La Voce del Popolo 2012 33

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Come sono i tempi in cui viviamo? PiĂš difficili del passato? La crisi induce forse a pensare che “andava meglio quando andava peggioâ€?? Senza dubbio sono tempi moderni o, secondo alcuni, addirittura post-moderni. In ogni caso, sono i tempi in cui Dio ci ha messo e, dove Lui ci semina, a noi spetta fiorire. I santi hanno saputo vivere nel loro tempo, ma spesso hanno anche precorso le “stagioniâ€? successive, indicando la via da seguire. Molti hanno percorso e additato la strada del Cuore di GesĂš. Una figura esemplare è Santa Geltrude, detta “la Grandeâ€?, che ha sperimentato pure l’incontro con altri santi. Tra di essi anche San Giovanni evangelista, il quale le ha rivelato che la dolce eloquenza dei battiti del Cuore di GesĂš (su cui si era chinato nell’ultima Cena) è riservata ai tempi nuovi, ai tempi moderni, “affinchĂŠ, ascoltando queste cose, si riscaldi il mondo che invecchia e si raffredda nell’amoreâ€?. Come sono i tempi in cui viviamo? Il loro “tenoreâ€? dipende senz’altro molto dalle “fontiâ€? di calore che scegliamo. Il Cuore di Cristo è “fornace ardente di caritĂ â€?, che non si spegne mai.

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Sud Sudan. Ripensare il ruolo della cooperazione

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͚͜ ……Ž‡•‹ƒ Martini. Uomo di Dio, innamorato della Sacra Scrittura

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͙͜ ’‘”– Disabili? Semplicemente eroi di una nazione

‡”…ƒ”‡ ’‡” …‘Â?†‹˜‹†‡”‡ Il volto parla, dice di noi. Spesso piĂš delle parole. Sul volto si leggono la freschezza della giovinezza o le tracce dell’etĂ . Soprattutto gli occhi riflettono l’anima, ne sono un poco lo specchio. Possono esprimere timore, freddezza, calore, amore, dolcezza, condivisione, distanza... Cercare il volto, “diventare voltoâ€? per la Chiesa di oggi è una sfida. L’anno pastorale che inizia ci chiede di raccoglierla. Il bisogno di una verifica, di una ricomprensione, di un bagno salutare nelle acque sempre giovani di un evento come il Concilio Vaticano II, di cui si celebrano i 50 anni dall’apertura, potrebbe aiutare a rinnovare il cammino. Vale a livello

universale, ma anche diocesano e parrocchiale. Serve una nuova presenza dei cristiani e, a Brescia, lo sarĂ nella modalitĂ delle unitĂ pastorali. Ma non possiamo diventare il volto nuovo della fede se non ritorniamo al volto glorioso del Cristo crocifisso e risorto. Il nuovo anno prende l’input da questo: “Cerchiamo il tuo voltoâ€?. Si tratta di lasciarsi interpellare in questa rilettura che tocca le persone, le strutture, gli stili pastorali che sono oggi l’immagine della nostra Chiesa. Il criterio di verifica? Il Concilio, i suoi testi, il suo stile. La prospettiva? Il Sinodo e le unitĂ pastorali. Il tutto aperto, nello stile dell’AgorĂ , ad un confronto che non è solo intra ecclesiale, ma che vuole coinvolgere la societĂ dentro cui la Chiesa vive. Ecco allora tre brevi sottolineature. Anzitutto dire che “cerchiamoâ€?, significa renderci conto che non siamo soli a cercare, ma che come Chiesa ci assumiamo l’onere e l’onore di condividere lo spirito della ricerca con chi non lo

esclude dalla sua vita. Ne esce una comunitĂ che sta accanto. Che, se anche ha trovato, ama intrattenersi con gli uomini perchĂŠ anche loro possano trovare. In questi giorni di saluto al cardinale Martini, non possiamo dimenticare questo tratto della sua testimonianza: cercare Dio amando il mondo e gli uomini. Tutti e in tutti gli ambiti umani della societĂ , del lavoro, della politica, della fragilitĂ , della comunicazione, della ricerca di Dio. AltresĂŹ la Chiesa, ogni parrocchia, ogni comunitĂ cristiana cerca di essere immagine del Signore GesĂš. Siamo il Corpo di Cristo. Siamo coloro che hanno ricevuto il dono e la responsabilitĂ , pur con i nostri limiti, di “rendere visibile il Dio invisibileâ€?, di renderlo “disponibileâ€? all’umanitĂ , alla gente del nostro tempo. Ăˆ un compito che non è solo del Papa o dei preti, è di ogni parrocchia, di ogni cristiano. Quali conseguenze ha questa considerazione sulla nostra prassi pastorale? E come ci percepiscono

coloro che vedono la Chiesa dal di fuori? Fugare l’immagine di una consorteria d’intrighi e lotte di potere sembra essere cosa vana, soprattutto per i livelli piĂš alti, ma come non possiamo perdere la speranza che di noi si colga soprattutto la passione di vivere la trasparenza del Vangelo? Infine il tema grande della fede oggi intercetta i linguaggi della vita quotidiana. Sono tanti ed esigono sempre piĂš perizia e competenza. Sforziamoci di assumerli e di abitarli, senza perdere il gusto dei gesti semplici che hanno forgiato l’humus cristiano delle nostre comunitĂ . In altre parole il volto potrĂ anche passare su facebook, perchĂŠ oggi gli adolescenti lo abitano come un tempo abitavano i gradini dell’oratorio, ma il saluto alle persone per strada, il tempo “sprecatoâ€? del fare festa insieme, il dire una parola buona a chi vive la malattia e a chi gioisce dell’amore o di una nuova nascita resta essenziale. Anche cosĂŹ continuiamo a cercare il suo volto.


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“Guai a voi ricchiâ€?, sottotitolo “PapĂ era cattocomunistaâ€? è lo spettacolo a cui “Cerchiamo il tuo voltoâ€? ha affidato il percorso di verifica della capacitĂ della Chiesa bresciana di mettersi in dialogo con il mondo. Lo spettacolo di e con Giovanni Scifoni, attore e autore emergente del panorama teatrale italiano, è un monologo che lo scorso anno si è aggiudicato il premio “I teatri del sacroâ€?. Scifoni, che vanta un curriculum che va da “La meglio gioventĂšâ€?

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di Marco Tullio Giordana, alla partecipazione a fiction di successo come “Un medico in famiglia 7â€?, con “Guai a voi ricchiâ€? racconta le vicende nell’Italia degli anni ‘60 e ‘70 con l’ausilio di oggetti di uso quotidiano che hanno in sĂŠ stessi storie di vita vissuta. E tutto questo tra i cambiamenti del Concilio Vaticano II e l’impegno sociale dentro e fuori la Chiesa. Con ironia salace l’attore incarna vari personaggi, da un giovane catechista del nord

Italia, ad un ragazzo fiorentino, ad un proletario romano che racconta del padre comunista e di storie di preti che soggiornavano nella loro casa. Nel corso del monologo, in programma alle 20.45 del 13 settembre al teatro Santa Giulia del Villaggio Sereno (ingresso gratuito) Scifoni propone anche importanti interrogativi: perdonare significa permettere che il male resti impunito? Chi perdona è un vile? Cristo è venuto per liberare tutti gli uomini dal peccato?

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erchiamo il tuo voltoâ€?, la traccia, lo slogan (come lo definisce mons. Renato Tononi, vicario per la pastorale e i laici) scelto per la settimana di AgorĂ con cui la Chiesa bresciana apre l’anno pastorale 2012/2013, ha in sĂŠ qualcosa di indeterminato, un’angolatura che rimanda alla ricerca che trova nel programma messo a punto per le giornate che vanno dal 10 al 16 settembre alcune risposte. Ăˆ lo stesso mons. Tononi a sottolineare la “bellezzaâ€? di questi orizzonti ampi a cui “lo sloganâ€? rimanda. “Chi è il soggetto del cercare? Quale volto si cerca?â€? sono le domande a cui il vicario per la pastorale invita a rispondere, cosĂŹ come potranno fare i destinatari delle proposte inserite nel programma di “Cerchiamo il tuo voltoâ€?. “Lo slogan scelto – afferma mons. Tononi – ci propone sollecitazioni significativeâ€? Quel verbo usato al plurale (mentre il salmo 26 da cui è stato mutuato lo usa al singolare) chiama in causa la comunitĂ , non solo quella cristiana, dei credenti ma anche quella in cui si muovono tutte le persone che sono in ricerca. “Una prospettiva – sono ancora considerazioni del vicario per la pastorale – che giĂ il Vangelo di Giovanni (12, 21) dimostra quando racconta di alcuni greci, pagani dunque, che esprimono ad Andrea il desiderio di vedere GesĂšâ€?. La scelta di “Cerchiamo il tuo voltoâ€? trova la sua giustificazione nell’intento di mantenere aperta e attuale la prospettiva di una ricerca che non è solo quella dei credenti, ma di chiunque

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si ponga domande sulla veritĂ , sul senso della vita e della sua pienezza. “Per questo – continua ancora mons. Tononi – è interessante che anche per quest’anno AgorĂ abbia mantenuto la dimensione dell’apertura alla cittĂ e ai suoi spazi, andando cosĂŹ al di lĂ della semplice realtĂ ecclesialeâ€?. Messo dunque a fuoco il soggetto di quel “Cerchiamoâ€? rimane da stabilire quale sia, quale possa essere l’oggetto di questa ricerca. “Certo – afferma ancora mons. Tononi – il rimando al volto di Dio è implicito. A quel volto di Dio che nel Nuovo Testamento si

identifica da un punto di vista visibile e storico con quello di Cristoâ€?. L’apostolo Paolo, d’altra parte, afferma che Cristo è l’immagine di Dio, l’immagine visibile dell’invisibile. Questione risolta, dunque? Il tema scelto per l’AgorĂ che apre l’anno pastorale 2012/2013 invita la Chiesa bresciana a riscoprire il volto di Cristo? No, o almeno non solo. C’è un passaggio in piĂš che mons. Tononi sollecita. “Con la resurrezione – afferma il vicario per la pastorale e i laici – Cristo perde la sua storicitĂ , non è piĂš fisico, visibileâ€?. Quale volto visibile bisogna dunque cercare? Ă‹ ancora mons. Tononi a indicare la via per la risposta: “Il Cristo risorto, asceso al cielo non appartiene piĂš a questa storia e cosĂŹ il suo corpo, il suo volto non sono piĂš visibili. Ma Cristo – afferma – ha voluto che ci fosse comunque un volto visibile che lo rappresentasse e questo è il volto della Chiesa, diventata volto visibile dell’invisibileâ€?. Proprio qui, allora, si colloca la centralitĂ di “Cerchiamo il tuo voltoâ€?, un titolo che intende lanciare una provocazione non solo agli uomini ma anche alla comunitĂ cristiane. “La settimana che stiamo per vivere – continua mons. Tononi – è occasione per verificare se le comunitĂ cristiane siano volto bello di Cristo, se e in che modo facilitino l’incontro con il volto di Cristo oppure se siano da ostacolo a questa ricercaâ€?. “Cerchiamo il tuo voltoâ€?, con il suo programma articolato diventa occasione di verifica per tutte le componenti della Chiesa bresciana: per i presbiteri, per i laici, per i consacrati, i religio-

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si, le religiose, ma anche per quelle che sono sue espressioni significative come la catechesi, la caritĂ , la missionarietĂ e lo sguardo ecumenico. C’è però un ultimo interrogativo che questo cammino di ricerca e di verifica pone: quello degli strumenti, dei criteri per valutare la fedeltĂ della Chiesa bresciana a essere “volto bello di Cristoâ€?. La “lenteâ€? attraverso cui leggere questo percorso è il Concilio ecumenico Vaticano II,

di cui anche la Chiesa bresciana si appresta a celebrare i 50 anni dell’ apertura. “La rilettura di alcuni documenti conciliari – sono le conclusioni di mons. Renato Tononi – ci aiuterĂ nella revisione del nostro essere Chiesa, non per giungere a sentenze definitive ma per individuare prospettive di futuro perchĂŠ quella bresciana possa essere una Chiesa capace di mostrare il volto bello di Cristo per l’uomo d’oggiâ€?.

/H TXDWWUR VWDJLRQL GHL VDFHUGRWL Parlare di recezione del Concilio nel clero bresciano signiďŹ ca accostare un processo ancora in corso. I preti bresciani, tranne piccole minoranze, hanno superato la tentazione del riďŹ uto radicale da un lato e quello di una interpretazione meramente orizzontalista dall’altro e si trovano ancora “in viaâ€?. A questo proposito si può legittimamente parlare di quattro stagioni. La prima è quella dell’immediata vigilia e nell’avvio del Concilio che aveva

fra i padri conciliari il vescovo mons. Giacinto Tredici e l’ausiliare mons. Giuseppe Almici. C’era effervescenza e grande attesa in tutti gli ambienti ecclesiali. Si era in sintonia con un momento che ha fatto deďŹ nire “favolosiâ€? i primi anni Sessanta. Fra il clero, soprattutto i giovani curati, si respirava l’aria di un cristianesimo meno “pietisticoâ€? ma capace di porsi in dialogo con il mondo nuovo che stava avanzando. Il Concilio fu, dunque, accolto

e salutato come la risposta che si stava aspettando. SeguĂŹ, però, una seconda stagione, piĂš complessa e carica di sofferenza, caratterizzata da gran parte dell’episcopato di mons. Luigi Morstabilini. Questa stagione venne ad essere segnata dal vento della contestazione “sessantottinaâ€? che non risparmiò nemmeno parte del clero. L’equilibrio, la pazienza e la saggezza del vescovo Morstabilini furono però un punto fermo di riferimento. La

terza stagione può identiďŹ carsi con gli episcopati di mons. Bruno Foresti e Giulio Sanguineti: la loro azione e i loro scritti sono stati impliciti sviluppi della visione conciliare della Chiesa. La quarta stagione si è aperta con l’episcopato del vescovo Monari: il Sinodo sulle unitĂ pastorali è un passo in avanti verso quella ecclesiologia conciliare basata sulla comunione e la corresponsabilitĂ . Per i preti bresciani, dunque, la strada continua.


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ÂŽ Dz•‡Â?’Ž‹…‡Â?‡Â?–‡ Â‰Â”ÂƒÂœÂ‹Â‡Çł †‡ŽŽƒ ƒ”‹–ƒ• A 50 anni dal Concilio Vaticano II, a 40 anni dalla istituzione della Caritas italiana, la Caritas diocesana di Brescia intende guardare ai gesti, ai segni, alle tante opere di caritĂ che hanno contribuito a rendere la Chiesa particolare bresciana una “comunitĂ in camminoâ€? per esprimere il suo grazie. Un ringraziamento, quello progettato, che, nella prospettiva della scelta pastorale delle relazioni, si inserisce nella dinamica del

dono: il grazie, tra riconoscimento e riconoscenza, tra gratuitĂ e gratitudine, apre infatti a una cultura della prossimitĂ e della fraternitĂ . Nell’ambito di AgorĂ 2012, “Semplicemente grazieâ€? si svolgerĂ sabato 15 settembre, dalle ore 18.30 alle ore 20.30, presso piazza Paolo VI , nello spazio incontro di Fiorinsieme. Il primo grazie sarĂ quello del vescovo Luciano Monari. A seguire i tanti grazie che troveranno espressione tra

musica, parole, immagini: l’artista William Fantini realizzerĂ en plein air “Le stagioni del grazieâ€?, Maria Ventura interpreterĂ in musica la riconoscenza gioiosa del grazie, il video “Semplicemente grazieâ€? darĂ voce alle esperienze del grazie di alcuni uomini e donne della caritĂ . “Semplicemente grazieâ€? dunque uno spazio di incontro in cui dire, ricevere, vivere la bellezza del grazie. Nello spazio di Fiorinsieme dunque un’inedita fioritura, quella del grazie.

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8Q EXRQ FDPPLQR QRQ DQFRUD FRQFOXVR Brescia era “prontaâ€? per recepire la novitĂ conciliare: da tempo erano stati gettati semi che avrebbero trovato approfondimento e sviluppo in molti documenti conciliari: la vitalitĂ culturale e pastorale di molti ambienti formativi, la presenza di case editrici e di gruppi di laici e sacerdoti che affrontavano temi di rinnovamento della Chiesa, iniziative di confronto sui temi di dialogo con la modernitĂ . A ciò si aggiunga la presenza di un

vescovo, mons. Morstabilini, che fece dell’attuazione delle indicazioni conciliari un programma ben deďŹ nito di episcopato. Questo si tramutò ďŹ n da subito in molte concrete realizzazioni: la nascita, nel 1966, della Scuola di teologia per laici; l’istituzione nel 1967, tra le prime diocesi in Italia, del consiglio presbiterale e di quello pastorale diocesano, e a seguire a livello locale i consigli pastorali parrocchiali, quali organismi di comunione e di cor-

responsabilitĂ . Tuttavia i cambiamenti profondi di un Concilio non si misurano nei tempi brevi. Oggi, a 50 anni di distanza, ci accorgiamo che molte intuizioni stanno ancora davanti a noi. Le trasformazioni sociali, culturali ed economiche hanno inciso anche sulla realtĂ ecclesiale. Come cristiani non possiamo non ammettere che forse si è appannata quella che dovrebbe essere la “differenza cristianaâ€? nel nostro rapporto con il denaro, con

il potere, con la politica. Si è venuto forse indebolendo quel senso di “destino comuneâ€? che caratterizzava le nostre comunitĂ , per cui sembra che, soprattutto quando le risorse cominciano a scarseggiare, emerga la tentazione di un “si salvi chi puòâ€? individualistico. Dovremmo invece riscoprire quel messaggio di speranza che il Concilio ha donato all’uomo del nostro tempo (come insegna la Gaudium et Spes).

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Quando si discute della crisi economica in corso in Europa e “delle sue molte vittime, non si possono dimenticare quelle di crisi piĂš antiche e di conitti tuttora in corso, ossia gli sfollatiâ€?. Diversamente, oltre alla cosiddetta “generazione perdutaâ€? a causa della crisi economica, il nostro continente dovrĂ fare i conti anche con la perdita di un’altra generazione, “e forse piĂš di unaâ€?. A lanciare il monito è Nils MuiĹžnieks, commissario per i diritti umani del

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Consiglio d’Europa, nel suo Human Rights Comment pubblicato il 4 settembre scorso. A seguito delle passate crisi politico-militari – avverte MuiĹžnieks – un altro tipo di ‘generazione perduta’ sta lottando per sopravvivere in molti Paesi europeiâ€?. Si tratta degli “sfollati interni in Europa, alcuni dei quali stanno da decenni affrontando condizioni estremamente difďŹ ciliâ€?; vittime di conitti passati o tuttora in corso “continuano ad avere bisogno dell’aiuto della comunitĂ

europea e internazionaleâ€?. Negli Stati membri CdE si contano tra i 2 milioni e mezzo e i 2 milioni e 800mila sfollati interni, la maggior parte dei quali, circa 1 milione, vive in Turchia ed è vittima di conitti armati e violenze nelle zone abitate prevalentemente dalla minoranza curda. In Europa, la maggior parte degli sfollati è stata costretta a fuggire a causa dei conitti che oltre due decenni fa hanno disintegrato l’Unione Sovietica e la Jugoslavia e, piĂš recentemente, la Georgia.

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edendo la situazione del Sud Sudan e il dispiegamento massiccio delle ong presenti nel Paese, viene da chiedersi se la cooperazione stia aiutando realmente a creare sviluppo o se, invece, non stia provocando conseguenze controproducenti, persino dannose. A parlare in questo modo è Angelo Pittaluga, coordinatore regionale di Caritas italiana per l’Africa orientale, da un anno di base in Sud Sudan, il piĂš giovane stato dell’Africa tanto caro anche al bresciano mons. Cesare Mazzolari, scomparso a pochi giorni dall’indipendenza del Paese. La domanda critica di Pittaluga nasce, come affermato dallo stesso rappresentante di Caritas italiana, “dalla costatazione dei fatti: quando sono arrivato all’indomani dell’indipendenza sentivo che c’erano molte aspettative, si aveva la sensazione di essere ad un punto di svoltaâ€?. Quello che è successo, invece, è stato, per Angelo Pittaluga, uno smontarsi progressivo di queste belle speranze. A causa del contenzioso aperto tra Sudan e Sud Sudan, con il conseguente blocco dei commerci e dell’esportazione di petrolio, la situazione economica in entrambi i Paesi è peggiorata, mentre nelle aree di confine le violenze e il dramma degli sfollati è proseguito senza sosta. “In Sud Sudan – continua – la corruzione è dilagante e la nuova leadership

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messi a disposizione dai grandi donatori internazionaliâ€?. L’arrivo di personale con grande capacitĂ di spesa ha portato però a una crescita incredibile dei prezzi. “Oggi – afferma al proposito – per affittare un ufficio nel centro di Juba ci vogliono diverse migliaia di dollari al mese. Prezzi che hanno spinto la popolazione verso le aree periferiche. La maggioranza delle ong è impegnata nella doverosa assistenza agli sfollati, ma corriamo il rischio di perdere di vista tutto il restoâ€?. Inseguendo le emergenze si rischia, secondo Angelo Pittaluga di dimenticare il fine ultimo della cooperazio-

ne, ossia lo sviluppo. “Come Caritas italiana – è il suo parere – rispondiamo puntualmente agli appelli d’intervento di Caritas Internationalis, ma dobbiamo essere capaci di una prospettiva piĂš ampia. Altrimenti rischiamo che l’emergenza diventi la norma, creando un circolo vizioso che si autoalimentaâ€?. Come uscirne, allora? “Partendo dalle comunitĂ locali – è la riposta di Pittaluga –. Credo che a volte bisognerebbe guardare di piĂš a quanto fatto dai missionari, presenti dai primi del Novecento in Sud Sudan, e al modo che hanno di camminare con la gente.â€?

$]LRQL FRQWUR FDWDVWURIL DOLPHQWDUL La necessitĂ di “un’azione urgenteâ€? per scongiurare una “catastrofeâ€? alimentare che nei prossimi mesi potrebbe colpire “decine di milioni di personeâ€? nel mondo. A lanciare l’appello sono tre agenzie delle Nazioni Unite: Fao (Food and agriculture organization), Ifad (International fund for agricultural development) e Wfp (World food programme). In un comunicato congiunto le tre agenzie chiedono di agire in modo “ra-

pido e coordinatoâ€? per evitare che gli shock legati ai “rapidi aumentiâ€? del prezzo di mais, grano e soia producano una “catastrofeâ€? alimentare simile a quella del 2007-2008. “Di fronte a questo genere di sďŹ de – assicurano i tre organismi Onu – siamo piĂš attrezzati rispetto a cinque anni fa, perchĂŠ abbiamo sviluppato nuove politiche e nuovi strumentiâ€?. L’aumento dei prezzi del cibo, spiegano, “non è la malattia, ma un sin-

tomoâ€?. Due i “problemi interconnessiâ€? da affrontare. Anzitutto quello immediato“dei prezzi di alcuni prodotti alimentariâ€?. A piĂš lungo termine, invece, le tre agenzie sottolineano la necessitĂ di affrontare la questione del “nostro modo di produrre, commerciare e consumare cibo in un‘epoca segnata dall’aumento della popolazione e della domanda alimentareâ€?, e da profondi “cambiamenti climaticiâ€?.

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il numero dei disoccupati, pari a 2 milioni e 764mila, in calo dello 0,1% rispetto a giugno. Su base annua le persone in cerca di occupazione aumentano del 33,6% (695mila unità ). Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,7%, invariato rispetto a giugno (comunque al top dal 2004, ndr) e in aumento di 2,5 punti percentuali su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l’incidenza dei disoccupati sul totale degli

attivi, è pari al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali rispetto a giugno e di 7,4 punti nei 12 mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618mila e rappresentano il 10,2% della popolazione in questa fascia d’etĂ . Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività è pari al 36%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto a giugno.

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’è una cosa che unisce il mondo del volontariato da Nord a Sud, ed è la richiesta di partecipazione e di democra-

zia veraâ€?. Ă‹ con queste parole che Francesca Danese, vicepresidente del Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato, Csvnet, e presidente del Cesv, fa il punto sui lavori preparatori della 6ÂŞ Conferenza nazionale del volontariato che si svolgerĂ a L’Aquila, dal 5 al 7 ottobre. Dopo le superate divergenze col Ministero del welfare a fine luglio sulla spending review e la paventata ipotesi di rottura sulla conferenza, sono ripresi i lavori preparatori di un evento che si preannuncia ricco di iniziative e di novitĂ . Sulla vicenda della spending review “abbiamo dato un segnale di grande fermezza e questo fa bene al volontariato e al Terzo settore – ha spiegato Danese a Redattoresociale.it -, perchĂŠ insieme abbiamo preso una posizione netta. Fa bene perchĂŠ dai territori ci arriva una richiesta forte, il volontariato vuole assumere un ruolo politicoâ€?, per esempio, con gli

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con una crisi economica che incombe, con le associazioni che vengono sempre piĂš chiamate a dare delle risposte. Si è un po’ ritornati all’esercizio della cittadinanza attivaâ€?. Dai territori, infatti, arrivano richieste particolari. Le associazioni, inoltre, chiedono anche una migliore gestione dei beni comuni. “Ci sono spazi in disuso che andrebbero ripresi e occupati, ridati alla cittĂ riempiendoli di contenuti, di pensiero. Come Csv, vediamo che il 60-70% dei costi per una associazione di volontariato è la voce affitto e, nonostante questo, si chiede di sostenere il welfareâ€?. All’Aquila ci saranno otto gruppi di lavoro e saranno svolti all’interno della cittĂ , sul territorio, in quelle sedi dove ci sono persone che anzichĂŠ andar via da questa terra umiliata e offesa sono restate e hanno aperto le loro associazioni. Sono luoghi simbolicamente importanti e non sarĂ una conferenza come tante altreâ€?. Una scelta, questa, che va all’unisono con quello che è il tema di questa edizione della Conferenza, il cui slogan è “Volontariato: solidarietĂ km 0â€?

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Seconda tappa della mostra itinerante “Un mare di beneâ€? dell’artista Miranda Gibilisco. L’esposizione avrĂ luogo dall’ 8 settembre al 7 ottobre 2012 presso il Museo diocesano di Brescia, in via Gasparo da Salò. La mostra, curata da Mariano Cipollini, è un perfetto equilibrio tra immagini, istallazioni e musica, riassume il lavoro che l’artista traccia nel raccontarsi. Le sue opere “creazioni strutturate, minuziose, preziose, precise,

Significativo momento di collaborazione quello realizzato da diverse realtĂ che fanno capo alla Valle Camonica. Grazie alla collaborazione tra Fondazione Camunitas, giornalisti della Valle Camonica, accademia “Arte e Vitaâ€? di Breno, il coro Rosa Camuna di Sellero, diretto dal maestro Ferdinando Mottinelli, le suore Dorotee di Cemmo e i Vicari zonali della Valle è stata promossa per la giornata del 15 settembre

evocatrici di cose che vanno al di lĂ di quelle che rappresentano, simbolicheâ€? (Pierre Hidalgo). Diventano punto focale e chiave di lettura per accedere al suo percorso artistico. Tutto viene racchiuso in una sospensione temporale dove passione e magia si amplificano grazie alle suggestive sonoritĂ di Massimiliano Ventrone. “Un mare di beneâ€? di Miranda Gibilisco è visitabile tutti i giorni, eccetto il mercoledĂŹ, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

l’iniziativa “Dalla terra al cielo. Tempo, violenza, piacere, dono. Preghiera per e con chi vive in Valle Camonicaâ€?. Si tratta, appunto, di un incontro di preghiera, che si terrĂ presso il monastero di San Salvatore di Capo di Ponte con inizio alle 20.30. All’iniziativa sono stati invitati in modo particolare tutti gli abitanti della Valle Camonica, proprio perchĂŠ l’appuntamento è a loro espressamente dedicato.

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Cinque milioni di dollari per l’immortalitĂ La Templeton Foundation, fondazione ďŹ lantropica di tendenza conservatrice, che svolge ricerche sul ruolo della religione ha messo a disposizione del prof. John Martin Fischer, docente di ďŹ losoďŹ a all’UniversitĂ di CaliforniaRiverside cinque milioni di dollari per “The Immortality Projectâ€?, un programma triennale per studiare i “segreti dell’immortalitĂ â€?. Una cifra enorme, ma bisogna tener conto del fatto che il professore dovrĂ cercare di rispondere a domande che si perdono nella notte dei tempi. Fischer – che si deďŹ nisce un ‘non credente’ – è convinto della bontĂ del milionario progetto: “Le persone hanno pensato all’immortalitĂ nel corso di tutta la storia, abbiamo un bisogno innato di sapere cosa ci succederĂ dopo la morte. Un dibattito che va avanti da secoli e che ha riguardato soprattutto la letteratura, in particolare la fantasy, e ovviamente la teologia in termini di aldilĂ , paradiso, purgatorio o karma. Nessuno ha ancora offerto uno sguardo complessivo al

tema che metta insieme scienza, teologia e ďŹ losoďŹ aâ€?. Quasi la metĂ dei cinque milioni di dollari – sostiene la UniversitĂ di Riverside – verrĂ impiegata per la ricerca, una parte dei soldi servirĂ per organizzare due grandi conferenze internazionali (la prima delle quali dovrebbe tenersi alla ďŹ ne del secondo anno di ricerche) e per ďŹ nanziare un sito web dove si possano seguire i progressi degli studi sull’immortalitĂ in tempo reale da ogni parte del mondo.

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In realtĂ quello ďŹ nanziato dalla Fondazione Templeton non è l’unico progetto del genere. Anche in Europa, all’UniversitĂ inglese di Birmingham, David Cheetham e Yujin Nagasawa, direttori del John Hick Centre for Philosophy of Religion stanno lavorando su “Morte, immortalitĂ e vita ultraterrenaâ€?. Un progetto di due anni, ďŹ nanziato in parte dall’UniversitĂ di Innsbruck, in parte dalla stessa Templeton (che ha però messo a disposizione

una cifra di gran lunga inferiore: 8550 euro). Credo che dietro lo schermo della scienza si celi sempre la tentazione di toccare il cielo con un dito, cioè di possedere l’inďŹ nito. Qualche anno fa lo zoologo ed etologo inglese Desmond Morris ha scritto: “Se potessimo trovare il modo di interferire geneticamente con l’imperativo biologico che ingiunge al nostro meccanismo di rinnovamento cellulare di diventare

progressivamente meno efďŹ cace potremmo, in teoria, vivere per sempre. (‌) I progressi della medicina sono talmente rapidi che ciò che oggi può sembrarci fantascienza nel giro di qualche decennio potrebbe diventare un fatto acquisitoâ€? (“la Repubblicaâ€?, 10 aprile 2008). Il titolo dell’articolo era: “Se l’immortalità è a portata dell’uomoâ€?. Ăˆ la ricorrente tentazione dell’onnipotenza che vorrebbe scavalcare i limiti umani, di cui la morte è quello deďŹ nitivo. Soldi buttati via quindi? Non ho alcuna autoritĂ per emettere sentenze di questo genere, ma ho l’impressione che la cultura dell’immortalitĂ (prima della morte, non dopo) sia molto piĂš diffusa di quanto si pensi (per questo si attenua invece la fede in una vita oltre la morte). Non esplicitata, non professata apertamente: è un rivolo sotto traccia che penetra nel pensiero comune. Ăˆ il frutto di una presunzione che trova nella morte la sconfessione radicale e quindi ha bisogno di costruirsi un percorso che vada oltre. Temo che cinque milioni di dollari non bastino.


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Da Pistoia a Montemurlo, poi via per il rifugio Gualdo. Aria da monastero al santuario della Madonna del Sasso per la terza tappa; poi ancora Barbiana, dove il priore Lorenzo Milani ha consacrato l’ultima parte della sua vita al ministero “per pochi poveri contadini� facendo scuola ai loro figli. Su questo itinerario – per un totale di 100 km dal 21 al 24 agosto si sono cimentati sette camuni – cinque uomini e due donne – col solo “cavallo di S. Francesco�. “Il nostro passaggio –

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racconta don Angelo Chiappa che ha accompagnato il viaggio – ha sorpreso tutti e ci ha permesso di coinvolgere quanti hanno accettato nelle nostre meditazioni serali: tappa per tappa ogni sera, prima del riposo, in un clima di calda preghiera ci siamo avventurati a meditare testi del maestro don Lorenzo per conoscerne contenuti, passioni e sofferenze col proposito di saper trasformare in messaggio di vita per noi la sua testimonianza�. “Alla fine – aggiunge ancora don

Chiappa – Barbiana ci ha accolto nel suo silenzio. Qui io e don Battista Dassa, animatore generoso di questi pellegrinaggi, ci siamo raccolti per celebrare col gruppo una liturgia eucaristica davvero speciale e coinvolgente. Credo che tutti ci siamo proiettati nel tempo in cui qui celebrava il prioreâ€?. L’esperienza sicuramente è stata vissuta come analoga agli Esercizi itineranti organizzati da alcuni anni dall’Ufficio diocesano della pastorale del Creato.

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a storia è quella di un dono che diventa patrimonio condiviso per un’intera comunitĂ . A Vallio Terme, infatti, verrĂ inaugurata il prossimo fine settimana una nuova Via Crucis collocata lungo il percorso che porta al santuario della madonna del Mangher. “Le formelle – spiega il parroco don Angelo Pizzato – mi sono state donate dall’artista Fabrizi Bresciani, in arte Zefferino, che avevo conosciuto quando ero curato a Bedizzole. PoichĂŠ si tratta di un’opera dal forte valore religioso ho pensato di donarla alla comunitĂ . La collocazione presso il santuario consentirĂ ai pellegrini di praticare quest’opera di devozione prima di arrivare in chiesaâ€?. CosĂŹ, grazie al lavoro di alcuni parrocchiani (Marino Michelini, Gabriele Ferandi, Giuseppe Rigamonti, Giovanni Sanca e Sergio Pasini) sono state realizzate delle santelle, dove saranno posizionate le 14 stazioni della Via Dolorosa: si tratta di realizzazioni in legno, dotate di un tettuccio e di un vetro a incastro dietro al quale collocare le formelle in terracotta. Su ognuna delle santelle, inoltre, sarĂ presente anche il ricordo dei defunti delle famiglie che con la propria offerta hanno contribuito

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fessoressa Marta Mai, nella presentazione dell’opera di Zefferino, sottolinea la sua particolare pregnanza religiosa e conoscenza dei Vangeli, oltre alla sua capacità di cogliere i valori etici sottesi e condivisi da ogni credo. Le celebrazioni inizieranno sabato 8 settembre, in concomitanza con la festa della Natività di Maria, una processione alle 17.30 lungo la salita che porta al santuario, con l’accompagnamento della banda di Vallio Terme, a cui seguirà la Messa celebrata da mons. Cesare Polvara, provicario generale della diocesi.

Domenica 9, alle 10.30, si terrĂ la benedizione della nuova Via Crucis, insieme alla Messa solenne celebrata da mons. Vigilio Mario Olmi, con l’accompagnamento musicale del coro “La Valleâ€?. “Ho colto l’occasione – aggiunge don Angelo – di invitare per la celebrazione sia gli ex parroci sia i sacerdoti che hanno prestato servizio a Vallio Termeâ€?. Nel pomeriggio, infine, alle 16 è prevista la recita del S. Rosario e, in conclusione, alle 18, la celebrazione eucaristica celebrata da mons. Marco Alba, cancelliere diocesano.

0LVVLRQL QHO VHJQR GL 6DQ )UDQFHVFR Si è aperta a Bagolino la missione giovani diretta dai frati francescani della Lombardia. Il programma, animato da fra Davide, fra Gianbattista, fra Massimo, fra Carlo e suor Anna (nella foto) è iniziato domenica 2 settembre e si chiuderĂ domenica 9. Il titolo scelto per la missione è: “La sfida dell’incontro: venite e vedreteâ€?. Dopo la celebrazione iniziale nella chiesa parrocchiale di San Giorgio c’è stato l’annuncio missionario ai giovani che animano la

vita del parco comunale Pineta con i frati francescani e il gruppo di coordinamento composto da giovani di Bagolino. La settimana si svolge con innumerevoli incontri personali nelle case, nelle strade con i giovani invitati a partecipare alla tenda dell’incontro in piazza. Le celebrazioni eucaristiche si tengono alla sera nella chiesa di San Rocco, riaperta al pubblico dopo 11 anni di chiusura. Dopo la Messa, ogni sera si è fatta una meditazione di

mezz’ora dedicata a San Francesco, per rivivere insieme la vita e il messaggio del santo. Non poteva mancare una escursione in montagna con i giovani e una grande veglia di preghiera in programma per venerdĂŹ sera. La conclusione della missione è prevista per domenica 9, quando in oratorio si terrĂ un grande pranzo di fraternitĂ . Per informazioni è possbile contattare don Arturo Viani allo 036599108.

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Francesconi e del sindaco Paroli, era stata ipotizzata, sempre all’interno della commisione ambiente, una collocazione in via Codignole nei pressi del termovalorizzatore. Ipotesi questa che ha visto la pronta replica del presidente della circoscrizione sud Giacomo Lini (nella foto), che in un comunicato stampa afferma: “Anche noi non possiamo accogliere quell’impianto. Termovalorizzatore, autostrade,

tangenziali, cromo esavalente, potrei continuare all’infinito. Ma gli ambientalisti dove sono? Agguerriti il giorno 23, ieri d’accordo? Sono in attesa di una risposta: che differenza c’è tra Sant’Eufemia e via Codignole. Vi posso assicurare che ho giĂ ricevuto telefonate dai cittadini che erano preoccupati per la fumata, immaginiamoci adesso con questa notizia. Posso rassicurarli che vigileremo

al tavolo del termovalorizzatore per quanto riguarda le emissioni, e che inconvenienti come quello dell’8 di agosto non si devono piĂš verificare e ci adopereremo in tal sensoâ€?. Il riferimento è al guasto patito dall’inceneritore di A2A proprio l’8 agosto, causato dalla mancanza di connessione dell’impianto alla rete di alta tensione, che ha determinato un aumento delle emissioni di sostanze inquinanti nell’aria.

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n evento che è stato definito storico. La presenza del vescovo alla Camera del lavoro in occasione dei 120 anni dalla sua istituzione, riveste in effetti particolare importanza nell’evoluzione dei rapporti tra la Chiesa e il mondo sindacale che fa riferimento alla sinistra come area politica. CosĂŹ, quando martedĂŹ il Vescovo si è trovato sul palco degli invitati – non era mai successo nei 120 anni di vita della Camera del lavoro – presso la sede di via Folonari, è stato accolto dalle parole del segretario generale Damiano Galletti che ha elogiato le recenti visite di mons. Monari ai lavoratori delle fabbriche in crisi e il suo invito alla non rassegnazione. Il ricordo delle antiche contrapposizioni tra mondo ecclesiale e Camera del lavoro, ma anche delle contaminazioni e della vicinanza su alcuni temi dell’attenzione al mondo del lavoro, passa nel suo intervento fino all’apprezzamento della lettera pastorale sui migranti, definita “un atto di apertura e coraggioâ€?, e al riconoscimento del comune impegno in questo campo, pur se su posizioni molte volte divergenti, con l’Ufficio

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za la sfida di contemperare la fedeltĂ ai princĂŹpi con la comprensione delle situazioni concrete. Indicando una possibile strada per il futuro si sofferma sulla necessitĂ imprescindibile della formazione e della solidarietĂ nella socializzazione, sul bisogno diffuso di competenza e luciditĂ , di coraggio e sapienza, per fare scelte disinteressate che guardino avanti, per un benessere duraturo. Una precisa disamina della difficile situazione attuale, insomma, che si conclude con un passaggio sugli immigrati e a garanzia dell’impegno del Centro migranti, secondo un proprio stile di dialogo e condivisione. Di fronte ha un pubblico attento, in un’atmosfera di simpatia che sembrerebbe uscita dalla penna di Guareschi. Infine il saluto e l’augurio: “Voi consacrate la vostra vita ai lavoratori, che Dio vi conservi questa passioneâ€?.

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3HU OD 6DQWD &URFH GHYR]LRQH H FXOWXUD La Compagnia dei custodi delle Sante croci, in vista della festa dell’Esaltazione della Croce il 14 settembre, ha messo in programma una serie di inziative di carattere religioso e culturale che si terranno tra l’8 e il 14 settembre. Nel corso della conferenza stampa di presentazione, il presidente della compagnia Gino Trombi ha illustrato la collaborazione con il conservatorio cittadino Luca Marenzio (rappresentato dalla presidente Patrizia Vastapane), che si concretizzerĂ in un concerto previsto per giovedĂŹ 13 dicembre alle 20.45 all’interno del Duomo Vecchio, nel quale si esibirĂ il gruppo vocale de “I solisti del conservatorioâ€?, sotto la direzione di Silvio Baracco. Un altro momento a forte caratterizzazione culturale sarĂ , sempre nella giornata di giovedĂŹ 13, la conferenza di mons. Ivo Panteghini, cappellano della Compagnia, che si terrĂ nel salone “Madonna della stradaâ€? alle 18.15. Argomento dell’approfondimento sarĂ l’esposizione di alcune novitĂ circa la stauroteca del Tesoro, per la quale è stata anticipata la scoperta di una non unitarietĂ stilistica. Per quanto riguarda l’ambito piĂš strettamente religioso, sabato 8 settembre alle 9 si procederĂ all’esposizione della reliquia della Santa Croce, seguita alle 17 dalla recita dei vespri e della benedizione presso la chiesa di Santa Rita.

VenerdĂŹ 14, invece, dopo l’esposizione del Tesoro dell Sante Croci in Duomo Nuovo, si terrĂ alle 16 la Via crucis e alle 18 la Messa solenne con la reposizione del Tesoro. In questo stesso periodo è in corso di allestimento il sito della compagnia, che si propone di far conoscere questa realtĂ nei suoi studi e nelle sue iniziative. Proprio in direzione di una maggiore conoscenza va anche l’augurio del presidente Trombi: “Speriamo che la cittadinanza possa conoscere meglio la nostra realtĂ â€?.

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almeno sono i presupposti del ricorso avanzato presso il Tar della Lombardia, che il 18 luglio scorso aveva disposto la sospensione del concorso, con buona pace dei 355 insegnanti vincitori. Da quel momento la vicenda si è ulteriormente complicata, poichĂŠ il Consiglio di Stato, tramite il presidente Giancarlo Coraggio, all’inizio di agosto, aveva revocato temporaneamente la sentenza del Tar, riservandosi di pronunciarsi sulla questione il 28 dello stesso

mese. In quella data, però, il consiglio in seduta plenaria ha sostanzialmente compiuto un passo indietro, decidendo per il rinvio della trattazione “nel merito della controversiaâ€? al prossimo 20 novembre, ad anno scolastico quindi ampiamente avviato. Per questo motivo, l’UfďŹ cio scolastico regionale, diretto da Giuseppe Colosio (nella foto), ha proceduto nei giorni alla nomina dei dirigenti scolastici reggenti, che si occuperanno temporaneamente

degli istituti scoperti oltre a quelli di propria competenza. Nel bresciano erano risultati vincitori di concorso 48 insegnanti, che vedono cosĂŹ “congelateâ€? le proprie nomine. Sarebbero servite ad intervenire su una situazione giĂ di per sĂŠ piuttosto complessa: nella nostra provincia, infatti, a quanto si apprende dalla graduatoria delle reggenze pubblicata d’urgenza il 30 agosto, sono ben 58 gli istituti scolastici senza dirigente. Almeno ďŹ no al 20 novembre. (f.u.)

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i alza di livello la discussione originatasi nei giorni scorsi in merito all’esatto numero di partecipanti alla mostra di Matisse, che avrebbe fatto scattare un premio di 300mila euro in favore di Artematica, la societĂ che ha organizzato la mostra insieme alla fondazione Brescia Musei. Nel pomeriggio di martedĂŹ 4, dopo una lunga riunione, i consiglieri della Fondazione hanno comunicato la decisione di passare alle vie legali affidando “l’incarico all’avvocato Stefano Lojacono, sotto il profilo penale e all’avvocato Augusto Azzini, sotto quello civile, di esaminare la questione e di valutare ogni possibile azione a tutela dell’enteâ€?. Ma andiamo per ordine e ricostruiamo la vicenda. Dopo l’interrogazione presentata dal gruppo consiliare del Pd, che chiedeva lumi in merito alla questione all’amministrazione comunale, è seguita un’escalation che ha visto dapprima

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va di aver avuto un contratto di questo tipo (cioè che non lo obbligasse a fornire i dati Siae sui biglietti) solo nella nostra cittĂ , lasciando intendere una leggerezza sulla questione da parte bresciana. LunedĂŹ 3 si è quindi tenuto un incontro in Loggia tra lo stesso Brunello, il direttore generale del Comune di Brescia e la Fondazione Brescia Musei, incontro che ha avuto esito negativo, come chiaramente esplicitato in una successiva nota: “L’esito dell’incontro non è stato soddisfacente per l’amministrazione in quanto non sono emersi elementi a suffragio dei dati a suo tempo presentati circa le effettive presenze ottenute dalla mostraâ€?. Di qui la “ valutazione di ogni iniziativa utile ad appurare la veritĂ e di eventuali azioni conseguenti. In proposito è stata inoltrata a cura del Comune una richiesta di verifica presso la Siae rispetto alla autodichiarazione a suo tempo prodotta da Artematicaâ€?. Tra le azioni intra-

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prese, come detto, ecco quindi la richiesta di nuove carte da parte dei legali, mentre si moltiplicano le proteste sui social network contro l’amministrazione, proteste che a quanto sembra sbarcheranno anche in sedi istituzionali. A questo proposito, al momento di andare in stampa, proprio il gruppo consiliare del Pd in Loggia sta tenendo una conferenza stampa sull’argomento che aveva per primo sollevato.

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”‡•…‹ƒ ‹…‘”†ƒ”‡ ‹Â?‘ ƒ”–‹Â?ƒœœ‘Ž‹ —Â? ƒÂ?Â?‘ †‘’‘ In attesa delle iniziative ufficiali della cittĂ (da tempo si va dicendo di una possibile presenza del presidente Napolitano) il 4 settembre scorso è stata “Partecipazione & identitĂ â€?, l’associazione di cultura politica dedicata alla sua figura, a ricordare Mino Martinazzoli a un anno dalla morte. Lo ha fatto con una Santa Messa celebrata nella chiesa di Santa Maria del Carmine, con un intervento di Pierluigi Castegnetti e con la

presentazione di una borsa di studio dedicata alla figura del politico scomparso. Un primo significativo tributo alla figura e all’opera di Mino Martinazzoli era però giunto nelle scorse settimane da Paolo Corsini che ha dato alle stampe il libro “Mino Martinazzoli. Valore e limite della politica. Scritti e discorsiâ€?. Nell’opera, edita dalla Cittadella di Assisi, Corsini mette a frutto la singolarissima vicinanza personale con Martinazzoli per

farne emergere la sua lezione etico-politica. Nella sua nuova fatica letteraria Paolo Corsini ha scelto di affiancare ad alcune considerazioni personali frutto dell’amicizia e degli anni di comune impegno amministrativo (fu infatti vicesindaco negli anni in cui Martinazzoli guidò Palazzo Loggia) una serie di scritti e di discorsi che fanno risaltare in tutta la sua portata l’idea “martinazzolianaâ€? della politica e

la lettura, appunto, dei suoi limiti e dei suoi valori. Una rassegna di nove tra scritti e discorsi, quella voluta da Paolo Corsini quale ideale tributo personale alla figura di Martinazzoli, che a un anno di distanza dalla morte mettono in risalto la sua straordinaria luciditĂ di lettura di un mondo che, insieme a tante soddisfazioni, non ha mancato di riservare al politico morto il 4 settembre dello scorso anno, anche molte amarezze.

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rovare un giusto equilibrio fra l’attivitĂ lavorativa e quella familiare, soprattutto per le donne, è uno dei maggiori problemi che si pone chi è chiamato a gestire questo aspetto della quotidianitĂ , dalle istituzioni ai datori di lavoro, soprattutto privati. Per sostenere le politiche di conciliazione famiglialavoro la nostra Regione ha assegnato nel 2011 all’Asl di Brescia un fondo specifico, che, per individuare meglio gli interventi da finanziare, ha istituito un tavolo di lavoro che ha coinvolto Provincia e Comune di Brescia, oltre ai Distretti socio-sanitari, Camera di commercio e Consigliera di paritĂ . Ne è nato un progetto, denominato Net-Work-Life, presentato nei giorni scorsi dall’assessore ai Tempi, sussidiarietĂ e trasparenza del nostro comune Claudia Taurisano, affiancata dalla presidente della Cooperativa Agoghè Roberta Moretti e dal responsabile comunale del Settore giovani Antonio Moro. “Questo progetto, cui guardiamo come welfare integrato per le aziende che agiscono sul territorio – ha detto Claudia Taurisano – vuole evidenziare un’attivitĂ che va assumendo sempre maggiore importanza con lo scivolamento in costante aumento della classe media verso il bassoâ€?. “La Regione Lombardia ci ha assegnato, tramite l’Asl, 40mila euro – ha specificato Antonio Moro – che saranno messi a disposizione, ad iniziare dalla metĂ di settembre circa, di chi aderirĂ alle azioni che verranno poste in essere per raggiungere gli scopi prefissatiâ€?. “Il progetto nasce

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abbiamo previsto, in un apposito spazio in via Paolo Veronese in cittĂ , di fornire, sia agli associati sia a chi ne volesse usufruire, aziende o singoli, un servizio di accoglienza al mattino, variamente articolato, per i piccoli da zero a sei anni e nel pomeriggio per i giovani dai sei ai 14, anche nei periodi di chiusura delle scuoleâ€?. Tutto questo tramite accordi con le imprese, che si faranno carico di una quota di adesione per ogni soggetto, chiamato anch’esso a contribuire. PiĂš famiglie aderiranno, piĂš basso sarĂ il loro contributo. Ăˆ una strada, è stato sottolineato da piĂš parti, per diffondere all’interno delle piccole e medie imprese una cultura piĂš flessibile e responsabile, le cui ricadute non possono che essere positive, in quanto ne giove-

rebbero molti aspetti del rapporto azienda/lavoratore. Ogni informazione presso il Comune, Settore giovani, tel. 0302978919 o presso il consorzio Mete, in via Luigi Gussalli 13 in cittĂ , tel. 0302185202 ed a breve anche sul suo sito www.consorziomete.it.

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´0HHWLQJV LQ WKH JUHHQÂľ WRUQD )LRULQVLHPH Torna a settembre uno degli eventi piĂš importanti dedicati al verde e al giardinaggio. La nuova edizione di Fiorinsieme, organizzata dall’Associazione orovivaisti bresciani e dal Comune di Brescia che si terrĂ dal 15 al 23 settembre si intitola “Meetings in the greenâ€?: incontri ed eventi nel verde con la splendida cornice di piazza Duomo, che come nel corso delle passate edizioni, si vestirĂ di verde

con oltre 1200 mq di giardino. Una delle piĂš belle piazze d’Italia verrĂ trasformata in un grande giardino offrendo al visitatore una visuale particolare data dal binomio di elementi urbani e elementi naturali, geometrie e colori a fare da scenograďŹ a con vasche acquatiche, ďŹ oriere con arbusti ornamentali, graminacee, piante perenni, un’area gioco per bambini e un palco che ospiterĂ incontri ed eventi. Nei

due week-end di settembre si terranno all’interno dell’area verde incontri e seminari speciďŹ ci legati al mantenimento del verde privato per avvicinare i cittadini alla cultura del verde. Tra gli argomenti trattati la coltivazione della rosa, l’orticoltura domestica, tecniche di potatura, utilizzo delle piante aromatiche e molto altro ancora. Ad arricchire l’evento anche una mostra mer-

cato di piante e ďŹ ori che si terrĂ il 15, 16, 22 e 23 settembre dalle 10 alle 19. L’Associazione florovivaisti bresciani con Fiorinsieme pone l’obiettivo di diffondere una corretta conoscenza e cultura dell’ambiente che troppo spesso oggi viene a mancare, ma che forse necessita di maggior attenzione. Tutti i dettagli relativi agli incontri sul sito web www.orovivaistibs.it.

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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ Â? ˆ‘Â?†‘ ’‡” ƒ‹—–ƒ”‡ ‰Ž‹ ƒˆˆ‹––—ƒ”‹ La crisi economica che sembra non conoscere ďŹ ne mette a dura prova le famiglie, specie quelle che non dispongono di una casa di proprietĂ : per questo gli enti locali corrono ai ripari cercando di istituire iniziative in grado di alleggerire il pesante fardello delle spese mensili. Anche a Montichiari, grazie al Fondo afďŹ tti istituito dalla Regione Lombardia, ci sono buone notizie per i piĂš bisognosi ed in particolare per coloro che vivono in appartamenti in locazione. Il Comune, infatti,

ha emanato un bando apposito ďŹ nalizzato all’integrazione del canone d’afďŹ tto di quei nuclei con disagio economico acuto. Sono previste le corresponsioni di contributi integrativi per il pagamento di tali spese mensili dovute dai conduttori ai proprietari degli immobili. Naturalmente non tutti possono partecipare e per questo sono stati individuati dei criteri selettivi tra i quali il possesso di un reddito Isee massimo di 4000 euro; sarĂ data la prioritĂ di

erogazione dei contributi ai soggetti che possiedono un reddito Isee ďŹ no a 3500 euro. “Il Fondo afďŹ tti – afferma l’assessore ai Servizi sociali Gianluca Imperadori – è un utile strumento per alleviare i disagi degli afďŹ ttuari: come Comune siamo impegnati per aiutare le famiglie e cercheremo, limitatamente alle risorse disponibili, di continuare su questa falsariga. Ricordo, tuttavia, che per effetto delle minori risorse disponibili per il Fondo afďŹ tti non è piĂš possibile garantire, come per il

passato, un contributo adeguato a tutti i richiedenti ed è stato, quindi, necessario limitare l’accesso a tale servizio alla sola fascia sociale piĂš deboleâ€?. Per visionare il bando di partecipazione e ricevere ulteriori informazioni è a disposizione l’ufďŹ cio Servizi sociali del Comune ubicato al piano terra della sede municipale; telefono 030/9656304 oppure 030/9656305. Ulteriori ragguagli si possono ottenere consultando il sito internet www. montichiari.it. (f.m.)

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lla fine ci si è messa anche la pioggia. Piove su un’edizione della Fiera iniziata tra molti cambiamenti rispetto al formato tradizionale e qualche polemica sulla direzione imboccata dalla manifestazione. Ad accendere la discussione nei mesi scorsi, infatti, era stata la decisione, da parte dell’amministrazione comunale, di rinunciare all’ambito zootecnico non impiantando la tradizionale esposizione bovina. La decisione, presa nell’ottica di contenimento dei costi, aveva sollevato da piĂš parti l’osservazione che, in questo modo, la fiera avrebbe ancor piĂš abdicato alla propria caratterizzazione settoriale. E, in effetti, questo salta all’occhio passeggiando per la piazza e i giardini, specialmente se si va con la memoria alle edizioni degli anni passati: se molti sono rimasti i visitatori che hanno affollato lo spazio fieristico non appena la pioggia, domenica

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nifestazioni piĂš grandi e in grado di richiamare maggior pubblico e quindi maggiori contatti: in questo senso Orzinuovi rimane “schiacciataâ€? dalle manifestazioni fieristiche di Montichiari e Cremona, giusto per citare le due geograficamente piĂš prossime, che riescono ad esercitare una maggiore attrattiva per i lavoratori e le aziende del settore. A fronte del ridimensionamento della componente agricola, sembrano crescere altre presenze, come quella di aziende legate a settori in crescita come quello legato alle energie rinnovabili (e in questo senso Orzinuovi può vantare sul proprio territorio un vero e proprio punto di riferimento per quanto riguarda la cogenerazione e gli impianti a biogas). Ampio spazio, inoltre, è stato riservato alle eccellenze agroalimentari del territorio, per esempio con il mercato agricolo organizzato da Coldiretti, e piĂš in generale ad altre realtĂ produttive e commerciali, ma anche quelle

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inerenti il mondo del sociale e della solidarietĂ . Senza dimenticare le occasioni di approfondimento come il convegno organizzato ogni anno da Confartigianato su temi di attualitĂ . Ed è forse questa la caratteristica che rimane piĂš salda: quella cioè di costituire uno spazio e un momento riconosciuti di espressione e, perchĂŠ no, anche di autorappresentazione del territorio, l’occasione in qualche modo di fare il punto della situazione sulla multiforme realtĂ della Bassa.

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Fa discutere il progetto del Comune di Trenzano di collocare in localitĂ Barbaresca un impianto fotovoltaico a terra della superficie di 100mila mq, in grado di produrre 6.5 megawatt, specialmente per l’aspetto riguardante l’occupazione di suolo che potrebbe essere destinato all’agricoltura. Chiara l’opposizione dei movimenti ambientalisti del territorio: “I circoli di Legambiente Bassa Bresciana ed il movimento ambientalista della Bassa Ovest Bresciano – si legge in una nota diffusa nei giorni scorsi – chiedono alla Provincia di Brescia di non autorizzare il progetto in ossequio alla necessitĂ assoluta di tutelare il suolo agricolo ed il paesaggio, cosĂŹ come contemplato nei principi fondamentali del Pia-

no territoriale di coordinamento provinciale. Ribadiamo il nostro convinto consenso al fotovoltaico su tetti e strutture esistenti e la nostra netta contrarietĂ al fotovoltaico sui terreni coltivati il cui unico fine deve essere quello della produzione di cibo di qualitĂ e destinazioni esclusivamente di tipo agricoloâ€?. Un’opposizione che dalle parole promette di trasferirsi anche nelle sedi istituzionali: “Come Legambiente regionale – si legge ancora – stiamo valutando la possibilitĂ di ricorso giurisdizionale avanti al Tar cosĂŹ come ammesso dalla legge e di adottare qualsiasi altra iniziativa al fine di salvaguardare un’area agricola di immenso valore per la popolazione di Trenzano e di tutta la Bassa brescianaâ€?.

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parrocchia la disponibilitĂ di un luogo sacro dove poter celebrare la Messa. Nulla in contrario da parte del prevosto mons. Verzeletti. Terminato l’iter burocratico, ecco che la piccola e accogliente chiesetta di San Sebastiano in via Tagliata è diventata luogo di culto per la comunitĂ di cristiani ortodossi che vivono a Chiari. “Noi siamo moldavi – spiega il sacerdote – ma è chiaro che la Messa è aperta a rumeni e ucraini, siamo tutti cristiani ortodossi e

dipendiamo tutti dal Patriarcato di Mosca; il rito che noi ofďŹ ciamo è quello bizantinoâ€?. Ăˆ lui che dal 3 agosto accoglie i fedeli: il sabato alle 16 e la domenica alle 9. Il rito dura circa due ore e prima dell’inizio tre leggii, sui quali sono accuratamente appoggiate tre icone vengono sistemanti in prossimitĂ dell’altare. In quella centrale è rappresentata la Resurrezione, in quella di destra GesĂš Cristo, e in quella di sinistra la Madre di Dio. All’ingresso sono disponibili foulard per le donne

che entrano con il capo scoperto. Prima i cristiani ortodossi residenti a Chiari, se avessero voluto partecipare alla Messa, avrebbero dovuto recarsi a Brescia, ma ora non sarĂ piĂš necessario. Nonostante le celebrazioni siano cominciate da poco, l’afuenza è in crescendo. Padre Jirlea è molto soddisfatto della disponibilitĂ dimostrata e si dice convinto che con il tempo la chiesetta di San Sebastiano richiamerĂ sempre piĂš fedeli. (c.m.)

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a una parte la crisi economica che inevitabilmente attanaglia anche esistenza e sviluppo delle locali realtĂ associative di solidarietĂ , dall’altra l’incessante calo di persone attivamente impegnate nel volontariato e in campo sociale. In mezzo ci sta il Gruppo volontari 118 di Pontoglio che, nonostante la sua attuale situazione associativa sia tutt’altro che florida, ben reagisce al difficile momento e si ingegna e distingue per lo spirito di iniziativa e intraprendenza che lo anima. “Sicuramente non navighiamo nell’oro – hanno espresso dal sodalizio, anche se il nostro vero problema attualmente è il numero esiguo di volontari disponibili a coprire i turni e puntiamo in vari modi di arruolarne dei nuovi per poter continuare a offrire al nostro bel paesello il servizio 118 che fino ad oggi siamo riusciti ad assicurareâ€?. Da qui è nata l’idea di organizzare un corso di primo soccorso della durata di 40 ore (suddivise approssimativamente in 12 incontri serali con inizio in ottobre-novembre alle 20.30 circa), totalmente gratuito, aperto a tutti e gestito da qualificati istruttori 118, medici e infermieri impiegati nel soccorso

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(mini corso primo soccorso pediatrico) e sarĂ possibile partecipare, pur non avendo frequentato gli incontri precedenti. “Confidiamo – hanno aggiunto fiduciosi i volontari pontogliesi – che qualcuno a fine corso si mostri interessato ad aderire al nostro gruppo e inizi a prestare servizio salendo in ambulanza insieme a noi, appassionandosi sempre piĂš al volontariatoâ€?. Fondato nel 1978 per sopperire alla mancanza di un servizio di trasporto per infermi e bisognosi, nel 1992 il gruppo con sede in via Orizio aderisce al servizio Areu (Azienza regionale emergenze e urgenze) e varie sono le attivitĂ svolte a cadenza annuale, oltre al corso. Tra di esse si possono ricordare la castagnata dei nonni il primo novembre presso la sede, oppure la distribuzione gratuita dei calendari nel mese di dicembre e, sempre nello stesso periodo, la raccolta fondi nella giornata “proambulanzaâ€?. Per qualsiasi chiarimento o informazione è possibile comunque chiamare in sede allo 030/737033 (dalle 20 alle 24), ai cellulari 3489502604 (Maria Ferrari) 3488085006 (Davide Raccagni) o scrivere un’e-mail a gvpspontoglio@gmail.com.

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Presentata a Villa Baiana in Franciacorta la prima rete “multicanaleâ€? italiana. “You chefâ€? propone prodotti food e non food secondo una logica che premia i profili del nuovo consumatore italiano e la qualitĂ , l’eccellenza e la passione etica di aziende che credono profondamente nel Made in Italy. Al progetto aderiscono cinque aziende lombarde, RisolĂŹ di Lumezzane, Tenute La Montina di Monticelli Brusati, Tradizioni Padane di Gottolengo, Girzi line di

Boario Terme e il Consorzio Premax di Premana. “You chefâ€? si presenta in tre settori: cucina, all’insegna del cucinare sano, mangiare e bere italiano (anche per chi deve convivere con una dieta senza glutine), bellezza, per coltivare il benessere personale, e moda, per dare libero sfogo alle capacitĂ sartoriali. Per il mercato sono pronti 25 kit. Non solo idee regalo, ma esperienze da provare. Per offire al consumatore attento e consapevole, il valore di una rinnovata cura di sĂŠ.

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i quel che è passato non resta che un dolce ricordo e il rimpianto di averlo vissuto per poco: un soffio di vita soltantoâ€?. Sono quelle sue stesse parole a campeggiare sugli annunci funebri che tappezzano una Cologne profondamente rattristata, all’indomani dell’improvvisa scomparsa dell’autore e alpino Nelson Cenci, spentosi 93enne alle 3 e mezza di lunedĂŹ 3 settembre, nella sua tenuta agricola “La Boscaiolaâ€?, dove ormai da anni serenamente viveva e dove martedĂŹ sera in un’accogliente taverna carica di ricordi ha avuto luogo la veglia per l’ultimo saluto, prima delle partecipatissime esequie celebrate mercoledĂŹ 5 in parrocchiale. Nato a Rimini il 21 febbraio del 1919, si arruolò volontario e dopo un periodo con la divisione Julia partecipò alla guerra d’occupazione in Montenegro e poi partĂŹ nel 1942 per la Campagna di Russia con la Tridentina, dove venne decorato con medaglia d’argento al Valor militare sul campo come comandante di plotone della 55ÂŞ compagnia “Vestoneâ€?, e fu tra i pochi ufficiali che tornarono “a baitaâ€?, grazie anche all’intervento del colognese Lancini che, adagiatolo su una slitta di fortuna perchĂŠ ferito e con le gambe spezzate a Nikolajewka, riuscĂŹ a trarlo in salvo. Terminata la guerra, si laureò in Medicina e Chirurgia (specializzandosi in Otorinolaringoiatra), ricoprĂŹ incarichi come primario ospedaliero e docente all’UniversitĂ di Varese e, nel 1960, decise di acquistare e ristrutturare una cascina del Seicento proprio a Cologne, dove, affiancato dalla figlie

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partecipando a riunioni, conferenze e manifestazioni, senza mai assentarsi dalle Adunate delle Penne Nere e rapendo coi suoi coloriti ricordi ed empatici discorsi quanti lo ascoltavano e lo leggevano. Numerosi furono infatti i suoi scritti, ma anche le sue poesie, sulla “najaâ€?, sulla guerra e sulla vita, tra i quali compare anche la sua ultima fatica “...Accanto al camino...â€?, sfornato lo scorso Natale e in cui passa in rassegna a pennellate la sua intensa vita, quasi un passaggio della stecca da vecio ai giovani, con commozione e dolcezza: una testimonianza preziosa di un tempo che fu “quando Patria era pronunciata con rispetto e il Dovere era impegno sacro di una gioventĂš fiera di essere e sentirsi italianaâ€?.

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)DUH LO SLHQR GL EHOOH]]D H FXOWXUD Dal 9 al 16 settembre, Rovato diventa una piccola Mantova della cultura. Mentre nel capoluogo virgiliano va in scena il Festival della letteratura, in Franciacorta ci penserĂ il “Cool tour 2012â€?. A organizzare la seconda settimana della cultura rovatese è “Liberi libriâ€?, sodalizio nato nel febbraio 2011 e attualmente presieduto da Roberta Maranesi. “Siamo un gruppo di giovani – dice la Maranesi –, rovatesi e non solo, che, per interesse e voglia di fa-

re, hanno iniziato a riunirsi e a scambiarsi idee per arricchire ed innovare il panorama culturale di Rovato, soprattutto in seguito all’apertura della nuova sede della biblioteca comunale che offre ampi spazi da sfruttare per questo scopo�. “Liberi libri�, che durante l’anno supporta la stessa biblioteca, ha deciso per quest’anno di regalarsi come evento clou un evento d’eccezione: sabato 15 settembre, alle ore 17 presso il Salone del Pianoforte

del Comune di Rovato, ospite d’eccezione del CoolTour 2012, il giornalista Rai Antonio Caprarica converserĂ con il collega bresciano Fabio Larovere e con il pubblico in sala. Caprarica, di ritorno dalla Londra olimpica, racconterĂ della sua esperienza come inviato in teatri di guerra prima e nelle maggiori capitali europee poi. “Sentiremo dalle sue parole – dice la Maranesi – come un italiano vede i cittadini europei e l’Europa, e come gli italiani

siano visti all’estero, fra luoghi comuni e sorprese inaspettate. L’occasione dell’incontro è inoltre quella della presentazione del nuovo libro di Caprarica, “Oro, argento e birra. Le Olimpiadi di Londra. I giochi di ieri e di oggi nel Paese che ha inventato lo sportâ€?. Nel corso della settimana tanti altri eventi animeranno Rovato fra musica, cultura e buon vino. Per il calendario completo: www.associazioneliberilibri.wordpress.com.


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dalle 14 alle 16 l’UniversitĂ della Montagna di Edolo è chiamata a relazionare sul tema: “I giovani nelle Alpi: formazione e innovazione per reinterpretare la tradizione e promuovere lo sviluppo sostenibile delle montagneâ€?. La sessione prevede la relazione iniziale introduttiva sullo stato dell’arte in termini di offerta formativa nazionale ed europea finalizzata a dare ai giovani strumenti conoscitivi adeguati al contesto montano e sulle relative

ricadute concrete per il territorio. La tavola rotonda sul tema, partendo da ciò che emergerĂ dalla prima parte della sessione, è l’occasione di approfondimento e di confronto per arrivare alla redazione di un documento di sintesi e di proposta che verrĂ trasmesso alle principali istituzioni nazionali che si occupano di montagna, nonchĂŠ agli organi della Convenzione delle Alpi. Tra gli argomenti trattati dall’incontro internazionale, dove

l’UniversitĂ di Edolo ha un ruolo fondamentale, vi sono i temi legati alle piccole Scuole di montagna, ma anche la coesistenza con l’orso bruno, la mobilitĂ nelle Alpi, il bene comune rappresentato dalla ricerca scientifica alpina, gli ecoedifici, l’inquinamento luminoso nei paesi alpini, l’immigrazione, l’alpinismo, le terre agricole alpine, per concludere dando una risposta ad un quesito fondamentale: “Quanto rinnovabili sono le Alpi? (f.g.)

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ontinua la faticosa marcia dei Comuni soci di Montecampione Impianti Spa. (recentemente dichiarata fallita) per tentare di dare un futuro all’attivitĂ impiantistica della nota stazione camuna. Il fallimento della Società – dicono i Sindaci di Artogne, Piancamuno, Gianico, Darfo, cui fanno eco ComunitĂ montana e Bim di Vallecamonica – non può mettere in ginocchio l’economia di 150 famiglie e tante attivitĂ ad esse correlate, un tessuto sociale ed economico, un sistema occupazionale che è cresciuto in 40 anni di attivitĂ . Ma mercoledĂŹ 29 agosto è arrivato un altro stop sulla faticosa strada del rilancio di Montecampione: infatti, è tramontata, almeno per ora, l’idea di creare una fondazione che prevede il rastrellamento di 1,5 milioni di euro sul mercato (cioè: proprietari di seconde case di Montecampione, in tutto circa 2.600) ed altrettanti 1,5 milioni di euro messi dai Soci pubblici della SocietĂ , per un totale complessivo di 3 milioni di euro necessari a ripartire e rilanciare il comprensorio sciistico. Infatti, il Consorzio Montecampione, al quale

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za, che consiste nel dare corpo ad una societĂ cooperativa, alla quale dovranno aderire esercenti, commercianti, professionisti (maestri di sci soprattutto) di Montecampione tramite la quale chiedere al Tribunale l’affitto degli impianti per la prossima stagione invernale. Il primo a credere che una soluzione si possa e si debba trovare è il primo cittadino di Artogne, Gianpietro Cesari, che dopo il provvisorio accantonamento della Fondazione e del rilancio con denaro fresco, per ora sta lavorando sott’acqua nel tentativo di comporre questa cordata. A giorni ci sarĂ un nuovo incontro per verificare se la strada è percorribile e se c’è la volontĂ degli attori coinvolti direttamente nella stagione invernale di diventare essi stessi attori primari. Il problema oggi è il tempo: ma tutti concordano che la stagione deve ripartire.

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, FDQWLHUL DYDQ]DQR D SDVVR ULGRWWR Sono due i principali cantieri Anas riguardanti l’Alta Valle Camonica: il primo è quello del tratto di superstrada che eviterĂ l’attraversamento di Capo di Ponte, Scianica di Sellero, Cedegolo, e Demo di Berzo. Il secondo cantiere è relativo alla galleria nei pressi di Corteno, lungo la strada che sale verso il passo Aprica. Ebbene, fino alla primavera scorsa i responsabili dei lavori avevano confermato a piĂš riprese che il primo sarebbe stato chiuso entro Natale, mentre il secondo avrebbe tagliato il traguardo prima dell’autunno. CosĂŹ non sarĂ , perchè nel frattempo sono venuti avanti problemi di vario genere che hanno causato una serie di ritardi piuttosto significativi. Va detto che la parte piĂš impegnativa dei lavori, cioè lo scavo dei tunnel, è terminata. I problemi riguardano le opere di completamento, che ammontano a svariate decine di milioni di euro. Sono stati portati a termine, ad esempio, gli interventi per il mini-tunnel di emergenza e di fuga; si lavora ai condotti per le acque, mentre si attende ancora per il sistema di evacuazione dei fumi. A Capo di Ponte-Sellero la ditta Collini, che ha realizzato le opere principali, doveva passare la mano ai trentini della Oberosler prima della chiusura ferragostana; invece si parla ora di fine settembre o addirittura ottobre, il che vuol dire che si può azzardare l’estate 2013 come data possibile. Inoltre i lavori secondari di raccordo con

l’attuale tracciato comporteranno disagi per gli utenti, con l’istituzione momentanea di semafori, come quello “recordâ€? di Corteno-Galleno: circa tre minuti alla volta per oltre mezzo chilometro di senso unico alternato. C’è da demolire un ampio costone roccioso per far posto ad una corsia di decelerazione. Si è deciso di non procedere con i lavori anche in orario notturno onde ridurre i disagi acustici, ma ciò comporta ulteriori lungaggini. Anche qui non si finirĂ certo entro settembre. (g.c.)

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derivazione a scopo idroelettrico del torrente. Il Comune di Corteno Golgi e la ComunitĂ montana di Valcamonica hanno fatto ricorso al Tsap (Tribunale superiore delle acque pubbliche) di Roma per l’annullamento della concessione. “In qualitĂ di biologa – scrive la Bonettini – ho lavorato tre anni, su incarico del Comune, per la gestione scientiďŹ ca e la valorizzazione della Riserva naturale delle Valli di Sant’Antonio. I torrenti ‘Brandèt’, Campovecchio e Sant’Antonio

sono tre corsi d’acqua di straordinaria rilevanza ambientale e paesaggistica, gli unici ad aver conservato un cosÏ elevato livello di naturalità in tutta la provincia di Brescia e, forse, in tutto il contesto regionale. Tutelate anche dall’Unione europea come Siti di importanza comunitaria, la Valli di Sant’Antonio sono un simbolo della natura, conosciute da migliaia di escursionisti per la loro spettacolarità e per la suggestione

che cagionano in chi percorre i sentieri che si snodano al loro ďŹ anco lungo la salita delle valliâ€?. La biologa, nel diramare il suo grido d’allarme agli operatori della comunicazione, aggiunge: “Vi mando queste righe urgenti per conoscenza: i lavori potrebbero cominciare in questi giorni, prima che il Tribunale sospenda la concessioneâ€?. Il sindaco Martino Martinotta parla inoltre di una decisione che ritiene una vera e propria forzatura. (e.g.)

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ono circa 150 gli impianti idroelettrici, fra grandi e piccoli, oggi in funzione in Valle Camonica. Non pochi. Tuttavia, negli ultimi tre anni la Provincia di Brescia ha rilasciato un’impressionante raffica di ulteriori concessioni a soggetti privati, circa 150 in tutto. SocietĂ private investono in derivazioni e captazioni allo scopo di produrre energia elettrica, versando del denaro allo Stato, mentre agli enti locali della Valle rimane ben poco. Tuttavia, accanto alla percezione di una sorta di “esproprioâ€? di una fondamentale risorsa del territorio, c’è da considerare il montare delle perplessitĂ circa i criteri con cui in Broletto si procede alle concessioni. Il caso “clouâ€? (di cui parliamo piĂš diffusamente nel taglio alto della pagina) è quello di Corteno Golgi, dove è stata autorizzata una centralina che sfrutterĂ le acque del torrente Sant’Antonio nel bel mezzo della riserva naturale delle Valli

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di Sant’Antonio, il cui regolamento sancito dalla Regione Lombardia nel 1990 recita esplicitamente che è fatto divieto proprio di utilizzare le acque per centrali, sia pure di energia pulita e rinnovabile. In Comune non

ci credevano, fin quando sul posto la societĂ concessionaria ha mandato i tecnici per i rilievi e per definire l’area di cantiere; di lĂŹ la reazione con minaccia di ricorsi e quant’altro. Certo, non sempre anche i Comuni appaiono cosĂŹ decisi e limpidi, vedasi il caso di poche settimane fa di due centraline in via di costruzione in territorio di Edolo. Un comitato di 140 cittadini si è detto contrario ad ogni captazione del torrente Moia, che attraversa la frazione di MĂš e supporta l’acquedotto, nonchĂŠ alla creazione di strutture di produzione idroelettrica nella zona sud di Edolo troppo vicine all’abitato. Evidentemente il business fa gola. In effetti chi di centrali in loco ne ha giĂ , se le tiene ben strette e le rinnova e aggiorna con investimenti cospicui. Ăˆ il caso, per esempio, dell’impianto di Forno Allione, costruito nel 1917 e reinaugurato a luglio da Enel Green Power dopo interventi per sei milioni di euro.

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‹ŽŽƒ ƒ”…‹Â?ƒ ‹ŽŽƒ Ž‹•‡Â?–‹ ‘•’‹–ƒ Žƒ ˆ‡•–ƒ †‡Ž „‡Â?‡••‡”‡ Si apre venerdĂŹ 7 settembre la “Festa del benessereâ€? organizzata da diverse associazioni presso l’area verde di Villa Glisenti. Una manifestazione nata nel 2009 a Concesio per volontĂ delle associazioni ConsĂŠ e Pranic Healing, quindi giunta tramite il consigliere Stefano Colosio presso la struttura di Villa Carcina col sostegno congiunto degli Assessorati a Servizi sociali e Cultura. “Si tratta – dice Loretta Fattori, presidente di ConsĂŠ – di una manifestazione

unica per la varietĂ delle proposte curate dalle associazioni. Una tre giorni che è passerella di un lavoro portato avanti da una decina d’anni nell’ambito del benessere della persona, spaziando da scuola di naturopatia, accompagnamento alla genitorialitĂ , sostegno ad anziani e malati terminali e lavori in sintonia anche con la medicina tradizionaleâ€?. “Quel che piĂš ci dĂ soddisfazione – aggiunge la coordinatrice dell’evento, Francesca Bianchetti – è vedere la sinergia che si crea tra le

diverse associazioni che preparano la festa, consentendo di far conoscere attivitĂ che normalmente non avrebbero sfogo nella societĂ â€?. Pranic Healing, shiatsu, kinesiologia, medicina tradizionale cinese, campane tibetane e cromoterapia: queste alcune delle discipline per le quali verranno messi in opera trattamenti dimostrativi (5 euro per ciascuno), che nei tre giorni della “Festa del benessereâ€? si accompagneranno anche a convegni e dibattiti con

esperti terapeuti e medici. “Inoltre – chiude l’assessore ai Servizi sociali, Moris Cadei –, come ogni anno parte del ricavato andrĂ a un’associazione del territorio: e dopo Volontariato Villa e l’Autolettiga Avis, ora la scelta è ricaduta su Abe & Friends, nata sui campi di calcio Csi per fare dello sport un veicolo sociale con cui promuovere la conoscenza e sostenere il reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Civile di Bresciaâ€?. (a.a.)

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n fiume assediato da ben 1631 scarichi: è questa l’immagine del Mella e affluenti in Valtrompia che esce dalla indagine portata a termine dalla ComunitĂ montana. L’attivitĂ di censimento, coordinata da Arpa Lombardia e operativamente in ComunitĂ montana dai funzionari Fabrizio Veronesi e Roberto Mondinelli, è stata svolta dalle squadre di volontari che vi avevano dato adesione: gruppi antincendio con l’aggiunta dell’Anuu (l’associazione cacciatori degli uccelli migratori) di Concesio ed il moto club di Nave. Con abbigliamento ad alta visibilitĂ e contrassegni ComunitĂ montana, in mano la mappatura degli scarichi giĂ censiti realizzata dalla ComunitĂ montana e Provincia di Brescia, hanno setacciato le sponde: gli scarichi sono stati fotografati e georeferenziati su scheda realizzata da Arpa Lombardia. Si tratta solo di un censimento, senza nessun risvolto di tipo sanzionatorio. Ne hanno cosĂŹ censiti, fotografati e schedati, come detto, ben 1631 su un percorso complessivo di 96 km, dal Gambidolo a S.Colombano, fino al Cannone di Bovezzo, dei quali 40 relativi all’asta principale del Mella, 43 chilometri sugli affluenti ed i restanti 13 chilometri sul bacino del Garza. Facendo la media, sono uno ogni 59 metri. Numeri impressionanti: nel dettaglio gli scarichi mappati sono 664 sul Mella, 648 sugli affluenti e 319 sul bacino del Garza. Visti sul

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a Marcheno. Ma c’è subito da annotare che di fatto fino a Marcheno si tratta di scarichi civili, per lo piĂš con fossa biologica a monte: non per nulla sotto il Ponte di Marcheno fino a Inzino proliferano ancora i popolari verĂš (vairone), barbo e boga e non mancano grosse trote fario. Poi oltre Gardone il fiume va morendo: ci sono gli scarichi industriali con inquinamento chimico. Ora di ogni scarico si sa praticamente tutto per quanto riguarda dislocazione e caratteristiche. Ma i numeri fanno tremare pensando ai costi per riportarli nel collettore fognario di valle, giĂ pronto da Brozzo a Concesio con investimento fatto (ricordiamo) di circa 25 milioni e con lavori non lontani

$XWR VWRULFKH SHU LO WURIHR 3DP L’associazione dilettantistica culturale Lumeventi organizza per domenica 9 settembre il 12° trofeo “CittĂ di Lumezzaneâ€?, coppa d’oro Aviscoppa Pam, il campionato italiano assoluto di regolaritĂ classica per auto storiche. Due sono le novitĂ piĂš rilevanti per la manifestazione: la prima, e la piĂš importante, è la modiďŹ ca del nome da “Trofeo Lumezzaneâ€? a “CittĂ di Lumezzaneâ€?. La seconda invece riguarda il tracciato

della gara: dopo la tradizionale partenza da piazza Portegaia alle 8.31, i concorrenti raggiungeranno il passo del Cavallo per scendere in Valle Sabbia ed arrivare al porto di Portese. Da Portese una lunga cavalcata, con un bel passaggio nel parco del Monte Netto, per arrivare all’autodromo di Franciacorta. Ripresa nel pomeriggio tra i vigneti della Franciacorta con passerella sul lungolago di Iseo e salita panoramica a

Polaveno per scendere a Gussago. L’ultimo settore vedrĂ i concorrenti dirigersi verso Brescia cittĂ per la salita sulla Maddalena con discesa a Muratello di Nave. L’arrivo in Piazza Portegaia è previsto verso le 16.15; circa due ore dopo l’arrivo dell’ultimo concorrente si terrĂ la cerimonia per le premiazioni nel Teatro Astra di Sant’Apollonio. Dopo l’arrivo e prima delle premiazioni, buffet per i concorrenti nel salone dell’oratorio.

per il tratto Lumezzane-Sarezzo per altri 8,6 milioni. Ed intanto c’è un termine tassativo, il 2027, per salvare il fiume Mella: lo ha imposto l’Unione europea con una direttiva a salvaguardia delle acque, e (aggiungiamo) della qualitĂ della vita.

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dedicato ai servizi scolastici. Un portale on line aperto sul mondo della scuola concesiana, con un importante servizio subito attivato dall’amministrazione: ossia la possibilitĂ per le famiglie di pagare direttamente da casa i pasti mensa dei propri ďŹ gli, accedendo con un semplice clic sul banner “Servizi scolasticiâ€? presente nella colonna di sinistra della home page comunale (www.comune.concesio.bs.it). Un’informatizzazione che da questo mese di settembre consentirĂ ai

genitori di effettuare il pagamento tramite una carta con credito ricaricabile, registrandosi sul portale con la Carta regionale dei servizi e l’apposito lettore. La carta può essere ricaricata direttamente on line oppure in posta esibendo la Crs e scegliendo una ricarica da 50, 100 o 200 euro o ancora utilizzando il Pos (Point of sale) presso lo sportello della Ragioneria comunale. In alternativa è possibile effettuare un boniďŹ co (Iban IT52-F076-0111-2000-0001-3567-250)

sul conto corrente comunale relativo alle rette, riportando nella causale la dicitura: ‘Mkeynumber nome cognome alunno’, dove M si riferisce alla ricarica relativa al servizio mensa; il keynumber è invece presente nell’anagraďŹ ca dell’alunno e può essere richiesto all’ufďŹ cio Istruzione (030 21 84 173). Un servizio digitale che cerca di rendere sempre piĂš veloci e funzionali operazioni che prima richiedevano ogni volta di recarsi ďŹ sicamente agli sportelli. (a.a.)

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opo che in estate pure il Ministero ha dato l’annuncio ufficiale del riconoscimento dop al Nostrano Valtrompia, ecco quest’eccellenza gastronomica triumplina presentarsi in tutte le sue sfaccettature, ma con ampi margini di crescita. Una filiera produttiva che può contare su 25 aziende sparse per la Valle e una produzione quantitativa di 1000 chilogrammi annui. Un marchio Dop che ha significato tanto per una Valle nella quale l’agricoltura negli ultimi anni ha dovuto lottare strenuamente per non soccombere ai processi di industrializzazione e che può contare su 400 imprese agricole, di cui 215 impegnate nella produzione di latte e con un monte capi bovini allevati di 2.500 unitĂ (1.600 vacche). Di qui una produzione annua di 52mila quintali di latte (circa il 25% del totale), che portano ai 1000 chili di formaggio annui distribuiti – come detto – su 25 produttori. Anche cosĂŹ in Alta Valle l’economia e il turismo si stanno rilanciando, grazie al formaggio Nostrano Valtrompia, ma ancora c’è molto da fare per rivitalizzare il settore contadino triumplino, specie per quanto riguarda la lavorazione del latte. Un impegno in tal senso assunto dalla ComunitĂ montana con un progetto che punta sul formaggio tipico della Valtrompia e cerca di offrire ulteriori opportunitĂ di sviluppo. Una

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Lombardia per dare nuova via ai due caseifici esistenti in Alta Valtrompia. “Si tratta – dicono in ComunitĂ montana – di rivedere l’intero sistema di lavorazione che ad oggi opera tra Graticelle e Pezzaze, accorpando le gestioni: in particolare, sarebbe opportuno avere una sola struttura, resa piĂš efficiente, e un altro magazzino per lo stoccaggio e la maturazione dei prodotti derivati. Infine, la filiera sarebbe completa con la creazione di un punto vendita dei prodotti tipiciâ€?. Un progetto che la ComunitĂ montana intenderebbe realizzare gradualmente, prima di tutto cercando di capire chi intende aderire oltre le cooperative esistenti (Monte Muffetto e Guglielmo), quindi verificando le possibilitĂ della futura unitĂ di produzione e infine al punto unico di raccolta del latte a Graticelle. “L’obiettivo – continuano i responsabili in ComunitĂ montana – è di coinvolgere un numero sempre crescente di produttori locali in produzioni di rapido utilizzo, affiancando questo progetto a un altro legato alla produzione di foraggio (qui le risorse necessarie sono nell’ordine dei 200mila euro). Si tratta di un piano per lo smaltimento dei rifiuti della lavorazione del latte e piĂš in generale di una progettualitĂ zootecnica, che cercheremo di condurre con la collaborazione della cooperativa gardonese Ecotecnicaâ€?.

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recano nella contrada di Masciaga per ringraziare la Madonna della sua intercessione. Nel 1922 infatti, l’amata effigie venne incoronata nella splendida parrocchiale di Santo Stefano Domenica 22 ottobre 1922 al cospetto del vescovo Gaggia di Brescia con mons. Rovetta e mons. Peruzzo. A dare inizio all’Anno della fede ci sarà quest’anno mons. Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme. Dopo i saluti di benvenuto, alle ore 18.30 mons. Twal presiederà la

concelebrazione nella parrochiale di Santo Stefano. Giornata di festeggiamenti ma anche di addii. Nella stessa giornata, infatti, verranno salutate le Suore “Piccole Figlie del Sacro Cuoreâ€?, volute ben 80 anni fa dal concittadino vescovo di Tortona mons. Egisto Melchiori. A malincuore la Madre generale dell’Istituto è stata costretta a congedare le suore dopo il loro lunghissimo lavoro e, per mancanza di vocazioni, non ha

potuto sostituirle. Bedizzole si accinge cosĂŹ, in quest’occasione, a dire loro grazie per lo straordinario lavoro svolto per la comunitĂ : prima con lo storico orfanotrofio e poi, negli ultimi 30 anni, con la scuola materna. La sofferenza delle famiglie dei piccoli è tanta. I genitori prendono in consegna la scuola e si impegnano di fronte ad essa a preservare la sua forte identitĂ cattolica che l’ha sempre contraddistinta nel tempo. (gdm)

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ome tradizione, a suggellare e concludere la Fiera di Puegnago dedicata, per la 36ÂŞ volta, alle eccellenze del suo territorio, olio Casaliva e vino Groppello in primis, l’Unaprol, Consorzio olivicolo italiano e l’Aipol, Associazione interprovinciale produttori olivicoli lombardi, hanno organizzato un convegno tematico. L’attenzione si è quest’anno incentrata sulla definizione di regole certe in grado di avvalorare il concetto di qualitĂ , di ottimizzare le operazioni di filiera e di creare trasparenza nel mercato dell’olio di oliva di alta qualitĂ . L’intrigante sottotitolo del convegno “La verità è come l’olio... viene sempre a gallaâ€? riporta al testo del Disegno di Legge n. 3211 dedicato alle “norme sulla qualitĂ , tracciabilitĂ e trasparenza della filiera degli oli di oliva verginiâ€?, trattando di alchil esteri, di sanzioni per i contraffattori di etichettatura e di panel test. Il Disegno, attualmente in discussione al Senato, si spera possa al piĂš presto essere convertito in legge dello Stato, creando le condizioni per operare in un mercato piĂš trasparente nella difesa del diritto dei consumatori ad essere correttamen-

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stro – ha ricordato Albino Pezzini, del Cda di Unaprol – che può contare su produzioni di pregio derivate da mix varietali inimitabili, un patrimonio unico di oli extra vergini Dop, deve compiere scelte sempre piĂš coraggiose nella direzione della sua visibilitĂ e della tutela della sua identitĂ â€?. Segnali positivi vengono dalla larga partecipazione delle aziende, quest’anno 50, alla mostra internazionale degli oli monocultivar, giunta, a Puegnago, alla 10ÂŞ edizione. “Un segnale importante – ha riferito il sindaco Adelio Zeni – che vede il nostro Comune baricentro di una qualitĂ diversa che premia il territorio per la sua identitĂ e il suo carattere distintivoâ€?. Al termine del convegno alla senatrice Mongiello è stato consegnato il premio “Olivo d’oro, natura, salute, culturaâ€?, per il suo impegno verso produttori e consumatori.

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,Q RVSHGDOH XQ FHQWUR SHU OH FXUH GHQWDOL “Un servizio innovativo, che offre una risposta concreta ai cittadini dell’alto Garda e della Val Sabbia.â€? CosĂŹ Fabio Russo, direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, si è espresso a margine della cerimonia di inaugurazione del nuovo Centro odontostomatologico a Salò, svoltasi il 30 agosto presso la struttura stessa. “Si tratta – ha sottolineato – del secondo centro odontostomatologico attivato dall’Azienda ospedaliera di Desenzano, entrambi gestiti dalla societĂ Dmc Dental. Una novitĂ molto importante che garantirĂ ai cittadini prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura di tutte le patologie dentarie a tariffe agevolate implementando cosĂŹ le attivitĂ ambulatoriali erogate dall’Azienda ospedaliera a Salò.â€? Oltre al Direttore generale, al taglio del nastro erano presenti anche il direttore sanitario Annamaria Indelicato, il direttore amministrativo Cesare Meini, il direttore del presidio ospedaliero di Gavardo-Salò Lucio Dalfini e Maria Paola Canegrati, responsabile del nuovo centro. Presente anche il vice sindaco di Salò Stefania Zimbelli e rappresentanti delle istituzioni locali. Il nuovo Centro, che si affianca a quello giĂ presente presso l’ospedale di Leno, si trova in via Gasparo da Salò ed erogherĂ tutte le prestazioni odontostomatologiche per la prevenzione, diagnosi e cura delle patologie dentarie. Ăˆ caratte-

rizzato da moderni ambulatori (in totale quattro) dotati di attrezzature all’avanguardia e di personale altamente qualificato. L’attivitĂ del Centro avrĂ inizio nel corso del mese di settembre con i seguenti orari: dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle ore 8 alle 19.30. L’accesso alla prima visita avverrĂ in modo diretto, senza che sia necessaria l’impegnativa del medico. Le sedute successive alla prima visita verranno erogate con prezzi calmierati. Il numero telefonico a cui rivolgersi è 0365 22769.

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ÂŽ ˜‹ƒ ͙͚ •‡––‡Â?„”‡ —––‡ Ž‡ †ƒ–‡ †‡Ž …ƒŽ‡Â?†ƒ”‹‘ •…‘Žƒ•–‹…‘ Mancano pochissimi giorni all’avvio dell’anno scolastico 2012. In Lombardia, secondo il calendario stilato dalla giunta regionale, il via è ďŹ ssato per il 12 settembre per le scuole di tutti gli ordini e gradi. La scuola dell’infanzia, invece, ha giĂ aperto il 5. La conclusione dell’anno scolastico è stata ďŹ ssata all’8 giugno per tutti gli ordini e gradi, ad eccezione della scuola dell’infanzia che conclude il 30 giugno. Il calendario

scolastico regionale ha accolto i giorni di sospensione delle attività didattiche ed educative che coincidono con le festività stabilite a livello nazionale: tutte le domeniche, 1° novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre, 1° gennaio, 6 gennaio, il lunedÏ dopo Pasqua, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, la festa del Santo Patrono. Le vacanze natalizie andranno dal 23 dicembre al 6 gennaio; quelle di carnevale sono

previste per i due giorni antecedenti l’avvio del periodo quaresimale e quelle pasquali nei tre giorni precedenti la domenica di Pasqua e il martedÏ immediatamente successivo al LunedÏ dell’Angelo. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto del monte ore annuale previsto per le singole discipline e attività obbligatorie, possono disporre gli opportuni adattamenti del calendario scolastico.

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ll’inizio dell’anno scolastico manca poco (meno di una settimana, con la prima campanella fissata al 12 settembre), ma in questi giorni è in un certo senso cominciata la scuola: se ne parla, infatti, con insistenza, in particolare per via dell’annuncio del ministro Profumo sulle prossime assunzioni dei docenti e soprattutto per l’indizione del concorso a cattedre che è effettivamente una novitĂ . Mancava da molto tempo, 13 anni, e forse nessuno ci sperava piĂš. Il concorso è dunque un passo importante, anche nella prospettiva di dare la possibilitĂ di inserirsi nella scuola a

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docenti giovani, al di lĂ del meccanismo che costringe al ricorso a graduatorie ferme da anni. E ai precari che giĂ hanno protestato, dicendosi penalizzati dal nuovo concorso, sempre il ministro ha “rivoltato la frittataâ€?: niente penalizzazione, piut-

tosto una nuova opportunitĂ , poichĂŠ a loro non viene tolto nulla, restano in graduatoria, ma se volessero migliorare la propria situazione, ecco che possono partecipare anche al concorso. Secondo il Ministro, cosĂŹ si risponde alla normativa, che prevede il doppio canale per l’assunzione – concorso e graduatoria – e si torna ad essere un “Paese normaleâ€?. La discussione di questi giorni sul concorso ha portato a riflettere anche su un altro aspetto, decisamente importante: il tipo di preparazione richiesta per entrare nella scuola. Il Ministro, infatti, ha spiegato che i futuri docenti dovranno affrontare “un test iniziale di pre-scrematu-

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raâ€?, per valutare la loro “capacitĂ logica, di comprensione verbale, le loro competenze linguistiche ed informaticheâ€?, Inoltre ci sarĂ un test sulle competenze, una seconda prova sostanzialmente di settore, infine una terza prova per valutare in particolare le capacitĂ del candidato alla cattedra in rapporto allo “stare insiemeâ€?, in classe. Agli aspiranti insegnanti verrĂ chiesto di condurre una lezione simulata, in modo da valutare l’attitudine della persona a rapportarsi con i giovani. “Ritengo che gli insegnanti debbano essere persone in grado di stare coi giovani – ha detto il Ministro –. Ciò perchĂŠ le sole competen-

ze non bastano: non è detto che un grande ricercatore o uno scienziato sia poi un ottimo insegnanteâ€?. Questa “terza provaâ€? è indubbiamente una novitĂ , anche se va detto che da anni la formazione dei docenti si muove nella direzione indicata dal Ministro, che sottolinea come, per insegnare, servono competenze trasversali e relazionali indispensabili per stare in classe. Per gestire il mondo complesso delle relazioni tra giovani e adulti, certo, ma anche quello delle relazioni tra colleghi, con i genitori, in vista di una scuola che mette in rete la collaborazione educativa. Ben venga, dunque, una riflessione in piĂš su questo aspetto.


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‘Â?•‹‰Ž‹‘ †‡‹ Â?‹Â?‹•–”‹ ‘˜‹–Â? Â?‡Ž …ƒÂ?’‘ †‡ŽŽƒ ˜ƒŽ—–ƒœ‹‘Â?‡ Il Consiglio dei Ministri dello scorso 24 agosto ha introdotto alcune novitĂ in tema di sistema nazionale di valutazione. Ă‹ stata cosĂŹ deliberata l’istituzione e la disciplina del sistema nazionale di valutazione in materia di istruzione e formazione delle istituzioni scolastiche e formative, comprese le scuole paritarie, deďŹ nendone ďŹ nalitĂ , struttura e modalitĂ di funzionamento, in linea con le migliori prassi internazionali. Il

Sistema di valutazione si basa sull’attivitĂ di collaborazione di tre istituzioni: l’Invalsi, che assume il coordinamento funzionale dell’intera procedura di valutazione; l’Indire, che sostiene le scuole nei piani di miglioramento e gli ispettori, che collaborano nella fase di valutazione esterna delle scuole. Uno dei perni di questa riforma è costituito dall’autovalutazione delle scuole, determinata sulla

base di dati forniti dal sistema informativo del Ministero, dall’Invalsi e dalle stesse scuole. Questa analisi sarĂ contenuta in un Rapporto di autovalutazione da cui successivamente l’Invalsi desumerĂ gli indicatori che consentiranno di individuare le istituzioni scolastiche da sottoporre alla valutazione esterna, coordinata dagli ispettori. Dal rapporto, poi, la scuola deďŹ nirĂ un proprio piano di miglioramento.

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estini del personale inidoneo e sentenza del Consiglio di Stato sul concorso in Lombardia dei dirigenti scolastici sono due temi che in queste orestanno catalizzando l’attenzione di Luisa Treccani, segretario generale della Cisl Scuola di Brescia perchĂŠ si tratta di problemi che sono strettamente legati con il servizio e l’offerta formativa dalla scuola. La prima questione è quella del personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria mansione ed utilizzabile in altre.

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tore della pubblica amministrazione. Inaspettatamente, la spending review ha imposto a tale personale di essere esclusivamente inquadrato come Ata, precludendo qualsiasi altra strada. “Il suddetto personale – afferma Luisa Treccani – giĂ appesantito da una situazione personale e di salute delicata, si vede trattato come un numero da far rientrare nel quadro dei posti disponibili, senza il minimo rispetto dovuto alle personeâ€?. Altro tema che preoccupa il segretario della Cisl scuola è l’empasse che si è creato in Lombardia sul concorso

per dirigenti. La recente sentenza del Consiglio di Stato rimanda infatti a novembre la possibile soluzione della delicata questione che penalizza in modo pesante le istituzioni scolastiche bresciane che avrebbero avuto bisogno di una cinquantina di nuovi dirigenti. “L’auspicio – sono considerazioni di Luisa Treccani – è che le soluzioni sul tavolo abbiano al centro dell’attenzione la difficoltĂ di istituzioni scolastiche ormai da troppo tempo assegnate a reggenti, che, se pur impegnati a ricoprire con professionalitĂ il proprio ruolo, si ritrovano divisi tra istituti

diversi, ciascuno dei quali avrebbe diritto a venire ‘guidato’ da un unico referenteâ€?. Il personale delle istituzioni scolastiche, le famiglie, gli studenti, il territorio, sono ancora considerazioni del segretario della Cisl scuola di Brescia, hanno la necessitĂ e l’esigenza legittima di venire finalmente assegnati ad un responsabile che possa essere costantemente presente ed impegnato nell’elaborazione ed attuazione del progetto di scuola, nell’affrontare le quotidiane questioni che coinvolgono gli attori di ciascuna istituzione scolastica.


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ƒŽ Íž ƒŽ Í&#x; •‡––‡Â?„”‡ ƒ Í?͙ƅ ‡†‹œ‹‘Â?‡ †‡Ž …‘Â?˜‡‰Â?‘ †‹ …Š‘Ž¹ Pedagogia e neuroscienze è il tema affrontato a Brescia il 6 e 7 settembre nel corso del 51° convegno di ScholĂŠ, dell’Editrice La Scuola a cui sono stati invitatio un centinaio di studiosi e di esperti che trasformano la cittĂ nella capitale della pedagogia. L’importanza – anche per l’educazione morale – delle nuove conoscenze circa la complessitĂ della mente e i nuovi studi sul cervello: ma saranno discusse

le tesi che riducono coscienza e autocoscienza a meccanismi biologici. Per il segretario generale di ScholĂŠ, Luciano Pazzaglia, Ordinario di storia della scuola e delle istituzioni educative presso l’UniversitĂ cattolica il convegno è “l’occasione per avviare una riessione urgente, soprattutto all’interno del movimento dei pedagogisti di ispirazione cristiana, al ďŹ ne di chiarire quale linee debba assumere l’impegno educativo

in tale contesto, come conciliare interessi scientiďŹ ci e umanistici di fronte a temi sui crinali tra ricerca neurobiologica e ďŹ losoďŹ ca senza dimenticare le lezioni della storiaâ€?. Tra gli studiosi presenti a Brescia per il convegno di ScholĂŠ che si tiene presso presso il Centro di spiritualitĂ Mater Divinae Gratiae di via S. Emiliano, Arnaldo Benini e Milena Santerini, Alessandra La Marca e Vincenzo Costa, Flavia Santoianni e Andrea Lavazza.

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opo la pausa estiva si riprendono, anche a livello scolastico, le varie attivitĂ e il ripartire riserva sempre le sue fatiche, ma ha anche il sapore della sorpresa e il desiderio di poter attuare qualcosa di grande e di bello nella realtĂ culturale ed educativa della scuola. Nella situazione attuale non mancano certo i problemi, spesso legati all’aspetto economico che grava sulle famiglie e sulle istituzioni, ma non possiamo lasciarci sfuggire il coraggio che ci porta ad affrontare queste problematiche con speranza, nella consapevolezza che il vero progresso necessita di un’etica che collochi al centro di qualsiasi situazione la persona con le sue esigenze piĂš autentiche. Certamente sono molti i docenti che, nel ripartire, pensano che per rigenerare la societĂ e il mondo è necessario essere uomini retti, capaci di trasmettere una cultura autentica, ricca di quei valori di fondo che non sminuiscono l’uomo ma lo rendono invece carico di dignitĂ e di umanitĂ nuova, rispondente a

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avvale anche delle nuove tecnologie didattiche che, senza dubbio, hanno la loro importanza, senza però trascurare altri fronti della scuola, infatti, l’orizzonte dell’istruzione e dell’educazione è molto piĂš ampio. Proprio per questo non basta attrezzare le aule con strumenti sofisticati che sono all’avanguardia, prima di tutto è necessaria la qualitĂ professionale dei docenti, la loro fiducia negli studenti, la loro disponibilitĂ al dialogo e la loro volontĂ di mettersi in gioco non considerandosi gli unici detentori del sapere. Ricchi di queste convinzioni si potranno superare anche le molteplici difficoltĂ economiche, che proprio in questo momento si fanno sentire anche nella nostra realtĂ bresciana, e ridare alla scuola cattolica paritaria quel volto di autenticitĂ che ci riporta alle sue origini, vale a dire alle motivazioni per cui molti fondatori e fondatrici dei nostri Istituti le hanno volute e sostenute dando un’impronta originaria ed originale al tempo stesso. A tutti buon cammino in questo nuovo anno scolastico.


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In quel tempo, GesĂš, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della DecĂ poli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: “EffatĂ â€?, cioè: “Apriti!â€?. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma piĂš egli lo proibiva, piĂš essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!â€?.

EffatĂ per credere

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arlare. Provo a interpretare in un modo un po’ strano quello che gli studiosi della Bibbia chiamano il ‘segreto messianico’, cioè il comando di GesĂš – sempre disatteso dai discepoli – di non dire a nessuno i prodigi che faceva. E se questo comando dovesse essere inteso come una prova della fede? Se GesĂš ordinasse di non parlare per vedere quanto forte fosse il desiderio invece di far sapere a tutti quello che stava compiendo? Se cioè quell’ordinare il silenzio fosse fatto per provocare il bisogno della testimonianza? Tanto piĂš che, dopo un miracolo come questo, la lingua dei discepoli è ulteriormente sciolta e la bocca deve aprirsi, e non perchĂŠ sia un prodigio piĂš grande di altri, ma perchĂŠ ha un significato simbolico cosĂŹ alto che quell’ordine “EffatĂ â€? non riguarda la capacitĂ di sentire e di parlare degli organi fisici del sordomuto, ma riguarda la necessaria apertura di chi vede il prodigio e che non può (e non deve) essere colpito dalla magia ma convinto dal motivo.

Forse è proprio questo che GesĂš proibisce: che si sappia del prodigio come un gesto magico, o che, chi ne sente parlare, possa interpretarlo come un atto di magia. L’ordine di tacere è fatto per costringere i discepoli a non lasciarsi prendere dall’entusiasmo, di non dire superficialmente quello che hanno visto ma di farlo diventare esperienza di fede. Ă‹ un silenzio che costringe a comprimersi nell’esperienza della fede per non cadere nel facile parlare, nell’entusiasmo di una comunicazione che può diventare fuorviante. Ă‹ un filtro quel silenzio imposto che poi non può che esplodere perchĂŠ l’esperienza della fede costringe a parlare, ma quelle parole non possono essere solo comunicazione di un fatto o – tanto peggio – esagerazione delle cose dettata dall’entusiasmo: devono essere la reazione al fatto alla luce della fede. Deve passare del tempo e deve maturare un tipo di visione che è frutto dell’interpretazione della prima comunitĂ cristiana. E allora il silenzio imposto da GesĂš ai discepoli ha ancora piĂš senso perchĂŠ solo

un lungo rapporto con GesĂš e i fatti incomprensibili del mattino di Pasqua hanno potuto penetrare nel mistero di atti che potevano sembrare solo gesti di guarigione o frutto di magia. Ma l’esperienza dei primi discepoli e quella della prima comunitĂ cristiana non sono diverse dalla nostra personale esperienza: la conoscenza superficiale di GesĂš non porta a conoscerlo perchĂŠ è dominata dallo scetticismo o dall’entusiasmo. Ă‹ la conoscenza profonda, che prende forma attraverso quel silenzio forzato al quale siamo anche noi chiamati, che può descrivere chi è davvero quel GesĂš che diciamo essere Cristo, cioè il mandato da Dio. Questo silenzio permette che suoni anche nelle nostre orecchie piene di altre parole e altri rumori, l’EffatĂ che apre alla dimensione interiore e che costringe a credere. Fa sentire meglio e costringe a parlare e non con parole vuote ma con la forza di un’esperienza che è solo nostra, di ciascuno, perchĂŠ per ciascuno suona quell’EffatĂ , per ciascuno c’è la possibilitĂ di un’apertura verso di Lui che da soli non potremmo trovare.

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/D 3DUROD OHJJH GL 'LR “Il tema della Legge di Dio, del suo comandamentoâ€?, “elemento essenziale della religione ebraica e anche di quella cristiana, dove trova il suo pieno compimento nell’amoreâ€?, è stato al centro della riflessione di Benedetto XVI per l’Angelus, recitato da Castel Gandolfo lo scorso 2 settembre. “La Legge di Dio – ha chiarito il Papa – è la sua Parola che guida l’uomo nel cammino della vita, lo fa uscire dalla schiavitĂš dell’egoismo e lo introduce nella ‘terra’ della vera libertĂ e della vitaâ€?. Per questo “nella Bibbia la Legge non è vista come un peso, una limitazione opprimente, ma come il dono piĂš prezioso del Signore, la testimonianza del suo amore paterno, della sua volontĂ

di stare vicino al suo popolo, di essere il suo Alleato e scrivere con esso una storia d’amoreâ€?. Ma qui si presenta “il problema: quando il popolo si stabilisce nella terra, ed è depositario della Legge, è tentato di riporre la sua sicurezza e la sua gioia in qualcosa che non è piĂš la Parola del Signore: nei beni, nel potere, in altre ‘divinità ’ che in realtĂ sono vane, sono idoliâ€?. Certo, “la Legge di Dio rimane, ma non è piĂš la cosa piĂš importante, la regola della vita; diventa piuttosto un rivestimento, una copertura, mentre la vita segue altre strade, altre regole, interessi spesso egoistici individuali e di gruppoâ€?. E cosĂŹ, ha avvertito il Papa, “la religione smarrisce il suo senso autentico

che è vivere in ascolto di Dio per fare la sua volontĂ , che è la veritĂ del nostro essere, per vivere bene, e si riduce a pratica di usanze secondarie, che soddisfano piuttosto il bisogno umano di sentirsi a posto con Dioâ€?. Ed “è questo un grave rischio di ogni religione, che GesĂš ha riscontrato nel suo tempo, ma che si può verificare, purtroppo, anche nella cristianità – ha ammesso Benedetto XVI –. Perciò le parole di GesĂš nel Vangelo contro gli scribi e i farisei devono far pensare anche noiâ€?. GesĂš fa “proprie le parole del profeta Isaia: ‘Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini’â€?.


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Tra i molti aspetti dell’episcopato milanese del card. Carlo Maria Martini, ricordati nei giorni scorsi un posto di primo piano, per l’impatto che ha avuto sulla Chiesa e sulla societĂ milanese è stata la “Cattedra dei non credentiâ€?. Fu un’iniziativa che il card. Carlo Maria Martini avviò nel 1987 a Milano. Si trattava di una serie di incontri a tema ai quali il cardinale invitava esponenti sia dichiaratamente credenti che non credenti; lo scopo fu quello di dare

Largo spazio, nei giorni successivi alla sua morte, è stato dedicato ai media bresciani ai rapporti tra Brescia e il card. Martini. Ă‹ stata cosĂŹ ricordata la sua ultima visita, in occasione del viaggio apostolico di Benedetto XVI, l’8 novembre del 2009, ma anche la sua presenza in occasione della visita di Giovanni Paolo II del 19 e 20 settembre 1998 per la beatiďŹ cazione di Giuseppe Tovini. Negli anni del suo episcopato milanese il card. Martini ebbe modo di essere presente

voce, su varie tematiche, a chi non si deďŹ nisce “credenteâ€?, al ďŹ ne di confrontarsi con il “credenteâ€? e con le ragioni della sua fede; tali incontri furono occasione di incontro e dialogo; gli interventi di alcune edizioni furono raccolti in diverse pubblicazioni. La sede degli incontri variò di anno in anno, anche in relazione della crescente eco che l’iniziativa, che continuò sino al 2002 ebbe e che portò ad un numero sempre maggiore di pubblico.

piĂš volte a Brescia per incontri e convegni. Nel novembre del 1993 l’allora Arcivescovo di Milano (nella foto con mons. Gabriele Filippini, direttore del tempo) fu ospite di “Voceâ€? in occasione del convegno “Economia, marketing e settimanali diocesaniâ€? per i 100 anni del settimanale. Il card. Martini affrontò il tema “Evangelizzazione e nuovi areopaghiâ€?, indicando nei media cattolici importanti strumenti per l’opera evangelizzatrice della Chiesa.

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l 3 settembre, nel duomo di Milano, si sono svolte le esequie del card. Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano, spentosi a Gallarate, all’etĂ di 85 anni, lo scorso 31 agosto. La Messa, presieduta dall’attuale arcivescovo di Milano, card. Angelo Scola, è stata concelebrata da nove cardinali, 39 vescovi, tra cui mons. Luciano Monari e mons. Vigilio Mario Olmi, e 1.200 sacerdoti. Molte le autoritĂ civili presenti, come il premier Mario Monti, quattro ministri, l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi. La cerimonia funebre, trasmessa in diretta televisiva, è stata seguita in piazza Duomo da oltre 15mila persone, unite in preghiera ai 6000 fedeli all’interno della chiesa. â€œĂˆ stato un uomo di Dio, che non solo ha studiato la Sacra Scrittura, ma l’ha amata intensamente, ne ha fatto la luce della sua vita, perchĂŠ tutto fosse per la maggior gloria di Dioâ€?. Ăˆ stato un passaggio del messaggio di Benedetto XVI letto in apertura dei solenni funerali dal card. Angelo Comastri. Secondo il Papa il card. Carlo Maria Martini “è stato capace di insegnare ai credenti e a coloro che sono alla ricerca della veritĂ che l’unica Parola degna di essere ascoltata, accolta e seguita è quella di Dio, perchĂŠ indica a tutti il cammino della veritĂ e dell’amoreâ€?. Di commossa gratitudine della Chiesa (non solo di quella milanese) nei confronti

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nella sua vita e nel suo magistero e noi dovremo continuare ad attingervi a lungoâ€?. Come ha sottolineato nel corso dell’omelia “affidare al Padre questo amato pastore significa assumersi fino in fondo la responsabilitĂ di credere piĂš che mai in questo Anno della fede e la responsabilitĂ di testimoniare il bene della fede a tutti. Ci chiede il nostro amato cardinale di diventare, con lui, mendicanti di Cristoâ€?. Al termine della celebrazione ha preso la parola anche il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano e successore di Martini sulla cattedra di Ambrogio e Carlo: “Lui è stato, per

me come per tantissimi altri, punto di riferimento per interpretare le divine Scritture, leggere il tempo presente e sognare il futuro, tracciare sentieri per la missione evangelizzatrice della Chiesa in amorosa e obbediente docilità al suo Signore�.

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,O ´GHELWRÂľ GHO YHVFRYR 0RQDUL Tra i tanti debitori spirituali del card. Carlo Maria Martini c’è anche mons. Luciano Monari. L’ammissione è dello stesso Vescovo di Brescia ed è antecedente la morte dell’Arcivescovo emerito di Milano. In occasione di un incontro di presentazione della raccolta “La pratica del testo biblicoâ€? dello stesso card. Martini, mons. Monari affermava: “Ho un debito plurimo nei confronti del cardinale Martini. Un debito anzitutto come

studente di Sacra Scrittura che lo ha avuto insegnante negli anni delicati e preziosi della formazione intellettuale. Poi ho un debito come prete: il magistero di p. Martini ha sempre avuto un’eco ben al di lĂ dei conďŹ ni della diocesi ambrosiana e ha costituito per noi preti una guida in un periodo tumultuoso come quello che abbiamo vissuto. InďŹ ne riconosco un debito come vescovo: il ministero episcopale come è stato svolto qui a

Milano mi è stato d’aiuto nell’entrare in un ministero delicato e, per certi aspetti, inesplorato. Dico inesplorato non perchĂŠ non si sappia in teoria che cos’è un vescovo, ma perchĂŠ il Concilio ha proposto una ďŹ gura di vescovo rinnovata per molti aspetti nei confronti della tradizione posttridentina. La delineazione di questa ďŹ gura è ancora in ďŹ eri e costituisce uno degl’impegni che attendono la Chiesa in questi anniâ€?.

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richieste e proposte da parte di quanti prendono parte a vario titolo all’Icfr. PerchĂŠ tale strumento possa produrre risultati attendibili, è però necessario che ogni parrocchia partecipi al rilevamento promosso dall’Ufficio catechesi diretto da don Francesco Pedrazzi, fornendo i dati richiesti. Per la verifica del percorso compiuto nel corso dell’anno 2011/2012 oltre ai consueti

questionari per parroci (uno generale e uno per il tempo della mistagogia, soltanto per le zone interessate), si è pensato anche ad altri strumenti: si tratta di due questionari per catechisti (uno per i catechisti/animatori dei genitori un secondo per i catechisti dei fanciulli e ragazzi). I questionari possono essere compilati direttamente sul sito diocesano (www.diocesi.brescia. it) dai parroci e dai catechisti cliccando sul link corrispondente.

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enedetto XVI con la lettera apostolica in forma di motu proprio, Porta fidei dell’11 ottobre 2011, ha indetto un Anno della fede (11 ottobre 2012 - fine ottobre 2013). Tutti i cristiani sono invitati, nel contesto della nuova evangelizzazione a ritornare alle radici della propria fede per rinnovarla con adesione sempre piĂš convinta e consapevole. Per il Papa la conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per introdursi alla totalitĂ del mistero salvifico rivelato da Dio e proposto dalla Chiesa e per aderirvi pienamente con l’intelligenza e la volontĂ . La fede cristiana ha dunque bisogno di essere fondata saldamente sulla conoscenza della Parola rivelata da Dio in GesĂš Cristo e annunciata dalla Chiesa, non può fondarsi solo su fattori emotivi. A dare maggior fondamento alla ragionevolezza della fede è essenziale lo studio della teologia. La nuova evangelizzazione del mondo occidentale che, immerso in un clima secolarizzato, tende a marginalizzare la religione e la fede, ha bisogno di credenti che sappiano rendere ragione della propria fede. Per questo ancora Benedetto XVI afferma: “Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Annoâ€? (Porta fidei, n. 9). A questo scopo è dedicata la Scuola di teologia per laici, promossa dal Seminario diocesano di Brescia con la collaborazione

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nio di approfondimento. Da molti decenni è frequentata ogni anno da centinaia di laici e di religiosi/e sia in vista di un particolare ministero ecclesiale (catechisti, animatori di gruppi parrocchiali o di centri di ascolto della Parola, ecc.) sia per una maggior cultura religiosa personale. Ăˆ particolarmente raccomandata per i catechisti, soprattutto dei giovani e degli adulti. Le iscrizioni sono aperte fino al 6 ottobre in via delle Razziche 4 (tel. 030-7741131) dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle ore 9 alle ore 16.00. Le lezioni si tengono da ottobre ad aprile, in via Scuole 5b a Brescia, il sabato pomeriggio dalle 14.30 alle 18.20. Per le iscrizioni rivolgersi in via delle Razziche 4 (tel. 030.7741131) dalle 9 alle 16 dal lunedĂŹ al venerdĂŹ.

1HO VHJQR GHOOD SLFFROD JUDQGH IHGH Piccola grande fede è il motto scelto dall’Ufficio per la spiritualitĂ e la catechesi per legare tutte le proposte dell’articolato calendario stilato per l’anno pastorale 2012-2013. Un programma, non poteva essere diversamente, strettamente legato alla scelta di Benedetto XVI di indire, a partire dal prossimo 11 ottobre, un Anno della fede e dalla celebrazione, nel 2013, della 50ÂŞ edizione della Giornata mondiale di preghiera per le voca-

zioni, voluta da Paolo VI (nella foto), ad appena sette mesi dalla sua elezione convito che la preghiera fosse il cardine della pastorale vocazionale. I due eventi sono ricordati anche nelle parole di presentazione che aprono il volantino in cui sono riassunte le proposte per il nuovo anno pastorale (che “Voceâ€? ricorderĂ di volta in volta) messe a punto dall’Ufficio per la spiritualitĂ e le vocazioni. “SarĂ un anno dedicato al papa nostro conter-

raneo – si legge nel volantino – e alla piccola grande fede dei semplici, dei puri di cuore: sono loro i protagonisti di tante pagine bibliche e sono loro la forza delle nostre comunitĂ cristiane. Nella gioia di camminare insieme, come comunitĂ . PerchĂŠ la fede e la vocazione crescono insieme.â€? Il primo appuntamento del programma che copre l’intero anno pastorale è “Cerchiamo il tuo voltoâ€?, fissato per il 17 settembre al Centro pasto-

rale Paolo VI di Brescia delle 9.30. Si tratta di un ritiro guidato dal vescovo Luciano Monari nel corso del quale sarĂ consegnato il sussidio per i ritiri 2012-2013. Nel volantino sono anche ricordate le proposte di adorazione eucaristica mensile per le vocazioni che si tengono in alcune parrocchie della cittĂ di Brescia. Per ulteriori informazioni: Ufficio per la spiritualitĂ e le vocazioni, tel . 030/3722245/246, vocazioni@diocesi.brescia.it

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 6 settembre Ore 15.30 – Gavardo – S. Messa presso la comunitĂ delle Umili Serve. VenerdĂŹ 7 settembre Ore 7.30 – Brescia – S. Messa per i partecipanti al convegno di ScholĂŠ presso il Centro Mater Divinae Gratiae. Sabato 8 settembre Ore 18 – Brescia – S. Messa presso la Basilica delle Grazie. Ore 22.30 – Brescia – Preghiera con i giovani degli oratori in piazza della Loggia.

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MartedÏ 11 settembre Ore 9.30 – Brescia – Incontro con i sacerdoti in San Barnaba. MercoledÏ 12 settembre Ore 7.30 – Brescia – S. Messa in occasione dell’assemblea dei padri Scalabriniani presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 10.30 – Brescia – Inaugurazione dell’anno scolastico presso l’Istituto Tartaglia.

“Cittadini del mondo. Le cittĂ nella Bibbiaâ€? è il tema scelto dalla Sfisp (la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico intitolata alla memoria di mons. Gennaro Franceschetti) e dall’Ufficio per l’impegno sociale della diocesi per la giornata di sabato 22 settembre presso il Centro Mater Divinae Gratiae di Brescia, dalle 9.30 alle 16.30. Iscrizioni entro il 10 settembre presso l’Ufficio per l’impegno sociale, tel.030/3722236, sfisp@diocesi.brescia.it

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l nuovo anno pastorale, anche per l’Ufficio oratori e giovani, si apre con molti spunti interessanti che possono offrire occasioni di riflessione e aggiornamento per le realtĂ oratoriane della diocesi. I 50 anni dell’inizio del Concilio Vaticano II, che verranno ricordati attraverso l’Anno della fede, il Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali, la Giornata mondiale della gioventĂš di Rio, quella mondiale per le vocazioni, che vedrĂ a Brescia il suo momento celebrativo sono eventi che andranno a intersecare, positivamente, anche l’anno degli oratori. L’itinerario oratoriano ha provato a far sintesi di tutti questi temi attraverso un’immagine tratta da uno dei testi fondamentali del Concilio, la Costituzione dogmatica Lumen gentium: l’immagine di uomini e donne che, attraverso il proprio agire ordinario (nella vita e al servizio della propria comunitĂ ), portano sul volto il segno di GesĂš risorto. “Il segno sul voltoâ€? è quindi il titolo del cammino, tradotto concretamente in un calendario di sei tappe, che accompagna i tempi liturgici dell’anno e che è stato presentato ai direttori e ai delegati degli oratori venerdĂŹ 31 settembre a Casa Foresti. Il percorso offre, oltre al consueto materiale per il lavoro in

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Vangelo di Giovanni. La presentazione dell’anno è stata anche l’occasione per illustrare agli oratori l’offerta formativa di Casa Foresti, che avrĂ come struttura portante le “Officine di pastorale giovanileâ€?: veri e propri laboratori dedicati a giovani animatori ed educatori di oratorio che intendono approfondire alcuni strumenti della pastorale giovanile da utilizzare per l’animazione pastorale. Le prime Officine di pastorale giovanile attivate saranno dedicate alla spiritualitĂ , al bans e alla musica di animazione, alla comunica-

zione e agli spazi per adolescenti in oratorio. Sono state infine illustrate le prime ipotesi legate alla partecipazione alla Gmg di Rio de Janeiro (22-28 luglio 2012): oltre ad alcuni possibili pacchetti, che prevedono anche l’incontro con i missionari bresciani presenti in Brasile, verrà proposto un momento celebrativo al Santuario di Caravaggio, dedicato ai giovani lombardi che non potranno raggiungere Rio, per accompagnare in diretta i giovani di tutto il mondo che incontreranno il Santo Padre.

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Dopo la pausa estiva, entra nel vivo la proposta formativa di Lesic, centro di formazione dell’Adasm-Fism. Fra le proposte per educatrici e coordinatrici delle scuole associate, i percorsi per la scuola, con cui vengono messi a disposizione operatori e progetti che, di concerto con l’Êquipe educativa della singola scuola, aiutano a completare l’offerta formativa verso i bambini e le famiglie. Per andare incontro in modo sempre piĂš efďŹ cace alle esigenze, alle condizioni operative

e alle richieste del personale educativo delle scuole dell’infanzia, sono disponibili gli Atelier. Si tratta di “miniâ€? laboratori della durata di sei ore, che si svolgono in un’unica giornata (normalmente al sabato dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 16), nei quali è possibile imparare una tecnica e acquisire la padronanza di alcuni strumenti. La proposta vuole fornire alle insegnanti abilitĂ e competenze immediatamente spendibili nell’attivitĂ quotidiana con i bambini, i genitori, le scuole.

InďŹ ne, i laboratori da un lato vogliono consentire un approfondimento delle tematiche dei laboratori precedenti, favorendo in questo modo interiorizzazione dei contenuti e la trasposizione nell’ambito scolastico e relazionale di quanto appreso nel contesto formativo, e dall’altro vogliono sondare nuovi percorsi e deďŹ nirsi come elaborazione di nuovi spazi propositivi nella didattica. Per informazioni, www.lesic.it, email: info@lesic.it, tel. 030295466.

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a scuola sta per riprendere e, con essa, le varie preoccupazioni: “chissĂ come andrĂ quest’annoâ€?, “chissĂ se i compiti delle vacanze vanno beneâ€?, “speriamo di essere promosso ‌â€?. Sono questi gli interrogativi che “agitanoâ€? gli ultimi giorni di vacanza di migliaia di studenti. Se la passano meglio, da questo punto di vista, i piccolini della scuola dell’infanzia, che ancora non devono fare i conti con i voti, lo studio e i compiti a casa. In questi ultimi anni la scuola dell’obbligo (e anche la secondaria di secondo grado, cioè le scuole superiori) ha visto crescere il numero di alunni che considerano la scuola motivo di preoccupazione, in quanto faticano ad apprendere e, in particolar modo, a leggere e a scrivere, quindi, a imparare. Si tratta di disturbi specifici dell’apprendimento (comunemente detti

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specifici dell’apprendimento in ambito scolastico, riconosce all’art. 1 che questi disturbi si manifestano in presenza di capacitĂ cognitive normali, “in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attivitĂ della vita quotidianaâ€?. Solitamente, quindi, i bambini con questi disturbi sono intelligenti, creativi, brillanti. Il tema dei dsa è al centro di un ampio interesse educativo, in quanto conoscerlo bene equivale ad aiutare i bambini a ottenere una buona riuscita scolastica, evitando loro umiliazioni e frustrazioni che potrebbero compromettere l’autostima, la motivazione personale allo studio e quindi l’abbandono scolastico. GiĂ nella scuola dell’infanzia è possibile prestare attenzione a quei segnali “predittiviâ€? che possono rappresentare importanti campanelli d’allarme. Innanzitutto è fondamen-

tale, da parte delle insegnanti, osservare le abilitĂ percettive, motorie, linguistiche, di attenzione e di memoria dei bambini. Osservare se compaiono difficoltĂ grafico-motorie (nell’effettuare, ad esempio, il movimento di polso durante il disegno), oppure di coordinamento oculo-manuale (occhiomano, fondamentale per scrivere), o, ancora, di coordinazione dinamica generale. Inoltre è fondamentale proporre attivitĂ di pregrafismo, esercizi e giochi linguistici, di tipo fonologico e metafonologico (per es. il gioco del telefono senza fili, oppure è arrivato un bastimento‌ con le varianti di inizio e fine parola). Prestare attenzione ai segnali predittivi giĂ nella scuola dell’infanzia significa prevenire o evitare la compromissione del futuro successo scolastico e di vita e, contemporaneamente, rafforzare le abilitĂ linguistiche e generali di tutti gli alunni.

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dall’Onu – per questo la meta sarĂ la cittĂ svizzera di Ginevra, che ospita l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite e il Cern (nella foto). I posti disponibili si sono esauriti in poco tempo, sia per il gruppo dei 12 runner (che percorreranno i 450 km da Brescia a Ginevra con una grande staffetta fatta da due corridori alla volta, accompagnati da una ventina di assistenti), che per il gruppone di 65 ciclisti. La partenza per tutti è ďŹ ssata per la

mattina di sabato 15 settembre da piazza Loggia, per arrivare lunedĂŹ pomeriggio a Ginevra, dove alcuni funzionari dell’Onu accoglieranno ciclisti e runner nella piazza delle Nazioni. Il programma prevede poi un incontro all’Onu sul tema dei diritti umani e uno nella sede internazionale di Amnesty International, inďŹ ne la visita al Cern. Il ritorno a Brescia – questa volta in pullman! – sarĂ nella serata di martedĂŹ 18 settembre.

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nessa siano piĂš del 10% dell’intero parco automobili (contro il 7,3% della media nazionale). Perdita di potere d’acquisto degli stipendi, calo dei redditi reali, praticamente invariata la spesa di beni secondari e costosi: un paradosso economico e una contraddizione in termici etici. Ăˆ il caso di dire che oltre il danno c’è la beffa. Beffato è lo sforzo di chi sta disperatamente lavorando per salvare la nostra reputazione all’estero, convincendo chi di dovere che ci si può fidare del Belpaese; beffato è l’intero sistema Italia che soffre complessivamente la crisi economica e che sembra non riuscire a trovare strumenti efficaci per risollevarsi se non l’aumento di imposte dirette e indirette; beffati sono i tanti cittadini onesti che, anche senza esultare, sono convinti che pagare le tasse sia cosa buona e giusta e si trovano costretti a sborsare di piĂš anche per colpa di chi ha de-

ciso egoisticamente e “furbescamenteâ€? di non farlo. Pagare le tasse è un dovere costituzionale che deriva dal principio di solidarietĂ , ma è anche un obbligo morale. GiĂ l’apostolo Paolo esortava i cristiani di Roma a pagare le tasse per motivi di coscienza e non per il timore delle sanzioni. La Gaudium et spes afferma che tra i doveri sociali “non sarĂ inutile ricordare il dovere di apportare alla cosa pubblica le prestazioni, materiali e personali, richieste dal bene comuneâ€? (GS 75) e ammonisce chi non opera in tal senso: “Non pochi non si vergognano di evadere con vari sotterfugi e frodi alle giuste imposte e agli altri obblighi socialiâ€? (GS 30). Forse all’evasore fiscale manca il senso di appartenenza alla comunitĂ e questo non gli permette di comprendere che il bene personale e il bene della comunitĂ civile stanno insieme, sempre.

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rescia la Leonessa, per le gesta storiche. Brescia la cattolica, per aver dato i natali a cristiani illuminati. Brescia l’operosa, per l’incommensurabile forza di volontĂ nel lavoro. Brescia la disonesta, per il primato nell’evasione fiscale. Questo titolo, conquistato di recente, stona tristemente con gli altri, ma non è ingiustificato. Nei giorni scorsi, testate nazionali e locali hanno reso noti i risultati di un’indagine commissionata da Il Sole 24Ore: Brescia è al 92° posto su 103 province per il rischio di evasione, insieme ad alcune tra le localitĂ a piĂš alta infiltrazione mafiosa. Evasione fiscale è creare finte societĂ , favorire fughe di capitali all’estero, commettere frodi sull’Iva, non emettere scontrini, ma anche non stipulare regolari contratti d’affitto, non pagare le tasse o alimentare il lavoro nero


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la questione del senso delle cose, delle giornate, della vita, dell’amore. E la ricerca di chi o cosa possa offrire risposte, riempire inquietudini. La 69ÂŞ Mostra del cinema di Venezia si offre cosĂŹ a chi si trova a cercare, tra storie che spaziano nel tempo e nei luoghi piĂš diversi, con vicende umane differenti, una sottile linea rossa. E forse Malick (quello della palma d’oro a Cannes nel 2011 con “The tree of lifeâ€?) fischiato e applaudito allo stesso tempo con “To the wonderâ€? è il simbolo di questa ricerca. il regista raccoglie e astrae queste linee raccontando da par suo due storie, quella di una coppia in cerca del senso del proprio amore, e di un sacerdote che in crisi cerca Dio in continuazione, pregando, invocando e vivendo. Immagini. Tante. Che si sovrappongono a voci fuori campo dei protagonisti. “L’amore ci rende unoâ€?, dice la voce over della Kurylenko che interpreta la donna

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chio davanti a un crocifisso, percorre la casa sulle ginocchia recitando il rosario fino a sanguinare, si mette il cilicio e il crocefisso se lo porta anche a letto... mentre nella stanza accanto sta il marito Nabil, musulmano, non può soffrire l’invasiva iconografia di crocefissi, ritratti di papa Ratzinger e cosĂŹ via, soprattutto, non può soffrire che Anna Maria non gli si voglia piĂš concedere: “Fai il tuo dovere. Sei mia moglie. Dovresti saperlo. Ăˆ cosĂŹ in tutte le religioniâ€?. Problema, quella di Anna Maria, quella di Nabil non è una religione, ma il simulacro della religione. Quella che non sa cogliere il respiro dell’anima e dell’umanitĂ che ha veri bisogni, umani e di fede. Ma la richiesta di un senso all’unione matrimoniale esce anche in “Fill the Voidâ€? di Rama Buhrstein in cui la protagonista, ebrea ortodossa, chiede e prega Dio, cosĂŹ come l’intera comunitĂ , sulla scelta di sposare il marito della sorella, rimasto vedovo. Si toccano corde e sfaccettature dell’amore

e del significato del matrimonio che vanno al di lĂ della situazione e della religione contingente. Domande e risposte. Domande di senso e tentativi di risposte anche nel film di Anderson “The masterâ€? in cui si raccontano le origini di Scientology. Efficace e piccata l’osservazione sui punti di domanda di questa “Causaâ€?, come viene chiamata dai personaggi. Domande che interrogano anche in altri film, che non trovano risposte immediate conme in “At any priceâ€? di Bahrani che inserisce preghiere e celebrazioni con invocazioni proprio quando la vita e le conseguenze di scelte totalmente umane e degradate sembrano sempre piĂš difficili, come la scomparsa di un figlio o la morte di questo. E davanti alla morte di un figlio la “PietĂ â€? di Kim ki do, regista coreano, richiama e ricorda volutamente l’immagine della pietĂ di Michelangelo. Non trova il canale per fare domende invece la ricerca degli amanti e delle coppie distrutte

del russo Serebrennikov in “Izmenaâ€?. Ma la religione condiziona molte vite raccontate in queste pellicole, come quella della bambina Wadjda, protagonista del film omonimo della prima regista saudita Haifaa Al Mansour; un film al femminile che apre uno spaccato su parte del mondo arabo femminile dell’Arabia Saudita, tra scuola, Corano e veli alla caccia di una bicicletta che pare essere vietata alle bambina. CosĂŹ come è cambiata la vita del musulmano che viveva in America del film d’apertura “The reluctant fundamentalistâ€? dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Una vita che cambia e che trova senso e significato, forse anche lĂ dove pare non averne. “Bella addormentataâ€? di Marco Bellocchio, ispirato dalle vicende di Eluana Englaro. Ma il film non grida, non contesta, ma sussurra e pone quei quesiti della quotidianitĂ che chi ha coscienza non può che sentire. E da qui parte quella che chiamiamo fede. E il cinema, quello di oggi, la sta raccontando!

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ƒŽ…ƒÂ?‘Â?‹…ƒ Dz ‹–‘‘Â?dzǣ ‹ ’‹–‘–‹ †‹˜‡Â?–ƒÂ?‘ …ƒ”–‘‘Â? Distretto culturale di Valcamonica organizza un workshop (laboratorio) residenziale sul raccontare con le figure (comunicazione col fumetto). Il corso è aperto a 15 partecipanti e si svolgerĂ a Capo di Ponte in settembre 2012. FinalitĂ : l’ideazione e la progettazione di materiale innovativo, volto a comunicare ed a promuovere il patrimonio del Sito Unesco n. 94 “Arte rupestre della Valcamonicaâ€?. Docenti saranno: Sergio Staino, Michele Staino,Vanna Vinci, Giovanni

Mattioli, Nini Giacomelli. L’iniziativa praticamente verrĂ realizzata del Centro culturale Teatro camuno di Breno che ha il coordinamento organizzativo e scientifico dell’operazione. Contenuti del laboratorio: introduzione alla grammatica del fumetto ed alle fasi progettuali che portano alla sua realizzazione. Cos’è il fumetto? Cosa significa costruire una storia a fumetti? Cos’è una scaletta? Quale rapporto mette in relazione sceneggiatura ed immagini? Verranno forniti gli strumenti

fondamentali da utilizzare per costruire un progetto a fumetti. SeguirĂ un laboratorio in cui gli allievi, applicando le informazioni esposte nella parte teorica, realizzeranno vignette, strisce, fumetti, partendo dalle figure delle incisioni rupestri della Valcamonica. Programma di massima: arrivo e sistemazione presso la Cittadella della cultura a Capo di Ponte. Visite sul territorio, lezioni e laboratori. Incontro con Francesco Fasiolo e presentazione del suo libro “La bambina filosofica:

Houston abbiamo un problema�. Attività collaterali: esposizione di opere realizzate nel corso dello stage a cura dei docenti e dei partecipanti. Registrazione in video delle attività svolte. Risultati attesi: vignette, strisce, fumetti sulle incisioni rupestri camune. Requisiti per la partecipazione: possono aderire studenti di scuole secondarie di secondo grado, universitari, cartonisti, illustratori, grafici, graffitari, operatori della comunicazione, con un’età compresa tra i 18 ed i 35 anni. (e.g.)

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osa bisogna fare per essere creativi? “Cambiare le coordinate, varcare i confini, progettare il futuro, scomporre e ricomporre, viaggiare e tradurreâ€?, cinque indicazioni che arrivano dal maestro Daniele Alberti, direttore artistico del SoldanoLab, che per il 7° anno dĂ vita al festival musical-letterario “LeXgiornateâ€?. Dal 21 al 30 settembre, 10, appunto, giornate di concerti, momenti letterari, incontri con gli autori, scanditi quotidianamente da appuntamenti fissi, secondo lo schema tradizionale che prevede al mattino (9.30) l’inizio con il “Cappuccino ben temperatoâ€?, seguito dal “Caffè letterarioâ€? delle 16, l’aperitivo delle 18 con “Aspettando il concertoâ€?, il concerto vero e proprio delle 20.45 e la conclusione di giornata con il “Notturninoâ€? delle 23. “In un anno in cui la crisi morde – spiega il maestro Alberti – abbiamo pensato di dedicare LeXgiornate alla creativitĂ , mez-

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fruizione della musica, togliendola dal teatro e offrendola alla cittĂ , e si propongono di ricontestualizzarla attraverso le altre forme d’arteâ€?. In questo senso, gli appuntamenti del “cappuccinoâ€? e del “Caffèâ€? riportano in vita le tradizioni della mitteleuropa all’Hotel Vittoria, che quest’anno ospiterĂ le cinque colazioni in musica in programma nei due fine settimana del festival, che vedranno, tra l’altro, il gradito ritorno di Pamela Villoresi, madrina della manifestazione, affiancata dal pianista francese Cyrille Lehn (conoscenza di antica data de LeXgiornate) e il debutto di Marco Franzoni, classe 1992, a moderare gli incontri. Sotto il porticato dell’albergo piĂš famoso della cittĂ , alle 16, gli attori Silvio Gandellini e Barbara Pizzetti interagiranno con abili musicisti per sondare i rapporti tra musica, letteratura, teatro e cinema. Alle 18, l’aula magna dell’UniversitĂ cattolica ospiterĂ invece prestigiosi ospiti, da Walter Veltroni all’economista Luigi

Zingales, fino a Gualtiero Marchesi, in attesa dei concerti delle 20.45, fulcro della manifestazione. Il 21 settembre all’auditorium San Barnaba, in occasione della serata inaugurale, il maestro Alberti offrirĂ un omaggio alla figura di Claude Debussy, nel 150° anniversario della nascita, con il concerto-lettura “Verso la pittura en plein airâ€?, omaggio rinnovato da Cesare Picco il giorno seguente con “Flying Debussyâ€?, in duo con il sound designer Taketo Gohara. Sempre il

maestro Alberti ripercorrerĂ â€œLo spazio frammentato degli impressionistiâ€? (26 settembre); si concentrerĂ poi sulla figura della “Donna Novecento tra intimitĂ e frivolezzaâ€? (28 settembre). Immancabili le maratone musicali, che vedranno protagonisti i talenti dell’Accademia Santa Cecilia di Bergamo nelle serate del 27, 29 e 30 settembre. La conclusione di ogni giornata sarĂ affidata alle sperimentazioni musicali del Notturnino nella chiesa di San Giorgio.

,O IHVWLYDO ´2FFKLR GL EXHÂľ Ăˆ stato presentato nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso la sala Sant’Agostino di palazzo Broletto, il festival “Occhio di bueâ€?, la manifestazione artistica che dal 13 al 29 settembre animerĂ la cittadina di Verolanuova. Alla presenza dell’assessore provinciale al Turismo Silvia Razzi, che ha ricordato come sia importante fare cultura anche in momenti difďŹ cili come quelli attuali, sono stati presentati i molti temi di interesse di quest’evento, che replica dopo l’iniziale successo dello scorso anno. Il sindaco di Verolanuova Carlotta Bragadina ha ricordato come il festival nasca a partire dall’Accademia teatrale che coinvolge 52 giovani, il cui impegno – ha affermato – può essere anche occasione di reinventarsi professionalmente, mentre l’assessore alla cultura Paolo Colosini ha sottolineato l’importan-

za della riscoperta di alcuni luoghi di Verolanuova come l’Ospedalino, e un modo diverso di fare cultura in maniera organica e approfondita. Il programma è stato quindi illustrato dal direttore artistico Pietro Arrigoni, che ha prospettato un fermento culturale diffuso che per tutta la durata del festival coinvolgerĂ tutta la realtĂ verolese: ogni giorno infatti verranno organizzati percorsi artistici ed eventi musicali, incontri letterari e cerimonie esotiche, in una complessa macchina organizzativa mossa dai giovani dell’accademia teatrale, che hanno cosĂŹ modo di provarsi nella realizzazione di un evento di grande portata. Tra gli appuntamenti piĂš rilevanti l’omaggio a Caravaggio con lo spettacolo “Caravaggio... i furoriâ€?, che verrĂ realizzato dal Piccolo parallelo il 29 settembre presso l’auditorium della scuola “Don Primo Maz-

zolariâ€?. Di grande interesse inoltre la riproposizione della tradizionale cerimonia del tè, il 26 settembre alle 19 presso la tensostruttura nel parco Nocivelli, e l’incontro con case editrici come Keller (il 29 settembre alle 18.15 presso l’ex Ospedalino). La manifestazione quest’anno sarĂ l’occasione anche per un omaggio all’illustratrice, da anni residente a Verolanuova, Barbara Mancini (nella foto particolare di “Matite in voloâ€?). VerrĂ inaugurata sabato 22 settembre alle 11.30 presso il salone di palazzo Gambara con il titolo “Matite in voloâ€?: la mostra è divisa in quattro sezioni che ripercorrono la storia evolutiva del disegno dell’artista, che propone lavori destinati principalmente ai giovani. La mostra sarĂ inoltre accompagnata da un video e dalla possibilitĂ di effettuare un percorso guidato.


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il tema della nascita e dello sviluppo delle opere umane; dalla percezione di un bisogno incontrato nella realtà , al primo muoversi della libertà umana che comincia a costruire con gli strumenti e le abilità che possiede, sino all’attesa paziente e trepidante, ma altrettanto certa e gioiosa, che quel tentativo divenga risposta concreta e inizio di nuova civiltà . In una contingenza storica che assiste all’assottigliarsi

o addirittura al crollo di tante strutture umane sarĂ importante recuperare le ragioni di un protagonismo operante che ha costituito la matrice umana di molti uomini e donne del passato e che ancora oggi può offrire linfa e spunto per ripartire nel presente. Ecco le prossime conferenze al Sancarlino alle 20.30. VenerdĂŹ 7 settembre “Sindone: testimone di una presenzaâ€?, interverranno Emanuela Marinelli (nella foto)

e Paolo Di Lazzaro. LunedĂŹ 10 settembre “Solovskij: Dio dirĂ l’ultima parolaâ€?, interverrĂ padre Fiorenzo Emilio Reati. MercoledĂŹ 12 settembre “Dentro la crisi: visione di alcune scene di film documentariâ€?, guiderĂ la visione Stefano Benetti. Nella chiesa Beato Palazzolo alle 20.30 martedĂŹ 11 settembre incontro testimonianza con la Famiglia missionaria di Notre Dame de Neige. Info: meetinglibrousato.it

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un problema per un padre che ha ereditato un’azienda di famiglia dal proprio genitore, ereditata a sua volta dal nonno, quando i propri figli dimostrano di volere fare altro nella vita rispetto a portare avanti l’azienda di famiglia. Ăˆ questo uno dei drammi messi in “At any priceâ€? (“A qualunque costoâ€?) di Ramin Bahrani presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 2008 al Lido vinse il premio Fipresci, quello consegnato dalla stampa cinematografica internazionale, con “Goodbye Soloâ€?. Il regista americano, di origini iraniane, sceglie di abbandonare in parte lo stile che l’aveva contraddistinto da sempre, intimistico e d’autore. Ma non dimentica da dove arriva, declinando il suo modo di fare cinema, lo sguardo intimo, delicato e profondo con cui scava tra i rapporti. Al tempo e nel luogo in cui si può fare del campo coltivato un’impero economico, la terra e il contadino

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giusta quella scelta da questa famiglia o meno. Faccio domande: dove stiamo andando nel mondo? L’unico modo per uscire dal mito del successo sembra essere quello di lasciare, come ha fatto il figlio maggiore della famiglia che se n’è andato e nel film non compare mai; la sua presenza si conosce solo tramite delle cartoline... C’è un’altra persona nel film che fugge... (la fidanzata, interpretata da Maika Monroe, del figlio piĂš piccolo Dean, interpretato da Zac Efron, ndr.). Mi piace la domanda. Spero che qualcuno provi a rispondere. Dovremmo rileggere Adam Smith (economista morto nel 1790 che gettò le basi dell’economia politica classica, autore de “La ricchezza delle nazioniâ€?, ndr.). Non conosco la risposta... La sua storia... I miei genitori sono entrambi iraniani. Si sono trasferiti negli Stati Uniti nel ‘68. Io sono nato e cresciuto in America. Sono andato in Iran tre

anni alla fine degli anni ‘90. In quegli anni ho imparato a vedere le cose in modo diverso. Nei suoi precedenti film ha sempre lavorato con attori non protagonisti. Qui no. Come è stato? Ho conosciuto Efron qualche tempo fa e mi è piaciuto subito. Ho capito che era perfetto per la parte. Lui viene da un paese di provincia ed è disposto a rischiare. Come hanno fatto Tom Cruise e Johnny Depp, Zac ha comiciato in un modo, ma poi si è sviluppato in un altro. Quando ci siamo incontrati ha capito cosĂŹ bene il personaggio che mi ha dato un contributo nella costruzione. So quello che voglio, ma quando gli attori sono bravi come loro il regista scompare. Maika l’ho scelta perchĂŠ per me è all’inizio di qualcosa di spe-

ciale nella carriera cinematografica. Dennis è un’icona. Capiva esattamente quello che stava succedendo. Con Dennis ho imparato tantissimo. Non abbiamo avuto molto tempo per provare. Quando ho riguardato il film, ho detto: wow, quest’uomo aveva pensato a tutto, camminare, toccarsi il collo‌ C’è un riferimento a Rossella di “Via col ventoâ€? per quanto riguarda il rapporto con la terra? Io sono un idiota e credevo che “Via col ventoâ€? fosse qualcosa di non valido, ma stiamo parlando di romanticismo della terra. La terra si vede all’inizio, nelle prime inquadrature, ma la seconda è una raccolta. Questa è terra che non ha piĂš il valore romantico. Qui la terra significa soldi. Si tratta di business.

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all’apice dimostrano quanto talento ci fosse nel cantante riccioluto di Poggio Bustone (Ri). All’inizio Lucio Battisti non era considerato un cantante ma compositore e musicista. Fu il 1969 l’anno della sua esplosione, con la pubblicazione del 45 giri con “Un’avventuraâ€? sul lato A, presentata lo stesso anno nella sua unica partecipazione sanremese e “Non è Francescaâ€? sul lato B. Al 45 giri seguĂŹ il suo

primo lp, “Lucio Battistiâ€?, una raccolta. Da quel momento fino al 1980, in cui termina, col disco “Una giornata uggiosaâ€?, il rapporto con Mogol, una fila ininterrotta di successi: “Emozioniâ€?, “I giardini di marzoâ€?, “La compagniaâ€?,â€?Fiori rosa fiori di pescoâ€?, “Una donna per amicoâ€? e altri. Nel 1982 esce “E giĂ â€?, primo album della fase elettronica, con i testi scritti dalla moglie con lo pseudonimo di Velezia. Gli ultimi cinque dischi,

“Don Giovanniâ€?, “L’apparenzaâ€?, “La sposa occidentaleâ€?, “Cosa succederĂ alla ragazzaâ€? ed “Hegelâ€? del 1994 (con i testi ostici del poeta Panella) segnano il suo distacco dalle alte classifiche. Il 9 settembre 1998 Battisti muore a Milano, per una rara malattia del sistema linfatico. Restano le sue immortali canzoni e una serie di attivitĂ celebrative. Ricordiamo il “Premio Poggio Bustoneâ€? (premiopoggiobustone.it). (r.b)

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a Mostra del cinema di Venezia è l’occasione per presentare un documentario omaggio a Michael Jackson 25 anni esatti dopo l’uscita dell’album “Badâ€?. Il re del pop pubblicò quest’album dopo il successo ottenuto da “Thrillerâ€?, cd piĂš venduto nel mondo della musica. Il documentario “Bad 25â€? è firmato alla regia da Spike Lee. Per i successi di Jackson fu importante la collaborazione con Quincy Jones. Come mai non c’è? Era impegnato. Abbiamo accettato il suo contributo sui primi album di Michael Jackson. In nessun modo abbiamo sminuito il contributo di Quincy Jones. Questa (il 31 agosto) è una giornata speciale. Oggi, 25 anni fa, uscĂŹ l’album “Badâ€? e Michael è nato due giorni prima. I figli di Jackson hanno visto il film? Il film è stato completato appena prima della Mostra del cinema di

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con i musicisti e con la gente che ha lavorato a “Badâ€?. Pensate che è uscito dopo “Thrillerâ€?, il piĂš venduto della storia. Michael non era mai soddisfatto, voleva sempre crescere e migliorare, cosĂŹ come i grandi artisti vogliono migliorare. Il lavoro racconta tutto questo. Vedrete cose che non sono mai state viste. C’è una nota scritta da Michael: studiare i grandi per diventare piĂš grande. Raccoglieva i grandi, non solo della musica ma della fotografia, della danza‌ Cosa rappresenta per lei Michael Jackson? Per me cosa significa? Ăˆ tutto scritto qua. Per me è come una grande lettera d’amore. Io sono cresciuto con Michael. Quando nel ‘69 ho visto Michael nei Jackson five volevo essere come lui. Ho solo un anno in piĂš di lui. Una cosa meravigliosa della mia vita è stata quella di lavorare con chi ho amato: Michael Jackson o Steve Wonder. Quando Michael aveva sette anni studiava

giĂ . Nessuno esce cosĂŹ, dal nulla. Si studia. Spero che guardando il documentario capirete che ci dobbiamo concentrare sul genio musicale di Michael. Cominciamo con “Badâ€? e poi via via tutti gli altri. Dov’era alla sua morte? Alla sua morte ero a una conferenza a Cannes. La gente mi chiamava, ma come tanti nel documentario, non ci credevo. Poi mi sono sintonizzato sulla Cnn e ho visto il fratello che annunciava la morte. Sono tornato a New York e mi ha sorpreso la profonditĂ del sentimento che provava la gente. Per un mese mia moglie mi chiedeva cosa avessi perchĂŠ ero stralunato. Ho guardato il mio I-pad e avevo solo un album di Michael. Avevo i cd ma non li avevo sull’Ipad. Per cui mi sono fatto mettere tutta la

sua discografia su Ipad e per un anno ho ascoltato solo le sue canzoni. La danza ha un’importanza rilevante... Ballare è parte di Michael Jackson. Non si può lasciare da parte la sua danza. Abbiamo intervistato i coreografi e abbiamo chiesto da dove venivano le mosse. “Smooth criminalâ€? viene da una danza di Fred Astaire. Non è un plagio ma un omaggio. Chiude il film con “Man in the mirrorâ€?... Quando Michael è morto la gente cantava “Man in the mirrorâ€?. Se guardate quell’interpretazione lui sembra da un’altra parte. Non posso dire perchĂŠ ha allargato le braccia. Non posso dire che sia come GesĂš, ma si vede che lui sembra da un’altra parte...

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

Dal mese di settembre la S. Messa feriale di Radio Voce è in onda alle 6.25 dalla Casa Madre delle Ancelle della Carità di via Moretto. Celebra don Faustino Guerini.

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La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dal duomo di Santa Maria Assunta in Montichiari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

Il prossimo Sinodo sulle unitĂ pastorali e il 50° del Concilio Vaticano II caratterizzano l’AgorĂ 2012 che, con un’intensa settimana di iniziative, apre il nuovo anno pastorale. “Cerchiamo il tuo voltoâ€? è il titolo dell’edizione di quest’anno, che dal 10 settembre – attraverso i linguaggi dell’incontro, della preghiera, dell’arte, della musica e del teatro – intende porre uno stimolo al percorso comunitario. In Primo Piano

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€?, e la web tv, manderanno in onda il documentario sul convegno delle Caritas parrocchiali svoltosi all’oratorio di Botticino Sera. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv.

(alle 11.20 circa) ne illustra contenuti e programma il nostro direttore don Adriano Bianchi. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, in estate va in onda in versione ridotta dalle 11 alle 12. Ăˆ trasmesso in differita anche da Radio Voce Camuna alle 8; Ecz alle 15; Radio Claronda alle 16; Radio Basilica Verolanuova alle 10.30; su Radio Ponte Manerbio alle 12.30 e su Radio RaphaĂŤl alle ore 9.

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3HU XQ¡LGHD YDOLGD DOPHQR GXH VRQR GLVFXWLELOL “Lo hanno detto al telegiornaleâ€?: è la consueta presa di posizione di milioni di italiani che ogni giorno consumano il loro pasto in compagnia delle notizie selezionate per raccontare come va il mondo. Domani piove, fa caldo, non c’è la crisi, c’è la crisi, c’è la guerra, c’è un’altra guerra‌ Questione di punti di vista: una notizia può cambiare forma, peso e colore a seconda di come viene presentata, delle immagini scelte, del commento del cronista, addirittura della posizione che le viene assegnata nella scaletta del telegiornale. Ogni tg ha la sua linea editoriale, una linea gui-

da generale sulla quale costruire le notizie, quando non sono addirittura copiate pari pari dai comunicati delle agenzie di stampa. La veritĂ ? Prevalentemente sĂŹ, ma una veritĂ selezionata ad hoc, spesso troppo sintetica, che sarebbe necessariamente da approfondire, magari con l’utilizzo di altri mezzi di comunicazione, carta stampata o web. Invece le statistiche confermano che il 92% degli italiani si informa attraverso i telegiornali nazionali, il 67% legge anche i quotidiani nazionali, e solo il 50% cerca notizie anche sulla Rete. Ăˆ allora fondamentale che la qualitĂ dell’offerta dei tg nazionali sia al li-

vello della richiesta. Una bella sfida. Ăˆ partita lunedĂŹ 3 settembre la nuova stagione di Studio Aperto, da un paio d’anni sotto la direzione di Giovanni Toti (che da fine marzo guida anche il Tg4). Toti presenta la nuova forma del telegiornale di Italia 1: dura 50 minuti, ben 20 minuti in piĂš rispetto alle scorse edizioni. La domanda è, ovviamente, cosa c’è in piĂš? Approfondimenti? Reportage? Stiamo scherzando? Ricordiamoci che Giovanni Toti è uno dei creatori di “Lucignoloâ€? lo spazio modaiolo soft-porno dedicato a tutti i giovani italiani, andato in onda fra il 2003 e il 2008, uno dei punti piĂš bassi del

barile raschiato da Mediaset negli ultimi anni. Dopo questa doverosa premessa, ecco le novitĂ di Studio Aperto: le tre rubriche settimanali. La prima è dedicata al mondo dei giovani che si esprime sulla politica attraverso interviste raccolte fuori dalle scuole superiori: e questa idea potrebbe essere interessante. La seconda rubrica tratta di moda e tendenze: argomento del quale si sentiva proprio la mancanza, soprattutto su Italia 1. La terza rubrica si occupa di alieni e Ufo, un’innovazione nell’infotainment televisivo, se fossimo negli anni Cinquanta. Tutto questo non solo dovrebbe

piacere ai giovani, ma addirittura dovrebbe saziare la loro fame di informazione. Parola di Giovanni Toti. Poi ci si lamenta perchĂŠ i “giovani d’oggiâ€? non s’interessano alla vita pubblica del Paese‌ Ricordiamo a Mediaset che gli anni Ottanta sono finiti da un pezzo: quello che ci è rimasto dopo 30 anni di tv commerciale è un tessuto sociale “disperatamente spensieratoâ€?. Oggi piĂš che mai i giovani, soprattutto i giovani, hanno bisogno di realtĂ : cresciuti nella pancia della televisione, rischiano di trovarsi a vivere, fra qualche anno, in un luogo che non li riguarda affatto.


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n una scena di “Monsieur Lazharâ€?, un genitore invita brutalmente il protagonista, maestro in una scuola di MontrĂŠal, a non cercare di “educareâ€? i loro figli: “Si limiti a insegnareâ€? gli dice. Il bel film di Philippe Falardeau – che è stato tra i candidati all’Oscar per il miglior film straniero – si muove con intelligenza lungo la linea di confine che separa “insegnareâ€? ed “educareâ€?. Da un lato ci sono i meccanismi della vita scolastica, regolati da norme scaturite da motivazioni per lo piĂš condivisibili, ma soggette al rischio di incanalare le relazioni umane in procedure didattiche che salvano le nozioni e tralasciano l’altra sponda, l’essenziale. Ovvero le persone, i bambini e i docenti del racconto, animati da sentimenti forti che potranno essere guardati in faccia solo grazie a un vero incontro reciproco. A scuotere i giovani allievi è il passaggio inaspettato della morte, una presenza che agisce come un terremoto in un ambiente popolato, come dice Monsieur Lazhar, da “crisalidiâ€? che ancora covano la propria maturazione. Quando la loro insegnante viene trovata suicida in classe, i ragazzini sono profon-

damente turbati. Anche gli adulti, però, al punto che si fatica a trovare un sostituto subito disponibile. FinchĂŠ davanti alla direttrice si presenta Bachir Lazhar, un docente immigrato in Canada dall’Algeria, pronto a farsi carico con passione del compito di condurre gli studenti attraverso l’elaborazione del lutto. Monsieur Lazhar ha una visione non troppo moderna dell’insegnamento. Si presenta con un dettato, rimette i banchi in fila indiana anzichĂŠ in circolo, non conosce la terminologia aggiornata dell’analisi logica. Non sa che nella scuola è vietato toccare i bambini, nĂŠ con un bonario scappellotto nĂŠ per manifestare affetto in un momento difficile. Il suo rapporto con la classe – un gruppo di caratteri ben tratteggiati, ragazzini intelligenti, dalla battuta facile e non troppo disposti a obbedire senza discutere – è segnato da una dialettica vivace, con situazioni divertenti e improvvisi attimi di commozione: quando il fantasma della defunta viene evocato, spesso in modo inatteso, a ricordare la difficoltĂ di fare i conti con un evento cosĂŹ dirompente. La figura compassata, la riservatezza maniacale del professore na-

scondono un segreto: anche lui ha vissuto l’incontro con la tragedia. Rinserrato nel suo riserbo d’altri tempi, è però capace di comprendere meglio di ogni psicologo lo stato d’animo dei suoi alunni, che sollecita ad esprimersi al di lĂ delle buone regole del protocollo scolastico. Quando tutto sembra finalmente acquietarsi, Lazhar sa che il fiume carsico del dolore non ha smesso di scorrere; ma la sua attenzione per il dramma vissuto dai ragazzi suscita la diffidenza di alcuni genitori e mette in allarme la preside. Il regista disegna un affresco ricco di calore umano, in cui tutti i personaggi sono calati in stati d’animo realistici e contrastanti. Una navigazione difficile nella quale si cresce tutti insieme, sballottati da rimorsi, solitudine, dubbi; e dove un abbraccio può rivelarsi liberatorio.

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Stato di calamitĂ per l’agricoltura lombarda: a chiederlo è la Coldiretti regionale che ha redatto la mappa dei danni della lunga estate calda spenta in questi giorni dalle piogge di Poppea. “La siccitĂ di luglio e agosto ha inciso in modo pesante sulle coltivazioni sia sul fronte delle quantitĂ prodotte sia su quello della spesa per il carburante che serve alle pompe di irrigazione – spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia –

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fra Brescia, Milano, Sondrio, Bergamo, Mantova, Pavia e Cremona ci sono danni stimati, fra mancati raccolti e maggiori costi, per circa 200 milioni di euroâ€?. A Brescia, come si legge ne comunicato diffuso da Coldiretti, c’è stata una mancata produzione di mais, soia, uva e olive per un valore che sďŹ ora i 58 milioni di euro, oltre a una perdita di 7 milioni per il calo del latte: il mais ha perso il 20% fra granella

e trinciato per quasi 6 milioni di quintali, la soia si è ridotta del 25%, nei vigneti ci sono cali del 20% e del 30 negli uliveti. A tutto questo si aggiunge il costo dell’energia per refrigerare stalle e capannoni e per irrigare i campi. Danni, perdite e calo della produttivitĂ si sono registrate comunque in tutte le province della Lombardia, come sottolinea lo stesso presidente Ettore Prandini.

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ndrea Monorchio è stato per 13 anni ragioniere generale dello Stato (dal 1989 al 2002). Insegna ContabilitĂ di Stato all’UniversitĂ di Siena e riveste la carica di vicepresidente della Banca Popolare di Vicenza. Assieme a Guido Salerno Aletta (giĂ vicesegretario generale di Palazzo Chigi) e all’associazione “L’Italia c’èâ€? sta mettendo a disposizione della classe politica un pacchetto di proposte legislative immediatamente utilizzabili per tagliare la montagna del debito. “Il Trattato istitutivo dell’Unione europea ci impone di dimezzare nei prossimi 20 anni il debito pubblico, portandolo dal 120% al 60% del pil. Se non cambiamo la strategia seguita dal 1992 ad oggi, fondata su continue manovre di bilancio, ci attendono altri 20 anni di sacrifici, bassa crescita e disoccupazioneâ€?. Professor Monorchio, per rilanciare la ripresa è necessario riorganizzare lo stock di debito pubblico nazionale. PerchĂŠ? Abbiamo lanciato piĂš di una proposta per abbattere una parte del nostro gigantesco debito pubblico. Alcune sono state in parte recepite dal governo Monti, per esempio per ciò che concerne i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese utilizzando i titoli di Stato. Tagliare

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L’idea che sta raccogliendo maggiori adesioni riguarda la costituzione di un “Fondo patrimoniale degli italiani� in grado di tagliare il debito di circa 300 miliardi di euro. Si tratta di far fruttare l’immenso patrimonio dello Stato e degli enti locali, creando un Fondo dove conferire beni immobili, quote di aziende e altri beni pubblici. L’idea prevede di far acquistare dagli italiani quote del Fondo con la logica del prestito forzoso. Il tutto in esenzione di imposta. Rispetto ad una patrimoniale classica dove si

paga e basta, gli italiani avrebbero in cambio una quota di proprietĂ di beni pubblici. Quote che hanno un valore, che rappresentano beni con un mercato. La proposta si rivolge a quella fetta di italiani con un elevato livello di reddito. Se da una parte c’è uno Stato fortemente indebitato, e che pure ha un patrimonio ragguardevole, dall’altra le famiglie italiane sono ricche. Una ricchezza privata che è un multiplo pari ad 8,3 volte il reddito disponibile. Alla fine del 2010 era pari a 9.525 miliardi, di cui circa la metĂ detenuta in abitazioni, per circa 4.950 miliardi

Riforma del lavoro: quali ricadute? Tra gli eventi collegati alla Fiera di Orzinuovi figura da qualche anno un convegno organizzato da Confartigianto Brescia, mandamento di Orzinuovi, su tematiche d’attualitĂ . Quest’anno ha avuto come tema: “La riforma del lavoro e le ricadute sull’occupazioneâ€?. Al tavolo dei relatori il vice presidente vicario nazionale Giorgio Merletti, il presidente bresciano Eugenio Massetti, il sindaco di Orzinuovi Andrea Ratti e il responsabile del settore lavoro di

Confartigianato Michele Turrini. Dopo aver ricordato l’impegno delle imprese artigiane sul versante occupazionale, si è parlato di un mercato del lavoro dal quale è vero che vi sono molte tutele in uscita, ma che è troppo bloccato sul versante degli ingressi e dei rientri. Sotto esame sono finite inoltre le modifiche ai contratti di lavoro a tempo determinato e a chiamata, con perplessitĂ sulle nuove norme che ne aumentano per i primi il prelievo contributivo

e introducono per i secondi una maggiore burocrazia che ha giĂ riscontrato molti problemi di gestione. In generale la riforma è stata ritenuta inadeguata rispetto all’obiettivo di salvare posti di lavoro. Al convegno era presente anche l’europarlamentare Lara Comi che ha affrontato questioni come una maggiore integrazione dell’Ue anche dal punto di vista legislativo e l’opportunitĂ offerta dall’Expo, attualmente rallentata da problemi politici.

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valutato positivamente la ripresa del dialogo tra governo e parti sociali “che segna una inversione di marcia rispetto ad una tendenza all’autoreferenzialitĂ di un governo che, comunque, deve poter continuare ad operare alacremente portando a termine il suo mandato non essendoci alternativa possibile e credibileâ€?. In particolare Mcl Lombardia sollecita l’adozione di misure per la riduzione della tassazione su lavoratori e imprese quale

elemento immediato di ripresa, il ripristino della tassazione agevolata di produttivitĂ , la sollecita emissione dei numerosi decreti attuativi sulla riforma del lavoro le cui speciďŹ che potranno utilmente essere discusse con le parti sociali negli incontri in calendario. In un altro passaggio del comunicato Ghidoni considera che forme di partecipazione dei lavoratori alla vita dell’azienda possano essere via praticabile per la tanto attesa ripresa.

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’Associazione industriale bresciana, il Centro studi energetici e ambientali Brescia (Cseab) e Camera di commercio sono i promotori del convegno “Il presente ed il futuro degli impianti fotovoltaici. L’esperienza di Bresciaâ€?, nel quale vengono presentate la situazione presente e le prospettive future del mercato fotovoltaico, in un momento, come l’attuale, di forte cambiamento dell’intero settore. L’11 settembre a Brixia Expo, in via Caprera 5 a Brescia, nel corso del convegno saranno illustrati la situazione attuale degli impianti fotovoltaici e le prospettive future. Nell’occasione saranno resi pubblici i risultati della ricerca effettuata da Cseab presso l’area della Fiera di Brescia, dove è stata allestita una stazione di prova nella quale sono stati installati moduli fotovoltaici di diversa tecnologia per misurarne le effettive prestazioni outdoor nelle condizioni meteo climatiche locali. SarĂ inoltre messo a disposizione dei partecipanti lo studio riguardante un’indagine, promossa da Cseab e da Banco di Brescia, sulla filiera bresciana delle energie rinnovabili ed in particolare sul numero e dimensione delle aziende attive e sulle potenzialitĂ produttive e di mercato. SarĂ Saverio Gaboardi,

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torie per la generazione distribuita; a seguire il rappresentante del Gse presenterĂ il quinto conto energia. Domenico Chianese, Supsi - Head of Electrical & PV System Group Tiso) affronterĂ il tema “Smart grid e sviluppo sistemi fotovoltaiciâ€?. I risultati della sperimentazione sui moduli fotovoltaici in condizioni reali di funzionamento verranno presentati da Emanuele Bulgherini ed Aldo Pilisi di Cseab. Di controlli e misure outdoor degli impianti fotovoltaici parlerĂ Salvatore Guastella (Rse) prima della tavola rotonda alle 16.30 dal titolo “Prospettive future degli impianti fotovoltaiciâ€? moderata da Donato Zambelli del Cseab.

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marketing alimentare�. Questo il commento di Silvia Biasotto, responsabile del Dipartimento sicurezza alimentare del Movimento difesa del cittadino al decreto “Sanita’ e sviluppo�. “Se l’obiettivo della tassa (poi rientrata) era quello quello di scoraggiare i consumi di bibite zuccherate la tassazione (poi eliminata), per Silvia Biasotto, avrebbe dovuto essere altissima, pari magari al 100% del prezzo del prodotto. Obiettivo primario

della proposta, cosĂŹ come era stata pensata era quello di fare cassa. PiĂš importante, sul versante della salute, sarebbe una severa regolamentazione del marketing alimentare, perchĂŠ, come affermano i nutrizionisti, molti spot di bibite analcoliche gassate sono destinati alle giovani generazioni e molta della popolazione non ha una preparazione in tema di alimentazione in grado di decodiďŹ care le pubblicitĂ che invadono i programmi televisiviâ€?.

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l Consorzio cliniche odontoiatriche è una cooperativa che dispone in esclusiva per l’Italia del marchio “Dentalcoopâ€?: al consorzio possono aderire solo cooperative. Tra le cooperative costitutrici del Consorzio c’è Biesse, che giĂ con successo gestisce una clinica in Brescia e una, di recente apertura, a Darfo-Boario Terme. Ogni cooperativa aderente, nella zona ad essa riservata e sempre sotto l’egida del marchio Dentalcoop, gestisce una o piĂš cliniche odontoiatriche. La cooperativa aderente opera con autonomia gestionale, finanziaria e patrimoniale rispettando gli indirizzi definiti dal consorzio. L’atti-

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vitĂ del consorzio è principalmente quella di promuovere lo sviluppo di nuove cooperative, anche fornendo ad esse la formazione necessaria per svolgere l’attivitĂ odontoiatrica conformemente al modello organizzativo Dentalcoop, e controllare che

l’attività di ognuna di esse si svolga rispettando i principi cardine del gruppo: fornire servizi odontoiatrici di alto livello, che rispondano allo standard qualitativo previsto dal modello Dentalcoop sia per quanto riguarda la cura ed attenzione del paziente, che per quanto attiene le procedure cliniche adottate, e fare sÏ che le prestazioni erogate, sempre garantendo l’alto livello qualitativo, abbiano un prezzo moderato rispetto al mercato. La possibilità di coniugare tali obiettivi dipende dalla capacità del consorzio di fornire vantaggi diretti ai propri consorziati, che si concretizzano anche in una riduzione dei costi di acquisto di be-

ni e servizi e principalmente in un modello organizzativo che crea rilevanti recuperi di efficienza rispetto alle organizzazioni tradizionali. Ogni cooperativa associata deve quindi rispettare precise procedure che garantiscano la qualitĂ dei servizi e fornirli all’utenza alle tariffe decise a livello consortile ed identiche in ognuna di esse. Il Consorzio promuove convenzioni con organizzazioni di lavoratori e cittadini ed imprese per offrire ai loro associati o dipendenti le condizioni piĂš vantaggiose presso le cooperative associate. La scelta che sia il consorzio che tutte le consorziate siano cooperative non è causale: i responsabili di

questa realtĂ ritengono infatti che lo scopo mutualistico e l’etica cooperativa siano parte essenziale della loro missione e che questo li differenzi da altre organizzazioni votate esclusivamente al profitto. In coerenza con i suoi principi il consorzio ha adottato rigidi principi deontologici e di onorabilitĂ per tutti i suoi esponenti; ogni cooperativa li deve rispettare per poter aderire al consorzio ed utilizzare il marchio Dentalcoop. Il modello che coniuga alta professionalitĂ e prezzi accessibili per l’utenza, in un gruppo imperniato sulla mutualitĂ cooperativa, è giĂ oggi un esempio di successo in un difficile momento economico.


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Â?‘ •–—†‹‘ ÇŻÂƒÂ–Â–Â‹Â˜Â‹Â–Â? ˆ‹•‹…ƒ ƒŽŽ—Â?‰ƒ Žƒ ˜‹–ƒ Sei anni di vita in piĂš per gli uomini e cinque per le donne: questo è il beneďŹ cio di una vita attiva ed equilibrata secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal (e ripreso da Corriere. it) in cui vengono contabilizzati i beneďŹ ci di molti altri fattori, come abitudini di vita, variabili sociali ed economiche. La parola chiave è “attiviâ€?: questo è l’aggettivo che usano i ricercatori svedesi per fare un ritratto della persona in etĂ ormai matura

candidata a beneďŹ ciare di qualche anno di esistenza in piĂš come premio per una condotta corretta. E dietro questo termine c’è molto: attivi ďŹ sicamente, questo è ovvio, ma anche come spirito, come atteggiamento mentale. L’elogio dell’attivitĂ , in contrapposizione alla passivitĂ , proviene da uno studio svedese condotto dai ricercatori del Karolinska Insistute che hanno reclutato un piccolo esercito di 1.810 persone over 75 seguendole per un periodo di 18 anni durante i

quali hanno monitorato stili di vita e comportamenti, quantiďŹ cando addirittura ogni abitudine (sana e malsana) in termini di anni di vita in piĂš o in meno. Fumare per esempio signiďŹ ca mediamente un anno di vita in meno; nuotare, camminare e fare ginnastica regalano invece mediamente due anni di vita. Se si mettono insieme tutti i comportamenti positivi si arriva a un totale di sei anni per gli uomini e cinque per le donne di vita vissuta, validi persino per gli over 85.

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stato definito il “male del secoloâ€?; eppure nel campo dell’oncologia la ricerca medico-scientifica ha fatto, soprattutto negli ultimi anni passi da gigante: cancro e tumore non sono piĂš sinonimo di morte certa. La conferma arriva anche da Edda Lucia Simoncini, responsabile del day hospital e dell’ambulatorio di oncologia dell’ospedale di Montichiari. Quando si scopre di avere un tumore si pensa subito a una condanna a morte. Ăˆ proprio cosĂŹ? Certo, i tumori fanno ancora molta

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paura. Grazie alla diagnosi precoce e alle terapie post-intervento la mortalità si è ridotta, soprattutto se consideriamo mammella, prostata e colon. Si tratta di tumori che, se diagnosticati precocemente, e trattati adeguatamente, regi-

strano tassi di guarigione vicini al 98%. Inoltre, oggi abbiamo pazienti che riusciamo a trattare pur con malattia giĂ avanzata. Certo, il soggetto dovrĂ convivere con la malattia, pur se senza sintomi... è comunque una situazione vitaleâ€?. La diagnosi preventiva è però possibile solo su tumori prevedibili... â€œĂˆ importante non aspettare i sintomi. Vi sono tumori oggi giĂ ben conosciuti e per i quali la stessa Asl invita la popolazione a periodiche verifiche. Ci sono patologie tumorali che richiedono attenzione al proprio corpo. In caso di dubbi, è opportuno rivolgersi al medi-

co di famiglia, capace di valutare se il sintomo avvertito può essere associato a un rischio tumorale. E forse non tutti sanno che in caso di sospetto di melanoma i tempi di attesa per una visita sono decisamente abbattuti: massimo 72 oreâ€?. Parliamo ora delle terapie. “Abbiamo la ben nota chemioterapia, oggi con farmaci di supporto che la fanno tollerare meglio rispetto al passato, e poi ci sono i farmaci biologici che hanno modalitĂ di azione ed effetti collaterali diversi dalla chemio. Ci sono, inoltre, terapie preventive e di accompagnamento che abbattono gli effetti collaterali. Non abbiamo la

soluzione definitiva ma ogni anno abbiamo nuovi farmaci che migliorano e prolungano la sopravvivenza�. Vista l’alta incidenza che i tumori e le patologie neoplastiche, hanno nella popolazione l’azienda Spedali Civile di Brescia ha deciso di realizzare un Day hospital nel presidio Montichiari, per evitare alla popolazione del territorio di riferimento spostamenti continui verso la città . 6L WUDWWD GL una struttura di eccellenza strettamente collegata con il Civile di Brescia, che dispone delle medesime attrezzature, e il cui personale lavora nella stessa realtà dell’ospedale cittadino.


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Giuseppe Lanzi è il nuovo direttore Generale dell’Asd Rugby Rovato. Nato nel 1970 a Viterbo, torna a Rovato dove, nella stagione 2003/04, aveva guidato da capitano il Rugby Leonessa ad una storica salvezza nel Super 10, il campionato d’Eccellenza. Atleta di livello nazionale, come dimostrano la lunga militanza in serie A col Rugby Calvisano e le 8 presenze con la maglia azzurra, tra Torneo delle Sei

Lo scorso anno, alla prima edizione, fu un successo tanto da spingere gli organizzatori a ripetere l’iniziativa nel 2012. CosÏ domenica 9 settembre torna la Maratona dell’Acqua. Quest’anno la gara podistica internazionale individuale e a coppie (due frazioni di km 21,097) vedrà la partenza da Iseo e l’arrivo a Lovere. Le coppie possono essere miste, solo maschili o solo femminili. Ma non sarà aperta solo alle

Nazioni e World Cup ’99, ha concluso la carriera agonistica a Brescia intraprendendo quella dirigenziale nell’ambito della stessa Società , prima come team manager e poi come direttore generale. Mario Consoli, dopo aver diretto per un decennio il Rugby Rovato, passa cosÏ il testimone a Giuseppe Lanzi ma, in qualità di consigliere, sarà ancora un’importante figura di riferimento per il Club. (m.r.)

coppie; si potrĂ correre anche individualmente. Con una prima parte ondulata tra i vigneti della Franciacorta, il percorso si porta – in localitĂ Clusane – sulle sponde del Sebino che non abbandonerĂ piĂš sino al traguardo nel cuore dello splendido abitato di Lovere. A Predore l’emozione del “cambioâ€? per coloro che, a coppie, affronteranno i 42,195 chilometri. Per informazioni: maratonadellacqua.com. (m.r.)

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i chiudono il 9 settembre a Londra le Paralimpiadi. Quelle mediaticamente poco seguite, quelle che interessano pochi, quelle che non regalano copertine... quelle che però hanno mostrato un enorme numero di atleti in gara, quelle che vanno al di lĂ dei buoni sentimenti perchĂŠ quando un uomo o donna scendono in pista per vincere, la gara diventa vera. Talmente vera che è in grado di estrarre dal cilindro dell’animo umano anche le sue cose piĂš dure e piĂš cupe: come Oscar Pistorius che sconfitto nei 200 metri accusa Alan Fonteles Carodoso Oliveira perchĂŠ le sue protesi lo avrebbero aiutato di piĂš, perchè troppo lunghe. La situazione pare grottesca. Lo stesso Pistorius si scuserĂ poco dopo. Per fare un po’ di chiarezza: le protesi alle gambe restituiscono l’energia che l’atleta riversa nelle stesse, e quindi, dipende dall’atleta. Ma le gare sono talmente vere, e gli atleti talmente atleti che chi guarda, passati i primi minuti per capire dove sta la diversa abilitĂ o diversitĂ di chi gareggia, poi si ritrova a vivere emozioni e sensazioni precise, uguali e profonde come quando in piscina, in pista, in piattaforma, sul campo o sulla strada ci sono i cosiddetti normodotati. E ti scopri cosĂŹ a fare il tifo per una nuotatrice che non è la Pellegrini e riesce a portare a casa tre medaglie (due ori nei 50 e 100 stile

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libero e un bronzo nei 100 dorso ) in tre gare diverse, con tanto di record annessi: Cecilia Camellini, cieca dalla nascita. E il volto di queste Paralimpiadi non può che non essere quello della giovane atleta, capace di andare in acqua come pochi altri. Sono 14 sino al momento dell’andare in stampa le medaglie conquistate dagli azzurri: cinque ori, cinque argenti e quat-

tro bronzi. Oltre alla Camillini, sono d’oro Assunta Legnante nel lancio del peso, Oscar De Pellegrin, portabandiera azzurro, nell’arco ricurvo W1/ W2 e Alex Zanardi in individuale cronometro H4. Sono d’argento Andrea Pizzi nella cronometro B, Elisabetta Mijno nell’arco W1/W2, Alvise De Vidi nei 100 metri categoria T51, Pamela Pezzutto nel tennis tavolo e Oxana

Corso nei 200 metri di atletica T35. Sono di bronzo Annalisa Minetti nei 1500 metri T12 e due bronzi per Federico Morlacchi nei 100 metri farfalla S9 e nei 400 stile libero S9. Insomma, lo sport regala emozioni e sensazioni. C’è ancora tempo per scoprirsi tifosi di un’Italia che sa vincere, emozionare, lĂ dove lo sport è pura passione e supera ogni limite.

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,O %UHVFLD LQ URVD VFDOGD L PRWRUL Dopo la splendida vittoria ottenuta in finale di Coppa Italia contro il Napoli nella passata stagione, torna in pista il Brescia Femminile. Il patron Cesari (nella foto a lato), al timone della squadra dal lontano 1985, ha affidato per la stagione 2012/13 la guida tecnica a Milena Bertolini, il Mourino del calcio femminile. Per la trainer di Correggio, dopo sette anni alla Reggiana, inizia a Brescia la sua

missione possibile: conquistare il tricolore. Per raggiungere questo traguardo la società ha messo a disposizione del mister una rosa di tutto rispetto. Alle atlete vincitrici della Coppa Italia 2012 si sono aggiunti tre nuovi innesti di sicuro affidamento e tutte nel giro della Nazionale di Cabrini. Sara Gama, pallone d’oro 2011, proveniente dal Chiasiellis; Sara Penzo, proveniente dal

Basilea e Barbara Bonansea arrivata dal Torino. Un difensore, un portiere ed una punta che vanno a perfezionare la giĂ competitiva rosa del Brescia. L’obiettivo dunque è migliorarsi e centrare almeno la qualificazione in Champions è d’obbligo: “Vogliamo continuare a vincere – ha dichiarato il presidente Beppe Cesari – e sono sicuro che grazie all’impegno di queste splendide ragazze ce la faremoâ€?.

La nuova stagione è alle porte: il 9 settembre primo appuntamento contro la Torres per la Supercoppa italiana. La prima di campionato il 22 settembre tra le mura amiche contro le rivali del Bardolino, mentre alla seconda ci sarà già la dura trasferta di Tavagnacco. Un calendario dunque poco benevolo che ha riservato al Brescia un inizio davvero scoppiettante. Un inizio per vere leonesse.


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Si parte. Inizia giovedÏ 6 settembre il primo Happening nazionale degli oratori che si svolgerà a Brescia e Bergamo. In giornata sono previsti gli arrivi e l’accoglienza negli oratori che ospiteranno animatori provenienti da tutta Italia. VenerdÏ 7 settembre tre appuntamenti nella città orobica: incontro sui temi della pastorale giovanile, gita alla scoperta della Bergamo antica e preghiera in Duomo con monsignor

Beschi. Sabato 8 settembre spostamento al Centro ďŹ era di Montichiari, dove a partire dalle 9 si svolgeranno gli importanti incontri e dibattiti sui temi della comunitĂ e dell’oratorio. Nel pomeriggio lavori di gruppo, la sera festa in piazza Loggia e adorazione eucaristica in Duomo Vecchio. L’evento si chiuderĂ domenica 9 settembre con la Messa e il mandato consegnato a tutti gli oratori d’Italia.

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al Garda al Sebino, dalla Valtrompia alla Valsabbia, dalla Valverde alla Bassa. Il viaggio in provincia del Csi Brescia si è chiuso venerdĂŹ all’oratorio di Centenaro. La tournĂŠe nelle otto zone facenti capo alla sede centrale di via Chiusure – per presentare la stagione 2012/2013 e illustrare il tesseramento online – è stata un successo di presenze, preludio ad un’annata sportiva ricca di appuntamenti e tutta da vivere. Quella alle porte sarĂ la prima stagione del nuovo quadriennio, fondamentale per imboccare con decisione la via tracciata dalla riconfermata presidente Amelia Morgano. “ContinuitĂ per le discipline consolidate, rilancio degli sport minori, incremento dell’attivitĂ giovanile e formazione per tuttiâ€?. L’attivitĂ sportiva poggerĂ su queste quattro colonne portanti. Dal faccia a faccia con le societĂ sembra che atleti, allenatori e dirigenti siano perfettamente sintonizzati sulle frequenze della presidenza. I campionati stanno per prendere il via. A tagliare il nastro sarĂ l’Élite del calcio a 7 il 19 settembre. Poi partiranno femminile, open, calcio a 11 e giovanili. A fine settembre avranno inizio anche i tornei di basket e tennis tavolo. Ottobre sarĂ il mese di calcio a 5, pallavolo e polisportivo. Il Csi, tuttavia, non è solo sport di squadra. Le iscrizioni per arti marziali e ginnastica artistica saranno aperte fino a inver-

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ping pong, biliardino e atletica leggera che si svolgerĂ all’ombra dei campanili bresciani. La squadra ciessina è al lavoro per arricchire sempre piĂš l’offerta sportivo-educativa. Nuoto, bocce e rugby sono i sogni nel cassetto, cosĂŹ come lo sviluppo delle proposte per i diversamente abili. La strada è tracciata. Da non sottovalutare anche l’importanza della formazione. Il corso dell’anno sarĂ di aggiornamento per i tecnici di calcio e pallavolo e si terrĂ il 16 settembre alla Casa Bruno Foresti di via Giovanni Asti (Cascina FĂ´ret). Nell’arco della giornata si lavorerĂ su tre aspetti: pedagogico, educativo e tecnico. Iscrizioni aperte fino all’11 settembre.

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I danni di una televisione senza qualitĂ Egr. direttore, mai come oggi la televisione offre una scelta infinita di programmi eppure mai come oggi impera un’assoluta povertĂ di idee. La gente si inebetisce davanti a trasmissioni dove il nulla viene spacciato per il tutto. Sotto i riflettori televisivi passano corpi perfetti e menti leggere. E, sullo sfondo, l’accettazione di modelli imposti dall’alto, senza ideali, senza sogni che non siano il denaro e la notorietĂ . La situazione è chiara a molti, eppure, almeno per ora, è questa tv spazzatura che continua a vincere e imperversare. Come fosse una tossicodipendenza. la televisione ha un potere enorme, ben superiore a quello (giĂ notevole) di giornali e riviste. E lo esercita. Quel “quadro parlanteâ€? sempre acceso, e sempre piĂš accessoriato, esercita il fascino disarmante di un giocattolo attraente e pericoloso allo stesso tempo. Adolescenti e adulti ne sono attratti, plasmati e modificati, per poi essere ributtati, da bravi soldatini ubbidienti, (qualcuno un po’ piĂš resistente) nel ciclo riproduttivo del consumismo in modo da perpetuarne il modello. I canali televisivi sono tanti e se si aggiungono quelle satellitari, la scelta è enorme. Ma è solo un’apparenza; a parte qualche eccellente eccezione (documentari, film d’autore, programmi culturali), si passa senza notare sensibili differenze da un reality-show all’altro, da una trasmissione frivola all’altra, con un unico obiettivo: riuscire a confondere le idee in modo da non distinguere piĂš ciò che è bene da ciò

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Egr. direttore, vorrei approfittare di questo spazio di dialogo che “Voce� mette a disposizione dei lettori per inviare una lettera aperta, contenente alcune domande, a Beppe Grillo, ormai protagonista a pieno titolo della politica italiana. Questo il testo della lettera: “Caro Grillo, cosa

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Lettera aperta a Beppe Grillo

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che è male, addormentando la coscienza. Il menĂš è lo stesso ovunque: mariti-mogli, fidanzati che si mandano a quel paese davanti a milioni di spettatori; politici, assessori, gente di “culturaâ€?, esperti d’arte che si insultano; veline che scimmiottano con pochi centimetri di stoffa esibendo quello che fanno finta di coprire. Fare la velina, infatti, non è molto dignitoso, ma questo permette a tante ragazze di essere conosciute e di fare carriera in fretta. La tv odierna è diventata un contenitore di informazioni manipolate. Nonostante ciò riesce a catturare l’interesse di tantissimi giovani, di molte casalinghe (sempre con alcune eccezioni); si fonda su programmi dal basso contenuto educativo, tali trasmissioni sono volte a rendere le menti degli spettatori sempre piĂš pigre nel ragionamento e piĂš disposte alla non selezione delle informazioni. Stando cosĂŹ le cose, quasi inconsapevolmente si ribaltano i valori, dando la precedenza assoluta alle cose secondarie o addirittura vane, a scapito delle essenziali, quelle che, a ben pensarci, danno senso e valore alla nostra esistenza. Gianfranco Bertoglio

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hai fatto, cosa stai facendo, cosa farai per i terremotati? Caro Grillo, cosa hai fatto per contribuire a costruire un’Italia, un’Europa, un mondo migliore, piĂš giusto, con piĂš diritti, con piĂš uguaglianza, con piĂš solidarietĂ ?. Caro Grillo, per fare questo dipende da ognuno di noi, perciò anche da te, essere migliore nei fatti di tutti i giorni, non stare comodamente in una villa con le tasche belle piene di soldi, o su una bella barca a spassartela, o in una piazza a dare ordini, a dire parolacce dispregiative, ad insultare, urlare, a dire anche delle stupidaggini, non fai proprio piĂš ridere. La democrazia in Italia che godi anche tu, è stata conquistata con il sacrificio di tante persone, perciò la democrazia, caro Grillo, è confronto civile, possibilmente educato, la democrazia è impegno responsabile, fare qualcosa per il bene comune, la democrazia è dare il buon esempio, avere idee buone, essere onesti, sinceri, trasparenti, avere il senso del dovere, rispetto delle regole, delle leggi, prima di tutto rispetto della dignitĂ delle persone. Tu, caro Grillo, non hai inventato nĂŠ portato niente di buono, hai solo copiato quasi tutto il peggio del presente e del passato. Mettiti a lavorare non è mai troppo tardi, incomincia a fare veramente qualcosa di concreto, vai a farla per i terremotati che ne hanno tanto bisogno, ti consiglio gentilmente, abbandona la casta degli urlatori, sono sicuro che se li abbandonerai e ti metterai a lavorare facendo cose concrete per il bene comune, ti sentirai meglio e piĂš sereno, e ti guadagnerai la stima dei cittadini. Francesco Lena

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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