovi interventi, alle culture e alle peculiaritĂ di ogni realtĂ . I valori che guidano e motivano lo sviluppo dell’Ordine di San Giovanni di Dio sono: presenza storica sulla risposta alle necessitĂ della persona alla luce del concetto di ospitalitĂ (nella foto fra Alberto Rota, superiore della comunitĂ e animatore dell’asilo notturno “Fra Riccardo Pampuriâ€?

e del nuovo Villaggio della Carità ) e umanizzazione dell’assistenza. L’Ordine promuove e pratica il rispetto di altre posizioni e credenze e incoraggia il dialogo, senza venir meno alla sua identità cristiana e punta sulla convivenza multiculturale e interreligiosa; universalità che si traduce in azione prioritaria a favore dei Paesi piÚ sfavoriti, evitando preconcetti di tipo ideologico, religioso o culturale; tutte le risorse umane e materiali sono destinate alla

missione di servizio e all’assistenza di coloro che ne hanno bisogno; fedeltĂ ai ďŹ ni originari attraverso la modernizzazione e l’aggiornamento grazie alla formazione, alla ricerca e all’adeguamento delle strutture. Fra i principi, la persona assistita è il centro di interesse di chi vive e lavora nell’ospedale; a questo si aggiunge la difesa e la promozione della vita umana e il riconoscimento del diritto delle persone assistite a essere informate sullo stato di salute.

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il 1495: nasce Giovanni Ciudad, il futuro San Giovanni di Dio da una modesta famiglia di Montemoro-Novo. Incerte e frammentarie le notizie sulla sua infanzia, e misterioso l’episodio in cui il padre Andrea lo affida, a soli otto anni, a un pellegrino di passaggio... Ritroviamo piĂš tardi il piccolo Giovanni in Castiglia, dove trascorre gli anni fino alla maturitĂ come pastore al servizio di Francisco Cid, majoral di Oropesa. 1539: Giovanni vive a Granada, dove ha aperto una libreria. Il 20 gennaio gli capita di ascoltare un sermone di Giovanni Dio: d’Avila. Rimane sconvolto: è la vera conversione. Il suo shock è cosĂŹ forte da sembrare pazzo. Percorre le strade della cittĂ urlando la sua “folliaâ€? per “Nudo, voglio vivere, seguire GesĂš Cristo, nudo, e diventare povero in suo onoreâ€?. La sua conversione viene presa per pazzia. Lo prendono e ricoverano all’Ospedale Reale, dove a quei tempi la malattia mentale si cura con le catene e la frusta. Viene presto rico-

nosciuto sano e rimesso in libertĂ . Giovanni decide allora di dedicare il resto della sua vita ai poveri e agli ammalati. Ăˆ l’autunno del 1539, ha 44 anni, fonda in via Lucena il suo primo ospedale. In dicembre il Vescovo di Tuy, gli conferisce l’ abito religioso e gli conferma il nome che il popolo gli aveva giĂ dato: “Giovanni di Dioâ€?. Nel 1547 l’Ospedale si trasferisce alla salita de Los Gomeles. Giovanni muore l’8 marzo 1550. I suoi primi compagni danno inizio alla fondazione e alla storia dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni di Dio Fatebenefratelli. Il processo di beatificazione è del 1630, del 16 ottobre 1690 la canonizzazione di Alessandro VIII. Ă‹ proclamato Patrono celeste degli ospedali e dei malati da Leone XIII nel 1886, Patrono celeste degli infermieri e delle loro associazioni da Pio XI nel 1930. Pio XII, nel 1940, lo proclama secondo Patrono celeste di Granada. San Giovanni di Dio è, come uomo, un esempio di disponibilitĂ e apertura verso il prossimo. La sua è una vita in movimento, ma

anche di stabilitĂ nella generositĂ . Sempre si rivela in lui la generositĂ che cresce e che, poco a poco, si trasforma in fede. Giovanni di Dio è diventato Santo per la sua generositĂ nei confronti di tutti quelli che ha incontrato, servito, curato, consolato. Alcuni, sconvolti dalla Parola di Dio e dall’esempio di santi come Giovanni di Dio, finiscono per consacrare la vita al servizio dei loro fratelli piĂš bisognosi.

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UHOLJLRVL QHO PRQGR Ăˆ il 1546, quando Giovanni di Dio prende con sĂŠ nell’ospedale di Granada i primi due discepoli, Antonio Martin e Pedro Velasco. Oggi a formare l’Ordine dei Fatebenefratelli sono oltre 1500 Religiosi, nativi di 55 paesi diversi: un Ordine sparso in tutto il mondo, con 293 opere in 52 nazioni e oltre 40.000 collaboratori. Per primo si stabilisce il legame con il centro della Chiesa, Roma, allo scopo di ottenere il riconoscimento ufďŹ ciale dell’Istituto che avviene prima con l’approvazione come Congregazione e poi come Ordine religioso, rispettivamente nel 1572, e nel 1586. Nel frattempo, Fra Soriano fonda a Napoli un ospedale e a Roma, nel 1584, l’ospedale dell’Isola Tiberina. Nel 1587 si tiene il primo Capitolo, che approva le Costituzioni. La fa-

ma dei Fatebenefratelli si diffonde anche al nord, tanto che nel 1588 l’arcivescovo di Milano, mons. Gaspare Visconti li chiama nella cittĂ . Il secolo successivo porta bene all’Ordine. Nel 1653 si contano ben otto province italiane − Roma, Napoli, Milano, Sicilia, Bari, Calabria, Basilicata, Sardegna − e sono attivi 150 ospedali. Con il secolo XIX, tutto l’Ordine è sconvolto dal traballante rinnovamento socio-politico che segna il tramonto del vecchio regime. Ventisette dei 46 ospedali dei Fatebenefratelli sono requisiti. Ma subito dopo nascono nuovi ospedali. Dal 1968 i Fatebenefratelli delle due Province italiane procedono alla classiďŹ cazione degli istituti. Oltre al l’Ospedale S. Pietro, sulla via Cassia, la Provincia romana conta oggi sei centri assistenziali: Napoli,

Benevento, Genzano, Perugia, Palermo, Alghero. PiĂš lungo l’elenco per la Provincia lombardo-veneta: quattordici i centri nell’Italia settentrionale: Brescia, Cernusco sul Naviglio, Erba, Gorizia, Milano, Romano d’Ezzelino, S. Colombano al Lambro, San Maurizio Canavese, Solbiate Comasco, Trivolzio, Varazze, Venezia nonchĂŠ l’Ospedale Sacra Famiglia di Nazareth, in Israele. Inoltre lo spirito missionario ha spinto i religiosi a fondare e sostenere due ospedali in Africa, ad Afagnan, nel Togo, e a TanguiĂŠta, nel Benin che oggi formano, insieme al centro nutrizionale di Porga (Benin) la Delegazione generale S. Riccardo Impuri. Sempre della Provincia lombardo-veneta è il Centro Studi Fatebenefratelli di Monguzzo, un castello trecentesco donato per lascito testamentario.


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La mia messa, il mio parroco, il mio oratorio ,QFRQWUL GL FRQVXOWD]LRQH LQ YLVWD GHO 6LQRGR VXOOH XQLWj SDVWRUDOL PDU]R PDJJLR

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Non mi vergogno del Vangelo

Il mio catechismo, la mia messa e i miei poveri

Missione ecclesiale, unità pastorali e territorio

Annuncio, liturgia e carità nelle unità pastorali

Pastorale giovanile e oratorio nelle unità pastorali

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Il miei gruppi e le mie associazioni

Organismi di comunione e unità pastorali

Aggregazioni e unità pastorali

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La mia e la tua unità pastorale

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Il mio parroco, la mia suora e i miei laici

Il mio bollettino e il mio teatro

La fisionomia delle unità pastorali

I ministeri nelle unità pastorali

Comunicazione e cultura nelle unità pastorali

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Unità pastorali e segni dei tempi

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Le mie riunioni e il mio consiglio pastorale

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I miei vicini e i miei lontani

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Il mio oratorio e i miei giovani

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‘”„‘Ž‡ ƒ•ƒ‰Ž‹ƒ Â? †‡’—”ƒ–‘”‡ ’‡” ‹Ž ƒÂ?†‘˜‡”‡ I comuni dell’asta del Gandovere (Torbole Casaglia, Castelmella, Castegnato, Monticelli Brusati, Ospitaletto, Passirano, Rodengo Saiano, Roncadelle e Ome) avranno un sistema di depurazione, attraverso la realizzazione dell’impianto consortile a Torbole Casaglia. L’impianto sarĂ realizzato per conto del Comune-capoďŹ la di Torbole Casaglia da Gandovere Depurazione, costituita da Cogeme spa (52%), Syderidraulic Sistem spa (24%) e Consorzio Uniland

scarl (24%). Il nuovo depuratore consortile del torrente Gandovere - che sorgerĂ a Nord della strada provinciale 19 - costerĂ circa 25 milioni di euro. Nella fase iniziale servirĂ un bacino di circa 70mila abitanti, ma è stato progettato per 93 mila abitanti equivalenti. L’opera occuperĂ una superďŹ cie di 40mila metri quadrati. La rete fognaria di collettamento, invece, avrĂ una lunghezza di 24km, articolati in un tronco principale e da tre segmenti secondari. I lavori (due anni la

durata) sono iniziati a gennaio 2012 con quattro cantieri in simultanea, di cui uno presso l’area ove sorgerà l’impianto e 3 lungo il tracciato dei collettori. Il nuovo e moderno impianto sostituirà otto depuratori - piccoli e poco funzionali attualmente operativi negli otto Comuni. L’impianto consortile garantirà una razionalizzazione dei costi, una costante attenzione al processo e quindi alla qualità dell’efuente, al punto che l’acqua in uscita, immessa nel Vaso

Quinzanello, potrĂ essere utilizzata per usi irrigui per un vasto territorio agricolo, sino a Dello. Inoltre, la presenza di tre linee autonome di trattamento consentirĂ una maggiore essibilitĂ gestionale garantendo sempre la continuitĂ funzionale dell’impianto anche di caso di operazioni di manutenzione sulle linee. InďŹ ne, la nuova dorsale di collettamento che attraverserĂ l’area del Gandovere velocizzerĂ l’allacciamento alla fognatura di ampie zone non ancora fognate.

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na bella, seppur ventosa, domenica di metĂ marzo nella pace della campagna della Bassa bresciana: è questa la cornice in cui si è svolta, presso il centro Mariapoli Luce di Frontignano, struttura di riferimento per il movimento dei Focolarini a livello non solo bresciano, ma anche regionale, la messa in suffragio della fondatrice Chiara Lubich, in occasione del quarto anniversario della sua “partenza al Cieloâ€?. Circa 500 persone domenica 18 marzo si sono date appuntamento lĂŹ, nella realtĂ nata alla fine degli anni ‘80 sull’esempio della famosa cittadella di Loppiano, per la preghiera e il ringraziamento comunitario, affollando il salone all’ultimo piano, dove poco prima della celebrazione eucaristica è stato proiettato un video di un’incontro di Chiara Lubich nelle Filippine. Inoltre, la giornata ha anche fornito l’occasione per i giovani provenienti

da tutta la Lombardia di perfezionare un progetto di musical dedicato a Chiara Luce Badano, la giovane appartenente al movimento dei Focolari morta a diciotto anni per un tumore osseo e proclamata beata nel 2010. “Il musical coinvolge circa 120 ragazzi di tutta la Lombardia – ci spiegano – che in precedenza si erano divisi le scene da preparare a seconda delle province di provenienza. Oggi si trovano qui tutti insieme per una sorta di grande prova collettiva, dato che quello di Mariapoli Luce è il centro formativo per i giovani di tutta la regioneâ€?. Prove ini-

ziate giĂ in prima mattinata, quindi, che sono continuate fino alle 16.30, poco prima dell’inizio della Messa: “In mattinata – precisa Francesca, una delle ragazze che preparano lo spettacolo – c’è stata la prova tecnica, con voci fuori scena e indicazioni. Nel pomeriggio invece abbiamo fatto una vera e propria prova generale con musica dal vivo, solisti, coreografie e costumi di scena. Ăˆ stato molto bello dopo tante prove separate sperimentare l’unitĂ , secondo l’ideale proposto da Chiara, con tutti i giovani della Lombardiaâ€?. “Un’esperienza bellissima – aggiunge Michele, da Milano – proprio per questo clima di unitĂ e collaborazione. Anche se ci sono, per esempio, due band non si fanno confronti di bravura nĂŠ si tenta di superarsi a vicenda, ma si prova a suonare insieme per ottenere il migliore risultato. Andiamo d’accordoâ€?. Il frutto di tanto impegno probabilmente andrĂ in scena a Lecco verso settembre-otto-

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bre, ma giĂ da adesso se ne possono vedere i buoni risultati, come ci rivelano Luca e Cristina, una coppia di genitori presenti domenica all’incontro: “Pensiamo sia per i ragazzi un’esperienza molto bella e positiva. Nostra figlia partecipa e dopo ogni prova è sempre entusiasta. La figura di Chiara Luce è un grande riferimento per i ragazzi, che in questo modo hanno l’occasione di confrontarsi tra di loro sulla propria vita alla luce del Vangeloâ€?.

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è “promuovere l’integrazione scolastica e socialeâ€?. La ďŹ nalità è “offrire ai bambini e ai ragazzi che vivono situazioni di difďŹ coltĂ nel percorso scolastico, l’opportunitĂ di svolgere attivitĂ di sostegno alla didattica attraverso un supporto per lo svolgimento di compiti e studio con la presenza di ďŹ gure di educatori professionali in una programmazione condivisa con gli insegnanti della scuola e con la rete degli operatori di riferimentoâ€?. Fondamentale per la realizzazione

del progetto, la collaborazione degli Istituti comprensivi Martiri e Toscanini. Sono i primi della ďŹ liera che segnalano ai Servizi sociali del Comune, bambini e ragazzi bisognosi di supporto. Tre le fasi, chiamate “attenzioniâ€?, nelle quali si sviluppa il progetto di durata annuale che ha preso il via: la prima, da marzo a giugno e da settembre a marzo, è chiamata â€?Facciamo i compiti al Cagâ€?, le cui attivitĂ si svolgono per tre o quattro pomeriggi a settimana negli spazi

del Centro giovanile o nelle sale della ludoteca dalle 16.30 alle 18.30. La seconda, detta “Tempo d’estateâ€?, si sviluppa nei mesi di giugno e luglio, durante i quali al mattino i ragazzi continuano a essere seguiti per dare continuitĂ al lavoro svolto in attesa che riprenda la scuola. La terza fase, “per mamme e papĂ â€?, vede coinvolti i genitori dei bambini: sono previsti due incontri formativi in collaborazione con la scuola e con gli enti promotori del progetto. (c.m.)

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iamo il via a un’iniziativa che vogliamo divenga permanente, una sorta di pulizia di Pasqua per la cittĂ â€?: si esprime cosĂŹ il sindaco di Montichiari Elena Zanola riguardo alla “Giornata ambientaleâ€? organizzata dal Comune ed in programma sabato 31 marzo. “In sostanza sono state contattate tutte le associazioni, le realtĂ sociali e parrocchiali e anche i singoli cittadini per sensibilizzarli maggiormente sul tema dei rifiuti. Ci siamo accorti, infatti, che nonostante il buon successo del servizio “porta a portaâ€? (attivo da gennaio 2012 su tutto il territorio comunale) sono presenti ancora degli incivili che non si sono adeguati, i quali gettano sacchi dell’immondizia sulle strade o li lasciano in maniera non conforme al regolamento della raccolta differenziata. Ebbene, il 31 marzo – continua il primo cittadino – desideriamo che le persone piĂš sensibili si attivino per ripulire, l’intera cittĂ â€?. L’Ufficio ecologia del Comune, assieme a Cbbo che gestisce il servizio di rifiuti, provvederĂ a mappare il territorio per poi suddividere i partecipanti in squadre di volontari, sotto la guida di responsabili della Protezione civile; saranno individuati, per ogni zona, dei punti di raccolta dove conferire l’immondizia recuperata. L’obiettivo è ambizioso “e per questo – ag-

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comportamento anche chi oggi, purtroppo, è poco attento dal punto di vista ambientaleâ€?. Quanto alle scuole, saranno impegnate nei rispettivi edifici senza uscite sul territorio: le varie classi si occuperanno della pulizia dei rifiuti sia all’interno delle strutture sia nel cortile o giardino delle stesse. Chi volesse aderire alla “Giornata ambientaleâ€? può comunicare la disponibilitĂ al numero 030/9656289 o presentarsi il 31 marzo. Sempre in tema ambientale, è attivo il sito www.q-cumber.org, portale ideato dallo Studio Magro dove i cittadini possono inserire le segnalazioni di molestie olfattive che rilevino sul territorio: in tre settimane, il sito ha fatto registrare oltre 5000 accessi.

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palme. Architetture in legno come balaustre e ďŹ nti balconi decorati con modanature dorate, stoffe tese dal sofďŹ tto della chiesa e un tripudio di candele: un grandioso apparato che a oggi viene utilizzato ancora in 26 parrocchie in tutta la diocesi. A Rudiano, per ricostruirne la complessa struttura, soprattutto per ciò che riguarda il sistema di scale e sostegni, si è ricorsi all’esperienza dei montatori di allora, che ormai veleggiano verso gli ottant’anni,

assistiti da altre sei persone a cui hanno passato le loro conoscenze. â€œĂˆ stato un aspetto molto importante del lavoro di recupero – afferma il parroco don Luigi Pellegrini – che continuerĂ anche il prossimo anno: rimane infatti ancora da sistemare e da inserire nella struttura una parte che probabilmente arrivava ďŹ n quasi al sofďŹ tto; inoltre bisogna restaurare alcuni elementi parzialmente danneggiati dal tempoâ€?. (f.u.)

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l centro delle celebrazioni una piccola scatola da aprire tra 100 anni. Una scatola che contiene lettere e poesie, disegni e documenti: in altre parole, una storia intera che viene consegnata ai posteri. In questo modo, con la posa della “cassetta del tempoâ€? inizieranno sabato 24 marzo i lavori di costruzione della nuova scuola materna di Comezzano-Cizzago. “L’idea è nata – spiega Mauro Maffioli, sindaco di Comezzano-Cizzago – discutendo dell’opportunitĂ di celebrare la posa della prima pietra. Personalmente non amo molto questo rito, preferisco inaugurare un’opera alla fine, invece l’idea della cassetta del tempo mi sembrava molto significativaâ€?. Da lĂŹ quindi l’idea di proporla

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serie di celebrazioni in suo onore riunite nella “Settimana di Karolâ€?: dopo la visione di un film la scorsa settimana dedicato alla figura del grande pontefice, si terrĂ venerdĂŹ

sera, presso la sala polifunzionale alle 20.30, la presentazione da parte di mons. Gabriele Filippini del libro “Il sale della terra�, alla presenza del vicepresidente della provincia

Giuseppe Romele. La conclusione si terrà sabato 24 marzo con un corteo che, partendo alle 9 del mattino, porterà i bambini dal vecchio asilo fino allo spazio che ospiterà il nuovo edificio, dove verrà deposta la cassetta del tempo. All’interno della cerimonia ci sarà spazio anche per l’inaugurazione di via Zanardelli, con l’illustrazione delle statue collocate lÏ lo scorso anno durante il Simposio di scultura ospitato in paese, e la Messa alle 11.30 presieduta da mons. Olmi.

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‡œœƒœ‡ ƒ •–ƒ‰‹‘Â?‡ †‡Ž ”‹ŽƒÂ?…‹‘ †‡ŽŽ‡ ˜‡……Š‹‡ Â?‹Â?‹‡”‡ A Pezzaze, dopo la pausa invernale, sono stati riaperti al pubblico la miniera Marzoli alla Stese e il museo “Il mondo dei minatori e l’arte del ferroâ€? con una pregevole collezione di opere dell’indimenticato scultore Vito Piotti. Per l’occasione “Scopri Valtrompiaâ€?, l’associazione delle guide turistiche, in collaborazione con Ski-Mine, la societĂ che ha in gestione il sito muÂŹseale, hanno organizzato un

evento straordinario: “I laurĂ de ‘na oltaâ€? (I lavori di una volta). Per un giorno, nel silenzio, oscuritĂ e fascino della miniera, sono stati riproposti suggestivi allestimenti di occupazioni che hanno unito idealmente gli aspetti secolari dell’economia e vita della zona: il minatore, l’agricoltore, il calzolaio, il falegname, il carbonaio, il barbiere, la mondina, la lavandaia. E insieme attivitĂ ormai scomparse

come la cardatura della lana. Accompagnavano la visita poesie e racconti attinenti ogni momento. Le guide di “Scopri Valtrompiaâ€?, in modo originale, impersonavano le “autoritĂ â€?: il sacerdote, il farmacista, la maestra. Ricordiamo che la miniera è aperta al pubblico la domenica: si entra col giallo trenino dalle ore 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 17) . Su richiesta apre in qualsiasi giorno per gruppi di almeno

venti persone. I costi: ingresso gratuito per i bambini ďŹ no a 3 anni, 7 euro per i raÂŹgazzi ďŹ no a 13, 10 euro dai 13 anni in su. Per le prenotazioni telefonare al numero 030.8337495 oppure mandare un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica cup@ cm.valletrompia.it. Si stanno poi programmando diversi eventi: il prossimo è “Pasquetta in minieraâ€?, che si terrĂ il 9 aprile dalle ore 10 alle 18. (Edmondo Bertussi)

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n incontro cosĂŹ speciale gli adolescenti e giovani di Lumezzane di certo non se lo sarebbero aspettato prima di recarsi presso l’oratorio di Sant’Apollonio. MercoledĂŹ scorso nella parrocchia lumezzanese si è svolto il terzo incontro della “Scuola di Preghieraâ€?, ideata dai curati valgobbini per accompagnare il cammino quaresimale dei propri giovani e adolescenti. A rendere sorprendente questa bella iniziativa è stata la visita a sorpresa del vescovo Luciano Monari. Il “titolareâ€? della Diocesi di Brescia, dopo aver terminato una conferenza con la comunitĂ valgobbina per parlare dell’Incontro mondiale delle famiglie, che si svolgerĂ prossimamente a Milano, ha colto l’occasione per salutare e dare la benedizione agli adolescenti lumezzanesi. Tema del terzo appuntamento è stato l’importanza del linguaggio nella preghiera, prendendo come spunto l’icona della Vergine orante. Nel suo

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breve intervento il Vescovo ha piĂš volte sottolineato “l’importanza e la centralitĂ di Maria nella nostra vita e nella nostra preghiera.â€?. Mons. Monari ha poi proseguito invitando i presenti “a seguire la Vergine come il piĂš grande modello di caritĂ e di imitarla accogliendo la chiamata del Padre. Ogni volta che preghiamo - continua il Vescovo - dobbiamo pensare a lei e rendere sempre attuale il Si che ha cambiato la storia dell’uomo. Come Maria ha accolto la chiamata e il volere del Padre, anche noi possiamo arrivare alla salvezza esprimendo il nostro siâ€?. Monari ha poi elogiato e fatto i complimenti ai tre curati organizzatori per “la bellezza e l’importanza di questo camminoâ€? e ha augurato a tutti gli adolescenti e giovani di “continuare a vivere nella preghieraâ€?. Per imparare a pregare don Andrea Maffina, curato della parrocchia di Sant’Apollonio, ha dispensato consigli molto utili ai ragazzi suggerendo loro di “dividere la loro preghiera in tre fasi: la supplica, l’intercessione e la lode. La supplica – dice il giovane sacerdote originario di Gardone Valtrompia – è essenziale

nella nostra preghiera quotidiana perchĂŠ chi prega chiede sempre qualcosa al Padre e come troviamo scritto nel vangelo di Luca “Chiedete prima di tutto il Regno e il resto vi sarĂ dato.â€? (Lc 12,31). Inoltre è fondamentale imparare a pregare non solo per noi ma anche per il prossimo. Nella mia personale esperienza ho scoperto un piccolo trucco che vi voglio svelare – continua don Andrea – fatevi una lista d’oro con le persone alle quali volete bene e una lista nera con le persone che vi hanno fatto del male. Portate questi due elenchi con voi e ogni volta che innalzate la preghiera al Padre fatelo anche per queste persone. E non dimenticatevi di ringraziare e lodare Dio!â€? Un incontro ricco e pieno di spunti di riflessione, arricchito dalla benedizione del Vescovo. Il percorso quaresimale dei giovani e adolescenti lumezzanesi sta ormai volgendo al termine e, dopo l’incontro del 21 marzo tenutosi presso l’oratorio di Fontana, l’ultimo appuntamento è in programma mercoledĂŹ prossimo presso le aule del centro giovanile di San Sebastiano.


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Ponte Zanano sono stati attivati tre laboratori e ben 11 incontri, mentre per la secondaria di primo grado “G. La Piraâ€? (smslapira.it) un laboratorio. “Il progetto − spiegano i responsabili di Ossigeno Teatro − si caratterizza come un evento espressivo-teatrale rivolto a bambini diversamente abili, ma aperto anche ai bimbi normodotati. Il progetto, in continua crescita, sia numerica che qualitativa, compie una ricerca nell’ambito della diversabilitĂ intesa come risorsa per scoprire

nuovi linguaggi comunicativi ed espressivi. Punto forte del percorso è il lavoro d’Êquipe presente tra conduttrici teatrali, insegnanti, assistenti ad personam, psicologa e assessoratoâ€?. Una serie di attivitĂ che consente di creare un ponte tra i due gradi d’istruzione scolastica per facilitare il momento di passaggio da una realtĂ all’altra. Le attivitĂ realizzate dai gruppi saranno presentate durante un incontro conclusivo con i genitori nel mese di maggio. “Si tratta di un

progetto – dice il sindaco Massimo Ottelli (nella foto) – che rappresenta per molti bambini un’occasione di promozione umana e sociale, una possibilitĂ per l’abbattimento di barriere invisibili troppo spesso erette con pregiudizi; un progetto che punta a far emergere la diversitĂ come valore e potenzialitĂ assolute. A testimonianza di ciò riporterei una frase di un bimbo che ha partecipato lo scorso anno: ‘Questa attivitĂ ti graffia l’anima e ti tira fuori il talento’â€?. (a.a.)

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disposizione poco piĂš di 1,5 milioni. L’ assemblea distrettuale dei Sindaci dei 18 Comuni del distretto sanitario di riferimento, coincidente con la ComunitĂ montana, l’ha approvato all’unanimitĂ , sottoscrivendo il relativo accordo di programma. Lo hanno presentato il presidente dell’assemblea Gabriele Zanolini con Andrea Porteri, assessore ai Servizi sociali di ComunitĂ montana, e Rocco Ferraro, presidente della relativa commissione. L’ha illustrato la responsabile dell’Area servizi sociali di ComunitĂ montana, Daniela Dalola, direttore generale di Civitas srl. Ăˆ questa la societĂ controllata da Comuni e ComunitĂ , braccio operativo nel settore su delega di tutti, che è riuscita nel triennio a consolidare, in sinergia con la rete sanitaria dell’Asl, i numerosi servizi con bilanci a posto e sempre piĂš proficua collaborazione con le realtĂ del Terzo settore. Le aree di intervento si sono via via allargate prendendo in carico (è il caso dei consultori familiari) anche servizi dismessi da altri enti. A oggi riguardano: minori e famiglia; politiche giovanili; anziani; disabilitĂ ; salute mentale; politiche attive del lavoro; immigrazione; emarginazione e nuove povertĂ ; servizi di interesse generale. Come mantenere i servizi a livello soddisfacente di fronte alla drammatica diminuzione di risorse? Al piano si è

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Concesio, impegnati nelle pratiche di regolarizzazione: 1613 quasi tutte fino a maggio 2011. Da quel mese, sono state affidate a patronati (Acli) e sindacati a seguito accordo con la ComunitĂ montana. Basilare per il piano è stato il confronto coi rappresentanti politici del territorio e una “progettazione partecipataâ€?, che ha visto il coinvolgimento attivo in cinque tavoli tecnici tematici degli operatori di Comuni, Asl, Civitas srl, Terzo Settore, ma anche dei rappresentanti della scuola, dell’Azienda ospedaliera, delle Parrocchie, delle organizzazioni sindacali. Infine un convegno conclusivo dove, alla luce delle esperienze passate è emerso che serviva un “cambio di passoâ€?: un piano non statico ma flessibile sviluppato con rilevazione continua e valutazione comune dei bisogni sul territorio, senza egoismi, in modo da ottimizzare tutte le risorse disponibili in progetti completi di interventi credibili e sostenibili. Il risultato? Lo sintetizza cosĂŹ il presidente Zanolini sindaco di Marmentino: “Abbiamo fatto tutto il possibile ma siamo preoccupati. Se non vi saranno risorse straordinarie da economie di scala ed effettiva coprogettazione con enti e terzo settore operanti sul territorio, saranno inevitabili tagli dolorosi di servizi.â€? Il testo integrale del documento sarĂ disponibile sul sito di ComunitĂ montana www.cm.valletrompia.it.

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‡ƒ–”‘ ‹Â? ƒŽ•ƒ„„‹ƒ Â? ‘Â?ƒ‰‰‹‘ ƒ ÇŻ Â?Â?—Â?œ‹‘ ƒŽ –‡ƒ–”‘ ’Ž‡Â?†‘” Continua la rassegna teatrale “Teatro in Valle Sabbia 2012â€?, organizzata dai comuni valsabbini di Odolo, Agnosine, Preseglie, Casto, Vestone e Villanuova con il patrocinio e il contributo dell’Assessorato al turismo della Provincia di Brescia. La rassegna è stata ideata dall’Associazione teatrale Le Maree e dal suo direttore artistico Aldo Parolini, con l’intento di “favorire la promozione e la diffusione di un messaggio culturale di indubbio valore per i giovani e tutti gli abitanti del vasto ter-

ritorio della Valle Sabbia, attraverso un programma di eventi che vede al centro il connubio tra teatro, filosofia, poesia, danza e musica. Il lavoro e la ricerca realizzati hanno portato alla produzione dell’evento ‘E un diamante brillò’, omaggio alla figura della poetessa Diamante Medaglia Faini, che debutterĂ proprio a Vestone a fine marzoâ€?. Dopo gli spettacoli ospitati nelle serate dei primi venerdĂŹ di marzo rispettivamente ad Agnosine, Preseglie e Villanuova sul Clisi, venerdĂŹ 23 marzo sarĂ il cine-

ma teatro Splendor di Odolo (nella foto) alle ore 21.00 ad ospitare lo spettacolo “Sia l’uomo la sua propria stellaâ€?, un omaggio a Gabriele D’Annunzio, con brani tratti da “Il piacereâ€?, “Notturnoâ€? e liriche da “Alcyoneâ€?. Voci recitanti di Aldo Parolini e Anna De Rosa e alla viola il maestro Giuseppe Miglioli. La rassegna terminerĂ a Vestone giovedĂŹ 29 marzo alle ore 21.00 presso il Teatro Comunale con lo spettacolo “E un diamante brillòâ€?, un omaggio a Diamante Medaglia Faini. Il monologo

teatrale porta in scena la vita fuori dal comune di una donna del Settecento, originaria del piccolo paese valsabbino di Mura, dove nacque nel 1724, membro di alcune delle maggiori Accademie d’Italia, che si distinse come poetessa e intellettuale. Il testo e la regia sono di Aldo Parolini, alla viola il maestro Giuseppe Miglioli, accompagnati dalla ballerina Natascia Medaglia. Lo spettacolo sarà in scena anche nella mattinata di giovedÏ 29 marzo per le scuole medie. (Nicoletta Tonoli)

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empo di primavera, la stagione migliore per passeggiare fra i colori, i profumi e le emozioni dei parchi e dei giardini di cui il Garda è ricco. Accanto alla bellezza del paesaggio lacustre la sponda bresciana possiede alcuni fra i piĂš bei giardini dell’alta Italia che, insieme alle coltivazioni tradizionali, delineano il profilo dei paesi rivieraschi. Il viaggio “nel verdeâ€? inizia nel basso lago a Manerba. Il “Parco della Roccaâ€? e il “Sassoâ€? sono caratterizzati da diversi sentieri, percorribili a piedi o in bicicletta, dai quali è possibile ammirare numerosi gioielli naturali come piante mediterranee, rare orchidee, fauna boschiva, particolari farfalle, uccelli acquatici e rapaci (www. parcoroccamanerba.net). Difficile scindere l’Isola del Garda, a San Felice del Benaco, dal suo parco che racchiude una vegetazione assai variegata (www.isoladelgarda. com). Scoglio pittoresco, scrigno di storia, ricordi, leggende e natura rigogliosa, l’isola incanta con i suoi giardini all’italiana che sfiorano il lago, l’armonioso insieme di piante esotiche e rare essenze, pini e cipressi, limoni, agavi e magnolie che cingono ed esaltano l’elegante palazzo in stile neogotico veneziano. Gardone Riviera, considerata la “cittĂ -giardinoâ€? del Garda, ne offre

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com) e il “Giardino dei Sensi Bolsoneâ€?, dedicato ai fiori di campo (visitabile su prenotazione, www. giardinodeisensi.it). Non mancano orti e musei botanici: la piccola oasi verde dell’orto “Ghirardiâ€? a Toscolano Maderno situata nella piana alluvionale del torrente Toscolano è riservata prevalentemente a piante medicinali (tel. 0365641246) e unisce allo studio e alla ricerca scientifica funzioni espositivo-museali, mentre a Valvestino il museo intitolato al famoso botanico “don Pietro Portaâ€? che dedicò la propria vita alla ricerca e allo studio della flora endemica, ospita specie caratteristiche del territorio prealpino gardesano (www.cm-parcoaltogarda. bs.it). Nell’Alto Garda le limonaie, testimonianze del lavoro dell’uomo e di una economia un tempo florida, hanno scoperto una vocazione turistica: a Tignale, la Limonaia del “Pra’ de la Famâ€?, primo esempio di struttura museale realizzata dalla ComunitĂ montana Parco Alto Garda Bresciano (tel. 036571449) e a Limone la Limonaia del “Castelâ€?, situata nel centro storico, tra la montagna e le vie Orti e Castello, e vero tripudio di agrumi. Pilastri e muraglie si ergono, dalla sua edificazione che risale al primo Settecento, su piĂš terrazzamenti per una superficie totale di 1.633 mq. (www. visitlimonesulgarda.com).

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dello svizzero Canton Ticino. Per la settima volta consecutiva la localitĂ camuna ospita un evento di grande richiamo per il turismo invernale e non solo. Le esercitazioni prevedono la simulazione di operazioni di soccorso in presenza di valanghe, attraverso l’individuazione ed il recupero di â€œďŹ gurantiâ€? nascosti sotto cumuli di neve, allestiti per l’occasione nella zona del ghiacciaio Presena. “Diventare cinoďŹ lo del Cnsas – spiega la

Rossi – richiede un impegno di almeno due anni: per essere ammessi è necessario sottoporsi ad addestramenti periodici e frequentare un percorso di formazione tecnica, se non si è giĂ in possesso della qualiďŹ ca Osa (Operatore di soccorso alpino). Il brevetto si acquisisce solo dopo aver superato i due gradi delle selezioni annuali, prima per la ‘classe A’, con il raggiungimento degli obiettivi

di base e poi per la ‘classe B’, che prevede il completamento dell’iter formativo ed abilitĂ all’operativitĂ nelle basi di elisoccorso e nei servizi regionali di competenzaâ€?. La scuola nazionale ha un’esperienza di oltre 50 anni: fondata nel 1960 in Alto Adige, ha organizzato il primo corso nel 1966 e dal 1987 è riconosciuta come garante delle unitĂ cinoďŹ le da impiegare in interventi di Protezione civile. (e.g.)

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on è la prima volta che la sopravvivenza dell’Ospedale di Edolo, che serve l’Alta Valcamonica almeno da Sellero in su, si trova ad essere messa in discussione. Nella sua travagliata storia è forse questa nota di precarietĂ a costituire la nota dominante. CosĂŹ periodicamente bisogna tornare a far sentire forte alle orecchie dei vertici della Asl di stanza a Esine, che il presidio di Edolo non si tocca, che il suo ruolo è insostituibile, che le distanze altrimenti sarebbero troppo grandi e via elencando. Stavolta è stata una tavola rotonda di pochi giorni fa, organizzata da Cgil e Cisl a Edolo, ad incaricarsi di far capire quali sono le attese della gente alto-camuna al nuovo capo della sanitĂ valligiana in quota Lega Nord, Renato Pedrini, ex sindaco di Bormio peraltro indagato per gli appalti dei mondiali di sci del 2005. Insediatosi da pochi mesi ha pensato bene di dedicarsi alla riorganizzazione della Asl, senza badare a rassicurare sul futuro dell’unitĂ ospedaliera di Edolo. Gli amministratori locali e i sindacati, interpretando le aspettative della gente, hanno subito

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rassicurarsi che il nuovo team dirigenziale sappia cosa pensano in Alta Valle. Durante la tavola rotonda edolese, davanti ad un pubblico attento e partecipe, il neo-direttore generale si è affrettato a fugare i dubbi, non riuscendoci del tutto: “Anche se esistono delle criticitĂ , l’Asl ha tutto l’interesse a mantenere una struttura cosĂŹ importante, a rinforzarla e riorganizzarlaâ€? ha osservato: “Vedremo di superare i problemi con il concorso di tutte le forze presenti sul territorioâ€?. Chi ricorda, dopo l’apertura nel 1974, le dolorose rinunce all’Ostetricia, al laboratorio di analisi, ad un pezzo di Chirurgia e via tagliando, sa che si è dovuto anche scendere in piazza e battere i pugni sui tavoli della politica per difendere con le unghie ed i denti un servizio sempre migliorabile, ma che attira utenti anche da aree della Media e Bassa Valle Camonica.

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1XRYD FHQWUDOLQD LGURHOHWWULFD VXO 'H]]R Sono in svolgimento i lavori di manutenzione straordinaria del canale di scarico della centrale idroelettrica di Corna di Darfo acquisita da Linea Energia Spa: sullo stesso tratto, sfruttando un salto dell’acqua, verrà realizzata una minicentrale che frutterà un importante gettito al Comune di Darfo per i prossimi anni. Infatti, già dalla seduta consigliare del Comune di Darfo del 20 luglio 2010 veniva deliberata la convenzione con la società Linea energia Spa per la realizzazione di un nuovo impianto idroelettrico posto lungo il canale di scarico della centrale idroelettrica di proprietà di Linea energia Spa (già Darfo Spa e prima ancora Darfo Srl). La centrale insiste su tratto terminale del torrente Dezzo di Scalve che, proprio sopra Corna di Darfo, compie un salto importante di circa 100 metri complessivi, in due tratti diversi, consentendo la posa di condotte forzate ai fini dello sfruttamento idroelettrico. Dopo la prima centrale, che sorge sull’area industriale dell’ex-Italsider, l’acqua viene convogliata in un canale che termina, circa 350 metri piÚ a valle, nel fiume Oglio. Il canale scorre sotto il cinema Garden e le Scuole elementari e medie e la parte terminale della condotta e dei manufatti insiste su proprietà comunale: ecco il motivo tecnico-giuridico di una convenzione tra società proprietaria e comune di Darfo. La convenzione sottoscritta tra Comune e Linea energia prevede un ritorno economico di 33mila euro all’anno per i primi 15 anni, una extraquota del 5% sul plus di energia pro-

dotta oltre i 3 milioni di kilowattora all’anno e una maxirata di 270mila euro una tantum. Qualche problema potrebbe nascere dalla riduzione della portata del torrente Dezzo, ma anche su questo i rischi sono stati previsti. Il cantiere procede: sotto il tunnel, ristrutturato per circa il 20% del totale, si sta lavorando e i lavori potrebbero essere terminati entro fine ano o nei primi mesi del 2013. (Davide Alessi)

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‘Â?–‡ ”ˆƒÂ?‘ ‹ Â?ƒ•–”‹ †‹ ’ƒ”–‡Â?œƒ Žƒ •–ƒ‰‹‘Â?‡ †‡Ž ƒ‹ Puntuale con lo sbocciare della primavera, scatta il tempo dell’ufficiale “Apertura della stagioneâ€?, programmata per questa domenica 25 marzo e curata dai soci del Cai di Coccaglio sul Monte Orfano. SarĂ per le temperature piĂš miti o per l’aria frizzante che giĂ si respira in vista delle rigeneranti gite in compagnia giĂ in agenda secondo il programma stilato dalla locale sezione, ma la giornata di marzo rappresenta un appuntamento sempre gradito e partecipato: una piacevole occasione di ritrovo

per dare il benvenuto alla bella stagione che bussa. Il programma prevede il ritrovo presso la sede della sezione Cai di Coccaglio, al numero 6 di via Paolo VI, per poi procedere insieme con l’ascesa in cima al Monte Orfano, fino alla croce di Coccaglio, nei pressi della quale, alle 9, si terrà la celebrazione di una santa messa all’apertoe, terminata la quale si raggiungerà poi il Rifugio degli Alpini di Cologne, dove a mezzogiorno verrà consumato un pranzo conviviale (prenotazione obbligatoria:

giovedĂŹ 22 marzo dalle 21 alle 23 nella sede Cai di Coccaglio). A conferire un valore aggiunto alla consueta manifestazione di primavera, ci penserĂ quest’anno la restaurata croce coccagliese, reduce di un generale restyling curato, nell’ottobre scorso, dai volontari in collaborazione col Comune. “La croce necessitava di un urgente intervento di manutenzione – hanno evidenziato gli intervenuti – il basamento era scrostato e attaccato da muschi e funghi, il legno evidenziava crepe e viti strap-

pate ed allentate, le lance, la corona e la scritta in ferro si presentavano molto arrugginite, mentre sulla sommità della Croce mancava la copertura in rame con conseguenti continue infiltrazioni d’acqua all’interno della Croce e grave danneggiamento sia al legno, che alla struttura interna�. Croce come nuova e bella stagione in vista dunque: per godersela basta aggiungere voglia di condividere (magari con un occhio al sito www.cai-coccaglio.it) esperienze di moto e d’amicizia. (a.s.)

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irmato il rogito notarile con il quale la Parrocchia di Bornato nella persona del parroco don Andrea Ferrari dona alla Fondazione Pieve di San Bartolomeo di Bornato la chiesa-pieve. La Fondazione, presieduta da Giuseppe Foresti, intende continuare nell’importante opera di recupero e di valorizzazione dell’area della Pieve di S. Bartolomeo con un ulteriore lotto di lavori. La prioritĂ di intervento è indirizzata senza alcun dubbio al restauro della chiesa seicentesca che vede nell’operazione di messa in sicurezza definitiva delle murature e nella realizzazione di una nuova copertura le due opere principali; la formazione del tetto consentirebbe inoltre di salvaguardare in modo completo le importanti strutture antiche rinvenute all’interno. La totale mancanza di documenti conosciuti non consente di ricostruire l’epoca di fondazione della Pieve. La sua intitolazione a San Bartolomeo, santo venerato dai viandanti e dai pellegrini, fa supporre la presenza di un ospizio destinato al ricovero delle numerose persone che per fede o necessitĂ si mettevano in viaggio sulle pericolose strade del tempo. La Pieve di Bornato esisteva sicuramente nel 1058 quando viene menzionata in un documento del vescovo di Brescia. In un altro documento del 1291 il Papa Niccolò

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le l’edificio fu sottoposto nel corso soprattutto degli ultimi due secoli. Dell’antico edificio rimangono dei muri perimetrali sbrecciati dai quali emerge un grande arco trasverso in mattoni, che un tempo sosteneva le travi in legno della copertura, e sul prospetto nord due archi, poggianti su colonne circolari in cotto. Non era certamente questa la visione che gli abitanti del luogo avevano in etĂ medievale quando la Pieve costituiva il luogo di incontro. Lo studio archeologico si è posto l’obiettivo di indagare le strutture piĂš antiche della chiesa perchĂŠ attraverso lo scavo, l’analisi dei muri che ancora oggi sono conservati sotto il livello del terreno, lo studio dei reperti ritrovati, si potesse ricostruire idealmente l’aspetto della Pieve e della vita che in essa si svolgeva. Sono state eseguite campagne di scavo che hanno consentito di portare alla luce le testimonianze piĂš antiche dell’insediamento in un crescendo di sorprese e di emozioni. La risoluzione di erigere una nuova chiesa parrocchiale, evidentemente resa necessaria dallo stato di incuria e di rovina in cui versava l’antica pieve, sancĂŹ il definitivo abbandono del prestigioso monumento e la sua caduta allo stato di rudere. Fu l’arciprete don Andrea Giardini (1628-1661), che prese la decisione di innalzare la nuova parrocchiale, poi consacrata nel 1660 dal cardinale Pietro Ottoboni.

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Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di BetsĂ ida di Galilea, e gli domandarono: “Signore, vogliamo vedere GesĂšâ€?. Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a GesĂš. GesĂš rispose loro: â€œĂˆ venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia gloriďŹ cato. In veritĂ , in veritĂ io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverĂ per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, lĂ sarĂ anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerĂ . Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, gloriďŹ ca il tuo nomeâ€?. (...)

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nnalzato. Come il frutto del grano, in alto sulla spiga, di quel chicco che, morto, porta frutto: non c’è via di mezzo. Il grano muore per far frutto, la vita si perde per essere vissuta, la gloria è la possibilitĂ di ‘vedere’ quello che si deve vedere. Cercano GesĂš, con la curiositĂ degli uomini, come migliaia di uomini anche oggi che cercano di vedere chi sia quell’uomo. Ma vogliono solo vedere, sapere, rispondere a una curiositĂ . Per questo non si muore, non si è innalzati: la gloria abita altrove. La gloria è la possibilitĂ di vedere inequivocabilmente, di intuire quella morte come atto che porta frutto. E’ quindi scandalo per quelli a cui basta vedere qualcosa, sapere qualcosa. La gloria non sazia la curiositĂ , non intacca il mistero. Non fa perdere la vita. L’innalzamento è il punto dal quale si può (e si deve) guardare ‘quel’ GesĂš che è il Cristo, altrimenti la ricerca è un atto di volontĂ umana che si accontenta di conoscere, ma

/D PXVLFD H OD 3DUROD Nell’anno Giubilare del 2000, il maestro Riccardo Muti (nella foto), ha voluto che la Scala partecipasse all’evento ecclesiale con alcune rappresentazioni dell’opera di F. Poulenc tratta da “I dialoghi delle Carmelitaneâ€? di G. Bernanos. Lo spettacolo con la regia teatrale di Robert Carsen, è stato ripreso dal teatro milanese nel 2004. Si tratta di uno spettacolo la cui scenografia spoglia ed essenziale facilita la concentrazione sul testo ricco di Bernanos e sulla musica di Poulenc. Il soggetto riprende un episodio storico accaduto nel 1794 quando 16 monache carmelitane vennero ghigliottinate dal Terrore. Testimonianza accreditate dicono che salirono una a una il patibolo cantando il Veni Creator. Poulenc fedele a questa de-

scrizione chiude l’opera con un tocco davvero incredibile ed efficace: le monache vengono uccise una a una e il loro canto sia fa via via sempre piĂš debole, man mano che le voci vengono spente. La musica, a intervalli irregolari, imita il rumore della ghigliottina fin quando il suo rumore interrompe il canto dell’ultima monaca. Un ascolto attento ci rivela che giĂ precedentemente gli accordi della lama sono giunti alle nostre orecchie ed è stato quando il cappellano, benedicendo per l’ultima volta le monache canta con loro l’Ave Verum e pronuncia le parole: “Cuius latus perforatum fluxit aqua et sanguineâ€?. CosĂŹ la musica ci aiuta ad accostare i due momenti: la ghigliottina e la croce. Ci dice che la morte dei martiri partecipa, esplicita,

rimanda e rivive la morte di Cristo. Non solo, come da quel costato trafitto sgorgò acqua e sangue e nacque la Chiesa, cosĂŹ il corpo del martire ne diviene nutrimento. Il regista trasforma l’esecuzione in un momento suggestivo di preghiera: sono i gesti delle monache che accompagnano le parole ad esplicitarne il senso: gesti che dicono dolcezza, speranza, viscere di misericordia. Una a una si adagiano a terra in posizione di croce. Solo l’ultima, Blanche, la piĂš debole, salita dalla folla per portare a termine il canto interrotto delle compagne, dopo che la lama l’ha uccisa, rimane in piedi, a braccia aperte, in posizione crocifissa, per dirci che il Male non ha mai l’ultima parola e che la Parola guida la storia anche nel silenzio della Croce.

non cerca il sapere della fede. Che è un altro mondo, un altro piano di esistenza: le cose sono identiche e diverse, perchĂŠ diverso è il motivo per il quale si fanno. Nessuno vuole perdere la consapevolmente la sua vita: siamo fatti per l’autoconservazione. Non siamo come un chicco di grano che, accolto dalla terra, deve schiudersi, marcire e dare frutto. La nostra perdita non può che essere consapevole, dolorosa magari, ma consapevole, voluta, violenza nei confronti del nostro bisogno di sopravviverci. Perciò l’unico motivo per arrivare a questa scelta è la promessa della vita eterna: una misura asimmetrica del nostro dono. La limitazione del nostro vivere ci fa desiderare l’impossibile, e lo sappiamo. E allora il desiderio di infinito? L’immortalitĂ ? Ăˆ in questo punto che si innesta la proposta (e la promessa di Dio), che è anche lo scandalo che sta sotto gli occhi di chi guarda l’uomo crocifisso e non lo comprende: perdere la vita per

averla in abbondanza. Per questo si chiama gloria questo scandalo e questa incomprensione: perchĂŠ è la manifestazione di quello che da soli non potremmo mai nĂŠ fare nĂŠ possedere. Ăˆ l’apertura a un piano diverso, non di longevitĂ umana ma di sopravvivenza divina, di gloria, appunto, perchĂŠ sarĂ la manifestazione di quello che anche noi saremo, cosĂŹ com’è stato di GesĂš, in quel momento grave e altissimo, in quell’ora nella quale era chiamato a portare frutto perchĂŠ la promessa del Padre potesse rivelarsi vera, perchĂŠ non rimanesse un desiderio dell’animo umano ma la risposta di chi quell’animo umano l’aveva plasmato fin dalle origini. Non rimane solo il chicco di grano nella terra, mentre l’uomo teme che nulla potrĂ essere frutto suo quando avrĂ finito il limite della sua vita: due prospettive di terra alle quali GesĂš aggiunge la prospettiva di Dio: è una tentazione agli occhi degli uomini. Per Lui è la Gloria.


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ha affermato il vescovo – ci ha fatto guardare dall’altra parte, guardava oltre, al futuro; pur tenendo i piedi ben saldiâ€? nel nostro tempo, “era un visionario, nel senso di chi sa proiettarsi in avanti, indicandoci la stradaâ€?. Mons. Cacciami è morto sabato 17 marzo, all’etĂ di 87 anni, nella clinica “I Cedriâ€? di Fara Novarese, dove era ricoverato a seguito dell’aggravarsi del suo stato di salute. Dal 1964 al 2001 è stato direttore responsabile dei settimanali della diocesi di Novara

(Stampa diocesana novarese); presidente del Sir, giĂ presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), è stato altresĂŹ ďŹ gura di spicco dell’Unione internazionale della stampa cattolica. Mons. Brambilla ha quindi citato uno “spilloâ€?, un testo di mons. Cacciami pubblicato alcuni anni or sono sul settimanale diocesano novarese “L’Azioneâ€?, sottolineando le “capacitĂ comunicativeâ€? del sacerdote-giornalista, in passato presidente della Fisc (Federazione

italiana settimanali cattolici). Il Vescovo ha quindi letto un messaggio del card. Camillo Ruini, che ha deďŹ nito mons. Cacciami “un caro amicoâ€?, prete “di straordinaria intelligenza, apostolo del Vangelo testimoniato anche con i moderni mezziâ€? della comunicazione. Don Giuseppe ha saputo unire “la caritĂ del sorriso alla caritĂ intellettuale con una professionalitĂ giornalistica fondata sulla fatica e sulla bellezza del pensareâ€?: cosĂŹ lo ha ricordato Paolo Bustaffa.

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l “disagioâ€? dei sacerdoti è una realtĂ di oggi? Molte volte è cosĂŹ, e non riguarda soltanto situazioni patologiche. La situazione di disagio può verificarsi anche nel lavoro quotidiano di chi opera nella pastorale, e soprattutto per quanto riguarda i sacerdoti è sempre piĂš urgente affrontarla in maniera esplicita e diretta: quando si temporeggia, pensando di fronte ad un problema di poterlo risolvere da soli, magari cercando qualche scappatoia, le ferite si amplificano e diventa poi piĂš difficile e doloroso intervenire in maniera adeguataâ€?. Come traccerebbe, in sintesi, l’identikit del sacerdote oggi? A mio avviso, oggi il prete è chiamato ad essere operatore della misericordia di Dio, rifuggendo la tentazione dell’onnipotenza. PiĂš che un “tuttologoâ€?, abituato a fare tutto da solo, ad affrontare e gestire in solitudine le tante sfide della pastorale, il sacerdote deve essere uno specialista, un esperto di misericordia, da vivere in prima persona a partire dalla chiarezza sulla propria identitĂ e vocazione. Quali sono le cause principali del disagio? Oggi non è semplice lavorare nella pastorale, e i pastori sono i primi ad essere attenti alle sfide sempre nuove che li interpellano. Ci sono, poi, le fragilitĂ intrapsichiche: basti pensare alle fragilitĂ nella struttura pastorale degli operatori delle nuove generazioni. Per questo è urgente trovare nuove forme di collaborazione, a partire da quella tra i sacerdoti: non è facile che i preti collaborino tra di

loro, soprattutto in campi vari e disparati come quelli in cui ci si trova concretamente a svolgere la propria azione pastorale. Eppure, queste forme di collaborazione sono sempre piÚ necessarie oggi, altrimenti il rischio per i sacerdoti è il sovraccarico, lo stress o, nella peggiore delle ipotesi, il burn out. Cosa deve fare un prete quando avverte segnali di disagio o è alle prese con forme di fragilità interiore che rischiano di incidere sul suo lavoro pastorale? Quando la persona avverte il peso delle proprie inconsistenze deve imparare a individuare i tanti segnali di un malessere che si sta accumulando dentro di sÊ, senza negare le proble-

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responsabilitĂ comune, che coinvolge anche i laici. Si fa abbastanza, nei nostri seminari, per cercare di prevenire il disagio dei futuri preti? Sicuramente è urgente trovare nuove vie per la formazione dei sacerdoti. Esistono giĂ buoni segnali operativi, perchĂŠ si sono ormai intrapresi nuovi percorsi come quello di facilitare la formazione psicologica e spirituale, non solo intellettuale, dei candidati al sacerdozio. Tuttavia, resta ancora molta strada da fare, ad esempio, prestando piĂš attenzione a percorsi formativi individuali, attenti alle esigenze del singolo. Quanto può incidere, nel tentativo di scongiurare o superare il disagio, la collaborazione tra sacerdoti e laici? Ce n’è tanto bisogno. GiĂ il Concilio, 50 anni fa, raccomandava di incentivare questo tipo di collaborazione, a partire dalla concezione di una Chiesa come “popolo di Dioâ€? che concorre allo stesso obiettivo: rendere visibili nel mondo i valori del Regno. La collaborazione tra sacerdoti e laici è certamente la strada maestra, sia perchĂŠ il sacerdote non può fare tutto da solo, sia perchĂŠ i laici nel loro ministero hanno un grosso contributo di cui assumersi la responsabilitĂ . Riscoprire, rispettivamente, il ruolo del sacerdote e il ruolo del laico significa scoprirsi competenti, e non onnipotenti. La logica è quella evangelica che consiste nel valorizzare i reciproci talenti, all’insegna della competenza e della responsabilitĂ , ognuno nel proprio ambito.

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0HGLWD]LRQL GL GXH FRQLXJL La famiglia sarĂ al centro delle meditazioni della Via Crucis del VenerdĂŹ Santo che si svolgerĂ il sei aprile al Colosseo di Roma. Su incarico del pontefice Benedetto XVI, i testi di meditazione per le Stazioni della Via Crucis sono composti, dalla coppia di coniugi Danilo e Anna Maria Zanzucchi, iniziatori del Movimento “Famiglie Nuoveâ€?, nell’ambito del Movimento dei Focolari. Nata nel 1967 Fa-

miglie Nuove è ďŹ glia del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich. Conta piĂš di 300 mila aderenti e quattro milioni di simpatizzanti nei cinque continenti. Il suo compito principale è stato quello di far sorgere e alimentare una innovativa cultura familiare costruita lungo quattro linee guida: spiritualitĂ , educazione, socialitĂ e solidarietĂ . L’intero progetto mira a far vivere con radicalitĂ la spiritualitĂ dei Fo-

colari, e cioè “l’unitĂ â€? intesa come profonda unione tra i due genitori.. Un modello che attrae e porta frutti. Molte le coppie che sul punto di frantumarsi hanno ritrovato la fede e l’unione. Innumerevoli le testimonianze di famiglie solidali e aperte, impegnate nei diversi ambiti sociali e civili. Lo schema della Via Crucis sarĂ quello con le 14 stazioni “tradizionaliâ€?.


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una serie di appuntamenti che proseguiranno domenica 25 marzo a Botticino sera con una tavola rotonda sul tema “Famiglia e vita nascenteâ€?. Nelle giornate dell’evento è previsto anche un appuntamento a Brescia, il 31 maggio, quando giungeranno in piazza PaoloVI alcune migliaia di delegati da tutto il mondo. La partecipazione poi alla S. Messa del 3 giugno all’Aeroporto di Bresso ha subito una variazione. Non sarĂ infatti piĂš possibile, come annunciato, usufruire del

treno speciale organizzato da Brevivet, ma solo per mezzo di pulman. Don Giorgio Comini ha poi illustrato il tema della celebrazione del sacramento del matrimonio, evidenziandone il valore liturgico, pastorale e teologico. Molte le problematiche emerse a partire dalla scarsa coscienza degli sposi di “accedereâ€? a un sacramento, il calo dei matrimoni religiosi, l’aumento dei conviventi che chiedono il rito religioso e la conseguente necessitĂ di ripensare

i percorsi di preparazione. L’ampiezza dell’argomento richiederà certamente ulteriori approfondimenti. Il Vescovo ha espresso la speranza che gli sposi cristiani possano accompagnare le famiglie piÚ giovani alla scoperta della bellezza del matrimonio cristiano. Infine due annunci: dal 26 luglio al 2 agosto Monari sarà in Terra Santa con gli operatori di pastorale familiare, mentre il GiovedÏ santo uscirà una lettera del Vescovo ai sacerdoti bresciani.

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on l’ennesima riflessione sulla crisi della famiglia, ma un confronto a piĂš voci su quanto è possibile costruire per affrontare giorno dopo giorno le fatiche che comporta il conciliare il lavoro e la famiglia, soprattutto in una stagione di crisi e difficoltĂ . L’incontro “Lavoro debole e vita familiareâ€? organizzato presso la parrocchia di Botticino con una tavola rotonda a tre voci e testimonianze dirette che hanno integrato e arricchito le riflessioni, è stato condotto da Nunzia Vallini che ha saputo legare riflessioni e approfondimenti che hanno condotto a una possibile e concreta strada percorribile pur nelle difficoltĂ . La sociologa Daniela Bandera ha evidenziato la necessitĂ per il successo delle azioni di conciliazione di “fare cultura aziendaleâ€?, motivando a tutti i dipendenti le ragioni che portano l’imprenditore a rispondere positivamente alle esigenze familiari di altri dipendenti. Luigi Gaffurini, posta la famiglia al centro della vita sociale e del lavoro, ha riflettuto su un nuovo welfare non piĂš economico ma integrato con servizi flessibili ai bisogni della famiglia; ma, si è chiesto, queste forme di conciliazione tra famiglia e lavoro dove e come vanno contrattate: a livello nazionale, locale, aziendale? Fabrizia Quecchia ha riflettuto su come il “lavoro deboleâ€? crei una dipendenza forzata dei giovani

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giovane coppia, sono stati testimoni di nuove forme organizzative del lavoro, il telelavoro, che ha permesso una dimensione familiare consona ai figli bambini. Suor Luisa delle suore operaie ha ricordato come all’inizio del ‘900 l’allora “parrocoâ€? Tadini ha risposto efficacemente alla domanda di conciliazione dei tempi della famiglia con i tempi del lavoro. La sindacalista Feroldi, l’imprenditrice Pelati e la dirigente Conti, hanno evidenziato le difficoltĂ dell’azienda che vuole rispondere ai bisogni familiari dei dipendenti ma deve rispettare esigenze produttive e normative poco flessibi-

li. Concreti esempi di realizzazione di azioni tese alla “conciliazione dei tempiâ€? hanno permesso di rispondere, almeno in parte, ai bisogni dei dipendenti. La conciliazione tra famiglia e impresa quindi si può fare e conviene: questa è la nota di speranza.

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, GRFXPHQWL GHO &RQFLOLR “I documenti del Concilio Vaticano II (1962-1965)â€? è una sorta di atto d’amore nei confronti del Concilio: la Chiesa commemora l’11 ottobre 2012 i 50 anni dall’inizio del Concilio. Mons. Claudio Delpero presenta cosĂŹ delle schede sintetiche sui Documenti: la costituzione sulla sacra liturgia (Sacrosanctum Concilium); la costituzione dogmatica sulla Chiesa (Lumen Gentium); la costituzione dogmatica sulla divina rivelazione (Dei

Verbum) e la costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Gaudium et Spes). Nei confronti dei documenti si può maturare una conoscenza appropriata, che “circoscriva chiaramente i problemi da affrontare, li investighi ricorrendo soprattutto allo studio incrociato dei vari documenti che li riguardano, e sappia poi apprezzare o suggerire le proposte o le soluzioni per i casi concretiâ€?. “Per una generazione − scrive

l’autore nella prefazione − patita per l’immagine come l’attuale, e quindi piuttosto allergica alle lunghe letture, una sintesi sull’essenziale del Concilio potrebbe rivelarsi un aiuto ad avviarne la conoscenzaâ€?. Il volume, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, costa 8 euro. “Cio che piĂš importa − per utilizzare le parole di mons. Delpero − è che il Concilio non resti lettera morta per le nostre parrocchieâ€?.

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GiovedĂŹ 22 marzo Ore 9.30 – Brescia − S. Messa in occasione del Dies Academicus presso l’UniversitĂ Cattolica. Ore 20.30 – Brescia − Scuola di preghiera in Cattedrale. VenerdĂŹ 23 marzo Ore 18 − Brescia − Meditazione per il personale di Curia presso il Centro Paolo VI.

Sabato 24 marzo Ore 9.30 – Brescia – Consiglio pastorale diocesano. Domenica 25 marzo Ore 10 – Brescia – S. Messa in Cattedrale. MartedÏ 27 marzo Ore 11.30 – Brescia – S. Messa per i familiari del clero presso il Centro Paolo VI. MercoledÏ 28 marzo Ore 10.30 – Brescia – S. Messa per le Forze dell’ordine in Cattedrale. Ore 20.30 – Brescia – Incontro con i giovani dell’Ucid presso il convitto San Giorgio.

‘Â?‡Â?‹…ƒ ͙Ν ƒ’”‹Ž‡ ƒ–‡…—Â?‡Â?‹ ƒ†—Ž–‹ “Il catecumenato non è una semplice esposizione di dogmi e di precetti, ma una formazione a tutta la vita cristiana e un tirocinio debitamente esteso nel tempo, mediante i quali i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestroâ€?. (Concilio Vaticano II, Ad Gentes). Domenica 1° aprile si tiene presso il Centro pastorale Paolo VI la Giornata di spiritualitĂ diocesana dei catecumeni adulti (dalle ore 15.30 alle 17.30).

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obilitĂ territoriale ed esigenza di una casa; immigrazione e cittadinanza; convivenza di persone con radici culturali diverse; individualismo e nuove forme di aggregazione e comunicazione; vita sacramentale e diverse modalitĂ di appartenenza ecclesiale; diminuzione del clero e nuovi ministeri. Sono questi i segni dei tempi, indicati dal Vescovo alla riflessione e al discernimento comunitari in vista del Sinodo dedicato alle UnitĂ pastorali diventati oggetto del dibattito ospitato dalla sala della comunitĂ Aurora (per altro segnata da tanti, forse troppi, posti vuoti, ndr.) a Palazzolo sull’Oglio il 19 marzo scorso, secondo appuntamento de “La mia messa, il mio parroco, il mio oratorioâ€?. Un percorso pensato per aiutare e valorizzate quel cammino di condivisione (o di discernimento comunitario) indicato dal vescovo Monari come stile per giungere all’appuntamento sinodale. Padre Mario

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sistemi di appartenzenza territoriale i due aspetti sono andati progressivamente perdendo molto del loro significato originario. Un mutamento, ha ricordato il sociologo, che anche le parrocchie (e probabilmente le unitĂ pastorali domani) che su identitĂ e appartenenza hanno impostato per anni la loro azione dovranno prendere in considerazione. Di mutamento ha parlato anche Silvano Corli, seppure in chiave familiare. La famiglia, ha sottolineato il direttore del Consultorio diocesano, ha smesso, per i “segni dei tempiâ€? giĂ ricordati, di essere luogo di educazione, di regole, di vita sociale, di rapporti stabili, luogo in cui i figli trovavano argini e stimoli all’assunzione di responsabilitĂ . Mutamenti radicali che devono interpellare anche la comunitĂ cristiana, poco importa se nella forma della parrocchia o dell’unitĂ pastorale, che deve continuare a porsi come “casa tra le caseâ€?. PiĂš “esperienzialeâ€? il percorso proposto da padre Mario

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luoghi fisici, sulle strutture ma sulle persone. “Sono gli uomini a fare le comunitĂ e non i territori - ha affermato padre Toffari ricordando che il passaggio dalle parrocchie alle unitĂ pastorali imporrĂ anche a Brescia la missionarietĂ . Il dibattito seguito alle indicazioni di prospettive date dei tre “espertiâ€? ha fatto emergere una quadro condiviso. Il Sinodo non può ridursi a una mera opera di ristrutturazione diocesana, deve essere occasione per rilanciare con forza il tema di relazioni nuove che possano portare a soluzione anche molti degli interrogativi pastorali che i segni dei tempi vanno ponendo alla Chiesa bresciana in cammino verso le unitĂ pastorali.

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In occasione della festa di Maria Annunciata, mamma e collaboratrice di GesĂš, l’Associazione familiari del clero ha organizzato un incontro di preghiera, di riflessione e di festa. Maria Annunciata è la patrona di chi è vicino ai sacerdoti e collabora con loro. L’eucaristia sarĂ celebrata dal Vescovo. A questo incontro, in programma il 27 marzo al Centro pastorale Paolo VI, sono invitati i genitori, familiari e collaboratori dei sacerdoti. Vivere accanto collaborare con un sacerdote è una missione importante. Giovanni Paolo II diceva ai familiari e ai collaboratori: “Voi non ringrazierete mai abbastanza il Signore per avervi fatto la grazia di servire il sacerdoteâ€?. Paolo VI disse: “Chiedete uno spirito di fede che vi faccia vedere sempre in una luce soprannaturale la persona del sacerdo-

te e la sublimitĂ della sua missioneâ€?. Il card. Anastasio Ballestrero rivolto a tutti i collaboratori dei sacerdoti diceva: “Vi ringrazio per il servizio che rendete alla Chiesa. Fatelo con amore, fatelo con fede, fatelo con la consapevolezza che servite il Signoreâ€?. Questi richiami sono impegnativi e necessitano di una meditazione costante per viverli davvero ogni giorno. Lo scopo dell’Associazione è di aiutare, incoraggiare e sostenere tutti coloro che collaborano con i sacerdoti; il terzo martedĂŹ di ogni mese da ottobre a maggio viene organizzato un incontro. Tornando al 27 marzo, il ritrovo è alle 9 con l’accoglienza e la preghiera delle lodi, alle 9.30 una riflessione e il tempo per l’adorazione e le confessioni, alle 11.30 la Messa con il Vescovo; si conclude alle 12.30 con il pranzo.

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stesso, studente di medicina, l’aveva diagnosticata. Nel novembre del 2005 il Vescovo di Brescia istituĂŹ il tribunale ecclesiastico incaricato di vagliare le virtĂš di Fausto in vista della beatiďŹ cazione. Perciò stesso egli è canonicamente “Servo di Dioâ€?. Fausto Gei è stato un vero testimone della Croce di Cristo e del Vangelo. Soprattutto gli ammalati si rivolgono a Dio nel suo nome. Non sono pochi ormai i casi di persone che attribuiscono alla sua

intercessione la guarigione ďŹ sica e molti quelli che trovano conforto e forza spirituale dal suo esempio di accettazione della sofferenza nello spirito dei “Silenziosi Operai della Croceâ€? detti anche “ Volontari della sofferenzaâ€?. Fausto credette molto alla provvidenzialitĂ del dolore, alla ďŹ ducia in Dio, anche quando mette alla prova, alla missione di continuare in sĂŠ la Passione di GesĂš. Le testimonianze sulla sua persona, sul suo calvario, sulla sua

serena forza, sono numerose. Molto si è scritto sulla sua donazione ai fratelli ammalati, sulla lotta contro la malattia e sulla sua accettazione. Mirabili le pagine di mons. Luigi Fossati che, quale prevosto del Duomo, l’ha conosciuto da ragazzo e ne ha seguito le tappe ďŹ no a quella della morte. La personalitĂ di Fausto, profonda e semplice al tempo stesso, emerge anche dai suoi scritti elaborati in anni di paziente meditazione ed afďŹ nati

nel crogiolo incandescente della malattia. In “Sofferenza Serenaâ€? e in “ Un pensiero al giornoâ€? (Centro volontari della sofferenza 1992) Fausto distilla la sua esperienza. Fausto, non potendo diventare medico e curare i corpi, si è fatto collaboratore di Cristo nel curare le anime. La devozione mariana, soprattutto nello spirito di Lourdes, fu in lui fonte abbondante di forza e consolazione, accettazione e condivisione. (Aldo Ungari)

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l fine settimana delle Palme, da alcuni anni, è legato a livello diocesano alla celebrazione della Giornata mondiale della GioventĂš e, nella nostra diocesi, si struttura su due grandi momenti: la Veglia delle Palme dei giovani con il Vescovo Luciano, fissata per sabato 31 marzo e il pellegrinaggio dei Ragazzi bresciani “Roma Expressâ€?, che culmina nell’incontro con il Papa di domenica 1 aprile. Entrambi gli appuntamenti sono guidati dalla traccia di riflessione offerta dal Messaggio del Santo Padre che, quest’anno, ha come titolo un versetto della lettera di San Paolo agli Efesini “Siate sempre lieti nel Signoreâ€?. La Veglia delle Palme, che negli ultimi anni ha visto una presenza di circa 5000 giovani, avrĂ il consueto sviluppo: vivrĂ il primo momento in Castello con un accoglienza, quest’anno particolarmente animata e festosa, dato il brano suggerito dal messaggio del Papa, nella quale verranno danzati e cantati alcuni brani tratti dal musical delle Suore Operaie “PiĂš della Sabbiaâ€?. Dopo il saluto del vicario genera-

le mons. Mascher e la benedizione degli ulivi, i giovani proseguiranno il percorso accompagnando il Vescovo nella discesa del Castello per poter ascoltare la sua parola in piazza Paolo VI (o in Cattedrale, in caso di pioggia). Ai giovani saranno offerti come spunti di riflessione quattro atteggiamenti suggeriti da san Paolo per vivere nella gioia: “La vostra amabilitĂ sia nota a tuttiâ€?,â€?Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nullaâ€?, “Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in praticaâ€? e “So vivere nella povertĂ come so vivere nell’abbondanzaâ€?. Roma Express, invece, subirĂ alcuni cambiamenti di programma dal punto di vista logistico. I ragazzi delle classi 1998 e 1999, destinatari dell’iniziativa, abbandoneranno il tradizionale viaggio in treno (che ha dato il nome all’iniziativa) per partire nel pomeriggio di venerdĂŹ 30 in pullman. Una scelta forse meno avventurosa ma gradita, che ha permesso di guadagnare qualche ora in piĂš a Roma e un contenimento di costi: le parrocchie partecipanti saranno infatti 54, per un totale del 1553 iscritti tra ragazzi e

accompagnatori, che incontreranno a Roma altri 200 ragazzi bresciani che scenderanno con un’organizzazione autonoma dei propri oratori. Sabato 31 marzo, dopo una sveglia di primo mattino, i ragazzi vivranno l’appuntamento con la preghiera presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, accompagnati dal vescovo Luciano. Al termine della preghiera la visita alla Basilica di San Pietro, il pranzo e poi, nel pomeriggio, appuntamento con le guide turistiche che a gruppetti offriranno un itinerario di visita della cittĂ . Verso le 18, assistiti dai pullman, i ragazzi raggiungeranno gli istituti dove ceneranno insieme e trascorreranno la serata e la notte. La domenica mattina la sveglia è ancora una volta all’alba per raggiungere piazza San Pietro, dove i giovanissimi bresciani parteciperanno alla celebrazione eucaristica della domenica delle Palme, presieduta dal Santo Padre, Benedetto XVI. Dopo la Messa è prevista la partenza per Brescia, con il classico cestino viaggio, per raggiungere direttamente il proprio oratorio intorno alle 22. Per poter raccontare a chi non c’era una nuova esperienza.

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ƒ”†‘Â?‡ ƒŽ–”‘Â?’‹ƒ Â?Â?‹Â?‹•–”ƒ–‘”‹ †‹ •‘•–‡‰Â?‘ǣ ‹•–”—œ‹‘Â?‹ ’‡” Žǯ—•‘ Il 29 marzo e il 5 aprile si terrĂ a Gardone Valtrompia, presso la sede di Civitas – ComunitĂ Montana di Valle Trompia, il percorso di formazione “Amministratore di sostegno: istruzioni per l’usoâ€?. L’iniziativa di formazione è rivolta agli amministratori di sostegno nominati e vuole rappresentare un impegno concreto nella direzione del sostegno agli amministratori di sostegno. Al di lĂ del gioco di parole, è un sostegno voluto, ma anche “dovutoâ€? a chi fa della protezione

giuridica un fatto quotidiano e, cosĂŹ facendo, agisce il cambiamento sociale verso un modello inclusivo in cui ciascuno abbia il suo posto e maggiori possibilitĂ di realizzare sĂŠ stesso. Il tema della formazione è l’esercizio del ruolo; gli interventi e le testimonianze hanno la ďŹ nalitĂ di mettere a fuoco il proďŹ lo dell’amministratore di sostegno, affrontandone compiti e funzioni. Punto di partenza dell’itinerario di formazione è una riessione sul progetto di vita della persona,

progetto del quale l’amministratore di sostegno è strumento. Punto di arrivo, una proposta: conoscere e sperimentare il sostegno tra pari, nella forma dell’auto mutuo aiuto. Ricordiamo che la partecipazione è gratuita ma è necessaria l’iscrizione. Per ulteriori informazioni è possibile connettersi al sito www.brescia.progettoads.net o contattare telefonicamente lo 0302319071.

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nizia il prossimo 28 marzo – al Nuovo Eden, dalle 21 – un cineforum gratuito sui temi del carcere e della giustizia ripartiva. “Jimmy della collinaâ€?, “Mille giorni di Vitoâ€?, “Ti amerò sempreâ€? e “Tutta colpa di Giudaâ€? sono i quattro titoli in programma per questa iniziativa che si innesta all’interno di “Nuovi Approdiâ€?. Il Centro servizi per il volontariato ha ottenuto dalla Fondazione di ComunitĂ Bresciana un sostegno per il progetto rivolto a persone che, in diverso modo e in diverso grado, hanno sbagliato e hanno incrociato la loro strada con quella della giustizia. Una giustizia ripartiva, possibile risposta al crimine che coinvolge il reo e la comunitĂ e/o la vittima, nella ricerca di possibili soluzioni agli effetti del gesto commesso e nell’impegno concreto per la riparazione delle sue conseguenze. Il Csv ha quindi deciso di riunire e di fare da cassa di risonanza per tre diversi progetti portati avanti da realtĂ bresciane. “Ripuliamo le cattive stradeâ€? è promosso dall’associazione Carcere e Territorio, in collaborazione con il Garante dei detenuti del Comune di Brescia. Il progetto è volto a coinvolgere detenuti, persone in misura alternativa e persone in carico allo sportello di segretariato sociale, in attivitĂ di volontariato presso le associazioni e gli enti che aderiscono al progetto. ll progetto per i minorenni sottoposti alla “sospensione del processo e messa alla provaâ€? , è invece promosso dall’Ussm di Brescia e si propone mediante attivitĂ socialmente utili/volontariato di facilitare il reinserimento

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trovato a guidare in stato di ebbrezza, di svolgere una attivitĂ non retribuita di servizio presso enti e associazioni di volontariato per svolgere Lavori di pubblica utilitĂ (Lpu). L’obiettivo chiaro dell’iniziativa è, da una parte, di sollecitare le associazioni bresciane ad accogliere persone che hanno commesso un reato, accompagnandole in un percorso che le porti a fare un’esperienza in parte “risarcitoriaâ€? per la societĂ e in parte di riacquisto della fiducia in sĂŠ e nella societĂ stessa; dall’altra, sensibilizzare la comunitĂ su una tematica, quella della giustizia ripartiva, che crea non poche frizioni. L’appuntamento è per il prossimo mercoledĂŹ al Nuovo Eden, nel cuore del quartiere Carmine.

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Complice l’inizio della bella stagione, il programma di animazione annuale della Fondazione Pasotti Cottinelli Onlus nella residenza di via Grazzine 6 a Brescia, si è arricchito sabato 10 marzo di un concerto organizzato in collaborazione con l’associazione Francesco Soldano. Due giovani musicisti, Stefano Marzanni al pianoforte e Gian Luca Zucchi al sax, hanno piacevolmente allietato il

Proseguono nel 2012 i progetti emblematici avviati dalla Congrega lo scorso anno in occasione del 150° anniversario della nascita del conte Gaetano Bonoris. A partire dal 22 marzo, la Fondazione bresciana assistenza psicodisabili, in collaborazione con l’UfďŹ cio scolastico provinciale e l’UnitĂ operativa di neuropsichiatria infantile degli Spedali Civili di Brescia, organizza un percorso di

pomeriggio degli ospiti della residenza, dei loro parenti e di un nutrito pubblico di “esterniâ€? con brani di Bernstein tratti da West Side Story e altri pezzi celebri. Queste proposte periodiche risultano di fondamentale importanza per gli anziani ospiti della residenza. Si tratta infatti di occasioni di svago, di relazione e condivisione con parenti ed amici e di stimolo in una etĂ della vita spesso esposta al rischio della solitudine.

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formazione per chi è a contatto con minori affetti da disturbi dello spettro artistico. Il corso, realizzato con il contributo della Fondazione Bonoris, si articolerĂ in tre livelli (base, intermedio, avanzato) e ha come obiettivo formare ďŹ gure professionali in grado di implementare interventi comportamentali in realtĂ scolastiche o domiciliari, in strutture ambulatoriali o diurne, per bambini e ragazzi autistici.

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i tiene in questi giorni (22 – 23 marzo) a Como l’assemblea annuale di Assifero, l’associazione italiana fondazioni ed enti di erogazione presieduta dal bresciano Felice Scalvini, al quale anche la Congrega della CaritĂ Apostolica e le sue sei fondazioni aderiscono. Oltre al rinnovo degli organi statutari, obiettivi dell’incontro sono quelli di favorire una maggiore conoscenza reciproca fra i soci aderenti e, nel contempo, stimolare una riflessione condivisa volta a definire gli obiettivi strategici dell’associazione durante il prossimo mandato. Anche per questo motivo, si è scelto di favorire il confronto e la discussione attraverso la realizzazione di specifici tavoli tematici, costituiti da una decina di partecipanti ciascuno. I temi saranno: “Il valore aggiunto della filantropia istituzionaleâ€?, “Le possibili strategie davanti alla crisi dello stato socialeâ€? e “La gestione e l’organizzazione della fondazioneâ€?. Circa 80 i partecipanti, appartenenti alle 76 realtĂ associate ad Assifero, tra fondazioni di comunitĂ , d’impresa e enti d’erogazione, che porteranno le loro esperienze e conoscenze per condividerle su tematiche di interesse comune e di forte attualitĂ . Sono previsti alcuni eventi satellite: un incontro del gruppo di affinitĂ su formazione e cultura con particolare riguardo al mondo giovanile e un convegno pubblico organizzato dalla fondazione della ComunitĂ Comasca dal titolo “Sostenere la famiglia in tempi difficiliâ€?, in cui sarĂ possibile confrontare le varie strategie che gli enti d’erogazio-

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e mentale, ha dato vita ad un’orchestra fuori dal comune che coinvolge, accanto a maestri di chiara fama, ragazzi con sindrome autistica, ritardi cognitivi, difficoltà di comunicazione e relazione. Il concerto presenterà rielaborazioni di Grieg, Stravinskij e Brahms. In un periodo storico in cui la crisi economica internazionale sembra tutt’altro che superata e nel quale le risorse dedicate al welfare da parte dei singoli Stati e degli enti locali sono sempre piÚ ridotte, incontri come quello comasco assumono una rilevanza ulteriore e consentono una lettura piÚ consapevole e approfondita non solo delle dinamiche piÚ generali ma anche delle trasformazioni in atto sul territorio bresciano.

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ÂŽ …‘Â?˜‡‰Â?‘ Dz ”–‹‰‹ƒÂ?‹ †‹ …ƒ”‹–Â?Çł Si intitola “San Giuseppe Falegnameâ€?, di Georges de La Tour, dipinta tra il 1641e 1642 è l’opera scelta per l’annuale appuntamento degli uomini e delle donne della caritĂ , ďŹ ssato per il prossimo 28 aprile a Botticino Sera, presso il Centro pastorale parrocchiale (UnitĂ pastorale S.Arcangelo Tadini). A un anno di distanza da “Chiesa, profumo di relazioniâ€? (nella foto) che, per introdurre i diversi aspetti dell’essere “con-segnatiâ€? (come uomini e

donne della caritĂ , come Caritas parrocchiali, come comunitĂ ) ha preso avvio dalla contemplazione della nota “Icona della TrinitĂ â€? di Rublev - la proposta del prossimo 28 aprile, guarderĂ a San Giuseppe Falegname per offrire la prospettiva dell’animatore caritas quale “artigiano di caritĂ â€? all’interno di un’esperienza di chiesa, tanto piĂš nel cantiere aperto delle unitĂ pastorali. Scrive Benedetto XVI (Deus Caritas Est, 33) relativamente

ai collaboratori che sul piano pratico svolgono il lavoro della caritĂ nella Chiesa: “devono essere persone mosse innanzitutto dall’amore di Cristo, persone il cui cuore ha conquistato con il suo amore, risvegliandovi l’amore per il prossimo. Il criterio ispiratore del loro agire dovrebbe essere l’affermazione presente nella seconda lettera ai Corinzi: l’amore di Cristo ci spinge (5, 14)â€?. Con Paolo dunque, artigiani di caritĂ â€œin movimentoâ€?.

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gni anno Caritas italiana e Fondazione Zancan curano il Rapporto su povertĂ ed esclusione sociale in Italia. Emblematici, per dar conto dei “poveri in grigioâ€?, i titoli dei Rapporti “in tempi di crisiâ€?. Nel 2009 il Rapporto si intitolava “Famiglie in salitaâ€?, a sottolineare la fatica quotidiana delle famiglie coinvolte dalle nuove situazioni di impoverimento economico. Quello del 2010 si intitolava addirittura “In caduta liberaâ€?, a rimarcare come, a due anni dall’inizio della crisi finanziaria e della recessione economica, lo scenario per le famiglie si fosse fatto ulteriormente problematico. L’ultimo del 2011 nientemeno che “Poveri di dirittiâ€?, per evidenziare come alle persone che vivono in condizioni di povertĂ si pensa solo in termini di insufficienti risorse economiche, ignorando che esiste tutta una serie di altre privazioni che peggiorano lo stato di precarietĂ e ne impediscono il superamento. Alle prese con la “fatica della salitaâ€? o con l’esigibilitĂ dei diritti, se non addirittura “in caduta liberaâ€?, cosĂŹ, sempre piĂš spesso, si presentano singoli e famiglie, italiani e stranieri ai centri di ascolto Caritas. Un piccolo osservatorio di questa situazione lo fornisce l’andamento del primo anno di attivitĂ del Fondo Briciole lucenti promosso nell’ambito dell’Avvento di caritĂ 2010 e finalizzato a sostenere l’attivitĂ delle Caritas impegnate ad attenuare gli effetti piĂš deleteri della sofferenza finanziaria che attanagliano le famiglie, in particolare con minori a carico. Nel 2011, delle 285 famiglie incontrate dalle 35 Caritas che, per un to-

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per il pagamento dei canoni di affitto e delle utenze domestiche. L’importo medio delle domande è risultato pari a 585,50 euro. Alla luce delle valutazioni in ordine al primo anno di attivitĂ e grazie all’iniziativa Supercent (www. supercent.it), il Fondo Briciole lucenti vede peraltro estendersi i criteri di partecipazione alle famiglie con figli a carico (anche non minori). Le domande di compartecipazione al Fondo Briciole lucenti, da presentare entro il 29 giugno 2012, saranno relative infatti ad erogazioni concesse a famiglie con figli a carico. Fondo Briciole lucenti e Supercent, dunque, insieme nel riconoscere e sostenere il ruolo di prossimitĂ delle Caritas nel “farsi progettoâ€?, accanto alle famiglie.

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osa significa professare una religione, oggi, in Italia? Il professor Franco Garelli, docente di Sociologia dei processi culturali e sociologia della religione all’UniversitĂ di Torino, inquadra la situazione del Paese in un libro dal titolo “Religione all’italianaâ€?, del quale ha parlato in un incontro promosso dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura, dall’Accademia cattolica di Brescia e dai Padri della Pace. La ricerca che sta alla base del volume è basata su un’indagine svolta su 3200 persone, tra i 16 e il 74 anni, residenti in tutta Italia. “Da questo campione molto rappresentativo – spiega il professor Garelli – emerge l’anima del paese, che viene messa a nudo, rivelandone le condizioniâ€?. I dati sono infatti esemplari di “uno stato di contraddizioneâ€?:

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il sociologo – sono una fantasia tutta italiana: è facile trovare credenti senza appartenenza, ma qui si verifica l’effetto contrario, ossia gli appartenenti senza credenzaâ€?. Solo il 15% del campione si dichiara non credente. “Il fenomeno che si verifica, piĂš che quello di una mancanza totale di fede, è quello dell’aumento di credenti dubbiosi a scapito di coloro che credono in modo certoâ€?. Ciò sarebbe legato a quelli che Garelli stesso definisce “gli alti e bassi del vissuto religioso, perchĂŠ la religione non è posta sotto una campana di vetro, ma viene interrogata anche in base a stati d’animo ed emozioniâ€?. A giustificazione delle proprie idee, egli stesso riporta i motivi in base ai quali, secondo le ricerche, ci si allontanerebbe dal proprio credo: “Ai primi posti della classifica non vi è, come avrei potuto facilmente pensare, la distanza su questioni etiche o la negativitĂ di

esperienze vissute. Al contrario, la motivazione addotta piĂš spesso riguarda la perdita di una dimensione di senso, la mancanza di risposte a questioni esistenzialiâ€?. All’ultimo posto vi è la perdita del bisogno di Dio, a riconferma del fatto che non si tratta di incredulitĂ , ma di una situazione di profondo travaglio che non vede soddisfatta la continua ricerca di certezza. “Questo stesso discorso – aggiunge Garelli – riguarda i giovani, che a mio parere fanno parte di una generazione molto riflessiva, ma al contempo molto strana e singolare, che oggi non riusciamo ad interpretare fino in fondoâ€?. Cresciuti per la prima volta a prescindere dal riferimento religioso, i giovani sono per Garelli “i nomadi della fedeâ€?, e riconoscono in essa un’esperienza spesso complementare al resto della vita, non esclusiva. Pregnante è anche la questione

della pluralitĂ di confessioni: gli appartenenti ad altre fedi in Italia sono il 5%, di cui la maggior parte sono Islamici o Ortodossi, in linea con i processi migratori. Per quanto riguarda l’Islam, si tratta di una religione che “attrae e respinge, perchĂŠ da un lato gli appartenenti ad esso appaiono come credenti molto seri, mentre dall’altro questa compattezza di idee denuncia una mancata volontĂ di integrazioneâ€?. Molti Italiani sono attratti dalla spiritualitĂ , che attribuiscono in gran parte alle dottrine orientali; tuttavia, quando si tratta di conversioni, i dati sono minimi. “Nel nostro paese il passaggio da una religione ad un’altra avviene nel 3% dei casi. Il motivo? Cambiare credo implica un mutamento di tutto il proprio orientamento culturale; la religione all’italiana, invece, sa trovare compromessi dentro se stessaâ€?.

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e menzione speciale a www. ricercatoridisperanza.it curato da Emanuele Renzi e Filippo Amaduzzi convinti che “la speranza vada condivisa anche in digitaleâ€?. Fra i “Siti parrocchialiâ€? italiani vince www.chiesacormons.it, sito di un’unitĂ pastorale del Friuli. Per la categoria ‘Siti istituzionali e associativi’ il premio è del portale Gmgiova: www.vigiova. it/gmg, promosso dall’UfďŹ cio di pastorale giovanile della diocesi di Vicenza e una menzione speciale

a www.focolare.org. il portale internazionale del Movimento dei focolari. Anche “Voceâ€? ha meritato una menzione speciale per il suo giornale on line: www. lavocedelpopolo.it. A ritirare il premio Piero Lò il webmaster della redazione di “Voceâ€?; il merito del riconoscimento a tutti i colleghi che lavorano al Centro per le comunicazioni sociali della diocesi di Brescia che permettono di leggere, ascoltare e vedere le notizie sul nostro sito.

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nche quest’anno si rinnova l’appuntamento con le Giornate di Primavera del Fondo Ambiente Italiano in programma per sabato 24 e domenica 25 marzo, un evento nazionale, giunto ormai alla sua ventesima edizione e che lo scorso anno ha attirato 12.000 visitatori solo nella nostra provincia. Nel territorio bresciano verranno aperti al pubblico ben 21 monumenti, molti dei quali progettati dall’architetto Antonio e dal nipote, l’ingegnere Giovanni Tagliaferri: due protagonisti indiscussi dell’architettura bresciana tra Otto e Novecento, ancora oggi non del tutto noti e che hanno partecipato ai piÚ significativi cantieri architettonici nel fermento edilizio nell’Italia neo-unitaria e nella prima metà del Novecento. La manifestazione vede la proficua collaborazione con la Fondazione

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co). Sempre in piazza della Loggia, lo Spazio Aref organizzerà una mostra con le opere pittoriche di Antonio Tagliaferri. In Piazza Paolo VI verranno aperti gli ambienti di rappresentanza dell’ala occidentale del Palazzo del Broletto e la sede del Credito Agrario Bresciano. In via Veronica Gambara 2, saranno accessibili la Casa e lo Studio dei Tagliaferri, con l’esposizione delle ricerche degli studenti della Facoltà di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Brescia. Nella ricca rassegna non mancherà il monumento piÚ celebre, quello di Arnaldo da Brescia, situato nell’omonimo piazzale. Solo domenica saranno visibili, presso l’Istituto Cesare Arici, la Fontana e i progetti per palazzo Martinengo dell’Aquilone di Antonio Tagliaferri. In provincia, molti saranno i luoghi dei Tagliaferri, resi accessibili solo nella giornata di domenica (ad eccezione di Lonato, aperta anche il sa-

bato): a Lonato del Garda (Casa del PodestĂ , Torre civica, villa de Riva Sabelli), a Montichiari (Castello Bonoris, campanile e altare del Duomo), a Fasano (villa Zanardelli), a Bovezzo-Cortine di Nave (Casa del senatore Passerini e il castagneto da frutto). In questa edizione Sirmione, la perla del Garda, occuperĂ una posizione di rilievo: in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Archeologici della Lombardia, saranno effettuate visite gratuite

all’area archeologica delle Grotte di Catullo e al parco di villa Cortine. Anche in quest’edizione, l’associazione “Amici del Fai� promuove l’iniziativa “Arte, un ponte fra culture� che propone visite guidate per stranieri, nella giornata di domenica: i mediatori culturali, abilitati a seguito di uno specifico corso, faranno scoprire il palazzo del Broletto nelle lingue inglese, francese, arabo, spagnolo, russo, ucraino, urdu, bangla e portoghese.

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Sabato 24 e domenica 25 marzo al Teatro Sociale verrĂ proposto lo spettacolo teatrale “Galileoâ€?, testo, regie e scene di Daniela Nicosia con Solimano Pontarollo e Piera Ardessi. Un testo vibrante, che prende spunto da differenti scritti galileiani, e trasfonde l’emozione profonda di un Galileo privato; un testo che rivisita la vicenda umana del grande ďŹ losofo della natura, come lui stesso amava deďŹ nirsi, attraverso la relazione con quattro donne della sua vita: la madre Giulia Ammannati, la ďŹ glia Suor Maria Celeste, l’amante Marina Gamba, e la governate che gli resterĂ accanto ďŹ no alla ďŹ ne. Se la prima, con i suoi eccessi di follia, ha pesantemente segnato l’infanzia del giovane Galileo e, in seguito,

tutta la sua esistenza, nel rapporto con le altre donne si possono scorgere gli aspetti piĂš umani dello scienziato, le sue debolezze, la passione amorosa mai paga, il bisogno d’amore, la necessitĂ di un interlocutore femminile acuto, quale solo la ďŹ glia seppe essere. Galileo, nello spettacolo, si racconta attraverso un refolo di parole che consuma pensiero e si traduce in linee, forme proiettate sul grande fondale bianco a comporre il ďŹ rmamento Galileo. In scena, insieme al protagonista, una sola attrice incarna le quattro donne. Sabato 24 marzo inizio alle 20.30, domenica 25 inizio alle 15.30. Prezzo del biglietto: da 12 a 18 euro, con riduzioni speciali. Info: ctbteatrostabile.it

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Si chiude il percorso formativo che il comitato genitori del liceo Leonardo ha proposto ai genitori di ďŹ gli adolescenti. Il 28 marzo alle 20.30 il prof. Paolo Ferri affronta il tema “Nativi digitali: nuovo orizzonte per genitori e insegnantiâ€?. Il progetto, alla seconda edizione, è sostenuto logisticamente dal liceo Leonardo, ed economicamente dall’Associazione dei genitori per la scuola pubblica di qualitĂ , associazione di promozione sociale iscritta nel registro provinciale.

Ăˆ la solidarietĂ , quella che c’è dietro allo spettacolo “La penultima cenaâ€? di Paolo Cevoli, rappresentato al PalaBrescia martedĂŹ 27 marzo alle 21 al PalaBrescia. Brescia aiuta Haiti. La Cdo (Compagnia delle opere) locale collabora con la fondazione Avsi (organizzazione non governativa) e il Centro culturale cittĂ Europa nel raccogliere fondi per la realizzazione di un centro ceducativa per bambini e giovani a Port-au-Prince, capitale di Haiti, a due anni dal terremoto che colpĂŹ

il Paese. Oltre alla distruzione si contarono 200mila vittime. La Fondazione Avsi è presente ad Haiti giĂ dal 1999 e la missione con cui è nata nel 1972 è promuovere la dignitĂ della persona attraverso attivitĂ di cooperazione allo sviluppo con particolare attenzione all’educazione. Per raccogliere fondi martedĂŹ 27 marzo alle 21 al PalaBrescia Paolo Cevoli, noto comico romagnolo di “Zeligâ€?, metterĂ in scena “La penultima cenaâ€?. Lo vediamo nei panni del

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cuoco romano Paulus Simplicius Marone. Ovvero il catering della cena piÚ importante della storia dell’umanità , racconta la sua vita avventurosa. CosÏ il cuoco romagnolo si trova a Cana mentre due sposini celebrano il matrimonio. Qui accade l’imprevisto. Il miracolo di GesÚ. Gli occhi di Paulus si incrociano con quelli del Maestro. Da quel momento la sua vita non sarà piÚ la stessa. Ingresso da 15 a 50 euro (piÚ 1.50 euro di prevendita).

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ornano a Brescia i Legnanesi. Dopo la tappa di qualche tempo fa a Manerbio nella Sala Politeama (tutto esaurito, per la cronaca), Teresa, Mabilia e Giovanni infilano tre serate al PalaBrescia venerdĂŹ 23 (ore 21), sabato 24 (ore 21) e domenica 25 marzo (ore 16). “Brescia è una piazza che ci affascina; è una delle poche piazze in cui ci fermiamo a dormireâ€? racconta Luigi Campisi, per tutti Giovanni, ai microfoni di Radio Voce. Gli fa eco Antonio Provasio, in arte Teresa: “Siamo davvero felici. La prevendita sta andando bene. Grazie di cuore ai bresciani che ci vogliono beneâ€?. L’esperienza del teatro de “I Legnanesiâ€? dura da anni, in modo sempre nuovo e rinnovato; ogni replica è un successo di pubblico: “la forza di andare avanti è cercare di accontentare il nostro pubblico sempre – continua Provasio – senza tirarci indietro. Riusciamo a divertire, divertendoci. La forza di andare avanti è quella di vedere sempre tanta gente a teatroâ€?. Le storie quotidiane della famiglia Colombo, insieme a tutti gli altri personaggi, ripartono, come sempre, dal cortile lombardo. Appena si apre il sipario gli spettatori affezionati riconoscono subito i personaggi ormai entrati nella tradizione: Teresa, Mabilia e Giovanni. Uno sguardo sempre attento e acuto all’attualitĂ , insieme alla vĂŹs comica

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ma piĂš attuale: arrivare alla fine del mese, sbarcare il lunarioâ€?. “Le problematiche dei ‘poer crist’ dal 1949, quando la compagnia è nata, sono sempre quelle; è per questo che siamo attualiâ€? svela Teresa. “I Legnanesiâ€? hanno lavorato in questi ultimi anni caratterizzando sempre meglio i personaggi e italianizzando sempre piĂš la parlata permettendogli di uscire dalla Lombardia. Il loro teatro è affidato alle straordinarie doti di improvvisazione. Nello spettacolo “Sem nasu par patĂŹ... e patem!â€?, dopo una notte di bagordi, Mabilia, neo eletta miss Legnano, arriva all’alba nel cortile e regala a Teresa un risveglio traumatico: il business di famiglia è l’apertura nel cortile di un parcheggio per biciclette, anche se stenta a decollare. Arriva Natale e per i “pover Cristâ€? rinasce la speranza di una vita piĂš agiata, Giovanni arriva a casa con la gratifica natalizia che assicura alla famiglia Colombo benessere e un momento di spensieratezza. Purtroppo però i soldi finiscono subito e con essi anche la serenitĂ : ai “pover cristâ€? non resta che sognare... e poi il finale in allegria. Tre ore di spettacolo eccezionale. Anche il pubblico è cambiato negli anni: “Chi ha una certa etĂ ama l’amarcord; nei giovani c’è la curiositĂ di scoprire. Siamo pronti per arrivare in tutta Italiaâ€? chiude Provasio. Ingresso da 13 a 26 euro, piĂš 3 euro di prevendita. Info: www. palabrescia.it

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23 immagini, interpretazioni di dettagli e particolari ottenuti attraverso la rielaborazione digitale del medium fotografico, esprimono la contrapposizione tra realtà e manipolazione, immagine ed emozione. Lavori ottenuti a partire da immagini fotografiche colte negli spazi del complesso museale di Santa Giulia, che, nella trasfigurazione pittorica digitale, esprimono la dimensione onirica nata dall’incontro tra l’archeologia delle cose e quella che si colloca

Una mostra dedicata ai percorsi creativi delle tele della pittrice Gabriella Furlani e di Armando Fettolini, “Aquae� che confluiscono nell’unico fiume della ricerca sulle origini e sul senso della vita, nella bellezza di elementi primordiali e misteriosi. Una riflessione sul tema dell’acqua come genesi di vita, valore di nutrimento. “Armando Fettolini e Gabriella Furlani. Aquae�, San Zenone all’Arco, vicolo San Zenone, 4, fino al 9 aprile, da mercoledi a domenica (16-19).

nella storia remota dell’individuo. Dualismi forti che l’artista, Fausto Manara, decide di sottolineare anche nei doppi titoli assegnati alle opere, dove il primo si riferisce allo scatto originale e il secondo all’opera finita per sottolineare l’ovvietĂ del reale e la seduzione della nuova interpretazione. “Trasfigurazione. Dentro al Museoâ€?. Mostra di Fausto Manara, Museo Santa Giulia, via Musei 81/b – Brescia, fino al 15 aprile, da martedi a sabato (9.30-17.30).

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come è, che prima ancora di giudicarlo, lo ami: questa è la grandezza del messaggio cristiano. Anche oggi in una società che può sembrare cosÏ distante incrociamo nei volti e negli sguardi delle persone questo bisogno di sentirsi amati. La Chiesa ha una grandissima forza e un

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artendo da Cristo. Nel suo blog 2.andreatornielli.it racconta la vita della Chiesa vista da un osservatorio privilegiato, su Facebook dialoga con il mondo contemporaneo. Andrea Tornielli recentemente è passato da Brescia dove ha tenuto, all’interno dell’itinerario dei Quaresimali del venerdĂŹ in Cattedrale, una riflessione su “Abele il giustoâ€?. Vaticanista per il quotidiano “La Stampaâ€? e scrittore, Tornielli (classe 1964, sposato con tre figli) cerca di comunicare l’amore per il mistero della fede, rileggendo i fatti della quotidianitĂ senza inutili morbositĂ . Nella biografia “L’audacia di un Papaâ€? ha tratteggiato la figura di Paolo VI che, concentrandosi sull’essenziale, ha saputo rinsaldare le radici con il passato senza disperdere le potenzialitĂ dell’avvenire. Oggi la figura di Mon-

tini, molto simile per certi aspetti a quella di Ratzinger, è ancora troppo poco conosciuta, forse anche perchĂŠ è stata lasciata “nelle mani di pochi espertiâ€?. Nella Genesi si dice “Il Signore gradĂŹ Abele e la sua offerta, ma non gradĂŹ Caino e la sua offerta. (...) Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo ucciseâ€?. Chi è oggi Abele? Nella nostra societĂ siamo piĂš tentati di parlare di Caino, ma ci dimentichiamo di Abele il giusto Nella Bibbia Abele non parla mai, ma una volta morto fa sentire la sua voce. Abele è la vittima della violenza innocente. Giovanni Paolo II nell’Evangelium Vitae scriveva non si può non ricordare i bambini che non nascono e che vengono strappati con violenza al ventre della madre, cosĂŹ come le vittime innocenti delle guerre o i bambi-

ni che vengono violentati anche all’interno delle mura domestiche. Il rapporto tra Caino e Abele è un rapporto tra fratelli; il fratello che dovrebbe rappresentare una custodia e una protezione, invece, alza la mano. “La tristezza, come scrive Sant’Agostino nel De Civitate Dei, per la bontĂ di un altro è il peccato che Dio condanna piĂš di ogni altra cosaâ€?. E il fuggire di Caino davanti a Dio è anche il nostro fuggire. La Chiesa mai come oggi può parlare al cuore dell’uomo. Lo sta facendo? Non mi permetto di giudicare la Chiesa, ma credo che oggi ci sia soprattutto bisogno di parlare al cuore dell’uomo, cioè che l’uomo di oggi incroci lo sguardo di misericordia di Dio, l’abbraccio di misericordia di GesĂš come 2000 anni fa in Palestina. L’uomo ha bisogno di trovare qualcuno che gli dica che c’è qualcuno che gli vuole bene cosĂŹ

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Una personale dell’artista americano Robert Barry che per la quarta volta espone in cittĂ le sue opere, realizzate con dimensioni e media diversi, coerenti con la linea di ricerca intrapresa negli anni ‘60. Precursore del concettuale, dopo aver esordito con quadri minimalisti che esplorano la relazione tra spazio dipinto e spazio vuoto, tra assenza e presenza di forma, sull’onda della pittura del periodo, Barry ha proseguito la sua sperimentazione portando l’arte al

limite dell’immaterialitĂ , ponendo in evidenza i processi mentali che stanno a monte, riducendone al massimo l’ingombro fisico. Delimitazione di porzioni di spazio esterno con fili di nylon, realizzazione di opere con gas, materiali radioattivi o frequenze acustiche non udibili all’uomo alla scoperta di un percorso. “Different Times Different Worksâ€?, Galleria Massimo Minini, via Apollonio, 68 – Brescia, fino al 5 maggio, da lunedi a venerdi (10-19.30).

Un’esposizione di opere di grande formato realizzate con tecniche calcografiche e stampate su carte nere: sono i lavori di Vladimiro Elvieri e Maria Chiara Toni, maestri dell’incisione e della grafica, con mostre e riconoscimenti in Italia e all’estero. Forme e figure frutto di abilitĂ esecutiva e creativitĂ . Nell’opera di Elvieri, osserva Renzo Margonari, c’è un vero divertimento del fare, gioia nell’inventare, ma anche insofferenza per il limite imposto

grandissimo messaggio da portare. Solo dopo la sua morte ci accorgeremo dell’importanza di Benedetto XVI nella storia della Chiesa. Le critiche maggiori arrivano, però, dall’interno‌ PerchĂŠ? SĂŹ arrivano da dentro, perchĂŠ lui stesso ha detto che all’interno della Chiesa ci si divora l’uno l’altro: ha aggiunto anche cose pesantissime sulle persecuzioni della Chiesa che derivano dal peccato presente dentro la Chiesa senza attribuire colpe all’esterno. Si sente la necessitĂ di riscoprire o scoprire bene questo Papa troppo spesso schiacciato nel clichĂŠ conservatore‌ Tutte le volte che si rilegge il Papa ci si accorge di come guardi la Chiesa per ciò che è e chieda conversione, cioè la capacitĂ di guardare tutte le cose da un altro punto di vista. Per Ratzinger al centro non c’è la Chiesa, ma la Chiesa che deve essere trasparente per far trasparire un altro: Dio. Non so se sei d’accordo, ma Benedetto XVI si avvicina molto al Paolo VI da te descritto nel libro “L’audacia di un Papaâ€?. Un po’ per la storia, è venuto dopo un Pontefice molto popolare, un po’ perchĂŠ come il suo predecessore bresciano sta cercando di mettere ordine nella Chiesa Ricordiamoci che Ratzinger è stato fatto cardinale nell’ultimo concistoro di Paolo VI (1977). Ci sono molti tratti comuni, anche dal punto di vista dell’aspetto caratteriale e della riservatezza. Un elemento di contiguitĂ lo possiamo ritrovare anche nelle critiche ricevute: Paolo VI ne soffrĂŹ molto, pensiamo solo a quello che accadde nel 1968 con l’Humanae Vitae (sulle polemiche il 29 giugno del 1972, Paolo VI disse: “Attraverso qualche fessura

il fumo di Satana è entrato nella Chiesaâ€?. C’è comunque anche una sostanziale continuitĂ di Benedetto XVI con Giovanni Paolo II, del quale è stato un fidato collaboratore. Qual è lo stato di avanzamento del processo di Beatificazione di Paolo VI? Credo che la positio sia pronta, cioè credo sia stata conclusa la biografia documentata e siano stati stampati i volumi. A breve tutto dovrebbe approdare alla Congregazione per la causa dei Santi. Può essere un modo per rendere ancora piĂš polare la figura del Pontefice? Questo è importantissimo. PiĂš passa il tempo e piĂš si scopre la grandezza della figura di Paolo VI e di ciò che con la sua sofferenza ha donato alla Chiesa, mantenendola unita in tempi non facili, piĂš difficili di quelli di oggi. La causa di beatificazione può essere un’occasione per riscoprirlo ma non deve essere l’unica. Non si deve lasciare la figura di Paolo VI solo nelle mani di pochi esperti che pensano di poterla in qualche modo gestire; c’è bisogno di ricordarlo, di trasmettere il suo messaggio sul magistero alle giovani generazioni. Meriterebbe di essere conosciuto di piĂš. Adesso a cosa stai lavorando? In questo momento ho solo progetti, ma non ho ancora deciso su che cosa concentrarmi, sicuramente sugli aspetti che riguardano la vita della Chiesa di oggi. Lo scorso anno ho fatto un libro sull’unitĂ d’Italia (“La fragile concordia. Stato e cattolici in centocinquant’anni di storia italianaâ€?) e una biografia veloce (“Il futuro e la speranza. Vita e magistero del card. Angelo Scolaâ€?) per presentare la figura del card. Scola prima del suo arrivo a Milano.

dalla tradizione; fantasia che emerge anche nei lavori di Maria Chiara Toni, che si distinguono per la capacitĂ di alternare momenti d’ironico sarcasmo a riflessioni e introspezioni che offrono consistenza visiva al sogno e ai fantasmi dell’inconscio (nella foto “Seme nel ventoâ€?). “Vladimiro Elvieri e Chiara Togni. Ai confini del segnoâ€?, Abarte, vicolo San Nicola 6 - Brescia, fino al 14 aprile; giovedi (15.30-19.30), venerdi e sabato (9.3012.30 e 15.30-19.30).

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Dal lunedì al venerdì alle 10.40 non perdete il contenitore in diretta condotto da Marco Vignoletti. Oltre alle canzoni più belle, potrete seguire gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi e, perché no, vincere i premi che Marco mette in palio nel corso del programma. Per entrare nel mondo di Voce mattina basta un sms al 3383636104.

Sono ripresi in Cattedrale i Quaresimali, promossi dalla Compagnia dei Custodi delle Sante Croci nei venerdì di Quaresima. Le meditazioni sul tema “Le figure veterotestamentarie del Cristo” propongono venerdì 23 marzo l’intervento di mons. Vincenzo Zani su “Giuseppe: il venduto”. Dopo lo scorso appuntamento con don Maffeis, le meditazioni proseguiranno il 30 marzo con padre Enzo Bianchi. Diretta su Radiovoce a partire dalle 20.30.

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La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia del Divin Redentore di via Pendolina su TT 2 Teletutto (82) e Super Tv (92-115).

Nel Primo Piano di domenica 25 marzo parleremo della Veglia delle Palme e di Roma Express. Inoltre continua l’approfondimento delle schede di consultazione, predisposte dalla diocesi in preparazione al Sinodo. Per l’ottava scheda sarà nostro ospite il parroco di Odolo don Gualtiero Pasini. La puntata di Ecclesia sarà dedicata alla Scuola di formazione all’impegno sociopolitico con Michele Busi.

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia� apre con il servizio “I primi 70 anni�: il vescovo Luciano Monari e le iniziative per il suo recente anniversario. A seguire: “Lavoro debole e vita famigliare�, primo di due appuntamenti in preparazione all’incontro mondiale delle famiglie; “Preti di frontiera�, ciclo di incontri a palazzo San Paolo su tre importanti sacerdoti del Novecento; l’incontro con il sociologo Franco Garelli sul tema “Religione

Nel tempo di Quaresima il commento al Vangelo è del nostro vescovo Luciano Monari. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio RaphaÍl alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

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all’italianaâ€?. La rubrica “4 parole...â€? è con don Marco Mori per la Veglia delle Palme e Roma Express. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche “Il canto della gratitudineâ€?, nuovo appuntamento con la Scuola di preghiera per i giovani.

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7HOH GLSHQGHQWL FRQ OD VLQGURPH GL 6WRFFROPD Ricchezza e notorietĂ : il “sogno americanoâ€?, che è ormai il sogno di tutto il mondo, penetrato in tutte le culture. La tv ci ha curati per anni, convincendoci che grazie alla sua magia, ai suoi consigli, ai suoi esempi, saremmo diventati tutti come lei: felici e spumeggianti, ricchi, eleganti, famosi e invidiati. Il piccolo schermo ci presenta ogni giorno esempi di persone comuni che ringraziano la tv perchĂŠ ha cambiato la loro vita e realizzato il loro personale sogno di cui sopra. Ed è vero: la tv può veramente cambiare la vita di una persona, può modificare la realtĂ che ci circonda. PerchĂŠ nel corso del tempo, giorno

dopo giorno, la nostra realtĂ si è trasformata essa stessa in televisione. Abbiamo vissuto talmente a lungo “come tv comandaâ€? che ora tutti – chi piĂš chi meno, ognuno a suo modo – seguiamo la stessa strada, lo stesso obiettivo mostratoci decenni fa: ricchezza e notorietĂ . Come si è arrivati a questo punto? L’uomo ha sfruttato per i suoi interessi il potere dell’immagine, lo ha incrementato e moltiplicato, ha invaso ogni dimensione dell’animo umano. La tv è uscita dallo schermo ed è entrata nella nostra quotidianitĂ : la nostra vita è televisiva, noi siamo la televisione. Eccone un esempio.

Siamo nell’hinterland di Brescia. Una ragazza decide di intrattenere i clienti del suo bar/tabaccheria vestendosi poco, molto poco, come una ballerina da night club, offrendo un quotidiano spettacolo pubblico mai visto in un bar di paese, aperto anche di giorno, a 400 metri in linea d’aria dall’oratorio. I clienti aumentano, si moltiplicano, la voce si diffonde. Qualcuno cerca di risolvere la triste situazione facendo un esposto in Comune. Ma non servirà a niente, perchÊ presto arriva la tv a metterci la faccia, a pretendere un altro sacrificio umano. Una trasmissione di Italia 1 intervista la ragazza e le dà la

notorietĂ nazionale. Presto nel paesino di provincia arrivano centinaia di uomini, che nel weekend affollano il locale, bloccando con le auto le strade limitrofe, creando disagi agli abitanti e peggiorando la situazione di partenza: apparsa ben presto su telegiornali e quotidiani nazionali, ora la ragazza guadagna il triplo di prima ed è famosa in tutta Italia, ha giĂ fatto un calendario e sogna il cinema. Ricchezza e notorietĂ , per l’appunto. Ecco un’altra vittima della tv, immolata in cinque minuti di fama. Ora lei stessa ammette di essere sotto pressione, di aver ingaggiato delle guardie del corpo per evitare problemi

con alcuni clienti. Ma si ritiene una donna fortunata. L’esercito dei tele-oblati, assuefatti dalla luce della fama altrui, si ritrova ogni weekend, in pellegrinaggio anche da altre cittĂ del nord Italia, per adorare colei che è stata salvata dal nulla per essere una diva. La tv l’ha toccata e trasformata in oro, ovvero l’ha pietrificata, rinchiusa in una teca trasparente, il pensiero comune, dove per sempre lei dovrĂ recitare la sua parte. E il dramma è che questa sventurata non aspettava altro. Sequestrata dalla tv e felice di esserlo, l’ennesimo caso televisivo di sindrome di Stoccolma.


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Facebook.Primi appuntamenti: venerdĂŹ 23 marzo alle 21 al Teatro San Carlino “Sul ďŹ lo delle emozioni - Vibrazioni consonantiâ€?; nella chiesa di San Giorgio “Musica sacra rinascimentale e barocca con i Cantores Silentii. Sabato 24 marzo alle 17.30 “I suoni della lunaâ€? al San Carlino. Domenica 25 marzo alle 16 nella parrocchia di S. Agata “PatĂŹ sotto Ponzio Pilatoâ€?. LunedĂŹ 26 marzo alle 21 a San Barnaba Brescia festival di Danza.

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La figura dell’“amahâ€? in Cina rappresenta qualcosa di piĂš della nostra normale collaboratrice domestica. Assunta da ragazzina, si vota interamente alla famiglia di cui accudisce i figli e tiene in ordine la casa. Al punto che, almeno fino ad alcuni anni fa, l’amah faceva voto di non sposarsi e di vivere per sempre con la famiglia capitatale in sorte. Ăˆ proprio questa la vera storia di Chung Chun-tao che la regista hongkonghese Ann Hui racconta in “A simple lifeâ€?: un film

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ugenio Finardi, a sessant’anni, è stato una delle rivelazioni dell’ultimo festival di Sanremo. Questo grazie a un brano non facile, “E tu lo chiami Dioâ€?, scritto per lui dalla cantautrice Roberta Di Lorenzo, che, come tutte le canzoni importanti, fatica a carburare ma quando entra in circolo diventa difficile da arrestare. LunedĂŹ scorso ha presentato al Teatro Grande un concerto anomalo, accompagnato dai Sentieri Selvaggi, vincitori di una targa Tenco nel 2008. Eugenio ha interpretato brani di Vladimir Vysotsky, un cantautore russo dalla grande personalitĂ osteggiato dall’autoritĂ sovietica negli Anni ‘60 e ‘70, su testi tradotti in italiano da Sergio Secondiano Sacchi. In quella occasione lo abbiamo intervistato. Eugenio, come mai hai scelto di recuperare un personaggio come Vysotsky? Vysotsky è stato un grande artista, e la cosa che ho potuto fare io lunedĂŹ è stata veramente bellissima, una delle piĂš belle performance che abbia mai eseguito. L’artista russo, al quale io ho giĂ dedicato l’album “Il cantante al microfonoâ€? (2008), ha segnato pagine di una ricchezza straordinaria, in virtĂš di una vicenda artistica, e umana, travolgente, che ne ha fatto uno dei gran-

di ribelli del XX secolo. Vysotsky ha vissuto in un’epoca dura, a causa del regime sovietico. Nonostante questo lui ha avuto il coraggio di cantare di argomenti ai quali la gente comune della sua epoca non aveva neppure il coraggio di pensare. Questo ci fa capire la stoffa di quest’uomo. Raccontaci ora di questo tuo nuovo album, “Sessanta�. Un decennio fa avevo pubblicato

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contrariamente a quanto il titolo lasci immaginare, non è un brano religioso, ma parla direttamente all’uomo. All’uomo, e qui entra in campo Dio, di tutte le religioni, cattolici e no, ma anche a chi non crede. Ma se devo analizzare bene il cd nel suo complesso, devo ammettere che si tratta del disco piĂš rock che abbia mai realizzato, tale è la carica che ho infuso. Immagino abbia previsto un tour per promuovere questo album? Certamente. Ăˆ ancora in fase di allestimento, ma le richieste sono molte. Credo che in aprile ci saranno idee piĂš chiare, ma io sono molto fiducioso; sono uscito da Sanremo rivitalizzato. SarĂ sicuramente un tour dal forte impatto musicale, grazie anche alla giovane band che mi accompagnerĂ e che mi sta dando una forte spinta emotiva. Possiamo dire che sei pronto per l’ennesima sfida? Esatto, mi piace mettermi in discussione, provare diversi stili musicali, e rimettermi continuamente in gioco. Per questo negli ultimi anni mi sono dedicato con molta passione a progetti trasversali come il fado, il blues, i canti spirituali. Torno a ripetere, l’esperienza sanremese mi ha dato l’occasione e molti stimoli per ripartire con grande entusiasmo.

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amato dal pubblico dell’ultimo Festival di Venezia, che ha premiato la protagonista femminile Deanie Ip con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione. A 13 anni, dopo aver perso il padre adottivo, Tao fu mandata a lavorare nella casa del giovane Roger Lee, destinato a diventare un importante produttore cinematografico. Vi restò per 60 anni, badando a quattro generazioni e diventando un membro a tutti gli effetti del nucleo fa-

miliare. A questa storia ha guardato l’autrice, mettendo in scena gli ultimi anni di vita di Chung Chun-Tao. L’anziana amah abita ancora con Roger, che è solo e concentrato sui suoi impegni lavorativi. Viene però colpita da un infarto che le impedirĂ di continuare a lavorare. Avviene allora un mutamento di prospettiva: è Roger che inizia a prendersi cura della sua amah, entrando con lei in una nuova confidenza fatta piĂš di gesti ed espressioni che di parole; e

comprendendo pienamente il valore di questa relazione, l’importanza che la presenza di Tao ha avuto nella sua vita. Intorno al loro rapporto vive il piccolo mondo della casa di riposo dove Roger fa trasferire la donna. Badando all’essenziale – ma affidandosi alle raffinate riprese di un operatore di talento, Yu Lik-wai – Ann Hui affronta il cammino verso la morte dirigendo un racconto percorso da un caldo, e solo in apparenza “sem-

pliceâ€?, sentimento di vita e umanitĂ . Incarnato alla perfezione dai due protagonisti, che curiosamente sono veterani del ruolo avendo interpretato insieme piĂš volte le parti di figlio e madre. Andy Lau è una superstar del cinema hongkonghese, capace in quest’occasione di esprimere in forma sommessa le emozioni. Deanie Ip trasmette con tale naturalezza il sentimento di una ben vissuta, che chiunque per un momento può desiderare di averla avuta accanto.

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Coldiretti Brescia ha organizzato, all’interno della 123ÂŞ edizione di Lombardia Carne, il convegno “L’allevamento del bovino da carne, tra prospettive di mercato e nuova Pacâ€?. L’appuntamento per tutti gli addetti al settoreè per sabato 24 marzo alle 10, presso la sala civica del Foro Boario in Piazza Garibaldi a Rovato. A distanza di un anno, si tratta di un importante momento di confronto sulle principali vicende che intersecano il comparto dei

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bovini da carne, anche alla luce degli scenari che si prospettano con la riforma della Politica agricola comunitaria post 2013, in piena discussione in questi mesi. “Ci auguriamo possa essere un utile momento di confronto sulle principali vicende che riguardano il comparto dei bovini da carne – ha affermato il presidente di Coldiretti Brescia Ettore Prandini –, con un occhio di riguardo alle possibili ricadute derivanti dalla Pac 2014 - 2020�.

Il tema in discussione è di particolare importante anche in considerazione del fatto che Brescia è ai vertici nazionali per numero di capi allevati, tra vitelli a carne bianca e vitelloni a carne rossa. Interverranno al convegno Lorenzo Bazzana, capo servizio, tecnico ed economico della confederazione nazionale Coldiretti, Ettore Capelloni, presidente del Consorzio carni bovine scelte e Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia.

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er la riforma del mercato del lavoro sembra essere giunto il tempo della stretta finale. Il premier Monti ha annunciato di avere portato a termine il percorso di confronto con le parti sociali e di essere pronto a sottoporre al Parlamento la sua proposta di riforma. Molte le novitĂ introdotte. Le piĂš importanti, sulle quali si è spesso incagliato il confrontro, sono quelle relativa ai licenziamenti. Da subito e per tutti entreranno in vigore le norme sui licenziamenti che di fatto vanno a mettere mano a quell’art. 18 dello statuto dei lavoratori. Introdotto nel 1970 garantiva ai lavoratori delle imprese con piĂš di 15 dipendenti il reintegro al lavoro nel caso di licenziamenti senza giusta causa. La riscrittura operata dal Governo introduce la possibilitĂ di licenziare i lavoratori per motivi economici. Il lavoratore non potrĂ essere reintegrato in azienda ma riceverĂ un indennizzo di 15-27 mensilitĂ tenendo conto dell’ultima retribuzione. La riforma che Monti intende sottoporre al dibattito parlamentare introduce poi la discrezionalitĂ del giudice in materia di licenziamenti disciplinari. Il giudice in questo caso potrĂ optare tra reintegro o indennizzo di 15-27 mensilitĂ . In caso di licenziamenti discriminatori la riforma mantiene il diritto al reintegro al lavoro che viene esteso anche alle aziende con me-

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con la previsione di arrivare a breve a una razionalizzazione delle 40 forme contrattuali oggi previste per agevolare l’ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. Di segno opposto le reazioni delle sigle sindacali ai risultati ottenuti. Un giudizio sostanzialmente positivo è stato espresso dal segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni che ha apprezzato gli sforzi profusi per giungere a un compromesso onorevole sull’art. 18 dello statuto dei lavoratori. Di segno opposto le reazioni di Susanna Camusso, leader della Cgil, per la quale l’obiettivo principale del governo “sembra

essere proprio quello di introdurre la libertĂ di licenziamento. La riforma è squilibrata anche per quanto riguarda il superamento del dualismo del mercato del lavoroâ€?. “Con la proposta governativa – ha spiegato ancora il Segretario generale – viene meno l’effetto deterrente dell’art. 18. Ăˆ anche molto significativo il fatto che la parte relativa all’art. 18 non sia mai stata davvero messa in discussione e che il problema della lunghezza dei processi sia stato dirottato verso la riforma della giustizia. Come per le pensioni, ancora una volta i prezzi piĂš alti si chiedono ai lavoratoriâ€?.

&LVO SULPR VLQGDFDWR QHOOD VFXROD Sono stati resi noti nei giorni scorsi i dati deďŹ nitivi dei voti espressi dal personale docente e Ata della scuola bresciana per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie. Particolarmente soddisfatta dall’esito della tornata elettorale è la Cisl scuola di Brescia che ha visto crescere il consenso e raggiungendo quasi il 25% dei voti. Grazie al risultato ottenuto il sindacato di via Altopiano d’Asiago torna a essere la prima sigla del-

la scuola confederale in un ambito, quello bresciano, assolutamente anomalo rispetto ad altri contesti e livelli. “Quello ottenuto – commenta il segretario generale della Cisl scuola Enrico Franceschini – è un risultato che conferma l’adesione e ďŹ ducia al nostro modo di essere e fare sindacato giĂ rilevate con il dato associativo. Si tratta di un segno della nostra radicata presenza nel territorio e nelle scuole a sostegno delle esigenze del

personale e a tutela dei loro legittimi interessi. Lo slogan della nostra campagna elettorale ha messo l’accento su una caratteristica peculiare della Cisl scuola, quella di un’azione sindacale sempre propositiva. Ăˆ un impegno che accompagna i candidati eletti della Cisl scuola, per una scuola capace di valorizzare le molte professionalitĂ e competenze di cui dispone, troppo a lungo mortiďŹ cate da politiche scolastiche miopi e penalizzantiâ€?.

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Â? …‘”•‘ Žƒ •…”‡‡Â?‹Â?‰ Â?ƒÂ?Â?‘‰”ƒˆ‹…‘ ‰”ƒ–—‹–‘ La Fondazione Poliambulanza partecipa all’iniziativa promossa dall’Asl di Brescia di screening mammograďŹ co rivolto alle donne di etĂ compresa tra i 50 e i 69 anni residenti nel territorio di competenza. Lo screening mammograďŹ co ha la ďŹ nalitĂ di scoprire il tumore della mammella, quando è ancora molto piccolo e non dĂ alcun sintomo, per avviare tempestivamente il trattamento terapeutico piĂš appropriato.

Per tutto il mese di marzo l’Asl di Brescia ha contattato, tramite lettera/voucher, le donne interessate al progetto per invitarle all’esecuzione di una mammograďŹ a e assicura, qualora fossero necessari, i successivi approfondimenti e trattamenti nelle strutture ospedaliere coinvolte nello screening. Tutte le prestazioni fornite all’interno del percorso di screening sono gratuite e non prevedono la

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mportante riconoscimento per l’Ospedale dei Bambini di Brescia che ha ottenuto l’accreditamento Jci a conclusione della Survey di accreditamento (4-7 ottobre 2011) e della successiva Focus Survey (9-10 febbraio 2012), che hanno stabilito il pieno rispetto dei requisiti richiesti (standard ed elementi misurabili) con esito finale favorevole. Il progetto è stato fortemente voluto dalla direzione aziendale e avviato nell’ottobre 2009, nella prospettiva di conferire sistematicitĂ e maggior efficacia alle numerose iniziative di miglioramento della qualitĂ dell’assistenza avviate presso l’Ospedale dei

richiesta del medico curante. Le donne che hanno ricevuto la lettera/voucher di invito per eseguire gratuitamente la mammograďŹ a possono prenotare con le seguenti modalitĂ : Call center regionale, numero verde 800 638638 dal lunedi al sabato dalle 8 alle 20; Centro unico di prenotazione di Poliambulanza (030 3514040) dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle ore 11 alle ore 16 o consultando il sito: www. polimabulanza.it.

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co-associati dell’azienda Spedali Civili nell’Associazione degli ospedali pediatrici italiani (Aopi), che riunisce gli ospedali pediatrici di eccellenza italiani. La direzione del presidio pediatrico, nei suoi assetti medico, infermieristico ed amministrativo, ha coordinato e gestito il progetto e predisposto il piano operativo, articolato nelle fasi di formazione, mappatura/rilevazione delle criticità attraverso visite e simulazioni in reparto, attività specifica su aree prioritarie, predisposizione di politiche e procedure, audit di verifica della loro attuazione, che hanno coinvolto tutti i dipartimenti e gli operatori dell’Ospedale dei Bambini


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ÂŽ ’”‘‰‡––‘ Dz ”‡˜‡Â?‹”‡ ° Â?‡‰Ž‹‘ …Š‡ Â…Â—Â”ÂƒÂ”Â‡Çł Si è tenuto il 10 marzo scorso presso l’aula magna A. Doninelli dell’ospedale di Desenzano l’incontro di presentazione (nella foto) dei lavori che gli studenti hanno creato pensando ai loro amici e alle famiglie con la ďŹ nalitĂ di coinvolgerli su un tema di grande attualitĂ e per fornire loro informazioni sulla vaccinazione contro l’Hpv. L’Azienda ospedaliera ha avviato il progetto “Prevenire è meglio che curareâ€?, dopo averlo

condiviso con l’Asl di Brescia, per farsi promotrice di un momento di riessione sull’importanza della prevenzione sin dalla giovane etĂ e per coinvolgere i ragazzi su un tema di grande rilevanza come è l’infezione da Hpv. Il percorso ha coinvolto gli studenti in quanto la fase della vita che stanno vivendo è il momento giusto per una sensibilizzazione efďŹ cace sui rischi legati a questa malattia. I ragazzi infatti hanno dimostrato di aver

apprezzato la giornata informativa sull’Hpv e sul tumore all’utero organizzata nelle fasi iniziali del progetto giudicando le informazioni ricevute indispensabili per la loro salute attuale e futura e, nonostante alcune difďŹ coltĂ nel trattare questo tema con i propri compagni e con gli adulti, sono riusciti a produrre dei messaggi che mettono in evidenza il loro punto di vista verso la malattia e le possibilitĂ di prevenzione.

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’hotel Excelsior Palace di Boario Terme ha sempre mantenuto la sua storicitĂ . I servizi, i grandi spazi interni ed esterni ancora oggi ne evidenziano l’eleganza e la funzionalitĂ . Valutando i cambiamenti demografici e sociali in tutta Europa, dai quali ci si aspetta che avranno nel futuro un effetto significativo sul settore dei servizi alla terza etĂ , come l’aumento del costo della vita nel periodo della pensione e la mancanza di supporto da parte di servizi sociali e sanitari; considerando la continua richiesta degli ospiti “storiciâ€? della struttura i quali sentono

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per dare vita a un albergo su misura per anziani autosufficienti. Obbiettivo delllo staff dell’albergo è quello di far sentire l’ospite come a casa propria. Il calore della gestione familiare, le attenzioni a tutte le piccole necessitĂ , l’assistenza e la disponibilitĂ del personale garantiscono anche ai familiari la tranquillitĂ necessaria. L’Excelsior Palace è organizzato in modo tale da offrire una varietĂ di servizi specifici finalizzati al benessere psico-fisico a carattere assistenziale con interventi diretti della persona; prestazioni di tipo culturale e ricreativo; rapporti con l’esterno e la famiglia.

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Ăˆ stato consegnato l’Oscar dello Sport, prestigioso premio riservato alle eccellenze dello sport bresciano nella stagione agonistica 2011, dal Coni a Sara Alberti, giocatrice della Foppapedretti Bergamo e campionessa mondiale juniores. Sara Alberti(nella foto), classe 1993, è una pallavolista bresciana che può vantare di portare al collo la medaglia d’oro dei Campionati mondiali di pallavolo Juniores: la giovane centrale, infatti, è stata tra le protagoniste del 16° Campionato

mondiale svoltosi in PerÚ nel luglio scorso e, con i suoi 186 centimetri di altezza e una grinta da vendere, la 18enne navense ha contribuito in modo determinante al successo delle azzurre allenate da Marco Mencarelli. Oltre alla pallavolista di Nave, si sono aggiudicati l’Oscar anche il velista Carlo Fracassoli e il pallanuotista Christian Presciutti. Altri 50 riconscimenti tra cui Luigi Zizioli, tecnico dell’Estral Sportiva Monticelli, squadra pallavolistica bresciana di serie B2 femminile.

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l Basket Brescia cerca “assist manâ€?. Non da schierare in campo, ma a supporto di una societĂ che rappresenta il bene sportivo di un’intera cittĂ e provincia. Ăˆ questa la nuova iniziativa presentata dal club biancoazzurro costretto a grandi sacrifici per evitare di scomparire a tre anni dal ritorno nel basket italiano che conta. Lo scorso anno la promozione in Lega 2, quest’anno un sesto posto che potrebbe trasformarsi anche nel sogno dei play off promozione. Sono circa duemila i giovani che grazie a Basket Brescia presieduto dalla famiglia Bonetti fa sport in cittĂ . Ma c’è bisogno di fondi, di sostentamento. Nei mesi scorsi l’appello della dirigenza a imprenditori e amministrazione comunale è stato in parte accolta ma non basta. E, come spesso accade in tempi di crisi, bisogna ingegnarsi per sopravvivere. CosĂŹ da martedĂŹ 20 marzo tutti i tifosi e appassionati di basket potranno contribuire con donazioni libere per sostenere il progetto del Basket Brescia. Una sorta di “azionariato popolareâ€? che in Spagna ha come massima espressione il Barcellona Calcio. “Cerchiamo assist man che, con un minimo versamento, dimostrino come i bresciani siano attaccati alla squadra contribuendo alla stabilitĂ

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di questa disciplina in città – spiega il presidente Graziella Bragaglio – abbiamo creato un’apposita pagina facebook sul nostro sito (www. basketbrescialeonessa.it, ndr)�. I versamenti si potranno effettuare con carta di credito, tramite bonifico bancario o presentandosi presso la segreteria del Basket Brescia Leonessa durante i normali orari di

ufficio in via Bazoli, 10 presso il Centro Sportivo San Filippo in cittĂ (tel.: 030.312271). A margine della conferenza stampa di presentazione del progetto, si è affrontato il discorso relativo al Palazzetto per le partite casalinghe. Pronto il commento del Direttore generale Ario Costa: â€œĂˆ piĂš facile che Danilo Gallinari venga a Brescia che la Leonessa abbia il

suo Palasport�. Intanto domenica si torna in campo per la sfida casalinga con Brindisi. Ospiti a caccia del primato in classifica, biancoazzurri che vogliono riprendere la strada maestra dopo tre sconfitte consecutive. Palla a due alle 18,30 con radiocronaca integrale sugli 88.388.5 di Radio Voce e in streaming su radiovoce.it.

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´9DPRV D EDLODUÂľ VXO FXER GHL SOD\ RII Ritrovato entusiasmo in cittĂ . La sconďŹ tta con il Padova subito riscattata dal pari di Pescara ha confermato che questo Brescia è da play off. Altro che “tranquilla salvezzaâ€?! Ai fatidici 50 punti (diventati prima 51, poi 52) manca davvero poco. Quindi se vogliamo dirla tutta, l’obiettivo è stato centrato. Ora bisogna completare l’opera con la classiďŹ ca ciliegina sulla torta. C’è ancora un ultimo scoglio da affrontare dopo il Grossetto: Reg-

gina in trasferta, il derby di Verona e la sďŹ da contro la Sampdoria degli ex Iachini, Juan Antonio e Berardi. Poi il calendario sarĂ quasi tutto in discesa, fatto apposta per innescare la marcia numero 5 e il relativo turbo. Oltre a Jonathas, il campo ha confermato che Piovaccari è pronto dare ben piĂš di una mano lĂ davanti. Il “pifferaio mattoâ€? si è svegliato, ha tolto lo zero dalla casellina dei gol realizzati e si candida a dimostrare tutta la sua clas-

se e la sua esperienza. Quella che lo scorso anno, a Cittadella, gli ha consegnato lo scettro di bomber piĂš prolifero della cadetteria. A centrocampo le assenze di Budel e Mandorlini (quest’ultimo vicino al rientro, per il milanese ci vorrĂ ancora un mese abbondante) si sono fatte sentire ma il nazionale Under 21 Fausto Rossi, arrivato col mercato di riparazione, è pronto per dare il suo apporto. Complimenti, dunque, al direttore sportivo

Iaconi che a gennaio ci ha visto giusto operando, con parsimonia e qualitĂ , e ďŹ ssando per la prossima stagione il tetto massimo salariare a 150 mila euro. L’unico neo, a fare i pignoli, è il rinnovo di contratto ancora in stand-bye per El Kaddouri, giovane destinato a fare le valigie a giugno per la serie A o l’estero. La primavera è alle porte, questo Brescia deve solo sbocciare. E allora, come Jonathas ci ha insegnato, “Vamos a bailarâ€? a ritmo di samba.

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‘”Ž¿ —ƒÂ?†‘ ‹Â? …ƒÂ?’‘ ˜‹Â?…‡ ‹Ž ˆƒ‹” ’Žƒ› VenerdĂŹ 17 febbraio si disputa l’incontro tra Stabaschitira ForlĂŹ e Ghinea Ravenna, valido per il campionato Open di Dodgeball del Csi di Ravenna. I ragazzi di ForlĂŹ stanno conducendo la partita per 2 game a 1, in campo sono rimasti tre giocatori del Ghinea e un solo giocatore avversario. Il Ghinea ha quindi l’opportunitĂ di portare la partita in paritĂ , quando l’unico forlivese in campo nel tirare la palla si frattura l’omero. Viene chiamata l’ambulanza. I compagni di

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squadra vorrebbero accompagnare l’infortunato in ospedale, stargli accanto. Il regolamento però prevede la sostituzione del giocatore e il proseguimento del match. Se la squadra forlivese abbandona il campo la sconďŹ tta a tavolino per forfait è certa. A questo punto entra in gioco il fair-play: i ragazzi di Ravenna decidono di accordarsi per la sospensione della gara. Il giudice sportivo dispone la prosecuzione dell’incontro a partire dal punteggio acquisito sul campo.

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el Csi non c’è tempo per la notte. L’arancione prevale sul blu e dopo il tramonto del primo mandato targato Amelia Morgano è sorta immediatamente l’alba del nuovo quadriennio, quello che condurrĂ il comitato bresciano da qui al 2016. La missione resta la medesima, come annunciato dalla neorieletta presidente a margine dell’assemblea di sabato scorso. Il binomio educazione e sport continuerĂ a contraddistinguere il massimo intento, da perseguire seguendo precise linee guida. La nuova avventura del comitato bresciano inizia senza giri di parole. Dal palco della Cascina Foret Amelia Morgano è stata chiara: “Per vincere la sfida che ci siamo posti in vista dei prossimi quattro anni dovremo essere il Csi migliore di tutti i tempi e fare squadra, consapevoli di avere una grande responsabilitĂ : contribuire – attraverso lo sport – all’affermazione di un mondo miglioreâ€?. Nelle linee programmatiche annunciate dalla presidente c’è l’intento di proporre un’attivitĂ sportiva sempre piĂš coinvolgente, capace di dare maggior lustro ai campionati che hanno giĂ solide basi ma determinata a valorizzare nuove discipline incrementando l’attivitĂ giovanile. Il tutto avverrĂ nel segno dell’apertura, cercando possibili nuove alleanze. Il Csi Brescia continuerĂ a puntare con decisione sulla formazione al fine di

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alla campagna nazionale “Un gruppo sportivo in ogni parrocchiaâ€?, finalizzata a legare sempre di piĂš Csi e oratori. Nel segno del rinnovamento anche la rosa dei 18 consiglieri provinciali eletti dalle societĂ . Confermati Emiliano Scalfi, Mirco Marmaglio, Luca Angeli, Diego Mondini, Marco Baiguera, Giuseppe Zeni e Angelo Bettoni. I nomi nuovi sono quelli di Alberto Bonomelli, Grazia Colosio, Bruno Forza, Francesco Pintaldi, Roberto Pintossi, Ernesto Muscatelli, Mariagrazia Mazzacani, Luigina Girelli, Danilo Grazioli, Marco Benedetti e Gualtiero Spagnoli. Nel ruolo di revisori dei conti ci saranno invece Angelo Buffoli e Nicola Fiorentino.

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Ancora pensieri sul Sinodo Egr. direttore, nell’ultimo incontro tra i preti di Ospitaletto si è parlato anche delle riflessioni e dei contributi ospitati da “Voceâ€? sul Sinodo. Alla fine il parroco, non so se piĂš faceto che serio, ha rivolto a noi curati questo invito: “PerchĂŠ non scrivete anche voi al settimanale per partecipare al dibattito?â€?. La mia prima risposta è stata: “Sono passati i tempi in cui credevo nell’utilitĂ degli appelli. Oltretutto i contributi di Voce oggetto della nostra riflessione sono pensati seriamente e ben strutturati, fanno proposte cosĂŹ articolate da dare l’impressione di un invito a una palingenesi universale. Meglio lasciar fare a chi di dovereâ€?. Poi, però, si è verificato un imprevisto. Nel bustone che la Curia ci recapita ho trovato il Vademecum sulle feste, lo studio di mons. Delpero sulle quattro Costituzioni del Vaticano II e il depliant ‘La mia messa, il mio parroco, il mio oratorio’. Ho sfogliato attentamente quest’ultimo e sono stato preso da un senso di disagio. Mi sono detto: “forse non sono l’unico a sentire questa sensazioneâ€?. E mi sono deciso a prendere carta e penna per scrivere al settimanale. Quello pubblicizzato nel depliant,è uno sforzo davvero pesante che la Diocesi sta facendo. Vuol portare la riflessione, il confronto sul Sinodo dappertutto: in cittĂ , nelle valli, in pianura: tutti sono coinvolti. Si tratta in tutto di nove incontri. Nel primo, quello con il Vescovo, si è parlato di Vangelo. Nel terzo, come da sottotitolo, si accenna all’annuncio, ma in riferimento a catechismo, messa e caritĂ , non a un programma di evangelizzazione. Cosa mi aspettavo? Sarò ingenuo, ma speravo che almeno in un in-

contro su nove si affrontasse il tema: io e il mio popolo riflettiamo insieme sulla Parola di Dio in modo sistematico. Era un’aspettativa ingenua? Solo il vescovo Luciano si è sobbarcato il compito di portare l’attenzione sulla Parola di Dio. Crediamo davvero che sia sufficiente? Dov’è andata a finire, in questo tempo dedicato al discernimento comunitario in vista del Sinodo, tutta l’enfasi sul bisogno di una nuova evangelizzazione? Che valore pratico ha il tanto proclamato primato della Parola? Sono prete da 45 anni. Da mons. Tredici a mons. Monari non ricordo di avere mai sentito un nostro Vescovo dire: cosĂŹ come un parroco deve preoccuparsi che nella sua parrocchia ci sia un dignitoso catechismo dei ragazzi, allo stesso modo deve preoccuparsi che ci sia un gruppo nel quale giovani e adulti possano trovarsi per leggere, meditare e attualizzare insieme la Parola di Dio‌! Sappiamo tutti che, al di lĂ della definizione territoriale, il grosso problema delle nostre comunitĂ cristiane è quello della qualitĂ della vita di fede dei suoi membri, oggi capace di stare in piedi solo se l’ambiente li sorregge. Ăˆ quel tipo di fede che vediamo sgretolarsi sotto i nostri occhi giorno per giorno. Ormai, neanche ‘isole felici’ come Ospitaletto ne sono esenti, tanto che diventano di stringente attualitĂ alcune domande: come pensiamo di aiutarli? Con le nostre chiacchiere? isolandoli dal mondo? Tenendoli lontani dai non credenti? Come aiutare i nostri giovani (che pure frequentano messa e oratorio) a convincersi che non basta che un comportamento sia di moda perchĂŠ sia anche cristiano? Come aiuteremo i nostri adulti a farsi una ‘spina dorsale’ che gli permetta

di adhaerere Deo nonostante le spinte disgregatrici del post-moderno in cui sono immersi? Non ho le risposte a tutte queste domande. Per questo le giro a voi. Comunque, personalmente, credo che una maggior attenzione alla Parola di Dio fatta con sistematicità qualche buon frutto in piÚ lo darebbe. La mia esperienza dice che è cosÏ! don Pierino Ongaretti

Gesti di solidarietĂ da Kiremba Egr. direttore, con questa lettera voglio far conoscere a tutti i lettori di “Voceâ€? una proposta che considero significativa.In occasione della settimana diocesana della caritĂ , che tutte le diocesi del Burundi propongono ai fedeli, per raccogliere offerte a sostegno di bisognosi, poveri e malati, il nostro vescovo Gervais ha proposto di destinarne una parte all’ospedale di Kiremba. Nell’omelia che ha scritto per la quarta domenica di Quaresima e che è stata letta letta in tutte le parrocchie e le succursali della diocesi, dopo aver ricordato il sacrificio di suor Lucrezia e di Francesco Bazzani del novembre scorso, ha invitato alla generositĂ nei confronti dell’ospedale che sin dalla sua apertura accoglie i malati che vengono da molte parti del Paese e chi si trova in condizioni di bisogno. Mons. Gervais ha anche ricordato il viaggio compiuto in Europa per portare la vicinanza del Burundi alle famiglie dei due missionari. Personalmente trovo il gesto del Vescovo significativo perchĂŠ al di lĂ dei fondi che saranno raccolti, riaccende l’attenzione su Kiremba. don Michele Tognazzi

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

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IL DUOMO DI MONTICHIARI

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Anno 2009

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LO *HQQDLR Parrocchia Conversione di S. Paolo in Flero

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CHIESA PARROCCHIALE DI FLERO

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Anno 2010

LO *HQQDLR Parrocchie di Botticino

CHIESE PARROCCHIALI DI BOTTICINO

CHIESE PARROCCHIALI DI BOTTICINO

Anno 2010

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Parrocchia di San Lorenzo martire - Verolanuova (BS)

LA BASILICA DI SAN LORENZO A VEROLANUOVA

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Anno 2010

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LO 0DU]R Parrocchia di S. Maria Assunta in Ghedi (Bs)

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LA CHIESA PARROCCHIALE DI GHEDI Anno 2011

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