La Voce del Popolo 2012 22

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“Avrai sempre un posto nel mio cuore!â€?. Possiamo averlo detto ad amici o familiari che pensavamo non avremmo rivisto per lungo tempo e che ci dispiaceva non poter incontrare spesso. Magari l’abbiamo detto anche a persone che ci stavano lasciando e delle quali - in fondo - pensavamo non avremmo avvertito troppo la mancanza. Però la frase suonava bene... La festa della SS.ma TrinitĂ e l’inizio di giugno - mese del Cuore di GesĂš - ci possono aiutare a comprendere che Dio tiene sempre un posto per noi nel suo cuore. Anzi, Dio, che è Amore perfetto nella sua UnitĂ -TrinitĂ , desidera che noi ci sentiamo “a casaâ€? nel suo cuore. E come non potremmo esserlo? Dove trovare un Padre, un Fratello, un Paraclito (consolatore-avvocato) che sempre ci ricercano, ci sostengono, ci perdonano, ci amano? E noi come rispondiamo a Coloro che la beata Elisabetta della TrinitĂ invocava: “O miei Tre, mio Tutto, mia Beatitudine, Solitudine infinita, ImmensitĂ in cui mi perdoâ€?? Come lei potremmo chiedere: “Pacifica la mia anima, fanne il tuo cielo, la tua dimora preferita e il luogo del tuo riposoâ€?. Ora e sempre.

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Preti novelli. Fidarsi di Dio, stare tra la gente

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Í˜ÍĄ ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Piazza Loggia. L’ora attesa della veritĂ

͚͛ ……Ž‡•‹ƒ Milano 2012. Nel nome di una festa contagiosa

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ÂŠÂ‹Â‡Â•ÂƒÇĄ –”ƒ ˜‡”‹–Â? ‡ •‘ˆˆ‡”‡Â?œƒ Ho letto il libro di Nuzzi. Per chi non lo sapesse è l’inchiesta dedicata alle carte segrete del Papa che in questi giorni sta facendo tanto discutere. Il giornalista lo ha redatto sulla base di documenti originali avuti da “corviâ€? vaticani. Dalla sua uscita all’arresto di Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI, il passo è stato breve. Dire che quel che è accaduto non fa bene alla Chiesa è scontato. Davanti alla parola “scandaloâ€? i fedeli restano disorientati e i media godono perchĂŠ ottengono risultati insperati. Nuzzi vende copie e guadagna, gli ascolti di tg e i lettori dei giornali aumentano e la Chiesa viene colpita nella sua credibilitĂ . Il disegno è perfetto, matematico, oserei dire diabolico. Ma cosa resta da capire?

Quel che veramente è accaduto e non quello che ci viene raccontato. Dicevo, per capire ho letto il libro di Nuzzi e sinceramente non vi ho trovato molto di particolarmente scandaloso. Le carte rubate al Papa dicono di problemi (certo), invidie umane, timori, ma conďŹ dati al Vicario di Cristo. Nessuno dei protagonisti li ha ostentati e tutti dal Papa hanno accettato le decisioni conseguenti. Fa sorridere, quindi, questo svelamento dei retroscena e il condimento in salsa “romanzo di spionaggioâ€? con cui il giornalista citato confeziona i contenuti ricevuti dalla “fonte Mariaâ€?. Di scandaloso, quindi, c’è altro. Anzitutto la violazione al diritto alla riservatezza del Papa e del suo alto ufďŹ cio. A ben guardare, di questo passo, potrebbero presto trovare in libreria libri sulle carte che girano sul tavolo del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio, di un Sindaco, di ogni Vescovo diocesano e di qualsiasi persona con una

qualche responsabilitĂ pubblica. La domanda è: siamo certi che questo darebbe un contributo essenziale alla veritĂ e alla costruzione di una comunitĂ , sociale, ecclesiale e umana migliore? Il Vangelo ricorda che “la veritĂ vi farĂ liberiâ€?, ma quale bene viene dall’ostentazione pubblica di contenuti, a volte strettamente personali e sensibili, al ďŹ ne di usare la veritĂ come arma per esercitare pressioni, inuenzare decisioni e idee o veder affermati i propri interessi? Giustamente da chi ha responsabilitĂ di “governoâ€? dobbiamo esigere decisioni sagge, giuste e capaci di rispondere ai bisogni della comunitĂ sia essa la Chiesa o lo Stato. Essere partecipi poi della costruzione delle decisioni è importante, ma non lo è pure il rispetto per l’autoritĂ ? Quale comunitĂ umana o religiosa cresce nel bene senza questo anticipo di ďŹ ducia? Per i credenti, poi, chi guida la Chiesa è sacramentalmente accompagnato dallo Spirito Santo.

Colpire il Papa, se non ha sbagliato, in maniera intenzionale è perciò grave perchĂŠ colpisce la fede dei cristiani. Lo scaldalo, ancora, è l’ergersi di giornalisti e opinionisti a profeti e moralizzatori della Chiesa. Un triste spettacolo. Di questo passo qualcuno tra poco si candiderĂ al prossimo conclave. I fatti accaduti hanno addolorato Benedetto XVI. La sua ďŹ ducia è stata tradita da parte di chi gli è piĂš vicino ed è forse questa la perdita piĂš grave per la Chiesa. Non è uno scandalo sapere che vicino a lui ci sono pareri diversi sui problemi da affrontare, grave sarebbe il contrario e che il Papa non potesse guidare la Chiesa con cognizione di causa. Le carte svelate, quindi, dimostrano che il Papa non è fuori dalla realtĂ , come qualcuno vorrebbe far credere, e che, nello stile con cui ha affrontando questa crisi, Benedetto XVI è per noi Pietro, la roccia: sulla sua fede la Chiesa è salva e gli inferi non prevarranno contro di essa.

͚ͥ —Ž–—”ƒ ‡ …‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‡ Vittoriale. Anche D’Annunzio sarebbe orgoglioso

Í›Í&#x; …‘Â?‘Â?‹ƒ Assemblea Aib. Un’unica condizione per la crescita

͘͜ ’‘”– Calcio. Brescia in vacanza con dubbi e incognite


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Quelli attuali sono giorni di vigilia non solo per i tre giovani che riceveranno l’ordinazione sacerdotale, ma anche per quelle figure che li hanno accompagnati nel loro cammino. Primo fra tutti mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario. “Il fatto che quest’anno siano solo due i sacerdoti novelli – afferma – deve diventare occasione per una riflessione sul cambiamento che ha conosciuto la Chiesa in questi anni�. Un cambiamento che, sono

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altre considerazioni del Rettore, non è solo quantitavo, ma anche (e soprattutto) qualitativo e che chiama in causa la vita di fede della comunitĂ diocesana. “I sacerdoti novelli – continua mons. Bresciani – si trovano davanti a nuove sfide che non stanno soltanto nelle cose da fare, ma nella maggior difficoltĂ e nella diversitĂ rispetto al passato dell’annuncio e della testimonianza di una vita conforme al Vangeloâ€?. Non dimentica il Rettore, per altro

ordinato sacerdote in una delle annate piÚ feconde per la Chiesa bresciana (1975, 31 sacerdoti), che il fatto di essere soltanto in due se da un lato priverà i sacerdoti novelli del conforto del gruppo numeroso, dall’altro li stimolerà al coordinamento, alla collaborazione e al confronto con tutti quei preti che avranno modo di incontrare sul loro cammino e che rappresentano un presbiterio ancora importante come quello bresciano.

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tre giovani che sabato 9 giugno saranno ordinati sacerdoti (due diocesani piĂš un religioso) sono il segno, non tanto numerico ma culturale, di una “Chiesa che sta cambiandoâ€?, come sottolinea mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario. Logico domandarsi, dunque, se il cambiamento in atto sia solo dell’istituzione oppure interessi anche la figura del sacerdote, in particolare dei giovani. La domanda è stata posta al card. Silvano Piovanelli (nella foto), 88 anni, ospite della parrocchia di Coccaglio. L’ Arcivescovo emerito di Firenze sa bene cosa significhi essere sacerdote al servizio di una Chiesa non insensibile al cambiamento. Piovanelli, infatti, è uno dei pochi, forse l’unico tra i cardinali, ad aver percorso tutta la gerarchia ecclesiale: vicario parrocchiale nella borgata fiorentina di Riffredi subito dopo l’ordinazione sacerdotale del 1947; prevosto di Castelfiorentino nel 1960, in una comunitĂ tra Volterra e Siena attraversata da una situazione di estrema ideologizzazione politica non certo favorevole alla Chiesa. Nel 1979, il card. Benelli, allora arcivescovo di Firenze, gli affidava l’incarico prima di pro vicario e poi di vicario generale. Nel 1982 la nomina a vescovo ausi-

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liare di Firenze. Nel marzo dell’anno successivo, alla morte del card. Benelli, Giovanni Paolo II lo nominava arcivescovo e, nel concistoro del 1985, lo elevava al rango di cardinale. Una “carrieraâ€? quella del card. Piovanelli strettamente legata alla missione pastorale, alla cura d’anima, un percorso sacerdotale, il suo, esemplare per chi si appresta a ricevere il sacerdozio e per i giovani ancora in cammino. “Non si può paragonare un’epoca ad un’altra – è la sua prima risposta quando gli si chiede una parola per chi si appresta a diventare prete –. Certe cose che allora ci sembravano naturali, oggi ci scandalizzano; perciò io non mi rifarei tanto a vedere la mia esperienza del passato. Bisogna rifarsi piuttosto alla parola del Signore, all’esperienza della Chiesa, alla testimonianza dei santi, vedere che

cosa oggi il Signore ci domanda. Io devo vivere oggi, e devo, oggi, rispondere alla necessitĂ di mettere in pratica la parola del Signore che ci invita ad andare in tutto il mondo e predicare il Vangeloâ€?. Il Cardinale non manca di ricordare ai giovani sacerdoti di non lasciarsi spaventare da una pastorale sottoposta a un grande cambiamento. “Noi – afferma ancora – siamo piuttosto lenti a capire questo insegnamento della storia; difatti si cambia solo perchĂŠ siamo costrettiâ€?. Fa un solo esempio il card. Piovanelli, per altro estremamente attuale a Brescia: quel-

8Q¡RUGLQD]LRQH DWWHVD GDO Sono passati 17 anni dalla celebrazione dell’ultima prima Messa. Era infatti il 1995 quando la parrocchiale di Edolo accoglieva, dopo l’ordinazione del giorno precedente a Brescia, don Alessandro Nana. Tra pochi giorni l’appuntamento si ripeterĂ con la prima Messa di don Carlo Sarotti (nella foto con i giovani della parrocchia). C’è attesa per quella che la gente di Edolo non esita a deďŹ nire una pagina importante nella storia non solo religiosa della

comunitĂ . Un’attesa che, come ricorda il parroco don Giacomo Zani, si è alimentata soprattutto nelle ultime settimane, della preghiera di tanti edolesi. La recita del Rosario del mese di maggio, che per tradizione Edolo celebra nelle diverse contrade, quest’anno ha avuto un’intenzione particolare: quella appunto di accompagnare Carlo Sarotti all’ordinazione sacerdotale del 9 giugno. “Ogni serata – ricorda ancora don Zani – è stata chiusa con la recita della

preghiera che Paolo VI ha composto proprio per i presbiteri prossimi all’ordinazione�. Se grande sarà l’emozione in Cattedrale tra la folta delegazione che lascerà l’alta Valle per raggiungere Brescia, ancora piÚ commosso e carico di sentimenti sarà il clima umano e spirituale che don Carlo troverà sotto le volte della parrocchiale dedicata a Santa Maria Nascente, dove avrà modo di condividere con tanta gente la gioria dell’ordinazione sacerdotale.


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studi universitari. “Abitavo in centro storico – ricorda p. Carlo – e l’incontro con la comunitĂ dei Padri della Pace è stato naturaleâ€?. Prima della scelta defintiva il giovane Carlo, su consiglio di un sacerdote, segue un percorso di ricerca vocazionale promosso dal Seminario diocesano. Dopo un anno il passo della Pace, alla sequela di S. Filippo Neri, il santo della gioia. Gli anni della formazione hanno visto p. Carlo impegnato nelle attivitĂ della congregazione, in pieno centro a Brescia, nel campo

dell’educazione scolastica e dello scuotismo. “Nell mio percorso – continua p.Carlo – ha avuto la fortuna di una famiglia che ha capito la mia scelta e mi ha accompagnatoâ€?. A pochi giorni dall’ordinazionale è viva in p. Carlo la voglia di dire grazie, oltre alla famiglia, alle tante persone che l’hanno accompagnato verso il sacerdozio: dai professori del Seminario, all’intera comunitĂ della Pace, figure che gli hanno dimostrato cosa sia l’amore incarnato del Signore.

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lo delle unitĂ pastoriali: “Sarebbe stupendo – sono le sue parole – se in una zona ci fosse una chiesa dove due/tre sacerdoti stanno insieme e fanno servizio a tutti; ma per convincere due persone a stare insieme ce ne vuole! Siamo abituati allo stile che abbiamo trovato: perciò per ogni campanile, un sacerdoteâ€?. Quelli che il card. Piovanelli evoca sono sacerdoti pronti a leggere i segni dei tempi e capaci, in situazioni in costante evoluzione, di annunciare sempre e comunque il Vangelo. Un insegnamento che l’anziano cardinale ha appreso sul campo. Nella sua vita ha incontrato personaggi portatori di innovazioni “profeticheâ€?. Da tutti ha imparato qualcosa. “Ho avuto dal Signore – afferma al proposito – la grazia di conoscere personalmente molti personaggi che hanno inciso nella nostra storia recenteâ€?. Il suo pensiero va a mons. Fiordelli, vescovo di Prato, al card. Elia Dalla Costa, a Giorgio La Pira, sindaco di Firenze. Per molti di questi personaggi sono in corso cause di beatificazione a testimonianza dell’incidenza che hanno avuto sulla vita della Chiesa. Nei suoi lunghi anni di sacerdozio don Silvano ha conosciuto anche don Lorenzo Milani, (“di cui sono stato compagno di studi in te-

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ologiaâ€?), lo scolopio Ernesto Balducci, don Dino Barsotti, fondatore della comunitĂ dei “Figli di Dioâ€?, (“una delle figure spirituali piĂš importanti del ‘900â€?). Figure per certi aspetti anche scomode ma che hanno influito sul suo essere sacerdote (e anche se non lo ammette uno dei vescovi piĂš amati dai fiorentini). E quando gli si chiede, alla luce delle esperienze vissute e degli incontri della sua vita, di formulare un augurio ai tre giovani bresciani che il 9 giugno mons. Monari ordinerĂ sacerdoti, il card. Piovanelli non ha dubbi: “Bisogna dire loro – sono le sue parole – che abbiano in cuore la speranza perchĂŠ il Risorto sta camminando in mezzo a noi e ci precede in Galileaâ€?. In quella regione che per i preti di oggi è il mondo che li circonda. “Un mondo – continua ancora il Cardinale – in cui

i giovani sacerdoti possono contare sulla presenza di GesĂš. Una presenza che dona tranquillitĂ e serenitĂ â€?. Le difficoltĂ , che pure i giovani sacerdoti incontreranno nel loro cammino, non devono spaventare. Piuttosto devono essere affrontare con la certezza “che il Signore si serve anche del nostro poco per operare cose grandiâ€?. L’augurio che rivolge ancora ai giovani è che sappiano vivere il loro sacerdozio nella certezza che all’interno di tutto opera lo Spirito Santo. “Chi ha fede non affonda – sono ancora parile dell’arcivesvoco emerito di Firenze –. Quindi le difficoltĂ ci sono proprio per mettere alla prova la nostra fedeâ€?. Invita, i futuri sacerdoti, ma piĂš in generale tutti i cristiani a essere gli uomini piĂš sereni del mondo “perchĂŠ – continua – anche di fronte alla difficoltĂ piĂš grande che è la morte, c’è il conforto di Dioâ€?. Questo il messaggio che il card. Silvano Piovanelli consegna idealmente ai tre giovani che saranno ordinati sacerdoti il 9 giugno, insieme a un prezioso consiglio, che ha avuto modo di verifcare piĂš volte nel corso della vita e che ancora oggi lo guida: rimanere in comunione fra di loro, fondarsi sempre di piĂš sulla Parola di Dio, stare in mezzo alla genteâ€?.

'RQ 'DPLDQR ´XQR GL QRLÂľ C’è una singolare continuitĂ tra gli ultimi due sacerdoti che la comunitĂ di Pezzaze ha dato alla Chiesa bresciana. Don Giordano Bregoli, ordinato nel 1998 e don Damiano Raza (nella foto), che lo sarĂ il prossimo 9 giugno, sono legati da rapporti di parentela. Ma non è questo l’aspetto che ha spinto la comunitĂ dell’alta Valtrompia ad avviare per tempo la preparazione spirituale per il suo “sacerdote novelloâ€?. Le ragioni le spiega il parro-

co don Giancarlo Pasotti. “La grande partecipazione, sia nell’allestimento della festa che nella preghiera che ha segnato il cammino di preparazione – sottolinea – trova giustiďŹ cazione nel fatto che don Damiano è veramente un giovane ben voluto dalla gente di Pezzazeâ€?. Sentimenti che accomunano giovani e meno giovani e che hanno accompagnato il giovane anche negli anni della sua formazione in Seminario. Molte le testimonian-

ze che “certiďŹ canoâ€? questo legame. Una per tutte: quella della giovane Elena che ha conosciuto don Damiano nei grest dell’oratorio. â€œĂˆ sempre stata una persona molto determinata – ricorda l’amica – che con la sua forza d’animo ci ha insegnato come un giovane possa assumere e portare avanti scelte, come quella del sacerdozio, che agli occhi di molti possono sembrare anacronistiche e controcorrenteâ€?.

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Le notizie sul Vaticano continuano a occupare le aperture e le pagine dei media. La gente vede, legge, ascolta e riflette. Il pensiero va soprattutto al Papa. Per primo aveva parlato dei rischi interni alla Chiesa e per primo aveva preso iniziative di straordinaria efficacia contro il male e l’errore. Per primo, in un tempo di disorientamento, aveva chiesto (e chiede ancor oggi) di non perdere l’unico riferimento che conta nella vita: Dio. La gente conosce questa sua passione e soffre come lui e con

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lui per quanto sta accadendo. La gente non si lascia travolgere dal torrente mediatico cosĂŹ come non chiude gli occhi di fronte a fatti che turbano profondamente. Al contrario li apre ancor piĂš. Non censura titoli, parole e immagini ma non si lascia prendere da confusioni e approssimazioni. La gente legge, vede, ascolta e, soprattutto, pensa e valuta. Prende atto delle raffiche di vento ma sa che c’è un albero ben saldo nel terreno della fede pensata e vissuta. CosĂŹ la Chiesa, guidata da

un esile e sicuro Pastore, sta nella bufera con la forza di un amore che prende il volto sereno di molte persone che, nelle cittĂ e nei paesi, stanno al fianco di chi soffre, di chi è preoccupato, di chi è solo. Una presenza che i potenti media non diranno, diranno in fretta, forse non potranno dire. Ma è bene che sappiano che c’è una comunicazione che parte direttamente dal cuore del Papa e arriva, per altri e sorprendenti percorsi, al cuore della gente. (Paolo Bustaffa)

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roseguono senza sosta, in Siria, gli scontri tra l’esercito regolare, fedele al presidente Bashar al Assad e i ribelli. Gli ultimi giorni hanno visto, in particolare, un crescendo di violenza: stragi di civili, molte vittime sono donne e bambini, si sono consumate a Hula e Hama con un rimpallo di responsabilitĂ tra le due parti. Per il governo si tratta di attentati terroristici, per il Consiglio nazionale siriano (Cns), organismo che raggruppa buona parte dell’opposizione, le stragi sono state perpetrate dall’esercito. Solo dopo l’ennesima strage in cui hanno perso la vita piĂš di 30 bambini, l’Onu ha trovato la forza di condannare a una sola voce (anche la Russia ha preso finalmente posizione contro la repressione governativa) duramente il massacro di civili e l’utilizzo “di armi pesanti e carri armati da parte del governo siriano in una zona abitataâ€? di Hula. Il piano di pace di Kofi Annan, l’inviato dell’Onu e della Lega Araba, giĂ segretario generale delle Nazioni Unite, entrato in vigore il 12 aprile scorso, sembra non decollare, nonostante le ripetute presenze di Annan a Damasco (l’ultima è dei giorni scorsi) per cercare di fare rispettare gli impegni a regime e opposizione. Nel frattempo alcuni Paesi occindentali, Italia compresa, hanno avviato iniziative diplomatiche per fare pressione su Damasco. Appelli alla ripresa del

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In una dichiarazione il Patriarca, commentando le recenti stragi, è tornato a invocare “la fine delle violenze che stanno gettando il Paese nel baratro. Con l’aiuto dello Spirito Santo prego che tutte le parti coinvolte possano trovare vie di dialogoâ€?. Forte l’invito alla comunitĂ internazionale, che senza perseguire interessi personali, “sappia sostenere la Siria affinchĂŠ esca da questa grave situazione. Le parole di Gregorio III seguono di poco quelle del nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari: “Questo massacro – ha affermato il nunzio riferendosi alla cittĂ di Hula – non è

l’unico, speriamo sia l’ultimo. Chiediamo la fine di tali atrocità . Tutti i credenti, cristiani e musulmani, oggi sono chiamati a riscoprire le armi della preghiera e del digiuno, per riaccendere la speranza di un futuro di pace in Siria�. Secondo quanto ha riportato l’agenzia Fides, anche bande armate fuori controllo continuano a imperversare e colpire civili innocenti. Sempre a Homs la Chiesa armena apostolica e la scuola annessa nel quartiere di Hamidia sono state sequestrate e occupate dall’esercito di liberazione siriano, che usano gli edifici come alloggi e ospedali.

1HO 3DHVH WURSSL EDPELQL SRYHUL Nonostante l’Italia sia tra i 15 Paesi europei piĂš ricchi, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra zero e 17 anni vive in una condizione di povertĂ relativa. Lo rivela il rapporto Unicef â€?Misurare la povertĂ tra bambini e adolescentiâ€? dettagliatamente presentato sul sito www.redattoresociale.it. In questa classifica, l’Italia è agli ultimi posti: 29° su 35 Paesi. Anche considerando il poverty gap (divario tra la soglia di povertĂ e il reddito mediano di coloro

che si trovano al di sotto di tale soglia), l’Italia è agli ultimi posti (32ÂŞ su 35 Paesi). Confrontando i tassi di povertĂ relativa tra i bambini e gli adolescenti prima delle imposte e dei trasferimenti (reddito di mercato) e dopo le imposte e i trasferimenti (reddito disponibile), la performance dell’Italia in termini di riduzione della povertà è fra le piĂš deludenti (34ÂŞ). Infatti, il tasso di povertĂ infantile relativa senza l’intervento dei governi risulterebbe pari al 16,2%, qua-

si invariato rispetto all’effettivo tasso di povertĂ infantile relativa al netto delle imposte e dei trasferimenti (15,9%). Allo stesso modo, risulta interessante confrontare l’impegno dei governi nei confronti della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, attraverso l’analisi del livello delle risorse stanziate: l’Italia si colloca al 26° posto su 35 Paesi con meno dell’1,5% di Pil investito in trasferimenti in denaro, agevolazioni ďŹ scali e servizi per minorenni e famiglie.

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–ƒŽ‹ƒ ”‡•‡Â?–ƒ–‘ ‹Ž Â?ƒÂ?‹ˆ‡•–‘ Dz ‡” Žƒ „—‘Â?ƒ Â’Â‘ÂŽÂ‹Â–Â‹Â…ÂƒÇł Non un programma politico per un partito che voglia presentarsi alle prossime elezioni, ma un “approccio culturale nuovo che parta da valori condivisiâ€? e si ponga l’obiettivo di “costruire una visione della politica che abbia un orizzonte di mediolungo periodoâ€?. CosĂŹ Natale Forlani (nella foto), portavoce del Forum delle persone e delle associazioni d’ispirazione cristiana nel mondo del lavoro, organismo promotore del seminario tenutosi lo scorso ottobre a Todi, ha presentato nei gironi scorsi

il manifesto “La buona politica per tornare a crescereâ€? frutto di sei mesi di lavoro delle sette sigle aderenti al Forum (Cisl, Confartigianato, Mcl, Acli, Confcooperative, Coldiretti e Compagnia delle Opere). In esso “ogni parola è stata soppesataâ€?, ha precisato il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini illustrandone i contenuti. “Crediamo – ha sottolineato Guerrini – che nel Paese ci sia sďŹ ducia diffusa, carenza di ottimismo e manchino progetti per il futuroâ€?. Ecco dunque i valori

dai quali ripartire: la “centralitĂ della persona nella societĂ , nel lavoro, nell’economiaâ€?; la “sacralitĂ della vita in ogni sua faseâ€?; la “famiglia come elemento fondamentaleâ€?. “Investire sui giovaniâ€? è la chiave per “dare speranzaâ€?, sapendo “che dall’azione sociale e politica intesa come servizio si può investire nel futuroâ€?. Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli ha precisato che l’associazionismo cattolico mette “in moto una disponibilitĂ di risorse nel Paese a cui può attingere chi vuol

riformare l’offerta politicaâ€?. “Consci dei ruoli differenti portiamo idee e persone, ma non saremo noi a chiudere l’operazione di una riforma politicaâ€? ha precisato ancora Andrea Olivero, smentendo la possibilitĂ che l’impegno del Forum converga in un partito cattolico. Il vero problema, oggi, è la legge elettorale, ha rimarcato da parte sua Paolo Mezzio, segretario confederale della Cisl, segnalando l’esigenza di “ridare protagonismo e cittadinanza agli elettoriâ€?.

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a terra continua a tremare in quella parte di Emilia tra il Modenese e il Ferrarese. Dopo la scossa di domenica 20 maggio, che aveva giĂ provocato la morte di sei persone e tanti danni (soprattutto al patrimonio storico-artistico e religioso) nei giorni scorsi si è registrato un nuovo sisma. Stessa intensitĂ (5,9 gradi della scala Richter) stesso epicentro (nella pianura a nord di Modena). Quello che è cambiato, purtroppo, è stato il tributo di vite umane. 16 il numero (ancora provvisorio al momento di chiudere il giornale, ndr.) delle vittime di questa tragica replica, ancora operai (sette) morti sotto il crollo delle loro aziende. A questi si aggiungono altre persone rimaste sepolte sotto le macerie delle proprie abitazioni. Nel tragico conto di questo secondo sisma, distintamente avvertito pure nel Bresciano, anche una persona che al momento di mandare in stampa il giornale data ancora per dispersa. “L’Emilia Romagna e l’Italia supereranno questo momento difficileâ€?. A dirlo, dopo la nuova scossa, il presidente Giorgio Napolitano che ha rivolto un pensiero di solidarietĂ alle popolazioni duramente colpite. Nelle ore immediatamente successive alla scossa del 29 maggio il presidente del consiglio Mario Monti e il capo della Protezione Civile, Gabrielli hanno garantito il massimo impegno. “I cittadini – hanno dichiarato – abbiano fiducia, l’impegno dello Stato è garantitoâ€?. La nuova scossa con il suo tragico bilancio ha reso ancor piĂš attuale un timore che assilla anche popolazioni, abituate al lavoro e al sacrificio, come sono quelle colpite dal sisma. Nei giorni scorsi da piĂš parti si era levata l’osservazione preoccupata che all’Emilia non fosse data, da parte dello Stato, delle istituzioni e forse

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che non riguardava solo il patrimonio abitativo e quello storico-artistico, ma soprattutto quello produttivo. La nuova scossa, putroppo, ha spazzato via questo timore: il sisma che ha colpito questa parte dell’Emilia è un problema di tutto il Paese. Nel frattempo sta girando a pieno ritmo la macchina della solidarietĂ messa in moto dalle reti Caritas, compresa quella bresciana, che con i loro canali (presentati nell’articolo di questa pagina) stanno facendo arrivare nelle zone colpite sussidi, beni e strutture per affrontare la fase dell’emergenza.

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Continua con la mostra fotografica “Donne e lavoro� il percorso “S-nodi culturali. Spazi di dialogo interculturale�, ciclo di iniziative “al femminile� sulle migrazioni contemporanee promosso dalla Fondazione Cocchetti di Cemmo di Capo di Ponte. Protagoniste della mostra, suddivisa in due sezioni, le donne al lavoro: in famiglia, nei campi, in fabbrica. In una sezione immagini di lavoratrici italiane e straniere; nell’altra scatti fotografici storici che raccontano le donne

Si tiene domenica 3 giugno allo stadio comunale di Manerbio l’iniziativa solidaristica la “Partita del cuoreâ€?. Si tratta di un triangolare, presentato in Provincia nei giorni scorsi, che vedrĂ affrontarsi l’Associazione allenatori calcio di Brescia, una rappresentativa di “Ex Azzurri del Bresciaâ€? e una squadra composta da “Ex Cremonese ed Associazione magistratiâ€?. Il giorno precedente, sabato 2 giugno, lo stesso stadio

bresciane e le trasformazioni del lavoro femminile. La prima è stata gentilmente concessa in prestito dalla Spi Cgil del Veneto mentre la seconda dall’Aib Femminile Plurale. La mostra, allestita nella Loggia della Fondazione Cocchetti e inserita nel cartellone del festival “Abbracciamondo 2012â€?, in via Tolera 4, sarĂ visitabile dall’1 al 10 giugno con i seguenti orari: venerdĂŹ 1 giugno 20.30-22.30; dal 4 al 7 giugno 10-12 e 15.30-17.30; 8, 9 e 10 giugno 18.30-23.

ospiterĂ l’Acf Manerbio per una esibizione di calcio femminile. A seguire il triangolare fra le rappresentative delle scuole medie di San Gervasio, Manerbio e Offlaga. La “Partita del cuoreâ€? e le altre manifestazioni sono inserite nell’ambito di una festa, che prevede anche il concerto “Onda Nomadeâ€? tributo ufficiale ai Nomadi, il cui ricavato sarĂ devoluto all’associazione bresciana Down e a realtĂ bisognose di Manerbio.

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,O OLQJXDJJLR QRQ q XQ RUSHOOR VWLOLVWLFR Stefano Venturi, un giovane leghista di Rovato, consigliere comunale eletto nella tornata elettorale del 6 maggio, è stato costretto a dare le dimissioni dalla carica di segretario della sezione rovatese della Lega. La sua colpa? Dopo il terremoto in Emilia-Romagna del 20 maggio ha scritto nella sua bacheca di Facebook: “Terremoto nel nord Italia. Ci scusiamo per i disagi, ma la Padania si sta staccando (la prossima volta faremo piĂš piano) ‌â€?. Non si può dire che sia una battuta felice, anzi è certamente una battuta stupida. Che si è meritata commenti critici a iosa. Fra gli altri segnalo quello di Michele Serra che ha scritto: “Il leghista Rovato – ma prima e dopo di lui tanti altri – fa lo spiritoso su Facebook a proposito del terremoto (“la Padania si sta staccandoâ€?) perchĂŠ non si rende conto che le stesse cazzate che si dicono in privato, se scritte e pubblicate, hanno diverso peso e signiďŹ catoâ€? (Repubblica, 22 maggio). A parte la topica (grave per un giornalista) di scambiare il nome del paese con quello del protagonista, si potrebbe essere d’accordo con Serra.

Ma, c’è un ma grande come Manhattan. Ed è molto semplice da spiegare. Molti di quelli che hanno criticato Venturi e quelli (della Lega) che l’hanno invitato a dimettersi da segretario locale del movimento, sono degli ipocriti. Da molti anni la Lega ci ha abituato a battute ben piĂš grevi di quella del giovane ingenuo rovatese: volgaritĂ , sparate razziste, insulti gratuiti, gesti triviali e quant’altro hanno ammorbato l’aria che respiriamo. Adesso Grillo sta replicando

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linguaggio e gesti, con gli interessi. Nessuno ha mai osato chiedere le dimissioni a Bossi (neanche dopo gli scandali familiari qualcuno l’ha fatto), a Calderoli, a Borghezio, a Gentilini, per citare i nomi dei personaggi che piÚ hanno sparlato in questi anni. Come oggi nessuno osa criticare Grillo per le sue intemerate da tribuno della plebe: anzi, sono tutti lÏ a macerarsi il cervello per capire il fenomeno del grillismo, come se la storia non fosse piena di esempi del genere in tempi di crisi.

C’è da aggiungere che la moda ha contagiato e contagia anche personaggi che vorrebbero avere un aplomb signorile. E sono da mettere in conto anche i linguaggi forbiti che propalano menzogne grandi come l’Everest, accompagnate dall’avallo di chi ci mette sotto la ďŹ rma per piaggeria, convenienza, servilismo o paura. In occasione delle elezioni amministrative e dei referendum dello scorso anno, il giornalista Pierluigi Battista (il cui cuore pende piĂš a destra che a sinistra)

ha scritto: “Se Silvio Berlusconi volesse dimostrare di saper ancora esercitare una parvenza di leadership (‌) metta ďŹ ne, se vuole e se ne è in grado, alla forsennata deriva estremista del linguaggio dei suoi zelanti esternatori del nulla. Rintuzzi le dichiarazioni piĂš sconsiderate, l’urlo di chi reagisce con la disperazione delle parole all’incubo di una sconďŹ tta dolorosa. (‌) A Milano, tra il primo e il secondo turno, il centrodestra si è abbandonato all’estro dell’oltranzismo verbale: gli ululati su ‘zingaropoli’, le orde di musulmani che espugnano il Duomo, il terrorismo anni Settanta addirittura. (‌) Il linguaggio è importante, non è un orpello stilistico: è il marchio che certiďŹ ca l’afďŹ dabilitĂ di un progetto politico. E se quel che resta del progetto politico del centrodestra venisse sepolto da un linguaggio prigioniero dell’estremismo e della provocazione dissennata, la sconďŹ tta, oltre che amara, sarebbe l’annuncio, sempre piĂš cupo, dell’ultimo disastroâ€? (sul web in “santalmassischienadirittaâ€?, giugno 2011). Un ammonimento profetico che vale per tutti e per sempre.


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VenerdĂŹ 1 giugno alle 21 piazza Roma a Ossimo Superiore ospita un concerto di musiche africane. Vanno in scena, direttamente dal Malawi, gli Alleluja band show. Gli Alleluja band show propongono canti, ritmi e danze delle varie tribĂš del Malawi, offrendo la ricchezza della loro calorosa cultura africana nella quale si mescolano bene alcuni elementi della tradizione musicale: il reggae e la rumba africana. La musica verrĂ

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accompagnata da danze di grande impatto emotivo. L’ingresso alla serata, organizzata dalla Pro loco in collaborazione con il Comune, è gratuito. FarĂ da corollario una esposizione di pittura a olio di Ezio Sbrizzi sul tema “Musica poveraâ€?. Brizzi è un artista nato a Milano che vive a Paderno. In caso di pioggia l’esibizione si terrĂ presso la palestra comunale di Ossimo Superiore. Il giorno successivo il Comune di Ossimo è impegnato in un gesto

significativo: l’amministrazione comunale di Ossimo intende dare sempre piĂš spazio ai giovani, per questo è stata realizzata la prima festa dei diciottenni di Ossimo. Quando? Sabato 2 giugno alle ore 18 presso il Municipio. Dopo il saluto dell’amministrazione e dell’Arma dei Carabinieri di Breno, Silvia Botticchio presenta la Costituzione italiana. Ai giovani verrĂ consegnata la bandiera e proprio una copia della Costituzione italiana.

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ncora una volta Roncadelle intorno al patrono – spiega don Aldo Delaidelli, parroco qui da sette anni – ha riscoperto di essere una comunitĂ con una sua storia di fede, di cultura e di tradizioni. Cresce nella gente in queste occasioni il senso di appartenenza alla comunitĂ e il fatto di sentirsi di essa parte viva e responsabileâ€?. E in questi tempi cosĂŹ difficili la comunitĂ roncadellese, che assomma a oltre 12mila anime abbracciando una parte del contiguo Castel Mella, porta in dote una collana di perle preziose dove brillano sensibilitĂ ed attenzione. “A partire da Casa Amica, la nostra Caritas, sempre di piĂš centro di ascolto e di accompagnamento, punto di osservazione per i bisogni esistenti nel territorio e di promozione di una cultura di solidarietĂ e di caritĂ . E poi i volontari di tante associazioni, gli scout, i bambini e i ragazzi del catechismo, le suore, il Gruppo missionario: ognuno si impegna a compiere quei piccoli gesti di bontĂ , di perdono e di condivisione che la quotidianitĂ ci fa trovare sul nostro camminoâ€?. I curati, don Pierluigi Chiarini e don Giuseppe Farinelli, snocciolano le tante occasioni di socializzazione offerte dall’oratorio nel nome del Signore. Un oratorio sempre attivo che non chiude mai. “Ogni fascia di etĂ ha i suoi impegni e appuntamenti e nulla è lasciato al

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che anima la messa domenicale delle 9.30, insieme ad un gruppo di bambini dell’iniziazione cristiana, ha proposto il Concerto di Pasqua in chiesa con gli episodi salienti della Passione e anche quest’anno i cresimandi hanno partecipato a Roma alla S. Messa della Domenica delle Palme celebrata da papa Benedetto XVIâ€?. Ed ora è tempo di grest, un grest dai grandi numeri con la partecipazione di 100 animatori e di 500 ragazzi. “Da tempo è avviato il percorso di preparazione. ‘PasspartÚ’ inizia lunedĂŹ 11 giugno e termina venerdĂŹ 6 luglio. Una nuova estate da trascorrere insieme all’insegna del di-

vertimento e con la presenza di GesĂš sempre al nostro fiancoâ€?. In agosto spazio ai campi scuola. “Quest’anno due gruppi, divisi per etĂ , raggiungeranno Astrio di Breno in Bazena per un periodo di vacanza e studioâ€?. E per finire l’appuntamento dedicato ai giovani con una tre giorni in viaggio verso Assisi per “camminare insieme alla scoperta di San Francescoâ€?. “Il tutto nella consapevolezza – conclude don Aldo – che ancor piĂš in questo periodo è necessario seminare con la pazienza del contadino, perchĂŠ la nostra chiesa e la nostra comunitĂ si possano sempre piĂš identificareâ€?.

, PLOD GHOOD 6DQWD &UXV Una grande folla ha onorato l’ultimo atto della Passione di GesÚ a Cerveno sabato 26 maggio. Iniziata poco dopo le 20, con l’uscita dal Pretorio di Pilato, con i pretoriani che vanno ad arrestare GesÚ nell’orto, continuando per le vie di Cerveno nelle 14 stazioni tradizionali della fede cristiana, localizzate in luoghi simbolo del paese che accolse Beniamino Simoni. La folla, silenziosa e composta, con l’attenzione intima che si deve

porre ad un avvenimento realizzato da mani d’uomo, ma idealmente ispirato ai fatti di Dio sulla terra, ha fatto da sipario, da grande comparsa corale. La Santa Crus di Cerveno racconta in modo mirabile questo dramma di uomini contro uomini, di conquistatori contro gli oppressi. Lo stesso dramma che Simoni seppe trattare con una simbologia splendida, ricostruendo nella sua febbrile opera, fatta di rimandi e di tante presenze cer-

venesi, quella storia drammatica che da oltre 2.000 anni ha segnato la via dell’uomo. PerchĂŠ qui questa storia è diventata teatro corale. L’applauso ďŹ nale che dice un grazie corale agli oltre 200 che hanno lavorato per mesi riafferma l’adesione a questo modello di Santa Crus, dove ognuno ci ha messo il suo cuore e un poco anche la sua anima. Cerveno è giĂ tornata alla sua vita di sempre, ma la Santa Crus non è passata invano.

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Â?‹˜‡”•‹–Â? …ƒ––‘Ž‹…ƒ Â? Â?—‘˜‘ …‡Â?–”‘ †‹ ˆ‹•‹…ƒ ’‡” ˆƒ”‡ ”‹…‡”…ƒ L’UniversitĂ cattolica si arricchisce di una nuova struttura proposta alle attivitĂ di ricerca. Si tratta di I-Lamp, acronimo che sta per Interdisciplinary laboratories for advanced material physics, e indica il Centro di ricerca dedicato alla ďŹ sica, situato in via Musei 41, che si occuperĂ in particolare dei metalli. “In realtĂ âˆ’ spiega il direttore, Luigi Sangaletti − i laboratori sono insediati giĂ dal 2000, e nel corso di 12 anni di attivitĂ si sono occupati di materiali complessi, superďŹ ci,

interfacce e nanostrutture, non solo analizzandoli, ma anche costruendone le strumentazioni idonee alle veriďŹ che stesseâ€?. Ora, le competenze anche nell’ambito della progettazione saranno utilizzate in maniera organica dai ricercatori, dai dottorandi e dai tesisti magistrali della facoltĂ di Scienze matematiche, ďŹ siche e naturali. “Il Centro − spiega il prof. Marzocchi, preside della FacoltĂ âˆ’ avrĂ come scopo di studiare e mettere in pratica procedure

nuove che potranno avere ricadute a livello mondiale, ma anche di promuovere, attraverso il confronto con le industrie, studi e ricerche che potranno segnare il futuro in modo concretoâ€?. Tra le attivitĂ del centro ci sarĂ la promozione di attivitĂ formative e divulgative per far conoscere il patrimonio culturale tecnico-scientiďŹ co locale e i risultati delle ricerche. “Lo sforzo − precisa il direttore di sede Luigi Morgano − è rispondere alle domande di un territorio fortemente coinvolto

nel settore della metallurgia ed ampliare il campo con progetti di respiro internazionaleâ€?. L’internazionalizzazione del Centro si concretizza non solo nell’adesione a progetti di ricerca europei, ma anche nell’inserimento nel consiglio scientiďŹ co di quattro docenti, sui nove complessivi, che operano in altri atenei stranieri, tra i quali la British Columbia in California, l’UniversitĂ del Maryland, quella di Twente in Olanda e Wurzburg in Germania. (a.g.)

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omenica 3 giugno la parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa vivrĂ una cerimonia molto importante. In comunione con Benedetto XVI, la comunitĂ delle Due Sante celebrerĂ il mistero della chiamata ad essere comunione nella risposta vocazionale personale, sia essa all’ordine sacro o al matrimonio. Durante la Santa Messa delle 10.30, dunque, verrĂ ricordato il 25° anniversario di ordinazione sacerdotale del parroco, don Tino Decca, che rinnoverĂ i suoi voti davanti alla comunitĂ di cui è stato chiamato ad essere pastore nove anni fa; accanto al parroco, le coppie di sposi che lo desidereranno potranno anch’esse rinnovare le loro promesse matrimoniali. Al termine della Messa, nell’ambito dell’annuale festa dell’oratorio, si terrĂ un rinfresco, mentre la sera precedente, sabato 2 giugno, coloro che vorranno, avranno l’opportunitĂ di seguire il discorso del Papa alle famiglie attraverso un maxischermo in parrocchia. Da alcuni anni la parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa ha investito molto sulle coppie di sposi e sulla famiglia, che, proprio in virtĂš del sacramento

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il Santissimo viene esposto quotidianamente, dal lunedĂŹ al venerdĂŹ, dalle 9 alle 22, mentre ogni primo venerdĂŹ del mese l’Adorazione prosegue per tutta la notte. Tra le varie attivitĂ parrocchiali, ci sono il percorso della nuova iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi, i corsi diocesani di preparazione alla cresima degli adulti e il percorso di preparazione al Battesimo, tenuti da coppie di sposi all’interno delle case dei catecumeni, la formazione per le ragazze tenuta dalla Suore di CaritĂ . Ci sono poi tre diversi percorsi per accompagnare i fidanzati verso il matrimonio: il corso tradizionale, il percorso biennale “L’Acqua & il Vino: verso Canaâ€? e un corso specifico per conviventi intenzionati a contrarre matrimonio. Infine, i seminari di “Vita Nuovaâ€?, il percorso formativo de “I 10 Comandamentiâ€? avviato nel febbraio di quest’anno.

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´'REELDPR DXPHQWDUH OH UHWL GL VROLGDULHWjÂľ “La povertĂ non è piĂš un fenomeno marginale ha preso il volto della normalitĂ per questo bisogna pensare altoâ€? con queste parole ha esordito don Virginio Colmegna ospite dell’incontro “Vecchi e nuovi bisogni, tra vecchie e nuove povertĂ â€? promosso da “Brescia per passioneâ€? e “IdentitĂ e partecipazioneâ€?. Ha introdotto l’appuntamento Laura Castelletti, consigliere comunale, a fronte dell’aumento delle situazioni di fragilitĂ la necessitĂ di un mantenimento e miglioramento della qualitĂ dei servizi per questo sarebbe necessario una sorta di “piano regolatore socialeâ€?. Si è cercato di approfondire queste problematiche e prospettare possibili risposte. Al tavolo, oltre al fondatore della Casa della CaritĂ di Milano, erano presenti: Roberto Rossini, presidente provinciale Acli; Marco Menni, presidente Confcooperative e Gian Antonio Girelli, consigliere regionale. Anche nel Bresciano le situazioni di povertĂ stanno aumentando: persone licenziate, giovani che non trovano un’occupazione, genitori separati che non riescono a sostenere le spese per i figli, disparate situazioni di fragilitĂ che toccano da vicino anche le nostre famiglie e non piĂš solo chi vive per strada o gli immigrati. Precarizzazione del lavoro, contrazione del welfare, fragilitĂ familiare sono tre fattori che moltiplicano la vulnerabilitĂ , la allargano a fasce sociali un tempo relativamente al sicuro, accrescono l’ansia nel confronto del futuro. Anche l’indagine sui redditi condotta dalle Acli rileva il quadro di una classe

media impoverita: la media del reddito è di 17mila euro mentre le imposte e tariffe sono aumentate di 1100 euro e anche l’incremento del numero di persone che si rivolgono allo sportello Caf per un bisogno conferma il disagio. Ma “la povertĂ âˆ’ ha specificato don Colmegna − ha dentro i volti e le storie delle persone, le relazioni tra individui. Per stare bene dobbiamo aumentare le reti di solidarietĂ â€?. (a.t.)

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ˆˆ‹…‹‘ „‡Â?‹ …—Ž–—”ƒŽ‹ ‘ •–ƒ–‘ †‡ŽŽ‡ …Š‹‡•‡ „”‡•…‹ƒÂ?‡ †‘’‘ ‹Ž •‹•Â?ƒ L’UfďŹ cio beni culturali della diocesi sta ricevendo in queste ore le telefonate dei parroci della diocesi che lamentano cadute di calcinacci e altro in seguito al terremoto che ha colpito piĂš volte il suolo italiano con epicentro nel Modenese. Rispetto al sisma che colpĂŹ il Garda e la Valsabbia nel novembre 2004, al momento non ci sono segnalazioni di chiusure dettate con urgenza dai Vigili del fuoco. Alcune chiese come quella di Santa Maria Bambina a Odolo e S.

Domenico a Mura hanno ricevuto un’ordinanza di chiusura da parte del Sindaco in attesa di una veriďŹ ca piĂš approfondita. L’invito rivolto ai parroci dall’UfďŹ cio beni culturali è quello di segnalare eventuali anomalie e, nei casi piĂš rilevanti, far arrivare in Curia una relazione tecnica e alcune foto di accompagnamento della struttura. SarĂ poi l’UfďŹ cio a interfacciarsi con la Soprintendenza per valutare gli interventi e presentare i singoli casi: l’UfďŹ cio contatta la

Soprintendenza e la Protezione civile per predisporre e avviare con la parrocchia o l’ente ecclesiastico i progetti relativi gli interventi di restauro e le eventuali richieste di contributi ďŹ nanziari. Al momento in curia sono arrivate le telefonate da Montirone, Isorella, Saiano, Provezze e Iseo, solo per fare alcuni nomi di chiese che sembrano presentare dei piccoli cedimenti. A Brescia si parla anche della chiesa di San Clemente. Resta da veriďŹ care se

si tratta solo di pezzi di intonaco che si sono staccati o se siamo in presenza di situazioni piĂš gravi che necessitano di un intervento piĂš strutturato. Per informazioni e chiarimenti, si può contattare l’UfďŹ cio dei beni culturali al numero 0303722248. Sul sito della diocesi, oltre a un modello per la comunicazione in caso di eventi naturali catastroďŹ ci, si può trovare anche il vademecum speciďŹ co “Cosa fare in caso di eventi naturali catastroďŹ ciâ€?.

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e fiabe sono vere: i draghi esistono, ma si possono sconfiggereâ€? e “La vita è come un libro bisogna saper voltare pagina ma senza dimenticareâ€?. I due striscioni, corredati da alcuni disegni, delle elementari della scuola cittadina di Santa Dorotea sono la sintesi piĂš efficace di una cittĂ che, 38 anni dopo, ha ricordato la strage di piazza Loggia. In piazza c’era anche Martina, una studentessa di Brindisi che è stata chiamata ad unire con Brescia la richiesta di veritĂ e giustizia. Sulla maglietta portava la scritta “io non ho pauraâ€?; questo è il messaggio di forza e coraggio che, con lei, gridano i ragazzi di Brindisi. Una piazza gremita, con un corteo non autorizzato che ha cercato di creare un po’ di disturbo e che al termine è stato comunque fatto sfilare, per testimoniare che la ferita è ancora aperta. “La piazza − ha detto un emozionato Cesare Trebeschi, coscienza critica della Leonessa − dimostra che è ancora viva una sensibilitĂ che è l’unica cosa che conta. Le sentenze sulle carte bollate riguardano singole persone, il problema del Paese è piĂš grande: non si arrende di fronte a una carta bollata. Credo che dobbiamo sempre ricordarci che la veritĂ la costruiamo noi e il Paese costruisce la menzogna tutte le volte

Â‹Â‘Â˜Â‡Â†Âż Í&#x; ‰‹—‰Â?‘ ”‘…‡••‹‘Â?‡ …‹––ƒ†‹Â?ƒ “Eucaristia: fonte di missione, corresponsabilitĂ e comunioneâ€? è il tema che fa da sfondo alla processione cittadina del Corpus Domini in programma giovedĂŹ 7 giugno: alle ore 18 la S. Messa nella chiesa di Sant’Alessandro presieduta dal vescovo Luciano Monari; alle 19 l’adorazione eucaristica; alle 20 il vespro solenne, segue la processione verso la Cattedrale. Le processioni e le adorazioni prolungate celebrate in questa solennitĂ , manifestano pubblicamente la fede del popolo cristiano in questo sacramento. La festivitĂ del Corpus Domini ha una origine piĂš recente di quanto sembri. La solennitĂ cattolica del Corpus Domini chiude il ciclo delle feste del dopo Pasqua e vuole celebrare il mistero dell’eucaristia; è stata istituita grazie ad una suora che nel 1246 volle celebrare il mistero dell’eucaristia in una festa slegata dal clima di mestizia e lutto della Settimana Santa.

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lici e comunisti sembrava profonda: dovevano parlare Castrezzati e Terraroli, apparentemente da sponde diverse, ma nella ricerca tenacia di una solidarietĂ â€?. In attesa ancora di una veritĂ giudiziaria alla Leonessa sono arrivati molti messaggi: dal Quirinale e dalle presidenze di Camera e Senato. Ci sono anche tre figure significative (Silvia Giralucci, Agnese Moro e Benedetta Tobagi) che hanno voluto testimoniare la vicinanza ai familiari delle vittime e alla cittĂ con la loro presenza. La Giralucci, in particolare, è la figlia di Graziano, ucciso dalle Brigate Rosse a Padova come rappre-

saglia per la strage di Brescia Intenso ed emozionante anche l’incontro con gli studenti vissuto dal ministro Cancellieri, che ha risposto alle domande dei ragazzi all’auditorium San Barnaba (nel box a fianco riportiamo la risposta esemplare del Ministro a una ragazza del Calini). In una cittĂ che cerca, a distanza di tempo, ancora delle risposte, non è semplice confrontarsi: “Dove va ricercata la veritĂ ? Se lo sapessi lo direi. Bisogna continuare nella ricerca. Questa − ha spiegato il Ministro − non è un’occasione felice per parlare di giustizia, ma bisogna dare ai giovani anche tutti gli altri esempi in cui la giustizia si è compiuta. Invito gli studenti ad avere fiducia in se stessi, nello Stato e nelle istituzioniâ€?. A proposito del contatto prima della manifestazione tra la polizia e un gruppo di studenti ben supportato da quarantenni accompagnati da slogan anacronistici, il Ministro è stato chiaro: “La libertà è un concetto che deve comprendere la libertĂ degli uni e degli altri: c’era una libertĂ di chi faceva la manifestazione e di chi faceva il percorso. Non c’è stata limitazione per impedire la libertĂ , ma per permettere agli altri di esprimere le loro opinioni. La libertĂ ha sempre dei confini: la libertĂ degli uni si chiude quando tocca la libertĂ degli altri. Bisogna essere molto rispettosi della libertĂ di tuttiâ€?.

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ÂŽ Ž‘‰‘ Â?‹‰Ž‹‘”‡ ° †‡ŽŽ‘ •–—†‡Â?–‡ ƒ••‹Â?‹Ž‹ƒÂ?‘ ‡ ƒ”‹Â?‹• Ăˆ stato svelato martedĂŹ il nuovo logo dell’Accademia bresciana arti e mestieri della buona tavola. Vincitore del concorso è Massimiliano De Marinis, studente della 5Ć… D dell’Ipc Camillo Golgi di Brescia, che ha proposto un’immagine pulita, snella ed elegante, destinata a rimanere come simbolo dell’Accademia stessa. “Le Associazioni che compongono Accademia − ha spiegato l’assessore Razzi (nella foto) − potranno essere da stimolo

per il rilancio dell’economia provinciale partendo proprio dal settore enogastronomico. Per questo abbiamo creato un nuovo logo partendo dai giovani e dalle scuole, coinvolgendo nel giudizio degli elaborati una commissione mista, composta non solo da grafici, ma anche da personalità afferenti a settori diversi�. Anna Bossini, scrittrice; Raffaella Mora, giornalista; Monica Ranzi; Massimiliano Rossetti, psicologo e psicoterapeuta; Giorgio Verona,

graphic designer, coordinati dal presidente della giuria, Sergio Di Martino, docente all’Accademia Santa Giulia, hanno valutato le 47 idee giunte da circa 15 scuole. “Il logo proposto da Massimiliano De Marinis − ha spiegato Di Martino − non solo è adatto a coprire le esigenze istituzionali dell’Accademia, ma è anche un simbolo netto, non influenzato dalle mode, che potrĂ essere utilizzato per lungo tempo. Abbiamo premiato la professionalitĂ

nella presentazione, la scelta dei colori, netti ma eleganti, e la rappresentazione del piatto con le posate in negativo che rendono visibile la lettera Aâ€?. Massimiliano si è aggiudicato un viaggio di tre giorni a Parigi, mentre rispettivamente secondo e terzo si sono classificati Mattia Serughetti e Andrea Maestrelli, frequentanti l’Istituto Giovanni Falcone di Palazzolo, “che hanno portato idee giovani e fresche, nello spirito dell’iniziativaâ€?, ha sottolineato Di Martino. (a.g.)

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’Asl Brescia – anche a seguito della sperimentazione effettuata nel Centro territoriale per le malattie rare istituito nel 2009 – ha ritenuto, unica in Lombardia, di sostenere concretamente i malati e le loro famiglie con una dote finanziaria per il 2012, tramite lo stanziamento di 224mila euro, diversamente finalizzati. “Le malattie rare sono un ampio gruppo di patologie, circa 7.000 secondo l’Oms, che colpiscono meno di cinque persone su 10mila – ha illustrato il direttore generale dell’Asl Carmelo Scarcella – e nel nostro territorio, secondo certificati diagnostici ed appositi codici di esenzione rilasciati da specialisti, i soggetti affetti da tali patologie sono, ad oggi, 5.135, cui vanno aggiunti 3.587 celiaci, la cui malattia, per la sua estensione, ha perso la caratteristica di raritĂ . Non sempre queste persone sono curabili in regime di Lea, Livelli essenziali di assistenza – ha continuato Scarcella – per cui abbiamo ritenuto di adottare provvedimenti straordinari, attraverso l’istituzione di una dote finanziaria, che consiste in un supporto di tipo economico fornito alla famiglia

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cifica – ha aggiunto Eliana Breda – e sono soggetti unici, cui va riservato un trattamento altamente mirato, non applicabile a nessun altroâ€?. “Ci rendiamo conto che le risorse a disposizione sono limitate – ha proseguito Carmelo Scarcella – ma confidiamo che quanto da noi adottato possa essere seguito da provvedimenti regionali. Dove i soggetti sono numerosi, come i 716 affetti da malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, assistiamo al sorgere di associazioni che si fanno carico di una serie di attivitĂ di sostegno, ma dove vi sono soggetti affetti da alcune condizioni morbose di origine perinatale nella misura di alcune unità – ha concluso Scarcella – assistiamo, in assenza di soluzioni, a una situazione di ‘morte programmata’, dove il bambino non raggiunge i sei-sette anni e il nostro supporto è di carattere psicologicoâ€?.

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/D FKLHVD GL 6DQ *LRUJLR VFULJQR GD VFRSULUH Il 12° appuntamento con i “Quaderniâ€?, significativa iniziativa editoriale della Provincia di Brescia, affronta l’indagine storica, artistica e architettonica della chiesa di San Giorgio. Ubicata sul ripido pendio del colle Cidneo, poco fuori della porta occidentale della cittĂ antica e stretta a ridosso delle mura romane e altomedievali che salgono verso il Castello, San Giorgio rappresenta sicuramente uno degli edifici romanici di Brescia meglio conservati. Un restauro durato 16 anni, al quale in larga parte ha contribuito l’amministrazione provinciale, ha restituito la chiesa alla comunitĂ nel 2010, facendo emergere uno scrigno di tesori nel quale si stratifica la storia locale a partire dall’epoca longobarda fino all’Ottocento, passando attraverso alcuni tra i piĂš rappresentativi pittori del Seicento bresciano. ‘Una storia secolare riportata alla luce’, recita il sottotitolo della elegante pubblicazione, arricchisce di un ulteriore tassello le testimonianze di strutture longobarde esistenti intorno al monastero di Santa Giulia e all’area archeologica del Capitolium, iscritte dallo scorso anno nella lista del patri-

monio mondiale dell’Unesco nell’ambito del sito seriale ‘I Longobardi in Italia. I luoghi del potere’ e “propone la chiesa – spiega nella presentazione Silvia Razzi, assessore provinciale alla Cultura e al turismo – come scrigno prezioso, rispondendo in tal modo all’obiettivo primario di ogni politica culturale: lo studio, la tutela e la valorizzazione dei beniâ€?. “La Provincia di Brescia – afferma il presidente Daniele Molgora – gestisce gli spazi della chiesa adibiti a sala pubblica ed è impegnata perchĂŠ questo gioiello nascosto della cittĂ venga sempre piĂš conosciuto e apprezzato come meta turistica, facendolo percepire come autentica eccellenza del nostro territorioâ€?. In questo senso la pubblicazione porta a riflettere sul nostro patrimonio monumentale nella prospettiva di una diffusione sempre piĂš ampia e aperta del sistema culturale locale.

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Sabato 9 e domenica 10 giugno nel parco di palazzo Cigola Martinoni appuntamento con il gioco e l’editoria per bambini. L’iniziativa, alla 3Í” edizione, è organizzata da Proloco, Cigole in Festa, museo multimediale “RaĂŹsâ€? e dalla Cassa Padana Bcc, con il patrocinio del Comune. Nelle stanze del palazzo le Case editrici proporranno iniziative legate alle letture animate, all’uso della manualitĂ e alla presentazione di nuovi volumi o edizioni speciali dedicate ai bambini. Nel Parco ci

“Cavaliaâ€? manifestazione nazionale sportiva del cavallo Hainger, in scena dall’8 al 10 giugno, all’azienda agricola Lago delle Sette Fontane, a Castelletto di Leno. Un’occasione per vedere questi versatili cavalli all’opera in tutte le discipline per coloro che amano i biondi cavalli altoatesini. Sono in programma concorsi di dressage, salto ostacoli, attacchi, gimkana e gare di monta western. Ulteriore interesse è aggiunto dal fatto che Cavalia è tappa di preparazione

saranno laboratori su tematiche quali il riciclo e la creazione di oggetti con l’utilizzo dei materiali piÚ disparati. Sabato sera spazio all’animazione; domenica, pomeriggio e sera, i tornei di minirugby, minivolley ed esibizioni di ginnastica artistica. Non mancherà una piccola fattoria con gli animali da cortile. Le famiglie potranno passare un weekend all’insegna del divertimento ma anche del gusto, grazie ai piatti preparati nei vari stand. (f.pio)

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del Campionato sportivo europeo Hainger, che si terrĂ a Stadl Paura (Austria) in agosto: scenderanno in campo i migliori binomi ed equipaggi col marchio della stella alpina a contendersi il diritto e l’onore di rappresentare l’Italia. Appuntamento anche con la seconda edizione di “Cavalia in un clickâ€?: il concorso fotograďŹ co che premia i migliori scatti eseguiti in una delle sei manifestazioni della Federazione provinciale allevatori cavalli Hainger dell’Alto Adige.

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dee e proposte di ripristino dell’organo a canneâ€? è il titolo dell’incontro svoltosi per parlare dell’utilizzo dell’organo della parrocchiale, attualmente smontato nelle sue parti, che hanno “trovato alloggioâ€? in una grande sala del Centro Leone. Promotori dell’iniziativa la Commissione Organo e dall’Associazione culturale “S. Lorenzoâ€?. Moderati da Giuseppe Migliorati che, con Alberto Bonera è coordinatore della commissione organo, sono intervenuti oltre al parroco don Tino Clementi, il maestro Marco Fracassi, della ditta “Cremona Organiâ€? e concertista d’organo, il maestro Michele Metelli, organista della chiesa dei Santi Nazario e Celso in Brescia, il maestro Flavio Dassenno, organaro e docente Conservatorio di Brescia, e don Tullio Stefani, responsabile della Commissione per i beni culturali ecclesiastici. L’organo di Manerbio, un Amati, presente sin dal 1896, è stato poi ampliato nel 1949, una “gloria della casa organariaâ€?, ha detto Fracassi, della ditta Pedrini, definendo il risultato dell’ampliamento realizzato grazie alla collaborazione del maestro Andrea Tambalotti, del maestro Bambini di Verolanuova, e della ditta stessa. Secondo Pedrini andrebbe ricostruito lo strumento come era, aggiungendo le parti mancanti. Quanto rimane dell’organo sono 22 o 23 registri rea-

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quando venne compromesso da un incendio. Ulteriore ipotesi potrebbe essere quella di costruire un organo nuovo utilizzando il materiale esistente. Secondo Metalli, curatore di una genealogia della famiglia Amati, diventa quasi una questione etica conservare e, eventualmente, ricostruire gli organi Amati. Necessario il recupero anche secondo don Tullio Stefani, riportando il parere della commissione diocesana, che ha analizzato il materiale esistente. Mons. Clementi, concorda con le soluzioni proposte, ma sottolinea che la difficile situazione finanziaria rende prioritari altri interventi. Importante che l’organo di Manerbio torni presto a suonare.

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'XH QXRYH FLWWDGLQH RQRUDULH Il Consiglio comunale di Berlingo, nella seduta del 31 maggio, conferisce la cittadinanza onoraria a Claudia Nodari Gorno (nella foto) e Leonarda Musicco, due ďŹ gure importanti per la comunitĂ berlinghese e legate a ďŹ lo doppio all’ente morale “Cristoforo Tempiniâ€? che da 85 anni gestisce la locale scuola dell’infanzia. Claudia Nodari Gorno è stata presidente dell’Ente morale “Cristoforo Tempiniâ€?

per 42 anni, dal 1968 al 2010; ora ne è la presidente onoraria. Il Comune vuole riconoscere l’impegno e lo spirito di servizio della signora Claudia che, oltre alla scuola materna di Berlingo, ha seguito dal 1962 le opere di caritĂ della SocietĂ di San Vincenzo, prima a Brescia e ora, da marzo 2010, con l’importante incarico di Presidente nazionale della Federazione della SocietĂ di San Vincenzo de’ Paoli.

Leonarda Musicco lavora come insegnante nella scuola dell’infanzia “Cristoforo Tempiniâ€? dal 1977; quest’anno ha raggiunto i 35 anni di servizio e la fatidica soglia di anzianitĂ lavorativa che dĂ accesso alla pensione. In 35 anni, la maestra Leonarda ha profuso impegno e dedizione nell’accoglienza e nell’educazione dei nostri fanciulli, divenendo un’autentica istituzione della scuola materna.


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”œ‹Â?—‘˜‹ ƒ ”‡…—’‡”ƒ–ƒ …Š‹‡•ƒ †‹ ƒÂ?–ƒ ƒ”‹ƒ †‡ŽŽ‡ ”ƒœ‹‡ Custodisce il ricordo di tutti quegli orceani che nei secoli si erano inginocchiati al suo interno per pregare e chiedere un aiuto dal cielo. La chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Domenico è per tutta la cittĂ di Orzinuovi un luogo di memorie importanti, non legate solamente al contesto dell’ospedale, al cui complesso è annessa, ma all’intera dimensione comunitaria: è per questo motivo che la conclusione dei restauri che l’hanno interessata ha visto

una grande partecipazione e gioia sincera da parte della gente, accorsa venerdĂŹ 25 maggio alle 19 per la Messa celebrata dal parroco don Domenico Amidani. Presenti anche i rappresentanti degli enti cui si deve il restauro, dal direttore generale del “Mellino Melliniâ€? di Chiari Danilo Gariboldi, a Romana Coccaglio, direttrice sanitaria, dal direttore amministrativo Pierluigi Sbardolini al sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti. Tutto era incominciato con un accordo tra

Regione, Azienda ospedaliera e il Comune di Orzinuovi: i lavori erano incominciati già nel 2009, quando era stato varato un piano finanziario da 525 mila euro e approntato un progetto di restauro complessivo guardando all’aspetto architettonico, strutturale, impiantistico. Da qui gli interventi per il rifacimento della copertura e per la ristrutturazione del tetto, oltre alla sistemazione del sagrato e della facciata e, soprattutto, il restauro degli altari e della decorazioni

interne. L’edificio sacro, infatti, è molto importante anche dal punto di vista artistico, poichĂŠ custodisce opere del pittore orceano Cossali e del Bagnadore, oltre ad una tela sul presbiterio dipinta dal Moretto, tutte restaurate nel corso di questa operazione, diretta dall’architetto Marisa Marchesi. In questo modo questo scrigno di storia, arte e fede è tornato all’antico splendore e può continuare anche per il ad occupare un posto importante nel cuore della comunitĂ di Orzinuovi. (f.u.)

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rzivecchi si riprende i suoi spazi e, facendo indossare il vestito della festa ai propri gioielli architettonici si prepara ad accogliere l’estate con una serie di eventi denominati “Giugno orceanoâ€?. AvrĂ quindi inizio domenica 10 la serie di manifestazioni dedicate alla storia, alla cultura e al folklore del paese: si comincia con “Orzivecchi in centro – la giornata del borgoâ€?. Per un’intera giornata, infatti, dalle 7 alle 20, il traffico verrĂ deviato dalla statale 235 restituendo cosĂŹ all’abitato l’antica fisionomia circondata dalle mura del castello dei Martinengo. Verranno cosĂŹ esposte antiche piantine topografiche che evidenzieranno le trasformazioni del centro e, a partire dalle 14, sarĂ possibile visitare grazie alla collaborazione con le guide del Castello di Padernello, i luoghi storici del paese: dalla chiesa parrocchiale alla Disciplina recentemente restaurata, da palazzo Martinengo alla fossa delle mura. Proprio la fossa delle mura ospiterĂ alle 9 una corsa

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ca comunale, che vedrĂ numerosi artisti esporre lungo la strada le proprie opere e realizzarle al momento davanti agli spettatori. “L’occasione – afferma Giuseppe Busetti, uno degli organizzatori – è di avere il centro a disposizione per due domeniche di seguito, senza l’incombere del traffico, in modo che diventi davvero uno spazio di socializzazione com’era la sua originaria funzioneâ€?. Accanto alla manifestazione artistica si terrĂ anche il tradizionale raduno di moto d’epoca, giunto ormai alla sua 8Í” edizione, che partirĂ alle 9.45 di domenica 17 per rientrare in paese alle 11.30: da quest’anno, inoltre, verrĂ istituito il premio intitolato a Paride Tirelli, il meccanico e motociclista di Orzivecchi scomparso lo scorso anno in seguito ad un incidente stradale.

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/D FKLHVD GHOOD 'LVFLSOLQD H JOL DIIUHVFKL ULWURYDWL Nella chiesa della Disciplina di Santa Croce in Verolanuova è stato completato il restauro al quale ha contribuito il Rotary Club Brescia Manerbio in ricordo dei soci verolesi Renato Abrami e Cesare Baronio, prematuramente scomparsi. L’iniziativa del Rotary intesa anche a diffondere l’importante messaggio storico, artistico e culturale intrinseco di questo edificio del territorio come ha voluto affermare il presidente del sodalizio, Renato Brignani nel consegnare, con intervento del vice presidente Nedo Brunelli, l’opera al prevosto mons. Luigi Bracchi che con la collaborazione della signora Barbara Nocivelli, ha promosso i lavori di recupero. Lo scopo del Rotary è quello d’incoraggiare e sviluppare l’ideale del “servireâ€? inteso come

motore e propulsore di ogni attivitĂ : tra gli obiettivi da raggiungere c’è la promozione e valorizzazione del territorio e della comunitĂ . Proprio per questi motivi il Rotary Club ha inteso partecipare in prima persona al recupero della Disciplina finanziando il restauro degli affreschi che risultano murati nella prima cappella a destra, rappresentante diverse sante tra le quali Lucia, Liberata da Como, Caterina d’Alessandria. Nell’intervento sull’intero complesso sono al lavoro il restauratore di Alberto Fontanini. Il progetto è dell’arch. Franco Maffeis. La Disciplina fu parrocchiale fino al 1625, anno della consacrazione della chiesa (ora Basilica di San Lorenzo). La confraternita lo utilizzò come propria sede religiosa fino al 1797 quando venne soppressa dal governo provvisorio bresciano. A seguito dell’editto di Saint Cloud (1804) la costruzione perse anche il Cimitero che da sempre la circondava, per finire abbandonata, utilizzata come deposito per i materiali della parrocchia. Il nucleo originario è stato piĂš volte rimaneggiato ed ampliato. L’edificio ha una sola navata, formata da una struttura muraria ad archi trasversali che sorreggono l’orditura del tetto e da un’abside poligonale coperta a volta. (f.pio)

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eretta un’altra chiesa esterna al monastero, che per la presenza di una veneratissima statua lignea della Madonna, divenne un ulteriore luogo di culto ancora oggi molto caro alla popolazione locale. Ne è riprova la festa organizzata per domenica 3 giugno, nella ricorrenza della SS. TrinitĂ , con l’intento di far rivivere antiche tradizioni di fede, di arte e di cultura. Un nutrito programma di eventi, coordinati dall’assessore alla Cultura del Comune di Botticino

Clara Benedetti, in collaborazione con enti ed associazioni locali, tra cui l’Ecomuseo del Botticino, farĂ da contorno alla celebrazione della Messa delle 11. La giornata si aprirĂ alle ore 9 con una “scarpinataâ€? ecologica sui passi dei Benedettini lungo l’antico sentiero che da Botticino, attraverso il castagneto, conduce alla cima del colle. Presso l’ex-Monastero, attualmente sede della scuola Enaip per i beni culturali, saranno visitabili i laboratori e i restauri e per i

bambini, nel pomeriggio incontri sulle tecniche artistiche antiche. Contemporaneamente, oltre alla possibilitĂ di visita alle cave e al Museo del Marmo, sono organizzate visite guidate storico-naturalistiche alla tenuta del “Monasterinoâ€? presso l’azienda “il Castelliere ai Capâ€?: proprietĂ terriera un tempo annessa ai beni dei Benedettini che qui introdussero la coltivazione della vite. A conclusione dell’evento: musica, canti e narrazioni di vecchi racconti di stalla. (Emilia Nicoli)

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ltre 300 persone si sono ritrovate a Toscolano Maderno per la prima edizione di “Gruppi di cammino dayâ€?, organizzata dall’Asl di Brescia in collaborazione con il Comune di Toscolano Maderno e la Fondazione Valle delle cartiere. Il sindaco Roberto Righettini ha accettato di buon grado di ospitare l’iniziativa sia per promuovere il territorio (in particolare la valle delle cartiere) che la nascita anche nel proprio comune di un gruppo cammino. Il dott. Carmelo Scarcella − direttore generale dell’Asl di Brescia, presente con una ventina di collaboratori − ha sottolineato come “lo svolgimento di un’attivitĂ motoria moderata e costante rappresenti uno strumento di prevenzione delle malattie, di promozione della salute e un bel momento di socializzazioneâ€? (alcuni alle 6.30-7 sono giĂ sul percorso, e questo “impegnoâ€? sprona ad alzarsi e ad affrontare meglio la giornata); ma anche col solo camminare molti malati hanno ridotto o sospeso alcune medicine. Cinque colonne devono sempre stare in armonia tra loro: è questo secondo l’abate Sebastian Kneipp il concetto di salute, il segreto per mantenere una splendida forma fisica. I pilastri sono: movimento, alimentazione, acqua, erbe farmaceutiche e armonia tra se stessi e il mondo che ci circonda. Quindi è intervenu-

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base, la formazione di gruppi di cammino. Terminate le presentazioni ci si è incamminati sul percorso della Valle delle cartiere che fu sede, fino alla metà del secolo scorso, di una rinomata tradizione cartaria, documentata già dal 1381 e attiva tra il XV e il XVI secolo nella fornitura di carta delle stamperie veneziane. Ai partecipanti è stata offerta la visita guidata del museo della carta dove le guide molto professionali hanno spiegato bene come era laborioso nei secoli scorsi produrre il foglio di carta e come ora le macchine abbiano facilitato il lavoro; è rimasta, però, una produzione

manuale che viene richiesta per certi libri di pregio. Durante il percorso è stato bello per i vari gruppi incontrarsi, conoscersi, scambiarsi informazioni. Il primo gruppo sorto a Brescia, quello di Iseo, che ha 20 iscritti. Anche quello di Vobarno (con tanto di maglietta personalizzata) è al 4° anno (sono in 58 e d’inverno fanno un percorso circolare ma d’estate costeggiano il Chiese); Concesio con i suoi 20 iscritti è al 3° anno come il gruppo di Bagnolo Mella (14 iscritti). Ad oggi nel territorio dell’Asl di Brescia sono attivi 21 gruppi con una partecipazione media di 400 persone. Oltre a quelli citati ci sono: Brescia (circoscrizione sud), Botticino, Castegnato, Cellatica, Gardone Valtrompia, Marcheno, Nave, Coccaglio, Cologne, Palazzolo, Acquafredda, Borgo San Giacomo, Calcinato, Cigole, Orzinuovi, Verolanuova (l’ultimo nato ma con 70 iscritti) e Fiesse. Ogni gruppo adotta modalitĂ differenti e si ritrova due o tre volte alla settimana; si cammina inizialmente piĂš piano, poi si aumenta gradualmente l’andatura e si termina con un passo piĂš dolce, per un’ora o un’ora e mezza al massimo; si fa anche della ginnastica, specie a metĂ percorso e soprattutto al termine, con esercizi di allungamento e di rilassamento muscolare che i vari insegnanti dell’Isef o di scienze motorie hanno insegnato loro nei primi mesi.

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´(XODNHVÂľ HQWUD QHOOH VFXROH “Eulakesâ€? entra nelle scuole per fornire percorsi formativi di educazione ambientale alle giovani generazioni. Finanziato dall’Unione europea per il periodo 2010-2013 il progetto prende origine dalla necessitĂ di trovare un punto di incontro tra le piĂš recenti conoscenze scientiďŹ che sul tema della qualitĂ e della quantitĂ delle acque lacustri e la gestione territoriale locale. Per la prima volta quattro importanti realtĂ lacustri – Garda, Balaton, Neusiedl e Charzykowskie – di Italia, Ungheria, Austria e Polonia stanno lavorando insieme per affrontare importanti temi relativi all’inquinamento e regolazione dei livelli delle acque, agli effetti dei cambiamenti climatici, alla gestione sostenibile delle coste e delle attivitĂ di pianiďŹ cazione territoria-

le riferite ai laghi. Tra gli obiettivi vi è anche quello di avviare attivitĂ di educazione ambientale, destinate a protrarsi nel tempo, grazie al coinvolgimento degli insegnanti. Sul Garda si è scelto di proseguire con il progetto ‘Sagami’, acronimo di Sarca-Garda-Mincio, ovvero di raccogliere dati sulla qualitĂ di quell’acqua che unisce il Trentino al Po passando per il Sarca, il Garda e il Mincio. Sono gli studenti delle scuole medie e superiori a effettuare le operazioni di monitoraggio e lo fanno con metodologie simili, il piĂš possibile in contemporanea, mettendo in comune i dati raccolti e fornendo dunque gli elementi di valutazione che saranno poi oggetto di approfondimento. “Eulakesâ€? ha sottoposto all’attenzione dell’intera rete scolastica

gardesana questa opportunitĂ e ha trovato l’adesione di otto scuole, sei sulla sponda bresciana, una sulla sponda veneta ed una mantovana, ciascuna delle quali partecipa con una o piĂš classi. I dati raccolti saranno aggiunti a quelli provenienti dagli enti preposti e dagli enti di ricerca partner di Eulakes per avere una fotograďŹ a abbastanza completa relativa alla qualitĂ dell’acqua di un territorio

che, nonostante i conďŹ ni immaginari, è unico. L’attivitĂ proseguirĂ poi con l’inizio del prossimo anno scolastico, con incontri formativi, supportati dagli esperti direttamente coinvolti nel progetto, nelle scuole, che andranno a toccare le tematiche del progetto, principalmente imperniate sulla qualitĂ dell’acqua e sull’impatto che i cambiamenti climatici avranno sull’ambiente.


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avevano potuto usufruire della disponibilitĂ , sensibilitĂ e spirito di servizio delle suore Comboniane avvicendatesi nel corso dei decenni. Le ultime tre sono state suor Pasqualina, suor Francesca e suor Annalisa. Non solo la ComunitĂ cristiana edolese è impoverita, ma è l’intera comunitĂ civile a patirne l’assenza. In questo senso si sono espresse le parole pronunciate dal vicesindaco di Edolo, Silvana Nana, in occasione del commiato ufficiale, alla presenza, fra gli altri, di suor

Franca, superiora provinciale della suore di Comboni. L’arciprete di Edolo, don Giacomo Zani, potrĂ contare ancora sull’apporto delle Suore di Maria Bambina, la cui comunitĂ , ora composta da otto sorelle, negli ultimi mesi ha vissuto un avvicendamento consistente. Dopo la prematura scomparsa di suor Enrica, da poco è operativa la nuova Madre superiora, suor Cleofe, comasca, con una lunga esperienza nel settore infermieristico e a servizio degli

extracomunitari sia a Roma (era al Gemelli ai tempi dell’attentato a Giovanni Paolo II) sia a Milano. La decana per permanenza a Edolo, dove arrivò nel 1993, e anche per etĂ (viaggia verso i 96 anni) è suor AntĂŹda, bergamasca di Tavernola sul Lago d’Iseo e cugina di mons. Bruno Foresti. Poi ci sono le suore Camilla, Ausilia, Gesuina, Annunciata, Pierluigia, Gabriella, quest’ultima impegnata a Incudine e Monno, specie per la pastorale nelle famiglie. (Giuliano Chiapparini)

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ono 12 i Comuni della Valle Camonica, con una puntata a Cellatica, alle porte della cittĂ , che ospitano la 6Ć… edizione di “Abbracciamondoâ€?, festival delle culture di Vallecamonica e del Sebino. Il programma inizia il 31 maggio e continuerĂ ininterrottamente fino all’1 luglio con un cartellone ricco di 22 eventi in altrettante giornate di aventi come filo conduttore il cambiamento della vallata grazie all’arrivo di nuovi cittadini. Il tema verrĂ affrontato attraverso le esposizioni delle opere degli alunni delle scuole, i concerti musicali di vari gruppi, come gli Allegria, Roberto Durkovic e I fantasisti del metrò a Malegno il 16 e il 17 giugno, e ancora Natalya Chesnova con i “Quadri di musica russaâ€? al Castello di Gorzone il 30 giugno. La fabbrica dei suoni con “Mazel tov, parole e suoni dal mondo ebraicoâ€? a Bienno il 7 giugno ed a Esine il 13 giugno 2012. Diversi anche spettacoli teatrali, tra cui “IdentitĂ di cartaâ€? della Compagnia Itineraria, “Leukâ€? spettacolo di Teatro d’Ombra, “Divieto di sostaâ€?, esito del laboratorio di teatro intercultu-

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n.5â€?, il 13 Mazel Tov a Esine in S. Maria Assunta, il 14 al Teatro delle Ali a Breno con “Divieto di sostaâ€?. Due appuntamenti per il giorno 15: a Malegno e a Darfo, mentre a Darfo ci saranno incontri anche il 16 (ristorante etnico) e il 17 (Roberto Durkovic). Il 19 il festival si sposta all’oratorio di Cellatica con “Mare chiusoâ€?, il 22 torna a Breno al Palazzo della cultura con “Leukâ€?, il 23 al campo sportivo di Esine per dare “Un calcio al razzismoâ€?, il 24 all’oratorio Don Bosco di Edolo, il 28 ad Artogne per parlare di “Montecampione ieri e oggiâ€?, il 30 al Castello di Gorzone per una cena ed il giorno 1 luglio a Pisogne in Piazza Umberto I per “Obosa groupâ€?. L’appuntamento con la Festa interculurale a Malegno proporrĂ la “Cena dei popoliâ€? e Lella Costa, personaggio di spicco, con lo spettacolo “Stanca di Guerraâ€?.

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6RVWHQHUH OD JHQLWRULDOLWj TXDQGR q SUREOHPDWLFD L’Azienda territoriale per i servizi alla persona di Valcamonica promuove il progetto “Sostegno alla genitorialitĂ problematicaâ€?, con il contributo della fondazione Cariplo. Il programma ha l’obiettivo di favorire un sostegno alla famiglia in difficoltĂ per un recupero delle sue abilitĂ e potenzialitĂ , attraverso la messa in rete degli “attoriâ€? locali (famiglie solidali, associazioni di volontariato, ecc.). All’interno di questo progetto è stata promossa una giornata di aggregazione e di solidarietĂ per le famiglie della Valcamonica. L’evento è stato organizzato in collaborazione con la parrocchia di Corna di Darfo Boario Terme. Genitori e figli insieme hanno avuto la possibilitĂ di assistere allo spettacolo di burattini creato e narrato dagli artisti di “Prestigeâ€?, il paese delle meraviglie. La rappresentazione racconta l’avventura di due famiglie che si trovano ad affrontare simpatiche peripezie, le quali saranno superate solamente con il contributo di tutti i componenti dei nuclei familiari. Poi è stato proiettato il video “Con Noiâ€?, che ha presentato il progetto promosso dall’Azienda. A seguire i giochi di squadra condotti

dagli stessi artisti che hanno dato vita ad una sorta di “Giochi senza frontiereâ€?, o meglio a “Famiglie senza frontiereâ€?. Le famiglie hanno avuto modo di sperimentare in prima persona valori quali la fiducia, l’aiuto reciproco, il rispetto ed il gioco di squadra; valori che il progetto “Con Noiâ€? desidera riscoprire e promuovere all’interno della comunitĂ locale. L’Azienda offre con questa operazione uno spazio d’incontro, di ascolto e di consulenza per le famiglie. Le finalitĂ : il sostegno alla famiglia in difficoltĂ affinchĂŠ, attraverso l’aiuto di altre famiglie possa prendersi cura ed educare i propri figli con maggior consapevolezza. Cosa offre in pratica l’Azienda? Consulenza per famiglie in difficoltĂ ; consulenza per famiglie solidali; consulenza per associazioni ed istituzioni; consulenza per gruppi di sostegno. (e.g.)

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ƒ”‘Â?‡ ”‡ ‰‹‘”Â?‹ …‘Â? Dz ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‘ÂŽÂ‹Â˜Â‘ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‘ÂŽÂ‹Â‘Çł VenerdĂŹ 1 giugno a partire dalle ore 19.30 l’itinerario alla scoperta delle proposte enogastronomiche di ristoranti, agriturismi e bar di Marone. L’evento enogastronomico, prevede due distinti itinerari di degustazione (costo 22 euro) per le vie del paese, fra i quali scegliere quello piĂš in sintonia con i propri gusti. Una singolare passeggiata alla scoperta dei prodotti del territorio proposti da ristoranti, agriturismi, bar e pasticcerie di Marone in contesti

originali, accompagnati da musica e spettacoli. E di contorno, gli oli e i prodotti Dop della 13Ć… edizione di “Dall’olivo... all’olioâ€?. In rassegna saranno presenti stand di produttori nazionali e locali di olio Dop e altre eccellenze eno-gastronomiche tipiche. Tutti gli eventi (esposizione stand, spettacoli e degustazioni) si svolgeranno sul lungolago di Marone. Durante i tre giorni della rassegna le vie di Marone saranno animate da artisti di strada,

truccabimbi, giocolieri e spettacoli con il fuoco. L’ingresso alla manifestazione è libero. Gli stand gastronomici sono aperti venerdĂŹ 1 giugno dalle 19 alle 23, sabato 2 e domenica 3 dalle 9 alle 23. A Marone si può arrivare anche con il “Treno dei saporiâ€?. La partenza è alle ore 10 dalla stazione di Iseo, l’arrivo a Marone alle ore 14.45 e il ritorno a Iseo alle ore 180 (la quota è di 54 euro, tutto compreso). Il treno parte esclusivamente dalla stazione

di Iseo. Per orari di partenza, programmi e prenotazioni info su www.trenodeisapori.it; www. area3v.com; info@trenodeisapori.it - Tel. 030 6854201. La quota include: il biglietto “Treno dei Saporiâ€? con il servizio di degustazione a bordo, l’aperitivo di benvenuto, il menĂš a base di prodotti tipici locali, vini Franciacorta, acqua, caffè e distillati; la merenda con i dolci della Valle Camonica; la visita alla rassegna e la presenza delle guide durante il programma giornaliero.

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hiarezza prima di tutto. Ăˆ quanto chiede il Comune di Castegnato in vista dell’ipotizzata realizzazione di un nuovo impianto dedicato alla produzione di energia elettrica a calore proveniente da biomasse legnose, previsto su un fondo agricolo al confine con Rodengo Saiano, in prossimitĂ del centro abitativo castegnatese. Subito a seguito della domanda di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio di energia elettrica avanzata da Linea Energia Spa, il Comune ha inviato alla Provincia una lettera per avere maggiori delucidazioni a riguardo: lettera che non ha ancora risposte. “La nostra Amministrazione – si legge nel comunicato – ha sempre posto un’attenzione particolarissima alle tematiche ambientali ed è per questo che auspichiamo che impianti che producono energia da fonti rinnovabili, ancorchĂŠ scarti, possano essere incentivatiâ€?. Nonostante l’approccio positivo manifestato nei confronti della realizzazione di tali impianti sostenibili, il Comune ha però presentato anche alcuni dubbi nei confronti della futura realizzazione, soprattutto in considerazione del fatto che “il territorio castegnatese è giĂ sufficientemente gravato da condizioni ambientali preoccupanti, derivanti dalla presenza di mol-

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l’impatto dell’impianto (attivitĂ e traffico veicolare) sulla nostra popolazioneâ€?. Sono ormai passati oltre tre mesi da quando il Comune ha scritto (6 febbraio) ai preposti uffici della Provincia, Asl, Arpa, Linea Energia, Regione e Comune di Rodengo Saiano per far conoscere la propria posizione. “Questo silenzio ci preoccupa – ha sottolineato il sindaco di Castegnato Giuseppe Orizio – perchĂŠ trasparenza e condivisione delle informazioni e dei controlli sono parte essenziale del rapporto che si deve instaurare con la popolazione, quale garanzia che l’impianto ipotizzato è e sarĂ rispettoso della salute e dell’ambienteâ€?.

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Le scuole di Padre PIAMARTA di Brescia e Provincia

ISTITUTO ARTIGIANELLI

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Informatica e telecomunicazioni

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ISTITUTO BONSIGNORI Formazione Professionale e Scuola Paritaria

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CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE A.F.G.P.

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Operatore agricolo Operatore elettrico Operatore meccanico Operatore meccanico d’auto Operatore amministrativo segretariale

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Orario anticipato e prolungato (7.30 - 18.00)) cordo r in accordo con le necessità ecessità miglie. delle famiglie.

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO LICEO SCIENTIFICO Potenziato in Scienze ambientali Lingue straniere

DOPOSCUOLA 25010 Remedello (Brescia) - Via Cappellazzi, 5 Tel. 030 957113 - Fax 030 957218 www.bonsignori.com

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UN PROGETTO EDUCATIVO COMUNE FORMAZIONE E QUALITÀ

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Accoglienza, Orientamento Attenzione al dialogo e all’ascolto Animazione Spirituale Qualità nell’azione didattica Consulenza psico-pedagogica

Presenza continua degli educatori e animazione ludico ricreativa Ampi spazi per il gioco pomeridiano Servizio mensa e Bar Teatro, Auditorium


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sabile dell’are Cultura in Comunità montana – sono la conoscenza delle caratteristiche dei documenti storici e l’apprendimento di alcune procedure e strumenti per rendere efficace l’avvicinamento e l’uso di questo singolare bene culturale. I documenti storici saranno inoltre comparati e integrati da un altro patrimonio culturale: i documenti conservati e a disposizione nelle biblioteche�. Un corso che da un lato consentirà agli insegnanti di verificare il possibile impiego dei documenti storici per la

propria attività didattica, mentre per gli operatori la possibilità di trovare spunti e ispirazioni per esperienze letterarie e artistiche. Concepito con una parte teorica e uno spazio laboratorio in cui si potrà avere un’esperienza diretta sulla fonte storica, il corso si svolge in sei incontri di due ore ciascuno riguardanti: natura e caratteri del documento storico, procedure di accesso e strumenti di consultazione in archivio, lettura e rilevazione dei dati in un documento storico, possibile utilizzo a

fini didattici e narrativi, impiego di pubblicazioni per contestualizzare e arricchire i dati rinvenuti negli archivi. Il laboratorio comprende una precisa attività sui documenti, una ricerca bibliografica e la realizzazione condivisa di un elaborato. La sessione gardonese si terrà il 4, 11, 18, 25 ottobre e l’8 e 15 novembre (ore 16.30/ 18.30). Preiscrizioni entro il 30 giugno con una conferma entro il 20 settembre (numero massimo 25 iscritti). Info allo 030.8337491 oppure archivi@cm.valletrompia.it. (a.a)

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a ComunitĂ montana esercita dal 2001, tramite la costituzione del Comitato di Protezione civile della Valle Trompia, la gestione associata del servizio sull’intero territorio su delega dei 18 Comuni che ne fanno parte. Nerbo del sistema è un “esercitoâ€? di 339 volontari operativi dei diversi gruppi comunali che hanno radici nei “gruppi antincendioâ€? locali con alle spalle storie di oltre 30 anni. Giampietro Temponi, responsabile operativo da sempre, dĂ un merito grande ai “vecchiâ€?: aver trasmesso ai piĂš giovani convinzioni ed entusiasmo che hanno consentito in questi ultimi anni un rinnovo di organici e direttivi delicato, senza defezioni. Anzi le squadre si sono rafforzate e fanno sempre piĂš “sistemaâ€? tra loro per interventi immediati ed efficaci sul territorio dell’intera Valle. Esemplare la storia del Gruppo di Pezzaze. Memoria storica ne è Giuseppe Balduchelli, giĂ â€œguardiaâ€? e messo comunale in pensione. Attorniato dai giovani nella sede del gruppo racconta come nasceva ufficialmente ormai 40 anni fa : erano in tre con il sostegno del sindaco Ernesto Piotti (lo fu dal 1970 al 1988). La base operativa era il Municipio perchĂŠ lĂŹ c’era un telefono a disposizione. Si “legalizzavaâ€? cosĂŹ quanto si faceva spontaneamente: quando scoppiava un incendio l’uomo di “guardiaâ€? chiamava a raccolta

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sede venivano trasferita alla Locanda al Ponte, con telefono e possibilitĂ di segnalazioni 24 ore su 24: i telefonini erano allora fantascienza. Il magazzino dell’attrezzatura era presso l’Istituto Bregoli. Nel 1981 il Comune comprava un trattorino. Poi arrivavano le prime giacche ignifughe, le radioline. Alla stazione forestale di Tavernole era comandante Paolo Flor. Cominciava il ricambio generazionale prima alla guida di Iginio Bontacchio, poi di Diego Bertussi, Marco Balduchelli e nel 2000 aveva sede propria presso l’Asilo. Nel 2003 il gruppo con propri mezzi acquistava un Land-Rover, nel 2005 arrivava il pick-up Mitsubishi con contributo Comune e ComunitĂ montana, completato col “moduloâ€? a bassa pressione, carrello di traino. Infine l’acquisto (favorito dalla ComunitĂ montana) del modulo con pompa ad alta pressione, la vasca smontabile per il rifornimento dell’elicottero, le tute ignifughe moderne, 12 soffiatori ed attrezzature minori. La sede è stata sistemata. Gli effettivi sono 17 con etĂ media sui 25 anni, presidente Sergio Bregoli,vice Andrea Piotti e tesoriere Flavio Bontacchio: cariche necessarie ma (lo sottolineano) che non creano gerarchie nel gruppo “Antincendio e Protezione civileâ€? dall’anno scorso iscritto all’Albo volontariato provinciale. Ed è arrivato l’ultimo automezzo Mitsubishi con verricello. Un gruppo giovane e determinato.

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erano presenti Giuseppe Chizzolini e Battista Lorenzi (consiglieri della Fondazione) dirigenti e docenti degli istituti tecnici a indirizzo agrario della provincia. Prima della premiazione, Bettoni ha espresso ai ragazzi il suo compiacimento per i brillanti risultati conseguiti, frutto di impegno e sacriďŹ cio, doti che dovrebbero accompagnare ogni giovane che si appresta ad entrare nel mondo lavorativo. Questi gli studenti premiati che hanno ricevuto la borsa di studio

del valore di mille euro, oltre al volume “10 regole per creare ricchezza in agricoltura�: Alberto Aquilini di Travagliato, Andrea Margoni di Porzano, Alessia Uberti di Capriolo per l’Itas Pastori di Brescia; Ilario Freddi di Casto, Luigi Galuppini di Visano e Luca Ghidelli di Gambara per l’Istituto Bonsignori di Remedello; Mattia Barbariga di Cologne, Lemyesser Siham di Orzinuovi, Sonny Minelli di Calcinato per l’Istituto “Dandolo� di Bargnano

tivi – si continua a parlare di economia, di spread, di denaro in perdita, ma non si parla quasi mai del valore educativo, dell’importanza di difendere quel patrimonio culturale e pedagogico che è la libertĂ di scelta, da parte della famiglia, nell’educazione dei propri figli. Dobbiamo riappropriarci del valore dell’educazione all’interno della societĂ , della famiglia, della scuola, nella consapevolezza che educare significa proporre dei valori, ma soprattutto aiutare i giovani a interrogarsi, a comprendere la poliedricitĂ delle varie problematiche che si fanno strada nel sapere delle diverse discipline e soprattutto nel cammino della vita. Quando tutti insieme avre-

mo raggiunto questa consapevolezza, allora forse, riusciremo anche a comprendere che scuola statale e scuola paritaria hanno in comune la crescita integrale di ogni persona umana e pertanto meritano il medesimo rispetto, la medesima attenzione, il medesimo trattamento economico.

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olti pensano che la scuola paritaria, che spesso viene anche definita, in modo improprio, come scuola privata, sia un bene di lusso, un privilegio concesso a pochi. In un certo senso questo è vero, ma è importante capire il perchÊ, conoscere le motivazioni che stanno alla radice di questo problema che non è certo causato dai gestori di queste scuole che, per altro, stanno attraversando un momento di criticità proprio per motivi di carattere economico. E allora qual è la causa di questa precarietà che mette

in ginocchio tante famiglie nella loro scelta scolastica ed educativa? La questione numero uno è la mancata paritĂ economica non introdotta nella legge 62 del 2000 con la quale si è concesso alle scuole legalmente riconosciute la paritĂ giuridica, ma non quella economica e questo comporta una tassa scolastica che le famiglie devono versare, perchĂŠ i docenti delle scuole paritarie non ricevono uno stipendio da parte dello Stato, ma dai gestori degli Istituti presso i quali essi lavorano. Ecco quindi che la difficoltĂ nasce da un’inadempienza dello Stato italiano che non ha mai riconosciuto

la paritĂ piena, per cui tante famiglie non possono sostenere i costi che necessariamente una scuola paritaria è costretta a richiedere e quindi, spesso, i genitori non hanno la libertĂ di scegliere per i propri figli la scuola che è secondo i loro desideri. L’ideale sarebbe quello di poter completare l’iter della paritĂ per consentire alle famiglie una vera libertĂ di scelta e per non costringere i gestori a chiudere i battenti delle loro scuole che, oltretutto, permettono allo Stato un notevole risparmio. Che cosa strana, nella nostra societĂ che potremmo definire dei contrasti – per tanti mo-

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quesiti del pubblico e illustrando le varie tecniche utilizzate. Hanno cosĂŹ preso forma sotto gli occhi degli intervenuti, piccoli pappagallini, ďŹ ori con le carote, zucchine e ravanelli, bouquet in pasta di zucchero. Per gli allievi è stata un’esperienza molto positiva e un’occasione per mostrare le proprie capacitĂ . La partecipazione a manifestazioni come “Castiglione in Fioreâ€? costituiscono un’occasione importante per far conoscere la

realtà e l’eccellenza della Casa del Giovane, da sempre attenta alle caratteristiche del territorio e alle occasioni di formazione per i giovani�. Oltre che nel settore della cucina e della pasticceria, la Fondazione Casa del Giovane prepara alla professione anche acconciatori, estetiste e segretarie, sono infatti 18 le classi attive per il corrente anno scolastico per un totale di circa 450 allievi e per prossimo anno saranno attivate sei nuove prime classi.

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ello scorso mese di marzo si è svolto a Tivoli il 16° Congresso nazionale dell’Agesc, durante il quale è stato eletto presidente Roberto Gontero. Si è trattata di un’assise particolarmente intensa e feconda di contenuti. “Il 16° Congresso nazionale – ha affermato il neoeletto presidente – non ha deluso le aspettative degli oltre 200 delegati provenienti da ogni parte d’Italia. Ăˆ stato un momento intenso, impegnativo, costruttivo, belloâ€?. Nei tre giorni i delegati hanno parlato di politica associativo-scolastica, rivi-

Â?’‡‰Â?‘ ƒ ˆƒ˜‘”‡ †‡ŽŽƒ Â˜Â‹Â–ÂƒÇĄ †‡ŽŽƒ ˆƒÂ?Â‹Â‰ÂŽÂ‹ÂƒÇĄ †‡ŽŽƒ Ž‹„‡”–Â? ”‡Ž‹‰‹‘•ƒ ‡ †‹ ‡†—…ƒœ‹‘Â?‡ •‹ƒ ƒ Ž‹˜‡ŽŽ‘ Â?ƒœ‹‘Â?ƒŽ‡ …Š‡ ƒ “—‡ŽŽ‘ Ž‘…ƒŽ‡ sitato il sogno iniziale dell’associazione e messo le basi per rinnovarlo nella continuitĂ . Il nuovo presidente ha ribadito la volontĂ di costruire insieme un’associazione sempre piĂš coraggiosa nell’impegnarsi a favore

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della vita, della famiglia e della libertĂ religiosa e di educazione. Sia a livello nazionale che locale dobbiamo tutti osare di piĂš nel chiedere alle istituzioni il riconoscimento della funzione indispensabile della famiglia in questo momento storico ricco di sfide e di cambiamento che non ci spaventa. Ma il semplice riconoscimento formale non basta piĂš. Ora ci vogliono risposte concrete. Le scuole paritarie chiudono (pur facendo risparmiare 6 miliardi di euro all’anno allo Stato) e sempre piĂš famiglie rinunciano alla scuola cattolica per motivi economici. Il nuovo comitato esecutivo è impe-

gnato fin da ora a mettere in pratica tutte quelle iniziative che il Congresso ha deliberato di intraprendere per difendere il diritto alla libertĂ di scelta educativa della famigliaâ€?. In coerenza con questi principi in sede provinciale l’Agesc di Brescia sta chiudendo un anno scolastico estremamente dinamico e poliedrico, durante il quale si è evidenziato una volta di piĂš il radicamento dell’associazione nel territorio. Da Cemmo a Palazzolo, da Lonato a Rovato, passando per le scuole paritarie della cittĂ , si sono succedute sempre nuove iniziative di solidarietĂ , di formazione, di sensibi-

lizzazione, di cultura. Soprattutto il tema formativo ha impegnato molte sezioni locali per affrontare in vere e proprie “scuole per genitoriâ€? i piĂš importanti temi caldi di questa fase storica: la corresponsabilitĂ educativa scuola/famiglia, le distorsioni pedagogiche della societĂ dei consumi e dei modelli di vita oggi praticati, il rapporto tra autoritĂ e autorevolezza nell’educazione dei figli, il bisogno di educare a fare bene il bene. Per ogni ulteriore informazione sull’Agesc anche lombarda si veda come sempre il fondamentale sito www.agesc.it

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‹•Ž ƒÂ?„‹‘ †‡ŽŽƒ ‰—ƒ”†‹ƒ ƒŽŽƒ •‡‰”‡–‡”‹ƒ …—‘Žƒ 13 anni di onorato servizio. In carica dal 1999, dal 13 giugno prossimo Enrico Franceschini lascia il timone della segreteria generale della Cisl Scuola di Brescia per raggiunti limiti di mandato. Seppur resterĂ come componente della segreteria Regionale. Lo abbiamo incontrato nel suo ufďŹ cio in cittĂ , in via Altopiano d’Asiago. Un locale stretto, a forma di mansarda, ma meticolosamente ordinato.

Ritratti di famiglia e del lavoro impreziosiscono le pareti della stanza. Due sedie di color marrone scuro precedono una scrivania ricoperta di pratiche perfettamente incastonate; fogli archiviati in cartelline azzurre tendenti al blu. A far da cornice, una serie illimitata di libri e volumi. “Ora avrĂ piĂš tempo da dedicare alla letturaâ€? ci scappa da dire con un velato sorriso. La sua risposta non si fa attendere: “Ho sempre l’incarico

a Milano che mi porterĂ via del tempo; basti pensare quanto mi ci voglia per raggiungere la sedeâ€?. Ci accoglie con la gentilezza e la ďŹ erezza di chi sa di aver dato tutto per la causa. Consapevole che gli sforzi profusi debbano essere portati avanti nel segno dell’unione e non dell’individualitĂ senza imporre le proprie scelte. Ăˆ l’unico consiglio che si sente di dare a chi lo sostituirĂ a partire dal mese di settembre (ma.ric.)

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un bilancio positivo quello tracciato da Enrico Franceschini che ricorda quanto sia stato fatto e quando ancora bisognerĂ fare nel sindacato scolastico della Cisl di Brescia. “ Lascio un sindacato unito – esordisce – che ha trovato consensi sul piano del tesseramento e solido dal punto di vista economico. Insomma, una struttura in ottima salute – aggiunge – le cose che abbiamo fatto devono essere riprese e rilanciate in un contesto nuovo perchĂŠ il mondo sta cambiando. L’attaccamento al lavoro, svolto per 13 anni a

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mare il tutto in un ufficio vertenze legali. Questo deve essere fatto con la presenza sui luoghi di lavoro a sostegno della professionalitĂ del docente e non soloâ€?. Ripercorrendo rapidamente gli anni trascorsi, il cammino è stato lungo e tortuoso. “Certo non abbiamo ottenuto tutto – conclude Franceschini – tra tagli e riforme le condizioni di lavoro sono peggiorate notevolmente: smontata la legge Brunetta, ottenimento dello sblocco delle assunzioni sui posti vacanti e recupero degli scatti di anzianitĂ . Tre elementi critici che la politica scolastica ha dovuto subireâ€?.


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‘Â?ƒ Â?ƒ Dz˜‘…‡ „”‡•…‹ƒÂ?ÂƒÇł ƒŽ —‹”‹Â?ƒŽ‡ Si è svolto nei giorni scorsi al Palazzo del Quirinale, con la partecipazione del presidente della Repubblica Napolitano, l’incontro “Le domande dei giovaniâ€?, in occasione della presentazione dell’attivitĂ dell’Osservatorio lavoro dell’Arel e delle proposte “per una nuova politicaâ€? contenute nel libro “Giovani senza futuro?â€? curato da Carlo Dell’Aringa e da Tiziano Treu. L’incontro è stato caratterizzato

dalle domande di una rappresentanza del mondo giovanile sulla loro condizione, sulle aspettative di lavoro, sulle scelte di vita. Una delle domande è stata posta da Luisa Treccani, componente della Segreteria della Cisl Scuola di Brescia, giovane insegnante dell’Istituto superiore “Primo Leviâ€? di Sarezzo. Nel suo intervento la sindacalista ha evidenziato la mancanza di collegamento tra scuola e

mondo del lavoro sottolineando come istruzione e formazione sono spesso considerati al pari di qualsiasi altra voce da tagliare per far rientrare i conti, mentre la scuola dovrebbe essere un capitolo prioritario degli investimenti pubblici. Ha poi ribadito gli obiettivi che dovrebbero entrare in una strategia di rilancio delle politiche attive per i giovani e per il loro futuro.

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ffegi è un ingrosso di carta e cancelleria fondato da Giambattista Fantoni, che con gli anni ha coinvolto in azienda anche i figli. Da qualche tempo la Effegi ha lasciato la sede storica di viale Italia, 6g a Brescia per la nuova di via Bonardi, 23. Per semplificare i rapporti con la clientela la Effegi ha pensato anche a un catalogo di facile consumo. Lo strumento è stato approntato per facilitare all’insegnante la scelta nell’acquisto del materiale didattico. Il catalogo è anche una sorta di tributo di riconoscenza al mon-

Â?ƒ ”‡ƒŽ–Â? …‘•–ƒÂ?–‡Â?‡Â?–‡ ƒ––‡Â?–ƒ ƒŽ Â?—–ƒ”‡ †‡ŽŽ‡ ‡•‹‰‡Â?œ‡ †‡ŽŽƒ •—ƒ …Ž‹‡Â?–‡ŽƒǤ Â? •‡”˜‹œ‹‘ •— Â?‹•—”ƒ ’‡” •…—‘Ž‡ ‡ ‘”ƒ–‘”‹ do della scuola e ai suoi educatori che nel corso di 45 anni hanno dato alla Effegi la possibilitĂ di crescere, imparare e migliorare le scelte e i servizi. “Dalla distribuzione della matita – affermano i Fantoni – sia-

mo arrivati a soddisfare oltre il 90% delle richieste della scuola, arredi e spazio gioco per asili nido, scuola dell’infanzia e scuole dell’obbligo compreseâ€?. Largo spazio sul catalogo di Effegi trovano anche i giochi didattici, i materiali per alunni diversamente abili. Nella sede di via Bonardi, poi, c’è spazio anche per tutto quanto possa servire agli oratori per la realizzazione dei grest e delle molteplici iniziative estive: dai cappellini ai foulard per finire a tutto ciò che serve per fare festa. Analoghi sentimenti di gratitudine i Fantoni nutrono anche nei confronti di oratori e parrocchie


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In quel tempo, gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che GesĂš aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. GesĂš si avvicinò e disse loro: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, ďŹ no alla ďŹ ne del mondoâ€?.

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olitudine. Sta tutto in quel dubbio, nel non essere certi che quello che accade stia davvero accadendo. Ăˆ l’incertezza della fede, anche davanti alla potenza di Dio che sconvolge cosĂŹ dalle radici le convinzioni umane. Lo vedono, ma questo non significa che possano credere. Ma piĂš profondamente: non sanno cosa significhi credere da quel momento in poi. Intuiscono che tutto sarĂ diverso ma non ne conoscono il modo. Le azioni di sempre, il vedere, il prostrarsi sono azioni del passato. Nella crepa verso il futuro c’è il dubbio. E non può essere il dubbio di vederlo o il dubbio di adorarlo: è lĂŹ, non possono dubitare su questo. Dubitano invece sulla strada da fare e sul cosa sarĂ domani. Dubitano del potere nuovo che ha il loro Signore. Dubitano che quello che sentiranno sia possibile, sia vero, si compia. Non hanno sicurezze se non nei suoi segni e nelle

1HO QRPH GL XQD IHVWD FRQWDJLRVD Il 7° Incontro mondiale delle famiglie è iniziato. La partecipazione bresciana sarĂ concentrata principalmente nella giornata di domenica 3 giugno con la Messa con il Santo Padre: sono attesi 3000 bresciani. Sabato, invece, per la “Festa delle testimonianzeâ€? dovrebbero essere circa un migliaio i bresciani in rappresentanza di associazioni e movimenti. Tutto pronto, quindi, per il grande pomeriggio di festa a Milano Parco Nord Aeroporto di Bresso di sabato 2 giugno. L’appuntamento è per le ore 16 quando avrĂ inizio la “Festa delle testimonianzeâ€?: un pomeriggio di musica, canti e racconti che culmerĂ , alle ore 20.30, con l’arrivo sul grande palco di Benedetto XVI e l’inizio della diretta su Rai Uno. La prima parte della Festa delle testi-

monianze, dalle 16 alle 19, è un evento intitolato “JubilFamily - La gioia di essere famigliaâ€? che verrĂ trasmesso in diretta da Tv2000. SarĂ un momento importante per tutte le famiglie del mondo chiamate a stare insieme e a vivere un momento di festa fatto di musica, canti, riflessioni, storie, racconti. Grandi e piccoli avranno la possibilitĂ di condividere un pomeriggio davvero unico diventando testimonianza vivente della famiglia cristiana. Tutti potranno partecipare, liberamente e gratuitamente alla festa che si animerĂ sul palco di Bresso. Da mesi le parrocchie si sono organizzate all’evento, mettendo a disposizione in totale 13mila posti-letto per i pellegrini (34mila sono quelli approntati da 11mila famiglie lombarde). Un palco

grande come una chiesa. Sormontato da una mezza cupola in pvc trasparente che riproduce le vetrate del Duomo di Milano. Ăˆ questo lo scenario che accoglierĂ due dei momenti piĂš importanti dell’Incontro mondiale delle famiglie, la Festa delle testimonianze, sabato 2 giugno, e la Santa Messa, domenica 3 giugno alle ore 10. Il palco è stato concepito come un grande abbraccio che Milano rivolge al mondo. Particolare attenzione è stata posta anche all’eco-sostenibilitĂ . Terminato l’evento, il materiale del palco (legno e pvc) sarĂ riutilizzato dai giovani e gli adolescenti della cooperativa Kronos provenienti dall’Istituto penale minorile “Beccariaâ€?, per allestire il nuovo Centro di accoglienza Kayròs di Vimodrone.

sue parole; hanno solo incertezze su quello che loro dovranno dire, che dovranno fare. Si sentono giĂ soli, profondamente soli, con addosso l’incarico e l’attesa. LĂŹ la fede si prova e il dubbio diventa possibilitĂ ; lĂŹ sperimentano subito come il dubbio sia piĂš forte della fede e incomprensibile la necessitĂ del Risorto di tornare al Padre. Proprio ora, proprio nel momento della gloria, nel momento in cui sarebbe possibile dimostrare... Sarebbe l’occasione del Regno, del compiersi del Regno. Non è l’ora del ritorno. Questa è la solitudine e il dubbio. PerchĂŠ quell’ora, proprio in quell’ora? CosĂŹ si compie invece il tempo della solitudine del credere, dell’impossibilitĂ di possedere, di circoscrivere quel Dio vicino, cosĂŹ per poco vicino. Ăˆ il tempo della fede che è solitudine e certezza insieme che Lui sarĂ lĂŹ tutti i giorni fino alla fine del mondo. Consolazione che al momento non è certezza ma speranza, e necessitĂ di annunciare, di predica-

re, di convincere, di parlare di quel mistero di un Dio che è Padre, Figlio e Spirito, e di battezzare, di cambiare nel profondo la struttura del credere e dello sperare dell’uomo. Lui è in mezzo a loro fino alla fine del mondo, in mezzo a noi fino alla fine del mondo. Compagno di solitudine, conforto per la fede che dovrebbe testimoniare, gridare, bussare a tutte le porte per dire quella meraviglia che è conoscerLo questo Dio misterioso ma presente, lontano e vicino insieme, tutto e momento, pienezza e bisogno. Dio che parla nella fragilitĂ di un uomo e unico modo per parlare la stessa lingua degli uomini; Dio che può parlare solo attraverso la fragile lingua degli uomini. Dio che promette un amore che è l’unica salvezza attraverso la miseria di chi solo balbetta il senso della salvezza e dell’amore. La stessa solitudine; lo stesso modo di fidarsi. Lui rimane in mezzo a noi fino alla fine del mondo. Rimedio alla solitudine. Fede.


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Dire grest significa anche raccontare delle gite e delle uscite alla scoperta di posti nuovi. Quest’anno i grest hanno l’opportunitĂ di scoprire un luogo che nasce grazie alla parola e al dialogo. Paolo VI si è sempre interessato all’arte contemporanea, comunicando e lavorando con gli artisti del suo tempo. La Collezione Paolo VI - Arte Contemporanea di Concesio racchiude il frutto di questa interazione con importanti

opere: da DalĂŹ a Chagall, da Picasso a Matisse, da Fontana a ManzĂš. La giornata ha inizio con una breve visita alla casa natale di Paolo VI per proseguire poi verso il Museo dove si potranno osservare le opere. Pervenuta tramite vari lasciti (disposti prevalentemente da mons. Pasquale Macchi, giĂ segretario particolare di Paolo VI), la collezione dell’Associazione Arte e Spiritualità è costantemente arricchita da donazioni e

acquisizioni. Sono circa 7000 le opere conservate. La visita sarà divisa in due gruppi: dai sei ai 10 e dagli 11 ai 14 anni. Per ciascun gruppo verranno fissati obiettivi e finalità diversi, tenendo sempre presente il tema del grest. Al termine della visita sarà possibile fare un laboratorio didattico specifico per ciascuna fascia d’età . L’ingresso (visita piÚ laboratorio) costa 4 euro. Informazioni e iscrizioni al Centro oratori bresciani.

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a parola è il filo conduttore dell’estate 2012. Parole da dire, da ascoltare, da regalare. Dopo gli ultimi anni vissuti tra il cielo, la terra e il tempo, una parola s’innalzerĂ chiara da tutti gli oratori. Quale? “PasspartĂš!â€?. Le parole sono necessarie e fondamentali. “Alcuni dicono − scrive Emily Dickinson ne ‘I silenzi’ − che quando è detta la parola muore. Io dico invece che proprio quel giorno comincia a vivereâ€?. Solo con la parola possiamo entrare dappertutto (passepartout, appunto): nel nostro cuore per dare nome ai sentimenti piĂš profondi, nel cuore delle cose per usare parole giuste, nel cuore degli altri per costruire relazioni buone, nel cuore di Dio se impariamo a capire e ad accogliere la Sua parola. Per far ciò c’è bisogno di tempo, attenzione e cura. Passepartout è stato il punto di partenza. La parola dice di quell’aggeggio che apre tutte le porte. Quando bisogna entrare in molti posti, bisognerebbe possedere ogni chiave. Il passepartout è quell’unico oggetto che apre luoghi diversi. La parola ha questa capacitĂ : quella di permetterci di entrare nel cuore di chiunque, di aprire qualunque porta chiusa. Come lo scriviamo?, si sono chiesti i responsabili dell’Ufficio oratori. L’originale è piuttosto difficile da leggere. SĂŹ, è scritto in modo scorretto, ma quel “tuâ€? in finale di parola dice bene la possibilitĂ , che la parola ci offre, di creare legami con l’altro. La parola: il tema di PasspartĂš riletto attraverso le pagine della Bibbia, l’arte, la letteratura, il cinema e il teatro. Per recuperarne il senso e la preziositĂ co-

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me occasione propizia per costruire un’esperienza significativa durante il cre-grest. Il buon utilizzo della parola, non riferendoci al solo atto oratorio, vede anni e anni di lavoro e crescita. Non è con l’etĂ che impariamo a parlar bene. Ăˆ con l’amore e la cura che si impara – e si insegna anche agli altri – ad usare bene le parole. Una parola (anche soltanto una parola) al posto giusto rende la vita piĂš bella a tutti. L’emergenza educativa sul tema

della relazione comunicativa, riportato e sottolineato anche dai Vescovi negli orientamenti pastorali per questo decennio, chiede una riflessione profonda ed attenta. Ăˆ bello pensare che durante l’estate 2012 a tutti i bambini e a tutti gli oratori viene offerta la possibilitĂ di soffermarsi insieme sull’importanza della Parola. Per molti la parola è obsoleta, superata dalle immagini e dalla tecnologia. I nuovi smartphone, i nuovi social network, le abitudini sociali sottolineano quotidianamente l’importanza di parole veloci, di immagini e “smileâ€? (le faccine) per comunicare. La comunicazione cambia. Ma siamo cosĂŹ sicuri che la parola non abbia piĂš importanza? Ăˆ solamente con le parole, e con un loro buon utilizzo, che possiamo realmente raccontare noi stessi, dare corpo ai nostri pensieri ed alla nostra immaginazione. Quello che portiamo nel cuore e custodiamo nei nostri sogni, ha bisogno di parole belle e sane per uscire e incontrare gli altri. Non bastano immagini. Non bastano suoni. Servono le parole. E nella riflessione sulle parole che vivono la nostra vita, la nostra quotidianitĂ , non possiamo rifarci a una Parola che guida tutte le altre. Ăˆ la Parola di Dio. Una Parola buona: da fare propria per condividerla e amarla. Una Parola viva: nella figura di GesĂš che si offre agli uomini come Parola nuova e Parola di vita. Le parole buone non sono quelle eleganti, colte, erudite. Le parole buone sono quelle che sanno raccontare del bene ricevuto, del bene comune. La parola può ferire e lasciare in giro incomprensioni e divisioni. Le parole possono essere pesanti come sas-

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si, che restano dentro anche a chi le pensa e le dice. Con le parole si possono mettere in giro cose buone. Si può essere gentili, cordiali, corretti, leali e trasparenti. E poi bisogna essere responsabili della propria parola: che è mantenere la parola data ma anche avere presente le conseguenze delle proprie parole. Prendersi cura della parola è anche fare spazio al silenzio perchĂŠ nel silenzio, nell’ascolto del proprio cuore, c’è il modo per

trovare le parole piĂš adatte e per dare forma ai pensieri e ai sentimenti e per ragionare sulle parole che ci arrivano dagli altri. Il sussidio per il momento quotidiano della preghiera è costruito sull’idea che la Parola di Dio è il vero passepartout che ci consente di entrare nel segreto e nella pienezza della vita. Solo che Dio è di poche parole. Bisogna imparare a capire come parla lui. Dove stanno i suoi pensieri e come incrociano la nostra quotidianitĂ .

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+ 2 SULPR KDSSHQLQJ QD]LRQDOH GHJOL RUDWRUL 7000 oratori italiani (nella foto don Marco Mori, presidente del Foi), uno ogni sei parrocchie. Solo in Lombardia 500mila bambini partecipano alle attivitĂ estive e 70mila sono gli adolescenti coinvolti come animatori. Alla luce di questi dati e dell’alta valenza educativa è stato pensato un momento (H1O - Primo happening degli oratori) che in futuro potrĂ trovare anche una sua periodicitĂ . Ăˆ la prima volta che, in Italia, si organizza un happe-

ning degli oratori. “H1Oâ€?: evoca gli elementi essenziali della vita, l’acqua, la fontana del villaggio, gli incontri di Dio con il suo popolo ai vari pozzi, GesĂš acqua viva‌ In “H1Oâ€? c’è la volontĂ di far capire gli elementi essenziali dell’essere e del fare oratorio oggi, convinti che la proposta educativa dell’oratorio, nella sua completezza, è ancora attuale. A chi si rivolge? Appare strategico concentrarsi su coloro che in oratorio hanno un ruolo

di coordinamento e di responsabilitĂ di singoli settori, soprattutto se nella fascia d’etĂ giovanile. L’invito è che ogni oratorio dia la possibilitĂ di partecipare a “H1Oâ€? agli educatori che, al proprio interno, sono responsabili dei cammini. L’happening si articola su tre momenti, che appaiono attualmente i piĂš signiďŹ cativi nell’ottica di una proposta nazionale sugli oratori: la condivisione di modelli e lo scambio di esperienze, compresa quella

spirituale; la riessione esplicita sulle dinamiche dell’oratorio e sui suoi processi educativo-pastorali; la conoscenza di prassi e di attivitĂ che gli oratori offrono. Nello speciďŹ co il programma prevede: il 6 e il 7 settembre il gemellaggio tra gli oratori, l’8 il convegno presso il Centro ďŹ era di Montichiari (nel pomeriggio workshop in centro a Brescia e festa ďŹ nale in piazza Loggia). Il 9 settembre la celebrazione eucaristica in Cattedrale.


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tratta di un primo esperimento, facilitato dalla presenza di un unico parroco (don Angelo Anni). Chiaramente di fondo c’è un discorso educativo-aggregativo che ha portato i due curati (don Paolo Gregorini e don Francesco Bezzi, al primo grest da curato in oratorio) a ragionare sul grest comunitario, sempre seguendo le indicazioni dell’Ufficio oratori. Ăˆ stato allestito anche il servizio mensa a San Sebastiano con un pulmino che porterĂ i piĂš piccoli

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dal Sacro Cuore alla mensa. Ogni settimana, poi, i ragazzi vivranno insieme il momento della gita. Se i due oratori hanno pensato a un’unica proposta estiva, va anche detto che tutta la formazione degli animatori è stata fatta in maniera unitaria sul territorio della cittĂ di Palazzolo, quindi sulle cinque parrocchie. La pastorale giovanile costituire terreno fertile per camminare nella direzione delle unitĂ pastorali.

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)RUPD]LRQH" 2SHUD]LRQH LQGLVSHQVDELOH La preparazione del grest è un’occasione unica di formazione per gli animatori, spesso adolescenti e giovani dai 14 ai 20 anni. Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza nelle parrocchie dell’importanza di questo servizio e della necessitĂ di offrire agli animatori una formazione personale e al proprio ruolo. Prima di iniziare la progettazione e l’organizzazione vera e propria del grest, in gran parte degli oratori vengono proposti ai giovani

animatori alcuni incontri che costituiscono un vero e proprio “corso per animatori del grestâ€? che da una parte offre spunti e indicazioni sul tema del grest e dall’altra sviluppa alcuni temi educativi fondamentali rispetto al ruolo dell’animatore in oratorio. Il corso è un’occasione per conoscere meglio il ruolo dell’animatore e lo stile dell’animazione, la relazione educativa che si instaura tra gli adolescenti e il bambino, il valore del gruppo e l’im-

portanza del gioco. Gli strumenti messi a disposizione dall’UfďŹ cio oratori per predisporre i corsi in parrocchia sono molti: si incomincia dal Grestival (tre serate di lancio dell’esperienza estiva). Inoltre gli animatori della Commissione grest diocesana sono inviati dall’UfďŹ cio oratori in 25 esperienze locali di formazione (alcune delle quali zonali, altre di unitĂ pastorale o parrocchiale): quest’anno raggiungeremo un totale di 68 serate

di formazione e di oltre 900 animatori incontrati solo per quanto riguarda la preparazione ai Grest. Uno sforzo notevole che spesso prevede la co-progettazione della proposta formativa con la realtà locale che l’ha richiesta e, attraverso moduli ricchi di attività di gruppo e tecniche per la condivisione dell’esperienza, vuole aiutare gli animatori a conoscere meglio i bambini che avranno di fronte e il mandato ricevuto dalla comunità parrocchiale.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 31 maggio Ore 10.30 - Vestone Santa Messa in occasione della festa patronale. Ore 16 - Brescia - Tavola rotonda internazionale per l’Incontro mondiale delle famiglie in Cattedrale. VenerdĂŹ 1 giugno Ore 10 - Brescia - Cerimonia per la consegna delle onorificenze della Repubblica presso l’auditorium San Barnaba.

Ore 17 - Brescia - Santa Messa e incontro con la Fondazione S. Francesco di Sales presso il Centro Paolo VI. Sabato 2 giugno Ore 10.30 - Pisogne Inaugurazione nuova struttura dell’Hospice. Domenica 3 giugno Ore 10 - Milano - S. Messa con il Papa in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie. MartedÏ 5 giugno Ore 20.30 - Brescia - Incontro con i cresimandi adulti presso la parrocchia di S. Francesco di Paola. MercoledÏ 6 giugno Ore 9 - Chiari - S. Messa e incontro con la cittadinanza.

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Gian Mario Chiari, parroco di Rovato e Bargnana, è stato nominato parroco anche della parrocchia di Lodetto. Il sac. don Ettore Piceni, giĂ vicario parrocchiale a Palosco, è stato nominato vicario parrocchiale delle parrocchie di

Bargnana, Lodetto e Rovato. Il sac. don Roberto MorÊ, vicario parrocchiale di Rovato, è stato nominato vicario parrocchiale anche delle parrocchie di Bargnana e di Lodetto. Il sac. don Gianluigi Moretti, vicario parrocchiale di Rovato, è stato nominato vicario parrocchiale anche delle parrocchie di Bargnana e di Lodetto. Il sac. don Valentino Bosio, presbitero collaboratore della parrocchia di Rovato, è stato nominato presbitero collaboratore anche delle parrocchie di

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’esperienza, tradizionalmente curata dai membri delle Aggregazioni laicali della diocesi, si è arricchita quest’anno di alcune presenze: l’animazione è stata offerta dai giovani. I giovani dei vari gruppi, movimenti, associazioni, nuove comunitĂ , ordini secolari ma anche delle comunitĂ religiose e i seminaristi. Buona la presenza di coloro che, provenienti dalle diverse Zone pastorali, si sono preparati insieme al Vescovo alla Pentecoste sostando in preghiera in cinque santuari mariani per respirare il “Soffio della vita risortaâ€?. Si è concluso cosĂŹ, in questa celebrazione, anche il pellegrinaggio dell’immagine della Vergine della Santa Casa di Loreto, giunta in occasione della Veglia delle Palme, per poi accompagnare varie esperienze di preghiera dei giovani durante il tempo pasquale. L’intera Veglia è stata caratterizzata dal servizio di giovani e di coppie di sposi:

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tutti, infatti, a conclusione della celebrazione, tre giovani provenienti da altrettante esperienze (focolari, volontari della sofferenza, comunione e liberazione) hanno testimoniato, a nome di tutti, la loro gratitudine al Signore. L’esperienza del dono accolto e condiviso, piĂš volte sottolineata dal Vescovo, ha assunto cosi i tratti dell’esperienza dell’unitĂ . L’unitĂ del cenacolo attorno a Maria, della Pentecoste che genera la Chiesa. L’unitĂ di tutte le etĂ e le vocazioni, di tutti i carismi e ministeri, che non solo non si annullano reciprocamente, ma – proprio perchĂŠ comunione di diversità – diventano espressione autentica della ricchezza e della bellezza della Chiesa, della comunione che fa risaltare ogni unicitĂ , che valorizza ogni dono come riflesso del dono. Non è mancata, semplice e incisiva, la richiesta di continuare a vivere il dono dell’unitĂ e del discernimento anche in occasione del prossimo Sinodo sulle unitĂ pastorali.

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Bargnana e di Lodetto. Il sac. mons. Gaetano Fontana, parroco abate di Montichiari, è stato nominato parroco anche della parrocchia di Vighizzolo. Il sac. don Mario Pelizzari, già parroco della parrocchia di Rezzato San Carlo, è stato nominato presbitero collaboratore delle parrocchie di Vighizzolo e Montichiari. Il sac. don Michele Bodei, vicario parrocchiale di Montichiari, è stato nominato vicario parrocchiale anche della parrocchia di Vighizzolo. Il sac. don Costantino Conti, vicario parrocchiale di

Montichiari, è stato nominato vicario parrocchiale anche della parrocchia di Vighizzolo. Il sac. don Alfredo Scaroni, vicario parrocchiale Montichiari, è stato nominato vicario parrocchiale anche della parrocchia di Vighizzolo. Il sac. don Luigi Lussignoli, presbitero collaboratore di Montichiari, è stato nominato Presbitero collaboratore anche della parrocchia di Vighizzolo. Il sac. don Italo Uberti, presbitero collaboratore di Montichiari, è stato nominato presbitero collaboratore anche della parrocchia di Vighizzolo.

Il diacono Giulio Faraone, in servizio presso la parrocchia di Montichiari, è stato nominato anche per il ministero presso la parrocchia di Vighizzolo. Il diacono Mario Piazza, in servizio presso la parrocchia di Montichiari, è stato nominato anche per il ministero presso la parrocchia di Vighizzolo.

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di Pavia dal 1986 al 2003, l’autore si è occupato del problema della redenzione dalla morte nel cristiano negli scritti di Agostino fin dall’etĂ giovanile, quando scelse l’argomento per la sua tesi alla Gregoriana di Roma. Ăˆ tornato a farne oggetto del suo pensiero, approntando questo studio, nell’ultimo periodo della sua vita, con gli approfondimenti acquisiti nella lettura delle opere pubblicate sul Vescovo d’Ippona dagli anni Quaranta in poi.

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ons. Enzo Rinaldini (Crescenzio all’anagrafe) nasce a Gardone Valtrompia il 27 dicembre 1925. Viene ordinato sacerdote a Brescia il 26 giugno 1949. Ăˆ vicario parrocchiale a Cellatica dal 1949 al 1952, viceassistente diocesano dell’Azione cattolica e insegnante in Seminario dal 1952 al 1960. Nel 1960 è il primo dei sacerdoti fidei donum – luogo di missione il Brasile – ove rimarrĂ fino alla morte. Rettore e insegnante nel Seminario di AraçuaĂŹ, parroco di Itinga, parroco di Itaobim e Padre Paraiso dal 1960 al1982. Viene eletto vescovo di AraçuaĂŹ il 10 maggio 1982, e consacrato nella cattedrale di Brescia il 4 1uglio 1982. Entra in sede l’8 agosto 1982. Vescovo emerito di Araçuai dal 2001. Muore, dopo lunga malattia, ad Araçuai il 24 ottobre 2011 ed è sepolto nel cimitero locale. Questi i dati essenziali di una vita spesa tutta all’insegna di quello che sarĂ il suo motto episcopale “Buscamos nova terraâ€? (Cerchiamo terra nuova). I primi 11 anni trascorsi in diocesi hanno lasciato nei cellatichesi prima, negli alunni del seminario ove insegnò matematica (era laureato in matematica e fisica) e negli amici di Ac poi, il ricordo di una presenza viva, dolcissima, esigente. Dopo la partenza del primo drappello, guidato da don Enzo, di quattro sacerdoti bresciani fidei

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te gocce di solidarietĂ per i fedeli di don Enzo (diventato dom con la consacrazione episcopale) che ha potuto creare una vera e propria rete sociale ed educativa, salvando dalle strade migliaia di ragazzini poveri. Don Enzo giunge in Brasile nel 1960. Dopo 22 anni di proficuo apostolato nella diocesi di Araçuai, ne viene nominato vescovo. Nel suo discorso d’ingresso afferma: “Noi possiamo guardare al futuro con rinnovata speranza solo se sapremo leggere, vivere e annunciare il Vangelo ogni giorno. Se sapremo tradurre in gesti concreti ciò che il Padre Nostro ci suggerisce, avremo

posto le basi per una societĂ piĂš giusta. Se avremo il coraggio di spezzare e di condividere ciò che ci è dato gratuitamente dalla terra madre, noi saremo veramente popolo eletto‌ Se però aspettiamo che il superfluo venga distribuito – aggiunse dom Enzo – è probabile che a noi non sarĂ concesso di vedere il cambiamentoâ€?. La diocesi conta circa mezzo milione di abitanti, con 24 sacerdoti (il doppio degli Apostoli, diceva dom Enzo) di varie nazionalitĂ . Deve fare contemporaneamente il vescovo e sostituire i suoi parroci tutte le volte che ve n’è la necessitĂ . Inoltre insegna in Seminario e nelle scuole di agraria, topografia e minerali da lui create perchĂŠ lo Stato del Minas Gerais è ricchissimo di minerali di ferro e di pietre preziose. Trascorre gli ultimi anni nella preghiera, nella lunga sofferenza del corpo e dello spirito, nella povertĂ piĂš assoluta: “Io annuncio il Vangelo – diceva dolcemente –, che è giĂ la somma di ogni buona e onorevole intenzione. Dite alla gente che ci conosce che noi siamo felici e che vorremmo distribuire felicitĂ anche a loroâ€?. Mons. Enzo Rinaldini, prete, missionario, vescovo e poi vescovo emerito della diocesi di Aracuai ha chiesto di essere sepolto nel camposanto della cittĂ , all’ombra della chiesa che ha servito per quasi 52 anni, vicino alla sua gente, nel suo Brasile.

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‡Â?‹Â?ƒ”‹‘ †‹‘…‡•ƒÂ?‘ ‹Â? ‘Â? ƒÂ?ÇŁ †‹Â?ƒÂ?‹…‹ ’‡” ‹‘ Presso il Seminario di via delle Razziche 4 il 24 maggio è andato in scena “Din Don Dan, DinAmici per Dioâ€?, il Meeting diocesano dei chierichetti. Dopo l’accoglienza e i giochi, preparati con cura dai ragazzi del Seminario minore, i ministranti hanno avuto un momento di preghiera con il Rettore prima della merenda e dei saluti. Anche questa è stata un’occasione per valorizzare il servizio dei ministranti alle comunitĂ oltre che essere un’opportunitĂ

per condividere l’esperienza cristiana in maniera gioiosa e attraente. “Quando partecipate alla liturgia svolgendo il vostro servizio all’altare, voi − ha detto il Papa ai ministranti − offrite a tutti una testimonianza. Il vostro atteggiamento raccolto, la vostra devozione che parte dal cuore e si esprime nei gesti, nel canto, nelle risposte: se lo fate nella maniera giusta e non distrattamente, in modo qualunque, allora la vostra è una testimonianza che tocca gli

uominiâ€?. Non bisogna dimenticare che ogni volta che ci accostiamo all’altare, abbiamo la fortuna di assistere al grande gesto di amore di Dio, che continua ad esserci vicino, ad aiutarci, a darci forza per vivere bene. Con la consacrazione quel piccolo pezzo di pane diventa Corpo di Cristo, quel vino diventa Sangue di Cristo. Per i chierichetti è una fortuna poter vivere da vicino questo mistero, ecco allora che il servizio va svolto con amore, con devozione, non con superficialitĂ .

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osa vuol dire rifare una stagione dopo il successo dello scorso anno? Ăˆ sicuramente una bella sfida, anche se devo dire che la sfida in questa stagione è soprattutto economica, nel senso che è un anno di grande sofferenza e difficoltĂ e questo si risente anche in ambito artistico. Non solo nell’assenza di sponsor, ma anche in termine di programmazione, perchĂŠ le agenzie tardano a confermare le date degli artisti, perchĂŠ a loro volta subiscono i ritardi dei festival che in Italia ricevono finanziamenti pubblici, beati loro. Questi non confermano le date fino alla conferma del finanziamento. Nonostante ciò, siamo molto soddisfatti del cartellone. La risposta del pubblico ci sta dando ragione. Quali sono le chicche? Siamo felicissimi di avere un maestro della musica italiana d’autore come Paolo Conte il 28 luglio, perchĂŠ è un artista che non è mai stato al Vittoria-

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poliedrici di D’Annunzio poco conosciuti. Gli attori sono Luca Marinelli, Filippo Timi e Ugo Pagliai. La comunicazione è importante... Le iniziative dello scorso anno sono confermate: l’aspetto preponderante della nostra comunicazione è sul web. La programmazione e prevendita dura tutto l’anno, anche se il festival è stagionale. Quindi abbiamo puntato sul sito internet e sui social network: su Facebook con tre pagine. Abbiamo duplicato quella dedicata alla stagione perchè avevamo raggiunto il limite di amicizie. Sul sito on line si possono acquistare i biglietti. La vera novità è il partner Bcc del Garda, per cui tutte le filiali su Brescia e Verona, fanno prevendita dei biglietti. Danza, teatro, musica e circo: in che modo tutto il cartellone è in relazione con il Vate? Abbiamo tentato di puntare all’eccellenza dei generi che proponiamo su questo palcoscenico, con un cartellone trasversale. Abbiamo scelto di

non puntare sulla lirica perchĂŠ non possiamo aspirare a grandiosi allestimenti lirici, con 1500 posti, senza fondi statali. Cediamo il passo all’Arena; ubi maior... Abbiamo guardato a ciò che qui può essere valorizzato. Qui abbiamo puntato all’eccellenza. Pensiamo in questo, forse con un po’ di presunzione, di ricalcare, mutatis mutandis, i gusti di Gabriele D’Annunzio, personaggio moderno e coraggioso. Ci siamo chiesti, se vivesse oggi, che cosa piacerebbe vedere al Vate? A 150 anni dalla sua nascita lo spettacolo è cambiato; questo pensiamo sia un cartellone di cui sarebbe orgoglioso. Lo crediamo sostenuti da Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale; sta dando una sterzata di novitĂ a tutta la vita del Vittoriale. Come si muove un direttore artistico in un contesto del genere: fascino della cornice, peso culturale del fondatore del Vittoriale, della Fondazione e degli artisti? Sicuramente è un ruolo che mi pia-

ce. Mi incute piĂš timore quando lo sento nominare, rispetto a quanto mi accada quotidianamente vivendo il ruolo. Da anni vivevo nell’organizzazione del mondo dello spettacolo. Ăˆ stato naturale declinare le competenze sperimentando in contesti diversi sul modello di questo luogo che detta le regole da solo. Cito il presedente. Lui notò, appena nominato presidente, che in cartellone c’erano i Dik Dik. Si chiese cosa centrassero con D’Annunzio. Quando affidò a noi la stagione ci trovammo in sintonia sul fatto che centrino meno di Lou Reed o Paolo Conte. Anche se nessuno di noi ha colloqui notturni con il Vate. Ci sono giĂ sorprese per i 150 anni dell’anno prossimo? Dobbiamo aspettarci cose grandi, non solo nel periodo estivo. La stagione partirĂ dall’inverno, forse giĂ 2012 e coprirĂ il 2013, alternando gli spazi dell’anfiteatro con l’auditorium. L’anteprima con James Taylor al Grande ne è stato un assaggio.

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VenerdĂŹ 1 e sabato 2 giugno alle 21 in San Desiderio riprendono le repliche di “Alessandro a Siwaâ€?, spettacolo scritto e diretto da Antonio Fuso. L’opera è divisa in tre parti: Uscite di scena, La quarta parte vuota, Scena divento (di vento). Nella prima parte è indagato il “personaggioâ€? del teatro occidentale, da Shakespeare a Pirandello, nell’atto in cui, uscendo di scena, pronuncia una qualche veritĂ sulla vita, la morte, l’amore, il dolore‌ La quarta parte vuota è l’espressione che gli arabi

In occasione del trentennale dell’UniversitĂ degli Studi di Brescia venerdĂŹ 8 giugno alle 18, nell’aula magna della FacoltĂ di Giurisprudenza, in via San Faustino 41, si terrĂ la conferenza del prof. François Ansermet sul tema “I figli della scienza. L’influenza delle biotecnologie perinatali sullo sviluppo emotivo della personaâ€?. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’associazione “Il sorriso dei bimbiâ€?.

usano per indicare il deserto. E nel deserto conduce la scrittura drammaturgica che desertifica segni, simboli e linguaggi del “gran teatroâ€?. La terza parte del lavoro: Scena divento (di vento), non poteva limitarsi a raccontare un episodio di una storia universalmente nota. E cosĂŹ, nella finzione, la notte di Alessandro Magno diventa la notte di tutti coloro che si interrogano sul proprio destino. Ingesso gratuito ma è obbligatorio prenotarsi allo 0302400060 o via email a info@scenasintetica.it

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al 2 giugno al 2 settembre sarĂ possibile visitare nei Musei Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano, due mostre collaterali d’arte contemporanea con indagini e percorsi a cavallo tra la scienza floreale e la creativitĂ piĂš attuale; a partire da “Florilegioâ€?, una personale di Corrado Bonomi, a cura di Lara Alberti, le cui installazioni ironiche, talvolta surreali, sono realizzate con materiali di recupero dal mondo del giardinaggio. Riconvertendo e scambiando di funzione i materiali, Bonomi capovolge il rapporto tra significato e significante. SeguirĂ una seconda tappa dell’antologica “GiĂ come nel Mio Fiorâ€?, inaugurata nel 2011, con opere quest’anno di Maurizio Bottoni, Michelangelo Galliani e The Gahan Project, a cura di Anna Vergine e Gabriele Fallini, in collaborazione con la Galleria BonelliLab di Canneto sull’Oglio (Mn) e la Galleria d’Arte Nino Sindoni di Asiago (Vi). Il lavoro di Maurizio Bottoni esprime la pittura colta, descrittiva degli elementi naturali a diversi piani di visione e lettura, dal singolo fiore alla re-

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altĂ della zolla erbosa, un’indagine di un microcosmo, che si allarga al bosco nelle diverse situazioni del giorno e della notte, condotta come se si facesse parte di quel mondo, con punti di vista e dimensioni ‘reali’, attraverso una tecnica pittorica raffinata e consapevole della storia della pittura, attuale e contemporanea. I consueti laboratori creativi per bambini quest’anno vedranno la conduzione diretta dell’artista Corrado Bonomi, che si è reso disponi-

bile l’ultima domenica del mese (a partire da domenica 27 maggio fino a domenica 2 settembre, alle ore 15 -16 - 17, nella galleria principale, con accesso incluso nel biglietto) a coinvolgere le famiglie, in Ready made in erba, un’attività tesa a stimolare lo spirito critico nei confronti della realtà che ci corconda, attraverso la manipolazione creativa e il riutilizzo di materiali da giardinaggio (sottovasi, tubi di gomma, reti‌), volti alla creazione di nuovi oggetti.

/¡HVWDWH PXVLFDOH GL %UHVFLD L’estate bresciana degli spettacoli, dei concerti e dei grandi appuntamenti musicali in piazza è targata Cipiesse. Presentata ufďŹ cialmente la stagione dell’organizzatore bresciano di eventi che toccano Brescia ma non solo. Il primo appuntamento, che ne replica uno giĂ visto qualche mese fa in terra bresciana, è l’esibizione di Ian Anderson (venerdĂŹ 1 giugno al Teatro Smeraldo di Milano). Il primo appuntamento bresciano sarĂ il concerto dei Nomadi, gruppo seguito e amato in terra nostrana, il 16 giugno alle 21 a Rezzato (prevendita 23 euro, la sera del concerto 25 euro). Dalla musica di garanzia la stagione offre la comicitĂ di garanzia con il ritorno di Giuseppe Giacobazzi in “Una vita da pauraâ€? il 29 giugno a Rezzato (23 euro, 25 la sera dello spettacolo). L’estate si scalda di ritmo con il “Meglio live tour 2012â€? di J-Ax di cui il Ci-

piesse offre due date: giovedĂŹ 5 luglio alle 21.30 al Centro sportivo di Ponteture (Pc) e mercoledĂŹ 18 luglio alla Fiera di Bergamo. La piazza Duomo di Brescia si riempie invece delle sonoritĂ dei Negrita sabato 14 luglio. Il gruppo sta portando in tour gli ultimi lavori dell’album “Dannato vivereâ€? oltre ai propri successi. Ingresso 32.20 euro in prevendita e 35 la sera del concerto. Ancora piazza Duomo e ancora sonoritĂ del tutto particolari: stiamo parlando dei Subsonica a Brescia il 21 luglio alle 21.30. Prezzi dei biglitti 23 euro. Ma Brescia risuonerĂ con note amiche, quasi di casa qualche giorno dopo quando sarĂ Francesco Renga a esibirsi nella propria cittĂ . Non è la prima volta, ma i bresciani e i suoi fan accorrono sempre numerosi. Biglietti da 38 euro (1° settore) e 23 euro (2°

settore); la sera del concerto maggiorati di 2 euro. Ma non è finita qui. Dopo Renga piazza Duomo ospiterĂ i LitďŹ ba nel loro tour 2012 martedĂŹ 24 luglio alle 21.30. Il 2009 è l’anno della reunion del gruppo che si era separato nel 1999. Ingresso 32.20, la sera dello spettacolo 35 euro. Si chiude alla grande il 25 luglio alle 21.30 con una delle signore della musica italiana: Giorgia. La tappa è una delle date previste ne suo “Dietro le apparenze tourâ€?. Biglietti: 43 euro (1° settore), 33 euro (2° settore) e 23 euro (3° settore non numerato); maggiorazioni di 2 euro la sera del concerto. Prevendite dei biglietti: circuito greenticket e ticketone. Per ulteriori informazioni: cipiesse-bs.it. Grazie a Cipiesse anche Brescia può vivere una grande estate musicale. E non è certo la prima volta.


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MartedĂŹ 5 giugno le Misticanze al Musil di Rodengo Saiano. Lo spettacolo in scena, con inizio alle 21, è “Tabula rasaâ€?. 52 persone che raccontano, con il corpo e Catullo, la voce e Pessoa, l’incanto e Keats, il nostro “essere umaniâ€?, ognuno con le proprie diversitĂ , la propria rabbia, la propria gioia. Ognuno diverso. Gli esiti dei laboratori di teatro, guidati da Beatrice Faedi, diventano una lezione aperta che vede in scena tutti i partecipanti al corso.

GiovedĂŹ 14 giugno alle 20.45 al Teatro Odeon, Lumezzane ricorda Giacinto Prandelli nel secondo anniversario della scomparsa, con una serata dedicata a “Madama Butteryâ€?, promossa e organizzata nell’ambito della rassegna Odeon Classic dall’Assessorato alla cultura del Comune di Lumezzane insieme con Rotary Club Valtrompia e con il sostegno di Fondazione Asm. “Butteryâ€? propone una selezione delle pagine piĂš belle dell’opera di Giacomo Puccini in una

rappresentazione teatrale pensata per gli appassionati ma anche per chi si avvicina per la prima volta alla lirica, con l’esibizione di giovani di talento e la suggestione di proiezioni e contributi audio-video che concorrono a ricreare atmosfere e ambientazioni della tragica vicenda della geisha giapponese. E regala l’emozione di ascoltare la voce del grande tenore lumezzanese: grazie alla registrazione radiofonica di una recita del 1952 al Metropolitan di New York, Prandelli ritorna in

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una memorabile interpretazione di Pinkerton e si unisce idealmente ai cantanti in scena. Il cast è composto da giovani artisti provenienti da tutto il mondo, fra i quali si distinguono anche talenti bresciani. Ăˆ giapponese, come da libretto, la protagonista, il soprano Yasko Sato, astro nascente della lirica internazionale. Ingresso 10 euro, ridotto 5. L’incasso della serata verrĂ interamente devoluto al progetto “Pozzi d’acqua dolce in Mozambicoâ€?.

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re giorni di festa con grandi concerti 8 giugno, 9 giugno e 10 giugno al PalaBrescia. Il teatro di via S. Zeno sarĂ la location della festa della Cgil lombarda con tre grandi concerti: Roberto Vecchioni, L’orchestra di via Padova e Marlene Kuntz. Per Vecchioni dalla vittoria del festival di Sanremo con “Chiamami ancora amoreâ€? nell’edizione 2011, Il concerto di venerdĂŹ 8 giugno vedrĂ il cantante-professore accompagnato da una band di sei elementi insieme a una sezione d’archi e ripercorrerĂ gli oltre 40 anni della sua incredibile carriera tramite i grandi classici del suo repertorio senza dimenticare le ultime produzioni. Il tour, che Vecchioni sta portando nei teatri fa seguito alla pubblicazione del doppio album “I Colori del Buioâ€?, pubblicato alla fine dello scorso novembre. Si tratta della prima antologia ufficiale di Vecchioni che mette insieme tre anime musicali diverse solo in apparenza: la cantautorale, la sinfonica e quella jazz. La raccolta è composta di 30 brani scelti personalmente dal professore, dei due inediti “I colori del buioâ€? e “Un lungo addioâ€? e da una straordinaria versione di “Luci a San Siroâ€? in duetto con Mina. Prezzo del biglietto 15 euro (a cui aggiungere 1,50 di prevendita); inizio alle 21. Sabato 9 giugno alle 21 invece sarĂ l’Orchestra di Via Padova a dare fiato e voce alla propria musica.

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PerĂš, Cile, Ucraina, Burkina Faso, Marocco, Serbia, Italia, Cuba: questi i Paesi di provenienza dei 15 musicisti dell’Orchestra. Ognuno di loro ha portato con sĂŠ un po’ della propria tradizione musicale. E ognuno si è poi prestato alla sperimentazione e al confronto, realizzando un mĂŠlange sonoro inedito e travolgente. Ingresso gratuito, per questa esibizione che si preannuncia eccezionale. Domenica 10 giugno alle 21 invece sul palco del PalaBrescia arriva la musica dei Marlene Kuntz, che avrĂ il compito di chiudere la tre giorni di festa della Cgil. Il gruppo Marlene Kuntz nasce nel 1990 per opera del chitarrista Riccardo Tesio e del batterista Luca Bergia. Non molto tempo dopo vi si unisce il cantante e chitarrista Cristiano Godano. Negli anni hanno saputo ritagliarsi un loro spazio e affascinare un proprio pubblico. I loro lavori migliori sono stati pubblicati nel 2009 con “Best of Marlene Kuntzâ€?. Dopo questo lavoro anche “Cercavamo il silenzioâ€?, un cd/dvd live, “Ricoveri virtuali e sexy solitudiniâ€? e l’ultimo pubblicato a febbraio “Canzoni per un figlioâ€? che contiene due tracce inedite e altre tracce del repertorio risuonate e riarrangiate. Posto unico numerato 10 euro (a cui aggiungere 1.50 euro di prevendita). Per tutti gli appuntamenti i biglietti sono in vendita sul circuito greenticket o nelle prevendite abituali. Per informazioni: palabrescia.it oppure 030348888.

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Camonica, i siti palafitticoli del lago di Garda e i luoghi del potere longobardo del complesso di Santa Giulia in cittĂ . Tutti sono documentati ed esaltati dalle 300 fotografie di Carlo Meazza nella pregevole pubblicazione “Lombardia, patrimonio dell’umanitĂ . I luoghi dell’Unescoâ€?, edita per i tipi Jaca Book. L’opera, presentata nel corso della “Settimana della culturaâ€?, nella tensostruttura del museo cittadino inquadra i nove

luoghi nei siti che li ospitano, alternando i segni specifici, che testimoniano l’universalitĂ , l’unicitĂ e l’insostituibilitĂ dei valori richiesti dall’Unesco, a splendide fotografie d’insieme, che allargano la prospettiva ad un patrimonio artistico e naturale di incomparabile bellezza. “Da fotografo – spiega Meazza – sono rimasto particolarmente affascinato dalla civiltĂ camuna, la cui ‘storia è scritta nella

roccia’. Un insieme eccezionale di documenti iconografici che consentono di seguire nel corso dei secoli l’evoluzione culturale di questa straordinaria popolazioneâ€?. Meazza, varesino, ha iniziato la sua carriera come fotoreporter. In seguito si è dedicato alla libera professione, approfondendo nelle sue opere i temi a lui piĂš congeniali, come il reportage, i ritratti, il paesaggio e le scene di vita quotidiana. (v.b.)

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a ragione della perfidia è chiara: essa sta nella confessione a favore del cristianesimo che compie Rousseau, quando sottolinea l’incomparabilitĂ di GesĂš e Socrate. Si tratta di qualcosa che Voltaire e gli amici dell’Enciclopedia non hanno mai perdonato a Rousseau. Per essi ogni mezzo era giusto per annientare il traditore plebeo della grande causa dell’Illuminismoâ€?. Robert Spaemann, filosofo cattolico considerato in Germania “Il difensore della dignitĂ umanaâ€?, ha riassunto in poche parole il destino di Jean-Jacques Rousseau (17121778) di cui cade il terzo centenario della nascita. Il suo pensiero era imbevuto di religiositĂ e di misticismo, tanto che le sue interpretazioni sembrano portatrici di contraddizioni, segno di attenzione a una dimensione diversa da quella della razionalitĂ cartesiana e illuministica: sembrano, perchĂŠ, potrebbe replicare l’autore del “Contratto socialeâ€?, sono le cose del

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simo elemento di civiltĂ , diventava solo esibizione inutile e vuota. L’arte non dĂ nessun contributo alla cittĂ . Se la pòlis è unita, non ha bisogno di abbellimenti, anzi, essi sono l’ultima tappa della decadenza. Con il cristianesimo iniziava una nuova cultura che teneva conto anche dei contributi del passato, e questo segna una notevole differenza rispetto a Rousseau. I rapporti tra lui e il cristianesimo non finiscono qui, perchĂŠ il filosofo-musicista-scrittore (che difese la cattolicissima Polonia contro le mire della Russia “illuministaâ€?) sembra contraddirsi quando torna a parlare della cittĂ . Quale era secondo lui la cittĂ per eccellenza, quella che nel passato aveva incarnato meglio i motivi illustrati nell’“Emileâ€?, coesione, educazione alla cittadinanza e uguaglianza? Era Sparta, non Atene. Rousseau era convinto che, pur rappresentando un modello, il tipo di civiltĂ di Atene era retto sulla menzogna, perchĂŠ la coesione era data dalla religione di Sta-

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to che reclamava l’obbedienza a dei che non esistevano. Da una parte, il pensatore accusa il cristianesimo di erodere lo Stato ma, dall’altra, deve ammettere che esso rappresenta la religione vera, fatta di adesione libera e di fedeltà a Dio, non allo Stato. Il cristianesimo rischia di essere una minaccia per il libero Stato agognato da Rousseau, ma la storia gli dà torto. Si pensi ai martiri cristiani uccisi dai nazisti: si opponevano all’incarnazione moderna della Sparta ammirata.

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VenerdĂŹ 1° giugno alle 20.30 nella sala Pedini della Biblioteca comunale di Montichiari (ad ingresso libero) sarĂ presentato il libro di Agata Giulia Coletta dal titolo “Il Cavaliere dei Fioriâ€?, edito nella collana Nuove Voci. Dall’introduzione di Lionello Vestena, naturopata e floriterapeuta, si legge: “Il Cavaliere dei Fiori è una narrazione sentita ed affascinante di un percorso che, attraverso la potente forza della delicatezza, ci porta a conoscere meglio noi stessi, operando la riconnessione, tramite l’ascolto, alla nostra Anima. La metodologia dei Fiori, messa a punto dal medico gallese Edward Bach, è il mezzo che permetterĂ al protagonista di questo romanzo di riaffacciarsi alla propria vita con occhi nuovi, contemplandola da uno spazio in

cui l’Anima trova accesso al mondo esterno e interagisce con essoâ€?. Ăˆ un libro che evoca sensazioni e stati d’animo forti, capace di farsi leggere tutto d’un fiato e di trasportarci in un altro mondo, quello dell’Anima. La presenza, impalpabile ed eterea, di Bach avvolge il lettore e lo catapulta nell’ambito della natura, un affascinante viaggio anche dentro noi stessi. Nata a Roma nel 1959, Agata Giulia Coletta risiede a Verona; decisivo è stato l’incontro con il poeta Lino Briani che l’ha avviata alla scrittura. Nel 2003 ha dato alle stampe il volume di poesie dal titolo “Foglie di vitaâ€?. Da allora si dedica allo studio delle discipline bionaturali; segue con particolare interesse pubblicazioni e studi scientifici che trattano il “Campo del sottileâ€?. (f.m.)

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Â? Â?‘•–”ƒ Dz ‹™ƒÂ?ƒÂ?—ǥ –‡””ƒ †‡Ž Â?‹–‘dz Presso l’atrio del Centro pastorale Paolo VI si può visitare la mostra “Tiwanaku, terra del mitoâ€? frutto del lavoro di ricerca e di studio degli studenti del Liceo artistico Foppa guidati dal prof. Raffaele Galli, esperto di architettura antica e precolombiana. Quest’anno il liceo ha lavorato sul tema del mito producendo, tra i vari lavori, la prima mostra-studio su di uno dei siti piĂš interessanti dell’archeologia precolombiana, attualmente studiato da archeologi italiani.

Tiwanaku nella lingua incaica aymara signiďŹ ca “la cittĂ di Dioâ€?. Le sue rovine si trovano in Bolivia. le prime si sono concentrati sulla mensiocronologia, cioè sulla evoluzione storica del mattone, da Tiwanaku ai giorni nostri; le seconde e terze hanno disegnato e riprodotto in scala 1:5 e 1:100 ediďŹ ci del sito di Tiwanaku: tra cui la Porta della Luna e la Porta del Sole del Tempio di Kalasasaya, la piramide di Akapana e un modulo monolitico del Tempio di Pumapunku.

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iccole band crescono. La scena musicale bresciana non cessa di produrre realtĂ interessanti. Presentiamo un paio di band bresciane emergenti, i Don Turbolento e i New Dress. I Don Turbolento, decimi nella classifica dei gruppi/ cantanti italiani rivelazione del 2011, indetta dal portale Rockol, nascono a Brescia nel 2005 sotto la spinta di Dario Bertolotti (ex Blank Dirt) alla batteria e voce e Giovanni Battagliola (ex Black Eyed Susan) sintetizzatori e cori. Nel 2007 pubblicano l’Ep dal titolo “Spend the night on the floorâ€?, esaurito in alcuni mesi. Nel 2008 esce “Don Turbolentoâ€?, che fa decollare la band con un tour italiano che suscita entusiasmi, al pari del disco, che conquista nel 2009 la palma di miglior proposta indie rock al Mei di Faenza. Sul finire dello scorso anno arriva il secondo cd “Attack!â€?. Il disco, ottimo, rilancia un genere che in troppi hanno frettolosamente dichiarato sepolto. Ăˆ un elettropop di buona fattura, non troppo invasivo, che si alimenta da piĂš generi. Ottima la canzone che apre l’album “What I canâ€?, una sorta di kraut rock tedesco, con spiccati riferimenti alla band inglese degli Human League, artefice di ottimi album

negli anni Ottanta. Potente è la title track “Attack!â€?, piĂš marcatamente elettronica, che segna un album rivestito da un sound che non è solo funk sintetico, ma presuppone una visione totale dell’elettronica in chiave pop. Delicata è “Evil heavenâ€? con un ritmo rallentato che proietta in un’altra dimensione. Un lavoro globale e completo che in 10 tracce verifica l’evoluzione di suono e scrittura compiuta dal duo bresciano negli ultimi tempi. Un gruppo in grado di miscelare le influenza marcate di una certa wave elettronica di matrice britannica, ma che cammina spedito alla ricerca di una propria identitĂ . Discorso musicale simile quello dei New Dress, che hanno presentato “LegĂ mi di luceâ€? presso le Cantine Castelveder di Monticelli Brusati. L’album, uscito per la Kandinsky Records/Audioglobe, usufruisce della produzione artistica di Lele Battista, che ha anche prestato la propria voce nel singolo apripista “Bisogna Passare il Tempoâ€? (insieme al sax di Andy Fluon). La band formata da Stefano Marzoli (voce e sintetizzatori), Jordan Vianello (batteria) e Andrea Mambretti (chitarra) ha realizzato un ottimo disco, che suona un po’ retrò ma che mantiene lungo

tutte le tracce un fascino indiscutibile. Chiari i richiami al rock elettronico della musica tra gli anni Ottanta e Novanta, tra Depeche Mode, Cure e U2 con debiti verso il rock italiano dell’epoca. Il disco è stato registrato e prodotto presso lo Studio di Registrazione “Ritmo&Bluâ€? di Pozzolengo da Stefano Castagna giĂ in passato al fianco dei Cccp, Ligabue, Scisma. Un album di rock elettronico che suona caldo, e che ha la sua matrice, come ha dichiarato Lele Battista, nell’idea del corteggiamento, sentimento che ha guidato durante le registrazioni del disco la band e soprattutto il cantante Stefano Marzoli. Belli i suoni ma belle anche le liriche, particolarmente evocative. Tra le tracce, tutte valide, segnaliamo la conclusiva “Splendiâ€?:“quando c’è buio per vedere, basta uno spiraglio di luceâ€?.

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7 Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali, approfondimenti, e tutti i protagonisti dell’attualità in diretta all’interno della rubrica Zoom. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, con un occhio sul mondo, l’appuntamento è con Brescia in diretta.

Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti, le indicazioni della dietista Anna Zanardini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

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La Messa del sabato alle 18.30 è trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Sabato 9 giugno in Cattedrale mons. Luciano Monari ordina tre sacerdoti: sono don Claudio Sarotti di Edolo e don Damiano Raza di Pezzaze (entrambi classe 1983, formatisi nel nostro Seminario) e padre Carlo Bianchini di Darfo (38 anni) dei padri della Pace. In Primo Piano alle 9.30 l’intervista al rettore del seminario mons. Carlo Bresciani e ai tre ordinandi. Ultime puntate di Ecclesia in collaborazione con l’UfďŹ cio turismo e pellegrinaggi:

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio intitolato “Don Claudio e don Damianoâ€? sulle prossime ordinazioni presbiterali. A seguire: a conclusione del restauro, “Ospitaletto ritrova la parrocchialeâ€?; “Sette chierichetti in Seminarioâ€? in occasione del Meeting “Din Don Dan, DinAmici per Dioâ€?; da ultimo il servizio “In memoria di David Maria Turoldoâ€?. La rubrica “4 parole...â€? è con don Marco Mori che presenta i grest

il direttore don Claudio Zanardini illustra i prossimi pellegrinaggi diocesani in Bulgaria e in Polonia. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche in differita, la domenica su Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; Radio Ponte Manerbio alle 12.30; Radio RaphaĂŤl alle 9. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it

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2012 sul tema “Passpartu. Di’ soltanto una parolaâ€?. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche l’incontro del ciclo “Negli occhi della libertĂ â€? tenuto alla Poliambulanza e intitolato “L’assolutamente liberoâ€?.

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7UDWWDUH O¡HPHUJHQ]D VHQ]D VSHWWDFRODUL]]DUOD I tre fondamenti della paleo-televisione, quella che muoveva i primi passi negli anni Cinquanta: educare, informare, intrattenere. I tempi cambiano e il piccolo schermo diventa neo-televisione: negli ultimi anni l’intrattenimento ha preso il sopravvento su educazione e informazione, si è diffuso nei palinsesti di tutte le reti, pubbliche e private. Ora si deve parlare di “infotainmentâ€?, il mix di information ed entertainment, ovvero l’informazione che si fonde con l’intrattenimento, tipico di una tv che spettacolarizza tragedie, omicidi e catastrofi. Certo ci sono eccezioni che confermano la regola: la diretta

televisiva dei terremoti di martedĂŹ 29 maggio ha riportato il piccolo schermo alle origini del video-racconto di un evento tremendo e odioso in tutte le sue sfaccettature, dal numero di morti, ai danni materiali ed economici, fino alle responsabilitĂ umane dei crolli. La tv, giĂ attivatasi alle prime scosse del 20 maggio, era pronta all’evento con decine di giornalisti giĂ sul posto da una settimana con troupe di operatori. Tutte le reti generaliste hanno fornito una copertura adeguata all’evento: è la tv dell’emergenza, una finestra che racconta in diretta ciò che accade, il metodo piĂš veloce, insieme al mondo

web, per avere aggiornamenti in diretta. Il miglior lavoro per tempestività e correttezza nelle notizie va a Sky Tg24, il canale all-news via satellite, visibile in diretta streaming anche dal sito internet. Fin dalla prima scossa della mattina di martedÏ 29 maggio, in una lunga diretta ha raccontato in divenire la tragedia del sisma che ha colpito durante tutto il giorno i Comuni dell’Emilia. Durante un evento di tale portata era prioritario concentrarsi sull’evento, mantenendo un tono sÏ concitato ma senza scadere nella retorica, non c’era tempo di confezionare servizi lacrimevoli o sentimentalisti come

purtroppo è invece avvenuto in occasione della strage di Brindisi del 19 maggio. In quell’occasione infatti, giĂ poche ore dopo l’attentato all’istituto Morvillo-Falcone, Studio Aperto forniva immagini di ragazze in lacrime con un sottofondo musicale struggente. Nei giorni successivi Barbara D’Urso ha mandato in onda le immagini della prima comunione della vittima, Melissa Bassi. PerchĂŠ indugiare su questi tasti dolenti, privati, delicati? Qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere? Sicuramente niente di buono. In queste occasioni in tv ha vinto proprio l’infotainment, la realtà è stata trasformata in spettacolo.

No comment sulla scelta di Rai Uno di continuare, la mattina dell’attentato di Brindisi, la programmazione consueta con la puntata del sabato de “La prova del cuocoâ€?: quello che dovrebbe essere il primo canale televisivo italiano ha deciso di mettersi in fondo alla fila. A ogni modo il rischio che la tv dei sentimenti abbia la precedenza sulle notizie, soprattutto quelle che raccontano tragedie, è sempre alto. Ci si augura che esempi virtuosi come quello di Sky Tg24 facciano capire, innanzitutto ai telespettatori, la necessitĂ di una televisione piĂš seria e precisa.


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ar ringiovanire un attore è meno facile che invecchiarlo. CosĂŹ, per dare nuova linfa a “Men in Black 3â€?, lo sceneggiatore Etan Cohen e il regista Barry Sonnenfeld hanno dovuto tornare indietro negli anni e farci incontrare il sosia giovane dell’agente K, sempre interpretato – nel presente – dal grande Tommy Lee Jones: il quale però, 15 anni dopo il primo episodio, appare un po’ troppo imbolsito per sostenere un’ora e mezza di risse e scontri con ogni genere di strambi alieni. Il discorso vale per l’intero film, che risente del tempo trascorso. I Men in Black – sempre impegnati a tenere sotto controllo gli alieni che, a nostra insaputa, abitano da anni la terra “travestendosiâ€? da esseri umani – trovano subito pane per i loro denti; ma i primi, movimentati minuti, nonostante le geniali creature inventate dal mago dei trucchi Rick Baker, fanno respirare una (troppo) rilassante aria di giĂ visto. Per recuperare energie è allora necessario retrocedere fino al 1969, precisamente al 16 luglio. Un attimo prima che l’Apollo 11 si stacchi dal pianeta per portare l’uomo sulla luna. In quell’anno incontriamo Josh

Brolin, la controfigura anni Sessanta di K e la carta migliore del nuovo capitolo. PerchĂŠ l’attore dimostra di aver assimilato assai bene il modo di recitare “alla Tommy Lee Jonesâ€? e lo ripropone con ironia, reggendo fino al termine il confronto con il suo eterno collega, lo scapestrato agente J di Will Smith. Il K degli anni Sessanta non è proprio identico all’altro: si concede perfino qualche sorriso. PerchĂŠ col trascorrere del tempo è diventato sempre piĂš laconico, e all’inizio della nuova storia anche abbastanza incarognito? Per rispondere a questa domanda J dovrĂ compiere letteralmente un salto nel passato, reso in realtĂ necessario da ben altra urgenza: un pericoloso delinquente alieno, Boris l’Animale, è scappato dalla prigione lunare dove proprio K l’aveva

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fatto rinchiudere, ed è tornato sulla terra per ucciderlo. Non nel mondo attuale ma nel 1969, l’anno in cui K l’aveva arrestato facendogli perdere un braccio. Il cambio di calendario permette agli autori di svariare con divertimento sulla ricostruzione d’epoca, portando i due protagonisti in giro per una cittĂ popolata da hippies, feste di intellettuali trasgressivi, divi del rock sotto le cui spoglie si nascondono creature inaspettate. Anche nei favolosi Sixties niente e nessuno (neppure il celebre Andy Warhol) è quello che sembra; e gli alieni sono rigorosamente d’epoca, con tratti ispirati ai mostri dei film di fantascienza del periodo. L’extraterrestre piĂš curioso e riuscito è Griffin (Michael Stuhlbarg), munito di un particolare cervello che ricalcola continuamente le mille probabili concatenazioni degli eventi futuri. Può cosĂŹ prevedere in anticipo la conclusione, nella quale si rivela l’unico mistero dell’universo che K non aveva svelato a J, nascosto nel cuore dell’impassibile castigatore di alieni. Il tutto confezionato in modo piĂš gradevole di quanto ci si potesse aspettare: una distrazione, da dimenticare in fretta una volta tornati ai nostri giorni.

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Nel 2009 trionfò con “Il nastro biancoâ€?, stavolta è toccato ad “Amourâ€?. Per Michael Haneke due Palme d’oro in quattro anni. Il romeno Cristian Mungiu vinse la Palma d’oro nel 2007 (“4 mesi, 3 settimane, 2 giorniâ€?): torna in Concorso cinque anni dopo con “Beyond the Hillsâ€? e si porta a casa premio per la sceneggiatura e doppio premio per le interpreti femminili (Cosmina Stratan e Cristina Flutur). Il nostro Matteo Garrone – che nel 2008 si dovette accontentare del Grand Prix per “Gomorraâ€? al cospetto di una Palma d’oro “moltoâ€? dubbia per “La classeâ€? di Cantet – quattro anni dopo viene premiato allo stesso modo per “Realityâ€?. Carlos Reygadas vinse il Premio della Giuria nel 2007 (per “Luz Silenciosaâ€?), ora è premiato per la regia di “Post Tenebras Luxâ€?. E poi Ken Loach, che dopo la Palma d’oro del 2006 per “Il vento che accarezza l’erbaâ€? (uno dei suoi film meno convincenti), quest’anno porta a casa il Premio della Giuria. Guardando il palmarès 2012 del Festival di Cannes, però, questa degli “habituĂŠâ€? non è la prima cosa a balzare agli occhi. Quanto meno non l’unica: partendo dal presupposto che la Francia – in

quanto produttrice o co-produttrice – è praticamente presente in quasi tutti i film in concorso, a iniziare proprio da “Amourâ€? di Haneke, fa davvero notizia che nessun titolo, o attore/attrice transalpini siano stati premiati. Da Resnais e il numeroso cast del suo “Vous n’avez encore rien vuâ€? a Jacques Audiard (“De rouille et d’osâ€?, con Marion Cotillard), fino al coraggioso ritorno di Leos Carax (“Holy Motorsâ€?) che avrebbe meritato un premio pesante. Dimenticati anche gli Stati Uniti nel palmarès e, tutto sommato, alla luce di quanto visto (eccetto forse per Wes Anderson) ci può stare. L’altra considerazione che alle prime probabilmente non sarĂ stata colta da molti, è che l’Italia non vince solo con “Realityâ€? di Garrone: sarĂ una coincidenza – ne siamo certi – ma tutti i film premiati dalla giuria presieduta da Moretti hanno giĂ una distribuzione italiana. La Bim di De Paolis fa man bassa: quattro film in concorso, tre premi (Mungiu, Vinterberg, Loach), la Teodora si porta a casa la Palma d’oro di Haneke, Rai e Fandango il Grand Prix di Garrone, la Archibald (come sempre coraggiosa) la regia di Carlos Reygadas.


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Al termine dell’assemblea tenuta nella sede del termoutilizzatore gli azionisti di A2A hanno nominato il nuovo consiglio di sorveglianza della multiutility che, a sua volta, dovrà procedere alla creazione del nuovo consiglio di gestione. L’assemblea, a cui hanno partecipato 492 azionisti in rappresentanza del 69% del capitale sociale, ha affrontato anche alcuni nodi strategici per il futuro dell’azienda e alcuni passaggi del passato recente

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che ancora chiedono chiarezza. I rappresentanti dei Comuni di Brescia e Milano, che detengono il 55% del pacchetto azionario di A2A hanno chiesto che la società operi al meglio per darsi un’identità chiara. Chiesta, anche, maggiore sobrietà a partire dai compensi dei consiglieri, ridotti proprio per iniziativa di Milano e Brescia del 25%. L’assemblea ha provveduto quindi all’elezione dei 15 consiglieri di sorveglianza, la cui presidenza, in osservanza di alcune regole che

la multiutility si è data, passa da Brescia (Tarantini) a Milano. Il nuovo presidente sarĂ Pippo Ranci, affiancato come vice da Fausto Di Mezza che, come noto, ha lasciato l’Assessorato al bilancio in Loggia. Gli altri consiglieri sono Marco Miccinesi, Andrea Mina, Marina Brogi, Enrico Mattinzoli, Michaela Castelli, Alessandro Berdini, Stefano Pareglio, Angelo Teodoro Zanotti, Marco Manzoli, Norberto Rosini, Mario Cocchi, Massimo Parona e Marco Baga.

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’è una sola condizione per recuperare la crescita e avviare il cambiamento: ritrovare il lavoro e rivalutare l’impresa, con un nuovo umanesimo dell’economia e della finanza, recuperando quei punti di sviluppo persi negli ultimi decenni. Questa la convinzione di Giancarlo Dallera, presidente dell’Associazione industriale bresciana, che ha fatto da ‘incipit’ del suo intervento all’annuale assemblea generale. Prima di lui il prefetto LiviaNarcisa Brassesco Pace, consapevole del momento delicato che stiamo attraversando, aveva sottolineato “la valenza pubblica dell’impresa come bene sociale, patrimonio collettivoâ€?, aveva ricordato che “lo Stato è vicino alle impreseâ€?. I segnali, però, non inducono all’ottimismo. “Per i prossimi mesi – ha ripresoDallera – sono previsti una flessione della produzione e un aumento della disoccupazione, che nella nostra provincia oggi è al 5,8%. Indicatori positivi provengono unicamente dai mercati esteri, ma l’export da solo non basta piĂšâ€?. Da dove ripartire, allora? “Innanzitutto dalla politica fiscale – ha sostenutoDallera –. La pressione fiscale è al 68%, contro una media europea del 44%. Ma solo con una minor spesa e minori costi della politica, frenando sprechi e inefficienze, potremo avere meno tasse e, di conseguenza, una minor pressione fiscaleâ€?. Serve anche altro, per il presidente Aib. “Il

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e la burocrazia, troppo rigida, che sottrae tempo e risorse alla produzioneâ€?. Capitolo a parte: la ‘questione’ credito. “La pubblica amministrazione deve pagare in tempi ragionevoli e le banche devono tornare a supportare il ‘motore impresa’â€?. Occhi puntati sulla situazione locale. “Per un rilancio autentico del Sistema Brescia occorre affrontare e dare soluzione ad alcune criticitĂ che non possono non essere rimosseâ€?. Aeroporto di Montichiari e piccola velocitĂ gli esempi portati da Dallera che non ha poi mancato di toccare il tema A2A. “Ci auguriamo – ha affermato – che possa tornare a essere

quell’eccellenza di processi tecnologici di avanguardia con un percorso industriale che si sta delineando e che dovrebbe vedere la tecnologia bresciana dedicata all’ambiente. Ma con preoccupazione guardiamo alle nomine dei futuri consiglieri, che vorremmo asseverate da ‘curricula’ fatti di comprovate competenze tecniche e gestionali e non di soli meriti politici�. La conclusione. “Vogliamo continuare a essere imprenditori, senza rimpianti, ma con orgoglio, con orizzonti di riferimento definiti e solo per poter lavorare alla pari dei nostri concorrenti internazionali: al resto penseremo noi�.

$UWLJLDQL JL OH EHQGH GDJOL RFFKL Fine maggio è per il mondo produttivo bresciano tempo di assemblee generali. Anche Confartigianato, dopo Aib, ha celebrato la sua assise segnata da una relazione del presidente Eugenio Massetti (nella foto) caratterizzati da alcuni passaggi critici. Dopo avere messo in evidenza il lavoro di squadra che ha consentito alle imprese associate di conservare tutti i posti di lavoro e mantenere alto il livello dell’azione sindacale e dei servizi che forniti alle

oltre 14mila imprese associate, il presidente di Confartigianato ha elencato l’ormai nota serie di limiti con cui chi produce deve confrontarsi (burocrazia, pressione ďŹ scale, difďŹ coltĂ di accesso al credito, etc.). Una situazione che si trascina da troppo tempo e che ha indotto Massetti a usare parole dure.â€? Oggi gli artigiani – ha affermato – si sentono piĂš soli e delusi, si sentono beffati da chi si era posto come interlocutore a difesa delle loro istanze. La

politica, i partiti li hanno delusi. Alle recenti elezioni il ceto produttivo ha mandato forti segnali di preoccupazione agli interlocutori tradizionali. Nuovi movimenti d’opinione si affacciano, altre opzioni politiche, solitamente distanti dalle nostre istanze si modiďŹ cano e si aprono, scoprendosi non cosĂŹ distanti. Gli artigiani si toglieranno le bende dagli occhi e giudicheranno in modo laico, distinguendo chi li difende da chi fa solo promesseâ€?.

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‘Â?‹‰ƒ Dz –ƒŽ‹ƒ ‹Â? ”‘•ƒdzǣ —Â?ƒ ˜‡–”‹Â?ƒ ‹Â?–‡”Â?ƒœ‹‘Â?ƒŽ‡ Compie un lustro a Moniga, “Italia in rosaâ€?, la rassegna che promuove il Chiaretto, i rosati e i rosè. Da venerdĂŹ 1 a lunedĂŹ 4 giugno, la “CittĂ del Chiarettoâ€? accende i riflettori sulla migliore produzione nazionale. Inserita nell’affascinante contesto della seicentesca Villa Bertanzi, dove oltre un secolo fa il senatore Pompeo Molmenti vinificò per la prima volta il ‘chiaretto’, la rassegna è ormai riconosciuta come la grande ‘passerella in rosa’ del panorama nazionale. Evento unico nel suo genere per

una tipologia che sta tagliando sempre nuovi ed interessanti traguardi di mercato si pone nell’ottica di un confronto a tutto campo con le principali aree vocate alle produzione di rosè non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Per questo, alla tavola rotonda in programma domenica alle 10 in Municipio che avrĂ per tema “Vini rosati nel mondo: un successo crescente e globale. Come passare dall’effetto moda alla fidelizzazione dei consumatori tramite le opportunitĂ offerte dall’enoturismoâ€?,

è stato invitato Roque Pertusa, presidente del ‘Conseil Interprofessionnel des Vins de Provence’, che insieme a Sante Bonomo (nella foto), presidente del ‘Consorzio Valtènesi-Garda Classico’, Maurizio Gily, agronomo e giornalista, Paolo Rossi, presidente Federalberghi Lombardia e Alberto Panont, direttore del centro di ricerca regionale Riccagioia, nel ruolo di moderatore, porterĂ l’esperienza del principe dei ‘territori rosa’. L’obbiettivo prioritario della manifestazione rimane quello di mettere a confron-

to le migliori tipologie italiane di rosè, sia fermi che spumanti, anche se a dominare la scena sarĂ quest’anno la grande novitĂ del Valtènesi Chiaretto, il primo frutto della nuova doc Valtènesi entrata in vigore con la vendemmia del 2011. Con 10 euro il visitatore (venerdĂŹ e sabato dalle 17 alle 23 e domenica dalle 11 alle 23, lunedĂŹ su invito solo agli operatori specializzati) avrĂ diritto ad un bicchiere da degustazione, per una sorta di giro d’Italia tra 150 etichette di Chiaretto, rosati e rosè.(v.b)

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ete: è questa la parola magica a cui affidare la speranza di uscire finalmente da una stagione di crisi che dura da troppo tempo. Una parola magica che comincia a essere fatta propria da un numero sempre piĂš rilevante di realtĂ e istituzioni. Nei giorni scorsi in Provincia è stato presentato il marchio “Made in provincia di Bresciaâ€? definito dai suoi promotori (il presidente Molgora e gli assessori Bontempi, Tomasoni e Razzi) una vera e propria rete d’impresa. Si tratta di un marchio di cui potranno giovarsi quelle tutte quelle imprese (oltre 110mila) bresciane che, regolamento alla mano, possano dimostrare di realizzare almeno il 60% della propria produzione nel Bresciano e che abbiamo una analoga percentuale di dipendenti residenti nel territorio della provincia. Misure, è stato detto nel corso del lancio del marchio, pensate per premiare quelle imprese che hanno scelto e scelgono di rimanere nel Bresciano nonostante le difficoltĂ esistenti. L’istituzione del marchio (la cui concessione è vincolata al giudizio di un comitato di valutazione) è finalizzata alla costruzione di uno strumento di riferimento per la promozione e la valorizzazione del territorio e per dare ai consumatori una precisa indicazione in merito alla provenienza, al livello qualitativo

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dei beni prodotti e dei servizi erogati. Cinque, infatti, sono gli ambiti economici che potranno avvalersi del marchio “Made in provincia di Brescia�: agricolo, industriale, commerciale, quello dei servizi e quello del turismo. Ogni imprenditore che intenda avvalersi dello strumento destinato a cre-

are una vera e propria rete territoriale, dovrĂ pagare una quota triennale (pari alla durata della concessione per l’uso del marchio) commisurata alle dimensioni dell’azienda e al volume d’affari. Per incentivare all’uso del marchio è stato realizzato uno spazio apposito sul sito www.provincia. brescia.it. Di rete hanno parlato anche gli industriali dell’Aib nella loro assemblea annuale (il servizio è nella pagina a fianco) e i commercianti che fanno capo alla Confcommercio bresciana. In Camera di commercio si è tenuto nei giorni scorsi uno workshop per la presentazione di alcune iniziative regionali (bandi e progetti) pensati per favorire e consolidare, laddove esistano, le aggregazioni di impresa. In particolare è stato posto l’accento sul “contratto di reteâ€?, uno strumento costituito dalla legge 33 del 2009. Si tratta di un accordo con cui piĂš imprenditori si impegnano a collaborare al fine di accrescere come singola azienda e collettivamente come rete la propria capacitĂ innovativa e la propria competitivĂ sul mercato. Una collaborazione che Luca Zanderighi, docente di scienze economiche, aziendali e statistiche all’UniversitĂ degli studi di Milano, ha indicato come unica via praticabile della piccole imprese (anche commerciali) per far fronte a scenari futuri in cui solo l’aggregazione consentirĂ di reggere il peso di importanti sfide.

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Qui si fa la storia‌ Si deciderĂ tutto qui‌Chi può aspettare, aspetterà ‌ Le parole scritte dal Blasco calzano per la super partita che il Brescia femminile giocherĂ sabato alle 15.30 allo stadio “Anco Marzioâ€? di Ostia. Ăˆ la finale di Coppa Italia, la prima della storia del Brescia, la prima di una societĂ che soli tre anni fa vinceva la serie A2 e si affacciava nel calcio femminile che conta. Una finale che riscatta un campionato di luci e ombre e che regala la possibilitĂ di sognare un traguardo

“storicoâ€?. Le leonesse di mister Miro si troveranno di fronte la matricola terribile Napoli, carnefice dell’imbattibile Torres in semifinale e imbattuta da 17 mesi. Una partita da prendere con le molle, perchĂŠ “la palla è rotondaâ€? e in 90 minuti tutto può succedere. Il fair play del presidente Carlino alla trasmissione di Radio Voce “Colpo di Taccoâ€?, con il patron Cesari, hanno dato il lĂ a una sorta di gemellaggio. La gara sarĂ trasmessa in differita dalla Rai il 4 giugno.

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iĂš il sipario per il Brescia che da martedĂŹ scorso è ufficialmente in vacanza. Per chi ci sarĂ , la stagione riprenderĂ il 10 di luglio con il ritiro estivo di TemĂš. Tanti quelli con le valigie pronte: su tutti Martinez, Vass, Dallamano, Zoboli e Cordova tanto per citarne alcuni: sono in scadenza di contratto e la societĂ non ha intenzione di rinnovare loro l’accordo. Senza dimenticare i fine prestiti Accardi, Foti e Piovaccari (Sampdoria), Rossi (Juventus) e Caldirola. Anche se per questi ultimi due – fra l’altro nazionali Under 21 – si sta trattando la riconferma del prestito. Insomma si ripartirĂ da Arcari, Budel e capitan Zambelli. Per il resto sarĂ tutta un’incognita. A partire dall’allenatore: di fatto sarebbe Alessandro Calori che, avendo centrato la salvezza, automaticamente è riconfermato come da contratto. Sta di fatto, però, che le parti si sono allontanate di nuovo. Il tecnico toscano chiede almeno un biennale, Corioni non ne vuol sapere e non si muove dall’offerta per un annuale che – per altro – è giĂ in contratto. La palla, dunque, torna a Calori che entro lunedĂŹ prossimo dovrebbe sciogliere la riserva. Il terremoto calcio scommesse, per fortuna, non ha fatto tappa a Brescia seppur gli ex Milanetto, Mauri e Sculli (tutti indagati) da queste parti ci sono pas-

sati. Sotto i riflettori è finita anche la partita Brescia-Lecce dello scorso anno in serie A: un 2-2 che grida ancora “vendetta sportivaâ€?. Rondinelle avanti 2-0 e rimontate nella ripresa con il fattaccio finale del gol vittoria annullato a Caracciolo al 93’ per un fuorigioco insesistente. La procura di Cremona, che in Svizzera ha trovato tracce di compensi in denaro per la presunta “combineâ€?, ha scagionato

i biancoazzurri definendoli estranei alla vicenda. Tornando alle questioni di campo, il futuro è piĂš che mai incerto e la sensazione è quella di un cantiere aperto. Senza dimenticare il capitolo stadio e centro sportivo. Il Comune si è nuovamente incontrato con la famiglia Corioni per l’arretrato dell’affitto dell’impianto di Mompiano che ammonta a 110mila euro. Se non dovesse essere staccato l’as-

segno a breve, da agosto il Brescia dovrĂ trovare una nuova casa. Per quanto riguarda la sede del San Filippo, discorso a parte ma in parallelo. Se il Brescia non rientrerĂ della morositĂ , dovrĂ trovarsi una nuova sede. “Certo non vogliamo cacciare nessuno – spiega l’assessore comunale allo Sport Massimo Bianchini – ma non possiamo rimandare oltre. Dobbiamo capire, poi, se c’è l’intenzione di andare avanti anche per la prossima stagione. Abbiamo richieste del Rigamonti anche da altre societĂ e stiamo programmando un progetto simile a quello di Verona e Bergamoâ€?. Detto in breve, l’affitto del Rigamonti a squadre, societĂ e privati in cerca di casa definitiva o momentanea. Un esempio è il Feralpi Salò di Lega Pro 1 (la ex C1). “Dobbiamo solamente formalizzare l’accordo – confessa Bianchini – ma la domenica pomeriggio il Rigamonti sarĂ della societĂ gardesana in attesa che il proprio impianto venga messo a normaâ€?. In piĂš conferma l’apertura dell’impianto di Mompiano al rugby. “Ospiteremo la nazionale azzurra in occasione della sfida con Tongaâ€?.

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;WUHPH O¡HVWUHPR EULYLGR FRUUH VX GXH UXRWH Tutto pronto a Lumezzane per la grande giornata interamente dedicata all’Enduro in programma per sabato 2 giugno. Per quella data, infatti, il motoclub Lumezzane organizza gli Assoluti d’Italia e l’Xtreme 2012. Dopo la giornata di venerdĂŹ, interamente dedicata alle formalitĂ e alle ricognizioni effettuate dai piloti in vista delle prove speciali, il primo di questi eventi prenderĂ il via alle 8.30 prevedendo quattro giri su un

percorso lungo il quale si terranno tre prove speciali, dal Super Test di Val di Put (con il mirabile colpo d’occhio dalla piazza Paolo VI), al Cross Test nei pressi della localitĂ Bione, infine l’Enduro Test al Passo del Cavallo. Partenza in serata, invece, per l’Xtreme Lumezzane 2012: a partire dalle 19, infatti, i piloti si cimenteranno in tre giri arricchiti dalla difficilissima prova speciale collocata al “Det del Deaolâ€?, cioè il Dente del Dia-

volo, l’anfiteatro naturale nel quale è ricavata la parte piĂš difficile e spettacolare della gara. Per l’occasione verrĂ modificata anche la viabilitĂ della Valle, poichĂŠ a partire dalle 18 via Valsabbia sarĂ chiusa al traffico nella zona del Passo del Cavallo, diventando di fatto accesso esclusivo dell’Xtreme Lumezzane. Per quanti volessero seguire la gara è consigliato lo spostamento in moto o a piedi lungo il percorso, anche se il

centro dell’evento è rappresentato anche quest’anno dal paddock allestito presso lo stadio di Piatucco. La conclusione sulla salita del Dente del Diavolo è prevista per le ore 23, subito dopo verranno premiati il vincitore della settima edizione dell’Xtreme Lumezzane e i fortunati possessori dei tagliandi vincenti della sottoscrizione a premi, il primo dei quali vedrĂ aggiudicarsi la Ktm Duke 125 messa in palio.


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ƒÂ?’‘ ƒ”–‡ Dz ”‡•…‹ƒ Â?‘Â? †‹Â?‡Â?Â–Â‹Â…ÂƒÇł Il Csi non poteva mancare alla manifestazione organizzata sabato scorso dalle associazioni sportive bresciane per ricordare le vittime di quel tragico 28 maggio 1974. Il corteo arancione è partito da Campo Marte sfoggiando una maglietta a ricordo del giorno della strage. In piazza Loggia l’assessore Paola Vilardi ha ricordato l’importanza della memoria, che deve mantenere vivi i fatti del passato. Sono intervenuti anche Marco Fenaroli dell’Anpi e

Ivano Baldi degli Amici della bici, testimone oculare della tragedia di 38 anni fa. “La cittĂ in quei giorni rispose a quell’attentato. Oggi viviamo in tempi diversi – ha affermato Fenaroli – ma dobbiamo continuare a rispondere nel segno della memoria, del rispetto della costituzione e della ricerca della veritĂ . Solo cosĂŹ può affermarsi la democraziaâ€?. “Che il sacriďŹ cio delle vittime – ha concluso Baldi – illumini il nostro impegno di cittadini e sportivi autenticiâ€?.

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l calcio è in crisi. La vera soluzione non è reagire all’emergenza, ma lavorare quotidianamente per un calcio diverso. Servono anche azioni concrete: un impegno economico garantito dei professionisti a favore di chi lavora nelle societĂ sportive di base per promuovere l’etica sportiva. Di fronte all’ennesimo episodio che ha sconvolto il pallone alla vigilia degli Europei e ad altri arresti sono state lanciate tante proposte per reagire allo scandalo delle scommesse clandestine: dal ritiro della Nazionale dagli Europei, al blocco del campionato di serie A per un anno. Il Csi intende proporre un’altra strada. Non bisogna reagire all’emergenza con proposte provocatorie e spettacolari. L’unico vero antidoto ai mali del calcio è un lavoro serio, quotidiano, difficile, svolto nella normalitĂ per insegnare i valori della vita agli sportivi, ai giovani, ai dirigenti e a tutto il sistema. Quando si defilano inchieste giudiziarie di questa portata non esistono ricette facili per far tornare le cose come prima. Servono fatica, impegno nella ricostruzione mattone dopo mattone. Secondo noi l’unica via per costruire sulla roccia il calcio di domani è dare forza e gambe alla parte buona del sistema. Quella che lavora con i giovani nelle periferie, nelle parrocchie, nei campi spelacchiati insegnando i valori della vita. Il calcio professionistico deve prendere esempio da questo e deve vergognarsi

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mo. Il Csi da sempre è impegnato in questa direzione utilizzando il calcio e lo sport come strumento di educazione alla vita. Queste sono le azioni serie che possono regalare speranza per il futuro. Non sarĂ un’azione spettacolare, ma è reale e garantisce risultati. In gioco non ci sono solo promozioni, retrocessioni, classifiche da modificare. C’è la sfida educativa che riguarda i giovani di tutto il Paese. Lo sport può e deve fare tanto. Sarebbe ora di comprenderlo e di rendersene conto. Lavorare tutti insieme per uscire dall’emergenza grazie all’impegno quotidiano e serio per la promozione di un calcio diverso partendo dalla base e valorizzando le societĂ sportive.

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I dubbi di un parroco Egr. direttore, mi vorrei aggiungere alle varie voci ospitate nella rubrica del nostro giornale a riguardo del Cammino verso le unitĂ pastorali per trattare un argomento che non è esplicitato nelle schede per la Consultazione ma che risponde soprattutto a un disagio e a una reale difficoltĂ del clero: mi riferisco al fatto che il parroco, in Italia, è responsabile civile e penale dell’Ente parrocchia di cui quindi non è solo Pastore ma anche Amministratore. Qualcuno si è ‘divertito’ a calcolare in termini di percentuale quanto tempo un parroco sia obbligato a dedicare a pratiche amministrative non delegabili ad altri sul totale del suo servizio: si va dal 30 al 40 per cento, se si è titolare di una sola parrocchia‌ lascio immaginare in che situazione verrĂ a trovarsi chi dovrĂ amministrare una unitĂ pastorale di 2-3-4 o anche piĂš parrocchie. Bene parlare di corresponsabilitĂ dei laici, di condividere le loro competenze professionali nei vari settori economici e gestionali‌ ma qui parliamo di tutt’altro, cioè di responsabilitĂ ultima, civile e penale, che è sulle spalle di un uomo che, parlo per me, non ha nessuna competenza in tanti settori civili che hanno a che fare con una burocrazia spesso snervante e mutante e che si vede costretto ad apporre firme senza forse nemmeno sapere che cosa stia firmando. Se poi la parrocchia ha al suo interno realtĂ come scuole materne, come nel mio caso, o altre strutture che comportano un certo numero di dipendenti si può immaginare come quella percentuale di cui sopra lieviti notevolmente! Mi capita spesso di dire ai miei

parrocchiani, è vero che da poco ho ripreso a fare il parroco‌, “non so fare nemmeno decentemente il prete e mi tocca fare anche l’imprenditore e il datore di lavoro senza averne la vocazione!â€?. Concludo con una domanda che vuole essere anche una provocazione: ho sentito una volta un confratello uscire con questa colorita espressione “è piĂš facile che noi preti diamo in mano ai laici la chiave del tabernacolo che non quella della cassaforte!â€? Per qualcuno dei confratelli forse, è un giudizio temerario il mio e ne chiedo perdono, è davvero questione di non voler mollare la gestione economica, ma garantisco che per molti è davvero un peso che, con le unitĂ pastorali, rischia di diventare un serio impedimento al ministero pastorale: “o mi fate fare il prete, ho detto un giorno ai superiori, o mi fate fare l’amministratore!â€?. La domanda: ci sono soluzioni possibili e attuabili, stante l’attuale legislazione italiana derivante dal Concordato con lo Stato italiano? Ci sono esperienze in atto in altre diocesi a cui fare riferimento? Mettiamo qualcuno a studiare la questione e che ci dia delle risposte concrete? Son sicuro che non solo noi preti ma anche i nostri parrocchiani ci ringrazieranno‌ don Raffaele Donneschi

fiscale? Cosa fate per combattere il lavoro nero? Cosa fate per combattere l’abusivismo nell’edilizia? Cosa fate per battere la corruzione? Cosa fate per i disoccupati? Cosa fate per i diversamente abili? Cosa fate per gli anziani non autosufficienti? Cosa fate per far diminuire le disuguaglianze tra cittadini italiani? Cosa fate per migliorare, la scuola? Cosa fate su tanti problemi per far stare meglio tutti i cittadini italiani? Personalmente è da una vita che mi impegno concretamente dal basso, dalla base, con semplicitĂ ed onestĂ . Non basta fare festa, urlare, predicare, insultare‌ Chiedo piĂš rispetto per il capo dello Stato, rispetto per chi la pensa diversamente,rispetto per l’Italia e gli italiani, rispetto per tutte le persone. Se avete voglia di lavorare per il bene comune, fatelo in silenzio che sarebbe molto meglio. Bisogna impegnarsi in prima persona tutti i giorni, nelle istituzioni, nelle associazioni di, nei movimenti, nei sindacati, nelle parrocchie, nelle comunitĂ , nei partiti, lavorare per il bene comune, per costruire una societĂ piĂš giusta, dove tutti si possa vivere un po’ meglio. Per una societĂ onesta, sincera, trasparente, piĂš educata, piĂš civile, piĂš etica, piena di diritti doveri e di valori veri. Francesco Lena

Caro Beppe Grillo...

Stavolta c’è solo da ridere...

Egr. direttore, vorrei porre dalle pagine di “Voce� alcune domande a Beppe Grillo, per conoscere la sua opinione e quella del suo movimento su alcuni temi particolari. Caro Grillo e cari grillini cosa fate per combattere la mafia? Cosa fate per combattere l’evasione

Egr. direttore, nelle lettere che puntualmente vi scrivo faccio piĂš volte ricorso alla frase “ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangereâ€?. Questa volta, riguardo a certe frasi di Berlusconi c’è solo da ridere. Il Cavaliere, tutti lo

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sappiamo, ha proposto una modifica alla nostra Costituzione per eleggere il presidente alla maniera francese per diventare lui il Capo dello Stato. E qui comincia il ridere. Ora come detto si è autocandidato, subito aggiunge che lui non è vanitoso e farĂ quello che vuole il suo partito. Però continua in modo indiretto a battere il tasto che gli preme e cioè essere eletto Presidente della repubblica. A parte che per essere tale bisognerebbe che in parlamento votassero almeno i due terzi dei componenti e se non sbaglio per due volte, dove andrebbe a prendere tanti parlamentari visto che anche tra alcuni che lo sostenevano finora c’è discordanza di idee, e tra questi Montezemolo che tra l’altro sembra che abbia detto che per far star meglio gli italiani sarebbe meglio che l’ex leader non si presenti piĂš alle elezioni. Inoltre anche Frattini non sembra d’accordo. Ma egli non desiste dal suo proposito. Se si verificherĂ il sogno del partito popolare europeo, dunque fa lo scarica barile, sembra che sia quel partito a volerlo capo dello Stato come lui sogna. E finisce dicendo se si verificherĂ quel sogno “io guarderò solo da padre nobileâ€?. Ma se è vero questo perchĂŠ il Cavaliere va a cercare cose cosĂŹ difficili a verificarsi? PiĂš padre nobile di Napolitano era un po’ che non lo vedevo, contentati di fare quel che ha fatto lui e saresti piĂš rispettato. Anche se io, parlando con tanti amici, vedo che tutti sono contro di lui. Ed anche se il suo sogno si presentasse resterebbe solo un sogno. E per finire egli dice che non vuole restare solo deputato. Berlusconi dice di non essere vanitoso, ma io credo lo sia e anche troppo. Ăˆ come certi bambini capricciosi che

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Giovani non difesi Egr. direttore, mentre ancora metabolizzavo l’ultima clamorosa sentenza sulla strage di piazza della Loggia rimasta ancora senza verità è giunta la notizia dell’attentato di Brindisi. Ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi dalla volontĂ assassina che ha prescelto, con logica disumana, ragazzi inermi come bersaglio. Se il nostro Paese (e intendo gli individui che popolano questo nostro Paese) avesse bisogno di veritĂ , la veritĂ si sarebbe trovata, non solo nei suoi aspetti genericamente politici, ma anche nei suoi aspetti materiali (i colpevoli: una categoria che manzonianamente comprende i peccatori e gli istigatori al peccato. Gli esecutori e i mandanti). Il tempo per trovare la veritĂ c’era e ci è stato concesso. Piazza della Loggia è metafora di una ferita che segna la mia generazione e che è destinata a non rimarginarsi mai. Mi sento percorso da emozioni che fatico a tenere a bada. La sentenza su piazza della Loggia è metafora di una realtĂ che ha segnato una generazione e gli individui che la compongono (una generazione è composta da individui, dopotutto, e questo non dobbiamo mai scordarlo). A Brindisi, invece, c’è stata una prima volta: quella di una scuola, scelta come segnale dai criminali, per dire che loro ci sono ancora.

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Un attentato con il quale è stato colpito il simbolo dell’innocenza e della voglia di progresso. Ăˆ una situazione che non desta solo preoccupazione, fa piombare nell’angoscia. E prevale un sentimento di rabbia per giovani vite innocenti strappate. Urge reagire per porre fine ad ogni azione violenta ed illegale. Ăˆ necessario continuare nell’azione antimafia soprattutto tra le giovani generazioni. Dobbiamo risvegliare le coscienze e tenere sempre alta la guardia. La mafia teme piĂš un maestro di scuola che 100 carabinieri, diceva il giudice Caponnetto, l’attentato di Brindisi ne è la dimostrazione. Nel profondo di una crisi economica, sociale, politica e culturale, quest’ennesimo schiaffo al popolo italiano suona come una beffa, un insulto alla razionalitĂ e alla veritĂ popolare. Ricordo e porto nel mio cuore la testimonianza del Beato Giovanni Paolo II: “Mafiosi pentitevi, verrĂ il giorno del giudizio di Dioâ€?. Alzò la sua voce possente dalla collina di Agrigento contro il maleficio storico che affligge questo Paese che lui amava, questo Paese che lo emozionava per i suoi contrasti, per la sua natura resa matrigna dalla mano dell’uomo, per quegli uomini che sapevano non arrendersi. Ed in ogni occasione seppe toccare tutti noi. Le sue visite furono vissute tra la gente e per la gente, compromesse con le tragedie ed i mali antichi e moderni di questo popolo. Seppe perdonare con dolcezza e tuonare, come GesĂš nel Tempio, contro il tumore inarginabile. Abbracciò i genitori del giudice Livatino pronunciando una frase di indiscutibile laicitĂ â€œNon posso non ricordare i figli d’ Italia caduti per affermare gli ideali di giustizia e di legalitĂ â€?. Giustizia e legalitĂ su questa

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terra, ora, in questa vita terrena e non nel Regno dei cieli. Un’umana esigenza, poco trascendente, ma dalla quale deve sempre passare la strada per il paradiso dei cristiani. Grazie al Beato Giovanni Paolo II giustizia e legalitĂ , ancora una volta e per sempre riaffermate come irrinunciabili valori civili. Ridiede vita al celebre discorso “Sagunto espugnataâ€? che il cardinale Pappalardo aveva pronunciato davanti alla bara di Dalla Chiesa. In questa terra, l’Italia che amava seppe essere violento con chi di violenza e sopruso campava, non negò il perdono a chi si fosse convertito nel corso della vita terrena, nulla concesse ai mafiosi che inchiodò con il perentorio “Mafiosi pentitevi, verrĂ il giorno del giudizio di Dioâ€? puntando il suo indice accusatorio. Ogni mattina ho l’onore di passare da piazza della Loggia ricordando piazza Fontana, la stazione di Bologna, a Capaci, oggi ancora una volta non siamo stati in grado di proteggere i nostri ragazzi arrivederci uomini e donne senza veritĂ ... ciao Melissa. Perdonaci se quelli della mia generazione non sono stati capaci di tutelarti... perdonaci. Celso Vassalini

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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