La Voce del Popolo 2012 30

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“Le ferie, finalmente!â€? dirĂ forse qualcuno. “Le ferie: come trascorrerle?â€? penserĂ magari qualcun altro. “Le ferie purtroppo sono giĂ terminateâ€? potrĂ essere la sconsolante constatazione di coloro che sono giĂ di ritorno dalle vacanze. In qualsiasi situazione ci troviamo, penso che le ferie vanno viste - come ogni aspetto della vita cristiana - nella luce del dono e dell’impegno. Sono senza dubbio un dono. Quante persone non possono goderne, preoccupate di trovare il necessario per la loro vita e la loro famiglia! Le vacanze portano però con sĂŠ anche l’impegno. Innanzitutto quello di essere grati, riconoscenti, dato che tutto, in prima e ultima analisi, ci viene da Dio, è grazia sua. Ma il dono-impegno potrebbe esprimersi anche nel cercare spazi di riflessione, nel partecipare a un ritiro o a un corso di Esercizi spirituali. Magari per “esercitarsiâ€?, come insegna Sant’Ignazio di Loyola, l’“inventoreâ€? degli Esercizi, “a rimuover da sĂŠ tutti gli affetti disordinati e, dopo averli rimossi, cercare e trovare la volontĂ divina nella disposizione della propria vita per la salvezza dell’animaâ€?.

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Siria. In fuga dal campo di battaglia di Damasco

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Í˜ÍĄ ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Si è spento il notaio Giuseppe Camadini, operaio del Regno

͚͛ ……Ž‡•‹ƒ AgorĂ 2012. Cerchiamo il volto del Signore risorto

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—ƒÂ?†‘ ‹Ž ’ƒ””‘…‘ …ƒÂ?„‹ƒ La stagione dovrebbe essere matura. Presto dovrebbero ricevere la loro prima nomina i sacerdoti ordinati lo scorso 9 giugno. Altri sacerdoti lasceranno le parrocchie e gli oratori che hanno servito per essere destinati a nuovi incarichi, magari nel quadro delle unitĂ pastorali che si andranno a formare dopo il Sinodo diocesano. Tempo di cambi, quindi, traslocchi, non solo di mobili e libri, ma di addii e nuove partenze. Ma quale signiďŹ cato dare a questi eventi che accompagnano periodicamente e costantemente la vita delle comunitĂ ? Come viverli nella fede e non solo come notizia che stimola la curiositĂ o, spesso, il pettegolezzo ecclesiastico? Ogni distacco ha una duplice dimensione. Ăˆ fonte di sofferenza,

perchĂŠ infrange alcune relazioni umane. Il prete che per anni è pastore di una comunitĂ impara ad amarla, a costruire legami con le persone, a volte anche di bella familiaritĂ e perďŹ no di amicizia. Crea rapporti con l’ambiente, con le autoritĂ civili che lo governano, perďŹ no con le strutture: le opere parrocchiali che ha contribuito a restaurare per il servizio alla comunitĂ e la sua casa – la canonica – che è diventata negli anni, in un certo senso, un prolungamento della sua umanitĂ , del suo modo di porsi in rapporto con la gente. Soprattutto con la sua chiesa, dove ogni domenica per anni ha radunato i fedeli per celebrare l’Eucaristia. Il cambiamento di parrocchia è il segno piĂš eloquente della provvisorietĂ che tutte queste realtĂ umanamente importanti ed arricchenti hanno per la vita del prete. La rinuncia a queste cose fa male se il prete è un uomo autentico e come tale consapevole

che la grazia del Signore non può che passare attraverso i colori e le sfumature della sua umanitĂ . Ma la rinuncia – dover ‘tagliare’ per ‘ripartire’ altrove – è anche la radice della sua identitĂ di apostolo del Regno di Dio. Ecco allora il secondo e piĂš importante signiďŹ cato del ‘distacco’: è il segno tangibile e concreto della sua appartenenza al Signore. La verità è che il prete non ‘si appartiene’ e non ‘appartiene’ alla sua gente se non per fede. Se per un breve o lungo tratto della vita ha avuto come compagna di cammino una comunitĂ storicamente determinata sa che non è per sempre perchĂŠ egli appartiene a Dio e in Lui conosce, ama e accoglie gli uomini. Ăˆ dilatazione dell’Eucaristia, il dono della vita di GesĂš, che celebra ogni giorno per la sua gente. In quanto uomo, soffre quando deve dire ‘addio’, ma questa sofferenza si trasforma in straordinaria libertĂ interiore. Davvero strana e bella è la vita del prete: chiamato ad amare le

persone di cui è pastore ad una ad una, amarle ďŹ no in fondo, ma amarle gratuitamente, senza legarsi ad esse. Amarle nell’amore di Dio. In questo amore, sostenuto e sostanziato dalla scelta del celibato e dall’obbedienza, si riette almeno un poco l’amore libero e gratuito del Signore. Solo per questo motivo il prete, dopo che ha pianto per la sofferenza del distacco, trova la gioia di rimettersi al lavoro, la forza di ricominciare. Scopre la capacitĂ di rinnovarsi, di convertirsi ancora e mantenersi, anche se passano gli anni, nella perenne giovinezza di chi appartiene all’eternitĂ di Dio. Alle comunitĂ il passaggio di un sacerdote lascia comunque un segno: spesso è una memoria di bene, a volte è memoria di fatica e dolore. Nel bene e nel male resteranno per sempre radicate in lui e nei tanti che ha incontrato e, anche a distanza di anni, il ricordo nutrirĂ la sua e la loro fede plasmandone inevitabilmente la vita.

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Í›Í&#x; ’‘”– Brescia chiama Londra: caccia alle medaglie


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L’Eremo di Bienno e quello di Montecastello sono, probabilmente, i due centri di spiritualitĂ piĂš noti del Bresciano. La diocesi, però, può contare su una fitta rete di centri che assolvono a all’importante compito di aiutare le persone a vivere momenti di spiritualitĂ forte. Questi centri sono sparsi per tutta la diocesi. Si parte da Alone di Casto, dove esiste un centro diretto dal parroco per arrivare, seguendo un rigido ordine alfabetico, a Sommaprada di Lozio con la sua

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“Casa Sapienzaâ€?. Un lungo elenco che mette insieme la bellezza di 35 centri di spiritualitĂ (nella foto il Centro Mater Divinae Gratiae), ognuno pensato con una propria impostazione e in grado di formulare una programmazione annuale che va dalla semplice accoglienza di gruppi in cerca di uno spazio in cui vivere una giornata di spiritualitĂ , ad altri che invece propongono una articolata programmazione annuale di corsi e di proposte spirituali per diverse categorie.

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er lungo tempo sono state oggetto della curiositĂ di testate “desiderose di raccontareâ€? modi insoliti di trascorrere momenti di riposo. La semplificazione giornalistica è arrivata cosĂŹ a coniare il termine di “vacanze dell’animaâ€? per indicare ai lettori esperienze particolari. Non sempre, però, alla “causaâ€? è stato reso un adeguato servizio. Come sottolinea chi, con fatica, porta avanti quotidianamente l’impegno in questo campo (responsabili e direttori delle tante case di spiritualitĂ su tutti), molto spesso si è confusa la semplice ospitalitĂ in strutture religiose però espressamente pensate per una fruizione turistica (che molto spesso hanno il pregio di abbinare prezzi popolari ad ambienti di grande fascino) con esperienze di ricerca e di apprendimento spirituale. A piĂš riprese veniva sottolineata la portata di un fenomeno che sembrava in costante espansione. Erano sempre di piĂš le persone che cercavano una pausa, uno stacco dai ritmi forsennati di una quotidianitĂ orientata alla ricerca esasperata del successo. Almeno per qualche giorno all’anno si avvertiva il bisogno di alimentare anche l’anima. Che le risposte arrivassero da un viaggio in Tibet, piuttosto che dall’esperienza del cammino di Santiago, da un’esperienza di ritiro spirituale piuttosto che dal soggiorno in qualche centro di meditazione poco importava. Era la stagione della vacanze dell’anima e dello spirito. Col tempo, però, l’attenzione mediatica è andata scemando. Gli sguardi sono stati puntati altrove (almeno quel-

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li dei media). Il progressivo silenzio ha permesso di rimettere le cose a posto. Anima, spiritualitĂ e ricerca personale sono tornate cosĂŹ al loro significato originario. Il fenomeno (se di fenomeno si può parlare) non ha conosciuto particolari flessioni. Il numero delle persone che approfittava dell’estate per vivere un’esperienza di ricerca spirituale non è calato. Semplicemente non è piĂš stato ritenuto interessante. Diverse le esperienze che lo confermano. Nei giorni scorsi in una trasmissione radiofonica di Isoradio, il canale di servizio viabilitĂ della Rai, è stato dato ampio spa-

zio all’esperienza di Deir Mar Musa, in pieno deserto in Siria. Si tratta di un monastero cristiano immerso nel deserto e arroccato su di una montagna, meta sino a poche settimane fa (poi la recrudescenza della guerra in corso nel Paese ha di fatto bloccato gli arrivi) di un continuo flusso di persone (italiani soprattuto) interessati a vivere un’esperienza di silenzio e di preghiera, magari condivisa con persone di religioni diverse. Un’esperienza unica, cosĂŹ l’ha definita chi ha potuto viverla, magari anche un po’ esclusiva ma che testimonia come ancora grande sia il bisogno di ricerca. Un’altra conferma arriva dalle 25mila (compreso un discreto numero di bresciani) persone che ogni anno “bussanoâ€? alle porte della comunitĂ monastica di Bose, nel Piemontese tra Ivrea e Biella. Uomini e donne di ogni estrazione che cercano nella comunitĂ fondata da p.Enzo Bianchi le risposte alle tante domande che il tempo attuale, segnato da confusione, lascia inevase. Un flusso ininterrotto di persone è anche quello che si rivolge, non solo in estate, anche alle strutture che nel Bresciano hanno come “missionâ€? quello della proposta spirituale, come gli eremi dei Santi Pietro e Paolo di Bienno, in Valle Camonica, e quello di Montecastello sul lago di Garda. Come confermano in queste pagine i due rettori, don Roberto Domenighini e don Dino Capra, è ancora importante il numero delle persone che sentono il bisogno di vivere questo tipo di esperienza. Il bisogno di spiritualitĂ , di momenti di pausa per guardarsi dentro, di

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rileggere la propria vita, di ripartire è proprio dell’uomo, come conferma anche don Alessandro Tuccinardi, direttore dell’Ufficio per la spiritualitĂ e le vocazioni. Un bisogno di ricerca che in qualche caso diventa anche discernimento e premessa per scelte di vita. Insomma il panorama di chi considera l’estate tempo propizio per lo spirito è ancora ampio. Tantissime sono ancora, anche nel Bresciano, le persone

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spirituale. “Sono le contingenze della vita – continua il sacerdote – che spingono l’uomo a cercare uno spazio in cui riscoprire le sue dimensioni e sicuramente quella della spiritualitĂ e una di quelle che consente di comprendere in modo completo la propria umanitĂ â€?. Per questo motivo l’estate, tempo dell’anno che tradizionalmente è meno gravato da impegni e pressioni, diventa occasione

propizia per recuperare uno spazio per recuperare quella libertĂ interiore e il rapporto con Dio. I mesi estivi si arricchiscono cosĂŹ di proposte spirituali diversificate, studiate in funzione dei destinatari, “proposte – afferma ancora don Alessandro Tuccinardi – che metteno comunque al centro l’ascolto della Parola di Dio, dello Spirito Santo e che aiutano la persona a trovare la condizione


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per andare a pregare sulla tomba di San Giacomo è, per chi la vive, un’esperienza importante. Ăˆ molto spesso il bisogno di trovarsi soli con se stessi, di poter riflettere, di allontanarsi dallo stress quotidiano, di misurarsi con se stessi in un’impresa ritenuta notevole sul piano fisico e ancor piĂš su quello mentale a spingere tanti verso Santiago de Compostela. Moltissimi anche i bresciani che vivono questa esperienza. Il “grossoâ€? arriva ancora dagli oratori e dalle parrocchie che

propongono ai giovani (ma non solo a loro) di mettersi in cammino. “Quando ho accettato di prendere parte al cammino – ricorda Paola, 40 anno – pensavo a una bella esperienza insieme a tante altre persone della mia parrocchiaâ€?. Chilometro dopo chilometro, però, l’esperienza si è mutata in qualcosa di diverso, in una ricerca personale, nella preghiera, nel confronto con tante di quelle domande a cui i ritmi vorticosi della quodianitĂ consentono di dare risposte.

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che vivono esperienze della “tradizioneâ€? come il cammino di Santiago de Compostela, le giornate di TaizĂŠ, molte quelle che approfittano della pausa dal lavoro per prendere parte a un corso di esercizi spirituali nel Bresciano o in quelle localitĂ italiane che propongono esperienze di questo genere. Insomma, anche se se ne parla di meno (solo sui giornali però) sono ancora tanti gli estimatori delle “vacanze dello spiritoâ€?.

adatta per comprendere ciò che Dio chiedeâ€?. Si tratta di esperienze “straordinarieâ€?, pensate per quelli che il direttore dell’Ufficio per la spiritualitĂ e le vocazioni definisce “tempi fortiâ€? (l’estate appunto), che sono complementari a quelle dei tempi ordinari, della vita di tutti i giorni. “Anche fra i mille impegni quotidiani – afferma don Tuccinardi – l’uomo non dovrebbe mancare di alimentare la sua parte spirituale, il suo rapporto con Dio, per fare in modo che quelle esperienze vissute nei tempi forti, come l’estate appunto, consentano di vivere con grande efficacia

esperienze piĂš profondeâ€?. Una tale continuitĂ consente a chi la mette in campo di vedere anche meglio all’interno della propria vita, a comprendere quella che è la propria vocazione. Don Alessandro Tuccinardi è fresco reduce da una di queste esperienze straordinarie, maturate però alla luce di un cammino quotidiano. Nelle scorse settimane ha guidato la carovana di “Ora et pedalaâ€?, un gruppo di 25 ciclisti (nella foto a sinistra) che, dopo il saluto del Vescovo, in sella alla loro bicicletta hanno affrontato il percorso da Brescia a Novacella (Bressanone), nel corso del quale

sono state incontrare persone che hanno presentato la risposta data a diverse chiamate vocazionali. “Non è stata una esperienza solo fisica – ricorda don Tuccinardi – ma anche un percorso di ricerca attraverso la fatica del cammino, la stessa che provava GesĂš negli spostamenti che gli imponeva la sua predicazioneâ€?. Una fatica, vissuta in un tempo d’estate, che presto sarĂ ripetuta a piedi, sul percorso AssisiLoreto, per portare nel santuario mariano, come si legge a fianco, le intenzioni, ma anche il grazie di tanti che hanno vissuto l’esperienza della scuola di preghiera.

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Con una decisione senza precedenti da quando è in atto l’embargo israeliano sulla Striscia di Gaza, l’Egitto ha deciso di consentire sul suo territorio l’ingresso ai palestinesi, a cui è permesso di restare nel paese fino a 72 ore. Il provvedimento, che ha creato non pochi disguidi lungo il valico di Rafah poichĂŠ è entrato in vigore prima dell’annuncio ufficiale, mette fine a pratiche denunciate piĂš volte dalle associazioni palestinesi come “discriminatorieâ€?. Una di queste

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prevedeva che ogni palestinese al di sotto dei 40 anni al suo arrivo in Egitto fosse “deportatoâ€? fino a Gaza, sotto la custodia di agenti incaricati di assicurarsi che il controllato non approfittasse dell’occasione per passare tempo sul suolo egiziano. La novitĂ sembra essere frutto di incontri separati che il presidente Mohammed Morsy ha avuto con il leader di Hamas Khaled Meshaal e il presidente palestinese Mahmoud Abbas. La decisione interrompe il sostegno che, di fatto, il governo

della precedente amministrazione egiziana aveva sempre fornito agli israeliani nello strangolare economia e libertà di movimento nei Territori palestinesi e in particolare a Gaza. Nel corso degli anni, le politiche restrittive attivate dall’Egitto lungo il valico di Rafah non hanno causato solo umiliazioni e ritardi. In molti sono morti aspettando il permesso di uscire dal territorio sotto embargo per ottenere cure e assistenza medica.

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crivo finchĂŠ sono vivo e finchĂŠ l’accesso a internet rimane possibile. Dalla mattina di martedĂŹ 17 luglio 2012, i combattimenti hanno raggiunto la capitale. Damasco fa ricorso alle armi pesanti, ai carri armati e agli elicotteri in una cittĂ sovrappopolata. Le distruzioni sono enormi. Quale calvario! Sono drammatici i toni che mons. Samir Nassar, arcivescovo maronita di Damasco usa nella lettera spedita dalla capitale siriana nei giorni scorsi. L’Arcivescovo racconta di una situazione sempre piĂš tragica. “Gli scontri – continua – si svolgono nelle strade e si diffondono da un quartiere all’altro. Impossibile dormire con la paura, il frastuono delle bombe e dei cannoni. Le temperature estive vanno da 42° a 56° e i black-out della corrente elettrica sono un tormentoâ€?. La capitale siriana, praticamente isolata dal resto del Paese, comincia ad accusare molteplici forme di penuria. “I rifornimenti non arrivano piĂš – scrive ancora mons. Nassar –. Siamo a corto di pane, di verdure, di viveri, di gas domestico e di carburante per le panetterieâ€?. Moltissime famiglie abbandonano i quartieri caldi per andare a formare una fila interminabile sulla strada che porta in Libano. “Le altre strade verso la Giordania, verso l’Iraq e quelle del nord verso Homs-Alep sono chiuse – è un altro passaggio

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tico è il racconto delle condizioni in cui vivono i pochi fedeli che ancora hanno il coraggio di uscire dalle loro case per assistere alla Messa domenicale. “Accendono molte candele davanti alla tomba dei Beati Martiri di Damasco – è il racconto del vescovo –. Si sono scambiati addii e lacrime prima di ritornare di corsa a casa al suono degli spari e delle esplosioniâ€?. Damasco, che per 16 mesi era stata risparmiata dalle violenze che hanno lacerato la Siria (e che secondo alcune fonti avrebbero causato oltre 19mila vittime) è diventata nelle ultime settimane il campo di battaglia

di una guerra sanguinosa tra Assad e chi chiede la sua uscita di scena. â€œĂˆ arrivato il nostro turno di soffrire e morire – conclude la sua lettera mons, Nassar. – Abbiamo appena sistemato un angolo sotto la scala per ripararci con i vicini dalle granate, gli scantinati della parrocchia sono appena stati ripuliti. PurchĂŠ la Risurrezione non sia ritardata dopo tanta sofferenza...â€?. Le notizie che giungono dalla Siria, però, non sono rassicuranti. Il conflitto, ormai, si è esteso a tutto il Paese e ogni azione risolutoria diventa sempre piĂš difficile.

$UPL FRQYHQ]LRQDOL WUDWWDWR GHEROH" La notizia dell’ennesima strage negli Usa (l’articolo è in questa pagina) non deve avere turbato piĂš di tanto i partecipanti alla Conferenza dell’Onu di New York (nella foto) per l’elaborazione di un Trattato sul commercio delle armi convenzionali (Att, Arms Trade Treaty). GiĂ c’è chi paventa una conclusione della stessa senza particolari risultati. A sostenerlo sono diverse fonti della societĂ civile senti-

te dall’agenzia Misna, secondo cui a frenare sull’approvazione di un trattato forte sarebbero in particolare Stati Uniti, Cina e Russia, ovvero tre fra i principali produttori di armi. “Tutto è ancora in discussione – afferma Emilio Emmolo, ricercatore dell’Archivio Disarmo, istituto di ricerca con base a Roma – ma le varie posizioni espresse nelle prime tre settimane in alcuni casi mettono

in discussione l’elaborazione stessa di un trattato�. Secondo le notizie trapelate dalle riunioni a porte chiuse condotte a New York, Cina e Russia sarebbero a favore di un trattato “debole� se non addirittura per il mantenimento dell’attuale status quo. Gli Stati Uniti, da parte loro, avrebbero posto condizioni tali che depotenzierebbero il trattato e stanno esercitando pressioni su Francia e Regno Unito.

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“Il taglio di 500 milioni di euro alle province per il 2012 e un miliardo di euro per il 2013, per noi è assolutamente insostenibileâ€?. Lo ha affermato nei giorni scorsi il presidente dell’Unione province italiane, Giuseppe Castiglione (nella foto) spiegando che con un taglio di 500 milioni, è concreto il rischio della mancata riapertura delle scuole. “Non si potrĂ riaprire il nuovo anno scolastico – ha affermato – con questi tagli che sono per noi insostenibili e lo

Continua a fare discutere il piano per il contenimento della spesa pubblica progettato dal governo. ‘’Senza precedenti e inaccettabile’’ cosĂŹ l’Auser ha deďŹ nito l’attacco che il governo sta muovendo contro il mondo del volontariato e dell’associazionismo, attraverso la spending review. “Azzeramento di tutti gli Osservatori, annullamento degli afďŹ damenti diretti che avrĂ come conseguenza le gare d’appalto al massimo ribasso, restrizioni dei

abbiamo detto al governo con grande determinazioneâ€?. “Il commissario Bondi, sono ancora considerazioni del Presidente dell’Upi, ha parlato di consumi intermedi inserendo fra questi anche i servizi ai cittadini. Con il taglio dei 500 milioni di euro sarebbe cosĂŹ a rischio la sicurezza nelle scuole, il trasporto pubblico locale, i centri per l’impiego, la formazione professionale. Un taglio che, ha proseguito Castiglione, non poteva che essere contestato.

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contributi dagli enti pubblici al mondo del Terzo Settore’. Non staremo zitti e non staremo a guardare mentre i provvedimenti irrazionali del governo ci portano alla distruzione e alla paralisi, pressochĂŠ totale. – dichiara il presidente Auser Mangano – Proprio in questo momento di grave crisi i provvedimenti del governo dei tecnici ci staccano la spina. C’è da chiedersi se tutto questo non sia frutto di incompetenzaâ€?.

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’attuale crisi economica che minaccia il processo di unificazione europea, mette in ombra i grandi passi in avanti finora compiuti in questa direzione. In questo 2012 ricorrono i 20 anni dalla firma del Trattato di Maastricht che ha segnato la nascita dell’unione monetaria. Nella storia della ComunitĂ europea o dell’Unione non vi è mai stato un periodo dinamico e ricco di eventi quanto quello durante il quale venne negoziato e successivamente approvato, il 7 febbraio 1992, il Trattato di Maastricht. Sia dal punto di vista politico che istituzionale, nonchĂŠ geografico, negli anni successivi la costruzione europea fu sottoposta a numerosi impulsi che ne determinarono notevoli modifiche e trasformazioni. Con il Trattato di Maastricht vennero poste le basi per rafforzare gli elementi federali e democratici dell’Unione: tra gli altri, la sussidiarietĂ divenne un principio-guida, venne istituito il Comitato delle regioni e con la procedura di co-decisione vennero riconosciuti al Parlamento europeo importanti diritti di natura legislativa. Da questo punto di vista, il Trattato di Maastricht rappresenta perciò un momento importante nel processo d’integrazione, sebbene non costituisca una nuova fondazione, poichĂŠ in ultima analisi, nonostante le modifiche e le innovazioni, prevalgono gli elementi

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ComunitĂ europea del territorio e della popolazione dell’ex Ddr, nei successivi 20 anni venne introdotta la successiva unificazione con i Paesi dell’Europa settentrionale, centro-orientale e sud-occidentale, nonchĂŠ con gli Stati mediterranei di Cipro e Malta. venne a manifestarsi anche la necessitĂ , piĂš strettamente legata al sistema stesso, di riformare il funzionamento e l’operativitĂ dell’Unione, per farla ulteriormente evolvere. A tale necessitĂ si fece fronte con i Trattati di riforma, partendo dal Trattato di Maastricht (in vigore dal 1° novembre 1993), cui seguirono il Trattato di Amsterdam (in vigore dal 1° maggio 1999) e il Trattato di Nizza (in vigore dal 1° febbraio 2003).

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/D VHWWLPDQD GHOOH UHJLRQL H GHOOH FLWWj Il ruolo delle regioni e delle cittĂ per affrontare la crisi economica e per costruire una maggiore coesione a livello comunitario: torneranno su questi argomenti gli Open days, ovvero la Settimana delle regioni e delle cittĂ Ue, previsti dall’8 all’11 ottobre, per il quale sono aperte le iscrizioni. La manifestazione, che è un momento tradizionale di veriďŹ ca del-

la politica regionale europea, vede giĂ iscritti 219 enti locali di 33 diversi Paesi. Sono attesi, in base all’andamento della scorsa edizione, 6000 partecipanti. A Bruxelles (nella foto) si svolgeranno, nell’arco della settimana, 108 seminari e dibattiti, con 600 relatori. “La Settimana europea delle re-

gioni e delle città – affermano gli organizzatori, ossia Comitato delle Regioni e Parlamento europeo – sarĂ accompagnata da oltre 210 manifestazioni locali, che si svolgeranno in tutta Europa tra settembre e novembreâ€?. I partecipanti – sono invitati cittadini, rappresentanti di associazioni, studiosi, esponenti dei governi territoriali, giornalisti – “avranno la possibilitĂ di contri-

buire, in un momento cruciale, al dibattito sulla strategia europea per la crescita e l’occupazione e sul futuro del bilancio Ueâ€?. Entra infatti in una fase decisiva il confronto sul quadro ďŹ nanziario pluriennale 2014-2020 e quello sul quadro legislativo della politica di coesione. Programma e moduli per l’iscrizione sono all’indirizzo web www.opendays.europa.eu.


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La Fondazione Poliambulanza conferma che dall’1 agosto 2012 sarà completato il previsto trasferimento in Poliambulanza di tutti i reparti di degenza dell’Ospedale S. Orsola di Brescia, che cessa cosÏ la sua attività . Nella struttura che prenderà il nome di Poliambulanza Centro, proseguono con alcune migliorie le attività ambulatoriali, ora tutte collocate al piano terra, ad eccezione della riabilitazione, per un piÚ facile accesso.

A partire da giovedĂŹ 26 luglio, Spigolandia, un’inizaitiva della cooperativa Cauto di Brescia ospita una straordinaria esposizione dedicata alle scarpe estive: è in arrivo uno speciale assortimento di numeri e modelli di scarpe per grandi e piccini per fare shopping con eticitĂ . Spigolandia, col fascino dei mercati dell’usato e i vantaggi di una boutique del centro di Brescia, propone un’iniziativa per educare all’acquisto intelligente, senza rinunciare al piacere della

L’ingresso sarà possibile solo da via Vittorio Emanuele II, 27 dove si trovano i nuovi sportelli di accettazione, il nuovo punto prelievi (aperto dal lunedÏ al sabato dalle 7 alle 10 senza appuntamento), 18 ambulatori specialistici delle Unità di Medicina, Geriatria, Cardiologia, Neurologia, Gastroenterologia, Pediatria, Ostetricia, Ginecologia, Oculistica, la Radiologia e la palestra per la riabilitazione e le terapie fisiche.

ricerca dell’articolo esclusivo. Attraverso l’iniziativa di esposizione straordinaria dedicata alle scarpe, Spigolandia rivolge un invito speciale alla sostenibilitĂ e all’acquisto consapevole, proprio attraverso l’articolo piĂš ricercato, proponendo ancora una volta un nuovo modo di fare shopping. La vendita straordinaria di scarpe è organizzata con l’obiettivo di sostenere le finalitĂ sociali della cooperativa Cauto.

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Tatuate, tatuate che qualcosa resterĂ I problemi dell’immigrazione non si fermano certo a Lampedusa o su qualche altra spiaggia del sud d’Italia. Negli Stati Uniti è un dramma che ha le sue radici nella nascita stessa dello Stato e annovera anche gli italiani tra i protagonisti mal sopportati. Ai giorni nostri le barriere statunitensi riguardano soprattutto gli immigrati latino-americani. Finora tutti i provvedimenti presi per fermare il usso migratorio non hanno ottenuto grandi risultati. L’ultimo baluardo adesso riguarda i tatuaggi. La presenza di alcuni tatuaggi, ritenuti segni di appartenenza alle gang criminali, è diventata infatti una ragione sufďŹ ciente per negare il visto di ingresso negli Usa anche a immigrati in possesso di tutti i requisiti necessari e senza alcun precedente penale. Ne ha fatto esperienza, fra gli altri, Hector Villalobos, immigrato messicano trentasettenne, sposato da sei anni con una cittadina americana e padre di tre bambini. Tornato in Messico per completare la procedura di richiesta della residenza permanente negli Stati Uniti, si è visto negare il permesso

di rientrare nel Paese a causa dei simboli tatuati sul suo corpo. Secondo quanto racconta il “Wall Street Journalâ€?, i casi di questo tipo si stanno moltiplicando, soprattutto tra gli immigrati latino-americani. Jeff Joseph, avvocato di Denver, specializzato in leggi sull’immigrazione, ritiene che la gestione del problema da parte dei funzionari del dipartimento di Stato “si stia avvicinando pericolosamente a una violazione del primo emendamento sulla libertĂ di

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parola ed espressioneâ€?. Questi episodi richiamano la crescente mania dei tatuaggi che si è diffusa anche nel nostro Paese, pur non avendo noi una tradizione paragonabile a quella dei Paesi latino-americani. Il tatuaggio è stato impiegato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l’uomo per gran parte della sua esistenza; a seconda degli ambiti in cui esso è radicato, ha potuto rappresentare sia una sorta di carta d’identitĂ

dell’individuo, che un rito di passaggio, ad esempio, all’etĂ adulta. Nel nostro Paese la pratica del tatuaggio era diffusa giĂ nell’epoca preistorica. Venendo ai giorni nostri, dalla ďŹ ne degli anni ‘60 all’inizio degli anni ‘70 la cultura del tatuaggio è tornata di moda, prima nelle sottoculture dei giovani hippy e fra i motociclisti, poi progressivamente ha conquistato ‘utenti’ in tutte le categorie di persone. Senza presumere di fare un panorama scientiďŹ co, mi pare

che si possa dire che i tifosi del tatuaggio possono essere divisi in varie categorie: ci sono gli amanti degli affreschi che hanno tutto il corpo disegnato (a dire la veritĂ , a me alcuni fanno un po’ schifo); ci sono quelli (soprattutto quelle) che preferiscono qualche disegnino qua o lĂ (piuttosto lĂ che qua) per uno sďŹ zio estetico, a volte anche carino; ci sono quelli che amano farsi tatuare aforismi famosi o battute da cioccolatini, stile sms. Per questi ultimi è un peccato che i telefonini abbiano incorporata anche la guida telefonica, altrimenti se la potevano scrivere sulle braccia. Immagino che qualcuno un giorno o l’altro si farĂ riprodurre la Divina Commedia oppure la Cappella Sistina. Chi soffre di insonnia potrebbe farsi tatuare sul corpo un esercito di pecore per contarle quando non riesce a dormire. C’è peraltro da temere che la notizia dei tatuaggi per bande criminali crei imitatori, magari a scopo cameratesco. Ne vedremmo davvero di tutti i colori, dalle farfalline ai pesciolini, dalle corna al dito medio, dalle cinque stelle al dio Po, dalle bandiere agli striscioni da stadio.


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Bresciatourism intende proseguire la campagna per rilanciare l’immagine della nostra cittĂ e della Provincia nei territori di matrice tedesca, che costituiscono ancora oggi la maggior parte dei visitatori di Lago di Garda e dintorni. “Nel 2011 – spiega Alessio Merigo, presidente di Bresciatourism – le persone provenienti da Austria, Svizzera e Germania che si sono fermate qui sono state poco meno di 3 milioni, il 37% del totaleâ€?. Quest’anno, invece, i dati vedono il turismo in calo sia

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per quanto riguarda le presenze straniere che quelle italiane. Per questa ragione Bresciatourism ha pensato di concentrare un investimento di 100mila euro su una campagna che riprende il tema dell’anno precedente, “Cercasi un esploratoreâ€?, che verrĂ diffusa in modo capillare attraverso le sale cinematografiche di 10 cittĂ tedesche, oltre che a Vienna e Zurigo; uno spot radiofonico sarĂ in rotazione in due emittenti, Klassik Radio e Antenne Bayern,

mentre ampio spazio verrĂ dato a internet e ai social network. “In particolare – spiega Carlo Massoletti, amministratore delegato di Bresciatourism – abbiamo voluto concentrare l’attenzione su un pubblico fatto sia di famiglie, sia di giovaniâ€?. Inoltre, sul sito dedicato (http://www.entdecker-gesucht. info/) è stata attivata una sezione volta a fornire materiale informativo e a mettere in contatto direttamente gli interessati con le strutture ricettive. (a.g.)

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ella parrocchia di Gorzone le attività e la gestione del progetto dell’unità pastorale non conoscono sosta. Durante i tempi forti dell’anno liturgico, Avvento e Quaresima, ci sono stati momenti di riflessione comunitaria. Don Paolo, con i materiali proposti dalla diocesi, ha organizzato infatti preghiere in chiesa e incontri di catechesi per i fedeli. Le schede sono state, inoltre, messe a disposizione di tutti per la riflessione personale, anche se sono risultate di difficile comprensione in quanto omologate e non specifiche per una comunità , problema analizzato anche in consiglio pastorale. Parlando dell’unità pastorale si nota che la comunità necessita del proprio punto di riferimento, del proprio parroco su cui fare affidamento e con cui stringere uno stretto legame. Da poco tempo, inoltre, sono state spostate le suore, che erano un utile sostegno: gestivano la scuola materna e aiutavano nella catechesi. Queste attività sono ora garantite da un buon numero di volontari, che partecipano alla vita della parrocchia. Per esempio ci si affida ad alcune insegnanti per la catechesi, a persone che organizzano momenti di aggregazione per i

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hanno partecipato 43 bambini con il supporto di alcuni genitori: una vacanza di svago ma anche di fede con preghiere e riflessioni mattutine e Messa ogni sera. Diverse attività e momenti d’incontro sono anche quelli previsti nelle tre settimane di grest a cui partecipano 80 ragazzi e 20-25 giovani che animano i pomeriggi in oratorio. Durante le vacanze estive nella parrocchia, purtroppo, come sottolinea il Parroco, si avverte una diminuzione di partecipazione alla Messa domenicale, soprattutto da parte dei bambini, nonostante abbiano

seguito un cammino catechistico improntato sull’importanza della domenica come momento di festa. Altri momenti importanti per la parrocchia sono le festività come quella del patrono, Sant’Ambrogio, il 7 dicembre, giorno nel quale viene celebrata la Messa al Castello di Gorzone, dove quest’anno sono stati anche allestiti dei mercatini, e, al termine dell’estate, la Madonnina di Sciano (località di Gorzone) l’8 settembre, in occasione della quale si svolge la processione con Maria Bambina, la Messa e ulteriori momenti di riflessione.

8QD ILHUD SHU ROLR H YLQR Puegnago del Garda invita alla sua 36ÂŞ Fiera dedicata alle eccellenze del territorio, in programma dal 31 agosto al 3 settembre. Ed entra nel network della Regione Lombardia ‘L’agricoltura cambia faccia alla tua vita’, campagna di comunicazione promossa dall’Assessorato all’agricoltura e rivolta ai cittadini. Il significato di questo progetto ed il programma della quattro giorni fieristica sono stati presentati a Milano, nella sede della Regione.

La kermesse è dedicata in primis, a due perle: all’olio Casaliva ed al vino Groppello. A loro si affiancano altri due assi: le Grappe e lo Spiedo. SarĂ Villa GĂ lnica ad ospitare gli stand delle aziende vitivinicole della zona. Accanto ai vini gli oli e le grappe, protagonisti di appuntamenti conviviali e di incontri tecnici. D’intorno, una lunga fila di banchi colorati proporrĂ assaggi di delizie gastronomiche provenienti da tutta la regione. La

Fiera sarĂ anche palcoscenico, con una due giorni di studi dal titolo “Turismo, agricoltura, paesaggioâ€? del primo appuntamento de “I Giardini del Benacoâ€?, rassegna internazionale del paesaggio e del giardino. Al mondo dell’olio è dedicato il convegno tematico “La verità è come l’olio‌ viene sempre a gallaâ€? che porterĂ l’attenzione sulle norme sulla qualitĂ e sulla trasparenza degli oli d’oliva vergini. Info: www.puegnagofiera.com.

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Continuano gli eventi legati a “Brescia: menĂš per l’estateâ€?, l’iniziativa che riunisce in un unico programma oltre 200 appuntamenti, offerti ai cittadini bresciani fino al 30 settembre. Grazie a molteplici forme di partnership tra Comune di Brescia, associazioni culturali del territorio e bar e ristoranti locali, che hanno aderito al progetto, il Comune ha curato il coordinamento dei calendari e seguito il percorso

Per la quarta settimana del ciclo “Luglio a San Giovanniâ€? domenica 29 luglio la compagnia “Lelastikoâ€? presenterĂ tre brevi performance di danza che debuttano in prima assoluta per il progetto “In.Chiostro Danzaâ€?. Alle ore 21.15 si terranno le prime tre performance, che verranno replicate alle ore 22.30. Si comincia con “Verso Bluâ€?, assolo di danza contemporanea di e con Alessandra Bortolato, per proseguire poi con “Qlc qlcsaâ€?, nel quale Marina Rossi si esibirĂ

di comunicazione e promozione condiviso. Le associazioni culturali partecipanti (Teatro19, Jazz on the road e Container 12) hanno proposto variegate ed innovative istanze culturali, mentre i bar e ristoranti hanno ideato e finanziato tutte le iniziative. In questo week end, tra gli altri, appuntamenti il 28 luglio alle 18 in via San Faustino con gli Halfbreak e il 29 in piazzetta Vescovado (nella foto), sempre dalle 18, con i The preachers.

in un ulteriore assolo di danza contemporanea di sua creazione. L’ultima esibizione della serata sarĂ â€œVentoâ€?, nel quale Alessandra Bortolato e Marina Rossi si esibiranno in coppia. La location sarĂ il teatro del chiostro San Giovanni. L’ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili (60 posti per ogni replica). Si consiglia vivamente la prenotazione presso il Centro culturale “Il Chiostroâ€?: 030/289099 (dalle 15 alle 19) – centroculturale@sangiovanniev.it.

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’aveva chiesto in una conferenza stampa qualche giorno prima che si tenesse il consiglio comunale, che avrebbe deciso la questione. Il direttore di sede dell’UniversitĂ cattolica di Brescia, Luigi Morgano, aveva auspicato che si approvasse una delibera che definisse con precisione le azioni e le tempistiche richieste alla Cattolica per la realizzazione della seconda sede a Mompiano, nell’ex Seminario diocesano di via Bollani, cosa che in effetti si è poi verificata. Doveva infatti essere questo l’atto finale di un lungo iter burocratico, che aveva visto recentemente anche un passaggio piuttosto acceso in commissione urbanistica, nella quale il dispositivo presentato dalla giunta aveva visto la proposta di un emendamento da parte dell’opposizione. Uno dei punti critici legati al progetto era infatti proprio quello riguardante il traffico che ricadrebbe sul quartiere in seguito all’apertura della nuova sede. Da qui l’idea dell’atto unilaterale che impegnasse la Cattolica a soddisfare alcune condizioni: dal monitoraggio del traffico con un sistema di spire magnetiche alla realizzazione di opere di sistemazione dell’incrocio tra via Branze e via Schivardi, fino alla realizzazione di una postazione di bike sharing. Tutti temi, questi, approdati nel consiglio comunale di lunedĂŹ 23 luglio, che in tarda serata ha appro-

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stra richiesta di chiarezza e definizione dei tempi e degli interventi. Credo che sia anche una conferma della bontĂ del progetto presentato: è un bell’edificio, moderno, funzionale ed ecocompatibile. AvrĂ ricadute positive anche sul versante della didattica e della ricerca, oltre che sulle esigenze dei nostri studenti, tecnici e professori, per poterci misurare a livello internazionaleâ€?. Da questo momento quindi parte la progettazione degli interventi messi in programma, anche se non viene nascosto un certo rammarico: “GiĂ due anni fa – afferma sulla questione Morgano – avremmo potuto cominciare i lavori e il rammarico non è solamente per il tempo perso, ma anche

per le mutate, non certo in meglio, condizioni economiche relative ai finanziamenti�. Tra i prossimi passi ci sarà la presentazione del progetto agli abitanti del quartiere. PerchÊ davvero ora sembra tutto pronto per iniziare i lavori.

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&DPSL LQ VLQWHWLFR PHQR FRVWL SHU RPRORJDUOL" La questione “campi in sintetico� gioca un’altra partita. Le preoccupazioni sollevate oltre un anno fa da Fabio Mandelli, assessore allo Sport della Provincia di Brescia, riguardanti gli onerosi (4.000 euro + iva) costi di omologazione che associazioni e Comuni devono sostenere trovano nuovi interlocutori in Regione Lombardia, alla Camera e al Senato, grazie all’interessamento di Gianmarco Quadrini, Stefano Saglia e Guido Galperti.

La normativa prevede che i campi di calcio in sintetico a 11 giocatori (e la nostra provincia, prima in regione, ne possiede oltre 70) siano soggetti, per ragioni di sicurezza e di tutela della salute, ad omologazione e dopo quattro anni a riomologazione con costi a carico degli enti proprietari che si ripercuotono sulla gestione dell’attività sportiva e di conseguenza sulle tariffe praticate, costituendo un forte deterrente alla pratica sportiva. E

per assurdo vengono meno i motivi che spingono alla loro realizzazione: minori costi di gestione e maggiori possibilità di utilizzo. Nel giugno 2011 l’assessore Mandelli ha messo a punto e inviato alla Lega nazionale dilettanti un protocollo d’intesa per la diminuzione dei costi di omologazione. Nessuna risposta, tranne un carteggio con Carlo Tavecchio, presidente Lnd, che sollevava dubbi sulla effettiva incidenza di tali costi e lasciava aperta la

questione. Ora le nuove interrogazioni rivolte anche al ministro dello Sport, Pietro Gnudi, per assumere iniziative che vadano nella riduzione dei costi. Prima che all’orizzonte si materializzi anche l’ipotesi che questa formula di omologazione venga estesa anche ai campi da gioco a 7, molto diffusi soprattutto negli oratori. A questo punto la palla torna al centro, nella speranza che la pratica sportiva possa essere sostenuta e non penalizzata. (v.b.)

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Manlio Milani (nella foto) ha affermato: “Le motivazioni di questa sentenza rappresentano un passo avanti, anche per il lavoro di sintesi che operano su tutto il percorso giudiziario. Diventa innegabile la provenienza ordinovista veneta della strage, con la copertura di uomini dei servizi, concetti che ora devono entrare a far parte di una coscienza condivisa�. Diversamente dal primo grado sono state dichiarate attendibili alcune dichiarazioni del pentito Carlo

Digilio, l’“artiďŹ ciereâ€? del gruppo che consegnò l’esplosivo usato per la strage, “anche se è difďŹ cile pensare – ha detto al proposito Milani – che avesse agito all’insaputa di Maggiâ€?. Tra le altre debolezze rilevate nella sentenza, la constatazione dei depistaggi senza approfondire la questione e la ricostruzione della posizione e dell’azione dell’ex generale dei carabinieri Francesco DelďŹ no. “Resta grande amarezza – ha commentato ancora Milani – perchĂŠ i punti deboli ora saranno

approfonditi in Cassazione, ma giĂ nel ‘74 si poteva raggiungere una veritĂ , che magari avrebbe evitato altre stragi come quella del treno Italicus, ma qualcuno ha insabbiato. Ora ďŹ nalmente ci sono delle analisi serie sulle convergenze tra l’ordinovismo veneto e Milanoâ€?. Per quanto riguarda, inďŹ ne, le spese processuali la Corte, estendendo l’applicazione di una legge del 2004 sulle spese legali nei processi per terrorismo, ne ha accollato il pagamento allo Stato. (f.u.)

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ella mattinata di mercoledĂŹ 25 si è spento il dott. Giuseppe Camadini. Aveva 81 anni, essendo nato a Brescia il 10 giugno 1931. Da alcune settimane la sua vita era appesa a un filo in seguito a un ictus. Laureato in giurisprudenza ha esercitato la professione di notaio. Ha ricoperto ruoli istituzionali in aziende e istituti di credito, in particolare nella Banca San Paolo è stato sindaco supplente, poi consigliere, componente del comitato esecutivo e presidente dal 1970 al 1976. Ăˆ stato anche presidente della SocietĂ Cattolica di Assicurazioni dal 1997 al 2006. Era tuttora consigliere di Ubi Banca. Ăˆ stato consigliere anche presso il Banco di Brescia, la Banca di Valle Camonica, l’editrice “La Scuolaâ€? e la Nuova Editoriale Italiana (“Giornale di Bresciaâ€?). Ha partecipato alla vita politica nelle file della Dc. Da alcuni decenni l’impegno di Camadini era concentrato soprattutto

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sull’Opera per l’educazione cristiana, nata nel 1977, e nel cui seno poi è sorto l’anno dopo l’Istituto Paolo VI, Centro internazionale di studi e documentazione che in questi anni ha svolto una notevole e qualificata attivitĂ per conoscere e far conoscere il Papa bresciano. Non è presuntuoso pensare che Camadini considerasse tale istituzione un’opera fondamentale della sua testimonianza. Dal 1959 presiedeva anche la Fondazione Tovini nata dalla volontĂ e dal sostegno del servo di Dio Vittorino Chizzolini, che svolge attivitĂ rivolte alla preparazione di operatori nel campo educativo, scolastico, culturale e sociale. Promuove servizi di cooperazione internazionale, attivitĂ di informazione ed educazione allo sviluppo e corsi di preparazione al volontariato internazionale. Apprezzato collaboratore della Cei presieduta dal card. Camillo Ruini, Camadini è stato componente del consiglio d’amministrazione dell’UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore di Milano e del consiglio di amministrazione di “Avvenireâ€?.

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Chi Siamo Accompagnare il pellegrino e il viaggiatore nel suo cammino, fornendo la massima professionalità e la profonda esperienza maturata, è la passione di Sogevitour, divenuto in breve tempo un punto di riferimento per i Pellegrinaggi e il Turismo Religioso e Culturale. Alle classiche mete ormai consolidate come Lourdes, Nevers,Terra Santa, Fatima, Santiago, San Giovanni Rotondo e Banneux, abbiamo aggiunto nuovi percorsi di approfondimento turistico e culturale.

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Lourdes, quattro giorni in pullman

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14 - 21 novembre 5 - 13 novembre 4-8 ottobre

La Nostra Vocazione Andare alle radici del nostro essere, vocazione religiosa e grande respiro culturale. Nuovi percorsi spirituali alla scoperta di luoghi e terre in cui fede e cultura si fondono in un unico cammino di ricerca da vivere fino in fondo per andare alle radici del nostro essere cristiani. Vengo Anch’Io Nel solco della tradizione dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) molte delle nostre proposte, pur riprendendo itinerari e luoghi comuni ad altri operatori del settore, hanno la grande particolarità di rivolgersi anche alle persone disabili, alle quali viene riservato da sempre un trattamento molto curato e personalizzato. 9 L D * L R E H U W L % 7U L Q R 9 & _ W H O _ Z Z Z V R J H Y L W R X U F R P

Turchia e Cappadocia, Sulle orme di San Paolo La Santa Russia Armenia

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2-9 ottobre 11 - 19 settembre 17 - 24 settembre

* Terra Santa a piedi, sulle orme dei primi pellegrini e dei crociati, Cammino di Santiago, tratto francese e altro su richiesta.

Pellegrinaggio Diocesano - Sezione di Brescia Lourdes 6 - 12 agosto 2012 interviene S. E. Mons. Luciano Monari vescovo di Brescia ,VFUL]LRQL WHO &HOHVWH 5HQDWR ZZZ RIWDOEUHVFLD LW


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‡”†‡ ’—„„Ž‹…‘ —‘˜‹ ƒ””‡†‹ ’‡” ‹Ž ’ƒ”…‘ —…‘• ͚ La crisi economica in cui versa il nostro Paese ha colpito sia i privati sia le istituzioni. Gli effetti sono, infatti, evidenti e anche il nostro Comune ha dovuto farne le spese, ricorrendo a cospicui tagli in molti settori: dal trasporto pubblico ai servizi sociali, dalla cultura alla manutenzione del verde pubblico. Davvero importante il taglio effettuato alle risorse per il verde pubblico, che sono state ridotte del 60% tanto che

l’amministrazione comunale si è vista costretta a rivolgersi ai cittadini e alle aziende private, seguendo il trend giĂ diffuso in alcuni Comuni del Nord Italia, dell’adozione di fioriere e rotonde. L’opportunitĂ , offerta ai cittadini al fine di promuovere la cura e la valorizzazione degli spazi verdi, patrimonio dell’intera comunitĂ , ha superato ogni piĂš rosea attesa e le adozioni di fioriere e rotonde sono

state davvero numerose. Sette le rotonde adottate nel 2011 mentre la stima per quest’anno è di circa una trentina; oltre 200, invece, le fioriere curate a oggi dai bresciani che vedranno riconosciuto il loro operato su un cartello affisso a giorni all’interno della fioriera gestita. Accanto all’iniziativa “Adotta una fiorieraâ€? prosegue poi il servizio “Sos Verdeâ€?, messo a punto dall’Assessorato al verde pubblico, che consente

di segnalare problematiche riguardanti i parchi cittadini chiamando il numero 3386769449. Una delle prime richieste, giunta dagli anziani frequentatori del Parco Ducos 2 era stata quella di sostituire i tavoli di legno posti all’ingresso, ormai rovinati dal tempo e dai vandali: a fronte di una spesa di 4200 euro, il Comune ha dotato il parco di sei nuovi tavoli realizzati in un legno meno pregiato ma piÚ resistente. (ldp)

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opo una discussione fiume in consiglio comunale lunedĂŹ 23 luglio, è stato approvato il controverso progetto dell’ascensore che metterĂ in collegamento il parcheggio sotto il Cidneo con l’esterno. Questo è solo l’ultimo particolare della struttura di posteggio, che ha scatenato nel tempo pareri irrimediabilmente divergenti tra maggioranza, che la considera opera imprescindibile per la mobilitĂ del centro storico, e l’opposizione che, al contrario, ne denuncia i costi e solleva dubbi sulla sua effettiva utilitĂ . Richiesto del suo parere in proposito il consigliere comunale Marco Toma, presidente della Commissione urbanistica e ViabilitĂ , mette in luce alcuni punti fondamentali del progetto: “Il progetto era ritenuto strategico giĂ dagli anni ottanta, quando fu immaginato dalla giunta Padula – esordisce – salvo poi essere accantonato per i problemi del bilancio di alloraâ€?. E proprio la sostenibilitĂ in proposito è uno dei temi piĂš contrastati: l’opera verrebbe a costare circa 23 milioni di euro e ci si chiede come la spesa possa essere

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essere contrasto tra mezzi pubblici e privati. Inoltre noi vogliamo una vera pedonalizzazione, togliendo le auto da piazza Duomo e da piazza Vittoria ed è anche in quest’ottica che il parcheggio verrĂ realizzatoâ€?. Per quanto riguarda i parcheggi in centro , non si possono dimenticare le lunghe teorie di macchine collocate lungo le strade che salgono al castello. Dopo la realizzazione del parcheggio saranno trasformate in oasi di verde e di quiete. Ciò grazie anche alla realizzazione del comodo e pratico ascensore, opera accessoria al parcheggio in questione, utilizzabile dai cittadini anche in modo autonomo e indipendente dal parcheggio stessoâ€?. Ora l’iter prevede la stesura del progetto esecutivo e la gara d’appalto europeo, dopodichĂŠ ci vorranno circa un paio d’anni per la realizzazione.

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1XRYR LQWHUYHQWR VXOOD TXHVWLRQH PRYLGD La diatriba tra residenti e locali notturni a Brescia, specialmente in alcune zone come quella del Carmine, non conosce tregua e dopo i provvedimenti presi nei giorni scorsi, tra i quali l’introduzione di steward per motivi di sicurezza e la limitazione degli orari di apertura, registra un nuovo intervento. Stavolta a pronunciarsi sulla questione è l’associazione BresciaIn, che in un comunicato stampa si schiera decisamente contro la movida. “Siamo stati finora al di fuori della spiacevole diatriba tra sostenitori della movida e le altre posizioni – si legge nel comunicato – consapevoli che la nostra presa di posizione sarebbe stata dirompente, certi che l’intelligenza delle persone coinvolte prevalesse, ma ci sbagliavamo, la situazione si è aggravata: pensiamo che a questo punto non possiamo piĂš restarne fuori essendo nati come associazione in quelle vie e vicoli invivibili nelle ore notturne ed avendo soci e sostenitori che da mesi non riposano piĂš tranquillamente nelle ore notturne. Per quanto riguarda il diritto al riposo nelle ore notturne (dopo le ore 22 cominciano le pre-

scrizioni di legge) c’è poco da dire: le autoritĂ cittadine devono garantire ai cittadini il poter vivere tranquillamente nelle proprie case. Su questo potremo persino pensare di far provare il fastidio quotidiano notturno ai politici ed autoritĂ cittadine organizzando notti a tema sotto le loro abitazioni. I blocchi stradali che impediscono la libera circolazione nelle vie interessate sono un’altra evidente violazione delle leggi vigenti. L’utilizzo improprio di vie e vicoli come bagni a cielo aperto interessa gli aspetti igienicosanitari e il considerevole aumento di vendita di sostanze stupefacenti “d’eliteâ€? è un altro aspetto interessante che accompagna questa questione. Siamo consapevoli che questo nostro intervento creerĂ delle ripercussioni anche sulle altre iniziative della nostra associazione ma, ripetiamo, la situazione è diventata ormai intollerabileâ€?.

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Il Castello Bonoris “viveâ€? anche durante il periodo estivo con eventi per grandi e piccini: l’amministrazione comunale, infatti, ha organizzato, con il supporto di Montichiari Musei, una serie di appuntamenti per far conoscere questo ediďŹ cio turrito eretto alla ďŹ ne dell’Ottocento per volontĂ del conte Gaetano Bonoris. Per i piĂš piccoli sono in programma laboratori didattici all’interno del maniero, mentre gli adulti hanno la possibilitĂ di effettuare visite

Ăˆ un po’ come il Palio di Siena, un colorito evento protagonista dell’estate monteclarense da numerosi anni e che “muoveâ€? uno stuolo di volontari da far invidia alla piĂš quotata delle sagre: stiamo parlando del Palio degli asini che ha reso famoso Novagli in tutta la Provincia. Anche quest’anno, a darsi del ďŹ lo da torcere, saranno le consuete quattro contrade in cui è divisa la popolosa frazione monteclarense: Campagna, Mattina, Sera e Trivellini, ognuna

guidate ad ingresso ridotto ed aperte a tutti. “Vogliamo dar modo ai monteclarensi ed ai tanti turisti presenti in zona di ammirare uno dei luoghi culturali piĂš affascinanti del territorio, “vivoâ€? durante tutto l’annoâ€?, afferma il direttore di Montichiari Musei Paolo Boifava. Per prenotare le visite e i laboratori si può chiamare la segreteria dell’ente museale al numero 030/9650455; ulteriori informazioni sul sito www.montichiari.it. (f.m.)

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con il proprio asino portafortuna, addestrato per l’occasione e guidato da un “fantinoâ€?. L’appuntamento, in programma nella serata di domenica 5 agosto, rappresenta il clou delle manifestazioni della locale festa di Novagli che si snoda dal 3 al 12 del mese di agosto con un cartellone ricco di momenti musicali e ricreativi oltre all’immancabile stand dove degustare specialitĂ gastronomiche prelibate tra cui, ovviamente, lo stracotto d’asino. (f.m.)

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’operazione di sequestro della struttura di Green Hill − il noto allevamento di cani beagle destinati alla sperimentazione farmaceutica situato a Montichiari − avvenuto lo scorso 18 luglio ad opera degli uomini del Corpo forestale dello Stato di Brescia e Bergamo e dal Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (Nirda) ha indubbiamente segnato una svolta fondamentale nell’intricata vicenda che da un paio d’anni si trascina nella cittadina della Bassa orientale. A quanto si apprende, gli uomini delle forze dell’ordine avrebbero trovato non solo qualche centinaio di esemplari sprovvisti di chip di riconoscimento (uno dei motivi in forza del quale giĂ nel settembre 2011 era stato depositato un esposto in Procura da parte dell’Oipa), ma addirittura i cadaveri di diversi esemplari custoditi in un congelatore per cause ancora del tutto da chiarire, disponendo quindi il sequestro probatorio della

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struttura e degli animali ivi allevati. La notizia non ha mancato di rallegrare le associazioni che da tempo si battono per la chiusura dell’allevamento, che in ogni caso continuano a chiedere la revisione della legge in materia. â€œĂˆ stata una bellissima sorpresa − afferma Sara Gerevini, portavoce del locale comitato Montichiari contro Green Hill − per chi si batte contro questa struttura. Dopo l’esposto dello scorso settembre sembrava che l’inchiesta stesse per essere chiusa, invece abbiamo avuto questa svolta importante: la sorpresa è stata grande, ora lasciamo lavorare la magistratura. In ogni caso, proprio nello stesso giorno stavamo per inviare alla XIV commissione del Senato circa 138mila firme di persone contrarie alla vivisezione, che fanno parte di quell’86% degli italiani che secondo una ricerca Eurispes, è contrario alla vivisezioneâ€?. La protesta, insomma, continua, perchĂŠ si propone un cambiamento proprio a livello legislativo (in merito al quale bisogna registrate un risoluzione approvata martedĂŹ 24 dal consiglio regionale lombardo che chiede incen-

tivi e adeguate misure per favorire il progressivo abbandono dell’utilizzo di animali nelle procedure di sperimentazione e ricerca). “Se la legge attuale è stata violata ci auguriamo che i responsabili vengano punti, ma noi vogliamo che quella legge venga cambiata per eliminare definitivamente allevamenti come Green Hill dal territorio italiano. GiĂ ora registriamo un diverso atteggiamento della politica nei nostri confrontie speriamo che il Senato ne tenga conto, dopo il passaggio alla Camera dei deputatiâ€?. Nel frattempo per gli esemplari di beagle è stata disposta una custodia giudiziaria. Inizialmente la tutela era stata affidata congiuntamente all’Asl, alle autoritĂ comunali e all’azienda stessa, ma in un secondo momento sono stati nominati responsabili la Lega antivivisezione e Legambiente. Inoltre è partita la procedura per l’affido a quanti volessero occuparsi dei cani: basterĂ compilare un modulo on line che si trova sull’home page del sito della Lav e di Legambiente che si occuperanno in un secondo momento di selezionare le candidature.

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ritori nei quali la Repubblica Serenissima ebbe dominio. “Prosegue cosĂŹ il nostro programma che s’è sviluppato nella ricerca che la nostra associazione ha avviato anni fa con itinerari sulle tracce del Leone di San Marco, in Italia e in Dalmaziaâ€? informa l’architetto Dezio Paoletti, presidente del sodalizio, nell’annunciare il programma che prevede venerdĂŹ 28 settembre la partenza con bus gran turismo in direzione della Puglia: ore 6 da Volta di Brescia e tap-

pa alle 6.35 Pontevico. Sul percorso sono previste diverse soste in modo da arrivare a Bari in tempo per l’imbarco sul traghetto “Sveti Stefan�. Sabato 29, sbarco alle ore 8 al porto di Bar per raggiungere Santo Stefano, Cattaro (Kotor), il golfo delle Bocche e lo splendido omonimo abitato. Poi Perasto, l’isola su cui sorge la Madonna dello Scarpello, l’ultimo territorio ad aver ammainato l’emblema della Serenissima Repubblica. Domenica 30 trasferimento a Ra-

gusa, spettacolare cittĂ che per la sua storia e bellezza ha molto in comune con Venezia. LunedĂŹ 1 ottobre partenza per Corzula, Polce, Spalato. MartedĂŹ 2 ottobre inizio del viaggio di ritorno con sosta alle Grotte di San Scanziano (Slovenia). Ritorno a Brescia previsto entro le ore 22.30, a Pontevico per le 23.05. Le prenotazioni col passaparola tra gli associati che sono numerosi e interessati alla cultura che s’è sviluppata anche nel territorio bresciano. (pio)

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iccoli artisti crescono. Nei locali della biblioteca comunale “Rovatiâ€? di Poncarale, infatti, è stata allestita una mostra che mette in fila alcune originali rielaborazioni dei maggiori capolavori di artisti italiani e internazionali. La particolaritĂ dell’esposizione sta nel fatto che non è stata realizzata da pittori professionisti, bensĂŹ gli artisti in erba sono i bambini della scuola dell’infanzia “Sorelle Girelliâ€?: attraverso l’utilizzo dei materiali piĂš diversi sono stati guidati a scomporre e ricomporre le opere presentate e a dar loro una nuova lettura servendosi della propria fantasia. Ma come si è arrivati a questo risultato? Tutto era incominciato con un laboratorio artistico portato avanti con un gruppo di bambini della scuola, denominato “Incontro con l’arte giocando al museoâ€?, che ha visto in un primo momento l’incontro con le opere di grandi artisti visitando il Museo di Santa Giulia a Brescia: a questo proposito è stato ideato un cammino di conoscenza dell’opera artistica in modo che i bambini hanno potuto comprendere dove e come nasce

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insieme alla consuetudine all’arte sin dalla piĂš tenera etĂ , diventa un elemento imprescindibile di questa esperienza: le realizzazioni dei bambini, infatti, non sono state dimenticate con il finire dell’anno, ma anzi hanno trovato una collocazione piĂš visibile, come detto, negli spazi della biblioteca, con una mostra visitabile negli orari di apertura della biblioteca stessa. “Tutto questo lavoro – affermano ancora dalla scuola – non poteva finire in soffitta, dimenticato negli scatoloni di fine anno scolastico. Ăˆ bello e giusto che tutti possano ammirare quanto è stato fatto e realizzato. Grazie all’ospitalitĂ della Biblioteca comunale è stata quindi allestita un’esposizione aperta a tuttiâ€?. In estate, quindi, l’arte non va in vacanza, ma si offre al visitatore nella veste toccante realizzata dagli occhi e dalle mani dei bambini.

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6XRU &ODULWD H VXRU (GHO ODVFLDQR OD SDUURFFKLD Per circa tre anni hanno fatto parte della comunitĂ manerbiese, mettendosi al servizio dell’infanzia e degli ammalati. Ora la regola dell’obbedienza impone loro una nuova destinazione e nuovi incarichi e Manerbio le saluta e le ringrazia. La Messa di domenica, presieduta dal parroco, mons. Tino Clementi, è stata il momento del commiato da suor Clarita e da suor Edel. Al termine della celebrazione sono stati molti i manerbiesi che si sono stretti intorno alle due religiose e, non senza commozione da entrambe le parti, si è svolto lo scambio dei saluti. SĂŹ, perchĂŠ suor Clarita e suor Edel, appartenenti alla Congregazione della Beata Vergine, hanno lasciato un segno importante nella comunitĂ della Bassa. Suor Clarita, filippina, in questi anni ha prestato la sua opera nell’ospedale di Manerbio (nella foto), affiancando il cappellano, don Omar Borghetti, ma soprattutto portando una parola di conforto agli ammalati ed ai degenti. Ora l’aspetta Settimo Torinese, dove si occuperĂ dell’infanzia. I bambini, invece, sono stati i piĂš immediati interlocutori di Suor Edel, una “suorinaâ€? indonesia-

na appena trentenne. La scuola materna Ferrari, le scuole parrocchiali Sant’Angela Merici e del Beato Giuseppe Tovini, sono state il campo d’azione di suor Edel, che ora ha giĂ raggiunto la sua destinazione: la casa madre di Manila, nelle Filippine, dove, come ha detto mons. Clementi durante l’omelia, l’aspetta il silenzio, la meditazione, prima della professione solenne e definitiva prevista per il 2014. Suor Clarita e suor Edel erano giunte a Manerbio insieme a suor Jasmine ed avevano trovato “casaâ€? nel convento della Fondazione Marzotto, dopo la partenza delle suore saveriane che, per decenni, avevano speso le loro energie per la formazione dei piĂš piccoli. Ora a Manerbio rimane suor Jasmine, che presto sarĂ raggiunta da altre due religiose per continuare la preziosa opera educativa a vantaggio delle nuove generazioni.

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‡”Ž‡ ‘Â?…‘”•‘ †‹ ˆ‘–‘‰”ƒˆ‹ƒ La fotograďŹ a è un hobby che appassiona molte persone. Una buona occasione per misurarsi con altri intenditori è stata concretizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Serle, con la realizzazione del concorso “Serle in un clickâ€?. Il soggetto della fotograďŹ a dovrĂ riguardare esclusivamente il paesaggio serlese con angoli e scorci caratteristici, l’ambiente naturale e quello umano e le genti e i mestieri tipici di Serle. Il concorso è aperto a tutti con iscrizione

gratuita e le fotograďŹ e possono essere presentate sia a colori che in bianco e nero. Ogni partecipante può presentare un massimo di quattro opere con misura minima di circa 20x25 e la massima di 30x40. Le stampe, completamente anonime, dovranno essere inserite in un plico e accompagnate da una busta chiusa contenente la scheda di partecipazione; il tutto poi dovrĂ pervenire entro il 31 agosto presso la Biblioteca comunale o la Pro Loco. Info allo 0306910139. (n.t.)

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Questo week end in programma a Binzago di Agnosine la suggestiva e caratteristica iniziativa annuale “Binzago medievaleâ€?: nelle giornate di sabato 28 e domenica 29 luglio a partire dalle ore 17 i partecipanti potranno assistere alla giostra medievale e ai mestieri di una volta, ammirare dimostrazioni di falconieri, tiro con l’arco, giocolieri e musici. Il tutto gustando prodotti tipici. Per i bambini un’ulteriore possibilitĂ : il battesimo della sella. (n.t.)

L’associazione Agape, con il patrocinio del Comune e della Biblioteca di Vobarno, organizza il secondo concorso letterario intitolato “La mia terra ha buona voceâ€?. La proposta di quest’anno ha per tema “I vecchi e i giovani, le stagioni della vitaâ€?. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti (in forma individuale). I partecipanti dovranno consegnare le loro opere presso la Biblioteca di Vobarno entro e non oltre il 15 settembre.

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eatro, mostre, musica, mercatini, cinema, sport, dibattiti e incontri culturali. Non manca nulla nell’ampia scelta di appuntamenti e spettacoli proposti sul Garda in questi giorni. A Moniga giovedĂŹ 26 alle 18 nella sala polivalente del Comune inaugurazione della mostra d’arte “Facesâ€? con i dipinti di Ugo Muffolini, a seguire mercatino serale in piazza San Martino, allietato da musica dal vivo. VenerdĂŹ 27, sabato 28 e lunedĂŹ 30 protagonista diventa la suggestiva cornice del castello, che ospita, con inizio alle 21, rispettivamente: ‘Ti canto una serenata’, canzoni d’amore tratte dalle piĂš celebri opere, ‘Festival del paesaggio’, spettacolo proposto da Terre di Brescia e ‘Peter Pan’, una storia di pochi centimetri e di piume per la rassegna “Paesi da fiabaâ€?. Domenica 29 doppio appuntamento: dalle 8 alle 13, in piazza San Martino con il ‘Mercato agricolo di campagna’, degustazione e vendita di prodotti agroalimentari a ‘km zero’ e a partire dalle 21, al porto, per una serata musicale a ritmo di rock. Rock protagonista anche mercoledĂŹ 1 agosto, ancora con inizio alle 21 e sempre al porto. Manerba punta sulla musica. GiovedĂŹ 26 alle 21.15, piazza Aldo Moro, dopo un’apertura a base di danza e chitarra, diffonde note celebri nel concerto della Filar-

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porto Torchio ospitano il ‘Tributo Dire Straits’. Possiamo fare un tuffo nel passato, mercoledĂŹ 1 e giovedĂŹ 2 agosto in piazza Silvia a partire dalle 18, grazie alla ‘Festa d’estate con sapori, saperi e antichi mestieri’: prodotti alimentari biologici delle regioni italiane con rappresentazioni degli antichi mestieri. A Polpenazze doppio appuntamento con “La Bella e la Bestiaâ€?: con inizio alle 21, il castello ospita la versione teatrale giovedĂŹ 26 e quella cinematografica venerdĂŹ 27. Domenica 29 alle 11.30 in sala consiliare si inaugura la mostra fotografica “Polpenazze e il Garda a 360°â€?, con gli scatti

‘a tutto tondo’ di Maurizio Rovati. E mercoledĂŹ 1 agosto in piazza Roma musica e intrattenimento con voce e sax. Il castello di Soiano, sabato 28 e villa Pasini di Puegnago, mercoledĂŹ 1 ospitano, a partire dalle 21.15, due appuntamenti della rassegna ‘Lune di teatro’: ‘Dedicato a Giulietta e Romeo’ e ‘Paese mio che stai sulla collina’, monologo in dialetto bresciano. A Salò giovedĂŹ 26 sul lungolago, nel pomeriggio, prove di “Street golfâ€? e dalle 18.30 l’Happy Blue hour, aperitivo con musica dal vivo per le strade e le piazze della cittadina. VenerdĂŹ 27 alle 21 al Centro sociale ‘I Pini’ classico concerto della Banda cittadina ‘Gasparo Bertolotti’. E l’Orchestra a fiati presenta, domenica 29 alle 21.30 nella splendida cornice di piazza Duomo, musiche di F. Suppè, E. Toselli, J. De Meij per la rassegna Estate musicale del Garda ‘Gasparo da Salò’. MartedĂŹ 31 appuntamento con i passi di tango proposti dalle Musicalizadores ‘el Cocoliche’, in piazza Vittoria dalle 21 alle 24. Per Desenzano e Sirmione segnaliamo che per tutta l’estate vengono organizzate visite guidate, un occhio particolare per scoprire i tesori che custodiscono (info: www.comune. desenzano.brescia.it e www.comune. sirmiome.bs.it). Questo e molto altro sulle rive bresciane del Benaco. Per tutti i gusti. Per la scelta basta farsi guidare dalle proprie passioni.

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:HHN HQG WUD ELUUH H ´SLQFDQHOORÂľ Le “biondeâ€? d’Europa si sďŹ dano a Polpenazze. Dal 27 al 29 luglio e dal 3 al 5 agosto il Polo ďŹ eristico Enogastronomico del Garda, nei suoi attrezzatissimi tendoni, ospita una sorta di Oktoberfest mettendo a confronto sei nazioni (Italia, Belgio, Scozia, Olanda, Austria e Germania) - e le loro bionde birre. Il tutto, come da tradizione quando si parla di eventi ‘Sport Felter’, tra stand gastronomici fornitissimi, musica, spettacoli e divertimento. Il pubblico potrĂ assaggiare le speciali “biondeâ€? di famose birrerie valutandone il gusto, il sapore e gli ingredienti e compilando un coupon assegnerĂ il voto alla birra preferita. A partire dalle 19 stand gastronomici aperti con ampia scelta tra stinco, pollo allo spiedo, wĂźrstel e patatine. Dalle 21 musica dal vivo e animazione.

In particolare sul palco si alterneranno musiche di diversa tradizione, per esempio venerdĂŹ 27 alle 21 spazio ad una serata tribale con il dj Jimor, che replicherĂ venerdĂŹ 3 agosto. Nelle serate successive sarĂ invece la volta della band bavarese “Gibierfest bandâ€? che si esibirĂ , con annessa animazione, domenica 29 luglio, sabato 4 agosto e domenica 5 agosto in chiusura di manifestazione. In cartellone anche l’esibizione di musica dal vivo di Soul power che animerĂ la serata di sabato 28 luglio. L’evento è organizzato da “Drink Shop – tutto ciò che si può bereâ€? di Raffa di Puegnago in collaborazione con il Polo ďŹ eristico enogastronomico del Garda. Parallelamente alla manifestazione, nei pomeriggi di sabato e di

domenica si terrĂ il “Pinca Garda Dayâ€?, primo torneo di calcio balilla o, per chiamarlo “alla brescianaâ€?, pincanello, aperto presso il polo ďŹ eristico. Il torneo si articolerĂ in una fase eliminatoria costituita con gironi all’italiana, che si disputerĂ sabato, mentre domenica, a partire dalle 15, si giocheranno le fasi a eliminazione diretta. I premi, che saranno assicurati al

raggiungimento di 96 coppie iscritte, vanno dai 500 ai 110 euro. Durante tutta la durata del torneo saranno presenti stand gastronomici e vi sarĂ la possibilitĂ di alloggiare presso uno degli alberghi convenzionati nelle vicinanze del centro. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito internet all’indirizzo: www.poloenogastronomico.it.


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musicali live dall’alto grado di coinvolgimento e magistralmente capaci di fondere ritmi e melodie tipiche del tempo passato e con quelle piĂš soďŹ sticate e futuriste, tra musica antica per liuto e singolari composizioni riarrangiate per chitarra. Il duo acustico ha debuttato nel settembre scorso e ora, in attesa di deďŹ nire le nuove date del prossimo autunno-inverno, ha deciso per tutta l’estate di far circolare la propria avvolgente

musica live in piccoli spazi e davanti a pubblichi piĂš intimi e raccolti. “Questi “House concertâ€? − ha spiegato il giovane talentuoso Danilo Di Prizio − li offriamo semplicemente in cambio di ospitalitĂ (vitto e alloggio) da chi desidera ascoltarci, piĂš un eventuale rimborso delle spese di viaggio in treno, in base alla tratta che dovremo percorrere, mentre in caso non si volessero sostenere i costi del rimborso spese, basterĂ garantire alla nostra esibizione la

presenza di un pubblico di almeno 20 persone. Non chiediamo nessun compenso e il concerto sarĂ a offerta liberaâ€?. Al momento sono giĂ state ďŹ ssate delle date di house concert a Basilea, Brescia, Bologna, Piacenza, Bolsena e Orvieto, mentre sono in fase di pianiďŹ cazione i prossimi concerti di agosto e c’è ancora disponibilitĂ per concordare date nella prima metĂ del mese, dal 3 al 18. Per maggiori info visitare www. luteguitar.com. (a.s.)

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ell’entrare l’impressione era di buio, muri scuri e affreschi deteriorati, anche se il desiderio del cuore era quello condiviso dai cittadini: far tornare luce, chiaro e pulizia affinchÊ anche le opere d’arte potessero tornare a splendere e che la chiesa, resa bella nelle pietre, potesse accompagnare preghiera e celebrazioni della grande famiglia parrocchiale: assemblea di pietre vive�. Parla cosÏ il parroco di Ospitaletto, don Renato Musatti, ripensando al suo solenne ingresso nella parrocchia di San Giacomo Maggiore, poco prima che venisse avviato (febbraio 2011) l’impegnativo iter di restauro: durato 18 mesi, costato circa 900mila euro (spesa sostenuta grazie al sostegno Cei e alla massiccia generosità della popolazione) e conclusosi ufficialmente con l’emozionate benedizione del vescovo Luciano Monari il 27 maggio scorso, al termine di un intensissimo anno fatto

“di riflessioni, proposte, tappe culturali e perfino un grande convegno incentrato sull’idea di comunitĂ â€?. “L’obiettivo – ha puntualizzato ancora don Renato – era di far sĂŹ che la comunitĂ avesse modo di conoscere la propria storia attraverso un evento importante quale è la costruzione (tra fine ‘600 e inizio ‘700) della nostra chiesa: il restauro si è tramutato cosĂŹ in un momento convivialmente sentito e partecipato da diverse persone, indipendentemente dal credo e dall’etĂ , che hanno saputo appassionarsi e ben inserirsi nel cammino tracciato da una specifica commis-

sione che ha coordinato l’intero anno della comunitĂ â€?. Ăˆ cosĂŹ che mentre bambini e ragazzi di materna, elementari e medie si cimentavano in creativi elaborati (poi esposti in mostra sul sagrato il 10 giugno) ispirati alla chiesa e al suo 300° (1711), una trentina di artisti locali le dedicava la materializzazione della propria vena artistica in opere uniche e cariche d’emotivitĂ . Tantissimi i momenti che hanno unito e stimolato al dialogo e al confronto interiore durante l’articolato intervento strutturale (campanile, facciata e sacrestia giĂ rifatti), seguito dall’architetto Ilaria Volta e dalla restauratrice Nicoletta Garattini, snodatosi tra un’urgente restyling del tetto (con riattivazione del sistema anti-piccioni), la sostituzione dell’impianto di riscaldamento e il rifacimento di quello elettrico, fino alla totale levigatura del pavimento e passando per un’accurata pulizia di tutte le parti artistiche, molte

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delle quali estremamente preziose, come quelle appartenenti al Romanino o ad Antonio Paglia. “Abbiamo piacevolmente assistito a un vero movimento di paese – ha concluso soddisfatto don Renato – che ha saputo ancor piĂš unirci, farci relazionare e coinvolgere in un modo tanto inaspettato quanto gradito, nell’auspicio che la ricchezza del passato possa aiutarci a guardare serenamente all’oggi per il cammino futuroâ€?.

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egoismo. La cronaca è brutale: Laura e Marino vivono insieme a Malonno e alla ďŹ ne dello scorso gennaio si accorgono di essere in attesa di un bimbo. Ai primi di marzo le analisi dicono che Laura ha un tumore giĂ in fase molto avanzata. L’alternativa illustrata dai medici è drastica: curare la madre sacriďŹ cando il piccolo Nicola in grembo oppure lasciare avanzare il male portando avanti la gravidanza. Laura riďŹ uta le cure. Il 18 giugno Nicola nasce a Milano presso la

clinica Mangiagalli. Otto giorni dopo, il 26 giugno, esattamente un mese fa, Laura si spegne dopo l’ultimo abbraccio a Nicola e Marino. Da settimane a Malonno si pregava per accompagnare Laura, Marino e Nicola lungo un cammino non privo di incertezze e dubbi, ma coronato dalla volontà di consegnare nelle mani di Dio il proprio patto d’amore. Ai funerali si leggeva sui volti il silenzio che impone il mistero della vita e della morte, mai come ora cosÏ

contrapposti e insieme fusi in un unico momento. Mamma Laura è stata chiamata a donare con un unico gesto deďŹ nitivo la propria vita ed ha avuto il coraggio di farlo. Non una donazione diluita nello srotolarsi dei giorni, dei mesi e degli anni, quanto piuttosto un amore che l’avanzare della malattia non ha limitato alle ore, minuti, secondi di questo scorcio di 2012, ma ha consegnato subito all’eternitĂ . Intanto Nicola ha compiuto un mese e presto tornerĂ in Valle. (g.c.)

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ra sacro e profano, tra tradizione e innovazione, tra temi della storia e argomenti dell’attualitĂ , tra preghiera e allegria comunitaria con tanta musica e ottima cucina: è la tradizionale festa dei Santi patroni della parrocchia di Fucine di Darfo, Anna e Gioacchino con San Rocco. Una popolazione di poco meno di 400 anime, tutte raccolte attorno alla propria chiesa, che sta nel nucleo storico della frazione, all’imbocco della valle del Re, alla quale rivolge le spalle, quasi a voler proteggere le case dalle sue terribili furie. Una forte coesione sociale che ne fa una delle comunitĂ piĂš unite di tutta la Valle; un’apertura ai problemi sociali per i quali tutti sono disposti a fare qualcosa, perchĂŠ credono in quello che dice e fa il loro parroco, don Danilo Vezzoli, che ha portato da Fucine alla Valle Camonica i temi ed i valori della Caritas. Senza comprendere questi passaggi fondamentali non si comprende nemmeno la tipicitĂ della “Festaâ€? che Fucine organizza richiamando gente da molti paesi della Valle Camonica, del Sebino bresciano e bergamasco e delle altre terre vicine, una vera folla di curiosi che salgono a Fucine per “esserciâ€?. La “Festa di S. Annaâ€? (si chiama semplicemente cosĂŹ) è l’occasione annuale per rive-

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rĂ possibile ascoltare buona musica, gustare i piatti prelibati preparati da molte mani laboriose e attente, come i casoncelli di Fucine che sono davvero un piatto unico, forse anche perchĂŠ aprono tutte le sagre estive e la voglia di assaggiarli è tanta. Ma don Danilo ed i suoi hanno fatto ogni anno qualcosa di speciale, organizzando un calendario che tiene conto delle esigenze di un vasto pubblico, tra cui molti giovani e tante famiglie, che vuol gustare una serata al fresco delle montagne, in modo semplice e allegro, come un tempo. Ecco dunque le tante proposte con musica d’ascolto: il 27 con la Fisiorchestra di Malonno, il 28 con l’Orchestra Scala Reale, il 29 con l’attesissimo recital di Michele Rodella (una sorta di Claudio Villa camuno), il 30 con il tributo a Gianna Nannini. E poi il tema sociale, come quello legato al dibattito sulla vita in carcere che si è tenuto domenica 22. Quindi nel campo sportivo dell’oratorio sarĂ aperto lo stand che ospita contemporaneamente oltre 500 persone sedute. Un servizio di bus navetta da Darfo capoluogo ogni sera, a cadenza di 15 minuti, trasporterĂ gratuitamente i visitatori a Fucine. L’organizzazione ha previsto tutto: anche quest’anno è stato deciso che il ricavato sarĂ devoluto alle opere parrocchiali e alla Caritas.

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Â? ͙͛ ƒŽŽƒ –ƒ˜‘Žƒ †‹ Ž˜‹”ƒ Le famiglie si ritrovano. Spesso. Ma non sempre capita che l’ultima, la piĂš anziana, la decana della famiglia, decida di riunire attorno a sĂŠ tutta la famiglia compresi i discendenti, tutti, dei fratelli ormai defunti e offrire loro una serata di festa. Ăˆ successo a Lumezzane nei giorni scorsi quando attorno ad Elvira, 92 anni, piĂš anziana e unica rimasta di tre fratelli, si sono radunati in 31 parenti. Secondo l’albero genealogico le generazioni risultano quattro da Elvira ma se per generazione si intende quella segnata da

eventi particolari sociali e mondiali a caratterizzare modo di pensare, visioni del mondo e allora se ne possono contare almeno sette/otto, partendo dal 1920 anno di nascita di Elvira. Visibilmente contenta, seduta al centro di un enorme tavola imbandita, ha realizzato un sogno, nel ricordo dei fratelli scomparsi. Ma i presenti, a loro modo hanno partecipato, mettendo in comune qualcosa: chi la frutta, chi il vino, chi il dolce. Un po’ come si faceva un tempo, tutti attorno a condividere quel che si ha. E non solo di

materiale, ma anche quello che si è, le proprie doti e le proprie storie, fino a quando, con una vecchia armonica a bocca, è partita la musica con i canti. Anche quelli, di un tempo, ma che superano la barriera delle generazioni. Volti e vite che raccontano quasi un secolo di storia che in quella stanza, sotto casa, si sono reincontrate e ricondivise. E il bello è che non finisce qui. Nella pancia delle loro mamme un maschio e una femmina sono in arrivo per fine anno. E il numero della famiglia si allarga. (m.t.)

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uccede da 176 anni: la seconda domenica di luglio Tavernole ha onorato e pregato il suo “santoâ€?. La mattina è stata rimossa la copertura del sarcofago che ne custodisce l’urna, coperta da una lastra di vetro, posta al centro della cappelletta laterale sulla destra della chiesa di S.Filastrio, nel complesso medioevale piĂš prezioso della valle: è riapparsa alla vista la salma sostanzialmente intatta di don Gherardo Amadini, nativo di Ludizzo di Bovegno, curato a Tavernole dal 1831 al 1836, dedito al catechismo e “regio maestroâ€? alle elementari, scomparso il 13 luglio del 1836 durante una fulminante epidemia di colera. Poi è cominciata la visita continua di tanta gente anche da fuori Tavernole: una preghiera, una carezza sopra il vetro dell’urna. La sera è stata richiusa dopo la S.Messa nella chiesetta ricca di affreschi concelebrata dal parroco don Carlo Cirelli e don Sandro Gorni, il prete scrittore ora a Virle Treponti che gli ha dedicato un volumetto. La sua ricerca ha una introduzione (datata “SolennitĂ di Pentecoste 2012â€?) di mons.Giulio Sanguineti per circostan-

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za particolare: il Vescovo di Brescia, durante la visita pastorale accompagnato da don Gorni, allora vicario zonale dell’ottobre 2003, ne aveva conosciuto la storia, il suo gesto eroico: don Amadini dopo aver assistito fino all’ultimo i suoi parrocchiani moriva pregando: “Signore, ricevete la vittima, ma salvate il mio popoloâ€?. Il colera cessò il 5 agosto, e subito il prete fu invocato come santo. “Ho potuto − scrive mons. Sanguineti − pregare e venerare le sue spoglie... avevo suggerito di raccogliere documenti e dati per richiamare da una parte la memoria di un ministro del Signore e dall’altra incoraggiassero a leggere in don Gherardo Amadini un modello di vita presbiterialeâ€?. Don Sandro rovistò gli archivi parrocchiali di Cimmo, Tavernole, Bovegno, Lodrino e quello diocesano. In particolare rinvenne a Tavernole una cartella con frontespi-

zio “Documenti intorno all’imperitura memoria lasciata a questa parrocchia dal curato don Gherardo Amadini. Prove di evidenti grazie al devoto suo popolo comprovate da testimonianze. Commemorazioni annuali di questi fedeli a questo preclaro servo di Dioâ€?. Vi si legge delle vicende della sua vita, della sepoltura, prima nascosta, ma diligentemente annotata, di notte come si doveva per gli appestati; poi collocato nel cimitero di S.Filastrio, dietro un vetro che ne permetteva la vista nella festa ma anche su richiesta di devoti, venuti da fuori a impetrare grazia; poi nell’attuale sarcofago marmoreo del 1954. Non mancano i documenti sulla difficoltĂ dei parroci ad “arginareâ€? la devozione del popolo. La ricerca si chiude con la riproduzione di documenti e appendici storiche. Si legge d’un fiato e poi... ci si ferma a S.Filastrio a pregare.

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(FFR WXWWL L QXPHUL GHO SDUPLJLDQR VROLGDOH Se si parla di solidarietĂ a Lumezzane e dintorni, state certi che la vittoria è assicurata. Lo dimostrano i dati resi noti dall’associazione culturale ColChiDeA in merito alla manifestazione “Una Torre di SolidarietĂ â€?, svoltasi lo scorso 23 giugno presso la Torre Avogadro. Un evento benefico che ha voluto premiare l’iniziativa della Protezione civile riguardante la vendita di Parmigiano Reggiano in favore delle popolazioni emiliane colpite dalle forti scosse di terremoto. Il ricavato, come rende noto Marco Palladino di ColChiDeA, è ammontato a 372 euro, devoluti interamente per acquistare ben 25 pezzi di Parmigiano da donare alla Caritas Zonale di Lumezzane. “In collaborazione con le altre associazioni e il Comune – spiega Palladino – abbiamo deciso di sposare questa iniziativa lodevole della Protezione civile, cosĂŹ oltre ad aiutare la gente emiliana abbiamo aiutato anche la nostra Caritas, che spesso deve fare i conti con l’emergenza alimentare.â€? Ed è cosĂŹ che il 20 luglio c’è stata la consegna dei 25

pezzi di Parmigiano che permetteranno alla Caritas di aiutare a sua volta le sempre piĂš numerose famiglie in difficoltĂ . Le associazioni che hanno sposato questo progetto (ColChiDeA, Amici dell’Arte di Lumezzane, Compagnia Teatrale Fior.di Norvegesi, VociInCanto, Photoclub Lumezzane e Gal) insieme all’Assessorato alla cultura sono riusciti a trasformare un piacevole pomeriggio di laboratori e arte in un gesto piccolo, ma straordinario. “Sono assolutamente soddisfatto del successo ottenuto - continua il responsabile di ColChiDeA – anche perchĂŠ abbiamo organizzato “Una Torre di SolidarietĂ in modo rapido e veloce per dare un aiuto immediato. Se tutto è andato bene lo si deve alla generositĂ dei lumezzanesiâ€?. (al. andr.)

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delle valli bresciane rispettano la conformitĂ normativa, attraverso l’applicazione di sistemi di gestione, tecnologie per il miglioramento di prestazioni ambientali e sicurezza, strumenti online, sito web e formazione diretta. Un risultato importante conseguito dal Comitato promotore “Emas Valli Brescianeâ€? portato avanti da Comune di Lumezzane, ComunitĂ montana di Valle Trompia, Associazione dei Comuni bresciani, Confartigianato di Brescia, con il

supporto dell’Agenzia formativa “Don Tedoldiâ€?, UniversitĂ di Brescia e Ambiente Italia. “Il marchio Green Metal – dice il presidente della ComunitĂ montana, Bruno Bettinsoli (nella foto) – diviene cosĂŹ un biglietto da visita che il Comitato promotore offre alle imprese del territorio, per poter essere identiďŹ cate come aziende sostenibili e poter presentarsi sui mercati in modo positivo. Le imprese che aderiscono al marchio ricevono in cambio assistenza alle

proprie problematiche, informazioni su strumenti di ďŹ nanziamento e la possibilitĂ , in futuro, di accedere a sempliďŹ cazioni amministrative per gli adempimenti ambientaliâ€?. Ogni impresa può cosĂŹ intraprendere un percorso di miglioramento personalizzato, sia attraverso un’auto-valutazione sia tramite un audit sul sito aziendale. E ad ogni traguardo viene attribuito un marchio, riportato in una dichiarazione denominata “Green Card Ambiente&Sicurezzaâ€?. (a.a.)

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ltre 2.500 persone facevano da corona al terreno di gioco di Polpenazze il 21 luglio, trepidanti per scoprire se il Resto del Maury ce l’avrebbe fatta a entrare nella storia. Poco dopo le 23 l’attesa è diventata verdetto: 3-1 per la formazione di Sarezzo ai danni degli avversari di Bagnolo Mella e terzo trionfo consecutivo nel prestigioso torneo gardesano. Un piccolo record che nelle 34 edizioni sin qui giocate nessuno era stato in grado di marcare e che la formazione guidata dal presidente Maurizio Camossi è riuscita a scrivere con autorevolezza. Una vittoria accompagnata dal consueto frastuono di trombette, sirene e schiamazzi del nutrito gruppo di sostenitori valtrumplini, che hanno fatto da coro a una partita giocata a viso aperto da entrambe le contendenti. Una vittoria importante per il Resto del Maury, specchio della sua anima portante: Maurizio Camossi, che dal suo posto vicino alla bandierina era pronto ogni volta a sorridere alle voci dei cori festanti che a ritmo da stadio ne invocavano il nome. Il Maury aveva tre anni quando ci si accorse della malattia degenerativa che tuttora lo costringe a guardare il mondo dalla carrozzella. E da quel punto di vista seduto ha fatto cose grandi, ha fatto camminare le idee nel nome dello sport. E dentro

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dividendo una passione si riesce a fare sempre qualcosa di buono, perchĂŠ dietro ogni azione c’è lo spirito cristiano nel dare l’esempio. Credo che tutte le persone che incontro siano piccoli miracoli e che il Vangelo sia una tavolozza da impiegare nella vita, ma per farlo ci vuole il prossimo, perchĂŠ senza, l’essere umano non è nessuno. Per anni abbiamo seguito e sostenuto vari progetti di solidarietĂ , e vivere la malattia in prima persona mi ha aiutato a capire la diversitĂ degli altri, perchĂŠ si opera alla grande se a qualcuno metti il cuore in manoâ€?. Quel cuore che è simbolo del Resto del Maury e quella frase che dice piĂš di tutto: “La magica follia di un sorrisoâ€?.

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In quel tempo, GesĂš andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di TiberĂŹade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. GesĂš salĂŹ sulla montagna e lĂ si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, GesĂš vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perchĂŠ costoro abbiano da mangiare?â€?. Diceva cosĂŹ per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufďŹ cienti neppure perchĂŠ ognuno possa riceverne un pezzoâ€?. Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?â€?. Rispose GesĂš: “Fateli sedereâ€?. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. (...)

Il segno e le parole

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egnare. Una differenza fondamentale tra il nostro atteggiamento e quello di GesĂš è espressa nel verbo ‘sapere’: GesĂš sa, noi possiamo capire. Le nostre reazioni sono dettate dall’esperienza, da quello che è capitato a noi o a qualcun altro; GesĂš sa. E non solo perchĂŠ, nella prospettiva della narrazione di Giovanni, GesĂš ha chiaro tutto quanto gli dovrĂ accadere, ma perchĂŠ sa leggere in profonditĂ nelle intenzioni degli uomini. La sua capacitĂ di intuire gli permette di sapere e non soltanto di capire. Ăˆ una differenza enorme: capire è una conseguenza, sapere (e intuire) è l’apertura verso il futuro. CosĂŹ noi possiamo capire che qualcuno ci vuole bene o ci detesta, ha delle mire su di noi o vuole qualcosa; GesĂš sa tutto questo perchĂŠ conosce in profonditĂ chi gli sta davanti. Tanto piĂš quando chi gli sta davanti è la folla. La folla è l’elemento neutro del Vangelo, buona e cattiva, capace di lodi e di condanne. La stessa folla, gli stessi individui. La folla è in atte-

sa del segno, aspetta che le parole si trasformino in cose. A quel punto può prendere la decisione di stare da una parte o dall’altra. La folla constata che GesĂš ha delle possibilitĂ , molte possibilitĂ ; magari risorse che non si potrebbero sospettare, soldi, oro, appoggi di qualche ricco personaggio della cittĂ . Ăˆ il segno: lui è il profeta, cioè quello che riesce a fare quello che dice. Non lo dice anche GesĂš degli scribi e dei farisei: fate quello che dicono e non quello che fanno? A segnalare che manca proprio il segno, la realizzazione a quello che dicono. E il gregge non è forse senza pastore perchĂŠ alle parole non seguono le azioni, i discorsi si perdono nel nulla? Invece il segno è lĂŹ, tra le loro mani: GesĂš può ‘fare’ e quindi è il profeta, quello che può cambiare le cose, quello che è promesso. Non conta al momento quello che ha fatto. Non è questa la prospettiva della folla. La folla non si interessa che abbia dato pane e pesce o qualcos’altro. La folla capisce che ha la possibilitĂ di fare e quindi la loro ricerca non è stata vana: le parole

con le quali si sono riempiti non sono solo parole. Questo GesĂš sa, intuisce: stanno arrivando per farlo re (e non è usata a caso questa parola). Anche noi potremmo capire e quindi valutare la possibilitĂ , anche lasciarci lusingare dalla possibilitĂ . Guardiamo indietro, verso il passato, verso l’esperienza, verso quel che si può fare. Calcoliamo quanto potrebbe riuscire questa operazione, che vantaggi e svantaggi avrebbe. Ăˆ un misto di compromesso e di necessitĂ . Che non riguarda GesĂš: il suo obiettivo è un altro e non guarda al passato: deve far uscire da quella folla quelli che potranno credere, che sopporteranno la prova delle sue parole di scandalo. Il segno viene prima delle parole questa volta e le parole ne danno un’interpretazione inaudita. Non è bisogno di mangiare o bisogno di fare un segno: è il pane stesso un segno e l’inizio di un discorso. GesĂš ‘sa’ che non sopporteranno la prova delle parole ma sa anche il significato piĂš profondo, futuro e assoluto, della parola regnare.

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'LR SDVWRUH GHOO¡XPDQLWj “Dio è il pastore dell’umanitĂ . Questo significa che Dio vuole per noi la vita, vuole guidarci a buoni pascoli, dove possiamo nutrirci e riposare; non vuole che ci perdiamo e che moriamo, ma che giungiamo alla meta del nostro cammino, che è proprio la pienezza della vitaâ€?. Lo ha affermato Benedetto XVI, in occasione della recita dell’Angelus da Castel Gandolfo di domenica 22 luglio. Nel Vangelo “GesĂš si presenta come Pastore delle pecore perdute della casa d’Israeleâ€?. Egli, ha evidenziato il Pontefice, “incarna Dio pastore col suo modo di predicare e con le sue opere, prendendosi cura dei malati e dei peccatori, di coloro che sono ‘perduti’, per riportarli al sicuro, nella misericordia del Pa-

dreâ€?. Tra le “pecore perduteâ€? che GesĂš ha portato in salvo c’è “anche una donna di nome Maria, originaria del villaggio di Magdala, sul Lago di Galilea, e detta per questo Maddalenaâ€?. La guarigione profonda che Dio opera mediante GesĂš “consiste in una pace vera, completa, frutto della riconciliazione della persona in se stessa e in tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo. In effetti, il maligno cerca sempre di rovinare l’opera di Dio, seminando divisione nel cuore umano, tra corpo e anima, tra l’uomo e Dio, nei rapporti interpersonali, sociali, internazionali, e anche tra l’uomo e il creatoâ€?. Se “il maligno semina guerra; Dio crea paceâ€?. Al termine

dell’Angelus il Papa ha avuto un pensiero particolare per le Olimpiadi di Londra, definite “il piĂš grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolicoâ€?. Evento a cui la Chiesa cattolica guarda con particolare simpatia e attenzione. Di qui l’invito di Benedetto XVI a pregare “affinchĂŠ, secondo la volontĂ di Dio, i Giochi di Londra siano una vera esperienza di fraternitĂ tra i popoli della Terraâ€?. Un ultimo pensiero Benedetto XVI l’ha dedicato alla strage di Aurora, negli Stati Uniti d’America, dove un giovane ha ucciso 12 persone e ferito un’altra cinquantina ad una prima cinematografica.


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Ăˆ in corso, sino al 29 luglio, la I Settimana teologica della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) a Camaldoli, dal titolo “Se fosse un profeta? (Lc 7, 39) Profezia e testimonianza cristiana oggiâ€?, sul tema della profezia e della testimonianza. A guidare le riessioni Luciano Manicardi, monaco e vice priore della ComunitĂ di Bose, e Benedetta Zorzi, benedettina e docente di ďŹ losoďŹ a e teologia. “Questo appuntamento di lunga tradizione

Poco meno di due mesi separano il Libano, e tutto il Medio Oriente, dalla visita di Benedetto XVI: il Santo Padre, infatti, visiterĂ il “Paese dei cedriâ€? dal 14 al 16 settembre, per consegnare ai vescovi locali l’Esortazione apostolica post-sinodale sul Medio Oriente, come giĂ ricordato sullo scorso numero di “Voceâ€?. In vista dell’arrivo del Papa, dunque, fervono i preparativi anche sul mondo del web: è stato, infatti, attivato il sito internet ufďŹ ciale del

- affermano i presidenti nazionali Francesca Simeoni e Stefano Nannini - che ereditiamo dagli anni in cui G.B. Montini era assistente centrale della Fuci, mantiene una valenza ancora attuale: è il segno di giovani che desiderano impegnarsi, anche d’estate, nel campo sociale, culturale e spirituale, convinti che questo rappresenti un tempo propizio per la propria formazione personale, che produrrĂ i suoi frutti nelle comunitĂ di appartenenza in un domani vicinoâ€?.

viaggio apostolico. Raggiungibile tramite il link (http://www. lbpapalvisit.com/test2/public/italian/ index.php), il sito è consultabile in arabo, inglese, francese ed italiano. A dominare l’homepage, è il logo scelto per l’evento, che rappresenta “una colomba della pace che regge un ramoscello di ulivoâ€?. E naturalmente il richiamo è al Papa, che tiene “saldamente in mano la Sede di San Pietro attraverso il messaggio veicolato a milioni di personeâ€?.

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raticate il diritto e la giustizia. Un dialogo sull’etica sociale. Ăˆ questo il tema scelto dal Sae, il Segretariato attivitĂ ecumeniche, associazione laica e interconfessionale di persone impegnate per l’ecumenismo e il dialogo a partire da quello tra ebrei e cristiani, per la 49ÂŞ sessione di formazione ecumenica in corso all’Istituto Filippin, a Paderno del Grappa (Tv), sino al 28 luglio. Meo Gnocchi, presidente nazionale uscente del Sae, illustra in questa intervista gli aspetti salienti della sessione in corso, dedicata ancora una volta, dopo quella dello scorso anno, al tema dell’etica. Per il secondo anno alla sessione estiva del Sae si parla di etica. Come mai questa scelta? “La sessione dell’anno scorso aveva impostato il discorso dell’etica nelle sue linee generali, andando ad analizzare i fondamenti dell’etica e a vedere come le Chiese esprimono una loro visione a proposito dell’etica in senso generale. Si è sentita l’esigenza, per il 2012, di passare a un piano piĂš concreto, piĂš applicativo. In un primo tempo, avevamo pensato di trattare tutte le questioni dell’etica, sia di quella sociale sia di quella che possiamo definire ‘personale’: poi ci siamo accorti che l’argomento è troppo vasto e ci siamo orientati ad approfondire solo l’etica socialeâ€?.

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dialogo. In ogni caso, l’etica sociale è di tale attualitĂ e di tale urgenza che era giusto dedicarle una sessione. Malgrado ciò, alcuni aspetti si sono dovuti tralasciare perchĂŠ in una settimana non è possibile trattare tuttoâ€?. Quali temi affrontate? “Ci siamo proposti innanzitutto di tener conto di un orizzonte interculturale, sia come aspetto di fondo della sessione sia come argomento specifico di confronto tra un cristiano, un ebreo e una musulmana: Brunetto Salvarani, direttore di CemMondialitĂ , Bruno Segre, direttore

di Keshet, e Ouejdane Mejri, presidente dell’associazione ‘Pontes. Tunisini in Italia’. Intorno a questo ruotano argomenti che ci sono sembrati cruciali per l’articolazione del tema, come la questione della legalitĂ e altre ancora

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,O FDUG %DJQDVFR H JOL DWOHWL Lo scorso 22 luglio il presidente del Coni Giovanni Petrucci e il segretario generale, capo missione della squadra italiana, Raffaele Pagnozzi, hanno partecipato, con una delegazione di atleti, alla Messa per la squadra olimpica azzurra che è stata celebrata a Londra nella storica St. Peter’s Church, la chiesa della comunitĂ italiana, che si trova nel centro della capitale britannica a due passi dalla City. Nel corso della celebrazione è stato letto il messaggio del

presidente della Conferenza episcopale italiana card. Angelo Bagnasco, agli atleti italiani. “La Carta olimpica – è un passaggio del messaggio – ci ricorda che scopo del Movimento olimpico è contribuire alla costruzione di un mondo migliore, caratterizzato da istanze di fraternitĂ e amicizia tra i popoli, di concordia e pace tra le nazioniâ€?. Per il card. Bagnasco, “l’avvenimento olimpico, dove si confrontano popoli e nazioni che rappresentano culture e tra-

dizioni differenti, può diventare tramite di una forza ideale capace di aprire vie nuove, e a volte insperate, nel superamento di tensioni, conitti, violazione dei diritti umaniâ€?. Il Presidente della Cei ha poi ricordato agli atleti di mostrate a quali traguardi può condurre la vitalitĂ della giovinezza, quando non si riďŹ uta la fatica, “una lezione di vita – ha concluso il card. Bagnasco – necessaria in un tempo di crisi che chiama tutti a rigore e sacriďŹ cioâ€?

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“Guai a voi ricchiâ€? è il titolo dello spettacolo in programma nella serata del 13 settembre presso la sala della comunitĂ Santa Giulia del Villaggio Prealpino, inserito come “trattoâ€? nel programma dell’AgorĂ 2012. Si tratta di un lavoro scritto, diretto e interpretato da Giovanni Scifoni (nella foto), attore e regista italiano, proposto nell’edizione 2011 de “I Teatri del Sacroâ€?, progetto artistico e culturale dedicato alle intersezioni, sempre piĂš diffuse, fra il teatro e la ricerca spirituale

“Noi crediamo. Io credoâ€? è il tema scelto per l’assemblea diocesana dei catechisti in programma per sabato 15 settembre al PalaBrescia, inserita nel programma dell’AgorĂ che apre l’anno pastorale 2012-2013 della Chiesa bresciana. “Al catechista – scrive il vescovo Monari nel pieghievole che presenza l’assemblea – è afďŹ dato il compito di trasmettere la fede a nome della comunitĂ cristiana. Appare quindi importante una riessione sulle condizioni per educare alla fede nel nostro tempoâ€?.

e religiosa ideato dalla Federgat. “Guai a voi ricchiâ€? affronta i temi del peccato, della colpa, del perdono, della guerra e della sofferenza degli innocenti, Scifoni accompagna il pubblico in un viaggio della memoria, dalla stagione dei preti operai e delle chiese occupate per protestare contro il Vietnam e piĂš lontano ancora in Colombia, con i preti guerriglieri e la teologia della liberazione, in un percorso che provoca domande e tormenta la coscienza.

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I lavori dell’assemblea si apriranno alle 14.30 con l’accoglienza dei partecipanti: a seguire l’introduzione “1962-2012. Il volto della Chiesa bresciana nel volto dei catechistiâ€?. Alle 15 don Valentino Bulgarelli, direttore dell’ufďŹ cio catechisto e dell’Istituto superiore di scienze religiose della diocesi di Bologna, interverrĂ sul tema “Noi crediamo, io credo. Educare all’atto di fede oggiâ€?. Alle 16.30 la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo che chiude l’assemblea.

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a Chiesa bresciana è in cammino verso il Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali che verrĂ celebrato, in due diverse sessioni, il dicembre prossimo. Con il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e l’anno della fede, il Sinodo diocesano segna l’anno pastorale 2012-2013 della Chiesa bresciana. Per questo motivo, il tema unificante dell’anno è stato sintetizzato con l’espressione: “Cerchiamo il tuo Volto. La Chiesa bresciana dal Concilio al Sinodo sulle unitĂ pastoraliâ€?. Partendo dal presupposto che compito delle comunitĂ cristiane è cercare e mostrare il volto di Cristo, l’intento di questo anno pastorale, come scrive mons. Renato Tononi, vicario per la pastorale e i laici, in una lettera indirizzata alla diocesi, “vorrebbe essere soprattutto quello di verificare il volto della Chiesa bresciana alla luce dei testi conciliari; e questo in vista di un rinnovato cammino di fede personale e comunitario, secondo le indicazioni del Sinodo diocesanoâ€?. Sotto questo profilo, la settimana dell’AgorĂ , proposta che da qualche anno a questa parte apre l’anno pastorale della Chiesa bresciana (e che in questo 2012 è stata programmata dal 10 al 16 settembre), è stata pensata come una sorta di evento “esemplareâ€?, offerto alle parrocchie o unitĂ pastorali

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te del cuore all’incontro con GesĂš. I “voltiâ€? messi in risalto nel corso dell’AgorĂ sono quello del “presbiterio bresciano a 50 anni dal Concilioâ€? che caratterizza l’incontro tra il Vescovo e i sacerdoti diocesani il 10 e l’11 settembre, all’auditorium San Barnaba, quello dei laici bresciani, proposto nell’incontro “Gioie, speranze e attese degli uomini d’oggiâ€?, in programma alle 20.30 del 10 settembre in Palazzo Loggia, e ancora quello della vita consacrata a Brescia, sempre a mezzo secolo dall’apertura del Vaticano II, che, invece, diventerĂ il tema dell’incontro tra il vescovo Monari i religiosi e le religiose in programma, sempre al San Barnaba, il 15 settembre alle 9.30. La parte dei volti si chiude, sempre il 15 settembre, con un altro momento “tradizionaleâ€? dell’AgorĂ : l’assemblea diocesana dei catechisti, in programma dalle 14.30 al PalaBrescia di via Ziziola, in cittĂ . Educazione, dialogo con il mondo, ecumenismo e dialogo interreligioso, caritĂ e missione sono, invece, i tratti nati dal Concilio che il programma di AgorĂ mette a fuoco, cosĂŹ come la Parola, l’eucaristia, la madre della Chiesa sono le porte del cuore che aprono all’incontro con il Signore previste nel fitto calendario delle iniziative messe in programma per aprire un anno pastorale che per la Chiesa bresciana è straordinario.

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Dal 26 luglio al 2 agosto Il Vescovo presiede il pellegrinaggo in Terra Santa promosso dall’Ufficio famiglia.

La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti. Il sac. don Gian Luca Guana, già vicario parrocchiale a Carpenedolo, è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di Salò. Il sac. don Renato Piovanelli, già vicario parrocchiale a Rezzato San Carlo, è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di Carpenedolo.

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LunedĂŹ 6 agosto, festa della Trasfigurazione, ricorre il 34° anniversario della morte del Servo di Dio papa Paolo VI, avvenuta a Castel Gandolfo. Per l’occasione sarĂ celebrata, alle 16.30 nel Santuario della Madonna delle Grazie in Brescia, luogo caro anche a Paolo VI, una Santa Messa presieduta da mons. Angelo Bonetti, canonico della Cattedrale.

Il 19 luglio è morto a Palazzolo, presso le Ancelle della Chiesa, don Davide Carsana. Nato a Cortenuova, il 3 marzo del 1920, era stato ordinato a Botticino Sera nel 1945. Palosco, Palazzolo, Cristo Re in città , sono le comunità in cui ha operato da vicario cooperatore. Dal 1965 al 1995 è stato parroco a Paderno Franciacorta. Nel 1995 il ritorno a Chiari dove si sono svolti i funerali e dove è stato sepolto.

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a sempre sono un punto fermo dell’estate di tanti giovani e giovanissimi. I campi scuola organizzati dall’Azione catttolica sono un’esperienza che ha segnato intere generazioni. PerchĂŠ se l’estate è un periodo in cui si coltivano progetti, si fanno programmi per le vacanze, si tende a sospendere l’ordinario per vagheggiare l’eccezionale, è anche tempo adatto per mettersi in gioco, per rischiare, educando o riposando, incontri piĂš profondi, pezzi di vita piĂš intensi e aperti all’incontro con Dio. Un tempo adatto, insomma, ai campi scuola. Quella promossa dall’Azione cattolica è un’esperienza che continua ancora e che trova ancora una significativa partecipazione anche in tempi in cui questo tipo di proposta si è notevolmente ampliata con tantissime parrocchie che hanno mutuato la proposta dei campi estivi proprio dall’Azione cattolica. Nonostante “i numerosi tentativi di imitazioneâ€? (per usare una frase coniata da un noto settimanale di enigmistica), l’Azione cattolica continua a proporre ai suoi associati questa esperienza formativa residenziale estiva. Quella elaborata in via Tosio a Brescia è una proposta variegata che spazia dai campi fanciulli (per i

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Ž‹ ‡•‡”…‹œ‹ •’‹”‹–—ƒŽ‹ ƒ ‹ŽŽƒ ƒ…‡ bambini delle elementari) ai campi ragazzi (per i ragazzi delle medie), dai campi terza media ai campi giovanissimi. In base alla programmazione annuale del consiglio diocesano, l’Azione cattolica pemsa anche a

proposte per giovani, per educatori Acr, per adulti e responsabili associativi. Ogni estate viene inoltre proposto un corso di esercizi spirituali, in un momento di riposo propizio per ritemprare lo spirito e vivere, nel silenzio e nella quiete, un’esperienza profonda di Dio e per fare il punto sulla propria vita personale. Il tema scelto per gli esercizi di quest’anno è “La spiritualitĂ laicaleâ€?. Dal 3 al 5 agosto Villa Pace di Gussago ospiterĂ questa proposta, importante occasione di preghiera e di riflessione, appuntamento indispensabile per la propria formazione per-

sonale. D’altra parte l’importanza degli esercizi spirituali per ogni laico è richiama nello stesso progetto formativo dell’Azione cattolica. Mantenendo fede allo stile inaugurato negli ultimi anni, sarĂ un laico a guidare la proposta degli esercizi spirituali. Si tratta di Carmelo Dotolo, sposato, con quattro figli, dal 1987 collaboratore dell’Ufficio per l’evangelizzazione e la catechesi della diocesi di Roma. Dal 1997, inoltre, è coordinatore dei corsi di aggiornamento per operatori per la pastorale e la catechesi e collaboratore dell’Ufficio catechistico del Lazio. Tornando però ai campi estivi, la prima proposta che l’Azione cattolica mette in calendario è il “Campo III media e giovanissimiâ€? che si terrĂ a Borno, dal 29 luglio al 4 agosto. “Venite e vedreteâ€? è invece il tema del campo Acr 9-13 che si terrĂ a Astrio di Breno dal 25 agosto all’1 settembre prossimo. Stesso tema, ma sede diversa, è stato scelto per il campo Acr 6-8, in programma dal 31 agosto al 2 settembre a Villa Pace. Sempre la struttura di Gussago ospiterĂ il campo educatori in calendario dal 7 al 9 settembre. Molte altre informazioni sulla programmazione estiva dell’associazione si possono avere contattando l’Azione cattolica di Brescia allo 030 40102 (orario d’ufficio), tramite mail: info@acbrescia.it, oppure visitando il sito www.acbrescia.it.

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famiglie. Le Caritas infatti possono chiedere una partecipazione al Fondo Briciole Lucenti fino al 50% (per un importo massimo complessivo di 5000 euro, a semestre) delle erogazioni concesse a famiglie per piccole spese inerenti la casa, l’istruzione, la salute. Significativo della fatica di molte famiglie, il confronto tra i dati del Fondo Briciole Lucenti relativi al 2011 e al primo semestre del 2012: lo scorso hanno, a fronte delle 35 Caritas che hanno

presentato domanda, 285 risultano le famiglie aiutate, per un totale di 167.158,40 euro e per un importo medio delle domande di 586,00 euro; al 30 giugno 2012, a fronte di 36 Caritas che hanno richiesto la compartecipazione al Fondo Briciole Lucenti, 196 risultano le famiglie sostenute, per un totale di 122.432 euro e con un importo medio delle domande di 648 euro. La prossima scadenza per la partecipazione al Fondo Briciole Lucenti: 7 gennaio 2013.

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a congiuntura socio-economica attuale sta colpendo in modo sempre piĂš massiccio le giovani generazioni. Di giorno in giorno si susseguono dati sempre piĂš preoccupanti inerenti la disoccupazione giovanile, il fenomeno crescente dei “neetâ€?, cioè di coloro che abbandonano gli studi e rinunciano a cercare un lavoro, il crollo dei mutui concessi alle giovani coppie ecc. All’Ufficio promozione volontariato giovanile della Caritas incontriamo quotidianamente diversi giovani, non pochi dei quali si trovano in una situazione di sospensione, disorientamento, demotivazione. L’aspetto piĂš preoccupante che rileviamo non riguarda tanto le difficoltĂ oggettive che alcuni incontrano nel percorso di autonomizzazione e di crescita, quanto l’effetto che la condizione di stallo nella quale si trovano, se prolungata, esercita sul loro modo di percepirsi, sulla fiducia in loro stessi, nelle loro capacitĂ di realizzarsi e di contare all’interno della societĂ (famiglia, gruppo di amici, le reti di appartenenza reali e virtuali). Ăˆ su questa capacitĂ di attivazione che abbiamo deciso di puntare la nuova campagna di comunicazione della Caritas diocesana rivolta ai giovani. Una campagna che parla di “Contaminazioneâ€?, del passaggio da una situazione di inattivitĂ nella quale i giovani vengono contati come vittime sul campo della crisi (Contami Inazione) ad una situazione di attivazione (Contami In Azione). L’impegno in un servizio alle persone in difficoltĂ non risolve certo il nodo attuale della scarsitĂ di lavoro

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to della crisi senza perdere di vista una dimensione di progettualitĂ , speranza e desiderio di futuro che non sia semplicemente un fluido adattamento alle condizioni contingenti. Le forme nelle quali mettersi in gioco sono diverse, come diverse sono le istanze dei giovani: dall’impegno in eventi e iniziative specifiche, al servizio breve, all’anno di volontariato sociale, alla comunitĂ giovanile, ai campi di servizio estivi. Ciò che accomuna queste esperienze è la possibilitĂ di contaminare il quotidiano e i propri progetti di vita incrociando nella quotidianitĂ altre storie di vita e lasciandosi provocare dall’inedito generato da queste relazioni impreviste e improbabili, ma raramente insignificanti.

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‘Â?…‘”•‘ ƒ Â•Â…Â—Â‘ÂŽÂƒÇŁ Ž—‘‰‘ ‹Â? …—‹ •‹ •’‡”‹Â?‡Â?–ƒ Žƒ •‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â? Dopo la positivissima esperienza dello scorso anno sfociata in una grande festa al PalaBrescia (nella foto), anche per il 2012 il Csv di Brescia ripropone un Concorso rivolto alle classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Con questo concorso si intende sollecitare alunni ed insegnanti a narrare, attraverso diverse modalitĂ e tecniche artistiche, le loro esperienze ed idee di solidarietĂ . Il tema dell’opera dovrĂ essere il mondo

del volontariato nelle sue piÚ diverse manifestazioni: solidarietà , dono, gratuità , rispetto per l’altro, cittadinanza attiva, promozione dei diritti di tutte le persone. Le scuole sono ancora luoghi in cui i ragazzi sperimentano direttamente la solidarietà e speriamo che questo Concorso possa rivelarsi ancora una volta occasione per raccogliere e narrare ad un vasto pubblico storie e suggestioni positive. Le opere vincitrici (ne verranno premiate otto) saranno

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uglio ed agosto, i mesi in cui abitualmente rallentano le attivitĂ in attesa della ripartenza di settembre, possono essere momento di preparazione e riflessione sulle future scadenze. Su tutte la 6ÂŞ Conferenza nazionale del volontariato si svolgerĂ quest’anno a L’Aquila, dal 5 al 7 ottobre. L’appuntamento inviterĂ tutto il mondo del volontariato e i soggetti istituzionali interessati a un momento ampio di confronto e dibattito per riflettere sul ruolo che assume oggi il volontariato e su come possa rappresentare una valida risposta per uscire dalla crisi che coinvolge il nostro Paese, dando il proprio responsabile contributo per un radicale e costruttivo cambiamento. La Conferenza è organizzata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali - Direzione generale per il terzo settore e le formazioni sociali - in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per il volontariato e in partenariato con la Provincia de L’Aquila e il Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il volontariato. I promotori hanno ideato un percorso partecipato di incontri di approfondimento per raccogliere la voce di tutte le Odv. Si tratta di una vera e propria maratona della solidarietĂ , che attraverserĂ tutta l’Italia con lo scopo di instaurare un dibattito con tutti i volontari, le reti e le organizzazioni di volontariato dei territori per giungere poi a presentare un documento di sintesi condiviso durante i lavori della Conferenza. “Quali nuove povertĂ , marginalitĂ , disuguaglianze ed ingiustizie inter-

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Ristorante - Matrimoni - Eventi Meeting Ristorante aperto da GiovedĂŹ a Domenica

infatti esposte durante la festa per la Giornata internazionale del volontariato, sabato 1 dicembre 2012, presso la sede di Confartigianato in via Orzinuovi, 28 a Brescia. Le scuole stanno ora vivendo il loro periodo di riposo, ma gli insegnanti interessati sono invitati sin da subito ad attivarsi per partecipare al concorso. Per maggiori informazioni è possibile contattare Anna Tomasoni o Patrizia Sbaraini presso la sede del Csv, tel. 0302284900.

renderli, partecipi, liberi e capaci di “iniziareâ€? cose nuove? Queste alcune delle tematiche su cui il volontariato è chiamato ad interrogarsi. Il Csv di Brescia in preparazione a questo significativo appuntamento organizza tre incontri rivolti alle associazioni: lunedĂŹ 3 settembre ore 18 presso la propria sede di via Salgari 43/b – Brescia (tel. 030/2284900 - info@bresciavolontariato.it); MartedĂŹ 4 settembre, sempre alle 18, presso lo Sportello Csv di Gardone VT via Matteotti, 300/e e mercoledĂŹ 5 settembre alle 18 alla Cassa Padana di Ceto in via Badetto, 4. Per partecipare agli incontri è necessario iscriversi inviando una mail o contattando i referenti dello Sportello Csv sul territorio.

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dubbi e i tormenti di Sara, in attesa di un figlio minacciato dalla nube di diossina sprigionata dalla Icmesa di Seveso il 10 luglio del 1976, possono essere gli stessi che, tormentarono Maria circa il futuro di quel figlio donatole e di cui, già, conosceva la sorte? È stata questa domanda, mai espressa direttamente, ma più volte evocata, ad aleggiare sulla messa in scena di “Anima errante”, lo spettacolo scelto per l’edizione 2012 (la 66ª ) della “Festa del teatro di San Miniato”. Roberto Cavosi, autore del testo, con “Anima errante” ha chiamato a una riflessione profonda, importante, carica di dolore e di emozioni, sul valore della vita come dono prezioso e su tutte quelle problematiche etiche e sociali a questa collegate. La protagonista è Sara, donna di Seveso felicemente sposata che aspetta un figlio. La nube tossica che si sprigiona dalla fabbrica cambia radicalmente la sua vita. Sara non sa cosa fare. Nessuno, in quel 1976, sapeva quali danni

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° ͙͟͡͞ǡ potesse causare la diossina a un feto. Qualcosa si sapeva (le conseguenze dell’uso delle bombe al napalm, di cui la diossina era un componente, in Vietnam era evidente), ma la scienza, almeno quella a cui si appella Sara, che poi altro non è che lo studio di una ginecologa, non sa dare risposte. In questo silenzio, aggravato dall’atteggiamento del marito Davide che, come Pilato, vuole lavarsi le mani, chiedendo che sia la moglie a scegliere per l’aborto, Sara si rivolge alla Vergine. La sua richiesta si fa sempre di assidua, insistente. “Non ne posso più di sentire parlare solo di diossina! Parlami... del cielo e delle stelle, dei diademi della

tua corona, del tuo manto disegnato dagli astri, parlami Signora ti prego” è la straziante richiesta della donna. Le due esperienze femminili finiscono così per sovrapporsi “un figlio per un figlio, una madre per una madre” dice Maria a Sara, confermando che l’angoscia che la tormenta è la stessa che ha provato come madre di Gesù. La struggente identificazione con Maria consente a Sara di vedere finalmente chiaro nella sua vita e, probabilmente, in quella del figlio che porta in grembo. “Dove guardano i tuoi occhi” chiede a Sara la ginecologa nell’ultima scena dello spettacolo che riprende quella da cui era partito, “Lontano” risponde Sara che, come Maria, ha saputo dire il suo sì. A sostenere il testo di Roberto Cavosi, messo in scena da Carmelo Refici, Maddalena Crippa che ha saputo rendere credibili i dubbi e i tormeni di Sara. “Anima errante”, viene replicato il 26 luglio al Sacro Monte di Varese. Nella stagione invernale farà tappa a Milano.

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Tre concerti di alto livello tutti da gustare per la popolazione monteclarense durante il periodo estivo: con questa ďŹ nalitĂ l’Aido di Montichiari e la Scuola d’archi Pellegrino da Montechiaro hanno organizzato, per il 12° anno, la rassegna musicale “Note sotto le stelleâ€?. Si parte sabato 4 agosto alle 21.30 nella Pieve di San Pancrazio (nella foto) con l’esibizione della autista Fiorella Camilleri e del chitarrista Luca Lucini. Il secondo appuntamento

Si chiude con questo numero la favolosa stagione estiva dei tagliandi “All’evento con Voce�, prima della chiusura estiva ecco i sei spettacoli di cui regaliamo i biglietti in collaborazione, questa settimana, con Re:think-art per gli spettacoli all’interno di “Tener-a-mente� al Vittoriale. Taglia il tagliando a pag. 39 e spedisci a “All’evento con Voce� a “La Voce del Popolo� in via Callegari 6, 25121. Si parte con il duo musicale Einaudi-Fresu il 31 luglio (estrazione il 31 luglio),

avrà luogo, invece, nel cortile del Past (Palazzo dell’archeologia e della storia del territorio, salita al Castello) sabato 8 settembre alle 21.30 con il duo chitarristico Chiara e Stefano Festa. Sarà il Gardaforum della Bcc del Garda, invece, a ospitare il terzo ed ultimo appuntamento, sabato 6 ottobre sempre alle 21.30 con l’Ensemble Horus Percussion. Tutti i concerti sono ad ingresso libero; per info chiamare lo 030/962148 oppure lo 030/9962377. (f.m.)

per proseguire con il concerto di Samuele Bersani il 3 agosto, Gran gala di danza e danze il 5 agosto, il clown David Larible il 6 agosto, Ute Lemper il 9 e il 12 con “Principal of New York City Balletâ€?, spettacolo di danza con i primi ballerini. Per ciascuno due biglietti. Estrazione per tutti il 3 agosto. Federica Rovizzi ha vinto i biglietti per Renga, Ramon Bertoli per i LitďŹ ba, Loretta Mori per Giorgia e Giuseppe Rubessi per Buena vista social club.

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al 27 luglio torna per il 12° anno il festival musicale Arenasonica: per due week end, l’arena del Parco Castelli ospiterĂ sei serate a ritmo di rock ed hip-hop, che quest’anno avranno come filo conduttore il cinquantesimo anniversario della nascita dei Rolling Stones. “Abbiamo pensato di rendere omaggio ad uno dei piĂš grandi gruppi della storia della musica – spiega Gianluca Scaglia, organizzatore della manifestazione – sia con la musica di alcune band tributo, sia con l’esposizione di alcune copie delle chitarre degli Stones che verranno messe in mostra domenica 29. Inoltre, nei mesi scorsi è stato avviato un concorso, intitolato proptio Sympathy for the Stones, per il quale veniva chiesto di presentare delle bozze di disegni che sarebbero poi stati trasposti ed utilizzati come vera e propria scenografia per i concerti durante Arenasonicaâ€?. Vincitori del concorso sono stati Tommaso Giovannini, Gigi Bonaccio e Gabriele Mangano, che la sera del 27 luglio, in occasione dell’apertura del festival, realiz-

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dĂŹ salirĂ una band londinese, i Jim Jones Revue, che si farĂ portatrice di atmosfere punk-rock e blues; in apertura, altri due bresciani (sebbene dal nome non si direbbe): Jet Set Roger e gli Slick Steve & The Gangsters. Sabato sarĂ dato spazio invece alla musica indie, con The R’s (giĂ noti al pubblico bresciano come The Record’s) e i torinesi Movie Star Junkies. Chiude il festival, domenica 5, lo spagnolo Depedro, giĂ musicista della band americana Calexico, supportato dalla nostra concittadina Claudia Ferretti, cantautrice, e dalla sua band, i Claudia is on the Sofa, che ha da poco pubblicato il suo primo album “Love Huntersâ€?. Tutte le serate iniziano alle ore 21 e sono ad ingresso gratuito. Per informazioni www.arenasonica.net

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$UFDL ´%UHVFLD SHUGHUj WUH PLOLRQL GL HXURÂľ “Il decreto di revisione della spesa pubblica in discussione al Senato, con alcune norme indiscriminate, potrebbe far fare un balzo indietro di 20 anni alla gestione della cultura nel nostro Paese, azzerandone completamente il processo con il quale alle vecchie gestioni pubbliche sono state sostituiti modelli autonomi orientati ai risultatiâ€?. Inizia cosĂŹ il comunicato stampa che Federculture (Federazione nazionale delle aziende di servizio pubblico locale, Regioni, Enti Locali, e tutti i soggetti pubblici e privati che gestiscono i servizi legati alla cultura, al turismo, allo sport e al tempo libero) ha emanato in merito alla scure imposta dalla “Spending reviewâ€?. Continuano sottolineando che il decreto prevede lo scioglimento “di tutte le societĂ strumentali partecipate da pubbliche amministrazioni e contestualmente fa divieto agli enti quali associazioni e fondazioni che prestano servizi alla Pubblica amministrazione di ricevere contributi a carico delle finanze pubblicheâ€? con il conseguente rientro nella Pubblica amministrazione di tutti i servizi svolti da altri enti o la gestione di terzi, con appalti con logiche di “puro mercatoâ€?. In quest’ottica l’assessore Andrea Arcai ha spiegato che “potrebbe comportare per il Comune di Brescia una minore entrata di 2 milioni 800mila/3 milioni di euroâ€? e ha ricordato che “A Brescia, ai confini dell’impero, si agisce: in marzo due parlamentari bresciani gli on. Beccalossi e Saglia hanno presentato una proposta di legge a sostegno della cultura per il ricono-

scimento di agevolazioni fiscali al settore privato per le erogazioni liberali e le donazioni a favore di soggetti operanti nel campo della cultura e dello spettacoloâ€? e poi propone che i beni frutto della lotta all’evasione fiscale siano “reinvestiti a favore della sanitĂ , della ricerca, della scuola e della cultura restituendo al nostro paese e ai nostri cittadini fiducia nelle istituzioni e nello statoâ€?.

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ÂŽ †—‘ ‹Â?ÂƒÂ—Â†Â‹ÇŚ ”‡•— –‘”Â?ƒ †‘’‘ •‡‹ ƒÂ?Â?‹ A sei anni di distanza dalla prima estemporanea e applauditissima apparizione all’Auditorium Parco della Musica di Roma (aprile 2006), si ripropone ancora una volta il connubio tra due grandi protagonisti della musica: Paolo Fresu, protagonista della scena jazzistica degli ultimi anni, e Ludovico Einaudi, uno dei pianisti e compositori italiani piĂš conosciuti e apprezzati nel mondo. Torinese, classe 1955, la sua musica affonda le radici nella tradizione classica

con l’innesto di elementi derivati dalla musica pop, rock, folk e contemporanea, per tessere melodie profondamente evocative e di grande impatto emotivo. Dal suo album del 2006 “Le ondeâ€? il regista Nanni Moretti estrapolò la colonna sonora di “Aprileâ€?; ma la collaborazione con il mondo del cinema diede vita ad altri lavori: l’ultima della serie nel 2010 con le musiche per “La ďŹ ne è il mio inizioâ€?, il ďŹ lm di Jo Baier dedicato alla vita del grande giornalista-

mistico Tiziano Terzani. Saranno sul palco del Vittoriale martedĂŹ 31 agosto alle 21.15. Disponibili solo posti non numerati a 23 euro (a cui aggiungerne 3 di prevendita). Due mondi apparentemente contrastanti eppure perfettamente fusi fra loro. La scrittura intensa di Einaudi, che si esprime attraverso forme minimali e immaginiďŹ che, e quella onirica di Fresu, in una continua osmosi di sensazioni e suggerimenti, ďŹ no a raggiungere la dimensione perfetta dei due strumenti.

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i trova in Cina Giulia Staccioli, direttrice artistica e fondatrice della compagnia Kataklò (accademiakataklo.com), ma la distanza non le ha impedito di risponderci. L’ensemble di physical theatre piĂš amato della scena italiana, fondato dalla campionessa di ginnastica artistica a Los Angeles ‘84 e Seul ‘88, festeggia i suoi 15 anni di attivitĂ aggiungendo un importante step alla propria ricerca tecnica e drammaturgica: “Puzzleâ€?. Lo spettacolo di danza acrobatica e coreografica sarĂ di scena al Vittoriale domenica 29 luglio alle 21.15 (biglietti esauriti nei primi settori. Ancora disponibili negli altri a partire da 22 euro, a cui aggiungere la prevendita. Info: anfiteatrodelvittoriale.it) Come nasce l’incontro tra danza e ginnastica? Kataklò è nato come un progetto e l’obiettivo mio fin dall’inizio era quello di mettere questi due mondi, la danza e la ginnastica, in una situazione di dialogo; non mi è mai piaciuta la figura del ginnasta come giullare ad effetto che compare all’improvviso facendo un salto mortale. All’inizio non c’erano dei danzatori-atleti giĂ formati e quindi i primi lavori che facevamo erano piĂš ginnici che contaminati dalla danza e dal teatro. In tutti questi anni mi sono resa conto che mancava proprio questo: o un performer si specializza in un’arte circense per cui fa solo quello o fa solo un percorso di danza; una figura poliedrica è invece molto richiesta a livello internazionale. Ora, dopo 15 anni di lavoro con la compagnia ho aperto a Milano l’accademia Kataklò per formare non semplici danzatori ma dei performer con competenze multiple che possono essere inseriti in percorsi artistici internazionali. Avrebbe mai pensato, alla fondazione della compagnia, di arrivare qua? Ăˆ stato un salto nel buio con la curiositĂ di trovare nel buio qualcosa di nuovo. Non mi sono mai posta la domanda di dove sarei arrivata. Continuo a camminare osservando ciò che trovo nel cammino. Tra gli eventi e gli spettacoli fino ad ora realizzati quale è quello che rappresenta meglio lo spirito dei Kataklò? “Playâ€? è il manifesto della compagnia. La pianta che ha fatto germogliare tutti gli altri. Molti spettacoli messi in scena in questi anni sono stati

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te guardando con occhi nuovi il loro percorso professionale, e dando loro il mio supporto per lo sviluppo di un loro personale progetto coreografico. Ovviamente, sempre sotto la mia supervisione. Gradito ritorno all’anfiteatro dopo che l’hanno scorso la pioggia vi ha impedito di finire lo spettacolo‌ Qual è il futuro per i Kataklò e per questa tipologia di arte? Del doman non c’è certezza! Purtroppo è un momento difficile per la nostra arte, credo nel progetto Kataklò e vado avanti mettendomi a disposizione di chi crede con me in questo dialogo. Ora sono in Cina, un confronto straordinario con performer di cultura lontana dalla nostra e... il dialogo si instaura. Continuo a sorprendermi. In una battuta definisca Kataklò. La parola Kataklò, in greco antico significa “io ballo piegandomi e contorcendomiâ€? e quale parola migliore per descrivere il nostro lavoro?


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Una mostra dedicata alla natura morta, genere che si diffonde a Roma dal XVII secolo, grazie all’interesse della classe nobile aristocratica, desiderosa di abbellire le proprie residenze con dipinti nuovi raffiguranti vasi di fiori, cesti di frutta, ghirlande floreali, tavole imbandite, trionfi di cacciagione. Curata da Davide Dotti, esposte opere provenienti dall’Accademia Carrara di Bergamo e da collezione private,

Collettiva d’arte contemporanea per valorizzare eccellenze italiane artistiche e produttive. In mostra opere di Alessandro Bulgarini, Mauro Liotto, Rita Pierangelo, Manuel Ondei e pezzi di design di Arkof, in collaborazione con l’Associazione Art Wine & Design, main sponsor la Technymon di Castelli Calepio. “Art Wine & Design�, Tenute La Montina – via Baiana, Monticelli (Bs). Fino al 16 settembre, (9-12 e 14-18).

capolavori di artisti italiani e stranieri tra cui le nature morte con strumenti musicali di Evaristo Baschenis, i vasi di fiori di Francesco Mantovano e Adeodato Zuccati, i rapaci del palazzolese Giorgio Duranti. “Natura morta del XVII e XVIII secoloâ€?, Galleria Civica G.B. Bosio, Piazza Malvezzi, 38 – Desenzano (Bs). Fino al 19 agosto, martedĂŹ (10.30-12.30), venerdĂŹ (18-21); sabato e festivi (10.30-12.30 e 18-21).

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lia è un Paese impaurito, che esita a spendere e investire. Ăˆ vero anche che l’Italia è un Paese con enormi potenzialitĂ . Ovunque vada per il mio lavoro e dico che sono italiano, sgranano gli occhi. Ovunque, non solo in Europa e America, ma anche in Brasile, Cina, India, Sudafrica, nel mondo

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erchĂŠ un romanzo? Mi verrebbe da dirti: perchĂŠ se avessi scritto un saggio su questa storia mi avrebbero querelato e processato. Ăˆ difficile distinguere la leggenda dalla realtĂ . La leggenda è quella del mio paese, della mia cittĂ . Ad Alba arrivò alla fine della guerra, forse un po’ prima di come scrivo io, una parte del tesoro della quarta armata italiana che aveva occupato il Sud della Francia. Un tesoro fatto di oro, franchi, marchi, opere d’arte... Fu nascosto nei sotterranei della chiesa e, secondo la leggenda, diviso tra il Vescovo, che affidò la parte a una famiglia di allora piccoli imprenditori, e il capo dei partigiani rossi, fondatore di una dinastia. Questa è una leggenda di paese che, come tutte, contiene un fondo di veritĂ . Poi io costruisco una leggenda che è fantasia. Immagino un contrasto tra due capi partigiani, Domenico Moresco, fondatore della

dinastia rossa, e il suo braccio destro Alberto, divisi dalla decisione di accettare il tesoro (Domenico lo prende, l’altro no) e da un amore; entrambi amano la stessa donna: Virginia. Virginia sceglie Alberto e Domenico la manda a morire per mano dei nazisti. Virginia è la donna della copertina. Il libro è anche la storia di una vendetta lunga 60 anni per il tesoro e per la donna ed è diviso sotto il piano temporale: 1945 (anno della guerrra), 2011 e 1963, anno della morte di Beppe Fenoglio, che omaggio. I piani temporali si mescolano e si intersecano... solo fantasia? Naturalmente c’è molto spazio alla fantasia e all’inventiva; i personaggi femminili nascono dalla mia fantasia, ma soprattutto di mia figlia che non ha ancora 12 anni e proprio per questo ha una fantasia intatta. Passeggiando per Roma abbiamo messo appunto che Alberto si fidanza con la migliore amica di Virginia, mentre Domenico

sposa la sorella di Virginia, che però ha una storia con Alberto. Ma al di lĂ di questo penso che sia una storia d’amore, di guerra e anche politica. La spartizione del tesoro, che probabilmente ci fu tra cattolici e comunisti, è un compromesso storico ante litteram, di cui non do una visione negativa. Ne do una positiva. Come dice padre Bergoglio, uomo forte della curia albese e personaggio importante nel libro: “Se i tesori si sotterrano, dopo un po’ non valgono piĂš nulla; se si mettono a frutto, la ricchezza rimane alla comunitĂ â€?. Ăˆ quello che è successo ad Alba: cittĂ operaia ma anticomunista e cittĂ conservatrice ma antifascista. Questo è un po’ quello che è successo all’Italia della ricostruzione, nell’Italia degli anni ‘50 e ‘60. Ăˆ un patto tra cattolici e comunisti verificatosi in molte altre parti. In questo senso è un romanzo politico. Come vedi l’Italia del presente? Sono ottimista. La crisi fa paura. L’Ita-

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Due personali con scatti e sovrapposizioni fotograficopittoriche. La prima di Elisa Venturelli, bresciana che raccoglie diverse immagini che sintetizzano emozioni, materiali e forme della percezione reale e profonda. Un viaggio attraverso i monti del Nepal e le città dell’India, ponendo l’attenzione all’umile realtà di territori e popolazioni dimenticate, cercando un’utopica armonia. La seconda, di Antonio

Mazzetti, presenta una serie di architetture e sculture archetipo che sono repertorio moderno dal carattere a-temporale. Un lavoro di sovrapposizione di elementi fotografici e pittorici, catturando dettagli ed elementi insoliti. “Elisa Venturelli. I resti di noiâ€?, “Antonio Mazzetti. Sensazioniâ€?, Galleria Marchina Arte Contemporanea, via Violino di Sopra, 10 – Brescia. Fino al 15 settembre, da lunedĂŹ a sabato (15-19).

Ultimo week end per visitare la mostra dell’artista modenese Olivo Barbieri. 17 immagini di grande formato che indagano la forma delle città . I paesaggi fotografati, spesso dall’elicottero, appaiono come sorprendenti e stranianti visioni, dando luogo a un’analisi del contesto urbano. Grazie alla tecnica del fuoco selettivo, Barbieri immortala le città dall’alto come un grande plastico in scala, dominato

di domani, è pieno di gente che vuole vestirsi come noi, mangiare il nostro cibo, bere il nostro vino, adottare il nostro stile di vita e magari venire in Italia. In un mondo globale e uniforme, un Paese come il nostro che a ogni crinale di collina cambia accento, paesaggio, costumi, prodotti è un Paese a cui il mondo guarda con ammirazione e invidia. Noi siamo ben attrezzati per competere nell’economia immateriale. Il problema era quando contavano le materie prime; ora che conta l’arte, la cultura, il design, il saper vivere, la moda, la comunicazione... sono cose in cui siamo maestri. Abbiamo saperi che nessun falsario potrĂ imitare, nessun ladro potrĂ portar via. Io sono ottimista, certo dob-

biamo svegliarci, investire, lavorare, darci una mossa; è possibile che non si trovi piĂš un cameriere italiano? Ho l’impressione che dai quarantenni in giĂš abbiamo perso lo spirito di sacrificio e di rischio dei nostri padri e nonni. La domanda di Italia la soddisfano altri. Se ci diamo da fare nessun traguardo può essere precluso. Italia terra di santi, poeti e navigatori. Oggi? Sono convinto che il nostro specifico sia proprio l’arte, la cultura, lo spettacolo, la comunicazione, la fantasia, gli chef, gli stilisti, i designer, gli imprenditori... Noi siamo un grande popolo. Benigni ha usato “Viva l’Italiaâ€? per il monologo a San Remo sui 150 anni dell’UnitĂ d’Italia... Mi ha fatto sapere che l’avrebbe usato e io ne sono stato felice perchĂŠ ha moltiplicato per milioni di volte la forza delle mie parole. Il monologo ha cambiato aria; ci si è resi conto che il 150° d’Italia era una cosa importante. Sul successo di “Viva l’Italiaâ€?, che ha venduto piĂš di 100mila copie, posso dire che noi italiani siamo piĂš legati all’Italia di quanto amiamo dire. Ăˆ caduto il mito della Padania? Nel libro “L’Italia de noantriâ€? dicevo che la Lega non è un segno dell’egemonia nordica, ma il piĂš mediterraneo dei partiti, in cui i criteri non sono meritocrazia e regole, ma amicizia e fedeltĂ al capo. I magheggi della Lega erano sotto gli occhi di tutti. La Lega ha dato una risposta sbagliata a una domanda giusta. La domanda del Nord di trattenere sul territorio parte delle tasse pagate e quella di essere rappresentato meglio è giusta. In Italia c’è un’egemonia culturale mediterranea impressionante. Accendi la tv, parlano romanesco e al cinema uno del Nord è sempre un “monaâ€?. Il Nord conta poco nell’industria culturale, conta meno di quello che pesa economicamente. La questione settentrio-

nale è intatta. La Lega l’ha capita, ha dato una risposta sbagliata: familista, burocratica e inadeguata. Ma la questione è ancora lĂŹ. La lega non è morta, ne nascerĂ anche una del Sud. Io sono per un’unitĂ nazionale, ma penso che il federalismo possa essere un modo per tenere insieme un Paese. Ti senti “raccontatore di fattiâ€?? Mi piace. Troppi giornalisti oggi sono convinti che i limiti del mondo coincidano con quelli della propria testa. E tutto diventa opinione. Ritengo sia importante raccontare i fatti. Mi piace fare il cronista. Ovviamente con un’idea e un taglio che si ha in testa, ma credo che il reporter debba andare in giro. Ci sono troppi blogger. Qual è il segreto per capire se è buon giornalismo? Intanto se uno dice io, io e parla sempre di sĂŠ, non è buon giornalismo. Il giornalista non deve mai andare dove te lo aspetti. Servono i giornalisti? L’illusione è: tutti giornalisti. Ma non è cosĂŹ. A ognuno il suo mestiere. Tra i fatti ce n’è uno che non avresti voluto raccontare? I fatti del G8 a Genova: orribile per manifestanti e poliziotti. C’è un fatto che non hai raccontato e che avresti voluto? Quando “La Stampaâ€? fece la squadra post 11 settembre e non mi mandarono mi dispiacque. Proposi allora un viaggio per raccontare dai Paesi arabi la reazione dopo l’11 settembre. Che libro avresti voluto scrivere? “I pazzi di Dioâ€?, che poi è diventato un capitolo “L’italia de noantriâ€? in cui racconto i preti che ho conosciuto: don Benzi, il cardinal Martini, don Gelmini, don Ciotti. I sacerdoti sono rimasti tra i pochissimi che vivono tra la gente e la vita della gente. Quello che i giornalisti dovrebbero fare di piĂš. Meglio giornalista o sacerdote? Diversi. Il sacerdote è piĂš importante.

da un tempo immobile che coincide con il nostro presente. In mostra contrastanti scatti a colori e in bianco e nero delle piĂš importanti metropoli del mondo con attenzione alle mutazioni costruttive della contemporaneitĂ e al rapporto tra realtĂ e virtualitĂ . “Olivo Barbieriâ€?, Galleria Massimo Minini, via Apollonio, 68 – Brescia. Fino al 28 luglio, da lunedĂŹ a venerdĂŹ (10-19.30), sabato (15.3019.30).

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Anche nel periodo estivo, dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

Dal 2 luglio fino all’1 settembre la mattinata di Radio Voce profuma di salsedine. Dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12, in collegamento con Rimini, potrete seguire l’estate in Riviera, con musica, notizie, le voci dei turisti in spiaggia, oltre alla consueta informazione su Brescia e provincia coi vari gr del mattino. Un programma in collegamento col circuito InBlu e Radio Icaro. Voce mattina con Marco Vignoletti vi dà appuntamento a settembre con sorprese sempre nuove.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dal duomo di Santa Maria Assunta in Montichiari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

L’Odal (Opera diocesana ven. Luzzago), che presiede la gestione del convitto vescovile di S. Giorgio sito in via Galilei 67 in città , ha aperto le iscrizioni e lanciato il bando per le borse al merito per l’anno accademico 2012-2013. Al collegio possono accedere gli studenti universitari iscritti nelle facoltà cittadine. Ospite di Primo Piano (alle 11.20 circa) il rettore del convitto, don Alessandro Camadini, che presenta il programma culturale del prossimo

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€?, e la web tv, manderanno in onda la “Festa del Volontariato 2011â€? organizzata dal Centro servizi per il volontariato. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv.

anno sul tema “Per uno sviluppo sostenibileâ€?. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, in estate va in onda nella versione ridotta della durata di un’ora dalle 11 alle 12. In differita, va in onda, sempre la domenica, anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte Manerbio, Radio RaphaĂŤl. Nella sezione podcast del sito www.radiovoce.it sono disponibili diverse rubriche.

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0RGD FDSL G¡DEELJOLDPHQWR R FRUSL LQ PRVWUD" L’estate televisiva propone un palinsesto serale in cui gli appuntamenti tradizionali del periodo (il circo, i film tradizionali di 007 o di Totò, i telefilm seriali americani in replica) si alternano a serate dedicate alla moda o alla musica in onore di qualche personaggio degno di nota. Il piccolo schermo passa con disinvoltura dall’esibizione dei cantanti in onore di Padre Pio alle sfilate sponsorizzate dai principali stilisti sulle piazze delle piĂš rinomate localitĂ turistiche. In entrambi i casi, si tratta per lo piĂš di trasmissioni di scarso significato artistico o culturale, tanto meno spirituale, utili soprattutto per celebrare

questa o quell’altra localitĂ di soggiorno – meglio se sul mare – con soddisfazione degli amministratori locali e degli operatori del turismo. Se le esibizioni dei cantanti ispirate a qualche figura spirituale dalla biografia interessante possono avere un loro senso, i programmi dedicati alla moda hanno soltanto una lontana parentela con le vere sfilate “firmateâ€? che fanno conoscere nel mondo il “made in Italyâ€?. Nella televisione la moda trova un canale prezioso per farsi conoscere dal grande pubblico, al di lĂ dell’autocelebrazione indubbiamente elitaria che solitamente la caratterizza.

Le modelle che sfilano, nonostante la crisi che attanaglia i consumi, soddisfano il bisogno di “fisicitĂ â€? del mezzo, esibendo i loro corpi. Sono questi ultimi a essere portati in primo piano, non i capi indossati. Del resto, la crescente attenzione alla corporeità – testimoniata dal proliferare di trasmissioni e pubblicazioni dedicate all’estetica – è conseguenza di un profondo mutamento: da supporto per l’abito, il corpo si è gradualmente trasformato in un’entitĂ originale in sĂŠ, a cui è l’abito a doversi adattare. L’essenza della moda, peraltro, è proprio quella di creare abiti e accessori che dovranno essere indossati e non

destinati alla contemplazione come se fossero opere d’arte. Che poi qualche stilista provi a contrabbandarle come tali è un altro discorso, legato soprattutto a motivazioni pubblicitarie. Lo scarto definitivo avviene quando l’apparato televisivo trasforma ogni sfilata in un evento spettacolare, con tanto di coreografie d’autore, colonne sonore e regia ad hoc. Proprio la tv è il mezzo che piĂš degli altri ha amplificato la tendenza all’esaltazione della dimensione fisica che è una cifra caratteristica dell’epoca contemporanea, anche in tempi di crisi. L’immagine del corpo – infatti – sempre piĂš spesso è usata anche al di

fuori del contesto della moda, trovandosi associata a quella di prodotti dei generi piĂš disparati. Nella stagione in cui l’esibizione dei corpi sulle spiagge è una conseguenza fisiologica del clima e del periodo di ferie, sono i corpi stessi a diventare strumenti comunicativi. Consapevoli di ciò, sia le modelle che le starlette del momento non si limitano a sfilare o a scendere in spiaggia, ma interpretano una vera e propria parte, personalizzando la loro presenza e cercando di farsi notare. In fondo, è tutta pubblicitĂ che un domani potrebbe servire a (ri)lanciare la loro carriera nel mondo dello spettacolo.


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oltanto nel panorama semideserto della programmazione estiva può trovare spazio un film come “L’estate di Giacomoâ€?, l’inclassificabile lungometraggio d’esordio del friulano Alessandro Comodin, applaudito l’anno scorso al Festival di Locarno dove ha vinto nella sezione “Cineasti del presenteâ€?. Un documentario apparente, nel quale ciò che davvero conta sembra accadere oltre i confini spaziali e temporali delle riprese. Appesantito da qualche sottolineatura d’autore (come le scene troppo lunghe girate alle spalle dei protagonisti) ma capace di lasciare, in chi abbia la capacitĂ di farsene trasportare, la sensazione di aver attraversato in 80 minuti la linea d’ombra dell’adolescenza. Di aver condiviso con i giovani interpreti di se stessi il bruciore di emozioni non dichiarate ma profonde, che viaggiano attaccate al corpo dei personaggi, alla natura solare e indolente nella quale sono immersi. Il film è nato con l’intento di seguire un ragazzo sordo – Giacomo Zulian, fratello di un amico del regista – in una fase cruciale della vita: prima, durante e dopo l’intervento chirurgico che, a diciotto anni, gli ha per-

messo di riacquistare l’udito. “Volevo fare – ha raccontato l’autore – un film sul passaggio dal silenzio al suono che avrebbe mostrato al contempo anche il passaggio dall’adolescenza all’etĂ adultaâ€?. Comodin ha ripreso l’operazione, la successiva fase di rieducazione; ma nulla di tutto questo è poi entrato nel film, composto di poche, lunghe sequenze girate durante le estati precedente e successiva all’intervento. Vediamo Giacomo e l’amica Stefania, sorella del regista, perdersi in un bosco mentre cercano di raggiungere la riva del fiume. Poi sul Tagliamento, soli in un lembo di spiaggia, fanno il bagno, scherzano, riposano tra la boscaglia. Mettono alla prova la resistenza degli spettatori percuotendo una batteria; ballano a una festa di paese, accompagnati dolcemente dalla macchina da presa. Percorrono in bicicletta le strade fra i campi, in una scena di semplice tenerezza. Sono come calati in una sospensione del tempo, nella quale esprimono se stessi con naturalezza. Soprattutto Giacomo, di cui emergono il carattere spigoloso e irruente, la mescolanza di gesti teneri e paure infantili (“Da ragazzo – racconta Comodin – rimaneva chiuso in casa separato dagli altri e non comu-

nicava con nessunoâ€?), di commenti brutalmente sinceri ed esclamazioni inattese (compresa qualche superflua imprecazione). L’impressione di vero è frutto di una mescolanza di improvvisazione e scelte registiche. Comodin ha portato Giacomo in luoghi a lui non familiari, come il fiume sulla cui riva il regista ha trascorso le ore dell’infanzia. Il corso d’acqua appare trasfigurato in una sorta di eden domestico, intriso di pudica sensualitĂ . Nell’ultima parte entra invece in scena un’altra ragazza, Barbara. Il racconto prende una piega piĂš narrativa, ma qui il regista non ha fatto che raccontare ciò che davvero è accaduto: il sopraggiungere dell’amore e di un turbamento che muta il colore delle cose e apre la strada alle incertezze della vita adulta.

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Un impegno risoluto per non perdere una grande possibilitĂ di sviluppo per tutto il territorio bresciano: è questa la richiesta che Confartigianato imprese unione di Brescia, valutando la difficile situazione dell’aeroporto D’Annunzio di Montichiari, rivolge ai rappresentanti del mondo politico ed imprenditoriale della provincia. Proseguendo infatti gli incontri con i rappresentanti delle societĂ infrastrutturali attive sul territorio, dopo il presidente di Autostrade Centro Padane Augusto Galli, è

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stato ospite dell’ultimo consiglio dell’organizzazione artigiana Giuliano Campana, presidente di Abem, realtĂ nata nel 2007 dall’intesa tra Camera di Commercio e numerose associazioni di categoria per rivendicare la brescianitĂ dello scalo monteclarense. Durante la seduta è stato cosĂŹ possibile ripercorrere le ultime vicende economiche e logistiche che hanno visto quale protagonista lo scalo bresciano, non ultima quella riguardante l’azzeramento ad

opera dei soci della Catullo Spa del consiglio d’amministrazione della societĂ bresciana alla fine del giugno scorso. “Il territorio – chiarisce il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti – si deve riappropriare dell’aeroporto, trasformandolo in uno strumento di sviluppo economico-occupazionale. Per far questo, però, occorrono finanziamenti, un preciso piano di crescita ed il supporto fattivo delle realtĂ economiche, politiche e sindacali presenti nel Brescianoâ€?.

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uando Mario Draghi dichiara, come ha fatto in un’intervista su “Le mondeâ€?, che “l’euro è irreversibileâ€?, afferma un concetto nel quale crede fermamente, per il quale opera concretamente, senza peraltro sottovalutare gli ostacoli e le incertezze che ruotano attorno alla questione. Il colloquio con l’autorevole quotidiano francese andrebbe però letto a ritroso. Nelle ultime righe infatti il presidente della Banca centrale europea, rispondendo alla domanda sulla moneta unica in pericolo, dichiara: “Alcuni analisti prefigurano scenari di esplosione dell’Eurozona, ma chi lo fa disconosce il capitale politico che i nostri dirigenti hanno investito in questa Unione, cosĂŹ come il sostegno degli europeiâ€?. E qui arriva la frase pubblicata a caratteri cubitali in prima pagina nell’edizione del 21 luglio, rilanciata dalle agenzie e dai media di mezzo mondo: “L’euro è irreversibileâ€?. Draghi sa bene che alcuni politici, coi rispettivi governi, non stanno investendo energie sufficienti per far fronte alla crisi che attanaglia la moneta comunitaria e l’unione politica, pressati proprio dagli “europeiâ€?, ossia dalle opinioni pubbliche nazionali; le quali, trascinate dagli effetti della recessione, vorrebbero chiudere le porte di casa, mettendo

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tive dell’Ue – oltre che dell’Eurozona – di fronte a una sfida cosĂŹ ampia e profonda che nessun governo nazionale può affrontare da sĂŠ: nĂŠ quello di Berlino, nĂŠ quello di Parigi, nĂŠ quello di Roma o di Madrid o di Nicosia. CosĂŹ, procedendo all’indietro, si giunge a un’altra domanda sulla permanenza di Atene nell’area dell’euro. “Noi preferiamo, senza alcun equivoco, che la Grecia rimanga nell’Eurozona. Ma la decisione – afferma Draghi – spetta al governo di Atene, che ha dichiarato il suo impegno e ora deve produrre i risultatiâ€?. Qui il capo della Bce comincia

a essere piĂš chiaro: non basta fare affermazioni di principio, bisogna agire di conseguenza. E questo vale – anche se nell’intervista non lo si legge – sia per la Grecia che per la Spagna, fino a giungere all’Italia. Ancora una retromarcia e si arriva al cuore dell’intervista. “A mio parere il movimento verso un’unione di bilancio, finanziaria e politica è inevitabile e condurrĂ a nuove entitĂ sopranazionaliâ€?. A cosa si riferisce l’economista italiano, stimato nel mondo? A una piĂš coraggiosa, per quanto non scontata, integrazione politica a livello continentale.

Aral: riconferma per Germano Pè Il bresciano Germano Pè (nella foto) è stato riconfermato presidente dell’Aral, l’Associazione regionale allevatori della Lombardia: eletto all’unanimitĂ per acclamazione dei presenti, Pè è al suo quarto mandato e resterĂ in carica per il prossimo triennio. Nei loro interventi, i consiglieri hanno rimarcato come l’azione del presidente sia stata determinante per tenere in ordine i conti dell’associazione nonostante il difficilissimo periodo congiunturale,

e questo senza alcuna ripercussione sul fronte dei contenuti tecnici e della fornitura dei servizi di assistenza agli allevatori soci. Pè ha ringraziato tutti coloro che hanno voluto confermargli la propria fiducia, annunciando che il programma del prossimo triennio sarĂ improntato ad una gestione ancor piĂš rigorosa ed attenta delle risorse, con l’obbiettivo di garantire che l’Aral continui ad essere un sostegno importante per lo sviluppo e la competitivitĂ

di un settore strategico per l’economia lombarda come la zootecnia. In questa strategia si inserirĂ anche il tema della riorganizzazione del sistema allevatori. “Un cammino impegnativo – ha detto il presidente – che affronteremo con determinazione. Mai come in questo momento del resto serve un’associazione forte per fare fronte ad una situazione sempre piĂš pesante, caratterizzata da un difficile aggravio dei costi delle materie primeâ€?.

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i cinque miliardi di euro. Per tale ragione abbiamo voluto intensiďŹ care i giĂ proďŹ cui rapporti fra le nostre imprese ed i due istituti che fanno parte della storia della nostra terra, che, con altri 10 costituiscono, con l’UniversitĂ , il Comitato di certiďŹ cazione d’indirizzo, in grado di ‘fotografare’ il rating di un’azienda, non basato solo sui crudi numeri, ma anche su altri parametriâ€?. Sono stati cosĂŹ istituiti due fondi a supporto e sostegno delle imprese, da qui la denominazione “S2â€?, uno di 45

milioni di euro, (Banco di Brescia) e uno di 30, (Banca di Valle Camonica), destinati a quelle imprese che favoriranno l’internazionalizzazione, la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani e la ricerca. Il rimanente, rispettivamente 15 e 10 milioni di euro, servirĂ a favorire l’accesso al circolante, per gli stipendi, le imposte e quanto ancora, lĂ dove vi sia difďŹ coltĂ nell’incasso dei crediti. “Questo accordo vuole avvicinare i due soggetti, impresa e banche – ha chiosato Casasco – per

superare le criticitĂ che aziende che costituiscono il 92% del tessuto produttivo nazionale che hanno meno di 10 dipendenti, troppo spesso incontrano ingiustiďŹ catamenteâ€?. “Grazie all’azione del Comitato di certiďŹ cazione – hanno detto Sergio Passoni e Stefano Kuhn, rispettivamente vice dg e dg del Banco di Brescia e della Banca di Valle Camonica – sarĂ piĂš facile ottenere crediti a tassi particolarmente agevolati ed in tempi concretamente breviâ€?. (fr.a.)

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irca il 70% degli italiani ha un’opinione positiva del “fare impresaâ€?, ma solo il 36% circa di essi si ritiene all’altezza di avviare un’attivitĂ in proprio. Questi dati sono stati rilevati da un’inchiesta realizzata da Amway Italia, azienda leader mondiale nel settore della vendita diretta, condotta in 12 Paesi europei in collaborazione con l’UniversitĂ Lmu di Monaco e Gfk Eurisko, intervistando un campione di circa 13mila individui. “Se si analizzano a fondo i dati rilevati – precisa Monica Milone, direttore Corporate Affairs di Amway, intervenuta durante una Tavola Rotonda intitolata “Donne e Imprese: esperienze a confrontoâ€? – il 66% delle donne italiane è favorevole all’autoimprenditorialitĂ , ma solo il 31% si ritiene in grado di mettersi in proprioâ€?. Se le ragioni che spingono all’avvio di un’attivitĂ sono principalmen-

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te l’indipendenza da un datore di lavoro e la possibilitĂ di realizzare le proprie idee, dalla ricerca è risultato che il freno inibitore piĂš diffuso (tra le donne, ma anche tra gli uomini) è la mancanza di formazione e di opportunitĂ di apprendimento per chi ha intenzione di lanciare un business. Sul tema è intervenuta la senatrice Maria Ida Germontani, membro della Commissione industria, commercio e turismo al Senato, firmataria, tra l’altro, di un disegno di legge in discussione proprio in commissione, “che prevede un intervento sostanziale a sostegno dell’educazione finanziaria, perchĂŠ le donne che intendono fare impresa spesso si scontrano con difficoltĂ dovute alla mancanza di formazione. Attualmente sono cinque i disegni di legge in discussione in commissione al Senato per il rilancio dell’imprenditoria – prosegue – e in particolare stiamo pensando allo strumento degli women bond, destinati alle madri che vogliono rientrare nel mondo del lavoro ed hanno un

progetto da realizzareâ€?. “Il lavoro delle donne imprenditrici lombarde vale 39 miliardi di euro l’anno – precisa Giovanna Mantelli, del Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio – e in particolare a Brescia le imprese al femminile sono il 13,7%, anche se l’aumento in questi ultimi anni è dovuto principalmente a donne straniere provenienti da Cina, Romania e Marocco che avviano imprese di carattere artigianale soprattutto nel settore tessileâ€?. Infine, se si confrontano i dati emersi dalle interviste alle donne italiane con quelle europee, si rileva che la media del nostro Paese è sostanzialmente in linea, soltanto leggermente inferiore, con quella degli altri Stati, sia per quanto riguarda il sentimento in favore dell’autoimprenditorialitĂ , sia per quanto riguarda le difficoltĂ nel mettere in atto la volontĂ di fare impresa, ma soprattutto per la necessitĂ , diffusa in tutti i Paesi dell’Unione, di poter conciliare il tempo del lavoro con quello della famiglia.

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Cercasi acquirente disperatamente. Questa la prioritĂ in casa Brescia riguardo a Caracciolo ed El Kaddouri. Il primo, tornato dopo che il Genoa non lo ha riscattato, si sta allenando nel ritiro di TemĂš ma non trova una squadra. Il secondo, è a Londra con la nazionale marocchina e sembra fuori dalle grazie del Parma dopo un lungo tira e molla. Il presidente Corioni è stato chiaro: “Caracciolo non può restare, anche se si spalmasse l’ingaggioâ€?. Riguardo al trequartista, invece,

la situazione è ingarbugliata. “Non credo Ghirardi sia piĂš interessato dopo quello che è successoâ€?. Nemmeno l’offerta della Juve, club gradito ad El Kaddouri, sembra andar bene alle casse del Brescia: la trattativa resta sospesa in attesa di un exploit alle Olimpiadi che aprirebbe nuovi scenari. Infine Konè: tra Fiorentina e Pescara. La stagione comincia il 12 agosto con il secondo turno eliminatorio di Coppa Italia in casa contro la vincente tra Cremonese-Chieri. (l.r.)

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ra i 292 atleti italiani che prenderanno parte ai Giochi olimpici di Londra, al via venerdĂŹ 27 luglio, otto fanno parte della spedizione bresciana. Si tratta di Andrea CassarĂ (Passirano) nella scherma, Giulia Conti (Maderno) nella vela, Vanessa Ferrari (Orzinuovi) nella ginnastica artistica, Elena Moretti (Marone) nel judo, Piero Zucchetti (Brescia) nella vela e Christian Presciutti (bresciano d’adozione) nella pallanuoto. Alle Paralimpiadi, invece, parteciperanno – da mercoledĂŹ 29 agosto – Massimo Dighe (Iseo) nella vela e Matteo Cavagnini (Montirone) nel basket in carrozzina: quest’ultimo tornerĂ ai Giochi a distanza di otto anni indossando la fascia di capitano della nazionale azzurra. “Non sarĂ facile – spiega l’atleta bassaiolo – dovremo superare le insidie di americani, canadesi, inglesi ed australiani. Sono loro i favoritiâ€?. Chi punta al riscatto, invece, è la farfalla di Orzinuovi. “Ogni volta che penso a Pechino 2008 – racconta Vanessa Ferrari – sto male. Non ero al meglio, è stato un incubo. A Londra voglio dare il massimo per riscattarmiâ€?. Appuntamento numero tre, invece, per Andrea CassarĂ , che a soli 20 an-

ni conquistò nel 2004 ad Atene la medaglia di bronzo. Per il fiorettista franciacortino, numero uno al mondo, esiste solamente il podio piĂš alto. “Non l’ho mai vinta, vorrei mettere al collo la medaglia d’oro. Ăˆ l’unico titolo che mi manca. Fortuna e nervi saldi le doti per portarla a casaâ€?. Terza Olimpiade anche per la veli-

sta Giulia Conti. “Sono abbastanza tranquilla e serena – spiega l’atleta di origine romane – ci siamo allenati per un mese proprio sul campo di Londra e sarĂ veramente duraâ€?. Altro capitolino, ma oramai considerato bresciano, è Christian Presciutti della Brixia di pallanuoto. â€œĂˆ una grandissima emozione –

confessa l’attaccante brixiano – sarĂ la prima Olimpiade della mia carriera. A volte non ci dormo. Per Brescia è importante avere atleti che partecipano a un evento di questo tipo – conclude Christian Presciutti – siamo in pochi, spero col tempo possano emergerne altriâ€?. SarĂ debutto anche per la judoka Elena Moretti, 24 anni cresciuta nel glorioso club Capelletti. “Mi sono allenata duramente per raggiungere la qualificazione – confessa prima della partenza – ora vado a Londra per provare a scrivere una pagina importante della mia carriera d’atleta e personale. Non andrò a fare la comparsa o una gita di piacere; questa partecipazione mi ripaga di tutti i sacrifici fatti per una disciplina è che la mia vitaâ€?. Al fianco di Elena ci sarĂ il maestro Franco Capelletti, bresciano classe 1938, nel ruolo di rappresentante degli allenatori e colui che ha scoperto e lanciato quell’Ezio Gamba che nel 1980 vinse l’oro a Mosca.

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%DVNHW %UHVFLD DYDQWL F¡q SRVWR Ăˆ stanco e stufo della troppa indifferenza attorno al Basket Brescia; ma mai domo. Dopo numerosi appelli, il patron Matteo Bonetti (nella foto) sputa l’ennesimo rospo e lo fa afďŹ dandosi alla bacheca Facebook. “Oggi in Italia sono morte 52 societĂ dalla Lega 1 alla C Dilettanti coinvolgendo l’A1 e A2 femminile. Questo signiďŹ ca che oltre 800 persone non hanno piĂš lavoro, che 52 palazzetti in Italia saranno vuoti, che lo Stato

non introiterĂ nulla da queste 52, che in queste 52 piazze non ci sarĂ piĂš movimento per i giovani. Alla luce di ciò – prosegue Bonetti – penso che sia molto dignitoso, anzi un atto di grande responsabilitĂ da parte della dirigenza del Basket Brescia nei confronti della cittĂ e dei tifosi, aver iscritto la squadra al prossimo campionato. Ăˆ ovvio che vista la crisi che sta distruggendo il Paese il motto sarĂ spendere poco e bene. Anzi

vi dico di piĂš: spendere pochissimo e benissimo se saremo bravi. Era molto facile vendere il titolo e chiudere – rivela il numero uno della Leonessa – ma qualcuno non ha mollato ed è ancora qui con grande dignitĂ . Per quanto riguarda il ritiro, chi ha detto che la squadra non andrĂ in ritiro? Jesi andrĂ in ritiro a Jesi, Imola ad Imola, Scafati a Scafati, Bologna a Bologna, etc. Brescia vinse lo scudetto di A Dilettanti e andò in ritiro

in cittĂ al PalaCus, quest’anno dobbiamo ancora decidere ma non vedo dove sia il problema. Oggi piĂš che mai penso sia importantissimo difendere un bene prezioso come lo sport: Brescia Calcio, Basket Brescia, pallanuoto e il restante poco che c’è in una cittĂ priva di strutture e impiantistica. Il Basket Brescia è aperto a tutti – conclude speranzoso Bonetti – chi vuole entrare basta che faccia una telefonataâ€?.


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Sono due le vie per dare vita a una societĂ ed entrare nel mondo del Csi: fondare un’associazione sportiva dilettantistica (Asd) o costituire un gruppo spontaneo. In entrambi i casi è necessario presentare al Csi statuto e atto costitutivo, che nel caso delle Asd dovranno essere registrati all’Agenzia delle entrate, dove verrĂ richiesto anche il codice ďŹ scale dell’Asd. Insieme a questi documenti, da presentare al Csi per l’afďŹ liazione a tutte le societĂ

sportive vecchie e nuove, andranno presentati carta d’identitĂ e codice ďŹ scale del presidente. Il Csi Brescia ha costituito una commissione amministrativa per dare un servizio di consulenza per gli adempimenti circa le tematiche ďŹ scali e di gestione sociale, con attenzione a agevolazioni, sponsorizzazioni, pubblicitĂ , compensi agli sportivi e ai dipendenti. Le serate d’ascolto sono gratuite, e si avvalgono della collaborazione dello studio Baiguera del dottor Pioselli.

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l Loda Tour è tornato protagonista sabato 21 luglio con la sua seconda tappa: la cronoscalata del monte Maniva con partenza da Collio e arrivo ai 1850 metri del monte Maniva. Dopo la prima tappa (la cronoscalata delle Poffe a Lumezzane) è stata un’altra salita lunga e difficoltosa di circa 12 km con pendenze che a tratti raggiungono anche il 13-15% a impegnare i partecipanti. Tutto si deciderĂ nella tappa conclusiva, la terza, in programma il 15 settembre in occasione del “Pedala per l’Alzheimerâ€?, la cronoscalata del Monte Maddalena. Il re del Maniva, intanto, è stato Mauro Galbignani del Team Gs Aurora 98, primo anche nella categoria junior 1. Dietro di lui c’è stata gloria per il suo compagno di squadra Mattia Bertelli, secondo assoluto e primo tra i cadetti. Terzo posto e primato negli junior 2 per Dario Martinelli (Team Cris Plast Desideri Bici). Tra le donne acuto di Francesca Bertelli (Racing Rosola Bike), che ha avuto la meglio su Elena Pancari del Team Loda Millenium, giunta seconda ma ancora maglia gialla della competizione. Nella categoria gentleman trionfa Giampaolo Pisoni (Csi Ciclobrescia), nei senior 2 alloro per Girolamo Ricci (Team Loda Millenium). Nei senior 2 Andrea Lodi soffia la maglia gialla a Marco Riva (Team Loda Millenium), che resta staccato di un punto. Mentre in alta Valtrompia si scalava le ruote grasse sfrecciavano per la 6ÂŞ edizione

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”‹Â?’‡—” ‹Â?‡ della Rampicando di Sulzano, gara combattuta da un’ottantina di ciclisti. Al via Alessio Bongioni (Giangis’ Free Bike Erbusco) mette il turbo e domina tagliando il traguardo per primo, accolto da una pioggia di applausi. Per lui è la seconda affermazione a Sulzano. L’argento va a Telemaco Giacomazzi (Team Gussola). Bronzo (come un anno fa) per Giovanni For-

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ti (Mdl Racing Crew). Il campione italiano 2011 Baldassarre Mangerini (Team Piton) conquista il primo posto nella categoria M5. Un buon test in vista del Gp Nazionale in programma in settembre a Grosseto, dove dovrà difendere il tricolore. L’agenda delle due ruote ciessine prevede la tappa di sabato a Gavardo, per la 4ª edizione della Grimpeur Bike, scalata ciclistica di mountain bike e bici da strada su un percorso di 6,3 km con una pendenza massima del 18%. Il monte Tesio potrà essere affrontato anche a piedi per la prima Grimpeur Run, corsa in montagna di 6,5 km. Ritrovo alle 14 in località Monte Tesio, e partenza alle 17 da piazza Zanardelli a Gavardo. Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ Ÿ

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Alcune veritĂ sono amare Egr. direttore, mi permetta di riprendere le “veritĂ â€? di Andrea Arcai, illustrate a pag. 27 di Voce n. 29 del 19 luglio scorso, partendo dal fondo della passione che ho cominciato a maturare nel 1975, con il primo incontro conGiovanni Urbani, allora direttore dell’Istituto centrale del restauro (ora Istituto superiore per la conservazione e il restauro). La prima nota amara, almeno per me, è che, tra le “veritĂ â€? dell’assessore Arcai, non ve n’è alcuna che attenga la protezione del patrimonio storico dai fattori di degrado che ne compromettono la durabilitĂ . Eppure, giĂ nelle prime settimane della sua funzione di assessore alla Cultura del Comune di Brescia, l’arch. Carlo Minelli (nella sua funzione di Presidente dell’Istituto Mnemosyne) gli aveva prospettato ipotesi di lavoro che consentissero di sviluppare piĂš pertinentemente quanto fatto nel quinquennio precedente anche grazie alla disponibilitĂ della giunta Corsini e, particolarmente, del vicesindaco Luigi Morgano. D’altra parte come poteva prestare attenzione a quanto fatto prima, l’Assessore di una giunta che è sempre proceduta senza riferimenti alla storia, se non per quanto pareva piĂš congruo al Sindaco e alla sua giunta. L’esempio piĂš significativo è dato dal progetto per il parcheggio sotto il Cidneo: per il quale si è fatto riferimento all’ipotesi di Bruno Boni, peraltro prospettata quando non c’era ancora il parcheggio di Fossa Bagni e, soprattutto, non c’era la metropolitana (alla quale sarebbe

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bene che anche l’assessore Arcai contribuisse a far sĂŹ che la giunta Paroli sappia guardare con qualche maggiore lungimiranza). Lungimiranza che, a mio avviso, è mancata almeno per quanto attiene (i richiami sono molto parziali, oltre senza alcun ordine di prioritĂ ): la vivibilitĂ del centro storico: compromessa dalle feste, dal traffico privato e dalla carenza di coerenti interventi strutturali, che (anche accrescendo la disponibilitĂ dei servizi comunali, magari con il recupero degli edifici degli extribunali) facessero da incentivi al recupero della residenza privata; il corretto rapporto con la sede di Brescia dell’UniversitĂ cattolica, accusata (mentre esprime l’orientamento a utilizzare - senza oneri per il Comune - un edificio vicino all’Ospedale Civile) di depauperare il centro storico, mentre la giunta Comunale si propone di costruire, a spese di tutti i cittadini, la nuova sede decentrata di tutti i servizi comunali; il privilegio per il trasporto pubblico: inopinatamente smembrato e ancora non recuperato pur a fronte dell’inversione di marcia per la pedonalizzazione di alcune piazze e il ripristino dei parcheggi a pagamento inizialmente cancellati; l’invasivitĂ della nuova edilizia: accentuata senza considerare la molteplicitĂ degli edifici disabitati; la promozione delle megastrutture della distribuzione: forse, con l’ipotesi che i megacentri commerciali possano avere funzione analoga a quella esercitata, negli anni ‘50 e ‘60 del ‘900, dalle leggi per le “aree depresseâ€?, che stanno producendo nuove “aree dismesseâ€?; l’acritica considerazione dell’area dei di-

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smessi Magazzini Generali, per farne sede di nuove costruzioni dopo l’abbattimento dell’esistente: almeno l’Assessore alla Cultura avrebbe dovuto evidenziarne il valore culturale di testimonianza storica di edifici significativi dell’evoluzione della cittĂ e, quindi, proporre indicazioni per il piĂš coerente riuso di quel patrimonio; la valorizzazione culturale del patrimonio di storia e d’arte della cittĂ : abbandonandolo a se stesso, senza manutenzione alcuna (forse per inseguire il mito di mega-mostre che facessero dimenticare quelle della precedente giunta Corsini-Morgano), negando attenzione alle proposte di piĂš corretto utilizzo di alcuni edifici storici (anche per insediarvi,in rapporto con le UniversitĂ bresciane, strutture tecniche funzionali a poter ridurre i sempre piĂš onerosi “ri-restauriâ€? non solutivi per la durabilitĂ della complessa realtĂ del patrimonio culturale cittadino); non accogliendo la proposta di orientare i contributi alle parrocchie per favorire interventi di adeguamento delle strutture dei riscaldamenti, delle illuminazioni e delle coibentazioni delle chiese (senza tali interventi, infatti, tutti i nuovi restauri chiederanno di essere presto “ri-restauratiâ€?). In una cittĂ di cultura come Brescia, non sarebbe tempo che il Comune pensasse al suo governo con maggiore senso della storia e della realtĂ culturale che ne definisce il “volto storicoâ€?, come negli Anni ‘70 e ‘80 a Brescia era ordinario dire? Confidando che altri esprimano il proprio parere su questi pensieri. La ringrazio per l’ospitalitĂ e la saluto con deferenza. Pietro Segala

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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