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Ilva di Taranto. Come dire, salario o salute? Quante situazioni simili, piĂš piccole, quindi che fanno meno notizia, ci sono nel nostro Paese. Quante discariche inquinano le falde, i campi, i prodotti che mangiamo, l’aria che respiriamo, fino a quando qualcuno alza il tono della protesta, perchĂŠ non se ne può piĂš, o per dovere d’ufficio. Il lavoro è un diritto e la salute è un diritto. Metterli in contrapposizione è sbagliato, peggio, delittuoso. E se questa situazione nascondesse un ricatto? Lavoro e salute devono convivere e non c’è barba di legge, governo, parte politica o sindacale che può stabilire diversamente. L’unica logica che deve prevalere è quella della legalitĂ . Ovvio che, per rimediare agli errori del passato le enunciazioni di principio non bastano e l’azienda, soprattutto (che, inquinando, ha fatto buoni bilanci) dovrĂ farsene carico. Il lavoro dell’Ilva va salvato, cosĂŹ come va tutelata la salute di chi ci lavora e dell’intera cittĂ di Taranto. Ăˆ la terza via, doverosa, purchĂŠ avvenga nella legalitĂ . Spero si stia dimostrando che è possibile.
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Iniziative. Giovani e lavoro: c’è “Spes at workâ€?
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1 ƒÂ?…‘”ƒ †ƒ˜ƒÂ?–‹ ƒ Â?‘‹ Fa un certo effetto e riserva qualche gradevole scoperta poter sfogliare a cinquant’anni di distanza ciò che il settimanale diocesano scriveva a pochi giorni dall’apertura del Vaticano II. La nostra diocesi si accingeva a celebrare la Messa di diamante dell’arcivescovo Tredici, il governo era alle prese con una vertenza nel settore metalmeccanico, il presidente del Consiglio Fanfani faceva visita a Brescia per inaugurare il nuovo Itis Castelli e un bell’articoletto dava conto del festoso ingresso di don Giuseppe Treccani a Orzinuovi avvenuto il 23 settembre. Alla vigilia del Concilio, il 7 ottobre, l’Azione cattolica teneva la sua Assemblea diocesana al Teatro Grande,
mentre le delegate stampa erano attese al salone Montini. Molto altro racconta di un clima di attesa fervente, preparato da tempo. Colpisce, però, una riflessione lucida sul Concilio a firma D.G.B. (che sia don Giulio Bevilacqua, che poi terrĂ un incontro in Episcopio pochi giorni dopo l’apertura dell’assise conciliare?). L’estensore commenta: “Può sembrare tempo sprecato un Concilio, una tornata accademica con bei discorsi, con bei programmi e promesse allettanti, con qualche ricordo di tempi passati, la solita apostrofe sulla generositĂ dei giovani, unica speranza a questo vecchio mondo in rovina. Può sembrare un apparato scenico, una rivista, una parata militare, quando i bambini in braccio ai papĂ agitano le bandierine tricolori e i grandi pensano che in fin dei conti “siamo ancora fortiâ€?... Un Concilio può sembrare un gesto inutile o addirittura l’ultimo sforzo di un organismo disfatto che tenta di comporsi
cambiando le proprie leggi e le proprie strutture. Ma a chi guarda in profonditĂ dentro il mondo di oggi e dentro la Chiesa, il Concilio appare come un momento estremamente necessario. L’umanità – continua l’autore – ha cambiato radicalmente il suo modo di vivere, ha trasformato strutture e contenuti, ha passato esperienze disastrose e sta tuttora vivendo momenti tragiciâ€?. Il commentatore ricorda la mancanza di ideali, l’aver elevato la tecnica a nuova religione, il desiderio all’unione universale, ma anche la realtĂ della divisione e soprattutto la contrapposizione dei due blocchi americano e sovietico. “C’è bisogno di una forza nuova, – dice La Voce del Popolo – di un ideale nuovo, di qualcosa o di qualcuno che dia senso a tutto questo agitarsi affannoso e lo risolva dalla disperazione... Proprio per questo la Chiesa, vecchia di venti secoli, si raduna in Concilio perchĂŠ tutti la possano vedere come un vessillo alzato al
disopra di tutte le genti, e come una cittĂ costruita sul monte. Il Concilio ripresenta questa forza, questo ideale in modo concreto; la figura di Cristo, che ancora oggi non lascia indifferente nessuno e dal suo Vangelo parla ancora al cuore di ogni uomo, viene ancora presentata nella sua concretezza di persona viva. Il Concilio fa vedere che la Chiesa non è questo o quel Papa, questa o quella crociata, che non è nemmeno questa o quella politica svolta piĂš o meno apertamente: il Concilio presenta la giovinezza perenne della Chiesa, che è il Cristo che vive oggi, e parla ed agisce oggi in mezzo a noi. All’umanitĂ disorientata e senza ideali, il Concilio offre il Cristo conosciuto nella veritĂ della sua persona e del suo messaggio: in lui ogni uomo ritrova le sorgenti della vita e ne capisce il valore. Ragione e tecnica, idee e sentimenti trovano in Cristo il proprio posto e le proprie dimensioni. Ǥ ÍšÍ?
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“Spes at workâ€? ha anche un suo sito internet in cui gli interessati (giovani e imprese) possono trovare tutte le informazioni che stanno cercando. C’è uno spazio apposito in cui ognuno dei quattro ingranaggi trova una dettagliata spiegazione e le modalitĂ di accesso. C’è anche uno spazio per le imprese in cui possono registrarsi e diventare parte del progetto messo a punto. Nel sito www. spesatwork.it non manca nemmeno una esauriente spiegazione della
genesi del progetto stesso, pensato e fortemente voluto dal vescovo Luciano Monari come segno di vicinanza concreta alla comunità che ancora patisce per gli effetti della crisi. Insomma, uno strumento giovane, a servizio di un progetto che è interamente dedicato ai giovani. Nel sito anche l’indicazione che al progetto possono concorrere i giovani e le organizzazioni private e non profit che hanno sede nella provincia e nella diocesi di Brescia.
tato tecnico di leggere la situazioni e opportunitĂ in campo occupazionale. Un insieme che ha prodotto le quattro proposte che danno sostanza a “Spes et workâ€?, raffigurate come altrettanti ingranaggi possono funzionare grazie all’olio della speranza che è proprio quello che dĂ sostanza al progetto. A fianco degli ingranaggi che danno risposte immediate al tema dell’ occupazione come la dote lavoro o il sostegneo alle assunzioni, ve ne sono altri che aprono alla speranza e alla volontĂ degli stessi giovani di collaborare alla costruzione del loro futuro, come l’incubatore per
l’impresa giovanile o la proposta dell’anno di volontariato sociale. Quattro ingranaggi che possono funzionare anche grazie a una dotazione economica complessiva di 285mila euro.
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opo le cinque dita della Mano fraterna, i quattro progetti di “Spes at workâ€?, una nuova iniziativa con cui la Chiesa bresciana cerca risposte a un altro dei tanti temi urgenti che la crisi economica ha fatto emergere. Quattro azioni per dare ai giovani speranza in un campo come quello dell’occupazione che oggi, dati e statistiche alla mano, non sembra aprire a grandi ottimismi. Eppure la Chiesa ci crede, convinta com’è che sia suo dovere dare alle giovani generazioni, quelle chiamate a progettare il futuro, le opportunitĂ per poterlo fare. Con “Spes at work. Iniziative a favore dell’occupazione giovanileâ€? la Chiesa e il suo Vescovo non intendono certo mettersi in competizione con altre realtĂ che sono istituzionalmente chiamate a questo genere di risposte. L’ha chiarito mons. Luciano Monari in occasione del lancio dell’iniziativa. “Ho incoraggiato e sostenuto chi mi ha sottoposto questo progetto – ha affermato – per dire l’interesse e l’impegno della comunitĂ diocesana nella ricerca di quelle via capaci di portare la societĂ fuori dalle secche della crisiâ€?. Una risposta precisa, che ricalca quelle date dalla giĂ ricordata Mano fraterna che ha fatto dello stile delle relazioni significative il suo punto di forza, per far fronte ad uno degli aspetti piĂš preoccupanti, com’è quello del lavoro che manca per i giovani, di una crisi che iniziata nel 2008 è divenuta ormai anche in quella che una volta era la “ricca Bresciaâ€? sistemica. Una crisi che anche nel Bresciano, come conferma il segretario generale della Cisl di Brescia Enzo Torri, costringe all’inattivitĂ forzata un giovane su
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ha confidato di trovarsi impotente dinanzi al dramma di tante famiglie con giovani che non trovano lavoroâ€?. Di qui la determinazione di progettare una iniziativa specifica che non rispondesse soltanto al bisogno immediato del lavoro ma che gettasse le basi anche per la rigenerazione di quella speranza che oggi sembra mancare. “Spes at workâ€? (un felice connubio tra latino e inglese) è stata la risposta, una iniziativa sostenuta, incoraggiata dal Vescovo e che ha visto sin da subito affiancarsi all’ufficio per l’impegno sociale, la Caritas, che il suo direttore Giorgio Cotelli non esita a definire “il braccio operativo di mons. Monari sul fronte della caritĂ â€?.Vista la specificitĂ del progetto che dĂ sostanza all’iniziativa è stato creato un comitato tecnico capace di affiancare passo a passo, traducendone le intuizioni in proposte concrete, i promotori di “Spes at workâ€?. A far parte di questo comitato sono state chiamate figure del panorama economico bresciano come Vittorio Cinquini, giĂ con incarichi di rilievo in A2A, Felice Alberto Manenti di Ubi Banco di Brescia, l’aclista Giacomo Mantelli, il presidente di Confcooperative Marco Menni, Mauro Salvatore, economo diocesano, Enzo Torri, segretario generale della Cisl di Brescia, Roberto Zanolini, direttore della Compagnia delle opere e l’imprenditore Roberto Zini. A loro è stato chiesto di fare rendere al meglio un progetto pensato per giovani tra i 18 e i 35 anni i piĂš esposti a Brescia, come nel resto del Paese, al rischio disoccupazione. La sensibilitĂ dei promotori, Caritas, Ufficio per l’impegno sociale e vescovo Monari, si è combinata con l’operativitĂ e la capacitĂ del comi-
4XHL TXDWWUR LQJUDQDJJL Quattro ingranaggi, uno per ciascuna delle iniziative a favore dell’occupazione giovanile che fanno parte di “Spes at workâ€?. Ăˆ stato l’economo diocesano Mauro Salvatore (nella foto a sinistra) a presentarle nello specifico. Le prime due appartengono al campo delle risposte immediate, pensate per il breve periodo. Le altre impegnano i giovani in un vero e proprio progetto di vita, aprono a quella speranza usata per
“battezzareâ€? la nuova proposta che è espressione della vicinanza della Chiesa bresciana e del suo Vescovo alla comunitĂ che soffre per la crisi economica in atto. Quattro azioni, dunque, che lo stesso mons. Luciano Monari, in sede di presentazione, si è augurato che possano essere riprese da altri, magari anche migliorate. “Se si tratterĂ di una buona iniziativa – ha affermato al proposito il Vescovo – non avremo risentimenti di
alcun genere se qualcuno vorrà imitarla. Quello che mi importa è che si gettino le basi per invertire la rotta e trovare le risposte a una situazione che è pesante. Il primo dei quattro ingranaggi è quello della dote lavoro destinata, come specificato dall’apposito bando, a 20 giovani tra i 18 e i 35 anni residenti nel Bresciano o nelle comunità della diocesi, assunti da imprese cooperative con sede legale in
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Un tempo provincia opulenta dove il lavoro certo non mancava, poi definita territorio “ad alto rischio di povertà e conflitto sociale”. E non si tratta di una notizia dell’ultima ora. Era infatti il giugno del 2011 quando il Ministero dell’interno inviava alla Prefettura di Brescia una nota sulla questione. L’allarme è partito da Roma e attraversando mezzo Stivale è arrivato a Palazzo Broletto. Di questo passo, sembra suggerire l’informativa, Brescia
rischia di cadere in una condizione pericolosa. La crisi non molla la presa e il lavoro e gli stipendi sono sempre più risicati. A questi dati si aggiunge quello non meno preoccupante del massiccio ricorso alla cassa integrazione. Nei primi otto mesi del 2012 le ore di cassa integrazione (oltre 29 milioni) hanno superato anche quelle utilizzate nel 2009 (26 milioni). Il picco si è registrato nel 2010 con 42 milioni e 700 mila ore,
seguito dal 2011 con 31 milioni e 800mila ore. Un dato quello del ricorso alla cassa integrazione che va messo anche in relazione con l’aumento esponenziale del numero degli licenziamenti registrato neglli ultimi anni nel Bresciano. Una situazione complessa che rischia di trascinare, come per altro sta avvenendo, Brescia ai primi, non invidiabili, posti della classifica delle città che conoscono la povertà.
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provincia e attive nei settori dell’informatica e dei servizi alle imprese, dell’ambiente e del risparmio energetico. Ad ogni impresa che assumerà uno dei giovani partecipanti al bando verrà erogato un contributo di 3500 euro se l’assunzione sarà a tempo determinato. Le imprese che trasformeranno il rapporto di lavoro a tempo indeterminato riceveranno un ulteriore premio di 1500 euro se la trasformazione avverrà dopo sei mesi. Il premio arriverà a 3500 euro in caso di assunzione a tempo indeterminato sin dall’avvio del rapporto di lavoro. La dote lavoro ha un fi-
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nanziamento complessivo di 100mila euro. Il secondo ingranaggio è quello del sostegno all’assunzione che consiste nel finanziamento di 10 assegni di 10mila euro a favore di quelle organizzazioni pubbliche, private e non profit, che si impegnino nell’assunzione immediata di altrettanti giovani con contratti di almeno 30 ore settimanali a tempo indeterminato o di apprendistato. Anche questo ingranaggio ha una dote di 100mila euro. La terza proposta di Spes at work è quella dell’anno di volontariato sociale. Un finanziamento di 45mila euro consentirà
a 10 giovani di vivere questa esperienza presso la Caritas diocesana. Un investimento nel campo della solidarietà, dei servizi alla persona, dell’ambiente che potrebbe essere utile per il loro futuro professionale. L’ultimo ingranaggio è quello rappresentato dall’incubatore per l’impresa giovanile. Si tratta del coordinamento di un progetto pilota per favorire l’avvio di imprenditoria giovanile nei settori dell’agricoltura sociale e della tutela ambientale, dell’ecoturismo locale, dell’artigianato, dei servizi di prevenzione e cura alla persona. Obiettivo dell’in-
cubatore, che avrà la sua sede in alcuni locali dell’ex Seminario di via Bollani, è di far partire entro un anno almeno 12 nuovi posti di lavoro. Sull’incubatore sono stati appostati complessivamente 40mila euro che portano a 285mila la dotazione complessiva di Spes at work. L’iniziativa lanciata nei giorni scorsi e che vede tra i suoi promotori il vescovo Luciano Monari, l’Ufficio diocesano per l’impegno sociale e la Caritas, come già per altre esperienze precedenti, è comunque aperta al contributo di chiunque ne condivida gli obiettivi e le finalità.
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PiĂš di 30 presunti esponenti del gruppo armato Boko Haram sarebbero stati uccisi nel corso di un’offensiva militare nella cittĂ di Damaturu, la capitale dello Stato nord-orientale di Yobe. A riferirlo è una nota di “Forza congiuntaâ€?, un’unitĂ di ĂŠlite composta da esercito e polizia. Nel comunicato si sottolinea che tra le vittime ci sarebbe anche il presunto comandante di Boko Haram nello Stato di Yobe, soprannominato “Bakakaâ€?.
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Secondo la tesi ufficiale, ripresa dal quotidiano Daily Trust, la battaglia si è svolta nei pressi di un “covoâ€? nel quartiere di Kandahar e nell’area circostante il cimitero cittadino. Damaturu era stata giĂ a fine settembre teatro di un’offensiva contro Boko Haram nella quale erano stati uccisi almeno 35 militanti. Boko Haram è un gruppo radicato nel nord della Nigeria, che sostiene di battersi per
l’introduzione della legge islamica in tutto il Paese. Negli ultimi tre anni i militanti hanno rivendicato attentati e agguati contro caserme dell’esercito, commissariati di polizia e, in piÚ di un’occasione, chiese. Le offensive dell’esercito e della polizia contro Boko Haram sono frequenti nonostante il presidente Goodluck Jonathan abbia sottolineato a piÚ riprese la necessità di una trattativa con i militanti.
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’associazione “Cuore Amicoâ€? quest’anno ha scelto l’auditorium di Confartigianato Brescia, come sede per la 22 ÂŞ edizione del premio Cuore Amico, ormai noto come “Nobel missionarioâ€?. Si tratta di un riconoscimento che l’associazione, fondata nel 1980 da don Mario Pasini, assegna a figure esemplari di missionari con l’obiettivo di dare risalto alla grande opera di civilizzazione promossa dalla Chiesa attraverso l’evangelizzazione e la crescita delle popolazioni del terzo mondo. Il premio è solo una delle tante iniziative con cui l’associazione Cuore Amico, a 10 anni dalla morte del suo fondatore, continua la sua opera di sostegno ai missionari, facendo da tramite tra le loro richieste e la rete dei donatori. Come consuetudine anche quest’anno, in ottobre, mese tradizionalmente dedicato al tema delle missioni, l’associazione assegna il “Premioâ€? che ha una dotazione complessiva di 150mia euro. Nell’ormai lungo elenco dei premiati figurano anche Giovanni Paolo II, destinatario del “Nobel missionarioâ€? nel 1998 e Chiara Lubich, a cui il premio venne assegnato l’anno successivo. Per il 2012 la scelta di Cuore Amico è caduta sul sacerdote Aldino
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e Mariuccia Gorla, volontarie da 31 anni in Congo. Con la cerimonia di consegna del premio, in programma dalle 9.30 di venerdÏ 13 settembre, l’associazione rinnova la sua vicinanza al mondo missionario. Un’attenzione che si è fatta anche aiuto concreto. Grazie a una generosità diffusa, infatti, l’associazione è passata dai 250 milioni di lire (poco piÚ di 125mila euro) del 1980 agli oltre 3,5 milioni di euro dello scorso anno che, grazie ai missionari e alle suore, si sono trasformati subito in pane, scuole, medicine, pozzi e ini-
ziative di evangelizzazione. La programmazione degli interventi viene effettuata da un consiglio direttivo, composto da laici e religiosi che, di volta in volta, prende in esame le richieste che giungono da tutto il mondo. “La rivendicazione del rispetto dei diritti umani di libertĂ , di giustizia, di dignitĂ , di superamento del razzismo – si legge nel regolamento del Premio – sono solo alcune delle linee guida dei missionari che si impegnano, in spirito di cooperazione, per ogni iniziativa che esalti la dignitĂ di ogni singolo essere umanoâ€?.
&RUWHR SDFLILFR SHU OH ULIRUPH Una manifestazione “paciďŹ caâ€? organizzata dai Fratelli musulmani per chiedere “riforme politicheâ€? e piĂš impegno nella “lotta alla corruzioneâ€?. CosĂŹ l’agenzia di stampa giordana “Petraâ€? ha dato conto del corteo che si è svolto ad Amman nei giorni scorsi, forse il piĂš signiďŹ cativo dall’inizio della Primavera araba. Nel dispaccio pubblicato sul suo sito online, Petra ha sottolineato che tra le richieste dei manifestanti c’è
anche quella per una riforma della legge elettorale. Un riferimento, hanno sottolineato l’emittente Al Jazeera e altri mezzi di informazione panarabi, a norme in vigore da luglio che penalizzano milioni di cittadini giordani di origine palestinese. Convocato dal Fronte di azione patriottica, il partito locale dei Fratelli musulmani, il corteo ha attraversato il centro di Amman dopo la conclusione delle preghiere del venerdÏ. La
manifestazione si è svolta all’indomani della pubblicazione di un decreto con il quale il re Abdullah II (nella foto) ha sciolto il parlamento e convocato elezioni anticipate. Anche se la data del voto non è stata ďŹ ssata, il sovrano hashemita ha sostenuto che la consultazione si terrĂ entro ďŹ ne anno. Le ultime elezioni, alla ďŹ ne del 2010, erano state boicottate dai Fratelli musulmani.
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l’attacco siriano al conďŹ ne con la Turchia che nei giorni scorsi ha ucciso una famiglia di cinque persone. Le Nazioni unite hanno sottolineato come la crisi siriana stia avendo un grave impatto sulla “stabilitĂ e la pace della regioneâ€?. La dichiarazione del Consiglio di sicurezza è stata ammorbidita dalla Russia, sostenitrice di Damasco, che ha cercato di implicare anche la Turchia nel compito di abbassare la tensione. Nonostante il tentativo, di smorzare un’escalation che
potrebbe portare a una guerra, il governo siriano non fa mistero della tensione con la Turchia, Paese che, sin dall’inizio della rivolta, ha appoggiato i ribelli anti-Assad, dando loro ospitalità all’interno delle sue frontiere e permettendo il passaggio di armi e denaro. Il conitto rischia dunque, come molti osservatori denunciavano da tempo, di assumere una connotazione regionale, un’ipotesi contro cui sono scesi in piazza migliaia di turchi in diverse città del Paese. Grandi
manifestazioni contro la guerra si sono tenute a Istanbul, Izmir, Mersin, Eskisehir. In piazza Taksim a Istanbul, migliaia di persone hanno gridato slogan a favore della pace e riďŹ utando di essere “soldati dell’imperialismoâ€?. Alcuni striscioni accusavano Erdogan e il suo partito di essere un burattino degli Stati Uniti. Secondo i manifestanti, l’Occidente e gli Stati Uniti non hanno voglia di implicarsi nella crisi siriana e spingono invece la Turchia a farlo.
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la componente culturale che misura e determina la crescita civile di un Paese. Ha esordito con questo concetto il ministro degli Esteri Giulio Terzi, ospite della FacoltĂ di economia dell’UniversitĂ statale per discutere di Europa, di Mediterraneo e del ruolo di primo piano che l’Italia può giocare all’interno di questo intricato e importante quadro geopolitico. La presenza del Ministro a Brescia è stata inserita nel calendario delle celebrazioni per il trentennale di fondazione dell’ateneo. Nelle parole di benvenuto, il rettore Sergio Pecorelli ha ricordato come l’universitĂ bresciana punti sulla internazionalizzazione. Il segno tangibile di questa grande apertura è rappresentato dai circa 1000 studenti stranieri (sul totale di 15mila) provenienti da 70 Paesi diversi. Ma come può l’Italia essere protagonista in Europa e nel Mediterraneo? Ai tanti giovani presenti il Ministro ha spiegato che occorre puntare su lavoro, ricerca e innovazione. “Il ‘soft power’ di un Paese dipende dal prestigio internazionale della sua ricerca e della sua cultura, ma anche dalla capacitĂ di comunicare i risultati raggiunti perchĂŠ è di fondamentale importanza nell’attuale societĂ globale favorire le ‘connections’, stabilire contatti per trarre nuove ideeâ€?. Nella seconda parte del suo intervento il Ministro ha portato l’attenzione sul-
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costruzione europea. “Se costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontĂ politica superiore vivificata da un organismo centrale... rischieremo che questa attivitĂ europea appaia, al confronto della vitalitĂ nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale...â€?. Per recuperare questo calore, questa vita ideale è necessario che i cittadini tornino a essere protagonisti. “Nel 2014, a 100 anni dallo scoppio della Grande Guerra, l’Italia giocherĂ un ruolo di primo piano perchĂŠ sarĂ presidente di turno dell’Unione europea e l’Europa potrĂ assumere la forma di un’Unione politica di natura federale e tornare cosĂŹ a essere protagonista del mondoâ€?. E l’Italia può fare bene anche nel Mediterraneo. “Nei Paesi della ‘primavera araba’ siamo presenti con oltre 3.300 aziende, abbiamo un ruolo economico importante e siamo stimati per il nostro approccio pragmatico. Anche se la costruzione di un sistema democratico in queste società è complessa, occorre avere l’ottimismo della volontĂ e pensare che la democrazia è possibileâ€?. La conclusione è dunque un messaggio di fiducia rivolto agli studenti. “Per anni si è consumata una profonda frattura tra parole e cose. Solo unendo parole e cose potremo davvero realizzare gli obiettivi piĂš ambiziosi per consegnare ai giovani un futuro miglioreâ€?.
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—‘Â?‡ Â?‘–‹œ‹‡ ‘”‹ ‹Â? …Š‹‡•ƒ L’oratorio San Filippo Neri e la parrocchia della Conversione di San Paolo di Collebeato sono i promotore dell’iniziativa “Cori in chiesaâ€?, una rassegna di canto polifonico, che in questo 2012 giunge alla seconda edizione. Due le serate messe in cartellone e, come giĂ ricordato, dedicate al canto polifonico. “Cori in chiesaâ€? prende il via sabato 13 ottobre con il concerto del coro Alabarè della parrocchia della Pavoniana di Brescia e del
Â?—‘˜‹ ‘”‹œœ‘Â?–‹ †‡ŽŽƒ •…‹‡Â?œƒ coro “Ericaâ€? di Paitone. La seconda serata è in programma per sabato 27 ottobre con le esibizioni delle corali “Luca Marenzioâ€? di Coccaglio e “Le Rocce Rocheâ€? di Brescia. I concerti si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Collebeato con inizio alle ore 20.30. a ingresso libero. La direzione artistica della seconda edizione di “Cori in chiesaâ€? è stata affidata al maestro Giambattista Tura.
“I nuovi orizzonti della scienza: elementi unificanti e aspirazioni dell’uomoâ€? è il tema della conferenza che Antonino Zichichi, scienziato del Cern, promotore del Centro di ricerca del Gran Sasso e fondatore del Centro internazionale di fisica di Erice, tiene alle 20 di giovedĂŹ 11 ottobre al Centro pastorale Paolo VI di Brescia. Lo scienziato arriva a Brescia su iniziativa di “Academia ndt internationalâ€? presieduta dal
bresciano Giuseppe Nardoni. Antonino Zichichi, nato a Trapani, nel 1929, è un fisico e divulgatore scientifico italiano attivo nel campo della fisica delle particelle elementari. Ăˆ professore emerito del dipartimento di fisica superiore dell’UniversitĂ di Bologna ed è noto al grande pubblico soprattutto per la sua attivitĂ di divulgatore scientifico, essendo un prolifico autore di libri e saggi, e per le sue apparizioni televisive.
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La vita è sempre nelle nostre mani Fabio Fazio è tornato su Rai3 in “Che tempo che faâ€?, con un cambiamento: va in onda la domenica e il lunedĂŹ anzichĂŠ il sabato, come avveniva negli scorsi anni. Il programma ha ormai un suo andamento consolidato perchĂŠ accanto ai collaboratori ďŹ ssi presenta una galleria di personaggi che tornano ciclicamente sulla scena. Fazio si dĂ arie da anticonformista, ma è un anticonformismo a volte quasi burocratico, cioè scontato. Infatti è andato e torna a Sanremo, il tempio del conformismo italiano. Tuttavia, anche se non è tutto oro quel che luccica, si possono incontrare nel corso delle puntate delle buone, a volte ottime, occasioni. Basta registrare il programma e scegliere il meglio. LunedĂŹ 1° ottobre per esempio ci sono stati dei passaggi molto interessanti, in particolare con Aniello Arena e Roberto Saviano. Arena è un ergastolano, attore protagonista di “Realityâ€?, il ďŹ lm diretto da Matteo Garrone (quello di “Gomorraâ€?), premiato al festival di Cannes e nelle sale in questi giorni. Aniello era un afďŹ liato della camorra ed è stato condannato all’ergastolo perchĂŠ
coinvolto nella uccisione di tre persone nel quartiere di Barra a Napoli (1991). Ăˆ lo stesso quartiere in cui Garrone ha girato il ďŹ lm. “Ad aprile del ‘99, dopo sei anni di carcere a Viterbo, che è un istituto d’inferno, mi hanno confermato l’ergastolo. Ero pieno di rabbia, ma tanta, e ho pensato, ok la mia vita è ďŹ nita. Poi mi hanno spostato a Volterra, ho iniziato il teatro. E ho scoperto che non era veroâ€?, ha detto in un’intervista Aniello. BeneďŹ ciato per l’occasione di un permesso straordinario per
uscire dal carcere e prendere parte alla trasmissione, da Fazio ha letto un brano scritto da lui sulla sua esperienza esistenziale. Ha concluso dicendo: “Mi sento di dire ai ragazzi di andare a scuola, di studiare, di avvicinarsi all’arte. Mi capita sempre di pensare di essere nato due volte, che il teatro e il cinema mi hanno partorito di nuovo...â€?. Roberto Saviano invece ha parlato di un personaggio poco conosciuto dal pubblico. Lo scrittore si è introdotto citando
le paraolimpiadi di Londra per esaltare la “diversa abilitĂ â€? degli atleti capaci di dare vita alla vita quali che siano le condizioni ďŹ siche. E ha raccontato la storia di Michel Petrucciani (Orange 1962 – New York 1999) un pianista francese, fra i piĂš apprezzati di tutti i tempi nel genere jazz. Colpito alla nascita dall’osteogenesi imperfetta (malattia genetica anche nota come ‘sindrome delle ossa di cristallo’ – come ha notato Saviano, una deďŹ nizione poetica per una malattia che
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non ha nulla di poetico – , caratterizzata dalla assoluta fragilitĂ delle ossa), Petrucciani considerava tale disagio ďŹ sico come un vantaggio, che gli ha prrmesso in gioventĂš di dedicarsi completamente alla musica tralasciando altre ‘distrazioni’. Con una statura di un metro, la malattia lo costringeva a ricorrere a un particolare marchingegno realizzato dal padre e che gli permetteva di raggiungere i pedali del pianoforte. Nella disgrazia ebbe una fortuna: le ossa delle sue mani non erano toccate dalla malattia e le mani stesse godevano di una agilitĂ straordinaria. Tutti ammirarono la sua assoluta bravura tecnica, la genialitĂ , il dominio della tastiera, il suo tocco inconfondibile (e probabilmente irripetibile). Nel 1997 a Bologna, si esibĂŹ alla presenza di papa Giovanni Paolo II, in occasione del Congresso eucaristico. MorĂŹ a New York il 6 gennaio 1999 in seguito a gravi complicazioni polmonari. Ăˆ sepolto a Parigi accanto alla tomba di Fryderyk Chopin. Il messaggio della serata è stato forte e chiaro: la vita è un dono che viene valorizzato dalla nostra capacitĂ di goderlo.
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Pitocchetto, Moretto, Cifrondi e ancora Cipper, Pittoni ed altri artisti lombardi dal Cinquecento al Settecento: è quanto conserva il Museo Lechi, scrigno di tesori ubicato a Palazzo Tabarino e inaugurato domenica scorsa. La struttura comprende oltre 180 opere di proprietà del conte Luigi Lechi donate nel 2005 al Comune di Montichiari; l’allestimento è opera di Paolo Boifava, direttore di Montichiari Musei e dei professori Francesco
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di certo da domenica scorsa il Museo Lechi costituisce un richiamo irresistibile nell’ambito pittorico oltre che rappresentare un sigillo perenne a ricordo della generosità e del buongusto del bresciano Luigi Lechi, nobiluomo d’altri tempi. Il Museo Lechi è aperto dal mercoledÏ al sabato dalle 14.30 alle 18.30 e la domenica dalle 15 alle 19; per maggiori informazioni si può chiamare lo 030/9650455. (f.m.)
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l progetto del nuovo oratorio risale a circa una decina d’anni fa, poco dopo l’arrivo di don Cesare Verzini: fu allora che si iniziò a pensare di creare uno spazio piĂš adatto alle esigenze di bambini, ragazzi e famiglie che gravitavano attorno alla parrocchiaâ€?. Con queste parole, il geometra Giorgio Franchini si è soffermato a illustrare quanto ha realizzato, nel corso degli anni, insieme al fratello Marco. Al loro studio, infatti, è stato affidato, tempo fa, il compito di stilare un progetto per la realizzazione del nuovo oratorio di Sant’Eufemia, inaugurato sabato scorso alla presenza del Vescovo. “Con il passare degli anni, ciò che all’inizio era solo un’idea, è diventato realtĂ , grazie all’appoggio di buona parte della comunitĂ che, fin da subito ha preso a cuore il progetto, contribuendo anche economicamente alle spese sostenute. La posa della prima pietra del rinnovato oratorio, nel giugno 2008, ha dato quindi il via ai lavori, iniziati con la demolizione di un vecchio immobile che veniva utilizzato come bocciodromo e l’edificazione di una nuova palazzina a tre piani, inaugurata due anni piĂš tardi e nella quale hanno trovato posto i saloni parrocchiali, le nuove aule per il catechismo, la segreteria, il nuovo bar. Nel 2011, poi, si è messo mano agli impianti sportivi, realizzando un campo da calcio in sintetico, campi
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dopo una serie di interventi di restauro e rifacimento. All’interno della struttura, hanno trovato posto alcune nuove stanze per le Acli, la sede del gruppo Scout BS 11, e, dove prima si trovava il bar, è stata realizzata una piccola cappella al cui interno viene custodita una reliquia del Beato Frassati. L’altare della cappella è composto da una lastra in marmo poggiante sul vecchio sacello della S. Croce di Sant’Eufemia, risalente al 1626: all’interno della chiesetta, inoltre, sono presenti alcune opere dell’artista locale Virginio Faggian, scomparso nel 2003. Adiacente alla
palazzina settecentesca, all’interno dello stabile in cui sorgeva il cinema della frazione, è stata invece realizzata una sala polivalente che può essere utilizzata per i giochi, per il teatro e per feste e ricevimenti: proprio qui si è svolto il rinfresco che si è tenuto sabato dopo la S. Messa e la benedizione dei rinnovati ambienti da parte di mons. Luciano Monari. L’edificio storico e la nuova palazzina guardano entrambe su uno spazio aperto circondato da gradinate e realizzato come una sorta di piazza. Sui tetti, inoltre, sono stati montati pannelli fotovoltaici�.
,O QLGR GLYHQWD ELOLQJXH A Pontoglio il “Nido Famigliaâ€? si fa... bilingue. L’idea di “inglesizzareâ€? l’asilo è stata concepita dalle stesse educatrici Lia e Marina interne alla locale struttura dedicata all’infanzia che, grazie alla specializzazione conseguita nell’anno in corso, hanno pensato di avvalersi di tutte le proprie conoscenze ed esperienze acquisite nel tempo, per avventurarsi, investire e promuove questo nuovo innovativo progetto. Una proposta che non ri-
marrĂ a porte chiuse, ma che, da ottobre, aprirĂ all’intero territorio “perchĂŠ – come sostengono loro – tutti possano beneficiare di questa possibilitĂ educativa di approccio all’ingleseâ€?. Il piano, pensato per integrarsi armonicamente con le ordinarie proposte pedagogiche e organizzative interne ai Nidi Famiglia è contraddistinto da un percorso educativo di crescita personale studiato su ciascun bambino da esperti del settore, ma unito all’ap-
profondimento della lingua inglese durante un graduale percorso che accompagnerà ogni singolo in un iter di sviluppo psico-fisico-emotivo e relazionale, avvalendosi anche della pratica di una nuova lingua. I corsi partono sabato 13 ottobre; per maggiori informazioni e iscrizioni, è possibile telefonare alle educatrici 347/4800839 - 393/9697807, al nido 030/7376762 oppure scrivere un email a valentimail@ vigilio.it – lia.belotti19@gmail.com.
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alle ore 20.30 presso Cascina BotĂ di via S. Zeno 174 a Brescia; lunedĂŹ 22 ottobre alle 20.30 presso l’oratorio di Carpenedolo e giovedĂŹ 25 ottobre, alle ore 20.30, presso l’oratorio di Nuvolera. Si tratta di tre serate di sensibilizzazione dal titolo “Una famiglia che accoglie: l’esperienza dell’affidoâ€?. Sono incontri aperti a chiunque è interessato all’esperienza dell’affido e dell’accoglienza in generale (affido tradizionale, affido diurno, famiglia d’appoggio...). A questi incontri
sarĂ presente Marco Mason, in qualitĂ di esperto di affido familiare, insieme a una famiglia affidataria che porterĂ la sua testimonianza. Queste serate rappresentano il primo passo indispensabile per arrivare successivamente, dopo due incontri individuali di conoscenza con gli operatori del Coordinamento famiglie affidatarie, al Corso di formazione iniziale che sarĂ realizzato nel mese di novembre: il 7 novembre con la presentazione e gli aspetti giuridici
dell’affido a cura di Marco Mason; mercoledĂŹ 14 novembre con gli aspetti sociali dell’affido a cura di Silvia Bonizzoni e Daniela Refentini; mercoledĂŹ 21 novembre gli “Aspetti psicologici dell’affidoâ€? con Laura Franzoni; mercoledĂŹ 28 novembre interviene Sara Baresi con “Le motivazioni dell’affidoâ€?. L’orario degli incontri è dalle 20.30 alle 22.30 presso la Cascina BotĂ (via S. Zeno – parcheggio Palatenda) a Brescia. Per informazioni ed adesioni, chiamare: 3664763007.
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a pochi giorni la Rbb, Rete bibliotecaria bresciana, – il cui sito è http:// rbb.provincia.brescia. it – ha adottato un nuovo sistema informatico, che ne ha consentito la riorganizzazione con vantaggi sia per l’Amministrazione sia per l’utente. “GiĂ con il sistema in uso fino al 17 settembre scorso avevamo raggiunto un livello di eccellenza cui si guardava da ben oltre i confini regionali – ha spiegato l’assessore provinciale alla Cultura Silvia Razzi – ora, con l’adozione del sistema Clavis, un open source, abbiamo migliorato i servizi al cittadino, che ora, fra le molte cose, può dialogare con un’unica biblioteca, chiedendo dove possa essere un documento o un libro e farlo trovare “a domicilioâ€?, ovvero presso la biblioteca a lui piĂš vicina. Non solo – sempre per esemplificare, ha proseguito Silvia Razzi – ora può dialogare anche via sms ed e-mail, piuttosto che prelevare un libro presso una sede e consegnarlo in un’altraâ€?. La Rbb è costituita da 274 punti di servizio, 255 biblioteche comunali, 201 bresciane e 55 cremonesi, oltre a 18 fra biblioteche e fondi
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dendovi i sistemi efficienti ed esempio per amministrazioni e comunitĂ quali la Rbb, ma ancora non ha fornito indicazioni sulla sua assegnazione futura, ovvero non si sa, a tutt’oggi, chi se ne dovrĂ , a breve, occupare, se regioni, provincie, comuni o altri. Confidiamo – ha aggiunto Silvia Razzi – che quanto prima anche il Comune di Brescia, le cui 14 biblioteche sono comunque accessibili, possa entrare nel sistema, al fine di avere un unico linguaggio informatico, con i vantaggi che ne derivanoâ€?. Il software permette l’integrazione di tutti i servizi, dalla Mlol, Media library on line alla biblioteca digitale, dall’apertura alle nuove tecnologie, Rfid, Tablet, smatphone e quanto ancora il mercato propone. “Continueremo a investire – ha chiosato l’assessore – e presto presenteremo il nuovo logo della Rbb e i sette sistemi bibliotecari intercomunaliâ€?.
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/D FDFFLD DO WHVRUR FRQ ´3XQWR 0LVVLRQHÂľ Torna per il sesto anno consecutivo una proposta originale, divertente e quest’anno ricca di novitĂ : la caccia al tesoro cittadina “Perdersi per trovarsiâ€?. Per l’occasione, si attende una partecipazione di oltre 500 persone, tra giocatori e staff organizzativo. Esaltate da forte spirito competitivo e tanta voglia di vincere, le squadre invaderanno ogni vicolo del centro storico, animando la vita e il ritmo cittadino per la durata di una domenica pomeriggio. L’evento è aperto a tutti, senza limiti di etĂ nĂŠ di provenienza: possono parteciparvi studenti delle scuole superiori o di universitĂ , giovani, famiglie intraprendenti, appassionati del centro storico, curiosi. I concorrenti dovranno affrontare numerose prove applicando al meglio le loro abilitĂ : capacitĂ mentali e pratiche, intuito, abilitĂ deduttive e spirito di osservazione. La risoluzione di tali prove permetterĂ il ritrovamento del tesoro: premi in denaro del valore di 600 euro per il primo classificato, 400 euro per il secondo e 200 euro per il terzo. A rendere tutto ancora piĂš allettante ci saranno una serie di premi a sorpresa assegnati secondo estrazione o per meriti creativi particolari, e gadget per tutti i componenti delle squadre. La partecipazione all’evento “Perdersi per trovarsiâ€? è riservata a squadre da tre a cinque persone, o a persone singole cui verrĂ assegnata una squadra composta d’ufficio. L’iscrizione e il pagamento possono essere effettuati on-line, dal sito web www.perdersipertrovarsi.com. iniziativa si inserisce nel progetto di so-
stegno alle missioni dell’associazione Punto Missione onlus. In particolare i fondi raccolti dalla caccia al tesoro verranno destinati al progetto Villaggio dei Ragazzi “Fabio-Sergio-Guido� di Ciocanari, un piccolo paese nei pressi di Bucarest. Tale progetto mira alla costruzione di un piccolo centro abitativo dove accogliere bambini e giovani che si trovano in situazioni di forte disagio, e dove offrire loro una famiglia, un’educazione comunitaria, una formazione scolastica e in seguito lavorativa.(www.puntomissioneonlus.org).
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celebrata il 21 ottobre data del suo matrimonio con Zita di Borbone Parma proclamata essa stessa di recente Serva di Dio, sulla via quindi della beatiďŹ cazione. Quest’anno, domenica 21 ottobre, a San Gottardo, alle 11 presiederĂ la celebrazione mons Vigilio Mario Olmi che al termine della funzione impartirĂ la benedizione con la reliquia del Beato Carlo. La cerimonia sarĂ accompagnata dal coro parrocchiale di Gussago diretto da Luigina Codenotti con
l’organista Ezio Damiolini. Sono attese, insieme alla cittadinanza, rappresentanze dal Tirolo e dal Trentino e da altre localitĂ poichĂŠ l’iniziativa è promossa dalla Gebetsliga Kaiser Karl di cui don Arnaldo Morandi è assistente nazionale. Durante la cerimonia di beatiďŹ cazione, Giovanni Paolo II disse che Carlo doveva essere “un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilitĂ politica!â€?. Inoltre si ricorda la grande fede cattolica
che l’imperatore praticava tanto da voler presenziare al Te Deum del capodanno 1918-19. Alla domanda del perchĂŠ voleva ringraziare il Signore nell’anno della sconďŹ tta e nell’anno in cui perse tutto, Carlo rispose che “...l’importante è che i popoli abbiano ritrovato la pace...â€? e per questo bisognava ringraziare Dio. Quello di Carlo d’Austria è certamente un esempio particolarmente attuale in molti modi.
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n questo periodo da un lato la politica sembra essere sempre piĂš lontana e distaccata dai bisogni della gente e dall’altro è necessario rinsaldare la voglia di partecipazione nei cittadini e far sentire l’impegno del mondo cattolico bresciano. Partendo da questi presupposti l’editore Eugenio Massetti ha promosso una serata di dibattito tra Emilio Del Bono, candidato sindaco del Pd per le amministrative del 2013, e i rappresentanti di alcune delle piĂš significative associazioni cattoliche presenti sul nostro territorio. L’appuntamento di martedĂŹ 9 ottobre è stato un confronto aperto. Hanno partecipato al “botta e rispostaâ€?: Vera Lomazzi, responsabile delle Acli; Andrea Re, presidente diocesano dell’Azione cattolica; Luca Pezzoli, presidente provinciale Mcl; Enzo Torri, segretario generale Cisl di Brescia, Arianna Milone presidente Fuci; Giorgio Zecchini rappresentante del Movimento dei focolari; Giuseppe Milanesi della SocietĂ San Vincenzo de’ Paoli e Marco Peli del Meic. Coordinati da Massimo Venturelli, gli intervenuti hanno posto una serie di domande e sollecitazioni a Emilio Del Bono autore del libro “Una idea di cittĂ â€? . Nel libro edito dalla Compagnia della Stampa, Del Bono traccia un resoconto del lavoro di opposizione svolto in questi anni (dal 2008) a Palazzo Loggia, ma delinea anche le radici di un futuro programma
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ste un Comune ha a disposizione. Su questo fronte, secondo Del Bono, si può fare molto visto che ormai si parla di distretti territoriali in competizione e Brescia risulta schiacciata tra l’area milanese/bergamasca e l’area veronese per questo deve rilanciarsi investendo nelle infrastrutture e creando una capacitĂ di interlocuzione con le aziende. Il rappresentante dei Focolari ha invece posto l’attenzione su due aspetti diversi: il concetto della fratellanza nel programma politico e il tema dell’Europa “cosa si può fare per portare Brescia in Europa e l’Europa a Brescia?â€?. “Brescia era la cittĂ moderna per antonomasia – ha sottolineato Del Bono – ha avuto il teleriscaldamento, il termovalorizzatore, tra poco avremo la metropolitana, Brescia è per sua natura una cittĂ europea. La nostra cittĂ ha al suo interno delle energie eccezionali che vanno stimolate in un progetto nuovoâ€?. Del Bono non nasconde la necessitĂ di corresponsabilizzare in questo progetto di rilancio della cittĂ anche gli immigrati (circa 40mila persone), mobilitando risorse ed energie per il bene comune. In tema di welfare, secondo Del Bono è necessario ripensare e riorganizzare l’Assessorato ai servizi sociali e deve essere messo in campo un processo innovativo tale per cui si realizzi una reale co-programmazione e condivisione tra terzo settore e amministrazione.
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—‘”‡ †‹ ƒÂ?–ƒ ‘”‘–‡ƒ ǯ‡”‡†‹–Â? …ƒ”‹•Â?ƒ–‹…ƒ †‡Ž ˆ‘Â?†ƒ–‘”‡ “Brescia è una cittĂ che attirò la predilezione di don Luca Passi. In Brescia egli parlava di porre il ‘Quartier generale’ della Pia Opera di Santa Dorotea per la Lombardia. Per qui erigere una casa del suo Istituto scrisse un rilevantissimo numero di lettere; qui veniva spesso a predicare missioni ed esercizi; qui si recò con frequenza a visitare, ordinare, dirigere quanto concerneva le sue opere, e per esse qui si servĂŹ spesso del suo braccio destro, il
fratello don Marco, mentre egli trovavasi nei viaggi pastorali: ďŹ nalmente qui potĂŠ raggiungere il desiderato intento di piantarvi una delle dilette case dell’Istitutoâ€? (dal libro di Lorenzo Dentella, “Vita di don Luca Passiâ€?, pagina 167). Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biograďŹ a – ci ricorda Benedetto XVI nella conclusione della lettera enciclica Deus caritas est – ma anche il loro vivere e operare in Dio dopo la morte. Chi va verso Dio non si allontana
dagli uomini, ma si rende invece ad essi particolarmente vicino. Noi suore dorotee e i laici cooperatori dell’Opera lo vediamo in modo particolare e affettuoso nel fondatore don Luca Passi, di cui ricorre la beatiďŹ cazione nel prossimo anno. L’ereditĂ carismatica, la consegna che egli ha lasciato nel suo testamento spirituale, è un “donoâ€? per la Chiesa di oggi. L’Opera di S. Dorotea è riconosciuta come aggregazione ecclesiale che tiene
vivo nella Chiesa il precetto evangelico “Va’ e prenditi cura del tuo fratelloâ€? (cf Mt 18,15-18) e lo traduce in azione pastorale a favore delle giovani generazioni. La sua missione speciďŹ ca non è riservata a categorie particolari di uomini e donne, ma è afďŹ data a chiunque matura la consapevolezza della propria dignitĂ di battezzato e decide di seguire l’invito del Redentore a prendersi cura dei “piccoliâ€? in nome suo. (a.t.)
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lcune voci rappresentative di suore, giovani e laici cooperatori, attingendo dall’esperienza di rinnovamento e dai contatti personali con alcune suore possono aiutare a descrivere al meglio il volto stesso dell’Istituto che può vantare una presenza significativa sul territorio e una storia fatta dalle tante persone che in questi anni hanno abbracciato il carisma della Famiglia dorotea. Madre Vincenza Polotti, superiora generale negli anni Settanta e Ottanta, quando racconta l’ispirazione fondante che l’ha guidata nel rinnovamento post-conciliare dell’Istituto fa esplicito riferimento alla “forte corrispondenza tra gli insegnamenti del Concilio e il carisma di don Luca, riguardo alla valorizzazione dei laici nella Chiesa. Fin dagli inizi, l’esperienza del Fondatore contempla la presenza e la collaborazione di laiche nell’Opera di S. Dorotea. La consapevolezza di questa ‘consegna’ ha promosso un impegno di sensibilizzazione delle suore sulle origini e sulla specificitĂ del carisma, e ha avviato percorsi formativi per i laici, i quali hanno maturato una maggior presa di coscienza del battesimo e l’adesione all’Operaâ€?. E se guarda in prospettiva, madre Vin-
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ora, e Marzia, madre di tre figli, arrivate all’adesione seguendo percorsi e strade differenti. “Mi mancava qualcosa – spiega Emilia – per dare compimento al mio essere cristiana: la vocazione nativa, che chiede di essere per gli altri: lo stile delle suore in parrocchia, gli esempi della mamma, l’invito di una suora sono state le coordinate della mia sceltaâ€?. “La corrispondenza del mio sentire con quanto dicono i documenti – afferma Marzia – e il risveglio di un interesse per i giovani, sono state le spinte per dire il mio SĂŹ alla proposta di una dorotea entusiastaâ€?. Ma che
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‡ •…—‘Ž‡ ‹Â? …‹––Â? Nelle immagini possiamo vedere due scuole cittadine: la scuola dell’infanzia Paolo VI (a ďŹ anco) e la scuola primaria e secondaria di primo grado di via Marsala (a destra). La scelta del servizio scolastico è contemporanea alla nascita dell’Istituto. Accanto all’Opera di Santa Dorotea, opera di caritĂ spirituale, vissuta insieme ai laici cooperatori nel contesto delle parrocchie cittadine, sorsero ďŹ n dagli inizi le scuole come opportunitĂ formativa e risposta a un bisogno quanto mai urgente due secoli fa. Oggi l’esperienza è vissuta in rete con le altre scuole cattoliche della cittĂ nel desiderio di mettere in sinergia le forze e i carismi che in modo signiďŹ cativo hanno segnato la storia educativa bresciana.
cosa è cambiato nella loro vita? Lo sguardo sulla realtĂ , che introduce un modo nuovo del vivere con gli altri e una percezione piĂš affinata di sĂŠ e dell’altro. “Cogli piĂš significato in ciò che fai e scopri la gioia del dono; l’essere cooperatrici pone una continuitĂ , rafforza il senso di Chiesa, ti senti al posto giustoâ€?. Emilia e Marzia erano alla ricerca di un passo ulteriore per vivere piĂš intensamente il battesimo e hanno trovato la risposta nell’Opera di Santa Dorotea. L’impegno si allarga anche ai giovani. Cristian si dedica a tempo pieno come educatore nella scuola e in aree suburbane, andando a cercare anche i ragazzi di strada, “consapevole di ripercorrere i passi di don Luca, che li amava con predilezioneâ€?. Federica, invece, ha scelto di trascorrere le ferie in Brasile, al Centro accoglienza “S. Doroteaâ€?; lĂ incontra centinaia di ragazzi, di cui porta a casa una bruciante nostalgia. “Mi sento nata per qualcosa di bello: sto con i ragazzi, li guardo negli occhi, ascolto le loro storie e li abbraccio forte, forte. Mi basta, anche se il mio compito è di organizzare laboratori di animazione: il tutto fa nascere un rapporto, che è il solco dove semini e coltivi la vita. Da dove viene la mia passione? Dallo stile doroteo. Guardo le suore e cerco di imitarleâ€?.
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‡Â?‡œ‹ƒ Â?Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ’Â”Â‹ÂŽÂ‡ ͚͙͛͘ ‘Â? —…ƒ ÂƒÂ•Â•Â‹ÇĄ ’”‡•–‘ „‡ƒ–‘ Dalla speranza alla certezza: don Luca Passi, fondatore delle Suore Dorotee, sarĂ beatiďŹ cato a Venezia nell’aprile 2013. L’iter del processo canonico, che ha convalidato l’autenticitĂ del miracolo, è stato accompagnato da una trepida attesa e da una ďŹ duciosa preghiera. Ora, il tempo che separa dall’evento ecclesiale è tempo di canto e di rendimento di grazie. Don Luca ha consegnato un’Opera che è espressione di caritĂ e di amicizia spirituali; ha afďŹ dato
alle suore l’Istituto per amarla e promuoverla, ora le investe di una ulteriore ereditĂ : la sua santitĂ . Che è premessa e chiamata a diventare sante. Egli stesso la raccomanda: “Pregherò per voi perchĂŠ vi facciate tutte santeâ€? (Lettera alle novizie 1865). Se i santi rendono visibile la presenza di Dio tra gli uomini, che cosa manifesta la santitĂ di don Luca? Non solo l’essere profondamente radicato nel suo tempo, partecipe alla missione della Chiesa, e
attento alle condizioni di vita e di povertà , che intristiva i giovani soprattutto. In questo batteva il suo cuore di padre e di sacerdote. E tutto questo interpellava la sua fede, rinvigoriva la speranza, ispirava la carità : asse portante del suo apostolato. Oggi, l’Istituto sa di avere una sola strada, che lo stesso fondatore indica: imitarlo, per continuare il suo cammino e ringiovanire il suo progetto. Nel frattempo la congregazione si prepara alla celebrazione, che lo
proclamerĂ Beato con gioia vera, la gioia naturale delle ďŹ glie, la gioia dell’atto di fede che fa dire: questo lo vuole Dio, questo lo dice la Chiesa, questo è vero: don Luca è Beato, veramente Beato! D’ora in poi don Luca intercede presso Dio per coloro che lo pregano; d’ora in poi partecipa della pienezza della beatitudine del Paradiso; l’Istituto ha la consolazione di avere in Lui un protettore e un modello di vita, che gode della compiacenza di Dio. (a.v.)
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l 2 novembre del 1842 in alcune povere celle dell’ex monastero delle Benedettine (attualmente Istituto Veronica Gambara) si accendeva la fiamma di un nuovo focolare di vita religiosa in Brescia: l’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea. La responsabile era Marina Marini, giovane maestra originaria della parrocchia di S. Giovanni, alla quale venne affidato il compito di “dirigere e governare la Pia Opera di S. Dorotea in tutte le parrocchie della cittĂ â€?. Ella non era che l’esecutrice del sogno di don Luca Passi. Nel decennio 18421851, in una situazione di disagio per il difficile contesto politico, economico e sociale a livello nazionale e locale, l’Istituto mosse i primi passi con il sostegno di don Luca, del fratello don Marco, di un clero sensibile e attento e di un gruppo di laici impegnati. Passo dopo passo, la missione si configurava e si caratterizzava come opera educativa a servizio delle giovani generazioni nello spirito dell’Opera di S. Dorotea di cui le suore divennero anima. Da S. Rocco, dove funzionava una scuola di caritĂ , le poche religiose si trasferirono in vicolo Vergine (ora Medici) dove, per dare risposte nuove ai molteplici bisogni, potenziarono la scuola con l’acquisto di palazzo Medici, in via Marsala, sede storica dell’Istituto in Brescia. In seguito verranno aperte varie case filiali in cittĂ e
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ƒ •ˆ‹†ƒ ‡†—…ƒ–‹˜ƒ A ďŹ anco la scuola di “Cristo Reâ€? e il Convitto universitario di contrada Santa Chiara. Sono luoghi in cui suore e laici assumono il compito di educare le nuove generazioni con uno stile semplice, attento alla persona, aperto all’amicizia e al dialogo. Secondo il fondatore don Luca Passi la “Santa Amiciziaâ€? doveva caratterizzare i rapporti, portando ciascuno a prendersi cura del prossimo, anche in tenera etĂ . Infatti se “la dottrina cristiana può essere paragonata agli ammaestramenti dati a chi si pone per via, nella pia Opera di Santa Dorotea ci si afďŹ anca come compagno di viaggioâ€? al ragazzo o al giovane per condividere con lui l’avventura di una vita buona secondo il Vangelo.
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allargare l’orizzonte e gli spazi: l’Istituto si diffuse in altre regioni, si aprĂŹ alle missioni, acquistò Casa Sandrini e Casa Glisenti (via Capriolo), dando una configurazione unitaria alle case e all’opera educativa. Ora i tempi sono cambiati, le vocazioni scarseggiano, le forze diminuiscono, le opere vengono ridimensionate. In cittĂ permangono le scuole, il convitto universitario, la presenza in alcune parrocchie. Il 2012, traguardo di un cammino durato 170 anni, diventa un punto di partenza con un rinnovato interesse per l’Opera, la creatura prediletta di don Luca Passi. “Non nova, sed noviterâ€?, non nuove aperture o nuove attivitĂ , ma “dirigere e governare l’Operaâ€? in modo nuovo.
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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ Dz ‘ •’‡……Š‹‘ ‡ ‰Ž‹ ÂƒÂŽÂ–Â”Â‹Çł …‘Â? ‹Ž —•‡‘ ‡”‰‘Â?‹ Ăˆ giunta alla 7ÂŞ edizione la rassegna etnografica “Lo specchio e gli altriâ€? organizzata al Museo Bergomi dal Comune e da Montichiari Musei. L’iniziativa, che si tiene nei quattro venerdĂŹ di ottobre alle 20.30, promuove opere filmiche e documentaristiche di carattere etnoantropologico: quest’anno ad essere protagonisti saranno alcuni registi della scuola di Ermanno Olmi, cineasta bergamasco di fama
internazionale. Dopo il buon successo della proiezione de “Il segreto del bosco vecchioâ€? andato in scena lo scorso 5 ottobre, l’appuntamento di venerdĂŹ 12 è dedicato a “La valle di pietraâ€? di Maurizio Zaccaro: nella Boemia del 1850 un agrimensore viene spedito dal governo in una remota valle denominata dai locali “La valle di pietraâ€? per il suo aspetto brullo, fatto di montagne di fragile e grigia pietra calcarea.
Durante il lavoro di cartografia, l’agrimensore conosce un sacerdote “d’aspetto umilissimo e quasi miserabileâ€?, tutto dedito alla sua parrocchia. VenerdĂŹ 19 ottobre la proiezione riguarderĂ , invece, un film di Giorgio Diritti dal titolo “PiazzĂ ti (MaimĂ as FitĂ as)â€? per concludere, venerdĂŹ 26, con “Barnabo delle montagneâ€? di Mario Brenta tratto dall’omonimo romanzo del bellunese Dino Buzzati. “Lo specchio e gli altriâ€? – afferma
Paolo Boifava, direttore di Montichiari Musei – è uno spazio ormai consolidato per dare modo al grande pubblico di apprezzare film interessanti a sfondo etnografico, uno spaccato di vita del passato o attuale che è giusto scoprire ed approfondire�. L’ingresso è libero; per informazioni si può consultare il sito www.montichiarimusei. it o chiamare la segreteria del polo museale monteclarense allo 030/9650455. (f.m.)
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a “tangenzialinaâ€? rimane ferma. A quanti, tra gli abitanti di Orzivecchi, si aspettavano una soluzione alla questione giudiziaria relativa alla variante sulla statale 235, progettata per liberare il centro storico dal traffico pesante che lo attraversa, è invece toccato assistere all’ennesimo ritardo. Il tribunale di Brescia, infatti, nei giorni scorsi ha predisposto un’ulteriore proroga delle indagini (aperte ormai da quasi due anni), rinviando alla metĂ di novembre la decisione per la ripresa dei lavori, bloccati in seguito alla rilevazione di materiali tossici nella composizione del sottofondo stradale. La decisione ha ovviamente suscitato nel paese della Bassa una serie di reazioni a partire dal sindaco Liliana Ferrari: “Credevo che 22 mesi bastassero per le indagini – commenta – ma la questione, al di lĂ dei riflettori delle prime ore, pare non interessare piĂš e questa, secondo me, è una mancanza di rispetto verso 2500 cittadini che attendono una soluzione a questa situazione. Per ora cerchiamo di avere fiducia, ma spero proprio che non ci saran-
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Cavalli, che giĂ quest’estate aveva lanciato l’allarme, ventilando anche qualche forma di protesta, sia per la salute dei cittadini sia per lo stato di conservazione della chiesa, minacciata dal traffico. “Sono molto deluso e sconfortato – afferma – perchĂŠ vedo che la nostra situazione non è tenuta in nessun conto. Ritardi nelle indagini, altre situazioni simili giĂ risolte, e qui? Proprio nei giorni scorsi si sono verificati altri cedimenti negli stucchi della parrocchiale, spero non cadano mai in testa a qualcuno. Inoltre, lo vado ripetendo da tempo, l’aria sulla via principale è irrespirabile. In cittĂ , se si superano i limiti di inquinamento atmosferico il traffico viene bloccato, mi piacerebbe venissero anche qui a fare le rilevazioni. Ho sentito molta gente, si vorrebbe fare una protesta, ma a questo punto servirebbe davvero a qualcosa?â€?.
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/D ´6HFRQGDÂľ IHVWD GHO URVDULR Tutte le domeniche di ottobre, nella Bassa sono dedicate alla festa del Rosario, Manerbio, insieme a Verolanuova, celebra la “Secondaâ€?. La festa affonda le sue radici, all’epoca della battaglia di Lepanto (1571). I riti che preparano e che seguono la festivitĂ , che quest’anno ricorre domenica 14 ottobre, sono numerosi. La giornata culmine sarĂ tuttavia presieduta da altri appuntamenti per offrire una piĂš consona preparazione. Le celebrazioni entreranno nel vivo da giovedĂŹ 10 ottobre, giorno che ricorda due avvenimenti particolari: la giornata dedicata al beato Giovanni XXIII e il 50° anniversario dell’apertura del Concilio. Evento straordinario sarĂ l’apertura dell’anno dedicato alla fede. Per celebrare l’evento alle 18.30 di giovedĂŹ, in parrocchia, verrĂ celebrata una Messa presieduta dal mons. Giacomo Capuzzi. Quindi venerdĂŹ sarĂ una giornata dedicata alle confessioni e alla preparazione spirituale dei fedeli. Le celebrazioni entrano nel vivo sabato. Sempre suggestiva la celebrazione durante la quale viene introdotta la statua della Madonna del Rosario e posta accanto all’ambone: è l’immagine della Madre pronta ad ascoltare la Parola del Figlio. SeguirĂ la veglia di lode e di supplica alla S. Vergine Maria. Domenica, alle 11.15, la Messa solenne presieduta dal vescovo di Cremona mons. Dante Lafranconi (nella foto). Nel pomeriggio, dalle 16, verranno recitati i vespri, seguiti dalla processione per le vie del paese con la statua della Madonna. Di stampo mariano anche l’appuntamento musicale che
si terrĂ nella chiesa della Disciplina nella serata di domenica, alle 21; “L’incanto armonico, Armionie marianeâ€? è il titolo dell’elevazione spirituale accompagnata da musicisti. LunedĂŹ sarĂ la giornata del commiato. Alle 20.30 verrĂ celebrata la giornata di commiato: nella stessa celebrazione verrĂ consegnato il mandato ai catechisti e ci sarĂ l’omaggio alla Sacra Effigie e il saluto alla statua della Madonna, che per i prossimi 12 mesi tornerĂ nella propria nicchia, dove continuerĂ a ricevere le suppliche e l’omaggio dei cittadini manerbiesi. (e.u.)
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Francesco Pancera, Francesco Olivetti avviando la costituzione del gruppo col quale hanno costituito gli “Amici del Museo� e collezionato gli oggetti ora ammirati nell’esposizione permanente. Per la serata dell’inaugurazione sono stati proposti antichi mestieri del contesto rurale d’un tempo come la pigiatura dell’uva, la scartocciatura e la sgranatura del mais quarantino tutta fatta a mano quando la tecnologia non aveva ancora fornito il supporto della tecnica meccanica.
In un lustro paiolo in rame sono state cucinate le “bròstoleâ€? presto andate a ruba per la gioia dei buongustai. Tutto nell’area di via San Michele a Milzano dove don Lorenzo Boldrini ha benedetto la struttura dividendosi tra Pavone Mella e Milzano, e dove i giovani hanno ancora l’oratorio, costruito dai loro antenati, come punto di riferimento. Ăˆ la vita di paese che scorre senza pretese e nella genuinitĂ dei sentimenti di altruismo e solidarietĂ . (f.pio)
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n compleanno un po’ speciale domenica a Flero, penne nere, artiglieri e molta gente del paese si è mescolata alle divise arancioni dei volontari del Cosp di Flero per festeggiare il 25° anniversario della fondazione del gruppo. Il servizio di primo soccorso, nato, inizialmente, dalla tenacia di nove uomini ha compiuto, infatti, il 25° giro di boa migliorandosi giorno dopo giorno al punto che, fa sapere con orgoglio il presidente dell’associazione Franco Gogna, quest’anno i corsi di aggiornamento per il 118 si terranno proprio a Flero. Nella splendida e tecnologica sede operativa di via Don Milani, prestata da un privato cittadino che ha riconosciuto il valore di questa e di altre associazioni, si è tenuto un piccolo rinfresco e un momento di incontro con la popolazione per conoscere e ritrovare quei concittadini appartenenti a tutte le generazioni, che dedicano il loro tempo libero alle persone in difficoltà , prendendosi cura del male fisico e facendosi carico dell’angoscia che sempre accompagna chi è, o si sente, in pericolo. Dopo il momento conviviale, don Ettore Gorlani ha celebrato la Santa Messa in un attrezzato spazio esterno alla sede: una preghiera per tutti i volontari, che donano un po’ del loro spirito di solidarietà ai piÚ bisognosi. Un modo per festeggiare e soprattutto ringraziare chi, armato solo della propria buona volontà , ogni giorno dedica parte del proprio tempo a soccorrere chi ne ha bisogno. Sono 240 oggi i volontari che fanno vivere le attività del Cosp flerese. Il servizio di pronto soccorso che vanta 11 mezzi tra ambulanze e auto mediche copre ben cinque Comuni limitrofi a Flero. Alla celebrazione sono intervenuti il vicesindaco di Flero, Enrica Fracassi, che ha sottolineato come, in tempo di crisi, senza i volontari le difficoltà per la popolazione sarebbero ancora maggiori, con lei
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l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Borgosatollo, Manolo Salvi, che ha ringraziato i volontari per il servizio svolto. Tra i presenti molti volti dell’associazione Avis di Flero e
Poncarale che il 21 ottobre celebrerà il 40° anniversario della fondazione, era il 13 giugno 1972 quando, presso il salone del cinema di Poncarale, veniva siglato l’atto costitutivo della
sezione. L’associazione Avis potrebbe essere definita una sorella maggiore del Cosp: ha avuto un ruolo importante nella nascita del servizio di pronto soccorso, basti ricordare il fondamentale contributo versato con la donazione della prima ambulanza e il sostegno economico per il successivo acquisto di altre due. Ecco perchÊ i due anniversari sono tra loro cosÏ legati e fanno dei cittadini di Flero e Poncarale un esempio di solidarietà e capacità di organizzarsi per aiutare il prossimo.
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il soprannome degli abitanti di Astrio (frazione di Breno) si ďŹ ssa in “bacalĂ â€? (merluzzo seccato e messo sotto sale). I maestri elementari della Valle in generale sono particolarmente benemeriti nella conservazione delle testimonianze orali e scritte. Anche il paesello ha la sua maestra, Battistina Mazzoli, che si occupa e preoccupa di salvare il salvabile della tradizione. Ecco allora coagularsi spontaneamente intorno a lei un gruppo teatrale di uomini e donne,
magari ex allievi, che mettono in scena i testi appositamente scritti dall’insegnante. Col tempo è andata in scena non solo la storia dello stoccaďŹ sso e gli spettacoli son diventati anche musicali, sempre però rigorosamente in dialetto. Le “performancesâ€? sono rivisitazioni in chiave ironica del tempo che fu; una ricerca nella tradizione della cultura contadina di quel mondo che sembra lontano, ma che oggi riesce ancora a stupirci e dal quale possiamo attingere gocce
di saggezza. Adesso la compagnia teatrale conosce anche inviti per recite fuori porta. Recentemente a Breno è stata inserita tra le manifestazioni del festival “Dallo sciamano allo showmanâ€?, rappresentando all’aperto “Iouè che marauea!â€? (Oh, che meraviglia!) Attraverso la teatralizzazione di alcune scene di vita e le parodie musicali, si scoprono le radici piĂš nascoste del passato. Testimonianze rituali, saperi tecnici, racconti ed abitudini della collettivitĂ . (e.g.)
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opo la solenne inaugurazione ed una prima stagione ricca di spunti, ora l’associazione culturale La Fucina ha presentato la sua prima stagione al Teatro delle Ali di Breno. L’opera, realizzata all’interno del complesso della Congregazione delle suore di Maria Santissima di Guadalupe, è stata voluta e sostenuta dai coniugi Zaleski che proprio a Breno hanno un punto di riferimento nelle loro attivitĂ di sostegno alle iniziative camune. Elène Zaleski ha creduto in quest’opera ed ha coinvolto il marito, il finanziere Romanin, per dare concretezza al sogno della ricerca di Dio nella bellezza dell’arte, come sostengono le suore della Congregazione chiamate semplicemente “Suore Messicaneâ€?. L’inaugurazione della stagione 2012-2013 è stata particolarmente bella e coinvolgente: nel week-end appena trascorso la cit-
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tadina di Breno è diventata un palcoscenico vivente con tante performances, rappresentate in vari luoghi, tra cui nel rifugio antiaereo della Seconda guerra mondiale, ma anche nelle piazze e nella suggestiva chiesa di S. Antonio, nell’anfiteatro della Casa delle suore e all’interno del Teatro. Si è trattato di uno spettacolo nello spettacolo e di un’intuizione intelligente che ha saputo decontestualizzare il luogo deputato alla recitazione, coinvolgendo tutta una comunità . Ed è stato sicuramente anche un buon messaggio di marketing teatrale. Per la stagione presentata in questo modo cosÏ originale, il programma si snoda tra spettacoli teatrali classici e di ricerca, teatro per bambini, teatro dialettale, spostandosi poi a eventi musicali, dal jazz alla lirica, dall’ispirazione popolare alla classica, fino a una rassegna di cicli di cineforum, dalla commedia all’italiana al film inchiesta, passando attraverso incontri di carattere locale legati al territorio e alle sue specificità , per
ospitare infine i progetti musicali e teatrali dell’annessa Accademia Arte e Vita. La stagione ha anche un nuovo direttore artistico nella persona del giovane pianista Cyrille Doublet, mentre Federica Cremaschi è la responsabile organizzativa e Aiman Munir Barikhan è responsabile comunicazione. Nel teatro opera uno staff di tecnici e di professionisti che rendono possibile una stagione di tutto rispetto: sono Benjamin Furbacco che ricopre l’incarico di direttore tecnico, Claudio Mirabelli è il capo macchinista, Fabio Squaratti è il tecnico audio e Daniel Vangelisti il tecnico luci, mentre a Patrik Montani sono state affidate in esclusiva tutte le riprese video che a sua volta verranno messe a disposizione dei media accreditati. Infine, Giacomo Uberti sarà il responsabile di webdesign e grafica Wladimir Zaleski curerà le foto di scena e il video design. Il programma è pubblicato sul sito www.teatrodelleali. it, con le informazioni per accedere agli spettacoli.
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‹‡Â?Â?‘ Dz —Ž–‹Â?‡†‹ƒ ŽƒÂ?†dz ƒŽŽƒ ƒ•ƒ †‡‰Ž‹ ƒ”–‹•–‹ Incomincia, presso la “Casa degli Artistiâ€? di Bienno, “Multimedia Landâ€?, un’iniziativa del Distretto culturale di Valle Camonica. Si tratta di una “ComunitĂ di praticaâ€?, laboratori video, “governanceâ€?, “Facebookâ€?, “Twitterâ€?. L’ incontro organizzativo s’è svolto in questi ultimi giorni: occorreva presentare, attraverso l’esperienza del Distretto, i nuovi progetti legati alla comunicazione ed al territorio ed il nuovo “brandâ€? (marchio) “La Valle del Segniâ€?. “Adesso, le nuove
iniziative proposte sono volte – comunica l’addetto-stampa Eletta Flocchini – a promuovere il nuovo marchio territoriale (che interessa lo sviluppo di progetti di aree variegate (arte, impresa, cultura e l’immenso patrimonio artistico dei siti di incisioni rupestri Unesco): a questo scopo la Valcamonica sta aggiornando i propri strumenti di comunicazione e ‘governance’ verso l’esterno�. L’incontro biennese era soprattutto destinato ai Distretti culturali del territorio
lombardo che hanno preso vita dal progetto di “Fondazione Cariplo� e che si sono riuniti per dialogare e confrontarsi, raccogliendo le linee guida del primo Distretto nato nella nostra Regione, quello appunto della vallata dell’Oglio. All’incontro, aperto al pubblico, han partecipato anche giornalisti, “blogger�, grafici, “video maker�, studenti universitari e “master� della comunicazione. Relazione di Sergio Cotti Piccinelli, direttore del Distretto: le azioni in atto sono
adesso volte a dare un’immagine del territorio. Poi Simona Ferrarini, presidente, ha analizzato le strategie di comunicazione portate avanti dal “teamâ€? di giovani del “Laboratorio di comunicazioneâ€?, ai quali il Distretto ha dato possibilitĂ di espressione. Quindi Eletta Flocchini ha illustrato le dinamiche che hanno portato alla creazione di “Tam, tamâ€?, la rivista realizzata per seguire e documentare i vari progetti messi in opera. I lavori continuano. (e.g.)
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el silenzio quasi totale l’Alta Valcamonica è stata espropriata del treno. Non che la ferrovia non funzioni, ma è ormai ridotta ad un modellino in scala 1:1 per qualche interessato. Un gioco molto costoso per il contribuente, visti i buchi di bilancio. Ne fanno le spese soprattutto gli studenti, che una volta costituivano il grosso degli utenti. CosĂŹ ad inizio anno scolastico ci si è accorti che l’orario ferroviario approntato da TreNord è stato pensato proprio per dirottare i flussi scolastici verso il trasporto su gomma. Alla Cgil parlano di “piano premeditatoâ€?. In effetti sulle spesso introvabili tabelle degli orari fin dallo scorso anno sono scomparse le corse scolastiche. A dire il vero ne son rimaste poche anche delle altre, visto che da Edolo partono solo otto treni al giorno e altrettanti ne arrivano. Un ramo secco per cui molti si chiedono il senso di un servizio che tale non è, dato lo sparuto manipolo di lavoratori o turisti che lo usano. Il polo scolastico di Edolo conta quasi 500 studenti delle scuole superiori iscritti al “Meneghiniâ€?, cui si aggiungono quelli del Cfp per meccanici, parrucchiere ed estetiste, tralasciando l’UniversitĂ di Agraria, paradossalmente povera di iscritti camuni. Questa massa di studenti in passato arrivava al mattino con treno e pullman. Non che man-
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piÚ. Sono giorni questi in cui i controllori contano il numero degli studenti sulle diverse corse e direzioni, verso Breno o Ponte di Legno o Aprica, per capire come aggiustare il servizio. CosÏ capita che per settimane si vada avanti con pullman zeppi (e fuori norma) dove vige la legge della giungla per la conquista dei posti. Il problema è acuito dal fatto che il treno non assorbe piÚ una buona quota di studenti: al mattino arriva a Edolo troppo tardi (8.34) e al ritorno parte cinque minuti prima del suono della campanella. Possono usare il treno invece gli studenti di Edolo e dintorni che frequentano a Breno o Darfo, anche se i tempi di percorrenza lasciano a desiderare. Dal centro direzionale di TreNord fanno sapere che gli orari dei treni non si possono toccare. Le scuole altrettanto. Quindi, la situazione è imbalsamata. A parte la presa di posizione sindacale, infatti c’è il silenzio: i gestori del bene pubblico tacciono, quindi va bene cosÏ. Tacciono anche le associazioni ambientaliste, in barba ai proclami passati sul treno alternativa a decine di pullman, che intasano le strade. CosÏ alla fine è toccato alle famiglie farsi sentire, a qualche genitore che non ce la faceva piÚ a mandar giÚ che il proprio figlio o figlia raccontasse di vere battaglie a colpi di spintoni per conquistare un posto su pullman strapieni. E intanto i decantati treni nuovi e moderni, restano vuoti.
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Alla presenza di un numeroso pubblico e di tre sindaci (Concesio, Collebeato e Gussago) Franco – il piĂš anziano, con i suoi 29 anni di sobrietà – ha fatto gli onori di casa introducendo i vari “alcolistiâ€? che salivano di volta in volta sul palco per raccontare la loro esperienza. Molti erano accompagnati da un familiare che con la partecipazione al gruppo Al-Anon ha aiutato l’alcolista a smettere ma anche se stesso a ricostruire la propria vita. L’alcolismo – dice l’Oms – è una
malattia progressiva, incurabile (non esistono farmaci) e mortale (sia per sÊ che per gli altri, come negli incidenti stradali). Non c’è un solo alcolismo: l’alcolista è chi beve e non può piÚ farne a meno, chi continua ad aumentare la dose e dopo aver bevuto muta la propria personalità . Hanno preso la parola anche le varie autorità che hanno plaudito l’iniziativa. Il momento forte è stato quando gli alcolisti sono saliti insieme sul palco dal piÚ giovane (16 giorni) al piÚ anziano
(31 anni) in sobrietà , ricevendo un lunghissimo applauso. Gli alcolisti sono anonimi, si chiamano col solo nome, ma – ha puntualizzato Franco – l’associazione non è anonima e basta telefonare al referente provinciale (al numero 334.7344880) per avere un consiglio, l’indirizzo della piÚ vicina associazione, per richiedere assistenza; tutto questo a costo zero. I due gruppi A.A. e Al-Anon di S. Andrea Concesio si riuniscono il lunedÏ e giovedÏ alle 20.30 in via Pascoli 6. (g.b.)
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l dop nostrano Valtrompia per le sue potenzialitĂ sul mercato comincia a suscitare interessi importanti. I due caseifici comunali di Pezzaze e Bovegno, fin’ora non coinvolti direttamente nella produzione Dop, pur facendo parte quello di Bovegno del Comitato di allevatori che con la ComunitĂ montana ha condotto in porto la pratica con riconoscimento europeo, sono al centro del’attenzione non solo degli enti ma anche di commercianti che sembra abbiano visto nella situazione attuale delle due strutture il grimaldello per rientrare nella partita. La ComunitĂ montana, ritenendo che la filiera debba esser prima di tutto protetta a monte dal lato dei produttori per mantenere viva e remunerata una produzione eccellente di nicchia, ha fatto la prima mossa all’interno della recente delibera “Rimodulazione Pisl Montagna 2011-2013â€?. Questa riguarda la assegnazione definitiva di fondi regionali disponibili ex legge 25 (circa 2,1 milioni nel triennio) per lo sviluppo di attivitĂ in montagna. Tra i 17 interventi finanziati, uno messo a punto in ComunitĂ maturato negli ultimi giorni ha come oggetto: “Potenziamento della lavorazione associata del latteâ€?. Importante, ha spiegato il presidente della Comu-
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sura per i due caseifici comunali di Bovegno e Pezzaze ai quali conferiscono latte allevatori delle rispettive zone. Il primo nel 2004 è stato affidato dal Comune alla Cooperativa Monte Muffetto: vive (lo dicono gli stessi gestori) “giorno per giornoâ€? pur producendo ottime formaggelle. Analoga produzione era iniziata a Pezzaze nel 2005 con la Cooperativa Colle di S.Zeno. In difficoltĂ per motivi diversi, è stata messa in liquidazione ed il Comune ha affittato quattro anni fa il caseificio alla cooperativa Bagolino (Brescia Latte) con l’impegno a lavorare il latte
degli allevatori riuniti nella Cooperativa Monte Guglielmo. La comunitĂ propone di accorpare la gestione con lavorazione del latte in una sola struttura (Bovegno) mentre le attivitĂ produttive saranno svolte in autonomia dalle Cooperative Monte Muffetto e Monte Guglielmo sempre utilizzando strutture pubbliche disponibili in Bovegno. Sul piatto 60mila euro (40 fondi Pisl e 20 da ComunitĂ montana) esclusivamente per investimenti diretti a garantire l’operativitĂ produttiva: adeguamento strutture e attrezzature a Bovegno ed acquisto nuovo mezzo per trasporto latte. Si ipotizza un successivo intervento a Pezzaze a fronte di un aumento considerevole di latte raccolto tra i soci. Al riguardo vanno segnalati due fatti importanti delle ultime ore: la “Bagolinoâ€? ha disdettato a partire da ottobre il contratto con la “Monte Guglielmoâ€?; l’offerta al Comune proprietario, fatta dalle due cooperative (Muffetto e Monte Guglielmo) per la gestione anche del caseificio di Pezzaze. Ora risultano giĂ avviati contatti tra allevatori, le due cooperative e i Comuni. Il nodo da sciogliere sembra costituito dell’affitto rinnovato per un anno dal Comune di Pezzaze alla Cooperativa bagossa, di fatto alla Brescia Latte.
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,O SURJHWWR ´$ VFXROD FRQ FXRUHÂľ Valtrompiacuore: nel nome il suo destino. PerchĂŠ bisogna avere a cuore la propria terra per continuare silenziosamente a curarsene come sta facendo in questi anni l’associazione valtrumplina presieduta da Mario Mari e ad oggi con piĂš di 1.000 tra associati, sostenitori e simpatizzanti. “Dall’inizio dell’attività – dice il presidente Mario Mari – il lavoro si è concentrato sull’informazione riguardo i rischi cardiovascolari e sulla raccolta di fondi per l’acquisto di macchinari utili al presidio ospedaliero di Gardone Val Trompia. Ma l’associazione organizza anche eventi di natura culturale (pubblicazione di libri) e crede che questi, come i concerti organizzati negli anni scorsi, possano essere un buon viatico per diffondere i suoi principi. Anche la musica e la lettura (ve-
di i libri a disposizione dei degenti del reparto di cardiologia), infatti, fa bene al cuore. CosĂŹ, ora è quasi ora di iniziare un nuovo progetto rivolto ai ragazzi di tutte le classi di prima media di tutti gli istituti scolastici della Valtrompiaâ€?. “A scuola‌ di cuoreâ€? è il titolo dell’iniziativa che si appresta a partire a ďŹ ne ottobre in 12 plessi triumplini tra Bovegno, Collio, Lodrino, Tavernole, Bovezzo, Concesio, Gardone Val Trompia, Lumezzane Pieve, Lumezzane Sant’Apollonio, Lumezzane San Sebastiano, Marcheno, Nave, Polaveno, Villa Carcina, Sarezzo e che proseguirĂ ďŹ no a maggio 2013 .“Sono ben 49 le classi coinvolte – spiega Mario Mari – per un totale di 1.046 alunni, ai quali spiegheremo in lezioni frontali come nemmeno l’acquisizione delle piĂš soďŹ sticate attrezza-
ture possa sostituire la necessaria consapevolezza sulla cura di sĂŠ e del proprio cuore che ogni persona deve avere. In questo senso, è indispensabile informare perchĂŠ insorgano le malattie cardiovascolari e quali siano i fattori di rischio coronarico. Ăˆ importante inoltre iniziare con i giovani perchĂŠ da adulti possano seguire piccole e sagge regole di vitaâ€?. Due ore di intrattenimento interattivo in ogni classe con l’ausilio di presentazioni a mezzo diapositive e lezioni svolte da cardiologi specialisti in servizio presso la Cardiologia dell’ospedale di Gardone. “Nel corso degli incontri – aggiunge Mario Mari – verranno proiettate, semplici slide utili a trasmettere messaggi chiari ed efďŹ caci a tutti gli uditori. Dopo la presentazione delle immagini seguirĂ
un dibattito con i relatori disponibili a risolvere dubbi, rispondere a quesiti, orientare i ragazzi a una corretta prevenzione e ad adeguati stili di vitaâ€?. Un progetto di ampio respiro al termine del quale sono previsti degli elaborati, da parte delle singole classi, riguardanti i temi in discussione, da esporre attraverso una mostra realizzata in una struttura da deďŹ nire nel mese di giugno 2013 con successiva premiazione dei tre lavori piĂš signiďŹ cativi per ogni comprensorio. Le malattie cardiovascolari sono al primo posto nei Paesi occidentali, Italia compresa, per cause di morte, eppure sembrano fare sempre meno paura. Con il progetto di Valtrompiacuore si insegna a ciascuno ad essere il primo cardiologo del proprio cuore, partendo dai banchi di scuola.
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Grillo, Franco Mazzucchelli, Daniela Nenciulescu e Luca Pozzi sono state accompagnate da quattro giovani talenti – Sara Apostoli, Corrado Galli, Melissa Provezza e Alberto Zanchetta – dell’arte contemporanea lombarda. Il progetto, curato da Albano Morandi, ha visto il coinvolgimento delle proloco di Puegnago, Desenzano e Salò e delle amministrazioni comunali di Desenzano (nella foto), Gardone Riviera, Manerba, Puegnago, San Felice del Benaco
e Salò che hanno messo a disposizione degli artisti le sedi espositive: il Castello, il Grand Hotel, la chiesa di S. Lucia, il Palazzo Leonesio, l’Isola del Garda e il Lazzaretto. Questa proposta di mostre d’arte contemporanea, allestite in spazi architettonici di pregio, quali castelli, palazzi, chiese e siti di archeologia industriale, è concepita e organizzata come un percorso itinerante, con lo scopo di far conoscere e valorizzare luoghi emblematici della storia bresciana.
In passato sono state utilizzate strutture come il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera e Villa Zanardelli a Toscolano Maderno o spazi che hanno segnato lo sviluppo economico delle sue valli, basti pensare ai musei del ferro e del lavoro in Valtrompia, alle ex-aree industriali della Falck di Vobarno o del cotoniďŹ cio De Angeli Frua di Roè Volciano, per ricordarne solo alcuni. Le visite si possono effettuare ďŹ no a domenica 14, dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 18. (v.b.)
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orna l’autunno, la vendemmia si avvia alle sue fasi finali, e nelle cantine gardesane si festeggia con “Profumi di mostoâ€?, appuntamento fra i piĂš popolari e seguiti nel panorama delle manifestazioni enogastronomiche benacensi. La manifestazione, in programma per l’intera giornata di domenica 14, farĂ quest’anno da cornice al debutto ufficiale del Valtènesi Doc nell’espressione del rosso, le cui prime bottiglie sono arrivate da poco sul mercato dopo l’anno di affinamento seguito alla vendemmia d’esordio targata 2011 e sarĂ l’occasione per gli appassionati enonauti di riassaporare il Chiaretto, dopo il debutto avvenuto nella scorsa primavera, con l’obiettivo di dare corso a quell’ottica di destagionalizzazione di un altro grande prodotto del territorio. Per l’occasione inoltre il Consorzio Valtènesi-Garda Classico aprirĂ per la prima volta al pubblico la nuova sede di Puegnago, situata nella ristrutturata e centrale Villa Galnica, che ospiterĂ nell’Oasi della Valtenesi le degustazioni guidate dell’intero set di vini proposti dalle cantine. La formula della manifestazione è quella tradizionale. Le 21 cantine partecipanti sono state suddivise in tre suggestivi itinerari che si snodano tra i paesi dell’entroterra gardesano, Calvagese, Lonato, Poz
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uno sconto di 2 euro all’infoline 3477095484, oppure scrivendo a info@ profumidimosto.it) che può essere acquistato anche nelle singole cantine e che consente di scegliere uno degli itinerari con sette degustazioni, una cantina jolly degli altri percorsi e l’ingresso a Villa Galnica con assaggi guidati e brindisi finale, alle 19, alla nuova vendemmia. Ăˆ previsto anche un servizio bus, al costo di 10 euro, con partenza da Brescia e tappe a Desenzano e ai Tormini. E il pubblico, nella suggestione delle cantine nel periodo di fine vendemmia, assapora colori, sapori e atmosfere, con la degustazione dei vini della Valtènesi per l’occasione abbinati a produzioni agroalimentari tipiche del territorio ed a piatti preparati nelle cantine stesse dagli chef dei migliori ristoranti della zona. “Questa 11ÂŞ edizione della rassegna – afferma il presidente del Consorzio Valtènesi-Garda Classico, Sante Bonomo – pur mantenendo i tradizionali connotati di una formula che ha consentito, in questi 10 anni, una crescita costante, inserisce anche caratteri di novitĂ . La formula di Profumi di mosto si allinea con la filosofia del Valtènesi, diventando vetrina ideale di un territorio e del vino che ne porta il nomeâ€?. L’elenco delle cantine e le modalitĂ di partecipazione si trovano sul sito www. profumidimosto.it.
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che racchiude un trentennio di attivitĂ , prende spunto dall’idea che “Le stagioni... dell’Arteâ€? hanno caratterizzato la vita artistica del Maestro, allievo di Achille Funi e Trento Longaretti e attualmente responsabile del corsi d’arte a Cologne e Palazzolo sull’Oglio, organizzati dall’Associazione culturale “Il Maestraleâ€? di Palazzolo. L’esposizione al “Museo della CittĂ di Chiariâ€? è nata in seguito all’invito dell’Assessorato alla cultura clarense nel
calendario delle celebrazioni per i 150 anni dall’assegnazione del titolo di cittĂ . Verranno esposte 24 opere pittoriche (dipinti ad olio) di dimensioni varie, inoltre 13 acqueforti di recente realizzazione. La mostra è presentata in catalogo dal prof. Giuseppe Fusari che sarĂ presente alla inaugurazione. Per l’occasione verrĂ esposta anche un’opera dipinta ad olio dal titolo “Alla ricerca del Mitoâ€?, dedicata alla memoria del maestro Giovanni
Repossi, recentemente scomparso. Giovanni Repossi è nato a Chiari nel 1929. Figlio d’arte (suo padre è stato un grande scultore bresciano dei primi del Novecento), ha passato gran parte della sua vita a Milano all’Accademia di belle arti di Brera prima come studente poi, per 35 anni, come docente di decorazione e inďŹ ne come direttore. Si è formato alla scuola di grandi personaggi dell’arte italiana come ManzĂš, Messina, CarrĂ , Minguzzi.
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el panorama associativo palazzolese è presente un gruppo di volontari che hanno operato con lo Svi di Brescia e hanno prestato un servizio di volontariato triennale in progetti di sviluppo in Africa (Burundi e Ruanda, sette persone) e in America Latina (due persone in Brasile). Grazie a loro e all’impegno della sede provinciale, Palazzolo avrĂ da sabato 13 ottobre una sede distaccata che diverrĂ un polo di aggregazione territoriale, dove sviluppare attivitĂ di sensibilizzazione su temi quali la pacifica convivenza e il reciproco aiuto fra i popoli, come quelli su integrazione e nuove forme di sostegno allo sviluppo delle zone piĂš povere del pianeta. I locali, concessi dalla Fondazione Galignani, verranno inaugurati sabato 13 ottobre presso l’aula magna della Scuola primaria (ingresso via Cesare Costa) alle 17. Sono previsti gli interventi del presidente dello Svi, Mario Rubagotti, del presidente della Fondazione Galignani, Angelo Lazzari, e del sindaco Gabriele Zanni. Lucio Benedetti, primo volontario Svi, presenterĂ l’attivitĂ della sede, mentre Fabio Poli (volontario in Uganda) illustrerĂ un progetto. Il Servizio volontario internazionale (Svi) “Volontari nel mondoâ€? è un organismo di volontariato di ispira-
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Brasile, PerĂš e Venezuela, dove opera attivando progetti di sviluppo con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni a partire dalle effettive esigenze delle comunitĂ interessate e si avvale di mezzi e risorse facilmente reperibili nell’area d’intervento in un’ottica di collaborazione e dialogo tra le culture. Lo Svi interviene nei settori che maggiormente influiscono sulle condizioni di vita di ogni comunitĂ , come, ad esempio: agricoltura, ambiente, salute, relazioni sociali, educazione. In Italia propone periodicamente dei corsi di formazione per aspiranti volontari e attivitĂ di educazione all’intercultura e alla mondialitĂ . Sono le tematiche che lo Svi ha fatto proprie fin dalla sua fondazione, per realizzare le quali ha inviato nei Paesi di missione, oltre 300 volontari che si sono impegnati in un servizio all’estero di durata almeno triennale, dopo un adeguato corso di formazione. In concomitanza con la settimana nazionale organizzata da Fairtrade “Io faccio la spesa giustaâ€?, il Gruppo Svi di Palazzolo organizza una cena dove verranno utilizzati prodotti del commercio equo e solidale, per venerdĂŹ 26 ottobre, ore 20 presso la Trattoria Burnec di Adro; prenotazioni entro il 18 ottobre a: Stefania 333 4799851, Angiola 348 8712546.
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ÂŽ ˆ—–—”‘ †‡ŽŽǯ‡Â?‡”‰‹ƒ …‘Â? ‡Â?œ‘ ƒ’”ƒ Il futuro è legato al futuro dell’energia, un tema che ha occupato e che occupa il dibattito e la riessione degli italiani. CosĂŹ come la storia delle fonti energetiche è legata alla storia dello sviluppo economico e umano. Renzo Capra (nella foto), ingegnere all’Eni di Enrico Mattei prima e poi dirigente e presidente dell’Asm di Brescia, ripercorre, nel libro edito dalla Casa editrice La Quadra, la crescita economica e lo sviluppo che ha accompagnato
l’Italia dalla sua Unità a oggi reso possibile dalla maggior disponibilità di energia e dal contributo delle Municipalizzate. Un’evoluzione continua quella energetica, che trova compimento dall’uso appropriato dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas metano e loro derivati) e cresce via via con sperimentazioni e applicazioni innovative che giungono al nucleare e che ora guardano alle scelte ecologiche, bioenergetiche, solari, eoliche e geotermiche. Dentro
questo percorso si inserisce la storia dell’Asm di Brescia sorta per referendum popolare nel 1907 per fornire elettricitĂ e trasporto pubblico al Comune di Brescia e che, dal teleriscaldamento al termovalorizzatore, anticipa i tempi, assume sďŹ de impegnative, acquisisce riconoscimenti internazionali per le sue intuizioni e le capacitĂ tecnologiche che caratterizzano l’azienda. Il libro di Enzo Capra è una testimonianza indicativa. Il volume sarĂ presentato
lunedĂŹ 15 ottobre, alle 20.30, nel centro civico di Castegnato, via Marconi 2 in un incontro promosso dal locale Centro iniziative di cultura politica Alcide De Gasperi, in collaborazione con l’associazione Mino Martinazzoli “Partecipazione & IdentitĂ di Bresciaâ€?. Con l’autore intervengono: Fabio Leoncini, consigliere delegato di Innowatio di Bergamo, Dino Martinazzoli consigliere di Scrp di Crema e Paolo Saurgnani, direttore di Cogeme SpA e Aob.
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asa Martinâ€?, chiamata cosĂŹ in onore di Luigi Martin, un paziente uscito brillantemente da una grave malattia psichiatrica attraverso un lungo percorso di recupero, opererĂ in collaborazione con il Fatebenefratelli e con la supervisione dell’Ospedale civile di Brescia. Nell’edificio, una moderna struttura ecocompatibile sorta in questi mesi in via Paradello, troveranno accoglienza fino a 20 pazienti maschi maggiorenni: il doppio rispetto alla precedente capacitĂ operativa della struttura. L’immobile è dotato di ampi ambienti per la convivenza, di uno spazio per attivitĂ teatrali, oltre che dei necessari servizi. La struttura sarĂ gestita da una equipe di specialisti in varie discipline, con la presenza di medici, educatori, infermieri e operatori assistenziali. Il fabbricato è stato infatti progettato per essere innanzitutto gradevole per coloro che ci vivono e ci lavorano, ma anche con una impostazione costruttiva d’avanguardia, tale da renderlo completamente autonomo dal punto di vista energetico. Gli ospiti risiederanno a “Casa Martinâ€? da un minimo di sei mesi a un massimo di tre anni. Accanto a loro ci sarĂ personale medico e infermieristico specializzato nel seguire situazioni di disagio psichiatrico. Durante il giorno, saranno organizzate attivitĂ
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da tre, due o un posto. Lungo tutto l’arco della loro permanenza, infine, seguiranno una cura sia farmacologica sia comportamentale, per ottenere il miglior risultato possibile. Per illustrare al meglio finalitĂ e obiettivi di “Casa Martinâ€?, sabato scorso a Rodengo Saiano sono arrivati Giovanna Lobba, presidente della cooperativa “Pinocchio Onlusâ€?, il consigliere delegato Walter Sabattoli Monica Poletto, presidente nazionale delle opere sociali per Compagnia delle Opere e Giuseppe Battagliola, numero uno bresciano di Cdo. In sala anche il sindaco rodenghese, Giuseppe Andreoli, e il presidente di “Pinocchio Groupâ€?, Massimo Montesano. Un video ha illustrato la giornata tipo di un paziente: sveglia alle 8, colazione e sistemazione degli spazi, a cui tutti i presenti sono tenuti a contribuire. A seguire, le attivitĂ del mattino: dal lavoro agricolo nelle serre e nei vigneti, alle attivitĂ nel laboratorio di legatoria. Nel resto della giornata ampio spazio verrĂ poi dato ai momenti di convivialitĂ e socialitĂ condivisa: dalla pratica degli sport di squadra alla palestra, fino alle uscite in piscina e alle passeggiate nel verde. “Il tutto – hanno sottolineato piĂš volte i relatori intervenuti – in un’ottica cristiana di intervento, che accomuna gli operatori in una concezione cattolica della solidarietĂ nei confronti di chi soffreâ€?.
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‡ Â?‘˜‹–Â? ǯ° •’ƒœ‹‘ ƒÂ?…Š‡ ’‡” ‹Ž †‹˜‡”–‹Â?‡Â?–‘ La 17ÂŞ edizione di “Franciacorta in biancoâ€? si propone all’insegna della tradizione, anche se non manca di rivolgere una attenzione particolare al mondo giovanile con due speciďŹ che situazioni. Per la prima, legata alla ‘fabbrica’ del divertimento, è stato realizzato il nuovo progetto “Franciacorta in whiteâ€?. Si tratta di uno spazio, collocato all’interno del terzo padiglione espositivo, dotato di ingresso indipendente e gratuito, che vivacizza, dalle 21 alle 24,
le prime due serate. L’impronta attuale dell’allestimento, il dj set, la musica dal vivo, il talk show e l’area bar si abbinano alla possibilitĂ di degustare, in compagnia, un aperitivo. E il sabato il new project si trasforma in uno show, un ‘format’ ideato ‘ad hoc’, una ‘fusion’ perfetta tra parole, danza e musica. Il tutto intervallato da interviste e divertenti siparietti con la possibilitĂ per il pubblico di interagire, attraverso i post di
Facebook e i cinguettii di Twitter, con gli ospiti sul palco. Alla seconda situazione, intesa a valorizzare le capacitĂ imprenditoriali, è dedicato, invece, il “Premio alla memoria di Aldo Artioliâ€? (imprenditore di origini piemontesi ma che ha sviluppato la sua carriera nel Bresciano afďŹ ancando alla sua attivitĂ l’impegno per la valorizzazione delle aziende bresciane e nella ricerca dell’eccellenza, sia nel campo
professionale che sociale). Il riconoscimento verrà assegnato al giovane chef Andrea Mainardi, che ha portato, grazie all’espressione rappresentativa della sua personalità e della sua originale visione della professione cuoco, una ventata innovativa nel mondo della cucina e che per questo incarna l’ideale rappresentante del pensiero che ha contraddistinto l’opera dell’industriale scomparso nel 2003, fondatore di un gruppo siderurgico leader mondiale.
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na rassegna specialistica e una occasione di confronto, di valorizzazione dei prodotti, dei produttori e dei consumatori, ma anche una grande occasione di festa che sviluppa la cultura, l’educazione, l’economia reale fatta da coloro che coltivano e trasformano i prodotti della terra e degli allevamenti. Questa, la sintesi espressa da Giuseppe Orizio sindaco di Castegnato, per presentare “Franciacorta in biancoâ€? la rassegna in programma nel Comune franciacortino, da venerdĂŹ 12 a domenica 14, che, giunta alla 17ÂŞ edizione, si è conquistata il primato del piĂš importante appuntamento annuale per operatori, appassionati ed intenditori dei prodotti lattiero-caseari. “La Franciacorta – spiega Aurelio Bazoli presidente di Castegnato Servizi, ente che organizza la rassegna – è principalmente terra di vini, ma non c’è solo il vino. Ci sono anche allevatori e produttori che legano
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la propria attivitĂ al latte e noi intendiamo valorizzarli, favorendo ancor meglio la ricchezza di tutti i prodotti di questa nostra bella e storica terraâ€?. Protagonisti della tre giorni ‘in bianco’ sono gli espositori, una settantina tra aziende agricole, caseifici, consorzi e produttori, provenienti da ogni regione d’Italia e i loro prodotti, una cinquantina di formaggi selezionati esposti all’interno dei tre padiglioni del polo fieristico. Ma ad animare la rassegna concorrono anche i convegni storicoculturali, le degustazioni sensoriali curate da Onaf, Onav ed Ente vini
bresciani, i concorsi per addetti ai lavori e l’area ristoro. Tra le novitĂ piĂš significative: “Franciacorta in whiteâ€?, spazio e show dedicato ai giovani che vivacizza le serate di venerdĂŹ e di sabato con musica ‘longue’ e ‘disco’, il gemellaggio enogastronomico e culturale con la Svizzera del Cantone Moesano, territorio che sbocca a sud nel Canton Ticino e che è chiuso a nord dal valico del San Bernardino, la consegna del premio ‘Aldo Artioli’ con il riconoscimento all’imprenditorialitĂ giovanile, il debutto del Nostrano Valtrompia ultimo nato tra i prodotti bresciani dop, l’area ristoro che propone menu serviti e da asporto e i pacchetti turistici predisposti per una giornata alla scoperta della rassegna e del territorio. Da elogiare l’ulteriore sforzo compiuto dall’organizzazione che ha dimezzato il costo del biglietto d’ingresso portandolo a 3 euro, con il diritto ad aperitivi, assaggi e degustazioni che si susseguono nel corso delle giornate e all’estrazione di gu-
stosi premi. Una gustosa anteprima dell’edizione 2012 di Franciacorta in bianco è andata in scena lo scorso fine settimane negli spazi messi a disposizione dal centro commerciale Le Rondinelle di Roncadelle, un’anticipazione che ha catturato, con le sue proposte, l’interesse di un pubblico numeroso. Il programma completo della manifestazione è comunque disponibile sul sito www. franciacortainbianco.it.
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ÂŽ …‘Â?…‘”•‘ †‡Ž Â?‹‰Ž‹‘” ›‘‰—”– †‹ ˆƒ––‘”‹ƒ In occasione della 17ÂŞ edizione di Franciacorta in bianco “Bevilatteâ€?, l’agenzia di servizi per l’agricoltura, in collaborazione con Castegnato Servizi srl, Fd Store e Onaf, indice la terza edizione del concorso “Miglior yogurt di fattoriaâ€?, riservato alle sole aziende agricole con propria produzione e trasformazione. Il Concorso prevede una selezione dei prodotti a livello nazionale e si propone di valorizzare i migliori yogurt provenienti dai diversi ambiti del
territorio italiano. A differenza degli yogurt comunemente presenti in commercio e di tipo industriale, questi di fattoria sono prodotti da piccole realtĂ agricole, che uniscono alla produzione di freschissimo latte di vacca o di capra, quella della trasformazione e vendita diretta al consumatore. Gli yogurt saranno valutati da una commissione mista composta da esperti e tecnici del settore agricolo, oltre che da semplici consumatori, secondo tre criteri
di giudizio: aspetto visivo del prodotto, qualitĂ olfattive e gustative. Gli yogurt partecipanti al concorso potranno essere degustati dal pubblico durante la rassegna di Castegnato, da sabato 13 a domenica 14 ottobre, presso lo stand di Bevilatte e Mercato contadino terre bresciane. Inoltre sempre sabato 13 alle ore 16.30, per conoscere meglio questo gustoso prodotto, “Bevilatteâ€? organizza una degustazione guidata di questi yogurt.
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a tre giorni di “Franciacorta in biancoâ€? presenta un lungo elenco di eventi, che si aprono venerdĂŹ 12 ottobre alle 19 con il taglio del nastro, a seguire apertura degli spazi espositivi e fino alle 23 visita alla rassegna. Dalle 21.30 alle 24, con ingresso gratuito e indipendente nel terzo padiglione, “Franciacorta in Whiteâ€?, con musica, intrattenimento e aperitivo. Sabato l’area espositiva apre alle 10. Alle 10.30 convegno storico-culturale “Bufale di Lombardia: da latte a formaggiâ€? che vede la partecipazione di rappresentanti delle associazioni, studiosi, ricercatori e allevatori. Al termine saranno offerti in degustazione prodotti forniti dalle aziende invitate. Alle 15 e alle 19 lezioni su come abbinare formaggi e distillati. Alle 15.30 consegna del “Premio alla memoria di Aldo Artioliâ€?. Il riconoscimento, destinato a valorizzare l’imprenditorialitĂ giovanile, viene assegnato quest’anno allo chef Andrea Mainardi. Alle 16.30 degustazione dello yogurt di fattoria e alle 18 aperitivo di gemellaggio con il Cantone Moesano della Svizzera. Chiusura degli stand alle 22. Dalle 21.30 alle 24 Franciacorta in White Show.
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Domenica i padiglioni sono aperti dalle 10 alle 20. Alle 10.15 convegno storico-culturale “Due Parmigiani di razza: Rosso reggiano e Bianco modenese� con la partecipazione di ricercatori, giornalisti e rappresentanti dei consorzi. Alle 12 premiazioni dei concorsi “Assaggio formaggi� e “Miglior yogurt di fattoria�. Alle 14.30 e alle 19.30 degustazione comparata di formaggi e distillati.
Alle 15 lezione “Verticale Grana Padanoâ€?, organizzata in collaborazione con il Consorzio Tutela Grana Padano per imparare a degustare le varie etĂ del formaggio attraverso i cinque sensi, in un sapiente abbinamento con le Bollicine di Franciacorta. Alle 16 presentazione delle “eccellenze della Val d’Avetoâ€?, un viaggio del gusto in Liguria alla scoperta di sapori antichi e moderni con assaggio di formaggi locali. Alle 17 spazio dedicato al “Nostrano Valtrompia: una forma, tanti aspettiâ€?, visita guidata con assaggi a cura di esperti del Comitato promotore per la valorizzazione del formaggio Nostrano Valtrompia. Alle 18 “Friuli in Boccaâ€?, nuovo viaggio del gusto a base di prodotti tipici friulani. Alle 19.45 il brindisi di chiusura della rassegna e l’arrivederci all’anno prossimo. Il programma principale è accompagnato dalla possibilitĂ di pranzare presso il ristorante interno con menĂš serviti e da asporto o nei ristoranti di Castegnato con piatti a prezzo fisso ispirati alla rassegna e di acquistare pacchetti turistici che comprendono visita in fiera e a una cantina della Franciacorta e pranzo al ristorante. A disposizione dei bambini il recinto con animali e il giro in calesse.
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In quel tempo, mentre GesĂš andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in ereditĂ la vita eterna?â€?. GesĂš gli disse: “PerchĂŠ mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: ‘Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre’â€?. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate ďŹ n dalla mia giovinezzaâ€?. Allora GesĂš ďŹ ssò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!â€?. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. GesĂš, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto è difďŹ cile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!â€?. I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma GesĂš riprese e disse loro: “Figli, quanto è difďŹ cile entrare nel regno di Dio! Ăˆ piĂš facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dioâ€?. Essi, ancora piĂš stupiti, dicevano tra loro: “E chi può essere salvato?â€?. Ma GesĂš, guardandoli in faccia, disse: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! PerchĂŠ tutto è possibile a Dioâ€?. (...)
Sguardo di amore
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acile. Non so cosa darei per intercettare quello sguardo. Marco non può che approssimare aggiungendo che GesĂš oltre a fissarlo lo ama: un modo per rendere la concentrazione muta che deve essere passata tra il Maestro e quel tale che gli chiedeva la vita eterna. Un istante muto che cerca di bilanciare una richiesta con un’altra richiesta; un istante che – possiamo immaginarlo – lascia sospeso anche GesĂš, lĂŹ davanti a quel tale che sta per scegliere, al quale sa che deve chiedere di piĂš di quello che lui si aspetterebbe. Ăˆ l’istante nel quale finisce la giovinezza di quel tale al quale Marco non dĂ nessuna etĂ : non è un giovane ma uno che fin da giovane è stato capace di osservare i comandamenti. In questo senso è giovane: non di etĂ ma di Spirito. Ha riconosciuto che il Maestro è buono e GesĂš sottolinea che essere buono è cosa di Dio e non degli uomini e lui non si perde d’animo, continua a stare in ginocchio, continua ad aspettare. Alla prima richiesta sa di poter
dire che l’ha fatto, fin da quando era giovane; ma alla seconda, dopo quello sguardo, non riesce a rispondere. Ăˆ invecchiato. La sua giovinezza non esiste piĂš; quello che ha fatto fin da allora si scopre privo di amore, fatto per la legge, perchĂŠ quello sguardo di amore non è arrivato fino in fondo al suo animo, non ha penetrato la sua interioritĂ , è rimasto uno sguardo. E una richiesta troppo difficile da onorare. E non solo per lui: cosĂŹ sono i discepoli che pure avevano lasciato tutto, cioè quel poco che avevano, tra casa, barca e reti. E anche loro non capiscono, anche per loro è troppo, la misura del lasciare va al di lĂ anche delle loro forze. Anche per loro è impossibile. E anche per noi, per la maggioranza almeno. Siamo nel coro dei discepoli e ci accorgiamo che il tutto da lasciare è troppo e non conta quanto sia perchĂŠ ogni cosa è ricchezza, è nostra ricchezza. Attenuiamo anche noi come i discepoli mettendo davanti quello che abbiamo lasciato, le briciole delle rinunce e vantiamo credito. Non dubito che GesĂš allora, come
oggi, abbia guardato i suoi con ironia sottile, ammettendo a se stesso che il tutto richiesto non è mai veramente tutto. Ma assicura lo stesso: cento volte tanto e la vita eterna. Basta cosÏ: non per convincere a lasciare ma per convincere che Dio è veramente buono e che quel tale che se n’è andato l’aveva intuito, aveva sentito che quello che era impossibile per tutti per lui poteva essere possibile: sfida gli occhi di GesÚ, prova a sostenere l’interrogativo di amore e non ci riesce. Ma è il residuo del suo essere piccolo, bambino, che in quel momento se ne va. Va via ed è diventato grande e magari anche lui lascerà qualcosa per il quale Dio ricompenserà cento volte tanto. Ma non è la stessa cosa. Anche lui è passato dalla nostra parte, tra quelli che chiedono e chiedono in proporzione a quello che avranno. Ha provato a tentare l’impossibile di Dio e ha perso. Non è piÚ bambino. Ha scoperto che anche la fede è un rapporto di dare e avere. E avrà . Ma non avrà piÚ l’amore di quello sguardo. Mai piÚ.
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/D SRUWD GL *LDFREEH Una lectio divina del compianto card. Carlo Maria Martini sulla figura di Giacobbe, viandante sbandato. Giacobbe ha rotto la relazione con il fratello EsaĂš e con la famiglia: “Si tratta della drammatica lotta tra fratelli che costituisce la storia del peccato dell’umanitĂ che comincia con la lotta tra Caino e Abele e continuerĂ con la lotta tra Giuseppe e i suoi fratelliâ€?. Giacobbe non può contare nemmeno sulla protezione della madre Rebecca, perchĂŠ ne ha combinate troppe: i suoi legami di sangue sono “duramente colpitiâ€?. Genesi ce lo presenta nell’oscuritĂ della notte, solo, senza casa, famiglia, fuggitivo. Si ferma per riposare. Prende una pietra e se la pone sotto il capo per passare la notte. Nel sonno Dio apre
una porta: una scala poggia sulla terra e giunge fino al cielo. La direzione di Giacobbe era solo orizzontale: ritornare a Carran dove tutto ebbe inizio con il nonno Abramo. Ora Dio, che ha sempre compassione dell’uomo anche quando è colpevole e imbroglione, gli spalanca una nuova dimensione, per rivelargli che non è solo: i suoi legami famigliari sono infranti forse irreparabilmente, ma il legame con Dio, quello è saldo. Giacobbe fino ad ora pensava di essere solo, definitivamente solo, ma scopre che quel Dio fedele di cui ha sentito parlare dal nonno Abramo, dal padre Isacco è lÏ, pronto a proteggerlo e a perdonarlo. La storia della salvezza continuerà , per quel mistero insondabile che è l’agire paterno di Dio, proprio attra-
verso Giacobbe e la sua discendenza. L’incontro con Dio non lo cambia: Giacobbe rimane un imbroglione, un raggiratore con il suocero Labano, ma a sua volta finirà gabbato finchÊ stanco, vecchio, sentirà il desiderio di tornare dal fratello. Ci riuscirà dopo aver lottato con Dio ed uscendo da questa lotta cambiato e sciancato. Si farà incontro al fratello, debole, zoppicante e nudo. Inchinandosi sette volte riceverà l’abbraccio della pace. La sua vita ci insegna che quando il peccato, la vita ci hanno privato di tutti i riferimenti, i legami, c’è sempre per noi una porta aperta verso il cielo: la preghiera. LÏ ci viene incontro quel Padre che non abbandona mai i figli ed è sempre pronto a rilanciare la storia e l’Alleanza.
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alcuni dei temi che verranno trattati da relatori selezionati durante i CafĂŠ Teologici che hanno preso il via il 10 ottobre a Verona. Un calendario, quello che sta per iniziare, che si presenta sempre piĂš ricco e articolato. Ricco per la quantitĂ di interventi, ben 50, e articolato perchĂŠ CafĂŠ teologico è espressione della capacitĂ di fare network delle Sentinelle. Sei le ďŹ accole che hanno deciso di ospitare i CafĂŠ: CittĂ di Castello,
Cremona, Ravenna, Verbania, Termoli oltre a Verona. Vincente il format dei CafĂŠ Teologici. La ďŹ losoďŹ a è quella del confronto e del dialogo attivo dietro ad una tazza di tisana in un ambiente lounge: l’atmosfera è quella di un locale trendy e i partecipanti sono comodamente seduti attorno a tavoli da bar sorseggiando qualcosa da bere, ascoltando e confrontandosi con i relatori sul tema della serata. Opportunamente allestite, le
sedi che ospiteranno i CafĂŠ Teologici sono: il Centro per la formazione alla Nuova Evangelizzazione “Fabrizio Sanaâ€? a Verona, il Laboratorio per la Nuova Evangelizzazione presso la parrocchia “GesĂš CrociďŹ ssoâ€? a Termoli, la Locanda Torriani a Cremona, il Circolo San Vittore a Verbania (No), la Parrocchia Ss. Redentore a Ravenna, “La cantina del seminarioâ€?a CittĂ di Castello (Pg).
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n un tempo, come quello in cui viviamo, che continua “ad essere segnato da una dimenticanza e sorditĂ nei confronti di Dioâ€?, il Concilio è “una bussola che permette alla nave della Chiesa di procedere in mare aperto, in mezzo a tempeste o ad onde calme e tranquille, per navigare sicura e arrivare alla metaâ€?. Lo ha detto il Papa, che ha dedicato la catechesi dell’udienza generale di mercoledĂŹ 10 ottobre al Concilio ecumenico Vaticano II, alla vigilia del 50° anniversario dell’apertura. “Un grande evento di Chiesa, di cui sono stato testimone direttoâ€?, un “grande affrescoâ€?, un “momento di graziaâ€? di cui “continuiamo anche oggi a coglierne la straordinaria ricchezzaâ€?: cosĂŹ Benedetto XVI ha definito il Concilio. “Dobbiamo imparare – ha aggiunto attualizzandone il messaggio –la lezione piĂš semplice e piĂš fondamentale del Concilio e cioè che il cristianesimo nella sua essenza consiste nella fede in Dio, che è Amore trinitario, e nell’incontro, personale e comunitario, con Cristo che orienta e guida la vita: tutto il resto ne consegueâ€?. Per il Papa, infatti, “la cosa importante oggi, proprio come era nel desiderio dei Padri conciliari, è che si veda – di nuovo, con chiarezza – che Dio è presente, ci riguarda, ci risponde. E che, invece, quando manca la fede in Dio, crolla ciò che è essenziale, perchĂŠ l’uomo perde la sua dignitĂ profonda e ciò che rende grande la sua umanitĂ , contro ogni riduzionismoâ€?. Il Concilio, in altre parole,
“ci ricorda che la Chiesa, in tutte le sue componenti, ha il compito, il mandato di trasmettere la parola dell’amore di Dio che salva, perchĂŠ sia ascoltata e accolta quella chiamata divina che contiene in sĂŠ la nostra beatitudine eternaâ€?. In questa prospettiva, il Concilio â€œĂ¨ per noi un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un piĂš intenso rapporto con il Signore, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristianaâ€?. “Ricordo bene quel periodoâ€?, ha testimoniato il Papa: “Dopo tutto il fervore e l’entusiasmo della preparazione, ho potuto vedere una Chiesa viva che si mette alla scuola dello Spi-
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sua missione di portare il Vangelo in ogni tempo e fino ai confini della terraâ€?. Ăˆ la “questione di Dioâ€?, ha detto il Papa citando Paolo VI, il “punto centraleâ€? del Concilio Vaticano II, nel quale a differenza dei Concili precedenti “non c’erano particolari errori di fede da correggere o condannare, nĂŠ vi erano specifiche questioni di dottrina o di disciplina da chiarireâ€?. Di qui “la sorpresa del piccolo gruppo di cardinali presenti nella sala capitolare del monastero benedettino a San Paolo fuori le Mura quando, il 25 gennaio 1959, il beato Giovanni XXIII annunciò il Sinodo diocesano per Roma e il Sinodo per la Chiesa universaleâ€?. Secondo papa Giovanni, “la fede doveva parlare in un modo rinnovato, piĂš incisivo, perchĂŠ il mondo stava rapidamente cambiando, mantenendo però intatti i suoi contenuti perenni, senza cedimenti o compromessiâ€?. In altre parole, “doveva essere delineato in modo nuovo il rapporto tra la Chiesa e l’etĂ moderna, tra il cristianesimo e certi elementi essenziali del mondo moderno, non per conformarsi ad esso, ma per presentare a questo nostro mondo, che tende ad allontanarsi da Dio, l’esigenza del Vangelo in tutta la sua grandezza e in tutta la sua purezzaâ€?. Nel finale della catechesi, il Papa ha citato le quattro grandi costituzioni conciliari (Sacrosanctum Concilium, Dei Verbum, Lumen Gentium e Gaudium et Spes), definendole “quasi i quattro punti cardinali della bussola capace di orientarciâ€?.
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Ne danno il triste annuncio i ďŹ gli Maria Luisa Piergiuseppe con Rosa, Giancarlo con Franca, Dario con Carla, la sorella Angela nipoti e parenti tutti QDWD D 2PH GHIXQWD D 2PH
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Cristo. Il progresso dell’umanità è un regresso spaventato se non è orientato a Cristo; l’unione pacifica e feconda tra i popoli è un’illusione se non è legata insieme alla presenza di Cristo; l’ideale umano delude e dispera se non diventa ideale divino concretato nel Cristo. E Cristo, oggi, vive solo nella Chiesa, è la Chiesa stessa�. Questa la passione e l’attesa con cui Voce annunciava ai lettori l’imminente apertura del Vaticano II. Noi, oggi, possiamo leggere
i frutti e i limiti del cammino compiuto, riconoscere ancora una volta le sfide, d’altro canto non troppo diverse da quelle descritte. Possiamo, altresĂŹ, cogliere quale ricchezza quell’evento ci ha consegnato e come in fondo esso sia ancora “davanti a noiâ€?. Vale anche per la Chiesa bresciana che vivrĂ presto, nel Sinodo, un’altra tappa del suo cammino conciliare, speriamo capace di dare nuova linfa alla vita cristiana delle comunitĂ . (Adriano Bianchi)
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ell’anniversario dei 50 anni dall’inizio dell’ultimo Concilio qualcuno potrebbe in effetti chiedersi quale senso abbia attribuire una forte rilevanza a questa ricorrenza, ma se il Concilio è stato ed è un autentico segno di Dio per il nostro tempo – come sostiene con forza anche Benedetto XVI –, allora conviene proprio un ritorno alle sorgenti del Concilio. La sfida di oggi è di poter contare su credenti capaci di “stare dentroâ€? al nostro tempo, diviene questione cruciale non soltanto per il servizio al bene comune, ma anche per la qualitĂ stessa della testimonianza cristiana. La diocesi di Brescia, come ha ricordato don Antonio Lanzoni, è coinvolta in maniera diretta dal Concilio perchĂŠ, oltre a essere un avvenimento significativo, è stato guidato e concluso da Paolo VI. Per celebrare questo appuntamento è stato pensato un incontro molto significativo con mons. Luciano Monari e con mons. Francesco Beschi. I due Vescovi, moderati dal prof. Marco Vergottini (ideatore del sito vivailconcilio.it), racconteranno i due Papi del Concilio: Giovanni XXIII e Paolo VI, sottolineando anche il forte legame di due Pontefici con le due Chiese (Bergamo e Brescia) dove sono cresciuti e si sono formati. L’incontro si terrĂ giovedĂŹ 18 ottobre alle 20.30 nella pieve di S. Antonino a Concesio, proprio dove è stato battezzato il piccolo Montini. Per aiutare le parrocchie a elaborare una riflessione, soprattutto all’interno del Consiglio pastorale, è stato distribuito a tutte le comuni-
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una maggiore consapevolezza della sua identitĂ di popolo convocato da Dio, della necessitĂ di nutrirsi con abbondanza del tesoro delle Scritture, della necessitĂ di promuovere una partecipazione attiva dei fedeli alla celebrazione liturgicaâ€?. Va sottolineato l’impegno dell’Azione cattolica diocesana che da alcuni anni propone un approfondimento del Concilio. Il primo, in collaborazione con l’Ufficio per gli organismi di partecipazione, con l’Ufficio per la scuola e con la scuola di teologia per laici, è “Il Concilio davanti a noiâ€?: un percorso biennale di conoscenza dei documenti del Concilio. Con la supervisione di Paola Bignardi, l’Ac propone anche “Lo stile del Concilioâ€?, un laboratorio domeni-
7RUQD LO FRQYHJQR GL ´9RFHÂľ Sabato 27 ottobre presso la chiesa parrocchiale di Lograto ritorna il tradizionale incontro con le delegate del settimanale diocesano. Le delegate, le potremmo chiamare incaricate della “buona stampaâ€?, sono le protagoniste della diffusione del settimanale sul territorio. Il programma della giornata prevede alle 9.30 l’arrivo e l’accoglienza presso la chiesa parrocchiale. Alle 10 mons. Cesare Polvara, provicario
generale, celebra la Santa Messa. Mentre alle 11 mons. Gabriele Filippini, ex-direttore del “La Voce del Popoloâ€? e condirettore della rivista “Madreâ€?, ricorderĂ gli anniversari del 2013, anno in cui il settimanale compirĂ 120 anni e la rivista 125. A seguire, don Adriano Bianchi e Annachiara Valle illustreranno i programmi di lavoro per il prossimo anno delle due storiche testate. Per quanto riguarda “Voceâ€? il traguar-
do dei 120 anni (1893-2013) rappresenta uno stimolo a continuare nella missione di informazione e al tempo stesso formazione della comunitĂ diocesana. Alle 12.30, come sempre, c’è la possibilitĂ di condividere il pranzo in loco preparato dai volontari dell’oratorio. Alle 15.30 ci si saluta. Ăˆ gradito un cenno di conferma entro e non oltre giovedĂŹ 18 ottobre, contattando Paola allo 030/44250.
cale per leggere trasversalmente nei documenti conciliari linee, tendenze e snodi per attualizzare il modo di essere Chiesa oggi. Per informazioni e iscrizioni, si può contattare la segreteria al numero 03040102.
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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 11 ottobre Ore 9.30 – Brescia – S. Messa presso la Domus Caritatis. VenerdĂŹ 12 ottobre Ore 6.50 – Brescia – S. Messa presso il Seminario minore. Ore 9.30 – Gavardo – Visita ai sacerdoti della macrozona presso l’auditorium S. Maria. Sabato 13 ottobre Ore 9.30 – Brescia – Saluto ai partecipanti al Premio Cuore Amico presso l’auditorium Confartigianato.
Ore 11 – Brescia – Incontro presso l’Archivio storico diocesano. Ore 18 – Cigole – S. Messa con rito di dedicazione dell’altare. Domenica 14 ottobre Ore 9 – Brescia – S. Messa per l’Anmil presso la parrocchia di S. Alessandro. Ore 10.30 – Verolavecchia – Cresime e prime comunioni. Ore 16 – Serle – Cresime e prime comunioni. LunedÏ 15 ottobre Ore 10.30 – Pralboino – S. Messa in occasione della festa patronale.
Ore 20.30 – Brescia – Incontro per la catechesi degli adulti delle unità pastorali del Centro storico presso il Centro pastorale Paolo VI. MartedÏ 16 ottobre Ore 9.30 – Leno – Visita ai sacerdoti della macrozona presso il teatro dell’oratorio. Ore 16 – Brescia – Incontro e S. Messa presso il Seminario maggiore. MercoledÏ 17 ottobre Ore 9.30 – Rovato – Visita ai preti della macrozona presso la Sala della comunità .
Riprende come familiari del clero il cammino di formazione in questo inizio dell’anno pastorale che ci invita a vivere con lo spirito della fede. I familiari del clero chiedono al Signore che trasmetta una fede senza riserve, che penetri nel nostro modo di giudicare le cose divine e umane. L’incontro spirituale si tiene al Centro pastorale Paolo VI martedÏ 16 ottobre dalle 9 alle 15 con l’assistente don Gianni Pierani.
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are esperienza dell’amore di Dio, assumere una mentalitĂ disposta all’annuncio e imparare a evangelizzare. Don Luca Paitoni, addetto alla Nuova Evangelizzazione e predicazione itinerante, guida un’èquipe organizzativa di 16 laici (giovani, adulti, sposati). L’obiettivo finale è quello di formare in maniera permanente nuovi evangelizzatori per la nuova evangelizzazione. Il pensiero di fondo corre sulla base dell’esperienza della Scuola di Evangelizzazione Sant’Andrea. Nell’Anno della fede è â€?ancora piĂš un imperativo – spiega don Luca – formarsi per scendere ed evangelizzareâ€?. Don Luca precisa bene che non è solo pura teoria ma anche metodo che porterĂ i partecipanti a mettere in pratica quello che imparano nell’ambiente dove vivono e lavorano. La premessa è che prima di evangelizzare bisogna essere evangelizzati, cioè bisogna fare esperienza dell’amore di Dio, perchĂŠ altrimenti si corre il rischio di non trasmettere “un’esperienza vivaâ€?. Ma cosa significa oggi, nel XXI secolo, assumere una mentalitĂ kerigmatica (dal greco Kerigma = annuncio)? “Significa fondamentalmente partire da ciò che Dio fa per noi e non da quello che noi dobbiamo fare per Dio. Assumere una mentalitĂ kerigmatica significa portare alle per-
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sano? “Ci sono molti segni positivi, soprattutto fra i giovani sacerdoti, in un clima generale di mancata comprensione dell’urgenza di evangelizzareâ€?. Il laboratorio si rivolge a tutti, ma chi vuole fare questo percorso “deve essere disposto a percorrere strade nuove rispetto a quelle classiche e deve avere nel cuore il desiderio di portare GesĂš Cristo alle persone che non lo conosconoâ€?. La struttura è nuova e cerca di farsi conoscere attraverso i contatti personali per avviare questo primo anno a livello sperimentale (unico in Italia e forse in Europa) per quanto riguarda la forma (sette incontri piĂš un fine settimana per tre moduli da coprire durante l’anno) non per
i contenuti: â€œĂˆ la prima esperienza in Italia di formazione permanente all’evangelizzazione con la metodologia della Scuola di Sant’Andreaâ€?. Il corso porta il nome di Paolo, l’evangelizzatore per eccellenza. Il luogo degli incontri non è ancora stato definito, sicuramente per il momento sarĂ in una parrocchia cittadina, ma nulla vieta che si possano poi aprire delle scuole di evangelizzazione a livello parrocchiale, perchĂŠ l’obiettivo finale è proprio quello di diffondere una nuova mentalitĂ e formare nuovi evangelizzatori che sul territorio diventino a loro volta evangelizzatori. Chi vuole informazioni, può scrivere una e-mail a info@centrodamasco.it.
/H TXDWWUR GLRFHVL SHU LO /DJR Il 28 settembre a Sirmione si sono celebrati i 500 anni della Pieve dedicata a Santa Maria della Neve. La celebrazione ha avuto un carattere interdiocesano. L’eucaristia è stata presieduta dal vescovo di Verona Giuseppe Zenti, con la partecipazione dei rappresentanti dei Vescovi delle diocesi di Brescia, Mantova e Trento e con la presenza di numerosi sacerdoti, religiosi e
fedeli. Monari era rappresentato dal vicario generale mons. Gianfranco Mascher, che al termine della Messa ha preso la parola portando i saluti del vescovo Luciano e un bellissimo pensiero di Paolo VI. Il vescovo Zenti nell’omelia ha parlato del signiďŹ cato della “consacrazioneâ€? della chiesa per ricordare a noi tutti che siamo, per il battesimo, consacrati al Signore, cioè in una relazione riservata
ed esclusiva con lui. Prima dell’eucaristia, la processione liturgica, accompagnata dalla banda e da numerosi fedeli, si è recata sul molo per una preghiera ecumenica (era presente anche il pastore luterano di Verona) per la salvaguardia del creato; le Chiese si sono impegnate nel promuovere la salvaguardia del lago, fonte di vita per tutte le popolazioni che si affacciano su di esso.
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Â? …ƒÂ?Â?‹Â?‘ ˜‡”•‘ Žƒ ƒ”…‹ƒ †‹‘…‡•ƒÂ?ƒ ’‡” Žƒ ’ƒ…‡ MartedĂŹ 1° gennaio 2013 è in programma la Marcia diocesana per la pace con la partenza alle ore 14 dalla parrocchia di Caionvico verso il convento francescano di Rezzato. Per prepararsi al meglio per questo appuntamento, l’UfďŹ cio per l’impegno sociale promuove tre appuntamenti. GiovedĂŹ 18 ottobre padre Paolo Dall’Oglio, sacerdote dal 1984 a Damasco nel rito siriaco, porta la sua testimonianza su “Siria. Un popolo tra due
fuochiâ€?. Nel 1991 aveva riaperto il monastero Mar Musa alHabashi in Siria, minacciato dal regime ha lasciato il Paese nel giugno 2012. L’appuntamento, in collaborazione con il Centro missionario diocesano, è alle 20.45 nel salone parrocchiale del Villaggio Violino nella Traversa VIII, numero 2. VenerdĂŹ 16 novembre alle 20.45, la Sala della comunitĂ di Cristo Re ospita la proiezione del ďŹ lm “The ladyâ€? di Luc Besson sulla leader
birmana Aung San Suu Kyi (nella foto) che dalla ďŹ ne degli anni Ottanta si batte per i diritti civili e la libertĂ nel suo Paese. L’ultima serata è, invece, dedicata alla preghiera preparata dai Beati costruttori di pace sul testo del messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale per la pace 2013. La preghiera si tiene alle 20.45 nella chiesa di San Filippo Neri al Villaggio Sereno in via XI, numero 34. Alla proposta dell’UfďŹ cio
diocesano aderiscono fra gli altri alcune parrocchie e le vicarie della città , il circolo Acli di Botticino, Buffalora, Caionvico, Castenedolo, S. Eufemia e S. Polo, Rezzato, le Acli provinciali, l’Azione cattolica, il Forum delle associazioni familiari, il Meic, il Movimento dei focolari, Pax Christi, l’Unitalsi, i Gruppi del commercio equo e solidale, il Gruppo scout Bs 7, l’associazione Molin, i missionari comboniani e i missionari saveriani.
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orse vi è capitato qualche volta davanti a una scultura, a un quadro, ad alcuni versi di una poesia, o a un brano musicale, di provare un’intima emozione, un senso di gioia, di percepire, cioè, chiaramente che di fronte a voi non c’era soltanto materia, un pezzo di marmo o di bronzo, una tela dipinta, un insieme di lettere o un cumulo di suoni, ma qualcosa di piĂš grande, qualcosa che ‘parla’, capace di toccare il cuore, di comunicare un messaggio, di elevare l’animoâ€?. Queste parole, pronunciate da Benedetto XVI (Udienza generale, 31 agosto 2011), non sono che una delle piĂš recenti attestazioni di una ininterrotta tradizione ecclesiale, che ha considerato il linguaggio artistico come una via privilegiata per comunicare il venire a noi del Dio di GesĂš “in quella totale gratuitĂ che l’amore eterno ha in comune con la bellezzaâ€? (H. U. von Balthasar). L’arte – ha osservato il Papa nella medesima occasione − â€œĂ¨ come una porta aperta verso l’infinito, verso una bellezza e una veritĂ che vanno al di lĂ del quotidianoâ€?. Queste ultime parole suggeriscono un suggestivo accostamento con l’immagine della “porta della fedeâ€?, con cui inizia la lettera di indizione dell’Anno della fede. Se, Infatti, la porta fidei è da pensare anzitutto nei termini di un ascolto della Parola (Rm 10,17), non è altrettanto
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si avvale del registro universale della bellezza, non rappresenta forse uno dei percorsi di “nuova evangelizzazioneâ€? che la Chiesa è chiamata a intraprendere oggi per raggiungere quanti, indipendentemente dal credo, ricercano il senso profondo della realtĂ e attendono di lasciarsi conquistare dalla “Bellezza antica e sempre nuovaâ€? (come direbbe Agostino di Ippona)? Una significativa conferma tra le “indicazioni pastorali per l’Anno della fedeâ€? della Congregazione per la dottrina della fede: “Il mondo contemporaneo è sensibile al rapporto tra fede e arteâ€?; “si raccomanda pertanto di valorizzare adeguatamente il patrimonio delle opere d’arteâ€? (n. 6). In questa prospettiva, la sottocommissione Catechesi attraverso l’arte propone, nell’Anno della fede, uno spazio d’incontro con l’arte alla luce del testo fondamentale della fede cristiana, il Simbolo degli Apostoli. L’iniziativa, dal titolo “Lo splendore della fedeâ€?, procede lungo il Credo con quattro tappe, in quattro luoghi tra i piĂš suggestivi del patrimonio artistico bresciano. Ogni incontro si presenta con un titolo evocativo, che fa riferimento alla parte del Credo scelta. Questa è il trait d’union su cui s’innestano gli altri elementi: l’introduzione teologica, la collocazione spaziale (luogo sacro, affreschi) e temporale (tempo liturgico), il commento artistico, i testi letterari e le esecuzioni musicali.
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S. Pietro in Castello. Al centro di questo itinerario ci sarà l’incontro con la persona stessa di GesÚ. Gli appuntamenti con padre Antonio Maria Sicari avranno ad oggetto le Beatitudini, la nuova legge dell’amore, i discorsi d’addio, la trasfigurazione, l’eucaristia e il Mistero della Pasqua. Il Movimento ecclesiale carmelitano con questo itinerario di formazione cristiana e carmelitana offerto alla diocesi, vuole porsi in ascolto dell’invito che il papa Benedetto XVI ha
rivolto alla Chiesa. “L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo (n. 6). [‌]. DovrĂ intensificarsi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere piĂš consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di profondo cambiamento come quello che l’umanitĂ sta vivendo. Avremo l’opportunitĂ di confessare la fede nel Signore Risorto nelle
nostre Cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo; nelle nostre case e presso le nostre famiglie, perchÊ ognuno senta forte l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre (n. 8)�. Raccogliendo questo invito, il percorso di Scuola di cristianesimo proposto dal Mec offrirà la possibilità di accostarsi al mistero di GesÚ Cristo, per riscoprire le ragioni della fede e per farlo sotto il segno, profondo e vivo, del carisma carmelitano.
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vrebbe festeggiato quest’anno il suo 60° anniversario di sacerdozio, ma il Signore lo ha chiamato, sul finire della Quaresima, alla liturgia celeste della Pasqua eterna. Il ricordo che lascia di sÊ, prima del declino e del ricovero alla Domus Caritatis Paolo VI, è quello del sacerdote quiescente per ragioni di salute, residente negli appartamenti del clero in pensione in via Gabriele Rosa, molto gratificato per la nomina prima a mansionario e poi a canonico della Cattedrale. Andava fiero del titolo monsignorile che onorava con una puntuale fedeltà ai suoi doveri capitolari, pur nei limiti di una cagionevole salute e dell’età in salita. Questa immagine non deve, tuttavia, oscurare il fatto che don Enrico Albini, prima dell’approdo in Cattedrale, ha servito la Chiesa svolgendo il suo ministero in luoghi diversi della diocesi, alcuni un poco disagiati, molto differenti l’uno dall’altro. Infatti dopo la sua ordinazione e la prima Messa ad Azzano Mella, suo paese natale, la sua prima destinazione fu quella di curato a Torbole dove rimase solo un anno. Ne seguirono altri cinque a Caionvico, alle porte della città , anche se allora la parrocchia appariva piÚ un borgo rurale antico che un quartiere ambito della grande periferia di Brescia. All’età di 35 anni il Vescovo lo nominò
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parroco di Gombio. Nella piccola comunità , frazione di Polaveno, rimase fino al 1962, anno del suo trasferimento a Esenta, nel verde della campagna di Lonato. Qui rimase per piÚ di un decennio e, contemporaneamente agli impegni parrocchiali, riprese gli studi teologici, conseguendo il dottorato in Teologia alla Pontificia università lateranense di Roma. Nel 1973 un altro balzo: dalla campagna passò alla balconata sul lago di Garda, divenendo
parroco di Gaino. Pur in una località amena, la sua salute non resse e a soli 65 anni dovette rinunciare alla guida della parrocchia e ritirarsi in città , all’ombra della Cattedrale. Mons. Albini, sacerdote modesto e semplice, con un carattere a volte non facile, ha vissuto la sua avventura sacerdotale superando lunghe prove, cominciando da quella degli studi nel minore: infatti fu ordinato a 31 anni pur essendo entrato in Seminario in età da scuola media. La sua vocazione, infatti, era solida, maturata in una agiata famiglia agricola dove la fede era ben radicata: oltre alla sua vocazione maturò anche quella di un fratello piÚ giovane che entrò fra i Minori francescani. Accettò, poi, con tenacia, costanza ed entusiasmo le prove dovute ai vari cambiamenti fino alla vecchiaia. Infine con la prova della fragile salute si rapportò serenamente, cercando di superarla con generosità e rassegnazione. Visse pienamente il suo sacerdozio in modo tradizionale, rapportandosi verso la gente secondo lo stile pastorale del clero bresciano, vicino alla gente e alla famiglie, condividendo gioie e dolori. Aveva una certa facilità di parola e la sua predicazione era essenziale e precisa, fedelissima al magistero della Chiesa. Ora riposa nel cimitero di Azzano Mella, il suo paese che portò sempre nel cuore nei vari spostamenti della sua vita.
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CONCORSO A CATTEDRE
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LA SCUOLA
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ďŹ no al 31 ottobre Requisiti principali per accedere al bando sono: un Isee-Fsa non superiore a 4.000 euro, la titolaritĂ di un contratto di locazione valido e registrato ai sensi della legge 431 del 1998, essere residenti in Italia da almeno 10 anni oppure da cinque in Lombardia, non avere ottenuto in assegnazione una casa realizzata con fondi pubblici o di edilizia residenziale pubblica, inďŹ ne le unitĂ immobiliari non devono avere una superďŹ ce
superiore ai 110 mq. NovitĂ sostanziale è che, se la famiglia è in ritardo nei pagamenti mensili dell’afďŹ tto, il contributo verrĂ erogato direttamente ai proprietari degli immobili, per evitare eventuali sfratti. Per tutti coloro invece che hanno perso il posto di lavoro o sono stati colpiti da sfratto esecutivo è previsto un contributo “una tantumâ€?di 1.500 e 2.000 euro, il bando rimarrĂ aperto ďŹ no ad esaurimento delle risorse disponibili.
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a scorsa domenica 7 ottobre è stata contrassegnata da una serie di manifestazioni in piĂš localitĂ d’Italia, con picchi di presenza notevoli a Treviso e Firenze, dei dipendenti e delle famiglie che intendevano protestare per la totale liberalizzazione degli orari commerciali che provocano ripercussioni dannosissime sulla vita familiare. Mentre la “Giornata europea per le domeniche libere dal lavoroâ€? del 4 marzo scorso era passata un po’ in sordina, quest’ultima iniziativa nata dalla rete dei social network, ha avuto una eco particolare anche sui grandi giornali e nelle reti televisive nazionali. Ăˆ la prima volta che il tema della domenica di festa esce dal circuito del mondo cattolico e allarga i suoi spazi di attenzione: segno che la misura è davvero colma. Opportunamente il Papa aveva voluto trattare il tema del rapporto tra famiglia, lavoro e festa nella celebrazione dell’Incontro mondiale delle famiglie a Milano lo scorso giugno. Mcl ha, da tempo, posto attenzione al problema con la campagna “La domenica è Festa!â€? che intendeva sensibilizzare cristiani e non alla salvaguardia del carattere festivo della domenica come giorno del Signore e, di conseguenza, dell’uomo, della sua famiglia, della comunitĂ . Non si tratta di un fatto confessionale ma di un principio di libertĂ , cosĂŹ come Benedetto XVI ha affermato nella veglia notturna a Bresso. Che gli ospedali, i trasporti pubblici e tutti gli altri servizi essenziali della vita della collettivitĂ funzionino anche la domenica è un fatto di civiltĂ ; che i
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larghe delle deroghe per poi essere totalmente liberalizzato con il famoso decreto “Salva Italiaâ€? che prevede la possibilitĂ di apertura degli esercizi commerciali sette giorni su sette, 24 ore su 24. La “salvezzaâ€? passa da altre strade! Come è evidente (ed è questo il senso della protesta di domenica scorsa), il venir meno del tempo comune di festa si ripercuote pesantemente sulla vita delle persone e delle famiglie, generando scompensi nelle relazioni interpersonali e sociali. Come può reggere una famiglia quando il padre riposa la domenica e la mamma invece lavora? Quale ricaduta sui figli? Quali legami interpersonali? Quale comunitĂ di relazione si afferma se non c’è un tempo per la festa? In quale mondo vogliamo vivere?
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La domenica è sempre festa
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’”‘‰‡––‹ †‡ŽŽ‡ …‘‘’‡”ƒ–‹˜‡ Numerosi i progetti presentati da varie realtĂ in tema di “conciliazioneâ€?. Quelli in corso su bandi dell’Asl di Brescia, che ha a disposizione un fondo per la realizzazione di progetti sperimentali di rete ďŹ nalizzati a sostenere e promuovere le politiche per la conciliazione, creando e potenziando reti in grado di rispondere ai bisogni delle persone e offrire servizi, vedono una presenza signiďŹ cativa di cooperative quali ComunitĂ il Nucleo, Cooperativa palazzolese,
AgoghĂŠ, La Nuvola e Consorzio Laghi. I progetti presentati sono rivolti a individuare soluzioni speciďŹ che adeguate alla tipologia dei bisogni dei propri dipendenti e collaboratori; ad esempio: ricerca servizi di trasporto per ďŹ gli e anziani con tragitti e orari adeguati agli orari di lavoro aziendali; ricerca servizi con costi migliori attraverso una contrattazione condivisa tra piĂš aziende, utilizzo di servizi per bambini e adolescenti quali doposcuola, posticipo e anticipo,
grest estivi, ecc. Anche sul bando regionale welfare interaziendale il mondo della cooperazione ha espresso la sua presenza con 2 progetti bresciani: Tempo perMettendo e Cantiere del Sole che con il progetto “Famiglie al sole� prevede di coinvolgere entro il 31 dicembre 267 lavoratori. L’approccio colloca “Famiglie al sole� tra i casi di best practices annoverati in tema di welfare aziendale, dagli esperti dell’impresa sociale e del mondo della cooperazione sociale.
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Azioni e interventi per la famiglia
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e nuove frontiere della progettazione sociale sono state allargate in cooperativa, alle tematiche della conciliazione tra tempi di vita e tempi del lavoro, dei dipendenti e volontari, indipendentemente dalla situazione personale, famigliare e sociale. Questa la gestazione del progetto “Famiglie al soleâ€?, realizzato grazie al contributo della Regione Lombardia - Direzione generale famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietĂ sociale, ricollegandosi all’accordo territoriale in materia di conciliazione firmato nel 2011 anche da Confcooperative Unione di Brescia, di cui Cantiere del sole fa parte. Il progetto, avviato a gennaio 2012, comprende quattro azioni differenti, in grado di soddisfare bisogni della sfera personale e famigliare dei lavoratori. Le quattro azioni previste da Famiglie al sole sono: “Tempo ai giovaniâ€? pensato per il tempo libero dei figli dei dipendenti delle cooperative partner del progetto, che possono beneficiare di attivitĂ ludiche ed educative che ruotano attorno ai temi della sostenibilitĂ e dell’ambiente. “A tutto g.a.s.â€? è l’azione ideata pensando ad un sistema di sconti e convenzioni solidaristico e cooperativistico, per far fronte alla crisi economica che colpisce soprattutto il potere d’acquisto delle famiglie, senza rinunciare all’educazione al riciclo e alla riduzione del consumismo. “Lascia il tempo che troviâ€? mette al centro lo scambio di servizi, valorizzando ciò che ognuno può e sa
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te gratuito per i capi dei bambini e prevede un rimborso spese per i capi degli adulti. L’esito naturale a livello aziendale è il miglioramento del clima di lavoro, delle relazioni tra lavoratori, del benessere percepito e l’aumento del senso di appartenenza alla cooperativa. L’esperienza si colloca all’interno di una cornice piÚ generale e significativa rappresentata dal dibattito aperto in tema di crisi dell’attuale sistema di welfare e della centralità di nuovi soggetti, provenienti dal mondo della cooperazione sociale, in grado di fornire esempi di innovazione attraverso una nuova stagione di autorganizzazione, contaminazione nella rete di collaborazioni, anche tra profit e non profit.
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a “lectio magistralisâ€? per l’apertura dell’anno accademico del Seminario di Brescia è stata tenuta da don Giuseppe Ruggieri, dello Studio teologico S.Paolo di Catania, sul tema “All’origine del Vaticano II. L’intuizione profetica di Giovanni XXIIIâ€?. La figura di Angelo Roncalli è centrale, nella storia della Chiesa del Novecento: quando è stato eletto papa, tutti hanno pensato ad un pontificato di transizione, senza particolari cifre teologiche o ecclesiastiche; invece il Papa bergamasco ha sorpreso tutti, dando avvio, col Concilio Vaticano II, ad uno dei periodi piĂš fertili della storia della Chiesa. Secondo Ruggieri, il punto cruciale del pensiero di Giovanni XXIII è il concetto di “tradizioneâ€?: la Chiesa, come tutte le istituzioni umane, ha una storia, un passato, ricco di elaborazioni dottrinali e di eventi.
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possiamo trovare questa dialettica di tradizione e rinnovamento, che è la cifra centrale del pontificato di Roncalli. I due termini del rapporto non si annullano a vicenda, ma, anzi, si alimentano dialetticamente: la tradizione, che è depositaria della veritĂ del cristianesimo, è il fondamento, la roccia, su cui si erge la Chiesa; il rinnovamento è la dimensione diacronica, intrinseca alla storia, in cui tutti gli atti e i fatti umani si realizzano. Giovanni XXIII è stato capace di far vivere questa dialettica, in modo intelligente, valorizzando entrambi i poli della relazione. Sul piano della tradizione, il Papa colloca la dottrina, la scrittura, la veritĂ biblica, che sono la “sostanzaâ€? della Chiesa cattolica. Nello stesso tempo, però, la Chiesa vive nel tempo e nello spazio, quindi deve avere a che fare con gli uomini delle varie epoche, con le forme diverse di civiltĂ , con i linguaggi va-
ri dei popoli, i loro modi di essere e di pensare. Di conseguenza, essa necessita anche di aprirsi al mondo, di capirne i codici, di leggere la realtĂ e di essere letta dagli uomini concreti, che vivono in contesti storici peculiari. Ecco allora il senso della dialettica: la vera fonte della Chiesa, la dottrina e la veritĂ rivelata, il “significatoâ€?, devono essere calata nelle realtĂ storiche e “rivestiteâ€? di volta in volta, di nuove forme linguistiche e stilistiche, del “significanteâ€?. Il Concilio Vaticano II, nelle intenzioni di papa Roncalli, ha proprio questo fine. A tale riguardo, egli afferma, nel discorso di apertura del Concilio “Gaudet Mater Ecclesiaâ€?: “Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le veritĂ che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il quale esse sono annunziate, sempre però nello stesso senso e nella stessa accezione. Va data grande importanza a questo
metodo e, se è necessario, applicato con pazienza; si dovrĂ cioè adottare quella forma di esposizione che piĂš corrisponda al magistero, la cui indole è prevalentemente pastoraleâ€?. Come si vede, lo scopo principale del Concilio è “pastoraleâ€?, nel senso che esso deve far rivivere nel presente, nella prassi quotidiana, nella Messa, la sostanza vera della Chiesa, che è la veritĂ . Giovanni XXIII, in questo senso, che all’inizio sembrava un “piccoloâ€? papa, destinato a non lasciare traccia, è un gigante del Novecento, un profeta nel significato biblico del termine, che chiude un’epoca e ne apre un’altra, in cui la Chiesa si apre al mondo, comprende il presente, non perdendo la sua universalitĂ e la sua dottrina. Col Concilio papa Roncalli vuole rendere concreta la veritĂ nella storia e, nello stesso tempo, elevare la storia alla veritĂ assoluta.
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regioni rappresentate sul nostro palco e oltre 150 cantanti iscritti al concorso dedicato agli artisti emergenti e ai brani ineditiâ€?. Il festival ha mantenuto la sua formula. Ma ad accompagnare i finalisti sia nella serata del 19 che il 20 ottobre al Palabrescia quest’anno ci saranno ben 10 musicisti e la novitĂ di un prestigioso quartetto d’archi. La “serata speciale Sanremoâ€?, il 19 ottobre dalle 20.45 a Montirone, con la partecipazione di cinque “bigâ€? che si sono esibiti
sul palco del Teatro Ariston, per ripercorrere insieme la storia della musica attraverso alcune delle voci del panorama italiano: Mariella Nava, Andrea Mirò, Simone, i Sonohra e Paolo Vallesi. Ospite d’onore per la finalissima al PalaBrescia il 20 ottobre alle 20.45 sarĂ Marco Carta (nella foto), vincitore di “Amiciâ€? nel 2008 e poi del Festival di Sanremo nel 2009, che offrirĂ al pubblico alcuni suoi brani dal vivo. Info e prenotazione biglietti: 334.5874992.
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nterni di chiesa debolmente illuminati, pannelli nerissimi sullo sfondo, infine un cielo plumbeo e minaccioso hanno incorniciato, nello spettacolo applaudito la settimana scorsa al teatro Grande, i tre atti di Tosca che il libretto colloca rispettivamente nella chiesa romana di Sant’Andrea della Valle, in una camera di palazzo Farnese e sulla piattaforma di Castel Sant’Angelo. In questo allestimento ripreso dal Petruzzelli di Bari per le scene del Circuito lirico lombardo, la regia di Elena Barbalich si è messa dichiaratamente al servizio della musica di Puccini: dunque nessuno stravolgimento della drammaturgia originale (che in un’opera teatralmente perfetta come “Toscaâ€? sarebbe un azzardo), ma una rilettura personale, fondata su suggestioni pittoriche, con esplicite citazioni dalla “Flagellazioneâ€? del Caravaggio e dalla “LibertĂŠ guidant le peupleâ€? di Delacroix, il tutto senza ricorrere agli elementi iconografici piĂš scontati per l’evocazione di Roma. Se all’inizio la scena pareva sin troppo spoglia e minimalista, con il procedere della vicenda le soluzioni teatrali si sono fatte piĂš coinvolgenti: efficacissima, per esempio, l’entrata in scena di Scarpia, con i cantori della cappella e gli allievi che, in preda a sbigottimento, si dileguano all’improvviso dopo aver lanciato in aria tutti i loro spartiti. Buona anche l’idea di rappresentare la fucilazione di Cavaradossi con tratti piĂš onirici che realistici. Nella direzione d’orchestra di Giampaolo Bisanti si è colto l’intento di privilegiare l’organicitĂ teatrale (o
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no andati al baritono Sebastian Catana, uno Scarpia di grande intensitĂ e autorevolezza, e al tenore bresciano Rubens Pelizzari, dotato di una voce drammatica davvero interessante. Qualche perplessitĂ per la Tosca del soprano albanese Mirjam Tola che, nonostante la buona tenuta sul piano professionale, non sembra ancora aver trovato la giusta chiave interpretativa per trasmettere le emozioni piĂš profonde di questo difficilissimo personaggio. La stagione lirica del Grande proseguirĂ venerdĂŹ 26 ottobre (ore 20.30; seconda recita domenica 28 alle 15.30) con un altro titolo celeberrimo del repertorio operistico: “Lucia di Lammermoorâ€? di Gaetano Donizetti. Per questa produzione proveniente dal Teatro di Como sarĂ ancora una
volta di scena un cast giovane, con il soprano russo Ekaterina Bakanova, giĂ vincitrice del Concorso “Di Stefanoâ€? di Trapani nel 2007, nel ruolo della protagonista. Firma la regia il tedesco Henning Brockhaus, sul podio il maestro Matteo Beltrami.
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1XRYD VWDJLRQH WHDWUDOH DO 3ROLWHDPD Il varo della 17ÂŞ Stagione teatrale di Manerbio ripropone una iniziativa che vede unite ancora una volta le energie dell’amministrazione Comunale di Manerbio e della parrocchia di San Lorenzo. Ăˆ una stagione con grandi interpreti del teatro italiano, divertimento intelligente, classici del teatro che parlano allo spettatore contemporaneo. L’inaugurazione è afďŹ data a Maria Paiato (16 novembre) che porta in scena “Anna Cappelliâ€?,
un monologo che la vede come una persona comune che si fa “mostroâ€?, osservata mentre scivola nella follia. Marco Paolini, porta al Politeama (7 dicembre) il suo ultimo work in progress “Studio per una ballata di uomini e caniâ€?, nato da alcuni racconti del grande Nord, intrecciati con autobiograďŹ e di Jack London. Non potevano mancare i Legnanesi (29 gennaio), che portano a Manerbio il loro nuovo spettacolo che, per la prima volta,
ha un titolo in italiano: “Il treno dei pendolariâ€?. Il 19 febbraio tornano gli Oblivion che, nella formazione composta da Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, saranno i mattatori di “Far ďŹ nta di essere G...Omaggio a Giorgio Gaber e Sandro Luporiniâ€?, una passeggiata nel repertorio gaberiano. Gli ultimi due appuntamenti della stagione sono con due classici proposti da due giovani compagnie: la Compagnia Oscar de Summa (5 marzo) con “Otel-
loâ€? e la Compagnia Gank (22 marzo) con “Molto rumore per nullaâ€?. La stagione di Manerbio si conferma legata al circuito Teatri Bresciani in Rete con Lumezzane e Edolo, sostenuta da Regione Lombardia e patrocinata dalla Provincia di Brescia (Assessorato alle attivitĂ e beni culturali e alla valorizzazione delle identitĂ culture e lingue locali). Altri appuntamenti tradizionali e per i bambini e ulteriori info su politeamamanerbio.it
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Dopo il pieno successo ottenuto con il debutto di “EffatĂ : Salmo Corale per il nostro tempoâ€?, avvenuto il 19 maggio 2012 nella chiesa parrocchiale di Corti S. Antonio a Costa Volpino, in occasione dell’apertura dell’Anno della fede il Coro “La Pinetaâ€? di Costa Volpino ed il Gruppo strumentale “Drumsaxâ€? del Corpo musicale di Costa Volpino, propongono tre serate speciali nelle quali poter riascoltare il recital: domenica 14 ottobre nella chiesa della
Il gruppo teatrale “La Betullaâ€? mette in scena “Il visitatoreâ€? di Eric Emmanuel Schmitt (nella foto) il 19 e il 20 ottobre alle 21 e il 21 ottobre alle 16.30 presso il teatro La Betulla (via Monte Dragoncello, 3 a Nave). Ăˆ il debutto della nuova produzione. Ăˆ la sera del 22 aprile 1938. A Vienna, in Berggasse 19, indirizzo dello studio di Freud, lo psicanalista attende affranto notizie della ďŹ glia Anna, portata via dalla Gestapo, ma improvvisamente dalla
Santa Famiglia alla Beata di Pian Camuno (ore 20.30); mercoledĂŹ 31 ottobre nella chiesa parrocchiale di S. Martino a Sarnico (ore 20.30); domenica 4 novembre nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo dell’Eremo di Bienno (ore 15.00). “EffatĂ â€?, dal Vangelo di Marco, verbo ebraico che indica l’urgenza ad emettere un sofďŹ o di vita, un suono, è stato pensato per diverse esperienze sonore: un coro a voci virili, un gruppo di percussioni, un quartetto di saxofoni...
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ďŹ nestra spunta un inaspettato visitatore. Chi è quell’importuno? Cosa vuole? Stupefatto, Freud si rende conto di avere di fronte nientemeno che Dio, lo stesso Dio del quale ha sempre negato l’esistenza. O è un pazzo che si crede Dio? La discussione che si svolge tra il visitatore e Freud, è ciò che di piĂš commovente, dolce ed esilarante si possa immaginare... In virtĂš dei posti limitati disponibili è necessaria la prenotazione allo 0302530374.
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abato 13 ottobre 2012 dalle 20 alle 24 Brescia apre all’arte. La notte bianca per l’arte è dedicata alla valorizzazione del patrimonio artistico della cittĂ di Brescia attraverso itinerari di riscoperta per i cittadini di palazzi storici, siti archeologici, chiese, teatri, chiostri, cortili e angoli suggestivi della cittĂ . I siti interessati saranno visitabili con visite guidate. Il percorso nella cittĂ sarĂ segnalato da allestimenti illuminotecnici e sottolineato da interventi musicali a tema. La serata sarĂ occasione per l’inaugurazione della mostra “Variazioni sul classicoâ€? allestita nel Museo Santa Giulia con opere di proprietĂ dei Civici musei conservate nei depositi. In un originale e suggestivo percorso, gli ambienti di Santa Giulia accolgono alcune straordinarie sculture dell’Ottocento e del primo Novecento che variamente interpretano i modelli antichi. A diretto confronto con le testimonianze di etĂ romana, si possono per la prima volta ammirare oltre trenta capolavori delle raccolte civiche, in marmo e in bronzo, realizzati da grandi artisti (Canova, Thorvaldsen, Bartolini, Wildt), anche bresciani (Ghidoni, Regosa, Righetti). La mostra resterĂ aperta dal 13 ottobre 2012 al 13 gennaio 2013. Ma molte sono le gallerie aperte. Il Teatr Socila offre “Archivio in mostraâ€? locandine e manifesti storici del Ctb. Nella Biblioteca Queriniana “Casa Pascoliâ€?, mostra fotografica di
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fico ed i negozi saranno aperti. FunzionerĂ un servizio di navette gratuito a partire dalle 19 fino all’1 dai principali parcheggi (dal piazzale Iveco per via Apollonia e piazzale Garibaldi; dal parcheggio Castellini per via Cattaneo e via Mazzini) verso il centro storico. I parcheggi Goito, Castellini e Iveco sono gratuiti. La serata coincide con la presenza di altre tre iniziative in cittĂ : la Fiera del libro in piazza Duomo, piazze d’Europa in Piazza Duomo e il Concerto inaugurale del “Festival Debussyâ€? del Conservatorio presso l’Auditorium San Barnaba. Maggiori informazioni, tutte le gallerie aperte, gli eventi collaterali e le inizative particolari sul sito del Comune di Brescia: comune.brescia.it
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$O YLD LO )HVWLYDO 'HEXVV\ Comincia sabato 13 ottobre il “Festival Debussyâ€? organizzato dal Conservatorio di musica Luca Marenzio di Brescia. Una serie di eventi, concerti, conferenze, masterclass e visite guidate che accompagneranno Brescia e i bresciani ďŹ no al 21 ottobre. Per celebrare i 150 anni dalla nascita del celebre compositore francese il via alla musica sarĂ dato sabato in Auditorium San Barnaba alle 20.45 con un galĂ inaugurale su invito. Suone-
ranno per gli invitati Mauro Scappini e Massimiliano Pezzotti (auti), Luca Morassutti (viola), Anna Loro e Tatiana Alquati (arpe), Alessandro Costantini (celesta) e Bess Davies sarĂ la voce recitante. Ma questo è solo il la da cui partire. Domenica 14 sempre al San Barnaba alle 16 esibizione del duo pianistico Daniele Piovani e Claudia Giacopini. Ma la mattina alle 11 ci sarĂ la conferenza tenuta da Fulvia Conter su “L’esposizione univer-
sale di Parigi 1889â€?. In un’alternanza tra concerti (tutte le sere alle 20.45) e conferenze (alle 17) la settimana del festival correrĂ ricca di iniziative ďŹ no alla grande chiusura di domanica 21 con il concerto “Recitalâ€? del pianista Giampaolo Stuani (nella foto). Domenica 21 alle 11 la conferenza di Enzo Restagno “Debussy et les Artsâ€?. Da segnalare “Le maratoneâ€? al San Barnaba, maratona pianistica e di musica da camera a pertire dalle 18 domanica
14 e dalle 15.30 domenica 21 ottobre. Sempre maratona, ma organistica, invece martedÏ 16 ottobre dalle 15.30 alla Chiesa della pace. Proposti anche incontri con le scuole per le medie inferiori e superiori (lunedÏ. mercoledÏ, venerdÏ alle 9.30), per l’Università (martedÏ alle 10) e per tutti sabatio alle 16). Molto altro per questo festival dedicato a Debussy che è anche omaggio a Olivier Messiaen. Info 0302886735 o sito del conservatorio.
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ÂŽ ÍšÍ? ‰‡Â?Â?ƒ‹‘ ƒ’”‡ ƒ––‹ƒ–‘ ƒŽ ”ƒÂ?†‡ǥ ‹Ž Íž ‡ Í&#x; ƒ’”‹Ž‡ ‘Â?‹š ƒŽ ƒŽƒ ”‡•…‹ƒ Non sono trascorsi nemmeno due mesi da quando è calato il sipario sull’edizione record 2012 e giĂ Il Festival del Vittoriale “Tener-amenteâ€?, la kermesse estiva della dimora dannunziana di Gardone Riviera, diretta da Re:think-art, annuncia i primi grandi nomi della prossima stagione e a sorpresa arrivano due anteprime che “invaderannoâ€? artisticamente la cittĂ di Brescia. Il Festival, infatti, per il 2013, anno delle celebrazioni del 150° anniversario
della nascita di D’Annunzio, si espande e raddoppia gli appuntamenti invernali, confermando il connubio con il Teatro Grande di Brescia, che dopo il successo di James Taylor ospiterĂ , il prossimo 25 gennaio, il concerto di Franco Battiato (nella foto), e aprendo a una collaborazione con il Palabrescia dove, per “Tener-a-menteâ€?, il 6 e il 7 aprile arriveranno i Momix con il nuovo spettacolo “Alchemyâ€?. Le prevendite sono
giĂ aperte sia on line, sul sito anfiteatrodelvittoriale.it, sia nei punti di prevendita di Brescia e limitrofi (Libreria Tarantola, Libreria Punto Einaudi in cittĂ e tutte le filiali dalla Bcc del Garda). “Quella che l’anno scorso era una formula sperimentale, quest’anno si conferma la direzione giusta e addirittura raddoppia – spiega la direttrice artistica Viola Costa – sia perchĂŠ non vogliamo stare troppo lontani dal nostro pubblico, sia perchĂŠ ci piace
l’idea di un Festival del Vittoriale che magari d’inverno, visto che il nostro è un teatro all’aperto, possa espandersi, ‘invadere’ Brescia e, perchĂŠ no, in un futuro non troppo lontano, magari anche altre cittĂ vicineâ€?. Battiato al Teatro Grande presenterĂ il nuovo disco “Apriti Sesamoâ€?, in uscita a fine ottobre (da 29 a 71 euro, a cui aggiungere la prevendita). Per lo spettacolo dei Momix biglietti da 35 a 50 euro piĂš diritti di prevendita. Info: anfiteatrodelvittoriale.it.
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ricevere subito consenso e che non mi costava tanta fatica. Un bel lavoro che non mi costringeva a faticare. Ăˆ piĂš grato a Mimmo Calopresti, Nanni Moretti o Pupi Avati? Ăˆ come chiedermi se voglio piĂš bene a mamma o papĂ . Togliamo il primo che perde subito e cade dalla torre. Nanni
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on semplicitĂ . Una delle caratteristiche di Silvio Orlando è proprio quella che si percepisce mentre seduto su un divanetto risponde alle domande. Con semplicitĂ , nonostante una lunga carriera segnata nel 1998 dal David di Donatello come miglior attore non protagonista con il film “Aprileâ€? di Nanni Moretti, nel 2000 il Nastro d’Argento come migliore attore protagonista per il film “Preferisco il rumore del mareâ€? di Mimmo Calopresti, nel 2006 con il David di Donatello cone miglior attore per il film “Il caimanoâ€? ancora di Nanni Moretti e nel 2009 con la Coppa Volpi per il miglior attore alla Mostra internazionale del cinema di Venezia con “Il papĂ di Giovannaâ€? diretto da Pupi Avati. In occasione di CortoLovere risponde alle domande, in esclusiva, per i lettori di “Voceâ€?. Lo stato dell’arte del cinema italiano qual è?
Adesso, a quest’ora? (sorride, ndr.). Si combatte. Si lotta. Credo che mai come in questo momento, come altrove in Italia, ci sia bisogno di un ricambio generazionale vero e serio. Credo che i giovani debbano perdere le timidezze che hanno ed è necessario che prendano in mano il loro futuro e che siano un pochino piĂš ambiziosi, forse. Cercare meno di trovare un posticino tranquillo. Il futuro proprio lo si fa anche a dispetto degli altri. Nessuno ti cede il posto se non te lo vai a prendere. Tutti dicono: a 50 anni mi ritiro, basta. Poi nessuno lo fa, a cominciare da me. O forse tutti vorrebbero farlo, poi non possono farlo. Io mi ritererei volentieri, ma non posso perchĂŠ non ho messo abbastanza soldi da parte, altrimenti starei tranquillamente a Lovere a pescare il luccio. Agli Oscar il film dei fratelli Taviani “Cesare deve morireâ€? rappresenterĂ l’Italia. Ăˆ questo il meglio del film italiano oggi?
Io sono un grande fan di Garrone e forse avrei scelto quello. L’hanno scelto anche negli anni passati, ma non è andata bene e forse si sono basati anche su questo... però ancora non l’ho visto, quindi lo voto sulla fiducia. Quello dei fratelli Taviani è un film molto interessante, doloroso e importante; sicuramente è un’ottima scelta. Io tra quelli che c’erano non avrei scelto quello lĂŹ; anche visivamente avrei scelto qualcosa di piĂš importante, che sia comprensibile anche da chi non conosce la situazione italiana. PerchĂŠ ha deciso di fare l’attore? Ho iniziato un po’ per caso; non era la prima idea che mi era venuta in testa. Volevo fare il musicista, ma mi sono trovato in un periodo frizzante della storia creativa italiana, nella seconda metĂ degli anni ‘70 in cui era un po’ piĂš facile debuttare come attore o trovarti su un palcoscenico. Non voglio dire che poi è stato tutto semplice, però l’inizio è stato cosĂŹ. Ho capito di
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ha investito su di me in momenti in cui nessuno avrebbe investito su di me e questo non ha prezzo. Però Pupi in un certo momento delicato della mia carriera, che ha bisogno sempre di rilanci, mi ha dato questa opportunitĂ con un personaggio meraviglioso che poi mi ha regalato uno dei momenti piĂš belli della mia carriera, cioè la vittoria di Venezia. Noi spesso siamo un po’ infantili e l’idea di vincere un premio bello e importante, un bel giocattolo di quel tipo, ci piace. Anche se in sostanza il premio non rappresenta chissĂ che cosa, perchĂŠ è frutto del caso, di miliardi di situazioni. PiĂš attore drammatico o comico? Io nasco comico. La comicità è faticosa, poi assecondi e ti appoggi a un percorso di vita e col tempo la fatica la senti sempre piĂš, emerge il dolore e salendo con l’età è piĂš facile fare piangere che far ridere. A quale personaggio è piĂš legato? Io ho amato il professore che ho fatto in due o tre film, quelli che mi hanno consolidato professionalmente. Per quanto riguarda la fisicitĂ , il modo di essere e stare al mondo come professione utile quella del professore è forse la figura a cui sono piĂš legato. Ho cercato anche però di non farmi troppo ingabbiare in quella figura. Dai film all’attualitĂ : manca “Il caimanoâ€?? Non manca a nessuno. Lasciatelo tranquillo, senza stuzzicarlo troppo. Ăˆ anche dimagrito. Magari questa volta qui fa meno danni, ma qualche danno lo fa sempre. Il Paese ne ha acquistato in credibilitĂ e un minimo di serenitĂ possibile in un contesto di crisi come quello che c’è. Lui era una persona che divideva tanto, creava un conflitto permanente che serviva a lui per coprire tutti i suoi conflitti personali. Per me è stata una figura veramente negativa per la storia d’Italia. Quanto manca “Il grande sognoâ€??
Una bella pennichella pomeridiana con qualche piccolo obiettivo andrebbe bene. Con il grande sogno ci riferiamo agli anni ‘60 e ‘70 che sono finiti in tragedie con lotte armate; le grandi utopie hanno sempre un cuore difficile e impossibile; l’impossibilitĂ crea frustrazione e la frustrazione crea violenza. Non dico che non bisogna sognare e avere obiettivi nella vita, ma forse bisogna misurarli con la concretezza di quello che si è. Quanto manca “La passioneâ€?? Credo che un uomo non sia portato a faticare. L’uomo deve lavorare, tutt’al piĂš. Oggi si fatica sempre piĂš ad avere passioni in profonditĂ , perchĂŠ ci si scontra sempre piĂš con nemici esterni e interni. Oggi è in crisi il patto tra le generazioni, tra adulti e giovani. Non c’è nĂŠ un passaggio armonico, nĂŠ uno disarmonico. Non c’è proprio passaggio, quindi i giovani si sentono sbattere contro un muro, ma non di mattoni, di gomma. Questo muro sono anche i genitori, che ti hanno trattato troppo bene. La debolezza nasce pure dall’essere stati un po’ viziati. Ăˆ un po’ come la maglia di lana, che se la togli, ti prendi un raffreddore. Bisogna stare senza maglia di lana un po’. Meglio essere “Exâ€? o “Genitori agitatiâ€? nel rapporto con i figli? Non mi piace la figura dell’ex, significa aver tradito qualcosa. Genitore non sono; lo sto facendo sempre piĂš spesso al cinema. Credo che sia un mestiere molto complicato, difficile. Non invidio chi lo è, anche se mi piacerebbe ovviamente provare la paternitĂ . Chi è Orlando nella vita privata? Non sono un trascina folle, sono uno che non va alle gite. La mia dimensione è molto intima: mia moglie e i miei affetti piĂš cari. Quale titolo di film si adatterebbe all’Italia di oggi? Il grande tiepido, invece de “Il grande freddoâ€?; mi sembra un periodo cosĂŹ.
interventi di liberalizzazione in particolare in campo assicurativo sulla responsabilitĂ civile auto. Un Decreto a 360 gradi per rilanciare l’economia digitale tricolore. “L’agenda digitale – ha spiegato il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti – è un modo per trasformare il Paeseâ€?. “La circolazione del sapere, la condivisione delle informazioni, la connettivitĂ , i servizi digitali al cittadino – ha proseguito Monti
– sono le basi per recuperare il gap tecnologico del Paeseâ€?. L’obiettivo è ambizioso, ma chiaro: “Fare del nostro Paese un luogo nel quale l’innovazione sia un fattore di crescita sostenibileâ€?. Sono sei le aree d’intervento del “Decreto crescita 2.0â€?, le prime tre dedicate alla tanto attesa Agenda digitale italiana:, “un insieme d’iniziative che disegnano l’Italia che vorremmoâ€?, ha dichiarato in conferenza stampa il ministro
per lo Sviluppo economico e le infrastrutture, Corrado Passera. Tra gli interventi piĂš interessanti ci sono i 750 milioni d’investimento stanziati (per superare il digital divide e costruire le reti a banda “ultralargaâ€?) e le misure per favorire i pagamenti elettronici nelle pubbliche amministrazioni. Nel Dl un capitolo è dedicato alle start up. Nel Decreto finiscono, poi, anche misure per favorire la realizzazione d’infrastrutture.
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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.
La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dal duomo di Santa Maria Assunta in Montichiari su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).
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Ž ‘�…‹Ž‹‘ †ƒ˜ƒ�–‹ ƒ �‘‹ L’11 ottobre 1962 papa Giovanni XXIII inaugurava i lavori del Concilio Vaticano II, aprendo la Chiesa al dialogo con il mondo. Il Concilio venne concluso da papa Paolo VI nel 1965. La nostra diocesi ha promosso diverse iniziative per il 50° anniversario; proposte celebrative e di approfondimento. Le illustrano in Primo Piano (alle 9.30 circa) l’incaricato diocesano don Antonio Lanzoni e il presidente dell’Azione cattolica Andrea Re.
La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “La diocesi per il lavoroâ€?, iniziativa a favore dell’occupazione giovanile. A seguire: “Giovanni XXIII e il Concilioâ€?, punto centrale dell’inaugurazione dell’anno accademico del Seminario; “L’attualitĂ di padre Marcoliniâ€?, è il titolo del convegno tenuto per il 65° di costituzione dell’Ucid Brescia; l’inaugurazione dell’oratorio di Sant’Eufemia.
Nel secondo servizio intervista a padre Feras parroco latino di Gerusalemme, recentemente intervenuto a Brescia per il 40° dell’Mcl. In Ecclesia Claudio Treccani presenta i corsi del Cmd. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl.
La rubrica “4 parole...â€? è con padre Igor Manzillo, per la canonizzazione di padre Piamarta. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche “Ho creduto, ho parlatoâ€? la Giornata missionaria mondiale e l’Anno della fede.
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´5RFN HFRQRP\Âľ XQR VKRZ LEULGR H GLVFXWLELOH La musica dal vivo è un evento in sĂŠ, un momento e un luogo privilegiato per chi ha scelto di partecipare all’esibizione dell’artista preferito. Se poi tutto questo accade nel contesto dell’Arena di Verona e se l’artista in questione è Adriano Celentano – che, dopo 18 anni di “silenzioâ€? torna a suonare le sue canzoni in pubblico –, allora l’evento può definirsi straordinario. Ma c’è un ma. Ăˆ la presenza della televisione. “Rock Economyâ€?, lo show che milioni di spettatori hanno visto lunedĂŹ e martedĂŹ su Canale 5, non può definirsi un semplice concerto, ma deve essere considerato come una trasmissio-
ne televisiva. La tv si è appropriata dell’evento, lo ha fatto suo nei tempi e nella forma, nei contenuti e nei personaggi intervenuti. E il risultato è stato un mezzo concerto, e un mezzo spettacolo televisivo. Mezzo concerto perchÊ non è ammissibile, a un simile livello professionale, obbligare clamorosamente i musicisti a fermarsi e a ricominciare un pezzo perchÊ si è sbagliata l’entrata; non è ammissibile questionare davanti al pubblico con il direttore d’orchestra; e, soprattutto, non è ammissibile iniziare la prima serata galvanizzando la folla cantando una serie di grandi successi, per poi pretendere che se-
gua in silenzio una demagogica lezioncina di economia condotta con slogan come “Se non hai soldi non fare debitiâ€? o “La bellezza ci salverĂ â€?. L’analogo momento della seconda serata è stato infatti cancellato. E mezzo spettacolo televisivo, perchĂŠ è un errore pretendere che la scaletta venga scombussolata in corso d’opera e poi scuotere il capo guardando i collaboratori; è un errore abbandonare la scena lasciando il palco vuoto per interminabili minuti; è un errore iniziare uno dei pezzi piĂš attesi durante la pausa pubblicitaria, come è un errore permettere che gli ospiti speciali prendano troppo spazio ed
eclissino il protagonista sia per maestria vocale, sia per presenza scenica (vedi Gianni Morandi). Questo è il risultato di un evento che non doveva essere contagiato dalla “sclerosi multiplexâ€? televisiva: le interruzioni pubblicitarie, le liturgiche inquadrature dei vip in platea, la fastidiosa e onnipresente sezione fiati dell’orchestra (prerogativa di Rai e Mediaset), l’ansia dei dati d’ascolto, il potere degli sponsor‌ Tutti elementi che hanno imbastardito un’esibizione che poteva passare alla storia. Lo straordinario concerto di Adriano Celentano all’Arena di Verona sarebbe dovuto restare fra quelle antiche e
gloriose mura, un inaspettato regalo per il pubblico piĂš affezionato. Invece la tv, e ancor piĂš Canale 5 e la sua tipica grassa baldanza da festa di paese, l’ha fatto diventare una tipica serata al circo, con gli spettatori in platea che si alzavano in piedi a ballare solo quando erano inquadrati, salutando i parenti a casa, gli assistenti di produzione che aizzavano la folla, e addirittura, dulcis in fundo, il resoconto video delle prove pomeridiane che fa tanto “Amici di Maria De Filippiâ€?. Celentano è stato fagocitato dalla tv come un qualsiasi altro evento televisibile. La pantera nera è stata addomesticata.
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‡ƒ–”‘ ”ƒÂ?†‡ Š‡ ƒŽŽ‡•– ƒÂ? ‘Â? ƒ”–Š —Â? ’‘ǯ …‘Â?‡ ›ŽƒÂ? Il primo appuntamento della Stagione ottobre-dicembre nel Ridotto del Teatro Grande è una delle proposte “unpluggedâ€? che la Fondazione del Teatro Grande rivolge soprattutto al pubblico piĂš giovane. VenerdĂŹ 12 ottobre alle 21 il cantante compositore svedese Kristian Matsson, in arte The Tallest Man on Earth, presenterĂ i suoi ultimi lavori raccolti nell’album “There’s No Leaving Nowâ€?. Il suo folk, essenziale e
ruvido, si ispira al leggendario Bob Dylan a cui The Tallest Man on Earth è spesso paragonato sia per la sua abilità compositiva, sia per l’inconfondibile stile vocale. Già a luglio era stato annunciato il sold out del concerto, ma la Fondazione del Teatro Grande di Brescia annuncia che da domani (11 ottobre) saranno messi in vendita i pochissimi biglietti risultanti da defezioni e annullamenti dei giorni scorsi.
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Non sono mai accomodanti, i personaggi dei film di Jacques Audiard. Anche AlĂŹ e Stephanie, protagonisti di “Un sapore di ruggine e ossaâ€? ispirato ai racconti dello scrittore canadese Craig Davidson, sono due personalitĂ forti e non classificabili, impegnate in un testardo corpo a corpo con la vita. AlĂŹ (Matthias Schoenaerts) prende in carico un figlio di cinque anni che non conosce e del quale a volte si dimentica. Lavora come ad-
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l 5 ottobre scorso abbiamo celebrato il cinquantesimo anniversario dalla pubblicazione di “Love me doâ€?, il primo singolo dei Beatles, la band che ha cambiato con le proprie canzoni il mondo. Sulla scia del rock ‘n’ roll gli scarafaggi di Liverpool hanno contribuito alla presa di coscienza dei giovani, che negli anni sessanta sono letteralmente esplosi dando vita ad una serie progressiva di trasformazioni sociali che hanno lasciato un segno indelebile sulle generazioni successive. Questo senza fare grandi discorsi e nemmeno grazie a testi “impegnatiâ€?, ma solo in virtĂš di una maniera entusiasmante di concepire la vita e la musica. Possiamo definirla la rivoluzione del talento, citando il loro brano “Revolutionâ€?, contenuto nel doppio “White Albumâ€?. Eppure John, Paul, George e Ringo sono durati solo otto anni, dal 1962 al 1970, attraverso i quali hanno impreziosito con le loro melodie il pop, rendendolo d’autore. Una corsa sfrenata la loro, sempre in crescendo. Se i primi dischi erano infatti molto ye-ye e sostanzialmente disimpegnati, gli ultimi lavori erano invece densi di riferimenti, di stimoli artistici, di
provocazioni talvolta subliminali. Provocazioni “sociologiche� ad opera soprattutto di John Lennon e provocazioni artistiche spesso merito di Paul Mc Carney. Tutto risale comunque a quel fatidico 5 ottobre 1962, data di pubblicazione di ‘’Love Me Do’’ (con ‘’PS I love you’’ come retro), prima uscita ufficiale della band, che aveva avuto il suo battesimo un paio di
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zione ufficiale dello scioglimento della band è del 10 aprile 1970), i Fab Four segnarono un’epoca nella musica, e ancora oggi, a distanza di 50 anni, mantengono salda la loro leadership. I Beatles sono il gruppo che ha venduto (e continua a vendere) piĂš di tutti nel campo musicale, oltre 200 canzoni scritte fra il 1962 e il 1970 e 13 album che hanno segnato la storia e regalato emozioni sempre vive a milioni di persone. L’ultimo episodio della loro saga è ‘’Let It Be’’, uscito l’8 maggio 1970, contenente capolavori quali ‘’Across the Universe’’, ‘’ Let It Be’’, ‘’I’ve Got a Feeling’’, ‘’The Long and Winding Road’’ e ‘’Get Back’’. Tra le tante iniziative per celebrare l’anniversario segnaliamo Il film “Beatles- The magical mistery tourâ€?, per la regia degli stessi Beatles e di Bernard Knowles. Il film – del 1967 – è il piĂš visionario film dei Beatles e viene presentato per la prima volta sul grande schermo nella sua versione restaurata in alta definizione con audio Dolby Digital 5.1 e il Making-Of con interviste inedite. I fan lo hanno atteso per anni ma forse non immaginavano di poterlo riscoprire anche sul grande schermo, proprio a 50 anni dall’esordio discografico dei Fab Four.
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detto alla sicurezza, e arrotonda sfogando la sua indole violenta in sanguinosi incontri di boxe clandestina. Stephanie (Marion Cotillard, splendida e a tratti commovente) coordina uno spettacolo acquatico di orche marine, ma un incidente la priva di entrambe le gambe. Il film è la storia del loro incontro e di un amore che si fa strada a fatica attraverso la fisicità . La vita sembra a lungo una questione di puro corpo: la dura convivenza di
Stephanie con la sua nuova condizione; la boxe attraverso la quale AlĂŹ lotta per la sopravvivenza; la relazione tra i due, carnale ma priva d’intimitĂ per il distacco che lui mantiene verso i sentimenti, semplificando il proprio vivere in modo quasi animalesco. Ăˆ l’ostinazione della donna, e anche la sua capacitĂ di chiedere, aspettare, perdonare – bellissima la scena in cui “parlaâ€? con l’orca che le ha devastato l’esistenza – a modificare
lentamente le cose. Con l’accelerazione finale di un nuovo dramma che appare allo stesso tempo forzato e prevedibile, in un film per il resto capace di nascondere la sua scrittura articolata dietro una forte patina di verismo. Il racconto, anche disturbante e scabroso in alcune scene, ha i toni del melodramma calato nella vita quotidiana, fatta anche della difficoltà di trovare e mantenere un lavoro. In questo tessuto realistico
Audiard semina ricorsi e simboli: l’incidente iniziale e quello conclusivo; la presenza ricorrente dell’acqua, che interviene nell’azione portando la tragedia o facendo riprovare a Stephanie il piacere fisico della vita. Non c’è la stessa compattezza narrativa del precedente – e assai piĂš duro – “Il profetaâ€?, Grand Prix a Cannes nel 2009. Ma i protagonisti sono convincenti, calati in un flusso esistenziale che trascina con violenza corpi e cuori.
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Viene da Sale Marasino la “Reginetta 2012â€? dell’Asta delle bovine di razza Bruna di Edolo: viene dall’allevamento di Marisa Poiatti, che ha cosĂŹ conquistato il riconoscimento piĂš ambito della tradizionale manifestazione zootecnica organizzata dall’Associazione provinciale allevatori di Brescia in collaborazione con Co-Bre-Ca (Cooperativa bresciana carni). Assegnato anche il premio Memorial Giovanni Minelli –
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FedeltĂ alla montagna, istituito per ricordare un personaggio per molti anni paladino nella difesa dell’agricoltura “d’alta quotaâ€?: il riconoscimento è stato conferito ad Innocenzo Antonioli, allevatore storico dell’alta valle Camonica. Soddisfacente l’andamento dell’Asta, che ha registrato la vendita dell’80% dei capi iscritti a catalogo: contenuti però i realizzi economici, a conferma delle difficoltĂ che caratterizzano il comparto zootecnico.
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i sono buone ragioni per “avere fiduciaâ€? circa la soluzione della crisi economica e finanziaria in atto, anche se l’Europa “continua a trovarsi di fronte a tempi impegnativiâ€?. L’Ue ha compiuto “progressi evidenti nella compressione del rischio sistemicoâ€?, e questo è avvenuto grazie a “un impegno comuneâ€? delle istituzioni di Bruxelles, Strasburgo e Francoforte. Mario Draghi, presidente della Bce, mostra il volto di un’Europa che non si è affatto rassegnata al tracollo della moneta unica e, con essa, dell’intero progetto della “casa comuneâ€?. Dinanzi alla commissione Affari monetari dell’Europarlamento, il capo dell’Eurotower ha svolto un’analisi serrata della situazione in cui si trovano l’Eurozona e l’Ue nel suo insieme. Si è detto convinto che nei prossimi vertici (tre appuntamenti fra ottobre e dicembre) i 27 capi di Stato e di governo dell’Unione sapranno riaffermare la irreversibilitĂ dell’euro, agendo di conseguenza per una integrazione piĂš marcata. Sulla stessa linea sembrano muoversi il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy, quello della Commissione JosĂŠ Manuel Barroso e quello dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Quest’ultimo, dopo il via libera al nuovo fondo salva-Stati (Esm) giunto l’8 ottobre dai 17 ministri finanziari di
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per reggere gli urti dei mercati. Del resto, come ha riconosciuto ancora Juncker, il Meccanismo europeo di stabilitĂ â€œnon nasce come uno strumento a sĂŠ stanteâ€?: nelle sedi Ue sono infatti in itinere nuove decisioni (dall’unione bancaria a quella di bilancio, fino al completamento dell’unione economica anche mediante un rafforzamento del livello politico e istituzionale) che, se rag-
giunte, dovrebbero mettere in sicurezza bilanci statali e finanze europee, aiutare i singoli Paesi membri a intraprendere strade virtuose sui conti interni, rilanciare – questa è la sfida decisiva – l’economia reale, le imprese, il lavoro, mediante investimenti e azioni indirizzati alla crescita. Il prossimo appuntamento di rilievo è fissato per il 18 e 19 ottobre con il Consiglio europeo specialmente dedicato all’unione bancaria e ai casi della Grecia (proprio il 9 ottobre la cancelliera tedesca è volata ad Atene per porre le basi di un dialogo risolutivo con il governo ellenico) e della Spagna. Restano numerosi obiettivi da centrare: la governance condivisa, un bilancio pluriennale Ue adatto a reggere gli impegni futuri dei 27, una tassa sulle transazioni finanziarie‌ Un percorso accidentato e lungo, carico di insidie, ma – alla luce degli ultimi sviluppi – quantomeno fattibile, purchÊ non manchi la volontà politica di compierlo.
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1XRYH YLH SHU YLQFHUH OD FULVL Brescia sta diventando terreno di sperimentazioni di iniziative imprenditoriali destinate a vincere la crisi ancora in corso. Dopo il lancio di Planet, la rete di imprese presentata su “Voceâ€?della scorsa settimana, nei giorni scorsi la cittĂ ha ospitato un evento organizzato dalla Camera di commercio italo-danese in collaborazione con Cucina Semplicemente dal titolo “Aprirsi al mercato scandinavo: la Danimarca incontra il mercato ita-
liano�. Una iniziativa ha visto alcune aziende dell’eccellenza italiana misurarsi con i buyer danesi volenterosi di portare un po’ di made in Italy nel loro Paese. All’iniziativa hanno aderito 30 aziende italiane – di cui la metà bresciane – operanti nel campo vitivinicolo, gastronomico e del design. I buyer danesi presenti erano sei, tutti appartenenti a grossi distributori che sono approdati a Brescia per raccogliere il meglio che l’Italia può offrire
nei settori ricordatii. Una ďŹ tta scaletta d’incontri ha permesso ai buyer di visitare tutte le aziende italiane presenti, di parlare direttamente con i produttori e stringere nuove sinergie, spiegando potenzialitĂ e criticitĂ di ogni prodotto rispetto al mercato danese. Le aziende italiane presenti all’evento si sono dette molto soddisfatte dell’iniziativa e la maggior parte di esse inizieranno ad esportare i propri prodotti ďŹ n da subito. I distri-
butori danesi si sono dimostrati molto interessati a tutti i prodotti italiani degustati, giudicandoli di alta qualitĂ e particolarmente adatti al proprio mercato. Come affermato da Corrado Corradini, di Cucina Semplicemente, quella bresciana è stata un’occasione importante per i produttori bresciani per conoscere nuovi mercati a cui guardare con interesse come possibile via di uscita dall’attuale periodo di difďŹ coltĂ .
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Debutto europeo sabato 13 per i Campioni d’Italia del Cammi Calvisano che celebreranno il proprio ritorno sulla scena continentale al Peroni Stadium San Michele ospitando l’Agen alle ore 19. Oltre ai francesi, i gialloneri sono stati inseriti nel girone 4 della Challenge Cup in compagnia di Bath e Bucarest Wolves. “In Coppa – spiega Paul Griffen, punto di riferimento del team bresciano – speriamo di non sfigurare, visto che con gli inglesi
del Bath e con i francesi dell’Agen combatteremo con formazioni che hanno grandi ambizioni. Anche il Bucarest sarĂ un’avversaria difficile da affrontare, soprattutto sul loro campoâ€?. “Non dico che passeremo il turno – aggiunge il tecnico Andrea Cavinato – ma che potremo toglierci soddisfazioni questo di sicuro. Tornare in Europa con lo scudetto sul petto è una responsabilitĂ in piĂš, perchĂŠ bisogna dimostrare che il campionato italiano sta crescendo e sta valorizzando i giovaniâ€?. (ma.ric).
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rchiviata con soddisfazione la vittoria casalinga contro il Lanciano, un 2 a 0 firmato Budel e Caracciolo (89 i suoi gol con la maglia delle Rondinelle) che fa morale e classifica, il Brescia si prepara alla sfida esterna contro il Novara. Trasferta insidiosa quella al “Piolaâ€?, sotto diversi punti di vista: innanzi tutto bisognerĂ fare i conti con l’assenza di quattro giocatori della rosa, convocati per gli impegni delle nazionali. Fausto Rossi è stato selezionato da Devis Mangia per la doppia sfida tra l’under 21 azzurra e la Svezia in vista dei Campionati europei, mentre Cragno è stato aggregato all’under 19. DaprelĂ e Lasik, invece si trovano rispettivamente nei ritiri di Svizzera e Slovacchia under 21. A ciò si aggiunge l’insidia del terreno di gioco, completamente in materiale sintetico: per molti giocatori si tratta di un fondo poco gradito, che presenta qualche incongruenza rispetto all’erba naturale, tuttavia non dovrebbe costituire un grosso handicap, nonostante il cattivo precedente della trasferta a La Spezia. Non bisogna infine dimenticarsi dell’avversario: il Novara, retrocesso lo scorso campionato dalla massima serie si trova in una situa-
felice nella seconda parte della scorsa stagione proprio agli ordini di Tesser, terminata con la retrocessione dei piemontesi dalla massima serie. Altri comunque sono probabilmente i pensieri di Andrea Caracciolo, che dedica comunque un pensiero di ringraziamento alla societĂ : per l’attaccante milanese, infatti, si profila il record di gol segnati con la maglia del Brescia. Per arrivare, infatti, ai 102 segnati da Virginio De Paoli ne mancano solamente 13. ToccherĂ quindi a lui, insieme al compagno d’attacco Daniele Corvia, cercare di violare la porta avversaria e portare a casa il bottino pieno: questa la situazione in vista della sfida di sabato 13 ottobre alle 20.45, quando i riflettori si accenderanno sul “Piolaâ€? e sulla ripresa del cammino in campionato da parte del Brescia.
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zione di classifica piuttosto precaria: solamente sei (a fronte dei 12 totalizzati finora dagli uomini di mister Calori) i punti raccolti in otto giornate di campionato, che valgono solamente un misero sest’ultimo posto in classifica, in piena zona playout. I piemontesi vengono da due sconfitte consecutive, quella interna
contro la Ternana e quella in trasferta a Reggio Calabria, e nelle dichiarazioni rilasciate in questi giorni da diversi componenti della squadra si legge la massima determinazione per tornare ai tre punti. Un esame quindi di grande significato per Caracciolo e compagni: l’Airone, come si diceva, è l’ex di giornata dopo la parentesi poco
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DeďŹ nita la stagione del tennis tavolo, che oltre alle canoniche gare provinciali, allâ&#x20AC;&#x2122;appuntamento regionale e a quello nazionale sarĂ scandita dal campionato a squadre e individuale. Il campionato prevede tre gironi da cinque squadre, che si affronteranno in gare di andata e ritorno. Le prime due di ciascun gruppo accederanno ai playoff andando a caccia del titolo provinciale. Le altre compagini parteciperanno alla coppa Leonessa. Ogni incontro
consiste in sei giochi di singolare e uno di doppio, ciascuno dei quali assegna un punto. Al campionato individuale prenderanno parte atleti di tutte le età , dai ragazzi ai senior A, passando per allievi e junior oltre alla categoria femminile. Girone A: Calcinato A, Desenzano A, Sporting Montichiari, Collebeato B, Coniolo A. Girone B: Desenzano B, Focolare Coccaglio, Salò, Coniolo B, Toscolano. Girone C: Coniolo C, Salò B, Collebeato A, Oratorio Calcinato B, San Pancrazio.
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l Csi non è solo palloni, partite, classifiche e premiazioni. Câ&#x20AC;&#x2122;è dellâ&#x20AC;&#x2122;altro. Ă&#x2C6; unâ&#x20AC;&#x2122;occasione per rendere migliore la vita di chi, grazie lo sport, può abbattere i muri che lo opprimono e rivedere la luce. Il prossimo 8 dicembre ad Assisi si celebrerĂ la realizzazione di un sogno. Ă&#x2C6; cominciato tutto un anno fa, con la richiesta di un ragazzo nato con unâ&#x20AC;&#x2122;importante menomazione fisica. â&#x20AC;&#x153;Voglio giocare a pallone â&#x20AC;&#x201C; dichiarò via web Francesco Messori, tredicenne di Correggio nato senza una gamba ma cresciuto con una grande passione per il calcio â&#x20AC;&#x201C; e far parte di una squadra vera, ma lâ&#x20AC;&#x2122;attuale regolamento federale non me lo permetteâ&#x20AC;?. Il Centro sportivo italiano fu pronto a rispondere alla sua richiesta e cambiò le proprie regole per permettergli di iscriversi ai tornei ufficiali. Fu un gesto dovuto. Lâ&#x20AC;&#x2122;esordio fu a Cremona il 5 febbraio scorso, un quadrangolare di calcio a 5 under 14. In campo Torrazzo, Bedriacum A e Bedriacum B e Mandrio, la squadra di Messori. Un momento meraviglioso impreziosito dal primo gol â&#x20AC;&#x153;veroâ&#x20AC;? di Francesco. Fu solo lâ&#x20AC;&#x2122;inizio di una lunga avventura, proseguita con il torneo â&#x20AC;&#x153;Un calcio a modo mioâ&#x20AC;?, basato su un progetto di aggregazione tra calciatori normodotati e diversamente abili. A giugno, poi, la premiazione di Messori come primo Pallone dâ&#x20AC;&#x2122;Oro della
Â? Â&#x2039;Â?Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2021;
Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2039; Â?Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2039;Â?Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2039; Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2030;Â?Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039;Â? Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â?Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â?Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x153;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2018;Â?Â&#x192; Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2021; Â&#x2039;Â? Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021;ÇŁ Dz Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2039;Â?ÇŚ Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;ÇĄ Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Â?Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2C6;Â&#x192; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x2021;Â&#x17D;ÇŚ Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â? Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2021;ÇŤ Â&#x2021; Â&#x2022;¿ǥ Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2018;Ǥ Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x17D; Â?Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2039;Â? Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â? Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;Ǥ Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x201E;Â&#x2039;ÇŚ Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2C6;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2021; Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x153;ÇŚ Â&#x153;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2020;Â&#x2039;Â?Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x17D;Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x2039;ÇŚ Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;dzǤ Â? Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;ÇŚ Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2039; Â&#x192;Â?Â&#x2030;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021;Â?Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2018;Â? Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x192;Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x2018; Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2014;Â? Â&#x201E;Â&#x192;Â?Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x2C6;Â&#x2039;Â?Â&#x192;ÇŚ Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2030;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â? Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;ÇŚ Â&#x2DC;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021;Ǥ Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;ÇŻÂ&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â? Í&#x153;Í&#x2DC; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2019;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Í?Í&#x2DC;Í&#x2DC;Â?Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x2018;Ǥ Â&#x17D; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2020;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â?Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x2022;ÇŚ Â&#x2022;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â?Â&#x2039; Â?Â&#x2018;Â? Â&#x160;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x2039;ÇŁ Dz Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2039;Â? Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â?Â&#x2030;
Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2122;Ǥ Â? Â?Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â?Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Ǥ Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192; ° Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2019;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2021;ÇŁ Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â? Â?Â&#x2018;Â? ° Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x192;ÇĄ Â?Â&#x192; Â&#x2014;Â? Â&#x2039;Â?Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2039; Â?Â&#x2018;Â? Â&#x2022;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â? Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x192;Â?Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2014;Â? Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x192;Â?Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2018;Ǥ Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2039;Â?Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2C6;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2C6;Â&#x2C6;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x153;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;ÇŚ Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x192;Â?Â&#x192; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2013;Â? 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festeggiare nel corso del meeting di Assisi. Il popolo del Csi sente sua questa squadra, e sarĂ ben felice di assecondare sempre i suoi sogni, che da piĂš di un anno sono anche diventati quelli di chiunque abbia capito il senso piĂš autentico dello sport arancioblĂš. Lâ&#x20AC;&#x2122;8 dicembre â&#x20AC;&#x201C; nel fine settimana dellâ&#x20AC;&#x2122;Immacolata â&#x20AC;&#x201C; ci si incontrerĂ , si pregherĂ e si rifletterĂ . Davanti a San Francesco in molti esprimeranno nuovi desideri da realizzare per cambiare la vita di tante persone, consentendo allo sport di svolgere la sua missione piĂš nobile. Il Csi non dovrĂ fare altro che ascoltare e rimboccarsi le maniche.
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Â&#x2014;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2021;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; ° Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x2014;Â?Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;ÇŚ Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2019;Â&#x2018;Â?Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â? Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x2039; Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x201D;Â?Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;ÇŚ Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; ° Â?Â&#x2021;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2039;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021; Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2030;Â?Â&#x2018;Â?Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2018; Â&#x2021; Â?Â&#x2014;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2C6;Â&#x2018;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x201D;Â?Â&#x2021; Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2039;Â&#x2020;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2C6;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Ǥ Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2DC;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x153;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x201D;Â?Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2022;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x201E;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x2018; Â&#x17D;Â&#x2014;Â?Â&#x2030;Â&#x160;Â&#x2039; Č&#x2039;Â?Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Í&#x161;ǤÍ?Í&#x2DC;Í&#x2DC; Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2021;Č&#x152; Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D;Ă&#x2013;ÇĄ Â&#x2039;Â?Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x17D;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x17D; Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x201D;Â?Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2018;Â?Â&#x17D;Â&#x2039;Â?Â&#x2021; Â&#x2122;Â&#x2122;Â&#x2122;ǤÂ&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013;Ǥ Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2014;Â?Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192; Â?Â&#x2018;Â? Â&#x2039;Â?Â&#x2019;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?ÇŚ Â&#x2013;Â&#x2021;Â?Â&#x2014;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021;Ǥ Â&#x2018;Â? Â&#x2022;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x192;Â?Â?Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2030;Â&#x2039;Â? Â&#x192;Â&#x2019;Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2021; Â&#x2022;Â&#x2014; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x2039; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2019;Â&#x192;Ǥ Â&#x2026;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2021; Â&#x192; Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;dzǥ Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039;ÇĄ Í&#x17E; ÇŚ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2018; Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â?Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2021;ĚťÂ&#x17D;Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;ǤÂ&#x2039;Â&#x2013;Ǥ
Í&#x153;Í&#x203A;
Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021; Dz Â&#x17D; Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021;Çł Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2020;Âż Í&#x2122;ÍĄ Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Í&#x161;Í&#x2122; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x2013;Â? Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2021;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018;ÇĄ Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2021;Ǥ ÇŻÂ&#x192;Â&#x201D;ÇŚ Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x2013;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2019;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2026;Â&#x160;Â&#x2039; Â&#x2039;Â?Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x192;Â?Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x201C;Â&#x2014;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻ Â&#x2021;Â&#x2039;Â?Â&#x2021;Â?Â&#x2021;Â? Â&#x192;Â?Â?Â&#x2039;Â?ÇŻ Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2039;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x17D;ÇĄ ° Â&#x2039;Â? Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2014;Â&#x201D; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x192;ÇŚ Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2022;Â&#x2014;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018; Â&#x2020;ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2018; Dz Â&#x2039;Â&#x192;Â?Â&#x2018; Â?Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x192; Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;ÇŻÂ&#x192;Â?Â?Â&#x2039;dzǤ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x192; Dz Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x2018;ÇŚ Â&#x2026;Â&#x2021;Çł Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2018; Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;Çł Â&#x2039;Â? Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;ÇŚ Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Í&#x17E;ÇĄ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122;Ǥ Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x2122;Í Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ
Â&#x2039;Â?Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x2020;Â&#x2014;Â&#x2021; Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2030;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2039; Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â&#x2039;Â&#x17D; Â&#x2026;Â&#x2018;Â?Â&#x2026;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039; Dz Â&#x192;Â&#x201D;ÇŚ Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x2022;Â&#x160;Çł Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Í&#x161;Í&#x2DC; Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Í&#x161;Í&#x2122; Â&#x192;Â&#x17D; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x192;Â&#x2021;Â&#x2039;Â&#x201E;ÇŚ Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x201D;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039;Â&#x192;ÇĄ Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2030;Â&#x192;Â?Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x192;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x2019;Â&#x2039;Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2022;Â&#x2021;Ǥ
Â&#x17D; Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x2014;Â&#x201D; Dz Â&#x2039;Â&#x2014;Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2014;Â? Â&#x2030;Â&#x2039;Â&#x201D;Â&#x2018; Í&#x161;Í&#x2DC;Í&#x2122;Í&#x161;Çł Â&#x2022;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x2014;Â&#x2021; Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x2014;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x17D;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2014;Â&#x17D;Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2018; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x201E;Â&#x2014;Â? Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2019;ÇŚ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x201D; Â?Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x192;Â?Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x192;Â?Â&#x192;Â&#x2030;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2C6;Â&#x2021; Â&#x192;Â&#x201E;Â&#x2039;Â&#x2018; Â&#x2039;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2018;ÇĄ Dz Â&#x2039;Â?Â&#x2030; Â&#x2018;Â&#x2C6; Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2019;dzǤ Â&#x2019;Â&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2039; Â&#x192; Dz Â&#x17D;Â&#x17D;ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2DC;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Â&#x2026;Â&#x2018;Â? Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021;Çł Â&#x192; Dz Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x2026;Â&#x2021; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018;Çł Â&#x2039;Â? Â&#x2DC;Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021;Â&#x2030;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; Í&#x17E;ÇĄ Í&#x161;Í?Í&#x2122;Í&#x161;Í&#x2122;Ǥ Â&#x2022;Â&#x2013;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x2039;Â&#x2018;Â?Â&#x2021; Â&#x2039;Â&#x17D; Í&#x2122;ÍĄ Â&#x2018;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x2018;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2021;Ǥ
Vale ancora la pena essere onesti?
come metodo di vita sembra un concetto superato, abbandonato perchĂŠ privo di qualsiasi valore pratico. Il cattivo esempio dato ovunque dai nostri politici scoraggia lâ&#x20AC;&#x2122;onestĂ . Lâ&#x20AC;&#x2122;Italia è il Paese dove le circoscrizioni e i consigli di quartiere costano ai Comuni cifre enormi a fronte di riunioni per non decidere nulla, oppure per decidere di dare tanti soldi ad associazioni ricreative o culturali piĂš o meno vicine ai vari referenti politici per organizzare saggi di danza, tornei di calcio, sagre della salsiccia o dello spiedo, emolumenti per la banda musicale e altro ancora... Ovviamente a pagare sono i cittadini. Ogni gettone di presenza corrisposto a ogni consigliere ammonta a 80 euro, circa 2000 al mese sono quelli che vanno al presidente. Lâ&#x20AC;&#x2122;Italia è il Paese dove gli stipendi dei lavoratori sono tra i piĂš bassi dâ&#x20AC;&#x2122;Europa e quelli dei politici tra i piĂš alti al mondo. Basta questo dato per capire che una drastica riduzione di deputati e senatori è doveroso. Gli italiani non ne possono piĂš di questa burocrazia parlamentare e respingono il ridicolo taglio del numero di deputati e senatori. Negli Stati Uniti, con una popolazione di 300 milioni di persone e una federazione di 50 Stati, ci sono solo 100 senatori e 435 deputati: prendiamo esempio dagli americani! Ă&#x2C6; colpa dei parlamentati che lâ&#x20AC;&#x2122;hanno voluta se la legge prevede che ogni partito che si presenta anche con un solo iscritto ha diritto a incassare soldi pubblici! E cosa mai può avere a che fare tut-
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Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2021;Â&#x2013;Â&#x2013;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x2022;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x2DC;Â&#x192;Â&#x2020;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2014;Â&#x201D;Â&#x192; Â&#x2018;Â&#x201D;Â&#x2022;Â&#x2018; Â&#x192;Â?Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2039; Í&#x161;Í&#x203A;Č&#x20AC;Â&#x201E; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2018;Â?Â&#x201E;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2014;Â&#x2026;Â&#x192; Â&#x2020;Č&#x20AC; Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x2014;Â&#x153;Â&#x153;Â&#x2039; Í&#x161;Í&#x17E; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Í&#x161;ÍĄ Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x201D;Â&#x2021;Â?Â&#x2013;Â&#x2018; Í&#x161;Í?
Â&#x192;Â&#x2030;Â?Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2018;Â?Â&#x2013;Â&#x2039;Â?Â&#x2039;ÇĄ Â&#x2039;Â&#x192; Ǥ Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x2018;Â&#x2020;Â&#x2039; Â&#x160;Â&#x2039;Â&#x192;Â&#x201D;Â&#x2039; ÇŻÂ&#x2021;Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Â&#x2020;Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2021; Â&#x2021;Â&#x201D;Â&#x201E;Â&#x2021;ÇĄ Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x2039;Â&#x17D;Â&#x2021; Í&#x161;ÍĄ Â&#x2021;Â&#x17D;Â&#x17D;Â&#x2018; Â&#x2020;Â&#x2039;Â&#x2026;Â&#x2018;Â&#x17D;Â&#x192; Í&#x161;Í&#x;Í&#x; ÇĄ Â&#x2039;Â&#x192; Â&#x2021;Â&#x201E;Â&#x201E;Â&#x201D;Â&#x192;Â&#x2039;Â&#x2018; Í&#x161;
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Egr. direttore, si dice che la corruzione di tanti politici sia derivata dalla mancanza dello Stato. Sono tentato di rispondere: magari fosse cosĂŹ, il problema sarebbe risolvibile rendendo evidente e visibile la presenza della istituzioni laddove, a causa della loro latitanza, vengono a crearsi condizioni di terribile tensione sociale. Se si dicesse a un giovane che il denaro è il piĂš grande nemico della vita e della vera felicitĂ umana, questo la crederebbe la piĂš assurda delle menzogne. Ogni uomo per il suo naturale istinto sogna il denaro come fonte di tutti i godimenti (cosĂŹ, molti politici si lasciano guidare dalla brama dei soldi, mettendo sotto i piedi ogni dignitĂ , ogni virtĂš, ogni legge) inebriato unicamente del suo sogno, ricorre a qualunque arma: ruberie, imbrogli, tradimenti, infedeltĂ , cosĂŹ fiumi di denaro pubblico vanno ai partiti dichiarati o inesistenti, ad amministratori locali, comunali, provinciali, regionali e delle circoscrizioni. E tutti i partiti, dalla destra al centro e alla sinistra fanno vedere che litigano, ma quando devono passare allâ&#x20AC;&#x2122;incasso tutti si uniscono magicamente. Insomma, nonostante la crisi i politici continuano a sprecare denaro pubblico. Si dice che lâ&#x20AC;&#x2122;onestà è sempre ricompensata; facendo eco a questa veduta oggi molti pensano che lâ&#x20AC;&#x2122;onestĂ sia un nobile ideale ma che vale poco di fronte al denaro. CosĂŹ nella nostra societĂ lâ&#x20AC;&#x2122;onestĂ
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to questo con gli sprechi di pubblico denaro? Si dirĂ , ma in un Paese nel quale chi ha governato da vari anni ha affermato che tutto andava bene, in un paese in cui nelle elezioni non si può scegliere ma si è sottoposti al volere delle segreterie politiche, in un paese in cui ogni riforma portata a termine si è rivelata un disastro, in un paese in cui la povertĂ avanza (e non parliamo dei pensionati) le classi medie vanno scendendo la scala che conduce allâ&#x20AC;&#x2122;indigenza, cosa possiamo aspettarci? E cosa ci aspettiamo da una classe politica cosĂŹ corrotta? Ă&#x2C6; contro questi che si deve lottare affinchĂŠ possa esserci una nuova classe politica credibile e vero ponte di contatto tra le domande della gente e le risposte che le istituzioni devono fornire. Lo Stato deve materializzarsi con risolutezza e nello stesso tempo con il dovuto rispetto per la miseria degli ultimi. Soprattutto lo Stato deve dimostrare di saper vedere, udire, ascoltare e correggere senza altri che lo facciano in vece sua e senza delegare a torbidi se non delinquenziali interessi locali il compito di decidere e dirigere. Il dirigere e il decidere comportano anche errori; gli italiani per bene sono disposti a tollerarli ma solo dopo essere stati convinti che lo Stato câ&#x20AC;&#x2122;è davvero. Si cominci oggi col chiedere che la legge sul finanziamento ai partiti venga abolita e che i drastici tagli alle spese folli dello Stato siano realmente effettuati. Solo cosĂŹ i politici possono ritrovare la fiducia dei cittadini. Edmondo Del Prete
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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
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