La Voce del Popolo 2012 18

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Alcuni bambini − ma anche qualche “bambinoâ€? cresciuto, con lavoro e famiglia − mostrano una spiccata possessivitĂ . Tutto quello che capita loro a portata di mano è qualificato immediatamente come “mioâ€?. Ce ne vuole per far loro capire che il mondo è fatto non soltanto per loro, ma anche per tanti altri fratelli e sorelle. Giovanni Paolo II − come ben sappiamo − aveva scelto invece come motto: Totus tuus (Tutto tuo). L’ispirazione è facilmente individuabile nel “Trattato della vera devozione a Mariaâ€? di San Luigi Maria Grignion di Montfort (composto 300 anni fa e ritrovato 130 anni dopo in un baule dimenticato). Interessante notare che il tenore, prima ancora che mariano, è “cristianoâ€?. Scrive il santo: “Io sono tutto tuo e tutto ciò che possiedo è tuo, mio amabile GesĂš, per mezzo di Maria, tua santa Madreâ€? (“Trattatoâ€? 233). Del resto, il compito di Maria non è quello di condurci a GesĂš? “Qualsiasi cosa lui vi dica, fatela!â€?. PerchĂŠ non chiedere a Maria, in questo mese specialmente a lei dedicato, che ci aiuti ad essere un po’ di piĂš “tuttiâ€? del suo Figlio GesĂš, come è stata completamente lei?

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Comuni bresciani. Il viaggio tra i “forzati� dell’Imu

͘Í? ‘’‘Ž‹ ‡ …‘Â?–‹Â?‡Â?–‹ Festa dei popoli. Brescia, cittĂ di tutti i colori

͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Brescia. Quante vite spezzate dietro le sbarre invivibili

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͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Caritas parrocchiali. Animatori, antenne del territorio

͙͛ —Ž–—”ƒ ‡ �—�‹…ƒœ‹‘�‡ Mese letterario La poesia carnale di Ungaretti

͙͜ ’‘”– Calcio. Brescia, sarĂ dura... ma devi crederci

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Â?ƒ ˜‹–ƒ ’‡” ‰Ž‹ —Ž–‹Â?‹ La morte improvvisa di don Luigino Plebani a Ruy Barbosa in Brasile ci porta a parlare nuovamente dei missionari bresciani. La scorsa settimana don Raffaele Donneschi, direttore dell’Ufficio missionario, rilanciava l’appello del vescovo Monari ai sacerdoti della diocesi a dare la propria disponibilitĂ a partire per la missione ad gentes, lunedĂŹ mattina la notizia della morte violenta di don Plebani, da 32 anni fidei donum in America Latina. Lo hanno trovato domenica pomeriggio con una corda al collo e del nastro adesivo a coprirgli la bocca. Le circostanze della sua morte sono ancora da chiarire, come pure le minaccie che aveva ricevuto probabilmente a causa

delle sue visite ai carcerati e la sua azione in favore degli ultimi. Ciò che sappiamo, da chi lo ha conosciuto, è che era uno dei missionari bresciani piĂš attenti alla realtĂ dei poveri e lo ha testimoniato vivendo in prima persona la povertĂ evangelica. “Don Plebani – ricordava don Donneschi – non ha mai voluto abitare in una casa vera e propria perchĂŠ gli sembrava eccessivo rispetto allo stile di vita della popolazione che servivaâ€?. Uno stile umile, schivo, semplice che emerge anche dalle parole del suo testamento spirituale in cui chiede per i suoi funerali la lettura dell’inno all’Amore (1Cor 13) e il vangelo di Lc 17,7-10: “Quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: siamo servi inutiliâ€?. Ha vissuto una vita in cui voleva parlasse il Vangelo, non la sua persona, chiedeva di leggere il suo dono, non le sue parole. Cosi in morte. “Ma soprattutto chiedo - scrive don Luigino - che dopo il Vangelo si

faccia un poco di silenzio, niente discorsi nĂŠ commenti... Aspetto solo il discorso che Dio mi farĂ , da Lui spero solo il perdono e l’amoreâ€?. Il perdono e l’amore, ciò che ci rende ancora credibili, come cristiani, al mondo d’oggi. Noi che ci ostiniamo a leggere la storia del cristianesimo e la sua azione missionaria in termini di efficienza, di progetti realizzati, di conquiste sociali. Cose tutte necessarie, ma dai missionari, da don Luigino, riceviamo la lezione essenziale dell’evangelizzazione: il perdono e l’amore. E l’amore e il perdono dicono necessariamente riferimento al dono della vita di GesĂš, al suo sangue versato per noi. In questi ultimi giorni davanti al mistero della fine di don Luigi ci siamo fatti tante domande su cosa ci fosse nel suo cuore domenica scorsa: paura, angoscia, disperazione... Non pare. Ciò di cui abbiamo certezza, in ogni caso, è che egli abbia fatto della sua vita un dono per gli ultimi e che il suo è un sangue

versato per amore. Lo dice una lunga esistenza di fedeltĂ e ciò resta fonte di benedizione per la Chiesa bresciana, cosĂŹ come lo è stato il sangue dei martiri di Kiremba appena alcuni mesi fa. Per questo, pure nella tristezza del distacco e nello smarrimento della prova, il dono di don Luigi ci apre alla fiducia e alla fede. Siamo una Chiesa bagnata di sangue in cui può risplendere ancora con forza la testimonianza del Vangelo. Don Luigino è solo l’ultima goccia versata. Gliene va il merito, anche se di questo si sarebbe schermito. L’ha anche scritto nel suo testamento spirituale: “Non per pretendere, ma se per caso ‘La Voce del Popolo’ o ‘Kiremba’ volessero dare l’annuncio che sono morto, niente elogi nĂŠ panegirici. Solo un piccolo avviso e stop. PerchĂŠ la foto? Sono sempre stato brutto!â€?. Scusa don Luigino abbiamo dovuto parlare di te, riposa in pace nella terra che hai amato e prega per noi.


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I sindaci e i Comuni italiani non ci stanno a passare, agli occhi dei loro cittadini, come i “cattiviâ€? di turno che in una stagione di diffusa difficoltĂ non si fanno scrupolo di introdurre una nuova tassa. hanno detto ‘no’ all’Imposta statale unica. La denominazione di Imu, acronimo di Imposta municipale unica, data dal governo potrebbe trarre in inganno i contribuenti e indurli a ritenere che si tratta di una tassa imposta a livello locale. Per questo motivo l’Anci, l’associazione nazionale

dei comuni italiani, ha lanciato nei giorni scorsi una iniziativa per fara sapere ai cittadini, alle famiglie che ‘“dietro la sigla Imu che evoca i municipi, si nasconde una tassa dello Stato che i Comuni non possono neanche riscuotere liberamenteâ€?. Per rendere i cittadini partecipi della grave situazione che da tempo l’Anci denuncia in tutte le sedi istituzionali, senza che le autoritĂ governative ne traggano le necessarie conseguenze l’Anci ha lanciato una sua campagna informativa.

funge solo da esattore per lo Stato, all’insaputa di tanti cittadini. Le difficoltĂ non mancano e l’Imu rischia di andare ad appesantire ulteriormente una situazione pesante in cui versano tanti “forzatiâ€? della nuova imposta: i Comuni che devono riscuoterla e i cittadini che devono pagarla e che potrebbero essere attratti dalle sirene (strumentali) della disobbedienza fiscale che qualcuno sta strumentalmente usando.

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pending review è l’ennesimo inglesismo a cui gli italiani si stanno abituando. Il governo, che in queste ore è alla ricerca delle vie per un taglio drastico alla spesa pubblica, ha fatto piĂš volte ricorso a questa terminologia per definire la strada intrapresa per cercare al suo interno risparmi e sacrifici che possano pareggiare quelli giĂ imposti agli italiani. Proprio per far fronte alle misure “salva Italiaâ€? (molte delle quali probabilmente ineludibili) decretate dal governo le famiglie hanno dovuto provvedere a una propria “spending reviewâ€? per rivedere voci di “spesaâ€? non piĂš sostenibili. Hanno dato, come suole ripetere il presidente Giorgio Napolitano, un contributo responsabile alla riduzione dell’indebitamento dello Stato. Le famiglie hanno avuto meno problemi del governo, perchĂŠ non avevano alternative. Con il livello dei salari fermo da oltre 20 anni, con un potere d’acquisto sempre piĂš ridotto e con l’aumento indiscriminato del costo della vita non restava molto spazio alla fantasia. Senza contare lo spauracchio dell’Imu, l’imposta sull’abitazione reintrodotta dal governo a soli tre anni dall’abolizione dell’Ici. Una tassa che ha creato non pochi allarmismi e che da parte dell’opinione pubblica è stata considerata come una vera e propria patrimoniale imposta sui meno abbienti, milioni di italiani che come unico patrimonio hanno soltanto la casa, conquistata con anni di lavoro e di sacrifici. Non è un caso che proprio sull’Imu anche le forze politiche che dal novembre dello scorso anno sostengono il go-

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se ancora non l’hanno fatto, a regolamenti e deliberazioni che recepiscono i contenuti della legge, Un’operazione relativamente semplice sulla carta ma che qualche difficoltĂ alle amministrazioni locali potrebbe crearla. I problemi sono piĂš di uno. Pensando all’Imu come via per dare una sferzata ai conti in “profondo rossoâ€? dello Stato il governo si è anche addentrato in previsioni che, secondo sindaci e amministratori locali non sarĂ facile mantenere, a meno che non ci sia giĂ dietro l’angolo l’aumento delle aliquote. Un altro nodo da sciogliere (per altro caricato sulle spalle dei Comuni) è quello dell’Imu a carico degli anziani stabilmente ospiti delle case di riposo. Il governo aveva stabilito che alle abitazioni di questi anziani, se sfitte, fosse applicata l’aliquota prevista per la seconda casa, con una tassazione tutt’altro che leggera. Solo in seconda battuta l’esecutivo, come per altro previsto dal decreto definitivamente trasformato in legge, ha dato facoltĂ ai Comuni di procedere ad agevolazioni (in sostanza l’applicazione dell’aliquota per la prima casa) nei confronti dei citati anziani. ToccherĂ alle singole amministrazioni fare fronte con risorse proprie al mancato gettito da agevolazione. Ăˆ chiaro che le maggiori difficoltĂ saranno a carico dei Comuni piĂš grandi, che hanno una considerevole parte della propria popolazione anziana residente nelle case di riposo. Ma c’è un’altra difficoltĂ che, seppure di carattere formale, non è meno significativa delle altre. L’Imu, conosciuta come Imposta municipale unica, di locale non ha praticamente nulla. Il Comune, in sostanza,

7HPD FDOGR FKH LQWHUHVVD JOL HOHWWRUL Nei programmi dei candidati che tra qualche giorno si sfideranno per il governo locale dei 12 Comuni bresciani chiamati al voto, quello dell’Imu è un tema caldo. Non c’è proposta amministrativa fra le tante sottoposte al giudizio degli elettori che non metta in primo piano il tema Imu. Per tutti, da Palazzolo a Desenzano, si tratta di un obbligo da osservare, imposto com’è dallo Stato, un’imposizione da applicare in tutti

i Comuni cercando di limitare al minimo l’impatto sulle tasche dei contribuenti. Proposte che, in concreto si traducono, nella volontĂ di applicare le aliquote imposte per legge e di non ricorrere a quel potere discrezionale lasciato alle amministrazioni di aumentare, eventualmente, quanto stabilito dalla legge. C’è qualche candidato sindaco che accenna, anche se in modo abbastanza generico, alla possibilitĂ di mettere in

campo azioni per aiutare quelle famiglie e quei soggetti che dovessero trovarsi in difďŹ coltĂ nel pagamento dell’imposta. Si tratta però di ipotesi generiche, quasi sempre condizionate dagli esiti di una ricognizione sullo stato di salute delle casse comunali. In temi di crisi come quelli attuali il tema dell’Imu interessa e non poco gli elettori, tanto da essere uno dei temi su cui i candidati sono interpellati con maggior frequenza.

Ad Acquafredda, Cazzago San Martino, Darfo Boario (nella foto), Desenzano, Gottolengo, Gussago, Malonno, Odolo, Palazzolo sull’Oglio, Paspardo, Provaglio Valsabbia e Rovato la partita elettorale si potrebbe giocare anche sulla credibilità delle risposte e delle proposte che i candidati in corsa hanno saputo dare in queste settimane di campagna elettorale al tema della nuova Imposta municipale unica.


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L’Ici era stata abolita ufficialmente dopo le elezioni politiche dl 2008. Solo pochi anni erano bastati agli italiani per dimenticare cosa significasse pagare un’imposta sulla prima casa. A rinfrescare la memoria ci ha pensato l’Imu nuovamente introdotta da qualche mese. Dapprima, nelle ultime settimane del governo Berlusconi, era stata pensata come una sorta di imposta che doveva conglobare le tasse che i contribuenti pagavano a livello locale. Con il governo dei tecnici è

diventata una tassa che interessa, pesantemente, solo la casa. Due le aliquote previste per legge: il 4 per mille sulla prima casa e il 7,6 sulla seconda. Il pagamento dell’acconto dovrà essere effettuato entro il 18 giugno (il 16 cade di sabato) e verrà determinato sulla base delle aliquote di legge, oppure su quelle già deliberate dai singoli Comuni. Entro il 17 dicembre (il 16 cade di domenica) i contribuenti dovranno effettuare il pagamento a conguaglio dell’imposta dovuta sulla base delle

decisioni che i Comuni adotteranno entro il 30 settembre. I municipi possono articolare le aliquote tra un minimo e un massimo rispetto a quanto stabilito dallo Stato (2, 4 e 7,6 per mille), che si riserva la facoltà di modificare tali parametri di riferimento entro il 10 dicembre. L’Imu per l’abitazione principale (e pertinenze) si potrà pagare in tre rate: il 33% entro il 18 giugno, il 33% entro il 17 settembre. Il saldo, con l’eventuale conguaglio, si dovrà versare entro il 17 dicembre 2012. Ǧ

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$WWUH]]DWL SHU DLXWDUH L FRQWULEXHQWL Potevano correre il rischio di essere l’anello debole della catena, costretto a subire pesantemente il peso dell’incertezza e della confusione che sino all’ultimo (la data della pubblicazione della legge sulla Gazzetta ufficiale) ha segnato la tribolata vicenda Imu. Invece, con il pragmatismo e la capacità di fare fronte a situazioni complesse che il sistema fiscale italiano crea di continuo, i Caf (centri di assistenza fiscale) a cui milioni di italiani si rivolgono per

la dichiarazione dei redditi e annessi e connessi, si sono attrezzati per rispondere al meglio agli utenti. La conferema arriva da Michele Dell’Aglio, direttore del Caf della Acli di Brescia. “In assenza di dati di certezza – afferma – abbiamo calendarizzato gli appuntamenti per il pagamento dell’Imu soltanto a partire dal giorno successivo all’entrata in vigore della legge, proprio per dare risposte certe ai contribuenti”. Entro il termine del 16 giugno fissa-

to dalla legge per il pagamento dell’acconto i Caf dovrebbero essere in grado di evadere le numerose pratiche. Dai primi dati in possesso dei centri di assistenza fiscale l’Imu sulla prima casa non dovrebbe risolversi (o almeno in misura ridotta rispetto al preventivato) in una mazzata. “Il problema – conclude Michele Dell’Aglio – potrebbe arrivare con le seconde case, e il potere discrezionale lasciato ai Comuni, ma si dovrà aspettare dicembre”.

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Due attentati contro strutture militari a Idlib, nel nord della Siria, hanno fatto passare in secondo piano le prime dichiarazioni rilasciate dal generale norvegese Robert Mood al suo arrivo a Damasco. Mood è stato nominato nei giorni scorsi capo della missione degli osservatori dell’Onu in Siria e ha ribadito che tutte le parti belligeranti devono fermare le violenze perchĂŠ il piano di pace di Kofi Annan possa essere applicato. Secondo notizie

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riferite dall’agenzia di stampa siriana ‘Sana’, due esplosioni avrebbero causato la morte di almeno otto persone, sia civili che militari. Le prime ricostruzioni indicano che gli attentatori hanno usato autobombe; il fatto è stato confermato da fonti dell’opposizione. Per trovare una soluzione politica a una crisi ormai lunga oltre un anno, Annan – che è inviato in Siria di Lega Araba e Onu – ha elaborato un piano che al primo dei suoi sei punti

prevede l’immediata cessazione dei combattimenti. Sulla carta il piano è stato approvato sia dal governo che dalle opposizioni, ma la tregua è ancora precaria e spesso non rispettata. Gli altri punti prevedono un tavolo negoziale aperto a tutte le componenti della societĂ siriana, la liberazione dei prigionieri politici, il libero accesso a tutte le zone del paese da parte dei giornalisti anche stranieri, la garanzia di poter liberamente tenere manifestazioni.

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n nuovo, pesante tributo di quella Chiesa bresciana che ha scelto di evangelizzare nei Paesi del Sud del mondo. Non ci sono molte parole per dare conto del presunto assassinio nella cittadina brasiliana di Ruy Barbosa, nello Stato di Bahia, di don Luigi Plebani, fidei donum nel Paese sudamericano sin dal 1980. Ancora poche e incerte le notizie sulla dinamica della morte. Sulla vicenda sta indagando la polizia locale, anche in considerazione di una lettera rinvenuta tra gli effetti del sacerdote in cui lo stesso faceva riferimento a minacce ricevute. L’unico dato di certezza è che la morte del sacerdote è stata violenta. Don Luigi Plebani era originario di Rudiano e da piĂš di 30 anni operava come fidei donum in Brasile. A fare la triste scoperta le suore Carmelitane minori della caritĂ che attendevano il fidei donum per la celebrazione della Messa. Non vedendolo arrivare le religiose sono andate nella sua camera dove hanno trovato il corpo senza vita di don Luigi. Il sacerdote, nato nel 1947 nel Comune della Bassa, era stato ordinato nel 1973. Il suo primo incarico, come vicario cooperatore era stato nella comunitĂ di Erbanno. Dopo due anni di servizio, nel 1975 era stato destinato alla parrocchia di San Pancrazio di Palazzolo sull’Oglio come curato, dove era rimasto sino al 1979. L’anno succes-

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Witte, seguiva la vita e l’attivitĂ di 18 comunitĂ di base volute dallo stesso Vescovo all’interno della parrocchia della Cattedrale. Settimanalmente, poi, don Luigi visitava i carcerati e gli ammalati che senza la sua presenza sarebbero stati sprovvisti dell’assistenza religiosa. Dopo 32 anni in terra brasiliana, vissuti con intensitĂ ma anche con grande semplicitĂ e dedizione al suo essere fidei donum, il sacerdote avrebbe fatto ritorno definitivamente a Brescia. La notizia, prontamente comunicata alla famiglia, ha destato vasta commozione nella comunitĂ di Rudiano, che si è subito riunita in pre-

ghiera, e in quelle in cui don Plebani aveva svolto il suo ministero sacerdotale. ComunitĂ in lutto che ora attendono di conoscere maggiori particolari su questo nuovo tragico episodio che torna a colpire la Chiesa bresciana e la sua vocazione missionariaa poco piĂš di sei mesi dal 27 novembre dello scorso anno, quando a Kiremba, venivano brutalmente assassinati suor Lucrezia Mamic e il volontario Francesco Bazzani. I funerali di don Luigi Plebani si sono svolti, come da sua volontĂ , a Lagoa dos gatos, localitĂ della diocesi di Palmares, nello Stato di Pernambuco, dove aveva prestato servizio

6WDWR GL HPHUJHQ]D D VXG Il Sudan ha dichiarato lo stato d’emergenza lungo il conďŹ ne con il Sud Sudan. A referirlo secondo la Misna è l’agenzia sudanese ‘Suna’ che ha dato notizia di un decreto ďŹ rmato dal presidente Omar Hassan al Bashir (nella foto). Il provvedimento riguarda diverse localitĂ degli Stati di Sud Kordofan, Nilo bianco e Sennar. L’agenzia ha anche precisato che le localitĂ in cui la misura è applicata sono Abyei, Taludi, Abu-Jebaiha, Alieri, Al Tadamun, Al

Buram e Kailek in Sud Kordofan, Al Jabalain e Al-Salam nel Nilo bianco, e Al Dali e Mazmoum nello Stato di Sennar. L’applicazione dello stato d’emergenza comporta la sospensione della Costituzione e secondo varie fonti di stampa stabilisce anche la sospensione dei rapporti commerciali con il Sud Sudan. In realtĂ i commerci con il Sud Sudan sono stati ufďŹ ciosamente banditi da quasi un anno e lo stato d’emergenza era giĂ applicato in altre aree di conďŹ ne

come nello Stato del Nilo Blu. Le misure prese da Khartoum seguono settimane di duro confronto militare tra due Paesi ďŹ no allo scorso luglio riuniti in un’unica nazione. L’ultimo teatro di questo confronto è stato Heglig, area petrolifera controllata da Khartoum ma rivendicata da Juba. ‘Suna’ riferisce che il governatore del Nilo bianco, Yusuf Al Shambali, ha dato una settimana di tempo alle 12mila persone del Sud perchĂŠ lascino il Paese.

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‰‹‘˜ƒÂ?‹Ǎ ‘Â? •‘Ž‘ Dz„ƒÂ?„‘……‹‘Â?‹dzǤǤǤ Nelle ultime settimane sono diventati l’emblema del lavoro che manca e che, forse, non è nemmeno cercato. Per questo i giovani, i “bamboccioniâ€?, come ebbe a deďŹ nirli qualche anno fa il ministro Padoa Schioppa, sono diventati oggetto di una ricerca promossa dal settore giovani dell’Azione cattolica di Milano. I risultati confermano che, probabilmente, i giovani sono diventati uno stereotipo per raccontare una crisi che non sembra mollare la presa. Nel Milanese, ma i

dati con una certa approssimazione potrebbero andare bene anche per Brescia, l’universo giovanile non è quello raccontato dai mezzi di comunicazione. Nella provincia di Milano il tasso di disoccupazione giovanile segna da due anni un regresso. Nel 2009 i giovani disoccupati erano il 23,4%. Due anni dopo la percentuale è scesa al 16,5% percentuali sempre importanti ma che danno conto di una realtĂ diversa rispetto a quella spesso raccontata dai media. “Si tratta di

un tasso – si legge in un passaggio della ricerca – che va letto alla luce del tasso di attivitĂ , ossia del numero di giovani che sono sul mercato del lavoro, che nel 2011 era del 29%. Andrebbe calcolato su questa percentuale (perchĂŠ il resto dei giovani o ha un lavoro o è comunque impegnato con lo studio o altre attivitĂ ) il numero effettivo dei disoccupati. Alla luce di questi parametri, dunque, non sarebbe un giovane su tre a essere senza lavoro ma tra i cinque e i sette su 100 che

cercano lavoro. Anche per quel che concerne il posto ďŹ sso la ricerca dei giovani di Azione cattolica di Milano si discosta da scenari abituali. Il 36,7% dei giovani avrebbe un lavoro a tempo indeterminato a cui si aggiunge un altro 14,2 con un contratto a tempo determinato. Percentuali che contribuiscono a rafforzare l’idea che per i giovani l’accesso all’occupazione non debba avvenire per forza attraverso le forche caudine dei lavori atipici e del precariato.

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eppure con il contagoccie stanno arrivando dall’Istat i primi dati sul censimento 2011. Al di lĂ di alcuni aspetti “curiosiâ€? (le migliaia di cittadini scomparsi in tutto il Paese nel raffronto tra i dati in possesso degli uffici anagrafe e quelli dei questionari rilevati) ci sono alcuni dati che meritano particolari considerazioni. Fra i numeri piĂš interessanti c’è quello relativo alla popolazione straniera abitualmente dimorante in Italia è triplicata, nell’arco del decennio intercorso tra il censimento dello scorso anno e quello realizzato nel 2001. Gli stranieri sono passati da poco piĂš di 1 milione 300mila persone nel 2001 (dato definitivo) a circa 3 milioni 770mila (dato provvisorio). Contestualmente è aumentata l’incidenza relativa degli stranieri sul totale della popolazione residente, da 23,4 stranieri ogni mille persone censite a 63,4. L’aumento dei cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia ha contribuito in misura determinante all’incremento della popolazione totale censita rispetto alla passata tornata censuaria, confermando la tendenziale staticitĂ demografica della popolazione di cittadinanza italiana. La distribuzione territoriale degli stranieri abitualmente dimoranti è mutata di poco

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con il 16% di popolazione straniera. Un primato destinato a dare ulteriore significato alla Festa dei popoli che gli Uffici migranti e per il dialogo interreligioso della diocesi, la parrocchia di San Giovanni Battista, l’associazione Centro migranti, la cooperativa Scalabrini Bonomelli hanno programmato per domenica 13 maggio al PalaBrescia di via Ziziola. La festa, a cui è stato dato il titolo di “Per farne di tutti i coloriâ€?, si aprirĂ alle 10.30 con la celebrazione della Santa Messa, a cui farĂ seguito un momento conviviale a base di piatti tipci. Stand culturali e animazione per i piĂš piccoli completeranno la festa che è a ingresso libero.

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—‘Â?‡ Â?‘–‹œ‹‡ ‘”Â?ƒ ‹Ž Dz ÂƒÂ”ÂƒÂ–Â–Â‘Çł La Circoscrizione Nord, con il patrocinio dell’Assessorato alle attivitĂ produttive e marketing urbano, in collaborazione con le scuole e le parrocchie del territorio e con la presenza delle associazioni Ant Brescia (Ass. Naz. Tumori Onlus) e Alzheimer Brescia “Antonia Biosaâ€?, che informeranno i cittadini sulle proprie finalitĂ sociali propone “Il baratto, scambia un libro la mattina al parcoâ€? porta un tuo libro e scegline un altro‌â€?. L’appuntamento è per domenica 6 maggio sotto la

—…ƒ ‡”…ƒŽŽ‹ ƒ —••ƒ‰‘ tettoia del Parco Jan Palach di via Tommaseo, in cittĂ .Saranno allestiti dei banchetti dove si potranno portare i libri giĂ letti e prenderne altri gratis. Saranno ben accetti libri di narrativa, libri per bambini, libri scientifici, manuali tecnici, fumetti, riviste‌ I cittadini interessati a prenotare una postazione fissa al banchetto (dove portare minimo 20 libri) dovranno contattare la Circoscrizione Nord per l’assegnazione di una postazione numerata gratuita.

Il Comitato “Gussago per l’acqua bene comuneâ€? ha organizzato per venerdĂŹ 11 maggio 2012: un incontro pubblico dal titolo “Acqua, clima e ambiente: risorse sempre piĂš prezioseâ€?, al quale prenderĂ parte il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, volto noto della televisione pubblica (è uno degli ospiti fissi della trasmissione “Che tempo che faâ€? condotta da Fabio Fazio) e non solo. L’incontro avrĂ inizio alle ore 17.45 e si terrĂ

presso la Sala civica “Togni�, in piazza Vittorio Veneto a Gussago. Il comitato, nato a Gussago nella primavera del 2010 grazie al contributo ed alla entusiastica collaborazione di tante cittadine e di tanti cittadini per sensibilizzare la popolazione sui referendum dello scorso anno, ha organizzato ha l’incontro per tenera alta l’attenzione dei gussaghesi sulla cura e sulla salvaguardia sia delle sorgenti, dei canali e delle falde acquifere

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/D VDOXWH QHOOH FDVVH GHL SULYDWL Roberto Formigoni è nervoso. Il Celeste, come ama farsi chiamare, ha dovuto rimettere i piedi a terra per via dei viaggi e delle vacanze (di gran lusso) al mare e delle cene che piĂš luculliane non si può. In pochi giorni ha inanellato gesti scaramantici, parolacce e insulti come un Bossi qualsiasi (the family). Ha assicurato di essere puro e limpido come l’acqua di sorgente. Parola di Presidente. (Rendiamo grazie a Dio?). Non ho alcun motivo per metter in dubbio che la sua acqua sia pura e limpida, ma le cronache dicono che appena fuori dalla sorgente (nelle stanze accanto e nei piani inferiori del Pirellone) l’acqua è piĂš che inquinata, tante sono le accuse, gli inquisiti e anche gli arrestati che fanno capo alla gestione Formigoni. Ăˆ doveroso attendere il completamento delle indagini e degli eventuali passi successivi della giustizia. Tuttavia c’è qualcosa che possiamo dire subito a proposito del sistema sanitario lombardo che, Formigoni ripete come un mantra, è il modello migliore che abbiamo in Italia (e forse nel mondo).

Nei giorni scorsi un consigliere del Pd ha pubblicato dei dati dai quali risulta che in tre anni, dal 2008 al 2010, la Regione ha versato nelle casse degli operatori privati 176 milioni di euro e 84 – quasi la metà – hanno avuto come destinatari la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor e la Fondazione Salvatore Maugeri. Proprio le due istituzioni che sono al centro dell’inchiesta della procura di Milano sulla sanità lombarda, con due amici di Formigoni in prigione.

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La Regione ha smentito le cifre diffuse dal Pd: in una nota ha sostenuto che i fondi erogati a San Raffaele e Maugeri non sono in tutto 84 milioni, ma 44. AlďŹ eri ha fatto notare che non tutto il denaro è stato erogato perchĂŠ alcuni progetti non sono ancora terminati. Gli 84 milioni – ha spiegato il consigliere del Pd – sono importi impegnati, ovvero assegnati salvo buon ďŹ ne dei progetti, e quindi non possono essere spesi per nessun’altra voce del bilancio regionale. Non si

tratta di cifre irrilevanti, dice AlďŹ eri, che sottolinea il primato della Lombardia per il peso della sanitĂ privata: “Il 44% dei costi del Servizio sanitario regionale è imputato alle prestazioni degli enti accreditati. La percentuale piĂš alta d’Italiaâ€?. Per capire come vanno le cose nel mondo della sanitĂ lombarda basta dare un’occhiata alla storia di Giuseppe Rotelli, nato nel 1945 a Pavia, laureato in giurisprudenza. Due volte presidente del comitato regionale

per la programmazione sanitaria della Regione Lombardia, è stato tra gli estensori del piano ospedaliero regionale, partecipando in seguito alla redazione di numerose leggi in materia di sanitĂ . Dal 1984 ha promosso e coordinato il lavoro di un gruppo di esperti delle quattro universitĂ lombarde, per realizzare il primo progetto di piano sanitario regionale. Tutte esperienze che gli sono servite per mettere in piedi il Gruppo ospedaliero San Donato che, con 18 ospedali di cui 17 in Lombardia e uno in EmiliaRomagna, è il primo gruppo ospedaliero italiano e tra i primi in Europa. In questi ultimi mesi ha rastrellato sul mercato le azioni della Rcs (Rizzoli-Corriere della Sera) diventandone il maggior azionista con il 16,55%. Solo l’ultima tranche del 5,2% gli è costata 53 milioni di euro, il doppio della quotazione in borsa. Sempre nelle ultime settimane ha offerto 405 milioni di euro per acquisire l’Ospedale San Raffaele di Milano (guarda caso al centro degli scandali). Evidentemente le cliniche private, ďŹ nanziate con i soldi pubblici, rendono bene.


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Nelle chiese “turisticheâ€? c’è giĂ una sorta di benvenuto a quanti fedeli e curiosi mettono dentro il naso per scoprirne i particolari storici e artistici. Da questo punto di vista è indubbio che anche la Chiesa bresciana sia custode di un grande tesoro artistico e umano. Non sempre questo viene, però, rispettato, anzi (la cronaca lo insegna) viene anche danneggiato. Interessante segnalare quanto è scritto all’ingresso della cattedrale di Bruxelles, un invito che sarebbe

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bello poter leggere anche nelle nostre chiese. “Amico di passaggio, chiunque tu sia, noi siamo felici di darti il benvenuto. Sei in una chiesa che ti chiediamo di rispettare. Questa chiesa è la testimonianza di quello che le generazioni precedenti ci hanno lasciato, testimonianza della loro devozione e della loro conoscenza, testimonianza della loro fede in Dio. Qui essi hanno portato le loro gioie e le loro sofferenze. Qui essi hanno celebrato

la presenza di GesĂš Cristo. Amico di passaggio, questa chiesa è ancora luogo di meditazione, luogo di preghiera, luogo per assemblee e per l’eucaristia. Ti chiediamo di rispettarla: non disturbare il suo silenzio, non rovinare la sua serenitĂ , non alterare il suo fine. Con i tuoi occhi e con il tuo cuore, contempla la bellezza del lavoro degli uomini, cerca qui la discreta presenza di Dio. Amico di passaggio, possa la tua visita restare in te come un momento di paceâ€?.

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o scorso aprile un’altra vita si è spenta nelle carceri di Canton Mombello, la 20ÂŞ vittima delle prigioni italiane dall’inizio dell’anno. Aveva solo 33 anni l’uomo che poteva essere un padre, un marito, un amico. Ă‹ solo un cadavere. Era venuto dalla Croazia Davor Brletic per crearsi un futuro, si era invischiato in affari di droga ed è stato arrestato. Si è impiccato poche ore dopo essere stato portato in cella. I tentativi di salvarlo non sono serviti, è morto all’Ospedale Civile dopo cinque giorni. Chi sbaglia paga, è questo il pensiero comune relativamente a chi delinque, mai accompagnato o quasi dall’idea di reinserimento sociale. Una punizione che nel corso degli anni è divenuta sempre piĂš insostenibile per molte cause. Esiste una correlazione tra quanti si suicidano in carcere e quanti lo fanno da liberi cittadini, si chiama media nazionale. L’Italia è il Paese con il maggiore scarto tra i suicidi nella popolazione libera e nella popolazione detenuta. Ovvero in carcere l’atto di togliersi la vita è nove volte piĂš frequente. Il motivo non è solo da ricercare nel ben noto fenomeno del sovraffollamento, l’Italia detiene il triste record di carceri piĂš affollate in Europa, oggi, infatti, buona parte della popolazione detenuta è costituita da persone provenienti dall’ emarginazione sociale: tossicodipendenti,

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gli anni sessanta ad oggi il tasso del suicidio nei penitenziari è aumentato del 300%, il 30% dei tentativi avviene, come nel caso di Davor impiccatosi con un lenzuolo nel bagno, quando il detenuto è solo perchĂŠ in cella di isolamento o perchĂŠ i compagni sono usciti per l’ora d’aria. Carlo Caselli, famoso magistrato italiano, ha dichiarato che il carcere nel nostro Paese viene utilizzato come “discarica socialeâ€? dove si vanno a stipare tutte le situazioni umane che la societĂ non sa o non vuole risolvere. La prigione da troppo tempo non ha piĂš la funzione di istituto rieducativo, il 60%

dei detenuti torna a delinquere una volta in libertĂ , è solo un contenitore del disagio sociale che permette al cittadino di non vedere ciò che reca fastidio alla comunitĂ . Negli Usa fino a 30 anni fa il tasso di suicidio tra i detenuti era simile a quello che si registra oggi in Europa, una media di 9,4 suicidi ogni 10mila persone. Venne istituito uno staff di 500 persone incaricate della formazione del personale penitenziario, i suicidi si sono ridotti del 70%. L’Italia non ha ancora guardato in questa direzione tanto che il grosso dell’assistenza penitenziaria è svolto dai volontari.

2PDJJLR LQ PXVLFD D 'DQWH “Chiari incontra il Sommo Poetaâ€? è l’omaggio dantesco che la Civica scuola di musica di Chiari e la Fondazione Morcelli Repossi hanno realizzato in un programma diviso in tre atti. “Per realizzare questo omaggio costellato da straordinari appuntamenti tra maggio e giugno − ha dichiarato Andrea Puma, presidente della Civica − abbiamo coinvolto realtĂ culturali e talenti artistici tra i piĂš prestigiosi di Chiari nell’auditorium

della Fondazione Morcelli Repossi, a Villa Mazzotti e al Museo della CittĂ â€?. La prima iniziativa, chiamata “Infernus. Lectio Dantisâ€?, è dedicata a cinque incontri “propedeutici allo spettacolo di chiusuraâ€? che si svolgeranno a partire da lunedĂŹ 7 maggio alle ore 20.30, nell’auditorium “Flavio Rivaâ€? di via Varisco. Nel corso delle serate verranno letti, commentati e accompagnati dalla Civica scuola di musica alcuni versi tratti dall’Inferno. La se-

conda iniziativa riguarda una mostra espositiva che si terrĂ , in primo tempo nell’androne del Municipio e poi nel Museo della CittĂ , di 16 abiti ispirati ai costumi del Trecento e realizzati prendendo spunto dalle stampe di Gustav Dorè, da Greta Tonioli con l’ausilio del prof. Mario Brughieri. Il terzo e conclusivo atto è il concerto di venerdĂŹ 29 giugno alle 21.30 sulla scalinata esterna di Villa Mazzotti, intitolato “Dante. Il cammino dall’Inferno al Paradisoâ€?.

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Prignachi, presidente di Brescia MobilitĂ âˆ’ vuole dare un messaggio educativo e nel contempo avvicinare la metropolitana alle giovani generazioni utilizzando un linguaggio adatto ai piĂš piccoliâ€?. Dal 4 maggio gli studenti saranno coinvolti in visite guidate alle stazioni, sarĂ mostrato loro il cartone animato e riceveranno una “school bagâ€?, realizzata in collaborazione con l’Editrice La Scuole e Centrale del Latte, contenente il dvd del ďŹ lmato, un

blocco appunti e una merendina. “Abbiamo voluto riproporre gli elementi chiave che caratterizzano la metropolitana esponendoli con la semplicitĂ tipica del linguaggio dei bambini − sottolinea Marco Medeghini, direttore generale di Brescia MobilitĂ âˆ’ e attraverso di loro cercheremo di veicolare il messaggio che la metro signiďŹ ca sicurezza, ecologia e velocitĂ â€?. Oltre al ďŹ lmato e alla school bag, realizzati da Borgo Creativo, Ranieri design, Cassani ed EdWorks, verrĂ

distribuito il mensile gratuito “Niuâ€?, che avrĂ lo scopo di confrontare la metropolitana con quelle di altre cittĂ , proponendo racconti e uno spazio dedicato alla tecnologia. “La metropolitana pone una serie di problemi da affrontare − conclude il sindaco Paroli − ma è importante creare una familiaritĂ con il mezzo partendo da quelli che saranno i fruitori di domaniâ€?. In merito alle polemiche, inďŹ ne, dichiara “ottimismo, perchĂŠ i tempi verranno rispettatiâ€?. (a.g.)

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ltre 1000 psicologi e psicoterapeuti animeranno sull’intero territorio nazionale e per l’intero mese la 5ÂŞ edizione del Mip, il Maggio di informazione psicologica, promosso da Psycommunity, la piĂš grande web community degli psicologi italiani che si impegnano, a titolo volontario, a organizzare eventi e manifestazioni culturali inerenti la psicologia. Il Mip gode del patrocinio di Comuni, Province e Regioni, oltre che di quello degli Ordini regionali degli psicologi ed a Brescia, Bovezzo, Concesio e Orzivecchi 12 professionisti organizzano 19 eventi sui temi di ansia, invecchiamento, caregiver, sindrome da alienazione parentale, sogni, alcolismo, disturbi alimentari, immigrazione e seconda generazione, dolore, disturbi dell’apprendimento, disgrafia, problemi di coppia, salute mentale, sport e autostima. “Si tratta di una campagna di prevenzione, attivitĂ piĂš diffusa in altri settori della salute, che mira al benessere psicologico – ha spiegato la coordinatrice provinciale del Mip Sara Pezzola – che permette di entrare in contatto con soggetti prima che possano sor-

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siamo sottoposti quotidianamente. Un cervello allenato e sotto la guida di un esperto non può che prevenire danni che, se trascurati, potrebbero rivelarsi, nel tempo, piĂš difficili da contrastareâ€?. Nel corso degli incontri, ma anche direttamente e per tutto il mese, chiunque abbia a farne richiesta, potrĂ usufruire di un colloquio gratuito, al fine di inquadrare, nella sua generalitĂ , la problematica su cui confrontarsi con lo psicologo e valutare assieme le possibili vie da percorrere. “Desideriamo porre l’attenzione su quell’energia che scorre dentro di noi e che ci fa sentire vivi – ha sottolineato il responsabile Mip della comunicazione Bruno Barbieri – in quanto il nostro benessere dipende da un sottile equilibrio dinamico in essere tra i nostri bisogni, le nostre risorse energetiche e le richieste dell’ambiente in cui viviamoâ€?.

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&HUFDVL JLRYDQL JUDIILWDUL H FUHDWLYL Un’opportunitĂ per manifestare la propria creativitĂ . L’evento “Dentro la luceâ€? (il nome riprende il tema del primo concorso del 2010) nasce dal tentativo dell’oratorio di Mompiano di dare ai ragazzi uno spazio e un’occasione legale di espressione artistica. L’oratorio S. Giovanni Bosco ha colto il bisogno espresso spesso anche con atti vandalici nei propri ambienti di esprimersi e lasciare il segno nei luoghi che si frequentano (le scritte sulle pareti e le porte dei bagni, sui tavolini o sui muri). L’oratorio ha preso una decisione controcorrente: dare voce ai tanti ragazzi che nell’art street trovano il modo per raccontarsi, perchĂŠ in tutto questo vede un’opportunitĂ educativa e un approccio relazionale con ragazzi a volte respinti da certi ambienti. Tutto questo nella legalitĂ : organizzando un evento. Sin dall’inizio, è stato appoggiato dalla cooperativa “Il Calabroneâ€? e sponsorizzato da Frisco shop (da quest’anno anche da Graffitishop e colorificio Astrale). “Dentro la luceâ€? consiste in un concorso in cui i ragazzi e i giovani possono partecipare presentando una bozza che rispecchi il tema annuale. I temi dei due concorsi precedenti sono stati: “Dentro la luceâ€? e “I colori della vitaâ€?; quest’anno è “Quando si spalanca l’infinitoâ€?. Le migliori bozze vengono scelte per la realizzazione dell’opera su pannelli con le bombolette fornite dall’organizzazione. “Dentro la luceâ€? si svolge durante la festa dell’oratorio, ecco perchĂŠ non mancano la musica delle band locali, gli stand gastronomici e le rampe per

lo skate. Le iscrizioni sono aperte fino a domenica 20 maggio. L’iscrizione consiste nella consegna della bozza realizzata su foglio A4 o A3 con scritto nome, cognome, età , la tecnica (spray, pennelli‌) e un recapito telefonico. Si partecipa al concorso singolarmente o in gruppo (non superiore alle cinque persone). Per informazioni, contattare Barnaba (377.1329173) o consultare il sito www.friscoshop.it

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sorta di archeologia del pensiero: ritrovare le forme di attenzione e riconoscere i particolari criteri di selezione di culture scomparse. Il percorso che si propone riguarda cinque parole – relucente, vaghezza, umore, bianco, traduzione – che riescono a illuminare il modo di vedere le opere d’arte fra il tardo Medioevo e il primo Ottocento. Sarà possibile illustrare i cinque percorsi con esempi locali: opere d’arte, ma anche documenti manoscritti e testi a stampa, per ragionare sul rapporto

fra le tecniche degli artisti e il modo in cui le loro opere venivano valutate. Il programma è il seguente: venerdĂŹ 4 maggio “Relucenteâ€? tecniche di rappresentazione e modi di selezione visiva nel tardo Medioevo; venerdĂŹ 11 maggio “Vaghezzaâ€? - le tecniche del colore e le teorie sulla seduzione dell’occhio esteriore nel Cinquecento. VenerdĂŹ 18 maggio “Umoreâ€?: le teorie mediche e l’identitĂ tecnica dell’artista fra Cinquecento e Seicento. VenerdĂŹ 25 maggio

“Biancoâ€? - Le pratiche della pittura e le teorie ottiche nel Settecentoâ€?. VenerdĂŹ 1 giugno - Traduzione: le tecniche dell’incisione e le teorie sulla traduzione poetica fra Settecento e Ottocento. Il corso si tiene presso il Chiostro di San Giovanni, in contrada San Giovanni 8. Ogni incontro inizia alle 17.30 e termina per le 19. La partecipazione al corso prevede il versamento di una quota di iscrizione pari a 30 euro per tutto il corso (cinque incontri).

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n tutto il territorio è stato celebrato il 25 aprile, anniversario della Liberazione. Fra le iniziative collaterali, piace ricordare la medaglia d’argento per la Resistenza conferita a padre Giulio Cittadini, 88 anni, sacerdote dell’oratorio della Pace ed ex partigiano. Con questa medaglia Fiamme Verdi e la Federazione italiana volontari per la libertĂ (Fivl) vogliono onorare la figura di padre Giulio e di quanti hanno operato a favore delle organizzazioni partigiane. In questo solco si inserisce a pieno titolo anche la storia di Laura Bianchini, una donna che si è spesa per la Resistenza. A 30 anni dalla sua morte il Centro di iniziative di cultura politica Alcide De Gasperi di Castegnato organizza il convegno “Laura Bianchini: un’intellettuale cattolica tra fascismo, lotta partigiana e democraziaâ€?. Ma chi era Laura Bianchini? Nasce il 23 agosto 1903, si laurea in filosofia, insegnante e pubblicista, dal 1943 partecipò con responsabilitĂ di primo piano alla Resistenza antifascista. Nel 1945 divenne un’esponente prestigiosa della Dc bresciana; nel 1946 fu eletta deputata alla Costituente; nel 1948 fu deputata nella prima legislatura repubblicana. Sono riferimenti aridi che oggi non sembrano dire nulla: ma dietro quelle vicende c’è la costante tensione ideale, la fede inalterata, lo spirito combattivo di una donna che nella politi-

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appariva, per doti intellettuali e morali, idonea ad occupare quel posto. Non deluse, soprattutto per la sua grande volontĂ di lavoro, per il suo impegno ad approfondire le cose che meno conosceva. Laura Bianchini si schierò con Giuseppe Dossetti che chiedeva una Dc di movimento, fortemente ancorata ai ceti sociali piĂš deboli. Fu l’unico parlamentare bresciano del circolo dossettiano e svolse una notevole influenza a Brescia. Dossetti si dichiarò deluso della sua ultima esperienza di vice-segretario nazionale della Dc e uscĂŹ dalla vita politica attiva quando si era fatta prepotente in lui la vocazione religiosa che aveva ingigantito i limiti e le miserie dell’impegno politico. La Bianchini rimase, con la consapevolezza che la casa nuova si edifica mattone su mattone. Laura Bianchini sarebbe rimasta a lungo nella vita pubblica, ma non venne piĂš candidata nella Dc bresciana. Laura Bianchini non fece chiasso, ritornò sui banchi della scuola, ma a Roma dove si fece trasferire. Troncò definitivamente con la vita politica, coltivò la filosofia e la pedagogia. L’appuntamento è per lunedĂŹ 7 maggio alle 20.45 al Centro civico di Castegnato in via Marconi 2. Relatrice della serata è la dott.ssa Elisabetta Selmi, docente di letteratura all’UniversitĂ di Padova; l’introduzione è di Doralice Vivetti, coordinatrice del Gruppo Promozione donna.

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partirĂ dal Santuario di Masciaga (Bedizzole) alle 9, si snoderĂ sulle colline dei Comuni di Mazzano e Rezzato, costeggerĂ per un tratto il ďŹ ume Chiese e giungerĂ attorno alle 17 alla Madonna di Valverde, per concludersi con la Messa. Lungo la storia della Chiesa molti sono stati i casi accertati e riconosciuti di apparizioni mariane, quelle occasioni speciali in cui la madre di Dio si è resa vicina ai suoi ďŹ gli. Talvolta tali circostanze si sono intrecciate con un tessuto storico

e sociale assai vacillante e colpito dalle ferite della fame, della carestia, della guerra, della povertĂ o della malattia. Tuttavia la Madonna non si è mostrata anzitutto per spianare il cammino umano, ma è entrata a far parte delle vicende umane in punta di piedi, sui passi di suo ďŹ glio, operando scelte talvolta incomprensibili e controcorrente. L’intento del pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Valverde sarĂ quello di fare memoria di tali accorati

appelli della Vergine e di coglierne il richiamo profondo alla conversione, afďŹ dando alla sua materna cura le anime dei partecipanti, in special modo quelle dei giovani, che si affacciano su una realtĂ sempre piĂš compromessa dal punto di vista economico, sociale e culturale e pertanto ancor piĂš bisognosa di fedeli protagonisti della propria storia e di quella del mondo. Durante il percorso verranno ricordate alcune tra le apparizioni mariane piĂš rilevanti.

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a festa di San Gottardo sui Ronchi è una delle piĂš antiche sagre poichĂŠ si celebra ininterrottamente dal 1469, anno della costruzione del convento e della chiesa di San Gottardo. Il Santo vescovo tedesco giĂ venerato e conosciuto in cittĂ per la presenza delle monache di San Salvatore, tra cui molte principesse germaniche, la piĂš famosa tra tutte Ermengarda, figlia del re longobardo Desiderio. Da approfondite ricerche, sostenute una decina d’anni fa, dal prevosto don Arnaldo Morandi si è potuta ricostruire la storia della preziosa reliquia e reliquiario del dito di San Gottardo. In origine, si trovava nel tesoro del monastero di San Salvatore, portato in dote da una monaca Principessa tedesca, in seguito alle soppressioni del monastero finĂŹ, come molte altre reliquie, tra le chiese bresciane e dopo lunghe ricerche fu rinvenuta nel santuario delle Grazie. Don Morandi fece domanda all’allora vescovo Bruno Foresti, che quest’anno presiederĂ i festeggiamenti domenica 6 maggio. La reliquia concessa alla parrocchia di San Gottardo può essere ammirata nel bellissimo reliquiario cinquecentesco. Fu rinvenuta pure una pergamena degli anni ‘40 del Novecento a firma di mons Angelo Pietrobelli che dava luogo all’apertura del reliquiario per la asportazione di una falange del

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2004 da Giovanni Paolo II. La parrocchia di S. Gottardo è sede regionale della Gebets-liga, l’associazione si rifĂ alla spiritualitĂ laicale e famigliare di Carlo I d’Austria. La parrocchia è sede anche della rappresentanza provinciale del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio. La manifestazione inizia venerdĂŹ 4 maggio, festa liturgica dei Santi Gottardo e Floriano, le S. Messe saranno celebrate alle 8, alle 11 e alle 17. Sabato 5 maggio la Messa alle 17 mentre la sera alle ore 20.45 il coro cittĂ di Brescia diretto dal maestro Domenico Trifoglietti terrĂ un concerto di suggestivi brani sacri: all’organo Pierpaolo Vigolini, soprano Satoko Shikama, tenore Giuliano Florio. Domenica 6 maggio le celebrazioni si terranno alle 9 e alle 11 con la Messa solenne presieduta da mons. Bruno Foresti e condecorata dalla corale S. Cecilia di Flero. Nel pomeriggio alle 17 la Messa solenne condecorata dalla corale S. Maria Assunta di Gussago cui seguirĂ la tradizionale processione in chiostro e la benedizione con la reliquia del dito di San Gottardo. Nel chiostro si potrĂ ammirare la mostra, patrocinata dall’Associazione Artisti “Martino Dolciâ€?, degli artisti Fausto Redaelli, Emanuele Attanasio e Angelo Gavezzoli. Non mancherĂ anche quest’anno la tradizionale pesca di beneficenza. Saranno presenti gli “Amici della montagna 1976â€?.

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per 1-0 da Venegono (Milano), terza classificata una delle due squadre del Pime presenti. Per concludere la giornata una squadra di rappresentanza di tutti i seminari lombari ha sfidato la “Seleçao nazionale italiana sacerdotiâ€? presente anche per promuovere l’iniziativa benefica “Un goal per un campo di calcio a Betlemmeâ€?. I sacerdoti hanno perso per 2-0 contro i seminaristi. La festa è continuata nella chiesa parrocchiale di san Gaudenzio con

la preghiera dei vespri presieduta dal rettore, mons. Carlo Bresciani, e successivamente nella sede di via Razziche per la cena e le premiazioni. L’organizzazione è stata curata dalle comunitĂ del seminario minore e maggiore con la collaborazione della parrocchia di Mompiano, degli arbitri del Csi e della Croce Rossa di Cellatica. Al termine della serata è stata individuata la sede della prossima edizione del torneo: Venegono. (Emanuele Carpella)

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risposto alle sollecitazioni delle educatrici dei nidi, si alterneranno per portare ai genitori consigli e offrire uno spazio per confrontarsi e discutere. Si parte mercoledĂŹ 9 maggio presso l’asilo nido “Il Girasoleâ€? di Longhena con l’incontro “Coccole e vizi, quale la giusta misura?â€?: l’ostetrica Anna Sessa e la psicologa Laura Vernaschi sono chiamate a parlare della giusta misura tra il viziare e il dire no. Si prosegue il 16 maggio presso l’asilo nido “Don A. Falardiâ€? dove le

ostetriche del consultorio saranno a disposizione per chiarire dubbi e incertezze sul periodo post-parto e la prevenzione delle malattie. E ancora martedĂŹ 22 e giovedĂŹ 25 maggio ci si sofferma sul tema delle regole in famiglia con due incontri “Il bastone e la carotaâ€? e “Lo voglio, lo voglio, lo voglioâ€?. Il primo tenuto dalla psicologa Gabri Marini presso la Scuola primaria di Trenzano e il secondo tenuto dalla collega Katia Cadei presso la scuola materna “Tampiniâ€? di Berlingo. La serata

ďŹ nale sarĂ focalizzata sul periodo della preadolescenza, cercando di inquadrare, insieme al relatore Ivan BenvegnĂš, un’etĂ combattuta. Si potrĂ discutere giovedĂŹ 31 maggio presso la scuola media “Cerutiâ€? di Lograto. Le serate iniziano alle 20.30 e sarĂ attivo nella sede di ogni incontro il servizio di baby sitter (per prenotazioni 32065701666). L’intento non è di trovare soluzioni facili ma offrire degli spazi per riettere e portare a casa consigli utili. (Marzia Ragazzi)

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’Amministrazione comunale, in collaborazione con Montichiari Musei e la Pro loco, ha pensato di ricordare i 150 anni dalla titolazione di Montechiaro sul Chiese, antico nome del Comune, con una serie di eventi dal 5 al 13 maggio. Si parte sabato 5 alle 20.30 a Castello Bonoris con un ballo in maschera con personaggi, abiti, musiche e danze dell’epoca, una scenografia che ricreerĂ quel periodo storico. Anche l’arte dirĂ la sua con tre mostre di livello: la prima viene inaugurata a Palazzo Tabarino sabato 5 alle 11 e vede in esposizione olii e carte del pittore monteclarense Paolo Conti, mentre venerdĂŹ 11 alle 18 al Museo Bergomi tocca allo scultore Luigi Guidi inaugurare la sua personale. Sabato 12 alle 11.30 nella Galleria civica della Pro loco è in programma il vernissage della mostra dell’artista Lauro Gorini: in esposizione numerosi lavori degli ultimi 22 anni di attivitĂ . Il via della Fiera di San Pancrazio avrĂ luogo domenica 6 alle 9.45 in piazza Santa Maria con la benedizione dei partecipanti e la sfilata delle autoritĂ . Ma sarĂ la giornata del patrono, sabato 12, a vedere il maggior numero di eventi: dalle 10 alle 18 la “CittĂ ai ragazziâ€? mette in mostra i lavori realizzati durante l’anno dalle scuole e dalle associazioni cittadine, mentre in Piazza Treccani, a partire dalle 15, si

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stauro dei due quadri di Santa Lucia e Santa Apollonia. Non mancheranno mercatini regionali e agricoli con prodotti tipici; alle 20 nella Pieve di San Pancrazio la Messa per il patrono e, a seguire, chiusura con i fuochi d’artificio e incendio simulato del Castello (alle 21.30). Sono previsti spettacoli musicali e danzanti con le orchestre di Gypo Pezzotti, Yanos Trevaini, Zero in condotta e Melody. La biblioteca osserverĂ l’apertura straordinaria domenica 6 e domenica 13 (dalle 14 alle 18.30), mentre giovedĂŹ 10 alle 20.30, nella Sala Pedini, la lettura animata de “Il giorno della civettaâ€? di Leonardo Sciascia, a cura di Teatro 19. Per info, 030/9656309 oppure 030/9650455.

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0DUFR DXWLVWLFR H DUWLVWD L’arte può costituire un’arma efďŹ cace contro le disabilitĂ e una prova efďŹ cace in tal senso giunge da Montichiari dove, dal 25 aprile al 1° maggio nelle sale della Galleria della Pro loco, si è tenuta una mostra, patrocinata dal Comune, dal titolo “Disegnami una pecora – la diversitĂ come risorsa educativaâ€? nella quale sono stati esposti i lavori di Marco Cimarosti. Classe 1993, studente dell’Istituto superiore

Don Milani, Marco è un giovane autistico che, grazie al supporto e al sostegno degli insegnanti e dei compagni di classe della quinta B a indirizzo sportivo, è riuscito a dar vita a splendide creazioni artistiche che hanno riscosso il plauso dei visitatori: dai disegni agli olii su tela, dalle sculture ai collage, l’esposizione ha consentito di osservare il percorso intrapreso da Marco che, oltre all’arte, nutre una

passione sfrenata per i cani. Le opere a cui ha saputo dare vita, tra le quali ricordiamo una copia dei “Girasoliâ€? di Van Gogh e un plastico del complesso archeologico inglese di Stonehenge, non vengono utilizzate solo come un mezzo didattico e pedagogico, ma si pongono come strumento di riessione e condivisione del vissuto con la possibilitĂ di avvicinarsi a una realtĂ poco conosciuta.


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il matto, il bagatto, l’imperatrice,la papessa − sarĂ Barbara Mino, curatrice artistica della rassegna, accompagnata alla chitarra classica da Piera Dadomo, musicista che ha al suo attivo la pubblicazione di vari cd tra i quali “Rayos de sol y de luna “ (Map). “Gli arcani sono un altro dei mondi che ci circondano, che non sono tangibili ma che esistono, e sono una testimonianza molto antica dal punto di vista storicoâ€? spiega la Mino, soddisfatta della risposta

del pubblico a questa edizione, in crescita rispetto le precedenti. Il tema della serata rientra perfettamente nella scelta del ďŹ lo conduttore di tutta la rassegna “Del nostro mondo e d’altriâ€?. Una scelta che ha permesso di spaziare in varie realtĂ , parallele ma anche sovrapposte, che appartengono al mondo intelligibile, quel mondo accessibile solo grazie all’intelletto. Molti gli autori di spicco di questa edizione caratterizzata dalla collaborazione con l’Associazione

culturale l’Impronta. Tra questi, Mauro Corona, scrittore e scultore dalla forte personalità , capace di far registrare il tutto esaurito il 25 febbraio a Chiari; ma anche Andrea Molesini, insegnante di Letterature comparate all’Università di Padova; Aldo Cazzullo del Corriere della Sera; Davide Barilli, fra i vincitorI del Concorso della Microeditoria di Qualità 2011. La serata annullata del 20 marzo verrà riproposta il 15 maggio a Torbole Casaglia. (Claudia Morandini)

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’approfondimento di tematiche importanti come l’educazione e il ruolo dei genitori può nascere solamente da un incontro e una riflessione condivisa. Ăˆ adottando questo metodo che ad Orzivecchi sono stati organizzati due incontri raccolti nel progetto di “Sostegno alla genitorialitĂ â€?. Protagonista il Gruppo genitori del paese, in collaborazione con l’Assessorato ai servizi sociali e il Consultorio familiare, che proporrĂ per venerdĂŹ 4 maggio alle 21 una riflessione intitolata “Dove sono finiti il bastone e la carota? PerchĂŠ è cosĂŹ complicato far rispettare le regole ai figli?â€?. La settimana successiva, invece, sarĂ la volta di “A che gioco giochiamo? Regole per adulti che vogliono aiutare i ragazzi a crescere e affrontare l’avventura della vitaâ€?. Entrambi gli incontri si terranno alle 20.45 presso le scuole elementari e vedranno l’intervento della dottoressa Gabriella Marini, psicoterapeuta e formatrice che giĂ in passato aveva collaborato a Orzivecchi con analoghe serate. “L’iniziativa – racconta l’assessore ai Servizi sociali Fulvio Cominotti – prosegue un percorso iniziato lo scorso anno che ha avuto un momento importante ad inizio 2012 con alcuni incontri di formazione del gruppo dei genitori insieme al

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collaborazione e sinergia con le altre agenzie educative operanti sul territorio, come del resto traspare anche dagli intenti dei genitori. Da parte loro, infatti, dal gruppo fanno sapere: “Ci riuniamo di solito presso l’oratorio per discutere di problematiche educative, ma il nostro desiderio è che sempre piĂš persone siano coinvolte in questo ambito. Il nostro, infatti, è un gruppo ancora in via di formazione e molti di noi fanno giĂ parte anche di altre realtĂ . Per questo motivo non vogliamo creare doppioni, ma fare da contenitore e amplificatore per i bisogni educativi del paese, questa sarĂ la strada che intraprenderemo per l’evoluzione di questa realtĂ â€?. Se questi sono gli obiettivi, molta chiarezzza c’è anche sulla strada da intraprendere: “Come recita il titolo dell’incontro di venerdĂŹ 11, c’è la necessitĂ di mettersi in gioco, di darsi da fare. Il metodo che vogliamo adottare è quello della condivisione, in modo che ognuno di quelli che parteciperanno possa esprimere la propria idea e uscire arricchito dalla serataâ€?. I due incontri dei prossimi venerdĂŹ quindi, sono solo l’inizio di un qualcosa di piĂš ampio, qualcosa che grazie all’impegno di tutti si propone di centrare l’attenzione sui ragazzi. Un guardare insieme al futuro, insomma. Di questi tempi non è poco.

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Quest’ultima fase di ristrutturazione (dopo altre portate a termine in passato) è stata sostenuta dal Distretto culturale, presieduto dall’assessore comunitario alla cultura, Simona Ferrarini. Nel corso dei lavori sono venuti alla luce notevoli affreschi, che in un prossimo futuro saranno valutati e magari restaurati. Ma a cosa sarĂ adibito questo nuovo e notevole spazio? Qui prenderanno spazio mostre, laboratori ed alloggi per artisti che appunto per i vicoli

suggestivi di uno dei borghi piĂš belli d’Italia, nelle chiese dai celebri affreschi (Da Cemmo, Romanino, Fiamminghino, ecc.) produrranno le loro opere copiando dal vero, o ispirandosi liberamente all’aperto. L’antica casa patrizia si è trasformata in un centro artistico che potrebbe in un futuro non lontano invogliare grossi nomi dell’arte italiani e stranieri a soggiornare qui. La struttura sarĂ ovviamente gestita dal Comune, con iniziative ed eventi che potrebbero

avviare la cittadina a divenire – oltre al resto – borgo degli artisti. “Si tratta del terzo intervento sugli immobili della ComunitĂ montana di Valcamonica – ha sottolineato Ferrarini – dopo il “Palazzo della Culturaâ€? di Breno e la “Cittadella della Culturaâ€? di Capo di Ponteâ€?. La “Casa degli artistiâ€? si trova in una strada laterale nel cuore del centro storico, nei pressi di una bella piazza, non lontano dal vecchio mulino ad acqua, oggi aperto e funzionante. (e.g.)

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er la “Santa Crusâ€?, che avrĂ luogo il 20 e il 26 maggio, Carla Bino ha aperto una serie di lezioni, con un contributo tanto intenso quanto affascinante dal titolo “La ‘Via Dolorosa’ tra meditazione e teatro di pietĂ â€?. Era presente un discreto pubblico di uditori. La relatrice, seguendo anche l’assunto del suo “Dal trionfo al pianto: la fondazione del ‘teatro della misericordia’ nel Medioevo (secolo V-XIII)â€? (Vita e Pensiero, Milano, 2008), ha preso le mosse dall’epoca costantiniana per giungere sino alla spiritualitĂ francescana: si tratta di una proposta di lettura del teatro passionista medioevale come azione che accade in presenza, stabilisce relazioni e diviene esperienza. In questo contesto, i diversi significati che la passione del Cristo assume nel corso dei secoli sono letti in rapporto al mutamento tanto dell’iconografia quanto della drammaturgia. La prima idea di santuario matura a Cerveno verso il 1709-’10; nel 1731, il parroco dell’epoca si assicura il presupposto indispensabile per ottenere le indulgenze necessarie all’istituzione. Poi l’incarico iniziale al Simoni. PiĂš che di un sacro monte, nel caso particolare del monumento camuno, si tratta di una “Scala santaâ€?, nella

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‘Ž‰‘–ƒ ‡ ’”‘’‘””‡ —Â? ˜‹ƒ‰‰‹‘ tradizione cristiana lo scalone salito da GesĂš per raggiungere l’aula dove avrebbe subito l’interrogatorio di Ponzio Pilato prima della

crocifissione. I Francescani minori osservanti, nel 1600 mettono a punto la “Via Crucisâ€? di 14 stazioni e San Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751) ne è il piĂš grande diffusore. Nel 1700 si assiste al progressivo smantellamento degli eccessi del Barocco, giusto come si augurava Ludovico Antonio Muratori (1672-1750): “Quanto sarebbe meglio che l’apparato della nostra fede fosse nel cuore!â€?; da un teatro “agitoâ€? si passa ad un “teatro del cuoreâ€?. Anche in Valcamonica, come altrove occorre combattere le eresie del quietismo e del giansenismo. I giansenisti in particolare (nella vallata dell’Oglio il massimo esponente è l’arciprete di Cividate Giovan Battista Guadagnini 1723-1807) vorrebbero che la “Via Crucisâ€? fosse emendata dalle “stazioni apocrifeâ€? (cioè non presenti nei Vangeli). Quella di Cerveno è dunque una “Scala santaâ€? ed una “Via Crucisâ€?che vuole ricostruire la scena del Golgota e proporre una sorta di viaggio. “Viae Crucisâ€?, “Sacri montiâ€?, “Scale Santeâ€? sostituiscono il pellegrinaggio per chi (per difficoltĂ politiche, per povertĂ , per la lontananza, ecc.) non può recarsi in Terra Santa. Il teatro cristiano allora si “imparentaâ€? ancor di piĂš con la pratica contemplativa e nel “fare memoriaâ€? si tramuta in visualizzazione.

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†‘Ž‘ ƒ ‰ƒŽŽ‡”‹ƒ –ƒÂ?–‘ ƒ––‡•ƒ ° •–ƒ–ƒ …‘Â?•‡‰Â?ƒ–ƒ Dopo oltre quattro anni di lavori, lunedĂŹ 30 aprile è stata finalmente consegnata la nuova galleria sulla SS39 di Aprica in territorio di Edolo posta a poco piĂš di 3 km fuori dall’abitato di Edolo in direzione di Aprica in localitĂ S. Sebastiano, dal nome della chiesetta che sovrasta il grosso sperone roccioso denominato “Corno Tagliatoâ€?. In questo punto la strada percorreva l’antico tracciato del 1860 costruito per i tempi con grande bravura ingegneristica, allargato a piĂš

riprese nel tempo con bonifica delle rocce sovrastanti ma con una larghezza complessiva del nastro d’asfalto tale da rendere sempre problematico e a volte pericoloso il passaggio di due automezzi contemporaneamente. Soprattutto in inverno questa zona scoperta e a sbalzo sulla valle sottostante con uno strapiombo variabile dai 120-150 metri è caratterizzata dal terribile “verreglasâ€?. Dopo poco piĂš di quattro anni di lavori l’Anas ha consegnato alla provincia di Brescia

la galleria “S. Sebastianoâ€?: i lavori hanno interessato globalmente 750 m di strada con lo svincolo a sud della galleria e il raccordo a nord. Il vecchio tracciato è stato segnalato a fondo chiuso e rimarrĂ agibile per il servizio logistico verso la cabina dell’Enel, oltre a permettere a piccoli proprietari di appezzamenti agricoli di raggiungere le loro baite. Dopo l’apertura della galleria a Corteno Golgi del primo dicembre scorso e del nuovo ponte che dalla 39 raggiunge il centro storico di

Corteno, in attesa che si completi anche l’ultima galleria posta poco piÚ a monte, questa terza opera, il cui costo ha superato di poco i 20 milioni di euro, rende il versante camuno della 39 molto piÚ sicuro. Ma già gli amministratori locali pensano alla messa in sicurezza di tutto un reticolo di strade laterali che dalla 39 salgono alle frazioni montane, mentre la provincia ha stanziato 360mila euro per lo studio di fattibilità del by-pass di Edolo. (Davide Alessi)

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ta suscitando reazioni contrastanti presso gli amministratori la proposta della Comunità montana di Valle Camonica di dimezzare, accorpandoli, gli attuali sei Consorzi forestali che insistono sul territorio camuno. Entro poche settimane i Comuni dovrebbero far pervenire all’Ente valligiano le osservazioni e soprattutto le disponibilità a procedere alla nuova articolazione delle istituzioni cui sono affidati compiti delicati, quali la difesa e la promozione del patrimonio boschivo locale. Trattandosi di zona montana, si comprende il valore strategico di questi Consorzi in grado di impiegare, oltre agli altri dipendenti stabili, circa 120 operai stagionali e di intercettare e gestire finanziamenti rilevanti, come gli oltre quattro milioni di euro di recente assegnati dall’Unione europea, tramite Regione Lombardia e Comunità montana. La frammentazione in piccoli consorzi, che al massimo raggiungono i 4-5.000 ettari di superficie boscata, come accade in Bassa e Media Valle non sembra in questo momento costituire un fattore positivo. In Alta Valle le cose vanno un po’ meglio visto che il Consorzio Due Parchi, il cui territorio corrisponde a quello dell’Unione dei Comuni dell’Alta Valle da Monno in su, raggiunge gli 8.610 ettari, mentre quello che va

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ni-Consorzio della Valle dell’Allione (solo 4008 ettari). Nascerebbe cosĂŹ un Ente che gestirebbe circa 15mila ettari di patrimonio forestale, esattamente come l’altro grande Consorzio che comprenderebbe tutto il resto della Valle da Sellero in giĂš. Tenuto conto che la superficie boscata camuna ammonta a 38.875 ettari, su un territorio complessivo di 127.251, la proposta di suddivisione avanzata dal presidente di ComunitĂ Montana e Bim, Corrado Tomasi (che è di Vione) e dell’assessore alla Bonifica montana e forestazione del medesimo Ente, Bernardo Mascherpa (di Paisco), non sembra comunque andare nella direzione di un maggiore equilibrio; il Consorzio da Monno in su sarebbe la metĂ degli altri e quello da Capo di Ponte in giĂš comprenderebbe i boschi di ben 24 Comuni. Non è detto che alla fine si trovi una soluzione di compromesso, tenuto conto, comunque, che anni fa l’idea di una gestione unica, affidata alla ComunitĂ montana, venne bocciata. Dal Palazzo si sottolineano i vantaggi circa le economie di scala, le possibili sinergie, la maggiore forza contrattuale, l’opportunitĂ di far coincidere meglio il territorio di Consorzi e Unioni dei Comuni (ma ciò al momento varrebbe solo per i sei da Monno a Ponte di Legno). BasterĂ a superare diffidenze e interessi localistici?


QUESTI SONO TEMPI IN CUI È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE DESTINARE L’8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA FARE TRASPARENZA: Sono oltre 90 le opere visitate in Italia e nei Paesi in via di sviluppo UN IMPERATIVO diventate protagoniste negli ultimi 12 anni delle nostre campagne IRRINUNCIABILE di comunicazione sulla trasparenza. Ecco le nove storie 2012 “La trasparenza, caratteristica che accompagna da sempre il nuovo sistema del sostegno economico, è - e deve rimanere condizione imprescindibile e necessaria per il nostro percorso di Chiesa”. Le parole del Cardinale Presidente della C.E.I. Angelo Bagnasco non lasciano spazio ad interpretazioni. Pronunciate durante un incontro nazionale del “sovvenire”, sono state molto apprezzate anche in tutto il mondo ecclesiale e civile. IlServizio Promozione Sostegno Economico alla Chiesa, guidato da Matteo Calabresi, firma, anche quest’anno, una campagna di comunicazione che dona luce alla trasparenza. “Dalle storie evidenziate negli spot tv si può risalire all’impegno concreto della Chiesa oggi in Italia, in prima fila con l’8xmille per far fronte alla crisi economica”, spiega Calabresi, “spesso essa fornisce un soccorso che va oltre l’emergenza, e sostiene molte persone nel riprendere in mano la propria vita”. Così da aprile a luglio guardando uno spot in tv o, con più calma durante tutto l’anno, navigando in web nella mappa8xmille, la campagna di comunicazione Chiediloaloro ha fatto il bis. Incontreremo storie, volti, esperienze, vite che si rivelano e raccontano come, grazie all’8xmille destinato alla Chiesa cattolica, è stato possibile offrire con il contributo di volontari, sacerdoti e strutture un vero aiuto a chi ha bisogno. MARIA GRAZIA BAMBINO

IN ITALIA A Ozieri la Caritas diocesana ha avviato progetti occupazionali per persone in difficoltà: un panificio, una falegnameria, un laboratorio di serigrafia, una piccola fabbrica di ostie e una vigna.

A Rovereto 140 volontari si alternano “nell’emergenze freddo”. La fondazione “Comunità solidale” cerca di assistere i senza fissa dimora che, anche per colpa della crisi economica, sono in continuo aumento. Diverse le strutture d’accoglienza in città e i corsi di reinserimento.

A Firenze la Caritas ha aperto alcune case alloggio per l’assistenza diurna e notturna dei malati di Aids. Oltre alle cure mediche essi ricevono calore e accoglienza per rompere quella barriera di solitudine e dolore in cui la malattia li costringe.

A Palermo nel quartiere Ballarò l’asilo multietnico “Il giardino di madre Teresa” si prende cura dei bambini dalle 7.30 del mattino alle 18.00 permettendo ai genitori, per lo più immigrati, di svolgere un lavoro, requisito importante per una vera integrazione.

A Palermo la cooperativa sociale “Solidarietà” avvia attività per l’inserimento di persone con disagio psichico come il progetto “Ortocircuito”. Attraverso la cura e la produzione delle piante grasse i ragazzi con passato difficile compiono grandi passi per tornare ad una vita serena.

Nella primavera del 2009 l’Aquila e dintorni furono colpite dal terribile terremoto. La Chiesa è sempre stata presente anche attraverso la figura dei sacerdoti. Ne è esempio don Vincenzo che, a Rocca di Mezzo, ha portato conforto ai terremotati anche attraverso le parole del Vangelo.

Nel cuore di Roma, le suore delle poverelle ospitano gli anziani soli in difficoltà economica. Nella casa di riposo, con attenzione e affetto, si presta assistenza agli ospiti, facendoli sentire amati e accolti come in una vera famiglia.

ALL’ESTERO In Brasile, a Fortaleza, padre Adolfo, insieme ad alcune suore, accoglie giovani madri vittime di violenza domestica, costrette a prostituirsi e a drogarsi. Si organizzano corsi di formazione di musica, cucina, informatica e per parrucchiera.

E a Salvador de Bahia i volontari e operatori dell’Avsi (volontari per il servizio internazionale) sono impegnati nella zona periferica di Novos Alagados. Vengono donati nuovi alloggi al posto delle palafitte fatiscenti (senza fogne, acqua e luce) e si offre la possibilità di essere introdotti nell’ambiente lavorativo.

Anche quest’anno per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica si può usare: uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2012 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato; uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2012 direttamente via internet oppure a un intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato all’invio telematico può effettuare la consegna dal 2 maggio al 30 giugno presso qualsiasi ufficio postale; ula scheda allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi (pensionati e lavoratori dipendenti senza altri redditi né oneri deducibili), può comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso la scheda allegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 31 luglio 2012 in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che può chiedere un corrispettivo per il servizio. Il 5xmille si affianca all’8xmille. Il contribuente può firmare per tutti e due perché l’uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più.


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‡†‹œœ‘Ž‡ ƒ …‘Â?—Â?‹–Â? ”‹…‘”†ƒ ”Â?‘Žƒ‘ ‡ …ƒ…‹‘ La venerazione dei Santi martiri è una forma speciale di manifestazione della fede cristiana che prende forza dalla ďŹ gura del martire stesso, colui che per diffondere il messaggio evangelico è incorso in pene e torture ďŹ no a sacriďŹ care la propria vita sull’esempio di GesĂš. A Bedizzole, oltre a Santo Stefano protomartire al quale è dedicata la splendida parrocchiale barocca, veglia sulle anime della comunitĂ un coppia di Santi Patroni: i

Santi Ermolao e Acacio. Anche quest’anno, come di consueto, martedÏ 8 maggio, Bedizzole si riunirà attorno alle reliquie dei propri Santi protettori, segno e manifestazione visibile di fede cristiana, devozione e tradizione rimaste intatte nel tempo. La settimana di celebrazione inizia sabato 5 maggio, alle ore 20.45 in parrocchiale con il concerto del coro misto del Conservatorio di Brescia diretto da Silvio Baracco, già direttore della Nuova Polifonica

Ambrosiana e della Scuola corale del Teatro Grande di Brescia. Musica e fede diventeranno cosÏ una cosa sola con il ricco repertorio musicale: dallo Stabat Mater all’Ave Regina Coelorum di Haydn, dal Dulcis Christe di Grancini all’Alleluja di Mozart e al Concerto in Do per 2 trombe e continuo di Vivaldi. Domenica 6 maggio, alle ore 18.30, spazio alla riessione e alla preghiera con il rinnovo delle promesse battesimali del Gruppo Cafarnao.

LunedĂŹ 7 maggio, invece, la veglia di preghiera per tutta la comunitĂ alle ore 20.30. Chiude la settimana di festeggiamenti, martedĂŹ 8 maggio in occasione dei Santi Ermolao e Acacio, la messa del mattino delle ore 8.30; mentre la sera alle ore 20.30 la solenne concelebrazione presieduta da padre Enzo Turriceni, superiore generale della Congregazione del beato Giovanni Piamarta. A seguire c’è un rinfresco in oratorio per tutti i fedeli. (Giovanni De Marco)

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re appuntamenti di rilievo − “Made in Vintageâ€?, “Festival delle roseâ€? e “Con la poesia nel cuoreâ€? − segnano il maggio dei Musei Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano. Da venerdĂŹ 4 a domenica 6 l’omaggio al vintage nella mostra-mercato di moda d’epoca e accessori che nasce come occasione per valorizzare le collezioni permanenti del Museo della moda e del costume. L’appuntamento, atteso dagli appassionati in cerca di abiti con un passato da raccontare, è inserito nel contesto museale con l’intento di sottolineare come il vintage non sia fatto solo di capi firmati, ma anche di accessori e capi di abbigliamento sartoriali comunque di pregio e qualitĂ sebbene poco conosciuti. Gli eventi collaterali − venerdĂŹ alle 19.30 la Sfilata di Modacon dj set, sabato alle 17 la musica dal vivo degli AvaRock N’Roll Band e nel pomeriggio di domenica l’esibizione dell’Associazione Spazi Musicali − faranno della manifestazione un’occasione per calarsi in un’atmosfera unica dove poter ammirare e acquistare una ricercata rosa di articoli, dagli abiti agli accessori, dagli articoli da viaggio ai libri, in linea con lo spirito museale. Nei giorni del vintage verrĂ inaugurata la mostra

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italiana e internazionale, caratterizzati dalle fogge e dai materiali piĂš diversi. Alcuni destinati ad un uso quotidiano, per la maggior parte si tratta di cappelli, acconciature e toque da sera, da teatro e da cerimonia, spesso arricchiti da pizzi, fini merletti, velette, piume di aigrette e struzzo. Sabato 26 e domenica 27, all’interno dei suggestivi cortili museali, ‘sboccia’ il “Festival delle roseâ€?, una raffinata mostra-mercato ispirata al ‘fiore piĂš amato’ e alle sue originarie ibridazioni. Ospiti eccellenti le rose da collezione del giardino

botanico di Lione oltre a un’esposizione di rose antiche e moderne. Tra gli eventi collaterali: la mostra “The Queen Rosesâ€? con l’esposizione delle rose dedicate alle regine della storia, le degustazioni in ‘rosa’, le conversazioni sul verde e i workshop sulla progettazione e l’arredo di giardini. Le gallerie dei Musei ospitano, inoltre, stand di vendita di prodotti interamente dedicati al tema. Per l’intrattenimento dei piĂš piccoli sono previsti laboratori didattici guidati dagli operatori del Museo. Maggio si conclude, giovedĂŹ 31, “Con la poesia nel cuoreâ€? nel ricordo di Franca Meo. Alla letterata, trevigiana di nascita e bresciana d’adozione, è dedicata la Fondazione che ha lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio immobiliare, storico, artistico e ambientale dei Musei Mazzucchelli costituito dal Museo della moda e del costume, dal Museo del vino e del cavatappi e dalla Casa Museo Giammaria Mazzucchelli. La giornata propone un seminario di studi, un concorso di poesia e laboratori di ascolto e di scrittura creativa dedicati all’attivitĂ , alla sua produzione testuale e alla sua passione collezionistica. I programmi completi si possono leggere su www.museimazzucchelli.it.

$SSXQWDPHQWL HQRJDVWURQRPLFL Territorio, prodotti tipici e gastronomia, sono gli ‘ingredienti perfetti’ per la moderna industria del turismo. Toscolano Maderno propone ďŹ no al 27 maggio “Garda con Gustoâ€?, rassegna enogastronomica del pesce di lago. Per un mese, gli amanti della buona cucina a base di pesce di lago e di buon vino potranno degustare su prenotazione un menĂš promozionale potendo scegliere tra le variegate proposte enogastronomiche degli otto ristoranti aderenti. I protagonisti della tavola e della cucina saranno i prodotti tipici della tradizione locale − pesce, capperi, olio di frantoio, polenta gardesana, formaggi, vini Lugana e Chiaretto, dolci, limoni e cedri − che i ‘gourmet’ potranno trovare declinati in piatti deliziosi. “La presenza della ďŹ liera agrituristica

gardesana – commenta l’assessore al turismo della cittadina gardesana Ermes Buffoli – incontra sempre piĂš un pubblico interessato alla ricerca dei gusti e dei sapori di un tempo. “Garda con Gustoâ€? vuole essere laboratorio per un turismo motivato, che integri le risorse turistiche esistenti con aspetti e caratteri della tradizione e della cultura locale e farsi portavoce della salvaguardia delle specie ittiche indigene del nostro lago e del nostro ďŹ umeâ€?. Tutto ciò si unisce alla considerazione che il ‘turismo di massa’, caratterizzato dalla standardizzazione, dalla concentrazione e dai grandi numeri, in conseguenza dei mutati stili di vita sta rapidamente cedendo il passo ad un turismo attento e motivato sempre piĂš a ricercare le eccellenze del territorio. “Co-

me amministrazioni – conclude Buffoli – abbiamo l’obbligo morale di tutelare le nostre biodiversitĂ , con gli usi, le arti manuali e i mestieri che vengono troppo spesso dimenticatiâ€?. L’elenco dei ristoranti aderenti sul sito www.comune. toscolanomaderno.bs.it. Tignale, cuore del Parco Alto Garda bresciano, risponde ďŹ no al 22 giugno con “Vi prendiamo per la gola...â€?, serate dedicate ai sapori

tradizionali rivisitati e proposti da nove ristoranti del suo territorio, magicamente sospeso tra l’azzurro del lago e quello del cielo e serenamente immerso nel verde degli olivi. Tra gli ingredienti olio extravergine di oliva, pesce di lago, selvaggina, prodotti della fattoria, mele e asparagi di montagna, proposti anche nella cucina senza glutine. L’elenco dei ristoranti aderenti sul sito www.tignale.org.


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—Â?‡œœƒÂ?‡ Dz Â?ƒ‰‰‹‘ ƒ ƒŽ–‡” ‘Â?ÂƒÂ–Â–Â‹Çł ÂƒÂŽÂŽÇŻ †‡‘Â? “Omaggio a Walter Bonattiâ€?: il Club alpino italiano della sezione di Lumezzane e la biblioteca civica “Felice Saleriâ€? organizzano una serata per far conoscere Walter Bonatti. L’incontro rientra nella programmazione di “Apriti Libro 2012â€?. Bonatti (nella foto) è morto il 13 settembre 2011 a 81 anni, ma non è facile reperire notizie sulla sua vita. Era soprannominato “il re delle Alpiâ€?. Oltre che alpinista e guida alpina, è stato autore di molti

libri e numerosi reportage nei quali ha narrato le sue esperienze d’esplorazione e avventura nelle regioni piĂš impervie del mondo in qualitĂ d’inviato del settimanale “Epocaâ€?, pubblicato dalla Arnoldo Mondadori Editore. L’organizzazione ha pensato a un ďŹ lmato nel quale vengono riproposte un’intervista a Bonatti, un anno prima della sua morte e alcune letture tratte dai suoi libri lette dagli attori dell’Associazione ColChiDeA. La serata sarĂ

intervallata da brevi ďŹ lmati (con musiche) con immagini (sia ďŹ lm che foto) della sua vita, imprese e viaggi con la testimonianza di Tino Bini, alpinista bresciano che ha conosciuto Bonatti e che porterĂ ricordi e aneddoti. L’incontro sarĂ presentato da Fausto Camerini, alpinista scrittore (di libri di montagna) e giornalista. I suoi reportage foto-giornalistici gli hanno valso i premi “Die Goldene Blendeâ€? nel 1971 e 1973 (per iniziativa

della rivista Bild der Zeit di Stuttgart) e il riconoscimento degli americani con il trofeo “Il gigante dell’avventura - 1971â€? (per iniziativa della rivista Argosy di New York). A lui è intitolato il rifugio Walter Bonatti, posto a 2.025 metri nel Vallone del Malatraz in Val Ferret (Comune di Courmayeur). La serata è in programma venerdĂŹ 11 maggio 2012 alle ore 20.45 al Teatro comunale Odeon. L’ingresso è libero.

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a gestione dell’acqua e del ciclo idrico integrato è un servizio primario di interesse pubblico. Cerchiamo di capire qual è la situazione dell’acqua in Valle, sia da un punto di vista della sua qualitĂ che dal punto di vista della quantitĂ della stessa. Il quadro che emerge non è entusiasmante. Se è vero che fenomeni di inquinamento delle acque sono frequenti e diffusi ovunque, è anche vero che il fiume della Valtrompia, il Mella, parte pulito e arriva a valle in condizioni tali da essere da tempo sotto osservazione speciale da parte della ComunitĂ europea perchĂŠ tra i piĂš inquinati del Belpaese. “Se facciamo riferimento alla quantitĂ e alla qualitĂ dell’acqua, siamo consapevoli delle problematiche che coinvolgono il territorio – afferma l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Dotti –. Ma il problema va risolto alla radice e noi, anche su sollecitazione della ComunitĂ europea, stiamo interve-

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nendo come autoritĂ e come Azienda speciale della Provincia per realizzare i depuratori e collettori necessari. L’ipotesi nel Piano triennale di investimenti riguardava la sistemazione e il potenziamento di Verziano. Valutazioni piĂš recenti e nuovi approfondimenti hanno portato a orientarsi su altre possibilitĂ , in particolare quella di collettare la parte bassa della Valle con Verziano, e realizzare invece due depuratori per la media e alta Valle (Villa Carcina e Marcheno le sedi piĂš probabili)â€?. L’ipotesi è interessante anche per i quantitativi d’acqua, perchĂŠ se il collettamento complessivo a Verziano avrebbe portato a eliminare questi scarichi per trattarli, la realizzazione dei depuratori in Valle permette di far confluire le acque trattate nel fiume, aumentandone dunque la portata. E anche da un punto di vista strettamente economico la seconda ipotesi è piĂš facilmente percorribile perchĂŠ permettendo di lavorare per stralci favorisce l’accesso ai finanziamenti. “Il nostro compito – prosegue Dotti –, è di attendere una risposta definitiva da parte dei sindaci del territorio e della

ComunitĂ montana in merito alla localizzazione dei due depuratori. Fatta questa scelta, quello che ci compete è decidere la progettazione, finanziare i lavori e assicurare tempi certi ai cittadini. Noi vorremmo realizzare almeno un impianto nel triennio. Il problema principale resta comunque il collettamento degli scarichi in corpo idrico. Da tempo l’Assessorato monitora questo aspetto e sono in atto con la Regione un censimento e un controllo degli scarichi non autorizzati. Questo, a termine, porterĂ un indubbio vantaggio all’ambiente perchĂŠ renderĂ gli interventi piĂš efficaci, anche dal punto di vista repressivoâ€?. Da ultimo l’accesso al credito che per l’assessore Dotti è la questione principale perchĂŠ “le idee da sole non bastano: ci vogliono i soldi per realizzarle e la disponibilitĂ delle banche a fornirliâ€?. La riflessione finale dell’Assessore è però incoraggiante: “Resto dell’idea che la gestione dell’acqua e del ciclo idrico integrato siano un servizio primario, di interesse pubblico, e che debba essere assolutamente garantito ai cittadiniâ€?.


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ƒ”†‘Â?‡ ƒŽ ”‘Â?’‹ƒ Â?–”‘ ÂŽÇŻÂƒÂ—Â–Â—Â?Â?‘ —Â? Ž‹„”‘ •—ŽŽ‡ „ƒÂ?†‡ Non solo prevenzione delle malattie cardiovascolari e punto di riferimento per la Valtrompia, ma anche fucina di idee culturali. Stiamo parlando dell’associazione Valtrompiacuore, che ha in preparazione un volume dal provvisorio titolo “Quando suonavano strade e piazzeâ€?, dedicato alla storia musicale gardonese e con pubblicazione prevista entro l’autunno. Un libro steso dallo storico gardonese Franco Ghigini, che intende

ripercorrere la storia di bande, complessi mandolinistici, orchestrine e suonatori gardonesi d’inizio secolo passando poi all’evoluzione della pratica musicale sino al secondo dopoguerra, sia relativamente ai complessi strumentali che alla vivace presenza di suonatori popolari. “Nel volume – dice il presidente di Valtrompiacuore, Mario Mari –, opportunamente contestualizzate alle realtĂ bresciana e triumplina, si passeranno in rassegna le molteplici

esperienze gardonesi: la banda municipale d’origine ottocentesca e le bande cattolica e socialista; l’elegante presenza d’inizio secolo del ‘Club mandolinistico gardonese’; la normalizzazione della vita musicale e ricreativa sotto il controllo dell’Ond (Opera nazionale dopolavoro, ndr) durante il ventennio fascista; la dimenticata orchestra ‘Croce di Malta’; i tanti suonatori popolari che animano i teatri, i locali da ballo e le osterie sino agli anni

Cinquanta. E un’appendice riservata al Corpo musicale gardonese ‘Cico Gottardi’ e all’orchestra di mandolini e chitarre ‘Il Plettro’, sodalizi musicali il cui impegno odierno si pone in continuitĂ con le ragioni dell’associazionismo musicale d’inizio Novecentoâ€?. Un libro che il curatore editoriale Mario Mari e l’autore Franco Ghigini vogliono sia frutto di una ricerca aperta e condivisa. Info: Mario Mari (030.8912382), Franco Ghigini (f.ghigini@alice.it). (a.a.)

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Marcheno, una lettera manifesto firmata dal comitato “Andrea Viveâ€? indirizzata a tutti i cittadini e tanti amici sparsi nei paesi vicini, ha fornito le ultime notizie sul Centro civico realizzato a Nanoro in Burkina Faso. Una “grande impresaâ€?: giustamente cosĂŹ vi viene definita, invitando a continuare a sostenerla nel suo sviluppo che sta dando frutti. Meno di cinque anni fa, poco prima di Natale del 2007, in una giornata grigia di pioggia e neve, la comunitĂ marchenese piangeva, con la sua famiglia, Andrea Fausti, un ragazzo, appassionato di calcio, che frequentava l’oratorio deceduto a 22 anni in seguito a uno sfortunato intervento chirurgico. Proprio nell’ambiente oratoriano, con promotore il curato don Giuseppe Albini e il sostegno convinto dei genitori del giovane scomparso, Alberto e Paola, nasceva il comitato “Andrea Viveâ€? per ricordarlo con un Centro civico a Nanoro in Burkina Faso. Forniva l’appoggio logistico l’onlus di Gardone “L’altro paeseâ€? che collaborava giĂ da tempo in Africa con la comunitĂ di padri Camilliani, impegnati in un importante ospedale. Progettato dall’amico Stefano Sabatti, dopo 14 mesi, il 14 febbraio 2009 il centro era inaugurato alla presenza di una delegazione marchenese. In poco tempo erano stati raccolti 73mila euro e

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e cinque per la falegnameria. Svolgono sia attivitĂ teorica che pratica. Nel corso di falegnameria realizzano sottopentole, sgabelli, tavoli armadietti; nel corso di saldatura: tavoli, sedie, carretti, letti, infissi. Coi loro insegnanti hanno fatto riparazioni al vicino grande ospedale; costruito recinti per gli animali domestici della comunitĂ di suore. Dopo il diploma a Nanoro, sosterranno a Koudougou, capoluogo della regione, l’esame statale con rilascio del diploma per l’attivitĂ professionale come dipendenti o in proprio. Da febbraio è partito il corso di alfabetizzazione per le donne del villaggio. Il corso gratuito durerĂ due anni con 600 ore di lezioni ciascuno. Ora, su richiesta del ministero nazionale, si sta mettendo a punto, un corso per elettricisti: la rete elettrica del paese è in espansione e servono tecnici qualificati. Dall’Italia, per l’inizio dell’anno scolastico 2012/13, partirĂ un container con diverse attrezzature per il laboratorio di falegnameria giĂ acquistate: insieme si lancerĂ una raccolta di generi alimentari da inviare a Nanoro. Intanto a Marcheno hanno dedicato ad Andrea il nuovo Inter Club e il Comitato ha programmato due prossimi eventi sempre all’oratorio a sostegno della scuola: il 13 maggio dalle ore 14 la grande “Festa del bambinoâ€? e il 20 maggio uno spiedo da asporto.

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I voucher che il Comune – e in particolare l’assessore ai Servizi sociali, Agostino Pedrali (nella foto) – mette a disposizione sono pari a 15 e corrispondono a un importo unitario pari a 300 euro, prevedendo l’assegnazione di un massimo di tre buoni a persona. Coloro che ne beneďŹ ceranno saranno chiamati a prestare la disponibilitĂ di 40 ore per svolgere attivitĂ lavorative che variano in piĂš settori. Nell’ambito dell’ambiente e del lavoro, per esempio, sarĂ possibile inserirsi

in operazioni di salvaguardia, manutenzione, pulizia del territorio e supporto protezione civile e squadra lavori; in quello collegato ai servizi alla persona il supporto sarĂ piĂš orientato a favore di bambini e anziani, ma anche agli ufďŹ ci comunali e nella distribuzione alla collettivitĂ di materiale informativo; mentre nel campo dello sport, della cultura, del tempo libero e dell’associazionismo, l’attivitĂ sarĂ focalizzata prevalentemente sull’organizzazione di eventi,

ďŹ ere, manifestazioni culturali, di volontariato o solidarietĂ . Per conoscere i dettagli sul bando o per presentare la domanda, è sufďŹ ciente compilare l’apposito modulo, in distribuzione presso l’UfďŹ cio servizi sociali del Comune durante gli orari di accesso al pubblico ed entro l’1 giugno, oppure telefonare allo 030/7725716. Successivamente alla chiusura del bando, si procederĂ alla deďŹ nizione della graduatoria, dando prioritĂ ai piĂš sfavorevoli status occupazionali. (a.s.)

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aggio è il mese dedicato alla Madonna ed è per questo che 34 anni fa i Carmelitani scalzi di Brescia pensarono ad un gesto popolare e collettivo come ad un pellegrinaggio mariano. Fu cosĂŹ che nacque il Pellegrinaggio dalla Madonna della Stella di Cellatica alla Madonna della Neve di Adro. Un percorso lungo circa 22 chilometri che è diventato nel corso degli anni un appuntamento fisso per migliaia di pellegrini che, con tutte le condizioni climatiche, vivono una giornata all’insegna della preghiera e della riflessione ma anche del divertimento e della comunione e convivialitĂ . Un gesto semplice e sostanziale, che riesce a toccare gli animi attraverso la preghiera e la gioiosa fatica del cammino. CosĂŹ anche quest’anno, domenica 13 maggio dalle 7 di mattina, un serpentone di fedeli partirĂ dalla Stella di Cellatica alla volta della Madonna della Neve di Adro dove, attorno alle 16, si concluderĂ con la celebrazione della Messa. Dall’anno scorso i confini del pellegrinaggio (denominato quest’anno “Maria Regina di tutti i Santiâ€?) si sono allargati alla terra dei cugini bergamaschi. Un secondo pellegrinaggio parte dalla chiesa di S. Alessandro in Canzanica di Adrara S. Martino per congiungersi con quello bresciano nei pressi della meta di Adro. Sono previsti due momenti di

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so l’oratorio di Calino, per il pranzo al sacco. Come sempre al seguito del pellegrinaggio sono previsti i carri agricoli opportunamente addobbati e attrezzati, sui quali potranno trovare spazio i bambini delle scuole elementari, che vivranno un loro pellegrinaggio attraverso le strade della Franciacorta, sotto la guida e il controllo attento degli educatori. Ad accompagnare i pellegrini i canti, alternati meditativi e vivaci, eseguiti dalle corali S. Luca di Brescia e Madonna della Neve di Adro. Un gesto semplice, bello ed essenziale, condotto come sempre dall’infaticabile padre Gino Toppan, direttore della Scuola Madonna della Neve di Adro, paese che ha celebrato i 100 anni di presenza carmelitana sul suo territorio. E proprio a padre Gino abbiamo chiesto qual è il segreto del successo di questo pellegrinaggio, partito molti anni fa in sordina e divenuto oggi un momento molto vissuto e molto atteso: “Una meta chiara in una strada guidataâ€?, questa la sua lapidaria risposta. Per chi volesse partecipare è necessario iscriversi, prenotando l’eventuale servizio bus per raggiungere la partenza e per il rientro a fine pellegrinaggio. Per informazioni, rivolgersi al Movimento ecclesiale carmelitano (Mec) di Brescia e di Adro o alla Scuola Madonna della Neve di Adro, altrimenti cliccare su www.mec-carmel.org o www. pellegrinaggioadro.it.

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In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchĂŠ porti piĂš frutto. Voi siete giĂ puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, cosĂŹ neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perchĂŠ senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarĂ fatto. In questo è gloriďŹ cato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoliâ€?.

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ulla. Il brano di Vangelo di questa domenica non ha bisogno di particolari commenti: l’immagine è chiarissima e disarmante. La similitudine dell’albero, dei rami, della vite e dei tralci non lascia spazio a interpretazioni intermedie: tutto o nulla. Senza la vite il tralcio non fa frutti; si secca. E cosĂŹ, dice GesĂš, è anche per chi crede. Non esiste una fede che possa fare a meno di Lui. Ma se l’immagine è inequivocabile, semplice e chiara, diverso è il discorso sulla nostra accoglienza, sui frutti che pensiamo di raccogliere dalla vendemmia di quella vite. E nelle pieghe di questo discorso si annida anche una domanda che è frutto di un grosso fraintendimento e che provoca delusione e disincanto. Cosa vuol dire chiedere quello che si vuole e ottenerlo? Troppo spesso questa certezza espressa da GesĂš è andata insoddisfatta. Quante volte un desiderio legittimo è diventato frustrazione. E allora che frutto si ottiene se alla promessa di avere tutto non si ottiene niente? La

/R VJXDUGR GHOOD 9HUJLQH “La Vergine era l’Innocenza. Ti rendi conto che cosa siamo noi per lei: noi, la razza umana? O, naturalmente, aborre il peccato, ma in fin dei conti gliene manca ogni esperienza, quell’esperienza che non è mancata ai santi piĂš grandi, allo stesso Santo di Assisi, per quanto serafico fosse. Lo sguardo della Vergine è il solo veramente infantile, il solo vero sguardo di bambino che mai si sia posato sulla nostra vergogna e la nostra miseria. SĂŹ, figliolo, per pregarla bene è necessario sentirsi addosso questo sguardo di compassione affettuosa, di stupore doloroso, non di solo quale altro inconcepibile, indicibile sentimento che la rende piĂš giovane del peccato, piĂš giovane della razza dalla quale discendeâ€?. Questo lungo passo

è tratto da “Il diario di un parroco di campagnaâ€? di Bernanos. Ăˆ l’anziano e saggio parroco di Torcy che parla. Ha iniziato dicendo: “E la Vergine, la preghi la santa Vergine? Ma la preghi bene come si deve?â€?. Per pregarla, bisogna imparare a sentirsi addosso questo sguardo infantile e stupito, perchĂŠ a Lei che non ha conosciuto il peccato per grazia di Dio, pare innaturale che l’uomo, creatura come lei, possa comportarsi male. Nella nostra chiesa, sotto il campanile c’è la tomba del servo di Dio fra Giacomo Bulgaro, era ed è una cappella mariana. Da giovane, mentre viveva una vita “nei peccatiâ€? si trovò a piangere nella Pieve di Corticelle e gli apparve Maria. Sorrideva e quello sguardo lo guarĂŹ. Lo sguardo di Maria, scrive Bernanos,

riesce a far sprofondare Lucifero “la fiaccola ardente in cima alla creazione è sprofondata di colpo nella notteâ€?. Sempre di piĂš sono le testimonianze che le persone ci offrono di aver intrapreso un cammino di conversione radicale iniziando da Maria. Quella Vergine che apparve a Bernardetta dandole del voi: “Mi fareste la cortesia di ritornare qui per 15 giorni?â€?. La Vergine è anche la gentilezza, una delle qualitĂ che l’uomo moderno con la fretta e aggressivitĂ ha dimenticato. Iniziamo il mese mariano sentendoci addosso questo sguardo umanamente straordinario e straordinariamente umano e chiediamole che ci aiuti a ritrovare la purezza, l’innocenza, l’infanzia e la gentilezza che la vita quotidiana ci ha fatto dimenticare.

frustrazione di aver desiderato, chiesto, pregato senza aver nulla non si risolve semplicemente mettendo davanti la volontĂ di Dio, quell’inspiegabile modo di agire che ci supera. Allora, se tutto è comandato dalla volontĂ di Dio, perchĂŠ chiedere? E se si può chiedere qualsiasi cosa perchĂŠ poi la volontĂ di Dio non lo accorda? Ă‹ una tentazione enorme che nasce dalla errata concezione della volontĂ di Dio e dell’entitĂ del chiedere. Ci conviene, infatti, isolare la frase di GesĂš e non leggerla assieme a quella appena seguente che dĂ , invece, il criterio della scelta e il senso della volontĂ di Dio. Che cosa significa chiedere? E che cos’è quel tutto che si chiede se non la perfezione verso la quale siamo spinti dal Padre? Questa è la volontĂ di Dio, e non è misteriosa. Piuttosto incontra la nostra resistenza nell’attuarla e non ci sembra necessario chiedere nulla per metterla in opera. Sono altri i nostri desideri e le nostre necessitĂ . La perfezione chiesta dal Padre è roba per i santi, non per tutti. E questo è il pensiero, il modello di pensiero che ci

stacca dalla vite e ci fa diventare tralci secchi. Come se nella pianta ci fossero rami che danno molto frutto e rami che si possono accontentare di star lĂŹ, a fare il meno possibile. O che si mettessero in testa di fare frutti di altra specie. Sarebbe curioso in natura, eppure il nostro modo di pensare la vita cristiana assomiglia molto a questo esempio. CosĂŹ non facciamo frutti e ci lamentiamo che Dio non esaudisca le nostre preghiere. Ma non ci domandiamo cosa sia la perfezione alla quale ci spinge e che ci garantisce se siamo attaccati a Cristo. Chiediamo per i bisogni (ed è comprensibile e umano) e non chiediamo per l’essenziale. E ci dimentichiamo che GesĂš stesso ha detto di chiedere il Regno di Dio e che il resto ci sarĂ dato in piĂš, come a dire che il resto è poca cosa per Dio quando c’è il desiderio del Regno. E la perfezione è l’obiettivo del chiedere, di un chiedere illimitato che porta un frutto che da soli non potremmo mai riuscire a dare. Saremmo davvero tralci di una vite fruttuosa, saremmo attaccati a Lui. Tutto.


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ausiliare e vicario patriarcale per la Giordania, nella sua veste di presidente della Commissione episcopale per la famiglia e da mons. Elias Chacour, che della Commissione è il segretario ed il parroco di Bejt Jala, padre Ibrahim Shomali. Per ospitarle si sono mosse le parrocchie dei decanati di Erba e Cologno Monzese. A Milano ci sarĂ anche il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal. In attesa di partire alla volta di Milano, “questo piccolo greggeâ€? continua a

prepararsi al meglio sia dal punto di vista spirituale che organizzativo, come spiega al Sir Europa mons. William Shomali, vicario patriarcale per Gerusalemme, responsabile della formazione di queste famiglie. “Le difďŹ coltĂ non mancano – spiega – soprattutto per quello che riguarda le pratiche per i visti e il viaggio. Ma si tratta di famiglie molto motivate disposte a superare tutte le difďŹ coltĂ che la situazione in Terra Santa mette davanti, non ultime quelle legate alla mobilitĂ . Alle

famiglie palestinesi, infatti, non è concesso partire da Tel Aviv quindi dovranno recarsi in Giordania, ad Amman, da dove prenderanno l’aereo per l’Italia. Solo una famiglia proveniente da Nazareth potrĂ partire direttamente da Israele. Per facilitarne la partecipazione, la Chiesa di Gerusalemme ha offerto loro un aiuto concreto che, tuttavia, non copre l’intera quota del viaggio. Fortunatamente l’alloggio sarĂ offerto dalle parrocchie milanesiâ€?. (Daniele Rocchi)

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n testimone attuale della fede e della via per la santitĂ , ancorchĂŠ vissuto a cavallo tra XIX e XX secolo. Giuseppe Toniolo è stato proclamato beato domenica 29 aprile nella basilica romana di San Paolo fuori le Mura. A presiedere il rito, quale rappresentante del Papa, il card. Salvatore De Giorgi. Subito dopo la cerimonia, al termine del Regina CĂŚli, Benedetto XVI dal Vaticano ha rivolto un saluto speciale ai pellegrini riuniti nella basilica, ricordando che il messaggio di Toniolo è “di grande attualitĂ , specialmente in questo tempo: il beato Toniolo indica la via del primato della persona umana e della solidarietĂ â€?. Dopo la proclamazione del nuovo beato, di cui la Chiesa celebrerĂ la festa liturgica il 7 ottobre, Francesco Bortolini, il ragazzo che ha ricevuto la guarigione per intercessione di Toniolo, ha deposto le reliquie accanto all’altare. “La vocazione alla santitĂ â€? è il “traguardo di ogni altra vocazione nella Chiesa, dono della caritĂ di Dioâ€?. E dono dell’amore di Dio all’Italia è stato Giuseppe Toniolo, ha detto nell’omelia il card. Salvatore De Giorgi, ricordando il suo fermo impegno a farsi santo. Per questo, ha osservato il porporato, Toniolo “si dette un regolamento di vita spirituale e professionaleâ€?, diventando “un vero contemplativo dell’azioneâ€?. In realtĂ , “il radicarsi in Dio fu l’anima del suo impegno cristiano nella famiglia, sulla cattedra e nella societĂ â€?. Innanzitutto, “considerò la famiglia il luogo primario della sua santificazione e della sua missioneâ€?, offrendo “un’affascinante

testimonianza della dignitĂ e della bellezza della famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile e fedeleâ€?. Poi, “insigne professore universitario, sulle cattedre di Padova, di Modena e di Pisa, seppe essere − ha precisato il Cardinale − non solo il maestro qualificato dei giovani studenti, ma soprattutto il loro amico ed educatore nella ricerca della veritĂ â€?. Infatti, “avvertiva giĂ allora l’emergenza educativa per il clima universitario indifferente od ostile alle fondamentali istanze religiose e morali, come anche l’urgenza di una solida formazione culturale cristiana che preparasse le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuroâ€?. Impegnato per il Movimento cattolico, la SocietĂ della gioventĂš

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noi come un italiano che ha amato e servito la Chiesa e l’Italia, da cristiano e cittadino esemplare: è questa la vera laicitĂ â€?. Nel pomeriggio, il novello beato è stato ricordato dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, in un confronto promosso per l’occasione dall’Azione cattolica italiana, all’interno del convegno delle presidenze diocesane. Assieme a Bagnasco, sul tavolo dei relatori, il ministro pachistano Paul Bhatti, il ministro e rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, l’economista Stefano Zamagni. Un uomo libero, che ha vissuto “un cristianesimo pieno di speranzaâ€? e si è mosso sempre nell’amore per la Chiesa e nella fedeltĂ al Pontefice è l’immagine usata dal presidente della Cei per descrivere Toniolo. Mentre il presidente nazionale dell’Azione cattolica, Franco Miano, ha dichiarato che “la gioia per la beatificazione si trasforma in impegno a far conoscere questa bellissima figura e seguirne l’esempio, pur nelle mutate condizioniâ€? storiche e sociali, ma ciononostante caratterizzate da “un’uguale urgenza di far conoscere il messaggio cristianoâ€?. Il card. Bagnasco è partito riflettendo sulla cifra della “libertĂ interioreâ€? del nuovo beato, “serenamente coraggioso sempre e ovunqueâ€?. Proprio perchĂŠ libero, ha sottolineato Bagnasco, “è un uomo luminoso che vive un cristianesimo pieno di speranzaâ€?, avendo “alla baseâ€? il desiderio di diventare santo, consapevole che “la santità è la via della vita vera e della gioia, e che s’incrocia con la vita concreta di ciascuno secondo la vocazione che Dio donaâ€?.

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,O UXROR H LO FRPSLWR GHL ODLFL I vescovi delle diocesi lombarde a Caravaggio hanno continuato la riflessione, avviata nelle precedenti sessioni, sui laici, le aggregazioni laicali, l’Azione cattolica. La formazione dei laici per la corresponsabilitĂ nella Chiesa e per una presenza signiďŹ cativa nel contesto contemporaneo deve insistere su una formazione alla vita secondo lo Spirito che qualiďŹ chi gli ambiti del vissuto delle persone, su uno stile di comunione che qualiďŹ chi

le relazioni entro la comunitĂ cristiana, su una promozione di competenze per servizi pastorali. Si devono incoraggiare i laici presenti come collaboratori nelle comunitĂ parrocchiali ad aderire all’Azione cattolica, che per la sua forma associativa, per la sua cura formativa aiuta la maturazione di una visione ecclesiale piĂš ampia e completa e incoraggiare la perseveranza che rende afďŹ dabile la disponibilitĂ al servizio della Chiesa. Si deve incorag-

giare l’Azione cattolica a continuare e sviluppare le sue iniziative per farsi conoscere e apprezzare per la proposta formativa, per la promozione della comunione nella Chiesa favorendo il convergere e l’apprezzamento di tutte le forme aggregative dei laici. I vescovi hanno, inoltre, espresso parere favorevole all’introduzione della causa di beatiďŹ cazione e di canonizzazione di don Luigi Giussani, presbitero ambrosiano (1922-2005).


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Egr. direttore, uno dei temi che mi sembra emerga continuamente nella consultazione in vista del Sinodo è quello del rapporto tra i laici e i preti nelle future unitĂ pastorali. Ăˆ accaduto anche nell’incontro a Villa Carcina giovedĂŹ 26 aprile. Il tema della scheda sui ministeri ha permesso di mettere a fuoco la necessitĂ di una Chiesa di comunione dove la corresponsabilitĂ sia lo stile dell’azione pastorale. Ho percepito però una certa contrapposizione

tra laici, sacerdoti e religiosi. Mi lascia molto perplesso il pensare che per dare il giusto spazio ai laici si debba gioire della mancanza dei preti e delle suore! Credo sia nostro dovere pregare lo Spirito Santo perchÊ ci mandi vocazioni al presbiterato, alla vita consacrata e alla vita laicale. Una Chiesa senza preti o qualsiasi altra vocazione è semplicemente una Chiesa piÚ povera. I laici non saranno valorizzati perchÊ si metteranno a fare i preti, nÊ se li sostituiranno

nel ruolo di guida della comunitĂ cristiana. Fare l’ideologia del laicato non serve a niente. Nella Chiesa ognuno ha il suo compito. Ai laici è dato di essere testimoni del Risorto soprattutto nel mondo, ai religiosi di essere il richiamo vivente al Regno di Dio, ai pastori di santificare e guidare la comunitĂ . Grazie a Dio la storia di santi come il Toniolo e l’esperienza di associazioni come Azione Cattolica restano un’ottima scuola da cui possiamo ancora imparare. (Lettera firmata)

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l mio parroco, la mia suora e i miei laici. Il titolo della sesta serata di “Voci nell’AgorĂ â€? ha accompagnato le riflessioni di don Massimo Orizio (assistente diocesano dell’Azione cattolica), suor Caty Pintossi (dorotee di Cemmo) e Mauro Salvatore (diacono ed economo diocesano). Don Massimo ha sottolineato con forza che “la dimensione di ministerialitĂ compete a ciascun battezzato, ciascuno a servizio della sua famiglia o della cittadinanza fa crescere il Regno di Dioâ€?. Ognuno di noi ha una ministerialitĂ propria e deve farla crescere nella vita di ogni giorno. “Altrimenti calano i preti, ma teniamo in piedi una pastorale con delle persone che suppliscono il prete, ma non abbiamo il coraggio di cambiare una pastorale che deve essere fondata sulla vita degli uomini. L’unitĂ pastorale sarĂ una bella sfida perchĂŠ obbligherĂ noi preti a vivere in maniera piĂš essenziale il ministero ordinato e ci aiuterĂ a tessere legami diversi con i laici. Si partirĂ prima da ‘chi siamo’ rispetto alle ‘cose che dobbiamo fare’â€?. Ci saranno piĂš relazioni e la qualitĂ delle relazioni farĂ la differenza. “In questo processo entra in gioco il discernimento comunitario ovvero il luogo e lo strumento attraverso il quale, parlandoci e confrontandoci, insieme leggeremo le situazioni e sapremo coglierne le esigenzeâ€?. Quali saranno i ministeri

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a priori, ma ogni realtĂ parrocchiale individuerĂ i punti vitaliâ€?. In questo contesto recitano un ruolo importante i religiosi. “Il ruolo della consacrata dentro la zona − dice suor Caty − è una sorta di estensione di quello che giĂ viviamo nelle nostre comunitĂ : uno stile di vita fraterno. Ci sforziamo di vivere valori come l’accoglienza, il rispetto, l’ascolto degli altri. Tutti dobbiamo percepirci come doni di Dio gli uni per gli altriâ€?. A proposito delle ministerialitĂ , “il diacono − ha raccontato Salvatore − svolge bene il proprio ruolo se riesce a fare in modo che lo spirito di servizio permei tut-

ta la Chiesa; non va a sostituire delle ministerialità che già sono suscitate dal battesimo e dal laicato. Il mondo dialoga con la Chiesa e il diacono fa in modo che ci sia una maggiore possibilità di rendere presente sull’altare le dinamiche del mondo�.

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5LWR GHOO¡DPPLVVLRQH H PLQLVWHUL Sabato 5 maggio alle 9.30 presso la parrocchiale di San Bartolomeo, il vescovo Luciano Monari presiederĂ la Messa pontiďŹ cale con il rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato. Sabato 12 alle 9.30 sempre il Vescovo presiederĂ la Messa per l’istituzione dei ministeri del lettorato e dell’accolitato. Sono nove quest’anno gli ammessi tra i candidati al diaconato e al presbiterato. Il rito dell’ammissione “manifesta pubbli-

camente l’orientamento vocazionale di coloro che aspirano al diaconato e al presbiterato, esprime l’accettazione della loro offerta da parte della Chiesa particolare, richiede ai nuovi candidati di applicarsi con rinnovato impegno nel portare a termine la preparazione�. I candidati sono: Stefano di Bornato, Luca di San Carlo in Rezzato, Marco, Davide e Alessandro di Manerbio, Gianmaria di Monticelli Brusati, Francesco di Orzinuovi,

Andrea di Isorella e Luca di Zanano. Sabato 12 alle 9.30 sempre in San Bartolomeo sarĂ la volta dell’istituzione dei ministeri della Parola e della mensa eucaristica: tre sono i nuovi ministri lettori (Marco di Gianico, Massimo di Orzinuovi, Giorgio di Serle), uno l’accolito (Michael di Pavone del Mella). La Chiesa bresciana è chiamata ad accompagnare con la preghiera questi giovani in cammino verso il dono totale della propria vita a Cristo.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 3 maggio Ore 7 - Bedizzole - Santa Messa presso le Madri Canossiane. VenerdĂŹ 4 maggio Ore 20.30 - Botticino Sera Preghiera per la Giornata mondiale delle vocazioni e gli ordinandi presbiteri presso la Basilica minore. Sabato 5 maggio Ore 9.30 - Brescia Rito di ammissione dei candidati al

diaconato e al presbiterato presso la parrocchia di San Bartolomeo. Ore 15.30 - Brescia Sante Cresime in Cattedrale.

MartedĂŹ 8 maggio Ore 20 - Rudiano Santa Messa in suffragio di don Luigi Plebani.

Domenica 6 maggio Ore 11.15 - Nuvolera - Cresime. Ore 18 - Cigole - Cresime e comunioni.

MercoledĂŹ 9 maggio Ore 7.30 - Brescia Santa Messa presso le Missionarie laiche in via delle Razziche. Ore 20.30 - Cerveno Lectio divina presso la chiesa parrocchiale.

LunedĂŹ 7 maggio Ore 20 - Brescia Il Vescovo partecipa al concerto presso la chiesa di San Giuseppe.

Sabato 5 maggio e venerdĂŹ 11 maggio all’Eremo di Bienno sono in programma due elevazioni musicali al Monastero per l’ottavo centenario della consacrazione di Santa Chiara. Sabato 5 maggio si esibisce il quartetto “Sinfoniaâ€?: Pierandrea Bonfadini, Andrea Maffolini, Francesca Moreschi e Giulio Richini. VenerdĂŹ 11 maggio tocca a Matteo Vitali alla chitarra. Entrambe le serate hanno inizio alle ore 20.30.

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nnanzitutto un saluto, con tutto l’affetto. Siete un segno bello da vedere, siete tanti e dietro a ciascuno di voi ci sono delle comunitĂ cristiane, quindi il Signore vi benedica e benedica tutte le comunitĂ da cui provenite. Il fatto di passare una giornata insieme è prezioso, prima ancora per le parole che diciamo, per le idee che possiamo condividere: il fatto di essere insieme, di fare un’esperienza di fraternitĂ , di riconoscimento reciproco entra dentro al cammino grande di edificazione della Chiesa particolare, che abbiamo come responsabilitĂ ; tutti siamo chiamati a edificare la Chiesa bresciana come Chiesa di Cristo e lo facciamo creando e vivendo legami di fraternitĂ e di fede con agli altri, come in occasioni come queste. Che il Signore vi benedica e vi dia la gioia di vivere momenti cosĂŹ e renda fecondo il vostro servizioâ€?. CosĂŹ il vescovo Luciano ha

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Giorgio Cotelli. Tre i verbi che hanno scandito e segnato questo percorso: ricordare, riconoscere, ricomporre. “Ricordareâ€? per riportare alla memoria (e al cuore) parole, immagini, segni che hanno attraversato i convegni degli ultimi anni e che hanno permesso di avvalorare la scelta pastorale delle relazioni. Il filo rosso della caritĂ si è dipanato infatti in una sequenza video che ha restituito: prossimitĂ , con|te|sto, so|stare, comunitĂ , consegnati. “Riconoscereâ€? per condividere Fatiche, Frutti, Frontiere rispetto alla figura dell’animatore Caritas cosĂŹ come delineata dal vescovo Luciano, anche a partire dal documento della delegazione delle Caritas della Lombardia (2008), che traccia per l’appunto piste di riflessione sulla figura dell’animatore Caritas al servizio dell’azione pastorale. Sono 18 i gruppi di lavoro che si sono confrontati sull’attualitĂ di questo profilo e che hanno conti-

nuato la condivisione nel momento del pranzo, “A tavola, insiemeâ€?. “Ricomporreâ€? per attraversare gli esiti delle attivazioni dei gruppi e restituire corsi e ricorsi, peculiaritĂ e caratteristiche dell’animatore Caritas. A guidare il lavoro di ricomposizione, padre Giacomo Costa che ha evidenziato il prevalere dei frutti o delle “fatiche amateâ€? e ha restituito cinque ambiti “di attenzioneâ€?: l’amore reciproco, la luce della fede, la formazione, la comunitĂ , i giovani. Peraltro, proprio i giovani sono stati parte attiva del convegno e hanno condiviso il desiderio di “fare la propria parte, qui ed oraâ€? e di “cercare l’unitĂ â€?. Insieme, ricordando, riconoscendo, ricomponendo, si è dunque dato avvio al discernimento attorno alla figura animatore Caritas, elemento essenziale nella vita delle nostre comunitĂ .

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—ƒ––”‘ ‹Â?…‘Â?–”‹ ƒ ‘––‘Ž‡Â?‰‘ •— ÂŽÂƒÂ˜Â‘Â”Â‘ÇĄ ‡…‘Â?‘Â?‹ƒ ‡ ˆƒÂ?‹‰Ž‹ƒ La commissione zonale di pastorale sociale della zona XII Bassa Centrale Est - San Salvatore ha organizzato quattro incontri per approfondire temi quali la politica, il lavoro, l’economia, la famiglia. Sono temi sempre piĂš indispensabili nel tessuto della societĂ civile. Gli stessi incontri si terranno nella parrocchia prepositurale dei Santi Pietro e Paolo di Gottolengo presso l’oratorio in via Circonvallazione Sud, 19.

I programmi sono i seguenti: mercoledĂŹ 9 maggio ore 20.30 si parla di “La politica fra regolamentazione degli interessi e bene comuneâ€? con don Mario Benedini e Silvano Corli; modera Paolo Sarti. MercoledĂŹ 16 maggio alle ore 20.30 “Il lavoro tra dignitĂ umana e residuitĂ â€? con Enzo Torri, segretario generale della Cisl Brescia e Vera Lomazzi (ricercatrice in Cattolica); modera suor Luisa Scaglioni.

MercoledĂŹ 23 maggio alle ore 20.30 Mario Nicoliello e don Fabio Corazzina intervengono su “L’economia tra mercato e destinazione universale dei beniâ€?; modera Paolo Sarti. MercoledĂŹ 30 maggio alle ore 20.30 “La famiglia tra festa e lavoroâ€? (il tema dell’Incontro mondiale di Milano in programma dal 30 maggio al 3 giugno) con Davide Guarneri (nella foto) e Daniela Bandera; modera suor Luisa Scaglioni.

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l Vescovo ha celebrato la Messa per la festa dei lavoratori a Flero, in uno dei capannoni messi a disposizione dall’azienda di distribuzione alimentare e ristorazione Dac, fondata da Giuseppe Scuola 40 anni fa. Oltre 600 i posti a sedere, molte le persone in piedi, un’accoglienza importante fatta anche da tanti bambini e famiglie che, dopo il cammino dall’oratorio alla sede della ditta, gioiosamente hanno accolto il Vescovo cantando e hanno vissuto una giornata di preghiera e di festa. La Giornata si inseriva negli appuntamenti diocesani in preparazione all’Incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. La Dac ha regalato ai presenti l’immagine di un’azienda a conduzione familiare che ha saputo prendersi cura dei suoi lavora-

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pubblica intera e danneggia l’immagine del Paese che appartiene a tutti e ci caratterizza ha ricordato Monari. Il lavoro è come un’opera che fa vivere meglio le persone, ogni mestie-

re svolto con onestĂ e competenza aiuta gli altri a vivere meglio perchĂŠ non si lavora solo per se stessi e per il proprio sostentamento, ma per la comunitĂ affinchĂŠ essa possa vivere

e proliferare. Il lavoro quotidiano diviene uno sguardo al futuro fatto di coraggio e creativitĂ . Ricorda infine il Vescovo che il futuro o è buono per tutti, imprenditori e lavoratori, o diventa grigio e scuro per tutti. In questo senso la Dac ha dato esempio di come un’azienda porti ricchezza e benessere ai suoi proprietari, ai suoi lavoratori e al paese che la ospita, mantenendo fede ai propri principi e dando un’occasione di aggregazione intorno alle tradizioni comuni delle persone che la compongono.


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”‡Â?‘ †‹ ‹‡Â?Â?‘ ǯ‡Â?–—•‹ƒ•Â?‘ †‡‹ ‰‹‘˜ƒÂ?‹ …‘Â? ‘Â?ƒ”‹ La statua del Cristo Redentore scruta dall’alto la salita dei pellegrini. All’Eremo di Bienno c’è stato nel ponte del 1° maggio un alacre viavai di giovani. Quattro giorni di ritiro vissuti tra preghiere, meditazioni e intensi momenti di silenzio. Quattro giorni in cui si è staccata la spina dalla routine, per tuffarsi nella contemplazione e colloquiare interiormente col proprio “Ioâ€?. A fare da filo rosso le riflessioni del vescovo Monari e l’animazione dell’èquipe dell’Ufficio

vocazioni e tempi dello spirito. Il Vescovo ha commentato cinque brani del Vangelo di Luca: la peccatrice, il buon samaritano, il padre misericordioso, il fariseo e il pubblicano, i discepoli di Emmaus. Questi, in pillole, alcuni messaggi lanciati da Monari ai partecipanti: “La fede ci consente di legare il perdono di Dio alla nostra vita. Se riconosciamo che la vita è un dono impariamo a ringraziare Dio e a riconoscere quanto ci è offerto. Costruiamo in noi dei sentimenti

di compassione che ci spingono a farci vicini all’altro. Ognuno di noi vive un’esistenza limitata, durante la quale possiamo favorire o danneggiare la vita del prossimo. Impariamo a mettere al centro delle nostre azioni l’amore per l’altro. Dio non è nĂŠ un tiranno da cui scappare, nĂŠ un padrone con cui si stipula un contratto di lavoro: è un padre che ha un amore non misurabile secondo i diritti e i doveri. L’amore è piĂš esigente della legge, perchĂŠ richiede tutto“. La testimonianza

dei genitori di una 14enne morta per un male incurabile, la visione del film “Miracolo a Le Havreâ€? e una conversazione con il Vescovo hanno allietato le tre serate di ritiro, mentre la Messa celebrata al convento delle Clarisse ha concluso l’esperienza. Soddisfazione è stata espressa dai 93 partecipanti. Ognuno è tornata carico di spiritualitĂ pronto ad affrontare con piglio nuovo, e un pizzico di fede in piĂš, la quotidianitĂ . (Mario Nicoliello)

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l nome di don Luigi Scaroni, la cui vita durata 94 anni è iniziata e finita a Lumezzane Pieve, è legato soprattutto a Botticino Sera dove è stato parroco per un trentennio riuscendo a battezzare i figli di quei bimbi che aveva battezzato giunto in parrocchia: il tempo delle generazioni è quello che meglio di ogni altro segna l’efficacia del ministero sacerdotale. Prete dal 1943, dopo la prima Messa a Lumezzane Pieve, la sua prima destinazione di curato è stata Pezzaze dove si è affiancato alla gioventĂš in un periodo estremamente difficile, di guerra e miseria. Dopo quattro anni, per la sua maturitĂ fu nominato parroco, nonostante la giovane etĂ , a Treviso Bresciano dove operò per un quindicennio, aiutando la comunitĂ a crescere spiritualmente mentre cercava di lasciare alle spalle gli anni della povertĂ e delle ristrettezze. Nel 1962 la nomina a guidare l’importante parrocchia di Botticino Sera. Fu l’inizio di un trentennio fecondo di bene, soprattutto perchĂŠ il carattere equilibrato e la spiritualitĂ ancorata a una forte fede, sorressero don Scaroni negli anni caldi della contestazione e del rinnovamento conciliare. Botticino, alle porte della cittĂ , fu particolarmente coinvolto dal nuovo vento che spirava. Con pazienza, bontĂ , dedizione totale ma anche con paterna fermezza

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anni di presenza a Pieve don Scaroni ha lavorato molto, pur da quiescente, svolgendo anche in zona pastorale il servizio di esorcista dal 1994 al 2001. Generalmente celebrava la Messa festiva nella chiesa dei Santi Bruno e Francesco in Gombaiolo e poi era disponibile al servizio parrocchiale in tutte le sue forme. Nel 2003 un incidente stradale lo costrinse a limitarsi nei movimenti, ma la sua dedizione ai lumezzanesi continuò in forma ammirabile. Anche dopo il necessario ricovero nella casa delle Rondini a Lumezzane, continuò a essere un riferimento e un guida spirituale per gli

anziani ospiti e per tante persone che lo avevano conosciuto. Don Scaroni si è sempre dimostrato un autentico buon pastore, serio e zelante senza essere pedante. Si è sempre distinto per generositĂ , disponibilitĂ a collaborare, amore alla parrocchia. Ha prediletto gli ammalati e i sofferenti. Era vicino alle famiglie che visitava e conosceva, soprattutto quelle in difficoltĂ . Ha avuto un buon rapporto con i laici ed è stato vicino all’Azione cattolica. Ha curato molto la formazione comunitaria e personale: era molto disponibile all’ascolto, alla confessione, al consiglio, alla direzione spirituale. Dietro i suoi vistosi occhiali da vista dalla montatura scura, quasi ornamento alla fronte spaziosa, il suo sguardo era penetrante ed il suo orecchio attento all’ascolto, per poi dire la parola giusta al momento giusto, talvolta anche con efficaci battute ed espressioni gioconde che davano serenitĂ e pace a chi lo incontrava. Ăˆ stato un prete di solida spiritualitĂ , forte ed esigente, ma anche fonte di lode, gioia, tranquillitĂ . Il suo rapporto intenso con Dio è stato motivo di forza anche nella malattia e nelle difficoltĂ della vecchiaia. E all’incontro con quel Dio nel quale aveva sperato e creduto si è preparato con fiducia, nella preghiera, lasciando una luminosa testimonianza di fede, speranza e caritĂ .

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Si è chiusa il 1° maggio la 16ÂŞ edizione di Seridò, la grande festa dei bambini promossa dall’Adasm-Fism di Brescia. Genitori, educatrici e soprattutto tanti bambini continuano ad apprezzare la formula della manifestazione, che valorizza il protagonismo delle famiglie senza cedere a “sireneâ€? commerciali, tanto che in 150mila hanno varcato i cancelli del Centro ďŹ era di Montichiari negli giorni di apertura. L’organizzazione ha potuto contare ancora una volta sulla disponibilitĂ

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di tanti giovani volontari, provenienti dagli ambienti Scout, dal mondo associativo e dalle scuole, che hanno animato gli oltre 100 spazi gioco. Sempre grande successo hanno riscosso i “gonďŹ abiliâ€? – fra i quali si è distinto l’enorme scivolo all’aperto intitolato “mi scappa la pipĂŹâ€? – non prima però di una puntata ai tanti laboratori creativi o di un giro sull’inconfondibile trenino di Seridò. Assai apprezzati sono stati anche gli spettacoli teatrali e dei burattini, come le proposte del padiglione

sportivo e la sabbionaia. Nel rinnovato spazio dell’Adasm si sono dati appuntamento i bambini da zero a tre anni, per i giochi a loro dedicati negli ambienti dello “Spazio Nidiâ€?; qui è stato possibile anche “liberare un libroâ€? consegnando allo stand un proprio libro giĂ letto in cambio di un libro portato da un altro bambino: un modo divertente per stimolare la lettura nei piĂš piccoli. Allora appuntamento al prossimo anno, per giocare ancora insieme a Seridò!

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he cos’è il gioco simbolico? Ăˆ una modalitĂ di gioco che si presenta e consolida nel terzo anno di vita del bambino, ed è caratteristica poi di tutta l’infanzia. Ăˆ gioco di finzione, gioco del “far fintaâ€?, di simulare un ruolo, una situazione, un’azione. “Il gioco è il nome di una cornice per l’azioneâ€? (Bateson), ossia ciò che definisce il gioco non è tanto il contenuto dell’attivitĂ in corso (il cosa si fa), ma il segnale che i giocatori si scambiano che porta il messaggio “questo è un giocoâ€?. Dare una cornice “tanto è per finta, tanto è per giocoâ€? significa scambiarsi un messaggio ricco di segnali mimici, gestuali, vocali, che rimandano alla capacitĂ di abbandonare la realtĂ e di abbracciare un mondo di fantasia. A questo punto un bastone esce dal piano di realtĂ per diventare un ca-

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stesso tempo. Nella parodia, finzione, distacco dalla realtĂ , il bambino, sul piano della pura fantasia (simbolico), riesce a vivere tutte quelle emozioni che, se vissute su un piano di realtĂ , potrebbero risultare troppo forti. L’esempio emblematico di gioco simbolico è il gioco della casa. I bambini adorano questo gioco, proprio perchĂŠ la casa rappresenta (a livello simbolico) il proprio corpo. La casa allora funge da “pelleâ€?: contiene ma separa, tracciando un “dentroâ€? e un “fuoriâ€?, proprio come la prima rappresentazione grafica del sĂŠ del bambino, che consiste in una forma chiusa, che, individuando un dentro separato da un fuori, individua un “Ioâ€? separato da un “non-Ioâ€?. Ciò che sta fuori rappresenta tutto ciò che non è la sua identitĂ . Quindi, ad esempio, fuori ci staranno i “nemiciâ€?, a cui si chiudono le por-

te e le finestre, come in un forte da difendere; dentro ci saranno gli amici. Ma le porte e le finestre possono rimanere anche aperte, per accogliere tutti. In sostanza il gioco della casa, che può avere tutte le varianti possibili (tenda, igloo, grattacielo, castello ecc.), rappresenta a livello simbolico la strutturazione psichica della formazione dell’identitĂ del bambino. Anche quelli dei mezzi di trasporto, delle armi, di ruolo sono giochi che servono al bambino per strutturare la propria identitĂ , e per questo sono universali, si incontrano in tutte le culture, in tutti i tempi; essi rappresentano le tappe evolutive di ogni bimbo. Per questo i bambini li considerano altamente emozionanti e coinvolgenti. Sono giochi carichi piĂš di valenze emozionali che cognitive, sono giochi piĂš da vivere che da capire.

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la maggior parte dei 70 circoli Acli della provincia rilancia il tema del lavoro in occasione del Primo Maggio. Sono infatti molte le iniziative realizzate nel territorio, anche in preparazione alla festa. I circoli di Flero, Poncarale e Bagnolo Mella per esempio, hanno organizzato tre incontri molto partecipati in vista della Messa celebrata dal vescovo Monari a Flero. Stessa cosa ha fatto il circolo di San Polo in aprile. La giornata del

Primo Maggio è stata festeggiata dalla maggior parte dei circoli con incontri, pranzi sociali, festa del tesseramento, ďŹ lm, serate danzanti e naturalmente la Santa Messa, con la benedizione delle tessere. Sul sito www. aclibresciane.it trovate le iniziative realizzate da alcuni dei circoli, che anche quest’anno hanno cercato di concretizzare la fedeltĂ ai lavoratori che da sempre contraddistingue la vita delle Acli.

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non diamo dignitĂ all’avere. E questo significa dare dignitĂ al lavoro. “Il lavoratore non è una merce da eliminare per questioni di bilancioâ€?, è stato il monito lanciato da mons. Bregantini, responsabile della Cei per il lavoro e le questioni sociali. Ăˆ in quest’ottica che vanno ripensati i modelli economicoproduttivi e industriali. E, all’interno di questi, va affrontato il tema del lavoro. Non è sufficiente mettere a punto strumenti o regole – come proposto, con luci e ombre, dal recente Ddl sul lavoro – serve “civilizzare l’economiaâ€?. Tocca a noi testimoniare che un nuovo modello di vita è possibile, che la crescita qualitativa è migliore di quella quantitativa, che le risorse relazionali arricchiscono piĂš di quelle materiali e danno senso alla vita. Per far ciò è necessario che non si perda la speranza di poter cambiare. Il 55% degli italiani preferirebbe avere un lavoro che non piace ma che dia garanzie per il futuro: la questione dell’essere e dell’avere è tutta qui. Non c’è nulla di male (anzi)

nell’essere previdenti e pensarsi “al sicuroâ€? per i giorni a venire, ma un Paese che si trova costretto a barattare una vita lavorativa triste con la speranza di “unâ€? futuro: bè, dov’è il lavoro che nobilita l’uomo? Dov’è l’entusiasmo? I fatti di cronaca – nera, politica, giudiziaria, economica – potrebbero zittire in breve tutte queste velleitĂ . Ma le Acli non possono certo arrendersi a un Primo Maggio triste. Dedichiamo, ogni giorno, questa festa a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici. Neo assunti, ultra 40enni espulsi dal mercato, pensionati, esodati, casalinghe, licenziati, stagisti, operai, precari, non garantiti, lavoratori di domani, imprenditori (troppi) che in questi giorni hanno deciso di farla finita e imprenditori che tengono duro‌ E chiediamo al governo di porre attenzione, oltre che allo spread e alla tenuta economica, anche al sempre piĂš pesante disagio sociale. Alle forze politiche chiediamo un sussulto di serietĂ , dignitĂ , responsabilitĂ .

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om’è la sua personale situazione economica, rispetto a due anni fa? Per il 65% degli operai, il 66% dei lavoratori autonomi, il 52% dei colletti bianchi e il 78% delle casalinghe la situazione è peggiorata. Lo è anche per il 75% dei disoccupati e per il 67% dei pensionati. Lo dice il sondaggio – 17/20 aprile 2012 – dell’Osservatorio sul capitale sociale (Demos-Coop). Commentando i dati, Ilvo Diamanti parla di un Primo Maggio “festa tristeâ€? per i lavoratori. E come dargli torto. Oltre la metĂ degli italiani percepisce la posizione della propria famiglia come bassa o medio-bassa, il doppio rispetto al 2006. Chi si sente “ceto medioâ€? è passato dal 60% del 2006 al 44% del 2012. Diamanti ha detto bene: ci percepiamo come un paese di ultimi, o di penultimi al massimo. Un esempio su tutti. Solo due italiani su 10 ambiscono a un lavoro in proprio, nel 2004 erano il 31%. Anche nel paese delle pmi, il mito dell’imprenditore è declinato.


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molto difficile cogliere, in modo sintetico, l’essenza della poesia di un autore, perchĂŠ essa non si lascia ingabbiare nella logica discorsiva della prosa, ma è sempre polisemica, ha una ricchezza inesauribile di significati, è sempre aperta a ulteriori interpretazioni. Paolo Campoccia, nella sua conferenza su Ungaretti, ha cercato di leggere il mondo dell’arte poetica ungarettiana, soffermandosi sulle sue cifre fondamentali. Senza dubbio, secondo il relatore, il poeta canta il dolore carnale, fortemente legato alla vita concreta, al “sangueâ€? dell’uomo. In questo senso, Ungaretti si muove nell’ambito dell’esperienza vissuta, dei particolari che hanno uno spessore di significato, che, nella loro apparente presenza statica, rimandano ad un oltre che ci parla, ci comunica qualcosa.

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poesia, che ci dĂ la possibilitĂ di elevarci dalla triste e rude realtĂ , di aprire universi semantici nuovi, di riflettere su se stesso e sul nostro destino. Ungaretti afferma che un’umanitĂ senza poesia non sarebbe piĂš umanitĂ . Un altro carattere centrale dell’opera del poeta è il valore del silenzio. La poesia, nella sua nobiltĂ , nella sua purezza, impone una dimensione di contemplazione sulle essenze della realtĂ . In un certo senso, essa richiede una certa ricchezza interiore, una predisposizione spirituale, uno sguardo intelligente sul mondo. Il nemico principale della poesia è la banalitĂ , il non sapere vedere il significato delle cose, la tendenza ad appiattire tutto sulla superficie delle cose, sulla pura ed insignificante esterioritĂ . Per questi motivi, i testi del poeta, per essere compresi a fondo, richiedono una forte immedesimazione

del lettore, che deve entrare nella sostanza della sua poesia, nei suoi significati non-detti. Nel silenzio evocato dalla sua poesia, Ungaretti riesce a scoprire se stesso, il proprio volto, la propria umanitĂ : la realtĂ , cosĂŹ, diventa umana, quasi uno specchio del poeta, non è mai indifferente. Egli cerca, costantemente, una corrispondenza, un’armonia con la realtĂ : anche nei momenti piĂš tristi e drammatici. In un certo senso, la realtà è quel che siamo noi, nasce nella nostra interioritĂ , non è qualcosa di diverso, di staccato dal nostro modo di coglierla. Infatti, al contrario di quel che possa sembrare, la parola poetica ungarettiana non è affatto disperata o pessimista, ma è sempre ricca di speranza nell’uomo e nel futuro dell’umanitĂ . In tutte le sue poesie, c’è una dialettica tra i lati oscuri della vita, il dolore, la sofferenza e i lati luminosi, positivi, di speran-

za. Ogni fatto triste, tragico non si esaurisce in sĂŠ, nella staticitĂ del presente, ma rivela sempre una prospettiva che lo trascende, verso un senso. Ungaretti riesce a vedere la dinamicitĂ e la complessitĂ del reale, cogliendo lo spessore piĂš profondo di ciò che accade. Come possiamo notare, la sua ricerca poetica ci può ancora illuminare. Infatti, uno dei difetti principali dell’uomo contemporaneo è quello di fermarsi alla superficie delle cose, di considerare solo l’aspetto esteriore e l’utile immediato. Ungaretti ci insegna che esistono dimensioni piĂš profonde, che la realtĂ non si esaurisce in ciò che è visibile e descrivibile con la prosa, ma, nella sua complessitĂ , apre squarci infiniti di significato. La sua poesia ci fa contemplare ciò che esiste, il senso delle cose, le cifre del reale, quindi ci fa uscire dal “rumoreâ€? del mondo, dal disordine del non-senso, dal nichilismo oggi dominante.

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ƒŽƒ ”‡•…‹ƒ ‘‡Â?‹ǣ “—ƒÂ?†‘ ‹Ž ”‘••‘ †‹˜‡Â?–ƒ Â?—•‹…ƒ Dopo la sua partecipazione alla 62ÂŞ edizione del Festival di Sanremo, chiusosi con il terzo posto raggiunto con il brano “Sono solo paroleâ€? scritto da Fabrizio Moro e arrangiato da Corrado Rustici, il 25 marzo Noemi è partita per il Rossonoemi tour 2012, che toccherĂ Brescia giovedĂŹ 3 maggio alle 21 al PalaBrescia. In questo viaggio Noemi sarĂ accompagnata da Emanuele Fontana alle tastiere, Marcello

Surace alla batteria, Gabriele Greco al basso, Bernardo Baglioni alla chitarra blues e Giacomo Castellano alla chitarra elettrica. La cantante, uno dei talenti uscito da X-Factor, si è affermata nel panorama musicale italiano. Ha inciso due dischi, il primo “Sulla mia pelleâ€? nel 2009 e poi quello che ha dato il nome al tour “Rossonoemiâ€?. Nel concerto, la rossa della musica italiana proporrĂ brani musicali tratti dall’ultimo suo album come

“Fortunatamenteâ€?, “Vuoto a perdereâ€?, “Sospesaâ€?, “Odio tutti i cantantiâ€? e , ovviamente, il successo sanremese “Sono solo paroleâ€?. La sera del 3 maggio al PalaBrescia, organizzato nella sua tappa bresciana da Cipiesse, è attesa lamusica di Noemi, con la sua voce e grinta graffiante. Prezzi del biglietto 18 e 28 euro; accresciti di 2 euro la sera dello spettacolo. Per informazionei: cipiesse-bs.it o palabrescia.it

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aggio scoppiettante al PalaBrescia, con una serie di proposte di alto livello e di apprezzabile diversificazione. La prossima settimana rrivano un paio di concerti notevoli: Arisa e Fiorella Mannoia. Concentriamoci ora sul concerto di Rosalba Pippa, in arte Arisa, che si svolgerĂ al PalaBrescia giovedĂŹ 10 maggio alle 21, promosso da Cipiesse. La cantante, nativa di Genova, sta tracciando un percorso anomalo e originale, che la sta proiettando nel ristretto giro di “quelli che contanoâ€?, musicalmente parlando. Dopo l’esordio sanremese nel 2009, con la vittoria nella categoria “Nuove proposteâ€? col brano “SinceritĂ â€?, ha scalato i gradini della notorietĂ , dapprima grazie alla sua immagine un po’ retrò e volutamente da imbranata, quindi in virtĂš di doti vocali notevoli e difficilmente riproducibili. “SinceritĂ â€? è diventato anche un album. L’anno successivo Arisa è tornata al Festival con la canzone “Malamorenòâ€?, titolo del medesimo disco uscito subito dopo la kermesse. Il primo scatto in avanti in termini qualitativi è stato determinato dalla sua partecipazione come ospite alla trasmissione televisiva “Victor Victoriaâ€? su La7. Arisa durante la trasmissione proponeva performance live capaci di evidenziare una voce non comune, suscitando l’attenzione non solo della massa di ascoltatori ma anche della critica piĂš esigente. Sempre nel 2010, dopo la pubblicazione del disco “Malamorenòâ€?, Arisa è stata chiamata a far parte della giuria del format X-

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debuttato come scrittrice pubblicando il suo primo romanzo “Il Paradiso non è granchĂŠ (Storia di un motivetto orecchiabile)â€?. Ma il vero cambio di passo è stato determinato dalla produzione di Mauro Pagani, clarense, protagonista negli anni Settanta con la Pfm, collaboratore negli Ottanta di Fabrizio De Andrè e in cabina di regia nelle produzioni live di Ligabue. Arisa con questo disco e con il brano “La notteâ€? riesce a fare il salto di qualitĂ , proponendo con pregevole originalitĂ un mondo musicalmente elegante e raffinato. “Amamiâ€?, arrangiato oltre che prodotto artisticamente da Mauro Pagani, che ha diretto Arisa, esibendosi anche al violino, sul palco di Sanremo, può essere considerato l’album della svolta di Arisa, che

si pone con maturità come una delle migliori voci italiane in assoluto. I testi del disco, in gran parte scritti da Giuseppe Anastasi ma con una paio usciti dalla penna della stessa Arisa, mostrano ora l’immagine di una donna e non piÚ di una ragazzina.

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+HUPDQ (SLV PHWWH LQ PRVWUD O¡HPR]LRQH Prosegue con successo la valorizzazione dei giovani artisti del gallerista palazzolese Eugenio Volpi, al ďŹ ne di promuoverne talento e creativitĂ . Fino al 3 giugno, lo Spazio espositivo di Via Gorini 22 ospiterĂ â€œLa Creationâ€?, personale dell’artista Herman Epis, originario di Pontoglio, con alle spalle una prestigiosa esperienza negli Stati Uniti, a contatto con il gruppo Mitic Art di New York, in cui ha avuto modo di conoscere il grafďŹ tismo della Stre-

et Art di Bansky e Basquiat, oltre che ammirare l’Action Painting di Pollock. Il risultato è un’innata esplosione di colore e di vitalitĂ , frutto di una ricerca continua dell’espressivitĂ piĂš autentica e immediata. Epis fa del colore l’anima delle sue opere, un elemento primordiale e catartico che fa parlare l’opera, steso attraverso brutali e materici colpi di pennello. “Se il pittore sulla tela dipinge, un writer sul muro urlaâ€?, afferma l’artista; l’urlo di Epis è

un richiamo verso lo spettatore attento, che deve essere in grado di “abbattere il muroâ€? che il pittore trasporta sulla tela, creando delle basi con la malta, rendendo la superďŹ cie ruvida, irregolare e grumosa, per penetrare nell’opera. Obiettivo che Epis persegue è la rappresentazione di una realtĂ sincera, resa attraverso un perfetto connubio di materiali e tecniche quali collage, acrilico, poliuretano espanso ed un sapiente uso dello stencil per

riprodurre fedelmente i volti dei personaggi, donne in particolare, come simbolo di amore e armonia generato dal colore, al quale l’artista afďŹ da il compito di esternare il proprio “egoâ€?. L’emozione sentita, osserva Chiara Seghezzi, è il vero soggetto dei suoi lavori: essa è poi tradotta sulla tela bianca con i colori che divengono i depositari del messaggio. Apertura il sabato dalle 15 alle 19, la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

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Si inizia alle 15 con le attivitĂ ludicocreative “La Fucina Animataâ€?, promosse dal Sistema museale della ComunitĂ montana di Valle Trompia, dal Comune di Sarezzo e dall’associazione culturale “La Fucina Animataâ€? al museo I Magli di Sarezzo. L’attivitĂ â€œLa Fucina si fa arteâ€?, è un laboratorio artistico, rivolto a bambini dai cinque agli 11 anni. I ragazzi si immedesimeranno negli artisti del passato, dipingendo con le medesime tecniche. Prenotazione obbligatoria entro le

I viaggi, veri e sognati. Le esplorazioni. Le grandi scalate e le discese negli abissi. Gli atlanti e le carte geograďŹ che. Ăˆ a questi argomenti che sarĂ votata la prossima puntata di “Libri sotto i porticiâ€? di Castel Goffredo, ormai consacrato come il piĂš grande mercato italiano di libri del passato. Il tema di maggio, “Gira il mondo giraâ€?, è su viaggi ed esplorazioni e tutto ciò che a essi è legato. Come ogni altra domenica di “Libri sotto i porticiâ€? l’agenda propone

12 di venerdĂŹ 4 maggio, contattando il Sistema museale di Valle Trompia (Tel. 0308337499-494). Alle 17 si svolgerĂ â€œClinclinĂŹâ€?, ultimo appuntamento della rassegna “Proposta ’12. Progetto teatrale per la Valle Trompiaâ€?. Domenica 6 maggio è possibile visitare anche la mostra “Giochi d’ombra e di luceâ€?, prorogata. La mostra è visitabile durante l’orario di apertura del museo, dalle 14 alle 18. Spettacoli per bimbi nei luoghi della memoria, sostenuta dal Sibca.

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appuntamenti anche per coloro ai quali le bancarelle non bastano. Il via sarĂ , in linea con il tema della domenica, alle 10.30 in piazza Mazzini, con la presentazione di “Nella magia di Limone Piemonteâ€? (Editoriale Sometti). A parlarne i due autori, Antonella Marradi e Giuseppe Pellegrini un fotografo di caratura internazionale. Alle 11.30 sempre in piazza Mazzini, “Moto perpetuo‌ spostamentiâ€?, lettura e musiche curato da Rossandra Sossai e Guglielmo Dondi.

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a musica, per lo meno quella di un certo tipo, ha il dono di far respirare l’anima, di sentire vibrare le corde dello spirito. Con questa certezza, che è palpabile e respirabile se si attraversano i corridoi del conservatorio Luca Marenzio durante le normali lezioni, ma è tanto piĂš tangibile in eventi straordinari, come quello che si celebrerĂ in onore del 70° compleanno del vescovo Luciano Monari. Doppio concerto domenica 6 maggio alle 20.15 nel duomo di Breno e lunedĂŹ 7 maggio alle 20 nella chiesa di San Giuseppe a Brescia. La musica che farĂ vibrare le anime dei presenti è quella della passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach con una dedica speciale al vescovo Monari “Grati per il bene e l’amore paterno che dimostra verso la Chiesa che è in Bresciaâ€?. “La Matthäus-Passion rappresenta, oltre che uno dei massimi monumenti nella storia della musica occidentale, anche un impegno estremamente arduo sul piano organizzativo, coinvolgendo masse ingenti di esecutori, tra orchestre, cori, solisti, direttori. Ăˆ quindi con legittimo orgoglio e soddisfazione – scrive Ruggero Ruocco, direttore del Conservatorio di Brescia – che il Conservatorio ‘Luca Marenzio’ presenta questa produzione, frutto di sinergie con realtĂ anche internazionali, ma specialmente della ferma volontĂ e delle capacitĂ artistiche non disgiunte da quelle manageriali dei due promotori dell’iniziativa, i Maestri Bardazzi e Duciâ€?. Gli fa eco Patrizia Vastapane, presidente del Conserva-

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basso Giovanni Guerini, Pilato e un sommo sacerdote è Marco Scafati (basso), Pietro è Roberto Germani (basso), Giuda è Renato Sandrelli (basso), sommo sacerdote è Fulvio Ottelli (basso), moglie di Pilato e ancella è Brigida Garda (soprano), ancella è anche Marta Mari, i testimoni interpretati da Anna Bessi (alto) e Davide Fior (tenore). Ci sarĂ il coro del conservatorio di Darfo Boario, il Coro Antiche Armonie di Bergamo guidati da Giovanni Duci, il coro tedesco guidato da Christoph Andreas Schäfer e l’ensemble barocco Luca Marenzio diretta da Federico Bardazzi, assistito dai maestri Giacomo Gozzini, Luigi Mazzocchi e Vincenzo MilletarĂŹ. I due concerti, occasioni importanti, sono ad ingresso gratuito. Ennesimo occasione che il Conservatorio offre ai bresciani, certi che l’anima sappia ancora vibrare al suono di note che aiutano l’anima a respirare.

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ciclo economico – ha affermato Stefano Parisi il presidente di Confindustria digitale, che ha presentato un piano al governo per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda digitale europea entro il 2015. “Il completo switch off verso il digitale della Pubblica amministrazione – ha spiegato Parisi – può contribuire alla riduzione della spesa pubblica annua recuperando risorse per oltre 56 miliardi di euro. Se le imprese italiane raddoppiassero

gli investimenti in Ict, si avrebbe una crescita della produttivitĂ tra il 5 e il 10% , mentre se aumentassero solo dell’1% il loro fatturato estero con le vendite on-line, le esportazioni totali aumenterebbero dell’8% pareggiando il saldo importexport di beni e serviziâ€?. Oggi l’economia digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, dato che segnala il ritardo del nostro Paese, dove l’uso di internet è ancora limitato al 50% della popolazione (68%

la media Ue27), la pratica dell’eGovernment riguarda non piĂš dell’8% (21% Ue27) e quella dell’ecommerce il 15% (43% Ue27). Dal lato delle imprese il gap è forte: solo il 4% di quelle italiane vende direttamente on-line (media Ue27 del 12%). â€œĂˆ possibile dare al Paese, spingendo l’acceleratore sul percorso digitale, un segnale immediato e concreto di nuovi e migliori servizi, di nuove opportunitĂ occupazionali e imprenditorialiâ€? ha chiuso Parisi.

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cristiano, non soltanto ai Vescovi e ai preti. Dobbiamo riprendere le origini apostoliche della nostra Chiesa anche nella vita quotidiana. La Chiesa è luce di speranza in un mondo lacerato. Oggi la Chiesa con tutte le sue divisioni è il piÚ grande movimento per la pace esistente; essa è ancora segno di

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a crescita sotto il regime nazista, l’esperienza prima come professore universitario, poi come vescovo di una grande diocesi (Stoccarda) e successivamente la responsabilitĂ nella Chiesa mondiale “mi hanno rafforzato nella mia fede cattolica e hanno ampliato la mia ecclesiologia originariaâ€?. Classe 1933, Walter Kasper è cresciuto sotto il nazismo non potendo raccontare ai suoi compagni i pensieri della madre (per non farla finire in un campo di concentramento) sul regime totalitario di Hitler. “Il discrimine era chiaro: c’era un chiaro sĂŹ e un chiaro no. Per noi la Chiesa era patria e casa. Oggi si definirebbe Chiesa conciliare, ma – continua il Cardinale – non la avvertivamo come Chiesa limitante: eravamo fieri di appartenerviâ€?. Dopo il nazismo e gli orrori della guerra incontrò la rifioritura del movimento giovanile strettamente legato a quello liturgico.

Durante gli studi universitari fece la conoscenza della teologia di Tubinga basata sulla concezione della tradizione viva della Chiesa. “Nonostante questo, papa Giovanni XXIII sorprese un po’ tutti quando il 25 gennaio del 1959 annunciò di voler indire un Concilio. Non percepimmo mai il Concilio come una frattura: era l’attuazione di aspirazioni non dette che portavamo da tempo nei nostri cuori. Il Concilio è diventato un punto di riferimento fisso della mia teologia, ancora oggi considero i documenti conciliari una sicura bussola per la via della Chiesa nell’ancora giovane terzo millennio. Spero che l’anniversario (il 50° dell’apertura del Concilio, nda) faccia di nuovo presenti e feconde le ricchezze dei 16 documenti conciliariâ€?. Si parla oggi di una crisi della Chiesa dopo il Concilio‌. SĂŹ, soprattutto nel’Europa occidentale. Ma tutto quello che è avvenuto dopo il Concilio non è avvenuto a

causa del Concilio. Se rileggiamo e comprendiamo i testi conciliari non in una logica di rottura, ma in una continuitĂ viva e innovativa, siamo in grado di superare le difficoltĂ attuali. Il Concilio voleva essere come dicono i francesi un ressourcement, un ritorno alle fonti per attingere acqua fresca e rinfrescante. Il Concilio non ha portato avanti una Chiesa nuova, ma una Chiesa rinnovata in linea con la tradizione: GesĂš Cristo è la novitĂ eterna e giovane. La Chiesa non si trova in difficoltĂ solo oggi, ha giĂ superato – fin dall’inizio – molte crisi. Da dove deve ripartire una Chiesa che vuole guardare al futuro? Dobbiamo andare alle origini e, soprattutto, alla questione di Dio. Ăˆ fondamentale, perchĂŠ senza la fede in Dio crolla tutto il resto. La Chiesa deve ricominciare con la nuova evangelizzazione: dobbiamo essere testimoni della nostra fede con la vita di tutti i giorni; questo tocca a ogni

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speranza per innumerevoli persone. Benedetto XVI ha pensato all’Anno della fede come a una tappa importante della nuova evangelizzazione La fede prima di testimoniarla, bisogna conoscerla. Siamo diventati analfabeti, non conosciamo piĂš il piccolo catechismo che abbiamo imparato quando eravamo ragazzi. Dobbiamo imparare a conoscere, a sapere cosa vuol dire e poi realizzare gli insegnamenti nella nostra vita. La Dottrina sociale della Chiesa diventa sempre piĂš importante perchĂŠ abbiamo una societĂ egoista. Cosa può insegnare il Concilio all’uomo d’oggi? Il Concilio ci ha insegnato a ritornare alle fonti, alla Sacra Scrittura, ai Padri della Chiesa e alla liturgia. Sono queste le cose fondamentali. Spesso, invece, assistiamo a un dibattito su problemi superficiali piuttosto che chiedersi cosa sia l’essenziale. Che cosa significa vivere da Dio e con Dio? Che cosa vuol dire GesĂš Cristo? Sono convinto che il Vangelo sia la migliore proposta possibile per la vita. Come descriverebbe GesĂš a chi non l’ha ancora incontrato? GesĂš Cristo è l’uomo per Dio. Nella sua persona, e non soltanto con le parole, dice che Dio è misericordioso; è l’uomo per gli altri uomini, perchĂŠ dĂ la sua vita per gli altri. Penso che se lo viviamo cosĂŹ siamo anche credibili. Sul terreno dell’ecumenismo, quanta strada è stata fatta e quanta ne resta da percorrere? Abbiamo fatto un grande progresso. Certamente non abbiamo raggiunto l’unitĂ della Chiesa, perchĂŠ la strada è ancora lunga. Siamo diventati vicini come fratelli e sorelle e ora possiamo collaborare nella societĂ per dare una testimonianza comune. Non si può occuparsi dell’ecumenismo dietro a una scrivania, si tratta di costruire

rapporti di fiducia e di amicizia con gli altri cristiani. Conobbi la Chiesa universale nella sua varietĂ di colori, ma è doloroso fare esperienza concreta della lacerazione dell’unico corpo di Cristo. L’unitĂ piena di tutte le Chiese è la volontĂ del Signore, è il compito affidatoci dal Concilio. La sfida piĂš profonda da affrontatare è la questione di Dio Molti nella nostra societĂ vivono come se Dio non esistesse e pensano cosĂŹ di poter vivere benissimo. Molti (piĂš numerosi di quanti pensiamo) si definiscono agnostici, ma sono agnostici devoti: sono interiormente in ricerca e in un certo senso pellegrini; essi non si interessano alle questioni interne e strutturali (celibato, ordinazione delle donne‌), ma chiedono se e che cosa la Chiesa abbia da dire sulla loro esistenza. In ultima analisi si interrogano sulla questione di Dio che è impressa indelebilmente nel cuore degli uomini. Sono convinto che il futuro della Chiesa dipende dalla capacitĂ di rispondere a questa domanda. Il Concilio ci ha indicato la direzione verso una nuova epoca, ci ha messo in mano una lanterna che fa luce solo nella misura in cui avanziamo. Se siamo convinti che solo lo Spirito di Pentecoste possa donare il rinnovamento, allora dobbiamo fare quello che facevano i primi discepoli (erano assidui e concordi nella preghiera). Anche oggi il futuro della Chiesa è determinato da coloro che pregano e la Chiesa del futuro sarĂ prima di tutto una Chiesa di persone che pregano. Se noi come popolo di Dio gioiamo della Chiesa, la Chiesa vivrĂ anche domani e nel futuro; essa diventerĂ splendore che annuncia il Regno di Dio e attirerĂ persone in ricerca e sarĂ di nuovo per molti patria spirituale. Il lamentarsi non attira nessuno, la gioia per contro è contagiosa. La gioia di essere cristiani convince.

realtĂ , superiore a qualsiasi immaginazione. Classe 1971, geometra, il giovane bresciano ha descritto il suo viaggio nel libro “Prendo la bici e vado in Australiaâ€?, edito da Ediciclo editore, la cui presentazione è in programma il 4 maggio alle 20.45 nella Sala Pedini della biblioteca comunale di Montichiari. Oltre 30mila chilometri macinati in bici: questo, piĂš che la meta in

sĂŠ, è stato l’obiettivo di Gusmeri, un appassionato viaggiatore ed un sapiente osservatore di paesaggi, giĂ protagonista di un viaggio ciclistico dall’Italia a Capo Nord nel 2001. Nelle pagine del libro ci spostiamo anche noi, idealmente, dalle salite turche alle nevi del Pamir passando per la Muraglia cinese per arrivare finalmente nell’Australia piĂš selvaggia che il nostro

protagonista, attratto ed attirato dalle bellezze del luogo, farà fatica a lasciare per ritornare nel Belpaese. Attraverso la bici, strumento di questa rara impresa, Gusmeri ci rende partecipi della conoscenza di realtà poco note, di paesaggi mozzafiato, di città ai limiti dell’incredibile, di persone umili e straordinarie. Un libro da leggere ed assaporare tutto d’un fiato. (f.m.)

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Ogni martedì dopo il Gr delle 13 don Adriano Bianchi conduce uno speciale di approfondimento in preparazione al Sinodo diocesano. All’interno della diretta viene data la possibilità agli ascoltatori di intervenire in diretta allo 0303774592. In ogni puntata viene proposto un approfondimento sulle nove schede di consultazione e vengono riassunti in sintesi gli incontri dell’iniziativa “Voci nell’Agorà” che si sta svolgendo sul territorio.

Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti il ritorno del pedagogista Luigi Domenighini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

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La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

In Primo Piano alle 9.30 mons. Gabriele Filippini, incaricato diocesano per il Sovvenire, interviene sul signiďŹ cato di questa giornata di sensibilizzazione. Una scelta che non consiste in una semplice ďŹ rma, ma che diventa un modo concreto per sostenere chi opera in situazioni spesso disagiate, a ďŹ anco dei piĂš poveri, anche in Paesi lontani. Il commento al Vangelo festivo è a cura di Chiara Pedraccini, vicedirettore

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Kasper e il futuro della Chiesaâ€?, per la lectio magistralis che il Cardinale ha tenuto in Vescovado. A seguire: “Artigiani della caritĂ â€?, il convegno annuale delle Caritas parrocchiali; “1° maggio a Fleroâ€?, con il servizio sulla Santa Messa ofďŹ ciata dal Vescovo in un capannone dell’azienda Dac; “Giovani in preghiera a Biennoâ€?, le giornate di spiritualitĂ che 93 giovani hanno

dell’UfďŹ cio famiglia. Da questa settimana alle 11.30 torna la rubrica “Letture per lo spiritoâ€?. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio RaphaĂŤl alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

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vissuto con il vescovo Luciano a Bienno. La rubrica “4 parole...â€? è con mons. Mario Piccinelli sul mese mariano. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche l’appuntamento della scuola di preghiera per i giovani “In lui non trovo colpaâ€?.

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$FFRQWHQWDUH WXWWL VRGGLVIDUH QHVVXQR “In tv la prima serata del lunedĂŹ è da tempo diventata il momento decisivo nella lotta per gli ascolti, il discriminante in base al quale si decide chi c’è e chi non c’è, chi vende e chi non vende. A differenza di qualche anno fa gli show del fine settimana ormai raggiungono un pubblico omogeneo che, in conseguenza del cambio di abitudini e di tempi degli ultimi anni, si è assestato su un uso prevedibile dell’intrattenimento televisivo. Sono i primi giorni della settimana, lunedĂŹ, martedĂŹ, mercoledĂŹ, a essere il campo di battaglia per accaparrarsi il grande pubblico con gli show piĂš gettonati, i film piĂš attesi e i reality-show.

In queste settimane ci troviamo però in un periodo di magra, in attesa della programmazione pre-estiva. Per questo Rai Due dalla metĂ di aprile, ogni lunedĂŹ sera, tenta la sorte con “Evaâ€?, trasmissione di divulgazione scientifica condotta da Eva Riccobono. La giovane modella, palesemente alle prime armi e comprensibilmente messa davanti alle telecamere da qualche compiaciuto produttore, sfoggiando una pesantissima erre moscia (nonostante la quale si esibisce con termini evitabili, come “ruraleâ€? o “trasformarsiâ€?), presenta un miscuglio di brevi reportage che si occupano delle curiositĂ a

360 gradi che l’ipotetico spettatore medio potrebbe avere su scienza e derivati. L’ordine sparso degli interventi fa pensare a un team di autori che decidono a casaccio i filmati da proporre e poi cercano in qualche modo di trovare un filo rosso che li accomuni. Purtroppo il comune denominatore di “Evaâ€? è proprio il qualunquismo: parlare del piĂš e del meno della tecnologia e della scienza. Con espressioni come “Avete voglia di qualche curiositĂ veloce veloce?â€? o “Eccovi ancora un po’ di curiositĂ â€?, la Riccobono elargisce informazioni che hanno piĂš a che vedere con la letteratura da spiaggia che con la

divulgazione scientifica. Ecco qualche esempio: “Troppo tifo fa male?â€?; “La risata è contagiosa?â€?; “A che velocitĂ crescono i nostri peli?â€?.... Il reportage piĂš grottesco, andato in onda lunedĂŹ scorso, rispondeva alla domanda “Qual è il morso piĂš pericoloso?â€? parlando del pugile Mike Tyson e spiegando quanto sia difficile staccare un orecchio con un morso. No comment. Una fiera del grottesco? Nemmeno quella, considerando che altri filmati proposti hanno un tono piĂš serioso o comunque affrontano tematiche piĂš interessanti, come la genetica legata al senso di sazietĂ , la realtĂ aumen-

tata, la salvaguardia dell’ambiente. Si cerca insomma di accontentare tutti, proponendo allo stesso tempo tv da fast food e tv di approfondimento. Ma si finisce per non accontentare nessuno: “Evaâ€? si può paragonare a una canzone che, per quanto il pubblico abbia sensibilitĂ musicali diverse, presenta sempre note stonate, che non piacciono fino in fondo nĂŠ a un ascolto superficiale, nĂŠ a un ascolto approfondito. Un dĂŠjĂ vu che ci catapulta nella tv degli anni Novanta, quando la Panicucci aveva i capelli lunghissimi e Fiorello presentava il Karaoke. Ma i tempi sono cambiati, per fortuna.


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en poche cose funzionano in “To Rome with Loveâ€?, il film con cui prosegue, stavolta nelle vie e piazze piĂš famose della Capitale, il tour cinematografico europeo di Woody Allen che ha toccato Londra (con i risultati migliori) e in seguito Barcellona e Parigi. Poche cose, dicevamo, anzi forse soltanto una: un esilarante allestimento teatrale dei “Pagliacciâ€? di Leoncavallo nel quale il protagonista – il tenore Fabio Armiliato, che affronta la parte con gran senso dell’umorismo – canta e uccide in condizioni ambientali davvero particolari. Tutto il resto è routine alleniana in versione fiacca: al punto da far risultare leziosa perfino la splendida Roma, affondata in toni ocra fin troppo carichi dal direttore della fotografia Darius Khondji. La cittĂ fa da sfondo all’intreccio di quattro storie nelle quali l’America nevrotica e sofisticata incontra l’Italia solare, melodrammatica, cialtrona e canterina che ricalca – per fortuna con un po’ d’ironia – gli stereotipi da sempre associati dagli stranieri al Belpaese. Nelle vie di Trastevere dove ha transitato da giovane, un architetto (Alec Baldwin) assume le vesti di un fanta-

Š‡ Š‡Ž’ sma disincantato per seguire l’inesorabile innamoramento dello studente Jack (Jesse Eisenberg) per Monica (Ellen Page), l’amica della sua ragazza, specialista in seduzione. Un regista d’opera lirica in pensione (Allen) arriva a Roma con la moglie (Judy Davis) per incontrare con qualche inquietudine il fidanzato italiano della figlia, “comunistaâ€? sui generis e figlio di un impresario di pompe funebri che rivela un singolare talento canoro. Ha un vago profumo di commedia italiana d’altri tempi, irrorata però di cinismo alleniano, la storia dei due fidanzatini di Pordenone che, in procinto di trasferirsi nella capitale, vengono coinvolti in un carosello di equivoci che vede come comprimari una escort di lusso (Penelope Cruz) e una star del cinema nostrano (Antonio Albanese). “Stel-

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laâ€? suo malgrado è anche l’impiegato Leopoldo Pisanello (Roberto Benigni) che da un giorno all’altro diventa famoso senza motivo, ed è tallonato ovunque da giornalisti che vogliono divulgare i dettagli delle sue normalissime giornate. La scarsa vena recitativa che sembra contagiare perfino Benigni è legata probabilmente ai difetti di una sceneggiatura che appare tra le meno riuscite di Allen. GiĂ da alcuni anni, purtroppo, i copioni levigati al millimetro che erano il marchio di fabbrica del regista si sono andati facendo piĂš sfilacciati e frettolosi. Qui siamo a tratti vicini alla sciatteria, con disinteresse per la coerenza temporale degli incastri – il regista d’opera pare allestire complesse messinscene teatrali in pochi giorni – e per ogni parvenza di realismo (nell’episodio dei fidanzati, compare quasi dal nulla un Riccardo Scamarcio in veste di ladro). Poche battute strappano la risata e il film appare perfino troppo lungo, nonostante i tagli che hanno eliminato le scene in cui recitavano alcuni nostri comici come Nino Frassica e Neri Marcorè: tutti felici di aver sfiorato il “grande Allenâ€?, ma capitati nell’occasione piĂš sfortunata.

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“Nella riorganizzazione del sistema allevatori abbiamo imboccato la strada giustaâ€?. Questo il messaggio lanciato dal presidente Germano Pè ai soci dell’Associazione provinciale allevatori di Brescia, riuniti in assemblea per l’approvazione del bilancio e la ratifica di alcune modifiche statutarie. Un appuntamento atteso tuttavia soprattutto come momento di confronto sulle prospettive future dell’associazione, sulle quali incombe ormai da qualche anno

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superano ampiamente quelle di molte realtĂ regionali – ha detto Pè -. Ciò ha portato alla concessione di una deroga all’obbligo di regionalizzazione del Sistema allevatori lombardo, che tuttavia rimane una prospettiva assolutamente ineluttabile anche per noiâ€?. L’obbiettivo della riorganizzazione rimane quello di continuare a garantire il sostegno di un’adeguata assistenza tecnica ad un comparto strategico per l’economia nazionale come la zootecnia.

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a memoria corta non aiuta. Tanto meno in politica. Una nuova dimostrazione viene dalle cronache che raccontano di leader europei finalmente decisi a intraprendere la strada della “crescitaâ€?, perchĂŠ “il rigore da solo non è sufficiente e non crea posti di lavoroâ€?. Dalla Merkel (Germania) a Barroso (Commissione Ue), dalla coppia Sarkozy-Hollande (Francia) a Monti (Italia), passando per Van Rompuy (Consiglio Ue), Juncker (Eurogruppo) e Draghi (Bce), si susseguono le dichiarazioni – amplificate dai media – che ribadiscono la doverosa promozione di iniziative, di breve e media gittata, per “far ripartire l’economia europeaâ€?. Ne è una riprova l’esito dell’incontro tra il capo dell’Esecutivo di Bruxelles e il premier italiano svoltosi il 27 aprile. Barroso e Monti hanno affermato all’unisono: “La nostra discussione si è focalizzata sull’attuale situazione economica in Europa e in particolare nell’area euro. Ci troviamo di fronte a delle sfide notevoli in termini di crescita e dell’alto livello di disoccupazioneâ€?. Il rilancio della crescita “deve avvenire attraverso un impegno senza tregua per il miglioramento della competitivitĂ e non attraverso un ulteriore indebitamentoâ€?, hanno sottolineato JosĂŠ Manuel Barroso e Mario Monti. I due politici hanno inoltre espresso la necessitĂ di procedere a un rilancio degli investimenti e

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l’urgenza “di sviluppare ulteriormente il mercato unico, che è il mezzo piĂš importante per la promozione della crescita e dell’impiegoâ€?. In tutta l’Unione, dunque, si parla di un grande “Patto per la crescitaâ€?; di “project bondsâ€? o di

“growth bondsâ€? indirizzati a sostenere gli investimenti di lungo periodo; di riforme strutturali (sulle quali insiste la cancelliera tedesca); di rafforzamento di specifiche politiche per la crescita, come il sostegno alle piccole e medie aziende‌ E qui torna la questione della “memoriaâ€?. PerchĂŠ, a ben guardare, questi stessi argomenti, queste medesime ricette, erano risuonate – e poi messe nero su bianco nonchĂŠ sottoscritte dagli stessi leader – al termine dei due piĂš recenti Consigli europei. con tanto di documenti fitti di impegni da concretizzare e di settori da rivitalizzare, fra cui occu-

pazione giovanile, mercato unico, finanziamento delle piccole e medie imprese, green economy, energia, servizi, utilizzo dei fondi per la coesione. Certo, una situazione di crisi tanto complessa e profonda chiede tempo, idee chiare e volontà politica condivisa per rimettere in moto la macchina della crescita. Ma è altrettanto vero che se, passando i mesi, si tornano a ripetere le stesse formule senza applicarle, è facile prevedere che la crescita si allontanerà ulteriormente. Anche perchÊ i mercati e la competitività globale non viaggiano agli stessi ritmi della politica.

1RQ FKLDPDWHOH EROOLFLQH Non chiamatale piĂš “bollicineâ€?. Uno stop in piena regola a uno dei termini piĂš utilizzati per indicare il Franciacorta viene dall’omonimo consorzio.“Chiamiamo il vino con il proprio nome e non con termini che appiattiscono la qualitĂ percepita – ha spiegato Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta–. ‘Bollicine’ è un termine obsoleto e senza futuroâ€?. Per il presidente del Consorzio è necessario dare il via a

un nuovo percorso che favorisca la valorizzazione, anche da un punto di vista nominale, dei grandi vini di Franciacorta. Che non dovranno piĂš essere deďŹ nitivi nemmeno con il termine “spumanteâ€?. “La similitudine tra ‘spumante’ e Franciacorta – sono ancora considerazioni di Maurizio Zanella - è da bandire in qualsiasi citazione. Non per velleitĂ o principio, ma per decreto ministerialeâ€?. Il presidente fa infatti riferimento

al disciplinare di produzione del Franciacorta, approvato per decreto ministeriale (Mipaaf) e pubblicato sulla Gazzetta UfďŹ ciale nell’ottobre 1995 (e ulteriormente modiďŹ cato nel 2010) che recita: “per identiďŹ care tutti i Franciacorta, è vietato speciďŹ care il metodo di elaborazione, metodo classico, metodo tradizionale, metodo della rifermentazione in bottiglia e utilizzare i termini vino spumanteâ€?.

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Servirà una piccola-grande impresa per il Calvisano che reduce dalla sconfitta di 14-8 nella semifinale scudetto dell’andata in casa del Rovigo (4-1 ai punti), sabato 5 maggio alle 17.30 ospiterà il match di ritorno fra le mura amiche dello stadio San Michele. Bassaioli, dunque, che per completare la rimonta e accedere alla finale tricolore dovranno recuperare il divario di sei punti. Difficile ma non impossibile, come la forsennata

rincorsa al primo posto – impensabile a inizio stagione essendo anche neo promossi – e raggiunta all’ultima giornata della stagione regolare. Costo del biglietto di ingresso, euro 20. Per informazioni, tel.: 030.968012. Nell’altra semifinale, passaggio del turno praticamente ipotecato per il Prato che ha espugnato 29-24 (4-1) il campo di Mogliano e domenica alle 17.30 dovrà solamente gestire il risultato maturato la settimana scorsa.

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entar non nuoce, o come si dice nel centro Italia, “chi non risica, non rosicaâ€?. E allora ecco che, interrotta l’emorragia di tre sconfitte consecutive, un brutto Brescia (ma tornato ad essere cinico ed estremamente pratico) affossa a Bergamo l’Albinoleffe e prova a riprendere quel discorso play off che si era interrotto bruscamente dopo il ko con il Sassuolo. Da sei sono diventati cinque i punti di ritardo da quel sesto e ultimo posto che consegnerĂ i pass per gli spareggi promozione. Complice l’ennesima caduta del Padova, seppur la rincorsa debba essere fatta su Sampdoria e Varese. I biancorossi saranno gli avversari di sabato prossimo al Rigamonti nella quartultima giornata della stagione regolare. Proprio quello che ci voleva per riaprire tutti i giochi in caso di vittoria. SarĂ , inoltre, un caso che con il ritorno di Michele Arcari fra i pali le Rondinelle siano tornate al successo e senza incassare reti. Anche contro il Varese, però, sarĂ emergenza. A partire dalla squalifica ingenua rimediata da Gilberto Martinez e Fabio DaprelĂ : diffidati, hanno entrambi rimediato un giallo evitabilissimo visto che oramai contro il fanalino di coda Albinoleffe i tre punti erano giĂ in cassaforte.

Allora ecco che dalla panchina si rialzerĂ Davide Zoboli per tornare al centro della difesa con Sebastian De Maio costretto a spostarsi a sinistra e Luca Caldirola a destra. A centrocampo mancherĂ ancora Marco Zambelli (nessun problema per il suo sostituto, Matteo Mandorlini, fra i migliori in questi ultimi tempi) e a sostituire DaprelĂ tornerĂ in

gioco Simone Dallamano. Fausto Rossi, che da due gare ha perso il posto da titolare ma a Bergamo ha segnato, tornerĂ dal primo minuto. Tra le note positive, riecco Alessandro Budel. Tornato in campo dopo oltre due mesi di infortunio, ha dettato i tempi e dispensato assist come ai bei tempi. La davanti non ci saranno piĂš in-

%UHVFLD WUD SDOODQXRWR H EDVNHW Altro ďŹ ne settimana di forti emozioni per lo sport bresciano. A cominciare dall’ultima giornata della stagione regolare della Lega 2 di basket. La Centrale del Latte ha conquistato domenica scorsa la matematica certezza di disputare i play off quindi in quel di Ostuni, sabato alle 20.30, capitan Massimo Rezzano e compagni giocheranno solamente per rafforzare il sesto posto in

classiďŹ ca, attendendo di conoscere chi sarĂ l’avversario negli spareggi promozione che si disputeranno dal 9 maggio. Diretta integrale della partita sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3-88.5) e in streaming su radiovoce.it. Domenica alle 18.30, poi, spazio alla pallanuoto con il ritorno dei quarti di ďŹ nale scudetto del massimo campionato. An Brescia ospite della Rari Nantes Savona. Si ripar-

te dal successo di misura ottenuto dai biancoazzurri (13-12) nella piscina di via Rodi grazie alle sei reti di Elez. Alla Leonessa basterĂ vincere in Liguria con qualsiasi punteggio: in caso di paritĂ al termine dei minuti regolamentari si andrĂ ai supplementari. Viceversa, una sconďŹ tta rimanderebbe il passaggio in semiďŹ nale allo spareggio di mercoledĂŹ 9 maggio alle ore 20 a Brescia.

certezze: avanti con il tre quartista (Omar El Kaddouri) e le due punte. Jonathas salito a quota 16 è intoccabile (un errore dal dischetto glielo si può pure concedere) cosĂŹ come Federico Piovaccari non ha altri concorrenti per fargli da spalla. Sul capitolo stadio, non credo sia opportuno inasprire ulteriormente un capriccio tra il presidente Gino Corioni e l’Amministrazione comunale. Che se la vedano tra di loro, essendo una questione di cifre (la Loggia lamenta un debito complessivo di oltre 150mila euro di arretrati). Inopportuna l’uscita del presidente che ha minacciato di trasferirsi giĂ da questa giornata in quel di Mantova: la squadra adesso ha bisogno di concentrarsi per il rush finale, visto che l’obiettivo “spareggiâ€? non è poi del tutto tramontato. Contro il Varese sarĂ davvero l’ultima chanche... provare per credere. VorrĂ dire che bisognerĂ ritirar fuori calcolatrice e pallottoliere e tutte le teorie del “seâ€? e del “maâ€? che dopo Sassuolo avevamo riposto nel cassetto!

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Il Csi Lombardia ha puntato ancora una volta su Brescia per coltivare i suoi talenti del futuro attraverso il tradizionale Meeting regionale di Sirmione “Sport in Festa 2012â€?, che ha radunato in riva al lago di Garda tutti e 13 i comitati provinciali, 67 societĂ , 114 squadre del polisportivo e circa 1800 tesserati tra atleti, accompagnatori e membri dello staff organizzativo. Dal 20 al 22 aprile hanno raggiunto le terre di Catullo gli under 10, 12 e 14, mentre il ponte della

festa della Liberazione ha visto protagonisti allievi, juniores e top junior. I ragazzi delle compagini provenienti da tutta la Lombardia hanno vissuto tra giorni all’insegna dell’agonismo (212 gare disputate), ma anche del divertimento e della sperimentazione di nuove discipline. Sono stati momenti arricchenti per tutti. I giovani hanno incontrato i loro pari etĂ sďŹ dandosi in campo e stringendo amicizie fuori, allenatori e dirigenti hanno potuto accrescere il loro bagaglio tecnico e umano.

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er tutti i candidati è tempo di “caccia al votoâ€? alla ricerca della vittoria elettorale. Anche per il Csi è tempo di elezioni. Da gennaio ad oggi sono “andati al votoâ€? piĂš di 150 Comitati territoriali (provinciali e regionali) e il 9 e 10 giugno, a Salsomaggiore, sarĂ eletto il nuovo Consiglio nazionale. Da noi però le cose funzionano diversamente. Quando si parla di presidente di una societĂ sportiva o di un Comitato la “caccia al candidatoâ€? funziona al contrario. Bisogna trovare qualcuno “talmente mattoâ€? da assumersi la responsabilitĂ di un ruolo cosĂŹ scomodo e faticoso. Niente gloria, ma mille problemi da affrontare ogni giorno. Qualcuno “talmente mattoâ€? da amare cosĂŹ tanto l’educazione, i ragazzi e lo sport, da mettere quattro anni della sua vita “in giocoâ€? dando testimonianza quotidiana di vero spirito di servizio. Da sempre per il Csi la cosa piĂš importante è il territorio. Ăˆ lĂŹ che vive e pulsa la parte piĂš vera del Csi. Ăˆ lĂŹ che l’Associazione incontra la gente e gioca la sua partita educativa dando il meglio di sĂŠ. In ottica nazionale un grande segnale di speranza è arrivato dall’andamento delle assemblee territoriali. Grande partecipazione, entusiasmo, dibattito intenso su idee e proposte. Sappiamo di avere davanti un quadriennio impegnativo nel quale vogliamo dare il contributo piĂš incisivo possibile alla sfida educativa e

ƒ •‡Â?’”‡ ’‡” ‹Ž •‹ Žƒ …‘•ƒ ’‹Î ‹Â?’‘”–ƒÂ?–‡ ° ‹Ž …‘Â?–ƒ––‘ …‘Â? ‹Ž –‡””‹–‘”‹‘ all’impegno di educare alla vita buona del Vangelo, attraverso lo sport. Vista la complessitĂ del mondo di oggi per farlo davvero servirĂ il Csi migliore di tutti i tempi. Una sfida che non ci fa paura e che siamo pronti ad affrontare in ogni societĂ e in ogni Comitato. Papa Benedetto XVI ha ricordato come lo sviluppo della storia sia sempre stato possibile grazie a una minoran-

za creativa che ha ragionato con logiche diverse da quelle del proprio tempo, gettando semenza per il futuro dell’umanità . Noi vogliamo sentirci cosÏ. Minoranza creativa capace di incidere nello sport e della società per il bene dei ragazzi e dei giovani. Le candidature nazionali: presidente Massimo Achini; consigliere Circoscrizione Nord: Pietro Albanese, Cesare Bellesia, Vittorio Bosio, Patrizia Cattaneo, Redento Colletto, Enrico Dago, Dario Dal Magro, Andrea De David, Paolo Fasani, Claudio Fontaneto, Stefano Gobbi, Marco Guizzardi, Stefano Gurioli, Davide Iacchetti, Marco Illotti, Florio Manghi, Amelia Morgano, Giancarlo Zanafredi.

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Lo scandalo e le domande Egr. direttore, vorrĂ scusarmi se faccio un po’ le pulci al suo editoriale del n. 15 di Voce intitolato “La Lega non perdonaâ€?. Nella prima parte ho avuto l’impressione volesse prendere le difese della Lega per le critiche piovute da piĂš parti, dicendo in sostanza che i critici avrebbero dovuto scandalizzarsi prima e allo stesso modo per le vicende che hanno coinvolto Margherita, Pd e Pdl; tutti uguali, quindi, e nessuno avanzi dei distinguo perchĂŠ sarebbero fuori luogo. Innanzitutto credo sia naturale un senso di sgomento di fronte alle vicende che stanno coinvolgendo la Lega proprio perchĂŠ questo partito ha costruito le sue fortune politiche, a partire da “tangentopoliâ€? dei primi anni ’90, proprio sulla questione morale, sulle accuse a partiti e istituzioni di essere dei ladri (“Roma ladronaâ€?). Inoltre credo sia sempre sbagliato fare, in modo generico, di tutta l’erba un fascio mettendo tutto e tutti sullo stesso piano ed affermando anche che nessuno dei partiti è in grado di formulare proposte credibili per produrre una “nuova stagione di sensoâ€?; in questo modo si rischia di avvalorare la classica affermazione da bar “sono tutti ugualiâ€? che si trasforma facilmente in un alibi rinunciatario “tanto non c’è nulla da fareâ€?. Contrapporre poi una “societĂ civileâ€? ritenuta buona ad una societĂ politica cattiva ed incapace, credo non giovi alla ricerca di una via d’uscita a questa profonda crisi di senso e di democrazia. Non credo possano o debbano essere i partiti a valorizzare politicamente le forze vive della societĂ civile, sono queste che devono uscire dalle loro “nicchie socialiâ€? per aprire la loro azione ad una visione politica; so-

no le forze della societĂ civile che non possono piĂš accontentarsi di gestire quasi in modo autarchico il loro pezzo di societĂ come se la politica non esistesse e chiedendo ad essa, magari, riconoscimenti e finanziamenti; sono le forze della societĂ civile, Chiesa compresa, che devono formare giovani e meno giovani ad una politica “buonaâ€? che sia al servizio delle persone e del bene comune e che devono incentivare tutti ad immergersi nella politica per portare il proprio contributo. La mia è in primo luogo un’autocritica, dato che da sempre sono piĂš impegnato nella societĂ civile che nella politica. Cosa fanno, mi chiedo, le nostre comunitĂ parrocchiali, i nostri oratori per formare cristiani non qualunquisti e non rinunciatari nei confronti della politica? Dove sono i luoghi in cui si studia l’insegnamento sociale della Chiesa abbinato alla Parola di Dio? Dov’è che si fa discernimento cristiano comunitario per un corretto orientamento nei problemi del nostro tempo? Dov’è che possiamo essere educati alla coniugazione del Vangelo con la vita sociale e politica? Le scuole di formazione alla politica sono certamente da incentivare, ma corrono il rischio di diventare un grosso alibi per le parrocchie che delegano ad esse un compito che non è delegabile: la formazione al discernimento non può toccare solo alcune ĂŠlite, deve riguardare tutti i cristiani perchĂŠ tutti sono chiamati a testimoniare il Vangelo lungo le strade della storia. Tutte le indagini sociologiche degli ultimi anni indicano che i cattolici praticanti si comportano nei confronti della politica allo stesso modo della generalitĂ dei cittadini; non ci deve insegnare nulla questo dato? Non ci deve forse far cambiare rotta nella nostra proposta cristiana, nei contenuti e nei

metodi? Altrimenti qualsiasi critica ai partiti e alla politica sarĂ poco credibile e soprattutto ininfluente rispetto al cambiamento auspicato. Se dietro le “liste civicheâ€? non c’è la societĂ civile, ma ci sono i partiti piĂš o meno mascherati, come dice Lei, non è colpa dei partiti, ma la colpa è della societĂ civile che non c’è, dei cittadini che si mantengono lontani dall’impegno sociale, dei cristiani che stanno al caldo nelle sacrestie e non escono nell’agorĂ del mondo reale. Lei mi vorrĂ scusare se questa non è la prima volta che scrivo a “Voceâ€? su questi temi, ma li ritengo troppo importanti, decisivi ed urgenti per la Chiesa e per la societĂ per non esplicitarli, almeno ogni tanto‌ Dante Mantovani

C’è ancora la speranza? Egr. direttore, sta divampando la polemica tra politica e antipolitica, una lotta tra due mondi intenti in una strenua difesa delle proprie posizioni e per nulla intenzionati a trovare un campo su cui confrontarsi. Nel frattempo il Paese sta andando a rotoli. I poveri sono sempre piĂš poveri, le fasce di bisogno aumentano sempre di piĂš. Quello che piĂš mi preoccupa, però, è una sorta di rassegnazione, di impotenza che si sta impossessando di un numero sempre maggiore di persone. PiĂš di una volta mi è capito di confrontarmi con persone da sempre attente al tema della politica (intesa come servizio alla polis) colte da profondo pessimismo e da sconforto, convinte che la gente ormai non sappia piĂš a chi chiedere uno scatto di orgoglio. Non voglio rassegnarmi a questa situazione, ma esiste una prospettiva diversa? lettera firmata

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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