La Vocedel Popolo 2012 25

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Un quadro famoso, diffuso in molte versioni, raffigura GesĂš che, reggendo con una mano una lampada, con l’altra bussa ad una porta robusta e chiusa. Si dice che, quando fu esposto per la prima volta, un bambino fece notare al pittore che nel quadro c’era un errore: la porta era senza maniglia! Il pittore rispose: “Non è un errore! Quella è la porta del cuore umano. Si apre solo dall’internoâ€?. Ăˆ vero: il Signore è colui che sta alla porta e bussa - talora delicatamente; talaltra forse in modo impetuoso, ma sempre rispettoso della nostra libertĂ ... Il nostro cuore spesso è chiuso; quello di Cristo invece è sempre aperto. Come canta la Liturgia: “Innalzato sulla croce, nel suo amore senza limiti donò la vita per noi, e dalla ferita del suo fianco effuse sangue e acqua, simbolo dei sacramenti della Chiesa, perchĂŠ tutti gli uomini, attirati al Cuore del Salvatore, attingessero con gioia alla fonte perenne della salvezzaâ€?. Apriamo, allora, anzi spalanchiamo senza paura le porte del nostro cuore, affinchĂŠ divenga sempre piĂš simile al suo, mite e umile, sempre aperto al Padre e ai fratelli.

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Intervista a Monari. Collaboratori della gioia

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Â?–‹’‘Ž‹–‹…ƒ ‡ Â?‘†‹ †ƒ •…‹‘‰Ž‹‡”‡ Cattolici, politica e antipolitica. Sono temi di attualitĂ nell’agenda italiana, con autorevoli commentatori che s’interrogano su come uscire da una situazione di difďŹ coltĂ che travolge la nostra societĂ e che, nel livello politico, dovrebbe cercare capacitĂ di orientamento e di gestione. CosĂŹ, ad esempio, s’interpretano anche gli ultimi sondaggi, che darebbero il Movimento 5 stelle quasi come primo partito in Italia se si votasse ora. Con la preoccupazione che accompagna gli osservatori dell’esperimento parmense, dove i grillini hanno ora responsabilitĂ di guida e devono passare “dalla protesta alla propostaâ€?. Proprio questo passaggio, e cioè la capacitĂ di organizzare in modo costruttivo una

risposta politica per affrontare le sďŹ de di oggi, è quello che impegna la riessione di quanti vorrebbero una rinnovata presenza dei cattolici, vuoi rieditando un partito “alla Sturzoâ€?, vuoi cercando un leader “federatoreâ€?, capace di valorizzare diversitĂ e coesione, sempre però proponendo un cammino costruttivo per il Paese. Su questa strada, anche, si muove la riessione di chi continua a indicare nei partiti una risorsa importante, che non può semplicemente essere spazzata via con l’acqua sporca della politica corrotta ben conosciuta in questi anni. E forse partendo da qui viene qualche riessione utile. Sembra esistere un’insofferenza ormai insuperabile per modalitĂ di fare politica che hanno tradito le attese delle persone e hanno portato il Paese sul baratro non solo di una crisi economica, ma soprattutto di una crisi di ďŹ ducia. I partiti ne hanno responsabilitĂ , pur con tutti i distinguo legati agli operati

personali. E la rimonta di un vento che rischia di spazzare via ogni cosa non è anzitutto una rimonta “antipoliticaâ€?. Piuttosto è la ricerca di modalitĂ nuove, nella quale comunque si raccolgono forze vive e vitali. Il Movimento 5 stelle, per intenderci, non è antipolitica. E chi vi si raccoglie vuole poter dire qualcosa sulla nostra societĂ , anche con tante idee, da vagliare come tali. Bisognerebbe, però, ad esempio, riettere sull’assunto fondamentale del movimento, per cui “uno vale unoâ€?: è possibile davvero fare politica cosĂŹ? Governare cosĂŹ? Cioè, come detto prima, passare “dalla protesta alla propostaâ€?? Le modalitĂ organizzative non sono indifferenti, anzi. E allora come convogliare la forza di una protesta montante, che ha con sĂŠ non solo grida, ma anche idee, passioni e giovani in prima ďŹ la e la necessitĂ di organizzazioni capaci di tradurre in concreto e con lealtĂ la necessitĂ di cambiamento, d’individuare

programmi percorribili per il Paese? Questa è la sďŹ da di oggi. Ed è quella che avvertono probabilmente anche i cattolici, preoccupati di costruire il bene comune. Raccogliere le tesi nuove, le esigenze che vengono avanti – vagliandole, naturalmente – senza pregiudizi. Resta il problema di dare concretezza alle idee, di avere strumenti di azione: un partito nuovo? Un movimento? Sicuramente una convergenza intorno a un manifesto, a un progetto, che dica le grandi linee di sviluppo da proporre alla societĂ di oggi e capace di tradursi poi in programmi concreti da mettere alla prova. Resta, forte, la questione della leadership, perchĂŠ oggi piĂš che mai un personaggio di riferimento è importante e non se ne vedono all’orizzonte (difďŹ cile riproporre facce e stili abusati). CosĂŹ come s’impone il problema della forma organizzativa e della capacitĂ di rappresentanza. Questi i temi sul tappeto. E non c’è tanto tempo.

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Ăˆ bastata l’evocazione della convocazione di un Sinodo per far scattare all’interno della Chiesa bresciana una specie di meccanismo di dibattito che ha preso strade diverse. Niente di problematico naturalmente, anzi! Il “confronto serio e responsabileâ€?, come dichiarato dal vescovo Monari, è stato voluto ed è connaturale alla dinamica sinodale. La consultazione ha però messo in evidenza alcuni aspetti critici. Anzitutto l’emergere di una serie di pareri, contributi,

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pubblicazioni fuori tema. Le motivazioni restano nobili come “l’amore alla Chiesa e alla veritĂ â€?, ma il rischio del calderone porta, se non si è precisi, a dire tutto e il contrario di tutto (fatto salvo il diritto di esercitare liberamente l’hobby all’esternazione da parte di chi se la sente). L’intervista al vescovo Luciano ci aiuta a chiarire. Discutiamo, ma non andiamo fuori tema, e il tema è: come realizziamo a Brescia le unitĂ pastorali. Altro punto critico è forse da imputare a

chi non ha guidato la discussione dentro limiti precisi. Anche delle unitĂ pastorali possiamo dire di tutto, ma finchĂŠ c’è un Codice di diritto canonico alcuni parametri sono da salvaguardare. Non definire meglio la materia di discussione può essere un problema. Il “grossoâ€? si giocherĂ naturalmente nello “strumento di lavoroâ€? in vista dell’Assemblea. Infine, fa bene sapere che molti hanno partecipato alla consultazione. Potevano essere di piĂš, sarebbe stato ancora meglio.

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l tempo della consultazione volge al termine. La Chiesa bresciana ha risposto ampiamente all’invito al discernimento comunitario proposto nei mesi scorsi dal vescovo Luciano Monari per vivere al meglio l’appuntamento con il Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali che si terrĂ i prossimi 1-2 e 8-9 dicembre. Entro la fine di giugno tutte le schede individuali e di gruppo dovranno pervenire alla segreteria. Il lavoro di consultazione sulle nove schede tematiche è stato a tratti complesso, ma i contributi giunti finora lasciano intendere una volontĂ chiara di partecipazione alla vita della comunitĂ cristiana. L’orizzonte a cui il Vescovo ha deciso di dedicare il Sinodo è, come sappiamo, quello delle unitĂ pastorali. Una scelta precisa e mirata che il Vescovo di Brescia ribadisce anche davanti ad alcuni contributi o dibattiti che si sono sviluppati in diocesi in questi mesi e che però rischiano di disperdere l’attenzione su ciò che è il tema fondamentale del cammino sinodale. Mons. Monari lo chiarisce senza possibilitĂ di fraintedimenti in questa intervista che ci ha concesso. Eccellenza, lei è il primo vescovo italiano a dedicare un Sinodo alle unitĂ pastorali e ha invitato la comunitĂ diocesana a vivere un responsabile confronto, libero da pregiudizi. Di fatto in questi mesi, accanto a questo tema, si sono aperti anche altri fronti di discussione dentro la Chiesa bresciana? “Anzitutto tengo a ribadire che il Sinodo ha un tema preciso che è quello delle unitĂ pastorali. Altri temi possono essere oggetto di discussione, ma non di discussione sino-

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scono un ‘giudizio’ cioè un’affermazione consapevole e voluta e allora si deve sapere che non si è (su questo tema, s’intende!) in comunione con la Chiesa cattolicaâ€?. Torniamo, quindi, al tema principale del Sinodo. Quanto c’entra l’esperienza che lei ha vissuto a Piacenza sulle unitĂ pastorali nella sua volontĂ di porre questo tema e quanto è un’esigenza che lei ha riscontrato nel contesto bresciano? “La prospettiva delle unitĂ pastorali non è ‘importata’ da Piacenza; sono molte le diocesi in Italia e nel mondo che l’hanno messa a tema e che l’hanno attuata o la stanno attuando. D’altra parte il 38° Sinodo diocesano di Brescia, quello di mons. Morstabilini, recita cosĂŹ al n. 1108,3: ÂŤLe attuali esigenze di una ‘pastorale d’insieme’ mettono in evidenza come la parrocchia non possa piĂš considerarsi come una realtĂ chiusa in se stessa, quasi perfetta e autosufficiente, ma debba essere aperta alle altre realtĂ sia territoriali che funzionali. Le parrocchie perciò avranno continui scambi tra di loro, all’interno della vicaria, della zona pastorale e dell’intera diocesi: in questo modo la stessa parrocchia ne sarĂ arricchita.Âť Ăˆ esattamente questa l’ottica delle unitĂ pastoraliâ€?. Da quanto emerso nell’incontro coi vicari zonali, la scorsa settimana, i preti sembrano i piĂš restii ad accogliere il cambiamento, mentre pare che il laicato sia piĂš disponibile. Le unitĂ pastorali sono davvero una via ineludibile? “GiĂ ora alcune parrocchie non hanno il parroco residente; e basta una piccola attenzione all’an-

damento delle ordinazioni presbiterali per sapere che nei prossimi anni questo ‘trend’ continuerĂ . Le opzioni sono quindi fondamentalmente due: o accorpare le parrocchie o costituire delle unitĂ pastorali. Chi si oppone alle unitĂ pastorali è libero di farlo ma, per onestĂ , dovrebbe dire che è favorevole all’accorpamento di parrocchie (o a quale altra alternativa?)â€?. Quindi la scelta è fatta... “Prima di fare la scelta delle unitĂ pastorali, è stata fatta una consultazione in tutte le zone pastorali incontrando il presbiterio zonale e il consiglio pastorale di zona. Il consenso è stato assolutamente prevalente e per questo abbiamo proceduto nel cammino di ipotesi di attuazione delle unitĂ â€?. Ma se cosĂŹ è perchĂŠ non procedere con un decreto e una sua decisione autorevole? “Il motivo del ricorso al Sinodo è semplicemente quello di rendere corresponsabili il maggior numero di persone (presbiteri, consacrati e laici) in modo che l’attuazione delle unitĂ pastorali diventi l’occasione per una crescita di comunione. La consultazione diffusa ha esattamente questo scopo. Naturalmente la libertĂ dei figli di Dio rimane intangibile a tutti i battezzati. Se qualcuno non desidera partecipare

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alla consultazione e alla riflessione comune, è liberissimo di farlo; ma anche qui onestĂ richiederebbe che si astenga poi dal criticareâ€?. Si è anche detto che comunque ‘è giĂ tutto deciso’ e che il tempo non sarebbe sufficiente a una decisione ponderata... “Chi dice che è ‘tutto deciso’, mente. Non ho un mio progetto. Ribadico che lo scopo della consultazione è far prendere coscienza dei problemi e diventarne corresponsabili. La determinazione dei giorni del Sinodo serve a dare

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,PSHJQR FRQYLQWR H FRQGLYLVR LQ FRPXQLRQH FRO 9HVFR Impegno convinto e condiviso sulla strada di quel discernimento comunitario chiesto dal vescovo Monari per il Sinodo sulle unità pastorali del prossimo dicembre. Anche il consiglio pastorale diocesano ha lavorato per questo importante evento che Brescia non celebra piÚ dal 1979, con l’allora vescovo di Brescia, mons. Luigi Morstabilini. L’organismo, segno della partecipazione e della corresponsabilità di tutti i battezzati all’unica missione del-

la Chiesa, in questi mesi ha affrontato una discussione sulle nove schede approntate per la fase del discernimento. Un impegno che si è concrettizato in un documento offerto al Vescovo come contributo al Sinodo. Ăˆ Giovanni Falsina, che del consiglio pastorale diocesano è segretario, a illustrare tempi e modalitĂ con cui l’organismo e i suoi membri hanno affrontato questa prima parte del cammino verso il Sinodo. “Il consiglio pastorale dioce-

sano – ricorda Giovanni Falsina – ha affrontato una per una le nove schede approntate per il discernimento nel corso di tre diverse sessioni. Quello realizzato è stato un confronto che ha trovato arricchimento negli approfondimenti e nelle analisi che, preventivamente ciascun membro, in sedi diverse, aveva giĂ avuto modo di affrontare. L’organismo diocesano ha cosĂŹ potuto muoversi a un livello diverso, approcciando le nove schede da un punto di

vista piĂš ampio. Ogni scheda è stata presentata al consiglio pastorale diocesano dal provicario generale mons. Cesare Polvara. Le riessioni successive sono state affrontate in un momento che ha visto l’organismo dividersi in piccoli gruppi. I contributi e le indicazioni emerse in questa fase sono state riassunte per la successiva discussione a livello assembleare. “La giunta (una sorta di segreteria del consiglio, ndr) – continua ancora il segretario


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Prosegue, anche in questi giorni di fine giugno, il lavoro di lettura delle schede di consultazione inviate alla Segreteria del Sinodo. 436 sono, al 20 giugno, le schede di gruppo arrivate e scrutinate dall’apposito gruppo di lavoro composto da don Gianfranco Rossi, dal diacono Francesco Lonati e da Angela Mantovani. La maggior parte delle schede di gruppo sono state realizzate da consigli pastorali parrocchiali e per gli affari economici. 181 le parrocchie della diocesi che hanno

Si intitola “Cristo, pietra angolareâ€? l’inno che don Alberto Donini ha composto per il Sinodo. Questa una parte del testo: “Cristo, pietra angolare, fondamento immutabile, stabilito dal Padre per unire le genti! In te salda si edifica la tua Chiesa una e santa, cittĂ del Dio vivente, tempio della sua lode. Vieni, dolce Signore, guida questo tuo popolo; in te noi, tuoi fratelli, diventiamo un sol corpo (...)â€?. L’inno può essere scaricato dal sito della diocesi: www.diocesi. brescia.it

provveduto a inviare alla segreteria il proprio materiale. Oltre 6000 sono, invece, le schede individuali giunte e quasi 2700 quelle scrutinate. Impegnativa l’attività (ancora in corso visto che alla chiusura dei termini per la consegna delle schede di consultazione mancano ancora pochi giorni) dal gruppo di lavoro che ha fatto anche sintesi di tutte le osservazioni scritte a margine di ogni scheda. Osservazioni importanti perchÊ indicative del sentire delle comunità della diocesi sul Sinodo.

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un’idea dell’inizio e della fine dei lavori perchĂŠ non si tema un Sinodo lungo e faticoso (anche questa strana idea è stata fatta circolare). Ma naturalmente tutte le decisioni sono aperte. Ci saranno anche delle votazioni come è accaduto in Consiglio pastorale diocesano per la consultazione. Se non fossi disposto ad accettare le votazioni, avrei scelto uno strumento giuridico diverso per attuare le unitĂ pastorali. Sono disposto a qualsiasi esito mi sarĂ proposto dall’Assemblea sinodale. Nello stesso modo,

RYR – ha operato, con una rilettura e una numerazione di tutte le proposizioni, un ulteriore lavoro di sintesi inviato a tutti i consiglieriâ€?. La seduta del 9 giugno scorso ha permesso al Consiglio pastorale diocesano, dopo un altro momento di confronto, di approntare un documento ufďŹ ciale, approvato all’unanimitĂ , inviato al Vescovo come espressione del lavoro dell’organismo e contributo al Sinodo sulle unitĂ pastorali.

se non riusciremo a ‘tirare le somme’ nelle sessioni che sono ipotizzate, sono disposto a farne altre, ma non certo a trascinare il Sinodo per dei mesiâ€?. Come sempre nei dibattiti interni alla Chiesa c’è chi invoca una maggior capacitĂ di governo da parte del Vescovo (un uso del ‘pastorale’ piĂš energico) e chi mira a un governo piĂš democratico della comunitĂ cristiana... “San Paolo scriveva ai Corinzi che contestavano la sua autoritĂ : ÂŤNoi

non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo solo i collaboratori della vostra gioiaÂť (2Cor 1,24). Vorrei parafrasare e fare mie le sue parole. Non ho desiderio di imporre nulla a nessuno; non nutro nessuna volontĂ di potere. Se ho considerato l’idea delle unitĂ pastorali, è solo perchĂŠ mi sembra siano una risposta utile alla situazione che dobbiamo affrontare, ma chiedo il contributo di tutti per fare meno pasticci che sia possibile. Sono pronto ad ascoltare e a lasciarmi convincere se mi vengono offerte considerazioni positive. Di fatto non sto lavorando per me; anche se il Signore mi conservasse salute e forze, tra pochissimi anni lascerò il servizio della diocesi. Vorrei solo facilitare il futuro servizio del presbiterioâ€?. E quando le contestazioni o i pareri diversi arrivano, come bisogna comportarsi? “Desidero un dibattito serio, libero da pregiudizi su un tema tanto importante come quello della riorganizzazione della nostra comunitĂ diocesana in unitĂ pastorali. Dobbiamo arrivare a distinguere ciò che è vero da ciò che è falso, ciò che è buono da ciò che è cattivo e mettere in scala i beni: quelli che valgono di piĂš e quelli che valgono di meno, soprattutto quelli che saranno possibili e che sono nella volontĂ del Signore che guida e ama la Chiesa bresciana. Per il resto, se qualcuno ha il gusto della contestazione, io questo gusto l’ho perso col tempo. Appartengo ormai ‘ai vegliardi che ai casti pensieri della tomba giĂ schiudon la menteâ€?.

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“I musulmani non possono essere associati ai terroristi, sarebbe un errore imperdonabile, la vittoria di chi vuole alimentare la pauraâ€?: cosĂŹ si è espressa suor Kathleen McGarvey, missionaria a Kaduna, con l’agenzia Misna al termine di una nuova giornata di attentati e di rappresaglie a Kaduna, cittĂ nel nord del Paese, da sempre multireligiosa. La nuova ondata di violenza è costata la vita di 37 persone. Kamikaze a bordo di automobili

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imbottite di esplosivo si sono lanciati contro i cancelli che proteggevano l’ingresso di tre chiese, una pentecostale, una cattolica e una evangelica. Le azioni violente, purtroppo, hanno fatto scoppiare una vera e propria caccia al musulmano, con negozi, case e anche moschee date alle fiamme. Per fermare le violenze è stato necessario l’intervento dell’esercito e l’entrata in vigore di un coprifuoco. A preoccupare

è il rischio che la comunitĂ cristiana finisca per identificare i musulmani come sostenitori di Boko Haram, il gruppo armato di matrice islamica che negli ultimi tre anni ha rivendicato molti attentati nel nord della Nigeria. “Sarebbe un’ingiustizia – sono ancora considerazioni della religiosa all’agenzia Misna – perchĂŠ i musulmani sono stati tante volte vittime degli attentati e denunciano il fanatismo di Boko Haramâ€?.

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giunto da Atene il segnale piĂš rasserenante per la tenuta dell’eurozona e per il G20, riunito il 18 e 19 giugno a Los Cabos, in Messico, con l’intento di delineare una grande strategia di crescita a livello globale, in grado di frenare gli effetti perversi della crisi che dal 2008 ha contagiato buona parte del mondo “occidentaleâ€?, Europa in primis. Le elezioni legislative greche hanno promosso infatti i partiti pro-europei, chiamati a formare un governo il cui primo compito sarĂ tener fede agli impegni assunti verso la troika (Ue, Bce, Fmi): rigore e riforme in cambio di copiosi aiuti per salvare il Paese dal default, e con esso gettare un galleggiante alla moneta unica. “I greci hanno scelto di restare legati all’Europa e ancorati all’euro. Questa è una vittoria per tutta l’Europaâ€?, ha affermato Antonis Samaras, leader del partito conservatore Nuova democrazia, appena diffusi i risultati che davano la sua formazione vincente, seppur di pochi punti percentuali, sulla sinistra radicale di Syriza, il cui primo obiettivo era lo stop all’austeritĂ imposta dall’Ue a una Grecia sull’orlo del fallimento. Nuova democrazia rafforza la sua posizione rispetto al voto del 6 maggio che non aveva indicato una chiara maggioranza di governo; grazie a un premio di maggioranza piuttosto consistente e al sostegno dei socialisti del Pasok e, forse, di qualche formazio-

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cettando i pesanti costi sociali finora imposti alla popolazione, e gli altri che dovessero seguire, pur di non isolare la nazione dal resto dell’Europa. Proprio dall’Europa sono arrivati commenti di apprezzamento per l’esito della consultazione, gli auspici per la rapida formazione del governo, la promessa di aiuti concreti. Da Bruxelles sono giunte parole convinte: la Grecia si conferma parte integrante dell’Unione europea e di eurolandia. L’Europa, insomma, ha tirato un sospiro di sollievo, rinviando il cofronto con gli scenari preoccupanti che si sarebbe aperti con la vittoria di quelle forze, si-

nistra radicale in testa, che chiedevabo alla Grecia di rompere con l’Europa e con i pesanti fardelli imposti ad Atene. Gli effetti positivi del voto greco si sono fatto sentire anche al vertice G20 tenutosi a Los Cabos. Nella città messicata il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e quello della Commissione, JosÊ Manuel Barroso, hanno confermato l’impegno per la stabilità finanziaria e l’integrità della zona euro. Impegni resi piÚ credibilil proprio dal voto in Grecia. Il vertice ha potuto cosÏ dedicarsi con piÚ serenità alla crisi economica, alle azioni per la crescita e lo sviluppo.

/H OHJLVODWLYH SUHPLDQR +ROODQGH Dopo la conquista dell’Eliseo con François Hollande (nella foto) i socialisti hanno conquistato la maggioranza assoluta in Parlamento alle legislative dei giorni scorsi. Con il 50,34% delle preferenze (alleati compresi), i socialisti si sono avvicinati a quel 54% record registrato nel 1981 dopo l’elezione di François Mitterrand alla presidenza. Con la vittoria alle legislative il presidente Hollande e il governo francese possono contare su quella maggio-

ranza necessaria a portare avanti le riforme promesse durante la campagna elettorale, senza dover sottostare ai possibili ricatti degli alleati. Il voto ha però creato qualche scontento anche nelle ďŹ le socialiste. Su tutte quella Segolene Royal, che aveva conteso la presidenza a Sarkozy, battuta da Oliver Folorni e che ha subito gridato al “tradimento politicoâ€?. L’Ump dell’ex presidente Nicolas Sarkozy assiste invece a una nuova disfatta, con diversi big

del partito fuori gioco, dall’ex ministro dell’Interno Claude Gueant all’ex ministro degli Esteri Michele Alliot-Marie. Grande soddisfazione, invece, per il Front National che festeggia l’ingresso per la prima volta in Parlamento, grazie ai due seggi conquistati, quelli di Gilbert Collard e di Marion MarechalLe Pen, la nipote del fondatore Jean Marie. I Verdi conquistano 20 seggi e il Fronte di Sinistra 10, mentre i centristi di MoDem si fermano a due.

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–ƒŽ‹ƒ ‘Â?–‹Â?—ƒ Žƒ ’‘Ž‡Â?‹…ƒ •—‰Ž‹ ‡•‘†ƒ–‹ Anche se il ministro Fornero è arrivata a 120mila, il numero degli esodati italiani non scende sotto i 370mila. A tirare le somme sul balletto dei dati, circa i ‘pensionandi’ a cui il ministero del Welfare deve dare risposta, è un’indagine della Fondazione studi dei consulenti del lavoro che mette ordine nei diversi numeri circolati in questi giorni. “Se è vero – sottolinea Rosario De Luca, presidente della stessa Fondazione – che 65mila lavoratori sono stati salvaguardati

dal decreto, ne restano almeno altri 300mila che in virtĂş della normativa vigente si ritroveranno presto ‘esodati’ in attesa della pensione senza aspettare le nuove regole previste dal Dicastero guidato da Elsa Forneroâ€?. Nel 2011 sono stati infatti oltre un milione e mezzo i lavoratori destinatari dei trattamenti di Cassa integrazione e mobilitĂ . Per individuare il numero degli interessati dal problema si deve applicare il tasso di uscita incentivata dal lavoro (ovvero

l’anticipo del raggiungimento dei requisiti per la pensione) che nel settore industria raggiunge la percentuale del 14% di coloro che hanno beneďŹ ciato degli ammortizzatori sociali. A questi vanno aggiunti i lavoratori, nati dopo il 1946, autorizzati alla prosecuzione volontaria e con un ultimo versamento contributivo versato in data antecedente il 6 dicembre 2011 (circa 133mila soggetti). Tirando le somme, appunto, la matematica non lascia

scampo: circa 370mila esodati sui quali è necessario intervenire. “Una situazione – commenta De Luca – che non lascia margini interpretativi ma che impone interventi immediati del governo. Sino a questo momento ci si è molto concentrati sui numeri e sull’impatto economico della vicenda ‘esodati’. Nessuno si è però soffermato sull’aspetto umano della vicenda che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori, di famiglie, di persone che si trovano in una situazione di disagio per un ‘errore’.

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ontinua il lento cammino verso la normalitĂ nelle zone colpite dal terremoto delle scorse settimane. L’attenzione dei media, per la mole di danni subiti e il numero degli sfollati si è concretata soprattutto sull’Emilia, che martedĂŹ 26 giugno, come annunciato dalla Sala Stampa della Santa Sede, riceverĂ la visita del Papa, non meno pesanti sono le conseguenze patite da alcune zone del Mantovano. A poche settimane dal terremoto si è praticamente dimezzato il numero delle persone ospitate nelle strutture di accoglienza allestite dalla Protezione civile nei Comuni del Mantovano colpiti dal sisma. A darne notizia è stato l’assessore regionale alla Protezione civile Romano La Russa. Delle 2400 persone ospitate nelle strutture di accoglienza, operative grazie anche alla presenza di bresciani, solo 1100 restano ancora fuori dalle loro abitazioni. La Russa ha parlato di un importante segnale per persone che hanno patito la calamitĂ naturale che ha colpito duramente anche questa parte di Lombardia. L’Assessore regionale ha ringraziato i volontari, i tecnici e i vigili del fuoco che hanno svolto decine e decine di controlli sugli alloggi, per verificarne l’agibilitĂ . Ad oggi, comunque, restano attive sul territorio della provincia di Mantova 14 strutture di accoglienza

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te dai sindaci. Le altre strutture sono gestite, invece, dai primi cittadini delle stesse comunitĂ . Il 2 giugno scorso, a supporto del responsabile dell’attuazione degli interventi, è stato istituito a Moglia il Centro di coordinamento territoriale (Cct), con funzioni sanitarie, di assistenza alla popolazione, di verifica statica degli edifici e di volontariato. Il centro ha avviato con ciascuno dei Comuni interessati la verifica per le eventuali necessitĂ di sistemazioni a medio termine della popolazione sfollata, nell’ottica di arrivare in breve tempo alla riorganizzazione delle strutture di accoglienza, mantenendo operative le 4-5 piĂš significative. 222 sono i volontari che continuano la loro opera in questa parte di Lombardia colpita dal sisma. Non meno importante è l’opera svolta a favore del sistema agricolo e zootecnico della zona. Personale dei distretti veterinari visita i caseifici e i magazzini danneggiati dal sisma, per fornire indicazioni sui criteri igienico-sanitari da applicare nella fase di destinazione delle forme danneggiate. Il distretto veterinario di Quistello fornisce agli allevatori che devono spostare animali, a causa dei danni subiti dalle strutture di ricovero, indicazioni sulle modalitĂ da seguire, per garantire il rispetto dei requisiti e il mantenimento delle qualifiche sanitarie.

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La fanfara dei bersaglieri di Palazzolo parteciperà a un festival di bande, nella cittadina di Villefranche De Rouerge nel sud della Francia. La partenza della fanfara è prevista per venerdÏ 22 giugno. Una volta giunti a Villefranche De Rouerge, il complesso musicale palazzolese sarà subito alle prese con le prove per il festival che avrà luogo sabato 23 pomeriggio e domenica 24. Alla rassegna parteciperanno bande e gruppi musicali

SarĂ visitabile dal 19 giugno al 31 luglio negli spazi espositivi del Museo diocesano, in via Gasparo da Salò, 13 a Brescia, la mostra “Vertiginiâ€? dell’artista Felice Martinelli. Nato a Coccaglio, dove attualmente vive e lavora, dopo gli studi presso la Civica scuola di liuteria antica in Milano e l’Accademia di belle arti Carrara in Bergamo, Martinelli nel 1988 si diploma in pittura presso l’Accademia di belle arti Brera in Milano, dove insegna

provenienti da vari Paesi europei, oltre all’Italia, quali Spagna, Belgio, Francia. Le manifestazioni di domenica saranno aperte, nella mattinata, da una grande sfilata di tutti i gruppi che, successivamente, raggiungeranno il centro cittadino dove insieme eseguiranno esibizioni musicali e coreografiche tipiche dei loro Paesi d’origine: dalla banda militare belga, alle coreografie spagnole, per terminare con la corsa dei bersaglieri.

dall’anno accademico 1991/92. Presente in rassegne nazionali ed estere tra le quali la 54° Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi, Palazzo Te a Mantova, si occupa della progettazione di opere in contesti architettonici e paesaggistici. Le opere e il percorso artistico di Martinelli che compongono la mostra “Vertigineâ€? sono visitiabili, presso il Museo diocesano, tutti i giorni, tranne il mercoledĂŹ, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

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La veritĂ sulle ali della fantasia La falsa laurea del Trota ha attirato l’attenzione dei mass media e dei comici di ogni genere, compresi quelli che fanno politica. E molti hanno archiviato l’episodio nella cartella delle furbate all’italiana, Ma, come sempre, tutto il mondo è paese. Basta ricordare alcuni episodi piĂš o meno recenti. Nel marzo del 2011 è stato costretto a dimettersi il ministro della Difesa tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg, della Cdu, reo di aver copiato la tesi di laurea. Stessa sorte è toccata nel maggio successivo alla sua connazionale liberaldemocratica Silvana KochMehrin, 40 anni, astro nascente del partito e vice-presidente del Parlamento europeo: ha lasciato gli incarichi politici, anche lei per una tesi di dottorato copiata. Nel mese di aprile di quest’anno si è dimesso Pall Schmitt, un ex schermidore ungherese, vincitore di due medaglie d’oro nella scherma ai giochi olimpici e presidente della Repubblica ungherese dal 2010 al 2012. Il 29 marzo 2012 l’UniversitĂ Semmelweis gli ha revocato il titolo universitario di dottore ottenuto con una tesi, naturalmente

dedicata ai giochi olimpici, copiata in gran parte da uno studio antecedente. InďŹ ne a maggio è stata la volta di Scott Thompson, amministratore delegato di Yahoo, che si era attribuito una laurea in informatica che in realtĂ non aveva mai conseguito. Semmai la speciďŹ citĂ italiana è che da noi nessun politico (di alto o basso livello) si dimetterebbe per menzogne del genere. Siamo tutti dottori, o no? Anzi, non si dimettono nemmeno per reati ben piĂš gravi. Piuttosto cambiano le

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leggi. Il povero Trota ha dovuto dimettersi a causa delle beghe interne alla Lega, con i duri e puri che hanno scelto lui come capro espiatorio (lui ha fatto di tutto e di piĂš per aiutarli). Ma torniamo alle menzogne che si nascondono ovunque nelle pieghe dei mass media che producono ogni giorno una valanga incontrollabile di parole e di notizie. Da qualche settimana è in vendita un libro singolare. Si intitola “La posta del cuore. Una storia veraâ€? (ed.

Mondadori). La storia vera è che un signore bolognese, Marco Cavani, per un lungo periodo di tempo ha “collaboratoâ€? alla rubrica settimanale “Questioni di cuoreâ€? che la giornalista Natalia Aspesi cura sul “VenerdĂŹ di Repubblicaâ€?. Nel 2001 Cavani ha scritto la prima delle 36 lettere ora raccolte nel libro: non tutte a sua nome, ovviamente, e non tutte vere. Si è fatto aiutare anche da alcuni amici che hanno spedito le lettere da altre cittĂ , per non creare sospetti. Il

5 gennaio 2007, scrive Cavani, “feci saltare il banco. Tutte e tre le lettere di quel giorno, l’intera rassegna era stata militarmente occupata dal frutto della mia tastieraâ€?. Un giorno Marco Cavani è partito per l’Africa, dove la madre si era trasferita. Anche da lĂŹ ha scritto alla sua giornalista preferita, di uomini che fanno turismo sessuale, di scambismo, di anziane signore in cerca di giovanotti. La sua fantasia galoppava cosĂŹ veloce che Natalia Aspesi si è insospettita e alla ďŹ ne ha scoperto l’inghippo. Di fatto il libro sancisce la cancellazione del conďŹ ne fra ciò che è vero e ciò che è inventato. SigniďŹ cativo il commento della giornalista Elena Stancanelli: “Tanto, quasi tutto quello che riguarda l’amore non è veroâ€?. A parte questa postilla ďŹ losoďŹ ca sulla natura dell’amore, la cosa piĂš sorprendente resta la leggerezza con cui si accetta la mescolanza tra il vero e il falso. Come un gioco. Un gioco pericoloso se dalla posta del cuore si passa all’informazione quotidiana e a tutto quello che si racconta. Chi ci difenderĂ dai tanti Marco Cavani in circolazione?


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La comunitĂ parrocchiale dell’Assunzione di Maria di Sellero si sta preparando a festeggiare il 50° di ordinazione sacerdotale di don Domenico Boniotti. Il sacerdote camuno nato a Cedegolo (all’epoca capoluogo di Sellero) nel 1937 venne ordinato sacerdote il 23 giugno 1962. Dapprima curato a Borno, dove rimane per quattro anni, poi è parroco a Lozio. Nei successivi anni viene a conoscenza del Prado francese,

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un movimento costituito da sacerdoti che, oltre a svolgere il loro ministero, lavorano in fabbrica come operai. Don Domenico matura la decisione di cercare un lavoro come operaio, rimanendo sacerdote, come coadiutore, prima del parroco di Artogne, poi del parroco di Sulzano. Nel 1981, il vescovo Morstabilini gli affida la parrocchia di Toline consentendogli di continuare a lavorare in fabbrica a tempo

parziale. Dopo la malattia nel 1994 rientra a Sellero, collaborando con i vari parroci avvicendatisi nella comunitĂ . I festeggiamenti sono previsti per domenica 24 giugno dopo un triduo di preparazione: il programma prevede alle 10.30 la celebrazione eucaristica, seguita dal saluto della banda di Capo di Ponte e dal pranzo comunitario alle 12 nel teatro. Alle 15, infine, vita e pensieri, immagini e racconti dei 50 anni di sacerdozio.

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ncomincia con la festa patronale l’attivitĂ estiva dell’unitĂ pastorale che assomma le parrocchie di San Paolo, Cremezzano e Scarpizzolo. In previsione della memoria liturgica che cade il 29 giugno, infatti, fervono i preparativi all’interno della comunitĂ . Prima della festivitĂ vera e propria, infatti, sono previste alcune iniziative di preparazione per vivere al meglio l’evento. Nei giorni che precedono la ricorrenza, per esempio, verranno celebrate quattro Messe all’aperto in altrettante contrade del paese, contrassegnate ciascuna con un diverso colore. â€œĂˆ un modo per coinvolgere maggiormente la gente di San Paolo − afferma il parroco don Alfredo Savoldi − in un contesto diverso dalle suddivisioni storiche del paese tra Oriano e Pedergnagaâ€?. La sera del 28 giugno, infine, la vigilia della festa sarĂ solennizzata da una grande processione per le vie del paese, presieduta dal parroco di Carpenedolo don Franco Tortelli, legato a San Paolo da vincoli familiari. Una volta terminati i festeggiamenti religiosi, all’interno dei quali troverĂ spazio anche la celebrazione dei 50 anni di vita religiosa della suora originaria di San Paolo Annita Franchi, ci si sposterĂ , invece, in oratorio

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coli, come i menĂš “Mc paol’sâ€? ad imitare la catena di fast food piĂš famosa al mondo. Inoltre si terrĂ in quest’occasione la festa di fine grest, con animatori e ragazzi impegnati nella realizzazioni di architetture e costumi in tema con l’argomento del grest di quest’anno “Passepartoutâ€?. Successivamente sarĂ la volta dei campi estivi che per i piĂš giovani, delle elementari e delle medie, si terrĂ ad Igea Marina, mentre gli adolescenti si recheranno in montagna a Pejo. Tra gli appuntamenti significativi si ricorda anche il grest in Romania,

portato avanti per il settimo anno da un gruppo di 28 volontari che si recherĂ a Telechiu, nel nord-ovest del Paese per fare animazione estiva ai ragazzi del posto. La novitĂ di quest’anno consiste nel fatto che i grest tenuti dai volontari sarannno due: oltre a quello di Telechiu, infatti, l’esperienza verrĂ replicata nel capoluogo di Oradea. Tra quanti vi parteciperanno anche qualche giovanissimo: “è l’occasione − chiosa don Savoldi − per iniziare a mettere i ragazzi in contatto con quest’esperienza e far sĂŹ che il gruppo abbia un futuroâ€?.

/H LQL]LDWLYH GL JUXSSL H RUDWRUL Con l’arrivo della bella stagione si moltiplicano le attivitĂ delle associazioni e degli oratori. A Palazzolo, dopo aver partecipato alla tre giorni di esercitazioni, tra l’8 e il 10 giugno, della Protezione civile Ana del 2° Raggruppamento che quest’anno si è svolta in Valtellina, il gruppo di Protezione civile degli Alpini (nella foto), è partito domenica mattina alla volta di Moglia Mantovana: per la missio-

ne nel Mantovano, territorio colpito dal recente terremoto, sono partiti in cinque: Mario e Franco Simoni, Gianni Raccagni, Silvano Consoli, Carlino Fumagalli che, nel campo allestito dalla Regione Lombardia a Moglia Mantovana, insieme a quelli di Rudiano e di Capriano, hanno dato il cambio agli alpini lecchesi per la gestione del servizio cucina, installato dalla sezione di Brescia, per preparare i

pasti giornalieri ďŹ no a una capacitĂ di 300 persone. Settimane intense, nel frattempo, per tutti gli oratori palazzolesi impegnati nelle loro feste di chiusura dell’attivitĂ catechistica e in attesa di partire con i grest. Da giovedĂŹ 21 a domenica 24 giugno sarĂ la volta dell’oratorio della parrocchia di S. Paolo in S. Rocco tra musica e karaoke, festa dello sportivo e stand gastronomici.

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sono rivolti a disoccupati e/o inoccupati di etĂ compresa tra i 18 e i 45 anni e si svolgeranno per tutto il periodo estivo. I corsi “Labor click: usare le nuove tecnologie per cercare lavoroâ€? hanno per oggetto le nozioni basilari per l’utilizzo del computer e per la navigazione in internet con particolare attenzione a far conoscere i siti di interesse per la ricerca del lavoro e a far apprendere le modalitĂ per la realizzazione di un curriculum on line. Il corso di lingua inglese

“Londra andata e ritornoâ€?, invece, corrisponde al livello B1 del frame work europeo e consente l’apprendimento di punti chiave di argomenti familiari che riguardano la scuola, il tempo libero, il mondo del lavoro e quindi di poter vivere un’esperienza formativa e lavorativa all’estero. L’iniziativa è realizzata nell’ambito di un accordo territoriale di partenariato che vede coinvolti, oltre al Comune di Brescia anche diverse cooperative sociali

(Tempo Libero, Il Calabrone Onlus, Gruppo Elefanti volanti Andropolis e Timiopolis) oltre alla societĂ di formazione che collabora con l’Agenzia per il lavoro Openjobmetis, sostenitrice dell’iniziativa tramite finanziamenti del Fondo nazionale “Forma.Tempâ€?. I calendari e le sedi dei corsi sono disponibili presso lo Sportello Informagiovani di via S. Faustino 33/b (telefono: 030 3751480 - 030 3753004), presso il quale si ricevono le iscrizioni.

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n progetto per una cittĂ piĂš verde e vivibile, in cui spostarsi diventi cosa agevole passando dal treno alla “filoâ€?, dal metrobus alla bicicletta. Una cittĂ nella quale i collegamenti ai mezzi di comunicazione siano facili e veloci, in cui ogni persona possa vivere a proprio agio. In una sola espressione una “smart cityâ€?. Ăˆ in questi termini che nei giorni scorsi è stata presentata a palazzo Loggia l’adesione al “Patto dei sindaciâ€?, il progetto ideato dalla Commissione europea che si rivolge alle comunitĂ locali per la salvaguardia dell’ambiente. L’obiettivo per il 2020 è quello di ridurre del 20% le emissioni di Co2 rispetto ai livelli del 1990 e di aumentare contestualmente della stessa quota l’utilizzo delle energie rinnovabili. Il tutto attraverso un piano d’azione che prevede attivitĂ di monitoraggio oltre che di informazione ed educazione ambientale. Si inseriscono quindi all’interno di questo progetto alcune iniziative da qualche tempo in atto a Brescia, come l’ampliamento della rete di

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della vita. Bisogna cominciare a pensarsi in un certo modo, a muovere i primi passi verso l’idea della ‘smart city’ giĂ da oraâ€?. Del progetto “smart cityâ€?, infatti, si è incominciato a parlare proprio in questa occasione, avviando un tavolo di lavoro che dovrebbe puntare allo sviluppo dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie innovative. L’obiettivo è quello della sostenibilitĂ , per il quale sono stati messi a disposizione da parte della ComunitĂ europea diversi bandi a i quali anche la nostra cittĂ potrĂ partecipare. “SarĂ un percorso lunghissimo − ha chiosato il sindaco Paroli − che tocca tutti gli assessorati della nostra cittĂ . Al gruppo di lavoro che è stato istituito daranno il proprio contributo anche le aziende piĂš coinvolte da questi cambiamenti come A2a e Brescia mobilitĂ â€?.

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,Q YROXPH OD ULFHUFD VXOO¡DUFKLWHWWXUD UXUDOH VenerdĂŹ 22 giugno, alle ore 17, nel chiostro del Pozzo, nel convento di San Pietro in Oliveto presso il castello di Brescia, si terrĂ la presentazione del piano editoriale di Fondazione CiviltĂ Bresciana riguardo a “Paesaggio agrario e l’architettura rurale della provincia di Bresciaâ€?. L’iniziativa si propone di realizzare la pubblicazione dell’opera, che è il risultato della ricerca alla quale hanno collaborato docenti universitari e studiosi. Attualmente è pronto il primo tomo, che sarĂ illustrato proprio venerdĂŹ dal presidente della Fondazione civiltĂ bresciana mons. Antonio Fappani. A seguire gli interventi del prof. Gabriele Archetti, coordinatore culturale della Fondazione civiltĂ bresciana, dell’arch. Dezio Paoletti coordinatore del primo tomo e di Laura Cottarelli, coordinatrice delle attivitĂ del Centro San Martino della Fondazione civiltĂ bresciana, che ha sede negli spazi del convento di San Giuseppe in centro alla cittĂ .

A seguire alle 18.30, nella attigua chiesa di San Pietro in Oliveto, come segno del significato devozionale che il mondo rurale e la civiltà intrecciata al paesaggio agrario da millenni manifesta, sarà concelebrata una Messa con mons. Antonio Fappani, padre Claudio Grassi priore di S. Pietro in Oliveto, don Claudio Vezzoli, cappellano dei coltivatori diretti e i diaconi Alfredo Mazzucchelli e Luca Ferremi. Per informazioni sulla serata o per comunicare con la Fondazione è possibile chiamare i numeri 3386740901 e 030 3757267 (fax 030 3774365) oppure scrivere a info@ civiltabresciana.it. In alternativa ci si può recare direttamente alla sede, presso vicolo San Giuseppe 5 a Brescia, nei seguenti orari: da lunedÏ a venerdÏ dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30. (pio)

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tipo di laboratori è stato presentato mercoledĂŹ 13 giugno al Cinema Eden, frutto del lavoro di cinque oratori della nostra cittĂ che partecipano al progetto Sp@cebook, coordinati da un’Êquipe formativa del Centro oratori bresciani. I laboratori sono stati un’occasione per costruire una storia da narrare con il linguaggio cinematograďŹ co, partendo da una lettura dei vissuti di bambini o ragazzi e facendo emergere gli snodi della propria biograďŹ a personale. Attraverso

il confronto con meccanismi dell’intreccio narrativo tipici dei ďŹ lm questi momenti della vita dei ragazzi si sono trasformati per costruire la base dei cortometraggi. Durante la serata, che ha visto la presenza dell’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia Giorgio Maione e di don Marco Mori, direttore dell’UfďŹ cio oratori, i coordinatori del progetto Simone Agnetti, Silvia Cascio (per la regia), insieme a Piero Galli, hanno presentato i prodotti di

questo laboratorio sul “Cinema di formazione� (nella foto un momento della serata). Sono stati proiettati: “ Estate in campeggio�, realizzato dai ragazzi dell’oratorio Paolo VI di Urago Mella; “Stranger�, dell’oratorio San Filippo Neri di Chiesanuova; Agata, realizzato dall’oratorio San Giovanni Bosco di Mompiano; “Scomparsa�, dell’oratorio San Giovanni Bosco del Villaggio Prealpino, e “Il gioco del tempo�, presentato dall’oratorio di Sant’Afra. (g.b.)

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e lezioni incominceranno solamente a ottobre, ma giĂ da ora ferve l’attivitĂ che porterĂ alla 7Í” edizione della Scuola San Benedetto “Dalla libertĂ al bene comuneâ€?. Proprio di questi giorni, infatti, è la presentazione dell’iniziativa curata dall’omonima fondazione, un percorso volto a studiare e approfondire la sperimentazione e l’attuazione della sussidiarietĂ nel governo della cittĂ : il tutto declinato in molteplici aspetti che vanno dall’urbanistica al welfare, dai servizi pubblici alla mobilitĂ urbana, dal capitale umano allo sviluppo. “Il tema di quest’anno è locale − spiega il vicepresidente Manolo Salvi − e risulta accessibile a tutti, non solo a chi si dedica esclusivamente alla politica, ma anche a chi abbia interesse e curiositĂ per questi temiâ€?. Come detto la Scuola inzierĂ a ot-

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tobre e durerĂ fino ad aprile: durante questo lasso di tempo ci sarĂ spazio per sette incontri a cadenza mensile su altrettanti temi riguardanti diversi aspetti urbanistici. La novitĂ fondamentale di quest’anno consiste nel fatto che, accanto alle lezioni di base per introdurre i concetti principali di ogni argomento, si terranno anche degli “aperitivi-confrontoâ€? con personalitĂ bresciane, italiane e internazionali: una modalitĂ diversa di approfondimento che si varrĂ in un format inconsueto di contributi di alto livello. Il tutto coordinato da un comitato scientifico nel quale siedono, tra gli altri, i bresciani Giuseppe Frigo, giudice della Corte costituzionale, e Mario Taccolini dell’UniversitĂ cattolica, oltre a Giulio Sapelli dell’UniversitĂ degli studi di Milano, Carlo Secchi, giĂ rettore della Bocconi e Riccardo Viale, direttore del Centro di cultura italiana a New York. Il lancio dell’iniziativa è stato previsto non solo in ambito cittadino,

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ma anche in un tour che toccherĂ le diverse parti della nostra provincia: dopo la serata di Gussago di venerdĂŹ 15, infatti, il 26 giugno alle 20.30 sarĂ la volta del Castello di Padernello. Si continuerĂ poi il 29 giugno alle 19.30 a Brescia presso il resort Santellone il 5 luglio a Marcheno alle 20.30 presso la sala consiliare, per poi concludersi il giorno successivo alle 19.30 a Desenzano in localitĂ Marchetto. Le iscrizioni sono a numero chiuso e saranno aperte fino al raggiungimento della quota di 50 posti, in ogni caso non oltre il 31 luglio; la quota di iscrizione è di 120 euro, ridotta a 80 per gli studenti. A questo proposito Salvi afferma: “Abbiamo voluto mantenere un numero ristretto di posti per favorire la qualitĂ didattica; legato ad un discorso di qualità è anche il contributo richiesto ai partecipanti: se infatti la maggior parte delle spese è sostenuta dalla fondazione, il contributo rischiesto mira a non svalutare la Scuola nella percezione di chi vi partecipaâ€?.

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ƒ•–‡ŽŽ‘ ƒŽ˜‡œœ‹ Â?ƒ •‡––‹Â?ƒÂ?ƒ †‹ •—‰‰‡•–‹‘Â?‹ †ƒŽ ‹„‡– Brescia si appresta all’arrivo in Italia del Dalai Lama (27 e 28 giugno al Mediolanum Forum di Assago per i suoi insegnamenti spirituali) e lo fa a modo suo. In tre parole: “Brescia for Tibetâ€? per un’intensa settimana (21-28 giugno) di incontri-conferenze dedicati al Tibet, ambientati nella prestigiosa cornice del Castello Malvezzi, organizzati in sinergia con “Tibet House Foundation Italyâ€? e il cui incasso sarĂ donato ai Tibetan Children’s Villages che accolgono

gli orfani fuggiti dal Tibet. Il via è per le 18 di giovedĂŹ 21 giugno con l’apertura di una mostra fotografica, accompagnata dalla meditazione con campane tibetane guidata dal maestro Tolla Sonam, gli interventi del presidente dell’Associazione Italia-Tibet Claudio Cardelli e del lama Khenrab Rinpoche del Ghe Pe Ling di Milano, che anticiperanno il cocktail party dello chef Andrea Mainardi dell’Officina Cucina di Brescia. VenerdĂŹ alle 19.30, spazio alla conferenza “Tibet, un messaggio

per il mondoâ€? col viaggiatore Alessandro Zuzic Tsering Dorje, mentre sabato 23 dalle 14 alle 18 (come per tutte le sere) si potranno fare acquisti nei corner gestiti da Tibet la Bottega. Domenica 24 dalle 10 alle 17, in scaletta il seminario di yoga con Carla Perotti ed Enrico Bondi e in serata cena curata da tre monaci tibetani. MercoledĂŹ 27 alle 19.30, spazio alla cultura con la presentazione degli appunti di viaggio “India, verso Dharamsalaâ€? di Nico Bonometti, cui seguirĂ

alle 20.30 una proposta della cuoca Rosanna Marziale, fino alla gran cena di giovedĂŹ 28 curata da Daniele Zennaro e Irina Freguia del ristorante Vecio Fritolin di Venezia. Gli interventi culinari, con ai fornelli alcuni tra i piĂš talentosi chef della scena internazionale, esordiranno venerdĂŹ 22 con Fabrizio Ferrari del Roof Garden Restaurant di Bergamo, che servirĂ curiose interpretazioni del numero 7. Per info: 030.2004224; info@ castellomalvezzi.it. (a.s.)

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hiusi i libri, lasciati i banchi di scuola, l’estate è, per eccellenza, la stagione del gioco e del divertimento. Le offerte ricreative, tra grest e centri estivi, non mancano di certo, ma il Comune di Brescia ha pensato di arricchire l’offerta formativa estiva con la 1Ć… edizione del summer camp “Il museo, il viaggio, l’avventuraâ€?, che avrĂ luogo all’interno del complesso di Santa Giulia. Quattro settimane, dal 2 al 27 luglio, a disposizione dei bambini, tra i cinque e gli 11 anni, che vorranno cimentarsi con attivitĂ , improntate comunque sul gioco, che insegnino loro a scoprire la sensorialitĂ attraverso la conoscenza delle tecniche e degli artisti. “Si tratta di un vero e proprio viaggio che ha come elementi l’acqua e la terra, e a partire da ciò svilupperemo una serie di giochi, percorsi didattici all’interno del Museo di Santa Giulia, sia nelle sale e nei laboratori didattici, sia nel viridarium, all’esterno, per godere anche della bella stagioneâ€?, spiega la coordinatrice del progetto, Angela Bersotti. I bambini saranno guidati dagli operatori museali (scelti tra gli stessi che durante l’anno scolastico gesti-

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ta. “Crediamo che l’arte sia uno dei migliori modi di apprendere − commenta l’assessore Arcai − ma in periodi di tagli alla cultura, abbiamo deciso di mantenere comunque un servizio anche nel periodo estivo, che si aggiunge al centinaio di attivitĂ svolte durante l’anno scolasticoâ€?. Le attivitĂ si svolgono dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 9.30 alle 12.45 (ma per chi necessita di un orario piĂš flessibile, può essere esteso dalle 9 alle 13 con un servizio di accoglienza). Ogni giorno i bambini potranno consumare uno spuntino che verrĂ offerto sul prato del viridarium, l’antico giardino romano. SarĂ possibile iscriversi ad una o piĂš settimane di laboratori al costo di 60 euro l’una, oppure a singole giornate spendendo 14 euro ciascuna, chiamando lo 0302977834. Per informazioni, 0302977841 oppure didattica. museiarte@comune.brescia.it.

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&DVD /LOOL XQR VSD]LR SHU VRVWHQHUH OD IDPLJOLD L’inaugurazione è prevista per lunedĂŹ 25 alle 18.30: in quel momento prenderĂ ufficialmente il via l’esperienza di “Casa Lilliâ€?, il Punto famiglia Acli di Castel Mella. L’appuntamento è sotto il condominio Viola di via Montale, in uno spazio messo a disposizione dall’Aler: dopo un breve commento sull’iniziativa verranno benedetti i locali, per poi dare spazio a un rinfresco di benvenuto che sarĂ anche l’occasione di raccogliere idee e suggerimenti. Realizzato in collaborazione con l’Assessorato ai servizi sociali del Comune di Castel Mella, Il Punto famiglia Acli è un luogo di accompagnamento per e con la famiglia, per valorizzare le sue capacitĂ di auto-tutela e sperimentare il protagonismo familiare. Il tratto distintivo che lo caratterizza è rappresentato dalla capacitĂ di mettere in stretta relazione il servizio con l’aggregazione e il protagonismo. Non solo, si tratta di un punto di riferimento anche per persone che sperimentano situazioni di solitudine e di difficoltĂ . Nel concreto nei

locali troveranno spazio i servizi delle Acli e, nel contempo, verranno offerti, in collaborazione con le altre associazioni che aderiscono al progetto, un punto di ascolto, informazione e orientamento. Non ultima è da segnalare la dimensione sociale, perchĂŠ si tratta di “un luogo − come viene spiegato nella presentazione − dove si sta insieme e dove si trovano persone disposte a pensare insieme. Per confrontarsi, condividere le risorse, creare gruppi di acquisto, organizzare corsi e percorsi formativiâ€?. Su questa dimensione si innesta anche il tema dell’integrazione: “è una tematica molto presente − afferma in proposito l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Castel Mella Mafalda Gritti − che vedrĂ la presenza di un’educatrice e l’attivazione di corsi di linguaâ€?. (f.g.)

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—‹Â?œƒÂ?‘ †ǯ ‰Ž‹‘ ‘Â? Dz ‡•–‘”‹‘dz †‹˜‡”–‹Â?‡Â?–‘ ’‡” –—––‹ Anche quest’anno ritorna a Quinzano d’Oglio la festa dell’oratorio, 10 giorni di appuntamenti pensati per il divertimento e l’allegria di tutti. “Festorioâ€?, questo il nome dell’iniziativa, dopo il primo weekend trascorso tra musica, animazione per bambini e sport, si prepara ad accendere le prossime serate nel paese della Bassa. Un posto d’onore per le prime serate spetta alla musica: infatti, dopo le esibizioni di

mercoledĂŹ e giovedĂŹ dedicate rispettivamente alla dance anni ‘80 e al latinoamericano, venerdĂŹ 22 spazio all’atteso appuntamento con Omar Pedrini (nella foto), noto cantante bresciano ex frontman del gruppo musicale dei Timoria. Sabato 23 giugno, invece, le note si divideranno lo spazio con il calcio, poichĂŠ ad “Articolo Jâ€?, tributo a J-Ax e agli Articolo 31, si afďŹ ancherĂ , proiettata sul maxischermo, una delle partite

dei quarti di ďŹ nale degli europei di calcio. Calcio che verrĂ non solo visto, ma anche giocato con il torneo in programma durante tutte le serate, in un calendario nel quale entra anche la competizione di beach-volley per squadre miste ragazze-ragazzi. Sono questi tra gli elementi del successo della festa, a cui si aggiungono anche i gonďŹ abili per i piĂš piccoli e la cucina che sforna le specialitĂ del territorio, dai casoncelli alle salamine, ďŹ no

a svariati dolciumi e torte per la gioia del palato. L’appuntamento, che da molti anni richiama moltissime persone, in particolare giovani e famiglie, è ospitato presso il campo sportivo dell’oratorio intitolato a papa Paolo VI. La rassegna si concluderĂ la sera di domenica 24, quando alle 21 si terrĂ lo spettacolo a sorpresa che coronerĂ la cerimonia delle premiazioni ďŹ nali di tutti i tornei intrapresi. (f.g.)

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i farĂ o no l’impianto di stoccaggio di gas a Capriano del Colle? La parola ora passa ai cittadini. In questi giorni a Capriano e dintorni si torna a parlare di questo impianto che dovrebbe sorgere nei pressi della cascina Movico ma c’è un importante novitĂ : sulla questione, ancora aperta, si farĂ un referendum e saranno i cittadini a dare indicazioni in merito. “Dopo due mesi di carte bollate – riferisce Salvatore Fierro, presidente dal Comitato civico Salute e Ambiente, promotore del referendum – finalmente vediamo il concretizzarsi dei nostri progetti. La scorsa settimana si è riunita la commissione nella quale è stato illustrato il nuovo regolamento comunale, dal momento che l’attuale amministrazione ne era sprovvista, per concedere l’ok autorizzativo al referendum. I cittadini, finalmente, potranno esprimersi liberamente sul tema dello stoccaggio a Capriano. Ora si attende la prossima riunione del consiglio comunale, in programma a breve, nel corso della quale dovrebbe essere approvato il regolamentoâ€?. Il Comitato civico si è battuto sin dall’inizio per contrastare questo progetto. Negli ultimi mesi sono state organizzate serate informative, sempre molto partecipate, a cui hanno preso parte diversi tecnici,

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iniziative portate avanti con don Gabriele Scalmana della Pastorale del creato di Brescia. Importante, in questa fase, è stato anche l’apporto tecnico dell’ing. Massimo Cerani, esperto ambientale, di Giacomo Cangini ed Ezio Corradiâ€?. E come se non bastasse, sempre in questi giorni, in consiglio regionale, tre consiglieri, precisamente Francesco Patitucci, Gabriele Sola e Stefano Zamponi, hanno presentato al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, un’interrogazione con risposta avente per oggetto “CriticitĂ legate al progetto di stoccaggio gas in Provincia di Bresciaâ€?. In sostanza i richiedenti, facendo leva anche sui recenti terremoti che hanno devastato intere zone dell’Emilia-Romagna e della provincia di Mantova, chiedono che il progetto venga sospeso. “Noi l’abbiamo sempre detto che la pianura padana è sismica - ha ribadito Salvatore Fierro − Purtroppo gli eventi sismici delle ultime settimane ci hanno dato ragione. Per questo ci uniamo ai consiglieri regionali per chiedere la cancellazione di questo progetto di conversione del campo di produzione del gas in campo di stoccaggio, che andrebbe a coinvolgere il territorio di tre Comuni: Capriano del Colle, Dello e Bagnolo Mellaâ€?.

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del Centro, che non sarĂ certo un sostituto di chi non può essere sostituitoâ€? si affretta a precisare uno degli oltre 40 volontari del centro. L’Auxilium fu fondato da don Galli agli inizi degli anni Novanta per dare sostegno a quelle persone che la societĂ faticava e fatica ancor oggi ad accettare. Ex carcerati per i quali reinserirsi era difficoltoso; magrebini, il cui viaggio della speranza finiva in quell’angolo di Chiari oltre la ferrovia. Con gli anni si sono aggiunti anche

indiani, pakistani, albanesi, ma anche famiglie italiane colpite dalla crisi. Qui, vengono distribuiti pasti caldi, vestiti, viene dato sostegno morale, assistenza medica. Ecco perchĂŠ sono in molti a chiedersi ora cosa ne sarĂ . “Dobbiamo fare una distinzione − ha detto don Stefano Vanoli, direttore dell’Istituto Salesiano che con il Centro divide alcuni spazi − Il centro Auxilium ha un suo statuto, un suo consiglio del quale anche io faccio parte, è un’organizzazione collaudata,

che giĂ don Galli aveva affidata ai volontari e che ora avrĂ bisogno, come sempre quando viene meno il fondatore di un qualsiasi organismo, di un periodo di assestamentoâ€?. Resta la domanda: chi sostituirĂ don Galli? “Nessuno può sostituirlo come figura spirituale alla quale si rivolgevano coloro che si rimettevano nelle sue mani − spiega ancora don Vanoli − Per l’assistenza spirituale, la comunitĂ salesiana è sempre stata disponibile e lo sarĂ ancoraâ€?. (c.m.)

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razione tra le piĂš popolose ed attive, Vighizzolo di Montichiari si veste a festa per la consueta sagra annuale in onore del patrono San Giovanni a cui è dedicata anche la chiesa parrocchiale. Quest’anno c’è una novitĂ importante perchĂŠ in mezzo ai tanti momenti ricreativi, gastronomici e danzanti è previsto, infatti, anche un importante evento religioso: domenica 24 giugno alle 10.30 avrĂ luogo l’ingresso di mons. Gaetano Fontana, abate di Montichiari, che celebrerĂ la Santa Messa delle ore 11 ed assumerĂ la carica di parroco della frazione, coadiuvato da don Mario Pelizzari. Si tratta di un evento significativo perchĂŠ segna l’avvio, anche nella cittĂ di Montichiari, dell’unitĂ pastorale destinata a costituire in capo ad un unico sacerdote le funzioni precedentemente in carico ai vari parroci. Al termine della Santa

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Messa è previsto il pranzo aperto a tutti con lo scopo di condividere l’importante momento di novitĂ ecclesiale. Quanto all’aspetto piĂš ricreativo della sagra, si parte venerdĂŹ 22 alle 19 con l’apertura dello stand gastronomico nel quale sarĂ possibile degustare prelibatezze e leccornie cucinate dall’attivo gruppo di volontari della frazione; alle 21 spazio alla musica con “Summer Music Showâ€?, concerto degli allievi di canto della scuola Gilles Tosoni di Montichiari e Cam di Collebeato i quali si cimenteranno in arie di musica lirica e brani della tradizione italiana fino a pezzi contemporanei. La serata di sabato 23 vedrĂ , invece, l’orchestra di Gigio Valentino allietare i commensali mentre per domenica 24 c’è il ritorno di Manuel e Giusi, coppia ormai affiatata capace di sprigionare divertimento sulle sette note. Il successivo fine settimana non sarĂ meno avaro di appuntamenti: venerdĂŹ 29 l’orchestra Latino’s darĂ vita a “Diverti-

mento latinoâ€?, spettacolo dei maestri dell’omonima scuola di ballo che si esibiranno in momenti di danza sudamericana; sabato 30 toccherĂ ad Enzo Allegri e Fausta per chiudere, domenica 1° luglio, con Alberto e i Murales. Anche quest’anno l’impegno del gruppo parrocchiale di Vighizzolo ha saputo “costruireâ€? un programma intenso di eventi per festeggiare al meglio il patrono: da anni, del resto, la sagra della frazione costituisce un richiamo irresistibile per molte persone, provenienti anche dai comuni limitrofi. Il ricavato delle varie serate servirĂ per le necessitĂ della parrocchia. Tutti gli appuntamenti musicali inizieranno alle ore 21 e si terranno nel centro parrocchiale dove sarĂ allestito lo stand gastronomico, al coperto e dotato di un ampio parcheggio, attivo durante tutte le giornate di festa. Per ulteriori informazioni si può contattare la segreteria del consiglio pastorale parrocchiale telefonando al numero 030/961474.

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lo di petizioni e comitati popolari. A Ponte di Legno e a TemĂš entro fine settembre si terrĂ un referendum per il via libera alla fusione dei due Comuni e dar vita a ‘PontemÚ’. A TemĂš 303 persone (su un migliaio di abitanti) hanno firmato una petizione per sospendere l’iter: “PontemĂš è un progetto studiato senza il minimo coinvolgimento dei cittadiniâ€? dice il gruppo che fa capo alla minoranza consiliare, “con la nostra iniziativa abbiamo raccolto le istanze e le perplessitĂ della genteâ€?. A TemĂš

temono, essendo piĂš pochi, che con il referendum il progetto vada a tutto vantaggio dei dalignesi (che sono circa 1800). Il vantaggio potrebbe però essere soprattutto quello dei ‘politici’ di professione. Non a caso si parla di fusione anche per l’Unione dei Comuni della Valsaviore. Di recente è stato sostituito il presidente dimissionario Scolari con Mottinelli, ex-sindaco di Cedegolo e assessore provinciale, nonchĂŠ ex-presidente di ComunitĂ montana. Proprio Mottinelli caldeggerebbe la cre-

azione di un unico Comune di Valsaviore, guidato da Bressanelli, altro personaggio di lungo corso. Pertanto a Sellero c’è chi, come l’opposizione, tramite il web afferma che “la proposta di un comune unico sa tanto di ultimo disperato assalto alla diligenzaâ€? e che “i soldi sono diventati pochi e ciò costringe a rinunciare a distribuire prebende e privilegi per gli amici degli amici e questo per i ‘vecchi politici’, oltre che essere inconcepibile è diventato un grosso problemaâ€?.(g.c.)

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orno e l’Altopiano del Sole ospitano in questo fine settimana la seconda edizione del Festival delle Alpi della Regione Lombardia, organizzato dall’Associazione culturale Montagna Italia, insieme al Club alpino italiano - Regione Lombardia. La manifestazione avrĂ un prologo giovedĂŹ 21 giugno alle 20.30 con la proiezione di filmati ed il concorso fotografico. L’apertura dei tre giorni, che avverrĂ contemporaneamente in tutta la Lombardia con un centinaio di avvenimenti tra loro coordinati, sarĂ venerdĂŹ 22 giugno. Il Festival delle Alpi ha una formula originale: una sede provvisoria e annuale (lo scorso anno era in Val Seriana) e tante sedi quante sono le provincie lombarde aderenti. La manifestazione si prefigge di orientare l’attenzione del pubblico alla montagna della Lombardia, di cui questo fine settimana vuole scoprire rifugi, passeggiate, escursioni, alpinismo, enogastronomia e molto altro. “Si crea una grande cartolina comunicativa che ha lo scopo di lanciare la stagione estiva montana e che, in prospettiva, potrĂ fungere da stimolo per avvalorare le potenzialitĂ culturali, turistiche ed economiche di questo importante territorio – ha detto da Roberto Gualdi, ideatore e presidente, nella conferenza stampa di presentazione a Borno – proprio perchĂŠ il Festival

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ÇĄ …Š‡ ˆ— ƒ ‘”Â?‘ Â?‡Ž Í™ÍĄÍĄÍ Ă¨ rivolto a tutti coloro che amano la montagna, i prodotti tipici, la storia, l’enogastronomia, la natura, le tradizioni, tutti elementi importanti di una cultura come quella lombarda. E l’intento è quello di coinvolgere tutte le realtĂ delle Alpi che vorranno occuparsi in prima persona dell’organiz-

zazione delle attivitĂ che si svolgeranno nel loro territorio. Ma anche di coinvolgere tutte le scuole attraverso attivitĂ diversificate per ogni etĂ ed esigenze. Uno sguardo in avanti, in un futuro ormai prossimo, è rivolto a Expo 2015, dove la Lombardia attende oltre 20 milioni di visitatori. Saranno le montagne della regione, con le loro popolazioni, le attivitĂ , le iniziative, il richiamo delle tipicitĂ e delle nicchie culturali della montagna e delle sue vallate. Se ne parlerĂ giĂ da venerdĂŹ 22 giugno con il convegno nazionale a Borno che tratterĂ il tema “La Montagna: tra naturale e costruito. Riflessioni e prospettive per il futuroâ€?. La serata continuerĂ con attivitĂ in piazza gestita dal Cai di Borno, tra cui una palestra di arrampicata sportiva ed un ponte tibetano che attraversa tutta la storica piazza della fontana, mentre in serata ci sarĂ la rassegna cinematografica ed il concerto del Coro di Borno in onore del Patrono S. Giovanni Battista. Sabato 23 è la giornata della natura e della cultura: sarĂ presente l’UniversitĂ della Montagna di Edolo, verranno presentati libri, filmati e documenti sulla Guerra bianca in Adamello. In serata alle 23.00 ci sarĂ il lancio delle lanterne in cielo. Domenica, in occasione del Festival, la bella piazza Umberto I sarĂ dedicata ufficialmente a Giovanni Paolo II che fu a Borno su questa stessa piazza domenica 18 luglio 1998.

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†”‘ Â? …‘Â?˜‡‰Â?‘ ’‡” Žƒ •ƒŽ˜ƒ‰—ƒ”†‹ƒ Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ”Â‡Âƒ †‡Ž ƒÂ?–—ƒ”‹‘ L’intento resta quello della salvaguardia globale dell’area in prossimitĂ del frequentato Santuario di Adro, perseguendo un rispetto di carattere “religioso, ambientale, agricolo e didatticoâ€?. Ăˆ sotto questo auspicio che è stato concepito il Convegno sul tema “Lo sviluppo del territorio di Adro e la tutela del Santuario nel paesaggio della Franciacortaâ€? in programma sabato mattina 23 giugno dalle 10 alle 12 nell’Istituto Madonna della Neve al civico 36 di via Nigoline. L’iniziativa

è stata illustrata lunedĂŹ sera nel corso di una conferenza stampa, alla presenza della presidente dell’Associazione culturale “Terre di Lombardiaâ€? Anna Rivadossi, del presidente del Comitato 1519 per la tutela del Santuario Madonna della Neve nel suo paesaggio naturale, l’ing. Gian Luigi Zanetti, del direttore dell’Istituto scolastico Madonna della Neve di Adro padre Gino Toppan e di Gian Franco Tomasoni, assessore all’Agricoltura della Provincia di Brescia.

“Si tratta di un momento particolarmente importante e significativo – è stato ribadito – per dimostrare la bellezza paesaggistica del territorio franciacortino: un esempio di marketing territoriale con veri punti di forza legati soprattutto all’ambiente e all’agricoltura, affinchĂŠ la vocazione secolare di questo territorio rimanga intatta anche in relazione alle osservazioni sul Pgt, che verranno presentate prossimamente al Comune di Adroâ€?.

Il Convegno promosso da Terre di Lombardia e Comitato 1519, si terrà all’interno dell’Istituto Madonna della Neve di Adro e avrà libero accesso per tutte quelle persone, rappresentati di istituzioni pubbliche e private, associazioni, particolarmente sensibili al territorio. All’incontro interverranno: Anna Rivadossi, l’ing. Gian Luigi Zanetti, il sindaco Oscar Lancini e il Presidente dell’Associazione Monte Alto, Alessandro Gatti.(a.s.)

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empo d’estate: tempo di svago, relax, divertimento e... cultura. Ăˆ cosĂŹ che, in concomitanza con la bella stagione e la possibilitĂ di trascorrere piĂš tempo libero all’aperto e in compagnia, la Fondazione Cicogna Rampana onlus, in collaborazione con “Soundcheckâ€? e l’Associazione Terzarmonica, ha deciso di aprire i suoi ambienti di via Garibaldi per dare il via al “Festival della Culturaâ€?, in programma fino al 30 luglio. L’ampia manifestazione partirĂ sabato 23 giugno alle 18.30 con la serata inaugurale “Two in One #3â€?: esposizione dedicata a grafica e fotografia contemporanea curata da Matteo Efrem Rossi, Stella Maranesi e Valeria Marchi, aperta al pubblico fino al 14 luglio (da martedĂŹ a giovedĂŹ dalle 14.30-18 e la domenica solo su appuntamento al 339.8384933). Nell’ambito dell’iniziativa, alle 19.30 si terrĂ anche una performance sonora di Lakeside Amusement Park, alle 20.30 delle sperimentazioni sonore con Got on a lividd e alle 21.30 l’esibizione del duetto acustico Ester. VenerdĂŹ 29 alle 21, andrĂ in scena invece “Lectura Dantisâ€?: rivisitazione di alcuni canti della Divina

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giĂ scritto... oppure no?â€?. Tra le iniziative a corollario, sabato 21 alle 18.30, si terrĂ anche l’apertura dell’esposizione “Intersezioniâ€? di Marco Bellini (visitabile fino al 30 luglio) abbinata a piacevoli momenti di musica e aperitivo insieme. A chiudere la lista degli appuntamenti degni di nota, la tavola rotonda di domenica 22 luglio alle 21 e dedicata all’imprenditoria giovanile odierna, mediante l’ascolto e il confronto di esperti e testimonianze, con la partecipazione di Ivan Giavarini, Cristian Manessi, Michele Pagani, Marco Bellini, Luca Belotti, Ilaria Forlani e Barbara Pezzoni. Tutte le iniziative sono a ingresso libero e gratuito; per ogni serata sarĂ in funzione il servizio bar-ristoro; in caso di pioggia ci si trasferirĂ all’interno del salone Bordogna della Fondazione. Per informazioni: 3398384933 – info@ fondazionecicogna.191.it.

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1HO FROOHJLR VWDIIHWWD WUD L VLQGDFL GL 5RYDWR Il Collegio di vigilanza e la Segreteria tecnica della Brebemi, l’autostrada che collegherĂ Brescia, Bergamo e Milano attualmente in fase di realizzazione, si arricchisce di un nuovo membro in rappresentanza dei Comuni. Nei giorni scorsi, infatti, sono stati convocati presso la sede dell’Assessorato provinciale ai lavori pubblici i sindaci dei 13 Comuni bresciani interessati dal tracciato dell’autostrada in via di realizzazione. Scopo dell’incontro era la nomina del terzo rappresentante dei sindaci all’interno del collegio, oltre a quelli di Brescia e Chiari, surrogando Andrea Cottinelli non piĂš sindaco di Rovato dopo l’ultima tornata elettorale. I primi cittadini di Brescia, Castegnato, Castrezzato, Cazzago San Martino, Chiari, Cologne, Gussago, Ospitaletto, Roncadelle, Rovato, Rudiano, Travagliato e Urago D’Oglio, hanno quindi eletto a maggioranza il nuovo sindaco del Comune di Rovato, Roberta Martinelli, che dichiara: “La mia è una nomina di continuitĂ , pertanto siamo giĂ strutturati per portare avanti l’incarico, ci mettiamo a disposizione di tutti i Comuni interessati per portare avanti tutte le loro istanzeâ€?. Tra i compiti che la aspettano ci sarĂ quello di affiancare Regione e Provincia nei tavoli di coordinamento, mantenere il contatto con i Comuni interessati dall’opera raccogliendo gli elementi di criticitĂ locale da sottoporre alla segreteria tecnica, al collegio di vigilanza o agli altri ambiti di confronto previsti dall’accor-

do; fornirĂ inoltre i dati per l’opera di coordinamento. Su questo ruolo il parere di Maria Teresa Vivaldini, assessore provinciale ai Lavori pubblici: “Intenso e ricco di responsabilitĂ il ruolo che il Sindaco dovrĂ svolgere, con i colleghi di Brescia e Chiari, nell’ambito

del tavolo regionale e locale previsto dall’accordo di programma per la realizzazione del collegamento autostradale, in qualità anche di rappresentanza e accordo con le altre amministrazione comunali territorialmente interessate dai lavori autostradali che dovrà ben rappresentare e difendere al tavolo Istituzionale�. (f.g.)

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Â?ƒ—‰—”ƒ–‘ ‹Ž ’ƒ”…‘ Dz —‘” ‘”Â?‡Ž‹ƒ ‘••‹Â?‹dz Lumezzane e la sua cittadinanza finalmente hanno un nuovo spazio verde dove poter rilassarsi e svagarsi conciliando la tranquillitĂ e il divertimento dei bambini. Dopo una vera e propria “odisseaâ€? il fu parco Avogadro, intitolato oggi a suor Cornelia Bossini, apre le proprie porte ai valgobbini. Il progetto del “Central Park made in Valgobbiaâ€? fu portato in auge dall’amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Corli, che ne fece un vero e proprio cavallo di

battaglia. I lavori furono bloccati per problemi economico-giuridici prima e per l’avvento dell’amministrazione Vivenzi poi. Un peccato però non finire l’opera ed ecco che riapre il cantiere e il parco inizia a prendere forma fino a sabato scorso, quando il primo cittadino ha tagliato il nastro e don Giulio Gatteri ha dato la benedizione alla nuova area verde. 10mila metri quadrati per i cittadini e soprattutto per i bambini. Inoltre il polmone verde che sorge tra le frazioni di Pieve, Piatucco e

Fontana è dotato di un’area skate, una zona recintata per gli animali e un piccolo boschetto curato dall’Anuu Gasparotto di Lumezzane. Il parco intitolato a suor Cornelia Bossini, missionaria Figlia di Maria Ausiliatrice, è costato al Comune 700mila euro, di cui 250mila arrivati come contributi dalla ComunitĂ montana. “La ComunitĂ montana ha condiviso pienamente questo progetto – dice il presidente Bettinsoli – e il fatto che sia stata dedicata a suor Cornelia, che ha

portato l’“essere lumezzaneseâ€? in terre lontane non può che dare soddisfazioneâ€?. Anche il sindaco Silverio Vivenzi ha ringraziato “le famiglie Polotti e Borghesi che hanno reso possibile la realizzazione del parco. Da non dimenticare – continua il primo cittadino – il contributo anche economico dei parenti di suor Corneliaâ€?. Ma i lavori non finiscono qui perchĂŠ a breve termine arriverĂ anche il chiosco, che allieterĂ ulteriormente le giornate dei lumezzanesi. (al.andr.)

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embra vicino alla fine un tormentone che in Valtrompia dura da decenni: “Depuratori dove?â€?. Recentemente una riunione del patto di sindacato di Asvt (la societĂ al 51% Comuni e ComunitĂ montana, che gestisce il ciclo integrato dell’acqua in Valle) con l’azionista A2a, Marco Zemello di Aato e gli assessori provinciali Aristide Peli e Stefano Dotti (Ambiente), è stata tutta dedicata al problema. “Una riunione positiva, un grande passo avanti in cui i sindaci hanno dimostrato grande senso di responsabilitĂ : c’è piena consapevolezza dell’urgenza del problema della depurazione non solo per le normative ma soprattutto per la qualitĂ di vita. Sono convinti che la soluzione vada ricercata sul territorio. Si sono individuate tre possibili collocazioni: si procede ora alle verifiche tecniche e normative necessarie e entro alcune settimane, in nuova riunione, si prenderĂ la decisione definitiva possibile con le risorse fino ad ora effettivamente disponibili.â€? Al riguardo si parla di 25 milioni. Ăˆ questa la dichiarazione prudente del presidente della ComunitĂ montana Bruno Bettinsoli.

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zo e Lumezzane per il tratto relativo, ed è del marzo 2010 la approvazione bipartisan in Valgobbia del progetto da 8,6 milioni. Era dello stesso mese e anno la presentazione fatta dall’Aato in Loggia dell’ultimo progetto (ormai passato) per Verziano (164 milioni complessivi) col collegamento da Concesio su13 km, dove erano previste due vasche di stoccaggio da 13mila metri cubi. Ora si torna in valle come quarant’anni fa. I dati dell’urgenza sono nella mappatura dall’Aato: in Valtrompia solo il 14% degli abitanti è servito da depuratore. Ma in bolletta si paga il costo. Sono presenti sette impianti comunali di piccola taglia che depurano solo il 10% delle acque. A Lumezzane, inoltre, si dovrebbe rifare quasi tutta la rete fognaria, “bruciataâ€? dagli acidi e dalle sostanze chimiche trattate negli anni dall’industria locale. Sono dati che parlano da soli.

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0XVLFD H FLQHPD QHO SDUFR GL 9LOOD *OLVHQWL Numerosi sono gli appuntamenti in arrivo per l’estate nel parco di Villa Glisenti, a Villa Carcina. Frutto della collaborazione fra gli Assessorati alla Cultura e ai Servizi sociali, il Polo socio-culturale del Comune valtrumplino proporrĂ un ricco programma adatto a tutte le etĂ , che spazia dagli appuntamenti musicali, alle proiezioni cinematografiche, dalle feste giovanili ai pomeriggi etnici, dagli appuntamenti teatrali alle animazioni per bambini. “I due assessorati – spiega Giovanni Roselli, responsabile del settore culturale – hanno unito idee e forze economiche per offrire alla cittadinanza un ‘pacchetto’ ricco e completo per l’estate. Per agevolare e ricordare i vari appuntamenti in programma, che ricordo sono adatti a tutte le etĂ e per tutti i gusti, è in distribuzione ora un’agile guida, un pieghevole in cui oltre a un calendario delle iniziative si trovano suddivisi per tipologia i vari appuntamentiâ€?. Un pieghevole che è disponibile in biblioteca, presso l’Ufficio cultura nonchĂŠ in numerosi esercizi pubblici di Villa Carcina. Un caleidoscopio di appuntamenti che comincia venerdĂŹ 22 giu-

gno con la Notte Bianca organizzata insieme ai commercianti del paese, quindi il 30 giugno l’inaugurazione della mostra d’arte “Visioni dal mondo: aria‌ acqua‌ terra‌ fuoco‌â€? realizzata in collaborazione con la Galleria Zacchi di Desenzano; poi gli appuntamenti cinematografici di lunedĂŹ 12, 19 e 26 luglio con “Cosa piove dal cieloâ€?, “Arriettyâ€? e “The Helpâ€?. Mentre il 14 luglio sarĂ la volta del musical “Paris 1482â€? e il 21 luglio lo spettacolo teatrale “AmĂšr e gelosia i nĂ ss en compagniaâ€? a cura del gruppo “I CaicĂŹ de InzĂŹâ€?. Un programma che ogni giorno fino alla fine del mese di agosto ha previsto un appuntamento, specie con le iniziative pomeridiane proposte presso il chiosco solidale all’interno del parco di Villa Glisenti. Il programma dettagliato su www.comune.villacarcina.bs.it. (a.a.)

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Lincoln Center di New York. LĂŹ lo ha notato Elisabeth Platel, direttrice dell’École de Danse de l’OpĂŠra National di Parigi, e lo ha poi selezionato per un’audizione privata lo scorso 24 maggio. Una passione per la danza cominciata all’etĂ di dieci anni, quando il piccolo Simone Dalè decide di avvicinarsi alla danza classica ed entra nella scuola saretina di Roberta Botti. Un talento naturale che lo ha poi portato a vincere premi come corsi di perfezionamento presso

il Bolshoi di Mosca, quello del Royal Ballet al Covent Garden londinese prima delle ďŹ nali mondiali di Youth America Grand Prix a New York City, dove si è messo in mostra insieme ad altri 12 ragazzi come lui, avendo la possibilitĂ di esibirsi al Lincoln Center. Una possibilitĂ che sotto gli occhi di Elisabeth Platel può ora trasformare nell’opportunitĂ di una vita. Simone Dalè è pronto a spiccare il volo, un anno lontano da casa, con le lezioni della seconda liceo al mattino e i

duri allenamenti all’OpĂŠra di Parigi il pomeriggio. Proprio durante lo scorso weekend è salito ancora una volta sulle assi del palcoscenico del teatro S. Faustino insieme agli altri allievi e allieve della “Dance Worldâ€? per il saggio di ďŹ ne anno. LĂŹ dove cinque anni fa iniziò a muovere i primi passi verso una nuova importante strada che lo porterĂ fuori dai conďŹ ni della Valtrompia. Ora, il sogno francese sarĂ la nuova realtĂ del giovane ballerino Simone Dalè. (a.a.)

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giunto il momento di prender vento per la turbina eolica realizzata da sette ragazzi che studiano all’Ipsia “Morettiâ€? di Lumezzane. Un progetto che i ragazzi hanno cominciato durante la quarta e hanno terminato quest’anno tra una lezione e l’altra, definendo gli ultimi dettagli e completando anche lo studio teorico dedicato alle fonti rinnovabili. CosĂŹ, dalla scorsa settimana svetta su un versante del Monte San Bernardo sotto l’omonima chiesetta questa piccola turbina eolica uscita dalle mani di sette giovani lumezzanesi e sotto l’attenta regia di un pool di professori: l’ideatore e professore di Tecnologia Vincenzo Antedoro, il professor Antonio Albero (Tecnologia, parte pratica), l’assistente tecnico Carmine Arciuolo e l’ingegner Carlo Scarpello che ne ha seguito la parte prettamente elettrica. “La nostra macchina si ispira a un modello ormai ben collaudato progettato da Hugh Piggott (http:// scoraigwind.co.uk/) – dice il professor Antedoro –, rilasciato come open source quindi realizzabile liberamente apportando tutte le modifiche necessarie. Siamo molto contenti del lavoro

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possibile installare un anemometro per verificarne il rendimento. Oltre che ai ragazzi, il ringraziamento va agli altri insegnanti, al Comune che ci ha supportato nella posa di piastra e palo sul quale è montata la turbina, oltre a due ditte valgobbine che hanno creduto nel progetto e ci hanno sostenuto sin dall’inizio: la Ubf dei fratelli Bregoli e la Lometril, con sede a Monticelli Brusati ma gestita da imprenditori lumezzanesiâ€?. Un progetto che è servito ai ragazzi anche per la preparazione agli esami di maturitĂ , con la redazione di

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una puntuale e dettagliata tesina sulla turbina eolica e sull’utilizzo e il beneficio in generale di impianti di produzione d’energia tramite fonti rinnovabili. Alberto Bregoli, Andrea Seccardelli, Stefano Segala, Stefano Romeo, Simone Merigo, Simone Bossini, Paolo Ghidoni: questi sono i nomi degli appartenenti ad una classe piccola ma produttiva, che ha saputo sfruttare le competenze acquisite e i cui componenti giĂ da settembre sono pronti a metterle a frutto in progetto lavorativi concreti. “Questo progetto – aggiunge il professor Vincenzo Antedoro – ha impegnato i ragazzi in un lavoro pratico come altri (tra i quali si può segnalare la costruzione di un monopattino esposto a scuola), che speriamo possa servire anche a rilanciare gli indirizzi meccanici attivati presso l’istituto superiore di Lumezzane. Questo può essere un segno per scongiurare il recente fenomeno di migrazione dei ragazzi, che ultimamente preferiscono andare verso Gardone o in cittĂ pur scegliendo indirizzi scolastici che sono presenti anche all’interno delle scuole del loro territorioâ€?. PerchĂŠ è anche e soprattutto questo significa fare scuola.

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ƒ’‘˜ƒŽŽ‡ ”‡ ‰‹‘”Â?‹ †‹ ˆ‡•–ƒ ’‡” ƒÂ? ‹‘˜ƒÂ?Â?‹ ƒ––‹•–ƒ Il piccolo Comune di Capovalle, situato a 1.000 metri sul livello del mare, può essere una meta ideale per una gita domenicale grazie alle sue passeggiate nella natura, all’interessante Museo reperti bellici (aperto questa domenica dalle 14 alle 16), ďŹ no alla chiesa parrocchiale. Particolarmente ricco di iniziative sarĂ questo weekend, in quanto tutto il borgo sarĂ coinvolto nella festa patronale della NativitĂ di San Giovanni Battista, che

vedrĂ il fulcro dei festeggiamenti nel prossimo ďŹ ne settimana. Il programma prevede la recita serale del Rosario e preghiera al Santo Patrono da mercoledĂŹ 20 a venerdĂŹ 22 giugno alle ore 20.30. Sabato 23 giugno alle ore 20.30 si terrĂ il concerto corale del coro “Altre Armonieâ€? diretto dal maestro Marcella Mandanici, con accompagnamento all’organo del maestro Giampietro Savelli. Giornata ďŹ nale di festa domenica 24 giugno: alle 10 inizierĂ la

celebrazione presieduta dal vicario generale della diocesi mons. Gianfranco Mascher, a cui seguiranno un aperitivo e il pranzo comunitario in oratorio. I festeggiamenti per il Santo Patrono potrebbero rivelarsi un’ottima occasione per fare una passeggiata fra le vie caratteristiche del paese e magari spingersi poco fuori dal centro abitato per ammirare il santuario di Rio Secco, ediďŹ cato nel 1906 su una precedente cappella del

1715, luogo a cui è legato una leggenda, raccontata da don Giovanni Bertini e riportata sul libro di storia locale “100 anni della nostra storia 1907-2007â€?: si narra che gli operai addetti alla costruzione del santuario per due mattine di ďŹ la avessero trovato tutti i materiali e gli attrezzi spostati inspiegabilmente durante la notte dal luogo predestinato ai lavori alla rupe di Rio Secco, cosĂŹ gli abitanti decisero di realizzare lĂŹ il santuario. (n.t.)

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l Gruppo azione locale Garda Valsabbia archivia con successo il piano di sviluppo locale 2007/ 2013 e guarda con rinnovato entusiasmo alla programmazione 2014/2020. Nell’ambito dell’approccio Leader dell’Unione europea il Gal sostiene progetti di turismo rurale, di recupero delle tradizioni e della cultura locale e gestisce finanziamenti pubblici destinati alla valorizzazione delle aree rurali e montane caratterizzate da minore diffusione di servizi e opportunitĂ lavorative. Nel corso dell’ultima assemblea è stato approvato l’aumento di capitale sociale che ha portato il Gal all’aggregazione di 70 realtĂ operanti sul territorio. Oltre alle istituzioni pubbliche − ComunitĂ montana Parco Alto Garda Bresciano e di Valle Sabbia, Provincia di Brescia e 21 Comuni gardesani e valsabbini − il Gal associa piccole imprese, cooperative e aziende agricole, Pro loco e associazioni culturali, fondazioni e case di riposo, istituti scolastici, societĂ per azioni e di servizi, banche e consorzi. I soci hanno provveduto a nominare il nuovo direttivo, composto da nove consiglieri, che all’unanimitĂ ha eletto presidente Dante Freddi. “Il Gal − spiega il presidente della ComunitĂ montana Parco Alto Gar-

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tare uno strumento fondamentale di raccordo tra territorio e opportunitĂ di finanziamento di progetti territorialiâ€?. “Il lavoro del Gal – commenta il neo presidente Freddi − è trasformare i limiti della marginalitĂ territoriale in potenzialitĂ occupazionali e di sviluppo locale, tutti noi dovremo fare del nostro meglio per non deludere le aspettative che derivano da una simile responsabilitĂ . Entro il 2013 il Gal deve supportare progetti per 4,9 milioni di euro, erogando contributi per oltre quattro milioni. Ad oggi abbiamo giĂ asse-

gnato risorse a beneficiari pubblici e privati pari a 3,9 milioni. La sinergia con gli enti, la Provincia referente per le istruttorie dei bandi pubblicati dal Gal e le ComunitĂ montane, ha consentito al nostro territorio di cogliere appieno l’opportunitĂ del Leaderâ€?. Il Gal guarda ora alla costruzione della candidatura del territorio per la nuova programmazione per i sei anni 2014-2020. “Il nuovo progetto Leader verrĂ costruito da tutti i soci e il direttivo sarĂ di supporto per cogliere tutte le istanze e coordinarle in una proposta innovativa che porti al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche di chi vive e opera nelle zone rurali e montaneâ€?. E nell’ottica di un rafforzamento delle collaborazioni, mercoledĂŹ 27 nel Centro di eccellenza della Valle delle Cartiere, a Toscolano, è prevista una giornata di lavori dedicata al tema “Il Leader nella programmazione 2014-2020â€? con l’obiettivo dichiarato di fare sistema e di riuscire a organizzare una forma di strategia unitaria. Lo scopo è quello di far integrare la ruralitĂ , con il valore dei suoi prodotti locali, la bellezza ambientale e le tradizioni, con l’offerta turistica tradizionale che offre la riviera gardesana.

/D EHOOD VWDJLRQH WUD VSHWWDFROL H VKRSSLQJ Parte ufďŹ cialmente questo ďŹ ne settimana la lunga estate gardesana. E il cartellone degli eventi è giĂ ricco di appuntamenti capaci di soddisfare i gusti dei tanti turisti che, nonostante il periodo economicamente non facile, si spera ricomincino ad affollare le rive benacensi. In attesa dei ‘grandi eventi’ di luglio e agosto, incentrati sull’ “Estate musicale del Garda Gasparo da Salòâ€? e sul festival “Tener-a-menteâ€?

del Vittoriale di Gardone Riviera, possiamo giĂ goderci alcune perle. Iniziamo dalle “Lune di teatroâ€? proposte in Valtenesi da Viandanze (www.viandanze.com). La rassegna teatrale serale si svolge in alcuni dei siti piĂš signiďŹ cativi della zona, dove il paesaggio diventa scenograďŹ a. San Martino della Battaglia (nella foto la torre), sabato 23 e domenica 24, si tuffa nel Risorgimento con concerti, sďŹ late in

costume, animazioni con ďŹ guranti e rievocazione storica della battaglia combattuta 153 anni or sono tra le sue colline (www.comune. desenzano.brescia.it). Gettonatissimi i mercatini serali che animano, il martedĂŹ e il giovedĂŹ, i centri storici di Manerba e di Moniga. Lo “Shopping sotto le stelleâ€? con acquisto di oggetti di antiquariato e di prodotti enogastronomici locali è accompagnato da piacevoli sottofondi musicali. A Salò vanno di moda gli aperitivi. Quelli classici del giovedĂŹ, con l’happy blue hour, a partire dalle 18.30, nelle strade e nelle piazze e quelli letterali del venerdĂŹ, con i generi e gli autori, a partire dalle 18, ospitati sotto la Loggia della MagniďŹ ca Patria. Due distinti itinerari guidati per chi vuole approfondire la conoscenza di Sirmione (prenotazioni all’Asso-

ciazione albergatori 030.919322). Il tradizionale “La perla del Garda, un tesoro da scoprireâ€?, con visita alle antiche vestigia, tra incantevoli paesaggi e il romantico “Sulle onde della poesiaâ€?, uno sguardo alle sponde del lago e all’antico borgo visti dagli occhi e raccontati dal cuore dei poeti. Toscolano Maderno saluta l’inizio dell’estate con la “notte biancaâ€? in programma venerdĂŹ 22 a partire dalle 18.30. Anche in caso di maltempo apertura delle attivitĂ commerciali ďŹ no a tarda ora e intrattenimento musicale itinerante. E dopo una giornata passata in spiaggia, tra cura della tintarella e rinfrescanti bagni, c’è modo di rilassarsi anche visitando le numerose mostre artistiche o rivedendo qualche pellicola di culto nei cinema all’aperto proposti un po’ ovunque.

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ˆƒŽ ‘”•‹ †‹ •–‘”‹ƒ Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ •—Ž –‡””‹–‘”‹‘ Dopo la positiva esperienza dei corso sulla storia dell’Arte bresciana svoltosi in cittĂ , l’Efal proseguirĂ l’esperienza proponendo, in collaborazione con il Centro Studi “Cultura Uomo Territorioâ€? e il sostegno della Bcc Agrobresciano due corsi decentrati con inizio in ottobre: uno nella sala della Bcc Agrobresciano di via Triumplina 237 a Brescia, e un altro presso l’Auditorium della sede centrale di Ghedi. Il corso vuole far conoscere il patrimonio ambientale e artistico

della provincia di Brescia con particolare attenzione alle zone interessate, dove, pur mantenendo l’indispensabile aggancio alla realtĂ complessiva della provincia, si porranno in evidenza le componenti locali: quindi quelle di Valtrompia per il corso della “Triumplinaâ€? e quello della Bassa orientale, dove scorre il Chiese, per quello di Ghedi. Il corso è diretto a tutti con particolare riguardo a coloro che si fanno mediatori culturali presso le comunitĂ locali: insegnanti

delle scuole di ogni ordine e grado, guide turistiche, operatori presso le Pro loco, studenti delle scuole superiori, e a tutti coloro che hanno a cuore il patrimonio artistico e la relativa conoscenza e diffusione. Le relazioni saranno afďŹ date a qualiďŹ cati esperti del settore, e sarĂ curato in particolar modo l’aspetto didattico, con argomenti di carattere di divulgazione generale e alcuni approfondimenti speciďŹ ci legati alla realtĂ locale. Per informazioni 0306950188 o corsi@efalbrescia.it.

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seguita su tre teli cuciti tra loro, la tela con la Deposizione venne commissionata verso il 1647 a Pietro Ricchi (Lucca, 1606 - Udine, 1675) dai deputato della S.S. PietĂ per l’altare della loro confraternita nella parrocchiale di Ghedi (dove tutt’ora si trova). In occasione della mostra monografica del 1996 dedicata al pittore, subĂŹ un intervento di restauro nel laboratorio “Franco Lonardiniâ€?. Subito si rese necessario asportare tutto ciò che riguardava l’intervento di restauro risalente agli anni Trenta del Novecento, per cui venne tolto il vecchio rifodero sostituito da una nuova e piĂš efficace rifoderatura accompagnata da un telaio piĂš solido e adatto a sostenere il cospicuo peso della tela (cm 293 x 210). A questa prima fase di consolidamento strutturale, seguĂŹ la seconda di consolidamento dello strato pittorico, la sua pulitura (con l’asportazione degli inserti cromatici del vecchio restauro, le vecchie vernici e lo sporco organico del tempo), e infine venne effettuato il restauro pittorico ad integrazione cromatica a trattino. Il restauro della tela, necessario per le precarie condizioni in cui versava l’apparato strutturale, ha cosĂŹ permesso di poter ammirare uno dei capolavori piĂš significativi del Ricchi: sono riassunte, in un linguaggio del tutto personale, le sue esperienze pittoriche dal periodo emiliano a quello francese e quello, breve, ma fecondo, del soggiorno a Milano.

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irradiare col suo pallore mortale lo spazio circostante. Una luce fredda che accende in colpi di colore le vesti rosse di Nicodemo e quella blu della Vergine, il verde dell’abito dell’apostolo che sorregge il corpo del Salvatore con il bianco lenzuolo che porta lo sguardo verso l’esplosione cromatica delle vesti brillanti che ammantano la Maddalena, nell’angolo in basso a destra, avvinghiata alle gambe del Cristo. Un gioco di chiaroscuri, che illuminano i volti, e punte di vibrante colore attraverso le quali il Ricchi, detto il Lucchese (dalla città che gli diede i natali), riesce a coinvolgere nell’intensa drammaticità della scena il riguardante. Sarà proprio questa sua capacità barocca di costruire scenograficamente le scene il maggiore lascito che farà alla tradizione pittorica bresciana.


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‹ƒ”†‘ ”‘•‡‰—‘Â?‘ ‹ ”‡•–ƒ—”‹ †‡ŽŽƒ …Š‹‡•ƒ ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‡ Sono passati tre mesi dall’inizio dei lavori di restauro nella chiesa parrocchiale di Niardo, e si comincia a smontare parte del ponteggio. Il lavoro è stato afďŹ dato al restauratore bresciano Leonardo Gatti, che con la sua ĂŠquipe, si è preďŹ ssato di terminare entro la ďŹ ne di settembre. Un restauro complesso, date le dimensioni delle superďŹ ci (oltre 2.500 metri quadrati), e le pessime condizioni. Particolarmente difďŹ coltoso,

spiega Gatti, si sta presentando il restauro dell’altare (alto 15 metri), dedicato a S. Obizio. Il recupero della chiesa era iniziato nel 2005, quando l’allora parroco don Fausto Murachelli aveva dato incarico all’arch. Giacomo Panteghini di preparare un progetto di recupero, autorizzato dalla Soprintendenza, e poi realizzato con la collaborazione dell’UniversitĂ di Brescia. Terminato il presbiterio, il nuovo parroco, don Angelo Corti, si è mobilitato

alla ricerca (non ancora ďŹ nita) di fondi per completare il progetto. La popolazione di Niardo ha apprezzato l’iniziativa, e si è dimostrata generosa e orgogliosa della propria chiesa. Ci stiamo mobilitando, ci spiega don Angelo, per trovare altri fondi e completare il lavoro. Una curiositĂ : il larice massiccio utilizzato per il restauro del tetto, fornito dalla ditta Nulli di Iseo, è quello avanzato dai lavori di restauro della Fenice di Venezia.

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bbiamo incontrato il prof. Leonardo Gatti, noto restauratore bresciano, presso il suo studio, per chiedergli alcuni pareri sull’attivitĂ del restauratore oggi. Come sempre gentile ed accogliente, Gatti ci ha accompagnato all’interno dello studio, mostrandoci opere meravigliose, tra le quali spiccano due stupende Venezie di Luca Carlevaris, maestro del Canaletto, e una splendida Madonna con Bambino opera di Guercino. Il restauro come progetto culturale. Questo è il tema affrontato, e Gatti ci illustra il suo pensiero. “Lo scopo del restauro, non dovrebbe essere finalizzato al solo recupero dell’opera d’arte, sia esso un dipinto, una statua, o un manufatto architettonico, ma anche uno strumento di lettura e analisi dell’identitĂ storico-artistica e geografica che lo circonda. L’idea di un progetto di restauro che non vuole essere solo un recupero freddamente tecnologico, ma che deve porsi l’obiettivo, attraverso lo studio e il recupero del patrimonio storico-artistico, di combattere con decisione l’attuale tendenza a considerare la cultura come fatto accessorio, e non quale condizione essenziale per tramandare alle future generazioni spezzoni di storia, attraverso le radici della nostra comunitĂ . Il progetto che

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vibrazioni e gli equilibri cromatici dell’opera, troppo spesso trascurati. Questo criterio metodologico, pur nel rispetto delle normative vigenti, si caratterizza per il riorientamento delle linee di tendenza in atto, al disopra d’interessi e pressioni di parte, con il preciso fine di ottenere un risultato ottimale. Particolare attenzione e rispetto sono prestati alle opere, senza dimenticare le direttive conservative, ma anche, in particolar modo per quanto riguarda dipinti collocati in edifici di culto, le esigenze e le aspettative delle comunità parrocchiali, e il non trascurabile aspetto devozionale, cercando attraverso il restauro, di trasmettere all’osservatore quelle che erano le originali suggestioni estetiche volutamente ricercate dagli autori�.


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ŽŽ—Â?‹Â?ƒ”‡ ‰Ž‹ •’ƒœ‹ ’‡” ‡•ƒŽ–ƒ”‡ ÂŽÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ ‡ Žƒ ˆ‡†‡ Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II, la Chiesa ringraziò gli artisti: “Da lungo tempo la Chiesa ha fatto alleanza con voi. Voi avete ediďŹ cato e decorato i suoi templi, celebrato i suoi dogmi, arricchito la sua liturgia. Voi l’avete aiutata a tradurre il suo messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle ďŹ gure, a rendere visibile il mondo invisibile. Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voiâ€?. L’arte e la fede si armonizzano tra loro. L’arte

diventa lo strumento con il quale “l’inaccessibileâ€? si comunica all’uomo. In questo contesto, all’interno del tempio è necessario far trionfare la bellezza della luce, afďŹ dandole il compito di esaltare l’arte e renderla comprensibile. Una illuminazione di un tempio non è solo una illuminazione di uno spazio. Le nostre chiese devono essere, soprattutto nella loro illuminazione, luoghi di incontro tra terra e cielo. I grandi architetti

in passato hanno studiato con cura aperture verso l’esterno in funzione decorativa e liturgica. In questo contesto e con questa ďŹ losoďŹ a anche nei nuovi progetti o nelle ristrutturazioni è necessario salvare l’emozione la contemplazione e il raccoglimento. Questo è lo scopo dell’illuminare un tempio, dando al fedele un momento insostituibile e fondamentale carico di suggestione, di espressivitĂ e di contenuto interiore e da interiorizzare. (s.g.)

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’ordinamento sismico del territorio si compone della definizione di tutte quelle zone vincolate a norme soggette a restrizioni caratteristiche dell’antisimica. L’ingegneria sismica si occupa di studiare e progettare strutture che rispettino le normative relative all’antisismica nonchÊ adeguare tutte quelle costruzioni realizzate nel passato, pertanto senza criteri antisismici, oppure non piÚ conformi all’attuale normativa antisimica. Gli edifici di interesse storico sono le costruzioni a cui Diamantech si interessa per quanto concerne la cura delle strutture soggette

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ca. Il comportamento delle strutture risulta quindi migliorato con l’inserimento di catene che ne aumentano la resistenza. La normativa antisismica prevede, secondo la classificazione di pericolositĂ delle zone, norme adeguate e severe soprattutto in materia di adeguamento. Nell’ambito della ricerca un gruppo di aziende lombarde ed istituzioni, tutte altamente qualificate, si è unito per portare a termine un progetto finanziato dal Programma Fesr 2007-2013. La finalità è lo sviluppo delle conoscenze scientifiche relative al consolidamento strutturale sviluppando tecniche di perforazione e di ancoraggi su beni monumentali.



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Per Elisabetta si compĂŹ il tempo del parto e diede alla luce un ďŹ glio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, ZaccarĂŹa. Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerĂ Giovanniâ€?. Le dissero: “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nomeâ€?. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: “Giovanni è il suo nomeâ€?. Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: “Che sarĂ mai questo bambino?â€? (...).

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icino. Avere un nome è essere qualcuno; il nome non è qualcosa di appiccicato all’individuo: è il suo specifico. Nell’esperienza quotidiana questo si avverte attraverso una sfumatura alla quale forse non facciamo caso: quando ci presentiamo a uno sconosciuto diciamo “mi chiamoâ€?; quando siamo in un gruppo di persone con le quali condividiamo un’esperienza diciamo invece “io sonoâ€?. Davanti a qualcuno al quale concediamo di conoscerci il nome smette di essere la nostra etichetta e diventa il segno della nostra personalitĂ . PerchĂŠ il nome è il legame tra il passato di chi ci ha generato e il futuro di quello che saremo. Anche i nomi ‘di moda’ non si sottraggono a questa legge: la scelta del nome da parte dei genitori è sempre legato a un’esperienza, a un ricordo, a un desiderio. CosĂŹ il nome ci fa vivere prima di essere e ci accompagna mentre ne trasformiamo il significato con la nostra vita; il nome ci plasma all’inizio e

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9ROJHUH OR VJXDUGR DO &UHDWRUH Nel nostro contesto urbano e inquinato la semina si riduce a qualche vaso da terrazzo o qualche fazzoletto di terra. Ci crediamo se non proprio creatori, almeno coltivatori esperti e cadiamo in un equivoco quando ci poniamo sul piano spirituale indicato dalle parabole che, all’Angelus del 17 giugno, papa Benedetto illumina con chiarezza alla luce della fede: â€œĂˆ Lui il Signore del Regno, l’uomo è suo umile collaboratore, che contempla e gioisce dell’azione creatrice divina e ne attende con pazienza i fruttiâ€?. Noi siamo solo collaboratori e, come tali, dovremmo rivolgere lo sguardo non ai nostri piani, alle nostre idee, ma a quel Creatore la cui “opera è feconda nella storiaâ€?, dovremmo contemplare, cioè ammirare, scrutare, osservare

con gioia, imparare da Lui come intervenire su noi stessi, i nostri rapporti con gli altri, il nostro concreto costruire l’esistenza. La tensione quindi è duplice: da Dio alla persona umana e dalla persona umana alla storia, cioè a noi stessi in balia di forze piĂš grandi e, magari, distruttive? In realtĂ il seme si deve distruggere, deve marcire, deve scomparire. Quando siamo immersi in uno stato d’animo o in evento reale e tangibile che parli di marcire e di annientamento, il moto non può che essere di rifiuto, di diniego. Nessuno può essere lieto di finire in muffa. Anche se a ben riflettere c’è una muffa divenuta penicillina‌ Il soccorso ci viene dalla stessa natura del seme, la nostra natura, perchĂŠ sostiene papa Benedetto: “La debolezza è la forza

del seme, lo spezzarsi è la sua potenzaâ€?. Non ce lo deve dire quando siamo deboli e non ce la facciamo piĂš, neppure quando siamo spezzati e non esiste via d’uscita. Infatti non ce lo dice, lo afferma oggi quando possiamo fare nostra una certezza evangelica quale risorsa preziosa, lo dona a tutti i cosiddetti “deboliâ€?, agli inconcludenti, a coloro che sono un fiasco in partenza, a ogni esistenza che faccia leva sul dolore dello spezzarsi e sull’incapacitĂ di rialzarsi. Questa consapevolezza non presuppone o postula un progetto di debolezza ricercata e stabilita, ne tiene solo conto e, quando questa emerge o, magari s’impone, non si scontra con un muro di cemento travolgente ma con un varco accogliente di buon terreno fruttuoso per sĂŠ e per gli altri.

si plasma per mezzo nostro durante la nostra vita. Diventa un modo per orientarci e attraverso la nostra esperienza personale si trasforma e assume nuovi echi. Non è piĂš un nome: è una persona, non è un vestito, è la pelle e la carne stessa. Giovanni non poteva chiamarsi come suo padre, non poteva essere Zaccaria, non poteva invitare Jahweh al ricordo: il bambino era giĂ la dimostrazione che Dio si era ricordato. Il bambino, quel bambino è un dono e non solo per Elisabetta e Zaccaria: è dono per il popolo. Quindi è Giovanni, intimamente. Non può avere altro nome perchĂŠ quel nome dice l’esperienza dei due genitori e la speranza che quel dono sia dono per tutti. Ed è un nome nuovo perchĂŠ apre a una storia nuova e imprevedibile. E la meraviglia dei vicini non è per la bizzarria dello scegliere un nome diverso da quello che si aspettavano: è meraviglia davanti alla scelta di quel nome del riconoscimento che quel bambino è un dono di Dio e quindi non segue il

percorso della storia segnata dagli uomini ma introduce una novitĂ della quale gli uomini non sono capaci. Quel nome è il manifesto di una certezza e di una speranza insieme e Zaccaria lo esprime nel suo cantico quando, sciolta la lingua, può indicare la prospettiva di questo dono di Dio. Dio non ricorda soltanto: visita il suo popolo, dona, si fa presente. Nella piccolezza di quel nome si apre lo scrigno del mistero di Dio e del suo futuro, si compie il gesto piccolissimo di un inizio che segna la prospettiva della grandezza futura. Tutto in un nome, racchiuso in una speranza. Forse un segno troppo piccolo per l’urgenza dei nostri bisogni, una parola invece di fatti. E delusione per chi attende manifestazioni enormi e imposizioni divine. Ma la dinamica di Dio – lo ha ribadito GesĂš – è quella del piccolo seme gettato nel campo non della colonizzazione forzata; è la forza della Sua debolezza alla quale non riusciamo ad abituarci. Proprio non ci riusciamo.


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‹‘”Â?ƒ–ƒ ’‡” Žƒ …ƒ”‹–Â? †‡Ž ÂƒÂ’ÂƒÇŁ Žƒ ˆ‘”œƒ †‹ —Â? ƒˆˆ‡––‘ Un appuntamento annuale, con il quale “le Chiese in Italia sono chiamate a esprimere il vincolo profondissimo che ci lega al successore di Pietroâ€?. CosĂŹ mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ha deďŹ nito la Giornata per la caritĂ del Papa, che si celebra in tutte le diocesi italiane domenica 24 giugno. Durante l’ultima assemblea generale dei vescovi italiani, svoltasi in Vaticano nel maggio scorso, il vescovo ha fatto notare

come “il sostegno economico alle attivitĂ â€? del ministero del Papa “di pastore della Chiesa universale concretizza e rende manifesti questi legamiâ€?. I dati della raccolta italiana per l’Obolo di San Pietro relativi al 2011 – ha reso noto mons. Crociata – attestano un “leggero aumentoâ€? rispetto a quella dell’anno precedente, passando da 2.883.039,27 a 2.918.733,73 euro, con un incremento dell’1,2%. Per il segretario generale della Cei,

“tale risultato è particolarmente signiďŹ cativo, se si tiene conto del perdurare degli effetti della crisi economicaâ€?. Tali numeri, inoltre, “sono da leggere all’interno di una certa oscillazione che contraddistingue gli anni piĂš recenti, favorita probabilmente dal fatto che i dati ci sono comunicati dalla Segreteria di Stato secondo criteri di cassa e non di competenzaâ€?. Il contributo erogato dalla Cei, a nome delle diocesi italiane, ai sensi del can. 1271

del Codice di diritto canonico, è rimasto quasi invariato: 4.093.185,00 euro nel 2011, rispetto a 4.081.000,00 euro nel 2010. Cliccando sull’apposita sezione del sito vaticano (www.vatican. va) dedicata all’Obolo (quest’anno rinnovata per rispondere piĂš adeguatamente agli standard di sicurezza), si possono effettuare donazioni, oltre che in occasione della Giornata per la caritĂ del Papa, in qualsiasi altro momento dell’anno.

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i terrĂ dal 7 al 28 ottobre l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si terrĂ dal 7 al 28 ottobre 2012, sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristianaâ€?. In vista di questo importante appuntamento sono stati approntati i Lineamenta e i relativi questionari cui hanno risposto le Conferenze episcopali, i Sinodi dei vescovi delle Chiese cattoliche orientali sui iuris, i Dicasteri della curia romana e dell’Unione dei superiori generali. Tutti i pareri e le riflessioni giunti sono stati raccolti e sintetizzati nell’Instrumentum laboris presentato nei giorni scorsi. “Il Sinodo – si legge nell’Istrumentum laboris – sarĂ un’occasione propizia per dare risalto alla domanda di conversione e all’esigenza di santitĂ che tutti questi anniversari accendono; il Sinodo sarĂ il luogo in cui prendere a cuore e rilanciare quell’invito a riscoprire la fede che, dopo essere germogliato nel Concilio Vaticano II e ripreso una prima volta nell’Anno della fede indetto da Paolo VI, è stato riproposto a noi oggi da Benedetto XVI. Ăˆ dentro questo quadro che il Sinodo lavorerĂ al tema della nuova evangelizzazioneâ€?. Molte Chiese particolari, cosĂŹ come diverse Conferenze episcopali e Sinodi delle Chiese orientali sono giĂ impegnate da piĂš anni nella costruzione di una verifica delle loro pratiche di annuncio e di testimonianza della fede. A fronte di una simile ricchez-

za di iniziative, raccontata “con toni di chiaroscuro in quanto non tutte le iniziative hanno prodotto l’esito speratoâ€?, la convocazione sinodale è stata vista come “l’occasione propizia per creare un momento unitario e cattolico di ascolto, di discernimento, e soprattutto per dare unitĂ alle scelte che si è chiamati a fareâ€?. Di qui l’auspicio che “la prossima Assemblea sinodale sia un evento capace di infondere energie alle comunitĂ cristiane e, allo stesso tempo, sia in grado di fornire anche risposte concrete alle tante domande che sorgono oggi nella Chiesa riguardo alla sua capacitĂ di evangelizzareâ€?. Ci si attende “incoraggiamento, ma anche con-

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dificando la percezione che l’uomo ha di sĂŠ e del mondo, generando ripercussioni anche sul suo modo di credere in Dioâ€?. Il risultato di tutte queste trasformazioni è “il diffondersi di un disorientamento che si traduce in forme di sfiducia verso tutto quanto ci è stato trasmesso circa il senso della vita e in una scarsa disponibilitĂ ad aderire in modo totale e senza condizioni a quanto ci è stato consegnato come rivelazione della veritĂ profonda del nostro essereâ€?. Ăˆ “il fenomeno del distacco dalla fede, che si è progressivamente manifestato presso societĂ e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangeloâ€?. Reagire a questa situazione è “un imperativo che Benedetto XVI si è dato sin dall’inizio del suo pontificatoâ€?. La Chiesa sente “come un suo dovere riuscire ad immaginare nuovi strumenti e nuove parole per rendere udibile e comprensibile anche nei nuovi deserti del mondo la parola della fede che ci ha rigenerato alla vita, quella vera, in Dioâ€?. La convocazione del Sinodo sulla nuova evangelizzazione e la trasmissione della fede si situa “dentro questa volontĂ di rilancio del fervore della fede e della testimonianza dei cristiani e delle loro comunitĂ â€?. Dalla celebrazione del Sinodo ci si attende che “la Chiesa moltiplichi il coraggio e le energie a favore di una nuova evangelizzazione che porti a riscoprire la gioia di credere, e aiuti a ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fedeâ€?.

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&RQ YLYD SUHRFFXSD]LRQH Un appello a “cogliere l’attuale contesto come opportunitĂ per il rinnovamento, e non come la premessa per lo smantellamento di un sistema di garanzie per le persone piĂš fragili e di un servizio essenziale al bene comuneâ€?. A rivolgerlo “alla societĂ civile e alla politicaâ€? è stato mons. Mariano Crociata (nella foto), segretario generale della Cei, introducendo il convegno Cei della pastorale della sanitĂ tenuto a Roma, nei giorni scorsi, sul tema “Un

nuovo paradigma per la sanitĂ in Italia. La Chiesa a servizio del cambiamentoâ€?. “Non possiamo non guardare con preoccupazione – ha detto mons. Crociata – alla diversa quantitĂ e qualitĂ dei servizi offerti da regione a regione, alla rottura dell’alleanza medico-paziente, con le ben note conseguenze di conittualitĂ e di medicina difensiva, alle prevedibili conseguenze di ulteriori tagli alla spesa sanitaria, se questi non saranno accompagnati da un percorso

profondo, efďŹ cace e virtuoso di riorganizzazione dei servizi e di eliminazione degli sprechiâ€?. Il Segretario generale della Cei ha anche espresso la propria preoccupazione per il futuro delle numerose opere sanitarie ecclesiali, “che svolgono un servizio equiparato a quello pubblico – ha affermato – che sono molto apprezzate dai cittadini e che spesso spendono meno degli ospedali pubblici, ma che, in molte regioni non vengono adeguatamente rimborsateâ€?.


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Modena-Nonantola, delle strutture necessarie alle attivitĂ estive. Ma non è tutto. Come giĂ illustrato la scorsa settimana, “Voceâ€? mette a disposizione le sue pagine per documentare la vicinanza dei grest bresciani a quelli modenesi e, contestualmente, l’andamento di questa raccolta, una vera e propria gara della solidarietĂ , che ha per protagonisti i piĂš giovani. Gli oratori e le parrocchie della diocesi sono invitati a mandare all’indirizzo redazione@lavocedelpopolo.

it fotograďŹ e e altro materiale che attestino la partecipazione all’iniziativa “Vi attendiamo!â€?. Settimanalmente verrĂ pubblicata una pagina con le fotograďŹ e giunte in redazione. L’intento è quello di presentare, di settimana in settimana, un album fotograďŹ co per testimoniare quanto anche i piĂš piccoli sanno fare per aiutare i loro pari etĂ della diocesi di ModenaNonantola a vivere, nonostante i disagi del terremoto, una grande estate.

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e tre tensostrutture sono giĂ state montate. Le comunitĂ di Villafranca di Medolle, piccola frazione di una delle localitĂ simbolo del terremoto che ha colpito l’Emilia, di San Prospero e di Massa Finalese possono contare su spazi e strutture in cui svolgere le proprie attivitĂ dopo che il sisma delle scorse settimane (e che di tanto in tanto si fa ancora sentire) le aveva privati di tutto. Possono tornare a pensare alla loro estate che quest’anno, a causa del terremoto, sarĂ probabilmente piĂš lunga per dare ai piĂš piccoli occasioni di svago e quella serenitĂ intaccata dalle scosse della terra. Le tre comunitĂ parrocchiali della diocesi di Modena-Nonantola, che prima che il Papa lo donasse alla Chiesa bresciana, ha avuto per vescovo mons. Bruno Foresti, sono tornate cosĂŹ a vivere almeno un aspetto di normalitĂ . Sono tornate ad avere uno spazio in cui incontrarsi non solo per celebrare la Messa ma anche per vivere importanti momenti di aggregazione e di crescita come, per tradizione che valica i confini e la geografia, lo sono quelli dell’estate. Le tre tensostrutture sono arrivate nel Modenese grazie alle generositĂ dei bambini e dei ragazzi bresciani impegnati in queste settimane nei grest. L’Ufficio oratori e “Voceâ€? hanno raccolto l’appello giunto da Modena e l’hanno prontamente trasformato in una iniziativa capace di stimolare la generositĂ dei piĂš piccoli. CosĂŹ è nata la proposta “Vi attendiamo!â€?, una raccolta di fondi proposti ai grest bresciani per l’affitto delle tre tensostrutture giĂ montate nel Modenese. “Ab-

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della diocesi di Modena-Nonantola, a esprimere il grazie per il dono ricevuto da Brescia. “Le tre tensostrutture – sono le sue parole – hanno una grande importanza. Non solo consentono alle parrocchie che le hanno ricevute di tornare a un minimo di normalitĂ . Consentono anche di sentirsi un po’ meno soli e di riannodare tanti legami di comunitĂ importanti per la vita delle nostre parrocchieâ€?. Come noto il vescovo Monari l’11 luglio prossimo, accompagnato da una delegazione dei grest bresciani farĂ visita alle tre comunitĂ â€œadottateâ€? dalla grande estate degli oratori e, probabilmente insieme a mons. Antonio Lanfranchi, vescovo di Modena, celebrĂ la Messa sotto una delle tensostrutture giunte da Brescia.

0RPHQWR GD YDORUL]]DUH Ăˆ stata la basilica di S.Maria Assunta di Botticino Sera, tanto cara S. Arcangelo Tadini, ad accogliere i sacerdoti, diaconi, religiose, religiosi e laici che il 16 giugno scorso hanno partecipato alla celebrazione eucaristica (nella foto) per la Giornata diocesana per la santificazione del clero. La celebrazione è stata presieduta dal vescovo Monari che partendo dalla liturgia del giorno, dedicata al cuore immacolato di Maria offerto

a Dio, ha invitato i sacerdoti ad assumere lo stesso atteggiamento di dono di sĂŠ che rende liberi. “Discreta nel numero, ma importante nell’intensità – afferma don Diego Facchetti, assistente diocesano dell’Apostolato della preghiera – è stata la partecipazione alla giornata per la santificazione del cleroâ€?. Una giornata che il Beato Giovanni Paolo II aveva chiesto di collocare in occasione della solennitĂ del Sacro

Cuore di GesĂš, proprio per sottolineare, come ha fatto anche mons. Monari, l’aspetto del dono totale di sĂŠ da parte dei sacerdoti. “La giornata – sono ancora considerazioni di don Facchetti – meriterebbe una maggiore valorizzazione. PerchĂŠla preghiera per le vocazioni, ed esempi come quelli di S. Tadini, possano suscitare ancora tanti preti santi per la Chiese locale e universaleâ€?.


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Dal 22 al 28 giugno Il Vescovo partecipa al pellegrinaggio diocesano in Bulgaria.

Prosegue la programmazione dei corsi di esercizi spirituali proposti dall’Eremo di Montecastello. Prende il via il 24 giugno, per concludersi il 29, la proposta pensata per sacerdoti, religiosi e diaconi dal titolo ““La libertĂ del Vangelo. Lectio divina con la Lettera ai Galatiâ€?. Gli esercizi saranno predicati da don Renato Tamanini, rettore del Seminario della diocesi di Trento. Dal 23 luglio al 1° agosto prossimi l’Eremo di Montecastello propone invece un corso di esercizi spirituali

per religiose e consacrate laiche. Predicatore del corso sarĂ don Dino Capra, direttore dello stesso Eremo. Tema scelto per questa proposta è: “Cantate al Signore, perchĂŠ ha mirabilmente trionfato. Lectio divina con il Libro dell’Esodoâ€?. Per maggiori informazioni su questi corsi e, piĂš in generale, sulla programmazione dell’Eremo possono essere richieste chiamando lo 0365/760255 oppure scrivendo a informazioni@ montecastello.org o consultando il sito www.montecastello.org.

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ellegrini alla scoperta dei monasteri ortodossi, per meglio conoscere l’altro “polmoneâ€? della Chiesa. Questo lo spirito con cui, tra poche ore (la partenza è fissata per il 22 giugno, ndr), i pellegrini bresciani, guidati dal vescovo Monari stanno per intraprendere il viaggio che, sino al 28 giugno, li vedrĂ in Bulgaria per il pellegrinaggio diocesano 2012. Una esperienza, quella del pellegrinaggio che lo stesso Vescovo ha definito di grande importanza, perchĂŠ nell’anno che vede la Chiesa bresciana, comunitĂ in cammino, impegnata nel percorso di preparazione al Sinodo, aiuta a riscoprire tre parole chiave del Concilio Vaticano II come missione, corresponsabilitĂ e comunione. Un centinaio i bresciani che hanno accolto l’invito a vivere questa significativa esperienza con mons. Monari. Ai gruppi parrocchiali di Salò e Azzano Mella che voleranno in Bulgaria guidati dai loro parroci, si sono aggiunti pellegrini da tante comunitĂ come Capriano del Colle, Erbusco, Montichiari, Verolanuova e Cazzago San Martino. 10 i sacerdoti presenti a questo nuovo pellegrinaggio diocesano prossimo al via. Particolarmente impegnativo il percorso che, su diretta indicazione di mons. Monari, Brevivet e Ufficio per

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che precede quello nella Polonia di Giovanni Paolo II in settembre. Dopo la partenza per Sofia (prevista dagli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa, i pellegrini bresciani si ritroveranno nella capitale bulgara per intraprendere il cammino in un Paese ricco di storia, cultura e segnato da importanti presenze religiose. Non a caso, infatti, una delle prime mete del vescovo Monari e dei pellegrini bresciani, sarà il monastero di Rila, fondato dall’eremita San Giovanni di Rila (876 - 946) nel X secolo. Il monastero, particolarmente caro a tutti i re bulgari, raggiunse il

suo culmine nel periodo che va dal XII al XIV secolo. Il monastero è il piĂš grande e importante della Bulgaria, oggetto posto sotto la protezione dell’Unesco. In programma, nei giorni successivi, la visita alla cittĂ museo di Koprivshtitza, uno dei centri del rinascimento bulgaro. Molti altri sono i monasteri che i bresciani visiteranno nel corso del pellegrinaggio in Bulgaria: quello di Troyan, noto per i suoi bellissimi affreschi di scuola bulgara, quello di Kilifarevo, fondato nel XIV secolo e quello di Batchkovo, secondo in Bulgaria per importanza e grandezza. Dalla loro fondazione i monasteri sono stati molto piĂš di una istituzione religiosa, di un luogo di accoglienza e di contemplazione. La conversione al cristianesimo, nel IX sec., fu effettivamente un atto che affermava l’esistenza stessa della Bulgaria, e i monasteri sono stati gli strumenti utili a uscire da un isolamento culturale. I monasteri sono dunque i luoghi in cui la Chiesa ortodossa (“l’altro polmoneâ€?, come appunto l’ha definita il vescovo Monari presentando il pellegrinaggio diocesano) si è sviluppata ed è cresciuta. Quella che i pellegrini bresciani guidati dal Vescovo si apprestano a vivere è dunque un’importante esperienza non solo religiosa, ma anche culturale.

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Ne danno il triste annuncio la moglie Lucia, il ďŹ glio Riccardo con Ornella, i nipoti Andrea con Lois, Paola con Andrea, Francesco ed i piccoli Mattia e Matilde.

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Ne danno il triste annuncio il marito Ugo, la ďŹ glia Claudio con Maurizio, il nipote Marco il fratello, cognati cognate, nipoti e parenti tutti. Un particolare ringraziamento alla sing.ra Elena Lancini alla Dottoressa fedi e a tutto il personale della Casa Albergo Mazzocchi.

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insieme a Piera, Romina, Diego ed il piccolo Giosuè aspettano parenti ed amici per un sereno saluto. Un particolare ringraziamento a tutto il personale dell’Hospice della Domus Saluti di Brescia per l’amorevole attenzione e tempo dedicati a Pasquale.


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parte di quegli edifici fu venduto nel 2007 all’UniversitĂ cattolica, una parte è in affitto alla provincia per il Lunardi. L’opera diocesana Milani, che ha come scopo il sostegno al clero, gestirĂ la Casa del Clero dedicata al Beato Mosè Tovini negli ambienti della palazzina degli insegnanti per preti autosufficienti. E il resto? Monari ha ribadito la volontĂ di non vendere nulla. AltresĂŹ si è espresso per il permanere della Scuola diocesana di musica Santa Cecilia e della Biblioteca

del Seminario che potrebbe a breve assumere le caratteristiche di una vera e propria biblioteca diocesana. Una commissione diocesana ad hoc incaricata di studiare il problema ha proposto al Vescovo che sia la diocesi a gestire questi immobili sollevando l’ente Seminario diocesano dall’onere della ristrutturazione e della gestione. A tal fine l’ente Seminario donerà all’ente Diocesi questi edifici in cui prenderebbero casa la Scuola per infermieri della Poliambulanza

(dopo opportuna ristrutturazione a sue spese), l’ampliamento della Biblioteca, l’ufficio per la scuola, la pastorale universitaria e ComunitĂ e scuola. In futuro altre realtĂ diocesane potrebbero allocarsi in via Bollani. Il desiderio del Vescovo è che la gestione non sia un onere per il Seminario che ha altri scopi e preoccupazioni. L’economo Mauro Salvatore ha confermato l’indirizzo intrapreso. Il Consiglio presbiterale ha espresso ad ampia maggioranza il parere favorevole.

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ono trascorsi cinque mesi dalla morte di don Amilcare Buccio, da tutti conosciuto come don Giuseppe. Il sacerdote, infatti, è tornato alla casa del Padre nel giorno della memoria di San Giovanni Bosco. Aveva compiuto da pochi mesi 84 anni. Originario di una famiglia numerosa di Bagolino, don Buccio è stato un prete coerente e zelante, intelligente e colto, capace di relazioni positive e costruttive vissute con riservatezza e rispetto. Un prete che non ha mai ceduto al desiderio di mettersi in mostra o di avere consensi ad ogni costo: è sempre stato coerente ai suoi doveri e alle sue convinzioni. Come ebbe a sottolineare mons. Vigilio Mario Olmi durante l’omelia tenuta in occasione della messa d’oro di don Buccio, egli è stato uno di quei preti che in tutte le parrocchie dove l’obbedienza lo ha portato “vi è giunto non per svolge-

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re una professione ma una missione su mandato del Vescovo: quella di guida spirituale, educatore delle coscienze alla luce del Vangelo, promotore di comunione mediante i doni della grazia e nel rispetto delle vocazioni e dei ministeriâ€?. Questo stile di essere prete lo ha caratterizzato sempre, fin dalle prime e brevi esperienze di curato in situazioni totalmente diverse: Capriolo, Montichiari, Bovegno, poi nella esperienza poco piĂš che quinquennale di parroco a Nadro e, infine in quella lunghissima nella parrocchia di S. Urbano a Torbole. Ma anche negli anni della pensione ha continuato a essere un prete disponibile, non facendo mancare la sua collaborazione alla parrocchia di Roncadelle, dove abitava in canonica, in uno degli appartamenti ricavati proprio per i sacerdoti in riposo. Ma è a Torbole, dove don Buccio giunse quando aveva 39 anni, trascorrendovi quasi metĂ della

sua vita, che risplendono in forma piĂš evidente le sue qualitĂ sacerdotali. Nel piccolo e bel centro quasi sospeso fra le porte di Brescia e la campagna della Bassa, ha accompagnato il cammino di generazioni intere che sono cresciute e maturate spiritualmente attorno alle proposte e ai servizi offerti da lui, secondo le cadenze dei tempi liturgici, delle tappe previste dall’iniziazione cristiana e delle scelte diocesane. A Torbole don Buccio è stato un sicuro riferimento per i fedeli praticanti che ogni domenica partecipavano alla celebrazione eucaristica, dei genitori che hanno condiviso con lui il progetto educativo dell’oratorio, visto in relazione al catechismo e non solo al tempo libero. É stato, in modo garbato, vicino alle famiglie con le quali ha condiviso i momenti di gioia e quelli del lutto e della prova.

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I SACERDOTI AIUTANO TUTTI.

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Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità , conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità piÚ bisognose, che possono contare cosÏ sulla generosità di tutti.

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Â?ƒ—‰—”ƒ–ƒ Žƒ Â?—‘˜ƒ •‡†‡ †‡Ž Dz ƒ”‘Â?‹dz Ăˆ stata inaugurata lo scorso 15 giugno, in via Duca degli Abruzzi 8/u a Brescia, la nuova sede del Centro abilitativo per minori “Francesco Faroniâ€? (nella foto), promosso da Fobap Onlus a marchio Anffas. Il Centro rientra nel novero speciale dei progetti di solidarietĂ sostenuti nel 2011 dalla Fondazione Conte Gaetano Bonoris, in occasione del 150° anniversario della nascita del fondatore. Il Centro “Francesco Faroniâ€? si rivolge a bambini

con disturbi generalizzati dello sviluppo, con un’età compresa tra due ai 16 anni, ponendosi l’obiettivo di insegnare abilità di vita necessarie per adattarsi meglio al contesto quotidiano: sapersi relazionare con gli altri, comunicare, sviluppare autonomie personali e sociali, gestire il proprio tempo libero, ridurre i comportamenti disfunzionali. La sperimentazione di questa nuova unità d’offerta si attua in stretta collaborazione

con Asl di Brescia, UfďŹ cio scolastico provinciale e Uonpia (UnitĂ operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) degli Spedali civili di Brescia. Il Centro sviluppa anche attivitĂ di ricerca, formazione e informazione. Grazie al fondamentale aiuto dell’associazione “Amici di Francescoâ€? nel 2011 è stata decisa la costruzione della nuova sede che è diventatate pienamente operativa il 1° marzo.

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a Congrega della CaritĂ Apostolica ha presentato nei giorni scorsi la terza edizione del Bilancio sociale. “Per il nostro sodalizio, una delle piĂš antiche realtĂ caritative della Lombardia, – ha specificato il presidente Mario Taccolini - la presentazione pubblica delle risultanze di bilancio e dei principali fatti di gestione costituisce una scelta convinta ed ormai consolidataâ€?. L’iniziativa, che alla parte editoriale ha unito come di consueto un incontro di riflessione aperto alla cittĂ , oltre che a rispondere a ragioni di correttezza e trasparenza, poggia sulla consapevolezza, avvertita da parte chi si trova ad amministrare la Congrega, della peculiare responsabilitĂ dell’istituzione nei confronti della comunitĂ civile ed ecclesiale. “Nel corso della plurisecolare vicenda della Congrega – sono ancora considerazioni del suo Presidente – è il rapporto fiduciario con il territorio ad essere la principale cifra interpretativa di un fenomeno che, grazie alla generositĂ di innumerevoli benefattori, da 500 anni si sostanzia in opere e mezzi a disposizione dei piĂš deboliâ€?. Il 2011, anno a cui si riferisce il bilancio sociale presentato dalla Congrega,. è stato segnato dall’acutizzarsi degli effetti della crisi che ha portato con sĂŠ rilevanti e impreviste trasformazioni, dolorose assenze, pressanti e gravi conseguenze sociali. “Per quanto riguarda il settore dell’assistenza sociale – è il pensiero del presidente della Con-

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localeâ€?. Ăˆ lo scenario globale, infatti, ad essere in tumultuoso mutamento: cambiano le dinamiche dell’occupazione e del lavoro, trovano altro assetto di bilancio gli equilibri delle famiglie, emergono fragilitĂ nuove: economia e vita, insomma, giocano una partita inedita quanto inattesa. La Congrega della CaritĂ Apostolica è solo uno dei molti attori chiamati, a vario titolo, a dare risposte organizzate a queste nuove forme di povertĂ . Nella pagine del bilancio sociale 2011 il resoconto dettagliato di questo impegno che ha portato la Congrega a misurarsi ogni giorno con il mandato trasmessogli da generazioni di bresciani, per trovare risposte sempre nuove.

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ei giorni scorsi, presso il Museo di fotografia contemporanea Ken Damy di corsetto Sant’Agata 22 a Brescia, si è tenuto un incontro di presentazione del volume di Alex Corlazzoli, “L’ereditĂ . Giovanni Falcone e Paolo Borsellino 1992-2012: le loro idee camminano sulle nostre gambeâ€? (Milano, Altra Economia, 2012, 13 euro). La presentazione è stata l’occasione per riflettere ancora una volta sulla situazione della mafia, anche nel Bresciano. Oltre all’autore sono intervenuti Fernando Scarlata, fondatore del Comitato Antimafia di Brescia, e Carlo Alberto Romano, docente di Criminologia presso l’UniversitĂ degli Studi di Brescia. L’iniziativa è stata proposta dall’associazione Carcere e Territorio di Brescia e dalla Piattaforma Civica. Prima dell’incontro, introdotto dall’intervento di Francesco Onofri, coordi-

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vere dibattiti sulla mafia, in collaborazione con l’amico Nino Caponnetto, fondatore del pool antimafia. Il volume, breve ma di grande intensitĂ , che si legge d’un fiato, racconta le storie di coloro che in questi 20 anni che ci separano dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, hanno raccolto il testimone di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e intende dimostrare, a ragione, che l’Italia non ha dimenticato i due magistrati uccisi dalla mafia nel 1992. Anzi, le testimonianze e le interviste raccolte dall’autore, del giudice Gian Carlo Caselli, di Rita Borsellino, sorella di Paolo, di Antonio Ingroia e Vittorio Teresi, collaboratori di Falcone e Borsellino, di Franca Imbergamo, sostituto della Procura nazionale antimafia, di don Gregorio Porcaro, “prete di frontieraâ€? di Palermo, mostrano un’Italia e, in particolare, una Sicilia che, al di lĂ delle passerelle formali dei politici (siano essi di destra o di sinistra), non si è

arresa alla mafia. “A 20 anni di distanza dalla loro morte, Falcone e Borsellino continuano a dare fastidioâ€?. Lo dimostrano i molti giovani che hanno avviato la loro personale battaglia contro la Mafia, divenendo poliziotti, magistrati, sindaci oppure che hanno coraggiosamente fondato cooperative che lavorano sui terreni e con i beni sequestrati alla criminalitĂ organizzata, mostrando che si può costruire la propria fortuna nella legalitĂ e nel rispetto delle regole. Come osserva Gian Carlo Caselli nella prefazione al volume, “tutti sanno che per contenere e poi sconfiggere la criminalitĂ mafiosa ci vuole un’organizzazione che le si contrapponga (una specie di cura‌ omeopatica), non soltanto sul versante degli apparati repressivi, ma anche su quello della societĂ civileâ€? (p. 9). Si potrebbe allora dire che “gli unici che non hanno raccolto l’ereditĂ di Falcone e Borsellino sono pro-

prio i politiciâ€?. Emblematico, in tal senso, il caso, ricordato durante l’incontro, di Silvio Berlusconi che nel 1994 citofonò a Rita Borsellino chiedendo: “Cosa posso fare per combattere la mafia?â€?. “L’opinione pubblica – ha ricordato Carlo Alberto Romano – si fa condizionare da queste coseâ€?, ma poi la realtà è piĂš complessa. Il tema dibattuto, non è solo una “questione meridionaleâ€?, ma è quanto mai attuale anche al nord se si pensa, dati alla mano, che la Lombardia è la quinta regione in Italia per i beni confiscati alla mafia e, in tale contesto, Brescia è la seconda cittĂ dopo Milano. Un problema da non sottovalutare, indagato giĂ alcuni anni fa da Fernando Scarlata nel volume, “Tentacoli: la criminalitĂ mafiosa a Bresciaâ€? (Brescia, Liberedizioni, 2009). Un quadro inquietante che non può lasciare indifferenti, perchĂŠ quando si parla di mafia l’indifferenza è complicitĂ .

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rete sovrastante l’altare dell’attuale chiesa quattrocentesca, e il capitello marmoreo romanico del VII secolo. La struttura riapre proprio nei giorni estivi per tutte le domeniche fino al 23 settembre, 15 agosto compreso. Due famiglie offrono ospitalitĂ a coloro che si recano sul luogo per ristorarsi o pranzare nel prato verde che circonda la struttura. L’ampia area verde nasconde cunicoli e stanze che negli scavi archeologici hanno svelato materiali e resti; è stato cosĂŹ possibile avere un’idea

delle strutture originali del monastero di San Pietro. Dopo aver prelevato quanto possibile e segnato i muri portanti, tutto è stato ricoperto. Sono i resti di una civiltĂ monastica che testimoniano un centro di vita religiosa, culturale, economica e sociale per la terra bresciana. Recentemente è tornata alla luce l’imponente scalinata di accesso a quella che era una grande basilica a croce latina. Ogni domenica, nel periodo di apertura, sono proposte due visite guidate, alle 11 e alle 16. Ci sono do-

cumenti e carte, ritrovati negli scavi e custodite nell’Archivio vaticano, che raccontano la vita di quegli anni. Alcune di queste sono state pubblicate. Alla zona si accede con una breve camminata dal parcheggio. La passeggiata aiuta il viandante, pellegrino o turista che sia, a respirare la serenità che permea ancora questo colle, testimonianza della spiritualità millenaria benedettina e bresciana. Anche per questo ogni domenica alle 17.30 viene celebrata una S. Messa.

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a stagione 2012-2013 del Centro Teatrale Bresciano si svela al grande pubblico, proponendo anche quest’anno un cartellone ricco di appuntamenti che spaziano tra la drammaturgia contemporanea, i grandi registi e le produzioni firmate Teatro Stabile di Brescia. “Ci piace essere produttori di spettacoli − sottolinea la presidente Carla Boroni − ma non disdegniamo il ruolo di contenitore, perchĂŠ il nostro vuole essere un teatro aperto alla cittĂ tutto il giorno e tutti i giorni, ed è anche per questo che, accanto agli spettacoli, organizziamo attivitĂ collaterali, per far sĂŹ che i bresciani si approprino di questo spazioâ€?. Dei 18 titoli in programma, ben cinque sono le messinscene prodotte dal Ctb, frutto anche del proseguimento del sodalizio artistico con Franco Branciaroli, che debutterĂ il 7 novembre con “Il teatranteâ€?, spettacolo che aprirĂ la stagione al Teatro Sociale. “L’intenzione

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usata da Parri per descrivere la violenza di Piazzale Loreto, racconta l’intrusione nella vita violenta di un uomo e di una donna, interpretati da Elisabetta Pozzi e Paolo Bessegatto. A concludere la stagione, ancora una volta nel segno di Franco Branciaroli, “Don Chisciotteâ€?, scoppiettante monologo nel quale l’attore si cimenta in un omaggio a Vittorio Gassman e Carmelo Bene, recitando il testo imitando le loro voci. “Lo spettacolo − spiega Carla Boroni − sarĂ segnerĂ la fine della stagione 2013 del Ctb e il nuovo inizio per il Teatro Santa Chiara, dove verrĂ rappresentato proprio per inaugurarne l’utilizzo dopo i lavori di ristrutturazioneâ€?. Prosegue, inoltre, “Il Sociale dei Bambiniâ€?, che vedrĂ la produzione de “Il gran teatro del mondoâ€?, riservato ai piĂš piccoli, dai sei agli 11 anni. Il successo degli spettacoli prodotti nella stagione scorsa proseguirĂ anche nella prossima: dopo aver abbattuto il traguardo delle 100 repli-

che ed aver riscosso un grandissimo successo in tutti i teatri, tornerĂ in tournĂŠe “Servo di Scenaâ€?; stessa sorte per “Apocalisseâ€?, di e con Lucilla Giagnoni, e “Antigoneâ€? di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Tra gli altri titoli in programma, “Oscura immensitĂ â€?, tratto dal romanzo di Massimo Carlotto “L’oscura immensitĂ della morteâ€?, che vede alla regia Alessandro Gassman ed in scena Giulio Scarpati; la comicitĂ degli Oblivion, diretti da Gioele Dix nel loro “Oblivion Show 2.0: il

Sussidiarioâ€?, ma anche testi della tradizione come “Un tram che si chiama desiderioâ€?, “Karamazovâ€?, “Sogno di una notte di mezza estateâ€?, “La scuola delle mogliâ€?. “Abbiamo pescato tra le proposte piĂš interessanti − conclude Pastore − mescolando la drammaturgia contemporanea con spettacoli di stampo piĂš classico, per incontrare i gusti di un pubblico eterogeneoâ€?. Abbonamenti in vendita da settembre. Calendario completo su ctbteatrostabile.it.

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6XO SDOFR OH ´'RQQH GL WHUUDÂľ Raccontare il mondo contadino, legato alla terra con gli occhi delle donne. Questo è “Donne di terraâ€? scritto a quattro mani da Alessandro Mor e Alessandro Quattro appositamente per “Acque&terre festivalâ€?,. “Lo stimolo è venuto da Vittorio Pedrali (direttore artistico del festival, ndr.). Abbiamo raccolto diverso materiale − raccontano i registi − per documentarci e ci siamo orientati su un legame di generazioni diverse: una nonna, una mamma e una ďŹ gliaâ€?. La nonna, Ines, è una contadina degli anni ‘30; la mamma, Teresa, diventa adulta negli anni del boom economico quando dalle campagne si è passati alle fabbriche, e la ďŹ glia, Chiara, che vive negli anni ‘80. “Sono tre donne che deďŹ niamo − continuano − sorelle perchĂŠ condividono lo stesso legame verso la terra, verso il mondo contadino da cui provengo-

noâ€?. Le tre donne condividono insieme un periodo di tempo nella casina che poi saranno costrette a lasciare. L’emancipazione della ďŹ gura femminile attraverso tre generazioni appare evidente “soprattutto nei momenti di scelta della loro vita. Nell’evoluzione si vedrĂ la maggior consapevolezza della possibilitĂ di sceltaâ€? che aumenta con il progredire del tempo e delle generazioni. Chiara sarĂ l’unica che, “grazie ai fantasmi che le appaiono delle altre donne, riesce a compiere un’azione che mamma e nonna non avrebbero compiutoâ€?. Ma oltre allo sguardo femminile del mondo, i registi raccontano il mondo contadino. “Ci siamo resi conto − aggiungono − che non è cosĂŹ lontano, ma nella ricerca dei materiali ci siamo resi conto che non ci appartiene piĂš ma al quale siamo legati, perchè non ci sono molte generazioni che ci

distaccano. Un po’ come se questo mondo fosse stato archiviato; infatti nello spettacolo la donna piĂš giovane ripesca nelle scatole della casa il materiale che appartiene alla madre e alla nonna e scopre qualcosa di sè in tuttoâ€?. Nello spettacolo c’è un ritorno romantico alla natura, a una realtĂ distante, rivedendo i cambiamenti enormi in poco tempo. “A volte sembra che sia una storia di un altro popoloâ€?. Tre donne che cercano il senso del proprio essere donna che sono lette nell’epoca in cui sono “in relazione con la cultura in cui vivono. Le difendiamo tutte, anche se la terza si realizza grazie alla consapevolezza delle altreâ€?. “Donne di terraâ€? è in scena martedĂŹ 26 giugno alle 21.15 a Serle, mercoledĂŹ 4 luglio (21.15) a Paitone e giovedĂŹ 12 luglio (21.15) Calvagese della Riviera.


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Al castello di Padernello per la stagione estiva quattro appuntamenti musicali: “La Cetra di Apollo – Notturni in musicaâ€?, tutti alle 21. Il 22 giugno “Arpa d’or dei fatidici vati...â€? dalle Opere di Verdi. VenerdĂŹ 29 giugno “D’amore sull’ali roseeâ€?, concerto lirico vocale delle piĂš belle romanze d’amore del melodramma. VenerdĂŹ 6 luglio “A passo di... Tango!â€? e venerdĂŹ 12 luglio “Oscar Melodyâ€?, la musica nel cinema. Ingresso 10 euro, 15 per l’ultimo. Abbonamento: 30 euro.

L’UniversitĂ degli studi di Verona, la zona pastorale di San Pancrazio e la Bcc del Garda propongono “Il deserto che ďŹ orisce. Vita quotidiana e spiritualitĂ suďŹ in Senegalâ€?, venerdĂŹ 25 giugno 20.45, Gardaforum di Montichiari. Il dialogo con i fondatori dell’Organizzazione non governativa des villageois de N’dem in Senegal offrirĂ esperienze con orizzonti nuovi perchĂŠ “c’è bisogno di sďŹ dare l’impossibile per creare comunitĂ â€?, come scrivono gli organizzatori.

Sabato 23 giugno, dalle 18, presso la Laba-Libera accademia di belle arti (via don Vender 66, Brescia), si terrĂ la serata conclusiva dell’anno accademico che, alla luce degli eventi che hanno colpito l’Emilia, si è voluto dedicare ai terremotati. A rafforzare il desiderio, la presenza in Accademia di due studentesse residenti a Mirandola e Quistello. Pinko, nota azienda internazionale di moda, ha voluto essere vicina alla popolazione emiliana offrendo 500 t-shirt che, rielaborate

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artisticamente, verranno vendute durante la serata con offerta a partire da 10 euro. Il ricavato verrĂ interamente devoluto per la causa. Si è creata una rete di solidarietĂ per cui, oltre a Pinko, diversi fornitori hanno voluto partecipare con il loro contributo: E&R GraďŹ ca, ColoriďŹ cio Astrale, Pubblix, Mirag. Coinvolti gli studenti di tutte le arti: design, fashion design, graphic design e multimedia, fotograďŹ a, decorazione, arti visive, restauro e scenograďŹ a.

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nche quest’anno l’Estate musicale del Garda “Gasparo da Salòâ€? può contare sull’allestimento di un ricco programma. Un mese di appuntamenti, da domenica 8 luglio a mercoledĂŹ 8 agosto, per la 54ÂŞ edizione della rassegna dedicata al demiurgo che nel cuore del ‘500 diede forma definitiva al violino moderno. E come sempre l’incantevole cornice di piazza Duomo saprĂ regalare intense emozioni e particolari suggestioni. “Abbiamo voluto proporre un cartellone − spiega il direttore artistico Roberto Codazzi – nello stesso tempo rassicurante e sorprendente. Rassicurante, soprattutto in un periodo difficile come l’attuale, per il rispetto della tradizione del festival, che ha sempre dato risalto al repertorio classico con la partecipazione di orchestre e di affermati violinisti. Sorprendente per l’apertura ad altri generi musicali e per quelle contaminazioni stilistiche oggi sempre piĂš apprezzate dal pubblicoâ€?. Un festival intorno al violino, ma non esclusivamente imperniato sul violino. In un cartellone che comprende artisti di fama internazionale come la violinista argentina Lyda Argerich e il contrabbassista svedese Dan Styffe, che si esibiscono domenica 22 luglio, trovano spazio due celebritĂ quali lo chef Gualtiero Marchesi e il batterista Tullio De Piscopo. Per il Maestro della cucina “creare una ricetta equivale a scrivere in musica. I sapori vanno letti e pregustati attraverso lo sguardo, forse addirittura solfeggiatiâ€?. In esclusiva per il festival Marchesi,

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—ƒŽ–‹‡”‘ ƒ”…Š‡•‹ ‡ ’‡” ‹Ž „ƒ––‡”‹•–ƒ —ŽŽ‹‘ ‡ ‹•…‘’‘ domenica 8 alle 19.30 nella Sala dei Provveditori del palazzo municipale, si rende protagonista di una serata evento in cui parlerĂ , in una gustosa ‘sinfonia di sapori’, del rapporto tra musica e gastronomia e in cui la sua arte culinaria sarĂ declinata con la complicitĂ della “colonna sonoraâ€? fornita dal trio Dandolo, composto dai nipoti musicisti. A seguire avrĂ luogo una “Cena di beneficenzaâ€? (per informazioni 0365.296827) in favore delle popolazioni colpite dal sisma del maggio scorso. La performance dell’istrionico De Piscopo è in progamma domenica 5 agosto in una

serata che, coniugando il jazz alla classica, si preannuncia scoppiettante. I tradizionali concerti dell’Estate musicale si svolgeranno ogni domenica, dal 15 luglio, con l’aggiunta di due appuntamenti infrasettimanali. Fra le compagini in cartellone si segnalano l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra da camera di Brescia, l’orchestra giovanile inglese del Northamptonshire e l’ensemble da camera Sono. Per tutto il periodo del festival, nel palazzo municipale, è allestita la mostra “Gasparo in vetrinaâ€? nella quale saranno esposti due autentici gioielli, il contrabbasso Biondo ex Colonna del 1590 e la viola modello Gasparo, strumenti che costituiscono il primo nucleo di quella che sarĂ la sezione dedicata del nuovo museo cittadino e diversi strumenti realizzati da importanti liutai contemporanei su modelli del grande maestro salodiano.

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si sa molto; ma moltissimo resta ancora da scoprire e da definire. CosĂŹ la mostra di Brescia sarĂ l’occasione per fare il punto di tutte le nuove scoperte in Italia settentrionale, ambito fondamentale per questa civiltĂ . A promuoverla, in collaborazione con le diverse Soprintendenze, il Museo diocesano e la Fondazione Cab, è un apposito Comitato organizzatore affiancato da un qualificatissimo comitato scientifico presieduto da Raffaele C. De Marinis. La scelta di Brescia

a sede dell’attesissima esposizione non è casuale: è proprio nel bresciano, infatti che sono tornate alla luce le testimonianze piĂš rilevanti di insediamenti dell’etĂ del rame in Italia. Nella mostra sarĂ illustrato tutto il complesso dei ritrovamenti avvenuti nel 1991 e 1992 al giogo di Tisa, al confine tra Italia e Austria attraverso copie dei materiali, pannelli didattici e la ricostruzione a grandezza naturale dell’uomo del Similaun con tutto il suo abbigliamento ed

equipaggiamento. Saranno forniti i risultati delle ricerche piĂš recenti condotte sulla mummia: analisi del dna, suo inquadramento negli attuali aplogruppi delle popolazioni europee, aspetti paleopatologici, stato di salute, cause che ne determinarono la morte a 3150 m di quota. Attenzione sarĂ posta nel confronto tra i materiali posseduti da Ă–tzi e quelli relativi alla cultura di Remedello. SarĂ visitabile dal 26 gennaio al 15 maggio 2013.

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ra il 26 settembre 1982 quando Brescia accolse per la prima volta Giovanni Paolo II. A questa data fa riferimento la nuova pubblicazione della casa editrice Meccanica delle idee “Trent’anni fa. Giovanni Paolo II e Brescia: una storia d’amore senza fineâ€? di Roberto Barucco e Rolando Giambelli. “Sono pagine che hanno il sapore di testimonianzaâ€? scrive il vescovo Monari nella prefazione al volume e in sede di presentazione ringrazia gli autori “perchĂŠ un libro come questo custodisce la memoria e il vissuto, ma ricorda che il Papa è stato a Brescia per confermare la comunione della Chiesa di Brescia con quella di Roma, che indica la comunione con le altre Chiese nel mondoâ€?. Il volume “Trent’anni faâ€? è un racconto fotografico e a parole; “noi non siamo teologi. Raccontiamo i fatti, da giornalisti. E mi ricordo quando ero stato mandato, giovanotto alle prime armi, a seguire l’incontro del Papa. Fui talmente emozionato da dimenticarmi quasi di dover fare il cronista. Parlando con la gente ricordo che tutti desideravano incrociare quello sguardo e tutti commentava-

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no dicendo che sembrava che quello sguardo scavasse dentroâ€?. Diverso il primo incontro di Giambelli con Wojtyla fuori dalla porta d’uscita di Castel Gandolfo con la famiglia “Era mattina presto. Eravamo solo io e la mia famiglia. Il Papa si fermò e ci fece un saluto dall’auto. Scattai una fotoâ€? e questa c’è sul libro. Ma attraverso ricordi personali, ricordi di altri che hanno incontrato Giovanni Paolo II e immagini si sfoglia l’album dei ricordi degli autori, ma anche di tutti coloro

che nella propria vita hanno incontrato Karol Wojtyla. Tra le testimonianze spicca la lunga intervista al vescovo emerito Bruno Foresti. Ma il libro non dimentica gli altri appuntamenti e tappe che hanno visto l’incontro dei bresciani con Wojtyla “Nel ‘98 ho visto lo stesso cuore anche se il corpo dava segni di cedimento − commenta Barucco − per me è stato il papa del ‘Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro’ come ha detto a Bresciaâ€?.

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mondo istituzionale, delle imprese e della cultura, apportando un contributo significativo al dibattito che ruota intorno al rapporto tra cultura e sviluppo economico e sociale della nazione. Si è poi svolta l’assemblea dei soci di Federculture, che ha proceduto al rinnovo degli organi della federazione, cosĂŹ come previsto dallo statuto, al termine del mandato triennale. L’assemblea ha voluto riconfermare la fiducia a Roberto Grossi nel ruolo di

presidente e ha rinnovato il direttivo, composto da 22 membri scelti tra le piĂš importanti associazioni culturali, fondazioni ed enti comunali italiani. Nello specifico, alle amministrazioni pubbliche nel consiglio direttivo sono riservati quattro posti e Brescia è stata confermata insieme a Roma, Torino e Padova. “Con viva soddisfazione – ha dichiarato l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai – annuncio che il Comune di

Brescia è stato confermato come uno dei quattro enti comunali che fanno parte del direttivo di Federculture. Questo dimostra che le politiche attuate da questa giunta vanno in una direzione ottimale e sono riconosciute vincenti anche a livello nazionale. Brescia sta diventando una realtĂ economica non piĂš esclusivamente industriale, ma un sistema che si basa anche su cultura e turismo. Dobbiamo essere orgogliosi di aver raggiunto risultati come questoâ€?.

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n Italia sono 47 i siti iscritti nell’elenco del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Il Bel Paese è la nazione con piĂš tesori eletti a Patrimonio dell’umanitĂ . Tra questi dal 25 giugno 2011 c’è anche il sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d. C.)â€? di cui Brescia con il complesso San Salvatore-Santa Giulia-Capitolium è parte integrante. A celebrare questa iscrizione lunedĂŹ 18 giugno il ministro per i Beni e le ttivitĂ culturali Lorenzo Ornaghi ha presenziato alla posa di una targa in San Salvatore su cui è riportato il testo dell’iscrizione del sito seriale nella lista “in tre lingue − ha ricordato Francesca Morandini ,conservatore archeologo dei Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia − italiano, lingua del Paese titolare del bene, francese e inglese le lingue dell’Unescoâ€?. “Ringrazio tutti per il riconoscimento raggiunto ha esordito il ministro Ornaghi davanti alla targa commemorativa − e sottolineo il lavoro di sette Comuni diversi uniti verso un unico obiettivo. La cultura può essere la chiave vincente del rilancio dell’Italia. Il traguardo appena raggiunto è solo

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che da anni avevano immaginato questo traguardo. Il sindaco ha citato tra questi Vasco Frati. Margherita Peroni ha ricordato che in Lombardia ci sono ben nove siti Unesco (nel Bresciano anche i graffiti rupestri della Valcamonica, primo sito italiano iscritto nella lista Unesco) e ha garantito l’appoggio con 250mila euro. Dopo l’inaugurazione della targa, con alcuni invitati e la stampa, davanti a un auditorium Santa Giulia colmo di gente ha ribadito i concetti precedenti e ha aggiunto aprendo l’orizzonte alla situazione attuale “Non riusciremo a oltrepassare questo momento se ciascuno non si impegnerĂ a delineare un diverso modello di sviluppo che abbia al suo centro uno sviluppo economico, ma che non riguarda solo l’economia. Abbiamo bisogno di un ruolo culturale diversoâ€? ha chiuso tra gli applausi il Ministro. Ovvio che ora la sfida è bresciana, ma non solo. Esiste un piano di gestione del sito seriale, con un soggetto che raduna tutte le realtĂ coinvolte e che si può aprire a chi è interessato. Ora la presidenza è di Brescia, presieduta dall’assessore Andrea Arcai. E che ora i longobardi tornino a brillare di desiderio...

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7 Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali, approfondimenti, e tutti i protagonisti dell’attualità in diretta all’interno della rubrica Zoom. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta.

Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 con Marco Vignoletti, le indicazioni della dietista Anna Zanardini, gli interventi della psicologa Anna Grasso Rossetti, i consigli di Gabriele della libreria Paoline, i trucchi in cucina dello chef Riccardo Cominardi oltre ai collegamenti con gli organizzatori delle più belle feste della provincia. Inoltre il mercatino, la rubrica di cinema, le offerte di lavoro, e gli appuntamenti della sera. In Voce mattina solo la musica più bella.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa dalla parrocchia di San Giacomo di via Oldofredo Denari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Prosegue spedito il percorso di avvicinamento al Sinodo diocesano, indetto dal vescovo sul tema delle unitĂ pastorali. In Primo Piano (alle 11.30) il provicario generale mons. Cesare Polvara traccia un bilancio delle prime tappe (la consultazione e gli incontri sul territorio) e illustra il programma dei lavori che si terranno in dicembre: 1 e 2 dicembre la prima sessione, 8 e 9 dicembre la seconda sessione di lavori. Il commento al Vangelo

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio intitolato “Borgosatollo al grestâ€? che richiama l’impegno della diocesi per questa attivitĂ che coinvolge 60mila ragazzi afďŹ dati a 10mila educatori. A seguire: il convegno biblico a Villa Pace di Gussago; “La giornata per la santiďŹ cazione del cleroâ€?; da ultimo il servizio “Giovanni Paolo II e Bresciaâ€?, la presentazione del libro di Roberto Barucco e Rolando Giambelli. La rubrica “4 parole...â€?

è a cura di mons. Aldo Delaidelli, parroco di Roncadelle (alle 11.05). Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, da questa domenica va in onda nella versione estiva di un’ora dalle 11 alle 12. In differita, va in onda, sempre la domenica, anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte Manerbio, Radio RaphaĂŤl. Primo Piano è disponibile in podcast sul sito www.radiovoce.it

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è con mons. Gabriele Filippini sul bilancio dell’8xmille. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche l’evento “Paolo scrive ai cristiani di oggi - La mia lettera siete voiâ€? con Luciano Bertoli nella parrocchia cittadina di San Giovanni evangelista.

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´0DPPRQLÂľ O¡XOWLPD RIIHVD GL ,WDOLD “Gli intellettuali vanno volentieri in tv a presentare i loro libri ma fanno poco per la tv, molto poco. Anzi, se possono ne parlano maleâ€?. Lo scrive Aldo Grasso, critico televisivo del Corriere della Sera, sull’ultimo numero del periodico “Link – Idee per la televisioneâ€?. Se un tempo (anni Sessanta e Settanta) letterati e artisti di fama nazionale si prestavano alla scrittura televisiva, contribuendo a creare prodotti di qualitĂ , ora chi manovra il timone del piccolo schermo non è interessato alla qualitĂ della forma e del contenuto. L’obiettivo principale dei produttori televisivi è la vendita degli

spazi pubblicitari e, si sa, quando si tratta di soldi, se ne possono sempre guadagnare di piÚ. Via libera quindi a trasmissioni che devono essere costruite sotto i dettami di un unico criterio: attirare il maggior numero di spettatori, per attirare il maggior numero di sponsor. Con queste prospettive è facile asservirsi alla superficialità , al qualunquismo, alla messa in scena dei lati piÚ disumani degli esseri umani. Ecco quindi il danno. E la beffa? Spesso chi sta dietro alla tv spazzatura, chi decide di insultare il pubblico accarezzandogli la pancia senza considerare la presenza di una te-

sta, lo fa in piena consapevolezza: siamo di fronte ad autori televisivi con riconosciute capacitĂ , in grado di scrivere programmi di qualitĂ . E se tali programmi di qualitĂ non servono per raggiungere lo scopo di cui sopra, ci si dedica ad altro. Ăˆ il caso di Simona Ercolani, che dopo aver firmato “Sfideâ€?, storico e valido programma Rai sui personaggi dello sport italiano, cambia completamente direzione e dĂ vita a “Mammoniâ€?, una docu-fiction targata Italia 1 che racconta le avventure amorose di cinque impenitenti scapoloni, legati (ognuno nel suo morboso modo) a invadenti ma-

dri che li supportano e li aiutano a scegliersi la donna giusta per la vita. Roba (è il termine corretto) giĂ vista e rivista, violenza psicologica allo stato puro: i giovani maschi sono tutti ricchi e piacenti; le anziane madri tutte dinamiche, eccentriche e spumeggianti; le femmine, ovviamente belle, seducenti e servili, si sottopongono mansuete al giudizio dei loro futuri possessori coadiuvati dalle madri che a loro volta possiedono loro. Manca solo l’analisi della dentatura e poi si può considerare a tutti gli effetti una fiera agricola. L’ingrediente aggiuntivo in perfetto stile liberal-chic: uno dei mammoni

è gay, ed è alla ricerca, insieme alla mamma, del suo compagno di vita. Una presa di posizione politically correct? Assolutamente no, una scelta azzardata per avere ancora piĂš pubblico. Due milioni di telespettatori. Ma la speranza è che se ci fosse una pubblica piazza che li contenesse tutti, con un solo grande schermo da condividere, ben pochi avrebbero il coraggio di uscire allo scoperto. Il salotto di casa spesso è il rifugio perfetto per dedicarsi a questi scempi cerebrali. Aldo Grasso rivendica l’ausilio degli intellettuali in tv. La tv li usa ben volentieri. Ma per i suoi scopi.


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embra un copione giĂ pronto per una commedia drammatica americana, con tutti gli ingredienti standard: la morte e il lutto, conflitti generazionali, amore al primo sguardo che tarda a dichiararsi e, piĂš di tutto, un sogno impossibile che la passione e la forza di volontĂ fanno diventare reale. La base di “La mia vita è uno zooâ€? è però una storia vera, quella del giornalista inglese Benjamin Mee. Il quale, nel 2006, si trasferĂŹ con la famiglia in una grande casa nella campagna del Devon, con annesso uno zoo dove vivevano 250 animali esotici. Mee ha messo il suo impegno nell’impresa di tenere attivo il parco zoologico, mantenendo in vita molti animali altrimenti condannati alla soppressione. La struttura venne riaperta pochi mesi dopo la morte di sua moglie, condannata da un tumore. Ha raccontato Benjamin: “Lavorare a stretto contatto con gli animali, la cui vita dipendeva da noi, è stato un processo catartico. Mentre la nostra esistenza era stata scombussolata da un evento tanto doloroso, bastava che guardassimo fuori dalle finestre per vedere la vita intorno a noi. Eravamo a stretto contatto

con l’intero ciclo della vitaâ€?. Materia stimolante per il regista Cameron Crowe, che spostando la storia in America ha girato un racconto ben congegnato, l’ennesima variazione su un tema mille volte affrontato, dove avviene tutto quello che ci si aspetta ma è lo stesso facile affezionarsi ai personaggi, divertirsi di fronte alle loro goffaggini, e infine commuoversi con discrezione per il dolore che li attraversa e la speranza di una nuova vita che si sforzano di conquistare. Ăˆ ottimo Matt Damon nella parte del giornalista avvezzo ad ogni avventura che, dopo la morte della moglie, vive un periodo di spaesamento, segnato dal rapporto difficile con il figlio adolescente. Il desiderio di abbandonare luoghi carichi di ricordi lo spinge ad acquistare una casa lontana dalla cittĂ , con annesso un

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piccolo benefit: il Rosemoor Animal Park, uno zoo a rischio di abbandono custodito con passione da un gruppo di addetti piuttosto originali. A guidarli è Kelly, una Scarlett Johansson assai inverosimile come bella tra le bestie, ma comunque amabile e per fortuna non troppo leziosa. Come nel suo film precedente – “Elizabethtownâ€? (2005), un “road movieâ€? teneramente scombinato – Crowe segue con delicatezza e affetto le sorti dei personaggi e le loro difficoltĂ nel relazionarsi sia con gli animali sia con gli umani. Nello zoo di tre ettari interamente allestito per il film si incontrano tigri sagge e un leone imperioso, zebre, pavoni, struzzi, istrici, serpenti, un orso vagabondo e altre creature delle quali Benjamin cerca di apprendere il linguaggio. Ma è naturalmente il codice dei sentimenti quello piĂš difficile da imparare. Come nella migliore tradizione del genere, la sceneggiatura semina con noncuranza pillole di saggezza, dall’importanza di coltivare i rapporti umani a quei “venti secondi di coraggioâ€? fondamentali in certi momenti della vita: anche per caricarsi in spalle il passato, non piĂš come un peso ma come scorta d’amore aperta al futuro.

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Sarà dedicata ad un tema di scottante attualità , come quello della costruzion e di un nuovo welfare mondiale dopo la crisi, l’edizione 2012 della Iseo Summer School, il prestigioso corso di economia organizzato dall’Istituto Iseo in programma dal 23 al 30 giugno con due premi Nobel, noti economisti e 80 studenti provenienti dalle piÚ importanti università del mondo. Anche l’edizione 2012 porterà a Iseo un gruppo di giovani economisti

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per confrontarsi con i “mostri sacriâ€? del pensiero economico mondiale. I corsisti provengono da 35 nazioni diverse, compresi alcuni Paesi in via di sviluppo che studiano nei piĂš affermati atenei del pianeta. Il successo del corso peraltro è dovuto soprattutto alla grande fama che l’Istituto Iseo si è costruito nel panorama accademico internazionale in questi anni, proprio grazie al passaparola degli studenti delle varie edizioni del corso estivo. Due saranno i

Premi Nobel in cattedra: Michael Spence e Peter Diamond, dell’Mit di Boston, che giunge sul Sebino per la prima volta. Accanto a loro interverranno economisti di fama internazionale come Romano Prodi, Robert Wescott (già capo dei consiglieri economici di Bill Clinton alla Casa Bianca), Charles Goodhart (professore alla London School of Economics), Paul Collier (professore alla Oxford University) e Dimitra Petropoulou (professore alla Sussex University).

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are di necessitĂ virtĂš o, piĂš prosaicamente, “fare le nozze con i fichi secchiâ€?: interessanti modi di dire che spiegano bene come fare un decreto legge di incentivo allo sviluppo economico, senza metterci un euro o quasi. PerchĂŠ, nella sostanza, l’Italia non ha soldi per irrorare nĂŠ a pioggia nĂŠ selettivamente il terreno dell’economia. Ecco spiegato anche il ritardo con cui è stato presentato all’opinione pubblica: c’era da creare un fumo di parole, buoni propositi, grandi motivazioni per nascondere un arrostino che non può essere nĂŠ quello di una volta, nĂŠ quello di altri Stati che hanno usato la leva monetaria per dare ossigeno all’economia. Non abbiamo soldi nĂŠ li possiamo stampare, ecco. Quindi gli “80 miliardi di euro per la crescitaâ€? pomposamente definiti dai titoli dei giornali riflettono piĂš le parole del ministro Passera, che la realtĂ . La mancanza di copertura finanziaria – il vero motivo del ritardo – si vede giĂ dal provvedimento che estende il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie dal 36 al 50% delle spese sostenute. Per giorni era passato il concetto di “per sempreâ€?, alla fine il bonus durerĂ un anno, quanto quello per gli interventi di riqualificazione energetica che addirittura cala dal 55 al 50%. E queste misure sono passate solo perchĂŠ il bonus è quasi interamente compensato dalla maggiore fiscalitĂ generata dal fare

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è ancora sulla carta e, con quei soldi, ci si ferma alle porte di Milano e poco piĂš. Poi sono in arrivo (su un binario ancora da identificare) finanziamenti agevolati alle imprese che assumono giovani nella green economy, e generosi crediti d’imposta a chi assume personale qualificato che in realtĂ ha poca difficoltĂ giĂ ora a essere assunto: sono tutti gli altri che rimangono al palo. Si fa poi un po’ di ingegneria amministrativa (l’Agenzia per l’Italia digitale), e – per decreto – si rifĂ funzionare la giustizia civile stabilendo dei mini-indennizzi per chi non ottiene giustizia entro termini che sarebbero

inaccettabili in ogni Paese occidentale. Forse sarĂ piĂš efficace il filtro che si vuole introdurre ai processi d’appello. Francamente, l’unica norma che può suscitare interesse è quella fortemente voluta da Passera, che prevede una fiscalitĂ di favore (12,5%, come i Bot) per quelle obbligazioni legate alla realizzazione di una grande opera, e ponti distesi verso i capitali privati che volessero impegnarsi all’uopo. Non una novitĂ (l’obbligazione Infrastrutture per la Tav, ad esempio), ma una buona idea della quale, forse, si vedranno i frutti. Il processo, però, è solo all’inizio ed è ancora segnato da indeterminatezza.

,FL ,PX H ORWWD DOO¡HYDVLRQH Ăˆ previsto per sabato 23 giugno, presso la sala congressi della Cassa padana, in via Vallecamonica 12/h a Brescia, il convegno “Dall’Ici all’Imu, lotta all’evasione: i Comuni, attori o spettatoriâ€? promosso da FraternitĂ sistemi, impresa sociale. L’evasione ďŹ scale e l’elusione delle imposte sono ormai problemi profondamente sentiti da Comuni e cittadini, soprattutto dal momento in cui è sempre piĂš evidente il grave

danno che questi comportamenti rappresentano a carico della collettivitĂ . Sul versante delle imposte locali, partendo dall’Ici, passando per l’esenzione dell’abitazione principale, è proprio l’Imposta municipale unica (Imu) a essere in questo momento al centro dell’attenzione di enti e cittadini, considerati le sue ripercussioni dirette su bilanci comunali e “famigliariâ€?. Il convegno, che prende il via alle 9, è stato pensato

da FraternitĂ sistemi come occasione per mettere a confronto tutti gli attori che sulla questione hanno “voceâ€? in capitolo, al ďŹ ne di stimolare la ricerca di soluzioni adeguate e di eventuali innovazioni nelle modalitĂ gestionali e operative della delicata materia. Il convegno sarĂ aperto da Luigi Chiari (nella foto), presidente di FratertnitĂ sistemi. A seguire interventi di addetti ai lavori, in rappresentanza di enti e istituzioni.

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Produco il gelato artigianalmente la mattina, poi vado in fabbrica e, a conclusione del turno, rivesto il grembiule per la seconda parte della mia attività in via Roma 33 (Villa Carcina), dove abbiamo aperto la nostra attività . In meno di un mese dall’inaugurazione abbiamo già avuto un forte riscontro sociale perchÊ i ragazzi del paese vivono la gelateria come un vero e proprio punto di ritrovo�. Sul perchÊ la scelta del marchio,

Pintossi spiega che “La pecora neraâ€? è un marchio di qualitĂ e quando si vogliono materie prime di un certo tipo è ovvio che si debba pagare qualcosa di piĂš, cosa che in apparenza può limare gli utili. “ Ma – conclude il titolare – crediamo che alla lunga il prodotto buono vincaâ€?. E cosĂŹ Bruno e famiglia hanno deciso di sďŹ dare la crisi economica che stiamo attraversando a suon di gelati da asporto o da gustare a tavolino, monoporzioni,

semifreddi, ghiaccioli con il 60% di frutta e frappè. Con il caldo e la bella stagione il gelato si offre come alimento ideale, completo che può sostituire il pranzo. Non solo zuccheri e grassi ma anche vitamine e sali minerali preziosi. E in inverno, per la “Pecora neraâ€? a questi prodotti si aggiungeranno anche le cioccolate. Il tutto, in attesa che Anna, la secondogenita compia i 16 anni e possa anche lei, come desidera, entrare nell’organico. (m.l.)

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a qualche tempo va sempre piĂš diffondendosi nel settore dell’agricolltura bresciana la tendenza a scavalcare la tradizionale filiera di vendita per entrare in contatto diretto con i clienti. Vuoi per reazione alla crisi che colpisce anche il settore primario e stimola a cercare nuove soluzioni d’impresa, vuoi per l’appeal che i prodotti a “km zeroâ€? hanno recentemente acquisito sul mercato, questa forma di vendita prende rapidamente piede sul territorio. In questo contesto si svolge l’azione della societĂ â€œBevilatte Srlâ€?, agenzia che ha lo scopo di promuovere i prodotti e le attivitĂ degli agricoltori sul territorio provinciale. Organizza, infatti, in sette Comuni dislocati tra la Bassa, la Franciacorta e la Valtrompia, un mercato contadino in cui gli agricoltori aderenti possono portare i propri prodotti. L’appuntamento è in mattinata ogni lunedĂŹ a Concesio in frazione S. Andrea, mentre

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mo voluto mantenere la dicitura ‘contadino’) per vendere i propri prodotti. Si tratta di una riscoperta, quindi, peraltro giĂ avvenuta in diverse parti d’Europa e del mondo anglosassone con i farmer marketâ€?. Molto variegata la scelta di prodotti in vendita, tutto ciò che la nostra provincia può offrire: da eccellenze come i salumi e i formaggi fino alle carni e alla frutta di stagione, senza dimenticare marmellata, miele, farina e biscotti e, per uscire dall’ambito gastronomico, anche i fiori. Una formula che abbina qualitĂ e risparmio: “Abbiamo creato un ‘paniere’ − fanno sapere dalla ditta − per monitorare i prezzi di una trentina di prodotti e abbiamo potuto valutare che quasi in tutti i casi c’è un risparmio medio di circa un quarto sui prezzi calcolati dal Ministero dell’economiaâ€?. Per il futuro la strada è quella di un potenziamento delle attivitĂ finora intraprese: fino a questo momento aderiscono all’iniziativa una

settantina di aziende agricole alle quali si offrirĂ entro fine anno un ampliamento dei mercati passando dai sette attuali a 10, collocati in Comuni significativi della Provincia. Inoltre è prevista una nuova edizione del concorso per lo yogurt di fattoria, uno dei prodotti piĂš diffusi nei mercati, concorso che l’anno scorso è stato inserito all’interno della manifestazione “Franciacorta in biancoâ€?.

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Sembrava vicino il divorzio dopo quattro anni di matrimonio. Tentato dai pluricampioni d’Europa e d’Italia del Recco, alla fine Sandro Bovo ha deciso di restare a Brescia. La tentazione è stata forte, lui che è genovese doc, classe 1969. La societĂ rechelina lo ha cercato a lungo visto soprattutto l’operato di quest’ultima stagione culminato con la vittoria della Coppa Italia, strappata proprio al Recco nella finale di Napoli, e il secondo posto nel massimo

campionato alle spalle dei liguri. Subentrato nel 2008 a Tempestini, in questo quadriennio Bovio ha dovuto superare diverse difficoltà : dai cambi di società alla difficile crisi economica con continui tagli di budget. Nonostante ciò è sempre riuscito a mantenere la squadra competitiva. Ed ora anche il ritorno in Europa nel prossimo autunno. Avanti con Bovo, dunque, che ora si gode le meritate vacanze in attesa della costruzione della nuova squadra. (m.r.)

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he il mercato abbia inizio: archiviata la vicenda Iaconi in merito al “calcioscommesseâ€? (inibito per tre anni e nove mesi, opererĂ da direttore sportivo come un consulente esterno), il Brescia ora può concentrarsi sulle trattative per rinforzare la squadra in vista del raduno programmato per l’11 luglio. Il dictat è sempre lo stesso: cedere il piĂš possibile i pezzi pregiati e incassare per poi poter operare. Dopo il passaggio del portierino Nicola Leali alla Juventus per quattro milioni di euro, sempre con il club bianconero si continua a trattare l’altra punta di diamante delle Rondinelle, ovvero Omar El Kaddouri. Dopo un primo interessamento di Parma e Lazio, il trequartista italo-marocchino è entrato nell’orbita del club piemontese visti i buoni rapporti. Anche perchĂŠ nella trattativa (la Juve offre tre milioni di euro) si inserisce Fausto Rossi che, dopo esser arrivato in prestito a gennaio, ha dichiarato di voler restare all’ombra del Cidneo essendo molto apprezzato da mister Calori. A proposito di nazionali Under 21, altro giocatore che le Rondinelle vorrebbero trattenere è Luca Caldirola. I contatti con l’Inter sono frequenti ma le sirene di una possibile serie A (vedi il neo promosso Tori-

no), spingono il difensore capitano degli azzurrini lontano da Brescia. Ma il perno di tutto il mercato è la cessione di Alessandro Diamanti, impegnato con gli azzurri di Cesare Prandelli all’Europeo. Il Bologna non è intenzionato a sborsare i 7 milioni iniziali richiesti da Corioni. Da via Bazoli si è disposti a trattare anche per cinque milioni, cosĂŹ il club felsineo ha messo sul piatto

i 3,5 milioni piÚ una contropartita tecnica. Il Brescia non vuol saperne, preferisce incassare e basta ma alla finestra sono pronte Parma, Zenit e Shaktar dell’amico Lucescu. E, come se non bastasse, spunta la grana Caracciolo: il giocatore deve essere riscattato dal Genoa per un milione e mezzo di euro entro venerdÏ 22 giugno alle 19 altrimenti oltre a Diamanti si andrà alle buste anche

per Andrea Caracciolo. A proposito di comproprietĂ , Perparim Hetmaj è diventato ufficialmente un giocatore del Chievo per poco meno di un milione di euro. Vicina anche la cessione di Jonathas alla Sampdoria neo promossa in serie A, sotto la guida di Beppe Iachini. Da Lanciano, poi, torna alla base Fabrizio Paghera (tra gli artefici della storica promozione del club abruzzese in B) mentre Magli – che si sta riprendendo da un infortunio – non resterĂ al Frosinone di Lega Pro. Sempre in uscita, Zoboli piace al Novara (il Brescia non incasserĂ nulla dalla cessione perchĂŠ è in scadenza) mentre Salamon piace a Zeman (Roma) e Torino. Infine il capitolo stadio: è stato trovato l’accordo per la prossima stagione. Il Brescia giocherĂ al Rigamonti ma dovrĂ dividerlo per i primi tre mesi con i cugini del Feralpi Salò che giocheranno di domenica (Lega Pro 1) in attesa venga messo a norma il Lino Turina. Ed entro la fine del mese partiranno i lavori per avvicinare la Curva Nord al campo di gioco.

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raccontato Messori − ho capito che si poteva iniziare un progetto in questa direzione, cosĂŹ ho fondato su Facebook il gruppo Calcio amputati Italia coinvolgendo altri ragazzi. Vorrei fondare la Nazionale Italiana Amputatiâ€?. Ne esistono giĂ . Ăˆ il caso della Moldavia, come ha raccontato Constantin, uno degli atleti in campo: “Ho giocato nella Nazionale amputati della Moldavia: è un progetto che può essere ripetuto anche qui. Non mollate mai, ragazzi, la vita è troppo bellaâ€?.

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’antipasto è servito. Ora non resta altro da fare che gustare le prossime portate del campionato provinciale, che accompagneranno gli appassionati di atletica fino al Gran Premio Nazionale del 6 settembre. Il meeting svoltosi due settimane fa allo stadio comunale di Rodengo Saiano è stato un evento che ha dato lustro all’atletica leggera a poche settimane dall’avvio dei Giochi olimpici londinesi. 282 gli atleti in gara, di cui 91 appartenenti a societĂ ciessine. La societĂ Motus Atletica Castegnato, in collaborazione con Csi e Fidal, ha dato vita ad una gara di Biathlon che ha coinvolto atleti di tutte le categorie, alcuni all’esordio, chiamati a cimentarsi in due discipline diverse. Nella classifica a squadre trionfo per i giallorossi della Motus Atletica Castegnato, che hanno preceduto sul gradino piĂš alto del podio Audaces Nave e Virtus Castenedolo. Tracce di rosa tra i migliori nella graduatoria generale dei singoli, con Greta Seneci della societĂ Estrada bronzo nei 60 metri e oro nel salto in alto. Medaglie al contrario per Ilaria Baga del Motus Castegnato (oro in velocitĂ e bronzo nel faccia a faccia con l’asticella). Tra i ragazzi esulta il dodicenne David Zobbio dell’Atletica Concesio, capace di centrare una doppietta tutta d’oro. Nell’arco della competizione si sono svolte anche staffette e gare di velocitĂ sui 50 e

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podistica sarĂ il 7 settembre, con la corsa su strada a Isorella. Per informazioni e iscrizioni contattare la segreteria provinciale o i centri zona. Gli ori ciessini: Esordienti: Riccardo Pisanu (Intrepida), Elena Ghidini (Motus Castegnato); ragazzi: Simone Maffi (Motus Castegnato), Ilaria Baga (Motus Castegnato); cadetti: Cristian Massoli (Eden 77), Mara Ghidini (Motus Castegnato); allievi: Paolo Turelli (Motus Castegnato), Talia Foletti (Motus Castegnato); senior: Andrea Cremona (Motus Castegnato); juniores: Elisa Bonomini (Eden 77); amatori A: Giuseppe Fioretti (Motus Castegnato); amatori B: Giorgio Biondi (Motus Castegnato).

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Lo Stato sociale si dissolve? Egr. direttore, il n. 23 di “Voceâ€? del 7 giugno scorso ha dedicato due pagine allo Stato sociale che cambia. Il Comune di Brescia ha approvato il nuovo piano dei servizi sociali e l’ha chiamato welfare partecipato, un segno di contraddizione. Secondo alcuni infatti si tratta di welfare delegato e secondo altri di welfare liquidato. La parola welfare indica “un complesso di politiche pubbliche messe in atto da uno Stato che interviene, in un’economia di mercato, per garantire l’assistenza e il benessere dei cittadini, modificando in modo deliberato e regolamentato la distribuzione dei redditi generata dalle forze del mercato stessoâ€? (enciclopedia Treccani). Il welfare quindi dovrebbe comprendere le risorse e le politiche pubbliche dirette a migliorare le condizioni di vita dei cittadini. E invece? Il sindaco Bruno Boni non diceva welfare, ma quando visitava una scuola materna o una casa di riposo amava ripetere che la civiltĂ del Comune si misura nel sostegno ai cittadini “dalla culla alla tombaâ€?. Il sindaco Cesare Trebeschi affidava all’esterno la manutenzione del verde pubblico per dare speranza ai giovani delle cooperative sociali. L’assistenza e i servizi sociali non sono mai stati completamente pubblici. NĂŠ a Brescia, nĂŠ in Italia, neanche dopo la nazionalizzazione delle opere sociali voluta dal ministro Crispi. Dal 1856 al 1972, per esempio, le sordomute di Brescia hanno potuto contare soltanto sulla scuola delle Ancelle e poi delle Canossiane. Il sistema dell’assistenza e dei servizi sociali è riconosciuto finalmente come modello “integratoâ€? (legge n. 267 del 2000). “Integratiâ€? sono gli alunni disabili nella scuola di Stato e “integra-

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tiâ€? sono i servizi sociali programmati dal Comune, ma gestiti direttamente oppure attraverso gli enti accreditati. In una recente relazione della Cei il cardinal Bagnasco ha citato –- forse per la prima volta – i 420mila operatori della Chiesa italiana impegnati in 14mila servizi sociali e sanitari. La novitĂ consiste nel fatto che non si può piĂš far conto come prima sulle risorse trasferite dallo Stato (tagliate di due terzi negli ultimi anni) o dagli enti locali. Come coniugare dunque la “caritĂ di popoloâ€? con la “caritĂ di sistemaâ€?, cioè con la giustizia? Il modello di Stato sociale oggi è messo in discussione per le difficoltĂ economiche dei governi e per un suo preteso mal funzionamento attribuito all’universalismo ugualitario a cui si ispira e che, cercando di accontentare tutti, soddisfa inefficacemente chi versa in maggiori difficoltĂ . Con Otto Von Bismarck il primo sistema di sicurezza sociale pubblico si basava sui contributi dei lavoratori, mentre quello proposto da Lord Beveridge in Inghilterra era gratuito e finanziato dalla tassazione nazionale. Oggi, nella “seconda modernitĂ â€?, si rischia di dimenticare entrambi e tornare alla beneficenza privata. Il sociologo Zygmunt Bauman, parlando di “modernitĂ liquidaâ€?, coglie due novitĂ . La prima è il crollo graduale di una illusione, della convinzione cioè che la strada lungo la quale procediamo abbia un fine, uno stato di perfezione da raggiungere col mutamento storico, una qualche sorta di buona societĂ , di societĂ giusta, di equilibrio tra la domanda e l’offerta di soddisfacimento di tutti i bisogni. Il secondo mutamento consiste nella deregolamentazione e privatizzazione dei compiti e dei doveri. Quello che in passato era considerato come un lascito e proprietĂ collettiva delle specie

umane, è stato frammentato (“individualizzatoâ€?), rimesso al coraggio e alla determinazione dei singoli, lasciato alla gestione dei singoli individui e a risorse amministrate individualmente. Sebbene l’idea di miglioramento tramite l’azione legislativa della societĂ nel suo complesso non sia stata completamente abbandonata – continua Bauman – l’onere della responsabilitĂ si è decisamente spostato verso l’autoaffermazione dell’individuo. La modernitĂ originaria si è liberata dei propri doveri “emancipatoriâ€?, eccezion fatta per quello di cedere il compito dell’emancipazione ai livelli medi e inferiori. Ăˆ pur vero – dice Stefano Zamagni – che la diffusa sicurezza sociale pubblica ha indebolito la responsabilitĂ personale. L’espressione “societĂ amministrataâ€? – coniata dall’economista – significa una eccessiva dipendenza culturale dallo Stato sociale. Una “comunitĂ responsabileâ€? invece sarebbe quella descritta dal Manzoni quando raccontava del pasto domenicale portato alla vedova; sarebbe la comunitĂ responsabile delle societĂ di mutuo soccorso; sarebbe la societĂ solidale che dobbiamo ricostruire senza aspettare tutto dallo Stato o dal Comune. Giuseppe Lazzati aveva coniato una espressione – l’unitĂ dei distinti – che si può applicare anche al rapporto tra la doverosa solidarietĂ istituzionale e la libera caritĂ fraterna. La vegetazione dei servizi sociali è cresciuta sui due versanti della montagna e ha creato un ambiente sociale positivo. La cura di questo ambiente sociale ci aiuterĂ ad uscire dalla crisi. Quella pubblica e quella privata sono due responsabilitĂ distinte, ma che vanno unite e riequilibrate. Senza però abbassare i desideri di giustizia perchĂŠ sono diminuite le risorse o la mobilitazione. L’anno venturo l’intero gettito

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dell’Imu resterà al Comune. Sarà l’occasione per deliberare maggiori detrazioni per le famiglie che hanno anziani e disabili o comunque figli a carico, ma anche per ricostituire la fiducia nella partecipazione alla costruzione delle politiche sociali.. Franco Gheza

Fierissimo di avere due genitori Egr. direttore, l’8 giugno, la UniversitĂ degli studi di Brescia, ha organizzato una conferenza del prof. François Ansermet dal titolo: “I figli della scienza. L’influenza delle biotecnologie perinatali sullo sviluppo emotivo della personaâ€?. Niente da dire sul tema: decisamente interessante e importante. Mi meravigliano, però, alcune cose. La prima è la piĂš importante. Credo che il compito maggiore dell’università – tanto piĂš oggi – sia quella di offrire non solo tecnica (anche se ci vuole), ma soprattutto capacitĂ culturale di comprendere criticamente tutti i fattori in gioco, in modo da saper suscitare una visione antropologica rispettosa di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Ma è anche proprio quello che è mancato venerdĂŹ 8 giugno: si voleva avere un approccio psicologico-psicanalitico alla questione – tanto delicata, quanto urgente – della cosiddetta “fecondazione medicalmente assistitaâ€?, ma la modalitĂ di affrontarla è stata quanto meno riduttiva. Mi faccio e faccio alcune domande: è possibile affrontare la questione solo dal punto di vista “tecnicoâ€? (siccome si può fare, la faccio) o della “volontĂ â€? dei genitori (siccome lo voglio un figlio, ogni mezzo è lecito)? Non sono proprio queste le domande decisive che fanno grande una umanitĂ : che cosa significa es-

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sere figlio? che cosa significa “avereâ€? un figlio? un figlio è un “dirittoâ€?? quali sono le relazioni tra tecnica e umanitĂ ? quando nasce un uomo? che cosa significa essere persone? dentro quali relazioni avviene la costituzione originaria e originante dell’umanitĂ dell’uomo? La “relazioneâ€? del prof. Ansermet non solo non ha nemmeno sfiorato tali questioni, ma ha dato per scontato che fecondazione omologa, eterologa, “uteri in affittoâ€?, ecc. ecc., siccome si fanno e si possono fare, vanno bene cosĂŹ. In barba anche alla legislazione italiana che su questo ha delle posizioni alquanto differenti rispetto a Ansermet (e per fortuna che eravamo nell’aula Magna della nostra FacoltĂ di Giurisprudenza!) e in barba a qualsiasi questione bioetica (mai è stata pronunciata questa parola‌ “tabĂšâ€?!?!). Continuo a ritenere che compito di una universitĂ sia quello di aiutare a intelligere, essere intelligenti, legere intus, leggere “dentroâ€? in profonditĂ tutte le questioni: non solo quelle tecniche, ma anche quelle culturali ed etiche. Le altre due cose che mi sono sembrate stonate fanno da corollario, seppur non sono da poco. Mi ha meravigliato la presenza di bambini (presumo legata all’associazione “Il sorriso dei bambiniâ€?, co-organizzatrice dell’evento, se ben ho capito) a una conferenza del genere: non occorre essere un genio della pedagogia per avere dei sospetti che non solo il contesto e il luogo (una conferenza universitaria), ma nemmeno il contenuto (discussione su come “produrreâ€? un figlio) fossero i piĂš adatti a dei bambini. Ma poi – soprattutto – mi ha spiazzato e disturbato molto l’irrisione e la banalitĂ con cui Ansermet ha parlato della “artistaâ€? (ah! è questa l’arte!?!?) che ha inventato la “cenaâ€? a base di spermatozoi da scegliere (sulla

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tavola di destra) e di ovuli da selezionare (sulla tavola di sinistra)‌ con tanto di “kitâ€? (!?!) per poi “cucinareâ€? il tutto (= arrivare al “prodottoâ€? desiderato secondo le caratteristiche volute): la vita è davvero solo e soltanto un prodotto da manipolare a proprio piacimento? Da ultimo: il titolo della conferenza recitava “figli della scienzaâ€?. Al di lĂ anche che mi meraviglia che uno psicologo-psicanalista abbia dato (o abbia accettato) un tale titolo (in quanto – ben si sa – che l’essere figlio dipende dalle relazioni instaurate con le figure genitoriali, e non tanto dal prodotto biologico), la dice lunga forse su tutta l’impostazione: una volta ci si diceva figli di un padre e di una madre; altri osavano dirsi figli di una cultura o di una idea; alcuni “azzardavanoâ€? anche figli – addirittura – di Dio; adesso‌ solo “figli della scienzaâ€?. A ciascuno il padre o la madre che si vuole o che ci si ritrova; ma certo sono fierissimo di non essere figlio della scienza e di non essere nemmeno solo figlio di un padre e di una madre. E anche questo – forse proprio questo – è intus-legere. Don Raffaele Maiolini, responsabile della Pastorale universitaria

Lettera aperta ai preti novelli Cari Claudio e Damiano, forse ci sarà qualcuno che in questi giorni guarderà i vostri volti con curiosità : come se foste dei sopravvissuti ad una selezione inevitabile.Vi guarderanno con stupore: non per ciò che siete, ma per ciò che non avete. Attorno a voi manca la quantità , il numero, la squadra dei tanti seminaristi che oggi diventano preti. Per la mentalità del nostro tempo il numero è tutto, è il

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senso profondo delle cose, è ciò che separa il fallimento dalla gloria. Ma c’è anche un’idea diversa di gloria: da oggi siete chiamati ad incarnarla con le vostre parole e i vostri fatti. Anche il numero ha una sua veritĂ , per quanto non assoluta essa non ci lascia indifferenti. Essere “in menoâ€? è un segno del tempo: per questo la missione che oggi vi sarĂ affidata avrĂ una responsabilitĂ in piĂš, richiederĂ nuovi modi di stare tra le case e gli uomini, vi indurrĂ a cercare nuove forme di complementarietĂ e nuove opportunitĂ di comunione. Se fosse cosĂŹ, allora questi “numeriâ€?, piĂš che un limite, indicherebbero una strada a tutto quel popolo di Dio che – in questa giornata di festa – accompagna due suoi figli. I numeri si leggerebbero allora come un segno dei tempi, segno di un nuovo modo di portare la croce, di conversare col mondo. Cari don Claudio e don Damiano, nel 50° del Concilio Vaticano II ciò che vi auguriamo è che la vostra vocazione di fedeltĂ all’Assoluto s’incarni nelle gioie e nelle sofferenze di questa nostra comunitĂ , che sappiate far intravedere la speranza anche nella crisi, che possiate far guardare il cielo a tutti gli uomini per far scoprir loro che non è vuoto. Acli Provinciali Brescia

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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