La Voce del Popolo 2012 13

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Vexilla Regis prodeunt: Avanzano i vessilli del Re. Domenica entriamo nella “grande e santa settimanaâ€? che, culminando nella Veglia pasquale, ci conduce a vivere i misteri della passione, morte e risurrezione del Figlio di Dio, nostro Signore, re dell’universo. I vessilli del nostro Re sono particolari: se alle Palme si dĂ spazio ai mantelli e ai rami degli alberi, nel VenerdĂŹ Santo il corteo sulla Via dolorosa mostra un’insegna terribile, “mistero di morte e di gloriaâ€?: la Croce. Eppure da quell’albero viene la salvezza del Re, che invita a seguirlo. Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), martire, patrona d’Europa, l’ha compreso bene. Per questo ci insegna: “La croce non è fine a se stessa. Essa si staglia in alto e fa da richiamo verso l’alto, simbolo trionfale con cui Cristo batte alla porta del cielo e la spalanca. Allora ne erompono i fiotti della luce divina, sommergendo tutti quelli che marciano al seguito del Crocifissoâ€?. Con lei e con tutti i discepoli del Cristo, crocifisso e risorto, anche noi possiamo cantare: Ave Crux, spes unica! Salve, o Croce: unica speranza!

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Brescia, territorio sempre piĂš di...vino

͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Brescia e provincia. Le rappresentazioni della Passione

ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Settimana Santa. Celebrazioni e riti in Cattedrale

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͘͜ ’‘”– Brescia calcio. Scacco alla Reggina per i play off

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‹ƒ–‡ Ž‹‡–‹ǤǤǤ †‹ Â…Â‘Â•ÂƒÇŤ In nome della felicitĂ dei ragazzi diciamo di fare molte cose: dallo spaccio di droga, all’installazione dei videopoker, fino ai piĂš nobili percorsi di formazione, riunioni e impegni in oratorio. Il governo dice di fare la riforma del lavoro per dare un futuro ai giovani (che è esattamente costruire per loro la felicitĂ ). Il parroco dice che venire alla catechesi serve per la loro felicitĂ . L’insegnante assicura che studiare materie incomprensibili ai fini pratici assicura uno spessore culturale che garantisce il meglio e che tutto ciò verrĂ buono nell’arco dell’esistenza. Siamo tutti sinceramente impegnati per ridare gioia ai nostri giovani. ChissĂ se loro, i ragazzi, si accorgono di tutta questa felicitĂ . L’impressione è che

si scrollino le spalle, ringrazino di tutte queste attenzioni ma, francamente, non sappiano che cosa farsene. I sogni di felicitĂ , forse, sono troppo ingombranti e, del resto, si infrangono facilmente di fronte ad un mutuo almeno ventennale di 800 euro al mese (per avere una casetta che si pagherĂ tre volte tanto!): il proprio matrimonio è, ci piaccia o no, stimato in un tempo radicalmente inferiore. La scrollatina di spalle dei giovani nei confronti della felicitĂ viene oggi definita in termini piĂš raffinati e scientifici: prima generazione incredula (non solo in Dio‌), neet generation (un buon 30% dei giovani lombardi sono fuori contemporaneamente dai percorsi di studio, di lavoro e di riaggiornamento), giovani incarcerati nel presente, dati sulla disoccupazione giovanile‌ Se ne può uscire? Riusciremo mai a far desiderare di nuovo la felicitĂ ? Il Papa qualche mese fa ha riletto la sua personale esperienza con i giovani a Madrid

e ha puntualizzato: “come ultima caratteristica da non trascurare nella spiritualitĂ delle Gmg vorrei menzionare la gioia. Da dove viene? Come la si spiega? Sicuramente sono molti i fattori che agiscono insieme. Ma quello decisivo è, secondo il mio parere, la certezza proveniente dalla fede: io sono voluto. Ho un compito nella storia. Sono accettato, sono amato. (‌) Questo essere accolto viene anzitutto dall’altra persona. Ma ogni accoglienza umana è fragile. In fin dei conti abbiamo bisogno di un’accoglienza incondizionata. Solo se Dio mi accoglie e io ne divento sicuro, so definitivamente: è bene che io ci sia. Ăˆ bene essere una persona umana. Dove viene meno la percezione dell’uomo di essere accolto da parte di Dio, di essere amato da Lui, la domanda se sia veramente bene esistere come persona umana non trova piĂš alcuna rispostaâ€?. La felicitĂ non è per i singoli. Non si riesce neppure a sognarla se si rimane

soli. Ho l’impressione, invece, che alimentiamo un pensiero sui giovani (culturale, sociale, educativo, persino pastorale) che li pensa come singoli: ma la singolaritĂ esasperata produce al massimo utilitĂ , spesso conflittualitĂ , mai la felicitĂ . CosĂŹ li isoliamo e li allontaniamo, anche dai nostri cuori. Solo una relazione profonda, voluta anche nella programmazione (ad ogni livello!) crea sogno e voglia di felicitĂ : perchĂŠ ha bisogno di gratuitĂ , di tempo, di passione, di innamoramento, di imprevedibilitĂ , di vitalitĂ , di fusione di intenti, di comunitĂ vera e non solo nelle riunioni, di non riduzione a risposte solo tecniche‌ Da quanto tempo parliamo troppo di ragazzi senza parlare con loro e senza mai guardarli dritti negli occhi? Celebriamo le Palme, festa dei giovani: ridiamo a loro la voglia di essere felici, “sempre lieti nel Signoreâ€?. Con Lui e proprio per questo con noi.


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Tra i tanti primati che Brescia e la sua terra possono vantare nel campo della vitinicoltura c’è anche quello del vigneto cittadino piĂš grande d’Europa. Si tratta del vigneto Pusterla di Brescia (nella foto), denominato “Ronco Caprettiâ€?, che si trova esattamente alle pendici del Castello nel centro della cittĂ dove si estende per circa quattro ettari. Costituito in gran parte da viti Invernenga, può vantare anche alcune piante centenarie. Da questi vitigni antichissimi,

grazie alle moderne tecniche di vinificazione, nascono due vini ad Indicazione geografica tipica “Ronchi di Bresciaâ€?, il primo, Pusterla bianco, ottenuto dalla vinificazione in purezza dell’uva Invernenga e il secondo, Pusterla Rosso, prodotto con le uve rosse presenti nel fondo, particolarmente prezioso perchĂŠ rappresentano la testimonianza tangibile che alcune tradizioni antiche si riescono a perpetuare nel tempo preservando importanti radici storiche.

bresciane all’abbinamento “massima specializzazione - massima qualitĂ â€? per affrontare quella che qualche anno fa pareva la sfida delle sfide “la globalizzazioneâ€?. Una chiave di lettura che convince anche l’assessore Tomasoni. “I produttori bresciani – sono le sue considerazioni –, proprio come alcune grandi case automobilistiche straniere (Audi, ndr.) hanno saputo contare sulla qualitĂ e sulla peculiaritĂ del loro prodotti, conquistandosi

fatte di mercato, sopratutto straniero, sempre piĂš ampie e consolidateâ€?. Anche la Provincia ha fatto la sua parte mettendo a loro disposizione il meglio della tecnologia, che nel campo specifico si chiama “Centro vitivinicolo provincialeâ€?. La speranza è che i risultati del comparto e, soprattutto alcuni modelli di riferimento, possano diventare patrimonio comune di tutto il sistema Brescia in vista di una definitiva uscita dalla crisi.

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imidi, quasi impercettibili, segnali di ripresa stanno venendo avanti anche nel Bresciano. Pochi se ne accorgono, se non i responsabili dei centri studi delle diverse associazioni di categoria che, come medici che osservano il tracciato dell’elettroencefalogramma di un malato grave per individuare segnali di recupero, passano al microscopio i dati sulla produzione, sulle esportazioni e sull’utilizzo degli impianti per cercare di trasmettere un po’ di fiducia. E cosĂŹ, per esempio, si leggono con ottimismo i dati dell’indagine congiunturale mensile elaborati dal centro studi Aib che certificano segnali di ripresa. La produzione industriale manifatturiera bresciana, infatti, ha registrato nel mese di febbraio un ulteriore recupero, dopo la leggera crescita rilevata nel mese precedente. L’attivitĂ produttiva è aumentata per 33 operatori su 100, con un saldo positivo del 19% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione. Segnali importanti, se non altro per alimentare le speranze di quanti ritengono ormai prossima alla fine quell’attraversata nel deserto che per tanti è stata la crisi di questi ultimi anni. Tuttavia c’è anche chi, nel Bresciano, questa attraversata ha saputo trasformarla in una calvacata, dimostrando come anche in tempo di crisi sia possibile continuare a produrre (magari anche solo per i mercati esteri) e a crescere. Il settore vitivicolo è uno di quei campi che, pur misurandosi con la stagione di crisi, ha saputo trovare la via per non farsi schiacciare. Dati

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anche una parte del sistema Brescia che ha saputo guardare avanti, non limitandosi a campare o ad arginare i danni. Anche la massiccia presenza bresciana al Vinitaly dei giorni scorsi (praticamente tutta la realtĂ bresciana) ha certificato questa vitalitĂ â€œGrande ottimismo e profonda passione che ogni operatore di questo settore mette nel proprio lavoro quotidianoâ€?. Questo il clima che Gianfranco Tomasoni, assessore provinciale all’Agricoltura ha respirato passando in rassegna i tanti stand bresciani presenti nella manifestazione veronese. “Mi pare di capire – ha continuato l’assessore – che l’ottimismo sia supportato da dati economici importanti nonostante il momento di grave difficoltĂ della nostra economiaâ€?. A pagare, per Tomasoni è il grande sforzo che imprenditori grandi e piccoli del comparto vitivinicolo bresciano, hanno profuso sul versante della qualitĂ e della fantasia, come per altro “certificanoâ€? anche alcuni operatori in queste pagine. “Gli operatori del settore – è il parere dell’Assessore provinciale all’Agricoltura – hanno puntato sulla qualitĂ del prodotto e sulla capacitĂ , grazie alla creazione dei consorzi, di muoversi insieme, di fare sistemaâ€?. Scelte che, nonostante tempi non del tutto felici, stanno pagando, producendo anche importanti risultati per i territori di riferimento, con l’intuizione di legare i loro prodotti anche alla formula sempre piĂš apprezzata del turismo enogastronomico. I viticoltori bresciani, in sostanza, sembrano avere imparato la lezione di quelli che, ben prima della crisi, invitavano il sistema delle imprese

6XFFHVVL FRQTXLVWDWL JUD]LH DO ODYRUR GL VTXDGUD Trovare le eccellenze fra le realtĂ che in Franciacorta producono vino è difďŹ cile. Non perchĂŠ manchino, ma perchĂŠ sono tante. E tutte hanno saputo trovare la via giusta per entrare nel club di quella Brescia che produce e cresce nonostante la crisi. Un esempio per tutte? Le tenute La Montina, che si sviluppano su di una superďŹ cie vitata di circa 72 ettari, dislocati in sette Comuni della Franciacorta. La sua produzione media si attesta sul-

le 450mila bottiglie annue. I suoi vini sono prodotti seguendo le rigide norme del disciplinare del Consorzio Vini Franciacorta di cui fa parte, e che sono le piĂš restrittive a livello mondiale per quanto riguarda il metodo classico. “Il primo bimestre del 2012 – racconta Michele Bozza (nella foto), responsabile comunicazione e marketing de “La Montinaâ€? – si è chiuso con un segno positivo. Ormai la Franciacorta si è guadagnata un posto d’onore in

Italia. Anche il mercato estero però sta aumentandoâ€?. La sede della cantina e dell’azienda, il cui nome risale a uno dei primi proprietari della zona un avo di papa Paolo VI, Montini per l’appunto, rimane a Monticelli Brusati. Il Vinitaly è stata l’occasione per l’inizio della commercializzazione della “Piccolaâ€?, un brut in una bottiglia da 0.365 e la presentazione del Vintage 2006 “cuvè che nel 2005 e 2004 è stato uno dei Franciacorta piĂš premiati con i ‘3

bicchieri’ e i ‘5 grappoli’ del Gambero rosso e dell’Aisâ€?. E se si chiede qual è il segreto dice che non esiste. “Raccogliamo soltanto i frutti di scelte di qualitĂ fatte dal nostro staffâ€? afferma. Vinitaly è una grande vetrina per ďŹ delizzare il mercato italiano e aumentare quello estero: “Siamo partiti con il 2012 con grandi ordini per America, Giappone e Europaâ€?. Traguardi raggiungi giocando, come molti altri, la partitĂ della qualitĂ . (Mauro Toninelli)


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euro nel 2011â€?. Il forte calo nelle quantitĂ di vino acquistate dagli italiani, è stato accompagnato, sottolinea la Coldiretti, da una maggiore attenzione alla qualitĂ . Il calo nei consumi nazionali, continua la Coldiretti è stato però compensato, come evidenziato nello studio della Coldiretti, da una crescita delle esportazioni. Nel 2011, insomma, si è bevuto piĂš vino italiano all’estero. Secondo Coldiretti, infatti, sono stati esportati 24 milioni di ettolitri di

vino, a fronte di una produzione nazionale stimata di poco superiore a 40 milioni di ettolitri. Il fatturato del settore vitivinicolo ha raggiunto nel 2011 gli 8,5 miliardi realizzati però soprattutto grazie alle esportazioni, che sono state pari a 4,4 miliardi, facendo diventare il vino la voce piĂš importante dell’export agroalimentare nazionale. Un risultato che, per Coldiretti, è il frutto di 650mila ettari di vigneto, 250mila aziende e del lavoro di 1,2 milioni di persone.

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/D ULFHWWD SHU FUHVFHUH LQ WHPSR GL FULVL Si percepisce una generale soddisfazione dalle parole di Maurizio Zanella (nella foto), presidente del Consorzio per la tutela del Franciacorta, nato il 5 marzo 1990 a Corte Franca su iniziativa di 29 produttori animati dal desiderio di tutelate, controllare e promuovere il rispetto della disciplina di produzione del prestigioso vino. Oggi il consorzio conta oltre 200 soci, tra viticoltori, viniďŹ catori e imbottigliatori a piĂš livelli interessati alla ďŹ -

liera produttiva delle denominazioni Franciacorta Docg, Curtefranca doc e Sebino Igt. Il Franciacorta è la punta di diamante nel panorama dei vini bresciani, conosciuto e apprezzato, anche grazie all’attivitĂ del Consorzio, in tutti i Paesi del mondo.“Il Franciacorta cresce e reagisce ottimamente di fronte ad un’ormai dilagante crisi, pesantemente gravante anche nel settore dei vini. – ha affermato Maurizio Zanella –. Dopo soli 50 anni di storia

il suo appeal è riuscito a conquistare sempre piĂš autorevoli consensi, come confermano i dati delle vendite che fanno registrare lusinghieri apprezzamenti anche all’estero, in Giappone e Stati Uniti, soprattuttoâ€?. Il 2011 si è rilevato infatti un anno di grandi traguardi: oltre 11 milioni di bottiglie vendute con un aumento a due cifre e prontezza al confronto internazionale, attraverso la blasonatissima partecipazione al Vinitaly che col suo

qualiďŹ cato pubblico rappresenta senza dubbio il palcoscenico ideale per interpretare e diffondere la cultura dell’eccellenza, di cui il Franciacorta è naturale ambasciatoreâ€?. Un primato costruito sulla chiarezza. Dopo le voci su presunti sfruttamenti di lavoratori per la vendemmia indagini avanzate su alcune aziende locali (110 lavoratori coinvolti) hanno rilevato l’infondatezza dell’allarme e la correttezza delle aziende. (Anna Salvioni)

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Regna l’incertezza, nel Mali, dove nei giorni scorsi un golpe militare guidato dal capitano Amadou Sanogo, proclamatosi poi capo della Giunta, ha rovesciato il governo del presidente Amadou Toumani Toure a cinque settimane dalle elezioni presidenziali previste per il prossimo 29 aprile. “Non ci sono violenze per le strade nĂŠ ci sono stati colpi contro la popolazione; la gente sta con l’esercito perchĂŠ è stanca del modo in cui il governo ha gestito il conflitto con i Touaregâ€?,

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al golpe mons. Jean Zerbo, vescovo della capitale Bamako, come riportato dall’agenzia Misna, ha incontrato i vertici dei militari golpisti, invitandoli “ad agire con la testa e non con il cuore, per evitare al Paese altra sofferenza e dare garanzie di serietĂ â€?. In Mali è presente una delegazione di cittadini occidentali che, nell’ambito della missione di osservazione elettorale dell’Ue, stava organizzando le attivitĂ di monitoraggio per il voto del 29 aprile.

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onostante gli impegni e le richieste dalla stampa di tutto il mondo di commentare il video “Kony 2012â€? (box a fianco) mons. Giuseppe Franzelli vescovo di Lira in Uganda, ha scelto di parlarne con “Voceâ€?. Per il missionario nativo di Roccafranca l’alta qualitĂ professionale del filmato e la velocitĂ della sua diffusione in tutto il mondo grazie ai new media sono andate a scapito dell’approfondimento di una questione che è oggettivamente piĂš complessa del modo con cui è stata riassunta dal filmatoâ€? Il film, per altro, mette in evidenza i delitti di cui si è macchiato in quasi 30 anni Joseph Kony, leader dell’Lra. “Delitti atroci – ricorda mons. Franzelli – decine di migliaia di civili, uomini, donne e bambini, uccisi, mutilati, torturati in modo atroce. I ribelli che agiscono ai suoi ordini hanno rapito nel Nord Uganda bambini e bambine costringendoli a diventare rispettivamente guerriglieri e schiave sessuali.â€?. Secondo il Vescovo il film realizzato dal regista Jason Russell non chiarisce il fatto che ormai da sei anni Kony, costretto a lasciare l’Uganda, abbia spostato il suo campo d’azione in una zona compresa tra Congo, Sud Sudan e Repubblica centrafricana. “Nel Nord Uganda – afferma il Vescovo – stiamo pagando le conseguenze dei suoi massacri e delle sue violenze. La maggior parte de-

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campo in cui come Chiesa ci stiamo da sempre impegnando per aiutare gli ex bambini soldato a reinserirsi nel tessuto sociale dei loro villaggiâ€?. Joseph Kony, purtroppo, non è stato l’unico a macchiarsi di atrocitĂ in Uganda. Molti altri hanno seguito il suo percorso, “ma di questo – afferma il Vescovo di Lira – nel film di Russell non si parla, non si dice nulla che aiuti a comprendere la tragedia che abbiamo vissuto. Kony non è nato dal nullaâ€?. Il Paese, infatti, ha vissuto e vive ancora una situazione di grande ingiustizia e disparitĂ fra il Sud ed il Nord. “Ci sono oggettive responsabilitĂ politiche

e misure di discriminazione – afferma il Vescovo – che hanno alimentato e nutrito il risentimento e lo scontento su cui la ribellione di Kony ha trovato un terreno favorevole. Nel corso degli anni, anche le truppe governative sono state piĂš volte accusate di essersi macchiate di atrocitĂ e massacri di civili inermi. â€?. Anche per mons. Franzelli il leader del Lra va fermato. “Il fatto in Uganda possiamo viaggiare senza paura – afferma – non ci toglie dal cuore il peso di sapere che i nostri fratelli in Congo, Repubblica centrafricana e Sud Sudan stanno subendo ora ciò che ci ha fatto soffrire in passatoâ€?.

8Q¡DOWUD ´JUDQGH IHULWDÂľ “Una grande tristezza, un’ulteriore grande ferita al nostro Paese, che sta vivendo tanti momenti di sofferenza. Il pensiero va agli altri nostri caduti, ai feriti, a Salvatore e Massimiliano, i due marò trattenuti in India. Il cuore della famiglia militare è segnato da lacrime. Ma tutto questo dolore non deve disorientarci. Dobbiamo cogliere frammenti di luce anche in questi momentiâ€?. CosĂŹ l’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons.

Vincenzo Pelvi, ha commentato la morte del sergente Michele Silvestri, 33 anni, del 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta, avvenuta nei giorni scorsi in seguito ad un attacco portato dai talebani a un avamposto della missione Isaf nella zona del Gulistan in Afghanistan. La regione, posta sotto la responsabilità italiana, è vasta quanto il Nord Italia, e comprende le province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. Il distretto del Guli-

stan, nella provincia di Farah, è una delle aree piĂš calde tra quelle afďŹ date alla responsabilitĂ dei militari italiani. In questa zona, il 9 ottobre 2010, gli ‘insorti’ attaccarono un convoglio di blindati che scortava una settantina di mezzi civili provocando la morte di tre militari italiani. Nell’attacco dei giorni scorsi sono rimasti feriti cinque soldati, due in modo molto grave. Sale cosĂŹ a 50 il numero delle vittime italiane in Afghanistan dal 2004 ad oggi.

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Â?Â?‡•–› Â?–‡”Â?ƒ–‹‘Â?ƒŽ ‡Â?ƒ †‹ Â?‘”–‡ǣ Â?‡Â?‘ ƒ‡•‹ ’‹Î ‡•‡…—œ‹‘Â?‹ Nel corso del 2011 sono state messe a morte almeno 676 persone mentre erano almeno 18.750, alla ďŹ ne dell’anno, i prigionieri in attesa dell’esecuzione. Erano 714 nel 2009 e almeno 527 nel 2010. Sono questi alcuni dati che emergono dal rapporto annuale di Amnesty International, secondo cui nel 2011 solo il 10% dei Paesi (20 su 198) hanno eseguito condanne a morte. Diminuiscono, quindi, i Paesi che eseguono sentenze capitali. Sono

calati di un terzo rispetto a 10 anni fa. Il dato sicuramente positivo diffuso da Amnesty si scontra, però, con uno di segno opposto. In quei Paesi in cui la pena di morte è ancora in vigore è aumentato il numero delle esecuzioni che, secondo il rapporto, hanno raggiunto “un livello allarmanteâ€?. L’ago della bilancia lo sposta il Medio Oriente, dove sono raddoppiate le esecuzioni rispetto al 2010: Arabia Saudita (almeno 82 esecuzioni), Iran

(almeno 360), Iraq (almeno 68) e Yemen (almeno 41). I quattro Paesi hanno totalizzato il 99% di tutte le esecuzioni registrate nella regione e l’aumento in Iran e Arabia Saudita giustiďŹ ca, da solo, secondo Amnesty, la differenza di 149 esecuzioni a livello mondiale rispetto ai dati del 2010. Arabia Saudita e Iran inoltre sono gli unici Paesi al mondo che, in aperta violazione del diritto internazionale, continuano a mettere a morte minorenni,

persone che avevano meno di 18 anni al momento del reato. Sentenze capitali su minori sono state emesse anche in Mauritania, Sudan e Yemen. Esecuzioni pubbliche sono avvenute in Arabia Saudita, Corea del Nord, Iran e Somalia. E mancano dati certi sulla Libia, “dove non si ha notizia di nuove condanne a morte, al posto delle quali è stato fatto ricorso a esecuzioni extragiudiziali, torture e detenzioni arbitrarieâ€? denuncia ancora Amnesty international.

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usta paga con sorpresa, amara. Per tutti i lavoratori dipendenti, infatti, lo stipendio di marzo, in pagamento in questi giorni, sarĂ ritoccato. Verso il basso ovviamente. Nella busta paga in distribuzione, infatti, fanno la loro comparsa i primi effetti della cura Mario Monti. Per la “gioiaâ€? di milioni di italiani (tutti quelli che percepiscono un reddito da lavoro dipendente superiore a 8000 euro lordi annui e i pensionati titolari di un trattamento previdenziale che che supera i 7500, perchĂŠ sotto questi limiti la normativa vigente non prevede il versamento dell’Irpef) arrivano a maturazione gli annunciati aumenti dell’aliquota Irpef (l’imposta regionale sulle persone fisiche) previsti dalla manovra di Natale. Aumenti che sono calcolati, come sempre accade in Italia, con effetto retroattivo al 1° gennaio 2011. Anche se la maggiorazione è solo dello 0,33% ogni 10mila euro di reddito lordo, il calcolo dei suoi arretrati riserverĂ per qualche lavoratori effetti non graditi. Dopo questa sorta di conguaglio l’addizionale Irpef “modello Mario Montiâ€? entrerĂ a regime è andrĂ a gravare per 2-3 euro al mese (di media) su ogni stipendio. “Non c’è una fascia di reddito piĂš colpita delle altre da quella che ormai è comunemente nota come stangata di marzo – afferma Michele Dell’Aglio, direttore del Caaf delle Acli –. Questo perchĂŠ l’aliquota è unica, calcolata per ogni 10mila euro di reddito lordo e non per fasce di redditoâ€?. Non ci vuole molto a capire, però, che la misura andrĂ a incidere con maggior peso sulle fasce di reddito piĂš basse, in molti casi giĂ al limite della sopravvivenza, piuttosto che su quelle piĂš alte pur gravate, per

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ma necessitĂ a cui oggettivamente non è sempre facile rinunciare. Sulle teste di tanti italiani, quelli che per anni hanno creduto nel bene rifugio del mattone e della casa di proprietĂ sta per arrivare anche la tegola dell’Imu, la tassa reintrodotta al posto dell’Ici a suo tempo abolita dal governo Berlusconi. Una nuova tassa che, stando ai “si diceâ€?, potrebbe far rimpiangere la vecchia imposta comunale sugli immobili. C’è un piccolo, piccolissimo segnale di speranza a cui in tantissimi guardano con attenzione. La nuova imposta sugli immobili potrebbe, forse e comunque in piccolissima parte, essere modificata con gli emendamenti al pacchetto di misure della delega fiscale: l’esame di questa ipotesi (remota e illusoria, cosĂŹ come il paventanto annullamento poi smentito di un nuovo aumento dell’Iva dal 21 al 23%) dovrebbe riprendere al prossimo consiglio dei ministri, stando a quanto affermato nei giorni scorsi dal ministro delle Politiche agricole, Mario Catania.

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…‘Ž‘”‹ †‹ ƒ˜‹†‡ ‹—„‡Â?‹ Ăˆ visitabile sino a domenica 1° aprile negli spazi espositivi di Palazzo Avogadro a Zanano la mostra personale di Davide Piubeni, l’artista saretino, che ormai da anni abita a Los Angeles. “I colori di Davide Piubeniâ€? è il titolo scelto per un’esposizione che mette in mostra una trentina di paesaggi bresciani, di fantasie. Non mancano, tra le opere esposte, anche alcune a soggetto religioso. Diplomato presso l’Accademia delle belle

ƒ”–ƒ ’‡” Ž‡ ’ƒ”‹ ‘’’‘”–—Â?‹–Â? arti di Brera, Davide Piubeni ha iniziato la sua carriera artistica in Brasile, con uno dei suoi lavori piĂš riconosciuti: pitture religiose con scene bibliche che si trovano nella chiesa di Viseu, all’interno della cattedrale di Braganza e nella chiesa di Belem. Dal 2000 Piubeni vive in California. La mostra di Palazzo Avogadro è visitabile nei giorni feriali dalle 16.30 alle 19.30, il sabato e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.30.

Il 30 marzo alle 15.30 presso il Centro pastorale Paolo VI, in via Gezio Calini 30 a Brescia, viene presentata la “Carta per le pari opportunitĂ e l’uguaglianza sul lavoroâ€?. La Carta è stata lanciata in Italia nel 2009. Si tratta di una dichiarazione di intenti, sottoscritta volontariamente da imprese di tutte le dimensioni, pubbliche e private, per la diffusione di una cultura aziendale e di politiche delle risorse umane

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inclusive, libere da discriminazioni e pregiudizi, capaci di valorizzare i talenti in tutta la loro diversitĂ . La è Carta promossa dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali viene ed è diffusa dal comitato promotore composto dalla Fondazione Sodalitas, Ucid, Aidaf, Aidda, Impronta etica e dall’UfďŹ cio della consigliera di paritĂ . L’iniziativa è promossa a Brescia da Anna Maria GandolďŹ , membro della commissione pari opportunitĂ della Provincia.

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)RUWL FRQ L GHEROL H GHEROL FRQ L IRUWL Da un punto di vista simbolico si parla soprattutto dell’articolo 18 (della legge 20 maggio 1970 n.300, meglio conosciuta come Statuto dei lavoratori). Se andiamo alla sostanza, si sta discutendo dei diritti e delle regole del mondo del lavoro. Infatti l’art. 18 è un pretesto: delle 160mila cause di lavoro da sciogliere, solo una piccola parte (si va da un minimo di 300 a un massimo di 500) riguardano quella norma. Il presidente del Consiglio Monti ha detto piĂš volte che si vogliono riformare le regole in tema di lavoro perchĂŠ sono troppo rigide e scoraggiano gli investitori stranieri. Ăˆ una tesi che circola da tempo negli ambienti della destra politica ed economica. Non è certo proibito farlo. Giustamente, altra tesi di Monti, non ci devono essere tabĂš nĂŠ veti. A un patto. Di non raccontare favole per addormentare il bambino. Lo Statuto dei lavoratori è stato una grande conquista democratica degli anni ’70 (che non sono stati solo bui, soprattutto alla luce di quello che è venuto dopo). Da quegli anni il mondo è cambiato. E tanto. Il problema è che i cambiamenti

non sono stati tutti positivi. Anzi. Invito chi non l’ha ancora fatto a leggere il documento del PontiďŹ cio consiglio di giustizia e pace “Per una riforma del sistema ďŹ nanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autoritĂ pubblica a competenza universaleâ€?. Vi si legge: “La crisi economica e ďŹ nanziaria che sta attraversando il mondo chiama tutti, persone e popoli, ad un profondo discernimento dei principi e dei valori culturali e morali che

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sono alla base della convivenza sociale. Ma non solo. La crisi impegna gli operatori privati e le autoritĂ pubbliche competenti a livello nazionale, regionale e internazionale ad una seria riessione sulle cause e sulle soluzioni di natura politica, economica e tecnicaâ€?. Il sistema invece continua a mettere delle pezze sui buchi provocati dalla crisi rimandando a tempi migliori una possibile “conversioneâ€?. E per tappare i buchi richiede sacriďŹ ci ai soliti

noti. Alla faccia di qualsiasi idea di giustizia. Ăˆ quello che sta facendo anche il governo Monti con un pugno di ferro e guanti di velluto. Nel segno di una politica di destra. Illuminata ďŹ nchĂŠ si vuole, ma di destra. Un solo esempio. Negli stessi giorni in cui Monti e il governo puntavano i piedi sull’art. 18, il Parlamento ha approvato deďŹ nitivamente il decreto sulle liberalizzazioni che comprende alcune regole nuove per le banche. Subito dopo ha presentato un

nuovo provvedimento correttivo sulle commissioni bancarie, per venire incontro alle richieste delle banche. Quindi non è vero che il governo non accetta veti. Dipende da chi li presenta. E tutti gli ipocriti che si scandalizzano per i no della Camusso, accettano senza ďŹ atare quelli delle banche. Forti con i deboli, deboli con i forti. Nulla di nuovo sotto il sole. Non sono un talebano. Mi rendo conto che il passaggio da un sistema radicalmente ingiusto a un sistema fondato sulla giustizia, quella possibile a livello umano, non è facile e non si realizza in un giorno. Tuttavia bisogna essere leali con se stessi e con gli altri: la politica oggi è succube (con o senza tecnici) del sistema economico ďŹ nanziario che ricatta interi Paesi, compreso il nostro, per difendere un potere incontrollato e addossare sulle spalle dei piĂš deboli i disastri provocati dalla speculazione e dal malaffare. Uscirne non è facile. Ma smettiamola, per favore, di dare la colpa a quelli che sono sempre cornuti e mazziati. E che dovrebbero pure essere contenti e ringraziare.


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Grazie alla proposta della Polizia stradale e dell’Ufficio scolastico di Brescia, la Fondazione scuola dell’infanzia “Sorelle Girelli� di via I Maggio 2 a Poncarale ha partecipato al programma di educazione stradale “Progetto Icaro� rivolto ai bambini di cinque anni. “I nostri piccoli alunni −racconta la coordinatrice Nunzia Silvestri − hanno condiviso con entusiasmo il percorso educativo e svolto diligentemente gli incontri� con

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gli agenti della Polizia stradale, all’interno della nostra Scuola e hanno partecipato il 6 marzo come giornata conclusiva ai giochi e alle attivitĂ di educazione stradale promossi al Centro San Filippo di Brescia. La Commissione europea si propone il dimezzamento dei decessi entro il 2020 (dopo i risultati ottenuti nel decennio 2001-2010 con oltre 78mila vite salvate) definendo sette specifici target. Il primo di questi obiettivi è il

miglioramento dell’educazione stradale e della formazione per gli utenti della strada, terreno su cui si muove da oltre 10 anni il “Progetto Icaroâ€?. “Per questa nuova opportunitĂ educativa − continua la coordinatrice Silvestri − vogliamo ringraziare tutte le persone coinvolte, ma in particolare gli agenti di Polizia stradale: Stefano, Claudio e Stefano per averci insegnato nuovi e corretti comportamenti stradaliâ€?.

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ul territorio sono molte le rappresentazioni sacre della Via Crucis. Tra le piĂš longeve c’è l’esperienza della piccola comunitĂ di Barco di Orzinuovi. Nel lontano 1952 la popolazione decise di realizzare le stazioni della via Crucis, dando vita cosĂŹ ai “Quadri della Passioneâ€?, con attori in carne e ossa, dislocati in tutto il paese. Sono passati 60 anni e la tradizione si è consolidata: ogni anno arrivano migliaia di persone in questo piccolo angolo della Bassa per assistere ad un evento che mette insieme la dimensione evocativa del teatro con quella del rito religioso. La formula è stata rinnovata da 10 anni a questa parte dal parroco don Antonio Lanzoni: affidando la regia dell’evento a Ettore Bonetti la processione esce dai confini del borgo per addentrarsi nella campagna sulle rive dell’Oglio. Si tratta di un vero e proprio teatro di comunitĂ , che vede la partecipazione di tutto il paese. Proprio questa dimensione artistica si fregia di un riconoscimento: i “Quadri della Passioneâ€? sono stati infatti inseriti all’interno della rassegna “Crucifixusâ€?. L’appuntamento è per il VenerdĂŹ Santo, il 6 aprile, alle 21. Per quanto riguarda Brescia, anche quest’anno Pax Christi promuove una Via Crucis per le strade del centro cittadino. L’iniziativa, in programma il 29 marzo, riprende i contenuti della Marcia per la pace svoltasi a Brescia il 31

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20.30 dal piazzale retrostante il carcere di Canton Mombello e a tappe, passando per largo Torrelunga, piazzale Arnaldo, corso Magenta e via Mazzini, la Via Crucis si concluderà nel Duomo Vecchio (verso le 22.30). Nel corso della serata si raccoglieranno le offerte per il Volontariato Carcere. Al Villaggio Violino si rinnova l’appuntamento con la sacra rappresentazione della Passione di GesÚ. Numerosi figuranti in costume propongono le principali scene del racconto evangelico degli ultimi momenti della vita di Cristo, della sua morte e resurrezione sul piazzale della chiesa (via Violino

di Sopra - via Nona) e negli spazi circostanti. Le rappresentazioni (un’ora) sono in programma domenica 1 aprile alle 20.30 e venerdĂŹ 6 aprile alle 20.30. MercoledĂŹ 4 aprile alle 21 l’Auditorium San Barnaba ospita lo spettacolo: Via Crucis. Il sacrificio di Cristo che duemila anni fa cambiò la storia dell’umanitĂ rivissuto in una suggestiva azione teatrale alternata a brani lirici e corali dei massimi autori di musica sacra. La regia è dell’associazione culturale “Clemente Di Rosaâ€?. Lo spettacolo inizia con una rievocazione del processo sommario voluto per Cristo dal Gran Sinedrio. L’ingresso è a offerta libera.

/¡8QLYHUVLWj GHJOL DQ]LDQL DG DSULOH Mentre si stanno concludendo gli appuntamenti di marzo (l’ultima lezione è in programma venerdĂŹ 30 con la prof. Tina Sommese che parlerĂ di “Arte e psicanalisi) l’associazione SerenitĂ e impegno ha giĂ reso pubblico il programma di aprile dell’UniversitĂ per anziani di Ghedi. Il primo appuntamento non sarĂ nella sede di via Trento bensĂŹ a Costa Volpino, dove è previsto il ritiro pasquale da don Battista (ex

curato di Ghedi). Gli interessati dovranno presentarsi alle 13.30 in piazza Trento. MercoledĂŹ 11 aprile si torna in aula con una lezione sul tema “La pittura del ‘900â€? (seconda parte). Relatrice, la prof. Cinzia Zanetti. VenerdĂŹ 13, la prof. Paola Bonetti terrĂ una lezione su un tema storico “A scuola dopo l’unitĂ d’Italia a Ghediâ€?. Gli incontri proseguono mercoledĂŹ 18 con una “Visita al Castello di Thun nel periodo della

ďŹ oritura dei meli, passando per Roveretoâ€?. La partenza da Ghedi è alle 7.30. Le lezioni in classe riprendono venerdĂŹ 20 aprile. Il prof. Angelo Bonini farĂ una lezione sul tema “Ghedi 1848-1861: un frammento dell’unitĂ d’Italiaâ€?. L’ultimo incontro di aprile è programmato per venerdĂŹ 27. Tema: “L’inizio del ‘900 fra passato e futuroâ€?. Gli incontri si terranno, come di consueto, alle 14.40 nel salone di via Trento. La partecipazione è libera.

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‘Â?‹–ƒ–‘ ƒÂ?–‹Â?ƒˆ‹ƒ Â?…Š‡ ƒ ”‡•…‹ƒ •‹ †‡˜‡ ’ƒ”Žƒ”‡ †‹ Â?ƒˆ‹ƒ Fernando Scarlata (nella foto) è il coordinatore del Comitato antimaďŹ a di Brescia, dedicato a Peppino Impastato; Scarlata studia da anni il fenomeno dell’insediamento delle maďŹ e al Nord e, nel 2009, ha pubblicato il libro “Tentacoli, la criminalitĂ maďŹ osa a Bresciaâ€?, edito da Liberedizioni. “L’idea di creare un Comitato antimaďŹ a anche a Brescia è nata durante il convegno ‘Potere maďŹ oso e movimento antimaďŹ a’ organizzato nel novembre 2003 allo scopo di affrontare temi come

la presenza maďŹ osa a Brescia e il legame tra maďŹ a e politicaâ€? racconta Scarlata. “Dopo aver preso parte a questo convegno si fece strada in me l’idea di creare un vero e proprio Comitato antimaďŹ a che potesse sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema tanto delicato e, allo stesso tempo, alfabetizzare e informare la cittadinanza su cosa fosse la maďŹ a. Nel 2004, dunque, nacque il Comitato che ancora oggi coordino, ma solo due anni piĂš tardi si scelse di dedicarlo alla ďŹ gura di Peppino

Impastatoâ€?. Peppino Impastato fu un politico attivista siciliano, che si rese protagonista di concrete azioni di antimaďŹ a sociale pagando con la sua vita. “Parlare di maďŹ a come un fenomeno tipicamente meridionale è oggi piĂš che mai anacronistico e lo dimostra il fatto che, negli ultimi anni, tra Brescia e provincia sono stati conďŹ scati alla maďŹ a ben 123 beni di varia natura. Nella nostra cittĂ , la presenza di cosche maďŹ ose è provata: esse si occupano di droga, trafďŹ co di riďŹ uti industriali,

edilizia, riciclaggio, usura, racket e prostituzione mentre attorno a noi dilaga l’omertĂ . Il fenomeno delle maďŹ e, pur essendo presente, si mimetizza molto bene in un contesto simile per questo ritengo importante lavorare concretamente sulla mentalitĂ dei giovani, afďŹ nchĂŠ un giorno, tutto questo possa essere sconďŹ tto; e, a chi mi chiede se non sono spaventato da possibili ritorsioni, io rispondo convinto di non esserlo perchĂŠ credo realmente in ciò che faccioâ€?. (l.d.p.)

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arafrasando Mazzolari il fine della politica è far star bene l’uomo, cioè concorrere alla sua promozione integrale. In questo difficile compito sono stati maestri, nella storia di Brescia, grandi esponenti politici cattolici coerenti con la loro fede e, soprattutto, capaci di fare sintesi delle diverse istanze che ogni giorno si presentano sul tavolo degli amministratori. Alcune di queste persone (Cesare Trebeschi e Giuseppe Onofri su tutti) che hanno fatto la fortuna della cittĂ (si pensi all’Asm) erano in sala. La ricostruzione storica della vicenda politica bresciana (del cattolicesimo democratico ma non solo), attraverso la testimonianza di mons. Gabriele Filippini, mostra uno “stile amministrativo che, pur tra sbagli, ha tenuto ferma la barra della navigazioneâ€?. Negli anni Ottanta Brescia aveva molti spazi di confronto e si interrogava spesso (don Gabriele ha citato i due convegni “I cristiani e la cittĂ â€?). Le prime crepe? Nel 1990 Padula, sottolinea don Gabriele, non fu fatto sindaco per un veto dei cattolici nei confronti di altri cattolici. Ma oggi le caratteristiche che si possono legge-

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ti in schieramenti differenti. Per Tino Bino “la coalizione si allarga solo dopo le primarieâ€?, prima bisogna saper indicare la leadership, perchĂŠ “la politica non si fa senza leadership, recuperando alcuni progetti identitariâ€? come tutta la tematica relativa all’immigrazione. “Se i giovani avessero voglia − continua Tino Bino − ci sono ancora le fondamenta di quella Brescia sulle quali poggiare il futuroâ€?. Per farlo non si deve avere paura di parlare di politica. E i giovani nella serata organizzata dall’associazione Partecipazione & IdentitĂ non c’erano o meglio erano pochi (fra questi Federico Manzoni). In veritĂ i giovani ci sono e si formano anche, come ha sottolineato don Umberto Dell’Aversana a margine delle relazioni, attraverso la Scuola di sociopolitica promossa dalla diocesi, ma non vengono poi coinvolti dai partiti.

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6DUWH GL PRGD OH SDUL RSSRUWXQLWj La sfida è quella di poter sviluppare l’attivitĂ imprenditoriale nel settore abbigliamento. Il progetto “Sarte – le pari opportunitĂ vanno di modaâ€? nasce dal bisogno di creare una professionalitĂ spendibile nel mondo del lavoro a donne con carichi familiari con situazioni di disagio sociale o di estromissione dal mondo del lavoro. Si tratta di un progetto che intende creare una professionalitĂ spendibile nel mondo del lavoro a donne con carichi familiari con situazioni di disagio sociale o di estromissione dal mondo del lavoro. La partnership con l’Istituto Razzetti offre il supporto di figure professionali competenti nel ruolo educativo e di mediazione e risulta essere strategica per la buona riuscita del progetto. Il Comune di Brescia è un attore importante di questo progetto, in quanto molte delle donne che parteciperanno alla formazione sono in carico ai Servizi sociali del Comune e segnalate dall’Agenzia del lavoro all’interno del bando di affidamento del Sal (Servizio avviamento al lavoro). La partnership con l’Istituto Razzetti offre il supporto di figure professionali competenti nel ruolo educativo e di mediazione, e risulta essere strategica per la buona riuscita del progetto. Il percorso individuato si articola in quattro fasi e ha una durata di 22 mesi; in questo percorso si procede con una formazione mirata di sei donne, selezionate tra le 20 che hanno affrontato il precorso della fase uno, da accompagnare gradualmente, con l’affiancamento di piĂš figure preposte (mediatrice e tutor) al fine dell’inseri-

mento lavorativo di almeno 3 di esse all’interno del laboratorio sartoriale esistente. A settembre 2010, su sollecitazione e in collaborazione con la Congrega della caritĂ apostolica di Brescia, il Laboratorio sartoriale, denominato S-Arte sito a Brescia in via Pulusella 6, è stato rilevato dalla Fondazione Cottinelli mantenendo la finalitĂ originaria di offrire risposte occupazionali a donne in difficoltĂ .

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Â? …Žƒ••‡ •‹ •’‹‡‰ƒ Žƒ ‹„„‹ƒ ƒ––”ƒ˜‡”•‘ Žƒ Â?—•‹…ƒ Musica e religione insieme, in classe. Era il 12 dicembre del 2011 quando Alba Pioletti entrò, chiamata dalla maestra di religione Patrizia Maldina, nelle due classi IV della scuola elementare Filippo Corridoni di Brescia. L’obiettivo era quello di far conoscere gli strumenti musicali antichi e folcloristici attraverso l’insegnamento della religione. Per parlare di Davide tirò fuori un’arpa, che diede in mano a un bambino, spiegandogli che Davide costruĂŹ l’arpa mentre sul

prato pascolava le pecore. Davide fu il primo cantore di salmi verso Dio. Un altro bambino, con una voce melodiosa, intonò un salmo di Davide. Alba Pioletti tornò la settimana successiva, invitando i ragazzi a portare uno strumento musicale. Questa volta la lezione del giorno era “la parabola dei talentiâ€?. Visto il successo, invitò anche l’altra IV classe. Una bambina, che frequenta il Conservatorio, si mise a suonare la chitarra, mettendo in luce un talento che le era stato

donato: con lo studio negli anni a venire avrebbe dato felicitĂ a chi l’avrebbe ascoltata. E poi chi aveva il clarinetto, la ďŹ sarmonica a bocca, il auto, un ragazzino di colore teneva il sassofono con grande maestria. Tutti hanno eseguito qualche brano: è importante coniugare la parabola dei talenti con il talento dato da Dio; anche amare la musica è un talento che vivrĂ per sempre nei loro cuori. Le scuole che fossero interessate, possono contattare Alba Pioletti, 0302906396.

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a scelto l’UniversitĂ cattolica di Brescia il ministro dello Sviluppo economico, delle infrastrutture e trasporti, Corrado Passera, come primo contatto con il mondo accademico. Chi si aspettava dall’ex amministratore delegato di Banca Intesa osservazioni e puntualizzazioni sui principali fronti di esposizione dell’esecutivo è rimasto deluso. Alle polemiche piĂš recenti, riforma del mercato del lavoro su tutte, nessun accenno se non alla modalitĂ del “lavorare insiemeâ€? scelta dal Presidente del consiglio togliere il Paese dalle sabbie mobili della crisi. Il ministro dello Sviluppo economico ha raccolto l’assist del prorettore vicario Franco Anelli che ha passato in rassegna numeri, punte di eccellenza, progettualitĂ presenti e

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parte. “Il governo sta lavorando mettendo in campo rigore e sviluppo – ha affermato Passera –, tenuti insieme secondo criteri di equitĂ e coesioneâ€?. E l’universitĂ ? Anche per il mondo ac-

cademico le sfide non mancano, chiamato com’è a contribuire all’efficacia del Paese formando giovani capaci di confrontarsi validamente con quella che il Ministro ha dipinto come “la

sfida delle sfideâ€?: quella di un mondo sempre piĂš complesso. “I giovani – ha proseguito – devono essere dotati di strumenti tecnici e culturali nuovi per affrontare questa sfidaâ€?. Visione d’insieme, capacitĂ di collocarsi in un tutt’uno coerente, creativitĂ e inventiva nel trovare soluzioni sempre nuove, disponibilitĂ a vivere e a gestire i cambiamenti: questo insieme a specifici saperi è il bagaglio che il mondo universitario deve consegnare ai suoi studenti, oltre, ovviamente alla capacitĂ di lavorare insieme.



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VenerdĂŹ 30 marzo alle 18 nel salone delle scenograďŹ e del Teatro Grande si tiene il secondo appuntamento di “Conversazioni al Grandeâ€?, il ciclo di incontri con alcuni dei protagonisti del panorama culturale italiano per discutere e riettere sui nuovi scenari della societĂ contemporanea e per esplorare le novitĂ della scena editoriale italiana. La Fondazione del Teatro Grande propone una conversazione con Paola Capriolo per la presentazione del suo ultimo libro, “Cainoâ€?,

Una giornata di orientamento alla formazione post-laurea e al lavoro per i laureati nell’area dell’educazione e della formazione. SarĂ questo il “Career dayâ€? che si svolgerĂ venerdĂŹ 30 marzo a partire dalle ore 11 nella sede di via Trieste 17. Un’occasione unica per incontrare di persona i principali enti che si occupano di educazione e formazione sul territorio bresciano e per scoprire opportunitĂ di stage e lavoro dedicate ai laureati triennali

edito da Bompiani nel 2012. Paola Capriolo è nata a Milano nel 1962. Collabora alle pagine culturali del “Corriere della Seraâ€? e svolge attivitĂ di traduttrice, soprattutto dal tedesco. Tra i suoi lavori: La grande Eulalia (Feltrinelli, 1988), Il doppio regno (Bompiani, 1991), La spettatrice (Bompiani, 1995), Una di loro (Bompiani, 2001), Qualcosa nella notte (Mondadori, 2003) e Una luce nerissima (Mondadori, 2005). L’accesso al salone delle scenograďŹ e è da via Paganora 19.

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e magistrali in Progettazione pedagogica. L’iniziativa è promossa dalla facoltĂ di Scienze della formazione e dal Dipartimento di Pedagogia, in collaborazione con la laurea magistrale in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane e Associazione Fabbricatempo. Circa 15 aziende propongono ai visitatori opportunitĂ di carriera in tutti gli ambiti. Nel corso dell´evento sarĂ possibile consegnare il proprio curriculum e ďŹ ssare dei colloqui.

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ldilĂ delle divisioni politiche (ne abbiamo giĂ dato conto) iniziamo nel prossimo numero un percorso di conoscenza del Piano di governo del territorio, dando la parola all’architetto Giampiero Ribolla, responsabile dell’area tecnica del Comune di Brescia e supervisore del lavoro (apprezzato pubblicamente e a piĂš riprese dall’assessore all’Urbanistica del Comune Paola Vilardi) che ha portato, non senza fatica, alla stesura del Pgt. Il documento che di fatto disegna una nuova cittĂ (nel bene o nel male a seconda delle interpretazioni, verrebbe da dire) chiama in causa molti ambiti e settori: dal verde alla mobilitĂ , passando per le infrastrutture (nuove e vecchie da rivalutare) e il rispetto dell’ambiente (in particolare l’avvelenamento da Pcb nella zona Caffaro) nella terza cittĂ piĂš inquinata d’Europa. Va in soffitta il vecchio piano regolatore. La caratteristica fondamentale di ogni Documento di piano è di possedere contemporaneamente una dimensione strategica, che si traduce nella definizione di una visione complessiva del territorio comunale e del suo sviluppo ed una piĂš direttamente operativa, contraddistinta dalla determinazione degli obiettivi specifici da attivare per le diverse destinazioni e dall’individuazione degli ambiti sog-

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questo lungo iter la dialettica politica si è messa in luce con evidenti contrapposizioni. Adesso non resta che modificare la cartografia viste anche le osservazioni recepite dai cittadini e, solo tra qualche mese, il definitivo Piano di governo del territorio verrĂ pubblicato. Dalla prossima settimana passeremo in rassegna gli indirizzi generali del nuovo strumento: la trama verde con l’operazione della valle di Mompiano, il vivere la cittĂ con il sistema delle reti di trasporto e l’abitare la cittĂ , lo sport e il tempo libero (anche se va detto che la cittadella dello sport non è stata inserita nel Pgt, ma è stata consegnata come altri progetti alle future varianti).

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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ ‘–ƒ”› ‡ ‹‘Â?• ‹Â? …ƒÂ?’‘ ’‡” Žƒ •‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â? Rotary e Lions sono scesi nuovamente in campo per due importanti iniziative di solidarietĂ . Nel primo caso si tratta della donazione realizzata dal gruppo Brescia Sud Est alla scuola dell’infanzia San Giuseppe di Borgosotto consistente in una serie di tavoli e sedie per le necessitĂ didattiche. “Si tratta di un piccolo, ma significativo gesto per la nostra organizzazione – ha ricordato il presidente del Rotary sostiene Migliorati – e per questo devo

ringraziare, in particolare, uno dei nostri iscritti, la dott.ssa Elena Albini Albini, dalla quale è partita l’ideaâ€?. Il sindaco Elena Zanola ha avuto parole di plauso per il Rotary, “una realtĂ che, spesso nel silenzio e lontano dai clamori mediatici, mette sempre a segno tasselli importanti nel mosaico della solidarietĂ . La donazione che presentiamo è importante anche perchĂŠ viene fatta ad uno degli istituti scolastici, assieme alla scuola Mafalda, piĂš antichi del paeseâ€?. “Essendo io

monteclarense – ha dichiarato la dottoressa Albini Albini – mi sono sentita in dovere di attivarmi per un asilo, tra l’altro, che anch’io ho frequentatoâ€?. Quanto ai Lions Club Colli Morenici, pregevole l’iniziativa, che ha preso spunto dal Progetto “1 milione di alberiâ€? ideata a livello mondiale dagli stessi Lions. L’obiettivo è piantumare l’area verde attorno all’ospedale con alberi ed essenze arboree: è stato inaugurato il primo dei tre lotti (il cui costo

è di 65mila euro), finanziato dall’associazione assieme a Tenda Verde. “Grazie al nostro impegno – ha dichiarato il presidente dei Lions Pietro Castellaneta – possiamo dire di aver contribuito in maniera significativa a rendere piĂš attraente l’ambiente di questa zonaâ€?. L’intervento vedrĂ la messa a dimora di quasi 300 tra querce, frassini e tigli oltre a 2000 varietĂ di arbusti. La realizzazione è affidata a Tenda Verde, mentre il progetto è del forestale Guido Treccani. (f.m.)

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emedello ha organizzato una conferenza nella giornata mondiale contro i razzismi. Un appuntamento, quello di mercoledĂŹ 21 marzo, organizzato dall’Istituto tecnico statale Bonsignori in sinergia con la Regione Lombardia e l’amministrazione comunale. Al dirigente scolastico è toccato presentare la convention centrata su “Educare alla legalitĂ : no ai razzismiâ€?, rivolgendo un caloroso benvenuto agli oltre 300 allievi del Bonsignori che hanno seguito con attenzione le riflessioni dei piĂš alti rappresentanti dello Stato nel territorio bresciano. I lavori sono stati moderati dall’insegnante Rocco Resta; si sono succeduti, accompagnati da applausi spontanei del parterre, il giĂ procuratore del Tribunale dei minori Emilio Quaranta, suor Rosalina responsabile della ComunitĂ Shalom, Guido Papalia (procuratore generale di Brescia) e del prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace e il sindaco di Remedello Francesca Cerruti. Tra gli invitati i primi cittadini di Gambara, Castenedolo, Gottolengo, Acquafredda, Ghedi,

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po alla loro stesura sono un cittadinoâ€?. “Il vero vincitore è il sognatore che non si è mai arresoâ€?. “Il senso della legalità – sono parole dell’intervento di suor Rosalina – inizia in famiglia. Aprite i cuori – l’invito ai giovani della religiosa – e verificate sempre i messaggi che vi giungonoâ€?. Il prof. Resta ha insistito sulla importanza della formazione delle classi dirigenti e su coloro i quali in questo momento storico detengono il potere. Il prefetto Brassesco Pace ha invitato i giovani a credere nello Stato “mi ritengo un suo costruttoreâ€? “In un sistema democratico si seguono le regole per cambiarle. Il rispetto degli altri combatte il fenomeno del razzismo, ma non è razzismo se uno straniero non può votare. Per farlo bisogna cambiare le regole, cioè le leggi e la sede è quella del nostro parlamentoâ€?.

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7UH VHUDWH GHGLFDWH DOOH 2OLPSLDGL Poco meno di quattro mesi e l’accensione del braciere darĂ inizio ai Giochi olimpici di Londra: l’attesa si comincia ad avvertire anche nella Bassa. A Pompiano si terranno tre serate dedicate alle storie che dal 1896 sanno raccontare e agli importanti valori che esse sanno trasmettere. A organizzarle la societĂ di Atletica in collaborazione con l’Asd Ciclistica, con il patrocinio dell’assessorato allo Sport del Comune. Il nome scelto per l’evento è “In&around London 2012â€? e prende avvio sabato 31 marzo alle 20.30 presso l’auditorium di via Ortaglia con la proiezione del film“Cool runnings-quattro sottozeroâ€?, pellicola che racconta la storia (vera) della squadra giamaicana di bob alle Olimpiadi invernali di Calgary dell‘88. Alla presenza azzurra sotto le bandiere dei cinque cerchi sarĂ dedicata la serata di due settimane piĂš tardi: sabato 14 aprile si terrĂ sempre presso l’auditorium la proiezione di alcuni filmati e documentari dedicati alle imprese sportive di atleti italiani durante le edizioni olimpiche di Atene 2004 e Pechino 2008. Sullo schermo i fotogrammi della cerimonia di apertura, oltre alle premiazioni dei medagliati italiani, non solo nell’atletica e nel ciclismo, ma anche in tutte le altre discipline olimpiche. L’ultima serata, venerdĂŹ 20 aprile, porterĂ a Pompiano tre grandi personaggi dello sport nazionale: moderati da Marco Benedetti, presidente dell’Asd ciclistica interverranno la campionessa paralimpica di ciclismo Patrizia Spadaccini (nella foto), il giornalista sportivo

Franco Bragagna e il presidente della sezione bresciana del Coni Ugo Ranzetti. “L’idea – racconta il vicesindaco e assessore allo sport Silvio Boldrini – è nata dalla collaborazione del presidente dell’Asd ciclistica Marco Benedetti e di Cinzia Zuppelli, “animaâ€? dell’Atletica Pompiano. Ăˆ rivolta in particolare ai ragazzi delle scuole, per diffondere tra di essi la cultura sportivaâ€?. (f.u.)

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quinte, giĂ a partire da inizio ottobre per curare la parte artistica, tecnica e scenograďŹ ca afďŹ nchĂŠ anche la cornice e le pause dello show, intervallato da divertenti sketch comici, suggestivi balletti e strepitosi siparietti tra le varie esibizioni, siano il piĂš coinvolgenti possibile. Per quanto riguarda i cantanti (giĂ alle prese con le prove da inizio novembre) quest’anno se ne contano in lista, tra affezionati e new entry, ben 81 (70 l’anno

scorso) con la proposta totale di 60 canzoni (50 la precedente edizione). L’appuntamento, che ogni anno richiama affezionati spettatori da paesi limitroďŹ , ma anche fuori provincia, è libero a tutti coloro che desiderano trascorre piacevoli momenti di sano svago, approďŹ ttando delle belle serate primaverili e gratiďŹ cando, con la propria presenza, l’entusiasmo e la generositĂ dei tanti giovani coinvolti. (a.s.)

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possibile l’integrazione tra mentalitĂ culturali e fedi differenti? Su questo tema, affascinante nella sua complessitĂ , ha parlato il sociologo Stefano Allievi, invitato al cinema Gloria la scorsa settimana nell’ambito degli incontri organizzati da “Vocabolari di paceâ€? sul tema “Come convivere tra culture e religioni diverseâ€?. Introducendo il relatore, il direttore de “La Voce del Popoloâ€? don Adriano Bianchi ha affermato l’importanza “della conoscenza delle altre culture, via maestra per arrivare poi alla migliore integrazione possibile; la religione, sotto questo aspetto, deve essere sempre strumento di non violenza. La diocesi di Brescia, mi piace ricordare, è una delle piĂš attive al riguardo essendo stata tra

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magari a casa propria nemmeno lo possiedono�. Una terza condizione a cui porta il processo pluralistico consiste nel “prendere atto della situazione e comportarsi di con-

seguenza dialogando e cercando punti di contatto e di intesa, il classico vivere civile insomma, un po’ come avviene quando gli insegnanti, a scuola, trovandosi di fronte a

diversi alunni di altre fedi, devono modificare il modo di rapportarsi globalmente con la classeâ€?. Ăˆ opportuno, pertanto, che i credenti “ricerchino nella storia un senso: esso può benissimo essere costituito da quel dialogo interreligioso attraverso il quale riscoprire le altrui e le proprie identitĂ e radici. Facciamo sĂŹ di essere come la ruota di un carro: Dio costituisce il mozzo e gli uomini i raggi. PiĂš saremo vicini a lui piĂš ci troveremo in comunione anche tra di noiâ€?.

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Š‹ƒ”‹ ‹ƒ‰‰‹‘ –”ƒ Ž‡ ‹…‘Â?‡ ”—••‡ Dal 31 marzo al 22 aprile presso il Museo della CittĂ (ex Carceri) di Chiari l’Academia-Ikon Rus’ espone 40 icone russe, proponendo un viaggio affascinante fra le icone russe, alla scoperta del culto ortodosso e della storia iconograďŹ ca in Russia, con la mostra “Quando l’arte racconta la fedeâ€?. L’esposizione comprende piĂš di 40 esemplari appartenenti alla collezione privata di Academia-Ikon Rus’ di Montichiari. Un viaggio nella storia artistica della Russia e della

confessione ortodossa, che parte dal XVI al XIX secolo. La raccolta in mostra viene esposta con un percorso temporale, composta da icone dipinte nelle migliori scuole russe tra cui la scuola di Mosca, di S. Pietroburgo, di Palek e di M’Stera, di Yaroslav, di Novgorod, ecc... Tra le opere in esposizione alcune sono rare, altre sono di alta epoca, altre ancora impreziosite con riza (copertura metallica) in argento e pietre preziose. La tecnica di questa arte ďŹ gurativa è rimasta

la stessa ďŹ n dalla sua nascita: l’immagine, realizzata sia con i colori, sia con le tessere di mosaico viene eseguita su legno, lino o pietra. La maggior parte delle icone rafďŹ gura il volto di Cristo o della Madre di Dio, dei Santi, degli Angeli e delle feste della liturgia ortodossa. L’icona è un simbolo sacro e come tale non imita il mondo visibile, materiale e tanto meno è occasione per esibire sentimenti e giudizi personali dell’artista; essa esiste per rendere visibili gli archetipi

trascendenti che altrimenti resterebbero senza espressione. Per questo l’icona ha la funzione di aiutare il credente a pregare, a credere a ragionare a piangere a gioire, cosĂŹ che il tutto viene accolto e trasďŹ gurato nel mistero. L’icona non vuole mai rappresentare la natura ed è per questo che si diversiďŹ ca totalmente dal quadro religioso, il quale attinge da ďŹ gure umane lasciando libere invenzioni dell’artista e le sue personali interpretazioni dei temi sacri.

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na grande vela bianca sorretta dalla croce e su di essa una strada, che si distende e allarga sempre piĂš verso la luce. Questo il monumento funebre che da si erge nel cimitero di Urago d’Oglio per ricordare – nel 30° anniversario della morte – Vincenza Stroppa, la maestra elementare originaria del paese che fondò, insieme al francescano padre Ireneo Mazzotti, l’istituto secolare di vita consacrata Piccola famiglia francescana. Una figura di grande importanza per la storia del suo paese e dell’Istituto, uniti per l’occasione nel ricordo e nella celebrazione, come traspare dalle parole di Assunta della Volpe, presidente centrale della Piccola famiglia francescana, presente a Urago d’Oglio sabato scorso per l’inaugurazione e la benedizione del monumento: “La sua volontà è sempre stata quella di rimanere qui – invece che nella nostra sede al cenacolo francescano di Ome – tra la sua gente e i suoi ragazzi. Questo rispondeva al suo ideale di vita consacrata che prevedeva lo stare nel mondo, fino alla fine. Ăˆ un’occasione importante per il nostro istituto, rappresentato in tutte le sue componenti sparse in ogni parte del mondo, e anche per il paese di Urago d’Oglio di riscoprirne la figura grazie a questo nuovo monumento, finanziato dall’ammini-

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don Gianfranco Rossi: “La vicenda umana e spirituale di Vincenza Stroppa nasce all’interno della parrocchia e al servizio di essa, allargandosi anche all’intera comunitĂ . La sua è una testimonianza molto significativa, che noi abbiamo sempre celebrato ogni anno il 24 marzo, nell’anniversario della sua morte. Ci auguriamo che divenga nota sempre a piĂš persone, che magari ora non la conosconoâ€?. Proprio a questo potrebbe servire la scultura, realizzata insieme ad alcuni allievi da Pietro Ricci, docente all’Accademia di belle arti “Santa Giuliaâ€?: al momento dello scoprimento erano presenti, oltre alle autoritĂ comunali e provinciali anche i ragazzi delle scuole medie, segno ancora una volta di una comunitĂ che vuole “riscoprire – queste le parole del sindaco Antonella Podavitte – la propria storia guardando però avanti, al futuroâ€?. Il progetto è nato tre mesi fa e si è realizzato anche grazie al contributo di alcune societĂ e associazioni del paese, come gli alpini. In occasione delle celebrazioni, inoltre, è stato presentato il libro “Vincenza Stroppa – maestra di vita e spiritualitĂ â€?, curato da padre Rocco Barbariga e distribuito a tutti i presenti. La “maestra Cenzaâ€?, insomma, com’era conosciuta a Urago, lungi dall’essere dimenticata continua anche oggi la propria missione di spiritualitĂ collocata nel cuore della sua gente.

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ƒ”†‘Â?‡ ‹˜‹‡”ƒ Dz ‘‰Ž‹‘ —Â?ƒ ˜‹–ƒ †‹ˆˆ‡”‡Â?ÂœÂ‹ÂƒÂ–ÂƒÇł Un incontro come occasione per conoscere modelli virtuosi a livello nazionale e per creare un pubblico dibattito sulla gestione dei riďŹ uti sul lago di Garda. Ăˆ quanto propone sabato 31 il comune di Gardone Riviera, con la collaborazione della ComunitĂ montana Parco Alto Garda, con il convegno “Voglio una vita differenziata 2012â€? ospitato presso il palazzo municipale a partire dalle 20.30. Nel corso della serata verranno presentate

le relazioni di Piero Penner, assessore all’Ambiente di Noli, “La raccolta differenziata in un piccolo borgo medioevale�, di Francesco Nocera, assessore all’Ambiente di Pietra Ligure, “La raccolta differenziata sul territorio di Pietra Ligure, Comune costiero a vocazione turistica�, di Alessio Ciacci assessore all’Ambiente di Capannori, “Il case study italiano della ‘zero waste’�, di Francesco Pergher e Roberto Bortolotti, presidente e direttore di Amnu,

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‹˜‘Ž–‡ŽŽƒ —‘˜ƒ •‡†‡ …Ž‹ azienda municipalizzata trentina, “L’organizzazione della raccolta differenziata: una scelta di civiltĂ , una opportunitĂ professionaleâ€? e di Stefano Ambrosini, assessore all’Ambiente di Gardone, “Un modello sperimentale di gestione: porta a porta e compostaggio localeâ€?. Temi che riguardano tutti i cittadini che devono sentirsi responsabilmente impegnati a salvaguardare il territorio e a trasmetterlo ‘vivibile’ alle future generazioni.

Le Acli di Brescia informano che la sede dell’UfďŹ cio Zonale (Patronato e Caf) di Desenzano del Garda si è trasferita presso i nuovi locali di Rivoltella in via Di Vittorio 43. Oltre agli ufďŹ ci il trasferimento ha riguardato anche la bottega del Commercio equo e solidale gestita dai volontari del Circolo Acli di Desenzano-Sirmione-Lonato. Si ricorda che è possibile prenotare l’appuntamento (allo 0302409884) con gli operatori del Caf-Acli per la dichiarazione dei redditi.

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er il secondo anno consecutivo la rete scolastica “Morene del Gardaâ€?, costituita nel 2008 da un gruppo di docenti degli istituti superiori del bacino benacense, ha avviato una rassegna di lezioni incentrata sull’ambiente gardesano in cinque scuole del Benaco. L’iniziativa, che ha ricevuto il patrocinio della ComunitĂ del Garda ed il finanziamento dell’assessorato all’Ambiente della Provincia di Brescia, è intitolata “Terracqueâ€? e si propone l’obiettivo di costituire un rilevante momento di studio e di riflessione sull’ambiente gardesano nella prospettiva del protocollo adottato a Nagoya nel 2010 nel corso della 10ÂŞ “Convenzione sulla biodiversitĂ biologicaâ€? e finalizzato alla salvaguardia della biodiversitĂ per la prefigurazione di una nuova era in cui la vita sia in armonia tra natura e uomo. “Terracqueâ€? coinvolge circa 250 studenti, in maggioranza del biennio delle superiori, invitati ad esaminare il Garda come materia di studio. Ad avviare il percorso didattico, giĂ a dicembre, sono stati gli esperti dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente di Trento, Maurizio Siligardi e Barbara Zennaro, che hanno illustrato agli studenti del liceo “Bagattaâ€? di Desenzano e dell’istituto commerciale e per geometri “Battistiâ€? di Salò i risultati di una innovativa ricer-

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interesse, quali la biodiversitĂ , l’acqua e i prodotti della terra: la tipicitĂ dei prodotti gardesani. Le lezioni sono tenute da Silvia Porro, ricercatrice di Scienze naturali dell’UniversitĂ statale di Milano e da Marialuisa Monesi, studiosa del marketing territoriale e referente dell’Associazione “Donne in campoâ€? impegnata a promuovere l’imprenditorialitĂ femminile, a mantenere le tradizioni, a preservare il territorio e l’ambiente e a sviluppare i servizi sociali nelle aree rurali. Le prime hanno interessato l’istituto per i servizi in agricoltura e lo sviluppo rurale “Vincenzo Dandoloâ€? di Lonato, l’istituto alberghiero “Caterina De’ Mediciâ€? e l’istituto tecnico-professionale “Luigi Bazoli - Marco Poloâ€? di Desenzano. Il prossimo appuntamento, giovedĂŹ 29 all’auditorium del “Bazoli-Poloâ€? , è dedicato ad un originale reportage sullo stato delle acque dolci ad opera del giornalista e fotoreporter Valerio Gardoni. Per la conclusione, sabato 21 aprile, “Terracqueâ€? si trasferisce a Salò all’istituto “Battistiâ€? con una lezione del segretario generale della ComunitĂ del Garda, Pierlucio Ceresa, sugli “Usi plurimi delle acque del Gardaâ€?. Grazie a “Terracqueâ€? gli studenti hanno a disposizione una concreta occasione per conoscere importanti tematiche ambientali e prepararsi a un utilizzo responsabile delle risorse e del territorio.

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raccolsero in breve tempo 145mila euro grazie alla generositĂ di molte famiglie della Valgobbia e ad alcune campagne promozionali avviate nei centri commerciali e nei negozi della cittadina, sempre col sostegno dell’amministrazione comunale; a questi si aggiunsero poi i 130mila euro destinati dall’Asl di Brescia, per un totale di 275mila euro che consentirono di provvedere alle necessarie prestazione mediche. Jacopo oggi è un bambino di 11 anni e gli assistenti che lo seguono

assicurano che la sua condizione è migliorata molto da allora. “I fondi rimasti dalla raccolta – dice l’assessore ai Servizi sociali, Fausto Pasotti – sono stati destinati, come da accordi, a vari destinatari: parte dei 70mila euro rimasti sono stati equamente distribuiti fra le famiglie del territorio con minori diversamente abili, altri sono andati per l’abbattimento delle barriere architettoniche dell’asilo di San Sebastiano, quindi alla parrocchia della Pieve e alla festa dedicata alla

disabilitĂ (“Happy Handy Dayâ€?) che si tiene in maggio a Sarezzo; 15mila euro sono stati assegnati da una commissione alla Fondazione “Le Rondiniâ€? per l’acquisto di un pulmino, mentre 18mila euro sono andati a sostegno dell’assistenza sociale in generale. Una ripartizione delle risorse siglata dal presidente della Croce Bianca Valeriano Gobbi, dal sindaco di Lumezzane Silverio Vivenzi con l’assessore Pasotti e dal presidente della casa di riposo Massimo Bossini. (a.a.)

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ontinua a battere incessante l’iniziativa dell’associazione Valtrompiacuore. Una realtĂ con sede a Gardone e vero e proprio punto di riferimento informativo sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari. CosĂŹ, dopo aver inaugurato a novembre la risonanza magnetica cardiaca donata all’ospedale gardonese, l’associazione prosegue la sua collaborazione proprio con la struttura ospedaliera gardonese. “Proprio in questo periodo – dice il presidente Mario Mari – stiamo cercando di realizzare con il presidio ospedaliero un ambulatorio di radioterapia, oltre all’acquisto di un ecocardiografo portatile per il reparto di Cardiologia e alla concreta possibilitĂ di acquistare pure alcuni defibrillatori semiautomatici da destinare a plessi scolastici e oratori della Valtrompia. Inoltre, stiamo organizzando proprio con alcune scuole, per il secondo anno consecutivo, una serie di incontri sulle abitudini e i comportamenti di prevenzione cardiovascolare fin dalla piĂš tenera etĂ , con l’intenzione di realizzare un concorso in tal sensoâ€?. Un impegno sul fronte degli aspetti medici che gli associati portano avanti con dedizione, guardando alle attrezzature che possono

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diologo/radiologo, cercando di poter esplorare nuove frontiere nelle metodologie di ricerca preventive e curative. Inoltre, con la collaborazione delle istituzioni, vorremmo elaborare un progetto di aiuto economico a una o piÚ famiglie valtrumpline, single indigenti e con un familiare a carico gravemente malato di cuore, oltre a uno screening selettivo nei bambini e negli adolescenti con familiarità positiva per cardiopatia ischemica o vasculopatie arteriose�. Un’associazione che tiene fede al suo nome, avendo a cuore la Valtrompia e la gente che la rende viva ogni giorno.

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ƒ”‡œœ‘ Dz ”—’’‘ ‹Â? …ƒÂ?Â?‹Â?‘dz ƒ””‹˜ƒ ‹Â? ƒŽŽ‡ Anche in Valtrompia sbarca il progetto “Gruppo in camminoâ€?, promosso dall’Asl di Brescia e presto realizzato nel Comune di Sarezzo. Un’iniziativa accolta di buon grado dall’assessorato ai Servizi sociali e ďŹ nalizzata al mantenimento di una buona condizione di salute e alla prevenzione di situazioni patologiche. CosĂŹ, il servizio sociale comunale e il gruppo volontari della Rsa “Madre Teresa di Calcuttaâ€? hanno dato la loro disponibilitĂ

a mettere in pratica un progetto rivolto in particolare a persone diabetiche, in sovrappeso, ipertese, dislipidemiche (alterazione della normale quantità di grassi o lipidi presente nel sangue, nda). Guidato da un referente del gruppo di volontari e da un professionista, il progetto verrà messo in opera presso la pista di atletica del campo sportivo di Sarezzo per un massimo di 25 persone, pronte a riunirsi tre volte alla settimana con sedute pomeridiane di un’ora e mezzo

circa. “Il gruppo – spiega il sindaco Massimo Ottelli – cercherĂ di promuovere, attraverso il cammino, uno stile di vita piĂš sano del quale la parte atletica diventi componente fondamentale. Un percorso che non ha limiti d’etĂ (ovviamente dietro approvazione dei rispettivi medici di base) e che punta anche sull’aspetto di socializzazione fra i partecipantiâ€?. L’attivitĂ prende il via nel mese di aprile, anche sulla scorta dell’esperienza avviata il 28 marzo a Nave, dove il “Gruppo di camminoâ€?

è giĂ in funzione e si ritrova presso il parco del Garza per sperimentare il piacere del movimento, seguendo ritmi lenti e gesti corretti. Chi fosse interessato all’iniziativa che si svolge nel Comune di Sarezzo, può lasciare il proprio nominativo telefonando al Servizio sociale tutti i giorni (030.893620/262) o passando presso la sede comunale di via Zanardelli 5 lunedĂŹ e venerdĂŹ (ore 10.30/12.45 e 16/18) oppure martedĂŹ e giovedĂŹ (ore 10/12.45). (a.a.)

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’Acv (Associazione culturale Valtrompia), accanto alle iniziative culturali, editoriali e varie, ha intrapreso la nuova avventura nel settore del turismo. L’hanno collaudata i 60 ragazzi delle elementari con le loro maestre con gradito pranzo e seguita lezione pratica della Associazione produttori apistici di Brescia: un esempio di come è adatta e può essere utilizzata anche per interessanti campi scuola. Una nuova iniziativa turistica imprenditoriale in Valtrompia è una notizia. Nonostante tutto ci sono privati che credono ancora nelle potenzialitĂ dell’Alta valle per una attivitĂ proficua nel settore: è fallita la Pezzeda, ma va ricordata la Maniva Ski della famiglia Lucchini coi suoi impianti sciistici in continuo potenziamento e progetti allo studio per dare al comprensorio prospettive a 360° per tutte le stagioni. Ancora, meno di un anno fa, nel luglio scorso, è stata inaugurata a Pezzoro la struttura alberghiera con insegna “Locanda Gnaroâ€?, dedicata al grande scalatore Silvio Mondinelli realizzata dalla societĂ â€œI Contiâ€? con presenti imprenditori locali. Ora la novitĂ di Pezzaze. L’immobile su due piani è di proprietĂ comunale, a suo tempo acquisito dal Beneficio parrocchiale, si trova a Stravignino, la frazione capoluogo: ha usufruibili vicino e verranno gestiti sempre da Acv: un campo di

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due locali pranzo (10 e 25 persone) al piano terra; quattro camere con due, tre, quattro e sei letti per complessivi 15 posti al primo piano con soffitti in legno recuperati belli alla maniera antica. Era lĂŹ a disposizione. Acv ha partecipato al bando per la gestione vincendolo. Piero Gasparini, con Silvia Filippi è da sempre l’anima dell’associazione, racconta che è stata colta l’occasione di abbinare (formula nella quale ha sempre creduto) cultura secolare e pregi ambientali della zona per soggiorni piacevoli e interessanti a prezzi moderati. Pezzaze vale bene un week-end con la miniera Marzoli in cui si entra col trenino giallo dei tempi, il suo museo della civiltĂ del ferro impreziosita dalla collezione di sculture di Vito Piotti, monumenti affascinanti come S.Apollonio Vetere e la Torre di Mondaro, il Sentiero dei carbonai, la zona del GĂślem vicinissima. Senza dimenticare il sito museale del Forno Fusorio, visitato da Leonardo da Vinci a Tavernole. La casa viene affidata “chiavi in manoâ€? per i giorni voluti in auto gestione: si cucina da soli o si chiedono i “cuochiâ€? dell’associazione per pranzo e cena a prezzi prima concordati con menĂš tipico di piatti nostrani dove re è il formaggio. La prima colazione, per esempio, costa 2,5 euro. Si punta molto sui gruppi e la tariffa favorisce le scolaresche: 500 euro per una settimana di utilizzo. Tutto su www.casavacanzevaltrompia.it.

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“Per uno sviluppo integrale dell’uomoâ€? a 45 anni dalla Populorum Progressio si confrontano, venerdĂŹ 30 marzo alle 17, l’on. Paolo Corsini e padre Mario Menin, direttore dei missionari saveriani. Le conclusioni sono afďŹ date all’on. Rocco Buttiglione dell’associazione Amici di pensare cristiano. L’appuntamento, in programma presso l’Accademia Tadini di Lovere, è organizzato dalla parrocchia in collaborazione con il Comune, l’istituto Celeri

Si va delineando il programma della 38ÂŞ “Marcia della solidarietĂ vita per la vitaâ€? che il Gruppo sportivo di Coccaglio organizza nel mese di agosto. La Sardegna è la regione che dall’otto al 20 agosto sarĂ attraversata dai tedofori. 12 le tappe e poco piĂš di 700 i chilometri da percorrere. Per gli studenti e per i giovani è prevista una sponsorizzazione, che consente di partecipare quasi gratuitamente. Per info, 3355477413 oppure visitare il sito wwwvitaperlavita.com.

e l’associazione Amici pensare cristiano; rientra nelle iniziative del Certamen Sebinum 2012. Il 26 marzo 1967 Paolo VI indirizzava “a tutti gli uomini di buona volontĂ â€? l’enciclica dedicata al tema dello sviluppo dei popoli. Si era da poco concluso il Concilio Vaticano II, che aveva aperto prospettive universali, per l’appunto “ecumenicheâ€? e tra queste la speranza per la liberazione dall’arretratezza e dall’ingiustizia come presupposto per il riconoscimento dei diritti

dei poveri e degli ultimi. Con la Populorum Progressio Paolo VI indica lo sviluppo come il grande tema della Chiesa (nel Sinodo del 1971 i Vescovi avrebbero detto che la predicazione della giustizia era elemento costitutivo della missione della Chiesa) ma anche dell’umanità sul cammino verso la pace. La pace era la vera preoccupazione in quel periodo storico, caratterizzato dalla guerra fredda tra le superpotenze, dal conitto del Vietnam, ai conitti nel Medio Oriente.

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e famiglie di Erbusco vogliono crescere assieme, condividere bisogni, sogni ed esperienze dell’essere madri e padri al giorno d’oggi. Per questo, hanno scelto di fare “networkâ€?. Si chiama proprio “Family networkâ€? il gruppo di genitori del borgo franciacortino che da tempo hanno deciso di unire i propri sforzi sulla genitorialitĂ . Obiettivo: formare una rete di genitori dei ragazzi di Erbusco, Villa e Zocco, offrendo momenti educativi di aggregazione, ma anche supporti formativi per mamme e papĂ che, di fronte all’adolescenza, si trovano spiazzati dai comportamenti dei figli. “La prima parte del nome − dicono i genitori dell’associazione − fa un po’ effetto perchĂŠ è in lingua inglese, mentre la seconda fa pensare, forse perchĂŠ la rete rimanda a un groviglio di matasse da cui, una volta caduti dentro, uscire può essere faticoso. Questo paragone rispecchia la nostra quotidianitĂ , quella di genitori alle prese con la bislacca ma irripetibile etĂ adolescenziale. Il nostro gruppo lavora giĂ da due anni, in collaborazione con le varie agenzie educative del territorio, dalle scuole agli oratori fino agli enti localiâ€?. In questi mesi il gruppo ha organizzato incontri, cineforum e momenti ludici, che si intensificheranno proprio nei mesi fra aprile e

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e per offrire occasioni d’incontro e di svago. A fine febbraio, poi, da un accordo con i giovani dell’associazione “Quelli di Erbuscoâ€? è stata messa in campo una riuscita serata pubblica: il salone Titonio, dietro il Municipio, ha ospitato Silvia Baronio, del Centro oratori bresciani, intervenuta su “Una base sicura. Dal bisogno di controllo alla spinta verso l’autonomiaâ€?. Per due ore buone una cinquantina di cittadini si è confrontato con i problemi, le fatiche, le criticitĂ dell’essere genitori in un tempo in cui è sempre piĂš difficile essere padri e madri. Da Erbusco a Villa, dai genitori ai giovani: sulle colline di Franciacorta il protagonismo è ormai di casa. Ultimo esempio arriva dalla recente Quaresima. Sabato 24 marzo i ragazzi dell’oratorio di Villa Erbusco, hanno infatti messo in scena in parrocchia “La passione di Cristoâ€?. Lo spettacolo è stato realizzato grazie all’aiuto e alla collaborazione dei catechisti Paolo e Nadia e di don Aldo. In un solo mese di tempo gli aspiranti attori sono riusciti a preparare sia la sceneggiatura che i dialoghi, focalizzando l’attenzione sulle cinque scene ritenute maggiormente importanti e rappresentative: l’ultima cena, l’orto degli ulivi, il processo di Ponzio Pilato, la salita al calvario con la crocifissione e il compianto delle madri dei tre crocifissi.

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Dopo aver fatto tappa a Darfo Boario Terme, Edolo, Pian Camuno e Esine la rassegna “Fratelli d’Italia − Storie di migrazione e accoglienza, tra problemi e opportunitĂ â€? promossa dall’associazione culturale “GrafďŹ tiâ€?, in collaborazione con Emergency, UniversitĂ popolare di Valcamonica-Sebino e cooperativa “k-paxâ€? si chiuderĂ a Breno, non a Capo di Ponte come precedentemente previsto.

La cooperativa sociale “Arcobalenoâ€? di Breno, in collaborazione con il Gruppo Sub Valle Camonica e il Ristorante pizzeria “La Giaraâ€? di Pian Camuno, invita a partecipare alla pizzata con servizio “specialeâ€? che si terrĂ giovedĂŹ 29 marzo 2012 a partire dalle ore 18.30. Il menĂš della serata prevede antipasto, pizza a scelta, dolce, caffè e bevande al prezzo ďŹ sso di 20 euro: il ricavato della serata sarĂ destinato al sostegno della

L’appuntamento è per sabato 31 marzo alle ore 10 presso il Palazzo della Cultura: ospite di questo ultimo appuntamento è l’on. Jean-LĂŠonard Touadi (nella foto), originario della Repubblica del Congo, insegna all’UniversitĂ di Bologna, all’UniversitĂ degli Studi di Milano e all’UniversitĂ degli Studi di Roma “Tor Vergataâ€?. Scrive per la rivista “Nigriziaâ€?. Deputato del Pd dal 2008, è l’unico parlamentare di colore del nostro Paese.

attivitĂ della cooperativa. Per ulteriori informazioni e prenotazioni è possibile contattare direttamente la Pizzeria, oppure telefonare al numero 0364.591192. La Cooperativa Sociale Arcobaleno è stata fondata nel 1986 a Breno, da alcuni soci dell’Anffas di Vallecamonica e da altri volontari impegnati nella solidarietĂ sociale. Il sito ufďŹ ciale della cooperativa è il seguente www. cooparcobaleno.com.

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rovincia di Brescia e Anas hanno sottoscritto una convenzione in ordine alla redazione della progettazione preliminare e dello studio di prefattibilitĂ ambientale relativi all’adeguamento in sede del tratto di strada statale 42 “del Tonale e della Mendolaâ€? compreso fra Berzo Demo ed Edolo ed alla realizzazione della variante est di Edolo con collegamento a sud della strada statale 39 “del Passo dell’Apricaâ€?. “La progettazione i cui termini sono stati siglati con questo atto e i cui costi sono a carico dell’Amministrazione – ha annunciato il presidente della Provincia Daniele Molgora – apre la via all’Anas per completare l’opera della strada che percorre la Valle che ha avuto un trascorso complesso e travagliatoâ€?. La rete viaria provinciale è dell’Ente meno due tratti, la Gardesana occidentale e la strada della Valle Camonica, ancora di proprietĂ Anas, cui spettano le sistemazioni derivanti. “In pratica si riparte da zero – ha precisato il capo dipartimento Anas di Milano Claudio De Lorenzo – ma con un determinante punto di partenza, in quanto, espletato l’aspetto progettuale, lo si potrĂ mandare in gara e ottenere le prime risorse per la prosecuzione dei lavori. Essendo la progettazione sviluppata assieme ad Anas – ha aggiunto De Lorenzo – sarĂ possibile, per accele-

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afferendo ad un unico progetto, il cui costo operativo complessivo è di 70 milioni di euro a carico di Anas – ha specificato Vivaldini – la suddivisione prevede l’adeguamento in sede del tratto Berzo Demo – Edolo della SS42, dallo svincolo di Berzo alla rotatoria a sud di Edolo, la variante est di Edolo stesso e il collegamento con la SS39, a sud del centro camunoâ€?. L’aspetto piĂš importante di questo accordo – che consentirĂ di accelerare i tempi di inizio e prosecuzione lavori con anticipo di accesso ai fondi necessari – risiede nell’iter di sviluppo progettuale: i progettisti incaricati dalla Provincia si interfacceranno con i responsabili della progettazione Anas.

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passaggi addirittura accorato, anche perchĂŠ emarginazione e pregiudizio li aveva combattuti da vicino. Era presidente dell’associazione “Alleanza per la salute mentaleâ€?, come a provare a se stesso e a testimoniare agli altri che non basta parlare: occorre anche metterci le mani, farsi carico, lasciarsi coinvolgere in prima persona, o come si dice in Valle Camonica “tirare la carrettaâ€?. Tra non molto, all’interno del perimetro dell’ospedale di Esine, sarebbe stato pronto il centro per le terapie

psichiatriche, che però Alberto non farĂ a tempo ad inaugurare. Eppure questo progetto, cosĂŹ necessario per tutta la vallata dell’Oglio, era stato da lui accompagnato ed assistito con affetto e speranza: si può non a torto affermare che Bonazzi in questo disegno ci aveva messo il cuore. Un cuore, neanche poi vecchio piĂš di tanto che improvvisamente però, senza preavviso, è venuto meno, ha cessato di battere non lontano dal traguardo dei 71 anni. In un certo periodo della sua esistenza,

Bonazzi sĂŹ è trasformato addirittura in “ambasciatoreâ€? all’estero per testimoniare (anche in patria) ingiuste prevenzioni, sbagliati preconcetti ancora purtroppo diffusi, in ordine a coloro che soffrono di disagio mentale: in treno, con un seguito di ben 250 assistenti e assistiti aveva compiuto un viaggio-testimonianza da Roma a Pechino, con notevole successo e parecchie soddisfazioni. Da qualche tempo era stato nominato autorevole portavoce del terzo settore camuno. (e.g.)

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’Incubatore d’impresa di Cividate Camuno, gestito da impresa e territorio Scarl. Ha raggiunto giĂ nel suo primo anno di attivitĂ due obiettivi fondamentali: il pareggio di bilancio e l’avvio della privatizzazione. La SocietĂ che ha realizzato l’Incubatore, Invitalia Spa, ha dichiarato che quello dei Cividate è un modello pilota per la rete dei 34 Incubatori italiani: lo ha confermato anche il dott. Federico Lasco, dirigente di Invitalia, che sui 29 incubatori completati e sui cinque in fase di progettazione, ha verificato che quello di Cividate Camuno, unico incubatore lombardo, ha raggiunto subito l’obbiettivo della privatizzazione, cedendo quote pubbliche a imprese private e raggiungendo anche presto e bene il pareggio di bilancio. La societĂ di gestione, Impresa e Territorio Scarl, costituita nel settembre del 2010, con un capitale iniziale di 60mila euro, aveva come soci iniziali il Consorzio Comuni Bim di Valle Camonica (50% delle quote), la Provincia di Brescia e la ComunitĂ montana di Valle Camonica (entrambe con il 25% delle quote). Dopo le azioni di animazione, i corsi di formazione, i seminari tecnologici, l’apertura alle esigenze delle imprese, la credibilitĂ acquistata

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sorzio Servizi Valle Camonica; Forgiatura MamĂŠ S.p.A.; Forge Monchieri Spa.; Forgiatura Morandini Srl; Img Srl; Lucefin Spa Impresa e Territorio, guidata da un Consiglio di amministrazione composto dal presidente Fabio Bianchi, giĂ a capo dell’Associazione imprenditoriale Assocamuna, e dai consiglieri Franco Gelfi e Donato Filippini, il 23 novembre 2011 infatti aveva deliberato la sottoscrizione a soggetti terzi estranei dalla compagine sociale originaria garantendo alla compagine pubblica una partecipazione al capitale sociale almeno pari al 51%. Il 28 febbraio 2012 la societĂ acquisisce l’attuale nuovo assetto. Attualmente all’interno della struttura di Cividate Camuno vi sono ben nove societĂ di servizi “incubateâ€? (su un totale di 21 posti disponibili), mentre con Apindustria a breve inizierĂ lo “Sportello Europaâ€?. Un altro progetto di notevole valore è la costituzione del “distretto ruraleâ€? di cui fanno parte 20 imprese del settore. La ricerca scientifica, particolare di non poca importanza, è garantita dall’appoggio del Politecnico di Milano e dall’UniversitĂ di Edolo, mentre continuano il sostegno e indirizzo di ricerca di finanziamenti alle imprese e i corsi di formazione per neo-imprenditori.

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Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo. Dicevano infatti: “Non durante la festa, perchĂŠ non succeda un tumulto di popoloâ€?. GesĂš si trovava a BetĂ nia nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: “PerchĂŠ tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest’olio a piĂš di trecento denari e darli ai poveri!â€?. Ed erano infuriati contro di lei. Allora GesĂš disse: “Lasciatela stare; perchĂŠ le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un’opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneďŹ carli quando volete, me invece non mi avete sempre. (...)

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mici. PiĂš che negli altri racconti in questo, steso da Marco, la necessitĂ di prendere posto (di prendere posizione) è un elemento fondamentale, un filo rosso che intesse i diversi interventi e la comparsa dei protagonisti. C’è l’intimitĂ , la comprensione, lo scandalo, l’incertezza: tutto è tratteggiato con decisione, per grandi masse, per blocchi che si contrappongono. Costringe a decidere, a mettersi dall’una o dall’altra parte. Però in Marco manca la piĂš dolente delle parole, quella che solo Matteo mette sulla bocca di GesĂš, davanti a Giuda che lo sta per tradire: “Amicoâ€?. Ma questa parola è sottintesa a tutto il racconto ed è lo spartiacque per capire e interpretare il dramma vero, quello che non riguarda GesĂš ma l’uomo che gli si avvicina. La divisione sta tra chi gli è amico e chi decide di non esserlo e per far questo – secondo la prospettiva di Marco – deve trovare sotterfugi e inganno per non credere. I motivi per

6WDEDW 0DWHU GRORURVD Si tratta della terzina d’inizio dello Stabat Mater, inno, composto nel XIII secolo dal francescano Jacopone da Todi, che ha conosciuto diverse trasposizioni musicali la piĂš famosa delle quali è senz’altro quella di Giovanni Battista Pergolesi; ma che annovera anche la pregevole e piĂš raccolta trasposizione di Luigi Boccherini, per soprano e archi. Pregare aiutati dalla musica e dal canto favorisce il raccoglimento e suscita anche una forte partecipazione contemplativa. Stabat Mater: stava la Madre. Stava: rimaneva, sostava, era accanto al Figlio ai piedi della Croce, addolorata. Era l’amore che la faceva stare, mentre il dolore l’avrebbe spinta a fuggire, cosĂŹ come per paura fuggirono gli Undici

a Getsemani. Lei, Maria, invece sta, perchĂŠ amare è rimanere. Anche a GesĂš fu chiesto di scendere dalla Croce per dimostrare la sua divinitĂ (cfr. Mt 27,41-42), per qualche istante avrebbe avuto tutti ai suoi piedi, ma nel silenzio anche Cristo sceglie di stare, di rimanere in quell’oltraggio. Anche nella nostra vita ci sono occasioni in cui la fuga si presenta come la piĂš facile e immediata risoluzione: l’aborto, l’eutanasia, il divorzio sono tutte forme di fuga di fronte alla difficoltĂ , alla fatica di reggere una situazione inaspettata e dolorosa, come quella di un amore che conosce una fase di stanca, di tradimento, di non senso. La societĂ con le sue leggi ci propone sempre le vie piĂš facili: contraccettivi per il prima e per il

dopo, edonismo e divertimento per la vita del piacere, ma anche forme minori di amore come la convivenza dove una possibile via di fuga rimane sempre una possibilità . Lei no, la Madre sta, rimane accanto al Figlio perchÊ il Figlio prima di lei è rimasto sulla Croce. Quante madri stanno: in ospedale accanto ai loro bambini malati, fuori dalle porte delle carceri di Padova ne vedevo sempre qualcuna sostare guardando verso la palazzina che rinchiudeva il figlio. La donna ha la vocazione dello stare: sono le donne che troviamo sedute accanto alle tombe dei loro cari a continuare i loro gesti domestici di attenzione e cura: pulire, sistemare i fiori, parlare e raccomandare. La donna è forte per questo resta, rimane.

credere sono chiari, davanti agli occhi di tutti: eppure la tentazione di tradire, si mettersi dall’altra parte, lĂ dove sembra stia il piĂš forte sembra vincere, fino alla fine. Non è solo Giuda a tradire, ma anche Pietro, e gli altri che fuggono, e quelli che cercano nelle parole di GesĂš il motivo per condannarlo, e quelli che scelgono Barabba, nuovo amico, lui che era in carcere per sommossa. Nuovi amici, inaspettati, nuove alleanze. E la fede, e l’amicizia dell’intimitĂ della cena e della confessione col cuore gonfio che qualcuno che mangia con lui lo tradirĂ , sono cose cosĂŹ piccole di fronte alla fiumana dei traditori, di quelli che gridano. Pare non ci sia rimedio e diventa cosĂŹ difficile provare a stare dalla parte degli amici, a non cedere alla tentazione di tradire, di stare dalla parte della maggioranza. Quello scandalo per un vasetto di olio profumato è lo stesso scandalo di chi legge tutta la vicenda umana delle ultime ore di GesĂš come un processo, solo un processo, giusto o ingiusto non importa. E invece que-

sto non basta perchĂŠ quel processo è scandalo che arriva nella profonditĂ piĂš nascosta del nostro cuore: chiede, e con forza, che si decida di stare da una parte o dall’altra. Non si può essere muti spettatori, guardare da fuori. Marco lo chiede perchĂŠ pone la domanda fondamentale sulla fede, sulla possibilitĂ di credere allo scandalo come via di redenzione. E mette in guardia sulla possibilitĂ che a vincerla sia proprio lo scandalo, e la massa che lo usa per nascondere la veritĂ e mistificare la “pretesaâ€? di GesĂš. In questo spettacolo lui è solo, testimone solo e uomo solo: non c’è nessuno che riesca a parlare per lui. Ci sono gesti di affetto e di pietĂ , unici brani che non attenuano ma sottolineano la solitudine, ma non parole, non testimonianze. Nessuno. PerchĂŠ la fede e le parole di fede possono rinascere solo nello stupore del giorno di Pasqua quando lo scandalo si potrĂ capire e non sarĂ piĂš inganno ma il paradosso di Dio. Allora si potrĂ di nuovo essere amici.


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qui ĂŠtait Dieuâ€? dell’accademico di Francia, Max Gallo, tradotto in italiano con il titolo “Era Dioâ€? (ed. San Paolo 2012). L’immaginario soldato romano ha camminato senza sosta nel tempo e oggi ripropone quella scena e ancor piĂš quella domanda. Ripropone soprattutto se stesso, la sua identitĂ forte, l’armatura che lo proteggeva, lo rendeva sicuro ed esprimeva il potere e la cultura di Roma. Lo stesso paesaggio descritto dal legionario richiama quelli del

nostro tempo sconvolti non solo dall’ira della natura ma dal male, dalle ingiustizie e dalle oppressioni che lacerano l’umanità . Le donne restarono accanto alla sofferenza e alla morte dell’innocente. Donne che oggi hanno la forza del pianto nei luoghi domestici e il grido nelle piazze dove la violenza e il sopruso calpestano e insanguinano dignità e diritti. Le donne gridano stringendo i denti come il giorno in cui mettono alla luce una vita, una speranza, una libertà . Avevano intuito, sotto

la croce, che la vita avrebbe vinto. Avevano la risposta alla domanda del centurione: “E se quest’uomo fosse davvero il ďŹ glio di Dio?â€?. Molti secoli sono trascorsi dal Golgota, l’inquietudine provocata nel cuore del centurione li ha attraversati e oggi sofďŹ a come una brezza sul mondo. Un vento leggero che accompagna un Papa pellegrino in terre dove la pace e la giustizia sono messe a dura prova dalla sofferenza, dalla violenza e dalla povertĂ . (Paolo Bustaffa)

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iungo come pellegrino della fede, della speranza e della caritĂ â€?, ha detto il Pontefice, nella cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale di Guanajuato, il 23 marzo. “Questo Paese, questo Continente, sono chiamati a vivere la speranza in Dio come una convinzione profonda, trasformandola in un atteggiamento del cuore e in un impegno concreto di camminare uniti verso un mondo miglioreâ€?. Parlando con i bambini nella Plaza de la Paz di Guanajuato, il 24 marzo, il Santo Padre ha ricordato: “Il discepolo di GesĂš non risponde al male con il male, bensĂŹ è sempre strumento del bene, araldo del perdono, portatore di allegria, servitore dell’unitĂ â€?. GesĂš “vuole scrivere in ognuna delle vostre vite una storia di amicizia. Abbiatelo, allora, come il migliore dei vostri amici. Egli non si stancherĂ di dirvi di amare sempre tutti e di fare il bene. Voi lo ascolterete, se avrete sempre un rapporto assiduo con Lui, che vi aiuterĂ anche nelle situazioni piĂš difficiliâ€?. Per Benedetto XVI ogni bambino “è un regalo di Dio per il Messico e per il mondoâ€?. Per questo, ha levato la sua voce “invitando tutti a proteggere e accudire i bambini, perchĂŠ mai si spenga il loro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futuro con fiduciaâ€?. Resistere “alla tentazione di una fede superficiale e abitudinaria, a volte frammentaria ed incoerenteâ€?: è stato l’invito del Papa, nella messa celebrata nel Parque del Bicentenario di LeĂłn, il 25 marzo. All’Angelus, sottolinean-

do la devozione dei messicani per la Vergine, ha ammonito: “Non dimenticate che la vera devozione alla Vergine Maria ci avvicina sempre a GesĂšâ€?. Perciò, “amarla significa impegnarsi ad ascoltare il suo Figlio; venerare la Guadalupana significa vivere secondo le parole del frutto benedetto del suo senoâ€?. Il Pontefice ha quindi esortato a rivolgersi a Maria: “In questi momenti – ha sostenuto – in cui tante famiglie si ritrovano divise e costrette all’emigrazione, molte soffrono a causa della povertĂ , della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalitĂ , rivolgiamoci a Maria alla ricerca di conforto, vigore e speranza. Ăˆ la Madre del vero Dio,

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stra Signora della Luce, il 25 marzo, il Santo Padre ha posto l’accento su alcune prioritĂ . “Nell’orizzonte pastorale e di evangelizzazione che si apre davanti a noi, è di capitale rilevanza seguire con grande attenzione i seminaristi, incoraggiandoli affinchĂŠ non si vantino ‘di sapere altro se non GesĂš Cristo, e Cristo crocifisso’â€?, ha affermato Benedetto XVI, per il quale “non meno fondamentale è la vicinanza ai sacerdoti, ai quali non deve mancare mai la comprensione e l’incoraggiamento del loro Vescovo e, se fosse necessario, anche la sua paterna ammonizione su atteggiamenti inopportuniâ€?. Lo stesso si deve dire “delle diverse forme di vita consacrata, i cui carismi devono essere stimati con gratitudine ed accompagnati con responsabilitĂ e rispetto del dono ricevuto. E un’attenzione sempre piĂš speciale si deve riservare ai laici maggiormente impegnati nella catechesi, nell’animazione liturgica o nell’azione caritativa e nell’impegno socialeâ€?. “La loro formazione nella fede – ha avvertito il Papa – è cruciale per rendere presente e fecondo il Vangelo nella societĂ di oggiâ€?. “Desidero ripetere con forza e chiarezza un invito al popolo messicano ad essere fedele a se stesso e a non lasciarsi intimorire dalle forze del male, ad essere coraggioso e lavorare affinchĂŠ la linfa delle sue radici cristiane faccia fiorire il suo presente ed il suo futuroâ€?. Ăˆ il messaggio finale del Pontefice, nella cerimonia di congedo all’aeroporto internazionale di Guanajuato, al termine del suo viaggio apostolico in Messico.

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$WWHQWR DOOD FULVL VSLULWXDOH A Cuba Benedetto XVI ha sottolineato la ricorrenza del 400° dalla scoperta della statua della Vergine della CaritĂ del Cobre, chiamata anche Virgen Mambisa, che ha diffuso la fede cattolica a Cuba, incoraggiando anche “la difesa e la promozione di ciò che rende degna la condizione umana e dei suoi diritti fondamentaliâ€?. “Vengo a Cuba come Pellegrino della caritĂ per confermare i miei fratelli nella fede e incoraggiarli nella speranza,

che nasce dalla presenza dell’amore di Dio nelle nostre viteâ€?. Il PonteďŹ ce ha dichiarato di portare nel cuore “le giuste aspirazioniâ€?, “gli aneliti piĂš nobiliâ€? di tutti i cubani, “dovunque si trovinoâ€?, senza dimenticare i “detenutiâ€?: chiara l’allusione agli oppositori al governo castrista. Consapevole delle sofferenze del popolo cubano, il Papa ha invitato a non guardare esclusivamente alla “difďŹ coltĂ economicaâ€? e a prestare attenzione alla “profonda

crisi di tipo spirituale e morale, che ha lasciato l’uomo senza valori e indifeso di fronte all’ambizione e all’egoismo di certi poteri che non tengono conto del bene autentico delle persone e delle famiglieâ€?. Anche Cuba, come tutto il mondo, deve comprendere che “il vero progresso necessita di un’etica che collochi al centro la persona umana e tenga conto delle sue esigenze piĂš autentiche, in modo speciale della sua dimensione spirituale e religiosaâ€?.


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Egr. direttore, attraverso il settimanale diocesano ho appreso degli incontri di consultazione denominati “La mia messa, il mio parroco, il mio oratorioâ€? in vista del Sinodo, organizzati nelle diverse macrozone della diocesi e finalizzati al coinvolgimento attivo e responsabile dei laici, ma credo anche dei sacerdoti e religiosi/e, per giungere a delle unitĂ pastorali condivise. Con queste convinzioni, ho partecipato

il 19 marzo all’incontro in programma presso l’oratorio di San Sebastiano, a Palazzolo s/O. Con relatori di alto spessore culturale ed esperienza pastorale mi sarei aspettato una presenza molto maggiore di persone interessate a questa opportunitĂ per uno scambio di opinioni, di proposte e per crescere insieme, come popolo di Dio in cammino nella storia. Ho premesso che la notizia l’ho avuta da “La Voce del Popoloâ€?, mia compagna di viaggio

da oltre 50 anni, ma quanti sono i lettori del nostro settimanale, e quale attenzione riscontra nelle comunità parrocchiali? Se dopo il Sinodo, cosÏ ben preparato, avremo ancora molti cristiani che si sentono partecipi soltanto delle loro piccole comunità , senza mai dare uno sguardo all’insieme della Chiesa, almeno come disponibilità di arricchimento reciproco dal punto di vista pastorale, qualcuno dovrà rendersi conto delle proprie omissioni. (Giuseppe Delfrate)

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iversamente dall’inizio, quando la “cosaâ€? appariva abbastanza nebulosa agli occhi dei non addetti, man mano che ci si avvicina all’evento-Sinodo, i contorni dell’operazione si fanno sempre piĂš nitidi. Don Adriano Bianchi ha recitato la “Preghiera del Sinodoâ€? e ha sottolineato che quello presente è senz’altro “tempo di consultazioneâ€?, quindi è piĂš che mai opportuno porsi in ascolto dello Spirito. “La Chiesa – ha spiegato mons. Alba – è anche un corpo che, nel suo agire, coinvolge azioni di governo. Ecco appunto: il Codice di diritto canonico che detta norme sull’azione delle comunitĂ dei credenti. Questo testo non fa cenno esplicito alle unitĂ , ma si limita ad avvertire â€œâ€Śche piĂš parrocchie possono essere riunite in raggruppamentiâ€?. Ufficialmente, nella nostra diocesi, sinora sono state costituite due unitĂ : a Botticino e in Brescia. La natura della Chiesa – ha continuato il primo relatore – è una comunione gerarchica con fedeli e sacerdoti. Questa struttura esige una cura pastorale da condividere tra varie parrocchie. Ăˆ quindi la volta di mons. Polvara: oltre le due realtĂ ufficiali, esiste in diocesi (ed uno è qui in Valgrigna) un insieme di 15 esperimenti (unitĂ pastorali erigende) anche perchĂŠ è meglio – secondo il giusto parere del Vescovo – procedere con gradualitĂ . Quando la dioce-

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si dice convinto che questa è un’occasione di incontro e non bisogna temere se si scoprono anche eventuali “punti criticiâ€?. Un tempo era in auge il detto “Ai presbiteri la Chiesa, ai laici il mondoâ€? Si tratta di un antico adagio ormai superato. Va da sĂŠ che i laici siano un po’ impreparati: occorre adeguamento e trasformazione: non bisogna perdere l’occasione per formarsi. Interessante e variegato il dibattito: le religiose paventano il pericolo che ci si dimentichi delle anime consacrate, da sempre piĂš “allenateâ€? al vivere in comunitĂ , con tutti i pregi ed i difetti che questa scelta di vita comporta. Il

“metodo sinodaleâ€? ovviamente non vale solo per il Sinodo, ma per la necessitĂ del vivere in comunione tra sacerdoti e fra preti e laici. La nuova funzione dei laici (tutta da scoprire) è quella del collegamento tra sacerdoti e resto della comunitĂ .

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8QD FRQVXOWD]LRQH DSSURIRQGLWD Continua il percorso di discernimento comunitario in vista del Sinodo sulle unità pastorali. Il Consiglio pastorale diocesano, riunitosi lo scorso 24 marzo presso il Centro pastorale Paolo VI, ha preso in considerazione la quarta, la quinta e la sesta scheda predisposte per la consultazione. Gli argomenti sono stati illlustrati da mons. Cesare Polvara che ha ripreso i temi dell’annuncio, della liturgia e della carità nelle unità pastorali, il

tema degli organismi di comunione e quello dei ministeri. Come sempre i lavori di gruppo hanno occupato l’intera mattinata. Alla presentazione in assemblea con le sintesi predisposte dai coordinatori, sono seguiti una serie d’interventi in assemblea. Tra i temi piĂš toccati il ruolo e i compiti del “gruppo ministerialeâ€?. Organismo tutto da inventare, richiederĂ attenzione sia nei criteri di costituzione, sia nel compito e nei rapporti con gli altri or-

ganismi pastorali. Di seguito il modo di rendere piÚ corresponsabili i laici, pur nel rispetto del compito dei pastori di guidare la comunità e quindi le unità pastorali. Il Vescovo concludendo ha collocato l’impegno di evangelizzazione e missione della Chiesa bresciana nel duplice movimento di concentrazione e allargamento continuo degli orizzonti pastorali. In maggio il Consiglio concluderà il suo percorso di consultazione con le ultime schede.

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‰‡�†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ Sabato 31 marzo Ore 8 - Roma - Preghiera con i cresimandi presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. Ore 20.30 - Brescia - Veglia delle Palme.

MartedÏ 3 aprile Ore 8.15 - Brescia Santa Messa presso l’Istituto Cesare Arici.

Domenica 1 aprile Ore 10 - Brescia - Santa Messa in Cattedrale.

MercoledĂŹ 4 aprile Ore 9.30 - Mompiano Santa Messa presso la Domus Caritatis.

LunedĂŹ 2 aprile Ore 17.30 - Brescia - Santa Messa per Bresciatrasporti presso la sede.

Ore 20.45 - Brescia Via Crucis cittadina dalla chiesa di San Faustino.

La Cancelleria della curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Mauro Zambetti, giĂ vicario parrocchiale a Capriolo, è stato nominato vicario parrocchiale delle parrocchie di Borno, Lozio, Ossimo Inferiore, e Ossimo Superiore, Villa di Lozio.

Il 24 marzo è scomparso, presso la Domus Caritatis, mons. Enrico Albini. Nato ad Azzano Mella il 27 gennaio del 1923, è stato ordinato a Brescia il 12 giugno del 1952. Curato a Torbole e a Caionvico - Brescia, parroco a Gombio, Esenta e Gaino, mansionario e canonico della Cattedrale 19821988; canonico della Cattedrale 1989-2010; canonico emerito della Cattedrale. Funerato e sepolto ad Azzano Mella il 27 marzo.

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uali sono i tratti da sottolineare perchĂŠ non venga deformata l’identitĂ peculiare di questo tempo santo riducendolo ad una formale prassi religiosa di circostanza? Il significato del Triduo pasquale va ricercato nell’evento della Pasqua del Signore, crocifisso e risorto, mediante il quale la Chiesa è riportata alla sorgente della sua salvezza, di cui è resa partecipe nella celebrazione eucaristica. Nella celebrazione della Cena del Signore trova un rilievo particolare il rito della lavanda dei piedi. Quale segno che visibilizza il caratte-

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canto dell’Ubi charitas contribuisce a riprendere la centralitĂ del tema del mistero pasquale, che solo dĂ consistenza alla realtĂ Chiesa, in quanto partecipe del corpo e del sangue del Signore. Dopo la celebrazione eucaristica i credenti sono invitati a proseguire la preghiera davanti all’eucaristia, non semplicemente per una adorazione statica del mistero, ma per coglierne nell’orazione la dinamicitĂ , che interpella la vita in quanto scaturisce dal dono del Signore, pane spezzato e sangue versato per la salvezza di tutti. Nel giorno del VenerdĂŹ Santo la Chiesa celebra e contempla la “beata e gloriosa passioneâ€? del suo Signore, mediante l’ascolto della Parola e l’adorazione della santa Croce. Condizioni necessarie per vivere questo tempo di grazia sono il silenzio e l’ascolto, che fin dall’inizio sono indicati come gesti privilegiati per la celebrazione e per l’accoglienza del dono di misericordia che il Padre fa all’umanitĂ nella consegna del Figlio.

Come risposta alla Parola proclamata seguono l’omelia e le 10 orazioni solenni (preghiere universali). Giunte a noi nella loro forma piĂš antica, queste implorazioni evidenziano il respiro universale della Chiesa, che supplica per tutti davanti a Dio, invitando a discernere la centralitĂ della croce di GesĂš, il Figlio di Dio, sulla quale egli si è fatto intercessione perfetta, implorazione trasfigurata in dono, supplica di misericordia divenuta vita consegnata per amore. Segue l’adorazione della Croce da parte dell’assemblea cristiana. In una prospettiva unitaria del Mistero pasquale, l’adorazione della Croce è introdotta dal canto di un’antifona di origine bizantina: “Adoriamo la tua croce, Signore, lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione. Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondoâ€?. La giornata del Sabato Santo, dunque, non si caratterizza come liturgia della sepoltura di GesĂš, ma come ‘attesa’ della salvezza, che la Chiesa vive nel-

la preghiera e nel silenzio. In questa prospettiva è lodevole la consuetudine di celebrare la Liturgia delle Ore, quale preghiera della Chiesa con la comunitĂ cristiana. Il carattere proprio della Veglia non consiste in una ripetizione storicizzata dell’evento della risurrezione preso a se stante, quanto nel mantenere desta la vigilanza della Chiesa “in onore del Signoreâ€?, orientata al ritorno del Veniente. Memoria e attesa costituiscono i due aspetti fondamentali del vegliare della comunitĂ cristiana con il Cristo crocifisso e risorto, “Pasqua della nostra salvezzaâ€?.

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sione della Chiesa nei luoghi santiâ€?. Il venerdĂŹ che precede la Pasqua è il giorno scelto per la Collecta pro Terra Sancta. Il VenerdĂŹ Santo sembra interpretare ancor piĂš le necessitĂ dei pastori e dei fedeli, le quali sono racchiuse nelle sofferenze del Medio Oriente. La mancanza della pace, le ostilitĂ nei confronti dei cristiani hanno acuito l’emigrazione cristiana per la paura di essere soli davanti a un futuro che sembra non esistere se non come abbando-

no della propria patria. Abbiamo il dovere, come cristiani, di restituire il patrimonio spirituale ricevuto dalla millenaria fedeltĂ di questi fratelli alle veritĂ della comune fede. Lo possiamo e lo dobbiamo fare con la preghiera, con la concretezza del nostro aiuto, con i pellegrinaggi che si auspicano numerosi nel prossimo Anno della fede. Durante il VenerdĂŹ Santo, tutte le comunitĂ parrocchiali devono avere un ricordo particolare nella preghiera per i cristiani

di Terra Santa; si devono invitare i fedeli a un gesto di solidarietĂ concreta con una colletta signiďŹ cativa all’interno della solenne azione liturgica della Passione (d’accordo con l’UfďŹ cio liturgico, si consiglia, dopo l’adorazione della Croce, di effettuare un canto durante il quale si compie la questua. Nel frattempo si prepara l’altare per i riti di comunione che seguono). I parroci provvederanno a consegnare presso l’Economato della diocesi quanto raccolto.

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’Ufficio liturgico ha predisposto le celebrazioni liturgiche della Settimana Santa. Sabato 31 marzo è in programma la Veglia delle Palme: alle 20 l’accoglienza presso il piazzale del Castello; alle 20.30 l’inizio della Veglia con il vescovo Luciano, benedizione degli ulivi; alle ore 21 la discesa lungo il Castello e arrivo in piazza Paolo VI; alle 21.30 preghiera in piazza Paolo VI presieduta dal Vescovo (in caso di pioggia ingresso in Duomo Nuovo). Nella domenica delle Palme, 1° aprile, alle 10 la convocazione in Duomo Vecchio per la benedizione degli ulivi; processione verso la Cattedrale e S. Messa pontificale. MercoledĂŹ Santo 4 aprile: ore 20.45 via Crucis cittadina con partenza dalla Basilica di San Faustino, via del Castello e arrivo nella chiesa di San Pietro in Oliveto. GiovedĂŹ Santo 5 aprile: ore 9.15 in Cattedrale Celebrazione dell’Ora Media; ore 9.30 S. Messa crismale con la partecipazione dei presbiteri e dei diaconi della diocesi e la benedizione dell’olio dei catecumeni, dell’olio degli infermi e del sacro crisma per battesimo, cresima e ordinazioni presbiterali e per i riti di dedicazione della chiesa e dell’altare;

ore 20.30 inizio del Triduo pasquale con S. Messa In CĹ“na Domini e lavanda dei piedi a 12 rappresentanti delle unitĂ pastorali in riferimento al prossimo Sinodo diocesano. VenerdĂŹ Santo 6 aprile alle 8.30 l’Ufficio delle Letture e Lodi mattutine. Alle 20.30 la celebrazione In passione et morte Domini: liturgia della Parola, adorazione della Croce e comunione eucaristica. Sabato Santo 7 aprile alle 8.30 l’Ufficio delle letture e lodi mattutine; ore 22 la solenne Veglia pasquale: liturgia del fuoco, canto del Preconio, liturgia della Parola, liturgia battesimale (con i sacramenti dell’iniziazione cristiana ai catecumeni adulti) e liturgia eucaristica. Domenica 8 aprile, Pasqua di Risurrezione: ore 10 S. Messa pontificale con benedizione papale e indulgenza plenaria; ore 17.45: Vespri pontificali con benedizione eucaristica. Si ricorda che nella Messa crismale si farĂ memoria degli anniversari di ordinazione dei seguenti sacerdoti: 70° di Ordinazione presbiterale di don Giovanni (Pietro) Bonfadini; 60° di ordinazione di don Luigi Regosini, mons. Ruggero Borboni, mons. Lucio Cuneo, don Daniele Lazzarini, don Enrico Melotti, don Renato Piccini, don Giovanni Pierani, don Lui-

gi Porta, don Nunzio Reghenzi, don Francesco Tambalotti, don Giovanni Tossi, don Battista Venturi, don Basilio Zanotti, don Luigi Alghisi; 50° di mons. Francesco Bonfadini, don Domenico Boniotti, don Felice Bontempi, don Valentino Bosio, don Giuseppe Chiminelli, don Giuseppe Corini, don Bruno Crotti, don Luigi Do’, don Carlo Domenighini, don Luigi Dotti, don Franco Lanfranchi, don Luigi Lussignoli, don Giovanni Magoni, don Angelo Marini, don Santo Matteo Ongaro, don Paolo Ravarini, mons. Giuseppe Saia, don Paolo Taglietti, don Cosimo Taurisano, don Paolo (Arturo) Viani, don Pierino Ranghetti e don Pietro Lanzi; 25° di don Giovanni Amighetti, don Marco Bianchi, don Angelo Blanchetti, don Cesare Cancarini, don Alberto Cinghia, don Fabrizio David, don Santo (Tino) Decca, don Luigi Pellegrini, don Giancarlo Zavaglio e don Gian Battista Bontempi. Nella Messa crismale si farĂ memoria anche di alcuni anniversari significativi dell’ordinazione dei diaconi permanenti: 30° di ordinazione diaconale di Giulio Colombi e di Giovanni Mariotti, 29° di Tobia Bonomi, Stefano Donadoni e Francesco Mazzotti, 27° di Angelo Cappelli.


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Maria Bagnatore. L’impianto architettonico ad aula unica si caratterizza per la grande solennitĂ e per l’armonia delle masse murarie incise dalla luce che, penetrando dalle finestre, giunge a scavare di chiaroscuri gli arconi delle cappelle laterali, rispondendo precisamente a quel “decoroâ€? imposto dai dettami suggeriti dal Concilio di Trento. Tutto, in questa chiesa, concorre al concetto della rappresentazione della gloria della Chiesa trionfante, senza che venga

meno il senso del raccoglimento per un intimo colloquio col Padre. Tra il 1893 e il 1897 l’architetto Luigi Arcioni progettò l’intera sfarzosa decorazione parietale, alla quale concorse, tra gli altri, il bravo Cesare Bertolotti. Gli altari custodiscono alcune tele di pregevole valore, a cominciare da quella dell’altare maggiore, opera del 1599 di Pietro Marone, allievo prediletto del Moretto. Di notevole bellezza le opere di Pietro Ricchi, detto il Lucchese, attivo in provincia

nel Seicento: si tratta dei Misteri del Rosario, nell’omonimo altare, e di una stupenda Deposizione dalla croce, realizzate a metĂ Seicento; vi sono poi tele di Pompeo Ghitti e Grazio Cossali, nonchĂŠ statue della famiglia Carboni. Sulla porta laterale fa bella mostra di sĂŠ una delicata Annunciazione del veneziano Sebastiano Ricci (1730 circa), mentre nella cappella del Crocifisso si può ammirare uno stupendo manufatto ligneo di Maffeo Olivieri (primi XVI secolo).

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utto il fecondo ministero pastorale di don Dante Baiguini può essere sintetizzato in un luminoso dittico: curato attivo nel Bresciano e geniale parroco degli emigranti in Svizzera. Sacerdote estroverso e vulcanico, amante della montagna, della musica e del teatro. Poetico e sensibile, con la sua caratteristica folta chioma biondorossiccia e con una forte capacitĂ comunicativa, è stato per chi lo ha incontrato amico, padre, direttore di spirito. Originario di Costa Volpino, quarto di sette figli, rispose alla vocazione ancora adolescente, con la guida spirituale di don Luigi Canova. Dopo gli studi nel Seminario e l’ordinazione sacerdotale la sua prima destinazione fu la parrocchia di Artogne. Don Dante giunge nel paese camuno quando era vivo il problema della lontananza di tanti padri di famiglia, impegnati nella costruzione di gallerie delle prime autostrade italiane o per il lavoro di minatore in altri Paesi europei. Una esperienza di sofferenza comunitaria che lo maturò in breve. Per questo, due anni dopo fu chiamato nella popolosa Ospitaletto, dove i giovani frequentavano ancora in massa l’oratorio. Fra i giovani continuò la preziosa opera educativa dei predecessori ma con una intelligente attenzione a rispondere e contrastare

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servizio alla gioventĂš, 14 intensi anni, con un crescendo di attivitĂ ed entusiasmo: liturgie, catechesi, gruppi, scoutismo, colonie, campeggi, gite, sport, e una attenzione che anticipò i tempi, quella alla formazione dei giovani a operare nella cultura, nel volontariato e nel sociale. Intanto due elementi cominciarono a far breccia nel ministero dell’attivo curato di Ospitaletto: la novitĂ del Concilio che rilanciò l’idea della collaborazione fra le Chiese e la realtĂ dei migranti che aveva conosciuto, non solo ad Artogne, ma anche in famiglia: il nonno materno era deceduto per un

incidente in galleria in Svizzera e nel Paese elvetico risiedevano le sue sorelle. Don Dante recandosi a trovarle ogni anno conobbe i risvolti pastorali dell’emigrazione. Per queste ragioni diede a mons. Morstabilini la disponibilitĂ a continuare la sua opera fra gli italiani all’estero. E la scelta cadde sulla Svizzera. La sua prima destinazione fu la cittĂ di Losanna dove operò con passione, collaborando anche con i padri Scalabriniani per otto anni. Poi seguĂŹ il trasferimento a Vevey e a Montreux dove lavorò per altri 14 anni fra ben 8.000 italiani da conoscere, seguire, guidare. Alle soglie del Duemila, mentre don Dante meditava se tornare in diocesi o rimanere, i superiori gli proposero di seguire la missione italiana nell’Engladina Alta, splendido lembo di terra svizzera, coronata dal Bernina e costellata da note localitĂ turistiche: Silvaplana, Saint Moritz, Celerina, Pontresina, Samedan e Zuoz. Tutte comunitĂ vivaci che don Baiguini, non piĂš giovane, incontrava regolarmente con l’entusiasmo di sempre. Era l’anno 2000 quando don Dante Baiguini, facendo il suo ingresso come parroco degli italiani nell’Engladina, scrisse: “Finora la mia vita è stata una Messa cantata. Che lo sia ancora per gli anni che il Signore conosce e concedeâ€?. Don Dante Baiguini è morto sul campo. Il suo cuore ha ceduto a 73 anni.

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rima di quel 26 dicembre 1810, giorno nel quale inaugurò il nuovo grande teatro bresciano il luogo aveva avuto giĂ una lunga storia che si può far risalire almeno alla metĂ del XVII secolo. Fu in quel periodo che si può datare la nascita del teatro lirico all’italiana, pubblico e a pagamento. Dunque, quella sera del dicembre 1810 va in scena con grandissimo successo “Il sacrificio di Ifigeniaâ€? un’azione drammatica scritta dal poeta bresciano Cesare Arici e dal musicista Simone Mayr. PiĂš di 200 anni in cui il teatro è stato al centro della vita cittadina; non soltanto per la sua funzione aggiornatrice di quanto via via prodotto dalla storia dello spettacolo, ma anche come momento di incontri, e qualche volta di scontri, dell’evoluzione della vita civile. A leggere le vicende di questi 200 anni, centrali sono sempre stati i rapporti tra

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versi, in quest’ultimo mezzo secolo, a questa altalena di posizioni; e vi assicuro che quanto è giunto a conclusione nel recente periodo è veramente la svolta storica. E torniamo all’inizio dell’Ottocento. Si è da poco spenta la Rivoluzione francese, ora arriva a cavallo Napoleone, poi subentrano gli austriaci, nel ’49 piovono sul teatro bombe nemiche dal Castello, Zanardelli diventa segretario della deputazione (e prova anche lui a sciogliere i nodi della proprietĂ e della gestione senza peraltro grandi risultati), arrivano in visita i re d’Italia e il teatro Grande viene riconosciuto come “monumento per le arti nazionaliâ€?. E spunta il nuovo secolo. Di anno in anno i teatri italiani diventano comunali. A Brescia non si riesce a concordare una soluzione convincente mentre lo spettacolo dal vivo viene aggredito dalle nuove concorrenze: la radio, il cinema, la televisione, infine il web,

che ci insegue negli angoli piĂš riposti del privato. Un evento abbacinante che ci sorprende di continuo di cui miracolosamente resta o resterĂ addirittura la memoria: a differenza del teatro che scompare mentre si fa. Ecco: qui in questi luoghi dove la concentrazione è totale e il rapporto tra chi agisce sul palcoscenico e chi assiste in platea o nei palchi è totalmente scoperto, si fa spettacolo dal vivo. Niente schermi, niente intermediari elettronici, niente. Qui le comunitĂ possono ancora ritrovare se stesse: e divertirsi, discutere, riflettere, chiedendo a quelli che sono al di lĂ del sipario, di continuare a frugarci dentro, alla ricerca di quello che non riusciremo mai a trovare. Accadono in teatro nuove, importanti cose. Le comunitĂ vogliono essere informate. Il gesto compiuto dopo piĂš di 200 anni dalla proprietĂ del teatro e dall’amministrazione comunale di Brescia è andato

in questa direzione. Intanto siamo stati piĂš bravi di Zanardelli. Ăˆ stata definitivamente aggiudicata la proprietĂ dell’intero stabile, la vecchia societĂ ha partorito una fondazione pubblico-privata, cui è stata affidata la gestione autonoma del teatro, si è nominato un consiglio di amministrazione e un sovrintendente. Lo statuto della fondazione è uno strumento moderno e aperto al futuro. L’attivitĂ svolta nel primo anno dalla fondazione ha giĂ dato segnali evidenti del nuovo corso: si va verso un progetto che vedrĂ il palcoscenico del Grande aperto a tutte le discipline dello spettacolo nazionale e internazionale, dalla tradizionale stagione lirica alle esperienze contemporanee piĂš avanzate. Brescia – con il Teatro Sociale, il Santa Chiara e il diffusissimo fermento di giovani eccellenti iniziative – può essere considerata oggi una delle piĂš vivaci e aggiornate realtĂ del teatro italiano.

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‡ƒ–”‘ ”ƒÂ?†‡ Dz Â?–‹–›ǣ Žƒ †ƒÂ?œƒ ˜‹•‹‘Â?ƒ”‹ƒ †‹ ƒ›Â?‡ Â… ”‡‰‘” SarĂ al Teatro Grande di Brescia il 3 aprile alle 21 l’appuntamento con la danza di Wayne McGregor con lo spettacolo “Entityâ€?. Nasce dalla collaborazione di McGregor con alcuni scienziati cognitivisti che hanno condotto un’indagine sul tema dell’identificazione dell’intelligenza cinestetica “smontandolaâ€? e usando le informazioni per costruire degli “agenti coreografici intelligentiâ€? artificiali, capaci di risolvere problemi, senza danzare le soluzioni

ma generando un’architettura o una serie di numeri. Negli ultimi 17 anni, Wayne McGregor|Random Dance, compagnia residente al Sadler’s Wells di Londra, ha rappresentato in tutto il mondo creazioni fuori dell’ordinario. Ne nasce una danza visionaria, di matematica precisione che appare improntata alla piĂš “sfrontataâ€? improvvisazione, ma scaturisce invece da sofisticata riflessione e approfondito studio. Il movimento, che palpita ed è pervaso di elettrizzante musica

(di Hopkins e Talbot), è frenetico, adrenalinico. Implode nei corpi ulcerando lo spirito. Wayne McGregor è attualmente il piÚ giovane coreografo che sia mai stato scritturato dal leggendario Royal Ballet e le sue creazioni sono approdate anche in ambito cinematografico, come ad esempio nel film Harry Potter 4. Ingresso da 17 a 28 euro; possibili riduzioni. Ci sono sconti per i possessori della Teatrograndecard. Informazioni: teatrogrande.it

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i comincia il 12 aprile con un approfondimento su Tolkien curato da Edoardo Rialti. Poi seguiranno Ungaretti presentato da Paolo Campoccia (giovedĂŹ 19 aprile), Manzoni con Pietro Baroni (giovedĂŹ 26 aprile) e Shakespeare chiude (giovedĂŹ 3 maggio), ancora con Rialti, la rassegna de “Il mese letterarioâ€?, edizione 2012. L’inizio delle serate, organizzate da Fondazione San Benedettoè alle 20.30, all’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli. Quattro appuntamenti racchiusi nel titolo “Sulle tracce del destinoâ€?. “La parola destino – spiega Giannantonio Sampognaro, coordinatore culturale dell’iniziativa – indica il compimento totale dell’uomo. Tutti i classici si trovano in questa definizione. Ci sono autori che hanno meno chiaro questo destino. I quattro autori proposti – continua Sampognaro – sono diversi, ma tutti, anche se in epoche diverse, documentano che nel cuore dell’uomo c’è l’anelito verso questo destino. Una volta visto, non si stancano mai di additarlo con libri e storieâ€?. Argomento e tema che sono sottolineati in maniera diretta dall’immagine scelta per questa seconda edizione e dalla frase della scrittrice Flannery O’Connor che vi campeggia sopra: “Se la vita ci soddisfacesse, fare letteratura non avrebbe alcun sensoâ€?. L’immagine rappresenta un viale alberato con una luce bianca sul fondo; a destra degli alberi sembra esserci la notte, mentre alla sinistra la luce del giorno. “Anche nell’auditorium vogliamo richiamare questa imma-

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sidente della Fondazione San Benedetto – a chi frequenterĂ gli incontriâ€?. L’iniziativa è patrocinata dall’Ufficio scolastico provinciale e dalla Consulta provinciale studentesca. Iscrizione obbligatoria, fino ad esaurimento posti (500 al massimo), con versamento di 10 euro come quota complessiva. Fermo l’obbligo di iscrizione, l’iscrizione è gratuita per i minori di 20 anni. Iscrizioni e informazioni sul sito:fondazionesanbenedetto. it o 0303366919 o info@fondazionesanbenedetto.it. Sono giĂ quasi 300 gli iscritti. I tre relatori che si alterneranno nelle quattro serate sono Edoardo Rialti, docente all’Istituto teologico di Assisi, critico letterario e traduttore di letteratura inglese; Paolo Campoccia

poeta, drammaturgo e critico letterario e autore di diversi volumi; Pietro Baroni insegnante di lettere per le scuole secondarie e direttore de “I colloqui fiorentini - Nihil alienum�, convegno nazionale di letteratura italiana per le superiori.

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$SSXQWDPHQWL GD %DOLDQL D %UDQFLDUROL Continuano gli appuntamenti di “CruciďŹ xusâ€?. GiovedĂŹ 29 marzo: “Ama il prossimo tuoâ€? nella chiesa di Santa Maria Assunta di Pisogne con Marco Baliani (nella foto); “Interrogatorio a Mariaâ€? con Milvia Marigliano nella chiesa di Santa Maria Annunciata. VenerdĂŹ 30 marzo: “Madreâ€? con Enrica Chiurazzi nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista di Zone. “Piantate in terra come un faggio o una cro-

ce� con Elisabetta Salvatori nel Santuario Madonna del monte a Gianico. Sabato 31 marzo: “Campo di sangue� a Solto Collina, campo aperto Esmate di Solto Collina (info: Pro loco “La Collina� 3480811402); “Madre� con Enrica Chiurazzi per la regia di Maria Rita Simone nella chiesa di San Maurizio a Niardo; “Piantate in terra come un faggio o una croce� nella chiesa di San Girolamo di Cedegolo. Domenica 1 aprile: “Cuore a mille�, re-

gia di Maria Rita Simone, presentato da Gruppo Donati un evento di Stars teatro e Associazione Condividere la strada della vita all’oratorio San Giovanni Bosco di Iseo; “Piantate in terra come un faggio o una croceâ€? con Elisabetta Salvatori nella chiesa di San Nicola Vescovo a Polaveno. LunedĂŹ 2 aprile: Lucilla Giagnoni in “Vergine madreâ€? nel duomo di Breno; “Madreâ€? con Enrica Chiurazzi nella chiesa parrocchiale di Fonteno.

MartedĂŹ 3 aprile: “Big bangâ€? con Lucilla Giagnoni all’Auditorium1861 UnitĂ d’Italia di Corte Franca. MercoledĂŹ 4 aprile: “Apocalisseâ€? di Lucilla Giagnoni nella chiesa di S. Maria nascente a Edolo; “Con le braccia in croceâ€? con Franco Branciaroli e il coro Voci dalla Rocca nel Teatro delel Ali di Breno (ingresso previo ritiro coupon presso biblioteca di Breno 0364323343). Inizio di tutti gli spettacoli ore 20.45.

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Ăˆ stata inaugurata mercoledĂŹ 28 marzo le videoinstallazioni di William Forsythe presso il Coro delle monache in Santa Giulia. “Soloâ€? e “Lecture from improvisation technologiesâ€?, quest’ultimo in esclusiva italiana. I due lavori sono alcuni dei video piĂš rappreserntativi della filosofia artistica del grande coreografo, presentati anche nelle piĂš prestigiose manifestazioni internazionali. “Soloâ€? riprende un assolo del coreografo William

Sono gli improbabili artisti circensi, quelli del presepio meccanico, dei paesi bresciani raccontati con la mimica e del tg per sordomuti. Dopo il prestigioso riconoscimento ottenuto l’anno scorso al Festival di cabaret emergente di Modena (secondi classiďŹ cati e premio all’originalitĂ ), i “3dâ€?, al secolo Piergiuseppe Frattini, Michela Gianstefani e Carlo Zaniboni, tornano. “Il premio conseguito a Modena ci diede la possibilitĂ di farci conoscere grazie a tante

Forsythe, accompagnato da una composizione atonale per violino di Thom Willems e intervallato da indicazioni dettate da una voce maschile off. “Lecture from improvisation technologiesâ€? introduce nel mondo della danza di Forsythe attraverso l’illustrazione dei principi di composizione del coreografo americano ormai residente da anni a Francoforte. Il coreografo sarĂ al Teatro Grande sabato 21 aprile ore 21 con “Mixed Programâ€?.

serate giĂ programmate. Ma a causa di problemi di salute abbiamo rinunciato a molte esibizioniâ€? ricordano. Il desiderio di tornare in scena sono stati piĂš forti e, oggi, il trio si ripropone. “Alle vecchie gag ne abbiamo afďŹ ancate di nuove – raccontano i “3dâ€? – e l’organizzatore del Festival di cabaret emergente, Riccardo Benini, ci ha voluti a tutti i costi sul palco del teatro Storchi per la ďŹ nalissima di quest’anno (martedĂŹ 8 maggio)â€?. Per informazioni e ospitare i “3dâ€?: itred.it o 3291778442.

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ngelo Canossi, Charlie Cinelli. Due personaggi cosĂŹ lontani, ma anche cosĂŹ vicini, cantori dialettali, di ieri e di oggi, che s’incontrano idealmente attraverso le note e le parole, nel concerto teatrale dal titolo â€œĂ€ngel 1862â€?, in scena venerdĂŹ 30, sabato 31 marzo e domenica 1 aprile alle 21 nella chiesa di San Giorgio, a Brescia (ingresso libero e gratuito, info e prenotazioni 0303749913). L’iniziativa, promossa dall’assessorato provinciale alla Cultura e al Turismo e patrocinato da Fondazione Provincia di Brescia Eventi, è l’ennesima occasione per celebrare il 150° anniversario della nascita del “poeta della brescianitĂ â€?. “L’intento – spiega l’assessore Razzi – è però quello di raccontare un Canossi che possa avvicinarsi anche a un pubblico giovane in modo accattivante grazie alla presenza di un cantante molto amatoâ€?. Insieme a Roberto Soggetti, Charlie Cinelli ha infatti selezionato alcune poesie, quelle che meglio si prestano a essere cantate e recitate, e le ha affidate a un gruppo di otto musicisti: Vincenzo Albini al violino, Claudio Minelli alla viola, Michele Tagliaferri al violoncello, Alan Cretti al contrabbasso, Marzia Tonoli al corno, Gabriele Rubino al clarinetto, Stefania Maratti al flauto e Paolo Soggetti alle percussioni. “L’idea – spiega Cinelli – è quella di richiamare con la musica quel preciso periodo storico e far riaffiorare al tempo stesso l’indole melanconica, ironica e sognante di Canossiâ€?.14 poesie, alcune canta-

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gli autori vengono a mancare, sono proprio le loro realizzazioni artistiche a lasciarne la traccia nel tempoâ€?. Un tempo che, nonostante i 150 anni trascorsi dalla sua nascita, non ha fatto scemare l’affetto dei bresciani nei confronti di Canossi, “autore che richiama il senso di appartenenza al territorio in modo semplice e pratico, cosĂŹ come lo è la nostra genteâ€?, precisa il presidente della Provincia Daniele Molgora, sottolineando che l’intento dello spettacolo è quello di poter essere rappresentato anche nei Comuni della Provincia, cosĂŹ come accadrĂ venerdĂŹ 11 maggio presso l’Auditorium della Bcc Agrobresciano di Ghedi (piazza Roma 17, ore 20.45), grazie alla collaborazione dell’Associazione culturale La Fenice.

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´, 5XVWHJKLÂľ H L EULYLGL JLDOOL In scena ďŹ no a domenica 1 aprile al Teatro Grande di Brescia “I Rusteghiâ€? per la regia e l’adattamento di Gabriele Vacis, proposto nella stagione del Ctb. La commedia di riferimento è quella di Goldoni, con i personaggi e la storia che però stimolano nel regista il gioco con la propria biograďŹ a e con i propri ricordi, quelli dei nonni su tutti. Il mercante Pantalone, l’avveduto borghese che in molte commedie incarna l’ideale

di un soggetto sociale responsabile, si trasforma in una amara caricatura di se stesso. Autentico tiranno, si impone con protervia su famiglia e domestici. Il commerciante vuole costringere la ďŹ glia al matrimonio con uno sconosciuto. La condizione è che restino sconosciuti, ma i due di nascosto si conoscono e si innamorano. Ăˆ lo stesso mercante che per puntiglio rischia poi di mandarle all’aria. Insomma Vacis si lascia gui-

dare nel dipingere l’ottusitĂ del genere maschile. La scenograďŹ a è all’osso, il linguaggio, dopo un prologo in veneziano, è l’italiano. Sul palcoscenico Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini, tra gli altri. Fino a sabato lo spettacolo è alle 20.30; domenica 1 aprile è alle 15.30. Ingresso da 12 a 26 euro, con possibilitĂ di sconti e riduzioni. Ma il Ctb non si limita a questo. Natalino Balasso (nella foto) sarĂ il pro-

tagonista del primo appuntamento di “Brividi fuori scenaâ€? giovedĂŹ 29 marzo alle 17.45 nel foyer del Teatro Sociale in cui presenterĂ il suo libro “Il ďŹ glio rubatoâ€?, intervistato da Milena Moneta. Sabato 31 marzo alle 17.30 al nuovo Cinema Eden si terrĂ l’ncontro con l’attore Eugenio Allegri. A intervistarlo Daniele Pelizzari. A seguire verrĂ proiettato il ďŹ lm “Miseria e nobiltĂ â€? di Mario Mattioli. Ingresso gratuito.


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Â?…‘Â?–”ƒ”‡ “—‡Ž ‹‘ …Š‡ ƒ––‡Â?†‡ ƒ ‘‰Â?‹ ˆ”‘Â?–‹‡”ƒ Conoscere quel Dio che attende a ogni frontiera: a quella della vita, del lavoro, dell’incontro con l’altro. Ăˆ questo il messaggio che esce dalle pagine dell’ultima fatica letteraria di p. Renato Zilio, missionario scalabriano veneto che, per la Emi, ha dato alle stampe “Dio attende alla frontieraâ€?. Nelle oltre 140 pagine del suo libro il religioso, che ha fondato e diretto per anni il Centro culturale Ecoublay alle porte di Parigi, che ha diretto a Ginevra la rivista “Presenza

italianaâ€? e che attualmente vive a Londra presso il Centro interculturale Scalabrini in Brixton Road, racconta dell’uomo di frontiera, di colui che ha la lunga pazienza di cucirsi sulla pelle un vestito “di terre e di cieli nuoviâ€?. Un uomo che si abitua a vedere paesaggi differenti, a spaziare nell’orizzonte dell’altro come una normalitĂ . Un uomo che vive al fianco dell’altro capace di oltrepassare i confino. nemici dell’umanitĂ . Si tratta di pagine che

p. Renato Zilio è stato in grado di scrivere proprio sulla scorta delle importanti esperienze di “frontieraâ€? vissute nel suo peregrinare tra l’Europa, un cammino che lo stesso autore definisce nella prima parte del libro “un dono continuo degli altri e dell’incontro con l’altro: colui che è differente da me, generato da altri mondiâ€?. Un continuo pellegrinaggio che ha formato il religioso, l’ha plasmato, interrogato e stimolato senza misura. “Segretamente – continua

p. Zilio – mi hanno incoraggiato a superare frontiere di ogni tipo: culturale, mentale, linguistico o spirituale�. Un cammino che il religioso ha voluto imprimere nelle pagine di “Dio attende alla frontiera� per ricordarsi e ricordare ai lettori che prendere coscienza di tutto questo porta alla riscoperta del volto sempre nuovo di Dio: “colui che ti libera da te stesso. Il Dio dell’incontro, Colui che attende a ogni frontiera�. (Massimo Venturelli)

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ovanta opere che esprimono sofferenza, meditazione ma anche speranza e gioia nella resurrezione. L’artista tedesco Thomas Lange mette in mostra il suo lungo percorso artistico sul tema della croce nell’esposizione intitolata “Golgotaâ€?, allestita al Museo diocesano e aperta fino al 30 aprile. Formatosi nella Berlino ovest ai tempi del Muro presso l’Accademia di belle arti, Thomas Lange (Berlino, 1957) approda al Neoespressionismo e alla corrente dei “Neue Wildenâ€? e negli anni ‘90 si trasferisce stabilmente in Italia, continuando i rapporti artistici con la patria e intessendone di nuovi nel Paese d’adozione: anche la mostra al museo diocesano di Brescia è frutto di un progetto comune con il Museo del Duomo di WĂźrzburg, allestito nel periodo pasquale, che naturalmente porta con sĂŠ la riflessione sulla croce. Nella mostra bresciana, curata da Matteo Galbiati e Davide Sarchioni,

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fisso, umana e divina, e che propone una meditazione e un cammino spirituale complesso, sofferto, non privo di contraddizioni. Tele in forma di croce grondano di colore acrilico dalle tinte contrastanti, dal rosso sangue al cupo nero che sembra sprofondare negli insondati abissi della morte eterna. Le figure di cera policrome del Cristo alla colonna e flagellato contrastano con la dolcezza e la religiosa compostezza dei personaggi della famiglia Rovelli nella pala del Moretto, cosĂŹ come ai calici liturgici si contrappongono i volti stravolti e destrutturati dei “Profetiâ€?. Non si tratta di opere autoreferenziali, ma nella loro astrattezza permettono all’osservatore di trovarvi una propria, intima riflessione. Lange è giunto a questi risultati attraverso un lungo studio dell’arte italiana: a partire dall’osservazione della Cappella Brancacci di Masaccio, l’artista elabora “La cacciata dal Paradisoâ€? (1998), fino alla recente riflessione della serie “Golgo-

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taâ€?. All’esposizione presso il Museo, si aggiunge l’inserimento di un’ulteriore opera nella chiesa di San Giuseppe: una croce, drammaticamente intrisa di colore gocciolante e steso ad ampie furiose pennellate, è stata posata sulla scalinata che porta all’altare, come il corpo di Cristo offerto in sacrificio e deposto dalla croce. Thomas Lange, “Golgotaâ€?, fino al 30 aprile, dal lunedĂŹ alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18 (chiuso mercoledĂŹ), ingresso 3 euro intero, 6 euro il ridotto.

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“All’indietro sui tacchi altiâ€?, edito da Meccanica delle idee, è l’ultimo lavoro di Enza Corrente Sutera. Il pensiero delle donne. Sospese tra la quotidianitĂ , i sogni e le speranze. L’amica Enza Corrente Sutera ripercorre a modo suo, con la scrittura che le è consona e ne caratterizza i tratti, le tante strade che portano al cuore dell’universo femminile. Una chiave di lettura che è riflessione, non garrula o superficiale, alla crema e al silicone, ma profonda, sofferta, meditata, maturata nell’esperienza. Una sequenza di pensieri, di sensazioni, immagini, affidati alla carta, stagione dopo stagione, giorno dopo giorno, che non ha alcuna pretesa d’insegnare o d’indicare vie, se non quella dell’inquadrare un mondo di forte fragilitĂ , ossimoro di quel mo-

do d’essere che è la vita, vista, spesso e per sopravvivere, dall’equilibrio precario di un percorso compiuto persino in senso inverso, all’indietro, sospeso su tacchi alti e appeso a convenzioni radicate. Donne che parlano ad altre donne e che noi maschietti non dovremmo mai trascurare di comprendere a fondo, con rispetto, liberandoci dalla prigionia del testosterone e illudendoci, oziando nella comoditĂ accogliente dei luoghi comuni. La chiusura del volumetto, 64 pagine, è affidata a Giovanni Paolo II che scriveva: “Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilitĂ che arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena veritĂ dei rapporti umaniâ€?. (r.b.)

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Â?†‡ ”‡•…‹ƒ ‘…‹ƒŽ‹–Â? ‡ ’”‘–ƒ‰‘Â?‹•Â?‘ ˆ‡Â?Â?‹Â?‹Ž‡ Quattro incontri che vanno da marzo a novembnre quelli proposti da Ande (Associazione nazionale donne elettrici) di Brescia. GiovedĂŹ 29 narzo alle 17.15 all’UniversitĂ cattolica, sala della Gloria “Cittadinanza e questione femminile: una traiettoria di analisiâ€?; interverrĂ Elvira Valleri, SocietĂ delle storiche di Firenze. Inizio del’incontro 17.15. “Le Beghine: donne esemplari. Una storia di protagonismo femminileâ€? con Silvana Panciera,

del Centre EuropĂŠen de recontre et de ressourcemente, sarĂ l’argomento del secondo incontro previsto per giovedĂŹ 19 aprile alle 17.15 in sala della Gloria in Cattolica. Il 24 ottobre su “Donne e societĂ : la differenza di genere nella prospettiva educativaâ€? con Elena Besozzi, ordinario di Sociologia dell’educazione in Cattolica. Il 21 novembre si chiude con “Genere e generazioni di fronte alla questione femminileâ€?, tavola rotonda.

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unedĂŹ 26 marzo, presso l’Auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli di Brescia, l’Associazione culturale Areopago ha proposto alla Cittadinanza una tavola rotonda per la presentazione del libro di Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei deputati, “La prima politica è vivereâ€? (Milano, Mondadori, 2011). L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Liberamente, l’Associazione popolarismo europeo e l’Associazione Brescia Tricolore. Il volume rappresenta una sorta di viaggio nella memoria privata e collettiva e raccoglie storie quotidiane di politici, religiosi, imprenditori, ma anche di gente comune, che da sempre coltivano la passione per ciò che fanno e, allo stesso tempo, per il nostro Paese. Il tutto alla luce del rapporto tra fede e politica, con il messaggio e l’impegno cristiano che rappresentano un vero e proprio filo conduttore di tutte queste esperienze. Dopo i saluti di Maurizio Vanzani, presidente di Areopago, e di Adriano Paroli, sindaco di Brescia, moderati dal giornalista Paolo Liguori, Direttore di NewMedia Mediaset, si sono susseguiti, oltre all’autore del volume, i parlamentari del Pdl Mariastella Gel-

mini e Stefano Saglia, il consigliere regionale Pdl, Mauro Parolini, e il consigliere regionale Pd, Gian Antonio Girelli. L’onorevole Lupi ha descritto lo scopo del suo libro: proporre alcune chiavi di lettura legate alla tradizione per affrontare il presente, senza però cedere alla tentazione e al rischio di arroccarsi su posizioni anacronistiche, che non guardino con coraggio e coerenza alla realtĂ . Non sono state risparmiate critiche alla Lega Nord e, in particolare, all’atteggiamento del suo leader, Umberto Bossi. Ăˆ stato poi Mauro Parolini a soffermarsi sulla questione: i partiti hanno un ruolo fondamentale all’interno della “questione politicaâ€?. Il caso Brescia dimostra come l’alleanza Pdl-Lega possa tenere, ma certo era da auspicare sottolinea il Consigliere regionale, un rinnovato accordo complessivo da riproporre su larga scala. L’ex sottosegretario Stefano Saglia, richiamando il bresciano Paolo VI, ha sollecitato a tener presente che la politica è la forma piĂš alta di caritĂ e quindi è necessario, in politica come nella vita, mantenere e alimentare sempre la passione per quello che si fa, sapendo che lo si fa per gli altri. Il consigliere regionale Gian Antonio Girelli, unico rappresentante di

un’altra area, ha richiamato al valore fondamentale del confronto, dichiarando che quando si creano luoghi di discussione politica seria tutti devono sentirsi a proprio agio nell’esprimere le proprio opinioni nello sforzo di raggiungere compromessi, che diventano impegni per il bene collettivo. Mariastella Gelmini ha difeso l’operato del governo Berlusconi e si è complimentata con Lupi per il coraggio di affrontare un tema cosĂŹ poco popolare, come quello della passione per l’attivitĂ politica, in un momento in cui, al contrario, sembra dominare l’antipolitica e una generale sfiducia nei confronti della attuale classe dirigente. L’incontro è stato un laboratorio per tentare di tornare a discutere di contenuti, proposte e ideali alti, a servizio del Paese e non degli interessi ristretti di singoli, siano essi persone o partiti.

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Radio Voce segue in diretta dalla Cattedrale tutte le funzioni della Settimana Santa presiedute dal Vescovo, a partire dalla S.Messa crismale delle 9.30 del Giovedi Santo. Nella stessa giornata alle 20.30 inizia il Triduo pasquale, con la Messa in Coena Domini e la Lavanda dei piedi e il Venerdi santo la celebrazione In passione et morte Domini. Sabato santo dalle 22 la Veglia Pasquale e domenica di Pasqua alle 10 il pontificale con la benedizione papale.

Venerdi 30 marzo in Cattedrale si concludonoo i Quaresimali, promossi dalla Compagnia dei Custodi delle Sante Croci nel tempo di Quaresima. Il tema scelto quest’anno verte su “Le figure veterotestamentarie del Cristo”. L’ultima meditazione, a cura di p.Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, è dedicata ad “Isacco: il sacrificio incompiuto”. Diretta su Radio Voce a partire dalle 20.30.

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La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia del Divin Redentore di via Pendolina su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

In Primo Piano viene presentata la nona scheda di consultazione in vista del Sinodo diocesano, con il contributo di don Aldo Mariotti che guida l’erigenda unitĂ pastorale della Valgrigna (Bienno, Berzo, Esine, Prestine e Plemo). In aprile la rubrica “Ecclesiaâ€? torna ad occuparsi di pastorale giovanile e oratori: nella prima puntata l’intervento del direttore dell’UfďŹ cio diocesano competente don Marco Mori. Nella nuova rubrica “Musica per

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Dies Academicus in Cattolicaâ€?: l’inaugurazione dell’anno accademico della sede bresciana dell’ateneo di padre Agostino Gemelli. A seguire: l’incontro di preghiera, riessione e festa “I familiari del clero col Vescovoâ€?; “I sussidi del Grest 2012â€?, dal titolo “PasspartĂšâ€?; la “Via Crucis lourdiana a Palazzoloâ€? organizzata dall’Oftal venerdĂŹ 23 marzo nella parrocchia

lo spirito� don Alberto Donini ci guida all’ascolto di composizioni sacre per il tempo pasquale (11.30 circa). Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio RaphaÍl alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

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del Sacro Cuore. La rubrica “4 parole...â€? è con mons. Federico Pellegrini sulla Settimana Santa. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche “La forza della vigilanzaâ€?, nuovo appuntamento con la Scuola di preghiera per i giovani.

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7UD LO ´*UDQGH )UDWHOORÂľ H ´/¡,VROD GHL )DPRVLÂľ Con la primavera giungono al termine il “Grande Fratelloâ€? e “L’Isola dei Famosiâ€?, i due reality show piĂš gettonati dal pubblico italiano, o meglio i piĂš sostenuti e pubblicizzati dalle produzioni televisive: è chiaro che tanto piĂš costa una trasmissione, tanto piĂš ci si concentra sul richiamo del pubblico. Gli ascolti milionari sono l’unico metro per giudicare il successo o il fallimento di una trasmissione, la tv è sempre stata affetta dal morbo dell’Auditel. Quanto ha pesato il tamtam mediatico delle suddette trasmissioni sulla risposta del pubblico? Sicuramente molto: la speranza è che non esista un vasto

pubblico che, senza che gli si metta la pulce nell’orecchio, aspetti con ingenua fiducia l’inizio della nuova stagione di un reality show. Del “Grande Fratelloâ€? si è giĂ parlato troppo: il circo di comparse che sognano di pulire il pavimento nel pantheon delle celebrità è la metafora dei desideri, piĂš o meno elaborati, di milioni di persone. Per quanto riguarda il reality di Rai Due, “L’Isola dei Famosiâ€?, la dinamica non è molto diversa. Qui in gara sono gli stessi vip, che danno l’esempio ai cugini di terzo grado del Gf, scannandosi e amandosi su un’isola deserta, obbligando il pubblico

a scegliere chi di essi sia piĂš colorato all’interno di una scala di grigi. Quest’anno inoltre sono stati utilizzati (è il termine piĂš eufemistico) i vip che nelle scorse edizioni dell’Isola suscitarono maggiore risposta di pubblico. Il meglio del meglio, o il peggio del peggio, questione di punti di vista. Prove di sopravvivenza, fatiche insostenibili ma soprattutto tanto gioco, tanto ozio, tanta rabbia da condividere, cattiverie da dire, corpi da vendere. L’aspetto piĂš interessante guardando la trasmissione è riuscire a immaginare ciò che non si vede: intorno a questi attori-di-sĂŠ-stessi vestiti piĂš da coloni che da naufraghi,

ci sono cameraman, operatori audio, tecnici, macchinisti, responsabili di produzione, manager televisivi. Sono tutti lĂŹ a vivere, lavorare, mangiare e dormire su quest’isola “desertaâ€?. Ma la magia della tv rende vero solo ciò che si può vedere. La sceneggiatura de “L’Isola dei Famosiâ€? sembra diversa da quella del “Grande Fratelloâ€?: nel primo caso sarebbero i vip a cadere dalle nuvole per un’esperienza terrena di fatica e umiltĂ , nel secondo caso alcuni perfetti sconosciuti ricevono la grazia di danzare laddove i vip vivono indisturbati. Ma in realtĂ il significato è sempre uno solo: noi telespettato-

ri non siamo soli. Noi non vogliamo essere noi, vogliamo che i vip siano noi, per imparare come si può vivere da star anche restando davanti alla tv. Abbiamo bisogno di questa via di mezzo, di questa miscellanea di fama e fame. Ăˆ su questo ponte invisibile creato dalla televisione che i nostri sogni possono esprimersi al meglio: essere come loro per essere veramente noi stessi. Vedere noi fare i vip; vedere i vip fare noi. Non c’è piĂš differenza: siamo ormai convinti di essere figli della tv, di essere fratelli delle celebritĂ . Siamo illusi che questa schiavitĂš mediatica sia in realtĂ una divina ereditĂ .


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ÂŽ ’”‘‰”ƒÂ?Â?ƒ †‡ŽŽ‡ •‡Ž‡œ‹‘Â?‹ Scadono il 30 marzo le iscrizioni al concorso “Il Tappeto Volanteâ€?. Ăˆ il tradizionale concorso musicale under 30 del Centro oratori bresciani. Questa è una edizione speciale, al ďŹ anco della sezione cover libere (nazionali e internazionali) si aggiungono le sezioni parodie a tema (creazioni di testi in lingua italiana che parlino di oratorio su musiche note) e la sezione autori a tema (brani di propria creazione in lingua

italiana che parlino di oratorio), in preparazione al Sinodo diocesano. CosĂŹ il programma: sabato 21 aprile, Auditorium Balestrieri di Brescia, selezioni categorie parodie e autori; sabato 28 aprile, teatro il Gabbiano di Ghedi, selezioni categoria cover; sabato 5 maggio, oratorio S. Bernardino di Chiari, ďŹ nale delle tre categorie in concorso. Domenica 3 giugno, oratorio di Gussago, Festa. Art e premiazioni. Inizio tutte le sere alle 20.30. Info: 0303722250.

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Ha vinto l’ultimo Festival del cinema di Roma, ma non è un premio piovuto dal cielo questo riconoscimento per il film “Cosa piove dal cielo?â€? dell’argentino SebastiĂĄn Borensztein. Dal cielo piove subito una mucca, in oriente, sulla barca di una coppia di malcapitati innamorati dagli occhi a mandorla. Comincia cosĂŹ il film. Poi ci si sposta a Buenos Aires e il ritmo cambia, si dilata, rallenta cosĂŹ come è la vita di Roberto, il protagonista della storia. Si entra subito nella

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sogni si avverano, “Dreams come trueâ€?, questo il titolo del secondo disco di Marco Giubileo, navigato bassista bresciano per il quale, con un po’ di retorica, possiamo dire che la vita – musicalmente – è ricominciata a 40 anni. Il titolo dell’album è emblematico ma allo stesso tempo può apparire fuorviante: la felicitĂ di Marco nel vedere realizzati quelli che lui chiama sogni non deve far passare in secondo piano il valore del disco, che ha comportato un lungo e faticoso lavoro fatto di studio e di sacrificio, ma anche di tante meritatissime soddisfazioni. I sogni sono quindi gli obiettivi raggiunti, come la conclusione di un bel viaggio vissuto come sempre in compagnia di straordinari amici musicisti, il cui elenco è lunghissimo e per questo necessariamente incompleto. In ordine sparso ricordiamo Kim Stone al basso (il bassista dei Rippingstone), Everett Harp al sax alto (attualmente è in tour con Ramazzotti), Gogo Ghidelli, Gae Manfredini, Arki Buelli, Stefano Naclerio, i grandi Elio Rivagli e Franco Testa, Beppe Donadio, Roberto Soggetti e uno strepitoso Alfredo Golino nel brano d’apertura dell’album. Se non possiamo citare tutti i musicisti a lo

ro, dai piĂš ai meno noti, va un meritatissimo ringraziamento e un plauso per la grande disponibilitĂ e professionalitĂ dimostrate, finalizzate alla realizzazione di un ottimo album a sostegno di un progetto benefico. Lo scopo del disco, oltre a regalare le meritate soddisfazioni a Marco Giubileo, è infatti quello di poter contribuire con il ricavato ai progetti del reparto pediatrico dell’Ospedale ci-

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dal musicista nativo di Lumezzane. Le uniche due canzoni non originali sono due cover d’autore, “Year of the catâ€?, del grande Al Stewart, cantata da Giorgio Guizzi, storico chitarrista e vocalist di Marco Giubileo, e il brano conclusivo, il superclassico “Moonlight shadowâ€? di Mike Olfield, cantato con bella espressivitĂ da Lara Marniga. Un disco molto caldo, perfetto per lunghe trasferte in auto o per serate relax, ottimo anche come sottofondo, che si incanala in quel genere che gli americani definirebbero Adult- oriented pop music. L’album può essere considerato l’evoluzione del precedente â€?My friends & my musicâ€? del 2010, che giĂ aveva destato ottima impressione. Come il precedente, anche “Dreams come trueâ€? sta raccogliendo consensi, molti dei quali giungono da lontano, da altri continenti, attraverso la Rete. Questo grazie a canzoni che alternano dolcezza, come “Dreamsâ€?, con un incipit alla Coldplay, e ritmo, ad esempio “Aliceâ€?, con la batteria di Arki Buelli in bella evidenza. Una citazione particolare la merita “A call to Gaeâ€?, ottimo brano con il grande Gae Manfredini a colorare il suono della canzone con la sua splendida chitarra.

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routine quotidiana di quest’uomo di mezza età , la cui vita scorre dalla colazione, all’apertura della ferramenta, dal conto delle viti presenti nella confezione che ha appena comprato, per giungere a sera, quando cerca sui giornali notizie strane e va a letto per dormire. La luce si spegne allo scattare delle 23; non un secondo prima, non un secondo dopo. Routine. Normalità . Quotidianità . Tutto senza un briciolo di vivacità ed emozione, perchÊ le emozioni e i rapporti so-

ciali, soprattutto se si tratta di amore, come quello per Mari, vengono a confondere e minare la normalità e le certezze di una vita tutta casa, ferramenta e collezione di articoli di giornale che raccontano fatti surreali, che lui, con fantasia, immagina di vivere in prima persona. Ma il cielo ha in serbo per Roberto un incontro tutto particolare: sulla sua strada trova un cinese, appena derubato da un taxista e che, per di piÚ, parla solo cinese. Roberto non può

fare altro che aiutarlo. Comincia cosĂŹ una strana, forzata convivenza. Non tanto e non solo tra i due, ma tra la routine di Roberto e questa presenza che chiede di rompere proprio la monotonia per scoprire la vita, oltre la routine. Per salvarla Roberto si pone un tempo limite. Ma poi qualcosa cambierĂ , scoprendo di essere lui il bisognoso. La comunicazione passa oltre le parole, i due non parlano ma si capiscono e quando parlano lo fanno trami-

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te un mediatore; è qui che si scopre come l’episodio iniziale sia collegato ai personaggi. Commedia ironica e surreale, che diverte nascondendosi dietro al ritmo; in questo modo quasi seleziona il pubblico: apprezza solo chi è disposto a scoprire un tempo che va al di lĂ della quotidianitĂ , ma che con essa vive. Un tempo che rincorre l’assurdo, ma che consegna un messaggio che non lo è: ci si salva con l’altro. Quello che ogni tanto piove dal cielo.

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Negli otto supermercati che la catena Sma ha a Brescia non si butta via niente. Grazie al progetto “Nowâ€?, acronimo di No more organic waste (Non piĂš rifiuti organici), la cooperativa sociale Cauto raccoglie i prodotti prossimi alla scadenza. Quelli ancora commestibili li ridistribuisce a una decina tra enti che si occupano di assistere persone povere e comunitĂ per anziani o di accoglienza. Gli altri vengono utilizzati per

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l’alimentazione animale di canili e aziende agricole oppure smaltiti. “Intercettiamo i prodotti prima che diventino rifiuti – spiega Anna Brescianini, presidente di Cauto –. Spesso vengono buttati in grandi ceste, mischiando plastica, cartone, legno e alimentari. Anche i rifiuti, se correttamente gestiti, possono costituire una ricchezza. Il nostro progetto è sostenibile proprio perchĂŠ dal loro smaltimento abbiamo un ricavoâ€?. Il progetto “Nowâ€? che ha preso il

via nell’ottobre dello scorso anno, sarĂ presentato nei prossimi giorni a “Fa’ la cosa giustaâ€?, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata a Milano da Terre di mezzo. “Il nostro obiettivo è di allargare a 18 il numero dei supermercati coinvolti sia di Brescia che della provincia – aggiunge Anna Brescianini –. Oggi lavorano al progetto due persone e una ventina di volontari. Contiamo di poter arrivare a 10 assunzioniâ€?.

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a riforma del lavoro non può prescindere dal periodo di crisi. Questo il parere dell’economista Luigi Campiglio, docente all’UniversitĂ cattolica, che ne dĂ una lettura in chiaroscuro: in tempi “normaliâ€? sarebbe accolta diversamente, con meno critiche. Ma quello attuale, appunto, non è un tempo che possa dirsi “normaleâ€?. I tempi rapidi con cui si sta muovendo il governo nel riformare il mercato del lavoro sono lodati da alcuni, biasimati da altri. Cosa ne pensa? “La filosofia della riforma è favorire gli ingressi, specialmente a tempo indeterminato, e consentire le uscite. Ciò premesso, arriva in un momento giusto se si considera l’esigenza di dare una risposta alle perturbazioni dei mercati finanziari, sbagliato se si tiene conto del periodo di crisi. Una riforma di questo genere in tempi normali avrebbe avuto un’accoglienza diversa e migliore. Il modello messo a punto dal governo Monti funziona se creiamo un mercato del lavoro mobile, nel quale chi esce – con il sostegno di una rete sociale di qualche tipo – è in grado di trovare una nuova occupazione in tempi ragionevoliâ€?. Ma i dati sulla disoccupazione sembrano dare un diverso quadro della situazione‌

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con la disoccupazione di lunga durata che ha raggiunto livelli mai visti dalla Seconda guerra mondiale. In condizioni normali, con un’economia dinamica, invece, sarebbe nell’interesse comune spostare i lavoratori da settori in declino ad altri in ascesaâ€?. Nel medio periodo quali saranno gli effetti di questa riforma? “L’interrogativo di fondo è se questo modello, che oggi permette al governo di essere un interlocutore forte al tavolo degli investitori internazionali, consente pure la crescita. In altre parole, la tempesta ora è stata placa-

ta e se tra 18 mesi l’economia europea, e quella italiana in particolare, avranno ripreso a crescere, allora i creditori esteri confermeranno la loro fiducia. In caso contrario, rischiamo di tornare al punto di partenzaâ€?. Un’ultima domanda: questa riforma stimola la crescita? “Non è scontato. Adesso è prioritario ridare ossigeno alle piccole e medie imprese italiane per farle vivere, dare loro possibilitĂ di accedere al credito, sbloccare i fondi degli enti locali e cosĂŹ via. Ăˆ qui, prima ancora che sulla riforma del lavoro, che si gioca il successo dell’esecutivoâ€?.

,O JRYHUQR DVFROWL LO SDUODPHQWR La piattaforma deďŹ nita dal governo per la riforma del mercato del lavoro rappresenta “un utile passo in avanti nella direzione di rendere universale e piĂš equo il sistema di tutele e dei dirittiâ€? e “dare maggiore dinamismo al funzionamento del mercato del lavoroâ€?. Restano tuttavia “zone d’ombra e indubbie lacune da colmareâ€?, per cui si rende necessario che il governo “scelga un percorso parlamentare aperto a integrazioni e migliora-

menti, senza stravolgere i contenuti sostanziali e in tempi rapidiâ€?. Ăˆ il giudizio espresso dalla direzione nazionale delle Acli (nella foto il presidente Andrea Olivero, che ha approvato un documento di prima valutazione sulla riforma del mercato del lavoro annunciata dal governo dopo il lungo confronto con le parti sociali. Soprattutto, le Acli chiedono al governo di “assumere provvedimenti per evitare il ricorso al contenzioso

che si potrĂ generare in conseguenza del labile conďŹ ne che divide le tre forme di licenziamento (economico, disciplinare e discriminatorio)â€?. E di introdurre, nel caso di licenziamento per ragioni economiche, “meccanismi progressivi di salvaguardia del lavoratore in funzione dell’anzianitĂ di lavoro aziendaleâ€?, nonchĂŠ “chiarire quali siano i presupposti economici o ďŹ nanziari che legittimino questa proceduraâ€?, per evitare abusi.

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”‡•…‹ƒ ’’”‘˜ƒ–‘ ‹Ž „‹ŽƒÂ?…‹‘ ͚͙͙͘ †‡Ž ƒÂ?…‘ †‹ ”‡•…‹ƒ Il consiglio di amministrazione del Banco di Brescia, presieduto da Franco Polotti, ha approvato il progetto di bilancio al 31 dicembre 2011, che verrĂ sottoposto all’assemblea degli azionisti del 5 aprile, per l’approvazione del bilancio e per la proposta di distribuzione di un dividendo di 0,0315 euro per ciascuna azione totalmente detenuta dalla capogruppo UbIi Banca. Il bilancio 2011 si è chiuso con un utile netto di 95 milioni di euro, signiďŹ cativamente in crescita

rispetto ai 72 milioni del 2010 (+31,9%). I proventi operativi, pari a 541,7 milioni, hanno mostrato il progresso di un punto percentuale rispetto all’anno precedente. In quest’ambito, gli interessi netti sono ammontati a 324,4 milioni di euro, pressochÊ allineati al valore del 2010. Le commissioni nette, pari a 200 milioni di euro, hanno fatto registrare un incremento dell’1,9% rispetto al 2010. I proventi netti di gestione, pari a 14,9 milioni di euro, hanno evidenziato una crescita di

mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente. Sul versante dei costi è proseguito l’impegno della banca a controllarne attentamente le dinamiche. Gli oneri operativi, pari a 312,8 milioni di euro, sono diminuiti dell’1,4% rispetto a quelli dell’anno precedente. Si tratta delle spese del personale per 173,7 milioni di euro (+0,5% rispetto al 2010), altre spese amministrative per 128,8 milioni di euro (-3,4%) ed ammortamenti per 10,3 milioni di euro (-7,6%).

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ccupazione sotto seria minaccia e ricadute negative sull’intera economia locale: questi i rischi paventati dalle segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil in una lettera indirizzata a tutti i parlamentari bresciani per denunciare gli effetti che i tagli previsti per il 2012 in corso alle risorse destinate alla navigazione pubblica sui laghi. Tagli che in Lombardia, con il suo articolato sistema lacustre, potrebbero avere un effetto devastante. Per effetto di una serie di misure adottate dal governo nel corso del 2011, per l’anno in corso è prevista una riduzione dei trasferimenti di 13 milioni di euro, “una cifra – si legge nel documento delle organizzazioni sindacali – pari al 50% del fabbisogno minimo per la copertura dei costi di esercizio della navigazioneâ€?. La situazione sarebbe resa ancora piĂš pensate dall’aumento dell’aliquota iva la 21%, con un aggravio dei costi pari a 5 milioni di euro. Tagli e mag-

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giori costi che, come si legge ancora nel documento delle sigle sindacali, nel Gardesano andrebbero a creare particolari problemi a Navigarda, azienda che da lavoro a 150 persone a cui se ne aggiungono altre 35/40 su base stagionale. I primi effetti dei tagli si sono giĂ fatti sentire: nei primi mesi dell’anno Navigarda ha dovuto intervenire sia sul fronte del servizio erogato all’utenza che su quello occupazionale. A partire dal mese di gennaio e sino a sabato 31 marzo l’azienda ha avviato un piano di sostanziale riorganizzazione del servizio con la soppressione di quattro delle 12 corse giornaliere della linea Maderno-Torri-Maderno. Nei giorni scorsi poi, come documentato dalla lettera di Cgil, Cisl e Uil, Navigarda ha annunciato un taglio complessivo di 1120 corse nei mesi di aprile e maggio. “Siamo di fronte – scrivono i sindacati – a un processo di riorganizzazione molto preoccupante, che giĂ oggi produce conseguenze molto gravi sul fronte del lavoro, con la mancata riconferma dei lavo-

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ratori stagionali e seri rischi futuri per il personale di ruoloâ€?. Le pesanti ricadute provocate dai tagli non si limitano però al solo ambito di Navigarda. I sindacati denunciano previsioni preoccupanti per l’intera economia gardesana, in virtĂš della profonda connessione tra le attivitĂ di navigazione con le realtĂ di un territorio a forte vocazione turistica. Alla luce di queste considerazioni le tre sigle sindacali hanno preso l’iniziativa di scrivere ai parlamentari bresciani di tutti gli schieramenti, dando seguito a una prima iniziativa del 17 gennaio scorso, quando le segreterie regionali avevano chiesto al ministro Passera, titolare del dicastero dello Sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti un intervento che ripristinasse le risorse tagliate. Con la lettera ai parlamentari Cgil, Cisl e UIl chiedono ora che “si possa avviare in tempi brevi un confrontoâ€? per trovare soluzioni che non solo puntino alla salvaguardia di posti di lavoro e ma anche dell’economia del territoio gardesanoâ€?.

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Ăˆ partito dal Retro Classics di Stoccarda, importante Fiera europea di auto d’epoca, il roadshow internazionale della Mille Miglia. L’evento si è aperto con un’inaugurazione straordinaria del salone e una conferenza che ha illustrato l’edizione 2012 della “corsa piĂš bella del mondoâ€?. A presentare l’evento la giornalista e conduttrice Rai Ingrid Muccitelli. “Sono felice – dichiara Alessandro Casali, presidente del Comitato organizzatore della Mille Miglia

– di essere qui a Stoccarda. La Germania e in particolare Stoccarda, sono simboli della storia dell’automobilismo. La Germania è il primo paese, dopo l’Italia, per partecipanti alla Mille Migliaâ€?. Tra le novitĂ dell’edizione 2012 il ritorno a Ferrara e Ravenna e le nuove tappe di Padova e Vicenza, dove non passa dal 1988. Il “Ferrari Tributeâ€? precederĂ la corsa con la “sfilataâ€? di Testa Rossa d’epoca e moderne. La Mille Miglia tornerĂ sulle strade italiane dal 17 al 20 maggio.

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rchiviati i tre punti contro il Grosseto, comincia un mese importante per il futuro calcistico del Brescia. Al famoso obiettivo salvezza, posto a quota 50, manca solamente un punticino ma è ovvio che la rincorsa forsennata delle Rondinelle non può esaurirsi qui. 24 punti nelle ultime 11 partite: nessuno ha fatto meglio nel girone di ritorno, nemmeno la capolista Torino, tantomeno lo straripante Pescara. Tanto che i play off sono tornati – meritatamente – ad un tiro di schioppo (tre lunghezze per la precisione) ma prima di innescare il turbo per il rush finale, c’è un ultima salita. Rappresentata dalle prossime tre gare: a cominciare dal posticipo serale di lunedĂŹ 2 aprile alle 20.45 in casa di una Reggina ferita dal Varese, con la panchina traballante ma ancora in lizza come il Brescia per accaparrarsi il sesto e ultimo posto valido per accedere agli spareggi promozione. Per i calabresi sarĂ il classico confronto da “ultima spiaggiaâ€?. A seguire, il venerdĂŹ di Pasqua alle 19, l’atteso derby contro il Verona al Rigamonti con gli scaligeri – di contro – che vorrebbero evitare i play off visto che sono a due punti dal secondo posto.

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Sabato 14 aprile, infine, la Sampdoria a Marassi. Blucerchiati tornati anch’essi in corsa e a meno 1 proprio dalle Rondinelle. Attenzione alle trappole che verranno preparate dall’ex Beppe Iachini in panchina e da Gaetano Berardi e Juan Antonio (in campo) ceduti a titolo definito nel gennaio scorso. Inutile dire che passare indenni da questo trittico significherebbe mol-

to. “La nostra forza è il gruppo – ha sottolineato piĂš volte mister Alessandro Calori – tutti sono importanti. Da chi scende in campo, a chi si siede con me in panchina o finisce in tribuna. Esempi lampanti sono Zoboli e Cordovaâ€?. E notizie positive arrivano anche dall’infermeria con il ritorno in gruppo di Jonathas e Mandorlini (a Reggio Calabria tornerĂ disponibile

e arruolabile al centro della difesa Sebastian De Maio dopo aver scontato il turno di squalifica), senza dimenticare l’esplosione di Fausto Rossi a centrocampo, eroe di giornata con una doppietta con il Grosseto. Il tutto in attesa del rientro di Budel previsto per metĂ aprile. Insomma, “tanta robaâ€?‌ e allora sĂŹ che ci sarĂ da divertirsi (almeno si spera).

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$ )RUOu SHU VIRGHUDUH JOL DUWLJOL Dopo tre sconďŹ tte consecutive, la Centrale del Latte Brescia, guidata da capitan Rezzano (nella foto), è tornata al successo piegando in casa il lanciatissimo Brindisi, alimentando nuovamente le speranze play off promozione. Leonessa salita al sesto posto in classiďŹ ca a quota 24 punti, in coabitazione con Jesi. Restano cinque le giornate al termine della stagione regolare di Lega 2: si prosegue questa domenica, in casa

della pericolante ForlĂŹ. Dove bisognerĂ dare continuitĂ al successo del San Filippo per lasciare accesa la ďŹ ammella dei play off che non sembrano poi cosĂŹ lontani. Intanto sta prendendo piede l’iniziativa di “sostentamento popolareâ€? intrapresa dalla societĂ che – per far fronte alla crisi economica e garantire un futuro alla pallacanestro cittadina – ha aperto un apposito conto corrente per effettuare donazioni

libere con carta di credito o boniďŹ co (tutte le informazioni sul portale www.basketbrescialeonessa.it). Tornando alla sďŹ da di ForlĂŹ, palla a due alle ore 18.15. Come sempre, sarĂ possibile seguire l’incontro in diretta sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3-88.5) e in streaming su radiovoce.it. Radiocronaca integrale a cura di Alberto Banzola, con la possibilitĂ di interagire tramite sms al numero 338.3636104.


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Dz1 Â?Â‡Â”ÂƒÂ˜Â‹Â‰ÂŽÂ‹Â‘Â•Â‘Çł ƒ Ž„ƒ Žƒ •–‘”‹ƒ †‹ ‘••‡ŽŽƒ Un’altra bella pagina di â€œĂˆ meravigliosoâ€? arriva dal Csi Alba. La squadra Albanova di calcio femminile ha accolto in pieno l’iniziativa ciessina estendendola all’intero anno sportivo. Come? Aprendo le porte dello spogliatoio a Rossella, una ragazza con un passato difďŹ cile che vive nella comunitĂ alloggio della cooperativa Alberto Abrate. Gli operatori la accompagnano due volte a settimana agli allenamenti, mentre nel ďŹ ne settimana è protagonista

in campionato al ďŹ anco delle altre ragazze. “Rossella non ha mai praticato questo sport – afferma una delle compagne – ma ha avuto il coraggio di mettersi in gioco sďŹ dando i propri limiti. Possiamo solo imparare da lei. Siamo ultime, ma dopo il suo arrivo abbiamo capito che sono altre le classiďŹ che che contanoâ€?. Nello sport si vedono troppo spesso atleti declassati perchĂŠ disabili oppure non all’altezza. Ăˆ tempo di cambiare stile sull’esempio dell’Albanova.

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l ruggito della Leonessa 99 si leva alto nel cielo di Torbole Casaglia, dove il team di via Lamarmora solleva al cielo la coppa di ghiaccio. Il primo Gp Toninelli di domenica scorsa (valevole anche come seconda gara del Giro della Provincia), ha chiuso il sipario sulla competizione invernale, che ha accompagnato la carovana ciclistica nell’arco di cinque gare vissute con grande passione dagli atleti del Csi Brescia. Anche nell’ultima tappa i numeri sono stati piĂš che indicativi, con 200 biciclette in lizza per il podio. Due – come di prassi – le partenze. Nella prima, che ha visto impegnati senior 1, senior 2 e gentleman, la volata è stata caratterizzata da un gruppo compatto di circa 100 ciclisti, con Andreoli (Cicli Benedetti) che ha avuto la meglio su Corini (Mobilbrix). Nella seconda partenza, animata da cadetti, junior1 e junior 2, gara dai due volti. Durante la prima metĂ il gruppo si è spezzato, poi l’arrivo in volata di una ventina di corridori, con Cristian Alberti della Mg Kvis che ha tagliato il traguardo davanti a tutti. Come giĂ anticipato Leonessa 99 si è laureata campione d’inverno per effetto del bottino di punti messi in saccoccia dai suoi ciclisti, ma merita una menzione speciale anche il Team Bike Gavardo, che può vantare una doppietta di maglie d’Inverno con

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dio Del Bono (Team Bike Gavardo); gentleman Giuseppe Fracassi (G.S. Montenetto). Ora, come la natura suggerisce da diverse settimane, largo alla coppa Primavera. La prima delle quattro tappe in programma sarà domenica a Soprazocco di Gavardo, dove si svolgerà il V Memorial Gino Taroli. Poi si correrà a Manerba del Garda (22 aprile), Flero (1 maggio) e Brandico (6 maggio). Per l’esordio primaverile ritrovo e iscrizioni alle ore 8 al campo sportivo di Soprazocco. Prima partenza riservata alle categorie junior 1, junior 2 e cadetti (ore 9) su un circuito di 11,5 km da ripetere cinque volte.

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Parrocchia di Santa Maria Assunata in Montichiari

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IL DUOMO DI MONTICHIARI Anno 2009

LO *HQQDLR Parrocchia Conversione di S. Paolo in Flero

CHIESA PARROCCHIALE DI FLERO

Anno 2010

LO *HQQDLR Parrocchie di Botticino

CHIESE PARROCCHIALI DI BOTTICINO

Anno 2010

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Parrocchia di San Lorenzo martire - Verolanuova (BS)

LA BASILICA DI SAN LORENZO A VEROLANUOVA

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Anno 2010

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LO 0DU]R Parrocchia di San Marco - Gardone Valtrompia (BS)

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Via .......................................................... Cap ............................

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CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MARCO GARDONE VALTROMPIA

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Anno 2011

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I voucher per le paritarie Egr. direttore, sono genitore di un bambino iscritto in una scuola privata paritaria. La mia scelta, sommata a quella compiuta da numerose altre famiglie in Italia, procura allo Stato un risparmio annuo di circa 6 miliardi di euro. Il risparmio per le casse pubbliche sussiste pur in presenza dei cosiddetti buoni scuola, ovvero i voucher che la Regione rilascia alle famiglie con un reddito complessivo contenuto e che altrimenti non sarebbero liberi – com’è invece sancito dalla Costituzione – di scegliere per i propri figli l’istruzione che preferiscono e che ritengono piĂš adeguata alle loro aspettative e ai loro valori. Dei succitati buoni scuola avete scritto recentemente sul vostro giornale, indicando le modalitĂ di accesso e invitando le famiglie interessate a consultare il sito della Regione per recepire informazioni piĂš dettagliate. Devo dire che, nĂŠ nel vostro articolo, nĂŠ sul sito ufficiale della Regione, si accenna alla possibilitĂ che tali voucher non vengano piĂš erogati. E questo a dispetto della vox populi, che ha spesso origine in alcune scuole statali e che li vorrebbe esauriti a partire dal prossimo anno. Non posso esimermi dal chiedervi di fare chiarezza in proposito: disponete forse di informazioni diverse che confermino o smentiscano tali voci? Siete in grado di farci sapere se noi genitori di ragazzi iscritti alla scuola privata paritaria potremo usufruire dei voucher regionali anche per il futuro? M.F.

Lo stile delle unitĂ pastorali Egr. direttore, in vista del Sinodo mi permetto di fare

una piccola riflessione sullo stile che dovrebbero avere le future unitĂ pastorali. Lo faccio a partire da un testo del profeta Geremia, che evidenzia come Dio guida il ritorno degli esuli da Babilonia a Gerusalemme (Ger 31,8-10). Questo capitolo di Geremia è carico di promesse: una nuova alleanza, un futuro di giustizia, una restaurazione. Ma non solo. Geremia insiste sul tema del viaggio, sul come si torna a casa. Geremia mette in evidenza il comportamento di questo Pastore che radunando il suo gregge sceglie il passo degli ultimi, il passo dei piĂš deboli. Per dirla con il biblista Signoretto questo “è un criterio, uno stile, una scelta pastorale! Il Signore è un pastore che si prende a cuore chi rimane per ultimo, e lascia che sia questi a decidere l’ andatura del passo della carovana per il ritorno, che altro non è che un viaggio di conversione â€?. Questo passo biblico è paradigmatico dello stile che dovranno avere le nostre unitĂ pastorali. Significa non solo avere chiara la meta, la direzione, ma camminare in un certo modo: con il passo di chi nella comunitĂ fa piĂš fatica. Potremo, anzi dovremo, mettere in pista la miglior macchina pastorale possibile, ma coscienti che la velocitĂ di crociera dovrĂ essere tarata al “passo dell’uomo piĂš affaticatoâ€?. Andare veloci significherebbe non solo rischiare di lasciare indietro qualcuno o di travolgere qualcun altro, ma sostituirci al Comandante! Siamo cristiani perchĂŠ siamo seguaci di GesĂš, cioè gli stiamo dietro e non davanti. Questo è lo stile di Dio, lo stile del servizio, della gratuitĂ , dell’amore incondizionato verso tutti, ma a partire dai piĂš fragili e indifesi. Sia questo lo stile di ogni cristiano perchĂŠ solo camminando al passo degli ultimi cammineremo con

il Signore, altrimenti rischieremo di correre invano. Roberto Marchina

In ricordo di don Luca Egr. direttore, don Luca Nicocelli è stato non solo il parroco di Centenaro e il fondatore di “Noi Musicaâ€?, ma per noi dell’Istituto paritario Paola Di Rosa di Lonato del Garda è stato un carissimo insegnante. Don Luca era una persona solare e semplice, sempre sorridente, aperta al dialogo, sapeva farsi amare. Rispettava atei e agnostici, era aperto ai nuovi orizzonti, cercava di allontanare noi giovani da droga e alcool. Era il nostro confessore, al quale noi tutti ci rivolgevamo per consigli e direzioni, sempre rispettoso della libertĂ di ognuno. Con il suo fare scherzoso e gentile si avvicinava a noi, ci dava un’amichevole pacca sulle spalle, un buffetto sulla guancia, chiedendoci se andasse tutto bene. Sempre ci ascoltava e ci invitava a scenari di vita piĂš alti. Entrava sempre in classe col sorriso. Don Luca è stato un uomo che amava la musica, ma che amava soprattutto Dio. Ci ha insegnato ad apprezzare la vita e cosĂŹ vogliamo ricordarlo, come un sacerdote che ha saputo ascoltare i giovani, sostenerli, guidarli alla ricerca di un significato profondo dell’esistenza. Ăˆ stato un insegnante diverso, per noi speciale, capace di trasmettere insegnamenti secondo l’ottica umile e semplice del Vangelo. La sua scomparsa lascia un vuoto, ma non deve rappresentare una fine, piuttosto l’occasione per imparare ad apprezzare le piccole gioie del vivere quotidiano e a fare qualche semplice gesto di caritĂ . come sempre don Luca ci invitava a compiere. Gli studenti di don Luca

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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