La Voce del Popolo 2012 16

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Per sua natura l’uomo - e, per par condicio, la donna! - è un essere in ricerca. Anzi, talora la ricerca rischia di essere coltivata per se stessa, senza raggiungere un obiettivo, ma semplicemente accumulando esperienze, emozioni, sentimenti, foto - magari da mettere su Facebook. Tanto che verrebbe la tentazione di chiedere ad alcuni giovani-adulti perennemente in ricerca di avvisarci quando avranno deciso cosa fare finalmente “da grandiâ€?. C’è però una ricerca che sempre va perseguita, senza paura di perdere tempo, ed è quella della sapienza, del vero “voltoâ€? della realtĂ , del “sensoâ€? che dĂ ragione a tutto ciò che esiste. Si tratta di un impegno che coinvolge le forze dell’uomo, ma che richiede anche un dono dall’Alto. Padre Gemelli e Armida Barelli ebbero la felice intuizione di dedicare la nascente UniversitĂ Cattolica italiana al Sacro Cuore, che nelle Litanie con cui lo si invoca è presentato, tra l’altro, come il “luogoâ€? “in cui sono tutti i tesori di sapienza e di scienzaâ€?. Splendida ricerca quella che, con studio, lavoro e preghiera, giunge a Lui e da Lui può attingere simili tesori!

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Opal. Armi leggere trasparenza nelle esportazioni

͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Cevo. Ai piedi della croce tanto cara ai bresciani

͚ͥ ……Ž‡•‹ƒ Brevivet. La fede e la ricerca “muovonoâ€? ancora

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͛͜ —Ž–—”ƒ ‡ …‘�—�‹…ƒœ‹‘�‡ Notte nel sacro. Fede e cultura che si toccano

͚͜ …‘Â?‘Â?‹ƒ ‡ Žƒ˜‘”‘ Insieme contro illegalitĂ e concorrenza sleale

ÍœÍ? ’‘”– Calcio. “Pietasâ€? in campo, domenica senza partite

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‡Â?œƒ ˜‡”‹–Â? Â?‘Â? Â…ǯ° Ž‹„‡”–Â? Sono di una generazione che non ha vissuto la bomba di piazza Loggia. In questo molto simile a quelle generazioni che sono venute dopo di noi e che non hanno la memoria viva dei fatti. Siamo quelli che hanno letto sui giornali o nelle ricostruzioni televisive degli anni di piombo e che forse nel susseguirsi dei processi poco hanno compreso la dinamica dei fatti. Siamo le generazioni di quelli che piazza Fontana a Milano, il delitto Calabresi o il rapimento Aldo Moro l’hanno visto al cinema o nelle serie televisive, siamo tra quelli che forse non sono riusciti, se non in maniera epidermica, a cogliere il clima di quegli anni. Non abbiamo conosciuto lo

scontro nello Stato, il dramma di una Chiesa che, dopo gli anni del Concilio, cercava la strada di un dialogo sofferto e drammatico con il mondo e che nella figura luminosa e angosciata di Paolo VI e delle sue parole ai funerali di Moro riassume lo spirito di un’epoca non vissuta. La strage di piazza Loggia fu l’apice di uno scontro che scaraventò anche Brescia sulla scena di un’Italia confusa in cerca di ideali che ne segnassero il futuro, in un conflitto tra generazioni e in radicalizzazione delle posizioni politiche che aveva spinto alcune frange a pensare che il cambiamento dovesse venire con la rivolta armata, con l’annientamento anche fisico dell’avversario e la destabilizzazione del quadro democratico. A 38 anni da quei giorni la ferita non è ancora sanata. La giustizia degli uomini non è ancora stata capace di trovare i responsabili di quelle morti e di lenire l’attesa di chi

è rimasto e di chi li ha pianti. Soprattutto la cittĂ resta ancora ferita. Nel luogo della strage quella pietra frantumata dal terrore, si staglia come pietra d’inciampo nella storia della nostra comunitĂ civile. Per questo ogni volta che Brescia vive un passaggio decisivo della sua vita comune quel luogo si erge come simbolo necessario di memoria e rinascita. Anche la Chiesa bresciana lo comprese fin dal primo istante in quel maggio del 1974. Chi ha vissuto accanto al vescovo Luigi Morstabilini quei giorni ricorda il dolore, la dignitĂ , la cristiana compostezza e la fervente preghiera di un pastore conscio della delicatezza e della decisivitĂ di un momento che avrebbe segnato l’anima dei bresciani per sempre. Lo colse anche Giovanni Paolo II quando si mise in ginocchio davanti a quel luogo di martirio e Benedetto XVI quando non mancò di sottolinearlo con una sosta silenziosa e fuori dal protocollo, ma cosĂŹ carica di significato e di

fede nel novembre 2009. Anche per questi gesti piazza Loggia è divenuta per i bresciani un luogo di pellegrinaggio, il pellegrinaggio verso la propria essenza. E anche per questo la sentenza ancora una volta lascia i bresciani nello sconcerto. Senza veritĂ non c’è libertĂ . La libertĂ di ripartire, la libertĂ di sentirsi riconciliati con il passato, la libertĂ di aver compreso e di non commettere gli stessi errori, la libertĂ di essere noi stessi anche davanti a questa ferita. Pure noi che quella vicenda non l’abbiamo vissuta, noi che il fragore della bomba e le urla di morte le abbiamo udite solo dalle registrazioni, noi che non abbiamo pregato, allora, per quei morti, noi di ogni generazione nata dopo quei giorni, non possiamo smettere di chiedere veritĂ , giustizia e riconciliazione, ma insieme anche che la freschezza di quella memoria si possa conservare e continui a plasmare il comune impegno per il bene di tutti.


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La ricerca è stata condotta sulla popolazione bresciana, ma potrebbe avere una valenza generale. I risultati, smentiscono in parte le previsioni di importanti osservatori internazionali secondo i quali un aumento dell’etĂ media di altri tre anni da oggi al 2050 (fonte Fmi) porterĂ a un collasso dei sistemi di welfare dei Paesi piĂš avanzati. Difficile, alla luce dello screening compiuto sulla popolazione bresciana, immaginare quali siano gli scenari a cui questi centri di ricerca

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internazionale hanno guardato. La popolazione bresciana con piĂš di 65 anni per il 60% gode di buone se non ottime condizioni di salute. Ă‹ del tutto priva di patologie croniche o di malattie invalidanti. Solo il 25/30%, percentuale fatta dalle persone con qualche anno in piĂš sulle spalle, soffre di malattie croniche che non minano però la loro autonomia. Solo il 10% è classificata come fragile, con gravi malattie croniche, limitata nella propria autonomia e frequentemente ospedalizzata.

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l vecchietto dove lo metto era il refrain di una vecchia canzone di Domenico Modugno che giĂ qualche decennio fa ipotizzava un futuro difficile per i nonni. Probabilmente non ipotizzava che nell’arco di pochi anni la sua fantasia di compositore sarebbe stata superata dalla realtĂ . La scorsa settimana, infatti, il Fondo monetario internazionale ha lanciato quello che i mezzo di comunicazione hanno riassunto come allarme longevitĂ . L’allungamento della vita media rischierebbe di far saltare tutte le previsioni per le spese della previdenza e l’assistenza sociale. Nei Paesi piĂš ricchi, sempre secondo il Fmi, l’aumento del costo dell’invecchiamento potrebbe arrivare fino al 50% del prodotto interno lordo ai valori del 2010, se da qui al 2050 i loro abitanti allungheranno di soli tre anni la loro vita media. Un’eventualitĂ tutt’altro che remota, destinata ad aprire una voragine tanto nei conti pubblici, quanto in quelli dei fondi pensione privati. Dunque, è la ricetta del Fondo monetario internazionale, per prevenire questa catastrofe è necessario intervenire subito, puntando inevitabilmente ad un progressivo innalzamento dell’etĂ in cui si smette di lavorare. Insomma, pare di capire di assistere al giĂ visto, con gli anziani costretti, dopo aver conosciuto il danno, a subire anche la beffa. Per anni, infatti, la medicina è andata decantando le meraviglie dei suoi risultati che avevano consentito un progressivo aumento dell’etĂ media delle persone. Scoperte, quelle de-

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cantate e per altro supportate dai fatti, che avrebbero aperto agli anziani di domani, prospettive impensabili sino a qualche anno prima. Per uomini e donne pronti a tuffarsi nell’etĂ della pensione e del meritato riposo, sono stati lusingati con il miraggio di una stagione di divertimenti, di viaggi e di ore serene. Certo c’è stato anche chi ha presentato orizzonti meno affascinanti, ma in qualche modo piĂš realistici. Con la loro pensione tanti nonni avrebbero potuto dare una mano anche ai figli, occupandosi dei nipoti e concedendo loro importanti

economie di scala. Poi è arrivata la crisi e in Italia ci si è accorti che la stagione delle cicale era finita e che il paradiso promesso poteva al massimo trasformarsi in un purgatorio. Progressivamente è andata aumentando la soglia per l’uscita dal mercato del lavoro verso la meritata pensione sino a raggiungere i limiti imposti dalla recente riforma Monti. Un limite significativo nemmeno scontato da raggiungere... E nei giorni scorsi è arrivata la doccia fredda del fondo monetario internazionale che ha concentrato i suoi strali soprattutto sulla crisi di sistemi pensionistici obsoleti, pensati per una stagione ormai passata. Nel 1950 l’aspettativa media della vita nel mondo era di 48 anni, mentre nel 2010 è salita a 70. Meglio ancora va in Europa e nei Paesi piĂš sviluppati, dove è passata dai 40 anni del 1750 agli 80 di oggi. Un’ottima notizia per l’umanitĂ e le persone che vivono piĂš a lungo, ma è una seria minaccia per le istituzioni pubbliche e private che devono sostenere i costi dell’invecchiamento. Se l’etĂ media si alzerĂ di tre anni da qui al 2050, le spese cresceranno del 50%. Questo significherĂ un incremento dei costi che nelle economie avanzate arriverĂ al 50% del pil, e in quelle emergenti al 25%. Il problema riguarderĂ tanto la previdenza pubblica, quanto quella privata, perchĂŠ all’innalzamento dell’etĂ media corrisponderĂ una diminuzione degli anni di contributi, rispetto agli anni in cui si riceveranno le prestazioni. L’Fmi con la freddezza dei numeri ha proposto un approccio pragma-

tico al problema, basato su tre punti. I governi dovranno riconoscere la gravitĂ del problema e prepararsi ad affrontarlo. Sembra ovvio, ma pochi lo stanno facendo e l’Italia è fra questi. Si dovrĂ procedere a una riforma essenziale che dovrebbe consentire l’innalzamento dell’etĂ pensionabile in parallelo all’aspettativa di vita. Elementare: piĂš a lungo si vive, piĂš a lungo si deve lavorare. E se tutto questo non verrĂ realizzato, diventerĂ necessario ridurre le prestazioni, perchĂŠ la coperta è quella e le risorse diminuiranno. Insomma una prospettiva non proprio bella che fa a pugni come quella piĂš umana a cui molti sono stati abituati e che ha sempre visto nei nonni e negli anziani in generale una risorsa, i depositari di un patrimonio culturale e valoriale importante. Scenario che crea qualche problema di coscienza a chi crede ancora nell’attualitĂ del comandamento che impone di rispettare il padre e la madre. Le prospettive? Fortunatamente le indicano anche in queste pagine quelle persone che a vario titolo si occupano di anziani e terza etĂ . Una valutazione esclusivamente economica non consente di cogliere la complessitĂ di un fenomeno che non può essere ridotto solo alla parola costi. Gli anziani, anche nelle nostre comunitĂ , sono ancora una risorsa e fortunatamente non sono ancora condannati ad andare a morire, come avveniva per gli eschimesi, in completa solitudine. Per i nostri anziani, a differenza di quelli cantati da Domenico Modugno, c’è ancora un posto preciso ed è quello centrale.

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/D WHU]D HWj QRQ q VROR FDXVD GL SRYHUWj Adolfo Rossini, dal giugno 2010 segretario dei pensionati Cisl di Brescia, non ha mezzi termini nel bollare le recenti esternazioni del Fmi come l’ennesima lettura distorta di un mondo che si valuta solo e soltanto in termini economici. “Ancora una volta – è il suo pensiero – sembra prevalere solo una valutazione contabile dell’anzianitĂ â€?. Chi esce dal mercato del lavoro e ha la fortuna (meglio forse parlare di sventura vista la situazione) di vivere ancora qualche

anno ďŹ nisce per diventare un peso per sistemi di welfare che giĂ scricchiolano. “Dimenticano, questi signori – continua Adolfo Rossini – che a dispetto dell’etĂ sempre piĂš avanzata i pensionati producono ancora tanta ricchezza solo in parte ripagata da quanto lo stato sociale eroga per garantire loro alcuni serviziâ€?. Un esempio per tutti: il valore non retribuito del lavoro che tanti nonni svolgono nelle famiglie dei ďŹ gli, prendendosi cura dei nipoti e di

quelle incombenze di cui non può farsi carico, se non a costo di grossi sacriďŹ ci, chi lavora. “Secondo ricerche attendibili – sostiene Rossini - si tratta di un valore molto vicino se non addirittura superiore a ciò che ogni hanno stanzia a favore delle famiglieâ€?. Ăˆ proprio alla luce di queste considerazioni che il segretario dei pensionati della Cisl di Brescia contesta le previsioni del Fondo monetario internazionale, in cui sembrano risuonare pericolosi eco

di malthusiana memoria secondo cui l’aumento della popolazione crea fame e povertĂ . “In una stagione difďŹ cile – è la conclusione di Adolfo Rossini – è necessario che la politica e i grandi osservatori economici internazionali che ne condizionano le scelte, la smettano di guardare alla terza etĂ come a fonte di povertĂ . In realtĂ gli anziani non hanno mai smesso di essere una ricchezza anche se necessitano di qualche cura in piĂš rispetto ai giovaniâ€?.


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ǡ ǣ ǫ Gi adulti insegnano ai loro bambini il “rispetto” per i vecchi, depositari della saggezza, dell’esperienza di una lunga vita. Da sempre i piccoli amano i loro nonni. Da sempre i nonni badano ai nipotini con soddisfazione reciproca. Ora, dice il Fmi, l’anzianità non è più sostenibile, perché sì, van bene i vecchi, ma ormai hanno preso la cattiva abitudine di vivere troppo. Che diremo allora ai nostri bambini? Che il nonno non riusciamo a mantenerlo, che non abbiamo

bisogno di lui? Che non lo possiamo tenere in casa e nemmeno mandarlo al ricovero? No! Continueremo a dire che gli anziani sono preziosi in famiglia, che siamo contentissimi che ci siano e che vogliamo loro un bene immenso. Che hanno pagato per 40 anni i contributi per la pensione e ora ne godono i frutti, e che, se la pensione, è misera troveranno sempre di che vivere dignitosamente nelle nostre famiglie. Che sono persone importanti, per la loro disponibilità, per il loro

amore, che sono una risorsa anche economica per la famiglia e la società. E lo diremo e manifesteremo concretamente, anche quando sono malati ed hanno bisogno del nostro aiuto, non dimentichi del fatto che il nonno e la nonna sono mio padre e mia madre, i quali hanno dato la vita per me, giorno per giorno, nel tran tran quotidiano, per tutti i loro anni. Questo continueremo ad insegnare perché tali sono le nostre convinzioni e le vogliamo comunicare ai figli per crescere generazioni ancora

ricche di valori. E se ci chiederanno come faremo, risponderemo che ce la faremo… con poco, riducendo le spese, evitando gli sprechi, accontentandoci di quel che abbiamo, chiedendo aiuto se necessario; ma riusciremo, anche con uno sguardo a chi ha bisogno tra i vicini. Continueremo dicendo ai più grandicelli che chi si occupa di macroeconomia deve fare il suo dovere… perché la nostra bella famiglia non mancherà di sforzarsi al massimo per farlo.

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8Q QXRYR XPDQHVLPR VRFLDOH Non crede che le analisi del Fondo monetario internazionale siano state diffuse per creare allarmismo. Piuttosto le indicazioni fatte pervenire, per quanto limitate al tema delle pensioni, devono essere lette come l’invito alla riflessione per progettare un futuro sostenibile. È questo il parere di Marcella Bonafini, presidente di Casa Industria, una delle storiche Rsa della città di Brescia. Conosce bene, dunque, il fenomeno della longevità e dei

suoi eventuali costi. “Non possibile né corretto pensare a interventi statuali tout court per quel che riguarda l’assistenza agli anziani”. È un modo di procedere che Marcella Bonafini non condivide e che, almeno a Brescia, si presenta per certi versi superato dai fatti. “Già oggi nella nostra città e, in misura proporzionale anche in Casa Industria, – afferma la presidente della Fondazione – assistiamo a nuove forme di collaborazione che rendono

obsoleto un sistema di gestione interamente affidato allo Stato”. “Dovremo puntare su una rete di servizi domiciliari – sono ancora considerazioni che Marcella Bonafini trae dalla sua quotidiana esperienza in Casa Industria – fatta di realtà intermedie caratterizzate da una maggiore elasticità di gestione, più leggere dal punto di vista strutturale e, conseguentemente meno costose”. Case famiglia, comunità alloggio, minialloggi protetti,

creazione di nuove figure professionali come l’infermiere di territorio. Questi gli scenari per un futuro sostenibile tenuti insieme da un collante che Marcella Bonafini definisce come una sorta di nuovo umanesimo sociale capace di trasformare vocaboli come solidarietà e sussidiarietà, che oggi suonano retorici, in stili di vita condivisi per la creazione di comunità in cui tutti si sentano partecipi dei destini degli altri.

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Benedetto XVI da tempo cerca di richiamare l’attenzione sulla situazione in cui versa una vasta area del Sahel colpita da una grave crisi alimentare. Il card. Maradiaga, presidente di Caritas internationalis, ha di recente esortato all’azione immediata, perchĂŠ “la situazione è grave. L’allarme alimentare tocca ormai circa 16 milioni di persone, che rischiano di diventare il doppio se non verranno prese urgentemente misure efďŹ caci. Otto i Paesi

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coinvolti: Mali, Niger, Burkina Faso, Senegal, Ciad, Mauritania, Camerun, Nigeria del Nord. Il tutto è aggravato dalla crisi politica in Mali dove una popolazione già piegata sta subendo le conseguenze del colpo di stato del 22 marzo. Caritas italiana ha messo a disposizione oltre 100mila euro a sostegno delle attività della rete Caritas nel Sahel. Anche la Caritas bresciana si è attivata, ponendosi, quale punto di raccolta locale per i contributi di singoli,

parrocchie, enti vari. Consueti i canali attivati: c/c postale n° 10510253 intestato a Caritas Bresciana, c/c bancario intestato a Diocesi di Brescia - UfďŹ cio Caritas presso UBI Banco di Brescia - agenzia 5, iban: It 12 K 03500 11205 000000007051; c/c bancario intestato a Fondazione Opera Caritas San Martino - ramo Onlus presso Banca Prossima, IBAN: IT 29 G 03359 01600 100000002695, il tutto ovviamente con la causale “Sahel 2012â€?.

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econdo l’Istat nel 2011 Brescia ha esportato nel Paesi del Medio Oriente armi e munizioni per un valore complessivo che supera gli 11 milioni di euro. Il dato non è sfuggito all’Opal, l’Osservatorio permanente sulle armi leggere (onlus promossa da diverse realtĂ dell’associazionismo locale e nazionale per diffondere la cultura della pace e offrire alla comunitĂ civile informazioni di carattere scientifico sulla produzione e il commercio delle armi leggere), che in queste settimane sta lavorando alla nuova edizione (la quinta) del suo annuario. Non poteva sfuggire all’Opal il fatto che un tale volume di esportazioni si sia verificato proprio nei mesi in cui si sviluppava la “primavera arabaâ€?. Una coincidenza che, a dispetto dei dati Istat che parlano di armi leggere per uso civile e sportivo, lascia l’Osservatorio con dubbio in sospeso: c’è qualche relazione tra il volume di affari realizzato e la stessa “primaveraâ€?? “L’Istat – afferma al proposito Giorgio Beretta, uno dei curatori dell’annuario Opal – non dice nulla sugli enti, sui gruppi e sui singoli destinatari delle armi e soprattutto sulle ragioni che hanno portato all’autorizzazione in aree tanto criticheâ€?. Dettagliato è l’elenco delle esportazioni di armi leggere verso il Nord Africa dal Bresciano. Non manca alcuno dei Paesi in cui è soffiato lo scorso anno il vento della rivolta. In Algeria sono

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si che, se pure non hanno conosciuto la “primaveraâ€?, qualche altro piccolo problema lo manifestano. In Marocco, che oltre alle manifestazioni contro il potere monarchico di Mohammed VI, permane l’occupazione del Sahara occidentale e la limitazione della libertĂ delle popolazioni locali, nel 2011 sono andate armi bresciane per un totale di 3 milioni 608mila euro). Armi per quasi 1 milioni di euro sono andate anche in Libano, da cui secondo alcuni osservatori internazionali passerebbero armi in direzione della Siria. Quasi 4,7 milioni arrivano anche dagli Emirati arabi uniti, uno dei Paesi meno demo-

cratici del mondo secondo una classifica elaborata dal settimanale inglese “The Economist�. “Uscendo dai confini mediorientale – continua Giorgio Beretta – colpisce anche il milione di euro di armi esportate in Bielorussia poco prima che scattasse l’embargo dell’Unione europea, verso il regime di Lukashenko�. L’Opal, proprio in concomitanza con una nuova edizione di Exa chiedere trasparenza per evitare il ripetersi di “spiacevoli� episodi del passato con armi leggere e sportive bresciane rinvenute negli arsenali personali di figure, come Gheddafi, che di sportivo e di leggero avevano ben poco.

8Q RVVHUYDWRULR QDWR D %UHVFLD L’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di difesa e sicurezza (Opal) di Brescia è un’associazione onlus promossa da diverse realtĂ dell’associazionismo bresciano e nazionale (Collegio missioni africane Comboniani, Saveriani, associazione Brescia Solidale, commissione diocesana “Giustizia e paceâ€?, UfďŹ cio missionario diocesano, Ambasciata della democrazia locale di Zavidovici, Cgil, Camera del lavoro di Brescia, Pax Christi,

Brescia Solidale, Svie di singoli privati per diffondere la cultura della pace ed offrire alla societĂ civile informazioni di carattere scientiďŹ co circa la produzione e il commercio delle “armi leggereâ€? ed approfondimenti sull’attivitĂ legislativa di settore. L’Osservatorio è un luogo scientiďŹ co indipendente di ricerca, monitoraggio, analisi e di informazione al pubblico, nazionale ed estero, sulla produzione e commercio delle “armi leggere e di piccolo cali-

broâ€?, speciďŹ catamente in Lombardia, ma con attenzione anche al territorio nazionale ed europeo. Oltre alla ricerca, l’Osservatorio si propone di contribuire efficacemente al concreto perseguimento, da parte dei soggetti interessati, di percorsi di riconversione industriale possibile delle fabbriche d’armi, anche attraverso proďŹ cui contatti e sviluppo di relazioni fra persone, enti ed associazioni, a livello europeo e internazionale.

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sull’adesione dell’Unione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. L’aula voterĂ quindi il nuovo accordo Ue-Stati Uniti sul trasferimento dei dati personali dei passeggeri aerei europei. Due ulteriori relazioni riguardano quindi la formazione di livello universitario e la tassazione relativa ai carburanti. Il 18 aprile è prevista una seduta solenne con la presenza del re di Giordania Abdullah II. Fra i temi previsti per il suo intervento i rapporti tra

Amman e i Ventisette, il ruolo del Paese nella realtĂ mediorientale, la stabilitĂ della regione compresa tra il Mediterraneo e l’Iran, le tensioni sempre presenti tra Israele e Palestina, la “primavera arabaâ€? e le rivolte in alcuni Paesi come la Siria. Proprio della Siria, ma anche di Mali, Myanmar e altri Stati, si è discusso in emiciclo in apertura di sessione alla presenza dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Catherine Ashton.

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avid Molinari Tosatti, agronomo bresciano, partirĂ in maggio per il Mozambico e vi rimarrĂ per due anni. Obiettivo del suo viaggio sarĂ formare 1350 agricoltori attraverso seminari didattici, insegnando loro tecniche per lo sviluppo sostenibile dell’attivitĂ agricola e zootecnica nel paese. L’iniziativa nasce da Scaip, Servizio collaborazione assistenza internazionale piamartino, e porta avanti un progetto pilota finanziato nel 2008 dal Comune di Brescia a Mocodoene, dove da sei anni sono presenti i padri piamartini. Il progetto piamartino è stato finanziato dal ministero degli Affari esteri, che ha messo a disposizione 700mila euro sul valore complessivo di un milione, coinvolgerĂ in maniera attiva e passiva un totale di 17mila persone. 75 ettari di terreno saranno messi a disposizione per creare un’azienda agricola per la produzione di latte e derivati; inoltre, verranno avviati allevamenti dimostrativi di bovini e suini, e un vivaio di piante da frutto e da riforestazione. In seguito sarĂ avviata un’attivitĂ commerciale con l’obiettivo di superare l’idea di un’agricoltura di sostentamento ed incentivare la vendita del surplus all’interno di una vera e propria fiera agricola. Inoltre, a sostegno di tali attivitĂ lo Scaip avvierĂ un fondo di credito rotativo (ovvero senza interessi)

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Â? ’ƒ”–‡Â?œƒ ƒÂ?…Š‡ —…‹ƒÂ?ƒ ‡•…‘Â?‹ di 45mila euro a disposizione di 600 contadini. David Molinari Tosatti, 31 anni, di origini italo-somale, è stato scelto tra un’ampia rosa di candidati, perchĂŠ spinto da forte motivazione e non nuovo a questo tipo di iniziative: durante il percorso universitario ha svolto infatti uno stage di quattro

mesi in Tanzania; poi, dopo aver conseguito la laurea in agraria all’UniversitĂ cattolica di Piacenza, ha vissuto per tre anni in Salvador occupandosi di implementazione delle colture autoctone. “Spero di essere utile e all’altezza della situazione – dice – e non vedo l’ora di partire per poter contribuire al miglioramento della vita di questa popolazioneâ€?. Con lui ci sarĂ anche Luciana Resconi, infermiera, che si occuperĂ invece di un progetto di educazione sanitaria in ambito materno-infantile promosso dall’ong Medicus Mundi di Brescia. Ăˆ possibile sostenere i progetti di Scaip devolvendo il 5x1000, indicando il codice fiscale 98009900170. Info www.scaip.it.

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/¡$IULFD GL *LQR )LOLSSLQL VerrĂ ufďŹ cialmente presentato a Brescia il prossimo 26 aprile il volume “Africa, sognando oltre l’emergenza. Gino Filippini quarant’anni a ďŹ anco degli ultimiâ€?, edito dalle Paoline. Nelle pagine del libro, curato da Gian Michele Porteri, viene ripercorsa la vicenda terrena di Gino Filippini, volontario dello Svi di Brescia. In Africa dal 1967 ha dedicato 40 anni della sua vita al continente nero, in particolare

in Burundi, Ruanda, Tanzania, Congo e Uguanda. ha trascorso gli ultimi 15 anni della sua vita a Korogocho, il quartiere discarica di Nairobi (Kenya), dove ha collaborato ďŹ anco a ďŹ anco con padre Alex Zanotelli. Anni trascorsi in quella che probabilmente, con i suoi 150mila abitanti, è la piĂš popolosa tra le baraccopoli del mondo. Costruita su una discarica Korogocho è uno dei posti peggiori del mondo, collettore di

una umanitĂ in fuga dalla miseria delle campagne del Kenya. Una umanitĂ , come si legge nel libro, a cui Filippini, grande ďŹ gura di missionario laico ha dedicato l’ultima parte della sua vita trascorsa in Africa, in compagnia e al servizio degli ultimi. Fu in questo contesto che riuscĂŹ a ideare e a dare vita al suo Education for life, un grande progetto di promozione umana.


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“Da l’Italia Donatt-Cattin. A... l’Italia di Montiâ€? è il titolo scelto dall’assocazione “Amici di Carlo Donat Cattinâ€? di Brescia per l’incontro in programma per venerdĂŹ 20 aprile (inizio 17.30) presso l’auditorium Capretti dell’istituto Artigianelli in via Piamarta a Brescia. L’incontro rinnova la tradizione avviata dall’associazione di ricordare il politico democristiano attraverso l’esame di temi sociopolitici di grande attualitĂ . Nel

Per il ciclo “Lezioni di filosofiaâ€? promosso dalla Cooperativa cattolico-democratica di Cultura giovedĂŹ 19 aprile, con inizio alle 18, nella Sala Bevilacqua, via Pace n.10 a Brescia Giovanni Grandi, docente di antropologia applicata nell’UniversitĂ degli Studi di Padova, parlerĂ sul tema “Il problema di Dio nel pensiero di Jacques Maritainâ€?. Giovanni Grandi è docente di Antropologia applicata presso la FacoltĂ di Scienze della formazione

corso della manifestazione sarĂ presentato il libro “Gli anni caldi della Prima Repubblica nel carteggio inedito con Moro, Fanfani, Rumor, Forlani, Andreotti, Piccoli, Zaccagnini, Cossiga, De Mitaâ€? di Valeria Mosca e Alessandro Parola. A seguire, coordinati da Massimo Tedeschi, Mariastella Gelmini, Elio Fontana, Gianfranco Morgando e Bruno Tabacci si confronteranno sul tema “Crisi, economia, lavoro, liberalizzazioni, banche e spreadâ€?.

dell’UniversitĂ degli studi di Padova e presidente del Centro Studi Jacques Maritain (Portogruaro, Ve) e dell’Istituto Jacques Maritain (Trieste). Tra i suoi volumi: “Rileggere Maritainâ€?, Rubbettino, 2004; “Jacques Maritain. Da laici nel mondo e nella chiesaâ€?, In Dialogo, 2007; “Decidersi. Scegliere e decidere di sĂŠ secondo una prospettiva antropologica cristianaâ€?, Meudon, 2009; “Persona, felicitĂ , educazione. I legami che aiutano a crescereâ€?, La Scuola, 2010.

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6FXVDWHFL VH VLDPR DQFRUD YLYL Il numero dei vocaboli che ogni persona conosce tende a diminuire se si prendono in considerazione i vecchi dizionari, perchĂŠ non tengono conto delle novitĂ che quotidianamente offre il mercato delle parole. Un vocabolo da poco entrato sulla scena è “esodatoâ€?. Sappiamo che si deďŹ niscono cosĂŹ le persone che non sono piĂš al lavoro, ma non riscuotono ancora la pensione. Praticamente gente in strada, tra “color che son sospesiâ€?. Una condizione che, secondo le logiche dei soloni del Fondo monetario internazionale (Fmi), potrebbe in futuro riguardare una parte rilevante della popolazione. SĂŹ perchĂŠ l’ultimo allarme lanciato dal Fmi è che i vecchi sono troppi e non possiamo permetterci di mantenerli. Le ricette sono le solite: innalzare l’etĂ pensionabile, aumentare i contributi, ridurre le prestazioni. La prima cosa che mi viene in mente, come contributo personale alla discussione, sarebbe la riduzione del 50 per cento delle pensioni minime perchĂŠ le persone che le ricevono sono molte e quindi il risparmio sarebbe signiďŹ cativo (invece le pensioni

alte e altissime riguardano poche persone che certamente non sarebbero in grado di reggere una vita da esodati). Oppure si potrebbe rimandare al lavoro tutti i vecchi che sono negli ospizi e che si reggono ancora in piedi da soli. Oppure, perchĂŠ no?, si può ricorrere alla dolce morte (mai dire eutanasia) per tutti i vecchi che hanno giĂ goduto per troppi anni della pensione (piĂš vivi, piĂš mi costi). Sto esagerando? Non avete mai sentito o letto notizie su regole dell’assistenza

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sanitaria (in parte giĂ in vigore in Gran Bretagna e negli Stati Uniti) in base alle quali terapie molto costose (come trapianti, dialisi, chemioterapie e altro) vengono negate a persone che hanno superato una certa etĂ e quindi sono un peso “mortoâ€? per la societĂ ? Queste sono le regole del mercato. Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. E, se ti va bene, al massimo puoi essere un esodato, costretto a vivere in mezzo alla strada, in attesa del momento in cui decidi

di smettere di respirare e quindi azzeri un costo. Il mercato non è un mondo per vecchi (nĂŠ per i deboli di tutte le categorie). Tanto produci, tanto guadagni. Se no, prima sparisci meglio è. In questi giorni un mio amico che vive all’estero, non è ancora vecchio e produce, ha pagato 600 dollari a un oculista di San Diego (Usa) per una visita. Ăˆ la selezione della specie dettata dal mercato. Naturalmente il mercato non è in grado di calcolare il valore aggiunto

dei vecchi. Dei tanti che fanno volontariato. Dei tanti nonni che permettono ai ďŹ gli di produrre senza lasciare soli i nipoti. Dei tanti che producono senza costi, cioè gratuitamente. La gratuità è una voce che non entrerĂ mai nel vocabolario del mercato. Siccome ho il piacere (e la grazia) di essere felicemente vecchio e di continuare a produrre, vorrei dire alle giovani generazioni che se non troveranno il modo di rimettere il mercato (e le sue leggi) al posto che gli spetta, cioè ai margini, potranno forse liberarsi dei vecchi, ma faranno una vita da schiavi (come in parte giĂ avviene). Il Fondo monetario internazionale può fare tutte le proiezioni catastroďŹ che che vuole. Sarebbe infallibile se la vita fosse solo una questione economicoďŹ nanziaria. Per fortuna è altro. A tutte le etĂ . E alla faccia di tutti i grandi (si fa per dire) manager. Che per preoccuparsi della insostenibilitĂ delle pensioni per i vecchi che non si decidono a morire intascano stipendi da nababbi. Anche per questo hanno bisogno che i vecchi non durino troppo.


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Le iscrizioni al concorso 2012 del premio Nocivelli sono state aperte. Sono possibili tramite il sito www. premionocivelli.it. Le opere iscritte al concorso saranno selezionate dal comitato della giuria e le finaliste verranno esposte e presentate ufficialmente domenica 9 settembre presso il Parco comunale Lina e Angelo Nocivelli e/o Palazzo Gambara a Verolanuova (Brescia) dalle 10.30 alle 16.30, quando avrà inizio la cerimonia di premiazione con l’annuncio dei vincitori.

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La categoria over 25 prevede un premio finale di 500 euro e una medaglia per il vincitore di ciascuna sezione. Mentre i giovani artisti riceveranno una medaglia per il 1°, 2° e 3° classificato di ciascuna sezione. Inoltre la giuria sceglierĂ due artisti, uno per categoria, tra i primi classificati di ciascuna sezione, ai quali sarĂ organizzata una mostra personale con relativo catalogo. Le due opere vincitrici resteranno di proprietĂ dell’Associazione culturale Techne.

Il premio fa capo all’Associazione culturale Techne, fondata nel 2009 dalla famiglia di Luigi Nocivelli per dare continuità alla sua passione per la cultura, in particolare nella forma di promozione e diffusione dell’arte contemporanea in Italia. Con l’Associazione nasce anche il Premio Nocivelli, un concorso d’arte contemporanea patrocinato dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Brescia e dal Comune di Verolanuova, che ospita le premiazioni del concorso. (f.pio)

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nche oggi volgendo lo sguardo a Colui che è stato trafitto, ogni uomo minacciato nella sua esistenza incontra la sicura speranza di trovare liberazione e redenzioneâ€?. Le parole di Giovanni Paolo II riecheggiano sul Dosso dell’Androla lĂŹ dove gli uomini alzano la testa al cielo per ammirare il crocifisso realizzato da Enrico Job proprio per la visita del Pontefice polacco nel settembre del 1998 in occasione della beatificazione del camuno Giuseppe Tovini e per ricordare Paolo VI. La croce che campeggiava allo stadio Rigamonti dal 2005 è posizionata nella localitĂ di Cevo grazie all’impegno dell’associazione culturale “Croce del Papaâ€?, che dal 1999 si è interessata dell’opera. PerchĂŠ proprio Cevo? Cevo porta ancora i segni di vicende dolorose e in particolare le cicatrici di ferite causate nell’ultima guerra. Paolo VI piĂš volte aveva manifestato la sua viva memoria di persone e localitĂ della Valle. Giuseppe Tovini, di Cividate Camuno, si è inserito nella vita ecclesiale e civile apportando un singolare contributo, ancora valido, di testimonianza cristiana e di promozione umana. La grande Croce ben si inserisce nella tradizione camuna, ricca di monumenti e segni della Passione di Cristo. LĂ sul Dosso dell’Androla mancava ancora qualcosa per far sĂŹ che quel luogo, giĂ meta

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metterĂ la realizzazione di una cripta e l’ultimazione degli spazi annessi alla croce. Il merito è anche di quanti in questi anni, fra tutti mons. Mario Vigilio Olmi (vescovo ausiliare emerito e giĂ presidente del Comitato per la visita del Papa a Brescia nel 1998) e il parroco di Cevo don Filippo Stefani, hanno seguito da vicino con costanza l’evolversi della situazione. L’Associazione, che ha dovuto gioco-forza districarsi tra le pratiche burocratiche, sta pensando a come farlo diventare “uno dei punti di riferimento della cristianitĂ â€? e a come far crescere nella devozione un luogo che ospiterĂ an-

che le targhe donate dalla popolazione a memoria dei loro cari. “La croce è a Cevo − ha precisato il sindaco Silvio Citroni − ma non è di Cevo, appartiene a tuttiâ€?. L’impegno dell’Associazione è stato proprio quello di creare “vitaâ€? attorno al monumento con la cripta, con le opere di completamento, con il restauro della cappella dell’Androla, con la crezione di un sito internet che possa raggiungere anche i tanti camuni e bresciani emigrati nel mondo e con la celebrazione eucaristica domenicale (una volta al mese), la componente della quale si sentiva maggiormente la mancanza.

´&KH VWRULDÂľ %UHVFLD Ci sono monumenti, lapidi, epitafďŹ . In pochi li guardano, in molti faticano a comprenderli. Cosa conosciamo veramente della cittĂ di Brescia? Forse poco, ecco perchĂŠ sono state coinvolte le scuole primarie e secondarie in una sorta di riscoperta storica della cittĂ . Il Movimento cristiano lavoratori, nello speciďŹ co il circolo Giovanni Paolo II della Bassa bresciana orientale, organizza per il 2° anno “Che sto-

ria�, la passeggiata storica a Brescia tra ruderi e monumenti con escursioni dall’età romana all’età di Roma capitale. Grazie alla collaborazione dei Comuni di Brescia, di Calvisano e di Isorella e all’Istituto comprensivo di Calvisano, i ragazzi della Bassa accompagnati da guide turistiche autorizzate scopriranno gli angoli nascosti della Brescia romana (l’antica colonia civica Augusta Brixia, le mura, i

cardi, i decumani e il suo centro pulsante di vita sociale: il Foro con la Basilica, il Capitolium e il teatro), medievale (i fasti e il declino del Comune con il Broletto e il Duomo Vecchio) e risorgimentale (storie di uomini e di libertĂ che hanno combattuto e si sono distinti tra barricate e fortezze). L’iniziativa è resa possibile anche dal sostegno di alcuni partner economici.

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del dipartimento di cardiologia dell’Ospedale Umberto I in collaborazione con la Fondazione italiana cuore e circolazione e si chiama “A scuola di cuoreâ€?. L’Istituto Euroscuola ha aderito nel settembre del 2011. Il progetto e si preďŹ gge di monitorare annualmente gli studenti delle classi 4ÂŞ e 5ÂŞ con uno screening cardiovascolare completo per testare la salute cardiocircolatoria della popolazione degli studenti degli ultimi due anni degli istituti

superiori, il tutto in funzione di una cultura della prevenzione. In Italia ogni anno si veriďŹ cano circa 130mila casi di infarto e sono circa 40mila purtroppo coloro che non sopravvivono. All’interno dell’Istituto nel 2010 su iniziativa del Dirigente scolastico Roberto Viani è stato attivato un corso di Primo Soccorso rivolto agli insegnanti per ottenere la qualiďŹ ca degli stessi a soccorritori Blsd (in grado di operare anche con il deďŹ brillatore cardiaco elettrico Dae). Ecco

quindi l’importanza di disporre nei luoghi pubblici, nelle scuole, e nei centri sportivi di postazioni Dae e di personale qualiďŹ cato all’utilizzo. Proprio per questa sensibilitĂ e impegno l’Istituto Euroscuola è stato premiato il 16 aprile con la consegna di un apparecchiatura portatile di deďŹ brillazione. La donazione è opera della onlus “Liveâ€? che da anni collabora con l’Irc Com “Brianza per il Cuoreâ€? e si adopera nell’opera di sostegno dei progetti di salute e prevenzione cardiaca.

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essun colpevole. A 38 anni dalla bomba di piazza della Loggia, a Brescia, che provocò otto morti e oltre un centinaio di feriti non c’è ancora una veritĂ giudiziaria. “Abbiamo fatto tutto il possibile, ormai è una vicenda che va affidata alla storia ancor piĂš che alla giustiziaâ€?, il commento del procuratore generale Roberto Di Martino e del suo sostituto Francesco Piantoni: i due avevano chiesto la condanna all’ergastolo per gli imputati. All’indomani della sentenza il giurista Francesco D’Agostino ha fatto una riflessione sulla vicenda. Qual è la sua reazione rispetto alla sentenza? Premetto che potrei sembrare astratto o addirittura irritante per chi giurista non è. Il fatto è che il diritto o agisce con prontezza e rapiditĂ , o altrimenti è meglio chiudere con la prescrizione vicende cosĂŹ complesse, che nessun tribunale è in grado di risolvere. Arrivare a sentenza 38 anni dopo il fatto è giuridicamente una follia. Non gode di buona fama la prescrizione‌ In realtĂ l’istituto della prescrizione, che al non giurista appare come

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dialettica processuale vi è il rischio di un depistaggio. Semmai, dobbiamo lamentarci del fatto che il nostro sistema processuale è fragile e andrebbe radicalmente riformato. Abbiamo una pessima procedura, sia civile sia penale, e di questo dobbiamo prendere consapevolezza. Come ha detto il procuratore generale, ora è solo la storia che può dare un giudizio Il commento è condivisibile, ma non va riferito solo a questo processo. Vale per la stragrande maggioranza dei processi che durano anni o decenni, anche se non giungono all’attenzione dell’opinione pubblica. Da questa vicenda dovremmo trarre un forte incentivo per ripensare il nostro sistema processuale, partendo dal principio che la velocitĂ del sistema non è una questione tecnica, ma è un fatto di tutela dei diritti dei cittadiniâ€?.

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´,QFRQWUL H FRQFHUWLÂľ GL 3ULPDYHUD Un nutrito programma primaverile di “Incontri e concertiâ€? è stato predisposto dall’Associazione bande musicali bresciane in collaborazione con l’Assessorato alla cultura e turismo della nostra provincia. “La finalità è duplice – spiega il presidente Livio Raineri – valorizzare e regolarizzare un settore che nel Bresciano vanta una lunga tradizione di cultura musicale con oltre un centinaio di formazioni. Vogliamo che le nostre bande non facciano solo insegnamento di musica, ma anche di comportamento. Per questo tutti devono imparare che per lavorare bene, ci deve essere alla base la correttezza, la lealtĂ e la legalitĂ â€?. L’Abmb si è costituita nel 1998 e conta 90 corpi bandistici in rappresentanza di tutta la provincia. A dimostrazione di una passione che sopravvive ai tempi moderni. “Un Comune su due della nostra provincia – afferma Silvia Razzi, assessore alla cultura e al turismo – ha la sua banda, composta da elementi di etĂ diversa che si tramandano con dedizione e sacrificio una grande passioneâ€?. Domenica 22 a Villanuova sul Clisi, presso la sede della banda si tiene un dibattito sul tema della gestione contabile. La parte musicale di “Incontri e concertiâ€? prevede tre concerti. Il primo è offerto, domenica 29 alle 16 presso Borgo Santa Giulia di Timoline di Corte Franca, dal Corpo musicale S. Apollonio di Lumezzane. Sabato 5 maggio l’esibizione dell’Orchestra “Il plettroâ€? di Gardone Val Trompia nella Chiesa di S. Giorgio alle 20.30. Infine domenica 13 alle 16 presso la Cantina Barone Pizzini a

Provaglio d’Iseo il concerto del Corpo Bandistico S. Giovanni di Polaveno. Gli ultimi due appuntamenti del programma primaverile di “Incontri e concerti� si tengono domenica 27 a Breno, presso la sede della banda e domenica 17 giugno a Coccaglio, presso l’Auditorium S. Giovanni. Tra aprile e maggio si chiudono anche i corsi - base, intermedio e avanzato dedicati ai direttori. (v.b.)

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− rappresenta un patrimonio fondamentale per la cittĂ perchĂŠ permette di tracciarne una storia verticale che parte dall’EtĂ del Ferro e prosegue ďŹ no al 700. Inoltre − prosegue − si tratta di uno spazio adatto ad ospitare anche esperimenti culturali di altro tipo, come installazioni o piccoli concerti rafďŹ natiâ€?. Concorde l’assessore Silvia Razzi, che ancora una volta torna a ribadire l’importanza per la cittĂ â€œdi una zona come quella di via Musei, che spesso viene dimenticata

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quando al contrario andrebbe valorizzata e fatta conoscere, cosĂŹ come la chiesa di San Giorgioâ€?, i cui lavori di restauro sono terminati nel 2009 e nella quale, a partire dal 2010 sino ad oggi, i volontari del Touring hanno accompagnato piĂš di 11mila visitatori. Quasi in 6000, invece, si sono addentrati nel percorso di Palazzo Martinengo. 17mila persone, dunque, che hanno potuto apprezzare un patrimonio che altrimenti sarebbe rimasto nascosto. “Mantenere aperti questi

luoghi in maniera continuativa spiega il coordinatore nazionale dei volontari del Touring - signiďŹ ca farli conoscere ai cittadini, ma anche renderli attraenti per i turistiâ€?. A Brescia sono 50 i volontari impegnati nell’iniziativa. La chiesa è aperta e visitabile gratuitamente il sabato e la domenica dalle 10 alle 18 (altri giorni su prenotazione), mentre è possibile accedere al percorso di Palazzo Martinengo dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 9 alle 13. Info: www.provincia.brescia.it. (a.g.)

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omenica 22 aprile presso l’oratorio don Bosco di Flero la comunitĂ parrocchiale in collaborazione con l’associazione Famiglie numerose vive la “Festa delle famiglieâ€?. Il programma prevede alle 14.30 l’accoglienza e l’apertura della manifestazione. Dalle 14.45 i bambini possono salire sui giochi gonfiabili, mentre alle 15 un momento di preghiera precede la tavola rotonda moderata da Roberto Barucco sul tema “La famiglia, il lavoro e la festaâ€? con la partecipazione di don Diego Facchetti e la testimonianza di due famiglie. Alle 17 è prevista una merenda per tutti prima del lancio dei palloncini e di una doppia partita a calcio (papĂ contro papĂ e mamme contro mamme). Il tema del convegno riprende l’argomento che sarĂ sviluppato a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno, durante l’Incontro mondiale delle famiglie. “Il lavoro e la festa − come ha scritto Benedetto XVI − sono intimamente collegati con la vita delle famiglie: ne condizionano le scelte, influenzano le relazioni tra i coniugi e tra genitori e figli, incidono sul rapporto della famiglia con la societĂ e con la Chiesa. La Sacra Scrittura ci dice che famiglia, lavoro e giorno festivo, sono doni e benedizioni di Dio per aiutarci a vivere un’esistenza pie-

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LA SCUOLA

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attarversando impone di riconsiderare il lavoro come valore fondante delle nostre comunitĂ che garantisca lo sviluppo integrale di tutte le persone. Il secondo degli incontri di preparazione (allestiti dai circoli Acli di Bagnolo, Flero e Poncarale) è in programma giovedĂŹ 19 aprile alle 20.45 all’oratorio di Poncarale: intervengono su “Giovani e lavoroâ€? Daniela Del Ciello e Pierluigi Labolani, entrambi consiglieri provinciali Acli. GiovedĂŹ 26 aprile, invece, alle 20.45 all’oratorio di Bagnolo Mella Luciano Pendoli (vicepresidente Acli provinciali) e Sandro Pasotti (coordinatore nazionale Fim Cisl) parlano di tutela del lavoro.



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Semplicemente� coordinata da Corrado Corradini e gli chef Luca Barbieri dello staff di Cast Alimenti di Brescia. A ricevere gli ospiti il presidente di Pianura Bresciana, Riccardo Geminati e il delegato commerciale Roberto Anelli presente il consigliere provinciale Giampaolo Mantelli ed il presidente della Compagnia delle opere di Brescia, Giuseppe Battagliola in rappresentanza della Dimmidisi di Manerbio. Il console Moller ha ricordato come quest’anno

le prime tre tappe del 95° Giro ciclistico d’Italia partiranno dalle cittĂ di Herning e di Horsens e la capitale Copenaghen ospiterĂ dal 10 al 21 aprile la manifestazione Barolo§Friends con una “Vetrina sul Piemonteâ€?. Strette di mano e lusinghiere espressioni di apprezzamento per l’ospitalitĂ hanno concluso l’incontro, uno dei tanti organizzati dal Museo per valorizzare il territorio della civiltĂ contadina e l’enogastronomia bresciana e nazionale. (f.pio)

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ono passati 100 anni da quando nella basilica di Verolanuova il vescovo di Brescia, mons. Giacinto Gaggia, impose le mani su Primo Mazzolari, ordinandolo sacerdote. Per ricordare questa importante ricorrenza la fondazione Mazzolari, in collaborazione con la parrocchia di Verolanuova ha allestito il 14 aprile un convegno dedicato alla figura dell’arciprete di Bozzolo, concentrandosi nello specifico sulla dimensione parrocchiale e su quella educativa. Dopo il saluto del vescovo Monari, i lavori sono incominciati con l’introduzione del prof. Giorgio Campanini, membro del comitato scientifico della Fondazione. In seguito, di fronte ad una platea attenta e numerosa, si sono alternati gli interventi di don Bruno Bignami, pre-

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profezia. Per questo abbiamo accettato con piacere la proposta della fondazione di organizzare qui il convegno di quest’anno�. Da parte sua il prof. Giorgio Vecchio aggiunge: “Il

senso della giornata è di proseguire la riscoperta scientifica dell’opera e del pensiero di Mazzolari. Ogni anno viene realizzato un convegno, alternativamente a Bozzolo o in gi-

ro per l’Italia: quest’anno abbiamo colto l’occasione del centenario per venire qui. Nella nostra opera scopriamo un Mazzolari uomo del suo tempo, allo stesso tempo però dotato di uno sguardo lungo, intuizioni che ritroviamo nell’agenda odierna della Chiesa come l’ecumensimo, la pace o appunto il tema di oggi, la parrocchia e l’educazioneâ€?. Sono passati cento anni, è vero, ma la figura di don Primo continua ancora a parlare con sorprendente freschezza alla Chiesa e all’uomo di oggi.


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ƒ”’‡Â?‡†‘Ž‘ Â?ÇŻÂƒÂ•Â•Â‘Â…Â‹ÂƒÂœÂ‹Â‘Â?‡ ’‡” ”‹…‘”†ƒ”‡ ‹Â?‘Â?‡ —––‹ A 10 anni dalla morte e a 100 dalla nascita la comunitĂ di Carpenedolo ricorda Simone Butti, pittore famoso per le sue decorazioni nelle chiese, esponente di spicco dei maestri comacini. A lui è intitolata un’associazione, che si propone di tenere viva fra la popolazione la memoria di un artista completo, testimone di un radicato collegamento dell’arte bresciana con la cultura nazionale e internazionale che va dagli anni Venti del Novecento all’inizio del

secolo attuale. Nato nella cittĂ dei carpini nel 1912, Butti riceve la sua prima formazione artistica al seguito del padre, proseguita con la frequentazione delle scuole Deretti e Moretto. Esegue affreschi con Giuseppe Vittorio Trainini, Eliodoro Coccoli, Eligio Agriconi, Tita Mozzoni; quanto agli studi frequenta l’istituto “Beato Angelicoâ€? di Milano e il “P. Toschiâ€? di Parma. Lavora anche nel campo della grafica pubblicitaria collaborando con Boccasile e Dudovich. Partecipa,

soprattutto a partire dagli anni Quaranta, a concorsi artistici e alle mostre collettive e personali. Il suo viaggio artistico parte con la rappresentazione naturalistica e figurativa della realtà tutta (spaziando dai paesaggi ai ritratti passando per le nature morte), ma si sviluppa successivamente nella ricerca della resa grafica dell’essenza strutturale della realtà rappresentata. Tale percorso si snoda attraverso un periodo geometrico per giungere a lavori

legati all’astrattismo. Quest’ultima fase regala opere che si presentano ricche nella loro essenzialitĂ , in cui l’immagine è sintesi di forme e contenuti e il cui obiettivo è rendere la molteplicitĂ del reale. Tratto trasversale alla produzione artistica, conclusasi con la morte nel 2002, è la pennellata decisa, frutto di precisi studi compositivi, con un eclettismo continuo. L’associazione che ne porta il nome ha aperto le adesioni e a breve renderĂ noto il programma in fase di realizzazione. (f.m.)

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na serata per parlare di sport ed educazione con un relatore d’eccezione. Nella giornata piĂš triste per il calcio italiano, colpito dalla morte di PierMario Morosini, il ct della Nazionale italiana di calcio, Cesare Prandelli era nella sua Orzinuovi per parlare dei valori legati alla pratica sportiva. La giornata di sabato 14 aprile ha visto succedersi due momenti intensi: alle 17 è stato consegnato al tecnico il premio “San Giorgio d’oroâ€? 2011, conferitogli dalla cittĂ di Orzinuovi con la motivazione di “essersi egregiamente distinto in ambito sportivoâ€? e di aver “onorato la cittĂ â€?; Prandelli ha poi partecipato a un convegno. Nella sala consiliare, gremita di gente, l’omaggio delle istituzioni e di numerose associazioni di volontariato operanti sul territorio, e insieme l’abbraccio caloroso di molte persone con fotografie e autografi. Ăˆ in questa cornice gioiosa che arriva la notizia prima del malore poi della morte, sul campo di Pescara, del giovane giocatore del Livorno. Anche in questo caso Prandelli ha mostrato la propria carica umana, dapprima con

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piĂš parti si invitano i genitori a non caricare i figli di eccessive aspettative e a mantenere sempre un atteggiamento costruttivo. In precedenza proprio Prandelli aveva ricordato dell’importanza della famiglia nella crescita umana e sportiva dei ragazzi, cui si affiancano i tradizionali luoghi educativi: “Ricordo – ha affermato – i pomeriggi all’oratorio con il mitico don Vanni. GiĂ allora avevamo delle regole come il rispetto dei luoghi, dell’attrezzatura e delle persone. Chi arrivava tardi non giocava, per esempio. Parte tutto da lĂŹâ€?. Verso la fine del convegno arriva anche il dirigente del Brescia Gigi Maifredi e la serata diventa una vera festa dello sport, una serata tanto piĂš importante perchĂŠ i valori di cui si è parlato hanno trovato un’icona nel sorriso un po’ triste di un giovane atleta andatosene troppo presto.

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8QD UHDOWj YLYDFH SHU DFFRJOLHUH JOL DQ]LDQL La realtĂ dei servizi sociali monteclarensi è tra le piĂš vivaci e uno dei “motoriâ€? dello sviluppo in questo settore è il Centro diurno integrato (Cdi), gestito da Montichiari Multiservizi. Il Cdi si colloca con funzione intermedia tra l’assistenza domiciliare e le strutture residenziali. Si tratta di un’opportunitĂ per quegli anziani che non necessitano ancora di un’assistenza ad elevata intensitĂ (come può essere quella fornita dal ricovero a tempo pieno in una struttura protetta), ma che hanno perduto una parte, piĂš o meno consistente, delle capacitĂ che consentono lo svolgimento delle attivitĂ della vita quotidiana in completa autonomia. Nello stesso tempo il Centro diurno integrato garantisce e fornisce aiuto e sostegno alle famiglie in diversi aspetti della gestione dell’anziano fragile: alla Casa albergo si può trascorrere l’intera giornata, dalle 8 alle 19 avvalendosi della possibilitĂ di fare colazione, pranzare e cenare nella luminosa sala da pranzo; è possibile scegliere, allo stesso modo, di trascorrervi solo una parte della giornata, il mattino o il pomeriggio usufruendo delle attivitĂ riabilitative, educative e d’intrattenimento che la struttura offre. Va poi considerato che il Centro diurno integrato offre tutte le prestazioni sanitarie e socio-assistenziali identiche a quelle che spettano agli ospiti della Rsa: dalle visite mediche periodiche alla somministrazione delle terapie farmacologiche dall’igiene completa settimanale a tutto quanto si renda necessario per il mantenimento ed il miglioramento delle condizioni

psico-fisiche degli utenti. Un ulteriore aspetto particolarmente importante è rappresentato, infine, dal beneficio apportato dalla possibilità di trascorrere la quotidianità a contatto con altre persone: al Centro nascono e si coltivano relazioni con altri anziani, si stabiliscono rapporti di protezione e tutela con operatori qualificati, si stringono amicizie con i volontari. Info: 030/961400. (f.m.)

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”ƒÂ?†‹…‘ ‡ ƒ‹”ƒÂ?‘ ‹’”‡Â?†‡ Žƒ ”ƒ••‡‰Â?ƒ †‡†‹…ƒ–ƒ ƒŽ ˆ—Â?‡––‘ Riprende questo ďŹ ne settimana “Brandico e Mairano tra le nuvoleâ€?, la 2ÂŞ rassegna dedicata al fumetto. Si tratta di una manifestazione, organizzata dalle biblioteche di Brandico e Mairano, in collaborazione con la casa editrice MalEdizioni, che propone cineforum e laboratori per scoprire i segreti di questa letteratura disegnata. “Questa edizione − riferiscono gli organizzatori − è dedicata a Jean Giraud, in arte Moebius, maestro del fumetto francese scomparso

recentemente, conosciuto in tutto il mondo per le sue storie fantastiche e per le collaborazioni con lo scrittore e sceneggiatore Alejandro Jodorowskyâ€?. VenerdĂŹ 20 alle 20.45, nella sala civica di Brandico, viene proposto il cineforum con la proiezione di “Redlineâ€?, di Takeshi Koike, ďŹ lm d’animazione disegnato a mano, senza l’ausilio di computer graďŹ ca. La visione è consigliata a un pubblico adulto. Sabato 21, alle 17.30, sempre nella sala civica di Brandico, aperitivo

con il fumettista Squaz, che parlerĂ della sua esperienza come autore di fumetti. Squaz ha pubblicato su Linus, il Male, Rolling Stone, Frigidaire e Stripburger. Tra i suoi fumetti, “Dimmi la veritĂ â€? e “Le 5 fasiâ€?. Domenica 22 alle 17.30 nell’auditorium Rossignol di Mairano, aperitivo con Alberto Corradi. Questo appuntamento sarĂ dedicato alle creature mostruose che popolano il fumetto. Si parlerĂ della ďŹ gura del mostro tradizionale e di come i fumettisti l’abbiano

reinterpretata nel tempo, ďŹ no ad arrivare ai lavori di Alberto Corradi. Nel corso della manifestazione, nelle sale della biblioteca e della sala civica sarĂ possibile leggere e curiosare tra fumetti di ogni genere e nazione. Durante tutto l’evento saranno esposte a Brandico le tavole di Francesca Navoni, giovane fumettista bresciana. SarĂ inoltre possibile acquistare alcuni fumetti selezionati grazie alla collaborazione con Starshop Brescia. (mtm)

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egli ambienti del patronato Acli, in via San Martino a Manerbio, è stato aperto da un paio di mesi lo sportello del turismo responsabile. L’iniziativa si deve alla disponibilitĂ della sezione delle Acli della cittadina della Bassa, della quale è presidente Angelo Bertelli, che ha accolto la proposta della neonata associazione Chirone; l’associazione è costituita da un gruppo di giovani che hanno delegato a rappresentarli Fabrizio Bosio, studente in giurisprudenza, mentre Emanuele Penocchio, studente in chimica è il suo vice. Ad Anna Facchi spetta, invece, il compito di essere a disposizione del pubblico in sede ogni sabato pomeriggio dalle 15 alle 22 nella sua veste di responsabile dello sportello. Chirone, personaggio della mitologia greca era un centauro, metĂ uomo e metĂ cavallo. A differenza degli altri, che come i satiri erano ignoranti e dediti alla violenza, Chirone si distingueva per la grande bontĂ d’animo, per la saggezza, per la conoscenza delle scienze, in particolare quella medica. Fu pertanto considerato il capostipite di quell’arte in quanto maestro di colui che la mitologia greca considerava il dio della medicina Ascle-

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mente caro, lo volle comunque vicino a sĂŠ nel cielo, dando origine alla costellazione del Centauro. Fin qui la mitologia. Attualmente Chirone è stato scelto come simbolo dal sodalizio nato nel 2010 con 40 adesioni, nel quale l’obiettivo dichiarato è di “ridestare Manerbio dal torpore culturale nel quale la comunità è immersa da anni ed essere al contempo momento e spazio di aggregazione per i giovaniâ€?. Un compito certamente complesso in linea con lo statuto dell’associazione nella quale confluiscono vo-

lontari giĂ impegnati nell’organizzazione di iniziative che coinvolgono, oltre al territorio di Manerbio, Comuni della pianura quali Leno, Cigole e San Gervasio e diverse associazioni, in primo luogo le Acli che hanno offerto ospitalitĂ alla sede, il teatro Politeama, la compagnia Chèi de Manèrbe, gli istituti superiori Pascal di Manerbio e Capirola di Leno. Domenica 22 aprile, alle ore 15, nella sede dell’Avis di Manerbio è programmata l’assemblea generale degli associati per discutere dell’attivitĂ fin qui svolta e programmare il futuro che giĂ martedĂŹ 24 aprile alle ore 20.45 in palazzo Cigola Martinoni di Cigole il prof. Rolando Anni (membro dell’archivio storico della Resistenza bresciana) terrĂ la relazione: “La resistenza tra scelta morale, violenza e speranzeâ€?; previsto un momento in musica. Altri appuntamenti: giovedĂŹ 26 aprile alle ore 20.30, nella sede dell’Avis di Manerbio incontro per riesumare il Carnevale Manerbio; venerdĂŹ 27 aprile nel teatro civico Memo Bortolozzi, alle ore 21 intervento dell’Islo, istituto di studi locali sul tema: “Manerbio nel passato: la ristrutturazione dello Stato laico tra il XVII e il XVIII secolo in etĂ napoleonicaâ€?.

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´3L GHOOD VDEELDÂľ FRQ OH 6XRUH 2SHUDLH Sabato 14 aprile, alle ore 20.45, nel teatro comunale di Pontevico il musical “PiĂš della sabbiaâ€?, allestimento delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth in collaborazione con il gruppo teatrale “1diNOIâ€? del Villaggio Violino costituito nel 1999. Le offerte raccolte serviranno per sostenere una scuola professionale per i giovani del Burundi. Il gruppo di attori e cantanti è composto da suore e amici del Violino, mentre il corpo di ballo, coordinato dalla suora operaia Anna Nobili, può contare su una decina di giovani ballerine. Lo spettacolo ha ricevuto il premio “Miglior Musicalâ€? del Centro oratori e Punto Art riconoscendone la “sapienza registica, l’originalitĂ musicale e la capacitĂ attorialeâ€?. La storia raccontata nel musical è quella di

una famiglia “arrembanteâ€? e poco attenta ai poveri e agli oppressi, alcuni gatti randagi portano qualche chicca di veritĂ , assicurando che il senso della vita è ben “piĂš della sabbiaâ€?. Spiegano i promotori: â€œĂˆ incredibile come la vita inizi sempre con la sete di spazi aperti, di ossigeno, di libertĂ . Per poi trascorrere nella ricerca ossessiva di limitare lo spazio, di creare perimetri, recinti, siano essi case, palazzi, uffici o aziende. GiĂ da bambino l’uomo cerca un luogo che dia sicurezza e ha bisogno di costruirsi, anche se per gioco, casette, tane e fortini. Ma spesso la sicurezza che si cerca non è data da righe tracciate e conďŹ ni reali, e i nostri bisogni materiali si ricollegano a qualcosa di piĂš alto, che non è calcolabileâ€?. Racconta suor Enza: “Siamo talmente assillati da

tante voci e suoni di questo mondo, che non si è piĂš capaci di dare il senso vero e pieno alla vita. Il grande dono che si desidera trasmettere con questo musical è che c’è ancora una Parola che illumina i nostri passi, una Parola piĂš forte di tanti inutili parole, una Parola che dona gioia e paceâ€?. Fondate da don Arcangelo Tadini (Verolanuova, 12 ottobre 1846 - Botticino, 20 maggio 1912) sa-

cerdote bresciano, canonizzato da papa Benedetto XVI il 26 aprile del 2009, le Suore Operaie della Santa Casa a Nazareth sono consacrate che testimoniano Cristo nei luoghi di lavoro, lavorando, cioè, gomito a gomito con operaie, commesse e lavoratori in generale. Sono circa 200 e vivono, preferibilmente, nei quartieri popolari di Brescia e dintorni, ma hanno anche una missione in Inghilterra.


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e i suoi fabbri, cosĂŹ come altri professionisti, artigiani del ferro europei, facenti parte delle “cittĂ europee del ferroâ€?, un anno dopo, vogliono ricordare quei poveri ragazzi e uomini che per la folle mano di un pazzo hanno perso la vita, forgiando al maglio molte rose. Tutti i ďŹ ori forgiati sono stati inviati ad Oslo a dicembre 2011, dove i fabbri locali prepareranno una grande opera d’arte. L’originale monumento sarĂ realizzato possibilmente entro

l’anniversario della strage. Tobbe e Tone sono i due fabbri di Oslo impegnati nel grande progetto che assembleranno le rose provenienti da Austria, Germania, Rep. Ceca, Polonia, Olanda, Finlandia, Francia, Norvegia ed Ucraina per la realizzazione di una grande scultura unica. Il senso della scultura è quello di ricordare le vittime di Oslo per far sbocciare l’amore dai magli e dal fuoco. La scelta proprio di questo ďŹ ore, la rosa, rappresenta la speranza e

l’opportunitĂ e dopo la violenza del 22 luglio 2011 è diventata un simbolo di compassione in Norvegia. Anche i nostri forgiatori italiani hanno partecipato all’iniziativa donando due rose: una proveniente dai magli del borgo di Bienno e una da quelli di Stia rappresentando l’Italia. I rappresentanti dei Forgiatori europei in posa mentre tengono fra le mani l’opera, la rosa in ferro forgiata al maglio, per ricordare le vittime di Oslo.

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resso la sede della ComunitĂ montana è stato fatto il punto sullo stato dei lavori di realizzazione delle opere del 2° lotto (primo stralcio funzionale) del collettamento fognario della media Valle Camonica. Il sistema depurativo delle acque reflue della Valle Camonica è attualmente costituito da 30 micro-depuratori comunali (13.500 abitanti residenti); cinque depuratori e collettori intercomunali (Vezza d’Oglio, Santicolo, San Pietro di Corteno Golgi, Esine, Costa Volpino) (41mila residenti e 50mila abitanti fluttuanti e stagionali). A tutt’oggi non sono ancora depurati i Comuni: media Valle (da Breno a Cedegolo), Val Grigna (Prestine, Bienno, Berzo Inferiore, Esine), Edolo, Sonico, Malonno, Angolo Terme e Darfo Boario Terme (40mila abitanti). Gli obiettivi e i progetti futuri sono: 1° stralcio funzionale riguardante il collettamento fognario da Breno a Capo di Ponte e dal Comune di Esine a quel-

lo di Bienno (17mila residenti). Gran parte dei Comuni coinvolti attualmente non ha un depuratore. Il progetto non farĂ altro che aumentare la percentuale depurativa in Valle, passando dal 57,5% attuale a oltre il 75%. Le

acque reflue verranno fatte confluire nel depuratore consortile di Esine, giĂ attivo dal 2007. Lo stesso depuratore di Esine sarĂ ampliato per supportare fino a 40mila abitanti, il doppio rispetto agli attuali 20mila. I lavori del-

le opere sopra descritte sono iniziati il 29 febbraio 2012 e vedranno la fine entro un anno. E veniamo al 2° lotto: in fase successiva, una volta che saranno reperite le risorse necessarie, sarĂ realizzata la restante porzione di collettore fognario che va dal Comune di Capo di Ponte sino a Berzo Demo e da Bienno a Prestine (circa 5.000 abitanti), con un aumento in termini di percentuali depurative del 5%, arrivando cosĂŹ all’80% di depurazione nella vallata dell’Oglio. Altri progetti: la situazione problematica di Edolo, Sonico e Malonno (nessuno dei tre Comuni è collegato a un impianto di depurazione). Infine restano da depurare Angolo Terme e una parte del Comune di Darfo Boario Terme.

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I SACERDOTI AIUTANO TUTTI.

AIUTA TUTTI I SACERDOTI.

Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità , conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità piÚ bisognose, che possono contare cosÏ sulla generosità di tutti.

O FFE R T E PE R I N O S T R I S AC E R D OT I . U N S O S T EG N O A M O LT I PE R I L B E N E D I T U T T I . Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalitĂ :

L’offerta è deducibile:

‹ Conto corrente postale n° 57803009

Per chi vuole, le offerte versate a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali.

‹ Carte di credito: circuito &DUWD6L chiamando il numero verde 800.82.50.00 o via internet www.insiemeaisacerdoti.it ‹ Bonifico bancario presso le principali banche italiane ‹ Direttamente presso l’Istituto Sostentamento Clero della tua diocesi.

Per mag giori informazioni consulta il sito: w w w.insiemeaisacerdoti.it

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S’è svolta, presso il Centro servizi per l’agricoltura e la zootecnia, la mostra interprovinciale “Giornate zootecniche di Edoloâ€? che, nel suo contesto, ha presentato anche la “Mostra interprovinciale dei caprini di razza Bionda dell’Adamelloâ€?. La manifestazione era stata patrocinata da ComunitĂ montana di Valle Camonica, Comune di Edolo, Provincia di Brescia, Associazione provinciale allevatori Brescia, Sata. Per

Alternativa Ambiente - Casa del Parco dell’Adamello ha pubblicato il programma delle vacanze per bambini e ragazzi nel Parco dell’Adamello. Le “Settimane Natura� per bambini da otto a 11 anni verranno proposte nelle date 17/23 giugno, 24/30 giugno, 1/7 luglio e 2/8 settembre; le “Vacanze Avventura� per ragazzi da 11 a 13 anni nelle date 1/7 luglio, 8/14 luglio e 2/8 settembre 2012. Per info, www.alternativaambiente.com o telefonare al numero 0364.76165.

quanto concerne la sfera caprina, l’evento comprendeva una rassegna riguardante la razza “Saanenâ€? e la “Camosciata delle Alpiâ€? e il concorso dei formaggi di capra 2012. Alla selezione sono state ammesse le seguenti categorie di formaggio: “FatulĂŹâ€?, “Formaggella di capra media stagionaturaâ€? (stagionatura sino a 20 giorni), “Formaggella di capra stagionataâ€? (stagionatura oltre 20 giorni). Sono stati premiati i primi due classiďŹ cati di

ogni categoria. La partecipazione è stata gratuita. La razza “Bionda dell’Adamelloâ€? si è originata in tutta la Valle Camonica per azione dell’uomo, a partire dalla popolazione “primariaâ€? tipo alpina, raggiungendo una uniformitĂ e consistenza ragguardevole giĂ intorno al primi del ‘900: ha mantello “eumelanicoâ€? bruno a tonalitĂ molto chiara, detto “biondoâ€?; le orecchie sono bianche con bordatura bruna. (e.g.)

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a battaglia continua. Per i piccoli paesi di montagna e per i loro amministratori è una lotta diuturna quella contro la graduale diminuzione dei servizi alla persona in atto ormai da qualche decennio. CosĂŹ per la gran parte degli esercizi pubblici. Gli ultimi baluardi sono rimasti le scuole, la posta e poco altro. Anche i sacerdoti con il calo delle vocazioni diminuiscono. Dietro l’angolo c’è pure la paventata eliminazione dei Comuni sotto il migliaio di abitanti. Chi fa i conti sia a Roma sia a Milano sia a Brescia accampa motivi di bilancio che chiudono la bocca ad ogni replica. Se non fosse che il rispetto delle persone dovrebbe indurre a valutare le questioni in maniera diversa dalla semplice contabilitĂ , altrimenti che senso avrebbe l’appartenere ad una comunitĂ , ad uno Stato. Questo il senso degli innumerevoli interventi, fax, interviste e via elencando che sindaci e amministratori vanno moltiplicando su questo tema. Ă‹ di queste ultime settimane la decisione della direzione di Brescia delle Poste Italiane di aprire a giorni alterni, ma con la costante della chiusura al sabato, gli sportelli di Berzo Demo, Monno e Vione. La bassa operatività è la motivazione della contrazione d’orario. Analoga la questione

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assicurano che ciò basterĂ al disbrigo di tutte le pratiche. In ogni caso il taglio è stato effettuato con la solita strategia: lasciar trapelare la possibilitĂ di chiusura definitiva dell’ufficio, attendere la reazione di amministratori e professionisti, approdare ad una condivisa miniapertura intesa dagli uni come obbiettivo raggiunto e dagli altri come una vittoria “politicaâ€?. Sul fronte scuole, dopo l’infelice gestione dello scorso anno della riduzione dei plessi in Valsaviore, si segnala al momento la situazione delle scuole materne paritarie, per lo piĂš di ispirazione cattolica. Data l’esiguitĂ degli aiuti statali, senza la sensibilitĂ dei Comuni dovrebbero chiudere. Quando poi il numero degli iscritti è minimo il destino è segnato. A Monno, però, tengono duro: pur contando solo sei alunni, alla Materna hanno accolto anche quattro piccoli fra i due e tre anni. Con due maestre, 10 iscritti e l’appoggio di tutta la popolazione si garantisce un servizio di base per le famiglie piĂš giovani. E i negozi? A Paisco e Corteno hanno intercettato fondi regionali (125mila euro condivisi anche con Capo di Ponte) per aiutare nella misura fra il 30 e il 50% a sostenere le spese per migliorie ad attrezzature e look di una decina di esercizi pubblici o aree adibite a mercato.

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sempre nuovo grazie alle forme di un illustratore e di un gruppo di volontari che ne realizzano l’immaginazione con la favola scelta per l’occasione. Quest’anno erano “I musicanti di Brema� a scandire il passo delle rappresentazioni teatrali e sempre i personaggi dei fratelli Grimm rivisti con la lente dell’illustratrice francese Sophie Fatus a fare da traino a un esercito di libri sul tema dei briganti e del viaggio. Una mostra bibliografica itinerante curata da Luigi Paladin,

che dopo Nave (13 aprile/7 maggio) approderà a Villa Carcina (9 maggio/ 23 maggio), Lodrino (25 maggio/ 11 giugno), quindi l’arrivo in Valsabbia a Vobarno (19 settembre/3 ottobre) e il ritorno nel Sistema bibliotecario di Valle Trompia con Collebeato (5 ottobre/22 ottobre) e Ome (24 ottobre/7 novembre). Una mostra itinerante visitabile durante gli orari di apertura delle varie biblioteche: Collebeato, lunedÏ (15/19), mercoledÏ (14/20), venerdÏ (10.30/12.30 e 14/18),

sabato (8.30/12.30); Nave, lunedĂŹ (14/21), martedĂŹ (9/13), mercoledĂŹ, giovedĂŹ e venerdĂŹ (14/19), sabato (9/12); Ome, martedĂŹ (14.30/17.30), giovedĂŹ (9/12), venerdĂŹ (14.30/17.30), sabato (9/12 e 14.30/17.30); Villa Carcina, lunedĂŹ (9/12 e 14.30/18.30), martedĂŹ 814.30/18.30), mercoledĂŹ (9/12 e 14.30/18.30), giovedĂŹ e venerdĂŹ (14.30/18.30), sabato (9/12); Vobarno, lunedĂŹ, martedĂŹ, mercoledĂŹ e venerdĂŹ (9/12 e 15/19), giovedĂŹ (9/12 e 15/22). Per info, www. bibliografieco.altervista.org.

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inunce, strappi e dimissioni hanno caratterizzato quest’inizio di primavera in tre Comuni della Media Valle: Gardone, Sarezzo e Villa Carcina. Partendo da quest’ultimo, dopo la cancellazione della delaga alla Sicurezza per l’assessore Stefano De Carli, è cosa di qualche settimana fa l’esclusione dalla maggioranza di due assessori della Lega Nord: Elisa Fontana (vicesindaco e responsabile per le AttivitĂ produttive) e Gianleone Gnali (assessore ad Ambiente ed ecologia). Una rottura in seno al un’amministrazione che alle elezioni del 6 giugno 2009 aveva ottenuto dalla cittadinanza il 59,4% delle preferenze, con un progetto comune proprio di Pdl e Lega Nord. Le prime incrinature del rapporto si mostrarono giĂ 12 mesi orsono, quando i leghisti si costituirono come gruppo autonomo; ora la decisione forte presa dal sindaco Gianmaria Giraudini in seguito all’opposizione votata dai due assessori all’approvazione del bilancio di previsione 2012 nella seduta consiliare del 19 marzo. Il numero degli assessori scen-

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ziaria e i Tributi, mentre il neoassessore Zanotti si occuperĂ di Servizi sociali, Politiche giovanili, Centri ricreativi estivi, Cag, Gemellaggi e Sviluppo del terzo settore (prima in carico a Giuseppe Pedergnaga, da diversi mesi purtroppo in gravi condizioni di salute). All’assessore alla Cultura Valentina Pedrali si aggiungono gli incarichi relativi ai Servizi di comunicazione e quelli del Ced. A Gardone Val Trompia è neoassessore Pierangelo Lancelotti, nominato responsabile per Protezione civile, Patrimonio e SocietĂ partecipate. E con Lancelotti arriva anche un’altra novitĂ , con l’ingresso nel consiglio comunale del 25enne Roberto Bondio, ex segretario dei giovani del Pd e sostituto del dimissionario Ladislao Mattiuzzo, che ha dovuto abbandonare l’incarico per motivi lavorativi.

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$QFKH OD 9DOOH VSRVD OD FXOWXUD Comunque vada sarĂ cultura. Questo potrebbe essere lo slogan che il Ministero sottende alla classica “Settimana della culturaâ€? dal 14 al 22 aprile. Anche la Valtrompia aderisce con un florilegio di proposte che coinvolgono Comuni grandi e piccoli, musei, teatri e associazioni. Caino, Gardone, Lumezzane, Lodrino, Nave, Ome, Pezzaze, Sarezzo, Tavernole, Villa Carcina (nella foto Villa Glisenti): questi sono i protagonisti di una sette giorni culturale per tutti i gusti che passa per presentazione di libri, visite ai musei, aperture straordinarie di biblioteche, mostre e laboratori. Una proposta per la quale si è fatta coordinatrice la ComunitĂ montana di Valle Trompia, grazie al prezioso lavoro di Sibca (Sistema dei beni culturali e ambientali), supportato dai buoni risultati ottenuti nell’anno 2011, con 562 partecipanti alle iniziative organizzate in 10 diversi luoghi di cultura. Nel weekend sono molte le proposte, con la sala civica del borgo di Caino che venerdĂŹ 20 aprile (ore 20.15) ospiterĂ la presentazione del libro a cura di Roberto Gotti “Le terre della Spaderia. Cainoâ€?, mentre salendo al teatro Odeon di Lumezzane alle 20.45 si potrĂ assistere a “Vite da romanzoâ€? recital a due voci sulla figura femminile attraverso i secoli a cura di Flora Zanetti e Barbara Mino. Sabato 21, invece, la biblioteca di Villa Carcina effettuerĂ un’apertura straordinaria con la consegna dei kit di lettura ai neonati del paese all’interno dell’iniziativa “Nati per leggereâ€? dalle 14.30 alle 18.30, mentre a Nave sarĂ possibile visitare (ore 15/18) la

Pieve della Mitria, scortati da Andrea Minessi. Domenica 22 apertura del museo “Le miniereâ€? di Pezzaze (ore 10/20), del museo “Il fornoâ€? di Tavernole (ore 15/18), mentre alle ore 16 all’osservatorio di Lumezzane si terrĂ la lezione “Il sole al telescopioâ€?. Una serie di iniziative a ingresso gratuito (http://cultura.valletrompia.it). Informazioni al Centro unico di prenotazione (030.8337495).

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ÂŽ ‘Ž‘ …ƒ–ƒ•–ƒŽ‡ •‹ ƒ””‹……Š‹•…‡ †‹ “—ƒ––”‘ ‘Â?—Â?‹ Anche Bovezzo, Nave, Caino e Cellatica sono entrati a far parte del progetto di Polo catastale di Valle Trompia che vede come ente capoďŹ la la ComunitĂ montana. Un progetto nato nel 2008 con l’obiettivo di dare un servizio ai Comuni appartenenti, che spazia dalle visure sino alla gestione e condivisione dei dati cartograďŹ ci catastali. Uno strumento utile ai professionisti che operano nel settore edile urbanistico, cosĂŹ come ai privati cittadini che

volessero approfondire qualche questione tramite la consultazione cartograďŹ ca. Ad oggi rimane esclusa dalla rete del Polo catastale soltanto la municipalitĂ di Concesio, mentre Collebeato è in procinto di aderirvi. “Di fatto – hanno detto all’unanimitĂ i quattro sindaci di Nave, Caino, Bovezzo e Cellatica –, questo servizio consentirĂ di snellire le procedure urbanistiche, potendo sfruttare una tecnologia digitale condivisa da un numero alto di Comuniâ€?. Uno strumento

informatico di grandi potenzialitĂ sia per singoli cittadini sia per le amministrazioni locali, i cui servizi sono integrati anche dal Geoportale di Valle Trompia, col quale è possibile consultare, tramite web, non solo una parte signiďŹ cativa del patrimonio cartograďŹ co, ma anche numerose altre informazioni legate al territorio. “Con il modello realizzato – ha spiegato l’architetto Fabrizio Veronesi, direttore del Polo catastale – si potrĂ collegarsi all’Agenzia del territorio per

l’aggiornamento delle mappe catastali del mese trascorso, la georeferenziazione dei numeri civici, gli aggiornamenti stradali, gli accertamenti degli immobili con classiďŹ cazione A4 e l’individuazione dei cosiddetti immobili ‘fantasma’, ossia non classiďŹ cati. Per quanto riguarda il Geoportale (la cui deďŹ nizione è completa all’80%), i cittadini potranno contare su uno strumento gratuito per approfondire e condividere le informazioni su cartograďŹ a, catasto e anagrafeâ€?.

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l 19 aprile del 1945 sul Sonclino, cima dominante tra Marcheno, Lumezzane, Sarezzo, avvenne la battaglia tra una ottantina di partigiani della 122ÂŞ Brigata Garibaldi e 400 repubblichini e tedeschi che, bloccati dalla strenua resistenza sul crinale, incendiarono la montagna. La Brigata riuscĂŹ a sganciarsi, ma perse il suo vicecomandante Giuseppe Gheda: 18 furono i morti partigiani, catturati e trucidati. Sei furono fucilati a Marcheno il 20, dietro il camposanto. LĂŹ una lapide ne ricorda il nome ed il sacrificio: poco prima, in uno spazio verde, un cippo ricorda tutti con inciso nel marmo “Caduti per la Patria 122ÂŞ Brigata d’assalto Garibaldi Antonio Gramsci-19.4.1945â€?. Venne inaugurato il 25 aprile del 1946, benedetto dal parroco don Severino Cardoni, figura carismatica: nascondeva in canonica fuggiaschi, il suo Circolino venne chiuso dai fascisti, lui stesso portato in caserma, l’Azione cattolica fu per i giovani il crogiuolo della scelta partigiana. Ora la sezione locale dell’Anpi ha deciso, in pieno accordo con il Comune, di dare al cippo nuova visibilitĂ e risalto con un recupero, giĂ proposto alla autorizzazione della Sovrintendenza delle belle arti: il monumentino sarĂ completato, realizzando uno sfondo marmoreo, sul quale da lontano spiccherĂ la parola “Resistenzaâ€?, l’essenziale. La motivazione è forte e condivisa. Marcheno nella storia ÇŻ Í™ÍĄÍœÍž

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di concentramento. C’è una fotografia di quel 25 aprile del 46: vi si riconoscono i volti dei resistenti protagonisti poi di decenni di democrazia, pur con scelte diverse. Tra gli altri: il sindaco della Liberazione nominato dal Cln Giovanni Rizzinelli, il primo eletto nel 1947 Giulio Zanoletti, il successore Rizzinelli Davide, Giacomo (MĂŹ) Belleri tra i fondatori della Dc. Ed ancora Angelo Moreni partigiano, sindacalista, quadro importante del Pci tragicamente investito da un auto a Concesio nel ‘54 alla vigilia della sua candidatura al Parlamento. Scriveva nella sua piccola autobiografia: “A Marcheno la gioventĂš si era schierata con la Brigata Garibaldi, dal presidente della Azione cattolica ad altre decine di giovani...â€?. Ma con le luci rievoca anche le ombre. Lino Belleri, 87 anni, allora giovanissimo, poi impegnato sindacalista, unico vivente tra i partigiani combattenti in fotografia, ne osserva i volti e impietoso indica, biancovestito, Tito Tobegia (Guitti Luigi di S.Eufemia), che definisce “l’à sen, comandante per caso della Brigataâ€?, dopo la cattura per delazione e fucilazione a Lumezzane di Giuseppe Verginella il 10 gennaio del ‘45. Figura discussa ed inquietante: arrestato su ordine del Comando alleato e condannato per la inutile strage di rappresaglia a S.Eufemia del maggio ‘45, amnistiato a inizio ‘46 e poi rifugiato in Cecoslovacchia fino al 1957.


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—•‡‹ ƒœœ—……Š‡ŽŽ‹ Â?ƒ‰‰‹‘ ƒŽŽƒ Â?Â‘Â†ÂƒÇĄ ƒŽŽƒ †‘Â?Â?ƒ ‡ ƒ ”ƒÂ?…ƒ ‡‘ La nuova compagine manageriale, che da gennaio 2012 ha preso in gestione i Musei Mazzucchelli, si presenta ufficialmente al pubblico con un omaggio alla moda, alla donna e a Franca Meo, fondatrice del Museo della moda e del costume, nella giornata di venerdĂŹ 20 aprile, a partire dalle ore 17 presso i Musei. L’appuntamento, realizzato in collaborazione con il Comune di Mazzano, prevede la visita del nuovo allestimento del Museo della moda e del costume,

che vanta oltre 6000 pezzi – tra abiti, accessori, biancheria intima e da casa, paramenti sacri, strumenti di lavoro, giocattoli, foto storiche, stampe, cartoline e figurini – databili dalla metà del Settecento fino alla nascita dell’alta moda nel Novecento; oltre ad un nucleo di abiti etnici del XIX e XX secolo, acquisiti durante le ricerche e i viaggi di Franca Meo. Il nuovo percorso espositivo si sviluppa in cinque sezioni: la prima dedicata all’alta moda; la seconda, con

preziosi abiti e accessori del XIX secolo, tra cui abiti da sera e da cerimonia, corredati dai piĂš diversi accessori, quali cappelli, ombrellini, ventagli, fazzoletti, borsette; la terza, dedicata alla filatura e all’arte della tessitura, con manufatti e campioni tessili dal Settecento al Novecento; la quarta presenta un excursus della storia della biancheria femminile; la quinta è ambientata nell’antica cucina della villa. Infine, la quinta sezione è dedicata al mondo del bambino. L’appuntamento si

conclude con un concerto, che vedrĂ Zanardi (soprano), Piceni (mezzo soprano), Saleri (attrice), Cirelli (pianista) interpretare alcuni testi di Franca Meo. “Il mio intento − spiega il neodirettore Lara Alberti − in primo luogo è quello di rinnovare profondamente gli spazi museali. Intendiamo valorizzare le ampissime collezioni che in questi anni si sono costituite rendendo il luogo museo uno spazio sempre aperto (tutti i giorni) al pubblico e alle nuove iniziative.

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er il terzo anno consecutivo il Parco del Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera è stato inserito nella lista dei 10 finalisti del concorso “Il Parco piĂš bello d’Italiaâ€?, patrocinato dai ministeri per i Beni e le attivitĂ culturali, del Turismo e dell’ambiente, dall’Aci, dal Fondo per l’Ambiente italiano e dall’Associazione italiana di architettura del paesaggio. Giunto alla sua 10ÂŞ edizione, “Il Parco piĂš Bello d’Italiaâ€?, tenendo conto degli aspetti storici, artistici e botanici, dello stato di conservazione, del programma di manutenzione e gestione, della presenza di adeguati servizi, dell’accessibilitĂ e di informazioni all’utenza, ha lo scopo di evidenziare, valorizzare e premiare l’inestimabile patrimonio di parchi e giardini presenti nella nostra penisola e di contribuire a stimolare l’interesse e la sensibilitĂ verso il turismo verde di qualitĂ . Il nome del vincitore verrĂ reso noto entro l’estate. “A definire il parco – dichiara il presidente della Fondazione del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri – ha pensato lo stesso d’Annunzio con i versi ‘Il bel Parco...

‡” ‹Ž –‡”œ‘ ƒÂ?Â?‘ …‘Â?•‡…—–‹˜‘ ‹Ž ƒ”…‘ †‡Ž ‹––‘”‹ƒŽ‡ †‡‰Ž‹ –ƒŽ‹ƒÂ?‹ †‹ ƒ”†‘Â?‡ ‹˜‹‡”ƒ ° •–ƒ–‘ ‹Â?•‡”‹–‘ Â?‡ŽŽƒ Ž‹•–ƒ †‡‹ ͙͘ ˆ‹Â?ƒŽ‹•–‹ †‡Ž …‘Â?…‘”•‘ Dz ÂŽ ƒ”…‘ ’‹Î „‡ŽŽ‘ †ǯ Â–ÂƒÂŽÂ‹ÂƒÇł ove un dĂŹ poetava l’usignuolo’ della poesia ‘La statua’â€?. Ăˆ stato d’Annunzio a volere quei dieci ettari di bellezza verde che si stagliano sullo sfondo blu del lago e l’azzurro del cielo di Gardone, curandone ogni dettaglio, ogni pietra, ogni pianta. “Non si tratta dell’esterno di un’abitazione, ma di una parte preziosa di quel ‘Libro di pietre vive’ che è il Vittoriale degli Italiani nel suo insiemeâ€?. Per questo negli ultimi anni la Fondazione ha messo particolare amore nella sistemazione del verde fino a ripiantare 20 cipressi scomparsi dal 1938 a oggi. A coronare il circolo virtuoso del motto coniato dal poeta ‘Io ho quel che ho donato’, che adorna l’ingresso monumentale del Vittoriale, sono arrivate negli ultimi anni le opere d’arte che oggi impreziosiscono il parco, aggiungendovi nuova bellezza e concor-

rendo a trasformarlo in quello che lo stesso Guerri definisce un ‘Museo a cielo aperto’: dai “Due Angeliâ€? di Ugo Riva al “San Sebastianoâ€? di Ettore Greco, dal “Cavallo bluâ€? di Mimmo Paladino fino all’ultimo arrivato, il maestoso “Obelisco Cassodoroâ€? di Arnaldo Pomodoro. Il Parco del Vittoriale è aperto tutto l’anno, sette giorni su sette, tranne il 24 e 25 dicembre e l’1 gennaio, e da aprile a settembre dalle 8.30 alle 20. Il biglietto d’ingresso, che include anche la visita al museo ‘D’Annunzio segreto’, costa 8 euro. Su richiesta è possibile prenotare visite guidate (tel. 0365/296511). Fino al 22 aprile l’ingresso al Parco sarĂ offerto gratuitamente per tutti i possessori e per tutti coloro che sottoscriveranno la tessera “Amici del Vittorialeâ€?, disponibile alla cassa del complesso museale.

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7UD SDVVDWR H SUHVHQWH DWWUDYHUVR OH LPPDJLQL Salò ricorda il suo territorio e la sua gente. Attraverso un libro e una mostra di vecchie fotografie che raccontano di una Salò che non c’è piĂš. E ricorda il presente fatto di gesti eroici e di solidarietĂ , attraverso un encomio e un contributo. Nella cerimonia svoltasi sabato 14 il passato è “fotografatoâ€? dalla pregevole pubblicazione “Salò, paesaggi e volti d’altri tempiâ€?, raccolta di immagini inedite di un secolo di storia ricercate con certosina pazienza da Pierangelo Del Mancino e accompagnate dalle sapienti didascalie di Flavio Casali e dalla mostra delle fotografie inserite nel libro, allestita nella Sala del Pendolo e visitabile fino al 6 maggio, che documenta la nascita della vocazione turistica e commerciale, lo sviluppo delle prime grandi aziende, la vita, il costume, la cronaca e il mito del tempo. Il presente è l’encomio per i fratelli Riccioni che non hanno esitato, alle prime luci dell’alba del 12 febbraio, a mettere a repentaglio la propria vita per trarre in salvo una giovane madre insieme ai suoi bambini di sei, sette e 11 anni rifugiatisi sul tetto della propria casa colpita da un incendio. I due fratelli, Alberto e Marcello, carabiniere il primo e insegnante il secondo, hanno ricevuto una targa dal sindaco Barbara Botti, testimonianza dell’abnegazione dimostrata e, insieme, della riconoscenza da parte dell’intera comunitĂ salodiana. Alla famiglia salvata il Comune ha destinato quanto raccolto nella pubblica sottoscrizione lanciata dal primo cittadino per sostenere le spese del rientro. “Il passato e il

presente di Salò – ha commentato il sindaco Botti – si fondono e sono ben rappresentati da chi, oggi come allora, contribuisce a mantenere viva la nostra comunitĂ e, pur nelle difficoltĂ , ci restituiscono un quadro nel quale possiamo ritrovare valori, suggestioni e significati che, rivelando la nostra identitĂ di ieri, ci ribadisce la validitĂ , nella continuitĂ , dell’impegno del quale ci facciamo carico oggiâ€?. (v.b.)

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zione siglata col Comune, si impegneranno cosÏ in interventi di manutenzione ordinaria, con continuità e diligenza, a fronte di un contributo erogato dall’amministrazione che provvederà a tutte le spese di benzina e di manutenzione ordinaria e straordinaria dei mezzi. Tra i servizi previsti s’inseriscono: la potatura delle siepi, il taglio dei rami, la rimozione di piante secche; ma anche l’integrazione e l’eventuale piantumazione di nuovi arbusti ed essenze. Inclusi nella convenzione anche

le piccole riparazioni d’arredo urbano (giochi, panchine, tavoli, gazebo, fontanelle, cestini...), la verifica della presenza di punti luce spenti o malfunzionanti e di problemi inerenti il servizio di distribuzione idrica, la pulizia dell’area e il controllo della presenza di parassiti, fitopatie e dell’abbandono di rifiuti ingombranti o “speciali�. Tra l’associazione e il Comune potranno essere inoltre concordate e promosse nelle aree interessate al progetto anche iniziative pubbliche a carattere ecologi-

co, come per esempio giornate del verde pulito, piantumazioni di alberi per ogni neonato e iniziative dedicate alla pulizia straordinaria. A vigilare sul buon operato ci penserà l’Assessorato preposto e, qualora si riscontrasse un’anomala gestione, tramite il responsabile del settore ecologia, si inoltrerà contestazione all’assegnatario, mentre l’Amministrazione potrà interrompere a proprio arbitrio l’incarico di uno o piÚ interventi programmati con un mese di preavviso. (a.s.)

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fficio servizi sociali, Gruppo volontari del soccorso e Caritas parrocchiale in prima linea: sono i tre attori del progetto “Dispensa socialeâ€?, presentato pubblicamente nella Casa della SolidarietĂ , alla presenza del primo cittadino Franco Claretti e del presidente della Fondazione Cogeme, Giovanni Frassi. “Il progetto – è stato illustrato – nasce da molteplici esperienze maturate nel riutilizzo di derrate alimentari non piĂš commerciabili a causa dei difetti nel confezionamento o perchĂŠ prossime alla scadenza e che possono invece, con impegno e buon senso, essere recuperate e reinvestite: ogni giorno enormi quantitĂ di frutta, verdura e di beni alimentari di seconda scelta vengono infatti recuperate e distribuite a comunitĂ ed enti senza fini di lucro sparsi sul territorioâ€?. Tra i relatori della serata, erano presenti anche il presidente del Gruppo sportivo “Vita per La vitaâ€? Lino Lovo, il referente della “Dispensa socialeâ€? Renato Cadei e Daniela Antonini, responsabile dell’Area Servizi alla persona, impegnata soprattutto nella presentazione del Protocollo operativo, canalizzato verso tre finalitĂ : di solidarietĂ sociale (sostenere eventuali nuclei familiari disagiati tramite la distribuzione

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cedenze, le aziende restituiscono loro un valore economico e, se da un lato contengono i propri costi di stoccaggio e di smaltimento, dall’altro offrono un contributo in alimenti che ormai supera le centinaia di milioni di euro). Il servizio sarĂ indirizzato a nuclei familiari o singoli coccagliesi in stato di necessitĂ , ma non è da escludere un possibile ampliamento dell’iniziativa. “L’obiettivo a breve termine – hanno specificato i promotori del progetto, Renato Cadei e Gianni Ghidini – è di favorire il recupero di beni alimentari invenduti a favore di enti e associazioni presenti a Coccaglio e che fungerĂ da esperimento pilota; nell’ottica di espanderlo poi a tutta la Franciacorta, in modo da costruire una rete di servizi avente dimensioni importanti, anche per i volumi economici in giocoâ€?. “AffinchĂŠ questo progetto “sperimentaleâ€? sia il piĂš efficace e raggiunga piĂš utenti possibili − ha commentato il sindaco Franco Claretti − è necessario che sia condiviso e veicolato a livello del Distretto socio-sanitario dei sindaci dell’Ovest che presiedo, in modo che nessuna risorsa venga sprecata in termini di impegno dei volontari e di condivisione delle azioni tese a dar risposta ai bisogni dei piĂš deboli, in questo tempo di crisi che sta colpendo le nostre comunitĂ â€?.

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ƒ•–”‡œœƒ–‘ ƒ•…‡ Ěş Ž‡––”‘‹Â?’‹ƒÂ?–‹ —†‡Â?ÂƒĚş L’Elettroimpianti e Audema, due note aziende bresciane impegnate nel campo della tecnologia campanaria e dell’ampliďŹ cazione sonora hanno recentemente concluso un accordo per la creazione di un’unica e nuova ditta denominata “Elettroimpianti Audemaâ€?. Nuove strategie per il miglioramento dei servizi ed il contenimento generale dei costi sono le ragioni che hanno condotto a questa

scelta. Infatti l’unione delle rispettive risorse e conoscenze, ha immediatamente prodotto un’estensione dei servizi offerti che ora si svolgono con il doppio del Personale pur suddiviso nelle relative specializzazioni. I Tecnici nei rispettivi settori (campane ed ampliďŹ cazione) sono in grado di ottimizzare tempi e spostamenti a beneďŹ cio soprattutto del servizio di assistenza post-vendita. Nella nuova conďŹ gurazione le

due ditte hanno ora un solo UfďŹ cio comune in grado di supportare e coordinare entrambi i settori in modo piĂš funzionale ed economico fornendo al Cliente un solo interlocutore per entrambi gli Impianti. La sede della nuova azienda è stata ubicata a Castrezzato, in via Ferramola, 3. Per contatti: 030/7702802; 030/7040972; cell. 328/6582607 (Claudio); email: audema@ audema.it; elettroimpianti.o@ libero.it.

restauro dell’arte contemporanea, prosegue anche la collaborazione con la Fondazione Berardelli e con altre importanti gallerie cittadine. Ma all’accademia cittadina non si impara solo il restauro: nella sede di Piazza del Foro, dedicata alle arti visive, gli studenti operano nei laboratori di decorazione, di pittura, di scultura, di scenografia. Nella sede centrale di via Don Vender si apprende invece la fotografia, il design, il graphic design e il fashion. Potrà capitare in questi mesi di incontrare per le strade di Brescia Metroeuropa, un autobus di linea interamente coperto da immagini che gli studenti di fotografia della Laba hanno scattato in diverse metropolitane europee: il

progetto, in collaborazione con Brescia Mobilità , vuole instillare la voglia di metropolitana. Al radicamento sul territorio bresciano e nazionale corrisponde analoga apertura verso l’esterno: Laba International con sede in Cina opera nell’ambito dell’industrial design e della visual art comunication.

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ttraverso una fitta operositĂ legata al restauro l’accademia interagisce con la cittĂ e con il territorio a vantaggio della salvaguardia e della conservazione dell’insigne patrimonio artistico e culturale di Brescia. Prosegue l’opera di restauro di parti del Teatro Grande di Brescia cominciata nel 2007 a cura del dipartimento di Restauro della Laba. Nel 2011 è stato ripristinato nella sua fisionomia originale e riaperto al pubblico il bar del teatro: i lavori, voluti dall’amministrazione comunale, sono stati affidati dalla Fondazione

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del Teatro Grande alla Laba si sta in questi giorni stendendo il calendario delle attivitĂ che impegneranno le allieve dell’accademia presso il Massimo cittadino nella prossima estate. Anche presso Villa Badia a Leno proseguono i lavori, finanziati da Cassa Padana: terminato il restauro nelle sale del piano terra, ora il cantiere si è spostato al primo piano. A Bagnolo Mella è in fase di pulitura il monumento al Fante, che verrĂ inaugurato il 6 maggio con una cerimonia pubblica. Presso la chiesa Santa Maria della CaritĂ in via dei Musei a Brescia un gruppo di studentesse, guidate dai loro tutor (ex-studentesse

della Laba) e dalle professoresse Elisa Pedretti, Monica Ferri e Giovanna Jacotti, ha il compito delicato di riportare all’antico splendore l’altare maggiore e la Cappella della Madonna di Loreto. Il progetto è promosso e sostenuto dalla Fondazione Cab. Inoltre, una convenzione recentemente firmata con la Provincia di Brescia affida la manutenzione della chiesa di San Giorgio in cittĂ al dipartimento di Restauro della Laba. Lo stesso dipartimento attende infine il la per cominciare il restauro della statua del Bigio da ricollocare in Piazza della Vittoria, la cui delibera è giĂ pronta da tempo. Nell’ambito del

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ƒ …Š‹‡•ƒ Â? –‡Â?’‹‘ ‰”ƒÂ?†‹‘•‘ …Š‡ †‘Â?‹Â?ƒ “—‡•–ƒ ’ƒ”–‡ †‹ ”ƒÂ?…‹ƒ…‘”–ƒ La chiesa parrocchiale prepositurale di S. Maria Assunta in quel di Gussago è un esempio di architettura neoclassica. Iniziata nel 1743 su progetto dell’architetto veneziano Giorgio Massari (16871766) e aperta al culto nel 1760, la parrocchiale si innalza elegante sul sagrato e sulla scalinata; la facciata, è stata disegnata da Rodolfo Vantini (1791-1856) a cui subentrò in un secondo momento Luigi Donegani (1793-1855) che vi apportò modiďŹ che, fu conclusa nel

1835. Le statue di Fede, Speranza, CaritĂ sopra il timpano e l’altorilievo dell’Assunzione furono realizzati da Francesco Stanga su disegno di Giovanni Franceschetti tra 1827 e 1837. Nella lunetta sopra l’ingresso principale si trova un affresco di Giuseppe Teosa (17581848) con GesĂš che consegna le chiavi a S. Pietro. Grandiosa la scalinata marmorea ďŹ nita nel 1857 disegnata da Luigi Basiletti (1780-1859), caratterizzata dalle statue di due

leoni di Antonio Tantardini (18291879). La chiesa parrocchiale svetta in tutta la sua maestositĂ sull’ampio territorio che circonda Gussago. Per i gussaghesi, forse di piĂš della Santissima, è il vero monumento cittadino. Una considerazione che al restauratore Lorenzini, gussaghese doc, mette uno stimolo in piĂš nell’affrontare l’intervento di restauro delle due facciate laterali e di quella centrale.

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a parrocchiale di Santa Maria Assunta di Gussago non passa inosservata, con la sua imponenza domina gran parte del paesaggio di questa parte di Franciacorta. Per questo non passavano inosservate nemmeno le sue precarie condizioni di salute. Una attenta analisi ha messo in luce, nei mesi scorsi, una situazione di complessiva criticità . Coperture, sottotetti e facciate necessitavano di interventi urgenti. Nelle scorse settimane la parrocchiale è stata ingabbiata da imponenti ponteggi e i lavori hanno preso avvio. Diversi sono stati

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le coperture e ai sottotetti minati da seri problemi, è stato richiesto anche l’intervento del gussaghese Lorenzini per l’intervento sulle facciate della chiesa. La facciata principale della parrocchiale, risalente all’Ottocento e quelle laterale, del secolo precedente si presentavano in condizioni critiche. All’occhio esperto del restauratore è balzata evidente la presenza di lesioni causate dall’assenza di tiranti nelle volte delle cappelle centrali laterali e di altre lesioni nella zona absidale causate dalla spinta della copertura. Le superfici intonacate con brani di intonaco presentavano aree forte-

mente erose, decoese e con depositi biologici. Da qui Lorenzini è partito per l’intervento conservativo che proponeva un ulteriore elemento di particolaritĂ . “Le facciate della parrocchiale di Gussago – afferma il restauratore – sono per certi versi uniche nel panorama delle chiese bresciane. Conservano ancora gli intonaci originari e questo richiede un’attenzione particolareâ€?. Va salvato e restituito agli aspetti originali proprio quell’insieme di intonaci che per secoli sono stati la caratteristica della parrocchiale di Gussago. Lorenzini dovrĂ occuparsi non solo delle fasi propedeutiche di pulitura delle

facciate, ma dovrà mettere in campo i ncessari interventi per correggere le condizioni che permettono all’acqua di penetrare negli strati profondi e di innescare i processi disgregativi. Analogamente il consolidamento in superficie e in profondità avrà lo scopo di consolidare quelle parti che col tempo potrebbero disgregarsi. Questa operazione avverrà cercando di realizzare le aggiunte con caratteristiche materiche e formali simili a quelle circostanti. Questo importante lavoro sulle facciate (abside a parte) potrebbe essere concluso entro la fine del 2012.


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ƒ–‘ Â?‡Ž ͙ͥÍ?Í? ÇŻÂƒÂ–Â–Â‹Â˜Â‹Â–Â? †‡ŽŽǯ ”†‹Â?‡ †‡‰Ž‹ ƒ”…Š‹–‡––‹ L’Ordine degli architetti della Provincia di Brescia svolge la propria attivitĂ fondamentalmente attraverso tre dipartimenti: istituzionale, professione e formazione. Costituitosi nel 1955, conta 2.340 iscritti ed è presieduto da Paolo Ventura, che attualmente ricopre anche la carica di presidente della Consulta regionale lombarda, afďŹ ancato istituzionalmente dal segretario Laura DalĂŠ, dal tesoriere Luigi

Scanzi e dai tre vicepresidenti Gianfranco Camadini, Paola Faroni e Roberto Saleri. Il Consiglio pone in primo piano la necessitĂ di una formazione continua e di qualitĂ (come espressamente indicato dalle recenti normative), in cui investe signiďŹ cative risorse trattandosi di un aspetto centrale nello svolgimento dell’attivitĂ professionale, per essere aggiornati sulle innovazioni tecnologiche e

legislative e rispondere al meglio alle nuove richieste del mercato. L’integrazione fra i saperi appare la chiave di volta per affrontare piÚ agevolmente i periodi di crisi: le nuove prospettive hanno nomi quali risparmio energetico, energie rinnovabili, mobilità sostenibile, bioedilizia e bioarchitettura, metodi e prodotti naturali per la prevenzione di problematiche inerenti alla salute umana e alla salvaguardia dell’ambiente.

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’ architetto che opera nell’ambito del restauro e della conservazione deve conoscere precise metodologie e tecniche per effettuare i rilievi, saper affrontare procedure di analisi fisico-chimica e statico-strutturale ed utilizzare gli strumenti e i materiali piĂš adeguati per gli interventi. Deve inoltre analizzare approfonditamente l’edificio o il manufatto cui sono rivolti i restauri in oggetto e riconoscere i precedenti interventi a cui esso è stato sottoposto. Ă‹ importante ricordare che il restauro di edifici monumentali è materia di esclusiva competenza dei professionisti architetti, i quali possiedono la necessaria capacitĂ di analisi, l’autonomia decisionale, la creativitĂ ed il senso estetico per gestire un cantiere, nel rispetto altresĂŹ della normativa di riferimento. L’Ordine degli architetti della Provincia di Brescia è sempre fortemente impegnato nel campo della formazione e dell’aggiornamento culturale e

professionale. Tra i numerosi Corsi proposti, è stato accolto con particolare entusiasmo, oltre ogni aspettativa, il recente Corso per progettisti e restauratori dell’architettura storico-monumentale, realizzato dal Dipartimento professione in collaborazione con la Scuola d’arte mu-

”ƒ Ž‡ ’”‘’‘•–‡ ƒÂ?…Š‡ “—‡ŽŽƒ ”‹˜‘Ž–ƒ ƒ …Š‹ •‹ ‹Â?–‡”‡••ƒ †‡Ž ”‡…—’‡”‘ †‹ ‡†‹ˆ‹…‹ •–‘”‹…‘nj Â?‘Â?—Â?‡Â?–ƒŽ‹ raria Calchera San Giorgio e con il patrocinio della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova (con cui l’Ordine degli architetti ha avviato da anni una positiva e solida collaborazione). Oltre 300 sono state le domande di iscrizione pervenute

all’Ordine, cinque volte tanto i posti disponibili (60 in tutto). Al punto che l’Ordine degli architetti ha organizzato una seconda edizione (sempre con iscrizione gratuita), che ha preso il via il 3 aprile al Centro pastorale Paolo VI e proseguirà fino al 24 aprile 2012. Interviene, tra i docenti titolari delle lezioni, il direttore della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, Marco Fasser (per informazioni contattare il numero 030-3751883; fax 030-3751874; e-mail: infobrescia@archiworld.it). L’iniziativa intende dare rilevanza a tutti gli aspetti riguardanti i materiali e le modalità adottate nel restauro monumentale, considerato che, tra i compiti dell’architetto, rientrano il determinare la natura, le caratteristiche e la rilevanza dei beni architettonici e ambientali; effettuare l’analisi di tali beni per verificare la compatibilità fra gli aspetti storico-estetici e gli interventi previsti; svolgere una ricerca scientifica sulle metodologie e le tecnologie di manutenzione, consolidamento e restauro.

L’Architetto progetta gli spazi destinati alla vita della gente, opera per lo sviluppo sostenibile della città e interviene per il restauro dei beni culturali. �L’architettura coinvolge contemporaneamente aspetti estetici, storici, sociali, economici e produttivi. La qualità della concezione architettonica, l’inserimento nel paesaggio dei nuovi interventi, il rispetto e la valorizzazione del paesaggio naturale e delle qualità urbane, l’utilizzazione totale del patrimonio esistente, la rigenerazione della città , rispondono ad un interesse pubblico e appresentano un diritto di tutti i cittadini.� (dalla Direttiva europea sull’architettura e l’ambiente di vita)�

ORDINE DEGLI ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI DELLA PROVINCIA DI BRESCIA Via delle Grazie n.6 - 25122 Brescia - Tel. 030 3751883 – Fax 030 3751874 - E-mail: infobrescia@archiworld.it - www.bs.archiworld.it


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‹ƒ”†‘ ‹’”‡•‹ ‹ ”‡•–ƒ—”‹ †‡ŽŽƒ ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‡ Con l’arrivo della Pasqua, per i parrocchiani di Niardo è arrivata la tanto attesa sorpresa: sono ripresi i lavori di restauro della chiesa parrocchiale che dovrebbero concludersi entro sei mesi. Il lavoro ha interessato dapprima gli esterni, poi il campanile e inďŹ ne il presbiterio. Iniziato da don Fausto Murachelli, e diretto dall’architetto Giacomo Panteghini con autorizzazione della Soprintendenza di Brescia, l’intervento di risanamento strutturale e recupero

artistico, è stato svolto in vari lotti, e ďŹ nalmente si è arrivati alla fase ďŹ nale. In questi giorni un grande ponteggio ha cominciato a fasciare l’ampia navata, ďŹ no all’altezza di ventitrĂŠ metri. Incaricato dei lavori, il restauratore bresciano Leonardo Gatti (che aveva giĂ recuperato il grande presbiterio), ha iniziato il risanamento della navata e degli altari laterali, tra i quali spicca quello di S. Obizio, opera imponente, con i suoi 15 metri e mezzo d’altezza. Numerosi

sono i problemi da affrontare anche in quest’ultimo lotto. “Un problema di organizzazione logistica piuttosto complesso – cosĂŹ spiega Gatti il suo intervento – date le imponenti dimensioni della navata, ma soprattutto di quelle dell’altare di S. Obizio, in pessime condizioni di conservazioneâ€?. La comunitĂ parrocchiale ha molto apprezzato l’iniziativa di don Angelo, impegnandosi ďŹ n d’ora nella raccolta dei fondi necessari alla conclusione dei lavori, prevista per l’estate.

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razie al sostegno della Fondazione Asm e della Provincia di Brescia, l’istituto Mnemosyne può riproporre il bando per il premio “Giovanni Urbaniâ€?, riservato alle tesi di laurea dedicate alla ricerca per la durabilitĂ dei materiali di storia e d’arte. In coerenza con gli orientamenti mutuati da Giovanni Urbani, l’Istituto promuove per la terza volta il premio per sollecitare le universitĂ italiane ad assegnare sempre piĂš spesso tesi di laurea dedicate ad argomenti che consentano di dare sempre maggior fondamento ai piĂš efficaci processi della limitazione delle cause di degrado. Senza pertinente conoscenza delle cause di degrado, infatti, non sarĂ possibile incentivare le condizioni della durabilitĂ dei materiali di storia e d’arte. Solo la promozione di tali condizioni, infatti, consentirĂ l’efficace riduzione dei sempre piĂš onerosi “ri-restauriâ€?, sempre piĂš frequenti proprio perchĂŠ (pur nel positivo re-

cupero delle valenze estetiche) non sono solutivi dei complessi problemi della duratura conservazione delle opere d’arte. La pratica delle piÚ congrue soluzioni per i problemi della durabilità dell’arte si avrà tanto prima e meglio meglio quanto piÚ numerose e piÚ

‘–”ƒÂ?Â?‘ ‡••‡”‡ ’”‡•‡Â?–ƒ–‡ Ž‡ –‡•‹ †‡†‹…ƒ–‡ ƒŽŽƒ †—”ƒ„‹Ž‹–Â? †‡‹ Â?ƒ–‡”‹ƒŽ‹ †‹ •–‘”‹ƒ ‡ Â†ÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ pertinenti saranno le ricerche dedicate proprio a quanto è necessario sapere per conoscere e limitare le cause di degrado dei materiali di storia e d’arte. Anche per questo l’Istituto Mnemosyne ripete l’appello alle UniversitĂ perchĂŠ sviluppino ricerche coeren-

ti alla soluzione di questi problemi, facendone partecipi anche i loro studenti, assegnando loro tesi di laurea dedicate proprio alla ricerca per la durabilitĂ dei materiali di storia e d’arte. Senza trascurare che, come attestano le sue “Proposte disperseâ€?, fu proprio Giovanni Urbani a formulare proposte e a dirigere esperienze che evidenziarono che non sempre il restauro è il processo piĂš congruo a conseguire la piĂš compiuta conservazione delle opere d’arte. Sono ancora poche le UniversitĂ che abbiano sviluppato le strategie di studio e di ricerca necessarie a validare e riqualificare questi orientamenti. Come dettato dal 3° bando del premio “Giovanni Urbaniâ€?, potranno essere ammesse le tesi discusse a partire dall’anno accademico 200607 fino all’anno accademico 2010-11. Le tesi di laurea dovranno pervenire, entro il 30 aprile 2012, all’istituto Mnemosyne in via Oberdan 10 a Brescia, Per informazioni dirette: info@istituto-mnemosyne.it.

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In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Ăˆmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [GesĂš] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, GesĂš in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!â€?. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: “PerchĂŠ siete turbati, e perchĂŠ sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io hoâ€?. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poichĂŠ per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?â€?. Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. (...)

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arole. Il Risorto parla, parla molto, sforza e costringe la mente dei discepoli a superare non solo il trauma della morte di GesĂš, ma anche a staccarsi dai loro progetti, tutti umani, di una storia di potere legata a un Messia parziale e politico. Loro parlano di liberazione, di riscatto ma hanno in mente cose tanto diverse da quelle che intendeva GesĂš che i loro occhi non possono vedere quello che accade, che la loro mente non può accettare se non come fantasia altre parole e altri racconti. I due di Emmaus tornano in fretta e raccontano, cosĂŹ come le donne, cosĂŹ come altri, ma quelle parole sembrano la follia collettiva di un dolore troppo cocente da poter essere ammesso. Sentono il pericolo di ingannarsi anche se hanno bisogno di credere. Ăˆ una violenza alla quale non sono preparati ma è l’unica strada che potrebbero desiderare. Vorrebbero che quel GesĂš che li aveva illusi tornasse; lui torna, appare, c’è. Non ha paura di farsi toccare e perfino mangia quello

, JHVWL GHO 5LVRUWR â€œâ€ŚAppena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro GesĂš: ‘Portate un po’ del pesce che avete preso ora’â€?. (Gv 21,9-10). Nei Vangeli il Risorto compie pochi gesti, uno solo di questi eclatante (passare attraverso le porte chiuse), gli altri, sono gesti normali, spogli, quotidiani: chiede da mangiare, cammina, spiega le Scritture, spezza il pane. Anche il suo aspetto è ordinario: la Maddalena lo scambia per il custode del giardino e i due di Emmaus per un pellegrino. Ma quello che colpisce di piĂš è il Risorto del capitolo 21 di Giovanni che, vedendo affannarsi il gruppetto dei sei rimasti in una pesca fallimentare, cucina per loro un poco di pesce. “Non presero nullaâ€?

sottolinea l’autore, e cosĂŹ, dopo la fatica della notte, si ritrovano a mani vuote. Ancora il testo, attraverso un dialogo scarno iniziato da GesĂš, mette in evidenza la fame dei poveri “figlioliâ€?: “Non avete nulla da mangiare?â€? Risposero “Noâ€?. Il Risorto permetterĂ loro di fare una pesca abbondantissima ma non si fermerĂ a questo. Era “normaleâ€?: lo aveva fatto, secondo la versione di Luca, all’inizio del suo peregrinare per la Galilea. Potevano bastare le reti piene a dismisura e in pericolo di rompersi, ma a GesĂš sembra non interessare molto. Appena scesi a terra, trovano la cena pronta: “Videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del paneâ€?. Il Risorto che non avevano riconosciuto immediatamen-

te, ha cucinato per loro, ha fatto da servo e da moglie, da domestico e da amico. Ha visto i suoi figlioli stanchi e affamati, come quella folla che lo aveva seguito tempo prima, e dentro di Lui lo stesso sentimento: “Ebbe compassione perchĂŠ erano come pecore senza pastoreâ€?. Anche i sei rimasti avevano smarrito il punto di riferimento, il Pastore e il Maestro e GesĂš puntuale cucina, prepara, sfama. Mi ha sempre commosso questa quotidianitĂ dei gesti di GesĂš Risorto perchĂŠ a volte anche la nostra fatica non ha portato frutti e ci ha visti fallimentari e Lui discretamente, senza troppo rumore e frastuono ti fa trovare quello che cercavi, la sua presenza, quanto basta per ridarti la gioia di vivere e di camminare.

che gli mettono davanti. Se la scusa per non credere, per continuare a ingannarsi è solo la sua assenza, bene: lui è lĂŹ. Lui non inganna, come non ha ingannato con le sue parole. Sono loro che hanno voluto ascoltare solo quel poco che li poteva conquistare. Luca usa l’immagine molto efficace dell’aprire la mente alla conoscenza delle scritture, immagine per dire che solo andando in profonditĂ in quello che avevano sentito, tornando indietro fino alle piĂš lontane risonanze della Scrittura potevano capire davvero chi era quel GesĂš al quale si erano accompagnati durante quei tre anni. L’apparizione del Risorto è soprattutto apparizione della veritĂ su di lui, della giusta interpretazione della sua parola: è una scuola che strappa via il velo delle speranze di realizzazione troppo facili e umane. Il GesĂš nuovo della risurrezione impone ai discepoli di cambiare il modo di vedere tutto, e non solo le sue parole, ma anche la sua missione, il suo messaggio, la sua stessa persona. Non basta piĂš Pietro che balbetta una professione di fede

incerta e un gruppo di uomini che annuncia un regno del quale immagina una costituzione tanto forte quanto umana. Il Risorto forza la mente dei discepoli e li costringe a ricordare nel profondo le sue parole, a sgombrarle dai desideri minimi, a farle bruciare dentro come parole necessarie delle quali non si può piĂš fare a meno. La Legge e i Profeti diventano il modo per capire, per entrare nel profondo di quelle parole e se ci stupisce quanto lontani fossero dal capire, sebbene fossero stati con GesĂš per cosĂŹ tanto tempo, possiamo riflettere su quanto, ancora oggi le parole di GesĂš possano essere lette nella loro forza umana senza allargarsi all’orizzonte di Dio, possano bastare come elemento di critica dell’umano senza aprire al futuro di Dio. Quei discepoli si accorgono che le parole che avevano sentito, sulla bocca del Risorto aprono un cammino diverso. Non conta piĂš toccarlo ma ascoltarlo e finalmente capirlo; farsi portare piĂš lontano di quanto ci si sarebbe aspettati, tornando indietro per entrare nel futuro di Dio.


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giovane monsignore brescianoâ€?. Usando poi le parole dell’allora card. Ratzinger, Scola ha affermato: “Potremmo dire che l’Osservatore, e ovviamente i suoi editoriali in modo emblematico, siano espressione di cosa signiďŹ chi che la fede genera cultura. Infatti, diceva l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede in una celebre lectio alle conferenze episcopali asiatiche: ‘non esiste la nuda fede o la pura religione. In termini concreti, quando la fede dice all’uomo chi

egli è e come deve incominciare ad essere uomo, la fede crea cultura. La fede è essa stessa cultura’â€?. Il Porporato ha ritenuto opportuno aggiungere “una importante considerazione sul nesso fede e cultura/e. A partire dal momento in cui la fede diventa cultura, essa si espone inevitabilmente ad un altro singolare processo caratterizzato, in un certo senso, da un movimento opposto al primoâ€?. Insomma, “se il movimento fede-cultura è centrifugo, esso suscita a partire da

come le culture di fatto interpretano la fede che si dispiega in tutta la sua dimensione pubblica, un movimento centripetoâ€?. Per il card. Scola, “le culture, perchĂŠ di culture si deve parlare in una societĂ plurale come la nostra, ‘interpretano’ la fede mostrandone in tal modo la rilevanza storica. Lo fanno in vari modi, non sempre rispettandone la vera natura, assai spesso riducendola se non addirittura strumentalizzandola come avviene nei fondamentalismiâ€?.

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l cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unitĂ dei cristiani,sulle pagine dell’Osservatore Romano scrive: “Il Papa non vuole assolutamente tornare indietro, come gli viene oggi da piĂš parti rimproverato pubblicamente, vuoi per ignoranza vuoi per appartenenza a quei teologi, che tengono spesso discorsi populistici e sostengono il contrario a livello pubblico, confondendo l’onestĂ scientifica con l’agitazione in politica ecclesiale. Papa Benedetto non vuole tornare indietro, ma andare in profonditĂ come il granello di senape che cresce solo dalla profonditĂ della terraâ€?. A Papa Benedetto non importano singole riforme, ricorda ancora il Porporato, “importa che il fondamento e il cuore della fede cristiana tornino a splendereâ€?. Il Concilio era stato da poco annunciato da papa Giovanni XXIII quando l’allora giovane professore di teologia a Bonn tiene all’Accademia cattolica di Bensberg una conferenza nella quale delinea, dal punto di vista teologico, le funzioni del Concilio nella vita della Chiesa, opponendosi a chi lo vorrebbe una costruzione strettamente papale, da una parte, oppure semplice riunione di vescovi, quasi una sorta di consiglio per suggerire modifiche organizzative e politiche. Il Concilio, affermava in quella occasione, è per sua natura “un’assemblea di consultazione e di decisione, esercita un compito di direzione, ha funzione di ordine e di configurazione. Essi non rappresentano il popolo, ma Cristo, dal quale ricevono missione e

consacrazioneâ€?. Nella sua riflessione, Ratzinger si sofferma anche sulla infallibilitĂ , che, afferma, “è innanzitutto propria della Chiesa intera: esiste qualcosa come una infallibilitĂ della fede nella Chiesa universale, in forza della quale questa Chiesa universale non si può mai lasciar condurre in errore come Chiesa nella sua totalitĂ . Questa è la parte che hanno i laici nella infallibilitĂ . Che a questa parte possa spettare a volte un significato estremamente attivo, lo si vide nella crisi ariana, in cui sembrò per certi momenti che l’intera gerarchia fosse caduta preda delle tendenze di mediazione arianizzanti e solo l’atteggiamento sicuro dei fedeli assicurò la vittoria della fede nicenaâ€?. La disputa

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il termine consustanziale, cioè della stessa sostanza del Padre e generato e non creato. Come sappiamo il cardinale Joseph Frings, arcivescovo di Colonia, porterĂ a Roma al Concilio il giovane professore Ratzinger, che avrĂ un ruolo non secondario; anzi, il 15 ottobre del 1962 un gruppo di teologi si riunisce al Collegio germanico, con l’intento di dare vita a un documento complessivo da proporre in sostituzione di tutti i documenti dottrinali elaborati nella fese preparatoria del Concilio dalle commissioni centrali. Joseph Ratzinger si presenta alla riunione con uno schema scritto in latino e che sarĂ integrato da un altro elaborato da un teologo suo connazionale Karl Rahner. Nel “Diario del Concilioâ€? il teologo domenicano francese Yves Congar, creato cardinale da papa Wojtyla nel 1994, scrive che nelle prime settimane dei lavori conciliari lo schema RahnerRatzinger “è stato tirato in 3.000 copie e ampiamente distribuitoâ€? tra i padri. Il progetto viene reso pubblico il 25 ottobre in un incontro che si tiene all’Angelicum e al quale partecipano vescovi nord europei e anche due cardinali italiani: l’arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, che sarĂ eletto papa l’anno successivo, e l’arcivescovo di Genova Giuseppe Siri. In quell’incontro è proprio il giovane teologo Joseph Ratzinger a illustrare a vescovi e cardinali le linee guida dello schema dottrinale alternativo. Schema che contribuirĂ ad accantonare gran parte delle stesure elaborate nella fase preparatoria dei lavori del Vaticano II.

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7UH JLRUQL FRQ LO )HVWLYDO ELEOLFR Tre giornate di approfondimento, quattro appuntamenti, una mostra, 24 studiosi di rilevanza nazionale e internazionale per raccontare le terre della Bibbia. Questo il cuore di “Linfa dell’Ulivoâ€?, progetto organizzato dall’Ufficio diocesano pellegrinaggi e promosso dal Festival biblico di Vicenza (www.festivalbiblico.it). Dal 24 al 26 maggio tale rassegna sulla storia, l’archeologia, la geograďŹ a e l’esegesi sarĂ ospita-

ta per la prima volta nella cornice del Festival a Vicenza. Dal 18 al 24 maggio – questa l’altra novitĂ dell’8ÂŞ edizione del Festival, il cui tema è “‘PerchĂŠ avete paura?’ (Mc 4,40). La Speranza dalle Scrittureâ€? – ad ospitare la manifestazione sarĂ la cittĂ di Verona. “Attraverso l’archeologia e la storia – spiega mons. Roberto Tommasi, presidente del Festival – ‘Linfa dell’Ulivo’ s’inserisce nel tema che la manifestazione propone per questa

edizione, ovvero l’analisi delle paure dell’uomo e la risposta della certezza cristiana, che non è un’ideologiaâ€?. “Aiutare le persone a capire meglio il contesto storico e geografico in cui nasce la Bibbia perchĂŠ la Parola di Dio diventi concreta, scostandosi cosĂŹ da interpretazioni moralisticheâ€?. Questo, aggiunge don Raimondo Sinibaldi, direttore dell’UfďŹ cio diocesano pellegrinaggi di Vicenza, l’obiettivo dell’iniziativa.


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Egr. direttore, ho l’impressione che il dibattito sulle unitĂ pastorali sia stato compreso dai laici, ma un po’ meno dai sacerdoti. A parte le ovvie situazioni delicate dovute alle ragioni campanilistiche, le comunitĂ cristiane sono abbastanza mature per capire che non si può andare avanti con una pastorale di base, ma è indispensabile rafforzare le risorse e le energie per essere piĂš capillari e significativi sul

territorio. Non bastano le parole sagge del Vescovo a ribadire che le unitĂ pastorali sono un passaggio inevitabile in un mondo che cambia in continuazione, non certo in meglio per i valori cristiani. Di fronte a questa sfida serve la collaborazione di tutti, non certo di quei sacerdoti che, come hanno fatto con l’iniziazione cristiana, fanno finta di non capire e ritardano ogni discorso. Nella mia parrocchia ad esempio non è stato fatto nulla, se non

ad uso esclusivo del consiglio pastorale che ha dato risposte sommarie scontate in merito alle schede. Quella parte di comunità che non ha un impegno diretto nelle attività parrocchiali non è stata minimamente contattata e coinvolta. Non mi sembra questo il discernimento auspicato dal Vescovo. I sacerdoti in chiesa danno mille avvisi, ma non parlano del Sinodo e men che meno delle schede. Forse hanno paura del cambiamento. (g.b)

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l titolo efficace è “Il mio catechismo, la mia messa e i miei poveriâ€?, tradotto nel linguaggio del Sinodo diocesano è “Annuncio, liturgia e caritĂ nelle unitĂ pastoraliâ€? ovvero la quarta delle nove schede di consultazione. A servizio di questi compiti si sono formati nelle parrocchie il gruppo dei catechisti, il gruppo liturgico e la Caritas. Al tempo stesso, nella pastorale della Chiesa non può mancare l’attenzione alle situazioni della vita umana, sulle quali ha richiamato l’attenzione il Convegno di Verona (vita affettiva, lavoro e festa, fragilitĂ , tradizione, cittadinanza). A Odolo nella Sala della comunitĂ Splendor si sono confrontati lunedĂŹ 16 aprile, davanti a un pubblico numeroso (poco piĂš di 150 persone) e attento, don Renato Musatti, Angelo Onger e don Renato Tononi. Angelo Onger ha descritto la societĂ , rileggendo tra le pieghe le difficoltĂ che si presentano. Per parlare di famiglia va sottolineato e compreso chi veramente sono i destinatari dei nostri interventi e delle nostre riflessioni. Nello specifico ha fatto riferimento alla sua esperienza di catechista e di giornalista, raccontando come nella vita di tutti i giorni siamo in presenza di un “sistema invasivoâ€? che propina messaggi non cristiani che cancellano tutto ciò che è cristiano. Non a caso Benedetto XVI ha scelto di dedicare un anno alla fede, perchĂŠ viviamo “una profonda

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ci. Don Musatti ha ricordato che i tre “gruppiâ€? distinti (catechistico, liturgico, caritativo) hanno il compito non di realizzare ma di stimolare tutta la comunitĂ a vivere questi aspetti fondamentali della vita cristiana: “Tutto dovrebbe convergere attorno all’eucaristiaâ€?, il centro dell’esperienza cristiana. Don Musatti ha ribadito anche l’importanza dell’esperienza laicale (“abbiamo bisogno di laici preparatiâ€?) puntando molto sull’aspetto della formazione e della missionarietĂ , del saper andare oltre i confini della parrocchia. Don Tononi ha posto, invece, l’accento sulla prospettiva del-

la progettazione comune tra parrocchie (compito dell’unità pastorale), mentre la realizzazione va lasciata alle singole realtà . Importante il saper scoprire le potenzialità dei cammini diversificati che possono aiutare il nostro essere Chiesa sul territorio.

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´,O VRIILR GHOOD YLWD ULVRUWDÂľ Ăˆ intitolato “Il sofďŹ o della vita risortaâ€? il percorso che prevede cinque soste di preghiera presso alcuni Santuari mariani, guidate dal vescovo Luciano e animate dai giovani della zona, in cinque venerdĂŹ del tempo pasquale alle 20.30. In aprile il programma è il seguente: 20 aprile - Santuario della Madonna di S. Stefano a Rovato, “Piene di spavento e di stuporeâ€? (Mc 16,1-11); 27 aprile - Santuario della B. Vergine della Misericordia a Bovegno,

“Sono con voi tutti i giorniâ€? (Mt 28,1120). Nel mese di maggio l’itinerario con Maria verso la Pentecoste proseguirĂ nei venerdĂŹ 4, 11 e 18 presso i santuari di Botticino Sera, Piancogno e Bagnolo Mella. Sono aperte presso l’UfďŹ cio vocazioni le iscrizioni alle giornate di spiritualitĂ per giovani che si terranno presso l’eremo di Bienno nei giorni 28 aprile - 1 maggio 2012. Il tema è “La Vita Buona del Vangeloâ€?, le meditazioni

saranno offerte dal vescovo Luciano e l’animazione sarĂ curata dall’Êquipe diocesana. Nella settimana concordata con ogni zona pastorale, la proposta dell’anno “Signore, da chi andremo?â€? (Gv 6,68), è vissuta a livello zonale, con la possibilitĂ di incontri e testimonianze vocazionali dagli ambiti di lavoro e festa, fragilitĂ , tradizione, cittadinanza, vita affettiva: dal 22 al 29 aprile le zone sono quelle della Bassa Occidentale e Bassa Orientale.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 19 aprile Ore 18.30 - Brescia Incontro di presentazione Agesc presso il Centro pastorale Paolo VI. VenerdĂŹ 20 aprile Ore 6.50 - Brescia - Santa Messa presso il Seminario minore. Ore 20.30 - Rovato Incontro di preghiera per i giovani della macrozona presso il santuario Madonna di Santo Stefano. Sabato 21 aprile

Ore 9.30 - Caravaggio Convegno regionale catechistico. Ore 15.30 - Brescia - Sante Cresime in Cattedrale. Domenica 22 aprile Ore 10.30 - Brescia - S. Messa per le Figlie di San Camillo. Ore 15.30 - Brescia Incontro con i ragazzi della mistagogia presso il Palabrescia. MercoledĂŹ 25 aprile Ore 11.15 - Botticino Sera Santa Messa.

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La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana:

Sono aperte presso l’Ufficio vocazioni le iscrizioni alle giornate di spiritualitĂ per giovani che si terranno presso l’Eremo di Bienno nei giorni dal 28 aprile all’1 maggio 2012. Il tema è “La Vita buona del Vangeloâ€?, le meditazioni saranno offerte dal vescovo Luciano e l’animazione sarĂ curata dall’Êquipe diocesana. Per informazioni, 030 3722245. Domenica 29 aprile ricorre anche la 49ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

il sac. don Angelo Ghitti, giĂ Fidei Donum in Burundi, è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di Quinzano d’Oglio.

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enza creare sciocche e pericolose illusioni, ma la ricerca scientifica oggi ci dice che lo stato vegetativo non deve piĂš essere considerato come la morte della persona, aprendo la speranza a concrete possibilitĂ di ripristinare la comunicazioneâ€?. Questo è in sintesi il messaggio del convegno tenutosi al Centro S. Clemente di Rodengo Saiano, organizzato da “Scienza & Vitaâ€? e dalla Pastorale della salute della diocesi. Relatori il dr. Giovanbattista Guizzetti, responsabile del Centro Don Orione di Bergamo, e il dr. Salpietro, ingegnere biomedico, entrambe esperti nella cura e nello studio delle persone in stato vegetativo. Grazie a tecnologie molto avanzate, abbiamo acquisito la certezza che lo stato vegetativo non è sinonimo di perdita completa della coscienza: in queste persone, certamente segnate da una gravissima forma di disabilitĂ , che le rende

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tecnologici “aumentativiâ€?, che costituiscono “un tentativo concreto di cura della relazione, non una terapia finalizzata alla guarigioneâ€?, è stato chiaramente e ripetutamente affermato. Nel centro “Don Orioneâ€? di Bergamo si sta mettendo a punto un “caschettoâ€? da applicare alla testa della persona disabile, dotato di numerosi elettrodi, in grado di “leggereâ€? le onde elettriche del cervello, sia in “entrataâ€? quando viene posta loro una domanda, sia in “uscitaâ€?, quando viene abbozzata una risposta. Ă‹ uno strumento giĂ largamente utilizzato dai piloti di caccia dell’aeronautica americana, per tenere sotto controllo tutte le reazioni del pilota durante il volo, dando possibilitĂ al computer di bordo di modificare eventuali errori. Con specifiche modifiche, si è rivelato un presidio utilissimo ed a basso costo (circa 90 euro) per il “monitoraggioâ€? dell’attivitĂ cerebrale. Collegato con un apposito

computer, si sta rendendo possibile amplificare la comunicazione con la persona disabile, riuscendo addirittura, in qualche caso, a fargli apprendere delle modalitĂ di risposta del tipo “apri/chiudiâ€? gli occhi o la bocca. Ribadendo che sono vietate pericolose illusioni, si tratta certamente di un enorme passo in avanti nello studio, nella comprensione e – speriamo – nella riabilitazione di questa forma di grave disabilitĂ . Le conseguenze che questa ricerca sta producendo sono certamente di ordine clinico-medico, ma non solo. Basti pensare alle ricadute antropologiche, bioetiche e sociali. Certamente non ce ne era bisogno, ma ora abbiamo una prova in piĂš (e proprio di ordine scientifico, oggettiva e non opinabile) per affermare che la persona è viva ed attiva, che è pura bugia parlare di “cervello mortoâ€?, che non si tratta per nulla di esseri umani trasformati in “vegetaliâ€?. Parafrasando una

celebre frase di Dostojevski, possiamo ribadire che è “la relazione che salva l’uomoâ€?. Relazione fatta di cura, sacrificio, costanza, accudimento, dedizione e – diciamolo senza vergogna – grande amore per la vita. Compito che impegna tutti e ciascuno.

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e dei ragazziâ€? (Brescia 2003), ci offre al n. 56 queste indicazioni: “Particolare delicatezza e sensibilitĂ esige la situazione dei fanciulli e dei ragazzi con difďŹ coltĂ di apprendimento, di comportamento e di comunicazione. Sull’esempio di Cristo, le comunitĂ cristiane, superando pregiudizi e resistenze, siano aperte all’accoglienza di tutti i piccoli, i poveri e i sofferenti, ricordando che il lieto annuncio del regno di Dio è promesso

in primo luogo a loro. Si dovrĂ anche tener presente che, anche nel caso dei disabili, ‘il Battesimo è per sua natura ordinato al completamento crismale e alla pienezza sacramentale che si raggiunge con la partecipazione all’Eucaristia’. Per lo svolgimento dell’itinerario di iniziazione cristiana delle persone disabili ci si attenga a queste indicazioni: è necessario anzitutto cercare il coinvolgimento della famiglia; è indispensabile

avvalersi di catechisti che abbiano acquisito sensibilitĂ alla speciďŹ ca situazione dei fanciulli e ragazzi disabili; l’itinerario di iniziazione cristiana dovrĂ essere adattato alle possibilitĂ della persona; per quanto è possibile, il fanciullo non compia l’itinerario da solo, ma in gruppo, cosĂŹ da evitare qualsiasi emarginazione o discriminazione; se opportuno, anche per favorire la ricezione, la celebrazione dei tre Sacramenti potrĂ essere

distanziata nel tempoâ€?. Ciò viene ribadito anche al n. 58 del Direttorio dei Sacramenti (2007). Questo è l’indirizzo del nuovo Servizio di pastorale per le persone con disabilitĂ della diocesi, che resta disponibile per ogni dialogo e confronto con le parrocchie e con le famiglie interessate e che ha esposto le linee di questo confronto in Azione pastorale e disabilitĂ (Brescia 2009) che si trova sul sito della diocesi. (Roberto Lombardi)

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a presentazione del nuovo catalogo e l’avvio, con la Pasqua, della stagione dei pelligrinaggi, ha dato l’opportunitĂ a Brevivet, uno dei laeder nazionali nel campo dei pellegrinaggi, del turismo religioso e culturale, di tracciare un primo, seppure parziale bilancio delle iniziative avviate in questo 2012. Un anno che potrebbe essere segnato, nonostante i morsi di una crisi che ancora c’è e si fa sentire, dal segno positivo. Il merito, come è stato piĂš volte rimarcato, è di una programmazione che non propone il “viaggio fine a se stessoâ€?, ma che cerca, attraverso percorsi nei luoghi della fede o dove le grandi religioni hanno trovato le loro radici, di soddisfare la voglia di ricerca di un numero sempre piĂš alto di persone. Non è un caso che continuino a trovare estimatori le mete classiche, quelle che negli anni hanno fatto la storia di Brevivet: Lourdes e gli altri grandi santuari d’Europa, la Terra Santa in tutte le sue molteplici declinazioni, le proposte lungo gli itinerari paolini, la terra di S.Agostino e l’Europa in cui ha affondato le proprie radici il cristianesimo. “Proposte − hanno ricordato a piĂš riprese Riccardo Bertoli, direttore generale e Giovanni Sesana,

presidente di Brevivet − che continuano ad attrarre l’attenzione del viaggiatore per quella ricerca di valori celati al loro interno. Percorsi che evocano situazioni e memorie differentiâ€?. Brevivet, nonostante le minori disponibilitĂ economiche di tanti, ha soddisfatto anche lo scorso anno le esigenze di quasi 60mila persone, pellegrini o viaggiatori dello spirito. Traguardi che sono stati raggiunti nonostante i cambiamenti radicali che hanno interessato tanti dei Paesi toccati dalle proposte della realtĂ di via Monti.“La primavera araba − ha sottolineato al proposito Riccardo Bertoli − che per altro sembra ancora lontana da una sua definitiva conclusione, qualche problema l’ha creato anche alla nostra organizzazioneâ€?. Nei mesi scorsi Brevivet è stata, per esempio, costretta a sospendere la catena sulla Siria. I primi mesi di questo 2012 promettono comunque incoraggianti segnali, importantissimi anche per una realtĂ che, come ha ricordato il nuovo amministratore delegato Giovanni Lodrini, è uno dei leader riconosciuti in Italia per chi cerca occasioni di viaggio e di cammino che mettano al primo posto la religiositĂ e la fede. Una leadership che negli anni Brevivet si è costruita abbinando cura

meticolosa della parte organizzativa, ricerca e preparazione di accompagnatori, guide e assistenti spirituali per fare del viaggio e del pellegrinaggio una esperienza completa. Stili e modalitĂ operative che segnano un altro capitolo importante della storia di Brevivet: quello dei pellegrinaggi e delle proposte diocesane. Si tratta di un campo che negli anni è andato assumento dimensioni sempre maggiori perchĂŠ ritenuto dai Vescovi che si sono succeduti alla guida della Chiesa bresicana, fecondo terreno di evangelizzazione. Per questo 2012, come illustrato da don Claudio Zanardini, responsabile diocesano per la pastorale del turismo e dei pellegrinaggi, cinque sono state le proposte diocesane. Alcune, come il pellegrinaggio sacerdotale guidato da mons. Monari all’abbazia di LĂŠrins a Saint Honorat e quello a Santiado de Compostela e Fatima e quello quaresimale a Fontanellato, si sono giĂ tenuti. Altri sono ancora in programma. Dal 22 al 28 giugno mons. Monari guiderĂ i pellegrini bresciani in Bulgaria alla scoperta della Chiesa ortodossa.. Dal 4 al 7 settembre sarĂ il vicario generale mons. Mascher a presiedere il pellegrinaggio nella Polonia del beato Giovanni Paolo II.


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ƒ„ƒ–‘ ÍšÍ ÂƒÂ’Â”Â‹ÂŽÂ‡ ƒ”‹–ƒ• ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‹ Â?‡Ž •‡‰Â?‘ †‹ ƒÂ? ‹—•‡’’‡ Si intitola “San Giuseppe Falegnameâ€?, il dipinto autografo di Georges de La Tour, realizzato con tecnica a olio su tela intorno al 1641-42, l’opera scelta a immagine-guida dell’annuale appuntamento degli uomini e delle donne della caritĂ . Come lo scorso anno, oltre al tema della giornata, un segno ulteriore permetterĂ di avvalorare la “scelta pastorale delle relazioniâ€?: il convegno si svolgerĂ presso gli ambienti di

una comunitĂ . Dopo la parrocchia Maria Immacolata di Nave, il prossimo 28 aprile sarĂ la volta dell’unitĂ pastorale di Botticino S. Arcangelo Tadini. Un’opzione volta a rimarcare il valore della vicinanza della Caritas diocesana alle Caritas parrocchiali, tanto piĂš in quest’anno pastorale in cui sono chiamate a contribuire all’armonizzazione del tessuto pastorale, rinnovando il loro essere “presenze di comunioneâ€? nella capillaritĂ . A un anno di

distanza da “Chiesa, profumo di relazioniâ€? − che, per introdurre i diversi aspetti dell’essere “con|segnatiâ€? (come uomini e donne della caritĂ , come Caritas parrocchiali, come comunitĂ ) ha preso avvio dalla contemplazione della nota “Icona della TrinitĂ â€? di Rublev − la proposta del 28 aprile, guarda a San Giuseppe Falegname per offrire la prospettiva dell’animatore Caritas quale “artigiano di caritĂ â€? all’interno di un’esperienza di

Chiesa, tanto piĂš nel cantiere aperto delle unitĂ pastorali. Il programma prevede, dopo l’accoglienza e la preghiera alle 9.30, al mattino l’intervento del Vescovo sul tema â€?L’animatore caritas nelle unitĂ pastoraliâ€?. Nel pomeriggio tocca a padre Giacomo Costa affrontare l’argomento “fatti, fatiche, frontiereâ€? e al diacono Giorgio Cotelli (nella foto) soffermarsi sulla figura dell’artigiano di caritĂ .

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arico di anni e di meriti mons. Paolo Zanetti è stato il primo sacerdote bresciano chiamato dal Padre nel corso del 2012. Originario di Cellatica e dotato di un carattere amabile, fu ordinato sacerdote il 2 giugno 1940, all’inizio della guerra mondiale, dal vescovo Giacinto Tredici, fu mandato a Berlingo, ove rimase un paio d’anni. Successivamente, fino 1958, svolse l’incarico di vicario cooperatore nell’importante parrocchia cittadina di S. Alessandro dove divenne un riferimento per la gioventĂš nei difficili anni della ripresa postbellica. Durante i bombardamenti che colpirono il centro cittĂ si distinse per la sua caritĂ . La sua fama di ottimo prete lo fece designare parroco di Castenedolo quando aveva solo 41 anni. Resse la popolosa parrocchia per 14 anni di intensa attivitĂ pastorale, durante i quali crebbe la sua dimensione sacerdotale, alimentata anche da un nutrito e qualificato tessuto di relazioni e da iniziative pastorali di rilevo: ampliò l’oratorio costruendo il Cinema Teatro, cooperò per lo sviluppo dell’edilizia popolare e maturò anche una buona sensibilitĂ missionaria. Il vescovo gli chiese una nuova obbedienza e lo mandò a Salò, una delle piĂš prestigiose parrocchie bresciane, in sostituzione di

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na, al suo fianco sin dall’ordinazione sacerdotale, gli hanno garantito un clima e un ambiente familiare: chi andava da lui si sentiva accolto nella casa di un padre e di un amico. Il lungo percorso ministeriale di don Paolo e la sua quarantennale permanenza salodiana sono stati segnati da un progressivo cammino che dalla titubanza e dagli interrogativi iniziali lo ha portato ad una perfetta intesa; quella del pastore che ama profondamente la sua gente, la sua città lacustre con le sue chiese e il suo bel Duomo per il quale ha voluto non pochi interventi miglio-

rativi. Coloro che a Salò hanno avuto la fortuna e la gioia di incontrarlo possono a pieno titolo definirlo “uomo della Parola, che poteva sempre essere preso in parolaâ€?. Insegnare GesĂš era la forza propulsiva della sua esistenza. E lo faceva con chiarezza e semplicitĂ , senza esitazioni e senza apparati retorici. Lo faceva con gioia, frutto certamente del suo carattere gioviale e aperto, ma anche della conquista interiore di una quotidiana fedeltĂ alle virtĂš sacerdotali e alla caritĂ pastorale. In un articolo del bollettino parrocchiale confidò ai salodiani di “aver sempre agito in obbedienza alla Chiesa ...e sempre agito nel campo della Grazia. Fu il mio servizio per i fratelli. Pensate quanto è vero: predicazione, sacramenti, contatti umani... prima a Castenedolo, poi da voiâ€?. E nella complessa realtĂ salodiana ha dato ogni giorno il meglio di sĂŠ, nella gioia e nella sofferenza, fedele alla tradizione ma anche aperto alle novitĂ e ai segni del tempo. I suoi funerali si sono svolti nel “suoâ€? Duomo, con larghissima partecipazione di fedeli e sacerdoti provenienti da ogni parte della diocesi. Mons. Francesco Beschi, che ricevette il battesimo da don Paolo, ha celebrato la messa esequiale. La salma è stata tumulata nella cappella dei sacerdoti del cimitero di Salò.

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Il 29 marzo scorso, presso la chiesa di S. Salvatore del Museo di Santa Giulia, si è tenuta la seconda edizione del Premio Paolo Tosio. Quest’anno il riconoscimento è stato assegnato alla memoria di Ernesto Fasani, vice presidente della Congrega della CaritĂ Apostolica nel 2001 e poi presidente del Sodalizio dal 2004 al 2009. Il Premio Paolo Tosio, istituito dalla Circoscrizione Centro del

Uno degli effetti della crisi è la rinuncia alle cure odontoiatriche da parte di chi non ha i mezzi per sostenere il costo delle prestazioni. Per corrispondere a questo bisogno, alcuni anni fa è nata la sinergia tra la Congrega della Carità Apostolica ed Essepi-Med, rete di odontoiatria solidale, con ambulatori in Lombardia e in Veneto. Essepi-Med offre prestazioni e servizi odontoiatrici a tariffe

Comune di Brescia insieme a Congrega della CaritĂ Apostolica, Fondazione Asm, Camera di Commercio di Brescia, Ateneo di Brescia, Conservatorio “Luca Marenzioâ€? e Fondazione Brescia Musei, rappresenta uno speciale riconoscimento conferito a quei cittadini o a quelle realtĂ che si siano distinti nei rispettivi campi di attivitĂ e che abbiano valorizzato, in tal modo, la comunitĂ della Circoscrizione Centro.

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agevolate, con prezzi bloccati dal 2006 ed inferiori di circa il 30% rispetto a quelli di mercato. La Congrega, oltre a mettere a disposizione la sede dell’ambulatorio in rua Confettora 23 a Brescia, sostiene i propri utenti nel pagamento della parcella. Dall’apertura dell’ambulatorio ad oggi 116 persone hanno potuto beneďŹ ciare, grazie a questa partnership, di cure dentistiche gratuite.

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a campagna di microbeneficenza Supercent, promossa – sotto l’egida della Caritas diocesana – dalla Fondazione Opera Caritas San Martino e dalla Congrega della CaritĂ Apostolica, ha varcato i confini provinciali per prendere ufficialmente il via anche nella diocesi di Bergamo. Il 22 marzo scorso, infatti, si è tenuta infatti la conferenza stampa per la presentazione e il lancio di Supercent a opera della Caritas bergamasca in collaborazione con l’associazione Diaconia Onlus. Medesime le finalitĂ del progetto nato a Brescia: “SuperCent è l’eroe di tutti, i fondi raccolti dalla campagna infatti andranno a sostenere microprogetti ideati da Caritas per sostenere e aiutare le famiglie della diocesi di Bergamo che si trovano in difficoltĂ economiche, a causa delle ripercussioni della crisi finanziaria, nel far fronte alle spese per affitto, utenze domestiche, cibo e saluteâ€?. Medesime, e non poteva essere diversamente, anche le modalitĂ operative: una raccolta di centesimi attraverso i conto correnti bancari. Come per la diocesi di Brescia, al progetto hanno giĂ aderito numerose banche presenti sul territorio bergamasco: Banca Popolare di Bergamo, Credito Bergamasco, Intesa San Paolo, Banche di Credito Cooperativo e Banco di Brescia. Grazie all’impegno di questi istituti, tutte le operazioni di bonifico saranno assolutamen-

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oltre ad essere piccolo quanto un centesimo; semplice quanto un disegno carta e matita; positivo, perchĂŠ crede che insieme si può cominciare (e ricominciare) da uno, dalle piccole cose, è anche “contagiosoâ€?, dato che invita le comunitĂ a prendere consapevolmente parte ad un ampio progetto di attenzione alle situazioni di difficoltĂ , legate in particolare alle ripercussioni della crisi economico finanziaria. L’iniziativa – che nelle prossime settimane vedrĂ a Brescia un’importante novità – varca dunque i confini della nostra diocesi, segno che, anche e soprattutto in tempi difficili, le buone idee riescono a trovare terreno fertile.

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‡Â?‡†‡ŽŽ‘ Â? …‘Â?…‘”•‘ ’”‘Â?‘••‘ †ƒ‰Ž‹ ‡š ƒŽ—Â?Â?‹ La data della canonizzazione di padre Piamarta, ďŹ ssata da Benedetto XVI per il prossimo 21 ottobre, è ancora lontana, ma giĂ si sta pensando a come celebrare nel migliore dei modi questo importantissimo evento. C’è fermento anche nel mondo scolastico nato dall’intuizione di padre Piamarta e di tanti suoi confratelli. L’istituto di Remedello, che tanto è cresciuto negli anni, nacque infatti nel1895 dall’incontro tra il Piamarta e padre Bonsignori. Rientra in questa prospettiva

l’iniziativa pensata e lanciata dalla dinamica associazione degli ex alunni. Mettendo insieme l’imminente canonizzazione e l’Expo 2015, l’associazione ex alunni ha indetto un premio per la miglior tesi di ricerca sul tema “SostenibilitĂ economica e ambientale: le nuove sďŹ de dell’agricoltura. Pac, mercati, innovazioneâ€?. Il premio è rivolto agli studenti e alle studentesse frequentanti, nell’anno scolastico in corso, le classi quarta e quinta degli istituti “Bonsignoriâ€? (liceo

scientiďŹ co e Istituto Agrario) di Remedello, “Pastoriâ€? di Brescia e il terzo anno del Centro di formazione professionale Bonsignori. Il termine per la consegna dell’elaborati è ďŹ ssato per le 13 di sabato 19 maggio presso la segreteria. Il premio per il vincitore e per il secondo classiďŹ cato consiste in un cellulare I phone S4; ai terzi classiďŹ cati saranno invece consegnati cinque tablet. La premiazione avverrĂ il 27 maggio, in occasione della festa degli ex alunni.

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a scuola oggi forse piĂš di ieri svolge un compito sinergico con la famiglia nell’educazione dei nostri figli. Educazione che non può e non deve fermarsi al trasferimento di nozioni, poichĂŠ è convinzione nostra che prima di essere medici, avvocati, ingegneri, operai, commercianti, casalinghe, bisogna essere uomini e donne con valori universali dettati dall’etica e dalla morale. Se si domandasse ad ogni genitore qual è la prima cosa che chiederebbe alla scuola ed in particolare alla scuola cattolica, la risposta sarebbe: “Che mio figlio stia beneâ€?. Dietro questa risposta apparentemente scontata sono celate richieste tutt’altro che superficiali: che il bambino si senta accolto ed accettato per ciò che è; che si senta parte della comunitĂ scolastica; che venga valorizzato per “i suoi talentiâ€? e prenda coscienza dei suoi limiti; che viva con serenitĂ il proprio percorso formativo.... Oggi per legge ciascuna scuola, sia pubblica che privata, deve esplicitare la propria offerta formativa in quel documento chiamato “Pof – piano dell’offerta formativaâ€?, che rappresenta la propria carta d’identitĂ . Ăˆ qui che spesso leggiamo come “finalitĂ â€?, l’accoglienza, l’inclusione, l’integrazione, il rispetto dell’altro, sintetizzate nella frase “attenzione alla personaâ€?. Non sempre queste parole vengono però tradotte nella realtĂ e restano cosĂŹ parole vuote. Questo purtroppo non riguarda solo

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a chiedere informazioni alla Preside e, qualche giorno piĂš tardi i nostri figli hanno iniziato a frequentare questa scuola. Quali le ragioni di questa scelta, che ogni giorno rinnoviamo? Il fatto che cogliamo che i nostri bambini “stanno beneâ€?, sono sereni, perchĂŠ si sentono accolti e rispettati. Oltre alla professionalitĂ , vi è una cosa fondamentale che contraddistingue l’istituto Don Orione, che non è affatto scontata: l’amore. L’amore è la molla che anima tutte le persone che lavorano con semplicitĂ , passione ed umiltĂ in questa piccola, “grandeâ€? scuola, o meglio ancora in questa autentica famiglia, di cui siamo lieti di far parte.

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ochi, disincantati e alla ricerca del giusto. CosĂŹ sono stati tratteggiati i giovani italiani da Nando Pagnoncelli, responsabile nazionale dell’Istituto di ricerca Ipsos, che ha presentato a Casa Foresti una serie di dati sui giovani, offrendo vivaci spunti di riflessione in occasione dell’appuntamento di chiusura dei GiovedĂŹ della formazione, organizzati dal Centro oratori bresciani. Innanzitutto i giovani sono pochi: la cosiddetta piramide demografica (cioè l’immagine che rappresenta il numero di persone per ogni anno di nascita) invece di avere una base larga che si va progressivamente riducendo all’aumentare dell’etĂ , presenta il proprio punto di maggiore ampiezza nella fascia tra i 50 e i 60 anni, con ovvi problemi di tipo previdenziale. Un dato solo in parte mitigato dalla presenza degli stranieri, che si riflette an-

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preoccupanti che conosciamo, in particolare per quanto riguarda la disoccupazione: se la media italiana vede il 9,3% di disoccupati sulla forza lavoro, per i giovani questo numero sale al 31,3%. Anche la percezione del mondo del lavoro tra i giovani presenta aspetti di ambiguità e disincanto: la trafila di contratti precari, le raccomandazioni, l’enorme numero di giovani inattivi disegnano un quadro cupo rispetto alle aspettative dei giovani. Dopo la crisi dell’ultimo triennio sono in effetti completamente cambiate le caratteristiche della professione dei sogni dei 20enni italiani: se fino a qualche anno fa carriera e stipendio erano le caratteristiche piÚ ricercate, oggi i giovani dicono di cercare un lavoro in linea con le proprie attitudini, sicuro e che presenti un buon clima tra colleghi. Un lavoro giusto, quindi, molto piÚ che un lavoro prestigioso.

Per quanto riguarda il tempo libero, oltre alla crescita esponenziale dell’importanza dei new media e dei mezzi di comunicazione personale, notiamo che rimangono significativi i luoghi classici dell’aggregazione giovanile. Attraverso internet i giovani cercano una socialitĂ diffusa e costruiscono le proprie opinioni, meno rilevante invece è la quota di quanti utilizzano il web per una vera formazione personale. La rappresentazione dei giovani offerta da questi dati ha permesso a Pagnoncelli di offrire anche alcuni spunti di rilettura: giovani con un baricentro di relazioni concreto piuttosto limitato (famiglia e ristretto gruppo di amici) e con una esplorazione sull’esterno molto ampia spesso affidata alla virtualitĂ , con un presente iperdilatato, a volte contraddittorio, che hanno una visione del mondo e stili di vita che non presentano grandi fratture

rispetto alla generazione che li ha preceduti. Giovani ancorati alla famiglia, con difficoltĂ nello sviluppare la propria autonomia, in parte a causa di un mondo sociale e del lavoro “ostileâ€?, in parte per le comoditĂ dello stare con i genitori. In questo senso emerge la necessitĂ di spostare parte del welfare sulle giovani generazioni, offrendo occasioni di autonomia e di progettualitĂ allargate. Chiedendo alla politica di governare i cambiamenti in atto, Nando Pagnoncelli ha concluso indicando alcune piste di riflessione: provare a rileggere i temi del lavoro recuperando la categoria dell’impegno in un contesto di responsabilitĂ sociale, superando le diffidenze generazionali reciproche (e alcune disparitĂ di trattamento che anche la nuova riforma affronta con timidezza), ma soprattutto offrendo ragioni, speranze e sostenendo le scelte di autonomia dei giovani.

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dei cercatori di Dio. Luoghi di cui la città , ancora oggi, ha estremo e vitale bisogno. La Notte di sabato 21 aprile – che inizia con la celebrazione eucaristica in Cattedrale – prevede l’apertura contemporanea di nove chiostri dalle 20 alle 24: chiostri di San Faustino maggiore (Università degli Studi di Brescia - via S. Faustino 74/b); chiostri di Santa croce (Suore Ancelle della Carità via Moretto 16/a); chiostro di San Pietro in Oliveto (padri carmeliitani scalzi - via del castello 10); Chiostri

di S. Eufemia (Caserma Goito - ex distretto militare - via Callegari 1, corso magenta 66); chiostro di S. Francesco d’Assisi (frati minori conventuali - piazzetta S. Francesco d’Assisi 3/a); chiostro dei Santi Cosma e Damiano (rsa “La residenzaâ€? - via dei Mille 41); chiostro di San Giovanni Evangelista (parrocchia di S. Giovanni evangelista - contrada San Giovanni 12); Chiostri di S. Giuseppe (museo diocesano di Brescia - via Gasparo da Salò 13, vicolo S. Giuseppe 5).

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’unitĂ pastorale del Centro storico propone per sabato 21 aprile la “notte nel Sacroâ€?, giunta alla sua 3ÂŞ edizione. L’evento è realizzato in collaborazione con il Comune di Brescia e con la la diocesi e il sostegno di alcuni sponsor privati. Ăˆ l’atto conclusivo di un primo triennio che ha posto l’attenzione sulle nove chiese parrocchiali nel 2009, su sette chiese sussidiarie nel 2011 e su nove dei molti chiosti della cittĂ per questa edizione. Si presenta un percorso culturale e spirituale teso a riavvicinare le persone e le comunitĂ ai propri luoghi sacri, ricomponendo e riproponendo quei valori che, nel corso dei secoli, hanno costituito il tessuto civile e religioso della nostra civiltĂ . La “Notte nel sacroâ€? inizia alle 18.30 con la Messa in Cattedrale. Dalle 20 apertura dei nove chiostri aperti fino alle 24

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storico si è voluto mettere appunto questa iniziativa attraverso una commissione e un ambito del territorio per offrire a tutti i cittadini la possibilitĂ , non solo di visitare le opere sacre, ma di entrare in contatto con la dimensione piĂš sacra. Per fare questo abbiamo proposto diverse costruzioni: prima le chiese parrocchiali, poi le chiese sussidiarie e quest’anno i chiostri. Per entrare in contato con la dimensione religiosa e sacra, che fa parte della vita di tutti, proponiamo proposte musicali o sceniche, che in qualche modo sono di carattere sacro, offrono la possibilitĂ di entrare in dialogo non solo con i muri, ma con quello che rappresentano e quindi educare al sacro. Quanto è importante lavorare insieme, in vista di un Sinodo che affronterĂ l’argomento dell’unitĂ pastorale? Ha importanza nel senso che tutta

l’unitĂ pastorale, cioè le nove parrocchie, è coinvolta per un obiettivo condiviso che è quello di essere disponibili anche se non direttamente nella propria parrocchia a vivere un momento di riflessione e scelta comunitaria proprio da realizzare un’esperienza unitaria, che poi sfocia in questa iniziativa. Il Sinodo ci aiuterĂ a ridefinire lo stile che le varie unitĂ pastorali dovranno assumere per camminare insieme, progettare e programmare insieme lo stile della vita pastorale. Nelle visite ai chiostri proposte, il filo conduttore sarĂ l’esposizione di un’opera di don Renato Laffranchi, pittore moderno. Non contrasta l’immagine moderna con l’immagine storica dei luoghi? Tutt’altro. Ogni epoca ha saputo rappresentare in costruzioni, architetture e stili diversi l’unico filo conduttore che è quello della fede,

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&RQ /XFLOOD *LDJQRQL DOOD ULFHUFD GHO VHQVR La trilogia della spiritualitĂ di Lucilla Giagnoni (nella foto), tutta intera, sarĂ l’evento che coinvolge la chiesa di San Giuseppe (vedi mappa eventi numero 9). Si comincia con “Vergine Madreâ€? alle 20 (“Big Bangâ€? alle 22.20; “Apocalisseâ€? 00.30), che ha vinto il premio in televisione come miglior spettacolo nel 2007; era un viaggio nella “Divina commediaâ€?. “L’opera di Dante si chiude invitandoci a guardare le stelle – racconta, raggiunta in

esclusiva per “Voceâ€? Lucilla Giagnoni – e allora mi sono chiesta perchĂŠ e ne è nato “Big bangâ€?, un percorso sulle rappresentazioni del mondo: la scienza, la teologia e la poesia. Qui ho fatto dialogare le nuove scoperte scientiďŹ che – aggiunge proprio come un ďŹ ume in piena (ndr.) – con le antiche conoscenze teologiche della Genesi e poi Shakespeare. Dall’inizio del mondo, ho pensato che dovevo parlare della ďŹ neâ€?. CosĂŹ è nato il terzo

spettacolo “Apocalisseâ€?, che ha vinto il bando nazionale “Teatri del sacroâ€?. “Una persona che racconta un percorso sull’Apocalisse. Questo spettacolo – continua Giagnoni – è l’ultimo di una trilogia di spettacoli che solo alla ďŹ ne ho chiamato trilogia della spiritualitĂ â€?. Il termine apocalisse è divenuto sinonimo di catastrofe e ďŹ ne di qualcosa in maniera disastrosa “ma l’apocalisse non è questo – precisa l’attrice – vuol dire rivelazione, cioè

ciò che ti succede quando cambi il tuo sguardo sul mondo; quindi nulla potrĂ piĂš essere come prima, perchĂŠ vedi cose che non hai visto prima e agisci in modo diverso. Per Apocalisse intendo la rivelazione ultima del mistero per l’umanitĂ . Non è un racconto ma lo fa agire attraverso una dimensione rituale. Per spiegarlo ci vuole un’ora di spettacoloâ€?. Accanto all’ultimo libro del Nuovo Testamento Lucilla Giagnoni, non essendo un teo-


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“—ƒ†”‹ †‹ †‘Â? ‡Â?ƒ–‘ ƒˆˆ”ƒÂ?…Š‹ †‹ƒŽ‘‰ƒÂ?‘ …‘Â? ‹ …Š‹‘•–”‹ Durante la notte ogni chiostro ospiterĂ un’opera pittorica di don Renato Laffranchi, artista e sacerdote della diocesi di Brescia, che in un fecondo ed eclettico percorso artistico ha affrontato i grandi temi della vita umana e dell’esperienza cristiana. Le nove opere, in un interessante dialogo tra la sobria architettura dei chiostri e la forza evocativa della pittura contemporanea, seppur collocate in spazi diversi e distanti tra loro, si rifaranno ad un unico

tema: il rapporto e il confronto tra le cittĂ edificate dagli uomini – spesso lacerate dalla violenza, talvolta invece luminose di pace, comunque sempre provvisorie – e la CittĂ promessa da Dio, definitiva e perfetta, quella che i profeti e Giovanni nell’Apocalisse videro scendere dai cieli, bella come una sposa. Una di queste raffigurazioni, la “CittĂ della paceâ€? è il dipinto di don Laffranchi scelto come immagine simbolo del cammino

diocesano verso il Sinodo. Si tratta di un’immagine in cui la città è racchiusa in un cerchio di luce con cui l’autore interpreta quel passaggio dell’Apocalisse in cui si dice che la cittĂ non ha bisogno nĂŠ della luce del sole nĂŠ di quella della luna perchĂŠ la sua luce è l’Agnello. Attraverso la gradazione di colori ha rappresentato la discesa della cittĂ dal cielo, cittĂ di Dio. Tutto è espresso con colori decisi che nella parte piĂš vicina alla cittĂ si perdono nella consistenza della luce.

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Í™ Íš Í› logo, mette un testo guida che aiuta lei e lo spettatore ad entrare nell’Apocalisse. Il testo guida scelto è la tragedia “Edipo reâ€? di Sofocle. L’Apocalisse è scritta in greco e l’“Edipo reâ€? è il testo fondativo della civiltĂ greca sull’identitĂ dell’uomo. Ăˆ la storia dell’uomo che ha raggiunto il massimo del successo, ma non sa di aver commesso i delitti peggiori. A Tebe poi arriva la peste, l’apocalisse. “Edipo siamo tutti noi responsabili del nostro modo di

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la fede, GesĂš e l’essere cristiani attrraverso la cultura è una chiave importante? Come mai c’è uno sposalizio, un’attenzione particolare a unire le due realtĂ ? Hai detto una parola bella: sposalizio. Ăˆ un riprendere un connubio tra fede e ragione. Il papa Benedetto XVI ha piĂš volte ripreso ‘fides et ratio’ cioè la fede non esonera la ragione e la ragione non esclude la fede. Anche i padri dicevano: ‘credo ut intelligam, intelligo ut credam’ cioè credo per ragionare meglio, ragiono per credere di piĂš. Voglio pensare che la ragione dia risalto anche a ciò che la fede può essere come segno espressivo, vedi un chiostro, una chiesa o altre esperienze musicali o altro. Trovo tutto questo come due polmoni che insieme dicono il pieno respiro della vita, della creativitĂ della fede.

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quindi anche questi quadri, opere di un autore del nostro tempo, non fanno altro che continuare con stili diversi l’unica esperienza di fede e di vita che è Cristo. Anche noi del nostro tempo, che faremo visita ai chiostri antichi non penso che stoneremo, perchĂŠ siamo del Novecento o del Duemila. Chiusura con gli spettacoli di Lucilla Giagnoni e in modo particolare con “Apocalisseâ€?. Lucilla Giagnoni farĂ una trilogia: parte da Dante e arriva all’Apocalisse, quasi a dire che i chiostri esprimono un’esperienza alta del mistero che fa entrare in un’esperienza nuova, che è quella dell’incontro con Dio. Le ultime parole dell’Apocalisse sono: Ecco faccio una cosa nuova. Cieli nuovi e terra nuova. Come a dire che siamo chiamati a sperimentare di entrare in cieli nuovi e terra nuova. Raccontare il cristianesimo,

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stare – dice Giagnoni – al mondo. Ăˆ un testo sulla responsabilitĂ e sull’aprire gli occhi. Io sono un teatrante e il teatro deriva dal verbo greco ‘io vedo’. ‘Apocalisse’ è la rivelazione dell’umanitĂ . In mezzo ci sono ioâ€?. Ma alla ďŹ ne gli spettatori escono con gli occhi aperti? “Hanno gli occhi pieni di lacrime. C’è la catarsi, cioè la pulizia dalle scorie. Ti pulisci dentro e poi puoi vedere tutto con occhi nuovi. Il pianto è giĂ un buon inizioâ€? chiude Lucilla.

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‡ƒ–”‘ ”ƒÂ?†‡ ‘’’‹ƒ •‡”ƒ–ƒ ’‡” Žƒ †ƒÂ?œƒ †‹ ‹ŽŽ‹ƒÂ? ‘”•›–Š‡ Il coreografo William Forsythe ama il Teatro Grande e il suo palco che definisce “bellissimo e proporzionato rispetto al pubblico in salaâ€?, adatto dunque ad ospitare lo spettacolo “Mixed Programâ€?, che la Compagnia porterĂ in scena venerdĂŹ 20 e sabato 21 aprile alle ore 21 (biglietti da 28 a 17 euro, info 0302979333 biglietteria@ teatrogrande.it). 17 i danzatori in scena, “pochissima la musica, perchĂŠ si tratta di uno spettacolo pensato a cappellaâ€?, spiega. Quattro

le coreografie in programma, le prime due eseguite per la prima volta in Italia, “Study #1� e “The The�, cui seguiranno “Duo� e “N.N.N.N�. “Si tratta di gruppi di eventi – precisa – che descrivono una parabola dei corpi che in un pezzo si mostrano attorcigliati, in quello seguente si liberano per diventare infine singoli e sintonizzati in contrappunto con gli altri�. Ogni suo spettacolo nasce da un’unione di idee e tecniche apprese nel tempo di una carriera lunga

45 anni, “ma ogni progetto nasce senza idee preconcette – sottolinea – al contrario, mi spaventa sempre iniziare un nuovo lavoroâ€?. La composizione di nuove coreografie che daranno vita alle messe in scena “è un processo dialogico: parto sempre da un’ipotesi che sottopongo ai miei artisti, ai quali chiedo pareri e suggerimentiâ€?. Noto per aver saputo trasgredire tutte le regole nel mondo della danza, rivela un piccolo aneddoto: “Un giorno il coreografo Glen Tetley si avvicinò

a me e, con tono quasi cospiratorio, mi disse che nella danza non esistono regole. Fu un momento rivelatorio. Tuttavia le regole ci sono, ma piĂš che altro bisognerebbe parlare di leggi intrinseche alla danzaâ€?. Come anticipazione dello spettacolo, il Coro delle monache del Museo di Santa Giulia ha ospitato due videoinstallazioni sulla filosofia artistica del coreografo; Forsythe non ha esitato “Santa Giulia era in cima alla mia lista di luoghi da visitare in cittĂ â€?. (a.g.)

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a 7ÂŞ edizione di “Castenedolo incontraâ€?, ciclo di serate dedicate a cultura e approfondimenti organizzate dalla Fondazione Aldo Moro, si è chiusa con la presentazione del primo romanzo di Aldo Cazzullo, giornalista e scrittore del “Corriere della seraâ€? dal titolo “La mia anima è ovunque tu siaâ€?. Un giallo storico che si intreccia su diversi periodi temporali a partire dal 1945, retto da quella che è stata definita una bellissima storia d’amore. Una storia breve, ma capace di appassionare dal suo incipit. Nelle prime pagine il cadavere di un uomo assassinato rinvenuto ai giorni nostri nei boschi intorno ad Alba riporta il lettore indietro nel tempo, al dopoguerra. Il libro racconta la storia di quell’uomo, un capo partigiano che, trovato il tesoro della Quarta Armata, composto dal denaro e dalle ricchezze sequestrate e accumulate in guerra, decide di nasconderlo, tenerlo in parte per sĂŠ

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zio La Russa e Maurizio Belpietro, lo hanno trovato reale perchĂŠ anche questi erano i partigiani, non solo i personaggi del mito, ma uomini che hanno commesso, come tutti, grandi errori. PiĂš moderato l’onorevole Bindi che “non si spaventaâ€? per una storia che non basta certo a oscurare le gesta dei partigiani che lottarono per la libertĂ contro chi lottava per l’oppressione, ma preferisce elogiare le capacitĂ narrative di Cazzullo. Si sono scaldati gli animi politici in un appassionato dibattito, tanto da dimenticare la presenza dell’autore che è intervenuto ricordando che il suo romanzo non è un tentativo di revisionismo storico, ma la raccolta di una storia al confine tra il vero e l’immaginato come molte se ne raccontano nei piccoli paesi italiani del dopoguerra. Cazzullo ha chiarito con molta serenitĂ la sua posizione sulla Resistenza: la Resistenza non è un valore che appartiene ad una fazione, ma alla nazione intera, ma i partigia-

ni erano uomini e non bisogna avere paura delle pagine nere che non possono cancellare ciò che ci ha reso la libertĂ . Conclude con uno sguardo positivo sul futuro dicendo che esiste oggi in Italia un tesoro che nessun ladro può rubare e che è in ogni cittadino con le sue energie e le sue risorse che destano ammirazione e stima nel resto del mondo, è l’italianitĂ . Non bisogna dimenticarlo e investire su noi stessi per uscire dalla crisi e ripartire.

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Nel Piccolo Miglio del Castello di Brescia c’è una mostra dedicata a Edoardo Bellodi, artista bresciano attivo nella seconda metĂ del secolo scorso scomparso nel 2000. Maestro prima del disegno, Bellodi si dedica poi alla pittura a olio, tecnica che apprende da autodidatta dagli anni ’60, e che porta avanti con successo per un ventennio, nel quale ottiene riconoscimenti e premi a livello nazionale. “Le innocenti diavolerie di Edoardo Bellodiâ€? ripercorrono la carriera artistica di un pittore colto e sensibile, il cui lavoro si propone la messa in scena di situazioni ironiche e grottesche; i soggetti delle sue opere si muovono dentro una ragnatela invisibile nella quale la societĂ pare essere intrappolata; sono l’emblema di un’umanitĂ ingenua, incapace di guardare in faccia alla

realtĂ e alle sue difficoltĂ , che si perde in azioni futili. Le tele del Bellodi presentano la figura di un artista talvolta beffardo e irriverente, ma nello stesso tempo umorista, la cui pittura va alla ricerca di una veritĂ attraverso l’indagine psicologica dei personaggi, per un’atmosfera carica di pathos e malinconia che il pittore avverte nei confronti della vicenda umana. Elegante e preciso nella forma, Bellodi si distingue inoltre per la capacitĂ di creare ambienti surreali e fantastici, nei quali la dimensione spazio-temporale è annullata dalla presenza di personaggi del mondo contemporaneo inseriti in strutture quattro-cinquecentesche. La mostra resterĂ aperta fino al 2 maggio, da martedĂŹ a venerdĂŹ dalle 9.30 alle 13, sabato e domenica dalle 14.30 alle 18. (l.b.)

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afďŹ dato alle donne. In programma: venerdĂŹ 27 aprile alle 21 “Un viaggio di turismo responsabile in Burkina Fasoâ€? con immagini e ďŹ lmati accompagnati da musiche burkinabè. VenerdĂŹ 11 maggio alle 19.30 cena di solidarietĂ il cui ricavato sarĂ destinato al progetto di alfabetizzazione a favore dei gruppi femminili di Tanlili. Informazioni e prenotazione entro il 9 maggio: Circolo Colori e Sapori 3661548895. Tutto si svolge presso la Casa del popolo “E. Nataliâ€?.

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priti libroâ€?, giunto alla 6ÂŞ edizione, è la rassegna ricca di iniziative che il Comune di Lumezzane con la biblioteca civica “Felice Saleriâ€?, il patrocinio di Provincia di Brescia, ComunitĂ Montana di Valle Trompia e Sibca offrono ai lumezzanesi e non solo; quasi due mesi di iniziative di diverso tipo legate al mondo del libro. La manifestazione ingloba anche le iniziative per la settimana della cultura, che si chiuderĂ il 22 aprile, il 23 aprile sarĂ la Giornata mondiale del libro. Il 20 aprile alle 20.45 al teatro Odeon Flora Zanetti e Barbara Mino si esibiranno in “Vita da romanzoâ€?, recital sulla figura femminile nei secoli. Da sabato 21 al 28 aprile in biblioteca “Lib(e)ro scamboâ€?: regala un libro e scegline un’altro tra quelli donati. Domenica 22 aprile esposizione di sculture in legno - Gianluigi Zambelli e la bottega di Pertica Bassa - alla Torre Avogadro (dalle 14 alle 18, fino al 6 maggio). Per la sezione “Aperitivo con l’autoreâ€? al centro commerciale NĂśal alle 18: giovedĂŹ 19 aprile Eric Cò presenta il libro “Che cosa voterò da grande?â€?, editrice Italian university press e Valentina Bossini presenta “Il nettare del diavoloâ€?, editrice Albatros; intervistati da

Egidio Bonomi, scrittore e giornalista. GiovedĂŹ 3 maggio Fernando Scarlata presenta “Tentacoli: la criminalitĂ mafiosa a Bresciaâ€? editrice Liberedizioni; intervistato dal giornalista Fabio Zizzo. VenerdĂŹ 4 maggio Arnaldo milanese presenta il libro “54 stòrie del lac d’IsĂŠ Alcamònega Brèssa e de rĂźa Confetturaâ€? editrice La Quadra; intervistato da Piera Maculotti, giornalista e scrittrice con le letture di Daniele Squassina. GiovedĂŹ 10 maggio Giuseppe Marchetti presenta “Il popolo della croce: vita di Matteo Ricci in tre episodiâ€? e Huan Xiu Feng e Gianfranco Cretti presentano il libro “La Cina nella cartografia da Tolomeo al XVII secolo - I mappamondi di Matteo Ricci e Giulio Aleniâ€?; intervistati da Mauro Toninelli, giornalista e autore del libro “PerchĂŠ ci vuole cuoreâ€?. GiovedĂŹ 17 maggio Carla Boroni e Carla Mai presentano il libro “Favole del Novecento. Per una educazione alla legalitĂ - Interventi didattici nella scuola dell’infanzia primariaâ€?. Introduzione di Lucio Facchinetti, edizioni Vannini; voci recitanti Mauro Barcellandi e Cesira Giovanardi. Per le altre iniziative: venerdĂŹ 27 aprile alle 10 Scuola media Serafino Gnutti “Seguendo i musicanti di Brema...â€? gara di lettura e non solo. Alle 17 al Centro

commerciale NĂśal premiazione dei vincitori del campionato di lettura e di Amico libro. Sabato 28 aprile alle 10 nella biblioteca civica “Felice Saleriâ€? Rosita Ghidini Bosco presenta il libro “Mamma che buono!â€?, editrice Vallardi; intervistata dal giornalista Marco Benasseni. MercoledĂŹ 2 maggio alle 20.45 all’Odeon Alfredo Pasotti presenta il libro “Lumezzane, la cittĂ -officina. La vicenda imprenditorialeâ€?, Compagnia della stampa; intervistato da Angelo Seneci. VenerdĂŹ 11 maggio alle 20.45 all’Odeon omaggio a Walter Bonatti, in collaborazione con Cai Lumezzane; presenta il giornalista Fausto Canterini; con la testimonianza Tino Bini. VenerdĂŹ 18 maggio è la volta di Giuseppe Lupo con “L’ultima sposa di Palmiraâ€?. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti. Altri eventi e info su comune.lumezzane.bs.it

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Ogni martedì dopo il Gr delle 13 don Adriano Bianchi conduce uno speciale di approfondimento in preparazione al Sinodo diocesano. All’interno della diretta viene data la possibilità agli ascoltatori di intervenire in diretta allo 0303774592. In ogni puntata viene proposto un approfondimento sulle nove schede di consultazione e vengono riassunti in sintesi gli incontri dell’iniziativa “Voci nell’Agorà” che si sta svolgendo sul territorio.

Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti il ritorno del pedagogista Luigi Domenighini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

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La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

In Primo Piano alle 9.30 don Mario Benedini (direttore dell’UfďŹ cio pastorale sociale e del lavoro) interviene in vista della Festa del 1° maggio. Nel secondo servizio il diacono Giorgio Cotelli presenta il prossimo Convegno delle Caritas parrocchiali, in programma a Botticino il 28 aprile. In Ecclesia (alle 11) la sociologa e docente Carla Bisleri illustra il lavoro della Commissione diocesana UfďŹ cio oratori. In “Musica per lo

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Un convegno su don Primo Mazzolariâ€?, proposto a 100 anni dalla sua ordinazione dalla Fondazione Mazzolari. A seguire: “Comunicare con le emozioniâ€?, il convegno proposto da Scienza & Vita a Rodengo sugli stati vegetativi; la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo Monari per “Il 10° anniversario della beatiďŹ cazione di Lodovico Pavoniâ€?; l’inaugurazione a Rogno di “Uno

spirito� (alle 11.30) don Alberto Donini presenta il repertorio sacro del Tempo pasquale. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio RaphaÍl alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

spazio dedicato ai bambini mai natiâ€?. La rubrica “4 parole...â€? è con Luigi Morgano, per la Giornata dell’UniversitĂ cattolica. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche l’appuntamento della scuola di preghiera per i giovani “Dato per voiâ€?.

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&RPH FDWWXUDUH LO SXEEOLFR SL DPDWR GDOOD WY Il mercato televisivo: semplice nelle sue regole e spietato nel raggiungere i suoi obiettivi. Acclamato dal pubblico, che ignaro si accuccia ai suoi piedi in attesa di un nuovo osso. Invisibile nei suoi movimenti, perchĂŠ ben nascosto dietro alla luce dei riflettori, sul lato oscuro della luna. Ecco l’ultima ghianda che è riuscito a trasformare in perla. “I Soliti Idiotiâ€? nascono nel 2009, protetti dalla seconda serata di Mtv Italia, canale (un tempo musicale) di Telecom Italia. Si tratta di un duo comico (Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio) che ispirandosi a un programma della tv inglese, “Little Britainâ€?, iro-

nizza pesantemente su Italia e italiani, sparando a 360 gradi anche su tematiche delicate come l’eutanasia, la tossicodipendenza, per non parlare di omosessualitĂ , politica, religione. In pochi mesi il programma raggiunge il filone d’oro piĂš ambito: i giovani, ovvero il pubblico piĂš amato dalla tv, il pubblico che spende i soldi. Per due anni il target è stato educato, fidelizzato, consolidato. Creare la domanda per poi vendere l’offerta, è questa l’unica regola che vale in tv. Nel 2011, una volta dimostrato di possedere un considerevole pubblico, “I Soliti Idiotiâ€? hanno potuto accedere all’impero di Rai e Mediaset.

La prima apparizione, lo scorso ottobre, durante una puntata del (ma guarda un po’) “Grande Fratelloâ€?, per promuovere “I soliti Idioti – Il Filmâ€?, esperimento cinematografico che incasserĂ ben 10 milioni di euro, di cui 4,5 solo nel primi tre giorni di proiezione. Da qui il successo nazionale. I due hanno partecipato persino all’ultimo Festival di Sanremo con un siparietto pesantemente omofobo avallato da un Morandi in cerca di novitĂ per il suo antico spettacolo. ComicitĂ cinica e pesante, volgaritĂ difficili da trovare altrove in tv. Mancava però la ciliegina sulla torta. La scorsa settimana il duo è stato

ospite di “Amici di Maria De Filippiâ€?, trasmissione seguita perlopiĂš da un pubblico dai 10 ai 20 anni. Hanno messo in scena due bambini delle elementari dediti alla criminalitĂ e all’uso di droghe, per capirci ecco qualche stralcio della performance: “Noi andiamo al parco a prendere le siringhe usate, che nelle rapine funzionano meglio della pistolaâ€?; “Il nostro miglior amico è la drogaâ€?. L’Adoc, Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, ha denunciato il fatto all’Agcom sostenendo che “Lo ‘spettacolo’ è andato in onda alle 22.45, solo un quarto d’ora dopo la fine della fascia pro-

tetta ma, dato che questo tipo di programma è visto da telespettatori minorenni fino alla fine, quindi ben oltre la mezzanotte, non crediamo si possa considerare valido il termine orario della fascia protetta. Inoltre il programma non è contrassegnato nĂŠ da un bollino giallo nĂŠ rosso, per cui i minori possono vederlo anche con tranquillitĂ â€?. Fascia protetta o no, ancora una volta il pubblico giovanile, il piĂš prezioso per la tv, è quello meno tutelato. Un paradosso? Niente affatto, secondo le regole del mercato dev’essere esattamente cosĂŹ: crea un pubblico debole e frivolo oggi, e avrai consumatori deboli e frivoli domani.


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”‡•…‹ƒ —‹‰‹ ƒ‹ ‹� …‘�…‡”–‘ La parrocchia di S. Benedetto abate e la Circoscrizione Ovest presentano per domenica 22 aprile alle 16 “Launeddas e chitarre in Chiesa� a Brescia in via Divisione Acqui 22. Partecipano il maestro Luigi Lai, suonatore di launnedas. Nel 1977 ha collaborato con Angelo Branduardi suonando il tipico strumento sardo nell’album “La pulce d’acqua�. Assieme a lui “Accordance guitar ensemble� diretta da Alessandro Bono.

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L’impegno poco fruttuoso di Robert Pattinson (il bel vampiro della serie “Twilightâ€?) che dall’inizio alla fine si sforza di “fare la faccia feroceâ€?, tutto sommato finisce con l’adattarsi a Bel Ami, il personaggio creato nel 1885 da Guy de Maupassant, piĂš volte proposto dal cinema e ora tornato nell’adattamento di due registi teatrali, Declan Donnellan e Nick Ormerod. Georges Duroy, il protagonista che Pattinson interpreta, è infat-

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orna. Si sapeva. GiĂ se ne era parlato ma ora ci sono anche i primi nomi, pesanti. “Donne in cantoâ€?, a favore della delegazione bresciana della fondazione Ant, torna il 25 maggio (attorno alle 21, scaletta ancora da definire) in piazza Loggia e sul palco sono ora certe L’Aura, Luisa Corna, Loredana Errore, Mariella Nava, Paola Turci, Andrea Mirò, Nathalie, Micaela e, annunciata quasi in diretta come fosse un coup de thÊâtre degli organizzatori, Ornella Vanoni. “La sfida era ripetersi – ha ricordato Paolo Gatti, direttore artistico di Music Association, che si occupa della manifestazione canora – con un evento tanto grande. Le artiste coinvolte si esibiscono gratuitamente perchĂŠ la musica deve servire ad accendere i riflettori su quello che è il messaggio dell’Antâ€?. Il concerto, per consentire la partecipazione di piĂš persone e per farlo sentire ancor piĂš dei bresciani “è nel cuore della cittĂ . Siamo vicini – ricorda Simona Bordonali, presidente del Consiglio comunale di Brescia – all’Ant e a quello che faâ€?. Il Comune ha offerto il patrocinio all’iniziativa. Chi non si è tirata in dietro è Radio Italia che trasmetterĂ l’evento in diretta. Per quanto riguarda le artiste sono

ancora in lavorazione e in attesa altre presenze. “Vorrei menzionare Micaela – dice ancora Paolo Gatti – giovane artista che è la nuova scoperta della casa “Ultrasuoniâ€?, quella dei ModĂ e il singolo ‘Splendida stupida’ è firmata proprio da Kekko dei ModĂ . Sono contento per la presenza di Ornella Vanoni. Ha voluto esserci. Ăˆ la storia della musica italiana; visti anche i suoi 78 anni non è usuale averla a

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in questo caso è quello dell’Ant. Dal 2002 sono circa 2200 le famiglie che nel Bresciano hanno usufruito dei servizi della fondazione. “Abbiamo otto medici, cinque infermieri e una psicologa assunti a tempo pieno – spiega Andrea Longo, segretario provinciale – che rispondono alle esigenze dei pazienti e delle famiglie che seguiamo. Ăˆ chiaro che da questo punto di vista siamo un’azienda e dobbiamo trovare i fondi per pagare i nostri medici. Nel 2011 il bilancio era in passivo, ma la sede centrale ci ha aiutato e ha ripianato il debito. Questa iniziativa, come altre, sono finalizzate a permetterci di pagare il personale e assumerne altroâ€?. NovitĂ del 2012 è l’accreditamento, con l’ospedale di Desenzano. Ăˆ il primo accordo siglato da Regione Lombardia con l’Ant. “I nostri medici, con questo accordo – ha continuato Longo – assicurano assistenza sul territorio che va da Gavardo a Salò. Per ora è uno start up con 10 pazienti, facciamo conto di arrivare a 60 in questa zona nel 2012â€?. Ad oggi, sul territorio bresciano dove Ant opera anche con molti volontari sono 180 le famiglie assistite al giorno. “Vogliamo mantenere alta la qualità – conferma Longo – quindi con l’aumentare della richiesta, dobbiamo assumereâ€?.

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restier, Madeleine (Uma Thurman), che sposerà dopo la morte dell’uomo; Clotilde de Marelle (Christina Ricci), destinata ad essere la sua amante; e la piÚ anziana Madame Rousset (Kristin Scott Thomas), che Georges seduce e poi abbandona cinicamente. Bel Ami – cosÏ tutti lo chiamano – all’inizio subisce qualche rovescio, ma finisce col comprendere le regole di quel mondo: competizione e ipocrisie, il potere della comunicazione uti-

lizzato con spregiudicatezza, le bugie per raggiungere il successo in politica, il sesso come strumento per far carriera. Il film, spiega Donnellan, “parla della manipolazione dei media; un governo che invade illegalmente un Paese arabo per le sue risorse naturali e che mente al popolo; il modo in cui i media sono complici o meno; il sesso; la celebritĂ ; e anche di come qualcuno può arrivare in vetta con pochissimo talen-

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toâ€?. Tutto ciò ricorda qualcosa? Ăˆ evidente l’intento di sottolineare quanto il romanzo sia attuale. Le lunghe scene in interni (e le molte nei letti), concentrate sui primi piani di Georges e delle sue donne, costruiscono una gabbia dove – con modi spesso garbati – si scatena la violenza delle relazioni. Ma la regia è puramente illustrativa, priva della forza necessaria; e il bel Robert fatica ad esprimere l’energia animale che dovrebbe muoverlo.

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In occasione dell’insediamento di Giorgio Squinzi, successore di Emma Marcegaglia alla guida di Confindustria, numerosi imprenditori ed imprenditrici attivi in settori diversi, di differenti dimensioni e provenienti da vari territori come Brescia, Bergamo, Vicenza, Roma ed altri, hanno deciso di redigere a titolo esclusivamente personale e aziendale una lettera aperta per sollecitare, al di là delle logiche tradizionali di rappresentanza

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e potere, una scelta che dia inizio ad una vera e forte presenza femminile, giovanile e di rappresentanti della piccola e media azienda nella squadra di lavoro che egli costituirà . Nella lettera aperta gli imprenditori condividono la strada indicata dal nuovo presidente per una Confindustria maggiormente rappresentativa di tutte le realtà che a essa fanno riferimento. La via indicata da Squinzi è quella di un maggiore coinvolgimento nella

vita associativa. “Gli associati – è un passaggio della lettera aperta – si stanno allontanando sempre di piĂš dalle attivitĂ delle Associazioni affiliate perchĂŠ non le sentono abbastanza vicine: questo fenomeno si vive quotidianamente nelle realtĂ delle nostre territorialiâ€?. Ad oggi gli imprenditori che hanno firmato la lettera aperta sono quasi 80. Particolarmente rappresentata è la realtĂ bresciana che guida la classifica con 49 adesioni.

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umeri impressionanti accompagnano i fenomeni legati all’illegalitĂ , alla concorrenza sleale e alla contraffazione. Su questi temi, nella sede di Apindustria Brescia, si è svolta una tavola rotonda moderata dal presidente Maurizio Casasco. Si è trattato di un confronto che ha visto la partecipazione dal prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace, del sindaco Adriano Paroli, del presidente della Provincia Daniele Molgora, del presidente della Cciaa Francesco Bettoni e del segretario generale vicario Antonio D’Azzeo, del presidente dell’Aib Giancarlo Dallera con Paola Migliorati dell’area contrattualistica internazionale, del rettore dell’UniversitĂ statale Sergio Pecorelli, dei comandanti provinciali della Guardia di Finanza Bonifacio Bertetti e dei Nas Giuseppe Scaletta e di Andrea Morelli responsabile area verifiche e controlli delle Dogane di Brescia. “Siamo qui – apre Casasco – per rispondere ad una esigenza sentita da tutte le imprese. L’esigenza di creare sistema per intraprendere insieme un percorso, una sorta di vicinanza culturale che interpreti i bisogni delle imprese, del lavoro, dei lavoratori e della cittĂ â€?. Per Paroli l’incontro è l’occasione per guardare con positivitĂ al futuro. “Occorre lavorare insieme per creare una giusta cultura dell’imprenditorialitĂ . Chi non rispetta le regole procura un danno a tutta

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la comunitĂ , creando zavorre per chi vuole andare nella direzione giustaâ€?. Il sommerso produce numeri impressionanti. Li riassume Dallera. “Secondo recenti studi in Italia il business del sommerso supera i 7 miliardi, produ-

ce 130mila posti di lavoro in meno e 5,3 miliardi di mancato gettito fiscale. La spinta positiva può venire soltanto lavorando insieme, per qualcosa che vale per il territorioâ€?. Il coinvolgimento di tutti gli attori è auspicato anche da Molgora. “Occorre impegnarsi molto a tutti i livelli, ognuno deve fare la propria parte. La Provincia si sta muovendo con la creazione del marchio ‘made in Provincia di Brescia’ per tutelare il territorio e le impreseâ€?. Secondo Pecorelli anche l’UniversitĂ può e deve fungere da catalizzatore per lo sviluppo. “L’Università è parte integrante del

territorio. Formare, ricercare, essere utili sono le nostre funzioniâ€?. Anche da Bettoni un accorato appello a fare sistema. “I nostri prodotti sono i migliori, ecco perchĂŠ all’estero ce li copiano. Dobbiamo creare i distretti industriali, i marchi di origine per affrontare i mercati esteri. Per farlo ci sono anche risorse importanti, messe in campo dalla Regione Lombardiaâ€?. Soddisfatto il Prefetto che della sinergia fra istituzioni, forze dell’ordine, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali ha fatto un personale cavallo di battaglia, promuovendolo a sistema.

6HWWRUH FDSULQR LQ PRVWUD “Una vetrina importante su un comparto che rappresenta oggi una realtĂ molto dinamica, capace di dare un nuovo ruolo e nuovi sbocchi all’attivitĂ zootecnica in montagna.â€? Queste le parole con cui il presidente dellaAssociazione Allevatori di Brescia, Germano Pè (nella foto), ha deďŹ nito la mostra dedicata al settore caprino tenuta nei giorni scorsi a Edolo nell’ambito delle Giornate zootecniche 2012. La manifestazione è

stata organizzata dall’Apa in collaborazione con la ComunitĂ montana di Valle Camonica, il Comune di Edolo e l’assessorato all’Agricoltura della Provincia. “Fino a non molti anni fa – è il commento di Pè – l’allevamento caprino era caratterizzato da un modello d’allevamento estensivo, spesso conďŹ nato nelle aree montane piĂš difďŹ cili con gli animali lasciati al pascolo per la maggior parte dell’anno, la produzione vendibile era data

esclusivamente dalla carne e dai capretti destinati al consumo pasquale. Negli ultimi anni un gruppo di appassionati allevatori di capre di razza Bionda dell’Adamello ha messo in atto il recupero di questa razza molto diffusa in passato e poi quasi scomparsa, recuperandone lo standard di razza e valorizzandone la produzione lattea con il fatulÏ, legato indissolubilmente alla capra di razza Bionda dell’Adamello�.

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stiamo uscendo?â€? Si possono fare le analisi piĂš disparate, ma la sostanza è che se non intervengono reali cambiamenti coloro che speravano che tra il 2012 e il 2013 la situazione si sarebbe alleggerita sono destinati a rimanere delusi. Noci argomenta le sue considerazioni con una serie di motivi: dalla penuria di ďŹ nanziamenti da parte delle banche che ricevono denaro ma non lo distribuiscono, alla Cassa integrazione in costante

aumento, alla crisi sociale da impoverimento, alle scarse occasioni, per non dire nulle, di occupazione per i giovani, al rigore di bilancio che segue la via tedesca. Un elenco di cause nelle quali rientra l’amore al lavoro. Sono temi analizzati da altri relatori che auspicano aggregazione fra imprese (Volfango Cozzi, direttore Cobo di Leno), raccolta di fondi economici destinati al territorio (Carlo Ruggeri, presidente Agro

Bresciano), sapiente tutela del patrimonio storico (Massimo Tedeschi, capo redattore dell’edizione di Brescia del Corsera), idee per il futuro per superare le incomprensioni sociali (Mario Abis, professore di ricerca psico-sociale Iulm e direttore Makno). Il convegno è stato aperto col saluto dell’on. Mariastella Gelmini (invito a pensare positivo) e del sen. Guido Galperti (sempre attuale la dottrina sociale della Chiesa). (f.pio)

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ra gli italiani a temere maggiormente la nuova Imu si sono sicuramente gli agricoltori. Se le misure adottate dal governo Monti non saranno modificate per il mondo dell’agricoltura potrebbe aprirsi una stagione di rinnovate difficoltĂ . Lo sottolinea anche Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia in questa intervista. Il governo Monti ha previsto l’applicazione della nuova imposta Imu anche sui fabbricati agricoli. Secondo le vostre proiezioni quali possono essere le conseguenze sull’agricoltura bresciana? Rispetto al regime precedente, nel quale l’imposta sui fabbricati veniva pagata all’interno di quella sui terreni agricoli, l’aumento è impressionante. GiĂ con l’acconto da versare a giugno, piĂš o meno il 30% del totale, si configura un aumento del 300-

400%, che chiaramente rappresenta una mazzata per il settore. Da questo punto di vista la Bassa è la zona piÚ colpita, nella quale si concentra la maggior parte dei fabbricati. Quali sono i rilievi che la vostra associazione muove alla decisio-

ne del governo in questo campo? Non riteniamo assolutamente equo nĂŠ giustificato un provvedimento del genere. Com’è possibile tassare anche quei fabbricati che non producono reddito? Stiamo parlando per esempio di fienili, trincee o vasche per i liquami. Questo è semplicemente un mettere le mani nelle tasche degli agricoltori. I Comuni dovranno definire concretamente le aliquote da applicare per la tassazione dei fabbricati. Tra di essi alcuni hanno optato per l’aliquota piĂš bassa... Ăˆ certamente un segnale di attenzione verso il nostro settore, la consapevolezza dell’importanza che esso ha sul nostro territorio.

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Un territorio a misura degli artigiani e delle piccole imprese: è questo che Confartigianato di Brescia intende chiedere, con una lettera aperta, ai candidati sindaci della Provincia in vista delle prossime elezioni amministrative. “Ci rivolgiamo ai candidati sindaci – spiega il presidente Eugenio Massetti – a nome delle nostre imprese, quelle che trainano l’occupazione, nonostante la difďŹ cile congiuntura in cui si trovano, e nello stesso

tempo sopportano un peso ďŹ scale eccessivo, costi piĂš alti ed inefďŹ cienzeâ€?. L’impostazione di una politica del territorio con interventi su misura per le realtĂ imprenditoriali e il sostegno alle imprese locali sono tra le richieste piĂš pressanti contenute nel documento di Confartigianato. “Siamo in una fase economica – prosegue Massetti – che presenta caratteri inediti di drammaticitĂ e genera nelle imprese una grandissima incertezza. Quindi

tutti i soggetti, a partire da quelli istituzionali, devono adottare misure responsabili a livello economico e ďŹ nanziario con il ďŹ ne di mantenere attivo e vitale un tessuto produttivo fortemente radicato sul territorioâ€?. Massetti chiede ai candidati attenzione alle imprese nell’applicazione di tributi quali l’Imu o la tariffa riďŹ uti, coinvolgendo nel contempo le aziende in quelle decisioni che hanno importanti ricadute sul territorio.

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uove tasse, lungaggini burocratiche e costi che “lievitanoâ€? continuamente: sono questi alcuni degli aspetti che danno oggi una connotazione negativa all’attivitĂ degli artigiani, giĂ alle prese con difficoltĂ e problemi derivanti dalla crisi economica mondiale. E le decisioni adottate dal mondo politico in questi ultimi mesi, nonostante le molteplici sollecitazioni arrivate sia dal mondo imprenditoriale che da quello sindacale, sembrano dettate piĂš dalla smania di far cassa che dal desiderio di venire incontro ai bisogni dei cittadini, poco importa se lavoratori dipendenti o imprenditori, pensionati o disoccupati. “Esempio di quest’ottica distorta – sottolinea il presidente di Confartigianato Eugenio Massetti – è l’ormai famosa Imposta municipale unica, che giĂ si sa di dover pagare, e molto di piĂš rispetto alla vecchia Ici: poco o nulla si è infatti detto riguardo la sua ricaduta sugli immobili delle imprese, quindi di riflesso anche del suo impatto sul tessuto produttivo bresciano. Si tratta di una grave pecca, perchĂŠ le aziende artigiane rappresentano il motore della nostra economia e, in momenti di grave crisi come quelli attuali, vessarle con ulteriori tassazioni potrebbe risultare per molte di loro un colpo mortaleâ€?. Secondo uno studio realizzato da Confartigianato a Brescia il maggior gettito dovuto sugli immobili delle imprese con aliquota al 7,6 per mille passerebbe da 109 a 155 milioni di euro, mentre con l’ipotesi di aumento del 3 per mille (una scel-

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ta lasciata alla discrezionalità dei Comuni), quindi Imu al 10,6, si andrebbe a 216,5 milioni e con la riduzione del 3 per mille si scenderebbe a 94 milioni. Altra piaga che affligge gli artigiani è quella della burocrazia fiscale, che costringe a sacrificare non solo denaro ma intere giornate di lavoro per gli adempimenti sopportando nel con-

tempo complessitĂ e lungaggini. Non bisogna poi dimenticare che, di fronte alla tanto sbandierata semplificazione, in Italia per ogni norma che snellisce l’iter burocratico ne vengono emanate ben sei che complicano sempre piĂš la vita agli imprenditori. “Il compito di Confartigianato – conclude Massetti – è quello di aiutare gli imprenditori e le aziende con iniziative e progetti, sollecitando nello stesso tempo il mondo politico perchĂŠ trovi rimedi e soluzioni alla crisi attuale. Ma è necessario assumere un atteggiamento nuovo, guardare al futuro, all’innovazione, al momento in cui l’economia tornerĂ a correre e che dovrĂ trovare gli imprenditori bresciani pronti a misurarsi con tutti i mercati del mondoâ€?.

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Altro fine settimana ad alta intensitĂ per lo sport bresciano. Si comincia sabato pomeriggio per il ritorno dei quarti di finale dei play off scudetto del massimo campionato di pallanuoto. An Brescia è reduce dal 5-4 casalingo nel match d’andata contro la Florentia. In caso di vittoria sarĂ approdo alla semifinale, altrimenti si dovrĂ ricorrere alla bella di mercoledĂŹ 25 aprile nella piscina di via Rodi.

Ancora in corsa per i play off, invece, il Basket Brescia sesto in classifica e che ha subito due punti di penalizzazione in classifica. Reduci da tre vittorie consecutive, i biancoazzurri saranno di scena domenica 22 aprile nella difficile trasferta di Piacenza valida per la terzultima giornata della stagione regolare di Lega 2 (palla a due alle 18,15 con diretta integrale su Radio Voce Fm 88.3-88.5).

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on può finire cosĂŹ, non è giusto. Eppure accade e comincia a diventare troppo frequente. Nel calcio ma non solo. La morte di un ragazzo di 25 anni su un campo di calcio è qualcosa che annienta, che lascia sbigottiti. Piermario Morosini se n’è andato in un sabato maledetto a Pescara accasciandosi in un attimo, con compagni ed avversari che si mettevano le mani nei capelli, con l’ambulanza che non riusciva ad entrare in campo per l’ostruzione di un auto dei vigili, con uno stadio che è ammutolito di colpo: pensava di assistere a una festa, si è inabissato nella tragedia. Per una volta il calcio ha fatto la cosa giusta: si è subito fermato, per rispetto, per riflettere. Naturalmente c’è giĂ qualcuno che eccepisce, che non è d’accordo, ma per fortuna quella che un tempo veniva chiamata la “pietasâ€? ha prevalso sull’insensibilitĂ dilagante, sugli interessi di parte. Tutti fermi dunque, anche se qualcuno può eccepire che allora ci si deve fermare sempre, ad ogni morte sul lavoro, ad ogni lutto imprevisto. Qui però è diverso, per due motivi soprattutto: raramente milioni di persone, tra cui tantissimi bambini e ragazzi, hanno potuto assistere ad immagini cosĂŹ drammatiche, praticamente in diretta: se ancora possiamo dirci uomini, non possiamo poi resettare tutto un attimo dopo e ricominciare a ve-

dere una partita come se niente fosse. In piÚ, ripetiamo, il valore simbolico del calcio è o almeno dovrebbe ancora essere, quello di una festa. Che in questo momento di gioia irrompa la morte non è previsto: lo abbiamo letto sulle facce dei giovani compagni che fino a un minuto prima giocavano al fianco di Piermario: a nessuno di loro, ancora giovane e spensierato,

ha mai minimamente sfiorato il pensiero che giocando una partita la vita ci possa abbandonare. Invece è successo. Ora anche sui soccorsi ci saranno le immancabili polemiche, governo e Ministro della Sanità si sono già interrogati per capire se si è fatto abbastanza per salvare quel giovane, se si fa abbastanza in Italia sul fronte della prevenzione. Qualcuno si è pre-

$PDUFRUG D 0RQWLFKLDUL Molti dei presenti al PalaGeorge nemmeno erano nati in quell’aprile di 20 anni fa quando la Gabeca Montichiari, nel piccolo palazzetto tedesco di Moers, sconďŹ sse la temibile Mediolanum Milano salendo sul tetto d’Europa e conquistando la sua seconda Coppa delle Coppe consecutiva eppure l’emozione vissuta domenica scorsa è stata intensa per tutti. Proprio per ricordare quell’avve-

nimento l’amministrazione comunale ha voluto richiamare tutti i protagonisti della vittoria europea consegnando loro una medaglia a testimonianza. C’è chi è giunto direttamente dall’estero, come il centrale olandese Ian Posthuma o l’altro centrale Maurizio Nucci (ormai americano di residenza), chi piĂš da vicino come il palleggiatore Pupo Dall’Olio o lo schiacciatore (ed autore del punto decisivo

della Coppa Coppe 1992) Antonio Babini; e poi Simone Giazzoli, Massimiliano Vitali, Matteo Bussolari, Giulio Di Toro, Esteban De Palma, Stefano Barbieri senza dimenticare il presidente Luciano Baratti, dirigenti, medici, ďŹ sioterapisti ed accompagnatori dell’epoca. Assenti solo Michele De Giorgi e Ronald Zoodsma cosĂŹ come l’allenatore Stelio De Rocco ed il suo vice Gigi Zizioli.

cipitare a dire che è solo fatalitĂ , che è un evento che colpisce solo lo 0,4 per mille dei giocatori in attivitĂ , che rispetto ad altri Paesi il nostro è anzi molto piĂš avanti a livello di medicina sportiva e di visite legate all’abilitazione. Può darsi. Ma bisogna pur interrogarsi se stiamo superando un limite, se c’è qualcosa che si può, si deve fare di piĂš. Ecco perchĂŠ lo stop del calcio è un segno di civiltĂ che l’Italia dĂ agli sportivi e al mondo intero che ha assistito agli ultimi istanti di vita dello sfortunato ragazzo. E sfortunato Morosini lo era davvero: bergamasco verace, aveva giĂ dovuto rialzarsi tante volte nella vita, aveva perso mamma, papĂ e un fratello disabile in pochi anni, ma sempre aveva reagito anche grazie a quel mondo del calcio, il suo mondo. Riflettere è doveroso: su questo ragazzo e su tanti come lui, da Renato Curi in avanti, fino all’ultimo caso di Vigor Bovolenta, bandiera del nostro volley, che hanno chiuso gli occhi per sempre su un rettangolo di gioco, tra la disperazione e l’impotenza di chi si è visto trasformare la festa in funerale.

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Il ruggito della Leonessa è piĂš forte. La coppa del Csi Brescia si è arricchita di una nuova categoria nel calcio a 7: l’over 35. La competizione avrĂ inizio l’ultimo ďŹ ne settimana di aprile, con le sďŹ de della prima giornata della fase a gironi. Cercheranno di sollevare la coppa arancioblĂš otto squadre con giocatori dai 35 anni in su, potranno schierare tre under. Le formazioni saranno suddivise in due gironi e si affronteranno in gare di andata e ritorno. Le capoliste di ciascun

raggruppamento accederanno alla ďŹ nalissima del secondo weekend di giugno a Virle. La coppa Leonessa over 35 è il primo passo del Csi Brescia verso l’affermazione della categoria nel panorama locale. La stagione 2012/2013 garantirĂ la possibilitĂ di disputare un campionato di categoria. Coppa Leonessa over 35 Girone A: Tris Calcio Padergnone; Sale Gussago; Virtus Padile; Il Mosaico. Girone B: Over 40; Mds Sirmionese; United Ghedi; Calcinato.

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l Csi deve guardare sempre piĂš in alto, seguendo i maestri dell’impossibile. Ăˆ un messaggio forte quello che è arrivato dalla Casa dello sport di Bergamo, dove sabato scorso il comitato orobico ha ospitato il convegno dal titolo: “Sport in oratorio: mission impossible?â€?. A fare gli onori di casa il presidente del Csi Bergamo Giuseppe Valori, che ha spiegato il senso di un incontro con esponenti di tutti i comitati lombardi: “La societĂ odierna ha bisogno di modelli educativi forti e coinvolgenti. Noi crediamo che in oratorio si possa fare la differenza e sentiamo il dovere di lavorare insieme con coraggio, senza avere paura di sognare per crescere sotto tutti i punti di vistaâ€?. Sulla stessa lunghezza d’onda il responsabile regionale della formazione Davide Iacchetti: “Abbiamo sempre inteso il Csi come sport educativo, ma non possiamo dare per scontato questo aspetto senza affrontare gli ostacoli che esistono. C’è ancora tanto da fare. Dobbiamo lavorare in rete, mettere la famiglia al centro e fare dello sport un contesto di missioneâ€?. Ospite d’onore il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, il quale ha sottolineato l’impegno della Chiesa italiana per il decennio in corso: “Fare dell’educazione la strada della speranza per il futuroâ€?. A tal proposito lo sport gioca un ruolo fondamentale, “chi opera in questo settore – ha ricordato il Vescovo – deve

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servato ai credenti, ma deve vedere i credenti in prima linea per lo sportâ€?. Dal mondo degli oratori è arrivata la voce di don Michele Falabretti, presidente degli oratori dell’OdL: “Lo sport avvicina la comunitĂ , la lega attorno all’oratorio, la fa crescere. Invito le societĂ a studiare premesse e obiettivi prima di pensare all’organizzazione. Bisogna costruire ogni casa sulla rocciaâ€?. Spunti per missioni ardue, quasi impossibili, “come quelle di un acrobata che cammina sulla fune – afferma mons. Claudio Paganini – , un atleta iscritto alla facoltĂ dell’impossibile, dove GesĂš è professore di ruolo. Strizziamo l’occhio a noi stessi e agli altri dall’alto della funeâ€?.

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Grazie, vescovo Luciano Egr. direttore, vorrei approfittare delle pagine di “Voceâ€? per condividere con altri sacerdoti bresciani questi sentimenti di gratitudine nei confronti del nostro Vescovo. Carissimo vescovo Luciano, anche a nome del presbiterio di Lovere, Le esprimo tutta la mia gratitudine per la Lettera inviata a noi sacerdoti: vi si respira un afflato da vero Padre. L’attrezzatura biblico-teologica che le è propria dĂ sempre, anche alle sue omelie e ad altri numerosi interventi, un vigore spirituale particolare, unito ad una capacitĂ rara di attualizzazione sapiente e pertinente. I suoi scritti poi sono scorrevoli e uniscono profonditĂ e chiarezza. Le siamo grati anche per la concretezza con la quale delinea una “regola di vitaâ€?, preziosissima per ognuno, ma indispensabile per il ministero di noi preti, tanto affascinante quanto delicato e difficile. Ho trovato conferma anche ad una mia convinzione: nonostante la complessitĂ e lo sconvolgimento epocale, non è possibile essere pessimisti sul nostro tempo; il sano realismo della nostra fede dona energie nuove ogni giorno per annunciare con “parresĂŹaâ€? il mistero di grazia di cui siamo, senza alcun merito e nonostante la nostra pochezza, testimoni. Deo gratias‌ ac nostro dilectissimo episcopo Luciano‌! Saluti cari e auguri di ogni bene! don Giacomo Bulgari

Auguri al Papa Egr. direttore, il 16 aprile scorso il Papa ha compiuto 85 anni. Ë nato come si dice, in un luogo ameno, sulle rive dell’Inn prima che il fiume alpino si getti nel Danubio

all’altezza di Passau. Il confine ĂŠ quello tra l’Austria e la Germania. Pedalando lungo la meravigliosa ciclabile si arriva a Vienna passando per Mauthausen, Linz, Melk, percorrendo tra colline e vigneti circa 360 km. Nel Duomo di Passau puoi ammirare ed ascoltare il grande organo, i concerti sono organizzati con estrema sobrietĂ e gusto della bellezza sacra. Poco lontano si trova Salisburgo la patria di Mozart, il genio. Riesce difficile pensare che in una localitĂ cosi bella sia nato Hitler; precisamente a Braunau am Inn a circa 20 km da Markt am inn, dov’è nato il Papa, 38 anni prima del Papa. C’è un’altra coincidenza, il Papa compie gli anni il 16 e Hitler il 20 aprile ... insieme li accomuna anche la permanenza in modi e tempi molto diversi nella cattolicissima Monaco che tra le cittĂ tedesca è quella che piĂš è vicina al fascino discreto di Salisburgo e di Vienna. Tra parentesi ricordo che alcuni mesi fa, proprio Monaco, nella chiesa de Theatini, ha salutato per l’ultima volta Otto von Augsburg, l’ultimo discendente degli Asburgo, a 150 metri da dove è nata la mitica Sissi. Ma perchè accostare sempre figure cosĂŹ antitetiche l’una all’altra, il Papa e Hitler. Molto semplicemente perchĂŠ questo umile e tenace servo dei servi di Dio, accolto con sinistra esultanza dai conservatori e con riserve inconcepibili da parte di sedicenti progressisti, si presenta come l’espressione piĂš matura ed elevata del riscatto di un intero popolo; egli si è proposto agli occhi del mondo con una impressionante limpidezza d’animo, con una intelligenza delle cose della cultura, della vita e del mondo che nobilita il genere umano in una delle sue abituali e ricorrenti crisi epocali; infine con una assoluta onestĂ di fronte al bene e al male della Chiesa e del

mondo che ne segneranno profondamente il futuro. Non furono certo da meno i suoi predecessori, e io, per motivi anche di età , ricordo la folgorante figura di Paolo VI e l’eroica vicenda personale di papa Woytila. Dunque io amo il Papa e ammiro papa Ratzinger: amo il Papa perchÊ lo ritrovo nel vangelo di Gesu Cristo come guida della Chiesa, ammiro papa Ratzinger per il suo sguardo da bambino e per la sua profonda sapienza razionale e teologale, e infine per la totale adesione al suo mandato. Mi piace ascoltarlo, capirlo, mi piace il suo modo di intepretare le situazioni, di affrontare le contese, di assumersi le responsabilità . Qualche volta ho desiderato anche che lo sapesse,... una Chiesa senza il Papa, da quando in qua..? don Mario Neva

Solo sconcerto Egr. direttore, non trovo parole per definire lo spettacolo che la politica sta fornendo. Agli scandali (che ormai sono trasversali a tutte le forze) si assomma l’atteggiamento di partiti che, incuranti, della grave crisi che sta spingendo verso il baratro non solo il Paese ma anche tantissime famiglie, discutono di revisione dei meccanismi che regolano il finanziamento dei partiti senza per altro mettere mano alla sola grande riforma possibile: quella di una cospicua riduzione di questi fondi. Una riforma che, forse, rimetterebbe i partiti in sintonia con le ristrettezze di milioni di italiani ed eviterebbe tante tentazioni... Ë strano come la politica nazionale, pronta a dividersi su tutto, trovi sul terreno delle risorse ad essa destinate una grande sintonia... Matteo Tini

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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