La Voce del Popolo 2012 17

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Durante la scorsa Quaresima ho avuto la possibilitĂ di mettere a prova la pazienza - notoriamente eroica - delle Suore del Monastero cittadino del Buon Pastore, predicando loro gli Esercizi spirituali. Ho cosĂŹ sperimentato la felice ventura di incontrare persone che ogni giorno guardano al “bel Pastoreâ€?, raffigurato oltretutto nella loro Cappella nel momento della Trasfigurazione. Ăˆ noto come la presentazione di GesĂš nel Vangelo secondo Giovanni, tradotta normalmente come “Io sono il buon pastoreâ€?, letteralmente suona: “Io sono il bel pastoreâ€?. Un valore aggiunto, possiamo dire, nella linea dell’apprezzamento di “cosa buona-bellaâ€?, espresso da Dio verso la sua creazione. Nella quarta domenica di Pasqua la Chiesa intera vive una giornata di preghiera per le vocazioni. Il bel Pastore GesĂš conosce le sue pecore, le chiama una ad una, le conduce al pascolo ed offre per loro la vita. Seguiamolo con fiducia dovunque ci conduce e non stanchiamoci di chiedergli per la Chiesa universale, ma anche per la nostra Chiesa bresciana vocazioni buone-belle al sacerdozio, alla vita consacrata e missionaria.

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Dibattiti. Sport, la salute è sempre di rigore

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͙͜ ’‘”– Ario Costa. Come all’oratorio sport e crescita

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1 ƒÂ?…‘”ƒ Â?‡…‡••ƒ”‹‘ AvrĂ di certo colpito non solo i sacerdoti bresciani presenti in Cattedrale lo scorso GiovedĂŹ Santo, ma anche i laici, l’appello del Vescovo ai preti in cui chiedeva la disponibilitĂ per la missione. “Ma come – si sarĂ detto qualcuno – stiamo preparandoci a un Sinodo per le unitĂ pastorali e una delle cause della nuova situazione pastorale è la carenza di preti, e il Vescovo chiede la disponibilitĂ a partire! Non c’è un po’ di contraddizione in questo?â€?. Con questo appello, mons. Monari, ha dato un segno forte di ‘generositĂ missionaria’, continuando lo stile dei suoi predecessori, ma ha posto anche a noi preti una domanda fondamentale per il nostro essere a servizio del Regno di Dio e

della Chiesa: “Per chi sei prete? Per il piccolo, sparuto, e spesso litigioso, gregge dei parrocchiani che frequentano la chiesa o per annunciare il Regno di Dio a ogni creatura? La dimensione missionaria è davvero una scelta della nostra pastorale o è rimasta scritta nei documenti?â€?. Sappiamo tutti che abbiamo bisogno di testimonianze forti e di chi ci ricordi concretamente che ‘esistiamo per la missione’ e che GesĂš Risorto ‘ha bisogno’, o meglio, vuole testimoni che lo annuncino ‘in tutto il mondo’. I sacerdoti fidei donum hanno anche questa funzione per una Chiesa diocesana e quindi ringraziamo il nostro Vescovo per averci ricordato la nostra vocazione missionaria. A questo punto rimane, però, da chiarire verso quale direzione andava l’appello. Non voglio fare la glossa alle parole episcopali ma, per suo esplicito incarico, chiarire ai confratelli che stessero meditando la scelta di partire quali sono

le esigenze e quindi verso dove possono orientare i loro pensieri. Una doverosa premessa: in linea di principio il prete ‘non si sceglie’ la Chiesa in cui svolgere il proprio ministero. Si sente mandato dal Vescovo presso una Chiesa sorella con la quale esistono dei rapporti, con cui si condividono progetti e scelte (sapendo che quando quella Chiesa avrĂ raggiunto una sua autonomia di clero, di personale apostolico e di mezzi ce ne torneremo, grati di essere stati accolti e di aver potuto dare il nostro piccolo contributo). Secondo questo criterio la Chiesa bresciana è nella necessitĂ di sostituire, in breve tempo, alcuni sacerdoti fidei donum che stanno per terminare il loro tempo di servizio in Albania, nella diocesi di Rreschen, in Mozambico, nella diocesi di Inhambane e in Venezuela, nella diocesi di Ciudad Guayana. Maggiori informazioni su queste destinazioni si potranno avere all’Ufficio missionario. Vale la pena, inoltre, ricordare

che l’impegno missionario dei sacerdoti è temporaneo. La temporaneità è uno dei caratteri fondamentali, e da conservare, del prete fidei donum: l’impegno ad tempus permette al missionario di vivere profondamente la cultura locale senza però radicarsi del tutto. I fidei donum si trovano nei Paesi piĂš poveri, a difesa degli ultimi, in prima fila nella lotta contro le ingiustizie e nella diffusione del messaggio evangelico. La promozione umana delle culture locali è l’impegno piĂš importante e fruttuoso dei missionari: la loro preservazione, collegata con l’inculturazione cristiana, sta trasformando le societĂ ultime del mondo, rendendole consapevoli di sĂŠ, donando loro la voglia di diventare soggetto attivo della storia. Queste Chiese si stanno dimostrando ricche di spirito missionario inviando a loro volta fidei donum presso Chiese ancora piĂš bisognose! Anche noi da loro possiamo imparare molto.


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Brescia è una cittĂ che vanta parecchie punte di eccellenza. Anche sul versante della tutela della salute di chi pratica una attivitĂ sportiva il livello di controllo è particolarmente elevato. Non si tratta di modalitĂ che coinvolgono solo chi fa dello sport la propria professione, ma anche quelle migliaia di persone che vivono l’attivitĂ sportiva come occasione ricreartiva, aggregativa e come pratica per garantirsi il benessere fisico. Anche nelle numerose

pratiche di avviamento allo sport, che coinvolgono un numero sempre maggiore di bambini grande attenzione è dedicata all’accertamento delle idonee condizioni di salute. Ogni societĂ sportiva è attrezzata per far svolgere le visite e controlli richiesti presso i propri impianti o tramite apposite convenzioni in strutture specialistiche che nel Bresciano non mancano. A Brescia la tutela della salute nello sport non è certo un optional.

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no don Marco Mori, direttore del Cob, e Amelia Morgano, presidente del Csi di Brescia (che con i suoi 35mila atleti tesserati e le 500 societĂ affiliate è espressione di primo piano nel panorama sportivo provinciale) ma anche per chi vive la dimensione agonistica dello sport, come quella che vede Giorgio Lamberti, primo italiano ad aggiudicarsi una medaglia d’oro ai campionati mondiali di nuoto (Perth 1991), nelle

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ono bastati solo sette giorni per tornare all’ordinaria amministrazione. La commozione, la partecipazione collettiva al dramma di Piermario Morosini e della sua vita spezzata sul campo sono stati un fuoco di paglia. Una settimana dopo quello stesso calcio, che in tutte le sue componenti aveva dimostrato un briciolo di umanitĂ , è tornato al suo volto ordinario segnato, purtroppo, dalla follia, come le immagini di quanto avvenuto nello stadio di Genova (un manipolo di ultras che prima ha imposto la sospensione della gara e poi la consegna delle magliette dei calciatori, ndr.) hanno dimostrato Una pagina triste, forse la peggiore, di un mondo che era stato anzitempo glorificato per lo stop scelto dopo la morte di Morosini. Una pagina che ha fatto dimenticare il dibattito, quanto mai utile e attuale, sul rapporto tra sport e salute, sulla necessitĂ di mettere in atto tutte quelle azioni preventive perchĂŠ la pratica sportiva continui a essere sinonimo di salute e benessere fisico. Certo, a rileggere alcune vicende di anni recenti, meno drammatiche di quanto accaduto allo stadio di Pescara, non c’è da stare allegri. Tante le campagne di avviamento allo sport di giovani e giovanissimi, la cura e le meticolositĂ con cui un numero incredibile di societĂ sportive (nel solo Bresciano sono tantissime) opera per fare sĂŹ che l’approccio allo sport sia vissuto come un momento di crescita per la persona, vanificate dalla dissennatezza di chi, nello sport, mescola le carte, imbroglia, gioca con la salute pur di raggiungere, anche con mezzi pericolosi, traguardi e obiettivi ambiziosi. Quante

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volte in questi ultimi anni si è sentito parlare di doping, di pratiche sanitarie al limite della correttezza? Molte, purtroppo, tanto che risulta difficile procedere anche a un sommario elenco. Negli ultimi giorni, per esempio, il ciclista Riccò ha subito la condanna esemplare di 12 anni di squalifica. La sua colpa? Quella di essere ricaduto nella tentazione del doping‌ Nei giorni immediatamente successivi alla morte di Morosini c’è stata una sovrabbondanza di approfondimenti sul tema della sicurezza nello sport. Quella del calciatore bergamasco, questa la sinte-

si dei ragionamenti, è stata una morte che non si poteva evitare, ma le misure medico-sanitarie messe in campo erano rispondenti ai parametri richiesti. Può dirsi lo stesso per lo sterminato mondo degli sport minori, della pratica dilettantistica o amatoriale? Quante sono, è stata la domanda ricorrente, le realtĂ che possono permettersi un defibrillatore, la presenza di ambulanze e di personale medico laddove si celebrano eventi sportivi, chi mette in campo azioni preventive, indagini diagnostiche in quei contesti in cui lo sport muove interessi economici meno evidenti? Domande pertinenti, certo, ma che forse andrebbero ribaltate perchĂŠ la storia recente insegna che in tutti quei contesti in cui sport e soldi si mescolano è facile il rischio dell’imborglio, indipendentemente dalla sua natura. In tutti quei contesti in cui lo sport continua a essere sinonimo di passione e di veicolo di crescita della persona c’è anche la massima attenzione per la salute della stessa. Chi si muove nello sport di base del Bresciano conosce questo aspetto. Migliaia di persone che affrontano l’attivitĂ sportiva nei modi piĂš svariati, in condizioni diverse, in associazioni, gruppi o individualmente, sanno che premessa per la pratica sportiva è il rispetto della propria salute e del proprio fisico, la necessitĂ visite e controlli medici costanti. La conferma arriva dal viaggio compiuto con queste pagine tra quelle realtĂ che, nel Bresciano, si occupano di sport diffuso, societĂ sportive che mettono la salute dei proprio atleti al di sopra di ogni traguardo da raggiungere. Questo vale tanto per lo sport praticato in oratorio, come conferma-

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$WWHQWL DOOD VDOXWH LQ XQ SURJHWWR SL DPSLR GL IRUPD Con 35mila tesserati e oltre 500 societĂ sportive sparse tra cittĂ e provincia, Amelia Morgano è a capo di una delle piĂš importanti realtĂ sportive bresciane. Una realtĂ signiďŹ cativa ma che, a dispetto dei numeri e della diffusione, non dimentica mai gli obiettivi originari che si è data sin dalla sua nascita nel 1945: contribuire, attraverso lo sport, alla formazione di persone capaci di vincere non tanto su un terreno di gioco, ma nella vita. La tragedia

di Pescara l’ha colpita e non poco e l’ha consolidata nella convizione che il mondo dello sport debba fare il massimo per scongiurare in futuro il ripetersi di drammi cosĂŹ profondi. Amelia Morgano sa che anche il Csi ha uno spazio preciso in cui muoversi. “Se nel professionismo – afferma al proposito – è doveroso cercare la via di controlli sempre piĂš accurati e attenti per chi, come noi, è espressione dello sport di base lo strumento primario

deve essere quello della prevenzione attraverso quei protocolli che da sempre applichiamo e che passano dalle visite di idoneitĂ agonistiche accurate e l’obbligatorietĂ del certiďŹ cato medico a tutti i livelliâ€?. Nei giorni scorsi piĂš volte è tornato il tema della scarsa presenza in tutti quei luoghi in cui si svolgono attivitĂ sportive di deďŹ brillatori e altre apparecchiature salvavita. “Non conosce il nostro mondo – afferma ancora la presidente del

Csi di Brescia – chi chiede anche nelle nostre strutture, molto spesso i campi di calcio e altri spazi degli oratori, deďŹ brillatori e altre strumentazioni salvavita. Le nostre societĂ , che costituiscono il grosso del mondo del volontariato non dispongono certo delle risorse per l’acquisto di queste attrezzatureâ€?. Tutto questo, però, non deve essere un alibi per abbassare la guardia. “Il nostro compito e quello delle nostre società – è il parere di Amelia


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ǡ î Se è naturale l’abbinamento oratoriocampo da calcio è altrettanto scontato che il tema della salute di chi svolge attività sportive nelle strutture oratoriane interpelli chi le segue da vicino. Proprio per questo don Marco Mori, direttore dell’Ufficio diocesano oratori (ripreso nella foto a destra in una inconsueta sfida sportiva con don Claudio Paganini, mons. Bruno Foresti e mons. Luciano Monari), ritiene che negli anni la sensibilità sia andata aumentando, sia per

quello che riguarda la sicurezza delle strutture che per il rispetto dei controlli previsti per atleti e sportivi. “Quando una parrocchia – afferma don Mori – ci comunica l’intezione di mettere mano alle proprie strutture sportive non manchiamo di coinvolgere anche il Coni perché gli interventi vengano realizzati nel massimo rispetto delle normative vigenti”. Analoga sensibilittà viene richieste a tutte le società che svolgono attività sportiva all’interno degli oratori rispetto ai controlli

medico-sanitari a cui devono sottoporre i loro atleti. “Amettere deroghe su questo aspetto – afferma ancora il direttore dell’Ufficio oratori – rappresenterebbe un’incoerenza rispetto al più ampio progetto educativo che si siamo dati”. C’è forse un punto debole a cui occorre mettere mano ed è quello dei numerosi tornei estivi che si svolgono negli oratori. “Anche su questo fronte – afferma – stiamo chiedendo uno sforzo perché siano rispettate le normative vigenti”.

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vesti di manager. Ma è anche un punto di vista condiviso delle realtà sportive che dipendono dalle istituzioni, come il caso del Centro sportivo San Filippo di Brescia che, come confermato dal suo presidente Simone Massenza, ogni anno vede passare nei suoi impianti qualcosa come 540mila utenti. Anche in questi mondi, c’è sempre l’imponderabile. Ma la salute continua a essere di rigore per tutti.

D]LRQH Morgano – è quello di essere sempre più perseveranti sia nel rispetto delle regole che della sensibilizzazione ai controlli periodici.” Oltre a questi aspetti il Cis continua a chiedere ai suoi dirigenti e ai suoi tecnici un approccio equilibrato alla pratica sportiva e a considerare il momento agonistico solo come una delle tappe nel processo più ampio nell’educazione e nella formazione dei giovani e dei giovanissimi.

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La Corte suprema dell’India ha ammesso nei giorni scorsi il ricorso italiano sulla giurisdizione, circa la detenzione in Kerala dei due marò con l’accusa di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio scorso. Nel ricorso presentato dalle autoritĂ italiane, si afferma che la custodia continuata dei militari italiani da parte della polizia del Kerala è illegale, poichĂŠ viola i principi dell’immunitĂ sovranazionale.

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Nella sua petizione, registrata sotto l’art. 32 della Costituzione indiana, il governo italiano ha affermato che il governo del Kerala non ha alcuna autoritĂ per registrare qualsiasi causa penale, dal momento che l’accusa rivolta ai due marò deve essere trattata secondo il diritto internazionale, ed è l’India il firmatario della Carta delle Nazioni Unite, non lo Stato del Kerala. Intervenendo nel caso e tenendo in custodia i due militari, il Kerala ha praticato

un “eccesso di giurisdizioneâ€?, che deve invece essere assegnata all’Italia, poichĂŠ l’incidente è avvenuto nella cosiddetta “zona contiguaâ€?: un’area di ulteriori 12 miglia nautiche, in cui lo Stato che determina la territorialitĂ può esercitare un controllo. Tuttavia, trattandosi giĂ di acque internazionali, non esiste una regola base per risolvere eventuali dispute, e i Paesi coinvolti devono trovare un compromesso.

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e mafie non hanno confini, il crimine organizzato non si ferma alle frontiere. Con questa convinzione di fondo il Parlamento europeo ha deciso nell’ultima sessione plenaria di Strasburgo di dar vita a una speciale commissione che affianchi le agenzie giĂ operanti a livello nazionale ed europeo per fornire ulteriori strumenti di contrasto alle lucrose attivitĂ illegali che fruttano ogni anno alla malavita miliardi di euro e che lasciano sul campo una lista infinita di vittime e di truffati. “Dal 2009, quando sono stata eletta all’Europarlamento, mi sono impegnata a portare in questa sede il problema delle mafieâ€?, ha dichiarato Sonia Alfano, eletta presidente della commissione speciale. “All’inizio gli eurodeputati degli altri Paesi pensavano si trattasse di una questione tipicamente e solamente italiana. Ora la prospettiva è cambiata e si comprende che il crimine organizzato è una minaccia che riguarda tutti gli Stati e tutti i cittadini europeiâ€?. La commissione sarĂ subito operativa e che per prima cosa chiederĂ la partecipazione alle sue riunioni dei rappresentanti delle diverse agenzie che si occupano di reati transfrontalieri, fra cui Europol, Eurojust, Olaf. Il primo, grande obiettivo della commissione parlamentare sarĂ quello di consegnare all’Ue un testo unico antimafia. La presidente ha specificato: “Non intendiamo sostituirci all’auto-

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ÂŽ ’”‘„Ž‡Â?ƒ –‘……ƒ –—––‹ ‹ ƒ‡•‹ †‡ŽŽǯ ‡ ritĂ giudiziaria o a quella investigativa. Vogliamo semmai fornire ulteriori mezzi, conoscitivi, legislativi, per agire contro un tipo di crimine in costante evoluzione, che fa affari con il riciclaggio di denaro, i traffici illeciti di droga e armi, con le scommesse, con

la vergognosa tratta di esseri umani e altri reatiâ€?. Il Parlamento Ue ha riconosciuto che in Italia è presente la migliore legislazione antimafia d’Europa. Strumenti come il sequestro dei beni e il carcere duro possono, secondo molti eurodeputati, essere utili nella lotta al crimine organizzato. Quella contro il crimine organizzato si profila comunque come una battaglia che deve partire dalle istituzioni politiche, dalle forze di polizia, dalla magistratura, e va compiuta con gli strumenti piĂš moderni e sofisticati. Non a caso la commissione parlamentare indica “in tanti colletti bianchiâ€? che si “an-

nidano dentro le istituzioni politicheâ€? pericolose forme di fiancheggiamento della delinquenza globale. “Sono convinta che dentro le istituzioni – ha dichiarato Sonia Alfano – ci sono molte persone che non operano per gli interessi della collettivitĂ e che hanno spalleggiato il crimine. Ma credo anche che ci siano tante altre persone nelle istituzioni che sono impegnate per la giustizia, per la legge, e noi saremo al loro fianco. Saremo al fianco dei magistrati che di battono contro la criminalitĂ . Sono certa che le istituzioni in tutta Europa faranno la loro parte contro tutte le mafieâ€?.

/D VROLGDULHWj GHL JHVXLWL Ad Aleppo i gesuiti stanno assistendo 500 famiglie fuggite dalle aree degli scontri. Altre sono assistite a Damasco e in un centro poco fuori Homs. Una iniziativa autorizzata dal governo siriano che si avvale della collaborazione di volontari cristiani e musulmani. Un messaggio di pace, quest’ultimo, che accompagna un gesto di solidarietĂ verso chi è stato piĂš sfortunato e che si contrappone a quanti in questo momento stanno sofďŹ ando

sul fuoco dell’intolleranza e delle differenzeâ€?. In una conversazione con l’agenzia Misna, padre Peter Balleis (nella foto), direttore del servizio dei gesuiti per i rifugiati racconta l’impegno profuso dai religiosi in Siria e di progetti che seppur piccoli rispetto alle attuali necessitĂ recano non soltanto aiuto ma anche signiďŹ cativi messaggi di dialogo. Si tratta di un’azione umanitaria tesa ad alleviare le sofferenze di famiglie numerose che a causa delle

violenze hanno dovuto lasciare i luoghi di origine. Secondo stime correnti rifugiati e sfollati interni sono circa mezzo milione, in gran parte provenienti da Homs. La cittĂ sul ďŹ ume Oronte, a nord di Damasco e poco distante dal conďŹ ne con il Libano, è stato uno dei centri dove il confronto tra forze dell’opposizione armata e truppe governative è divenuto piĂš acceso nonostante il piano di pace dell’ex segretario generale dell’Onu KoďŹ Annan.

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era prontamente attivata per dare sostegno e solidarietĂ alle popolazioni colpite. Lo scorso 17 aprile, a Fonteavignone, nel Comune di Rocca di Mezzo è stato inaugurato il centro di comunitĂ â€œMadonna, fonte di paceâ€?, realizzato da Caritas italiana con il contributo delle Caritas diocesane della Lombardia. Si tratta di una struttura di 160 mq da utilizzare come luogo di unione e promozione delle attivitĂ sociali, culturali, pastorali e ricreative, per rafforzare il tessuto

sociale, favorendo solidarietĂ , condivisione e partecipazione. All’inaugurazione sono intervenuti l’arcivescovo de L’Aquila Giuseppe Molinari, il presidente di Caritas italiana mons. Giuseppe Merisi, i parroci don Renzo D’Ascenzo e don Manuel Pino Cepeda, il direttore di Caritas italiana don Francesco Soddu. In rappresentanza della Delegazione regionale delle Caritas della Lombardia era presente don Roberto Davanzo, direttore di Caritas ambrosiana. “Siamo

soddisfatti – dice don Roberto Davanzo – nel vedere realizzata un’altra delle opere che come delegazione Caritas della Lombardia abbiamo sostenuto. Un’opera che risponde a un bisogno della comunita. Il sisma ha creato, anche nelle relazioni umane, una sorta di scollamento. Il Centro di comunitĂ , insieme a un punto, un luogo ďŹ sico di aggregazione ritrovato, e importante anche e soprattutto nell’ottica della relazione tra le personeâ€?.

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anno scelto l’icona della Gerusalemme celeste come logo del convegno 2012. I saveriani, editori della rivista “Missione oggiâ€?, hanno infatti ritenuto l’immagine in grado di interpretare e di rappresentare al meglio l’attuale crisi economica e finanziaria che sta attraversando l’Europa, tema che sarĂ dibattuto il 5 maggio prossimo nell’ambito del convegno “Capaci di futuro? Dalla crisi un nuovo inizioâ€?. Davanti a quella che è a tutti gli effetti una crisi apocalittica, “Missione oggiâ€? ha scelto di utilizzare il suo convegno annuale per rispondere ad alcune domande fondamentali riguardo all’efficacia di due scenari proposti dagli economisti: quello di un’economia che accentra la ricchezza nelle mani di pochi o quella che sceglie di mettere al centro la vita dei poveri e degli esclusi. La giornata del 5 maggio prossimo dovrĂ indicare possibili vie in ordine alla comunitĂ umana di domani, una comunitĂ che richiede anche la fattiva azione dei cristiani. Il convegno sarĂ diviso in due parti. La mattinata, moderata da Brunetto Salvarani, direttore di “Cem mondialitĂ â€?, dopo l’introduzione di Mario Menin, direttore di “Missione oggiâ€? proporrĂ gli interventi di Tonino Perna, economista e sociologo dell’UniversitĂ di Messina, (“Capaci di futuro? Come affrontare le tempeste climatiche e fi-

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direttore di “Missionari saverianiâ€?, vedrĂ alternarsi Claudio Monge, della comunitĂ domenicana di Istanbul (“Dopo le primavere arabe. Uno sguardo su Medio Oriente ed Europa dall’osservatorio turcoâ€?) e Fabrizio Tosolini, missionario saveriano a Taiwan (“Cina, futuro del mondo? Come si vede l’Europa dall’osservatorio cineseâ€?). Le conclusioni saranno saranno affidate a Lydia Keklikian, della commissione diocesana per la pastorale dei migranti e a Paolo Boschini, docente alla facoltĂ teologica di Bologna e parroco a Modena. Il convegno, che si terrĂ nel complesso di San Cristo a Brescia, sarĂ preceduto, venerdĂŹ 4 maggio alle 21, dallo spettacolo “Diritto negli occhiâ€?.

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Torna l’appuntamento con il convegno “Spazio giovani. La Valle Camonica nella voce dei suoi laureatiâ€? organizzato dalla Fondazione Cocchetti in collaborazione con la ComunitĂ montana e il Bim di Valle Camonica. Creare per i giovani uno spazio di valorizzazione delle loro tesi specialistiche con oggetto il territorio camuno e di dialogo con gli enti e le istituzioni locali è l’obiettivo del convegno in programma per venerdĂŹ 4 maggio

Si chiudono il 27 aprile le “Lezioni di filosofiaâ€? promosse dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura. L’appuntamento è per le 18 nella Sala Bevilacqua, via Pace 10 a Brescia. Giancarlo Gaeta parlerĂ sul tema “Il problema di Dio nel pensiero di Simone Weilâ€?. Allieva di Le Senne e di Alain, la Weil, nata nel 1909 a Parigi, ha insegnato in vari licei francesi. Ha lavorato anche in fabbrica per vivere la condizione operaia e ha partecipato con i repubblicani alla

alle 18 presso l’auditorio S. Dorotea in via A. Cocchetti, 5 a Cemmo di Capodiponte. L’incontro sarà coordinato da Giovanni Gregorini, ricercatore di Storia economica all’Università cattolica di Brescia. Al termine delle presentazioni verrà consegnato il premio erogato dalla Comunità montana e dal Bim. Gli elaborati verranno depositati e catalogati presso la Biblioteca comprensoriale di Valle Camonica di Breno e saranno consultabili dal pubblico.

guerra civile spagnola (1936). Nel 1940 ha abbandonato Parigi dopo l’invasione nazista, rifugiandosi negli Stati Uniti e passando poi in Inghilterra, dove è morta in seguito alle privazioni che aveva voluto imporsi. Giancarlo Gaeta, autore di studi sul Nuovo Testamento e sulla storia dell’interpretazione scritturistica antica, nonchĂŠ saggi sul pensiero filosofico-religioso del Novecento, è docente di storia del cristianesimo antico nell’UniversitĂ degli studi di Firenze.

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,O SXQJLJOLRQH GHOOD PRUWH Nel pomeriggio di sabato 14 aprile, nel corso della partita di calcio Pescara-Livorno, è morto improvvisamente un calciatore di 25 anni, Piermario Morosini. Era bergamasco e quest’anno giocava nel Livorno. Ăˆ una notizia che tutti i lettori conoscono perchĂŠ per alcuni giorni tutti i mass media hanno dato all’evento uno spazio spropositato. Ăˆ ormai un fenomeno ricorrente nella comunicazione globale. Lo si descrive con l’espressione “bolle informativeâ€?. Si determinano quando i principali strumenti esaltano le notizie secondo l’ondata emotiva del momento o, peggio ancora, speculano sulla notizia in quel momento in ascesa. Le “bolle informativeâ€? nascono, si sviluppano e si gonďŹ ano seguendo l’onda del momento per poi sgonďŹ arsi rapidamente non appena si ritiene esaurita la spinta inazionistica sull’argomento in oggetto. Nel caso del calciatore sono state almeno due le circostanze che hanno favorito la spinta alla reazione emotiva: è morto praticamente in diretta televisiva e aveva alle spalle una vita di

sofferenze che non ne avevano ďŹ accato, ďŹ no a quel momento, nĂŠ la vitalitĂ nĂŠ la professionalitĂ . Se fosse morto durante una delle tante partite che non vanno in tv gli avrebbero riservato uno spazio molto limitato. Ma credo non bastino queste ragioni a spiegare l’ondata massmediale. Mi ha colpito l’accanimento con cui si è cercato un colpevole: a lentezza dei soccorsi, la leggerezza di un vigile che aveva lasciato la macchina di servizio in sosta

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vietata, il deďŹ brillatore che non c’era o che non è stato usato, i controlli medici preventivi fatti o non fatti. E chi piĂš ne ha piĂš ne metta. La mia impressione è che la vera protagonista della vicenda sia stata la morte e non il giovane Piermario. PerchĂŠ ogni giorno qualcuno muore improvvisamente e ogni giorno qualcuno non fa quello che dovrebbe fare per salvare chi sta male. Il vero choc è rappresentato da un evento che ci ricorda che

la precarietà non è quella che fa litigare Camusso e Fornero, ma quella del limite umano che nessuno è mai riuscito a scavalcare. In diretta su un campo di calcio cioè su un palcoscenico dove domina lo spiegamento delle energie vitali, la scena di un giovane che si accascia e non si rialza piÚ diventa insopportabile. E allora si rinnova la situazione che molti di noi hanno sperimentato di fronte alla morte di una persona cara, giovane o vecchia

non importa: tutti piuttosto che pensare alla ineluttabilitĂ dell’evento ci interroghiamo se la morte era davvero inevitabile e si va alla ricerca delle ipotesi piĂš strane eppur ricorrenti (se il medico si fosse accorto che ‌, se all’ospedale avessero fatto bene quello che dovevano fare ‌, se quell’ecograďŹ a fosse stata fatta qualche settimana prima ‌). Se, se, se‌ se la morte si potesse sconďŹ ggere. Sono sentimenti, sensazioni oggi alimentate dai progressi medico/scientiďŹ ci che inducono a pensare che nessuna malattia sia veramente incurabile e che un giorno o l’altro si scoprirĂ la terapia giusta per vincerla. Una decina di anni fa Luc Montagnier, lo scienziato che ha sconďŹ tto l’Aids, in una intervista ha detto: “Non parlo ancora di guadagnare l’immortalitĂ , anche se l’immortalità è un’ipotesi da prendere in considerazione (‌) è lecito immaginare individui immortaliâ€?. La solidarietĂ di fronte alla stroncatura di una giovane vita è anche la rabbia contro la morte che ancora una volta ha ghermito il suo ennesimo trofeo.


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Due delicate questioni agitano acque e colline gardesane. A tenere banco Navigarda e la tratta Tav Brescia-Verona. Per trovare soluzioni si mobilitano cittadini, amministratori, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni ambientaliste. Per l’azienda pubblica che gestisce il servizio di navigazione benacense si tratta di fare fronte alla pesante situazione venutasi a creare in seguito alla scure che ha decurtato 13 milioni di finanziamento da parte dello Stato.

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Primo effetto è stato l’aumento del 30% del prezzo dei biglietti. “Ma questa non è la soluzione – hanno affermato in un incontro tenutosi a Desenzano il presidente della commissione regionale Agricoltura, Mauro Parolini e la senatrice Maria Ida Germontani – occorre fare pressioni per ripristinare i fondi tagliati per effetto della Finanziaria di Tremonti e della legge di stabilitĂ di Monti e prevedere una virtuosa razionalizzazione dei costi di esercizioâ€?. Anche la ComunitĂ

del Garda ha programmato il 14 maggio un vertice al quale sono stati invitati i deputati e i senatori dell’area gardesana. Preoccupazioni anche sul fronte “alta velocitĂ â€?. A Lonato si è svolto un partecipato incontro promosso dal Comitato No Tav Basso Garda Colline Moreniche. Ribadita l’opposizione a un’opera ritenuta inutile, onerosa, che mette a rischio la salvaguardia dell’ambiente e la produzione vitivinicola di pregio della zona. (v.b.)

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n sodalizio operativo l’intero arco delle 24 ore, con un volontariato talvolta tramandato da padre a figlio, che dal 1936 è presente a Verolanuova: sono i Vigili del fuoco del distaccamento che alla loro costituzione erano definiti “Civici Pompieriâ€? o “Guardie del Fuocoâ€?. All’inizio disponevano di tridenti, badili, zappe e tanta tanta buona volontĂ . Le autocisterne, le autopompe, il furgone per il trasporto materiali e personale, l’autoambulanza, ed altri veicoli sono stati acquisiti in tempi recenti. Formano il parco veicoli della sede in via Lenzi, realizzata nella ristrutturata cascina Fornaci acquistata dall’Amministrazione comunale nel 2004 dove si trovano: tre grandi rimesse, spogliatoi, una cucina, un ampio salone per le riunioni , servizi igienici e la casa del custode. Recentemente il distaccamento è stato riconosciuto dal ministero dell’Interno come punto di riferimento dei 20 Comuni della Bassa Bresciana. Lo ha comunicato il sindaco Maria Carlotta Bragadina nell’esprimere il “grazieâ€? ai componenti del sodalizio. Hanno ragione di manifestare soddisfazione gli “Amici vigili del fuoco di Verolanuovaâ€? guidati da Giambattista Zani i quali sostengono il distaccamento ed organiz-

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coordinatore. Il programma della festa si sviluppa da venerdĂŹ 27 aprile a martedĂŹ 1° maggio. L’apertura prevede la partecipazione alla Messa delle 18.30 a seguire la benedizione degli automezzi schierati nel piazzale della Basilica di San Lorenzo martire. Ogni giorno diverse manifestazioni animano il programma: dal torneo di calcio nello stadio comunale Bragadina, alle dimostrazioni delle attivitĂ dei vigili del fuoco e dei piccoli GrisĂš (i ragazzi che aspirano da adulti a diventare pompieri), alle cene ed alle serate in musica. Alle iniziative

collaborano: il Gruppo animazione dell’oratorio Mons. Gaggia, l’associazione “Una domenica diversaâ€?, il corpo bandistico Stella Polare che accompagnerĂ le sfilate in paese, il gruppo Ferraristi. Per l’occasione è distribuito un opuscolo. Vi si legge: del saluto a Billy, Valerio Geroldi che dopo 35 anni di lavoro è andato in pensione; dei 238 interventi nel territorio, tra i quali l’incendio di cascina Martinoni di Bettegno, di altri 52 in altri luoghi (nella Liguria alluvionata e il naufragio del Concordia al Giglio); della fondazione Aiutiamoli a vivere.

8Q PRQXPHQWR SHU LO ƒ La cittĂ si arricchisce di un nuovo monumento dedicato al 150° anniversario dell’Italia. Si tratta della creazione dell’ing. Giuseppe Natale, situata all’ingresso monumentale di Campo Marte, voluta nell’ambito del progetto “Storia Memoria IdentitĂ â€?, che ha coinvolto i bambini delle scuole primarie Manzoni, Corridoni, Tito Speri e della media Franchi, che hanno lavorato in sinergia con la scuola Mazzini di Bronte. “Sono stati proprio i

bambini i protagonisti di queste celebrazioni − ha ricordato l’assessore ai Lavori Pubblici Mario Labolani − e ci hanno continuamente sollecitato durante il percorso di commemorazione facendoci pervenire moltissimi disegni, che sono anche stati esposti in una mostraâ€?. L’unione di tutta l’Italia è concretamente rappresentata anche nel monumento: “Ho voluto simulare con il marmo tricolore la bandiera, mossa da un vento che spira dalla

terra − ha precisato l’Ing. Natale − e tutt’intorno ad essa, oltre a quella bresciana, sono state collocate le pietre della memoria inviate dai Comuni di Teano, Bronte, Pontelandolfo, Livorno, San Martino, Desenzano e Castel Morrone, tutti luoghi simbolo del Risorgimento�. Altre pietre saranno inserite successivamente. La targa collocata alla base del monumento ricorda “un rinnovato patto di concordia, progresso ed unione� del Paese.

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Seguono il rondò di Padenghe, intervento da 800mila euro, il ponte di Concesio (oltre 1,8 milioni) e il rondò di Odolo. Nel 2012 sarĂ investito un milione di euro per completare la Sp 41 Nuvolento-Serle a cui aggiungere la realizzazione di altre tre devianti: Calvagese (2,5 milioni di euro), Bagnolo Mella (5,8 milioni) e Pontoglio (7,2 milioni): “Per questi interventi – aggiunge l’assessore Vivaldini – stiamo cercando di ottenere parte dei fondi Porl da parte della

Regione. Da non dimenticare i 345mila euro che verranno investiti per il sollevamento delle acque metereologiche lungo la Tangenziale Sud all’altezza dello svincolo Eib e la rotatoria di Inzino, nel comune di Gardone Valtrompia�. Nel 2013 verranno realizzate altre rotatorie: a Gambara (località Corvione), Sabbio Chiese, Cadimarco (frazione di Fiesse), Preseglie, Pompiano, oltre al tornante di Bienno; opere necessarie per mettere in sicurezza incroci a raso molto pericolosi

su strade ad elevata percorrenza. Sul fronte delle ciclo-pedonali si dovrebbe intervenire a Pezzaze e mettere in sicurezza strade a Prestine, Salò e Castelcovati. Il 2013 dovrebbe prevedere investimenti pari a 94 milioni circa a favore della sicurezza della mobilità su gomma, con interventi in buona misura di nuova costruzione comprendenti anche i 55 milioni che prenderanno la via della Valsabbia per la costruzione della variante alla Sp Bs 237 tra Vestone e Idro.

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asta partecipare a un incontro del gruppo di preghiera “GesĂš mia Forzaâ€? che si ritrova nella parrocchiale di San Carlo Borromeo a Rezzato per rendersi conto di quanto abbia agito il Signore in questa parrocchia. Alcune centinaia di persone gremiscono la chiesa, tanti che molti devono restare in piedi, ma l’atmosfera è di profondo raccoglimento, di ascolto della Parola di Dio. E per accostarsi al sacramento della riconciliazione è necessario procurasi un biglietto dal dispenser, all’ingresso della chiesa, pur essendo presenti sempre due sacerdoti. Ma come è nato tutto ciò? Il Gruppo trova le sue origini nel gennaio del 1989, quando padre Giovita Dossi, francescano presso il Convento di Rezzato, raccoglie intorno a sĂŠ un gruppetto di persone con alle spalle esperienze di preghiera, in vari gruppi: dai Focolarini alle espressioni varie del rinnovamento carismatico. Nel 1991 mons. Bruno

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la celebrazione della Messa vespertina delle ore 20 di solito celebrata dal parroco don Mario Pelizzari viene esposto il Santissimo Sacramento per l’adorazione eucaristica. Il tutto è animato dai giovani con vari strumenti musicali, mentre altri si dedicano alla parte tecnica. Il Gruppo ha sempre avuto al centro dell’incontro la presenza dell’eucaristia come prolungamento della Messa. Questo prolungamento della celebrazione eucaristica ha portato nel frattempo a vivere altre esperienze, quali le veglie eucaristiche del sabato sera con i giovani. In tutti questi anni sono sorti, spontaneamente, piccoli gruppi di preghiera nelle case o nelle chiese dove i sacerdoti si sono resi disponibili. Per acconsentire con piĂš facilitĂ a chi vuole fare richieste di preghiera, il gruppo si è dotato di una linea telefonica per ascoltare e raccogliere le domande di intercessioni. Come pure su un’altra linea telefonica si può dare il proprio nominativo per chi vuol

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rendersi disponibile a pregare durante il giorno o nella notte, per coloro che ne fanno richiesta di preghiera. Il gruppo di preghiera si sta preparando anche alla processione dei sofferenti del 1° maggio. Il lungo corteo, dei sofferenti con le carrozzine e dei devoti, che portano l’immagine sacra della Vergine Santa di Valverde, sarĂ presieduto da mons. Cesare Polvara, che celebrerĂ la Messa al Santuario. Il ritrovo per la processione è alle ore 15 presso piazza Vantini a Rezzato.

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sociale. Uno dei primi principi etici è quello di giustizia e un esempio è la giustizia distributiva (equitĂ ): come un infermiere deve saper “distribuireâ€? secondo i bisogni dei suoi assistiti i minuti di assistenza nell’arco di un turno di lavoro, cosĂŹ un sistema sanitario dovrebbe essere in grado di rispondere a ciascuno, ovvero secondo i bisogni di salute delle persone. Il Consiglio d’Europa dichiara che, la “responsabilitĂ essenziale dell’infermiere è di assicurare

un’assistenza personalizzata e globale all’individuo, alla famiglia, alla comunitĂ â€?. Ora, se riettiamo su questa deďŹ nizione ci possiamo rendere conto di quale sia la sua portata etica e di come recuperi il senso piĂš autentico della professione. L’infermiere non è piĂš solo incaricato di garantire le prescrizioni mediche ma è colui che, stando accanto alla persona malata, quotidianamente, ne rileva i bisogni sia in ambito ďŹ sico sia in ambito psicologico e

sociale, diventando l’interprete responsabile di fronte all’Êquipe sanitaria. Ăˆ sempre piĂš evidente il ruolo di contatto e mediazione che esplica nei confronti dei familiari, soprattutto nelle cure di ďŹ ne vita. Esiste un intreccio fra la dimensione etica personale e la dimensione strutturale o sistemica. L’etica professionale va rapportata all’etica del sistema (sanitario, economico, sociale) per dare valore alla persona, al lavoro, alla qualitĂ della vita. (Stefano Bazzana)

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ntorno alla proiezione dell’immagine del “buon governoâ€? affresco di Ambrogio Lorenzetti del governo dei nove di Siena si è sviluppata l’assemblea provinciale di presentazione delle liste dei 12 candidati sindaci alle elezioni amministrative al voto del Partito democratico. Nell’aula magna Capretti dell’istituto Artigianelli si sono riuniti di buon mattino molti degli esponenti locali del pd, tante le facce giovani che hanno riempito la sala. Il partito ha scelto molte e variegate alleanze nei diversi territori, una sfida che in precedenti esperienze non ha sempre dato buoni frutti. Una scelta precisa di non arretramento, sottolinea invece il segretario provinciale Pietro Bisinella, che ha inteso le molte alleanze e molte liste civiche come un modo per dare la precedenza alle persone, alle comunitĂ e ai loro specifici bisogni che solo una pluralitĂ di intenti può accogliere e sostenere. “Alleanze variabili perchĂŠ in un momento in cui la politica è in crisi c’è un maggiore bisogno di esserci con stili e comportamenti che persone possano capire, condividere e sostenere, atteggiamenti nei quali sia possibile per il cittadino riconoscersiâ€?. L’alleanza, anche con le liste civiche, è stata fatta perchĂŠ ogni Comune ha potuto scegliere in maniera autonoma

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paesi. A sostenere la tesi della necessitĂ del cambiamento e della indispensabile accettazione della responsabilitĂ in tempi di crisi molti illustri ospiti dall’ex sindaco e parlamentare Paolo Corsini all’onorevole Pierangelo Ferrari che hanno sostenuto i candidati consapevoli delle molte diversitĂ che si sono unite, ma forti della qualitĂ delle persone che fa la differenza. SarĂ necessario sedersi intorno a un tavolo e cercare insieme le soluzioni ottimali ai problemi locali perchĂŠ vi è differenza e lo sanno bene le varie coalizioni, tra il programma presentato in campagna elettorale e ciò che ci si ritrova ad affrontare giorno per giorno. Ciò che può di certo essere un problema, le divergenze, deve essere trasformato in una risorsa dalla quale far sorgere soluzioni innovative, questa la piĂš grande sfida. “Il Partito democratico − ha detto Pietro Bisinella − è stato un punto di riferimento nei territori e i suoi amministratori hanno dato l’esempio di come si fa buona politica ecco perchĂŠ le realtĂ civiche, Sinistra e libertĂ , Italia dei valori e Unione di centro hanno scelto di aggregarsi. Oggi piĂš che mai è importante riconnettersi alle realtĂ locali perchĂŠ attraverso queste passa la ricostruzione del Paese e del rapporto tra cittadini e politicaâ€?.

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‡Â?‡†‡ŽŽ‘ ƒ Ž‡œ‹‘Â?‡ †‹ ‹—•‡’’‡ ”‹‰‘ ƒ‰Ž‹ •–—†‡Â?–‹ Alla Scuola Bonsignori di Remedello, Giuseppe Frigo, uno dei 15 giudici della Corte Costituzionale, ha tenuto una conferenza nell’ambito del programma ministeriale “Cittadinanza e Costituzioneâ€? approfondendo “La Costituzione e l’agricolturaâ€?. La scuola sul conďŹ ne tra Cremona, Mantova e Brescia ha visto tra gli ospiti diversi sindaci mantovani e bresciani. A ďŹ anco di Frigo a introdurre c’era il dirigente dell’Istituto Venceslao Boselli, il

moderatore docente Rocco Resta e la prof.ssa Federica Di Cosimo. Il giudice Frigo soddisfatto, incoraggiando il prof. Rocco Resta e la scuola nell’avviare percorsi formativi sulla Costituzione si è rivolto agli studenti ricordando che “la Costituzione è il miracolo dei nostri padri costituenti che ci unisce in un unico popolo di persone, prima che cittadini, al di lĂ delle divisioni e scontri politiciâ€?. Sia il prof. Frigo che la prof. ssa Dicosimo si sono soffermati

molto sul valore della Costituzione che dovrebbe essere insegnata alle superiori. Il giudice Frigo ha focalizzato l’attenzione sulla attualitĂ della Costituzione deďŹ nita come “superleggeâ€?. Ha invitato i giovani a non farsi prendere dal pessimismo ma a coltivare lo studio e l’impegno nella vita sociale e nei partiti. La stessa Costituzione parla nello speciďŹ co anche della proprietĂ privata e dell’agricoltura, pane dei nostri avi. Le piccole e medie aziende agricole sono

salvaguardate dal fallimento economico che non ha implicazioni legali, le aiuta (art.44). Rispondendo alle domande degli studenti ha sottolineato che la Costituzione può essere cambiata in quanto vangelo laico ma con un’attenzione alle procedure che la stessa prevede. Cosi come il dichiarato fallimento dell’imprenditore agricolo (è questa la notizia) potrebbe essere modiďŹ cato e perseguito per vie legali: diversi sono i ricorsi presso la Corte costituzionale.

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partita la realizzazione dell’impianto di depurazione di Torbole Casaglia, un impianto destinato a servire, attraverso un sistema di collettamento di oltre 25 chilometri, nove Comuni e 70mila abitanti. Un progetto tra i piĂš importanti nel Piano dell’autoritĂ d’ambito perchĂŠ risolutivo delle criticitĂ strutturali e impiantistiche dell’attuale sistema depurativo dell’area e funzionale al risanamento ambientale del Torrente Gandovere. L’opera, che ha un costo di circa 25 milioni di euro, verrĂ realizzata dalla societĂ â€œGandovere Depurazioniâ€? mediante project financing. L’AutoritĂ d’ambito, nel corso del 2011, ha contribuito alla definizione dei rapporti di regolazione economica con Aob2, gestore del servizio nell’area ovest, consentendo in questo modo di sbloccare i finanziamenti da parte degli istituti bancari. L’assessore provinciale all’Ambiente, Stefano Dotti (giĂ presidente del Cda

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dell’Aato) e Marco Zemello (direttore dell’AutoritĂ ) hanno sottolineato come questa nuova iniziativa confermi il ruolo attivo svolto fino ad oggi dall’AutoritĂ d’ambito per creare le condizioni di ripresa d’investimento nelle infrastrutture idriche. L’ambito bresciano si è particolarmente distinto a livello regionale avviando un sistema virtuoso di gestione che ha consentito di ottimizzare i costi operativi e di realizzare ad oggi oltre 100 milioni di euro di opere e impianti. Contenendo il piĂš possibile l’impatto tariffario nei confronti dell’utenza anche attraverso forme di articolazione e modulazione della tariffa che hanno favorito gli usi domestici e i consumi essenziali. L’organizzazione gestionale del servizio idrico su scala d’ambito permette infatti, nonostante la difficile congiuntura economica, di far fronte ad investimenti che i Comuni da soli non sarebbero in grado di sostenere. Nel settore della depurazione sono presenti le criticitĂ piĂš rilevanti, è ancora assente in parte della provincia e, dove è presente, è spesso carente in termini quali/quan-

titativi. Parte del territorio lombardo, comprese aree della nostra provincia, è finito inoltre nel mirino dell’Unione europea che ha avviato una procedura d’infrazione. Sono i motivi per cui l’AutoritĂ d’Ambito approvando il Piano di investimenti per il triennio 20112013 ha destinato la parte piĂš cospicua del budget a disposizione per il settore depurazione. Nell’area ovest sono previsti investimenti per oltre 75 milioni di euro di cui fin qui realizzati piĂš di 15 milioni. Oltre a questo impianto stanno procedendo spediti i lavori a Rovato sull’impianto di depurazione e sulla rete di collettori per la Bassa Franciacorta, opera di grande rilevanza progettata a servizio di otto Comuni. L’intervento consentirĂ la dismissione di sei piccoli depuratori comunali, ormai inadeguati per garantire un livello ottimale di depurazione degli scarichi, e la posa di 18 km di collettori fognari. Il 2012 infine segnerĂ l’avvio di altri due impianti di depurazione, uno a Barbariga di importo di quasi sei milioni di euro, l’altro a Borgo San Giacomo per circa 3 milioni di euro.


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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ ŽŽƒ …ƒ”‹…ƒ ’‡” ˜‹˜‡”‡ ‡”‹†Ö Tutto pronto per la 16ÂŞ edizione di Seridò, la grande manifestazione per i bambini e le loro famiglie che fino al primo maggio farĂ divertire le migliaia di bambini che arriveranno da ogni parte d’Italia per la tanto attesa manifestazione. Salti, balli, giochi, disegni, teatri, cavalli, musica, barchette, nulla manca per una giornata di puro divertimento. Anche l’edizione 2012, che si svolgerĂ nei giorni 21, 22, 24, 25, 28, 29, 30 aprile e

1° maggio, metterà a disposizione dei piccoli protagonisti oltre 100 aree gioco: laboratori creativi, spettacoli teatrali, giri a cavallo, barche a vela, gonfiabili, discipline sportive, emozioni, colori e musica. E se dovesse piovere? Nessun problema, Seridò è al coperto e i bambini si possono divertire anche con la pioggia. E per tutti i bambini un appello: portate a Seridò un vecchio libro che non vi piace piÚ, lo potrete lasciare allo stand

di “Libera un libroâ€? e sostituirlo con un altro che non avete ancora letto. Seridò apre alle 9.30 e chiude alle 19, per i bambini fino a 12 anni l’ingresso è libero, mentre il costo d’ingresso per gli adulti è di 10 euro; il parcheggio è gratuito. L’Adasm Fism è l’Associazione che da 10 anni realizza e promuove Seridò. L’Adasm Fism di Brescia associa 268 scuole con circa 20mila bambini iscritti. L’Associazione rappresenta le scuole materne

autonome di ispirazione cristiana della città e della provincia, istituzioni educative che svolgono un servizio pubblico senza finalità di lucro, aperto a tutti i bambini. Sono le scuole piÚ vicine alle comunità locali, perchÊ nate per volere delle stesse, espressione di cultura e valori profondamente radicati. Il programma completo della manifestazione e dei 100 spazi gioco è visitabile al sito www.serido.it.

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i stanno svolgendo presso la parrocchia della NativitĂ di Maria Vergine a Rudiano, le â€?Sante missioni popolari di evangelizzazione passionistaâ€? con il tema “I Discepoli di Emmaus. Lo riconobbero nello spezzare il paneâ€?. SarĂ un periodo spiritualmente molto forte per l’intera comunitĂ , un vero e proprio cammino missionario, dove i discepoli di Emmaus saranno i “personaggi chiaveâ€?. SarĂ un invito, e un aiuto, a riconoscere GesĂš nella vita di tutti i giorni, pur senza vederlo “spezzare il paneâ€?. L’inaugurazione delle stesse è avvenuta domenica 15 aprile con una S. Messa presieduta dal vescovo Luciano Monari. Per 15 giorni tutta la comunitĂ parrocchiale sarĂ invitata a partecipare a Funzioni e incontri con una decina di Padri Passionisti invitati per l’occasione e ospiti di alcune famiglie che si sono rese disponibili a ospitarli per le notti. Tutti i pranzi dei Padri si svolgono presso l’oratorio dove alcune donne volenterose preparano i loro i pasti, mentre per la cena sono ospiti in vari nuclei familiari. La prima settimana si sono svolti momenti di preghiera mattutini con i bambini ed i ragazzi delle scuole, prima dell’inizio delle lezioni. Poi, per l’intera giornata, i Padri hanno fatto visita alle famiglie rudianesi, per concludere le serate con i centri

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incontreranno le varie realtĂ della parrocchia, a cominciare da bambini, mondo del lavoro, anziani e malati. VenerdĂŹ 27 alle ore 20,30 i giovani animeranno una veglia di preghiera intitolata “Una vita donataâ€? e sabato, sempre i giovani dell’oratorio, proporranno alle 20.30 un musical dal titolo “La locanda di Emmausâ€?. Domenica 29, ultimo giorno delle Missioni popolari passioniste, alle ore 16 ci sarĂ la S. Messa di chiusura, la processione e la benedizione della Croce posta in via degli Sportivi, a ricordo delle stesse. La Croce è stata progettata, realizzata e offerta da una famiglia di Rudiano e rappresenta la stilizzazione di una persona che guarda verso il cielo con le braccia aperte e in un gesto implorante e speranzoso (la struttura risulta leggermente inarcata verso il cielo). Su questa croce manca il corpo di Cristo, emblema della resurrezione, ma sono presenti i raggi simbolo della gloria e della speranza. Ăˆ stata realizzata color rosso rubino in quanto colore della Passione, in richiamo al significato di queste Missioni popolari passioniste e alla Passione vissuta da GesĂš Cristo. L’impegno per queste giornate è notevole, da parte di molta gente, ma la soddisfazione per la buona riuscita delle Missioni popolari è immensa anche perchĂŠ la risposta della comunitĂ rudianese è stata finora ottima.

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ƒ˜‡ ‹˜ƒ†‘••‹ ‡ Žƒ •’‡†‹œ‹‘Â?‡ Â?‡ŽŽ‡ ‹Ž‹’’‹Â?‡ Un mese nelle Filippine centrali per la spedizione speleologica “Samar 2012â€? guidata dal navense Matteo Rivadossi, coordinata dal bresciano Claudio Castegnati e formata da altri sei esperti provenienti da Liguria, Veneto e Filippine (il genovese Francesco Vallarino, i veronesi Guido Rossi e Antonio Cortina, il vicentino Stefano Panizzon, i locali Joni Bonifacio e Sherwin Orbeta). Lo scorso 9 aprile è cominciata la carsica avventura del team di otto speleologi nelle

profonditĂ dell’isola di Samar, dove ďŹ no al 3 maggio cercheranno di svelare nuovi segreti. Realizzata congiuntamente dal Gruppo Grotte Brescia “Corrado Allegrettiâ€? e dall’associazione “Odissea Naturavventuraâ€?, la spedizione è partita con un obiettivo: trovare il collegamento fra i maggiori sistemi che erano stati esplorati nella zona di Barruz nel corso di un’altra spedizione nel 2011. Il 15 aprile il gruppo ha raggiunto i 10 chilometri di estensione, tentando di trovare

la fatidica giunzione all’interno dei condotti di Sulpan Cave e MaleHo. Nei giorni scorsi di nuovo il lavoro in due squadre separate, con il raggiungimento delle rapide terminali, prima di un’attenta prospezione nel cuore della grotta fra arrampicate, nuotate e passaggi in anguste strettoie. Giornate di esplorazioni faticose e affascinanti hanno accompagnato la spedizione e nella giornata di venerdĂŹ un rilievo di ben due chilometri e 300 metri. “Abbiamo letteralmente ‘spremuto’

Sulpan Cave – dice Matteo Rivadossi –, cercando di farla diventare la seconda grotta delle Filippine con 11,5/12 km di sviluppo, visto che la giunzione ancora non arriva e che sarĂ davvero impresa ardua da realizzareâ€?. Sulpan Cave ha effettivamente raggiunto i 12 chilometri di sviluppo mentre MaleHo ha toccato i sette chilometri. In attesa che la spedizione possa trovare la giunzione sotterranea, si può lasciarsi incantare dagli scatti visibili sul blog www.ggb.it. (a.a.)

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re giorni di sport, aggregazione, ma soprattutto tre giorni di solidarietĂ made in Brescia contro una patologia ereditaria, cronica ed evolutiva che colpisce maschi e femmine di ogni fascia d’etĂ . Il ricavato andrĂ a favore dei reparti Fibrosi cistica (pediatrico e per adulti) degli Spedali civili di Brescia. Dal 3 al 5 maggio, in programma al Nember Club di Bovezzo coinvolgenti lezioni di zumba, vere e proprie maratone spinning con campioni del ciclismo, esibizioni di body builder, gare di combattimento con professionisti, lezioni all’aperto e al chiuso con alcune delle personalitĂ piĂš eccentriche e di spicco del panorama aerobico, tornei di squash e di ping pong, e divertenti sorprese. A deliziare i palati dei partecipanti le squisite bibite del The Bistrò, l’irresistibile cremeria-gelateria de La Pecora Nera e i magnifici aperitivi dello Shirò Cafè. Eventi collaterali supporteranno la causa, una serata festosa al Dietro le quinte pubblicizzerĂ l’iniziativa, il negozio di articoli sportivi Cheek Point devolverĂ alla causa parte dell’incasso di quei giorni e stamperĂ le magliette create dal genio bresciano del fumetto, Andrea Mutti, in vendita per tutti. Alla manifestazione, inoltre, è correlata una lotteria con ricchii premi messi in

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ai progressi della ricerca nel campo della terapia genetica e molecolare. “Cosa mi ha spinto ha organizzare questo evento? La motivazione − ha dichiarato Alice Nember, organizzatrice della tre giorni − è semplice: un bellissimo rapporto con le dottoresse dei reparti Fibrosi cistica bresciani, la dott.ssa Padoan e la dott.ssa Berlendis alle quali va stima e supporto per la devozione e l’impegno nei confronti di pazienti che debbono affrontare la vita con una limitazione spesse volte enormemente deficitaria. L’aiuto da dare a questi reparti deve essere continuativo e massiccio, perchĂŠ la ricerca, per essere all’avanguardia necessita di fondiâ€?.

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denominato ‘Vol-Arte 2’ e nato da alcune realtĂ locali: oltre al nostro gruppo di volontari sono presenti le associazioni Boyzone, Phtotoclub Lumezzane, Amici dell’Arte, Agesci, ColChIdea. L’intenzione della campagna che stiamo promuovendo negli istituti scolastici è quella di diffondere un’educazione ambientale attraverso un concreto coinvolgimento degli studenti e della popolazione nella pulizia di un tratto del torrente Gobbiaâ€?.

Una giornata di sensibilizzazione ecologica per la quale bisognerĂ dotarsi di stivali e guanti in gomma per ripulire dai riďŹ uti che periodicamente il corso d’acqua valgobbino è costretto a ricevere a causa delle reiterata incuria di molta gente. “Quest’anno – aggiunge Emilio Gozzini – diamo la possibilitĂ agli studenti di segnalarci che cosa vogliono pulire: infatti, la mattina del 12 maggio è dedicata alle scuole, con i volontari della nostra sezione di Protezione

civile pronti ad afďŹ ancare i ragazzi nelle attivitĂ da loro proposte; nel pomeriggio invece i lavori si sposteranno in loco sul Gobbiaâ€?. Una lodevole iniziativa che va a braccetto con quella lanciata dal gruppo Facebook Generazione Lumezzanese con le t-shirt per salvare il Gobbia, sempre acquistabili presso alcuni esercizi commerciali di Lumezzane e i cui proventi servono proprio per interventi di pulizia del torrente come quello del 12 maggio. (a.a.)

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ono 15 anni che la ComunitĂ montana organizza “Verde pulitoâ€?, l’iniziativa ambientale rivolta agli alunni di materne, elementari e medie della Valtrompia che vede solida e collaudata collaborazione con le scuole e il Dipartimento di studio del territorio. Ricordiamo tra l’altro che nel 2006 fu l’occasione per il lancio di “piedibusâ€?, l’autobus umano, formato da bambini “passeggeriâ€? e da due o piĂš adulti “controlloriâ€?. Creò subito entusiasmo e cooperazione tra gli alunni delle scuole, i genitori, le istituzioni e i Comuni. Gli studenti del liceo artistico Teresio Olivelli di Sarezzo realizzarono un logo per il cappellino consegnato ai “viaggiatoriâ€?: ora è “normalitĂ â€? nelle scuole elementari della valle. Cresciuto nel tempo, ora è un contenitore di tre iniziative: il concorso a tema ambientale, diverso ogni anno, con la partecipazione “per classeâ€?; il concorso per il logo della gara podistica “Scorrimellaâ€? organizzata sull’argine del fiume da Gardone a Brescia dalla For, la Fondazione del maratoneta Gianni Poli vincitore della maratona di New York del 1986; infine le due grandi esercitazioni di Protezione civile con la partecipazione dei diversi “numeriâ€? di emergenza (112, 118, ecc.). Il tema scelto per il concorso porta il titolo “La tutela dei boschiâ€?: un modo per ripristinare uno sviluppo sostenibile, prendendo ad esempio un

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per classe (31 l’anno scorso con oltre 700 ragazzi) realizzati in materiale e forme libere (grafici, pittorici, plastici, descrittivi). L’uso del multimediale è ammesso solo a supporto dell’opera principale. Devono avere un titolo ed essere accompagnati da un breve testo descrittivo. Dovranno essere consegnati e sistemati a cura dei partecipanti entro il 3 maggio a Villa Glisenti dove è prevista la mostra dal 6 al 12 maggio e la festa di premiazione di tutti con buoni acquisto per materiale didattico, ogni anno circa 3000 euro. Il concorso per “Scorrimellaâ€? è rivolto ai ragazzi delle medie. Prevede lavori anche individuali: un disegno del logo 15x15 da presentare su cartoncino colorato, con indicazione sul retro dell’autore e scuola di appartenenza. Vanno consegnati all’insegnante di riferimento che li recapiterĂ in ComunitĂ montana. Il logo prescelto dalla apposita giuria, premiato con buono acquisto, sarĂ stampato sulle t-shirt e sulle medaglie della edizione 2012 della gara. I migliori disegni verranno esposti a Villa Glisenti assieme ai lavori del tema di “Verde Pulitoâ€? e nel giorno della gara a settembre. Infine le due esercitazioni coi numeri di emergenza riservate ai ragazzi delle classi filtro: 5ÂŞ elementare o prima media. Una è programmata a Concesio il 5 maggio per le scuole di media e bassa Valle, la seconda per l’alta Valle a Marcheno sabato 19 maggio.

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nel quale gli studenti vivono. Lo scopo è di promuovere una maggiore consapevolezza. La scuola – sottolineano gli estensori del progetto pedagogico – è un presidio fondamentale per innestare le condizioni di una evoluzione culturale orientata alla sostenibilitĂ secondo il principio che “il rispetto dell’ambiente è un rispetto anche di sĂŠâ€?. Gli obiettivi risultano pertanto di ampio respiro: a quelli di ambito educativo e culturale giĂ menzionati, se ne affiancano

altri di natura comunicativa ed organizzativa, realizzabili grazie a precise scelte metodologiche. Doppio il filone dei destinatari: fruitori di primo livello: gruppo di studenti che intraprenderanno un percorso formativo ad hoc per arrivare a trasferire agli altri studenti quanto appreso tramite modalità frontale; fruitori di secondo livello: tutti gli studenti. Al doppio filone vengono aggiunti gli insegnanti. Da subito l’iniziativa esordisce con la consegna dei

contenitori da utilizzarsi da parte degli studenti per la raccolta differenziata all’interno della scuola. Per settembre-ottobre 2012: avvio delle attività formative. Sono previste sei ore frontali, tenute dal personale di Valle Camonica Servizi con il riconoscimento di crediti formativi agli studenti. A corredo dell’iniziativa, si prevede un incontro con gli insegnanti dell’istituto, tenuto dai tecnici del settore ambientale di Valle Camonica Servizi. (e.g.)

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l sistema produttivo dell’Alta Valle Camonica risente della crisi internazionale, ma si sta attrezzando per affrontare le sfide dei prossimi anni. La difficile congiuntura ha costretto a ricorrere al contratto di solidarietĂ la Motori sommersi riavvolgibili (Msr), azienda che produce motori elettrici a Demo di Berzo, impiegando 54 persone. In base all’accordo fra direzione e sindacati dallo scorso 4 marzo e per un anno si effettua una riduzione del 40% del monte di 640 ore lavorative settimanali. CosĂŹ si cerca di mantenere i posti di lavoro in attesa di tempi migliori. In altri casi, invece, il mercato sembra offrire prospettive migliori. Ăˆ il caso della Coster di Edolo, guidata dalla famiglia Magri. La societĂ , attiva il loco dal 1975, produce apparecchi per il controllo dell’energia, automatizzando la gestione di impianti di riscaldamento, condizionamento e climatizzazione. Questa nicchia di mercato, basato sulle commesse per ospedali, case di riposo ed altri edifici pubblici accanto a quelle derivanti da realtĂ private, ha permesso alla Coster di fatturare lo scorso anno circa 20 milioni di euro e dare lavoro a

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In base all’accordo fra Bim, Comune di Sellero e La.Cam tutta la produzione verrĂ concentrata a Sellero con i circa 200 posti di lavoro attuali. L’unitĂ di Demo, ritenuta inadeguata dalla nuova proprietĂ , verrĂ trasferita in un capannone di oltre 4000 mq all’interno dell’area ex-Fucinati della Scianica, messo a disposizione dal Comune. Questi per l’adeguamento della struttura investirĂ 1,3 milioni di euro, mentre il Bim due per l’ampliamento (altri 4000 mq). Da parte sua il Gruppo Brembo metterĂ sul piatto circa 3,5 milioni di euro per avviare la nuova produzione. Il Bim userĂ il proprio avanzo 2011, cioè 1,4 milioni di euro, per avviare l’operazione, proponendosi per altro di vendere (la base d’asta è di 2,7 milioni di euro) a Edolo la palazzina dell’ex-Convitto, oggi usata dalla cooperativa sociale Rosa Camuna.

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'XH FRUL PDVFKLOL LQ XQ XQLFR FRQFHUWR Sabato 28 aprile la chiesa dei Santi Giuseppe e Gregorio Magno della parrocchia di Corna di Darfo ospita un avvenimento culturale e spirituale di grande rilievo: due cori maschili − 60 esecutori − si trovano assieme dopo aver studiato un programma unitario per dare vita ad una serata del ricordo, della commozione, della preghiera. “Maria lassĂšâ€? è il titolo della serata, tratto da un notissimo brano di Bepi De Marzi, che vuole essere un ricordo vivo e presente di tutti gli “Amiciâ€? che sono andati avanti. I cori “La Pinetaâ€? di Costa Volpino e “Vallecamonicaâ€? di Darfo Boario Terme, interpreti della serata, riuniti in un unico grande coro maschile (il piĂš grande del genere oggi in Italia) daranno vita ad un programma importante sul piano tecnico, qualificato su quello musicale e ricco di contenuti su quello interpretativo. Da tre anni i due Cori seguono un programma sostanzialmente analogo e possono essere considerati le due metĂ della stessa mela. Il direttore artistico è il maestro Antonio Puritani, noto musicista camuno, compositore, pianista e direttore di coro, che segue lo sviluppo dell’attivitĂ delle due formazioni. Nella loro vita artistica i due cori mantengono i singoli programmi, le proprie specifiche uscite, i rapporti con i loro uditori. Con la serata di Corna è la seconda volta i che i due cori diventano un solo organismo musicale e danno vita ad una serata che si preannuncia di grande fascino. Voluta inizialmente per ricordare Piera Capitanio, pianista scomparsa 10 anni fa, minata per un’intera vita da un for-

te handicap fisico, ma forte come una quercia nell’affrontare con coraggio l’esistenza, ora torna questo grande avvenimento e con lei sarĂ ricordata anche un’altra grande donna camuna, artista di fama internazionale, Franca Ghitti. La serata inizia alle 20 con la celebrazione della S. Messa animata dal grande coro, che continuerĂ nel concerto “Maria lassĂšâ€?. (Franco Garattini)

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re tematiche di rilievo sociale. Per questo motivo i ricavati dell’evento erano dedicati a tre iniziative di raccolta fondi. Una parte dei fondi è andata alle Suore Adoratrici del S.S. Sacramento di Rivolta d’Adda per la “Missione in Senegalâ€? per poter proseguire la costruzione del villaggio a Marsassoum che, ad oggi, grazie ai fondi raccolti da questa manifestazione ospita piĂš di 90 bambini orfani. Un contributo sarĂ elargito a “Nati per Vivereâ€? un’associazione che promuove l’assistenza ai bambi-

ni nati prematuri. Un ulteriore parte del ricavato sarà devoluto all’Ospedale Mellino Mellini, che con i suoi cinque presidi ospedalieri copre il fabbisogno di prestazione sanitaria di tutta la Franciacorta e dell’Ovest Bresciano, per l’acquisizione di tecnologie innovative necessarie al potenziamento delle azioni di prevenzione dei tumori genitali femminili. L’evento era patrocinato dai Comuni di Chiari, Iseo, Rovato, Erbusco, Corte Franca, Coccaglio, Capriolo, Castegnato, Cazzago, Cellatica,

Paderno Franciacorta, Provaglio d’Iseo, Paratico, Rodengo Saiano, Palazzolo, Cologne, Monticelli Brusati, Passirano, Ome, Gussago, Ospitaletto, Adro, Brescia, Concesio, Rezzato, Orzinuovi e di molti organi istituzionali come l’assessorato allo sport della Provincia e l’assessorato all’agricoltura della Regione Lombardia. Varie le tipologie di macchine che hanno partecipato alla sfilata fra quelle di maggiore rilevanza la presenza di una Ferrari modello 330gt.

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’unione fa la forzaâ€?, ancor di piĂš in tempi di crisi. I Comuni della Franciacorta (Erbusco, Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio di Iseo, Rodengo Saiano e Rovato) hanno deciso di lavorare insieme per lo sviluppo del proprio territorio, lavorando attorno a progetti di “area vastaâ€? attraverso il progetto “Terre di Franciacortaâ€?. Le Amministrazioni comunali, assieme alla Fondazione Cogeme Onlus e ad altre realtĂ produttive, come la Camera di Commercio, hanno deciso di sedersi periodicamente attorno a un tavolo per elaborare un piano strategico. Obiettivo: coniugare lo sviluppo socio-economico e culturale del territorio con la partecipazione pubblico-privata nelle azioni e negli investimenti che caratterizzeranno il futuro della Franciacorta. L’idea è quella di creare un vero e proprio “Sistema Franciacortaâ€? per rendere piĂš coerenti gli obiettivi di sviluppo e le scelte attuative, migliorando la capacitĂ di attrarre investimenti e intercettando finanziamenti come “sistema territorialeâ€?. Tra i Comuni coinvolti si arriverĂ a redigere un piano strategico di area vasta per la Franciacorta

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i primi cittadini coinvolti − significa andar oltre il semplice localismo che spesso contraddistingue i campanili e quindi avvalersi delle sinergie ed economie di scala che la collaborazione e la cooperazione favorisce. Nelle ultime settimane i vari Consigli comunali hanno dato via libera, spesso in maniera bipartisan, al progetto. Ultimo, in ordine di tempo, quello di Erbusco, dove da anni si cerca di mettere assieme il volano turistico delle “bollicineâ€? (proprio a Erbusco ha sede il Consorzio di tutela del vino Franciacorta). “Si sta costruendo la ‘Franciacorta dei Sindaci’ − commenta il sindaco Isabella Nodari − allo scopo di garantire unitarietĂ e uniformitĂ di intenti e decisioni, per poter parlare alle istituzioni sovralocali in nome e per conto di tutti i comuni coinvolti. Unire le singole forze per arrivare ad un bene piĂš grande è un’opportunitĂ che non possiamo perdere per puntare a sviluppare scelte territoriali di qualitĂ : qualitĂ nel vivere, nel lavorarci, nell’azienda, nell’industria, nel vitivinicolo, nel dare servizi, nel migliorare la viabilitĂ , nel recuperare il patrimonio storico-culturale, nel costruire ciclopedonalitĂ , nel trovare sinergie con il privato investitore per creare strutture che possano incentivare il turismo e salvaguardare ambiente e qualitĂ della vitaâ€?.

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ƒ˜ƒ”†‘ ƒ ‹‡”ƒ †‹˜‡Â?–ƒ Dz ‡•–ƒ †‹ Â?ÂƒÂ‰Â‰Â‹Â‘Çł …‘Â? —Â? Â?—‘˜‘ ˆ‘”Â?ƒ– L’esposizione fieristica gavardese viene quest’anno proposta come “Festa di Maggioâ€? in un nuovo format espositivo: tra gli stand è privilegiata l’area gastronomica con spiedo bresciano. Cinque produttori valsabbini si sono uniti per realizzare il “cesto di primaveraâ€? ricco di eccellenze del territorio (salumi, formaggi, farina di mais, confettura biologica) che sarĂ acquistabile in fiera a un prezzo speciale. SarĂ anche possibile assistere dal vivo alla realizzazione

di opere d’arte, grazie alla bottega di scultura di Pertica Bassa e al fabbro d’arte Raimondo Bignotti che assieme a quattro maestri forgiatori realizzerĂ un’opera durante i quattro giorni fieristici. Inoltre la festa di maggio ospita la mostra fotografica di Fiorenza Stefani “Volti per la legalitĂ -Il mio sguardo liberoâ€?, dedicata a quanti ogni giorno si sono battuti e ancora si battono a vari livelli contro un nemico comune: la mafia, la camorra, la ’ndrangheta. Persone

note e meno note; magistrati, scrittori, giornalisti e imprenditori, ma anche insegnanti, sacerdoti, rappresentanti di associazioni e delle istituzioni. La mostra, organizzata dall’associazione culturale “A voce altaâ€? di Napoli, è stata premiata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una medaglia di rappresentanza. La fiera di Gavardo e Vallesabbia, in questa nuova connotazione che vuol richiamare la sagra paesana, sarĂ un evento a ingresso gratuito,

contrassegnato da numerose occasioni di aggregazione in ambito culturale, enogastronomico e di spettacolo. Immancabili infine all’appuntamento le giostre, il luna park e 92 bancarelle di prodotti alimentari e non, lungo il percorso da piazza Aldo Moro a Bostone. La cerimonia per l’inaugurazione della 56ÂŞ edizione della fiera gavardese è programmata per sabato 28 aprile alle 10.15 presso la sede municipale; seguirĂ il corteo con le autoritĂ fino al Palafiera. (e.n.)

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edele a una tradizione millenaria la fiera gavardese si ripropone anche quest’anno nei giorni 2829-30 aprile e 1 maggio. Nata come festa dei patroni Santi Filippo e Giacomo, ha perso nel tempo la sua connotazione religiosa. La sagra di paese fino alla metĂ del Novecento ha mantenuto il sapore medievale della fiera-mercato con: poche bancarelle, l’esibizione di animali strani come il vitello a cinque zampe o l’orso ballerino, il cantastorie che accompagnandosi con la chitarra cantava i fatti d’attualitĂ della cronaca nera o rosa, l’albero della cuccagna installato davanti alla Canonica e le girandole dei fuochi artificiali legate alle ringhiere del ponte. Dopo il trauma del bombardamento, grazie all’operositĂ dei gavardesi, negli ultimi 56 anni la sagra si è evoluta in esposizione fieristica dei prodotti dell’artigianato del ferro e del legno. Gavardo che per l’eccellente produzione dei falegnami e mobilieri era nota come “la piccola Brianzaâ€?, dagli anni Settanta ha perso questo primato e la fiera è diventata esposizione di

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successivi si sono aggiunti nuovi padiglioni tematici. Quest’anno l’evento si propone come una grande festa che coinvolgendo attivamente l’intera Valle Sabbia, il Garda occidentale e la Valtenesi, diventa un’occasione per riaffermare l’appartenenza a un territorio ricco di storia, tradizione, eccellenze, qualitĂ produttive e teso all’innovazione e al progresso. I settori piĂš rappresentativi in mostra sono l’agroalimentare e il fotovoltaico, di cui Gavardo detiene il primato europeo per l’impianto intercomunale di Gusciana. Tra i 100 espositori, per sottolineare l’apertura anche all’Europa, si segnala la presenza di una ditta ungherese. La “Festa di Maggioâ€? 2012 gode del patrocinio di Regione Lombardia, Camera di commercio e Provincia di Brescia, ComunitĂ montana di Vallesabbia e Comune di Gavardo.

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&DYD GL 6DQ 4XLULFR" 8Q QR D SL YRFL L’occasione è nata dal sopralluogo della VI Commissione del Consiglio regionale della Lombardia. La cava, situata nel territorio di Puegnago, ma proprio a ridosso della strada comunale che dal centro di Muscoline conduce al Santuario di S. Quirico, è dismessa e da qualche tempo è oggetto di richiesta in Regione, da parte della Gama Recuperi di Brescia, per un progetto di riqualificazione. Il Comune di Puegnago ha giĂ dato parere favorevole, ma il progetto è fonte di molte preoccupazioni in zona. Sul tappeto, problemi ambientali, legati al tipo di rifiuti che verranno immessi, turistico-culturali, vista la vocazione della zona, con un territorio ricco di pregiate produzioni e di viabilitĂ , perchĂŠ la movimentazione di mezzi e materiali confluirebbe tutta sul territorio di Muscoline dove giĂ vige il divieto di passaggio per mezzi con carico superiore a 3,5 t. “Per noi − spiegano a Muscoline il sindaco Fabrizio Landi e il suo vice Davide Comaglio − l’area è tutelata al 100%, con l’obiettivo di includerla nel Parco delle colline moreniche. Diverse le criticitĂ : a ridosso della cava è costruito un residence che conta 250 unitĂ immobiliari e che ospita per buona parte dell’anno centinaia di persone, il nostro pozzo è situato nelle vicinanze ed è impensabile che la nostra viabilitĂ possa sopportare per anni il transito di centinaia di camionâ€?. L’assessore Valeria Novelli del Comune di Puegnago ha sottolineato la disponibilitĂ ad aprire un tavolo tecnico. Marco Bellini, in rappresen-

tanza della Gama Recuperi, ha chiarito alcuni aspetti del progetto. “Per sottostare ad una nuova delibera della Giunta di Puegnago la cava potrĂ essere riempita solo di terra, rocce di scavo e segagione di marmo e l’ampliamento richiesto, per affrontare i lavori di riempimento in sicurezza, è contenuto e non intacca la tartufaia che confina con la cavaâ€?. Ora la decisione spetta alla Commissione. (v.b.)

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territorio incontaminato, con aree boschive protette, dove non esistono insediamenti produttivi, in condizioni quindi di elevata integritĂ ambientale. La costanza della temperatura alla fonte, della composizione chimico-ďŹ sica e della portata della sorgente contribuiscono a garantire la purezza e la qualitĂ dell’acqua Castello, famosa da sempre per le sue virtĂš salutari, attestate dal 1953 in poi da rigorosi studi chimici, microbiologici e

clinico-farmacologici. Nel 1955 il Ministero della SanitĂ con Decreto nr. 618 del 20/04/1955 ha riconosciuto le qualitĂ salienti e terapeutiche dell’Acqua Castello delle Terme di Vallio. Da allora l’Acqua Castello è apprezzata oltre che alle Terme, sulle tavole di italiani e stranieri. L’Acqua Oligominerale Castello appartiene al gruppo delle acque bicarbonato-alcaline. Gradevole e digeribilissima è ideale per il benessere di tutti i giorni.

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ecarsi alle Terme è una tradizione antica. Il fenomeno termale conobbe infatti proprio durante l’epoca romana un enorme sviluppo e possiamo affermare che il concetto di terme lasciatoci da Roma è quanto di piĂš vicino possibile ad un “luogo di benessereâ€? in senso moderno. Il nostro rapporto con l’acqua è in effetti un rapporto privilegiato. Solo indagando le motivazioni che hanno portato, da sempre, l’uomo a ricercare la salute ed il benessere in questo elemento possiamo comprende l’importanza delle Terme anche nella cultura del XXI secolo. Le Terme come luogo di armonia, dove corpo e mente ritrovano il giusto equilibrio. Le Terme di Vallio, immerse nel verde e nel silenzio di un parco di circa 40mila mq, con la suggestiva pineta e gli ampi giardini ricchi di specie arboree e floreali, favoriscono il contatto con la natura. Il particolare microclima di cui gode la valle rende le Terme di Vallio il

luogo ideale per rigenerare il fisico e lo spirito dallo stress e dalle tensioni della vita quotidiana permettendo di associare alle specifiche cure termali un periodo di rilassante riposo. Due i tipi di cure praticate alle Terme di Vallio in convenzione con il Servizio sanitario nazionale: la te-

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giornaliero della bevuta La terapia inalatoria, particolarmente efficace, consente mediante apposite apparecchiature di far agire gli effetti e far pervenire i principi attivi contenuti nelle acque minerali sulla mucosa delle prime vie aeree. Le Terme di Vallio, inoltre, dispongono anche di un centro benessere che è stato pensato come un’area di riposo e tranquillitĂ . I colori, la cura e la fantasia degli ambienti evocano atmosfere magicamente rilassanti. Molteplici sono i trattamenti offerti dal Centro benessere proprio per soddisfare le esigenze della clientela. Ăˆ infatti lungo e particolareggiato l’elenco dei trattamenti per il viso e per il corpo che il Centro, grazie a qualificati operatori mette a disposizione della sua clientela. Le Terme di Vallio dispongono anche di un sito internet (www.termedivallio.it) in cui sono presenti tutte le informazioni necessarie a chi intende recarsi in Valsabbia per un viaggio all’insegma della salute e del benessere.


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il costo è di 228 euro, e in piĂš c’è l’assistenzaâ€?. Sono tre le iniezioni, la seconda dopo due mesi dalla prima e la terza dopo sei dalla prima. â€œĂˆ importante e assolutamente consigliato – continua la dottoressa – per tutte le donne. La percentuale di successo diminuisce con l’etĂ perchĂŠ il nostro corpo è meno recettivo allo stimolo di anticorpi. Lo consigliamo a tutte le donne per cui resta comunque necessario il pap testâ€?. Questo è l’unico caso fino ad ora in cui si conosca la causa

di un tumore. “Per le dodicenni è gratuito anche se è difficile oggi per alcuni genitori pensare di fare un vaccino il cui beneficio è tra 20 anniâ€? dice Muffolini. La dottoressa incontra i valtrumplini in riunioni pubbliche in cui spiega il funzionamento del virus e del vaccino, offrendo notizie sul nuovo ambulatorio vaccinale di Gardone e sulle altre nuove proposte al servizio della donna. Il prossimo appuntamento è il 10 maggio alle 20.30 a Villa Glisenti a Villa Carcina

fezioni possono essere contratte a ogni etĂ . La Regione Lombardia nel luglio 2010 ha stilato delle linee di indirizzo per la somministrazione del vaccino nell’ambito delle strutture specialistiche ambulatoriali ad un prezzo “socialeâ€? in modo da facilitare l’accesso a questo importante vaccino, consigliato nell’attuale piano vaccinale nazionale. Gli Spedali Civili di Brescia, nel reparto di ginecologia, hanno attivato dall’ottobre dello stesso anno un ambulatorio vaccinale a cui possono afferire tutte le ragazze/donne fino ai 45 anni di etĂ che desiderano ricevere il vaccino e che non hanno potuto usufruire dell’offerta vaccinale gratuito delle dodicenni. A tale

ambulatorio si può afferire previa prenotazione al Cup (030/224466 da lunedĂŹ a venerdĂŹ 8-17.30 ) L’incontro preliminare dĂ la possibilitĂ di interagire con persone esperte nel campo che chiariscono le perplessitĂ e i dubbi relativi a questa infezione e al vaccino stesso.

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om’è noto da tempo i Papillomavirus umani (hpv), e in particolare alcuni ceppi, sono la causa delle lesioni precancerose e del carcinoma del collo dell’utero che colpisce ogni anno un numero considerevole di donne. La ricerca scientifica ha portato alla realizzazione di due vaccini estremamente efficaci, con un ottimo profilo di tollerabilitĂ . Entrambi i vaccini in commercio sono a scopo preventivo, ma non terapeutico. L’obbiettivo primario della copertura vaccinale in Italia è quello delle bambine e adolescenti nate dopo il 1997. I dati

raccolti dai centri vaccinali dimostrano che la risposta della popolazione alla proposta vaccinale è stata insufficiente, determinando una copertura non ottimale: nelle regioni con piĂš alta adesione si arriva al 70%. Il picco delle adesioni nel target primario è stato mediamente alto nel 2007, anno di introduzione del vaccino, per poi diminuire negli anni successivi. Questo può essere dovuto al fatto che i genitori preferiscono posticipare l’opportunitĂ di vaccinare delle bimbe per una malattia a trasmissione sessuale, anche se tale vaccinazione è gratuita, consigliata e priva di effetti collaterali

significativi. Resta il fatto che bisogna fare ancora molto per sensibilizzare la popolazione verso questo vaccino: si stima che se si riuscisse a vaccinare il 70% dell’intera popolazione femminile, si ridurrebbe del 70% l’incidenza del tumore del collo dell’utero, del 78% delle lesioni pretumorali e dell’83% dei condilomi. L’impatto epidemiologico dell’hpv nelle donne nel mondo ogni anno è stimato in circa 530mila casi anno e l’etĂ maggiormente a rischio di contrarre l’infezione è quella compresa tra i 15 e i 19 anni (40%) seguita da quella compresa tra i 20 e i 24 anni (maggiore del 30%) anche se nuove in-

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”‡•…‹ƒ ‡ ’”‘˜‹Â?…‹ƒ ‹ƒ„‡–‹…‹ ‹Â? ƒ••‡Â?„Ž‡ƒ In attesa dell’assemblea provinciale, in programma per il 28 aprile con inizio alle 9 presso l’aula A della facoltĂ di medicina in via Valsabbina, 19 a Brescia, l’associazione provinciale Diabetici ha vissuto altri importanti momenti sul territorio. Il 14 aprile scorso, per esempio, si è tenuta a Palazzolo l’8ÂŞ assemblea annuale della sezione locale dell’associazione. Molti i temi trattati nel corso del momento assembleare, a partire

dal lavoro presso enti e istituzioni per un’opera di sensibilizzazione in ordine alle necessitĂ dei diabetici. Romana Coccaglio, direttrice sanitaria dell’azienda spedaliera Mellino Mellini di Chiari ha dato le opportune rassicurazioni in merito alla continuitĂ dei servizi di diabetologia presenti sul territorio. Particolare attenzione è stata data poi a quei comportamenti che possono prevenire l’insorgenza della patologia o limitarne gli effetti negativi. Luisa Belotti, esperta

diabetologa e animatrice della sezione palazzolese, ha insistito in modo particolare sulla corretta alimentazione, su stili di vita sani ed equilibrati e sul rispetto delle terapie assegnate atte a scongiurare l’insorgere di complicanze anche gravi. Il dott. Stefano Ettori ha presentato una relazione sul tema del diabete mellito, dalla sua diagnosi precoce alla terapia insulinica. La relazione è stata corredata dalla proiezione di dipositivie.

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’azienda ospedaliera di Desenzano ha avviato, lo scorso 16 febbraio, una nuova collaborazione per il servizio di pulizie e per la raccolta e smaltimento dei rifiuti della durata di nove anni e del valore complessivo di quasi 27 milioni di euro. Sulla scorta delle esigenze evidenziate nel corso degli anni e per garantire un maggior livello di sanificazione ambientale in tutti i locali, il piano lavori è stato arricchito con importanti novitĂ . Oltre alle consuete pulizie quotidiane delle stan-

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quattro volte al giorno, dei bagni delle aree comuni, sette giorni su sette. Anche gli strumenti di lavoro sono stati innovati e migliorati, in coerenza con l’attenzione all’ambiente che caratterizza l’azienda. Nella valutazione delle offerte formulate dai concorrenti e nella stesura dei documenti contrattuali è stata posta particolare attenzione al rispetto dell’ambiente. In tale ottica l’appaltatore è obbligato ad utilizzare prodotti ecocompatibili che non contengono sostanze tossiche, pericolose per l’ambiente e per la salute di operatori e degenti.

Anche per quanto riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sono state inserite alcune piccole migliorie dettate dalle innovazioni, anche tecnologiche, che l’azienda ospedaliera ha adottato negli ultimi anni. Si tratta sostanzialmente di nuovi contenitori per la raccolta, che vanno ad integrare quelli giĂ presenti da tempo, che permettono di gestire in modo codificato e piĂš funzionale tutti i rifiuti prodotti. La raccolta differenziata tramite contenitori suddivisi per tipologia di rifiuto è una realtĂ presente negli ospedali dell’Azienda

Ospedaliera dal 2000 e ha permesso di raggiungere, nel corso degli anni, una razionalizzazione delle risorse realizzando un risparmio economico importante e salvaguardando, nel contempo, anche l’ambiente. “La pulizia dei locali e la corretta gestione dei rifiuti – dichiara il direttore generale Fabio Russo – sono fattori estremamente importanti per una struttura sanitaria. Abbiamo quindi voluto migliorare ulteriormente questi servizi per garantire ai nostri pazienti un livello di sanificazione e sicurezza ottimale.�


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afďŹ ancato in anni recenti quello di Brescia) a ciclo completo, tecnologicamente avanzati e strategicamente dislocati sul territorio che utilizzano sia sistemi di stampa tradizionale che nuovissimi macchinari per la produzione on demand in digitale. In entrambi i centri produttivi sono presenti reparti di graďŹ ca, prestampa, confezione e l’esecuzione del lavoro è garantito da un team di risorse in costante formazione e aggiornamento

professionale, supportate da una dinamica rete commerciale. Una delle principali caratteristiche della TipograďŹ a Camuna è quella di saper ascoltare le esigenze del cliente, fornendo risposte rapide e qualiďŹ cate per soddisfare ogni richiesta, compresa quella relativa alle tematiche ecologiche. Una caratteristiche che dalla sede originaria di Breno (in via Mazzini, dove ha sede anche la cartoleria) è “scesaâ€? sino a quella di Brescia, in via Soldini.

attraverso corsi proposti dall’Atab (Associazione tipografie artigiane bresciane) di cui fa parte. Ultimo arrivo in questa piccola realtà è un nuovo sistema per stampe digitali, che permette la realizzazione di ottima qualitĂ su tutti i tipi di carta, differenziandosi per il formato e la grammatura che è possibile raggiungere: 1,20 m. fino a 250/300 g. (ad esempio per cartelle con tre o piĂš ante in cartoncino). Anche in questo caso questo giovane team ha posto attenzione ad ogni piĂš piccolo particolare, affiancando alla macchina un software di gestione colore leader nel settore, per avere una maggior precisione

in ambito di cromia. Si rivolge non solo ad aziende, a privati ma come service ad altre tipografie o studi grafici. La familiaritĂ , la disponibilitĂ , la professionalitĂ , la creativitĂ di questa giovane impresa vi aspettano a Bedizzole.

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Bedizzole è presente da piÚ di 30 anni una piccola realtà artigianale a conduzione familiare. Da 10 anni a condurla sono tre fratelli, un team giovane e dinamico, che sta affrontando questo periodo di crisi, che coinvolge molti settori in tutto il Paese, puntando sulle nuove tecnologie. Nel settore delle arti grafiche, già da parecchi anni, si sta facendo spazio la stampa digitale, per la richiesta di basse tirature di qualità sempre in aumento. La Tipolitografia Be-

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rardi cerca di proporre con professionalitĂ tutti i tipi di stampa, assecondando al meglio le richieste che le vengono poste. Ăˆ possibile infatti trovare ancora la stampa tradizionale tipografica a caratteri mobili, ormai antica, ma non obsoleta a loro avviso, per la realizzazione di stampati di pregio, partecipazioni per eventi e cerimonie, rilievi e sovrastampe, abbinata all’utilizzo di supporti particolari come la carta “fatta a manoâ€?. Per il settore commerciale, industriale e quindi per quantitativi maggiori, è presente la stampa li-

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tografica. Ogni fase del processo produttivo viene seguito meticolosamente: dalla qualitĂ dei materiali scelti, con la proposta di tipologie di carta selezionate e innovative, alla finitura, alla confezione, con una selezione accurata dei fornitori. Ăˆ stato inserito un plotter per la stampa e taglio grande formato, per la realizzazione di adesivi, vetrofanie, decorazioni per automezzi, poster e riproduzioni su tela. Valore aggiunto dell’azienda è la consulenza, progettazione e creazione Grafica, grazie al continuo aggiornamento mantenuto anche

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–ƒ„ ‘Â?•‹‰Ž‹‘ ‰‹‘˜ƒÂ?‡ ‡ ’”‡•‹†‡Â?–‡ ”‹…‘Â?ˆ‡”Â?ƒ–‘ Il gruppo dei tipograďŹ Atab (afďŹ liato all’Associazione artigiani) da spazio ai giovani tipograďŹ per continuare l’esperienza di crescita professionale e di valori caratteristica fondante di 36 anni di attivitĂ . Il neo eletto consiglio provinciale (nella foto) annovera ben sette giovani su 15 componenti, chiaro segnale per dare nuovo impulso al futuro associativo. Nel corso dell’assemblea, che ha riconfermato alla presidenza Lino Lumini, sono state affrontate le numerose problematiche che

travagliano in particolare in questo periodo storico le imprese graďŹ che e ripercorse le attivitĂ svolte dalla categoria lo scorso anno. Un anno caratterizzato dalle manifestazioni di celebrazione del 35° anniversario di fondazione con la presentazione di un volume commemorativo prodotto. “Siamo arrivati ďŹ no ad oggi – ha spiegato Lumini – perchĂŠ abbiamo messo da sempre professionalitĂ del lavoro e dignitĂ delle condizioni per tutti al primo posto e negli anni abbiamo

raccolto successi importanti a tutti i livelliâ€?. Per Lumini “la formazione è sempre stata uno degli aspetti su cui abbiamo puntato per fare della nostra associazione un punto di riferimento sicuro e afďŹ dabile per tutte le imprese del settoreâ€?. Per questo l’Atab ha organizzato corsi di aggiornamento su tutte le piĂš moderne tecniche di stampa. “L’associazione – ha detto Lino Lumini – ci ha permesso di superare quegli steccati legati al mercato e alla concorrenzaâ€?.

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al 1976 è punto di riferimento per chi, nel Bresciano, si occupa di stampa. In quel periodo, in Italia, il clima sociale non era dei piĂš sereni, e si vivevano momenti di grosse conflittualitĂ , a volte difficili da gestire. Ogni singola ditta si trovava sola in mezzo ad un mondo del lavoro sempre in continua crescita ed evoluzione. Da una conversazione tra il cav. Giuseppe Nava con Lino Lumini, nasce il desiderio di unire il maggior numero di tipografi artigiani in un’associazione capace, oltre che garantire un peso maggiore alle proprie esigenze, di dare valori sociali fondati sul lavoro e sul rispetto dell’altro, anche in un rapporto di concorrenza. Ecco quindi l’organizzazione di un primo incontro tra un gruppo di tipografi presso l’Associazione artigiani nell’ufficio del direttore Lino Poisa, che con la sua straordinaria volontĂ e competenza, li incoraggiò garantendo tutta la collaborazione necessaria. Ne scaturĂŹ una prima assemblea aperta a tutti,

venne steso un primo programma di lavoro e venne scelta come sede uno degli uffici dell’Associazione degli artigiani in via Vittorio Emanuele 1. L’anno successivo, il 14 dicembre 1977, dopo qualche mese di funzionamento, nacque, dal punto di vista legale, l’Associazione tipografi ar-

ÂŽ Â?‘Â?‡Â?–‘ ƒ••‡Â?„Ž‡ƒ”‡ Šƒ ”‹ƒ––—ƒŽ‹œœƒ–‘ ‹†‡‡ ‡ ’”‘‰‡––‹ •— …—‹ ͛͞ ƒÂ?Â?‹ ˆƒ Â?ƒ•…‡˜ƒ ÂŽÇŻÂƒÂ•Â•Â‘Â…Â‹ÂƒÂœÂ‹Â‘Â?‡ tigiani bresciani che il 25 febbraio scorso, ha rinnovato il suo consiglio. “L’assemblea – afferma Lino Lumini riconfermato alla presidenza – ha rinsaldato quel clima di amicizia che ci ha permesso di crescere e domare il vorticoso aggiornamento tecnologico che ha riguardato la categoriaâ€?.

Attraverso mirate visite tecnologiche l’Associazione ha sempre dato l’opportunitĂ ai soci di toccare con mano le evoluzioni e approfondire le nuove opportunitĂ offerte dal mercato. Si parlava di rinnovamento fortemente auspicato anche da Lumini. “Pur continuando a dare la mia disponibilità – a continuato Lumini – è importante che ci sia uno svecchiamento all’interno degli organi sociali con persone che portino idee e volontĂ piĂš graffianti tipiche dei nostri giovani cresciuti all’interno delle nostre aziende. Nel solco tracciato c’è la certezza che le nuove generazioni sapranno non solo continuare ma anche essere protagonisti nel mondo dell’arte tipografica e determinati a raccogliere le nuove sfide nel rispetto e salvaguardia dei veri valori della vitaâ€?. Una scelta fondamentale della storia e della vita dell’Atab che è stata colta e messa in atto per il futuro di un’associazione vitale e operosa che, da 36 anni, si riconosce nell’Associazione artigiani di Brescia.



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In quel tempo, GesĂš disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dĂ la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perchĂŠ è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, cosĂŹ come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perchĂŠ io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mioâ€?.

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nteresse. Non ci sono buoni o cattivi pastori ma un solo pastore; gli altri sono mercenari. GesĂš non indica un’altra strada e solo in seguito i Padri della Chiesa hanno parlato di pastori al plurale per indicare le guide della comunitĂ . GesĂš pretende di essere l’unico pastore, come l’unico maestro. E ha ragione. Almeno guardando i risultati che fanno balzare (purtroppo) agli occhi degli uomini le inadeguatezze, le debolezze e gli errori dei “pastoriâ€?, tanto che ne viene coinvolto anche il pastore, Lui, come se, invece di far alzare l’ideale delle guide si abbassasse il valore dell’unico pastore. So di essere provocatorio: smettiamo – noi preti – di farci chiamare pastori e di indicare il nostro servizio come “pastoraleâ€?. Costringiamoci ad essere solo guide che seguono l’unico pastore. Togliamoci la responsabilitĂ della salvezza e gettiamola addosso a Lui. Potrebbe darci una serenitĂ spirituale e un distacco sano da quello che facciamo, potrebbe allontanarci

*HV QHO YROWR GL XQ JLRYDQH Pochi giorni or sono, i postulanti tornano dal volontariato all’Hospice alquanto scossi: un giovane ragazzo di 22 anni sta morendo. Le notizie giungono a spezzoni: è stato trovato agonizzante sui marciapiedi. Si cercano i parenti, poi si scopre che è bielorusso e adottato da una famiglia italiana. La mattina dopo la notizia della sua morte e allora ci organizziamo per un rosario al suo capezzale. Entriamo nella stanza dell’obitorio, Andrej è vestito e coperto da un lenzuolo bianco sopra il quale la mano gentile di una volontaria ha posto una rosa rossa. Dietro di lui la statua del Sacro Cuore e tra le mani oltre alla coroncina del rosario l’immagine di GesĂš mise-

ricordioso. Le labbra socchiuse lasciano intravedere la dentatura. Una suora mi confida che mentre lo lavavano e curavano, lui rispondeva “Come siete gentiliâ€?. Il giorno dopo ci siamo recati in gruppo per la liturgia di commiato, c’erano anche i genitori adottivi. In molti si piangeva. Andrej era uscito da poco dal “collegioâ€?, cosĂŹ chiamava il carcere, forse rimando all’infanzia trascorsa nell’orfanotrofio. Tanta gente, in silenzio: molti volontari che l’avevano aiutato nella sua vita disordinata. Qualcuno ha detto che spesso lo si vedeva piangere e rifiutare l’aiuto che gli veniva offerto. Lo abbiamo raccomandato a GesĂš misericordia ma in fondo era lui GesĂš, GesĂš era lĂŹ sotto

quel lenzuolo, in quella scena da Compianto. Non è mai rimasto solo. Luca nel suo Vangelo narra che GesĂš giunto alla porta della cittĂ di Nain, incrocia un corteo funebre e vede una donna rimasta vedova piangere la morte dell’unico figlio. GesĂš piange. La statua del Sacro Cuore posta dietro ad Andrej diceva proprio questo: GesĂš si toccava il cuore per indicarci i suoi sentimenti e noi tutti provavamo lo stesso sentimento: il dolore per un giovane morto, abbandonato e curato dalle mani amorose di alcune suore. Un figlio pianto, anche se non nostro. Orfano da vivo, ma figlio di tanti da morto: la compassione e la caritĂ ci rendono in qualche modo genitori.

dall’eccesso di attivismo e dai “guaiâ€? che derivano dalla tentazione di fare senza controllo e che ci espone al pericolo di diventare mercenari solo perchĂŠ reclamiamo quello che non è nostro. Guardo a quanto è bella la vita della Chiesa quando il pastore è Lui e quanto è sinfonica la sua vita quando tutto diventa opera sua e noi siamo le sue mani e i suoi strumenti e non i suoi faccendieri e i suoi portavoce. Mi spaventa sentire mescolati agli affaristi del mondo i nomi di alcuni che si dicono pastori, che sfoggiano titoli sonori per accompagnarsi a chi sfoggia titoli sonori. Anzi mi fa paura. PerchĂŠ porta confusione tra il Pastore e noi che finiamo di essere solo poveri mercenari quando ci fingiamo pastori. CosĂŹ anche Lui passa per mercenario e non c’è rimedio quando si sporca la Sua immagine. Corriamo il pericolo di distorcere la via della salvezza, di allontanare invece di avvicinare, di togliere l’occasione di incontrarlo invece di provocarla. Non è polemica perchĂŠ davanti a

tutti metto me stesso e critico me stesso. Mi chiedo: che Cristo faccio vedere io? Anzi: che Cristo lascio trasparire dal mio essere e dal mio fare? E ho paura perchĂŠ so che potrei far andare le Sue pecore in una direzione che non è quella che Lui vuole solo perchĂŠ io sono io e non Lui. Purtroppo. Come vorrei sparire quando parlo e quando faccio, e quando mi muovo e quando sono, e lasciare che ci sia Lui. Ma non ci riesco. E metto in pericolo il Suo gregge... tutte le volte che sono troppo io. Mi basterebbe essere guida per qualche tratto di strada e correre dietro a Lui. Com’è difficile. E ci provo. E mi accorgo che mi importa delle Sue pecore, perchĂŠ sono Sue e non mie. E non voglio essere mercenario, anche se il gregge Suo è spesso ribelle e sembra non capisca la strada, che si disperda invece di andare verso l’unico ovile. Ma non sono io a tracciare la strada e a scegliere il cammino. Ăˆ Lui che dĂ la vita e questo solo basta. Seguirlo per primo, questo basta. Per tutta una vita.


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è mutatoâ€?, scriveva il teologo italo-tedesco. A fronte di una resurrezione che non ha cancellato i segni della crociďŹ ssione, GesĂš è vivo ed incarnato, al punto di mangiare normalmente il pesce arrostito che gli viene offerto. Tale pesce arrostito, secondo San Gregorio Magno, non è altro che il simbolo ardente della “passione di GesĂš mediatore tra Dio e gli uominiâ€?. Sono proprio questi “segni molto realisticiâ€? che aiutano i discepoli a superare il “dubbio inizialeâ€? sulla

resurrezione, comprendendo cosĂŹ le profezie veterotestamentarie (cfr. Lc 24,44). Cristo è presente tra noi, anche nell’eucaristia, come testimoniano i discepoli di Emmaus, che lo riconoscono “nello spezzare del paneâ€? (cfr. Lc 24,35). Come affermava San Tommaso d’Aquino “è necessario riconoscere secondo la fede cattolica, che tutto il Cristo è presente in questo sacramento‌ perchĂŠ mai la divinitĂ ha lasciato il corpo che ha assuntoâ€?. Poco prima della recita della preghiera mariana,

ha esortato i parroci, i genitori e i catechisti a “preparare beneâ€? i bambini al sacramento della prima comunione che, generalmente, si amministra durante il tempo pasquale. La prima comunione è una “festa della fedeâ€? che va preparata “con grande fervore ma anche con sobrietĂ â€?. Un giorno che “rimane giustamente impresso nella memoria come il primo momento in cui‌ si è percepita l’importanza dell’incontro personale con GesĂš (Sacramentum caritatis, 19)â€?.

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rnesto Olivero, fondatore del Sermig-Arsenale della pace di Torino, è stato ospite, nei giorni scorsi, dell’ultimo appuntamento del ciclo d’incontri di riflessione “Oltre l’utopia percorsi di speranzaâ€? promosso dai Missionari comboniani e dal Centro missionario diocesano e giunto quest’anno alla 6ÂŞ edizione. Tema della serata “mettersi in discussioneâ€? in particolar modo come comunitĂ cristiana. Di fronte infatti alla povertĂ , alle situazioni di disagio sociale, di crisi, di violenza in cui vivono molte persone non possiamo far finta di nulla, non possiamo rimanere in silenzio. “Dobbiamo prendere coscienza, guardarci attorno, uscire dal nostro guscio − ha sottolineato padre Enea Mauri responsabile dei Comboniani − dobbiamo essere capaci di sognare un mondo diverso. Dobbiamo vedere il bello e il positivo nel mondo di oggi e in particolare domandarci quanto incidono le parole ‘solidarietà ’ e ‘condivisione’ nella nostra vita? Per poter iniziare uno stile di vita diversoâ€?. Ernesto Olivero nel suo intervento ha richiamato la nascita ed alcuni passaggi della storia del Sermig sottolineando l’impegno a fianco dei poveri e degli emarginati, per la pace e per costruire un mondo migliore partendo dall’insegnamento del Vangelo. Il Sermig (Servizio missionario giovani) fondato nel 1964 da Olivero e da un gruppo di amici con lo scopo di “eliminare la fame e le guerre nel mondo e combattere le ingiustizie coinvolgendo i giovani, rendendoli protagonisti nella costruzione del pre-

sente e del futuroâ€?. Oggi è conosciuto in tutto il mondo come l’Arsenale della pace, l’arsenale dei giovani, una casa sempre aperta che accoglie, un luogo di formazione, di dialogo, un monastero metropolitano. Sul modello dell’Arsenale della pace di Torino sono nati l’Arsenale della speranza in Brasile e l’Arsenale dell’incontro in Giordania. Migliaia di volontari sono impegnati nelle diverse attivitĂ del Sermig a favore di chi è in difficoltĂ . “Come narra il Vangelo − ha esordito Olivero − camminiamo tutti lungo la strada da Gerusalemme a Gerico, tutti troviamo il ferito, il bambino di strada, il carcerato, lo straniero e come nel Vangelo tutti possiamo essere tra quelli che vedono il ferito e passano

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modo diverso e diventeremo persone diverse da quello che immaginiamoâ€?. Nella parte finale dell’intervento Olivero ha parlato della Chiesa e del ruolo dei giovani nella societĂ . Secondo il Fondatore del Sermig i giovani sono all’ultimo posto, sono i piĂš poveri tra i poveri, la societĂ li ha “riempiti di nienteâ€?, li ha derubati della fiducia, della speranza, per questo al Sermig sono al primo posto, si cerca di ridare loro fiducia, dialogo e testimonianza. Alla centralitĂ dei giovani si aggiunge, secondo Olivero, l’importanza della catechesi dovrebbe esserci infatti un “catechismo permanenteâ€? che ti accompagna nelle diverse fasi della vita, questo aiuterebbe soprattutto nei momenti di crisi, di lutto, di difficoltĂ familiare. “La catechesi è tutta la vita − ha rimarcato Olivero − noi abbandoniamo i ragazzi nell’etĂ piĂš difficile, l’adolescenza questo è terribile; il catechismo dovrebbe proseguire anche dopo la cresima e dovrebbe essere bello e interessanteâ€?. Per maggiori approfondimenti sull’attivitĂ del Sermig è possibile consultare il sito www. sermig.org. Il Sermig (Servizio missionario giovani) è nato nel 1964 da un’intuizione di Ernesto Olivero e da un sogno condiviso con molti: sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo, vivere la solidarietĂ verso i piĂš poveri e dare una speciale attenzione ai giovani cercando insieme a loro le vie della pace. Dai “SĂŹâ€? di giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache è nata la FraternitĂ della speranza, per essere vicini all’uomo del nostro tempo e aiutarlo a incontrare Dio.

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6ILGH GHOOD &DULWDV LQ YHULWDWH Il libro “Ripensare lo sviluppo. SďŹ de e prospettive dalla Caritas in veritateâ€?, (Vita e Pensiero, Milano 2011) si colloca nell’orizzonte dello sviluppo umano integrale che, sottolineato da Paolo VI (vedi foto) nella Populorum Progressio, ha avuto un’acuta e lungimirante ripresa nella Caritas in veritate. Il volume raccoglie una serie di saggi stimolanti per ripensare lo sviluppo alla luce dell’enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate

e merita una lettura approfondita per cogliere, come nell’intento degli Autori, le sďŹ de e prospettive del Magistero della Chiesa. Nell’introduzione al libro i curatori “hanno guardato al di lĂ degli aspetti esclusivamente tecnici, nella convinzione che le cause del sottosviluppo non siano primariamente di ordine materiale e che il mondo soffra anche – e forse soprattutto – per ‘mancanza di pensiero’ “, come oltre 40 anni fa giĂ aveva intuito Paolo VI

nella Populorum Progressioâ€?. Sulla scorta di queste due importanti Encicliche, gli autori hanno voluto cosĂŹ apportare un contributo che permetta di ripensare lo sviluppo nell’ottica del bene comune, ovvero di quel bene che è rivolto a tutta la persona ed a tutte le persone. Ciascun saggio non è solamente utile ai cosiddetti “addetti ai lavoriâ€?, ma anche a chi cerca con passione di interpretare rettamente la dottrina sociale della Chiesa.


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Egr. direttore, alcune riflessioni dopo la serata di Odolo del 16 aprile. Ben costruita l’analisi della situazione e l’individuazione delle cause che portano al distacco dalla fede. La società evolve e richiede un discernimento sempre piÚ attento. Le proposte per agire sembrano muovere in una buona direzione. Quanto detto riguardo la costituzione delle unità ha confermato la positività del cammino intrapreso nella nostra

comunitĂ di Vobarno. Seppur con fatica, ma con riscontri favorevoli, da alcuni anni si cammina verso l’unitĂ pastorale che comprende le sei parrocchie del Comune. Mentre da una parte si riserva attenzione alle peculiaritĂ di ogni parrocchia, dall’altra si è intrapreso un cammino di comunione. Sembrano giunti i tempi in cui “noi laiciâ€? siamo chiamati a fare la nostra parte. Iniziazione cristiana, attenzione alle famiglie, Caritas, centri di ascolto, liturgia: spazi privilegiati per far

conoscere la fede senza dimenticare che oltre ai sacerdoti c’è il popolo di Dio che tenta di rispondere a una chiamata. E come popolo di Dio speriamo che il nostro impegno ci ottenga il coraggio e la gioia di vivere e testimoniare il Vangelo, che la formazione ci porti non solo a “istruirciâ€?, ma a divenire “libri viventiâ€? per gli altri e che possiamo far crescere la Chiesa. Il progetto è grande. Un grazie al Vescovo per questo tempo fecondo. (Giovanna Grazia Bonomi)

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e mie riunioni, il mio consiglio pastorale. Questo era il sottotitolo proposto per l’incontro di “Voci nell’AgorĂ â€? − percorso che guida l’avvicinamento al Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali − tenutosi lunedĂŹ 23 presso l’oratorio Jolly di Orzinuovi. Sul tema degli organismi di partecipazione ecclesiale e della corresponsabilitĂ dei laici nella vita della Chiesa, si sono confrontati don Antonio Lanzoni, direttore dell’Ufficio diocesano che si occupa proprio di questi organismi, Renato Zaltieri, dirigente Cisl e membro del consiglio pastorale diocesano e don Ermanno Turla, che ha portato la propria esperienza come parroco di Pisogne e di altre quattro parrocchie limitrofe. A moderare l’incontro don Adriano Bianchi, mentre le conclusioni sono toccate al provicario generale della diocesi mons. Cesare Polvara. Sul tavolo argomenti importanti come appunto la corresponsabilitĂ , per la quale don Lanzoni ha evocato il paragone con il Concilio Vaticano II e il criterio dell’unanimitĂ adottato in esso per prendere tutte le decisioni. Certo è uno stile che costa fatica, come ha ricordato Renato Zaltieri, e alla base ci deve essere una preparazione, ma se si punta in alto è anche motivo di gioia. L’essenziale, ha aggiunto don Turla, è non essere prigionieri delle esperienze passate, essere disposti a mettersi in gioco per i

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cambiamenti. In prospettiva futura è stata poi analizzata la possibile evoluzione dei consigli, sia quello pastorale sia quello degli affari economici, all’interno dell’unitĂ pastorale con l’attenzione ad evitare l’eccessivo moltipli-

carsi di organismi e riunioni. L’idea che ritorna negli interventi, piuttosto, è l’adozione nel prossimo periodo di uno stile di maggiore comunione, che allarghi la visuale e permetta di superare particolarismi, per esempio nella gestione economica o nel rapporto tra parrocchie piccole e grandi. Molto spazio, infine, è stato lasciato alle domande o alle riflessioni del pubblico presente alla serata: mentre il microfono passava da una persona all’altra, diversi interrogativi si presentavano a proposito del futuro delle comunitĂ parrocchiali e degli organismi presenti in esse, cosĂŹ come sul rapporto

tra laici e sacerdoti e la collaborazione che ne deriva. E proprio l’idea di lavorare insieme e coinvolgere tutti, ha ricordato mons. Polvara, è lo stile adottato dal vescovo Monari con il Sinodo. PerchĂŠ quest’ultimo sia davvero un’occasione di crescita.

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JLRYDQL DO 5DGXQR QD]LRQDOH 500 giovani da tutta Italia, 50 missionari e missionarie, un vescovo, due fondatori, un villaggio della solidarietĂ , sette missioni del sud del mondo che saranno rappresentate grazie a testimonianze e racconti: questi i numeri del 2° Raduno nazionale dei giovani promosso dalla ComunitĂ missionaria di Villaregia, che si svolgerĂ a Lonato dal 28 aprile al primo maggio. Un “ponte alternativoâ€? che chiama in causa giovani, dai 17 ai 30

anni, per ritrovarsi per fare amicizia, riettere, pregare e ascoltare le testimonianze missionarie di alcuni loro coetanei e dei missionari. Il tema è: essere evangelizzatori e testimoniare la propria fede a tutti, ai vicini e ai lontani, agli amici e ai colleghi, per giungere ďŹ no ai piĂš poveri e agli estremi conďŹ ni del mondo. Lo slogan “Andate e ditelo a tuttiâ€? richiama l’importanza e la bellezza di trasmettere la propria esperienza di Dio a tutto il mondo.

Un tema scelto per prepararsi anche alla 13ÂŞ assemblea generale del Sinodo dei vescovi, dal titolo “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristianaâ€?, che si svolgerĂ a Roma dal 7 al 28 ottobre. Il momento culminante della tre giorni è lunedĂŹ 30 aprile, alle 11.30, con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia-Pordenone e incaricato della pastorale giovanile del Triveneto.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 26 aprile Ore 7.30 – Brescia – S. Messa per le Figlie di S. Angela presso Casa S. Angela. Ore 18.00 – Brescia – Incontro con il card. Kasper presso il Salone dei vescovi in Curia. VenerdĂŹ 27 aprile Ore 20.30 – Bovegno – Incontro con i giovani della macrozona presso il santuario Beata Vergine della Misericordia.

Sabato 28 aprile Ore 9.30 – Botticino Sera – Convegno Caritas presso l’oratorio. Ore 15.30 – Brescia – Cresime in Cattedrale. Ore 20.30 – Bienno – Esercizi spirituali per i giovani presso l’Eremo.

La Cancelleria della curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana:

MartedÏ 1 maggio Ore 16.00 – Flero – S. Messa nella memoria di San Giuseppe lavoratore presso Dac Spa.

Il sac. don Houry Georgios Armand, già vicario parrocchiale di Inzino è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di Clusane.

Un aspetto particolarmente ricorrente nei laboratori è l’esigenza che i vescovi concordino delle linee comuni per sostenere le tante sperimentazioni in atto, sulla base di una presa di coscienza condivisa: nel contesto attuale, la fedeltĂ della Chiesa alla sua missione dipende dalla sua capacitĂ di rinnovare l’iniziazione cristiana dei ragazzi, accompagnando le famiglie entro un cammino strutturato di evangelizzazione.

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abato 21 aprile, presso il Santuario di Caravaggio, si è tenuto un convegno sul tema “Iniziazione cristiana dei ragazzi e rievangelizzazione degli adultiâ€?, promosso dall’Ufficio catechistico regionale, su sollecitazione dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei. L’iniziativa s’inserisce in un progetto che vede coinvolte tutte le diocesi italiane, invitate a interrogarsi, in questi mesi, su questioni inerenti al rinnovamento dell’iniziazione cristiana alla luce delle sperimentazioni in atto. Lo scopo è di offrire alla Cel alcuni elementi per elaborare delle linee comuni a livello nazionale. Il convegno ha visto la partecipazione di quasi 300 persone, in rappresentanza delle dieci diocesi lombarde, tra cui i membri delle Commissioni diocesane per la catechesi, i vicari zonali o i loro referenti e i rappresentanti delle associazioni laicali. L’apertura del convegno è stata affidata al vescovo Luciano, delegato della Conferenza episcopale lombarda (Cel) per la catechesi. Nel suo intervento ha evidenziato come il soggetto ecclesiale che piĂš di ogni altro trasmette il vissuto della fede è la famiglia. La famiglia, infatti, è in grado d’introdurre i ragazzi entro una vita

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compagnatori di cogliere e valorizzare le esperienze antropologiche positive fondamentali vissute in famiglia. Ciò si traduce soprattutto in un atteggiamento di “stimaâ€?. La stima, ha osservato Pagazzi, è il tratto che qualifica maggiormente l’agape, l’amore cristiano: “Ci sono nella Chiesa tante persone che sanno donare ma non stimare: il dono, l’aiuto e il perdono se non nascono dalla stima prima o poi offendono. Dio ama perchĂŠ stima. Come Dio stima il mondo, cosĂŹ io sono invitato a stimare le persone e le situazioni, anche nella loro complessitĂ â€?. Inevitabile l’interrogativo posto dal relatore: “Molte delle nostre difficoltĂ non saranno dovute piĂš a un deficit di stima che di strategia pastorale?â€?. Nel pomeriggio, l’assemblea è stata suddivisa in otto gruppi e, sulla base degli elementi emersi dal confronto, sono stati elaborati dei testi che verranno inviati alla Cel.

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GiovedĂŹ 28 aprile 2012 alle 18, presso il Vescovado, in via Trieste, 13, il cardinale Walter Kasper terrĂ una lectio magistralis su invito dell’Accademia cattolica di Brescia e della Cooperativa cattolico-democratica di cultura. Tema: “Crisi e futuro della Chiesaâ€?. Si tratta del primo intervento del card. Kasper in Italia su questo argomento. Un precedente si può ritrovare nella lezione che Kasper ha pronunciato il 21 novembre 2011 a Monaco di Baviera, presso

GiovedĂŹ 3 maggio nell’aula Tredici di via Trieste 17 alle ore 14.30 la FacoltĂ di Lettere e ďŹ losoďŹ a, Dipartimento di scienze religiose organizza, all’interno dei percorsi di storia del cristianesimo, “Rinnovamento teologico e riforma liturgica. Il Concilio Vaticano II e l’editoria brescianaâ€?. Il saluto introduttivo è afďŹ dato a Luigi Morgano, direttore di Sede; l’introduzione a Gian Luca PodestĂ , direttore del Dipartimento di scienze religiose.

Il Movimento Pro Sanctitate propone anche quest’anno la Scuola di preghiera; guidano l’esperienza dal tema “Incontrare il Signore nella liturgiaâ€? don Marco Busca e don Sergio Passeri: la liturgia: preghiera del corpo di Cristo; la liturgia eucaristica: “come si prega la Messa?â€?; celebrazione eucaristica e adorazione eucaristica; pregare in famiglia: la liturgia della Chiesa domestica. Gli incontri si terranno al Centro Oreb di Calino mercoledĂŹ 2, 9, 16 e 23 maggio alle ore 20.30.

la Katolische Akademie Bayern, fondata da Romano Guardini. Il card. Kasper, partendo dalle considerazioni teologiche proposte nel recente volume “Chiesa cattolica. Essenza – Realtà – Missioneâ€? (Btc 157, Queriniana, Brescia 2012), sviluppa la propria riessione soffermandosi sulla situazione della Chiesa nel tempo presente. Si proďŹ la una narrazione che delinea alcuni fondamentali snodi problematici presenti nella vita della Chiesa oggi.

Intervengono: Giovanni Vian, UniversitĂ Ca’ Foscari di Venezia, su “Il Vaticano II nel conitto delle interpretazioniâ€? parla Maria Paiano, UniversitĂ degli studi di Firenze, su “Dal movimento liturgico alla Sacrosanctum Conciliumâ€?. Il tema “Le case editrice bresciane di fronte al Concilioâ€? viene affrontato da Giulio Colombi (Editrice Morcelliana), Rosino Gibellini (Editrice Queriniana) e Massimo Marcocchi (UniversitĂ cattolica).

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l PalaBrescia, gremito come non mai, ha ospitato “StartUp. La festa della fedeâ€? l’evento in cui il Vescovo ha incontrato i ragazzi e le ragazze delle parrocchie della diocesi che stanno vivendo l’anno della mistagogia chiamato anche “Gruppo Antiochiaâ€?. Dal punto di vista sacramentale, questi ragazzi sono diventati pienamente cristiani. Per questo motivo l’anno della mistagogia viene chiamato “Antiochiaâ€?. “Ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristianiâ€?. Questo nuovo modo di essere, che trasforma tutta la loro personalitĂ e rende possibile un nuovo modo di vivere e agire, un agire piĂš bello, “virtuoso e graziosoâ€?, nei confronti di Dio e dei fratelli. Il tempo della mistagogia ha proprio lo scopo di accompagnarli nei primi passi del nuovo modo di essere, vivere e agire. “Start upâ€? è un verbo inglese che significa “avviare, iniziareâ€? inserita in questo contesto come un invito a prendere il volo, a iniziare a vivere in modo autonomo il proprio cammino di fede confermato nel sacramento ricevuto. I ragazzi sono stati accolti dalla band dell’Azione cattolica che ha riscaldato l’atmosfera con canti e balli. I ragazzi del Seminario minore hanno poi posto una provocazione sul significato del momento che stavano vivendo. Monari ha poi presieduto una liturgia della Parola in cui i ragazzi sono stati invitati a rin-

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ne Cattolica) a quando l’oratorio che frequentava era organizzato secondo una repubblica in cui i ragazzi si dividevano il ruolo di “ministriâ€?, stampavano il giornalino con il ciclostile e organizzavano commedie e spettacoli. Mons. Luciano ha raccontato di quando ha sentito la chiamata a entrare in Seminario ed è poi diventato sacerdote e di quando è stato chiamato a diventare vescovo di Piacenza: dopo l’arrivo della lettera del Papa, nell’indecisione ha chiesto consiglio e gli è stato detto “Pensaci, poi di’ sĂŹâ€?. Monari ha dato grande spazio all’argomento della scuola raccontando come la

sua materia preferita è cambiata nel corso degli anni (all’inizio la matematica, al liceo la filosofia). Al termine della celebrazione ha consegnato a tutti i ragazzi delle mappe su cd che contengono le sei tappe percorse negli anni dell’Icfr (Betlemme, Nazaret, Cafarnao, Gerusalemme, Emmaus e Antiochia) per poter ripercorrere le tappe che hanno portato i ragazzi alla celebrazione del sacramento della confermazione. L’auspicio è che i ragazzi possano continuare a vivere pienamente la fede nella partecipazione alla vita della comunitĂ cristiana e nella testimonianza gioiosa ai fratelli.

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/D IDPLJOLD LO ODYRUR H OD IHVWD D )OHUR In occasione delle veglie di preghiera per il mondo del lavoro, proposte in vista del 1° maggio, memoria di S. Giuseppe lavoratore, i responsabili degli Uffici per la pastorale sociale e il lavoro delle diocesi lombarde hanno proposto alle comunità cristiane e a quanti condividono una sincera attenzione per i numerosi problemi attuali del mondo del lavoro alcune riflessioni. Esprimono viva preoccupazione per la durata e le conseguen-

ze, sempre piÚ vistose, della pesante crisi di carattere globale in atto. Occorre affermare con forza che come la crisi non si è generata da sÊ nÊ ha alla sua origine cause inevitabili, cosÏ occorre per questo trovare risposte efficaci, ricercando insieme, con costanza e attraverso un comune impegno, non soltanto soluzioni di carattere tecnico, pur necessarie, ma un vero e proprio cambiamento di mentalità nella vita comune. La

situazione attuale ha riflessi pesantemente negativi sull’intera popolazione lombarda, che ha da sempre trovato nel lavoro un forte punto di riferimento e un motivo di coesione del proprio tessuto sociale. In una prospettiva di “allargamento della ragione economicaâ€? come quella che scaturisce dalla fede, il lavoro non può apparire soltanto risorsa economica per alcuni e questione di gestione delle cosiddette “risorse

umaneâ€? dall’altro. La dottrina sociale della Chiesa ci insegna a porre al centro dell’attenzione la persona in quanto soggetto irrinunciabile del mondo del lavoro, titolare di diritti e di doveri che scaturiscono dalla sua stessa natura. L’appuntamento bresciano con la Santa Messa è alle 16 di martedĂŹ 1° maggio presso la sede della Dac Spa di Flero in via Guglielmo Marconi 15. La giornata, organizzata dall’Ufficio di pastorale

sociale con le parrocchie della zona pastorale di Bagnolo Mella, prevede l’accoglienza alle 11 presso l’oratorio, alle 11.30 un incontro per adulti (“La festa cristiana�) con l’animazione e i giochi a tema. Alle 14 si procede in cammino verso la ditta Dac con un omaggio a Maria al santuario di Contegnaga. Dopo la visita alla dita e l’ascolto di alcune testimonianze, alle 16 il Vescovo celebra la Santa Messa.


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bresciano: Anteas (Giochiamo insieme, nonno?), Dutur Kaos (Pagliacci che ci fanno stare bene!) Croce Rossa (Chi salva una vita, salva il mondo intero), Avis (donatori di vita), Coopi (Aggiungi un posto in classe!), Biridilla (i piccoli gesti colorano l’amicizia), Squadra Argo (Amici sui quali poter contare), Gruppo Valcarobbio (Volontari per ogni emergenza), Uici (Impariamo a vedere‌ non solo con gli occhi!), Enpa (Non mi abbandonare‌ mi ďŹ do di te!),

Coop Solidarietà e Karibu (Annuso, assaggio e..), Bimbo Chiama Bimbo (Se un bimbo sorride, sorride anche il cuore). L’incontro con testimoni volontari, la possibilità di sperimentare piccole attività con loro, il clima di festa, ha avuto l’obiettivo di far conoscere l’esperienza buona della solidarietà ; e vista la vivace e attenta partecipazione da parte degli alunni e di tutto il personale della scuola gli obiettivi del progetto sono stati interamente raggiunti.

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nsieme per il volontariato è il tema del convegno con cui, il 19 aprile scorso, il Csv ha chiuso l’Anno europeo del volontariato. Centinaia le persone presenti in palazzo Loggia a Brescia, rappresentanza di un movimento che fra difficoltĂ e contingenza cerca di andare avanti. Il quadro economico è fosco e l’alba non è ancora all’orizzonte; a tratteggiare lo scenario presente e futuro è stato Gianfranco Tosini, docente di economia internazionale in Cattolica: “siamo in piena crisi e non c’è un piano strutturale a livello mondiale per uscirne. La strada sarĂ lunga e dolorosa e comporterĂ cambiamenti nella nostra struttura economica e socialeâ€?. Le associazioni e le organizzazioni di volontariato saranno sempre piĂš sollecitate, ma dovranno essere in grado di reperire risorse per poter operare attraverso nuovi canali, ragionando come gli imprenditori. Un’attribuzione di responsabilitĂ che forse il non profit aspettava, ha spiegato Urbano Gerola, ma dovuta purtroppo piĂš ad un’esigenza economica che ad un desiderio di coinvolgimento progettuale. Il Presidente del Csv si è soffermato sul rapporto tra politica e volontariato citando le parole di Mino Martinazzoli in una delle sue ultime uscite pubbliche: “oggi la realtĂ , la veritĂ , la grandezza del volontariato italiano è evocata al centro della scena politica. Non per rivendicare che qualcuno gli regali un ruolo politico, ma per sapere che è interamente politico il lavoro del volontariato. Oggi però siamo chiamati a capire, in quanto compito di una cittadinanza, capire come si fa a resistere al tempo

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delle organizzazioni. Argomento su cui si sta dibattendo – assicura Scalvini – all’interno delle fondazioni bancarie e non. Elio Fontana, commissario di Fondazione Cariplo e Jonas Maniaz, consigliere Co.Ge Lombardia, sono intervenuti a rimarcare il sostegno al privato sociale il cui ruolo fondamentale è stato ricordato da Margherita Rocco, portavoce del Forum del terzo settore di Brescia. Carlo Vimercati, presidente del Co.Ge Lombardia, ha citato Brescia come laboratorio virtuoso di volontariato, in cui sono maturi i tempi per fare sistema tra associazioni ed enti territoriali con l’obiettivo di focalizzare le risorse verso le fasce piĂš deboli.

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ÂŽ ’”‘‰”ƒÂ?Â?ƒ †‡Ž …‘Â?˜‡‰Â?‘ ’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‘ ƒ ‘––‹…‹Â?‘ Nel solco dei convegni delle caritas parrocchiali di questi anni (Un luogo per narrare la speranzaâ€? 2008, “Animare‌ la caritĂ in parrocchiaâ€? 2009, “Nella Carità ‌ riscoprirsi comunitĂ â€? 2010, “Chiesa, profumo di relazioniâ€? 2011), il convegno del prossimo 28 aprile si propone di dare valore e rinnovato vigore alla “scelta pastorale delle relazioniâ€? all’interno di un’esperienza di Chiesa, tanto piĂš nel cantiere aperto delle

unitĂ pastorali. Emblematiche in tal senso le immagini-guida che accompagnano l’invito al convegno: in copertina, l’immagine di una porta con in rilievo alcune delle parole che hanno segnato il percorso di Caritas diocesana Brescia, tra le quali in luce “L’amore di Cristo ci spingeâ€? (2 Cor 5,14), all’interno, “San Giuseppe Falegnameâ€?, il dipinto autografo di Georges de La Tour“ che mette in evidenza la ďŹ gura dell’artigiano (di caritĂ ) nel

rapporto con il legno, gli strumenti del mestiere, il Figlio. Quest’ultima immagine permetterà , in particolare, di guidare la prospettiva dell’animatore Caritas, a cui sarà dedicato l’intervento del vescovo Monari. Il convegno si svolgerà a Botticino Sera, presso il Centro comunità pastorale/ oratorio dell’ unità pastorale S.Arcangelo Tadini (piazza IV novembre, 2), dalle ore 9,00 alle ore 16,00. Per informazioni: 030 37 57 746

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gni anno ci ritroviamo insieme e, pensando a questi primi quattro anni di “farsi convegnoâ€?, cresce in me la consapevolezza che l’amore ha bisogno di tempo, la caritĂ ha bisogno di tempo. L’amore di GesĂš, il tempo che Lui dedica a ognuno di noi, “fa fiorire i nostri desertiâ€?: il Suo amore ritorna a scorrere in noi e noi veniamo alla vita diventando testimoni della Sua luce. Vi sarĂ capitato di prendervi del tempo in attesa dell’alba di un nuovo giorno. All’alba, quando il sole deve ancora spuntare, c’è un tempo in cui si sta di fronte alla luce senza esserne abbagliati: è uno spazio di confine tra la notte e il giorno dove le cose prendono forma. L’ordinario che ogni giorno percepiamo nello scorrere della vita, nell’attimo dell’alba, ci si mostra “straordinarioâ€?. Siamo da sempre uomini e donne della caritĂ : artigiani di caritĂ . Siamo chiamati attraverso le nostre

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quell’alba di luce, che è la casa di Nazareth. “La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di GesĂš, cioè la scuola del Vangelo. Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare, a penetrare il significato cosĂŹ profondo e cosĂŹ misterioso di questa manifestazione del figlio di Dio tanto semplice, umile e bella. Forse anche impariamo, quasi senza accorgercene ad imitareâ€?. (Paolo VI) CosĂŹ mi sembra di poter dire sia stato per San Giuseppe, icona della relazione, che nel buio del laboratorio della piccola falegnameria impara dalla luce dell’alba di Dio: GesĂš. Per Giuseppe inizia un’esperienza nuova, quella di artigiano di caritĂ . Si è preso del tempo, Giuseppe, per stare con l’amore. Lui che dall’amore di Dio è stato visitato. Come ogni mattino la luce nell’alba visita il mondo, cosĂŹ da Lui siamo visitati. La luce dell’alba riconosce al buio la funzione di esaltare

dell’ordinario lo straordinario. A me ora è chiaro perchĂŠ quest’anno, nella quinta volta del nostro “farci convegnoâ€?, siamo invitati a sostare lĂ , nell’alba della casa di Nazareth, nella luce fioca, alla scuola di un artigiano: Giuseppe. Vogliamo sostare con Lui nel nostro Nazareth, abbracciando come fece Lui, GesĂš. LĂŹ , nel nostro Nazareth dove l’ordinario diventa straordinario. LĂŹ, dove la nostra vita, anche i momenti piĂš insignificanti acquistano un sapore di eternitĂ .LĂŹ, dove ritroviamo la forza di percorrere le nostre valli di lacrime trasformandole in sorgenti di speranza. LĂŹ, dove la nostra obbedienza quotidiana a Dio, alla storia, all’umanitĂ , al povero, diventa vera, gioiosa, dinamica, perchĂŠ vissuta all’interno di un rapporto d’amore con l’amore. Sicuro di rincontrarvi, chiedo a Dio di benedire le Vostre opere che parlano agli uomini del tempo che l’amore dedica loro.

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ÇŻÍ Â?ƒ‰‰‹‘ ƒ ‹‘”Â?ƒ–ƒ †‹ ’”‹Â?ƒ˜‡”ƒ Il prossimo 8 maggio si terrĂ la ormai tradizionale Giornata di primavera, quest’anno organizzata dalla Conferenza Madre Teresa di Calcutta, costituita dai vincenziani impegnati nel servizio presso il dormitorio maschile “San Vincenzoâ€? e presso la Casa di accoglienza femminile dedicata al beato Federico Ozanam. La giornata si svolgerĂ nella cittĂ di Brescia. Il programma messo a punto dagli organizzatori

prevede la visita a due gioielli del patrimonio culturale locale come il Museo diocesano, ospitato nel complesso di San Giuseppe (alla spalle di piazza Loggia) e la chiesa di San Giorgio, posta a pochi metri di distanza e aperta appositamente per noi. La chiesa è stata da poco riaperta dopo un lungo intervento di restauro. Alle visite seguiranno la Santa Messa ed un momento conviviale presso un ristorante della zona antica di Brescia.

Verso le 14.45 è prevista la visita delle nostre Case di accoglienza. Nel corso della Giornata verranno festeggiate tutte quelle Conferenze che nel 2012 celebrano un anniversario signiďŹ cativo di fondazione. La scelta di restare a Brescia è nata dal desiderio di far conoscere meglio a tutte le Conferenze le nostre Case, dando loro la possibilitĂ di visitarle e di capire come si svolge la vita dei nostri ospiti all’interno di esse.

Il dormitorio maschile “San Vincenzoâ€? e la Casa di accoglienza femminile dedicata al beato Federico Ozanam., sono il ďŹ ore all’occhiello della San Vincenzo di Brescia, delle quali dobbiamo sentirci tutti molto orgogliosi, ma nel contempo essere anche partecipi della loro attivitĂ . I vincenziani che vogliono partecipare facciano arrivare alla segreteria, tramite il proprio presidente, la loro adesione.

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o scorso 20 aprile si è tenuto il consiglio centrale, dove le presidenti delle 33 Conferenze presenti sul territorio bresciano hanno votato il bilancio consuntivo dello scorso anno e quello preventivo per quello corrente. Si tratta di un bilancio economico, ma anche di un rendiconto delle attivitĂ svolte lo scorso anno.Ogni tanto mi sento chiedere se la San Vincenzo esiste ancora; a ben vedere ciò che relazionano le Conferenze mi sembra proprio di poter dire che è ancora viva e vegeta, forse con ranghi un poco ridotti, ma ancora molto importante poichĂŠ in un momento storico di grande incertezza e di crisi globale, non solo economica, deve farsi carico di molti compiti, restando fedele alle sue radici nell’oggi della storia. Ricordarsi delle radici vuole dire che si può e si deve fare qualcosa di nuovo, leggendolo col filtro di quelli che

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una bolletta perchĂŠ sappiamo che la vita dell’uomo è qualcosa di piĂš. Non si può che essere contenti del fatto che ogni anno, costantemente, la San Vincenzo bresciana aiuti ed accompagni piĂš di 3000 persone. C’è di che essere orgogliosi, ma ricordiamoci sempre di camminare a fianco di queste persone, di operare in modo che possano uscire dallo stato in cui si trovano e di fare di tutto perchĂŠ possa diminuire quel dato a quattro cifre. Si è dato conto di alcune iniziative significative che integrano e completano la costante e principale attivitĂ di aiuto e di sostegno diretto alle persone e alle famiglie. Sul territorio sono stati organizzati quattro dopo-scuola, mentre a Montichiari è stato attivato un corso di lingua per stranieri, davvero preziosi per l’opera di coesione sociale che svolgono. Abbiamo sostenuto direttamente e con apporto importante di risorse umane l’Associazione Dormitorio, che

gestisce le nostre case, che restano un vanto per l’opera che svolgono, della quale ci sentiamo tutti molto fieri. Abbiamo sostenuto economicamente l’associazione “Piccoli Passiâ€?, in quanto promotori e sostenitori della sua attivitĂ , ed anche la mensa “Madre Eugenia Menniâ€? della quale pure siamo cofondatori. Nella relazione è stato rilevato, tra i punti forti, come il Consiglio sia caratterizzato, ad ogni livello, da un clima di grande fraternitĂ , facilmente percepibile nei momenti di incontro e di relazione. Ăˆ molto bello che vi sia questa dimensione amicale anche tra i confratelli, tutt’altro che scontata. Ăˆ un’immagine della San Vincenzo apprezzabile dall’esterno che può davvero essere di grande importanza, anche per favorire l’ingresso in San Vincenzo di coloro che vorrebbero impegnarsi per gli altri, mantenendo un’attenzione particolare anche alla spiritualitĂ e alla formazione personale.

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arlare di John Ronald Reuel Tolkien “significa parlare del fatto che nel cuore del Novecento – esordisce Edoardo Rialti – un uomo ha levato un canto che sembrava privato, ma paradossalmente quella storia da 50 anni è diventata una delle storie piĂš amate della storia della letteratura di tutti i tempiâ€?. “Il Signore degli anelliâ€? è stato scritto negli anni in cui l’Europa si trovava nella morsa della Germania di Hitler e della Russia di Stalin. All’uscita il libro venne stroncato da tutti i critici che ne sottolineavano la non attualitĂ , “ma aveva il desiderio di essere vero e bello e ha intercettato il cuore di decine di milioni di lettori continuativamente per piĂš di 50 anni in tutte le latitudini e cultureâ€? sottolinea il professor Rialti. Lewis, autore delle “Cronache di Narniaâ€? scrisse: “Qui c’è un libro che vi spezzerĂ il cuore; essi (i lettori, ndr.) sapranno che queste sono nuove buone, buone oltre ogni

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te. Ma in fondo qual è l’originalitĂ di Tolkien? “La vera novitĂ del ‘Signore degli anelli’ sta nella scelta dei protagonisti: gli hobbit, i mezziuomini. Ecco il genio realistico: l’uomo del Novecento ha oscillato tra il Superuomo e l’inetto. Tolkien parla di uomini piccoliâ€? sottolinea Rialti. Frodo non ha niente di particolare ma ha un cuore capace di dire sĂŹ all’avventura che bussa alla porta della sua libertĂ . A Gran Burrone, dove si deve decidere chi porterĂ l’anello alla distruzione, i grandi si tirano indietro. Frodo sente quanto sarebbe facile tornare alla vita di prima, ma qui fa un salto qualitativo; cosĂŹ continua Rialti “cito il testo ‘con uno sforzo parlò, meravigliandosi di dire le proprie parole, come se qualcun’altro stesse usando la sua piccola voce: ‘Porterò io l’anello a Mordor per distruggerlo, ma non conosco la strada’; Tolkien fa vedere l’eroismo introdotto dal cristianesimo quando la piĂš sconosciuta delle ragazze nella piĂš sconosciuta delle

regioni dell’Impero romano ha detto: ‘sĂŹ, ma non conosco uomo’. Non è un caso che si parta da qui il 25 dicembreâ€?. Nella realtĂ si conosce per qualitĂ , non per quantitĂ . Si può conoscere quello che si ha dentro o che si è disposti a incontrare. “Sauron non può pensare che gli altri non vogliano l’anello. Tutto è basato sulla contrapposizione tra conoscenza per qualitĂ e quantitĂ . Gandalf che si stupisce per la decisione di Frodo manifesta la conoscenza di qualitĂ , cioè la possibilitĂ di meravigliare anche gli angeli. Questa è la forza dell’uomoâ€?. Tutto “Il Signore degli anelliâ€? è basato sul movimento di qualcuno che si interpone a chi ama per evitare che una minaccia lo colpisca. “Il movimento per amore è una grande sinfonia. Nonostante tutto alla fine ci salva la PietĂ . Quando Tolkien scrisse il capitolo della distruzione dell’anello disse ‘Questo è il mio commento al Padre nostro’. Per Tolkien quando l’uomo ha misericordia partecipa del

gesto divino della creazioneâ€? chiude Rialti. Ma c’è un tratto di realismo piĂš grande. La ferita subita da Frodo non guarisce e continua a fargli male; Frodo esclama “Dove troverò riposo?â€? e Gandalf “non nella Terra di Mezzoâ€?. “Quando ci capita qualcosa la nostra vita si apre. Quello che prima ci colmava, non ci basta piĂš. Nella vita si aprono ferite che non si rimarginano. Tolkien offre il dono delle lacrime giuste, citando Gandalf, alla fine. Ci sono lacrime importanti date dalle ferite profonde; ci fanno crescere in statura morale. Non si torna indietro, ma è possibile andare oltre. Frodo ha con sĂŠ la luce di Erendill. Erendill deriva da Eala Earendell, letto da Tolkien a 16 anni. Un inno a Cristo in anglosassone dell’VIII secolo: ‘Salute stella del mattino scesa a recare conforto agli abitanti della Terra di Mezzo’. Qui prende la parola Terra di Mezzo. La bellezza eterna del divino è scesa a lottare con noi; il Divino ha compassione delle nostre feriteâ€?.

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Sabato 28 aprile alle 20.30 nella Sala della comunitĂ San Costanzo di Nave I Viale Carbonini presentano il concerto “Felona e Soronaâ€? in cui mettono in scena il disco-concept del gruppo progressive Le Orme. L’intero album è imperniato sulla storia di due pianeti immaginari: Felona, illuminato dal sole, e Sorona, completamente nelle tenebre. Il concerto live è la realizzazione di un sogno nato molti anni fa assieme al gruppo

Dopo la presenza alla 62° edizione del Festival della canzone italiana con il brano “Ci vediamo a casaâ€?, Dolcenera è partita con il suo tour in giro per l’Italia e farĂ tappa a TravagliatoCavalli, dove presenterĂ il suo “Ci vediamo in Tourâ€?, domenica 29 aprile alle 21. La scenograďŹ a ed il disegno luci ideati da Dolcenera (nella foto) e Jo Campana si rifanno all’arte cinetica, con suggestive prospettive mobili e illusioni ottiche in un rapporto attivo fra

nel 1977, quando cinque ragazzi appena sedicenni decisero di utilizzare una passione comune per consolidare la propria amicizia. negli anni hanno suonato molto, hanno passato momenti di stop ma ora, offrendo il concerto “al grande amico che da lassĂš ci guarda e accompagna dietro i suoi tamburiâ€? come riporta la brochure dell’invito. La musica sarĂ accompagnata da una libera interpretazione coreografica.

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la struttura del palco raccolto a rappresentare la casa, il rifugio, e lo spettatore, con l’immagine che si modiďŹ ca in sĂŠ o in seguito allo spostarsi nello spazio di chi guarda. Non è solo un concerto con la presentazione delle canzoni del suo ultimo disco, del suo repertorio e di cover famose, ma è uno spettacolo inedito, dove musica, movimento scenico, disegni di luci e scenograďŹ e, si fondono per affrontare un tema: l’evoluzione della specie.

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nteprima d’eccezione per il 49° Festival pianistico di Brescia e Bergamo: giovedĂŹ 26 aprile si attende al Grande la leggendaria Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti. Si tratta di un evento straordinario poichĂŠ l’orchestra americana attualmente in tournĂŠe europea (la prima tappa, nelle scorse settimane, è stata Mosca) terrĂ soltanto quattro concerti in Italia, di cui solo uno, quello di Brescia, in tutta la Lombardia. Non nasconde la propria soddisfazione il direttore artistico del Festival Pier Carlo Orizio che paragona questo concerto a quello tenuto alcuni anni fa, sempre al Grande, dai Berliner Philharmoniker diretti da Claudio Abbado. I biglietti per il concerto di Muti sono andati esauriti in pochissimo tempo: purtroppo, in questi casi, la capienza del teatro cittadino si rivela insufficiente per far fronte alle numerosissime richieste che sono giunte anche dalla cittĂ di Bergamo e da altre province. A tutto questo si sono aggiunte le prenotazioni di molti appassionati americani che stanno seguendo in Europa i concerti della Chicago Symphony. Per i fortunati che avranno accesso al Grande (il concerto iniza alle 20 e il teatro apre alle 19) ricordiamo che il programma comprende la Suite sinfonica da “Il Gattopardoâ€? Nino Rota, il poema sinfonico “Tod und Verklärungâ€? op. 24 (Morte e trasfigurazione) di Richard Strauss e infine la Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Shostakovich. Ăˆ un programma di grandissimo impegno, in

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coledĂŹ 2 maggio che avrĂ come protagonisti la Janacek Philharmonic Orchestra con il direttore concittadino Riccardo Frizza e il violinista cinese Ray Chen. Affascinante il programma, con l’Ouverture Accademica e il Concerto per violino e orchestra di Johannes Brahms (il compositore “conservatore progressistaâ€? cui è dedicato il tema di questo Festival) in aggiunta alla bellissima Sinfonia n. 8 di Antonin Dvorak, autore di cui la compagine sinfonica boema è specialista. Per Riccardo Frizza, direttore bresciano di fama internazionale, sarĂ un gradito ritorno al Grande dopo l’applaudita apparizione alla stagione lirica del 2008 e prima del suo debutto alla Scala previsto l’anno prossimo nell’ambito delle celebrazioni verdiane.

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'LYHUVDPHQWH JLDOOL GL &RODSULFR H GL 9LFKL Ancora due ‘brividi’ hanno attraversato il ‘foyer’ del Teatro Sociale. A procurarli, Piero Colaprico (nella foto) e Marco Vichi, ospiti di “Brividi fuori scenaâ€?, la rassegna dedicata al ‘giallo’. Colaprico si occupa di cronaca, soprattutto nera, e di giudiziaria, ambiti che bene gli danno lo spaccato della societĂ odierna, riversata nei suoi romanzi gialli. In ‘Trilogia della cittĂ di M.’, dove ad indagare interviene l’ispettore Francesco Bagni della

squadra omicidi, si racconta la metropoli degli assassini e degli spacciatori, dei poliziotti e dei magistrati. Una cittĂ fatta di luci e di ombre. Nelle ‘Male storie’ i fatti e i personaggi sono tutti reali: dalla Banda del buco ad Acquabomber, da Abba a Beppino Englaro. “Nei miei libri – spiega Colaprico – non devo inventare molto, perchĂŠ la realtĂ delle strade, delle stanze della Questura e delle aule dei tribunali, supera spesso la fantasia. Il ‘giallo’,

in questo caso, aiuta a decodiďŹ care la realtĂ â€?. “Non sono un giallista nato – precisa Vichi –, mi sono ispirato a DĂźrrenmatt, che da non giallista aveva scritto storie in cui il protagonista era un commissario e da non esperto mi è venuta in mente la stessa cosaâ€?. Vichi collabora a riviste e quotidiani, conduce laboratori di scrittura, cura antologie, scrive sceneggiature, racconti e testi teatrali e romanzi, tra cui quelli della fortunata serie del com-

missario Bordelli, ambientata nella Firenze, post alluvione, degli anni ‘60. Nell’ultimo “La forza del destinoâ€?, indagando sull’omicidio di un ragazzino, si scontra con i poteri occulti della massoneria ed è costretto a dimettersi dalla polizia. Ma il destino, in cui Bordelli non ha mai creduto, gli offre di fare i conti col passato. L’ultimo ‘brivido’ è giovedĂŹ 3 maggio: protagonista “La signorina Olgaâ€? nel primo giallo, in anteprima, di Elda Lanza.


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Un percorso fotograďŹ co per intraprendere un viaggio sulle tracce dei luoghi di Guareschi e dei suoi personaggi, don Camillo e Peppone, per scoprire che è possibile trovare un mondo piccolo nascosto nella nebbia. Sono le immagini del fotografo emiliano Paolo Simonazzi, poetici scatti nel cuore della Pianura padana, a ritrarre il paesaggio di campagna tra le province di Parma, Reggio Emilia e Mantova, lungo le rive del Po; silenziosi luoghi avvolti

L’ambiguitĂ del rapporto tra uomo e animali, spesso vittime della crudeltĂ , imbragati, feriti e torturati. Cavalli da tiro, giraffe, animali da circo: sono i lavori in terracotta di Sergio Pelliccioli, che riesce a trasmetterci l’aspra vitalitĂ di una natura ferita, in mancata sintonia con l’uomo moderno. “Sergio Pelliccioliâ€?, Galleria Pieve - via della Chiesa, 136 - Urago Mella (Bs), ďŹ no al 29 aprile. Apertura: 10-12 (festivi), 16-19 (feriali). Chiuso il lunedĂŹ.

dalla nebbia, per un’atmosfera di quiete metaďŹ sica. Il progetto ha impegnato l’artista per quattro anni e con la fotograďŹ a rinasce tangibile sotto i nostri occhi. A completare la mostra un lungometraggio di Alessio Scillitani, che consente di conoscere da vicino gli abitanti del posto. Paolo Simonazzi, “Mondo Piccoloâ€?, Wave Photogallery, via Trieste, 32 – Brescia, ďŹ no al 3 maggio, da lunedĂŹ a sabato (10-12; 15-19.30; sabato 15-19.30).

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ue carabinieri, ma prim’ancora due uomini, morti in servizio, uccisi da Cosa Nostra. “Eroi dimenticatiâ€?, cosĂŹ come cita il sottotitolo del libro scritto dalla giornalista salernitana Michela Giordano, “Quando rimasero soliâ€?, edito da Paoline. Emanuele Basile, Capitano della compagnia di Monreale, stava rincasando con la moglie e la figlia di quattro anni dopo aver assistito alle celebrazioni del Santissimo Crocifisso, il 4 maggio 1980, giorno in cui fu ucciso a soli 31 anni. Tre anni dopo, il 13 giugno 1983, Mario D’Aleo, 29 anni, suo diretto successore, fu vittima, insieme ad altri due colleghi, di un attentato a Palermo in via Scobar. La “colpaâ€? che dovettero scontare era l’aver investigato troppo a fondo sull’organizzazione mafiosa. “L’idea di scrivere questo libro – spiega l’autrice, intervenuta durante un incontro con gli alunni di alcuni licei bresciani all’Auditorium San Barnaba – è nata da una spinta emotiva: mi sono immedesimata immediatamente nella figura di quella moglie che vede il marito morire sotto i suoi occhiâ€?. Moglie di un ufficiale della

Guardia di Finanza, trasferitasi con il marito a Roma, Michela Giordano ha iniziato il lavoro di ricerca rintracciando in primo luogo i familiari delle vittime. “L’obiettivo del mio libro – spiega – era sĂŹ creare un tributo ai due personaggi e alle loro intuizioni investigative, ma era anche quello di rendere omaggio alle famiglie, perchĂŠ spesso nessuno pensa a chi restaâ€?. All’incontro erano presenti anche il dott. Antonino D’Aleo, questore di Mantova e il capitano Marco D’Aleo

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della Compagnia di Vimercate, rispettivamente fratello e nipote di Mario, oltre al generale Cosimo Basile, fratello di Emanuele. “Il sogno delle due vittime era servire lo Stato, e il loro eroismo consiste nell’aver adempiuto quotidianamente al loro dovere. La mafia – ricorda il Colonnello Marco Turchi, che ha comandato anche il gruppo di Palermo – è un fenomeno subdolo che non riguarda solo il Sud, ma che cerca di infiltrarsi anche nella nostra provinciaâ€?.

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Una personale dell’americano Sam Francis, dai primi dipinti che lo collegano all’espressionismo della ďŹ ne degli anni ’40, includendo l’inuenza impressionista francese che segna la sua opera nel soggiorno parigino tra il 1950 e il 1961. Vicino all’informale di Pollock, Francis fa del colore l’anima delle opere, un colore sbavato e dissolto che imprime tensione ai dipinti, attraverso giochi di trasparenza che conferiscono all’opera la sua

Un’esposizione delle opere dell’artista veneziano Franco Costalonga, che da anni si occupa di ricerche cinetiche virtuali e reali, di promozioni e provocazioni ottiche, sperimentando l’utilizzo di diverse tipologie di materiali, tra cui il pvc metalizzato, adattato in sottili lamine sulla superďŹ cie rigettata di un supporto rigido. Il risultato sono giochi di luce, rifrazioni cromatiche di grande efďŹ cacia e provocazioni ottiche. Tendenze espressive nelle

luminositĂ , grazie all’utilizzo della pittura acrilica con colature e spruzzi. Sam Francis ama lavorare su fondi bianchi, su cui applica macchie di colore lasciate libere di scorrere, racchiudere o liberare lo spazio poichĂŠ ciò che gli interessa è “lo spazio che si estende tra le coseâ€?. A cura di Dominique Stella. “Sam Francisâ€?, Galleria Agnellini Arte Moderna, via Soldini 6/a – Brescia, ďŹ no al 14 luglio; martedĂŹ a sabato (10-12.30 e 15.30-19.30).

quali l’artista riette sulla mutabilitĂ delle immagini e sul fatto che la realtà è osservabile da punti di vista diversi, capovolgendo il ruolo dell’osservatore, che diviene parte attiva dell’opera e non piĂš fruitore passivo. “Le strutture della menteâ€?, personale di Franco Costalonga, Studio F.22 Modern Art Gallery, piazza Zamara, 22 – Palazzolo Sull’Oglio (Bs). Inaugurazione sabato 5 maggio alle18.30. Aperto tutti i giorni (10-12 e 16-18).

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arco Mengoni torna a Brescia il 28 aprile al PalaBrescia per una tappa del suo nuovo “Tour teatrale 2012â€?, che vedrĂ l’artista esibire la sua anima piĂš intima. Mengoni presenterĂ in questi concerti le canzoni del suo recentissimo “Dall’Inferno – Epâ€?, contenente la title track, il videoclip e il backstage inedito di “Dall’infernoâ€? e il video live di “Come ti sentiâ€?, girato durante lo showcase di presentazione dell’album “Solo 2.0â€?. Continua cosĂŹ la personale sfida di un artista che in pochi anni ha fatto incetta di premi e di successi e per questo etichettato come idolo delle teen-ager, sottovalutando il suo notevole talento vocale. Nato in provincia di Viterbo Marco fin dalla piĂš tenera etĂ manifesta una passione sfrenata per il canto, che lo spinge a coltivare e far fruttare le sue innate doti. All’etĂ di 14 anni inizia ad esibirsi live, fino ad esplodere a X-Factor, vincendo l’edizione del 2009. I numeri dicono che Marco è un talento da preservare, la cui voce è stata accostata a voci straordinarie, come quella di Freddie Mercury. Evitando scomodi paragoni possiamo affermare che

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Â?ÂˆÂ‘ÇŁ …‹’‹‡••‡nj„•Ǥ‹– Marco Mengoni possiede stoffa e classe in dosi abbondanti e che ora, grazie anche alle attenzioni manifestate verso di lui da Elisa, il giovane cantante laziale sta maturando. Il suo anno di grazia è stato il 2010: dopo avere vinto X-Factor nel 2009, partecipa a Sanremo col brano “Credimi ancoraâ€?, pubblica il mini cd “Re mattoâ€? e porta in giro il relativo tour. Adesso è giunto il momento di puntare con maggior decisione sulle sue qualitĂ . Per questo si è pensato ad tour teatrale. Un tour che nasce da un’idea di Elisa, Marco Mengoni e Andrea Rigonat: la direzione artistica dello show è affidata allo stesso Mengoni mentre Rigonat, chitarrista, arrangiatore, compositore e produttore italiano, firma quella musicale. “Elisa e Andrea hanno una figlia, volevano un figlio e mi so-

no proposto io come figlio adottivoâ€?, scherza l’artista di Ronciglione. “Elisa – racconta – l’ho sentita subito dopo X-Factor, poi per un po’ non ci siamo sentiti. Ora che mi sento piĂš carico, sono andato a casa loro a Monfalcone per discutere del progetto. Abbiamo cambiato due musicisti, messo dei fiati e riarrangiato i pezzi in stile piĂš soul, Motown, piĂš nelle mie cordeâ€?. Per Mengoni, 24 anni, “fa sempre bene ascoltare le persone che stimiâ€?. In realtĂ consigli glieli ha dati anche un altro big della musica italiana: Renato Zero. “Mi ha detto di essere me stesso, il consiglio piĂš bello che mi possa dare una persona che ha fatto questo lavoro per tanti anniâ€?. Un tour che rappresenta un banco di prova, e che vedrĂ Mengoni proporre, oltre ai suoi brani piĂš noti, anche cover d’autore. Tra queste “I cant’ help falling in loveâ€? di Elvis Presley, “Sunnyâ€? di Bobby Hebb, “Innuendoâ€? dei Queen, oltre a “Natbush City Limitsâ€? di Tina Turner, “Signed, Sealed, Delivered I’m Yoursâ€? di Stevie Wonder, e “Rehabâ€? di Amy Winehouse. Un concerto intimo ma anche molto caldo, con abbondanti dosi di ritmo e di soul music, e che si preannuncia scoppiettante.

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Ogni martedì dopo il Gr delle 13 don Adriano Bianchi conduce uno speciale di approfondimento in preparazione al Sinodo diocesano. All’interno della diretta viene data la possibilità agli ascoltatori di intervenire in diretta allo 0303774592. In ogni puntata viene proposto un approfondimento sulle nove schede di consultazione e vengono riassunti in sintesi gli incontri dell’iniziativa “Voci nell’Agorà” che si sta svolgendo sul territorio.

Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti il ritorno del pedagogista Luigi Domenighini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

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La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

In Primo Piano alle 9.30 don Alessandro Tuccinardi illustra il tema della 49ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni “Rispondere all’amore si può. Vocazioni dono della caritĂ di Dioâ€?. Il secondo servizio è dedicato alle iniziative predisposte dall’associazione Croce del Papa, sul dosso dell’Androla in Valsaviore. Alle 11 in “Ecclesiaâ€? don Marco Mori presenta l’Happening degli oratori che si terrĂ in settembre

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia� apre con il servizio “La festa della fede�, per l’incontro del Vescovo con 2000 ragazzi dei gruppi Antiochia. A seguire: “Un anniversario per le Camilliane�, per la chiusura del centenario della morte della Fondatrice; “La Croce del Papa�, con le nuove iniziative e le opere di sistemazione dell’area che la ospita a Cevo; “Con Maria verso Pentecoste�, il percorso di preghiera guidato da mons. Monari a cinque

a Brescia e Bergamo. Alle 11.30 ultima puntata di “Musica per lo spiritoâ€? a cura di don Alberto Donini. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio RaphaĂŤl alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

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santuari mariani. La rubrica “4 parole...â€? è con don Alessandro Tuccinardi per la Giornata mondiale delle vocazioni. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche l’appuntamento della scuola di preghiera per i giovani “Profumo di puro nardoâ€?.

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&KL WURSSR YXROH VFLYRORQH GHJOL DXWRUL GL 9ROR “PurchĂŠ se ne parliâ€?. Con questo atteggiamento nei confronti del pubblico molti programmi televisivi negli ultimi anni hanno raggiunto la fama, altri si sono scavati la fossa con le proprie mani. Spingere al massimo per quanto riguarda contenuti e forma di una trasmissione è un trucco vecchio tanto quanto la tv stessa. Quando gli ascolti calano si cerca di buttare legna fresca sul fuoco, sperando in un segnale di fumo che attiri l’attenzione. Il problema sorge quando le novitĂ producono piĂš danni che benefici. Ăˆ il rischio che corre “Volo in direttaâ€?, nuova trasmissione del bresciano Fabio Volo, in onda tre giorni a settima-

na in tarda serata su Rai Tre. Nel suo spazio (quasi) notturno, sulla falsa riga dei “late night showâ€? della televisione americana, Volo offre mezz’ora di leggerezza a 360 gradi: monologhi ironici sull’attualitĂ politica e non, sulle circostanze della vita, e sulle stranezze dell’epoca moderna; il siparietto di qualche comico ottenuto in prestito da Zelig, l’intervista con un personaggio televisivo, la band indipendente (ora non piĂš) che suona dal vivo in studio‌ Insomma, di tutto un po’, confezionato con uno stile brillante e allo stesso tempo incurante, arruffato ma con cura, come la barba e i capelli del conduttore.

Le premesse sono buone. La trasmissione è iniziata il mese scorso, ma il pubblico, formato perlopiÚ da donne fra i 30 e i 40 anni (le lettrici dei suoi romanzi), non è ancora abbastanza per le aspettative della produzione. Di conseguenza qualcuno degli autori la scorsa settimana ha avuto la bella idea di sparare basso, di inserire nella puntata del mercoledÏ uno sketch di cattivo gusto. Eccone il resoconto: Volo, dopo aver raccontato della devozione di Paolo Brosio alla Madonna di Medjugorje, maturata dopo un periodo buio di abusi ed eccessi di droghe, sostiene che la conversione del giornalista sia frutto di allucinazioni

spirituali dovute all’uso della cocaina. Polemica di certo sterile e poco produttiva, ma tuttavia affrontata con ironia. Ciò che accade in seguito, invece, è un vero e proprio imperdonabile scivolone. Il conduttore annuncia che in collegamento con lo studio c’è la Madonna, e che le vuole chiedere se si ricorda della conversione di Brosio. Sul video-wall appare una donna vestita di bianco e azzurro, con il volto in ombra, che con tono distaccato colloquia con Volo e infine afferma di non aver mai visto il personaggio in questione. Ecco fatto. A una nuova trasmissione, che qualche carta da giocare ce

l’aveva, non serviva proprio la cosiddetta “scena da baracconeâ€?, ovvero quel momento in cui chiunque, nello specifico un credente o un non credente, storce il naso e si chiede il perchĂŠ della scelta. Forse qualcuno ancora sostiene che banalizzare la religione sia trendy? Idee vecchie, roba da rigattieri della tv. Sembrava che in Rai fosse arrivato qualcuno con qualche buona idea. Invece gli autori del programma, forse troppo preoccupati di aumentare i telespettatori, hanno fatto il passo (indietro) piĂš lungo della gamba. Il risultato? La banalitĂ al potere, un’altra volta.


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Albert Camus e Gianni Amelio insieme Jacques Cormery, il protagonista de “Il primo uomoâ€? che il regista calabrese ha tratto dal romanzo incompiuto del grande scrittore. Il manoscritto fu trovato nell’auto nella quale Camus morĂŹ in un incidente, il 4 gennaio 1960. Nel 1994, grazie all’impegno della figlia Catherine, il romanzo è stato pubblicato (in Italia da Bompiani), svelandone il contenuto apertamente autobiografico: la storia di uno scrittore francese nato in Algeria che rievoca i sogni e le emozioni dell’infanzia, e la nostalgia per un padre mai conosciuto, morto durante la Grande Guerra quando il giovane aveva appena sei mesi. All’infanzia di Camus, Amelio ha accostato la propria, vissuta nella Calabria del secondo dopoguerra: “A suo padre cosĂŹ ostinatamente cercato – dichiara – si è sovrapposta l’immagine di mio padre lontano e sconosciuto. La nonna e la madre sono diventate le stesse presenze quotidiane di quando ero bambino. E cosĂŹ la sua scuola è diventata la mia scuola, il suo maestro il mio maestroâ€?. Questa adesione affettiva si avverte nel film, nella cura amorevole con cui Amelio dirige e inquadra

Nino Jouglet, il bravissimo esordiente che incarna Cormery bambino. E nella veritĂ degli interni che – grazie anche al lavoro del direttore della fotografia Yves Cape – diventano quadri nei quali può accomodarsi la memoria di ciascuno. In casa, Jacques si divide tra una nonna tirannica (Ulla BauguĂŠ), angosciata dal peso della povertĂ della famiglia, e una madre amorevole e sottomessa (Maya Sansa). A scuola il giovane trova un padre adottivo nel maestro Bernard (Denis Podalydès), che convincerĂ i famigliari a fargli proseguire gli studi. Il maestro è convinto che ogni bambino “contiene il germoglio dell’uomo che diventerĂ â€?. CosĂŹ è per Jacques, mite ma ostinato, attratto dalla cultura e abitato dal senso di giustizia. Nel film, Amelio ce lo presenta adulto (ha il volto pensoso di

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Jacques Gamblin), di ritorno in Algeria a metĂ degli anni Cinquanta per incontrare l’anziana madre e immergersi nelle tensioni della rivolta contro la presenza francese, combattuta dagli arabi anche a colpi di bombe nelle strade. Nella storia di Cormery adulto si riflette, in una forma piĂš distaccata e riflessiva, quella del bambino che lui è stato. Jacques ritrova il maestro di un tempo, e il compagno di scuola musulmano il cui figlio ha abbracciato il terrorismo. Parla alla radio in favore dell’indipendenza algerina, rifiutando però con nettezza la violenza contro gli inermi. Realizza un percorso a ritroso nella memoria in cerca della figura paterna, concluso simbolicamente dall’immagine di una nascita. Amelio procede con semplice rigore, mettendo il protagonista al centro dell’inquadratura e seguendolo con lunghi e discreti movimenti di macchina. Aiutato da attori ispirati, realizza un film emozionante nella parte rievocativa, forse troppo trattenuto in quella “adultaâ€?; ma di gran respiro morale nella sua meditazione sulla memoria individuale e collettiva, la convivenza tra i popoli, il rifiuto della violenza e la pulsazione indispensabile della cultura.

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Tecnologie competitive per idee innovative: è la sfida di Fimast, la fiera internazionale delle macchine e accessori settore tessile, la manifestazione dedicata agli operatori meccano-tessili che si danno appuntamento alla Fiera di Brescia, dal 26 al 29 settembre prossimi, per la piÚ importante iniziativa del settore in Italia. Innovazione ed economie produttive a qualità garantita, sono alla base del rilancio di questo settore e Fimast ha deciso di

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dedicare l’edizione del settembre prossimo interamente alle macchine per la finitura e la lavorazione della maglia. Quello in programma alla Fiera di Brescia è un momento per trovare soluzioni nuove, pensare e produrre in modo piĂš economico e creativo in una stagione in cui il tessile (nel Bresciano come in altre parti d’Italia) vive un momento non particolarmente felice. Negli spazi espositivi della fiera verranno proposte innovazione ed economie produttive a qualitĂ garantita,

alla base del rilancio del settore. In mostra una filiera produttiva completa che raccoglie il meglio delle tecnologie sul mercato, e che punta sulla qualitĂ , sulla salute e sul rinnovamento del prodotto. Il dettaglio merceologico comprenderĂ le tecnologie per filatura, produzione di fibre chimiche, roccatura, torcitura, macchine ausiliarie e trecce applicate a maglierie e calzetteria, ricami, industria della confezione in genere.

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l Primo Maggio nacque come festa per celebrare una conquista sindacale: arginare il troppo lavoro, lo sfruttamento. La giornata lavorativa doveva fermarsi ad otto ore. Oggi il Primo Maggio rischia di celebrare il contrario: il lavoro che manca, l’occupazione ricercata e agognata da milioni di individui in un Occidente in cui la disoccupazione è in continua crescita. Da festa dei lavoratori, a festa degli aspiranti lavoratori. Il Primo Maggio di quest’anno cade in un momento triste per l’economia italiana alle prese con il quinto anno di crisi e la recessione. Nei mesi scorsi è rimbalzata fragorosamente la notizia che almeno un paio di milioni di giovani italiani non solo sono disoccupati, ma hanno pure perso ogni speranza: non cercano piĂš un posto, non studiano, non si specializzano. Vivono in un limbo, in un’attesa che qualcosa cambi, in un presente grigio e senza prospettive. Le statistiche dicono che il contratto a tempo indeterminato viene fatto firmare solo nel 4% dei casi. Il resto si arrabatta tra lunghe gavette, tentativi di concorsi, lavoretti a tempo, stage “formativiâ€? (e non retribuiti), insomma quella – eccessiva – flessibilitĂ che la riforma del lavoro firmata Elsa Fornero vorrebbe in parte contenere. CosĂŹ si tappano buchi, ma non si creano le forze lavorative di domani. Poi c’è la categoria di quelli che hanno 50 e piĂš anni. Quelli che

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decennio. Peccato però che le aziende mal tollerino di pagare stipendi a chi ha meno freschezza di un giovane, meno elasticitĂ e soprattutto una busta paga nel tempo cresciuta molto piĂš di quanto si paghi un apprendista o uno stagista. E perdere il lavoro a 57 anni, oggidĂŹ è semplicemente una tragedia: nessuno ti vuole, alla pensione mancano almeno cinque anni. Da qui il recente fenomeno degli “esodatiâ€?, orrendo termine per definire gli sventurati di una certa etĂ espulsi dal ciclo produttivo ma ancora lontani dalla pensione. Nel mezzo, milioni di lavoratori che sentono il posto di lavoro

sempre piÚ fragile e indebolito, le cui retribuzioni sono sostanzialmente inchiodate da anni a fronte di un costo della vita da Paese ricco. Insomma, una valle di lacrime. Sarebbe bello negarlo, ma se si pensa poi al milione e mezzo di cassintegrati e alle nubi tempestose che si addensano sopra il cielo dell’impiego pubblico, l’ottimismo suonerebbe veramente falso. 150 anni dopo la nascita della Festa del Primo Maggio, ritornano allora le ragioni per rimettere il lavoro al centro di tutto, come i costituenti italiani avevano enfaticamente sottolineato nel primo articolo della Costituzione.

0DQLIDWWXULHUR DQFRUD LQ GLIILFROWj I dati relativi alla cassa integrazione nel Bresciano, aggiornati al 31 marzo scorso, confermano lo stato di difďŹ coltĂ in cui si dibatte ancora il settore manifatturiero dell’intera provincia. I dati diramati dall’Inps evidenziano che nel mese di marzo, rispetto a febbraio, la cassa integrazione ordinaria nel Bresciano ha conosciuto un incremento di oltre 921mila ore, pari al 58%. Anche la cassa integrazione straordinariaha conosciuto, rispet-

to al mese precedente, un aumento di un milione 167mila ore, pari al 123%. In crescita anche la cassa integrazione in deroga con quasi 66mila ore, pari al un aumento del 10,6% rispetto a febbraio. Complessivamente, dunque, in marzo il ricorso alla cassa integrazione ha registrato un incremento di due milioni 154mila ore, pari a un + 68;2% rispetto al mese precedente. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente c’è stato

comunque un minore ricorso (pari a -1.480.755 ore) alla cassa integrazione nel Bresciano. Il minore ricorso non può ancora essere preso come indice dell’attesa ripresa e la conferma arriva anche dai dati sulla disoccupazione che,s e difďŹ cili da quantiďŹ care, certiďŹ cano la criticitĂ della situazione bresciana. I dati ufďŹ ciali ďŹ ssano al 5,8% il tasso di disoccupazione a Brescia, appena al di sopra della media regionale che è del 5,6%.

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Brugnaro, un poeta operaio, dal libro “Lavorare uccideâ€? di Marco Rovelli e da testimonianze di operai della ThyssenKrupp. Parlando delle motivazioni di un impegno teatrale che mette al centro ďŹ gure di operai e il contesto della fabbrica, regista e attori spiegano: “Gli operai mandano avanti un pezzo d’Italia, ma non esistono nell’immaginario mentale dell’opinione pubblica. In questo sprofondare delle coscienze qualcosa di ancor piĂš grave è accaduto: la perdita dell’orgoglio e della dignitĂ

operaia. Spesso chi è operaio non dice di esserlo, quasi fosse una colpa di cui vergognarsi un poco. Oggi l’uomo invisibile è proprio l’operaio e lo scandalo di tutti i giorni è questo suo normale morireâ€?. Il Teatro OfďŹ cina, fondato nel 1973, ha ospitato presso la storica sede di viale Monza 140 a Milano importanti compagnie nazionali, producendo 10 propri spettacoli legati al tema delle culture regionali e alle forme della comicitĂ . L’ingresso allo spettacolo è gratuito.

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ell’auditorium Cisl di via Altipiani d’Asiago si è riunito nei giorni scorsi un centinaio di immigrati per discutere sui temi della casa e delle nuove normative per gli stranieri residenti in Italia, ma anche su come tutelarsi di fronte ai tentativi di raggiro che sempre piĂš spesso – approfittando della scarsa conoscenza della lingua e sul loro oggettivo stato di necessità – vengono messi in atto nei confronti degli immigrati. Questi i temi affrontati nel corso di un’assemblea ospitata nei giorni scorsi nell’auditorium Cisl in via Altipiani d’Asiago a cui ha preso parte un centinaio di immigrati. Dopo il saluto del segretario generale della Cisl Enzo Torri e l’introduzione di Giovanna Mantelli, che nella Segreteria bresciana della Cisl segue i temi dell’immigrazione, la parola è passata agli esperti del sindacato inquilini (Sicet) e a quelli dei consumatori (Adisconsum) che hanno risposto alle domande e ai problemi concreti posti dai presenti. Particolare attenzione, sia nei quesiti posti dagli immigrati che nelle risposte fornite dai rappresentanti della Cisl, è stata data al tema della burocrazia, un complesso intrigato di norme e regole in cui è alta la probabilitĂ di perdere la bussola. Il moltiplicarsi di leggi, regolamenti e scadenze rappresentano una delle principali disfunzioni del sistema italiano, una vera e propria giungla molto spesso impenetrabile anche per gli “autoctoniâ€?. Facile immaginare, come per altro sottolineato a piĂš riprese nel corso dell’assemblea della Cisl, cosa tut-

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sull’immigrazione, esistono questioni di tutti i giorni, apparentemente banali, ma che, messi uno in fianco all’altro, in un periodo di forte crisi, possono rendere la vita di tanti stranieri veramente difficoltosa�, ha introdotto il segretario territoriale Enzo Torri. A piÚ riprese, nel corso dell’incontro sono state presentate le novità della nuova legge sul rinnovo del permesso di soggiorno che purtroppo non semplifica la situazione. Anzi, come ha sottolineato Matteo Bracchi di Anolf Cisl, la nuova proceduta prevede un aumento di 80 euro per i permessi sotto i 12 mesi, di 100 per quelli di due anni e di 200 per la carta di soggiorno di validità quinquennale.

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GiovedĂŹ 26 aprile, con una serata speciale si chiude la stagione di “Corri X Bresciaâ€?, organizzato dal Comitato provinciale dell’Aics, in collaborazione con l’Asd Corri x Brescia e la Fidal. Ritrovo alle 17.45 in Castello e partenza alle 19. Il percorso dell’ultima “Corri X Bresciaâ€? è di sei chilometri e attraversa le vie del centro tornando a chiudersi in Castello. Iscrizione con gadget di 3 euro, la cui quota serve anche a garantire la copertura assicurativa per l’evento. L’edizione

del 26 aprile è l’unica che ha anche un aspetto competitivo, saranno premiati 10 atleti femminili e 10 maschili, cosa mai presente nelle edizioni precedenti; nonostante ciò la manifestazione resta a carattere amatoriale a passo libero e dĂ la possibilitĂ a tutti gli atleti di percorrere il tragitto nel tempo ritenuto piĂš opportuno. Ăˆ obbligo per tutti i partecipanti rispettare le norme del codice della strada e di essere in possesso della certificazione medica.

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a Centrale del Latte – Basket Brescia Leonessa ci viene raccontata, tra risultati sportivi e impegno sociale fuori dal campo, da Ario Costa, leggenda azzurra negli anni ‘80 e oggi dirigente della societĂ . Che giudizio possiamo dare della stagione del Basket Brescia? Al momento siamo in zona playoff, ci sarĂ da lottare moltissimo, ma al 60-70% dovremmo farli. Si tratta in ogni caso di un risultato ottimo e inaspettato, che per noi è motivo di grandissima soddisfazione. Dopo circa 20 anni, infatti, abbiamo riportato in cittĂ il basket ad un buon livello, com’è quello della Legadue. La risposta è stata ottima, abbiamo una presenza media di circa 2000 persone per ogni gara al San Filippo, segno che la voglia di basket era tanta. Ora puntiamo a consolidarci. Qual è il vostro impegno nella cura del settore giovanile? Noi cerchiamo di dare molta importanza al rapporto con il territorio, nel quale vogliamo radicarci sempre di piĂš, e di dare ai ragazzi una possibilitĂ di crescita non solo sportiva. Il modello è un po’ quello dell’oratorio, dove si poteva fare sport tutti insieme e crescere in un certo modo. Cerchiamo anche noi di portare avanti questa idea, perchĂŠ i ragazzi hanno bisogno di meno strada e piĂš

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valori sportivi. Poi non tutti finiranno in prima squadra o praticheranno il Basket a livello professionistico, ma l’obiettivo educativo sarà stato raggiunto. Parlando di educazione, in quali direzioni si muove la società in campo sociale? Come collaborate con scuole e associazioni? Noi cerchiamo di essere impegnati

a 360 gradi: spesso andiamo nelle scuole sia dietro richiesta, sia con una nostra proposta. Questo perchĂŠ crediamo che lo sport sia davvero una palestra per la vita, che possa trasmettere valori importanti. Accanto a questo aspetto c’è anche la collaborazione con le associazioni di volontariato, ad esempio Avis e Anffas, in progetti nei quali mettia-

'DOOD &RSSD DO WULFRORUH Dopo la conquista della Coppa Italia, il Calvisano punta deciso allo scudetto. Impensabile ad inizio stagione e soprattutto da neo promosso nel massimo campionato di rugby dopo la sofferta doppia retrocessione. Si parte questo sabato dalle semiďŹ nali, con i gialloneri che avranno dalla loro il fattore campo avendo chiuso la stagione regolare al primo posto frutto di un punto in piĂš rispetto al Prato. L’avversario è il Rovigo che, di

contro, si è qualiďŹ cato per il rotto della cufďŹ a escludendo i campioni d’Italia in carica del Padova. I precedenti nel corso di questa stagione parlano di un successo 20-14 all’andata e di una clamorosa batosta (44-3) rimediata in terra veneta. Ma rispetto a qualche settimana fa, i polesani non avranno il loro faro, Reato, che si è lotto i legamenti ed è in forte dubbio anche il tallonatore Mahoney. Dall’altra parte il Prato se la vedrĂ con il

Mogliano. Il primo atto, sabato 28 alle 17.30, si disputerĂ al Battaini di Rovigo; return match sabato 5 maggio alle 17.30 al San Michele. Chi avrĂ la meglio accederĂ alla ďŹ nalissima che non sarĂ piĂš “gara secca e in campo neutroâ€?. Si disputerĂ al meglio delle due vittorie sui tre incontri (12, 19 e 26 maggio) con la miglior classiďŹ cata al termine della stagione regolare che potrĂ usufruire dell’eventuale bella in casa.

mo a disposizione atleti e risorse umane. Se è possibile, inoltre, cerchiamo di stanziare anche qualche piccola risorsa economica per venire incontro a situazioni particolari. Tornando all’aspetto sportivo: a Brescia il basket è di nuovo protagonista grazie al vostro lavoro, qualche tempo fa l’amichevole con Milano ha riportato Sergio Scariolo, campione d’Europa, alla guida della nazionale spagnola. Quali le prospettive per il futuro vostre e del movimento? Lo ripeto: abbiamo riportato a Brescia il basket a grandi livelli, i ragazzi stanno facendo una grande stagione, sia i nuovi innesti sia i giocatori d’esperienza. Per quest’anno l’obiettivo è disputare i playoff, vedremo di crescere pian piano. Allargando la visuale, è bello per Brescia vedere alcuni suoi cittadini, come Sergio Scariolo, ai vertici nello sport, è motivo di orgoglio. Attenzione però, deve essere anche uno stimolo per tutti a curare di piĂš quest’aspetto, a migliorare sempre la situazione per chi fa sport nella nostra realtĂ .

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Il Csi Brescia ha risposto in maniera affermativa all’invito di “Football for childrenâ€?, l’evento beneďŹ co promosso da Abe & Friends che si è svolto domenica all’oratorio di Bovezzo al ďŹ ne di dare visibilitĂ alle associazioni bresciane che operano nel settore delle malattie genetiche infantili. L’Uso Bovezzo, infatti, ha allestito la “piazza delle associazioniâ€?. SďŹ de di calcio, musica, animazione ma non solo. C’è stato spazio anche per la promozione del ciclismo nel mondo

del settore giovanile, con una gimkana per mountain bike allestita per l’occasione. Una trentina di bambini si sono sďŹ dati nelle rispettive categorie allargando i loro orizzonti ad una nuova disciplina sportiva. L’avventura in sella dedicata ai giovani aspiranti ciclisti, intanto, continua. LunedĂŹ 30 aprile l’appuntamento è alle 17 nel cuore della cittĂ , sul colle Cidneo con il 4XCE Eliminator Mtb all’interno della manifestazione Vivicastello.

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n Italia la parola sport è diventata sinonimo di calcio. Solo in seconda battuta ci ricordiamo degli sport motoristici e del ciclismo, due discipline che hanno segnato la nostra storia di italiani. Ogni quattro anni la potente macchina mediatica dell’Olimpiade bussa forte sui nostri schermi e allora tornano in voga la scherma, il nuoto, il canottaggio e tutte le cosiddette discipline “minoriâ€?. Ăˆ un destino bizzarro quello riservato alla parola sport: se ci chiedono di identificare il tratto distintivo di questo termine pensiamo alla competizione (vittoria-sconfitta) e alle regole che disciplinano le gare per poter definire un vincitore. Strano perchĂŠ in Italia “fare qualcosa per sportâ€? significa farlo per divertimento, senza obiettivi e regole precise. Tutti ne parlano e moltissimi se ne occupano, ma spesso con finalitĂ e intenzioni diverse. C’è chi lo fa solo per vincere, chi per essere piĂš sano, moltissimi si limitano a guardarlo, altri lo ignorano completamente. In questo panorama contraddittorio si inserisce l’attivitĂ del Csi la cui missione è “Educare attraverso lo sportâ€?. Nei miei viaggi per l’Italia ho conosciuto personalmente molti allenatori, arbitri e dirigenti del Csi consapevoli del proprio ruolo di educatori e di potenziali mediatori tra gli indifferenti, le federazioni sportive e la palestre private dove lo sport rischia di essere

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o delle palestre dove si allenano i tanti tesserati. Il valore piĂš grande che può esprimere questa associazione non è solo la disponibilitĂ dei luoghi fisici ma la condivisione di un’idea forte di sport, la presenza capillare nel territorio e l’esperienza accumulata in tanti anni spesi nell’educare attraverso lo sport. A mio parere, la nuova sfida del Csi per continuare ad assolvere al meglio al proprio compito è uscire negli spazi aperti della cittĂ , andare verso la gente, dialogare con le altre associazioni, con le federazioni sportive e con le istituzioni senza nessun pregiudizio e senza paura di perdersi in questa societĂ contraddittoria.

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L’iceberg e il vitello d’oro Egr. direttore, celebriamo quest’anno il centenario dell’affondamento del Titanic, il noto transatlantico che finĂŹ i suoi giorni (e quelli di molti suoi passeggeri) contro un iceberg. SarĂ stato per la posizione sfavorevole, sarĂ stato perchĂŠ la vita di chi ha piĂš soldi stimola tradizionalmente maggior rispetto nei soccorritori, fatto sta che i sommersi viaggiavano in stragrande maggioranza in terza classe, i salvati in prima. Non furono solo errori umani a causare questa fine, ma anche un’imprevedibile concatenazione di eventi sfavorevoli. Sarebbe dunque ingiusto, per rispetto di quell’equipaggio, azzardare una metafora con l’attuale situazione dell’Italia, dove le vittime non metaforiche della terza classe sono ormai decine dall’inizio dell’anno. Infatti qui c’è poco da maledire le concatenazioni sfavorevoli: l’economia moderna, fino a prova contraria, è una creatura squisitamente umana. L’iceberg era in vista da tempo, ma le migliaia di uomini che negli ultimi decenni hanno manovrato la nave sembrerebbero aver deciso deliberatamente la rotta e il suo approdo. Ed eccoci qui. La differenza, però, è che il comandante e l’equipaggio del Titanic hanno in gran parte sacrificato la loro vita per salvare il maggior numero di passeggeri. Mentre qui da noi, nel momento in cui qualcuno si azzarda semplicemente a mettere in discussione un centesimo degli stipendi, delle pensioni, dei vitalizi, dei finanziamenti pubblici di cui l’equipaggio gode, ecco che in coro suonano l’allarme che non avevano suonato a due passi dall’iceberg: allarme dettato dal

diffondersi di un sentimento sempre piĂš comune che loro chiamano, curiosamente, “antipoliticaâ€?. Detto da persone che in questi decenni hanno gestito con tale responsabilitĂ e oculatezza la cosa pubblica, fa un certo effetto. Ma tant’è: la loro preoccupazione maggiore, ora, sembra proprio quella, inedita, di conservare il loro potere, nobile causa per cui, ai danni giĂ prodotti, non esitano ad aggiungere l’ennesimo tentativo di beffa, rimpastandosi e cambiando i nomi ai loro partiti (operazioni di cui sarebbe curioso conoscere i costi), come se cambiare i nomi significasse cambiare le cose. E questo la dice lunga sull’alta considerazione che hanno della nostra intelligenza. Ora, un modo per trovare i fondi da cui ripartire ci sarebbe, e senza suicidi sulla coscienza: ad esempio, imporre un tetto massimo di 4000 euro netti al mese (non propriamente uno stipendio da fame) a qualsiasi dipendente statale, compresi i piĂš alti dirigenti, i commissari piĂš o meno straordinari e affini, e naturalmente il comandante e i membri dell’equipaggio; stabilire un tetto massimo, retroattivo, di 2000 euro al mese per le pensioni statali, non cumulabili con altre derivanti da redditi legati ad attivitĂ parallele: stessa cifra che non dovrebbe essere superata nello stipendio di qualunque consigliere regionale. Non una tantum, ma per sempre. PerchĂŠ chi ci ha condotti al punto in cui siamo non può continuare a vivere come la nobiltĂ francese degli anni ‘80 del Settecento. Non si vogliono le loro teste, sia chiaro, ma i soldi per ripartire vanno presi da chi li ha, e ha l’aggravante di qualche non secondaria responsabilitĂ sull’attuale condizione dell’Italia. E

non è populismo, come certi furbetti vogliono farci credere: perchĂŠ senza quella base, non c’è nessun presupposto per ricominciare con progetti propositivi. Non è affossando la scuola, la sanitĂ , le pensioni dei poveri cristi, che uno Stato può crescere; lascio agli addetti ai lavori calcolare quanti miliardi risparmierebbero ogni anno le nostre casse se si attuassero i tagli qui proposti. Allo stesso modo, soltanto un sistema malato può vedere come soluzione alla crisi un ulteriore indebitamento, che è quello legato alle grandi opere miliardarie di cui non è mai stata dimostrata l’utilitĂ . Ma oggi sembrano l’unica, disperata possibilitĂ per mettere in circolo capitali esteri, che ridarebbero un momentaneo ossigeno alla nostra economia: ma un ossigeno artificiale, che potrĂ prolungare l’agonia solo fino a quando non ci chiederanno il conto anche di questi. Ma ormai, ripeto, siamo all’assurditĂ di un asservimento totale a leggi economiche che impongono non di fare ciò che serve, ma ciò che “è stabilitoâ€? (da chi, poi?), e non importa se si tratta di cacciabombardieri o linee ferroviarie inutili. Ăˆ una situazione che ha piĂš di un’analogia con un noto episodio biblico. Vi si narra che uscendo dall’Egitto, in assenza di Mosè, gli ebrei fabbricarono un vitello d’oro e si misero ad adorarlo, e di conseguenza si diffusero tra loro l’ingiustizia, l’odio, il male. Poi tornarono ad ascoltare Mosè (che non ebbe una reazione propriamente pacifica), e ripresero il cammino. Oggi, e non solo in Italia, sembra invece che la scelta sia quella di continuare quell’adorazione: e di finire, deliberatamente, dritti contro l’iceberg. Giorgio Perino

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