La Voce del Popolo 2012 39

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Ăˆ tempo di investire sulla capacitĂ di partecipazione dei cittadini nelle scelte politiche ed economiche che riguardano tutti. Il ritardo partecipativo del dialogo (indispensabile) che deve esistere tra chi esercita il potere e la cosiddetta societĂ civile, è fondamentale. Alla societĂ civile spettano le proposte e soprattutto i controlli sugli interventi e chi comanda non vede di buon occhio questa funzione. Tutto ciò è, a mio avviso, una delle cause di fondo non solo della crisi economica attuale, ma anche della crisi ambientale, che per i suoi effetti progressivi è ancora peggiore di quella economica. Pensare che non sarebbe difficile dare piĂš spazio a questa partecipazione. Faciliterebbe le scelte di chi ha il potere e il dovere di scegliere. Soprattutto renderebbe piĂš responsabili i cittadini. Questi, quando vengono chiamati a votare, sarebbero piĂš informati e piĂš sereni nel giudizio, sarebbero piĂš contenti di esprimere il loro voto, perchĂŠ sia il passato come il futuro sarebbe parte del loro protagonismo. PerchĂŠ questa partecipazione non viene, con ogni mezzo, portata avanti?

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Lombardia. Chiusura anticipata per Formigoni

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ Azione cattolica. Il Concilio visto da mons. Bettazzi

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Í›Í Â…Â‘Â?‘Â?‹ƒ Legge di stabilitĂ : un passo avanti... e due indietro

͙͜ ’‘”– Brescia: urge una cura per il mal di trasferta

Â?†‹‰Â?ƒ”•‹ Â?‘Â? „ƒ•–ƒ Indignarsi non basta. Troppo semplice accodarsi oggi alle grida sugli scandali della Regione Lazio, sulle follie della Regione Sicilia, sulla faccia tosta di quelli che continuano a nascondersi dietro le “eccellenzeâ€? della Regione Lombardia – che pure ci sono – avendo in casa 14 inquisiti e un assessore arrestato per avere stretto rapporti con la malavita organizzata. La cronaca racconta puntigliosamente di soldi pubblici rubati, sprecati, colpevolmente male impiegati; di porte che si aprivano solo se a bussare era il faccendiere giusto, di appalti assegnati sempre allo stesso giro. Non è facile, ma bisogna andare oltre. Occorre riflettere seriamente su cosa sono

stati questi ultimi due decenni in cui le Regioni sono diventate un formidabile concentrato di potere e di risorse al riparo da qualsiasi controllo. Nel nostro Paese l’esplosione del debito pubblico è strettamente correlata ai processi di decentramento amministrativo. Ăˆ avvenuto negli anni Settanta con la nascita delle Regioni, si è ripetuto all’inizio del Duemila con le riforme in senso federale introdotte dalla revisione del Titolo V della Costituzione. Due cifre per tutte: dal 2001 al 2011 il debito pubblico è passato da 1.329 a quasi 1.912 miliardi di euro. Cos’è che non ha funzionato nel passaggio di poteri dallo Stato centrale agli enti locali? Le riforme istituzionali sono state un tema dominante nel dibattito politico di quella che chiamiamo Seconda Repubblica, attraversato dai furori antistatali della Lega e dai molti opportunismi ad essa collegati. A partire dal

1993 ci hanno lavorato, alle riforme, ben tre Commissioni bicamerali. Nel 2000, sul finire di una travagliata legislatura, con i soli voti del centro sinistra il Parlamento ha votato la riforma del Titolo V della Costituzione in cui si affermano i livelli di autonomia delle diverse istituzioni ridefinendo compiti e funzioni di ciascuna. Pochi mesi dopo, nella primavera del 2001 il centro destra ha vinto le elezioni politiche e si è ritrovato a dover attuare e gestire la riforma che aveva duramente contestato. L’idea di un modello amministrativo meno centralizzato e piĂš vicino ai bisogni della gente, di una maggiore partecipazione dei cittadini nella gestione della cosa pubblica è rimasta a fare da titolo ad un libro nel quale si scriveva altro: un’autonomia giocata in contrapposizione all’unitarietĂ della nazione accompagnata da un flusso ininterrotto di risorse pubbliche agli enti locali. Di fatto

la classe politica si è servita del decentramento amministrativo per creare nuovi centri di potere e di spreco, per soccorrere con i soldi pubblici le piĂš assurde e stravaganti pretese localistiche, le rivendicazioni di campanile, le paranoie di amministratori megalomani. Gli scandali chiudono nel peggiore dei modi una stagione politica che ha portato al fallimento il progetto federalista. La responsabilitĂ dei partiti è evidente e c’è da sperare che gli elettori se ne ricordino quando torneranno alle urne. Hanno però da pensare anche a quelle realtĂ variegate del sociale che chiamiamo corpi intermedi, sempre impegnati a marcare il loro confine e a celebrare le loro storie, piuttosto che a tentare una qualche ricomposizione strategica delle forze in campo. C’è bisogno di unitĂ per parlare con autorevolezza di bene comune e di politica, per riconquistare giovani e non all’impegno. Non basta indignarsi.


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La santitĂ costruita vicino ai giovani Í™Í? ƒÂ?Â?‹ †ƒŽŽƒ „‡ƒ–‹ˆ‹…ƒœ‹‘Â?‡ǥ Žƒ ’”‘…ŽƒÂ?ƒœ‹‘Â?‡ †‹ —Â? ’‡”…‘”•‘ †‹ •ƒÂ?–‹–Â? …‘•–”—‹–ƒ Â?‡ŽŽǯ‹Â?’‡‰Â?‘ “—‘–‹†‹ƒÂ?‘ ƒ ˆƒ˜‘”‡ †‡‹ ‰‹‘˜ƒÂ?‹ …Š‡ ° ƒÂ?…‘”ƒ ‘‰‰‹ ƒ––—ƒŽ‡

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rescia vede allungarsi l’elenco dei suoi santi. Alla schiera, da domenica 21 ottobre, dovrà essere aggiunto anche padre Giovanni Battista Piamarta, fondatore della congregazione della Sacra famiglia di Nazareth che Benedetto XVI canonizzerà insieme ad altri sei beati. Ancora una volta viene elevata agli onori degli altari un sacerdote capace di incarnare un tipo di carità attiva e intelligente, capace di incidere nella storia. Con il nuovo santo bresciano si allunga l’elenco di quelle figure che hanno saputo incarnare nel quotidiano tutti gli aspetti di una santità che, con la canonizzazione di domenica, viene indicata come esemplare a tutta la Chiesa universale. Padre Giovanni Piamarta appartiene infatti a quella schiera di sacerdoti bresciani, vissuti a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del nuovo secolo, che hanno saputo incidere sulla storia e sulle vicende

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za spirituale ma anche materiale a una cittĂ e alla sua gente alle prese con enormi fatiche, chiamata ad affrontare le grandi trasformazioni imposte dal passaggio da una societĂ agricola a una industriale che anche a Brescia generava miseria e povertĂ . Giovanni Piamarta, che Benedetto XVI canonizzerĂ tra poche ore, santo nella quotidianitĂ lo è stato sin da subito, da quando (come tanti altri bresciani alcuni elevati agli onori degli altari, altri no) sacerdote poco piĂš che 24enne non teme le sfide di una societĂ malata di egoismo, di paura, di ingiustizie. Intuisce, forse sulla scorta dell’esperienza personale, che non può lasciare abbandonati a sĂŠ stessi tanti giovani che arrivano in cittĂ in cerca di lavoro e che davanti alle difficiltĂ finiscono per perdere la fede. Comprende che quell’emergenza educativa di cui oggi tanto si parla è giĂ urgenza nella cittĂ che vive il passaggio

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tra due secoli. Elabora un progetto, un’intuizione educativa che porta avanti anche quando difficoltĂ sempre piĂš grandi sembrano avere la meglio. Il suo modello è quel Lodovico Pavoni, creatore della prima scuola tipografica italiana nella quale ha accolto orfani e poveri, dando loro istruzione e un mestiere. Ne parla con un altra grande figura del clero bresciano dell’epoca: don Pietro Capretti. Il 3 dicembre 1886,

seppure in sordina, nasce l’Istituto Artigianelli, dove Piamarta accoglie i primi quattro ragazzi orfani. Ăˆ l’avvio di una storia grande, importante. Ăˆ l’inizio della santitĂ di Giovanni Battista Piamarta, santo dei giovani, santo tra i giovani, santo per i giovani. La celebrazione delle prossime ore in piazza San Pietro, con Benedetto XVI, è il sigillo, l’ultimo, il piĂš importante di una vicenda che continua ancora.

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Il 26 novembre 1841 è la data di nascita di Giovanni Battista Piamarta. Nasce a Brescia. Il padre barbiere e la madre, donna molto pia, ebbero un inusso decisivo sull’educazione del ďŹ glio. Alla morte della madre. il piccolo Giovanni Battista, di nove anni, viene afďŹ dato al nonno paterno che lo fa studiare e, nelle ore libere, lo manda all’oratorio della parrocchia di Santi Faustino e Giovita, che gli ha dedicato la cappella in cui battezzato (a destra)

L’ambiente oratoriano è provvidenziale per il giovane Piamarta. A 13 anni conosce don Pancrazio Pezzana, parroco di Vallio, che per primo intuisce la sua vocazione al sacerdozio. Non troppo in salute e senza grandi risorse Giovanni Battista Piamarta deve aspettare i 19 anni per entrare nel Seminario di Santangelo (a destra). Negli anni di formazione al sacerdozio si distinse nello studio e, ancora di piĂš, nella pietĂ e nella disciplina.

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adre Enzo Turriceni è, in ordine di tempo, l’ultimo dei successori del nuovo santo Giovanni Battista Piamarta alla guida della congregazione fondata agli albori del secolo scorso. A poche ore dalla canonizzazione del fondatore non nasconde tutta la sua emozione per l’evento. “Si tratta – afferma – di un grande momento per tutta la famiglia piamartina, ma mi pare anche un’occasione straordinaria per conoscere meglio e riscoprire la straordinaria figura di padre Piamarta.â€? PerchĂŠ parla di riscoperta? Parlo di riscoperta e rivalutazione perchĂŠ in questi ultimi anni, a partire dalla beatificazione del 1997, sono emersi alcuni aspetti della personalitĂ di questo umile prete bresciano che prima non erano stati messi in luce, alcune qualitĂ della sua ricca umanitĂ e della sua spiritualitĂ che rimanevano un po’ nascoste, forse guardando piĂš alle opere da lui compiute che a quanto aveva nel cuore e nella mente. Chi è stato, allora, padre Giovanni Battista Piamarta? In lui hanno trovato felice sintesi il prete dalla profonda spiritualitĂ basata sulla conoscenza della Scrittura, in un tempo in cui non si usava molto, l’imprenditore attento e coraggioso per amore dei suoi ragazzi (“manager della caritĂ â€? l’ha definito Franco Mo-

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linari), l’educatore pienamente inserito nel contesto storico, ma capace di guardare avanti, attento all’arte, alla musica, alla natura: a tutto ciò che poteva far crescere e indurre al bello e al bene. Una pienezza, quella che abbiamo riscoperto nel cammino di avvicinamento alla canonizzazione

di domenica 21 ottobre, che ha tratto giovamento dal contatto con altre figure significative del cattolicesimo bresciano a cavallo tra Otto e Novecento, come Capretti, Tovini, Montini, Geremia Bonomelli. La canonizzazione ci ha permesso di individuare nel nostro fondatore un uomo capace, grazie alla fede, di guardare anche oltre, di intuizioni che gli derivavano dalla caritĂ che gli urgeva nel cuore. Alla luce di tutte queste considerazioni come definirebbe oggi la figura del vostro santo fondatore? Non servono molte parole. Credo che una felice sintesi di cosa sia stato e continui a essere oggi padre Giovanni Battista Piamarta sia quella operata

dall’autore che ha composto il nuovo inno del fondatore. CaritĂ e speranza insegnasti ai giovani: sono queste le parole che aprono la composizione, parole di straordinaria attualitĂ perchĂŠ anche in contesti come quelli odierni, segnati, proprio come quelli in cui visse padre Piamarta, da grandi difficoltĂ serve, nei confronti dei giovani una caritĂ attiva e intelligente, capace di incidere nella storia. Le giovani generazioni non hanno bisogno di elemosina, ma di rapporti autentici, capaci di renderli protagonisti del loro momento e della loro vita, di aprirli, come fece Piamarta con i suoi primi allievi, alla speranza. Come portate avanti l’ereditĂ che vi ha lasciato il vostro fondatore che tra poche ore sarĂ santo? Credo che sia importante mantenere viva, attualizzandola, la sua dedizione al prossimo, alimentandola di quella spiritualitĂ dell’incarnazione che è stata propria di padre Giovanni Battista Piamarta e che gli ha permesso di essere prete e uomo capace di immergersi nel quotidiano e di condividere con i suoi giovani, attese, speranze e sofferenze. Qual è il suo stato d’animo a poche ore dalla canonizzazione? C’è in me, in tutta la famiglia piamartina, una grande gioia. La Chiesa rende santo padre Piamarta, lo canonizza e lo indica a modello di riferimento.

8Q¡LQWXL]LRQH XQLYHUVDOH Sono trascorsi quasi 126 anni da quella sera del 3 dicembre 1886, quando padre Giovanni Piamarta celebrava la Messa con quattro ragazzi nella chiesa del Seminario di San Cristo e raccoglieva i suoi primi “artigianelliâ€? in due vecchie case a ridosso del colle di Santa Giulia. Presentava a loro quello che, con gli anni, sarebbe diventato il manifesto dell’azione e della presenza della famiglia piamartina nel mondo, quel “Bisogna studiare, bisogna lavorare con pertinacia indefessa. SĂŹ, lavorare anche gratuitamente per imparare, per fare pratica, per farsi conoscere. Il lavoro è la sola cosa per cui una persona che si impegna possa dire di non aver vissuto invano e sterilmenteâ€? . Dopo la sua morte avvenuta il 25 aprile 1913, fu fatto proprio anche dai collaboratori che aveva riunito nella “Pia SocietĂ della Sacra Famigliaâ€? che si fecero carico di portare avanti

l’opera iniziata, aprendola al mondo. Oggi quelle parole, quegli inviti rivolti ai primi quattro “artigianelliâ€? risuonano nelle opere piamartine in Italia, in Brasile, Cile, Angola e Mozambico, nelle scuole e nei centri professionali, nelle parrocchie e negli oratori, nei convitti e nei luoghi di aggregazione giovanile e in tutte le altre realtĂ che testimoniano la felice intuizione di padre Giovanni Battista Piamarta. A Brescia i piamartini sono presenti con la casa madre, l’editrice Queriniana e la TipograďŹ a, l’istituto scolastico “Piamartaâ€? e la parrocchia Santa Maria di Nazareth. Nel Bresciano sono presenti anche a Remedello con la colonia agricola fondata nel 1895 da padre Piamarta e padre Bonsignori, che, con il “Bonsignoriâ€? si è sviluppata in diverse attivitĂ formative per accompagnare i giovani e favorire lo sviluppo dell’agricoltura insieme alla

salvaguardia dell’ambiente. La casa di spiritualitĂ Sant’Obizio di Angolo Terme e la struttura di Maderno, un tempo sede del Seminario piamartino e oggi luogo di soggiorno e spiritualitĂ completano il quadro delle presenze locali. I piamartini sono attivi anche a Milano, con la “Casa padre Giovanni Piamartaâ€?, con il Centro professionale e la parrocchia San Girolamo Emiliani; a Roseto degli Abruzzi, con il Centro professionale “Guerrieriâ€?, il Centro giovanile piamartino, la “Cittadella dei ragazziâ€? e la parrocchia del S. Cuore; a Pontinia, con un’attivitĂ parrocchiale e a Cecchina, a pochi chilometri da Roma, con la parrocchia di San Filippo Neri, l’oratorio e il Collegio Piamarta. Lo spirito del nuovo santo ha varcato anche i conďŹ ni italiani e ha raggiunto l’America Latina e l’Africa. Brasile e Cile sono i Paesi del continente sudamericano

in cui è presente la Congregazione. In Brasile, a partire dal 1957, i piamartini hanno portato il messaggio e lo spirito del fondatore in sette cittĂ di quattro diversi Stati. A SĂŁo Bento, all’interno del MaranhĂŁo, a MacapĂĄ, a nord dell’Amazzonia, a Fortaleza, PacotĂ­ , Limoeiro do Norte, nello Stato del CearĂĄ, a Curitiba e Matelândia, nel ParanĂĄ, i piamartini con scuole, ospitalitĂ , aziende agricole e parrocchie accolgono gli ultimi, in particolare la gioventĂš piĂš povera con lo stesso spirito che spinse Piamarta all’azione a Brescia. Altro Paese sudamericano che conosce padre Piamarta e le sue opere è il Cile, dove la congregazione è arrivata nel 1983 a Talca e a Santiago (nella foto). In Africa i piamartini sono presenti in Angola, a Lucala e a Luanda, e in Mozambico, nella diocesi di Inhambane. Anche qui rinnovano l’impegno del padre fondatore.


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Ăˆ il 24 dicembre 1865 quando Giovanni Battista Piamarta viene ordinato sacerdote. Il suo primo incarico è a Carzago Riviera. Dopo tre anni raggiunge a Bedizzole, come curato, il suo benefattore don Pezzana, con cui condivide altri 13 anni di impegno sacerdotale nella parrocchia di Sant’Alessandro in Brescia (a sinistra). In questi anni si dedica alla formazione dei giovani, all’assistenza ai poveri manifestando molti dei caratteri di quella che sarebbe stata la sua intuizione.

Il 20 ottobre 1883 don Giovanni Battista Piamarta viene nominato parroco di Pavone Mella (a sinistra). Con coraggio e generositĂ inizia una profonda azione pastorale: catechismo domenicale, lotta al malcostume, oratorio per i giovani, predicazione, visite agli ammalati, assistenza ai poveri. Gli anticlericali lo contrastano, la gente, anche grazie all’esempio di vita sacerdotale santa di cui da prova, è dalla sua parte.

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er tutti i giovani che ha saputo avvicinare, aprendoli all’orizzonte della speranza, padre Giovanni Battista Piamarta è sempre stato santo. Non c’era bisogno di riconoscimenti ufficiali. La sua santitĂ terrena, costruita giorno per giorno, a fianco dei piĂš poveri, dei giovani per ridare loro dignitĂ , poteva essere di esempio, poteva avvicinare alla fede anche tante altre persone. Di qui la scelta di dare il via al complesso cammino per la sua elevazione agli onori degli altari. Nel 1943, a 30 anni dalla sua morte, prese cosĂŹ avvio a Brescia il processo ordinario informativo. Era l’11 febbraio quando il vescovo Giacinto Tredici dava il via alla raccolta di tutta la documentazione per l’introduzione della causa che si protraeva sino al 1948. 10 anni piĂš tardi, nel 1958, vi fu un supplemento di istruttoria. Nel 1963 la causa venne ufficialmente introdotta, con la celebrazione dei processi apostolici, dal 1967 al 1969, che furono riconosciuti giuridicamente validi l’11 aprile del 1970. Il lungo lavoro per la preparazione della positio super

virtutibus, il corposo insieme di materiali che costituiscono la dimostrazione delle virtĂš eroiche, attraverso l’utilizzo delle testimonianze e documenti raccolti nell’inchiesta diocesana si è chiuso nel 1982. Il decretum super virtutibus è stato promulgato il 22 marzo del 1986. L’inchiesta diocesana sul presunto miracolo, la guarigione del giovane Bruno Cocchetti vittima nel 1988 di un incidente stradale, è stata istruita presso la curia nel 1991. Il caso, studiato in ogni dettaglio da Massimo Gandolfini, è stato cosĂŹ sottoposto all’esame dei periti della consulta medica il 27 giugno 1996 e a quello dei consultori teologi l’8 dicembre successivo. I membri della Congregazione per la causa dei santi il 4 marzo 1997 hanno riconosciuto

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l’inspiegabilitĂ dell’evento e l’intercessione del venerabile Servo di Dio Giovanni Battista Piamarta. L’8 aprile successivo viene promulgato il decreto che accertava il miracolo. Una “certificazioneâ€? che apre la strada alla beatificazione di padre Piamarta. Ăˆ Giovanni Paolo II a presiedere il rito in piazza San Pietro il 12 ottobre 1997. La giornata romana, apre la strada della canonizzazione. La Postulazione presenta alla Congregazione delle cause dei santi una nuova inchiesta sulla guarigione, ritenuta miracolosa, di Estevam Figueiredo de Paula Pessoa, guarito da una diffusa infezione ritenuta incurabile, proprio per l’intercessione del Beato Piamarta. Il materiale inviato in Vaticano è stato affidato allo studio di due periti medico-legali della congregazione delle cause dei santi che, dopo averlo studiato con cura, hanno espresso il loro parere favorevole perchĂŠ la documentazione passasse ad ulteriori esami.La veridictĂ del miracolo è stata definitivamente confermata, dopo diversi esami, il 18 ottobre del 2011, aprendo cosĂŹ le porte alla canonizzazione del 21 ottobre.

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Il 3 dicembre 1886, mons. Pietro Capretti (a sinistra), con don Piamarta, inaugura a Brescia l’istituto dei “Figli di Mariaâ€? per la formazione cristiana e l’avviamento professionale dei giovani. Don Piamarta fa la spola tra la cittĂ e Pavone. Su invito del Vescovo assume, a partire dall’1 febbraio 1887 la direzione dell’Istituto (che poi prenderĂ il nome di “Artigianelliâ€?) dedicandosi alla cura dei primi quattro ospiti. Nonostante le difďŹ coltĂ don Piamarta va avanti.

La sua caritĂ e il senso di paternitĂ aiutano padre Piamarta ad affrontare le fatiche dell’istituto che cresce costantemente. Nel solco di quest’opera, che rende grandi beneďŹ ci ai giovani, nel 1895, per interessamento dello stesso Piamarta e di don Giovanni Bonsignori, parroco di Pompiano, sorge a Remedello la colonia agricola (a sinistra) per la preparazione cristiana e tecnica di giovani che intendono dedicarsi all’agricoltura

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ul monumento del Redentore al Monte Guglielmo è riportato un auspicio di Paolo VI: “Tutto quello che è bresciano diventi cristianoâ€?. Un invito caro a padre Piamarta che, proprio sul Guglielmo, si era incontrato con il piccolo Giovanni Battista Montini, il giorno dell’inaugurazione di quel monumento. Bastano alcuni cenni sui cardini della spiritualitĂ piamartina, per verificare la pertinenza di questa affermazione. In primo luogo: “Mai rassegnarsi alla situazione esistenteâ€?. A chi diceva: “Dove andremo a finireâ€?, replicava:â€?Da dove si deve ricominciare?â€? Preoccupazione costante di padre Piamarta era quella di non essere un servo pigro che seppellisce il suo talento, ma animato da una caritĂ operosa e instancabile. Spendere la propria vita nell’educazione al lavoro e attraverso il lavoro dei giovani piĂš poveri, per aiutarli a diventare brevi cittadini e buoni cristiani, affrontando “triboli e spineâ€?, non desistendo nei disinganni, perseverando negli insuccessi, schivo di riconoscimenti, vergognandosi d’essere chiamato benefattore. Ăˆ questo il secondo cardine della spiritualitĂ pia-

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martina. Sentire tutta la sua vita nelle mani di Dio, che lo guida nelle avversitĂ della sua missione è un altro punto fermo di questa intensa spiritualitĂ . “La cosa piĂš meravigliosa, affermava padre Piamarta, è vedere come il Signore, veramente grande ha saputo trarre gioia dalla sofferenza, benessere dalla povertĂ , fiducia nello sconforto. Nelle mie angustie, non piccole nĂŠ poche, mi sono sentito inondato da un fiume di benedizioni, che si è riversato su di meâ€?. Questa sinergia

tra il sentire la sua responsabilitĂ e la fiducia incrollabile in Dio è frutto delle sue ore di preghiera da cui traeva le energie per la sua lotta quotidiana, con i problemi economici, organizzativi, educativi. La contemplazione della Santa Famiglia, gli permetteva d’essere convincente quando voleva che la sua Congregazione respirasse e diffondesse lo spirito di famiglia. La sua è stata ed è una spiritualitĂ che aiuta a far diventare cristiano tutto ciò che è bresciano.


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Ăˆ il marzo 1900 quando p. Giovanni Battista Piamarta (a sinistra) dĂ vita alla Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, composta da sacerdoti e laici dediti all’educazione dei giovani. Il “padre degli artigianelliâ€?, come viene affettuosamente chiamato, realizza cosĂŹ il progetto di istituire una propria famiglia per dare continuitĂ e stabilitĂ alla sua opera. La congregazione viene riconosciuta due anni piĂš tardi.

Per rendere piĂš completa ed efďŹ cace la sua opera p. Giovanni Battista Piamarta si concentra anche sull’ambito femminile. Insieme a madre Elisa Baldo (a sinistra) crea le Ausiliatrici della Santa Famiglia che, successivamente, diventeranno le Umili serve del Signore, una congregazione che per decenni sarĂ la principale collaboratrice e preziosa collaboratrice di Piamarta e dei suoi ďŹ gli nell’opera intrapresa.

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osa c’è di attraente nella figura, nella spiritualitĂ , nelle intuizioni e nelle opere di p. Piamarta? Quale aspetto della sua santitĂ affascina i giovani che scelgono la congregazione della Sacra famiglia di Nazareth per dare risposte alla propria vocazione. Alle domande ha accettato di rispondere p. Domenico Fidanza, il piĂš giovane tra i sacerdoti piamartini italiani. Abruzzese, classe 1984, è stato ordinato sacerdote poco meno di un anno fa, il 31 ottobre 2011. P. Domenico, cosa significa essere un sacerdote piamartino oggi? Incarnare oggi lo stile di vita del Beato Piamarta vuol dire immergersi nel mondo della gioventĂš, capire ciò che “frullaâ€? nella testa dei ragazzi e cercare di sintonizzarsi sulla loro frequenza: partire dai loro bisogni, dalle loro necessitĂ e far scoprire lo sguardo benevolo e misericordioso di Dio sulla loro vita. Una sfida impegnativa ed affascinante!

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PerchĂŠ proprio la scelta della Cngregazione della Sacra Famiglia di Nazareth? La mia famiglia, l’Azione cattolica e la vita d’oratorio sono stati gli ambienti dove la mia vocazione è maturata. Avevo tutto quello che un giovane desidera avere, ma non ero felice, mi mancava qualcosa. A 20 anni ho lasciato l’Abruzzo per iniziare l’avventura in Congregazione; sono approdato a Brescia il 20 settembre 2004 e ho iniziato a respirare il clima tipico degli ambienti piamartini; mi sono lasciato sedurre e ho iniziato gli studi di filosofia e di teologia; di particolare intensitĂ l’anno di Noviziato in Brasile, esperienza che mi ha arricchito spiritualmente e umanamente. Cosa l’ha colpita della vita di p. Piamarta? Ciò che ancora mi colpisce della vita del nostro fondatore è la sua forte esperienza di preghiera. Si alzava prestissimo al mattino, “si ritirava nel castello interioreâ€? , pregando tre ore: prendeva l’energia ed il coraggio per affrontare la giornata e non preoccuparsi piĂš di se stesso ma

della vita, delle ansie, dei disagi dei suoi ragazzi fino a sera. Un impegno da prendere sul serio! Cosa c’è di sempre attuale nel carisma del nuovo santo? Credo che l’attualitĂ del carisma della congregazione stia proprio nel motto scelto dallo stesso p. Piamarta. In quel “pietas et laborâ€? c’è la tensione tra la preghiera, la scoperta e la valorizzazione della nostra vita attraverso l’esperienza del lavoro che oggi, come ai tempi del fondatore consente di educare i giovani a essere protagonisti della loro esistenza. P. Piamarta amava sottolineare che un lavoro ben fatto gratifica i giovani e li aiuta a prendere coscienza dei talenti che il Signore ha affidato a ciascuno di loro. Credo che non ci sia messaggio piĂš attuale di questo soprattutto in una stagione in cui i giovani, per mille motivi, sono tornati a essere gli ultimi. Da giovane piamartino, come si sente a poche ore dalla canonizzazione del vostro fondatore? Sono molto emozionato, soprattutto per la prospettiva di vivere insieme a tanti altri giovani questa giornata.

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P. Giovanni Battista Piamarta si spegne il 25 aprile 1913 a Remedello, nella colonia agricola. Ha 72 anni. La notizia della sua morte, giunta al termine di una vita interamente spesa al servizio di Dio e dei giovani, rimbalza velocemente dalla Bassa alla città , suscitando un vasto cordoglio. La salma è collocata nella cappella della colonia agricola. I suoi funerali sono seguiti da una folle immensa. Viene sepolto al Cimitero vantiniano.

Il 25 aprile 1926, a 13 anni dalla morte, la salma di p. Giovanni Battista Piamarta ritorna “a casaâ€?. Viene infatti traslata nella chiesa dell’Istituto Artigianelli, inaugurata dallo stesso fondatore il 19 marzo del 1907. P. Piamarta riposa in un sarcofago realizzato dallo scultore Righetti. In occasione della canonizzazione la chiesa è stata sottoposta a lavori di riqualiďŹ cazione per accogliere le persone, sempre, piĂš numerose che vogliono pregare sulla sua tomba.

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er padre Piamarta prendere in mano il valore dell’educazione al lavoro ha significato prendere in mano il valore della vita nel suo formarsi e nel suo divenire, in un tempo che era caratterizzato da repentini cambiamenti, da degrado economico, culturale, sociale. Egli è partito dal futuro, dalle promesse, dalla speranza: cioè dai giovani; e dai giovani meno promettenti, meno adatti, meno capaci, meno piacevoli, dai giovani poveri. Ăˆ partito da quelle persone che incarnano piĂš di tutte il volto del Signore: i bambini e i poveri. Da autentico profeta ha intrapreso la strada secondo la quale si può educare insegnando un lavoro e si può trasmettere una esperienza di vita vera e buona dando piena dignitĂ a quel bacino di ricchezza che è “l’intelligenza delle maniâ€?.Quanti gli scritti e gli aneddoti da cui trarre insegnamento nella vita del novello santo. Una frase per tutte tratta dal

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suo decalogo: “L’educatore non è un domatore da circo o un guardiano di cavalli, ma un padre col cuore di madreâ€?. Quanto di antico c’è in queste parole e quanto di nuovo da tradurre in modelli e abitudini, da trasformare in progetti educativi, da identificare in una mission che assecondi e allarghi il proprio agire nella cornice istituzionale che le Regioni, e in particolare la Regione Lombardia, si sono date in materia di istruzione e formazione professionale: un modello educativo che prepari con piĂš velocitĂ alla vita attiva e al mondo del lavoro, che privilegi il saper fare per arrivare al sapere e al saper essere. Ăˆ nella vita di tutti i giorni, accanto ai 2000 allievi adolescenti che popolano i cortili e i laboratori dei Centri di formazione professionale piamartini di Milano, di Brescia, di Remedello e di Roseto degli Abruzzi, che si sperimenta con mani, mente e cuore la feconditĂ di quel seme che oggi la Chiesa indica come modello di santitĂ . Ăˆ nel dare spessore tecnico e professionale ai sogni e ai progetti di vita personale, familiare, e anche imprenditoria-

le di tanti ragazzi e ragazze, spesso “inespressiâ€?, spesso “non ben definitiâ€?, che l’ereditĂ di san Giovanni Piamarta trova ancora oggi significato e necessitĂ . Dalla pratica alla teoria, dall’esperienza dei laboratori alla teorizzazione d’aula, dal “lavoro imparatoâ€? alla riflessione e sistematizzazione culturale, in una trama di relazioni che pone al centro l’allievo, che scandaglia motivazioni, curiositĂ e collaborazione come modelli operativi. Questi i “luoghiâ€? dove laboratori all’avanguardia nei settori della tipografia e della grafica, della meccanica e della motoristica, dell’elettricitĂ e dell’elettronica, dell’agricoltura e dei servizi alle imprese rendono piacevole apprendere, dove la debolezza dell’io non è un ostacolo insormontabile all’apprendimento, dove l’autostima si impara dal successo. A tutti gli allievi, nella loro multietnicitĂ e multi- religiositĂ , viene suggerita la proposta evangelica, nella consapevolezza che il cristianesimo è anche pienezza di umanesimo. Questo il dono ricevuto da San Giovanni Piamarta

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Ăˆ ormai scontro aperto tra il presidente Barack Obama e lo sfidante repubblicano, il miliardario Mitt Romney. A poche settimane dal voto previsto per il prossimo 6 novembre i due concorrenti stanno girando in lungo e in largo i 50 Stati dell’Unione in cerca dei voti necessari per la conquista della Casa Bianca. Gli ultimi sondaggi danno in vantaggio, anche se di pochi punti, il presidente in carica Obama.

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Un aiuto decisivo, secondo gli esperti, sarebbe giunto dal faccia a faccia televisivo del 16 ottobre scorso, nel corso del quale, a differenza di quanto avvenuto, in un precedente confronto, Barack Obama ha risposto punto per punto sugli addebiti e sulle accuse in ordine alle scelte politiche della sua amministrazione che Romney a piĂš riprese gli ha avanzato. Pesano, in questa campagna elettorale per le presidenziali,

gli effetti della crisi che anche negli Usa si sono fatti sentire, la politica estera statunitense e la decisione, imposta dal presidente in carica, di una assistenza sanitaria aperta a tutti. Nonostante l’asprezza del confronto è forse la prima volta che la campagna elettorale per le presidenziali Usa si gioca piĂš sul merito di precise scelte politiche che non di scandali piĂš o meno fondati in cui, in passato, sono stati coinvolti tanti candidati.

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elle scorse settimane, proprio da queste pagine, era stato sollevato il tema della crisi che, da Nord a Sud, stava stringendo d’assedio il sistema delle Regioni italiane, un sistema malato se è vero che sono poche quelle non interessate da iniziative giudiziarie. Tra le piĂš esposte, per numero di rappresentanti coinvolti, la Lombardia. Tenacemente il presidente Formigoni, in sella dal 1995 (un vero e proprio record), aveva sempre rigettato le richieste di porre fine anzitempo alla legislatura in corso, affermando l’insussistenza delle accuse nei suoi confronti per l’amicizia con Daccò, implicato in vicende giudiziare relative alla sanitĂ lombarda, e i presunti favori da questi ricevuti. Con analogo vigore Formigoni ha sempre rispedito al mittente gli espliciti inviti alle dimissioni ogni volta che si apriva un filone d’inchesta nei confronti di membri della sua giunta o della sua maggioranza politica al Pirellone. Il Presidente ha sempre tirato dritto parlando di responsabilitĂ personali dei convolti e mai di implicazioni politiche. Col passare del tempo, però, la situazione si è fatta sempre piĂš precaria e dinnanzi all’ennesima bufera giudiziaria che si è abbattuta sul palazzo della Regione Formigoni ha dovuto accettare quello che molti consideravano ormai come l’unico fi-

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prato dalle cosche 4000 voti, pagati 50 euro a voto per un totale di 200mila euro. Questa volta per il presidente Formigoni non c’è stato niente da fare. Dai vertici del Pdl è venuto lo stop definitivo, anche per le annunciate dimissioni di tutti i consiglieri regionali. Il presidente ha cosĂŹ annunciato l’azzeramento della sua giunta, la creazione di un governo tecnico per l’approvazione della legge di stabilitĂ regionale e di una nuova legge regionale per eliminare la stortura del listino bloccato. Poi si tornerĂ al voto. Una soluzione da molti auspicata ma che rischia di creare l’ennesimo empasse

regionale. Formigoni, che non ha ancora rinunciato ad una ricandidatura anche se va avanzando quella dell’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, intende tornare alle urne in tempi rapidissimi, possibilmente prima di Natale. A stoppargli il cammino è la Lega che per bocca del suo segretario Roberto Maroni non solo ha chiesto l’accorpamento delle regionali con le politiche della primavera 2013, ma anche l’indicazione di un candidato leghista (egli stesso?) alla presidenza della Lombardia. Insomma, la Regione è solo agli inizi di una partita che si preannuncia piuttosto “maschiaâ€?.

/D WHVWLPRQLDQ]D GL S 'DOO¡2JOLR Non accenna ad abbassarsi il livello della tensione in Siria, cosĂŹ come il rischio di un conitto con la Turchia che metterebbe a repentaglio i giĂ fragili equilibri nell’area mediorientale. Per tenere alta l’attenzione del mondo su un dramma che qualcuno vuole bollare come semplice conflitto regionale, si stanno moltiplicando le occasione di riessioni e le testimonianze su questo angolo di Medio Oriente

particolarmente tormentato. Anche Brescia, grazie alla Commissione giustizia e pace e all’UfďŹ cio missionario propone un momento di approfondimento sulla situazione siriana con la testimonianza di p. Paolo dall’Oglio (nella foto). Si tratta di un sacerdote di rito siriaco dal 1984 a Damasco. Nel 1991 ha riaperto il monastero Mâr MĂťsa al-HabashĂŽ in Siria. Paolo Dall’Oglio è fortemente impegna-

to nel dialogo interreligioso con il mondo musulmano. Questo suo attivismo gli ha causato l’ostracismo del governo siriano, che ne ha decretato l’espulsione durante il soffocamento della proteste popolari deagrate nel 2011. L’incontro-testimonianza è in programma per giovedĂŹ 18 ottobre, alle 20.45 presso il salone parrocchiale del Villaggio Violino, traversa VIII, 2 a Brescia.

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progetti anti-crisi economica delle diocesi, la mappa dei servizi socioassistenziali delle Chiese locali e i dati sul “Prestito della Speranzaâ€?. I dati del rapporto 2011 evidenziano come la crisi economico-ďŹ nanziaria abbia determinato l’estensione dei fenomeni di impoverimento ad ampi settori di popolazione, non sempre coincidenti con i “vecchi poveriâ€? del passato. Aumentano soprattutto gli italiani, cresce la multi problematicitĂ delle persone, con storie di

vita complesse, di non facile risoluzione, che coinvolgono tutta la famiglia. La fragilitĂ occupazionale è molto evidente e diffusa: rispetto alle tendenze del recente passato, i poveri in Italia sono sempre meno “workingâ€? e sempre piĂš “poorâ€?. Aumentano gli anziani e le persone in etĂ matura: la presenza in Caritas di pensionati e casalinghe è ormai una regola, e non piĂš l’eccezione. Si impoveriscono ulteriormente le famiglie immigrate e peggiorano le

condizioni di vita degli emarginati gravi, esclusi da un welfare pubblico sempre piÚ residuale. Nel primo semestre 2012 questa situazione, se possibile,si aggrava ulteriormente. Le persone transitate nei Centri di ascolto nei primi sei mesi del 2012 ammontano a 22.523 unità (erano state 31.335 persone in tutto il 2011). Se si mantenesse stabile tale andamento anche nel corso del secondo semestre 2012, l’aumento sarebbe pari al 33,5% per anno.

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giovani italiani non hanno piĂš fiducia nella politica e a farne le spese sono soprattutto i partiti. Sfiduciato anche il governo. Solo un intervistato su dieci dĂ un voto positivo a Camera e Senato. PiĂš consensi trovano Quirinale e Unione europea, anche se le percentuali restano basse. Ăˆ una solenne bocciatura quella che i giovani italiani rifilano alla politica e alle sue istituzioni. Ăˆ quanto emerge dalla ricerca “Rapporto Giovaniâ€? promossa dall’Istituto Toniolo (www. rapportogiovani.it) e diffusa nei giorni scorso, curata da un gruppo di docenti dell’UniversitĂ cattolica e realizzata da Ipsos con il sostegno della Fondazione Cariplo. Il 94% degli intervistati (un campione di 7.500 giovani di etĂ compresa tra 18 e 29 anni) respinge senza appello i partiti, dando un giudizio fortemente negativo. Molti i motivi di una disaffezione sempre piĂš marcata: l’incapacitĂ di gestire la crisi che ha minato la credibilitĂ del sistema-Paese e ha portato al governo dei tecnici, ma pesano anche gli scandali legati ai comportamenti privati, l’eccesso di privilegi stridente con la necessitĂ di austerity imposta dalla recessione, oltre che i continui episodi di abuso dei finanziamenti pubblici. Sfiducia anche per Camera e Senato che racimolano poco piĂš del 10% di voti positivi. A pesare in questo ca-

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presenza delle nuove generazioni in Europa. A influire anche il fatto di essere considerato un Parlamento di “nominatiâ€?, ovvero eletti con liste bloccate senza la possibilitĂ di indicare le preferenze. Il governo Monti invece incassa il giudizio negativo dell’83% degli intervistati. Tra le cause, alcune uscite sono apparse poco in sintonia con la sensibilitĂ delle nuove generazioni e la realtĂ che vivono quotidianamente. Gli interventi concreti a favore non sono, invece, sembrati incisivi come nelle attese. Sono il presidente della Repubblica Napolitano e l’Unione europea a ottenere il gradimento piĂš alto fra i giovani. Secondo Alessandro Rosina, uno dei docenti dell’UniversitĂ cattolica, che hanno elaborato i dati dell’indagine, dai risultati del Rapporto “traspare piĂš la rabbia che la rassegnazione dei giovani, disposti sempre a mettersi in gioco e a farsi coinvolgere nella costruzione di un Paese piĂš rispondente alle loro aspettative. La bocciatura dei partiti e della politica italiana era nell’aria. Ăˆ un po’ di tempo che si parla di casta, di partiti lontani dai problemi e piĂš interessati a difendere potere e privilegi. A questo si aggiunga la loro incapacitĂ di creare crescita e benessere e di fronteggiare la crisi al punto che si è dovuto ricorrere ad un governo tecnicoâ€?.

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—‘Â?‡ Â?‘–‹œ‹‡ ‡•–ƒ †‹ •‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â? Ăˆ in programma per il 30 ottobre la “Festa di solidarietĂ â€? organizzata da Slow Food Brescia e “L’Altro Paese onlusâ€? presso l’istituto di istruzione superiore di Stato “Andrea Mantegnaâ€? via Fura, 96 di Brescia per “Un orto contro la malnutrizione infantile nell’ambito del progetto 1000 orti in Africaâ€?. Il progetto si realizza a Nanoro, un villaggio rurale del Bukina Faso nella zona sub-sahariana. Obiettivo della festa, che inizierĂ alle 19.30, è la raccolta di fondi

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Il Coro “La Pinetaâ€? di Costa Volpino organizza la tradizionale rassegna corale d’autunno che si terrĂ sabato 20 ottobre alle ore 21 nella parrocchiale di Corti S. Antonio a Costa Volpino. Alla rassegna è presente il “Coro cittĂ di Soaveâ€? (Verona). Si tratta di una formazione importante nel panorama musicale italiano: nato nel 1970, composto attualmente da una trentina di elementi. Il suo repertorio abbraccia elaborazioni per coro maschile di espressioni

del folclore internazionale, si avvicina alla polifonia e ai negrospirituals. Al suo attivo ha un curriculum di tutto rispetto: ha tenuto concerti in molte regioni italiane e all’estero. Ogni anno organizza per l’ultimo fine settimana di giugno, l’importante “Festival europeo di canto corale CittĂ di Soaveâ€? che accoglie gruppi corali provenienti da tutta Europa, dagli Usa e dal Canada. Il direttore del Coro è il pianista e cantante lirico Gianluca Brigo.

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Lo dico solo a un milione di persone Nei giorni scorsi Roma è stata tappezzata prima dai manifesti della Polverini che si vantava di averli mandati tutti a casa (lei invece è rimasta e sta cercando di rimandare le elezioni al 2050 o giĂš di lĂŹ per essere sicura di andare al cimitero dopo aver goduto di tutti i beneďŹ t previsti dalla legge), poi, almeno nella zona nord della cittĂ , dai manifesti di un marito in peccato che chiedeva perdono alla moglie nel tentativo di riconquistarla. Su colore rosso fuoco della carta, poche parole per dire: “Ciao Camilla, amore mio. Ti devo chiedere scusaâ€?. Firmato Gianluca. Diciamo che Gianluca ha chiesto di poter tornare a casa, mentre Renata (Polverini) ha mandato a casa gli altri. Fine del paragone. Torniamo a Camilla e Gianluca. Non è la prima volta, e non sarĂ certo l’ultima che innamorati e disamorati usano i muri per comunicare. Alla faccia degli sms e delle mail. PerchĂŠ deve saperlo il mondo e non soltanto lei o lui. Sono soprattutto gli uomini a servirsi dei muri e dei giornali, anche con pagine intere a pagamento. Ho notato che le donne preferiscono afďŹ darsi alla

rete, in particolare ai blog, per manifestare le loro pene d’amore. A proposito dei manifesti romani lo psicanalista e terapeuta della coppia Terry Bruno ha commentato: “Naturalmente ogni caso è a sĂŠ e non si può generalizzare. Comunque viviamo un’epoca in cui si tende a esibirsi, a fare spettacolo di tutto. Però non farei troppo afďŹ damento su chi sente il bisogno di sbandierare in modo tanto plateale la propria passione. Attaccamenti troppo clamorosi possono facilmente

spegnersi dopo poco, come i piĂš classici dei fuochi di paglia. I sentimenti meglio viverli nel privatoâ€?. Anche l’ultimo sprovveduto che si è appena affacciato sulla soglia della vita può rendersi conto che non è in gioco solo la riservatezza. Le cose piĂš belle sono indicibili. Soprattutto se fanno parte della sfera dei sentimenti, delle emozioni. Non ci sono parole per tutto. Soprattutto non ci sono parole per descrivere ciò che è indescrivibile per eccellenza.

Se avviene il contrario, come succede ai giorni nostri, vuol dire che ci piace fare caciara. Infatti gli schermi televisivi, le onde radiofoniche, le pagine dei giornali sono stracolmi delle confessioni di personaggi piÚ o meno famosi. Nella fobia anglofona adesso lo chiamano outing. In verità col nome di outing il movimento di liberazione omosessuale statunitense ha indicato la pratica politica di rivelare pubblicamente l’omosessualità . In Italia viene esteso a tutti quelli che rendono

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pubbliche le loro storie private. La moda è cosĂŹ diffusa che non mi meraviglierei se un giorno una maestra d’asilo ci raccontasse che un bambino o una bambina le hanno chiesto non il permesso per andare a fare la pipĂŹ ma appunto di fare outing. CosĂŹ come paganamente si potrebbe eleggere Maria De Filippi papessa dei confessori televisivi. Del resto al “Grande Fratelloâ€? hanno replicato proprio il confessionale. Tutto questo mentre i confessionali delle chiese non sono vuoti, ma non sono nemmeno affollati. Dall’ultima ricerca di Franco Garelli risulta che il 28,3% di coloro che si dichiarano cattolici non si confessa mai e il 20,7% lo fa a distanza di anni. Il paradosso è che fra le ragioni che i ‘fedeli’ avanzano per giustiďŹ care la ritrosia a confessarsi c’è, non ultima, la difďŹ coltĂ a parlare della propria vita a un prete. Incredibile. Della serie la vita è mia e la gestisco io. E poi la do in pasto ai guardoni. PerchĂŠ comunque abbiamo bisogno di comunicare. E spesso cerchiamo la comunicazione (impossibile) nel frastuono, tra la massa esibizionista.


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L’ultimo attacco al progetto del campo da golf che la Fondazione Morcelliana sta portando avanti da tempo, è arrivato attraverso volantini distribuiti dopo la Messa domenicale fuori dalle chiese alcune settimane fa, con l’obiettivo di sollecitare la comunitĂ cristiana a prendere posizione. Come in altre occasioni, tra i dubbi sollevati si punta ancora il dito sull’impatto ambientale che l’intera operazione potrebbe avere, si ventila l’idea di una

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cava, si ipotizza l’uso di pesticidi e fertilizzanti nel trattamento del manto erboso. La risposta di don Alberto Boscaglia, presidente della Fondazione, non è tardata ad arrivare e attraverso il sito della stessa, sabato 13 ottobre, con l’incipit “L’importante è scavare‌ alla ricerca della verita’â€? invita tutti quanti ancora nutrano dubbi sulla validitĂ dell’operazione, a prendere visione e a leggere attentamente il rapporto ambientale pubblicato (Vas) nel

quale i pareri ad oggi espressi da tecnici e studi, dimostrano la bontĂ del progetto. La conferenza pubblica del 28 settembre alla quale tutta la cittadinanza era invitata, aveva avuto proprio lo scopo di eliminare queste nubi. A quanto pare non è stata sufficiente. Da qui l’invito da parte della Fondazione, caduto nel vuoto pare, a un incontro per approfondire ulteriormente gli aspetti che suscitano maggiori perplessitĂ . (c.m.)

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el 1673 Alfonso Gambara, padre guardiano del convento francescano di Santa Maria degli Angeli di Pralboino, ottenne la traslazione del corpo di San Flaviano dalle catacombe romane al paese della pianura. Flaviano, prefetto di Roma, visse e morĂŹ nella Capitale imperiale nel quarto secolo dopo Cristo sotto Giuliano l’Apostata che lo condannò alla pena capitale per essersi convertito al cattolicesimo. Ogni anno il Santo, patrono di Pralboino, è festeggiato il lunedĂŹ della seconda domenica d’ottobre con funzioni religiose. In paese sono invece allestite mostre e una fiera che occupa le strade dell’abitato. Le spoglie del Santo furono conservate in un’urna fino al 1796 nella chiesa del Suffragio. Nella parrocchiale di Sant’Andrea apostolo l’altare dedicatogli fu realizzato nel 1796, dai rezzatesi Pietro e Paolo Palazzi. “Neoclassica è la mensa segnata da un paliotto con riquadro centrale verde Alpi; in ottone la corona e le palme del martirio cui si affiancano due medaglioni decorati mentre l’ancona, con specchi in verde e zoccolatura in Carrara, si erge su colonne corinzie ed è dotata di timpano ribassato e spezzato su cui s’innalza un attico abbellito da festoni dorati chiuso da un secondo timpano ottuso. Due putti reggono un grande panneggio unitamente a quelli del timpano e

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San Flaviano, circondata da nicchie contenenti busti con reliquie di santi martiriâ€?. Fin qui la descrizione di Piero Filippini nella pubblicazione che costituisce una guida alla visita della parrocchiale di Sant’Andrea apostolo. Ogni cinque anni l’urna con il corpo del Santo è portata in processione per le strade. Negli altri anni resta coperta dall’opera del Cattaneo. LunedĂŹ 15 alle cerimonia per “San Flavianoâ€?, accolto dal parroco don Carlo Consolati, è intervenuto il vescovo Luciano Monari che nell’omelia ha parlato dei martiri cristiani non solo nei tempi antichi, ma pure nell’epoca nostra e delle

atrocitĂ a cui sono sottoposti quanti professano la fede in Cristo. La Messa del mattino è stata concelebrata da sacerdoti in qualche modo legati a Pralboino dove, domenica, si ricorda il 102° anniversario della consacrazione della parrocchiale nella quale è annunciato l’Anno della fede per il quale l’invito del parroco è ad “accogliere la Parola di Dio perchĂŠ diventi la nostra vitaâ€? nel riferire le parole del beato Giuseppe Tovini che affermava: “I nostri figli senza la fede non saranno mai ricchi; con la fede non saranno mai poveriâ€?. “E questo vale anche per noi adultiâ€? conclude don Consolati.

3ULPDYHUD %FF SHU L JLRYDQL Inizia in autunno la “Primavera Bcc�. Un pacchetto di finanziamenti per 10 milioni di euro che la banca di Bedizzole Turano Valvestino mette in campo a supporto delle giovani generazioni. Un investimento che nasce con l’intento di stimolare lo studio, l’occupazione, la creazione di una famiglia e la costituzione di nuove imprese e alimentare la speranza attraverso un messaggio di fiducia e di rilancio. Per lo studio ecco il fido “110 e lode�, de-

stinato a sostenere le spese degli studenti universitari e per l’occupazione è disponibile il mutuo “Centogiovaniâ€?, innovativo per modalitĂ e finalitĂ , destinato alle aziende che intendono assumere giovani sotto i 30 anni per almeno un anno; un’iniziativa che intende fare incontrare le esigenze di credito delle aziende con la finalitĂ di sviluppare progetti che portino all’assunzione di giovani. Per la creazione di una famiglia, partendo dall’acqui-

sto della prima casa, è pronto il mutuo agevolato “Giovani coppieâ€? e per la costituzione di una nuova impresa ecco “Start up and goâ€?, riservato ai giovani entro i 35 anni che intendano “intraprendereâ€?, ma abbiano necessitĂ delle fondamenta finanziarie. “Questa ‘Primavera’ – spiega il presidente Albino Zabbialini – è la risposta di una realtĂ locale che vive le attese e le difficoltĂ del territorioâ€?. Informazioni su www.sottotracciabcc.it.

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ƒÂ? ‘Ž‘ Dz ƒÂ?‹Ž› •‹––‡”dzǥ —Â?ƒ ’”‘’‘•–ƒ …‘Â? Žƒ ƒ”‹–ƒ• Con una sola azione si possono promuovere nuove ďŹ gure professionali qualiďŹ cate in supporto ai bisogni della cittadinanza, qualiďŹ care persone oggi disoccupate o inoccupate per avviarle a nuove professioni e conciliare interventi a chiamata per periodi limitati nel tempo. La Cooperativa sociale Nuovo Impegno è nata nel 1994 e gestisce Servizi socio-assistenziali ed educativi. Forte della sua esperienza sul territorio, amplia il

suo raggio d’azione con un progetto in collaborazione con la Caritas parrocchiale di Sant’Angela Merici a San Polo Brescia e le suore operaie di San Polino. Il progetto in questione, “Family sitterâ€?, è coďŹ nanziato dalla Fondazione comunitĂ bresciana. Le principali ďŹ nalitĂ sono: formare una nuova ďŹ gura trasversale, competente, essibile quindi capace di costruire, in un rapporto di ďŹ ducia, ulteriori possibilitĂ per chi ha bisogno; offrire una nuova tipologia di

servizio per dare sollievo alle famiglie con a carico persone svantaggiate per condizioni ďŹ siche e/o psichiche. La struttura del progetto prevede un percorso formativo di 100 ore da realizzarsi nel periodo tra novembre 2012 a maggio 2013 (due incontri settimana) presso la parrocchia di S. Angela Merici S.Polo Brescia in via Cimabue, 172; ai partecipanti è chiesto un contributo simbolico di partecipazione ai costi. Per informazioni e iscrizioni (entro

il 31 ottobre) ci si può rivolgere alla Caritas della parrocchia di S. Angela Merici o alla Cooperativa sociale Nuovo Impegno di via Della Palazzina 24 (telefono 030/3532035). Ad oggi nella Cooperativa sono presenti 209 lavoratori. L’erogazione dei servizi è afďŹ data a personale motivato e in possesso dell’idonea qualiďŹ ca ed esperienza. Nell’inserimento del personale è data particolare attenzione all’occupazione femminile.

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a crisi economica crescente che ha colpito Brescia e provincia a partire dal 2009, ha confermato le forme di disagio economico preesistenti, ma ha anche generato nuove categorie di soggetti che si trovano ad avere, per ragioni di ordine economico, un limitato o del tutto mancante accesso a beni essenziali e primari. Gli sportelli territoriali di ascolto, tenuti dalle associazioni (Caritas Porta aperta, gruppi parrocchiali, San Vincenzo, ecc.,) stanno registrando un aumento delle richieste di aiuto. Ăˆ il segnale che la crisi è molto forte. Una crisi che ha modificato anche il profilo dei cosiddetti “utentiâ€? di tali servizi: non solo senza fissa dimora o stranieri, ma anziani che faticano ad arrivare a fine mese, disoccupati, famiglie, mamme e papĂ separati. Nuclei familiari che potevano contare un tempo sulla certezza di un reddito per far fronte alle spese quotidiane perdendo il lavoro si sono ritrovati improvvisamente poveri e nell’impossibilitĂ di provvedere da soli al proprio sostentamento. A livello nazionale il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha pubblicato il Quaderno numero 17 della ricerca sociale dedicato a “PovertĂ ed esclusione sociale: l’Italia nel contesto comunitario 2020. Anno 2012â€? in cui emergono i dati relativi alla po-

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risulta il rischio di povertà infantile. Il 17 ottobre cade la Giornata mondiale di lotta alla povertà , indetta dall’Onu, per la ricorrenza il Forum del terzo settore, in collaborazione con il Csv e le Associazioni e Cooperative operanti nell’ambito del disagio, promuovono sabato 20 ottobre un pomeriggio di sensibilizzazione. In Largo Formentone dalle 16 alle 19 saranno presenti gli stand delle associazioni attive contro la povertà ; sono previsti momenti musicali (con la Banda cittadina di Brescia), presentazioni di associazioni, animazione e danze popolari (a cura del Salterio). Aderi-

Š‹‡•ƒ †‹ ƒÂ? —…ƒ ‹ƒœœ‡––ƒ ‘˜‹Â?‹ Una targa e un busto testimoniano l’ereditĂ di Giuseppe Tovini (18411897), tra l’altro fondatore di “Voceâ€?. A lui è stata dedicata la piazzetta vicino a corso Zanardelli, davanti all’ex cinema Crocera e a ďŹ anco della chiesa di San Luca, il santuario dove sono custodite le spoglie del Beato nato a Cividate Camuno. Giovanni Paolo II, il 20 settembre del 1998 a Brescia, lo deďŹ nĂŹ “un grande testimone del Vangelo incarnato nelle vicende sociali ed economiche dell’Italia del secolo scorsoâ€?. Tovini “brilla per la forte sua personalitĂ , per la sua profonda spiritualitĂ familiare e laicale e per l’impegno con cui si prodigò a migliorare la societĂ â€?. Bisogna saper fare tesoro, come ha ricordato Monari (a destra con Michele Bonetti), di questa testimonianza e trarne motivo d’insegnamento.

scono all’iniziativa: Anteas Brescia, Amici della Banda Cittadina, Centro Migranti, Amici del Calabrone, Casa Betel, Associazione La Rete, Via del Campo, Auser Brescia, Bimbo chiama bimbo, Caritas Brescia, Casa Gabriella, Camper emergenza, Congrega della caritĂ apostolica, Carmen Street, Coop. Il Calabrone, Coop. La Rete, il Salterio, San Vincenzo de’ Paoli, Coop. Di Bessimo, Uisp e Vol.ca. “La perdita del posto di lavoro – ha sottolineato Urbano Gerola, presidente Csv – è l’elemento scatenante dell’impoverimento e dell’inizio della strada verso l’impoverimento sociale. Ăˆ urgente un deciso intervento pubblico a sostegno dell’occupazione e un impegno dell’imprenditoria privata, cooperativistica e sociale per ridare speranza e fiducia a giovani e disoccupati italiani e immigratiâ€?. L’iniziativa del 20 ottobre sarĂ un’occasione concreta per conoscere queste realtĂ e magari decidere di dedicare qualche ora a favore dei senza fissa dimora o delle famiglie in difficoltĂ . Ma ci sono tanti modi per offrire un piccolo aiuto a chi è nel bisogno: in molte parrocchie la domenica viene proposta la raccolta di generi alimentari o vestiti, ma ci sono anche associazioni che raccolgono aiuti; basta poco per aiutare chi è in difficoltĂ . Per informazioni, contattare il Csv allo 0302284900.

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Â? —‘Â?‘ ‡……Š‹‘ ‹Ž ‘Ž‹––‹…‘ †‹ ƒ‡•–”‘ ƒ”‘–‘ Brescia si riappropria di un capolavoro. Il Polittico di Maestro Paroto era stato acquistato all’asta di Londra, per la somma di 180mila sterline, dalla Fondazione Cab lo scorso luglio. Il dipinto rappresenta un’opera fondamentale per la storia dell’arte bresciana: fu realizzato nel 1447 per la Pieve di San Siro a Cemmo, in Valle Camonica. Il polittico oraa è stato collocato in Duomo Vecchio all’inizio del presbiterio, in asse con la Rotonda, cosĂŹ

che possa essere visto fin dall’atrio d’ingresso; grazie alla collaborazione con i volontari del Touring Club, che garantiranno la sorveglianza, sarĂ possibile la visita tutti i giorni (fino all’11 novembre, in attesa di trovare una collocazione definitiva), dalle 9 alle 18 (salvo durante le celebrazioni liturgiche); l’ingresso è libero. Si tratta di un’opera nota agli studi, anche perchĂŠ dai resoconti ottocenteschi di Stefano Fenaroli apprendiamo che sulla

tavola centrale erano un tempo visibili la data d’esecuzione, il rimando al committente e la firma “Parotusâ€?, unica attestazione nota del nome di questo eccezionale artista lombardo di cui esistono ancora solo rarissime opere tra cui un altro polittico di proprietĂ del Museo BagattiValsecchi di Milano. Il dipinto, che mostra la Madonna con il Bambino, il committente ed otto Santi, venne tolto dalla Pieve di San Siro a Cemmo, dove era

stato per molti secoli, smontato e venduto. Pervenne prima nelle raccolte di Michele Cavalieri a Milano, poi nel 1873 nella collezione del banchiere Enrico Cernuschi a Parigi e negli anni Sessanta del Novecento l’opera ricomparve presso la Galleria di Daniel Wildenstein a New York dove venne prontamente riconosciuta e pubblicata da Gaetano Panazza studioso bresciano e allora direttore dei Civici musei cittadini.

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’Asl di Brescia ha fatto il punto sulle malattie respiratorie nella popolazione infantile nell’area di San Polo e nel resto della cittĂ â€œIn un primo tempo disponevamo di dati afferenti al periodo 2004-2008 – ha illustrato il direttore generale Carmelo Scarcella – cui era seguito un questionario, compilato nel 20102011 dai genitori dei bambini residenti nell’area di San Polo, che indicava un incremento delle malattie respiratorie, rispetto ai coetanei del resto della cittĂ , dell’ordine del 20-30%. Abbiamo ritenuto di compiere un’indagine trasversale sull’utilizzo dei servizi – ha precisato Scarcella – basata sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri, agli accessi al Pronto soccorso ed al consumo dei farmaci specifici, quindi su dati oggettivi, per un campione di bambini fra i 6 ed i 14 anni residenti nell’intera cittĂ . I soggetti interessati sono stati 5.767, di cui 1.179 residenti a San Polo e 4.588 nel resto della cittĂ e sono stati valutati i valori dei medesimi periodi della seconda e piĂš recente indagine. Comparando l’analisi dei dati emergenti da questi tre parametri con quelli dell’indagine precedente – ha aggiunto Scarcella – è possibile affermare che sia i tassi di ricovero totali e specifici per cause respiratorie sia i tassi di accesso al Pronto soccorso per patologia respiratoria non presentano alcuna differenza statisticamente significativa fra i bambini residenti a San Polo rispetto al resto della cittĂ . Si registra però un marcato e significativo maggior utilizzo di alcuni farmaci per patologie respiratorie,

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il quadro il direttore sanitario Francesco Vassallo – ha permesso di focalizzare l’attenzione su una determinata causa, derivante dall’analisi dei farmaci utilizzati ed al rientro in valori comparabili al resto della cittĂ può aver anche contribuito il tavolo istituito dall’Asl, sulla specifica tematica, che ha visto l’Aib, tramite 31 aziende di produzione, adottare precauzioni tese alla riduzione delle emissioni nociveâ€?. “Il rilievo su un’area parziale è parte di un problema di dimensioni maggiori – ha affermato il responsabile dell’Uo tecniche epidemiologiche dell’Asl Michele Magoni – poichĂŠ non si possono trascurare le condizioni ambientali generali, derivanti anche dai flussi del traffico e da quanto ancora incidente sulle stesseâ€?.

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3URSRVWH GL SDFH GD FRQGLYLGHUH “Proposte di paceâ€? è in calendario a Rezzato con il patrocinio del Comune e in collaborazione con “Missione di pace in Israele e Palestinaâ€? nel periodo ottobre-novembre. Si inizia lunedĂŹ 22 ottobre alle 17.45, presso la biblioteca comunale, con il giornalista Massimo Valpiana (presidente nazionale del Movimento nonviolento) che presenta il libro di Massimo Paolicelli e di Francesco Vignarca “Il carro armato: spese, affari e spreco

delle Forze Armate italianeâ€?. GiovedĂŹ 25 ottobre, alle 20.45 al Teatro Ctm, tocca invece alla Compagnia teatrale Itineraria Teatro con Fabrizio De Giovanni che porta in scena per la regia di Felice Cappa “Finanza killer. Non con i nostri soldiâ€?. La serata è organizzata dall’associazione “Nonsolonoiâ€?. Il fenomeno della ďŹ nanziarizzazione ha separato l’economia dalla realtĂ produttiva. Una ďŹ nanza senza etica detta politiche per poter

dominare incontrastata: scialando in spese militari e conitti armati, merciďŹ cando ogni bene, moltiplicando i paradisi ďŹ scali, alimentando il sistema finanziario ombra, facendo sponda ai sistemi maďŹ osi/criminali. L’ingresso allo spettacolo è a offerta libera, il ricavato sarĂ devoluto al progetto microcredito della Caritas zonale. MartedĂŹ 30 ottobre, invece, alle 21 la sala civica Italo Calvino ospita una tavola rotonda su “Islam

e cristianesimo di fronte alla Costituzioneâ€?: partecipano Anne Zell (pastora valdese); Zouhair El Youbi (membro del Consiglio relazioni islamiche italiane) e don Flavio Dalla Vecchia (nella foto). VenerdĂŹ 11 novembre, inďŹ ne, sempre nella sala civica, Piero Zanelli, Mariella Foresti, Elsa Pasotti e Carla Ferrari Aggradi condividono testimonianze, immagini e riessioni su “La marcia della pace in Palestinaâ€?.


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Verde, in rappresentanza di tutti gli sponsor. Soprattutto presenti, oltre alle insegnanti, i bambini e i loro genitori, i primi sostenitori del progetto. Nelle parole delle autorità è risuonata la valenza educativa di questo “giardinoâ€? che, come ha affermato la dirigente, è un’espansione dello spazio scuola e diventa espressione di quell’impegno sociale che giĂ la famiglia Marzotto aveva dimostrato fondando la scuola materna e le altre opere destinate alla fruizione

da parte di tutti i cittadini. Il “giardinoâ€? è altresĂŹ il risultato di un’alleanza educativa, come dimostra la sinergia di vari agenti, dall’ente pubblico, alla scuola, ai privati che hanno sovvenzionato i lavori e ai genitori, instancabili volontari che materialmente si sono messi all’opera per dare ai loro bambini uno spazio gioioso e accogliente. La ristrutturazione non è soltanto un “recuperoâ€? di un’area lasciata trascurata per qualche tempo; è uno spazio che nasce in

risposta al pensiero pedagogico che sta alla base: cosĂŹ si spiegano il sabbiaio, dove i bimbi imparano a manipolare la terra, l’area del villaggio, dove si apprende il vivere comunitario, la strada, il campo di calcetto, dove i bambini entrano in contatto con la condivisione. Il “giardino delle meraviglieâ€? è nato per i bambini che costituiranno il futuro di Manerbio. Lo spazio verde è un investimento educativo per creare cittadini responsabili del domani. (e.u.)

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n luogo per meditare, pregare, ma anche riflettere, dove incontrare gli altri in fraternitĂ , uno spazio aperto per residenti e forestieri: si presenta cosĂŹ l’Oasi dello spirito ricavata nell’oratorio femminile di Montichiari. Ăˆ lo stesso abate mons. Gaetano Fontana a ricordare come l’Oasi costituisca una novitĂ nel panorama cittadino: “Si è spesso sommersi e disturbati da costanti rumori e si ha cosĂŹ difficoltĂ ad uscire dagli impegni che continuamente invadono la nostra vita. CosĂŹ il rincorrere doveri non ci permette di vivere quello spazio che Dio e coloro che ci stanno intorno ci donano in ordine ad un cammino di condivisione. Cosa manca dunque? Forse proprio noi stessiâ€?. “L’Oasi – prosegue don Fontana – è una proposta perchĂŠ ci si possa fermare a riflettere unendo la profonditĂ del silenzio alla costruzione del dialogo. Qui, infatti, si può scoprire e riscoprire il linguaggio della preghiera attraverso momenti quali il senso comunitario della liturgia delle ore e della preghiera mariana. La meditazione e la riflessione saranno guidate attraverso la lectio divina affinchĂŠ sia la parola di Dio ad irrompere nella nostra vita e ad illuminare con gli interrogativi ca-

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nata. Ogni primo sabato del mese alle 20.30, invece, si potrĂ chiedere l’intercessione del Cuore Immacolato di Maria per la santificazione dei sacerdoti, religiosi e consacrati: gli incontri prevedono la recita del Santo Rosario e l’Adorazione eucaristica. Numerose, poi, sono le iniziative organizzate dai vari gruppi legati al mondo parrocchiale: la Corale polifonica San Pancrazio, per esempio, terrĂ nell’Oasi i propri incontri del lunedĂŹ alle 21 per prepararsi ai canti della domenica, mentre l’Ordine francescano si riunirĂ l’8 novembre alle 14.30. Tutti i mercoledĂŹ alle 14.30 e il sabato alle 8.30 appuntamento con gli eventi della Caritas interparrocchiale di Montichiari; sempre il sabato alle 14.30 avrĂ luogo il cammino Icrf, iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi; spazio anche al Centro volontari della sofferenza che terrĂ una riunione il prossimo 5 novembre alle ore 15. Chi volesse può usufruire dell’Oasi anche per soggiorni diurni con pernottamento. In merito al cammino intrapreso verso l’unitĂ pastorale a Montichiari, mons. Fontana richiama in continuazione “l’importanza della collaborazione e della sinergia in questo passaggio cosĂŹ complesso e delicato, ma che sicuramente porterĂ risultati positivi per tuttiâ€?.

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La stagione teatrale monteclarense prende il via: venerdĂŹ 19 ottobre alle ore 21 al Teatro Bonoris sarĂ di scena il pianista Vladimir Krpan che si esibirĂ in un concerto dedicato al maestro Umberto Benedetti Michelangeli. La campagna abbonamenti della stagione teatrale prosegue sino al 27 ottobre dalle ore 16 alle 19 escluso sabato 20 domenica 21 e lunedĂŹ 22. Per ulteriori informazioni chiamare lo 030/961115. Per la prosa popolare, si ricorda “Che not... siura Cesiraâ€? con la Compagnia di Teatro “Gli Amiciâ€? di San Biagio. Quando? Domenica 21 ottobre alle ore 17. Mentre domenica 28 ottobre, sempre alle 17, la compagnia dialettale “Rapoceldoneâ€? presenta “L’Hostera. Fra prosa e cabaret, Raul Cremona porta in scena venerdĂŹ 26 ottobre alle 21 lo spettacolo “Prestigiâ€?.

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Il ricambio assicura a Manerbio la presenza di tre religiose della Beata Vergine Maria, un ordine religioso fondato nelle Filippine per opera di suor Ignazia dello Spirito Santo, nata al tempo della colonizzazione spagnola. Le tre religiose hanno “trovato casaâ€? negli spazi della scuola materna “Marzottoâ€?, dove da sempre è stata presente una comunitĂ religiosa: in passato erano le figlie di Maria Ausiliatrice, adesso appunto le religiose della congregazione della Beata Vergine.

Suor Maria Mae e suor Yuliana con l’entusiasmo giovanile che le contraddistingue continueranno nell’attività di servizio alla comunità : in particolare suor Mae si occupa dell’infanzia all’interno della scuola materna, mentre suor Yuliana presta la propria opera nell’ospedale locale, portando il conforto agli ammalati e coadiuvando il cappellano, don Omar Borghetti. Con l’arrivo delle due religiose e con la presenza delle suore betlemite, che alloggiano nel convento un

tempo delle Orsoline, Manerbio può contare sulla presenza delle religiose, un patrimonio prezioso per le attivitĂ parrocchiali e per l’opera educativa ed assistenziale. Se Manerbio si stringe intorno a suor Maria Mae, suor Yuliana e suor Yasmine, queste a loro volta attendono con trepidazione domenica 21 ottobre, quando papa Benedetto proclamerĂ santo il filippino beato Pedro Calungsod, migrante, studente, catechista, missionario e martire. (e.u.)

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li ultimi sono stati alcuni ragazzi della parrocchia di Nave, ma nel corso degli anni diversi sono stati i gruppi di giovani bresciani che hanno vissuto l’esperienza di un periodo a Morrumbene, la parrocchia in Mozambico, dove da anni opera come fidei donum il bresciano don Pietro Marchetti Brevi. La permanenza è breve, spesso di due settimane, ma la voglia di fare e confrontarsi è grande: “Quando i gruppi arrivano – spiega don Pietro – la prima cosa che chiedono è: che cosa possiamo fare? La cosa importante è entrare in contatto con questa realtĂ , farsene ‘contaminare’. Chi passa da questa realtĂ non torna a casa uguale a prima, porta con sĂŠ una riflessione, che inserita in un certo percorso lo porta anche a fare maggiore chiarezza sulla propria vita. Tra quanti sono stati qui, alcuni poi hanno preso la decisione di fare un percorso di formazione allo Svi e tre anni di volontariato. C’è anche chi ha deciso di fermarsi e dare la propria disponibilitĂ per un periodo di sei mesiâ€?. L’importante è che non si viva questa esperienza come un viaggio tra i tanti: “A quanti chiedono di venire qui – prosegue don Pietro – o tramite conoscenze personali o con la mediazione dell’Ufficio missionario, chiedo che affrontino prima una piccola preparazione, in modo da comprendere qual è il giusto spirito per vivere un’esperienza di questo genere e per inserirla all’interno di un percorso di formazione piĂš ampioâ€?. In questo modo i frutti di quest’esperienza si moltiplicano: “La gente – spiega don

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rando, ce n’è uno rivolto alle anziane sole della comunitĂ , alle quali si cerca di fornire alimentazione costante e una dimora dignitosa. Inoltre, tramite l’associazione passa l’impegno dell’ex dirigente scolastico clarense Mario Angeli, con l’obiettivo di dotare ogni alunno di Morrumbene di un banco, costruito dalla falegnameria della missione. Attualmente si è arrivati a quota 150, 25 dei quali costruiti durante l’ultimo anno anche grazie ai proventi della raccolta dei tappi di bottiglia. A uno stadio ancora embrionale è il progetto di un centro formativo per catechisti e animatori pastorali e la costruzione di chiesette in muratura nel territorio della parrocchia, da utilizzare per le celebrazioni e, durante la settimana, come scuola materna.

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/D 3ROL]LD ORFDOH SHU TXDWWUR &RPXQL Pietro Bisinella (nella foto), Piergiorgio Priori, Domenico Migliorati e Giuseppe Boldori, rispettivamente sindaci di Leno, Pavone, Pralboino e Seniga hanno deciso di “mettere in reteâ€? le rispettive polizie locali, per erogare un servizio migliore, peraltro a costi piĂš contenuti. Il punto da cui sono partiti i quattro amministratori è molto semplice: visto che i sempre piĂš stretti vincoli di bilancio non consentono di aumentare l’organico, per mancan-

za di uomini e mezzi, questi Comuni si trovano in difďŹ coltĂ a presidiare il territorio. Basti pensare che se Leno ha sei agenti di Polizia (pochi rispetto alle reali necessitĂ ), Pralboino e Seniga hanno un solo agente ciascuno, mentre Pavone non ne ha nemmeno uno. “Provate a presidiare il territorio e a garantire la sicurezza dei cittadini con un solo agente, o magari senza neanche un rappresentante della pubblica sicurezzaâ€?, hanno denun-

ciato i quattro sindaci nel corso della presentazione del nuovo consorzio. Da qui l’idea di unire le forze, cosĂŹ da avere un’unica squadra di otto agenti agli ordini di Nicola CarafďŹ ni, attuale comandante della polizia locale di Leno, che ovviamente fa da Comune capoďŹ la. Si tratta di un’operazione di autentica sussidiarietĂ che consentirĂ a tutti i Comuni di avere a disposizione agenti di polizia locale. “L’obiettivo è anche di controllare il territorio

oltre il tuo conďŹ ne – ha sottolineato Pietro Bisinella –, anche per razionalizzare le risorse. Per questo, se possibile, sarebbe opportuno allargare l’esperienza ad altri Comuniâ€?. Anche gli altri sindaci hanno manifestato soddisfazione. “Con questo consorzio – hanno detto – anche i nostri piccoli Comuni riusciranno ad avere un maggiore controllo sul territorio che sarĂ garantito da una struttura consolidata e funzionante come quella di Lenoâ€?.


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‘Â?…‡•‹‘ ‡ ƒ”‡œœ‘ ƒ Â?‘˜‹–Â? †‡Ž ’”‡•–‹–‘ †‡‹ Ž‹„”‹ ‡Ž‡––”‘Â?‹…‹ A volte basta una piccola vocale per cambiare una storia. Una piccola “eâ€? sta mutando i nostri orizzonti. E come e-book. E come e-reader. Contenuto e contenitore che dal 6 ottobre sono entrati in due biblioteche della Valtrompia: Concesio e Sarezzo. Si chiama “In biblioteca ovunqueâ€? il progetto diventato realtĂ nelle due biblioteche, ciascuna dotata di 16 lettori e-reader da dare in prestito gratuito agli utenti. Ricalcando un celebre romanzo di Milan Kundera,

è “la sostenibile leggerezza del leggereâ€? che diviene strumento innovativo. “La biblioteca è un luogo in costante crescita – spiega il bibliotecario di Concesio, Marco Ardesi – e con il nostro mestiere diventiamo mediatori delle evoluzioni. La Rete bibliotecaria bresciana ha giĂ fatto un grosso investimento e un salto in avanti con Medialibrary, prima vera sinergia tra Brescia provincia e Brescia cittĂ . Con la piattaforma di Medialibrary avevamo i contenuti,

ma mancavano i contenitori. Ora, ecco l’opportunità di disporre degli e-reader, dispositivi molto leggeri e sotto questo aspetto simili ai libri�. 16 lettori portatili a testa per Concesio e Sarezzo di tre modelli diversi (Sony Prs-T1, Leggo Ibs e Kobo Touch), ciascuno con 100 titoli fuori diritto già caricati e con la possibilità , come per i libri di carta, di tenerli in prestito per 30 giorni. Strumenti giunti grazie a un finanziamento della Regione (10mila euro) e ai 2.150 euro a

testa messi dai due Comuni. “Per il prestito dei libri elettronici – aggiunge la bibliotecaria di Sarezzo, Emanuela Tavana – abbiamo varato un regolamento unico, con alcuni vincoli tra cui versare una somma cauzionale di 20 euro e riportare il dispositivo nelle medesime condizioni d’inizio prestito. Ognuna delle due biblioteche disporrĂ anche di due tablet (un Ipad 2 e un Asus) per la lettura di quotidiani e per l’utilizzo di applicazioni dedicate alla letturaâ€?. (a.a.)

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a stazione sciistica del Maniva, se sarĂ arrivata la neve naturale o le temperature avranno consentito di “sparareâ€? quella artificiale, aprirĂ il 1° dicembre. La Maniva Ski srl brilla di luce propria sia perchĂŠ è completamente privata sia perchĂŠ anche quest’anno è una certezza. Cifre alla mano è il motore del turismo invernale dell’alta valle. Nel 2006, quando dopo quattro anni di chiusura, la nuova societĂ riapriva la stazione, c’erano state 15mila presenze. Nella stagione scorsa, dimezzata, chiusa a inizio marzo per temperature che impedivano l’innevamento artificiale, sono state circa 80mila e si prevedeva di superare i 120mila della precedente. Tante facce nuove di giovani e sci-club, tanti non bresciani: un’immagine in crescita e tutto l’indotto della zona ne ha beneficiato. Tre seggiovie da 1800 persone l’ora e altri quattro impianti da 1500 m a oltre 2000 sul Dasdana, 40 km di piste, due campi scuola con tapis roulant, ingressi automatici, due scuole di sci, snow park su 20mila mq riservati di salti e gobbe, moderno chalet self-service di 1000 mq. e due bar ristoro sulle piste, due noleggi attrezzature, ampi parcheggi su versante valtrumplino e valsabbino. Ăˆ tutto pronto. Spiega Alberto Lucchini addetto alle relazioni esterne della Maniva Ski: “Siamo stati alla recente fiera Alta quota di Bergamo, ai primi di novembre saremo alla SkiPass di Modena. Questa estate abbiamo diffuso 100mila manifestini nelle province di Cremona Mantova e Pavia: è arrivata gente che non veniva in Valtrompia da decenni. Abbiamo fatto oltre 18 milioni di investimenti da soli. C’è sul tavolo da tempo (settembre 2011) l’accordo di programma con la Regione e Enti per lo sviluppo della zona. Preoccupa lo stato delle strade di accesso al passo. Abbiamo inviato lettera agli enti competenti perchĂŠ provvedano. In Provincia conoscono bene i problemi. Ci speriamoâ€?. Ecco le novitĂ , della quali alcune pronte dalla

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passata stagione, ma non inaugurate per la eccezionale scarsità di neve in quota: la manovia per il trasferimento dalla pista Barard alla Pèrsole-Dasdana ; dal Dasdanino una variante

di media difficoltà tra i due muri iniziali e la dolce discesa del Dasdana; all’arrivo a 2088 m lo Chalet Dasdana, con panorama mozzafiato sulle Alpi; alla Locanda Bonardi il nuovo centro

benessere. Nuove promozioni per i bambini fino a 10 anni; confermata l´adesione al circuito “Mondo Parchiâ€? e “Vivi Parchiâ€?, con relativi sconti; agevolazioni per gli sci club. Venendo alle tariffe, il giornaliero adulti costa 26 euro (22 in bassa stagione), lo stagionale 380 euro (240 fino a 16 anni, 170 fino a 10 anni, e 270 per gli over 65); oltre a mattinieri e pomeridiani, sono previsti anche un abbonamento per due giorni, al costo di 45 euro, e un ticket per due ore a 15 euro. Info www.manivaski.it.

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—Â?‡œœƒÂ?‡ Â?ƒ Â?—‘˜ƒ •‡†‡ ’‡” Žƒ …‘‘’‡”ƒ–‹˜ƒ ÂŽ ‘•ƒ‹…‘ La cooperativa sociale “Il Mosaicoâ€?, nata nel 1991, inaugura la nuova sede concessa dal Comune di Lumezzane e ristrutturata grazie anche al contributo della Fondazione della comunitĂ bresciana. L’appuntamento è per sabato 20 ottobre a partire dalle ore 16 a Lumezzane in via Montini 151/C. Intervengono il sindaco Silverio Vivenzi, Fausto Pasotti (assessore ai Servizi sociali), Gianfranco Bergamaschi (presidente del Consorzio Valli),

don Giulio Gatteri, parroco della parrocchia di San Sebastiano, e SeraďŹ na Medaglia, presidente della cooperativa “Il Mosaicoâ€?. Il Comune ha messo a disposizione un bene sequestrato e conďŹ scato, e ristrutturati grazie anche al contributo del bando Creberg. Lo svolgimento di iniziative di utilitĂ sociale all’interno di questo contesto rappresenta un valore aggiunto per la cooperativa e per l’intera comunitĂ . La sede dispone di spazi che, oltre allo svolgimento

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ƒÂ?ƒÂ?‘ †‹ ƒ”‡œœ‘ ‡…Â?‹…‘ †‡Ž •—‘Â?‘ dell’attivitĂ amministrativa, permettono le riunioni delle ĂŠquipe e l’accoglienza degli utenti dei servizi. I nuovi spazi consentiranno di potenziare la capacitĂ d’intervento della cooperativa, con l’apertura di uno studio adibito a consulenza e psicoterapia e di una sala riunioni a disposizione dei gruppi della Consulta permanente del sociale del Comune. Tre le attuali aree d’intervento della Cooperativa vi sono i minori, i giovani, le famiglie e gli immigrati.

La parrocchia di Zanano ha organizzato un corso sia per tecnico del suono che per operatore di luci, con inizio a ďŹ ne ottobre. Al termine sarĂ garantito un tirocinio presso aziende che operano nel settore. Si tratta di 10 incontri di due ore ciascuno in orario serale, a cadenza settimanale, svolti mescolando la parte teorica a quella pratica. Per maggiori informazioni, chiamare Alessandro Zanetti (tel. 328 7527087) oppure contattare don Cesare (tel. 030 800102).

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on si arresta l’intraprendenza della Croce Bianca di Lumezzane, che ultimamente aveva cercato in tutti i modi di salvare la centrale operativa 118 di Brescia dall’accorpamento a Bergamo, prospettando ad Areu la possibilitĂ di trasferirla in Valgobbia. Una richiesta avanzata ancora il 13 settembre con spostamento in un locale di 500 metri quadrati attiguo alla sede lumezzanese, ma per la quale è arrivato un irrevocabile ‘no’ dalla Regione. Una Croce Bianca sempre e comunque impegnata per la comunitĂ valtrumplina e che dai primi giorni del 2013 potrĂ contare anche su altri spazi: 700 metri quadrati accanto al corpo centrale di via Madre Lucia Seneci dove poter creare una sala conferenze e tre aule studiate appositamente per la pratica delle emergenze sanitarie. “I locali – dice il presidente Valeriano Gobbi – sono stati acquistati al secondo piano del capannone che sta di fronte alla nostra sede, quegli stessi spazi che negli ultimi due anni erano stati trasformati nel corso del periodo invernale in pista da pattinaggioâ€?. Un’opera che comporta al sodalizio valgobbino un investimento complessivo di un milione di euro, ai quali però vanno tolte le fatture per i servizi del

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l’opera sono di circa 700mila euro e verranno effettuate tramite l’accensione di un mutuo con un istituto di credito locale. Inizialmente, l’intenzione era di allargare la nostra sede costruendo un altro stabile accanto a quello attuale, ma la difficoltĂ logistica ed eventuali imprevisti che si sarebbero potuti verificare in corso d’opera ha fatto optare per la nuova soluzioneâ€?. Il cantiere è stato aperto proprio la settimana scorsa e i lavori procedono alacremente per riuscire a rispettare il cronoprogramma, che prevede di terminare tutto entro le prime settimane del nuovo anno. “Una volta ultimati i lavori – chiude il presidente Valeriano Gobbi –, potremo cosĂŹ disporre di un’ampia sala (200 mq) per i convegni con piĂš di 140 posti disponibili e con possibilitĂ di essere aperta alle riunioni delle associazioni locali. Inoltre, avremo una sala d’attesa, ben sei aule attrezzate dedicate ai percorsi di formazione sulle pratiche di emergenza sanitaria e un’autorimessa grande 300 metri quadrati dove stipare i mezzi di trasporto, mentre le ambulanze di emergenza rimarranno in sedeâ€?. Un ampliamento di rilievo per una realtĂ che non è soltanto punto di riferimento per le emergenze di Valgobbia e Valtrompia, ma anche luogo attivo di formazione.

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foto), ove si può ammirare il ciclo di affreschi lasciatoci da Giovan Pietro da Cemmo, saranno presenti guide in lingua italiana, albanese, rumena, spagnola, francese, araba ed inglese. La stessa cosa a Nadro di Ceto, presso la riserva naturale delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo, Paspardo (incontro nella piazzetta antistante il museo didattico). Per quanto concerne la visita al sacro ediďŹ cio esinese, c’è da far presente che mentre gli adulti saranno impegnati all’interno, bambini

e ragazzi frequentanti la scuola elementare o media potranno seguire un laboratorio, condotto dalle animatrici dell’associazione camuna “LontĂ no Verdeâ€?, nella sede del gruppo Alpini, vicino al tempio. Le docenti a disposizione insegneranno come realizzare un affresco. Verso le 16.30 le merenda per tutti. Gli organizzatori, per meglio allietare questo importante momento di aggregazione e di condivisione, chiedono ai partecipanti (ovviamente chi lo

desidera) di portare un dolce, o uno “snackâ€? salato, preparato secondo le tradizioni del proprio Paese d’origine, per poter far conoscere i propri sapori a tutti. Al termine dello spuntino, chi vorrĂ si potrĂ aggregare al gruppo che farĂ un giro per il centro storico di Esine, alla scoperta di angoli sconosciuti, per conoscere meglio il territorio. In quel di Nadro invece, alle ore 18, sempre nella piazzetta di fronte al museo, il concerto “Sahel Connection Trioâ€?. (e.g.)

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romuovere la cultura fra teatro e cinema in zone territorialmente ristrette e lontane dai grandi centri come l’Alta Valle non è facile. Proprio per questo merita particolare attenzione “La Settimana del Teatroâ€? proposta dall’Associazione “Le Maschereâ€? di Edolo. Si tratta di due appuntamenti teatrali programmati presso la Sala della comunitĂ S. Giovanni Bosco di Edolo. Il primo è fissato per lunedĂŹ 22 ottobre e vedrĂ protagonista il Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia, che proporrĂ â€œR60 – Ballata Operaiaâ€?; il giovedĂŹ successivo, 25 ottobre, toccherĂ a Giovanni Scifoni in “Guai a voi ricchiâ€?; entrambi gli appuntamenti alle ore 20.30 con biglietto-iscrizione fissato a 10 euro. Il presidente dell’associazione “Le Maschereâ€?, Michele De Toni, spiega: “Il nostro impegno continua nella promozione di iniziative culturali nel nostro territorio con una rassegna autunnale concentrata in due spetta-

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Anni ’70, che ha trasformato il mondo del lavoro, in particolare le fabbriche e i prodotti che ne uscivano (come il trattore R60 del titolo); proprio attorno ad essi si intrecciano le esperienze personali evocate con vigore, che conducono ad una riflessione sulla dignitĂ del lavoro, oggi come ieri. Invece, con “Guai a voi ricchiâ€? Giovanni Scifoni propone una narrazione, per altro vincitrice de “I Teatri del Sacro 2011â€? e del “Golden Graal 2011â€?, che con la forza del monologo scava nel profondo delle motivazioni della crisi dell’uomo contemporaneo. Ironia e paradosso sono uno strumento per rileggere le vicende e contraddizioni di certo cattolicesimo (il sottotitolo è “PapĂ era cattocomunistaâ€?) alle prese con il Vangelo e Marx, in un susseguirsi di corto-circuiti mentali che dai preti-operai conducono a S. Agostino, dalla teologia della liberazione a S.Giovanni Crisostomo. SarĂ , dunque, un’occasione per spingere i giovani (ma non solo) a pensare e a

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riflettere. “Infatti – aggiunge De Toni – la nostra associazione, che giuridicamente è un’associazione di promozione sociale sorta nel 2007 (http:// www.voli.bs.it/lemaschere/), intende promuovere la cultura teatrale e cinematografica, in particolare nei confronti del mondo giovanile. Ciò si è tradotto in rassegne teatrali, cineforum, collaborazione per ‘Crucifixus’ e ‘Dallo Sciamano allo Showman’â€?. Naturale, quindi, che “La Settimana del Teatroâ€? punti a replicarne il successo.

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rivestimento esterno agli infissi, ovviamente ora maggiormente leggibili, con colori piĂš visibili anche a chi transita in auto e può lanciare soltanto un’occhiata veloce ai cartelloni. Dopo il Carroccio è intervenuto anche il consigliere provinciale Pier Luigi Mottinelli (Pd) facendo presenti varie perplessitĂ . Adesso, buona ultima, interviene anche l’Italia dei Valori che dissente sul piano generale in ordine all’operazione e presenta un’interrogazione

scritta al Consiglio della Regione Lombardia. Il partito dell’onorevole Di Pietro giudica di per sĂŠ giĂ discutibile un investimento da 360mila euro (la metĂ della somma è stata finanziata dalla Regione) per 135 “totemâ€? giĂ messi a dimora lungo la ss.42 (“Del Tonale e della Mendolaâ€?) e nelle strade minori, definendo l’intervento “uno spreco di risorseâ€?. Il consigliere Francesco Patitucci (Idv) dichiara:â€? Questo progetto del Distretto culturale di Valcamonica ha poco o nulla

a che vedere con la promozione turistica del territorioâ€? e conclude chiedendosi quale effettivo contributo possano dare al turismo quei cartelloni metallici infissi al suolo. L’interrogazione conclude chiedendo all’assessore regionale al Bilancio, Romano Coluzzi, di avviare un’inchiesta interna, al fine di controllare l’attivitĂ del Distretto, â€œâ€Ś in un’ottica di razionalizzazione dei contiâ€?. Al presente si registra una battuta d’arresto: vediamo se qualche altra voce si alzerĂ . (e.g.)

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a frana in zona Pal di Sonico, sul versante idrografico destro della Val Rabbia, sotto il versante di Malga Stain in Val Galinera, è giudicata dai geologi una “paleofranaâ€?, nota da molto tempo e studiata nella sua conformazione, nella composizione litica e negli spostamenti a valle. Dopo gli episodi alluvionali del 27 luglio, del 6 e del 25 agosto, definiti di natura “detriticaâ€?, dovuti allo scioglimento del ghiacciaio a quote elevate per il caldo abnorme e le piogge fino oltre i 3.000 metri, anche la frana a grandi massi della zona di Pal si era messa in movimento. La frana detritica originatasi nella zona alta di Bompiano, confluita nella val Rabbia, aveva scalzato il piede della frana di Pal. La Regione aveva dichiarato da subito l’urgenza del monitoraggio sulla frana Pal, con strumenti in rete e trasmissione dati via wireless, a cura dell’Arpa. I dati riguardano soprattutto il regime di pioggia, di irraggiamento solare al suolo con i watt di calore attivati, delle temperature relative e assolute e del regime dei venti. Il sopralluogo da parte della Direzione regionale lavori pubblici della Lombardia ha potuto verificare sul campo il lavoro fatto. Si tratta di una misura conoscitiva e per certi versi anche preventiva: infatti, in caso di movimento della frana gli strumenti inviano i dati alla centrale Arpa regionale, titolare del software dei rischi idrogeologici e meteonivologici di tutto il territorio, che a sua volta provvede all’immediato invio di informazioni al sistema di Protezione civile locale per l’attuazione

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dell’importo complessivo di 1 milione e 280mila euro per realizzare alcune opere urgenti tra cui il potenziamento del monitoraggio sui versanti franosi, lo svaso dell’asta del torrente Rabbia a nord dell’abitato di Rino di Sonico, l’ampliamento degli argini dello stesso torrente a ridosso e a valle del ponte che verrà costruito con apposito finanziamento derivante sempre da postazioni erogate dalla Legge Valtellina, lo svaso della zona d’innesto del Rabbia con il fiume Oglio, oggi invaso dalla massa detritica delle colate estive, apri a circa 300mila metri cubi di materiale. Convocato un tavolo tecnico presso la Prefettura per verificare lo stato dei finanziamenti, gli appalti delle opere, le procedure adottate e le misure di sicurezza della zona.

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,O WULRQIR GHOOD SLHWUD “Aperto 2012â€?, “Art on the borderâ€? (arte di conďŹ ne, o sui conďŹ ni), “Fare arte in Valleâ€?, “Trionfo della pietraâ€? sono i vari nomi (o le diverse sfaccettature) della manifestazione promossa dal Distretto culturale di Valle Camonica: un progetto pluriennale che nasce con l’obiettivo di attivare â€œâ€Śesperienze artistiche capaci di radicarsi nell’ambiente e stabilire un colloquio dialettico con il luogo e la storia del terri-

torio, con l’uomo ed il suo statuto poeticoâ€?. Filo conduttore della nuova edizione sarĂ la pietra, con la quale gli artisti si confronteranno. Dopo l’esperienza della prima edizione (che si è svolta nei Comuni di Darfo Boario Terme, Bienno e Breno) la seconda tornata vien dislocata in alta Valle, con sette paesi coinvolti in tre luoghi operativi: Villa d’Alegno e TemĂš (nella foto), Braone (e la “CiviltĂ delle Pietreâ€?)

Cevo (e la Valsaviore). I tre borghi ospiteranno altrettanti giovani artisti (“underâ€? 35), selezionati tramite bando pubblico e chiamati ad interpretare il territorio, attraverso la propria sensibilitĂ artistica. Gli artisti opereranno una ricerca incentrata su “l’abitare nelle Alpiâ€?, rintracciando legami tra territori, luoghi e signiďŹ cato dell’abitare; individuando la relazione fra natura e cultura in una terra di montagna.

Sempre nel dialogo con le comunitĂ , con i materiali e la temporalitĂ . Ăˆ fondamentale – recita il bando di concorso – istituire una stretta relazione col territorio, cosĂŹ da permettere alle diverse sensibilitĂ artistiche di coglierne l’essenza e tradurre signiďŹ cati e valori in forme, percorsi ed azioni. Obiettivo fondamentale: istituire luoghi d’incontro tra le radici profonde del territorio e la cultura contemporanea.


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ÂŽ †‹•…‡”Â?‹Â?‡Â?–‘Ǥ ƒ Ž—…‡ †‡ŽŽƒ ˆ‡†‡ La commissione per la pastorale sociale della zona del Sebino propone una serie di incontri sul tema “Il discernimento. La luce della fedeâ€?. Il magistero della Chiesa, anche recente, ha sottolineato a piĂš riprese l’importanza del discernimento. In particolare il Concilio Vaticano II ha evidenziato: il popolo di Dio “condotto dallo Spirito del Signore che riempie l’universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui

prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dioâ€? (Gaudium et spes, 11). Il percorso si aprirĂ con la visione del ďŹ lm “Il villaggio di cartoneâ€?. Ăˆ l’ultima opera del regista Ermanno Olmi, uno dei pochissimi artisti ispirati dalla fede. Il ďŹ lm racconta la storia di un prete che si lascia convertire dagli eventi, condotto per mano dal discernimento dello Spirito. Il ďŹ lm verrĂ proiettato nella sala

della comunitĂ di Sale Marasino mercoledĂŹ 24 ottobre. Il tema del discernimento, alla luce della parola di Dio e del magistero della Chiesa, sarĂ al centro della riessione che proporrĂ il vescovo mons. Luciano Monari mercoledĂŹ 16 gennaio a Iseo. Gli altri interventi analizzeranno aspetti speciďŹ ci della vita comune. Il primo ambito della ricerca riguarda la comunicazione (“La veritĂ non è in venditaâ€?). L’incontro si svolgerĂ a Sulzano mercoledĂŹ 14 novembre;

relatore Angelo Onger. Il secondo ambito riguarda la relazione (“Il prossimo siamo noiâ€?). L’incontro si terrĂ a Timoline mercoledĂŹ 6 febbraio; relatore il prof. Domenico Simeone dell’UniversitĂ cattolica. L’ultimo tema sarĂ quello della partecipazione (“Nessun uomo è un’isolaâ€?), che corrisponde all’esperienza cristiana della comunione. L’incontro, a Monticelli Brusati mercoledĂŹ 10 aprile, è con il prof. Ivo Lizzola (nella foto), dell’UniversitĂ di Bergamo.

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on sono passati inosservati 40 anni di attivitĂ . CosĂŹ come succede per le singole persone, ancor piĂš l’anniversario è sentito per i gruppi, cosĂŹ come è successo per il Centro culturale artistico della Franciacorta e del Sebino, attivo appunto dal 1972 e reduce delle celebrazioni per aver varcato l’importante traguardo. In occasione di questo importante anniversario, soci, simpatizzanti e associazioni si sono ritrovati nella Sala Civica di Palazzo Bornati a Bornato per fare il punto della situazione su quanto avviato e presentare i prossimi obiettivi. L’Associazione è un centro di documentazione di studi e ricerche sostenuto da un gruppo di volontariato no profit motivato da un’unica mission: quella di “promuovere attivitĂ di carattere culturale al fine di sollecitare l’interesse e la partecipazione dei cittadini alla tutela del patrimonio storico artistico e culturale del territorioâ€? coinvolgimento in particolar modo tutti i Comuni della Franciacorta e del Sebino bresciano e bergamasco. Molte le attivitĂ che hanno contraddistinto il Centro in questi anni: dai convegni di studio, alle ricerche specifiche curate da studiosi, esperti e appassionati di storia locale, ma anche pubblicazioni degli atti degli incontri e di libri a carattere stori-

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vita, attraverso una serie di proposte: l’allestimento di una mostra fotografica rievocativa, alcune serate di proiezione di filmati inediti realizzati dai soci storici illustranti le prime Biennali di Franciacorta e le Primavere Culturali e una mostra di libri che raccolgono gli atti dei convegni tenuti nelle varie Biennali della Franciacorta e del Sebino e della Primavera Culturale, oltre ai volumi delle tesi di laurea che hanno partecipato al Concorso biennale. Tra le date giĂ appuntate in agenda è evidenziata quella di sabato 27 ottobre: serata al Castello di Bornato per la presentazione del libro “150 anni Angelo Canossi il poeta del dialetto brescianoâ€?, curato da Elena Maiolini e Pietro Gibellini ed edito da Sardini, in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario della nascita di Angelo Canossi, rilevante esponente della poesia dialettale bresciana. A tutti gli appassionati e i cultori di storia locale si rivolge invece il 7° Corso di avviamento alla ricerca storica 2012-2013, al via il 10 novembre all’oratorio di Rovato. Le lezioni si svolgeranno il sabato mattina (9.30-11.30) e riguarderanno lo studio, l’uso e l’organizzazione degli archivi locali (comunali, famigliari, di enti o aziende) e degli strumenti di consultazione (inventari, annali...). Per info, tel. 030/7255014 o scrivere a giovanni.castellini@alice.it.

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‡†‹œœ‘Ž‡ Dz ”‹…‹‘Ž‡ †‹ •‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â?Çł ƒ ƒŽƒœœ‘ ƒÂ?„ƒ”ƒ L’Assessorato alla cultura del Comune di Bedizzole in collaborazione con la Bcc, Banca di credito cooperativo, e il Grob, Gruppo operatori bedizzolesi, organizza per sabato 20 ottobre, alle ore 20.30, “Briciole di solidarietĂ â€?: una serata di solidarietĂ e beneďŹ cenza che unisce musica, spettacolo e intrattenimento per i bambini dell’Africa. Gentilmente concesso da “Casa Roccaâ€?, la sede dell’evento sarĂ Palazzo

Gambara (nella foto) di San Vito in Bedizzole, gioiello seicentesco dell’entroterra del Garda. Referente dell’iniziativa è Piero Mazzolari, da oltre 15 anni impegnato nell’aiuto solidale e costruttivo nelle terre africane della Tanzania, del Sudan, dell’Egitto, dell’Uganda e del Kenya. Sono territori, questi, dove le popolazioni lottano ogni giorno per la sopravvivenza e necessitano di viveri, attrezzature e, soprattutto, formazione scolastica ed educazione alla vita stessa. Ciò

che per noi è superuo ed inutile, per loro rappresenta una difďŹ coltĂ quotidiana a cui far fronte. Numerosi gli artisti presenti che per l’occasione faranno da supporto alla causa tra cui il Circolo Lirico Ugo Patelli, il caratterista Pierpaolo Fabbri e il maestro Marco Paderni, pianista. L’evento beneďŹ co verrĂ presentato dalla prof.ssa Loredana Rizza. Durante la serata sarĂ conferito un premio alla carriera a un personaggio illustre di Bedizzole. L’incontro rappresenta

un momento di condivisione e speranza per le popolazioni dell’Africa ma anche di convivialità : al termine della premiazione, seguirà un rinfresco offerto dalle migliori realtà economiche e produttive della comunità bedizzolese associate Grob che, sin dalla sua fondazione, continua tenacemente lo sviluppo di nuove iniziative commerciali e servizi all’interno del paese offrendo maggiore visibilità a tutti gli esercizi. Ingresso libero. (g.d.m.)

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atura, storia, sport, gusto, tradizione e ospitalitĂ . Sono queste le componenti di un viaggio alla scoperta della Valle Sabbia e del lago d’Idro. “Sono gli ingredienti essenziali – spiega Gianzeno Marca, presidente dell’Agenzia territoriale per il turismo – che consentono al turismo lungo l’asse del Chiese di svilupparsi e di promuoversi a livello nazionale e internazionaleâ€?. A fare di questa striscia di terra, per buona parte ancora “naturaleâ€?, un “prodotto turisticoâ€?, c’è l’impegno di decine di comitati, associazioni culturali e di volontariato e ci sono le amministrazioni comunali che hanno cominciato a credere nella capacitĂ di fare sistema e di sviluppare un comparto ancora poco sfruttato, se non in aree particolarmente ristrette. “Fino a qualche tempo fa la tendenza degli operatori era quella di darsi da fare soprattutto per portare gente nelle proprie strutture. Ora sta passando un concetto diverso del fare turismo, che favorisce un’offerta integrata capace di portare benefici maggiori e diffusiâ€?. E questo grazie anche alla possibilitĂ intrinseca che il territorio valsabbino possiede, quella di coniugare proposte estive e invernali e quindi di destagionalizzare, al contrario

di altri comprensori, i flussi turistici. “I dati raccolti sulla stagione estiva sono ancora parziali, ma le ‘sensazioni’ degli operatori confermano una tendenza positiva: gli arrivi sono in aumento, anche se la vacanza è piĂš breveâ€?. Sul territorio si contano oltre 5.000 posti letto, tra strutture alberghiere ed extra alberghiere, campeggi, residence e b&b. “I turisti stranieri prediligono queste ultime e sono tradizionalmente soprattutto tedeschi e olandesi, ma nei campeggi sul lago si sono visti anche belgi, e francesiâ€?. Quest’anno un aiuto lo ha dato il tempo, che si è mantenuto bello per tutto il periodo e che ha invogliato a cercare un po’ di frescura. “Ciò ha contribuito ad un aumento significativo degli escursionisti della montagna, anche se spesso si trattengono per poco tempo, intendendo la loro vacanza quasi ‘mordi e fuggi’â€?. Resta il rammarico di non poter

fruire della maestosa Rocca d’Anfo che, con una definitiva opera di rilancio, potrebbe rappresentare una significativa ‘roccaforte turistica’. Buone notizie vengono dal proseguimento dell’esperienza del battello, che tocca i porti dell’Eridio e che consente di apprezzare il lago dal lago, fruendo di una ‘soft mobility’. Ad attirare in valle visitatori e turisti concorrono senza dubbio le centinaia di manifestazioni di vario genere che vengono organizzate nel corso dell’anno e che generano il riconoscimento del territorio come un luogo in cui l’accoglienza e l’offerta turistica, oltre all’ambiente naturale, sono ad alti livelli. Ed ora ci si prepara all’inverno. “Attendiamo solo la neve. L’area naturalistica della piana del Gaver è da anni attrezzata per accogliere gli appassionati che sulla bianca coltre amano praticare sport alternativi, come sci di fondo, snowboard, sleddog, arrampicata su ghiaccio, sci alpinismo e ciaspoleâ€?. Valgono bene... un viaggio, la Valle Sabbia e il lago d’Idro, per conoscere un territorio che ha ancora tanti aspetti da rivelare. Un territorio, dove la cultura e il piacere si legano strettamente alle bellezze naturali e ai prodotti di qualitĂ , in grado di offrire, in ogni stagione, una pausa ristoratrice.

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L’Agenzia territoriale per il turismo si pone l’obiettivo di riqualiďŹ care il settore turistico in un territorio che ďŹ no a qualche anno fa aveva una forte valenza industriale. Un territorio che, partendo da Gavardo, raggiunge il Lago d’Idro e termina, dopo 45 km e 25 Comuni, a Ponte Caffaro. Solcata dal Chiese, la Valle Sabbia è uno spettacolo naturale ancora tutto da godere. In questo contesto la Valle e il Lago vantano un’offerta turistica che negli ultimi anni si è molto sviluppata, grazie agli operatori e ai privati che credono nel turismo quale reale attivitĂ economica. La Valle Sabbia è ricca anche d’insediamenti storici, ediďŹ ci religiosi, castelli e fortiďŹ cazioni, come la napoleonica Rocca d’Anfo.



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In quel tempo, si avvicinarono a GesĂš Giacomo e Giovanni, i ďŹ gli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoâ€?. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?â€?. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraâ€?. GesĂš disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?â€?. Gli risposero: “Lo possiamoâ€?. E GesĂš disse loro: “Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparatoâ€?. Gli altri 10, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora GesĂš li chiamò a sĂŠ e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è cosĂŹ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarĂ vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarĂ schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiâ€?.

Qui per servire

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ambini. Nessuno tra i Dodici avrebbe potuto pensare di intraprendere una carriera che lo portasse a essere un uomo di potere. Lo rivela la richiesta fatta a GesĂš che non segue le logiche tortuose della politica, che manca del necessario dare per avere, che vive delle richieste fatte nell’ombra e delle smentite alla luce. Ăˆ la richiesta limpida (e un po’ ingenua) di due bambini che chiedono di essere i preferiti; tanto piĂš che quel regno che si immaginano ha i contorni delle leggende e delle favole. Giacomo e Giovanni... i preferiti con Pietro per stare con GesĂš nei momenti eccezionali non capiscono ancora cosa sia il Regno e non capiscono ancora le parole gravi di GesĂš sul suo futuro. Che li colpisce è la favola, il futuro dorato, il potere come quello dei bambini: stare vicino al papĂ o alla mamma. Ăˆ un potere senza contenuto; è essere i piĂš vicini, i preferiti. Non è cosĂŹ il potere del mondo: li avverte GesĂš chiamandoli tutti e 12 e facendo loro un discorso da adulti,

spietatamente realistico, dove il potere è dominio e oppressione ed essere il primo è fare il capo, stare sopra, farsi obbedire. Ăˆ la logica del mondo, la logica degli adulti. Ma a questa, dice GesĂš, voi non siete soggetti. Ăˆ significativo che GesĂš non li esorti a pensare e a fare diversamente: non dice “tra voi non sia cosĂŹâ€? ma “tra voi non è cosĂŹâ€?. Ăˆ un dato di fatto, è il modello da usare per continuare a essere bambini, ma con la consapevolezza degli adulti. E questa volta GesĂš non si accontenta di parlare, ma indica se stesso come modello di questo atteggiamento: anche il Figlio dell’uomo agisce cosĂŹ, per servire e non per essere servito. Ăˆ questa disponibilitĂ che giĂ esiste tra i Dodici che deve essere il criterio, non i desideri che vengono fuori dall’imitazione del mondo degli adulti. Devono rimanere cosĂŹ, devono rischiare la vita, devono credere che non c’è altra maniera per continuare a stare vicini a Lui se non continuando a essere cosĂŹ. GesĂš risponde a Giacomo e a Giovanni e agli altri 10 dicendo – in fondo – che non devono aspettare

un tempo futuro, non devono cercare un regno futuro dove stare vicini a Lui, dove essere i suoi preferiti: devono accorgersi che lo sono giĂ , in quel momento, in quella situazione e che il Regno è presente perchĂŠ si compie la contraddizione della logica del mondo e che per compierla bisogna resistere alla tentazione di guardare le cose come le guardano gli adulti. Il modo per sapere di non essere cresciuti male è semplice: il primo è l’ultimo e il piĂš grande è il servitore. Non fanno cosĂŹ i bambini per risultare piĂš graditi ai genitori? Non fanno cose che non farebbero mai per compiacerli? Per stare piĂš vicini? Ăˆ un azzardo, lo so, ma solo cosĂŹ possiamo immaginare di mettere in pratica quello che GesĂš dice: solo pensando che questa follia è il modo per stare con Lui, e che GesĂš mette in pratica per essere piĂš vicino al Padre. Ăˆ il solo modo per provare questa vicinanza che è anche desiderio primordiale dell’uomo. Altrimenti lo possiamo riempire con il bisogno di potere, con l’oppressione, con l’illusione di poter essere i primi.

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/D VRJOLD H OD SRUWD ´%HOODÂľ Il povero Lazzaro giace alla porta del ricco che veste abiti preziosi e ogni giorno organizza lauti banchetti. Il corpo è coperto di piaghe e aspetta di nutrirsi con gli avanzi della tavola del ricco. Lazzaro, un giorno muore e va in alto “nel seno di Abramoâ€?. Muore anche il ricco, ma lui va in basso: “sepoltoâ€? dice il testo. Inizia un dialogo tra il ricco che urla (grande è la distanza tra i due luoghi) perchĂŠ Abramo faccia alcune cose. Questo “altoâ€? e questo “bassoâ€? sono distanti tra loro e il passaggio da un luogo all’altro non è percorribile, il perchĂŠ è abbastanza chiaro: la soglia del riccone non è mai stata valicata nĂŠ dal povero (che non poteva entrare in casa) nĂŠ dal ricco (che non poteva uscire di casa preso dai banchetti e dai vestiti). Il cuore

del riccone è rimasto impermeabile alle necessitĂ del povero perchĂŠ le sue orecchie erano chiuse ai comandamenti di Dio e agli insegnamenti scritturistici sull’elemosina. Un’altra porta. Il libro degli Atti degli apostoli la dice “Bellaâ€? (At 3,1ss). Anche lĂŹ giace un uomo impossibilitato a camminare. Passano Pietro e Giovanni, lo vedono, si fermano, gli parlano, gli tendono la mano. Lo invitano a guardare in alto. A differenza del ricco i due apostoli non hanno nulla: nĂŠ denaro, nĂŠ cibo, nĂŠ abiti di lino ma possiedono molto di piĂš: hanno Cristo e fanno dono al povero storpio “fin dalla nascitaâ€? proprio di GesĂš. L’uomo si alza, li segue, salta e loda Dio. Il ricco che aveva molto non ha dato nulla. I due che non avevano nulla hanno da-

to Cristo. Di Francesco d’Assisi, San Bonaventura nella Leggenda Maggiore, scrive che “Sentiva sciogliersi il cuore alla presenza dei poveri e dei malati e, quando non poteva offrire l’aiuto, offriva loro il suo affettoâ€?. Questa frase l’ho fatta stampare sull’immaginetta ricordo della professione solenne. Può anche succedere che incontrando persone povere o mendicanti, non ci sentiamo di dare, perchĂŠ non abbiamo nulla o perchĂŠ chi chiede ha problemi di dipendenze varie. Rimangono validi gli insegnamenti di Pietro, Giovanni e Francesco. Possiamo sempre donare Cristo, donare affetto. L’importante è varcare quella soglia di disprezzo che non ci permette di avvicinarci all’altro. GiĂ questo è un miracolo della fede.


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Vangeloâ€?. Benedetto XVI si è affacciato, giovedĂŹ 11, alla finestra dell’appartamento papale e, rivolto agli oltre 40mila fedeli convenuti in piazza San Pietro, ha portato il suo ricordo personale di quella sera di 50 anni fa. “Anche oggi – ha aggiunto – siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse piĂš sobria, una gioia umileâ€?. “In questi 50 anni – ha ricordato papa Benedetto – abbiamo imparato ed esperito che il peccato originale esisteâ€?, “che

nel campo del Signore c’è sempre anche la zizzania, che nella rete di Pietro si trovano anche pesci cattivi, abbiamo visto che la fragilitĂ umana è presente nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario, con tempeste che la minacciano. E qualche volta abbiamo pensato: ‘Il Signore dorme, ci ha dimenticato’â€?. Ma “il Signore non ci dimenticaâ€?, ha ammonito, e in questi anni abbiamo fatto pure una “nuova esperienza della presenza del Signoreâ€?.

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a costituzione pastorale “Gaudium et spesâ€? sulla Chiesa nel mondo contemporaneo è uno dei principali documenti del Vaticano II. Fu promulgata da papa Paolo VI l’8 dicembre 1965, l’ultimo giorno del Concilio. Il documento conciliare è frutto di animate discussioni. Seguendo l’indicazione di Giovanni XXIII di scrutare i segni dei tempi, essa ha voluto aprire un proficuo confronto con le principali istanze del mondo contemporaneo. Il mondo è pur sempre opera di Dio e luogo in cui Egli manifesta la sua presenza. La missione della Chiesa è quella di gettare ponti di amicizia e di dialogo con gli uomini e le donne di buona volontĂ , e, con essi, impegnarsi per la promozione della pace, della giustizia, delle libertĂ fondamentali, della scienza. La sua grande novità è di aver stabilito la reciprocitĂ tra ciò che la Chiesa dĂ al mondo e ciò che la Chiesa riceve dal medesimo: “Chiunque promuove la comunitĂ umana nell’ordine della famiglia, della cultura, della vita economica e sociale, come pure della politica, porta non poco aiuto alla comunitĂ della Chiesaâ€?. Riguardo a ciò che la Chiesa dĂ al mondo, ricorrendo a un’espressione estremamente sintetica, possiamo dire: la Chiesa dĂ al mondo la vita divina, il senso religioso dell’esistenza. Il dono della vita divina e del senso religioso

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stenza. Oggi c’è, forse piĂš di ieri, una fame di spiritualitĂ , una fame d’interioritĂ . La Chiesa contribuisce a trovare questo senso all’esistenza, alla sofferenza come alla gioia, alla vita come alla morte. La Chiesa ha contribuito e continua a contribuire alla difesa della dignitĂ della persona umana. Essa è una specie di sentinella di umanitĂ , perchĂŠ difende l’umanitĂ dell’uomo in un momento in cui i pericoli per l’umanitĂ non provengono dal di fuori dell’uomo, ma da dentro l’uomo stesso e sono nel suo stesso cuore. Nonostante le difficoltĂ e le tensioni passate nel rapporto con la moderni-

tĂ , non si può non riconoscere che la Chiesa in definitiva sia stata sempre esperta in umanitĂ e si sia messa sempre dalla parte dell’uomo. Che cosa dĂ la Chiesa alla societĂ ? Essa promuove l’unitĂ , perchĂŠ, secondo quanto ci dice il Concilio, è in Cristo quasi un sacramento, ossia segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unitĂ di tutto il genere umano. Un’unica fede crea un unico stile di vita. Se la fede è vissuta autenticamente, crea sempre dei modelli culturali di comportamento e questi modelli culturali di comportamento costituiscono la base, il cemento di una societĂ .

%HDWLILFDWR IUD *LRYDQQL “I martiri di Praga sono stati umili testimoni dell’amore di Cristo, del suo calvario, del suo perdono‌ Lasciamoci ispirare dai loro semi di bontĂ , lasciamo che diventino un nobile albero capace di portare ďŹ ori e frutti di un’umanitĂ riconciliata e fraternaâ€?. CosĂŹ il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, ha presentato i 14 martiri francescani, uccisi nel 1611, beatiďŹ cati il 13 ottobre nella Cattedrale di

San Vito, San Venceslao e San Adalberto di Praga alla presenza di 6.000 fedeli, 250 sacerdoti e 300 religiosi. Il ministro generale dell’Ordine dei Frati minori, JosĂŠ Rodriguez Carballo, ha sottolineato la dimensione internazionale della beatiďŹ cazione, dato che i francescani uccisi erano di origine italiana, spagnola, olandese, tedesca, francese e ceca. Ha inoltre ricordato “la fedeltĂ â€? dell’intera comunitĂ di Bedrich Bachstein

e dei suoi compagni all’eucaristia. Secondo il card. Giovanni Coppa, giĂ nunzio apostolico in Repubblica ceca, la loro beatiďŹ cazione è “un grande donoâ€? che l’intera nazione stava aspettando dal XVII secolo. Alla cerimonia di beatiďŹ cazione dei 14 francescani, c’era anche una delegazione di Mompiano visto e considerato che uno dei religiosi (fra Giovanni) è originario proprio della parrocchia cittadina di San Gaudenzio.

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Alla Segreteria del Sinodo sono pervenute complessivamente 499 schede per la consultazione in gruppo e 4820 schede per la consultazione individuale. Da parte dei Consigli pastorali zonali son giunte 18 schede; dalle Congreghe dei sacerdoti 21 schede. Le parrocchie che hanno partecipato sono 307; le schede per la consultazione di gruppo provengono da 239 parrocchie, le schede per la consultazione individuale da 234 parrocchie;

68 parrocchie hanno consegnato solo schede individuali. Le schede compilate dai Consigli pastorali parrocchiali o di unitĂ pastorali erigende o dalle Assemblee parrocchiali sono 185; tutte le altre sono frutto del lavoro di vari gruppi parrocchiali. Il gruppo che ha partecipato piĂš numeroso è quello dei catechisti. Tra le aggregazioni ecclesiali che hanno risposto a livello parrocchiale vi sono: l’Ac, le Acli, la S. Vincenzo, l’Equipe di Notre Dame, i Neocatecumenali.

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all’insieme delle risposte alla scheda numero uno emerge la consapevolezza di vivere in un tempo di grandi trasformazioni socio-culturali che incidono sulla vita delle persone. Di fronte a questa realtĂ si avvertono, in maniera piĂš accentuata nelle schede individuali, alcune necessitĂ per la Chiesa: non è possibile ignorare il cambiamento e i nuovi linguaggi se si vuole evitare l’emarginazione o il rischio di porsi su cammini paralleli, perdendo il contatto con le nuove generazioni; va dedicato tempo, ma anche passione per tutto ciò che riguarda le persone e gli ambienti di vita, al fine di conoscere e comprendere il territorio e le problematiche emergenti per coglierne le sfide e gli interrogativi profondi; si deve prestare attenzione alla presenza di culture e religioni diverse; va modificato il modo di porsi della parrocchia, superando l’ottica campanilistica con un profondo cambiamento di mentalitĂ . Pertanto le unitĂ pastorali sono viste prevalentemente come opportunitĂ per una maggiore apertura nei confronti della nuova realtĂ , purchĂŠ non si limitino a una ristrutturazione organizzativa. Viene sottolineato che le unitĂ pastorali devono diventare occasione per: favorire la corresponsabilitĂ tra preti e laici che diventano insieme soggetti del cambiamento della pastorale; cercare occasioni di confronto tra parrocchie in vista di una progettazione pastorale comune che sappia individuare ciò che è essenziale e piĂš aperto alla dimensione missionaria; offrire una testimonianza di comunione e di fraternitĂ tra parrocchie. Si segnala anche la necessitĂ di una maggiore apertura missionaria. Si richiama l’importanza di andare incontro alle persone, alle

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i va da problemi piĂš legati alla sfera personale e familiare (crisi della famiglia e nuove convivenze con quanto si collega alla denatalitĂ , alla figura femminile e alla bioetica), a quelli di carattere sociale piĂš vasto (crisi di valori della politica, crisi economica, consumismo e valore della domenica), a quelli riconducibili alle scelte educative (mancata trasmissione della fede in famiglia, relativismo, deresponsabilizzazione personale, nuovi media), ma anche a situazioni relative all’esperienza religiosa (diminuzione della pratica religiosa e della frequenza ai sacramenti, presenza di sette e di nuove religioni). Le risposte ai quesiti della seconda scheda confermano che le problematiche indicate nel sussidio sono sentite. Il tono delle risposte evidenzia che non si tratta di una semplice lettura della realtĂ , ma che è abbastanza chiara la volontĂ di lasciarsi interpellare da questi fatti che incidono, modificando abitudini, tempi e forme di aggregazione, ma soprattutto cambiando i valori di riferimento. Si suggerisce che l’impostazione pastorale prenda in considerazione i tempi e i ritmi di vita delle persone e dedichi una speciale attenzione all’accoglienza di chi si sposta (per motivi di studio o di lavoro). Si suggerisce di favorire e curare rapporti interpersonali di prossimitĂ , con speciale attenzione a situazioni problematiche, di valorizzare o dare vita a nuove forme di aggregazione, offrendo percorsi diversificati di educazione alla fede. Pochi considerano l’eucaristia domenicale come esperienza significativa per edificare la comunitĂ . La diminuzione del clero, problema molto sentito, porta a suggerire proposte principalmente in due direzioni: una migliore

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distribuzione dei presbiteri e la valorizzazione del laicato. Ăˆ evidenziata la necessitĂ di una riflessione che porti a riscoprire i caratteri specifici del ministero sacerdotale e, quindi, a liberarlo da tante incombenze che possono essere affidate ad altri, ai laici, con possibilitĂ di nuovi ministeri o con la valorizzazione di quelli esistenti anche non ufficialmente riconosciuti. Tutte le vocazioni, si dice, vanno valorizzate e rispettate per le caratteristiche proprie. Qualcuno vede in questa situazione il rischio di clericalizzare i laici, “utilizzandoliâ€? in sostituzione dei preti. Va presa in considerazione l’opportunitĂ di rivalutare il diaconato permanente e di valorizzare l’apporto delle congregazioni religiose, favorendo anche la collaborazione tra Istituti diversi. Nella riflessione sul ruolo dei preti e sulla loro distribuzione sul territorio si suggerisce di fare attenzione alle sensibilitĂ personali in ordine a diversi ambiti pastorali in cui alcuni potrebbero specializzarsi. Nella prospettiva delle unitĂ pastorali è vista positivamente la testimonianza di fraternitĂ sacerdotale e la possibilitĂ di esperienze di vita comune. Inoltre la corresponsabilitĂ di carismi e ministeri diversi può esprimersi meglio se c’è un progetto comune.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 18 ottobre Ore 9.30 – Brescia – Visita ai sacerdoti della macrozona presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 16 – Brescia – Saluto ai ministranti della diocesi in Cattedrale. Ore 20.30 – Concesio – Incontro in occasione dell’anniversario dell’inizio del Concilio. VenerdĂŹ 19 ottobre Ore 6.50 – Brescia – S. Messa presso il Seminario minore. Ore 20.30 – Brescia – Incontro in

occasione della settimana della Parola presso il Villaggio Sereno. Sabato 20 ottobre Ore 9.30 – Brescia – Santa Messa in occasione dei 170 anni di presenza dell’istituto delle Maestre di Santa Dorotea in Cattedrale. Il 20, il 21 e il 22 ottobre partecipa alla canonizzazione di padre Piamarta. MartedÏ 23 ottobre Ore 20.30 – Brescia – Apertura degli itinerari di spiritualità per i giovani in Cattedrale. MercoledÏ 24 ottobre Ore 9.30 – Brescia – Consiglio presbiterale presso il Centro pastorale Paolo VI.

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La Cancelleria della Curia diocesana comunica il seguente provvedimento: il sac. don Marco Cremonesi (salesiano) è stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di San Giovanni Bosco in Brescia.

Da lunedĂŹ 19 (ore 12) a venerdĂŹ 13 novembre (ore 16) Iniziative culturali sacerdotali propone all’Eremo di Bienno un corso di ritiro spirituale per sacerdoti secolari. La predicazione è affidata a don Giuseppe Dal Verme sul tema “La perenne novitĂ della fede, dono della conoscenza di Cristo, di ciò che lui ci rivela e della sua stessa vitaâ€?. Per informazioni, contattare il numero 3498359575 o via e-mail a icsacerdotali@davide.it.

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urante l’incontro hanno preso la parola don Adriano Bianchi e Fabio Pizzul, direttore di Radio Marconi e membro del consiglio regionale, moderati da Pietro Ghetti. Carlo Maria Martini fu un uomo di Dio che, guidato da un amore profondo per le Sacre Scritture, le studiò a lungo, tanto da porle al centro della propria vita. Quasi a ribadire l’importanza della Parola del Signore nella sua vita, l’ex Arcivescovo di Milano aveva infatti piĂš volte manifestato il desiderio che, le parole del Salmo 118, “Lampada ai miei passi la tua parola, luce al mio camminoâ€?, venissero incise sulla sua lapide. “Carlo Maria Martini era a tutti gli effetti un uomo di Dio, in quanto radicato nel Vangelo di GesĂš e un uomo di Chiesa, in senso pieno e totale; grazie ai suoi studi e alle sue opere in molti hanno potuto godere dei frutti del suo apostolatoâ€? ha detto don Adriano Bianchi, introducendo il suo intervento. “Il Concilio Vaticano II ha ribadito, attraverso la Costituzione Dei Verbum, l’importanza della Parola di Dio per la vita di tutti i credenti. Nella figura del card. Martini, l’insegnamento conciliare si è radicato in ogni aspetto della quotidianitĂ , in ambito sociale, politico, economico, religioso e morale. Con la sua testimonianza di vita divenne l’uomo della Parola perchĂŠ insegnò il metodo per avvicinarla, promuovendo la

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Tre le parole che il Cardinale riteneva importanti per il futuro della Chiesa: comunione, ossia corresponsabilitĂ di laici e consacrati, consolazione, cioè capacitĂ della Chiesa di mostrare il proprio volto misericordioso e, infine, responsabilitĂ e quindi ricerca incessante di cosa poter fare a favore del mondoâ€? ha concluso don Bianchi. Il card. Martini guidò la diocesi di Milano dal 1979 al 2002: furono anni di grandi cambiamenti e la sua opera fu tale da lasciare un segno profondo nella vita della cittĂ e dei suoi abitanti. “Per il suo ingresso a Milano, l’Arcivescovo volle venisse fatta una variazione al percorso previsto e sostò davanti al carcere cittadino di San Vittore, una delle ferite aperte

della diocesi che avrebbe retto; poi, Martini scelse di attraversare a piedi la cittĂ , fino al Duomo, con molta semplicitĂ e pacatezza, qualitĂ che avrebbe mantenuto sempreâ€?, ha ricordato Pizzul. “La vita del Cardinale fu contrassegnata sempre da sobrietĂ e straordinaria capacitĂ di ascoltoâ€?, ha proseguito. “Con i giovani instaurò un rapporto speciale; ai malati dedicò la prima visita pastorale ed egli stesso ne assunse la condizione per oltre 15 anni, afflitto dal morbo di Parkinson. La sua vita dedicata alla preghiera e alla parola è oggi un esempio vivo di fede autentica: a dimostrarlo, le oltre 200mila persone presenti ai funerali e l’incessante pellegrinaggio sulla sua tombaâ€?.

3HURQL FHULPRQLHUH SRQWLILFLR Roma si arricchisce della presenza di un bresciano che di fatto ricopriva giĂ un incarico di prestigio al servizio del Santo Padre. La Segreteria di Stato ha reso noto in data 11 ottobre 2012 che il rev. mo mons. Vincenzo Peroni (nella foto) è stato nominato cerimoniere pontiďŹ cio. Mons. Peroni dal 2010 era addetto all’UfďŹ cio delle celebrazioni liturgiche del Papa. Nato a Brescia il 16 gennaio del 1969 e originario

della parrocchia del Villaggio Sereno, è stato ordinato nel 1994. Sul territorio diocesano ha svolto i seguenti incarichi: curato a Sarezzo dal 1994 al 1999 e a Manerbio dal 1999 al 2008. Dal 2008 al 2009 è stato vice assistente dell’Azione cattolica, mentre dal 2009 al 2010 ha svolto l’incarico di direttore spirituale dei diaconi permanenti e di cerimoniere vescovile. A mons. Vincenzo va l’augurio della Chiesa bresciana

e di “Voceâ€? per il nuovo incarico. Nella Sacrosanctum Concilium si afferma: “La liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati ďŹ gli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacriďŹ cio e alla mensa del Signoreâ€?.

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Gianpaola Fausti (missionaria marista) è destinata a Vanuatu in Oceania. A proposito di missionarietĂ , è giusto ricordare che sabato 13 ottobre è stato consegnato il Nobel missionario presso l’auditorium di Confartigianato. Quest’anno il Premio Cuore Amico (nella foto i premiati) è stato attribuito al sacerdote Aldino Amato, missionario in Pakistan dal 1962, e a suor Maria Giovanna Alberoni, delle suore Orsoline,

medico chirurgo in India, in missione dal 1948. Per i laici sono state premiate la bresciana Lucia Robba e Mariuccia Gorla, volontarie da 31 anni in Congo. Si tratta di un riconoscimento che l’associazione, fondata nel 1980 da don Mario Pasini, assegna a ďŹ gure esemplari di missionari con l’obiettivo di dare risalto alla grande opera di civilizzazione promossa dalla Chiesa attraverso l’evangelizzazione e la crescita delle popolazioni del terzo mondo.

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l corso di approfondimento sul Concilio Vaticano II (19621965) ci offre la possibilitĂ di affrontare uno dei momenti cruciali della storia della Chiesa cattolica, quindi della storia dell’Occidente. Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, relatore del primo incontro del corso, che ha partecipato alla seconda sessione del Concilio, ricorda la presenza a Roma di 2.500 tra cardinali, vescovi e patriarchi di tutto il mondo, rappresentanti di tutti i continenti, non piĂš dei popoli sottomessi all’Europa, ma delle varie civiltĂ autonome del pianeta. Il Concilio Vaticano II, che è il XXI concilio della storia, rispecchia il significato profondo di Chiesa cattolica, che per sua natura intrinseca è universale, aperta a tutti i popoli, inclusiva, non esclusiva delle varie civiltĂ . A questo proposito, con un’immagine molto efficace, mons. Bettazzi parla di “rivoluzione copernicanaâ€? del Concilio: nel senso che, prima di esso, il mondo era per la Chiesa, dopo di esso, la Chiesa è per il mondo, come si nota in particolare nella Costituzione Gaudium et Spes. Questa rivoluzione riguarda l’essenza del Concilio, che è pastorale: secondo Bettazzi ciò non sminuisce il significato del Vaticano II, ma, anzi, lo rafforza, perchĂŠ la natura pastorale, che implica il farsi con-

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scovo di Ivrea, i veri “convertitiâ€? della sua azione sono proprio i vescovi, che sono entrati in Vaticano con una certa visione piĂš legata al passato, e ne sono usciti trasformati, proiettati verso la nuova Chiesa che si apre al mondo, che dialoga con i popoli, pastore dell’umanitĂ , secondo lo spirito autentico del pontificato di Giovanni XXIII. Tale spirito lo possiamo trovare in tutti i principali documenti del Concilio, che sono le tre Dichiarazioni, che trattano della libertĂ religiosa, i nove Decreti, che indicano le modalitĂ pratiche di attuazione della vita dei cristiani, e le quattro Costituzioni, che sono fondamentali e che

contengono l’essenza del Vaticano II. Infatti, in esse si affronta il tema della liturgia, che deve rispecchiare il nuovo senso della Chiesa che si rivolge al mondo: ad esempio, il sacerdote, in lingua volgare e non piĂš in latino, guarda verso i fedeli (versus populum) e non piĂš verso l’altare. Inoltre si parla della “pedagogiaâ€? dell’amore, che è una delle cifre cruciali della Chiesa cattolica: l’amore è il linguaggio di Dio, è la forza che dĂ all’uomo la possibilitĂ di elevarsi all’assoluto, di costruire una vera civiltĂ , di anticipare sulla terra il Regno di Dio. La vita e la morte di GesĂš sono l’emblema della via dell’amore, che porta alla veritĂ : attraverso un atto di amore puro, il Cristo si è immolato, per salvare l’umanitĂ , per oscurare la forza del male e portare il mondo a Dio. In questo senso la fede, che è anche un atto di amore, non è un indebolimento dell’uomo, come dice una pseudo-cultura laicista oggi dominante, ma è un suo potenziamento, in quanto fa sĂŹ che l’essere umano non si chiuda nelle ristrettezze dell’esperienza dei sensi e si apra alla trascendenza, alla veritĂ . Il Concilio Vaticano II, allora, è una fonte preziosa per l’uomo contemporaneo: esso vuole aprirci la mente, dirci che bisogna guardare verso l’alto e, nello stesso tempo, vivere nel mondo; e che solo guardando verso l’alto possiamo illuminare il mondo, che, chiuso in se stesso, è senza senso, senza luce, senza veritĂ .

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inferiore alle condizioni di mercato. Vista questa scelta anche patrimoniale di mantenere in disponibilitĂ un considerevole numero di abitazioni, il peso ďŹ scale che grava sulla Congrega nell’esercizio 2012 rispetto all’anno precedente è pressochĂŠ triplicato: tra Imu e Ires, le imposte sďŹ orano la cifra di 1 milione di euro. Si tratta di un peso gravoso che produrrĂ anche conseguenze sull’attivitĂ della Congrega. Ciò

comporterĂ probabilmente, per il futuro, una riduzione delle risorse destinate ai ďŹ ni istituzionali, che per il 2011 sono state pari a circa 2 milioni e 300mila euro: si tratta di beneďŹ cenza distribuita direttamente alle persone e alle famiglie, nonchĂŠ di aiuti alle realtĂ del non proďŹ t impegnate sui versanti dell’handicap, dell’emarginazione, della cura dell’infanzia e, piĂš in generale, dell’assistenza ai soggetti in difďŹ coltĂ . I 56 Confratelli che

compongono l’assemblea della Congrega si stanno interrogando circa l’effetto imprevisto del maggior onere ďŹ scale, stimato in oltre 600mila euro. A partire dal 2013, dunque, gli aiuti che l’ente potrĂ distribuire ai bresciani dipenderanno soprattutto dalla rinnovata generositĂ dei concittadini: questa è la lezione che, ancora una volta, insegnano i cinque secoli di storia e gli innumerevoli benefattori dell’istituzione.

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hiuso il bando di settembre, nell’anno 2012 la Fondazione Conte Gaetano Bonoris – che rientra nel novero delle sei fondazioni amministrate dalla Congrega della CaritĂ Apostolica – ha complessivamente deliberato l’erogazione di 889mila euro in favore di enti ed associazioni dedite alla cura e all’accompagnamento dei minori meno fortunati delle province di Brescia e Mantova. Ăˆ dal 1928, infatti, che la Fondazione Bonoris, istituita per volontĂ del deputato monteclarense Gaetano Bonoris (1861-1923), che volle affidarla all’amministrazione dei Confratelli della Congrega, persegue lo scopo di “promuovere e sussidiare istituti, enti e organizzazioni in genere [‌] delle Province di Brescia e di Mantova in parti uguali, che abbiano per fine anzitutto di prestare aiuto e protezione a minori e giovani privi del sostegno familiare, pur-

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su chiese e oratori. La diocesi di Mantova ha dovuto infatti registrare l’inagibilitĂ di 83 edifici di culto o destinati a funzioni educative e pastorali, su un totale di 129: si tratta di due fabbricati su tre. In particolare, oltre ad un aiuto concreto ad una ventina tra enti ed associazioni attive nell’accompagnamento e nella tutela dei minori – tra cui Anffas, Abramo Onlus, Associazione scuole materne mantovane – un contributo eccezionale pari a 150mila euro è stato riservato alla parrocchia di San Benedetto Po, per il progetto di ripristino di uno spazio riservato all’aggregazione giovanile reso inagibile dal sisma. Trascorsi piĂš di 80 anni dal gesto di generositĂ e di fiducia da parte del conte Gaetano Bonoris, l’operato della sua Fondazione in favore dei minori bresciani e mantovani attesta, una volta di piĂš, il valore del dono, che si dimostra capace anche di passare attraverso le generazioni.

altĂ diocesane che hanno potuto contare sul prezioso aiuto della fondazione, sono molte altre le realĂ bresciane che hanno beneficiato di questa solidarietĂ . Tra i beneficiari della provincia si contano la FraternitĂ Giovani di Ospitaletto, le Suore Operaie della Casa di Nazareth di Botticino, la polisportiva Bresciana No Frontiere Onlus, la cooperativa Il Calabrone, la Casa Famiglia Betania di Maria di Verolavecchia e l’Istituto “Razzettiâ€? di via Milano in Brescia. L’intervento della Fondazione Conte Gaetano Bonoris sul territorio mantovano per il 2012 è stato condizionato, purtroppo, dalle conseguenze del terremoto che il 20 e il 29 maggio scorsi ha ferito duramente anche la provincia lombarda. Il sisma si è fatto sentire in modo particolare sul patrimonio storico e archittetonico della Chiesa mantovana. Ha risparmiato, fortunatamente tante case, ma si è accanito

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hi è Caravaggio? PerchĂŠ la sua figura è stata cosĂŹ rilevante per la storia dell’arte? Quale rapporto c’è tra Caravaggio e la natura morta? Ce lo spiega Davide Dotti, giovane storico dell’arte protagonista della recente polemica relativa all’attribuzione a Caravaggio di diversi fogli custoditi presso il “Fondo Peterzanoâ€? del Castello Sforzesco di Milano, in seguito pubblicati nell’e-book “Giovane Caravaggio. Le cento opere ritrovateâ€?. Erbuschese classe 1985, Dotti si è formato all’UniversitĂ Cattolica di Brescia e Milano e successivamente alla prestigiosa Fondazione Longhi di Firenze. Seguace del metodo longhiano e zeriano, cura la sua prima mostra a soli 20 anni, “Da Magnasco a Guardi. Paesaggi, vedute e capricci del ‘600 e ‘700 lombardi e venetiâ€?, ricevendo le congratulazioni dell’allora ministro dei Beni cul-

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Roma, un Alessandro Morente, statua ellenistica custodita agli Uffizi di Firenze, tre figure a mezzo busto di Angeli, che richiamano un dipinto di Giulio Cesare Procaccini della Chiesa di Sant’Abate a Milano. Una scoperta alquanto sconvolgente, peraltro condivisa dai massimi studiosi dell’artista, che gli ha consentito di balzare agli onori della cronaca sulle pagine dei piĂš importanti quotidiani nazionali. Caravaggio, spiega Dotti, è un’icona mondiale, un artista che suscita sempre una forte attenzione mediatica ogni qualvolta si parli di lui. Genio rivoluzionario, non solo per l’abilitĂ , ma anche per l’alta concezione estetica della pittura, Michelangelo Merisi nasce a Milano nel 1571 e non a Caravaggio, a quel tempo piccolo borgo bergamasco nel quale la sua famiglia viveva; ce lo conferma l’atto di battesimo, casualmente scoperto nel 2007 dalla consultazione di un antico registro

parrocchiale della Chiesa di Santo Stefano in Brolo a Milano. Figura di rilievo per il giovane Merisi è il pittore Simone Peterzano, dal quale viene mandato a bottega, dal 1584 circa fino al 1588. Quattro anni nei quali il giovane Caravaggio lavora assiduamente, ma dei quali non ci sono pervenute opere certe, nĂŠ tantomeno disegni. La fortuna critica del pittore inizia nel 1592 quando si traferisce a Roma, culla del mecenatismo, dove riuscirĂ a legarsi ai maggiori committenti dell’epoca, realizzando i piĂš insigni capolavori che oggi possiamo ammirare. Nel 159697 il Merisi dipinge quella che può essere considerata la prima natura morta della storia dell’arte italiana, la “Canestraâ€? della Pinacoteca Ambrosiana di Milano. La natura morta esisteva giĂ , ma era strettamente collegata al soggetto sacro ed aveva riferimenti simbolico-religiosi; con Caravaggio invece assume un’autonomia espressiva, è messa in primo

piano senza essere accostata alla figura umana. La “Canestraâ€? rappresenta quindi il prototipo per la fulgida stagione della natura morta italiana, tema che vedrĂ impegnati numerosi artisti e che si diffonderĂ rapidamente nei maggiori centri della penisola, da Milano a Roma, per giungere fino a Napoli. Se “Giotto mutò l’arte di dipingere di greco in latinoâ€?, come affermava Cennino Cennini, cosĂŹ Caravaggio seppe rendere moderna la storia dell’arte, attraverso un sapiente uso della luce ed una fervida ricerca del naturale mai vista in precedenza nella pittura; un maestro inoltre, che stendeva il colore direttamente sulla tela, senza disegno, forse in grado di realizzare alcune di quelle nature morte lombarde di fine ‘500 che ancora restano ignote alla critica e che probabilmente, sottolinea Dotti, fecero da pendant per celeberrimi lavori quali la stessa “Canestraâ€? o il “Bacchinoâ€? della Galleria Borghese.

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ďŹ sico, arti plastiche, danza butoh, videodanza, canto, musica e fotograďŹ a che interagiscono tra loro in ambito performativo, declinando un programma, dove il corpo che danza resta l’asse portante della proposta. La prima è un workshop in scena con Pierre Doussaint, coreografo con il quale collabora da anni Marina Rossi, direttore artistico della compagnia “Lelastikoâ€?. Un assolo danzato e scritto da Pierre Doussaint vedrĂ coinvolti un gruppo di stagisti, che

condivideranno il suo nuovo lavoro coreograďŹ co, confrontandosi con la sua pedagogia di danza: “Les Masses Merveilleusesâ€? si terrĂ dal 31 ottobre al 4 novembre. L’esito del percorso sarĂ presentato al pubblico nel Teatro San Giovanni, domenica 4 novembre alle ore 19. FarĂ seguito, alle 19.45, un percorso di immagini e parole con lo stesso Doussaint che parlerĂ del proprio percorso artistico e pedagogico con il pubblico. Il secondo progetto vede protagonista come

docente Marina Rossi (danzatrice e coreografa) che coadiuvata da Michele Sabattoli (light designer) propone da novembre a gennaio in forma laboratoriale la creazione di partiture e scritture coreograďŹ che. Si parte dall’esperienza della scena, dove ogni partecipante verrĂ invitato a realizzare un assolo di danza e/o teatro ďŹ sico. Anche in questo caso è prevista una presentazione in teatro a ďŹ ne percorso. Per informazioni, 3287076690.

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a prima italiana del nuovo spettacolo di Saburo Teshigawara è targata Brescia. “Mirror and musicâ€? è il titolo dello show che il danzatore e coreografo giapponese proporrĂ sabato 20 ottobre alle 21 sul palco del Teatro Grande. Dopo le compagnie di danza che nella prima parte del 2012 hanno calcato il palcoscenico del Grande (il MaggioDanza, la Compaùía Antonio Gades, la Wayne McGregor | Random Dance, la The Forsythe Company con la prima mondiale di Study#1), continuano al Teatro Grande di Brescia gli appuntamenti con la grande danza. L’obiettivo è quello di trasformare il Teatro Grande in una sede di ospitalitĂ eccellenti, di progetti di residenza e di promozione della grande danza e dei nuovi linguaggi della contemporaneitĂ . Un percorso ambizioso che mira a portare a Brescia le piĂš prestigiose

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prio corpo, passando da momenti di estatica sospensione, che dilatano il tempo e portano dentro di sĂŠ l’essenza del Giappone, ad una sorprendente rapiditĂ , grazie ad un corpo capace di accelerazioni stupefacenti che disegnano traiettorie di luce e sprizzano di energia vitale.“Quando creo una coreografia, penso contemporaneamente ai diversi elementi che la compongonoâ€?, ha spiegato il coreografo in un intervista a Philippe Verrièlle e poi ha precisato: “un danzatore è la vita, una sostanza vivente sulla scena dove la coreografia è rappresentataâ€?. L’artista, giovedĂŹ 18 ottobre alle 11.30, ha incontrato studenti e pubblico presso la Sala della Gloria dell’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore di Brescia, conversando con prof. Enrico Pitozzi (docente di “Forme della scena multimedialeâ€? presso l’UniversitĂ degli Studi di Bologna, di “Estetica delle interfacceâ€? all’Accedemia

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di Belle Arti di Brera e giĂ visiting professor presso la FacultĂŠ des Arts de l’UniversitĂŠ du QuĂŠbec Ă MontrĂŠal) che da anni svolge ricerche in ambito internazionale sulla danza e il teatro. I biglietti per lo spettacolo “Mirror and Musicâ€? sono in vendita on line (teatrogrande.it e vivaticket.it) e alla biglietteria del Teatro Grande: da 17 a 28 euro (riduzioni per i possessori della TeatroGrande Card e Under 30 e Over 65).

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( VH OD EHOOD GRUPLVVH La vicenda di Eluana Englaro (gli ultimi giorni di vita della giovane nel febbraio 2009) ha portato all’attenzione di tutti in Italia una problematica, suscitando discussioni e riflessioni, a piĂš riprese, a piĂš livelli e in piĂš modalitĂ . Parte da qui, dal tentativo di raccontare alcune posizioni nei confronti della questione il film di Marco Bellocchio “Bella addormentataâ€?, presentati alla 69ÂŞ Mostra internazionale del cinema di Venezia. Con quattro vicende il regista vorrebbe raccontare la complessitĂ di un dibattito che non può che interrogare sulla questione dell’eutanasia. Pro e contro si confrontano nei personaggi messi sullo schermo da Marco Bellocchio per suscitare ancora riflessioni. Uno stimolo per spingere a cercare la vita. Non offre risposte preconfezionate, ma

lo stimolo a percorrere, ciascuno in sala come i personaggi sullo schermo, la propria ricerca.Sabato 3 novembre alle 20.45 “Bella addormentataâ€? sarĂ proiettato nella Sala della comunitĂ di Cologne in una proiezione organizzata dall’UfďŹ cio comunicazioni della diocesi, da Voce Sas (Servizio assistenza sale diocesano) in collaborazione con la parrocchia di Cologne. La proiezione del ďŹ lm, introdotta da Mauro Toninelli, giornalista responsabile di Voce Sas, sarĂ arricchita dalla presenza in sala del dottor Massimo GandolďŹ ni. Il direttore del dipartimento di neuroscienze della Fondazione Poliambulanza e vicepresidente nazionale dell’Associazione “Scienza e vitaâ€? dopo la proiezione offrirĂ uno stimolo per poi dialogare con i presenti. Il pro e il contro rispet-

to all’applicazione dell’eutanasia nella pellicola svariano dalla politica alla militanza religiosa, da una opposizione radicale agli eccessi di un’accettazione sorda e fuori misura, nel rispetto del pensiero di un’Italia che anche in sala a Cologne coglierĂ l’opportunitĂ di confrontarsi mettendo nella questione le storie, a volte personali e non cosĂŹ lontane dalla vita quotidiana. Per estrarre e estrapolare anche quello che la veste narrativa calibrata e meditata di Bellocchio tiene talvolta in secondo piano: l’attenzione autentica e sofferta per il problema del ďŹ ne vita, per la sofferenza dell’essere umano e per chi a questa sofferenza si dedica. Nel cast, tra gli altri, Toni Servillo, Isabelle Huppert, Michele Riondino, Alba Rohrwacher e Fabrizio Falco.


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SarĂ presentato presso la Fondazione civiltĂ brescianaâ€?, a Brescia (vicolo San Giuseppe) venerdĂŹ 19 ottobre alle 17.30 il libro “Joannes da Volpinoâ€?. Mons. Antonio Fappani, presidente della Fondazione civiltĂ bresciana, e don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano introdurranno la relazione di Fiorella Frisoni, dell’UniversitĂ di Milano, su “Pittura ‘provinciale’ e pittura ‘di rango’ nella pittura del tardo Trecentoâ€?; presenti autori e curatori del libro.

Sabato 20 ottobre alle 16, nella chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne, si svolgerĂ un convegno dedicato alla ďŹ gura di Girolamo Romanino, in particolare al ciclo di pitture murali realizzate dall’artista nella chiesa stessa. “Si tratta di uno dei piĂš ampi, eterodossi e sconvolgenti cicli di affreschi della carriera dell’artista bresciano − spiega il critico d’arte Davide Dotti, coordinatore del convegno − e grazie a questo appuntamento avremo la possibilitĂ di entrare

in contatto con l’opera d’arte e di parlarne mostrandola direttamente al pubblicoâ€?. Il convegno, presentato dall’Assessorato provinciale alla cultura e al turismo, ha l’obiettivo di “riunire ďŹ gure esperte della cultura in uno dei luoghi piĂš signiďŹ cativi dell’opera di Romanino mettendone in giusta luce il valore − ha spiegato l’assessore Silvia Razzi − e al tempo stesso ha come intento futuro quello di creare una rete che riprenda ‘la via del Romanino’, creando un percorso che colleghi Pisogne con

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Bienno e Breno, altre due sedi di importanti dipinti dell’artistaâ€?. Durante il convegno interverranno, oltre a Davide Dotti, che presenterĂ Romanino in rapporto ad altri pittori bresciani del Cinquecento, lo storico Daniele Montanari, che inquadrerĂ il rapporto tra societĂ e Chiesa nella Brescia di inizio ‘500. Accanto anche lo storico Vincenzo Gheroldi, autore di un libro che analizza i dipinti in Santa Maria della Neve, il restauratore Romeo Seccamani e Tino Bino. (a.g.)

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romossa dall’amministrazione comunale di Edolo torna, per l’ 8ÂŞ edizione, “EdoloTeatroâ€?, la stagione teatrale che, ospitata presso il Teatro San Giovanni Bosco (via Roma 3), apre il palcoscenico agli appassionati della Valle Camonica portando artisti e spettacoli di livello nazionale. Segno di una confermata attenzione dell’amministrazione comunale alle proposte culturali, la programmazione mette in cantiere anche spettacoli destinati ad altre anime della comunitĂ : bambini e ragazzi delle scuole elementari, medie e superiori. L’inaugurazione è affidata al gradito ritorno di una delle piĂš grandi attrici teatrali italiane di questi anni, Maria Paiato, che mercoledĂŹ 14 novembre (produzione Fondazione Salerno Contemporanea) porta in scena “Anna Cappelliâ€?, un monologo nel quale l’attrice ferrarese veste i panni di un personaggio contemporaneo uscito dalla penna di Annibale Ruccello, geniale drammaturgo scomparso a metĂ degli anni Ottanta, che qui tratteggia il farsi “mostroâ€? di una persona comune, osservata mentre scivola nella follia. GiovedĂŹ 22 novembre sarĂ la Compagnia Gank a proporre uno dei testi piĂš rappresentativi di Shakespeare, “Molto rumore per nullaâ€?, l’opera che condensa in sĂŠ tutto il meglio delle commedie del drammaturgo inglese. A chiudere l’anno, giovedĂŹ 13 dicembre, gli Oblivion che, nella formazione composta da Davide Calabrese e Lorenzo Scuda (prodotti da Malguion e Fondazione Giorgio Gaber), saranno

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di Torino e dall’Associazione Culturale Muse, mette in scena un lavoro dall’altissimo valore sociale oltre che artistico. “Malapolvereâ€?, il titolo dello spettacolo, fa riferimento alla polvere d’amianto prodotta per quasi tutto il Novecento dallo stabilimento della Eternit di Casale Monferrato, una bella cittadina tra le colline e il Po, ricca di storia, d’arte e di operositĂ che è oggi cittĂ avvelenata. I suoi cittadini, falcidiati da quella malapolvere, hanno intentato, e vinto, la maggior causa che si sia mai celebrata per un disastro ambientale provocato da un luogo produttivo. Chiude la sezione serale, giovedĂŹ 14 febbraio, Mario Perrotta, vincitore del premio Ubu 2012 che, affiancato da Mario Arcari (giĂ musicista di Fabrizio De Andrè) e Maurizio Pellizzari, propone una particolare versione dell’“Odisseaâ€?, centrata sulla figura di Telemaco, catapultato nel XXI secolo. Lo spettacolo replicherĂ venerdĂŹ 15 febbraio (ore 10) per le classi degli Istituti di istruzione superiore. L’altro appuntamento dedicato ai bambini dell’ultimo anno delle elementari e ai ragazzi della scuola media è “Branco di scuolaâ€? una semplice storia di bullismo (10 gennaio alle10) di e con Guido Castiglia (Nonsoloteatro). Lo spettacolo narra, con un linguaggio contemporaneo, ironico e a tratti comico, di un tradimento intimo e di un disagio crescente tra i ragazzi di un liceo. Fatti che, lontani dal richiamo mediatico, minano, in primis, la dignitĂ umana. Info: biblioteca di Edolo 0364770177.

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le raccolte indicate nel volume, distinte tra percorsi archeologici, storico-artistici, legati alla cultura materiale e scientifici-naturalistici, ai quali vanno ad aggiungersi i sei ecomusei diffusi tra Valle Trompia, Valle Camonica, Val Grigna ed Alto Garda riconosciuti da Regione Lombardia. Nella guida, inoltre, si trova una selezione di 200 siti di interesse tra cui chiese, pievi, santuari, torri, rocche, castelli, ville e palazzi. Per ogni struttura indicata, sono forniti indirizzi,

recapiti telefonici, orari di apertura e contatti email. Inoltre, vi sono contributi descrittivi di Raffaella Poggiani Keller, Filli Rossi ed Elisabetta Roffia, soprintendenti le prime due, giĂ soprintendente la terza, per i beni archeologici di Regione Lombardia, dello storico e saggista Carlo Simoni, del responsabile degli Astrofili bresciani Loris Ramponi e del giornalista Francesco De Leonardis. “Abbiamo pensato inoltre di tradurre la guida in inglese e tedesco – continua

l’Assessore − per renderla fruibile non solo ai cittadini bresciani e ai turisti italiani che visitano il nostro territorio provinciale, ma anche ai numerosi stranieri che oggi anno scoprono i nostri luoghiâ€?. Il volume, di facile consultazione, è disponibile gratuitamente negli uffici Iat della Provincia, consultabile nelle biblioteche del Sistema bibliotecario bresciano, nei musei e al sito internet provincia.brescia.it nella sezione dedicata alla cultura e al turismo. (a.g.)

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ercherò di convincervi questa sera che noi uomini siamo l’unica forma di materia vivente dotata di ragioneâ€?. Con queste parole il professor Antonino Zichichi, ospite giovedĂŹ scorso dell’Accademia Ndt International, al Centro pastorale Paolo VI, ha aperto la sua lezione-conferenza dedicata a “I nuovi orizzonti della scienza: elementi unificanti e aspirazioni dell’uomoâ€?. Di fronte ad una platea numerosa ed attenta, il professor Zichichi ha spiegato sin da subito che “la scienza nasce come atto di fede in Colui che ha creato il mondo, pertanto, il conflitto tra fede e ragione non sussisteâ€?. Fermo nella sua posizione di credente, ha sottolineato che “l’umanitĂ non è figlia del caos, ma di una logica rigorosa creata da un autore. L’ateismo – ha proseguito – non è un atto di ragione come si è soliti far credere, perchĂŠ non fornisce prove scien-

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di materia vivente dotata di ragione? “La ragione – spiega – è ciò che permette l’esistenza della vita, nel passaggio dalla materia inerte a quella vivente. Ma, a differenza degli altri esseri, l’uomo è l’unico a poter dimostrare le conquiste ottenute grazie alla ragione stessa: il linguaggio scritto e parlato, la logica rigorosa teorica, meglio nota come matematica, e la logica rigorosa sperimentale, ossia la scienzaâ€?. Nessun’altra forma di materia vivente può dimostrare la presenza, nella propria storia, di segni concreti di queste tre conquiste della ragione. Galileo Galilei, al quale il professore ha dedicato molti studi e alcuni saggi, è stato il primo “a fare un atto di umiltĂ intellettuale, ammettendo che chi ha creato il mondo è la mente piĂš intelligenteâ€?. Partendo da Galilei e dai suoi studi basati sulle pietre e non piĂš sulle stelle, Zichichi ha percorso tutta la storia della scienza e della

fisica fino ai giorni nostri, passando attraverso le teorie di Newton ed Einstein sul collasso gravitazionale, l’analisi delle stelle fisse, fino alla scoperta dell’universo subnucleare del 1947. “Ma tra scoprire e capire – precisa il professore – c’è molta differenza, e molti passaggi sono ancora da compiere per raggiungere, ad esempio, la dimostrazione scientifica dell’esistenza di un supermondo, di cui io sono fermamente convinto, ma del quale

non abbiamo ancora le prove. Nel corso di 400 anni, dopo Galileo Galilei sono stati fatti enormi progressi, grazie a passi logici che, tuttavia, possono talvolta condurre all’errore. Ma dopo tutte queste dimostrazioni scientifiche – ha concluso il professore – mi auguro che nessuno abbia ancora dei dubbi sul fatto che siamo l’unica forma di materia vivente dotata di ragioneâ€?. Il pubblico in sala di certo ne è stato convinto.

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Nel settore del gusto la nostra provincia può contare su vere e proprie eccellenze. Sabato 20, dalle 17 alle 22 e domenica 21, dalle 10 alle 22, buona parte di questi prodotti saranno protagonisti, nelle sale della dimora settecentesca dei Musei Mazzucchelli a Ciliverghe di Mazzano, nell’“eccellenza del gustoâ€?, un viaggio sensoriale capace di regalare emozioni. La manifestazione, pensata e realizzata dall’Assessorato all’agricoltura, dal Centro vitivinicolo e dalla direzione dei Musei, per fornire una corretta informazione sul sistema agricolo bresciano, sulle filiere, sulle tipicitĂ del territorio e sui loro contenuti ‘tecnici’ e ‘culturali’. Una settantina di produttori di eccellenze culinarie a ‘km0’ presenteranno le loro migliori creazioni da degustare e acquistare. Vini, formaggi, marmel-

late, pesci, caviale, salumi, olio e prodotti di pasticceria renderanno emozionale la passeggiata nel gusto. Con un unico biglietto, al costo di 5 euro, è possibile accedere alle gallerie dei prodotti, alle aree museali e alla selezione presso il ristorante interno. Ai piĂš piccoli sono dedicati laboratori didattici e sensoriali (3,5 euro). Anche le nuove tecnologie possono migliorare la conoscenza delle nostre eccellenze. Per questo sono state invitate alcune ‘food blogger’ selezionate della rivista “La cucina italianaâ€?. Parteciperanno ad un corso di alta pasticceria e ad uno di food-fotografia e saranno accompagnate in un tour alla scoperta della Val Sabbia e del suo prodotto principe, il bagòss. Per riportare ‘in rete’ le ‘eccellenze del gusto’ bresciane. (v.b.)

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”‡•‡Â?–ƒœ‹‘Â?‡ Â? Ž‹„”‘ •— †‘Â? ‹‡”Ž—‹‰‹ —”‰‹‘Â?‹ MercoledĂŹ 24 ottobre si terrĂ la presentazione del libro di Anselmo Palini “Pierluigi Murgioni. Dalla mia cella posso vedere il mareâ€? organizzata da libreria Paoline, missionari comboniani, Editrice Ave, Centro missionario in collaborazione con Azione cattolica, Pax Christi, SocietĂ San Vincenzo de’ Paoli, Centro Saveriano di animazione missionaria e Apasci. La presentazioni, che inizierĂ alle 20.30 presso i Missionari Comboniani (viale Venezia 116,

Brescia), sarĂ introdotta da mons. Cesare Polvara. Dialogheranno mons. Domenico Sigalini, don Saverio Mori, Juan BaladĂ n Gadea, Giampaolo Colella e Pino Murgioni e l’autore. Pierluigi Murgioni, sacerdote bresciano morto a 51 anni nel 1993, in missione in Uruguay, venne arrestato nel maggio del ‘72, con l’accusa di appartenere al Movimento di liberaziorme nazionale “Tupamarosâ€? e senza nessuna spiegazione, incarcerato. Fu liberato nel 1977.

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a letteratura non è obsoleta. Lo dimostra il crescente successo che dal 2006 hanno riscosso i percorsi di “Letteratura & Letteratureâ€?, una serie di proposte condivise tra l’UniversitĂ cattolica e il Centro teatrale bresciano e aperte alla cittĂ . Quest’anno, per la 7ÂŞ edizione, si coniugano “Letteratura e Teatroâ€?: otto appuntamenti dal 25 ottobre al 13 dicembre, dalle 17 alle 18.30 nell’aula magna Tovini dell’UniversitĂ Cattolica in via Trieste. L’organizzazione è curata dalla FacoltĂ di scienze linguistiche e letterature straniere e la direzione scientifica è affidata alla prof. Lucia Mor. Studiosi e attori, tra cui 17 ragazzi bresciani selezionati per il progetto “Mythosâ€?, alternano analisi e interpretazioni a letture e recitazioni, accompagnando il pubblico alla scoperta delle opere di otto autori che andranno in scena nella prossima stagione di prosa. Al centro degli incontri drammaturghi internazionali come Eschilo (31 ottobre, Orestea), Thomas Bernhard (8 novembre, Il teatrante), Oscar Wilde (15 novembre, Un marito ideale), Heinrich von Kleist (29 novembre, Il principe di Homburg), Rafael Spregelburd (6 dicembre, La modestia) e Tennessee Williams (13

dicembre, Un tram che si chiama desiderio), ma anche un poeta Jacques PrĂŠvert (25 ottobre, Le folli stagioni) e un narratore, FĂŤdor Dostoevskij (22 novembre, I fratelli Karamazov). Il teatro è luogo di incontro di generi letterari diversi, nei quali l’arte della parola intreccia le varianti di ciò che secondo Goethe è “l’universalmente umanoâ€?. La sinergia tra la Cattolica, in questo caso con la sua FacoltĂ di lettere e filosofia, e il Ctb si concretizza nella proposta del convegno “Prometeo: storia, forme e fortuna di un mitoâ€?. LunedĂŹ 29 e martedĂŹ 30 ottobre, dalle 15 alle 18.30, i relatori, coordinati da Maria Pia Pattoni, docente di letteratura greca, saranno chiamati ad analizzare uno dei miti fondanti della cultura occidentale. “Prometeo − spiega la prof. Pattoni – incarna le diverse tematiche dell’attualitĂ . Ha rappresentato, a seconda delle epoche e degli approcci interpretativi, il trasgressore e il ribelle che si oppone all’ordine divino, ma anche il benefattore dell’umamitĂ , il dio filantropo per eccellenza che, con il dono del fuoco, fa emergere l’uomo dalle tenebre per avviarlo sulla via del progressoâ€?. Il convegno tratterĂ il “caso Prometeoâ€? in un ‘continuum’ sistematico tra alcune delle piĂš celebri metamorfosi

di un personaggio-simbolo, sul quale nei secoli ciascuno ha proiettato la propria visione dell’uomo. Uscendo dal mito ed entrando nella storia, il Centro Studi per l’educazione alla legalitĂ della Cattolica promuove, con un convegno, uno spettacolo e una mostra, un “viaggio tra le costituzioni del mondoâ€?. Il convegno, in programma giovedĂŹ 18 nell’aula magna Tovini, dalle 9.15 alle 12.30, propone una lettura delle origini e dell’attualitĂ della nostra Costituzione. Lo spettacolo, in scena martedĂŹ 30 alle 20 nella sala polifunzionale del Sacro Cuore, è curato dal Gaetano Oliva e offre una miscellanea di arte varia. La mostra, nel corridoio Montini al primo piano dell’UniversitĂ e aperta fino al 30 ottobre, espone oltre 200 Carte costituzionali di tutto il mondo per un viaggio attraverso le “strade che portano alla cittadinanza e alla legalitĂ â€?.

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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La Chiesa bresciana è in festa per la canonizzazione di padre Giovanni Battista Piamarta, fondatore della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth. Domenica 21 ottobre infatti il Papa proclamerà santi ben sette beati, tra questi il bresciano padre Piamarta, unico italiano. Per seguire il rito, che inizia alle 9.20, il programma La Buona Novella si collegherà con Radio Vaticana. Domenica 21 si celebra anche la Giornata missionaria mondiale

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notizia� apre con il servizio sull’assegnazione del premio “Cuore amico�. A seguire: il vescovo Luciano Monari ha incontrato a Rovato i sacerdoti della macrozona; l’incontro promosso dall’Azione cattolica diocesana “La scuola del Concilio�, a Villa Pace di Gussago; le iniziative a Pralboino per i festeggiamenti per San Flaviano, patrono del Comune bassaiolo.

“Ho creduto perciò ho parlatoâ€?. Nella rubrica Ecclesia ne parla il vicedirettore dell’UfďŹ cio missionario don Carlo Tartari. A causa della lunga diretta da Roma Ecclesia va in onda alle 9.10. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl.

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La rubrica “4 parole...â€? è con don Francesco Pedrazzi, sulla catechesi per mezzo dell’arte. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche “Storie di fede: testimonianza di don Luigi Ceppi e di suor Teresa Marcazzanâ€?.

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Ă‹ YLQFHQWH OD ULVFRVVD VRFLDOH FRQVXPDWD LQ WY Grazie tv, perchĂŠ solo tu conosci ciò di cui tutti noi abbiamo bisogno. Grazie perchĂŠ elargisci generositĂ e affetto in questo periodo di crisi e di incertezze. Ogni sabato quasi 10 milioni di spettatori si trovano davanti al piccolo schermo per seguire “Ti lascio una canzoneâ€? e “C’è posta per teâ€?. Rispettivamente su Rai Uno vanno in onda i bravi bambini, e su Canale 5 si fa la pace fra parenti. Antonella Clerici ci mostra che la gioventĂš è salva, se sa imitare gli adulti. Maria De Filippi invece risolve problemi e diatribe famigliari grazie a buoni consigli da amica corroborati da qualche lacrimuccia messa al punto giusto. In entrambi i

casi si tratta di un racconto: introduzione, svolgimento e gran finale che mette tutti d’accordo. I bambini della Clerici raccontano la loro passione per il canto, si esibiscono davanti al grande pubblico e ricevono gli onori riservati ai big della canzone. I casi umani della De Filippi arrivano in studio tristi e affranti, si confrontano fra mediazioni, recriminazioni e perdono, per poi sciogliersi in baci e abbracci. Ăˆ proprio ciò di cui ha bisogno un pubblico che nella vita quotidiana sogna queste vittorie, cerca la pace nelle vicende personali, attende che succeda qualcosa di bello, che le in-

giustizie finiscano. La tv sa sfruttare con maestria queste sacrosante universali necessitĂ . E soprattutto sa assecondarle, le pungola e le sazia allo stesso tempo. Ăˆ la magia dello spettacolo: quando la realtĂ entra nel piccolo schermo acquista un sapore diverso, diventa mielosa, appiccicosa come lo zucchero filato. Ai bravi bambini cantanti infatti non basta avere una bella voce, devono incravattarsi, spalmarsi di brillantina e salire su un palco fingendo che sia il loro habitat naturale, devono cantare canzoni scritte quando nemmeno i loro genitori erano nati. E guai se uno di loro si mette a piangere perchĂŠ

redarguito dalla giuria (è successo a una piccola concorrente un mese fa): di colpo la magia dello zucchero filato scompare e sullo schermo ritorna la realtĂ , ovvero uno spettacolo che sfrutta bambini per compiacere il proprio pubblico. Stesso ragionamento per “C’è posta per teâ€?: gente comune che chiede alla tv di risolvere i propri problemi. Nella scorsa puntata del 13 ottobre Jerry Scotti ha regalato un triciclo a motore a un tapino in crisi con la moglie perchĂŠ disoccupato. Ovazioni in studio. Liquidata la coppia di disperati-riconciliati è arrivato – per puro caso – il momento per Jerry di promuovere i

suoi futuri impegni televisivi. Ăˆ chiaro a tutti che gli estremi casi umani affrontati dalla trasmissione non fanno parte della realtĂ , non si affrontano cosĂŹ nella realtĂ , non si risolvono cosĂŹ nella realtĂ . Ma il rito, il simbolo, la rappresentazione‌ di questo ha bisogno il pubblico: gesti eclatanti, soluzioni esemplari, conferme universali, analgesici collettivi. Gli iper-bimbi vittoriosi e i grandi, grandi sentimenti.. L’ora della riscossa sociale si è giĂ consumata in tv. Non serve altro, gli animi si sono placati. Va di nuovo tutto bene, fino alla prossima puntata.


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e senza tempo. La vicenda narrata è quella dell’istante in cui GesĂš incontra lo sguardo di Pietro dopo che l’ha tradito. Eseguiranno il concerto i “De labyrinthoâ€?. Il prossimo appuntamento con la musica dei “Vespri musicaliâ€? è il 18 novembre alle 17 con “Una musica da favolaâ€?. Per informazioni: UfďŹ cio turistico del Comune di Brescia (0302978988) e Associazione amici della Chiesa del Carmine (3420660949 o 3479653020).

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Sono sempre i personaggi a salvare i film di Paolo VirzĂŹ. Anche quelli meno convincenti come “Tutti i santi giorniâ€?, concentrato su una coppia di protagonisti che, con il suo realismo un po’ artificioso, riesce comunque a suscitare tenerezza e simpatia. Guido è portiere di notte in un albergo: passa il tempo leggendo testi latini e parla un italiano d’altri tempi, perchĂŠ è esperto di martiri protocristiani e avrebbe potuto insegnare in qualche

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ine settimana all’insegna delle nuove generazioni musicali, pur con due proposte molto diverse per stile, contenuti e target di riferimento. VenerdĂŹ 19 ottobre, nel mitico spazio del Ctm, storica sala di Rezzato, si esibirĂ Il Cile, giovane promessa dal sicuro avvenire, unico italiano quest’anno presente all’Heineken Festival di Milano. Un concerto, l’inizio è alle 21, molto atteso da quanti ripongono buone speranze nel futuro della canzone italiana, alle prese con problemi strutturali (ma non solo italiani e musicali, tipo la crisi mondiale, il calo delle vendite, la poca attenzione verso il settore) ma anche di ricambio generazionale, essendo sul viale del tramonto la generazione storica dei cantautori. Il Cile è di Arezzo, il suo vero nome è Lorenzo Cilembrini, e si è fatto conoscere con le canzoni del suo disco d’esordio “Siamo morti a vent’anniâ€?, dal quale sono stati estratti un paio di singoli, “Cemento armatoâ€? e “Il mio incantesimoâ€?, piaciuti senza titubanze al pubblico. Il Cile ha anche collaborato come autore con i concittadini Negrita, scrivendo quattro canzoni per il loro ultimo disco “Dannato vivereâ€?,

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tra cui “Brucerò per teâ€?. Il suo stile è particolarmente poetico, una sorta di cantautore moderno capace di scrivere testi deliziosi e di incastonarli in suoni freschi e immediati, che rendono tutti i brani del suo cd d’esordio potenziali singoli. Un cantastorie degli anni 2000, capace di bella scrittura e di vivacitĂ musicale. La sera successiva, sabato 20, que-

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disco d’oro, raddoppiando le vendite del “Fino a qui tutto beneâ€?. “Giusto un giroâ€?, brano tratto dall’ultima fatica in studio di Marracash, featuring Emis Killa, dĂ il titolo al tour autunnale che partirĂ proprio dalla nostra cittĂ . GiĂ 10 le date confermate dove ritroveremo Marracash in compagnia di Deleterio ai raddoppi e di Dj Tayone ai piatti. Tra queste ci sarĂ , a grande richiesta per la chiusura del tour, il 20 novembre, la tappa all’Alcatraz di Milano, il locale che lo aveva lanciato. Marracash è, come tutti gli altri suoi colleghi rapper del resto, da J-Ax a Fabri Fibra ai Club Dogo, capace di spaccare a metĂ critica e pubblico: c’è chi lo esalta e chi invece lo considera insopportabile. Certo è che Marracash in questo momento garantisce incassi sicuri, con le giovani generazioni che fanno la fila per assistere ai suoi concerti. Le sue canzoni, che fanno leva anche su video dall’ottimo impatto, mescolano la congenita verve provocatoria del rap con suoni che attingono da sonoritĂ variegate, regalando un “tiroâ€? immediato che piace ai giovanissimi. Tutte le informazioni per questi due concerti le trovate sul sito www.cipiessebs.it oppure al tel. 030/2791881.

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universitĂ americana. La famiglia ne soffre in signorile silenzio, ma a lui questa vita piace. Ăˆ candido, buono e molto innamorato di Antonia, una cantante dal passato parecchio confuso che adesso lavora in un autonoleggio. Nella loro casa della periferia romana cercano da tempo di fare un figlio – il film è liberamente ispirato al romanzo di Simone Lenzi “La generazioneâ€?, Dalai editore – ma la buona notizia sembra non voler arrivare.

Con un ritmo veloce ed esperto che non indugia troppo sulle situazioni, VirzÏ costruisce un diario intimo dei loro tentativi, narrato con il tono agrodolce caratteristico dell’autore, che sa far percepire il dolore senza affondarvi le unghie. Passiamo dal ginecologo cattolico, un luminare paternalista e dalla battuta pronta, alla dottoressa spigliata e progressista del centro di fecondazione assistita, senza evitare esperienze impro-

babili di meditazione a piedi nudi sulla neve. Il regista coglie il lato ironico di questa odissea, ma ogni tanto l’equilibrio gli sfugge e le situazioni si fanno grevi. Immersi in una cittĂ caotica, circondati da vicini iper-romaneschi e da personaggi di discutibile sensibilitĂ , in lotta contro la precarietĂ lavorativa, Guido e Antonia difendono “tutti i santi giorniâ€? il loro amore e il figlio che ne è il simbolo. La mancata riuscita dei tentativi

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Le disposizioni per la riforma del mercato del lavoro adottati dal governo in una prospettiva di crescita: saranno questi i temi al centro del convegno “Riforma del mercato del lavoro: le novitĂ e le ricadute sull’occupazioneâ€? promosso da Confartigianato Imprese Unione di Brescia, con il patrocinio del Comune di Castegnato, in programma per giovedĂŹ 25 ottobre alle 20.30 presso il locale Centro civico del paese in via Marconi 2/c. L’incontro vedrĂ la

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partecipazione di Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato, Michele Turrini, del Settore lavoro di Confartigianato Brescia, Paolo Reboni, segretario Cisl Brescia, Giuseppe Orizio, sindaco di Castegnato, e Giovanni Rolfi, delegato del locale mandamento di Confartigianato, che tratteranno dei provvedimenti sulle forme contrattuali, sulla disciplina dei licenziamenti, sul nuovo sistema di ammortizzatori sociali e sulle politiche attive del lavoro.

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na massima molto citata di Mao Zedong sosteneva che, se sotto il cielo la confusione è grande, la situazione allora è eccellente. Devono averlo pensato anche i tecnici, politici e burocratici, che decidono e scrivono le leggi di carattere fiscale, a giudicare dalla messe di novitĂ presentate dall’ultima manovra del governo Monti, peraltro molto positiva in altri suoi aspetti. Solo che l’eccellenza della confusione è una valutazione non del tutto condivisa dai contribuenti italiani. C’era un macigno da affrontare. Il governo Berlusconi, tra i “compiti a casaâ€? fatti su esortazione-ordine dell’Europa, aveva inserito in una legge la necessitĂ di rivedere i “favori fiscaliâ€?, detrazioni, deduzioni, agevolazioni, entro il 2014. Monti ha deciso: un punto in piĂš di Iva compensato da una diminuzione di un punto dell’Irpef. Pari e patta? No, perchĂŠ in parallelo sono state “riordinateâ€? molte deduzioni e detrazioni di cui usufruiscono i contribuenti italiani, introducendo una franchigia di 250 euro e stabilendo un tetto massimo oltre il quale non si “scalaâ€? dalle tasse piĂš nulla. Non sono aumentate le tasse: sono diminuite le possibilitĂ di pagarne di meno. La situazione, però, è in continua evoluzione. C’è spazio per modifiche, ad esempio l’eliminazione dell’assurda imposta Iva del 10% (invece del 4) sulle prestazioni

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delle cooperative sociali, cioè su quel welfare solidaristico che non ha fini di lucro ma che, cosÏ, è semplicemente destinato a morire. Qualcosa però, fra le misure della legge di stabilità , suona male, a iniziare dalla retroattività delle norme. Significa che i tagli valgono già per le spese e gli oneri sostenuti. CosÏ è semplicemente tradire la fiducia del cittadino. Anche se la retroattività fosse can-

cellata, rimarrà l’impressione che lo Stato dà e toglie a piacimento, e quel che promette spesso non mantiene. Dispiace poi il trattamento riservato al Terzo settore, a cui andrebbe una medaglia invece delle solite e ripetute sberle. Per non parlare delle famiglie: cancellare in pratica le agevolazioni su certe spese sostenute per i figli o per la famiglia (mutuo prima casa), significa ancora una volta punire la

stessa. PerchĂŠ? Ma non si doveva ritagliare il Fisco a misura della famiglia? Le modalitĂ : è parso che alcune norme siano state scritte in fretta e furia, spinti dall’urgenza del fare a qualsiasi costo. Ăˆ meglio far presto e bene, ma dovendo fare una scelta: è meglio fare bene piuttosto che presto. Infine la forma. Siamo nati in tempi piĂš rudi, in cui la stangata si chiamava cosĂŹ. Poi hanno pensato che se un cieco è un non vedente, la stangata poteva pure chiamarsi manovra. Ma ancora la parola rendeva l’idea di una mano che si infilava nelle nostre tasche e appunto, con un’abile manovra, le lasciava piĂš vuote di prima. Adesso: legge di stabilitĂ . Cioè una manovra, cioè una stangata. Tra l’altro sempre sulla testa degli stessi, quelli che pagano le tasse che i numeri dicono le piĂš alte nel mondo occidentale. Siamo tutti consapevoli che bisogna pagare il conto, e siamo contenti che qualcuno ci abbia finalmente messo davanti alle nostre responsabilitĂ . Ma il saldo va fatto in modo equo.

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8Q SURJHWWR SHU ULSDUWLUH GDL JLRYDQL Spesso una buona idea di business non va oltre la sua formulazione, sprecando talenti, ingegni e prospettive imprenditoriali. A Brescia i giovani che ritengono di avere un’idea in grado di sviluppare business possono contare su un nuovo progetto. Si tratta di “Isup� (acronimo di Italian start up master), nato per iniziativa del Gruppo giovani imprenditori dell’Associazione industriale bresciana e sostenuto da Comune, Camera di com-

mercio Fondazione Milziade Tirandi, Banco di Brescia, Deloitte e Staufen, con l’obiettivo di rimettere in moto sul nostro territorio il volano produttivo. “Partendo dall’idea – ha spiegato Federico Ghidini, presidente del gruppo giovani di Aib – diamo mezzi e sostegno alle nuove idee di business, investendo sulle start-upâ€?. Per accompagnare in modo efďŹ cace le ‘migliori idee’ sono pronti un esclusivo percorso formativo, il ‘Master in economia e

sviluppo dell’idea di business’ e uno spazio di co-working creato appositamente in Aib. A breve partiranno le selezioni, curate da esponenti del mondo imprenditoriale, scientifico ed economico per valutare le 15 migliori idee in grado di fare impresa. A partire da febbraio inizierà il Master articolato in tre moduli, dedicati alle problematiche e alle dinamiche legate alla trasformazione di un’idea di business in attività d’impresa. Un impegno

complessivo di 281 ore per giungere ad elaborare il business plan. In concomitanza con il percorso formativo, negli spazi dell’Aib, vengono avviati laboratori e workshop per perfezionare l’idea imprenditoriale. Il progetto si conclude, nell’incubatrice di start up al pianoterra di Aib voluto come luogo di pensiero, spazio di studio, contenitore di idee e piattaforma per i talenti, con la progressiva realizzazione delle iniziative.


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ÂŽ ’”‹Â?‘ Dz ‡Â?‘”‹ƒŽ Â?œ‘ Â‡ÂŽÂŽÂ‡ÂƒÇł La Ditta Gandellini Eugenio di Brescia, specializzata nelle attrezzature per la ristorazione e presente alla ďŹ era Hosp & Food di Brescia organizza il primo “Memorial Enzo Delleaâ€?, in programma il 24 ottobre, dedicato al grande rappresentate del gusto italiano nel mondo. Figlio d’arte, Enzo Dellea (al centro nella foto con il collare rosso) era nato a Luino nel 1929 e si era fatto le ossa in Svizzera. Poi la passione per l’insegnamento lo ha portato per

26 anni in cattedra al “Caterina De’ Mediciâ€? di Gardone Riviera, legandosi cosĂŹ deďŹ nitivamente alla terra bresciana. Raggiunta la pensione è diventato ambasciatore della cucina italiana nel mondo. Lo hanno chiamato praticamente ovunque da Mosca agli Usa, da Singapore a Toronto. Ha fatto da consulente in grandi alberghi, ricoperto una ďŹ la di incarichi del massimo livello nella categoria e ricevuto riconoscimenti in molte lingue. Ha scritto libri

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nei quali si apprezzano la solida base tecnica, la precisione e la scuola immortale della pratica. Al memorial parteciperanno ex suoi allievi che prepareranno una ricetta di tradizione bresciana a base di pesce. Allievi scelti, di alcune delle piĂš importanti scuole alberghiere lombarde (Desenzano, Bargnano, Gardone Riviera, Darfo Boario, Idro, Cremona) saranno al loro ďŹ anco come premio per apprendere una parte di questo appassionato lavoro, trasmesso continuamente.

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l mercato del fuori casa è in costante e continua trasformazione per soddisfare sempre di piĂš le esigenze del pubblico, con un’attenzione particolare alla qualitĂ e innovazione nell’ospitalitĂ . “Hosp & Food. Soluzioni, servizi e attrezzature per l’ospitalitĂ professionaleâ€?, la manifestazione in programma dal 21 al 24 ottobre alla fiera di Brescia si prefigge come obiettivo principale di diventare il riferimento per le aree di Lombardia, Triveneto ed Emilia Romagna nell’ambito dell’hospitality, contract, wellness, food e food equipment. Saranno quattro giorni dedicati al professionista dove agendo sul territorio sopra indicato e sfruttando al meglio la “glocalizzazioneâ€? gli operatori del settore potranno trovare tutte le novitĂ di settore per il proprio business. Lo spazio contract metterĂ in esposizione materiali e servizi per ristrutturare e riconvertire le proprie location dotandole di ogni confort spazio wellness con piscine e saune incluso. Molte

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le proposte per la decorazione degli spazi interni ed esterni sul tema del Natale. Importanti convegni affronteranno le tematiche che vanno dalla gestione finanziaria delle spa, alla riconversione delle cascine in strutture ricettive, alle possibilitĂ di risparmio energetico per i pubblici esercizi, alla certificazione della pizza sana i cui ingredienti sono garantiti dal centro ricerca Cerp e spazio a chiacchierate golose con i miglior chef italiani. Tra le novitĂ piĂš coinvolgenti merita particolare attenzione il concorso “Gran premio Hosp & food 2012â€?, per il risotto d’autore che si rivolge ai cuochi professio-

nisti invitati ad interpretare i colori rosso, nero e verde nella propria ricetta in concorso. Dalla passione per l’arte culinaria è nato il “Memorial Delleaâ€?, un’iniziativa collaterale tutta concentrata sulla figura Enzo Dellea, presidente onorario (fino al giorno della sua scomparsa) dell’Associazione cuochi di Brescia. L’iniziativa coinvolge gli studenti del 3° anno degli Istituti alberghieri bresciani chiamati, per l’occasione, a rispondere ad una serie di quesiti creati da esperti chef per poter partecipare nella giornata del Memorial alla preparazione di un piatto che avrĂ come ingrediente fondamentale il pesce di lago, affiancando nella loro opera sei ex-allievi, oggi affermati professionisti, dello stesso Dellea. Il Memorial vuole essere preparatorio al Gran Trofeo Dellea che si terrĂ nell’ambito della prossima edizione di Hosp & Food e che vedrĂ protagonisti gli studenti delle scuole alberghiere di tutta Italia. Anche il centro servizi Snip (Scuo-

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la nazionale italiana pizzaioli) sarĂ presente a “Hosp & Foodâ€? per la prima edizione della Margherita cup. Domenica 21 ottobre, nel pomeriggio, spazio al pubblico per le selezioni del Campionato mondiale dei mangiatori di pizza; mercoledĂŹ 24 è in programma l’incontro nazionale Cerp (Centro di eccellenza & ricerca sulla pizza) a cura di Snip (Scuola nazionale italiana pizzaioli) per la Pizza sana.

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”ƒÂ? ’”‡Â?‹‘ ’‡” ‹Ž ”‹•‘––‘ Â†ÇŻÂƒÂ—Â–Â‘Â”Â‡ In occasione della prima edizione di “Hosp & foodâ€?, l’evento ďŹ eristico dedicato all’ospitalitĂ professionale, che si svolgerĂ a Brescia dal 21 al 24 ottobre 2012, viene bandito un concorso aperto ai ristoratori professionisti denominato “Gran premio Hosp & food, risotto d’autoreâ€?. Il Gran Premio è un concorso ideato da PrincipeAdv in collaborazione con “MenĂš ad Arteâ€?, promosso dalla Camera

di commercio Brescia. Hosp & Food allestirĂ uno spazio cucine, visibile al pubblico di visitatori, dove si svolgerĂ la gara. Le ricette ďŹ naliste saranno saranno scelte, tra tutte quelle giunte da una commissione di esperti. I cuochi ďŹ nalistisi sďŹ deranno in ďŹ era martedĂŹ 23 ottobre a partire dalle 14.30. 45 i minuti a disposizione per la preprazione del risotto. Gli ingredienti della ricetta e altre

materie prime, utili alla preparazione del piatto, saranno a carico del partecipante cosĂŹ come gli utensili non inclusi nella dotazione base presente alle postazioni. Il Gran premio, avrĂ la supervisione del giudice di gara e verrĂ assegnato seguendo il verdetto ďŹ nale della Giuria appositamente costituita. Il bando si propone di raccogliere e selezionare ricette per la realizzazione di un risotto la cui cromaticitĂ sia di almeno

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uno dei colori rappresentanti i tre macro settori presenti all’evento ďŹ eristico perciò il risotto ďŹ nito deve essere verde o nero o rosso. Le tematiche da sviluppare, proposte ai partecipanti, devono rappresentare la genuinitĂ la freschezza, la qualitĂ e la tipicitĂ degli ingredienti utilizzati per un’alimentazione sana e beneďŹ ca. Tutti le ricette verranno pubblicate sul sito della manifestazione.

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l risparmio nella spesa corrente della gestione di una attivitĂ , è un fattore molto importante, specialmente in questo periodo di crisi, dove la ristorazione ha subito importanti trasformazioni. Ora la richiesta è sull’essenziale, con pochi fronzoli. Si è avuto una drastica diminuzione dei piatti elaborati, che sono rimasti appannaggio solo di chi ha possibilitĂ economiche. La gente ormai, come sottolineano molti ristoratori, vuol sapere, entrando in un locale, quanto spende. Apprezza la qualitĂ , ma chiede che sia a prezzo equo. Prima di decidere per un pranzo o una cena in un locale la gente ormai si interroga anche sui costi. Non sono in molti a sapere che in cittĂ e nel Bresciano ci sono locali dotati di ambienti accoglienti, che funzionano col sistema del “conto chiaroâ€?, cioè prezzo e cibo a misura del cliente. Esercizi in cui si può mangiare bene, rimanendo seduti , comodi, serviti con coperto fatto di posate inox e piatti in ceramica, constatando che,

molto spesso, il conto è decisamente concorrenziale, persino nel confronto di quelle delle innumerevoli sagre. Senza volerlo, insomma, la crisi sta portando alla riscoperta di una tradizione tipicamente italiana: quella del pranzo in osteria, occasione per mangiare bene a un prez-

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i ristoratori che utilizzano prodotti del territorio, forniti direttamente da produttori del posto. Si tratta di una scelta che permette di promuovere il territorio, di garantire la qualitĂ in tavola e, aspetto non meno importante, di contenere i costi. Una scelta che può funzionare, se gli operatori della ristorazione, gli amministratori locali sanno creare una sinergia, dando una adeguata informazione a ristoranti, trattorie e osterie che si muovono in questa direzione. Sono altre, però, le economie di scala che consentono agli operatori di offrire prodotti a prezzi contenuti. Su questo e altri aspetti si confronteranno gli operatori che dal 21 al 24 ottobre visiteranno alla Fiera di Brescia “Hosp& foodâ€?, una rassegna che propone anche interessanti iniziative in merito alla fornitura di attrezzature, delle tecnologie piĂš moderne che, anche in cucina, consentono di tradurre in buone prassi il risparmio energetico, visto che questa “voceâ€? è una di quelle che incide pesantemente anche sui bilanci di ristoratori grandi e piccoli.


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Il basket Brescia Leonessa si ripresenta sul campo della Givova Scafati dopo l’incrocio al primo turno dei playoff lo scorso anno. Allora l’esperienza finĂŹ male, con due sconfitte in Campania a cui fece seguito una bella vittoria al San Filippo, prima di alzare definitivamente bandiera contro Radulovic e compagni. Rispetto alla compagine dello scorso anno il roster è stato quasi completamente rivoluzionato, con i soli Stojkov e Scanzi della “vecchia guardiaâ€?.

Tra le novitĂ , invece, oltre agli americani Jenkins e Giddens (nella foto), si segnalano principalmente gli innesti sotto le plance, con i 210 cm di Brkic e soprattutto i 220 di Gino Cuccarolo, lo scorso anno in forza alla Benetton Treviso. Un assaggio delle possibilitĂ della nuova formazione, dopo il passo falso all’esordio contro Caseale, si è avuto con la rotonda vittoria sull’Acegas Trieste. Ora rotta verso Scafati, per un risultato diverso dallo scorso anno. (f.u.)

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a scorsa settimana da queste colonne avevamo invitato alla prudenza in vista della trasferta di Novara e, ahinoi, abbiamo avuto ragione: i quattro gol presi al Piola pesano come macigni sul cammino in campionato della squadra di Calori. GiĂ , perchĂŠ ora il problema-trasferta comincia ad assumere contorni inquietanti: dei 12 punti totalizzati finora dal Brescia, infatti, solamente due sono stati quelli totalizzati fuori casa, frutto dei pareggi con Vicenza (2 a 2) ed Empoli (1 a 1). Per il resto solamente sconfitte e, dato ancor piĂš allarmante troppi gol incassati: alla sconfitta di misura con il Crotone sono seguti i tre gol incassati a La Spezia e, come si diceva, il poker subito dal Novara. Molte possono essere le spiegazioni per questa situazione, di natura tattica o di condizione generale, quel che è certo, però, è che si tratta di un trend da invertire, perchĂŠ se la soliditĂ tra le mura amiche consente di portare avanti un campionato tranquillo (l’unica sconfitta in Coppa Italia, con la Cremonese) per puntare alle zone alte della classifica serve una marcia in piĂš. Calori lo sa, e non a caso insiste sul lavoro da fare con la squadra,

la candidatura del brasiliano Vitor Saba, che aveva ben figurato nello scampolo di partita contro il Lanciano, mentre Daniele Corvia dovrebbe essere dirottato in panchina, pronto a subentrare. Per quanto riguarda il resto del parco attaccanti rimane da segnalare l’indisponibilità di Mitrovic per due giornate, in seguito all’espulsione rimediata dopo soli sette minuti di gioco a Novara. In panchina dunque siederà anche Antonio Giulio Picci. Nel frattempo la squadra ha recuperato anche i quattro nazionali impegnati nelle partite di qualificazione, tra i quali Fausto Rossi reduce dalla doppia vittoria contro la Svezia. Un ultimo appunto, infine, sul calendario delle prossime giornate: per il Brescia posticipo della 18ª giornata domenica 18 novembre alle 18, in casa contro il Sassuolo.

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ma se nella prossima sfida contro il Bari, anche in questo caso lontano da Brescia, al San Nicola, non dovesse arrivare un risultato soddisfacente, forse alcune certezze sull’allenatore inizierebbero a scricchiolare un po’. Primo spartiacque dunque la sfida contro gli uomini di Torrente, in calendario lunedÏ 22 ottobre

alle 20.45, vale a dire il posticipo della 10ª giornata del campionato cadetto. Le novità nella formazione dovrebbero riguardare principalmente il reparto avanzato: a fare coppia con l’inamovibile Andrea Caracciolo, autore di una doppietta domenica contro la sua ex-squadra, prende infatti sempre piÚ corpo

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Pancia mia fatti capanna è il motto del Bar Ciringhito (nella foto), per nulla sazio dopo la conquista del titolo provinciale. I gardesani sono partiti con il piede premuto sull’acceleratore anche quest’anno con un poker di vittorie nelle prime quattro gare, subito al comando del gruppo A. Dopo il primo mese emergono biglietti da visita interessanti anche dagli altri gironi. Nel gruppo B la formazione piĂš attrezzata sembra la Due Effe Liquori e Bevande, sola in vetta

senza fallire un colpo. Stesso discorso per la Gardonese nel gruppo C, sempre piĂš consapevole della sua forza dopo il successo nello scontro diretto con il Ponte Zanano. Altra grande è il Gambara, primo nel girone D a punteggio pieno e reduce dall’esaltante vittoria per 4-3 nel derby con i cugini del Gambara 007. In crisi, invece, una big d’Élite: il Cafè Noir, ancora fermo a zero con un turno di riposo lo scorso weekend che, forse, sarĂ servito a ricaricare le batterie.

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’ Anno della fede indetto da Benedetto XVI si è aperto ufficialmente, e non può lasciare indifferente il Centro sportivo italiano, che intende scendere in campo aiutando il Santo Padre nella sua missione: allenare i fondamentali. Proprio cosĂŹ. Di fronte alla questione delicata e complessa di come affrontare “una nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristianaâ€? Joseph Ratzinger non sceglie strade o tattiche complesse o avventurose, ma ritorna alla semplicitĂ e alla forza devastante della testimonianza. In concreto invita tutti i cristiani a vivere la fede in pienezza, con rinnovata convinzione, fiducia e speranza. Ăˆ un po’ come dire che i fondamentali vanno sempre e costantemente allenati e che, se non si possiedono quelli, risulta difficile fare strada. Da sportivi sappiamo bene quanto sia vero. Il Csi risponde con gioia a questo appello e dĂ alle sue societĂ qualche consiglio. Sarebbe bello, ad esempio, che dal prossimo weekend prima di ogni gara ci fosse un momento di preghiera, con le due squadre riunite insieme negli spogliatoi prima dell’ingresso in campo. Un modo semplice e concreto per dare il via all’Anno della fede su tutti i campi. Andrebbe poi rafforzato l’impegno a vivere come gruppo sportivo tutte le proposte della parrocchia e della diocesi relative all’Anno della fede. Non dovrebbe mancare, inoltre,

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confini di un campo o di una palestra. Il Centro sportivo italiano lavorerĂ con costanza sul tema “sport e fedeâ€?, e rafforzerĂ il suo impegno al servizio delle iniziative promosse dall’Ufficio per la pastorale dello sport e tempo libero della Cei. In primavera la maratona-pellegrinaggio in Terra Santa diventerĂ l’evento di tutti gli sportivi. Le proposte non mancheranno, ma ciò che conta di piĂš è altro. Ăˆ il fatto che ciascuno viva in pienezza l’Anno della fede e senta la gioia di avere la responsabilitĂ di evangelizzare e testimoniare il Vangelo attraverso lo sport. Questa è da sempre l’originalitĂ del Csi. Se facciamo questo abbiamo giĂ vinto.

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A proposito di Celentano Egr. direttore, non condivido assolutamente l’articolo a firma Averoldi pubblicato la scorsa settimana su “Voceâ€? sullo spettacolo di Adriano Celentano a Verona. Non conosco l’etĂ dell’estensore dell’articolo, e forse sarò di parte perchĂŠ ho 61 anni ed ho vissuto periodi importanti della mia vita accompagnato, non solo dalle sue canzoni, che ancora oggi mi danno emozioni straordinarie, ma anche dai suoi messaggi e dalle sue denunce quando nessuno le faceva. Argomenti come guerra, fede, inquinamento, cementificazione non gli aumentavano il successo, ne era giĂ all’apice, anzi forse ne era danneggiato. Per cui non riesco a comprendere un articolo che parla solo di negativitĂ . Avete ascoltato quanto è stato letto all’inizio dello spettacolo? Molti “veriâ€? economisti (vedi Zamagni) o ricercatori di uno sviluppo “diversoâ€? (vedi Gesualdi, allievo di don Milani o Mancini su Altraeconomia) da tempo parlano di questi ed altri temi, ma solo ultimamente, causa forse la crisi, cominciano ad essere ascoltati. Siccome da un giornale cattolico come questo mi aspetterei soprattutto articoli che parlano di cose belle e positive che accadono, lasciando agli altri il gossip e la critica solo per farsi leggere, ne cito io alcune oltre a quanto giĂ detto. Lo spettacolo è stato trasmesso in tv ? Meglio! CosĂŹ hanno potuto vederlo quasi 10 milioni di persone e non solo poche migliaia. Avrei preferito la Tv di Stato e certamente sarebbe stato meno “commercialeâ€? ma forse si sono persi loro l’occasione. Ci lamentiamo sempre di personaggi e programmi televisivi

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vuoti o espressione del nulla, e non si apprezza un personaggio che parla di Dio e di amore meglio di un prete o perlomeno con maggiore impatto. Quante volte sentiamo parlare della difesa del Creato e dei piĂš deboli con cosĂŹ tanta determinazione e capacitĂ di incidere la coscienza di cosĂŹ tante persone? Forse pochi preti di trincea, un tempo anche molto osteggiati. Per quanto riguarda gli errori “inammissibiliâ€? citati, anch’essi a mio parere sono stati trasformati in spettacolo. E poi, questo signore ha 74 anni. Non mi sarebbe interessato un concerto perfetto fatto dall’esecuzione di una ventina di brani in fila uno dopo l’altro e poi buonanotte a tutti. Celentano è amato, atteso, desiderato per quello che è. Credo che molti sono d’accordo con me e non lo vorrebbero diverso. Penso che l’abbia capito ed appoggiato da grande amico anche Gianni Morandi, che ha partecipato con grande maestria e discrezione allo spettacolo senza voler in alcun modo prevalere. Cordiali saluti Luigi Cosio

Chi siamo? Egr. direttore, domando gentilmente un po’ di spazio alla sua rubrica, per chiedere scusa e nel contempo ringraziare un ragazzo (africano?) venditore di non so che cosa‌, che senza proferire parole ma con grande dignitĂ , ha oltrepassato la “strada-muroâ€? dell’intolleranza razziale. SĂŹ, chiedo perdono per avere egoisticamente assistito impotente e attonita ad una scena che non ha nulla di civile nĂŠ tantomeno di cristiano. Nel mese di settembre, pedalavo sulla pista ciclabile di un paese del lago di Garda:

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un signore di circa 70-75 anni, ha insultato, inveito, bestemmiato contro un giovane di colore, che passava accanto a lui (premetto che non sono a conoscenza di fatti accaduti prima e di che cosa possa essere successo tra queste due persone), ma questo è davvero un episodio increscioso e triste e non giustificabile. “Chi si vergognerĂ di me e delle mie parole, davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figli dell’uomo si vergognerĂ di Luiâ€?‌(Marco 8,38). In quel preciso istante la mia fede ha traballato, la mia testimonianza è venuta meno. E chiedo scusa al Padre Nostro che sta nei cieli, per aver permesso che infangassero il “Suo nome santoâ€?. La ringrazio e auguro a lei e ai suoi collaboratori ogni bene e buon lavoro. Carla Gnali

Lettera aperta a Napolitano Egr. direttore, approfitto di questo spazio per indirizzare questa lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Egregio Presidente chi Le scrive è una persona che la stima. Ho ascoltato con molta attenzione il suo intervento al Quirinale in occasione dell’apertura dell’anno scolastico e sugli scandali che hanno coinvolto la politica e la Regione Lazio. Le confido che mentre l’ascoltavo ho pianto. In questi ultimi mesi gli italiani stiamo assistendo al degrado morale della nostra classe politica. Dopo 20 anni, tangentopoli è piĂš viva che mai. Convochi il presidente Monti e gli imponga di porre la fiducia sul decreto corruzione! Celso Vassalini

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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